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ENCICLOPEDIA MILITARE VOL III (CHAI A GAN)

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ENCICLOPEDIA · MILITARE§§] ARTE -- BIOGRAFIA S S GEOGRAFIA~ STORIA Is1 TECNICA MILITARE

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VOLUME TE R ZO

n ; nol.lC:AZIONI DEI.LA CAS A EDTTIUCE

Il Popolo d'ltàliò MILAN O


PROPRJF.TA RISERY.\TA

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Anno. A1Jttant.i. An~ntl Cristo. Aer ona,utica, Aeroplano. Aflluen tc.

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Arrna111cnt.o, Armata . .\spctulliva rirh ,zlone q11a1t r l.

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Dolt. Dr. E. E. M. E. P. Equip. Es. Ett. B. l '. Fant.

Divisione. DottQrtl.

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i::,,o Moderno. Esercito Permanrnte-. Equipaggiamento. Esnmp lo . Ettomet.ro.

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Era Volgare.

Fig. For t.

Fan teria. l''orrovtorl, Ferrovia. F l_g-nrato, Fignrauvamente; F'orttn.cat,o, l'ortlflcazlonc.

Assedio . Aviatori.

Freg.

Freg-ata.

Gen.

AVV'OCato.

Geog1·.

Gener ale. Gc0grana.

Artiglieria.

Avt. Avv. Avz.

Ois l.1·elto.

Dislr. 1Ji11is.

Ferr.

Aviazione.

Gov .

Rattag-lla.

Gr.

Greco, Gruppo.

Bersag!leri.

Gran. lncr. Jng. lnt.

Graniatiert.

Bers. Bgl. Br.

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Battag-llon;i. Bronzo.

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Governatore.

Incrociatore. Tng-eg-nere. rntenrlenza, Jntemlentc ..

Brtg.

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BrtgaJa, Brigadiere.

811". Cann.

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B>titterta.

Kn-..,. i .

cap. Capo!.

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cannone . capitano. Capoluogo. carcere. Cavalleria, Ca valli. Carabinieri Reali.

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Luogo, Localit~. Lancieri. Urtino. Luog-otene ntc. ~!onte·. illc tro, }llla, '.\!orto,

corpo d ' Armata.

Magg.

Maggio re.

Confronta. Cavalleggeri. Chiru rgia. Circonctario.

Mar.

centunetro.

M. Gen . Mii.

Cat c. Cav. CC. RR . C. d'A. Cfr. Cgg. Chir.

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c;rc. Cm.. Col.

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C-0 lonnello. Coman.cto, comandautl\. combaitlmento. Con f\i1en,a. - corazzata. cor. Corvetta. Corv. Compagnia. Cp. Codice Penale Esercito. C. P. E. C. P . ..U. M . - Codice Pcn:1le Mrlitaro }l,ll'i, -

Com. Comb. Con{l .

timo.

D. D. C. Dep. Dip. Dtr.

- Dislocamento. Dopo Crlsw.

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Lane. Lat. L . Ten.

( llilometro.

Miglio .

Marina, M artneria. -

~faresclallo. Mccllo Evo . ;\J•eclagl ia, Medicina. ;11a.ggior Generale.

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Min.

;11il it.arc. \I in a 1-0rl.

Mtlr.

~I if.ragl1ere ,

M . M.

Milizia i\IobtJ.e.

Mares. M. E. Med.

.i fm. Moò.

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illod. Mont. M. T. :11. V. S. N.

i\Iitraglialricè.

Millimetri. ~lolJU•ltazione. Modello.

Montagna. i\I ili zia Tenioorialc. Milizia VolonH11'ia Sicurezza Nnzl ona.le.

Munizioni, Munizionamento. :'<o ro. :\'alo. :"iutivo, Nodo .

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Deposito.

N.

Dipartimento.

Num.

Direzione.

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Numero .

o,·csr..


Ordine M!lllare di Savoia. Ordine. Or/lin11.mento. P. - Po rto, Pezzo. />. A. S. Posizione Ausiliaria Spcc1,,1c. Penisola. Pcn, P. es. l'c1· esempio. Pt. POotonc. Po11t. \_· Pontieri. /lot. PO't enza. Prll(. Proressi,re. 'l'rovlncla. /lrov. - Quota. Q. - lllserva. R. R1dtotelegrar;a. lladt. HagJonlerc. Rag. RR. Cl' . neall Carabinieri. R. E. Regio Esercito. llecttts. Rocluslone. Rcg. Regolamento. Reggimen to. Rcgg. Il($. Riserva. fl, M. Regia Marina. fl. li'. Riserva navale, nrgla ~arn. s. Snd, Santo. san. Sanità. S. A. P. Servizio Attivo Perrnanentr. Sec.Secolo. Scrg. Sergente. .Scrv. Servizio. 0.111.S.

Sez.

Vrd:

Sftm. S. M.

Sotd. S. P. E.

Spcc. Sqdr. Sr. s. Tcn. Str.

Suss. 'i'. Col. Tetf. Telg. Tcn. Term. Terr. T. Gen. Tonn.

·rop. Torp. Trasp.

o. ll(T.

V. Val.

Yasc. l'ct.

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Sezione. Simili. Staro Magglorr, Sua Maestà. Soldato. 5ervl1.lo pc rmarwnte i>IT<'tlivo. Specialisti. Squa,lronc. Sinis tra. Sottotenente. Strett.o. Sussistenza. - Tenente Colonnello. 'l e1erono. Telcgraro.

Toncnle. 1 Prmlue (voce). Territorio. Tenente Generale. Tonnellata. Topograna, Topografico. Torpeùlne, Torpediniera. Traspo1·to. Uomini. UN\clale. Vecii, Veloc!Là. Vlllore. Vascello. Vctùrfnarla. Yetto.,as-Hamento .

Nelle biog-ranc, le tlue <.late rra parentesi (es. 1565-l 620) lndkal\O rlsDetth amonte la data della ,nascita e della mori.:. Nell'armamento di navi eia guerra, U numero romano e il numero arabo subito s~gue'nte al p rlmo lndlcaao ri,,p ct,• t1va111eote a numero <.lel cannon i e Il loro ca1ib1·0 in mlll lrnetrl (es. ~V 305, Xli 75 4 cannoni da 305 e 12 cannoni da 75 mm.). Nella descrizione <.lei !'atti d'arme, U numero romano e il numero arabo cl\e lo segue Indicano rispettivamente battaglione e reggimento (es. 111/89 3• l>at.lagllOM drll'SO• r eggl111en10).

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Chieti. (ant. Teate). Capo!, di prov. negli Abruzzi. Vi hanno sede il comando della 24" divis. (C. d'A. di Ba.ri) e il 9° distretto mii. E' città antichissima la cui fondazione si fa risalire ai Greci o ai Pelasgi ; i suoi antichi abitanti, i Ma;rucini, parteciparono fra gli eserciti romani alle guerre tarentina, gallica, seconda macedonica, seconda punica, e combatterono alla battaglia. del Metauro. Nell'89 a. C. nella guerra sociale, r ibelli a Roma, furono sconfitti da Savio Sulpicio. Sotto Roma, C. fu mw1icipio e sede di colonia militare e occupò un posto importante fra le città italiche. La occuparono i Goti; Ala rico la conquistò, la. saccheggiò e in parte la d istrusse; la stessa sorte ebbe successivamente ad opera d i Odoa.cre. Sotto Stemma d i Chie ti i Greci fu compresa nella giurisd izione dell'Esarcato di Ravenna; sotto i Longobardi, nell'801, fu assediata e presa da Pipino, figlio d i Carlo Magno, che massacrò grande parte dei suoi abitanti r la pose alle dipendenze del ducato di Spoleto. Conquistata in seguito dai Normanni, fu p roclamata capitàle degli Abruzzi. Nel 1555 il duca d'Alba v i mandò il Della Comia per fortificarla. In seguito seguì le sorti del Reame di Napoli. Brigata Chieti (123° e 124° regg, fanteria). Costituita il 1° marw 1915; il comando d i brigata ed il 123° reggimento dal deposito del 18° fan teria (Chieti), il 124° regg. da l deposito del 13° fanteria (Aquila). Dopo la guerra venne disciolta. Nel 1915, in fine di luglio, prese parte a lle prime battaglie dell'Isonzo, sul Carso. Nel 1916 partecipò alla battaglia di Gorizia (6- 17 agosto) e nell'ottobre venne trasferita in Val Chiese ove rimase fino alla fine dell'anno. Nel 1917 fu ancora in Val Chiese partecipando a piccole azioni locali, specie durante l'offensiva austrotedesca dell'ottobre-nov9Ubre-dicembre. Nel 1918 r imase fino al settembre in Val Chiese; trasferita ai p rimi di ottobre in Val d' A.stico, durante la battaglia di Vittorio Veneto avanzò in Val d'Astico e sull'Altipiano d i Tonezza fino a Vigolo Vattaro.

Ch ig i (Carlo Corradina, conte). Generale, n , a Siena nL a Fivizzano (1802-1881). Iniziò la sua carriera nella marina sarda, prendendo parte alla spedizione di Tripoli. Rientrato in Tosca.na nel 1847, ebbe il governu dell' isola d'Elba. Nel l848 partecipò a l movimento per l'indipendenza, ed ebbe col grado di magg, gener ale il comando del contingente toscano a Curtatone, dove perdette una mano. Comandò poi la guardia naziona le di Firenze, fino al ritorno del granduca Leopoldo II. Ent1<', in Senato nel 1860.

Chi larchia. Unità organica dell'antica Grecia, costituita di 10 taxis e comandata d al chilia rca. Constava di 1000 u, e quattro C. formavano la falange. Chile (o Cile) . La storia del Chile, quale Stato indipendente, comincia all'alba d~l XIX secolo. Il suo tenitorio, che, fin d a tempi remotissimi, aveva appartenuto all'impero degli Incas, senz'essere mai stato da questi di fatto sottomesso, era 'divenuto nel XVI secolo colonia spagnola col nome d i N uova Toledo, d ,i,pprima per opera di D iego d' Almagro, compa.gno di Francesco P izarro conquistatore ciel Perù, eh<', da l 1535 al 1538

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vi aveva compiuto un'incursione fino al fiume Cachapoal, ma aveva dovuto ritrarsene per gli spaventosì disagi sofferti né! cammino, per la desolante povertà del paese percorso e per l'indomabile :ostilità degli indigeni. Dopo di lui, don Peclro di Valdivia imprendeva nel 1539, per ordine di Pizarro, la vera conquista del C. e v i fondava parecchie città e fortilizi, tra cui Santiago (1541), ma anch'eg.li, spintosi fino a l fiume Bio- bio, urtava contro la pugnace resistenza delle tribù indigene fra ie quali primeggiavano per bravura e spirito guerriero gli Araucani; e Slomma del Ct1ile nella lotta perdeva la vita (1554), Ad affermare il dominio spagnolo, il vicerè del Perù inviava a llora nel C, don Garcia. Hurtado de Mendoza che, dal 1557 al 1561, riusciva, con le vittorie di Lagun illa e d i Millarapue, a frenare l'ardore bellicoso degli /\raucani e a conquistare tutto il paese, compiendo anc:he una ricognizione nella Patagonia fino alla estrema punta di questa terra i cui margini meridionali già da l 1520 il Magellano, ammiraglio al servizio di Spagna, a veva scoperti. D ivenuta colonia spagnola, trascorse tre secoli in questa condizione. A mano a mano che le sue naBan<liera del Clle-Azzur,·o con stella bian. turali ricchezze, in ispecie ca, e Btanco (ln alto), quelle m inerarie, si rendevaRosso (ln basso), no palesi, esso andò popola.nclosi di gente accorsa dalla, metropoli per trarne pro• fitto; nel XVIII secolo, dall'Aragona e dai paesi baschi, si effettuò nel C. una forte immigrazione di contadini che impresse un \•igoroso sviluppo al paese, e le relazioni fra i coloni e gli india.ni si fecero sempre più intime ed amichevoli ; mentre male sopportavasi l'amministrazione spagnuola. Alla fine del XVIII secolo, la emancipazione degli Stati Uniti dalla signorià inglese e gli avvenimenti di

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~~~~ Ciu-cla·da-··Ill'S·i!I a·---mor

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111110 uazlonalc cilouo Francia che portarono alla procTarnazione dei diritti -J cll'uomo ebbero u n'eco clamorosa in tutte le colonie sl}agnuole d'America, insofferenti ormai del tirannico giogo a cui le aveva assoggettate la madre patria. Ne derivò la guerra d'Indipendenza (V,) del sud America. Alla liberazione- del dominio spagnuolo, seguì nella neonata repu bblica u n periodo di lotte interne t ra conservatori (pelucones) e liberali (pipiolos), le quali terminarono con la. rotta di questi a Lircay presso Talea. Il paese, venuto in dominio dei conservatori, si avvantaggiò assa:i per la scoperta di numerose m iniere d'argento,


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Hi l'ista della $cuo ia cli Gu erra ll el Chilc

mentre le sue condizioni politiche si rafforzarono con la costituzione unitaria e autoritaria del 25 maggio 1833 che, distruggendo le tendenze federali e democratiche dell'altra precedentemente votata nèl 1828, dava all'esercito il massimo del potere compatibile coi . principi repubblicani. Intanto, il presidente della Bolivia, Andrea Santa Cruz, acc~·ezzando il disegno d'una gronde repubblica sud-americana, a simiglianza di quella columbiana sorta dall'unione del Venezuela con la Nuova Granata ~ con l'Equatore, riusciva a stringere in confederazione Perù e Bolivia sotto la sua sovranità e fomentava rivolte nel C., unico paese che gli ispirava timore e che egli desiderava attrarre nella lega vagheggiata. Il C .. Jler tali maneggi, chiese spiegazioni al governo peruviaiio .e gli intimò il pagamento della spedizione liberatr ice. Nulla ottenendo, dichiarò guerra al Santa Cruz; ma l'azione militare che ne seguì non avendo recato a niuno dei due contendenti i risultati sperati, si venne all'accordo di Paurcapata pel quale il governo del C. riconosceva la confederazione peru-boliviana. Il Congres.50 cileno avendo però disdetto tale convegno, una nuova spedizione venne allestita, la quale, composta di 5400 u. al comando di don Maimcl B~lnes, pa.rtl nel luglio 1838 da Valparaiso e al principio di agosto sbarcò ad Ancòn. Nel combattimento di Guicas i cileni ponevano in ;rotta 1e forze nemiche guida.te dal generale peruviano Obrezoso ed entravano in Lima. Vani furono i tentativi fatti :dal Santa Cruz per opporre ulteriori resistenze, poichè, nuovamente battuto dal B:.ilnes- nel '33 a lvfatucana e il 20 E,ennaio 1839 a Yungay, dovette r inunciare alle sm, speranze e ai suoi disegni. Sotto la presidenza del Bulnes (1841-51), si svolse nel C. un fecondo periodo di attività intellettuale ed economica e fu preso possesso ufficiale della Patagonia ove venne fondata la città di Punta Arenas (43). Nel 1844 la Corte di Madrid riconosceva finalmente l'indipendenza del Cile. Nè meno intenso fu lo sviluppo della repubblica. nel decennio successivo sotto la presidenza di don Manuel Montt. Ma il fervore di vita che vi si manifestò fu anche accompagnalo da aspri -dissensi politici, originati dal ·differenziarsi dei partiti, -da violente insurrezioni, fra le qua.li più pericolose quella del 1858 ca.u.:5ata da motivi religiosi e durante la .quale Valparaiso, Santiago, Copiapo ed altre città do-vettero essere assoggettate allo stato d'assedio. Tuttavia al presidente lvfontt venne fatto di battere gli in sorti a Pennalos (29 ;1prile '59) e di rest ituire la tranquillità al paese. Dal 1861 al 1871, riconciliatisi i partiti, il C. si diede .ad un febbrile lavoro che assai ne accrebbe la pro-

sperità; ma le relazioni con l'estero s'intorbidavano quando la Spagna, che non aveva ancora riconosciuta l'indipendenza <lei Perù, per cosu-ingere questo, ch'essa considerava ancora come propria colonia, al pagamento dei suoi debiti, inviò una squadra a impadronirs i delle isole Chinchas ricche di grano e assai fruttifere al Perù. Il C., fattosi solidale col Perù per l'offesa recata ad un popolo americano, protestò. L'ammimglio spagnuolo Parej a scortato da S navi chiese spiegazioni e soddisfazioni al governo di Sai1tiago e questo rispose con una dichiarazione di guerra: T ra il 1864 e il 1869 si ebbero azioni navali, bombardamenti e blocchi di porti cileni e peruviani; infine, concluso nel 1869 un armistizio, la flotta spagnuola si ritirò dalle coste del Pacifico e nel 1871 fu ,firmata a Wasl1ington una tregua che nell'82 si mutò in pace definitiva. Durante la presidenza di don Annibal P into (1876-81), mentre il C. allraversava. una grave cr isi economica dovuta ad una paralisi mineraria, scoppiarono dissidì per ragioni di confine con la Bolivia e con l'Argentina e ne deci,·ò la guerra detta del Pacifico (V.). Terminata questa., il C. ne approfittò, sotto lo stimolo della recente guerra, per proseguire e compiere nel 1886 la pacificazione dell' Araucani a ancora r ibelle al governo • nazionale; inoltre potè nel 1881 regolare con l'Argentina la questione dei confini e nel 1884 concludeva con la Spagna la pace e con la Bolivia una tregua indefir ita ottenendo da essa il territorio d' Antofagasta. Le lotte intestine continuarono accanite, specialmente nel 1891, quando scoppiò un conflitto tra il P residente Balmaceda ed il Congresso, ognuno di essi intendendosi costituzionalmente depositario del potere predominante. E poichè il primo, nel gennaio 1891, dichiarava di assumere in certa guisa veste dittatoriale, il secondo, sostenuto dagli ufficiali di marina p iù giova.iii, postalo fuori dflla legge, nominava una G iunta di Governo per sollevare ed incita.re il paese a difesa della costituzione. I l 7 gennaio la squadra si r ibellava, e la Giunta, imbarcatavisi, si recava a Iquique, scelta come centro della sua autorità anche perchè, essendo luogo r icco d'industri·:, più facile sarebbe stato il trovarvi uomini e mezz: di lotta. Sèguirono combattimenti tra presidenziali e . costituzio11ali e vani riuscirono gli sforzi di potenze amiche per condurre ad una conciliazione resa impossibile dalle esagerate pretese dei sollevati e dalla.. caparbia irremovibilità del Balmaceda. Anche in questa circostanza emerse il vantaggio che la padronanza del mare· dà al contendente che la possiede. Privato della flotta, Balma.ceda, malgrado lo stato d'assedio ed il conferimento dei pieni poteri, non riuscì ad impedire che gli insorti nelle provincie a mano a mano da essi -conquistate a.t-

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Rivlsta rii cav·aucria cilena traessero a ,;è nuovi seguaci e li agguerrissero. Il 20 agosto 1891, la squadra sbarcava a Quintero, a N. di Valparaiso, un grosso nerbo di 10.000 u. i quali, scontratisi il 21 a Concon sul rio Aconcagua e pochi giorni dopo a Vifia del Mar e a Placilla, tra Valparaiso e Casablanca, con le truppe di Balmacada, inlliggevano loro tali sconfitte che fu giocoforza al Presidente cedere i1 potere al generale Raquedano e r ifugiarsi nella legazione argentina ove si suicidò il 19 settembre. Il 3l agosto la G iunta di Governo entrava in Santiago e ridava ordine al paese. Le nuove elezioni diedero la presidenza al vice ammiraglio don Giorgio Monlt (18911896) e si a vvisò tosto a circondare la costituzione di guarantigie che la assicurassero contro ogni prevalenza del potere esecutivo da quello legislativo. Sottoli""'°presidenza d i don Federico Erràzuviz (18961901), risorse minacciosa la questione dei confini con l'Argentina, che fo10 dal 1881 aveva dato luogo a lunghe dispute, sostenendo il C. che la linea di frontiera doveva essere indicala dalla displuviale della Cordigliera e l' Argentina daJle alte cime di questa. Un conflitto armato parve inevitabile e imminente, ma l'amichevole intromissione dell'Inghilterra rimosse nel 1898 ogni peTicolo. Nello stesso anno, un arbitrato del min istro degli Stati Uniti poneva fine alla controversia del confine nella provincia di Antofagasta. Da entrambi tali arbitra ti il Cile ricevette danno poicbè dovette edere quasi tutta la Puna d'Atacama al Pe;ù e valli fertilissime della z·o na patagonica ali' Argentina. Il 20 ottobre 1904, presidente don J erman Riesco ( 1901-06), la tregua indefinita conclusa nell'aprile 188~ con la Bolivia fu convertita in pace definitiva e per ess~ vennero regolate tutte le questioni ancora pendenti con q uello Stato il quale rinunciava ad ogni aspirazione ad un porto sul P acifico in cambio d'una ferrovia chr: doveva riunire Arica con La Paz, e s'impegnava a favorire pel C. il plebiscito che ancora doveva decidere sulle sorti di Tacna ed Arica. Il C., la cui industria del salnitro vi era intanto assai fiorita, fece al P erù propo .. s te conciliative atte a dirimere ogni conflitto e a ri})artire equamente danni e vantaggi; respinte le qua•• li, si convenne di invocare l'arbitrato del re di Spagna. J\1a avendo questi indugiato il suo r esponso, p~rchè distratto dagli avvenimenti del Marocco, il C., alla1mato d ai maneggi ostili che il clero peruviano andava eser-citando nella regione contestata, fu costretto a.d adottare energici provvedimenti ( 1910) che determinarono ]a rottura diplomatica fra esso e il Perù.

Nel 1914, durante la presidenza di don Ramon Barros (910-91.5), ebbe la sua prima manifestaz;one pratica quella combinazione politica internazionale che, pe.· essere costituita dall'Argentina, dal B rasile e dal C. con lo scopo del mutuo appoggio e della comune prosp•rità, assunse, dalle iniziali dei tre Stati, la denomil1azi01:e d: A. B. C ., e nell'anno seguente fu sanzionata da regolare trattato ( trattato dell' A. B. C.) quando essa ebbe sperimentata la sua benefica influenza sugli avvenimenti del continente americano intervenend0, atbpicc il C., nel pericoloso conflitto sorto fra gli Stati Uniti e Messico e inducendo questi all'accordo di Niagara Fa!ls che ristabiliva tra essi la pace. Durante la conflagrazione mondiale, il C. soHo b presidenza di don Juan Sanfuentes (1915- 20), mantenne la p iù stretta neutralità. La controversia col Perù continuò, sostenendo il C. che essa dovesse dirimersi mcrcè l'esecuzione ·del trattato di Ancòn del 1883, e il Perù pretendendo fosse l'intera questione del Sud-Pacifico sottoposta ad arbitrato. Per inv ilo degli Stati Uniti i due govern i si accordarono nell'inviare a Washiagton i loro delega ti i quali, sotto la presidenza di quel se gretario cli St<1to Hu3ucs e dopo lunghi dibattiti, affidarono al Capo della grande repubblica nord-am~ricàna il compito di risolvere l'intricato problema. Esercito del Ch·ile . Capo dell'Esercito è il Presidente della Repubblica che delega questa autorità al Millistro della G uerra. Vi è inoltre l'Ispettore G enerale dell'Esercito, dal quale d ipendono lo stato maggiore generale, la direzione del materiale di guerra, la d irezione di Sanità, la direzione generale dell'Aeronautica. Il territorio della Repubblica è diviso in tre zone, ciascuna delle quali comprende parecchie provincie. L'Esercito permanente comprende: t re divis. di fanteria, una divis. di cavalleria, la brigata mista di Tacna, un gruppo misto di Aerona utica. La divis. è costituita di due brigate miste e un distaccamento da montagna. La brigata è su trè' regg. di fanteria a due bgl. di tre cp. fucilieri e unn di mitragliatrici. La d ivis. comprende inoltre un reggimento d'art. da campagna di due gruppi, t,no di obi ci, uno di canuoni e un bgl. del Genio. L a divis. d i cavalleria wmprende tre brigate di tre regg. a 3 sqclr. d i lancieri ed uno di mitraglieri, una btr. d'art. a cavallo e w1a sezione <li zappatori montati. In tutto, 34 bgl. di fanteria, 8 regg. di cavalleria,, 24 btr. da campagna, 8 da montagna, 2 a cavallo, due bgl. art. fortezza; un regg. ferrovieri del genio, un bgl. telegrafisti, 8 bgl. zappatori. L'a.eronautica ba (1927) in


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Rivista cli fanteria cilena cfficknza circa 50 apparecch i. Gli obblighi militari sono i seguenti: un anno di ferma nell'Esercito a ttivo (2 anni nella mar ina); 9 anni nella prima riserva; 15 ann i nella seconda riserva . G li effettivi amrnontnno a 151.' uff. e 14.735 uomini.

M~arina del Cltile (1927) . Le µrinc ipali n avi della flotta cilena sono: X ave da battaglia e< Ahnira11te Latorrc », del dislocamento di 28.000 tonn., varala nel 1913, dotata -della velocità oraria d i miglia 23; 11a.ve guardacoste << Capitano Prat >), di 6900 tonn., varala nel 1890, r icor.1ple-· tata nel 1913, con velocità di miglia 18 ~irca; incro, ci,~tore corazzato << E~meralda J> di 7000 tonn., varnt0 ne:

rncroct/Llorc corazzalo« O' lliggtns » 189,6, l·icompletato nel ,l 910, velocità 22 m igl:a; incrociatore corazzato << O' l'iiggi11s », di 8500 tonn. \'rtrat .> nel 1897, ricomplctato nel 1920, velocit,, miglia 2 1,S; incrociatore protetto « Chacabuco », di 4500 tonn ., varato nel 1898, velocità 24 m iglia; incrociatore p·r ctctto « Ministro Zenleno », d i 3500 tonn., varato nel 1896, velocità 20· m iglia. L'« Alrninmte Latorre >> <luran te b 1

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grande guerra fu requisito dal l'Ingh ilterra col nome <li « Canadà »; la nave gemella « Almi.rante Cochnne" fu pure requisita e trasformata poi nella nave portaaerei << Eag!e », ora in servizio dcll'J nghilterr:t. L'incrociatore corazzato « 0' H iggins ll è s tato rercntemente adottato per portare tllla. coppia di idroplani. La marina cilena possiede inoltre vari cacciatorpediniere, sommergibili e na,•i ausi,l iarie. L'efficienza generale del personale è abbastanza elevata.

Chilleni (Ca.nnelo). Generale macchinista, n. nel 1869 a. Catania. Entrnto in serv1z10 nel 1890, divenne colonnello per la d irezione delle macchine ne,! 1921. Fece la campagna di guerra 19111912~ guadagna.n<lovi una

11)c-d:\-

glia di bronzo nella spedizio:1e delle siluranti italiane n~llo s trc lto dei Dartlanelli; collocato in

posizione ausiliar ia nel 1923, fu promoS60 nella R isei·va Nava le maggior gcneraie nel 1925.

Chillianwallah. Villaggio dell'Indi>t, nel P unjab, -tea tro di combattimento fra Inglesi e Indiani (12 gen na io 1894) durante la seconda campagna del Punjab,_ Lord Gough, comandante le forze della CompagniJ. delle Indie, s i , ern av.tnzato s ino a D ingee, ove si era fermato, su posizioni formidabili, l'esercito dei Kalsa. comandato da Sheer Sing, forte di 30.000 u . con ses-santa cannoni di grosso calibro. Le truppe inglesi s i riducevano a due deboli d ivis. d i fanteria comandate,. dai generali lord Clive è sir Walter Gilbert e a: uaa clivis. di cavalleria comandata da l gen. Thaékwell. Que• st'uitima, in quelle regioni difficili, non potev1 ni: spiegars i, nè efficacemente agire . Il mattino de l 13 i! ge1ccrale inglese volle tentare di costJ·ingere l'avversario ad abbandonu1: le alture occupate ed a. scendere in pi~ nma, minacciando di girarne la sinistra. Giunto neile v idnanze di Chillianwa.il~,h si trovò <li fronte il nemico, che, avan?-atos i, si era sch ierato sull'orlo della pia11ura, coperto d a folte boscaglie che impedivano d i valutarne la forza e d i precisarne la posizione. I I fuoco fu aperto clall'arti; lieria nemica, alla quale il Gough fece immediatamente rispondere ,lalla propria, quantunque i s uoi u fficiali avessero espresso il pa1;ere che non convenisse, in quella condizione, impegna.re battpglia. Siccome il fuoco delle ar tiglierie riusciva poco c.fficace, ;; generale, verso le 15 o rd inò che la fanteria entrasse nei boschi t: attaccasse alla baionetta ; Clive doveva assalire a sinistra, coperto dalla divis. <Ji cavalleria del 'I'hackwell, Gilbert doveva attaccare a destra, coperto dalla brigai?, à i cavalleria, del gen. Pope. O rdine prec iso per gli ,lltaccanti era quello d i conquistare le a rt iglierie nemiche. Ava11zò per la prima la. d ivisione Ciivc. Nonostante il tcneno difficilissimo, intersecato da stagno e corsi d'acqua, e quantunque si dovesse· attraversare· una fascia boscosa di millecinquecento met ri, la prima b.rigata 1 d iretta dallo s tesso d ivisiona rio, aveva proce~

<luto assai ordinat,uncn le e, uscita a ll'averlo, ' ~;-a corsa a ti:attacco. La seconda. invece, co111andata d~ bdgadiere Pennycuic, lino tla JJrincipio si era disordinata. Il 2 l" regg., procedendo viva 1nente avanti, si era be1i v rcsto lascio.ti indietro i due rcgg. i ndigeni, che con esso costi tuivano lr, divis .. cd era. giunto, cogli uomini quasi c,1cn ua t i, su i cannoni nemici che ne fecero st,·age. 'ca-du to il gen. Pennyci:;ic, a ttaccato sui fianchi e alle SJJalle dal nemico, conqu istata dal nemico la b~ndicra, il 1

~gg. ing!~se dc\·ette ripiegare, perdendo 23 ufficiali, fra

i quali il colonnello, e 459 uomini di truppa su UIJ 1.d -


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La JJal.lagJia d i Ctiillianwallall (lnclia) I S49

tale di 600. E il disastro sarebbe stato maggiore se "il Clive, che intanto aveva raggiunto il proprio obbiettivv e conquistati i cannoni nemici, non fosse corso, con rapida moss,i di fianco, a sorprendere le artiglierie che battevano il 24° fanteria, e a conquistarle. Anche la divisione Gilberl, avanzando sulla destra in mezzo alla boscaglia, era riuscita a uscire a llo scoperto spingendosi sino sui cannoni ncmki, e resistendo poi eroicamente sulle posizioni conquistate nonostante le gravissime perdite che, per il solo 56° rcgg. Cipai, furono di 8 ufficiali, 322 milita~i di truppa fra morti e feriti, mentre il 2° europei di Bengala pcr<lcva circa 200 u. Ltc cavalleria, che a sinistra aveva potuto efficacemente sostenere l'avanzata del Clive, non con a ltrettanta fortuna era riuscita ad agire sulla destra; impegnata in mezz(. alla boscaglia era stata a ttaccata da ogni parte e ributtata in disord ine, dopo che il gcn. Pope, fu ferito. In qucst0 scontro quattro pezzi dell'artiglieria a cavallo rimasero in potere del nemico. F u l'intervento del 9° Lar.ceri, che valse a ristabilire la s itu azione. La giornata fini senza alcun a decisiva conclusione, poichè se gli [nglesi rimasero sulle posizioni conqu istate, i Sik k~ potcron<.' tranquillamente ripiegare indisturbati. Nella battaglia le perdite inglesi sommarono a 92 ufficiali e 2360 militari di truppa.

Chilone. Fiumicello in prov. di Foggia, fra Luccra e T roia, in Italia. Nel 1496, dura11te le guerre del :·eame di Napoli tra Ferdinando II di Aragona e Carlo VIII <li Angiò, un partito di 700 fanti tedeschi, coman<lati da un cap. Eberlin, si trasferiva d a Troia a Luccra quando ;ncon trò l'avanguardia dell'esercito francese del duca di J.\fontpensier che marciava verso Man fredonia. Non potendo retrocedere, i Tedeschi s i disposero in profonda massa, validamen te resistendo alla cavalleria del Vitelli che li a ttaccava. Vedendo cbc po co p oteva concl\ldere contro quella muraglia. di picche, qucst i allargò in ccrch io i suoi ca val ieri, mun iti di archibugio, e aprì sui tedesc hi un fuoco micidiale costringendoli a spiegarsi per aprirsi Un varco alla fuga.

Sopraggiunse in quel mentre il grosso dei Francesi, che, respintili fino sulla sponda del Chilone, dopo ardita e tenace resistenza, tutti li massacrò. In questa fazione fu per la prima volta imp iegata Ja nuova milizia degli archibugeri a ca.vallo, istituita dal Vitelli, che poi doveva dare origine alla. moderna fanteria montuta.

Chilworth. Esplosivo che ha preso ii nome dalla fabbrica ing!ese che lo produce; viene anche denominato « Cordite C, » (V.\ o cc Polvere C, >>, e fu adottato in Ita.!ia, su proposta dell'ammiraglio Avallone, per sostituire la balistite nel munizionamento per le bocche da fuoco della R. Marina. La sua composizione centesimali, risu!tava all' inizio: ni troglicerina p . 58, nitrocellulosa p. 37, vasclin:i. p. ~; questo tipo era indicato con la s ic,;la cc MkI >>. In seguito venne però modificai, col ridurr~ specialmente la quantità <li nitroglicerina, allo scopo di attenuare i'elev;tta temperatura a. cui davil iuogo nella reazione espbsiva e che causava forte erosione all~ ;,.nni, mettendole rapidaniente fuori servizio. La sua ~orr.posizione attuale - indicata alla voce << Cor. dite C. » - è analoga a 1uella della solenite; ma h « Cordite C, » è più vivace di questa e produce maggior calore di combustione. Sono sue varietà : 1\( Axite >>, confezionata a nastro, e la (( j\,foddite n, usate entrambe in Inghilterra. L'esplo:;ivo Chilwortb, « Cordite C, », o e< Polvere C, », pur avendo lo stesso effetto della ba.Jistite, presenta su questa il vantaggio di essere piì1 sta bile e di sviluppare, con l'esplosione, un calore di combustione più basso. E ~so perciò è stal'o preferito ncll':ulcstimcnto delle muni1,ioni per la R. :!:\· farina - che ·ichiedono for tissime cariche di lancio - perchè., dct.>:c cli un potere erosivo néll'anima delle artiglierie moho inferiore a quello poss;:duto dalla balistite, cteterior:t i cannoni rnn minore faciliti, e più lentamente. Chìmica di guerra. La chimica. di guerra abbraccia tutto quel complesso di principii scientifici e di applicazioni pratiche che dalla chimica generale possono trarsi, non solamente in 01:dine a i puri scopi dell'arte


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militare, per potenziare l'offesa e la difesa nel campo impian•.i colossali; tale può definirsi l'<c Edgewood Artattico, ma altresl in rapporto ai mezzi atti a sussisenal )), crealo dal maggio all'agosto 1918 nel Maryland, diare e integra.re - nel campo economico - le indu·· e a giusto titolo ritenuto il più grande stabilimento del strie nazionali, secondo le occorrenze del tempo di guermondo per la fabbricazione del cloro; la sua potenziara. Essa pertanto, avendo rig,.1ardo a l suo impiego bellità. era di 100 tonn. al giorno. Quanto a l bromo, l'Alico, va considerata nel senso p iù moderno cd evoluto, merica disponeva di una produzione su larga scala suggeri to dai })regressi scientifici attuali, e secondo queche, già prima della guerra, le dava modo di attuare sti va aggiornata, spog!ia cioc di ogni superlluità. emp iuna seria concorrenza al prodotto tedesco sui mercati rica, soggetta solo a criterii eminentemente razionali. I mondiali. Circa l'iprit~, la fabbricazione era già atti compiti della chimica di guerra non si arrestano so lo vata nel luglio 1918; l'impianto di Eclgewood era preagli studi scientifici e a lle ricerche sperimentali; essi ventivato della capacità d i produzione di 80 tonn. giorsi volgonc altresì alle applicazioni pratiche che ne connaliere; quello della «National Anilin Co. » di 50; ma seguono, onde assicurare la continuità della produzione gli Stati Uniti, in realtà, non riusci rono a spedirne sul e risolvere il quesito deJI'approvvigionamento e del riteatro della guerra che 15 tonn. in t utto. fornimento. Ta le fu l'opera direttamente svolta dal caL 'Italia, ancora prima della guerra, possedeva un1 po dello S . M. tedesco, iniziata dal gen. Falkenhayn industria del cloro assai sviluppata, che le permetteva prima, proseguita, ampliata e perfettamente realizzata una produzione giornaliera di 10 tonn., la quale ragpoi dal successore, gcn. Ludendorff, pe.r a ttua re il « progiu nse le 25 tonn. nel 1918, e ciò le consentì una abgran1ma Hindenburg >) concepito verso· la fine del 1916, bondante fabbricazione d i composti derivati (fosgene, dopo la battaglia della Marna, e consistente nella incloruro di cianogeno, tetracloruro d i carbonio, tetr aclotensificazione e nella razionalizzazione della guerra ch iruro cli stagno, cloropicrina, ecc.) che le offrirono il mica, secondo direttive puramente scientifiche, quando modo di portare un valido aiuto e un abbondante r iforle sfere m ilitari furono definitivamente conquistate ai nimento agli stessi Alleati, specie nei primi tempi, qua.i1nuovi sistemi. Jvfa, mentre in -Germania la perfella ordo cioè le officine di que; ti non erano ancora in azione. gani·zzazione delle industrie consentiva alla chimica di Fra gli imp ianti di maggiore produzione possono ciguerra di acquistare ben presto notevole impulso ed ta rsi quelli: della Società italiana di elettrochimica, inassurgere a massima • altezza, presso gli Alleali invece s tallati a l:ussi, nel 1900; della Societi elettrica e eletl'Msoluta loro impreparazione fu la caus1 p rincipale di troch imica del Caffaro, a Brescia, 1906; dell'ing. Vitale, dolorose svi-prese e d i gravi conseguenze, ~\e permisero a Rumianca, 19 J 5; ai quali si aggiunsero, durante il agli Imperi Centrali i p rimi successi e la lunga resiperiodo bellico, quelli : della Fabbrica italiana materie stenza. Per gli Alleati, infatti, il p roblema cominciava coloranti Bonelli, a Cesano Maderno (1916) e della S. A. Elettrochimica l'omilio, a Napoli (1917). Questi esattamente dalla produzione, perchè essi erano tutti stabilimenti sono ora, complessivamente, della capacità' sprovvisti di una vera e propria industria chimica organica, e questa purtroppo non può essere il frutto di produttiva d i circa 70 tonn. al giorno di cloro. E, come una creazione istantanea, ma solo l'espressione di !un per tutti i derivati del cloro, così anche per l'Iprite, la ghi e meditati studl, di profonde ricerche e d i pratiche produzione italiana por tò il suo valido contributo all'economia generale dei bisogni di guerra. realizzazioni. Le Potenze dell'Jntesa non tardarono· però a mettersi . a lla stessa altezza, se non a supera re addi-, Da questi brevi cenni emerge chiara la necessità asrittura la potenzialità tedesca, nel campo della produsoluta di coltivare fin dal tempo di pace la ch im ica zione dei composti per la chimica bellica; ma esse dobellica; da u11 lato, poichè questa non può contentarsi di limitare le sue conquiste a quelle già r aggiunte; menvettero vincere in principio d ifficoltà ben gravi, dipen tre, d'altra par te, 1·isul'.a evidente che non è del tutto denti, oltrechè dalla tecnica e dal tempo necessarii alla semplice e facile ricorrere ad essa con soddisfacentz costruzione degli impianti e dalle ansiose ricerche delle successo solo nei casi d i bisogno. Per questo appunto materie prime occorrenti, anche, e più particolarmente. l'alto compito è stato da ogni nazione affidato a scien<lalla 111:uicanza di un efficace e fruttuoso coordinamento, dato il numero e la distanza delle varie nazioni as- . ziati e tecnici specializzati i quali, con pazienti e rigo rosi studii sperimentali, possono rendere facile il consocia te. La Germania al contrario, che pur doveva atsegu imento della indispensabile organizzazione p reventendere a l rifornimento dei proprii alleati, aveva in suo tiva, che deve degnamen te rispondere a una efficient,~. favore l'accennata mernvigliosa organizzazione delle su•~ preparazione come, ad esempio, è quella portata nel lo industrie e la completa dedizione dei suoi soci, a i quali sviluppo degli esplosi-,i e praticata nel corso di in teri imponeva la disciplitH e utilissima unicità d'indirizzo. decenni. Essa pertanto poteva r itenersi sicura della con tinuità di rifornimento degli enormi quantitativi di produzione Una nazione che• s i accinga a mettersi sul piede d·i abbisognevoli, men tre gli Alleati dovettero provvedere a guerra deve, in primo luogo e per quanto poss ibile, -costruirsi dai fondamen ti le officine e· gli stabilimenti emanciparsi dai vincoli dei rifornimenti dall'estero; ococco1'tenti. La Francia, che non ·possedeva industria di corre perciò che essa provveda alle sue necessità famaterie colorant i e non disponeva che solamente d i 2500 cendo per la massima parte assegnamento sulle sue prochimici in t utto, dovette improvvisare d i sana pianta prie risorse. La Germania, bloccata dagli Alleati du!e industrie necessarie; di esse la prima iniziò la prorante la. grande guerra, offrì l'esempio di poter con,duzione nel marzo 1916 e l'ultima un anno dopo, mentinuare l'immane conflitto adottando, in primo luogo. -tre altre quattro furono a.ggiunte alle precedenti nella ferr~a disciplina dell'economia e della requisizione l'aprile 1918. L'Inghilterra nel mese di aprile 1915 non noi1 solo pel suo popolo, quanto e assai più pei paesi ,disponeva che d i un;,. solo. fabbrica per la produzione che mano a mano in vadeva, e servendosi quindi quasi del cloro, ma riuscì a fondare, appena se ne senti il esclusivamente delle disponibilità. offerte dal suo ter·• bisogno, altri sta_bilimenti. Gli Stati Uniti costruirono ritorio. Principalmente, essa dovette affrontare il pro-

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'b lema degli esplosivi, poichè difettava del necessario nitrato di sodio, che importava interamente dal Chile; la piccola scorta posseduta era appena sufficiente alla fabbricazione degli esplosivi bastevoli solo fino alla ·primavera del 1915. A risolvere tale grave quesito provv ide il prof. Haber, il quale realizzava il processo industriale per la fabbricazione sintetica dell'ammon iaca, che, ,s uccessivamente trasformata, col metodo di ossidazione -òi Ostwald, in acido nitrico, dava modo di poter preparare quantità enormi di composti azotati nelle due imponenti e colossali officine: di Oppau, costruita nel 1912-1914 e completata durante la guerra, della poten.zialità di 100 mila tonni annuali di awto fissalo, e di :,\{erseburg (1916-1917) preventivata per un rendimento t riplo. A questo, un altro problema parimenti grave si dallacciava, costituito dai bisogni di acido solforico -che, in quantità ingenti, serviva per molteplici indu.strie, oltré che per la fabbricazione degli esplosivi, e veniva preparato dalle piriti, matede prime anch'esse di esclusiva importazione, specie dalla Spagna. L'acido solforico, dove fu possibile farlo, venne i·azionato nel ,consumo; in a ltri casi, come per esempio neìla prepa,razione dei perfosfati, esso fu sostituito con altre sostanze, quali il bisolfato di sodio (sottoprodotto di lavorazione degli esplosivi) o il cloruro d i m.1g11esio. I1'.fine si riutilizzarono anche i cascami e le sostanze di T ifiuto che potevano p re1,tarsi alla sua produzione, all'uopo utilizzando lo 7,olfo estratto con adatti processi òi recupero tanto dai materiali provenienti d_alla cpu razione del gas illuminante quanto dal « residuo di so•cla >>, prodollo secondario inservibile della fabbricazione ,del carbonato sodico. Ma questi processi, sebbene cconomican1ente vantaggiosi, furono sempre occasionali fi • ,no a che il quesito non trovò, da parte della Badischc, la sua adeguata soluzione, consi.stente nell'eslrazion~ dell'acido solforico dal gesso, minerale abbondante in natura che trovasi in estesi e ricchi giacin1enti. Senonchè sarebbe u11 grossolano errore ritenere che, ·una volta provveduto ai b isogni dell'arma chimica la quale pur costituisce la parte essenziale ai fini puri del conflitto fra avversarii, e dev'essere fornita dei mez,zi nuovi di necessaria sorpresa, essenziali ai risultati finali del successo :-- si siano risolti tutti i quesiti pertinenti alla chimica di guerra. I compiti di questa non · si arrestano, purtroppo, a i pochi esempì cit~ti, sebbene i più importanti e, certo, quelli pi,1 convincenti; la ·,chiinica di guerra ha i1~vece ben altri e d iversi obbiettivi; problemi assai piit vasti e ugualmente di capitale interesse da risolvere. Alla medesima fam10 capo, infatti, -oltre le modalità relative alla fabbricazione degli ag,g ressivi chimici, anche tutto il complesso di provviclenze richieste: per l'allestimento dei mezzi per la pro ·tezione antigas; per la produzione delle numerose so.·stanze sussidiarie che riescono di utile e pii, p roficuo :impiego della stessa arma chimica; e, ancora, tutti i •dettagli inerent i alle lavorazioni e alla produzione indu:striale, ai rifornimenti e alla costituzione delle scorte, -ccc. Certo l'opera del chimico non è bastevole, da sè sola, a dare forza alla guerra, così come viene prevista per l'avvenire; a prescindere dai poderosi mezzi aerei -che, più degli altri, si prospettano vantaggiosi per far ·sentire i suc i effetti a distanza, sta di fatto che si rende- evidente la necessità del nuovo indi1· izzo da seguirsi dallo stratega che r icorra a questi s istemi, i quali hanno completamente sconvolto i classici metodi delle guer-

11 re passate. L'opera del primo, appoggiata dallo sviluppo e dalla potenzialità delle industrie chimiche, dev'essere completata e integrata da quella del secondo, perchè l'a zione si svolga con perfetta concordia di intent i e unicità di direttive, e i risultati riescano cli sicura efficacia. Lo S. M. tedesco dovette convincersi pienamente di qu el la che era stata una esatta previsione scientifica del prof. Ha.ber prima di adoperare su larga scala gli aggressivi chimici. Quest i, a loro volta, non furono scelti a caso, ma dovettero subire una lunga serie di studii condotti con metodo e con disciplina, in rapporto alla loro azion.., fisiologica, ai metodi di preparazione, alla d isponibilità delle materie prime e al loro prezzo, alla sorpresa dipendente dalla loro varietà, alla ricerca degli appropriati sistemi cli protezione, ecc., fino a conseguire il perfezionamento che raggiunsero verso la fine del conflitto, Altre attribuzioni della chimica d i guerra sono quelle concernenti stu dii e prove per la scelta e 'la preparaziqne degli esplosivi p iù indicali per i proietti speciali ad aggressivi chimici : sia per evitare eventuali reazioni per contatto con questi che, per entrambi i composti, con le pareti metalliche dei proietti stessi. E' ovvio ri~ levare che tutti gli esplosivi entrano nel dominio della chimica, dalla polvere nera agli alti esplosivi - nitrocleri va ti organici - e anzi, con l'occasione, può citarsi il t ipico surrogato, i l solfuro di azoto, che la Germania s tud iò e impiegò in cambio del iulminato di mercurio, nelle sue applicazioni di detonatore, quando non potè più prepar:ire quest'ultimo per difetto di materia prima. I vantaggi e gli aiuti che la chimica può offrire non si a rrestano qui. A prescindere che, anche nelle condizioni normali della vita sociale, essa generalmente manifesta la pii, notevole influenza sull'attività e sul prog,·esso umano, poichè le sono intimamente legate quasi tutte le industrie esistenti, sta di fatto che, alla. stessa, largamente la Germania r icorse durante il periodo beli ico, pe r trarne quegli aiuti che per altre vie non era facile procurarsi. Può così r ilevarsi come, nel campo dcl'l' industria mineraria e metallurgica, fu la chimica a indicare i mezzi migliori per sfruttare più abbondantemente i combustibili fossili e per ricerca re i succedanei più adatti ·dei combustibili liquidi, di cu i la Germania difettava. Questi studii, condotti per lunghi anni con r igoroso metodo scientifico, portarono, con la scoperta de l processo Bergius, alla soluzione de! problema della trasformazione del combustibile solido in quello liqu ido, che può ritenersi attualmente come uno dei •più importanti quesiti chimici pel collettivo bene dell'umanità, investendo gli interessi sia economici che ,politici di ogni nazione. Fu la chimica a indicare la via per procacciarsi lo zolfo sfruttando ma·· teriali assolutamente inservibili e di rifiuto; essa a ricercare, in tutta la lunga serie dei metalli, le preziose sostituzioni di quelli del tutto mancanti con altri dispon ibili ed a suggerire, allo stesso fine, la trasformazione dei metodi di preparazione e di fabbricazione di leghe appropr iate; essa, infine, a p rovvedere a ogni manchevolezza n ella manieia più opportuna e geniale. Ugualmente dicasi per la industria chimica organica, che si v ide a rricchita dei processi sintetici di preparazione dell'alcool etilico e dei grassi ; che potè fornire surrogati della glicerina e dei saponi; che per fezioni e meglio sviluppò i sistemi d i lavora.zione del legno ,· per la produzione della pasta di legno, con cui la Gcr-


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m ania potè gitrngcre a preparare un eccellente prodotto .che compensò la mancanza di cotone, del quale non aveva alcuna disponibilità'. Altrettanto avvenne per la in dustria chimica inorganica, con la soluzione del problen1a per la fabbricazione dell'acido solforico; con la preparazione dei concimi fosfatici ; con l'elaborazione industriale del processo dell'ammoniaca sintetica. Pe; quanto concerne l'alimentazione umana e quella del bestiame, la chimica non r imase indifferente e non man · cò di fornire razionali suggerimenti, che tendevano a un maggiore sfruttamento delle derrate adatte ad offrire le necessarie calorie abbisognevoli nella nutrizione a- • nimale, consigliando i generi più utili al nutr imento che a soddisfare bisogni voluttuarii. A tale uopo, gli studii furono in special modo rivolti a ricercare sostanze, preparate :J.riche per sintesi, che supplissero particolarmente a quelle normali e necessarie, specie nel campo degli alimenti proteici e di quelli grassi. Quanto ai materiali d-i vestiario e di equipaggiamento gli aiuti non furono meno importanti, oltrecchè ;:;er la ricerca di adatti prodotti di sostituzione per i tessuti e pel cuoio, anche pe.: ciò che specialmente riguarda il panno milita.re, la cui tinta doveva il p iù possibilmente risolvere il quesito della invisibilità per le truppe in campagna e della po.ca o nessuna impressione sulle lastre fotografiche. L a chimica infu1e non si disinteressò di tante altre e molteplici questioni: studii per r icava.re sostanze adeguate a rimpiazzare il caucciù, le r esine, l'essenza di trementina; ricerche per migliorare tutto quanto si attiene alle costruzioni aeronautiche: dal metallo p iù leggero resistente e duro, fino alle vernici per le tele da involucro; allestimento di materiali appropria ti per operazioni di mascheramento in molte imprese belliche; ccc. La chimica di guerra non è dunque da considerarsi, come molti dtengono e la stessa Germania ebbe motivo di voler far credere, il prodotto di una improvvisazione, per quanto necessaria, in rapporto all'evoluzione dei tempi e alla sorpresa che si voleva generare negli avversa.rii, ,p er trarne il maggior profitto e aver ragione di imporsi sopra un nemico impreparato. Essa rnppresentò invete il frutto di :.ma lunga serie di stuclii preordinati e di una sistematica preparazione scientifica; e, se i vantaggi che poteva offrire furono mal compresi all'inizio dagli stessi tecnici militari tedeschi, non per questo le sue basi r isultarono scosse e, dallo svolgersi del conflitto, essa non trasse altro che il solo necessario sviluppo verso il quale effettivamente era avviata e già predisposta. A coloro hlfatti che approfondiscano le conoscenze, penetrando nell'intima essenza della chimica d i guerra, non può certamente sfuggire l'alta concezione scientifica da cui essa fu informata, e che solo presso gli Imperi Centrali poteva trovare facile attuazione : sia per la cl iscip!ina. degli studii condotti con metodo r igoroso <concreto, sia, più particolarmente, pe1 perfetto e notevolissimo attrezzamento industriale di cui erano forniti, contro le manchevolezze addirittura pietose nelle quali tutte le altre Nazioni si trovavano, per assoluta deficienza di industria chimica organica e, in modo speciale, delle sostanze coloranti, dei medicinali, dei prodotti per fotografia; nonchè dei profumi, dei concimi, ecc. La chimica di guerra è la scienza dell'avvenire; i frutti dati alla prima tappa, nella guerra passata, non fui;,ouo che un semplice saggio, il quale potrebbe anche clefi~i,rsi imperfetto, come tut te le opere all'inizio della Ao;'f_J ~~l'i{,uzione. Nè vi sono trattati e convenzioni eh~

potranno ostacolarle il cammino: non il Trattato di Pac"e· d i Versailles, sterile invero a questo· riguardo; non la , Conferenza. di Washington, dichiaratasi impotente; nonle svariate discussioni degli esperti della Società delle. Nazioni, la quale si è trovata priva d i mezzi efficaci, che ne frenassero lo sviluppo, l'ascesa e la perfetta evoluzione che, oltre a tutto, mettono in serio pericolo anche popolazioni civili e centri indifesi. (V. anche Guerra chimica e Gas).

Servizio chùnico militare. Si propone lo studio dei mezzi della guerra chimica, sia di offesa che di protezione e la preparazione della eventuale produzione di guerra. T utte le Nazioni hanno provveduto in tal senso. D a noi, è stato istituito, nel 1923, un w, ico ser_ vizio cl1imico per i Ministeri della Guerra, della Ma1'ina e dcli' Aeronautica, alle dirette di,pende:117.,e del ministro de!la Guerra; esso ha il compito « d i eseguire s tudi, esperinlrJlti e applicazioni pratiche sui mezzi chimici Fi·pg-io rncrnll ico del di guerra... ll. Collaborano a- Sr•r1•iz io <:himlco Militare gli studi del S. C. i gabinetti ' scientifici statali alle dipendenze dell'amministrazione militare, e può essere richiesta la collaborazione di autoriti, scientifiche o di specialisti competenti nel campo. della chimica, della medicina, della meteorologia, della fisica, ecc., ecc. E' caposervizio un generale d i brigata,. o colonnello, coadiuvato eia altri elementi che possono essere scelti indifferentemente dall'esercito, dalla marina o dall'aeronautica ; esiste inol tre un consiglio di am-· ministraz.ionc, di cui fanno parte anche rapprescntant> della Marina e dell'Aeronautica. Alle spese del Servizio Chimico, che J1a uno speciale « Centro chimico l> a. Roma, provvede l'arnmi..niqtrazione della Guerra col con, corso d i quelle cfe!Ja Marina e dell'Aeronautica. II Centro Chimico lVlilitare si compone di una direzione e di , un g:ruppo chimico. Quest'ultimo a sua volta, comprende un comando, un dcpo' sito e due compagnie. I l Centro possiede anche delìe sezioni studio cd un laboratorio sperimentale. E' incaricato di tutti gli studi rela tivi all'ap plicazione dei ritrovati chimici a scopi milita..ri, delle esperienze prat iche e dell'istruzione del personale ad detto a1 reparti chimici. Chim-ici farmacist·i m·ili tari. V . Farmacist.i .

Chinea (Domenico). Chi nea ùomenieo U fficiale di marina, medaglia d'oro austriaca, n . e m. a Brescia (1818-1884). Iniziò la carriera nella mar ina austriaca., dov'~bbe alle dipcn• clenze il T cgetthoff. Prese parte alle operazioni della, flotta austr iaca· sulle cos te della Siria e vi guadagnò, :tlla pres;i. di S;ii<la (1840), l;:, medaglia d'oro austriaca


I( ,e la medaglia d'oro ottomana. :Nel 1848 lasciò l'Austria e s i pose ili servizio della repubblica di Venezia, comè ufficiale; caduta Venezia, passò nella Marina italiana ( 1859) e partecipò alla guerra del 1360, ottenendo la mcd, d'argento a Gaeta, e posci;i, sull'Affondatol'c, alla hatt. di Li~ (1866) ottrnendo la croce di cav. dell'O. .M. S. Ragg iunse il graçln di capitano d i vascello, col quale andò a riposo nel 1877.

Chincherni (Alessa11dro). Artigliere e scrittore dc! sec. XVII, n. di Ancona. Insegnò alla Scuola <lei bombardieri di Ferrara e la3ciò un trattato su « Lo scolare, bombardi,ire ». Chinchilìa. Città della. :òpagna in prov. di Albacetc. L'8 ottobre 1812 vi s i svolse una, fazione che appart iene a lla guerra contro i Francesi. Un'avanguardia francese del corpo di Soult, (6000 u. al comando del gen. D rou•Ci), invesù il forte di C., presidiato da 300 Spagnuoli, cannoneggiandolo vigorosamenLe. Lo scoppio delk polveri del forte determinò dopo poche ore la resa dei -.d ifensori. Chino (baron.: Pio). Generale piemontese del secolo XVJIT. Iniziò la carrier~ mii. nel 1743 e divenne colonnello nel 1786, a l comando del regg. provincia.le d i Acqui, dopo di essersi distinto nella guerra di successione d'Austria. N cl 1792 passò al comando del reg0gimenlo provinciale di Casale e con esso partecipò alla guerra contro la Francia divenendo magg. generale nel 1793.

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Chinotto (A11tonio). )Iedaglia d'oro, ten. generale, .n. ad Arona nel 185S, m. a. Udine nel 1916. Figliuolo di un patriotta venct:>, cbe seguì nell'esilio Daniele :Manin dopo l'epica difesa del 1848, ereditò da lui i più a lti sensi di amor patrio e d i avversione allo straniero. Ufficiale del genio in S. E. P . passò nel Corpo di S . M., dopo aver frequentato con molto successo i cors i della Scuola ài guerra. Q uale uffic iale superiore, p restò servizio nell'arma di fanteria e fu successivamente .maggiore nel 69° rcgg., ten. colonnello nel 61°, colonne llo ncll' 80°. Promosso magg. genera.le, ebbe il comando della brigata Re. Xci 1914 lasciò il sei·yizic> attivo, 111,1 fu ricb iatn.'1.lo per la guerra e destinato al comando della b rii,-ata Pia • cen?.a, con la. quale combattè valorosamente iu Ca.raia, e poi sull'Tsonm, nell'aspra zona del San ::,\fichcle. Ferito quattro volte, volle ogni volt..'l tornare al fuoco, ancora dolorante e piagato. Guadagnava, per il suo eroico contegno, una mcd. d'a rg. al val. mii., e la promozione a tcn. gen. per merito di guerra, dopo l'offensiva Carsica nell'aut11nno 1915. Passato al comando della 32" di,·is. nel settore di P ia.va, si prodigava nel d irigere la s istemazione difensiva della zona e nel pr<,tlisporre e preparare azioni vittoriose, come quella che ci diede il possesso di Globna, benchè la sua fibra fosse moito scossa sia per un male che sordamente la minava, sia per le conseguenze --delle molteplici ferite. Nel febbraio 1916 dovette as-

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soggettarsi ad un'operazione chirurgic:3, ma un mese dopo, rinunziando alla licenza di convalescenza, egli tornava ancora alla fronte, e prendeva il comando della 14• divis. nel settore di Monfalcone. E fu in questo periodo c h'egli de tte le prove più alte di fermezza ~ fona d\111imo; ogni giorno più debilita to cd esausto. volle tuttavia seguitare a dirigere fino all' ultimo le operazioni. Negli ultimi giorni delle opcra.zioni de ll'agosto 19 16, disfatto, senza neppur più la forza di reggersi in piedi, s i fece adagiare in una poltrona e volle esser trasporta to cosl sulla fronte di ballaglia. Trasportato, alla fine, all'ospeàale militare di Udine, vi esalava l' ultimo respiro, il 2 agosto 1916, baciando li, bandiera e solo dolendosi di non poter più nulla dar~ alla Patria cd al suo Re. Pochi giorni prima gli er.1 giunta la notizia della promozione a comandante di Corpo d'armata per merito di guerra; dopo la morhgloriosa S . M . il Re concesse di mo1u proprio alla memoria del valoroso gea ernle la medaglia d 'oro al valor militare .:on questa motivazione: « Sul Carso, comandante di brigata, ferito due volte il 25 luglio 1915 e ,-,uovamen te 1'8 a gosto 1915, volk rimanere alla tesla delle sue truppe che guidò alb. conquista d i forti trinceramenti nemici, dan<lo continua prov:i. di tenacia e di sprezzo del pericolo. Sul medio Isonzo, comandante di divisione, sebbene in precarie condizioni di salute, lasciò il comando solo allorchè dovette farsi oper:u-c. Appena in condizioni di reggersi in piedi, chiese ed ottenne di tornare al posto d i comlxi.t tirnento; destinato al comando del settore di )1onfalcont, lo tenne ~ino agli ultimi giorni di sua vita; mirabile esempio o. tutti del più alto spirito di sacrificio e delle più belle virtù militari. Prode condot tiero, valoroso soldato, morì dopo aver consacralo · alla P atria anche le estreme energ ie, solo deplorando di non poter piì1 nulla dll!'e all'Italia cd a l suo R e ll (Altipiano Carsico, :\fedio Isonzo, Settore di )fonfalcone, lug lio 1915 - agosto 1916).

Chinsurah. Località del Bengala, nelle I ndie. Vi avvenne un combattimento fra gli Olandesi (700 Eu ropei e 800 Malesi, giunti da B atavia, COI\ sette navi da guerra nell'ottobre del 1759 alla foce dell'Hoogbly, e g li Inglesi, ·comando.ti da W ilson che disponeva di tre navi. Questi, traendo pretesto dal rifiuto opposto dal l'ammir. olandese a rilasciare alcune barche indiane che a veva catturato, a.ttaccò gli avversari e quantunque inferiore di numero ne ebbe ragione. IntaJito il colonnello Forde, che disponeva d i 320 inglesi, 800 cipai '! 50 volontari europei a cavallo, respingeva un a ttacco della guarnigione olandese d i Chinsurah che tentava ccprirsi la strada, e, r ipreso il combattimento nella notte stessa fra Chinsurah e Chandernagor, la sbaragliav:1 completamente. Degli Olandesi 700 furono i morti e i feriti; gli a ltri, compreso il Roussel che li comandava, rimasero prigionieri. Lord Clive, quando la sera precedente il Forde chiese l'autorizzazione ad attaccare gli O la ndesi, rispose brevemente : « Caro F orde, batteteli immediat:unente; domani ve ne manderò l'ordine regolare >J . E fu obbedito. Chio (o Scio, ant. Chios) . I sola sulla costa dell'Asia Minore presso il golfo di Smirne con capol. omonimo; la sua importante posizione strategica la fecero oggettP. di sanguinosi contrasti. Fu colonizzata dai Pelasgi e quindi dai Greci. Fece parte della Confederazione J o-


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n ica e verso il 409 a. C. par tecipò alla battaglia d i Mi-leto contro i Persiani con 100 navi ; fu poi da questi conqu istata e saccheggiata e, a.I tempo della invasione d i Serse, le sue navi focero parte della loro flotta. Alla guerra dd Peloponneso partecipò come alleata e sudd ita di Atene; sospettati d i volere abbandonare la caus,1. ateniese, i suoi abitanti furono costretti a smante!,lare le fortificazioni. Insorti nel 431 a. C., furono battuti da.gli Ateniesi, sbarcati nell'isola e, costretti a chiudersi in C., vi furono assediati per terra e- per mare. Avvenimenti che si svolsero in Grecia costrinsero gli Ateniesi a levare !'assedio e solo p iù tard i r iuscirono a riconquistare l'isola. Insorti ancora una volta, quelli di C. furono assediati dagli Ateniesi nel 357 a. C. Cabria, u no dei comandanti aten iesi, vi perdette la vita. Verso il 201 a. C. l'isola cadde in potere di F ilippo il Macedone; fu poi coin volta nelle guerre fra Roma e :'.\1itridate. Nella prima metà del sec. XI V C. fu conquistata dai Turchi che ne trncidarono o ne condussero schi,cva la popolazione; ad essi la tolsero nel 1346 i Genovesi della comp. della Maona (V.); la r iconquistù nel 1566 Solimano il ~Iagnifico; nel 1694 fu presa dai " l _t ·~-. )-,

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. Piania (l[ Ch io n ~I tiCC. XVI!

Veneziani, che poco dopo ne furono scacciati dai T ur · chi. Nel J.822, insorta contro il T urco, dopo pochi giorn i fu r ioccupata e la .~ua popolazione ne subì san guinose vendette. Nelle vicinanze di C. Costantino Canari,; compì la sua leggendaria impresa (V. Cesmé). Nel 1912 la occuparono i Greci, ai quali r imase anche dopo la guerra mondiale.

I. Tentativo dei Veneziani su Chio (1 431). Nel novembre, i Veneziani si proposero d i conqu istare Chio, a.llora dei Genovesi, e fecero part i.re a questo scopo una spodizione di tredici vascelli e quindici galeazze. La città, a ttaccata vigorosamente, si difese con eguale valore, sì che i Veneziani, dopo aver deva;tata l'isola, persuasi della impossibilità d i ottenere il successo d esiderato, s i ritirarono. II. Tentativo dei T oscani a Chio ( 1599). R egnandr, Ferd iHando I grantluca d i Toscana, fu progettata la conquista di C. e l'impresa fu affidata a Virginio Orsi• ni, assistito per le operazioni terrestr i da Bartolomeo Barbolani e per quelle ria.vali dall'ammir. M,trcantonio Calefati. La squadra, costituita da S galere, partì d a L ivorno s ulla metà d i aprile e giunse nelle acque di C . la sera del 1° maggio 1599. F u ordina to lo sbarco immedia to d i 300 u. i quali, avvicinatisi alle mura delh città, le scalarono, sorpresero le sentinelle turche e, calati in città, vi si p1·ecipitarono saccheggiando e depredando,

senza premunirsi d a u na controffensiva del presidic. chiuso nel castello. I TuTchi, infatti, vinto il primo sgomento, da un la to attaccarono per le vie gli assalitori,. d ivisi e sen za guida, dall'a ltro d isposero per tagliar loro ogni via d i scampo, mentre, saliti sulle batter i-e, aprirnno il fuoco contro le navi dove a stento !'Ors ini, con meno di duecento dei s uoi riuscì a salva;·si. Quelli rimasti a terra, fra cui il colonnello Barbolan i, dopo strenua resistenza furono uccisi. Constatata la inutilità di ogn i u lteriore tenta tivo, l'ammir. tosca.no decise d i rinunciare all'ùnpresa, che se per terra aveva sorti!o esito così disastroso, per mare aveva avuto il compenso d i due galere turche sorprese e conq uistate ne l primo momento,

III. Battaglia di Chio (165i) . Il 30 aprile, la flotta: veneziana, comandata dal lvfocenigo, incontrò quella. turca forte d i 15 navi nelle acque di Chio. Dopo vivu combattimento i Turchi furono sconfitti colla perdit<1 di 7 navi, delle qua.li 4 furono colate a fondo, 3 catturate con ingente quantità d i munizioni e di viveri. IV. Conquista di Chio ( 1694). L'S settembre le forzea lleate del Papa, di Venezia e di Malta sbarcavano a C. governata da Ass,tn Pascià, che la presid iava con 2000 turchi. Dopo cinque giorni di assedio il 15 settembre la piazza s i arrese e alla guarnigione fu consentito di torna.re in Anatolia. Caddero in potere del vincitor e 141 cannoni e tre galere, e furono liberati 1000 schiavi cristiani che ne costituivano la ciurma.

V. Battaglia di Chio ( 1695). Il 9 febbraio, si scontrarono ne lle acque di C. la flotta t urca, forte di sedici galeoni, quattordici maone e ventiquattro galere, e quella ve11cziana costituita da venti galeoni e ventiquattro galere. Due navi veneziane, attaccate da sei avversarie, presero fuv~o, e una d i esse saltò ìn aria. coi suoi m ille uomini di equipaggio. Sull'ammiraglia veneziana cadde ucciso l'ammir. Benedetto Pisani, e la flotta veneziana, costretta a rifugiarsi nel golfo d i Spalmador, dieci giorni dopo, fu pienamente sconfitta. C . così ricadde in. mano dai Turchi. VI. Presa di Chio ( 1912). Il 26 novembre, durante la prima guerra balcanica. la flotta greca, al comando dell'ammir. Conduriotis, s i p resentò d inanzi a C. int:i• mando la re&'t, negata dal p residio, composto d i 1800 uomini.' I Greci, sbarcati' a Contari, mossero su C.,. aprendo fuoco d'artiglieria contro i reparti turchi, scaglionat i lungo la costa, i qual i, dopo avere invano tentato di impedfre l'avanzata, si asserragliarono nella città. D opo avere resistito per tutta la b'ÌOrnata del 26, i TuTchi, ne.Ila notte, eludendo la vigilanza ne1nica, ne usciron o e presero posizione sulle montagne d i Provatos. La posizione dei Turchi era ottima e vani furono primi ten la.ti vi fatti per sloggiarli; fmalmcn te il 15 dicembre un nuovo attacco, compiuto da d ue battaglioni appoggiati dall'artiglieria. delle navi, n u- Chiò Euseb i o


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scì a vi.nccme la resistenza e C. cadde in potere dei Greci.

Chiò (E1<sebio). Generale, n. a Desa.na, m. a Par tengo (1831- 1887). Sottot. di fanteria nel 1849, prese part~ alle guerre d 'indipendenza guadagnandosi due medaglie d'arg. al valore. F u poi direttore dell'Istituto topografico e dopo il 1866 fece parte della Commissione per la delimitazione dei confini coll'Austi-ia. Nel 1875 ebbe come colonnello il comando del 75" fanteria e da maggior generale ( 1882) quello della brigata Siena. C_h iodi (Enrico). Generale, 11. a Caserta nel 186ì. Sottot. d i fanteria nel 1887, partecipò alla campagna italo-turca ( 1911-12) meritandosi un a med. d i bronzo a Si.di Bila!. Prese quindi parte alla grande guerra ( 1915-18), ottenendo una seconda med. d i bronzo a Polazzo (1915) e promosso colonnello comandò il 21° fanteria. Nel grado di brigadiere generale ( 1918) ebbe i l comando della difesa ocddental~ del Garda e della Zona Giudicarie e Val <li Ledro e nel 1919 fu nomi.nato comandante della brigata BaDletta partecipando alle operazioni in Albania. Comandò quindi la brigata Brescia e collocato in P. i\ . S. re sua domanda (1920) assunse nel 1923 il grado d i generale di brigata. Chiodo. Punizione disciplinare, appartenente a quelle lasciate. per abuso evidente, alla facoltà dei capi, . adoperata talvolta nelle truppe -fra.ncesi in Algeria nel secolo scorso. Consisteva nel sospendere a un chiodo, per mezzo d i corda unente pied i e mani dietro al d orso, il solda to o il p rigionie ro da p unire. La respirazion~ diveniva presto ,p enpsa, e gli occhi gli s i arrossavano: di.e.evasi questo ,, chiodo al rosso» e il paziente veniva calato a teua. Talvo lta lo si lasciava ancora sospeso, e allora la congestione gli rendeva il viso cianotico: ciò dicevasi « chiodo a l bleu ». Chiodo Francesco 1"\1aria. Med aglia d'oro, n. ad Alessandria n el 1752. A1Tuolatosi soldato nel Real Corpo d'Artiglieria nel 1774 col nome d i guerra Sans,·egret, divenne sergente 1792 e due giorni dopo, nell'azione di Milleforche s i inerirò la medaglia d'oro al valore perchè in u n momento difficilissimo, assalito dal nemico che era riuscito ad introdursi i11 una ridotta., seppe col suo capitano (Va.ira) e con c inque artiglieri far fronte all'avversario e ricuperare con coraggiosa lotta u•1 cannone cli cui il nemico s'era impossessato. Nel 1814 venne promosso alfiere d'ai·tiglieria, nel qual corpo raggiunse il grado di capitano. Ne! 1816 la su a medaglia d'oro venne mutata in croce clell'O. M . S. di 3• classe, secondo le norme contenute nello statuto di detto ordine. Chiodo barone Agosti1to. Genera le, n. a Savona, m . :i Tor ino (1791- 1861). Nel 1808 era a iutante nel genio addetto alla levata dei piani e livelli a Spezia : a ll ievo nellla scuola Politecnica di F.rancia nel 1810, d ive nne òuc

anni dopo sottol. nel Genio al servizio della F rancia, e poco dopo rimase r>rigioniero a Dresda. Nel 1815 passò nel no~tro esercito e da l 1822 al 1826 insegnò geometria descr ittiva e fortificazione ali' Accademia militare. Comandante in capo del CoqX> Rea le del Genio nel 1838 e magg. generale nel 1839, fu comandante superiore del Genio nella campagn.a del 1848. Promosso luogoten. generale nello stesso rumo per essersi particolarmente distinto all'assedio di Ptscbiera, fu incaricato delle funzioni di ca po <ld!o stato maggiore deli'eS')rci.to. :1\el ministero Gioberti tenne il portafoglio della guerra eh.I r; febbraio al 27_ marzo JS119 e per l°L1ltimo mese cli t1le µer iodo fu anche Presidente dd Consiglio. Nel 1848 era stato nominato senatore. I l gen. Chiodo rafforzò le fortificazioni di Genova, erigendo varii. forti sulle alture, e legò pai·ticola rmente il suo nome di ihs igne ing. mii. a l p1:o • getto e a lla costruzione dell'arsenale marittimo della Spezia.

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Chioggia . Comune della provincia di Venezia, Ì:l mezzo alle lagune, un ito a lla terraferma mediante linea ferroviaria e ,·etc d i canali. Le sue origini sono simili a quelle di Venezia, cui fino dal sesto secol.o fu legata. Distrutta da Pipino nell'S09, partecipò con Venezia alle guerre con tro Agilu:fo che i Chioggiotti, sotto RRvenna, verso il 730 sconfissero e volsero in fuga. Parteciparono con Venezia alle Crociate, sconfissero a San Albano gli Scaligeri, valorosamen te intervennero nelle guerre contro Genova; si l"itor<la il chioggiotto Domenico Giustinia..ni, soprannominato « lo Schiavo l>, che, entrato di sorpresa nel porto di Genova, verso il 1360, scolpi il Leone d i San Marco su lle fortificazioni. C. cb-· be parte principalissima nella guerra fra Veneziani e Genovesi. che s i svolse fra il 1376 e il 1381, che prese appunto il nome di "Guerra di Ch-ioggù, >>, di cui 1i dice più avanti. Poi seb'l.lÌ le sorti della Repubblica fino alla su:1 cadu ta. Insofferenti di ogni dominio straniero, i Ch ioggiotli s i ribella rono ripetutamente a Francesi e ad Austriaci, al grido d i « Viva San Marco ! >>. Il 18 ma rzo 184?, C. insorgeva contro gli Austriaci; il giorno sucCcssivo, mentre i cittadini in a1mi si preparava.no ad attaccare il presidio nemico, questo la occupava m ilitarmente e postava ne lla piazza i cannoni p ron ti a sparare. Giunta il 20 notizia della rivoluzione di Vienna e delle concesse libertà, s i provvide il 2 l ad arruolaTe ed armare la Guardia Civica. Intai1to r iparava.no in C. le truppe cacciate da Venezia e ,lalle altre città della terraferma, minacciando violenze e saccheggio, mentre il comanclantt: della p iazza tutto aveva disposto per bombardarla. Chiama to il giorno 22 a chiarire innanzi a l Consiglio Comunale le disposizioni prese, veniva preso prigioniero, e fatto garante della disciplina delle truppe . Giun ta notizi3, della capitolazione del governa tore d i Venezia, al matt ino del 23 gli Austriaci cedevano i forti e le caserme abbandon ando la città. Il 24 fu proclamata la


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repubblica e istituito il Governo provvisorio che il 30 marzo fece adesione a Venezia. Per sedici mesi, fino al 28 agosto 1849, i Cli ioggiotti diedero opera, denaro e v ite per la causa nazionale; la d ifesa dell'estuario, , loro a ffidata, fu fatta con valore e con abiliti e in gran parte a i marinai d i C. s i deve il rifornimento dal mare di Vene.zia, nonostante lo stretto blocco della squad r:i austriaca. li 2 aprile 1848 C. accolse il voto del l'As-

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fitto il 29 maggio 1379. A Luciaqo DorifL, caduto nella battaglia, succedeva ' n el comando dei Genovesi Pietro Doria, c he i-aggiunse la fiotta con 14 galere di rinforzo . Tutte le forze di Genova e dei coliegati si r iunirono a llora nel supremo sforzo di distruggere Venezia, che prese t utte le disposizion i n cessarie a difendersi, quantunque stremata d i mezzi e sprovvista di navi. Sui primi del luglio 1379, l7 galere genovesi s i prescnta.rono ai passi <lei Lido, arsero una. nave, entrarono nella lag1ma , incendiarono l'a.bita.to principale dell'isola di Pellestrina e poi tornarono in D almazia a.Ile loro basi, LI 6 agosto 1379 la flotta genovese, compost,t di' 4 7 galere, tentò di forzare il passo del L ido e, rinunciando all'impresa dopo averne consta tata la difficoltà, decise di assalta.re C., secondata dal signore d i Fa.dova che doveva agire dalla parte ùi terra. Coll'aiuto di numerosa flottiglia d i F rancesco da Carrara signore di Padova loro allealo, il 6 agostc, iniziarono le operazioni. E ra la citù costrnita'. a ll'estremità.di u n'iso!ntto, ~ -1 congiunto a un' isola maggiore da un lungo ponte d i legno; la difendeva una guai:nigione veneta, rin forzata dai cittadini; a 24,000 uo/lelleziaa/ mini salivano le forze unite dei Ge5enovesi novosi e del da Carrara. Il 13 ~i iniziò il bombardamento, il 14 e il 15 tutti gli assalti furono ostinatamen te respin ti, il 16 fu disposto un n uovo tentativo contro il ponte a cui venne dato fuoco dalle macchine incen diarie. T emendo per la ritirata, i Veneziani, che validamente resistevano, rip iega.rono in fur ia e i Genovesi penetrati nella città, la incendiarono e saccheggia rono. P erdettero i Veneziani circa 6000 u. dei quali 4000 prigionieri_ Con questa impresa, i Genovesi vennero a d'.sp 1rrc d i una s icura comunicazione coi loro allea.t i di terra·· ferma. e di una forte base di operazione nelle immediate vicinanze di Venezia. Questa si dispose all'estrema resistenza. Si lavorò n ell'iirsenalc a riparare le galere vecchie. a u ltimare qu'elle nuove; tutti i galleggian ti grandi e piccoli furono requisiti, i cittad ini furono armati. Nel fenn ento degli animi, la popolazione rec lamò la libernz:ione di Vcltor P isani, detenu to n ei cc poni» del Palazzo Ducale, dopo la sconfi tta di Pola, e la signoria dovette cedere e JJOminarlo Capitano Gene ra le del -:è\1are. Il porto d i Venezia e i suoi accessi furono fortificati, tanto da parte òi terra che eia parte di m are; vennero costruite batterie galleggiant i e intanlo si a ttendeva il nemico. Que$ti il 24 compì dal mare una r icognizione; il l O set•embre sbarcò un d istaccamento sull' isola di Sant'Erasmo, il 2 minacciò la bocca de l L ido senz;i, ins istere :iell'im presa per l'energico contegno dei Veneziani. Nel frattempo era stata mandat a a i Re <l'Ungheria u n'ambasceria Veneziana, cc,st.ituita da K icola )forosini, Giovanni Gradenigo, Zaccaria Conta rini e un F rà Bened etto, fran cescano, uomo eloquente e capace, per proporre la pace. I l Re, insieme ai .rap presentanti dei collegati, impose le seguenti condizioni : che Venezia pagasse 500.000 ducati di spese di guerra,

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~ .::-:=====-~_p-Jft-1_--__-_ -_ a_ b. L'assc<llo tli ClliOg-gia nel t 3i9

semble,t veneta di resistere a<l ogni, costo, e senza la menti sop;)orlò guerra, fame, colera, P er la sua eroica condotta con R. D . 30 marzo 1899 veniva concessa 11 Comune di C. la medaglia d'oro p er benemerenze patriottiche con la mot ivazione : cc Per il valore dimostrato dalla cittadinanza nell'episodio militare d el 22-23 marzo 1848 ed in gener~ nella difesa dell'estua.r io veneto ». G11.erm rli Chioggia (1376-1381), La guerra, fra Genova e Venezia., ebbe le sue origini nei contras ti commerciali che dividevano le due città; ne furono ca usa determinante la presa di Tcnedo effettuata dai Venezian i e la presa d i Cipro da parte dei Genovesi. Genova, che era in quel tempo a.!l'apogeo della sua potenza, alleata al Re d 'ùngheria, a Francesco d a Carrara s ignore di Padova, a ll'arcivescovo di Aquileia, in d isse guerra a Venez ia, appoggiata al re di Cipro e ai Visconti. Nel n ovembre 1377, una flotta genovese, noleggiata rla Andron ico, figlio r ibelle dell'I mperatore d •; Costantinopoli Giovd.llni I , a ttaccò senza risultato Tcn e<lo, difesa da Antonio ·v eniero e da Carlo Zeno; in tanto nella :Marca T revigiana avevano principio le osti-' lità dei collegati comro Venezia, la quale affidava il comando delle truppe p rima a llo Zeno, poi al conte di Colla lto. Genova invia va 22 galee, sotto Luciano Doria, per affam,tre Venezia e troncarne le comunicazioni colle colonie, ma Doria, sorpreso dal P isan i, era costretto a riparare (inverno 1378) in Zara, dove veniva bloccato. Il Pisani intanto svernava in Pola. R inforzato nella primavera del 1379 di undici ga.lere bene arma.te, mentre scortava un convoglio di grano des tinalo a Ven ezia, si scontrava con esito incerto con la flotta genovese, Ritornato in Pola vi era bloccato e poi ~ton-

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/ P lanrn di Chlogglll (seco lo XVII)

che in pegno consegn asse le p ietre preziose del tesoro di S. ::\farco e la corona del Doge, che si riconoscesse tributaria de l Re d'Ungheria e che annualmente gli pagasse 50 000 ducati; finalmente che iu tulle le solenni tà lo stendardo Ungherese fosse issalo accanto a quello di S. )"!arco. Dopo molte discussioni: durante le qual i fu anche ventilata l'idea d i trasferire a Candi a il governo e la popolaz ione, Venezia decise di resistere a~• ,oltranza. Tutti corsero alle armi, tutti misero i propri beni a disposizione de lla R epubblica, il Doge stes~o inviò al tesoro le argenterie e impegnò le proprie rendile. D 'altra parte il Gran Consiglio, a prendo le porte del patriiiato a quei trenta cilladini non nobil i che p iù si fosse ro dist inti nella difesa della Repubblica, per la prima volt, nella storia unì le due classi in un comun, interesse. Un primo successo arrise ai Yeneziani ad ope-ra di un Barbarigo che, sor presa una galera genovese e due minori scafi dina:17.i al forte di Montalbano, li prc .se a ll'a rrembaggio e quella incendiò, quest i trasse in Venezia. A metà settemhre del 13i9 e rano già pronte 30 galere, men tr~ i Genovesi erano costre tti a indebolir , le proprie forze a\'endo dovuto in viare 24 galere lu ng, le coste dell'Adriatico per vettovagliare l'esercito e la flotta. Il 21 dicembre, dopo solenne cerimonia. religiosa, il D oge, collo stenda rdo alla mano, salì su lla galera ducale. Il Pisani, p rofittando del fatto che la llotta gen ovese s i era. chiusa nel canale di Brondolo, do»e non avrebbe potuto fare valere la propria superiorità, aveva divisato d i costr ingerla a lla resa senza comba ttere; 34 galere veneziane con 60 barche armate e alcune centinaia di battelli usc irono dal porto nella notte sul 23 dicembre e s i diressero verso Chioggia. Quivi-giunti sul fa.r d ell'alba, il Pisani fece sbarcare circa 5000 u. sull'isola

d i Brondolo, per occuparne la punta e permettere più facilmente alla flolla di ostruirne i cana li. Nonostante la resistenza dei Genovesi che respinsero l'attacco, un g rosso scafo fu affondato di traverso a chiudere l'uscita, e l'ostruzione fu consolidata da grande quanti!;, di pietre portata. da altre imbarcazioni che vi furono aifondate e da palafitte colleganti il tulio. Anche l'altro passo d i Brondolo fu i::h iuso ad opera di Federico Corr.aro, sotto la protezione di 10 galere condotte dal Pisani a cu i invano tentarono di opporsi le 14 genovesi sopravvenute. Contemporaneamente i canali interni della laguna vennero ostruiti, sì che la. llotta geno,•cse rimase completamente bloccata. Uscito in seguito dal L i do, il Pislni si pOrtÒ di fronte al passi, rendendo cosi impossibil~ a i Genovesi ogni tentativo di sgombra re jl passaggio. X onostante tulio questo, per la viva resistenza genovese, i Veneziani cominc iavano ancorn a di sanimarsi, quando, finalmente Carlo Zeno, rich iamate, tempo prima colla flotta che comandava nei mari d 'O riente, giunse con 8 galere, e gli attaccanti rip resero animo e fiducia. Il 6 gennaio 1380 il Pisani ottenne u n notevole vantaggio sulle forze genovesi dell'isola d i Brondolo, che bombardò con proiellili di marmo di duecento libbre; il 22 genna io, morto il Doria p er la frana di un muro. gli successe nel comando Napoleom Grimaldi che pensò di aprirsi l'adito a l mare scavando un nuovo canale attraverso l'isola. Calmata una sommossa dei rr:ercena ri non pagati, lo Zeno, il 18 febbraio, assalì Chioggia; riuscito con uno stratagemma a tra1·re il nemico fuori delle fortificazion i, lo attaccò -colle riserve e lo r ibuttò in disordine in città tagliando ogni sua comunicazione coll'esterno. Inta nto 10 galere genovesi furono assa,lite presso B rondolo e in parte di • strutte dai Veneziani, in parte incendiate dai loro s tes 53


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si equipaggi ; Pisani si impadro,ù del rimanente. P e rd uti 4000 u0mini, e di assedian ti fatti assediati, i Genovesi erano ridotti a lla sola occupazione di C., a cui Genova inta1?to mand,wa: da parte <li mare 20 ga lere col-· lo Spinola, mentre da terra tentava di far pervenire rinforzi e vettovaglie. D iscordic sorte fra i comandanti veneziani, r ibellioni delle trupp e, sedate dallo Zeno energicamente, incertezze •li governanti, sembrarono ristabilire le fortune di Genova di cui una Botta, comaJ1data d>L :M atteo Maruffo, -che battè e fece prigioniero 11 veneziano Giu3tiniani, lèhe doveva scorta.re alcu.ni convogli di viveri in via per VeMzia, sui primi di maggio si trovò nei p ressi d i Chioggia. I Genovesi, in coraggiati dal volgere degli avvenimenti, a.\ 'evano intensificata la. resis tenza, e giornalmente si battagliava. Ma i viveri cominciarono ancora a mancare e il blocco fu fatto più serrato. •A una proposta de llo Spinola di cedere C. p urchè libera fosse l'uscita delle forle genovesi, il Doge r ispose con un r ifiuto; fallito ogn i a ltro tentativo, ridotti gli assediati a mangiare cuoio boHito, la guarnigione il 24 giugno 1-380 si arrese. La città fu saccheggiata per t re g iorni, 19 ga lere e 4170 prigionieri ca•d dern in mano al v iacitore. Il 13 d i luglio morì, bu lla sua nave, il Pisani e gli successe nel comando lo Zeno, che aveva fornito ta,1tc prove di energ ia e cli civismo n el domare le continu~ r ivolte dei mercenari da cui parecchie volte, pur nelle migliori circostanze, ~r3. stata minacciata l'impresa contro Cb.iogg ia . Mentre questi operava con tro il Patria.rea di Aquileia, tentando <li occupa.re Marano, da cui fe~ rito, fu respinto coi suoi per le difficoltà dell'imp resa, corsero trattative d i pace. Le ostilità. terminarono colla Pace <l i Torino (2 maggio 1381) che segnò il consoJi .. darsi clelh potenza veneziana. e il crepusco lo della decadenza genovese.

Chioggia, Nave sussidiaria d i 4• classe, varata a Venezia nel 1877, lunga m. 41,08, larga m. 6,80 d isloca-

R.. Goleua « Ch ioggia »

mento tonn 523, macchine H p . 272, a m1amento ca,1noni 2 da 57, S . :M. 4, equip aggio 57.

Chiomonte (ant. Camm ons Segu.siormn). Comune sulla dr. della Dora R ip aria, in prov. di Torino. D uran te la guerra per la Successione di Spagna, n el marzo 1704, l'aveva fatta occupare con grosso presidio il Tessé, comandante delle forze francesi. Il duca Vi ttorio -An1edco II, de.s ignando di passare in M oriana , dispose che vi si compisse u na operazione diversiva, e· ne incaricò 'il colonnello Renato Dc Blagnac, il quale sta bili di agire n ella notte sul 28 ma rzo_ Scelti a ques to scopo 600 uom ini, li divise in quattro man ipoli ; il p rimo, da lui · stesso condotto, ·dovevJ. con 2·3 0 uomini

a ttaccare il villaggio di fronte; un altro d i 85 doveva mettersi in p 0o,izione a. N . per tagliare ìa ritirata al presidio dalla parte della Dora, il terzo, d i 150, aveva il compito di i nten ompere d a S . ogni con1unica.z.ione colla montagna, men!.re l'ultimo doveva mettersi fra C. ed Exilles, sulla linea d i ritira ta avVP,rsaria. Quantunque i d is taccamenti non fossero puntuali all'appuntamento, e quantunque i F rancesi fossero stati messi sull'avviso da un contadino che aveva assistito a Ila partenza delle truppe da Slisa,, De B lagnac attaccò senz'altro e, dopo breve scambio di fucilate alla porta ciel pa.ese, riuscr a.d entxa.re in paese, furiosamen te battagliando col nemico. asserragli1to nelle case. G iunte intanto ie altre colonne, i F rancesi furono costretti a ripiegare ma riuscirono a sfuggi re a.I drappello che doveva taghar loro fa ritirata., e a salvarsi.

Chionetti (Oreste). Generale, n. a P inerolo, m. a M ilano {1862- 1922). Sottotenente di cavalleria. n eì 1882, frequen tò la Scuola :li guerra e vi fu poi insegnante, comandò da colonnello la Scuola di cavalleria ( in 2•) e pò i i lancieri di Aosta. Comandante la S' brigala d i cava lleria all'inizio delh gran.dc guerra e promosso maggior genercle n el 19.1 5, e ten. gener ale nel 1917, comandb in guerra la. 10", 1' 8" e la 36' d ivis. e si segnalò durante la ritira•.a dell'ottobre 1917, tanto da merita rsi la croce d 'ufficiale dell'O. M. S. Dopo 13. r--guerra comandò la divis. mi lita.re di Roma~ fu membro del T ribunale Supremo d i guerra e marina e poi anelò in P . A. Il generale C. scrisse su argomenti cli lattica. Chionio (N-,woli di Thénézol barone Prospero). Generale, n. a Tori.no morto a V iii ( 1839- 1903i. Sottot. d 'ar t. n el 1860, prese pane alla guerra del 1866. Passato nel Cllionio Pro.spero ruolo tecn ico d'artiglierht iu direttore del la bora.torio pirotecnico di Capua, poi dell'arsenale di Torino. Collocato in P. A., ven ne p romosso magg. generale (1896). Chionio (l\T1i.voli tli Thénézol barone Annibale). Generale, n. a Torino nel 1842. Sottot. d'a,·t. nel 1862, p rese parte alle campagne del 1866 e 1870. Promosso magg. generale (L900) ebbe il coma,1do d'art. a Verona. Collocato in P. A. ( 1902) ed a riposo {1905) venne p romosso tc.n. genera le.

Chiossi (Giovan1ii) . Genera.le, Ch ionio Ann ibale n. e m. a D omodossola (18631926). Sottol. di faoleria nel 18S3 partecipò a lla campagna d'Africa del 1887-88 e fu poi insegnante presso la Scuola M ilitare di M odena. Nel 1909 fu destinato a l Benad ir; si d istinse ,durante la campagna italo-t urca ( 1912-1:1) meritandosi una med. d 'ai-gento e una. di. bronzo a E t tangi e a Tecn iz ( 19 13) _ Nel grado di colonn ello {1915) resse la carica d i capo u ff,do politico- militare a T rip ol'i e rientrato in Italia confer mò le sue brillan ti qualità di coman dante nella grande guerra, meritandosi altre d ue 1n ed. d'argento e le croci· di cav. e, di uff. dell'O . M . S . In guerri co,ùando la bri'g-ata Sicilia, la 64" e la 22• divis.•; dopo


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l'ar mistizio fu membro òella Commissione per le ricompense a l valor e, e infine sindaco di D omodossola

Chippawa. Citfa del Canadà sul Niagara. Il 5 luglio 1814, durante la guerra a.nglo-amer:icana, vi era un campo trincerato inglese, difeso d a.I gen. R iall; gli Ame.ric:ini, attaccatolo sotto gli ordini del generak. l3ròwn, , l'occupa rono cli viva forza respi.Qgendo il nemico fino alla posizione' di L undy's L ane ove postarono una batteria di nove cannoni. Attacca.ti dagli Inglesi, essi furono battuLi e .per dettero i cannoni nonostan te una eroica, resis tenza ; quattro volte tornarono invano al contrattacco. Finalmente, C!J lOSSI Gi0Yannt in ch.iodRti i cai.moni in glesi che uon potè trasportare, il gen. Riplcy, succeduto nel coma..n.do ai gen. Brown e Scott, r imasti ferit i, ripiegò nel forte E rié dove più tardi venne assediato dagli l nglesi. Chippenham (ant . Aetandum). Città dell'Inghilte rrn, n ella con tea ·d i W i lts. Nel maggio dd1'878 vi si svolse un combattimento che appartiene ai la lotta <:li Alfredo, re del Wessex, contro i D anesi, i quali vi r i-• ma:sero sconfitti e si chiusero in C. venendovi assediati da Alfredo e costretti ad anendersi dopo 15 giorni di resistenza; i Danesi ottennero di potersi ritirare e ne seguì la pace fra i belligeranti, con vantaggio d i Alfredo. Chiràz. Città della Persia meridi<;,n ale, t ea tro di battaglia (1510) che appartiene a lle guerre fra P ersiani e T à.rtari. I p rimi eranc, comandali da l loro re Ismaele, i seco1icli da Jesilbas, re d i. Samarcan da, il quale aveva preso po3iziol)e presso C., dove fu assalito dall'avver sario. La battaglia d ur ò qu~ltro ore, e l'energia di Ismaele riuscì a riparare a uno scaCCù inizia le, dandogli p iena vittoria. J c,ilbas, preso prigion iero, venn e decapitato. Chirghisi (o Kirghisi) . Popolo nomade e gue rriero della Tarla.ria, d i razza mongolica, fra il Volga, i l Caspio, gli Altai e: il Turchcstan . Si man tenne per lungo tempo ind ipendente, per la sua mobilità e combattività. ~o lo la Russia riu scì a far riconoscere la p ropria sup remazia, e seppè valersene come cavalleria irregola re, aggregata ai Cosacchi. Chirieleison (Giuseppe) . Gener ale commissario, n ato a Itala (Messina) m . a R oma (1861- 1927). Sott0tenente ccntabile nel 1885, par tecipò . alla grande guerra raggiungendo nel 1917 il grado di colonnello con la nomina a direttore di commissariato a Milano. Coliouto in P . A. ( 1920) assunse nel 1926 il grado di magg. ge11"rnle commissario. Chiroboarda. Nome dato taJvolta, nel secolo XVI , all' ar chibu gio di d imwsion i alquanto p iù grandi del nor ma le. Chiron (Francesco). Generale, n. a Chambér y, m . ,t Genova (1828- 1892). Sottot. di fanteria nel 1848, comba ttendo a Custoza si meritò . la menzione on oreYole.

19 I'artecipò a lla c,unpagna de l 1859 meritandosi la medaglia d'argento e quella del 1866 venen dovi decorato dell'O. M . S. Colonnello nel 1871, comandò il 10" n,~gi:nento fanteria e magg. generale ne l 1877 la or igata granatieri di Sardegna. P romosso ten. generale nel 1884, comandò la divis . mii. d i Bari e nel 1886 andò in posiz ione ausiliaria.

Ohirurg ia Mii itare. V. Medicina e Ch. mili-

tare.

Ohisone. Va.Ile a,lpina, in relazione mediata col 1Vlongi.u evra per la slrada di Fenestrelle . Mette in comunica1,ione Torino con Briançon, ed è una delle v ie ,ilpine battute fin da tempi .remoti.

...

Battaglione alp-itto Val Cil i l'on Francesr,o Chisoné. Un battaglione corrispondente a tal nome fu costituito dal 4° bgl. alpini ed asscg11ato a l 4'' regg. a lpini (1&82). Nel 1885 il e\ Va.I Chisone)) p assò a fa{ par te del 2° regg. e nel 1886 a;;,,unse il nome di Fettestrelle. Un bgl. Val Chison e f u ricostit uito per la durata della guerra i talo-austriaca nel fcbb1·:.ti;:, 1915 ;i Fenes trelle dal 3' regg. colle compagn ie 22.'l", 229" e 230• . C.:ombattè dal maggio 1915 a l giugno 1917 i n vari~ loca lità e s ulla Tofana l" resistet te a forio~i contra l1-acchi operati nella seconda metà di setteml,r~ 1915 dall'A lpcn -Korp. Dall'agosto al settembre 1917 concorse con br illanti operazioni alla battaglia dell<L Bainsizza, e fu fra i primi a lla presa del monte S. Gab1·iele. L'offensiva austro-tedesca di Capore tto lo trovò sul ì'vlont,! Nero, _ove compÌ ogni sfor zo per sbarrare il passo all'invasore, sia da solo, sia in rincalzo del.la brigata Genova; ma la sua resistenza fu travolta. dalla s up~riorit à. n umerica del nemico ed il battaglione cadde quasi tu ftr, p r igioniero.

Ohitl'al. Stato vassallo d ell'India inglese, con capitale omonima, sulla frontiera nord-occidentale; passaggio obbligato per qualsiasi corpo cli truppa che movesse verso la penisola, dall'Asia R ussa. D i qui la sua importanza politico-in i li tal·e. Una m issione inglese vi si sta.bil'c i l 25 genna io 1893. Sj,edizione ·i»glese nel Chitra.l (genna io-aprile 1895). 11 Khan d i J a ndol, Umra, ostile agli Inglesi, entrò nel paese, con 3000 u. per: impadronirsene, e il 3 marzo a ttaccò a C h itral un d is taccamento in glese d i scorta al residente Rober tson, costr ingen dolo a rifu giarsi n el forte. Il governo dell'Ind ia inviò il 14 a Umra K han un u ltimatum con cu i gli si ùnponeva cli lascia re il p aese per il I O aprile, ed intanto organizzò una spedizione. Fur ono p reviste due d istinte operazioni; la p_rima collo scopo di liberare gli assediati, da compiersi al più p res to colle truppe disponibili sulla frontie_ra ; la second a, da eseguirsi con una intera divisione, per soffocare ogni movimento ostile al governo inglese. Il colonnello Kelly ebbe ordine di accoglie re qua nta p iù gente potesse per marciare al più presto rn C hit.ra l attraverso i l passo di $ handur, ment re la 1• di vis. avrebbe in vaso il paese dalla par te meridiona le. Nel giorni 8, 9 e 10 marzo si


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combattè presso la stretta di Koragh; dal 7 a l 15 marui presso Re5hun una piccola colonna inglese fu attaccala dai ribelli i qua.li, circondata.la nell'abitato, e avutane ragione, ne massacrarono a tradimento quasi tutti i componenti. 111lanto il ferie di Chitral, ove erano chiusi col residente maggiore Rol.iertson, altre 534 persone fra ufficiali, soldati e impiegati, resisteva vigorosamente. Il forte consisteva di un'opera quadrata di pochi metri <li lato, con grosse mura, e torri agli angoli; c'erano <lt1c mesi e mezzo d i viveri a mezza razione, 300 carlucce circa p er ogni fucile. Dopo la fazione del 3 marzo i ribelli bloccarono completamente il forte e l'attaccarono di giorno e di natte. Gli assalti furono costantemente respinti; al difetto dei viveri si sopperì colla carne dei c:i,valli degli ufficiali; un tentativo di far saltare una delle torri e aprire una brecci,t fu sventalo con una vigorosa sortita, colla quale si raggiunse e si inulilizz.:i il pozzo di i,1ina. Finalmente, essendo ormai giunta a c!ur giornate di marcia dalla ciuà la colonna di soccor30, Urnra Khan e gli altri capi ribelli si ritirarono insieme ai loro uomi11i. lnlanto il 23 e 24 marzo si metteva in marcia, divis~ in due scaglioni, la colonna del colonnello Kelly (300 uomini con due cannoni) che si era raccolta a Gilgit, a 345 km . da lla città assediata. Essa, varcato il passo Sandhur a 3730 m. di altczta, il 9 aprile trovò un corpo n emico trincerato a Choklewat e lo sconfisse; liberò vn posto inglese a ]l'!astuj, che fino a quel giorno aveva resistito agli attacchi nemici; e il 13, forte di Llrca seicenio uomini con due cannoni, avanzò e respinse ancora il nemico trincerato fortemente a Nisa Gol; il l \l fu a Kbogazi, località a. un giorno di marcia da Chitral, do,·e ehbe le prime comunicazioni dalla guarnigione assediata che lo informava della fuga del nemico, e il 20 aprile entra.va in città. Questa marcia, per i grandi ostacoli superati in terreno d'alta montagna fra la neve a lta, con temperature rigidissime, è considerata come un esempio del genere e come una delle più difficili operazioni compiute dall'esercito indiano. La seconda, più imporlante spedizione, comanda.tu dal gen. l.ow e costituita dalla 1• divis. del 1 C. d' A., forte di 15.000 u. mobilitatasi a Peshawar, iniziò l'avanzata il 28 marzo, dovendo superare, pel terreno montagnoso, enormi difficoltà per i rifornimenti; fUiono necessari circa 35.000 animali <la soma, fra cammelli, muli, asin i, cavalli, buoi, e!efanti. Il 3 aprile 1895 fw-0110 attacca.ti i passi di Shakot e di :.lfalakand; contro i' primo il generale Low decise un'azione dimostrativa. contro il secondo l'attacco <li viva forza. Le for.:e ribelli erano costituite <la circa 5000 u . bene arn1t1ti, in ottima posizione, praticissimi del terreno. Verso le 14 il comba.ttimento, che si era svolto vivacissimo da ambo I•• parti, ebbe termine colla vittoria degli Anglo- indiani che avevano conquistato alla baionetta le più importanti posizioni avversarie. I l 4 ap rile, pa recchie migliaia di ribelli attaccarono in marcia la colonna della brigata. Kinlocll, avanguardia della divisione; fUiono ri , buttati con gravi perdite. II 7 aprile, fortemente contrastata, la brigata Waterfield, che era all'avanguardia. battè un corpo d i 5000 nemici ; costruito un ponte di travi sul fiume Pankjora, sotto il fuoco di tiratori imboscati sulla riva opposta, il 17 aprile, superate le difficoltà cau.;atc da una improvvisa. piena del fiume che aveva travolto il ponte e tagliato momentaneamente le comunicazioni della colonna, spezzava una nuova resi-

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stenza, e permetteva i'.1vanzata della clivis. che occupava Dir il 25 aprile. Finalmente, il 16 maggio, il generale Low, giungendo a Chitral, terminava vittoriosamente la sua missione. ln seguito furono lasciati stabilmente nel paese due rcgg. di fanteria incligc1m con una btr. d'art. da montagna e una cp. d i zappatori. .\ Chitr.il ebbto sede una guarnigione di 500 u. e 11 comando delle truppe fu portato a Killa Drosh. Le comunicazioni furono assicUiate coll'occupazione dei valichi moutani mediante due reggimenti e distaccamenti di sicurc1,za ai passaggi dei fium i e ltu,go la strada.

Chiusa. Passaggio angusto in val d'Adige a N. E. di Verona. Fino dai tempi più ru1tichi i Romru1i la fortificarono 1 difesa delln piana elci Lombardo Veneto; le fortificazioni vennero distru tte nel 1155 dall'imJJcratore Federico, ricostruite ne·! 1285, distrutte ,mcora nel 1801. Nel 1800, sui primi di gennaio, la forzò il generale .Meucey, aggirando le posizioni austriache dalle alture; contemporaneameute la brigatl\ Schilt attaccava le posizioni di Ri\'oli. La. Chiusa veronese fu ancora fortificata dopo il 1866, e considerata come posizione d' seconda linea della Piazza di Verona. Chiusa di Pes-io. Comune in pro\'. di Cuneo, sulla sinistra del Pesio, un tempo d ifeso eia castello. N cl 1356 il ma.rcl1e'.,e 'l'omaso di Saluzzo lo toglieva a quei di Cuneo che se ne er:i.no impad1·onili; nel 138.3 si sottomise al conte di Savoia Amedeo VI; nel 1744 venne incendia to dalle truppe franco-spagnuole. Ch·iu.wforte. Comune in prov. di Udine in posizione militarmente importante all'incontro di Val Ra.ccolana col Canale del Fella, dove quest'uhi.mo si rinserra in una angu~t~ gola. Prim,i della guerra mondiale fu potentemente fortificata con una moderna opera in caverna, mu nita di cannoni in torri corazzate che battevano le due vallate. Chi11sa Sa,i JJ,,fichclc (o Cltittsa dei Loi.gobardi). Comune in prov. di Torino, sulla dr. della Dora Riparia. Coinbattmtento della Chiusa (agosto 754). Appartiene alla lotta tra Franchi e L ongobardi. Astolfo s i era fortificato allo sbocco della valle, e, all'avvicinarsi di un'arnnguarclia di Franchi. la assalì inseguendoli verso l'alta valle, ma qui fu contrattaccato e respinto fi no al suo c«mpo, dove gli i11scguitori penetrarono e donde lo cacciarono. Disperse !e sue truppe, Astolfo dovette r ifugiarsi a Pavia, dove venne fatta la pace.

Presa tlt:lla Chiusa (756). Appartiene alla lotta tra Franchi e Longobardi. Astolfo mandò alla C. un esercito, per opporsi alla minacciata nuova cala ta dei Franchi, e le sue truppe s i limitarono a difendere il campo fortificato, cercando di impedire il passaggio. ~fa i Franchi si arrampicaro1rn per le alture indifese e sboccarono a lk spalle dr.Ile fortificazioni: queste furono tosto abhandonate dai di fensori e i Franchi, inseguendoli, ne uccisero mol•.i, mentre gli scampati s i rifugia vano a Pavia, do\'e ancora venne fatta la pace.

Espugnazione della Chiusa (773). Appartiene alla stessa lotta degli avvenimenti precedenti.· La C. ern stata occupata dall'esercito longobardo, condotto dal re Desiderio e dal figlio Adelchi, per opporsi a nuova invasione dei Françhi, i:ondotti dal re Carlo. Le !Ortificazioni, danneggiate dalla fazione precedente, erano stdte riparate e rafforzate con sbarramenti di legname e mac-


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L'antica F ortezza cl i Cl1ius1

chine da guerra. La lotta fu decisa anche questa volta co11 una manovra aggirante, che forzò Desiderio alla r,tirata s u Pavia.

Chiusella. Torrente che sbocca nella Dora Baltca. Nel maggio 1800 Napoleone. sboccato in p ianura colla armata di r iserva, ordinò al Lannes di con1pierc una az.ionc dimostrativa verso Torino,. al fine di ingannare gli Austriaci sulle sue vere intenzioni. li La.nncs, nella sua avanzata., il 25 maggio trovò il nemico comandato d a l gen. Palfy, che con 5 bgl. e otto sqdr. gli sbarrava la strada occupando il ponte sulla •Chiusclla e le altuxe di San Remano. Nonostante J.a vigorosa resistenza incontrata, i Francesi/ che non erano riusciti a forza.re il ponte, battuto da cinque pezzi d'artiglieria, trovato t· un guado a ' valle, a ttaccarn:10 il fianco dei difensori e li costrin~rro a ritira rsi lasciando fra i mor! i il loro generale. I l Lannes, che aveva ordine di non impegn arsi, non li molestò nella ritirata. Chiusi (ant. Clttsium). Città in prov. di Siena . Fu una delle dodici c ittà della Confederazione Etrusca; guerreggiò, sotto Porsenna, contro Roma ; fu teatro di combattimen ti al tempo delle invasioni dei Galli Senoni. Durante la guerra civile, nell'S4 a. C. il console lYiaria.no C. Papirio Carbone Arvina vi s i battè, con esito incerto, contro L. Cornelio Silla. N clic invasion-i barbariche i Goti la conquist<,1Iono, Narsete· la. distrusse; fu quindi presa e saccheggiata da Luitprando, re dei Longobardi, che n e fece sede di un ducato. Cadut.1 sotto Siena, ne segul poi le vicende. Rotta rii Chi11,si (Guerra di Siena - 28 marzo 1554) Verso la me(à ciel marw 1554 Cosimo I de Medic i mandò il Della Cornia, suo comandante cli m ilizie, con 3000 fanti e 400 lance in ~al di Chiana, coll'ordine cli combattervi i Franco-Senesi, comanda ti da P iero Strozzi. F ingendo di accedere a una p roposta di consegnare pe, ti·adimento Chiusi, dove comandava il capitano Giovacchino Guasconi, nobi le fiorentino, i Franco-Senesi riu scirono a indurre ·il Della Cornia ad a vanzare sotto la c ittà con buon ner bo dei suoi, 11ella notte sul 28 mar-

zo. La natura stess;i dell'impresa, l'avere constatato co• me, secondo le p romesse r icevute, una delle porte fosse stata lasciata aperta, deter m inarono il capita110 mediceo a trascu rare le necessarie misure di sicurezza, sÌ che quando, entra la pa rte dell'avanguardia in cillà, g ià credeva d' e:;scrne padrone, fu assalito da ogn i p ar k dai Franco-senesi imboscati. Le soldatesche medicee furono gbaragliate e perdettero 200 morti e 1000 prigionieri, fra questi ult imi il Della Cornia.

Chiva. Città. della Spagna, in prov. di Valencia. Fu florida durante la dominazione dei Mori, poi decadde. I. Battat;lia di Chiva. Appartiene alla sollevazione carlista . Il gen. Palarea, costituzionale, con 2000 fanti e 800 cava,lli, il 2 ap rile 1836 avanzò su C., tenuta dal gen. cadis'ta Cabrera, il quale disponeva d i 4000 fanti e 200 cavalli. Questi presero posizione su lle coHine presso C. e vi furono attaccati alla baionetta dalle fanterie nemic he. II. Jiattaglia di Ch-iva. Appartiene alla stessa guerra della p recedente. 11 13 luglio 1837 p rese posizione presso C. !'esercito cli don Carlo,; (15.000 fanti e 1200 cavall i). lvfarciò contro queste forze, con 10.500 fanti e 600 canlli, il gen. Cristino Orà.a, con le divis. Iriartc e Nogueras e la brigata comandata dall'italiano 13orso cli Carminati, che grandemente in questa battaglia si distinse. Raggiunte le posizioni dei Carlist i, fu dato l'attacco con la brigata Carminati al centro, la clivis. I ria r te a destra e la divis. '.'Jogueras a s inistra. La battaglia durò tutto il giorno e solamente a sera tard a i liberali poterono caccia1·c i carlisti dalle loro posizioni e òbb!igarli alla ritirata, dopo che avevano perduto I 000 u. e lasciati 300 prigionieri. Le perdite dei liberali ammon, tarorio a 600 ù .

Chi va là! ((!u-i 'i.•iv~! in francese, Wer da./ ia tedesco). E' l'app ello regolamentare della sentinella o vedetta a ll'appressars i d i chicchessia, anche $C persona conosciuta nella gerarchia milita1·e. L'interpellato devt rispondere dando la « pa rola d'Ordine» a cui la sentinella o ~edetta risponde colla « controparnla >> . Qua•


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!ora alla intimazione d i « chi va là" non risponda, la sent inella intima l'« alto là >J, dopo di che, se la person;. non si ferma., in attesa del riconoscimento, la sen tinella ha diritto di fare uso delle armi.

Chi va là?

CHIVASSO

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Chivasso (ant. Cle11asittm) . Comune in .p rov. di To .. r ino sulla sr. del Po, su lla strada Torino- Novara. E' città di origine antichissima. Nel 1538 apparteneva a ca.sa di Savoia, a cui la presero i Francesi dopo ostinata resistenza. Tornata dopo 19 anni al P·iemonte, cadde a ncora in mano dei Francesi durante la guerra scoppiata fra i successori cli Ca.r lo Emanuele I , e fu d~, loro fortificata. Resistette agli Spagnuoli che l'assediarono nel 1641. Per la terza volta l'occuparono i Francesi durante la guerra d i Successione cli Spagna per con!(• del Duca V ittorio Amedeo II, dal quale fu ripresa quando egli si _schierò contro d i loro. N cl 1804 i Francesi ne rasero al suoio le fortificazioni. Assedi,:, <l·i Chivasso (18 m aggio - 31 luglio 1705 guerra pér la successione cli Spagna). Dopò la presa di Verrua, il maresc. Vendòme, comandante de i Francesi, diede (l-lle sue truppe qualche riposo, mentre Vittorio Amedeo, in attesa dell'aiuto che do\•eva portargli il p rincipe Eugenio, s i .rafforzò in Chivasso con fo.rti trin -cerarnenti, abbattute e vaste inondazioni. Il 16 maggio -avanzò il Venderne, col proposit() di prendere la piaz7,a di viva forz3 e nella notte sul 18, col proposjto cli separare la città dalle a.lture, tentò l'atcacco con due colonne; queste, per errore, si scambiarono per nemiche e si fucilarono a vicenda, sÌ che, sventata. la sorpresa, dovettero r itirarsi senza alcun risultato. D a l 19 maggio a l 29 ghigno i Francesi iniziarono e proseguirono i lavori di z1ppa. contro la c_ittà; il 29 il Vencl6rne, ù1sicstcnclo nel proposito d i separarla da.I le alture che 1w •costituivano il caposaldo, dispose un nuovo attacco cli ·,7 battaglioni ·con 13 compagnie d i granatieri contro le cosiddette « case del Trucchetto>>, che_ costituivano la saldatura fra i trinceramenti in piano e quelli su lle colline, le truppe, su due colonne, l'una nel piano, l'altra a mezza costa, dovevano occupare la posizione nemica che, dopo quattro giorni d.i bombardamento, era molto danneggiata.. L'assalto, ritardato dalle d ifese a.ccessor i,che il difensore aveva predisposto, fu poi spezzato dall'accorrere dei r inforzi inviati dal duca e i Francesi a ttaccati di fronte e di fianco, fu,rono ributtati con gravi perdite. Continuate le regolari operazioni d i assedio, il 5 luglio una batteria aprì il fuoco contro le fortifica zioni. L'assedio, partito i! Vendòroe per andare incontro a ll'esercito di Eugenio che avanzava minaccioso, fu con. tirn-1ato dal La F euillade, giunto da Susa e sostituirlo ; il quale decise d i dare l'assalto generale i l giorno 31. La notte stessa Vittorio Amedeo, vista orma.i inutile ogni resistenza, ripiegò indisturbato sulle alture di San \!lauro, e d i qui a Torino, e i F rancesi, dop() 41 giorni di assedio, occuparono la c ittà, troppo tardi poichè questr aveva compiuto la sua. missione di trattenere il nemico fin<1 all'arrivo d i Eugenio, e di salva.re cosl jJ duca d i Savoia da sicura rovina .

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rie/l'attacco

L'asse.dio dl ChtV(ISSO ( 1705): 1 , regg, Stahrembe"l'g;

2, ctr agonl de1 duca di Savoia; 3, reg·g. Savoia:- -f,

regs·- Guldo siahrcmberg; 5, Priillo ligi. Monrer riu.o; 6, r egg·. Daun; 7, regg, Krlechbaum; S, r cgg·. Régal; 9, Sv i1.1,er i; 10, Gnardle; 1 1, secondo bgl. Monrerrato: 12, reg-g. Lorena; 13, regg-_ cor1anze

N"el 1706, il presidio francese di 1500 u., assediate a sua volta da t ruppe austriache che Eugenio aveva mandato sotto il conte Konigseg · a r iprendere la città.. dopo breve resistenza, costretto ad arrenders i, venne fatto p rigioniero.

Ohlapowski (Dqsi:derio). Generale polacco (17891879). M ilitò sotto Napoleone nelle campagne di Spagna, Austria e Russia. Si ritirò poi nelle sue terre in Posnan ia. Scoppiata la rivoluzione polacca nel 1830, passò, nel 1831, nella Polonia Russa, alla testa cli 20.000 volontari. Posnìa.n i. ?-fominato comandante di una brigata cli cavalleria, riportò qu alche successo sui Russi ; però, messG in sotto1·dine al gen. Gielgud, fu cau sa d ì disordine e di indisciplina, e finì per condurre l'esercito


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che doveva andare a coprire Varsav ia fino alla frontiera Prussiana, dove cedette le armi.

Chlopi ki ( Giuseppe): Generale polacco (17 71-1854). ScrvÌ sotto la Francia, combattè ad Arezzo ( 1799) a lla Ti·ebbia (1799) all'assedio d i Peschiera nel 1800, e 1ioi, colémnello e generale, nelle campagne di Spagna ,e d i Russia. Lasciate le a,mi dopo la caduta dell'Impero, le riprese •quando, nel 18:30, assw1se il co111a11.do dell'esercito rivoluzionuio della Po,lonia. Nel 1831 iniziò segrete trattative c o 11 a Russia, t entando di indmrc il governo provvisorio a deporre le armi. Avutone u n ri.fi ttio, cedette il comando, Chlapowsld rientra.mio nelle file dell'esercito come semplice soldato quando i l principe Rad ziwill assunse il govemo. Combattè valorosamente nelle uJtime battaglie deHa rivoluzione. rimanendo fe rito, ma a lui si attribuisce la maggior parte delb responsabilità dell' infelice esito della rivoluzione. Chmelnicki (Bogdat< Zenone). Comandante dei Cosacchi d e I la Ucraina (1593-1657) Fu il capo d ella l'ibellione cli questi contro la -Poloiiia. Vinto nel 1654, si arrese a.Ilo C zar AJessio di Russia, susc ilando ·.così la ' guerra tra la Russia. e la. Polonia.

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:!\"egli anni 1718, 1739 e 1769 fu assediata dai Russi nel 1788 dagli Austriaci; colla pace di Bukarest fu, nel 1812, ceduta alla Russia.

I. Battaglia di Choczim (1621 - guerra mrco-polacrn). Dopo h grave sc-:)llfitta d i Kobiha, i Pblacchi, con-

dotti da Carlo Chodkicw icz, gran generale della. L ituania, e da Stani;;lao Lubomirski, etmano del campo. convennero a -Choczim, dove trovuono 32.000 cosacchi Zaperowiani, guidati da. Kvniasewicz Sa.haydacwy che, coi 35.000 u. di cui disponevano, costituirono ,ma massa d ; 67.000 u. da opporre alle orde turchesche che avanzavano, forti cli circa 400.000 con1bàttenti. Il giovane i•e di Polonia, Wladis lao I V, a. cui sarebbe spe ttato il comando, volle mellcrs i anch'egli in sottor,;line a.I Chodkiewicz, ,·ecchio e sperimen tato co,mandante, dando utile esempio d i ,disciplina agli altri, capi e gregari. Il campo trincerato ove si erano rafforzati j Polacchi, fu 1·ipètutamente attaccato d alle schiere dei Turchi; ma invano, chè lo stesso numero si r isolse in un clànno, generando confusione e am11cntando le perd ite. Così, senz.a che si venisse ad alcuna decisione colle umi, le due pa.rti in tavolarono lratlativc. di p~ce che fu ron,J condotte a buon fine il 7 ottobre l i2L. Nella d·ifesa del campo polacco mot'Ì, spossato dalle fatiche e carico d'anni, il va loroso generale Chodkiewicz.

II. Battaglia di Choczi111 ( 11 nove:m brc 167 3 - guerra ttu·co-polacca.). Hussein Pascià sen:a.schiere del Sultano Maometto IV, si trovava accampato a Choczih e ne: suoi din torni ccn 80.000 11 . fra Giannizzc1:i e Spahis, in posizione forte per natura e difesa da pro[oncle palizzate e formidabili a rtiglierie; qui si p resentarono il 10 novembre 1673 le forze polacche agli ordini di Giovanni Sobiesky, generale del Re Nfichele K orybut, costituite da. 50.000 u. fra J\foldavi, Valacchi, Cosacchi, Tutari e Tedeschi, con 40 pezzi cli artiglieria. Coma'.uda~a. 1a

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Cblopiki

Choarah. V illaggio sul Nilo, presso Damietta, in Egitto. Durante la sped. francese in Egitto il gen. V ia!, che comandava la p iccola. guarnigione francese di Dam ietta, respinto nella notte fra il 15 e il 16 settembre 1798_ un ll.ttacco di Arabi e Fellah_ jnsorti, decise, a.i mattino, di at,accare i! nemico che s i era tr incerato p resso Choarah, a un tiro d i cannone d alla città. Con correva all'azione il gen. And.rossy colla flottiglia del N ilo, che sbarcò un reparto a monte del villaggio. Gli Arabi e i Fellah, disposti in una sola linea, s i stendevano, in ,:irca 10.000 u., d al lago Mensaleh a l N ilo. Meatre una compagnia di granatieri del 25° attacca.va s ulla destra, per tagliare loro la ritirata verso il la.go, e l' Andl'ossy li attaccava. alle spalle e il Via! stesso di fronte. Sbaragliato il nemico, che perdette 1500 u .. tre bandiere e due cannoni, i Francesi diedero a lle fia~me i l villaggio. Choczim (o Chocim, Khotùi) . Città forte della Bes sara.bia, sul Dniester, in faccia a Raminicc. Colonia genovese nel medio evo, la possedettero lungamente i Tur-chi a cui la disputarono Tartari, Russi, Polacch i. Nel 1621 i Polacchi sotto Giancarlo Chodkievicz vi sconfissero i Turchi ; una. seconda volta. r iportarono su di loro una. completa vittoria nel 1673, sotto Giovann i Sobieski.

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destra, appoggiata a l Dniester, di faccia .al castello di C. Stanislao Jablonowski pa:latino di Russia, la sinistra era agli ordi,1i di .Michele Pac, grande etmano di Lituania; il centro era gu idato dal principe Demetrio, grande etmano della corona. Il generale Koniski, comandan te l'artiglieria, uveva r ipartite le bocche da fuo co lungo la linea di battaglia, col compito di battere le palizzate cl1e proteggevano i trinceramenti nemici. Nella notte i due ospodari di Valacchia e di Moldavia, che facevano parte dell'esercito turco, passarono colle proprie forze ai Polacchi, e la mattina del giorno l l l'azione ebbe principio. Sfondate le palizzate a colpi di cannone il Sobieski, sceso da cavallo, mai-cii, all'attacco alla testa delle .sue truppe e conquistò le trincre rèspingendo i Turchi frs le tende degli accampamenti dove tentarono una ultima resistenza. Caricati dalle fanterie, sciabolati dalla cavalleria, invano tenta,·ono d i ripiegare ,;u Kamien iec poichè Sobieski li aveva prevenuti inviandovi con 20.000 u. il cognato Radziwill. La carneficina durò tre ore, caddero 40.000 turchi, fra i quali il loro comandante, fu conquistato lo stendardo verde dono del Sultaw1. Il 13 novembre anche il forte d i Choczim fu coso·etto a capito/are, e le soldatesche ottornane, sgombrando i territori occupati) ripiegarono oi .. tre il Da!1ubio. I II. Presa di Choczim ( 30 agosto I 739 - guerra russo-turca). I Russi, comandati dal generale Munich, dopo avere, il 2S agosto, vinto i Turch i nelle vicinan z~ della città, infliggendo loro perd ite considerevolissiroe, marciarono su Choczim la cui guarnigione, indebolita da i rinforzi dovu ti mandare durante la battaglia; non era p iù in grado di opporre resistenza. Il 30 agosto i R uss,, fatte prigioniere le forze cbe vi s i trovavano, la occ11parono impadronendosi d i 183 bocche da fuoco e dei ricch; magazzini che vi s i trovavano. IV. Combattimento di Choczim (18 aprile 1769 guen·a russo-turca). Intorno a. Choczim, piazza di frontiera, s i erano riunite le forze Turche per oppor.,i alla minacciata invasione dei Russi condotti dal Princ. di Galitz,n. Era in quell'epoca la citfà potentemente fortificata; la cingeva un solido ramparo, rin.forzalo d i torrioni, ciascw10 dei quali era fiancheggiato da un largo fossa.lo e da un c;, mmino coperto a difesa; da lla par te dd fìu1i1e era un for te staccato detto « la cittadella>>; le opere poi erano gucmite di 160 cannoni e di 14 mor tai. I n seguito alla min::iccia russa la guarnigione era stata portata a 20.000 u., sostenu ti da .u n corpo di truppe n1ob ,li d i ~0.000 u . comandati da Ka.raman Pasha, ulteriormente rinforzato da altri 20.000 Anatolici, con dotti dal serraschicre Alì-Pasha. Tutte queste forze erano tr incerate nei d intorni. CosÌ il Principe di Galitzin che spera va d i prevenire il nemico e a vere la città con un colpo di sorpresa, .si trovò dinanzi la resistenza so lidamente organizzata. Passato il Dniester il 14 apri't su due ponti gettati p resso Kalus, l'eserc ito russo comparve d inanzi a C. dopo a ver marciato quattro giorni in una zona d i a ride montagne, continuamente insidiato dall'attivissima difesa nemica. L'avanguardia, coma,1data dal principe Prosorowski, fu violentemen te attaccata da Ka.raman Pasha, ma seppe resistere e respiJ1gcr-' il nemico e il 14 aprile il Ga)itzin, coll'esercito riunito, diede l'assalto al campo turco che occupò poco dopo, specialmente per merito della sua ottima artiglieria, di-

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retta dal colonnello Tufrlissino. l'arte dell'esercito tµrco si r itirò verso Render, parte s i diresse in Choczim. Il Principe Galitzin, mancando delle artiglierie e de i mezzi per assediarla regola rmen te e sotto la minaccia di 100 mila turchi che ,wa,tzavano, r ipassò il Dniester.

Chodkievicz (Giovanni Ca,./o). Generale p o_ lacco, ( 1560-1621 ). Combattè fcliccmeutc contro Svedesi e Turchi, e contro i Russi al comando dell'esercito polacco, costretto a ritira,·si dopo iniziali succeS::;i. Prese il comando di nuovo dell'esercito polacco contro i Turohi, e mori sotto le mura di Choczim. CIJOCll{ievicz

Chodowiecki (Daniele) . Pittore tedesco di battaglie (1726- l801), cli cui le opere p iù pregiate sono : cc Il re a cavallo» e « Feder ico ad una parata ii. Choiseul. ?\ome <li diversi guerrieri francesi. Carlo Choiseul (1563- 1626). Sì segnalò nelle guerre dente, combatti: contro gli Inglesi; n el 1631 fu no11JimaresciaJ lo d i F ra.r1cia.

' Cesare di Choiseul ( )598-1675). Nipote del precedente, combatti, contro gli I nglesi; nel 1631 fu nominato ambascia tore pr~.iso il Duca cli Savoia, nel 1645 maresc i,tllo di Francia; si segnalò nelle guerre d'Italia, di Spagna e della «Fronda)) e nel 1665 fu creato du ca. ClMnlio di Choiseu.l, ( 1632- 1711). Contribuì a lla difesa di Candia contro i Musulmani, fu Rlll.resciallo di Francia nel 1693 e coma,1clante l'esercito del Reno.

Stefano Francesco di Choiseul, nipote del precedente, (l 719, 1785). Combattè nella guerra di Successione austriaca cJjventand o marescia!llo di campo. Ebbe molti incar ichi ·politici, grazie alla Cho iseu1 Steraoo signora d i Pompad◊ur ; conquistò la Corsica alla Francia: Fu nel 1761 ministro della guerra e diede mano a importanti ri-forme, togliendo ai ca.pitan i la << prop riel:t » delle compagnie, reprimendo molti abusi ,e p rivi legi, sistemando i quadri in modo da poter accrescere le forze senza dover aumen• tare il numei:o dei regg. in caso di guerra, ;;istemando le pensioni per gli ufficiali a riposo, ecc.

Choisy-au- Bac (ant. Caii.ciac«m). Comune dell'Oise, in Francia. D:1rante la guerra dei Cento a nni fu assediato nel 1429 dalle truppe iJ1gJesi e borgognone; lo difendeva Guiscardo di Juvenel. Fallito un primo tenta tivo rli romper ne l'assedio, Giovan na d'Arco, con gran seguito di ntssalli, tentò una d iversione su Pont-l'Evèque e su K oyon, per i.ndurre il duca di Borgogna, che vi aveva i propri bagagli e parte dell'esercito, a leva.re l'assed io nella 11ecessità. di correre a d ifenderli. I F1·ances i, in circa 2COO ,1., piombarono improvvisam~nte su


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l'ont-rl:>.-èq11e dove cofaandaYa Giov:mni dt ::\:lumgomcrry, e gi.: erru10 sul punio di s trappare la villoria, quando un r inforzo considerevole, giunto ai Borgognoni da X oy0n, li costrinse a. ripiegare. C., stretta ancor pitt da vicino e bombardala dalle artiglierie del duca., fu costretta ad arrendersi ; le sue fortificazioni furono· spianato a I suolo.

Cholet. Comune dcli:>. h:anci:i nel clip. ::\laine- etLoir c. l. Presa di Clwlct r lS mar zo 1793). Guerra della V1mdca. Dopo la presa. cli Chcmille, i Vandeani, condotti dct Stofflet il giorno 15 attaccarono Cholet d'onde cacciarono i repubblicani. Gravi alti di crudeltà <la. parte degli insorti, che p redarono e saccheggiarono la città furono esemplarmente repressi e puniti pochi giorni dopo dagli stessi generali vandeani.

Il. Ba.l'tagha di Cho!et ( 17 ottobre 1793 - Guerre deila Vandea). K léber, sconfitti i Vandeani a la T rcmblaye. senza dar loro tr eg,ia li incalzò Jin sotto -Cholct, che es.si abbandonarono sen7,a opporre resistenza, e che egli occupò al mattino del 16 ottobre. Durante Ja notte successiva fu raggiunto da C halbos, ciò che portò le forze a sua disposizione a 24.000 uomini. Intanto i capi Vandeani, che disponevano d i 40.000 uomin i, ma scoraggiati, indisciplinati e male armati, decisero di riprendere il paese. Il movimento çominciò verso le due dopo mezzogiorno del 17, gli avamposti repubblicani furono attaccati e respinti sul grosso. La situazi()'lle era d iffic ile; la sin istra si ava per essere sopraffatta. In questo momento Kiéber, rianims.ti i soldati che si stavano sbandando intorno a lui, fece avanzare Haxo con alcuni battaglioni della r iserva; uno d i (]Uesti, il 109, caricò co-l la musica in lesta., a l canto degli inni patriotuci. E lettrizza ti, i repu bblicani ripresero animo, s i lancia rono alla loro volta al contrattacco, respinsero il nemico. Sulla sinis tra, 11onostru1te questo, le cose non erano ancora ristabilite; la d ivisione Muller, forte d i 4000 uomini, che giungeva in r infor zo, a.ppena visto il nemico si di$perse, co lta da un panico inesplicabile; mentre i Vandeani, in masse compatte, avanzavano contro Marceau. Questi, attesi.li d i p iè f ermo, non appena furono giunti a mezzo tiro d i fucile, sma.sch erò la propria artiglieria e ordinò il fuoco; gli effetti furono decisiv i ; i Vandèani non seppero resistere e ben tosto la rotta fu completa; essi perdèttero circa. diecimila uomini, fra i q11ali i generali Bonchamp, che morì il giorno dopo, e D 'Elbée, che fu pure mortalmente ferito.

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III, Co nqitista e riconquista. di Cito/et ( IO ma rz" 1794 - Guerra della Vandea). StoffJct, n ominato generale, decise di tentare la co11quista d i Cholet che il 'generale repubblicru10 MouJins difendiwa con 5000 uomini. Raccolti 4000 Vru1deani agguerriti, il 10 marzo, piombato d i sorpresa sugli avamposti nemici, li volse in fuga d isor dinata, inseguendoli sino nelle loro posizioni. Parte della guarnigione fuggì, il r imanente, dopo lieve resistenza, fu costl'etto a cedere a sua volta . 1VIentre 1-Ioulins cercava invano d i raccogliere i suoi, e i Vandeani, sicuri della vittoria, inseguivano i fuggenti, sopravvenne il generale Cordeliér colla. sua. divisione. Contrattaccati da questa truppa. fresca e ordinata, i Vandeani furon o respinti nella città, donde, dopo breve resistenza, fur ono costretti a sgombrare.

C horrillos. Borgata. marittima del Perù a sud di

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Calìao. I::- sede della « Escuela )1 ilitar >> ivi fondata dalla m issione militare francese nel l.924, nella quale sono raccolti tutti gli istitut i militari d i insdgnamento della Repubblica . B<Zttaglia di Choni/los (13 gennaio 1881 - Guerra. del Paci.Jìco). Le forze del dittatore Pierola erano disposte presso C . a difesa. deile comunicazioni con Lima; erano circa 16.000 u . così 1·ipartiti :, 4000 suHa. sinistra, occupavano :VIonterrico Chico; 4500 u. al centro i p iccoli colli di San Juan; in Villa. e alle falde dei colli che co • stituiscono lo sperone Jel-M orro Solar, era la destra, costit\lita da altr i 4500 u ., mentre 300Ò u . si t rovavano in r iserva a C., la linea era di oltre 12 km. a. difendere la quale le for7,e erano insufficienti. L'esercito Chileno, comandato da l gen. B>tquedano, forte d i 24.000 u., si ava.nzò su t re colonne, una di 8000 u contro la destra peruviana, le altre d •.tc sul centro, delle quali la p rima d i iO00 u. doveva attacca.m di fronte, l'altra, d i 6000, doveva. agire su l fianco; un cor po di 3000 u. irt riser va doveva osservare la sinistra . Attacca rono prima le t ruppe del centro, che dopo un'ora. e mezzo cli combattimento ebbero completamente ragiotf della resistenza nemica; i Peruvian i, fuggendo p rccipi1o';;a,men1e, travolsero anche it corpo di sinist ra che, pur essen<lo accorso a l cannone, era giunto lropi.,o la rd i perchè d sviso ed eccessi vamente dista11te. Continua,·a accanita intanto la baftaglia sulla de stra dove l'Iglesias, comandru1le dei Peruviani, teneva testa con successo alle truppe cilene del Lyncb. La lotta fu decisa dall'intervento del le riserve cilene e de lle al tr,:, truppe che, superata la resistenza al centro, tutte con vergevano su lla s in istra. I nca lzato dal nemico, e d ifendendo passo a passo il ,terreno, l'Iglesias ripiegò fino sulla som-m ità del Morro Solar, dove finaJmcnte, dopo avere resistito foro alle 14, fu costretto ad arrendersi coi 1800 superstiti. Il corpo di , i.s erva di Chorrillos non intervenne nella. battaglia e r ipiegò sulle posizioni d i M iraflores, ad_ eccezione di un battaglione cl1e ven ne tagl ia to a pezzi da i Cileni mentre marcia.,,a in soccorso della destra che resisteva ancora.

Chotusiz. Villaggio della Boemia. Nelle sue vicinanze si combat tè, il 17 maggio 1742, una batta.glia, detta anché di Czaslrw, durante la guerra per la Sue• cessione d' Au!>tria, fra 28.000 P r ussiani, comandati da F ederico II, e 30.000 Austr iaci, comandati dai duca Carlo cl i Lorena. :Marciava quest'ultimo su N·imburg e Kollin, ba.si di operazione dei Pru,siani, mentre Federico si avviava su Praga insieme alla propria avanguardia di 10 bgl. e 20 s qdr. , segui to da l gm5s0 comandat-6 dall'Anhalt. TI re d i Prussia, d i fronte a lla minaccia avversaria, rapidamente tornò indietro, verso i l grosso. I Prnssiani avanzarono d isponen dosi colla sin istra pr~sso Cho tusiz, e la. destra, coperta. da piccola altura, nelJe vicinanre di uno stag;no. L'alt u ra ant istante fu occupata dal nrnyesc iallo Buddenbrock con u na batteria d i cannoni e con. una ma1,-sa di cavalleria composta da 15 sqd r. in pr ima ordinanza, 10 in seconda e 10 a rincalzo. La fanteria., in doppia. ordina nza, occupava il centro. Appena prese queste disposizioni, l'avanguardia prnssiana, comandata da l principe Leopoldo, forte di 10 bgl. e 20 s qdr., impegnò la lotta men tre l'artiglier ia batteva fieraJ11ente la posizione nemica che ne rimase scossa e sconvolta. D i questo momento d i d isordine profittò il Buddenbrock per lanciare a lla ca1'ica ia sua ca-


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valleria. e a vvolgere il fianco avversario. Per un equivoco un regg. di usseri Prussiani, ohe correva a.I r in-calzo, scambia,to per nemico, yei\ne sciabolato, SÌ che l' intera ordinanza fu posta in disordine. Gli squadroni della s~ùmda ord inanza accorsero allora al comando -del conle d i Rottenbur3, ma, dopo un primo successo, attacca ti a Ila loro volta dalla rnvalleria austriaca dovettero ritirarsi. Intanto la prima scJ1iera. prussiana s i trovò dinanzi la cavalleria avversaria. Caricata la vigorosamente passò fra le due schiere nemiche, sciabolò, sbaragliandoli, due regg. d i fanteria u ngherese che ne costituivano il rincalzo; r ipiegando quindi celermente attraversò una seconda volta la. linea riunendosi alle proprie truppe. La seconda schiera invece, assalita appe-

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/J,ussiaoi c:::J Austriaci

tagr/1 permettendo esso di adattare meglio la foL"t ifica({onc al terreno. Questa indipendenza si otteneva col tracciare la linea di fuoco non parallela alla magistrale, ma.. a linea spezzata, varian do opportunamente la larghezza della benna o la pendenza. della scarpa esterna del ramp:uo. Con simile d isposizione lo Ohoumara intese di raggiungere i seguenti scopi: 1) poter insta llare in alcuni I.ratti del ramparo un numero di bocche da

Choumara

F, FNICl"lCo ll; A, Anhall

na passato Chaunitz, senza avere avuto il tempo cli ricost ituirsi, fu assalita, disordinata e sbaragliata. mentre un nuovo attacco delle fanter ie a ustr iache, ord inato da.I maresciallo Koenigseck, costr inse la sinistra prussiana a ripiega.i-e. Questa p~rò, riordinatasi, potè riprendere il sopra,vento valendosi deHa super iore disciplina di fuoco. In questo moow,nto, che segna la cris i della battaglia, -intervenne Federico IJ che, _p.iombando sulla s inistra delle fanterie nemiche, ne spezzò lo schieramento e decise della vittoria. I fuggiascl1i furono inseguiti da. 40 sqc\r. e 10 bgl. del ma.rese. Buddenbro.ck, che ne completò la rot ta; rimasero nelle mani del vincitore 17 ca1m oni, un obice e due bar.diere; a 3600 u . ammontarono le perdite dei P russiani, di circa 7000 furono quelle austriache.

Chouan ( Giovanni). Capo <lei realisti insorti in B re tagna contro la R ivoluzione francese. Cadde in combattimento nel 1794. Da lu i gli insorti, che con tinuarono a và.rie riprese fi no al 1815 p resero il nome di « Chouans ». (V. Vandeani). Choumara (Francesco) . Ufficiale francese del Genio ( 1787-1870). F u u no degli a utor i della scuola d i fort ificazione francese, e in u n libro pubblicato hel 1827 e bbe il coraggio d i pron unciarsi contro il sistema. ba.stionato, allora in vigore. Si mostrò contra.rio alle 'Opere a ddizionali esterne ravvicinate perchè Iimita vano il campo di tiro delle artiglierie del corpo di piazza. Ma ciò che specialmen te rimase di lui è il principio dell'ind ipendenza della linea di fuoco da l muro d i scarpa, p rint ipio che molto convenientemente fu applicato in mon-

8asl/one fuoco maggiore di qmnto comporterebbe lo sviluppo del tracciato e dirigere tiri nei setto;·i indifesi ; 2) ùnJ)ed ire coll'allontal)are il ramparo da l fosso nei punti in cui è più facile l'apertura. della breccia, ohe' la caduta del muro di scarpa p roducesse il franamento di tutto il ramparo. Il comandan te O, inventò un fornello da cucina 1 per la.. truppa che fu lungamente in uso nell'esercite francese.

Chreticn (Luigi Carlo) . Ammiraglio, n. a Tolone nel 1799. Entrato in servizio nella M arina napoletana nel 1809, nel 1860 comanda.va, come brigadiere, la flotta borbonica, che non riuscì. a impedire Io sbarco di Garibaldi in Sicilia, e che bombardò Palermo quando vi arrivarono i garibaldini. P assato nella.. Marina italiana, vi fu promosso retroammiraglio e contrammira glio nello stesso anno, e contemporaneamente giudice dell'Alta Corte d i giustizia, ispettore persona le, membro del Cons iglio di Ammiragliato, comandante in Capo de l 1° clip. marittimo. Andò a riposo nel 1867. Christ. Re~mento svizzero a l servizio del regno d i Sardegna ( V. Grisone). Christian (Art1tro) , Ammiraglio inglese, n. nel 1863, E ntrò a 13 anni nella ma rina, combattè in Africa con la b rigata. navale d i sbarco ( 1895) e nella campagna


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d el Giubaland (1903). Durante la guerra mondiale, co:mc contrammir., ebbe comando di incrocia tori nel mare d el Xo,·d (1914) e a Gallipoli ( 1916) venendo promosso v iceammir. nel 1917 e amm iraglio nel 1919, anno in cui passò nella riserva.

Ohristie. T ipo d i carro armato usato dall'esercito -degli Stati Uniti; pesa 14 tonn. è servito d a una squadra <li tre uom ini cd armato d i u n cannoncino e d i una mi-• t1·agliatr icc. E' trasformabile in carro a ruote.

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Ohrystler's Field. Località nel Canadà, sul San Lorenzo. L ' ll novembre 1813, durante la guerra angloa u,cricana, la -Jlottiglia americana che risaliva il San Lorenzo per operare contI1:> 111ontréaJ, e la. d ivis. del gcn. Boyd, su tre brigati!, s i incontrarono colle truppe inglesi. I l 21 ° regg. (col. R ipiey) che precodeva in a vang uardia il grosso ordinato su tre colonne, uscendo dai bosch i che circondano la zona cli C ., si incontrò con d ue regg. che costituivano il grosso dell'avanguardia inglese. lln attacco 1mericano rìuscì piena.mente e i due 1·egg. furono voiti in fuga. Quasi contemporaneamente, una delle brigate a med canc (Covington) a ttac.cava gli frglesi, ma, ferito a 'm orte il suo comandante', si scompigliò e fu .respinta in d isordine. G li l ,n glesi al·lora attaccarono l'artiglieria americana che era rimasta scoperta. Ma il co). Ripley col proprio regg. riuscì a respingere g!i Inglesi. I l comba.ttimento durò ancora p,er qua lchc tenipo in :i.ziorli par:t.ia li e s legate, ed cbb(; termine senza alcun defin ito risultato. Gli Ing!esi ripie garono nelle loro posizioni cli partenza, gli Amerirnni s ulh Bottiglia. Ohrìstophe (Em·i'.co). R e di Haici' ( l i67-1820). D i razza negra, nacque schiavo e, riscatta.tos i, servi nelle -file del visconte d 'E sta ing durante la guerra d'Indipendenza am,;ricana. Partecipò alle p rime ribellioni dei negri in San D omingo e quale luogotenente di Toussain t L ouverturc partecipò alla guel'ra contro la Francia. GcJJerale in capo sotto D essalines, èhe s-èomparso ii L ouver'lurc aveva assunto il titolo cli I mperatore cli Haiti. fu tra i congiurati che lo uccisero, e cinse la corona col nome d i Enr iw I, nel 1811, dopo avere sconfitto il p rop rio rivale, il mùlatto Pétion. Impotente a domare una ribe llione provoca ta dal s uo malgoverno, si uccise nel 1820. Ohrzanowski (Ada.lberto) . Generale n. a B iskupice ·(Polonia), m . a P arigi ( 1792-1861). Servì nel 18_12 nell'esercito napoleonico in R ussia e combattè nel 1813 :, 1814. Costituito il Regno di Polonia. enu·ò ne ll'esercito _polacco, dove insegnò fortificazione a lla scuola dei cad etti d i Ralisch. Seguì le operaJJionri della cam.pagna. russo- turca del 1828-29 e si distinse a Va,m a. Magg ior generale nel 1831, fu mandato in Voiinia pe r favorire la, insurrezioùe. Governatore di Varsavia, vi rimase sino quando la •città. venne p resa da i n1ss i. Rif ugia tosi a Parigi. nei 183.3 entrò a l. servizio -d ell'Inghilterra e fu ad,d etto a ll'ambasciata ingl1>, se cli Costantinopoli. N rl

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1835 si dim ise e tornò a Parigi ove pubblicò var i studi di tattica cd · una relazione sull'esercito turco cd attèse a lla ricostruzione d'una part.c dellaj ·P olonia, terminata poi dopo la s ua morte. :N'el settembre 1848 en trò 11ell'esercito sardo e poco dopo venne: nominato ca.po di stato maggio re del generale Ba va quando questi venne nominato genera le in capo dell'esercito. Sostituì il Bava nel comando col grado d i generale maggiore dell'annata e con infd ice successo diresse Ja campagna del 1849. Do-po la guerra r imase a Torino a. disposizione della commissione d 'inchiesta e poi, d imessosi d al servizio conservando il grado e l'onore clell'w1iformc, si ritirò :·, Parigi ove visse modestamente dando lezioni d'arte militare e di matematica. Fra altro, pubblicò, nel 1857. « Q uelques considera.tions su r la campagne du 1812 )).

Ohuquisaca. Città . della Bolivia, su un a ltipian o delle Ande. G li Spagnuoli le d iedero il nome di L ,; Plata, mu ta to poi in quello di Sucre in omaggio a. uno degli er.:>i della guerra d'Indipendenza. A C. ébbero iniz;io i moti insurrezionali del P erù con tro il dominio spagnuolo r.e l 1809; fu perduta e poi rioccupata. dal generale s1ngnuol<, Goyoneohe, che dovette lottare contro l'invasione argen tina. con.dotta dal gen. Balcarce ( 18101812). Un congresso riunito a C . proclamò il 6 agosto 1815 l'indipe!]denza dell' Alto Perù, che divenne la Repubblica di Bolivia. Church (R-icca·rdo). Generale inglese (1780-1873). Prestò ;;ervizio mil ita re in Inghilterra d 'onde passò nell'esel'ciLO napoletano. Comandava a Palermo nel 1820, ma fu costretto a fuggire in seguito a lla sollevazione dell'Isola . N e1 J822 ottenne il grado di tcn. gene ra.le e fu governatore d i Terra di Bari. Nel marzo ~827 (u chia• mato a l co1J1anclo degli insorti greci di cui fu gencra.Jissùno fino alla conclusione della pa.cé con la Turchia. Scrisse u n volume d i « Osservazioni sulla possibile fron' ti era della Grecia ». Churchill (Winston). l 'fficiale, uomo di Stato e scrittore mii. ù1glesc 1 n . nel 1874. M ilitò nel 1895 a. Cu.: ba con gl i Spagnuoli, poi ù1 India, in Egitto e nel Transvaal. Allo scoppio della grande guerra venne nominato Primo Lord clcll'a.nnnimgliato, e si distinse per il suo interessamento nel m an tenere in piena efficienza kt ilotta. Fl'a le sue pubblicazioni mer itano pa rticolare menzione due volumi sulle campagne ;.1dl'lnc11a, uno s ulla guerra 1~el Tran.,waal e u no d i Jl,femorie della grande gueffa. Churchill (Duca). V. M a.rlborough,.

Churubusco. Villaggio del Messico, a N . del-la capita.le. Vi si combattè, il 20 agos to 1847, la battaglia cbc aprì le porte del M essico all'invasione nordamericana.. Vi aveva preso posizione il gen. messicano Santa Anna, occupando un ponte e un con vento. Le truppe nordamericane del gen. vVorlh lo assalirono e lo costrinsero ad a bbandona.re il ponte a l primo urto. L a difesa del convento, affidata a l gen. Anaya.s, durò quattro ore, dopo le qua li i d ifensori si arresero, mentre il Santa An na potè ritirars i col -resto delle truppe messicane. Oia ((]egli. O rdelafji) . )foglie d i F rancescso Ordelaffi, signore d i Forlì, fu da questi incaricata d ella cli.fesa di Cesena, mentre egli difendeva F orlì dalle truppe d ell' Albornoz. Il 29 aprile 1357 si sollevò il popolo di Cesena e C . fu costretta a ritirarsi colle s ue genti nella cittadella, dove rimase giorno e notte vestita cli cora a -1


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ad incitare gli annali alla Uifesa della cinta, battendosi sulb breccia aperta dagli assediati mediante mina, .finchè, sopraffatta dal numero si ritirò con 400 cavalieri nella Rocca. H 2 1 giugno, ridotta agli estremi, capitolò ottenendo buoni patti.

Ciacci (Au.g11sto) . Generale, n. a Torino nel 18615 Sottot, di fanteria nel 1884, si meritò nel grado d i tenente colonnello un:t med. d'argento a S lonta (Libia) ne l novembre 1914. Partecipò alla grande guerra ( 19 16) ottenendo una seconda med . d 'argen to qua.le colonnello comanda11te di due bgl. a Gra femberg (agosto 1916) ed in ta le :izione fu gravemente ferito. };fagg. generale nel 1917, ebbe nel 1919 il comando della brigata Lombardia e collocato in P. A. (1920) assunse nel 1923 il grado d i generale d i divisione. Ciaccio (Anlrea.). Generale medico, n. a. Catanzaro nel 1859. Laureatosi a ì\Tapoli, fu nominato sottol. medico nel 1885, e, dopo aver par tecipato alle campagne del 1Q15-16 fu chiamalo nell'ottobre 1916 col grado di colonnello a far parte della 7' commiss. sanitaria centrale. Collocato in P. A. nel 1920 e richiama lo nel J 925 quale presidente del collegio medico su per iore presso la direz. ceutrale di sanità militare, assunse ne! 1926 il grado di magg. genera.le e nel 1928 quello cli tencnle generale medico. Cialdi (Alessandro). Ingegnere, ammiraglio della marim, pont.ific-ia e scrittore, n . e m . a Civitavecchia ( 18071882). Studiò un sistema per impedire l' interramento dei porti. fece parte della. compagnia pel Canale di Suez e s'occupò della costruzione del porto di Said. Fra i suoi scritti ricordiamo: « Rèlazionc sui due viaggi fatti per la marin'.l pontificia' negli anni 1840-41-42 » ; ·« Sul movimento delle acque dei mare J>; cc Illuminazione e segna1i dèlle rive e dei por ti >> . Cialdini (Enrico). Generale, n . a Castelvetro, m. a Livorno ( 1811-1892). Nel l83L era studente in medicina jl Parnm; scop1,iati i moti liberali e compromesso in 'e ssi, e,u lò in Francia e nel 1833 andò in Portogallo ove s'arruolò per combattere c_ontro i ~figuelisti. In pochi mesi, passando i;,er tutti, i gradi, d ivenne sòttot. meritandosi pcl suo valore la croce di Torre e Spada. Terminata. la guerra e scoppiata in Ispagna quella tra Ca.d isti e C:ris tini, lasciò il Portogallo ·e prese se rvizio cmne luogotenente nel Caccia ·· tori d i Oporto·. Combattè contro Don Carlos, guadagnando la crnce di S. Fer dinando di Spagna e la medaglia di distinzione per l'assedio di Cantav1eia nel 1836, altra medaglia colla dichiarazione di (< benemerito della Spagna./) alla battaglia di Chiva nel 183i, due medaglie di distinzione pci fatti di Chiesta e lnicsta nel 1838 ed a ltta nel 1840 a Pera-Campo. Frat!.lu1to era pure avanzato nei gradi, cl iven.endo ten. colonnello nel 1843. Nel ) 844 ebbe il comando della gendar meria spagnuola e nel 1847 fu mandato a Parigi a studiarvi l'ord i111mento della gendarmeria francese. Ne

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1848, sentita l'intimazione della guerra del Piemonte all'Austria, accors,, in Italia ove venne nominato colon nello di gendarmeria aggrega to allo S. ;,{. del gen. Durando cd alla difesa di Vicenza., sul M. Berico, rimase gravemente ferito meritando.si la. med. d'argento. Passalo nell'esercito pie1J1ontese organizzò il 2.3• regg _ fan-· teria che guidò alla Sforzesca cd a Novara. ( 1849) meritandovi la med. d'argento. Come colonnello br igadie re partì per la Crimea a l comando della 3' brigata del corpo d i spediz ione, divenendo poco dopo magg. generale (e rimpatriò decorato dclJc commende dell 'O. ~ [. S. e della Legion d'Onore. Aiutan te di campo generale del R« Vittorio Emanuele II cd iwett.ore dei bcrsag lic rj ( 1856J 858), all'inizio de lla carnpagr,a del 1859 diede il primo ordinamento ai Cacciatori delle Alpi e poi comandò la. 4' c)ivisione attiva con :a qu~le si segnalò &pecialmente a Palestn>, mcrilando.;;i la promozione a Len. generale per merito di gueITa e la croce di gr. nff. dell'O. 1'1. S Dopo comandò il 4° C. cl' A. a Bologna ; partecipò alla campagna d'Ancona sbaragliando il nemico a Castel.fidardo e divenendo genern lc d'e,;ercito per merito di guerra. Intraprese quindi gli assedi d i Gaeta e di Messina per i quali venne insign ito del titolo di Duca di Caeta: ebbe pure la gran croce dell'O . :M. S. ed un dono nazionale. CoprÌ poi la ca rica di luogotenen te elci Re nel Napoletano con il compito di combauerc il brigantaggio. Col -tn C. "' d' A. partecipò alla can1pagna dei 1866 e poi, come gen~ralc d 'esercito, comandò le truppe attive stanziate nella media. Ital ia.. Fu deputato di Reggio Emilia (1860), senatore del regno ( 1864) . Collare del!' 1\nnunziata ( t86i ); due volte fu i11carica to di formare il ministero. Duran te il Regno di .\medeo in Spagna fu ambasc iatore a l\fadrid e nel 1876 sostitut Costantino N igra a ll'ambasciata di P arigi. .'\ él 1888 ~i ritirò a vita. privat,L Lasciò un l'apporto su lk << Operazioni del 4" C. <l'A. 'dall' ll al 20 settcn1brc 1860 >> : e uno su « Le grandi manovre del 1869 >>.

Ciamarra (A ntoni?). Medagli,t d'oro. n. a ::-.:-apolr nel !891. Di famiglia molis,ma e napolitano di nascita, s i laureò in giurisprudenza in quell'Ateneo poco prima. della noslrn entrata in guerra. Fu prima soldato nel 1 •· regg. bersaglieri e poi aspirante uff. di complemento nel 3° regg. alpini (bgl. }\fonce- "' nisioJ. Durante la prima dife- ~sa del G rappa., in un comhalrimento su l m. Tomba fu più volte ferito e tenne valoroso con· tegno, come è detto nella motivazione, con la quale gli fu co~ferita la. medaglia d'oro al va.lor militare : « Comandante del primo p lotone di attacco contro una f or·· te e ben munita posizione, si slanciava all'assalto corr magnifico impeto. Gravemente ferito da una pallottola avversaria. esplosiva, impavido invitava eon la parola e con l'esempio i di pendenti a proseguire nella lotta , spingendosi egli stesso fin sotto il reticolalo ne·· mico. Ferito nuovamente per ben selle volte, con fulgido eroismo continuava ad inci tare i dipendenti a)la resistenza, fino a che, esausto per le numerose fe rite, dovette c3ser por tato via quasi esani01e » () [onte Tomba, 28 novembre 1917). Ciamorl ù. Piccola. p ianura nello. valle dell'Ischer,


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sul la via da Sofia a Samocov. Vi s i combattè una battaglia che appartiene alla. lotta tra i figli di Baia7.et, do,po la disfatta di Angora de! 1402. Il 10 luglio 1413, a C ., Musa e ?>faometto vennero alle prese, ma. il primo, che disponeva di sol i 7000 u., venne sconfitto dopo asp dssima lotta e ucciso mentre cercava scampo nella fuga.

Ciampino Nord. Aeroporto doganale per Dirigibili, intestato al nome d i Giovmrni l3attista Pastine, situ a to in località Ciampino a 14 km. Sud- Est di Roma cd a 10 km. da Albano. Le sue dimensioni massime

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Dirigibil e o!'meg-giato a Ctamptno

s ono di m. 1200X700; il terreno dell'Aeroporto è legge rmente ondu lato, d iseguale cd asciutto, non adatto per l'a tterraggio di aeroplani. V i è stato costruito un pi lone d'ormeggio, su di;egno del gen. ?-:'obile.

Cianalot (Forcella di) . I nsellatura nell'alta Val d'Ogna (m. ?.003) fra !è cime del P izzo Orientale, e h•I. Pip a r, che mette in comunicazione la Va l d'Ogna con quella d~I Fella verso ,vialborghetto. Fu durante la grande guerra tenuta dagli Austriaci quale osserva torio

Forcella di Cianalo t (Alta Val Dogna)

e posto avanzato d i difesa ed offesa, fort ificata, contro eventuale nostra avanzata. I l 30 luglio 1915, dopo violenta p reparazione d'artiglieria, venne attaccata e presa dalla 70' compagnia alpina ed un plotone della 69•, fa-

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cen<lovi 150 p rigionieri e 7 ufficia li, e ca tturandovi molto ma tcrialc da guerra.

Cianamide (HN:C.NH). Composto ' ottenuto con car buro d i calcio finemente polverizzato, sul quale, a temperatura d i 1000° C, s i fa passare t~p corrente di azoto. Dopo 40 ore di reazione si ottiene la cianamide bruta, che viene in seguito portata nelle camere dì raffreddamento e quindi polverina.la. Dalla cianamide, o meglio dalla calciocianamidc, con procedimenti industriali largamente d iffu, i, è facile otlenere l'ammoniaca e passare eia questa, col metodo catalit ico di ossidazione, all'acido nitr ico; il quale infine, eventualmente salificato con la siessa ammòn iaca, fornisce il nitrato ct; ammonio . E' ovvio r ilevare quindi l'alta importanza ac<]Uista tasi dalla cianamidc nell'industria degli esplosivi. Le fabbriche per la .sintesi c ianamidica sorsero dapprima in I talia nel 1905, quindi si diffusero in Norvegia e altrove. Quella che àttualmente può ri lcne1·si la piit colossale i11 tutto il mondo trnvasi a :;yruscle Shoals (Alaba.ma. S U . A.) ed è capace di protlur :·e 220 mii, tonn. aJl'anno di ~alcionia.mide. Essa sorse in poch i mes i, ne l 19li, per opera della « Compagn ia americana della ciana.m icie>> e su 1·ichiesta avanzata dal Diparti•• mento rlc ll'Artiglieria degli Stati Uniti; mentre altre due fabbriche identiche, ma di potenzia lità inferiore, venivano impiantate anch'esse durante la guerra, a Toledo e a Cincinna ti. Ciancabilla (F«lYio AlbeYto). Meda.glia d'oro, n. a Modena n el 1&92. Da. sottufficiale, s i era segnalato in L ibia n elle file del 37° regg. fanteria (brigata Ravenna;. Entrato nella grande guerra. col grado di serg. mag.. giore, fu ferito sul Pod-· gora e per il valore dimostrato ottenne la promozio_ ne a sottot. pe.r merito di guerra. Ferito ancora l'ai1no successivo e benèhè fosse rimasto mutilato del braccio sinistro, volle tornare a combattere, ed a Fiondar, d urante l'offensiva del maggio 191.7, meritava d i essere insignito della medaglia d' oro a l Yalor milita.re in trn glor ioso episodio che è ·n arrato n ella motivazione. DoIJO la guerra rimase in servizio, come capitan o, nel 35° reggimento fanteria. Ecco la motivazione : « Mutila to del braccio sin istro, resogli ine rte da ferite riportate in combattimento, e non ancora del tutto 1,•1.i al'ito, volontariarr:ente r itorna va a l p roprio reggimento, ab .. bandonando il luogo di cura in cui trova.vasi ricoverato, e per nove mesi ten~va in linea il comando d i w1 reparto. fn una g rave circo~tanza, in cui un improvviso e poderoso attacco nemico m inacciava. seriamente d i travolgere la difesa di una n ostra vicina e importante po-sizione, per primo accorreva con la propria compagnia a prevenir~ su quella l'a vversario. Ferito durante l'avanzata da u n p roiettile che gli rendeva inservibile anche il braccio destro, conti-ouava con eroica ferm1;zza n ell'impresa ed occupava l'obiettivo, donde validamen te cooperava poi, con le sopraggiunte compagnie del battaglione, a respingere ripetuti attacéhi. Sospin to ·infine dal,


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suo generoso impulso, nonostante le condizioni fisiche in cui era ridotto, dando fulgido esempio delle più a lte virtù milìtari, slanciavasi per primo all'inseguimento, trascinando i d ipenden ti fntusiasmati da l suo insigne valore, ma colpito gravemente nella regione cervicale da una fucilata sparatagli a bruciapelo da nemici sbuèat-i all' improvviso, da cm cespuglio, veniva raccolto dai s uoi -uomini pa,ralizzato in ogni movimento>) (Fiondar (Monfalcone), 26 maggio 1917).

Cianchi (Cesa·re) . Generale, nato a. Firenze, morto ad Oneglia (1832-1905). Sottot. cli fanteria nel 1859 partecipò a quella campagna, e a q uella del 1866; per essersi d istinto durante l'epidemia colerica a Palermo ( 1867-68) s i meritò la med. d i bronzo. Da colonnello (1882) comandò il 29° regg. fanter ia e, magg. genera le nel 1890, la brigata Palermo. Collocato in P. A. net 1895, fu promosso ten. generale nella ris~rva nel 1905. Cimzchi Tito. Generak, Firenze nel 1840, m . i1el 1926. Sottotenente nel regg. granatieri dèl governo provvisorio tOlSCano nel 1859, passò nel 1860 nell'esercito s,1.rdo e si d istinse nel 1866 a Custoza, meri tandosi la riicnzione onorevole. D ivenuto colonne.Ilo nel 1894, comandò il distretto militare di T reviso e n el 1897 ,Ut• dò in P. A. Nella riserva divenrn; rnagg. generale nel 1901 e t en. gen. nel 1911. 11. _a

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sina, m. a S. F ilippo del Mela ( 1829-1910). Dopo aver scontato )Jel suo patriottismo il carcere a S . Elmo. ;,el 1860 si recò in Sicilia colla spedizione :Medici ,; come ufficiale garibald ino meritò a ~1ilazzo, ove rimase ferito, la mcd .1 d'argento. Passato nell'esercito regolare, divenne colonnello nel 18i6 e comandò il 66° rcgg. fan• teria. M agg. genera.le coma11da.ntc la brigata. R eggio nel 1883, iasciò il servizio attivo nel 1888 e nella r iserva divenne lenente geueraJe nel 1895.

Ciang-Kaf- Scek. Generale cinese dell'epoca nostra. Fu direttore della scuola dei Cadetti a Canton, e poi generalissimo degli eserciti del Sud, contro Ciangtso-lin. Occupò tutta la vallata Ciang--Kal - Sc:ek dello Jang- tze-Kiang e Sciangaj, ( 1927) m,i poi vi governò da solo entrando in lotta col governo filobolscevico di Canton. Cùmg-Tso-Lin . J\,faresciallo cinese dell'epoca nostra. Nel 1904 organizzò ba.nde di franchi-tiratori nelle retrovie dell'e.s ercito n1sso, mentre questo combatteva contro i Giapponesi. Posto nel 1911, dal go verno cli Pechino, a capo delle prov. mauccsi, marciò sulb capitale ma fu sconfitto. Allor1 si proclamò indipendente e fissò la sua capitale a Mukden. Em.rato in loÙa con a ltri generali (Wupei•fu, e Feng) li sconfi..= e prese T ien-Tsin e Peth ino (1926) dove assunse la dit tatma. Nel 1926-27 s i schierò contro il Governo filobolscevico d i Canton ed entrò in guerra con esso. I suoi generali però si fecero battere dai Sudisti nella valle dello Ja.ng-tre-Kiang e finirono per perdere Sciangai, ritirandosi nel Nord della Cina, d i cui C .. conservò il dominio.

Ciancio (Giusej,pe). Generale, n. a P iazza Armer ina nel 1858. Sottot. d'art. nel 1878, entrò nel corpo d i S . M . Promosso colon- . nello (19.03) comandò il 60° regg. fanteria e nel gra.do di magg. gene.raie le brigate Re e Roma, partec ipando a.Ila. campagna italo-ttu·ca del 1911-1912 al comando della 7' brigata 1nista; fu poi comandante de lla piazza di Tripoli.· ,Promosso tenen te generale fu èomandante d elle divisioni m ilitari di Ravenna e di Napoli e prese parte alla grande guerra ( 19.15- 1918) meritandosi la croce di u ff. dell'O. M. S. nel giugno-novembre 1915 su] -Carso. Comandò prima la 19' di'.!is. ~ p oi il 13° C. d 'A., e si d istinse ancora. in occasione della nianovra per la c01,quista d ell'Altipiano Carsico. Nel 19 18 fu nominato comandante del C. d'A . territoriale d 'A!'.lcona, e, colloca10 a. sua domanda in P. A. S. (1920) assunse nel 1923 il grado d i genera/., d i C. d'A. I l gen. C. fu deputato a l Parlamento per il collegio d i di Piazza Armerina nella. XXIV Legislatu;a. ln collaborazione col gen. A. Gra.zia.ni puhblicò una monogr'!-fia sulla p iazzaforte di Verona.

Cian-i A larico. Generale, na.to a Corinaldo nel 1842. Sottot. nel 1863, combattè n el Ùl66 e si meritò ·1a menzione onorevole. Nèl 1890 fu colonnello coman dante il 67° regg. fanteria e, magg. generale nel 1896, comandò la brigata Vene~ia . ::-{cl 1898 lasciò il sei;_vizio a ttivo. Nella ! iscrva divenne ten. generale nel 1906.

Cianciolo (ba.rane Vincenzo). Generale, n. a Me3-

Cia nidrico acido (o prussico : HCN). Fu scopert.:>

Cùmg-Kiao-1Iuang. Località della Cina nella provincia del Pe-ci-li sulla strada cli l'echino. Il lì scttc1t1bre 1860, durante la guerra fra gli anglo-francesi e la Cina, una colonna degli alleati, moss,t da 1\l[atao il 1S tembre incontrò l'ese.rdto nemico, forte cli circa 25.000 uom ini, nei pressi di C., sch ierato e triucerato presso un canale e appoggiato da numerose artiglierie, lungo una linea di drca 6 chilometri. La lotta, iniziatasi verso le 10.30 del mattino, ebbe tcrmme verso le 15 con Ja vittoria completa degli a lleati, che ebbero pochissime perd ite, memre gravi furono quelle dei Cinesi i qua li abbandonarono anche ottanta cam10ni.

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Cia ni (Tam.maso). Scrittore d el sec: XIX. Fu premiato ,ti concorso del 1885 per un (( L ibro del Soldato)), insieme con l'Abba e il Mariani; ·e premiato ancora per « Letture e conieren.ze pcl soldato )) , in concorsi banditi dal Ministero.

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CIA da Scbcele nel 1782; e, per caso accidentale, procurò la morte a I suo stesso scopritore. Puro e anidro, ~i presenta allo stato di liquido limpido, i1icolorc, dotato di particolare odore di mandorle amare, forte e stupefacente, che produce una sgradevole irritazione alla gola. Possiede una elevatissima tensione di vapore pe• cui, anche a temperatura ordinaria, volatilizza con estrema facilità, diffondendosi rapidamente neil'anno~fera: i suoi vapori sono sen;.1a colore. A 15° cristallina in una massa fibrosa che fonde a 13°,8. E' combustibile e brucia con fiamma violetta; si mescola facilmente con l'ac-qua, con l'alcool, con l'etere. L'A. C. e i cianuri costituiscono i veleni più energici che si cono~cano, non tanto per la piccola quantità di essi .necessaria a produrre la morte di un uomo, quanto per la rap idità fulminea della loro azione. L'A. C. è U..'1 potente veleno del protoplasma sia ,·egetale che animale. E' accertato che esso, entrato in circolo nell'or ganismo animale, si combina facilmente con la metaemoglobina del sangue formando la « cianmetacmoglobina >>, non più adatta alle ossidazion i intraorganiche indispensabili per la vita. Studii più recenti tenderebbero a dimostrare invece che l'A. C. altererebbe il sistema ner· voso, causa ndo la paralisi de! centro respiratorio. Esso . perciò vien definito come un veleno delle cellule viventi e specialmente di quelle ematiche e nervose. Assorbito a llo stato liqu ido per contat to con le mucose, ojJpure per le ,·ic respiratorie se allo stato di vapore, ]'acide, cianidrico manifesta un effetto tossico di pron tezza istantanea. Per queste sue energiche proprietà fisioi.;gichc i chimici pensarono di utilizzarlo come aggressivo durante la ·grande guerra. Senonchè, a causa della sua elevata tensione di ,,apore, che ne provoca l~ diffusione con estrema rapidità, anche se mescolato con altre sost.lllze che dovrebbero renderlo persistente, esso non offri risultati soddisfacenti. E infalfi, l'indice di tossicità « Haber >J stabilito per l'acido cianidrico, a second,1. della sua conccnt.rn.zione, varia da 1000 a 4000. La Francia ebbe :fiducia nella sua efficacia e ne preparò in abbondanza, impiegandolo in una 111iscela che denominò cc Vincennitc » costituita da: acido cianidrico p. 50, cloruro di arsenico p, 30, cloruro tannico p. 15, clorofotmio p. 5, di cui :ie produsse in tota)~ tonn. 4160. Anche gli Inglesi impiegarono l'acido cianidrico per le cariche di proietti di artigEeria, in un miscuglio formato da: acido cianidrico p. 55, cloroformio p. 25. clorueo arscr.ico p. 20. La rapidità dell'azione tossica dell'A. C. non permelte l'intervento di un aiuto cfficàce. Comcmque, vengono indicati, quali antidoti: inalazioni di etere, o cli cloro, ' o di ammoniaca; uso di caffè forte, oppio, belladonna e, in ispecie, iniezioni di a tropina alla dose di cgr. uno in 10 eme. di acqua. Sono altresÌ consigliabili le pr:itichc seguenti : respirazione artificiale con ossigeno; massaggio al cuore; applicazioni fredde alla nuca. Per la difesa individuale dei combattenti, sia contro l' A . C. che i suoi derivat i a.logenati, venne prima consigliata l'aggiunta di acetato basico di n ickel e, ir. seguito, del carbonato basico di nickel alla carica normale degli apparecchi respiratorii di protezione. L'A. C. viene adoperato per fumigazioni a scopo di disinfezione delle caserme, delle navi, ecc.

Ciano (Alessa11dro). Ammiraglio, n. a Livorno nel J871 , entrato in s<'rvizio nel 1885, collocato in P. A. nel

1920, promosso contrammiraglio nella Ri~ei-va Navale nel 192.3 e ammiraglio di squadra nel 1926. Cia11-0 Costa11zo. Medaglia d'oro, ammiraglio di di visione, 11 . a Livorno nel 1876, fraicllo del prece.dente. E' una delle p iù nobili nostre glorie marinare. Entrato a 15 anni ali' /\ccadc:nia navale di Livor.!lo, ne usct G uardi:unarina nel 1896, sottot. di vascello nel 1398, tenente nel 1901, prese parte, quale capitano di corvetta, alla campagna di L ibia, distinguendosi particolarmente nella pr~,;a di Tobruk, ove riuscì a far prigioniern il comando del presidio con tutto lo stato maggiore. Durante la guerra 1915-1S, poi, al comando dì flottiglie di Mas, o di ca.cciatorpediniere, compì tutta una serie di gesta audaci ed eroiche, che valsero a circondare il suo nome cm,1e di un'aura leggendaria. :-.Jel!a « Beffa di Buccari >l fu decorato delb med;tglia d'oro al valor mili:are. Fu iru,ignito inoltre di quattro medaglie d ari;eutc e una di bronzo; fu promosso capita-no di frrgata a scelta ecc::zionale e ca,pitano di vascello p,:r merito di guerra. In un'azione rima.se ferito. Inoltre ebbe la croce òi uff. e di Cll•nmendatore dcll'O, M. S., quest'ultima confe!'itagli pn l'impresa di Po!a, da lui prepa.rata e protetta (maggio 1918). Lasci::ito il servizio attivo nel 1923, venne promosso contrammir. di divisione. Nel 1921 venne cle1to deputato; dal 1?22 al 192-l fu sottosegretario di Stato pe.r la Marini, e ntl 1924 ,,enne nominato 1-finistro delleComunicazion(. L'impresa di Euccari è cosi ranunenta.ta nella motivazione di medaglia d'orn: « Al comando di una squadriglia di l\Ias percorreva 90 miglia entro mari nemici, spingendosi per angusti sinuosi canali, sorpassando strettoie sbarrate e difese da artiglieri<.', iaggiun1enclo lo scopo di lanciare i sci, siluri delle sue tre unità contro le navi rifugiate nella parte più prcfonda di un mt:nito ,rncoraggio avversario. Rifaceva quindi lo stesso cammino esponendosi alla. reazione ,iel nemico, la quale, per mai-e, j,er terra, per aria. si 'presentava faci lissima, naturale, sicura sulla via del ritorno » (Buccari, 10-11 febbraio 1918).

Cianogeno brom ur o (CNDr). Si prepara facend0c agire il bromo sui cianuri metallici, oppme sull'acido cianidrico in soluzione diluita e raffreddata. E' un composto solido, cristallizzato in aghi o prismi trasparenti. facilmente volatile, tri:~a.ndau te odore for te e penetrante. Allo stato di vapore è solo parzialmente e con. ritardo fissato dagl i afc3Ji caustici; ma la calce sodata lo dècomponc con facilità e ne fissa i prodotti dedvati. La sua azione tossica, pur essendo notevole, è inferiore· però a quella del fosgene e si valuta a 1/ 10 dell'attività di questo. Ma esso è dotato anche di proprietà vescicatorie e irritanti le quali, a differenza dell' iprite, si. manifestano rapidam~ntc. Il bromuro di cianogeno fu impiegato dai Francesi edagli Austriaci, i quali, fin dal dicembre 1917, lo usaro110 largamente in proietti carichi a « Campiellite » -


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m iscela costituita da bromuro di cianogeno p . 25, bromacetone p. 25, benzolo p. SO - cl1e prese tale nome da Campiello, la località. italiana contro la qua le furono tirati i primi p roietti. Q uesti erano dipinti in rosso e contradd is tin ti con la lettera C . se carichi di solo brom uro di cianogeno sciolto in poco benzolo; e con la sigla CB invece se contenenti la campiellite. Cianog~no clonl1'o (CNCI). Si ottiene facendo agir~ il cloro s ui cianuri metallici, in p resenza di solfato di 2.inco, oppure sull'acido cianidrico, in soluzione 16 :100 raffreddata con neve e sale. Il cloruro di Cianogeno è u n gas che facilmente si condensa in un liquido mobiliss imo, estremamente volati le, poco solubile nell'acqua, -di cui è pitt pesante; si scioglie facilmente nell'alcool e nell'etere e cristallina a 5. I suoi vapori hanno odore .assai pungente e irritan te ed eccitano una irresistibile lagrimaz ione; ma il composto è dotato anche di azione tossica e, se respira to in ambien te che ne contiene nella proporzione del 0,3% in volume, produce asfissia. in un minuto, quindi convulsioni e in.fine la morte in. tre min u ti. Allo stato d i vapore è solo parzialmente fissato da.gli a.leali caustici, ma. la. calce sodata lo decompon·, prontamente e ne fissa i p rodotti. che si generano dalla scomposizione. I F rancesi lo designarono col nome di « Mauguinite ll e, durante la ~uerra, lo impiegarono sia solo che 11ella. miscela denominata << Vitrite l>, composta di : clo.ruro di arsenico p. 30 e cloruro di cian ogeno p. 70.

Ciàssare. '.Re della :Media, sa.lito al trmw nel 631 a. C. Combattè i Lidi, respinse una invasione di Scit i, vinse gli Assir i, prese e distrusse la ca.pitale Ninive. ]{egnò per 40 anni, portando a ll'apogeo la potenza. dc Ila Media. G li successe il figlio Astiage. A lui si deve uno dei primi ordinamen ti militari; differenziò infatti le schiere degli astati, sagittari e cavalieri, che p rima. combattevano frammisti, assegnando a ciascLmo il p rop rio , posto nell'ordinanza di battaglia. /

Ciatalgla. Linea fortificata attraverso la penisoia d'Istrangia (Bosforo), che va dal lago di Derkos (M. Nero) fo10 ai golfo di Cekmedgie (M. di Marmara). E' costituita da una serie di operè di fortificazione permanente che' abbracciano una estensione di ci.ca km. 40. ed l1a su.I fronte N . O . terreni paludosi per buon tratto, così da ostacolare 1} zona d'avvicinamento alle for-tificazioni. La rete s tradale esterna si limita a.Ila grande rotabile che d a. Adrianopoli porta per C. a Costantinopoli, ed alla strada. costiera che s'unisce alla prima a Bujuk-Cekmeàgie. Tale 1,nea, p rogettata la. prima volta

Cianuri (Sistema j,er fissare l'azoto atmosferico). Il processo ai cianuri, per fissare l'azoto a tmosferico e p reparare quindi l'ammoniaca, è fondato sull'impiego .di a lca!i e terre alcaline che, mescolati a carbone, vengono scald ati ad a lta tempera tura in presenza di a.ria . Lo/ sviluppo p reso da p rocessi industria lmen te piì1 red-ditizii, per la fabbricazione dell'ammoniaca sintetica, ha fatto cad ere in disuso quello a i cianuri, il quale però si presenta sempre adatto pe.r la prepa.razio<1,e del cianogeno e dei cianuri, composti che ebbero largo im_p iego bellico duran te 'a guerra. Cianuro di benzile br01mtrato (Nitrile fenilccetfro bromurato). La pre,l)arazione industria le di questo composto è fondata sulla preven tiva fabbricazione del cianuro di benzile e successiva. bcornura zione d i esso. Gli stud ii vennero inizia.ti in Francia d a Job verso la fine del 1916, ma fu solo nel 19 18 cl1e se ne raggiunse la pratica attuazione, per cui non ebbe impiego che solo n egli ultimi mesi ciel conflitto europeo. I Francesi lo denominarono « Cam ite ». I l c ianuro di benzile bromurato è solido ; possiede debole tensione di vapore e a t a le ragione si d eve la sua caratter istica di aggressivo permanente. Esso ha gradevole adore; attacca facilmente le mucose manifestando azione lagrimogcna, ma è anche dota to di proprietà soffocante d i energia toss ica _pari a quella del cloro.

Ciarpcllone, Valente cor,clottiero ciel sec. XV. Di·fese nel 143 1 il territorio cremonese contro il Colleoni, .ma ne fu battuto e preso i:,rigioniero. F u poi con lo Sforza e prese parte alla batt. cli Soncino. Passato con 300 cavalli al Colleoni nel 1440, tornò ancora poscia -con lo Sforza e nel 1443 prese e saccheggiò Civitavec-chia; nel 1444 battè a Montemilione il Piccinine. Lo Sforza, avendo avuto sospetto che il C. volesse torna.re ai 'Visconti, lo fece nel 1444 arrestare a Fermo e impiccare.

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Le ct1rese et! Cfatalg'f.a (sec. XIX) dal B ria.lmont, fu nel 1878- 79 perfeziona ta da B luhmpa.scià e da ingegneri tedeschi, a protezione di Costantinopoli. Essa venne costituita da due ordini di fort ificazioni con qua lche opera avanza ta, i.n origine 27 forti, ai qua li sono state aggiunte più tardi altre 7 opere. La linea più arretrata d elle fortificazioni è collegata a meT-zo di ottima rotabile, che da Karaburun sul M. N er0 si spinge fino ad H ademkoj, dove s'unil)Ce alla ferrovia proveniente da Adrianopoli, Battaglia di Ciata.lgia ( 17-18 novembre 1912 - 1• guerra balcanica). Dopo là sconfitta di Kirk-kilissè, i Turchi r ipiegarono sulle posirloni d i Ciata.!gia, dove l'e-


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CIA

scrcito fu ricostituito su tre C. d' A. appoggiati da due <:orpi di riserva; le sue cond izìon i) già gràvi, furono peggiora.te dal colera, portato dai battaglioni giunt i dall'Anatolia . Le posizioni di C. erapo , armate da molte .batterie di medio calibro e da ci:~.t 120 pezzi d a campagna; concorreva a lla d ifesa la flotta turcts da i Mar Nero e d,d Mar d i :.\1armara appogg iandone i fianchi -colle artiglier ia. La dr. era tenuta da l III corpo CMa.h mud )fo luar Pascià) il centro dal II (Sche,·ket T urgm Pascià) ; 1:1 s:nistra dal I (Javer Pascià). Mentre i Turchi org2uizzava110 la 1·esistenta., i Bulgari, ostacolati d al le pessime cond izioni delle sti:ade, giung~vano p resso I~ linee nemic he, dov·?, fra il 12 e il 16 novembre, prepararono l'a.ttacco rìconoscendo le p osizion i e avanz ando !e grosse · art iglierie; il gen. Dllnitrev co1nan,dante della 3" armata e dell 'intero corpo di operazion, si stabjli a Ermenikoj , il gen. Kutinchev, comandante Ja l" armata, a K adikoj. Per l'attacco si disponeva in tutto di 140.000 u. con 500 cannoni dei vari cali bri. Non potendosi aggirare la linea nemica, s i decise d i sfondarne il cen tro. La l " armata, con la 1• e la 6" d ivisione in p rima linea, doveva a ttaccare il pon te della ferrovia su l Karasu. _le alture ant istanti ad Hadcmkoi -quelle ad O\"est di N akkaskoj e le opere di Gazibajir; ìa 3' armata, con la 9• e la 3• divis . in 1• linea, doveva attaccare in d irezione Jazoiren le opere di Karadjali. i forti di B aker ed Azim Pasha e le alture a N: di Aivatli. li 17 novembre ebbe principio l'azione con un vivo ,d uello di artiglieria , poco efficace da pa1i e bu lgara a -cau sa della eccessiva. d istan za d elle bat terie. Dopo qual-che ora le fanterie bulgare avanzarono, scnxa però r~gg iungere le linee tu rche, a causa dell'efficace f uoco della d ifesa. N d la giornata del 18 la battaglia inf uciò su tutto -il fronte; i B ulgari r iuscirono in qualche punto ad en tra re nelle posizioni ,nemiche, ma contrattaccati -efficacemente, f uròno costretti a ripiegare con gra.v issinve perdite; verso il mezzogiorno l'offensiva era dovunque arrestata ed essi rientra.vano nelle posizioni di partenza. <love si trinceravano. mentre continuava fino a sera il lento duello ~!elle art iglierie. Le perdite dei Bulgari furono gravi ; circa -12.000 u.; assai inferiori quelle dei Turchi cbe avevano combattu to trincerati e: coperti . I l 19 còntirwò il fuoco delle a r tiglierie, ma il 20 sl iniziarono le trat tative d'armistiz_io. 1

Armi-stizi.o di Ciatalgia : Lo firmarono, i n qualità. di J)!enipotenziari, il 3 ·d icembre 19 12: :Oanev, gen. Savof, gen. Ficev, per la Hulgaria, la Serbia e il J'v[on tenegro, e Nazim Pascià, Rescid Pascià, Alì R iza Bey, per conto delìa Turchia. Si stabilì la sospensione d elle ost ilità in attesa delle t rattative di pace, che dovevano i n iz ia rs i entro dicci giorni a Londra. Si stabilirono anche altre condizioni p er il caso che le trattative fossero fal li te. Le truppe dovevano, in attesa, rimanere nelle rispettive posizion i, coll'obbligo, per la Turcnia, <li to glie re i l blocco dal :Mar K ero e permettere i r ifornimen ti del nemico, s ia per mare che per icrrovia, a ttraverso la :wna. d i Adrianopoli.

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Cìatti (Bartolomeo) . Generale, n . a F irenze nel 1850. Sottot. d ei grana tieri nel 1868, fu ad detto a ll'Iotituto geogra-fico mii. e, promosso colonnello ( 1901), fu nomi n at o comanclaJ1te del 52° ,-egg. fanteria. Ebbe da maggior generale iì coma ndo della briga ta. Cremona e collocato in P . A ( 1908) r aggiunse nel 1923 il grado <li gc·nera le di d ivisione; ne l 1927 a ndò a r iposo.

Oiba le (la.t. C-ibalae). Anl. ciuà della Pannonia. inferiore fra. Sava e Drava, cor rispondente a Svilaill o a Vinteow. Vi si combattè (8 ottòbre 314 d. C.) una battaglia che appartiene alla guerra scoppia ta tra l' imperntore d'occidente Costantino e l'imperatore d'oriente L icinio. Costa.nt i110, temendo che suo cognato L icinio per ambizione di potere gli tagliasse in Occidecte le comunicazioni tra le province inerid iona li e le setten trionali, gli d ividesse cioè l'Italia e l'Africa dalla. Gallia e da.Ila l3rita.nnia, cercò di strappare a Licinio l'lllirio, per farne un territorio neutro. Costantino in vase l'Ill i1·io con 25.000 soldati ben agguerriti e a Cibai~ incontrò L icinio che disponeva di forze superion. La lotta durò accan ita. per tutta la gior nata, e terminò col sopravvento di Costantino; le · truppe di Licinio si rit irarono, ma Ja latta fu p resto ripresa. Cibar (ant. Cibrus). Affi. d i dr. del Danubio, in B u lgaria.. X el 33 a. C . si combatti: sulle sue r ive una battaglia fra Roman i e Bastami. Questi u ltimi, passato il Danubio i nferiore in ta le anno, si erano stanziati tra i l Cibrus e i m. Balcani, donde fecero invasione nella T racia, spi ngendosi fino a i confini della Macedonia sotto la condotta del loro re Deldo. U !l principe trace invocò ed ottenr1c l'aiuto del governatore romano di questa provincia, ~fa.reo Licinio Grasso, il quale, in grande battaglia sul ·C ibrus sconfisse i Bastami e li ricacciò al di là dei Balcani. D eldo perÌ nel combattimento. Ciba re , Così dicevasi anticamen te l'ope~azione dell'innescare col polver ino le armi da fuoco por tatili. Cicala. Comune in prov. d i Catam;aro, fra i monti della Sila.. Nel 1806 fu occupato dai Francesi, coman' dati dal gen. Franceschi. Improvvisamente gli abitanti si ribellarono; la rivolta fu domata con estrema energia e l'abi tato fu posto a ferro e a fuoco. Quelli eh,, riuscirono a sfuggire al massacro si dispersero per le campagne; chi f u trovalo colle a r mi venne fucilato. Cicala Scipione. Capitan- pascià e gran visir di ~faomctto III noto sotto il nome d i Sina1t-Pascià -Gigalizadè. D'or ig ine siciliana, prese parte ad una serie <li avventure guerresche. Fra queste una delle principali ft-1 la spedizione marittima con cui devastò il litorale <lelk. Calabr ia, r iducendo in cenere Reggio e Cariati ( 1550)

Cicatrici (Med icina Legale Militare). R appresenta.no gli esiti del processo di guarigione delle feri te ~ son formate da un tessuto organizzato e stabile, che ripara la perd ita di SOc,tan za. Esse possono essere s uperfic ia li o profonde. a seconda_ dello spessore dei tessuti lesi, e perfe ttamen te iineari qu,tndo il processo di riparazione 110:1 sia tur::iato da ll'intervento d i ger mi patogeni (guarigione per prima inten:tione); mentre resid uano cicatr ici p iù o m~no irregol,tri, retrattili, aderenti a i tessuti profondi ( aponeorosi, m uscoli, tendin:i, oss1. ecc.), con c()nseguent i deformità e d isturb i funzionali ( cicatrici viziose e defor mi), quando interven ga una flogosi su ppurativa. (guangione per seconda intcn zionc'i. · A volte le cicatric i hanno u na evolu zione decisa.mente morbosa, sia per sottiglh<na. e facile. u lccrabilità del tessuto ,cicatriziale, s ia, viceversa, per un e...~g:erato accre-

scimento cli esso ( cl1eloi·di); inline possono essere sede d i dolori i,evra lgici (cicatrici dolorose). Dal pu'.lto . di vis ta medico- legale le cicatrici vanno considera:•è nei riguard i della idoneità fisica al servizio 54


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militare, r., in caso di ferite riportate per causa del servizio stesso, in i-apporto f:.lla .menomata capacità lavorativa del soggetto ed al conseguente ;;,dennizzo. Ai sensi dell'art. 17 dell'Elenco A delle imperfezioni ed infermità, le cicatrici sono causa d'inabilità assoluta a1 servizio militare « quando per sede, estensione o aderenze C()ll tessuti sottostanti disturbino notevolmente i movimenti o la funzione di organi importanti, quando siano facili ad ulcerarsi, o quando producano notevole deformità del viso». Riguardo a quest'ultimo carattere, però, bisogna t~ne; presente che la deformità della fisonomia del soldato, dovuta al:! una cicatrice, non dev'essere valutata a lh stessa stregu:i. con cui si valuterebbe il deturpamento délla bellezza di un viso femminile. Per un giudizio d'ir.àbilità assolut~ al servizio militare, la deformità dev'esser tale da rendere il soggetto ridicolo o ributtante nell'aspetto, per cui la pern1anen.za sotto Je anni sarebbe, per ovvie ragioni, impossibile. Riguardo alle cicatrici craniche, il parere medico-legale deve basarsi pr incipl!mente sulla possibilità o meno di portare il copricapo militare, specie l'elmetto metallico, tant•) p iù se trattisi di cicatrici sottili e, quindi, facili ad ulcerarsi sotto l'azione dcJ,li sfreg-amenti di esso. Le ci~atrici, consecutive a ferite riconosciu te dipen•• denti da ça,usa di servi;:io, sono prese in considerazione, come si è detto, ancbe per l'indennizzo, il quale naturalmente varia a seconda della entità di esse e del conseguente grado a i riduzionè della ca,pacità lavorativa. Ai sensi del D. L. 20-5-1917 n. 876 e del R. D. 12-71923 n. 1491, sono ascrivibili a lla settima categoria di pensione '< le cicatrici estese e profonde del cranio, con perdita di sostanza delle oss.. in tutto il loro spessore, senza disturbi funzionali del cervello », cd alla ottava categoria <( le cicatrici della faccia, o di qualsiasi a ltra parte del corpo, che siano estese, o dolorose, o aderenti, o retratte; o facili ad ulcerarsi, o meno che per la lorn gravità non siano da equipararsi. alle infermiti,, di cui alle categorie precedenti». Viceversa, in caso di riduzione della capacità lavorativa al di sotto del 30%, esse poira..tmo dar diritto solo ad un semplice inç!ennizz-: temporane0. Il D. L. 20-5- 1917 n. 876 prende in cousiderazione anche « le contratture, le retrazioni, le aderenze muscolari, tendinee o aponeurotiche quando, coll'alterat1 funzione muscolare, rechino notevoli e pennancnti disturbi ad importanti movimenti ii . Tali aitera zioni morbose sono contemplate nel n. 16 della sesta categoria. _ 1 ella valutazione medico-legale delle cicati-ici è da tener presente la non rara eventuaJit.à. che il soggetto esageri i distu.rbi determinati da esse, ovvero che cerchi di aggrava.me l'ent.i tà con applicazione di sostanze irritanti e conseguente ulcerazione del tessuto cicatriziale. :Nei primo ca.so l'esame clinico accurato permette spe~so di svelare l'csa.gcrazione della sindrome; nel secondo caso la sorveglianza e la protezione della parte, grazie ad un congruo periodo di osservazione in Ospedale, metteranno il medico in condizione di 1,iconoscere la frode. Dell'argomento òtlle cicatrici consecutive a lesioni provocate si è parlato alla voce Autolesi01,ismo, tutt'altro che raro in tempo . di guerrn. Degne di spe~ ciale menzione sono le cicatrici dovute a ferite da pallottola di fucile per colpi a bruciapelo, facilmente riconoséibili per la caratteristica fonna reggiata anche in queila consecutiva all'orificio d'entrata.

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Ciccarelli (Alfonso). GeneraJc, nato ad Aqui!<'t nel 1863. Sottot. d'art. nel 188.3, raggiunse nel 191S il grado di coloru,ello e partecipò a(lc campagne del 19151916- 17 in qualità di comandante del 123° regg. fanteria 1\'LM. e di comandante del presidio di Gradisca. Nel 1917 fu p romosso magg. generale, e, collocato in P . A. S . a sua domaJ1da (1920) raggiunse nel 1923 il grado di 1 generale , di divisione. · Ciccodicola (Fr.derico). Colonnello e diplomatico, n . ad A.q)ino, m. a 2'apoli, (1860-1924). Sotto!. di fanteria nel 1879, fu in Edtrea e si meritò due mcd. d'argento, una ad Agordat ed Uim a Senafè; durante l'assedio di Adigrat comandò J'aftiglieria. Lasciato il servizio attivo, fu nominato ministre, plenipotc.nzia.rio pres.so il negus Menelik, rimanendo in Etiopia oirca. dieci anni. Dopo ebbe incarichi diplomatici presso il re del Siam. Aiutante di campo onorario del Re, nella riserva raggiunse il grado di • colonnello. Cicconetti (Luigi). Generale, n. a Poggio Mirteto (Rieti) nel 1368. Sottot. d i fanteria nel 1889, frequentò la Scuola di guerra e :nsegnò ·storia mil. a l cor:;o ufficiali di complemento di Bologna (1909-1911.). Si distinse durante la campagna italo-turca (1911- 12-13) quale ufficia.le. addetto al comando della 5" divis ione speciale, meritandosi una mooa.glia d'argento aò Asabaa ( 1913). Dopo avuretto la carica di S. M. delle truppe dell'F. r itr,:a, r iconfermò le sue c;u,d iri, di valoroso comawbntc durante la gueru l :lì 51918, dove ottenne una seconda medaglia d' argento, quale coma.nda.ndante di brigata, nel maggio-giugno 1917 n 11a zona di Versic; una promoz-ione per merito d i 7 guerra al grado di maggior ge- ' 1 nerale e la croce di ca v. dell'O. M . S. a l comando di un sottosettore di d ivis. sul Basso Piave nel novembre-dicembre 1917; la croce di uff: dell'O. M. S. qu~le. capo di S. M. dell'armata del Montello nel marzo-g iugno 1918 e quale comandante di divis. durante la battaglia di Vittorio Veneto. Dopo la guerra comandò successivamente le divis. mii. d i Padova, Palermo e N apoli, e nel 1926 assunse la carica di generale di divis ione addetto al R. Coypo di truppe colonia.li della TripoJitania. Cicerchia (FeUce). Generale, n. a Palestrina (Roma) nel 1863. Sottot. di cavalleria nel 1886, partecipò alla gt1erra 1915- 18, distinguendosi quale colonnello comandante del regg. cavalleggeri di Palermo durante lè operazioni del g:ugtJo 1916 sull'altipiano di Asiagu. Nel 1918 fu nominato comandante del '1° ·r aggruppamento clelle trupp~ ausiliarie italiane in F ra.nei-a. e nel 191Y ebbe il co,nando del deposito cavalleggeri di Alessan-


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CIC

clria. Collocato in congedo ( l 919) col grado J i brigadiere generale. assunse nel 1923 il grado d: generale di br1gata.

Cicerone (Q,tinto) . Generale romano del I secolo a. C. N cl 61 era governatore del!' Asia; fu poi luogotertcnte ' di Cesare in Gallia e in Bretagna. Seguì le pani d i Pompeo r:ella guerra civile e finì ucciso in Ro,na d a i seguaci di :Niarco Antonio. Un suo fratcilo .'li.a.reo segul pure le sorti d i .Pompeo e combattè a Farsaglia; iu poi luogotenente di Bruto in :vracedonia e, dopo l':imnislia, torilÒ in Roma.

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La tra sformazione dei tradizionali Bersaglieri fo .Bersaglieri ciclisti fu ispirnta a l concetto di rende.cc più spiccata nei bersaglieri la caratteristirn fondamentale del mov imento celere, e si esagerò tanto nel p reveder.::

Oiceruacch io (Soprannome di Angelo Bmnetti). 1·

n. a Roma, m . a Cit Tiepolo presso Rovigo ( 18021849). Capitanò le dimostrazion.i romane chiedenti le riforme a P io IX. Proclamata la repubblica in Roma, la sua influenza crebbe: fu ca.ro a Garibaldi, che segui nella ritirata del 1849; sbarcò con lui a llfag:navacca., e nella pineta di Ravenna si separò da lui. Preso dagli Au striac i venne fucila to il 10 agosto con due con,pagni e con due figli, uno

l'-!l!!!."ll!IIII"',

dei quali a-ppena tredicenne.

Ci cii iano (ant. Sicelion). Comune in prov. di Roma. Era posizione strategica impor_tantissim:i, su çu i i Romani avevano costruito una stazione mii. e una fortezza cli sbarramento. •Fu baluardo dei Tiburtini e nel IX sec. fu devastato dai Saraceni. Cicinello (Andrea, dei Principi di Cursi). Generale del sec. XVII, al servizio della Spagna . Nel 1675, col grado di cap itano di corazze, fu inviato, con diciassette bastimenti carichi di truppe, io rinforw aJ vicerè di Sicilia. Don Federico di Toledo, che ~lava in campo contro Jvfessina, occupat~ dalle anni francesi ; comba.ttè vittoriosamente a Len tini, fu comandante delle forze raccolte in Catania, per la sua va lorosa co:1dotta fu nominato colonnello di un ,«Terzo» di sold ati alemanni. Partecipò a i numerosi fatti d'annc di quella guerra, fu gravemente f e.rito, e preso prìgioniero. R iscMtatosi fu nom inato, in ricomJ)énsa d(l>i se1vigi prestati, se.r.g. generale di battaglia nei Paesi Bassi e terminò la ca.rde.ra. come governatore di Siracusa.

~:sercilazion ; con b icicletta sno<lata (1899)

le nuove possibilità del corpo specia le, che da aJcuni fu persino preconizzato il tramonto della cavalleria. Si batteva evidentemente una strada falsa, perchè i due m~zzi non possede,,ano isolatamente tutti i rcquìsiri necessari per assolvere compiti ritenuti propri a ciascuna specia lità, e si favoriva in tal modo :in dannoso antagon ismo fra d ue mezzi, i quali, anzich~ esch:der~i a vicenda, solo completandosi poteva.no asso lvere i nuovi compiti che le esigenze della guerra moderna vcn ivano loro affidando. Oggi, cavalleria e cicli,ri sono utilizzati nelle loro particolari caratteristiche ed ~ possibile in ta l modo trarre isolatamen te da ciascun mezzo tutto il rendimen to possibile, e dall'organica loro fu s ione un nuovo e moderno mezzo adatto alle attuali esigenze della lotta.

Ciclisti (Reparti). Truppe montale s11 biciclette. Ne hanno tu tti i pr.incipali eserciti. Presso di noi esistono 12 reggiment; bersaglieri ciclisti. Impiego dei-, c:i__clisti. Isolatamente, i:n piccoli miclei,

Ciclisti In Llbla (191<2)

s/,l10 particolarmen'te idonei al servizio dei collegamenti

i fanno parte, p ertanto, dei mezzi di trasmissione assegnati ai ccmandi, ai p lotoni e alle sezioni d i coliegamento., Orgar:izzati in reparti organici, assumonil la caratteristica di u nità celeri.

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I bersaglieri ciclisti concorrono, nella quasi loro totalità , a lla cpstituzù:mc delle Divisioni di cav:dleria. fornendo a queste grandi unità quel concorso cii fuoco eh•, oggi loro occorre per continua re ad assolvere i çomp iti


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propri dell'arma. Ai battaglioni ciclisti aSl'egnati alle divisioni di cavalleria, si prevede di poter affidare i seguenti compiti: a) occupazione di posizioni particolarmente importanti ai fini della manovra ; b) massa di fuoco a disposizione delle s ingole colonne ovvero d elle r iserve del Comando della divisione, ed in via subordinata e complementare; c) s icurezza in marcia ed in stazione; d) esplorazione. I battaglioni ciclisti possono essere inoltre impiegali come unità indipenden ti e con compito ben defini to. per occupare e mantenere, per_ un certo •.empo, posizioni impor tanti ; per costituire massa di fnoco e movimento da utilizzare a l momen to opportuno, nello sfruttamento del succCSl'o; per formare unità di riserva di facile e pronto imp iego; per fornice 1 eparti idonei ad assolvere compi ti specia li dL car:uTrofeo da. l.lracclo tc re ed i mporta;iv~'L pa!"t'· \ CtCllstu) colari. I battaglioni cicl isti fondano la manovra sulla rapidità del movimento e combattono col fuoco utilizzandolo, intensi ficandolo. mercè la mobilità, che perqette rapidi cambiamen ti di posizione e ardile mahone (V. Bersaglieri e Bicicletta).

Ciclist i dei corpi. Ne ha u n nucleo ogni corpo c servono per la celere tr,1.smissione di ordini, not1z1e, avvisi sia in tempo di pace che in tempo di guer ra.

Ciclope. Nave sussidia.ria di 4" classe (Rimorchia tore d'alto mare) varata a N"apo li nel 1902, lunga m . S~; /

larga m . · 9,04, d islocamento tonn. 840, macchine HP. 1897, armamento 2 - cam1oni da 57, 2 da 37 H; stato maggiore 3, equipaggio 65.

Cicogna. Nome dato talvolta all'an t. macchina da guerra detta Tolleno1te (V.) . Cid Campeador (Rodrigo Ruy Diaz de Bivar dettò i[). Personag!;l!o spagnuolo, in parte storico, in parte leg-

gendario ( 1030-1099) . .Si battè a favore d i Sancio, re di Ca;tiglia, che mercè sua po tè v incere il fratello Alfonso VI _n: di Leon, con cui era in guerra. Intimo e consigliere del Re Sancio, fuic' à. che" questi visse, passò poi ai servigi del fratello. Poco dopo il C., a cui il re n on aveva perdonato il p assa to, fu bandito e i s uoi beni furono confiscati. E gli allora, r iunita presso a Saragozza in un castello, di cui ·tuttora s i mostrano le rovine, una numerosa band.a arma ta. · si mise ,1. guerreggia re per

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proprio conto contro Cristiani e Arabi, volta a volta degli uni o degli altri alleato o nemico. Passò gli ultimi suoi a i,ni nella d ifesa di Valenza contro gli ,\lmoravidi.

Cienfuegos. Città dell'isola di Cuba, in fondo alla "baia di Jagua, (lungà SO e larga 5 km.) il cui ingresso, stretto e tortuoso, è difeso da. u n forte cretto nel secolo XVIII contro i pirati. I l giorno 11 maggio 1898 durante la gucn~ ispano-arncrkana, , quattro navi <\n1ericane, d istacca te dalh squad ra cli blocco dell'ammir. Sampson, iniziaronv, nelle prime ore de l mattino, il bomba..rdamento d i C., mentre otto imbarcazioni, cariche d i armi e m uniiioni destinate agli insorti cubani, si spinge·vano sotto la costa . Fatte segno a l fuoco di alcuni bgl. di fan thfa spag,tuola, riniorzati da formazioni di irregolar i, esse dovettero ripiegare. Contemporaneamente en travano i1l azione le batter ie del faro e della costa. d i C ., e le. navi nemiche f u rono costrette a ritirarsi. Cifuentes. Comune della Spagna, nella Nuova Castiglia, sull'omonimo affl. del ']_"ago. 11 14 settembre 1810, il gen. francese Hugo, saputo che l'Empecinado s i era portato verso C., uscito da Brihucga con 1000 fanti e 350 cavalli, mosse per incontrarlo. Gli insor ti spaguuoli occupavano le pendic i del 'S . Criscova l, e il gen. francese decise 'un attacco avvolgente con un bgl. che, traversando la città, doveva p rendere di rovescio i d ifensori del ca.stello a cui si appoggiava la fronte nemica, mentre j tiratori dovev:mo batterlo intensamente col fuoco. Il movimento riuscì piena.mente e il n emico fu rovesciato in un vicino vallone. Intan to i tiratori, cos1retti dalla efficacia del fuoco dalle alture a lascia re la posizione, già occupata, s i gettarono alla loro volta ·nello stesso vallone si che l'Empecinado, ad evitare di essere preso fra due fuochi, dovette r iti rarsi in disordine. Nella piana in tanto la cavaller ia francese men tre incalzava quella spagnuola , giunta sul ponte del C. fu sorpresa da un ritor:10 offensivo del nemico _e costret ta a ripiegare. Solo !"in tervento della r iserva valse a ristabilire la s ituazione. G li Spagn uoli allora, d isperdendosi in rapida fuga, s i sottrassero all'inseguimento del vinci tore. Cigersa (Luigi) . ?-Jcdaglia d'oro, n . nel 1866 ad Alessandria, cadùto su l!'Altipiano di Asiago nel 1916. Prove.niente dai sottufficia li, si era. già segnalato nella campagna del 1895-96 i n E ritrea. Entrò in guerra ne! 1915, quale capitano nel 30" r egg. art. da campagna. ~ fu ferito a Bosco Cappuccio il 31 agosto 19 15 P ron1osso n1aggiore qualche giorno dopo1 passò al 45° rcg. gimento e cadde eroicamente come è eletto 11clla motiva-zione d ella meda.gli.a. d'oro: « Comandante di w1 gruppo d i batterie in p os i~io.nc aYa.nzata sul mon '. te lVI:osciagb, sostenne, per un intero giorno, una lotta . a lle più brev i distanzr, col nemico. O rd inatogli, pe.r due volte, d i ritirarsi, 1·ispose chiedendo munizioni, e soltanto al terzo ordine s i ritirò ordinata· mente, con le proprie batterie, abbandona ndo per u ltimo le posizioui (:.\fon-


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te ::\fosciagh (Asiago) 25-26 11raggio f916). Cadeva poi colpito a morte da una granata, mentre, sopra una nuova posizione, opponeva efficace, ostinata resistenza al nemico incalzante. Fulgido esempio di eroismo e del più alto sentimento del dovere» (Costalunga, Altipiano di Asiago, 9 giu 6'11o 1916).

1·ime~so :11 onore da re Federico-Guglielmo IV nel 1843 con nuo·.,i stat4t i. Ebbe lo scopo di prestare cure ed assistenza speciali ai feriti di guerra. )fa poi si estese ad opere di cacità e beneficenza a malati, prigionieri, infermi e cond:rnnati, F.hbc per i nsegna un C. col mot• to: « Goti m it uns n (D io è con noi).

Cigliana (Giorgio) . Generale, 11. a Castelli.monte, m . a Firenze (1857-1919). Sottot. dei bersaglieri nel 1875,

Cigno Nen, (Ordi1te del) . }'ondato nel 1350 da Amedeo VII di Savoia , in Piemonte, allo scopo d'impedire guerre privale. I cavali(,ri appartenevano a cinque provincie (S,woia, Ginevra, Bressa, Borgogna,. Vienna). Portavano per insegna un C. N . i n campo d'argento picchiettato iu rosso, su scudo, che dovevano tenere a guis~ d'armc d ifensiva . La stessa insegna doveva essere pure marcata sui vestiti ed oggetti di armamento ed adornamentp. Tale ordine precedette quello della SS. Annunziata di 12 an'1i.

raggiunse il grado di colonnello nel 1S99 e comandò il 9~ regg. bersaglieri. Magg. generale nel 1906, tenne il comando della brigata Sie11 a e poi quello del l'' gruppo alpini. I spettore delle truppe da montagn~. dal 1910 al 1913 e tenente generale dal 1911, fu in Libia coma.n<lantc di divis ione a Tripoli, eserc itando poi le fonzioni di governatore d e!Ja Tripolitania. Nominato nel 1914 comandante de!J'XI corpo d'arm.a.ta, partì con esso nel 1915 per la. guerra contro l'Austria. e mantenne il comando per due anni, meritandosi la commenda dell'O. :i\L S. sul Carso, dove conquistò i l Nad Logcm. Ebbe poi il comando dei C. d 'A. d i ~'\apoli e di F irenze.

Ciglio (di f11oco .od ·interno, erl est-erno). "Nel profilo del parapetto di un'opera di fortificazione d icesi ciglio d; fuoco ed interno l' in tersezione del pendio colla scarpa in tern,1. Dicesi Ciglio esterno, nel profilo del parapetto di un'opera di fonifìcazione, l'intersezione del pend;o colh scarpa esterna. Cigliutti (Celestino). Generale, n, a Priero, m. a Ceva (!83i-1900) . Nominato ~oltot. del genio nel 1S59, parle~ipò a 1,Ia campagna del 1860-61 meritandosi la menzione onorevole all'assedio <li Gaeta. Colonnello nel 1887, fu diretto re del genio a Venezia e poi comandò il 3" regg. genio . .;\lei 1895 fu collocato in P ..\ , e pro}nosso 1nagg. genera le. Cigna di Lignana (Gaetano) . Generale p iemon tese del sec. XVIII , morto nel 1797. P ercorse gran parte della carr iera n el r egg. "La :i\-far ina " · Nel 1795 comandò i11 2", da colo1rnello la. città di Alessandria; l'anno seguente fu promosso brigadiere d i fanteri,c. Cignano. Frazione del comw1e di Ofiliga (Brescia). Il 25 giugno 1441, durante la lotta fra i Viscon ti e, Venezia, Francesco Sforza, a llora conrlottiero per i Vcne,iani, attaccò i Viscontei comandati da -:'\ iccolò P icci nina . La lotta durò fmo a sera e vi si d is tinse il Colleoni, c'omo-ndan tc della dr. ven eziana, che salvò l'esercito dalla sconfitta. Indec iso rimase il combattimento. che costò molte perd ite, fra le quali, per i Veneziani il condottiero Cavalcabò di Cremona. Cigno. Torpediniera d'alto mare, varata a ~apoli nel 1906, lunga m. 50, larga m. 5,29, dislocamento tonnellate 2115.5. macchine HP. 3255, a rmamento 3 cannoni da 47, 3 lanciasiluri: S tato maggiore 3, equi paggio 35. Cigno (Ordine del). Fondato in Prussia 1/el 1-143 e

Cilecca, Dicesi che un'arma da fuoco ha fatto cil lecca, quando nello sparo vi è stato scatto a vuoto. La carica cioè non ha preso f uoco. Cilindro otturatore, E' quella pal'te che oggi hanno tutti i fucili moderni da guerra a retrocarica, e la: quale ha il compito di dare appoggio sicuro e stabile a l fondello del bossolo; d i chiudere perlettamente lo sbocto posteriore jell'anima; di permettere l' introduzione e l'estrazione della cartuccia dalla camera . li cilimlrn otturatore porta con sè va.rie parti per potere ottenere, 1112neggiandolo, ed in Cl!inciro concomitanza con le cli ca.rabina pani della culatta mobi le, l'introduzione della cartuccia nella camc.ra; ev itare lo scatto a vuoto; escludere lo sfonda.mento della capsula; produrre l'estrazione de l bossolo dopo lo sparo, produrre l'espulsione elci bossolo dopo lo sparo; comprimere automaticamente la molla del percussore ( quando i l meccanismo d i percussione fa parte col cilindro). I n conseguenza la ìonna del cilindro otturatore va.ria col va.dare del &istema di caricamento e di ottudzione, di percussione e di scatto. Cosi si ha il Cilinrlro sco1 ,·evo/e ed il Cilindro gire,•o/a e scorr,;,,,ole. -:\ el primo caso i l cilindro ha un movimento -;olo longit udi,\ale di ,ai1data e ritorno lun go ](L Citlnclro <lei rut ile italiano moct. 180·1

direzione dell'asse dell:L canna; nel secondo caso oltre :d mov imcntq longitud inale. ne ha anche UllO ver ticale attorno al suo asse. :N"ellc anni moderne rarissim i sono ancora i cilin dri solamente scorrevoli, perchè coi due movimenti si _h a n1aggior sicurezza e bon tà d i appoggio de l é ilindro

stesso nello sparo, e maggiore semp licità nel congegno gene rale di caricamen to e sp,,ro. Al cilindro girevole è ~orrevole è scrnpre unita rigida1nentc, ln .senso nonnaJ~


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31ario vincitore rle i Ci,nbrl (qUa<lro del p1110re Ali amura)

all'asse, un'appendice ùet ta manubrio, peJ' maneggiarlo con facilità. L'ingrossamento a sfera esisten te ordinariamen te a ll'estremità dei manubrio dicesi noce.

Cima (Giuseppe). Generale, nato a Milano, mor to a T orino (1781-1856). :Nel 1799 si arruolò ne ll'esercito francese, donde passò sottot. di cavalleria al servizio della repubb lica italiana (1802). Nel 1809, combattendo (n Germania, si meritò la Legion d'onore. Nel 1812 partecipò a lla campagna di Russia e nel 1813 a quella di Prussia e venne insignito della Corona Ferrea. Nel 1814, passò a l sen·izio austriaco ove, dopo esser stato .tenente colonnello nel rcgg. Dragoni del Gran Duca di Toscana, venne pensionato . R i preso servizio nel 1848 presso il governo p rovv isorio di Lombardia, fu colonnello co• mandante ed organizz"atorc dei due .regg. Dragoni e Cavalleggeri di Lombardia : nell'agosto dello stesso 1848 passò n ell'eserci to sardo divenendo magg. generale in dicembre. Nèl 1850 fu collocato a riposo. Ci-ma Dodic·i e Cima Un dic-i. Vette culminanti della sbarra montana che divide la Val B ren ta dall'Altipiano de i Sette Comuni, elevantisi a m. 2341 la p r ima, a me•• ti 2227 l'altra. I.ncluse n elle nostre linee a l p rincipio della guerra, furon dovute sgomberare d opo l'offensiva austriaca della primavera 1916, nè furono più rioccupate s ino al termine della guerra. Cima Dodici fu oggetto d i una lunga discussione d iplomatica nel 1911, per una us1u-pazione di territorio nazionale d a parte dell'Austria. L'incidente, che suscitò molto clamore, s i chiuse con la nomina di una commissione, che procedette a lla rettifica del confine.

Oimaglia (Vincenzo) . Scrittore mii. del scc. XVIII, n. di Foggia. L asciò gli « E lemen ti di ta ttica navale ll , ristampati come << Trattato completo di tattica navale l> . · Cimbri. ' Ant. popolo s tan,,iato 11ello Jutland e alle foci dell'Elba, c he ha dato il nome a lla Guerra Cimbrica.

Sullo scorcio del II secolo a. C. Roma fu minacciata da un improvviso assalto di orde barbariche. E rano Cimbri e Teutoni che, abbandonate le loro sedi, valicavano nel 113 il Danubio e si avanzavano nel Norico, nella Pa.nnonia e nell'Illir io, tutto devastando; e, in quello stesso anno, a Neumarkt ponevano a sbaraglio un esercito romano, ·'che, capitanato da Gneo Papirio Carbone, si era mosso da Aquileia per vietar loro i passi delle Alpi e per proteggere i montanari del :::,;-orico e alleati di Roma. I barbari o non seppero o non _poterono approiittare di tale buon successo, e, anzic.hè procedere verso l'Italia , volsero ad occidente: in numero di circa 300.000 a ttraversarono le terre degli E lvezi e dei Sequani e tu tto ponendo a rovina giunsero nel 109 a quelle degli Allobrogi e si s1:ìarsero nella Gallia :Narbone,,e. Quivi a ffron\ati da1 console Ma.reo Giunio Silano gli infliggevano una. grave sconJitta; e due anni . dopo ( 107) costringevano le legioni del console Lucio Cassio Longino a vergognosg_ c,cpitolazione. Le popolazioni della N a.rbonese ne furono atterrite. Tolosa, gi~ a lleata dei R omani, si' dava a i Cimbri (106) i qua li battevano presso la città il console Qu into Servilio Cep ione accorso a sottometterla. Nell'anno successivo lo stesso Cepione, insieme col console Gneo Manilio l\,fassimo, conduceva nuoxe ,legioni contro , i barbari. Ma Boiorige, capo dei Cimbri, sbaragliava. dapprima Scauro, legato d i Gneo Ma.nilio, e sui due consoli, che gelosia e inimicizia facevano d iscordi, otteneva ad Grange il 6 ottobre 105 una strepitosa vittoria. Roma in sì pericolosi frangenti richiamava dall' 1\frica :i\fario. e, fattolo console per 5 anni, lo inviava ir. Gallia a ristorare le sorti della guerra. I l vincitore d i Giugurta, a cui s'crai10 uniti i p iù p rovetti capitani e Silla stesso, allestÌ un nuovo esercito, e, rinforzatolo d i Marsigliesi, di Allobrogi e di Sequani, si collocò dove l'Isère sfocia nel Rodano; ivi si accampò e trincerò e per assicurarsi i rifornimenti fece scavare un canale comunicante col mare. "!\ è volle affrontare il ·nemic(,


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prima di avere riordinato e conferito vigore alle sue truppe, dando loro migliori forme tattiche e pi(1 adatlé• armamento, e agguerrendo l'animo dei ,soldati che l~ precedenti sconfitte, l'impo-nente aspetto dei barbari, la loro foga selvaggia e le urla assordanti con cui muovcvario all'assalto, avevano resi-pavidi. Intanto, per fortw1a di Roma, i Cimbri s i volgeva no contro gli Alverni e poi verso la Spagna, mentre i Teuton.i s~mbra riman essero in Gallia ponendola a ferro e f uoco. Comunq u e i p rimi, respinti dai Celtiberi, popolo della provincia tarr1conense, essi , tutti insieme, s i spinsero nel 103 verso il N ord della Gallia, ma, trovatavi una saldaresistenza nei Belgi, si avviarono verso l'Italia. Senonché le difficoltà' dell'approvvigionamento li cuslriniero a div idersi ;n due masse che avrebbero dovuto poi ricongiungersi nella valle padana; i Cimbri s i diressero verso orienfe e, ingrossati dai Tigurini, popolo elvetico, si affacciarono in 200.000 alle Alpi Rezie; i Teutoni invece, sollo il loro capo Teutoboldo e rafforzati da Ambroni e Tugeni, a lu·e genti elvetiche, nell'estate del 102 passarono il Rodano e s i avvicinarono a l campo ro-• mano. J')i[ario si tenne sulla difesa e lasciò che si avviassero verso i valichi delle Alpi mari ttime, seguendo li passo passo, spiando l'occasione propizia per attaccarli. Questa gli s i offrì ad Aquae Sex6ae (V.) dove debellò completa;nente i Teutoni. I Cimbri ir,tanto calavano in Ita lia per l'Alto Adige. Invano il console Quinto Lutazio Catulo aveva cercato di trattenerli sui passi montani e p resso T rento, chi. le sue legioni, colte da pànico, s'erano vergoi:,'l1osamen te rifiutate di combattere. Gran parte della pianura padana era aperta ai Germani e fu ventura. che i T igurini si fermassero sull.e Prealpi e che i Cimbri svernassero nell'Alta Ita lia, sia per godere dell'abbondanz:, di quelle terre, sia per attendere i Teutoni di cui ignoravano la sconntta. Ciò diede tempo a Mario cli passare in Italia; e :i,ell'estate del 101 a. C. egli valicava il lo superiore con 50.000 u., e, congiuntosi_ con Catulo, il .30 luglio affrontava i Cimbri non lungi dalìe foci delln St;,sia. Quivi ( battaglia di Vercelli o dei Campi Raudii) il va lore discip linato dei Romani e l'arte di Mario trionfavano sulla forza bruta d i quelle orde immense a lle q ua li ìa sconfitta costava la perdita d i 120.000 morti ~ 60.000 prigionieri. tale fu l'eco della. gra.ndc vittoria ~h.e per me1-w secolo Roma potè dirsi sicura da ogn i minaccia di barbari.

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Cimina. Via romana, ramo della Cassia; attraversa.va. i monti del Viterbese. Cimino. 115' Legione della M. V. S. N ., costituita a Viterbo nel 1923. E' su tre coorti (Viterbo,

Acquapen-

dente, Valentano) .

Cimiteri di guerra. G ià d urante le operazioni mi litari Comandi e reparti si preoccuparono di dare onorata sepo ltura a i caduti o a i deceduti negli ospedali.

ctrnitero miJ ll.are ita liano a V,llona Appena cessata la. guerra, i Comandi iniziarono l'ope-

ra di riordinamento dei C., ciascuno agendo per suo conto. Nel maggio 1919 venne nominata una << Commiss iori? Naz.io1taJe per le onoranze ai Caduti>> e il lavoro

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Cimiero. Così fu chiamato e si chiama ancora il fregio che s i eleva sul coppÒ dell'elmo e che tal volta porta p iume, pennacchio, o criniera. Colle anni difens ive metalliche ed antiche, se ne fece molto uso, colle

Cimitero snn Giorgio sulla Zugna

di riordinamento dei • C. fu affidalo al colo1mello Palad ini, coadiuvato da l.lo scrittore maggiore Giannino Aqtona Traversi (1920), da 100 ufficiali, 3i cappellani, 4000 uomini. Vennero allora soppressi 2591 p iccoli C d i guer m, sparsi nelle Alpi, concentrandone le salme in luoglj_i accessibili, in numero, dopo questo riordinamento d i 272.817; si formarono inoltre ossari raccoglienti : resti sparsi dei Caduti. I C. rimasti furono 285, e 61 i nuovi cimiteri costruiti: in tutto, 349. :'.\folte salme sono però anche n ei cimiteri civ ili. / Ai C. vennero dati nomi di eroi della guerra (generale P apa, generale Turba, maggiore Venezian, caporale Sarfatti, capitano Acerbo, ,sottotenente Giuriati, sottomoderne, d: forma antiquata, se ne trova solo p iù in tenente Stuparich, Enrico Tc.ti, ecc.) e s i provvide, a a lcuni corpi d i cavalleria ed in reparti speeialiuati, 't cura specia lmente del!' Antona-Traversi, alle epigrafi, Ii :per usi di parata.

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)fonte Cimone (al 5UOl plNJI. Arsie ro) p iù granrle de i C. di ,;uerra è quello d i R cd ipuglia, dedicato agli « lm-itti della ITJ Annata». L'uffic io centrale per !e r icerche ebbe sede in Ud ine per alcuni a nni e nel 1925 fu trasferito a P adova: fu denom inato cc Ufficio centrale per le cure e le onoranze alle salme dei Caduti in gueni: ».

saria . l i Cimonc fu nuovamente nos tro, ma pur tro ppn per poco, chè il nemico, sull'esempio di quanto noi avevamo pra licato in quello stesso a1rno s ul Col d i Lana e sul Caste lletto della Tofana, a llestì souo la vetta del C imonc una poderosa mina, che fu fatta sa I tare all'a lba del 23 settembre 19 16. Il nostro presidio ( un bgl. del 219" fanteria, brig. Sele) fu quasi completamente ann ientato dalla formidabile esplosione. e la imponante posizione potè essere cosi r ioccupata dal nemico. X ostri tentativi di r iconquista, più volte r ipcluti nei giorni succe.,sivi. rimasero senza successo, così che fino alla fine de lla guerra la \'Ctta dd Cimone rima~e in mano c!ell'a\'versario, mentre noi tenevamo le retrostanti pos izioni del Caviojo.

Ci111011e. Generale a lcn iese (504-449 a. C.). figlio di :\lilziadc, combattè a Salamina. Fu con Aristide comandante della. flotta greca. contro i P ersiani, cl1e vinSc" nel 470; soggiogò la Tracia e riprese, do1>0 tre: mesi d'assedio Taso che s i era ribellata agli Ateniesi. );'cl 46& fu çolp ilo d'ostracismo, ma nel 545 fu r ich ia mato ir, patr!a, )fori di feri ta 1·iportala combattendo a Cip ro. Cim it~•·o rn illl lll'l' dl Os tavi a

Cimone (Mo11tc). Punta estrema dell'altipiano d1 Tonezz;i, che s i pro tende tra le valli del Pos ina e delL \stico, a ridosso di .\rsiero ( m. 1230). Posizione importantissima e molto contesa durante tutta la_ guerre, i talo-austria ca, per l'ampio dominio che ha sul tencno circostante. Fu attacc.Ho. b prima volta, dalle truppe della 3' d ivis. austri:ica nel pomeriggio del 25 maggio 1916, e, dop0 strenua difesa dei ba ttaglioni a lpini Cia p ier e Cividak, questi furono costretti a ripiegare, e il C. r inrnn~va ne lle m,iui del J1cmico. TI 29 gi ugno la 9' divis. (gen. Gonzaga) tentò una prima volla di ristrappare a l nemico la vett;i, del Cimane. L'azione, affidata alla brigata B isagno (gen. d i G iorg io) e pro tratta pet· tre giorni, non ebbe fortuna, ma c irca un mese dopo, il 23 luglio, un nuovo a ttacco, guidato dal gen. Caste1lazzi, comandante d ella briga ta Novara e condotto da due bgl. del 154° fanteria e dal bgl, alpini \'al L eogra, ebbe p icnamrnte ragione della tenace r esistenza :tvver-

Pacr di Cimoue . Fu detta così imp ropriamente la pace fra i Greci e ,\ rtaserse I (450 a. C.) con cui Yeniva r iconosciuta l'inclipéndcnza delle città greche cieli' .\si;; )finorc. 1',fa C. era giìt morto nell'epoca in cui In pace fu conclusa.

Cina . L 'ant ichiss imo µo polo c inese, isol ato gco,:ra.ii camenlè dagli a ltri popoli, possessore delle più s,nriate riccheztc naturali. basiò sempre a s~ stesso e pare conoscesse da. lungo tempo la s ta mpa, la polvere da ;sparo, il telegrafo e la bu<;.s;oh_ :-.ra per molti secoli rimase ignor,uo ai r,opoli europei. F~ i varì impera tori succcduti~i a l potere, sono pe.noi particolarmente da ricordare quelli della di,1astia Ceu-I<ue. dinostia di ,~ combattenti ( 1122-256 a. C.). i quali ampl iarono lo Stato assoggettando popolazioni confinanti. )Ia le guerre cagionarono discordie intestine e rapido salire di generali che crearono S ta ti indipendenti - come avvenne n el nostro secolo -- finchè, verso il 220 a. C'. uno dei re c inesi. Tsin-Sci-Hoangli. afferrò


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il t rono e riscabilì l' un ità 11azionale. Egli respinse dal Sccnsi e dal Turchestan gli Hiung-nu (Unni), quasi nomadi che dalle loro terre a :N". del deserto di Gobi infestavano senza posa l'impero; per d ifendersi dai quali, cominciò nel 214 a. C. la costruzione del la grande muraglia che, cialle rive del mare ad Est di Pechino, attraverso la provinc ia del Ci-li con larghi giri veniva poi prolungata in quella del Sciansi, del Scensi e dei Kansu. )la lo spirito retrogrado e il particolarismo dell'aristocrazi,1 cinese distrussero l'opera del grande imperatore; onde la Cin", nuovamente smembrata in 3 reami. straziata dalle fazioni, impotemc al di fuori. fJ ricacciata al di qua della muraglia. Al brevissimo regno dei successori di Tsin-sci, ten1Je

CIN .

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ncsc nel 1260 e trasporta,·:'.\ nel 1264 la rnpitale a Pechino. Egli imp rese due sp(·dizioni sfortunate contro il Giappone ( 1266 e 1281) ; ma altre più felici. bt-nchè poco durevoli, gli assicurarono il possesso <lelr\"unnan, del T onchino, de lla Bi rmania e del Tibet; onde egli elilie sotto di sè l'impero più ,·asto che la storia forse ricordi, esteso fino al Golfo Persico, all'Oceano Indiano, al mare ciel Giappone. l i vcnezia.no .Marco Polo fu a lla

I 11110 na1.101111lo cinese

dietro quello del ribelle generale L ieu Pang che, proclamatosi imperatore, fondò la dhiastia degli Han (200 a. C. - 220 d. C.) d urante la quale gli Unni furono ricacciati a l d i là del Turcbestan. Altre imprese guerresche portavano all'incorporamento delle odierne proviJ1cie merid ionali e del Tonchino ed alla signoria sul!' /\nnam 'e sulla Cocincina ( ll 1 a. C.) e via via ad altri acquisti verso occidente, sì che nel 95 d. C. le armi cinesi raggiunsero le rive orientali del Caspio. >lei II secolo d. C. l'impero s i smembrò in due regni; quello del Xord e quello del Sud, il secondo dei quali a sua volta nel 22 L si bipartì; e fra essi ed in essi si svolsero lunghe guerre e continue sollevazioni; onde ìn tanto scompiglio andò perduto il predominio sui barbari occidentali. Dal 265 d. C. l'imperatore Wu-ti potè con le arm i ricompbrrc a d unità la Cin a e fondò la 2' di nastia Tsi11 che durò circa 150 ann i lasciando deboli impronte ndla storia cinese. .-\d essa seguirono nuov~ spartizioni, nuove' riu!lioni ed altre d inastie di breve ,·ila. ),la il vero restauratore dell'impero fu Taitsung

I.a lllnraglin 1·1nc5c (1',t(•rno) sua eone p,·r 17 anni. T,a dinastio. mongola fu cacciat, da w1a grai,de rivolta ( 1356-1368) e sall al trono la d inastia cinese dei :\Jing che durò fino al 16-H e dovette lu ngamente lotta,e contro i Tartari. Sotto questa

l)istinti vo dei vcuvoll rn 1marl ci nesi. 1 ~luls11·:1, ce1,c1110 blanro In campo azzuno ln 1)"11111.. 1•3 ros 5a; a Clesira, stella nera con ,·crcllle111 <·lliari in campo rosso d ella dinastia Tang ( 13"), il quale regnò dal 627 a l 6.'iO e. ·co~tituito un forte esercito stanziale, costrinse il Tibet a riconoscere !a supremazia cinese e si avanzò vittorioso nella Corea. ~uove lotte intestine smembrarono ancora l'impero nel X secolo d. C., fincbè nel 961 un energ:co generale, abbattuti i r ivali, afferrò lo sccltro, restau rò la perduta unità dell'impero e fondò la dinastia Song (19') che durò 3 secoli (961-1230) e fu l'ultima di origine cinese. :"\"cl XIII secolo, dopo ten laltvi respinti che rimonravano al LX. i )fongoli riuscivano a conquistare la. Cina, invadendola completamente fra il 1215 e il 1230, e venendo as,,imila ti a poco a poco ne lla popolazione cinese, di cui adottarono religione e lingua. Il mongolo Kubilai Khan. nipote di Gengis Khan, sali,·a sul trono ci-

La mural!'lln C"inesr (lntPrno)

dinastb le pone della Cina. che prima era110 state aperte agli stranieri furono chiuse, e lo rimasero fino al secolo XIX. La torea si affrancò dalla Cina, la quale ebbe a sostenere anche una guerra. col G iapponc (1592-1598). l :\Canee.si. chiamati a reprimere ribellioni imcrnc. ne approfittarono per impadronirsi del trono ci11esc nel 1649, fondando la d inastia dei T s ing. cbc lottò contro vaste ribellion i interne. ,·enne a contatto <'on i Ru:;si,


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Bandiera rl ell'escrc ito

B11mllera Oella marina

sbarqti dalla S iberia Ìll Manciu ria verso la Jinc del secolo XVII, combattè per riprende re Tonchino ~ Birmania senza riusci1,vi. Nel sec. XIX incominciano le lotte contro gli Europei, i , 1u ali esigevano l'apertura dei porti cine.si aJ loro commercio. Abbiamo in tale secolo la guerra deJl'Opp-io CV.) con cui l'apertura di vari porti fu stabilita (1842). Successivamente, una terribile r ivolta suscitata dalla società segreta dei Tai Ping, fra il 18S0 e 1864, tenne in forse l'esistenza dell'impero, che fu costretto a chie-• clcre l'ausilio degli stranieri. Le vessazioni esercitate contro il commercio delle nazioni europee costrinsero l'Inghilterra e la Francia ad agire militarmente, sostenute dagli Stati Uni,ti e dalla Russia (1856-57). Bombaréìamcnti di forti e di città costiere, distruzione della flotta imperi;ile e, da u ltimo, l'occupazione di Taku e di T ientsin a.Ile porte di Pechino p iegarono .l'orgoglio cinese e il 26 giugno 1858 w, nuovo e quadruplice trattato concedeva agli ambasciatori delle potenze straniere di risicclère nella capitale, confermava a , cristiani il di-

A-rtiglleria cinese ( 1804)

ritto di esercitare il loro culto ed apriva altri posti a l commercio con l'estero. Con la. Russia poi, che fin dal 1854, approfittando delle angustie cinesi, si era annessa la provincia. dell'Amur, veniva concluso il tratta to di Aigun (V.). Ma, quando nel giugno '59, gli incaricati • inglese e francese v91lero recarsi a Pech4:;o per la ratifica del tra ttato, tmvarono le foci del Pe1-ho sbarrate e dovettero ritirarsi innan zi a i cannoni di T aku. A punire la doppiezza cinese, Inghilterra e Francia allestirono un2. nuova spedizione che, coman data da l generale francese Cousin dc M ontauban, risaliva nel luglio 1860 il P ei-ho,

Bandiera nazi onal~

occupava Tientsin e Tungtsciao e alla Jine con b. vit• toria del ponte cli l'a-li-Kiao (2 1 settembre) si apriva le porte di Pechino. L'imperatore fuggiva in Mongolia. Il fratello d i lui, principe Kong, comprese esser vano -il resistere e a lb. fine d i ottobre segnava un trattato che costava alla Cina nuovi gravam i, nuove umiliazioni, !'apertura cli Ticntsin al commercio estero e la crssione di Ku-lun, di faccia a Hong-kong, all'Inghilterra. Il nuovo regime approfittò della relativa. tranquillità. via via ritornante per dare ordine allo Stato. L'esercito e la flotta si vollero ricostituiti a ll'europea; un arse• nale per o~i necessità bellica fu' costruito nel '67 tra Fu-ceu e il mare; missioni d'istruzione vennero inviate all'estero; una università sorse a Pechino; trattati furono stipulati con quasi tutte le potenze europee. Ma !'_antica ostilità e gli antichi rancori covava.no sempr~ nel governo e nel. popolo cinese, manifestandosi dal '68 in poi con violenti e feroci attacchi alle missioni e alle concessioni straniere, con stragi, incendi e saccheggi che la Cina dovette scontare con nuove umiliazioni. Nel 1884, dopo la guerra dei Francesi nel Tonchino. la· Cina doveva. abbandonare quelle regio11i ( trattato di 'rien T s in). Tardando essa ad adempiere alle clausole del trattato, la Francia ricorse alle a.rmj : K elung fu bombardato, il porto di Fu-ceu forzato, l'arsenale devasta to e la flotta cinese distrutta; in due successive giornate campa.li (12 febbraio e 24 marzo '85) Francesi e Cinesi s i azzuffarono a Langson, vincendo quelli nella prima e questi nella seconda; ma. infine u n nuovo trattato (Ticn Tsin, 1885) dava alla Francia. il possesso ciel Tonchino e il protettorato sul!' Anna.m. Nel 1894 si svolse la guerra Cino-Giapponese (V.) per il possesso della Corea, terminata. col trattato di Shùnonosa/,i. Nel '98, la cessione della baia di Kiao-ciao imposta. alla Cina dalla Germania a titolo d i soddisfazione per un massacro di missionari tedeschi, .risvegliò la bramosia delle altre potenze; e, in quello stesso anno, la Russia otteneva in affitto Port Arthur e Ta-licn-wan, l'Inghilterra \Vei-ha.i-wei e la. Francia la baia d i Kuà.ngceu-van. Due anni dopo scoppiava la rivolta dei Boxers (V.) terniina.ta con l'intervento delle armi europee. L'urto fra il Giappone e la Russia determinava. nel 1904 la guerra R1tsso-Giapponese (V.). Frattanto n uove idee penetravano a rompere l'antica crosta dell'animo cinese e nel 1912 ben 14 delle 22 provincie dell'impero si costituivano in repubblica, con sede del governo a Nanchino. Il roto si estendeva anche a l setten trione e a Pechino I imperatore doveva rinunciare a l potere effettivo che passa.va nella mani. di Yuan-shi-ka,i _ M-a i condottieri militari che nelle varie

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Fo rlillCllZlo ni CillOSI 11clla 1,a tu, cli TO!l!\'•kll (1000)

pr ovincie anvano capeggiata la rivoluzione del 1911-12, sovr:ipponcndosi a mano a mano ,ti governatori civili erano diventati, col titolo d i Tuchun, una specie d i baroni feudali indipendenti. a volta in guerra fra loro o con l'autorità centra. le , D'altra parte, l'organizzazione mll itare che Yuan-sbi-kai aveva sapien teme nte iniziat;. fin dal 1895 e via via rafforzata, tanto da costituire nel

repubblica ciel Sud, costituitasi nell'aprile '21, e molti Tucbun, fra i quali primeggia.va Cian-tso-lin ispettore militare generale delle p rovincie mai1ciuria11e. In effetto, però, quest'ultimo quasi eia solo si mosse co:i le proprie truppe contro \Vu-pei-fu e nei combattimenti che ne seguirono (aprile-maggio 1922) Cia n-tso-lin, p ienamente disfatto, si riLirava in direzione d i ~fukden. e, incalzato

Art ig-licl'l,1 cin~sc (1000)

1911 w1 saldo esercito cli 100.000 u. modernamente armato, equipaggiato cd addestrato, s·era andata poi sgreto lando e frazionando fra i rnri Tuchu n i quali ormai levavano truppe a loro arbitr io e le nutrivano e pagavano stremando il paese. Qt1csta siluaz ione è andata sempre p i(1 peggiorando. Nel maggio 1916 moriva Yuan-shi-kai, la Cina dichiarava - n ominalmente - guerra agli Imperi Centrai; l'anno seguente, ma le lotte fra i generali si acuivano sempre più. Durante l'inverno 1921-22 una coalizione

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},4~ c=::J Truppe cantonesi edi fe:}9

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della Cina del Nor

O--== - -= =-_,500,Km. Faa1erJa c1a cse di Ciang--Tso-1.111 ( 102&)

politico-militare veniva organizzata allo scopo di abbattere il generale Wu-pci-fu, comandante delle tru1,pe dell'Honan e capo del partito. liberale e antinippanico. Di essa facevano parte Sun-yat-sen presidente della

La IOUa In Clllà nel maggio 1027

dall'av,·ersario, segnava con questo un ;umistizio. Gli ulteriori avvenimenti ci presenta.no improvvise defezioni cd a lleanze fra i vari con tendenti. Feng, generale cristiano nel Scen-Si, e Cian-lso-lin, coalizzatisi, battono Wu-pei-fu ; poi lottano fra loro e Feng, sconfitto, ri-


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· c:::J Nordisti - ant/comun/st/. "

Sudisti - naz/onal-comumstt: IIIIlIO Sudisti - 11azional-modera/i ~ Forze neutre (incerte} lloang- o

:

de.ma. orgai1.izzazii:me , del!' eS/'i-c ito. :'Jei secoli scors i. e lìno al :XIX, goven1ava l'esercito i ,I P ing-Pu, uno dei sei rami in cui s i di1•ideva l'amministrazione dello Stato; ' era un Consiglio d i 24 membri, con du~ presidenti, metà cinesi e metà mon_ goli. L'armamento era costitu ito ancora da archi, freccie

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la..ncjc

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scudi; poche, catti\'e t spregiate armj da fuoco; vi erano ,,~ gradi m ilitari conferiti per esame; il d istintivo consistev1 ia clll hot10ne di vario colore sormom.ante il cappello di forma conica.. La prnfc;;,s ione m ilitare era eredit:i.ri:i e vo. lontaTia; i sol da ti .risiedevano in speciali quartieT i nei loro ,lc~si luoghi di origine e colt,_,.-a v:rno la terra o si dedicavano aC: :.Itri :r,estieri per provvedersi il necessario, a cui non bastava lo sc::rsis-si;no soldo. L intero contingeatt: i G1...lcolato molto appross:matiYameme fra i 300 e 700 mila u .) era , i partilo in ((_band iere l), didsioni di forz,i imp recisata; S manciù, S mongclìèhe e S ciiiesi : 24 in tutto. Vi. erano inoltre la guardia imperia l~ e le milizie provinc iali. o della bandiera verde. Dopo la rirnlta dei T a iping si cominciò ,t sentire il bisogno di rimodernare l'orgai1ismo militare, bisogno sentito artche per i semJJre p iù frequenti e r11inacdosi contatti ço lle potenze europee. E perciò si chiamarono istruttori frnncesi, tedeschi, inglesi, che costituirono, specialn1entc attorno a P ekino, dei nuclei cli truppa. armata ed istruita alla moderna. Si pro\'vide anche a. fortificare i pun ti più importanti delle coste, mun o fOO 200 300 4ooK - endoli d i artiglierie Krupp. Così t=:::!:l.'ll.-=:::m1111111fl m. si f òrtiftcaro110 le fori del Pei- ho, Wei-ha.i-whci, Port- Arthur, ecc. La lot,a In Cina nel maggìo 19.27 Solo dopo la guerra ciuo-g ia.ppara nel Scen-si; Hell'iìprile 1926, Cia11-tso-lin e Wu ponose, s i constatò come s i imponesse una ra<lic.ale trapei-fu si accordano con tro Fcng,, n uovamente padrone di sformaz ione degli ordinamenti militari, riforma che fu Pechino. ma per mu tu,L d iffidenza 11011 osano dargli batiniziata nel 1901 e della qua le gettò le basi Li-Hungtaglia. Infrne, Cian- tso-li.n r iesce a stabilj,:si in Pechino Cia.ng. morto lo stesso ànno . fatta una scelta frn i mie controlla la Cina settentrionale (1926) ma viene in g lior i clementi delle (< bandiere i, si costiLUirono due arlotta contrc;, gli eserchi del Sud (,Cantonesi) imbevuti di mate. l'una nella provincia. d i Pechino, l':ùtra nella idee comuniste e aiu tati dalla '.Russia. Questi eserciti prnvincia dell'H u - pe, sul medi.o corso del Ya ng-tzeavanzano verso il Nord, e giungono fino a impadrok ia.ng; queste forma.rono il nucleo del moderno ~sernirs i di Nan-Kin e di Sciangai. Ma anche nelle loro cito cinese, FuroJ10 stabilite precise leggi dl recluta..file, sorgono dissensi, e i generali cercano di primegmento, con detenni.nati petiodi di servizio; si co.st~gia.re, e d i assicurarsi il comando di una data zona, tuirono nelle prov incie scuole ' mi litari per i! reclut(,per poterla liberamente taglieggiare. I.a s ituazione rnut1 ment.o deg li l'fficiali; ,1 l'ech ino si o rgan i~ZJ.rnno u na così ogni mese, ed è jmpossibile poterla seguire a tanto Accadr.:n1ia n.1ilitare, :.1.ftir!ata a istru ttori giapponesi 1 una breve distanza dagli avvenimenti. scu.ola speciale di Strategia e Tattica, e un lstilllto per 1

Cina (Eserc-ito). La p rofessione delle armi m Cina non è s tata mai in onore, e questo spiega come sob sui primi del nostro secolo s i sia pensato a una mo-

l'educazione miiitarc '.lei n0hili, sul modello di quell6 csistellle :i Tok io. Sempre sul modello giapponese si stabilirono scuole mil it:.i.r i ptµara.torie in ogni distretto►


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e una scuo)(L p reparatoria centrale per l'aniglicria, :1 genio e h musica. Fu fond:,ta. anc;-he una scuola di sanità militare. Si riord inan.ino i gradi m ilitari che fu. rono ripartiti i n tre classi: ufficiali gene ra.li, ufficiali superiori, ufficia li inferiori. \ Le truppe eraJ\O riunite in campi :t[)positamente cost iÌuiti, nei quali vivevano an . che gli ufficia li. senza le famiglie. Secondo le iniormHioni forn ite da i rappresentanti

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gr~nde nave del!a marina da guerra cinese è l'incrociatore Hai-Ci di 4300 tonnellate con 24 miglia di ·veloc.ilà, che ba. come armamento 2 cannoni da. 203 mm., 10 cannoni da 120 mm. e 5 tubi lancia s iluri. I due incrociatori minori « Ying-Jui l> e « Ciao-ho· » sono stati costrui ti i11 Inghilterra nel 1911 ; hanno r ispettivamenttc 2i50 e 2600 tonnellate di dislocamento. ed una velocità oraria d i oltre 20 miglia. Aìtri tre incrociatori da 3000 tonnellate « Hai-cien, Hai-cin, HaiJung >), di ciJ'ca 20 miglia d i velocità sono sta.ti acquistati durante. gli anni 189i-1898. Alcune cannoniere costiere e fluvia li, caccia.torpediniere, torpediniere e piccole unità ausiliarie completano la marina da guerra cinese.

Cinch1nati. Associ:tzionc costituitasi il 14 apri!e 1783 fra. gli uffic iali americani, reduci de.Ha Guerra d'Indi penden.z.ai degli Stati Uniti (1775-1783) raccolse fino a 10.000 soci ; è uno dei primissimi esempi di associaziOl!le

Incrociatore cinese del sudist,i ( 1927) della. Cina alla Società delle )fazioni l'esercito cines~ dovrebbe 1csscre costituito (1927) da: ll.0 divisioni con 100.000 ufficia li e 1.500.000 u . fra sottu fficiali e soldati forniti pa,·àt!tr.ente di armamento moderno. Il servizio in alcune p rovincie è volontario, in altre obbligatorio. Jl,:fa in r ealtà oggi non è possibile parlare di un esercito cinese, inteso secondo i concetti europei, a caus:J. de llo stato di anarchia che regna nel paese. Per le ultime v icende politiche, la Cina, n ella lotta d i svariatissime influenze e personalità contrastaJ1ti, si è divis'.l e suddivisa in n u111er,::>sc fazioni, oggi ri<lottc sen1ùra ;1 due principali agglomerati: la C ina "del ~ord e la. Cin:, 1

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:\Ieclag!i a ilaliann commemorativa clella spe<lizi oue in Cina ( 1900-1901)

meridionale; ciascuno d i essi d ispone di tr uppe numerose, bene ar;uate, inquadrate non solo da · u fficiali cil)esi, ma an che da ufficiali europei, specialmente tedeschi e russi, ivi accorsi dopo la guerra. L'aviazione, in cui sono istruttori inglesi, francesi, italiani, germanici, po,siede camp i, materia le, abbandonato e inservibile, pochissim i apparecchi efficien ti. Flotta. Debolezza <lél potere ce11tra.le e lotte civili cont inue hanno molto meno1nato la tlotta cinese. La p iù

di reduci e si estin se coll'andare del tempo. L'insegna sociale crn costituita da un:i. medaglia. d'oro che rappresenta va il romano Cincumalo, con collare azzu rro Listato di bianco. L'i mpresa era: << Omnia reliquit -ad scrva.ndaJn rempublican1 >> ; nel verso era. scritto : « Societas Cincinnatorum institu ta. A. D . 1783 ». Prim:i Gran Ma.estro fu eletto il gen. Steuber; secondo fu G ior gio Washington . La. Società di C. contribuì a fondare la omonima città, nello stato dell'Ohio, che da essa prese il nome. Per i suoi ordinaJnenti e per h esistenza <li una speciale decorazione la. soèielà dei C. fu mç l(o simile a un Ordine cavalleresco.

C ìnci nnato (L"cio Quinzio): Generale romano (5064l 8 a. C.). Dedito ai lavori dei campi ne fu distolto nel 460 quando fu eletto console per stabilire la pace interna di Roma. funestala da tumulti e poi quando fu creato dittatore cont.ro gL Equi e i Volsci, che sconfisse, deponendo su bi to dopo la dittatura : Cinematìca navale. La scienz'à che tratta dei movimenti isolati delle navi e d i quelli di complessi format i da più navi, considerandoli matematicamente in base a lle velooità e posizioni relative le une rispetto alle a ltre indipendentemente dagli agenti esterni che possono intluirc sul moto (venti, correnti, ecc.). Molte d~duzioni della cinematica servono per la strategia e la tattica delle n avi a vapore, vale a dire per stabilire la nonn~ dell'imp iego delle navi nelle operazioni di con centramen to, ncl là ricerca sistematica del nemico, ncl lt formazioni e velocità p iù convenien ti d a adottare in com battimento in relazione a.gli stesssi elementi adottati dal nemico. Cin gano (Lu·i g,). Generale commissario, n. a Vicenza nel 1858. Sottot. commissario nel 1882, partecipò alla campagna <l'Africa del 1887 e a lle campagne del 1915 -16 in qualità di colonnello direttore di commi;sa.riato del 10° C. d ' A. Nel 1918 fu no.rn'urn,to direttore di commissaria to mii. a Tor ino; collocato a riposo, raggitinse nel 1924 il grado di magg. gen: commissar io e nel 1927 di genera.le commissario. Cinghia (f,er f,,cile) . Generalmenle è d i cuoio; ser ve per por tare il fucile nella p osizione di bracc'-arm; viene infila ta a lle apposite due màgliette e trattenu ta con 2' bottoni alJe estremità. Le Cinghie reggi cartttccere sono due, che, o riunite e irattenute sul collo, o separate cd a ttaccate ciascuna ad une, spallaccio dello zaino, ser-


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vono a sorreggere le giberne porta pacchetti che sono infila te nel cin turino.

Cingia de' Botti. Comttne in prov. di Cremona. Vi avvenue, il 30 luglio 184S, un combattimento d i re trogua rdia. L a 2• div is. di fan teria ( brigate Casalè e Acqui) agli ord in i !lei [,Cn. di Ferrere, che aveva r icevuto l'ordirn, di ripieg~e, dopo aver bruc ia to il ponte sull'Oglio, dalla linea Torre d'Oglio _ Marcuia - Gazzoldo, verso Bozzoli, S . G iovanni in Croce e Cingia de' Botti e d i prendere posizione avanti a questo villaggio_ effettuò il rip iegamen to in ordine, valorosamente sostenuta, specie nella giornata del 30 luglio a Cingia, daJla 2• bt.r. da battaglia comandata dal cap. Campana, scortata da " ;cuni dragoni del rcgg. Nizza Cavalleria e d a un p l. dell' 11° regg. fanteria. Con su ccessive arretrate prese di posizione, so,tenen élo duelli con l'artiglieria avvel'saria, la 2• btr. r ita.rdò il progred ire dell 'avanzata nemica. Fanti, dragoni ed artiglier i, strett i intorno ai pezzi, fissi ,·erso uno scopo comune, permise.ro così, in maniera brillante e degna d'elogio, ad un' intera divisione d':1ssolvcre il proprio mandato. Cingoli (&nt. Ci1tgulmn o Cinglum)_ Comune in provincia di Macerata. Fu municipio romano, danneggiato durante la guerra gotka nel V secolo e successiva.mente nelle invasioni dei Longobardi. Nelle lotte fra Guelfi e Ghibellini, nei secoli XIII e XIV, seguì generalmen te le sorti di quetti ultimi. Nel 1218 si r ibellò a i marchesi d' Este per sostenere la libertà della Marca confcderandosi con Ancona:. Sotto Gregorio IX si strinse in lega con Camerino, contro Osimo e Sanscvcrino. Legato a Federico Il C. seguì poi il p art ito d i Manfredi obbedendo a l suo vicario Percivnlle d'Oria. In conseguenza, nel 129-3, attaccato da ll'esercito del Caetani, xettorc· della :Marca, venne vinto e sottomesso. Nel 13i6 si r ibellò aJ;Jtora a l dominio pontificio. Cingolo (o Cint?lo militqre). Fu in ongme una parte dell'armatura degli Apuli. Era ~ a fascia d i bronzo, generalmente foderata di cuoio, che c ingeva le ren;. sopra le vesti, ad essa si appendeva la spada. Vcrso la metà del IV secolo il vocabolo C. ebbe un significato solenne n ~J.la milizia romana , intendendosi con esso, non solamente la fascia, ma bensì il dovere della milizia. Col procedere dei tempi fu la divisa par ticola.re dei cavalieri. e nei secoli della cavalleria i! modo di dire <( prendere il cinto lo » equivaleva a <e darsi a lla professione delle armi >\.

Cingolo. Speciale dispositivo che ser ve ad aumentare la super ficie s u cui appoggia sul terreno un mezzo pesante da trasporto militare che d ebba muoversi o su strade ordinl rie o in terreno vario, o in zona sabbiosa o sulla neve. Consta di un in sieme di p ia ni o segmenti mobili rettcngolari, fra loro articolati. E' disposto a. guisa di corona circolare intorno alle ruote degli affusti o dei ci,rri d i artiglieria dei maggiori calibri, oppure come u n piàno mobile continuo che comprende tutte le ruote di un carro, autoveicolo, ecc., oppure, infine, che lo avvolge completamente, come a.d es. nei ca rri armati dei primi modelli. I primi cingoli adottati dall'esercito italiane, furono i << cingoli Buonagente » .cosi- detti dal nome dell'ufficiale del genio che li ,ijdeò. I veicoli muniti di cingoli possono spostarsi là- dove quelli che ne sono sprOYvisti potrebbero affonclJ,.re, -mentre minore è l'usura delle Stl'ade su cui transita.n o i pesanti

veicoli delle grosse artiglierie. Sono mu,ii t i cli cingoli anche i t:n ttori in serv izio militare. I C . _possono esseno mobili, cioè d a. applicars i soltanto quan do lt condi:<ioni della. via e del terreno !o impon gano, o fissi, cioè app licati in permanenza.

11 ct ngolo delle trat-t.rlci moderne

Cinisello. Aeroporto dogana le per aerop lani situato sulla rotta aerea Torino-Tries te, intestato al nome d i G. P ietro Clerici, situato in località Cinisello, distan te 7 km. d alla periferia di Milano, ad Ovest del via le M ilano-J\Ionza. Le sue dimensioni u tili sono d i metri 1S00X800. L'aeroporto è di g iorno in permanenza a p e,to al tra ffico ~ivile : di notte mediante preavviso. Cino- giapponese ( Guerra) (1 agosto 1894 - 30 marzo 1895). La guerra trasse le sue origini dalla secolare riva,Jità dei due Imperi, entrambi interessati ad avere l'egemonia. in Corea; il Giappone per farne base alla s ua espansione sul con tinente, la Cina p er impedire che, riuscendo -in questo intento, il Gia ppone divenisse una minaccia troppo seria per la sua sicurezza . T raen do pretesto da grnvi diso:-dini scoppiati in ~Seul, CiI>a e G iappone, a liegr,ndo varib ragion i di diritto, spedirono in Corea n àvi da guerra e truppe, e la guerra si accese, dichiarata formamente il 1 agosto 1894_ Ma. già le forze nava li giapponesi a Yeva no a ttaccato e battuto il 25 un reparto c inese di due incrociatori, affondandone uno e costringen do l'altro a riparare in Whci-li'ai-wÌ1ci, distrutto il tra sporto Kowsing, carico d i 1200 uomini, la. maggior par te dei quali çeri1·ono. Ofierazioni i,i Corea. Il 25 luglio ebbero inizio le operaz.ioni terrestri colla vittoria dei Giapponesi a Sciltw a1t. Intanto, protetti d alla squadra del vicean1miraglio Ito, i con vogli con le truppe giapponesi gitrngev-a.no · in Corea, mentre il viceammiraglio cinese TingZhuchang, si teneva sulla difensiva nelle sue basi dc, Pecili. Dopo la sconfitta di Sei-bwan, i Cinesi si concentrarono al N. della pc-nisola, a Pltyong-yang, dove il 15 settembre furono· attaccati e sconfitti dali~ truJ)pe giapponesi del gen. Nozu. Il 17 scttembre,• prcsso l'isola di Ha i- Yung, il vice ammir. Ito sorprendeva la flotta


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cinese e la costringeva a ritirarsi' e a rinunciare da quel momen to a qualsiasi ulteriore attività. La 1• armata giapponese, sotto gli ord ini <lcl maresciallo Yamagata, composta delle d ivis. 3" (gcn. Katsura) e s• (gen. Kozu), ciascuna su due brigate di fantcrh, con a liquote di cavalleria, artiglieria e servizi, in tutto 31.000 u., 3400 cav., 114 pezzi d'art., oltre ai servizi, il 20 ottobre era sullo Yalu, alle porte della Cina. D a l 23 al 26 si svolse la battaglia dello Yalt, terminata colla vittoria dei Gia pponesi; dopo di ciò la loro 3• di,•is., nella sua. marcia in avanti, attaccava e sbaragliava dopo brevi combattimenti il nemico a Huang-cbiu-tzu , e nei pressi di Ilsiu-yen. R imanevano così in potere dei Giapponesi le importantissime posizioni dominanti !a bassa pianura del Liao. abbandonate senza colpo ferire dai C in~i che vi avevano concen trato dieci campi (I; fanteria e due di cavalleria.

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rincalzo i 12.000 u. c-he ne costiluivano la guarnigione, fronteggiava le comuniclzioni colla Core~. Sulla tìnc di novembre il gcn. 1-Ko-Teng-A avanzò col doppio fine di rioccupare Feng-buang-cheng e di tagliare fuori !e colonne esploranti giapponesi cbe :-i erano già spinte fino a Lien- tsu-ch,rng. Il comandante della cavalleria giappouesc, gen. Tatsumi, fece occupare la posizione di Tsa.0- ho-kou, dalla quale era possibile frustrare la nunovra del gcn. nemico; il generale cinese Wu il 25 no,·embrc faceya attaccare d:1 4000 u. di fanteria, 1000 di cav. e sci pezzi da montagna, la posizione giapponese. L'attacco fu respinto; un second-> se.oniro vittorioso _per i C iapponcsi' avvCJrnc il giorno successivo a N. E. di Tsao-ho-kou. Sicuro da questa ra~re, il gen. T atsumi si volgeva contro l'armata

lncl'octatorl cinesi in nnmmc (a sinis tra) Clopo bombn1·11amcmo d i navi giapponesi

lI. Opcra:io11i nella penisola del Lia-ttwg e co11tro Port-Arthi<r. Si era frattanto costituita la 11 Annata, agli ordini del maresc. Ojama ( 1• divi.s., gen. Yamaji, br igata mista dell'.l. 6" d ivis. gen. Hasegava) trasportata in Corea su 40 pi,·osca.fi, scortati da 26 navi da guerra e da 16 torpediniere, e di qui nella penisola. del Liao-tunc, sbarcando fra Port Arthur e le foci del Yalu. Raccolte le s ue truppe, il maresciallo O jama disponevi. l'avanzat.?.. Il 6 novembre il gen. Yamaji, dopo vivace combattimento, occupava Kin-kow e il 7 le posizioni d i Talien•• wan, a 50 km. da Port Arthur. li 22 novembre infine, coll'appoggio della. m1rina, la fortezza veniva conquistata con un attacco di viva forza, mentre il 2 1 truppe ciJ1esi, al fine di alleggerire la d ifesa clella p iazza, avevano a ttaccato it.vano lo scarso presidio rimasto a Kinkow. );cl gennaio 1895 il maresc. Ojama eseguiva la sped izione contro la base cinese d i Wei-hai-W eì (V.) e la conqu istava il 17 febbraio. III. O peratio11i nella Ma11ci1tria Meridionale. Il novembre rigidissmo del 1894 trovò i 30.000 u. della I Armata giaµponese scaglionati nell'angolo Sud Est delltt :Manciuria, ampiamente protetti da numerose occu p azioni avanz:.1.tc. Difficilissime le operazioni militari in quella zona oriva di strade, montana e boschiva, infestata da bande di predoni, con temperature che raggiunsero i 30 ·gradi sotto zero. fronteggiavano i Giapponesi tre annate Cinesi e cioè : 1• Arma ta dell' Amur ( 15 .000 mancesi; comandati dal gen . I-Ko-Teng- A, truppe valorose che operae1do s u' fianco giapponese potevano min:i.cciame seriamente le comunicazioni; 2" Annata di Kaiping (30.000 u.) comandata dal gen. Sung. Ero\ la meglio equipaggiata e is truita; divideva le armate g iapponesi operanti in Manciuria da quelle della penisola del Liao- tung; 3° Armata di Liao-yang (circa 20.000 u.) comandata dal gen. Wu, reclutata nell'alta M anciurfa. Copriva direttamente Mukdcn e aveva · a

)';avi cinesi che 1>01111inrdano posli ioni gtapponcsi presso Wei-Hai-Wel nemica dcli' Amur che avanzava offensi,-amente, la incomrav:l e l'attaccava su ll~ posizioni di Ku-lia-tzu. L'avanzata dcUa 3" divis. (gen . Ka.tsura) impose al gen. I -Ko-Tang-A di ripie3are su lle montagne che separano le vallate del T ai- Lse-ho e dell' Ai-ho, dove rimase fino a l tenninc della guerra. D a F eng-huzng-chcng il maresc. Yamagata decise d i opera re ·sulla linea n emica Kaiping, New-chang, Liaoyang e Mukden , traversata dalle grand i vie di comunicazione fra l'alta Manciuria e la penisola del Liaotung. L'in:zio delle nuove operazioni fu affidato alla 3• divis. eh~ doveva attaccare H ai-cheng. Il maresc. Yamagata mirava a raggiungere il collegamento strategico e tattico colla. l • divisione (gen. Yamaji, della 2° Armata, operante n el _ ord della penisola del Liaoetun.g. Senza v.uiare il piano concepito dal suo predecessore, il gen. No?.U, assunto il 5 dicembre il comando in sostituzione del rna.rcsc. Yan1agata n.1nmalato di n1nìada, d ispose l':lvanzata su tre colon.ne: le J ue centrali procedettero ~nza intoppi fino sotto ad H a i-cheng (13 dicembre), giorno in cui erano raggiunte dalla terza che nei giorni l l e 12 aveva dovuto vincere assai serie res istenze n emiche. Il 13 dicembre, vinta breve resistenza nemica, la città cadeva nelle mani dei Giapponesi. It gen. Sung. temendo per le proprie comunicazio:1i pensò di riunirs i all'armata d i Liao-yang e a questo scopo marciò con 1(•.000 u. su Ta-shi-chao per cacciare il nemico da Hai-cheng. I Giapponesi decisero di prevenire il gen. cinese, e con rapida mossa lo attacc:i.rono presso K angwasai dove il 19 dicembre lo sconfissero. Tranquillo così nei riguardi delle tre armate avversarie, il gcn. Noz~ dec ise di attendere ? Hai-cheng i rinforzi della 2• '. Armata, e di dare ristoro alle .ruppe. La c ittà fu sapi_entem~n te fortificata. Mentre la 2• ArmJ ta., avanzando dal Liao-tuug, il !ò gennaio 1395 conquistava, Kaiping, dùi:o viv,;ce c.:,m-


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Ta-lleur.urn~ c ino-g·lappo nese . opemzionl rt~I pri 11clpio ,1,,r tSV5

battimento, il gen. X ozu a Ha.i-cheng respingeva vittorios:imeme ben quattro attacchi avversari il 17 e 22 gennaio, e il 16 e 22 febbraio. Sulla fine di fe bbraio, effettuatasi l'union e de lle forze giapponesi, I' Arm. e 1• div is. della 2", il gcn. Nozu. al la testa di 25 000 u. riprese le operazioni contro il nemico forte di oltre 80.000 u. complessivamente. Mentre la divis. Yamaii contrastava il Su ng p re$SO Yiog-kow, e quella Kabnra operava un:,. diversione sulla destra al fine d i imp..:gr,arc l'arm:.ta dnese di Liao-yang. il " 021.1, col rimanente delle sue truppe, il -1 marzo marciav:i su ):ew-cl1a11g, vkinv a cui lo raggiungeva il I<:itsura, che il 23 febbraio ,, i1 l v marzo a.v~va attaccalo e sbaragliato, l'armala di Liaoyang. TI 5 marzo aJ ma llino a\"eva inizio l'a:1acco della città. che il giorno stes~o cadeva in potere dei G iapponesi dopo aspro combattimento. Intanto la 1" d ivis. il 7 marzo attaccava e conquistava Yin- kow e, procedendo oltre il ghiacciato Liao-ho, prendc,•a. posizione sulla s trada di l' echino, ove si fortificava. Qui lo raggiungeva il ::--.'ozu il quale occu pava T icn-chuang-tai, d'onde l'armata de l gcn. Sung sloggiava dopo breve combatti· memo. Ormai la via della capitale era aperta alle vittoriose armate giapponesi. A que,to pun to le Grandi Polènze, p reoccupate pc•· i propri i,~tcressi in Ci111, e gelose dei ~uccessi del G iap. pone, consiglia.cono :il r;ovemo cinese, di p:oporre un armistizio. che venne diplomaticamente imposto al gabinetto g.:apponese, p,·csicduto dall'Ito. Il 30 marzo le ostilità ebbero termiue e il 17 aprile veniva fu·mata la pace cli Simo11osak·i, per la qt>ale a.I Giappoue veaivanc tolti i maggiori risultati della guerra vittoriosa. (Per la spedizione a Formosa-Pescadorcs, V. For·mosa).

Cinocefale. Colli nspri e scoscesi del la Tessaglia. I. Battc.glia di Ci11ocefale (364 a. C.). .\ ppartiene al periodo d elle guerre Teb:ine, e fu combattuta e vinta d:tl

tebano Pelopida contro i; tiranno Alessandro di Fere di Tessaglia. Il nemico era già. stato sgominato, quando Pelopida cadde u cciso in un assalto imprudente, mentre cercava d i \Iccidere d i propri;,. mano Alessandro, il quale però fu costrello a rinunziare alle sue conqu isle, restare con la sola Fcre e pagare un tributo a Tebe. II. Battaglia di Cinocefale ( 197 a. C.). Appartiene alla seconda guer ra macedonica e fu combattuta clal

La baLtaglla cli Cinocrrate ( 197 a. C.)

proconsol':! T. Quinzio Flaminio, coadiuvato da quasi tutti i G reci cont ro 1-'ilippo V, re di Macedonia, il quale avev,\. · messo insieme un esercito d i 26.000 uomim, pari a quello romano. Il primo scontro avvenne fra le avanguardie dei due e3erciti; i Romani furono rcs1)inti con forti perdite. Inorgogliti di questo s uccesso, i Macedoni a.vanzarouo contro il grosso romano. Filippo, postosi alla k~ta ciell'ala destra della falange, corse veloce addosso al nemico, e ordinò a. N ica.norc che tosto lo


raggiungesse col rimanen!.e delle forze. F laminio illtanto comandò che l'ala destra restasse nel suo sito cogli elefant i davanti, ma con l'ala sinistra. e con la fante.ria legge ra andò al contrattacco. Nato da ambedue le poxti un urto violento, Flaminio, vedendo che i suoi non potevano ripararsi dall'impeto della falange, e che parte era.no morti e a.Itri in · ordine ritiravansi, pose nell'ala destrn la spera11za di salvezza, e, scagliati prima gli elefanti contro il nemico, piombò addosso a questo che era ancora tutto scompigliato, pensando che la parte sconfitta trarrebbe seco il r imanente. I Macedoni, spaventa.li al primo urlo delle bestie, sbaragliati aJ1darono in volta. Intanto uno dei tribuni dell'ala destra romma, -con venti insq,'Tle (130 uomini cìascuna), preso consiglio dal momento, molto contribuÌ a.Ila vittoria: infat ti, vedendo <'.he Filippo opprime,·:• l'ala sinistra dei suoi, lasciò J'a!a destra che manifestamente vinceva, e portatosi di corsa. alle spalle di Filippo, attaccò a tergo i :Macedoni, i quali furono in parte tagliati a pezzi, in parte messi in rotta. Filippo, visto Che tutto era perduto, uscì fuori dal campo di battaglia e si diede a -fuggire, traendo seco quanti più potè Traci e Macedoni. Caddero dei Romani 700; dei Macedoni morirono in tutto 8000 e vivi ne furono presi 5000. Filippo riparò .a Larissa, e. raccolti nella valle di Tempe gli scampati, si ,·itirò in Macedonia; persuaso che non gli rÌlllaJ1eva altra via di salvezza fuorchè di implorare la pace ai vincitore, l'ottenne a condizioni più generose che non ·a vess,C osato sperare. La pace p.rese lo stesijO nome della battaglia: C111ocejale. F laminio gli accordò una tregua di quattro mesi verso il pagamento di 200 talenti nonclrè la consegna di ostaggi, fra i quali su·o figlio Demetrio, in attesa che il Senato inviasse dei commissari in Grecia per fissa.re le condizioni della pace .fofinitiva. E le condizioni di questa furono : Filippo rinunziasse ai <lam ini rimastigli nell' Asia Minore, in T racia, in Grecia e nelle isole del .Mar Egeo; non facesse alle3J17.e senza il consenso di Roma, e r iducesse l'esercito a 5000 uomilli e la flotta a S navi, consegnando a Roma le rimanenti ; infrne pagasse 1000 talenti.

O inossema. Promontod o del Che rsoneso tracico ~ell'estate del 411 a. C. vi si combattè una battaglia 11avale che appartiene al secondo periodo della g uerra del P eloporJieso e fu combattuta tra 8 1 triremi ateniesi, a gli ordilli di Tntsibulo e T r asillo, e 86 sparta11e comandate dal navarca J..,!indaro. L'armata ateniese ava.nzò in colonna verso Sest'); comandava il corno sinistro T rasillo, il destro Trasibulo. La flotta spartana le mosse incontro; il siracusano Ermocrate ca.pitaJ1ava il corno destro, Milldaro il sinistro. I Peloponnesi a ttaccarono p rimi, e, oltrepassaro:10 la destra del nemico coa la loro sillistra, cercando cli chiudergli l'uscita dallo stretto ; ma di ciò àccortisi gli Atenies~ si d istesero pure da quelfa parte e con la celerità prevennero i Pelopo11nesi. Questa ma.novra però indeboli il centro ateniese col disunire molte navi, e i Peloponnesi, avendole .attaccate con impeto, le costrinsero a dare in secco. Sbarcaron;, gli Ateniesi e dietro a · loro i nemici, ed a terra si continuò la lotta con la peggio dei primi. Ma i Peloponnesi, reputa.nclosi già. vincitori, incominciarono ad inset'1lire i nemici in gran disordine. Si avvalse dell'errore Trasibulo, e scagliatosi su1le navi d i . M indaro, le ributtò; poscia, movendo in linea serrala contro il centro<nemico già" disunito, lo assali, e affondò molte navi,

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decidendo a suo favore le sorti della battaglia. Gli Ate niesi perdettero 15 navi ; circa altrettmte i Peloponnesi. ma questi ne lasciarono 21 nelle mani degli avversari.

Cinque dea. Così venivano chiamate a Venezia ed a Verona (da dove uscivano le più rinomate) certe spe• cie di daghe dette più comunemente ling1ta di bue. Oinquefronde. Comune in prov. cli Reggio Calabria. Fu costruito e fortifica to dagli abitanti dei cinque villaggi di S. Paolo, S. Elia, S. Demetrio, S. Lo· renzo e S. N icola che vi si ridussero per sottrarsi al!e incursioni dei Saraceni, padroni della Sicilia. Nel 1809 gli abitanti distrussero una colonna fraJ1cese comandata dal gen. Cavagnac, accorsa per occuparlo. Cinque giornate (di Milano). Nei primi giorni di febbraio del 1848 l'Austria iniziava nel L ombardo-Veneto un periodo d i dura reazione, che fu impotente ~ impedire lo scoppio della rivoluzione. Quando giunse a Mila110 la notizia che la Costituzione era stata concessa a Napoli, a Firenze, a Roma, a Torino, e la repubblica instaurata a Parigi, l'Austria proclamò lo stato d'assedio, procedendo a numerosi arresti in tutte le città. del Lombarào-Vencto. Ma il contraccolpo della rivoluzione francese g iungeva inta.nto anche in AustJ'Ìa · il Kossuth alla Dieta Ungherese chiedeva forme costi• tuzionali; gli Czechi nazionalisti reclamavano l'autono· mia della Boemia; gli intellettuali, nella stessa Vienna, intensific"vano la loro azione per o ttenere le auspicate riforme liberali. :Metternich non trova di meglio chr, abbandonare Vienna ; l'Imperatore, pressato dagli eventi, concede la libertà di stampa, la Guardia civica r . finalmente, !a Costituzione. M ilano, tra il 16 e il 17 marw, apprende t ali notizie, e il 18 marzo, al Vice· Governatol·e O' Donne), una commissione, con a capo il podestit Casati, dom:,.nda.va la Guardia civica e la Costituzione. Il Vice Governa tore, impressionato della 55


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L'attacco di Porta Tosa (22 marzo 1848)

volta si era ormai estesa anche ill provincia e le comupiega che prendevano gli avvenimenti, autorizzava i citnicazioni non erano più libere. tadini ad armarsi; ma il gen. Radetzky, intervenendo Gli avvenimenti precipitavano; le truppe in di.staccaprontamente, negava qualsiasi valore alla concessione mento non avernno più la. dovuta efficienza, perchè blocstrappata rnn la forza ali'autorità civile ed ùwiava uocate, affamate, stanche e prive d i mtcnizion i. Il Rademin i e cannoni alla sede del Municipio per sospendere tzky, non riuscendo a rifornirle, ordina.va. a sen1 che l'arruolamento nella G,u,Tdia civ ica già iniziato con tutte Je for1.e presenti ;n Milano fossero raccolte nel Cagrande a.ffiuenz.c'L di popolo. I cittadù1i, raccolti -in forte stello. Dell'opernzione fu incaricato il Fel<l :Maresciallo numero nei pressi del ·:Municipio e forti della concesRoth il quale, oltre alle truppe, raccoL5e durn.rite la notte sione ottenuta al mattino, non vollero abbandonare il anche gli impiegati e le !ore, famiglie, raggiungendo il palazzo ccmuno. le e lo d ifesero strenuame;1te, cedendo Castello senza che i rivoltosi opponessero una seria resolo a tard,c notte di fronte a forze preponderanti e a l s istenz:i.. L 'operazione era r iuscita felicemente ma l'inl'impiego delle artiglierie. surrezione dirnmpava pii. forte per l'intervento di perOttenuto questo primo successo, Radetzky assumeva sone capaci di gu idare gli insorti in arme e dare al i pieni poteri e faceva occupare militarmente i punti movimento caratt~re ben dc.finito cd organico. Infatti più del-ic:i.:i r!eila città . Aveva a sua disposizione 9 batt_utti gli sforzi degli insorti furono concen \ra.(1 contro il taglioni, 4 squadroni e 4 batterie, circa 12.000 uomini Castello, con lo scopo di ca.tturarne il presidio. I l Radi cui gran parte raccolta nel Castello e piccole frazioni dcscky si preoccupava, dal canto suo, d i conservare 1I dislocate opportunamente nella città. Quest.e misure di possesso d i Por ta Tosa per essere in collegamento con r igore non turbarono eccessiva.mente gli insorti : anzi, rper impulso <li popolo e senza preventivi accordi, ven ivano innalza.te le barricate e comincia.va. quell'epica lotta che costitùisce lo scoppio generoso e possen te del sen.timcnto patrio per secoli conculca to. U 19 marze le comunicazioni tra H Castello e i distaccamenti erano virtualmente tagli,cte. Per gli Austriaai s i p resentava. quindi la necessità di riattivarle, e per la. bisogna furono impiegate spec iali colomie d'azione. Una di queste, diretta su Porta Nùova, fu battuta dai rivoltosi e costretta a rientrare nel Castello nel massimo disordù1e. In questa s ituazione critica parve al Radetzky miglior consiglio quello d i raccogliere a .M ila.no i presidi delle varie provincie della Lombardia; ma, ad onta dell'ord ine impulito, nessuno di e~i r iuscì a raggiungere M ilano, perchè la riComllal\imento ~i po1'toni di Porta Nue>va


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-5.1 i rin forzi che gli potevano giungere d alle provincie. Il 21 marzo i l·ivoltosi si impadroniva.no, dopo lotta acca11ita, della caserma dei poliziotti e del Pa.lazw del Genio; in provincia gli Austriaci aveva.no ovunque la peggio; l'esercito piemontese si accingeva a varcare il Ticino. Pre;sa va ormai la necessità per gli Austria.ci d i lasciar Milano per raccogliere tutte le forze in località idonea da dove domina.re l'ulteriore svolgimento della rivolta. Il mattino -del 22 il Radetzky, sentito il pà.rere di un Consiglio di Guerra, d ecise di abbandonare 1'lilano raccogliendosi dietro la linea del Mincio. A 0

wer, Sandwich, Ronmey, Hythe, ed Hastings. :Ma vi fu , rono aggiunti quelli di Winchelsea, Ryc, Penensey, Folkestone, Fcversha.m, Jv!a.rgate, Reculser, Storey e Deal. Tali porti dovevano fornire 57 navi, armate con 790 u., dì cui 114 ufficiali. L'organizzazione durante la guerra civile delle Due Rose naufragò, ma con Enrico VII i C. P . furcno rimessi in onore e lottarono egregiamente contro Scozia e Francia. Allora PJyroouth ne fu l'arsenale militare e Bristol il più accreditato porto.

Cinquereme. V, Quinquereme. Cinta (lo stesso che recinto, cinto, circ-i,ito o corw delle 1111,ra). Dicesi l'insieme dei fronti elevati lungo un determinato poligono per difendere t;na città od una località. La cinta dicesi contùuw se non presenta interruzioni (salvo ristretti passaggi); discontinua o ad

Cinta ;mmaria rie/ Ironie italiano miJlioralo '

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Mon1unento al le c 1nc1u-c Gio rnate (~lllano)

intervalli quando vi si riscontrino in.ten·uzioni ampie r·ispctto a.Jl'estensione dei fronti. Talvolta una, semplice cinta (per lo più continua) costituiva da sola una fortificazione; più spesso però, fin dai tempi antichi, una cinta crn raffonata mediante l'aggiunta di a ltre opere poste esternamente cd internamente arl essa; in questo caso la cinta propria.mente detta chiama,vasi cinta ·m agùtra.le o principale o J>rimaria, od anche corpo di piazza, e le opere aggiunte dicevansi opere addizionali esterne od interne, secondo la loro posizione rispetto alla cinta. Ciascun fronte di una cin ta poteva avere le sue opere addizionali, variate all'occorrenza da un fronte 'all'altro secondo J'importa.rJza dei fronti stessi. Le opere addizionali dei vari front i, se esterne, potevano c=re

sera, raccolti i d istaccamenti e le famiglie degli impiegati, faceva eseguire· un foiie ca.ru1oneggiamcnto per distrarre l'a ttenzione dei cittadini e durante la notte iniziava la r itirata verso l'Adda, su tre colonne dirette rispettivamente su :Melegnano, Paullo, Landriano. Cessava così l'accanita lotta nella. qua.le i cittadini avevano avut,o 350 morti e 600 feriti e gli Austriaci 600 fra mn rti, feriti e scompar~i.

C'inque Miglia (Piano d-,). Valico che unisce la conca Aqui!ana colla valle del Sangro, in Abruzzo; è un p ianon elevato e spazioso, fiancheggiato da lla 11ajella e dal Me.ta; vi si giunge per una ripida eiia da Castel di Sangro e attraverso una gola profonda e tortuosa dalla parte dì Aquila. La posizione è militarmen te importan tissima. poichè copre le due opposte valli, domina la strada degli Abruzzi e quella che per P alena, ;'Aventino e i l Sangro, conduce a Pescara, e non è aggir«bile. Cinque Porti. Denominazione di un'armata inglese regia fond.ita fino dal tempo dei Plantageneti, ed affidata ad un L ord guardiano. I porti originari erano Do-

Porw di antica cinta collegate fra di loro in modo da formare cinte esterne ( cinte secondarie) a qw:lla primaria, ma più generalmente esse crnno ind ipendenti. Le opere addizionali si distinguevano in: aderenti, se avevano il proprio fosso in comunicazione con quello della cinta primaria; avanzate, quando non v i era tale comunicazione, ma dista,vano dalla cin ta in modo da essere sempre appoggiat~ dai fuochi partenti da questa.; staccate se formavano bensì sistema ccolla cinta, ma erano da questa così !on-


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tane da non p oterne ricevere un diret to appoggio. Un sistema d i c pere staccate sviluppantesi tutto attorno ad una cù1ta, concentricamente, o quasi, ad essa, prendeva il nome d i linea di opere staccate.

Cintra. Comune dell'Estrcmadura in Por togal!Jt a 20 km. da Lisbona. Dopo la sconfitta d i Vimllo i Francesi, co_st retti a ripiegare su Lisbona, bloccati per terra e per mare dagli Anglo-Portoghesi, decisero di tratt~re. Il maresc. Junot inviò a questo scopo i l gene rale Kellermann dal gen. Dalrymple che comandava gli Inglesi ; questi nominò quale suo p lenipotenziar io ii col. M urray. Dopo laboriose trattative s i firmò il 30 agosto la Convenz·ione di Cintra, per la quale i Fra.r1cesi rimettevano tutte le fortezze occupate in Portogallo e il loro esercito, forte di 25.747 u ., 1$55 cav. e 30 pezzi, , veniva traspor tato in Francia sulle navi inglesi. Cintura. La fascia di cuoio o di panno che serve a tenere cin ta al fianco la spada o la sciabola. '

Cinture di forzamento del proietto. Le cinture di forzamento hanno avuto origine con la rigatura dei cannoni. Nelle a rm i ad ~vancarica erano costituite da speciali alette che corrispondevano esattamente a.i. solchi della rigatura : dapprima d ue su d i un diametro, poi quattro su due diametri oppo~t \. Queste alette costr ingevano il proietto nelle operazioni ad avancarica a Cintur a medievale per spada compiere i n senso inverso la rotazione che poi avrebbe dovuto fare nell'uscire, i l che rendeva l'operazione di caricamento assai lunga ed mcomoda Furono sostituite più tard i da bottoni a molla con speciale d ispositivo che p ennct-

C1N

cilmen te la for ma. Le cintl,re sono in n umero di due, o una, attorno a lla parte cilindrica del proietto. Hanno il diarietro esterno legg~rn1ente superiore a quello dell'anima del cannone, m is urata sul fondo defle righe. All'atto dello s.paro il proietto spinto con fo17,a avant i, costringe h{ cù1t11ra à.d intaccarsi ù, corrispondenza delle riglie, dùnoclochè alla pressione dei gas viene opposta una superficie continua e completa. sq-r-7,a che vi sia. $fuggita di aria attraverso i l vuoto delCinlUflllO porta SJ)3!CL'l le righe. ,P er facilita.re l'intacco delle cintu re, speciahnente nei proietti di grosso calibro, si dà ad esse una specia le sagon,u.L che è quella che offre ancl1e min ima resistenza. a l~ l'aria durante il tragitto e fadlita la deformazione

Ciotura del pr oiett~

nello sparo. Alla cint ura di rame si aggiunge talvolta una cintura di amianto, la quale non ha altr o scopo che di lubrificare l'anima del cannone e d i d iminuirne l'usura d urante il tiro, per effetto del con tatto dti gas ad alta temperatura. col metallo dell'anima.

Cinturino. D iminutivo di cin t ura . Però,, impropria mente, oggi si intende per cinturino, anche le dué cù, ghic (pendagli) che servono, r iunite ad un gancio da una parte, e d a]Je alt re d ue estremità provviste d i mosohettoni, a.d appendere la sciabola a mezzo delle campanelle a ll'anello della cintura stessa. Cinuzzi

(Im,periale) .

Capitano del sec. XVI, nativo di Siena. M ilitò l ungamente in F iandra, in Francia e in T r an3ilvaCin uzz l 1mper1a1c nia. Scrisse : << La vera milita.re d iscip lina>) in tre libri (1604). Cin Lur c di soldau romani

teva di far ruotare i l proiet to dopo averlo 'mtrodotto :lì.no i n fondo a l cannone, in modo ch e i bot toni, u scendo dai loro incastr i, pencu-assero nei vuoti delle righe. Con la adozione dei p roietti a retr ocarica le cintun\ chiama te anche ti1ravento, furono subito adottate pc~ tutti i proietti. Furono dapprima di zinco, poscia quasi subito d i rame clic, essendo un metallo molto più morb ido dell'acciaio, si s tampa su di esso prendendone fa-

Cinzica (o Cìiizw, dei Sismond·i). Eroina d i Pisa, che nel 1005, men tre i P isani erano accorsi in Cala.bri'l per combat ~ervì i Saraceni, s i distinse nella d ifesa della cit tà attaccata da una flotta saracena, nottetempo e a ll'improvviso, nei sobborghi. Meutre la popolazione di quegt i, a t territa , si da.va alla fuga per le campagne, Cifr. zica, traversate le :file dei nemici, corse al palazzo dei Consoli, annunciò loro il i:;ericolo della patria, fece su onare a stormo le campimc. I cìt tadini si raccolsero ,piombarono a ddoS%') agli invasori i quali, ad cvit:u·e il


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-53-p~ggio, rimontati precipitosamente sulle navi uscirono dalla foce dell'Arno. Il sobborgo distrutto dagli Arabi fu ricostruito e intitolato a Cinzica in onore della quale fu innalzata una statua.

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Cioccetti (Lorenzo). Capitano marchigiano del lo XVI. Colle milizie toscane combattè giovanetto contro i Turchi dimostrando grande valore. Passò quindi al servizio delle milizie dél' papa e nuov~mente si distinse alle d ipendenze di Ercole Sfrondati e poi di Mario Colonna.

Ciani (Cesare) . Genera le, n. e m. a Firenze ( 18411905). Sottot. dei bersai;lieri nel 1859, partecipò alla guerra di quelranno e a quella del 1866. Da tcn. colonnello lasciò il corpo dei bersaglieri e passò nei distretti comandando quel lo di Siracusa. Collocato in P. A. nel 1885, venne nella r iserva. promosso colonnello nel 1892 e magg. generale nel 1903.

Ciotola (Ernesto). Generale, n. a Napoli nel 1861. Sottot. di fante,ria nel 18'82, partecipò alla campagna italo-turca (1911-12) meritandosi due med. d'argento, la prima a Gargaresc.h e l'a ltra a Sidi Bilal. Confermò il suo valore durante la grande guerra (1915 -1 i) ottenendo una terza mecl. d'argento nel luglio 1915 a col di Lana, dove rimase ferito. Colonnello nel 1917, fu collocato in congedo nel 1919 e raggiunse nel 1924 il grado cli generale di brigata.. Fin da capitano si occupò molto del problema dell'utilizzazione dei cani in guerra. Ciotto (Arturo). Gçnerale, n. ,i Vittorio Veneto nel 1870. Sottot. · del genio nel 1890, partecipò alla grand~ guerra (1915- 18), raggiungendo il grado di colonnello. Nel dicembre 1918 fu nominato capo ufficio fortifica-

zioni di 'Belluno e comandò successivamente il 5° reggimento genio ed il 3° raggruppamento genio. Nel periodo 1923-26 fu direttore del genio di Napoli e pro• mosso gen. di brigata ( 1926) assunse la carica di comandante de) genio del C. d'A. di Bari.

Cipaì (o Si~o,y), term ine indù che significa « guerrieri»; nome dato alle milizie indigene al servizio degli Europei in India. L'Inghilterra li organizzò poco dopo la conquista del Bengala per opera di Lord Clive, in reggiment i istruiti a ll'europea; essi costituirono la base

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st~.re, e fu costituito l'Impero Indiano, le truppe indigene furono organizzate su nuove basi (V. India). I Francesi pure nel!'lndia, sulla metà del sec. XVIII, per opera del Dupleix, organizzarono corpi di C. che furono abbastanza numerosi durante le guerre coll'Inghilterra, e si ridussero in seguito notevolmente fino a ~hc non furono aboliti durante il periodo della Rivolu. zione e dell'Impero in cui l'India francese cadde nelle roani deg,!i Inglesi. Nei paesi restituiti a lla F rancia vennero ricostituiti ( 1817) su quattro compagnie, ridotte a due nel 1867 e a una nel 1889; e vennero soppressi ;,cl 1907.

Cipolla (G,'1iseppe). Generale medico, n. a :Montemaggiore m. a Roma (1833-1896). Prese parte alla campagna del 1860 guaòagn,andosi la med: d 'argento; laureatosi in medicina e chirurgia a Pa\ermo ( 1861) passò nel 1862 nel corpo sanitario partecipando :dia campagna del 1866. Col grado di colonnello medico ( 1879) fu direttore cli Sanità e promosso (1887) maggior generale fu all'Ispettorato d i Sanità e nel 1893 fu nominato Ispettore Capo di Sanità militare. Cipriani (Emilio). Senatore, n. a Firenze, m. a Roma (Ì814-1883). Studiò medicina e divenne in breve chirurgo valente. Da giovane appartenne alla « •Giovane Italia», nel 1848 combattè a ]\,fontanara con gli studenti toscani, dopo il 1849 andò in esilio a Costantinopoli. Fu nel 1860 con Garibaldi, a cui nel 1862 estrasse la palla da cui fu ferito ad Aspromonte; nel 1867 fu ca.p o dell'ambulanza. nelle spedizioni di Mentana. Fu professore di medicina a Pisa e Firenze, deputato <li Campi B isen-,io e del IV collegio d i Firenze, questore della Camera e senatore del Regno. Cipriani Leonetto. Generale, n . e m . a Centuri ( 18121888). Corso d'origine, italia:nissimo di sen tin1en ti, aveva 1no-

strato molto valore sui campi di Lombardia nel 1848. Dopo la pace d i Villa franca ( 1859) tenne, col grado di colon11ello, le red ini del -supremo governo d i Romagna col titolo di governatore generale. Si ritrasse poi a vita privata col grado di maggior gençrale. Nel 1865 ve1:ne nomi.nato senatore del Regno. Cipriani Amilcare. Agitatore romagn olo, n. ad Anzio m. a Parigi (1844- 1918). Si a rruolò a 15 anni e combattè nella. guerra del 1859; poi disertò per raggiungere Garibaldi a Napoli ; p<1,ssò in Egitto e vi costituì una « Legione Egiziana l>; si stabilì quindi a Parigi. Nel 188i accorse a combattere contro la Grecia e costituì una « Legione 11 che prese il suo nome e di çui fu capo : partecipò a lla battaglia di Domokos e vi rimase ferito. Poi s i stabilì a Parigi ed ektto tre volte deputato in Italia non accettò mai il mandato.

Cl pa.i fra1,cesc

ClPfll Jn glesc

fondamentale delle forze di fanteria e d i cavalleria della Compagnia delle Indie, mentre l'artiglieria rimase esclusivamente inglese. E rano tutti musulmani e indù. Nel 1857, quando la Compagnia delle Indie· cessò di esi-

Cipro. Verso la fine clell'VIII secolo a C., Cipro, che coloni Fenici fin dal 1000 e s uccessivamente immigrati Ioni e Dori ave,·ano occupato fondandovi importanti città e costituendovi parecchi piccoli regni indipendenti, veniva assoggettata e resa vassalla dagli Assir i, passando nel 607 sotto la signoria di Tiro, poi di quella degli I:giziani (560) e poco appresso in quella dei Persiani.

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CIP

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Ma essa si governò sempre con leggi proprie e assai stumo avuto da essO, Caterina poté, con l'appoggio dei spesso tentò scuotere il giogo straniero, aiutata dai Greci Veneziani, conservare il trono a dami.o di Cadotta, la ~he fina.lmente, tra il 478 e il 449, la restituirono in ~ uale, morenào nel 1487 a _Roma, legava al nipUc Carlibértà. Nel 4 10, Evagora, fu a capo dell'Isola da lui lo I duca d i Savoia il titolo di re d i Cipro che cla alunificata sotto il suo scettro, e sostennè lunghe lotte lora fu dai Sabaudi mantenuto. Ma, sotto· i· Lusii-.'1'.lani, ~I regno di Cipro fu, come contro A1iasersc Il lVInemone per serbarsi indipendente; ma, alla sua morte (J74), Cipro si scisse nuovamente queÙo di Gerusalemme, continuamente lacerato da lott_e in vari staterelli che Artaserse III verso il 350 ridusse intestine fra i feudatari turbolenti e discordi, che anche Ù1 suo potere. Dopo la battaglia d'Isso, Cipro fu comsotto Caterina. ~on cessarono dal farsi guerra; onde presa nel regno di Alessandro Magno (333). Disputata essa, dopo 14 anni di i;egno, stanca delle difficoltà in tra i diadochi Antigono re di Siria e Tolomeo I re d'Ecui si d ibatteva, prestò orecchio al Senato veneto che gitto, rimase in balia di quest'ultimo ( 323), ma i suoi la persuase a cedergli il possesso dell'isola e ad abdisuccessor i ne formarono un regno indipendente e la dieca~ (1489) . Essa ritornò a Venezia ove ebbe accoglidero a reggere a principi della loro casa. rnènto da regina ed ove morl- (1510). La r epubblica pose Nel S8 a. C. Roma, col pretesto che w10 dei Toloa Cipro un suo luogotenente, poco si cu~ò di. essa e mei ie avesse legato in eredità l'isola, vi mandò Catone continuò a pagar tributo al Soldailo; ma, dopo un seil giovine che la conquistò e la fece romana. Successicolo di dominio, dovette cedere l'isola. ai Turchi che, vamente, Cesare e Antonio Ja restituirono ai prùicipi durante il regno di Selim II, vi sbarcarono 100.000 u. tolomaici, ma Augusto, dopo la battaglia d'Azio, ne $ritto lVlustafà e, aiutati -dagli stessi Ciprioti che l'informò con la Cilicia e co.n l'Isaura una provincia concuria del veneto governo aveva esacerbati, assediarono e solare. Con la spartizione dell'impero romano, Cipro paspresero Nicosia (1S70) e Farnagosta ( 1571) occupando sò a quello d'oriente e fu retta da governatori di santutta l'isola. Nè la successiva ~ittoria di Lepanto (1571) g ue imperiale. Nel 647 d. C . i Saraceni se ne fecero valse a salvare ai Veneziani il possesso di Cipro; chè padroni, ma .gli imperatori bizantini tosto la ritolsero la discordia dei principi cristiani collegati e la gelosia loro. Eretta ù1 principato, fu data a principi della. fadi F ilippo II jnteso a raffrenare la potenza della remiglia Comnena, l'ultimo dei qual i, Isacco, giovandosi pubblica sui mari e a impedirle quel predominio in dei torbidi che travagliavano Costantinopoli, si rese inItalia a cui egli agogna.va, -resero quel trionfo infrutdipendente- ed assW1se il fastoso titolo d'imperatore; ma, tuoso; onde il Senato veneto stimò prudente cedere l'iavendo osato respingere ed oltraggiare R iccardo Cuor sola ai Turchi ( 15 73), sotto i quali essa andò via via di Leone che, nel recarsi in Palestina per la 3• Crociata, miserevolmente decadendo. era st;ito sbattuto da una tempesta contro l'isola. e cerNel luglio 1832 Mehemet Alì, vicerè d'Egitto, guercava approdarvi, fu da esso privato del suo dominio. reggiando con la Porta costrinse questa, dopo aver conRiccardo vendette Ci-pro a.i Templari e poi che il malquistato Cipro, a cedergliela. in feudo ; ma. nel 1840 dogoverno di questi provocò una. sollevazione degli abivette fai-ne restituzione. Finalmente, nel 1878 ( 4 giutanti, la. riprese e la cedette a Guido di Lusignano in gno), l'ùnpero ottomano, in compenso dell'appoggio dacambio del t itolo, da questi posseduto, di re di Gerutogli dall'Inghilterra contro le mire russe, pattuì con salemme. Fra il 1291 e il 1306 a C., nel porto di Liquesta una convenzione per la quale le- era concessa massol, si stabilì l'Ordine dei cavalieri di San Giovanni, l'occupazione militare e l'anuninislmzione d i Cipro che cacciato dalla ,P alestina, e clhe poi passò a Rodi. cosi diventava reale dominio britannico. L 'Inghilterra Per quasi tre secoli i Lusignano regnarono su C. e la imiò allora a C. un corpo di spedizione composto di fecero fiorire. I Genovesi ottennero allom privilegi nel8600 u ., imbarcato su 28 u·asporti e scortato d a navi da guerra. Però la forma.le. annessione dell'is<:ila alla l'isola, ma sotto Pietro II vennero in urto coi Veneziani. che, a,ppoggiati dai Ciprioti, ne fecero strage. Genova Corona brita,Pnica avvenne soltanto il 5 novembre 1914, nello stesso tempo che l'Inghilterra dichiarava guerra inviò una spedizione di 43 galere e altre navi, ai comando di Pietro di Campofregoso, per vendicare l'afalla Turchia. L'isola è protetta dalle forze navali infronto e la strage. Nell'aprile e nell'ottobre 1373 la flotglesì, che vi' hanno una loro base: vi sono semplici fotze ta, in due divisioni, giunse a Famagosta, sbarcò trnppe, di polizia, vo1onta.ri, con ferma di cinque anni: in sconfisse i Ciprioti, devastò borghi e castelli, costrintutto ( 1927) 26 uff. e ·3 94 soldati. gendo -il re Pietro alla pace : questa gli impose ri31,rciOrdiuc cavalleresco mil·itare di Cipro. Istituito da mento di danni e tributo a Genova. Guido di Lusignano nel 1195, al fine d i creare una Nel 1426 re Giovanni Il, timoroso dei Turcbi, fu forza contro gli infedeli ; ebbe i nomi d i Ordi11e di Cicontento di assoggettarsi e di pagar tributo di vassalpro o del la Spada o del Silenzio. Quest'ordine, che fiori laggio ai Mammalucchi signori d'Egitto che si erano durante il regno della casa di L usignano, finì collo scomimpossessati dell'isola. Il suo successore Giovanni III parire quando l'isola passò ai salito al trono nel 1432, ebbe una .figlia legittima, CarVeneziani ( 1488). La sua inselotta, che nel 1433 spçrsò il 'cugino Lodovico, nato dal gna era costituita da una -colladuca d i Savoia Amedeo VIII e da Anna di Cipro, ed na d i cordoni di seta bianca leereditò alla morte del padre (1458) il r egno. Ma un gati a nodi d'amore a cui ei:a bastardo di Giovanni III, Giacomo ·u , aiutato dai a..ppesa una medaglia ' d:oro traMammalucchi, usurpò la corona alla sorella ( 1464) e, forata, su cui éra una spada con non trovando &1>osa tra le principesche casate, scelse lama srna,Jtata bianca e la divi(1471) una donzella. veneziana di famiglia patrizia, Casa.: « Securitas R egn i ». terina Corner, che il Senato veneto, per aver mano nelle cose di Cipro, si affrettò ad adottare e a fornir Ciravegna (Gian Battista). d'appannaggio. Morto Giacomo II (1473) e •l figlio poBrigadiere, nato a Narz<>le, morctravos-na G. B.


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to a Collegno (l774-l8 ( ?). Volontario a 16 anni nel la fanteria piemontese, fece le campai:ne dal 1792 a l 1799, passò al servizio dell'Austria, poi dell'Inghilterra -quando il Piemonte -fu annesso alla Francia. Rientrò in .servizio nell'esercito sardo col grado d i ten. col. dopo la restaurazione. Comandò poi la brigata Aosta.

Ci rcassi. R azza guerriera che abita sul v~rsante settentrionale ciel Caucaso. Anticamente pirati e p redoni conosciuti col nome di Sychi, furono nel sec. XlII soggiogati da i re di Georgia; nel 1424 si resero indipendenti, ma furono nei secoli successivi in lotta spessissimo con Russi, specia lmente nel 1774, quando la

Tipi C:l guerrfCl'i t ircassi

l{ussia. si impadronì della Georgia e iniziò quella serie di guerre che dovevano portarla sul versante meridionale del Caucaso. Fu allora quasi continua. la guei-riglia coi Circassi, di cui nel 1824 parecchie tribù prestarono giuramento di fedeltà al Sultano. Dopo la. battaglia di A.na.pa. ( 1829) la costa orientale del mar Nero -cadde in potere dei Russi che l'ebbero de,lìnitivamentc •colla pace di Adrianopoli. Cominciò allora la s istematica penetrazione nel paese, alla qua le i Circassi fieramente resistettero in una lotta durata fino al 1859. Anche dopo la pace d i Parig i (1856) i Cit·cassi tentarono di opporsi al la conquista russa; poveri d i mezzi e d i~corçl.i, il loro esercito, comandato da Sciamil bcy, fu sconfitto nel 1857 sull'a ltipiano di Scialata via.; gli ultim i avanzi, col loro condottiero, dovettero arrendersi il •6 settembre 1859. Negli anni seguenti gran parte dell~ popo]az.ione circa.ssa emigrò in territorio turco stabilend osi nelle provincie vicine e anche in Bulgaria., TescSaglia, Bosnia Erzegovina.; solo nel 1877-78 poche tribù .circasse a iutarono ·i Turchi.

Circolare. E nunciazione di determinate disposizioni

amministrative o di legge che vengono inviate per farle conoscere· e applicare, agli organismi militari dalle ·ge'rarchie superiori. La circola.re è contraddistinta dai se~ guenti' elementi : ente che l'ha diramata, numero, data:,. titolo. Le Circolari dei Ministeri militari sono gene'ra.lmente comunicate a mezzo dei rispettivi «Bollettini>> o «Giornali)). Esistono circolari di ca.ra_ttere generale di carattere speciale (riservate, riservatfasime, rise, vate personali, ccc.); le prime sono abitualmente inserite negli organi ufficiali dell'a.utor1tà che le invia, le a.lt1·c sono inviate d iretta.mente e separatamente a quelle a. cui sono destinate.

e

Circoli mii itari. Luoghi dì r iunione degli ufficiali in S. P. E. delle va.rie anni e dei vari corpi del presidio, istituiti nelle città maggiormente importanti per q,1a.ntitativo di truppe. Hanno sede in loca.li demaniali o d'affitto e sono arredati e mantenuti dagli ufficia.li del presidio mediante una tenue quota mensile. Comprendono in genere sale di riunione, di gioco e di lettura e taluni hanno anche una mensa gestita no1111a.lmente ad impresa. Vi si possono tenere conferenze d i carattere professionale o di cultura gcnctale, ricevimenti, feste d a ballo, ecc. Servono, specialmente nei piccoli centri, a fornire agli ufficiali un luogo di ri11ovo e d i passatempo decoroso che favorisc~ l'afliatamen to fra i var1 corpi e la conoscenza. reciproca. In tahmi presidi, il circolo oltre gli ufficiali in S. P. E., raccoglie ànche quelli in congedo, conco1Tendo cosi a mantenere vivi i vincoli di cameratismo fra i quadri in servizio e quelli in congedo. I circoli sono ?.t1t0nomi, li d irige apposita commissione nominata - per vot~zione segreta - dagli ufficiali del presidio e della qua.le è in genere presidente il comandante del p residio stesso e, nelle guarnigioni, sedi di comando di corpo d'armata o di' divisione, il comandante del C. d' A. o qnclb della di1risione. Il personale occorrente al servizio è tratto dai va1·1 corpi del presidio. Anahe la Marina e l'Aviazione hanno i loro Circoli, con ordina.mento identico a. quello dell'Esercito. Circonvallazione. Quella ]jnea. {li fortificazioni campa.li con la quale gli assedianti cingevano la. piazza fuori della gittata delle artiglierie di questa, per p reml\!!irsi e dife11dersi dalle sorprese~ di un qualunque esercito che tentasse di soccorrerla. La circonvallazione venne usata fin dall'epoca antica, ed allora. era per lo più fiancheggiata da torri d i legno; continuò ad essere impiegata nell'epoca moderna, durante la. quale si costruiva. a.Ila d istanza. di 3000 a 3600 m . dalla piazza. Verso la fine di questa epoca però alcuni autori com incia.rono a mettere in dubbio l'utilità della lfaea di circonvallazionè, in seguito all'infelice esito di alcuni assedi, come quelli di Arra.s (1654), di Valenciennes ( l 656) e d i Torino ( 1706), in cui esse vennero forzate. ~on ma ncò chi le dichiarò persino inutili e perniciose. La linea di circonvallazione ad ogni modo si riteneva da tutti che potesse essere tralasciata. nei casi di decisa superiorità di for ze dell'attaccante, o di precedenti gravi disastri toccali al nemico, che lo· avessero reso inca.pace di n ulla tentare a vantaggio della piazza assediata. Nell'epoca contemporanea, dato il grande sviluppo preso dalle fortificazioni, coll'adozione dei campi trin- · cerati, e dato l'aumento cli gitta te delle a rtiglierie, la · linea di circonvallazione venne abbandonata anche per il grande sviluppo che essa avrebbe dovuto a.vere. La


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unee di c1rconvallazione e di controval!azione into rno a un a piazzarorte assed.iala (secolo XVlf): a, piazzarort.e; I>, mezzaluna; e, batterie dell'attaccante; d, Idem; e, /, ridotte; g, fossato della linea di, Gi1•09nnllaz1,one; I., foss ato della linea di Gomrovallazlone; i, ca,mp0; l, tende; 1n, rleposit-0· viveri; n, pa1co d art,glier la. C. era complet:J.ta dalla Contravallaziotte (V.) la quale

era rivolta verso la piazza, men tre la C. era rivolta verso l'esterno.

Circoscrizione territoriale mllltare. E ' la ripartizione di tutto il territorio d ello Stato in zone, per regolare ed agevolare le relazioni sia fra i'autorità centrale e i vari enti dell'esercito ed il paese in tempo d i pace ed in tempo di guerra. Ne derivano due ordini di rapport i gerarchici ; uno esclusivamente di cai:attere militare, l'altro più specialmente di carattere tecnico-amministrativo, per lo sviluppo delle relazioni fra l'autorità milita:r e ed il paese. Il primo ordine di rapporti si r iferisce all'azione d i comando, disciplinare ed istruttiva che l'autorità militare esercita sugli elementi da essa d ipendenti, dislocati nei vari punti del territorio; il secondo contempla compiti d i indole varia che s i possono così riassumere : - studi relativi a l terreno, geografici e topogra:fic~ a scopo militare ;

- studì statistico-economici ,-elativi alle risorse varie del paese, alla loro entità, a l modo 'd i raccoglierle, alla possibilità di produzione delle ind ustrie. alla capacità di alloggiamento, ecc.; - p redisposizioni cd accordi con l'au torità politica per quan to riguarda l'impiego delle truppe per motivi d i ordine pu bblico e di p ubblica sicurezza, in occasione di ca!amità, son1n1osse, ecc.; 1 - funzioni relative a l reclutamen to ed alla mobilitazione militare, civile, industriale. ecc. Da quanto abbiamo esposto risulta che u n solo frazionamento del territorio dello Stato J1on può e;;sere sufficiente, ma che una priora circoscr izione, diciamo così genera le, ne dovrà contenere altre rispondenti a necessità di ripartizione gerarchica e di divisione del lavoro per la prima specie di funzioni e di divisione del lavoro e di specializzazione per il secondo o rdine di fw,zioni, R isulta a ltresì: che per questo secondo ordine di fw1zioni - 1·apporti fra esercito da una. parte e paese e popolazione. dall'altra - la gerarchia\ territoriale s i può,


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CIRCOSCRIZIONIMILITARI

TERRITORIALI

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in parte identificare con quella ·di' comando, ed in parte occon-c sia costituita da enti_ apposita.mente istituiti (distretti militari, circoli di reclutamento, ecc.) che, pur agendo con una ct:rta autonomia, ab()ian·o però sempre a far capo all'auto.rità gerarchica di comando cui deve essere devoluta l'azione ·direttiva, di coordinamento · ed fo certi casi decisiva. , Vi sono poi speciali serviz1 i cui elementi non occorre -che coincidano nè per numero nè per estensione coi precedenti ; per essi viene quindi adottata: una'. -~peciale •circoscrizione meglio adatta a soddisfatne le particolari esigenze di funzionamento, come avviene da noi per i servizi di commissariato, del genio, d'artiglieria, ecc. Premesso questo, indichi:.uuo qui sii seguito taluni criteri di carattere generale cui deve essere informata e rispondere la circoscrizione m ilita.re territoriale: 1) La circoscrizione principale dovrà tener conto -delle particolari condizioni geotopograftche e strategiche -0el paese, affinchè possa consentire un adeguato schieramento inizfi.le di forze nelle va.rie zone e nei var1 settori, agevolrre il movimento e la radunata dei corpi retrostanti, il funzionamento dei servizì in relazione alle linee di comunicaz-ione, alla. rete ferroviaria, ecc. Ess1 <lovrà altresì tener conto dello speciale sistema di or<linamcnto e di complctamcuto delle varie unità. 2) La circoscrizione relativa. alle esigenze del redutamcnto e del richiamo degli uomini occorrerà che sia rispondente il più possibile a.i frazionamenti amministrativo e politico, dato che le autorità a.d essi ;·ispettivamente preposte devono agire in comune per l'as• solvimento dello stesso compito e per il raggiungimento del medesimo scopo. 3) Poichè molte importanti funzioni di competenza. de!J'auto.rità territoriale continuano su più vasta scala -e con ritmo accelerato durante la mobilitazione e poscia durante le operazioni, occorre che le autorità medesime possano continuare a funzionare senza soluzione di continuità, Sin dal tempo di pace, pertanto, deve essere previsto e predisposto lo sdoppiamento delle autorità .territoriali, non essendo nè possibile nè conveniente pe1· ovvie ragioni di studio e di economia - avere permanentemente distinti tutti gli organi destinati esclusivamente alle operazioni da quelli che dovranno proseguire nell'esplicazione delle loro funzioni nel territorio -durante e dopo la mobilitazione.

La circoscrizione militare fo Italia. Presso di noi hanno giurisdizione territoriale: i Comandi di corpo d'armata, quelli di divisione, le direzioni d'artiglieria, del :genio, di sanità e di commissa~iato; i distretti m iJita.ri, i tribunali militari nonchè tutti i Comandi dei CC. RR. <lella R. G. di Finanza e della M. V. S. N . Le Circoscrizioni mii. territoriali in Italia sono a.ttualmeJ1te (1928) così distribuite: Corpo d'Armata di Tori:no (I). Comprende le divisioni militari territoriali di Torino ( 1•) e Novara (2•) -con i distretti militari di Torino, Pinerolo, Novara, Ivrea, Vercelli. Corpo d'Armata di Alessan&ria (II). Comprende le div is. mii. di Alessandria (3•), Cuneo (4"), Genova (5"), con i distretti di Alessandria, Casale, Voghern, Cuneo, Jviondovì, Genova, Savona, San Remo. Corpo d'Armata di Mil,.no (III), Comprende le divisioni militari di Milano (6•) Brescia (7•), Piacenza 1

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(8"), con i distretti di Milano, Lodi, Como, Monza, Lecco, Varese, Pavia., Brescia, Bergamo, Treviglio, Sondrio, Cremona, Piacenza, Parma.

Ct>rpo d'Armata di lferona (IV). Comprende le divisioni militari di Verona (9•) e Bolzano (11 "), con i distretti di Verona, wiautova, \"icenza, Bassano, Bolzano, Trento. Corpo d'Armata di Udine (XI). Comprende le divisioni mii. di Udine (134 ) , Padova ( l 0•) e Gorizia (14"), con i distretti di Udine, Sacile, Padova, Treviso, Belluno, Venezia, Gorizia. Corp;, d.'Armata di Trieste (V). Comprende le cl ivisioni militari di Trieste (12°) e P ola. ( 15•), con i distretti di Trieste e Pola. Corpo d'Armata di Bol-0g1ia (VI ). Comprende le clivisioni mii. di Ilologna (16•), Ravenna ( 17'), Ancona (184 ) , C'on i distretti di Ilologna, Modena, Reggio Emilia, Ravenna, Ferrara, Rovigo, Forll, Ancona (con sezione staccata a Zara), Macerata, Pesaro. Corpo d'Anna.ta di Ffrenze· (VII), Comprende le -divisioni mii. di Firenze ( 19") e Livorno (20'), con i distretti di Firenze, Pistoia, Arezzo, Siena, Livorno. Sarzana., lYfa.ssa. Carrara, Lucca, Pisa., Grosseto. Corpo d'Armata di Roma (VIII). Comprende le divisioni m ii. di Roma (21 ") e Perugia (22°), con i distretti di Roma, Viterbo, Frosinone, Perugia, Spoleto, Orvieto. Corpo d'.4.nnata di Bari (IX). Comprende le divisioni mii. di Bad (23•) e Chieti (24"), con i distretti di Bari, Foggia, Barletta, Lecce, Taranto, Chieti, Aquila, Campobasso, Sulmona, Teramo, Ascoli Piceno. Co,·po d'Armata di Napoli (X). Comprende le clivfs. mii. di Napoli (25•), Salerno (26") e Catanzaro (27"), con i distretti di Napoli, Caserta., Nola, Avers:t, Gaeta, Benevento, Salerno, Campagna, Potenza, Avellino, Catanzaro, Cosenza, Castrovillari, Regg io Calabria . Comando M·il·itare della. Sicilia. Comprende le divisioni mii. di Palermo (28") e Messina. (29"), con i distretti di Palermo, Cefalù, Caltanissetta, Girgenti. Trapani, ~l[essina, Catania, Siracusa, Noto. Comando M ilitare dellri Sardegna. Comprende la divisione mil. di Cagliari (.JO•), con i distretti di Cagliari, Oristano, Sas.sa1·i.

Circoscrizione Mil, Marittima. V. Dipartime11ta.

Cirenaica. La Cirenaica, insieme con la Tripolitan ia, costituisce la Lib ia, conquistata dall1I talia nel 1911. Comprende il tratto di costa mediterranea - grande arco sporgente verso il mare - che da Murzuk (conf:ne con la T ripolitania) arriva fino al golfo di Domba, proseguendo poi fino a quello di Sollum ( confine ton i'Egitto) per una lungbC7..za di 728 km. Il conline, nel deserto, continua in direzione sud-est quello della Tri:wlitauia, fino a incontrare i territori inglesi del Sudan; ne risulta urJa. zona ampia circa 600.000 kmq. con 350 · mila abitanti. Essa costituisce una va.sta provincia retta da un governatore, assistito da Consiglio e da Consulta, i cui membri sono di nomina governativa. I centri unpor tanti costituiscono capoluoghi di commissariato; le tribù nomad i hanno capi da noi riconosciuti. Vi sono 1600 km. di strade camionabili. Le ferrovie si riducono


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per ora (1928) ai tronchi Bengasi-R égema- El Abiar-Merg e Bengasi-Guarscia-Soluch. Il R. Corpo d elle Truppe Coloniali comprende per la Cirenaica 490 ufficiali, 640 sottufficiali e 7000 uomi,1i di truppa italiàni i inoltre 10.000 indigeni. Queste forze sono rip,a rt•i te in 3 battaglioni éacciatori, 3 compagnie cannonieri, 1 battaglione libico, 8 battaglioni eritrei, 3 squadroni sava1·i, 2 batter ie someggiate (una ìibica e una eritrea). Vi soru> inoltre : 2 comi;,agnic. gènio, una, squadriglia, autoblindate, una sezione radio- telegrafisti, un gruppo colonia.le della R. Aero_n aulica (comprendente qua.tu•o squadriglie, con campi pr incipali a Bengasi e a Tobruk), una lei,;ione li bica permanente di M. V. S. N. (su d ue coorti, con 43 ufficia li e 1500 camicie nere), cinque bande irregolari, uno squadrone melrn.risti; e poi caraC I RE N A ICA binieri reali e zaptié, e servizi d i artig lieria, genio, sanità, comrnissadato, oltre a un Cl....i.~ ndo di Marina a Bengasi. La storia della Cirenaica s'inizia con la fondazione di colonie greche (VII secolo a . C.) le quali dominarono le tribù indigene. Vennero allora fondate cinque citti principali: Cirene, Barca, Apollonia (Marsa Susa), Ten • chira (Tocra), Esperides (Bengasi), che d iedero comp lessivamente (Pentapoli, cinque città) il nome alla regione. La fondazione d i Ci rene è del 630 a . C.; la regione fiorì rapidamente e si resse a 1·egno fino a l 514 a . C., poi a repubblica, poi àn~ra a regno. Xci 321 venne sottomessa dai Tolomei dell'Egitto; l'u ltimo di essi fu Tolomeo Apione, il quale per testamento (9i a . C.) lasciò il suo regno ai R orna.ni: l'occupazione comp leta da p arte d i costoro è d el 67, sotto L ucullo, e i Romani spinsero fino a.i limiti del deserto i loro prein comu-,sidi militari. Da allora la C. ebbe le sue sorti ' ne con la Tripolitania, fino alla divis ione dell'Impero ; a llora fu assegnata a quello d'Oriente, mentre la Tripolitania toccava. a quello d 'Occidente: la linea di divisione tagliava la Gran Sirte e proseguiva a sud verso il deserto. Nella prima metà del V secolo, avvenne l'invasione dei Vandali, !:/attuti e cacciati nel 533 da Belisario; più

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grave, per la desolazione apportata, fu un'invasione dei Persiani nel 616. Ma. la dominazione bizantina fu sommersa dalla \'.asta ondata degli Arabi (647) i quali rimasero in Cirenaica per nove secoli, fino alla metà del secolo XVI e le diedero il nome di Barca. dalla città. omonima: nell'epoca detta fu conquistata fac ilmente- dai Turchi, i qua li ne fecero un mutissaferato con capoluogo Bengasi, dipendente dal vilayet di Tripoli. Nel 1714 Ahmed Caraman li, genera le turco, si rese indi-pendente dal pascià e dive:nne sovrano de.Ila Libia. Soltanto nel 1835 la Turchia riuscì ad abbat~ere la d inastia dei Caramanli e ripristinò il viJayet di Tr ipoli col mutiss~/ erato di Bengasi. E ciò durò fino all'occupazione ita liana (V. guerra Italo-Tu.rea).

Op~raz-i.ow: mil·itar-i in Cire11a-i.ca dopo la pace di Losamta. L'annunzio della pace d i Losanna, se i rovò rassegnato i! comando turco e le popolaz ioni della T ripoJitania i lh cessazione della guerra, nel la Cirenaica invece, Enver bey, fingendo di non accet tare il Jinnano della pace, intensificò l'opera sua d i organizzazione di incitamento alla resistenza contro l'Italia. istigando anchç i Senussi ad assumere un contegno apertamente ostile . L'opera di sottomissione della Cireno ica trovò quin di maggiori osta coli che in Tripoli tanfa e dovette svolgersi lenta, progressiva, con rilevanti sacrifici di uomini e di denaro. D 'altra parte la continguità della Cirenaica all'Egi tto permetteva ai musu lmani d i oltreconfine di a limcutare la ribellione con un attivissimo e continuo ton.t.rabbanclo di armi, di v ivel'i e di denaro. Dopo la battaglia. delle Di.e Palme, la base d i Bengasi s'irrad iava per circa 8 km. in torno alla città recintà di forti e ridotte. Il nemico era accampalo o. Benìna, circa 12 km . più a est, ai piedi del Cebèl elAchdar. Il 13 a.prile 1913 il generale D'Alessandro, sconfiggeva i ribelli a Benina, e il 22 superava un'ulterion: resistcn;,:a nemica a Er-Regima, salendo sul Gebèl el-Achdar; il 25, proseguendo nell' inseguimento dei 1·ibclli verso est, occupava Bu Mà.riam; il giorno seguenre raggiungeva l'importante nodo strada le di E l- Abiàr, a 60 km. dalla costa presidian dolo permanentemente. Il 29 aprile una colonna della stessa divisione procedendo da Eil-CoèJìa lungo il litorale, occupava Tocra a circa 8~ km. a nord-est di Bengasi. Il 4 e 5 maggio nuova avan-

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questa parte l'azione d i penetrazione si svo lgeva in modo semipati-fico e pareva preludere ad w1a ranida sistemazione, intorno R E l-]VIerg e a Cirene perdurava l'attività dei ribelli, obbligando le nostre co lonne mobili a continue battute. Il 18 agosto un migliaio circa d.i beduini attaccarono El-Merg, ma furono respinti lasciando trenta morti sul terreno, e si ritirarono a Tecnis, dove la colonna Torelli andò ad attaccarli, sconfiggendoli. D i qui a T à lgaza, dove ancora li sconfisse la co\ lomm Cavaciocchi; e ancora a Bu Scimàl dove li sconfisse nuovamen te il gen. Vinai. Dopo questa lezione le d ue zone d i Cirene e d i Dema furono d eftnifr,amen te congiunte. Nella zona di D erna, dopo i combat timenti del settembre-ottobre 1912 le linee più avanzate delle nostre posizioni r imasero il forte del Rudere e al marabutto di Si<li i\:lx!alla. II campo nemico di Sidi Aziz, si era spòstato sul piano di Etta.ngi, e comprendeva parecchie migliaia d i uomini, con 6 cannoni e alcwie mitr:ip..l iatrici, r ifornito d i viveri e d i denari dai n azionalisti egiziani. Nonostru1te la vicina1v.a del nemico, le oper azioni militari rimasero sospese fino al maggio 1913, allorchè, condotte a buon punto le operazioni nella Cirenaica occidentale e centrale venne il turno della zona orien ta le. Men tre il generale Tassoni toccava Slonta accennando ad un'azione combinata con Derna, le truppe di questo presidio, agli ordini <lei generale Ma,ubretti, il 16 maggio 1913 uscivano d alle loro ridotte e p un tavano verso Sidi Garbàa, dove avveniva uno scontro sfor tunato pel' noi, vendicato dal gen. Salsa con la battaglia di Ettangi. Dopo di ciò, a l periodo delle grandi azioni successe un periodo di p iccole azioni d i colonne :nobili, percorrenti il territorio in ogni senso per frenare il briga,ntaggio, punire le t,;ibù r ibelli, scor tare le carovane, ecc. Alla fine del 1913 assunse il governo della Cirenaica il generale Ameglio, cbe si accinse a l 110~1 lie-;-c compito della pacificazione d ella regione. Occorreva, an•~ zitutto, colpire i 11uo-vi campi nemici di E l-Argùb (V.) e di Slonta (d onde tentare una p untata a l deposito di EL-Mechili, base d i rifornimento di tutti i campi ribelli della Ci.,·en ~ica.) e quello d.i Agedabia ove si erano raccolti i ribelli delle tribù Auaghìr e Mogàrba. In un secondo tempo bisognava assalire il· campo del Defna, nella 1farmarica e chiudere la via it con trabbando da.Il' Egitto. In b:1se a q uesto p rogramma le operazioni ebbero inizio nella zQna d i Circne. I l 15 febb raio 19 l4 il generale ·Cavaciocchi mosse da Ci.rene ali« lèsta ùi una rolo,uia verso la Zauia di E J-Argùb, ove giunse nel pome riggio d opo aver respir(to nuclei di ribelli. Ii 22 febbraio circa 700 ribelli attaccarono il presidio di E l-Argub, ma vennero respinti. F rattanto veniva occupat:t a!1-


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che Slon ta, donde vennero eseguite r icognizioni su Maràna, essa venne occupata il 24 marw dal co lonnello Cantore, che vi disperse il rnmpo Iibçlle h1sciandov, ari -presidio. l i 21 aprile una carnvana scortata da due compagnie del 2é 0 fa.n teria partita d a Slonta per rifornire il presidio di Ma..ràua, fu attaccata a B ir G:rndì1 la eia circa 400 r ibelli ; i nostri sostenncxo l'urto c;ou1rattaccando due volte, poscia, dato il terreno insir!iosi~simo e l'impaccio della carovana, si ra ccolsero con •1uesta su un'al tu..ra trincerandosi e respingendo sempre gli attacchi nemici, finchè, il mattino seguen te, rinforzi partiti da Slonta e da :::VIaraua attaccarono il nemico a lle spalle fugandolo e liberando la carovana. Frattanto nella zona cli l3engàsi erano state organizzate due colonne, u ~ i reparti cli colore (col. Latini) ed una d i truppe bianche con qualche reparto cli indigeni a cavallo (col. Meomart ini) sotto gli ordini del generale Ferri ; le due colonne mossero da Bengasi i l

Riclo 1.1.a di Benl Ulid /

25 febpraio e' batterono i ribelli a Scleidima. Dopo que,sta sped izione occorreva procedere celermente su Zue•tina e Agedabia; mentre la colonna Latini avanzava per via di terra lungo la carovaniera costiera GhcmìncsZuetìna, la colonna l\lieomartiryi imbarcatasi a Bengasi raggiungeva Zuetina per mare. L'imbarco avvenne 1'11 ma rw. La sera s tessa la colonna Latini occupava Zuetina accampando presso i l punto dove dovevano sbarcare le altre u·uppe. Dw-ante la notte i ribelli, i1.1 grai1 par te Moga.rba, attaccarono improvvisamente l'acc:1:npa rnento da tre lati con estrema violenza, mfL i nas•ri tennero fermo respingendo il nemicp ed infliggendogli gravissime perdite. Il g iorno 12, si effettuò lo ~barco delle tJ;uppe provenienti da. Bengasi e il 16 marzo si effettuò Ja marcia s u Agedabia, incontrando sca rsa resistenza della quale l'artiglieria ebbe presto ragione. La città venJte rasa al suolo e il giorno dopo le truppe riei1travano a Zuetina donde, s istemato un presidio, tornarono a Bengasi; il 13 aprile fu presid iata anche Agedabia. Mentre si svolgevano queste operazioni, anche nella 2>0na di El-Merg ù1 base a l programma. stabilito, si aveva un intenso periodo di a ttività . Lo stesso giorno d el combattimento d i Esc-S,.hleidima il colonnello Canto.i·,:,, batteva a Bu Gassàl nuclei d i nemici e il 14 marzo raggiungeva E l-Carruba occupandola. I l 16 marzo il presid io di Bu Gassa i ve1u1c invano attaccato da 500 ribelli ; dopo d~ ciò iÌ gen. Cantore andò ad attaccarli nel loro campo di Mai·aua e li sconfisse. Il 26 aprile due colonne, mosse d a l\faràua e da Bu Gassàl, agli ordini del

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generale Cavacioc~hi, puntarono di conserva su Gasr Tecasis ove incontrarono resistenza da parte di circa 600 armati con 2 cairnoni ; dopo un vigo_roso attacco i ribell i furono cos(retti a r itirarsi. La matt.ina seguente le f:ùlonne avanzarono su Zàuiet en-Na.iàn che d istrussero, rien trando a Gasr Tccasis donde il 28 ritornarono nei luoghi di partei1za; ma dopo un giorno di riposo la. colonna Gonzaga dovette il 30 aprile, da Bu Gassai muovere contro un nuovo campo d i ribelli, s ituato in loC-dlità EI-Lcsga a 6 km. da 0mm el-Ginàbi. La. colonna giunse d i sorp resa. sul campo eh,:,, dopo viva res istenza, ven ne distrutto. I La resistenza dei ribelli andava sempre p iù sminuzzandosi, continuamente persegu itata dalle :nos(rc colonne leggere in tutte le z0ne, dando luogo a. numerosissimi altri scon tri cbe sarebbe troppo lungo r icordare. Intan to nel sud bengasino si a nda va preparando una. forte colonna. al comando d el generale Cantore allo scopo di sgombrar e dai ribelli la. 1ona sino a ll' Uàdi Fàregh e ai pozzi di Saunno ; la colonna, mossa, d a Bengasi, ebbe un. p rimo scontro il 28 giugno a J3eda .Fomm, un secondo il 29 a El-Angàl e il 7 luglio essa piombò sulla Zàuia El-Gtafi.a cacci1U1done i ribelli; il 18 la. stessa. colonna piombava di sorpresa, sul campo senussita di Saurmo, batten do dopo accanito combattimento i r ibell i che presero la foga; per poco lo stesso senusso Ahmed escSccdf non cadde in nostre mani. F urono d istrutti immensi depositi di orzo e materia li e tende .. Alla metà del luglio 1914 tutti i p rincipa li campi r ibelli della Cirenaica. occidentale e centrale potevano dirsi distrutti e la resistenza. r idotta a piccole azioni di hrigan taggio. ::vra. i dispersi elementi si erano anda ti in pa rte raccogliend o nella Cirenaica orientale ed in )farma.rica. nel Dcfna, formandovi d ue grossi campi che il governo della. colonia decise tosto di assalire. Uno dei camp-i si era foi,mato a El-Ca.ulàn ove si era.no raccolti circa 1500 arnmti. Due colonne partite d a El-Ghègab e da E l,Gùbba. puntarono su E l- Caulàn, ove si congiunsero cacciandone dopo vivo combattimen to i r ibelli. Il governo della Cirenaica si 11,pprestava. a far assalire anche il campo formatosi nel D efna, presso la frontiera orientale, ove faceva capo tutto il contrabbando provenientcda ll' Egitto, quando il go•v erno centra.le, d ata là de.licatezza dell'operazione per la ù1determinatezza della. frontiera stessa, ordin ò cl i sospenderla per non ereàre possibili incidenti internazionali ptoprio in quei giorni in cui g ià a ppariva imminente lo scoppio della gra:nclc: guerra. La pacificazione del!a Cirenaica era quindi a buon. p unto e la chius ura della. fron tiera orientale sarebbe sta ta forse decisiva per là cessazione delle ostilità, se la. guerra mondia le non avesse arrestato la nostrn opera . P eriodo d i guerriglie dunque, dall'agosto del 1914 in poi, specia lmente sull'altopiano centrale, ove si verificarono ù1 gran numero piccoli fatti d'arme. Sopraggiunta la cattiva stagione e la conseguentè forza ta inattività delle nostre truppe, i ribelli, incoraggiati anche <]a l!., notizia della dilagante rivolta in Tripolitania, ne approfittarono per compiere, fra. l'ottobre 1914 e il giugno 1915, u na fitta serie cli razzie, 11tti cli brigantaggio e attacchi alle carova.ne ed ai piccoli presidi isolati, contro i quali le nostre truppe, benchè as.sai diminuite d i numero ù1 seguito a l \:ichiamo in Italia ·di molti reparti in couseguei1za della situazione internaziona le, reag irono energicamente. T u tt.avia fummo obbligati fin dal gen-


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Cl 1·cna.ica : Tr-uppc dellfl divisione Tassoll.l In marcia

11aio del l9l5, a sgombrare a lcun i dei presidi avanzati più esposti. Nel gennaio vennero infatti sgombrati i presidi di Omm-cr-Rzem, B u Gassàl, )faràua, Slonta cd Agrdàbia. Essendo in seguito la situazione in Tripolitania note,·olmente peggiorata e d'altra parte, avendo l'Ita lia iniziato le ostilità. contro l'Austria, cd occorrendo quindi concentrare ogn i sforzo alla frontiera nazionale, te.nendosi nelle colonie ad una stretta d ifcns·iva, d al maggio all'ottobre vennero sgombra li alcuni altri, fra cui importantissimi quelli di El-Gubba ed ElAbiàr. Naturalmente questo ri piegamento, benchè non imposto dalla situazione locale. fu. spcciahnentc pel mo•

politania, che era già tutta in possesso dei ribelli; dopo avere investilo il cugino Idrìs della direzione dclln cr-n. fraternita con l'incarico, per il bene della popolazione, di venire ad accordi con noi. L'aC('Orùo fu concluso a Z1u:ti11a (1917) ma, dopo la nostra vittoria nella grande guerra, la cris i politica in I talia ci fece adollare una politica. colonia le remissiva e debole, che culminò nella concessione dello Statuto libico. elargito alla Tri1,olitani:t nel 1919 e alla Cirenaic:t nel 1920. Come risposta. alle nostre cònccssioni, si ebbe la rjunione in Agedabia. di un centinaio di capi circnaici, i quali sotto l'influenza della Senussia, firmarono una petizione in cui era detto che le popolazioni, con o senza Statuto, avreh!Y'10 rnllcra to gli Italiani sol ta nto a.Ila costa e con mandato commerciale. Era un atto di aperta ribellione cu i non si aùdiceva che la risposta col cannone. ma di,graziatamcme, per riflesso di quella ta le crisi naziona le cni si è accennato, si tenne ben altro çontegno, e, doi,>O lunghe trall a tivc, il 25 ottobre del 1920 veniva annullato il « )Iodus ,i,·cndi » e concor<lato un patto nuovo a Er-

li campo turco ,li n,,nlna, conquistato

do frettoloso con cui venne attuato, interpretato da lle popolaz ioni ignare come unrt confessione di debolezza, come l' inizio dell'abbandono totale della C irenaica (voce che la propaganda turco-tedesca diffondeva ad arte con tutti i mezzi) e in sostanza. come un grande successo deUa Sc.nussia che di rige,·a le fila della resistenza. E lo s tesso scnusso Ahmcd csc-Sccrif, nonostante fo~sr persona assai equilibrata, fu anche egli accecato dal p resunto suo successo al punto di lasciarsi indurre da Xu.i t'ey (frn.tello di Enver), giunto con un sottomarino in èirenaica, ad a ttaccarç gli Inglesi in Egitto. Venne allora costituito il campo turco-senussita d i Soltm>i, e si ebbero le fazioni di Sollum e Amscat: la. lotta. terminò con la vittoria degli Inglesi e la regione di confine rimase tranquilla. In seguito a questa disfatta, per non alie:1arsi le già tentennan ti popolazion i, stremate dalla fam~, la Scnu;• s ia decise di avvicinarsi a noi e di veni re ad un ac• cordo in a ttesa che l'esito della guerra europen indicasse la strada da tene re. Ahmed esc-Scc.rif, ormai troppo com. promesso con noi e con gli Inglesi, si trasferì in Tri-

$ira.da Ben g!l31-Cirenc, cos1 ru1ta ,tulle lrllppc l l allanc l<egima. Le condizioni stab ilite n el patto non furono osservate dai Scnussi, e ne derivarono contestazioni e trattative che ci condussero a i nuovi accordi d i B11Mariam (ottobre 1921) che stabilivano fra l'a ltro i, « campi misti », dove reparti nostri convivevano ccn gli armati scnussiti! Nel dicembre 1921, l'emiro Idris~. richiesto cli aiuti dai ribelli della Tripolita.nia, a:-ettò l'investitura dell'emirato anche in quella regione, determinandosi cosl d i nuovo una situazione d i ostilità elle si trascinò con penosa incertezza per noi fino all'a v,·rnto del Governo nazionale. Infatti fu solo dopo la nomina del )finistro Fcder1.on i alle Colonie cbc s i riuscì a rompere l' incantesimo e a porre termine alla. situazione intollerabile. J,;tanto


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Ctr,inalca: Il campo cl! E r Reg-imn

I driss, vedendo che le cose si complicavano, fu~giva in Egiuo lasciando a rappresentarlo il fratello ) lohammcd er-Redà. li nuovo indirizzo da darsi alla JlOlitic.~ cirenaica a veva il suo princ ipio di a ttuazione cor, l' invio in C irena ica (30 gennaio 1923) d i un governatore militare nella persona di S. E. il gcn. Bongiovanni. Occorreva innanzi lutto sopprimere i campi misti per poi poter procedere, una volta padroni del territorio, alle successive operazioni. D uninte la seéonda mdà di febbraio e nei primi di marzo vennero impartite con grande segretezza le disposizioni per l'esecuzione della sorp resa di essi. E così il mattino del giorno 6 marzo vtnncro sorpresi e in gran parte catturati i campi di E lAcroma, El-Mechil i, Chau lan, Slortla; Tecnis, E I-Abiar. Concluse felicemente queste operazioni, si poneva fine ad un pericoloso equivoco e ad una situazione lesiva dd nostro prestigio; dal punlo d i vista militare venivamo a trovarci in condii ioni meno svantaggiose pel pro,;egu:mento de lle operazioni. Il giorno stesso veniva prodam ato lo stato di assedio ed il Gove rnatore, davanti al parlamento riunito, dopo aver comunicato le compiute operazioni, denunciava lo sleale modo d i procedere della Senussia. I scnussi, sorpresi dalla inus itata energia, si affrettarono a raccogliere le sparse forze attorno alla capitale dell'Emirato, Agedabia, ove già trovavasi il nucleo principale delle forze senussite. Intanto da parte nostra, dopo aver compiuto operazioni di rastrellamento che davano luogo a d alcuni comba ttimenti, ci apprestavamo ad attaccare il crosso del nemico, dislocato nel sud bengasino. Il giorno 6 aprile furono concentrate a Carcùra e Scleidima, scelte come base di partenia, le truppe destinate a ll'impresa. Nei g iorni s uccessivi queste t ru ppe avanzarono verso il sud formando tre colonne, che, il giorno 21 all'alba, converscro su Agedabia. (V.) che fu occupata dopo vivo combatlimento; i ribelli sfuggirono però a lla stretta dilegua,idosi in varie direzioni. Subito dopo avvenut,L l'occupàziorte d i Agedabia, il goveruv della Cirenaica denunciava formalmente le decadenza di tutti i patti ed accordi a qualunque epoca conclusi con la Scnussia, e con essi tutti i vantaggi e p rivilegi concessi ai suoi membri. E la lotta s i iniziò. Sfortunatamente due nostre piccole colonne vennero s(,rprese e annienta.te (10 e 11 giugno 1923) e ciò contribui a rinfocolare la rivolta. Fra il 22 agosto e 5 settembre si svolse nella Sirtica orientale una serie di azioni tende nti a ristabilire la situazione. Il 3 settembre, nella

conca del Bir Bilàl, ebbe luogo uno scontro contro qualche centinaio di ribelli a piedi ed a cava llo i quali però, a l solito, riuscirono a sottrarsi ~-d u na severa le;,ione e rientrarono in parte nella regione meridionale del Gcbel. Ma fu iniziata quella dura campagna di repressione consistente nel rastrellamento sistematico della parte più impervia. dell'altipiano (territorio degli Aughìr, degli Abìd e dei Bràasa) infcslata dai ribelli, mediante colonne mobili d i truppe conve rgenti da più direzioni verso le località ove, di tempo in tempo, venivano segnalati i concentramenti dei ribelli. Questi rastrellamenti periodici, condotti regolarmente ogni anno nella stagione più propizia, finiranno per annientare gradatamente per esaurimento i focola i di r ibell ione, ormai ( 1928) ridotti ai

Saldutura rra Trlpolltania e Cirenaica

minimi tern1ini. Intanto nel 1924 venivano presi provvedimenti per impedire il con trabbando a lla frontiera orientale, con l'in tensificazione del servizio di sorveg lian?.a a mezzo di pattuglie autoportate e con la costruzione, a Bir esc-Scegga, di uria ridoua. che prese il nome dell'eroico colonnello Maddalena, cadu to a Sidi e l-Garbàa nel 1913. Occorreva pera ltro d efinire l'annosa questione della frontiera. con l'Egitto, questione rimasta insoluta e che costituiva uno degli onerosi problemi ereditati dal Govemo Nazionale. D opo laboriose trattative, concluscsi col Trattato italo-egizia no del 6 dicembre 1925, l'Egitto s i dcci~e a r iconoscere il possesso dell'Oasi d i Gia.rabub, ma volle in compenso la cess ione di una zona di territori attorno a Sollùm. Comunque, nel febbraio 1926 una nostra ben organizzata spedizione milita.re, partendo da Porto Bardia, s i spinse attraverso


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-- 65 il deserto cd occupò definit ivamente l'oasi, già sede prin cipa le, in temp i passati, della Senussia, e vi stabilì un p residio incaricato d i sorvegliare la frontiera e i mped ire il contrabbando a favore dei ribel li della Cirenaica. Tali provvedimenti non potevano mancare di favorevoli conseguenze, giacchè l'efficace persecuzione 1dd contrabbando e la con temporanea persisten te opera di repressione contro !e bande r ibelli ha. ormai porta to alla loro quasi completa distruzione. Frattanto (1927) lo Sta tu to veniva abolito. Sui pdmi del 1928, mentre le ' nostre truppe della Tripolitania e della Cirenaica, agendo <li comune accordo e sotto un un ico comando, occupavano la 1·egionc sirtica effettuando la materiale sutura de!le due colonie, il senusso Mohammcd•'cr-Re.cl::i., lascialo come si è detto da I<lriss in Cirenaica. a rappresentare la confraternita, dal suo rifugio dell'oasi di Gialo si re11dcva a Bengasi sottomettendosi senza cond izioni alle no3trc autorità . E la pacificazione completa della Cirenaica può orma.i considerarsi col!1e compiuta.. Cirrua·i ca (ex Leda) . Cannoniera, costrui ta in Scozia, lunga m. 41,50, larga m. 5,75, dislocamen to tonn. 305, rnncchine HP. 308, armamento 2 cannon i eia 76.

Ciriacy (E. von). Ufficia le e scrittore tedesco contemporaneo. Com battè le guerre d i Tw·cliia e d i Grecia e scrisse su cose ad esse attinenti : « Saggio di descrizione mili.tare dell'impero ottomano )l ; « Teatro della guerra austr iaca e russa nella Turchia europea>>; cc Stor ia dell'arte militare presso gli antichi» che è l'opera sua p rincipale, ecc. Ciriè. Comune in prov. d i T orino. Nel 1360 vi fu cattura to Amedeo VI dalle bande inglesi assoldate contro il Visconti, che pretesero 180.000 fiorini d'oro per restituirgli la libertà. Dal l833 la. vici nR pianura, detta Vaucla di Cirié, serve di campo d'istruzione ed esercitazioni m ilitari. Nel 1882 fu creato a C. il 2° centro delle e3perien.ze d'artiglieria e il poligono di tiro per a r t. cli C. ne divenne sezione, e poi direzione, dal 1911. );cl 1922 )a d irezione venne abolita e il poligono di C. tornò ad essere sezione, alle dipendenze della direzione esperienze d i artig lieria di N'etLuno. Dal 1° dicembre , 1926 C. è ritorna to autonomo assumendo il nome di 2° centro esperienze di artiglieria. Ciri (Ciro, eletto pure Sc-irro, o C-irn da Urb·i110) . Ing. :inil. del secolo XV, n . a. Castc lclurante (Urbino). Fu allievo d i Francesco di G iorgio i\fartini e maestro <lei Brmuante. E' r inoma.to per _la difesa fatta ad O tran to.. contro i Turch i nel 1481. In quell'occasione munì i ri·pari campali di torr ioncini tetTa.piena ti, specie di bastioJ1ci-n i da i quali con azione fianchegg iante e r adente 3000 u ., agli ord ini cieli' Acquaviva, poterono resistere a 20.000 T urchi. Cirillo (Domenico) . 1VIe<lico e pa triotta, n. a Grnmo m. a Napoli (1734-1799). Professore d i medicina e di sto,ria naturale a Napoli, fu presidente della. Repubblica Partenopea ; arrestato sotto la reazione e condannato a morte, rifiutò la grazia e salì al patibolo. Cir-illo Adolfo. Generale, n. a. S . Maria Capua Vetere nel 1862. Sotiot. cli fanteria ne l 1882, r!lggiunse il grado cli colonnello n el 1915 e partecipò alla grande guerra (l915-18) comandando il 48° regg. fant. di M . T. in .\lba.n ia. Nel 1 917 fu promosso magg. generale, e, col-

loca to in P. A. (19-20), raggiunse nel 1924 il' grado di generale di divisione.

Cirimido. Comune in p rov. d i Como, sui confini colla prov. di Milano. Durante la guerra fra Como e Milano apparteneva a quest'ultima. ?;' el 1125, mentre i :11'.f ilanesi, levato l'assed io a Como, si stavano r itirando, l'assalirono i Comasch i e lo misero a ferro e a fuoco, incendiando anche la chiesa, sotto le cui rovine ped gran parte della popolazione che vi si era r ifugiata. Cirio (E1,gcnio). Generale, n. a Bubbio, m. a. Varese L igure ( 1849 -1923). St>ttot. del genio nel 1869, raggiw1se il gz:ado <li co lonnello nel 1893 e comandò il 77° reggimento fanteria. .Magg. generale comandan te la brigata Verona nel 1900, nel 1905 andò in riserva. ove venne promosso tcn . generale nel 1909. Ciro. Nome d i due grandi persiani: Ciro ;z Granàe (599-529 a. C.). Essendo ancora viven te il padre Cai;nbisc, fu inv iato in soccorso del re d i ?.'ledia contro gli Assiri e li sconfisse; conquistò b Lidia e Babilonia (538) e liberò gli Ebrei dalla schiavitù babilonese. Divenuto re cli P ersia. e di ~1edia, si pccupò di consolidare il s uo vasto impero çl i cu i può considerarsi il fondatore. Ciro il Giovane (424-401 a . C.). Figlio di Dario, alla morte d i questo si ribellò conu·j) il fratello Arta.serse e.be era stato eletto re: questi lo graziò e lo inviò governatore ncll' Asia minore. 1fa egli con un esercito cli l 00.000. barbari e 13.000 greci, e con 60 navi, mosse d i nuovo contro Anasersc, da. cui fu sconfi tto e ucciso a Cunaxa.

Cirta. V. Constantine. Cisa (Passo della). Lungo l'Appenoino tosco-emiliano si apre, a lla testa.ba delle valli del T a ro, della Baganza e della Parrna da un lato, d ella ){agra dall'altro, il passo d el la C. (alt. 1040 m .) sul livello del mare, percorso da un'ottima. rotabile, che mette- in comunicazione la valle del Po col versante t irrenico dcli' Appennino. L e opposte vali i sono percorse da una ferrovia a semplice bùiario che sotto il colle passa in galleria . Cisalpina (l<ejmbbl·ica) . La costituì nel 1797 Bona parte fondendo le due repubbliche Cispadana e T ranspadana. Fu p roclamata il 9 luglio, e nel trattato di Campoform io ( 17 o,tobrc 1797) l'Austria la r iconobbe come Stato indipendente. Comprendeva la Lombardia con 1':Iantova, le prov. di Bergamo, Brescia, Cremona, Rovigo, il ducato cl i Modena e le tre Legazioni. li 2 .1 ottobre vi fu rono a.ggiunti i Grigioni, staccati da lla Valtellina . E ra d ivisa in dicci d ipartimen ti, con M ilano per. capitale. Il 17 marzo 1798 il gen. Berthier, comandante supremo dei Francesi in Italia, dichiarò la necessità d i un, trattato offensivo e difensivo fra la Francia e la Repubblica; questo venne accettato dal D irettorio il seguente giorno 18. La 1·cpubblica, libera di nome, con due Camere Legis lati ve e un Direttorio esecutivo, di 5 membri, era d i fatto soggetta alla Francia che a suo talento ne modificava costituzi<>ne e· leggi, stalo cli cose questo che spesso fu causa di d isordin i e di vani t,c ntativi cli r ivolta. Nel 1799, per le vittorie riportate da.gli austro-russi, la repubblica fu sciolta. La ricostituì l'anno dopo il Bona.parte, dopo la vittoria di ::vrarengo e ne ebbe la. p resiclenz,-i; vicepresidente fu nominato i! 5G


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con te Frnucesco M elzi; trasformata (25 genna io 1802) in Repubblica I taliana, divenne Regno d'Ita lia il 17 marzo 1805. La C. ebbe proprie truppe. Nel 1798 si costituì la Guardia del Corpo legislat~ ; venne ordinato un Co\:po del Genio, che diede valenti ingegneri mii. alle armate napoleoniche; s i formò la scuo la militare d'artiglieria e genio di Modena, vennero assoldate due Lcgiòni polacche cli 6000 u ., r iunita iu 6 legioni la fanteria, in due reggimenti ( u no d i ussari e uno di dragoni) la cavalleria. Concluso il trattato d'alleanza con la F rancia, furono assunti come ausiliari 25.000 francesi, ciò che portò l'esercito a 44.000 u. e 3500 cavalli. Data lit deficienza degli arruolamenti volontari vennero iscritti 9000 celibi fra i 18 e i 26 a.nni,- senza facoltà di sostituzione. Barche cannoniere clifenclevano i l;ghi di Garda, Como e Lugano. Kel 1799 le legioni di fanteria furono trasformate in mezze brigate; in seguito all'irivasione austriaca le forze della repubblica in parte si sban darono, in parte s i raccolsero in F rancia. Nel 1800 r icostituiti in una legione, detta l'Italica, (6000 fanti e 1400 cav._\ i resti dell'esercito Cisalpino scesero in I ta lia con Napoleone. Rioccupata Milano, q uesti ricostituì la Guardia Nazionale e formò due mezze brigate d i fanteria, un bgl. cli fanteria lcggiera, un regg. di ussari e una btr. ,a cavallo. In tutto J 0.000 u. 1600 cav. e 8 pezzi. Queste forze, unite a lla legione italica, a un battaglione bersaglieri bresciani di nuova fonnazione su 690 u., costituirono l'esercito della C. insieme a lle due legioni Polacche, che vi furono n uovamen te incorporate.

Cismon. Valle del T rentino e della prov. cli Belluno, p ercorsa. dal fiumicello omonimo, a.ffi. di sr. del Brenta. Battaglione A lpino Val Cismon. Costituito per la dura ta della guerra ita lo-a ustriaca a Feltre da l 7° regg. alpini colle cp. 264", 265" e 277'. D uran te l'offens iva austriaca nel Trentino ciel giugno 1916 cooperò cogli a ltri reparti ad arginare gli attaccanti respingendoli nettamente a M. , Cima e catturandone un rilevan te n umeco. Nell'ottobre del 1 917, rip iegando colle altre truppe in seguito all'offensiva austro-tedesca di Caporetto, concorse alla difesa della stretta cli Ponte dcll<_t Scrrn contrastandola tr.narcmcnte all'invasore . Il 14 novembre spiegò un'accanita resistenza sulla fronte del Tomatico e del Seren, r ipiega ndo poi sul M. Grappa nel tratto da Va l Calcino a l M . Solarolo che presidiò nei successivi mesi respingendo i continui contrattacchi del nemico e segnalandosi per il suo valore nell'azione svolta suJla cresta : Solarolo-Col dell'Orso. Nel d icern'bre combattè, insieme a l battagl ione Feltre, sul M. Valderoa, più volte pr eso e perdu to da altri reparti. Nel 1918 concorse brillantemente con una compagnia alla r iconquista ciel Dosso Alto. La. condotta d el << Val Cismo11 >> fu premiala colla med. di bronzo a l valor militare.

Cispadana (Repubblica). Costituila sulla fine del 1796 colla riunione dei governi provviso'l;i' di Modena, Ferrara, Reggio Emilia, lfologna e J:l.fassa Carrara, sorti, dopo la villoria di )l'apoleone a Lodi (16 maggio). Proclamata solermemen te con una costituzione a lla francese nel congresso di Reggio Emilia (27 dicembre) si fuse · colla repubblica Transpadana, quando, il 27 giugno 1797,, venne proclamata la repubblica Cisalp ina. L'Amministrazione Gener~le della Lombardia, che presiedeva alle due repubbliche, nominò per la C. una Giunta d·i difesa generale, costituita da. ';l'assoni Giulio Cesare, Cicognara Leopoldo, Luosi G iuseppe e Scarabelli P-cdoca Angelo, per l'organizzazione della. Guardia Nazionale edelle a ltre forze militari.

Cispadana (Legione). Costituita con decreto 16 ottobre 1796 del Congresso Cispadano, riunito in Modena, . al comando del capobrigata Scarabell i Pedoca Angelo, ex gen. del genio del Duca di Moqcna. Era in gra11 parte costituita da ·soldati Reggiani e Modenesi, provenien ti dalle truppe di Francesco III. Costitu itasi la repubblica cisalpina formò il nucleo dell'esercito; i 15.000 1 uomini a cui era salita per i nuovi a rruolamenti, furono su lla fine ciel 1797 riordinati al comando del generale di div. F iorella. Pasqua le Antonio, i due generali di brigata La I-Ioz Giuseppe e Lechi G iuseppe, il · cap o brigata d'artiglieria Lalance, e divis i in ot to legioni di fanteria (Peyri Lu igi, Pino Domenico, Seve• roli Filippo, P ie Ila Agostino, Calori G iovanni Paolo, . Orsatelli Eugenio, M illosewiz. Andrea, Sanl'Andrea Pao_ loJ su due bgl.; un bgl. di fanteria leggicra (Girard· Claudio) uno cli G uardie del Corpo legislativo CPain~ Giu!ìo), un regg. di Ussari (Caprioli Giovaru1i), un gruppo di cavalleria (Luigi Campagnola), u n \Jgl. d i a rt. su· dodici cp., una cp. di ar tieri, una di art ificeri, un bgl.. zappatori, minatori, artieri e pon tonieri ; quattro btr. d-i a rtiglier ia da campo. Cisj,adana. ,9• L egione M . V. S. N. Costituita il 1° febbraio 1923 in R eggio Emilia. Ha sei coorti, delle ·quali la 1• e 2" sono a R eggio Emilia, la 3• a Guast:a.lla, la 4• a Con-e-ggio, la 5• a Casina, la 6' a Castelnuovo ìVIonti. Possie.de i seguen ti reparti specia li: llfan ipo!o mitraglieri, Ccnttu·ra motociclisti, Reparto antiaereo, Squ adre pronto soccorso.

Cissey (Ernesto Courtot d·i). Gen . francese (18101882). Partecipò alla guerra ciel 1870 e nel 1871 alla, repressione della Comu ne. F u m inistro della. guerra d al. 1871 a l 1876, e poi comandò il II C. d'Armata .

Cisotti (Lodovico). Colonnello e S<Jrittore mi!. n. a Vicenza, rn . a Roma ( 1839-1912). Pai-tecipò a lla camJ}agna. del 1859 e nel 1860 venne nominato sott. n el 38° fanteria. Nel 1863 fu alla Scuoh d1 Modena, insegnante cli ,rte militare. Prese parte alle campagne

elci 1866 e del 1870 e quindi lasciò il serv1z1() attivo; in• congedo raggiunse nel 1900 il grado di colonnello degli a lpini. Con Edmondo De Amicis fondò a Firenze l'•« Ita_ lia M ilitare ll, che diresse dal 1371 al 1886; poi passò, alla d irezione della ,, R ivista Militare Italiana l). Fu uno dei propugnatori del Tiro a segno naz ionale e lasciò va rie biografie di Vittorio Amedeo III, di VittorioEmanuele II, e uno sguardo storico retrospettivo e ricordi della R ivista militare ita liana nel 50° anniversario ..

CISOlt.l

Lodovico

Cisso. Porto nella Ion ia teatro d i ba.ttaglia n avale nel 191 a. C., che s i ricollega alla guerra siriaca in Grecia e fu .combattuta da Polissenicla, comandante della. flotta siriaca, il quale disponeva cl i u n cen tinaio di navi, contro l'armata roma.n a, capitana ta. da Caio Livio e· composta da 65 navi romane, 24 cli P ergamo e 6 car---


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taginesi. Polissenida, all'avv icinarsi del nemico, distese l'ala sinistra in a lto mare e la destra verso terra. Livio, che era venuto per assalire, fu costretto per· allinearsi a • manovrare in presenza della squadra nemica. Aveva sulla fronte quasi 30 navi; per pa.reggiare con le quali rala destra del nemico, si drizzò in alto mare, dando ordine alle navi che seguivano di volger le prore oresso terra; Eum.cne chiudeva l'ordiJ1a.nza. Due navi cartagmesi, che precedevano la squadra, venivano assalite da tre navi sirie; una era presa, l'altra fugata. Poco <lopo il combattimento divenne generale, quando Eumei,e, sopraggiunto per ultimo, come vide l'ala sinistra dei nemici scompigliata da L ivio, assalì la destra, dove la zuffa durava eguale. E da lì: a non molto cominciò la fuga dell'ala sinistra con Polissenida, e subito dopo quella dell'ala destra. I Romani inseguirono ostinatamente i fuggitivi, ma, superati dalla velocità delle loro navi, si formarono dopo aver preso tredici legni coi soldati e coi remiganti e averne affondali 10. I Romani perdettero una sola nave cartaginese.

Cisterna (Nave). Per i servizi logi~tici delle flotte esistono navi di costruzione speciale che servono al trasporto della nafta e dell'acqua. Queste navi-cisterne si mstinguono principalmente dalle altre per avere le macchine e caldaie all'estrema poppa; tutto il i-imanenle della nave è occupato da.gli scomJ)artimenti stagni nei quali viene imbarcato il liquido. Detti scompartimenti non possono essere ampi, ma debbono essere suddivisi in tiµ1ti locali di piccola capacità per non nuocere alla stabilità della nave: infatti una nave che avesse un'ampia stiva quasi colma di acqua sarebbe in condizione pe-

,;colosissima, perchè, col moto ondoso, la superficie libera dell'acqua, nell'interno della navé, oscillando da una pa..rt.e all'altra, aumenterebbe in breve tempo gli angòli d i sbandamento fino a far capovolgere lo scafo. La su ddivisione dello scafo permette appunto di non avere forte superficie libera di liquido ed evita lo sbandamento della stessa per effetto del movimento d i rullio. Le navi-cisterne hanno speciali tubulatorc e pompo per la rapida erogazione o immissione del liquido che trasportano. Le cisterne d i nafta sono dotate inoltre di potent i mezzi di estinzione incendi. Le pa1·atie delle cisterne d i nafta sono costruite molto accura tamen te, con doppio calata.faggio, perchè la nafta ha un potere di infiltrazione, attraverso le connessure e le chiodature, che è molto superiore quello dell'acqua e dell'olio. Ogni ~1arina da guerra ha una forte dotazione di navi-cisterne, che servono ai rifornimenti dei ,dèpositi in tempo di pace ed a quelli delle flotte in tempo di guerra.

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Cisterna-serbatoio. Coll'estendersi dell'uso della nafta combustibile, tu tte le 1'fo.rinc da guerra. hanno sentito la necessità di munirs i di grandi cisterne sexba toi nei porti principali di rifornimento. Dette cisterne sono di forma cilindrica, collegate med iante tubulatori a lla riva del ma.re, ove, con a.ppositi pontili, possono andare ad attraccare sia le navi che s i riforniscono, sia quelle destinate a rifornire le cisterne.

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Cisterne per l'acqtta potabile. L'acqua dolce sulle navi da guerra si conserva in cisterne differenti secondo la qu1dità d i essa. Le cisterne dell'acqua per le caldaie e per la pulizia dei locali e delle persone sono piccoli ambienti del piano di stiva senza alcuno speciale adattamento. Le cisterne per l'acqua per uso alimentare sono casse con pareti proprie, rivestile internamente con cemento che aderisce fortemente alla lamiera e non a.lteia caratteri organolettici e chimici dell'acqua.

Cisterne per naftetine. I serbatoi per la naftetme sulle navi da guena sono alcuni compar timenti del doppio fondo. Sono costantemente chiusi, però la chiusura non è mai perfettamente stagrui. e piccole qua.ntità di csscw.,a gassificata sfuggono da lle giw1ture dei tubi e dalle valvole, a lterando l'aria; per conseguenza non sono rari i casi di lcggiero avvelenamento tra gli uomini addefti ai lavori ne lle parti basse delle stive, dove i vapori di naftetine, più pesanti dell'aria., tendono a depositarsi. Ad avvelenamenti più gravi vanno poi soggetti gli uomini incaricati <lei nettamento delle cisterne.

Cisterni (Gi«seppe). Generale, n . a Castel S. Pietro, m. a. Bologna (1860-19 U). Sottot. di fanteria nel 1878, fu insegnante a lfa scuola di tiro d i l'arma. D opo la. battaglia di Adua (1896) andò in Eritrea ed ebbe il comando del 1° bgl. indigeni; fu tra i primi a recar soccorso agli a,ssediai i de l forte di Adigrat. Colonnello nel 1904 comandò il 42" regg. fanteria. Promosso magg. generale nel 1910, ebbe il comando della brigata Torino. Citarella (Carlo). Medaglia d'oro, n . a ìVIessina, m. a San Gervasio (1899-1918). Soldato e ca.parale nel 19° regg. fanteria, partet.:ipò a parecchi fatti d'arme, con il più schietto entusiasmo giovanile. Ammesso alla scuola militare d i .Modena, nt uscì aspirante -uff. di c:omplcmento, e destina.lo a.l 221 ° regg. di nuova formazione, incontrò mone g'oriosa proprio nell' u ltima giornata di guerra, mentre a.Ha testa degli arditi reggimentali in~·a lzava Ù nemico in ritirata. G li fu concessa la medaglia cl' oro al valoT m ilitare con questa motivazione : Cè In due successivi combattimenti, ammirevole incitatore nelle lolle più cruente, ardente animatore dei suoi a.rditi, due volte li portò alla vittoria.. Ferito gravemente, non volle allon tanarsi, con tinuando ad infondere nell'animo dei suoi arditi ]a fede, che in lui non era mai venuta meno. Ferito uua seconda volta, seppe ancora trovare nel suo corpo straziato la forza per tornare impavido al nemico e batterlo, fmchè cadde per una terza gravissima ferita. M orì tra· i suoi arditi, fulgido esempio di tenacia e di valore>> (San Gervasio (Udine) 4 novembre 1918). Citati (nobile Pietro). Generale, n . a Montauban (Francia), m. a Cervo (Porto Maurizio) 1844- 1919. Sott~. di ·fanteria nel 1864, prese parte alle campa,gne del 1866 e del 1870 e si distinse da tenente co.l onncllo nellerepressioni dei moti di ;',,Iilano del 1898- meritandosi Ja,


Ci-r

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me<l. <li bronzo. Col grado di colonnello comandò il 90" reggimento fanteria ( 1898) e il Distrello di .Mondovì ( 1899). Collocato in l'. A. (1902) raggiunse nel 19IO il grado di tcn. generale nella r iserva. Lasciò va.ri scritti sparsi in riviste o pubblicati in opuscol i.

Citernì (Carlo). Colonnello, nato a Scarlino, morto a Roma ( 1873-191 8). Sottot. nel 4i'' rr.gg. faJllcria nel 1893, due anni dopo fu scelto <la Vittorio Bollego a compagno per la spedizione dell'Omo durante la quale venne ferito e catturato. Liberato per intromissione del dott. Nerazz:ini, col compagno supe1 stile ten. Vannutelli scris,;e le v:cendc del s uo viaggio i.cl volume «L'Olmo». Decorato della medaglia d'argento al valor militare e promosso capitano a scelta ecce1. ional~ (1904), tornò più ,alte in colonia con im1>0rtanti incarichi: fu scelto dal Governo a seguire la spedizione inglese contro il ll1ad Mullah; fu capo della missione mii. per la delimit azione dei con fini fra l'.\bissinia meridionale ed i 1>0ssedimenti italiani. R itornò poi in .\frica da maggiore al comando di un battaglione indigeni e vi rimase s ino a quando, attratto dalla guerra eh.: si combatteva nei nostri confini, ,·enne a fronteggiare gli Austriaci sul Pasubio. Ten. colonnello cornanJante il i 9° rcggim~nto fanter ia (agosto 19 16- magg io 1917), combattè i" Val Posina. Promosso colonnello comandò il 61 " regg. fanteria in )Iacedonia. Richiamato sul nostro fronte, mentre transitava pe r Roma, assalito d>1 un morbo contratto nelle lontane regioni, morì. Scrisse pure un manuale pcl viaggiatore in Africa. Citazione (all'Ordine del giorno, V.). Cito Fi lomarino (Principe di Bitetto LA,igi). Ammiraglio, nato a Fi~sole ml 1861. Entr:;to in ser "izio nel 1874, promosso contrammiraglio nel 191 l, vice arnmiragliu nel 1915, fu aiutante di campo generale onorari;, di S. lll. il Re nel 1912, comandan te in capo del dipartimento militar: m:inrtimo <lella Spezia nel 1916-li, e del dipa.rtimcnto di Venezia nel J9l7. Colkc:ito in P. A. nel 1918, fu nominato presidente della ~ Lega :Sfavale italiana. Nel 1922 Yennc uominato senatore del Regno. Cittadella. E' un forte posto nella parte pi11 importante di una città fortificata. Nel secCJlo XVI le cittadelle avevano generalmente forma di poligono regolare; ciascun lato era costituito da un fronte bastionato. Esse potevano essere collocate sul perimetro della piazza, come quelle di Torino, di Fen-ara e come Castel Sant'Angelo in Roma; o essere talora isolate dal recinto, codle I(~ fortezza di S iena. e la rocca Paolina di Perugia. A'dempieva.i10 ad uno dei seguenti u ffici:

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1) tenere soggetta una città conqu istata, s ulla cui sottomic;sione non s i aveva completa sicurezza: Cittadrlla dominante; 2) servire di rifugio al presidio dopo fa cadu ta delb piazza, ',per sostenervi un nuovo assedio, ovvero, esaurite tulle le risorse della difesa, pattuire una resa vantaggiosa: Cittadella ridotto; 3) assicurare il possesso d i una posizione importan te, abbandonando la città quando non si avevano forze sufficienti per difendere quest'ultima: Cittadella rifugio;

4) richiama.re gli sforz i dell'attacco, per poterne sostenere l'azione meglio che in qualsiasi aluo punto del recinto: Cittadella rinforzo. La maggior parte de lle cittadelle sort~ nel secolo XV] appar tengono alla prima specie. Sostitu itesi ai castelli medioevali, ne conservarono il carattere. e lo scopo di assicurare il potere contro le rivendicazioni popolari. Questo co11cetto emerge con grande evidenza nelle cit;adelle di .\ncona e d i Perugia, come i.n quelle di Firenze e di Siena. Facern eccezione, con poche altre, la C itt>1della di Torino, la quale presentava. tutti i carattc.ri della cittadella d i rinforzo e tali caratteri ebbe campo di ~piegare nella difesa del 1706. Le cittadelle sorlc: nei secoli XVII e XVIII, perduta la semplicità delle lince e la sobrietà degli ord inamenti che distingueva.no le cittadelle del secolo XVI, rispecchiano, con la. complicazione delle disposizioni e con la molteplicità delle opere esterne, le tendenze dottrin arie dell'arte fortificatoria. L1 l{ivoluzione francese segnò la condanna delle cittadelle dominanti; nel I i92, dopo la resa di Perpignano. Camot proponeva alla Assemblea costituente la demolizione delle ciltad ellr., « ripari della t irannide>>. Colla costituzione dei campi trincerati le cittadelle furono completamente abbandonate. Gitta.della (Civita.tuia). Com une in prov. di Padova sulla sr. del Brenta; serba ancora aspetto di fortezza, circondata com'è da una cerchia di mura, una \'Olta framezzale da tren tadue a lte torri merl.ltC, p rotette da un fosso antistante, profondo e p ieno d'acqua, nel le quali si aprono le quattro porte a cui si accedeva per allrettmti ponti levatoi, sostituiti poì con ponti in pietra. Il 1xicsc attua le sorse nel scc. XIII ad opera clclla repubblica di •P adova, a difesa contro i TrevigiaJli. sulle ro\'Ìne di un castello medievale e di un antichissimo «oppidum » romano. importante pcrchè sul:"incrocio di due fra le pii, importanti vie del Veneto. Durante le guerre del principio del sec. XVI, delb. lega di Cambrai contro Venezia, e poi in quelle fu Ca rlo V e Francesco I , C. fu occupata or dall'u no or dall'a ltro dei contendenti e da tutti fu devastata. N cl 1796 e l i9i C. fu alternativamente occupata da Austriaci, Francesi, Austro-Russi. Dopo il 1859 Yi si ri[ugia.rono in parte le tn1ppe del duca di Modena, che poco dopo, fallita ogni speranza di restaurazione, vennero disciolte.

Città del la Pieve (Ant. Castmm Plebù). Comune in prov. di Perugia. fondato in alto colle, lungo la. sr. della Chiana. L'abitalo fu cinto di mura, con terrapieno torri e rivell ino, e quattro porte. D'origine etrusca, venne però fortificata soltanto quando vi si sta111.iò w1a coìonia romana, dopo l'85 a. C. Fu travagliata all'epoca dei Comuni da loLte interne fra Guelfi e Ghibellini, ed ebbe danni nella guerra tra Gregorio VII ed Enrico IV


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per le investiture. N"cl 1099 fu saccheggiata dai Senesi dopo ripetu ti assa lti. Nel 1288 vi si costrul JR torre detta « Beccati quello >> dirimpetto all'altra « Beccali questo » a difesa e sbarramento del lago di Chiusi. l\Ia più tard i ( 1304) Benedetto Xl per reprimere conflitti sorti fra le fazioni, vi foce eclifica.re una nuova t·occa, con cinQlte torri ben mui1itc, che dominasse la città. X el 1393 C. di P. si ribellò, ed i popolani, guida l i d a Neruccio di O ddo, assalirono la rocca e proclamarono la libertà, che per un trentennio fu riconosciuta dal papa. )lei 1416 fu conquistata. da Braccio Fortebracci; però nell'anno seguente papa Ma.rtino V la riprese. Fu piì1 ta rd i contesa dai Visconti e dal conte Francesco Sforza, ed ebbe guerre con Cetona, dipendente da Siena. Xel 1527, parte delle milizie di Carlo V (per lo piìt Sviz.1.cri) la devastarono e saccheggia.rono, massacrando p i(1 <li 800 cittadini e dando fuoco a molte ca!\e. Siena e papa Clemente VII la ricostituirono e nel 1600 fu elc\'"tta al grado ccl alla J?<)tenza militare <li città. Quarantadue anni dopo, l'esercito cli Odoardo Farncsc, durante la primac guerra di Castro, la sottopose a nuovo sacchegg io e devastaz ione, dopo averla investita. :S:cll'anno seguente (16--13) venne assalita ancora dal p ri nci pe -:\Ialtias fratello del granduca di Toscana Ferdjnanclo Il. E quantunque guardata dal sergente maggiore Fri1.za, napoletano, e d>L debole presidio, resistette a lungo ad un eserci to di circa 8000 u . con 30 can noni. Infine Cftpitolò (20 giugno). Quattro giorni dopo, in seguito alla villoria r iportata dai pontifici p resso Passignano, il gen. Cornelio ,ralvasia, con IOù0 moschettieri. 200 dragoni, 150 cavalieri, 4 petardi e 4 petardieri tentò di rip renderla e diede l'ass:llto da tre pJ r ti colla fanteria, tenendo la cavalle-• ria in riserva. ]Ila il gen. veneziano Brandolin i. che con -t cp. era stato lascialo di guarnigione nella piazza. re· ~pinse l'attacco infliggendo forti perdite agli assalitori. Conclusa. la pace tr-.i. Urbano Vtll e la T oscana. e pulitone l'esercito toscano, la cittit seguì le sorti del go\'erno di R oma papale.

Città di Castello ( ..\nt. Tifrrnmu Tibcrilrnm) . Cittil. clt·ll'Umbria, in prov. di Pcrugi::t., cinta di antiche mura medioevali, resta urate nel 1518. F u m ll nicip io romano, devastato dur:inte le incursioni barba1·iche, dopo le quali prese il nome <li Castrnm Fclicitatis e \"erso il X secolo quello di Civitas Castelli. .\ ll'epoca dei Comuni si sottrasse a lla dominazione papale e si resse liberamente. Su bi vitrie vicen de duran te le lotte fr:L Gue lfi e Ghibellini: nel 1219, dopo aver lottato infelicemente contro i Perugini, ne do,·eue subire i palli; passò poi nrl dominio della Chiesa, cui pi(t volte si ribellò. Fu assed[a ta e p resa. pilt volte; da Braccio Fo1·tebraccio, da Giti<lo da l\fontcfeltro, dal Picrinino, da l ca rdina le Della R overe ( 1474) che l'ebbe solo dopo vi\"a rcsi$tell7.a. li Yitclli, nel 1482, a1>poggia10 dai Fiorentini, la riprese a viv,l forza e se ne rese padrone: al Vitelli successe Cesare llorgia, e poi tornò nel dominio della Chiesa , subendone le vicende. ::--Jel J 798 il piccolo presidio francese che vi era cli guarnigione fu assalito dagli antirepubblicani e massacmto, insieme con cittadin i ritenuti di opin ioni repu bblicane. ::\lei 1859 gli a.bit,wli d i C . di C . iHnalzarono il trièolorc e i pontifici s i ritirava no. :\fa solo l'anno seguente (1860) entrò a. far pane del Regno d'Italia. L'll settembre il 16° bgl. bersaglieri, superato il tentati,·o di

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resistenza fatto da 70 gendarmi pontifici, che Yennero p resi prig ionieri, en trava facilmente in città.

Città di Genova. Trasporto, varato a CastellammaI

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re d i Stab ia nel 1865, dislocamento ton1l. 3434, macchine llP. 1858, rad iato nel 1899.

Città d i lesi. Aeronave italiana, perduta sulla costa dell' Istria il 6 a:;osto 1915. ,h-e,-a bombardato Pola, ma,

mentre torna\'a indietro, fu colpila. dal tiro antiaereo nemico. Caduta in mare presso la casta, il comandante, llrivonesi, e l'equipaggio, furono fatti pr igi011icri ria una silurante austriaca.

Città di Milano. Ospedale da campo chirurgico, organinato in )lilano dal scn. prof. Da.Ido Ro5$Ì. Rimase in servizio <lai maggio 1915 al gennaio 1919. Era costitui to d,L una serie di carri cd autoca.rri, p rovvisti di tutto ciò che di p iù moderno esisteva per operazioni chirurgiche. La mobilità e la rapi<lit.ì di sistemazione ecl

R. 'i. « Città di ~fllano l)

a dattamento a lle loca li til prossime a Ila. I inca del f uoco, hanno fa.tto si che questo ospedale si siJ t.rornto nelle condizion i migliori per compitre atti operati,·i d'alta importan1.a (5497), salvando la ,·ita a moltissimi combattenti. L'ospedale pe regrini, per quasi tutto il fronte, dalla zom, degli Altipiani a quella elci Carsp, e, visti.ne p.Ji ottim i r isu ltati fu segu ilo da a ltri dello stesso tipo. Il personale addellovi era. costituito da \lll direttore. tre viredireuori, parecchi chirurgh i. inferm ieri e infc1mie-


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1·e, persona le ammm1strativo e farmaceu tico, e cappellano: tutto personale della Croce Rossa Italiana.

Cittil di Milano. Nave sussidiaria di 3" classe, va.rata in Inghilterra nel 1886, lunga m. 70,15, larga m. 9,76, con d is locamento tonn. 2123, macchine HP. 912, armamento 2 cannoni da 57 _e 2 da 37 H., stato maggiore 17 equipaggio 79. '-

Cit tà di Napoli. Trasporto varato a Genova nel

1865, con dislocamento tonn. 3359, macchine HP. 1719, radiato nel 1895.

Cittadini (A rt·11ro). Generale, n . ad Osimo nel 1864. Sottot. di fanteria nel 1883, nel 1906 fu nominato aiutante di campo effettivo di S. Ì\'L il Re. Pa.rlecipò col grado di ten. colonnello alla campagna italo- turca (1911-12-13) e si affermò brillante comandante di truppe durante la grande guerra ( 1915-18). M agg. generale nel 1916, comandò' la briga ta :Marche e poi la 1" divis. di fan teria; fu promosso ten. generale nel 1917 e gen. di C: d'A. nel 1923. Si meritò una medaglia d'argento, qua.le co!:>nnelio comar:danle d i reggimènto, nel luglio 1915 nella zona di Vermigliano-Ronchi; ctlcnne una seconda med. d 'argento nell'ottobre 1915 sul Carso; ·fu decorato della croce di cav. dcll'O. ::vr. S. come comandante d i brigata sul Carso e sul T rentino. Nel 1917 fu elevato all'alta carica di Primo Aiutante di Campo Generale di S. M. il Re. . Ciudad- Rea l. Cit tà della Spagna nella Nuova Castiglia, situata sulla Guad iana., in perfetta pianura. Nei suoi d intorni il re di Castiglia, di Leon e Navarra, con truppe portoghesi vi subì una sconfitta da parte di AImanzor.

Combattimento di Ciu.dad-Real (27 marzo 1809). Appartiene a lla guerra napoleonica. in Spagna. G li Spagnuoli, con 15.000 u. e 20 pezzi, avevano occupato la forte posizione di Ciudad-Real Il loro scopo era quello di coprire le strade d'arwccamento che conducono da lla Sierra-Morena 111 Andalusia. Il gen. Sebastiani s'avanzò a ll'attacco d i q ueste posizioni alle 6 del , 2ì marzo. La prima brigata della d ivis. d i cavalleria Milhaud passò ~a Guad iana sotto la protezione di 12 pezzi d 'art. e prima che gli Spagnuoli s i riavessero della sorpresi fornno attaccati violentemente e messi in fuga, perdendo

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1500 fra morti e feriti, e lasciando nelle mani del nemico 4000 prigionieri. Inoltre perdettero 7 pezzi, 4 band iere, 25 cannoni. Nel giorno seguente, l'inseguimento accanito fatto dal gen. M ilhaud fruttò ancora 5 pez?.i, 70 vetture, e gran 1;mmero di prigion ieri.

Ciudad Rodrig~. Antica città fortificata. della p rovincia di Salamanca in Spagna su di un poggio bagnato dall' Agueda, affluente del Tago, non lungi dalla fron tiera del Poztogallo. Fu presa dai Portoghesi net 1706. I. Assedio di Ciudad Rodrigo ( 6 giugno - 20 luglio 1810). Appartiene alla campagna napoleonica in Spagna. Il presidio di C. R. era composto di 7000 Spagnuoli, al comando del gen. Andrea I-Ierasti, senza contar~ un gran numero di contadini che vi si erano rifugiati_ L'armamento er a ottimo giacchi, vi esisteva, una scuola d'artiglieria spagnuola e deposito d'armi e munizioni nel suo arsenale. Nelle vicinanze stavano truppe spagnuole coma11<late da La Romana e le trupl)e anglo-portoghesi di Wellington. Da parte francese il parco d'assedio era stato riunito nei primi di giugno dal Ney, che aveva a sua disposizione 3 divis. di fanteria. L'investimento si compÌ il 6 giugno. Qualche tentativo d i diiesa degli tupprocci per parte della gua1·n igione fu r intuz,~1.to da opportuni contrattacchi. Nella notte dal 15 al 16 giugno fu aperta la prima trincea ed una grandine di bombe e granate fu rovesciata sulla dftà. La guarnig ione fu costretta a ritirarsi nell'interno d'un convento, ed in case già battute. Il 25 giugno ormai 46 pezzi bombardavano la città, convertita in un ammasso di rovine. Fu assalito e preso il sobborgo d i S. Francesco, e già il 28 giugno la cinta bassa. della piazza era in gran parte sconvolta. Il 29 saltò un tleposito d i polveri e munizioni, vrovocando violento incendio. La guamigione sperava nel Ss'ccorso anglo-portoghese, che era a poco più di due leghe dalla piazza. Una colo1ma francese, agli ordini del gen. Iunot, mandata contro quelle truppe, si scontrò p resso 1farialva con l' avanguardia di Wellington e la respinse verso Almeida. Il 9 luglio, gli assedianti smascherarono una •iuo \'a batteria, e per ben trenta ore un fuoco d'inferno' ~i rovesciò sulla città, costringendola finalmente alla resa. Soltanto un d istaccamento d i cavalleria della guarnigione con una brusca sortita si aprì il cammino attraverso il campo francese e fuggl in Portogallo. I Francesi, malgrado l'incendio, trovarono ancora nell'arsenale 25 bocche da fuoco in buone condizioni, 200.000 libbre di polvere, e quasi un milione di cartucce. II. Assedio di Ciudad Rodrigo (8- 19_ gennaio 1812) . Appartiene alla campagna dei Francesi nella Spagna. Wellington, avendo saputo che la guarnigione italo-francese d i C. R. era stata assai ridotta, la investì il giorno 8 gennaio con grandi forze, e il 10 aprì la prima parallela. Il 14 una sortita dei difensori portò a lla d istruzione d i alcmie trincee, ma un violento fuoco cli reazione rintuzzò l'ardire della guarnigione, che perdette il Convento di S . Francesco, e si vide aprire una seconda parallela. Il Wellington ne l timore che il tnaresc. Marmont giunge~ in soccorso della piazza, accelerò i lavori d'attacco, e con un assalto contro la parte meno d ifesa della cinta ottenne d i farsi, due la rghe breccie. Il corpo d'assalto d i viso in sei colonne avanzò €ontro le trincee il 19 gem1aio 1812, e gli assaliti si d ifesero con grande energia. Caddero la maggior parte degli ufficia li, quasi tutti italiani, e i superstiti dovettero arrendersi. La per-


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Le roruncaziont di c1u,ctuct Rodrigo

dite inflitte agli anglo-portogJ1esi furono di circa 1000 uomini fra morti e feriti, ed altrettanti furono i prigionieri. Perirono pure due gen. inglesi, Mackinnon e Crawford. Wellington per tale vittoria fu creato conte -dall'Inghilterra, grande di Spagna e duca di C. R. dal .re di Spagna. Egli rifornì la piazza. di quanto occoneva., vi pose una forte guarnigione spagnuola e procedette libero contro la piazza di Badajoz.

Oiunda Sahib (o CJmnda). Principe Indiano della prima metà. del sec. XVIII. Favorì i Francesi stabilitisi a Pondichéry nell'India. Nel 1736, dopo due ann~ <li guerra, si impadronì del territorio e della città. di Triohinopoli; fu alleato del governatore francese Duma.s. Assediato nella sua capitale dai Maratti ( 15 dicembre 1740 - 21 ma.rw 1741) fu costretto a capitolare. Otten uta la libertà per intercessione del Duplcix, governatme francese, riuniti 12.000 u. e rinforzato da un reparto francese, si battè per la conquista del Dekan, ed ebbe l~ nomina a vicerè di Carnate. Dopo parecchie vicende,

vinto Mòrari Rao, capo dei Ma.ratti e alleato degli In• glesi, vinti gli Inglesi a Valconda, riuscì ad occupa.re Seringam. Ma, perduto il _potere e caduto nelle mani del 1·iva.le Manokgi, fu ucciso nel 1752.

Ciurma. D eriva dal turco « tchenrmé )) e dapprincipio significa.va il luogo dove i rematori maneggia.vano i r emi nelle galere. Poi è passato a significare i vogatori in genera.le. Il termine ha preso ben presto aspetto dispregiativo e nelle galere si faceva la distinzione tra la C. e il rimanente delle persone: soldati, cavalieri, ecc. La C. era compostl.l di quattro ordini di persone: i forzati, gli schiavi, le buonevoglie e gli scapoli. I forzati erano i condannati a vita o a tempo; non si lasciavano mai uscire di galera e di catena. Dovevano pr incipalmente vogare, ma rassettavano anche le vele, le tende, i vestiti della C . cd altro. Portavano il ca.po e la faccia rasi. Avevano 30 oncie di biscotti al giorno e la minestra un giorno .sì e un giorno no in inverno stando in porto, e tutti i 'giorni in navigazione. La mine-


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s tra era di 3 oncie di fave con dite con w1 quarto d'oncia d'olio d 'oliva. Avevano la carne e il -vino qua tt;·o volte l'anno nelle solenni ricorrenze. Gli schiavi erano per lo p iù turchi, p1·esi in combattimen to o comprat~ Erano mol to tw-bolenti e poco volenterosi; i negri mo~ r ivan o spessissimo d i nostalgia, perciò erano poco desid erati a bordo. Oltre al servizio dei forzali facevano anche quello dell'acqua ed alcuni servizi di riforni1n ento a terra. Avevano trattamento s imile ai forzaii e si distin 6'tlevano da questi per una lunga ciocca di capelli che si lasciava loro sul capo ment re tu tto il resto era .raso. (V. Bonm•oglia) . G li scapoli infine erano quelli che, avendo scapolato pane e debiti, r imanevano con le bu onevoglìe. Ad ogni uomo della ciurma si dava come corredo d·u e camicie, due paia d i calzoni di tela, una camiciola di panno rosso o d'altro colore (un solo per -galea) lunga sino al ginocchio, un berrettone rosso, un gabbano o capvotto d'arbascio, e d'inverno un paio d i calzettoni pure d'arbascio impermeabili all'acqua. Quan<lo anelavano a lavorare a terra si davano loro le calze e le scarpe. I due più forti .e robusti della ci urma si mettevano all'estrem ità 1del banco poppiero e servivano per dare il tempo alla vòga a tutti gli a ltri. Questo posto s i chiamava la spalla e i due capi voga «spali ieri>>. Pa•rimenti se ne sceglievano a ltri due da mettere a lla estremità del banco d i prora, che si chia1nava la «coniglia» e servivano per dare il tempo durante la scia e davano fendo alle ancore. Al giorno d'oggi il termine di ciurma si usa raramente; è abbandonato a bordo delle na vi a vapore, ccl è rimasto aJ1cora nei velieri. La ciurma è in gener,1 le la par te ù1fima dell 'equipaggio. '\

Civalieri (conte Annibale C. Invizia.ti di Ma.sia) . Generale, n . Ml Alessandria, m. a Torino ( 1827- 1913). SottoL d'art. nel 1843, partecipò alle campagne d i quell'anno e de-I successivo, e poi a quella del 1859, dove meritò la med. d'argento per aver arrestato con i suoi pezzi il nemico 't 1-fadonna -1el 1a Scoper ta . Co!c,n nello n el 1868, comandò il 5° regg. a r tig lieria da cainpagna . Pro1nosso m:igg._ gene1·alc nel 1873, fu comandante su periore dei d istretti della divi.s ionc d i Padova e nel 1884 andò in P . A. Nella riserva d ivenne tenente generale ne l 1S95. Civalleri (Pietro) . Ammiraglio, n . a Chi usa d i Pesio nel 1871. Guardiamarina nel 1892, andò in P . A. nel 1925 e fu promosso conti:amm!r., nella R N. ne llo stesso anno. Prese parte alla campagna d i cfi,a (1900), a.ila guerra i talo - turca,

al la

Re. Nel 1925 fu d estinato alla Commissione d i r iforma della legislazione penale m ii. e nel 1927 fu )1ominato presiden te dell'Istituto << Principe cli Piemonte>>.

Civetta (Nave) 1 D u rante la guerra mondia le presero questo nome mwi appositamente ani>atc per la lotta contro i sommergibili germanici; le p rime furono sperimentate nel 1915, ma fu n ell'anno seguente cbe si costi tu ì presso l'Ammiragliato Britannico un ufficio apposito per questo servizio. Dall'innocuo aspetto di p iccoli bastimenti da commercio, avevano l'armamen1o na scosto dal casico, sistemato in coperta e costituito in generale da lcguan1i, foraggi, ecc. Avvicinandosi il sonunei·gibile nemico la nave C. simulava la resa, lasciando che si avvicinasse sino ad efficace d istanza d i tiro. Allora scopriva le artiglierie, e lo faceva segno a intenso fuoco, dopo avere al2ato a riva la bandiera nazionale di guerra. L'esistenza delle navi C . determinò da parl2 gern'bnica il siluramento senz'alcW1 preventivo avviso di ogni piroscafo sospetto di contrabbando. In Inghilterra furono ch iamate navi Q. Ci_v ica (Gua.rd·ia). Xome dato a corpi armati cittadini, generalmente per difesa di territorio, o d i città. o di libertà in terne (V. Nazionale Guardia) . Ebbero il nome di Civica o Ci.tici anche corpi volontari de[ 1848, a<l es. quelli di Argelato, Bellunese, Senigallesc, di Fano, e più particolar men te i seguenti : Civica di S. Arcangelp. Si formò nel 1343 e combattè nel Veneto: Ne l 1349 1 cp. fu mandata a Sogliano al Rub icone a reprimei-e il brigantaggio. Nel 1859 :;i ricos tituì ed il 20 luglio fu in corporata nella Guardia ?>-:azionale. Civica di Bolog11a. Comprendeva una Gua rcli;i, CiYicc1

e w ,.a Civica d i riserva che si formarono a Bologn,1 nel 1848, oltre all:i, Guardia Nazionale cd ai volontari.

Civica Fiorentina. Formata nel è843 per la difesa della città; d iede però un contingen te col non1c di e< guar-clia mobile» ai volontari partenti per la guerra. Ci~>ica Livornese. Si formò nel 1848; parte de i componenti passarono nei volontari toscan i, parte nei bersaglieri del (vfalenchini per partecipare alla campag)1a d i qucJl'amw. Civica di Mcil-icùw.. Se ne formò un bgL ne l 1348, che p rese p:irte colla ' di vis. Ferrari alla campagna del 1843. X el 1359 una parte dei volontari andò in soccorso di P e rugia . C ivica mobile Pontificia.. Corpo di volonta ri delle gu ardie civicbe dello Stato Pontificio, che prese par te alle campagne del 1848 colla d ivis. Ferrari. Civica Naj,oletana. Si formò nel 1848 per la s icurezza della città; u na parte scgut il gen. Guglielmo P epe e. si trovò col 10" di linea a ·Curtatonc' e ::viont,mara.

Cfr•ica Romana (Ca.valler ia) . Corpo volontario, costituito nel 1849 dal Governo della Repubblica Ron1ana. Comprendeva i cacciatori civici a caval lo, le guide romane, i Leoncini dcli' Alto R eno ed altri nuclei.

gran de

guerra, dove guadagnò una -;,,ed. d'argento come comandante di squadriglia di cacciator pediniere. Dopo la b'tlerra ,a11dò a W a shington come Addetto naya!e all'Amba~eiata e fu nomi1iato a iutante di rampo onorario d, S . M . il

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Ch-ica R,,maua. Legione di volontari, formatasi nd 1840 su 2 bgL (1400 u .) al comando del col. T'alazzi; prese parte alla difesa di R oma e costituì poi il 10" cli linea romano. /

Civica Senese. Se ne çostitu ì un bgL nel 1348 e ri-


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mase in servizio nn o al 1853. Ne l 1849 s i formò a S iena una guardia civica mobile.

Ci·viw Umbra. Bgl. di 400 volontari det ti ,mche G uardie naziona li provinciali, che nel .L849 presero p arte a lfa d ifesa. di Roma a l comando d~l magg. Franchi.

Civica Vicentina. S i formò a V.iccnza nel luglio 1848 su 4 cp. a l comando del cap. Berta.g noni. Civ-iche Legioni. Costit uite nel regno di '.\"a.poli d al ?lforat (1809) con trasformazione della guardia civica, formata l'anno precedente.

Nei primi giorni di guer ra fu alla testata di Val Cosina; nel gi ugno-lug lio 1915 par tecipo a ll'offensiva conuo la fronte nemica. :Maznik-Rob- Sleme-Mrzli; d all'agosto alla fine dell'anno combattè con tro Tolmino; nel 1916 fu prima. sul .M. Nero e poi, sferratasi nel maggio l'offensiva austriaca. nel T ren tino, fu inviato prima. sul ]VI. Cimonc e poi sul Novegno ed a M. G iove, valorosamente concorrendo ad arrestare l' invasore. Durante la controffensiva. ita.lia;1a il « Cividale >J avanzò in direzione di Chiesa occupando, il 27 giugno, Cima d i Saette

:vr.

Cividale (a.nt. Fomm Julii) . Comune in prov. di Udine a cavallo del N at isone, dove questo fiume sbocca in pianura . E' tuttora cinta delle vecchie mura i n cui si a prono le sei porte. X ci dintorni il colle detto del fortino, già mtrnito dai R omani per diiendere la città e sor mon tato più tar di da un castello de i Cont i Zuccola. "Passa per C. la strada d'onde scesero i Longobardi con Alboino che dalla cima del ~1atajur, indicò ai suoi le ; ·icche lene d a conquistaJ'e. Da.I suo nome romano veru1e quello dell'intera. regione : Friuli. Occupata da. Alboino, venne più volte danneggiata. da lle invasioni dei Barbari. Nel 776 fu presa da.i Franchi, durante la loro iotta con i Longobardi. Fu in lotte secolari con Udine, terminate quando entrambe si assoggetta rono a Venezia. Xel 14Ì9 fu assediata da. truppe ungheresi, goriziane, udinesi, aquileiane, e C. fu difesa. felicemente da I veneziano Carlo de' Pii. Nei primi tempi della. guerra italo-,tustria_ ca C . fn sede ciel Comando della. 2• Annata. A C. nel 1922, f u concessa. la. Croce al merito d i gu erra per benemerenze patriottiche. -, 1. Assedio di Civ·idale ( intorno al 616). Appar tiene all'invasione degli Avari nel Friuli. "Vi si era. rinchiusa Romilda, dopo la. m01te . del d uca longoha.rdo Gisu lfo, ucciso mentl'e fronteggiava gli Avari in aperta campagna. Dopo breve resistenza, Romilda si arrese; la città fu saccheggiata. e data alle fiamme, e chi non ftt ucciso fu tratto in sch iavit ù. II. Battaglia di Cividale (in torno al 665). Appartiene a. una. r ibellione contro il r e longobardo Grinwalclo. Presso C . vennero a. battaglia 1 ribelli, comandati eia Amcfrito, .figlio del ribelle cluca Lupo de l Friuli, già caduto combat tendo contr o Grimoaklo, e quest' ultimo, che ba.ttè l'avversa.rio, gli f eçc fa.re la. fine ciel padre.

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Lap icl~ n i Iln llai,1io11 1 a lp in i Clvi;tale, Natis one, ~rn1a,i u1·

HL Ass~dù1 ài Ci'Vidale (1509). Appa.rticne alla. guerra. dctermir.a.ta dalla. lega. di Cambra i, e fu posto alla città da truppe in viate dall'imperatore Massimilia no, sotto il comando del duca Enrico di Brunswick . Il 31 luglio, q uesti iniziò l'investimenLo, mettendo in b,tttcria. grossi pezzi, e bombar dando C. I cittad ini si difesero valida1nente, coaJiuvati da un corpo di Veneziani agl i ord ini d i Antono P ietrasanta. Fa tta la breccia il 1'' ago~to, i T edesch i mossero pe r tre volte a ll'assa lto, ma. furono sempre respinti. Il 2 agosto, dopo i l loro infruttuoso terzo àssalto, gli assed ia ti eseguirono ula vigorosa. sor tita. e sconfissero i 'Tedeschi. i qua.li si affrettarono a. togliere l'assed io e a r itirarsi.

e spingendosi ve rso Malga l'ozze e poi verso M. Corno d i Campo B ianco. Dal set tembre a.I dicembre 1916 operò nel settore Yanoi sulla cresta. della l3usa. Al ta.. Durante b offcllsiva a.u stm-tedesca di Caporett.o, ripiegò combattendo e fu poi sclliera.to, il 21 novembre 19l7, sulla. fron te ì:11.. Sola.rolo-M. Valderoa, battendosi per la. ripresa del F ontana. Secca. ~ nel d icembre per quella dello Spinoncia . Nei giorni. 14 e 15 gennaio concorse, col batl aglio11e Val Cenisch ia, all'occupazione della cresta del :\f. Valcleroa. Tra.sferi to nei giugno s u a ltrn fronte, partecipò alle azion i contro i l ::\1. TonaJc; duraiue la bat taglia. di Vittorio Veneto fu richiamato su l ?II. Grappa, combattè da.I 2-1 a l 26 ottobre con tro j\l, Solarolo - Q. 1676 e superatolo il 31, dopo lotta accc-uù ta, raggiunse nella stessa giornata Seren ed i l l" novc'mbre Fcltre. Al « Cividale 1, fu concessada medaglia. cli bronzo· per le azioni de! 1916 a l 11. Cimonc cli Arsiero.

llattaglfone Alpino CivùJ.ale. Costituito il '1° ottobre 1909 ccl assegn ato a11'8° regg. a lp ini a l quale (t1 ltora appartiene. E' d i stanza. a. Civicla.le ed ha. le compagn ie 16", 20" e 76'; ebbe in guerra. anche la. J IO' che passò, il 22 apr ile 1916, a.I ba ttaglione M. ::VIatajur di nuova costituzione.

Civile (G·u crra). Guerra cht: s i combatte fra ci lla din i della s tessa nazio11c. T~a. storia. di tutti i popoli i; s tata pilt o meno funestata. dalla guerra. civile; generalmente tutt i i profondi muta.men ti di d inast ia. o di regime, sono sta l i a.c compagnati dalla lotta armata., al ter m ine dcli~ qua.le la pa rte che ebbe il sopravven to im-


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pose la propria volorttà. Molte guerre civili hanno assunto denominazioni particolari; cosi abbiamo nella storia romana la guerra Sociale e la Servile, per tacere delle minori; in Inghilterra abbiamo avuto la guerra delle Due Rose; in Francia quelle di Religione e quella della Vandea; in America, la guerra di Secessio11,e, ecc. (V. alle voci indicate in corsivo).

Guerra Civile fra Mario e Silla (88-78 a. C.). Costituisce il primo episodio delle lotle che portarono dalla costituzione repubblicana. di Roma a quelkL imperiale. Lucio Cornelio Silla, che le vittorie nella guerra sociale avevano reso popolarissimo, fu eletto Console nel1'88 a. C. Questore in Numidia, entrò i:,, w·to con Caio ~la.rio, il quale, carico di gloria, a settant'anni, ma.I tollerava la crescente rinomanza del rivale. La rivalità degene,ò presto in lotta aperta. Silla corse in Campania, raccolse sei legioni a lui fedeli e marciò su R oma, do,·e frattanto i suoi partigiani venivano massacrati, entrò nella città, la prese dopo viva lolla per le vie, e ne caccio i Mariani. Ma.rio si rifugiò in Africa, dove raccolse un migliaio di ~umidi, e, sbarcato in Italia, ebbe presto i suoi veterani al fianco, e riusci a riprendere Roma: ma pochi giorni dopo morì (86 a. C.). Suo figlio Mario tenne allora il campo contrn Silla ma ne fu scofitto a Pale.~trina, e poco dopo un corpo di Mariani, comandato da Ponzio Telesi.no, venne sconfitto alle porte di Roma. La parte Mariana era ormai battuta, e 1fario stesso si fece uccidere, mentre Silla assicura.vasi su Roma un potere assoluto. Guerra Civile fra Cesare e Pompeo (-19--1-1 a. C.). La lotta fece capo a due uomini gin partigiani di fazioni avverse: Cneo Pompeo, detto il Magno, già seguace di Silla, e Caio Giulio Cesare parente di Caio :Mario, e si accese quando Cesare chiese a Pompeo di essere nomi.nato console, mentre durava ancora il suo proconsolato nelle Gallie, ove egli s i trova va alla testa <li ,111 esercito fedele, forte e agguerrito. Mentre a Roma il Senato, dominato da Pompeo, imponeva a Cesare di cedere il comando dell'esercito, questi a grandi giornat.: si avviò verso Roma. FalJiti gli ultimi tentativi di conciliazione, n'el 49 a. C. Cesare varcò il Rubicone, estremo limite oltre il quale non era lecito passa.re con truppa annata, rapidamente occupò Rimini, Pesaro, Ancona, Arezzo, e umano coi vinti, clemente coi nemici, si con• ciliava grati tudine e rispetto. Nuove leve giungevan o di giorno in giorno, pass.wa.no sotto le sue insegne i presidi dell'av\·crsario; solo lo abbandonò Labieno, suo seguace nella guerra gallica, che passò ai Pompeiani. Costrette ad arrendersi 30 coorti, Ghe sotto Gneo Domizio Enobarbo, si erano chiuse in Corfinio, raggiunse il nemico a Brindisi, giungendo -quasi a sorprendere Pompeo che s i salvò all'ultimo momento in Epiro, il 17 marzo dell'/15 a. C. In due mesi Cesare era d iventato padrone dell'Italia. Nor. avendo a d isposizione una flotta no11 Ìllseg\Ù il ri\'ale; però, poste guarnigioni nelle principali città italiane, disposto perchè si apprestassero le navi necessarie, ent1·ò in Roma dove senz'altro agì dri padrone. La.sciato Ma.reo Antonio al governo d'Italia e il pretore Marco Emilio Lepido a quello di Roma, partì per la Spagna ove si trovavano le truppe migliori di Pompeo. Passando da Ma.rsiglia, favorevole a ll'avversario, vi lasciò ad espugnarla i legati Decimo Ilruto· e Caio Trcbonio e quindi varcò i Pirenei dicendo di andare a combattere « un esercito senza duce, per 101·-

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74 nare poi a combattere un duce ~enza esercito». Erano nella Spagna sette legioai; cinque nella citeriore sotto Afrani'e Petreio, due nella ulteriore, sotto M. Terenzio Varrone. I primi si erano concentrati sull'Ebro, intorno a Ilerda. Cesare, che si era posto fra i due torrenti il Sicori, (Segre) e il Cinga (Cinca) corse gravi pericoli perchè, per lo sciogliersi delle nevi e per le pioggie, questi ingrossarono fuori misura, togliendogli la possibilità di vettovagliare l'esercito. La notizia ne corse fino in Italia, dove, unita all'altra della sconfitta di Curione in Africa, fece per un momento dubitare delle sue fortune. Egli però non si per-dette d'animo; fatte costruire imbarcazioni apposite, liberò il suo esercito é::lall~ angustie, costrinse Afranio e Petreio a lasciare Ilerda per non esservi assediati e poi, riuscito con arte sottile a conquistare l'animo dei loro legionari, li disfece senza combattere. Tereazio Varrone non poteva o rmai più resistere; abbandonato da una legione che passò a Cesare, si arrese al vincitore coll'altra. Distrutt.l in Jspagna ogni forza nemica, Cesare tornò sui suoi passi, concorse a vincere le estreme difese di ).farsiglia a cui perdonò la resistenza. opposta dopo aver tolto ai cittadini ogni loro avere e, lasciatevi due legioni a presidio, riprese la via dell'Italia. A Roma intanto, su proposta di Marco Emilio Lepido, la plebe lo aveva. nominato dittatore, ed egli usò del titolo e dei poteri per ristabilrre la tranquillità e l'ordine, distribuendo a.i poveri viveri e denaro, richiamando i proscritti, a.imullando la legge colla qua.le S illa aveva privato <lei diritto di a.spirare agli onori i figli di coloro che aveva ba.11di10. Adunati quindi dopo 11 giorni i comizi consolari, rinunziò alla dittatura e si fece nomùra.rc console ins ieme a r. Servilio Isa.urico, dando così forma di legalità alla propria causa. Sistemate le cose, nel dicembre dell'85 a. C. ordinò che l'esercito si aduna,.,se a Brindisi. Pompeo intanto, nell'anno intercorso, avevR raccolto notevoli forze di terra, flotta poderosa e mezzi in abbondanza. Disponeva di nove legioni di cittadini romani, due ne attendeva con Scipione dalla Siria, Rveva raccolto numerosi soldati dalle leve fatte in Tessaglia, in Beozia, in Aca.ia e in Epiro, aveva in più 3'JOO arcieri, 1200 frombolieri, 7000 cavalli raccolti un po' dovunque in Oriente. li suo esercito era raccolto pre;;.so Durazzo, la sua flotta di seicento navi comandate C:a Bibulo custodiva i mari e le coste. Ma si trattava. di for1.c pfo apparenti che reali; mancava la coesio:1t, mancava. la disciplina, non c'era la fede nella cau<,.t dd duce. Contro a lui Cesare, coi suoi veterani, ingr,,ssato da a usiliari delle Gallic, <la molti Italiani, <la cav1licri Calli, Ispani e Germani, s i apprestava a comb,ttterlo. Difettando di navi passò in Epiro con appena 15.llC0 fanti e 500 cav~.lli; qui giunto, le sue comunicazioni furono tagliate perchè Bibulo ne sorprese e annientò la Jlotta sulla riva del ritorno. Senza scomporsi marciò su Orico e Apollonia ove tro,·ò accoglienza e riiugi:>; raggiunto finalmente per terra da Antonio e Calcno colle forze rimanenti, si apprestò all'estrema battaglia, che avvenne a Farsaglia e gli diede piena vittoria, mentre il rivale si rifugiava in Egitto dove veniva ucciso. Cesare completa va la sua vittoria. imponendo a Cassio Longino, che comand ava una grossa flotta nell'Ellesponto, di arrendersi a lui; quindi, r,1.~sato in Asia, affermò la sua autorità in quelle provincie dove mise tre legioni a presidio e ::iominò propri seguaci al go-


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-75 verno. Passato in Egitto, vinta una sommossa degli Egiz iani, intimò a l Tolomeo di assodarsi nel regno la sorella Cleopatra; divenuta per questo generale l'insunezione contro di lui, tenne testa in Alessandria con 4000 uomini all'esercito del re e alla popolazione, finchi:, rinforzato di uomini e ùi navi, potè affronta.re sul Nilo il nemico e pienamcn,tc sconfiggerlo. Dopo avere in fulminea guerra sconfitto Farnace re del Ponto, e Nicomede re di Bitinia, r ientrò a Ronn cion, in sua nssenza, fervevano lotte sanguinose fr:t i rnoi stessi seguaci, avidi di ricchezze e di -poteri. Sedati i disordpti e fattosi rieleggere con.sole con Mario Lepido, si apprestò a correre contro i l'ompeiani che, ingrossati da tutli i malcontenti, si preparava.no alla riscossa. Nel frattempo i veterani della decima e delb rluc,,kcinu lrgione, irritati perchc non erano state !oro don1tc le terre promesse, m,irciarono su Roma e in CamiJo ::-.1anio ch iesero di vedei-lo. Egli si prcst:ntò a loro e seppe pori.ire in tal mani~1-.1 da commuoverne gli animi si: che, pentiti della ribellione, essi stessi chiesero d'e=re decimati per punizione. Dopo la di~f,ttta di 1:iw·s(Lglia, i repubblicani seguaci di Pompeo si erano rifu~iati in torno a Cirene, d'ondc Catone li aveva trasportati nella. provincia romana del)' Africa. Fu detto duce consolare }lctcllo Scipione, suocero di J.'ompco, più per il prestigio del nome che per specia li suoi meriti. Cttone ebbe· il comando in Utica ove si raccolse coi senatori. L'esercito rcpubblic:rno, sotto gli ordini di :\zio Varo e di Marco Ottavio, era costituito di dicci legioni, di cavalieri Galli e Germani, degli ausiliari di Giuba, re di Numidia, che disponeva d i moltissima cavalleria, di 'quattro legioni an nate cd istruite alla. romana e d i centoventi elefi;nti. Cesarè, imbarcatosi al Lilibeo, giunse in Africa con 3000 fanti -e 150 cavalli, rafforzandosi a Ruspina, poco lungi dal mare, ove rim,,se quantunque sconfitto in un primo -scontro da La.bieno e da 1-'etrcio. Intanto temporeggiava attendendo i rinforzi, ed abituava. i suoi a quello spe•ciale modo di guerreggiare degli Africani, alla vista degli elefanti, ai disagi della regione, mentre si alleava -con Bocco e Bogude re di Mauritania, e suscitava la ribellione fra i Getuli, abitatori del!' l\tlanlc meridionale, insofferenti del domii\io d i Giuba. Quando poi si ritenne in forze sufficienti, marciò su Tapso e quivi avvenne (6 aprile 46 a. C.) una decisiva battaglia, nella quale i Pompeiani furono d isfatti. Labieno, Varo e Sesto Pompeo poterono ripa.rare in Spagna; Scipione s i uccise in Sizzio quando fu preso prigion iero; Catone fece la stessa fine in Utica; Giuba e Petreio si duellarono a morte; quest'ultimo fu ucciso, il primo si fece scanna.re da \111 servo. Tomato in' Itali:i., Cesa re ebbe grand i onori; egli distribuì ai soldati parte del bottino raccolto e terre in tutte le parti d'Italia, col doppio effetto di conciliarsene gli animi e di evitare che, forti del numero e delle armi potessero, riuniti, suscitare nuovi disordini. Intanto nella Spagna ulteriore i vinti Pompeiani ammassavano nuove truJ)pc e s i p reparavano a nuove battaglie. Li comanda.va Gneo Pompeo, figlio del vinto di Farsa.glia, ed erano insieme a lui il fratello Sesto, Labieno, Varo cd altri d_i loro parte. Fu teatro di quest'ultima guerra l'Andalusia dove Cesare accorse in 27 giorni d i m arcia. Per parecchi mesi si eombattè con incerta fortuna a Cordova ad Ategua e altrove e .finalmente il 17 marzo d~I 45 a. C. a. :Munda, dove gli ultimi Pompeiani fu-

rono disfatti: fra i caduti, Gnco Pompeo, La.bieno e Varo. E con le stragi di Carteia, Cordova e Ispali finì, collo stenninio dei Pompeiani, la Guerra civile in cui erano morti circa 200.000 cittadini romani.

Guerra civile dopo la morte di Cesare. L'uccisione di Cesare ( IS marzo 41 a. C.) fece sollevare contro i repubblicani i soldati e il popolo di Roma e accendersi la lotta fra gli ucc isori e i fedeli luogotenenti di Cesare. Bruto, Ca.,;sio Trebonio e Cimbro, fra i primi, raccolsero truppe da una banda, Antonio e Ottavio, fr,1 i secondi, dn.ll'a ltra, Il primo scontro avvenne a Castelfranco ncll' Emilia dove Antonio fu sconfitto. Ottavio cercava intanto di consolidarsi in Roma, e, trova.Le opposizioni da parte del Senato, marcjaYa sulla città con otto legioni e si impadroniva del potere, venendo a conflitto con Antonio che aveva raccolte trnppc ai piedi delle Alpi, e si era alleato con Lepido. I due nuovi rivali marciarono per combattersi, ma, a Bologna, decisero di spartirsi l'impero, costituendosi in. triumvirato, e tornati a Roma mandarono a morte molti a\'Versari - fra i quali Cicerone - impadxonendosi delle loro sostanze. Dopo di ciò, iniziarono la lotta contro i reµul,l,lic.u1i anticesa.riani; Antonio mosse verso Brindisi per passare in Grecia, Ottavio \"Crso Reggio per combattere Gneo Pompeo, fattosi per mare fortissimo; presa una piega contraria la spedizione, poichè nello stretto di Messina la sua flotta fu respinta con perdite, anche quest'u ltimo »i diresse ,·erso Brindisi per passa.re il mare, tenuto dai repubblicani con poderose forze navali agl i ordini di L. Stazio :Murcio e di Gneo Domizio Enobarbo. 1'1entrc questi avvenimenti si svolgevano in Italia, Cassio e Rruto avevano raccolto forze e mezzi in Grecia e nell'Oriente, prima col favore del Senato, poi, costituitosi il triumvirato, anche quando furono banditi. Aveva Bruto otto legioni e numerosi ausiliari, coi quali occupava la Grecia, la J'.facedonia, l'Epiro e l'Jlliria; Cassio ne aveva dodici e con esse l'aiuto dei Parti e di fiorente naviglio. Forti di mcui e di uomini, si incontrarono a. Smirne e quindi decisero di agire contro AriobMzane re d i Cappadocia, contro Rodi e contro i Licii, per non lasciarsi nemici a lle spalle. Le prime jmprese.. con orribili stragi, furono condotte a buon fine da Cassio; l'ultima da Rruto. Riunitisi ancora a Sardi, si mossero per l'Europa, attraverso l'Ellesponto con 80.000 fanti e 20.000 cavalli e molti a usiliari, e marciarono contro i triumviri che intanto erano passa'ti in 11acedonia: ne derivò la battaglia di Filippi, perduta dai repubblicani, i cui capi si uccisero. Dopo questa battaglia il comando fu nuovamente diviso fra Ottavio e Antonio ; ebbe il primo la Spagna e la Num idia, il secondo l'Africa e la Gallia; la Cisalpina, fu compresa. nel governo d 'Italia ad evitare che i governatori vi potessero tenere truppe ai danni di Roma; a Lepido fu assegnata l'Africa. Giurati e scritti questi acconli, Ottavio parti per l'Italia, Antonio per l'Oriente, dove si innamorò di Cleopatra. Lo scosse l'annu ncio delle nuove minaccie dei Parti contro i quali prima diresse i suoi passi; poi, per le gravi notizie giunte dall'Italia, si p reparò di mezzi e d i forze per intervenire negli avven imenti che vi si svolgevano. Indi Fulvia sua moglie, e Lucio Antonio suo fratello, gelosi della potenza ognor crescente di Ottavio, avevano tentato con ogni mezzo di suscitare contro di lui il malumore delle


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popc,lazioni, irritate per la carestia che travagliava R oma e l'Italia a causa della perdita del dominio del mare, ove potentissimi si erano fatti Sesto Pompeo e G. Domizio Enobarbo, che aveva bloccato le coste e taglialo ogni rifon1 irnenlo. Lucio Antonio e Fulvia, t irati a sè anche molti veterani, occuparono Preneste e vi si chiusero. La situazione di Ottavio era difficilissima; ma egl i aveva dalla sua un uomo, ::vr. Vipsanio Agrippa, valoroso soldato quanto abile consigliere, eh~ lo amtò a superare l'avversa fortuna, spingendolo fino alla porpora imperiale. Falliti tutti i tentali\"i di conciliazione, nel 41 a. C. Ottavio enlrò in campo con dieci legioni di veterani, divise ù1 tre eserciti condotti d,L lui, e dai suoi due legali Agrippa e Salviùcno; Lucio da parte sua, disponc,·a di fprze me-no agguerrite ma molto più numero.se, mentre i lcr,ati di Antonio (Pollione, Ventidio e Calcno) temporeggiavano in attesa che la situazione si chiarisse ignorando quale sarebbe staio l'atteggiamento del loro capitano. Si combattè a )iorcia e a Sentina, occupate dai seguaci di Lucio, le quali furono occupate dagli O ttaviani, mentre Lucio, occupata Roma, ù'onde L epido, che doveva d ifenderla, era. fuggito, si fece salutare Imperatore. Breve fu il trionfo giacchè, costretto a fuggirne e ti rifugiarsi in Perugia, vi fu assed iato, e costretto all,t resa.. O ttavio intanto, tirati a sè i soldati che già. stavano con Caleno, occu1lala la Gallia e la Spagna, domate le città sollc\"ate d'Italia, forte di 40 legioni, si preparò a contrastare alle pretensioni d i Antonio, che accorreva con 200 navi e molli soldati. Incontralo 11el mare Jonio da Domizio Enobarbo, si apprestò ad agire contro Brindisi. che gli chiuse le porte, mcita.ndo in pari tempo Sesto Pompeo ad agire coi;itro la Calabria e la Campania. Men tre sembrava che la lotta s tesse per divampare, per interposizione di L. Cocccio Xerva, amico dei due contendenti, questi, accordat isi. si abbracciarono fra il tripudio dei soldati e poco dopo interveniva una pace generale, e il mondo romano fu ancora d·iviso; Antonio prese l'Orien te dal!'Adriatico all'Eufrate, coll'ù,carico di cornballere i' Parti; Ottavio l'Occidente fino all'Oceano; a Lepido fu lasciata l'Africa, a Pompeo Ja Sicilia, la Sardegna, la Corsica e l' Acaia. La pace durò poco; mancò ai patti Antonio, che non consegnò I' Acaia, sì che Pompeo chiuse ancora le vie del mare. I.a guerra si riaccese. Otta,•io, corrotto :\Iena, uno dei luogo tenenti di Pompeo da cui s i fece consegna re la Corsica, la Sardegna c le navi di cui disponeva, pre3C a raccogliere truppe dalla Gallia e dall'Jllida. Correvi l'anno 38 a. C quando si veiu1c al primo scon tro navale, nel quale gli Ottaviani ebbero lai peggio nelle acque di Cuma; successiva mente nello stretto cli Messina i Pompeiani, aiutati dal furore degli elcmcnt i. riuscirono a distruggere comrletamente la flotta nemica. Prh-o di quals ias i forza navale, Otta,·io provvide a gucrnire le coste, mentre ric~veva un rinforzo di 120 navi da Antonio e dalle Gallie. dove era stato mandato quale pretore. e do,·e aveva consolidato il dominio cli Roma sino a l Reno, tornava :.-Iarco Vipsanio .'\grippa. Intanto Lepido, con dodici legion i oò 5000 ca,·alli. si prepara,·a a passare in Sicilia dal mcuogiorno. )lerci: l'opera infaticabile d i Agrippa, l'armata navale fu ricomposta e, p ronta alla bartaglin, si spinse in mare. Anche questa volta la sorte fu contraria agli Otlaviani; le navi, battute dai venti. furono in parte distrulle, in r,arte costrette, malconce, a riparare nei porti; Lepide

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invece giunse al Lilibeo dove prese terra e ne iniziò la conquista. )lenire Gneo Pompeo, credendo di nulla a,·ere più da temere, morgoglito dei disastri dell'avversario, rimaneva in l\Icssina, Agrippa. b.van1.ava; a Milazzo sco11fisse ~ mocare, luogotenente cl i Pompeo, distrug_~endogli trenta navi; il 3 settembre del 36 a. C. poi, al cospetto dei due eserciti, quello di Ottavio sul I ido cli N auloco, fra :Milazzo e )fcssina, <love era sb:i.rcato, quello di Pompeo poco loutano, si impegnò hL baltaglia navale decisiva. nella quale la fortuna arrise :tgli OttaYiani. Pompeo, riuscito a salvarsi, abbandonò !"esercito che pochi giorni dopo si arrese quasi senza combattere in l\Iessina, e dopo qualche tempo fu ucciso. Rm1anevano soli cli fronte Antonio e Ottavio; l'un•J forte di lutto l'Oriente, l'altro coll'Occidente e coll'irresistibile prestigio di Roma che era con lui. Ben presto la ,;uerra si accese fra i d1.1e, avendo Antenio ripudiato la moglie Ottavia per rimanere con Cleopatra. Ottavio, fatto togliere al ri1•ale il comando dell'esercito, poichè ne lascin\":L arbitra una donna. dichiarò guerra a Cleopatra. Grandi ftU·ono gli appnrc~cbi da entrambe le parti; seguivano Antonio i re di_ Cilicia, di Cappadocia. di Paflagonia, di Commagcn<'. di Tracia, d i Libia; gli giungevano aiuti dal romo, dalla Galazia, dal l'A rabia, dalla Giudea, dallrt ':\:celia, dalla Ila ttriana; er:u10 con lui 120.000 fanti, 12.0\lO carnlli, 500 navi da guerra. )Iinore cli for1.e, ma s.:gaito dal fiore degli eserciti di Roma, dai veterani rotti a cento battaglie, era Ottavio, che dall'Ita li a portava 80 mila fanti, 12.000 cavalli e, fra i suoi capitani espertissimo, .\grippa. La battaglia di Azio <leci,e le sorti della gu<'rra, e la morte di .\ntonio pose fin.: all'ultima. guerra civile della repubblica romana; Ottn.vi,,, compiuta la conquista de ll 'Egitto, rientrò in Rom1 ccm~ padrone a.«soluto. Guerra , civile dri Sa-;:oia. )Jorto il 20 settembre 163i il _Duca cli Savoia Vittorio Amedeo, gli succedeva. il figlio qualtreiu1e Carlo Emanuele. La reggenza fu d isputata fra, la madre )laria Cristina, sostenuta dai France~i, e gli zii, cardinale )fauri.r.io e Principe Tomaso, appoggiati dalla Spagna. Oherasco, Savigliano e Carmag:1ola fur0110 occupate dai Francesi; a ltre città furono prese dagli Spagnuoli. Torino, nella cui cittadella si era chiusa. )faria Cristina insieme a numerose truppe francesi dopo avere messo in salvo il giovane duca a Chambéry, era occup.cta <l'al principe Tomaso che i1,iziò l'assedio della ciuadella, a sua volta as,ediato succcS3ivamente dai Francesi, bloccati poi in più aru1>io giro dagli Spagnuoli <lei governatore di )Iilano. Il 20 settembre 1640 il p ri ncipe Tomaso si arrese e poco dopo ::lfatlama Reale, insieme al figlio, rientrava in Torino. Due anni dopo i cognati si accordarono ricono!:Ccndo :\faria Cristina tutrice e reggente degli St.tti, ottencudonc, in cambio, il governo d i alcune provincie.

G•,rrra ci<•ilc ;11 Spag11a fra Realisti e Costi'1t:io11nli ( 1820-23). Dopo la restaurazione di Ferdinando \'IJ, avvenuta ne l l S13, l'ord ine interno del paese ero stato turbato da l disagio esistente fra il re, che voleva ~bolire ogni forma costituzionale, e le Cortes che. proclamata la Costituzione nel 1812, ne difendc\"ano diritti " privilegi. Rotti gli indugi, Ferdinando VTT nel JS20 abolì la Costituzione e sciolse le Cortes, cl'ondc un pronunriamento militare che, nello stesso anno, ne impose il ripristino. Poco durò la tregua giacchè il re anrhe

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questa volta la vio lò. Nel 1822 scoppiò la rh•oluzione; i Costituzionali convocavano le Cortcs a Ilarcellona, n 1cntr e il re impotente a resistere, iu\'oCa\'a l'intervento straniero; le µo te117,e concordi ne incaricarono la Fmncia, la quale nel 1823 mandò in Spagna un esercito di 100.000 u. comandato dal D uca <l' /\ngoulème. (Cinque corpi d'annata, 1° maresc. duca di Reggio; 2° gen. )lolitor ; 3° principe d i lldhenl11he ; 4° m.tresc. Moncey, corµo di riserva, gcn. llordcsoulle, suddi,•isi in dicci divisioni d i tre brigale oiascwta, su tre regg. 1 dra goni costituivano due di,·is. d i quallro regg. ciascuna. usscgnati al l " e al 2° co rpo. li Corpo di riserva era costituito da otto bgl. di fanteria della Guardia dei quali due di svizzeri, di tre rcgg, di cav, della Guardia (D rngoni, Cacciatori e 2° Coranieri) e di una divis. di q uattro rcgg. di coraz;<ieri. JI gen. Guillcminot, col titolo di mag_~. gcn. era a. fianco del principe comand o.me in capo. Due squadre, cost ituite da vascelli, fregate, cor\'elle e na,·jglio sottile, incrociavano lungo le coste; l'una nell'Oceano, comandata dal con tram mir. Hamclin, che bloccava Cadicc con una divisione; l'altra nel 1,.feditcrranco sotto il contr:uumir. D es Retours, parte della quale incrociava fra le Baleari e la Catalogna. L'esercito costituzionale spagnuolo era formato da 80.000 u. di linea, rinforzati da 60.000 u. d i mi lizia attiva; in pfo le Cortes decret;i.rono una lc\'a d i 30.000 uomini (febbraio 1823). Questa truppa era divisa in quattro C. d' A., 25.000 u. in Catalogna sotto il generale )linas; 30.000 u. in Navarra e B iscaglia. col generale Ballestrcros; 15.000 u. in Galizia comandati dal l\lorillo, meutre a ;,fadrid agli ordini del conte d'Abisbal si era formato un Corpo di Riserva. )lancò w1 promesso rinfou.o di 30.000 Portoghesi costituzionali, a causa della controri,·oluzionc scoppiata in Portogallo. Uopo breve resis tenza, il 7 aprile del 1823 i Francesi pa,-sarono la Bidassoa e bloccarono S. Sebastiano. Intanto, fatta l'i1dlutata a Tolosa, il 2" Corpo (l\Ioli tor) prese la via di Saragozza che occupava il 26 allraverso la Navarra mentre il 111oncey il i a pr ile entrava in Catalogn.:. .\ Logrono si ebbe il primo serio combattimento, term inato colla vittoria francese, il 18 apr ile. Occupata. in pochi giorni la Biscaglia e la Navarra, dove ,olo l'a mplona, S , SebasLiano, Sa ntander e Santona cominuarono a resistere, bloccate dal 3° corpo ( H ohen lohc), il 24 maggio i francesi entra.vano in Madrid e vi stabili,·a.110 una reggenza in nome di Ferdinando VlI. Questi intanto, prigioniero del p roprio esercito. segui,·a le Corles che avevano deliberato d i ripiega re da ) iadrid su S ivig lia. e di qui su Cad icc. Le opera1.ioni furono riprese il 26 maggio ed a T alavcyra sul T rtgo. i F ra.11cesi cbl?cro un nuovo successo. ì OOO u., comandati dal gen. J1ordesoulle incontrarono e respinsero gli Spagnuoli a Visillo nella Sierra i\Iorcna, il 7 giugno: il 9 giugno, dopo seria resistenza, li d isfecero a V ilohes e, giunti a Cordova, ma rciarono s u Cadice, avendo saputo che nel frattempo il re e le Cortes vi si erano trasfe rit i.' Tn quesLi combatt iment : le forze spagnuole della ) lancia furono completamente d isfatte. Uguahncntc fortunate furono le operazioni del gcn. Bourmont che occupò Truxillo il gio1110 li giugno, s bandò i Costituzionali del Lopez Jhnos e del Villa Campa e infine il 2 4 giugno si riuniva. dinanzi a Cadice al gen. Bor<lcsoulle. fo Catalogna operava intanto il gen. :'\Ioncey con 21.000 u., rinfor7~"tto da 10.000 realisti Spagnuoli col barone d'Eroles. Lo frontcggiav-a il gen. i\Iinas con 36

mila u. fra i qual i un reggimento straniero, composto da Italia ni e Francesi, sotto il col. piemontese Paca.ro tt i, che trovò la. morte a Barcelona. L e operazioni comincia rono il 21 apr ile coll'investimento d i F iguci ra e coll'occupazione di R osas; 1'11 maggio caddero in poLere dei Francesi Pala mos e alt re città. I costituzionali furono battuti il 17 maggio a Castel-Te.rsol, respinti e <l iRpersi a .\[a ta.ro, respinti nel tentativo di occupare Vich. Ridolto a meno d i 3000 u., il J\finas tentò le estreme resis Lcnze ripiegando su Urgei e di qui nel Serrat, aspra e inospite comrada dei Pi_renei, senza viveri nè risorse. Costretto a uscirne, attaccato a Palau e circondato ad .-\ja, riuscl a stento a f uggire menu·c la maggior parte dei suoi dovevano arrendersi. L'S luglio era cominciato l'investimento d i Ba.rcelona, che si ar res.e il 4 novembre. [I 2'' Corµo, gen. :\Iolitor, stabiliti i collegamenti colle forze della. Catalogna, ava.11zò su Valen;<a, dove operavano i costituzionali del gen. lla.llestrcros, forte di circa 18.000 u. Conquistalo il passaggio del Jucor, presso Alcira, dove prese ricchi magazzini, e conquistati al ne1nico 120 pezzi d'a rtiglieria, i Francesi il 7 luglio cntra\'ano in ìllurcia. P resa d i viva forza il 12 la fortezza di Lorca, iniziarono la ma rcia s u Granata, Inta nto i Costituzionali in un Consiglio d; guerra a,·e,·ano deciso di tentare l' a\'volgimento dei francesi : Zayas e Villa Cainpo doveva.no tener testa di fronte a Granata, Ballestreros e Balanzat a tt,1ccarli col grosso s ulla destra, ChaJ)alanguei'a e Torrijos prenderli alle spalle. Si combattè a. Guttdalhuenuna e a Campillo dc Arcnas ; i costituzionali furono batrnti, e il -l agosto il Ballestreros capitolò con t utti i s uoi. Anche il corpo del gcn. Morillo, che operava in Galizia, res1>into a Betanzos, sconfitto presso lt alture d i S . M a rgherita, dovet te cedere le armi il 27 agosto succcssi\'o al gen. Hubert. I Costituzionali, chiusi in Ca.dice dove il re era tenuto origioniero, do,·evano capitolare il 31 onobrc, e il re Fc r·dinanclo VII, libera 10, po teva riprendere le redini dello Stato: le truppe francesi abbandonavano il territorio spagnuo lo il 23 novembre. Prima guerra civile Carlista di Spagna (1833-18-10). E' provocata dalle p re tese di successione a l trono d i Spagna da parte di Don Carlos, fratello del re Ferdinando Vll, il quale, morc11do, avcvJ lascia to crede del tro110 (abolendo la legge salica) la figlia Isabella, sollo la reggenza della m adre, Maria. Cristina cli Napol i. D on Carlos, a~sun!o il titolo di Carlo , ·, impugnò le armi per sostenere il suo diritto, appoggiato da i Casligli,u1i e dalle provincie BJsche. P iù lardi tro,·ò pure partigiani in N ava rra. ,\ ragona, Catal<>gna cl Valenza. Ne derivò un a guerriglia rnnguinosissima. l i prete Merino nei recessi delle Castigl ia m ise i11sicme ,·apidamcnte un esercito d i circa I LOCO u. ccl iuiziò una serie d'opcrazioni milicari, con caratlcristic hc d i guerriglia, cont ro le truppe della reggenza. Questa riunì un esercito nel Xord, agli ord ini del gen. Sa1·spicld che procedette contro le pro,incie Basche e la )-' avarra. I Carlisll di questa regione, comandali da Zuma laca rcgui, tennero testa con successo alle truppe regie, di cui ne sconfissero il 22 a prile 1834 Ùn corpo com,uidato dal gcn, Q ucsacla ad Alsama, e un altro, comandato dal gen. Carondclet, il 4 s~ttcmbre a \liana, un terzo (2i 0ltobre) presso Alcgr ia e un quarto ( 12 dicembre) prcs~ ) [cn<loza. Dopo d i ciò il capo carlisla passò, in principio del 1835, in Catalogn:i., si fec<! padrone della provincia di G uipuzcoa


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e costrinse il gen. Carratalà a ritirarsi verso Vergara. Quindi si rivolse contro il gen. )1ina nell'alta Bidassoa, ed '1.IlChe quest'altro duce dei regi, subì vari scacchi. ,\!!ora Zumahcarregui, sul principio cli giugno, assediò Bilbao, ma vi fu mortalmente ferito e morì. I Carlisti, perduto il loro valoroso duce, cominciarono a perdere terreno. Il gen. Cordova potè liberare Bilbao il 1 luglio, e riportare piena vittoria a Mçndigorria (16 luglio) sui Carlisti, i quali però il 23 ottobre tornarono ad assediare Bilbao, venendo costretti a rinunciare al!' impresa perchè battuti presso la citt~ da un esercito dei Cristini, comandato da.I gen. Espartero, nel dicembre 1836. Una decisa azione dei Cristini agli ordini di Esparlero, si iniziò nel principio del 1837, contro la linea occupata ancora dai Ca.rJisti, Hernani-Bida.ssoa; un primo scontro avvenne presso Oriamendi (16 marzo 1837) seguito da un secondo sull'Estella (15 maggio) e della battaglia di Huesca (24 maggio), tutti sfavorevoli ai Carlisti. Xel 1838 l'Espartero battè prima il gen. Negri presso Burgos, poi presso Pefiacerrada il gen. caclista Guergu!: (giugno). Frattanto nel campo di Don Carlos inco'minciarono a sorgere dei dissensi fra i partigi,mi. Espartero ne trasse profitto, ed il 31 agosto 1839 riuscì a far firmare al comandante in capo dei Carlisti, gen. :.vraroto, h capitolazione di Vergara. Don Carlos dovette il 14 settembre rifugiarsi in Francia. La guerra civile era finita; solo continuarono qua e là piccole fa.z_ioni ed operazioni di guerriglia, che si protrassero fu10 al 29 mag-· gio 1840.

Seconda guerra CiYile Carlista di Spa.gna ( 1872-1876). La caduta della regina Isabella. offrì nel 1868 l'occasione ai Carlisti di rimettere sul tappeto la questione dei di·ritti alla corona di Spagna. E Don Carlos ( Carlo VII) fu il ,pretendente al trono. Nel 1870 il trono venne dato a.I Principe Amedeo di Savoia, ma i Ca.rlisli mantenne~o viva la. loro agitazione, e si organizzarono in bande arma.te nelle tre provincie Basche, nella Navarra ed in Catalogna. Intanto un piccolo csc1;cito regio era stato riunito ~otto gli ordini del gen. Serrano, obbligando m10vamente Don Carlos a lasciare la Spagna (1872). Quando il re Amedeo I abdicò (1873) fu proclamata la repubblica e scoppiò la seconda guerra C. A ca.po dei Carlist i fu posto i.I gen. Dorrcga.ra.i. Le truppe repubblicane spagnuole subirono. va.rie sconfitte. Don Carlos rientrò ù1 Spagna, e i suoi partigiani si impadronirono della Biscaglia, invf-Stirono Bilbao, invasero Val·ie provincie. Frattanto i Carlisti avevano messo insieme un esercito di 100 bgl., 100 cannoni, e 1500 cavalieri. Il presidente della Repubblica, gen. Serrano, iniziò nel maggio 1874 le operazioni contro i Carlisti, liberando dall'assedio Bilb'a:o; coad iuvato dal gen. Concha, entrò in Navarra e battè sull'Estella i Carlisti (27 giugno), poi procedette contro gli stessi in Catalogna dove nuovamente ( 16 agosto)· a Leo de Urgei ebbe il sopravvento. All' inizio del 1875 il comando delle truppe governative fu assunto dal gc.n. Ma.rtinez Campos in Catalogna. :\"e] frattempo la corona di Sp~g,1a fu data ad Alfonso XII. Il giovane re organizzò un'armata. Basca di circa 40.000 u. e le sue truppe si scontrarono coi Carlisti il 2 febbraio a Pamplona, e il giorno seguente presso Lucar. :Yientre il re si portava a Madrid, le sue truppe fecero sensibili progressi contro i Carlisti, i quali in principio del 1S76 cedevano dovunque le al·mi, mentre Don Ca.rlos riparava in Francia.

Civile (Impiego). Con questa espressione vengono designati quegli impieghi presso le ammin istraziotti militari o civili dello Stato, a cui possono aspiriec i sottufficiali dopo avere prc~to un determinato periodo di servizio; essi possono allora. o rimanere in « serviziomilitare » proseguendo nella carriera di sottufficiale fino allo scadere dei termini di servizio utili per la pensione, oppure opta.re per l'impiego civile. Civile ( Gùtl-io Claudio) . Generale dei Batavi, capit:mò nel 70-69 a. C. la loro rivolta contro i Romani, che sconfisse pal·ecchie volte, iìnchè, vinto, divenne loro a?leato.

Civita (o Civitate). Ant. città della Capitauata sorta sulle rovine di Teanmn Apul1tm, e distrutta nel secoloXV. Nel 1017 vi furono sconfitti i Bizantini per opera del barone Melo. Battaglia di Civita (105.3). Appartiene alla lotta fra Leone IX e i Normanni. l i 18 giugno, l'esercito ponti~ ficio, molto numeroso, ma composto cli gente raccogliticcia, fra la quale il solo corpo solido era costituito da una banda. di tedeschi comandata. cl.i. Federico di Lorena, fu assalito da 3000 cavalieri normanni, uniti a pochi predoni. Le milizie papali, poco avvezze alle armi, furono ben presto sbandate e massacrate dai guerrieri normanni: solo i Tedeschi resistettero validamente, e, circondati da.gli avversari, si fecero uccidere quasi tutti con le armi in pugno. Il papa, che dalle mura di C. aveva assistito alla lotta, rimase prigioniero dei vincitori, e ne subì le condizioni, rinunciando al disegno di sottomettere l'Italia meridionale al dominio della Chiesa. Civita ( Matteo). Ammiraglio, n. e m. a )l°apoli (18301899)_. Entrato in servizio nel 1841, raggiunse il gradodi contmmmira.glio nel 1881. Fu decorato dell'O. M. S. pc1· fatt i d'a.rme del Ga~iglia.no; comandò la 2• divis. della. squadra permanente nel 1883-1884; della <livis. di manovra nel 1885; venne collocato in P. A. nel 1889.

Civita Castellana. Coniune in prov. di Viterbo; sorge sopra una alta rupe, 'circondata da tre lati dal profondo burrone della Treia; è dominato dal castellocd unito alla strada provinciale da un altissimo ponte. ' E' situato dove si trovava Faleri, antica e potente città.

11 pcnrag-ono rti Civita Castellana


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obbligarono a versare un'annata di paga all'esercito rodell'Etniria. X e! 437 a. C. i Fa.lisci, ribella.tisi a Romi!, mano. insieme ai Veienti e ai Fidenati, furono sconfitti d a Cornelio Cosso. Nel 356 a. C., unitisi ai Tarquinii, fuII. Combattimento di Civita Castellana. ( 4 dicembre 1798, - guerre della Rivoluzione). Il gen. Championnet, rono con essi sconfitti dal dittatore C. Marcio Rutilio; comandante le truppe francesi, era schierato colla sinid i nuovo nel 293 a. C. furono contro Roma nella guerra degli E truschi e furono sottomessi dal console Carvilio. ' stra a Città Ducale e colla destra a C. C., tenuta con Nel 241 a. C. si ribellarono ancora; la. città dopo sei 6000 u. dal 1-llac Don:a.ld, che.. si spingeva. a Nepi, Rignano e J'Vfagnano, mentre aveva sistemato a d ifesa il g[orni d i assedio fu conquistata, i suoi abitanti furono ponte cli Borghclto. Il gen. Mack, comandante elci Nacostretti ad abbandonarla e a stabilirsi nelle vici,nanze, in luogo meno forte e meno adatto alla difesa (da Falerùtin 'Vet·u.s a. Falerùmi novmn). Nel Medio Evo l'abitato fu riporta to nella antica località e prese il suo nome attuale. Sulla fine del sec. XV vi fu castellano Rod1·igo Borgia che, assunto a.lla tiara col nome di Alessandro VI, fra il 1494 e il 1497, vi fece costruire una forlezZ<1. da Anton io da S. Gallo. Questo fu uno dei primi e più interessanti esempi di fronte bastionato; il rec into esterno era un pentagono ailungato, a i vertici del quale sorgeva.no baluardi pentagonali ed un torrione circolare; le -mura ave•1ano la grossezza di 5 a 7 metri, ed un'altezza di 14 metri dal fondo del fosso. La sommità del paraCivlt.a cas1c11ana.: li run e del Sungallo petto era ordinata. con merloni e troniere in co-rrispondcnza delle piazze d'armi, dei baluardi e de l torrione ; poletani, coa 40.000 u., decise di con quistare C. C. e nei pm1ti pili importanti del recinto era ricavato un forza(e il ponte. L'attacco si svolse su ci11que colonne; corridoio a volta, esternamente munito di feritoie. la prima. fu respinta dall'avanguardia francese comanI. Assedio di Civ-ita Castellana (395 a. C.). Fu imdata daf I(cllennann (figlio) che prese 15 cannon i e fece preso dal tribuno militare TvI. Furio Camillo a ca,usa 2500 prigionieri ; la seconda, contro il ponte fu respinta delle parti prese dai Falisci a favore di Veio. Camillo, c sbaragliata; la terza rinunciò a muoversi visto l' insuctenendosi i terrazzani dentro le mura, si diede a saccesso delle a ltre due; la quarta e la quinta, comandate cbcggiare i campi; ad impedire ciò, i Fa.lisci vennero dal fel<lma.resciallo Bourcard, dopo un primo successo fuori e s i accamparono ad u n miglio della città. fidando a Rignano, dovettero r ipiegare dopo avere invano atmolto nella difficoltà dei luoghi. J\,Ia. Camillo li assalì e tacca.lo C. C. Il gen. r.'l ack , vista la tenace resistenza li costrinse a ripan1.re in città con grande perdita di incontrata, interruppe il combattimento e si ritirò. Nel uccisi e d i feriti. Indi si incominciarono i lavori cl i as1799 i.I piccolo presidio francese capitolò quando un sedio, inten-olti talvolta. dagli assediati, senza che a lcorpo austriaco intimò la resa. III. Presa di Civita Castellana ( 12 settembre 1870). l'assalo il confine pontificio a Ponte Felice, l'avanguardia della 12' clivis. italiana, comandata dal rnagg. gen. Angelino (35° regg. fanteria, 35° bgl. bersaglieri, due sqdr. lancieri Aosta., una. btr. e mezza cp. genio) fiancheggiata a s in istra dal 39° bgl. bersaglieri, giunse sotto C. C. dove fu accolta. con fuoco di fucileria da l presidio, costituito da zuavi e tr uppe di linea, rifugiatosi nel castello. Mentre la batteria. a.pri va il fuoco a 1000 metri, ri.nforz'3.ta ben presto da altre due del grosso, i due bgl. ber&1.glicri si portaronç sul rovescio della posizione per impedire la ritirata. del nemico, che, dopo breve resistenza s i arrese.

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La rocca di Civ i ta Castellana (Quactro di F'raneiseo d'Olanda)

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cun vantaggio si ricavasse da una parte o dal l'altra; c iò non ostante la città venne a patti con C.m;iillo. E qui narra la tradizion e che un pedagogo, conducendo fuori d i Fa.Ieri molti suoi scolari, li offdsse prigionieri a Camillo, il quale, sp regiando tale gesto, gli fece legare le mani dietro la schiena e lo consegnò a i fanciulli, cui diede delle verghe per batterlo durante il ritorno in Fa.Ieri. A tale spettaco,lo i Fa.lisci furono presi. da tale ammirazione, da darsi con generale cons~ntimento nelle mani del tribuno; e per resta.re liberi s i

Civita Lavinia (an t. Lamwium) . Comune i n prov. di Roma di. fondazione antichissima . Prese par te alla Leg3, latina, e per conseguenza a tutte le guerre della medesima. Ebbe nel medio evo mura e torri, con forte castello. che ne rese la posizione temuta e ben difesa. BattagUa di c;vita Lavinia (21 agosto 1482). Appartiene alla guerra fra la Chiesa e le repubbliche marina.re, contro Napoli, Firenze, Mila.no, Jvia.ntova, T~ologna e il duca cli Ferrara. Un eserc ito napoletano, agli ordi ni del duca di Calabria., marciando su Roma, venne a scontrars i presso •c. L . con le truppe pontificie, comru1date da R oberto Malatesta . Jacopo P iccinino comandava la destra dei pontificii; la sinistra. fu data a i fuorusciti napoletw i ; il centro r imase agli ordini ciel Malatesta. Il cozzo fu violentissimo e sai1guinoso eia ambo


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Civitavecchia: Pianta del secolo xvu

le parti. ?Ifa infa1e la foga del P iccinino e la bontà delle truppe pon tilicic ebbero il sopravvento, specie col sistema d i cacciarsi ,tra i cavalli dei napoletani, gravemente ferendoli. La ca.vallexia. napoletana, sbandata. da q uesto mezzo di lotta, volte le spalle, trascinò nella fuga tullo l'esercito, ed il 11a.latcsla r ientrò in R oma trion• Ian te.

Civitali (Nicolò). Ingegnere militare lucchese del secolo XVI. A lui furono dovu te le opere di for t.ificazioni iniziatesi a Lucca nel 1547. Clvitanova Marche (a nt. Cluana). Comune in p rovincia di Macerata. Nel 1248 si r ibellò a ll'imperatore 1-"ederico TI; nel 1299 fu in guem1 contro Fermo ed ebbe devasta to il ten-itorio e il suo pono di S . Y!arone. Nel febbraio 1325 At1drea M uco Zeno, alla testa di una turba di armati entrò in C . proclamandovi la repubblica di Fermo, ma Speranzio di M on tefeltro, cogli armati di Vara.no, la occupò a nome dei suoi Signori ; due g iorni dopo Nello e Grasso, a l soldo , dei Fermani, ripresero C ., ucciso il Grasso, N e llo e Ifoldrino ne res tarono padroni. Verso il 1440 la d ifese contro i Ponti frc i Francesco Sforza.

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Civitavecchia (ant. Centum Cellae) . Città marittima in prov. di Roma, costruita. nell'epoca. romana, · in seguito a lla fonclazione del porto, che fu costruito 1 verso la fine del II secolo, per iniziativa dell'imperatore Traiano, e sotto la direzione dell'architetto Apollodoro. Vennero erett i due moli convergent i, denominati più tardi « Molo del Bicchiere» (a Sud) e « Molo del L azzaretto» (a ::---1ord), e da una diga isolata, detta « Antemu.rale Traia no » a d ifesa dell'entrata. Andato in roviaa per opera del tempo o per devastazioni ( es. una elci Saraceni) fu ripa.rato nel 1634, sotto il papa Ui·hano VI. Vennero sempre tenute in efficienza le fortificazion i che lo difendevano, come quelle che difendevano la città; e a tu tte lavorarono architetti militaTi come Sangallo, Braman te, J',fichelangelo, Bernini, Vanvitelli. Dopo il 1880 il porto fu r idotto a una sola bocca, riunendosi l'antemurale T ra iano a l molo del B icchier(;, e p rolungandosi il p rimo a N ord. L e fortificaz·i oni di Civitavecchia. I I recinto _d iiensivo di Civitaveccli ia fu studiato cd· eseguito da' Antonio da Sangallo, il Giovane, nel 1515, per incarico 'di L eone X . Le mura di Civitavecchia, a bbattute da molt i anni, son o ora cancellate cJal terreno; meritano però di essere r i-

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cordate come uno dei modelli più geniali della fortificazione del Cinquecento. I l loro andamento è fedelmente raffigurato nel p iano completo di quella piazza d isegnato da Francesco De :Marchi, probabilmente su di un esemplare origina.le che questi ebbe in Roma nel 1S42 dallo stesso Sangallo. Da es._<;0 si rileva la postazione del porto Traiano. della città medioevale con la sua

a guida delle disposizioni della difesa, studio che fa della fortificazione un'arte pratica e 1:isponçlente al suo scopo, disimpegnandola dalle pastoie _geometriche dei dottrinari, ebbe in Antonio da Sangallo uno dei p iù 'strenui rappresentanti nell'epoca moderna.. Un esempio di tale indirizzo lo offre il partito dei fianchi doppi, adottato per la p rima volta dal Sangallo nelh cinta di Civitavecchia fra i bastioni di Terra c dell'Ulivo, onde collocare i baluardi nella posizione di maggiore importanza tattica, assicurando nel tempo ·stesso, a malgrado della distanza tra tali posizioni, eccessiva. per la gitta.la dtlle armi del tempo, il fiancheggiamento delle interposte parti del recinto. Oltre alle mura, bisogna r icordare la fortezza propriamente detta. Essa è forse l'ultima del!e opere difensive del principio del secolo XVI, la quale presenta i caratteri del transito colla p revalenza de lle nuove forme dovute a l genio del Bra.mante. L'opera è costituita da un rettangolo co_i lati maggiori di lOO metri, coi minori di 82, con torrioni rotondi ai vertici, del diametro di 21 e con un mastio ottagonale del lato di m . 12. Le

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Clvllavecehla: Le antiche rort10cazlon1

cinta tu:-rita, della darsena, della rocca vecchia e della fortezza di Bramante, ed ancora come il progetto comprendesse una cinta a fronti bastionate dalla darsena alla fortezza predetta con sei bastioni ai q ua li corrispondevano i nomi di: bastione della Casaccia, della Polveriera, di Terra, dell'Ulivo, della Porta, della Cam-1. panella e sei cortine, delle quali quelle interposte tra i ..JJ l.

I Porto d i Civitavecch ia : antemurale Nord grossezze .d ei muri sono colossali a.Ilo scopo di oppo.ri'e la resistenza di enormi masse all'azione dei proietti. Uno dei torrioni, quello verso il molo, è tutto pieno; g li altri tre sono p ieni ugualmente. salvo una casamatta. centra.le pel fiancheggiamento della cortina. li m,stio ha muri grossi sette metri ed uguale grossezza all'incirca hanno i muri cli cortina.. La. fronte principal~ cd il mastio guardano l'interno del porto. Tutta l'opera si mostra uniforme di stile, di materia le e d'ornato. Coronano l'edific io i parapetti a grosse pietre, ove le cannon iere escono tra grandi e robust i:-;s! .ni 1;1erloni. l..1~1tezza della mura.gl'ia. tocca i 12 metri, i torrioni salgono a 16, il mast io a 23. Speciale ricordo meritano le ca.s:,matte fiancheggianti ricavate, come si ;. detto, nel pieno della muraglia dei torrioni angolari. .M ichclangiolo successe a.I Bramante nei lavori della fortezza, per quanto rifletteva il finimento del mastio, del quale non rimanc,-a a costruire se non la parte superiore per un'altézza di undici metri sopra il ciglio delle cortine. Egli condusse la costruzione a suo modo e, senza rompere l'armonia del resto, vi impresse tutta la fierezza, la bizzarria e la grandiosità del proprio carattere. Così l'opera del 1vlichelangiolo, venuta a completare quella del Bramante, d iede alla fortezza di Civitavecchia un'impronta di modernità, la quale ne accrebbe l'importanza nella storia dell'architettura. militare, A Civita vecchia ha sede il Comando d~lle Scuoi<! 1

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C1vltuvecch iH: il forI c di '.lli<:llelangcI0

bastioni. della polveriera e di Terra, di Terra e dell'U livo, dell'Ulivo e della Porta, erano attraversate da una porta ciascuna. Occupando le a lture, ponendo nei p unti tatticamente forti i capisa ldi d el recinto, i baluardi, e costit11endo con questi i p;;_;i della difesa lontaJ1a. e v icina, l'architetto fiorentino precorre d i p iù che un secolo la così detta « scuola francese ll e d imostra che, assai pryna degli ingegneri mi litari del secolo XVU, esiste l'dpera origina.le ed incancellabile degli architett i italiani del Rinascimento. Lo studio de l terreno a.ssunto


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c,v

c1v11.avecchla: la ror1ezza veduta dallo parie del mare ,centrali militari, con ie Scuole centrali di fanteria, d'ar.tiglieria (tra.sferitavi da Bracciano nel 1925) e del genio. Dallo stesso comando dipende la Scuola centrale di educazione fisica, che ha la sua sede a Roma.

I. Tentativi contro Civitavecchia (549-551). Nel 549, dopo la presa di Roma, Totila mosse contro C., ten uta d~i Bizanti11i comandati da Diogene, il quale era riuscito a fuggire da Roma dopo di averla difesa fino all'ultimo. Non r iuscì ,ii Goti di prende re la città, ma si convenne che i difensori l'avrebbero ceduta ove non fossero stati soccorsi. Ciò non accadde, e Totila nel 551 .tornò davanti a C ., che r ifiutò di arrendersi, mostrando 'd i volersi difendere risolutamente. T otila non osò di 'tentare la presa a viva forza, e rinunziò all'impresa. Nel 728 C. s i diede alla Chiesa, e nel 749 e 812 il presidio pontificio respinse attacchi dei Saraceni. II. Assedio di Civitavecchia (829). Fu posto da una grossa flotta musulmana, la quale sbarcò numerose truppe che investirO'J1o la piazza dalla parte d i terra. La res istenza disperata degli assediati fu vinta, e la presa citrà saccheggiata e devastata, con grande strage. l ?.J u sulmani vi posero la loro base navale per alcuni anni, e poi l'abbandonarono. I superstiti della difesa, che s i erano ritirati nelle montagne, poterono rientrare in patria solo nell'854; il papa Leone IV fece restaurare città e fortificazioni e la chiamò Leopoli, nome che tenne per poco tempo. Venne a llora. costru ito un recinto di mura con torri rafforzate nel sec. XH e munito di rocca. a picco sulla bocca della darsena. III. Assedù, di Ci1,itavecch;a (1167\ . Fu posto da truppe tedesche dell'imperatore Federico, comandate da Rina.Ido, vescovo di Colonia. Il loro campo si estese a ,s emicerchio intorno alle robuste mura d i C. e le macchù1c furono erette e messe in azione. Due assalti ,dle mura iurono con grande energia sanguinosamente respinti. La città era rifornita dal mare, e Rinaldo avrebbe dovuto togliere l'assedio, se i Pisani, comandat i da Guidone l\lcrcati, non fossero venuti in suo aiuto, ch iu dendo il blocco sul mare con 47 galere. Gli abitami furono presto costretti a cedere ( 18 maggio) p er µc11 uria di viveri e ottem1CJ·o onorevoli patti. J\"el Ù 72 i Genovesi, con 50 galere, penetravano nel porto e cacciavano da C. gli Imperiali. N cl 1241 Federico II, in lotta col p a1xi Gregorio I X, si impadronì della città, tenendola fino al 1263, quando Carlo d' Angiò la ricuperò alla Chiesa.

I\' . . lssedio di Civit=ecclzia (1410). Fu posto dai Fiorentini, comandati da N iccolò Fortcbmccio. Cli abitanti si difesero v,diùamente, ed avendo libero il mare e pertanto possibili i rifornimenti, gli asscdiaJ1ti dovettero ritirarsi senza aver potuto prendere la ciuà.

V. Assedio di Civitavecch1'a. ( 1431). Avendo parteggiato r,er i Colonnesi contro il t>apa Eugenio IV, C. fu assediata da un esercito, comandato dal vescovo G iovanni Vitcllcschi, da Niccolò Fortebraccio, da Ranuccio Farnese. La città fu difesa da Giovanni Da Vico, fautore dell'anti1,>apa Benedetto XII, e non sarebbe stata ;iresa, se, c0me già nel 116i, l'esercito pontificio non avesse avuto inatteso rinfor1,0 dalla parte del mare. Una flotta veneziana di 4 7 galere, comandata da l'ictrq Loredano, di r itorno da una spedizione contro il Genovesato, acconsentì ad aiutare il papa. La bocca del porto venne forzata , e il Da Vico si aJ'rese. VI. Sacco di Civitavecchia ( 1-140). Era allora la città in potere dei Vitellcschi e la comandava uno di loro, Pietro. Venuti in discordia col papa Eugen io IV, questi mandò a sottometterli Lodovico Scarampo Mczzarota, con 2000 cavalli e un grosso corpo di fanti. Il 6 maggio, giunto d r,vaJJti alla città, t rovò che il Vitclleschi s'era chiuso nella rocca coi suoi partigiani, e la città era pronta a tornare nell'obbedienza del pap a. Fu pattuito che entrassero solo 400 fanti, e questi entrarono; ma gli a ltri vollcro seguil·li, e ne nacque un con1 flitlo, in seguito al quale il Vitelleschi, per vendicarsi degli abitar.ti che lo avevano abbandonato, fece entrare i pontifici rimasti fuori a condizioni che saccheggiasse, o C., il che fu fatto. VII. Presa di Civ itavecchia. (1443). Fu operata di sorpresa dal capitano d i ventura Cia.rpellonc, i l quale, con una grossa compagn ia., dopo di avere devasta•,, e saccheggiato la contrada, riusci a penetrare iu c,ttà scalandone le mura poco guardate e la saccheg;;iò portando via quanto potè. Nel 152i gli Spagnuoli, in seguito ali.i .-Jpitolazione di Clemente \'II a Roma, occuparono C. e la tennero per due anni. VIII. Assedio di Civitavecchia (1791). Proclamatasi ne l 1798 la repubblica romana, i Francesi occuparono Civitavecchia e si impadronirono della flotta pon tificia; l'in tervcnlo delle truppe napoletane li costrinse ad abbandonare la città, che fu occupa ta dalle elette truppe. Nel gennaio 1799. avanzando i Francesi a riprcndcda


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c 1v•itella del Tronto: l'assedio ciel 1557

ed essendone partiti i "sapolctani, C . si sollevò e si proclamò repubblica indipendente. I l gen. :Merlin, con truppe francesi e con rc:pubblic.tni romani, pose nel -febbraio l'assedio alla città e prese a bombardarla il 26. Gli abitanti si difesero fino a l 4 ma rzo, g iorno in cui si decisero ,dia resa .

IX. Pazionr di Civitavecchia. Nel 1806, il 17 aprile, una flottiglia francese, trasportante munizioni alle tn1ppe francesi assedia11ti Gaeta, fu affronta.la nelle a,;que di C. da alcune n avi inglesi, che da.nncg)\iarono le avversarie e impedirono loro di compiere l'irnpn;.~:,, r.u i erano avviate. X. Civitavecchia fu . occupata dalle truppe fr,,ncesi nel 1849, quando mossero contro Roma, e fu prcsct il 15 settembre 1870, dopo la partenza dei Francesi d;dlo Stat9 Pontificio, p er opera della 2' d ivis., .::omandata da Nino Bixio. l i presidio, comandato dal col. Serra, rifugiatosi nel forte ~Iichelangélo, s i arrese alla ·prima intimazione, salvo l'onore delle armi. Tutto il materiale di guerra veniva ceduto a ll'esercito ita liano.

Civitella del Tronto. Comune in p rov. di Teramo, sulla dr. del rio Salin ella, su un.a scoscesa collina, cinto da vecchie mura senza spalti nè fo~sati . Ri pide e nude rupi Io uniscono al castello, edifica.lo sotto F ilippo II di Spagna dal ma.rcl1ese Trivico, e accrtsciu to in segu_ito. Per la sua altezza dalla valle, su cu i ode a piombo, è quasi i..nctccessi bile. S i crede c!,e i:. sorga dove fu l'antica Be-rengra. Fu sempre una dcli~ riLtl forti degli Abruzzi.

I. Assedio di Civitella del Tronto (155 7/. Dur~rnte la guerra tra Fil ippo II di Spagna ed Enrico II d i Francia, il duca d i Guisa., con 13.000 u. entrò in A bruzzo e il 24 a prile cinse d'assedio C., p residiata d:L mille fanti comandati. da Don Ca rlo di Loffredo e dal con te Sforza di SantaJiora, aiutati d a tutta la popolaz·,ùn,:: :n a1mi. ?v[cJ>tre si svolgevano le operazioni, giw1sc a G i•.lliai10,·a, a dodici miglia da C., il duca d'Alba, vice& di .\iapoli, con 3000 veterani spagnuoli, 6000 tedesch i, 11.000 italiani e siciliani, 1500 cavalleggeri e 700 uomini d':u:rnc. TI duca d i Guisa, convinto <li non essere iri for.z-! ~uIficient i per parare alla minaccia, levò l'assedio il 15 maggio, e ripiegò nell'Ascolano. C., in premio della difesa, ebbe da F ilippo II il titolo d i f< F edelissima. )>. II. Presa di Civi.tella del T ronto. Durnnte la campagna nel Napoletano del 1798 il generale D uchesnc fu ir1via to dal gcn. Championnct ad occupare C ., difesa da w,a guarnigione borbonica comandata dal Sanfilippo e dal Michcroux. Investita il 10 dicembre 1 ì98, la piazza cedette il successivo giorno 11, dopo 18 ore cli assedio. Per la fiaccct resistenza opposta i l Miclwroux fu sottoposto a Napoli a Consiglio di guerra. _ III. Assedio di Civitella del Tronto (1806). L'esercito frai1.cese, comandato da l Ma.ssena, avanzava, nel 1806 nel Napoleta110 diviso in tre colon ne ; a l centro il grosso, a destra il gcn. Reyn ie1· e a sinistra il generale S. Cyr di cui faceva parte la divisione ciel gemrale Lechi. Quest'ultimo, giunto il 21 febLraio a C., intimò la resa. L'intimazione fu respinta e il gen. Franzeville


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CIVltella del Tronto: l'a&;CIIIO del f860- 6(

e bbe l'ordine di prenderla. colla forza. L a piazze1. era p residiata da 100 solda.ti d i linea, da u n reparto d i provinciali e da alcuni artiglieri litoranei ; ne e ra governatore il magg. :Matteo Wade, irlandese. Alla d ifesa s i e rano aggiunti parecch i banditi e facinorosi comandati da certo Vasquez, detto Scia bolone, l'opera dei qunli però fu più dannosa che utile per le violenze di cui si resero responsabili. Fallito un primo assalto d i viva forza, i Francesi strinsero intorno a C. u n blocco rigoi·oso. Giunte le art iglierie d i assedio, la città fu bombardata per tutta. la giorna ta del 19 maggio, N cl cuore della n otte successi,,a fu attaccata di sorp resa.. Il capitano Mervcillon, scala.te le mura, aprl le porte ai suoi, che si diedero al saccheggio men tre i banditi dello Sciabolone facevano a ltrettanto . Il Wacle, ritiratosi nel forte con pochi soldati e ·cogli ufficia.li, capitolò l' in do· mani coll'onore delle armi. I V. Assedio di Civitclla del Tro11J.o (1860-61). Era governatore borbon ico di C. il maggiore Luigi Ascione, e la difendevano 200 gendarmi e 180 conta dini a rmati, .30 artiglieri, 20 soldat i li Ltorali e '.12 velcra n.i. La pia?.za. era arma.la d a 26 cannoni quasi tutti di ferro e d i vecchia fusione. Nella. imminenza dell'attacco da parte delle truppe italia.ne, e ra stato completato con mura a secco il bastione dei Cappu ccin i, sbarra ti r,li sbocchi, preparati sassi da getta rsi addosso a gli assalitori. Nel novem bre, il gen. Fanti, volendo operare contro C. ne diede il primo incarico al battaglione Cacciatori del Sannio, costituito su 4 comp. da volontari della regione, al coman do del ten. colonnello Curc i, il

quale stabilitosi ne i p ressi d i C., dispose un blocco severo, coadiuvato da una. cp . del 39° fanteria. Il 10 novembre questa fu attaccata da 200 borbonici, c he respinse fin sollo le opere della piazza; a.Itri rinforzi sopraggiunti perm isero di isola.re C. ancor più rigorosamen te. La. mancanza d i artiglierie imped iva però qu als iasi azione d iretta. I I 24 110vcmbre genti a rma.te bor boniche tentarono di spezzare la linea di assedio, ma dopo acca.nito combanìmcnto furono respinte:. 11 6 dicembre fu inviato su l posto il gcn. Pincll i, con 3 cp. ber saglier i, una di fanteria e artiglierie. Colloca.te d ue sezioni d i o bici presso il convento cli S..Maria dei L umi e una scz. d i cannoni Stenophes ;;ul l\lonte S. ,\ntonio . iniziò il bombardamento, ma c:on poco successo, contro le robu&tc m ura della città. Le bande annate dall'es1en10, e dall' in Lerno i difensori di C. assalirono aJl'imJJrovviso un reparto d i bersaglieri asserragliato nel convento di S. )1aria, e lo massacrarono; attaccati mentr~ proseguiva.no su Borrano, furono costretti alla fuga. Coirarr ivo del 14° bgl. del 27° fanteria, le tl'uppe asscd iallli risultarono costitu ite da l 170 u . fra faaLeria e bersaglieri, a.gli ordini del magg. Rclli, dcll 'esei-cito regolare, rimanendo il comando superiore delle truppe opcr.i.nli nella regione di C. al gcn. Pinclli. Il 12 gennaio 1861, firma.lo l'armistizio a Caela, fu con.cessa a.Ila guarnigione uua tregua al fine d i concretare i patti della capitobzionc, e già. questi erano stati s tabiliti fra l' Ascione e il Pinell~ q uando giunse una lettera. del ministro della guerra borbonico spedita da Gaeta prima della capitolazio,w, o, e s i nom inava colonnello il cap itano Giuseppe

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Giovane, e s i incoraggiava la guarn igione alla resistenza. Le tratta tive furono interrotte, e le ostilità continuarono; il 6 febhraio avvenne uno scontro sulla destra dd rio Salinello fra tuta banda di reaziona ri comandati · da gendarmi borbonici in divis.a, scesi da Monte F iori m due colonne, per raggiungere e vettovagliare la fortezza, e qua.Uro cp. italiane ; l'azione terminò colla vittoria di queste u ltime. Il 17 febbraio, assunse il comando de lle forze assedia-11ti il gen. Luigi Mezza.capo, che il 18 inviò una n uova intimazione a li' Ascione il qu:i.le chiese di manda.re due ufficiali a Gaeta per as~icurarsi che fosse vera la. notizia delh capitolazione. Respinto i·l pretesto dilatorio, il gen. :Mczzacapo attese l'arrivo delle artiglierie richieste per operare decisamente. Fra il 19 e il 23 febbaio si collocarono così l O morta i a destra e a sinistra cli S. Maria, 2 obici da 15 e 2 cwnoni rigati sul monte ~ovrastante, 4 pezzi a ).,fonte Gallo e 4 in riser va ad An tero, mentre le forze erano aumentate a 2466 u. fra uffic iali e truppa. Intan to in C. dominava ormai il sergente Messii,ello, che, tolta ogni autorità a l!' Ascione, coman<lava una tnappa esal ta.la cli circa 500 u. co11 18 pezzi utilizzabi li e abbondanti-111unizioni. Il 25 febbraio il gen. Mczzacapo ord inò l'assalto. Le truppe avanzarono su tre colonne. ma, giunte a i p iedi del colle, dovettero retrocedere sotto la va.langa di sassi e di bombe che 1·ovesciarono ]Qro addosso i difensori. 11cntre si' prepa-1·ava un m1ovo atta.eco, giunse il L6 marzo un inviato speci,1le del re Fnu1cesco II coll'ordine di capitolare. Neppure a questo credette ro i difensori, i quali chiesero di potere mandare a Roma loro delegati per assicurarsi della verità delle cose. Però il 20, in seguito a nuove . r iflessioni, fu inna lzata bandiera bianca, e il 21 veniva sul ca-· stello innalzata la bandiera. nazion ale. L'indomani il sergente Messi nello, sottoposto a Consiglio cli guerra, come ribelle veniva condannato, e f ucilato ins ieme al brigante Zoppini e al monaco Zilli che avevano fomentato la rivolta. Cadeva così l'ultimo baluardo della resistenza borbonica nel Reame di ::sl'apoli.

Civitella in Val di Chiana. Comune in prov. cli .-\rezzo, sù un poggio che scende a Sud verso la Chiana e a. Nord verso l'Ambra. Rimangono avan zi delle mura che la cingevano quando era forte castello. Dopo la vit toria di Campaldino nel 1289 fu assalita e presidiata dai F iorentini ; durante l'ultima guerra di Siena nel )554 fu assalita dal maresciallo P iero Stroz~i e difesa dai soldati d i Cosimo dc :,\1:ed ici. Civitelli {Carlo). Generale, n, e m. a Livorno ( 18351894). Sottot. cli fanteria nell'esercito toscano nel l.854, fece le campa~ne del 1859 e del 1866, raggiunse il grado di colonnello nel 1876 comandando il 40° regg. fanteria e di magg. gen erale nel 1882 a l comando del la brip;ata Calabria; pas.,ò nel la r iserva n el 1892. Cizico ( Cyz-icum). Colonia milesica sulla punta di Arcotoneso nel ~1:a.r di Marn1ara . Partecipò alle guerre del Peloponneso_fra. Atene e Sparta. Stretta d'assed io da :Mitridate, fu liberata d a Lucullo; n el 675 gli Arabi la conquistarono e la distrussero. I. Battaglia di Cizico (febbraio 410 a . C., gue rra del Peloponneso). Alcibiade, raggi unta a Card ia 1'a(l11ata ateniese, nottetempo, risalì con 86 navi l'Elksponto e si pose in agguato a Troconneso (Marm,-ira} dopo avere tutto disposto affinchè :\finda ro, comandan te l'~nna la

CLA avversaria, non fosse avvertito. D ivisa. rarmata in tre squadre, u na ne a.ffidò a Tra.sihulo, l'altra a Tera.mene, e colla terza. di 40 navi, si presentò dinanzi a C., ove le forze navali dei confederati si stavano esercitando. Fingendo ritirarsi inclus.5C il nemico ,, seguirlo in allo mare, dove, con attacco combina.to l'avvolsero ai fianchi e alJe spalle le forze di J'rasibulo e d i Teramene accorse nel frattempo. Nella precipitosa ritirata verso la costa, dove erano schierate le truppe persiane comandate da. Farnaba.zo, M:incla1·0 morì coo1battcndo dopo aver perduto parecchie navi ; le a ltre furono predate e distnittc nelLa. mischia che ne seguì. L a viftoria degli Ateniesi fu completa; C. il giorno seguen te ritornò in loro possesso. ll. Assed;o di Cizicr (74-73 a. C., seconda :;11erra :M i tridatica). Mitridate re del Ponto, a. cui interessava il posscss6 di C. che p er la sua posizione era la chiave della Propontide, occupò il monte che la dominava e la bloccò pe.r mare e per terra, menti-e ne attaccava le difese con macch ine da guerra.. G li assediati da l can to loro arditamente resisteva.no, rovesciando pece bollente, fuoco, sassi sugli assalitori, contrastando all'opera delle macchine, rifacendo le mura fa dove essè cedevano. Intanto L ucullo, accorso col ~uo esercito, s trinse a su a volta gli as.~edianli dalla par te di terra, e un giorno prese loro 6000 cava.Ili e 15.000 u. in via ti fuori del campo per raccogliere vettovaglie . Peste e fame ben presto t ravagliarono i mitridatici, mentre infi~riva durissimo l'invcr110. F inalmente, essendo ormai eviden te che vano sarebr;e stato l'insistere, Mi trid3tc fu costretto a togliere l'assed io e a fuggire per mare. Nel la fretta mol te navi furono sommerse. le rimanenti andarono d istrutte in unà tempesta sopravvenuta; il re stesso dovette la sua. salvezza all'accorrere di una nave dei p irati suoi allea.ti. I Ciz.iceni, usciti dalle mura, assalirono e depredarono il campo, uccidenrlo malati e feriti, mentre L ucu llo battev:, l'esercito n emico in r itixata al passaggio dell'Esepo e del Gra.nico colla perdita di 20.000 u. I superstiti raggiun sero il re a Lampsaco. Hl. l3atta.glia di Cizico ( 194 cl. C.). Appartiene ali.i guerra tra i due pretendenti a l trono imperiale di R oma, Pesccnnio ::'-l'igro, legato della Siria, e L. Settimio Severo, legato della Pannonia, già proclamato imperatore dal Sen«lo; fu combattu ta da lle m ilizie del secondo agli ordini di Tiberio Claudio Candido, contro quelle del primo, comandate dal legato Emiliano, il qua le fu vinto e perì nel combattimemo. Gli avanzi dei vin ti s i ritirarono verso oriente per u nirsi a Nigro. ohe i ntan to si avanzava col grosso delle milizie. IV. Battaglia di Cizfro (1305). f,:u combattuta fra i Turd1i e gli avventurieri - al servizio di Costantinopo.Ji - coma.ndati eia Ruggero d i F!or. L'istmo cl i C. era chiuso da mm muraglia e guardato da ir1.1ppe bizantine s tanziate nell 'omonima penisoletta . I Turchi avevar,o più volte assalito l'istmo senza successo. Ruggero. imbarca ti i suoi avventurieri, gi unse a C . inaspettato, li sbarcò alk spaJle · dei Turch i, e diede l'ass,1lto al loro campo. La lotta fu breve ma cruenta, pochissimi dei T urchi -poterono sc:unpare alla strage, ~ la m inaccia contro C, fu così a llontanata.

Olam-Gallas (Edoardo, conte di). Generale aus triaco ( 1805- 189 l) . Era. nel 1848 generale u i brigata; si ba tté nelle Cinque giornate cli M ilano e nelh sucCfssiYa campagna. Nel 1849 passò a combattere contro


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gli insorti u11qhercsi e vi guadagnò il grado d i feldmaresciallo. Nel\1859 combattè in I talia al comando del 1° Corpo d'Armata; e in quella del 1866 combattè in Boemia, sempre al comando del detto Corpo: dopo la campagna f u processato e assolto, ma messo a riposo, in seguito a.Ile sconfitte subite da l suo Corpo in vari SCO!ltri prima di Sadowa.

Clamide (Clamis). Era l'abito nazionale dei Greci ; 90rta di mantello, che i soldati portavano sopra l'armatura. Fu anche l'abito militare dei soldati d i nnrir.a e marinai roman i. Cla more di assalto. Vale anche l'insieme delle gr ida !andate da i soldati muoven ti alJ'atLacco. Può essere una p,1 rola, una frase, una impresa, una invocazione; sen·e ad eccitare i soldati, a suscitare il loro sentimento della forza collettiva, a destare nel nemico il terrore della moltitudine che avanza, a fargli credere il numero degli attaccanti superiore a quello che esso realmente è; serve anche a. distrarre chi atClam ide tacca da tu tte le impressioni che potrebbero menomarne lo sbncio. Clamor lo ch iamavano gli antichi; « tutte le trombe dovevano suonare» dice Cesare u tutti gli uomini alzare grida pcrchè si giudicò che questo atterrisse i nemici ed incitasse la propria gente». I Greci intonavano il «Peana»; « Feri » gr idavano i Roman i; «a carne» i veneti ; ccEj a D ens» i crociati. Genovesi e Inglesi invocava.no San Giorgio, i Francesi Saint Dénis; i nostri soldati si lanciano sul nemico al grido di « Savoia )l . Da antiche testimonianze si deduce che i generali si valessero del (< clamore d'asS.'\lto » per saggiare lo stato d'animo delle t ni ppc. « Si capì - dice Livio descrivendo una battaglia - dal clamore quale sa.rebbe stato l'esito della pugna; quello dei nemici fu squillante e fremente; dissonante, ineguale ~ pigro quello dei Romai1~, che scoprì la paura che era neg li animi». u Grido di Guerra»;

Clamor Na11tic11s era il grido dei marinai prima della battagli::.; i Dizantini innalzavano l'inno alla Vergine, gli /\rabi quello di Allah. Dal loro grido « Au r Aur >> derivò il moden,o cc Urrà >l.

Clapìer. )fonte delle Alpi occidentali, dominante fa Roia, il Gesso e la Vesubia. Jiattaglione alpino M . Clapier. Costituito nel gennaio 1916 per la durata della guerra ita.l<>-austriaca. a M on• dovi da.I 1° rcgg. Alpini, colle cp. 114', 118' e 119' . Dura..'lte l'offensiva austriaca del maggio-giugno 1916 lottò al M. Cimon d'Arsiero, a M. Giove cd a Cimon dei Laghi conco rrendo ad arrestare l' invasore ; il 29 giugno strappò al nem ico il M. Segala. Nel 1917 partecipò alla battaglia rlell'Ortigara. Durante l'offensiva austro-tedesca di Caporetto ripiegò combattendo sul Grappa. Nel 1918 fu trasferito in Val Camonica ove si distinse in varii combattimenti. D uran te la battagl ia. d i Vittorio Veneto, dalla Zona del T<>nale puf'1> su Pejo per Forcella· Montou,0. Il bgl. M. Clapier guadagnò una mcd. d'argento colla seguente motivazione : « Con indomabile tenacia e slancio irresistibile il bat• taglione M. Clapier -a-ttra versava una zona intensamente

86battuta, giungen<lo a. rincalzare in tempo i battaglioni antistanti, duramente provati dal fuoco nemico. Con intrepido valore, continuando nella travolgente avan~a, scacciava l'avversario dalle sue posizioni e vi si affermava saldamenlc, respingendo, nei giorni success ivi, violcilt'i contrattacchi, 1ogoro, ma non domo dalle sanguinose perdite subite (l'-'l . Ortigara, 10-16 giugno 191i). Già distintosi al l\I. Cimon d' Arsicro 23-26 maggio 1916, per aver tenuto testa a soverchianti forze nemiche>>.

Clarioi (Giambattista). Ingegnere milita.re del secofo XVI, n. çli Urbino. Fu in Lombardia. nel 1570 al servizio della Spagna e si acquistò fama di valente ingegnere mi litare. Nel 1584 a Guasta.Ila per ordine dei Gonzaga iniziò la costruzione d i due ba luardi. Fu competente in lavori d'idraulica e nella meccanica militare e civile. Clarke (Enrfro, d1<ca di Felt,-e). Generale francese (1765-1818). Oriundo irlandese, fu alla Scuol:t 1nilitare di Parigi e partecipò poi a.Ile campagne del 1792 e '93, meritandosi il grado di gen. di brigata. La sua coltura lo Ieee destinare alla direzione del Gabinetto storico-topografico milita re. X e! 180·1 fu promosso gen. d i d ivisione e gli furono affidate missioni diplomatich~ in Italia ed in Austria. Cooperò ai trattati di Leoben e di L uneville; fu ministro della gt;erra nel 180i; ader, ai Horhon i ne l 1815. Clarke Edoardo. Generale inglese, n. nel 18i I. Servì nelle Indie ; partecipò alla guerra del 1900-02 contro i Roeri, e alla guerra mondiale, dove, dal 191 i a lla fine, fu quar:ticrmastro generale, carica che consuvò in pattia fino al 1923.

Clary (Tmnaso). Generale del sec. XJX, al servizio del regno di Napoli. Comandava il presidio di Catania quando, nel 1860, ~oppiò la rivoluzione in Sicilia. R inforzato di truppe, tenne per un po' a freno i ribelli, e poi ripiegò su :Yiessina, dove, promosso maresciallo, ehbc il comando del presidio. Qui fu bloccato il 25 luglio dai garibaldini e il 28 firmò una tregua per trattare ; sconfessato da l suo governo, chiese cd ottenne d i essere sostituito. Classe. Ant. borgo sull'Adriatico, presso Ravenna. _ da cui distava tre miglia. Xell'epoca romana fu sede dell'armata navale dell'Adriatico. Fu assediato e preso ai Bi7..a.ntini, verso il 577, da Faroa.ldo, duca longobardo di Spoleto, il quale vi lasciò buon presidio. Nel 586 Drottulfo, generale hizan· Lino, con un nucleo <li truppe imbarcale su navicelle, assalì il presidio longobardo di C. e lo costrh1sc a lla resa. Ne l 727 fu assalito cd espugnato da Liutprnndo. Classe. Presso i latini si comprendeva. sotto il nome di «classe» tutto il naviglio che costituiva un'armata navale. Le classi avevano denominazioni a 9Cconda delle loc:i.lit~ in c ui erano dislocate. Classe: Alessan-


-87drina, Miscnata, Rasennate, Africana, Siriaca, Britannica, Germanica, Libica, Po-ntica. Le clas,i era.no comandate eh questori. Furono dapprima. quattro, che risiedeva.no ad Ostia, Cales, Rimini e Brindisi. Sotto l' impero, l'ordinamento e la suddivisione delle classi subirono successive modifiche a Ilo scopo di proteggere sufficientemente tutte le coste. Classe. In termine militare: i soldati della leva dello stesso anno (V. Leva) . Ogni classe si contraclclisti.ngue con l'indicazione dell'am10 d i nascita dei suo, componenti o di quello in cui questi sono cbiamati alle armi (assai meno frequente). Si chiama Classe di leva (Jttclla che nell'anno viene chiamata alle. armi; Classe alle armi quella che sta compiendo il servizio militare per il periodo della Ferma (V.); Classe in congedo quella che ha già compiuto il servizio alle a.rmi e ne è stata congedata_

Classiario. In generale s igaificava presso i Romani il soldato che tenevasi nelle guarnigioni; più particolarmente fu dato il nome di C. al solciato di mare che viveva nelle « Classis >>. Cl assiflcazion i delle navi. Per le n avi da guerra l'ingegnere progettista. ha facoltà di stabilire la grossezza, gli spessori e i profili dei materiali di ferro che si usano nelle costruzioni, in relazione agli scafi che s i vogliono ottenere. Tuui questi dati sono raccolti in un documento che si chiama <t !specificazione per la struttura dello scafo» e contiene anche il modo come devono el,Sen:! fatte le unioni fra i diversi material i. Per le n avi mercantili invece, csistouo akune società che, a richiesta dei costruttori, si assicura.no, mediante visite ed ispezioni, che le strutture siano rispondenti ad a lcuni capisa.ldi di solidità, al disotto dei quali non vi sa.:-cbhe p iù su fficiente margine di sicurezza. Queste società r ilascia.no dei certificati che servono per i contratti di noleggio e di assicurazione. Detti certificati sono quelli che costituiscono la « clas.,;ifica » ; e sono d i diverse specie seconda del grado di fiducia che si può avere ne lle navi in b.isc al sistema di costruzione, alla età ed allo stato di conservazione. J.c navi non wno obbligate ad avere tali certificati di olassifica, 111a senza d i essi si toglierebbe gran parte del valore commercia le al piroscafo e perc iò ognuno se li procura. Esistono appositi istituti per questa _classifica i quali godonc, di r iputazione mondiale. I più antichi sono il << Lloyd's Rcgister >> inglese e il et Bureau Veritas ll internazionale. Tn Italia è stato fondato nel 1861 a Genova il « Registro Italiano » che è molto fiorente e accreditato. G li istituti pubblicano og,1i anno un « Registro » nel fJUalc sono clenc;tc tutte le navi classificate, con le principali indicazioni relative a ciascuna e il grado di navigabilità. La norma per la classifica e le ispezioni di Ob'lli is tituto soao raccolte in appositi regolamenti muniti di data e tabella. D i questi _registri si servivano i sommergibili tedeschi per riconoscere piroo;ea.fi belligeranti da.i neutrali ed affondarli.

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Claudia- Au.g usta (Via). Strnda roma.na costruita per ordine d'Augusto s u traccia to d i Druso, e riattata da Claudio radicalmente (a. 46). Questa strada mette in comunicazione la bassa pianura Veneto-Friulana coll'alta valle Lab-arina (Trento) attraverso il Piave, fra \ 'aldobbiarlcnc e Feltre. Giunta a Trento sbocca nella

Verona-Augusta, attuale strada del Brennero, di a ltissima importanza militare-"trategica. La C. A . conserva tuttora lo stesso valore strategico, quale linea di arroccamento fra la pianura. Friulana e la conca di Trento, evitando le forti posizioni di Verona e la. stretta di Rivol i. Durante la grande guerra, tale strada fu u tilizzata per il rapido spostamento delle truppe italiane dal Carso all'altipiano di Asiago, onde arrestarne l' invasione dell'esercito austriaco ( 1916). V. Clodia.

Claudio Pulcro (P11blio). Console romano. Capitano nella prima guerra punica, nel 249 a. C. fu sconfitto d:t J\sclrubale in un combattimento navale. C!aw!io (Marco A 11relio). Imperatore romano dal 268 a! 2,0 !Jecio gli affidò la difesa delle Termopoli contro i nordici inva..,;ori della Grecia. Capitano generale deL la frontiera illirica sotto Valeriano e comandante le provincie del Basso Danubio, fu poi ch ian1ato a reprimere la insurrezione di Aurcolo in Italia. Assunto all'impero, distrusse sulle rive del lago di Garda gli alcmalrni e vin•·e ~I01 1ct11 fl ( Cl,UJC I IO un forte eserc ito di Goti.

Clausel (o Cla·uzt:l, Bertra11do, conte di). Maresciallo di Francia ( 17i2-1842). Si distinse durante le guerre della Rivoluzione e dell'Impero a S. D omingo, a Napoii, in Dalmazia, in Portogallo. Dopo la caduta dell'Impero rimase inatti,·o Jincl1è non fu richiamato in servizio da Luigi Filippo che lo nominò maresciallo e gli diede il governo dell'Algeria, che tenne fino a l 1835. Clausen. L ocalità nel Trentino. fra Bolzano e Bressanone. Il 22 marzo li97 gli Austriaci, comandati dal gen. Kerpen, ne difendevano la stretta di cui occupavano lo ~bocco, protetti dalle a rtiglierie poste sulle alture dominanti. Il gen. Joubert li attaccò al mattino e la lotta durò accanita anche nel pomeriggio, finch~ una rnc1.z1 brigata f ra.ncesc non ebbe guadagn ate le alnini su un fianco ciel nemico, facendo piombare poi fra le sue file enormi bloccl1i <li roccia che lo scompigliarono. In questo momento avanzò una doppia colorma francese che costrinse gli Au~lriaci a ri tirarsi la sciancJo 1500 morti sul terreno Clausevitz (Carlo di). Generale e scrittore tedesco ( I 780-1831). Dopo aver combattuto le guerre dal 1792 a l 18 15, fu insegnante nella Scuola di Guerra • e poi Ispettore generale dell'artiglieria. Autore-classico, che dettò legge, non solo in Germania, per molti anni. Con « D ella guer,a,>) (Von Kriege) esaminate le campa·g ne alle quali aveva partecipalo, si pose in vista. Si affermò con « Schiarimenti stra tegici sulle campagne di Gu-


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Ur,A

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stavo Adolfo. \rurenna. Federico, ecc. »; giganteggiò con u T eoria. della grande guerra». Possiede vedute ampie, spazia pa.dronalmente in tutti i rami della scien,a bellica, afferrandone i nessi intimi colla politica. Assieme allo Jomini rese stabili i principii della guerra, cd educò varie generazioni militari: egli vuole che sin dall'inizio del conflitto siano impiegati tutli i mezzi e ogni energia; e che si cerchi la battaglia, vero scopo, vero obiettivo a cui deve tendere l'esercito. Altre opere 3ue riguardano le camJxtgne del 1796 in fotiia, del 1799 in Italia. e Svizzera, del 1812 in Russia., del 1813-1815 in Germania e Francia., e la catastrofe prussi311.1 <le! 1806.

Clava. Bastone di legno forte, nodoso, molto più grosso da un'estremità che dall'altra., e del quale si servivano gli antichi quale arma offensiva. Una sorta di C. fu adoperata anche :;;;,.. nella grande guerra, ma fu ,.,, p iuttosto ch iani.tta Aifazz11 I ( V.) ferrat11. : ~

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Olavarino (marchese

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A ntunio). Ufficiale d'artiglie-

ria e scrittore militare, nato a Follo. morto a Genova ( 1841-1897). Sottotenente d'artiglieria nel 1862, fu ,. nella sua arma distinto teenico. D a capitano insegnò materiale d'artiglieria alla Scuola d'applicazione. Maggiore nel 188J, passò ad insegnare alla Scuola di guerra. Nel 1886 lasciò il servizio attivo e nella riserva divenne ten. colonnello nel 1895. Fu autore di pregiati scritti tecnici fra i quali: « La polvere da cannone, le artiglierie e le anni da fuoco»; « L 'artiglieria da campo nel 1876 », « Bocche da fuoco, a.ffusti e carri da campagna, da montagna. e da assedio». « Il materiale a retrocarica da campagna, d' assedio e da costa. )), « Convenienza di fabbricare in paese le grosse 1.Ttiglieric ». « Progetto d'affusto da montagmt a stri;;cio ,, . 11 ten. col. C. modificò e cost russe una leva 'd i sicurezza per il Fucile ve1tcr11 1nod. 1870 ro11 Jna fucile Vetterli momottlflcata da oava1·1no dello 1870 adotta.te dall'Italia e poi trasformato in modello l 870-87 a ripetizione. Colla. primitiva leva di sicureu.a di questo fucile, il percussore andava ad appoggiare colla sua punta a contatto del bossolo della cartuccia : aveva quindi l'inconveniente grave di non potere evitare che partissero colpi inavvertita.mente anche per il solo urto del calcio dell'arma a. terra. Per ovviare a questo difetto, il Clavarino costruì la stessa leva, ma provvci:lendola di un becco rialzalo, nella parte anteriore di essa. Questo becco impediva che il manubrio dell'otturatore si abba,11,esse completamente. e per conseguenza la. punta del ì,hcussore non raggiungeva il contatto col bossolo della cari uccia. Clavarino (marchese Alfeo). Generale, n . nel 1855. Dall'Accademia milita.re di Torino uscì nel 1876 sot-

01,K .

toienentc d'artiglieria nella quale arma percorse tutta la carriera divenendo colonnello comandante il 6° reggimento da campagna nel 1906. Ne 1910 passò nel molo tccn.ico quale capo ufficio degli studi del materiale p resso l'ispettorato di costru2,ioni d'artiglieria, divenendo magg. generale nel 1911. All'inizio della guerra fu comandante l'artiglieria del XIV corpo d'armata e, divenuto tcn. generale nell'agosto 1915, ritornò alle sue mansioni tecniche. Qunlche anno dopo la pace la.sciò il servizio attivo e nel 1924 fu promosso gencmlc di corpo d'armata nella riserva. Il gen. C. scrisse: <e .\rmi e dro ,>; « Idee sui traini e sulle costruzioni delle batteri" d'assedio»; « Innovazioni s ull'armamento portatile itali:ino e straniero >l; cc Arm i a r ipetizione e cannoni a tiro celere>>; un itamente al gen. Ellena, un cc Cor,o su l materiale d'artiglieria. J>. C/a1111ri110 (nobile Jlariano) . GeneraJ~, nato nel 186L Sottot. di fanteria nel 1879, fu in L ibia nel 1911- 191219 13. Colonnello nell'agosto 1915 e poco dopo collocato in P. A., fu per speciali incarichi messo a disposizione del .i\Iinistero della guerra, divenendo magg. genera.le alla fine del 1917. Nel 1923 fu nominato generale di d ivis. nella riserva.

Olava rio (lat. Cln11arim11). Compenso in dcnaro(c1:a• dalla Repubblica. rom:u,a ai propri soldati per in\:,ennizzarli della spesa sostenuta per la chiodatura de!Tecalza.turc. In seguito divenne una regalia concess, :dJe legioni, pretesa la.lvolta con rlisordi.ni e ron sommosse. Clavigeri. Era.no i custodi e contabili della preda nella marina corsam di Catalogna nel Medio Evo, e costituivano un Consiglio di sindu.cato coll'a.mmi,·aglio elettivo. Tre C. partccipav:u10 al Consiglio che dove.va r ipartire le prede. C. era il ~oldato armato di c la,·a. Olavijo. Comune della Spagna, nella vecchia Castiglia, teatro di battaglia (844) fra i Cristiani comanda.ti da Ra.miro e i Mori coma.nd~Li da Abderaman. La battaglia. clurò due giorni ; nel primo i Cristiani furono battuti: la notte interruppe il combattimento. che fu ripreso il giorno dopo; i Cristiani riportarono una grande vittoria, e i loro storici fecero ascendere le perdite dei Mori a. 60.000 uomini. Olaymore. :Nome dato ad una spada scouese del XV secolo. Nel XVI secolo furono ancbe erroneamente chiamate C. le <e schiavone i,. La C. ha l'elsa :i. croce, ma colle due aste che, dall'impugnatura, ripiegano alquanto in modo da formare angolo acuto colla lama.

è:

Olearco. Generale greco. Comandò gli Spartani nella guerra peloponnesiaca; nel 403 a.. C. si impadronì d i Bisanzio, ma per abuso d i potere fu condannato a morCla.ymore del scc. XV le. Fuggì prcs.<\O Ciro, di cui comandò i mercenari, combattendo valorosamente a. Cunaxa. Fatto prigioniero da.i Persiani di Arta.serse, fu da essi ucciso. Olefti (gr. ladri). Nome da.to ai G reci che si sot-


traevano alla dominazione turca e vivevano liberi nelle montagne in continua guerriglia cogli oppressori. Furono create 1>er combatterli mili?.ie dette degli .\rmatoli e poi g li Schipetari, ma non fu possibile vincerli nè farli rinunciare a.I loro genere di vita. Furono i C. che, un i tisi agìi i\ rmatoli, iniziarono la guerra di indipendenza nel 1821; da loro uscirono parecchi fra i migliori generali de ll' ind ipendenza. L'erediti, dei C. è stata raccolta ed e contin u ata da « Comit,tgi >> che, 1,er analoghe ragioni, tengono i Balcani in perpetuo stato di guerriglia. Clel'li

Clemente (Cornelio Cesare). Ingegnere mii. del scc. XV IJI. Compì diversi lavori d'ingegneria militare in Germania e lasciò una relazione sui lavori d i fortificazioni esteriori d i Pilsen <la lui eseguiti. Clementi no (Pietro). Capitano dei Riminesi, che prese parte alla I Crociata alla testa di 1000 11. circa, illustrandosi nei combattimenti contro i Turchi (10961099) ad Ascalona. Cleombroto I . Re di Sp,trta dal .380 a l 3il a. C. Fu jn guerra contro i Tebani e prese loro la Focide, ma venne sconfitto e ucciso nella ballaglia di Lcuctra.. Clcombroto. Soprannome che G iuseppe Garibaldi ebbe nella marina mercan-

tile viaggiando nel L cv:111te ( I 825-.33), e conservò come nome di guerra quando prestò servizio quale marinaio di leva; n ella R. Marina ~arda (26 dicembre 1833-3 f.:bbra io l S.34) e fu se1tnato assente senza I iccnza sulla R. fregata « Ammiraglio Dcs Gencys».

Cleomen.e. Si chiamarono così parecchi personaggi dell'antica Grecia, Cleombroto (Garibaldi} fra cui i re di Sparta: Cleomcne I (re dal 519 al 489 a. C.) che ,·insc gli .\n,igi a T irinto e Clco-mene II (salito a l trono nel 230 m. nel 221 a. C.) di cui Plutarco scrisse la vita; guerreggiò contro gli Achei, prese Atene e Me tidrio, devastò l'Argolide. In aiuto degli Elci sbaragliò l'esercito a.cheo e si impadronl di Mantinea. V into a Sellasia dagli Achei, r iparò in Egitto dove s i uccise. C!eone. Capitano ateniese del I V sec. a . C. Difensore di parte democratica. ebbe pa.rlc notevole ;1ei pubblici affari e nella contesa che Atene ebbe per la fortezza. di Pilo cogli Spartani ; fu nominato insieme a Demostcne ca.po de ll'esercito. Uscito vincitore, ebbe da solo il comando supremo in un'altra guerra contro gli Spartani com'1.11dati da Brasida (422 a. C.); affrontato il nemico ad Amfipoli, mori combattendo. Cler

(Gi01Janm).

Generale

francese

(1814-1859) .

89 Partecipò alle campagne d'Africa e di Crimea e nel I 855 fu nominato gen. di brigata, partecipando alla campagna del 1859 in llalia. Incaricato durante la battaglia di )[agenta, di conquistare la posizione di BuJJa.lora, vi riusci cadendo pochi momenti dopo, vittima di una palla nemica. ,\\·eva scrillo i « Ricordi di un ufficiale del 2" wa.vi >>.

Clerembault (Filippo d,). Maresciallo di Francia ( 1606-1665). Fece le sue prime armi sotto il duca di Savoia e cmnbattè a Boffalora nel 1636, continuando a servire ncll'esc.rcito, dove ottenne il grado di maresciallo di Francia nel 1653. Filippo di Clarembault. Genera.le francese, figlio del precedente. Combattè in Italia, a Staffarda e alla Mars.i.glia, poi passò in Ge11nania ove si distinse a. L andau e a Spira. .l\forì annegato nel Oanubio dopo la battaglia cli Hnchsterl t ( t 704).

Cler,fayt (o Clairfai1, Fra11ccsco di Croix co11lc di). Feldma.rcsciallo austriaco ( 17 33-1 798). Fece la guerra dei Sette anni conibatt~ contro i T urchi, partecipò alle guerre contro la Ri\'0lu zione francese ; nominato n el 1795 feldmaresciallo e comandante in capo delle truppe austriache, i! 28 ottobre prese ~ I a gonza. 1 suoi princ ipi tattici ebhero grande analogia con riucll i di ;s;-apolconc. Clericetti (Emilio) . Generale, n. a J\filano. m. a Treviso ( 1839 - 1920). Sottot. di fant. nel 1859, partecipò alla campagna di qu cll'arn10, a quel la del 1860-61. a quelhi del 1866; poi passò nei bersa.gl ieri e fece la campagna d' Africa nel 1888, e a ncora nel 1896. Prese parte anche alla repressione del bri-

r.1er1r~u1 F.milìo

gant~ggio nelle prov incie

meridionali, dci\'e guadagnù una 111<:da:;lia di hro,vn a l valore. ·

Clerici (Ambrogio). Generale, n . a Co3ta dc è\obili (Pavia) nel 1868. Sottot. dei bersaglie ri nel l887. frequentò la Scuola di guerr a e paJ:tecipò a.lla guerra 1915-18 prima a l comando della 4• brigata bersaglieri e poi come sottocapo di S. :M. della 1• ..\rmata. meritandosi la croce d i cav. dell'O. M. S. nell'arrestare e poscia ricacciare il nemico nella zona tri(m ,tggio - luglio dentina 19 16). Passò poi al comando della brigata bersaglieri con cui si 1,attè negli Al:ipi;.ni. indi

s•


(1919) fu nominato Aiutante di campo generale effettivo di S. M. il Re, poi comandai~e della brigata Acqui. Promosso gen. di di vis. ( 1924) venne nominato sottosegretario di Stato per la Guerra e nel 1925 fu nominato Primo a iutante di campo di S . .'\. R. il Principe di Piemonte.

Clerk of Eldin (Giovanni). Scozzese, scrittore militare, m. nel 1812. Inventò una manovra che fu chiamata « aUacco centrale». Ta le sistema veniva a sostituire quello dell'a ttacco s imultaneo dalle ali, fino allora in uso, e fu adottato con successo dagli ammiragli Nelson, Rodney ccl altri. Memorabile fu la vittoria riportata con tale metodo a Trafalgai·. Fra le sue pubblicazioni ricordiamo: c<.Saggio metodico e storico sulla tattica navale>> (1782) tradotto in quasi tutte le lingue principali.

Clermont- Ferrand (ant. Clams Mons). Comune ne l dip. del P uy- de- Dòme, in Francia. Caduta e distrutta Gergrrvia (V.) durante le guerre galliche, la ~ua popolazione si rifugiò nella vicina nuova città d i Nemetum, che prese poi il nome di Augustonerne/1,i11 e, infine, cli C. F. Saccheggiata ripetutamente dai barbari, parteci_pò alle lotte medievali del vesco,,o di C. col conte d' Alvernia e dei borghesi contro il vescovo.

I. Concilio di Clerrnont- Ferrand. Fra i conc'ili tenuti in C. F . il più importante è quello del 1095 presieduto dal Papa Urbano II e preceduto da un altro, tenutosi lo stesso anno a P iacenza, nel quale si proclamò la prima Crociata. Il concilio, preparato dalla fanatica eloquenza d i P ietro l'Eremita, che aveva percorso mezza Europa per suscitare la « guerra santa>>, riunì 13 arcivescovi, 2S vescovi, altrettanti abati mitrati , e una folla di oltre 40.000 persone, fra cui molt issimi çavalieri. Ademaro di Monteil, vescovo di Puy, fu nominato legato pontificio a l campo dei Croc iati; si stabilì che la croce rossa ne fosse l'insegna e d 1e nessuno potesse tornare in patria cbe dopo la conquista della Terra Santa; e qm.-sto giuramento fu dichiarato indissolubile. II. Assedio di Ciermont-Ferraml (473-474). Appartiene a lla lotta dei Visigoti contr◊ l'impero romano. La città fu difesa da E cdizio e d,ù vescovo Sidonio e resistette per due anni circa, finchè l'imperatore Giulio Nepote, fatta la pace coi Visigoti , cedette loro anche C. e il suo territorio: allora soltanto la città aprì le porte agli assedianti.

90-

CLE

stello con mastio del X secolo. Fu sotto Carlo il Calvo piazza di rifugio contro le invasioni normanne; fu deva.stata du rante la Jacquerie (1356), e, durante la guerra dei Cento Am1i, per due volte, nel 13S9 e n el 1415, fu incendiata e saccheggiata dagli Inglesi.

Clermont l'Hérault. Comune nel dip. dcll'Hérault, in Francia; fu dominato dai Goti e l'occuparono i Saraceni . Nel sec. XVI, durai1te le guerre di religione, fu p iazzaforte dei protestanti. Francesco di Clern1011t. Generale p iemontese m. a Chambéry nel 1680. Uffiéiale di cavalleria, si distinse in n u merosi combattimenti e raggiunse il grado di tenente generale di cavalleria. Fu consigliere di Stato di S. A . R. il Duca di Savoia dal quale ricevette nel 161'.>6 l'ordine supremo dcli' Annunziata.

Gi1Meppe di C/ermont. Generale piemontcòe del secolo XVIII. Percorse la. carriera in fanteria e dal J 7 30 al li34 comandò il Savoia. D opo aver comandato la cittadella di Torino col grado di maresciallo di cam[JO, venne nominato governatore dei forti d i fene~trellc e nel 1744 promosso luogotenente generale. Clermont-To11nerrc (Gaspare, di). Maresciallo di Franch (1638-1781). Servi in Boemia nel 1741; partecipò alla difesa dell'Alsazia e all'assedio di Friburgo ; comandò l'ala sinistra dcll'anm.ta alla battaglia di Fontenoy e 32 squa droni a quella. di Lawfeld.

Clennont- Tomz.erre (Amato Maria, duca d1). Generale e . ministro francese (1780-1865). F u aiutante di can1po d i Giuseppe Napoleone. Combattè in Italia, Spagn a e Germania e passò nel 1808 aiutante di campo di 111ura t. Dalla restaw·azione fu nominato maresciallo d i campo e pari d i Francia. Ebbe il portafoglio del M inistero della Marina, poi quello della guerra (1821-1823).

Cleruchi. Con questo nome i Greci designavano i loro concittadini che si s tabilivano nei territori conquistat,i traendone a sorte le porz'ioni dette c/emchie. Da ricordarsi anche le cleruchic concesse dai re Lagidi, in Egitto, ai Macedoni e ad altri Greci che ne avevano ~eguite le sorti. Queste colonie militari furono aumentate d i altri C., egiziani, reclutati nelle città greche della monarchia. Il valore di questi C. andò scemando col tempo e i loro discendenti si fusero con le popolazioni indigene. Clèves (o Kleve). Citti della Prussia, prov. di Dusseldorf, sulla sir. del Reno. I . Trattato di Cleves ( 16 febbraio 1666}. Alleanza difensiva fra Olanda e Brandeburgo. 'Rinnova le principali disposizioni di p recedente trattato, del 1655. L'Olanda garantisce all'Elettore le parti della success ione di Juliers da lui possedute nonchè i suoi possedimenti sul Baltico, e l'Elettore promette di proteggere l'Olanda.

Clermont 11n Bemwaisis (ant. Claromontimn) . Comu-· 11e nel clip.. <lelfOise; in Francia_ Vi è w, an tico ca-

II. Trattato C/ì;ves (16 febbraio 1666). Alleanza fra Olanda e Brandeburgo. Contro le invasioni del Vescovo cli Munster in alcune Provincie d~i Paesi J3as.si. L'Elettore riunirà un esercito di 12 mih uomini e l'Olanda per sopperire a lle spese necessarie fornirà una somma di 160 mila risdalleri. Conchiusa la pace, cesserà questa alleanza particolare e non continuerà ad esistere se non quella stipulata in parf data.

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Leg-lonc M. V . S. 1'. « flino Rice1 >>: gran rapporto

IIL. Pace di ClJwes (18 aprile 1666). Conclusa a Cli',·ves fra l' O landa e· il Vescovo di }.{unster, e garan tita <.fa Franc ia e Jrnpero.

pagg io 32. P artecipò nel 1912 alht spedizione nei Dardanelli e venne per q uesto freg ia ta di medaglia d'oro, ·come .le altre, fra le qua.li l'Astore (V.).

IV. Tra.ttato di C/èves (9 settembre 1666). Fra E letctore di Prandeburgo cd Ekllorc pala tino del R eno. Sco1) 0, l'P.scC11zione del Trattato d i Westfalia relativamente .alla sue.cessione di J u liers indecisa da l 1609. L'Elett ore Pa:atino terrà i ducati di Juliers e Ilergue colle -signo rie di \Vinenda l e J3 resques; l'E lettore d i Brandeburgo avrà il Duca to di Clèvcs con le ,:on tce della Maì·ca e di Ravensberg, salve le pre tensioni che altri p rinci;, i potessero forma.re sulla successione d i J ulierE.

Cli nchant ( Gi.,,stino). Generale francese ( 18201881). Combat tè in Alge ria da l 1847 al 1852, par tecipò alla guerra di Cr imea, a quella del 1859 in I talia , e a quella del ]VIe&sico. Nel 18i0-il era gen. di brigata. Evaso eia Metz, ebbe il comando d'una divis. nell'esercito dell'Est (Dourbaki). Fu negli u ltim i anni governatore di Parigi.

Clei•è; (Francesco, du.ca di Ne,~ers). Gcncrnle fran.cese del secolo XVI, pari di F rancia . Com hattè contro

g li Imperial i nella Champagne, in Lorena, nei Paesi "':lassi e in I talia. D opo la battaglia di S. Qu intino p r ese il comando dell'eser cito sconfitto e lo r iorganizzò.

Cl i ba nari (ant. Clibanarius). Soldati persiani

a

p iedi o a cavallo, armati d 'arco e di frecce; coperti <la urta cotta di maglia, come da riproduzioni trovate sui monumenti, o, secondo alcuni autori m uniti di armatura di petto e d i schiena tutta di un pezzo, a foggia di un arncic di ferro cbiamato Clibano.

Clienti. Ebbero questo nome t.rup_pe <li fan teria de l sec. XIII che militarono sotto Filippo Augusto. E rano ,costituite da gen tiluomini vassalli dei capi sotto ai quali servivano. Erano a nnati di giaco, scudo, cervelliera, spa-0a, lancia lunga dic iotto p ied i e talvoL -ta di mazza. Cl ifl'ord ( Giorgio, conte di C,m,berlcmcl) . Capitano inglese, (15S9-1606). A rmò a sue spese p arecchi vascelli e cooperò alla di.struzione della « Invincibile a·rmada ll di F ilippo II. P artecipò a varie spediz.ioni contro Spagnuoli e Por to,ghesi. Cl im ene. T orpediniera, varata a Napoli nel 1909, lunga m. 50,35, la rga m. 5,30; dislocamento tonn . 208, m acchine HP. 3183, armamento 2 cannoni da 76, 1 m itragliatrice, 3 lanciasi luri ; stato maggiore 3, equi-

Cli no Ricci, 143' Legione M. V. S. N, costituita il l O febbraio 1923 a Benevento su 3 coorti (Benevento, S. Agata dei Goti, Cerreto s~nnita). Dispone di una cen turia ciclisti, di un reparto motociclisti, di squadre di pronto soccorso. Clinton (Enrico) . Generale ing lese (1738-1795 . Combattè nella guerra dei Sette anni; poi si d istin se nella guerra d'indipendenza degli Stati Uniti d'America. Fu infine governatore di Gibilterra. Lasciò un libro : « Riflessioni sulla g11erra cl' America». Clio. Torpediniera d'a lto mare, varata a N apoli nel 1908, lunga m. 50, lar ga m. 5,29; dislocamento tonnellate 216,S, macch ine HP. 2900, ar mamento 3 cannoni d a 47, lanciasiluri 3, stato maggiore 3, equipaggio 35. R a diata nel i928. Clipea (o Clypea, o C/u.pea, o Aspide). Città forte dell'Africa cartaginese fondata da Agatocle. Nel 256 a . C. sbarcar ono p resso C. i R oman i e l'anno seguente, comandati da.i consoli Marco Emilio Paolo e da Servio Tullio, sconfissero i Carta.ginesi', comandati da Annone, i quali per dettero 9000 u. e mol ti p rigionieri. Nel 208 u:m flotta romana di 100 nav i, coniandata da Marco Valerio L evino, approdò presso C. e poco dopo, essendo compa rsa all'orizzonte u na flotta. cartaginese, salpò e a nelò ad assalirla, scon figgendola ~ prendendole 18 nav i; dopo di che tornò in Sicilia. Clipeo ( lai. cly pei,s) . Arma difens iva spesso erroneamente con.f usa con lo sc11do. Ii cl ipco era tondo, tutto d i rame, e serviva a lle milizie r omane d i grave arma tura. Nel medio evo fu chiamato « rotell.i >>. Il C. fo usa lo propriamente dalla fanter ia greca; presso ;


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Roman i lo portarono gli uom ini d'a rme della prima classe, sino al tempo di Servio; dopo il ~uale il clipeo fu surrogato dallo scudo Il originale era wnvesso,

e:

Guerriero rol clipeo

Clipeo greco

di brnnzo, o di legno o di vimini intrecciati, r icop erto d i pelli a più strati, con sopra lamelle di br onzo.

Clipper. Veliero molto veloce attrezzato con 4 o 5 alberi in generale tutti a vela di taglio (da goletta). Il nome deriva dagli a,1tich i corsari americani di Baltimora. Clisis. Evoluzione mi i. dell'antica fan te ria greca; più prop riamente il movimento che fa il' soldato girandosi sull'uno o sull'a ltro fianco, fatto centro in uno dei due p iedi; s i aveva la C . di scudo (fianco sinistro) e la C . di asta ( fianco destro). Olissa. Antico comune dcJh~ Dalmazia, nel distretto di Spalato; fu impor tante fortezza e r imangono gli avanzi ckll'.acropo !i e delle antiche fort ificazioni. Lo

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tes. Essi calcolavano sull'intervento di Cbarctte, che doveva agire sulla s inistra nemica, 111a questi. occu pato a ltwve, non potè intervenire. I Vandeani, che i11 un p rimo momento avevano gettato lo scompiglio nelle file nemiche, e si 'ernno irnpad.roniti di molti carri, delle ambula11zc e di parte delle artiglierie, scoragg iati, credendosi traditi, dopo a vere perduto circa nov~ento uomini, interruppero il combattimento e si dispersero.

Ol-i:uiero di Clisson. Connestabile di Francia ( 13431407). Fece le sue prime anni con gli Inglesi, ma nel 1.368 pa~ò al servizio della Fra,1cia, per cui combattè contro gli Inglesi e il duca di Bretagna loro alleato con g1·mdc sapienza miHtare. Nominato connestabile nel 1380 si . recò in FiaJ1dr,1. a. cornl>attere i Fianuuingh i che s i era.no ribellati a l loro 're e li sconfisse a Rosebecque continuando poi le campagne con tro gli Inglesi. Olivi ero di Cl1sson

Olissow (polacco K liszow). Villaggio della Polonia in provincia di Kielce.

l1at!aglia. di Clissow ( 19 luglio 1702). Appan iene alla campagna di Carlo XII <;li Svezia contro Sassoni e Polacchi. Carlo, invase nel 1702 la Polonia, e rivolse le sue forze, 12 .000 u., contro il re Augusto II d i Po lonia. Impossessatosi l' ll luglio d i JGelcc, e il I 7 d i Wr bi,-a, divise il suo esercito in due co lonne ; l'una al comando del gen. Morner, l'altra a i suoi ordini, proceden do s u ..c·. Di contro s'avanzava i l re Augusto II e-on

\.

Acropol i à i Cli s~a

conqu istarono_ i_ Veneziani nel 1494, i Turchi nel I 154; ripreso dai primi, nel 1647, ne smantellarono le difese af.finchè non potessero i nemici ser virsene contro la repubblica.

Olisson (a nt. Clissonium). Comune nella Loire In féricure, in Franc ia. Se ne impadronì nel 1464 Francesco II duca di Bretagna; nel 1793 K leher ne incendiò il castello per impedire ai Vandeani di trincerarvisi, e l'anno segu ente incendiò ·1a città. Combattimento di Ctisso,i (22 setlembre 1i93). Appartiene a lle guerre d ella Vandea. I ca.pi \la,1dean i Boncha.rnp e d'Elbée Rtta.cca.rono le truppe repu bblicane (gen. Canclaux) che stavano r ipiegando su ~an-

iS.000 u . (16 bgl. - 26 sqdr. - 22 pezzi d'art.) che da Rutschow si dirigeva su C. Nella ;;era del -18, avven iva il collc,gamcnto fra le due colonne svedesi, e Carlo si trincerò in umi posizione scelta sul pendio delle Colline presso Kokol, piazzando le sue artigl ierie sulle colline di Kokol fronte a C. I Polacchi iniziarono l'a· zione nel mattino del 19 con un a carica di cavalleria contro l'ala destra dello schieramento svedese ;. e la battaglia. divenne subito generale. La fanteria svedese, occupato for temente il villaggio d i Kokol, si contrappose col grosso delle "forze agli attacchi reiterati de lla cavalleria avversaria. La lotta si· accentuò attorno al villaggio di Kokol, e da parte dei polacco~sassoni si continuò ad aHaccare alle due a li le posizioni svedesi. Ma la s,1ldezza delle fanter ie svedesi del centro rese


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inutili glÌ sforzi degli attaccanti; finchè l'ala destra, _procedendo su R embowa, p er le due rive del torrente N ida, ebbe ragione delle· deboli forze avversarie poste a N . <li C ., <li cu i alcune punte d i cavalleria s'erano spin te verso Borzin, ed u n assalto genera.le, comp-leta.to <la u n.a carica di cavalleria s u C., d iede ag li Svedesi una clamorosa vittoria, obbl igando i Po!accc>-Sasson i ad a bbandonare le posizioni. I Sassoni perdettero fra morti .e feriti 1800 u ., oltre a 1500 prigionieri. G li Svedesi perdettero 1 100 u. TaJe vittoria portò al sopravvento -completo di re Carlo XII di Svezia s ul trono polacco, dove pose S ta nislao Seczinski.

Cl ito (detto Il Nero). Generale di Alessandro il Grande, al passaggio del Cranico (334 a. C.) gli "'1.lvò la vita; alla battaglia d' Ar bela comanda.va ia Guard ia del re; nel 330 in mes;;o a capo d i una delle lppa.rchie, nel 328 sostituì Ar tabazo, satrapo della Battriana; fu -ucciso d a.I re stesso in uA impeto 'd'ira, nel 328 a .· C . Clito, de tto Il Bianco. Ammiraglio macedone, segui Ale...'-S<lJ!dro nelle I ndie d 'ond e ritornò nel 324 a. C.. con Cratere e gli altri veterani congedati. Comandò la flotta macedone nella guerra con tro gli Ateniesi che vinsi: nel 322 a . C. presso le Curzolari. Nella divis ione dell'lropcro ebbe la Lidia. che Antigono gli tolse nel 319 ; to.mato in lVIacedonia, qua le coman dante la flotta macedone, batté nel 1318 Nica.nore presso B isanzio ; sorpreso però l'indomani da Antigono, fu completamente sbaragliato .. Morì 11el 318 tentando d i raggiungere ia .Ma.cedonia per terra.

Clitunno. 103" Legione M . V. S. N., costituita a Foligno nel 1923. E ' su 3 coor ti : Foligno, Beva.g;na, Spoleto, ed ha cen turie autonome a Norcia, Montefalco, Monteleone. Cliuc. Città della Bosn ia, sulla Sava superiore a.Ila confluenza con l'ljnitza. Nel medio Evo era fra le città for t i della regione; fu uno degli ultimi r idotti con tro l'invasione turca. Du.rante la. campagna d i Bosnia (1878) il gen. austriaco Sa.mez s i propose, di conquistarla, con 6 comp. e 1 batt. da montagna, che affidò al magg. Catinelli. I l 25 agosto questi si mise in mar-eia n1a, affrontato dagli insorti, dovette ripiegare. Nel settembre il tentativo, sotto il diretto comando del generale Samez., fu ripetuto. Riuniti 5 bgl. e 2 btr. da montagna, il 6 set tembre il gen. Samez mosse verso C . fr=cbeggiato d a un bgl. del magg. Catinelli. L a colonna m,uciò rapidamente sino a Velccevo; qui trovò il n emico c11e saldamente teneva la s tretta. Agendo sui fianchi e nei boschi circonvicini, pur resp ingendolo, gli Au striaci :wa:nz1tvano mol.t o lentamente, tan to sulla dr. che sulla sr. della. strada. Allora il generale, p resi quattro p l. di fante ria, caricò i Bosniac i, che, sorpresi dall'improvviso a ttacco, rip iegarono, e li inseguì fino al p onte vicino a C. ove si f ermò in attesa del resto della. truppa. Appena in forze sufficienti, il gen. Samez avanzò nell'abitato e l'indomani i ribelli, dopo avere tentati invano due contrattacchi, si d ispersero. Clive (o Clyve) . \I. Ca1npbell.

Clivometro Cot ur ri. Regolo tascabile, ideato e brevettato dal ten . colonnello di fanteria Coturri Renato, già i.nsegn,uite di topografta nelle Scuole militari del Regno. :11-Ientre le comuni scale clivc;metriche forniscono soltanto il valore dell'angolo d'inclinazione d i una ret-

ta, s trada, ccc., il qu,tle poco interessa agli effetti p ratici, questo clivomctrn determina diret tamcnte e rapidamente i valori delle pendenze, sulla carta topografica a curve di livello, nella comune espressione del per cento (1 %-2%, ecc.). Il regolo po1ia speciali grad uazioni su en trambe !e facce e serve per le scale I :2"'.000, 1 :50.000. 1 : 100.000. La misu ra della pendenza s i ottiene facendo coincidere la freccia del clivomct.r o con un estremo del trat to da mis11ra.re, e leggendo il numero corr ispondente alla graduazione che coincide coll'alt1·0 estremo; il valore ottenuto dovrà essere mo lti plicato per il nnmero degli inter valli tra le curve, compresi nel tratto che si considera, qu1.nclo essi s iano due o più . .Il regolo consente pure d i traccia re tra. due o p i(1 curve della carta topogra.fica u na retta o d isegnare un tratto di strada alla pendenza voluta. D el clivomeu·o è statO costruito anche wùtpposito esemplare da servire per le carte militari svizzere. alle sca le 1 :25.000 e _1 :50.000.

Clocon itza. Borgata sulla sponda d ella Maritza, sulla sirada che da F ilippopoli conduce ad Adrianopoli. ~ell'apri!e del 1230 vi si combatt.è una battaglia fra G iovanni Asan 11, czar dei Bulga.ri, e T eodoro Angelo, despota dell'Epiro. Questi venne sconfitto e fatto p rigioniero: i suoi possessi passarono in potere dei vinci lori.

Clodia (Via) . Di scar&1 importanza dal punto di vista m ilitare, si staccava dalla Cassia presso a poco al decimo miglio da Roma (odierna località della Storta) e, p iegando verso ovest, s i congiungeva coli' Aurelia a Civi tavecchia, servendo ai bisogni locali. Come v ia trasversa.le, è certamente posteriore alla Cassia, ma non se ne conosce il tempo della costruzione nè l'autore. Il nome cli Clodia o Claudia (derivato forse da un Clocl io o Claudio) fi11ì col passare and1e al primo tratto della Cassia fino a Roma. Cosl Ovid io, che aveva dei giard ini sulla Cassia. a pom distanza da. Roma, d_tceva d i a verli sulla Clodia. L a promiscuità del nome in questo primo tratto durò fino al p iù tardo medio-evo. Clodione (detto Il Capelluto). Figlio e successore di Faramondo, capo di una tr ibù franca che sconfisse a Cambra.i i Roman i e se ne impadronì con tutto il territorio sino alla Somme. Battu to da Ezio, che governava la Gallia per l'Imperato re Valentiniano III, p resso Hélesmes verso il 430, C. r iprese poco dopo il terr itorio conquistato. Morì verso il 447; .da lu i discesero i Re Merovingi . Clodoveo. R e di Francia., considerato come il fondatore della monarchia francese ('465-S l l). Ne! 481 succedette ·al padre Chilperico, e portò la gu erra con tro i Romani guidati da Siagrio, sconfiggendoli a Soissons ( 486) ; nel 491 conquistò la. Tu1·ìngia. ne l 496 sconfissegli Alen'ìànn i presso Colonia e si fece cattolico; n el 500 vinse G undobaldo, re dei B urgundi e nel 507 Alarico, che u.c cise presso Poitiers. R iunì allora sot to il suo scettro, con capitale Parigi, tulle le stirpi dei Franchi. )\ cl S10 venne battuto da Teodorico mentre assediava Arles. Cloro ( Cl). Sconcrto d a Scheelc nel I 7, .J, e anno-


CLO verato nel 1810 dal Davy fra i corpi semplici, è un gas di colore gialJo- verclastro, cli odore pungente e di azione soffocante, che viene facilmen..te assorbito e trattenuto dal carbone di legna; diventa. liquido a - 40°, a pressione ord inaria, opp ure a + 1s0 alhL pressione di 5,7 atmosfere. Prima. della guerra la. produzione del cloro !.'ra gii, enorme, specia lmente da parte della Germania e degli Stati Uniti; l'lta.lia ne produceva 10 tonn. giornaliere che nel 1918, salirono a ben 50 tonnellate. L a Germania, durante la guerra, p otè facilmente duplicare la potenzialità di anteguerra, cosiccbè durante il conflitto le tre fabbriche in funzione: di Bayer, di Meister Lucius e della Badiscbe, potevano fornire bcu 1700 tonn . mensili di clorn liquido per la sola fabbricazione dei gas asfissianti e lagrimogeni. La Francia, che non possedeva una propria industria del cloro, e ne importava, la creò di sana pianta durante la guerra. I suoi bisogni, nel primo periodo, furono copeni dai rifornimenti italiani e inglesi, fino a che non entrarono in funzione le sue officine, le quali, fino alla data dell'armistizio, ne produssero 24 mila tonucllate. L'Ingh ilterra era dotata della sola fabbrica Castner K ellner ; la quale però venne amp li~ta e trasformata, mem,·c alt1c ne furono impiantate in seguito, cosi che la produzione totale, durante il periodo bellico, potè raggiu ngere le 20 mila tonn. G li St::iti Uniti fonda rono il colossale « E dgewood Arsena.l » della potenzialità di 100 tonn. al giorno <li cloro il quale in segu ito veniva spedito in Francia pei r ifornimenti d i guerra dopo essere stato seccato, liquidi ficato e chiuso in bombole o cilindri di acciaio. Questo sistema assai comodo e utile per la conservazione e i.I lrnsporto d i so~tanze corrosive elci genere, era già praticato fin da quando Knietsch {1888) scoprì che i gas che attaccano di regola i metall i, si dimostrano invece inerti a.llorchè si trovino allo sta to secco e liquido. Il cloro - che i Francesi designarono col nome di « Berù1olite » - è l'elemento che h a legato il suo nome indissolubilmente alle origini storiche della chimica bellica moderna.. Si deve anzi al suo stato fisico, n elle cond izion i normal i di temperatura e di pressione, e alla sua spiccala. azione soffocante, se s i generalizzò l'uso improprio del titolo di « ga.s asfi.ssianti » che venne este~o poi, in termine comu ne, a tutti gli altri aggressivi chimici che lo seguirono, i qua li, nella quasi tota lità, furono invece d ei composti liquidi o solidi, talora a punto d i ebollizione o a punto cli fus ione assai elevati, e quiJLdi essi non furono origi llaria mente impiegati sotto forma g-.i.ssosa ma allo stato di « aerosol i», liquidi o solidi, cioè nebulizzati in minutissime par ticelle ( nubi rugiadose, fumi d i pulviscolo) e dispers i nell'atmosfera. Esso fu il primo aggressivo chimico adoperato a scopo bellico durante la guerra mond ia le, e vi trovò largo impiego in segui to, pcrchè riuniva in sè tutte le migliori e più adatte caratteristiche per tale scopo. Infatti, è di facilissima preparazione, di basso costo per la inesau ribile disponibilità delle materie prime necessarie alla sua fabbricazione, ha spiccate proprietà soffocanti, è gassoso allo stato normale, ma può essere facilmente liquidificato, c iò che ne agevo la grandemente la conservazione, per costituirne delle scorte ingen ti, nonchè il ma.neggiamemo e il tra.sporto. Inoltre, esso ~ dotato di u n elevato peso specifico - 2,45 in confronto dell'aria - ciò che costituisce una caratteristica indi-

CLO spens:ibile p er la produzione di nubi d i gas destina te a.J c~sere spinte dal vento, mantenendosi sempre ra5Cilti al suolo, motivo per cui il cloro si prestò, meglio di ogni altro corpo, per attacch i a ondate. Per tutte queste ragioni e per = rsi a ltrcsì largamente p restato per la preparazione di tutti gli altri composti chimici usa.ti in guerra, il 95% dei quali infatti furono dei composti clorurati, il cloro, a giusto titolo p uò defi• nirsi l'aggressivo chimico per eccellenza. Esso è dotato di v.ione irritante e corrosiva. per cui riesce :tSsoluianientc irrespirabile. Anche in piccole quantità, produce vi\'a alterazione dei bronchi, delle cavità nasali e dei seni, provocando tosse, emissione di sputi sanguigni e senso d i soffocaziéfoe. Se l'azione del cloro è più intensa, a c:iusa d i una maggiore concentrazione, o per inalazioni continuate, si manifestano effetti caustici sulle vie respiratorie, con formazione d i edema polmonare, a cui spesso segue la morte, che talora può :wvenire, con effelli ritardati, dopo alcuni giorni. In certi casi di avvelonamento acu to o violento, la morte si verifica per arresto della respirazione, o paralisi dell'apparato respiratorio, pcl fatto che il polmone, profonòamentealterato dall'azione caustica locale, non r iesce più ~ espandersi. Sul cuore invece non ha effet ti tossici; ma agisce invece sui globuli rossi del sangue trasformanJol'emoglobimi i.n ematina. La sua presenza nell'aria è già avvertibile nella diluizione di cc. 1 per un mc.; ma, alla concentrazione d i p. 1 per 10 mila, genera irritazione e senso di soffocazione, sufficienti a rnett<: rc i coipiti iuori combattimento. Sotto l'aspetto chimico e fisiologico, il mecca nis1110d i a1.ione del cloro è basato sulla facilità con cui essosottrae l'idrogeno alle sostanze organiche dei tC>\S,1ti w i quali viene a contatto, sostituendosi ad a;,o e generando :i.Itri compo3ti ugua.hnentc nocivi. Inoltre, decomponendo l'acqua, semp re presente, in 'idrogeno e ossigeno, esso si combina. col primo da.lido luogo a<! a6dll cloridrico di energico potere caustico locale, mentre il secondo, reso libero e a llo stato nascente, fun;,,iona. da attivo ossidante. Il cloro, una volta inspirato, 'l:iss.1. in c ircolo col sangue e va ir. tutti i tessuti, fissanòosi a:trcsì ne l cer vel lo e niu.nifesl(Lildo effetti n~ ..COI ici; ciò· dimostra la sua azione elettiva. sui centri nervo~i la quale è a.ltresl caratteristica. d i quei compc5ti c rgan•cr nell.i composiz ione dei quali entra a fa r parte (cloruro di etile, cloralio, clorofom1io) e la di cui effica.cia depressiva aumenta col crescere del numero -leg1i aton,i <li cloro present i nella loro molecola. Quasi certamente può ritenersi che è a questa caratteristica. dei composti organici clorurati che i Tedeschis i t·ifcrirono qu:Lndo, per scagiona rsi d a Ile critic he loro • mosse per aver iniziato l'uso degli aggressivi chimici, affermarono che, dopotutto, questi composti non pote· vano ca,dere sotto la sanzione p roibitiva dell,L Conven zione dcli' Aja, inqua.ntochè non dovevano ritenersi come sostanze asfissianti e . tossiche, o dotate di azione deleteria, bensì a.venti solo « e ffetti stupefacen ti» nelle condizioni d'impiego sul campo di battaglia. :Vla una tale giustifica, se può ritenersi valida per molti dei composti orga,nici clorurati, n on p uò certo ac<:ettarsi pel cloro allo sta to di elemento. La protezione contro gli effetti to,sici prodolti dal cloro consiste in primo luogo, e ove possibile, nell'al• lontana.re gli asfissiati dalla zona gass:tta . Sono po; giovc,·oli le inalazioni di vapore d'acqua, allo scopo dn


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àiluire il gas ingerito, nonchè di alcool e di anilina. Riesce pure utile: fumare del tabacco, respirare aria contenente poco idrogeno solforato, o ammoniaca; e sono anche indicate le inalazioni di ossigeno e la respirazione artificiale. Con l'inizio dell'uso del cloro come gas asfiss iante si resero neeessa.rii i p rimi sistemi di protezione, tanto collettiva. che individuale, per le trup pe in campagna. Quanto a.Ila prima., i mezzi impiegati avevano lo scopo di allontanare la nuvola gasscsa o romperne la compagine, provocando così la sua dispersione; mentre, in pari tempo, le sedi di Comandi e di uffici, i siti di ricovero, ecc., veniva.no opportunamente chiusi, o dota.ti di acconci r ipari. J?cr la p ro tezione individuale si ricorse sollecitamente all'adozione d i rudimentali maschere (pezzuole, tamponi d i cotone, strati di mussola) imbevute d i soluzion i alcaline neutralizzanti. Il Comando Supremo francese, che era riuscito subito dopo i1 primo attacco da parte tedesca a qua.lificare il gas che era stato impiegato, avvalendosi a.;1cbe dei risultati analitici praticati sulle sostanze di çui erano impregnate le maschere sequestrate a soldati nemici, cad uti prig ionieri o disertori, adottò come primo e più raziona.le preparato antigas una soluzione idroglicerinica di iposolfito e di carbonato di sodio. I combattenti, al momento del bisogno, bagnavano nella soluzione suddetta uno strato di cotone da apporsi a riparo del naso e ddl,1 bocca, mentre gli occhi ven ivano protetti con appositi occhiali separati dalla mascherina. Cloracetorie. Ottenuto da Riche nel 1859 per elettrolisi di un miscuglio di acido cloridrico acquoso e di acetone, è un liquido incolore e di odore assai pungent"è, poco solubile in acqua; non si combina con questa; abbandonato a sè, si altera e imbrunisce. Durante la guerra fu preparato in larga m isura. dai Francesi e da essi usato sia in unione all'acroleina che, p iù specialmente, insieme a.I bromacetone, allo scopo di stabilizza re quest'ultimo composto e attenuain e la perdita di bromo. Tale miscela prese il nome di « Marton.ite » ed era costituita d a : bromacetone p. 80 e clora.cctone p. 20. I vapori di monocloracetone irritano violentemente gli occl1i producendo quindi abbondante lagrimazione; ma questo composto è a ltresi dotato di proprietà soffocante e tossica, di rapida azione.

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Clorìdrina solforica ( Clorosolfonico acùlo). Si ottiene facendo gorgoglia.re il cloro nell'acido solforico fortemente raffreddato, men tre vi gocciola del tricloruro di fosforo; oppure, per azione del pentacloruro di fosforo sull'acido solforico; è un liquido incolore, che fuma fortemente nell'aria, specie se umida, decomponendosi negli acidi c loridrico e solforico che riescono perciò irritanti e caustici, ma non tossici. La cloridrina. solforica, durante la guerra, fo largamente utiliu.a.ta. per le sue proprietà fumogene, sia per la carica di granate come, ad esempio, q uelle indicate con la. lettera « ~ », s ia. in appa recchi speciali. I Tedeschi, per ottc:nere dei risultali più pron ti, la facevano reagire con la. calce viva, impiegando a ta l fine ol'degni adatti cc Nebel - Trommel », e ottenendo delle dense cortine di nubi.

Clnrnbeneene (Monoclorobenzene • Clornro d·i fenileì. S i ottiene facendo agire cautamente il cloro sul benzene, in prescm,a _ di iodio; oppure per reazione fra il penta.cloruro d i fosforo e il fenolo; è un liquido incolore, assai rifrangente, di odore aromatico persistente

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che ricorda quello delle mandorle amare; non si scioglie nell'acqua; è solubile invece nell'alcool, nell'etere, nel cloroformio ~ neì solfuro di carbonio. Fu u&1.to, durante la guerra da tutti i belligeranti insieme a.I solfuro di etile bic.loru.ra.to (iprite), sia per facilikue l'evaporazione di qu<rst'ultimo, che per mascherarne l'odore; in tale m iscela entrava. nella proporzione del 20%. I Tedeschi specia.lmente trovarono particolare interesse a usare il cloroben?.ene, poichè, nella compos izione dei loro esplosivi, figurava. normalmente · il dinitrnbenzenc che possiede, analogo odore di mandorle amare. Per tale ragione i loro proietti speciali, che con gli aggressivi chimici contenevano in miscela anche il clorobenzene, potevano essere facilmente ritenuti come proietti esplosivi dagli avversari, i quali, tratti perciò in inga.n,,o, si sarebbero eventualmente indotti a tra scurare di ricorrere a.gli apparecchi di prote1,ione antigas, sempre fastidiosi per le truppe. Cloroformio. Si prepara di regoìa facendo agire l'ipoclorito di calcio sull'alcool o sull'acetone; ovvero per azione della potassa su l cloralio; o riducendo il tetracloruro di carbonio; come pure per elettrolisi di una soluzione di acetone e cloruro di sodio; è un liquido incolore, mobilissimo, rifrangente, dotato di odore caratteristico e di sapore dolciastro. Facilmente si scioglie nell'alcool assoluto, nell'etere e nel solfuro di carbonio; e, a.I contrario, n ell'acqua è poco solubile. I suoi vapori non sono infiammabili ed hanno una densità elevat,i (4,199). Il clornformio riceve molteplici ed estese applicazioni; oltre a l suo diffuso impiego come anestetico, in chirurgia, esso viene a.ltresì adoperato in mol te reazioni chimiche per la preparazione d i a.Itri composti ed è anche di largo uso tecnico per le sue proprietà solventi .. Durante la guerra. fu particolarmente preferito in talune miscele di gas tossici: i Francesi, infatti, lo adottarono qua le stabilizzante della « Vincennite », nella quale entrava. nella proporzione del 5%; gli Inglesi lo impiegarono in un miscuglio avente proprietà tossiche e fumogc-ne dtlla composizione seguente: cloruro arsenioso p . 20, clorofom:io p . 25, acido cianidÌ·ico p. 55, allo scopo <li aumentare la persistenza dell'acido cianidrico e dargli le caratteristiche volute per rar,giungCI·e la concentrazione necessaria affinchè riusci,:;e attivo nelle condizioni del campo di battaglia.. (C'loropic rina, V. Nitrocloroform-io). Clornro rli solfori/e . Regnault lo scoprì nel 1838, ottenendolo da un miscuglio d i cloro e di anidride solfor083., esposi.o all'i11fluenz.a della luce solare. La preparazione industriale si cseguisce facilmente cd è ba83.k1. sull'a?.ione diretta del cloro sull'a11idride solforosa, in p resenza di un po' di canfora o di anidride acetica, e distillando in seguito il p rodotto della reazione. E' un liquido incolore che fuma a contatto dell'aria; b1 odore pungente e penetrai1te. Ebbe largo impiego bellico p er la produzione cli nebbie artific i.a.li, poichè, esposto a ll'aria., si decompone per azione dell'umidità di questa e genera fumi densi di acido solforico e di acido cloridrico, dotati per dippiù di azione caustica e irritante.

Clotario I . Re di fra11cia della dinast ia. dei Merovingi ( 497-561). Fu prima soltanto re di Soissons, e nel 558 sali al trono di Francia . Sconfisse i Turingi e represse rivolte intestine, consolidanrlo la monarcb ia.


Cloué ( Giorgio). Ammiraglio francese ( 1817- 1889). F u governatore della Martinica, comandante della squadra dell'Atlantico, e poi di quella del Mediterraneo, ministro della. Marina nel 1880-81. Lasciò vari lavori di indole idrografica e geografica. Clunaculum. -Così chiama.vasi una spada, corta quasi come un pugnale, con lama larga, c~e dagli ant ic,hi Romani era portata appe&'t d ietro le reni, sopra le natiche (cl1mes) . Cl useret ( Gustavo Paolo), Ufficiale e scrittore francese (1823-1900). E ra capitano quando, dopo aver fatto la campagna di Crimea (1856) abbandonò la q1rriera, Nel )860 prese parte con G arlbaldi alla sped izione di Sicilia col grado di colonnello, e nel 1862, col grado di generale, alla guerra d i Secessione d' A111erica, coll'esercito federale. Nel 1867, rientrato in F rancia si diede a.ll' intcrna.ziona.lismo e durante la guerra ( 1870- 71) cercò di provoca.re insurrezioni a Lione e MarClunacul um s iglia , F u poi mem bro della Comune a Par ig i, delegato per la guerra. Destituito e manchtto in esilio (187 1) p artecipò nelle file turche a lla guerra del 1~77- 78 contro la Russia, e, r ientmto in Francia nel 1884, ottenne <lagli elettor i di Tolone la nomina a. deputa to. Pubblicò tre voìumi di ,d'vfemorie » (1887-1889) e UH volume: « L'eserc ito e la democrazia>).

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di questÒ periodo sono trattate alle voci Rivol«zione,

Consolato, Impero.

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Gtterra Coalizione (1672 -1678). N el 1672 Luigi XIV d ichiarò gue.rra all'Olanda dopo avere raccolto fra L iegi e Maestricbt sulla Mosa il suo esercito forte di li0.000 fanti, 12.000 cavalli e 100 cannoni. Egli aveva d iviso le sue forze in quattro corpi, del primo dei quali assunse personalmente il comando, coadiuvato dal Turerme col titolo d i capitano generale, con au torità sugli altri tre, comandati da Condé, Créqui e duca d i Luxemburg. Iniziandosi le Òperazioni Condé propose l'assedio d i 1iacstricht, il Turenne di gira rla, e, marciando fra Mosa e R eno, di :i.ttaccare l'Olanda d i fianco e di rovescio, Il re accolse quest'ultimo iiiano. A Tollhuys il Reno fu passato di viva forza, sotto la protezione de ll'artig lier ia diretta dal Vauban ; le fortezze olandesi cad. dero l'una dopo l'alt ra, il re entrò vincitore in Utrecht. Ma la necessità d i disperdere le forze per presidiare i territori occupati, ne indebolì la massa e d iede nuovo ,ulimo agli Olandesi, che ruppero le dighe e disposero la flotta a difesa d i Amsterdam. Intanto contro la Francia s i mossero l'I mpero, la Dani1narca, il Brandenbuirg (Prussia) e la Spagna, menlre ad essa si alleò la S ve~•J :,-,f~

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Clusone ( ant. Clausonù,m), Comune in pfov. di

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Cnido. Antic,i città d ella Caria, presso la quale, i l 1° ago.sto 394 a. C., avvenne unCL battaglia che fu rombattuta e vinta dagli Ateniesi comandali d a Conone, con navi persiane agli ordini del satrapo persiano Farnabazo, contro la flotta spartana condotta d al navarca Pisandro, che nonostante la superiorità numerica delle navi nemiche non volle fuggire. La sua trireme, rott <1 da più colp i d i rostro, fu gettata a lla costa, come la maggior parte delle spartane. Gran parte del suo equ ipaggio fuggì a terra, ma egli volle restare e morì com battendo sulla nave, Il successo d i Conone non poteva essere p iù comp leto, e alla fine del 394 la signoria lacedcmon ica scompariva nell'oriente del mare Egeo, fatta occ~zione per Sesto e Abido.

Coalizione. E' l'unione m ilitare e politica di due o più potenze per la gue rra ; n ell'epoca contemporanea si usarono le espression i I ntesa, B locco, ecc. Presero particolam1enle il nome di C. le guerre combattute con tro la Francia d i Luigi XIV (1• guerra. di C.: 16721678; 2• guerra di C., detta anche della Lega di A1<g1ts'ta (V ,): l68S-1687); 3• guerra di C. detta guerra di successio•n e <li Spagna: 1701-1714) e di Napoleone I (1•, 1791-1797; 2' , 1798-1801 ; 3', 1805; 4• 1806- 1807; s•, 1809; 6', 1813-18 14; 7', continuazione della preceden te, 18 15;; essa continuò ad esistere dopo la caduta di N apoleone, col nome di Santa Alleanza., Le guerre

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Bergamo; occupa una importan te posizione m ilitare a ll'imbocco dell'alta. valle del Serio. Nel medio evo fu mm1i(o di forte castello di cui si impadronì, a d anno di Goir.one conte d i Mar tinengo, Arnoldo, vescovo di' Berg,imo, n el 1079. Nel 1378 fu conquistato di viva forza e saccheggia to da i Ghibellini condot ti da Marino Suardo.

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~~-Fraflcesi

v c::J Imperiali ,.-e:,

Guerra di coalizione (1675, sul neno) zia. Il Turenne, rimasto a capo dell'esercito, sgombrò l'O landa e abilmen'le manovra.;1do riuscì ad impedire che l'E lettore d i Brandenburg, capo de ll'esercito german ico, entrasse in Francia. Nel genna io 1673, profittando della dispersione delle forze avversarie, il Turenne, passato il Reno a Wesel, s i spinse in Westfalia dove co~lrinse quell'.Ekttore a.I la pace. Intanto con 40.000 u . avanzava l'esercito austriaco comand a to dal 1\1ontecuccoli. Intendeva. qr.esti prima riunirsi cogli O landesi e gli Spagnoli sul basso R eno e poi operare contro gli eserciti divisi del Turenne e del Condé. Dopo u m, serie di marce e contromarce. durante le quaJi gli avversari si volsero :.t minacciare i magazzini e le linee d i comunicazione nemiche, le truppe presero i quartieri d'inverno, i Francesi nel!' Alsazia , gli im periali nel Palati nato. Nel 1674 L uigi xrv entrava col grosso d elle sue forze nella Franca Con tea, mentre il Turenne doveva coprirne il fianco e tenere l'Alsazia, con 10.000 u., contro gli Imperia li comandati dal duca di Lorena e dal conte di Ca,prara, quest'ultimo succeduto a l Montecuccoli per intrighi di corte. Gli im periali e il Turenne vennero a battaglia presso Sinsheim il 15 giuf,'110 1674 colla vit to-


ria di quest'ultimo che però, date le scarse sue forze, ,,on potè p rofittarne; s,i ,·enne nuovamen te a battaglia i l 4 ottobre 1674 presso Enzheim, con esito incerto; du1·antc la, notte i due avversari ripiegarono ciascuao suilc posizioni di partenza. :vra la posizione dei Franccsi :tnd a va pegg iorando per il éontinuo accresc~n i del!"e,crcilo nemico, che ragg iunse, di contro al loro çli 30.000 uomin i, una forza d i oltre 55 .000 u . Però, m anovrando senz.t combattere e tenendo le µroµ ri~ comunicaz ioni in attesa che le mosse degl i Svedesi costringessero l'Elettore di -Brandenbur g a correre in difesa del proprio territor io, il T urenne riuscì a evitare di essere sopraffatto. Poi, ap profittando dello sparpagliamento de!le forze nemiche che avevano posti i quartieri d' inverno iu Alsazia fino a },IIuJhousc, gi1·ò con abi le mossa i Vosgi ,e giunse impr ovvisa.mente sul fianco nem ico : i l 6 gen naio 16?5 ne attaccò il grosso presso Turche im costringendolo a ripassare il R eno a Strasbur go e , r ipara re nel Badcn. Dopo questi insuccessi, l'Imperato,·,, restituiva il comando a l lYio11tecuccoli, coll'incarico di ri•conquista.re l'Alsazia, con un esercito d i 30.00C u . cnntro i 25.000 elci Turen ne. Quest'ultimo nel l'll:rzo c.1111peggiava d i fronte a Strnsburg sulla sinistra del ],e110. Per allontanarlo di ll il :Montccuccoli traversò il Reno .a Pbilippsburg delineando un movimento contro la Lorena. 11 Turenne, non i11g,U1nato dalla 1nossa nernica, traversò a sua volta il Reno, minacciando Offcnburg, dove il 1iemico aveva. i suoi magazzini. Corse a lla loro difesa il J\'Iontecuccoli ment re il Turenne, che s i vide , minaccia to colle forze divise, rapidamente s i sottrasse :tlla m inaccia spostandos i presso Altenheim. Ten tò ancora il J'l'Iontecuccoli di sorprenderlo p reparandosi a travc.rsarc il Reno >l Scher,;hcim, >1 valle d i Strasburgo, ma parò il Tu renne, accampandosi a Frcisladt, chiudendo con steccati e battelli fino a Strasburgo i tre bracci navigabili del }teno e guarnendo d i cannoni le iso le adiacenti; quind i, premuto anche da necessità Io,. gislichc, pas?ò a s ua volta il fiume nella not te del 15 lug lio e a l ma t tino si trovò fra il 1dontecuccol i e i l corpo ché questi attendeva da Offenburg per attaccare, seco11do si era proposto per quello stesso g iorno, i France..«i. Rovescia t~. la situaz ione, l\.fontecuccoli mod ificò il dispositivo, sempre deciso ,dl'attacco, finchè, rinforzali ancom i F1·a,1ccsi d>tgli u lt inù repar ti rimasti sulla sinistra de l fiume, ri piegò lw1go lét strada pedemontana per Offcnburg. l) illìci lissima er a la sua situazione, addossato com'e ra a lla Selva X era e separato dal le sue basi d'operazione, e forse senza rimedio, se non fosse improv,·isamcnte mancato i l Turenne, ucciso àa una palla da cannone. L'esercito francese rimase qualche giorno immobile, mentre i luogotenenti del Turenne si clis put<1vano i l conrnndo e i soldati p ia ngevano la morte del loro «padre». F inalmente, minacciato nelle comunicazioni dag.li Imperia li, r ipassò il R eno ad Altcnheim. Dal 1675 al 1678 la guerrn contin uò nelle Fian dre, sul Reno) nP--i Pirenei; anche qui 111a.rcc, contrornar ce, assedi .. Condé costrinse il ;\fontecuccoli a sgombrare l'Alsazia; questi pose l'assedio a Philippsbur g, })Or ta francesç verso la Ger mania, Jasc ianclov, il d uca di L o1·en a a por tarlo a com pimento . •\! el 1677 a Casse I 1 Francesi vinsero gli Impe r iali; n ell'anno seguen te i l duca di Lussemburgo conquistò Gand e sconfisse il principe cl'Orange a S . D enis, presso Mons, mentre ·il Jnarescirù lo di Créqui conduce,·a felicemente la guerra contr o il duca rli Lorena. Fiaalmcnte Luigi XIV con1

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chiuse la pace coi trattati di Nimega, cl i Zeli, di St. Germain e d i FonhLinebleau. Fu questo il periodo in cu i Luigi XIV raggiunse il suo apogeo, ed ebbe il nome d i Luigi i l Grande.

Coaquire (Pietro Maw·izio). Gcneralé piemontese del sec. XVTIL Nel 1776 comandò la città di Oneglia e nel 1785 la città d i C uneo. Brigadiere genera le nel 1790, dopo esser stato governatore cl i Ceva, passò nei e< trattenuti » nel 1794. Coardi (conte l'aolo C. di Carpcnetto) . Generale p ic111ontese del sec. XVIIT. :,Te[ 1744 rimase gravemente fe rito alla battaglia dell'Olmo . Divenne comandante àeJ regg. provi11cia lc di Tor ino ne l 1 i6tì. Comandò poi .1 rcgg. Saluzw ( 17i I) e divenne magg. generale nel l' i4 e tcn . generale nel 1780. Coardi (?11archesa Lu,'.gi C. di Bag,ia.sco e rii Carpe11etto). Generale, n. a T orino, rn. a Roma ( 1824-1S84). Sottot. d i fanteria nel 18-ll. :ia,x;ò due anni dopu in cavalleria e iece la camp>lgna del 1848 meritandosi la 1nenzione onorevole. Ne l I 868 raggiunse il grado d i colonnello e co1J1andò il regg. G uide, poi il P iemonte R eale; fu promosso nel J 878 colonnello brigadiere e poi magg.

gcnerale 1 coinandan<lo .fr 7" e <1uind i la 4" brigata d i cavalleria. Coardi (co11tc Edoardo, di Car pe11etto e cli Bagnasco). Generale, 11. a CarCO,lNll l.ll ig:i penectto, u1. a Rot>,a ( 185i' 1927). Sottotenente di cavalle ria n el 187.'i, raggiunse i l grado di co lonnello nel 1903 e comandò i cavalki::gcri Roma. l'romosso maggior genera le nel ll/lO. coma ndò la 4" brigala d i cavalleria; partecipò alla guerra libica a l comando cklln. brigata di c1vn.ilcri~ . cl istinguendo..;i a Zant.:ur doYc meritò la croce d i c,l\'. dell' O. 111. S . l~impatriato poco dopo comandò ht 7" brigat« di cavaller ia e n el 1913 la scuola di Cava ller ia cli Pinerolo. :Promosso ten. genera.le nel 1914 ebbe il comando de lla clivis m ii. di Salerno. Partecipò a lla grande guerra cou1e comandame di div i.~ione prima, e n el' 1916 al comando del l-1° C. d'A. mcrita11dosi la mcd. cl'ugcnto. E hhe poi il coma ndo del cor'po d'arma ta territoria le di :sìapoli e nel 1917 fu collocato in P . A.

Coatit. Local ità del T ig rè, teatro d i comlnttimcnlo che appart iene alla campagna del )895 contro Ras ~fangastià. Q uesti m inacciava d i invadere- con un co rpo di 12.000 fucili e 7.000 lancic la Colonia Eri t rea, e ciò indusse il generale Baraticri a ritirarsi da Adua ed a concentrare le sue forze in A.di Ugri. Il 12 gellna5o) avendo nfangascià passato il Belcsa e posto p ie<le nel terri torio italiano. Darat ieri spostò il corpo a Coatit, al fine di s barra.re il passo al nemico e nel la not te su l 13 fece eseguire a lle trUJppe gli oppoTtuni mo\"iment i per raggiunge re, a l ma ttino del 13, il s_eguente schieramento : i l bat taglione Toselli (IV) e le bande in linea : il battag lione Calliano (III) con la hatteda Ciccodicola a lla si-


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Cos

r:0111l>a1 1I rn,'1110 d i Co:tl il ( I 8%)

nistra del l \'; il ha11aglione Hidalgo (TI) dietro il rrntro in riserva. Il nemico fu sorpreso da questa nuova si1uazione degli Italiani, talchè, quando la batteria Ciccodicola, avYistalolo, lo battè ccn colpi bene aggiustati, si determinò nel suo campo u•1 certo scompiglio, ma subito s i accese una lotrn. furiosa. nel!., qua le i ballaglioni 'l'O·· selli e Calliano so.,tenncro l'urto nemico con ammirevole fermezza. e disciplina. TI comba11imento. diwnuto sempre più cruento, sembra\'a volgere a nostro fo,·orc, allorchè il nem ico, compiuto inavvertitamente con metà delle sue forze un aggiramento da nord intorno a Ila nostra sinistra, minacciò le spalle e la s1cssa posizione di Coatit. Il generale Haratiori contrappose alla mass;i agg iran te i l IIT ha t taglione, ch iamando in li11ca la ,.; .. ~erva e ordinando un cambiamento generale di fronte, da est a nord. Tale mo,·imcnto rese critiche le nostre condizion i e fece temere dell'esito della ballaglia, ma alla fine la situa1.ionc tornò a no i favore\'Olc, in grnzia drula fcrme7.za e del valore d imostrati dalle truppe, e

Ln R. X. « Coni il »

ddl'ordine con cui, no111'~tantt il nutrito iuoco an·er.s:LriO, il movimento stesso ,·enne compiuto. .\Ila sera del 13 il combaltimento ebbe termine ma il rontatto non fu perduto. L'indomani il nemico tentò altri att:icchi che furono tutti nettamente rc-.spinti. La notte su l 1-1 il némico, abbandonate le posizioni si ritirò su Senafè.

Coat it. 2\" ave da battaglia di 6' classe. rnr:11a a Castellammare di Stabia nel 1899. lunga m. 8,.60, larga 111. 9.32; dislocnrncnto tonn. 1313, macchine HP. 8215, a r111:1mento 12 cannoni da i6, 2 la nciasilur i; stato maggiore 9. equipaggio 16i. Cobadin (battaglia). \'. Ras~;•a. Cobel l i (Emiliano). :Medaglia d'oro, n. a :;\I adrrno. (Brescia) morto a Sas;;ari (ISJ-1-1915). E' uno degli eroi della campagna contro il brig,u1taggio. Fu decorato, infatti, di medaglia d'oro percbè : « Comandando un µosto di 18 uomini, fu assal ito da 400 briganti ; si difese energicamente, aprendosi poi la ritirata alla baionet:a, dopo a\'er perduto otto de i suoi soldati» tisolctta _ Caserta - 11 novembre 61). Divenuto quindi ufficiale, partecipò col grado di tenente alla campagnu del 1866, guadagnando una menzione:


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'COB

onorevole a Custoza. Lasc iò il ser vizio nel 1881 e nel 1892 fu promosso capitano.

Cobianchi (Fra11cesco). Generale dei sec. XIX, nel-

...

l'escre ito delle Due Sicilie. Combattè ali' /\ngitola nel 1843; nel settembre dello stesso anno si distinse alla presa di '.:\lcssina; fece In campagna dello Stato pontificio nel '49; in Sicilia fu co1nandantc d i brigata in linea ( 5'· e 7° regg.); comandò a '.:\iessina nel 186t gli avamposti. Caduta la piazza s i r itirò a vita privata.

Cobianci,i Roberto . Generale, n. ad In tra, m . a Terni ( 18401908). Sotto!. dei grana tieri nel 1859, l'armo seguente passò nell'arma cli cavalleria e partecipò a Ila campagna del 1866. Colouncllo nel 1886, con,andò i lancieri cli Novara e, magg. genera le nel 1894, la 5'' brigata. di cavalleria. Xello stesso 1894 fu collocato a domand,i_ Cob ianch i Francesco

nella riserva ove raggiunse il gra-

do cli ten. generale nel 1902.

Cobiauchi Filippa. Ammiraglio, a Tntra, m. a Taran to ( t842189i). Entralo i n ser vii.io n el cobtanclii R(Jbei·io 1885, fu promosso contramm iraglio nel 1893 e v iceammiraglio nel 1897; decorato con mcd. d'argento a l va.lare per essersi distinto nei fatti d 'ar me di Ancona (1860) e di Gaeta (1861)-. Fu comandan te il.

n1i1. maritti mo a, Taranto .

Coblem:a (anl. Conled. Koblcniz). Ci ttà e for tezza nella Prussia R enana, alla confluenza del Reno colla. ::VIosella; fu luogo forte si no dal tempo dei Roma ni e per la. sua importanza fu chiamata la G ibilte rr;t del Reno. La città vecch i" consen·a tuttora nelle sue V\C e nei suoi edifici l'aspetto della. cittadella medioeva le. Cob ianch i Filippo N ell'860 vi fu st ipula to un trattato cl i C . fra Carlo il Calvo, Luigi di Germania, Lotario re <li Lorena e Carlo duca. cli B orgogn a . Dura11te la r ivoluzione francese vi si riu nirono 11umcrosissimi i nobili emigrati e vi ebbe la. sua corte Luigi XVIII; qui s i preparò e s i organizzò la prima coalizione con tro la R epubblica. I l 23 ottobre 1794 i Francesi, dopo avere superato u na breve resistenza degli Austriaci se ne impadronirono. Nel 1914 C . fu sede del G. Q. G. tedesco, agli inizi de lla guer ra mondiale. fl,u.entes,

Trattato di Coblenza ( 18 febbraio 1672). Fu coJ1cluso fra l'imperatore, e l'Elettore di. T rcviri, come a lleanza difensiva, per iuantcnere la pace di Westfal ia e la sicurezza dei propri Stati.

Fortifica.z·io11i -moderne di Coblenza. Vennero erette dalla confederazione ge.rma11ica. subito dopo il 1815.

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Stante la sua. felice ubicazione, fra il Reno e la Mosella, alle opere cli difesa non occorse dare un grande sviluppo. Esse consistevano in una cinta -continua, disposta quasi esattamente sopra un arco di cerchio di m. 1200 di raggio, che s i appaggiava Jateralmente ai due fiumi, e di un'opera staccata, detta forte A lessan<lrn, posta a 1200 n1ctri d alla cinta sulle ul• lime diramazioni delle colline fra. Reno e ì\1osella. ln faccia a ICoblcnza, Coblcnza: 11 fori e Ales~nmlro sulla civa destra del Reno, er ano state erette diverse battede riunite da un muro a feritoie lungo il fiume, ed inoltre erasi munita la piccola città di Ehrenbreitstein. Altre opere sorgevano sulla sinistra. della 1-losella. La cinta constava di cinque fronti taiJagliati, ad angolo rientrante di 150?, e con lato di ba.se di circa. 300 m ., fianchegb'Ìati da caJ)poniere poste nei rimtra.nti. Lungo i fiumi era un muro a feritoie .fiancheggiato da piccoli bastioni terrapicnati, o cavalieri . II for te 1\lessanclro era traccia lo sopra un quadrilatero quasi rettangolare, nel quale il lato esterno o principale e quello d i gola era110 lunghi m. 480 ed i due laterali m . 450. Il fron te principale ed i clue laterali avevano tracciato poligonale del primo metodo di Montalambert, con alcune varianti nelle opere addizionali. Sui s;1.lienti dello spalto trovava.nsi p iazze d'armi in forma di dente colle faccie lunghe m. 30 e la faccia esterna era a. batteria. casamattata per bat tere il terreno nascosto all'azione delle opere p rincipali. Sui fronti latera li la capponiera si trovava a 175 m. dai salienti esterni; mancava. la controgu arcl ia verso la gola ed era r ivestita la controscarpa. 11 fronte di gola era rett ilineo. Aveva a l centro un r idotto fonnato da una grande ca.serma difensiva a. tre p ia11i. composta. di due cor pi distinti di cas11ma.tte a pianta arenata. e ci nta eia un fosso largo m. S. Il fronte esterno ed i due laterali avevano il muro alla Carnot; quello di gola era for mato da un scmp lke m uro a feritoie, continua7,ione del muro predet to. Le capponiere erano a due p iani di casamatte, con cortine tra i due fianchi. Sui salient i esterni deÌla cinta e su quello del coprifaccia del fronte principale era.nvi traverse casa.mattate e sul terrapiéno dei p redetti salien ti esterni casamat.te per morta.i. I fianchi degli spezzamenti ciel corpo di piazza. d ietro le capponiere erano casamattati. Il forte Alessandro era ritenuto uno dei migliori dell'epoca in cui fu costrutto. La testa. di ponte di Coblcnza faceva s istema con que lla di }V[a. gonza e di Colonia, per assicura.re sovratutto alla Germania il pieno ed aswluto dominio delle due rive del Reno.

Coburgo (Federico d11.ca di Sassonia). Maresciallo a ustr iaco (1737-1815). Combatté nella guerra dei Sette anni, nella guerra del 1789 contro i T urchi fu comanda nte cli un C. d'A .; nel 1792 ebbe il comando in capo dell'esercito a ustriaco dei Paesi Bassi con tro la Francia; vincitore d i Dumouriez a Neerwi11den , fu costretto a.cl abbandonare i tenitori occupali in seguito alle vit-


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1.:1 rortezza <li c:obknza (•C<·. XYIII

torie d i Morcau a Turco ing e d i Jour<lJn a FJeuru.s e ,\ldenhoven; in s~guito s i ritirò a vita prh·ata.

Coca (ant. Cauw). Ci11à della Spagn:i, in pro,·. ùi Segovia. Nel l Sl a. C. fu prcs:( da i R oman i. G li abitan t i di C., non css~ndosi r assegnati a sottomettersi ai Romani, come loro era stato imimJ.to, presero le armi. Lucullo, ronsole nella Spagna, assalì improv,·isamc,uc la città, la prese, e menò st rage degli ;i,hitanti. Pochi~sim i si sl lvarono con la fuga. Cocca. X ave "tonda» medic,•ale, originaria dell"Eu_ ropa settentrionale, cli portata fino a 1500 tonnellate, d'alto bordo. co11 u n solo albero a vele qua,<lre, gene ..

r alrncute adope rata p cl t r aspo no dei passeggeri e per il commercio. Furono a<lott.ite nel ::l lccliterranco dopo le inrnrsioni dei Xormanni. Erano sempre armate per difendersi dai pirati, ma spesso si attrct.?~wano in guerr a con :trmi da getto ( mangani, baliste, ccc,). i\llurà, gcnerahnente, çrano accastellate: portavano anche d iwr,;c centinaia cli armati. Le C~ allarca,·ano rercanclo cli guadab'11.arc il YCnto e poi poggiare sul nemico, lanc iandogli addosso p roiettili d'ogni spc:c ic e terminando la lotta con l'arrembaggio.

Cocca. La tacc:t del!a freccia nella quale p:i.s&'l la corda dell'arco quando questo si tende. I .a spinta data cla ll'a.rco lJer la nciare la freccia è appunlo p ro<lott,l dalla pressione dell'arco stesso teso, sulla corta della fn.'Ccia . .5roccare, imcndrsi abbandonare la freccia a1>p,:na teso l'arco,

Coccapane (Gio,•a ,rni Sigismonrlo). ingegnere 111ilitarc fiorentino del sec. X\"J f. N'el 1622 insegnò in Firo:n7.e, dopo il Parigi. matematica, architettura e forti._iicazioui e hsc iò, fra. altri scritti, le « Considerazioni sopra il modo di fa bbrica re la for tezza reale di c inq ue lai i, conforme a l miglior uso e regole più moderne >l,

Una Cocca m cclJovaJe

Coccarda. E' uno dei p1imi contrassegni militari degl i eserciti moderni ; consiste in generale d i un el isco d i nastro pieghet ta lo, dei colori nazionali -o della casa cegnante, o distinti,·i del corpo a cui il militare appartiene; si porta sul copricapo. La coccarda tricolore. che r is:i.lc alla r epubblic:i ita liana del I i96, fu abolita nel 1814 e r iprist inala nel 1848; r imane l-illoro. sotto il trofeo nwtall ico sul M>Y delle Accademie e Collegi militari, dei granatieri, cl~~rtiglieria a cavallo e del genio, sulla lucerna dei carnbinicri, sull'elmo elci coram;ieri, ~ul col-


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bacco della. c;tvalleria . La coccard a del vecchio P iemon te e,~a azzurra.

Coccia. Co.<;Ì chiamasi la guardia. della nia110, posta sotto l' im pugnatura della spada e p rima della la ma. Ch iama.si anche gu ardamano. Coccia si d ice anche la pane metallica infer iore delh impugnatura della p istola, pe-r lo più provvista. di campan ella. Cocco-Pedicini (Raffaele) . Generale, n. 11cl 186~. S:mot. d'ar Liglicria. nel 1887, par tec ipò a lla guerra del 19 15 - L918 come te.n. colonnello e poi colonnello. :\'cl 1020, dopo esser stato addetto al deposito ciel l" ar t. da co~ta, andò in P. A. S . Alla fine ciel 1925 venn e promosso magg. generale in A. R . Q. Cocherel. Frazione ciel comune di Houlbech- Cocher el, nel clip_ dell'Eure, in Francia. I l 16 maggio I 364, durante la guerra dei Cento anni, il Du Guesclin vi batteva d e Bnth, coman<la.n le le truppe cli Carlo il ~falvagio, alleato <legli Inglesi. J,a h,1ttaglia si svolse sulla dr. dell'f.ure, ove esso i ncontra la vecchia st rada da E vrcux a Vérnon ; gli Inglesi,---foni cli 12.000 u. occupavano un'alturn dominante C. Il Du G ue~clin, con 10.000 u ., non volendo esporsi a un difficile attacco di fronte, simu lò b. ritira ta e il nemico, abbandona ta, per inseguirlo, la sua forte posizione, ven ne contrat laccato e volto in fuga. R imasero nelle mani. del v incitore numerosi p r igio,nieri fra cui i principali comandanti i nglesi. Cochrane (Lord Tomaw, conte di D -1mclo11ald\. Ammiraglio inglese ( I 775 -1860). Iniziò il servizio a ll'epoca della R ivoluzione fran cese, e s i battè lungamente cont ro la Francia.. distinguendosi in molte occas ion i. Q u ale membro della Camera dei Comuni si schierò a lI1 opposizione; 111 conscguenz:t, il governo 1o con1bauè se11za rigu a rdo e lo fece nel 18 14 radiare da I p~rla111ento e dai ruoli. Allora C. si recò in Anfrri ca. e nel 181 i passò a l servizio del Ci le, poi del Brasile, combat tc1ido volorosa01c11tc contro la Spagna e il Portoga Ilo. .:S: el 1823 corse in a iuto a.i Greci insort i e nel 18 .' ll rientrò in patria dove nel 1832 fu re integra to e ne l 185-1 no Cocbrane Alcssancll'11 111iuato amrnin1glio. Ha lascialo due oper e : <i _\ lcmorie de l servizio prestato per h libcra?.ione del Chi lc, del Per t1 " del Brasile dalle dom inazioni spagnuola e por toghese·>) e <( Autobiografia di un uon)o di 1n are )) .

Un ammiraglio ing lese <lello s tesso nome (sir Alessandro, 1758-18~2) combatlè lungamente contro la fran-

F11c1le Co <'h.-ans. moli. 186G

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eia, spccialmrntc nei ma ri delle Antille. Un altro (sir Tomaso Gio~·,11mi, l 789-18i2) ebbe alti comandi in Cina e nel le Indie e fu comandant e i n capo a Portsmouth .

Cochrans. A1-maiuòlo ame ricano. N'el 1866 inventò un fucile a retrocarica a blocco, con percussore sul tipo d i quello Flobcrt. In principio per detto fucile s i usarono cartucce metalliche a percuss ione periferica; più tardi furono usa.te ca rt ucce, pure metalliche, a percuss ione centra le di D a ne.

Coehrane Tonrn;;o

Cocincina. V. I 11doci11a. Oocito (Federico). Geherale, n . ad Asti, m. a Torino ( 18 45 -1 909). Sottotenen tc dei bersaglieri nel 1864, ftL alla Scuola d i Guerra; raggiunse il g rado d i colon nello nel 1895 ed ebbe il comando del 4 7° reggill'icnto fanteria e poi del 5° reggimento a lp.in i ; fu non1 inato n1aggior

genera le e comandante la brigata Aosta nel 1900, il 3° grupvo a lpino nel 1903. :scl 1907 fu collocalo in posizione a usilia ria . Parte-

c it,ù a lle campagne ,.kl 1866 e !S70 · fu decoralo cH medaglia di bronzo a l valore nella prima. e d i medaglia d 'argento nella secondci di queste campagne. Lasciò scritti pr egevoli. fra i quali « L e Guerre Valdesi». Cocito. 2\a,·c sussidia1·ia di 1" classe, varata a Riva Trigoso nel 19 16, luuga, m. 48,50, larga. m. 9,32; dislocamen to tonnellate 1189, 111acchine I-IP_ i26, armamento 3 cannoni da 76.

Coco (Francesco) . Generale. nato a Catania ne l 1860, mor to 11el 1928. Sottole11ente <lei bersaglieri nel 1882, percorse la s ua carriera in quest'ar ma prima, e poi nel Cor po dello Stato "\faggiore; partecipò alle campagne cL\frica del 1887-90. ::'\el 1901 tornò ancora in .\frica, e fu capo dello i:itato "\foggiore delle truppe coloniali in Eritrea; <l,1 colonnello comandò il 3' reggilnen lo bersaglieri r· poi ebbe il comando m 2• della Scuola :Militare. è( el g ra do cli magg ior ge11crale fu comandante della briga ta P iswia; par tecipò alla guer ra 19 15 -19 18 merita'1dosi la croce cli ufficiale dell'Ord ine m ilitare di Savoia nel giugno 1916 a i colli di Xomo e


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di Posina. Nel 19 19 assunse il comando della d ivisione di Verona, e, collocato in posizione ausi liaria specia le (1920) assunse nel 1923 il grado di generale d i divisione.

Coconito di Montiglio (conte Gi"seppe). Geueral'e e l " segretario di guerra, n. e m. a Montiglio (1712179ì). Appartenne a ll'arma d i cavalleria, divenendo colonnello nel 1768 e d istinguendosi nelle campagne del 1742-48. l\fogg. generale nel 1774 e luogoten. generale nel 1780, res..~e la carica d i 1° segretario di guerra dal 1779 al 1789. Ministro d i Stato, gran mastro della Real Casa di S . J\1. e collare dell 'Annunziata, nel 1789 venne promo$!$0 generale di cavalleria. Coco;,ito di ivlontiglio Vincenzo. Generale, rnedagli<t d'oro, 11. nel 1822 a l\fontiglio, morto a Torino nel 1896. Volontario, in giornnissima età, 1,ei Dragoni d i Genova, prese parte nel 1849 alla difesa di Roma. Ritornato in Piemonte, di.. Ycnne ufficiale di cavalleria, nel regg. Novara, e partecipò brillantemente alle campagne di Crimea e del 1859, guadagnandosi una medaglia d'argento a lYlontcbcllo. L'anno success ivv, nella battaglia di Castelndardo, meritò di essere insign ito dell'Ord ine militare di Savoia, e nel combattimento del Macerone, infine, il 20 ottobre, fu insignito della suprema r icompensa al valore i per essersi 'slancioto al la testa del suo squadrone alla carica contro un reggimen to di fanteria ed aver cos.ì contribuito a lla presa del generale (Douglas-Scotti) della bandiera e d i tutto il reggimen to ll. P romosso ufficiale superiore, prestò servizio successivamente nei reggimenti Mon tebello, Piemonte r Reale e N izza; comandò quest'ultimo reggimento dal 1877 al 18Sl , anno nel quale fu _collocato in P. A., passando -alla riserva nel 1877, e divenendovi magg. genera le.

Cocozza Campanile (Vincenzo). Generale medico della R. :Marir.a, n_ a S. )fartino Valle Candini (Avellino) r,cl 1861. Entrato in servizio nel 1886, f u collocato in P . A. nel 1920 e promosso brigad iere genentlc med ico nella Riserva '<avale nel 192l, magg. generai" nel 1923, generale medico capo nel 1923. Fu collocato a r ipaso nel 1925.

Coda (o Corletta). Così era chiamata, nel medio evo, la pa~te posteriore della bombarda, ossia la culat ta. Coda del cane. La. parte ciel cane, nel fuc ile a capsula, sulla quale si fa forza col pollice d ella mano per armarlo.

Coda del grilletto. Il prolungamento del grilletto, a forma incavata, ne lla quale si pone il dito, generalmente l'indice, ra ramente il medio che premendo fa scattare l'arma. Coda riel Ccsl'ello. E' cosi chiamata, nelle p istole, la parte posteriore del castello, e che, munita di d ue gua11 -

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cie metalliche, o d i legno, o d 'osso, o d'ebano, o d'avorio, costituisce l'impugnatura della. pistola. stessa. Nelle p istole automatiche la coda del castello fa d a impugnatura, e nell'intemo, da scatola serbatoio per contenere il caricatore carico di cartucce.

Coda d-i cavallo. Insegna militare usata un ten,1po dai Turchi ; constava di una lancia o di un'asta sormontata eia un globo metallico, a cui erano attaccate una. o p iù code di cavallo. Sette ne a veva l'insegna del sultano, tre quelle dei p iù alti d ignitari; .due o u na i m inori, si che si disse pascià a tre code, a d ue, per d istinguern<; il grado. Tre ne avevano il Gran Visir e i governatori delle p rincipali provincie. D eriva l'uso di questa insegna eia un condottiero turco che, perduto durante la battaglia il proprio vessillo, mozzò cl' u n colpo la coda di un cavallo vicino, l' innalzò sulla lancia e con queJla condusse i suoi alla vittoria. La cod,t d i ca vallo è stata u sata :anche cmne o rna111ento 1nilita re; la portano, ad esempio sulla c;resta dell'elmo, carabinieri corazzieri del Re, la porla l'artiglieria a cavallo nella grande uniforme. Coda di gambero. Così prese nome il coscia le sulla fine del secolo XVII, perchè costruito a lame so,•rappostc ccl artico la.te come la coda cli un gambero. Coda Canat-i. Colonnello di S . M .. del sec. XIX. Fu insegnante di storia e arte milita re nel la R. Accad emia mil, di Torino, auto re di u n progetto di bat teria corazzata locomobile, st uclia la nel 1862, con cui precor~e l'avvento delle artiglier ie scudate e d i quelle a t razione meccan ica.

Codazzi (Agosti1to). Ufficiale e topografo italiano a l serviz io del la Colom bia, n. a. Lugo, m . a Espiritu Santo ( 1772- 1859). Nel 1812 si arruolò nell'esercito napoleonico, e fece le ca mpagne <l'Ita lia e di Germania degli ann i successivi, fino al 1815. P assò poi in America, e la Colombia deve 1 lui il fonda.mento della su a tracl izione topografica e la fissazione delle sue frontiere. Egli parteci pò alla lotta per l'indipendenza contro gli Spagnuoli, col grado di ten. col. d'artiglieria, e poi si dedicò a lavor i topografici nella Colombia e nel Venezuela. l'u anche insegnante nel la Scuola d'artiglieria in llogotà e studiò il trace.iato del canale d i Panama nel 1852. Lasciò una « Geografia riel Venezuela l), o ltre a una. quantità di carte geografiche d çlla Colombia . r Codazzo ( Carlo e Filippo). Ingegneri militari che prestaron o serv izio in Piemonte, il p rimo sotto Emanuele F iliberto di Savoia, il secondo sotto Carlo I::rnanue!e, nella seconda metà. del '500 e ne lla prima del '600. Carlo, il padre, prese parte a ll'assedio d i Cuneo del 1557; il figlio alle operazioni contro l'eserc ito spagnuolo intorno ad Asti .


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Codetta. E' così chiamato il prolungamento della culatta mobile sopra l'attacco dell' impugnatura, e che esiste quando occorre sostenere · convenientemente l'otturawre 11ella sua completa estra.zione. Codc/.ta l11111i11osa. D ispositivo adottato, dopo hL grande guerra, per rntti i proietti cbc s i sparano con i cannoni navali. La codetta è uri tubo de) diametro di circa due cm. che porta all'interno una spoletta di accensione ed una car ichetca che, una Yolta accesa, produce una fiamma la quale dura circa un minuto. La codetta lum inosa è avvitata alla parte pos teriore del proietto. A l momento dell'uscita dalla bocca, la spoletta entra in fun zione e accende la miscela, la quale di giorno produce una striscia di fumo e di notte lascia nel ciclo una traccia luminosa che permette di seguire il 11 proiettile nel suo cammino e facilita quindi la direzione del tiro . :N'e sono muniti specialmen te i proietti dei cannoni cl i picA, miscela inflammaJJile; B, d ispositivo colo e medio calibro, pcrchè ct·arcenslone più usati durante la notte nei combattimenti del naviglio leggero.

Codeviola (Michele). Ingegnere mii. genovese del secolo XVIII, ufficiale degli ingegneri della repubblica di Genova, verso il 1773 costruì il ponte levatoio alla Lanterna; nel 1778 riempì i fossati avanti porta d'Arco e nel 1780 scrisse una relazione sulla difesa manttm1a della città . Pubblicò anche un cc Progetto di difesa de l porto di Genova >>. Codice Penale Militare. Sin dalla più remota antichità troYiamo disposizioni dettate dalla necessità di provvedere ad assicurare la disciplina dei corpi armati preposti a l mantenimento dell'ordine interno ed alla sicurezza esterna. T ali nonne, che impongono l'osservanza di spchali doveri, in correlazione ai lini esscm;iali cui hl. milizia attende, costituiscono, ne l loro comp lesso, un ordine giuridico particolare al cui mantenimento si provvede mediante una sanz ione perni.le. Le violazioni dell'ordine giurid ico militare e le corrispondenti sanzioni penali costituiscono l'oggetto del diritto penale militare, che, in correlazione alle particolari finalità cui mira, rimane perciò d ist imo dal diritto penare comune. Il diritto penale militare inoltre non deve r itenersi come un d iritto particola re, rrnt un diritto «speciale», in q uanto è applicabile soltanto alle persone che si trovano ed agiscono in detentiinate condizioni. L'insieme cli tali norme costituisce un corpo autonomo di leggi, che, sc8.1·se e frammentarie nella p iù re1nola antichità, vennero rnan n1ano integrandosi e or-

ganicamente sistemandosi in speciali raccolte, che ebbero la loro maggioi-e estrinsecazione dopo la rivoluzione francese. E' vero che la ' p rogressiva consolidazione degli eserciti perma.nenti e la continua molteplicità di leggi militari, a"evano ancor pr ima rivelata la necessità di riunire le sanzioni penali militari in un corpo cli leggi fisse, come ad esempio : in i·egolamenti piemontesi del 1613 e del 1717, in articoli di guerra toscani del

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1739, e, sopratutto, in una ordinanza napolitana del 1789; ma solo dopo i princ ip1 proclamati dalla detta rivoluzione, in virtù dei quali il diritto pena1e militare veniva sostanzialmente modificato nel suo fondamento giuridico e nei suoi particola ri attributi, le leggi penali militari tro,,ano la loro sede in acconcie raccolte, di cui fra le prime è meritevole d i menzione quella francese del 1796, ohe promulga un vero e proprio (( Codice dei delitti e delle pene per le truppe della Repubblica)>. La. rivo luzione francese, colle sue armi, portò in Italia anche le sue leggi, che in Piemonte furono applicate nel 1802, mentre :fin dal . 1796 la repubblica Cispadana nel suo piano cli costituzione aveva consacrato il titolo XI alla forza armala. Cessata. la repubblic·•. Cispadana e forma tasi la Cisalpimt, qucsLa ( 1797) adottava sulla forza armata le disposizioni inserite nella costituzione della repubblica Cispadana e promulgava un Codice. mii. provvisorio, d iviso in due sczion i : la pr ima <e Del metodo di procedere ne, giudizi per i delitti m ;litari >l; la seconda « Dei delitti e delle pene >J . Trasformata la Cisalpina in repubblica italiana, questa nella sua costituzione (Lione, 1802) s i limitava ad enunciare : e< I delitti militari sono giudicati dai Consigli di guerra a norma del Codice penale miltare ». :Mutata la repubblica ita liana in R egno d'Italia s i confermarono espressamente le d isposizioni della surriferita costituzione d i Lione. Cessata la dominazione francese in Ita lia, non vi cessò tuttavia l'influenza dei princip\ portati dalla rivoluzione francese: a) Fcrdina.ndo lII cli Lorena con motu proprio del 1815 promulgava g li <t articoli d i guerra» per !e truppe to:;cane. b) ~ elle due Sicilie, restaurata la d inastia Borbonica (1.815) era istituita una commissir,ne per la redazione cli u~ progetto di tutta intera la legislazione : nel 1819 si promulgava. lo statulo penale m ii. per l'esercito e per l'armata. e) Nel 1820 veniva promulgato il codice criminale mii. per gli Stati cli Parma, Piacenza e Guastalla; nel l 832 quello Estense. d) In Sardegna, sin dal tempo della pubblicazione delle costituzioni comw1ali (1770) si era sentito il bisogno di un generale coordinamento delle leggi penali militari, ma ciò potè solo effettuarsi dopo i moti ins urrezionali del 1821, con la promulgazione dell'Edilto penale mii. (1822) e ciel Regio E ditto penale mii. maritti,no ( 1826); successi vamcnte ( 1840) con la. pubblicaz ione del Codice penale m ili tare. Colle r iforme costituzionali, proclamato il principio dell' uguagli anz:i civile di tutti i cittadini, ne derivò il bisogno di una generale revisione di tutta la legislazioi1e militare, in conformità a i m1ovi ordinamenti politici, per effetto dei qua li il servizio milita.re veniva d ich iarato un obbligo comune a tutti i cittadini dello Stato; la giur isdizione, non più un privilegio di fvro, n1a una ga-

ranzia nella costituzione dei suoi organi e nei criteri che ne regolano la composizione e la competenza nell'interesse medesimo dei cittadini ; e la pena, non più lasciata all'arbitrio dei ca pi militari, veniva a costituire la sanzione degli obblighi del servizio militare. Dopo il 1859, propagato il molo unita rio per lulta la penisola, il Codice 1VIilitare Sardo del 1° ottobre 1895 diveniva il Codice mi!. ita liano. E diveniva anche ital iano l'Editto penale militare marittimo del 1826, che, anteriore allo stesso Statuto Nazionale, era assolutamente in contra-


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sio, sopra tutto per il carattere inquisitorio del procedimento, con i principi e le istituzioni d~i tempi nuqvi. Allo scopo di eliminare questo gra.ve inconvenien te, prima ancora che s i costituisse il R egno d'Italia, e preçisamente nel 1860, il conte di Cavour, allora ministro della marina, incaricò il Vigliani d i redigere un progetto cli .Cod ice penale mii. marittimo. ]\fa nè il progetio· per la marina del Vigliani, nè quello successivo per l'esercito, affidato all'avv. generale milita re Trombetta, vennero dal Parlamento approvati, per essersi la sessione parlamentare chiusa prima dc lh loro approvazione. Succe,sivamente il progetto di reYi'sione dei Codice penale mii. per l'esercito fu del tu tto abbandonato. Si considerò ohe una tale revis ione sarebbe stata su1)erflua ed inopportuna, in quanto nel frattempo era apparsa. la necessità. di procedere anche al l:t revisione del Codice penale comune, -per armoniz7..a1·la alle libere istituzioni dei tempi nuov i; apparve quindi indispensabile attendere ta le revisione j ) er potere adegua tamente coordinare alla nuova legge penale comune anche la legge penale mi litare. Per conseguenza, il m inistro della mar ina B ianchieri n el 1867 presentava soltanto un p rogetto di Codice penale m ii. ma rittimo, che, approvato dal Parlamen to, divenne legge nel 1869. N elio stesso anno ven ivano contemporaneamente pubblicati in tullo il Régno il detto Codice marittimo e quello penale per l'esercito, che andarono in vigore da l 15 febbraio 1870. La revisione del codice pena le comune richiese l)areccl1i anni : il nuovo cod ice penale comum. f u approvato infatti nel 1889. S i appalesò allora la necessità di procedere a.cl una. radicale revisione dei Codici penali mili tari, che erano improntati a i vecch i principi <lei Cod ice sardo in contrasto con i prin-cip, fondamenta li ·aella n uova legge penak- con1unc. Ò'.f a per ragi{·ni varie, e pa rticolarmente per motivi d i coordinamento alle leggi pen:ili comuni ed al nuovo codice di proce<'ura penale comune, promulgato nel 1913. nessun proget to potè essere approvalo, e con lo scoppio della guerra mondiale ( 1914) veniva a prorogarsi ogn i possibilità di rev is ione. Lo sviluppo delle forze a rmate nel dopo guerra richiese l'ema naz ione di numerose nuove legg i, che da un lato investirono i corpi arma li di nuova isli luziC'nc (Guardia cli finanz.a, :Ylilizia V . S. N ., Aereonautica) da ll'altro importarono nel diritto penale m ilitare nuovi istituti giuridici, come l'istitu?. ione a rito diret to, 1a libertà p roYvisoria) Ja con<lanna condiziona le, Ia costituzione d 'un

corpo cli l\fagistrat.i militari. Da c iò la urgente necessità. di dotare l'Italia cli ,111 n uovo corpo di diritto p ena le m ilitare rispondente alle a ttual i esigenze ed a ll'odie,'na coscienza g iuridica del Regno. E' a ttu almente (1928) una Comm iss ione lavora intorn0 alla completa ed organica riforma dei Codic i penali miEta ri. in annonia ed in coordinamento dei nuovi cod ic i penali comuni.

Codignola (Paolo). Generale, n a to a ·v erolanuova. morto a Genova (lSS0-1913). Sotto!. dei bersaglieri nel 1869, prese parte alla campa.gna del 1870, e poi passò nell'arma dei Carabinieri Reali dove d iven ne col01mello nel 1904 e comandò le legioni d i Firenze e di Milano. Collocato in P . A. (1910) raggiunse nel 19 14 il grado cli magg. genera le e fu rich iarnato in servizio p res,;o il C. cl'A. d i Roma (1916-19'18). Ern clecorat9 della medaglia di bronzo al valor civile. Codigoro. Comune in prov. di Fcnara, s ulla sr. del

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Po di Volano. D urante la guerra di Castro ( 1641-43) sui primi di luglio del 1642 si fronteggiavano sulle opposte rive Veneziani e Pontifici. I p rimi, comandati dal Dolfin, provveditore a i confo1i, i secondi da Federico Conti, che occupava C. con 600 fanti e 800 cavalleggeri. Il 4 lugl io il Dolfin attaccò C su tre colonne, con 760 fant i. 100 cavalli, 60 guastatori e 2 peui d i a rtiglieria e dopo due ore di combattimento volse in fuga il· nemico. Il pa.ese fu messo a fuoco e a sa.eco.

Codogno. Comune in prov. di l'viila.no. Di origini antichissime, fu sede cl i antico castello, cinto di quattro torri, che sorgeva ove oggi è il parco della rimcrnbn1nza. Enrico VII vi ch iuse i Guelfi cremonesi da. lui fatti p r igion ieri. Partecipò alle guerre comuna li ; 309 de i suoi concittadini furono volon tari nella campagna dei 1859. I. Sorpresa di Codogno (Guerra per la s uccessione di Mantova - 6 maggio 1746). Il con te di Gages, comandante l'esercito spagnuolo, per libera rs i dalia min accia del distaccamen to austriaco che occupava Codogno, ordinò a l principe Pignatelli di passare il Po con 6000 fant i e 2000 cava.l ii. Questi, sventata la vigilanza nemica, passato il fiun1e, trovò a Fombio un posto cli U,ser i. li travolse e con essi giunse a C. La sorpresa rjusci completamente e gli Austriaci, nella •impossibilità di resistere, dovettero arrendersi. Cadderonelle mani del vincitore i,] gen. Ga,ss, 1000 fa.nti, 200 cavalli, S can noni, 10 bandiere e i bagagli. Solo il genera le Ca vriani, ita.liano, riusciva, con parte della cavalleria, a r itirarsi ,u Pizzighettone. Saccheggiati i magazzini. g)i Spagnuoli rien trarono in P iacenza.

JT. Sorpresa di Codugno (Campagna d'Italia - 9 mag.. gio 1796). JI gen. austriaco Bcaulieu, dopo il combattimento d i Gua.rdamiglio, si era messo in ma rci.i. pe,· riunirsi al Liptay~ e la sera. dcll'S s i trovava col gro~so a Ospedaletto, mentre la su:i. ava.i1guardia (gcn. Schiburz) composta di due bg l. e <lei regg. cli dragon i napoletani Re, si fermava a Casalpusterlengo, a. S km . da C. Il ten. col. Fardclla., che comandava 'i dragoni, p ropose <li attaccare d i sorpresa C ., dove si trova.va una divisione francese comandata dal gen. La Harpc. Ftt consen tito il tentativo, ma non fu concesso l'appoggio de lla fanteria. Sulla mezzanotte il reggimento partì da Casa.lpusterlcngo c, giunto a breve d istan7.:t. dall'abita to, prep.uò l'azione : due squadroni ~i .,pinsero sui fianchi dell'abitato, l'uno versp la strada. di Somaglia, i ·a ltro verso quella. di Castigl'ione. Raggiunte queste posizioni il Fardella ordinò a l grosso la. carica. I Francesi intanto occupavano la cittadi.n:i., sparsi per le case. ccce,,io)1 fa tta pe r la 32' mezza. brigat;L r iunita nelt.1. piazza. L e guardje agli sbocchJ erano intente a risca lda rsi intorno ;i grand i fuochi, due pezzi erano in hatlcria

,·erso Casalpusterlengo con una compagnia cli scorta. iL gen. La l-larpe cenava fo1 casa del ronte Lan1berti. \""essuna vig ilanza cli pattuglie o d i vedette. Vers'.'l le 3 i c:ivalieri napoletani sopraggiunsero d i galoppo, sciabolarono la guardia dei pezzi e jj-- rovesda rono in un fosso, giunsero in meno al paese. furono a,ldo.sso alla fan teria, mentre uno squadrone rimQncva a custodi.a. dello sbocco principa le, ad ~ssicurarnc il passo pe r la r itirata, e gli altri due sopragg iungevano dai la.t i. La sorpresa riusd picn3..111ente; il gen. T,a Ha.rpe, corso fra i combattenti, cadde u cciso d a una fuci lata.; i F ra11ces i ebbero numerosi morti e fcr.iti. }"'inalmcnte1 g iunti a riordina.rsi, mentre organ iz-


Con

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zavano la resistenza, il Fardella decise di r ip iegare, e a ll'alba ,:ientrava negl i a lloggiamenti dopo avere perduto in tut to 25 u. fra morti, feriti e prigion ieri.

Codolo. L a T:,ar te della lama dell'arma bianca da taglio e punta, manesca. e n on inastata, che entra nel n1anico o in1pugnatura e che con questo fa parie del fornimento. Codrington (sir Edoardo). Ammir. inglese ( J770- J851). P artec ipò a lla battaglia di Trafalgar ( 1805) al bombardamento di Flessinga ( 1309), alla difesa cli Cadice, e comandò una squ adra su lle coste della Cata logna. Fu in Grec ia d a l 182 1 a l 1826 ed ebbe il comando d elle s quadre allea te inglesi, co<lr- ing-1011 Ecloar<lo francesi e russe nella. ba ttaglia d i N avarino (20 ot tobre 1827).

CoE

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scrisse « La nuova for tificazione >l . All'assedio <li Namur riva leggiò co l Vauba.n; ma, fer i to, dovet te d arsi p rigir,niero. Fu poi all'at tacco d i Trarbach , di L imbourg, d i L iegi, contr ibuendo al riacquisto di Narnu r ( 1'692). R ivestì da ult imo il grado d i ispet tore delle for tificazioni olandesi. Il metodo di Coiihorn (Forti f.). Al C. spetta la gloria. di aver riformato le fort ificazioni e r ialzato le sorti della difesa. Tn una sua opera, pubblica la nel 168i, egli espone tre sistemi, basati sopra i principi seguenti, che carattc,·izzano questo perio<:l o: I O sottrarre la muratura a i tiri del nemico; 2° a i fossi acquei, che tendono a im mob ilizzare la d ifesa, aggiu ngere zone asciutte per fa. vorire i controaHacch i ; 3° fare i fianchi molto estesi

Codringt.on (sir G ng/ielmo). Generale inglese, figlio d el precedente (180-I-J884). Partecipò come gen. di br igala a lh guerra d i Crimea e verso la fine ebbe i l CO• man do in capo delle lnippe inglesi. X cl 1859 fu nominato governato re d i G ibilterra.

Codroipo. Comune in prov. di Ud ine, s ulla sr. del Tagliamento. Eta m ilitar mente importante prima della guerra. per i due · ponti che alla su~\ altezza travcrsa\'ano il .fiume; uno in legno pc1- la strad a p rovinciale, l'altro in ferro per la ferrovia. Entrambi furono incendiati e ratti saltare durante la ritirata dopo Caporetto.

' Coefficiente. :-Sella terminologia m ilitare marina, ~i incon trano spesso i C. seguenti: cli regresso dell'elica: differenza tra la velocitii del propulsore e quella de lla 1>etve per la. quale l'elica agisce - di resistenza a l moto: che incontra la nave durante il cammino di efflusso d i ,carica: della quanLità di acqua o d i vapore che esce dalle tt1bulature delle pompe e dei macchinari in genere - d',tttr ito: che si sonuna a quello di resistenza a l moto ncl1', traslazione delle n.avi - di effetto utile indicato : 11cllc macchine a vapore, essendo il rapporto tra il htvoro che s i m is ura sull'asse dell'elica e quello prodot to dai macchinari - di finezza d i u11a carena: rapporto tra. il volume della carena e quelio del parallelepipedo a<l es~a circo,critto. Coeffier-Ruzè (,-l-ntonio). ~1aresciallo <li Fnuicia ( 1582-1633). Comba ttè da.I 1610 al 162i quamlo fu nominato tenente generale. Con q uesto grado chbc il coma.ndo dell'esercito operante in l talia nel 1630. ove riportò \':J.rii successi

per cui

fu non1ina to 111<'1rcsci allo

di i-·ranc ia.

Coehorn (o Co/,.om, Jiim1110, baroM di). Gc11ernlc e ingegnere mii. olandese, oriundo svedese ( 164 1-1 70-1). :\ 16 anni era già capita110. fece ie campagne del 166i

e seguenti, segnalandosi alla d ifcs:t di :\Jacstricht ( 1673), alle ba ttaglie cli Senef, d i Casse! e di S. Dcnis. Al l'assedio dì Grave sperimentò un suo p iccolo mortaio che fu a dottato da var ii Sta ti, fra cu i il 1'iemontc. Disp utò col capit. l'oen sulla for!ificazione a pentagono, poi

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,1e1oclo d i rort iU<·azione clel l:oe1w1·11

e ben coperti ,Jalle opere esterne. Dei tre metodi predetti il più importante, e c11e ebbe infatti maggiori applicazioni, è il primo. Il fronte di questo metodo ha fa cinta 1Jrim:uia con ampi ba.,lioni, i fianchi normali alla. linea. di d ifesa ed è m uni ta d i falsabraga; la tenaglia. è a fronte bastionato colla cortina a salieme molto ottuso; il fiancheggiamento è ottenuto con tre ordini di fuoch i, compreso quello dei fianchi del la tenaglia, e l'ordine intermedio è protet to rlai tiri esterni da un robusto orcccliione,. detto « torre d i pietra )l; il r ivellino è piuttosto ampio ecl J1a la falsa.braga; le controguardie sono a base r istretta : la. strada rnp,;rta è molto larga (m. 24) con pia.zzc d'ann i i- icn tran ti (limitale da traverse), in cnr1ispondenza a lle quali snno d ue linee d i fuoco, di Clii una casamat tata; il tornando dei rampari è minore di que llo dei fronti delle altre scuole; l'altezza d'acqua nei fossi varia da n1 . !.SO a m . 2.80 cd è· maggiore alla scar pa che non alla controscarpa. T fossi asciult i esistono tra le Jaccie el ci bastioni e la falsabraga an tistanle, con1e pure tra il ri,·ellino e la. rispell.iva falsabraga; il pr imo d i questi fossi è battmo dalla torre di p ietra e <la un~ capponiera posta in capitale del bastione, e il seco11do da mezze cappcnicrc poste alle est remità ·interne. A q uesto fron te del Cochorn furono fatte alcune critiche, ma riCoclli Pic1ro


Cm:

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-ferentesi quasi tutte a quistioni di panicolari ; perciò può considerarsi uno dei migliori che s iano s ta ti applicati nell'epoca moderna.

Coel I i (Pietro Carlo). Generale, n . a Dorno, m. a Torino ( 1840- 1905). Sottot. dei bersaglieri nel 1859, combatti: .n elle campagne del 1860-61 e del 1866, meritandosi la mcd. d'argento a Cu stoza. Da colonnello nel 1890 comandò il 12° regg. bersaglieri e nel 1897 andò 1n P . A. ?\ella riserva venne promosso maggior generale nel 1900. Coen (Ach·ille). Generale, n _ a Livorno nel 1851. Sottot. dei bersa.glicri nel 18il, pas;;ò poi i n fanteria e partecipo alla campagn~ cl' Africa del 1896. Quindi fu destinato • ali' Isti tuto Geografico :::-.1 il i tare, e, raggiunto il grado di co lonnello (I 900) comandò il 2° regg. fanteria. D a 111aggior generale ( 190i) comandò la brigata Ravenna. Passò nella riserva nel 1912 e vi fu promosso tenente generale ( 1914) e generale di divisione ( 1923). Compi i corsi della Scuola. di guerra. e pubblicò: << Venticinque anni di lavoro dell'Istituto Gcograrr1co ' :Militare ll, oltre a numeTosissimi scritti su varie Riviste. Coetlogen (E111a.1wele cli). Ammir. francese ( l646l 730). Combattè in Olanda, poi a Palermo; e prese pa r te al bomba rdamento di Algeri (1688) . Si distinse nella difesa d i Sain t Ylalò (1693). Luogotenente gene.raie 1i~lla gucn'a cli Successione spagnuo la, catturò un convoglio olandese e soccorse di viveri l' America. spa_gnuola .

106 galleria parallela o perpendicolare, ricavata nei salienti della controscarpa e lunga. quanto è lungo il fosso aa fiancheggiare. Per accedere ai cofani di controscarpa occorre un sottopassaggio attraverso il fosso. Si dicono cofani di scarpa tratti d1 gallerie parallele o perpendicolaJ·i ricavate nei ripiega.menti del muro· di scarpa; trovano spci:ialmente impiego nel fia11.cheggia.mento del fosso d i gola dcilc opece. Si hanno anche i cofan,i gradoni, i qu,tli vennero usati nei fossi a fondo tan to incli.nato (nei for ti di montagna) da poterli suddividere in trat ti orizzontali a dislivello di m . 3 a S; tali cioè da. pcrn1etkre <li costrui1·c in corrispondenza di ognuno · d i essi una. galleria attraverso a l fosso_ Cofa110 cl·i artigl-ieria. E' quella parte delle vcHure di artiglieria nella quale sono contenute le munizioni o

,Lltri materiali che per h loro delicata. struttura debbono custodirsi chiusi e riparati (srrumenti per il puntamento, cannocchia li, ecc.)_ Sulla parte superiore del cofano seggono in genere i serventi. Ha lo ste;;so nome la. cassa per munizioni d elle artiglierie someggiate. Cofano di Sanità.. Gro55<, cassa di materiale sa11 ita.rio, carreggiata. o someggiata, al seguito elci repar ti mobili. Cofano della Bandiera.. E' consue.tudine che la bandie.ra <li cçmbattimento delle navi da guerra, venga preparata e donata a lle stesse da Comitati patr iottici, e consegnata in for ma solenne, in occasion i di ricon:em.e

Coeu r ( Giacomo). Guerriero francese, n . verso il 1395, m. nel 146S. Argentiere e consigliere <li Carlo VII re d i Francia, p romosse il nuovo ordinarnc1'to della fanteria costituendo il corpo dei Franchi Arcieri, reclutalo e organizzato secondo l'editto 28 aprile 1448 per cui anche iì popolo era a1nn1esso a servire negii ~serciti del Re. Caduto in disgrazia., e ch iuso in p rigione a l-'oitiers, riusd ad evadere rifugiandosi a Roma ove il papa Calisto III gli diede il comando di una flotta contro i Turchi ; recatosi a. Chio, quivi mori. Coevorden (o Koevorden). Città e piazza forte deL l'Olanda, sul!' Aa. Xci 1672 l'arcivescovo cli l\funster aveva conquistato C. e da questa p iazza d'armi dominava la F risia e Groninga. Rabenhaupt. gèn. delle P rovincie Unite, saputo che scarsa era la vigilanza della guarnigione, sicura nelle sue salde for tificazioni costrui te da l Coe.horn, profittando cli una giornali di fitta nebbia, volle sorprenderla. Giunto senza essere scoper to fino alla COJ\troscarpa> in iziò violcnten,ente l'attacco, 111cntre uno dei suoi tamburini, salito sull'opposto ramparo, batteva d:i. quella parte la carica olandese. La gua.rnigionc, credendo che il nemico fosse entrato nella piazza da tutte le parti, dopo fiacca resistenza cedet te le turni. Cofano ( Organo difensivo). Serve per il fia.ntheg_giamento dei fossi asciutti; è formato da un "trailo cl i

corano pr,r 1a l)andicra cte1 1a n . N . « campc1n ia • 1iazionali; essa. è con tenuta in artistico cofano, mod~ìlato da valenti artisti del Regno ed impronwto a.Ile benemerenze storiche delle persone o delle località che costi tuiscono il nome della nave. Il cofano è conservato a bordo con la bandiera. nella Sala del Consiglio o nell'alloggio del Comandante, in posizione ben evidente. Quando le .navi d isarmano per essere ra diate dai ruo li,- i cofani sono d istribuiti al Musco '\'a vale cli Ve-


:,nezia o di Spezia, dove si conserYanO a ricordo delle : navi stesse.

Coffa. Piano di forma sem i circolare, circondato da . para.petto, che trovasi a metà ed in a lto degli a lberi delle mtvi. Le coffe sulle naYi a vela servivano per dare rifugio e momenta11eo riposo ai gabbieri destinati . aJ!a ma•1ovra delle vele. Durante il combattimento le -coffe venivano protette con brande e cordami; in esse prendevano .posto i m igliori tiratori, arm°'ti di fucile. Le coffe più alte era.no in generale occupa.te dalle vedette per scoprire di lontano la terra o il nemico. Queste coffe prendevano anche il nome di crocette. Le navi da guerrr, moderne sono dotate di ampie • coffe d i vario genere. Le inferiori servono di sostegno in generale , a i proiettori ; in quelle superiori dell'albero prodiero sono sistemati tutti i congegni che servono all'ufGciale diret tore del tiro : in esse ri,s iede il direttore · del tiro con a lcuni dei suoi aiutanti durante il combattimento e dalla coffa comu!lica per mezzo cli portavoci, telefoni e trasmissioni elettriche con il comandante della nave che sta sul ponte di comando, con la •-centrale cli tiro e, volendo, anche direttamente con le torri delle artiglierie. · In genera.le però le comunicazioni , dalla coffa con le a rtiglierie avvengono sempre altrnverso la centrale di tiro. Le coffe mili ta ri, dovendo r,ostenere congegni dì grande p recisione, sono molto so• lide cd impia'1tàte su a lberi oltremodo robusti. . Coffaro (Guido). Generale, n. a Bergamo, m. a Bologna (1867 -1921 ). Sottot. d'artiglierilt nel 1886, fre' quentò la Scuola d i guerra, passò nel 190 l nel corpo di S. :::VL e partecipò a lla. campagna lib ica del 1911-12. Nel 19 tS partecipò alla guerr a contro l'Austria come , colonnello capo d ì S. ~l. de l l '' C. d 'A. Promosso nel · 1916 colonne-Ilo brigad iere, fu capo dì S. M. d ella S' e poi della. 2" armata e combattendo sullét fronte Giulia -s i meritò la croce di cav. dell'O. ::,,1. S. Promosso mag· gior generale nel 1917 ebbe il comando della briga~~ Trapani e ad Auzza guadagnò la. med. d'argento. Sue.. c essivamen te ebbe i comandi della 65", 30" e 57" d ivi-s.ionc; una seconda med. d'argento ottenne nel 1917 durante il ripiegamento sul P iave, e la croce di uff . del1'0. M. S. nel gi ugno 1918 sul Montello. Nominatn •Capo di S. )'f. de11'8° a rmata, fu intelligente cooperatore . del gen. Ca.viglia nella battaglia di Vittorio Veneto e : fu rìcompen~ato colla commenda de ll'O. M. S.

CoG

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pita con carbone, materiale di co11sumo, cordami,· cd altre materie- ingombranti, e costituisce un riparo alla penetra zione delle schcggic dei proietti, che, dopo aver oltrepassato la corazza. scoppierebbero nell'interno della nave. Tuttociò prende il nome di C . e il suo spessore va ria con la grn.nclczza dello sca fo: nelle grandi navi, i: in generale di 4 metri circa. Al d isotto del ponte corazzato, un'altra specie cli C., irrobustito con numerose verghe angolate e puntelli, proteg~e lo scafo da.Ile invasioni dell'acqua: per effetto dello scop pio dei siluri. In getierale si cerca di ottenere che la paratia che limita il C. verso l'interno dello scafo non venga squarciata .per effetto delle esplosio ni che si verificano contro la paratia esterna dello scafo stesso. Quando nc>n sì hanno sufficienti materia li consun1abili1 i C. vengono rien1piti di n1a tc rie leggere, non

ìn fìan1mabili, e che non deteriorano il ferro con cui stanno a contatto; comunemente, si tratta di speciali conglomera ti cli -sughero e <li lìbre vegetali.

Coffi n ières (rie NordeGk, Gregorio). Generale francese ( 1811-1837). Partecipò alla guerra del 1859 come comandante del genio de l S" C. <l'A. e a quella del 1870 come comandante della piazzaforte di Metz. Scrisse un libro sulla (< Capitolazione cli )Ietz ) >. Cognac (,rnt. Comniacum). Comune nel clip. della Charente in Francia. Ebbe parte nella guerra dei Cento anni. li 22 maggio 1526, Francesco I di Francia vi C•Jtwocò un'assemblea. d i notabil"i per ,entirne l'avviso sul da farsi dopo la pace di Madrid e il 22 maggio vi stipulò un trattato cli a llean.<a, cl,e ebbe il 11ome dì L ega S anta, col Pr,pa, Francesco Sforza e le Repubbliche di Venezia e di Firenze, contro Carlo \', per restituire M ilano allo Sforza., occupare il R egno di :Napoli, mutare il governo di Genova. Cogoll udo. Comune della Spagna, nella nuova Castiglia. Nel 1810, il 12 d icembre, il gen. francese Hugo mosse su due colonne da Humanes e avanzò su C. Giunta. a poca distanza dall'abitato, l'avanguard ia iniziò il combattimento contro gli Spagnuoli coma.ndati dall'Ernpccinaclo, mentre le truppe del grosso erano fatte segno a n u trito fuoco dalle case e da un convento. T francesi furono respinti in due assalti che tentarono alle case e al convento, perchè i reparti non agirono conternpo ranea111cntc; una infine, dopo aver subito r,crdite i1nportanti, · riuscirono a ricacciare raY-

versario che si disperse nelle vicine campagne. Il generale Hugo ,,i guadagnò il titolo di conte cli Cogolludo.

Cofferdam. L a parola ha origine dalle costruzioni ;fluviali marittime, quando s i vogliono impiantal·c !e

l )

· fondazioni del pilone dei ponti e non si dispone di cassoni d i aria compressa.. Si forma.no allora dighe cif, colari di pala.fitte rivestite ri i terra o dì fango, tenuta ferma con tavoloni. Questa s istemazione chiamasi an-punto (< coffercla1~ » d agli Inglesi e, quando ultima~a, -s i prosciuga l'acqua a ll'interno di esse e si lavora poscia -sul fondo cie l mare o del fiume a ll'asciutto. Sulle navi da guerra, si costituisce tut la u na strut·tura cellulare al d isopra d el ponte corazzato che comprende i due terzi circa della lunghezza. della nave ne!la parte centrale. Q uesta struttura, limita la stessa parte centrale anche verso prora e verso poppa, appogghndosi a due paratie tra..~versaJi. Si ottiene così un ridotto centrale, nel quale sono compresi le motrici, le sante barbare e tu tti gli organi più delicati ed essenziali della nave. Questa struttura cellulare viene riern-

Cogorano (Claudio).

Co ilTè Enrico

Ingegnere mi!. parmense, morto nel 1618. :Militò prima in Fiandra e poi in Cngheria... Dopo breve servizio in Toscana, si recò nella sua patria per compiere fortificaàon 1 a Borgo S . Donnino cd a Parma. Ritornato in Toscana. esegl.lÌ lavori d:ingcgneria

mii. importanti, specialmente a. Livorno. ::'\el 161-l passò a.i servizi ciel Governatore di ::-mano.


COI

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Coiffè (Enrico). Genera.le fran_cese ( 1833-1908). Pastecipò alle Fampagne d i Crimta, del 1859 in Ita!ia, a.Ila spedizione del '.Nlessico, alla. guerra franco-prussiana, durante la quale fu ferito e fatto p rigioniero. R iuscito àd evadere r ip rese servizio e com b>tttè sotto Parigi. Genenle nel 18i 1, nel 1894 era stato designato per l'eventuale comando dell'armata delle Alpi. Coig ny (Fràucesco Fraquetot de). Generale francese ·(1670- J 759). Combattè in Fiand ra e sul R eno, e si di-

stinse a Landau; venuto in I talia ottenne le vittorie d i l)s ma e Guasta lla e fu n om inato mat·csciallo. Su l Renooppose valida resis tenza al principe E ugen io-.

Coimbra (ant. Aemùiio). Città del Por toga.llo. in p rov. cl i Be ira. Dopo Ja, battaglia cli Ilusaco, il gcn. ::\Iassena vi aveva Jasciato una de.b ole guarnigiorn\ a p roteM z ione di cil"Ca 4000 fer iti e ammalati. I l 7 ottobre 1810, 3000 Spagn uol i, comandali dal col. T rant, assalirono C. e dopo breve scaramuccia, sopraffatta la g11a111igione, fecero prigion ieri t utti i Francesi e li condussero ad Oporto. Coimbra.. Forte del Br asile, presso la frontiera. paraguaya11a . Nel dicembre 1864, 3000 u. del Pa.:-aguay, comandati da l col. Viiicen7.o 13aJTias, con due btr. da campagna, investi rono il for te, difeso da l 20 sold at i brasi-

liani comandati da l col. Porlo Ca. rreira, i qua l i fecern u na memorabile resistenza. e si arresero solo quando non ebbero p iù mun izioni. La ca.duta di questo forte p erruise al Paraguay di invadere la provincia del :datto Grosso.

Coira ( la t. Curia Rhactornm). Città della Svizzera, nel can tone dei Crigioni. Durante le campagne della. Rivoluzione., g li /\ustriaci il 17 agosto 1796 occuparono C., in conseguenza. di che ebbero inizio le ostilità fra le due potenze. :i\1assena s i p resentò dinanzi- o C. i l 7 marzo 1797. G li Austriaci opponevano gagliarda resistenza, a spezzare la quale Massena dispose che i reggiment i 37 e 103 di linea caricassero a co lonne serr::ite, guicJati d a l gen. Chabran. T )atta cco, r iusci i.o 1,icnamcnlc, fu completato da un mov imento avvolgente col quale \'enne al nemico chiusa la via. d i rilirata ,ul Tirolo. 3000 p r igion ie ri, compreso i l gcn. Auffcmbcrg, 16 cannoni e ahb_onclanti,.màteria li furono il frutto del la giornata che assicu.r ò t?i Franccsl il pieno possesso dei G rigioni.

Colà. Frazione del comu ne di L azize in pro,·. di Verona .

Combatti-mento rii Colà (28 aprile 1848). Appart iene alla l' guerra d"Tndipcnden7.a ita liana.. Il 3° r egg. fan ter ia, agli ordi ni del colonnello Wehrlin , coa u na bu·.,

Cm_

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il mallino del 28 aprile, mosse eia O liasi, con le mis':'re-di sicurezza, verso Colà, seguito dal 4° r eggimento. Con l'avanguardia, forte di circa 520 uomini d el r eggi mento e della cp. volontari d i Pavia, comandata da l capitano Gay 8i Quarto, era il comandru1te della br igata, generale Bes. Verso le una della not te le posizioni di C. erano ra,ggiunte ed il grnsso del reggimento stava per occuparle, q ua"tdo !'.avangu ardia, penetrata in C., f11 accolta da n utrito fuoco di fucileria. . Senza esitare, l'avanguardia si slanciò a ll'attacco, mentre da parte del comando veniva disposto l'invio d i mezzo battaglione a rinfono. Il vigore d imostrato da queste truppe trasse in inganno i l nemico, che credendo di avere e.li fronteuna iorza considerevole, s i ritirò in tutta frella verso _\fira ndo la e Pastrengo, in calzato dagli I ta lian i. A combattimento· fini to, i bgl. 1 e II del 3° regg. occuparouo le posizioni di Monte Letta e :\fonle Corno, e il . II1 ba.ttaglione i l villaggio d i C. che fu s istemato a difesa_ '\ello scontro, che durò Ire ore, si ebbero, d a parteita!iamt 3 mort i e 38 ferili.

Co la di Rienzo (Nicola Cabrino). Tribuno di Rom a ( 1313-1354). Per la morte del fratello non potendo

ottenere giustizia., eobe l'idea. di liberare la città dalla tirannia dei nobili. D 'accordo col pa.pa che trova.vasi iu :\vignone, il giorno 20 maggio l3-l7 promulgò una nuova costituzione, e prese misure contro i nobili. I stituì tma milizia urbana di terra, e ne propose uua di mare, cbe mantenessero la sicurezza dello Stato, prolcggc;;sera vie e ponti, e fossero anche incaricate di abbattere le. forlez?.e· feud ali . .Ebbe pure l'idea di una con federazione ital iana . I nobili, costrctli ad uscire da lla cilli, rac_ colsero le !oro forze nella campagna e iniziarono la lott!t. TI papa fin ì per abbandonare la causa di C., e allora i nobili poterono rientrare 11: Roma; la lotta terminò nel 1354 qua ndo C. abbandonato a poco a poco dai suoi. fu presù e g iustiziato.

Colaud (wulc Claudio). Generale francese. oriundo cò rso ( I i-54-18191. Si d istinse a YaJmy. fu incaricato di seda.re i tumuhi di Tolone ( li95} e tre anni dopo quelli del Belgio. Panecipò anche a L la c:unpagna d'Italia. Colbacco.

Copricapo

Colaucl Claud io

per i nostri cava lleggeri.

in pelo di foca, J forma di herrèttone, con toncJino superiore in pelle ner~-- E' s tato a dot tato nel 1863, ad imitazione d i fJuello usato dagli C'sseri austriaci e russi. Ha visier:i e coprinuca in pelle d i foca ed è munito di un gancio nella par te posteriore per attaccarvi la trccciuola, clic si mette n~i -giorni di festa, come 1::i penna, con la tenuta di p;1rata.. Durante la guerra il C. in principio era stato ricoperto da una fodera d i tela grigioverde; venne sostituito poi dall'elmetto in a<.cia io.


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Aus tri aco

11 alia no

Colberg (o Kolberg) . C ittà in Pomer ania, s u l P er -,;a_ntc, con porto in comun icazio ne col Baltico da cui dista. 4 _b n. V i è u n vecchio castello fortificato. Apparten-.ie

nel med io evo agli S lavi, e nel 1648 cadde in pos-

sesso d el Brnndcburgo. D urante la g uerra dei 30 anni

venne contesa dopo la conquista di S tettino, fra Gustavo Adolfo e gli imper iali d :1ll'agosto J 630. e fina lmente presa d'as,,;, lto d a l comandante Fran cesco dc !\-Ion; (IO m~rzo i631J contro il p residio imper iale. Cadder1, ucllc man i degli Svedesi 1500 u . e 54 cannoni. I . Assedio d; Colberg (1758) _ Appartiene alla gu erra

dei Sette ann i e fu posto il 3 ottobre da un corpo russo dii 5000 u. con 20 cannoni, comandato dal gcn. Palmbach. La guarni<> ione tedesca contava appena 700 u., aI CO.mando dei°}tlagg. d i Heyde. La piazza. fu cannonegg iata i 11vano fino al 29 ottobre, quando, esse ndosi avvicina to ~m corpo tedesco cli soccorso, i Russi si ritirarono. II. Assediù di Colberg ( 1)60). Fu posto ancora da i rnsso-svedesi (8000 u. al com and·: i del ge:11. Dern idov, appoggia ti d a una 1ìotta d i 26 na,·i) il 27 agosto. La t,'llarnigionc tedesca (2000 u . comandat i dal colonnello di Heyde) si difese energicamente; il 21 settembre un -corpo di soccorso di 3800 u .. comanda to da.I gen. \ ,V crner ,LITÌvÒ a sud della piazzèt e costrinse gli assedian ti a rifugiarsi s ulle navi abbando nando l' impresa .

III. A ssecMo di Colbcrg (176l). Fu posto :rncora d ai n.isso-svedesi al la piazza. d ifesa da l col. di H eyde con 4 battaglioni. Sulla dr. del Pcrsantc, non lung i dalla piazza, si t rovava però i l corpo tedesco de l p rincipe Eugenio del Wurternberg ( 16 bgl. e 20 sqdr.. in tutto 12.000 u.) . I lavori d'assedio da p arte d<-i Russi, ini2,iati il 4 g iugno, erano stati completati nel luglio, sotto il con1undo del gen. Run1i(lnzov, i! quale d isponeva d i circ:t 12.000 u . cd era appogg iato da una_ flo tta r ussa <Xtuipaggia ta da 3000 u . e a rmata con Sl cannon i. e d a una svedese d i 14 navi. La guarnigione r esiste tte vigoro~amcn tc a l bombarda·mcnto in iziatosi nell'ago~lo. 'Cn prim o tentativo di soccorso, operato eia! gcn. \~1en ,cr con scarse forze (2500 uomini) fallì ; il \Verner f u battuto e fatto pr ig ioniero a Treptow. Xci set tem bre i Russi inizia rono gli assalt i. nei quali perdettero 2850 u . ottenendo sca rs i vJntag'gi. TI 2 o llobrc, il gen. tedesco di Pl:tlcn, con 14 bgl. 25 sq<lr. e 26 cannoni, tentò d i soccorrere C ., ma fu respinto, e il bom b:i.rdamento prosegui con. vigore, a vendo gli a·sse~lian t i ricevuti rinforzi e artig lierie pesanti. Il 16 d icembre i Tedeschi, spa ra li gli ultim i colpi d i cannone e fatte salt are le m unizioni, abbanclo11a.vano Ja ,piazza al nemico.

IV. Assed·io di Colberg (Guerre clell'Jm per o 1:rancese,

CoL

J 80i). La divis . italiana· del gen. T e ulié e bbe l'ordine d i marciare s u C. e di bloccarla, e il 27 febbraio 1807 ini2iiava l' invest imento della città, stabilendo i l Q. G. a Gmss- J est in e la linc,t degli avamposti a 8 km. dalla fonezza, da Corlin alla laguna di C . Comandava i l presidio della for te1,za, forte di 5301) fan ti, 500 cavall i e 12 pezzi, il gen . L uca Gutadon, che faceva g iu ngere per m are cannoni, mortai e 1m111izioni, ta nto che a fine febbraio la fortezza era guernita di 176 bocche da hloco di vario calibro mentre se n e m uniYano gli a pprocci (dopo averne incendiato i sobborghi'l 111edian1e trinceran1enti 1 pa lizzate, blindan1cnti: inondazioni. F ino a l 14 marzo, s uperando lievi resistenze, la d ivis. ital iana strinse la linea d i investimcmo, il 15 la fanteria aprì i la vori d i approccio e il 19 co nquistava il villaggio fortificato d i Sellnov. Int a11to si lavorava a r ia tta re stra.de, a tagliare legname e a preparare fascine, nella impossibilità di agir e p iù cncrgicam.,nle in difetto di a r t ig lieria. pesante. 11 7 a.prile giunsero finalmen te 18 cwmoai da 12 e i mort?.Ì, coi q uali si cominciarono a battere le opere. Una sortita ten tata dalla guarnigione della p iazza il 9 apr i le, f u 1·espinta. _d opo vivo combattimento p re:;su Alt-\ \lcrder e Neu-Werder; un a seconda sor t ita, tentata i l 12 aprile, in d ire1,ione di Xeu Gclclcrn, fu p m e respinta. Nel frattempo giw1geva nel campo ita liano il genera le Loison, che però lasciava. al T e ulié l'effottirn direzione delle operazioni, m entre il 19 sbarcava. a C. il m aggiore Gneisenau qua.le capo di S . M . del comando d e.Ila for tezza, i nsieme a important i r inforzi che portavano la guarnigio,1e a 6000 fan t.i e 400 cavalli . Le operazioni r ip resero con n uova attivit à; il Gn eisenau fece rafforzare l'a lt ip iano di Binnofcld, punto debole per la d ifesa per chè domina il terreno cir cost.tnte ccl è pr ossimo al fronte o rienta.le della piazza . Il T culié ten tò d i conquis tarlo con un vio len to attacco, la sera del 6 maggio, ma fu respin to e nuove opere rinforzarono le posizioni. Contro a queste gli assed ianti costrnirono t re ridotte, a dominio di tre st rade costruite dagli assediati con te rra di riporlo, ga.bhioni e fascine, at traverso la zona paludos:i, p er collegare il Benndcld colla cittit. Una fregata svedese, che aveva. iniziato dal mare un fuoco d'infilata sulle posizioni degli assediant i, fu cont robattuta e costretta. a r itirarsi. La notte dal 17 al 18 maggio fu preso di viva forz:, i l W olfsber g, caposaldo del Binnenfeld , ma in segu ito a uu con ti·attacco fu riper d u to. I! 25 m aggio giunse il gçn. Cbamba.rlhac che :issunsc la direzione de i lavori d'assedio. X ella notte del 26 fu completata la 2" parallela sul R inncfelcl e 5,1111a s trada di Corlin ; nella notte sul 3 giug no fu a perta h 3', dalrs a.I l O s i aprì il bombardamento regola.re l'l l. a ltre batterie s i sm ascherarono fra la 3" e la. 4' parallela ; la ridotta sul Wolfsherg capitolava, ccl u na tregua d i 24 o re si s tabiliva fra i belligeranti. Questa p erò, venne roL ta poco dopo da.i P.russia.n i ; i l gen. Tcu lié venne colpito da una palla da cannone, per cui dopo sette giorni soccotnbcva. 1-· ra il 10 e il J4 giugno giu11sc.ro nuovi rinf9rzi: 16 pezzi e molte m u nizioni che, col precedente arrivo del 4° regg. ilali:'lno. di Jinca, portarono le forze assed ianti a 8000 u. con 40 cannoni. :;\'ella 110!.te sul 1.5 il gen_ Gu t.adon decise . una sortil~ gc,'.eral';- su, tre colonne; la sor pr esa nuscr e gli obb1ett1v1 funmo m part e r aggiunti ; però i P rw;s iani, n ella impossibil ità di conser varli, li a bbandonarono all'a.lba. Altre due ~ort ite vennero effet tuate nel la notte sul 17, m a. anche questa volta


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.\sscà io cli co1b'crg, 1807. (L'alUpiano r1 dr. <lei WolfsbeJ•g è il BE'nnenre1ct

si conclusero col ripiegamento della guunigione in città. Fallì anche un nuovo atiacco contro il ·wolfsb~rg, ten· lato il 19 . Il 20 giugno l'assedio entrò nella sua ul tima fase; mrm·i tentativi <li sortita furono respinti il 26 e il 30 i posti piì, importanti esterni del n emico erano sta ti conquistati; le ultime due più forti posizioni, i! bosco fortificato di ]lfainku le e l'opera a N . cli Stubbenhagen. furono occupate il 1° e il 2 luglio. F inalmente, stipulandosi l'armistizio genera le fra i belligeranti, le operazion i ebbero te,mine. C., per la pace d i Tilsitt, r imase a l rè <li Prussia.

Colbert (Giovanni Battista), Uomo di Stato francese (1619-1 683). In iziò la sua canicra nel banco San G iorgio di Genova; passato per opera <lei cardinale Mazarino, nell'amministrazione francese, vi raggiunse le pi,\ alte cariche. Egli fu il r iorganinatore della. marina francese, scossa dalle guerre civili, e tenuta in conto seconda.rio dal Mazarino. Chiamò nell'armata giovani nobili delle provincie; frenò poss ibili malversazioni creando il corpo del Commissuiato ( intendenze); ampliò gli arsen ali, specie quello di Tolone; appoggiò le società per h colonizzazione dell'America; formulò la celebre legge « I scrizione marittima ll per assicurare a lla N!aTina personale capace e numeroso, abituato alla vita di mare; sviluppò inoltre la costruzione di n aviglio prew1men te francese; emise le «Ordinanze" per le armate navali e gli arsenali di )'farina (1689) che servirono d i modello per le altre nazioni. Colbert -(baro1te Au.gusto). Generale francese (17771809). Si battè valorosa.mente ad Austerlitz, dove fu pro.

mosso generale. Fece tutte le successive campagne e cadde caricando, alla testa dei suoi squadroni, gli In~lesi presso Villa.franca, nella Spagna.

Colbertaldo (Cesare). Generale, 11. a Torino nel '. 1865. Sottot. di :fanter ia nel 1883. partecipò al la guerra 19 15- 18, meritandosi una med. d'argento a Pla,·a (giugno 1915) e una a l'.,fonte Zovctta (giugno 1916} dov~ fu fatto prigioniero. Rien- · trato in Italia prese parte· alla. campagna d'Albania. nel 1919, quale comandante del la brigata Tanaro; collocato in r. A. S , (1920) raggiunse nel i923 il grado di generale dì divisione e fu collocato a riposo• nel 1927.

Col bricon

(}fonte

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Passo). Xelle ,\!pi <li Fas-

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sa. F a parte cli quella ca-· tena montuosa a sud-est dél fiume A ,·isio, che fu ,,. da noi in gran parte espuCulbcrL Aug·us to gnata, nelfestate-amunno , 1916 con le belle operazioni del « nucleo Ferrari » (unità speciale, al comando del maggior generale Giuseppe Francesco Fcrrari e composta. originariamente ciel 23° · e 49° reggimento fanteria. e del 13° regg imento bersaglieri). Dette operazioni, iniz iate nella notte tra il. 19 ed il 20 luglio 1916, portarono rapidamente alla con quista del Passo di Rolle, d i cima Cavallazza e dei passo di Colbricon, ma la vetta del piccolò Colbricon (m. 2208) due volte raggiunta, dovette essere abba11donata, sotto il fuoco degli sbarramenti d i Lusia e Dos-· saccio, nè potè essere occupata nei giorni successivi. Riprese le operazioni nell'agosto, furono intensamente· protratte fino alla metà di ott0bre, e dopo le success ive conq uiste dal Cauriol, della Cima Garcl inal, della,


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Cor.

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Rusa .\Ila. anche la ,·eua del Colbricon cade,·a in man o dei nostri bersaglieri (2 ottobre) e r<;siste,·:i. p oi ai ripetuti contrattacchi dcll'ancrsario. anche quando questo ripetutamente tentò, durante l'estate e l'autunno del l9li, d i insidia re le nostre posiz ioni con imponenti lavori di mina.

Colchester (ant. Cam11/orl11 1111111). Citl:\ marittima dell'Inghilterra, nella contea di Esscx; ebb<· un'ant. fortez za fin cbll'cpoca ddla dom inazione sa3so11c. Fu presa ,Jall'impcralorc Claudio nel 42 d. C. che vi µose una colonia romana. I . Assedio di Co/c/,rstcr (62 d. C.). J\ppa..rl icne all'jnsurrez;ione degli indigeni contro i Romani. Solo 200 uomini appartenenti alla 9" legione vi erano di presidio, cd essi si difesero disperatamente, m:i. la citti, fu invasa e il presidio massacrato. insieme con quanti Yi ~r ano par(igfan i di 1~oma.

J 11 -

IJOL

cksburg. Era stato anche rinforzato dal corpo di Breckinr i<lgc e dalle truppe di Beaurcgard, che lo aveva raggiunto <lopo avere halluti a New :I.Jarkcl i Federali condotti da S igcl. L'azione, inizia t~ si il .30 maggio, si sviluppò con Yaria 'v icenda in una serie rii accaniti combauimcnti parziali fino al 3 giugno. Tn questo giorno i Fed.:rali m,),;:;ero all'atlacco altraversu il terrrno acquitrinoso, rafforzato da numerose abbattute e reso più difficil.: da.Ila folta vegeta1, ione. ~[a, pur essendo giunti in qu1lchc luogo sino allr trincee avversarie dovettero, dopo avere perduto oltre 13.000 u. ripiegare. Dei Confrd, rati ca.ddcro in tutto 1000 ti. I n qm·sta s in2a1,ione cli cose il Grant decise a sua \'Olla di trincerarsi e organizzò <li fronte al nemico 1.:na linea di resistenza che que,1i im·ano tentò di attaccare il 4 e S g iugno. Un armistizio d i due ore, concluso il 7. per raccogliere i feriti e seppellire i morti, segnò la fine della battaglia.

II. ];;attaglia r1; Colrhcste, ( 6.2 d. C.). Durante il brel'e assedio di C., Quinto Pctilio c~ra.le Cesio, coman-

dante della. 9• leg ione, mos;se a soccorrerla con 2000 fami e alquanta. ca,·alleria. ma venne an-ilur,pato dagli insorti e a stento poti> salvarsi con l.t cavall~ria, mentre fanti roma11i ven ivano tt:lli massacrati.

IIT. Battaglia di Colclzcstcr (61 d . C.). Gli in.,orti, dopo i precedenti avven imenti, divennero imponente ma.,;sa, che tru,idò ,·arii prcsidii romani. S\'ctonio Paoli.no accorse sul posto con 10.000 u . (13' legione e parte delh 20') e s i venne a battaglia campale. in cui le qua drai<• legioni ebbero il sopran·ento sopra le grandi masse ne miche. Alla vittoria succedette una dura. repressione delle tribù ribellatesi. IV. Assedio di Colchcstrr (1648) . .-\pp:irtienc alla guerra dvile inglese. I monarch ici della contea cl i Kent, sbaragliati dalle truppe di Cromwell. non riuscendo più a combatlerc ill campo ap~rto, nel giugno si chiusero in C., comandati da lord Capd e Carlo Luras, e vi f urono assediati dagli a,·,·ersari, comandati da Fairfax. La resistcn ia degli assedia ti, i q ua li rcspinsern p a recchi a=hi, durò fino al 23 agosto, giorno in cui, esau riti i vi\'eri, dovettero arrendcr,;i a disuezionc.

Cold-Harbor . Loralit.', degli Stati l'niti, nella Virgi nia .

Ba/taglia di Cold -T-larbo,· (Guerra d i Secessione, 30 maggio - 3 giugno 186~) . Dopo la battagli, di :--:orth Anna, il gc n. Lce a\'c-va orrnpa to u na fom1idahile pos izione sul basso Xonh-.\nna e sulla L irtlc R iver, p res:;o la loro confluenza. ostacolando la marcia di Grant. Quest'u ltimo. che ne;! fra ttempo era s ta to rnggiun to da Sheridan. dc-cise allora di riprendere il nlO\'imen10 per la sinistra, evitanrlL, le pos izion i fort ificate delrav,·ersario. Dopo qualche azione d imostrativa sul fronte, occupato il gu,do di IlannO\'crtown sul Pamunkey. lo passò fra il 2i e il 2S. Scelte come basi di manovra Withe Jfome e w~st Point, su cui già si era in passato appoggiato il .\lac Clcllan, portò ,·erso C. J/. la propri,1 ca va lleria , facen dosi seguire il 29 d J I resto d elle truppe, già impegnate da ogn i parte coi posti avanzati del nemico, meno che sulla sin istra. L ee intanto si era trincerato a ~orci Es t d i R ichmond , colla destra verso C. 11. coprendo quasi tutte le comunicazioni, fra le qua li specialmen te la stn•da da Richmond a y: r ider i-

Coleman (De ll'itt Fe11aJly). Primo tencnre del Corpo ae ronautico nordamericano. Fu l'un ico straniero decorato di medaglia d'oro italiana. .heva conseguito ii hrc,,euo di pilotaggio nei campi scuola della no5tra a viazione m ili tare d i Foggia. R aggiunta !a fronte poco primà delle giornate di \'ittorio \ encto. diresse varie audaci cd abili azioni di bombard:unento, in un,i delle qua li, il 27 ottobre, dopo a\'C<r sostenu to u11' in1pari lotta con cinque _caccia a\'\'crsari, trovò morte ,.loriosa. Il dramma tico episodio è così ricostruito nella. moth·aiione d i medaglia <.l'oro: «)."cl pomeriggio del 2i ottobre 19 lS. dur:intc una azione d i bombardamen to, qu ale capo equipaggio di un apparecchio Caproni, altaccaLO da cinque velivoli Hcmici da caccia, invece di sottrar,;i, atterrando, all'impari lot11. prefèrì accettarla !:ienza esitazione, trasfondendo for.!3. ed e ncrgia nei rnmpagn i di volo rol suo lllagn i fico esempio di ri,olut1.zza ed a rdimento. Due deg li avversari furono abbattuti dal tiro infallibile dcll'apparecrhio acce rchiato, a bordo del qu:tle si continuò a !ollare. pur tra le fiamme. lino a d1e, strell o e soverchia Lo dal forte n ucleo dei nemici, precipitò, e l'int('ro equipaggio scontò con la morte la sua audac ia>>. (Cielo cl i Yittorio \ ·cneto, 2i o ttobre 19 18). Colenso. Yillaggio nella zona scuen1rionale della Colonia inglese del Capo. Durante la guerra anglo-boera i Boeri, allo scopo di imped ire agli Inglesi di avanw re su Ladysmi t si trovavano, n el dicembre IS99, forti di 4000 u. a ca,·allo con 8 o IO cannoni a tiro rap ido :.\Iaxim e Krupp da iS mm. comandati dal gcn. Rotha, sullr. a lture a N . d i C. L a posizione si pres1ava ben e per la d ifensiva, costituita da u na serie •; monticelli cle\'antisi a gradini successivi sulla sr. del Tugela e a dom inio del fiume. Essa era. gua rn ita di profon de trincee e s i appoggiava a un'altura, ove esi~tev.:i un vecchio blokhau , (forte \\'ylie} e alle alture cli Illangwane-


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hill, sulla dr. ciel Tugela occupai~ da 800 u .. pumo importante perchè impedi,·a ra.v\'Olgimento e i tiri d'infilata sulla p0sizionc principale. Il fiume stc sso costituiv,i l'ostacolo frontale a ll'avanr,ata. Le truppe erano riu ni tl ind ietro in due campi se parati ; la linea ern gucrnita di una serie di piccoli posti e \'Cdttlc che al m<>mcnro opportuno do\'e1·a c~sere rinfor,.ata. Conrro i Boeri stava il gcn. inglese Huller, co11 4 bri1:rntc di fanteria una di cavalleria 2 cp. di fanteria montata regolare, S irregolari, 5 btr. mootate da 16,5 mm, J.J pezzi di m:u--ina da Il i.5 mm.: in tutto li ~00 iami. 1325 fanti mont.iti, 826 cavalieri e -1-1 cannoni. l l 13 e il l-1 dicembre gli l nglcsi iniziarono il fuoco da 8 e 6 km. coll'art iglier ia di ma rina, rna st nza a lcun risu ltato. Il 15 dicembre fu disposto l'attacco contro k posizioni a,-.-ersaric; primo obbicttirn l'altura di 1-ort \Yylie. Sulla sr. do,·eva a,·an~trc la 5' brigata. di fanteria, verso il guado di Bridlc 1Jrift; la 2' !:rigata doveva at1 accare frontalmente trav~rsando il fiume sul ponte di C. la 4" ucllo spa7.io imermedio per app,,ggiare razione delle due precedenti, la 6' doveva marciare ,·er:;o Hlangwane- hill a protezione della dr. della z• e sostenere la fanteria montata che, con un:t bc1ltcri:i., do,·e,·a occupare quest'all\lra per poi battere d' i11iilata la JJOsibionc principa le nemica. TI passaggio era JJrcpa rato e protetto dai pcui di marina; nessuna rise~,·a re.sta1·.1 a disposi7.ione del comando. L'attacco, iniiiato alle 5,30 dd ma.nino con preparazione di artig lie ria, senza che i Boeri dessero segno di \'ila, si spiegò dalla sin i~tra, in colonna di battaglioni per colonne di compagnia.. sen.ea a1·auguardic nè 1ru1>pe di sicurezza. :\ 1200 m. i lloeri aprirono preciso e micid iale il fuoco di artiglieria e di fucileria dal Globlcrs-K loo e dalle tr incee. Colti di sorpresa, g li Tnglcsi cercarono di spiegarsi; nel mov imento i rcpal'ti si frammischiarono, mentre l'artiglieria cerca,·a inutilmente di sostenere la fanteria disorientata e incerta. :S:on migliol'C successo ebbe l'atta.eco frontale: le due bl'igaté 6'

e -1° a\'anza1·ano con un hgl. ciascuna in 1• fila. gli altri in seconda . .\Ile 7 i Boeri ;prirono il fuoco dalle alture a ~. del ponte. l'arte di un bgl. inglese riusci a giu ngere nell',1bitalo d i C .. m a , non sorretto, dovette ritil'al'si ; il rimanente apl'ì un fuoco violen to qu:ulto inefficace contro i Jloeri, s«ldamente tl'incerati a 900 m. di distanza. né·. contro il fuoco avversario. potè procedere d i un p:rnsn. Le btr. montate, spinte,;i a :JOO m. cl:llla pos izione nemica prr appoggiare la fanter ia che non si moveva, furono !Jl'Cse sotto il iuoco dei llot:ri e costrcllt! a cercare riparo in una ,·icinn boscaglia dove rimasero immobilizzate; solo due veni si poterono ricondurre indictrc1. Infine :i11che l'a t tacco sulla dcstr.i, condotto cl;, J()()I) fanti r11ontati e 6 p e1.1,i, dovette cedere all'intt11so e preciso fuo,o nemico non appena giunto a 1200 metri dalle posizioni. .-\ questo punto il 11e11. Jlullcr ordinò la ritirata. Quc• st.t si effettuò o rdinatamr\\tc. po id 1c i Boeri s i limitarono a inseguire col fuoco le truppe ,Ile ripiega·.-:u10. f.c perdite inglesi furono di 21 ufficiali e lì6 sokfoti prigionieri. i umciali e 110 soldati morti e -13 ufficia li e i19 feriti, e 10 cannoni.

Colera ( 11cgti eserriti). E' una mala,t ia iP fctl iva c:irattcrizzata da dia rrea. l'Omito, cramµi musco la ri. ccc., e determinatl da un ,lt('rlllc speciale. il « vibrione co krigeno "· scoperto dal Kock nel 1883. La culla di qu.:sta infezione è l'lndia, da. cui il contagio può difiondcrsi nel -on!incntc turopco s ia att raverso la via di terra (Yksopotamia. S iria. regioni transcaucasiche). sia per la ,·ia di mare. Dh·crse epidemie infierirono in Europa; merita. speciale menzione quella che ebbe inizio nel 1902 e mostrò una sp icca ta tenden1.a a formare focola i epidemici in varie region i dell'Europa. Sono ,·:11nµe di questa ep idemia il colera avutosi in Italia ne-I 1910-1911 e quello del 1915-1916 sul fronte del hasso Tsonzo. durallle la guerra. mondiale. che fu prontamente dominato gnuie alla mirnbilc organ itb:,zione p ro5lattirn


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effettuala dalla Sanità ;\1:iiilare in perfetto accordo colla Sanità Pubblica. Sorgente d' in fez ione è l'uomo ammalato colle sue deiezioni e col vomito, gli oggelli contaminati, le mosche, e sopratutto importanti sono i «portatori», i quali, oltre a i convaksceati dell' infezione, possono essere individui sani o indi,·idui che soffrirono manifestazioni lievi della malatl ia. Hanno importanza anche l'acqua e i cibi per la diffusione della infezione, il cui sviluppo è favorito clall'abt1so delle sostanze alcooliche, dagli strapazzi, dagli eccess i dell'alimentazione, dalle affezioni dcli' apparato digerente (catarri gastrici, cnterccoliti, ccc.). Si comprende quindi come i combattenti, tenuto conto dei disagi e delle fatiche della vita di campagn a, dell'alimentazione non sempre congrua, del facile abuso di alcoolic;, co11 conseguenti disturbi dige~tivi, siano pa rticolarmente predisposti a contrnrre l'inkzionc colerica, che minaccia di assumere in guerra proponioni a llarmanti in modo eia compJ"Ometterc la polwzialità di un esercito, tanto più che prr le stesse contingenze belliche non sempre è possibile realizza.re una perfetta profilassi. L'attuazione di questa infatti rlchiede disinfezioni scrupolose delle trincee, esposte a i colpi nemici, e l' isolamen to non solo degl'individui colpiti dall'infezione, ma aJtrcsì dell'intero reparto al quale essi appartenevano, per la possibile eventualità di altri casi, nonchè per rintraccia,·c i portatori, i quali, come si è detto, lianno la maggiore importaiiza. nella diffusione della malattia. Tutto ciò, come si comprew:le di leggicri, presenta difficoltà non lievi d urante le azioni belliche. Kell'ultima guerra furono impiantati labor.1.tori ba.ttcreologici, locali d'isolamento per il ricovero degli infermi (lazzaretti) e per le persone che ebbero contatto con essi (locali contumaciali), e fu praticata. la vaccinazione anticolerica, che ebbe a mostrarsi presidio profilattico di gra.nde efficacia. Colera (nell'Armata). La comparsa del colera nel!' Armala coincide con le epidemie generali. Nell'epidemia di colera che colpì l'Esercito durante la. guerra mondiale, l'Armata nava le, su 125.000 uomini ebbe soltanto 4 morii. Le navi godono di una relativa. immunità verso il colera, dovuta all'allontanamento rapido e diretto delle feci in mare, alla difesa dell'acqua potabile da contaminazioni ed all'accentramento del servizio di prepa.razionc e distribuzione dei cibi. Le navi italiane trasporta.cono da Durazzo all'Asinarn 20.000 prigionieri austriaci catturati dai Serbi; durante la traversata di 4 giorn i il colern infierì tra i prigionieri, cagionando una mortalità spaventevole: u na sola nave, il « Re Vittorio», su 3095 prigionieri, gettò in mare 844 cadaveri. Una grave mortalità s i osservò pure sulle n,tvi-ospcdali che trasportarono i soldati serbi <lall' Albania a Corfù e Biserta. Invece, gli equipaggi delle navi furono completamente risparmiati . Nelle condizioni in cui avvenne il trasporto dei prigionieri austriaci e dei soldati serbi, con un numero così ingente di malati e di morti a bordo, i mezzi ordinari di profilassi non avrebbero potu to prese1vare gli equipaggi dall'infettarsi per contatto diretto. Il mirabile risul tato è dovuto alla vaccinazione anticolerica che fu applicata.· i·igorooamente a. tutti gli uomini in servizio. I .a controprova. è che dei 4 morti per colera, 3 s i verificarono nel 1915 p rima dell'applicazione della vaccinazione, il 4° nel 1916 sopra una

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nave-ospedale che per circostanze contingenti non aveva. praticato la vaccinazione.

Cofes Cowper. Capita.no della mar ina inglese del secolo XIX, il quale presentò un modello di « zattera a vapore)> con cupola girevole corazzata, a proteziotte di

Torr<' corazzu1a Colcs g-lrevolc, per za1tere uno o più cannoni di grosso calibro. La sua invenzione, offerta a.Ila marina inglese nel 1855. non fu presa. in considerazione, ma venne sfruttata. durante la guerTa di Secessione cl' America e dalla Francia (18.59-1864) e diede buoni risultati. Il C., nel settembre 1870, prese parte con una sua zattera ad un'azione di guerra presso il Capo Finisterre, e poco dopo trovò glotiosa. morte in mare .

Cofetti (Domen-ico). Generale nato nel 1855. Era tenente del genio nel 1877 ed insegnò fortificazione presso la Scuola. di Applicazione di art:glieria e genio. Da ten. col. passò a di:;posizione della R. Marina quale direttore del Genio alla Spezia. Da colonnello, fu nel 1909 nominato direttore del Genio a Napoli. Nel 1913 fu collocato in P. A., e, richiamato in servizio nel 1915, fu promosso magg. gen. e destinato al comando del Genio d i Napoli, rimanendovi per tutta la durala della. guerra. ~cl 1919 fu · collocato in congedo. Colettis (o Kolettis, Giovanni). Generale greco ( 1788-1847). Noi 1821 alzò la bandiera. della rivoluziotte con tro il dominio turco e divenne generale; nel 1827 combattè in Attica e n ell'Eubca i Turchi, che scon fisse a Ca.rystos. Partecipò in seguito sempre al governo del suo paese. Colfìorito (Passo di). Si tro,·a nell'Appennino romano, e mette in comunicazione la vallata del Te,ere (Foligno) con quelle del Potcn1.a e del Chienti. Ha impor_ tanza militare strategica, considerato in unione agli altri tre colli, R occa Trabaria, Scheggia e Possa.lo, nel caso di az ioni e lrasport i di truppe dal versante Tirrenico a quello ,\driatico. TJ 5 agosto


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1416 vi avvenne un combattimento fra le truppe di Braccio da :Montone e le trnppe sforzesche, coma1;date da Paolo Orsini, le quali ultime furon sopraffatte e il loro · capo vi lasciò la vita. Ne! 1860 vi accampò il C. d' A. che tagliò la r itirata a l Lamoricière. Nel 1&80 s i istituì presso il colle un poligono di tiro per artiglierie di grosso calibro.

Col ioo. Comune in prov. di Como, sul lago. Passarono per il suo territorio gli eserciti tedeschi di Federico Bàrbarossa e al tempo della rivoluzione in Valtellina e delle guerre di religione ivi svoltesi, i Grigioni si spinsero colle loro scorrerie su C., che danneggiarono parecchie volte. Presso C. la valle dell'Adda, percorsa dalle grandi vie dello Stelvio e del Bernina; si allarga e ad essa. si unisce la gra.nde strada dello Spluga dando alla piana di C . grande importanza strategica come nodo principale di tutte le grandi comunicazioni del bacino superiore dell'Adda. A dominio della regione, sorse il forte di Fu.e11tes (V.). Coligny (Gaspare di). Maresciallo francese, n. ver'So il 1470; combattè a F ornovo e Agnadello e morì a Dax (1522) mentre doveva assumere il comando delle milizie mandate da Francesco I a invadere la B iscaglia. Gaspare di Coligny. Ammiraglio d i Francia, figlio del precedente, (1519 - 1572). Combattè in Fiandra nel 1543, si distinse nel 1544 a Carignano e Ccresole e nel 1547 fu nominato colonnello generale di fanteria. Pubblicò le sue << 01:dinanze », che contengono in embrione il regola mento d i disc ipi ina francese. Nel 1552 fu nominato ammiraglio e tentò spedizioni coloniali nel Brasile e nella Fio.rida. Abbracciò poi la R iforma, fu uno dei capi Ugonotti e come tale fu uno dei primi uccisi nella notte -d i S. B artolomeo.

Colin (Leone). Medico mii. e scrittore francese ( 1830-1906). Pubblicò numerosi scritti, fra i quali : << La febbre tifoide nell'esercito >l e nu rucrose memorie spa-rsc nelle riviste di medicina m ilitare. Coli?• (Paolo C. de Mames). Genera le francese, n. nel 1861. Uscito da lla scuola di Saint- Cyr, frequentò la Scuola di guerra e nel 1914 era colonnello di fanteria. Si battè nei Vosgi, e, come comanclante d i brigata e di divis ione, a Verdun. Nel 1917 (29 ottobre) parti per l'Italia con la sua divisione e sui primi d i novembre con la su.a divisione giunse nel Veneto: il 12 dicembre era a J3assano. Nel gen na io en trò in linea sul monte Tomba, e nel marzo tornò in Francia. Dopo la guerra il genera-

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le C. comandò la ,33• divisione e poi passò nella riserva,

Colin ( Giòvamii). Generale e scrittore francese, nato nel 1864, caduto combattendo sul -fronte macedone nel 1917. Autore di molte apprezzate opere, fra le quali: « La campagna di Bonaparte in Italia l>; « Annibale nella Gallia»; « Le ca.mp;igne del marescia llo d i Sassonia>>; « La fanteria nel XVIII secolo,,; << La tattica e la d isciplina negli eserciti rivoluzionari» ; << La campagna del 1806 », « L'educazione milita.re di Napoleone »; « Le gra.nili battaglie della Storia»; .(( Le trasformazioni della guerra».

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Colla (Andrea). Medaglia d'oro, n. a Cairo Montenottc, m. a Genova (1815-1844). Semplice e modesto graduato di truppa (sottocaporalc del 15° regg. fan teria) meritò la suprema distinz;ione a l valore, per avere, come dice la motivazione: « i.11'-occasione d i disastri avvenuti al Ponte del Varo il 3 dicembre i841, esposto fo tal fra.ngcnte replicatamente la vita ad eviden te pericolo per salvare quella dei naufraganti >J. Promoss,> ~ porale si congedò e morì di malattia a Genova in età di soli 29 anni. Collado (Luigi). Ingegnere spagnuolo e scrittore m ilitare del secolo XVI. Durante la guerra dei Paesi Bassi perfezionò le artiglierie specie nel tiro in arcata. Trattò anche della fabbricazione delle polveri, e· fu diverse volte in I taJia, specie nel napoletano. Scrisse fra l'altro: ,, P ratica manuale dell 'artiglieria ll. Collalto. Famiglia longobarda che p rese il nome dal castello omonimo nel territorio di Treviso. Si distinsero nelle armi: Tolberto, condottiero del sec. XIV, al servizio pdma dei signori della Scala, e poi della repubblica d i Venezia. Collatino, condottiero del sec. XVI; fu con Piero Strozzi alla M irandola e coi Francesi a Siena. Giacomo, condottiero del sec. XVI, si battè in Francia a capo cli due rcgg. tedeschi, poi passò a l servizio de lla repubblica veneta. Rambaldo XI, conte di C. Genera le dell'Impero, n. a J\:Ia ntova, morto a Coira (15791630). Dopo cli a.vere coperto varii uffici politici e diploma tici ed essersi battuto contro i Turchi in Ungheria, si distinse nel 1623 nella campagna sul Reno, e nel 1925 fu nominato feld - ma resciallo. N'el 1629 iu coman'<lante supremo delle truppe imperiali all'imp resa. di Mantova.

Collare (Ordine de[). V. Anmmziata. Collaterale (Generak) . Car ica istituita dal duca Ottavio Farnese a P iacen za e Pam1a, e messa in atto nel 1595 da.I n ipote R anuccio, per reggere e rassegnare tutta la milizia a piedi dello Stato. Tale carirn fu tenuta in alta considerazione (V. Conta.dora). Collatina (o Co/lazia). Via romana che congiungev'.lCollati;i, antica città sull' A_nicnc, con Roma. Era lunga soltanto 16 km. e correva a s inistra di via Prencstina.


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Trincea cli collaurlo !tallana duranw la g-rancle g-uerra

Collaudo. E' l'insieme delle operazioni di.rette a<l accertare se u na mater ia p rima od un manufatto possiede tutti i requisiti r ichiesti per lo scopo cui è destinato. Se il collaudo è favorevole il matcriaJe v iene accettato; se in-vece è sfavorevole i.I materiale viene rifiutato; può darsi anche che il collaudo sia. sospensivo ed allora, prima di addivenire ad una decisione si ripetono le p rove, talvo)(a con modalità modificate. Pei metalli le prove d i collaudo sono svariate e dipendono dalla specie del metallo; per le polveri le operazioni di colla.udo comprendono: prove prelim inari, verifica della granitura, misura della densità gravimetrica, misura della densità reale e p rove balistiche. Queste ultime si eseguiscono sparando una serie d i colpi col cannone (o col fucile), con carica e proietto determinati per ogni specie di polvere; si misura ad ogni colpo la velocità inizia le e la pressione. I valori mcdi delle velocità e pressioni misurate, devono essere entro determ inati limiti ed i relativi scarti medi non superiori ad una certa quantità . Per le artiglierie si fanno i collaudi di lavorazione e · quelli a l tiro. I collaud i di lavorazione, sia durante la lavorazione, sia alla fine di essa, eseguendo prove mecça.niche sul metal lo, verificando tutte le parti e le dimensioni in confronto delle tavole d i costruzione. I collaudi a l tiro si fanno sparando aie.u ni colpi colla cariuL massima, scambiando ad ogni colpo le parti di ricambio del congegno d i chiusura. Le artiglierie di difficile trasporto si considerano collaudate anche senza questa prova, la quale però viene eseguita quando esse sono state installate in batteria . Le armi p ortatili vengono collaudate in modo analogo. Gli affusti, dopo che sono stati collaudati i vari materia li che servono per la costruzione delle varie parti, s i collau dano a l t iro, sparando alcuni colpi colla carica massima e cogli angoli di tiro massimo, minimo e intermedio. Il collaudo dei proietti si fa, p r ima eseguendo prove meccaniche e chimiche sul metaJlo, poi m isu ran<lone le dimensioni varie, infine sottoponendoli alla prova dell'acqua, (si in troduce nella cavità interna dell'acqua a una forte p ressione e non si devono a vere trasuda.menti). Le spolette

a percussione si collaudano al tiro eseguendo una serie di colpi a p roietto scoppian te; non si deve superare un certo numero <li ~O[Jpi manca.ti. Per le spolette a dòpp io effetto si eseguiste prima il colla.udo a percussione con le stesse norme usate per le spolette a percussione; poi si procede a l collaudo a tempo ( che si esegu i.sce anche per le spolette sola.mente a tempo), sparando una serie d i colpi a tempo a<l u na distanza media ; la dispersione longitu dinale degli scoppi non deve essere superiore ad un certo li.mite. Il C. delle artiglierie, introdotto nel sec. XVIII, fu causa di perfezionamento. Anche le opere di fortificazione subiscono in certo qual modo un collaudo, nel sen.50 che prima della loro costruzione s i determina sperimentaJmente la resistenza. che esse possono presentare, per detenninare le d imensioni che esse devono avere per poter resis tere ad un dato proietto. Così le corazzature vengono collaudate eseguendo le prove meccaniche del metallo e poscia sottoponendo al tiro u,na certa aliquota di corazze. Coperture di calcestruzzo e parapetti vengono collau, dati sottoponendo ad apposite prove d i tiro in po ligon i coperture e parapetti delle stesse d imens ioni e della stessa composizione di quelli da costruirsi. Anche durante l'u ltima guerra, prima di concretare ed adottare un determinato tipo di trincea, si costruivano trincee di prova, che si collaudava.rio sparandovi contro per verificare la resistenza. che offrivano e il grado di protezione che potevano assicurare.

Colle di Va l d'Elsa. Cornune in p rov. di Siena, sulla sr. dell'Elsa. P rima del 1000 si chiamav3, Castello di Piticiano, noto per la sconfitta toccatavi dai fiorentini (Il giugno 1269) comandati da G ia.mbertoldo, per parte -dei Senesi un iti a i resti dell'esercito di Corradina. Dopo la disfatta d i re Manfredi, a Benevento, la c ittà, diventata guelfa oppose a i Ghibellini vittoriosi resistenza. E modellatasi sulla costituzion2 democratica fiorentina subi non poche fazioni interne. N el 1330, trovata la quiete nel sottoiuettersi a Firenze, venne completata nelle fortificazion i da Loren?.o de Me-


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dici. Sullo scorcio del J479 C. seppe opporre valida resistenza agli alleati del papa; e respinse quattro assalti prima di cedere (H novembre) alle genti del duca di Calabria, che la dominò per quattordici mesi, fino

TO l'l'IOne mccllrvnre d i Colle d l Val cl'Clsa

alla pace Ira Firenze e )ìapoli. Fu in quell'epoca rovinata, ma nel 1592, sotto papa. Clemente VllI il granduca Ferdìnando I , riebbe i primitivi onori e fu elevata al titolo di città forte.

Collegamento. 1 collega.menti debbono mettere i _ Comandi in grado d i conoscere le difficoltà e i bisogni delle truppe dipendenti, di seguirne ogni manifestazione di vita, di impartire ordin i e controllarne la loro integrale esecuzione. I>ebbouo inolt re mettere in grado i reparti d i riferire sulle azioni in corso e sui propri bisogni; tulti i Comandi, di essere a.I corrente di quanto si svolge nelle loro immed iate vicinanze, e ciascu na arma, d i agire con concomitanza di sforzi pe,·chè la cooperazione possa svolgersi completa. cd efficace; i servizi, di conoscere in tempo i bisogni delle truppe per preven irli e soddisfarli. L 'organizzazione e il funziona.mento dei collegamenti debbono assicurare, in ogni contingenza, l'azione di comando e la cooperazione delle diverse armi e delle singole loro unità. Per raggiungere q~esti scopi, il co llegamento si fonda. su mezzi di informazione e mezzi di trasmissione.. e si estrinseca in corrent i mu l-

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tiplc d i comunicazioni che corrono in ogni senso in terra. e tra clementi terrestri ed aerei, e sono controllate ed integrate dall'azione di comando e dall'osservazione. Organi di trasmissione sono: a) Agenti di collegamento: ufficiali o personale d i truppa, accuratamente scelto cd addestrato, che permetta di realizzare la continuità del collegamento tra Comando ed unità dipenden ti. J.'esistenza di qucsli collegamenti presso un dato Comando non dispensa quest'ultimo dal do,·ere di collegarsi col Comando che ha distaccato l'agenlc; b) pattuglie di collegamento: con compiti e composizione speciali a ~econda. del particol:i.re compito loro affidato. e). centri di trasmissione: provvedono a!Ja trasmis·sionc, recezione ccl inoltro di ordiJti e notizie ; sono costituiti in genere dalle Grandi Unità; sono dislocati nelle zone vitali, hen tipara.lc e facilmente accessibili. comandati da uffici,d i d i S. J'vf. e dotati di u n certo numero d i age11ti e pattuglie e da sufficienti mezzi di trasmissione; d) osserva.lori aerei : impiantati dalle varie armi e rispettive uniti, nei p ressi dei propri Comandi ; e) compagnia telegrafisti divisionale: provvede ai collegamenti tra Comando della Divisione e corpi e servizi dipendenti, nonchè tra. Coma.udo della D ivisione e Comandi delle Divisioni laterali; f) plotoni collegamenti de lle unità minori; collegano la propria unitit con quelle direttamente dipendenti: g) mezzi delle un ità d 'artiglieria : pattuglie di tiro e pattuglie di collegamento; assicurano la esatta. esecuzione del tiro e la concomitanza. di sforzi in correlazione con le altre a rmi; h) mezzi di collegamento de l Genio : provvedono a sistemazioni di carallere generale e di maggiore importanza.

Mezzi di trasmissione: a) Tele/0110: il mezzo di trasm1ss1011c più completo nel campo tallico. E' il più rapido, il più semplice, quello cbe offre maggior rendimento. Sono però facili le interruzioni e le intercettazioni. b) Telegrafo: di laborioso impianto e manutenzione ; vuole personale specia lizzato; non consente le co municazioni ver bali e quindi di minor celere rend imento.

J>IOl011<' 1ra~ml sston 1 ùCIIIL compa!(n iu conwnc10 c1c-1 2° rcgg, ron tcria


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e) Telegrafo sc1iza fili: non soffre interruzioni; è di facile impianto; ma di lento e scarso rendimento. Non può essere impiegato sulle prime Iincc e si presta facilmente alla intercettazione. d) Geo-telegrafia: è un mezzo sussidiario che trova buon impiego nelle prime linee. Le intercettazioni sono facilissime, non è però soggetto ad inte rruzioni. e) -~ifezzi ottici: economici, celeri e sicuri, di particolare rendimento specie in montagna. f) Mezzi acustici: sussidiari, di scarso rendimento; ma particolarmente idonei per compiti pa rticola ri (allarme, richiesta di concorso, ecc.). g) Messaggeri, piccioni viaggia tori, cani-messaggeri, lancio di messagg~ sono infine mezzi di limitato raggio d'azione, ma che trovano particolare cd utile impiego per determinati compiti o m issioni. I mezzi spcci ftcati hanno particolari cara tteristichc, offrono vantaggi e presentano svanta~i: occorre quindi adeguare il mezzo allo scopo ed alle possibilità, utiliv.ando di ciascuno le peci1lia.ri c.,ratterist iche, perchè tu Iti possano lavorare al massimo rendimento, integrandosi e compie-· La.ndosi in un sistema armonico e perfetto in ogni suo elemento. I collegamenti costituiscono il sistema nervo_ so dei Comandi e sono quindi indispensabili. Ogni me7,zo va organ iz,-..ato come se debba bastare a sè stesso e tull i i mezzi debbono essere messi in azione seg-nala.zioni di cornando in un piano organico e a ,·ellvoli per mezzo di te• razionale che assicurò Ioni btanc·hl n rcrra collegamenti ra.pidiss,n1i, che preveda celeri cd efficaci riattamenti, che impedisca all'avversa.rio di compiere dannose intercettazioni. L'organizzazione si basa sui seguenti criteri: il coliegamento materiale deve procedere dall'indietro all'ava.11 ti; quello spirituale in tutti i sensi; ad ogni unità debbono e., sere assegna.ti organicamente personale e mezz:i adeguati per provvedere ai collega.menti che le competono: quanto più l'unità è minore, tanto più i mezzi debbono essere semplici e di sicuro rendimento. Nell'offensiva, un asse di collegamento raccoglie più mezzi e convoglia linee multiJ>lc ; riunisce i Comandi delle grandi Unità e si spinge sino alle sedi dei Comandi e servizi direttamente dipendenti dalla Divisione, di cui questo servizio costituisce un organismo a sè, alle dirette dipendenze del capo di S . M. L'asse di collegamento segue le vicende del combattimen lo, prolungandos~ snodandosi, adeguandosi alla realtà degli avvenimenti: da esso si diramano e su esso convergono le comunicazioni delle minori unità, conseguendone in tal modo economia di traccia to, faci lità di funzionamento e semplicità di manutenzione. Nella difensiva., invece, una rete più o meno complessa, dà vita a tutta. l'orgai1izzazione difensiva e permette la. più efficace e rapida espli1,azione del fuoco e del movimento in armonia a. tutte

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le possibili e prevedibili esigenze dell'azione. Il funzionamento avviene:

In marcia. Il collegamento viene assicurato dislocando ufficiali presso i punti di incolonnamento, ovvero facendo controllare la colonna in un dato punto o facendola seguire da ufficiali su autoveicolo. I comandanti inoltre ù1tcgrano quest'azio11e percorre11do la colonna. o vedendola sfilare da un punto d'osservazione. I comandanti delle minori unità completano la. propria azione iJn-iando quando e dove a loro sembri necessario speciali messi con compiti particolari,

In stazione. I Comandi delle g1andi uJ1ità si collegano telefonicamente con le unità, corpi e servizi direttamente dipendenti; mentre i Comandi e reparti minori si collegano con le unità direttamente dipendenti a. mez7.0 ciclisti, porta ordini. In combattimento. Il servizio dei collegamenti deve essere studialo e predispo~to dal piano dei collegamenti redatto dai vari Comandi in armonia con le direuive del capo di S. M. e da attuarsi col concorso di tutti gli organi e mezzi d i Lrasmissionc che la gra.ndc uniti, dispone sia organicamente sia per temporai1ea assegnazione. ~ell'azione offensh·a contro posizione orgai1iz. iata a difesa. il piano dei collegamenti deve considerare le predisposizioni ùa atlua.rsi prima che abbia inizio l'azione e quelle che dovranno compiersi durante l'azione su terreno tolto al nemico. Occorre che le prirne siano predisposizioni alle a far funzionare il servizio per mollo tempo; che le seconde risultino quanto più è possibile risponder , ti a.Ila realtà degli avvenimenti. Il pia.110 d'attacco deve quindi essere studiato nei dettagli, prevedendo difncollà cd· esigenze; i posti di comando stabiliti in precedenza per compiere a tempo i do,·uti collegamenti; che l'attuazione possa avvenire per gradi, preparando e dislocando ·opportur1r,mcnte personale e mezzi da impiega re ed eventuali riserve. Nell'ambito divisiona le la rete per l'aeronautica collega. posti a terra. cd aeroplani in volo, comando di divisione e campo di auerraggio dtlla squadriglia di divisione, posti per lancio dei messaggi Ira. comando di artiglieria cd apparecchi in volo per il servizio di os,;ervazionc d'artiglieria. La base fondamentale dei collegamenti nella divisione di fanteria è la rete comando che collega il comando di divisione con il comando di corpo d'armata, con le divisioni la.ternli, con i comai1di direttamente d ipendenti. Dal comando delìa brigata di fanteria, la. rete si pro·· lunga ai comandi di reggimento e di battaglione e si dirama verso i comandi similari di artiglieria che agiscono in cooperazione con la fanteria.. La rete d'artiglieria p rocede dall'avanti all'indietro e fa sistema a sè. :Nell'azione difensiva., st. posizione sisLemata a difesa fuori del contatto nemico, il maggior tempo disponibile e la possibilità di organizzare cd adattare il piano ad un terreno perfettamente conosciuto e ad un'azione di cui possono prevedersi i caratteri fonda.menta.li, facilitano il compito e permettono di far fronte a hbastanza bene all'imprevisto. Il piano tende a. garantire l'esplicazione del fuoco e ad assicura.re il contrattacco nel modo più efficace e tempestivo. Nell'azione offensiva in terreno libero e nella difensiva su posizione sistemata. a d ifesa. a contatto col nemico, la minore disponibilità di tempo, di mezzi, di orientamento, rendono il problema più complicato e di


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Allle1'i de l Collegio Militare ctell'Annu11zirua d i Napoli

più difficile soluzione e s i dà all'organizzazione il carattere di logica progressività, utilizzando prima i mezdi p iù celet·c impia.nto e rendimento, e dominando l'imprevisto con acconce riserve di personale e mezz i, in modo che il servizio sorga a ma.no a ma~10 e si svolga e completi - adeguandosi s uccessivamente alle reali esig~nze richieste ,Jagli avvenimenti.

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Collegi militari. L' idea di fondare specia li istituti onde prcpa.rare, fuio · da lla p itt giova.ne età, ·gli clementi destinati a fornire i futuri ufficiali dell'esercito, sorse n elle p rincipali nazioni coll'istituzione degli eserciti sta11ziali o permanenti. Tali istituti, che in francia s i chia marono « Ècoles militaires preparatoires », in Austria e Germania cc M ilitar Kadelten Schulc », in I talia presero il nome di tt Collegio>> . F ra g.li Stati i taliani si trova la prima istituzione di 1111 C. in Piemonte, per meri to cli Emanuele Fi li berto di Savoia, che nel i 572 creò il C. dei nobili, detto di S. Martino, dove s'istruivano i giovani destinati alla carriera delle armi. Già n e l 1578 tale C . con i.ava. 120 allievi; durò fino a l 1781. Fra.ltanto nel 1677, veniva aperto a Torino u11 C., col nome di Accademia Reale ~V.) per educare i giovani n obili alla carriera de lle anni. .•el 1787 a Napoli sorse il pi-imo C. milituc, fondato da Ferdinando IV di Borbone, che ebbe il nome di << Reale accademia milita.re ll già nota sotto l'altro d i C. della N,mziatella. Se rviva p er tutte le anni combattenti; fu sciolto da ll,i Repu bl)lica Partenopea (1799) ma ripristinalo d a i Borboni col nome d i « Convitto militare >l (1801) e subì successivamente altre trasformazioni di nome e d i ordinamento tecnico, nell'avvicen darsi d ei diversi governi.

Nel 1801 per opera del gen. Teu lliè, n nmstro della guerra della repubblica cisalpina, venne crea.lo un C. degli orfani m,:ti:tari a Milano, nell'antico monastero di S. Luca. Modificato nel 1807, venne perfezionato nel 1811, quando vi furono ammessi 300 a llievi; tale C. salì in fama per gli ottimi ufficiali forniti all'esercito, e fu man tenuto anche sotto il dominio a.us tro- u ngarico pur subendo trasformazioni (1839-1848), ma riprendendo nuova rigogliosa vita nel 1859, subito dopo la guerra, sotto la p iù nota. ·denominazione d i C. cli San Celso. Nel febbraio del 1810, venne istituito a Venezia un C. per gli aspiranti alla marina; tale C. andò successivan1ente tr asforrnandosi a seconda dei governi che imperarono su lle Venezie. D u ra11te l'insu rrezione cli Venezia (1848) per merito dell'ammiraglio Graziani, fu dato un nuovo indirizzo al C. di marina; gli a llievi potevano passare nel cor po del genio navaJc, o in quelli d'artiglieria., o nello S. M. cli marina . Il Grazian i ri mise in onore l'antico C. o scuola. dei garzoni ch'e d iede a,]]a Serenissima ottimi marinai. Liberata. Venezia. (1866) fu possibile dare al C. di marina un assetto stabile, coll'istituzione della scuola allievi macch inisti, e quel la dei mozz.i. Nel 1833 a · R acconigi venne ist ituito dal re Carlo Alberto un C . destinato ai .figli dei m ilitari d'ogni grado privi di mezzi di fortuna, a lla diretta dipenden za della Segreteria d i guerra. Vi' furono ammessi 250 a lunni ; il C . serviva per il reclutamento di sottufficiali, specie furieri di compagnia. Nel 1857 li C. d i R acconigi fu sciolto, ed il nuovo C, venne trasferito ad Asti, nel monastero dell'Annunziata, n on più collo scopo di d are dei sottufficia li, ma degli


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allievi per l'Accademia militare, e gli studi superiori. In Toscana il Granduca per merito del gen. De Lau giei-, organizzò un C. p er i figli dei militari; gli allievi promossi entravano nei reggimen ti col grado d i capor ale. Nel 1860, dopo l'annessione della Toscana, il C . fu d estinato all'educazione secondaria dei giovanett i destina ti alla carriera delle armi. Dato l'ottimo risultato à\'Uto dagli allievi di tale C., detto delle «Poverine», venne mantenuto .fino a l 1864. Nel 1836 anche in Parma era stato creato un C. dal duca, e d a principio e bbe il nome di Scuoh militare. Coll'annessione dell'Emilia al regno dì Sardegna anche il C . d i Par ma venn e soppresso nel 1864. CosÌ pure, nel luglio 1866, subì la stessa sor te il C. d i Asti e nel 1869 quello di Milano. ' Nel 1870 variazioni vennero apportate al C. di N apoli, unico r imasto dei vecchi Stati ; n el 1873 si sentì il b isogno cli rimettere in funzione i d ue C. di Milano e F irenze e ne l 1883 e 1886, rispettivamente, vennero creali i (. cli Roma e di Messina. Con decreto del 1908 i C. M . venivano definitivamente equiparati agli studi degli istituti tecnici, ed a quelli dei licei. Ma nel 1895 venivano chiusi defin itivamente i C. di F irenze, Milano e l\licssina, per ragioni d i economia, d ata la scarsa affluenza di allievi a pagamento. Pci C. rimasti, un decreto del 1926 stabilì che gli stud i dei C. M. s i compfa.n o secondo i programmi del liceo classico o di quello scientifico. Le ammissioni a i C. M. vengono fatte esclusivamente al 1° anno, tra i giovani che comprovino di avere superato apposi ti esami cli al)'.lmissione. Incombe l'ob bligo agli allievi che abbiano raggiunto il 17° anno, d i con trarre l'arruolamento volontario per tre anni.

Colleg;o dei Cadetti di };farina. Nel 1806 in Trapani fu istituito dal re delle D ue Sicilie, un C. per la pre parazione degli elementi destinati ad entrare quali ufficial i nella marina regia. Altri due C . sono stati fondati, l'uno a Trapani, l'altro a Cefalù, per ottenere a mezzo delle ,'.ìcuole na utiche buoni marinai e sottufficiali di ma.. rina. A :M onreale poi, sempre ne lla stesstt epoca, fu fondato un C. per i figliuoli dei militari. Tutti questi istituti vennero a cessare coll'annessione al regno d'Italia . Collegio della difesa imp,,riale. Istituzione inglese del 1927 che, pur n on esse11do un ateneo militare p ropriamen te detto, ha però lo scopo di studiare i maggiori problemi riguardanti la guerra, sia nelle ripercussioni generali, ·sia nei ra.pporti riflettenti la nazione. Vi sono ammessi soltanto gli uffic iali che abbiano frequen tato la Scuola di guerra, ed appartengano allo S. lvL Il sis tema e l'ordinamento degli studi n<ln consta di lez ioni, ma semplicemen te di conferenze su tut te le ques tion i che interessano h guerra. Gli uffidali allievi devono abitua.rsi a p red isporre studi intesi a risolvere le maggiori questioni che interessano una: f utura guerra, prendendo· in esame anche i rapporti . della metropoli • coi Dominìons, così da fissare e prendere in esame i grand i obbiettivi strategici. Collegio (Medico-Legale). V. Visite Medico-legali.

Colleon i (Bartolomeo) . Condottiero, n. a Solza (Bergamo) m. a Malpaga (1400-1475). F ece le prime anni nell'Italia meridionale sotto lo Sforza e Braccio da Montone; poi fu generalissimo della repubblica di Venezia contro i Visconti. Passò al servizio di auesti, e ri-

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tornò al servizio di Venezia contro lo Sforza; si accordò con questo e lo aiutò nella conquista del Milanese. Nel 1451 il consiglio dei D ieci tentò di farlo assassinare; ma nel 1454 gli affidò nuovamente il coman-

s ia.tua tlcl co11eo11l a Venezia (di Andrea Verrocchio) do supremo delle milizie venete, che tenne fino alla morte. F u il primo a usare l'artiglieria in campo aperto. Lasciò alla R epubblica di Venezia gran parte delle sue rìcche7.ze : questa gl i fece erigere un monumento, opera del Verrocchio.

Col/eoni (conl'c Alessandro). Generale p iemontese del sec. XVIII. )I"cl 1786 ebbe il coman do della legione leggera di cavalleria e poi della legione truppe leggere. All' inizio della guerra wntro la Francia s i rese benemerito nell'organizzazione della provincia di Susa. Coma ndò la -città di Valenza e nel 1766 venne promosso brigadiere di cavalleria . Co/leoni di Cajrigliata (Alberto). Generale, proveniente dalle armate napoleoniche, partecipò nel 1812 alla campagna cli Russia. Ritornato il R e Vittorio Emanuele I nei suoi Stati, venne ammesso nell'esercito piemontese a lla fine del 1814 col grado di colonnello e nel 1817 promosso magg. generale.

Colletta (P·ietro) . Generale, storico, ed uomo di Stato napoleta no ( 1775 - 1831). D a u fficiale dell'esercito borbonico prese par te alla campagna contro i Francesi ( 1798). Lasciato l'esercito sposò la causa repubblicana, tantochè al cadere della Rep. Partenopea subì il carcere, dal quale riuscì ad evadere, emigrando nell'Ofantino. R ientra ti i Francesi fu nell'esercito di Bo-


-napar,te col Murat che lo apprezzò quale consigliere .e lo nominò generale, a.ffidandogli la direzione del Genio militare. Aderì ai Borboni e nel 1820 fu nominato luogotene.n te del re per la Sicilia; nel)' anno successivo ministro della guerra. Dag1i Austriaci venne imprigionato al momento dell'occupazione di Napoli (1821), poi deportato a Bri.inn e succes.si· yarnente esiliato a Firenze dove morì. Egli ' scrisse: cc La Storia del Reame di Napoli dal 1754 al 1820 » ( 1834); « Campagna d'Italia nel 18.15 » (1847); « Progetto di Codice militare>> ; « Lettere filologico-militari >> ; « Cenno storico della rivoluzione napolitana d el 1820 » ollrc a lavori storici d i minore importanza. 1

Colli (barone Mi-chele). Generale austriaco, n. a Voghera, m. a F ire1~ze (1738-1808). M ilitò nell'esercito austriaco comandando nel 1792 i soccorsi inviati in Piemonte. Nel 1793 diresse abilmente i combattimenti di Authion, Raus e Millcforche, meritandosi il grado di luogotenente maresciallo e la croce mauriziana. All'inizio della campagna del 1796 ebbe il comando dell'esercito piemontese che doveva comb,itterc d'accordo con quello austriaco.- Nel 1797 combatt:è colle truppe pontificie a Castel Bolognese e nel 1803 fu amba.sciatore austriaco presso la corte d'Etruria. Colli-Ricci (marchese Li•igi). Generale, ll. e m . ad Alessandria (1757 -1809). Iniziò la carriera m ilitare nel 1773 e partecipò alle guerre 1contro la Francia della Rivoluzione distinguendosi a Fenestrelle (aprile 1794), ed ali' Argentera ove rimase ferito. Nominato colonnello comandante il r egg. Cacciatori nel marzo 1796, un mese dopo si segnalò p resso Mondovì, p oi fu al servizio del Papa e poi d i F rancia divenendo gen. d i briga ta. Sotto Joubert e Moreau combattè in Italia restando ferito e prigioniero degli Austriaci nel 1799. Come generale di divis. combattè di nuovo in Italia nel 1801, distinguendosi a Sa lion ze; diventò poi capo di S. M. della 27' divis. e sedò a Torino un'insurrezione militare. Dopo aver comandato una divis. in Corsica si ritirò (1805) a vita privata. Il suo nome è inciso sull'arco cl i trionfo a Parigi. Colli di Felizzano, marchese Vittorio. Generale, figlio d i Leonardo, nato ad Alessandria, m . a Torino (1787- 1856). Ufficiale di cavalleria nell'esercito napoleonico alla battaglia di Essling si meritò la Legion d'onore ed a quella di Wagram rimase ferito ad una gamba che gli venne amputata. R ientrato in patria, gli fu conferito nel 1848 il grado di maggior generale. Fu sindaco di Torino, ispettore gene; raie delle poste piemontesi, senatore del Regno e nel 1848 fu inviato qual'è R. Commissario al governo di Venezia. Nel 1849 fu per' breve periodo ministro degli affari esteri.

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Colli di Felizzano (marchese Carlo). Generale, nato e m. a Torino (1826-1890). ·P artecipò alle guerre dell'Indipendenza meritando a Sa.nta Lucia la· medaglia d'argento, due menzioni onorevoli a Volta e 'l. Novara, e la nomina ad ufficia le dell'O. M. S . a Palestro. Promosso colonnello di fanteria nel 1862 e generale di brigata nel 1873, fu poi membro del Comitato delle armi di linea e quind i comandante la divisione militare di Ancona; nel 1881 fu promosCo lli Carlo so tenente generale. Colli di Felizza_rw (nwrchese Corrado). Generale, n. e m . a Torino (1829-1883). Fece le campagne dell'Indipendenza in cavalleria meritando una menzione onorevole e una medaglia d'argento. Fu promosso colonnello degli Ussari di Piacem..a nel 1869 e maggior geneple comandante della 2° brigata di cavalleria nel 187i. Colli di Felizzano ( con.te Giuseppe). Generale nato a Torino morto a Roma ( 1830-1884). Partecipò in cavalleria alle guerre per Colli Corrado l'Indipendenza meritando ~na medaglia d'argento nella campagna aell'Umbria e delleMarche e una seconda nel 1866. Colonnello nel 1872, fu nel 1877 promosso magg. generale, comandante della 7° brigata di cavaller ia. Colli nob. Luigi. Generale, nato e m. a Casei Gerola (Pavia) (1830-1887). Sottotenente d i fanteria nel 1848, pa rtecipò a lle campagne del 1848, 1849, 1859 e 1866. Promosso colonnello nel 1873, comandò il 43° reggimento fanteria e i distretti militari di Co lli Giuseppe P iacenza e Kapoli; nel 1880 fu nominato comandante superiore dei distretti della divis. di Bç,logna. Venne promosso magg. gen. nel 1883. Coli-i Bartolomeo . Generale, n.

a Genova nel 1837. Sotto!. di iantcria nel 1859, prese parte alla campagna dello stesso anno e a quelle del 1866 e 18i0. Promosso colonnello nel 1894, comandò il 70° reggimento fanteria e il distretto di Perugia; collocato in posizione ausiliaria ( 1896) .raggiunse nel 1904 il grado di maggior generale nella· riserva. Colli Luigi

Colli d·i Felizzano (conte A m,ibale). Ammiraglio, nato a .Saluzw n el 1871. Entralo in ' servizio nel 1885, fu collocato in P. /\.. S . ue l 1922 e promosso contrammiraglio nella Riserva Navale nel 1925.

Coll imatore (top.). Il cannocchiale astronomico che. serve ad uso topografico;- è reso collimatore dall 'aggiunta, nel suo interno, di un micrometro, cc•sti_µiito da


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u na lastrina di vetro sulla quale sono tracciate due sottilissime incisioni ad angolo retto. La linea di collimazùme viene da ta dalla retta passante per il centro d el micrometro e per il centro ottico dell'obbiettivo del cannocchiale. Un punto d icesi collimato, quando tale linea di collimazione, prolungata, passa per detto punto.

Colling. Località nell'alta Austria sulla valle della. Salga presso P assling. Combattimento di Collii,g (novembre 1805). Appartiene alla campagna napoleonica contro l'Austria (1805). Il gen. K ienmayer, austriaco, s'era ritirato con parte de lla sua colonna nell'alta valle della Salga; il gener ale francese Kellcrm=, incaricato d 'inseguirlo, lo raggiunse sul le s11c avanguardie presso C., appoggiato ai forti di Passling e, malgrado la forte posizione occu pata dagli Austriaci d~cise d i attaccarli. Il gen. Werlè, com.andante la fanteria leggera, marciò direttamente per la stretta di C. attaccando di fronte, mentre due cp. di cacciatori, girando attorno a l forte per sentieri quasi impraticabili, riuscirono a piombare col loro fuoco q uasi dietro alle posizioni occupate. Gli Austriaci, sorpresi da tale improvviso attacco alle spalle, gettarono le àrmi, e fuggironÒ inerpicandosi per le montagne, dove fu impossibile inseguirli_ Furono fatti così prigionieri 500 u~mini e 3 ufficiali.

Co!Hngwood (Cuttberto-lord). Ammira.glia inglese (1750-1810). All'inizio deila guerra colla Francia fu a l blocco d i Tolone; poi si d istinse al Capo di San · Vincenzo. •Contrammiraglio nel 1799, dopo il blocco di Brest fu promosso v ice> ammiraglio, e messo a capo della sq11adra man data in rinforzo a quella d i Nelson per l' inseguimento della francese fino alle Indie, dove era stata trascinata dal Villeneuve. F u comandante in seconda della. flotta a Trafalgar, e successe a Nelson, ucciso nel corso della battaglia. Continuò poi la crociera nel Mediterraneo. In seguito ad errori durante gli anni 1808 e 1809 fu costretto a lascia.re il comando.

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colpo ferire; anche Colliure, quantunque in condizione di resistere, armata com'era di ottantotto cannoni, apri. le porte al viJ,citorc. In seguito a ciò, il generale Délatre, sottoposto al tribunale della Conve,1zione, venne condannato a morie e giustiziato. II. Assedio e t>resa di Colliitre (6-29 maggio 1794). Appartiene alle guerre della R ivoluzione. Il generale Sauret, d'ordine del generale D 11gom.111ier, comandante le forze francesi, si accinse colla sua d ivisione, rinfor-• zata dalla brigata Vietar e da m ille cavalli, alla 1,resa di Colliure e dei forti di St. E lmo e Porto Vendres,. salda.mente tenu ti da 8000 Spagnuoli comandati da.I maresciallo N avarrn. F ino dal 6 maggio la -pia.z:,a era. bloccata dalla. parte d i ma.re da. u na. flottig-lia di diciassette vele, comandata dal capitano Castanié; l'investimento regolare d i Colliure, coi forti d i S. Elmo e cli Porto Vcndres che ~on essa formano sistema, fu rapidamente completato. Forti d istaccamenti proteggevan<> all'esterno gli assedianti. Il 10 maggio le artiglierie francesi in iziarono il bombardamento. Invano il Navarro tentò una sortita nella notte fra il 16 e il 17; dopo un primo succe~so, dovuto alla sorpresa, gli Spagnuoli furono respinti. Da parte francese esito infelice ebbe un attacco di viva forza tentato il 23 maggio corrtro il forte di S. Elmo, che però poco dopo, semidistrutto dall'artiglieria, dovette cedere. La stessa sorte toccò a Porto Vendres e la d ifesa si concentrò in Colliure. In questa situazione disperata, il N avarì·o decise di cercare scampo per mare. Già era riuscito a sgombrare gli emigrati della « Legione della. regina 11, le ambulanze e parte dei magazzini, quando un fortunale costrinse la sqmtdra spagnuola del Gra vina a portarsi al largo. Navarro, non potendo ormai p.iù conta.re su alcun soccorso, capitolò il 29 maggio insieme alla restante guarnigione.

Collisione (Paratia di) . Tra le paratie trasversali che suddividono la nave in tanti compattimenti ve n'è una. situata al l'estrema, prora, di robustczzn maggiore delle altre; detta paratia si chian1a « di coll isione)), perchè, in caso di ur to e squarcia.mento della p rora, l'acqua non possa invadere le parti v itali della nave. Le norme internaziona li p rescrivono che la para tia di col-lisione, ù1 tutte le nav i, sia da guerra che mercantili, debb,t elevars i dalla chiglia- fino al pon te ~uperiorc e non debba d istare dall'estrema prora di p iù d i un quattordicesimo della lunghezza totale della nave. Collo. L a parte di armatura ( barda) che copriva. tutto il collo del cava llo s ino dove si a ttacca a lle spalle_

Coll iure. Comune dei P irenei Orientali in Francia. piazzaforte e piccolo porto sul Mediterraneo. Fu p robabilmente fondato d ai Fen ici; le sue fortifica.z ioni furono progettate da l Vàuban.

1. Presa di Coli-iure (20-21 d icembre l i93). Appartiene ' a lle guerre d ella Rivoluzione. La estrema sinistra francese, divis. Délatre, era. situata sul contrafforte che cop re Colliurc, in posizione estremamente incer tit, poiehè, se fosse stata aggirata, la perdita sarebbe stata sicura. In ta li condizioni il generale spagnuolo Cuesta attaccò su tre colonne, punta11do agli stretti passaggi che separano :fra loro le q11attro collin.ette che costituiscono la posizione. L 'operazione riuscì e i Francesi, dopo una fiacca resiste11za, volsero in fuga d isord inata, riparando nelle piccole fortezze· di Colliure, Ponte Vendres e Sant;Elmo. Q u_~stc u ltime d ue s i arresero senza

Colleu.o lii mai;l1a

Coll o (cavallo)

Talora però non copriv,1 che la sola crin iera, mentre: tale altra copr iva anche là. parte d i sotto del collo. IL collo era fatto, o çon lame di metallo art icolate, o con


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I.(•. Forliflcazioni di

Colllurc nel secolo XVT!

maglie di ferro, o con lame unite fra loro dalle maglie. (~. anche Sprone) . Un C. o colletto di maglia fu adopàato come armatura difensiva.

Collongite. V. Carbonio ossiclornro. Colloredo. Famiglia originaria del Friuli, trasmigrata in Austria, a lla quale appartennero molti guerrieri e generali dell'impero. Colloredo G. B. Generale dell'impero nel sec. XVII. Combattè nelle guerre del suo tempÒ, e fu al soccorso di Candia, dove lasciò la vita. Colloredo Gerolamo. Generale dell'impero ( 1582-1638). Raggiunse il grado di ten. maresciallo ed aveva. il comando della cavaller ia quando morì combattendo in Francia. Rodolfo di Colloredo. Generale austriaco, fratello del p recedente {1585-1657). Si segnalò a Mantova e Liitzen (1632); fu consigliSJ:C intimo di Ferdinando III, feldmaresciallo, gran priore dc!J'Ordine di Malta. Succedette al Wallenstein nel comando dell'esercito in Doemia e difese nel 1648 Praga contro gli Svedesi. Colloredo conte Ci-i.seppe Maria. Generale austl"iaco ( 1735-1818). Combattè nella guerra dei sette anni ed -ebbe poscia il comando dell'arma di artiglieria, raggiun gendo il grado di feld-maresciallo. Colloredo Gerolamo. Generale austriaco (1775-1822). Combattè sotto Wurmser jn Italia, e successivamente in tutte le guerre contro i Francesi. Coll<Jredo Francesco. Generale austriaco (1802-1852).

Prese parte alla guerra contro l'Ungheria ( 1849) e raggiunse il grado d i feld-maresciallo.

Colmar (o Kolmar, ant.: Columbarimn). Città dell'alta Alsazia, d ipart. dell'alto Reno; di antichissima fondazione, già ricordata nel 375 per u na battaglia combattutavi fra le legioni romane condotte da Graziano, cd i Franchi, che vi subii-ono una sconfitta. Ai tempi dei Merovingi e Carolingi fu eretta a castello fortificato quale sede reale. Sotto Federico II imperatore, in causa dcJla nuova costituzione, vi scoppiò una guerra civile fra la borghesia ed "i nobili sostenuti dal clero. Nel 1337 venne lungan1en te ma inutilmen te assediata dalle bande di Armleder, antico castellano cl' Andlau, che eseguiva scorrerie nel paese massacrando gli tbrei. Nel 13S4 s'unì a lla lega delle dicci libere città i,:aper iali d'Alsazia e si distinse nella d ifesa contro -le in-u:doni straniere. Nel 1476-77 prese parte alla lotta contro Carlo il Temerario. La Riforma vi portò gli orrori della guerra religiosa ; subì parecchie devastazioni, finchè nel 157.5 abbracciò il protestantesimo; seguì da allora le sorti dell'alta Alsazia. (Battaglia di Colmar: V. L uge1ifekl). Colocci (A11t.011io). Patriotta n. e m. a Jesi (18201908). Nel 1831 scrisse un opuscolo t< sulla liberazione d'Italia)). Fece parte della Giovane Italia; ne l 1848 fu sergente ne i corpi romani del Veneto, e a Vicenza wmbattè sotto il D urando. Nel 1849 fu a Roma dove, membro della Costituente, combattè contro i Francesi. Nel 1859 fu capo del Governo provvisorio proclamato a J esi ; represso il movimento andò esule a Firenze. Fu a.nima di una colonna annata che invase l'Umbria e


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123 ricostituì a Jesi il Governo provvisorio; quindi organ izzò nelle Marche la Gu ardia N azionale e i plebisciti. Fu deputato e poi, nel 1879, senatore.

Colocci 11,archese Adriano. Scrittore m ilitare, n ato a Jesi nel 1855. Uffic iale d i milizia territoria le degli a lpini, diresse il (< Corriere delle Marche ll; fu deputato di Ancona e salì al grado di colonnello. Fece varie conferenza sugli Alpini; pubblicò f ra l'altro: « La montagna e la sua storia»; « L e truppe alpine ed i coefficienti psichici delia difesa alpina ll; « Le vere Jrigin: degli Alpini )); cc Souwaroff e Massena »; « Delia ,;oluzione dei conflitti internazionali ll; ccc.

Colocotronis · (Teodoro). Generale greco ( l i701843). Figlio di un capo di clefti accorse in Morca nel 1821 allo scoppiare della rivoluzioné, e riportò va.r ii successi lottando contro i Turchi. Ne l 1823 fu nominato comanda.n' te in capo, ma qualche anno dopo, per la sua insofferenza di d isciplina, fu imprigionato. Richiamato p er combattere Ibrahim Pascià., non ebbe fortuna. Condannato nel 1834 a morte perchè aveva organizzato una ribel lione contro il nuovo governo, ebbe commutata la pena. in dieci anni di reclusione; all'avvento di Ottone I nel 1835 fu graziato e nominato generale e consigliere di Stato. Scris... se unii « Storia della Grecia contemporanea». Colomb (Enno d·i) . Generale prussia.no e scrittore mii. (1812-1886). Prese 1iartc a lie guerre del 1866 e del 1870. Fra le sue pubblicazioni ricordiamo: « Considerazioni sulla. condotta della Cavalleria >l ; •«Sgu ardo storico sulla cavalleria prussiana dal 1808 » ; cc Diario del 1870-71 l) : « B!Ucher nelle sue lettere duran te le campagne dal 18 13 al 1815 >>. - Fu pure generale di cavalleria il padre suo (Federico Attg1'sto di C.) (17751854) ohe prese parte alle campagne del 1806-1813 distinguendosi nella. d ifesa cli Lubccca. Colomu (P . H.). Ammiraglio inglese e s..:rittore mi- J;ta re (m. nel 1899). Fu insegnante di strategia e tattica n avale nell'accademia di marina di Greenwich. Fra le sue pubblicazioni ricord iamo: (C Trattato sui principi e sull'impiego p ratico della marina da guerra ll; <e Le condizioni della costa per un attaccs> navale ll; «Saggio d i difesa navale>). L'ammiraglio C. è l'inventore del sistema d i segnalazioni marittime per mezzo di razzi.

Colomba (Compagn·ia della). Presso Alseno, in prov incia di riaccn7~'1. è I'm1tichissima abbazia <li Chiaravalle della Colomba, da cui prese il nome una delle p rime compagnie di ven tura, costituita di Tedeschi e Francesi nella pr ima metà del sec. X1 V, scesi in Italia con Giovanni re d i Boe1nia . La compagnia, che viveva di rapine taglieggiando il piacentino, fu chiamata nel 1355 a Perugia per combattere contro Arezw. Vinti gli Aretini, depredarono Cisterna e Città di Caste!Jo. Fatta la pace la compagnia della C. si disperse. Colomba ( Ordine dei cavalieri clella). Fondato in Segovia eia Giovanni I re di Castiglia nel 1379, o forse dal figlio Arrigo nel 1399, allo scopo dì costituirne una

milizia contro le incursioni dei .Mori. Scomparve in seguito sen7,a lasciare traccia.

Colombaie militari. Sono i luoghi ove vengono custoditi, a llevati e istruiti i colombi viaggiatori del servizio militare. Ad ogni C. M. è preposto un sottuf-

Casset.ta eia cova per colombi Jìciale coadiuva to <lai soldati necessari, il qua le prende il uome di « guardacolombaìa >l. Sono in genere costruite in luogo. elevato; hanno l'ingresso· per i colombi nella parte più r iparata dal vento, costruito in modo che gli uccelli da preda non possano penetrarvi. Nel• l'inl.erno sono d isposit ivi atti a facilitare la vita dei colombi, a favorire la prolificazione, ecc. Al servizio dei Colombi Viaggiatori sono addette razze speciali, da lungo tempo selezionate, e scel te fra i migliori volatori. L'uso dei C. V. risale alla p iù remota antichità e fin d'a litmv'servì a scopi militari. Secondo Plinio il Vecç,hio, Irzio e Decimo Bruto mantennero relazione durante l'assedio di Modena con questo mezzo. L'uso però se ne diffuse spec ialmente in Orien te, ove i sultani Persiani stabilirono un vero e proprio servizio postale. Colle crociate ritornò in Occidente, dove si era. perduto. Se ne servirono neJJa guerra cli Olancla i difensori d i Haarlem, assediata nel

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1573, quelli d i Leyda. nel 1574, ecc. P iù tardi se ne servì Parigi assediata nel 1870-71 dai Pntssiani. Nell'addestramen to dei C. si tiene conto del naturale istinto che Ii riporta, anche da grandissime distanze, a lla propria colombaia. Si addestrano portandoli a d istanze successivamente crescenti, in apposite


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Colornbl ,1ag-g-ia1ori i.n l inea (1918) gabbie, e liberandoli p oi affinchè ritrovino, in volo, la via del ri torno. Occorre tenere conto che la percentuale dei C . che si disperdono, vittime generalmente deg li uccelli da preda, o talvolta di cacciatori, cresce di molto coll'a umentare delle distanze da cui essi ven gono lanciati. J C. V . b anno la velocità massima di 1IO km. all'ora, la media di 30 a 40; volano fra i , 100 e 150 m . di a ltezza, per distanze mai s uperiori a i 1000 k m. Viaggiano solo di giorno; eccezionalmente, e se apposi tamente istruiti, anche di notte. P resso tutti gli eserciti moderni sono imp iegati i C. V .; in I talia servono specialmente per il servizio delle fortez.ze, della cavalleria e dei ciclisti. Durante la. gucrrn mondia le i C. V. trovarono utile in1piego n elle comunicazioni fra le prime linee e la zona arretrata, in concorso colle comunicazion i telegrafiohe e telefoniche, spesso interrotte per effetto del fuoco delle artiglierie ne 1, nume ro di matricola.; 2, dispaccio; 3, rogljo del miche. I C . V. recano tel egra.rmn a eia arT0 1.o l ar sì sull'ala il numero d i ma·· tricola, sono p orta ti a spalla dai soldati in gabbie spéciali, e se possibile tenuti in « r icoveri di internamento i>, ca.paci d i tre squadre di qua ttro colombi ciascuna; ove n on siano stati utilizzati entro tre giorni dal loro arrivo, sono r imandati liberi alla colombaia e sostituiti. E' stato studiato, specialmente negli Stati Un iti, il mezzo di utilizzarli

quale rap ido mezio di collegamento fra gli osservatori a vanzati e le artiglierie La protezione dagli aggressivi oh_imici d ei C. V. veniva in genere praticata avvolgendo le gabbie o i panieri che li contenevano con una flanella imbevuta di soluzione d i iposolfito di sodio; oppure con una. te la. qua lsiasi, spessa e bagnala. Nelle trincee, k gabbie venivano rivestite di una. fodera di stoffa a trama molto fitta e stretta, . imbevuta di olio cl i lino cotto; oppure con sacchi impregnali di soluzioni neutra lizzanti e la cui apertura veniva chiusa con cordicella disposta , come i cordoni di una borsa. I C. V. si sono dimostrati più resistenti dell'uomo e del cavallo all'azione dei gas di guerra; si è rilevato però che l'effetto d i questi aggressivi aveva u n a sensibile influenza nociva sulla ve lo ci(à. d el volo e s ul senso dell'orientamento.

Colombey. V. Borny. Colombia. Chi p ri1no abbia toccate k coste columbianc, se Colombo (1498) o Amerigo 'Vespucci in compagnia d i Alonzo Hoìeda 1 (1497 o 1499), è cosa con troversa. Certo è che, dopo quei primi viaggi, altri ne fu~ono comp iuti, ad esemp io dal Colombo stesso ( 1502) che sbarcò a Vcragua; e che, d urante i medesimi, ebbero inizio quelle piccole colonie destinate p iù ta.rdi a diventa re importanti città. Ma solo nel 1526, Gonza lo Ximcncs, penetrando nell'interno della. Colombia, scoprì e sottomise alla Spagna i vecchi Stati dei Chibcas e d iede. al paese conquista to ·il nome d i N uova Granata. Costituita n el 1547 in capitaneria. genera le e nel li18 in vicereame, comprendente anche il Venezuela e Quito ( E cuador), r imase fino al 1800 sotto la signoria spagnuola che vi estese sempre 1:,iù il proprio dominio esercitandovi Lilla politica sfrutta trice di ogni ricchezza e violatrice d'ogn i libertà . Co$Ì gli animi dei soggett i furon p ronti ad accogliere le idee cm ancipa.trici che, in quell'epoca, agitavano il mondo; e già nel 1806 il generale F rancesco :111:iranda tentava., c on aiuti inglesi e con varia fortuna, di sornmuovere dal


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Venezuela tutta la colonia; e il 20 luglio 1810 il vìcerè ne veniva cacciato a furia cli popolo. Una G iunta costituita, pur governando in nome di re Ferdinando VII, dava al paese la denominazione di « Repubblica di Cundinamarca »; e questa, nel 1813 si proclamava ind ìpendente; ma, nello stesso tempo, sì sminuzzava ìn numerosi staterelli che, lungì dal vivere concordemente, si logoravano in lotte intestine e fratricìdc. Ciò rese possibile a re Ferdinando, allorchè nel 1814 riafferrò il trono, di inviare nella regione un esercito di 12.000 u. ;Solto il generale Paolo Morìllo, il quale batteva glì in-

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COLO)IBIA -

s1e1111na

sortì capitanati da Bolivar e riduceva la colonia all'antica obbedienza ( 1815-16). Ma il ferreo rigore col quale la Spagna volle prevenire nuove r ibellioni ottenne l'opposto effetto. Bolivar, ritornato nel Venezuela (1817}, ,,i sbaragliava i regi e lo liberava, mentre i Ua11cros sotto Josè Pnez sollevavano la Nuova Granata e )1orillo s'affaticnva invano e logorava le sue forze per fronteggiare gli insorti che ogni giorno cresceva.no d i numero e dì audacia. Finalmente, Bolivar, tenutolo a bada con piccola parte dei suoi, a11ra,•crsa,·a cop la maggiore le i\ndc e, vinti gli Spagnuoli in battaglia decisiva a.I ponte d i Boyac/t (7 agosto 1819), entrava trionfalmente a Bogotà. e faceva dccrct:ue una costi1u;,,ione (17 clìcembre} per la quale la Nuo,a Granata, il Venezuela e l'Ecuador venivano fusi in un solo Stato col nome di « Repubblica di Columbia)>, del quale egli assumeva la Presidenza. J\,f orillo, clJe teneva ancora parte delle coste, di fronte alla grandiosìtà del movimento rivoluzionario, a contenere il quale troppo esigue era.no le sue forze, segnò l'armistizio di Truxillo (25 novembre 1820} e lasciò l'America. Il suo successore La Torre tentò rislllle--vare le sorti spagnuole, ma fu sconfitto a Carabobo (1821); l'energico Morales, che lo sostìtul nel comando delle forze regie, non ebbe miglior fortuna, e fu costretto alla resa a Pucrto Cabello ( 1823). Nel frattempo, il generale Sucre, luogotenente di Roliv:u-, scacciava con la villoria di Pcchìncha ( 1822} gli ultimi distaccamenti spagnuoli che ancor tenevano l'Ecuador; e, avendo la Spagna, nell'anno seguente, tentata la rìcon(Juista del Perù, Bolivar e Suc;_re sconfiggevano le truppe spagnuole a Yunin e ad Ayacuc.ho nel 1824. Bolivar tentò invano di costituire una grande federazione sud-americana; nel 1829, il Venezuela, sollevato dal Paez, si separava. costituendo Stato a sè, e nel 1830 le provincie del sud ne scgu ìvano l'esempio fonuando la « Repubblica del Ecuador ll e Bolivar andò in esilio. Nella Nuo,•a Granata, costituitasi anch'essa in repubblica dopo il distacco degli altri due Stati, si eb-

12;; be un breve periodo di feconda operosità durante la presidenza del· generale Santander, già luogotenente e poi rivale del Bolivar; ma nel 1836 scoppiò per cause politico-religiose una furibonda guerra civile che mise ìn forse la vìta dello Stato; e nel 1841 le provincie di Panama e di Vcragua vollero far parte da sè sotto la dcnomìnazione cli « R epubblica dell'Istmo di Panama», ma dopo poco tempo ,·itornarono nel primitivo consorzio. Dal 1845 al '49 il gcn. Gioachino }fosqucra. potè rialzare alquanto le sorti del paese; ma questo ebbe fino al 1862 vita travagliata dalle mene dei partiti, dalle continue lotte intestine e da lle vendette che l'una parte cscrcita,~a sulle altre. Per tal<' irrequietudine, la Repubblica della Nuova Granat,t andava a mano a mano perdendo il suo spìrito unitario e nel 1858 si scioglieva in 8 Stati vincol.iti ormai con assai tenui legami in una organizzazione che ebbe llOme di « Confederazione Granadina ». Il mutamento fu cagione cli gravi turbolenze che il )fosqucra. capo dei federalisti o liberali, represse encrgìcamente con le armi; e nel 1863 il princìpio federativo veuue r iaffermalo con una. nuova costilu1.ione per la. quale i va.r1 d ipartimenti, eretti ciascuno in Stato sovrano e con esercito proprio, formarono gli « Stati li nit i di Colombia». Sotto il )fosqucra e i suoi successori vi furono perpetui conflitti orìginati da cause economiche e da dissensi rclìgiosi. Così nel 1876 si ebbero gravi sommosse sanguinosamente represse, e nel 1886 un 11uovo rivolgimento portava a (lucila definiti,,a. e tuttora vigente costituzione che della Columbia formava uno Stato unitario diviso in 9 dipartimenti ( i precedenti singoli Stati), nel quale lo Stato dì Cundinamarca in cuì trovasi la mpìta le Bogotà veniva dichiarato distretto federale. Negli ultimi anni del 1800, la Colombia ebbe contese col Venezuela

Tipi di eornba11en1i color"lllllanl (!901 )

con l'Ecuador per ragìoni di confine, ma esse furono risolte pacificamente; ed anche le lotte civili, che non avevano avuto mai tregua, andarono perdendo la loro violcnz.1. col sorgere di nuove minacce esterne. Infatti, nell'agosto 1903, il Senato columbiano respingeva una convenzione, concluok't nel precedente gennaio tra il governo della. Colombia. e quello dcglì Stati Uniti, per la quale questi acquistavano la proprietà perpetua del canale dì Panama e d'una striscia di terreno ai lati de l camle stesso. Tale rifiuto provocò una e


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insurrezione in tutta. la. provincia di Panama, la. quale nel novembre proclamava. la propria indipendenza e si costituiva in repubblica. L'indignazione, che tale insanabile ferita suscitò nella. Colombia contro gli Stati U niti, sospetta.ti di avere esercitato opera sobillatrice, si aggr:tvò col palesarsi d elle mire di questi sulle cose dell'America centrale; e le trattative, avviate dal presidente colombiano Reyes nel 1909 per riallacciare buone relazioni con Washington, r iconoscendo nei riguardi del P anama. il fatlo compiuto, diedero origine a ta li ammutinamenti e rivolte, che R eyes, per evita.re la guerra. civile, dovette dimettersi. ~egli anni seguenti, il timore e le apprensieni determinate dalla politica nord-americana condussero i va.r1 partiti a sentimenti di concordia e di conciliazione e trattennero la. Coiombia da ogn i avventura. guerresca; così che, quando, nel gennaio 1911, un'incursione, compiuta dal generale Gamboa con truppe colombiane in territorio peruviano contestato, parve preludere ad un conflitto armato fra i due Stati, entrambi intuirono il pericolo che, nelle circostan7.e dell'ora, una lotta. a fondo 11vrcbbe loro recato, e, malgrado l'eccitazione degli animi, se ne ritrassero a tempo di comune accordo. Durante la guerra mondiale, la Colombia conservò una rigida neutralità. Esercito della Colo-mbia. L'esercito permanente ammonta a 6000 u., con una r iserva istruita di circa 50.000 u., e w1a guardia nazionale. Il servizio 1nil. è obbligatorio, con estrazione a sorte: i sorteggiati fanno tre anni di servizio; gli a ltri pagano una tassa militare. In tempo di guerra possono ess~re arruolat i 800.000 u. Per l'istruzione militare, esiste un trattato di scambio con l'Ecuador. L'ordinamt'nto del 1911 provvide alla costituzione dello S. :.\1. e a u na scuola superiore.

DISlinllHJ del vCJl\'OII mllitari d e lla Colombia (Dnll'estcrno all'interno, I cerchi sono co1ora11 In g-lallo, azzurro, rosoo)

In tempo di guerra, l'esercito comprenderà 5 d ivis. di fanteria e l brigata di cavalleria (15 regg. di fanteria, 2 di cavalleria, 5 gruppi d 'artiglieria, genio e servizi). Nella fanteria, le m itragliatrici pesanti sono affidate al reggimento, le leggere al battaglione. -~,[ari11a della Colombia. La marina da guerra colombiana ba solta nto w 1a cannoniera, tre navi da pattuglia costruite nel 1925, due battelli fiuviaJi e q ua lche piccolo bastimento ausiliario.

Colombiadl. Nome dato dagli Americani degli Stati Uniti a i cannoni a. bomba del loro esercito in dotazione nella 1• metà del secolo XTX. Colombigramm i. Dispacci tr:ismessi a mezzo di colombi viaggiatori; si scrivono su foglietti di cart:i. velina di cm. 9Xl2.5, riuniti in fascicoletti numerati di 25 fogli, sono portati dal colombo in w1 astuccio di alluminio legato alla zampa, oppure in un tubetto infilato in una penna della coda o, infine, in una taschett:t portamessaggi appesa al collo.

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Colombina (G. B.). Ufficiale d'artiglieria della repubblica veneta, n. di Venezia (scc. XVI). Fu ca.po dei bombardieri in Treviso e lasciò un'opera : « Origine eccellenza e necessità dell'arte militare» . Colombini (nob. Leopoldo). Generale, n. a Longone, m. a Livorno ( 1836-1901). Volontario dell'esercito toscano nel 1852, di venne sotto!. nel I855 e col. battaglione volontari del governo toscano combattè nel 1859. Nel 1860 passò nel nostro esercito, nei bersaglied, prese parte alla campagna del 1870 e fu promosso colonnello nel 1878. Comandò il 60° regg. fanteria, e nel 1886, magg. generale, la brigata Lombardia. Nel 1890 ebbe il comando superiore dei distretti del VII C. d'A. e l'anno seguente andò in P. A. Nella riserva divenne ten. generale nel 1895. Colomi>ini Alfredo. Generale, n. a Torino nel 1871. Sottotenente nel J 3° reggimento fanteria nel 1891, fu trasferito negli alpini poco dopo e, nel 1912, si merilò la medaglia di bronzo combattendo in Libia a Ilu-Msafer. Partecipò alla. grande guerra e sul Mrzli guadagnò la medaglia d'argento. Colonnello nel 1917, comandò il 132" reggimento fanteria. Decorato di a ltre due medaglie cl i bron zo, mutilato di guerra, andò in P. A. S. nel 1920 e nel marzo 1928 venne promosso generale di brigata,

Colombo (If) . Brigantino sardo da 16 cann. e 480 tonn., varato alla Foce (Genova) nel 1843, radiato nel 1867. Fu stazionario ncll' America meridionale al comando del Tolosaro e appena tornato da .Montevideo sì recò a rinforna.re la squadm che doveva bloccare Trieste. Kel 1858 al comando di Boldona.rre Galli della Mantica si trovava a Sierra Leone (Africa) ove essendo stati arrestati due suoi marinai. il l\lantica fece dare l'assalto alle prigioni per rìcond~rli a bordo, e si apprestò al combattimento contro una corvetta e alcunelancic inglesi le quali intçndevano d'impedire che ciò avvenisse; ma, d'ordine del governatore, dinanzi all'atteggiamento risoluto de l l\1antica, rinunciarono all'impresa. Colombo Cri.sto/oro. Celebre navigatore italiano, nato, secondo la tradizione p iù accettata, a Cogoleto, presso Genova fra il 1435 e il 1445, m . a Valladolid nel 1506. Nominalo nel 1492 << ammiraglio delle terre da scoprirsi " con patente del re di Spagna, partì il 3 agosto per la prima spedizione, cbe diede alla civiltà europea un nuovo mondo : l' America. Maggior comando ebbe nella seconda, con cui salpò da Ca.dice con 17 bastimenti e 1500 uomini. Caduto in disgrazia, fu ricondotto in Spagna in catene. Liberato, gli furono rese cariche ed onori; in realtà fu tenuto in disparte e


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anche per le successive imprese gli furono concessi scarsi e con difficoltà i mezzi necessari.

Colombo Bartolomeo. Fratello d i Cristoforo, n. a Cogoleto nel 1437, m. nel 1509 a S . Domingo. Nèll'aprile 1484 raggiunse con tre bastimcnti il fratello che lo nominò « adelantado », cioè capo supremo in guerra, caa rica che disimpegnò egregiamente pacificando la « Vega Real » e sconfiggendo con 200 fanti e 20 cavalli oltre 100.000 indiani. Edificò la fortezza. di S. Domingo, che -poi diede il nome a quest' isola; con un pugno d'uomini sconfisse lS.000 indiani insorti. Condivise poi la prigionia del fratello che accompagnò più tardi nel suo quarto Yiaggio. Scrisse una relazione del primo viaggio di Cristoforo Colombo, clic però è andata pel·d uta. Colombo Diego. Figlio di Cristoforo, n . a Porto Santo verso il 1474, m. a Monta lban nel 1525. F u il secondo ammiraglio delle Indie, succedendo a l padre. Il 9 giugno 1509 partì per la colonia; accusato da nemici gelosi del suo potere e delle sue ricchezze tornò nel 1515 in Spagna per discolparsi, ma i suoi tentativi per ottenere giustizia furono vani. Colombo di C1tccaro Fedele. Generale, m. nel 182i. Guardia del corpo nel J772, prese parte alla guerra delle Alp_i della fine del sec. XVIII. Riammesso nell'esercito nel 181 4, due anni dopo fu p romosso colonnello comandante la città di Asti. Dispensato dal servizio per avanza ta età ne l 1826, ebbe contemporaneamente il grado di ma.gg. genera.le. Colcmbo Cesare Augusto. Medaglia d'oro, n. a Milano, caduto a Monfalcone (1889-1916). Ufficia le di complemento, ritornò spo11ta.11camente dall'America. ~· del Sud, dove era.si stabilito, per prendere parte alla guerra contro l'Austria.. Fu dappr ima. in Albania col 55• regg. fanteria, guadagnandosi una medaglia di bronzo, e, dopo esser miracolosament~ scampato, durante il viaggio di ritorno, da.I silura, ment o del piroscafo cc P riJ1cipe Umberto», passò a combattere, sempre col 55° fanteria, sul Carso. I n una delle azion i dell'estate del '15 nella zona di Monfalcone cadde colpito a morte. Ecco la motivazione d i medaglia d'oro: (( Ricevuto l'ordine di procedere a.ll'attacco di una posizione nemica, nel pci·corrci·e con la propria compagnia un camminamento, venne ferito ad una mano. Ciononostante con tinuò ad avanzare, incitando i suoi dipendenti ,i seguirlo. Ferito una seco11da voltJ gravemente ad un ginocchio, si portò ugualmente m prima linea col suo reparto, muovendo poi, con mirabile slancio, all'assalto della posizione avversa.ria, e mentre a l grido di Savoia! incitava. i propri dipendenti ca.deva colpito a morte; fulgido esempio d i fermezza e coraggio>> (Monfalcone, 7 agosto 1916).

Colonia (ant. Oppùl1111n Ubiorum, ted . Koln). Città d ella Gernania, sulla sr. del Reno. Ve1me fortificata

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con cinta e 12 opere staccate, e considerata nel secolo XIX come piazza importante per la d ifesa della Germania verso la Francia.

I. Trattato di Colonia (15 dicembre 1654). Lega fra gli Arcivescovi di Colonia e di Trcviri, il Vescovo di Munster e l'Elettore di Baviera. Fu costituita perch& temevano che l'imperatore volesse ricuperare quello che aveva perduto nella pace di Munster; doveva avere carntterc puramente difensivo e durare due anni. Nello stesso intcnto, 1'11 agosto 1655 a Francoforte, stipularono un'alleanza gli Arcivescovi di Colonia e di Treviri, il Vescovo di Munster, l'Elettore di Magonza e il Conte Pala.tino di Nauburg. II. Trattato di Colonia (9 febbraio 1658). Convenzione fra imperatore e Brandeburgo. L'Elettore per la pace di Wehlau, aveva rotto ogni rapporto con la Svezia e con la Francia. Nella necessità di nuovi alleati, conchiusc con l'Imperatore questo trattato, allo scopo di prestarsi reciproco soccorso durante la guerra contro la Svezia.: l'Imperat9re doveva fornire 6 mila uomini, l'Elettore 3500. III. Trattato di Colonia (7 gennaio 1659). Alleanza. fra Danimarca e Brandeburgo. Scopo quello di rintuzzare gli insulti della Corona di Svezia, contro la quale le Potenze contraenti convengono di operare a for7_e unile per mare e pe1· terra, finchè non sia loro data una ragionevole soddisfazione per le Provincie perdute. A ll'uopo la Danimarca manderà vascelli airElettore pc.e difendere i suoi porti ; l'Elettore assalirà la Pomerania. Questo trattato fu rinnovato nello stesso anno a Ripcn.

IV. Trattato di Colonia (23 ottobre 1671). Tra la Francia e il Vescovo d'Onasbruck, Duca di BnmswikLuneburg, Il vescovo si obbliga a mantenersi neutrale. nella guerra di eh icchessia contro la Fra11cia e a permettere il passaggio per le sue terre a.Ile milizie francesi. La Francia. accorda a l Duca un sussidio mensile di 5 mila scudi e la sua protezione per tutta la durala dell'alleanza, che sarà di due anni. V. Trattato d:i Colon-ia (26 aprile 1672). Alleanza fra Olanda. e Brandeburgo. Se l'Olanda verrà assalita, l'Elettore di Brandeburgo metterà in anni un esercito di 20 mila uomini: l'Olanda s'obbliga a sostenere la metà della spesa occorrente.

VI. Trattato di Colonia (1 dicembre 1673). Alleanza fra Svezia e Bra.ndebu;·go. Scopo quello di confermare piit strettamente l'alleanza difensiva del 27 marzo 1666, della quale il term ine non era ancora spirato. Si pattuì reciproca garanzia dei rispettivi Stati; in caso di gucua, l'Elettore fornirà. a lla Svezia. un soccorso di 2500, uomini e la S,ciia un esercito di 3400. Si convenne altresì che in caso cli minaccia alla Polon ia per parte dei Turchi, le Potcnie contra~n ti l'avrebbero aiutata e cercato di indurre le a ltre Potenze ad unirsi a low contro il nemico comune della cristianità. Durata dell'allcam-K1. IO anni. VII. Trattato di Colonia (22 aprile 1674). Pace separa.là fra imperatore e Olanda da una parte e il Vescovo d i Munster dall'altra. Il vescovo cli Munstcr sì stacca dall'alleanza colla Francia, promette di mante nersi fedele all'Imperatore, di osservare tutto c iò che contro g li oppressori degli Stati dell'Impero sarà stabilito nei comizi d i Ratisbona, e cli restitu ire all'Olanda. tutti i luoghi occupati durante la guerra.


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Superfic ie e l )Opolazlonc llelle Culo11ie Elll'Opcé

45.081.000 abitami, possied" Llll patrimonio coloniale che si estende in tu tto il mondo, su una superfi.cie di circa 34 milion i di kmq., e comprende circa 400 milioni di sudd iti: nel l\1erliterraneo: G ibilterrn, :'IJa.lta, Cipro: in Asia le Ind ie, Ccylan , le Isole "'1aled ive, le colonie degli Stretti, il p rotet torato malese. Borneo settentrionale, i sultanati di B u rnei e Saravak, I-Iong- kong, le isole I<amaran, il territorio cinese d i Whei-hai-whei, l'isola d i Barcin , la Palestina e la l\fcsopota.mia (mandati) ; in Africa : la Gambia, la Sierra Leone, la Costa d'Oro, la Nigeria , la Somalia Inglese, il territorio del T anganica (mandato), la colonia del Kcnia, il NyassaJa.nd, il Sudan. l'Uganda, Zani:ibar, parte de l Camerun e del Togo (mandati), le isole Maurizio, Tris tan d 'Acunha, S. E lena, Ascensione e Unione Sud Africa na.; in America: i l dominio del Canaclà, Terra,iova. e Labrador , le llermude, l'Honduras Britaimico, la G iamaica, la Guia.na. Inglese, le isole del Vento, la Trinità e le Falkland; in Oceania: l'Australia, la Nuova Zela.nrla, le Isole Figi, le Isole dell'Unione, Santa Cruz. La Francia, con u na superficie di 550 .000 kmq . e 39.870.000 abitanti, ha un dominio coloniale d i i2 milioni di !,mq. con una popolazione d i .58.000.000 di abitanti. I maggiori µossedimenti coloniali della Francia. sono in Africa., e compr endono : l' Africa :Mediterranea francese che abbraccia la Tunisia, l'Algeria, il :Mar occo; l'Africa Occ iden tale francese, costituita dalle colon ie del Senegal, Alto Senegal e )/'iger, Alto Volta, G uinea francese, Costa d',\vorio, Da.homey, territorio civile de lJa l\fa uri!ania., territorio milita re del ::\'iger , Togo (mandato), Sahara, Camerun (mandato) Congo francese; nel!' Africa Orientale, la costa. francese dei Somali, fa grande isola d i Madagascar, la Réunion; in i\sia.: gli stabili menti d ell'India fraJ1cese, l'I ndocina; in America: le due isole della Guadalupa e de lla :\farti-

nica, l'arc ipebgo d i S. P iene d i Terrano,·a . l:t. Guiana Fr ancese; in Oceania la Xuova Ca ledonia . le Isole della Lealtit . i quattro aJ·cipclaghi delle } lare besi. e "Tabua i, e il comprotettora to coll'I ngh ilterra delle isole Ebridi. L'Olanda. con una superficie di 34.218 kmq. e una popolazione di 7.416.000 a bi tanti, possiede u n patrimonio colonia.le d i 2.000.000 di kmq ., con 4.':\.000.000 di abitanti, pari cioè a sessanta volte il territorio e sei volte la. p opolazione de lla metropoli. Esso comprende le Indie Orientali : G iava e nfadura, S umatra. Borneo, Celebes, ::-folucche, arcipelago d i T imor, pane occiden ta le e meridionale della Nuova. Guinea, un gruppo d i isole nell'arcipelago de lla. Sonda; e nell'Ame r ica (indie OccidcnU\li) la Gu iana 01:lndese e la co lonia cli C u raçaocolle isole P,ona irc, Arub1, San :'lfartiuo. S. E tts lachio, e Sruba. L a Spagna. con 505.208 kmq. e 21.ì63.000 abitanti, ha un dominio colonia le di 370.000 k mq. con tt na µopolazione d i 1.000.000 cli sudditi ; esso com prende i Presiclios e il Marocco spagnuolo, la Costa dd R io de O ro, la p iccola colon ia cli Jfni, la Guinea Spagnuola, le Isole Ferna ndo Po e le Can ar ie. Il Portogalb , su u n a su pe rficie d i 88.7 ~O kmq . e una popola1,io11e di 6.000.000 d i abitai1ti. possiede un tcrrilorio coloniale di 2.100.000 kmq . con 9 .000.000 d i s ud d iti: in Asia gli stabilimenti d i G oa, i l porto di D aman e l'isola cli D iù, il terr itorio di T imor e l'i~ola d i Macao; in Africa la G uinea porto~11csc. l':\ngola., L-\irica Orientale Por toghese, il grup po delle .-\zzorre. le I sole del Capo Verde, le Isole di S. Tom,mso e il gn ippo d i }fodera (Atlan tico). La n'a n imarca possiede le '.'-\ ntillc D anesi, cos!iw ite dai tre grupp i di isole cli S. Cr oce, S. Tom1,o e S. Giovanni, con 350 kmq. e 27 .000 abitan ti in t u tto .


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G li Stati Uniti non posseggono vere e proprie colonie in senso europeo; ma banno annesso, per scopi milita ri, politici e commerciali, le An tille Spagnuole (Cuba e Portorico), la piccola. repubblirn del Panama, le Hawai, le Filippine, alcun i a rcipelaghi nel grane!~ Oceano. li Belgio possiede il Congo, il quale per 2.500.Q00 kmq. con 20.000.000 di abitan ti occupa quasi tulio l'immenso bacino del Congo. Anche le /erre artiche e i l coutinente antartico, dO\·e sembrerebbe che dovessero spuntarsi le ambizioni territoriali delle :Nazioni, soii'o state contese e suddivise; la Danimarca. possiede la Groen landia; l'Ingh ilterra le desolate terre del Labrador, della. Baia d'Hudson e del lago dello Schiavo col bacino del ).fakcnzie; gli Stati Un iti l'Alaska, acqu is tata dalla Russia ne lla seconda metà del secolo scorso, mentre ncll'antar tide PlnghHterra ha affermalo il proprio dominio nella Georgia .\ u stnùe, O readi Austra li, Shetland Austndi, terra Graham, e la Frnncia. nel gruppo di Kcrguclcn, nella ):' uova Amsterdam, nell'isola cl i S. P aolo.

Colonie niifitari. La sicurezza. d i una. colonia , oltre che con le truppe coloniali , può otteners.i anche med iante il sistc1na. della co lonizzazione militare. che mentre consente la difesa della colonia. s tessa., pcrmctle a ltrcsì di valorizzarne Jè risorse dando sviluppo all'agricoltunt e favorendo l'aumento della popolazione. 1] sistema della co lonizzazione n1ilita re è assai antico risalendo esso all'epoca romana.. Esempi più recenti ci sono stati offerti da lla Francia a ll'epoca de ll'occupaz ione del Canadà e s uccessivamente per l'Algeria che seguì tale sistema per molte delle sue colonie con risultati assai buoni e d,L a ltri Stati. I sistemi p rincipali cl i colonizzazioni m ilitare sono: - consentire ai m ilitari, dopo un certo nun1ero di ann i d i servizio, <li forn1arsi una fa 1n iglia., conducendo ·i n uso gratu i,o od anche regalando loro appezzamenti di terreno d a colt ura cd a ree fabbricab ili. purchè si impegnino a r imanere s tabilmente in colon ia ed a concorre re alla sua difesa. in caso di necessità; - conced~re gratu itamen te terreni da coltiva re ad elementi in\'iati dalla madre patria purchè s i obblighino a prestare il loro con co rso p er la difesa. della. colonia. La. colonizzazione. milita re presen ta. sempre al suo inizio notevoli difficoltà e riesce assai onerosa. Col tempo però rappresenta uno dei modi migliori per assicurare la difesa di una colonia. Coloniali guerre. Le guerre colonia li hanno caratteristiche proprie per le conclizion i speciali in cui si svolgono e in esse assumono p articola re v;ilore e lement i che, in Europa , co ntano poco o sono aITa tto t rascu rabili. T.c guerre coloniali in genere s i svolgono in territori scarsi di 1 isorse locali, talvolta prive di acqua, con comunicazioni rudimenta li e generalmente sepa rate dalla. metropo li da navigazioni spesso assai lung he. Di più il c lima de lle colon ie è qLmsi sempre molto diverso da quc Ilo in cui v ivono le truJ)pc del corpo di operazione; cosjcchè occorre tenerne gran cont<), sia in considerazione cklle ma lattie che ne possono nascere, che dal diverso rendimento dell'organismo umano . Anche le condizioni igieniche dei reparti debbono essere severamente curate, poichè, mentre le d ifferenze d i clima rendono l'or ganismo piit faci lmen te suscet.tibi lc cli ammalarsi, esistono spesso nei territori colon ia li malattie cnclcmichc

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contro alle qua li l'Europeo dcYe essere difeso con cura particolare. Cosi può dirs i che i peggiori nemici siano in CQ]onia, l'am biente. il cl ima. i disagi, e che assuma nelle operazioni milital'i una parte prepon,d eramc la logistica .

.'\nche la ~tratcgia. e la tattica delle operazioni coloniali sono caratteristiche; manca.no in genere quelle formazioni amiate che cost it uiscono, in Europa, l'esercito nemico e la guerra ha tutti gli aspetti della guerriglia: rap ide sor prese, celerissime incurs ioni nei terri tori già occupati) su lle lince dei rifornimenti, e solo in ca.s i eccezionalissimi qualche operazione diretta con-

tro il grosso del corpo opera nte. E per ciò, mentre nelle guerre europee il principio de lla massa domi na. in maniera assolu ta, in quelle colonia li conv iene spesso ripartire le forze in pareccb ie colon ne, collegate nel fine, ma autonome ne llo svolgimento dei lo ro movimemi. Le colonne au touom~ hanno dato i m igliori risu ltati nelle guerre che la f rancia ha condotto per l'occupazione del1'..-\frica settentriona le, e, più recen temen te, nella ultima fase della campagna d i Libia, nella qua le ad esse si deve se il possesso s i va di giorno in giorno consolid ando. Preparandosi una. spcd izione coloniale o<:corre, p rev io accurato studio del terr itorio da occupare, del nem ico da combattere. delle difficoltà log istiche da. superare, predispor re nella nictropoli la base o le basi ove effe ttuare i l concentramento e l'imbarco delle forze e dei mezzi i n p rimo tempo, ove fare a ffluire in secondo tempo, i r inforzi di uomini e di materiali . 1,;"na volta clic la costa. da occupare sia. stata raggiunta, converrà istìtuirvi una o più basi di operazione, ove si concentrerà tu t to quanto è nece.ssa rio aflinchè k truppe operant i possano v ivere, rna.rciare, con1battere) tenendosi presen te che sar iL nieno diffic ile occupare una qualsiasi posizione nell'intemo, che a limen ta.ria e conservarla.

Coloniali truppe. !\ mano a mano che le varie nazioni vennero in po.ssesso di terri tor1 lontani dalla madre patria ccl aven ti particola ri caratteristiche di ambiente e di clima, so rse per esse la necessità di d isporre d i t ruppe apposi tamente p repara le ed attrezzate a vh·e-


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Asca ri del :\• lmuaglio11e Eritreo

re ed a combattere in tali tcrritor\; sorse, cioè, la necess ita di truppe coloniali. L'organizzaz,ione di queste truppe è un problema assai delicato e di non semplice soluzione che deve tener conto di numerosi elememi, i più importan ti dei quali sono : - lo scopo cbe la nazione s i era prefisso con l'occupazione de_lla colonia; - le particolari condizioni di ambiente (clin1a, terreno, ,e tnografia, grado di civiltà degli abitanti, loro spir ito guerriero,. ecc.); - la lontananza della colon ia dalla mJJ,dre patria; le comunicazioni che ad essa la unistano; la d isponibili tà finanziaria ed etnogrnfica della madre patria, ccc.

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Ascari Eru.rei p t·cmi:11; in gare

Ne consegue che i criter1 da seguirs i per l'organizzazione delle truppe di c he trattasi non possano essere unici per tulle le colonie, ma saranno invece d iversi da colonia a colonia, sì da adattarsi il più possibile alle particolari condizioni di questa e della 1nadre patria. Le truppe colon ia.li possono essere: a) truppe dell'esercito metropolitano; b) truppe coloniali volontarie bianche; e) truppe indigene, regola.ri od irregolari (bande). Le tn1ppe clcll'esercito metropolitano ~ono in genere sempre impiegate per la pr ima conquista della colonia. -e per il suo consoìidamento, spec ia lmente quando si tratti di Nazioni che non posseggano altre colonie dalle .quali trarre reparti co loniali. Tali truppe, però, sono le -meno adatte per la vita coloniale, s ia se composte dr, -elementi di leva, s ia se reclutate fra le classi richiamate

dal congedo. Occorre quindi rimediare agli inevitabili incon ven ienti, o quanto meno ridw:li il più possibile, con l'adozione di opportuni provvedimenti organici quali: - costituire il corpo d i spedizione con un quantitativo d i forze superiore al prevedibile fabbisogno; - inqu<1drare fortemente i repa.n i con clementi - se possibile - già pratici di spedizioni colon iali ; - diminuire, ove occorra, gli effettivi dei reparti pur d i avere persona.le adatto; - abbondare in tutto ciò che possa servi1·e alle necess ità individuali, per rendere meno sentito il disagio della vita coloniale. Una questione di notevole importanza è quella rela tiva alle modalità di formazione del corpo d i spedizione con tr uppe metropolita11c. E cioè, è più opportuno che esso s ia costituito da intere grandi unità orga11ichc già. esistenti in paese, ovvero che esso s ia formato da reparti tratti in varia misura d alle singole un ità dell'esercito? Il primo sistema presenta il n otevole vantaggio de ll'affia tarnenw, dello spirito di corpo, della reciproca conoscenza. eh~ esistono fra gl i elementi costitutivi di Lma ste,sa grande uniti! ; p uò - per contro p resenta re l'inconveniente e]; far gravare particolarmente il peso della spedizione solo su alcune regioni, mentre è e.quo che es.~o sia, nel limite del possibile, ripa.rtito fra ( utlo il paese. I! secondo s istema. ba, invece, i vantaggi e gli inconvenienti opposti: consente di ripartire il peso della spedizione in pa.rti ugua li fra le varie regioni, ma il corpo risulta costituito da reparti tratti da varie unità, e quindi p rivi di quell'intimo affiatamento che tanta importanza ha oggi sul campo d i battaglia. S i ricorrerà. a ll' uno ,)d a ll'altro sistema, ovvero ad una combinazione dei due, a seconda delle circostanze conti ngenti. Le truppe volontarie bianche sono più adatte d i quelle tratte dalla leva alb. vita di colonia. Occorre però che esse siano reclutate su la base di rigorosi critcr1 in fatto di qualità fisiche e che abbiano ferma, piuttosto lunga, onde possano acclimatarsi sufficientemente. Sono in genere assai (Jiù costose delle truppe d i leva in quanto richiedono uno speciale trattamento economico d i gran lunga superiore a quello che è normalmente fatto ai contingenti di leva. l,;n sistema adottato d,i alcuni Stati per a.vere volcmtari bianchi colonia li è quello di estendere il reclutatncnto anche agli stranieri, passando sopra ben inteso a i precedenti ed a lle qualità. morali degli arruolati. La Francia e la Spagna hanno una cc Legione straniera»


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Reparto camrnel!ì(ll'i a us iIl ari ncll' Art'ii:a sud occlCie11 1ale teClcsca (I~ 17)

nella quale tut ti indistintamente possono arruola rsi; ed anche il Belgio assume in servizio stranieri per il Congo. Le truppe di colore, s ia indigene che tratte da a ltre colonie, sono ù, genere, quelle che meg lio rispondono allo scopo. Tn massima poco costose, sobrie, resistono meglio a l clima ed alle fatiche della colonia, sono più ada tte alla speciale guerra, e non fanno gravare il peso d i eventuali perdite sulla madre patria. T utti gli Stati aventi colonie hanno fatto e fanno tuttavia largo ricorso alle popola.zio:1i indigene per la costituzione di reparti di colore. Prima fra tutte la Francia che cerca a11zi d i ovviare alla sua forte deficienza demograiJica con un largo reclu tamGnto nelle sue colonie africane. Segue l'Ingbilterra, che lia attinto anch'essa ampiaJJ1entc a tutte le sue immense colonie . L'Italia ha fatto largo rec lutamento d i volontarì nella colon ia eritrea che ha fornito e fornisce tuttora elementi ottimi e fedelissimi ed in misura assai abbondante, sì: che è stato possibile far fronte anche alle esigenze dcila colonia libica. In secondo temp o si è allargato il reclutamento a nc'l1e fra gli in digeni della Lihia, dai quali sono stati tratt i vari battaglion i e squadroni con o ttimi r isultati. Le truppe di colore possono essere regolari od irregolari. Le prime sono generalmente d a preferirsi per chè più sicure; combattono meglio e sono p itt facilmente comandabi·li. Il loro reclutamento trnva però u n limite su l fatto che di massima sono volonta rie. L'organizzazione di truppe indigene regolari deve tener conto cli particolari esigenze quali : - destinare ai reparti ufficiali e sottufficiali fisicamente prestanti, energici, molto coraggiosi e pratici degli usi e costumi dei co111poncnti i reparti stessi; - assegnare, a lmeno inizialmente, a i reparti tecnici (artig lieria, mitraglicri, ecc.) element i metropolita.n i <la sostituirsi gradatamente con elementi indigeni a mano a mano che ne progredisca l'addestra.mento; - evitare di avere in teri reparti composti cli gente di una sola razza o tribi, onde non aLbia.no a crearsi tra reparti pericolosi dua lismi e r.i valità; - non tenere in uno stesso r eparto molti ekmenti di religione d iversa; - permettere che le famiglie d ei militari ammogliati ;;egu ano i reparti. Le trnppc irregolari comprendono: bande (nuclei di forza v-aria al comando d i u n capo indiano), e ausiha.ri (salme.risti, portatori, lavoratori, cammellieri, guide, informatori). Le truppe irregolari sono in genere assai me-

no fidate di quelle regolari e devono essere sorvegliate atten ta.mente. Ciò non toglie che· le bande, se ben ~u ida.te, prestino servizi veramente ottin1i e combattano assai bene. Ordinamento delle trnppe colo-ninH Un problema di capita le importanza chè si prospetta n ell'organizzazione delle truppe rii una determinata colonia è quello di stab ilire quali armi e gpccialità douanno en trare a farvi parte ed in qua le proporzione. li prnblema deve essere risolto tenendo prese~.te numerosi elementi fra i quali essenzia li : le particolar i caratteristiche di terreno e c!'i clima della colonia: l'indole ed i sentimen ti degli abitanti; la presumibile forma d i lotta che sarà combattuta. Lo stud io e la va lutazione d i tali elementi <liranno all'o,·gan izzatore in quale rapporto le ,•arie arn1i dovranno essere rappresentate nelle forze di una determinata colonia. La fanteria è sempre p revalenza r ispetto alle altre armi per la sua attitudine alla particolare forma di lotta individuale ccl iso la la che Ascaro 1illlco si combatte in genere in coIonia.; per il suo minor costo; per ia facilità di adat1 lamento all'ambiente. L 'arma principale <lelh1 fanteria è il fucile, date le peculiari caratteristiche della. gue1Ta colonia le. I reparti devono però essere la rgamente dota ti anche di mitragliatrici (leggere e pesanti), di bombe a nmno, di lanciabombe e lancia.Jiarmne; armi tutte che esercitano grande impressione sull'elemento indigeno. Quas i tutti g,li Stati coloniali hanno anche fanteria montata su cavalli, su muli o su cammelli. Essa è assai utile in colonia per la possibilità di lunghi e rapidi spostamenti. Quella montata su cavalli o muli presenta però !'inconnniente di complicare notevolmente il prob lema. dei ser vizì; per quella su cammelli l'inconveniente è invece assai minore essendo il cammello animale molto sobrio e resisten te. Q uest'ultima è pertanto cfa preferirsi. La cavalleria dev'essere, finchè possibile, costituita con quadrupedi indigeni poichè il caYallo importato, oltre a


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essere più costoso, i: anche di ass:i.i diffic ile adattamento :i.ll'111nbienle e rich iede numerose cu re . La cavalleria è assui utile in colonia negli inseguimcmi, nelle razzie e nell'esplorazione delle colonne mobili. E' 11ecess1rio che si:i. addestrata a far fuoco da c:i.vallo. Incontra a volt~ grav i difficoltà loi::isliohe per la Yim dei qu:ulrupecli. L'artiglieria è arma impor tante nelle guerre coloniali esercitando il cannone grandt: impressione in genere sugli indigeni. P;,nicolarmentc adatta è la. sprcialità someggia11 per la possibilità cli muoversi in qualsiasi terreno e di seguire ovunque k colonne mobi li. ln mol te co lonie sono state cost ituite batterie cammellate con ottitni risultati. Xcllc colonie p iù progredite e ricche di strade tro,·a utile impiego anche l'artiglieria. leggera carrCf.(l(iata a traino animale e meccanico. 11 genio: tulle le specia lità di ta le a r ma devono es-

sere ra.ppresentatr nelle forze coloniali in giusta µroJJOrzio,,c con le altre armi. TI loro impiego i· necessario per lavori (zappatori-minatori), co.;;Lruzioni ferro,·iaric (ferrovieri), Cùllcgamenti (tclegralìsti e radiotelegrafisti), ccc. J carri arm,1li: ut ili,;;~imo impiego negli inseguimenti e nelle razzie possono tro\'are le autoblindomitragliaLrici e le molomitrjgliatrici per la loro ca1>acit:1 di fuoco e celerità di spostamento. ln certe colonie possono riuscin• rcrldit i,:i ,1nchc i ca rri d'assalto di tipo leggero arm:i.ti d , mitragliat rici <: di cannoni di pirrolo calibro. La Francia. ne ha impiegati e ne impiega largamente nel )farocco. L'uviazione è cli grande rendimento nelle colonie. Devono essere rappresen tate le ~pecialità d:1 ricogniz ione (per l'esplorazione vicina e lontana. ed il servizio di collcyamcnto) e <h. homhard:1111ento leggero e pesante. L'a,•iazionc è ahrcsì a;.;;ai utile - in determinati casi - come mezm di r ifornimento e di sgombero (rifornimenlO viveri, munizioni, materia le di med icazione, trasporto feriti, ecc.). Di minore rendimento in colonia so-no invece i dirigibili. Le unità tattiche de,·0110 es;;<;re agili, mobili, manovriere. indipendenti, in considerazione delle particolari caratteristiche della g uerra ç0ln11ia le dcrivnllli da.Ila poca forza generalmente esiste11te in confronto della grande estensione dei territori. Le unità ordinarie sono pertanto: il battaglione, lo squadrone, la batteria, la compagnia. il plotone. J.a grande unità tattica tipo è la bri-

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gata mista, composta. di due o tre grupp i di battaglioni, uno squadrone d i caval leria, una o due batterie d'artiglieria, reparti di carri armat i, del genio e dei servizt

Impiego delle tmppe colm1i11li nella madre patria. Durante la gra n<le guerra taluni Stati impiegarono truppe coloniali i11digenc qu~li reparti combattent i e quali :rnsiliari (per la\·ori stradali, di fortificazione, addetti ai sen·izi, ccc.). La Frnncia impiegò in territorio ben '.?14.000 uomini, cd altri 60.000 rittfor~arono i prcsidt delle colonie o furono destinati nelle colonie teclrsche conq uistate. A: l'atto dell';trmislizio l'insieme degli indigeni alla fr,iote francese ed a ll'ann:Lta d'oriente com1>rcr1de,·a: 9-1 bgl. combattenti e 2i di tappa: inoltre 10.000 mali;asci servi\'at10 nell'artiglieria e 5.000 indocinesi ne l servizio automobilistico. .\nche l'Inghilterra ehhc un 11ot.:volissimo contributo dulie proprie colonie durante la. recente guerra; infatti ben 2 milioni e 900 mila uomini combatterono sotto la bandiera britannica. Tale cifra è µari a.Ila metà degli uomini mobilitati dal1'.lnghiltcrra e rappresenta 1/3 delle forze totàli che l' im• pero m ise in campo. L' I ta li,L cd il Belgio non imp iegarono truppe coloniali indigene sui rispettivi fronti. P er noi un simile impiego non sarà possibile neppure in futuro. dato il ìimitato gettito che le nostre colonie possono da re in soi<hti. t'er la Francia. e per l'Inghilterra, invece, il rrclutamento indigeno rappresenta un notevo lissimo rendimento. La Francia tende anzi a sfruttulo in sommo grado a compen,;o della sua limitata c:ipacità dcmograiica. E' quindi da ritenersi che nell'cvemua.lil,t d i 11covi co11Jl it1i l'impiego de lle truppe coloniali, da parte specialmente della Francia, verrà f a tlo su scala as~a i più vasta di quanto sil'l stato attuato durante la guerra ultima. (Per l'ordina.mento ddlè truppe nellt singole Colonie, Y. al loro nome, così per le ita liane d1c per le estere). Battaglione dei Colo11iali. Fu costituito in Toscana durante il secondo periodo granducale austro-lorenese (181-t-lS-18) poco dopo il 1815. con sede in Portoferraio, nell'Isola. d'Elba: era formalo di soldati espulsi per cattiva condotta dai Corpi, e da discoli arruolati o a scopo correzionale µcr volontà dei genitori, o forzatamente. Jfalatlic ro/o11iali. T.a patologia dei paesi roloniali compresi ndl;i mna temperata non differisce da. quella della rnet ropoli; invece, 11cllc colonie trop ical i, 111cntre non mancano le a ffe7.ioni cosmopolite, si trornno, o ltre quc~te. le malattie coloniali o. come sono chiamate comunemente. csc,tichc. Le malattie roloniali, dal punto di vista d,•lla causa, s i distinguono in infettive, parassita rie, a.I imcntar i, tossiche. Le mal:i.ltic infettive de lle regioni :1t·dcnti si diffcrcnzilno da qu,·Hc della zona temperata, pcrchè, ad eccezione del colera e della dissenteria, sono tra.smesse da artropodi med iante inorn la" ione; ad esrmpio il tifo petecchiale ,• t:1·:1,sm~sso d!L pidocchi, h febbre ricorrente dc ll'.-\frica tropica.le rla 1.cccbe. l'e1· questo fatto, tali malattie sono confinate nell'arca. dove esiste l'animale vettore; a mo' cli esempio la malattia dd sonno (tripanosomiasi umana) potn•bbc penetra ,·e in Som:i.lia. dove alberga la mosca Lrasmdt il rice, non in T. ibia, 11è in Eritrea. do\'C non esiste. Le affezioni pira.s,;itarir, oltre che dagli entozoi della wna tempera t:i sono provocate eia specie proprie elci climi caldi, eh~ 1,resenta no caratteri particolari nel modo


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fliv is 1a ri i reparti lllii•'i (Henilo , Ju~soll11i e gcne t·ah• T' o Buno, 10%)

diatus": mentre la filaria d i ::.1edina penetra a Lt iva-

dare in primo luogo i serpent i, che uccidono ogni anno migliaia di pers0ne, in secondo luogo i pesci che inoculano il veleno o r iescono tossici per i ngestione, tra cui il prototipo è il tetrodon, che uccide un uomo in un'ora e nel G ioppone è ingerito a scopo suicida. Le piante

menk attrnl'ersaJ1do la pelle. Le specie del gene re schi-

-velenose .sono usar.e in guerra con le frecce avve lenate

stosoma in una fase dello loro l'ila sono ospiti di mollu$chi e crostacei acquatici. Gli insetti non soltanto sono ,-eicoli, ma sono pure causa diretta cli mala ttie, come la pulce pcnetrd nte cbc p rovoca un'affezione cu tanea, le

e raramente producono av"elenamenti acc identali per in-

<li aggredire 1'01·ganisn10 umano e nel loro ciclo vitale. Gli rnw,oi più _ rnrattc.ristici sono le filar ie, che vengono inoculate all'uomo, la bancrofti da zanzare culic inei Ja loa da u na 1nosca ptu1gen tc, « cb rysops di1ni-

gest ione, le proprietà. venefiche. essendo ben note agli i ndigeni. ll modo d i trasmissione delle ma lattie infetti.ve e parassita rie indirizza la profilass i contro gli animali che ra1,prescnla.no i veicoli e la causa. di re tt:L d i esse; pertanto, rnentre nella zona. tcn1perata il lnezzo principale

),

lar ve d i \'a rie mosche c:he p roducono le mias i interne ccl ~sttrne. L€ malattie alimentari sono causate d a nutrizione i nsuftickme. L e JJl'i ncipali sono il beri- beri e lo scorbuto, a cui va unita la pellagra che dopo la guer ra è scomparsa <lairEurc.:pa e si può considerare una rnal;:1 ttia e=,otica.

Le mala ttie tossiche sono determinate da animali e p ia11te , ·e!enosi. T ra gli animali velenosi sono da ricor-

cl i profilassi ronsi3te nella disin fezione, a i t ropid la disinfezione ,;i applica. soltanto co11t.rn h dissenteria amebica e il colera, e per le altre affezioni esot iche hanno la massima irnportan?-a i mezzi per difendersi dalle punture e per dist ruggere gli anima li veicoli e ca.usa di malattie . Questa d ifesa ha la massima impor tanza, giacchè da lla prevenzione delle ma lattie esot ic he dipende in buona parte ::1 s uccesso delle spedizioni colonial i. Una prova in favore cli questo assunto è dat;1 dalle statistiche di mortalità . L1 morla lità. delle trnppe inglesi alle Ind ie ancora cinquanCanni fa superava 1'8Q~fo; oggi s i appro;;sima a quella della madre patria . Al p rincip io del secolo scorso la morta lità d ei milita ri alle Ant ille raggiu ngeva il 120% , a Sierra Leona il 170, a Giava il 138; ora è d iscesa a l 20% . Invece, ne l Corpo di spediz ione a ~fassaua nel 189 1, c he trascorse senza opera zioni belliche, la tnortalità fu di 11.1%, d i poco superiore a quella delle truppe in I talia che era d i circa il 99'0 , grazie alle misure di profilassi in opera.

Colon na. Prima della rivoluzione francese, la C. era una formazione cli manovra e formazione nor male e fond amentale di combaHimcmo. Durante la ri,·oluzione francese, le truppe d 'urto si d isposero in colonna dietro alla catena (V.) costi tuita dai cacciatori. Nell'epoca na-


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Colonna Volan te (Libia 1912)

poleonica, con lo scadere delle qua lità delle truppe, la colonna prende nuova importanza. assumendo il carattere di un elemento massiccio e falangit ico (WagrarnBorod ino-L ipsia-Waterloo). Nel corso del secolo XIX, l'efficacia ognor crescente del fuoco, ne rende sempre meno possibile l'impiego nel campo tattico; ed il primo sorgere del secolo XX lim ita l'imp iego della colonna alle sole operazioni in montagna ed in Colon ia, dopo avere però mutato sostanzialmente le sue caratteristiche di costituzione. Presen temente si intende per colonna: a) la formazione in ordine chiuso, delle minori uniù, nella quale gli elementi dei reparti sono d islocat i uno dietro l'altro : colonna di compagnia, di battaglione, di squadrone, cli batteria, ecc. ; b) _uno o più reparti d i una stessa arma, o delle diverse armi, riuniti per muovere su cli uno stesso i tinerario, ovvero lungo una s tessa. dire ttrice d'azione per raggiungere un determinato scopo; e) una aliquota. più o meno grande di mezzi destina ti al soddisfacimento d i partico la ri bisogni, Forza, caratteristiche, organizzazione, compiti, dipendono da Ila situazione, dal terreno, dallo scopo che si vuole raggiungere. K el campo tattico la. colon na può essere un semplice d istacca.mento con compiti subor dinati e concon-enti, ovvero una. vera e propria· unità indipendente come capacità operativa, ma. concorrente, come sforw sta bilito, nel quadro generale dell'azione. E' formazione particolarmente adatta alla guerra. cli montagna ed a.Ile operazioni coloniali: in montagna perchè si plasma alle esigenze del ter reno; in colonia perché r isponde alla forma di guerra praticata dagli indigeni. In Colonia sono molto usa te le colonne mobili : organismi omogenei, leggeri, solidamente costituiti ed inquaclra ti d i truppe d i colore che, muovendo da basi organizzate lungo le regioni interne delle Colonie, csec guono operazioni di polizia, ovvero operano da punti eccentrici su clctenuinati obbiettivi per tagliare le forze nemiche, dalle loro basi naturali, costringendole ad accettare il combattimento ovvero a deporre le anni. Nel campo logistico si consicleraJ10 colonne, senza r igua rdo alla. entità o meno delle forze che le cost ituiscono, le unità che muovono riunite o a rticola te lungo uno stesso itinerar io cli movimento. Così pure costituiscono colonne un numero più o meno grande di mezzi meccanici, carreggiati, animali, riuniti in organismo destinato a.d assicurare determinati ser vizi. Alcune grandi unità cli fanteria, sino a. pochi mesi prima della guerra mondiale, avevano colonne cli mezzi per assicurare il

tempestivo soddisfacimento di determina ti bisogni: colonna v iveri, co)onna mun izioni ; 1na le nuove possibilità di trasporto offerte dagli automezzi permise ro cli sciogliere organismi çosì complessi che appcsantivaJ10 notevolmente la grande u nità. Nell'addestramento formale la colonna è una formazione dell'ordine chiuso che si presta a tenere raccolte le forze in uno spazio cli una certa profondità, m:a. poco ampio nel senso della fronte. Colonna d..'. guerra. E ra posta a Roma, i.r1 Campo 1farzio, presso il tempio cli Rellona e simboleggia.va i l con,flne dello S tato. Prima che si aprissero le ostilità, un fecialc le lanciava contro il suo giavellotto insanguinato, rito propiziatorio che doveva assicurare la vittoria. Colo1tna d'istmzioize. Si chiamò così tu1 reparto di truppe na poletane dislocato nel 1846 a Pagani, pres.50, N occra, e composto 'di 7 bgl. cli caccia tori ( 4200 u .) for nito di biblioteca. mii. creata dal gen. di Sanget, cli ospeclaletto, di tutti i servizi, al comando cli un mar e- scia:llo cli campo. I l reparto aveva a disposizione un va.sto terreno per le eserci ta.zioni pra.t iohe. Colonna I1tfern.ale. Nel 1793 fu dato in Francia questo nome a una clivis. d i avanguardia dell'armata. dei P irenei Orientali, forte di 8000 u. e costil~ita da tutte le compagnie cli granatieri dell'armata. Ne ebbe il comando Teofi.lo de la. Tour <l' Auvergnc che, per le gesta cli valore compiute in questo comando, ebbe da Napoleone il titolo di « Primo Granatiere della. Repubblica.» e una spada cli onore. Colonne I11.fen111Ji. Vennero co5tituite nel 1794 in Francia, eia.I Comi tato di Salute pubblica, pex clomare la VaJ1clca ribelle, e poste sotto il comando del generale T urreau . Nel gennaio dodici colonne d i circa 1500 u. ciascuna, elette appunto « colonne infernali n, precedute· da dr appelli d i gua~tatori che tutto incendi.tvano e dis(rnggevano, dilagarono nella regione colle seguenti istruzioni: (< Si impiegheranno tutti i mezzi per scoprire i r ibelli, t utt i saranno passati per le a rmi; villaggi, cascinali, boschi, brughiere, e in genere tutto ciò che può essere incendiato, sarà dato alle fiamme ll . La guerrigl ia si svolse sanguinosa e a troce ; i VandeaJ1i, spinti claJla disperazione, si difesero selvaggiamente, comandati da S tofflet e eia Charè tte. L 'orrore stesso di quella lolla senza quanicre sollevò la pubblica. opinione ; il Turreau fu sostituito dal Vimeux, il quaJc, con metodi più uman i, riuscì i11 breve a calmare gli animi. Un decreto df amnistia clclla. Convenzione pose termine alla guerra. Colonna trionfale . .;.1onumento a forma di colonna, o

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Rostrma

Traiana

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venctòmc

di cui una colonna costituisce l'clcmcnlo a.rchitc ltonico, p rincipale, eretto in commemorazione di qualche grande avvenimento, o alla memoria d i un eroe o d i un trionfatore. Fra le principali, ricorderemo la C. Traiana., nel Foro Roma.no a lta 29 metri, opera di Apollodoro; la C. Antonina a lta 23 metri, ecc. Queste esternamente, in bassorilievo, portano impresse su una striscia a spirale le gesta gloriose degli imperatori a cui furono dedicate, e occorre notare come le figure vada.no crescendo di grandezza man mano che si procede verso l'alto affinchè, nell'effetto ottico, sembrino sempre ugua li. Era s.iinilc, a Costantinopoli, la C. cli Arcadio, di cui s i conservano gli avanzi. Fra le moderne ricordiamo la è. Vendome o di Auster!iz, o della Grande Armata, in Parigi, costruita d i p ietra e rivestita del bronzo d i 1200 cannoni presi a l nemico, inaugurata nel 1810. E' alta 44 m. e, a somiglianza di quella Tra iana., è circondata. da una serie di bassorilievi a spirale illustran ti i fatti della campagna. Fu rovesciata dalla Comune nel 1871 e rimessa a posto nel 1873. La C. di luglio, pure a Parigi, eretta a r icordo della presa della Bastiglia ( 1789) di bronzo, vuota internamente, alta 50 m., racchiudente nella base un sepolcro-ossario dove sono sepolti i caduti in quella .occasione. La C . della Grande Armata a l campo d i Boulogne, alta 48 m . La C . :Monumenta le di Londra. alta 61 111. La C . di Blenheim Park, pu re a Londra, in onore del gen . :Ylalborough, ecc,

Colonna rostrata. Monumento di significato simile a (Juello della C. trionfa.le, destinato ad esaltare e ricordare alte gesta e insigni pcrsona.ggi della storia m ilita.re navale. La prima di cui si a bhia notizia fu que Ha eretta in onore di Duilio, a ricordo della vittoria di M ilazzo sui Cartaginesi, alta m. 3,67, e adorna d i rostri o prore in bronzo e d i ancore delle navi nemiche. Si ergeva nel Foro; ricostruita dopo un incen dio, sorge orfl. a piè dello scalollG del palazzo dei Conservatori, in Carn-

Boulog-ne

Pompeo

Antonina

pidoglio. Altre C. rostrate eresse Augusto colle p rore , dèlle n avi di Cleop atra. Esempio di moderna C. rostrata è a :\'apoli, nel pubblico giardino, sorto in onore dei marina i che combatterono nella guerra libica.

Colonna. Egidio. Scrittore mii., n. a Roma, m . ad Avignone (1247-1316). Viene considerato come il p iù antico scrittore cli gue rra italiano. Trovandosi in f r ancia, ve3covo di l:lourges e preposto all'educazione d i F ili ppo il Bello, raccolse nel volume « De regime p rincipum » quanto riteneva doversi apprendere dal regale a llievo. La pa.rte militare del suo trattato ve1me. col titolo « Dc re mili tar i veterurn admores praeserlim Medi Aevi >l , pubblicata in Brunswich nel 1724. L'opera venn e tenuta come libro di testo per lungo tempo e tradotta in varie lingue. Gustavo Adolfo ne fece eseguii-e un estratto ordina.ndone lo studio a i suoi ufficiali. Colonna Fabrizio. ·Capitano di ventura, m. n el 1520. Servì Carlo VIII, Federico d' Ara.gona e Ferdjnando il Cattolico : questi nel 1507 lo n ominò gran conestabile. Durante la guerra della lega di Cambrai tolse a i Veneziani quanto occupavano nell' Adriatico meridionale. Passò poi al servizio d i Papa Giu !io II e partecipò alla battaglia di Ravenna. Colonna Prospero. Ca,pitano d i ventura (1449-1523). Cugino di Fabrizio, servì prim(t Carlo VIII poi Federico d'Aragona. Fu l'animatore ed istruttore degli Italian i che combatterono con tro i Francesi a.Ha d i· sfida di Barletta . Condusse nella Spagna p rigioniero Cesare Borgia. Passò poi al servizio del Duca di Milano. Decise delb battaglia dell'O lmo (1513) ; fatto prigioniero a ViUafranca ( 1515) si ·,


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Cor,

r if~cc sconfiggendo il Lautrec alla Bicocca ( 1522). :'\elio s tesso anno s'impadro11ì cli Genova ; e nel 1523 difese ,·ittoriosamcnte )filano contro il Bonnint.

N apoli ( 1760-1818 ). Fu Concstabi k del regno di Nt1poli e nel 1796 venne nominato dal papa generale tielle sue milizie.

Cc,/o,wa Pomp ·o. Capitano di ventura. nipote di Prospero (1479-15.12). S i d istinse nel 1502 alla battaglia. di Ca nosa, a <]u d la d i ,Ce rignola, a que lla del Garigliano. La3cia tc poi le arn1i. si fece prcl<' e nel 151 7 Leone X lo creò rnrdinale. ::-:'cl 1530 governò il regno di Xapoli a nome <li Carlo V.

Colonna Agostùw ( I i65-1830). )laresciallo di Campo del reame di :'\apoli, appartencm c alla fam iglia dei tVincip i di Stigliano e Alia no, figlio di Marco Alllonio. brigadier~ degli c,~1-rili e viccrè d i Sicilia . ~i'! 1795, ten. colonnello nel regg. della Rt:gina, panccipa.,·a alle operazioni in Lombardia contro i Francesi. Promo~,,o genera.le, e comandan te la cavalleria, t umbattè ancora contro i Francesi r:cll'Ttalia meridionale e nel 1805 fu fatto p rigioniero. Li berato sulla parola e p assato ai servigi di :\rurat ebbe nel 1806 il governo della prov. di .hdlino e poi di Bari. Difese lschia contro l'armata Anglo-Sicu la nel 1809, capi tolò coll'onore d elle arm i e fu condotto prigioniero in :\fessin a . 'l'ornato a. Napoli fu chiamato al comando della Capitanata; nel 18 1-1 fu a Firenze, comandante la. p iazza e nello stesso anno. tornati i .Uorboni, ebbe il comando di Terra cli Bari. Era marescia llo quando, accusato di a,·c re partccip:uo ai mot i 1·ivolu zionari del 18 20. fu prigioniero in Cas tel dell'Orn. Processa to e a~,;olto si ritirò a. vita privata.

Colo1111a. Str/<1110. Capitano del sec. XVl , cugino di Prospero. m. nel 1548 . .-\ Ila bntta~lia dr lla Bicocca ( I5.22) comandò un reggimento e ranno seguente partecipò alla difcia di )filano contro i F rancesi. Passato al i,<•n·i;: io di Francia, si battè a lla d ifesa di Firenze coma11dall(Io,·i le quattro bande costituite con truppe del contado; µoi fu al servizio del papa. Paolo JTT per il quale riconquistò ;1 territorio di Camerino. Co/0111111 .ls,-n11io. Capitano tld scc. X\'T m. nel l55i. Fiidio di Fabrizio, nel 1520 divenne gra n conestabile de l J<cgno cli \'apoli. Con u n corpo d'eserc ito costri nse Cil'menrc Vll a rifugiars i in Castel S. Angelo. Com battendo sotto le bandiere 51><1!,'lrnOle fu fatto prigioniero da Filippo D oria. che poi a ( ;enova lo nominò invcct• comandan ic le sue mili✓.ie. Ehl>è po i il governo de~li .-\bruzzi e col principe tl'Orangc partecipò a ll'as,crlio d i Firenze.

Co/011J1<1 JJa,.ca11tonio, duca di Paliano . .\mm ira glio del papa Pi-> \ ', si coprì cl i gloria a I la ba ltag lia di T.epanto (1571) dov~ ~omandav3 le galer,' pontificie e toscan<'. )Iorì. for;c an·elenato, a )lcdina nel 1584.

C:olonna \l a1·rantonio (secolo X VI) Cvlo1rna Federico, cluca di Tagliaco3zo. Capitano. al servizio del r e d i Spagna , n. a :,,;-apoli. m. a Tarragona ( 1601-16-H ). \'icerè di Valenza. ebbe l'inca r ico della diresa di Tarragona contro i F rancesi, r. per m erito s uo furono salve l« città e l'i ntera Catalogn:L (1639 -1 640). 1n seguito però a.i JJat imenti sofferti in qurl periodo, morì poco dopo.

Colo1111a di Ba/dissero, Angelo J11a uri3i<>. Generale piemontese del scc. XVI II. Partecipò a lla guerra della Successione d'Austria. Colonnello nel 1ii 2, comandò la c ittà e ducato d' .-\osta divenendo brigadiere di fanteria ( 1781), magg. gene ra le ( 1783) e luogotenente genera le ( 1 i S9). Xèl c..1omm recl<'1·1ro 1790 divc1mc governatore di .-\1ba e nel 1792 fu dispensato dal serdzio. Colonna 1vla.rca11ton-io, pr incij,c di Sti gHan() e di A liano, 11. e 111. a X apoli (1729-1796). Fu capitano delle r ea.li guardie del Corpo nel regno delle Due Sicilie, e ,·icer~ di SiciJ;a.

Co/o1111a Filippo. Genera le delle truppe pontificie n. d i

Colonna Carlo. G(:ncrale, n. e m. a :X a poli ( 18.311897) . .\!fiere del Genio nelresercito ddlc Due Sicilie, prese parte da capitano a lla. guer,·a. del 1860 e ne l l86 I entrò nelle Jile del R. es<'rcito ita liano pa r tecipando alla campagna del 1366 e meritandosi a Custoza una mcdagli;i d'argento. Colonnello nel 188.!. fu direttore territoriale del Genio a Capua e com:mdante del .l" reggimento gen io; promos-;o rnagg. generai.- ( 1891) fu direttor e territoria le del Genio in Bologna e comandant-e territoriale del Genio Jlla Spezia . .\ndò in P . . \. nel 1393. Co/01111a G11sta,·o, dri JJri11cipi di S1iglia 110. ,\ mmi1·aglio, 11. e m. a :\· apoli. ( 1838- 19 l4). Entrato in servizio n el 1856, p romosso capitano di vascello nel 1881, collocato in P . .-\. nel 1893. fu promos,,o conlrammi,·a.g lio nella. Riser"a. X Jvale nel 1897. Prese parte alle guerre per l'Indipendenza e comba tti- :, Lissa; fu illsign ito della med. d'ar genlo al " a lor rn i litarc . Colonna ,wbile dei Pri11cipi Colm111a e dei Prillcipi e Duchi di Paliano 1:abrizio. Generale, n. e m. a R onia ( 18-181923). Sottot. di caval ler ia nel 1869, prese va.r tc, nel l 870, all'occupazione d i R oma. ;\Cl 18 i 8 passò a su:l domanda nel ruolo degli ufficiali di complcmt'nto e fu richiamMo in servii:io du n1.11 te la. grande guerra ( 1915-1918) .-aggiungendo nel 19 I 7 il grado di magg. generale nella rberrn.

Colonnella (Co111pag11ia) . F.ra così chiatnata, p resso gli an tich i eserciti francesi e p ie,nontesi, la p ,·ima compagni a di ciascun n•ggimen!o di fanteria di cui era J>roprietario il colonnello che la comanda va anche nominalmente. In realti, cr:, comandata <la un luogotenen te che era chiamato il luogotenente de l colonn ello, e per brevità d i cknomin azione, luogotenen(é colonnello. ' l':tli reparti godevano di particolari privilegi ncll' int,:•·no dd reggimento; fra gli altri - in Francia - a!l'Ppoca in cui ogni compagnia aveva la propria bandiera, godevano di que llo d 'avere la bandier ~ di co lore bianco, i:hc


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· si trovò poi a d iven ire quella del re, allorchè Luigi Xl\', soppressa la car ica d i colonne llo generale della fanteria, n e assunse egli stesso le f unzioni ed i colori. Le compagnie colon nelle cessarono di esistere col passaggio daH' ar ruola mct_o volont ario alla coscrizione.

Colonnellato. T itolo, carica. impiego, comando co rr ispondente a l grado cl i colonnello. Esso, in altri tem13amtl\'ra co1on11cllu p i~montPsc pi (sino a Federico (,N·OIO X \'Il) IT cd a lla r ivoluzione francese) ,·eniva comperato presso i sovrani med iante il pagamcnro cli u na certa somma. Tl sovrano ri lasciava U11 bre-vetto di colon nello che portava con sè J1 proprieti. di tut 1·eggimcnlo. Presso gli antich i esercì li p iemontesi la voct C . servì ad indica re l'un ità affidata a l comando cli un col. con carattere, però, prevalen t emen te territo-

COL

C. comandante di r eggimen to sono de lla massima im portanza comprendendo l?.. condotta mili tare, d isc ip lina re cd amminis trat iva di vart reparti. Ad esso in combe l'a lta direzione e la re;ponsabi lità dell 'istruzione del corpo affidata a l suo coman do, la puniz ione delle mancanze e la ricompensa del Yero merito. Si vale de ll'opera del comandante del deposito e dei comandanti di battaglione per e3crc ilare la sua azione sulle compab•nie del r eggimento. I! C. assegn a ai battaglion i cd alle com pngn ic (od u11itii corrispondenti) i mLlitari <l'ogni grado uuovi assegnati o prom::issi ne ! corpo ; ripartisce le reclute; trasferisce se nccc.ssario ·- n 1ilitari di ogni grado da 1lll reparto a! l" a ltro ; nomina ed eson era gli u fficiali d a lle cariche d i : comanda n te del deposito; ufficiale a clisriosiz ioue ec! al drposito; aiutan te n1~ggiorc

4 rrn nlllera ,·010 ,rnHIJa p1Nnon 1r.w ( Drag-011 1 fl('I ne) <lcl secolo xvm riale . Infatt i intorno al 156'0 le mi li,ie paesane cli [anteri:1 era nr, ripartit e in quat(ro colon nella t i : Ivrea Ast i - P ie-monte p ropr io - X izza, comprendent i ognuno sei coJ11pag11 ie. Verso il 1576 i colonnellat i erano otto. comprendent i comp lessivamente 53 compagnie. l i C. cessò <li esi~tcre ucl 1713. con la lrasforma:done delle milizie paesane in truppe d'ord ina nza e s i ebbe il reggi men to. La repubblica cl i G enova creò q uattro C. !lcl iCi-'6, comprendenti gli uom ini scelti nei co1:1un i dd llisagno della I'olccvera, di Quarto, di Sestri, d iv1,i i.n compagnie:-, arma t i d i moschetti e di picche. 1

Colonnel lo. Grado della gerarchia mili ta re cu i corr isponde il comando t itola re di un reggimento delle varie armi, o la d irezione cli servizio od una carica di IJa r i impor ta nza. E ' i l grado più elevato nella categoria degl i ufficiali superiori, poichè a l disopra del r:. vi so110 gli ufficia li generali. I colonnell i coma nclant i di .reggimen to o d i unite\ t.~u iva lente cd i capi di s;ervizio sono considerati comandanti d i corpo e godono C: i i.:na specia le indenni tà. L e pr omozion i a l grado di C. ha nno luogo ~sclusi\'arnente a scelta per esam i fra i lenen t i colonndli giudicati, dalle commissioni di ava117~,mento, :idonei a 1·ivest ire il grado superiore. Le a t t r ibuzioni d<"I

,rn

I . dHli l\til'O d i g-r aclo (lll:mo11o le) Sino .i l !D02 ; '.l, (113t i li! I\"() ((·0111 l'O~pallill") s ino al I Q16 , rtpl'ì5l inato nd !9:' (i; ;J, (list inlivo ( lllUllO))OIC) dal 1916 a l 1 9~0; 4, n lclll /i g-ro~so e :l SO ltil i) su l ben ·e t10: d'argTnto pc1· la ran11:rla e ,uc specialllà (acl eccezione ri<•I be 1·sa~:licl'i i - ca\·a.ller i.i - 1necli ci e velcrinari: d oro ))el' ie a!l re armi, specialità e ser vizi. 1

in J:"I t'd in 2'' ; Hfficialc di vcllovagliarnento 1 di armam ento. ccc. Spella a lu i cl i p rocedere a lle ]lromozioni nei gradi d i trupp~ ed in q uelli di sottufficiali ( sino a ma resciallo e,c!uso) seguendo le norme dei vigent i rcgolamen ti ; e di r roccderc a lla retrocessione de i caporali e d egli a pp1111ta 1i . I compiti elci C . comandante cli corpo sono dunque v1stissimi e di somma impor tanza ; esssi r ichiedono grande cu ltura , notevole capacità di comando, esper ienza, ta tto ed energia. non comun ì requisiti che g iustificano complct.amcnte la severa sekzìone che viene prat icata n elle promozioni a. tale grado. Le insegne d i queste grado ~ono rapprè-;enta te da tre stellette metalliche 1


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<l'argento su ciascuna spallina, contornate da un rettangolino dj fettuccia. metallica d':ugento o d'oro a. seconda. deìle var ie arm i e specialità, e da quattro galloni, uno grosso e tre sottili, cli a rgento o d'oro, anch'essi a seconda dell'arma e specialità, sul copricapo. Sino all'entrata in vigore ddl'ordinamento 1926 le stellette anzichè sulle spalline erano portate sulle rnanopo.Je della g iubb,i. Inoltre durante l'ultima guerra e fino al 1923 i gradi slll berretto, a.nz ichè metallici, erano in tessuto grigio verde. I colom,elli com,1nclanti di reggimenti con la grande uniforme portano una aigrette bianca sul copricapo. Il titolo d i colonnello (dR colonna cli soldati o cli armati) pare sia venuto in uso in Italia a i tempi cli Carlo V. In Piemon te troviamo il grado di colonndlo con Emanuele f iliberto ( 1560 circa), grado che era conferito a chi ven iva. incaricato di comandare u n colon nellato. Piit tardi tale titolo fu dato ai comandanti di reggimento e successivamente anche a quegli · ufficiali rlle erano designa ti a reggere una carica equipollente. In I ta lia all'epoca di Carlo V sembra che con la voce colonnoUo s i indicasse oltre che il comandante anche il reggimen to stesso d i fanteria. Infatti la parola reggimento non si trova adoperata. dagli scrittori italiani ohe verso il 1600. Nel 1566 il duca Emanuele Filiberto cli Savoia. pubblicava un Regolamento, in cui, divideva lut l·e lf m ilizie p iemontesi in grnssi reparti denominati colonnelli, ciascuno dei qua li si componeva di sci compagnie, ogni compagnia d i quattro centurie, ogni centuria di quattro squadre . La compagnia ordinaria era r.omposla di 120 p icchieri armati d i picca e cli corsaletto, d i 30 muniti. di corsaletto e zu ccotto, di 10 con targa e corsaletto e di 10 alabardieri. I rimanenti mi liti della compagnia, armati di a rchi bugio, avevano il capo coperto ' dal zuccotto. Le compagnie colonnelle erano formale da ~O a labardieri e 350 archibugieri. Di questi ult imi 16 venivano denomina.ti caporali ed i r imanenti gregari, detti confidenti. erano specialmente incaricati della custodia delle bandiere. In ordù1e gerarcb ico, nel reparto, dopo il colonnello, venivano un sergente n1aggiore, un capitano, un alfiere: due sergenti, quattro centurioni cd i 16 caporali incaricati particolarmente del governo d isciplinare della compa.gnia. G li ufficia li erano arma ti di spada; i centurioni di scudo e di giannetta. ln Francia il titolo d i C. venne in uso ai tempi di Emico II per i comandanti di reggimento d i fanteria i quali però lo cambiarono pitt di Colonnel lo d i fanteria una volta con quello di macstJ·i di (sec. XVIJ) campo. Nel 1793 i colon nell i dei regg. cli fanteria presero il nome di comandanti di mezza brigata, in conseguenza della denominazione data a llora ai reggimenti. Nel 1803 il t itolo d i C. ricomparve ancora e defu1itivamente per tutti· i comandanti cli reggimento e per coloro che copriva.no incarichi equipollenti. Sino alla Rivoluzione francese il grado e il titolo di C. erano spesso onorifici e si acquistavano dal sovrano mediante il pagamento di una certa somma: il C . r iceveva un brevetto e clivcntav~ il proprietario ciel reggimento, ollrcchè

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il comandan te. In quell'epoca, ogni reggimento prendeva,. il nome del suo C. e questi nell'amministrazione realizzava in1por tant i benefici poi che era spesso .una specie di• impresario delle vivander ic; inoltre le nomine a! grado, di ufficiale, che erano di sua spettanza, gli fruttavano regali tradizionali o pattuiti volta per volta da parte dei nuovi promossi. In Inghilterra il t itolo di colonnello è ancora. quasi esclusivamente onorifico e dato spesw come ricompensa anche ad uIJìciali generali. N cll'csercito svinero la categoria. dei colonnelli. corrisponde a quella dei nostri ufficiali genera.li. Il colonnello equivale infatti al nostro generale di brigata; segue nella gerarchia. il colonnello divisionario che corrisponde a l nostro generale cli divis ione; s i ha infine i i colonnello cli corpo d'armata che è il grado più elevato• previsto dall'ordinamento dell'ese,:çito -elvetico e che è pari al nostro generale di corpo d'armata. Il reggimento in !svizzera è comandalo da un tcn. colonnello, grado , questo c,he equivale a quello del nostro colonnello.

Colonnello generale. T itolo militare che esistette e che esiste tuttorn presso ta luni eserciti. In F rancia fu creato da Francesco I e conferiva rango inuncdiata · mente seguente ai marescialli di FranciR. Il t itola re esercitava il comando Sllp remo della fanter ia . Successivamente Enr ico.I V creò un co Jonnello generale per la cavalleria e d i poi furono altresÌ istituite le cariche di colonnello gene- Arma di colonnello gener a le elci Dragon i rale dei dragoni e degli (F r·ar1cia, sec. XVIII ) ussari. Napo leone I creò colonnelli generali elci cor azzieri, d'a.rtiglieria, dei cacciatori a cavallo. Tale titolo cessò nel 1830. I n Francia esistette anche la carica d i colonnello generale degli svizzeri; istituita da Carlo IX, scomparve con la Rivoluzione, riebbe vita con Napoleone I e definitivamente tramontò con la Restaurazione. In Prussia questo titolo militare esiste tuttora e dà rango di maresciallo di can1po.

Colonnello brigadiere. V. Brigad;ere.

Coloranti (nelle car-iche cli scoppio). Nei bornba.r-damenti tedeschi dell'inverno 1916- 17 venne notato che la neve e il terreno, ci rcosLanti ai pun ti d i scoppio delle granate, p resentavano delle larghe ed evidenti macchie colorate. Le analisi eseguite s ta bilù-ono che esse erano dovute a sostanze tintorie contenute nei proietti adoperali, e s i poté anche accertare che tale fenomeno &i manifestava di prcfrrcnza con lo scoppio di g.ranatc e bombe cariche d1 aggressiv i permanenti. Fra le varie ipotesi avanzate per spiegare questa inn ovazione, la più , attendibile può ritenersi quella che ne fa risalire !'uso al fatto che i Tedeschi, impiegando aggr essivi pennanenti, ravvisarono il bisogno di o ttenere, in qualunque evenienza, dei punti di facile riferimçnto o cli dscontro per l'esatta individua7.ione rlc l terreno gassato. Va • notato infatti che la debole carica di scopp io dei proietti speci~li non poteva essere sufficiente a determinare · p rofondi crateri nel suolo o, comu nque, traccie <li sicuro rilievo; per cu i, nel caso dell' impiego ,d i composti,


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Operazion i Intorno a c-01orno nel 1734: 1, co1orno; 2, fanteria imperiale; 3, ponte; •i , usserl Imperia li; 6, rantc1•it1 ttlleatu ; 7, cavalleria ,11lea1a; 9, a r tlg-llcria imperial e.

.ad azione permanente, coi quali si era in festata la zona, ,si rendeva naturalmen te necessaria una. marcata segnalazione di questa per evitare che le proprie truppe vi sostassero, nella eventualità di una avanzata, poichè •essa doveva ritenersi pericolosa anche dopo qualche ,giorno dall'avvenuto bombardamento.

Colorno. Comune in prov. di Parma. Vi si nota il .m.af,'Ilifico palazzo ducale che fu sede di uno Scuola di fanteria, dopo l'annessione all'Italia. Fu nel 1247 fortificato dai Parmigiani i11 guerra. contro Cremona e :..\l antova; la rncca venne ri.moden1ata da Azzo da Coreggio. Sulla fine del scc. XV Giulio de Rossi. gentiluomo parmigiano, conquistò C. con u na banda di gente annata. l'apa Paolo III Farnese i.ntcrve1me e lo costrinse a lasciare la conquista. Operazfoni intorno a Color-no (guena d i Successione -<li Polonia: 4-9 giugno 1734). Sino dal 24 maggio g li -imperiali si erano avanzati con 1111 corpo di 14.000 uomini per conquistare il Parmigiano. Il 25 mandarono ui, distaccamento di 200 cavalieri verso Colorno. Questi a ttaccarono il castello difeso eia quattro cp. cli granatieri francesi e furono respin ti. II giorno seguente 800 coraz_zieri e 800 granatieri, sotto il comando del marchese di Ligneville, ripeterono il tentativo, ma anche quest,1 volta

dopo due ore di lotta, furon resp inti. Il 1 ° giugno 3000 fanti e 12.000 cavalli r ipresero l'attacco della piazza, difesa da 400 u. Data la preponderanza delle forze, dopo un'ora di lotta e dopo avere « scaricate per tre volte le loro artiglierie)> gli imperiali r iuscirono ad entra re nell'abitalo, donde i difensori si erano ritirati. Il 3 giugno, le truppe sarde e francesi passarono il Po e si accamparono fra Sacca e C.; il 4 il marchese di 1faillebois, alla testa cli 40 cp., attaccò su tre colonne il borgo e combattendo di casa in casa costrinse gli Imperiali a r ipiegare oltre la Pan na, me11t1:e- i F rancesi, non potendo vincere la resistenza, nemica di fro.nte, costruirono due ponti sul L orno, per i quali passarono colle fanterie e la cavalleria. Que.sta mossa decise gli Imperiali a ritirarsi, mentre i franco-Sardi, distaccato ad inseguirli il marche~e di Pezé con un a brigata di canLbinieri, 200 granatieri e S00 cavalli, occupavano Colorno.

Colpo di mano. E ' un attacco locale eseguito da un piccolo nucleo di uomini. particolarmente scelti e conve11ientcmcnte armati contro un obiettivo lontano, lim itato e temporaneo. Ha lo scopo di tormentare e perciò fiaccare il morale nemico; di prendere prigionieri; d i assumere informazioni su particolari punti della sistemazione difensiva nemica o di distruggerli. L a sua


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importanza è grande per determ ina re le un ità nem iche che si hanno ù i fronte, ed assumere informazioni sulle intenzioni de l nem ico e sulla sua ef:ficenza. L ;attaccante, effctluato il colpo d i mano, r ientta entro le sue linee prima che il nemico si riprenda dalla sorpresa. La successione di colpi d i mano, condotti felicemente, sviluppa l'attitudine offensiva delle truppe, cd impone un certo ascendente sull'avversario. I n relazione allo scopo, il colp o di mano può essere: a) co lpo d i mano di cattura.; b) colpo di mano di occupazione, e cioè, la conquista e conservazione di determina te pa1·ti della posizione nemica il cui possesso rit:sce di particolare utilità. Queste azioni episodiohe ed a rdite devono essert: a ffidate ad clementi tecnicamen te preparati, r isoluti e largamente provvisti d i meni d i lot ta pitt adatti. L'arti glieria che partecipa ad un colpo cli mano, deve essere tan to n umerosa. da consentire che la preparazione sia breve e possa eseguirsi contemporaneamente a'l tiro cli controbatteria e a fin te s u a ltri punti. I l nuc leo di as&'lllo deve comprendere pochi ed ottimi elementi ed essere armato preferibilmente di moschetto, lanciafia mme, bombe a mano, pugnale e qualche spezzone. Pooh i porta orcli11i e pochi razzi per segn alazioni sono l'unico mezzo d i collegamento. L 'a ttuazi<rne del colpo di mano rich iede rapidità, decision e, sorpresa. La riuscita d ipende essenzia lmen te eia una minuziosa preparazione e dalla rapidità dell'esecuzione. La segretezza è l'elcrnemo fondamentale del successo. ~I colpo d i mano deve essere a ttua to nel periodo più ad atto, e cioè nell'ep oca che precede una p resunta azione nem ica, e nel momento p iù propizio, e c ioè quando a vvengono cambi in li nea; quando giunge e vien.e distribuito il rancio. L a notte facilita l'operazione, m a richiede truppe par ticolarmente addestra te, che conoscano bene la regione e che $iano perfettamente orientate su l compi to che debbono assolvere e . le moda lità che cleblxmo seguire. Occorre stabilire dove, ed in c he misura debbono concorrere i riflet· tori ; ed infine è n ecessu io adottare d istinti1·i cli riconoscimento ben chia ri e ge11eralmente conosciuti per fa cilita re il r itorno del nucleo en trn le linee. D urante il g iorno l'operazione è p jù f acile come pratica esecuzione~ ma è maggiormen te esposta alla r eazione nemica. S i rende q uindi indispensabile l'adozione di particolari p rovvidenze,

qual i 111aggfor conco rso de!Partig licria e

dell'aviazione e largo uso d i proietti ccl anifizi fumogeni. Duran te la guerra mondiale, specie nel periodo d i st:abilizza7.ione delle fron ti, furono frequent i i colp i di mano ed assunsero scopi e por tata assai differen ti a seconda dei risulta ti che si vollero raggiungere . E cosi, dalla modesta cau ura d 'una sentinella nemica, particolannenle d annosa ad tlll determinato reparto, si giunse alla conquis ta di un punto caratteristico ccl importante della fronte aYversar ia. N on deve p t:rò ritenersi che il colpo d i mano s ia u n'operazione propria della sola guerra cli posizione. Si deve anzi ritenere che durante la guerra d i movimcn(o i colp i di mano debbono essere pii, frequenti e necessari in conseguenza delle 11umerose inforrna7.ioni d i cui si abbisogna. D 'altra parte l'operazione assume, in questo caso, cara ttere meno complesso, non occorrendo che una preparazione sommaria, e minori essendo le d ifficol tà da s uperare e la effi.cenza delle posizioni nemiche. In qua.lunque specie di guerra, poi, e qua lunque sia il carattere e lo scopo d el colpo di mano, i risulta li conseguiti debbono giustificare comp letamente

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142 -le perdi te su bite in uomini ed in materiali. Il co lpo di. mano non deve, quindi, essere effettua to quando si pre-suma che il passivo certo dell'operazione superi l'a.ttivo problema tico d i essa. Colpo di mano negl·i a.sse,lii. Il colpo d i mano, od attacco di sorpresa, di una fortezza tende a penetrare nella piazza all'impensata della d ifesa, dclud<,ndo la vigilanza dei difensori. I l colpo di mano può essere tentato contro una o p iù opere staccate o contro la cin ta del nucleo da reparti speciali che s ia no penetrati fra la I inea delle opere cd il nucleo s tesso durante le operazioni d'assed io•; ed in questo caso è e>perazione seconda.ria dell'assedio, cl1e però può condurre al la caduta dell'opera o delle opere o della cin ta e, come conseguenza a quella della p iazza. Come ope razione principale può tentarsi solamente contro p iccole p iazze di caratt.cre ,1n tiqua to o contro p iazze non 11ltimate, scarse di difensori, presidiate da !ruppe o sfrnitc o disposte a. cedere, o finalmente inseguendo i difensori dunmte p recipitose ritira te. Il colpo di mano contro p iazze marittime s i fa tentando, con grosse o piccole navi, bene armate, cli. forzare l'ingresso cli un porto fortificato per disturbare i lavori di prepara.zionc della d ifesa, danneggiare un arsena le e Je 11avi che vi sono ancorate ecc.

.-\ppartengono a q uesta specie di azioni ancl1c ~ueile noti.urne aventi lo scopo di danneggiare fenoùe, lin ee telegrafiche, cavi so ttomarini, semafori, ecc. Colj,o d-i cannon e in salva o ùt bianco, senza pro1c ttile ; si usa spara re da u na n ave o per richiamare l'attenzione, per esempio dalla nave ammiraglia per avvisare le altre navi di esser pronte ad eseguire un d .tto ordine; o per intim idazione; per esempio p er intimare la resa i n una opcra.iionc non bellica , o per intimare

a lla nave mercan tile incontrata in alto ma1·e di far nota la sua nazionalità se non l' ha fatto alla p rima richiesta, salvo a cannoneggiarla se persiste nel rifiuto anche dopo il colpo di carn1onc in bianco.

Col Tenda (Bgl. alpino). V. Borgo San Dalmazzo. Colt (Samuele). Colonnello americano (1814-1862) che d iede il nome ad u na carabina a rotazione (revolver) da lui inventata nel 1842 e che ebbe buon successo nella guerra contro gli Ind iani. l i sistema a rotazione C. fu applicato tanto :dle carabine quamo a i f ucili, e dopo periezionamenti fo tti n el 1851, ancbe a lle pistole. E ' fondato sul principio della cann a unica e fissa, e di :x::-r:::mrr·:-a

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Cal'lllli11a (1842) e r crolvcr (1865) Coli un _c ilindro, con tenente le camere per le cartucce (da S a 6 e più) ruotante a ttorno ad un albero fisso. e d isposto coll'a,;se parallelo all'asse della. canna. ma p iù in basso, e cioè in modo cl{e. le camere s i presentino m l loro asse su ll'asse della canna. Il tiro era intermitten te e Ja rotazione dèl cilindro s i compiva., mentre si" arma va il ca.ne, per effet to d i un b9fciuolo ad esso impern iato c he agiva su i den ti di una roseHa applicata alla parie cen trale posteriore del cilindro. Su questo,


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s istema sono ancora oggi basate tutte le pistole a rota zione. L,L pistola C. venne ulteriormente ancora modiiìcata per ottenere un p iù facile e spedito carica111cnto del c ilin dro: e ciò si è ottenuto mediante il ribaltamen to laterale del cilin dro stesso. lnfine. con altra modificazione. si ottennero pistole sul tipo C. a t iro continuo, ossia coi colpi che vengono sparati uno dopo l'altro co lla sola pressione successiva sul grillet to.

gorb ia, sporge una tacca o den te di varia forma. Quest'a.rma era usata, dopo fatta la breccia, nell'assalto delle mura . Invece della tacca fu applicata a qualcuna una piccola p istola a m ota. (XVI secolo).

Coltellaccio. Specie di arma bianca cona, con lama diritta o curva, ma sempre a filo e costola, gcnei·almcntc con un risalto sulla costa vicino a lla punta . Quando la lama era curva si chiamava anche « stmia " · E ra l'arma. dei cosi dett i (<sacerdot i » e dei « ribaldi >> i quali , appena passata Ja. carica degli uoniini d'annc, si gittavano con quest i coltel lacci sopra i fc.riti e ne spiccavano il capo da l busto. Venne in seguito adopcrnto come as ma da punta, da alcune cavallerie dei 'Secoli XVI e XVTT, mutata alquanto la form a . Coltelletti (Napoleone) . Ammiraglio, n. a Lima ('Perù) m. a Napoli (1845 -1906) . Entrato in servizio nel· 1859; promosso contrammiraglio nel 1897; d ire ttore generale dr:1 servi-

zio mili tare al .Ministero della ~farina dal 1897 al 1899; presiden te della C01nn1issione penna.n ente per gli esperimenti del materiale d a guerra dal 190~ al 1903; com;rndante n1i1itarc maritt irno d i ì\faddalena dal 1904 al 1905; colloca to in posizione ausiliaria nel 1906. Coltellett i Napoleone

Coltelletti Gù1..1eppe Et-

t.:o lr (']li : 1, h o r g·og,none cie l X\' seco lo; 2. lc•clc sco ('QII pl s lol,t a J'llO!a del XV I secolo; 3 , (le i St·r·olo XVI I ; .1 . ff1e,11evH Je; i>. s·enovcsc.

Coltello da Scu./ala. Era come il coltello d a breccia; aveva però un'asta Jung!l issi1ua con1posta di taal i pezzi a vvitati gli uni sugli a.ltri in 1nodo da. potere raggiungcl"C la somm ità delle mura: arma adoper.ita nei secoli 1

XVI e XVII. Coltello gcnoc•ese. Così era chiamala un a specie cli pugna le con lama a doppio taglio in tutta la smL lunghezza, o ad ,111 filo e mezzo, p rovvisto <l i passacorda. Era r itenuta arma insidiosa e perciò proibita dalla r epubblica. Per eludere la legge la si considerò come uno strumento da se lla io; così la proibizion~ fu condizionata.

!ore. An1n1irag lio, nato a

L ima (Perù) m. a Genova (l8SO- I920). Entra to in servizio r,cl 1866; promosso capitano di vasce llo nel 1901; collocato in J'. !\ . nel 1905; promosso con trammiraglio •nella Riserva nel 1908. Rivesti la carica di capo cli S. )f. del 2° clip. marittimo ne l 1904, c di Presidente della Commissione per la mobi litazione industriale nel 19 16. Prese pane a lkl ca mpagna d'Africa.

Coltura militare. E' quell'insieme di cognizioni che abbracciano la scienza e l'arte mi i ita re nelle loro varie parti e manifestazioni. Basi essenziali d ella C. M. sono la Storia e l'Arte ::vlilitare ; ad esse si aggiungono le sped a.li discipl ine scientifiche che oggi si ;·ichiedono, in vista del sempre cr escente svil uppo e del la sempre maggiore differenziazione dei m ezzi bell ici. La C. M . non aveva in passato la grande importa nz~ oggi as-

Coltelliere. Xellc m ilizie medioeva li, i l C. era uno

sunta. Era sufficiente, spcciahnentc nei gradi inferiori

elc i seguito dei cavalieri, che aveva il compi lo, col coltello c.he p orta ,·a a l fianco e dal quale prendeva il non1e, di finire i nemici atterrati dal suo signore. }J il.t tar di, ne lle milizie francesi del sec. XV, fu de tto C . il

della. m ilizia, cora.gg io, buon senso e prni ica ' del mestiere. G iova d ire però che i grandi capitani rurono sempre dotti di d iscipline 1nili ta.ri; va.lenti scrillori fu,rono ad es. nell'antichità Senofonte e Giu lio Cesare. mentre nell'evo modem" celebri ad es. sono le opere s<:rit te dal :lllontecuccoli, del ~-Iachiavelli, da Federico il Grande, da Napoleone. Dopo il 1866. quando la guer ra, per l'adozione di anni semp re p iit perfezionate, per il sempr e crescente numero d elle forze mobi liwte, sub\ radica li trasfor maz ioni, furono istit ui ti nei vari Istitu t i superio ri di C. M. (scuole di guerra. cen tri di alti studi militar i, ecc.) mentre furono migliorati e au mentati i programmi delle Scuole e Accadem ie preesistenti. Di più presso i reggimenti e i comandi d i presidio si tengono regolari con feren ze, specia lmente nel periodo invernale, qua ndo meno intensa è l'istruzione della truppa, e annualmente si bandiscono numerosi

soldato incaricato di condurre il bagaglio dell'uomo d"a.rme.

Colte I lo. Era. così chiamata anticamente una. specie di pugnale d i forma e dimensione di un usuale coltello, co n uno o due fi li. Fu usato in ogni epoca, rna, conw ann a, tenuta in d ispregio dai \·cri uomini cra rn1c e spe.cialn1ente <lai cavalieri e gen tiluon1ini.

Coltello ,la brecc·ia. (o con tacca n dente) . Arnm in asta. del XIV secolo, in Francia , con un solo taglio co me la falce d i guetra dal la quale deriva, ma. colla. punta ch e tende verso il doTso della. lama: talvolta la punta è anche a dopp io taglio. Sul dorso, a metit o presso la


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concorsi a premio aperti a tu tti gli ufficiali, compresi quelli delle categorie in congedo, per studi d i carattere lllilitare. In I talia, per migliorare la C. NI. degli ufficiali di complemento, si sono costituiti presso gli Istituti di Istruzione Superiore speciali corsi ten uti d ,1 ufficiali dell'esercito, della marina e dell'aeronautica, mentre nelle istituzioni cli carallere premilitare (premilitari, avanguardisti, ccc.) s i impa rtiscono gli elementi fondamentali della C. M. Infme, per il pubblico borghese si tengono numerosissime conferenze di carattere speci:ùmente storico m ilitare, al fine di farlo consapevole elci pr incipal i problemi che interessano la organizzazione militare del lo Stato. Presso i Ministeri militari esiste un'Ufficio S torico, che !1a il compito di curare la pubblicazione e la d iffus ione di opere militari originali o tradotte. Concorrono alla diffusione della C. M. giornali (Le Forze Armate) riviste (EscICito ~ Nazione - Rivista Militare Italiana - Rivista d i Art iglieria e Genio - Bollettino dell'Ufficio Storico del Comando del Corpo di S. M . - Rivista Marittima Rivista Aeronautica) e pubb licazioni varie d i coltura, come la nostra Enciclopedia :Militare.

Colubrina (raramente coloinbrina). Così fu chiamata una wecie d i a rtiglieria con lunga e sollile volala, prima usata a ma.no poi su affusto, sorta fin dal 1428. In Italia le colubrine trovar/si menzionate fin da l 1447; ma precedentemente erano sta te fuse in Inghilterra prima e in Francia poi. :--.'elle colubrinctt:e manesche (colL1brine a mano) la canna era incastrata in u n'assicclh ed era usata come una balestra; le palle

14.4-

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erano comode da maneggiare, e d i lunga portata con relativamente piccola carica. T utte queste buone qualità occorre considera.t le con una certa rela tività, pensando ai tempi ed allo stato delle anni da fuoco di que lle epoche. Le colubrine aumen tarono ancora d i dimensione fino a,! XVU secolo, epoca in cui la loro gros-

Col ubrina su affus to (scc. XVl)

Colubrina del sec. X:VIt ,

erano grosse qu.:1.nto uno nocciola:

vennero usa.te fino a l secolo XVL Dalla meti, del secolo XV, ne forono usate di p iù grosse, non più ma11esche, ma portate sopra carri. A.l tempo cli Ca rlo VIJI le colubrine erano distin te come a rt iglierie d 'una specie clctc.rminata e d'un genere particolare, e pare fossero sempre più p iccole ma più Colub1'illie1·e (sec. 'XVI)

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Colubrina veneziana (se,. XV I I)

Co lub rinetla manesca (sec. XV)

rn~_, -- ;, ;;...:::a:a:-f Colttbrlna a croceo

l!OJilL(]l I I mJ m;w 11%li 1J uOli ;\P ilE,il] co1ulJ1·1na vene ta d i llro uzo (lung-a 10 metri)

COltùl rlna inglese d l bronzo a rctrocarlca

Col\1lJrina rk ll a marina velica

lunghe dei cannoni, con canna più sottile e di mi.nor calibro. Dal XVI secolo in poi le g.r ossc colubrine costru ivansi in un sol pezzo, in bronzo, sparavano abbasta.nz.a rapidamente, s i carica vano facilmen te, avevano palle d i ferro, non erano incamerate come i ca nnoni,

sezza d iventò stabile, suddividendosi -iii C . com11-11e, rin forzata., sottile. Così ftu'ono anche cla.5sificate in cd,,brina. doppia, mezza colubrina, q11a.rla col·ubrin<1. Vi fu rono pure le C . inw,n.era.ta, da mascollo, interzata, bastarda, bastardella, col-11-brinetta, ccc. nomi sorti, o per


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-f.15 -

la loro Jorma diversa, o per l'uso a cui erano dest ina.te, o per la loro grossezza poco d iversa ,fa quelle con nome tipo. Le C. furono adopera.te tanto in terra che in mare; un. esempio di arn1amcnto eccezionale di navi con tali arm i lo offre la marina turca. Quando Barbarossa fu nominato, nel 1533, ammiraglio in capo della squadra turca, e riorganiuò quella marina, colle navi agili, armate di colubrine (le quali armi pesavano meno ed a.\'C• vano più lunga portala. dei cannon i) dicendo che « per a rr-iva.re il nem ico è meglio ave re il braccio luugo che grosso»: le navi pesanti armate di cannoni lasciò alla difesa di Costantinopoli, quasi come batterie galleggianti.

Colubrìnata. Colpo lanciato da una. colubrina. Diccvasi C. l'artiglieria fat ta ad uso d i col ubrina.; e cioè quei cannoni che avevano la canna pi\t lunga del normale. Coluche (Giovanm). Soldato francese, n. a Gastin ( l 780-1867). E' cons iderato il tipo del w ldato p er cui è sacra la. corn;egna, perchè cs~endo, nel I 809, dopo la battaglia. di Esslingen di sentinella davanti alla porta della casa abitJ.ta. da ::\"a.poleone I con la consegna di non lasciar entrare nessuno, quando l'Imperatore tentò di entra.re si oppose energicamente, e non lo lasciò passare che in seguito ag li ord ini degli ufficiali dello stato m3ggiorc. ).1e fu premiato con la croce della Le gion d'onore. Colzi (Guido). Generale, n. a Cannigua.no, m . a F irenze ( 1-850- 19 14). Sott<lt. di fan teria nel 1$75, frequentò la scuola di b'llerra e comandò da colonnello (1903) il 57° regg. fanteria. e collocato in P. A. (1809) ragg iunse, nel 191-1, il grado di magg, generale nella riserva. Comacchio. Città in prov. di Ravenna, in mezzo alle V3Ste lagune dette llalli di C. D 'antichissima origine, divenne fiorente sotto i Goti e i Longobardi, cd chbc una. su:i flotta, nel porto di ~fagnavac.ca. Attilil. tentò invano d i conquist:i.rla, come invano l'assalirono i Duantini nel 77 7. 1n seguito, segui qua.si sempre le parti della Chiesa. .:-l"ell'SOS fu invano assediata. dai Bi,antini. Ncll'~S-1 venne assalita dai Ve11ezia.ni che vi posero pres idio. Avendolo cacciato, la cittit fu di nuovo assa li ta, p resa, devastata dai Venezian i, c11e n e cattu rarono la flotta. Nel 1299 fu presa da. Azzo d'Este; nel 1378 fu ass1lita e incendiata dai Genovesi; nel 1383 subì la stessa sorte per opera dei Veneziani. Comacina. Isoletta. sul lago cli Como p resso la riva occidentale, di fronte ad Osuccio. }\fentre /l lboino e,·a già p:ulronc della maggior parte della Lombardia, rimaneva. ancora indipendente la metà superiore del L ario c l'Isola C., dove si era racco lta e s i tli.fe ndeva una colonia romana, organizzata, a nome dell'Imperatore cli O riente, da Frencione, che vi aveva raccolto i tesori sollratti ai barbari. La sua città, che ebbe il nome di Cristopoli, fu munita di mura e d i torri. Attaccata da i\ uta ri ne l 588 fu assediati~ e presa rlopc> sei mesi per fame. )I e! 962 le truppe di Ottone posero il blocco lil'isola, che si arrese a Guancia, vescm·o di C:01110, verso la fine del 96-1. Le fortificazioni allora furono distrultr. Tu tta.via nel 112-1 l'isola fu invano attaccata dai Co-

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masch i, i quali però p iù tardi, riusciti a impadronirsen e, distrussero Cristopoli e ne cacciarono gli abitanti.

Comandante. Titolo che si dà a. chi regge un comando militare in genere. Questa voce si adopera o sola ovvero accompagnala dal nominativo dell'unità o della cosa comandata . In 111ari1w, si applica generalmente a lutti coloro che hanno il comando di uno scafo in mare, qualunque sia la p ortata di quest'ultimo. E' indipendente dal grado che riveste colu i che lo porta, il qu ale può essere anche un sottufficiale. Infatti molte bette, rimorch.iatori, cisterne e navi di uso locole della Marina .Militare, sono comandate da sottufficiali timonieri o nocchieri, i quali, a bordo del la loro nave, vengoGuldonP no chiamati « comandi <·Omandantr .superiore di marina mandante ». L' lìfficb!e c:i mHrrLI <.!cl-lo S. ::ve. genera le, da l grado di 1• ten. di vascello, a quello d i capitano di vascello, viene chiamato indistintamente C. Quando gli scafi sono molto piccoli, si sostituisce al termine di C., quello di << Padrone n; ad es. così è chiamato il caporale nocchiere (sottoc;,po) che coma nel , uua barca a , apore. li nome di « c, mandante;, r,ell.t m., . rina militare comp;,;·c verso il 1815-16, probabilmente per d: st inguerlo da quel " Guidone ,li cornnrulante di e< capitano » orn•~ i gn,ppl di c~ploratort leggeri e ll(LVi rnillOl'I ta 11!.o in u so da ~sscrc accolto nel codice d i cotrunercio di Napoleone ( J80i).

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Coma,ulonte d'armi (o di piazza). Titolo dato presso l'esercito francese all'ufficia.le di una guarnigione p iù elevato in grado o p iù anziano cu i spetta, in tale qualità, la direzione de l servizio nella guarnigione. Corrisponde al nostro comandante d i presidio (V. Comando di presidio). Coniandcmte di corpo. Qualifica attribuita a.i comandanti titolari cli reggimento delle var ie anni e spcci..lità, e agli ufficiali incaricati <li reggere cariche o dirigere servò.zii equipollenti al comando di reggimento.

Comanda,ite di deposito. Questa qua.lifica aveva assun to, dur,u1te la guer ra 1915-1918, la qualità d i <c comandante di corpo>>, che vrnne a cessa.re con decreto del 1920. Coma1ula11te di piae=a. Nelle provincie del Re di Sardegna, dal 1814 al 1847, l'a11torit11 politica era esercitala d a un generale governatore che aveva a.Oa su a dipendenza in ogni comune importante un comanrlante di pia7..za, coadiuvato da un certo numero di ufficiali, col compito di sorvegliare lo spirito pubblico e <li invigila re sulla pubblica. sicurezza e sulla polizia militare. 01


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~cl l S~i rimase ni comandan ti di piaz1.a la sola poli• zia mi litare. T comandan ti di piazza d ivennero più tar<li gli atluali comandanti di presidio. Cou;a,ul.a11tc i11 capo. Comandante supremo di un.t determinata unità si dice del generale cui spetta il comando d i tutto l'esercito (V. Comando suprem o) . Si usa aggcttiv.imcnte; non è nè graùo, nè titolo che sia sa.nci(o dai regolament i.

Comandare. D icesi «comandare», in fortificazione, la circostanza che u,,'opera fortificata domina un'al• tra opera od una. localiti,. Diccsi località, opua, batte ria comatulata, ecc., que lla che può essere dom ina ta dn uu'altm che le sia sopra. E diccsi che un'opera di fortificazione h:l il comando sop1·a un'altra, o sopra il terreno circostante, quando risulta più alta d ell'una o dell'altro. V i è il comando semplice, doppio, o triplice, a seconda delle altezze dell'opera; e vi è il comando di fronte, cli rovescio e di infilata, dipendentemen te dalb specie di tiro che si può fare. Comandato. D icesi in genere <li ufficiale, gra.duato o soldato destinato temporaneamente o d efinitivamente a p restare servizio presso comand i, reparti od uffici cui non è in forza effettiva. Gli ufficiali 11011 possono essere comandati fuori corpo che per motivi di assoluta necessità, e quando la loro permanenza debba essere defi nitiva o temporanea, ma di notevole durata, occorre il benestare del )1 in istero della guerra. Per i g radua ti e militari di truppa occorre disposizione minis teriale solo quando essi debbano essere comandati fuori de l territorio del corpo d'armata cu i appartiene l'ente al quale sono cffell ivi. I militari di cavalleria, degli alpini, dei bersaglieri ciclisti e d'ari. da montagna non possono esse re com~ ndati a prestar servizio presso enti territoriali. 1'\tiilizia dei Coma.11dati. Sorse nel scc. XTV in Italia, dagli abitanti delle piccole terre i quali ven ivano chiamati, com e dice il Ricotti, a vetturcggiarc le artiglierie, condurre i viveri, trasportare le ba1;<1glie, prepa rare le vie, fare le spianate, lavorare le trincee, o affatto senz'armi o leggermente arma li. Ta le mi lizia p restava servizio dietro ordine del principe o del magistrato. In c:tso di contribu to a lh di fesa lontana e genero.le, s i <<comandava» generalmente un uomo per famiglia; i raccolti venivano inviati ai luoghi m inacciati. Questa mi! izia dei C. era di scarsissimo valore, così per il modo della raccolta, come per la ma ncanza d i ese rcizio alk armi e di S<'ntimenti forti che la incitassero, Jl « Comanda to>> era l'opposto del Prcr.rv·isimuito (V.).

Comandino (o Co111111a11di110, G. B.). Arch itetto mii. ciel sec. XVI . F u l'autore delb. cinta di Urbino e lavoro lungamente agli ordini del duca Francesco )fa. ria I Della Rovere. Comando. Genericamente. l'ente che eS<'rcita azione d irett iva sopra. un organismo militare. In 11 11 coma ndo ,·i è sempre una persona preminente su tulle le altre, eia cui emana la parte in tellettiva de lla dire?.ione e questo è il comandan te. Egli ha poi presso di sè collahoratori in mis ura varia a sccoHda. della maggiore o minore importanza della sua. azione. Connndanti e collahoratori di concetto e d'ordine costituiscono nel loro assieme il comando d i una data u ni t:\.

Co:r,r Comando dcsig11.ato d'Armata. In tempo di pace non c-sistono conmn<li d' armata. compici amen le costituiti. Sono solo prcdcsignati i generali cui J>Otrà essere assegnato il comando di un'a rma ta in guerra, con limitato personale a !oro disposizione. La carica. di generale comandan te des ignato d'armata può essere conferita a generali di corpo d 'a nnata in servizio permanente e ffettivo a prescindere da c1u:dsiasi considerazione d'an1,ia· nità. l i nostro ordinamento prevede 4 generu_li con1an danti designati d'armata. Essi si occupano degli studi per la preparazione alla gucna delle iirmate la cui formazione è prevista in caso di mobiÌitazione.

Co111a11do di'. Corjlo d'A rmata. E' retto titolormenlc da un generale di corpo d'armata cui spetta il titolo di cccellen1.o. ln tempo <li pace è così costituito : o) ufficio del capo di S. :.\1.; b) ufficio J, retto d al sottocapo di S . l\1. e che comprende due sezioni, I" (ordinamento, reclutamento e mobilitazione) e 2' (addestramento, operazioni). A detto, ufficio sono assegna.ti complessivamente 4 ufficia li di stato maggiore; e) ufficio lI retto da un tCil. colonnello d i a rma combatteme e costituito anch'esso su due sezioni ; l' (sottuffic ia li e truppa), 2• (uffic iali). T ratta tutto quanto riflette lo stato, l'avanzamento e la disciplina del persona le ( ufficfrd i, sot tufficiali e truppa). Vi sono addet ti complessivamente 3 ufficiali; d) ufficio III, retto da ur, uffic ia le ~uperio re di S. ~f. e ripari ito anche questo in due, sezioni : 1•, relatil·a a tutte le questioni di carattere territoriale (caserme, ordine p ubblico, calamità pu bbliche, lavori a.gli immobili mii., ccc.); 2• alla quale sono affidate tutte le pratiohe d i carattcl'c amm inistrativo. All'ufficio sono complessivamente assegnati due ufficiali ; e) uflìcio TV, informazioni; .f) ufficio dell'i3pettorc amministrutivo; g) ufficio 1·evisione e contab ilità; h) ufficio di veterinaria. ll comando di u11 corpo d'armata mobilitato è cosi composto: Coruanduute; uHicio del capo di S. M. d,t cui dipendono l'ufficio operazioni e l'ufficio servizi; coma ndo d'artiglier ia; comando del genio; d irezi<>11e d i Sanità; Direzione di Commissariato; Direzione Tra sporti prr vie onl ina rie; Tribunale m ilitare. 11 comandante di Corpo d'annata. è la più elevata. au torità territoriale, e nello s tesso tempo è a capo della maggiore d elle grandi unità costituite stal.Jilmente siJJ dal tempo di pace. Dipende direttamente dal :M inistero della Gu erra cd esercita a?.ione di comando sulle t ruppe, comandi, uffici, scuole, stabilimenti e persone militar i c lic r isiedano nel ten itorio di rispettiva giul'isdi zione. Sonaintendc alla prcpara.:ione alla guerra delle truppe dipendenti ; vigila sui lavori d i fonilìcazione; impartisce le dispos'zioni per lo stud io dei proge tti reln.livi e per l'esecuzione dei lavori al coma ndo del genio: sorv~glia i fabbricati militl1'i o d'uso m ilita,·c; invigila sulle dola?.ioni di pace e di guerra. Al com:111dante de l corpo d'ao,iat.1 spetta in ~uerrn l'imp iego delle truppe e dei servizi costituenti la grande uniti, a lle sue dipendenze. Coma,ulo del Genio d'Armata. E' organo tecnico ciel comando d'armata per quanto r iguarda il servizio e· l'impiego delle truppe del ren ·o assegnate .!ll'annata. l i comandan te elci genio è il consu lente tecnico elci co-


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mandame dell'annata per 1uuo quanto rifkue il St:rvizio del genio e rimpiego dei reparti delle varie speci:.ditiL dell'arma asscg,i11cti alla grande un itù. 11 comando del genio d'annata non es iste in tempo di pace, ma si costituisce solo affatto cldla mobilitazione dell'armata.

Co mando del Genio di Corpo d'Armata. Esiste sia in tempo d i pare che in tempo di guerr:i. E' organo tecnico ciel comando dd C. d' ,\. per quanto ba tratto con il ~ervizio del genio e con l'impiego e l'addestramento dei reparti dell'arma assegnati alla grande unit:i. E' retto da un gen. di brigala o da un colonnello. Comando ,l'artiglieria d'Armata. .E' organo tecnico del comando d'armata per quanto riflette il l;Crvizio e l'impiego dell'arma cd ha quindi l'alta d irezione tecnica dell'artiglieria ddl':irrnata. Non esiste e.be in tempo di guerra.

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nera.le incaricato in ciascuna divisione del comando dei tre reggiìne111i di fanteria costituenti la brigata.

Comando d'artiglieria divisionale. Non esiste in tempo cli pace. \"i: invece in tempo di guerra, prc.,so ogni comando di divis. di famcria.; il comandinte dell'art. divisionale è lo stesso comandante del regg. d'artiglieria. Com,mdo del geniu di,·isio11a/1•. Esiste solo in tempo di b'Uerra presso ogni comando di divis. di fanteria; il comandante del genio divis ionale è lo stesso comandan te del ba ttaglione 1~1ppatori-mina tori dd genio. Co111a1wo di brigata alpina. E' rcilo da. un generale di brigata. prc>\'enicntc dalle truppe alpine. Attualm~ntr ( 1928) esis tono tre comandi di briga (:s a lpina : I a T or ino; 11 a Verona ; llI a Udi.ne.

Comando d'artiglieria di Corpo d'Armata. E' organo tecn ico del comando ri i corpo d'armata per quanto ha tratto con il servizio d'artiglieria e con l'impiego delle unità. dell'arma assegnate al corpo d'armat:i. Esiste sia in guerra che in pace ed è retto da un gen. di brigata o da un colonnello.

Comando del Cor/}o di Stato .llaggiore. Per disposi zione comenuta nella circolare n . 660 del G. ?vl. 1926, lo Stato Maggiore Centrale (V.) assunse da ll:L da ta de lla circolare medesima la denominazione di comando del Corpo di S1ato )laggiore. Ha sede in R oma, fa parte del Ministero della Guerra ed è retto d al capo di S . M. dell'esercito.

Comando di divisione di cavalleria. Xon esistono presso di noi in tempo di pace divisioni di cavalleria; si costituiscono all'a(to della mobilitazione in numero var io. IJ comanrlo di u na d ivisione d i cavaller ia s i compone del comandante e di uno stato maggiore. P rima dell'ultima. guerra esisteva.no 3 comandi di divis. di cavalleria, istituiti nel 19 10 (Friuli, Veneto. Lombardia). Prima. d'al101·a il raggrupparncn to massimo in tempo d i pace era la hrigata, pur ei;sendo prevista la costituzione di di,•is. di cava.lleria in caso di guerra.

Coma11clo di brigata di fa11teria. Ogni comando di brigata di fan1eria /> composto del comandante (generale di brigata); d i un a iutan te d i campo (V.) ( ten. rnlormello o maggiore) cli alcun i alt ri ufficia li e di varì militari d i truppa addetti. ln tempo di pace esistono 30 comandi di brigata di fanteria, tanti cioè quante sono le divisioni d i fanteria. Ogn i comando di brigata è contraddistinto da l numero de lla d ivisione cu i a ppartiene organicamente : es. « Comando VT Brigata di fanteria».

Comando di divi.sio11e militare territoriale. E' retto da. un. generale d i d ivisione. Ogni comando comprende: l'ufficio del capo di S. M. il qua.le ripartisce il lavoro fra gli altri uffici e 1\e coordina e dirige l'attività; un ufficio è retto dal sottocapo di S. M. e formato d i due se1.ioni : l" o ,·d inamento e mobilitazione; 2" addestramento ed operazioni; altro ufficio è retto da un ufficiale superiore e incaricato di trattare tutte le questioni di carattere territoriale. Sono d ivisioni territori:i.li le Division ,; di fa,z'tcria (V.) ognuna de lle quali io mobilitabile cd è in tempo di pace contraddistinta dal nome d ella. città orn ha sede il comando e da. un nwnero: es.: Comando divisione militare di ) filano (6•); di Rrescia (7"), ecc. l n caso di n,()bilitazionc ogni comando di divisione territoriale diventa comando di divisione di fanteria, mentre il comando territoriale continua a funzionare con clementi richiamati d al congedo. I l comandante di cl ivis. d ipende d irettamen te d al comandante del C. d' A., e in base alle d irettive che riceve provvede alla preparazione a.Ila. guerra. delle !ruppe facenti parte organica della divisione e del territorio d1 rispettiva g iur isdi1.ionc. Presso il comando di divisione è tenu to il ruo lo degli ufficia li superio ri in congedo r isiedenti nel territorio. ln guerra al conundante della d ivisione spetta la condott,i e l'impiego della propria uni tà. Comando di fant eria 1l-i-1risio11ale. In sede cl i studio (prima cioè che venisse adottata per ordinamento la bru~ata cfi fanteria su tre regg. asiegna.ndo una. brigala. così costitu ita a ciascuna divisione di fanteria) veniva. ob-iamato comanda nte. della fanteri.i d ivisiomde il ge-

Conia.ne/o militare. E ra così chiamala sino a.I 1870 circa, cia.sctu1a delle J11aggiori ripar li~ion i nelle quali era suddiviso il com,mdo militare nello sta.lo e sotto la cui autorità erano i comandi delle divisioni e ~ottodivisioni militari. Era in altri termini la prima. delle autorità gera rchiche territoriali d a cui dipendevano tutti g li e nti militari dislocati nella circoscrizione ad essa assegnata. Coma1ulo 111ilita.rr di stacio11c (V. Stazione, 11fjicio militare di stazione). Coma,ulo d·i presidio. Ogni centro abita to ove siano dislocate truppe al comando di ufficiali, cos1i1uisce un pre~idio militare. :--:elle località sedi di comandi di divisione, il comandante del pres idio è lo stesso generale comandante della divis ione. N c i centri non sedi d i comandi d i divisioni, il coni.tnd:lnte del presidio è l'ufficia le più elevato in grado o più anziano fra quelli ch(' vi r isiedono stabilmente d i servi,.;io. Gli ufficiali dei ca.i-abinicr i, que lli dd sérviz, e que lli della H.. G . di Finanza non possono essere comandanti di p~esidio. Ciascun presidio ha limiti ben stabiliti. li comandante ha autoritit su tutti i militari che vi risiedono anche tcmporancamcnle pu rchi: a lui infe riori in grndo. per tutto quan to concerne il servizio territoriale in genere e cioè: contegno in pubblico, relazioni coi civili. uniforme, servi;:i di guardia, di ord ine puhhlico. per c:1.amità pubbliche ccc. ccc. H.egoll\ i serv i~i comun i a p iù corpi del presidio, l'uso dei campi di tiro, delle cavallerizze. palestre, 1.one di esercitazione, la ripartizione dei locali demaniali. D à le disposizion i per riviste, parate, cerimonie. JH ord ini pe r le rapprese nta nze mil itari a ri-


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cevimenti ufficiali e feste pubbliche. D isponc per gli onori funebr i, invigila sulle condizioni sanitarie del presidio, sul funziona.mento dei va.rii servizi, sulle imprese. Comando di reggimento, battaglione (e unità C{1uivalenti) di compagn ia (e unità equivalenti), ccc., V. _Reggimento, battaglfoue, ecc.

Comando su,periore cli Cavalle,--ia. Con l'ordinamento ·entrato in vigore il 1° gennaio 1927 i tre comandi di brigata di cava ller ia sino allora esistenti banno asswito la denominazione d i << comandi superiori di cava lleria». Le attribuzioni del comand ante superiore di cavaller ia non presentano a lcu na sostanziale d ifferenza d a quelle spettanti al comandante di brigata di fanteria. Egli dipen de però, per quanto Jia tratto con l'addestramento e con l'azione disciplinare dei rispettivi reggimenti, dai con,a.ndi di corpo d'a rmata nel cui territorio trovansi d islocati i reggimenti s tessi. Comando Supremo. La. questione rclativ,~ alla organizzazione ed alla p reparazioqe degli eserciti in tempo di pace e a lla condotta. d i essi in tempo di guerra ha costituito in ogn i tempo e rappresen ta tu ttora un problema di ca.pitale importanza per tutti gli S ta.ti. La necessità di un capo per le forze annate dovette ma ni.kstarsi sin dalla p iù remota antichità, e p recisamen te sin da quando dalla lolla individuale si passò a quella collettiva col formarsi dei p rim i aggregati sociali. La scelta del comandante militare nella tribù e nella gente dovette essere fatta dapprima dal capo della società, poi da.Ila socie tà medesima ed infi.ne dagli stessi guerrieri che lo designavano fra quelli di loro che primeggiavano per coraggio, forza. fisica, cd abilità n el combattere. Successivamente, col formar~i delle prime collettività fisse e molto n umerose, il comando delle forze a rmate fu in dubbiamente accentrato r:d capo della collettività, li sovrano è anche personalmente il comanda nte supremo in pace ed in guerra del proprio esercito, grande o piccolo che esso s ia. E l'esercizio del comando mi litare qua le fum:ione diretta dell'autorità regia rimane presso tutti i popo li, sino a quando, in tempi pos!criori, il capo delle forze militari viene ancora. ad essere distinto dalla persona del sovrnno, come si veri.fica oggi p resso gli Sta ti a l'eg ime rappresentativo, nei quali ai sovrani non può incombere la responsabililà della condotta d elle operazioni di guerra. In questi Stati, pur lasciando al sovrano il comando s upremo dell'eserc ito, sono stati creal i apposili organi (ministro della guerra, capo di S. M., ispettori delJ'esercito, ccc.) che, preposti in tempo di p ace a lla organizzazione e preparazione dell'esercito, hanno in sè gli clementi che a ll'atto della mobilitazione .sa.ranno messi alla d iretta d ipendenza del capo dello Stato se questi assumerà il comando effettivo delle forze di guerra, o diverranno essi stessi organ i d i d fretto comando dell'esercito ove questo non sia assunto dal Sovrano. I n tutti gli Stati a regime rappresentativo, E fianco del m inistro de lla guerra, che è narnralmcntr. soggetto alle vicissitudini politic11c, è necessario sia posta un'altra a.utori.tà, che - p u r essendo a lui subord inata - s ia estTanea alle alternative dell:i. politica e svolga con continuità d'indirizzo il lavoro di p repa.raioione alla guerra dell'esercito. Sorge così la n ecessità del capo di S. 1\,t. e di alti consessi m ilitari permanentemente istituiti. In tempo di gucrrn, per o vvie ragioni intu itive, comandante dell'esercito 11011 può essere il ministro ; perciò, se il co mando non è assunto dal Sovrano co l

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capo di S. };I. a fianco, viene affidato ad un generale comandante in capo scelto dal Consiglio dei m inistri. In ItaJia il comando dell'esercito in tempo di pace spetta a S. M . il Re che d elega il comando effettivo nelle mani d~l ministro responsabile. A fianco del ministro e alle dipendenze del m inistro stesso vi è il ca po di S. l\'f. dell'esercito. Vi sono per alcw1i organi ausilia ri con compiti tutti di concorso alla p repa razione allll. 1,ruerra: il Cons-ig!io dell'Escrc-ito, la Cmm11issio11e s11p,·ema di difesa, gli Ispettorati delle varie armi (V.). In gu erra se I il Sovra.no assume personalmen te il comando de ll'esercito mobilitato, gl i ordini vengono ema nati in s uo nome dal capo di S . M., ma la responsabilità di fronte al parlamento rima.ne sempre al ministro. Il comando supremo in guerra è coadiuvato oltre che d agli ufficiali d i S . M. che vi appartengono, anche dai comandi genera.li di cavalleria, d i artiglieria, del gen io, d 'aeronautica e da a ppositi organi per il funzion amento de i servizi. Per dare u n ind iTÌ7.7.0 unico coord inatore a lfa preparazione di tutte le forze armate dello StJ.to, è stato creato in Italia il capo di S. M . generale. l:'ifsso tutti i pr incipal i sta ti esteri, l'organizzazione del co111aJ1do supremo dell'esercito in pace e in guerra è analoga a quella esistente presso d i noi.

Comando 1m·ico. Il 26 mar zo 1918, dopo la grnndc offensiva. primaverile tedesca in Francia, che .-ovesciò e disperse la 5• a rmala inglese a San Quintino, apparve fu1almenle non solo necessario, ma anche indilazionabile il provved imento di affi dare la direzione in tegrn.le delle operazioni belliche ddl'Jntesa ad un 1mico com ando, allo scopo d'ottenere un più efficact e red ditizio impiego d i uomini e d i mezzi, come appunto già faceva lo S. M . tedesco, con ottimi risulta.ti, n~ i riguardi degli eserciti mobilitali degli Imperi Centra li. Ciascuna delle Potenze dell'Intesa. - pur operando in stretto collegam ento cogli eserc iti alleati e pur mirando a.I lo stesso fine - civcva riservato fino a quell'epoca esclu sivamente a i propri generali il comando diretto dei rispettivi eserciti, d i modo che la cooperazione degli alleati n on a veva dato quei buoni risultati che sarebbe stato legittimo pretendere. Questo, e non a ltro, va oggi comunemente inteso, nella storia della guerra mondiale 1914- 1'118, souo la frase « questione del Coma ndo Un ico>>. Come praticamen te si sia addivenuti alla invoca ta., n cccs.aria soluzione, è detto nella presente « Enciclopedi:i. ,> alla voce Doullens. Comando in capo di tlipaYt·in,enlo militare ma·ri'.tti,no. Nel primo ordinamento di Cavou r del 186J , a capo d i ogni clipai-timento mii. mari ttimo, fu p reposto un uffici:lle ammiraglio col nome di comandante generale e con ampi poteri su lutti i servizi, corpi m.ilita r i e istituii esislcnt i ne lla sua circoscrfaionc. J:\el 1863 il comandante ùi dipartimento assunse il tito lo di comanda nte in capo ed ebbe a i suoi ordin i un ammira,:lio, a capo d ei servizi militari del d ipa rtimento. Tale ,,re! inamcrito subi però notevoli trasformazioni, ~pccialmente pe r qu111to riguardava i servizi degli arsenali, e, reccnt-:-menle, a i comandanti in capo, vennen) sostituiti i comandi in capo d i dipartimento che oggi lia nno sede a Spezia. Napoli e Taranto. G li a.ttuali comandi in c~1po, retti da vice-amm iragli d i squadra , sono organ i d i s tudio, di preparazione bell ica, di alta vigila_117,a sulla <'!isoipli11a e sop ra tutti i servizi della circoscriz ione. Presso i co-


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mandi in capo di clip. è istituito un ufficio di operazioni, retto da 1m ufficiale superiore, che ha anche le funzioni di capo di S. M . del comando. Dipende direttamente dal comando in càpo il servizio della giustizia militat·e. In ogn i sede di dipartimento, una nave a lza l'insegn a. del comandante in capo, come nave ammiraglia della sede; essa indica a.i bastiment i cl1e entrano in porto il posto loro assegnato; rende gli onori e saluti a i bastimenti s ia nazionali che esteri; dispone i servizi di ronda e d i pulizia del porto; p resta soccorsi.

barela J'.>errone e partecipò al blocco di Mantova. Dopo la. ritirata in I'icmonte, quelli che erano rimasti - meno cli 300 u. - passarono a costituire 1'8" cp. del 20° reggimento fanteria.

Coma.urlo ma.rin.a. I n alcune sedi d i minore importanza. militare marittima esistono comandi di marina, i quali dipendono da.i comandi militari marittimi entro la . cui giurisdizione si trova.no. Attualmente (1928) sono sede di comando marina Genova e Zara. 01,rc questi due comandi esistono il comando balipedio di Viareggio, il comando difesa d i Gaeta, il comando distaccamento di Capo i,1iseno, il coma11do cantiere d i Castellammare. Recentemente vennero istituiti i comandi dei servizi mililal'i marittimi nelle colonie, con sede a Tripoli, Bengasi, Rodi e Mogadiscio, oltre la base navale a Porto La.Id (Leros).

Coinba.ttenti. Parola che ha sostituito la espressione Reduci, usata p rima della guerra mondiale. Quest'ultima, caratterizzata dall'impiego di grandi ma~sc cli truppe, da l fatto che la grande maggioranza. della popola1.ione maschile delle Nazioni in guerra. ha. presta lo servizio sotto le anni, ha conferito n uova iJnportanza a lla qualità di «combattente >) . In I talia, i vari governi succedutisi dal 1917 ad oggi hanno in varia misura valorizzato la qualità di « comball.en le ». Dopo ìa riti1·ata cli Caporetto si pensò a speciali previdenz~ a favore delle famiglie dei combattenti, si istituì la Polizza per i combattenti, l'Opera Nazionale pèr i Combattenti, l'Opera Naziomtlc per i mutila ti e gli inva lidi d i guerra e

Conum.do Nova.le (V. Se1wla di). Comando militare ma.rittim.o. I comandi mii. marittimi hanno sede a Spezia, Napoli, Ta.rantv, Brindisi, Venezia e Pola. I comandanti mii. marittimi sono anche comanda11ti delle piazze forti marittime. A Maddalena esiste un comando mi i. mar1ttimo per la Sardegna e della piazza di Maddalena; così a Messina per la Sicilia. I C. i.rl. M., sotto la direzione dei coman-li in capo, hanno, nella loro giurisdi1.ione, funzioni tecniche, disciplinari e di preparazione bellica e logistica. A capo di ogni C. lv!. M . è preposto un ammir. di div:sione. Fanno capo a.i comandanti tutti i servizi della sede, compresi gli arsenali e le basi navali, i corpi de:Ia marina, le navi ascr itte a lla sede o che vi stanziano senza essere alla dipendenza di altro comandante e la piazza mariuima, quando la sede del comando è anche pia1.za forte. In tempo di pace al comandante M. M . è affidata la s icurezza. e la difesa dei porti e delle coste per ciò che ri6ruarda la par te marittima della d ifesa ; in tempo di guerra egli assume i poteri civili e mijjtari in varia misura a secondo che la piazza è di,;hiara.ta in stato di difesa o di resistenza. Dipendono inoltre da.i C. l.f. 111., l'arsenale, il cui coma11do è affidato ad un contrammiraglio a Spezia. e Taranto, o allo ~tesso comandante M. M . nelle a ltre sed i ; g li ospe,hli, le direzioni, sottoclfre1.ipni o uffici di commissa1-ictto, i depòsiti e distaccamenti C . R. E. e gli altri uffi>:i militari a.venti sede nella sua giurisd izione.

Comando di Gmppo (Grupj,ettkomnzando). Nome da to in Germania ai comandi dei due grnppi di clh·is. di fanteria ( uno di 4 d ivis. con sede a Berlino, e w10 di 3 con sede a Càssel) di cui dispone lo S tato. Ognuno dei due C. rli gruppo ha anche autori là su l utte k organizzazioni mii. dislocate sul p roprio territorio. C0111ando d·i tappa, delle retrovie, di circolo di retrovie, V. Retrovie.

Comaschi (Battaglione Volonta.n). Costituito a Como nel maggio 1848, su 6 cp., agli ordini del magg. Cesare J3agnolin i. Raggiunse la forza ·di un migliaio di uomin i. Partito nel luglio, fu aggregato a lla di·,is. Jom-

Combattenti (Ar-rm). In contrapposto ai servizi non combattenti, sono armi combattenti i carabinieri, la fanteria, la cavalleria, l'artiglie ria., il genio, la R .. G. d i finanza.; non sono cons iderati combattenti i per~onali della sanità Jnil., i farmacisti, i veterinari, quelli dei vari corpi amministrativi, il ruolo tecnico d'artig 1ieria.

Bandiere di comJ)aLlenLI alla LGml)a cl~I illllilc Ignoto a noma (1925)

il ivl in istero dcli' Assistenza. mi litare e delle L>ensioni di guerra. In seguito i C. furono agevolati aÙ'J tto della smobilitazione, s ia computandosi come servizio nelle amministrazioni del lo Stato gli aru1i del servizio mi litare sia cleva11dosi a. loro favore i limiti di età per l'ammis~ sione a i concors i per i pubblici impieghi, sia rost ituendo come titoli d i preferenza nei concorsi stessi la qualità di combalteme, di decorato, cli mu tilato. S ubito do.po la guerra sono sorte nelle varie nazioni cl1e vi parteciparono le associazioni di cx combattenti, le , ,u~li hanno affermato il proprio diritto d i intervento nella vita politica. I n Italia, della forza. morale e numeric<L dei combattenti ha1u10 cerc,tto di servi rs i i vari parl iti preesistenti dei quali, dopo avere inutilmen te tcntatv di chiudere nella propria orbita l' Associazhme Nazionale Comba.ltenti, hanno fi ni to col r accogliere i propri aderenti in associazion i separate: Lega proletaria de-i cr.mbatte·1tti, del partito socialista; Unione Na2ionale R ed·>,i:i di gi<er-ra, del partito popolare, poi scomparse. Le a,sociazioni di ex combattenti dei var i paesi che hanno ;iartecipato a lla grande guerra hanno poi co., tituito una Féderation fnterno.t-io11ale des A nciens Coinbattants, con ;:ccle a Par igi, della quale, per il 192S, è stato eletto segretario generale un rappresentante ita li,mo, !'on. Sa11sanell i. Al-


l'infuori dcli':\. N . C. si sono costituite associ:i.:,ioni speciali alle varie a rmi e corpi ed altre che si imitolano a determinati reparti o unità <lcll"csercito combattente o a :speciali fatti d'arme (reduci dell.i. 3" armata, nduci di l'asso lluole, ccc.).

Associ.azione N,iz·i onale cle·i Combattenti. Si cos ti tuì ufficia lmen te nel Congresso Nazionale del luglio 1919, i11 Roma, su inizi.i.tiva d ella Associazione Nazionale Mutilati e Invalid i di guerra, e colla r iunione delle var ie associa,:ioni costituitesi già numcrnse con carattere locale, regiona le o m1zionalc. Ebbe un Comitato Centrale con sede in Roma, ed ebbe anche un Ufficio Centrale d i Assistenza, costituitosi per curare la parte a ssistenziale, organiaan, cooperative, ecc. Col sorgere e coll'affermarsi del Fascismo la maggiore e Ja miglior par te degli ex combattenti entrò nella nuova orgau izzazione d i cui costituì il nucleo fondamentale. In seguiio l'A . N. C., costituita in En te mor ale, r iordinata in 1.111 direttorio nazionale di tre rnemhri, coad iuvato da un co1,1itato nazionale, compì utile opera di assistenza verso gli cx combatten ti, vigilando affinché s iano agli ex combattenti assicurati i benefici loro accordati dalle leggi. nella lotta contro la d isoccupazione, nell'assiste)1za ag li emigranti e agli emigrati (mediante Je sezioni all'estero), nell'incoraggiare la coltura, nella collaborazione d iret ta coll'Opera Nazionale dei Com battenti. Il distin tivo dell'A. N. C. è costituito da un disco i n · azzurro. sovrapposto al quale è un e lmetto da guerra ; intorno è la dicitura: Associazione Nazionale dei Combattenti.

Opera Nazio1tale dei Com.battenti : Ente nic-rale costituito nel 191 i. Ha sede in Roma e si p ropone di provvedere a ll'assistenza morale, economica, fmanziaria, tecnica dei combattenti promove nclo le condizioni tecniche economiche e civili che consentano la maggiore produttività delle forze di lavoro della nazione. Ha un capitale di fond azione di 300 m ilion i a cui si ,;ono aggiunti 50 milion i provenient i da i beni della Corona ceduti d a lla Casa R ea le. E' amministra ta <la un c~nsiglio d i LS membri dei quali 12 des ignati dall'A. N . C. e 3 dai m inisteri delle Finame, dei Lavori Pubblici e dell'Econom ia Naziona le. Svolge la propria a t, ività attraverso alle sue v<1rie sezioni (agraria. social,:;: finanziaria); notevoli le opere già compiute. specialmente nel campo agrario, pc1 le quali vaste zone poco o pun to produttive sono state affidate a cooperative cli combattenti e da queste mirabilmente coHivate: tenuta di Coltano JJresso P isa, vaste zone nel Grossetano e neJla Campagna Romana, bonifica, dei laghi rli Lentini in Sicilia, e-cc. Diprndono dall'O. N. C . gli Uffici Provinciali d i Assistenza che operano nelle singole Provincie cd hanno diretta sorveglianza nelle imprese promosse o sovvenute dall'Ente. 1

Combattimento. Urto fra aliquote più o meno grandi di eserc iti che si fronteggiano e che tende ad obiettivi limitati nel tempo e nello spazio. A d ifferenza della battaglia, che impegna la quasi tota lità dell'eser cito cl i campagna. in azioni d i carattere gra.n<lioso e decis ivo, i coni battimenti sono atti parziali svolti sia da modesti effett ivi, sia anche d a grand i unità. Pos~ono essere a volte impegnat i per in iziativa di sottord ine con carattere del tutto locale ed indipendente; più ;pesso

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sono invece preparati e condott i nel quad ro di un p iano genera le, costituendo i vari e caratteristici episodi che danno colore alla battaglia e della quale :ie determ inano l'esi to . Oggi, a differenza dei tempi passaL,, anche il più modesto combattimento richiede mezzi ~ forze notevoli : la preparazione è lunga , d ispendiosa, laboriosa; lo ,;volg imcnto è leuto, sanguinoso ed implica ~J,Csso pi(1 giornate di lotta; il risultato è sempre più legaw a l successo della battaglia. Condizioni particolari e contingenti possono determinare l'opportunità o la convenienza d i agire offensivamente o difensivamente su tutta la fronte o su determinati tra tti <li essa. Da ci<J le d ue forme di combattimento: ofjensì.v o e dife11s-i-",o. Il combattimento può inolt re presentare carattere :i,olutivo, temporeggiante o dimostrativo, sia per volontà di comandante, s ia per la fo1·za stessa degli avvenimenti. L a guerra mondiale ha però messo chiaramen te in cvi,!enza che il combattimento n on può, nè deve, avere altro carattere che quello risolutivo, purchè le unità che lo conducono mettano nella lo tta tutte le energie di ~ui sono capaci e vi profondano tutti i mezzi di cui disµongono. Ì\e consegue che il combattimento in avveni1:e 1wenderà volta a volta quel carattere che l'azione di comando, e sopratutto la forza degli avvenimenti, gli itnt)orran110.

Combattimento offensivo. L'urto d 'una massa in moto con tro una massa fe i:ma, può dar luogo, per J.a massa che s i muove, a combat timent i offensivi contro posi,:ioni più o meno organizzate a difesa. L'urto invece di due masse in moto, in corrispondenza d i stesse linei: d i ope1·azionc. può dar luogo a comba ttimento, d i incontro. Ma anche i11 questo caso, dopo un ondeggia re della lotta per un tempo p iù o meno lungo, su spazi pitt o meno g rand i, in una serie d i azioni e r eazioni eh,, nel loro complesso fuiiranno per dare la prevalenza a ll'avversario pii1 forte e p iù deciso, i l combattimento d ' incontro può trasformarsi in combattimento contro nemico in pos izioni più o meno organizzale a dife:sa, quando uno degli avversa ri, per non essere soverchiate, istintiva1nentc si aggrapperà al terreno . Chi agisce offensivamente, il p iù delle volte, è il p iù forte, sia per <l0vizia <li mezzi, sia per una più co111pleta p reparazione morale e spirituale. TI combattimento offensivo contro nemico 1n posizione si svolge attraverso ad atti suco>:~s:ivi : a) Schieramento. E' il primo atto che si compie dopo la decisione di i mpegnare la lot ta e ,<'gl!.e ia1m.' d iatamente la p resa cli contatto. -Con lo schieramento s i addiviene alla riportizione delle forze nel senso della fronte ed in <Jue!lo t.leBa profondità. Nel senso frontale le unità non debbono essere r ipartite in modo unifor me e continuo; nel senso della profondità lo sn,{liC>111nwnto non deve andare oltre il limite che irnplichcrcbh~ i-;"' _ pieg? a spizzico delle forze; b) 1\,Jarcia di avv icina·m ento. Incomincia dalla zona di schieramento e finisce quando si ini7-ia- l'attacco. Assume un disposit ivo largo, snodato s ino ,1i più pjçco li elementi e lo porta all'attacco mutandolo progressivamente col variare delle esigenze a cui deve soddisfare; e) Attacco. Fase della lotta che va dalla prima apertura del fuoco di fanteria, sino al primo :is,,a.lto. In condi7-ioni favorevoli parte da una base di ;,antenza; spesso per ò è sferralo prima cbe possa verificarsi una ta le possibil iti;

d) Pcu.elraz-ione. Infi ltrazione della fant,,,·ia nell'in-


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terno delle posizioni nemiche per scardinare la i·~sis1cnta. Oggi, quest'atione costituisce l'atto più importante cl<•I combattimento o ffensivo perchè da c,sa d ipende il risultato più o meno positi,·o e l'rnt i1à stessa a~· 5uccc<so. Il combat1imento offensivo contro nemico ;n 1110\'i mento ,i sl'olg~ in condi1.ioni cli,·erse. Xon è 1,os,ibile a priori stn bi lire i vari a.tti de l combat timento; ma 1J':1Jtra parte è sempre ncccss~rio che anche ta le az ione sia preparata. :\ ciò dc\'e mirare il comandante. adottando particolari pron·idenze e ,:,pecia!i disposition ·, perchè ,:,iano e1•itatr ie sorprese e sia consentito alle grandi unità dipendenti d i accettare o meno il combat timento o comunque di imbastirlo e S\'olgerlo ndlc mi~liori rondizioni possihili. Il comandante assolve questo suo compito delicato e difficile, disponendo: cbe l'-,spiorazione sia spinta CJll3nto più avanti è possibile; che l<' misur.: d i s icureua siano capaci cl i assolvere anche compiti di carattere offrnsivo; che i grossi sia.no il più possib ile raccolti alla mano dei comandanti ed articolati nel senso della fronte e delle profondità. con un certo ar.ticipo, rispetto all'ipotesi del combattimento con tro ,iemico in ')10sizione. Com/,attimc11to difc11sivo. L'uno d'una massa in moto contro una massa ferma può dar luogo, per la massa in posto. al combattimento difensivo. \'arie po~sono essere le circostanze e le situazion i per cu i uno dei bc lligcr,rnti si decide ad assumere atteggiamento d ifensivo: non aver forze sufficienti per gettar~i sen,:'~1. ro all'attacco di un nemico che si sa decisamente :;:iperiore; guadagnare un certo lasso di tempo in alle~a dell'arrivo di rinforzi preannunziat i o pross imi " giu ngere; aver modo d i chiarire una s ituazione che appa re ancora troppo incerta; perchè la reazione nemica ~ cosi energica e decis..1. da. obbligare ad un atteggiamento difensivo. Chi si difende deve spesso subire l'azione che gli impone l'attaccante, l'incertezza del dove, come e quando agirà. Occorre ltscire a l più p resto da una ta le sitltazione di inferiorità, soprattutto morale, e ~-111sidcrare pertanto l'atteggiamento difensh·o come una crisi temporanea che deve essere risolta al pi(1 presto, ispirando ogni atto a l fermo propos ito di riprendere I offensiva non appena l'occasione propizia si sarà presentata. Così pure è necessario che all'ordinamento stesso della difesa, e sopratutto al suo l>\'Olgimento tallico, pre~ieda no concetti intesi più ad offendere il 11em:co, che a resistergli materialmen te; g iacché non può ~sistcrc r~sistc117~1., sia pure tenacissima, che non debl,a presto o t.lrcli essere infranta da un attatco condollo con serict,, di propositi. con mezzi adeguati e con alto spirito offensivo. Una si~temazionc difensiYa richiede: a) lo schieramen to delle forze, cioè la ì,1ro riparti1,ionc e d islocazione in m:rn iera. da assicurare le m~ggiori possibilità d'azione e la maggiore protczivne dalle offese nemiche; b) l'organi1.zazionc del fuoco di fanteria e cli quello delle a rt igl-icr ic mercè comp leti ccl organici progett i ; del mo\'imento d i tutti i repa ,·ti tenuti in rincalzo o dislocati in riscn•a, in modo che la reazione attiva sia resa facile, automatica. e tempcsti,·a; dei collegamenti, perch~ l'azione di comando sia sempre a ttiva, vigile, app ropri.:,ta, elci terreno, e cioè l'escc111.ionc cli t<:tti (]Uei lavori che tendono a dare maggiore efficacia a l fuoco, maggiore rapiditi al modmcnto, mat:giore pcotezionc dalle offese nemiche.

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Co111batlimc11ti Ùt sit11acioni particolari. Condizioni di forza, di tempo, ddcnninano combattimenti caraltcristici eh~ s i svolgono con fisionomia e procedimen ti speciali c<l in situazioni <ld tutto p1rticolari. Tali sono i combattimenti d'A-.·a11g11ordia, di Rctroguordia, nei Boschi, negli Abitati, in ,\lontag110, in Colonia ( V. a tali voci) su i corsi d'acqua (V. Fiu111c). Co111bolli111enti 11ott11mi. Vi si r icorre per diminu ire col favore delle tenebre le gra\'i perdile causate dalle armi moderne e per realizzare la sorpresa ai danni del nemico. Sono di difficile csecu1.t0ne, specie i:,rr grossi reparti e rich iedono comunque JJCrfct la con<is<:tnza de'. terreno su cui s i combatte cd dementi pan icolarmente idonei e preYenti\'amcnte addesuati. l C. N. in genere. assumono caraticrc di colpi di mano, eseguiti da reparti più o meno grandi e con obiettivo più o meno limita to. R ichiedono prepara1.ionc accurata e completa, ma ta lvolta sono imposti dal nem ico, e quindi avvengono ,mpro,·visamrntc, assumendo carallere cli lotta episodica, frammentaria e caotica, il cui successo risiede quasi per in tero nél ,•alore e nel l'audacia delle truppe. P ena n to, s i hanno combattimen t i notturni pe r con tinuare un allacco non condotto a termine durante il giorno; per eseguire colpi di mano; per difendersi da attacchi 11011urni o da colpi di mano sferrati dal nemico. ,'\'cl p rimo caso, non debbono tendere ad obiettivi lon ta ni ed estesi e non debbono impegna rs i truppe che non abbiano avuto tempo di riconoscere il terreno durante il giorno. Nel secondo caso, il colpo di mano de\'C tendere alla conquista di u11 punto di r,articolare importanza, ben delineato e pc1 fettamente conosciuto. Nel ter1.o caso, occorre attu are un intenso servizio di sicurezza ed esplora~ionc; pred isporre la pronta affluenza dt>i reparti ai loro posti di combat1imcnto; preparare il tiro ddle artiglierie .: delle mitragliatrici p~,anti sul terreno antistante alla posizione d i resistenzn; disporre • le trupµ e solide che intendano clifcndcrsi tenacemente su l posto, col fuoco, con le bombe con le anni biancbc. In tutti e tre i casi l' nece=rio: s,,mplicit?l di piano, azione condotta con estrema irruenza e di sorpresa, conoscenz:t esatta e particolareggiata del terreno, degli ordini, degli obiettivi, dello scopo a cui si tende. Combattimento aereo. Ai primordi della 7:·andc guerra, l'incontro fortuito di due apparecchi avver:;ari, uno inglese. l'altro tedesco, determinò il primo rudimentale combat timento aereo chi quale sorse l'aviazione da caccia, specialità caratlcri~tica cap~ce d i dare !orma alla Yera guerra dell'aria, al combattim!'nto nel 1uzo elemento. Prima di c,sa molli nega,·a110 la poi>Sihilità. del comb:tttimento nell'aria, cd i primi apparecchi che s'imp iegarono in guerra crnno sprovvisti di armi adatte al combattimento. :i l qu·tlc però bisognava ncccs;ariamente venire: qualunque azione compia il nemic,, 1:1 compie a suo ,·antaggio e contro di noi, perciò qualunque azione nemica dc\'C ,·cnire contrastata. Kon er,t possibile ammettere ad esempio che i nostri apparecchi eia i·icognizione incontrando apparecch i ifa ricognir.i,,ne nem ici non agis,cro in alcun modo per impedir lom la ricognizione sopra di noi, e vicever;;a. Co~ì nacque il co111battimento nell'aria, ~pontaneamente, pe r la necessiti. delle cose: gli apparecchi s i a rmarono e g li aviatori cercarono di offenden,i e di difendersi. Da queste prime lotte si vide subito che erano enormemente an-antaggiati gli apparecchi po3sedcnti una


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velocitit superiore, perchè a que.sti era permesso a volontà di attaccare, o sfuggire all'attacco, mentre i più lenti erano costretti a subire il beneplacito dell'avversario. Da qm;sta constatazione nacquero gli ~µpa recchi da caccia, che vennero appunto detti così perchè la loro missione, fin da.- p rincipio, fu quella di cacciare gli apparecchi nemici da esplorazione, di a rtiglieria, ecc. In essi vennero esaltate la velocità e l'a rmamento, cd è naturale che immediatamente, essi prendessero il predominio, per quanto riguarda il combattimento nell'aria, contro gli app,u-ecchi d'altro tipo. Allora, per proteggere glì apparecchi di altro t ipo, ai quali non era possibile gareggiare in velocità coi caccia, si sentì la necessità d i neu tralizzare l'azione degli apparecchi-caccia nemici con apparecchi similia.ri, ossia con apparecchi capaci d i eia.re la caccia ai caccia. Sorse allora una gara

Combattimento aereo : qua.ctro di Gu iclo zanoni rlpro<.IL1cen le J'optsoclio del sorgente Dell'Oro per ottenere apparecchi velocissimi - più veloci degli avversari - e maneggevolissimi - cioè capaci di compiere le così dette acrobazie, mediante le qual i, in ca.so di inferiorità, l'apparecchio può r iuscire a troncare il combattimento ed a sfugg ire. In questa garà tutto si sacrificò per ottenere la massima velocità, 11 massima maneggevolezza e la massima rapidità di salit-1, quest'ultimo requisito essendo indispensabile per ottenere il predominio. Così l'equipaggio venne ridotto al minimo: il solo pilota, incaricato anche del maneggio nelle armi, ed il raggio d'azione pure al minimo: un'ora o poco più d i volo. E la missione dei caccia fu quella di abbattere gli apparecchi nemici di altri tipi e. d i proteggere gli apparecchi propri di a ltri tipi dai caccia nemici. Sulle caratteristiche che deve -possedere J'a,ppareccbio da combattimento var ie sono le tendenze, dcv~ndo esso r isponèere agli elementi p rinc ipali del combattimento aereo che sono la velocità e la potenza di fuoco. Anche sulle for mazioni degli aerei più adatte per il combattimento nulla s i può afferma.re poiché molteplic i e varie sono le opin ioni ~ le tendenze. Le fasi ciel combattimento aereo saranno però forzatamente : la ricerca o la scoperta, la p resa di co11tatto, l'a ttacco, la mischia, l'abbattimen to o la rottura. Sulla scelta di una tattica di attacco nulia si può affermare con precisione. À seconda che l'attacco sarà costituito da apparecchi monoposti o pluripo,ti, veloci o len ti, in formazione aperta o serrata, bisognerà gradatamente apprendere le migliori formazioni cd i metodi più adatti alla esp licazione d i un'azione decisa, risoluta e con grande potenza di fuoco. In iinea di massima s i può dire che occorrerà forse disorganizzare la formazione avversaria con nuclei arditi ed assalire con

la massa le parti disorganiuate della formazione stessa. L'esperienza ha però già dato valore ad alcn>Je regcle e norme per il combattimen to aereo: a) l'apertura del f uoco nell'attacco non deve essere effotLUata che a comando del capo della foc1!1:tziene, il quale d'altra parte deve cerca.re d i sviluppa re lR massima intensità d i fuoco sul punto ritenuto pi(1 v11lne1·a.bile e sensibile; b) una volta iniziata, la lot ta deve essere condotta a fondo; solo un segnale del comandante o la rottura dell'avversario debbono por termine a l combattimento; e) l'attacco di sorpresa, pure essendo difficilissimo da pa.rte cli una formazione, deve esseie sempre ricerca.te; - d) se la formazione da attaccare è s uperiore in 1mmero l'att:Lcco deve essere eseguito con audacia e rapidità per scuotere il morale dcll'"avversario; e) più l'attacco è rapido e deciso e minor tempo avrà l'avversario per spiegarsi a difesa; f) è di grande importanza che l'apertura. del fuoco dell'attaccànte a vvenga simultaneamen te. Indipendentemente dalla superiori tà nwnenca e tecnica sono invece fattori del successo: 1a. p riorità. de lla scoperta dell'avversario, la superiorità della quota, la rapid ità nella scelta dal punto di attacco e la superiorità ta ttica della formazione cli a ttacco.

Combermere (Sta.pleton Cotto", visconte d,:). Generale inglese ( 177 3-1865). Prese parte alla campagna delle Indie e combattè contro Tippo Sahib ( 1798-99); magg. gen. di cavalleria, fu in I spagna nel 1808 e vi raggiunse il grado di ten. generale. Dopo le guerre napoleoniche tornò nelle Indie come comandanl.~ in, capo. Combes (Mfrhele). Colonnello e scrittore milita.re francese (18 17-1837). Fece le campagne dell'Impero francese. Nel 1832 comandò le truppe inviate a c! occupare Ancona, all'epoca dei moti nelle Romagnc. Pa&sato in Africa, vi comandò la legione straniera. Cadde combat• tendo a. Constantine. Fra le sue opere è una « Memoria sulle campagne dal 1812 al 1815 » . Comblain. Armaiuolo belga che costruì una chiusura per fucile a blocco cd otturatore verticale, con disposizione molto semplice che da esso p rese il nome ))e] 1870. Un a scatola di culatta riunisce insieme il fusto il

calcio e l'otturatore col n1eccanisn10 d-i percuss ione. i quali so110 Jìssati nella scatola con una sola vite. Costruzione semp lice e solida: nei primi fucili le parti di chiusura erano state costruite in bronzo, ma ir. seguito lo furono in ferro. (V. anche Re·illy):

Combustibile. l'cr le macchine marine s'impiega


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combustibile solido e liqu ido. Il combustibik solido ~ il carbon fossile (litantrace) che si usa in r,cni, in polvere e sotto forma di ma ttonelle . Dal punta di vista dcll' igiene il ;arbone in peni vizia )'·aria assorbendo ossigeno e versandovi gas estranei. L'assorbimento dell'ossigeno avviene dentro i carbonili- chiusi e la quantità sottratta all'aria, quando la chiusura dura a lungo, può esser tanta eia rendere l'aria impropria alla respi1·azione. Le mattonelle sono composte di polvere di carbone impastala per mezzo di varii materiali cementati, tra cui è preferibile il bitume secco che forma composti meno irritan ti per la cute e mucose. Il carbone in polvere ha il vantaggio cle.ll'assenza d i fumo e dell'economia di personale. Il maggior inconveniente igienico d el carbon,e, specialmente d i quello in polvere, è h produzione cli pulvisco lo, che penetra in tutti i locali insudicia lutti g li oggetti e può r iuscire nocivo a ll'organismo secondo le vie d i penetrazione: nelle vie respiratorie si deposita nei polmoni e dà l'antracosi polmonare, nell'occhio provoca congiuntiviti, nello stomaco catarro acuto e cronico . Il combustibile liquido è la naftetine. Rispetto al carbone, la uaftetine non p roduce fumo, uè cenere; occupa meno posto; sopprime il lavoro rnanua !e, p er cui richiede due terzi meno di personale; eleva di meno la la temperatura dei locali.

Combustibili fossili (Chiniica). Questi prodotti si riscontrano• in natura tanto al lo stato solido, che liquido e gassoso. Specialmente i prim i sono, dal punto d i vista delle industrie d i guerra, di un notevo le in: :resse, poichè forniscono la forza motrice, i! coke metallurgico, nonchè una enorme q uantità di sottoprodotti che trova.no, fra a ltro, larga app licazione per fabbricare gli esplosivi. Durante la grande guerra , gli Imperi Centrali, ricchissimi di combustibile solido, ebbero gr mdc penuria d i quello liquido, ed iniziarono stud ii che in un primo tempo avevano lo scopo di poter trovare il sistema mig liore per procurarsi i derivati che fino allo.ra s i ottenevano dal petrolio : combust ibili, lubrifica11ti, paraffine, ecc., ma in seguito diedero l' indirizzo alla soluzione cli un problema di ben più alla importanza, quello oioè di preparare, dai combustibili solidi, degli ottimi surrogali ai derivati del petrolio. P er far fronte· ai gravi e j mpcriosi suoi bisog11i, la Germania razionò severamente i quan titativi del p etrolio destinato al tonsumo e ricorse anche a prodotti d i sostituzione, o iniscele <li essi, come : alcool, benzolo, acetone, acetilene. I miscugli di alcool e ben7,0lo. a proporzioni variabili, con o senza. a cetone, Iurono la rgamente usat i ; e, specie quello cost ituito di alcool p, 75 e cli benzolo p. 25, fu riten uto d i ottimo r~climento. Venne a nche largamente impiegata la « tetrali r.a ll derivato tetra idrogenato della naftalina - ut ilmente a doperata per arricchire appropriate miscele d i carburanti nazionali, fra i quali fu tenuto in grande pregio il (< Reichkraftstoff >J , costituito da un mi~cuglio a parli uguali d i te tralina e d i alcoolbenzolo. Tn Fnincia, duran te la. guerra, furono utilizzati a lcuni sottoprodott i di lavorazione degli esplosivi che contenevano abbonda nti idrocarburi ciclici saturi; un t ale residuo, neutralizzalo e rettificato, forni 11.1~. essenza che dette risultati eccellenti in aviazione. Quanto ai combustibili gassosi, gli Imperi Centrali trovarono modo d i utilizzare i gas combustibili natu -

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m li, per poter sollevare l'ingente consumo del gas di carbon fossile. A tal fine, perfezionarono e ampliarono gli impianti di captazione già in funzione e sfruttarono al massirno le varie sorgenti (fr:1 le quali, d i particola re interesse, fu q,1ella di Siedenburg, in Ungheria) che, già nel 1908, erano valutate capa.ci di •.1n,1 riserva clj 70 miliardi <li mc. di gas combustibile, a 98% di metano.

Oomì nazo (o Cominazzo). Famiglia d i Cardane Val T romp ia, che diede costruttori di ,umi da fuoco, celebri in Europa, tanto che le canne de lle loro armi, venivano in que l tempo, ed anche in seguito, ·i n Italia e all'estero, chia mate « L azzarine "; da l nome ciel primo di questa famiglia, Lazzaro (n. verso il 1565) che sino dal 1593 era valente maestro fabbricante di canne da

PisLola La1.zarino c ominazo

archibugio e da p is!Ole. ~el secolo XVII vi fu certamente un altro Lazzaro o Lazzarino, n ipote del primo, e del quale s i ha. notizia che sia morto di :m'archibugiata a Cardane nel 1696. In questo stesso secolo pare che vivesse un a ltro della stessa fam iglia cbe segnava le sue canne Lazzaro, Lazzarinn, e Zaro, Zarino (sincopati) quasi assumendo quest'ultimo nome quale casato. Sono pure ricordati in documenti un C. Angelo, vissuto attorno al 1698; un C. Bartolomeo, vissuto tra il 1600 ed il 1700; un C. P-ietro, pure d i quest'epoca; un C. Vincenzo, vissuto verso il 17S0. Uno dei Lazzarino, vissuto nel secolo XVIII, fu autore di un archibugio con lo stelo (ago) precedendo cosl la stessa invenz ione attribuita a l colonnello d'art. Touvcnin nel 1844. Verso la fine del secolo scorso morì a Cardane, assai vecchio, un C. 1\forco, che nel 1843 aveva d ato alle stampe una pubblicai.ione intitolata « Cenni sulle fabbriche d'armi di Cardane in Va ltrompia ».

Oomines. Comune della Fr ancia, nel 'clip. del Nord,~ sulla linea cli confine, che la divide in due parti, francese e belga, separate d al fiume Lys. Fu presa dai francesi n el 1197. Ebbe an ticamente un Castello, che venne munito di torre fort ificata nel secolo XIV. I. Combatt-imento di Comines (11 novembre 13S2). Appart iene alla guerra nelle Fiandre. I Francesi, comandati da O liviero di Clisson, s tavano il 10 novembre presso C., il cui ponte era semirovinato e guarda.tÒ dai Fiammingh i, in numero d i 7000, agli ordini cii Dubois (a). Cli~son k nne a bada con azione dimo~trativa (c). gli avversari, e a mezzo di barconi (b) f ece passare il fiume a circa 400 cavalieri. Il Dubois ,;e n e accorse a notte, e la mattina seguente li attaccò, ma 11e fu respinto, e i Francesi rimasti sulla sr. della Lys la varcarono a nuoto, con barche, attraverso il po!1te riattan-dolo a lla meglio, cosÌ che in breve furono t,nti addos,so ai F iamn1inghi, che, circondati ve11nero ':)tè:.minati in gran parte, mentre L supe rst iti s i davano alla fuga. Il Dubois vi rimase ferito, e 4000 dei suoi re~tarono sul campo. 1


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II. Combattimento di Comines (1658). Appartiene a lla campagna <lel T urenne contro gli Spa,;1,uoli nelle Fiandre. Avendo saputo che il principe cli Ligne, con 2000 fanti e 1500 cavalli fiamminghi marciav.,, su Tour-

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nay, il T urenne accorse verso d i lui con tuila. la sua ~ ava:lleria e lo incon trò presso C., assalcndol;i vigorosamen te e sbaragliandolo. Il principe si salvò a stento con 200 cavall i a Ypres ; la fanteria abbassò le armi dopo breve resistenza e s i arrese con tutti i bagagli.

Coinines '(Fiiippo d-i). Cortighmo e militare francese, n. e m. ad l\rgen ton ( 1445-1509). P iacque a Carlo il Temerario d i cui divenne il confiden te, e ser vi tre re ; Luigi XI, Lui!(i :)(II e Carlo VI II partecipando a lle lo ro guerre e conoscendo, tutti i loro intrighi polit ici e mondan i. Lasciò saporite e brillanti cc :Memorie».

Comin io. V. Cerreto Sannita. Cornitagl. V. Clefti. Coinitagl. E' detto così l'appartenente alle socìetà segrete balcaniche, particolarmente quello delle sètte ma•Cedoniche filobulgare. La sua. azione è prevalentemente a tipo « n ihi lista », a base di attentati terroristici. L'or ganizzazione è costituita con piçcoli nuclei, d iretti da comita li, come quello per l'indipendenza delht Macedonia.

Comitato (degli Ammiragli). Istituito dal Brin nel 1886, presso il Ministero della Marina, come C . dei vice ammirngli, fu nel l 907 riordinato, nel 1920 costituito con precise attribuzioni come C . ammiragli, nel 1927 modificato ancora nella. sua cost ituzione. Sono membri ordi nari del C. ammiragli il capo di S. M. della Marina, il presidente ciel Consiglio superiore di 11farina e l'anuniraglio di armala, o designato di arniata. che re.suita più anziano in ruol•J, 1'1embri straordinari con voto possono essere chiàmati a farvi parte tutti gli am miragli di armata e di squadra e i generali dei vari Corpi. Per la trattazione di particola d questioni possono esser chiamati d i volta in volta a partecipare ai lavori, con voto consultivo ufficiali della Marina dell'Esercito e dcli' Aeronautica, nonchè funzionari dei vari )1:inisteTi e personalità civili che abbiano speciale competenza in materia. Il C. è l'organo consulente del Jl.,l i-

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nistro, e<l in generale è convocato per dare pareri sulle questioni di alta importanza relative agli ordinamenti m ilitari del!a Marina, della sua costituzione organ ica e bellica, sui programmi <li costruzioni nav,ili, e-cc. Può d;u-e a lt.resì pareri sull'assegnazione degli alti comandi navali, nonclù, sulle a ttitudini dcgl i ammirngl i e dei genera li. I l C. può costituirsi in Commissione specia le di avanzamento per deliberare sulle proposte r,c r pron1oz.ioni per n1cr'ito di guerra e in Co1nn1issicne superiore d i avanzamen to pcc i quadri di avan.<antcnto da ca,pitano di fregala e gradi corrispondenti in su.

Comitato (dei progetti clelle navi). Cor po consultivo creato ne l 1880 e che, in seguito a varie :no<lifiche è stato cle..linitiva.mentc costituito con le attuali a ttribuz ioni nel 1920. Esso è presieduto dal gencra;e ispettore del genio navale e ne fanno parte ufficiali di S . M . e del genio navale. Intervengono alle sue sedute eventualmcme anche i direttori gc t1crali delle costruz ioni nava li e delle arnìi e armamenti navali. Il C. è ripartito in un u fficio di presidenza, ufficio informazioni e studi e ufficio cseculirn dei progetti ; csam ,,1a normal mente gli studi e i proge tti per le nuove navi e la trasformaz ione d i quelle esistenti. Com;tato (della difesa imperiale). Alto C<>nsesso inglese corrispondente a lla nostra Cornmission~ suprema di difesa. Ha il rnmpi to di trattare le questioni vaste e complesse che coinvolgono tutta la politica milita re dell'Inghilterra. Non è costituito in modo pcrn1acente. l i primo ministro, che ne è il presidente, può convocare le persone che meglio crede; in genere altri m in istri coi rispettivi cons iglieri tecn ici. Il comita to si va.le d e ll'opera di sottocomitati, quali il sottocomitato permaneme di difesa e quello incarica.Lo del coordinamento del l'azione dei va ri m inisteri. Comitato (delle armi di linea). Costituito I c l 1860, fu scisso nei suoi due clementi (fanteria e ca,,alleria) nell'anno seguente e r icostituito nel 1873. Funzionava com_!: corpo consultivo del m inistero della r.Jerra per le questioni riguardanti la fanteria e la cavalleria, ed era costituito da un presidente e quattro m.:mbri (tutti ufficiali generali) e da un ufficio segreteria. Comitato (di a.rtighcria. e gen-io). Costitui;o nel 1873 coll'unione dei due comitati separati di art. e del Gen io. era formato eia un Presiden te e da sette membri dello S. -:V.L dell'esercito; funzionava come corpo consultivo del minis tero della guerra per le questioni riguardanti l'artiglieria e il genio. Comitato (di Sah!te Pubblica) . Costituito c4tl!a. Convenzione X azionale, durante la rivoluzione francese, ebbe autorità politica illilllitata; ' si interessò, fra. l'altro, della riorganizzazione degli eserciti della repubblica e della marina eia guerra. Il suo potere ebbe termine colla caduta di Robespierre. Comitato (di sanità militare). Fu btabilito d<dla legge sull'ordinamemo dell'Ese rcito del 1873; era <vrnposto di un presidente. magg. gcn. medico, di q11atto colonnelli medic i, di un chimico farmacista e di un u fficio segniteria: era. il corpo consultivo del ministero delh guerra in rnatcria sanitaria. Comitato (di stato maggiore generale). fat·;tu ito dal ministro Ricotti nel 187 3; era corpo consultirn per le grandi questioni m ilitari di cui cura va lo stu<lio, con


- 155 faco ltà d i richiamare su di esse l'attenzione del governo: la sua compo,:izim,e e le sue att ribuzioni fu rono .spesso mod ifìcatc; nel 1923 fu sostitu ito dal!·.1 Commiss ione Suprema Ìll ista d i d ifesa . Comitato (1·;1/eral/wto dei n'.fominienti). F u costituito il 22 m:iggio 1918, durante la. guerra mond ia le. su proposta del col. Da\\'CS, agen te generale degli açquisti per il corpo di spedi?.ionc americano in Francia; regolava. i r iforniment i e i trasporti nelle retovie degli eserciti a lleati. La convenzione relativa, stabilita in p:i mo tempo fra il govern() francese e q uello americ~no, e cui aderirono in seguilo l'Inghilterra e l'l ta lia, stabiliva : a) che fosse adottato il principio della unificazione degli approvv igionamenti per gli eserciti alleati (costru zioni, riserve <li ma teriali, mezzi d i traspo,·t?, ecc.); b) che si costituisse un Comita to unico, composto ,d i rappresentanti di ciascun esercito, per coordinare l'uso -dei mezzi di gucJ'l'a; e) che le decis ioni unanim i del C. avessero forza di legge e dovessero essere con ogni d iligenz;i esegui te dagli organ ismi d i r iforn imento in teressati; d) che a l C. spettasse defin ire il dettaglio del funzionan1r-nto dcH'organisrno 1 sa iva l'approvaz.ioLIC dei go-

verni i nteressatl.

TJ Comi tato fu costituito del cùl. Payot (Francia) P residente ; col. Dawes (Stati Uniti), col. Beadon {lngh il,erra), magg. Cu mon t {Belgio). Co111itato (per la ,nobilitazione civile) . E' orga no d i .studio e consultivo della Comm issione supr'arna di di fesa p er le questioni inerent i a lla utilizzazioac di tutte le at tività nazionali, a lla predisposizione, al la orga nizzazione ed a ll 'impiego delle risorse occorrenti per la _guerra. Risiede p resso il ministero del l'economia nazio11ale e si comp()ne : d i un p residente .n ominato con de-creto rea le, di un rappresentante per c iascuno dei tre n1inisteri '. g uerrn. 1 n1a rina cd aeronautica, rii otto fra rappresentant i delle grandi associazioni tecn iche, colturali ccl economiche ciel paese e rappresenlanti delle attività nazionali nel campo della scienza, clelfinclustria. dell'agricoltu ra e dell'economia, nominati d:ii capo del gO\'erno, presidente del la commissione di difesa ; d el capo della segre teria generale della commissio,1e suprema cli difesa. TI C. può aggregarsi, per decis ione de l suo presidente, volta a volta., persone scelte fra quelle particolanncnte competenti nelle questioni da t.r:,ltars i. Gli otto membr i civili dumno in carica due anni. li comilalo ha una propria segre teria. I l presidente <le i comitato per !a mobili tazione civ ile fa parte d i diritto del ,consiglio superiore delrecono1nia nazionale.

Comita.to (per la sa17:ezza della Rivoluzione e della Patria). E' la prima orgo.nizzazionc sorta in l<ussù1 du-

rante la gue rra c ivile, creata d al municipio d i P ietrogrado il 2-t ottohJ·c l9 J ì. Aveva. per scopo Ji <<garantire la sicurcu,t pubblica.>> . Sosteneva il governo pro,·visorio rivo luzionario di Kerenski ed era cont:-o la in·· .smrezionc bolscevica. I l 29 ottobre organizzò l'i nsurrezione dei Junkcrs, gL1idati dal colonnello T'olkovnikov.

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Comitato (per /.'esame dei progetti navi) . Presso il Ministero della Marina esiste un C. il q t1ale è destinato a esaminare ed app rovare. sulle direttive del Min istro, i proge11i delle navi d i nuova costruzione di qua lunque tÌ1,.>ù e s isten1a; a detern1ìnarc i progran1mi

delle nuove costruz ion i, nonchè delle gran di trasfor-

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mazioni del navig lio già es istente; a detcrruin~ie le caratteristiche tccnico-n1ilita ri delle nuove navi ; a sta-

bilire le co,-,rlizioni tc,cniche per l'acquisto <ltgli apparati mo tori, dei macchinari cd in genere dcli~ sistemazioni importanti delle navi, esaminando i relativi capitolati d 'oneri prima che siano sottoposti rd Consiglio superiore cli .marina; ad esprimere il proprio parere sull'ordinamento degli stabilimenti m ii. ma rittimi per quanto concerne g li arsena li, le officine, ccc. I progetti per la costruzione di J1Uovc navi so::o comp ilati per concorso dalle Ditte private specia lizzate () dagl i ufficiali del Genio Navale. I l C . csamimi i proge tti, sceglie quelli che meglio rispondono agli scopi ed introduce in essi le modifiche che• ritiene opportune. E' composto da un u fficio di presidenza e segreteria , un uffici() informazion i e st udi, un uffi.tio esecU[iv·.> dei pro getti. Fanno parte del C. il ten. generale ispettore del gen io navale, presidénte, un an1n1iraglio spechdista delle armi nava li, un generale ed u n colonnello de l genio navale. Son() aggregal'i per gli s tudi e lo ~vulg imen lo delle prat icl,e numerosi a ltri ~fficia li del geni() e di vascello, con d isegnatori, funzionari civi li, ecc. Comitato tecnfro della Regia Aeronautica.. L ' organo consultivo della Comm issione suprema <li d i:esa e si compone: del cli ret.tore generale del genio aeronautico, p residente; d i u n ufficiale generale dell'arma aeronautica, dell'ufficiale generale de l gen io aeronautico, di un co lonnello de ll'arma aeronautica, di un colonnello del genio aeronautico. Possono farne parte, qu,lìi nie1nbri

straord inari, ufficiali generali e superiori dth'eserc ito, della marina e della aerona utica. Tali membri straordinari non hanno voto deliberativo. I l C. esprime parere tecnico: s ui progetti r iguardanti l'adozion:; di nuove c.ostruzion i acrona ut iche; la trasformazione elci materiale di volo; la sistemazione e trasformazione edili;:ia; le memorie ed invenzioni inerenti all'areonauLica; e tut-

te le o.ltrc question i cl i carattere tecnico.

Comito. Termine and ato in disuso nel sec. XIX. Le armate med ioevali, composte specialmente d i galee, erano comandate da un capitano generale, il qu1lc aveva immed iatamente ai s uoi ordini u na persona mcaricata di provvedere a tutti i servizi relativi agli equipaggi. Questa persona si chiamo.va il cc comito 11 e 1:-i. ca1·ica era riten uta molto importa nte e molto onerosa . .Dalle armate, l'abitudine è passata alle galee, e si è chiamalo comi to l' individuo che, stando al lato del capitano della galea, aveva l incarico del governo della. ciu1n1a e dc.Ila sor veglianza delle provvigioni. Ne lla sola re;,ubbl ica di P isa C. fu detto addirittura il ca.pilano della galea. Quando la galea era molto grande, si ag,;;iungcva al coni ito un e< sotto-com ito ll . A posto d i manovra il comi(o r imaneva a poppa e il sot.to-comito a ].':Ora, e corrispondevano fra d i loro mediante il fischictt•J . Andando 1

a lla vela: il coinito sorveglia va. J'a) Ueratunt di poppa,

ed il sotto-comito il trinchetto. Anelando a lla fondo., il sott()-comito eseguiva la man()vra delle ancore. Tah·ol, Ut su lla stessa nave .si avevano più con1iti, i qutdi p rcn~ devano i nomi <( di fischiett() >J (quello destinato a tr:i. smetterc i coma.udi >>; << di silenzio 11 ( quello che doveva man tenere la d isciplina tra le ciurme, spechln:cntc du rante le manovre); ,< d i mezzanÌa " (ciuello ~he stava nel meno della nave quando questa era molto lun g;t). I camiti si a lter11avano nella guardia e nella vigilanza,


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durante la navigazion~. Quello della galea 1re:d~, si chiamava cc comito reale)). Nelle prov incie na:poletane, nell'epoca dei primi Angioini, C. fu chiamato jJ capitano dei porti r.1a r ittimi, immediatamen te sottoposto al Grande amm iraglio; e così nella Sic.ilia; a nzi quivi divenne ufficio chi' a molti si concedeva in feudo e andava per eredità da padre a figlio .

Commanipulari (o canmwnipuloni, o cont11.ber11ali). Soldati che facevano pa rte delJo stesso manipolo o decuria della legione romana·; Ammiano Marcellino li chiam a anche cc concorporali ».

Commercio (col nemico) . In guerra sono vietate tutte le relazioni d i carat tere commerciale, sia dirette che i ndirette, con Stati nemici o con loro· sudditi. Le merci o denaro attinenti a questo connnercio sono passibili d i sequestro quale contrabbando <li guerra; forti multe vengono inflitte ai trasgressori, salvo le maggiori sanzioni che possono colpirli qualora oggetto del con1mercio siano materie d i utilità militare. Nella nostra legislazione di guerra, un decreto luogotenenzia le de11'8 agosto 1916 stabilì le nonne _relative al divieto d i commercio con sudditi d i S ta ti nemici e il sequestro delle aziende commerciali in cui iossero i nteressati sudditi di Stati nemici. N uove e J.lÌll precise d isposizioni furono stabilite con successivo decreto 1° ottobre 1916, ove si accennavR anche a l d ivieto di esportare valor i o cede.re crediti a ll'estero, e di man tenere comu nque relazioni di impor tazione o cspor-tazionc di merci coll'Austria e la Germania. Commercio di Ge11o-:;a (Il). Vascello sa.rdo da 56 cannoni. fu il primo bastimento da i,uerra di alto bordo costrui to in seguito a lla istituzione de l :Ministero della Mari na, quando Vittor io Emanuele I~ dopo il Congresso d i Vienna fu reintegrato nel possesso dei suoi stati di terraferma accresciu ti del Ducato di Genova. Con esso q uindi ebbe origine la Marina da guerra fra liana. Va.rato alla Foce nel 1816, di solida costruzione, sgombro in coperta, con grande sobrietà cli linee, realizzò il nuovo e indovinatissimo tipo di nave da battaglia ideato dal Biga e in seguito, armato di so li 44 cannoni, fu noto come fregata « il Commercio >). Le spese per la sua costruzione furono sostenute dai commercianti genovesi. ~el 182S prese parte alla impresa di Tripoli sotto il comando di Francesco Sivori. Nel 1832 al comando d i Giuseppe Albin i prese parte 1.lla camp1egna del Lev<1nte in occasione della guerra turco-egizia . fu radiato nel 1836. Commercy. Comune della Francia, munito di antico castello irasformato nei tem pi nostri in caserma di cavalleria . K el 16S3 venne assediato dall'arma!,i. reale al comando del conte di 13rignon e capitolò dopo sette giorni d i t r incea aperta. Commilltonl ( lat. Con1111ilitones) . Voce che indica coloro che hanno prestalo insieme servizio m ilitare; in senso più lato il generale o il condottiero chia1cano commilitoni i soldati che hanno servito ai loro o: dini. Commissariato militare (Corpo di) . Creato n e. 1873, in sostituzione de l « Co rpo d i Intendenza Milita re>> che era stato R sua volti creato nel. Regno di Sardegna nel 1853 per sostituire l'antica « Azienda Gene-

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raie » dell'esercito sar do. Devesi infatti a ll'ordinameoto Ricot ti la militar izzazione di tutti i serv izi, con la p rogre~sione dei grad i uguale a quella delle a rmi comba,ttent1. escluso il grado d i generale, assieme ad uno sta to. gi ur idico militare il quale stabilì, fra l'altro, d ,c la carriera di questo nuovo personale ufficiale dovesse svolgersi, come ancor oggi si svolge, in 1nodo d istin to dalle nitre armi e corpi e non potesse: per alcuna ragjoneJ sostituirs i a pari grado o a gradi diversi, nelle a t tribuzioni e n ell'azione d i militari di altre a rmi o corpi. Nel 1873 !e attribuzioni del Cor po di Comm issariato furono così ;;tabi lite: « Il Corpo cl i Commissa1iato :M ilitare, per delegazione della amministrazione centrale della guerra, e sotto l'autorità dei comandanti di corpo d'ar mata e di quelli di d ivisione, soprainten de a i servi;ci delle sussistenze, dei foraggi, del casermaggio e di a ltri approvvigionamenti per l'Esercito». Da quella d ata i n poi, le attribuComrnissarialo z ioni del Corpo rimasero presr reg-to <1el berretto sochè immuta te, sebbene non pochi fossero gli or dinament i che a qu ello ini?.iale del '73 s i succedettero. Fra questi emergono, pel Commissariato: il 1882 - Ministro ferrero - il quale devolve al <<corpo,> una estensione di sovraintende11za s u tutti i ser vizi ammin is trativi, compreso quello d ella r evisione dei conti; il 189'1 - Minist ro Mocenni - che affida d << Commissariato» , o !tre aJla direzione amministrativa dei Magazzini Centra li, aJ1che la direzione tecnica degli stessi; il 1897 - M inistro Pelloux - che riporta il << corpo >l nell'amb ito delle attribuzioni iniz ia li del 1873; infì.ne la grande riforma del 1910, legata al nome del Min istro del Tesoro dell'epoca - Tedesco - sebbene lutto il merito fosse del suo predecessore ( Carcano) la qua le così ,1e d eter m ina le attribuzioni: « Sotto l'autorità dei ·Comandanti di Corpo d'Armata, sovraintend e ai servizi d i amministrazione gener8le e in particolare ai serv izi c!ella sussistenza, del ca.;c,rmaggio, del vest iar io e di a ltri approvvigionamenti per l'esercito ll ·Nei r iguardi orgamc1 le vicende furono var ie. Con e senza ufficiale generale, con e senza i gradi di subalterno, con numeri vari d i stabilimenti ed uffici, oggi (1928) per effetto dell'ordinamento del 1926 e successive modificazioni. il Co rpo h a la seguente costituzione : a} ruolo degli ufficiali Commissari; b) ruolo degl i uf1ìciali di sussistenza; e) 12 Direzioni cl i Commissariato Militar<.;; d) 18 Sezioni staccate cli Commissariato :\filitare; e) 12 compGgnie di sussistenza: f) stabilimenti vari, e precisamente: 1• - pcl ser vizio delle Sussistenze : 26 panifici territoriali; 14 molin i; S gallcttifici; 2 laboratori autonomi per la lavorazione delle conserve alimentari; un numero vario di Magazzini di distribuzione viveri ~ magazzirn secondari p resso i presidi non forniti da imprese ; .3. depositi frigoriferi: 2° p el ser vizio vestiario ed equ ipaggiamento~ 6 magazzini centrali autonomi, 1 opificio vestiario e<.l equipaggiamen to:


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3° - pcl servizio del casermaggio militare: 32 magaz«ini principali autonomi e magazzin i succursali e presidiar i. L e Direzioni d i Commissariato (una per Corpo d'Armata, una pc! Comando M ilita re della Sicilia e d ue p er le Colonie) hanno giurisdizione territori:ile e p1 nvvedono ai normali servizi del tempa di pace sotto l'alta autorità dei Coman di d i Corpo d 'Armata nel tciritorio d i loro competenza. Esse imprimono l'ind irizzo ai servizi di vettovagliamento, del vestiario ed equ ipag~1Jmcnto e del casermaggio; compiono i princip:ili atti di economia a mministra tiva ed ese rc itano la direzione ed il con trollo rclat ivi. A Jllezzo delle sezioni, degli u ffici e degli stabilimenti che cli esse fanno parte o dipendono assi<:urano il soddisfac imento dei bisogni delle trnppe . Sono poi d i loro specia le competenza: a) gli studi di n,obilit:izione dei scn·il'Ci di commissariato che si organizzano nel proprio territorio; b) la st ipulazione dei co ntratti che interessano più corpi d'armata e di quelli d i maggiore importan1.a che interessano gli enti militari. Per l'at tuazione del loro compito le Direzioni si sudd ividono in sezioni cd uffici interni, e cioè : ufiìcio d el direttore ; prima se~ionc (sussistenza); sccom!a sezione (mobilitazione e dotazioni di riserva); terza sezione (casermaggio, trasporti e servizi a ffi ni); quarta se1,ione (contralti e questioni di carattere contenzioso che fanno capo alla. direzione); ufficio ,•estiario ed eqi,ipaggiamento (che regola il servi1,io della distribuzione in relazione alle esigenze di pace e d i guerra); u fficio d'amministrazione (preventivi e consuntivi di spese). Gli ufficiali commissari sono reclutati, normalmente, col grado di tenen ti in base a pubblico concorso per esame e per titoli tra i giovani laureati in giurisprudenza o in scienze economiche e commerciali. 1 servizi di Commissaria to delle varie for~c ,u-mate procedono ai loro acqu1st, sulla base d i capitolo d'oneri comuni. Quella delle f. A. che ha un maggior consumo provvede agli acquisti e fornisce anche le altre. II Cor[)O ckl C . ha ottenuto, con decre to del 1920, la croce di guerra « per l'opera a l:icre cd intell'g,:ntc prestata durante la guerra, nella quale, animato da fcr,·ido srntimen to di cameratismo verso le armi çombattenti, dimostrò eleva to spirito di abnegazione e profondo sentimento del do,·ere nell'organiz:<a2ione e nel funzionamento dei servizi affidatigli» (191.5-1918).

Commissariato Rc5,>ia. A ero11a11t·ica . P resso il l\f inistero della R. Aeronautica trovasi un lspettorato di commissa.riato militare, organo dispositiYO attirn e di controllo . JJ serv izio terl'Ìtoriale ( cl isimpcg110 di funzioni amministrative, tecniche e contabili, per quanto concerne l'approvvigionamen:o e la gestione dei :neni necessari alla vita dei repa rti) è affidato a S sezioni di commissaria to militare, che hanno la d irezione teorico-amministrativo:contabile e la vigilan,~1. sui servizi di Comn,issarìato nella zonll aerea u~rritorialc c ui sono assep,nate. Le sedi delle sezioni son quelle d ei capoluoghi delle Z. A. T. e precisamente: Mila no - ]3ologna - )fapo!i - Palermo - Cagliari. Il corpo è costituirn da ufficiali del ruolo d i Commissariri.to (gradazione da tenente ;1 generale commissario) e da ufficia li del ruolo di amministrazione (graduazione da sottotenente a capitano). Co-mmi.uariato gtmerale per gli appr<r.r.'igumamc11ti e co11s1m:i. Du rante In guerra, s ia per la diminuita pro-

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duzionc, causata dai richiami alle armi, che per la ridotta esportazione, determiuata. n on solo d alla. d iminuita. mano d'opera degli Stati belligeranti e dalla intern1zione del commercio con quelli n emici, ma anche dall~ difficoltà dei trasporti marittimi, conseguenza. della guerra da corsa e sottomarina, si rese necessario il regolare, con appositi organismi, la. materia degli appmvvigionamenti e consumi. Con decreto luogotenenziale 3 gennaio 1918 la vasta materia venn e riordinata e a l C. G. vennero stabilite i:,recisc attribuzioni, e cioè: a) disporre censimenti e denuncic obbligatorie; b) procedere ad acquisti sia ne l Regno che all'estero e ordinare requisizioni dctenninando le indc11n ità relative; e) fissare i prezzi massimi di vendita. nI pubblico; if) provvedere alla distribuzione delle merci e dei

generi acqu isrnti o requisiti; e) disciplina.re la wndita e il consumo di merci delle quali s i man ifesti il difetto; /) autorizzare la costituzione d i enti n.utonomi p er consumi. Il Commissariato fu trasformato (maggio 1913) in Ministero degli Approvvigionamenti e dei con.~umi alimentari, il quale a sua volta fu soppresso il 23 giugno 1919. Commissariato 111-ilitare marittimo: Sino dal primo ordinamento della Regia marina italiana, nel 1861, il C. M . .II. ebbe importami funzioni amministrative di direzione e di controllo, alle qual i furono apportate notevoli modificazioni con g li ordinamenti success ivi, sino alla legge organica del 1876,- la quale dette al Corpo dt C. M. gradi e gerarchia militare. Le attribuzioni attuali vennero fissate n ell'ultima legge organica del 1926, in ba.se alla quale spetta a questo Corpo d i provvedere a.i servizi di carattere logistico e amministrativo, relativi al rifornimento e vettovagliamento della R. :M.; in particolare de lle sussisten ze, de l vestiario, dei ma.teriali d i consumo e casermaggio, amministrazione del fondo scorta delle navi ed ent i militari a terra, nonchè sen-izi di !òegretcria dei comandi nav,di, amministrativi degli ar· senali e basi navali, ispezioni, ecc. L'attuale organico del Corpo di Commissariato pre\"edc I ten. generale, 1 rnagg_ gencr,dc, 7 colonnelli, 30 ten . colonne lli, 36 maggiori, 105 capitJni, 40 tenen t i e sottotenenti. Gli ufficia li elci C. M. A[. sono reclutati per concorso ira. i laureati dc!le scuole superiori di commercio o istituti equ iparati, e in giurisprudenza. I cand idati idonei. nominati sottotenenti, dopo un tirocinio di 12 mesi di istrul'Cionc presso la R. Accademia ed a bordo, sono promossi tenenti. I servizi del C. M. M. fanno C<LJJO alla d irezio ne centrale omonim:i. presso i l .Minist~ro della Marina. li Commi~sariato ha nei di. partimenti direzioni, sottodirezioni o uffici, con sed.: a Spezia, Taranto, Venezia, Pola, Maddalena e Napoli.

Commissario. Nome generico, in antico, di tutti coloro che avevano il carico d'alcuna cura pubblica nell'amministrazione degli eserciti. Jn Toscana particolarmente, si chiamò C., o C. ge11erale quel cittadino che la Signoria. della repubblica. deputava a sopraintendere sul luogo le mosse dei capi dell'esercito nazionale, e che provvedeva nel tempo stesso ai bisogni delle paghe, dei viveri e degli alloggiamenti dei soldati. D ipende\'a dai Dieci della Guerra. Fu anche chiamato C. l'ufficiale cui s i commetteva l' incarico d i levar gente, di


far soldati in questa o quell,. pr ovincia o ci t tit. C. fu anche quel personaggio civile ohe, delegato a ciò dal Principe, assisteva in ca1npo a i consigli dei capi. vegliando la condorta della guerra e il retto impiego del dana ro col quale il suo signore contribu iva alle spese di essa.

Commissario delle bande. Ufficiale fiorentino, il quale descriveva e cassava g li uomini delle .Bande, le vi sitava, interveniva alle rassegne, con1andava ai gregari e agli u.fliciali. giudicava dei delitti m ilital"i fino alla morte senza processo, faceva le levate (Reza.sco): Comnzissa·rio delle ,·a.ssegne. ::-.; elle ant. m ilizie, era l'ufficiale generale preposto a tu tta la m ilizia d'uno sta to, o ad una gran parte di essa, per ra~segnarla a suo tempo, e riconoscerne il numero, l'a rmi, le vestimenta e la disciplina ( Grassi),

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Commissario del Popolo. Ebbe questo nome uno speciale delegato del Comitato cli Salute Pubblica presso gli eserciti della prima Repu bblica francese; aveva facoltà i llimitate, persino quella di modificare parzialmente o totalmente le direttive, g li ordini e i p iani cli guerra dei generali. La stessa istituzione dei conun issa.ri del p opolo è stata adottata. d alla Russia rivoluzionaria nel 1917; questi, mentre durava la guerra, control lavano l'operato dei comandanti e facevano propaganda bolscevica fra le truppe; p iù tardi le loro ma,1sioni sono state meglio definite e oggi i « Comm issari per la istruzione politica. e la propagan da fra le truppe» hanno g li scopi definiti dal loro nome. Commissario getterale. T itolo di uno dei gradi suprem i nell'amm inistrazione dell'armi dei secoli XVI e XVH, istitu ito dapprima in Italia, poscia im itato var iamente 11egli eserciti. imperia li e nei francesi. Kell'antica repubblica fiorentina il C. G . sotto la direzione dei Dicci della guerra, aveva il carico della leva e del soldo de lle mi lizie cit tadine e straniere, del loro tra t ten imento ed armamento, sopravedendo ogni cosa che appartenesse alla m ilizia: veniva anche ad un bisogno incaricato del comando supremo d i una spedizione militare, e a ccom pag1mva talvolta in campo i capitani della repubblica per veglia rne le mosse e la condotta, reggerne i consigli in no1;,c di lei, e provvedere a i bisogni dell'esercito. U ltimo C. G. fu Francesco ferrucci . .Negli eserciti stranieri, e segnatamente in quelli d'Austria e di Francia, il C. G. ebbe 1eel secolo XVII grande au torità sopra la m ilizia, con facoltà di farle da.r la mostra e dì provvedere ad ogn i suo bisogno così in campo come nelle stanze; la su:t carica subordinata solamente a quella d el genera lissimo era la prima. nelì'amminislrazione militare d i un esercito : term inò con quel secolo stesso ( Grassi). Commissaria generale d1J1; viveri (o del campo). Quell'ufficiale cui spetta in un esercito il carico pa rticolare d i provvedere ogni sorta di munizione da bocca a i soldati per mezzo d i a lt ri Commissari a lui soggetti. (Grassi) . Il C. r iceveva dal comandan te in capo g li ordini rii :marcia dei convogh; eà egli doveva conoscere il l1t1n 1c ro della gente cui somministrare pa ne o altro; cercare luoghi idonei per formare magazzini; sapere quanto doveva durare !a campagna af:fine cli provvedere grano, procurue fornai, od altro. (Raschim). Che il C . e i suoi commessi fossero un « male necessario >> è cvi-

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dente nelle pagine in cui il Folard. dicendo della campagna dell'escrdto francese in I talia ( 1705) descrive il loro scanda loso arricchimento a spalle dell'esercito combattente.

Cormnì.,sario generale clel/.a cavalleria.. Ufficiale genera.le che aveva il ca.rìco del comando supremo cli tutta la cavalleria d\rn esercito, sot to gli ordini immediati de l tcn. generale di essa, e elci quale assumeva le funzioni in raso d'impedimento. Era uffizio proprio del C. quello di ricevere dal generalissimo l'ordi ne ed il nome, e cli trasme tterli ai generali e capitani di tutta la cavalleria : aveva in par ticolar cura i convogli, le scorte, i foraggi, la polizia del campo, la sicurezza dei quartier i, gli eser cizi dei soldati e le evoluzioni. Questa carica venne istituita a l tempo di Carlo V, e verso il 1550 da Ferrante Gonzaga, generale dell'armi spagnuole in lti,lia; e scaduta sot to il governo del duca d 'Alba, venne restitu ita in onore da Alessandro Farnesc, dopo del quale durò alcun tempo negli eserciti d i Spagna. L 'ebbero altresì i Fra11cesi, sotto il regno di Lu igi Xl V, il quale istituì un C. della cavalleria leggera l'anno 1654, del qua le per altro non si ha p iù memoria dopo quel regno, se non nel nome che por tava ancora su I finire del secolo XVUT uno dei reggimenti d'usse ri francesi, che si chiamava del Commissario generale. e che venne abolito sul principio della rivoluzione d i F rancia. ( Grassi). Co>1m1ùsa.rio di frontiera. In Turchia, è un colonnello o ten. colonnello di S . ]\,1. preposto a una. frontiera ; dipendono da lu i i battaglion i <e guard ia frontiere>> e le truppe irregolari . Ve ne sono quattro : unù ad Adrianopoli (frontiera della Tracia, 3 bgl); uno ad .'\ciana (Siria, 1 bgl.); uno a D ia rbekir (:vlesopotarnia, 4 bgl.); uno a Sa.rakarnish (Russia, 4 bgl.). I C. cli frontiern dipendono direttamente dallo S , ::YI. dell'esercito; esistevano anche prima della gue rra .

Comm issetti (Antonio). :Medico capo del corpo di spedfaione con cu i il Piemonte partecipò alla guerra di. Cr imea; a lui si deve la e< lstruzione sul scrvi7. io degli lnferrnieri in guen-a JJ, nella quale si stabilivano le nonne cirCiL i primi soccorsi e le prime operazioni cli sgombro elci feriti. Sotto la sua direàone si aumentò il corpo sanita rio inil. e si prese ro, oltre alle predispo· s izioni relative a i f eriti, anche quelle riguardan ti le· malattie infettive. Mercè l'opera del C . il servizio sanitario piemontese fu forse il meglio organizzato cli quell i dell'eserci to alleato. Commissione. Vocabolo che ebbe, nella milizia,. s ignificati diversissimi ; per con11nissionc si reclutavano le bande, compagnie d i avventuricti sot to Francesco I; commiss ione s i diceva l'incarico che iu .Francia, p r ima dell'ordina mento del Louvois, nell'ultimo quarto del 1600, il ministro della guerra conferiva per la leva di trnppc, che poi d ivenivano proprieti, di chi le aveva reclutate. Comm issione si disse poi in generale la riunione d i autorità m ilitari, costituita in modo permanente o temporaneo per discutere o regolare o esamin a.re determinate questioni. Connnr'.s sione centrale <li avanenmento. Per l'avanzamento al grado di colorrnello e a i varii gradi cli generale è costituita una commissione centrale di avanzamento, compos-ta del capo di S . J'vf, del l'esercito e dei


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quattro genenli comandanti designati d'armata. La presidenza della commissione è assunta dal capo di S. J\f.. dell'esercito, se ha grado di generale d'ann11.t.a Ò se hll r icoperto la carica di generale comandante design;,to d'armata; in ogni altro caso dal generale p iit anziano dei presenti. ln quest'u ltima ipotesi, il capo di S, M . dell'eserccito ha diritto a voto limitatamen te a llo scrutinio degli ufficia li meno anziani di lui. Inten,cngono alle sedute de lla commissione, come membri consultivi senz.a diritto ~- voto, i coma ndanti di corpo d'annata per gli ufficiali proprii d ipendenti e il comand ante in seconda del corpo d i S. M . per i colonnelli e i tenenti colonnelli di S. M . ohe debbano essere giudicati. I giud izi d ella commissione centrale di avanzamento sono definitivi solo dopo approvati dal :Ministro per la guerra. Nel caso in cui tali giudizi non siano approvati, il giudizio decisivo ~petta a l ministro stesso, il quale fissa altresì per i ten enti colonnelli il punto d i merito defin itivo.

C,:nnmiss;one d·i avanzamento (Marina). La C. d i A . per i m ilitari del C. R. E. J,I. funziona presso il Comando Superiore del Corpo stesso, ed è composta del comandante superiore del corpo, cli due capitani d i vascello, di due capitani d i fregata o corvetta e di un ufficiale commissario. l'er le categorie fuochisti, meccanici, assisten t i del genio navale, infermieri e fur ieri, u n capitan o d i vascello ed u n cap itano di fregata sono sosti tuiti, 1·ispettivamente, da ufficiali s uperiori del gen io navale, sanità e c.on1missariato. La Commissione ordinaria di avanzamento per gli ufficiali della R. 1"1. è costituita in seno al Consiglio superiore di marina e giudica su ll'idoneità al proprio grado e sull'avanzamento dal grado di guardiamarirnl a quello di capitano d i corvetta o maggiore incluso, Essa è composta, oltre che dagli ufficiali membri del Con siglio superiore d i marina, da l sottocapo di S. J\·1., dal direttore generale del personale e dei servizi militari, e, quando trattasi di uffic iali dei vari corpi non d i vascello, vi partecipano anche gli uffic iali generali del corpo al q ua le a ppartiene l'ufficiale scrutinato. Per gli u fficiali del C. R . E. :M:. fa parte della C. di A . anche il comandante super iore del conpo, cd u n a ltro ufficiale su periore deJ!a direzione generale del person ale e dei servizi n1ilitari.

La Commissione suprema di avanzamento è destinata a giudicare sulla idoneità :il proprio grado e all'a vanzamcnto gli ufficiali d i grado s uperiore, da quello di capitano d i fregata e gradi co,-r ispondenti, a quello d i ammiraglio d i d ivisione e cor risponden ti inclusi. La stessa C . delibera su lle propos_te di promozione a scelta eccezionale. Essa è costitu ita in seno a l Comitato ammiragl i cd è- composta dcll'ammira.g lio capo d i S . M ., da lutti gli ammiragli di armata e d i squadra, da I d i• rettore gerterale del persona le e dei servizi m ilitari, nonché, trattandosi di ufficiali non a!}1Jarte ncnti al corpo di S. M ., dei generali e ispetlori de i va.ri corpi ai qu a li appartengono gli u fficiali scrutina t i:

Com.missione di Disciplina. Adunanza di u fficiali d i vario grado, convocata per pronunciare sopra la retro-

cess ione d'un sot tufficia le o caporale raffermato, o pe r proporre il u·asfcrimen to d 'U11 militare alle compagnie di disc ip lina. L e C . di D . sono mdinale da l comandank della divis. m ilita.re, su p roposta gerarchica ciel comandante ciel corpo o d i altra autor ità p iit elevata., ovvero

a-11che d irettamen te dal comandante del C. d'A. o dal M inistero . Le commissioni d i disciplina possono essere: reggimentaii e d ivisionali. Le p rime giudicano di mancanze commesse da sott·.1fficiali del corpo o aggregati, e sul trasferimento o meno a lle compagnie di disciplim, d i militari del corpo o aggreg:iti. Le seconde giudicano invece p iù sottufficia li o militari di corpi diversi. Le commissioni d i disciplina s i compongono d i 5 ufficia li : 1 pt·esidente e 4 membr i, uno de i qua li fa da segreta rio. Se il sottufficiale è sottoposlo a commissione di d iscipli na pe1 irregolarità amministrative o contabili, a lmeno uno dei membri della commissione deve essere ufficiale d 'ammin istrazione. Quando debbasi giudicare di più sottufficiali, ovverc di sottufficia li e militari d i truppa complici od imputati d i una .;tessa ma ncanza, tutti indistintamente gli incolpati sono sottoposti ad una sola commissione di_ disciplina reg3imcntale o divisionale a seconda dei casi, I ques iti sui quali la commissione deve pronunciarsi sono formuìati dal con1.a11dante della divisione . Qu ando ad una stessa commissione di d-iscip lina debbano essere sottoposti più sott ufficiali o militari d i truppa, anche se essi debbano i-isponde,·e di una sola ed identica mancanza, si devono formulare tanti quesiti distinti quanti sono gli individu i da g iudicare, in guisa che per ciascuno cli essi la commissione debba p rocedere ad UJ1a votazione distinta e speciale. Le sed ute deJ!a commiss ione s i tengono a porte ohiuse. La deli berazione deve essere sempre pronunciata seduta stante . Il parere della maggioranz.L costituisce il parere della commissione. Copia del ver bale, con tu tti i documenti rela tivi, viene inviata al comand ante del C. d'A. i l qu ale decide d irettamente se questione cli s ua competenza, ovvero spedisce il ver bale a l Yrinistero della Guer ra, quan do ad esso spetti la decisione d efinitiva.

Conm1.issione di inchiesiit. Organ ismo creato volta pet· volta per esa:c-,inare questioni spe.cia lmentc important i, sia dal la to ammin istrativo che disciplinare. La C. d'l. deve, esa urito il proprio compito, r iferire all'autorità che l'ha n ominata, proponen do quei provvedimenti- che giudica p iù opportuni nel caso preso in esame. Famose sono r imaste alcune commissioni d i inch iesta, d i inizia tiva parlamen ta re, che involsero gravi questioni di carattere militare, investigando su tutti g li organismi dell'esercito o della marina. R icordiamo queJ!a costituita dopo la campagna del 1848 ; q uella che ne l 1906 fu incaricata di esaminare la gestione del Ministero della Mar ina; q uclia del 1907 sul, funzionamento d i tutti i rami del ;Vfin istero de lla guerra, che, presieduta dal sen. Casana, fece proposte importantissime per migliorare l'organismo militare; quella infine convo<:ata dopo Caporetto per s tabilire quali fosse ro le cause della ritirata e quali i responsabili. S i ch iamò C. d'J. un or gano del la Giustizia Milita.re funzionante p resso i T ri buna li M ilitari, che, comp iuta l' is truttor ia, e previe le conclusioni dell'avvocato fiscale, delibe rava su lle imputazion i e .p\Jteva r inviare a giud izio o assolvere. Dopo la. i,uerra. le sue fu nzioni venn ero assunte dal Giu dice Istruttore. Comm·issione medica ospeda.l-iera. E' uno degli enti" previsti dalle leggi m ilitar i in vigore pe r accertare la. natura delle lesioni e delle malattie in genere de i militari, i qua li avanzino domanda che la lesione o la malattia sia loro cons iderata come d ipendente ùa « cau-


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sa di servizio». Il compito affidato alle C. M. O. è di somma importanza e d el icatezza, dovendo esse non solo giudicare sulla entiti,. di una determinata ma lattia o lesione, ma altresÌ esprimersi sulla d ipendenza o meno da causa d i servizio, ciò che richiede grande scrupolo ed oculatezza per non ledere i diritti dei s ingoli infortunati e nello stesso tempo per salvaguardare gli in teressi dell'amministrazione milita re e quindi quelli d el p u bblico era rio. (V. Visite m edico-legali).

Com1nissio11e militare di linea. Nome dato p recedentemente. all'attuale D elegazùme Trasporti Militari CV.). Commiss·ione mil. di controllo. V. Controllo. Commissioni mobili di arruolamento. V. Arr1tolamento. Co,mniss·ione permanente per la Difesa dello Stato. Fu costituita nel 1861 ; era composta di 13 generali e 1 ammiraglio, presieduta da S. A. R. Ì l Principe d i Carignano e presentò le sue conclusioni con una relazione e u n piano generale di difesa dell'Ita lia. Connnissfone suprema di difesa. E ' uno degli alt i consessi a lato del governo per gli studi relativi alla organizzazione e alla predisposizione dei mezzi per la guena. L e sue attribuzioni sono stabilite dal testo unico delle disposizioni approvate con R. decreto del gennaio 1928. H a il compito di risolvere le p iù importanti questioni concerner.ti la prepara zione dei mezzi nccessarii alla guerra, di coordinare lo studio e la r isoluzione delle questioni attinen ti alla difesa n azionale e· di stabilire le nonne per lo sfrutta mento di tu tte le attività nazionali a i fini della difesa s tessa. La commissione eomp.ren<le : a) il comitato deliberativo formato dal capo del governo, presidente; da un maresciallo d'Italia, vicepresidente, da i min istri per gli affari C$teri, per l'interno, per le fu1a.nze, per la guerra, per la marina, per le colonie, per l'economia naziona le, per le comunicazioni e per !'arconautica, 1nen1bri_ Possono - essere chjam a ti a farne parte anche a ltri mi nistri, come membri con ,•oto deliberativo, quando si trattino questioni che rientrano nella particolare competenza dei m inistri stessi. Intervengono come membri con voto consu ltivo : il capo di S. M. genera le; il capo di S . M . dell'esercito; il capo d i S. M . della rna.,ina; il capo di S. M. dell'aeronautica; il presidente del comitato per la mobilitazione civile. Il comitato deliberativo formula le questioni sulle r1uali gli organi consultivi sono chiamati a esprim,;re il loro parere ed emana I le d ecisioni concernenti i provvedimenti di carattere esecutivo. b) Organi consultivi, che sono i seguenti : consiglio dell'esercito; comita to degli ammiragli; comitato tecnico della R . aeronautica; com itato per la mobilitazione civile. Ciascuno dei p redet ti organi è elemento consullivo per le questioni attinenti alla r ispettiva competenza.. c) Segreteria generale, che rnccogJie e coordina. le questioni che devono essere sottoposte agli organi consultivi e quindi a l comita to delibera tivo, e notifica ai varii ministri le decisioni del com itato medesimo. E' re tta da un u fficiale superiore d i S. ?-'L del R . Esercito e vi sono addetti tre u fficiali superiori, rispettivamente comandati dai ministeri della guerra, de lla marina e della aeronautica. La segreteria è posta alle dipendenze d iscip linari e ammin istrative d al ministero d ella guerra. Alla dipendenza della comm issione suprema di difesa è posto il servizio degli Osservatori industria li, istituito allo scopo di seguire l'attività e la. p roduzione delle va-

160 rie industrie del paese• ai fini del loro concorso agli armamenti militari. Alla nostra commissione suprema fanno riscon tro . in Francia e in Inghilterra, rispettivamente, il Consiglio superiore della difesa nazionale e il Comitato de lla d ifesa imperia le.

Commodoro. Si usa specialmente nella marina da guerra britannica per indicare il capitano di vascello p iù anziano di un gruppo di navi. Il termine viene usato, ma raramente, anche nella marina i tal iana. più specialmente stan do all'estero, quando, per ragioni politiche, vengono riuniti nello stesso por to due o tre incrociatori che p rima n avigavano i~ mari differen ti. G li incrociatori così riuniti, formano una divis ione, della quale p rende il coman do il capitano di vascello più anziano, col titolo di « commodoro » . Può avvenire anche che si r iuniscano due o più flottigl ie di esploratori leggeri o cacciatorpediniere; in questo caso il capo flottiglia più anziano, assume il titolo di commodoro. Nel la marina napoletana, per un certo tempo il titolo d; C. si dava a capitani di vascello o di fregata che comandavano una divis. d_i tre o più navi da guerra, e soltanto durante l'esercizio di tale comando. Cornneno. Illustre famiglia bizantina, del basso impero, originaria della P af\agonia; ne è cenno nella storia verso la fine del X secolo, sotto Basilio II, e da quel momento ebbe par te importante negli avvenimenti dell'I mpero di Oriente. Diede sei imperatori a Costantinopoli, uno ad Eraclea e dieci a T rebisonda (V. Alessio, Demetrio, Jfanuele, Niceforo). Como. Cittii. capo!. della omonima p rov., nell'omonimo lago. F u p rima dei L iguri, poi dei Gal li Orobi. Dopo parecch ie lotte con Roma, fu conquistata verso il l 94 a. C. dal console Marcello che ne massacrò in pa1-ie la popola;;;ione e demolì le fortificazioni insieme a 28 castella del contado. Per le con tinue incurs ioni de i Reti, Pompeo Stra.bone r ipristinò le fortifi_ ca.zioni e diede alla città la fo rma quadrilatera, caratteris ticamente romana, che tuttorn conserva. I'iù tard i Giulio Cesare, di cui C. costi!uÌ b:tse d i operazione contro l'Elvezia e le Gallic, vi condusse 5000 coloni e le impo e il nome d i Novocommn, u sci1 to poco dopo dall'uso. Durante la Stemma cli Como loro dominazione i Romani ten11ero su l lago di Como anche una flo ttig lia. Caduto l'Impero, C. ebbe a soffrire depr~dazioni e saccheggi da parte <lei bar bari che per le sue valli scendeva.no in Ttalia; fu uno dei 36 ducati istitui ti da Alboino. Par tecipò in seguito alle lotte fra la Chiesa e l'Impero e fra i Comuni. Caduta nel 1127, dopo guerra d ecennale, in mano ai .l',1ilanesi, riebbe la libertà con Federico Bar barossa; con lui i comaschi f urono scon fitti ne lla battaglia di L egnano 29 maggio 1176. Sempre in guerra con a lterna v icenda contro l\Jf ila no, con i conJuni contermini che tendeva ad as.:;oggettarc, con Cremona, Bergamo, Casale, Lecco, l'arma, ::i1odcna, Reggio, Sondrio, Verona, cadde fina lmente nel 145 1 in potere di Francesco Sforza, nonostante l'aiu to portato da Ba r tolommeo Colleoni, generale della i-cpubblica Veneta, a lleata dei . Milanesi . D i questo periodo è da ricordare la sconfitta patita a D esio dai Torriani, preminent i in C., ad ope,ra. dei Milanesi condotti da Mat-


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Pianta di corno nel sec. XVI teo V isconti.-..N"e lla guerra per la successione del Ducato di Milano, fra Spagnuoli e Francesi, sco11fitti questi ultimi, il marchese di Pescara nel 1521 l'occupò e la saccheggiò. Sul principio del 1700 C. durante la guer- · ra per la Successione di Spagna, cadde in potere degli Aus triaci. Il 20 marzo 1348 insorse, e concorse con numerosi cittadini a ll' ultima fase delle Cinque Giornate ; il 27 maggio 1859 vi entrò Garibald i, vincitore degli Austriaci a San Fern;io, dopo averne su.pera.te le ultime resistenze alla Camerlata. Con R. D. 20 marzo 1898 vem1e assegnata a C. la medaglia d 'oro di beheme.renza patrio ttica. (< Per ricordare le azioni eroiche compiute dalla cittadir;<1r1za comasca nelle cinque giornate del 1848 ».

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Antiche forl·ifì.caz·ioni di Como. Ne rimangono i resti nelle mura, oggi incomplete che la cingevano a l tempo delle lotte comunali; avevano la forma d i un parallelogramma costituito da una serie di cortine a lte sul fosso, frammezzate da torri. N otev0li fra esse la torre d i porta Vittoria, quadrata e alta più di 40 m., sotto a lla qua le passa la via di Milano; la fiancheggian o due massicce torri pentagònali, dai lati di otto metri e dagli angoli molto ottu1s i, in teressan ti perchè precorrono i posteriori tracciati bastionati. D urante la guerra per la successione' del Ducato di Milano gli Imperiali la circonda rono di fortini, mezzelune, lune tte e casamatte che. vennero poi demolite sul p rincipio del 1800 per · ord ine d i Napoleone. Faceva parte dell'antichissima cinta, e più tardi di un ridotto fortificato cretto da Azzone Visconti per tenere a freno la cit·tà, la torre dell'Orologio uti lizzata nel 1463 quale campanile del Duomo. Appoggiavano la città il Castello Nuovo, sopra S. Martino, quello éli Ciimasino presso la Breggia, e il Ila.radello, a più d iretto dominio, sul colle che comanda le provenienze da Jviilano e di Varese, a i piedi del quale era un'ampia caserma difen~iva, detta la Camerl.:ìta ( ca.<;a merlata).

I. Battaglia di, Como (196 a. C.). Appartiene a lla sollevazione gallica, e fu combattuta presso la città,_appartenentc agli Insubri, dal console- M. Claudio Marcello contro costoro, i q uali, al primo scontro, sgominarono la p rima linea romana. J\1:arcello fece intervenire la cavalleria a ristabilire le sorti della lotta, e gli In~ubri in fine vGnnero sopraffatti, perdendo - a dire di Valerio Anziate - "40 mila u. e più d i iOO carri. Como cadde nelle mani del vincitore. II. Guer-ra fra Como e ìv[i/ano. Avvenne in principio del scc. XII e durò tllla decina d'anni durante i quali C. vittoriosamente resistette a tutti gli attacchi; a rmando per d i più una flottiglia con cui operò con successo con tro i comuni rivieraschi e che poi, domate tutte le opposizioni da q uesta parte, trascinata. su carri oltre i monti, fu varata nel L ago 1'1aggiorc dove sorprese e ributtò i M ilanesi e i loro alleati che guardavano il passo d ella Valle della Tresa, Nel 1125 però le sorti della guerra si volsero contro i Comaschi ; vinti ripctuta_mente, furono r idotti a rh iudersi in città, dove furano assedia ti con tutti i mezzi che l'arte militare del tempo suggeriva. F all ita una disperata sortita, nella quale ten tarono d' incendiare le macchine da guerra del nemico, abbanàonarono per la via del lago la loro città. che, deserta d'abit~nti, fu occupata incendiata. e sac~ cheggia ta dopo che a colpi d'ariete i M ilanesi ebbero aperto una breccia nelle mura. :Mentre : comaschi, rifugiatisi a Borgo Vico, stavano preparando l'estrema resistenza, i 1'I i lanes i fecero p roposte di pace che vennero accolte. Fra le condizioni della resa fu la distruzione delle fortificazioni della città, di Borgo Vico e di Camerlata. Quest'ult ima fu riatt~ta nel 1400 dal Bregino, ing._ mii. d i Filippo ]\,[aria Visconti. III. Ins·urrecionc di Como ( 1848). G iun ta notizia dei fatti di :Milano e d i Vienna, cominciarono dimostrazioni, men tre i croàti di guarnigione si ritiravano nelle ca~ senne. Saccheggia ta una raccolta d i armi antiche della 62


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famiglia Goyio, si organizzò la Guardia a.I palazzo comunale; l'indomani si· aprirono gli arruolamenti volontari e s i spediroho messi nei luoghi circonvicini per raccogliere uomin i ed armi; la polveriera detta della Feccia fu occupata di sorpresa da un gruppo di cittadini condotti da Carlo Rezia, che, catturatane la guardia, portò in città le munizionì. Intanto la guarnigione si rinforzava di 600 u . convenuti da Cantù e da. Lecco; l'urto era imminente, gli animi eccitati. Gli indugi furono rotti per un u ltimatum inviato dal colonnello austriaco coman dante il presidio, che imponeva i l disarmo della guardia civica. Al mattino del 20 marzo 1848 i cittadini, rinforzati da nuovi armati accorsi dal Canton Ticino e da 11u1J1erosi esuli che avevano ripassata la frontiera, procedettero al clisaxmo dei gendarmi 'e della polizia. A Porta Torre, poi porta Vittoria, avvenne il

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lo precedette. Esso Iu ricostituito il 1° novembre 1859 insieme co l 24°, e i due costituirono la brigata Como. Alla finé del 1926 la br. Como pi-ese la denominazione di 1·4 • br. cli fautel"ia, costituita coi regg. 23", 24° e 17° (già appartenente alla br. Acqui). Campag11e, di guerra: 1848-49 : Il 23° regg. fece la 1• guerra d'indipendenza partecipando ai fatti d'arme di Pastrengo, S. Lucia, Sona, Volta, Milano, Sforzesca e Novara. 1860- 61 : La br. .fece le campagne nelle Mar0 che e nell'Umbria colla 7" div. t.Leotardi) pi-endcndo parte a lla occupazione di Fano, alla hatt. di Castelfidardo alla presa d i Ancm:ia, al fatto cl'a1m·e di S. Giuliano 'e all'assedio di Gaeta. 1866: Fece la camp~gna contro l'Austria, formando, colla br. Casale la 12" d iv. (Ricotti). Nel 1895-96 la br. concorse a lla formazione dei bgl. 4°, 14°, 21° e 33", con 13 uff. e, 27'6 grega.ri del 23° regg. e 9 uff. e 266 gregari del 24" regg. II 4° .e 14° bgl. furono ad Adua. Il 23° J·egg. fece la campagn a italo-turca (1911-12). II 24° regg. concorse alla mobilitazione dei r egg. 7°, 23° e 40°, fornendo complessivamente 19 uff. e 1009 gregari.

La torre de l Baradcllo

primo conflitto con due compagn ie di Croati che tentavano di raggiungere, in città. il ;eggimento accaser'lnato a S. Francesco. Uscitone Yittorioso, il popolo continuò a battersi per le vie. Fatti segno_ a violentissimo fuoco, gli Austriaci, che tentavano riunirsi per meglio sostenersi, furono costretti finalmente a cedere e a chiudersi nelle sparse caserme, che, una alla volta, il successivo 21 dovettero arrendersi, ultima quella di San Francesco che cedette il 22. Caddero 7 morti e 15 f eriti dei cittadini, 28 morti e 60 feriti della guarnigione; quest'ultima, in numero di 1500 u., fu fatta partire disarmata., sulla parola d 'onore che p iù non avesse a battersi contro gli Italiani. Brigata Cumo (regg. di fanteria 23 e 24). Nell'aprile del 1848 fu costituito in Parma, con truppe regolari del ducato, un I O bgl. di linea parmense clre, inviato in Lombardia, formò una brigata ~o l 16° fant. piemontese. A questo bgl. si unì, ai primi cli g iugno, un l" bgl. modenese d i linea, formatosi il 1° aprile a Modena con truppe regolari. Questi bgl. presero parte a tutta la campagna e si ritirarono in Piemonte a campagna ultimata. Ivi furono raggiunti da residui d'altri corpi parmensi e modenesi insieme coi quali furono costituiti ' il 31 ottobre 1848 due bgl. che vennero comp1ctati con reclute piacentine e con nwnerosi solda ti p iemontesi e presero nome di 23° regg. fanterifc; il 21 dicembre si formarono il 3° bgl. ed il bgl. cli deposito con militari dell'esercito piemontese. Terminata la campagna del 1849, tutto il person a le emiliano venne congedato, e il 1·egg. si ordinò come gli altri di linea, in 4 battaglioni. 11 14 dicembre 1849 fu sciolto. L'attuale 23° regg. nel 1899 fu reso depositario delle tradi1,ioni di quello che

Mcclaglla (!ella Brig[\ta corno

011orificenze : Al 23° regg., med. d'argento « per l'ottima condotta tenu ta nei fatti d'anne della Sforzesca e di Kovara (1849) »; altra d'aJ·gento guadagn ata sul Piave-Tagliamento, 28 ottobre - 4 novembre 1918; altra di bronzo cc per la bella condot-ta tenuta nell'attacco del forte .:Vlessri in Tripolitania, nel 19ll. Al 24° regg., medaglia d'argento << per essersi distinto a ll'assedio d i Gaeta ( 1860) ll e altra sul 1'iave-Tagliamento 28 ottobre 4 novc1J1bre 1918. Como G-u.glielmo. Generale, n. ad Alba., m . a Barbaresco (1821- 1902). Partecipò da sottot. cli fanteria. alle campagne <lei 1848 e J.849; poi prese parte a lla spedizione <li Crimea ( 1855) e alla campagna d·er 1859, ove si guadagnò una med. <l'argento a l valore, e a Custoza ( 1866) . Promosso colon nello ( 1878) ebbe il comando del 4° regg. fanteria; fu eollocato a riposo nel 1880 e raggiunse nel 1885 il grado di magg. generale nellà riserva Co~io D,1gna Sa/,ùia Angefo. Generale, n. ad Alba nel 1862. Sottot. di fai:iteria nel 1882, fu ù1segnante di storia mii. ncll' Accademia di l\llodena. Partecipò alla guerra italo-a ustriaca (1915-18) guadagnandovi una medaglia. d'argento nella zon a di Tolmino e una cli bronzo all'Ortigara. Entrato in guerra come colonnello del 73° fanteria , passò a l 3° a lpini e nel 1916 :u promosso gtnerale di brigata al comando dei gruppi a lpini l O e 2°, sul Nfon te Nero, quindi al comando del'a 52'' divis . su-


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COM

gli Altipiani e poi sul Grappa. :--cl 1917 raggiunse il grado di tcn. generale.

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Como Gennaro . Ammirag lio, n. Napoli nel 1868, entrato in servizio nel 1881, collocato a ,;poso nel 1918, promosso comrammiraglio nella riserva rn:vale nel 1923. Comola (Giovaimi). Generale, n. di Camasco ( 17921869). Dopo aver servito nell'èsercito del Regno italico da ufficiale di fanteria partecipando alle campagne cli Spagna (1811- 1812- 18 13) e d'Italia ( 1313-18 14), entrò al servizio del Piemonte (1814) e corubattè nel 1815. :-,;'cl 1848, da ten. colonnello, si meritò una med. d'argento a S. L ucia e una d i bronr.o a Goito e nell'anno successivo, col grado di colonnello e al comando del 14° regg. fanteria un'altra di bronzo a Novara. Promosso magg. generale. fu comandante di Piazza a Genova (1860-1864).

Comolli (G iuseppe) . Generale, n . a P iacenza nel 1864, m . in 1\11.acedonia nel 19 17. Sottot. d i fanteria, nel 1882, all'inizio della guerra mondiale era ten. colonnello del 15° cegg. fan teria e subito venne promosso co-

lormello a l comando della piazzaforte di :Brindisi. P romosso magg. generale nel 1917, e inviato in )Iacedonia, partecipò alle op;r:i.zioni di guerra su quel fronte e vi morì di mala nia.

Comonfort (Ignazio). Generale messicano (18121863). Fu part igiano di Sa11 ta Anna contro llustamante e d ivenne m ini5tro della guerra. Si battè contro i Francesi nel 1862 ma fu ripetutamente sconfitto dal gener ale Forey.

I

Comotti (Pietro). Generale. nato a Trescore Balneario nel 18.58. Soltot. del Genio nel 1877, ebbe da co1.on ncllo le funzioni di d irettore a utonomo del Genio alla Spezia. Promosso magg. generale ( 1915) resse le cariche cli comandante elci Genio di "Bologna e di direttore generale presso il Ministero della Gu~rra. Partecipò alla grande guerr:l (1915-IB) meritandosi U<'.a mcchlglia d' argento :i. T'lava. Nel 1917 fu nominato ispettore dd genio per i l:i.vori della Regia l\farina; poi passò all'Ispettorato genera le e infine a! ComaJ1do genio cli Ve rJna, lìno 1920. Collocato in P. A. S., raggiunse nel 1923 il grado di generale di divisione e andò a r iposo nel 1927. Compagna. Camera che serviva da dispensa nelle galere. In essa erano riposti il vino e i viveri.

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Co::.r

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Compagna. Società d i a rmatori navali, costitui tasi nella seconda metà del secolo XI in Genova. Ebbe carattere militare e politico ad un tempo, e venne a sostituire il pred0minio dell'aristocrazia nelfa reggenza elci Comune. I membri erano requisiti da l Comune colla ~oscrizione, in pieno vigore con breve consulare del 1142. A malgrado <le.Ila proiezione legale della C., da parte della Chiesa e dei Consoli, la. Società degenerò dalla sua primitiva formazione e perdette assai della sua importanza militare nel sec. XIII.

Compag ni (Di110). Storico e scrittore di cose militari fiorentino del secoloìCIII e XIV. Nel 1282 prese parte alla sollevazione popolare cont!'O i Guelfi e ne divenne capo cd anima esplicando ottime qualilà militari. Kella sua « Cronaca Fiorentina» descrisse con particoln..re competenza armi e locuzioni militari del suo tempo. Compagnia. Reparto cli soldati al comando d i un capitano. Suddivis ione organica del battaglione. Oggi esistono C. nelle armi dei carabinieri reali, di fanteria e del genio e nei servizi di sanità e cli commissariato. La C. di fanteria e quella. dei carabinieri reali quando è impiegata. come reparto combattente - sono unità amministrative, disciplinari, di addestramento e tattiche. La C. del genio è in genere unità amministrativa, d isciplinare e di addestramento, poichè per l'impiego si scinde di massima in vari elementi. Le C. dei ser vizi sono unità amniinistrative e disciplinari esistenti solo in tempo di pace. Le C. di fanteria hanno formazione alquanto diversa secondo le varie specialità dell'arma.

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PRIMA UNITA

Segnale cli compagnJa: Per la seconda un ità aggiunta lii un sol {sem1minlma)

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Prr J11 qua1·1a un ità, aggimHn di nn sol,

sernlnllnima, ent ro le righe

Q uella di fanteria. e dei grana tieri è costituita a sua volta in modo diverso a seconda del compito cui è destinata. Nel bgl. la C. comando comprende 1 pi. comando, J pi. trasmission i, 1 pi. esploratori. La C. {11cilieri si compone d i 4 pi., di cui l misto, e 3 di combattimento. I! pi. misto è su 3 squadre, delle quali l comando, 1 zappatori e 1 rifornitori. I pi. di combattimento sono costituiti su 3 squadre di soli fucilieri e 1 squadra di sei mitraglieri, con due armi automatiche. La. C . Mitragliatrici Pesanti (M . P .) com prende 4 pi. di combattimento (ciascuno diviso in tre squadre, e ciascuna squadra con una milragliatrice pesante) e l pi. misto, diviso in qua u ro squadre (coniaJ1do, 7-appatori, rifornitori, salmerie). La. C. bersaglieri ciclisti è formata di tre pi. di combattimento e un pi. misto. E' dotala complessivamrntc <li 9 mitragliatrici leggere. La C . alpina consta di 3 pi. cii combattimento, un pi. mitragliatrici pesanti; un pi. m isto ed una salmeria. Possiede in complesso 6 mitragliatric i leggere e 2 pesanti. L e C. di fanteria hanno w1a forza comples.~i\'a di circa lbO uomini, ad eccezione delle alpine, assai più forti raggiungendo i 317 LLOmini. In tempo d i pace hanno organici ridotti. Le C. del genio posseggono composizione e forui varia a seconda della specialità cui appartengono. L e C. r.appatori-minatori, che sc,no incarica.te di eseguire tutti i lavori ·di carattere tecnico cui 11011 possono attendere i reparti delle altre armi sono costituite di muratori, minatori, tcrrnzzieri, cemen ta tori, ecc.; ossia ~li personale


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COM

atto _a speciali compiti e ad essi particolarmente addestrato. Ogni C. ha un parco dotato degli allrc7-zi occorrenti (badili, picconi, gravine, dotazioni d: mina, ecc.). Tale p>trCO può essere autocarNi!ggia to, carreggiato o someggiato, a seconda che le compagnie sono de~tinate ad agire in pianura ovvero in zone montuose. Le C. telegrafisti sono incaricate dei collegamenti telefonici e telc!lfafici presso i Comandi delle grnndi w1ità. Ogni C. ha - riertanto - un parco dotato di ftlo telefonico volante, di co'i·donino telcgra.fico, di apparati telefonici e telegrafici. Ha inoltre un certo numero di

Compagnia Fucilieri Comandante 3° PI.

1° PI.

2° PI

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H 3 2 I

Sq. Sq. Sq. Sq. mitr fuc fuc. fur.

Sq. Sq. Sq. Sq.

H 3 2 I Sq. Sq. Sq. Sq. mit. uc. fuc. fuc.

mit. fuc fuc. fuc Plotoni di combattimento

stazioni fototelegrafiche, dette comune3 P/oton e misto mente stazioni o ttiSq. Sq. Sq. che, che posseggono una portata di 7 km. di giorno e 17 <.. di notte, in buone condizioni atmosfe·e -e, o o ~ riche. Le C. radiotelegrafisti sono ine: e: "io ro CL <.. caricate dei collegamenti radiotelegrao.. E o fici e radiotelefonici nell'interno delle ~ "'ro '-' grandi unità e fra le grandi unità stesse. Ciascuna è dotata di W1 numero vario di sCa7-ioni di diversa potenza, a seconda dell'unità con cui è destinata ad agire (armate, corpi d'armata, divisioni, unità alpine o di cavalleria). L e C. pontieri sono incaricate di provvedere alla costruzione di passaggi sui corsi d'acqua ed banno anch'esse dotazione e composizione assai diversa a seconda delle w1ità cui sono assegnale. J I loro parco è dotato di tutti i materiali per la costruzione di ponti ( di barche, su cavalletti o misti), passerelle, porti, traghetti, ecc. Oltre a C. delle specia lità del genio suddette, sono previste in guerra compagnie teleferisti, mascheratori, meccanici, elettrici-idrici, tutte di composizione varia a seconda delle unità di assegnazione. Nel sen·izio sanitario esiste

2

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Compagn ia mitragliatrici pesanti Comandante 4°PI. 5°PI

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Plo toni dr combal!imenlo una C. di sanità per ogni C. d' A. territoriale. Ha semplici funzioni amministrative, disciplinari e di mobilitazione in territorio. Nelle unità sanitarie di campagna non esiste la compagnia. X e! servizio di commissn riato esiste una C. di sussistenza per ogni C., d'A. con Plotone

misto

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funzioni identicbe a quella di sanità, c come questa non esistente in campagna. In tempo di guerra, sono anche previste C. presidia.rie ed ausiliarie, costituite con uomini d i classi anziane cd incaricate della difesa terri toriale, di lavori stradali, ecc. Sono unità con semplice carattere amministrativo e disciplinare. Il comandante di C . .ba il compito di istruirla., d isciplinarla, amministrarla e guidarla nel combattimento od impiegarla nelle apposite mansioni che le sono affidate. Di tutto ciò è direttamente responsabile verso il suo comaudante di battaglione o verso il superiore gerarchico da cui dipende. .Deve procurare che ognuno degli ufficiali e graduati dipendei1ti abbia u n'idea netta e precisa dei propri doveri e che ciascw10 li adempia, tenendosi però sempre nei limiti della sfera d'azione determinatagli dai regolamenti, non invadendo l'altrui campo, nè accollando ad altri la propria responsabilità. Lascia, perciò, a i suoi subordinati la cura e la esecuzione dei particolari, e riserva a sè la vigilanza e la direzione generale, coordinando le operazioni individuali in modo che ne risulti il buon andamento di tutta la compagnia. Studia attentamente l' indole dei suoi subord inati, veglia sulla loro condotta, dà loro consigli e conforto, e non li perde mai d'occhio. Assentandosi temporaneamente per licenza. o per altro motivo, dà a chi deve fare le sue veci le convenienti istru,doni perchè l'andamento della C. proceda in modo regolare anche durante la sua assenza. L'ufficiale subalterno incaricato del comando di una C. non è dispensato dai vari i servizii del suo grado, tranne nel caso che assuma anche il comando di distaccamento, e quando il reparto sia mobilitato.

Cem,i storici. La creazione della C. risale al periodo in cui alle mi lizie feudali si sostituirono gradatamente le truppe mercenarie e le primissime milizie paesane o nazionali. La C. fu allora l'unica unità organica ed es istette in tutte le armi. J:n Piemonte con Emanuele Filiberto la C. di fanteria d'ordinanza ebbe grossi mole; la forza ne oscillò fra i 400 ed i 600 uomini giungendo talvolta sino a 1000. Nella- milizia paesana le compagnie ebbero 400 fanti. Gli ufficiali d i queste grosse compagnie erano: il capitano, l'alfiere, due sergenti e quattro centurioni; questi ultimi comandavano le ripartizioni di cento uomini, ossia le centurie. Ogni centuria comprendeva quattro squadre di 25 uomini, con rispettivo caporale. • 1ella sola milizia paesana esisteva. unità superiore alla C., sei compagnie costituèndo un colonnellato, con a capo un colonnello coadiuvato da un sergente maggiore. Anche in Francia le C. di fanteria ebbero in questo periodo forza assai notevo le e costituirono l'unico raggruppamento organico esistente. Successivamente diminuirono di forza. e aumentarono di numerç,, venendo riunite in reggimenti che ebbero all'ini1.io carallere essenzialmente amministrativo. Jn Piemonte fu Carlo Emanuele I che creò il reggimento, il quale ebbe in media da 7 a 10 C. la cui forza verso la fine del 1500 si era ridotta a 200 uomini e nel 1615 a 100. Vi furono anche, però, numerose C. indipendenti, che si defu1 iva.no franche con le quali si formav~no talrnlta reggimenti di durata temporanea. La prima C. di ogni regg. era comandata personalmente dal colonllCllo cd era chiamata « colmmella >>. Ì\'ella milizia paesana la C. continuò ad avere la forza di 400 uomini, con un capitano, w1 luogotenente, W1


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sotto luogotenente, 1\1 principio del 1700 le C. erano ancora diminuite cli forza avendo in media un effettivo cli circa SO uomini. In questo periodo, per renclere più spedi ta ed efficace l'azione di comando e l' impiego delle

1800 durante la dominazione francese e compresero· una C. minatori di 100 uomini ed una d i zappatori di 150 uomini. Successivamente l'arma andò a mano a mano sviluppandosi e specializzandosi ma ogni specialità conservò sempre nel proprio interno tra le altre anche la ripartizione per compagnia .

Compag1iia Col,01inella (V. Colonnella).

Compagnia moschettlerl e piccll\erl (sec. XVI) truppe, viene creato il battaglione, cbe d apprima fu se1u• p l;ée _unità di scb ierarnento sul campo di battaglia e poscia reparto organico regolarmente costituito anche in tempo di pace. La formazione iniziale oscillò intorno, alle dieci compagn ie, ogni reggimento avendo due battagl.; _poi si stabilì sulle otto compagnie rimanendo _tale fino a tutta la prima metà d ell'800. Le C., col passaggio graduale della lattica li neare a quella in profonditii, tornarono ad. aumenta,·e di forza, raggiungendo presso quasi tutti gli eserc iti i 200 e poscia i 250 uom ini. ]\ella se. TÌ'Ombeua d i compagnla cl'ordinanza francese conda metà dcll'800 le C. si ridussero presso i principali eserciti a 4 per ciascun battaglione con una forza sul p iede d i guerra d i 250 uomini raggruppati in 4 p lotoni. Ogni compagn ia aveva un capitano e da 2 a 4 su balterni. Con tale formazione la C. di fanteria entrò nel grande conflitto europeo. Durante la guerra essa passò, p resso di noi, attraverso alle seguenti principali modi.fìcazioni: tre plotoni fucilieri e un plotone m isto; tre p loton'i fucilieri, ,ma sezione pi~tola-m itragliatrice ed un p lotone misto. Dopo la guerra rimase formata su 3 pl. sino al 1926, anno in cui ,a ssunse la formazione su 3 pi. mitragliatJ·ici leggere e un p lotone mi~to. Con l'ordinamento 1928 fu adottata la formazione detta in principio. La cavalleria fu anch'essa ordinata esclusivamente in C. fin verso il 1600, epoca in cui fu rono creati i p rimi reggimenti di tale arma. La forza della compagnia oscillò fra i 30 ed i 60 cavalli. Nella seconda .metà <lei 1iOO le C . dei regg. d i cavalleria furono in generale, in P iemonte ed in Francia, di otfo, raggruppate in 4 squadrnni: Ogni C . .ebbe la ·forza di .5 ufficiali e 75 cavalli. Alla fine del 1700 viene soppressa nella cavalleria la ripa1·tizione per compagnia. L'artiglieria comprese C. di artiglieri, bombardieri, granatit!ri, ecc. nel suo ordinam~ento sino oltre al 1800, oltreché la batteria divenne con ~emporaneamenle unità amrninistrativa e di cornbattirne.nto. }\Tei regg. di artiglieria eia fortezza però la C. continuò a rimanere sino a ll'epoca della guerra mondia le. Il genio ha sempre avuto la C . nei propri oridnamcnti. In Piemonte i primi repa rti del genio furono creati nel

Compagnie di disciplina. L 'ordh1amento attuale contempla due compagnie di disciplbia, la 1• di_ sede a Genova, la 2' a Ve ntotene. Sono trasferiti alle compagnie di disciplina i soldati cbe: pers istono n ella cattiva _sondotta dando prova d i non essere suscettibili di ravvcdùncnto; si niaccbino di colpe che abbiano carattere indecoroso, quando non entrino nel dominio della iegge penale; si siano resi colpevoli di propositi, propaganda o mene sovversive contro le patrie istituzioni, o partecip ino ad associazioni o manifestazioni avverse a lle p,edette istituzioni, quando ta li colpe non siano punibili come reali; dopo subìta una condanna a l carcere o alla rcch1sione militare siano ritenuti ÌJJJmer:itevoli di r ientra re a l corpo; si ammoglino senza il regio assentimen to. Sono trasferiti a llresì a lle compagnie di disciplina, preyia retrocessione, i caporali che si ammoglino senza il regio assentimento. Il trasferimento di militari a tali C. avviene in seguito a parere d i una commissione d i disciplina. A questi reparti sono anche trasferiti i Ulilitari della R. Marina e le guardie d i finanza. Ogni C. si ripartisce in un numero vario d i plotoni e questi si suddividono in ~quadre. Presso ciascuna C. è comandato in adeguata misura personale di governo. Le punizioni per i soldati di queste C. hanno durata maggiore cli quelle previste dal regolamento di disciplina militare. L'origine dei riparti disciplinari risale al 174.l, anno in cui fu deciso in Piemonte di non riammettere più nei reggimenti i. disertori graziati, ma di riunirli in repar:i speciali. Furono in detto anno create 8 C. franche di disertori, di 100 uo1n ini ognuna, di cui una di savoiardi Questa fu poi incorporala nel reggimento Savoia; le a ltre furono disloca te in Sardegna. Il numero di tali C variò continuamen te. Nei primi anni del regno di Vittorio Amedeo III aumentarono e passarono successivamente a costituin: i secondi bgl. dei reggimenti, La Marina, la R egina e Lombardia. ::,,fel 1787 le C. franche d i d isertori fu rono soppresse, ma r ipristinate nel 1792 in nume ro di due, fuse p iù tardi in una sola . Nel 1309 le due compagnie furono chiama te « centuria de l corpo fran.co ii. );l'el 1815 furono create. altre C. non solo con diser tori grazia.ti, ma anche con altri militari di cattiva condotta. Esse furono raggruppate in un ba ttaglione denominato dei « Cacciatori franchi )) . Dopo alcuni anni di ~uona e regohue condotta, q uesti uomini potevano essere destinati ad u ltimare · la ferma in un corpo di cacciatori. Nel 1821 le C. del battaglione ebbero una graduazione, venendo distinte in C . di rigore, ordina rie, e scelte. Successivamente il battaglione in d iscorso divenne (< Corpo dei cacciatori franchi ii ordinato nel 1849 su tre battaglioni. Dopo varie vicende, nel 1854, esso fu ridotto a 4 C . di cui tre dislocate a Fenestrelle, l a Exilles. Nel 1856 il « corpo dei cacciatori franchi Jl fu r idotto a (re C. d i staJ1za tu tte a Fenestrelle.èon Ja creazione del R egno d'Italia. il cor po fu soppresso e furono create le C. di disciplina_ Dap-


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prima si ebbero C. di disciplina, di pumz10ne e specia li (l'ordinamento previde due C . del primo tipo e due del secondo); s uccessivamente s i ebbero C. di in'solito tipo denominate « di disciplina ». Ropa.rti di disciplina esistono presso tutti i principali eserciti. In Francia essi si chiamano come p resso di noi « C. d i d isciplina». Fu;ono create nel 18 18. Attualmente ne esistono due. La F rancia. ha. però a1,che tre « compagn ie d iscip linari delle colonie >J appar tenenti a lla fanteria di marina.

Compagnie d'ordinanza. Furono cpsì dette in F ranc ia quelle create per costituire <<"l'ordinanza» cli Carlo VII. Inizialmente ne vennero create 15,' compqstc ognuna cl·i 100 lance guarnite in ragione cli sei uomini p er lancia. L uigi XI ne aumentò notevolI)1ente il numero e stabilì per legge in sei cavalli la composizione di ogni lancia. Successivamente Francesco I e più tardi Enrico II por tarono ogni lancia fornita a otto uom in i complessivamente, diminuendo per contro il numero delle lance in ogni. C. Il sorgere ed il perfezionarsi delle armi da fuapo fece scomparire la lancia da tali- reparti che si trasformarono poi in corpi d i cavalleria i quali costi-tuirono specialmente la guardia personale del re. Nell'eserci,to piemontese, sino all'epoca della rivoluzione francese, erano chiamate compagnie d'o,·clinanza quelle appartenenti alJe truppe d'ordinanza, cioè all'esercito di ~ampagna, per d istinguerle <:l a quelle della milizia. Compagn;e franche. Erano così chiamate p resso l'esercito piemontese e quello . francese specia li C. create con uomini trai ti da altri reparti per scopi particolari di guerra o d'altra n a tura. Tali compagnie avevano in genere carattere p rovvisorio; ·potevano essere create, ad esempio, nel corso di una campagna, ed essere sciolte al termine cli essa. (V. C. di disciplina.).

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Spagnuoli. Si batterono contro le truppe della Spagna, e, domata la ri volta, riuscirono solo in par te a salvarsi emigrando.

Compagnia dPl la Morte (Na.p oll IG17)

Compag,vic della }.;forte furono pure dénominate, durante la grande guerra, q uelle organizzate con uomini risoluti dei d iversi reparti cd armi, per superare osta co li, vincere insidie, ed opporsi a quanto cli più pericoloso aveva escogitato il nemico. Soldati ed ufficiali erano coper ti da elmi ed armature di tipo med ioevale, eo avevano inoltre stivaloni e guanti in gomma, onde isolarsi dalle eventua li correnti elettriche immesse nei reticola ti; avevano inolt re lancie taglialì1i, pure munite di isolatori, per taglia re trasmissioni elettriche.

Compag1iia dei Vecchi. Si costituì nel 1775 a F iladelfia, agli inizi della guerra d 'Indipendenza a mericana, per opera cli tedeschi da rriolti ann i stabilitisi in America e fece parte del p rimo esercito di Washington. I suoi componenti, il cui capo era quasi centen ario, avevano per fosegn a un velo nero, simbolo del clclore di dovere, a quella età, pr~ndern Je armi per difendere la libertà della loro patria d 'adozione . Compagnia della Morte e dei Gagliardi. Tale a ppellativo fu dato alla guardia del Carrocc;o di Jl,filano costituita dei più valorosi e saldi guerrieri, deliberati a morire piuttosto ohe ced ere. L a prima era composta d i 900 combattenti scelti; la seconda di 300 giovani di nobili famiglie, stretti da eguale giuramento. Tale ordinamel)to fu in seguito a dotta to anche dalle mili~ie d'altri comuni, con varia;,ioni p iù o meno sensibili. Così, men tre la C. della M orte in P isa s i componeva di 1500 giovani muniti d'alabarcle, a F irenze la guardia al Carroccio era costituila da cavalleria pesan te, alla quale teneva dietro la leggiera; e la fanteria era messa in tomo alla martinella. Compagnia della Morte. Fu così chiamata quella istituita a Napoli durante la rivolta capeggiata da l Masanie llo (1647), avente per scopo di difendere con le armi i diritti nazionali ·contro gli Spagnuoli. Recava per emblema un teschio su bandiera rossa. E rano 29 pittor i, di giova ne scuola, cap itanati da An iello Falcone, osteggiati ferocemente dai p ittori accademici ligi ag]j

Soldato del genio ilallano dl compagnia della Morte, con elmo, corazza e asta tag-llafili


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Compagnia della Morte. La sua denominazione ufficiale era (< Compagnia Volontari Arditi Esploratori», ma andò nota per l'altro nome, o come << Compagnia Baseggio ». Fu creata nell'pttobre 1915 « per imprese ardite" nella 15" d ivisione (gen. Farisoglio) con 13 ufficia i i e 450 uomin i, più 2 sez. mitragliatrici, al comando del · cap. ing. Cristoforo Ba.seggio. La comJJagnia, autonoma, raggiunse la forza di 1500 u., Alpini, Bcrsa.glieri, Artiglieri, Gua1·die cli Firian.za, Genio. Es5a si distinse in mille occasioni nella Val Sugana,. ed ebbe fine glori0;sissirna a Sant'Osvaldo (V.) dove soltanto 54 rimasero in piedi. Il 12 aprile 1916 i superstiti furono sciolt i dal loro capitano e torn arono ai loro reparti, destandovi lo spir ito dell'arditismo, che per i primi essi avevano illtrodotto nell'esercito in forma organica e d;ede origin<> in segu ito ai -battaglioni d'assalto.

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d i forttma stimolò la Compagnia a maggiori impi:ese. Sostenuta dal governo che favoriva le tendenze mercantili della n azione, pensò di fondare un impero colo·• nialc non su l con tinente indiano, ma nell'arcipelago, e con mirabile accorgimento scelse G iava a centro e sede del futuro dominio. Già gli Olandesi vi posscdevru10 Bantam; nel 1618 determùiarono di stabilirsi con la forza a Caloff 0 Jakat1:a, città poco lontana da Bantam, con un buon porto e per cui potevasi facilmente comun icare con l' interno de ll'isola. Vi spedirono a questo fine l'ammiraglio Koen con una squadra. Si opposero gli Inglesi a lla esecuzione di Ull disegno che contrastava non poco con g li interessi loro, donde alcuui cprobattimenti navali ohe con varia fortuna si svolsero fra Olandesi e Inglesi. Infine il Koen restò vmeitore, e sulle rovine di Jakatra fondò Batavia. I combattimenti continua rono nelle 11olucche e, cosa singolare, non turbarono la pace che in Europa. continuò a regnare fra Inghilterra e Olan da e, fatto ancora più strano, talvolta Olandesi ed Inglesi si dunirono per combattere a loro vo lta Spagnuoli e Portoghesi.

Compagnia da sbarco. Nella marina xemica, il combattente era in generale nettamente distinto dal marinaio vero e p roprio che formava l'equipaggio della nave. Questa abitudine si 6 conservata . per molto tempo anche nella marina velica, ma l'aliquota dei soldati ver i e propri, rispetto a i mariJ1ai, è andata ma.".l mano d iminuendo, via via che i vascelli e le fregate aumentavano il loro numero di cannoni ed avevano perciò maggiore necessità di persone che facessero in ugual

Superstiti della compagnia Bascggio tn 1'islla alla- cJ1i%Ctta d t Sant'0svalcto

Compagn-ia delle Indie (inglese). V. India-. Compagm:a delle Indie occiden.tali. Fu fondata dagli Ohmdesi prima che scitdesse la tregua ( 1621) intervenuta dopo la lunghissima· guerra tra la Spagna e il loro Stato. Detta C . ebbe grru1di privilegi e fu c1:eata allo scopo di colpire la Spagna in una delle sue p iù imp ortanti colonie (il Brasile). La C. equipaggiò una squadra d i 26 navi, munita d i 500 bocche a fuoco, con 1600 marinai, 1700 u . da sbarco; essa salpò il 21 dicembre 1623 da por to Texel e si recò a combattere gli Spagnu ~ i nel :!3rasile. Compagnia Olanaese delle Indie (orientali). Cercando g li O landesi di seguire l'esempio dei mercanti di Londra, pubblicarono un editto (1602) dei loro « Stati Generali >J col qmùe s i riunivano tutte le compagnie già esistenti per « il commercio d_e i paesi lontani >l con un capitale di 6 milioni e mezw d i fiorini. Pochi anni dopo le azioni di questa unica compagnia fruttavano già il i 5 % ed essa possedeva nelle Indie un territorio più vasto di quello delle « Provincie Unite» in Europa. Gli Ola:ndesi, dopo alcuni combattimenti navali coi Portoghesi e con gli Spagnuoli (allora sudditi di un solo 1·ey li avevano cacciati dalle Molucche e dal Malabar e vi si erano stabiliti. Avevano fondato una fattoria su lle coste del Coromandel, un'altra ad Achim sulla punta di Sumatra, erano stati ammessi a Ceylon, trattavano per entrare nel Giappone. T anto grand e favore

Compagnia <la slia rc.o tempo la manovra delle vele :e quella dell'artiglieria. Tuttavia, durante i grandi periodi delle conquiste coloniali, sia gli Spagn uoli, s ia gli Inglesi, sia i F,ancesi, continuarono ad imbarcare sui vascelli delle squ adre che erano d estinate alle conquiste d i oltre Oceano, una buona quantità d i soldati, comandati dai propri ufficiali, e con amministrazione nettamente separata d a quella degli equipaggi. Questi soldati avevru10 principalmente l'incarico di eseguire sbarchi, nelle isole e nelle lontane colonie, per combattere ed impadronirsi dei luoghi. Da c iò è rimasto in alcune marine l'abitudine di tenere a bordo dei reparti di fanteria che hanno il nome appunto di « fanteria marina» e che nella marina sarda chiamaronsi anche <creai-navi ». In Italia l'abitudine è completamente scomparsa dal 1880 circa, ed a lla fanteria marina s i sono sostituite le << compagnie da sbarco>). Dette compagnie vengono formate prelevando una adeguata porzione di uomini da tutte le categorie d i persone con cui è formato l'equipaggio di una nave: timonieri, cannonieri, nocchieri, fuochisti, ecc. Questi uomini sono addestrati in modo speciale, e sono riuniti in p lotoni cd in compagnie, con i loro quadri, formati da ufficia li e sottufficia li ; vengono


equipaggiati con adatte buffetterie e<l a rmi, moschetti, mitragliere, ecc., e sono forniti di un ben organizzato parco logist ico, per il loro sostentamento a terra. Com• pito delle compagnie da sbarco, è quello di scendere per le p rime sul territorio <la conquistare e formare u;1,1 testa di sbarco a protezione dei pontili (che vengono in ugual tempo costruiti a cura delle navi) ed a protezione delle prime truppe destinate alla occupazione stabile de i luoghi stess i. Una volt.a avviato lo sbarco, e giunte le truppe s ulla linea del fuoco, le com pagnie da sbarco s i ritirano e rientrano a bordo delle r ispettive navi. Gli organici sono disposti in modo che una r,avc da guerra, avendo la propri:1. compagnia da s barco a terra, rima.ne cli poco d iminuita nella sua efficienza bellica, di guisa che possa appoggiare col cannone le operazioni di sbarco stando all'àncora, o possa comballcre in mare nell'eventualità che si presenti il n emico. Il numero de• gli u omini che una n ave p uò sbarcare è quindi propor• zionale al numero tota le dell'equipaggio; una grossa nave da battaglia, p uò sbarcare una compagnia di 120 UO· mini circa; un grande esploratore non sbarca che meZ?.a. compagnia; un p iccolo esploratore sbarca un 5010 plotone. Poichè gli esploratori e gli incrociatori operano sempre in divis ioni ed in flottiglie, ne consegue la possibi· lità di organiuarc fin dal tempo di pace la r iunione dei plotoni e delle mezze compagnie in modo da for. mare delle unità. organiche (compagnie). Quando è pos• s ibile sbarcuc pit1 compagnie, queste vengono riunite sotto un unico comando d ipendente d alla nave ammira.· glia e che sarà comando di bgl. o di reggimento. Insieme alle compagnie da sbarco, è possibile cd op· portuno sbarca re talvolta anche c.annoncini leggeri e fa. cilmentc smonta.bili in varie parti, i quali vengouo trainati in accompagnamento della fanter ia. A tale scopo ogni nave è dotata di uno o due cannoni da sbarco. Dato il compito de!le compagnie da sbarco. queste sono in generale munite soltanto di ";veri e munizioni per tre o quattro giorni al massimo. Le compagnie d .t sbarco sono completate d a appositi parchi minatori, costituiti da nuclei di persone specia li1,zate, muniti di attrezzi cd esplosivo, atti a preparare rn1>idamentc mine per far saL tare ponti, viadotti, opere ferroviarie, ecc., approdi di cavi telegrafici o telefonici, e dannegg iare insomma le opere del n em ico che s i trovino lungo il litorale. La }.farina italiana gode d i un'ottima, per quanto recente, tradizione nei riguardi delle compagnie da sbar. co, per l'opern svolta sulle coste della Tripolitan ia e Cirenaica, durante la conquis ta libica. Nella gu erra mondiale, le co mpagnie da sbarco hanno formato i primi nuclei dei reggimen ti m~rina, che hanno combattuto a fianco dell'Esercito alle foci dell'I sonzo e del Pia1•c, in Italia; e s ulle basse Fiandre. nel Belgio.

Compagwio da Costa. d'opcmi e Veterani d'Artiglieria. Soppresso col 1° gennaio 1S65 l'antico regg. art. operai dell'esercito piemontese. venivano costituite, per la ma• n utenzione delle batterie da costa, 6 C., che nel scttcm• bre 1873 prendevano il nome sopra detto.

Compagnie di, ventura. Traggono la loro origine da quel mercenarismo del quale trovansi traccie fin nei più remoti tempi e presso quasi tutte le genti. Le Crociate, dissem inando qua e là turbe di guerrieri che, col cessare di esse, non RVevano pit1 a chi darsi, ma che da l guerreggiare avcvan tratto lucro e ragion di vita, diedero

f68 incremento al mercenarismo; e su questo del pari si puntellò l'ordinamento feudale, non potendo i prù1cipi contare, per le loro più vaste imprese, sui soli vas,salli, i cui servigi erano spesso soggett i a limitazioni di tem• po, cl i luogo e di forza. Podestà, capitani del popolo, vicari svevi, angioini o pontificii, a poco a poco, nel XIII secolo si circondarono di masnade prezzolate com• poste cli aderenti, di fuorusciti, di ,·enturicr i tedeschi, catalani, p rovenzali e francesi e di ribaldaglia d'ogni risma. Tale accozzaglia di gente non tardò a comprendere la sua forza, e, cresciuta di numero e di baldanza, si unì per proprio conto, scegliendo a capi o i più audaci o i più valenti che furon detti « condolticri » dal patto o cc condotta » con cui s i assolda1•ano; e comin• ciarono a spadroneggiare e ad imporsi a principi e a Comuni. Le prime Compagnie di ventura in Italia furono di stranieri capitanati da stranieri; poichè i signori cbe avevano spento nei Com uni ogni libertà, sia che spre· giasscro le sv igorite forze popolari, sia che ne temessero il risveglio, preferirono pci loro fini quelle merce• naric esotiche, fra le quali poca feccia nostrana si fram· mischiava. ì\fasnadc p iovute d'ogni parte con gli imperatori tedeschi, andavano formandosi in .Ita lia, cl imi• nando via via le u ltime vestigia di milizie citta<line e prendendo parte alle lotte che allora vi infierivano . Così, nel 1329, ottocento venturieri S:!:;soni e T ede• sch i ca lati in Italia con Lodovico il Bava• ro e raccoltisi per imporre il Jl.\gamcnto del denaro loro promesso sul Ccn,glio di Vivi• n aia Ir.i il lago cli Bientina e le paludi di Fucecchio ( 1329), fonnavano una cornpagn ia che da quella lo• ca,l ità. prc.sc nome cd Soldato d i compagni a <Il ventura (sec. XtV) ebbe per a, po Ma r· co Visc.:u1i, che con essa conquistò Lucca; poi in parte s i sbandarono per l'Ita lia, in parte, c,uicbi d i bottino, .-,passarono le Alpi. Nel 1335 un 'nltra accolta di mers<:n,1d costituì la Compagnia della Colomba e infestò la Toscana. E pure con masnad~ tedesche, che avevan preso parte alla guerra mossa da Firenze, Venezia ed a ltre t ittà contro Mastino della Scala, si formò nel 1339 la Compagnia di San Giorgio (V.) Finita la gue rra p el possesso di Lucca tra Firenze e I'isa. 3000 barbute te· deschc, da questa licem;iate, formarono nel 13-12 la G,a,. Compagnia. la quale, capitanata dal duca Cuarnicri d'Urslin gen e sempre più ingross.-itasi, si rovesciò come Jl agello sull'Ita li a centrale, taglieggiando e sacc heggia.n• do, Jìnchè, trovatesi di fronte le forze riunite d e i mar· chcsi d 'Este e Gon1,aga, di ~Tastino, dei Pcpo li e dei Visconti, ,,enne a patii e ottenne di passare, carica di p reda, in Allemagna, Ricomparve poi il duca Cuarnieri con re Luigi d'Ungheria nell'imp resa di Na poli, e, que• sta term ina ta, il Guamieri, essendo stato licenziato, d evastò con la sua masnada la maremma romana, e successivamente si assoldò a Giovanna e poi nuovamente al re d'Ungheria; ma, più che a prestar loro ma no, pen· sò a r ica ttarli e a fare strazio delle città del reame;


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quindi, unitosi col conte L ando e con fra Moriale, ricostituì la Gran Compagnia (1350) e si avviò verso l'Italia. settentrionale, sempre rapinando, e servendo prima i s ignori di Romagna contro papa Clemente VI, poi questo contro quelli; di là ripassò nella natia Svevia. Dei suoi due compagni, fra 1foriale, dopo aver trascors i la Campania, il dominio della Chiesa e la Marca lasciando ovunque orribili vestigia del suo passaggio, andò in Lombardia ai servigi della lega formatasi contro l'arcivescovo di Milano Giovanni Visconti; e di lit, recatosi a Roma, per trovar seguaci a una nuova scorreria nel napoletano, cadtlc nelle man i di Cola di Rienzo che lo fece decapita.re ( 1354). Il conte L ando, con la Gran Compagnia (che raggiunse la forza di 5000 cavalieri, 1000 ungheri, 2000 masnadieri e più •di l 2000 fra servi, saccardi cd altra ribaldaglia) facendo suo pro' delle continue guerre che in quel tempo ( 13551360) si combattevano tra i Visconti e la Lega di Lombardia, tra Siena e Perugia, tra il marchese d i Monferrato e i Visconti e tJ·a questi e il Legato del papa, br iganteggiò per tutta Italia avendo a compagno Anichino Bongarten, e passò da padrone a padrone tradendoli e ricattandoli tutti, infausto ad n.mici e nemici. I n tanto, come in Ita.lia, anche in Francia le s:.~sse e altre cause avevan fatto germogliare la mala o ianta delle compagnie di ventura. Una di queste, formata in gran parte da molti mercenari che, per avere, sotto il condottiero Giovan n i Acuto, milita.lo per l'Inghi lterra. eran chiamati « Inglesi >l, venne in Ita lia col nome di Compagnia Bianca capitanata dal tedesco Alberto Ster✓, e si pose al soldo del marchese di Monferrato contro i Visconti. Fra essa che d isertò ( 1361-62) le terre di Pavia, Novara, Tortona ed Alessandria e 1n G,-an Compa.gnia del conte Lando, ora al servigio di :;\filano. che non meglio trattava le terre viscontee, si venne a battaglia (1363) nella quale per la fellonia. dei s uoi il ~onte Lando moriva. N cl 1363, essendo guerra tra Firenze e Pisa pel po,;scsso di Volterra, i mercenari che militavano per la prima, malcontenti della paga loro assegnata, inalberarono un cappello sulla punta d'una lancia e, raccolt isi intorno a questa insegna, twnultua rono. Congedati dalla Signoria, formarono una Compagnia di ventura che si chiamò appunto del Cappelletto, e che, devas ta to l'Aretino e Jc terre della Chiesa, venne disl.rut. ta nel 1364 dai Senesi. In quello stesso anno la Compagnia Bianca, unitasi con la Gran Compagnia rimasta ora sotto Anidiino Dongarten cost ituiva con essa la Compag11ia tedesco-ing lese della Stella (V.). Uria nuova Compagnia di San Giorgio fu costituita da Ambrogio, bastardo di Bernabò Visconti. E a ltra fu costituita dall'Acuto, col nome di Santa (V.). Le scelleratezze di queste Compagnie riscossero gli animi degli italian i, stanchi d i esser pred,1 della peggior bordaglia stra.riiera. Già molti valenti giovani rl'illustr~ prosapia, militando fra le varie compagnie per vaghezza di g lor ia o per bisogno, vi avevano a1>prcso il m~stier~ delle armi e avevan raccolt i intorno a sè drappe lli di lance. E Alberico da Barbiano, nel 1377 potè costituire la prima Compagnia di Italiani, cui diede a.,1cera il ,10me di San Giorgio. Altri seguirono il suo c,;empio. ma, bcnchè tu tte seguissero i metod i di quelle s trar,ierc, nccozzandosi e dividendosi secondo il proprio utile, taglieggiando, guastando e abbottinando ovunqu;: passavano, orma i non si chiamavano più con p roprio nome, bensì con quello del loro cap itano; nè era no pi\1 un'ac-

159 coltl d isordinata e tumultuaria di uomini sfrenati, ma erano saldamente maneggiati dal solo volere del capo. Le compagnie presero parte a tutte le guerre del tempo, fin oltre la metà del sec. XV, epoca in cui il mercenarismo cominciò a declinare: le sue ultime gesta importanti sono quelle della Compagnia delle Ba,uJe Nere ( V.) . Ma da tempo era maturato in alcuni principi italiani e forestieri il proposito di sottra rs i al servaggio dei condottieri, infidi e più studiosi del proprio tornaconto e dell'integrità delle proprie masnade che di condurre a buon fine le imprese loro affidate. Ma gli sforzi compiuti per sostituire i ventur ieri con lllilizie nal'ionali avcvan fallito, per essere venuti meno nelle popolazioni l'uso delle armi, la disciplina, l'ordinamento, l'amor patrio e i capi; onde la salute degli Stati continuò ancora per alcun tempo a d ip,:nclere dai raccogliticci. Spariti quasi tutti i grandi capitani che dalle guerre unicamente trae\'ano i modi di sostene re sè e le proprie genti e soli rimasti quei pochi che avean raccolto ampi domini e ohe potevano stipendiare a proprie spese un certo numero d i armati, fu ad essi necessario l'idurre il numero dei venturieri assoldati e facile il sottoporli a stretta disciplina. 1\fa, a distruggere il mercenarismo, valsero assa i più l' introduzione delle anni da fuoco e la conseguente maggior micidialità delle battaglie, la gravezza e il dispendio maggiori a cui veniva costretta la cavalleria, il formarsi in Francia, Germania, Spagna e Svizzera di formidabili .fanterie atte a fronteggiare gli uomini d'arme, e, in.fine, i progressi dell'architettura militare e . dell'arte ossidionale; al che vuolsi aggiungere che, per esser~i gli Stati ingranditi, di tanto crebbero le loro ambir.ion i, r ivali tà, cupidig ie e le competizioni dinastiche; onde ogn i sovmno sentì il bisogno d i aver sempre in sua mano una forza sicura la quale non pote,·a. essergli data. che ponendo a contributo la popolazione. Sul p rincipio del secolo XVI, la guerra tra F irenze e Pisa segnò la restaurazione delle milizie nazionali nel dominio fiorentirio. Invero, già nel XIV e XV secolo, ta lun i principati e comun i si eran giovati dei sudditi per certi militari servigi, ma non mai per combattere ; e O~vieto e Firen~e erano andate p iù oltre, costituendo coi propri cittadini piccoli nuclei di milizie; e Venezia poi ccl E rcole d 'Este nella seconda metà del 1400 descrivcrnno ogrii uomo a tto a lle a rmi, e i descritti destinavano, in tutto o in parte, a militare per lo Stato. :Ma, sia a motivo della pace che !olse vigore a quelle istituzioni, s ia per la con fusione porta ta in Italia dalle invasioni stnrniere, sul principio del XVI secolo mancavano ancora nel nostro paese milizie nostrane stabili, disciplinale e regolarmente ordinate, e il maggior nerbo era ancor dato dai venturieri. Fu nel 1506 (6 d icembre) che F irenze, irritata dalla insolenza., ignavia e u•alafedc dei mercenari adoperati nell'assedio di l'isa, per suggerimento di - icolò :\Iachiavelli decretò la costituzione di un corpo di 10.000 fanti, scelti fra i più atti a portar arm i d i una lista di tutti gli abitanti maschi del contado e del distretto fiorentino fra i 15 e i 50 anni, ordinandoli in compagnie di 300 u. ciascuna; e più tardi ( 15 12) creò allo stesso modo un corpo di 500 cavalleggel'i divisi in bandiere di 50 ciascuna. Tuttavia per parecchi aru1i ancora. il mercenarismo diede bagliori di gloria militare; e sopratutto dalla scuola di Giovanni dc' Medici usci una pleiade di rinomati capitani. A poco a poco, in quel secolo XVI, andò scomparendo anche


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Pian! orizzon1al1 d imo"strantl la ctivislone 111 comparttmenll ~tagnl <li due moderne n a,•i da guerra

l'uso dei venturieri. L'istituzione delle milizie nazionali, dopo i primi in~erti tentativi, ·prese radice e sviluppo, -e alla fine del XVI secolo quasi tutti i principi e le repubbliche d'Italia le ebbero già organizzate; più ga_gliarde, più adde's trate fra tutte, quelle cìie la grande anima e la.gran mente di Emanuele Filiberto fecero sor- gere nel r iacquistato Piemonte. (V. anche Condottieri).

Comparatori (top.). Strumenti che permettono il confronto di misure, regoli, m ire, ecc. con un dato campione di misura, allo scopo di determinare l'esatta lun_ghezza ad u11a d:iJa temperatura. Il nostro Istituto Geografico M ilitare ne possiede diversi: alcuni ereditati dall'officio topografico di Napoli (comparatori d i Troughfon e S imms « a tratti», di Erte! cc a testate»); altri, , d i maggior precisione, acquistati in seguito in Germania, come il « comparatore a testa te o a contatti Wanschaff », il ,e comparatore ti:asversale a tratti Pensky, lo e, esaminatore di livelle Reichel >) ed altri. Compartimenti stagni. Ad evita.re che una nave -ebe subisce una avaria 11ell'opera viva (parte imn~ersa) venga invasa completamente dall'acqua e-d affondi, la ·si suddivide in tanti compartimenti che diconsi « stagni>>, perchè assolutamente impermeabili all'aequa. Il tipo di compartimentazione varia grandemente fra nave ~ na"\'e; in generale, però, lo scafo viene suddiviso nel senso della lunghezza in un numero varia.bile da 10 a 15 compartimenti stagni, mediante altrettante paratie trasversali di robustezza tale da resistere alla pressione dell'acqua. quando uno dei due locali contigui sia stato invaso daJ liquido. La pratica della. compartimentazione è molto piil importante sulle navi da guerra che sulle navi mercantili. Tuttavia, anche su queste ultime è molto curata e va sogget_ta al controllo delle Società di Assicu.razione e di noleggio; e di essa si tiene conto nelle ·visite che si fanno per la classificazione del naviglio. Sulle navi da guerra, oltre alla compartimentazione ·trasversa.le, se ne fa un'altra nel senso longitudinale, -suddividendo spesso lo scafo mediante una paratìa verticale che va da prora a poppa, specialmente nella parte centrai/ Si ha cura di disporre le motrici e le caldaie in compartimenti stagni diversi, in modo che anche "Guando alcuni siano invasi dall'aCqua, ne restino sem-prc altri per tenere in moto la nave. Le comunicazioni attraverso le paratìe stagne çla un compartimento all'altro, vengono limitate al disotto del ponte di protezione,

ossia della lin~a d i galleggiamento, al nummo indispensabile, munendole di apposite porte, che cbiamansi stagne, perchè banno i lembi perfettamente combacianti e muniti di ·trecciole di stoppa compressa che impediscono il passaggio deU'acquà ( premistoppa). Quando la nave da guerra si mette in naviga zione, chiude tutte le porte stagne, e per accedere da un compart imento all'altro è necessario risalire in coperta e scendere dal boccaporto che comunica col compartimento nel quale si vuole andare. La compartimentazioile è divenuta nel XX secolo molto più accurata con l'aumento delle insidie subacquee, (mine, siluri, ecc.). Compartimento rnit. marittimo. V . Dipartimento.

Compey (Giova11ni di). Generale savoia rdo del secolo XV. Ne! 1448 ebbe la nomina a tenente gene1·a.le comandante in capo . delle truppe della Savoia. Morì nel 1476 a Vevey per ferita ricevuta da un suo dipendente. Compiègne. Città nel dip. dell'Oise, in Francia. Vi si notano resti di antiche fortificazioni del XII secolo dette « Torre di Giovanna d'Arco» . C. risale a ll'epoca ga.llo-romana; le sue milizie parteciparono alla battaglia d i Bouvine ( 1214) . i[. Assedio d·i Gompiègtte (1430). Durante la guerra dei cento anni, C. era la principale città della Pica rdia, e vi era gove"i·natore G ugl~elmo di Flavy. La città era ben munita, forte la guarnigione, abbondanti le provvigioni, ottime- e ben munizionate le artiglierie. IJ duca di Borgogna vi pose assedio, stabilendo tre campi nella pianura di riva destra dell'Oise per bloccare. l'opera che serviva di tesla di ponte per le comunicazioni di C. da quella parte. Il 23 maggio 1430, Giovanna d'Arco riuscì d i nott.e a entrare in città con numerosi rinforzi. Immediatamente i difensori decisero una sortita che, disposta e condotta dalla P ulzella., si svolse con esito in principio fortu11ato; ma poi, per il sopraggiw1gere dei rinforzi al nemico, i Francesi furono costretti a ripiegare e Giovanna, rimasta fra gli ultimi a proteggere la ritirata, per tradimento del governatore di Flavy rimase con pochi dei suoi fuori delle porte di cui questi aveva fatto abbassare le saracinesche, e fu fatta prigioniera. • L'assedio di C. continuò per tutta l'estate successiva ma con scarsa attività dalle due parti. Finalmente il maresciallo di Bussac, riuniti circa 4000 combattenti, in un'azione combinata colla guarnigione riuscì a spez-


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L·orren~l\'a l<>de~ca s11 compiègne nrl p-lngno 1918

;,an: la linea e.li circonvallazio11c e a. ent rare in città. Ripresa l'azione, attaccarono successivarqentc gli altri capisaldi degli assedianti e si prepararono a combattere in decisi,·a b.1.ltaglia per sconfiggerli definitivamente. Giovanni di Lussemburgo e il conte di Huntincton si dc,ciscro allora a togliere il campo, abbandonando tulla l':Ìrtiglieria e ogni altro materiale di assedio, perchè abbandonati dalla massima parte dei loro, per essere Borgognoni e Inglesi disertati in massa, sotto l'impressione de Ile forti perdite già subite. II. Trattato d·i Compiègne (24 aprile 1810), tra Francia e Wurtemberg, La prima cede all'altro un territorio con 110 mila :i.bitanti da prendersi da quelli che il re di Baviera deve mettere a disposizione dell'Imperatore N apolcone. Il Wurtemberg riceverà dalla Baviera un tenitorio di 150 mila abitanti e cederà. al Granducato di Baden dei territori contigui con 45 mila abitanti almeno, che l'Imperatore Napoleone distribuirà fra i G nmduchi di Baden e di Assia Darmsladt. III. Consiglio cli gue-rra di Compièg11e (6 aprile 1917). Il Comando Supremo francese passò da Bcauvais, il 3 aprile 1917, a C., per essere più vicino alla linea di battaglia. in occasione dell'offensiva primaverile, e vi .restò fino al marzo 1918, quando, sotto la minaccia delJe avanzate tedesche, dovette trasferirsi a Provins. Nella p1·imavera del 19.l 7 si veri.ficarono due fatti nuovi important~ che modificavano profondamente la situazione degli Alleati in Europa; il primo fu il ripiegamento dei tedeschi sulla linea di Hindenburg; il secondo fu rappresentato ·dalla rivoluzione russa. La situazione complessiva fu riesaminata in apposito consiglio di guerra tenutosi a Compiègne, pochi giorni dopo che vi si fu installato il C. S. Francese. Per influire sui Russi, e -PN ragioni morali, più che materiali, (che avrebbero

consigliato di soprassedere all'offensiva; decisa nella conferenta di Chantilly) si decise di restare nel concetto offensivo; l'azione, sferratasi il 17 aprile, nella Champagne, ebbe esito negativo. IV. Offensiva tedesca m Compiègiie (giugno 19L8). Fa. parte di quella serie di potenti offc11sive locali della primavera 1918, sferrate dai tedeschi a guisa di successivi colpi di maglio (es. Ais-ne e Cliampag11e). Quella su Compiègne venne dopo quelle della Somme, della Lys e dell'Aisne, le quali avevano portato avanti le linee tedesche su altrettanti salienti; per cui, ai prin1i di giugno, il C. S, tedesco pensò di raccordare i punti più avanzati d'occupazione, portando la linea tedesca sull'allineamento : Montdidier Villers-Collerets Chatcau-Thicrry, mediante un'offensiva all'Ovest della OiS"!, in dire1,ione di Compiègne. L'attaccò fu condotto dalla 18' armata tedesca comandata dal gen. Hutier, partendo dal settore 1Iontdidier-Xoyon; armata che così veniva ad urtare contro la terza armata francese, comandata dal gen. Humbert. L'attacco si iniziò il 9 giugno 1918 alle ore 4,30, su 35 km. di fronte, da Assainvillers al!'Oise, con poderosi tiri a gas. In questo giorno i progressi tedeschi furono notevoli, specie a cavallo del fiume Le Matz. Il 10, con nuove divis, fresche, i Tedeschi puntarono vigorosamente su lla fonte Estrécs S. Dcnis-Compiègue, e raggiunsero a sera la confluenza del Le 11atz coll'Oisc, ed il fiume Aronde, tra Gounary e Braisnes. In sostanza però, se i Francesi ave,•ano ripiegato, le loro li11ee non eran state sfondate, mentre il nemico, il 10 sera, aveva finito col creare un nuovo saliente, contro il fianco destro del qua le ebbero buon gioco i Francesi, che, per ordine del gen. Fayolle, il giorno 11 lo attaccarono vigorosamente, per strozzare il saliente stesso; azione con-


dotta dalla XI Armata, comandata dal geo. )langin. Tale azione ebbe inizio alle ore li del giorno 11, e riuscì pienamente ;1el suo intento, mettendo i tedeschi in pericolose condizioni. l\.la i Francesi, per la crisi dei loro effettivi e per la necessità di economizzarli, desistettero dallo spingere a fondo la loro azione ; e dopo vani tentativi tedeschi del 13 giugno, per riprender l'avanza.la, la ba!laglia di Compiègnc cessò. Contemporaneamente avvenivano azioni a Sud-Est di questa zona, intorno a Soisso11s (V.).

Oomplementì. Sono così cbiamati gli elementi (ufficiali, graduati e truppa) che servono a completare le uniti all'atto della mobilitazione, e successivamente a 1 tenerle in efficienza numerica, rimpiazzando le perdile che in esse si verificano. J C. possono essere costituiti o da personale appartenente 11 classi richiamate dal congedo, o da personale di classi nuove chiamate alle armi.

Reparti di comple111e11to. Durante la recente guerra, a causa delle gravi perdite che nei periodi di azione subivano i reparti di fanteria, si rese necessario creare appositi .-iparti di complementi che organicamente assegnati alle uniti di fanteria, consentissero <li rinsanguare in bre\'e tempo i reparti combattenti. I riparti complementari furono creati nel 1916 nel la misura di un bgl. per ogni brigata di fanteria o regg. alpini e bersaglieri. TI hgl. complementare non era unità di impiego tattico. ma esclusivamente di J ifornimcnto uomini. In esso i soldati venivano addestrati ·cd allenati alle fatiche della guerra, in modo da ,werli pronti per immetterli - al primo cenno - nelle unità combattenti. Allo scopo di avere elementi per quamo possibile affiatati si stabilì che gli uomini comunque ricuperati dal territorio af • fluissero ai bgl. complementari del la brigata cui gi:l avevano appartenuto cd alla quale essi si sentivano legati da vincoli di affetto e da ricordi di guerr" L1 massima pal'te dei componenti tali battaglioni erano quindi individui che a,·evano già combal!uto nei reggimenti delk, brigata e si consideravano quindi come appartenenti tuttora ai regg. medesimi. Al termine della gue:ra i reparti complementari furono disciolti. Il sistema ha fatto nel complesso buona prova, e le attuali disr.osizioni prevedono, in caso di mobilitazione, un gruppo di complementi su t re battaglioni per ciascuna brigata di fanteria. FormaziÒni analoghe alle nostre sono esistite durante la guerra presso tutti i principali eserciti e vi sono previste anche ora in caso di mobilitazione. Ufficiali di complc111cnto. La guerra europea, col colossale S\liluppo che vi ebbero gli eserciti mobilitati, ha dimostrato cbe gli effettivi di pace non pos.<;0no essere che il nocciolo vitale intorno al qua le si raccoglie e cementa in guerra tul!a la p:ute migliore ed efficiente della nazione in armi. Il completamento delle unitil. csis1enli, la cos1itt11.ione delle unità da formarsi cc cx novo» la dife,;a interna territoriale ed aerea. il continuo incessante rinsanguamento dei reparti, le esigenze dell'addest ramento delle classi richiamate dal congedo, il lavoro presso gli enti territoriali, che prosegue con ritmo accelerato e con aumentata intensità, impongono agli S tati modern i di p repa rare in tempo di pace un'ingente quantità di ufficiali che poss., consentire all'alto della mobilita7.ionc di far fronte a tutte le neccssi1 ~ sopra indicate. Per O\l,·ie ragioni di carattere economico e sociale, non è po;;sibile a nessuna na?.ionc, per quanto

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ricca essa sia, di tenere permanentemente in servizio tutti gli uffici.i.li occorrenti al suo eserci to mobilitato. Solo una piccola parte d i essi può essere in ser-:izio attivo; la massa è invece rappresentata dai quadri delle ca tegorie in congedo. Par1icolarme111c numerosa è quella degli ufficiali di complemento, i quali sono tratti: - dai giovani di leva in possesso di determinati requisiti cd obbligati, pertanto, a frequentare gli appositi corsi Allie,·i ufliciali, per far loro conseguire la necessaria capacità ad esercitare le funzioni dell'ufficiale; - da i m ilitari in congedo che hanno determinat i requisiti. Quesii ufficiali, prima della guerra si ripartivano in due grandi categorie: ufficia li di complemento e ufficiali di milizia territoriale. Tale distinzione non esiste più, essendo stata soppressa la categoriR degli ufficiali di mili2ia territoriale, i quali, a seconda dell'età. sono stati passati o fra i;li ufficiali di complemento o fra q u~lli della 1·iscrva. I giovani di leva, per essere d estinati a frequentare i corsi allievi i.fficiali di complemen10, devono essere dichiarati incom!izionatameme idonei al scr\lizio militare cd avere conseguito almeno il diploma. di maturità classica o scientifica. I corsi lrnnno la durata di circa sette mesi e da essi i giovani escono col grado di s~rgenlè. Dopo tre mesi di servizio pratico presso un corpo di truppa sono - se dichiarati idonei dalla commissione d'avanzamento - promossi al grado di sottotenente di complemento. Complessi,·amente compiono la ferma di leva nei gradi di truppa, per tre mesi e mcz;,,0 come soldati, 11er tre mesi come ca.porali, e per tre come sergenti. La rimanente parte di ferma viene compiuta nel grado di ufficiale. salvo al ministero il diritto di rid urne la durata. La nomina ad ufficiale di complemento di militari in congedo, è limitala a coloro che sfono in poi<Sesso di determinati requisiti e diano sicuro aflìdamenlo di buon rendimento professionale e mora.le. Ques1i militari sono distinti in due categorie : quelli che hatlno pa rtecipato alla guerra e quelli che sono stati collocali in congedo dopo il conflitto senza avere preso pane ad esso. Ai primi si richiede che siano in possesso elci prescritti titoli di studio, che abbiano prestato servizio presso riparti o Comandi mobilitati, o che si siano arruolati volontari per la gue rra; infine che superino un esperimento pratico, dal quale possano essere esonerati se hanno conseguito l'idoneità a sergente. J secondi de\lOIIO possedere i titoli di studio e supera re apposi to esperimento pratico. Se sono già idonei al grldo di sergente, saranno sottoposti ad un esame di colt ura generale. Quando abhiano titoli di studio superiorì a quelli richiesti per l"ammissione ai corsi allievi ufficiali, dovranno solo sostenere, con esito favorevole, gli esami finali stabiliti per i corsi stessi. La gerarchia degli ufficiali di complemen1o arriYa presso di noi sino al grado di tenente colonnello incluso. Cli u(ficiali di complemento seguono sempre le sorti della classe cui appartengono, a meno di particolari disposizioni min isteriali da emanarsi caso per caso. Questi ufficiali rappresentano il nucleo principale dei quadri in congedo e sono quelli che, unitamente agli ufficiali in se rvizio att ivo, inquadreranno le unità di campagna e gli elementi dei scr\lizi che funzionera1mo nella zona delle operazioni; devono quind i essere ade~uatamente preparati al disimpegno delle ardue mansioni, che loro spetteranno in gue1Ta cd essenzialmente abili-

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tati a reggere il coma ndo dell'un ità corrispondente a l grado clic rivestono. Nessuna cu ra ad essi dedicata può considerarsi superflua, in qu anto dal loro ad destramento dipende in gran parte l'efficiei:i?,a dcll'=rcito mobilitato. Tut ti gli eserciti hanno categorie d i ufficiali corrispondenti a quella dei nostri quadri di complemento, e tutti i governi rivolgono loro cure opportune per mantenerne e migliornrne la capacità di comando. (V. anche

Congedo). Compou nd. Nome dato. dal suo ideatore, a i p_roiettili detti anche «incamiciati» o « Lorenz » (2" metà <lei secolo XJX). Sono i proiettili che hanno l'in terno di p iombo e l'esterno sostituito d i un sotti le astuccio di metallo elastico e molto rcsistc-ntc, spccial1l)(·nte al

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U,lllc costruzioni in legno a quello in ferro, è stato da lungo tempo abbandonato. Venne ripreso durante la guerra in America, per necessità di cose, nella. costruzione rapida di ,p iroscafi da carico che poscia dettero cattiva prova. Questo tipo di costrnzfone è andato del tutto in dis uso per le navi a vapore e si trova ancora applicato per qualche velie1·0.

Compressore. Macchina. per comprimere l'aria nei serbatoi del s iluro. ~-.Te sono dota.ti tutte le navi e tutti i cacciatorpediniere. I compressori sono di va.rio tipo, e lettric i, a vapore, ,t scopp io, ccc., costruiti particolarmente in Svezia ed in Inghilterra; devono arriva.re a dare 150 atm. di pressione e sono muniti d i dispositivi di sicurezza speciali. La carica nei siluri avviene in media in 20 minuti di tempo ed è- con trolla ta. da appositi manometri. Sui sommergibili il compressore ha grande importanza, perchè serve a. immettere l'aria negli accumulatori, colla quale poi vengono scaricate le casse dell'acqua. per portare il battello d allo s ta to di immersione, a lla emersione. In generale, i compressori o pompe a comprimere dei sommergibi li, sono elellr ici, per la necesità di adoperarli anche quando il sommergibile è immerso. Comune. E' la. più antica forma di aggregµione sociale, con carattere p olitico-militare, cd ordinamento autarchico. Il primo tipo tutta.via. di C. si trova nel « l'l•f tmicipio R omano» che, distrutio quasi dalle irru, zioni bar barithe r isorse con forme più v igorose e potenti in Italia, sullo scorcio dei secolo X. II risorgimento de l C. avvenne per motivi d'indole soc iale e mili ta.re. La libertà del popolo di fronte alla prepotenza feudale armata, e la. necessità d elle monarchie d i trovare un appoggio militarmente forte d i fronte all:i feudalità ed ai vassalli. L a progressiva potenza militare dei C. d iventò poi ogge tto d i t imore per gli stessi governi monarchiei, i quali lottarono per _spoglial'ii dei privilegi .militari, e riducendoli a d w1 organo esclusivamen te ammin istrativo. Tanto in Italia quanto in Francia; durante i secoli XI e XII, il C. iniziò una lotta acca nita contro i l p redom inio della. nobiltà e del clero, obbligandoli colle armi ad entrare e ,, ivere entro le mura delle città, e sottomettendoli all'amministra;donc del popolo. Contemporaneamente la guerra fra. le truppe comunali e quelle dei nobili mise in evidenza che il mestiere de lle armi non era più un privilegio della nobiltà, ma era accessibjle anche al popolo, che incom i,1ciò da allora a farsi valere.

compressore per $Crba1010 di siluro calore. Tutli i proiettili deilc ai-mi da fuoco portatili moderne e delle rn itrngliatrici sono oggi costru iti in tale modo.

Co11ipo,111d (111ari11a). Chia.mansi con questo termine specia li tipi d i corazze formate con ferro ed acciaio. (V. Cora.zza). Si chiam,wa C . uno speciale sistema. di macchine marine a cilindri n elle qu ali il vapore poteva venire introdotto d irettamente in tutt i i cilind ri, oppure passare a lavorare da. un c ilindro a ll 'altro, ossia da ll"a.lta. alla. bassa pressione. Questo sistema è andato in dlisuso. Si è chiamato C. un sistema di costruzione navale irt cu i lo scafo veniva formato con legno e ferro accoppiati i11sieme, a seconda delle necessità presentate dalle var ie parti dello ~ca.fo. Questo sistema d i costruz ione, che rappresen ta una transizione fra. il passaggio

Milizie d el Co1;r1111e. La 1·ivoluzione comunale, appoggiata in F rancia da l re, in Italia dai ricchi borghesi, dovette necc;;.,ea ria.mcnte appoggiarsi sdla foria delle proprie m ilizie. Queste erano costituite essenzialmente da borghesi dell;i c ittà, comandati da sottuffic iali e da ufficiali, ptr lo più sotto gli ordini d i un capitano scelto t,tlvolta fra str,1nieri. Ogni cittadino doveva prendere le ann i in difesa. del Comune, e tale obbligo dura.va in a lcu ni comun i persino dai lS a.i 70 ann i. Ne erano esonera ti soltanto alcuni artieri e commercianti, sottoposti però ad altri contribu ti. E r a110 tenuti al corrente appositi ruoli per quartiere, o sestiere, od altra cicoscrizione cittadina. Venivano così costitu ii i reparti militari abbastanza armonici ed affiata.ti. Le milizie erano composte di militi a cavallo e a. piedi. Dapprima. il magg ior· contingente fu d i fanti ; posda., co l sot tomettersi dei castellani, i Comun i ebbero anche forti nuclei di ca.-


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-174 vallcria. Dal contado in genere non si reclutavano che guastatori o braccianti, per lavori di fortificazione. L 'armamento era vario: cappello d'acciaio, lancia, scudo, archi, balestre, spuntoni, mazze, ccc. Pos to di riunione era la piazza principale, oppure le porte della città, do,•e accorrevano i labari e p e1U10n i delle diverse corporazioni o sestieri. Se però le milizie dovevano concentrarsi per combattere << extra-moenia >>, s i raccoglievano intorno al Carroccio, simbolo, col gonfalone del Comune. L 'esercito era coma ndato da u n capo supremo, in genere dal Podestà, da cui dipendevano i capitani e gli altri ufficiali. Per il cava liere, nello stipendio di guerra era compreso il mantenimento del cavallo. Nessun obbligo em imposto a lle m ilizie di varcare il confine del Comune, e se queste Yenivano chieste da altre città o_ principi, dovevano essere concordati patti per il loro mantenimento.

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Schleramc n10 in b-ut1!11\'lia Cli cavalleria e ramcrla ùell'epoca Ciel cornu111; ol cen11·0. n Ca rroccio Lo schieramento tattico delle milizie comunal i non differiva molto da quello in ,iso per le milizie regie. P erò, mentre in qu~st'ultime il compito principale era affidato alla cavalleria, n elle comunali detta arma aveva importanza e compiti secondari. L a fanteria, costii-u ita in grossi bgl. colle rispettive insegne schierate in una sola linea, era fiancheggia ta dalla cavalleria. A tergo stava il Carroccio, difeso da speciale riserva. I l sistema di combattere era comple tamente subordinato a lle mosse dei gonfalonieri che guidavano la battaglia. Tre erano i metodi di combattimento, e cioè la gualdana la cavalcata e l'oste generale. Le milizie comun~li però non aveva.no fatto cessare, specie in Ita lia, l'organizzazione feu dale dello Stato, e per conseguenza contemporaneamente esistevano le milizie merccna1·ic, e compagnie di ventura, le quali fecero decadere le mi lizie comunali.

Co1111t11e. Così venne chiamala una specie di bombarda di un calibro medio (circa SO libbre di palla) tra le ·maggiori bombarde e le bombardelle. Era, per ciò_ negli eserciti, la piil numerosa.

La Comune di Parigi, Dopo la caciuta di .l'a.risi ( 1S71) le Guardie Nazionali, temendo che l'Assemblea di Bordeaux potesse decretare una restaurazione realista, rifiutarono di deporre le armi e numerosi battaglioni si costituirono in Federazione repubblicana della Guardia. Naziona le, sotto la direzione di un Comitato Centrale. Il 18 marzo ebbe inizio la. guerra civile; Thicrs, ca.po de l governo, lasciù Parigi e s i trasferì a Versailles colle truppe regolari, mentre il Corniti,to Ccntràle si im11adroniva del potere, aboliva la coscrizione, il 7 aprile disponeva il forzato arruolamento dei validi dai 19 ai 40 anni , il 1° maggio c reava un Comitato di Salute pubblica. Le forze della Comune ra,ggiunsero così i

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200.0(- u,, che furono comanda ti dai genera li Cluseret,. Duval Eudes. Bergeret, Dombrowski. lntan.o il governo di Versailles riuniva un esercito, di 100.000 u. sotto il marcsc. Mac Mahon, parte dei quali cx prigionieri di guerra liberati da i P russiani p er domare la r ivolta. 1 P arigini presero l'offensiva il 2 aprile a Courbevoie, il 3 a Chatou e R ueil, il 4 a Chiì.tillon, ma furono respinti. Allora l'esercito di \'ersailles iniziò l'a.vall?~'lta. TI 20 maggio le batterie di brecda aprirono il fuoco sulla cinta fortificata. il 21 due cp. del 37° di linea en trarono in città e a sera quasi tutti il XVI circondario era occupato; il 22 la Comune rimise il potere nelle mani del Comitato Centralr. cd ebbe in izio la battagli:i nelle strade, che durò u na settimana e fu detta cc la settimana di maggio>> ; il 28 di questo mese cessai:ono !e ultime resistenze: 11.000 i nsorti furono sottoposti alle corti marziali, molti furono fucilat i, moltissimi deportati nella N uova Ca ledonia.

Comuneros. Società politico-milita re spagnuola sorta durante la guerra civile scoppiata nel 1520 sollo Ca rlo V in Spagna, quando egli tentò distruggere le antiche franchigie nazionali. Le città si sollevarono contro, i deputali alle Corti di Galizia e formata un'assemblea « Giunta Santa» si a rmarono comandati da Juan P a<lilla e da sua moglie :Ma ria. Paoheco. Tale fazione si chiamò C, e sostenne la lotta contro il monarca col sistema della guerriglia, riportando sulle truppe regie parecchie vittorie, e riuscendo a Tordesillas a far p rigionieri la madre del re Giovanna la Pazza, e con Ja stess.'l il reggente Adriano d'Utrecht Ma Juan Padilla venne a poco a poco abbandonato da i nobili, e si trovònel campo di battaglia di Villalar, con forze inferiori di fronte alle truppe regie, per cui toccò una decisiva sconfitta ( 1521); caduto prigioniero, venne giustiziato_ .\1aria Pache<:o mantenne ancora il comando delle truppe durante l'assedio d ~ Toledo ( 1522) scnonchè an ch'essa fu costretta a cedere le armi, e venne esiliata nel Portogallo, Ai ten1pi di Ferdinando VII non avendo voiuto questi 1·iconoscerc gli atti della Corte di Cadice, si ricosti1uì una società segreta cl1iamata pure C. o cc F igliuo li cli Padilla >> simile- a quel la dei carbonari. N cl 1820 i C. erano in Spagna circa 70.000. ,.\la dopo il trionfo, effimero di Caclice, da l 1823, dopo l'invasione francese,, non ebbero più vita. Com1111cros riel Parag11ay, c'lcl 1717, in causa dellevessazioni fatte dal governa tore spagnuolo, don AntonioVictoria, influenzato dai gesuit i, contro la lib.:rtà de i cittadini, scoppiò la r ivolu zione per ottenere l' indipcnclenuL degli indigeni e dei creoli, Gli insorti si chiamarono C. e furono agli ordini di Don Giuseppe An tequcra y Castro e poi di Fernando :.VCompox di Zayas. Ì\e derivò una accanita lotta fra C. e truppe spagnuole, che ebbero la peggio, .'VIompox, morto Antequern, riorganizzò i C. e deposto il governatore lo rimpiazzò con la « giun ta di guerra» eletta da l popolo.

Comunicaz ioni. Si dà il nome generico d i comunicazioni al fascio di vie che collegano un'csercito alla. propria base di operazione. Esse rappresen tano un elemento della maggiore importanza, soprattutto considerando gli enormi effettivi delle armate moderne, dellequali il comaod,mte deve tener il n ecessario conto net concepimento della manovra strategica , Jnfatti, è pei:


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mezzo delle linee di comunicazione che un esercito- riceve i rinforzi e gli approvvigionamenti ed effettua gli sgomberi dei quali ha giornalmente bisogno. Es'se non dèvono in nessuna maniera influenzare l'an damento delle oper azioni, ma facilitare l'esecuzione del piano d i operazioni. Per assicurare buone comunicazioni è necessario u tilizzare tutte le vie di trasporto: ferrovie, strade, arterie fluviali. L' impiego delle fe rrovie è soprattutto di una importanza capita le, perchè permettono di sviluppare in p rofon dità le linee di comttÌ:ticazJone, in maniera ed a m isura dei progressi delle arma te, e possono essere prolungate con un impiego di strade ordinarie quando v iene a mancare la possibilità d i utilizzar~ le ferrovie stesse. E' dunque per mezzo della combinazione dei trasporti e del s_ervizio delle tappe che si è risolto il problema d i assicurare tutti i. bisogni del vettovagliamento dei rifornimenti di m unizioni e materiali, di sgombro de i fer it i o malati, del t rasporto dei prigionie ri, ecc. che sono incessanti durante le operazioni clell'Escl'cito. In ta l maniera, le armate possono muoversi nella direzione p_restabilita senza tema d'essere private delle r isorse loro necessarie. Le comunicazioni d i' un'armata non sono soltanto l'insieme delle strade e ferrovie per mezzo delle quali r iceve i suoi approvvigiona menti, ma ancora quelle utilizzate per i suoi movimenti. Assicurare le sue com unicazionì, è prendere tutte le d isposizioni necessarie ()Cr metterle al sicuro d i offese nemiche. Le comu11 icazioni si fanno dunque per via ordinaria, - fer ravi-a ria od acquea. Le prime sono le più importanti nella zona d i operazione; sono le più numerose, le meno facili a d istruggere, quelle che permettono i mov imenti p iù vari. Le seconde al contrario occupano il primo posto nelle retrovie delle arma te, pe rchè la loro potenza d i trasporto è p iù grande, ma sono di un funzionamento assai delicato; la loro conservazione è difficile. E' sufficiente qualche volta un semplice incidente per p<>rlc momentaneamente fuori servizio, e salvo qualche eccezione non possono essere utilizzate in vicinanza del nemico. Le vie fluviali invece hanno una grande capacità di trasporto e permett.ono di sgomberare nelle migliori condizioni igien iche i convogli d i feriti ; ma esse non sono troppo veloci. I l loro impiego è dunque ristretto a certi casi special i. In a ltri tempi, prima della costruzione delle ferrovie, esse sole davano la possibilità di trasportare davanti alle piazze forti i pesanti mater iali cli assedio che non si potevano trasportare per via ordina.da. Con questi mezzi che servono al movimento degli uom in i e del materia le è necessario rammentare quelli che permettono di trasmettere il pensiero a distanza ; le linee tdcgrafiche, telefoniche. radiotelegrafiche. E' per mezzo di esse che si tengono a. contatto i diversi elementi di esercito, che gli ord ini sono trasmessi, che giungono le informazioni: esse sono le s trade dello-spirito . Afa la loro organ iz7~1zione è talvolta difettosa, perchè sono snggelte disguidi, interruzion i e rotture per opera del nen1k o. L'importanza delle commJicazioni è estrema in guerra; senza di esse nessuna operazione si può intrapren de1·e perchè non ci s i può muovere e pei:ciò le an11ate devono cercare d i svilupparle nelJa maniera p iù largamente possibile. Il p iit sovente si u tilizz;no quelle esistenti, ma qualche volta se ne creano di nuove per i bisogni della lotta. Durante la recente guerra numerose

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furono le vie ordina r ie ferroviarie costruite. Sul campo d i battaglia e nella zona delle operazioni si cerca di. Cl'carne o s i migliorano le vie cli comunicazione già esisten ti, per aumentare il n u mero delle colonne operanti. e facilitare i loro movimenti. Lo stud io esclusivo delle vie longitucli:a ali che portano verso l'obiettivo non sarebbe ' sufficiente ; bisogna qu indi porta.re l'attem.ione su lle vie trasversali, che permettono alle annate di efrcttuare i movimenti laterali, mediante i quali si minacciano i fianchi del nemico. producendo effetti decisivi. Se là crea2.ionc delle comunicazioni è cosa impor tante devono essere parimen ti studiate e predisposte le misure a"a pr endere per proteggere le comunicazioni da eventuali attacch i nemici. La perdita delle comunicazioni dovuta a l momento della manovra nemica può costringere un esercito a cornbattere in condizioni dispera te per ricollegarsi colla base d i operazione e può produrre la dissoluzione dell'esercito stesso.- Esempi tipici possono, trarsi dalle campagne di Feder ico JJ, Napoleone e dal recente conflitto mond iale. I lavori da eseguirsi, tanto sulle strade ordina.rie perle marce, che sul campo di battaglia o in una posizione fortificata in vista di aumentare il rendimento delle viedi comunicazione, son6 compit i affidati in massima parte aHe t ru ppe del Gen io. Dal pun to d i vista strategico le vie di comunicazionehanno un'importanza evidente nella difesa d i uno Stato_ Jn paesi di pianura è assai dif:ficile sorveglia.re tutte lestrade d ì frontiera.; si potrà cercare d i tenere le pi(L importanti appoggiate a . opere di fortificai:ione e lineeferrate che hanno una cer ta importam;a colla difesa dello St;ito. In terreno montano il compito è assai facilitato d aÙa configurazione del terreno s tesso e da operefortificatorie convenien temente predisposte. Comunicazioni (Fortif.). Qualsiasi specie di passaggio esistente fra le d iverse parti di un'opera di fortificazione o fra un'opera ed un'altra, s ia esso coperto o scoperto, alto o basso, orizzontale od inclinato. I diversL clementi dal cui insieme risulta.no le p iazze forti, debbono essere forniti di C . d i diversa specie, appositamente distribuite ed efficacemente protette, affinchè dall' in terno s i possa traspona1·e in ogni punto il materiale, circolare liberamente, radun arsi con facil ità e con pron tezza, uscire in numero sufficiente per oper-ire senu, timore cli essere troppo vivamente incal7~,ti dal nemico.. Le comunicazioni disposte sopra un fronte di fortificazione permanen te consistono in androni in rampe, o scale, in capponiere difensive, in porte e in n.perturc de lla strada coperta, ecc.

Comyn (Gùn1anm). Generale e reggente della Scozia, m, nel 1.306. Comba(t,~ per l'ind ipendenza della Scozia, ma fu vinto a lla fine da.Ile truppe cli Edoardo I di Tnghilterra e dovette -subire un trattato di pace (1304) .. P rese parte successivamente alla congiura contro Edoardo I organizzata da Roberto l3ruce, ma r itenendo impossibile l'impresa, s'oppose al progetto, e ven ne fatto, uccidere dallo stesso Bruce (1306). Concentra mento. Riunione in vista cli un determina to impiego. Possono effettuarsi concentramenti : a) d·i reparti e mezzi, in determinati porti della:. madre patria, per r,rocedere a sped~iioni oltre mare; b) di colon.ne •mob-ili su basi organ izzate in territor i colonia.li, per intraprendere operazioni di guerra o d i polizia;


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e) di navi o piroscaJ,, m determinali port i o basi navali, per es igenze s trategicl1e ovvero per effettuare trasporti; tf) di mezzi a.ere-i, contro un obbiettivo in vista d i un determinato scopo da raggiungere; e) di fu oco, azione cioè d i parecchie unità d i arti glieria, batterie o grupp i, sopra determina ti bersagli, obbiettivi o zone, allo scopo di neutralizzare o r idurre la efficienza di alcuni centri d i resistenza, rendervi materialmente impossibile la vita, distruggere particolari elen1enti che ostacolano l'azione delle fanterie. L'ent ità. di questa azione di fuoco d ipende dallo...scopo ceh si vuol raggiungere. Sono sue caratteristiche : la sorpresa, la violenza, la precisione, la s imultaneità, la brevità, la concorrenza di calibri diversi, la dislocazione dei mezzi sulle direttrici più svariate rispetto a i bersagl i da battere.

Concessio_ne (colonia1e-inilita.re). E' l' assegnazione da parte d'uno Stato estero, d'una zona di terreno per istituirvi u na base, militare madttima, atta a tutelare gli in teressi conu11ercia li, e la sicurezza dei connazionali che risiedono in quello Stato. Un esempio si ha nelle C. d i Tien- Tsin, in Cina, a varie potenze estere, fra le quali l'Ita)ia. Concezione (Ordin e della). Venne fondato dal duca Ferdin ando J Gonzaga di Mantova, in onore della Vergine. F u approvato ne) 1625 d a Urbano VIII. G li insigniti d i tale ordine dovevano possedere i quattro quarti d i nobiltà, e prestare giuramento alla S. Sede, con l'obbligo di combattere gli infedeli ed eretici se r ichiesti. Tale ordine durò poco per le d iscordie -fra cavalieri. Concha (Giuseppe Gutti:erez de la C.). Generale e uomo politico spag:rnolo (18121895). F ece le campagne in A merica contro le rnlonie in rivolta. R ientrato in ratria, dopo u na varte ottima presa nella politica, fu m inistro della guerra. Contribuì alla r ivoluzione d i Madrid cd alla cadu t.t della regina I sabella (1868). - Un generale Concha Emanuele (1808-1874) prese parte alle guerre colonia li, Concha Emam1ele e alle due Garlistc; mo rì com" batten do ad Estella. Concialini (Art,tro). Generale, n . a Grosseto n el 1870. Sottot. d i fantèria nel 1891 fu nel 1912 in L ibia -ove 1·imasc sino quando venne ferito ad Ettangi (1913)'. nella qual battaglia s i meritò la rn'ed . d'argen to. Nell'ultimo anno della guerra europea comandò, d a colonnello, il 118° regg. fanteria . Andato in P. A. S., venne 11el 1927 p romosso gen. di br igata in A. R. Q.

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Concoi:d. V. Lexingttm. Concordato. Convenzione o (( modus' vivendi>), che v iene concluso in genere fra u no Stato laico ed il potere -ecclesiastico. Dal pun to di vista militar e i d iversi C. eb bero importanza pcrchè posero fuic ad ostilità belliche fra Chiesa e Sovrani, come quello di ~'ol'ms nel 1122, quello del 1472 tra Sisto IV e Lui"i XI q uello <lei 1801 fra Bonaparte e la Corte cli Ro1~1a, e~c. Concordia (Ordine della). Ve ne sono cinque. I l

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1'0 fond ato in Spagna ( 1261) da Ferdinando d i Castiglia e L eon in ·onore della conqu ista d i Granata. Il 2° is tituito nel Brandeburgo-Bayreuth (1660)., Il 3° nel principato di Nassar (1696). Il 4° nello SchwarzburgR udalstadt, istituito da l p rincipe Guglielmo L uigi inel 1718. Il 5° ,iel gr and ucato d i Francoforte-Dalberg, dal pr incipe primate (1813). Q uest'ord ine è stato sostituito da quello molto p iù noto dell'Aquila Rossa.

Concordia Sagittaria (ant. ]1tlia Concordia Sagittaria.)_ Comune in prov. di Venezia. Fu colonia militare romana, traente il nome sia dall'accordo fra i T riumv iri, s ia da fabbrica d i ~aeùe r inomate. Aveva impor tanza militare come tappa di meno fra Altino ed Aquileja. Ebbe il suo massimo splendore fra il 138 ed il 161 e fu sede ·irllora d i militi irregolari. Nel 452 fu saccheggiata da Attila e rasa a l suolo, pare dopo aspra lotta e assedio costato ad Attila 17.000 u. R icostruita nel 494, si difese contro gli Ungheri n ell'.802 felicemen te. Concordia sttlla Secchia. Comune in p rov. d i Modena sorto nel medioevo (XIV secolo) pare pe~ vç,lontà di G ian Galeazzo Visconti ( 1390). Nel 1432 venne cretto a contea e munito di castello; nel 1511 fu conquistato da ll'esercito pontificio d i G iulio II. Ma p_oro dopo venne r ip reso dai Francesi, alleati degli Estensi. Nelle lotte fra i membri della famiglia P ico vi avvennero d iverse- fazioni, finchè il castello fu smantellato e il Comune seguì la sorte di M irandola.

Concorso (ippico-miritare) . Gara e spettacolo m ilitare ad un tempo, nel qua le ufficiali montati presen tano i loro cavalli a superare una serie d'ostacoli d 'elevazione e d i lunghezza onde conseguire u n p remio, e n ello stesso tempo dimostrare l'abilità dei.' cavalieri e dei cavalli. I C. sono stati istituiti a llo scopo di dare mag, giore incentivo alla scuola d'equ itazione militare, e per infondere arclitcna e sicuruza nei cavalieri, cosicchè possano nelle con tingenze di gue rra superare con piena fiducia ogni difficollà nel disimpegno delle missioni nel campo pell'esplorazione. Il C., introdotto in I talia dall'ispet tora to di cavalleria e dal lYiinistero d ella guerra orma i da più d'un tren tennio, divenne d i carattere interna.z ionale, e già nel 1903 a Torino v' intervennero ufficiali di tutte le nazioni. Oondé. Città nel d ip. del Nord in Frn.ncia, alla confluenza della H aine e della Schelda, con arsenale .:, fortificaz[oni costruite da l Vauban e migliorate, dopo. il 1870, d al Séré dc R ivièrc. A C. faceva capo u na pa rte del sistema di chiuse che clovcv,Lllo permettere le vaste inondazioni p reparate per la d ifesa della frontiera del Nord .

I. Attacco e presa di Condé ( 19 a gosto 1649). F u op ernto, duran te la guerra tra F rancia e Spagna, d a lle truppe francesi clell'Harcourt, mentre la p iazza era d ifesa dagli Spagnuoli. Il Conte di Broglio attaccò il sobborgo della Schclda con un d istaccamento di fan teria, e ne cacciò il nemico, men tre l'artiglieria francese si portava. a tiro per controbattere quella spagnuola, e, con pochi colpi, J"iusciva a rompere le cati:ne del ponte levatoio, aprendo la via alle truppe d'assalto. I l governatore della p iaz,,a allora ca_pitolò. II. Assedio cli C01,~é (165~). Appartiene alla camp agna delle Fiandre, e fu intrapreso dall'armata. reale ( 15 agosto). La p[azza era difesa dalle truppe del pdnc ipe


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La plazz(lforte di Gondé nel secol o XVIl-XVHI

d i Cond<:, che ten la.i:ono una sortita, respinta. Intensrlìcato il .fuoco e completa ta la cinta d'in vestimento, la piazza capi tolò il 17 agosto. III. Assedio di Condé ( l 656). Appartiene alla. stessa guerra. della p recedente. I l principe di Condé, sapu to -che la. guarnigione reale, comandata da Du Passage, era .a. corto di viveri e mun izioni, volle riprenderla, e l'investì il 20 luglio, ottenendo la capitolazione senza spre•Care le forze in assalti : il 4 agosto, all'estremo delle ri.so·rse, du Passage infatti capitolò. IV. Assedio di Co1tdé (1676). Appartiene a lla campag1ta delle F ia.n clre e fu intrapreso dal mar esc. di Crequi (l.6 aprile). Gli approcci vennero iniziati il 2 1, e la mattina del 23, a lla presenza del i-e, furono sferrati t re attacchi, preparati da intenso fuoco d'artiglieria. Le dife.se fur ono supera.te, e gli assalitori p enetrarono combattendo i n C. che si arrese. Le truppe rea li aveva.no perduto meno d i 100 uomini. V. Assedio di Condé (9 aprile-15 luglio li93, guerre della R ivoluzione). Condé, punto centrale dell'offensi va d elle annate della Coalizione, difesa eia ! gcn. Chancel,

fu investita dal principe d i Wurtemberg il 9 aprile. Il 1() rnaggio TJan1pierrc, eh-:: con1andava i Francesi~ decise cli ten tare uno sforzo per liberat·e la p iazzaforte, pur disponendo soltanto di 30.000 \1omini d i fronte ai 4S.000 di cui disponeva il nemico. Il gcn. L amar che doveva agire sulla dr., Kilmaine sulla sr. della Schclcla, D amp icrre stesso a l centro. La mancanza d i collegamenti, la dispersione delle for ze, fecero sì che, dopo un p rimo, effimero successo, ogni altro tenta tivo contro le linee nemiche fu inutile e i Francesi dovet tero ripiegare, riuscendo però a far passare riforn imen ti nella p iazza assediata. P er 1'8 maggio Damp ierre or d inò un nuovo attacco, con tre colon ne; sulla dr. della Schc!da. doveva agire il grosso; sulla s r. J< ilmaine, al centro Lamarlièr e. Dal can to loro i coalizz'1ti, che nel frattempo aveva.no ricevuto rinforzi e organizzato difensivamente il terreno con t rinceramen ti e abbattute, a t tesero il nemico. Iniziatosi l'attacco, ma lgrado ogni sforzo i Francesi vennero dovunque respinti, perdendo anche il propr io generale Dampicrre, mortalmente fer ito. La ri tirata ~i compì in ordine, sotto il coma ndo cli Lamarche. L a piazza ca· pi to lò, allo s tremo cl i ogn i r isorsa, i l 15 luglio. 63


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VI. P resa di Condé (29 agosto 1794, guerre della Rivoluzione). Dopo la battaglia d i Fleurus, la piazza di Condé, abbandonata a se stessa, capitolò senza resistere. I Francesi si impadronirono delle 161 bocche da fuoco che ne guarnivano le for tificazioni, e dell'importante materiale che esisteva nei magazzini, fr~ Cl i seimila fucili.

Swola di Condé. Fa parte dell'età cosiddetta francese ( 1648- 1697) della Storia del!' Arte M ilitare, insieme a quella del T u renne. Consislc soprattutto nell'attaccare a fondo, con impeto, senza curare di fortificate in modo specia le alcun punto della linea di b;ittagJi a . Condé (Litigi I di Borbone, p~incipe di). Genera le francese (1530-1569) zio paterno di Enrico IV. Combattè sotto E11rico II; con Francesco II partecipò per i Calvinisti, di cui abbracciò la fede; dopo il massacro di Vassy s i m ise alla loro testa e coìninciò la guerra civile conquistando Orléans e consegnando Le Ha vre agli Inglesi per àverne a iuto. Ferito e fatto prigioniero alla battaglia di Dreux, fu liberato per il tratta to d i Amboise. Nel 1567 riprese le armi; -~ ' :'.~;,> - · a S. Denis combatté contro il ('? / / conestabile d i J\fontmorency, n el 1568 e si r iconciliò colla corte ; r ibelle ancora fu ferito ne lla battaglia di Jarnac, e fin ì quel giorno a'ssassinato da },,fontesqu iou, capitano delle guardie del Duca d'Angiò. Condé (Luigi II d·i Borbone, principe di). Generale francese (1621-1686). Nel 1641 partecipò a ll'<Lssedio d i Arras: nel 1643 fu nominato co-mandante delle milizie contro gli Spagnuoli e li vinse a Rocroi, conqu istan do inoltre Thionville. Nel 1644 combattè contro i Tedeschi e li v inse a Fr iburgo; nel 1645 li vinse a Nordl ingen. Nel 1646 riconquistò Dunkerque a lla Francia e ,nel 1648 vinse _gli Spagnuoli a Lens. Prese poi parte al movimento della F ronda, e fu impng1onato nel J 650 a Vincennes, ove fu trattenuto per un anno. Liberato pensò di vendicars i e si mise a lla testa di un esercito che combattè contro Turenne . Non avendo potu to vincere passò in Spagn a e con tinuò a combattere contro la F rancia sino alla pace dei Pirenei, q ml.lldo fu reintegrato in Francia nel suo grado; riportò allora nuove vittorie nella F ranca Contea ( 1668) e in Olancl;i (1672-74) ove scon fisse il principe d'Orange: terminò la sua carriera militare nel 1675 in Alsazia, inviato contro il :Montccuccol i. C01,dé (L,,.igi Giuseppe di Borbone, d1tca di). Generale francese (1736- 1818). Fece la guerra dei sette ann i e fu' governatore della .Borgogna. Dopo la presa. della Bastiglia emigrò ed assunse il comando del!' esercito d i gentiluomini francesi costituitosi a Coblcnza. Combattè nel 1793 e riuscì a corrompere il genera le

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repubblicano Picbegru. Militò poi coll'Ingh ilterra., l'Austria e la Russia. Rientrò in Francia nel 1814, riprese le sue cariche e da Luigi XVIII fu nominato « Colonnello Generale della Fanteria Francese».

Cond ino. Comune in prov. di Trento, sulla destra del Chiese. I. Combattimento di Condi110 (16 luglio (1866). C. fu occupato nella pr ùna metà del luglio 1866 da. Ga ribaldi, con i reggin1enti S(t, 6° 7°.., 8\ 9° Jncntrc faceva avanzare da Bagolino il 1° sulla sr. per occupare i monti ad ovest di C . a guard ia del le provenienze deJla. Valcamonica, il 2° a Gargnano per i monti ad est del lago d'Idro, restando il 10° a guardare la riva del Garda cii passo che per M . Nota porta in Val di Ledro, e iL 3°, verso il Pon te di Storo, in riserva. L a sera elci 15 il col. Sprovieri della brigata Nicotera andava ad occu pare le alture dominanti il ponte d i Cimego, dove l'in • doman i lo avrebbe raggiunto il resto della brigata. Da parte austriaca il gen. Kubn, a.I frne di sbar rar.e la strada di T rento ai Garibaldini, il 15 portava il suo Q. G. 1

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Combattimento cl i conclino (1866)

a Tione insieme alla riserva K a.im, d isponendosi ad attaccare l'i ndomani C. s u due colonne; la principale, c:ornandata dal gcn. )ifon luisant, lungo il fondo va lle, la· seconda ( col. Hoffern) lungo il versa.ntc occiden tale d el-la vallata. Il )IJ.ontluisant avanzò a l mattino del 16, parte per Cologna s u Cimego, p arte p ec i monti a<l ovest; seguiva la brigata I<a im. Intanto Grunne, d a Ti;irno in Val di L edro, marciava a ttraverso i monti S\L C. Il primo incontro avvenne olfre il ponte di Ci mego; i garibaldini de l Nicotera, appoggiati da una batteria. f ermarono la colonna lVIontluisa.nt, la qua le ·i mmediatamen te si spiegò su lle aJture cli riva sinistra, ove ~i spi n se un bgl. di Ga ribaldini per a ttaccarla. La colonna austriaca che procedeva per le alture cacciava dai !llQnti: sopra Cimego gli avam post i della brigata Cor te e giungeva su lle alt ure dominan ti la valle fra Cimego e Con-


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dino; dalraltra s[)Om.la del Chiese sopraggiungeva Grnnne. Minacciati di avvolgim1:nto, i Garibaldini furono costretti a. ripiegar<' su C. non senza gravi perdite percbè le alture dominanti la ,·ia di ritirata erano occupate dn I nemico. Garibaldi s tesso, che da una carrozza a,·eva. assistilo allo scont10. vemw tra~cinato dai fuggenti. .\ C. però le sorti del combattimento mutarono; il 9° rcgg. g,1 ribaldillo resistè valorosamente, appoggiato da reparti della brigata Corte che tenevano le alture; )fcnotti Garibaldi, passato il Chiese, attacca,·:, Crunne; fortiglicria, ritiratasi da Cimego, apriva fuoco efficace contro il ntmico che incalza,·a. Indecise ,·olgcvan o così le sorti della lolla, quando il generale austriaco, forse in co!'seguenza di notizie ricevute dalla Valsugana dove gli Italiani avanza\'ano, decise di :ipiegare, interrompendo la lotta:-

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conte Lando, Paolo Orsini, Jlroglio da Chieri, Lucca da Canale, Ugolotto Riancardo ed altri; maggiori di tutti, due cbc ali.i scuola di Alberico, morto durante quei lorbi-

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11. Combat1i111e11to di Co11di110. Il 21 luglio 1866. C. fu attaccato dalle truppe austriache delle Gi.idicarie, agli ordini del gen. I<a im e del col. Hoffc m , in appoggio all'avanzata del gen. ~Contluisant che combatteva a Bezzecca, e co l .fine di dividere le rone garibaldine isolandone sui monti l'ala sinistr a. I Garibaldini, saldamente trincerati in ottime posizioni. ,·alidame!ltC resistettero costringendo il nem ico a ritirarsi.

Condore. Torpediniera di 1• classe, \'arata a Sestri Ponente ne l 1898, lunga m. 47, la rga m . 5,56. CO!l dislocamento di tonn. 136, macchine di HP. 2341, arma-

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Gruppo Cli ('0IHIOllteri del 3e,·010 {J\ITr-!',,·o ctel Sig-non•Jll)

di, nel perugino (1409) eran destinati a grandi imprese; Giacomo Attendo lo, soprannom inato lo Sfor~a, e Braccio da Montone; Guido Torcilo, Angelo de lla Pergola, il Carmagnola, Nicolò Fortebraccio, :'.'licolò da Tolentino, Torpe<llntera-a,•viso « Condore •

mento di 2 c,urnoni da 374, 2 lanciasi luri; sta!o maggiore 2. equipaggio 28.

Condotta. Termi ne arcaico. f.ra cosi c hiamata anticamente la con,·enzione mediante la quale un condottiero od un corpo di soldati mercenari veniva condotto :al so ldo di uno Stato per un tempo inde term in ato. Dice,·asi in altri tempi condotta anche il complesso dei mezzi di trasporto a soma ed a train o che servivano ad una data uni til o ad una for tezza, p iazzaforte, ccc. Allualmente si usa nel senso di comportamento di un militare nei l'iguardi delle norme cbe regolano la disciplina nelle forze annate dello Stato. Banco di condotta. Era detta così nel sec. X\', nelle compagnie di ventura, la sede in cu i tenevasi, in tutti i luoghi di guarnigione «il registro esatto tanto elci soldati, quanto dei loro clipcndenti e cavalli, e spcdivansi le bollette mensuali delle paghe pel tesoriere» (H.icotti).

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Condottiero. Le guerre e i ril'olgùnenti che, nel secolo XIV trassero origine, speciahncntc in Toscam\, in Romagna, nel Veneto e nell'Umbria, dalle cittadine discordie, dalle gelosie dei principi e dalle repubbliche italiane resero possibile la formazione delle compagnie di ,·cntura. e i capi di esse ,•enncro chiamati condott ieri. Fra c.~si ebbero rinomanza J ,odrisio Visconti, Alberico e G iovanni da Barbiano, Facino Cane, hcopo dal \'erme, Ottobono Terzo. Biordo dei :\lichelotti, il

Il concio Il ie,·o con lo sc udiero (<J11allro di o. F. caroto) il Cattamelata, Michele ,\ ttendolo, i Picciniuo, 'Bartolomeo Colleoni, Tibcrlo Brandolini, Ge ntile d:1 Leonessa, Carlo Gonzaga. Federico da 1fontefeltro, 'Xardo e \'in-


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cenzo da Brisighella, Annibale Bentivoglio, i Vitelli, gli Orsini, i Savelli, i Colonna, i ]vialatesta, i Baglioni, R o· berto Sansevcrino, G iangiacomo T rivulzio, Bartolomeo Alviano, Giovanni de' ìVIedici, Piero da Bastdica, Paolo Luzzasco, Amico da. Venafro, Po1n peo d a Ramazzotto, il Rosa da V icchio, Lucantonio Cuppano, O tto Ba.rtolani, il conte di Caiazzo, il conte dc' Rossi di S . Secondo, Gia~1battista Gotti da Messina, Giovann i da Torino, i Corsi, il con te Bernardo da Lantignola, Bartolomeo dal :Monte, Ivo :RiJiotti, Pandolfo Puccini, Iacopo B ichi, Francesco Ferruccio, Pietro Strozzi, Nicolò Alamanni, Otto da l\fonlau to, J?ietropaolo 1'osinghi, il calabrese 1\-foretto, Alessandro da T erni,_ il perugino Capagu zizo.

Co·11,dottfrro fu detto nelle m ilizie fiorentine .:nche il capo d ella cc bandiera ii d i SO uomini. Condottiero dell'a,·tiglfrria. F u detto nel sec. XVI, nell'ordinamento d i Emanuele F iliberto, l'ufficiale che doveva dispone per il traino delle ar tiglierie e per la disciplina nelle marcie .

Conducente. E' così chiamato il m ilitare incaricato di condurre un quadrupede da salma o da tiro o d i guidare un automezzo. In quest'ultimo caso è p iù comune la. voce conduttore. I conducenti dei quadrupedi d a salma sono a nche det ti salmeristi. Esistono C. di quadrupedi nei regg. di tutte le a rmi. In quelli d 'art. e genio essi costituiscono appositi reparti treno .

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r istiche di tutte le unità d ipendenti, è d i un tonnella.gg io e d i una velocità. leggermente superiore, perchè può sostenere meglio il mare, e uscire d i forn1azione J)Cr invigila re che gli ord ini s iano eseguiti come deve. Da ciò è nato u n tipo di cacciatorpediniere di to,mellaggio maggiore degli altri, qualche volta anche più veloce e p iù potentemente armato, che prende il nome di C . di squadriglia o di flottiglia. Q uando i cacciator pediniere sono dalle 1300 a lle l500 tonn. di dislocamento, • i C. ne ham10 circa 2000. Sul C. a i squadriglia è imbarcalo in generale w 1 capitano di fregata; su l C . di flottiglia un capitano d i vascello.

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'C ondylis (Giorgio) . Generale greco, n. a Candia nel 1879 . Par tecipò a lla r ivoluzione del 1896 nella sua isola e passò a combattere in Grecia, ~ntrando poi nell'eser- · ci to regolare, col quale feçe la guerra balcanica e J)Oi la mondiale. Nel 1919 andò a combattere sotto Wrangel in Russia e poi in Asia lvii nOl'e contro i Turchi, raggiungendo il grado d i generale. Nel 1926 f11 a · capo della rivoluzione interna che abbattè il governo d i Pa.ngalos. Conegliano. Comune in prov. d i Treviso, d'orig ine antica, sul torren te l\lionticano. H a importanza milita.re strategica quale nodo strndaJe della strada proveniente

Conduriot.is (Lazearo e Giorgi.o) . Patriotti greci, <Jriundi dell'isola di Hydra. Lazzaro ( 1768- 1852) il 28 aprile 1821, proclamò il (( R egno della Croce » e promosse la rivoluzione somministrando a sue spese 10 navi. Nel 1822, con 60 navi hydriotte, attaccò una divisione barbaxesca nel golfo di Patrasso, ma per mancanza di accordo fra le navi greche il C. ebbe la peggio . Dop9 la guerra Lazzaro fu presidente de) Senato. Giorgi.o combattè p ure per la rivoluzione ed rndipcndenrn. opponendosi agli anglofili, e fu n el 1843 presidente del Consiglio d i Stato; morì nel 1858 . Conduttore. E' così chiamato il milita re inca riçato di guid are un au tomezzo. ,Weno comunemente è usata con lo s tesso s ignificato la voce conducente. Ogni C . ha la responsabilità dell'automezzo che gli è affidato. Egli non può assolutamente cederne la. gu ida ad altre perso ne; anche se munito di regolare certificato di abilitazione a condurre autoveico li. I mili ta.ri C. di automezzi fanno parte del servizio trasporti a trazione meccanica. Cond,,uttore di squadrigl-ia o di flottiglia . I caccia.torpediniere e il naviglio leggero in genere vengono r iuniti in squadr iglie composte di quattro u nità. ciascun a ; due o più squadriglie r iunite organ ic,11nen te sotto un solo comando forma no una flottiglia. Il comandante della squadriglia i.' in generale un u fficiale di grado superiore a i comandanti d elle s ingole u nità; il comandante della flottiglia è a sua volta s]i grado superiore a tutti i comandanti di squadriglia. Ut1 comandan te di squad riglia o di flottiglia è in generale accompagn ato d a un maggior numero di uf:ficial i che non siano quelli delle semplici unità., l)er la r agione che deve pensare alla rotta di tutti i dipendenti, ai segnali, alle comunicazioni con i coman di di squadra, ecc. Questi servizi sono meglio disimpegnati se l'u nità n ella quale trovasi imbarcato il comandante, pur avendo, ù1 generale, le caratte-

Il castc!Jo di Conegli ano

da l F riuli con quella che per il passo di Fadalta scende d al P iave s taccandosi d alla grande rotabile d'Allemagna . Durante la grande guerra C. fu sottoposta a l bom.i)ardamen to durante l'invas ione delle truppe a ustro - tedesche, dal novembre 1917 al novembre 1918, e subL una qua si completa d istruzione . Per lo stoico e patri-ottico contegno tenuto dalla sua popolazione durante il lungo periodo, venne insignita della « Croce a l merito cli g uerra Jl con decreio 28 marzo 1920 .

Conestabile (o Connestabile, o Contestabile, a nt. Comes Stab·uli). Fu presso i R oman i il tribuno o p.refetto delle stalle imperiali, poi quello d i truppe a cavallo. ::(el basso impero fu il coman dante de lla cavalleria. Altl'i derivano la parola da comes stab·ilis, che vale comp agno s tabile, commilitone. Questa ca rica è di origine franca. JI C . fu coi 1'.frrovingi e coi Ca.r-oVingi una spe-


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cic di macslro d i casa ; fu carica militare n el sec. Xl con Enrico l; nel sec. XII divenne la prima autorità mi lita.re del regno, in sostituz ione del « gran s in iscalco», e ne fu ù1sign ito 1-Ja"tteo d i l\fon1morency da Filippo Augusto nel 1218, dopo la guerra contro g li Albigesi. Il grado e la sua carica di C. si conferivano d al re, all'atto d ella incoronazione. Questi, cinta la spada, la rimetteva poi al Gran C., simbolo della s uprema autorità sulle forze dello Stato; esso era « capo dei marescialli d i F rnncia e il primo u ffic ia le dell'esercito» .

181 pcrchè la sua p atri.i. a vesse u n governo p opola re. Durnnte la dominazione napoleonica fu nemico °del Beauharnais. Il giornale « Il Conciliatore 11 lo ebbe fra i suoi finanziatori; nel 182 I fu arrestato. socroposto a processo e condannato a morte; la pena fu conmmtata in quella del carcere perpetuo allo Spielberg. Dopo tredici anni di prigionia fu graziato ed ~-ulò in America, ritorna'lcl◊ in .Eurora n el ld-"l"ì.

Co11jalo11ieri Cesare. Generale, n . a llra, m. a R oma ( IS-IS- t916). Sotlotrnente di fanteria nel 18.63, combattè a. Custoza; promos~o colonnello ( 1897) coma ndò il 59° reggimento conra1ontcr1 Federico fanteria e il 2° granatieri . .Magg, genera le n el 190.3, comandò la brigata Cuneo e nel 1906 la R. Guardia. di Finanza. Collocato in P. A. ( 1907), raggiunse nel 1_912 il grado di 1enente genera le nella. riserva. con~,tnblle francese nopoleontco

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Concs1abtle rrancosr del sec. X \·m

La dignità fu soppressa. nel 1627 da Luigi XIII; ~apoleone la fece r iv ivere come titolo d'onore, crea ndo il fratello Luigi Graii C. dell'Impero. e Vice C. il marcsc. Bcr th icr. Jn Spagn a lo stesso t itolo fu dato a i governatori di pro,·ù1cic. In Inghilterra pure esistel!e il C. come in F rancia; fu soppresso al tempo d i Enrico VIII, quando l'ultimo che ne fu insignito (i l duca. d i Buckingam) fu dichiarato reo di alto tradimento. Anche presso i governi italiani sì ebbe la carica d i C.; l'ebbero i ).°ormanni per i go,·ernatori e comandami di importan ti corp i di truppe a p iedi o a ca.vallo ; Napoli, il cui C. fu una delle sette principali cariche d<'I regno, che ri mase per molto tempo ereditaria in casa Colonn a e fn soppress:i colla R ivoluzione francese. l'rcsso l'Ord ine d i San to Stefano, in T oscana, la. carica di C. fu una. delle princìpa.lì. -:'\elle compagnie dì ventura del scc. XIV si chìama.r<Ìno C. i cap isqua dra. della fante ria; essi ne portava.no l'armatura (zuccotto. spada, coltello, palvese, lancia.) e 'i n pii., p ort avano cora z1.i na. e bracc iali oppure le maniche di maglia. N el le terre della D a lma1.ia Y~neta era così chi.un a to iJ guardiano della piazza. In Firenze, era. l'11ffici:1le preposto a lle ordinanze dei fanti 11elle terre della Repu bblica e comandava a p iù compagn ie o ban diere. I n Cand ia, era il capo del borgo, sotto il dominio di \'cnczìa, e delle sue m ilizie. Nelle armate veneziane, era, a bordo, l'aguzzino. In Geno\•a, era. il capitano delle compagnie pedestri del popolo. In Vite rbo, il ca.p itano della cavalleria ciitadù1a. In Forlì, in Faenza. e in udine, era l'ufficia le preposto alla guard ia delle porte , Sui \ascclli nell'Oceano, nel scc. XVT e fino al XVIII, i l C. fu uno degli u fficia li princ ipali, e aveva il comar1- • do dei cannonieri e la. responsabilità delle artigl ierie.

Confalon ieri (Conte Federico). Patriotta, n alivo d i ::\lìlano (1766-18-16). D'antica. e nobile famiglia, cospirò

Confederati (o S11distt). Si chi~ma.ro110 cosi gli Stati dell'Unione .\mericana in lotta coi Fc<lcrali, o Nordisti, dm·ante la guerra d i Secessione (1861- 1865); essi dichiararono la secessione nel la Conven"ionc Nazionale <l i :\lontgomery. .\IJ'aprirsì delle o- confalonlrri Ct>•are s tilità ebbe.ro milizie ap pena o rganizzale di cui furono genera li Cooper. J. E. Johnston, Lcc. Beauregard e Bragg, le quali combattevano preferibilmente all'arma. bianca. o a • distanze ravvicinate, non disponendo di armi precise. Gli arruolamenti, prima vol9ntari, fui·ono poi obbligatori e fu decretata la leva in massa di tutti i cittadini bianchi, i quali da 18 a 35 anni dovevano comba ttere nell'esercito cli campagna e dai 35 ai 55 costituire milizie lccali per la. difesa dei singoli Sta ti. L'u n iforme delle truppe era grigia o marrone e i soldati furono ironicamente chiamcLt i dagli avversari « gmy backs » , o dorsi grigi, J_a cava lleria dei sudisti era migliore di quella del Nord; essa comprendeva, oltre i rcgg. regolari, i «partigiani» d i .:\fosby, :Vforga11, Forcst, scars i d i n umero, ma audacissimi, e gli « scours » cli Lcc, incaricati di costituire le pattuglie esplorant i. L 'artiglieria era solo pe r un terzo costituita. da armi rigate, quasi tutte importate clall'lnghiltcrra. Conferenza. Riunione dei rappresentanti politici e m ilitari d i diverse nazion i, p er trattare questioni d'alto interesse internazionale p recedenti o conseguenti ad una guerra. :'\'"elle C. pre liminari ad u na. guerra si stabiliscono i patti per le alleanze, i contingenti delle truppe eia fornirsi, i particolari che interessano la condotta della. campagna, ccl i compensi territoriali cd economici spettanti ai di,·ersi stati alleati. Xellc C . consegucmi a lla gucrr-a vengouo s tabil ile le condizioni della p ace, il modo d i pagare i debiti contratti d urante la. campa~na, la. s istemazione territoriale delle nazioni belligeranti, ed i modi per garan tire i patti prefissati.


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conferenza. mnuar e lntel'alleata del Genmlio 1917 a I'ieLroburg-o. Da s inistra a (lestra. seduti, in p1•1ma ma: Scialoja, :1111ner, Paléolog-ue, BQcb anan, IO Zar, Car lotll, D011mcrgue, De Cast,·lna11, lluggièrl-Laderctl i.

Fra le C. importanti ricorderemo quella _della Pace (1899) riunita all'Aia su proposta della Russia per invitare le nazion i al disarmo; es~a non diede r isultati positivi; la C . intera lleata di I'al"igi (marzo 1916 fra i ra_pp resentan ti della quadruplice in tesa per ottenere praticamente unità d 'azione ed identità di vequte nella condotta della guerra sia nel campo militare che in quello eco1101n ico, e reciprocità di a iuto m ilitare ed economico nei d iversi scacchieri del teatro . di guerra; la C. del gennaio 1917 a P ietrogrado per stabilire unità di co,nando e comunanza d i mezzi per le operazioni su tutte le front i. Conferenze militari. Riunioni cli ufficiali a scopo jstruttivo, per svolgere lezioni su argomenti storici o d i carattere tecnico, onde tenere al corrente la. classe degli ufficia i i d'ogni grado col progresso e colle innovazioni -dell'arte militare. Tali C. in· genere sono tenu te da ufficiali superiori appositamente delegati dal comandante del corpo, o dai comandanti delle grand i unità; ma possòno esserne incaricati anohe ufficiali o borghesi part icolarmente competenti in materia. Altro genere di C. è quello delle r iunioni preliminari per mettere al cor rente gli ufficiali sullo svolgimento di campi, manovre, grandi manovre, od a ll 'inizio di una campagna d i massima. Alla fine dei periodi cli manovre, campi, grandi manovre, ha pure luogo una C . finale, per riassumere il risultto delle operazioni svolte dinanzi agli ufficiali che vi presero par te.

Confidenti. Furono soldati scelti ( 10 alabardieri e 10 picchieri) i quali a vevano la guardia d ella. bandiera

d ella compagnia nell'ordinamen to di Emanuele Filiberto nel 1560. I C. erano comandat i dal porta.bandiera o alfiere.

Confienza (a.n t. Confiiiencia). Comune in provincia di Pavia. Combattimento di Confienza (31 maggio 1859). Appartiene alla 2• guerra d 'indipendenza italiana. Il giorno precedente (30 maggio), gli Italiani coi combattimenti di P alestro e V inzaglio, ne cacciavano gli Austdac i, im-

padroneudosi di que i due villaggi eò anche d i C., che fu occupata da lla brigata Aosta e da un bgl. bersagli.eri. II 30 a sera Napoleone I II ordinò all'esercito piemontese di procedere all' indomani all'occupazione di Robbio. A sua volta il generalissimo austriaco G iulay, che non sospettava menoma,,;;-,#,'> mente la mossa francese, ordinò al comandante del VII corpo (sua a la destra) d i r iprendere le posizioni perdute il gior.I no prima con una d ivis. I de I J)roprio corpo ed un 'altra de l IL Q ueste forze, ripa.r tite in tre colonne, u rtarono verso le ore 10 del giorno 3 L contro la 4" e la 2• d ivisione piemontesi, che, per incidenti sop raggiunL ·ossario di Confienza ti, non aveva-no ancora inizia to l'avanzata su Robbio. ~ e. der ivarono i combattimenti Pa[estro (V.) e di Confienza. Con tro C . mosse la colonna austriaca del gen. Weigl (8 cp , 4 pezzi ed 1 pi. d i cavalleria) col compito di im; pa dronirsi di C. e volgersi quind i contro il fianco s inistro della posizione piemontese di Palestro. :Ma esso urtò contro l'in tera 2' d ivisione sarda comandata dal genera le Fanti. Weigl r iuscì all'inizio ad impadronirsi d elle prime case del villaggio. ma i Piemon tesi, minacciandolo d i aggimmento sui fianchi, lo rica ccia rono facilmente. Non avendo però il generale a ustriaco esitato ad attaccare ed avendo poscia resistito tenacemente a i vigorosi contrattacchi piemontesi, impedì che questi, avanza11clo ulteriormen te, andassero a cadere sul fianco d elle a ltre colonne austriache respinte da Palestro ed 111 ritira ta verso Robbio . • I.I

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Confienza,, Incrociatore torpediniere, varato alla Spc-


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.zia nel 1889, lungo m. 70, largo m. 8,05, dislocamento di lonn. 768, macchine d i HP. 2000, a1·mamen to cannoni 1 da 126, 6 da 57, 11 da 37; stato maggiore 7, cquipaggie 104 : radiato nel 1901.

Jnc1·octutore-1orpecllnierc « Counenza •

Co11fic11za. Cacciatorpediniere, varato a Livomo nel .I 920, lungo m. 80,39, largo m. 8,02, dislocamento di tonn. 904, armamento di 4 cannon i da 120, 2 da 76, 2 mitragliatrici, 2 la ncias ilur i.

Confinari. J\Iilizie preposte alla guardia dei confini, organizzate dall'Austria. in Croazia., Transilvania e U ngheria, per difenderli dalle incursioni dei Turchi. Trassero origine da coloni slavi di oltre Danubio, che, sfuggit i all'oppressione turca., avevano occupato la fascia di terreno lungo il confine ottomano. In cambio dell'obbligo mili tare, ebbero terre ed esenzioni di imposte. I C. offrirono alle truppe dell'Austria milizie leggere, irregolari, trasforma.tesi più tardi in cc,rpi di linea; esse e,ano ripartite in generalali, reggimenti, compagn ie; gli ufficiali erano anche amministratori civili. I regg. C., o « grenzer » a\"e\"ano bgl. di campagna, di riserva, di guarnig ione. L'obbligo d i servizio, teoricamente vitalii:io, comprendeva. una. ferma molto breve e frequenti richiami ; i C. ab it,wano in tempo di pace nei loro paesi.

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caso di condanna la. C. del corpo del reato, e delle cose che hanno servito a. commetterlo, quando esse appartengano a.I condannato. I beni confiscati ai privati dallo Stato nemico, po.ssono fare oggetto di convenzioni speciali fra i belligeranti. all'atto del trattato di pace.

Conftans. Comune della Savoia, alla. confluenza dcll'Isère e dcli' Arly. Vi si nota tm antico castello conquistato da Francesco I nel 1536 e vi esistono importanti batterie a. dominio della valle dcll'Isèrc. Posizione militarmente importante perc!Jè domina la Savoia, per la valle -predetta e per le strade d i Sa.llangc e Favèrge che vi si riuniscono, e pcrchè per esse consente di prendere di rovescio la linea. del Ccnisio.

I. Trattato di Confia11s (30 ottobre 1465}. Venne concluso fra Luigi XI e la Lega del bene pu.bblico. Fu uno dei trattati più duri che mai sudditi ribelli abbiano estorto alla. Corona; gli a lleali, che si erano uniti per difendere gli interessi del popolo,. consentirono a dividersene col re le spoglie. P er questo trattato, oltre alla revoca delle confische, al perdono della commessa ribellione, vennero concessi, ai nobili della Lega, signorie, onorj, rendite e comandi; e si stabilì che fos.se nominata una Giunta di 36 persone che dovevano indagare sulle ragioni degli abusi lamentati, da cui era sorta la guerra, per porvi riparo. II. Cmnbatti-mento d·i C01~flam (27-28 luglio 1709). Durame la guerra per la successione di Spagna, il 27 luglio 1709 gli Austro-P iemontesi, movendo alla riconquista della Savoia, comandati dal conte di Tha.un, si scontrar ono presso C. coi Francesi, coma11dati dal Tboui. Questi ultimi, mal disposti, colla cavalleria in una palude e la fanteria nella piana, furono attaccati n ei loro trinceramenti dall'avanguardia austro-piemontese, condotta. dal conti! D ella Rocca. Dopo lungo cannoneggiamento, durato tutta. la giornata, l'azione venne ripresa. l'indomani, 28. I Francesi, dopo accanita resistenza, furono costretti a ripiegare in disordine su Fretterive, colla perdita di 1200 u., mentre i vincitori prendevano di viva. forza la città, difesa d a 800 francesi che furono massacrati. Un altro combattimento favorevole per gli austro-piemontesi, condotti da Vittorio Amedeo II, ebbe luogo presso C. il 12 luglio 1711.

Confisca (lat. Confiscatic). L'Ìlnposscss:usi ed aggiudicare all'erario beni privati di Stato nemico. E' nel diritto internazionale accettato il principio che la proprietà privata dello Stato nemico possa essere passata in possesso dell'altro Stato belligerante. La guerra sospende i rapporti normali d i d iritto in ternazionale, ed autorizza a prendere tulio ciò che fa bisogno per continuare le ostilità, dagli a limenti per le truppe, agli immobili occorrenti per il loro ricovero, o per stabilimenti III. Ccm1battimento di c_o11fta1is ( 1815). Il paese era e Comandi m ilitari. Nello s tesso tempo l'impadronirsi di stato occupato dai Francesi il 15 giugno, dopo p iccoli tutto q~anto gio\"a al nemico per continuare la guerra, scontri. Il 28, due colonne austro-sarde mossero contro scn·e appunto a sottrargli i necessari r ifornimenti, ed a C., la prima (gen. T renck) composta d i due bgl. unfiaccarne la. resistenza. gheresi, uno del regg. Piemonte, mezza btr. e 1()0 caLa C. viene fatta non solta11to nelle terre occupa.te valli; la seconda (gen. Andeseno) composta d i un bgl. e conquistate dalle truppe, ma anche n ell'interno de\ ungherese e uno del regg. :Monferrato: in tutto, circa paese, dovunque esistano beni dello Stato nemico. E 5000 u. I F rancesi (col. Bugea.ud) d isponevano di 2400 mentre dal diritto di guerra moderno è stato proscritto uomini. La posizione fu presa sotto il fuoco dei can• il bottino, o pel" meglio dire lo spoglio per conto indinoni austro-sardi e Bugeaud dovette sgombrarla; riceviduale, viene riconosciuta la C ., ordinata o dal Covuti due bgl. d i rinforzo tentò di rioccuparla con ostimando supremo dell'esercito, o dal Governo stesso. La nati assalti, ma dopo dieci ore giunse la notizia dell'arC. i, comune tanto a lla. guerra terrestre come a quella. mis tizio (in seguito alla battaglia di Waterloo) a tronmarittima e si estende per conseguenza a l naviglio pricare l'azione. vato mercantile del nemico. Però il codice per la marina. mercantile italiano stabilisce che la cattura da partq Confla.11-s. Nome di tre marescia lli francesi: Gi1n1amii di n avi da gu erra, di n aviglio mercan tile nem ico sia Cristiano ( 1658-1725) luogotenente genera.le nel 1710; si normalmente abolita, e solo applicabile a que11e potenze segna lò specialmente in Fiandra; Uberto ( 1690-1778), c he la. usino verso di noi. I codici pena.li m ilit:tri e di· vice ammiraglio e maresciallo di Francia (1758); nel marina, non mettono la. C. fra i mezzi rcpres.sivi, di cui 1759 comandò la flotta che doveva sbarcare in Inghildispongono; ma prescrivono al giudice di ordinare in • terr:t, ma fu sconfitto a Quiberon; Ltiigi (1711-1774),

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noto ancbe sotto il nome ili maresciallo d' Armentières. Fu moschettiere nel 1726; si segnalò in Italia, in Boemia, in Alsazia e in Fiandra; fu luogotenente generale nel 1746, mal'esciallo di Francia n el 1768.

Conflitto (internazionale). Disaccordo, contrasto, urto fra due o più n a.z ioni, che degenera per lo più in una guerra. Per prevenire appunto il C. colle armi, fino dal 1899, si venne a lla ben nota Convenzione dell'Aia . Dopo la grande guerra, si fondò a Ginevra la Lega delle Nazioni collo stesso scopo di evitare C. armati.

Conforto (Carlo). Genera le, n . ad Aosta nel 1844. Sottot. d i fanteria n el l863, prese parte alla camp agna del 1866, prestò servizio presso l'Istituto topografico mii. e divenne colonnello nel 1897, comandando il 63° regg. fanteria. Collocato in P. A. ( 1902) raggiunse nel 1915 il grado di ten. genera.le n ella riserva.. Congedati (Bassa11,en). Ebbe questa denominazione una colonna mobile agli ordini del capitano Montini, che difese il confine del terr itorio d i Bassano dal 3 a prile a tutto giugno del 1848. Congedo. Il permesso di abbandonare il servizio milita.re. Può essere iu varie forme: a tempo, cioè limitato; ;ttim-itato, c ioè senza prescrizione di tempo; defm;tivo o assoluto, qua ndo implica l'esenzione completa dal servizio. I latini lo dicevano misms o 111issio. Presso i romani si avevano tre specie di congedo: 111issio lunresta, ossia congedo onorifico, il quale dava in p remio il diritto di c ittadinanza.,· il diritto dei connubii in c ittà, il nome di amicizia, l'esenzione da ogni tributo; missio cattsaria, il congedo che noi diciamo per rifonna o per ferite avute in combattimento; 111issio ig110111in·iosa, il congedo o espulsione per reati. Il C. illimitato è la posizione in cui vengono a trovarsi i militari che cessano dal servizio alle armi e sono rimandati alle loro case conservando però ancora obb ligh i di servizio presso l'esercito. I I comp lesso di queste classi in congedo illimitato, costituisce quella che dicesi la tona in co11gcdo dell'Esercito. Il C. assoluto è la posizione nella quale vengono a trovarsi i militari che cessano da qualsiasi obbligo cl i servizio. Tale congedo equivale quindi a liberazione definitiva del citla-dino da ogni vincolo di sen-izio miliiare. Tempo addietro la voce C . era usata anche nel significato che ha oggi la parola Licenza. In Francia, Congé si usa per indica.re una licenza di durata superiore ai 30 giorni; oltre che nel senso di congedo come è inteso presso di noi. Foglio di Conge,lo. Documento che viene dato ai militari i quali termina.no il servi1.io attivo; serve ad attestare la cessazione legale del servizio stesso. Esso è rilascialo dal comandante del corpo presso il quale il militare ha prestato e ultimato il suo servizio.

Congedo provvisorio. E' una delle posizioni in cui può essere collocato l'ufficiale che cessa dal servizio pei·manen tc effettivo. Gli ufficiali in congedo prov,,isorio co· stituiscono lilla delle categodc degli uffic ia li in con gedo. Sono colloca.ti hl congedo provvisorio: gli ulJìciali dichiarati non idonei agli uffici del grado rivestito aventi meno di 20 anni di servizio, ma più di 15; gli ufficiali esclusi definitivamente dall'avanzamento a l grado superiore, ch e, avendo oltrepassa to i 15 anni di sernz10, non raggiungono i 20. II C. P . è p-Osizione transitoria. Gli ufficiali che "i si Lrovano, al compimento d el

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20° anno d i serv1z10 passano, a seconda dei cas i, o in P. A. o a riposo. La categoria degli ufficiali in congedo provvisorio è numerica.mente assai limitata.

Uffidali in co11gcdo. Costituiscono la g rande riserva dell'Eserc ito per l'inquadramento delle unità in caso d i mobilitazione e per il completamento dei Comandi ed enti territoriali che devono continuare a funzionare ininterroW,men te e con maggiore intensità . La grande importanza. a ssunta dagli ufficiali in congedo deriva dal fatto che gli eserciti permanenti sono oggi un piccolo nucleo di quello che diverranno in guerra, d'onde la necessit:'L di preparare e di tenere successiva.meatc preparato un ingente numero di ufficia.li in congedo, pronti ad essere immessi nelle unità di mobilitazione. La questione della preparazione di tali ufficiali è di capitale importanza e n ello stesso tempo problema di n on lieve difficoltà, date la complessità della tecnica m ili tare od ierna che richiede Jw1go studio e continua applicazione e la n ecessità di contemperare le esigenze militari con qu elle private di tali uffici al i, che hanno tutti nella vita civile una loro propria. occupazione c he ne assorbe la maggior parte di atth;tà, Gli ufficiali in congedo sono attualmente distinti presso di noi in: ufficia.li in posizione speciale (aspettativa per riduzione di quac.lri, che sino a qualche tempo fa d iceva.si: posizione aus iliaria speciale; servizio ausiliario; congedo provvisorio; riserva); ufficiali di complemento; ufficiali non più iscritti nei moli. L'ufficiale in congedo non è istituzione nuova Sotto altri nomi ed in quantità mollo più limitata, esistevano ufficiali in congedo anche nei secoli scorsi, quando, al cessare delle guerre, gli uf1iciali che più non occorrevano, venivano cc riformati)), T ali uf1kia li p er molto tempo non furono più ricercat i, ma quando si sent1 la necessità di essi per la mobilitazione, si provvidero cli J>iccole pensioni o mezze paghe e furono ascritti ai reggiment i rli mili1,ia, di cui era prevista l:i cos tituzione. Gli ufficiali dei reggimenti provinciali piemon tesi altro non erano in fin dei conti che ufficiali in congedo.

Congelaz ioni. Lesioni p rodotte dall'azione del freddo, caratterizzate o da semplice eritema con pelle tesa, lucente, tumefalla (1 ° grado), od anche da formazione di flittene, la cui apertura dà luogo ad ulcerazioni grigiasu-e, insensibili, torpide (2" grado), o in fine da mor tificazione dei tessu ti (gangrena). Lo studio delle C. negli eserciti è antico: gia Senofonte nell' Anabasi ha descritto le lesioni determinate dal freddo sui suoi solda ti. Il La.rrey, nel parlare delle d isastrose campagne d i Russi,t e di Spagna, narra còme il freddo uccise p iù soldati che non le armi. Cosi pure accadde in succcss ive guerre, fino a quella mondiale, in cui si ebbero numerosissimi casi d i congelamento interessante i p iedi, donde il nome d i « p iede da trir1cea », il cu i studio rappresenta un contributo notevole alla patologia di guerra. li meccanismo patogenetico è complesso, poichè, oh,e il fattore della bassa temperatura, esistono altri elementi etiogenctici che favoriscono l'azione lesiva di essa, quali sono: la strettezza degli indumenti (calze, m utande, mollettiere, lacci, ecc.), l'immobilità in trincee umide, ccc., donde conseguenti disturbi c ircolatori, tali da produrre effetti gravissimi, anche con temperature rela tivamente 11011 molto basse. Tali nozio11i hanno la massima itHportanza 1>er la profilassi dei congelamenti. Xel conflitto mondiale il « piede da trincea>> costituÌ


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spesso una lesione della massima gravità, sia per le complicanze infettive (tetano) con esito letale, sia ancora per le conseguenti mutila;,ioni.

Congiuntivite. V. Vista. Congo. L'immenso bacino del Congo costituisce per due terzi l'omonima colon ia belga, mentre il rimanente è diviso fra i possedimen ti francesi e · quelli inglesi. Il Congo Belga (2.850.000 kmq. e 8.500.000 abitanti) su lla costa comprendente poco p iù che la riva settentrionale dcll'esluario del fiume, si sviluppa poi ampiamente verso l'in terno confina.ndo a N. e a O . coll'Africa equatoriale francese, a >i. e ad E . col le colonie inglesi del Sudan dell'Uganda del T anganica e della Rodedesia, a S. colla Rodesia e colla coloniiL p ortoghese di Angola. I p rim i contatti fra il Belgio e il C. s i ebbero nel 1597, qu ando alcuni fiam1u inghi, sfuggendo alle persecuzioni religiose di F ilippo TI e del Duca d'A lba , cercarono r iiugio presso la foStemma rl cl ce del C . dove ora sorge San Paolo di congo Loanda. Il tentativo abortì e i super;titi si ritirarono alle Azzorre. Urnt miss ione belga fu avvia'ta. verso le r egioni del C . . nel 1652; ma. so lo nella seconda metà del sec. XTX se ne in iz iò regolar mente J'esplora7.ionc, spec ialmente ad opera de l L ivingstone e BanclieTa <le! dello Stauky. Fu quest'ultimo che r iCongo chiamò l'atten7.ione del re Leopoldo II del Belgio sulle vaste regioni del C.; quesri nel 1876 convocò a Bruxelles una conferenza geogra.fica inter- nazionale, che si concluse col la costituzione deil'Associ.amone Internazionale Africana con se;,ioni in ogn i singola ngzionc aderent.e. Il Com itato nazionale belga, di cui il re si occupava direttamente, fra il 1876 e il 1884 mandò in Africa ben sci m ission i di studio. Nel 1884 S1 convocò a Berlino una conferenza internazionale per sistemare gli affari dell'Africa Centrale la quale, nel 1885, r iconobbe l' Associaz·ione lnternazionale del Congo come « Stato sovrano e indipendente >> . L'occupazione effettiva del paese ricliiese lunghi arini di sforzi e d i lo tte\i;oi piccoli potentati ambi dell 'interno, fra i quali Rechid, che fu definitivamente sconfitto dopo cinque armi di .resistenza. Nel 1896 una colonna belga, comandata da Dahnis, ~spinse verso il Nilo B ianco per cooper.ire con Lord Kitchener neIJa guerra con-

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tro i Dervisci e nel 1897 li respinse vittoriosamente verso :X. Nel l 908 fu domata. la r ibellione delle truppe dei Betelas, della polizia indigena. Leopoldo II, prima d i morire, vo lle assicurare definitivamente a l p roprio paese il ·ricchissimo possesso, e nel 1908 ne fece la cessione che ve1me accolta dal Belgio. L'adesione della Francia e dell'Ingh ilterra a l nuovo s tato di cose si ottenne mediante la cessione di circa 1.000.000 d i kmq.' del territorio della colonia·. A questa presiede un Governatore generale residente nella capitale amminist ra-

« I.e Vengeu r » vaporel.lo l>elg·« armato sul lag,o Tanganllrn

tiva. Boma, posta dove il C. sfocia nel suo vasto estuario, in attesa d i trasfe rirsi a Lcopoldvillc, p iù nell'interno. Il territorio è diviso i n 5 provincie (Equatore, Congo Kasai, Orientale, Katanga e Ruanda Urund i. questa. ultùna facente prima parte dell'ex colonia tedesca dell'Africa Orientale). Le provincie sono suddivise in <listretti. GIi abitanti ove esiste una popolazione bianca di un certo r ilievo sono costituiti ù1 c ircoscrizioni urbane, rette da specia.li regohtnienti.

Le forze ,nilita.ri dello Stato Libero erano i nquadrate da u fficiali eu ropei, parte Belgi, pa rte stran ieri. Erano da questi uliimi esclusi Inglesi, Francesi e Tedeschi, Jlerchè colonie di queste nazioni confinavano col C . Nei quadr i vi erano molti Scandinavi ; per un certo tempo fu prepondernnte l'elcmcmo italiano, poichè il nostro governo vedeva favorevolmen te che ufficia li italiani acquistassero così esperienza di cose coloniali; furono r itirati quando a<l essi vennero affidate anche mansioni non militari. Attualmente le truppe del Congo, coman-

A l'Ugl ìeria da montag-na nel Congo ReJg-u

Bioclillaus bclg:a a K1 gorna

date da un colonnello. che d ipende dal governatore, compre1idono le for7.c _campali ( o mobili) e quelle territoriali. Le prime, per la difesa de)la colonia, sono anche addette a speciali, lavori di pubblica utilità:- comprendono 6 bgJ. d i fanteria, S btr., S cp. del genio, 2 cp. ciclisti; le seconde dipendono dalle autorità terri-


toriali e garentiscono l'ordine e la pubblica tranquillità; sono raccolte in una cp. per distretto, di forza varia·bile. L e forze totali ammontano a 16.426 u. e 198 ufficia.li, tulle con reclutamento volon tario.

Il Congo Belga 1iclla Guerra 11u,11dialc. Le ostilità furono iniziate dalle truppe tedesche; truppe belghe parteciparono alle operazioni dei Francesi. nel C.imenm e a quelle Inglesi in Rodesia; furono richiamMe ~ulla fine dell'ottobre 1915 quando ebbero principio le operazioni contro l'Africa Orientale tedesca. Allora ai

186 buon esito e i Tedesch i furono cogtretti a ritirarsi. Verso la metà dell'estate, conquistato definith·amente il dominio del lago Tanganika colla distruzione degli u ltimi vap'>r i tedeschi che vi operavano, s i rese più facile il problema logistico. Ai p rimi di settembre i Belgi si stende,·ano lungo un ampio arco di cerchio, di circa 200 km. di raggio: la brigata Sud a cavallo della ferrovia K igoma-T:i.bora toll,l desh·a a I<arema, su l Tanganika; la brigata Nord sulla strada N ua.nza-Tabora. colla sinistra in collegamento cogli Inglesi. Dopo aspri combattimenti le operazioni ebbero termine colla conquista. di T abora, che s i a rrese il 19 settembre. L a lotta fu ripresa il 10 marzo 1917; la Il'>tizia di una colonna tedesca in marcia su BisrnarcJ..sburg. comandata dal cap. \\'intgcns, segnò l'inizio di un nuovo periodo di attività. Si provvide subilo a rafforzare la guarnig ione di Tabora minacciata dalla avanzata. germanica, ma le truppe del Wintgens fra il 23 maggio e il LO giugno furono battute e catturate o dis)Jerse da Belgi e da Inglesi. In tanto i Tedeschi si erano divis i in due gruppi ;

cannone eia t0 c. della difesa dl Albcrl\·illc -confini con questa si riunù-ono q uasi tutte le forze de lla colonia, occupandone i punti strategici dal ::ì. del lago Tanganika al X. del lago Kivu, in collegamento presso Lutobo cogli Inglesi, e nei primi mesi del 1916 erano p ronte a iniziar e l'offensiva. Intanto la flottiglia del T anga nika aveva distrutto il << K ingani » e il << Von \Vissman '>, piroscafi am1ati tcdescbi e, rinforza.la da una squadriglia di idrovolanti, si apprestava a conqui-starc il dom inio del lago, mentre lo stesso avveniva sul lago K ivu dove operava la cannon iera « P aoul Renkin ». Il corpo di operazione, agli ordini del gen. Tom-

umctal1 11all;ini in scrv1z10 del Congo ( t90a )

P0lll(; sul ~lnlg-arusl dlSll'llll0 clnl Tedeschi beur, forte di circa 15.000 u., era costituito da una divis. su due brig. (Kord, col. Molitor; Sud, ten. col. -Olsen) dal gruppo del Tanganika (ten. col. Moulacrt) da una r iserva e dai servizi. Di fronte stava.no i Tedeschi, fortement_e trincerati, con circa tremila fucili divisi in tre gruppi (cap. Wintgens, cap, von Langen, ·cap. Godovius); mentre il rimanente, sotto il gen. von Lettov, oper ava contro gli Inglesi d el gcn. Smu ts. I l 25 aprile 1916 ebbe principio l'avanzata, che si propose .di girare le linee avversarie, mer1tre un'azione fronta!e ,doveva trattenerne e distrariìe i difensori. Il piano ebbe I

l'uno·cornandato dal gen. von Lettow (32 cp.) verso Kil- • wa, l'altro, comandato da l Tafel ( 17 cp.), nella J·egione di l,,lahenge. Contro quest'ultimo volsero le forze belghe, mentre contro il primo operavano gli Inglesi. Iniziatasi l'offensiva da Kilossa sulla Ruaha, di cui i Tedeschi tenevano la riva settentrionale, il 18 agosto furono attaccati e presi Kidotì e Tope; il ~1, passato il fiume, si ini1-iava l'inseguimento. Superata l?. vigorosa resistenza di numerose, successive linee difensive, le truppe scalavano le impervie pendic i dell'altipiano di Mahenge e l'occupavano il 9 ottobre, incalzando il nemico in piena ritirata. Intanto altre forze ,jpj Belgio erano sbarcate a Kilwa, minacciando le comunicaz:oni de l Talef, in i·itirata da Mahenge, e del gruppo Lettow, che, sotto la pressione delle colonne inglesi, era stato chiuso fra il Lukulcdi e la frontiera del ),fozamJ:,ico. I l T afel riusci a traversare !a linea belga, ma, :n•Pguito da vicino, finì coll'essere circondato e preso. Compiuta vittoriosamente l'opera loro, le truppe del Congo furono ritirate dalla zona di operazione, dove gli Inglesi continuarono per conto proprio la campagna cm:tro gli avanzi delle truppe tedesche. In conseguenza del con-


-co rso dato alla vittoria sui Tedesch i, il Belgio ottenne il mandato su una parte dei territori conquistati dalle sue truppe: il Ruanda e l'Unmdi; il rimanente andò ad accrescere i già vastissimi territorii coloniali britannico e francese.

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subio uno dei pilastri clclla nostra di fesa nella zona tra Adige e l'osina e resistette tenacemente sino alla fine della guerra ad ogni tentativo di riconquista an-ersaria.

Con.go (Ordine reale del Leone del). Ist ituito nel Belgio da Leopoldo II. Ha nastro rosso bordato di riga gialla fra due liste bleu. L 'ordine comprende Sl!i classi.

Congregazione delle Galere. Organismo dell'Ordine di !lialta. Fondato nel 1596, era composto dell'ammiraglio, Capitano Generale, quattro cavalieri di Gran Croce. J\mmù1istra.va la squadra delle galere ed aveva alle sue dipendenze uno Scrivano genernOrdine del Leone del congo le. Prescnta,·a i suoi conti al Tesoro comu,1e cd al Consiglio.

1mpia11w telc-rcrlc() a Coni Zug-na souo la torm~n1a

Congresso consu ltivo permanente della guerra, Organismo costituito in Piemonte il 29 luglio 18-18 presso il )linistero della Guerra e l\Iarù1a, per .a.donare i provvedùnenti suggeriti dal cattivo andamento della campagna. Doveva esaminare per conto del Ministro leggi, decreti e regolamenti m ilitari ; i suoi membri potevano essere incaricati di ispezioni, rn~.segnc, ecc. Lo presiedette un ten. generale; fu costituito di 6 membri, magg. generali e colonnelli in servizio. Xel 1849 i suoi membri furono in numero indeterminato e vi furono ammessi anche <lei fi1aggiori.

Conone. Stratega ateniese. Nel 406 (a. C.) si lnsciò bloccare a )litilene dalla flotta spartana di Calliera.tida, ma riuscì a liberarsene; nel 405 fu sconfitto a EgosPotamos da Lisandro. Ottenuta una flotta da Artaserse, con quesla vinse gli Spartani a Cnido (394) e li cacciò da tlltte le ci ttà marittime. Rienu·ò quindi ù1 Atene, che lo accolse come un liberatore. Inviato poi a Sardi, il satrapo Tiribazo, a cui Conone fu accusato di essersi appropriato parte delle somme dategli per la flotta persiana, lo imprigiònò. Mori nel 393, forse ucciso per or dine di Anascrse.

Congrève (sir Guglie/1110). Generale, ingegnere e scrittore mii. inglese ( I ì72-1828). Ufficiale di ar!iglieria si dedicò agli studi per la. fabbricazione perfezionata delle polveri <la sparo, e per l'amalgamazione dei meta lli. Fu direttore della fonderia di Woolwich. D eve la sua -celebrità. all'invenzione del razzo che porta il suo nome. Scrisse un « Trattato elementare sul montagi;io delle .artiglierie di marina» (1812).

Conquet (Le) (Ant. Salioca,ws portos). Porto della Francia presso Brest; è ;n una insenatura cosparsa · di isolotti, che ne rendono d ifficile la navigazione.

l<azeo alla Congrève. Specie di carcassa p iena di varie specie di materiale inceucliario, con tre granate a m ano racchiuse in essa, le quali scoppia,,ano dopo un -determinato tempo. La mistura del razzo alla Congrève -è quasi impossibile a spegnersi. Prima venne impiegato 1ier abbruciare le vele e gli 01111eggi delle navi ; quindi venne posto in uso negli assed i per incendiare le case -e le opere in legname. D agli Inglesi venne anche usato in batta.glia, con tiro orizrontale, ponendolo sopra un -cavalletto e lanciandolo contro le ordinanze nemiche, ·ove faceva grave danno per le g ranate che in esso erano ·contenute. La forma del razzo alla Congrève era ovale; esso era posto sopra un'asta di feno, che se:·viva da manico per dirigerne il lancio. Per questa sua forma sembrava una racchetta, cosicchè i sold::i.ti che li la11davano erano chiamati « racchettieri JJ.

Ooniglieri. Vogatori dei remi di prora nelle galee. Così erano chiamati perchè seduti nell'ultimo banco della prora, chiamata « Coniglia>> tanto nella mar ina vencziruia come nelle altre delle repubbliche e Stati m arinari italiani. Coni Zugna. Sperone montano tra h Vallarsa e la Val Lagarina (m. 1865). Dopo la nostra ritirata dalla conca di Rovereto (maggio J9 16) esso divenne col P a-

I. Combatti-mento navale di L e Conquet (1513). Fa parte della guerra fra gli alleali ùi papa Giulio II, e la ·Francia. Enrico VIII d'Inghilterra aveva lanciato l'ammir. Howard ad infestare le coste della Bretagna. e Normandia con una. flotta di 42 navi. Contro di lu i il re cli Francia aveva opposto l'am.mir. Prégent dc J1 idoux, il quale con 9 galere trovavasi nel porto, quando l'H oward (25 aprile) andò ad assalirlo, ed abbordò con la 3Ua nave l'ammiraglia francese. :Ma salito con pochi uomini a bordo di questa, tagliati i grappini d'arrembaggio dai Francesi, l'Howard, ferito, fu costretto a gettarsi in mare dove annegò. Le altre navi inglesi venute in soccorw, non potendo manovrare per la strelte1.za dei passi, furono respinte e costrette alla ritirata. II. Co111bat:tim ento d·i Le Conq,i.et ( 1559). Appartiene alle guerre fra Carlo V ed Enrico II. Il 29 gennaio, 120 navi anglo-fiammingbe sbarca rono presso il porto iOOO u., che saccheggiarono il paese. Il francese De Kermison, r iuniti Ùl una giornata 6000 u. fra gentiluomini e contadini a piedi ccl a cavallò, assalì gli invasori, ne uccise circa 500, e costrinse gli altri a r imon tare sulle navi. Queste furono raggiunte Ùl mare da un rinforzo di 30 legni a vela, ma i Francesi costeggiarono la flotta nemica, impedendo ogni sbarco, e la flotta anglo-fiamminga rinunciò all'impresa.

Conquisitores. Agenti speciali, per lo più « legati » appartenenti alla classe dei senatori romani, cbe percorrendo villaggi e città. di provincia arruola vano soldati per lo Stato, o per il generale comandante un


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esercito. T alvolta questo arruolamento veniva fatto in modo a lquanto arbitrario, sia pcrchè non venivano rispettate le cause d i riforma, sia perchè i C. avevano di volta in volta dal senato p rescrizioni e modalità diverse a seconda delle esigenze e disponih ilità. del momento.

Conrad (von Hiitzenilorf barone Francesco). Feldmaresciallo austriaco (1852-1925). Partecipò alla spedizione in Ilosnia nel 1878, passò nello S. :M., insegnò strategia e tattica alla scuola di guerra. Ne! 1899 era magg. generale, e comandò la guarnigione di Trieste fino a l 1903, quando fu promosso maresciallo; nel 1906 veniva nominato Capo di S . M. Allora riorganizzò la Scuola di Guerra e l'esercito, facendo sent ire la sua dottrina, la sua energi11, la sua attività nella preparazione della guerra, che egli predispose part icolarmente verso e contro l'Ita lia, considerandola come nemica indomabile. Nel 1911 le sue insistenze perchè si attaccasse l'Italia furono tali, che venne allontanato dalla carica, rest itu itagli un anno dopo. Scoppiata 1a guerra. mondiale, tenne la carica di Capo di S . M. fino al 1917, qua11do ·sali sul trono d'Austria Carlo; allora. ebbe il coma.rido delle armate del Trentino, che tenne fu10 al giugno 1918, quando fo messo a r iposo. Lasciò molte pubblicazioni, fra le quali << Prefazione allo studio dei regolamenti tattici >J; << Compiti cli tattica ,, ; « Verso lo studio della tattica. ii; « Quadri di combattimento della fanteria)); << L a fanteria nella guerra boera n. Dopo la guerra pubblicò le sue memorie: << Quando era in servizio».

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- Consalvo (Lu:igi). Genera le, n. a Caserta, m . a Brc~cia (1826-1882). Alunno a lfiere d'art. nell'esercito borbonico delle Due Sicilie (1846) prese p ute alla campagna d i Roma ciel 1849 e a quella del 1860. Nel 1861 passò nell'esercito italiano, entrando nel Corpo di Stato l'viaggiore; p romosso ten. colonnello partecipò alla campagna ciel 1866, guadagnandovi la croce di ufficiale del1'0. }1. S. a Borgoforte. Nel grado d i colonnello (1868) fu capo Ufficio Operazioni p resso il Comando Generale elci Corpo cl i S . :M. e nel 1871 comandante del Colle, gio M il. di Napoli. Promosso magg. generale (1877) resse il comando della Scuola di Guerra, fu membro supplente del Consiglio dcll'O. M. S . e comandò la brigata Pistoia. (1881). Nella XIV legislatura fu eletto deputato a. Napoli. Consandolo. Frazione ciel comune di Argenta (ferrua). Ha dato il nome a un combattimento (6 febbraio 13.33) in cui il legato pontificio Bcrtrando del Poggetto sconfisse le milizie del marchese ::-;-iccolò d'Este, r inforzate da truppe mandategli da Giovanni re di Boemia, facendo prigioniero il primo. Consegna. Ordine, prescrizione, d isposizione cli carattere particolarmente tass,itivo e la cui esecuzione è più r igorosa.mente imperativa. cli quella di ua ordine normale. D icesi in special mocio delle prescrizioni che devono çsserc osservate dalle guardie e dalle sentinelle. Ogni guardia ha. una C. in cui sono dettaglia tamente specificati i doveri della guardia. stessa e delle sentinelle che la compongono. La C. è stabilita dal comandante del presidio, previo accordo con le autorità ci-

vili per le guardie fornite in seguito ad esigenze d'ord ine pubblico. E' stampata. o sc1·itta in caratteri ben: chiari. Il regolamento pe l << servizio territoriale >l prescrive che essa indichi : lo scopo della guardia; il numero delle sentinelle e il posto di ciascuna; l'inca.rico affidato ad ogni sentinella; se la guard ia. debba o no• a vere le armi cariche; a quale caserma. debbono essere chiesti r inforzi e a. quale ufficio d i pubblica s_icurezza. o stazione dei carabinieri reali debbono essere comlmicati eventuali reat i o arresti; dove s ia l'apparecchio telefonico ciel quale deve servirsi il comandante della. guar dia per le comunicazioni urgen ti ; le disposizionf spec iali per determinate circostanze. Copia. della. C. deve essere affissa. ne l corpo di guardia al quale si riferisce, altro deve conservars i nègli uffici ciel comando del presidio, cd una terza deve essere mandata dai comandanti di presid io al rispettivo comando di divisione. Quando si debbono apportare aggiµnte o varianti alla C. occorre far riscrivere per intero la. copia affissa nel corpo cli guardia, sicchè risulti tutta in un sol quad ro. La C. delle guardie e delle sentinelle deve essere rigorosa.mente r ispettata. anche da.i superiori in grado a ch i l'ha data. Solo quest'ultimo o i suoi superiori diretti possono modificarla o attenuarla a. seconda i casi. Dicesi anche C. il complesso delle operazioni mediante le quali un militare di qualsiasi grado cede ad un altro che gli subentra il comando del reparto s ino ad allora tenu to o la carica. sù10 allora ricoperta., passan dogli tutto il materiale di dotazione e rendendogli note tutte le ])ar ticolari prescrizioni relative alla carica od all'uificio. L' individuo cedente << dà ll la chi su bentra « prende ii la. consegna.

e;.;

Consegna chiama.vasi pure - in tempi passati - colui che stava alle porte d'ima. città. fortificata per a.p1·irIc e chiuderle, e gli si dava questo nome per essere egli incuicato dal comandante della. piazza di invigilare ~u chiunque entrava od usciva. Consegna in cas~rma.. E ' dopo il rimprovero semplice, la p unizione più lieve che può essere inflitta a i militari e gradua ti di truppa. ed a i sottufficiali (sérgenti e sergenti maggiori). Danno luogo alla. consegna negligenze o mancanze leggere e non recidive. Può essere inflitta da qualunque superiore e ha una durata da. uno a trenta giorni. Per i sottufficiali la durata della punizione è determinata dal 1comandante del battaglione cu i appartiene i l punito, se è inflitta dal comandante stesso• o da. uffic iale o sottufficiale del battaglione. Se è invece inflitta. da ufficiale o sottufficiale cli altro battaglione,. la durata è fissata dal comandante del corpo. Per i militari e gradtttLti cli truppa la durata è stabilita: dal comandante d i compagnia. se chi punisce e chi è punito appartengono alla medesima compagnia; da l comandante del battaglione, se apputcngono a d iverse compagnie dello stesso battaglione ; dal comandante del corpo, se appartengono a due diversi battaglioni. La consegna può essere punizione sussidiaria della. prigione. Soltanto al comandante di presidio che àbbia grado di ufficiale superiore o genera.le, al coma..nclante cli divisione, d i corpo d'armata e a l ministro della guerra. è riservata la facoltà di consegnare interi corpi o riparti di truppa da. essi d ipendenti per mancanze commesse. I ntèri reparl i di truppa. possono essere cons.egnati in caserma non per punizione, ma. perchè possano essere pronti per (scioperi, d isastri, calami tà, ecc.).


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Co11seg1iati. Militari (soldati, graduati di truppa, ser genti e sergenti maggiori) puniti di consegna. 1 milit::tri C. in caserma non possono u scirne che per moiivi di servizio e non sono esclusi da servizio àlcuno. I nomi dei sottufficiali C. devono essere dati in nota

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all'ufficiale di picchetto. Quelli dei caporali o soldati -devono essere segnalati all'ufiicio di maggiorità di corpo, per essere i11scritti s ulle note de i puniti. L'ufficiale di picchetto fa fare la chiamata dei C. di quando in <Juando, per accertarsi della loro presen:m; ed adopera i soldati, nelle ore in cui non attendono ad altro servizio, a pulire cortiLi, corridoi, ed altri luoghi della caserma non occupati dalla truppa.

Chiamata dei consegnati. E' fatta dal sergente d' ispezione durante le ore di libera uscita, per accertare che ntssuno dei p unit i è u sci to. Alla prescritta suoncrìa tutLi i caporali e soldati devono presentarsi immediatamente nel sito di riunione fissato, dove viene fatta la ~hia mata in presenza dei s ingoli capora li di giornata, i quali sono incaricati di presentare i rispettivi soldati puniti. Per i sottufJiciali consegnati la chiamata Yiene fatta dal maresciallo di picchetto, al quale essi si presentano direttamente.

Consegnat ori. Cittadini incaricati dal Comune (sec. XII-XIV) di registrare uomini, cavalli, armature -ed arnesi dati dai fornitori delle milizie, rifiutando tutto <iò che non 1·ispondeva ai patti. Era pure cura dei C. di non accettare fra gli stipendiati alcun suddito o c ittadino specie se fosse fuoruscito.

C onseil-Dumesnil (Gustavo). Genera le francese (1813-1877). Fu insegnante d'arte m ilitare alb. scuola -di Saint-Cyr. Prese parte alla spedizione in Crimea cd alla campagna d'Italia ( 1859). Ebbe il comando del VII ~orpo nel 1870, combattè a Troeschwiller e fu fatto pri_gion iero a Seda11. Conselve (ant. Capu.t S-ilvae) . Comune in provincia -<li Padova. La sua fondazione risale al 927. Ebbe fino da quell'epoca un castello. Nel 1242 Ezzelino IV da Romano se ne impossesò facendone <lecapitarc il s i·gnore Raineri da l3onello, che gli aveva opposto resistenza. unendosi ai fuorusciti guelfi ed ai marchesi ,d'Este. Conservatore. Ufficio o carica che ebbe mansioni .civili e militari; i C. nelle milizie deJl'epoca Greco-Macedone erano commis.~ari governativi, coll'incarico di tenere riforniti i magazzini del grano per l'esercito in _guerra. Nella repubblica fiorentina C. o Scacciatore di Sbanditi, fu un magistrato istituito nel 1335, con fanti e cavalli al suo comando, che aveva l'incarico di pro<:cdcre contro gli esiliati e di assicurare il potere qlla JJa ,·te dominante. Era indipenden te dal Podestà, da l

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Capitano del Popolo e dai Consigli. Fu istituito anche in altre città, con autorità e privilegi massimi.

Consen,atore della pace si chian1ò in Geno\'a il magistrato composto di tre ufficiali (conscn-a1ori) istituito nel 1576 per comporre le discordie civili.

Consigl ieri (Commissari alla leva od am1ola111c1tlo). 1:urono dal 1704 riuniti ai connuissari di guerra per la scelta ed i11corpora1,ione delle reclute nell'esercito. Dap· prima non erano considerati quali militari, ma dal 1767, ,·ennero a fa, parte integrale del personale militare. Consiglio dell' Esercito. E' orga110 consulente della commissione suprema di difesa nelle più importanti quest ioni relative alh, organizza:done, a l funzionamento, alla mobilita1.ione dell'esercito e alla difesa nazionale. Si compone: del ministro J)er la _guerre. presidente; del capo cli S. :w. dell'esercito; dei gene rali d'armata; dei generali comandanti designati d'armata; di tre generali comandanti di corpo d'annata o divisione, nominati ::ti principio di ogni anno con decreto m inisteriale, con possibilità. d i riconferma. E' addetto al Consiglio dell'esercito un ufficio di segreteria. Per la trattazione di determinate questioni possono di volta in volta essere chiamati a p::trtcciparc ai lavori del Consiglio, con voto consultivo. ufficiali del Regio Esercito, della Regia l\Jarina e della Regia Aeronautica. E ' riunito dal ministro per la guerra di propria iniziativa o su proposta del capo di S. )I. dell'esercito. Cessa di funzionare all'atto deJJa mobilitazione e per tutta la durata della guerra.

Funzioni analoghe hanno in Inghilterra il Consiglio deJI' Esercito ed in Francia il Consiglio superiore della guerra.

Co1tsiglio di g11crra. Può essere di òuc tipi diversi. Il primo ha carattere d isciplinare o penale, ed è costituito da un consesso di ufficiali convocati per giudicare sull'operato di un comandante durante o dopo operazioni di guerra da lui dirette. I l secondo è un organo consultivo del comandan te supremo, o di un comandante di piazza, o grru1de reparto autonomo. Esso è costituito dai principali comandanti in sottordine, e capi servizio, i quali sono riunit i quando lo creda J)iù opportuno chi ha bisogno di chiedere un consiglio. li C. però non diminu isce affatto la responsabilità del comandante, a l quale spella interamente la condotta delle operazioni. L'uso del C. è antico quanto la guerra, giacchè più volte ricorre il caso di comru1danti che, a li:\. vigi lia d i una grande opera1.ione bellica, hanno sentito i! bisogno cli consultare i loro migliori condottieri. Xel 1351 il re di Francia istituì un C. di guerra permanente che seguiva il suo eserci to. n on solo quale consesso consultivo, ma quale preparatore dell'intero piano d'una campagna. In Francia del resto, co•1 recente decreto del 12 maggio 1927, si è costituito un C. superiore permanente, presieduto dal ministro della guerra e composto di tutti i marescialli di Francia, più dod;ci generali cii divisione, ed i l corpo cl i S. M., nonchè il gen. ispettore delle trnppe coloniali, ed altri generali. Un ufficiale ~uperiore ne è segretario. Consigtù, cli Disciplina. L'Ufficiale responsabile di at ti incompatibili con il grado e con le leggi dell'onore e del dovere può essere sottoposto con decisione dcli' Alto Comando marittimo o navale ad uno speciale Consiglio


che chiamasi cli Disciplina. Riconosciuta dalle prime indagini la necessità della convocazione, il C. d i D. è formato dal :\linistero, per gli ufficiali generali o ammiragli e dall'Alto Comando marittimo o n:wale per gli ufficiali di tutt i gli altri grad i. La sua composizione è regolata da apposite tabelle in relazione al grado dell'ufficiale che deve essere giudicato. ::forme speciali indicano anche quali sono gli ufficiali che possono far parte dei C. di D . e quali gli ufficiali che per le cariche che ricoprono, o per relazioni di servizio avute con gli inquisiti, o per gradi di parentela con lo stesso, non possono farne parte. Il C . di D. procede ad un interr ogatorio di tutte le parti che comunque hanno relazione con il fatto per il quale l'ufficiale ,·iene giudicato. interroga l'ufficiale stesso, esamina. i document~ riuniti in precedenza da uno speciale ufuciale istruttore, e propone poscìa a I :\Iinistero i provvedimenti da prendere.

Co,uigtio (MarÌlta). Xell'organizzazione mii. della Marina esistono varie specie di Consigli, vale a d ire: Consiglio di Guerra, Consiglio di Disciplina, Consiglio Superiore di .Marina, Consiglio di Ammiragliato. Il Co11si.glio di Ctterra, nelle marine militari esiste ufficialmente fin dal periodo della Marina velica. Prima di tale periodo si ha traccia dei Consigli di Guerra, ma come forma saltuaria, non già. prescritta dai regolamenti o seguila in modo continuo a guisa. d i consuetudine. K elle marine meditcrnu1ee esisteva il Consigliere dell'Armata, il quale era un marino attempato, a vente lunga esperienza, che aveva comandato molte navi. Egli stava a lato del capitano generale ed aveva particolare cura della bussola, delle carte, delle ampolle od orologi a polvere che servivano a misurare la velocità delle navi, e s'incaricava talvolta di controllare la distribuzione delle cose che servivano agli equipaggi. Dal Consiglie re dell'Armata dipendevano in particolar modo i piloti delle galere. Nella Marina ,·elica è stata usanza di tutti gli ammiragli di riunire a bordo del proprio vascello i comandanti delle unità. dipendenti ogni qualvolta le contigenze di guerra lo r ichiedevano. Anche in navigazione, ad un determinato segnale, tutte le navi mettevano in pa nna, ammainavano una imbarcazione e portavano i comandanti a bordo della nave ammiraglia, ove un'apposita carnera era arredata a poppa e chiamavasi appunto << Carnera del Consigffo ». L'Ammiraglio esponeva le proprie idee, sentiva i pareri dei comanda nti e poscia impartiva gli ordini. Anche Nelson, prùna della battaglia di Trafalgar, riurù i comandanti a Consiglio di guerra, e distribuì loro il memorandum che è r imasto celebre. ~clic marine a \"apore l'ammiraglio in capo ha riunito talvolta il Consigl io di Guerra prima d i lasciare l'ancoraggio con le squadre e rncllers i in navigazione per dirigersi contro il ne1J1 ico.

Consiglio Superiore di Marit1a. E' un organo consultivo di S. E. il M inistro, ohe ha lo scopo di emeucre pareri sopra gli argomenti che gli vengono ind ica ti dal }Iinistro stesso vale a dire : t) Disegni di decreti relat ivi ad ordinamenti militari e marittimi ; rego lamenti relativi al servizio tecnico milit:ire; 2) Costituzione normale dei corpi e del personale per ogni ramo cli servizio ;

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3) Organizzazione ammm1stra ti,·a della marina mlliwre; regolamenti e questioni rel:ttivc; 4) Rapporti relath·i a mi~sioni spcfiaJi, rapport~ tecnici, progetti, memorie, invcn.::ioni, premi per lavori_ cd invenzioni utili alla Regia ll1Mina; 5) Rapporti di campagna all'estero, d i fatti nau-tici, militari e disciplinari d'importanza tale da rcn<lere opportuno il parer" del Consiglio in merito ai relativi provvedimenti; 6) Parere tecnico-amministrati'"o sui capitolati d'o-neri generali o particolari; owcro sui progetti di con-tratti interessanti la R . Mar ina, eccettuat i quelli previsti dal R. Decreto 8 febbraio 1923, n . 422, nei casi ù1 cui la legge sulla contabilità generale dello Stato prescrive di sentire il parere del Consiglio di Stato; 7) P roposte di ricompense al valor m ilita re (in. tempo di pace) ogni qualvolta all'atto di valore non abbiano partecipato militari del R. Esercito; 8) Proposte di ricompense al valor d i ma1ina; 9) In gener e, sopra ogni allra questione, di inte-rcssc tecnico, mil itare, od amministrativo, sulla quale il Ministro ritenga opportuno conoscere il suo giudizio. I l C . S. <l i M . esamina le questioni sottoposte al s uo ,• giudizio sotto l'aspetto militare, nautico, marinaresco, amministrativo ed economico, pronunciandosi sulla utilità, opportunità e<l equità elci provvedimenti, con trollando se sono in armo,~ia con le leggi. Esso è formatoda un vice-ammiraglio, presidente, da un vice ammiraglio o contr:i.mmiraglio, vice presidente, un contrammirnglio segretario, un direttore generale dcli' Ammi11istrazione centrale ed un capo divis. con le funzioni di segretario per le questioni amministrative. Dovendo esaminare i contratti per fornitura sono aggrega ti comemembri straordinari, un consigliere di Stato cd un avvocato erariale. Sentito il parere del C. S. di Jf., il }Iinistro prende le decisioni consone al parere stesso, oppure d iverse; in questo ultimo caso speciflcandone le ragioni. li C. S. d i M:. si riun isce come Commissione di_ avanza.memo per gli ufficiali a\"cnti grado da capitano, cli corvetta in sotto, per gli eventuali reclami rigu,~rdantì l'avanzament o stesso. Co11,siglio miiitarc. Specie di Corte marziale vigente presso quasi tutti gli eserciti dal se.c olo XVI, costituita da uu consesso di ufficiali, incaricati di giudicare sui reati commessi da militari. In Francia furono istituiti nel 1670, composti di 7 ufficiali del regg. cui apparteneva il giud icando. L a procedura ne era segreta. Dopo la Rivoluzione su bentrò la <e Corte ma,·1.iale )), poi si:_ tornò ai Consigli.

Conso (E/odi.o). Generale, nato a Savona ne l 1863... Sottot. d'art. nel 1883, partecipò alla campagna italoturca del 1912 e come colonnello e magg. generale alla guerra 1915-18, n1ecitandosi la croce di cav. dell'O. M. cli S. Colloc~ to in 1'. A. $ _ ( 1920) raggi\111se nel 1923, il grado di generale di divisione. Consolare (Esercito). Presso i Romani l'Eserc ito e_ era costitu ito, in principio, cl i quattro legioni, delle qualì. due romane e due degli alleati ; in tutto di circa -36.000 uomin i. Più tardi il numero delle legioni variò e raggiunse e superò talvolta le 32. Consolato (9 11ovembre 1799 - 18 maggi.o 1804). E ~ il periodo della storia di Francia che corre fra la caduta del Direttorio e la proclamazione del generale Bo-


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Guerra ciel Consolalo (1800) . Schlicramcn10 delle forze fran cesi

naparte a Imperatore. Dopo gli orrori della Convenzione, colla Costituzione dell'anno 111 il governo era ~lato affidato a un Direttorio di cinque membri, che si dimostrò incapace a risolvere le gravi questioni che agitavano il paese, così che il p artito mi.l itare, a capo del quale era il Bonapa rte, effettuò il colpo di Stato del 18 Bruma io (9 11ovembre 1799) creandosi tre consoli provvisori Bon aparte, Sieyès e Roger Ducos) coll'incarico di presentare un nuovo p rogetto di Costitu zione. I tre consoli, sedati i tentativi dell'opposizione, il J.5 dicembre 1799 proclamarono la nuova Costituzione. P er essa il ·potere esecut ivo era affidato a tre Consoli nominati pe r dieci ann i, dei qua li il Prim,o a veva effettiva mente l'au torità. Venne anche creata una <t Guardia Consolare>> A poco a poco il Primo Console riunì in sè ogni potere e il 3 agosto 1802 s i faceva nomina.re con p lebiscito Console a vita., e il 18 maggio 1804 anche il Consolato spariva, con la procla mazione dell'I mpero. G u erre d .;l Co1Z-Solato. N el 1800 la. Francia ha d i fronte soltanto gli eserci ti dell'Austria, sovvenuti in parte da denaro in glese: l'Imperatore di Russia, s.6duciato dopo i rovesci subiti, ha abbandonato la lotta; l'J nghilterra è stata cos tretta a ritirare le sue truppe dal continen te in forza. della convenzione d i Alkama.ar. La guerra si svolge nel!' Alla Italia e sulla front iera del R eno. In Italia è il gen. M assena, con 25.000 u. scarsi d i mezzi e indeboliti dalle privazioni, dissemina.ti in L iguria, fra Genova e la linea del Varo; da pa rte austriaca il M clas che dispone di 140.000 u. acquartierati in Lombardi.i, nel P iemonte, nel Veneto e nelle Legazioni ; col grosso delle truppe mobili, nelle valli clclla Tre bbia, della. Bormida e del Tanaro. In Germanip., il gen. JHoreau, con circa 130.000 u. era situato sulla sr.

del Reno dalle sorgenti a L andau ; d a parte austriaca il Kray con I 40.000 u. lo fronteggiava sulla riva destra, da J:vfanheim al lago di Costanza. Contra ria.mente agli ord ini ricevuti, Jliasscna manten-ne le proprie truppe spar p agltate da Genova al Varo. Gli Austriaci, procedendo su Savona, r iuscirono facilmen te a romperne la linea, costi-ingendolo a chiudersi in Genova e infine ad arrendersi, mentre il Sucl.iet, che comanda va la sinistra, dovette ripiegare sulla linea del' Varo dove gl i Austriaci lo seguirono, entrando in Provenza. Sul R eno, :Morea u il 25 ap rile passò il fiu me a Kehl, BJeisach e Basilea, batten do gli Austriaci e costringendoli a ripiegare su U !ma, meno la loro s in istr.t che s i ritirò verso l'alto Inn. Libera la massa .;en:rale· delle Alpi, il Moreau dispose che la divisione :\fonccy (22 .000 u.) per il San Gottardo, calasse a rinfor7.arc L.rmata <l'Ita lia . Operando intorno a. U lma, Moreau commise l'errore di disperdere le p roprie forze occupandouna linea troppo estesa; il 20 maggio ripassò s ulla destra del D anu bio, limitandos i, in attesa dell'esito delle operazion i in Italia . a sbarrare la via delle Alp i. Quando seppe dei primi successi cli _N apoleonc, J\foreau si propose di schiacciare a sua volta il K ray. Minacciatolo, nelle sue comunicazioni colla B oemia, lo costrinse a uscire da. Ulma e il 19 maggio si impadron ì dei pas·,§aggi sul D anubio; ma il I<ray r iuscì a sfuggire alla pressione nemica. r ipiega11do inosserva to ve..-so la Boemia per Nercsbtim e Yordlingen. l\kntre i Francesi inseguivano, venne la n otizia dell'apertura di tra ttative d i pace e, interrotte le ostilità., il 15 giugno si firmò a Parsdorf un armistizio, in forza del qua.le la linea d i: dcmqrcazione fra i due eserciti fu stabilita fra J'lsar eJ'Inn.


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Gn rrrll d~ I Conso lato (1800). La c11,cesa 11e11a J>lnnura. plc111onr ese

Frattando ::>iapoleone riuniva. un'armata di riscn·a, -Ope rando in modo che gli Aust riaci non se ne accorgessero. A questo scopo, riunì a Digione alcuni bgl. di ,·eterani e di coscritti e!, diffondendo ampiamente la voce della costituzione de lla nuova armo ta, diede l' impressione che si trattasse di un « bluff » destinalo a favorire le trattative d i pace. Invece l'armata di risuva. si andava poco alla. volta raccogliendo intorno a G in evra, d'onde mosse sulla metà di maggio: la massa princi11ale attraverso il Gran San Bernardo, qualche distaccamento per il Moncenisio, il Piccolo San Bernardo e il Sempione, al fine di disorientare l'av,·ersario. Girato abi lmente il forte di llard, presso a l quale fu lascia to un distaccamento di osser vazione, il 27 maggio tutta J'armata (36.000 u.) si riw1iva ad I vrea, d'onde, lasciato il Lan11es cor. un corpo di osservazione verso Tori no, dove il :\lelas si trovava con forze rilevanti, marciò su :\[ilano dove, accolto con entusiastiche dimostrazioni, i·istabilì la .Repubblica Cisalpina e, r ifallos i di mezzi coi ricchi maga1.zini degl i austriaci, si r iwù a l ::\foncey, g iunto dalla Svizzera. Il Melas intanto, che temeva di essere allaccato a Torino dalle superiori forze nemiche, ripiegò rapidamente su Alessandria, dove dispose il concen tramento di tutte le sue truppe, richiamando quelle di Genova, disponibili in segu ito aJ la capitolazione del )Jassena, e quelle che operavano in Provenza. Saputo dei movimen ti nemici, il Primo Console, pensando che il ]'.,fclas, riun ite le proprie truppe, volesse ripiegare su M antova, si portò rapidamente ,·erso la s tretta di Stradella, col propos ito di sbarrargli il passo. ,\ Montebello L annes respinse l'avanguardia austriaca e ~apoleone avanzò sulla linea della Scrivia ; il 14 giug no i due eserci ti s i scontravano n ella pianura di 1'1.arengo, e gl i Austriaci, dopo la loro sconfitta, si ritira vano d ietro il :-Vfincio lasciando la Lombardia. e la Liguria in mano ai Francesi.

Fallite le trattative d i pace, le operazioni r ipresero nella metà di novem bre, in Italia e in Germania. Secondo il nuovo piano di :-.."apoleone, l'Armata. d'Ita lia (gcn. llrune) e quella del Reno (gen. Morcau) dovevano ngire, libere da ogni p reoccupazione per i fianchi, pe, le comunicazioni e per il collegamento. A questo scopo costituì distaccamenti di protezione: w10 (gen. Auge J·au) col compito di tenere d'occhio le forze avversarie che si stavano riw1endo in Franconia e in Svevia ; uno (sul fianco esterno del Brune) comandato dal )'lurat; u no, nei Grigioni (comandato d,t Macdonald ) per assicurare il collegamento e una eventuale linea di ritirata. Iniziate le ostilità, Moreau, che disponeva di 100.000 uomini, s i avanzò largamente d isteso, col centro d avanti a .M onaco, col proposito di forzare il passaggio dell'l nn, difeso dall'a1·ciduca Giovanni con 120.000 u. Dopo un primo scacco subito il 30 novembre a Ampfing, Morcau richiamò le divisioni spinte innanzi, prese posizione nei dintorni d i HoClllindcn e, attaccato dall'arcidua G iovanni, lo baltè il 3 dicembre costringendolo a r ip iegare ,·crso Vienna. I nvano gli Austriaci, sperando miglior fortuna, d iedero il comando all'a,l'Ciduca Carlo; ormai l'esercito non era p iù in grado di opporre resistenza e la conclus ione d i un armistizio si impose. Frattanto in Italia il Brune, varcato il M incio, stava avanzando verso l'Adige, quando le ostilità furono sospese e all'armistizio seguì la pace di Luneville (19 febbraio 1801).

Consolato del Mare. i\[agislralo che sovraintendeva. a lle cose marittime, sia di guerra, sia commerciali : arsenali, costruzione e manutenzione di naviglio, vigilanza nei porti e sulle coste, d isciplina dei marinai. Sotto q uesto titolo veniva a nche p u bblicato nei secoli passati un libro composto di due part i. Kella p rima erano raccolte le notizi'e utili ai naviganti, spcciaJmcnte per i viaggi da farsi n el J\Ied iterranco e in Le-


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van te; nella seconda parte erano contenute tutte le regole per il noleggio delle navi, le dichiarazioni e penalità relative a Ile avarie, sia del carico sia degli scarichi, i contratti che facevano gli armatori o i capitani <!elle navi, 'ecc. Il C. del rrtare, prese, a seconda dei luoghi in cui venne compilato, nomi diversi come : tabule, consuetudini, regole, capitoli del mare. La prima parte di esso, opportunamente ampliata, passò sotto il nome di « Portolano del Mare» e \·enne staccata dalla rimanente,

Console. Fu il p rimo magistrato della repubblica romana, sino dal suo sorgere, dopo la cacciata dei re, di cui ebbe potere, onori ed insegne, eccettuata la corona d'oro. Qun li capi del potere militare i C. ebbero anche tifoli di « imperatores »; portavano uno scettro d'avorio sormontato da una aquila d'oro; presiedevano il Senato e, nelle adunanze <lei popolo, sedevano sulla sedia curule, vestendo la toga pretesta dei senatori. Erano preceduti da dodici littori coi fasci e le scuri. I diritti dei C. furono ridotti successivamente; in città i fasci furono privati delle scuri e contro il loro giudizio si pOlt: appellare al popolo. Solo alla testa degli eserciti mantennero autorità e privilegi. In tempo di guerra erano comandanti supremi delle truppe e la nomina degli ufficiali era quasi totalmeme dipendente da loro. Xei tempi di pubblico pericolo il potere consolare era inde· con~olr romano terminata men te prorogato. Il coman. do militare era attribuito ai C. dalla legge curiata, da cui era loro assegnata una provincia. Terminato il periodo <:onsolare, se il C. ne conserva\•a il go\•cmo, prendeva il titolo di Proconsole. L'inizio de lla carica era al 1° gennaio e gli anni presero i nom i dai Consoli, scritti nei Fasci Consolari. Dal tempo di :M ario e Silla, nominati Dittatori a vita, il consolato perse d'importanza e di autorità, e sotto gli Imperatori divenne semplice titolo di onore. Col nome di C, furono, nel Medio Evo, designati gli investiti di cariche e mansioni diversissime. Fra essi, Con.soli dei Cavalieri chiamarono i Guelfi di Firenze tre dei loro nominati a reggere la cc parte >J; Co11,.soli del Cawpo o delle M.i'.li&-ie, chiamarono i Fiorentini certi ufficiali che erano mandati presso l'esercito per provvedere al necessario in guerra, riferire sulle operazioni militari, sorvegliare e consigliare il comandante, e talvolta anche di condurre direttamente le operazioni. Nella l\·L V. S. N ., s i da questo nome all'ufficiale comaJ1dante di Legione; esistono anche C. in soprannumero, che possono essere o ufficiali dell'esercito ammessi nella Milizia nei primi tempi della sua fondazione, o personaggi particolarmente benemeriti pe1· l'azione svolta ne i primordi del Regime Fascista, o, infme, ufficiali che, dopo avere tenuto effettivamente il comando <li Legione, vi abbiano in seguito rinunciato. Il grado di C . corrisponde a quello di colonnello ed equiparati. Console Generale. Comandante di Grnppo cli Legioni;

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corrisponde al grado di generale di brigata. Valgono per esso le osservazioni fatte circa i C. in soprannumero. Console. Titolo che prendevano i capi delle colonie genovesi e pisane e corrispondeva a quello di bailo dei venèti. Era giudice dei propri connazionali negli scali principali del Levante. Genova lo ebbe fino dal 1104 e Venezia fino dal ·1110. Kel secolo Xlll in tutta la Siria i Genovesi ebbero un comando generale tenuto da due consoli. I Veneziani ne avevano uno solo e i Pisani pure, con due consiglieri, uno dei quali era uomo di legge e l'altro mercadante. Anche a Messina si ebbero C. e la Curia del Mare.

Constentin (llari01,e di). Maresciallo di Francia, conte di Tourville (1642-1701). Si distinse nelle guerre navali contro i Turchi, e poi contro gli Olandesi e i loro alleati dal 1673. Nel 1674 operò nell'Adria, ecc.; nel 1675 bombardò Reggio Calabria e prese parte alla battaglia presso Messina in cui la flotta spagnuola fu sconfitta; nel 1676 a quelle di Milazzo e di Palermo. Nel 1682 fu nominato luogotenente generale delle ru·mate navali: partecipò al bombardamento di Algeri e a quello di Genova {1684). Nel 1690 sconfisse nella Manica la flotta anglo-olandese, contro cui combattè ancora nel 1692. Consularis (Via). V. Campana. Contades (Luigi di). Generale francese (1704-1793). Si segnalò specia lmente in Corsica (1737- 40) ; nel 1758 fu nominato maresciallo di Francia, e nel 1759 ebbe il comando dell'esercito operante- in Germania, ma fu sconfitto a ~1inden. Contad ini (Guerre dei). Tre sono le guerre che portano questo nome, quantunque svoltesi la prima in Francia, la seconda in Inghilterra, la terza in Germania, sono state provocate dalla stessa causa, e cioè dalla sollevazione dei C. contro l'oppressione esercitata su di loro dalla nobiltà.

I. In Francia (1356- 1358). E' nota sotto il nome d i « Iacquerie » e si è svolta dur~tc la guerra dei Cento anni. Dopo il rovescio francese di Poitiers scoppiò da parte dei C., tiranneggiati dalle grandi compagnie mercenarie, una sollevazione contro i signori feudali. I ribelli s i organizzarono in grosse bande, alle dipendenze. di capitani, fra cui Guglielmo Cale o Karle, contadino di Mello, Gian Rose, Giovanni di Hages, Germano di Re\·eillon. Gli insorti si estesero alla Nonnanaia alla Piccardia e altrove. Ma la indisciplina di queste 'truppe improvvisate permise a Carlo di Novara di iniliggere loro una completa sconfitta presso Mello (10 giugno 1358) cui segul una terribile e decisiva repressione. II. fo fogMllerra ( 1381). Si svolse anche questa durante le guerre tra' Francia cd Inghilterra. Ai C . s i uniscono in Ingh ilterra anche gli artigiani. L 'insurrezione ha principio nel maggio, nell'Essex e si estende. Rochester e Canterbury cadono nelle mani dei ribelli che agli ordini di Walter Tylcr marciano su Londra dov~ s i uniranno ad essi anche i sollevati della città. JI 13 giugno vengono aperte ai ribelli le porte della capitale. Tyler, a lla testa d i circa 100.000 uomini impone a Riccardo II, rifugiatosi nella torre di Londra, le sue condizioni per concedergli la libertà, come affermazione dei servizi, annullamento dei diritti feudali, amnistia.


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generale. Ma. in un abboccamento a Smittifield, presso Londra, ment.re il Tyler parlava arrogantemente al giovane principe, il Lord Mayor di Londra l'uccise. Re Riccardo II allora, riunito un esercito di 40.000 uomini mosse contro i rivoltosi che vinse e massacrò o disperse. III. In Germania. Appartiene al periodo delle guerre e lotte per la riforma luterana (1524-25). I p1~cedenti esempi delle guerre consimili in Francia ed Inghilterra, e la lotta religiosa di Lutero, furono causa di insurrezione anche dei C. tedeschi, che ebbe i suoi prodromi nel 1512 e nel 1514 colle rivolte delle Confederazioni della «Scarpa» e del « Povero Corrado» Nel 1522 un gran numero di partigiani di Lutero colla riforma religiosa volle anche quella politica in favore del P.Opolo rurale. Nel giugno 1524 i C. dell'alta Svcvia si sollevarono e ben presto l'insurrezione si propagò a tutta la Germania, appoggiata dal proletariato urbano. I principali capitani della rivolta furono Metzler, Giacomo Weher, Carlstadt, J'Yfunzer, Geyer, e Goetz di Berlichingen, il quale tradì in fine gli insorti. Lutero però, che dapprima. aveva appoggiato il movimento, aizzò con. tro di esso i principi. ~e nacque una lotta accanita; i C. ottennero qualche successo e presero diversi castelli. Ma i principi, riunito un forte nerbo di truppe agli ordi rli del conte Filippo di Hassen e del principe Giorgio di Sassonia, e stretto da vicino il Munzer (15 maggio 1525) lo batterono completamente presso Trankenhausen. La rivolta perdurò ancora in Alsazia, dove però poco dopo (3 luglio 1525) furono sconfitti i C. dal duca Antonio di Lorena. Gli altri deposero le armi e si sottomisero, subendo sanguinosissima repressione.

Contadore Genera le. Era negli eserciti del secolo XVI l'ufficiale che, alle dipendenze dirette del capita.n o generale, teneva i libri del personale e del denaro. Lo coadiuvavano, colle stesse mansioni, altri C. in sottordine per i presidi e per le fortificaziont Contari ni (Andrea). Doge di Venezia (1307-1382). Nel 1380, benchè settantenne, durante la guerra di Chioggia, montato su contarinl Andrea una delle 34 galere della flotta veneta, non ebbe trcgu·a sino a quando non riuscì a liberare Chioggia e catturare la flotta genovese.

Contarini Francesco. Doge di Venezia del sec. XVII. Nominato doge nel 1623, si impegnò colla Francia di scacciare gli Spag1moli e gli J\ust.ri:.ici dalla Valtellina e dai Grigioni ed infatti colla sua cooperazione gli Spagnuoli ripiegarono sopra Riva. Lasèiò una « Storia delle guerre dei Turchi». Contatto. a) Presa d i contatto: comprende un comples!'O di azioni di natura fra loro differenti, ma intimamente colle~ate verso un unico scopo da raggiungere, azioni che precedono, o si interpongono, fra le rhvcrf.: battaglie d'una campagna, con il compito di fornire gli clementi di giudizio per l'attuazione della manovra s traC(ln ta1·1nt 1-'l'flucesco

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tegica, le notizie per concretare la manovra tattica; raccogliere e schierare i mezzi ritenuti necessari, la dovuta protezione per evitare schieramenti prematuri ad azioni inutili. Provvedono a questo compito l'esplorazione aerea e terrestre, gli elementi di sicurezza. e parte dei battaglioni delle divisioni di prima linea. La presa di contatto deve determinare l'entità, la specie e la dislocazione delle forze che si hanno di fronte, giungendo al vivo della. posizione nemica. In altri termini, essa deve eliminare la zona di sicurezz:i. che copre la posizione principale che l'avversario ha sistemato a difesa. Si tratta di un'operazione che r ichiede mezzi differenti e particolarmente idonei alla complessità del compito e cioè : elementi della massa aerea indipendente, grandi unità di cavalleria, elementi celeri, masse di rottura. Gli clementi incaricati di tale operazione debbono possedere una certa capacità di penetrazione e di resistenza, pcrchè i mezzi moderni di lotta hanno co1uerito alla presa d i contatto un carattere spiccatamente cruento, lur1go e insidioso. Il contatto viene preso fra le forze aeree fra le forze terrestri e fra le aeree e terrestri; e diversi :.Ono i procedimenti d'azione a seconda che i due avversari sono in mov;mento ovvero uno solo di essi muove, sia per agire offensivamente, sia per iniziare un ripiegamento. Occorrono, pertanto, gr and i unità particolarmente idonee all'integrale e sollecito assolvimento di un compito tanto complesso e fondamentale, e queste grandi unità non possono essere che le Armate. Esse· dispongono del servizio informazioni di ali<1uote di aviazione e degli clementi delle varie armi, e specialità, ntcessarie per lo speciale compito. Possono procedere quindi alla r icerca delle informazioni occorrenti, alla presa di contatto ed al mantenimento di esso imbastendo, se occorre, un1 prima copertura. La presa di contatto, con la estensione delle· fronti ·e l'incremento delle forze, va mutando il suo carattere originario, pcrchè il primo suo atto oggi si comp ie in ciclo, e s; materializza, subito dopo, con la copertura, che segna la prima linea di contatto che occorre superare per vedere nel vivo dello schieramento avversario. Se la forza di cui si dispone è tale da. infrangere la copertura nemica, l'operazione della presa di contatto si svolgé in tutta la sua penata e r iesce a fornire gli clementi di giudizio necessari; se invece non si riesce a rompere la linea di copertura, il conta Lto si immedesima ton questa linea e non r imane che raccogliere <lietro di essa i mezzi ncccs."Sari per dare la battaglia. La tecnica delle diverse armi, nella presa di conta!-· to, è semplice nella su11 parte teorica, mentre asrnrge a difficoltà e complessità notevoli nella pratica sua estrinsecazione. Le unità di cavalleria in esplorazione lontana sono rafforzate da ciclisti, da mitragliatrici pesanti e artiglierie autoporta.te, ed operano, a tre o quattro giornate dalle teste dei grossi delle grandi unità di prima linea, cercando d i eliminare, con azioni ra pide e risolutive, gli elementi esploranti avversari, per prendere contatto con la zona di sicurezza della ;>osizione nemica. Iniziano, da questo momento, una successione di sonde, praticate c;la pattuglie audaci c he tentano di entrare nella trama del sistema di sicurezza nemico. L'esplorazione aerea, continuando la sua osservazione, la intensifica oltre questa prima linea generica di contatto terrestre, completando le notizie con particolal'i più <lcttaglia ti. Jntanto, gli clementi cli esplorazione e sicu-


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rezza, costituiti anch'essi da cavalleria, ciclisti, m itrasibilità di manovre su a ltri tratti della fronte. L 'aviagliatrici pesanti e cannoni autoportati, raggiungono la zione trova utile ed efficace impiego durante tutta l'oesplorazione lontana e le por tano il concorso della loro- perazione. efficienza, determinando una linea più solida e maggiori La ro!tura di contatto è sempre un atto soggettivo e possibilità di continuare nella presa di cohtatto Dietro spesso entra anche nel quadro generale di una manoquesta protezione, muovono articolate le grandi unità, vra. Sono esempi classici di manovre in ritirata : quelle precedute da battaglioni delle divisioni di prima linea. compiute dal generale Hindenburg all'inizio del 1917; Questi battaglioni costituiscono un primo scaglione di dal generale Cadorna nell'ottobre del 1917; dal genecombattimento da impiegarsi per completa re la presa di rale Gouraud nel 1918. contatto, qualora gli elementi esploranti e d i sicurezza non siano riusciti ad assolvere la missione loro conConte (lat. Conies). Nell'epoca romana, durante la fidata. repubbl ica era l'ufficio di chi assisteva il propretore o Lo scopo che L"J questo momento si deve raggiu11gere, il proconsole. nel governo delle provincie; nell'epoca imè la eliminazione della zona di sicurezza avversaria., periale furono consiglieri del sovrano o governatori di rendendo possibile alle grandi unità di sboccare diretprovincie; furono distinti in tre classi e fra essi taluni tam ente dalla marcia d i avvicinamento all'attacco. Se erano investiti di comandi militari, altri di funzioni questo risultato non sarà possibile, s i avrà una sosta amministrative nelle provincie o nella capitale. Nel tra marcia d'avvicinamento ed a ttacco, resa necessaria basso Impero si dette il nome di C . a i viceammiragli per r iordinare le unità, schierare le artiglierie, impianche, agli ordini del grande ammiraglio (Dronga.rio) cotare i servizi; e conseguentemente, una fase della quamandavano tre o cinque cc dromoni ». Da que~to grado le approfitterà la difesa per meglio rafforzarsi. sulle sue derivò poi più tardi il più modesto di comito. Più tardi posizioni. il titolo decadde e designò, nell'organismo militare, b) Rott,ira del contatto: è una manovra in ritirata uno dei gradi minori. Verso la fine dell'impero romano compiuta a scaglioni, impiegando d i preferenza truppe a capo di ogni suddivisione provinciale (civitas) fu poe mezzi che meglio si prestino a .sviluppare tenace azione sto un C. con potere civile e militare. La stessa organizdi fuoco e celere spostamento. E' un'operazione molto zazione fu conser vati). dai barbari invasori, i quali assedelicata ed assai difficile a compiersi: vuole spirito di gnarono questi governi ai loro guerrieri, aumentandone sacrificio e massima serenità nei reparti che debbono il potere tanto che a poco a poco essi r iuscirono a concompierla. L'atteggiamento deciso. la solidità dei Coservarlo ereditariamente e con quasi assoluta indipenmandi e delle truppe, debbono tendere ad ingannare denza, limitando i propri doveri verso il sovrano all'obl'avversario determinandone la sorpresa a vantaggio del bligo di condurre personalmente un detennillato continripiegamento. gente di armati all'esercito in guerra. I più potenti ebOggi, rottura del contatto non è piÌI il combattimento bero d iritto di alta e bassa giustizi.a, di battere monedi retroguardia, il sacrmzio di elementi celeri dotati di ta, ecc.; essi spesso fecero guerra fra loro e si r ibellanotevoli mezzi di fuoco, l'olocausto di cavalieri lanciati rono all'autorità regia cbe, in Francia, riuscì a domarne a testa bassa nel più vivo dèlla mischia, ma l'arretral'indisciplina solo al tempo di Luigi XI. Più tardi, rimento di tutto un esercito, o di una parte notevole di p rendendo autorità, il potere centrale soppresse i priesso, da una posizione ad altra retrostante già organizvilegi dei C. e finalmente il titolo rimase solo come onozata a difesa. La decisione della rottura. del contatto è ri-fico/ distintivo di nobiltà. compito del Comando superiore. L'operazione deve esConti del Lido, al tempo di Carlomagno, furono gli sere preparata nel più assoluto segreto e curata in ogni ufficiali che ne ebbero la custodia. minimo particolare. Le retrovie debbono essere sgombrat e; le posizioni successive d i resistenza, prescelte ed Conte (G-uerra de[). Causa della guerra (1533-1536) organizzate prima di in iziare l'operazione; •le truppe che · la successione al trono di D animarca, aggravata dalle debbono compiere l'operazione occorre sceglierle fra lotte religiose. Cristiano, primogenito del re Federico I , quelle meno p rovate e di riconosciu ta solidità. Lo schiedesignato a l trono d i Danimarca, aveva abbracciate le ramento in atto deve essere conservato sino al calare dottrine di L u tero e la Chiesa cattolica g!i contrapdella giornata. Col favore della notte - protette da pose il detronizzato Cristiano II, appoggiato dal Conte azioni controffensive compiute dalle unità prescelte é Cristoforo di O ldemburgo. Questi si pose a devastare sostenute da uniti già schierate sulle posizioni arrecon truppe mercenarie ai suoi ordini campagne e città trate, e specie d i artiglierie già in posizione col tiro predella Danimarca, e ciò permise a Cristiano di organizparato e con abbondanti munizioni in batteria - le zare il suo esercito, e mettere l'assedio a Lubecca (1534) prime linee iniziano il ripiegamento con Jr massima battendo gli avversar i in diversi scontri intorno alla accortezza. AJJ'azione concorre l'artiglieria con violenti città. Dopo di ciò riuscì a gi ungere a Copenbagen, dove e p recisi concentramenti. Si tratta di una successione trasi rifugiatn il Conte, e a, cingerla d'assedio. Lubecca. di scaglioni, d islocati in precedenza. su determinate pofrattanto si arren deva alle truppe di Cristiano (1536) e sizioni, che ripiegano uno per volta sul successivo, dopo divenne residPnza d i Cristiano, eletto re col nome di 1 aver assolto la propt,a missione. 1\,Ja la rottura cli conCristiano III. I l Conte, presi a l soldo mercenari tedetatto sarà sempre di breve durata, perchè il contatto schi, si difese ancora in Copenaghen, ma per poco; e, verrà ripreso dall'aviazione, e, subito dopo, determipattuita la resa, si imbarcò colla guarnigione e abbru1nato dai mezzi terrestri, non appena l'a vversai:io si sarà donò Copenaghen: _la guerra così era terminata. arrestalo sulla nuova posizione. II r ipiegamento, quanto più è p rofondo, tanto maggiormente è di danno ai p reC01,te d·i Cavour . Piroscafo in servizio nella R. Maparativi che l'attaccante aveva in ;rtto ; e permette, a rina, costruito a Londra nel 1855, dislocamento di tonchi lo c:ornpie, di conseguire economia di effettivi e i::_osnellate 1800. m:ic,-hine di HP 300, radiato nel 1894


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Conte di Cavo1tr. Nave da battaglia di 1• classe, varata alla Spezia nel 1913, lu nga m. 176,09, larga metri 28, dislocamento tonn. 22.380, macchine HP. 31.278, armamento 13 cannoni da 305, 18 da 120, 19 da 76, 2 da

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mica scoppiata in batteria. Kon abbandonò il suo posto di combattimento, passando a fare il puntatore. La mattina dopo cadeva dissanguato fra le braccia del comandante in seconda, di Sambuy, che lo faceva ricoverare all'infenneria di bordo, dove gti veniva amputata la mano sm1stra ». (Alto Adriatico (Lissa) 18. 19 e 20 luglio 1866).

Contessa Entellina.

40, 6 mitragliatrici, 2 lanciasiluri, Stato Maggiore 34, equipaggio 1002.

Co11te Verde. Corazzata, varata a Livorno nel 1867, lunga m. 75,78, larga m. 15,30, con dislocamento di

Comune in prov. di Palermo. E' uno dei comuni abitati da greco-albanesi che vi si stabilirono nel 1482-1488. Nelle vicinanze s'erge la. Rocca. d'Entella, ove esisteva l'antica città omonima, presa per imConteduci, Francesco provviso tradimento dai soldati di Dionigi il vecchio, dop0 la conquista di Siracusa. Essa fu distrutta nel 1224 da Federico II in seguito alla ribellione dei Saraceni che l'abitavano, i quali furono trasporta.ti dove poi sorse Nocera dei Pagani.

Contestabilia. Al principio del secolo XIV veniva così chiamato un gruppo d i combattenti a cavallo della forza da venticinque a cinquanta soldati mercenari. Conti (Arma11do di Borbone, principe di). Generale francese, nato a Parigi ( 1629-1666), fratello del Condé. Fu governatore della Guiana, comandò con successo l'esercito in Catalogna, e poi l'esercito d'Italia (165 7); fu sconfitto presso Alessandria.

tonn. 3930, macchine di HP. 600, annamento 7 cannoni, equipaggio 440; radiala nel 1880.

~Conte (Antonio). Ingegnere militare del sec. XVI: si distinse nei hvori di difesa del!' isola delle Gerbe presso Tripoli, e nei restauri del castello dell'isola stessa (1560) quan- rodo questa fu presa dall' armata di Filippo Il inviata contro corsari barbareschi.

Conté (Nicola). Chimico e meccanico francese (1755-1805). E bbe fra i primi l'idea di adoperare gli areost..1.ti a scopi militari e, dopo la battaglia di Fleurus, fu nominato comandante deConté Nicotn gli aereostieri. Ebbe parte importante nella spedizione di Egitto. durante la quale fondò arsenali, mulini e altri stabilimenti militari. Conteduca (Francesco). Marinaio cannoniere della R. Nave cc Formidabile ll, n. a Barletta nel 1844. Entrato nella marina da guerra nel 1864, si trovò imbarcato, per la campagna del 1866, sulla «Formidabile», quale marinaio cannoniere di seconda classe. Il glorioso episodio, per il quale fu decorato della Medaglia • d'oro, è così narrato nella motivazione: « N cl pomeriggio del 15 luglio, servente da ventiquattro ore e più ad un pezzo sotto coperta della « Formidabile >), ebbe sfracellata una mano da una granata ne-

Lttìgi Armando d·i Conti. Figlio del precedente (16611685), combattè nell'esercito imperiale contro i Turchi in Ungheria, segnalandosi a Gran (1685). Francesco Luigi di Conti. Fratello del precedente (1664-1709). Combattè in Ungheria, poi nelle Fiandre. Alla morte di Sobieski (1697) fu eletto re di Polonia,

ma trovò il trono occupato dall'Elettore di Sassonia.

Ltiigi Francesco di Co11ti. Generale francese (17171776). Combattè in Baviera nel li41; nel 1744 ebbe il comando dell'esercito in Piemonte, ove si segnalò a Villafranca, Casteldelfino e Cuneo; si distinse poi in Germania (1745) e Fiandra (1746) : ma la Pompadour lo fece esonerare dal comando.

Conti Gi11seppe. Generale del sec. XIX. Come ufficiale inferiore del regg. Guardie partecipò alla l,,"llerra delle Alpi della fine del 1700. R iammesso nell'esercito alla restaurazione col grado di maggiore, venne nel 1820 promosso magg. generale. Con,t·i- Vecchi Nicola. Gcnera:e, n. a Fivizzano, m. a Loano Ligure ( 1838- J 898). Sottotenente di fanteria nel 1859, prese parte alla campagna dello stesso anno e a quella del 1860-1861, meritandosi una medaglia" di bronzo. Fu poi insegnante di topografia alla Scuola di guerra. Colonnello nel 1885, comandò il 58° reggimento fanteria, la Scuola di fanteria nel


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1886 ed il 2° reggimento alpini nel 1888; promosso magg. generale ( 1893) ebbe il comando della brigata .Salerno e fu poi ispettore degli alpini, carica che continuò a ricoprire anche nel grado di ten. generale nel 1898. Il gen. C. V. collaborò in Riviste militari.

Cottti Aug1tsto. Ammiraglio, m. a Firenze nel 1922. Partecipò alla camp. di Crimea e a quella. del 1860-61. C01,ti-Vecchi Luigi. Genera.le, n . a. F ivizzano, m. a Roma (1850-1927). Entrato, nel 1869, col grado di sottotenente nel corpo di S. M., vi rimase quasi ininterrottamente fino al 1886. Fu insegnante di ferrovie alla Scuola. di guerra, e pubblicò, nella Rivista Militare, numerosi studi ferroviari mii. ed un libro sulle Pensioni civili e militari. Nel 1886 chiese ed ottenne di lascia.re il servizio per dedicarsi a. servizi e costruzioni ferroviarie di notevole importanza per la difesa nazionale, quali le linee Rovato-Iseo-Edolo e la Belluno-Cadore. Pa.rtecipò alla guerra, in servizio mobilitato, col grado di colonnello e di magg. generale. Nel 1924 fu promosso generale di divisione. Cotttì Giac01no. Generale, n. a :Montepulciano (Siena) nel 1859. Sottot. del genio nel 1879, raggiunse nel 1911 il grado <.I i colonnello e fu nominato direttore del genio in Roma, e poi a. Taranto, conseguendo nel 1916 la promozione a magg. generale e partecipando alle ca.mpa.gne di guerra del 1915, 1916 e 1917. Cottti Pietro. Generale commissario della R. Marina, n. alla Spezia nel 1860. Entrato in servizio nel 1882, fu promosso brigadiere genera.le commissario nel 1920, collocato in P. A. S . nel 1920; promosso nella riserva navale magg. generale nel 1923, e ten. generale nel 1923; fu direttore d i commissariato a Napoli nel 1916-18, e a Taranto nel 1919-1920. Prese parte alla campagna d'Africa nel 1885.

Conti'ngente. Sostantivo che nel linguaggio militare ha va.rii significati. Contitigente di leva. Il complesso dei giovani di una data classe che sono chiamati alla leva. Contingente incorporato : il quantitativo di uomini di una data classe di leva. dichiarato idoneo al servizio militare e incorporato nelle varie armi e nei vari corpi. [:ontittgettte alle armi: la forza. complessiva alle armi in un determinato periodo. Contingente i1~ congedo: l'ammontare complessivo dei militari appartenenti alle classi in congedo. Contingente di p-rÌ11'.'.f!:.!_ seconda, terza categoria : il numero di uomini in cia.sèuna classe assegnato alle predette categorie. C0tttingente destinato ad ,m corpo: il quantitativo di redute destinato ad un dato corpo, reggimento o riparto dalle tabelle di assegnazione.

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C01,tinge11te a ferma ordittaria: la parte d i re.clutc di ciascuna classe di leva che deve compiere la intera ferma. C<nttingettte a ferma ridotta: la. parte di reclute di ciascuna classe di leva che ha titoli per l'ammissione alla ferma ridotta.. In tempi passati, C. usava.si per significa.re il quantita tivo di soldati che toccava a questa o a quella provincia o contra.da di fornire all'Esercito. Il contingente da incorporarsi annualmente nell'esercito è in diretta relazione con la. forza bilanciata, che viene stabilita dalla legge sul reclutamento; e la forza. bilanciata è a sua volta strettamente connessa con la ferma e con la forza organica.

Contrabbando di guerra. F uori da.Ila. sua applicazione nel diritto della guerra marittima, costituisce C. (da contra bammm, contro un'ordinanza) la violazione di esportazione, transito o importazione di merci. Ne! diritto bellico il C. di guerra denota la violazione del divieto di trasporto d i oggetti necessari o utili ai fini guerreschi diretti al belligerante avversa.rio. Per aversi C. quincli occorrono questi due elementi: che la merce, per la sua qualità, sia considerata tale, e che sia destinata al nemico; per modo che una merce che non sia tra quelle per le quali un belligerante ha posto divieto di trasporto per mare, non è oggetto di C. anche se d iretta al nemico, come, da altra. parte, una merce compresa in vece tra quelle per le quali esiste lo stesso d ivieto, non è parimenti oggetto di C. quando non sia diretta al nemico. Il concetto di C. è antichissimo: Roma. nell'antichità classica, come l'Impero e la Chiesa nel medioevo, proibirono ogni commercio coi barbari o gli infedeli di armi, viveri, ferro, legname, e fin la. vendita di navi; divieti che furono anche sanciti dalle nostre Repubbliche Marinare e in seguito da a.Itri Stati. Queste ordinanze però avevano semplicemente carattere interno, rivolte cioè solo ai propri sudditi. I l concetto odierno d'imposizione ai neutrali è invece d'origine recente; adottato per la prima volta dalle Città Anseatiche, si è presto sviluppato parallelamente allo sviluppo giuridico del rapporto di neutralità, dando però luogo a ripetuti abusi PC/ mancanza di regole precise. Si è manifestata quindi la necessità di disciplinarlo con accordi fra Stati, seg11endo due tendenze d iverse : in Franèia e in Italia .fissando fin dal tempo di pace con leggi interne gli oggetti da r itenersi C. di guerra, e in Inghilterra stabilendo invece le liste di C. al principio delle ostilità, col diritto di modificarle occorrendo, con atti di governo, nel corso della guerra. Quest'ultimo sistema, che è quello adottato da.Ile convenzioni vigenti, si basa su due principi: a) diritto del belligerante d i stabilire, all'inizio della guerra o durante il corso delle ostilità., con proprio atto interno, la lista degli oggetti di C. imponendo ai neutrali l'obbligo di osservare le disposizioni di tale atto per evitare le sanzioni conseguenti all'illecito tra.sporto; b) distinzione degli oggetti di C. nelle due categorie previste fin da Ugo Grozio, di cotttrabbando assoluto, cioè degli oggetti da potersi usa.re esclusivamente in guerra diretti a qualsiasi persona o ente in territorio nemico, e cmttrabbattdo relativo o c01tdiz·ionale (ancijntis us1,s) degli oggetti utili per uso sia guerresco


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che pacifico, da considerarsi C. solo se diretti alle forze armate, amministrazion i, agenti o fornitori del G overno nemico. Incidentalmente r iconosciuto nell'art. 3 della Dichiarazione di Parigi del 1856 ( << la merce neutrale ad eccezione del contrabbando di guerra non è catturabile») il C. resta ora disciplinato dalla Dichiarazione di Lon dra del 1909. L'Italia, ispirandosi principalmente ai principi di tale Dic hiarazione, ha sanzionato in proposito le seguenti norme : - Gli articoli d i C. sono dichiarati e notificati con a'()posito a tto del R. Governo. La notificazione è fatta ai Governi delle altre Potenze o ai loro rappr>!sentanti accreditati presso il Governo del R e. La d ichia.razione, fatta dopo l'ape1iura delle ostilità, è not ificata soltanto alle Potenze alleate e neutrali. - In ogni caso si considerano oggetti di contrabbando : le armi d i qualsiasi specie e le loro parti; le munizioni; i ma teriali, effetti di equipaggiamento e a ttrezzi militari di qualunque genere; e, generalmente, tutto ciò che può servire ad immediato armamen to mar ittimo, terrestre o aereo. - Salvo d isposiziohi contrarie, non samnno considerati C. di guerra; gli oggetti cd i materiali che servono esclusivamente a scopi sanitari, i quali tuttavia possono, in caso di necessità, essere requisiti ; gli oggetti ed i materiali destinati all'uso della nave sulla quale si trovano, o all'u,o personale dell'equipaggio e dei passeggeri durante la traversata. - Gli ar ticoli di C. sono soggetti a catturn quando risulti la loro destinazione al territorio appartenente al nemico o da !ui occupato, o alle sue forze armate. Poco importa se il trasporto avvenga direttamente o richieda invece sia un trasbordo, sia un percorso per via d i terra. La d~stinazione nemica rimane definitivamente provata: quando i documenti indicano che la merce deve essere sbarcata in un porto del nemico o consegimta alle sue forze armate, e quando la nave non deve approdare che in porti nemici, oppurJ quando es,a deve toccare un porto del nemico o raggiungente le forze armate, prima di arr ivare al porto neutrale, al quale, secondo i documenti, è d iretta la merce. - L a nave che trasporta ar ticoli <:)i C. è catturabile durante tutto il corso del viaggio, anche se deve toccare un porto di scalo prima di raggiungere la ·destinazione nemica. La cattura della nave non può .tuttavia essere .effettuata per causa di un anteriore rapporto di C. già effettuato ed ormai compiuto. Le carte e i documenti <li bordo fanno prova dell' itinerario della nave che trasporta oggetti di C. a meno che essa sia incontrata in manifesta deviazione dalla rotta che avrebbe dovuto seguire secondo le carte e i documenti predetti, senza che possa g iustificare tale deviazione. - Se gli articoli di C. costituiscono una p iccola parte del carico, il comandante potrà, se lo crede, farseli consegnare o, secondo le circostanze, distruggerli, facendone menzione nel giornale nautico della nave e lasciando libera quest'ultima di proseguire il viaggio. In ogni altro caso catturerà la nave. - .Se la nave ignora le ostilità o la dichiarazione di C. applicabile al carico, gli articoli di C. possono essere requisiti con indennità, e la nave ed il resto del carico sono esenti da confisca. Lo stesso vale se il capitano, dopo aver avuto conoscenza dell'apertura delle ostilità o della dichiarazione suddetta, si è trovato nella im-

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possibilità di scaricare il C . S i presume che la na,,e conosca lo stato di guerra o la dichiarazione di C., quando abbia lasciato un porto neutrale dopo che le notificazioni relative sono sta.te fatte, in tempo utile alla P otenza da cui il. detto porto dipende. Si presume u gualmente che lo stato di gue1·ra sia conosciuto dalla nave, quando questa abbia lasciato un porto nemico dopo l'apertura delle ostilità o sia munita di apparato radiotelefonico. - L a nave cattura ta per trasporto di C. è soggetta a confisca se il C. calcolato in valore, o in peso, o in volume, o in nolo, formi più della metà del carico. Quando la nave sia rilasciata perchè il C. calcolato nel modo predetto, non fonna più della metà del carico, le spe_ se sopportate dal catturante, sia per la procedura davanti alla giurisdizione delle prede, sia per la custodia della nave e del carico durante l'istruttoria, saranuo a carico della nave. Gli articoli di C. sono soggetti a confisca e lo sono del pari le merci appartenenti al proprietario del contrabbando che si trovino a bordo; le altre merci sono lasciate a disposizione degli aventi d iritto, senza che si faccia luogo a indennità. (V. anche Convoglio).

Contrafforte. Rinforzo in ·muratura applicato alle mura di una for tificazione dalla parte interna, allo scopo di renderle più forti contro la spinta del terrapieno, ed anche più resistenti ai proietti delle artiglierie. La parte inferiore del contrafforte d icesi base; il la to della base, che rimane unito a.Ile mura, dicesi radice e quello opposto coda. Il contrafforte è anche chiamato sperone, pilastro, ecc. Secondo la loro forma, i C. vengono distinti con nomi diversi. .Se la loro sezione è rettangola re, chiamansi C. retta.ttgolai',, se sono più stretti nella coda, diconsi C. a coda di rondine od a nche a c1meo; se poi sono più stretti nella radice si chiamano a. controcoda di rondine. Si hanno inoltre C. a dente, a p,mta, a pi.-amide, ripiegati, ecc. Contrammiraglio. T raduzione libera dall'inglese « R ear Admiral ». I n pr-imo tempo si disse << Retro Àmmiraglio >), ma la voce fu presto a~bandonata per essere sostituita da quella attuale. La carica ha origine dalle armate inglesi, le quali erano composte di tre squadre: di avanguardia, del centro, d i retroguardia . L'u:mmir. in capo, o « ammiraglio della tlotta l> aveva la s ua insegna nella. squadre del centro ; la squadra di avanguardia era comandata dal vice-ammiraglio, vale a dire colui che in caso di morte dell'ammiraglio della flotta avrebbe preso il comando delle a rmate. La squadra di retroguardia era comandata dal retroammiraglio, ossia contrammiraglio. Questa squadra era la meno importante delle tre, e quind i anche il grado era il meno importante dei tre. Per tradizione si è conservato i.I grado di contranm1iraglio come il primo della gerarch ia. Si passa contrammiragli dal grado di capitano di vascello per scelta comparativa. Da contrammiraglio si può diventare ammiragli d i d ivisione e poscia ammiragli di squadra. •P aragonandolo coi gradi dell'esercito, il grado di contrammiraglio corrisponde a quello di generale di brigata.

Contrapproccio. Ogni lavoro eseguito all'infuor i delle opere d i una piazza per contrastare all'attaccante ii possesso del terreno esterno, per stabilirsi in vicinanza dei lavori d'assedio a fine di meglio molestarli con tfri


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di a.1-tiglieria, colla fucileria e colle sortite, ed infine per prendere d'infilata gli approcci nc1~ici. A tal fine il difensore occupava, all'esterno delle opere, le località che gli potevano servire da punti di appoggio naturali, come villaggi, boschi, ecc., le metteva in istato di difesa; in mancanza di simili località, creava punti di appoggio artificiali con trinceramenti speditivi da rafforzarsi med iante batterie ed altre difese; collegava poi i punti naturali o artificiali, così occupati, colle opere retrostanti della piazza mediante trincee a :zig-zag, i cui rami fos-. sero battuti d'infilata dalle opere stesse. Le batterie erano stabilite in modo da in.filare le trincee nemiche e da colpire le batterie dell'attacco con tiri molto obliqui. Con simili procedimenti, l'assedian te si vedeva costretto a riyolgere l'azione delle sue batterie conlro tali costru7.ioni, a rallentare il tiro contro le opere, a dare un maggiore sviluppç ai lavori di approccio e ad impiegare la zappa piena a grandi distanze. Una d ifesa aggressiva così fatta era oltremodo acconcia per rialzare il co1-a.ggio e la fiducia del presidio.

Contrari. Nome di parecchi guerrieri krraresi: ricordiamo Ug1tccione, capitano generale, maresciallo e gonfaloniere della Chiesa, m. nel 1488; Ambrogio, figlio di Uguccione, m. nel 1493, condottiero con Bartolomeo Colleoni e coi fuorusciti fiorentini contro P iero de' Medici; Ugucc·ione, figlio di Ambrogio, m. nel 1516, che nella guerra della lega di Cambrai conquistò Rovigo. Contrassalto. E' la reazione che i piccoli reparti svolgono a stretto contatto con l'avversario per impedfre l'atto decisivo della presa cli possesso d i un determinato obiettivo. Suo mezzo il solo mov imento; sue caratteristiche, l'immediatezza, la meccanicità, la piccola entità del reparto che lo compie, le piccole dimensioni dello spazio entro cui si svolge. I contrassalti costituiscono i mille episodi d'una difesa attiva che reagisce in ogni suo elemento; il corpo a corpo che spezza l'armonia dell'attacco e ne fiacca la possibilità di successo. Nella grandiosità delle azioni tattiche della guerra odierna, i contrassalti non sono più prerogativa· della sola difesa, ma procedimento che adottano anche i piccoli reparti nell'offensiva, quando essi siano posti momentaneamente in crisi per effetto dell'azione av.versaria. Contrattacco .. Procedimento ,ttto a ricaccia1·e l'attaccante da un determinato tratto di fronte, quando q uesto s.ia staio violato. Esso mira ad arrestare i progressi parziali raggiunti dall'attaccante ed a ristab ilire, con l'integrità della fronte, la situazione comunque scossa. o minacciata. Sono sue caratteristiche: la p.reorganizzazione, il preventivo orientamento, l'azione a va.sto raggio, l'armonico coordinamento del fuoco e del movimento. Nel contrattacco i-isiede uno dei principali mezzi che il .difensore deve porre in atto per dare sviluppo alla sua capacità reattiva, espliqrntesi col fuoco e col mo·vimcnto. Nella capacità reattiva - affermantesi inizialmente con la contJ·oprepanzione ed estendentesi col contrattacco prima, con le azioni controffensive di maggiore stile dopo - è compresa quasi per intero la forza della difesa: la rinunzia anche parziale alla reazione - attiva, importa la soggezione alla volontà dell'attaccante e priva il difensore di uno dei maggiori fattori di sue-

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cesso. Ad attuare la prima forma di reazione (reazione col fuoco) provvedono le artiglierie ed i reparti che guarniscono le varie organizzazioni della posizione di resistenza; la reazione di movimento si basa, invece, per intero sul <e congegno dei contrattacchi J) : congegno dispendioso che funzionerà con rendimento solo se « razionalmente prepara to » (studio delle direzioni più redditizie, consone alla situazione e rispondenti alle più favorevoli posizioni d i partenza; schieramento e dosamento delle forze bene commisurati alle esigenze di una difesa manovrata, ecc.) e « tempestivamente eseguito». I contrattacchi debbono succedersi con automatica immediatena ad ogni progresso nemico, contrastandolo con colpi ben vibrati. L'avversario, colto in tal guisa sulle posizioni appena conquistate - e quindi in acuta crisi di logoramento - ben difficilmei1te sarà in grado di resistere all'urto di truppe che su <li esso si rovesciano oon jmpeto e risolutezza. Qua11do però manchi la condizione dell'immediatezza, al contrattacco occorre rinunziare : esso, svolgendosi tardivamente, sarebbe affetto da errore originario e si risolverebbe in tu10 sterile consumo delle preziose energie della difesa. I contrattacchi sono pertanto opera << dei minori reparti di fanteria J>: effettuati per iniziativa dei comandanti in sottordine con l'appoggio delle armi sussidiarie e senza attendere la preparazione dell'artiglieria, avranno per iscopo di ristabilire la situazione nell'ambito di un settore, impegnando rincalzi ed a volte anohe riserve cospicue. .Sara11110 e$si tanto più efficaci quanto maggionnente sia stata rispe~tata la condizione della tempestività e quanto più accurata sia stata la preparazione tecnica e morale dei combattenti. Pertanto entrano in gioco il grado di addestramento raggiunto dai reparti e la preparazione degli animi, quest'ultima in special modo, essendo il fattore morale, oggi più che mai, di primissimo ordine. Di esempi classici di contrattacchi è ricca tutta la storia de!J' Arte :Militare, in ispecial modo la guerra mondiale. Il carattere di lotta stabilinata assunto da tale guerra, particolarmente nel periodo che va dal 1915 al giugno 1918, faceva sl che ad ogni azione offensiva rivolta alla conquista di un determinato tratto di fronte o di trincea, corrispondessero, qua.si automaticamente, una o più violente azioni di contrattacco che annullava110, rendendo del tutto sterili, o per lo meno molto tenui, i progressi dell'attaccante. Notevoli, nei riguardi dell'esercito italiano, gli innume revoli contrattacchi che danno particolare colore alla battaglia del Piave del giugno del 1918, all'urto . nemico, ultimo, disperato sforzo rovesciatosi sul fronte italiano, l'esercito ita· liano rispose con l'urto. Respinti sull'altipiano e sul Grappa, affermatisi sul Montello e sul basso Piave, ricacciati dai violenti contrattacchi sferrati ovunque dai reparti italiani, gli Austriaci, già sicuri di poter invadere la pianura, furono costretti a retrocedere sconfitti e senza speÌ-anza di rivincita.

Contrattacco (Fortificazione). Colla parola designasi quel complesso di lavori che la guarnigione di una piazza forte, prima della difesa o nel tempo -d i que·sta, imprende a grande d istanzà dalla fortezza, per potervi collocare le ·proprie batterie per battere d'infilata o di rovescio le trincee e le prime batterie dell'assediante.

Oontreras · (Giovanni di). Maresciallo spagnuolo del sec. XIX. n. a Pisa nel 180i. Prese parte alla guerra car-


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lista (1834-40). Nel 1849 era Feldmaresciallo, e schieratosi contro le regina Isabella si m ise a capo del partito militare (1866). Favorito da. vittorie divenne generalissimo in Catalogna, e si proclamò capo dello Stato della Murcia (1873) dopo l'insurrezione dell'Andalusia. Caduta però Cartagena ( 1874) dovette riparare in Algeria., fuggendo su d'una nave da guerra. ].\,fori colà oscuramente.

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tiro completo, grande rapidità di manovra, celerità di puntamento. Gli affusti usati generalmente sono, del tipo a piedestallo o a candeliere; più raramente del tipo a ruote. Le installazioni per artiglierie controaerei·

Contreras (don Giovanni Senen di). Generale spagnuolo (1760-1826). Si distinse nella. campagna austrorusso-t11rca (1788) ed in quella d'indipendenza (18081811). Pubblicò me.morie sulla campagna contro i Turchi nel 1791.

Contribuzione di guer ra. E' w1a maggiore imposta caricata o sui contribuenti ordinari di uno Stato, o sugli abitanti dei paesi conquistati od occupati in caso di guerra. :l\el prù110 ~aso la C . viene intimata dal Governo per sopperire spese straordinarie di guerra ed ha il carattere di « imposizione ll pubblica e nazionale. Se invece s i tratta di C. imposta ad un paese conquistato o nemico, essa viene spesso indeua dal comando supremo dell'esercito od anche da un Comando d'armata, ed allora ha il carattere di « tributo». La C. P:UÒ anche essere imposta dal vincitore a carico del vinto, quale rifusione di danni e spese provocati dalla g_uerra. Ed in questo caso fa parte dei capitoli del trattato di pace internazionale fra i belligeranti. L'uso della C. è antico quanto la guerra, e talvolta l'one.re imposto dalla stessa è stato causa, per sua gravezza, di nuove ostilità. E' certo tuttavia che tale sistema di ritorsione dei danni s'appoggia sul diritto di guerra, il quale trova un limite neJla potenzialità economica e produttiva del ·vinto. E• per questo che le C. sono oggetto di conferenze internazionali. In passato le C. furono considerate da tal11no come vere operazioni di guerra, ed in tali casi furono pagate con requ isizioni di oggetti di qualunque genere, dalle argenterie e gioie al bestiame od a generi alimentari. Non molto differente in sostanza è il sistema di pagamento delle C. ùnposto alla Germa11ia, cd alle nazìoni vinte dal pia1Jo Dawis dopo la guerra mondiale. Contro aerei. L'impiego su larga scala in guerra di aeroplani e di dirigibili ha imposto l'adozione di una nuova categoria di bocche da fuoco per controbattere q"uesti pericolosi mezzi di guerra : tale categoria è costituita dai cannoni controaerci, i quali devono avere Je seguenti caratteristiche: velocità iniziali rilevanti (fmo ai· 1000 metr( al secondo ed oltre} per· avere una granda radenza di traiettoria e per ridurre al minimo la durata del percorso del proietto; quindi lunghezza d'anima. considerevole (fino ai 45 e 50 calibr i); ca libro in relazione agli effetti che si vogliono conseguire ed alla quota che si vuol raggiungere; rapidità di manovra grande per avere la possibilità di eseguire un tiro celerissimo, dovendosi battere bersagli molto veloci e quindi otturatori a manovra semiautomatica ed automatica. I calibri dei cannoni controaerei variano fra i 40 mm. ed i 120 mm. I cannoni controaerei vengono incavalcati su speciali affusti, sempre a. deformazione, i quali devono rispondere alle seguenti esigenze deriyanti dallo speciale bersaglio che si muove nello spazio con grande velocità : possibilità di assumere grandi angoli di elevazione (possibilmente fino a 90°); seuorc orizzontale di

1 primi

sostegni per m11rag11a11"l cr controncrca (gennaio 1915)

possono essere fisse o scmilìsse o mobili, a seconda che si tratta di proteggere da incursioni aeree centri abitati ùnportanti, impianti industriali grandiosi, impianti ferroviari, grandi stabilimenti e cantieri militari, ecc., oppure truppe e artiglierie mobili. ~elle ,installazioni fisse o semilìsse gli affusti sono disposti su apposite piazzuole I

Armo auLorna.1,Jta 8rowntng <la 3; rnnt. e piattaforme fissate nel terreno, o su p iattaforme che presentano una certa mobilità, ma che richiedono un certo tempo per poter essere collocate; le insta nazioni mobili si hanno quando l'artiglieria è sistemata sopra un autocarro, un carro rimorchio, o un carro fe1To"ia-


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Peni cont.raerci su ponLono galleggiante a Gracto ( 191S)

rio, in modo da potersi spostare rapidamen te eri essere in grado di aprire cclercmentc il fuoco appena giunta nella località di impiego. I proietti usati dai cannoni controacrei devono poter scoppiare in aria e frantumarsi in scheggie di d imensioni tali, che cadendo su truppe a,miche non possano p rodurre danni ; per ciò furono abbandonati quasi generalmente gli shrapnels, perchè il bossolo, che all'atto dello scoppio rimane intatto, può essere pericoloso nel punto di caduta; si usano pertanto: la granata dirompente, che appa1·tiene alla categoria dei proietti a frattura prestabilita; essenzialmente contro acroiilani ed idroplani; i! · proietto incendiario essen1-ialmen te contro i dirigibili. Entrambi usauo una spoletta a tempo; fu abbandonata la spoletta a doppio effet to, per e,·itare il pericolo cbe, non avendo funzionato il meccanismo a tempo, il proietto scoppiasse a percussione all'arrivo al suolo, il che avrebbe costituito un pericolo quando il proietto fosse caduto nel nostro· territorio. Per rendere efficace e rapido il tiro dei cannoni controaerei per il !oro impiego, sono necessari strumenti per la misurazione della distanza, strumenti che diano· gli spostamenti di sito, in direz ione, in quota dell'aeromobile, strumenti che diano celere.mente i dati di t.iro; infine è necessaria una centrale elettrica di comando, per mezzo della quale ii comandante possa dare direttamente direzione ed inclinazione ai pez1-i, senza perdita di tempo. I caru1oni cootroaerei in servizio da noi (1928) sono : per la difesa antiaerea mobile il caJmone da 75 CK,, con otturatore a funzionamento semiautomatico, su affusto a piedestallo installato sopra autocarro, sia per il trasporto che per il tiro; per la difesa territoriale il cannone da 75 A. V. su affusto a piedestallo; i cannoni da 76/40 e 76/45 su affusto a piedestallo; tutte queste artiglierie per il tiro sono sistemate sopra apposito telaio in legno o su \ma piazzuola in cemen to.

E' ancora· in servizio il cannone da ii /20 di preda bellica, su uno speciale affusto munito di piattaforma, che per il tiro poggia sul terreno e per il traino viene munito di ruote. Tutti questi cannoni. per quanto all'atto della loro introduzione in servizio 1·ispondessero abbastanza bene allo scopo, ora però sono ant iquati e poco

ATtlglier l,1 <la campagna russa trnpiegaia nN llro controaercl (191G) efficaci, specie se si tien conto dei grandi progressi fatti dalla aviazione: essi sono specialmente deficienti di velocità iniziale. Durante la guerra furono usati anche per la difesa mobile il cannone da 40/39 su apposita piattaforma scomponibile e trasportabile; e il cannone da 102/35 su autoc;irro. Per la difesa fissa, per la deficienza di speciali a.rtiglierie controaerei, furono usati il cannone da 75/27 mod. 1906 e 75/27 mod, 1911 da campagna, il cannone da 6S da montagna ed anche artiglierie più antiquate su affusto rigido quali il cannone da 75-A., da 87-Il., e da 120-B. ; per l'impiego di queste arti-


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:glierie si do\'ettero usare ripieghi opportuni ed anche speciali sottaffusti (p. es. il sottaffusto Marcbionni per i cannoni da S7 e da 120). per poter aumen tare i settori verticale ed orizzontale di tiro e rendere possibile

colpi al minuto e le sue granate sono così sensibili da scoppiare al minimo urto con la tela delle ali dei velivoli. Per la difesa antiaerea, oltre i cannoni, sono usate anche le mitragliatrici, le quali, come i cannoni, devono poter assumere grandi angoli di elevazione, avere settore orizwntale di tiro di 360"; e devono permettere w1 comando e rapido puntamento agli aerei. L e mitragliatrici controacrei devono avere calibro alquanto superiore a quello delle mitragliatrici usate nella guerra terrestre, per poter avere maggiore effetto sulle aeronavi. Esse hanno calibro di 12/15 mm. e possono giungere anche al calib,o di 40 mm.: quelle di calibro maggiore possono essere sistemate anche su apposito autocarro. Per la difesa immediatct delle trup,ie po~no essere impiegate contro gli aerei anche le ordinarie mitragliatrici pesanti della fanteria; in tal caso però occorre nn:lifìcarc 'opportunamente il treppiede della mitragliatrice, - per poter permettere il puntamento anche con grandi angoli di sito, un rapido spostamento dell'arma ir: di rezione, e tener conto nel puntamento del moto celere del bersaglio in tutti i sensi. La modificazione del treppiede è stata studiata in modo che si può effettuare in w1 tempo brevissimo dalla squadra mitraglieri al momento del bisogno. Contro aeroplani e dirigibili si è rezzo contronel'CO 57• Balleria da monrnlflla adoperata, specialmente nei primi tempi, anche la fuciin ~tacedonla (191ì) leria: l'incisione nostra al riguardo rappresenta un'« altana » della città di Venezia. ·i! puntamento diretto agli aerei. Anche durante la guerra furono installali cannoni controaerei su carri Controbatteria. Azione complessa di fuoco di arferrovi.iri per la difesa antiaerea dei treni armati che tiglieria, costituita dall'insieme dei tid (di distruzione e la R. Marina a,·eva stabilito sul litorale adriatico. neutralizzazione a proietti scoppianti o tossici) che si Per la difesa C., esistono in Italia 12 centri, comaneseguono contro Je batterie nemiche. Essa può a sua dati da colounelli: Rivoli, Genova, Lodi, Mantova, Trievolta far parte della preparazione e della controprcpaste, Rovigo, Firenze, Roma, Pescara, Napoli, Palermo, razione. A seconda delle circostanze e della situazione, Gaeta. t:-na (( Scuola Controaerei )l nel 1927 prese il nol'azione dell'artiglieria contro le batterie nemiche può me di « Scuob di tiro d'artiglieria». tendere alla loro distruzione (C. di distruzione) od alla Gli Stati L"niti banno (1928) un tipo di cannone anloro neutraHzza.zione (C. di neutralizzazione). La C. di tiaereo del calibro di iS mm., corredato di congegni perdistruzione richiede tiri esatti, di lunga durata, accurafezionatissimi e indicanti automaticamente l'altezza, la tamente preparati, e non si può in genere esplicare du-

Fucileria coni roaeret duran,~ una tncurstone aerea su Ycnez1a (t9t6} distanza e la veloc ità di un aeropla no ; il che permette una maggiore precisione di tiro. E un tipo di cannone antiaereo, di calibro di 37 mm. e della portata di circa 2.500 metri. Quesl'arm:i ha un:t velocità di tiro di 120

rante lo sviluppo di azioni intense; allora la C. dovrà in genere limitarsi alla neutralizzazione. In ogni caso la lotta contro l'artiglieria nemica è basata sulla conoscenza precisa del relativo schieramento in batterie ed osservatori e della sua attività, noncllè sull'accurata preparazione dei tiri. Per l'esecuzione della controbatteria ha la massima importanza la compilazione della carta di co11trobatteria, nella quale i nuclei di batterie nemiche vicine sono compresi in «ovuli », che vengono contraddistinti con numeri progressivi. In un lucido (o registro) relativo a ciascuna carta sono segnate le batterie che possono avere su tali ovuli azione normale ed eventuale. Sul risultato dei tiri la in0uenza diretta e capitale il buon funzionamento dei servizi d'informazione per l'artiglieria e di osservazione terrestre ed aerea. Le azioni di distruzione vengono in genere compiute seguendo un programma metodico· e preordinato, con tiri bene aggiustati, osservati e controllati in genere con osservazione aerea. Gli effetti poi potranno accertarsi mediante apposite fotografie da aerei. Le azioni di neutralizzazione devono essere preparate antecedentemente con opportuni aggiustamenti e poi vengono eseguite di sorpresa, con densi e rapidi concentramenti di fuoco durante lo svolgersi dell'azione, a seconda delle necessità del mo-

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:mento. Per !a C. si impiegano. più specialmente artiglierie pesan ti campali e pesanti, con tiro a granata se s i tratta di C. di distruzione, con tiri a granata, a shrapnel o a proietti tossici se si tratta di C . di ncutra!lizzazione. La C. venne usata largamente nella guerra mondiale .che ebbe forma essenzialmente di guerra di posizione; però può essere impiegata anche nella guerra di movi:inento in terreno libero; certamente andrà incontro a maggiori difficoltà e richiederà avvertenze speciali, che si possono così conc1·etarc :

lnformaiioui. Si ricorrerà essenzialmente ad aeroplani, a palloni osserva tori ed in minor misura,. alla osservazione terrestre. Quatttit.à di artiglierie da impiegarsi. In una guerra di movimento la disponibilità. delle artiglierie da impiegarsi nella C. sarà minore che in una guerra. di posi.zione. NJunizio11ame-nto. Dato il grande quantitativo di niunizioni che chiede l'esecuzione della C., specialmente di distJzione, e non potendosi ritardare un'.azione per raccogliere il numero di munizioni necessarie, nella. guerra. di movimento si ricorrerà essenzialmente alla C. di neutralizzazione, fatta specialment~ con obici.

Mezzi di collegame1cto. Da essi d ipende l'efficacia della .C. In terreno libero il problema dei collegamenti è dif• ficilissimo; si dovrà ricorrere in larga misura alla radiotélegra.fia cd ai collegamenti con aerei. Obbiettivi della co1itrobatteria. In guerra di movirnen to saranno le batterie da campagna e pesanti campali, ·1e batterie di fanteria. le batterie antitank ed i pezzi -controaerei. Svil·u ppo m ezzi temici. Il progresso degli aeroplani, dei palloni, della radic:;telefonia e della radiotelegrafia, facilitando i collegamenti, rendono possibile la C . an.che in terreno libero. L'adozione dei traino meccanico e dei pezzi semoventi, corazzati contro l'azione delle scheggic delle grJnate e delle pallette degli shrapnel, la riduzione della vampa, riducono d'alt;a parte la. vulnerabilità e la visibilità delle batterie e quindi rendono più -difficile la C. L'introduzione invece dei proietti a gas tossici fu molto utile alla C. di neutralizzazione. Controbatteria nell'avam;ata. Ha per iscopo di impegnare le artiglierie avanzate dell'awersario che potrebbero ostacolare la marcia delle colonne; per eseguirla si disporrà di pochi pezzi; è necessario che all'ava.t1guardia siano assegnati a11che pezzi pesanti campali. Co11,trobatter-ia n.ell'attacco. Avrà per iscopo di neutralizzare le artiglierie av~el'sal'ie : leggere, controae.rei, pesanti campali ed antitank. Durante l'azione si avranno delle pause, di cui si approfitterà per assumere informazioni sulle batterie avversarie. Se l'artiglieria avversaria è scaglionata con forte profondità alcune batterie dovranno essere spinte molto avanti. Nell'ùiseguimento Ja C. sarà fatta dall'artiglieria divisionale eventualmente rinforzata da batterie pesanti campali. Controbatteria nella d;Jesa nella batta.glia di incontro. -Passerà per le stesse varie fasi per cui passa in una battaglia difensiva preparata. Conclusioni a cui si giunge per la controbatteria in ;guerra di movimento:

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a) è indispensabile una stretta cooperazione fra esercito ed aeronautica; b) dopo il primo contatto si verifica un periodo di incertezza che _deve essere abbreviato il più possibile, utilizzando ogni mezzo di informazione; c) massùna cura nei mezzi di collegamento; d) nei periodi di stabilizzazione deve ristabilirsi la centralizzazione del Comando; e) presso ogni Comando di artiglieria dovrà esservi un apposito ufficiale incaricato della controbatteria; /) il tempo è un gra.tide fattore di successo per la controbatteria.

Controcarena. Per difendere nel miglior modo l'opera viva delle navi .(pal'te sommersa) dalle offese del siluro, si sono munite, durante la guerra mondiale, la maggior parte delle u11ità da combattimento con un rivestimento o _fasciame esterno opportunamente suddiviso in cellule, e di spessore variabile dal centro verso l'estremità in n~odo da non far perdere alle navi troppa velocità. La C. nella parte centrale viene a distare circa un metro dal fasciame vero e proprio ed ha lo scopo di far esplodere il siluro contro di essa cou evidente minor danno dell'opera viva. Questa protezione è molto efficace e non aggrava il dislocamento, perchè in generale la sola spinta è pari al peso delle la1.n iere che la compongono. Ancora dopo la. guerra molte nazioni e specialmente l'Inghilt~rra hanno modificato le grandi navi da conservare in servizio mediante l'aggiunta della controcarena. Nelle nuove costruzioni, senza fare una C . vera e propria, si è adottata una struttura del fasciame dell'opera viva che ha in sè tutte le caratteristiche di una carena con relativa controcarena. Controca rtella. Così chiamata una piccola piastra di metallo collocata a sinistra della. cassa dell'archibugio e del fuciic, all'altezza della. cartella, per tenere questa aderente contro l'apposito incastro della cassa, serrandola con YÌIÌ avvitate in apposite chiocciole della comrocartella. Questa fu usata fino a quando furono in,·eutati i fucili a retrocarica a cilù1dro ed a blocco, e cioè fino ad oltre la m età del secolo XIX. Controcava. N"ome dato dagli amichi ai cunicoli sotterranei, costruiti dagli assedia ti, opposti a quelli (cava) degli assedianti, per impedire i tentativi da questi fatti per abbattere le opere o per entrarvi d i sotterra. Controffensiva. E' l'ultima e più grande aiione che la difesa può svolgere per esplicare la sua capacità reattiva (V. anche Contrattacco e Contropreparazù,ne). L'elemento differenziale fm, contrattacco e controffensiva, oltre che nelle forne impiegate - maggiori nella seconda - risiede nel procedimento tattico che è del tutto diverso per l'uno e per l'altra. Infatti la C. itnpiega intere grandi unità cd esige pertanto preparazione ed accompagnamento d i artiglieria od anche di carri d'assalto; esige cioè procedimenti analoghi a quelli occonenti per l'azione offensiva. Trattasi, in un'ultima analisi, di un vero e proprio attacco diretto alla r iconquista di posizioni di recente perdute e che deve trarre, da speciali condizioni di tempo e di luogo, fondate probabì!ità di buon successo. Tali condizioni possono essere offerte da una direzione particolarmente promettente, da precaria situazione del nemico non ancora conso,liùatosi sulla nuova fronte, da sorpresa tattica attuata su vasta scala e da qualsiasi altra circostanza che si


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traduca in isquilibrio di forze materiali o morali a danno del nemico. Il maggior numero di fattori di questo genere deve, in ogni caso, intervenire a favore della C.; diversamente, quando essi facciano difçtto, essa risulterebbe in contrasto col principio della economia delle forze su cui tutto il problema della difensiva strategica è imperniato: alla C. è allora meglio rinunziare. In questa sfavorevole ipotesi è prefer:ibile destinare le forze che avrebbero dovuto effettuarla, ali.i sostituzione delle grandi unità più provate ed al rinforzo dei sistemi arretrati: la rinunzia nel campo reattivo troverà compenso nella rinnovata ed accresciuta capacità di resistenza e nel più largo giuoco di riserve di cui la difesa potrà giovarsi pc~ fronteggiare .i lungo, e con successo, lo sforzo nemico. Le azioni coutroffensivc devono essere previste dal « piano di difesa» ed attuate in relazione alla situazione contingente, E' requisito fondamentale, in ogni caso, quello relativo alla buona preparazione conie per le azioni offensive, comuni essendo le caratteristiche ed i procedimenti. E per ciò, pure attribuendo un giusto peso alla prontezza della reazione, non dovrà essere sacrificata la compiutezza dei preparativi e l'approntamento di tutti i meui necessari, al desiderio di operare al più presto. Un ragionevole differimento, quando sia motivato da giuste necessità, può racchiudere il germe- del successo. Fra le necessità che tale differimento possono consigliare e giustificare è da tener presente il bisogno: - di stabilire con esattezza la situazione propria ed avversaria; - di adattare il piano di attacco alla situazione stessa, determinando particolarmente il tratto più sensibile della fronte avversaria su cui far convergere lo sforzo principale; - di compiere lo schieramento pili appropriato al dispositivo di attacco; - di dare ai comandanti il tempo necessario per bene orientarsi sul terreno e sui compiti di rispettiva pertinenza, ed alle unità nuove giunte, il necessario riposo; - di sistemare i collegamenti; - di svolgere una preparazione immediata proporzionata all'efficacia della fronte nemica. Esempio brillal')tissimo di C. in grande stile è l'ope: razione compiuta dall'Esercito Italiano, nella battaglia del Piave (giugno 1918).

Oontrogua rdia (o copri/accia o contromuragl;a). Era un'opera esterna avente lo scopo di coprire il muro di scarpa del ramparo retrostante del bastione o del rivellino, obbligando così l'attaccante ad impadronirsene per poter procedere oltre nell'attacco. Di solito le C. si facevano dinanzi ai bastioni, ma talora ancbe davanti ai rivellini, e sempre a forma di dente. In alcune fronti si univano le C. dei bastioni con quelle dei rivellini formando cosl una seconda cinta. I coprifaccia erano a

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base larga (da 25 a 30 metri) o a base ristretta (da 1.3 a 18 metri); i primi permettevano di collocarvi in batteria delle bocche a fuoco; i secondi invece, generalmente preferiti, erano armati con sola fucileria. Il comando della loro linea di fuoco era o uguale a quello del ramparo retrostante o da m. 1 a m. 2 ad esso inferiore; la grossezza del loro parapetto era per lo più di sei metri.

c . l'Olltrog-uarctla; B, bastione; R, rtvclllnù : r, pos izione ul ortig-JierJe J)Cr protezione ctel cammtnrunen11 coperti

Co,ttrogttardia. Parte del fornimcnto della spada, compresa nel codolo, situata dal lato opposto della guardia, coll'ufficio di proteggere il disotto della roano e del polso.

Controllo m ii itare. Tutte le clausole militari, navali ed aeronautiche contenute nei singoli trattati di pace che han posto fine alla guerra mondiale, per l'attuazione delle quali è stato stabilito un limite di tempo, sono state eseguite, per disposizione dei trattati stessi, da ciascuno Stato vinto, sotto la vigilanza di Commissioni interalleate di C., autorizzate a stabilire i loro servizi sul territorio dello Stato sottoposto a C. e mantenute a sue spese. Per tale C. M. sono state quindi costituite in ciascuno degli Stati vinti tre Commissioni interalleate, un.i militare, una navale ed una aeronautica. La prima ebbe principalmente il compito di ricevere da parte del Governo controllato le notificazioni relative al luogo dove venivano costituite le provviste e i depositi di munizioni, all'arma.mento delle opere fortificate, fortezze e piazze forti, officine e fabbriche d'armi, di munizioni e materiali di guerra ed al loro funzionamento; di ricevere la consegna delle armi, munizioni, materiale bellico e utensili destinati alla manifatture di guerra;

Còl7trog?1ardia (e) a'hase ristretta

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e inoltre di sorvegliare le distruzioni, demolizioni o trasformazioni previste dal rispettivo trattato. Compili analoghi ebbero la Commissione navale, per la consegna e la sorveglianza sulle demolizioni delle navi e del materiale navale da guerra, e quella aeronautica per le ispezioni sulle fabbriche d'aeroplani, di dirigibili e motori d'aeronavi, e di materiale bellico da poter essere adoperato dalle aeronavi, sugli aerodromi, campi di atterramento, hangars, parchi e depositi, e per le prescritte consegne e demolizioni. Dal punto di vista giuridico internazionale, tale C. M. trova il suo fondamento sull'accordo tra Stati vincitori e Stati vinti; e le singole Commissioni debbono considerarsi come organi collettivi di un gruppo di Stati, a carattere collegiale ed a tempo determinato. Verso la fine del 1927 e il principio del 1928, il C. M. degli Stati vincitori nella guena mondiale sugli Stati vinti è venuto a cessare, e la Società delle Nazion i è subentrata automaticamente a tutelare il rispetto delle clausole militari dei trattati.

Controllore. V. Contadore. Controma_rcia. Marcia. a fronte rovesciato, invertendo cioè l'ordine d'incolonnamento che avevano i riparti all' inizio : a movimento eseguito, si hanno cioè alla testa della colonna i reparti che erano prima in coda. La C. avviene però anche quando la testa di colonna, facendo una doppia conversione, ritorna sul proprio cammino. La C. è ora solo movimento di piazza d'anni, specie per le armi a cavallo; ma in passato godeva rinomanza anche sul campo tattico, tanto negli eserciti che nelle marine. La C. ha anche luogo per la marina da guerra, ed avviene qua11do le navi d'una divisione o squadra navale virano contempora1~eamente ed individualmente di bordo, incolonnandosi dietro la nave capofila, nella nuova direzione. Contromine. Si chiamano così le mine preparate dal difenso.re di un'opera fortificata o di una posmone difensiva. Hanno per iscopo di impedire all'attaccante di eseguii-e l'attacco approssimato senza ricorrere ai lunghi e perigliosi lavori di mina. Nelle opere principali d i una p iazza, quando b natura del terreno lo comporti, fin dal tempo di pace si prepara in punti convenienti sotto lo spalto un sistema di C. di carattere permanente. Questo, aJ momento del bisogno, viene ampliato con gallerie e rami provvisori, con contropozzi e con fori t1·ivellati, all'estremità dei quali si stabiliscono i fornelli. Alla difesa conviene di in;piegare mine sottoca..riclJe, perchè essa J1a interesse di distruggere i lavori del nemico sen.::a consumare molta polvere e senza dar luogo a grandi imbuti, che verrebbero poi utilizzati dal nemico stesso. L'insieme dei lavori di mina dell'attaccante e di quelli di C. della difesa, prende la denominazione cl i guerra sotterranea o di mina. In marina, le C. sono destina.te a. distruggere le opere subacquee. Contr opr eparazio'ne. Fonna di attività della. difesa, diretta ad ostacolare in ogni modo i preparativi offensivi del nemico. Mira a distruggere e neutralizzare i mezzi del nemico apprestati per l'attacco e, in relazione al tempo cui viene riferita (corrispondentemente cioè alle analoghe fasi di -preparazione dell'attaccante) ,si. usa distinguerla in C. preventiva e C. immediata. La

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prima., rispetto all'attività. normale della difesa, è car atterizzata da una. intensificata azione di -logoramento delle forze vive nemiche, pazticolarmente delle artiglierie. :lmplica però in parte rinunzia alla. sorpresa svelando la reazione della difesa. Comunque in molte circostanze è atto efficacissimo della difesa e riesce a stroncare sin dal suo inizio un attacco in istile condotto dall'avversario. Si effettua: a) con sistematica azione di controbatteria, tendente a menoma.re, quanto u1a.ggiormente è possibile, l'efficacia dell'artiglieria avversaria così da renderla. impari al grave compito assegnatole nell'attacco; b) con tiri di interdizione tendenti al logoramento delle forze vive avversarie, diretti perciò contro Comandi e truppe che si spostano o lavorano, contro rifornimenti, ecc.; e) con tiri di distruzione sulle organizzazioni nemiche, pru,icola.rmente su quelle aventi carattere offensivo; d) con tiri di annicntamemo .rivolti contro abitati o contro zone di raccolta e di alloggiamento; e) con azioni aeree intese ad estendere e ad integnu·e quelle dell'artiglieria. La C. preventiva deve essere fondata sulla. conoscenza esatta, possibilmente completa, dei preparativi del nemico; in caso diverso si avrà un dannoso dispendio di energie con l'a.g gravaate che si forniranno all'attaccante utili notizie sulla capacità reattiva della difesa. Per la relativa. organizzazione ha quindi capitale importanza il serviz io d'informazione. Occorre conoscere la sit<.1,zionc delle batterie a.vvers:nie e degli altri obiettivi da colpire, nonchè Jc disposizioni relative all'impiego rle; fuoco (massa di fuoco o manovra di fuoco) e all'organ izzazione dei tiri (azioni di fuoco, celerità, tee.). Durante la fase della contropreparazione preventiva, dovrà avere - se già. non è stato fatto prima - effettiva e completa attuazione lo schieramento delle fo.rze della difesa, in modo da porre questa in perfetto assetto nella previsione della battaglia e da evitare, per quanto possibile, movimenti di truppa sotto i tiri della preparazione nemica. La C. immediata consiste essenzialmente in azioni intensissime di fuoco contro le fanterie nemiche pronte per l'attacco . .Essa. avrà massima efficacia se riuscirà a precedere di qualche ora. la preparazione immediata dell'avve1·sario: al p iù tardi, dovrà sfcnarsi insieme a quest'ultima. Si esplica: a) con tiri di interdizione vicina aventi carnttere di annienta.mento e diretti a soffocare l'attacco prima che possa pronunziarsi: conseguenti ~iolcmi concentramenti della quasi totalità della massa di artiglieria nelle zone delle trincee e .ricoveri di prima linea ove si preswne siano ammassate le fanterie dell'attacco; e sui camminamenti, sulle trincee, sulle zone di raccolta dei rincalzi. In tali concentramenti trovano utile iwpjego i tiri e proietti tossici; b) con riprese di tiro di sbarramento ad integrazione dei tiri di interdizione; e) con tiri di interdizione lonta11a sulle zone di raccolta delle r iserve, limita.ti a poche batterie e con carattere di controbatteria e d i sbarramento. Anche, e specialmen te, la contropreparazione immediata si fonda sul servizio di informazione, sussidiato dai colpi di mano che è opportuno eseguire nel periodo della C. preventiva, sia per elevare nelle truppe della


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di.fesa lo spirito di combattività, sia per sfruttare le notizie che si possono ottenere mediante la cattu ra di p rigiomen. Particolare importanza, ai fini diretti ed immediati delle a zion_i da svolgere in questa fase, assumono i collegamen ti (specie q uelli con le fanterie) e l'osservazione. Per l'organizzazione vale quanto è stato detto nei riguardi della contropreparazione preventiva. Giova però tener presente che nella lotta in terreno libero le azioni complesse d i .fuoco debbono ad attarsi in ogni istante alle sue muternlissime condizioni, spesso mancando quella sufficiente conoscenza delle posizioni ed organizzazioni nemicbe che valga a far formulare un concreto progetto preventivo: il concetto della manovra di fuoco, preparata con intuito e svolta con diverso carattere a seconda dello scopo da raggiungere, avrà, in tal caso, la mass ima applicazione. Ammirevole, come organizzazione, esecuzione e risultat i ottenuti, è la contropreparazione immediata italiana nella battaglia del Piave (giugno 1918). Il Comando Sup remo Ita liano avuti, dal Servizio Informazioni, dati concreti sull'attacco che gli Austriaci stavano per sferrare, organizzò una formidabile e magistrale C. immediata precedente cli pochi minuti l'attacco austriaco, smorzandone slancio e tracotante sicurezza sin dal primo suo sviluppo.

Contrordine. Ordine che viene a modi ficare od annullare completamente un or dine precedente, detenninato dal modificarsi della situazione tattica o strategica che ba provocato l'ordine, precedente. Controscarpa. Cont rosp(l/to, Cotttrosprone, Controstrada, V. Scarpa, Spalto, Sprone, Strada. Controspalline. Liste di panno de llo stesso tipo di quelle della giubba, che vengono sovrapposte alla spalla, e portano i distintivi del grado del militare che la indossa. Quelle degli ufficiali generali sono ricoperte da tessuto d'argento e portano da una a tre stelle dorate, rispettivamente per i gradi di gen. di brigata, di

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I. Ullìc[all lnfcr1oi·1 (SOILOtenente, una strlla: t(•nen. te, Clue stelle, capitano, tre s1e11eJ. 2, ufficiali superiori cmagg,iore, una stella d'ar~cnto, ten. colonn(:l lo, clue ste lle; ,·olonnc11O rro steli\'): gallon e (l'argento o d'oro a seconda dell'orma o corpo. 3, ulllci,1H generali (gennale di brJga111. una ,nena d'0l'0; Cli divisione, due SICll e; d 'nl'ma1a tre SLCI• le; 111ar esc1a1Jo d' lta'lia, quattro stelle); gallone d'oro. 4. gl'neralc di Corpo <l'-\rm.ila: <luc Sll'lle e coro na d'oro

divisione e d 'esercito. Il gen. di Corpo d'Annata (ed assimilati) porta clue stelle dorate in tercalate da una corona reale d'oro su panno scarlallo. Gli ufficiali superiori por tano la C. in panno, contornata da gallone d'argento o d 'oro a seconda dell'.\rma e Corpo cui appartengono, e con sovrapposte da una a tre stell e d'argento

rispettivamente per i gradi di maggiore, ten. colonnello e colonnello. Quelle degli ufficiali inferiori portano soltanto le stelle da una a tre per i gradi da sottotenente a capitano. Hann o p ure C. i marescialli, con galloncini da uno a tre, progressivamente per i gradi da maresciallo, a m. capo e m. maggiore. Questi galloncini di treccia nera ed argento sono posti in senso della lunghezza. Le C. servono a trattenere sulla spalla la ban doliera e la sciarpa, nonchè correggia porta cannocchiale e borsa, e perciò hanno apposito bottone svitabilc.

Controtorpedine. Ordegno che servi\'a a distruggere gli sbarramenti di torpedini quan do se ne scopriva l'esistenza. li nome comparve nel 1895 e cadde in disuso essendo stato sostituito con vantaggio dagli apparecchi di Dragaggio e dai Paramine (V.). Consisteva in un grosso involucro cilindrico, capace di contenere dai 60 ai 90 kg. di fu lmicotone. E ra unito da un'àncora pure cilindrica, mw1ita di fori, nei quali poteva penetrare l'acqua. La C. aveva un congegno d i accensione che poteva funzionare idrostaticameme oppure elettricamente. ?\ el primo caso la pressione dell'acqua agiva su di un piatto il quale compr imeva delle molle che armavano, mediante un dente di scatto, un percotitoio. Continuando la pressione dell'acqua ad agire sul piatto idrostatico, mano mano che la torpedine affondava, il pcrcotitoio, dopo essere stato armato, veniva totalmente liberato ed andava ad agire per effetto delle molle contro una capsula, provocando l'esplosione. Se nelle vicinanze esistevano ahre torpedini, queste esplodevano alla lo,o volta e lo sbarramento, di quel punto, restava d istrutto. L'arma poteva funzionare anche elettricn.mente; in questo caso portava u n accenditore elettrico, formato da un filo di platino che al passaggio della corrente si arroventa\'a. L'arma era collegata mediante un lung() conduttore ad una sorgente d i energia situata in distanza. Per farla fuhzionare, si gelta,·a in mare con la sua àncora nel punto stabilito. In primo tempo la C. galleggiava, ma poi l'acqua, infiltrandosi lentamente nei buchi dell'ancora, faceva perdere la spinta. di galleggiamen to e la C. adagio adagio s i inabissaYa. In questo modo gli operatori avevano il tempo di a llontanarsi. La controprcssione del piatto idrostatico poteva essere regolata a volontà a priori, regolandosi in tal modo la profondità di esplos ione. Queste armi non sono più ora adoperate, preferendosi l'impiego di ordegni che, agganciandosi agli ormeggi delle torpedini, lj tagliano e fanno \'enire a galla le torpedini stesse. Bastano allora pochi colpi di fucile per bucare l'involubro delle torpedini e farle cadere inoffensive sul fondo del mare. Controtorpediniera . Yoce assegnata verso il 1880 al naviglio sott ile e veloce destinato a combattere le torpediniere col cannone. Questa voce i: caduta presto in disuso per lasciar posto a quella tuttora usata di Cacciatvr pcdiniere. Controvallazione. L inea con tinua di fortificazione: campale, colla quale l'attaccante di una piazza cingeva la piazza stessa, per assicurare se stesso dalle possibili sortite del difensore; concorreva qui11di con la Circon,,allazùme a premunire l'esercito investitore da sorprese e dall'interno e dall'esterno. L a C. era, in antico, fiancheggiata da torri di leg.no; l'attaccante procedeva ,·erso le mur:~ della piazza da espugnare . prima. con trincee


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scoperte, poi con trincee coper te o blindate, in.fine con vigne. La C. continuò ad essere adoperata durante l'epoca medioevale ed anche durante il primo periodo del1'epoca moderna (1500-1800), però, in questo periodo, per l'introduzione delle armi da fuoco, vem,e sempre p iù allontanandosi dalla piazza. Nel secondo periodo dell'epoca moderna (1800-1860), per il continuo progresso delle artiglierie, alcuni autori cominciarono a mettere in dubbio l'uti lità d~lle linee dr C. e di ci.J:convallazione, in seguito all'esito infelice di alcuni assedi, come quelli di Arras (16S4), di Valenciennes (1656) e di Torino (1706), in cui esse vennero forzate. Nor. mancò anzi chi le dichiarò persino inutili e perniciose; tuttavia nei migliori trattati di fortificazione s i videro ancora propugnate. · Nell'epoca moderna esse furono completamente abbandonate data la trasformazione subita. dalla fortificazione co!l'ad~zione dei campi trincerati, che avrebbe reso necessarie linee di controvallazione e di circonvallazione di un enorme sviluppo.

Contubernalis. Carica esistente nella marina m ii. romana equivalente al nostro << ufficiale d'ordinanza)) o meglio '« aiutante di bandiera». Tale cai-ica fu data ad es. a Giulio Cesare, allora diciannovenne, presso il pretore dell'armata navale deU' Asia Minore, M. Minucio Thenno. Contuber nia (o Co1it1tbemio, lat. Co11-t1,bemi1t111). Luogo assegnalo per alloggiamento ad un reparto di 10 soldati. Corrispondeva all'attuale camerata. Divenne però per metonimia la. denominazione del reparto d i dieci soldati che essa conteneva, comandati da lll1 decano, ed alloggiati sotto la stessa tellda. Corrisponde alla nostra :iQuadra. Contus. Arme d'asta degli antichi, che c;·a usata soltanto dai cavalieri. Era lunghissima,- più lunga del-

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l'usuale << hasta >J , ed ebbe,. più tardi, un riscontro nella p icca delle fanterie dei secoli XV e XVII.

Contusione (Chimrgia militare). Lesione traumatica interessante i tessuti sottocutanei con integrità. della ' pelle, determinata da agenti vulneranti a superficie larga e smussa. Se anche i segmenti vengono lesi, si ha la ferita co11,t•11sa. In seguito alla rottura dei vasi, si possono avei-e emorragie interstiziali (ecchimosi), ovvero raccolte ematiche (ematomi). Nelle gravi contusioni i tessuti vengon6 d isorganizzati e si possono determinare lesioni importanti anche negli organi cavitari (polmoni, fegato, m ilza, ecc.). In chirurgia di guerra si osservano contusioni in seguito a colpi prodotti da proiettili animati da scarsa forza viva, specie da schegge di granata o di bombe, e soprat utto da proiettili secondari (sassi) lanciati dallo scoppio di proietti di .utiglieri>\. Lesioni più o meno gravi a tipo contusivo degli organi cavicari furono osservate nella guena mondiale in seguito a llo scoppio dei grossi calibri, dovute all'intenso scoti-

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mento degli strati aerei, (il « vento di bomba» degli antichi traumatologi di guerra) lesioni controllate all'çsame necroscopico nei casi seguiti da esito letale.

C:mtu..s-ionc (ippologia). Not,t generalmente nelle armi a cavallo col nome di « fiacca tura», è w1a lesione prodotta sul dorso del cavallo dall~ sella, per catt-fra conformazione o disposizione dei cuscini sottosella o della coperta. La C. trascurata ha nel cavallo gravi conseguenze, rendendolo inservibile per molto tempo. Richiedesi pertanto accurato controllo da parte degli ufficiali, sia al momento del buttasella, sia all'arrivo delle truppe dopo la mar~ia. La C. appare al levar della sella, <laJla formazione d i particolari tumefazioni, che debbono essere curate immedia tamente con antiflogistici.

Convalescenziari. Stabilimenti ·sanitari, che accol• gono militari di truppa dell'esercito e dei corpi armati, che, pw non avendo bisogno di cure ospitaliere, non siano tuttavia in grado di r iprendere subito servizio e non possano essere inviati in licenza a domicilio, o per le disagiaté condizioni della famiglia, o per motivi disciplinari, o, in.fine, per essere in attesa di provvedimenti medico-legali. Amministrativamente sono considerati come distaccamenti dell'Ospedale Militare, dal quale dipendono anche disciplinarmente e tecnicamente. I convalescenti che provengono dall'ospedale da cui, direttamente dipende lo stabilimento, sono trasferiti senza formalità speciali; invece per quelli provenient i da altri ospedali è prescritta l'autorizzazione tecnica del Direttore di Sanità. del Corpo d'Armata nel cui territorio sono dislocati i convalescenziari stessi. Il numero di tali stabilimenti può variare a seconda delle necessità contingenti. Un tempo esistevano i seguenti convalescenziari: l',10,icz.lieri (T~rino), Boscochiesanuova (Verona), Monteoliveto (Firenze), Arpino (Roma), Massalubrcnse (Napoli), Messina (per convalescenti malarici). Oggi essi sono aboliti; è i.i, funzione solo un R eparto Convalescenti presso l'Infermeria Prnsidiaria di Cava dei Tirreni. In tempo di guerra, allo scopo di completare l'assistenza a i malati e feriti ed assicura re un più sollecito recupero di essi, possono essere costituiti Convalescenziari d' A rnwta per ufficiali e per truppa. In essi vengono accolti quei soggetti che provengono dag_li ospedali e danno affidamento di completa guarigione dopo un periodo di convalescenza d i circa un mese. Tali stabilimenti, per ovvie ragioni, devono essere distinti, secondo che 1·icoverino convalescenti di mala ttie comuni o di malattie infettive. Nella guerra mondiale furono istituiti anche Deposit; d·i co11-valesc1mza e tappa, nei quali erano accolti coloro che, provenienti dai convalescenziari od anche dagli ospedali, se si trattava di soggetti già in buone condizioni, avevano ancora bisogno di un periodo di riposo e di trattamento curativo speciale prima di r iprendere la vita di trincea. T ali stabilimenti erano organizzati. in modo da ri1ne.ttere i militari non solo in efficienza fisica, ma anche in efficienza morale, allenandoli, istruendoli, rieducandoli alla clisciplma, ccc. La Croce Rossa Italiana istituì pure dei luoghi di riposo per coloro che, pur non avendo malattie definite, presentavano segni di esaurimento nervoso. Conventi fortificati. _-c110 stesso modo che i massicci dei signori feudali, nel medio evo vennero spcs-


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Convento forunc.ito del 11onte Sinai so fortificai~ i conventi, adattando la costruzione opportunamente al tci-reno. Esempi di conventi forti na.turalmente per l'altezza e l'asper ità, del sito, e fortificati con arte, è dato dai conventi del monte Alhos, nella penisola Calcidica. Specialmente fortificati erano i C. degli ordini religios i, a.venti giurisdizione feudale.

Convenzione militare. Accordo fra due o più r eparti belligeranti durante il corso d'una campagna di guerra, richiedente una temporanea sospensione d'ostilità: ad esempio per scambio d i prigion ieri, per trasporto di feriti gra vi, pe r inumazione dei morti, per invio di parlamentari, ecc. Il rispetto alle clausole della C . non è garantito che dalla lealtà dei contraenti ; però in genere le leggi internazionali di guerra, e le consuetud in i cava lleresche dei militari, assai difficilmente permettono che vengano violate. Per evitare tali violazioni, che possono portare a spostamenti di truppe e sistemazioni d i difesa, i regolamenti m ii. delle principali nazioni, determinano in modo preciso le m isure da prendersi in caso di controvers ie e v iolazioni. Conversione. Movimento che fa girare la fronte di una truppa, sia a piedi che a ca,.illo, dalla pa,-te dov'era il suo fianco : C. a destra, o a s inistra. Convoglio. I convogli nell'esercito possono essere costituiti : - da autocolonne che trasportano truppe; - da autocolonne o colonne carreggio e s almerie che provvedono a ri fornimenti e sgombri ; - d a colonne di prigi,onicri; - dalle ùnpedimcnla di colonne che opérano in colonia. La marcia dei C. è regolata dalle norme di polizia stradali che riguardano itinerari, fom1azioni, velocità, distanze, soste, luci, r umor i, disciplina, ecc. I n vicinanza del nemico, od in wna malsicura, essi muovono sotto la protezione di una scorta adeguata, la quale ha il compito di condurli incoh1mi a destinazione. In caso di attacco, se esso è respinto dalla scorta, questa non insegue, ma r iprende celermente la marcia verso la località di destinazione. Qualora la difesa sia 60praffatta, il comandante del C: procura di salvare quanto più può della colonna, distruggendo il rimanente. Se il C. è costituito da colonne prigionieri, occorre racrogliere le colonne in breve spazio, preferendo località

che ne permettano foccultamento e la' d ifesa; mentre la scorta tenta respingere l'attacco. L'attacco del C. viene effettuato di sorpresa preparando agguato nelle località più idonee della direttrice di marcia. L'azione è condotta attaccando contemporaneamente scorta e C.; si cerca di paralizzare l'ulteriore possibilità di movimento della colonna, danneggiando le vetture di testa o di coda, o portando lo scompiglio in testa ed in coda alle colow1e; ovvero catturando i.,carri più importanti e d istruggendo quelli che contengono materiale di scarso valore, qualora la scorta s i sia lasciata attra.r re a combattere lontano. In colonia, gli indigeni sono particolarmente portati ad azioni del genere, che conducono con particola re perizia, agendo d i sorpresa, utilizzando magistralmente il terreno per ter,derc l'agguato, dopo aver ben studiato le consuetudini dell'avversario ed osservata una certa r ilassa tezza nel servizio di scorta.

Convoglio (llfari11a). Il sistema di riunire in C. le navi mercan tili per traversare spazi di mare resi perico losi da circostanze belliche, è remoto c1uanto l'arte di c\lmbatterc 'in mare. Si hanno notiz~c d i enormi C. fonnati per trasportare le armate persiane; di C. numerosissimi d i navi onerarie speciali organizzati dai R omani ai tempi delle guerre puniche, e di quelli non meno n umerosi nel Medio Evo, nel Mediterraneo, all'epoca delle Repubbliche marinare, specia lmente per difendere le navi mercantili da lle incursioni dei pirati barbareschi e dei Turchi. Si senti la necessità. di ricorrere ai C. di navi a ve la anche per le traversate oceaniche, dopo la conquista delle Indie Orientali ed Occidental i da parte degli Sp,1gnuoli, dei Portoghesi e degli O landesi, specialmente perchè le navi erano sempre molto ricche di mercanzie e costituivano un agognato bottino da parte delle Nazioni a vversarie. Molte delle battaglie combattute nella. Manica, nel 1600-1700, tra I nglesi e Francesi, o Inglesi ed O landesi, traggono origine dalla necessità di proteggere grossi C. di vettovaglie e d i mercanzie, che dirigevano ve rso la F rancia o verso l'Olanda Con l'avvento delle navi a vapore, il sistema dei C. era caduto in disuso, ma ha dovuto presto essere ripristinato du tante la guerra mondiale per d ifendere ;1 commercio dagli attacchi d ei sommergibili. Il sistema dei C. è s tata la più efficace d isposizione di difesa creata nel 19 17. Furono designati .ed organ izzati speciali porti


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un convoglio fluv iale attraverso I nuo vi canali apert i dalla Marina it aliana clurante la g11errn di arm.amento, dai quali soltanto dovevano partice o arrivare i C. delle navi mercantili. In detti porti risiedevano i Comandi di linea e tutte le navj destinate alla scorta, ossia navi da guerra di modello antiquato, cacciatorpediniere di ·velocitit ridotta e altre navi speciali. I piroscafi Yenivano ;riuniti per destinaz;ioni cd anche per tener conto, possibilmente, della velocità, perchè la ,·clocitit di tra\'cr~ata di un C. non può essere cvidcn',

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tement~ superiore a quella della nave pi,, lenta ~he en_tra nel C. s tesso. I l comando del C . era preso dal comandante della na ,·e capo scorta, la quale in generale e ra una vecchia corazzata od un vecchio incrociatore co-

razzato, capace di svilu ppare almeno 16 miglia di velocità. Su ciascun piroscafo era imbarca to personale specialmente addestrato a ricevere e trasmettere segnali. Il C . usciva dal porto ad un'ora ben determinata, dopo cioè che tutta la ;,;pna antistante al porto stesso, per qualche centinaio di miglia, em stata a ttentamente percorsa da motoscafi armati e da dragamine, per accertarsi che non vi fossero sommergibili o banchi di mine. Ritenuta sgombra in tal modo l' imboccatura, il C. usciva, ponendosi in una formazione la più serra ta possibile, per goder meglio della pmte.zione delle navi di scorta che lo circondavano tutto intorno. La formazione piò. usata era quella c.he xi levasi dall'unito grafico. Arrivati a circa S o 600 m igl ia dalla costa, nelle zone cioè in cui erano meno temibili gli attacchi dei sommergibili, una parte delle navi di ss_orta rientrava in porto, e poche soltanto continuavano con il C. ,diJ'igendo alla località d i arrivo. Giunti a circa 500 miglia eta detta località, la quale era stata oppo, tunamentc preavvisata, il C. incontrava un nuovo rinforzo di na vi di scorta e con esse procedeva alla .,ua destinazione. Al porto di arrivo, sapendo dell'imminente arrivo del C. non solo si facevano uscire le navi di scorta. anzide tte per incontrarlo, ma si facevano perlustra,e le acque antistanti dai motosca,fi e dai drngamine, in modo analogo alle operazioni di par tenz:a. Speciali, disposizioni di ordine generale erano date ai comandanti dene··navi mercantili che formavano i C. per regola rsi in casi d i attacchi di sommergibili, e per evitare danno$C dispersioni. Nelle formazioni stesse, si aveva cura d i porre in testa. ed ai fianchi .i piroscafi che erano meglio armati cli carmoni. Si cercò di evitare anche che i C. partissero ed a rri,assero ad epoche fisse. Il sistema d i protezione immediata si dimostrò tanto efficace, che in breve gl i attacchi dei sommergibili contro le 11avi mercantili, diminuirono grandemente di numero. Convoglio (Diritto bellico). Per g li articoli 61 e 62 della D ichiarazione di Londrn del 1909, le navi mercantili neutrali in C. sono esenti da visita. Normalmente iì comandante della scorta dà per iscritto, a richiesta del comandante della nave da guerra, tutte lt assicurazioni ed informazioni sul carattere · delle navi e sul loro carico, che si otterrebbero mediante la visita. Se il comandante della nave da guerra ha motivo di sospettare che la buona fede del comandante della scorta sia stata soq:ircsa, gli comunica i suoi dubbi. Aspetta, in questo caso, al solo comandante della scorta di procedere :id una verifica. Egli deve constatare il r isultato di - questa' Yerifica con un processo verbale, copia del quale è poi rimessa all'ufficiale della nave da guerra. Se ·'. fatti, cosi 65

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Conza della Campania (ant. Compsa). Comune constatati, giustificano nella. opinione del comandante in prov. di Avellino. Fu occupata da Annibale e ricondella scorta la cattura di una o più navi, queste perqu istata da Fabio Massimo. La sua forte posizione le deranno la protezione della scorta. diede nel '.Medio Evo importanza: venne allora munita Come sistema per evita.re i fastidi della. visita., il C. di robusta rocca. Kel 554, vi si rilugiarono 7000 Ostrofu iniziato per la prima volta nel 1653 dal governo svedese, con obbligo alle navi convogliate di non portare goti. capitanati da Rai,•nari, reduci dall'aver combatche merci consentite al commercio neutrale, e con ordine tuto sotto le bandiere di Leutari e Buccellino contro i Iliza.ntini comandati da Narsete. Conza fu al lora asseai comandanti di dichiarare la loro qualifa e i loro poteri alle navi dei belligeranti, e quindi opporsi, occordiata da Narsetc medesimo, il quale verso la fmc dell'autunno ne iniziò l'investimento e mantenne accesa la rendo con la forza, ad ogni tentativo di visita. In Geguito il sistema fu a.dettato da tutÌi gli Stati d'Europa, lotta. per tutto l'inverno. Nella prima.vera del 5S5 i l cotranne dall'Inghilterra, che, assicuratasi la supremazia mandante della piazza assediata, Ragnari, venne ucciso marittirn'à, si dichiarò irriducibilmente contratia al prinda una. freccia, e allora i Goti scesero a patti, e ottencipio. La seconda. Lega dei neutri, tra Prussia, Ru,ssia, nero di capitolare a condizione di aver salva la. vita. Svezia e Danimarca, nel 1800, sanzionò solennemente il N'a.rsete rispettò il patto, ma. li imbarcò tutti, mandandoli a Cost"ntinopoli. Fu questo l'ultimo fatto d'armi princ1p10, a.ffermando che la dichiarazione del comandante del C. circa l'assenza. di merci di contrabbando 1 della. guerra dei Bizantini contro gli Ostrogoti. sulle navi convogliate doveva essere sufficiente pe r 1101'. Coo ( Cos dei G reci; a.nt.: Caris, Ninfea, Sta11chiò, dai· luogo alla visita. L'Inghilterra. a tali affermazioni ecc.). E' la. maggiore delle isole del Dodeca neso dopo r ispose con la guerra, che si concluse con la Convenzione di Pietroburgo del 17 giugno 1801, in cui ~i riaffermò 0 il diritto di visita su tutte le navi neutrali, anche se \ scortate in convoglio. Solo un secolo dopo, cioè nel 1909, TURCO • é il principio acquistò carattere di norma giuridica positiva internaz ionale, con la sam:ione anche del governo , britannico, nella p redetta Dichiarazione di Londra sul o diritto marittimo di guerra.

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Conway (o Aberconway). Antica città marittima inglese, sulla. costa del paese di Galles. Era stata fortificata da Guglielmo il Conquistatore; nel 1399 vi sbarcò il conte di Salisbury, con truppe di Riccardo II prove:-

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rs nienti dall'Irlanda, e raccolse truppe con l'appoggio dei Gallesi : ma venne presto da esse abbandonato, e Riccardo, giunto a C., vi trovò solo 1111 ceminaio di uomini, così che le truppe di Enrico IV poterono faci lmente impadronirsi cli lui e del castello di C. li quale p iù tardi, nel 1645, venne assediato e preso da Cromwell.

Conz (A1igelo Ugo). Ammiraglio, n. ad Ancona. nel 1871. Entrato ·in servizio nel 1885, fu promosso con. trammiraglio nel 1923 e ammiraglio di squadra nel 1926. Fu comandante m ilitare ma rittimo della Spezia nel 1923-1924 ; poi della divisione navale leggera, poi ebbe il comando navale nell'Estremo Oriente. Nel 1926 passò a comai1dai-e il dipartimento marittimo di" Taranto e lo tenne fino all'anno 1928, andan do allora ad assumere il comai1do della seconda squadra.

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Rod i. Ha 30') kmq. di superficie su u n3 1ttnghezza. di 50. JJ1sinua la punta Scaridarion neJ golfo r.he dajli Elleni fu detto Ceramico e protende il capo Piperià (an-

ticamente Laketer) n~ 111are Ege'o, verso Stampalia, le Sporadi e le Cicladi. Ne è capoluogo il borno omonimo. R imangono tracce di oltre venti importanti centr i abitali dell'antichità classica. La. città. è chiusa. da una. cinta murata medioevale e dominata da un castP.!lo. Nel 265 a. C. si svolse nelle acque di C. una battaglia navale, nella quale una flotta di Antigono, re di J\lai:cdonia, e di Antioco l, re di Siria. sconfisse la flotta egiziana di Tolomeo Filadelfo. I Venezbni e i Genovesi, che vi ebbero successivamente signoria, nel secolo XIII. e i Ca vali eri Gerosolimitani che la 1ennero dal 1308 al 1522, si occuparono quasi esclusi\"amente di cu.-arne la difesa militare col)tro i Turchi, e il castello porta le tracce dei successivi rafforzarnen\· e rilacimet1ti, coi quali le difese ne erano adcguat~ · crescente progresso delle armi; ne rimangono 1\'.'0lo rest •ù~oster iori alla metà de) sec. X:V. Il castello, di pianta lrapezoi-


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d alc, occupa la striscia sabbiosa che cl i vide la rad,t d a l porto; ba ai quattro angoli bastioni •roton di o poligon ali, uniti da una cor tin a rettilinea, salvo verso la rad a dove s i svolge secondo un tracciato bastion ato. A questa prima cinta coronata d i merlatura e sp ezza ta da frequenti cannoniere, segue una seconda in terna, rettangolare, con torri rotonde agli a ngoli. Il Maestro dell'Ordine Gerosolimitano, P ietro cl i /\mbusson , sostenne nel 1480 u n furioso a ttacco da parte delle forze d i ~VIaome tto Il, men tre questi contemporaneamente operava contro Rodi. I l pericolo corso_, e la provata efficacia deile n uove a rtiglierie, determina rono qui, come a Rodi, il rinnova-

castello dei carnlieri a Coo mento delle fortificazioni e fu a llora cbe , u costruita la cin ta esterna . Ai lavori furono preposti architet ti italiani, e italiane furono i11 grnn parte le maestranze. L'opera del D 'Ambusson fu completata dal :Maestro Fabrizio de l Carretto, italiano, fra il 1513 e il l 52-1, il quale impiegò an ch'egli architetti italian i, fra i qua li Jfasilio della Scola e Matteo Gi◊eni. A lu i si d eve il robusto torrione circolare cJ;te è nell'angolo f ra il porto ed il fossato. Le nuove costruzion i s i distaccano dalle precedenti perchè sa ldamente terrapicnate, pet reggere a lle grossissime artiglierie del tempo. Cad uta R odi, nel 1522, an che i I castello di C. cedette . N cl l' isola cl i C. esist,o · n o a ltri due cas te lli dei cavalieri ; a P lli, s u una

roccia dirupata e inacces• sibile e a d An timach.ia; quest'ultimo p iù impor tante e mili tannen tc megl.!o

costruito.

Còol (Wouter). Generale olandese, n. nel 1848 ali' Aia. Percorse la carriera cool \Vottter nell'arma ciel Genio e d al 1877 al 1882 fu nelle Indie Olancleji, dove p rese parte a va rie operazioni m ilitari. M agg. gene rale nel 1907, fu min istro della guerra nel 1909-11. Coop (Gio·uann·i) . Generale, n. a N apoli, m . a }_<orna ( 1842-1925). Sotto!. del genio ne l 1861, prese parte a lla cam pagna del l 866 dove guadaknò due mecl. di bronzo ;

promosso colon nello (1894) fu d irettore del genio a Messina e a Verona. Nel grado di magg. ,;:enera le (1900) resse il comando del Gen io a Spezia e, dopo essere sta to a disposizione per isp ezioni ebbe, :nel 1902, la nom ina a Ispettore delle costruz ion i del G en io. CoJlocato in P . A. ( 1904) aggiunse nel 1910 il grado di ten. generale nella r iserva.

,'. Cooper (FenimoreJ . Scrittore ame ricano ( 17891851). I suoi romanzi han _ no per teatro le lungh e lotte sostenute dagli Am,;ricani contro i Pellirosse, le lotte fra Inglesi e Francesi, le avventure dei Corsari in America, i fatti della. guerra d' ind ipendenCoop Giovanni za. americana. Scrisse anche una " S toria d ella Marina degli Sta ti Un iti >>. Cooperative reggimentali. F urono istituite dopo la guerra, dato il favorevole spe rimento che se ne era fatto presso le truppe mobilitate, in sostituzione elci vivand ieri, per la gestione delle can tine i-cggimenta li ; presero il :nome di C. R. o « Spacci cooperativi». Vi è preposto speciale personale m ilitare e sono sotto la sorveglianza dell'aiutante maggiore del reggimento. Gli u tili derivan ti dalle C. sono devoluti in par te a l miglioramento rancio, per le feste reggimentali e, infine, per costituire un fon do a d isposizione del comandante di corpo per premi e sussidi. Cooperazione. Consiste n ~ll'impicgo delle d iverse armi e dei vari mezzi di lotta nel combattimento, con la visione chiara e ben pi:.ecisa di un unico scopo eia persegui re : ciascuna volontà deve sottomettere le proprie partico la ri esigcuze a quelle cli carattere generale, affincbè lo sforzo coordinato d i tutte le possibili enel'gic permetta il conseguimen to del successo. :"Jell'azione terrestre, condizione essenziale d i s uccesso è la C. intesa s ia :nell'ambito d i ciascun'arma, s ia nel complesso armonico del loro impiego . .E poichè il s ucce.,so sul campo tatt ico spetta in definitiva alla fan teria, i comandanti delle a ltre arm i e mezzi impiegat i ne l combat timentq debbono essere tutti sempre in grado d i svolgere azione dire tta vèrso l'obiettivo fi nale, e cioè a favorire la fanteria nell'assolvimento del suo compi to. Perchè la C. possa esplicarsi, :nel campo ta ttico, efficace e con tinua, è necessario che tu tti gli u fficiali non solo cc.,noscano a perfezione l'impiego della propria arma, ma sappia.ne a ltrcsì come le altre combattono e di quale concorso possano a ver bisogno. Specialmente la coor>erazione tra fa nteria er\ artiglieria è d iven uta oggi co~ì intima, da fondere le possibilità delle due armi i n una formidabile~ fo rza che consente ancora il din amismo del combattimen to ad onta della efficacia distru ttiva degli odierni mezzi di lot ta e l'organizzazione della di iesa. · Cooperazione terrestre-marittima.. Questa C . s i manifesta attraverso due forme p rincipali : l'una mediata, l'altra immediata. L a prima è attuata n e l tempo e nello spa1,io ed assorbe la maggior parte dei compiti attribuiti a.Ila marina eia guerra, cla.ll'attacco clcl le linee cl i comunicazione marittime avversarie alla difesa delle li-


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nee proprie e delle proprie coste. Tende cioè a paralizzar le lince di rifornimento dell'avversario per fiaccarne la resistenza e, in contrapposto, ad assicui-are, oltre che l'integrità del confine marittimo, i rifornimenti propri, garantendo, col graduale afflusso dei rifornimenti, la re siste11za della Nazione in lotta, nonchè il regolare sviluppo delle operazioni terrestri sui teatri ove la lotta è portata e s i svolge. Questa forma di correlazioni, cointeressante tutte le specialità della marina, dalle navi di linea alle siluranti, ai trasporti vari, se pure per alcuni mezzi meno evidente, non è certo la meno importante; chè anzi, nel quadro generale di \111 conflitto, può assurgere a condizione. di vita o di morte per le nazioni in guerra. E così fu sempre nella storia di tutti i tempi. Le battaglie navali di Sala.znina nell'epoca greca di Milazzo, di Ecnomo e delle Egadi nell'epoca di Roma repubblicana, di Trafalgar nel periodo napoleonico, rappresentano altrettante date decisil•e; e la stessa sconfitta degli Impel'Ì centrali nell' ultimo immane ~onflitto ebbe inizio sul mare. Oggi poi, a differenza di quanto si verificava nel passato, base d'operazione per gli eserciti belligeranti è considerato non più il solo territorio nazionale, tanto meno il solo paese dove si combatte, bensì il mondo intero. E' conseguentemente fatale la ripercussione delle operazioni marittime sulle terrestri ed indispensabile la correlazione e la C. fra le une e le altre. La seconda forma è quella immediata. La marina coopera cioè direttamente con l'Esercito per l'attuazione di un piano tendente a portare la guerra fuori del territorio nazionale, attraverso i mari e su determinate località di sbarco; oppure concorre, dal mar~, con le proprie artiglierie alle azioni che l'Esercito svolge sul fronte terrestre. Relativamente a quest'ultimo concorso è da ritenere che potrà verificarsi nell'avvenire su larga scala, in qu:1.11to non è difficile prevedere, dopo l'esperienza dell'ultima guerra, le grandi estensioni dei fronti cont inentali giungenti al mare..}1ezzi idonei potranno essere ancora i monitori, i pontoni armati od altri battelli di circostanza: eccezionalmente, ed in particolari condizioni, anche le navi da guerra.

Coopera:ione aereo-terrestre e<l acreo-mariUima. Assume due ·forme diverse, a seconda che si tratti dell'azione o ciel concorso delle masse aeree indipendenti o di quelle dipendenti, e ciò percliè la prima agisce su raggio molto ampio ed in modo tutto affatto indipendente, mentre la seconda costituisce un mezzo ausiliario delle forze di terra e di ma.re. La massa indipendente esplica la sua azione oltre le zone dove si esplica l'attività tenestre e marittima, punta nel cuore della nazione nemica, cerca di paralizzarne ogni centro di vita, cli produzione, di resistenza. La sua azione trO\"a correlazione col concetto che informa la guerra che si combatte, ma rappresenta valida C. alla guerra terrestre per le caratteristiche sue di impiego, di rapida concentrabilità, che le permette di tendere alla supremazia del cielo, nel luogo e nel momento che interessano alle forze terrestri e marittime. La ma~si indi1•cndenfe coopera: A) coa le forze terrestri: a) nelle varie fasi dell'azione offcnsiv1 : - durante la prnparazione : riconosccnr!o l'entità e dislocazione delle forze nemiche, la loro organizzazione difensiva; ostacolando la eguale atti\"ità an-ersaria; regolando il tiro delle artiglierie ;

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- all'inizio e durante lo sviluppo dell'azione: conquistando la supremazia del cielo nella località e nel momento opportuni; colpendo efficacemente i punti più sensibili della zona d'azione avversaria, lé truppe che sost.µio o che muovono e mitragliando quelle che combattono; regolando il tiro d'artiglieria; - durante la fase risolutiva: centuplicando la sua attività e la s1.1a audacia per disorganizzare le forze avversarie, per paralizzarne ogni ulteriore caoacita operativa; colpendo i punti più sensibili delle \'ie di comunicazione e le organizzazioni di comando; b) nell'azione difensiva: riconoscendo l'entità e la dislocazione delle forze avversarie, le direttrici di attacco; lo schieramento delle ;,rtiglierie; le wne rli raccolta dei rincalzi e delle riserve; la base di partenza; l'entità. ed ubicazione dei varchi aperti nei reticolati; impedendo all'aviazione nemica di recare offesa ai punti vitali dell'organizzazione difensiva; portando la massa delle sue forze sulle colonne che inseguono, sulle urtiglierie che si spostano, sui rifornimenti che muovono. B) con le forze della marina :

a) nell'azione offensiva: operando sotto costa o al largo con apparecchi che muovono da centri costieri; compiendo spedizioni offensive contro basi nelle quali stanno alla fonda forze navali avversarie; cooperando in operazioni contro zone nelle quali l'avversario tenta sbarcare; assolvendo, con l'ausilio di navi portaerei, a tutti quei compiti che può loro affidare una flotta che operi in alto mare e non possa più contare sul concorso di velivoli costieri; b) nell'azione difensiva: col criterio di ngire a massa e tempestivamente contro le for1.e avversarie, contro i suoi centri di resistenza e le sue basi, partendo da ,·arie localita cost iere, in armonia ad una perfetta organizzazione che pennetta nel più breve tempo <Ìi raccogliere, dove sarà necessario e nelle migliori condizioni, le maggiori forze possibili.

Allo stato attuale, e certamente sempre più in avvenire, l'intima connessione fra i dive rsi m~zzi d'azione esiste, esiste perchè lilla sola è la lotta armata cd uno solo l'organismo che la combatte. Esercito, :i\Iarina. ed Aviazione non sono che tre elementi costitutivi di un unico organismo, clementi avel1ti ciascuno compiti e funzioni speciali, ma cooperanti a manten~re in vita il tutto unico, la N ationc, che è dietro di essi e vi\'C con essi. La co rrelazione fra i predelli elementi, olt,·e ad essere una conseguenza. logica, va pertanto assumendo ogni giorno di pii, valore di vera ed imprescindibile necessità. Cooperazio11e delle Armi (La). Rivista pubblicata a cura delle « Scuole Centrali M ilitari>>, da l giugno 1923 a lutto il 1926, prima bimestrale ( fino a lutto il 1924) e poi mensile. La sua attività letteraria fu improntata a Ila deduzione tattica tratta dalla grande i:;uerra: « Il combattimeuto deve essere preparato e condotto con lll1 impiego armonico delle '"arie armi aeree e terresui ». Da questa premessa, conseguì" lo studio rl•llc moderne caratteristiche tecniche e Lattiche delle v.1.-ie arm i, essenzialmente dal punto di vista che la loro azione deve amalgama rsi ed integrarsi nel combattimcnt() sicchè l'impiego di ogni al"ma sia inteso tanto a sfrnttare l'aiuto delle altre, quanto a portare, nella lotta, 1utto il contributo di cui e,sa è capace. )ìel 1927, fondandosi con


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la nv1sta « Alere flammam >l, diede origine alla << R ivista Militare Italiana l> .

Coordinamento. Il coordinamento dell'azione delle varie armi nel combattimento è espressione d i comando e tende al conseguimento della superiorità del fuoco per condurre poi il combatti.m ento con risult-.iti favorevoli. Il C. deve essere particolarmente intimo fra fanteria ed artiglieria, divenendo sempre più stretto e tempestivo col volgere del combattimento verso la fase risolutiva. L'azione della cavalleria non è in modo costa11te associata con quella della fanter ia, ma molte e delicatissime saranno le circostanze che da questa coordinazione po~sono trarre fondamento di successo. Invece ~cmpre maggiore importanza va assumendo il C. fra mezzi terrestri ed aerei: esso può essere dire tto od indiretto. Nel primo caso l'azione delle forze aeree avrà con l'azione terrestre rapporti continui ed intimi qualunque ,ia la forma d'azione svolta dai mezzi aerei e terrestri, perchè entrambi perseguono il successo nell'ambito della batta.g lia che combattono negli stessi limiti d i spazio e di tempo. Nel secondo caso l'azione delle forze aeree si svolgerà lungi dal campo di battaglia terrastre cd il C. non _ha vinco! i diretti con l'azione terres:re. La guerra mondiale ha inoltre sancitQ che il piano d i guerra di una nazione che abbia confini terrestri e marittimi, deve essere unico. Ciò impone per l'avvenire legami più intimi di C. anche con le forze marittime, dando così al problema della difesa di UJlO Stato, rnrattere armonico ed unitario. Coorte. Era una delle divjsioni della L egione romana. Se ne fa menzione per la prima volLa nella guerra contro Porsenna. Nella legione manipolare era la riu11ionc di tre manipoli; sotto Mario assunse la importanza di unità tattica della Legione, la qualr ne conteneva dieci; comprendeva un numero vario di uomini.

~econdo Centurione

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tu Coorte Romana Sotto Adriano la 1° C. si chiamò m illiaria e fu doppia deile altre. Ogni C. era disposta su dieci righe; in ordine di battaglia le C . erano disposte su dne o su tre righe inter vallate a scacchiera. Una C. , é'elta, detta pretoria, serviva da guardia del corpo e di riser va del comandante in capo. Si ebbero C. romane e C. straniere (ala•riae, sociae, cotertes, ecc.); queste ultime prendevano il nome del popolo che le forniva (Lusitanorum, Alpinorum, ecc.). Nel 1812, sotto l'Impero d i Napoleone I, la guardia nazi,onalc di 1° bando, che aveva. l'incarico d i difendere le frontiere, le fortezze, gli arsenali e di assicurare L?pubblica sicurezza, senza peraltro uscire mai dal ter-

ritorio dell'impero, fu divisa in C. Ne furono reclutatate cento; ciascuna di otto compagnie (sei di fucilieri, una di artiglieria, una deposito) comandata da un uf1ìciale con rango di comandante cli battaglione. Sei C. costituìvano brigata, al comando di un generale; avevano disciplina, LIBERTÀ EGUA.1,\/\~Z/\ soldo, a rmamento pa~- ri alle truppe attive. Chiesero in seguito ed ottennero di esser.e inviate all'esercito operante. Nella sua cola Legione GUARDLA n~,l~\ ~10DONESE.t stituzione d'Onore fu divisa in JS--- -- -- -- - - --''' 15 C. di 400- legionaij ri ciascuna. Esempi di nome di C. dato a corpi armati, volontari o no, se ne trovano anche in Italia, specialmente durante la Rivoluzione francese e le prime lotte per l'mdipendenza. In Italia la Milizia Volontaria per la Sicurezza Nazionale è divisa in Legioni e Coorti, queste ultime comanda te da un ufflcialè assimilato a maggiore, che ha il grado cli seniore.

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Coote (sir Carlo, conte di Moun&ra.th). Generale inglese del sec. XVII. Qu_ale presidente del Connaught fu severo coi ribelli irlandesi ; da questi assediato a Londonderry, fu liberato dal fratello e battè Scozzesi e Irlandesi uniti. Coote (sir Eyre). Generale inglese (1726-178,1). Prestò servizio neU'esercito indiano e fu uno dei migliori luogotenenti di Lord Clive. Nel 1761 conquistò ai Francesi Pondichéry; nel 1779 ebbe il comando in capo e represse la rivolta di Hydcr Alì che sconfìsse.

Copenaghen (o Copenhagen, la t. Hafn-ia). Città marittima, capitale della Danimarca, a cavallo delle due isole Lceland e Amak separata in due parti dal canale Troestens, che mette in comunicazione il golfo di K joge collo stretto dd Sund. Fondata nel 1168 dal vescovo Axel,, non ebbe importanza m ilitare che nel secolo XV, quando divenne residenza reale. Venne allora. cu-condata da mura e fossi, e difesa da 24 bastioni, oltre ad opere staccate, nonchè una ben munita cittadella a tutela del porto verso il Sund (Frederikshavn). Nel maggio del 1362 C. venne occupata di sorpresa dalJa flotta d i Lubecca e città collegate, comanda ta dall'ammir. Wittenborg. I. Assedio di Copenaghen (153.5-36). Appartiene alla guerra del Con;te o successione del trono di Danimarca. Cristoforo d' Oldenburg ed il principe Alberto del Meklenburg, premu ti dai Danesi, s'erano asserragliati nelle mura di C. sulla fine del 1535, e il re Cristiano, sostenuto dalla nobiltà, e dalla lega. di Lubecca, venne quivi ad assediarli. Completato l'ilwestimento della piazza per terr a e per mare, malgrado l'a.cca.nita resistenza, completata dalle più feroci repressioni int~rne sulla borghesia della città, il Conte Cristoforo fu obbligato alla resa, e per m agnanimità degli assediant i potè ottenere di imbarcarsi coi suoi soldati ed allontanarsi. I I. Trattato di Copenaghen (8 febbraio 1653). Alleanza fra Danimarca e O landa: durante la guerra fra Inghi~terra e O landa, la D animarca vieterà il passaggio del Sund ai vascelli inglesi mercantili 0 da guerra e


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tèrr à nelle vicinanze dèl Sund 20 vascelli <la guerra ben equipaggiati. III. Trattato di Cope11aghe1i (26 agosto 1656). Allcana reciproca garanzia e difesa dei r ispettivi Stati, commercio e n avigazione, e della ci ttà di Danzica con tro le viok nzc· che si commettono nella guerra fra Svezia e Polonia. Questo tra ttato fu rinnovato nel 1657. 7,a fra Danimarca e Olanda,

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per una transazione particolare che ebbe luogo a Stoccolma il 3 luglio 1660, fu restituita a lla Danimarca, in cambio di 17 terre nobili nella Scania, acquistate per tre m ilioni di risdalleri. Questo trattato assicura alla Danima rca l'esistenz.'l politica, salvandola da una totale d issoluzione. VIII Trattato di Cope11aghen (20 magg io 1673). Alleanza fra D:mimarca e Oianda. L'Olanda promette alla Danimarca, 1>el caso fosse assalita in qualsiasi modo, tutte le sue forze, come se la guerra fosse s tata fatta ad essa stessa. L a D an iiu arca a sua volta soccorrerà l'O landa con 40 vascelli d a guerra, provvisti di tu tto il necessario, e un corpo di 10 mila uomini, restando a carico dell'O landa la metà della spesa. Questa alleanza è s tipulata contro la Svezia. IX. T,·attaio di Copc11aghc11, (26 gennaio 1674). Alleanza fra Impero e Dan imarca. Le p arti contraen ti s i obbl igano di difendersi reciprocamen1e contro qualsiasi nemico e d.i adoperare ciascuna un esercito di 30 mila uomini, indipendentemente dalle m ilizie che devono for nire in forza dei loi;o trattati coll'Olanda.

;'\avi ansea1ìcl1e all'espugnazione d1 Cop enaghen ( 13(;2)

IV. Trattato di Copeuaghett (28 luglio 1657). Alleanza perpctml fra Polonia e Danimarca, contro la Svezia, per impedire a questa potenza d i estendere i propri confini e d om ina{e esclus ivamente il M. Baltico. V. A ssedio di Copenaghe1t. Appartiene alla guerra

fr; Scozia e Danimarca (1657-60). Federico III, ridotto

a lla difesa cl i C. u ltimo suo r ifugio, vi s i era asserragliato rafforzandovisi nel miglior molo. Carlo di Svc1.ia ,venne ad assalirlo sulla fine del l658, procedendo direttamente sulla piazza e sperando d i prenderlo di sorpresa. Ma la trovò validamente difesa da borghesi e studenti, uniti a solda ti, che resero impossibile al nemico di avanzare nei lavori d'assedio. Frattanto l'Olanda, l'lmpeJatore, il re di P olonia e l'Elettore del Brandeburgo si spiegarono in favore d i Federico, e mentre una flotta. olandese forzava lo stretto del Suncl, e riforn iva di viveri C., i principi confederat_i liberavano l'Holstein, lo Schleswig, e cacciavano gli Svedesi dall'isola d' Aruak. Malgrado ciò, Ca1·lo di Svezia tentò nella n otte clell' 11 febbraio 1659, un assalto, che s i infranse di fronte alla tenace resistenza dei difensori. Bisognò convertire l'assedio in blocco, e la pace non potè essere combinata ad onta dell'interven to di Crornwell, della F rancia e dell'Oian cla, Carlo fece approntare n uove truppe in Svezia, ma inta nto morì ( 1660) e la-sua morte condusse alla pace ed alla reintegrazione di Federico III nel suo regno (17 maggio 1660). VI . Trattato di Copenaghttt (22 ma.ggio 1658). Convenzione fra Danimarca e d uca d'H.olsteingottorp. Il re di Danimarca trasferisce al Duca la sovran ità sul ducato di Schleswig e lo scioglie da ogni vassallaggio verso la Danimarca.

VII. Trattato di Copenaghen (27 maggio 1660). Pace defu1itiva fra D animarca e Svezia. Si confermano quasi tutte le disposizioni ciel trattato d i R oskild salvo che la Svezia cede alla Danimarca la prefettura cli Drontheim. Si conferma la sovranità del Ducato di Sch leswig. Anc he l'isola cli Bornholom

X. Trattato di Copenaghen, (23 dicembre 1676). Alleanza fra D animarca e Brandeburgo, allo scopo di assicurare i relativi Stati ed ot!encre una pace sicura ed onorevole. Le potenze contraen ti si impcgmu10 a combattere con tutte le -loro forze contro la Svezia, più potente e per icolosa che ma i per l'alleanza con la Fi-a.ncia.

XI. Trattato d·i Copenaghen ( 24 marzo 1698). Alleanza segreta fra Polonia e D anima rca : le parl i contrae,ui promettono di soccorrersi scambievo lmente con un corpo di 8 mila uomini. Morto Cristiano V, il s uo successore confermò questa alleanza a D resda il 25 seltcmbrc 1699. XII. Battaglia di Cope11aghe1i (1700). Appartiene alla lotta tra Svezia e Dan imarca.. Il re di Svezia Ca.rfo XII, appena dic iottenne, mentre i Danesi invadevano l'Holstein, sbarcò presso C. a viva forza, superando la resistenza dei Danesi accorsi per impedire lo sbarco ; li battè ruicora dopo che tutte le sue truppe ebbero posto piede a terra, cd eresse r idotte presso la c ittà per bombarda rla. Questa m inaccia decise i Danesi a scendere a patti, e la pace fu conclusa. XIII. Trnttato di Copc11aghen (1$ giugno 1701). Alleanza Ira Ingh ilterra Olanda e D animarca. Si rinno vano e si confermano le ~ \leanze precedenti. La Dan imarca. fomirà un esercito di 12 mila uomini che all'uopo potrà essere aumentato di 4 m ila. XIV. Trattato di Copenaghen (22 ottobre 1709). Alleanza fra Russia e D animarca. Questa s'impegna cli assalire Schonen e penetrare in Svezia, anche dalla parte della Norvegia; la Russia invaderà !a F in landia. XV. T -rattato d·i Copenaghen (18 aprile 1727). Alleanza fra Ingh ilterra, Fra ncia e Danimarca. La Danimarca accede a ll'alleanza d i Annover; tiene a d isposizione degli a lleati un corpo d i 24 mila uom ini e u n altro d i 6 ·m ila, destinato, nel bisogno, a rinforzare il primo. L'Inghilterra aggiungerà un corpo di 12 mila uomini alla p rima notizia certa del movimento d i truppe russe o di altra potenza <-he attaccasse lo Schleswig.

XVI. Trattato di C,openaghen (26 maggio 1732). Alleanza fra Austria, Danimarca e Prussia. Le potenze con traenti, in caso di guerra, s i aiuteranno scambievol-


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CoP mente; nè deporra.irno le armi se prima non sarà data giusta sod· disfazionc alla parte offesa. La Danimarca pagherà al Duca d'Holstcin-Gottoi:p un milione di scudi, verso la r in\mzia di lui ad ogni pretesa sul Ducato di Schlcswig. Se il Duca ricuserà nel termine dj tre anni di accettare le fattegli proposte, le potenze contraent i non si terranno più obbligate dagli ulteriori impegni e d'.l quelli assunti col presente trattato.

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XVII. Trattato di Cope·iiaghen ( 15 marzo 1742). Alleanza. trn Francia e Danimarca. Se i rispettivi Stati saranno minacciati dJ evidente pericolo, le part i contraenti si accorderanno sui mezzi opportuni per allontanarlo. L'allcan?.a durerà tre anni. XVIII. Trattato di Copenaghen (25 aprile 1750). Fra Danimarca e Svezia. Il p,incipe successore di Svezia ( Adolfo Federico) rinunzia in favore della Danimarca a tutti i suoi diritti e pretensioni sulla parte gii d ucale dello Sclùeswig. Il prim:iµe successore di Svezia. cederà poi alla Danimarca la parte ducale dell'I-Iolstein, e, come equivalente, la Danimarca. cederà le con tee di Oldemburgo e di Dcl11\enhorst a lui. XIX. Trattato d·i Cope11aghen (30 gennaio 1754). Alleanza tra Francia e Danimarca (durata S anni). S i confermano i trattati anterim·i; le potenze contraenti si aiuteranno a vicenda in caso di aggressione,. nella misura e modi da stab ilirsi.

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XX. Tra.ttato d·i, Copenaghen (4 maggio 1758). Conven1.ionc fra D a8.illag-lia narnle di Copenaghen { 1801) nimarca e Francia. La Danimarca. XXII. T rattato di Cope,i.agheti (27 mano 1794). Conpm· restando neutrale, promelle di riun ire nel D ucato di venzione fra Danimarca e Svezia per la. protezione del Holstein un esercito di 24 m ila uomini destinato ad loro commercio; le due potenze dichiarano d i voler impedire ogni impresa sui possedimenti del duca di conserva.re la più stretta neutralità do rante la guerra Iiolstein Gottorp, o contro la neutralità delle città di della Francia cogli altri Stati d'Europa. Una squadra Amburgo e Lubecca. I,,a Francia s'impegna d i adopecli 8 vascelli di linea sarà equipaggiata da ciascuna rarsi pcrcl1è a Ila pace, o anche p rima, si definisca la delle potenze contraenti con un numero proporzionato questione fra Dan imarca e il Granduca di Russia, medi fregate. Il Baltico è dichiarato mare chiuso. La prediante lo scambio gratuito di quanto il G randuca stesso sente convenzione sussisterà per tutta la d urata. della possiede nell'Holstein, con le contee di Oldcmburgo e guerra. Delmenhorsl. A questo trattato aderì la Russia. XXIII. Battaglia di Cope,,aglte1• (2 aprile 1801). ApXXI. Tra.ttato di Cofè11aghe10 (22 aprile 1767). Fra. partiene alla guerra fra Inghilterra e Coalizione dei R ussia e Da nimarca. La C:,;arina, in nome del granneutr i (Russia e nazioni del Baltico). L a flotta inglese, duca suo figlio, rinunzia a favore della Danimarca a lagli ordini di Hyde P arker, composta di 53 navi, rala porzione ducale dello .Schleswig, e la Danimarca si dunate a Yarmouth, ricevette l'ordine di attaccare la incarica dei debiti della Casa d'Holstehi-Gottorp, e Lega prima che le forze coalizzate potessero riunirsi. cederà al granduca in cambio le contee d'Oldemburg e I danesi avevano reso impraticabile l'entrata a traDelmenhorst.


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L'a11atco a Cope11.agl1e.n {2 apr lle JSOJ)

montana ad occidente del ba.neo di Middel-Grund, d i• fesa dal forte delle Tre Corone e dalla Cittadella, che proteggevano il porlo di C . dove s'era- rifugiata la flot• la danese. Trenta ca.nnoni da 240 e trentotto da . 360, ed una canonada tda 960 armavano il forte cui s'appoggiavano vecchi vascelli d isalberati. A mezzodì i Danesi avevano schieralo una lunga fila di pontoni e di vecchi vascelli armati con 628 cannoni, serviti da 4841 u. Prima di -far capitolare C . bisognava dunque abbattere tali difes·e. Il 30 ma.r zo la flotta inglese giungeva con la 1• d ivis. (Nelson) davanti a C., seguita dal grosso. Il 2 aprile, la flotta avanzò e la lotta s i ingaggiò fra l'avanguardia (Nelson) e la linea delle difese danesi. Dopo tre ore, Parker, che non aveva potuto seguire Nelson, fece a lzare il segnale di « cessate il fuoco )J. }.fa X elson, non tenendo alcun corito di quell'or,dine; non so lo si assicurò la vittoria, ma salvò la squadra. ):gli aveva capito che il ri tirarsi sarebbe stato disastroso, date le avarie delle navi. La ciivìsione delle' fregate obbedl a l segnale, ma, .c i6 malgrado, verso le 13,30 la fortuna piegò a vantaggio degli inglesi. Alcune navi danesi, pur combattendo eroicamente o per incendio o per affondamento erano di$trutte, e, dopo quattro altre ore di fuoco, la perdita di sei vascelli di line_a. e di sette altre navi, oltre a 1800 u., rese precaria la situazione di C. consigliando i Danesi ad arrendersi. Gli Inglesi avevano pur perduto 1200 u . e subìto non indifferenti a.varie nelle navi. XXIV. T r9ttato d·i Copenaghen (9 aprile 1801). Convenzione fra Inghilterra e Danimarca. Armistizio per 14 settimane. Il trattato di neutralità ma;ittima, relativamen te alla cooperazione della Danimarta., sarà sospeso per tutta la durata della tregua. Gli Inglesi potranno p rovvedersi a Copenaghen e sulle coste danesi d i tutto l'occorrente per la loro flotta.

XXV. Bombardamento e presa di Copenaghen (2-5 settembre 1807). Appartiene alla guerra fra Inghilterra. e D an imarca nel ciclo napoleonico. Avendo la Danimarca rifiutato di consegnare la flotta al comandante inglese, una squadra di 14 vascelli, comandata dagli ammiragli yambier, H ood e K eaty, investi C. il 2 settembre, bombardando la città ed incendiand one i principali quartieri. Inoltre 10.000 u. di truppe da sbarco inglesi; agli ordini del gen. Cathcart, investivano la piazza dalla parte di terra, impadronendosi subito, con quest'azione doppia, della ba tteria delle T re Corone (:,2 settembre), ed in tensificarono il bombardamen-to per tre

glorni consecutivi. I difensor i non poterono reggere alla preponderanza dei mezzi inglesi,' e il geu, Peymai1, gravementè ferilo, dopo 4 giorni e 4 notti d i ininterrotto combattimento, perduti 2000 u., con la piazza coperta· di macerie ed incapace di resistere, a prì le porte capitolando. Il principe danese Federico, che nel l'Holstein aveva intanto presi acco rdi col gen. frai1cese Bernadotte, rifiutò di ratificare la'. capitolazione, e mise sotto processo gli ufficiali che l'avevano firma ta. Questo energico contegno, la minaccia d'intervento della R us• sia, e la vicinanza delle truppe napoleoniche, persuasero gl·i Inglesi ad abbandonare C., ma prima Ilf smantellarono le fortificazioni e l'arsenale, asportando navi cariche di tutto il materiale che poterono raccogliere ( 18 o.ttobre 1807). XXVI. Trattato di Copenaghen ( 10 luglio 1813). Alleanza fra Danimarca e Francia. Reciproca garanzia. dei rispettivi possedimenti europei e coloniali. Poichè Inghilterra, Russia e Prussia appoggiano i disegni della Svezia di invadere la Norvegia, la F rancia dichiarerà la guerra a lla Svezia, e la Danimarca a Russiil, Svezia e Prussia, 24 ore dopo la rottu ra dell'armistizio ora esistente fra Francia e Russia . La Danimarca aggiu ngerà all'esercito francese 12 mila e seicento uqmini, e la Francia soccorrerà la Danimarca con 20.000 uomini. XXVII, Trattato di Copenaghen ( 14 marzo 1857). Fra Danimarca e altre Potenze marittime d'Europa. Il re di D animarca s i impe1;na a non pretendci·e diritto di tonnellaggio, di farn o d i dogana, di se1:1nalazioni o d i altro genere affine, qualunque sia. il tipo d i nave o di carico, sulle navi che passeranno il Sund o il Belt.

·Copertino. Comune in prov. di, Lecce, fondato nel Med io E,·o dopo la disrruzione, per opera dei Saraceni,

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Jl càslello cli Cope l'lino


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di alcuni villaggi. L'unico avvenimento m,il. che la stor ia di C. registri, è la presa del borgo per opera dei Veneziani, nel 1484. Nel 1540 Alfonso Castrio ta, feudatario di Carlo I d'Angiò, fece costruire il castello, opera pregevole di Evangelista Menga, con 4 baluardi, casematte e fosso.

Copertura. L'insieme delle misure con le quali si provvede alla sicurezza dell'esercito e del Paese· prima· dell'inizio delle grandi operazioni. J:l suo sviluppo nel corso del secolo XIX è conseguenza deJl'evoluzione politico-sociale delle Nazioni ed il portato dello sviluppo delle istituzioni militari. La C., nel caso più generale, corrisponde a l periodo iniziale delle operazioni ed è perciò attuata con l'apertura delle ostilità, od anche prima, quando - per la tensione dei rapporti politici o per ragioni ·diplomatiche possono a.vere influenza sulle trattative in corso - la s ituazione consig li di prevenire gli eventi per guadagnare tempo ed eventualmente per <J,ssicurarsi il vantaggio dell' iniziativa. In altri casi, la C. può essere attuata durante il coxso delle operazioni su determinati tratti di frunte a vantaggio delle operazioni offensiv.e svolgentisi ve.rso a ltre direzioni, per colpire importanti r ipjegamenti, ccc. ; come accade sovente nelle campagne napoleoniche e come magistralmente pratica rono i tedeschi a vantaggio della manovra di Tannenberg. In tutti i casi, la C. si identifica con la difensiva. Assume, per altro, caratteri propri e particola ri, nelle varie contingenze, specie nel periodo corrispondente a quello della mobilitazione e della radw1ata. La C., tendendo all'occupazione di una determinata zona corrispondente, in genere, alla zona di frontiera, o anche totalmente o parzialmente anetrata, deve assicurai·e il possesso delle posizioni che s i vogliono conservare; garantire il regolare svolgimento delle operazioni relative alla mobiJitazione ed a lla radunata dell'Esercito; favorire lo svolgimento delle successive operazioni ~i guerra a seconda de l piano cpncepito dal Comando in capo. Tutti i provvedimenti riflettenti la C . debbono essere accmatamente studiati e, finchè possjbile, predisposti fin dal tempo di pace. Organi incai-icati dello studio particola.re della C. sono i comandi territoriali di frontiera, coadiuvati dalle autorità territoriali direttamente dipendenti o interessate nel particolare servizio. Ciascuno di questi enti per la parte di sua competenza, e in base a lle direttive dei comandi territoria li di frontiera, procede allo studio delle varie questioni, compilando concrete proposte. Queste ultime, dopo éssere state opportuna~cnte vaglia te e coordinate, ,sono inserite nel relativo progetto di C . che i comandi territoriali incaricati compilano e trasmettono, per l'approvazione, alle super iori autorità. Ottenuta l'approvazione, · il progetto comincia ad avere attuazione per tutto ciò che, richiedendo lavori d i lunga durata, o l'esecuzione di d isposizioni comp lesse, è opportuno attuare si11 dal tempo d i pace. "I provvedimenti invece attua.bili al momento d i entrata in vigore d el r,rogctto, sono soltanto predisposti o previsti. In ogni caso, le disposizioni da attuare s in dal tempo di pace, sogliono essere limitate al puro necessario e, per quanto possibile, man ten,ute segrete o per lo meno ma· scher ate per non svelare a p riori le idee direttrici del p ia110 di difesa. A tale sçopo si rico rre spesso a lla esecuzione di lavori apparentemen te motivati da necessità locali di ordine economico; cosl d icasi per la costru-

217 zione dt tronchi ferroviari, di strade ordinal·ie, di teleferiche, di stazioni telegrafoniche, d i impianti var i. Anche i ser vizi assumono una fisionomia particolare. Dovendo essi entrnre rapidamente in azione, e per di piìi nel periodo critico della mobilitazione e della radunata, è necessario che la loro organizzazione si appoggi largamente sulle autorità territoria\i e sullo sfruttamen to delle risorse locali. La loro organizzazione, in ogni caso, ha c~arattere transitorio. Per il funzionamento è opportuno prevedere la ripartizione in .nucleo di piccola entità, corrispondentemente allo schieramento molto esteso e delicato delle truppe. Anche per i servizi, in conseguenza della rapidità con la qua.le debbono entrare in funzione, si suole attua1·e, fin da l tempo d i pace, tutto ciò che è attuabile; per iJ resto, è sufficiente che la organizzazione. sia prevista in tutti i suoi particolari. La C., nel periodo napoleonico, trova l'esercito in pem1anenza sul p iede di guerra e quasi sempre già dislocato fuor i dei confini della N azione e quasi ad immediata portata dei probabili teatri di guerra. La s icurezza del grosso è assicurata dallo spazio e dalla capacità di resistenza di grandi unità d islocate opportunamente per manovrare eventualmente in ritirata, appoggiandosi a determinate piazze-forti. La C. è frequentemente a rmonizzata con la manovra prevista per il grosso, come risulta mirabilmente nel magistrale piano che dà inizio alla campagna del 1812. Nel periodo IMoltkiano, l'impiego delle ferrovie permette un concentra.men Lo rapido quasi a ridosso della frontiera . Più che nello spazio, si cerca la sicmezza nella capacità di resistenza delle truppe di copertura, progressivamente rinforzate. La C., anche in questo periodo, s i fonde armonicamente con la manovra . X el periodo anteguerra con la C . si volle assicurare l'integrità del territorio, la radunata delle forze il più vicino possibile alla frontiera; la possibilità di compiere quelle operazioni offensive che,Ja situazione avrebbe potuto rendere opportuna. Nella guerra mond ia le, Francia e Gennania fecero precedere gli ordini per la C. da misure preliminari di carattere precauziona le; ma la Francia commise il grave errore di iniziarla, su una linea auetrata di dieci km., r ispetto al confine; essa vi impiegò S C. d' A. rinforzati da doganieri e caccia.tori. La C. francese doveva arrestare le ricognizioni e i distaccamenti del nemico che avessero cercato di penetrare nel territorio nazionale · Ùltcriorrnente, di r itardare la marcia dei corpi più con~ siclerevoli che avessero potuto d isturbare la radunata delle armate. La Germania impiegò n ella C. 5 C. cl' A. rinforzati da elementi locali e 3 GOrpi cji cavalleria. L'occupazione del Lussemburgo era prevista e fu attuata in tale periodo.

Coppa M olla (Carlo). Generale, n. a Sannazzaro dei Burgondi m. a Verona ( 1846- 1918). Sottot. del gen io nel 1865, raggiunse nel 1898 il grado di colonnello e fu successivamente direttore del Genio a P iacenza. e a N ovara, comandante il 1° regg. Genio e direttore del Genio a Padova. Promosso generale nel 1903, comandò il Genio di Roma e fu giud ice supplente al Tribunale S up remo di guer:ra e marina (1905).

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Collocato in Posizione Ausiliaria nel 1908, fu nominato generale nella riserva.

Coppo. E' la parte concava di qualunque armatura de lla testa. Generalmente è sormontato dalla cresta. Coppola (Luigi/. Ce~r~e. n. a Ben<;,Vento nel 1867. Sottòienente di fanteria nel 1885, entrò in guerra nel 1915 col grado di maggiore e promosso colonnello ( 1916) ebbe il comando del 202° reggimento fanteria. Si d istinse quale comand,tnte della brigata Sesia meritandosi una medaglia d'argento sul medio Piave cd ebbe successivamente il comando delle brigate Valtellina, Brescia (1920) e Verona ( 1921). Collocato in P. A. S. nel 1922, andò a riposo nel 1924. Copri-apertura di caricamento. Serve per coprire dalle intemperie l'apertura di caricamento del fucile. Può essere costituito da una fascia di cuoio : a llora s i a pplica quando occorre, ed è oggetto da considerarsi come accessorio; oppure è costituito da un tubo metallico applicato perma.nentemente alla scatola d i culatta od a ll'ot turatore, cd allora fa parte dell'arma. Quando i fucili erano a caricamento generalmente lo avevano metallico. Coi fucili a caricamento multiplo, questa parte non esiste più applicata a ll'arma. Copri bacinetto. Sul finire del XIV secolo, quando venne pratica LO il foro ( focone) nella pa rle laterale destra, per accendere la carica dell'archibugio, e detto foro fo pro\'visto di un orlo anulare, detto B., si pensò di coprire q uest'llltimo con u na lastra metallica girevole, e la si chiamò C. B. coperchietto; così si venJ1e a riparare l'orifizio esterno del focone dalle intemperie. Copricanna. Per proteggere la canna del fucile dagli urli e dalle conseguenti deformazioni, per proteggere la mano del tiratore da scottature allorquando la can na dura nte il tiro celere assume una elèvata temperatura, per sopprimere lo stringimento delle fascette direttamente sulla canna, si applica sopra essa un C. più o meno lungo cli legno, oppure s i avvolge la canna con un manicotto metallico a circolazione d'aria. Il C. di legno è il più pratico, il meno costoso, e protegge la mano abbastanza lungamente. Copricapsula (o cou.trocapsula). E' così chiamato un oggetto che talvolta si metteva a prote.zione della capsula nelle cartucce, per evitare gli effetti degli urti e delle intemperie. ::>Jelle armi a fuoco moderne questo oggetto si è reso inuti le. Coprifocone. Così chiamato quell'arnese che scrdva a riparare dalle intemperie (polvere, pioggia, umidità) il focone delle a rtiglierie (come il copribacinetto per le armi da fuoco portatili). Nelle artiglierie primitive consisteva in un semplice fittone in legno infilato nel foro del f9cone stesso : poi lo si fece metallico, come un cope rch io girevole a cerniera. Infine, ne lle armi a retrocarica del secolo XIV, esso era una vite con na-

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sello che ven iva avvitata alla chiocciola del focone s tesso, chiocciola che serviva anche per avvitarvi il caAnello a vite.

Coprifuoco. Nel medio Evo e~a il segna le della ritirata delle truppe' che stavano di guarnigione in una città, cd era dato in genere da una ronda notturna con accompagnamento di fiaccole e di tamburi. Sulle navi s i usava pure il segnale del C. Era dato sul tramonto da un piffero e una tromba, seguiti da un caporale· e due uomin i, che gi ravano tutto il bastimento nei suoi vari ponti. Coprimicoia. Piccolo utensile di cuoio, che s i applicava alla sommità della micc ia per ripararla dalle intemperie, specialmeme pioggia ed umido. Fu inventato dagli Olandesi, e s i mantenne pressoch/; invariato nella forma fino al X VIII secolo. Coracesio. Antico castello della Cilicia ai confini del la Pamfilia; oggi Alayah. Battaglia 1ravale di Coracesio (57 a. C.) . Appartiene alla guerr a piratic,L e fu combattuta e vinta da Cneo Pompeo M agno contro l'ult ima forza de i corsari, di cui 20.000 caddero prigionieri. Pompeo non impose loro altro obbligo fuorchè di vivere lontano dal mare, e destinò loro per sede l'antica città di Soli già distrutta da Tigrano, re d'Armenia, da essi riedificata col nome di Pompeopoli. In questa guerra, fin ita in tre mesi, P ompeo prese circa 400 battelli e navi, e trn queste 97 rostrale. ne distrusse 1.300 e incendiò gli arsenali dei pirati, di cui 10.000 furono uccisi. Coraggio. Ogni uomo cosciente davanti a pericolo di cui intenda significato e gravità, viene a trovarsi sotto la tenzone di stimoli contrastanti, alcuni dei q\ 1al i tendono a fargli evitare esso pericolo, altri a farglielo affrontare per vincerlo. I primi sono quali forze negative, aventi spesso fondamento in un istinto di conservazione, ma considerate usualmente come avverse al carattere morale; i secondi sono quali forze positive, derivate da un istinto fattosi già. chiaro in un sen timento soc iale, e il cu i predominio costituisce il coraggio, inteso nel suo aspetto estetico e morale. In sostan:i:a, il coraggio, potenza e a tto, è forza d i volontà, indi conseguente azione posit iva o negativa. Grandi esempi d i coraggio offrono le storie di tutti i tempi e di tutti i popoli; la storia d 'Italia durante la grande guerra mondiale e ne l decenn io c he l'ha seguita, ne è r icchissima. Il coraggio morale non è provocato nè incoraggiato da alcuna speranza di compenso; nè è sempre sotto gli sguard i della pubblica stima che sostiene e incita. Il coraggio fisico è necessario soltanto in certi casi; il morale in tutte le circostanze della vita. In certe situ,;:-z ioni occorrono entrambi. Per assalire il nemico ci vuol coraggio; per differire d'assalirlo, o per astenersene, ove bisogni, ci vuole un coraggio più fermo, conseguenza di grande ponderatezza e di forte volontà. In conclusione, coraggio è ardimento pensato e ragionevole, altrimenti itcmcrarietà. Corali! (FeHce). Generale, n. a Casteggio n I 1866. Sottot. dei bersaglieri nel 1888, si distinse durante la campagna italo-turca del 1911-12-13 meritandosi una med. d'argento nelle azioni di Henn i (ottobre '1911) e di Zanzur (giugno 1912) ed una seconda mcd. d'ar-

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gento nell'azione di Agclat (marzo 19 L3) noncbè la promozione a maggiore per merito d i guerra per la va lorosa •condotta da lui tenuta durante l' intera campagna. R iconfermò le sue brillanti qualità di soldato d urante la Grande Guerra, ottenendo una med. d i bronzo q ua le comandante inter inale di reggil:;.cnto nella Con:a di Plezzo~tsettembre 19b) cd una terza mc<l. d'argento durante l'azione dell'ottobre 1916 nella zona di P ecinka. Nel 1919 ebbe il comando della 2• brigata bersaglieri e del 1° raggruppamento lib ico- er itreo e nel 1920 fu nominato coma nda nt~ della brigata Cremona. Promosso generale di div is . ( l926) ass unse la carica <li comanda nte della divisioue di F irenze.

CoraU.i Luigi. Medaglia d 'oro, n . nel 1880 a Casteggio (Pavia) caduto sul Grappa nel 1918. Ufficiale in S. E. P ., era entrato nella guerra italo-a ustriaca q uale capitano nell'S0 regg. alpini, e combattendo da prode sul Freikofel, a,•eva guadagnato una mcd. d'argento. Promosso magg iore, fu destinato al 69° regg. fante.ria, e quindi al 21 •, sotto la cui ban.diera cadde eroicamente, com' è detto nella m otivazione: «· Comandante d i un battaglio11e in u na importante posizion e di prima !inea, rc~istette a v iolentissimi attacch i nemici, infrangendo la furia degli assa litori. Fiero del s uo posto d'onore, sfida ndo i' pericolo, a lla testa dei s uoi rincalzi, comrattaccò sanguinosamente l'avversa.rio, che in forze sempre crescent i gli dispu tava il terreno palmo a pa lmo. Aggirato d a for7.e soverchianti, riu nì i superstit i e coll'esempio e colla voce tentò con d isperata eroica lotta corpo a cor po di rompere il cerchio che lo stringeva, incontrando glorios issim11. m orte. Fulgido esempio delle più nobili virtù militari di condottiero e di soldato >> (Monte Pertica, (Grappa) 15 g iugno 1918).

Corato. Città in prov. d i Bar i, ant. detta Curiata e Qita.dra.ta. ' Durante ht guerra del re L u igi d 'Ungher ia nel regno di Napo li, C., che era cinta di mura, fo p resa nel maggio 1349 dal Sansevcrino agli Ungari ; il presidio poté in parte salvarsi cou la fuga. Nel settembre, C. fu assed iata dai Tedeschi, a iuta ti da a ltra gente delle città ,•icinc, e difesa, pel re di Napoli, dal toscano Andrea Patrono. Furono messe in opera molle macch ine da gillo pc,, 15 giorni e poi, colmato il fosso con fascine, furono accosta le alte torri alle mura. Jyfa la res istenza de i Co ra tini fu ta le, che gli alleati dei Tedeschi (gent i d i Barletta, Trani. Bitonto) se ne a ndarono, e T edesc hi. rimast i soli, dovettero togliere l'assedio.

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Corazza. Armatura d ifensiva del busto. Era composta d i due parti, il Petto, e !:.t Schiena, collegati col mezzo di corregge di cuoio e con lamelle di ferro ; con chiodi d a volta re, o con ganci sulle spalle e sui fianchi. Il petto era pure detto pettorale: la schiena, o mera le. Nei tempi cavallereschi la C. scendeva dal collo sin sotto le reni, ove si a llargava di qua e di là per lasciar libero il movimento delle cosce. Coll'andar del tempo, essa fu raccorcia ta . Così era la ,C . dopo il 1300. In origine, era una specie di giaco formato d i cuoio grosso e resistente, coCoraz'l.a greca mc acceru1a la voce corium, àa cui deriva probabklmentc il voca bolo coraz:m. Quest'arma d ifensiva i:' mollo antica, trovandosene menz ione ne lla B ibbia. I Cinesi la portavano da tempo

,\. scl1ie na . 13. pcllo cli rora,,1,a Italiana (SCr·. XVI) - C. D corazze italiane del scc. XVII

immemorabile. L 'usarono i Greci antichi. Secon do Varronc la C. di ferro fu inventata dai Galli, non essendosi

Corazza ccl elrno

clri ;;ec. XVI u X\"11

corazza ed elmo ctel sec. XIX


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Pro,•c ron1ro corazzi': liri normati prima fabbricate che di pelle, di cuoio, di rame. d i vari tessuti, di squame sottili, di lamine di corno. Tuttavia Plu1arco nella guerra di Rodi cita due corazze d i ferro resistenti agli serali delle catapulte. I Romani ebbero C . di varie forme, di grosso cuoio o di lino imbollilo di borra, e le chiamarono Lorica (V.). Gli Italiani dell'età di mezzo le chiamarono corazze, usberghi, pancère o panzie re, ed i11finc. anche arnese: erano al!ora pesanti circa 10 kg. Dopo gli Imperatori, la C. a striscie metalliche sovrapposte ed or izzontali si chiamò « lorica lenm iscala » e pare sia la stessa detta da Vegczio « thoracomachus », che copriva solamente il petto. Verso il 380 i fanti Romani e Bizantini abbandona.rono I' uso della C. lasciandola solo alla cavalleria. Germani e Franchi. sotto i Merovingi non conoscevano la C.; però i loro J>rincipi ed i generali porta<.:oraz1.a Far1na vano la cotta di maglia. Per difetto d i C . i Francesi corsero rischio cli essere battuti a Poitiers nel 732. L'uso della C. si propagò lentamente nel primo periodo del medioevo. Man mano che le arti ciel fabbro e del cesellatore si andarono dirozzando, i cavalieri del medioevo armaronsi di C. tutte di metallo, spesso finemente lavorate. Queste C. divennero di uso generale solo nel XIV secolo, essendosi rese necessarie rer potersi difendere dai colpi cl i una specie di stocchi tanto sottili, che passavano entro le maglie e le giunture delle squame e delle piastre. Nel secolo XIV e nel XV, le C. fabbricate a Milano furono tanto pregiate, che ne restò il nome ad una delle sue vie, detta anche oggidì degli « armorari »; Luigi XI ivi acqu istava , le C. per il suo esercito. malgrado vi fosse in Francia la città di Autun rinomata per le sue manifatture di tali armi. Dal 1600

in poi la C. fu meno usata, e talvolta anche abbandonata e poi ripn,sa. O!;i;i è portata solo da reparti speciali e per parata. Uall'epoca di fabbricazione, dalla forma, dalla nazione cli provenfonza, dalla lavorazione artistica; dalla resistenza del metallo generalmente le corazze prendevano nome, il quale era anche quello della inkra armatura. Così si aveva: Corazza gotica, corazza persiana; corazza araba; corazza giannizzera; corazza a botta di pistola; corazza a e da prova ; corazza spigola.la o massimiliano o milanese; corazza tedesca; coraua francese; corazza piemontese; corazza italiana; corazza a guscio d i pisello; corazza a ta vola. Per le guerre moderne non è stato possibile. malgrado gli studi fatti, trovarè una corazza pratica e resistente ~Ila penelra1.ione dei proietti d'oggidì. Si cacò ed espc , in,e111ò una cor"zza per t ruppa di carattere collettivo, la quale era p iuttosto uno scucio; si tentò la corazza

Lamlnn1010 per c·orozze indiv iduale, anch'essa come uno scudo, ma non si potè adottare nè l'una nè l'altra, e per il loro peso e per il loro eccessivo ingombro. Una C. ideata e presentata dall' italiano De Benedetti, ed esperimentata n el 1902, diede qualchd r isultato soddisfacente: l'inventore conservò il segreto su lla sua composizione: aveva la forma cli un corpetto e fu chiamata « protettore De Benedetti », non venne però adottata.


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Prove coD1ro corazze: tll' i Obliqui

Cora=za (1\fo1·ina). E ' il principale sistema protettivo delle navi da guerra. (V. Cora.zzata). La C., in senso moderno, r imo11ta al 1854 e fino al 1876 fu di ferro; dal 1876 al 1890 d'acciaio dolce e Conipound; dal 1890 ad ora d'acciaio al nichel o al cromo, a superficie indurita. Le piastre di feuo furono in principio composte di lamiera fucinala, sovrapposte, tenute insieme mediante chiodat ura. I n secondo tempo, perfezionandosi la tecnica, si riuscì a costruii·e piastre di ferro in un sol pezzo dello spessore di 12 cm. e pesanti fino a 20 tonu. :\'cl secondo periodo, al ferro si sostituisce l'acciaio dolce, specialmente per opera della ca.sa francese Sclmeider del Creusot. Il processo di fabbricazione consisteva nella fusione di un massello dj forma parallelepipeda, di peso circa doppio della C. Il massello, riscaldato in un forno a gas;veniva. martellato in modo da farlo diventare una lastra a bordi irr<'golari che poi veniva tagliata in dimensioni yolute, quindi passata al laminatoio e poscia temperata. Per necessità d i co5truzione, q t1ando si voleva un fo,rte spessore protettivo si sovrapponevano due piastre, una di acciaio e l'altra di ferro, donde il sistema Compound. Presto però si poterono fabbrica.re piastr e completamente d'acciaio, di forte spessore, abba11donando il sistema Compound che alle prove di balipedio si era rilevato decisam,ente inferiore alle piastre di tutto acciaio. In Italia le prime esperienze di C. vennero eseguite alla Spezia nel 1876, sia per provare la potenzialità dei cannoni con· cui armare le corazza.te Duilio e Dandolo, s ia per stabilire il miglior tipo; fu appunto in tali csper i,enze che vennero scartate le corazze Compound. Per le de!\e navi lo spessore ·delle corazze fu, al centro, di 55 cm. Verso la fine del 1890 le C. d'acciaio dolce cominciar ono l"- dimostrarsi insufficienti alla protezione contro i proietti che e111ravano in servizio. Fu necessario ricorrere a nuovi espedienti per renderle maggiormente resistenti. Si raggiunsero Je caratteristiche volute, ricorrendo a due metodi : 1°) con l'aggiungere all'acciaio a Itri clementi, quali il cromo, il tungsteno, il nichel ;

quest'ultimo in prevalenza; 2°) con l' indurire la superficie della C. dopo che era stata fabbricata. L 'operazione di indurimento della superficie, che chiamasi anche celncntazionc, deve essere fatta. forzosaine11te quando la corazza è già pronta, tagliata ed incurvata nella sua forma definitiva, perchè altrimenti la superficie indurita si screpolerebbe e si creerebbero delle fend iture che inutilizzerebbero la corazza. I metodi di fabbricazione delle C. sono varii. ma tutti r ichiedono mezzi oltremodo poderosi ; s'impiegru10 magli da 100 tonn. che ad ogni colpo fanno un lavoro di 550.000 kilogranunctri; le grue di sollevamento devono avere potenza di 150 tonn. ; le presse idrauliche esercitano pressioni fino :i.Ile 4000 tonn. ; i laminatoi, le piallatrici, le sbozzatrici, le seghe sono poderosissimi, dovendo lavorare dei pezzi durissimi e di grandi dimensioni. Per questa ragione le fabbriche di C. sono J)ocl1e nel mondo; negli Stati Un iti la pi(t importante è la Bethlehem Iron Company (Pem1sylva.nia), in Inghilterra Ja casa B rown, in Gerrnania la casa Krupp, in Francia la casa Sclmcider ed in I talia la D itta. Terni. Per l'Austria le C. ven ivano fabbricate dalla D itta S kodia. Una. volta fabbrica te le C., vengono prelevate da esse i campioni che sono sottoposti a tiri dj prova per la velocità di urto con éui i proietti debbono colpirle, si è adottata una formula di origine chimica universalmente accettala e che è la seguente :

Va.=15302 pa 1.s r.(~ Ke1)1.4+ e21.41J+2602 pa..f-8e 31.2 in cui a è il calibro del crumonc in decimetri; p è il peso del proietto in kg;.; e, lo ·spessore dc!la corazza; e' lo spessore della lamiera che costitu isce il fasciame della nave ; e~ lo spessore del cuscino di legno che si interpone t.ra il faseiame e la corazza, k un coefficiente. Il sistema di applicazione delle C. alle murate è fatto med iante chiavarde. Tra la C. ed il fasciame è interposto sempre un cuscino di legno, il quale scn·c a permettere una forte e ben su·etta aderenza tra la C. e lo scafo, compensando le inevitabili differenze di spessore che, malgrado l'accurata lavorazione, si verificano scm-


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1, !laneria p:ctllegi,lan1c rrance~e; 2, .\l'h1lles; 3, Re ct·11a11a; 4, Duilio; ;,, mrtw llcu; 6. Re t.:mlll'rto

prc nella C. e che non conviene correggere perchè importerebbero troppa lavorazione.

Corazza. Fu dello così i1 cavaliere armato d i C., succeduto ali'« uomo d'arme »; portava cimo e celata, e una mezza-corazza d i ferro. Corazza ro. Così chiamalo l'armaiuolo che si era specializzato nel fabbricare le corazze, la costruzione de lle quali non era tanto facile, specie quando era s u mis ura e con fogge ordinate. Corazzata. L ' idea di proteggere le navi con una C. è molto antica; le marine m ilitari d i ogn i tempo e di ogni paese compresero sempre il vantaggio cli renderle pressochè invulnerabili dai proiettili contemporanei, o di mettere i mari11ai ed i combatten ti al s icuro dietro saldi ripari. Le navi greche e romane, che avevano il compito di approssimarsi alle mura nemiche per batterle con le macchine ossidionali, erano coperte di cuoia destinate a render vani i tentativi di incendiarle, come pure di lamiere, o piastre, sia di ferro, sia di rame. 1 Pelasgi, i Greci, i Romani, usavano altresì pro teggere le loro navi con graticci, plutei, propugnacoli, torri, ed esse chiamavansi navi clipeatc, turrite, testudinate, catafratte, a seconda dei casi. A1·chhnedc circondò con parapetti di f~rro la nave famosissima di re Cerone di Siracusa. Xci medio evo si hanno esempi di corazzature di navi, fatte con lastre d i piom bo o pelli di cuoio inchiodate alle mura te, allo scopo, più che di difendere dai colpi dei proiettili, di impedire il propagarsi degli incendi per effetto delle m:ttcrie infiammanti. Vrncndo al secolo XIX, già fin dal 18 12 era stato proposto da un americano un bastimento da guerra a

vapore, protetto mediante una corazza d i ferro dal tiro delle artiglierie nemiche, ma le d ifficohà. di costruzione e l'imperfetta qualitil. del metallo non consentirono l'accoglimento della proposta. Anzi, siccome da esperienze fa tic in vari Stati nel 1823, nel 1835 e nel 1841, risultò che i proiet ti bucavano e rompcv,rno le coraz?.e, il principio della i;orazzamra metallica fu ufficialmente condannato, sebbene non tutti gli studiosi lo abbandonassero. L'app licazione di corazze di ferro alle navi fu ripresi nel 1S54, anno in cui, su progetto dell'ing. francese Dupuy de

l'arl i corazzatè rii toni per an igllrrl,1

Lòmc, si munirono di pi:!Stre di ferro Òello spessore di circa 12 centimetri i fianchi delle batterie corazzate ga lleggianti che dovcvaao combattere in Crimea. Del te navi furono: Dévastation. Tonnante, La,·e, Foudroyantc, Congrève, che dettero magnifica prova. Una d i esse, al combattimen to di I<inburn, ricevette ben 6S palle da 24, senza risentirne alcun danno. D opo questo fatto, ,·enne messa subito sullo scalo, nel 1857, una fregata a vapore


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COH a Tolone, la Gioire, di S600 tonnellate, munita d i corazzatura comp leta sui fianchi, con spessore variabile da 12 a 11 centimetri. Alla G ioire, segui rono presto altre cinque fregate 'Corazzate. Anche l'Inghil terra mandò in Crimea tre batterie corazzate con piastre di centimetri 10,8 : Thunder bolt, Erebus e Terror, e poco dopo venne in iziata la costruzione di una nave di 9200 tonnellate, il Warrior, p rotetto da una cintura corazzata dello spessore di ccnt. 11,4. Questa nave però, a differenza delle francesi, aveva la corazza limitata soltanto

J'eziof1e maestra

A

ponte co razzato cle lla « Emanuele Filibeno » A, fian co; B , ponte corazzato alla parte centrale dello scafo, completata con due . paratie trasversali, pure corazzate, in modo da formare un ridotto. Questo sistema venne più tardi ripetuto da qµ.is i tutte le navi, ed è tuttora parzialmente in uso. Con tale ìnctodo, però, le estremità rimanevano completamente improtcttc ed anche i n Inghilterra s i cercò di ri torna re al sistema francese, coprendo completamen te i fianchi . Si ebbe cosi il :Minota1,1r d i 10.700 tonnellate, e si cercò d i proteggere in modo analogo con p iastre di ferro che varfavano dagli 11 ai 14 centimetri, anche le navi in legno che erano gi~ in servizio. Furono di questo t ipo il Lord Clyd e il Lord Warden.

COR

Le prime C. che possedelle l'Italia, furono la Terr ibile e la Formidabile, costruite nel 1861 in Francia. Avevano 2350 tonn . d i dislo.camento, ed una cimura corazzata completa d i 12 cent. di spessore, che s i levava fino alla coper ta. Essendo Ministro della Marina il Cavour, vennero fatte ,costruire a Nuova York nel 1861 altre due C. che avevano lo scafo di legno e cintura corazzata cli 11 centimetri: furono il Re d'Italia e Re d i Por togallo, di 5700 tonnellate, che entrarono in servizio nel 1863. Poco dopo, sul modello cli queste, ~i costruivano a Genova altre due fregale corazzate che presero il nome d i Roma e Venezia. Si fecero pure due lx1.tteric galleggian ti corazzate : Guerriera e Voragine. L'applicazione delle cinture coraz,zatc fece studiare agli artiglieri cannoni di maggiore potenza, e si iniziò la lotta tra cannone e corazza, che non è ancora finita. Per effetto dello sviluppo delle artiglierie, si sentì la !lfcessi tà d i aumentare lo spessore delle cora?.Ze, ma il soverchio peso della corazzatura costrinse gli i ngegneri a limitarne l'estensione. Nacquero perciò le C. aventi solta~ una cintura completa non molto alta l~ngo tutto il galleggiamen to, ed un ridotto corazzato limitato alla parte centrale, che arrivava fino alla coperta. Furono di questo t ipo le navi tipo Achilles e Ballcrop.h on in Inghilterra e Ocean in Fraucia. Nello stesso periodo, si incominciarono ad adottare le torri corazzate per i cannoni,; questa idea veniva dall'America (ing. Ericson). La marina italiana, uniformandosi a tale concetto, costruì n,e l 1864 e '65 a llre due fregate i n legno che presero il nome d i Principe cli Cariguano e Messina, seguite ben tosto da altri due che f urono la Venezia e il Conte Verde. Poco dopo si fecero costruire in F rancia a ltre quattro navi con cintura corazzata e r idotto centrale del lo spessore d i 11 centim,c tri, che presero i nomi di JVfaria Pia, San }l.fartino, Castelfidardo, Ancona. Dopo il 1867, fino a l 1872, si perfeziona il sistema di corazzatura, a ttenendosi al tipo anzidetto, e s i arriva da noi allo spessore di 22 centimetri, con le corazzate Princ ipe Amedeo e Palestro che però erano ancora costruitè in legno, ma eh.e furono le ultime in Italia. Il combattimento avvenuto tra il Monitor e il Merri mach durante la guerra di secessione, attirò l'attenzione d i. tutte le marine sul tipo speciale di bastimento col pon(c di coperta molto basso sull'acqu a e completamen te protetto da p ia.stre corazzate, che prese in segui to il nome gen~rico cli Monitore. In Ingh ilterra, le pr ime C. a torri furono il Royal Sovereign ed il Prince il I bert, seguite tosto da l 1\fonarch, armato con cannoni cl:i. 305 ed a venti le torri dei lo spessore d i 2S4 mm. Per una esagerazione delle st ru t,ture delle corazzate ver;o il ti po nfonit::ir, fu fatta in quel tempo in Inghil-

I Cor azzata francese


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Le parti rrat1eggta1e ind icano la corazzatura

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Le ctrre indicano lo spessore delle corazze csl)resso In m1111metrf

ter.ra una corazzata di basso bordo, il Captain, che si Si incominciò, intorno a quel tempo, a preparare l'inperdette il 6 settembre del 1870 nel Golfo di Guascocrociatore protetto e l'incrociatore corazzato, i quali, nei gn.i, con tutto il suo e<]uipaggio. Nel 1865 veniva coriguardi della difesa, non ebbero che sistemazioni simili struita in Inghilterra per como dell'Italia la prima coa quelle delle corazzate, ma in scala minore, come si razzata a torri: I'Affondatorc, armato con cannoni da addiceva ad unità di dislocamento limitato. Dal 1890 in 254 mm. e protetto al galleggiamento ria 11 centimetri poi la C. si uniforma a quella avente la cintura di di corazza. Poco dopo, in Inghilterra ed in Francia, si galleggiamento, il ridotto centrale e l'armamento costiaumentavano molto i dislocamenti. In Italia si ebbero, tuito da 4 cannoni di grosso calibro in torri alle estrenel 1872, sui piani di Benedetto Brin, le due corazzate mità (due per ciascuna torre), e molti cannoni (da 12 Duilio e Dandolo protette soltanto con ridotto centrale a 16) di medio calibro sui fianchi, in batteria, protetti e con le estremità. difese dal semplice ponte di proteda murate corazzate di spessore minore del galleggiazione orizzon1ale e senza corazzatura verticale. Per quemento. Venne adottata come norma quella di dare alla sta minore estensione dellf\ corazza, fu possibile arriparte centrale della cintura corazzata uno spessore masvare allo spessore di 55 centimetri di acciaio Schneider, simo uguale al calibro massimo portato dalla nave 305 mettendo nelle torri girevoli artiglierie del calibro di 43 mm.) rastremandolo verso le estremità, e costituire il centimetri. allora le p.iù potenti del mondo. Queste navi, ridotto con corazze di spessore J)ari al calibro dei cancon leggere modifiche, furono ripetute nel Dandolo, e noni secondari (152 mm.). Verso il 1904, per opera copiate dall'Inghiltçrra con la corazzata Inilcxible, sedell'ingegnere italiano Cuniberti, entrano in servizio in guita ben tosto da numerose altre unità, tutte dello Italia le prime navi le cui artiglierie sono tutte sistestesso tipo, sia in Inghilterra sia in Italia: Ajax, Agamate in torri, comprese quelle di medio calibro. Si premcnnon, ,Collingwood, Howc, Rodney, ecc. Ruggero d i conizza però già il tipo di nave avente tutti i cannoni Lauria, Andrea Doria e :\forosini. Poco dopo, venne di grosso calibro e tutti sistemati sul piano longituditentato in Italia un tipo di nave del tutto diverso: Itanale della nave. La prima unità senza cannoni di me· lia e Lepanto, la cui protezione, invece di essere affidio calibro, entrata in servizio, è ;tata la « <lreadnought » data :illa corazzatura, si basava su l'efficacia di un in Inghilterra, nel 1907, nave che poi ha dato il nome ben studiato ponte corazzato e di un sistem:i. cellulare a lutte le altre similari. La corazzatura. delle navi mominuti!lSimo al galleggiamento, che avrebbe dovuto conocalibre moderne è rimasta quella delle unità prece~tituire una specie cli zatterone insommergibile. Questo denti, vale a dire cintura. corazzata. e ridotto centrale tentativo venne tosto abbandonato e non imitato da che arriva fino alle torri estreme prodiere e P( )piere, nessuna K azione. Si ricorse im·ecc al concetto medio di in modo da proteggere gli organi principali. Oltre alla costruire nav i m unite di un perfezionato sfatema cellucorazza, si è dato in questi ultimi anni un enorme svilare al galleggiamento, ma completato poscia da una luppo anche alla compartimentazione cellulare per la leggera r.orazzat11ra delle murate, la quale avrebbe avuto ·proteldone dell'opera viva contro le offese subacquee. per iscopo quello di far scoppiare i proiettili all'urto, lasciando penetrare soltanto delle schegge, che non avrebCorazzata (/gie11e). La C. presenta due caratteristiche bero avuto effetto sopra le cellule dei cofferdams. Fuigien iche: mancanza di sopraco,;truzione, e corazzatura. rono di questo tipo ie na\'i Re Umberto, Sardegna e P er la mancam:i di sopracostruzioni, il ponte di coperta, Sicilia. completamente sgombro, offre un grande spazio per le


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Stendardi d i corazzieri rrancesi dal 1655 al 1928·

esercitazioni m ilitari e marinaresche e per la ricreazione dell'equipaggio; ma obbliga a sistemare le cucine e le latrine n e i locali inferiori. La cintura corazzata, le torri, r idotti e s imili producono u n notevole ingombro e portano ostacolo all'ae.reazione dei dormitori dell'equipaggio. Ciò non pertan to l'aria ambiente in dividua le è d i ci rca mc. 8, p iù che s ulle a ltre navi, e le C. sono dotate di t utti gli adattamenti igienici : bagni, panetter ie, celle frigorifere, ecc.

Corazze Pìemonte. Nome d i un regg. di cavalleria piemontese, creato nel 1683, con 4 cp. di cavalleria, ognuna delle quali formava la gua rdia personale d i uno dei regg. cli cavalleria. P rese il nome , dapprima, del suo comandante, don Gabriel d i Savoia, marchese di Riva; fu licenziato nel 1685. Corazziere. Soldato a cavallo, armato d i corazza, di cui furono costituit i corpi speciali di cavalleria pesante, in quasi tu tte le nazioni. Nell'epoca della guerra dei 30 anni (sec. XVII) in Germania esistevano i C., con completa armatura in ferro, q uasi come nel medio evo, e co-11 spada e due p istole come armi offensive. Gustavo Ado lfo d iminuì il peso della loro a rmatura, riducendola a una mezza co1;.1..zza e a un casco) e aumentò le armi offensive, ag~ ungendo la cambina. Nel secolo tXVIII, i C . in Prussia (Federico Il) avevano corazza., elmo e spada e durarono anche nel secolo seguente. L'Austria ebbe C . nel secolo Corazz iere i11 glesc XIX, con elmo e corazza, ar(sec. XVII) mati di sciabola e pistola. In Francia, i C. costituiscono corpi di cavalleria; u na volta appartenevano a quella che dicevasi cavalleria gra_vc o pesante, la quale era particolarmente impiegata come cavalleria da battaglia. Oggi, similmente a ile altre ·speci~lità di cavalleria che es istono presso i vari eserc iti, non hanno più compiti e mansioni loro

proprie ma sono impiegati indistintamente con le altre specialità nelle varie mi-s sioni caratteristiche dell'arma. Al pari delle a ltre specia lità, anche i C. conservano oggi la denominazione solo per ragioni di tradizione, ma non per_ esigenze d'ordine tattico relative al loro impiego. La creazione del p rimo reggimento C . in Francia risale al J 665, ;inno in cu i il i regg. di cavalleria ( che come tutti gli altri porta va già la corazza) prese il nome di « Corazzie.r i del Re>> che mantenne ~-ino a l gennaio 1791. Da allora esso divenne 18° regg. cavalleria grave sino a l 1802, nel quale anno la medesima armatura fu data ai sette primi regg., facendo così in totale 8 regg. di C., ai quali tuttavia la denominazione ufficiale fu assegnata solo nel 1804. Contemporaneamente veniva;:;o creati altri 4 regg. •della specialità, alla quale era distribuito il casco con crin iera al posto del cappello. La loro arma particolare era la sciabola; Napo leone volle dotarli del moschetto, che nei primi tempi non fu da essi molto usato. Il n umero dei regg. di C. subì numerose va: r ianti fino a l 1891, quan do furono ordinati su 13 reggimen ti, ridotti a sei dopo la guerra mondiale. Coraiziere della Corazzieri (Squadrone). Chiamasi Guarclia Imperiale Russa ( 1906) propri:tmeate << Squadrone Carabinieri G uardie del Re)). Ebbe origine in , Firenze il 2 maggio 1868, in occa,ionc degli sponsali de l Princ i,ie Ereditario Umberto di Savoia con S. A. R. la principessa 1V1arghcri ta d i Savoia. Occorrendo di a llestire una scorta <l'onore per il corteo della principessa, f urono p rèparati per que l giorno 80 carabinieri a cavallo, ai qu<1.li fu data una speciale uniforme con elmo e corazza bruniti. Questo reparto non fu più sc io lto, e cost ituì una speciale u nità., facente pal'te dapprima della L egione d i Firenze e _poi (dal 1° gennaio l8i4) di quella di Roma. Ne l 18i0 fu ad esso data una nuon un iforme di g~b con corazze ed elmi lucenti e 0

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stivaloni alla scudiera lucidi. l C. hanno anche una uniforme ordinaria senza e lmo e corazza ed una uniforme cl i fa tic a, L'organico dello squadrone è di 100 uomini tratti dai

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« Documenti inediti sulla battaglia cli Leµanto »; « L'.-\._

rrica Italiana» ; « \·ocabolario X autico Italiano )) ( 1900) in 7 volumi, ecc.

Corbeil (ant. Corboli11111). Comune nel ùip. della Seine-et-Oise ( Francia), .Ebbe origine da un forte costruito sulla Senna per opporsi alle incu l'sion i dei Normanni nel IX secolo. Nel XIII secolo Luigi il grosso se ne impadronì sottomettendolo alla Corona. Xci 1258 vi fu wncluso un tratlnto fra Gia.como d'Aragona e Luigi lX di Francia. Questi cedeva agli Aragona il Roussillon ~ Barcellona. e l'altro abbandona va ,·ar'ì <li. ritti frud1li su terre della Linguadoca e della Provenza. ;-{cl 1590 fu as,ediato da l principe di Parma con truppe spagnuole e 1)reso dopo tre seuimane di lolla (24 settembre); la guarnigione -fu fatta a pezzi. ?v[a due mesi dopo i Francesi !o ripresero massacrando a. loro volta i 200 lanzichenecchi spagnuoli lasciativi di guarnigione. Corbe lli (Gio-va11ni .-l11drea, Co11te). G<:nerale cli caval leria elci secolo XVlll, a: sct.,.izio dell'Austria. Militò agli ordini del principe Eugenio, p rendendo parte a tutte le importanti campagne da lui condotte.

ca n1b1n l1J1·1 Guardie clcJ Re carabinieri a ca,·allo, di statura non inferiore a m. 1,82, ~ di 5 ufficia li compreso il comnn clante. Questi può avere il grado di maggiore o di capitano. Lo squadrone c. g. del Re disimpegna tutti i •e1Tizì di scorta d'onore alla pe rsona drl Sovrano.

c:irabinlerl Guarcl!c riel ne Corazzieri Nazioual-i. Tstituiti negli ultimi tempi delle dominazioni dei Medici· in Toscana. e da Francesco II d i Lorena chiamati « nazionali " e ordinati in reggimento

Corazc1eri della Guardia. Reggimento cli cavalleria napoletana, costitu ito il 28 mar1.o 1812; cessò di esistere con la cad11 ta di 1fora t.

Corazzieri di Nizza di Savoia e di Geuo-::a. Denominazioni as,un te ne l 1859 dai regg. Nizza, Savoia e Genova cavalleria. cessate nel 1860. Corazziere. Torpediniera, varata a Sestri Ponente nel 1909, lun g~ m. 65, larga m. 6,11, con <lislocamento tonnellate 412. m:i.cchine HP. 6101, armamento di 3 can noni da i6, 1 mitragliatrice, 3 lanciasiluri; Stato Maggiore 3, equipagg io 52.

Corazzini (Fra11cesco C. di B11lcia11-o). Storico n. a J>icve S. Stefano nel 133/!. Scrisse: « Storia della Ma_,ina Mi litare Italiana /\ntica » (1882) còn At la nte;

Corbello petriere . .Era ,osi chiamato un cesto di forma cilindrica, fatto con vimini, col fondo sèmisferico o a tronco di cono. del diametro del mortaio pe1, ierc cd alto un poco ùi più dell'anima d i questo. Tale testo ven irn riempito cli cio ttoli o di granate c:iricbc, per scagliarle contro il nemico, dalle mura. Corbet (Giuliano). Scrittore mii. inglese dcll"~µoca nostra. autore delle « Istruzioni pcl comballimento » pregevole opera che illustra nei dettagli la crnluzionc della tattica naYalc inglese, particolarmente ne l periodo della navigazione a vela. Ha scritto inoltre : « :òlonk »; !< Storia dello sviluppo della potenza marittima dell'Inghilterra>>; « Gl!Ct'J'a contro la Spagna nel 1585-1587 >); « Drake »; e « L'lngliilterra nel Mediterraneo» (19041 ampia esposizione storica degli sforzi fatti dall'Inghilterra per stabilirsi durevolmente nel ,}vicditern111eo, e, insieme, uno studio pregevole della guerra 1narittima nel X\'TI secolo. durante la guerra per la Successione cli 0pag11a. Corbetta (ant. C111·fopicta). Comune in prov. di Milano, sulla sr. della strada vercellese. Fu centro della Colon ia roman~ « Picta >> rifatta s ul la preceden te tl'ori• gine gallica. Nel medio evo venne muniLa di forte castello che nel 1037 fu attaccato dall'i1pperatorc Corra.do mentre assediava Milano. Ma nel dì della Pentecoste u n violento turbine si scaricò sulle truppe imp_e..riali, così da disperderne e disgregarne i reparti, obbligandoli ad abbandonare l'espugnazione. Nello stesso castello trovò va lida difesa e rifugio Galeazzo Visconti figlio di :\fatteo, quando, fuggendo da No,·ara in rivolta si diresse verso Milano (XTV secolo). Corbi (Edoardo). Generale medico, n. ad Avezzano nd 1867. Laureatosi in rncrlicina e chiruq;ia a Roma, ft1 nomi11ato sottol. medico nel l895, parlecipando alla campagna d'.\fric-a del 1895-96, alla campagna italoturca (1911- 13) cd alla gra11de guerra (1915-17). Xel 1917, promosso Lcn . co lonnello per merito eccezionale, fu destinato alb direzione di sanità mii. di Roma. Collocato in P. A. S. a sua domanda (1920}, raggiunse nel 1927 il grado di magg, generale medico.


Corbie (ant. Corbeia). Comune d el <lip. della Somme (Fra ncia). Fu nel tempo medioeva le fortificato. Atlac<:ato e preso dagli Spagnuoli nel 1636 (15 agosto) venne ripreso poco tempo dopo dalle truppe di Lu igi XIII. Sotto Luigi XIV venne radiato dalle piazze forti del regno, e ne furono smantella te le opere di difesa. C-orbières. Antico castello della dinastia sabauda nell'alta Savoia, sui confini del gcnevese.

Assedio di Corbières (novembre 1321) app ar tiene alla guerra fra Amedeo V di Savoia ed il Delfino di Vienne, Giovanni Il, che si era impadroni to <lei castello approfittando del pe riodo cli guerra che teneva a ltrove occupato, il Conte d i Savoia . l'Ifa Amedeo d eci~e di rip renderlo e ne compì l' investimento con particolare cura e mezzi. Ven nero 384 carri; trainati da 4 a 10 buoi o ca.vrdli, con macchine da gitto e legnami necessari a lle operazioni d'assed io, Furono impiegati 400 operai per la p repa razione de lle pietr" da gitto. Ad ogni r\1:icchina presiedeva un ufficiale. V'erano perfino quattro chirurghi di cui uno inglese. Fra le truppe erano 3587 fanti di Vaud; 200 d i Neuchfttel e 42 balestrieri di Berna. E fu questo u no dei primi esempi d 'impiego di truppe merc:enarie\\vizzere, che d a quel l'cpo~a si a11dò genera lizzando. ton tale ,ùlparato di forze, la resistenza dei difensori dopo breve tempo venne superata ed essi furono costretti ad arrenders i.

Corbf esdale. Villaggio della Scozia nella Contea di Edim burgo. Durante Ja rivoluzione inglese, Daniele Lesi ic, con 4000 insorti. vi atta.ccò i realisti, i qual i, comandati da ;l\fontrose, furo110 battuti (17 aprile 1650) ed a bbandonarono il loro generale, che fu giustizialo ad Edimburgo. Corbi n (Punta). In Val d' /\stico. Vi sorgeva un forte, a sbarrnmento dell'antica linea di confine, che cadde in mano degli Austriaci il 19 maggio 1916. Corbione. Città degli Equi, teatro di battaglia (446 a. C.) combattuta da i Rom,rni agli ordini del Console T. Q ui11zio Capitolino contro gl i Equi e i Volsci collegat i tra loro. Qu inzio te1111e l'ala dritta, l'altro console, Agri ppa F u rio, la sin istra; il cent1·0 fu affidato al legato Purio Postumio Albo, e la c~valleria all'altro legato Ser vio Su lpicio. I fanti dell'a la d ritta p ugnarono egregiamente con tro i Volsci e li superarono. Sulpicio con la sua cavalleria, sfondato il centro nemico, te ntò d i prendere alle spal le i fanti, ma s i trovò tosto di fronte a lla cavaller ia nemica, che fu con gran sforzo sbaragliata e n1essa in f uga. .1\- grippa. solan1ente stentò a

strappare la vi ttor ia da.Ila sua banda, ma fina Imente, vittorioso, si unì con Quinzio d inanzi agli alloggiamen ti, i quali ven nero presi senza ostaco lo e mess i a sacco. Causa di questa battaglia, era. stato il riaccen dersi fra patr·izi e p lebei delle in terne contese, che po rsero gradita occasione agli Equi e<l ai Volsci per rinnovare le ostilità · contro Roma.

Corbulone (Gneo Domizio) . Generale romano sotto i regni di Claud io e d i Nerone . Comandò le legion i della !lassa Germania; combatti: i n Armenia cont ro Ti rida.te. Avendo saputo che :Nerone aveva ordinato d i uccide rio, s i trafisse colla propria spad a nell'anno 6i dopo G . C. Scrisse alcune memorie m ilitari che anda rono p erdute.

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Cordano (Carlo). Generale, 11. ad Alessandria, m. a Sturla (Genova) ( 1850-1915). Soltot. del genio nel 1872, entrò nel corpo di Sta to ?.-iaggiore e fu insegnante presso la Scuola di Guerra. Comandò da colonnello ( 1896) il 70° .regg. fanteria e nel grado di magg. generale la brigata Toscana ( 1902). Collocato a riposo nel 1906, raggiunse nel 1911 il grado d i ten . gener;le nella riserva.

Cordara (Giulio Cesa7e). Scrittore mii. del secolo XVIJT, rl. di Calamandrana. Scr$se le cc Egloghe Militari )) e <( La spedizione di Odoardo St uart n el 17431746 )). Cordara rl-i Calamandrana, con te Gùiseppe. Generale,

,11." a Torino nel 1S4.'i. Ufficia le nelle Guardie della Porta con grado di ten. colonnello (1819) nel 1821 fu promosso colonnello d i cavalleria e d irettore generale delle raue dei cavalli. Nel 1831 venne collocato in rit iro e r.onten1poraneamen te pron1osso 1nagg. generale.

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Cordella (Ernesto). Ufficiale d'artiglieria e scritr'ore milita.re, n. a Vasto, m . al Congo belga 1864-1906. Tenente d 'art. nel 1884, fu alla battaglia di Aclua {1896). Nel 1903 andò a servizio del Congo Belga ed ebbe il comando della zona di Kasongo, dando prova d 'abilità nel fortifica.re la localitit, e nelle esplorazioni de l vasto terr itorio. l'romosso a scelta. ebbe i p iù arrischiati incarichi e diede r ipetute p rove di valore, Colto dalla febbre vi lasciò la vita. Fra i suoi scritti merita particolare menzione <C La B rigata Albertone ad Abba Garin1a ».

Cordellina. V. Aghetto. Corderia. A1mninistrata dalla ma rina militare, esiste, a Castellammare di Stabia, la R. Corderia, nella quale vengono preparati tutti i cavi cli canapa, d i mà,lilla, ecc. che servono tA,- l'uso corrente delle navi da guerra. La sudde tta corderia può fornire cavi anche alla marina merca nt ile; venne imp-iantat-a dal governo borbonico cd ha tradizioni cli lavoro molto brillanti. Ai tempi delle marine veliche, le corderie di Stabia avevano grande importanza per l'uso con tinuato che le navi d i a llora facevano dei cavi nella manovra delle vele. Con le mari ne a vapore, le corderie hanno perduto d'im portanza, pcrchè ormai i cavi non s i a doperano più che per le manovre cli ormeggioJ avendo ~ cavj d'acciaio sostitu ito quasi completamente quelli di canapa. Cordero (Di Roburent conte G·ioacchino Clemen te). Generale d i cavalleria p iemontese, nato a l\,fondovì, m.orto a Tor ino ( 1756-1827). L uogotenente generale dal J807, Callare della SS. Annunz iata, fu Primo scudiere riel Re Vi ttorio Emanuele I. Si battè contro i Francesi ed ebhc u na medaglia al va lore per aver d iretto una ca rica di cava lleria, nel 1796, contro -i F rancesi, presso Mondovì. Cvrdcro d-i Pamparato, marchese Stcmislao. Generale, n e m. a Torin o ( l i97- 1863). Sotto t. de i Dragoni nel 1815, si ba ttè a :'\iovara contro i Costituzionali e raggi unse il grado cli colonnello ne l 1844 cd ebbe il comando dei depositi qvalli stalloni. Nel grado di maggior gene ra le (1848) fu aiu tante di campo d i S. M. il Re e membro del Congresso Con su ltivo Permanente d i ca va lleria . Collocato a r iposo, ebbe la nomina ( 1848) a senatore dc] Regno .


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Cordero di Montezemolo Gi11scppe Cesare.. Generale, n. e m. a Mondovì (1829-1903). Sottot. di fant. nel 1848, partecipò alle campagne del 1848 e 1849, alla spedizione di Crimea nel 1855, alla battaglia di S. Martino (1859) ove rimase feriLo e fu decorato della croce di cav. dell'O. M. S., alle campagne del 1866 e del 1870. Collocato a riposo ( 1876), raggiunse nel 1895 il grado di magg. generale nella riserva. Cordero di Monteze111olo Adria-no. Generale, n. e m. a 1-fondovi

(1831-1902). Sottot. di fanteria. al servizio del Governo Prnvvisorio di Lombardia., prese parte ~Ile campagne del 1848-49; entrato nel R. Esercito partecipò alla campagna del 1859 rimanendo ferito a San Martino e guadagnandosi una med. d'argento al valore. Prese altresì parte alle campagne del 1866 e del 1870 e promosso colonnello (1880) ebbe il comando del 61° e del 47° regg. fanteria. Comandò da magg. generale la brigata Bergamo (1887) e collocato in P. A. ( 1892) raggiunse nel 1898 il grado di ten. generale nella riserva.

Co1·<l!Jro cesure

Cordero di Moutczemolo Carlo. Generale, n. a :Mondovì nel 1862. Sottot. d'art. nel 1880, partecipò alla camGrande Guerra meritandosi una mcd. di bronzo quale colonnello comandante d'art. della 43• divis. nell'azione del giugno-luglio 1916 sull'altipiano di Asiago. Fu altresì addette, <'I comando della fortezza super iore Toce e com;tndante del deposito del 2° regg. art. da mont. e collocato in congedo ( 1919) raggiu nse nel 1924 il grado di generale di brigata. Cordero di ,1,Jontezcmolo Vittorio. Generale, n. a Mondovì nel 1862. Sottot. d'art. nel 1880, partecipò alla campagna d'Africa (1885) e a quella italo-turca (1911-12) quale comandante del bgl. aviatori di nuova formazione. Promosso colonnelJo (1915) partecipò alla Grande Guerra, dove resse il comando del 31 ° e 5° regg. art. da campagna, nonchè le funzioni di direttore d'art. della 2' annata e vicedir. d'Aeronautica.. Raggiunto il grado di ruagg. generale ( 1917) fu direttore d'Aeronautica e comandante d'art. a Milano; prese parte alla campagna d'Albania. del 1919 quale comandante clclla zona di Berat. Collocato, a sua domanda, in P. /\. S . (1920) raggiunse nel 1923 il grado di generale di divisione. Ha colla.borato a molte riviste e giomali e scritto uno << Studio sulla Xavigazione Aerea» (1903). Cordero di ilfo11tcte111olo Demetrio. Generale, nato a Mondovì nel 1868. Sotto!. di fanteria nel 1887, si distinse durante la Grande Guerra meritandosi la croce di cav. dcll'O. M. S. quale colonnello capo di S. M . di C. cl'/\ . sul Carso (1916) ed una med. d'argento quale comandante della brigata Bologna a Hudi-Log (::.\laggio 1917). Nel 1919 comandò la briga ta mista italiana in

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Francia e la brigata Alpi, e collocato in P. A. S. ( 1920) raggiunse nel 1924 il grado di generale di divisione.

Cordevole. Valle del versante occidentale del Piave. Battaglione Alpino Val Cordevole. Costituito fra il 15 febbraio ed il 12 maggio -19 15 per la durata della

guerra a Belluno dal 7° regg. alpini colle cp. 206', 266• e 276•. Occupò nel maggio 1915 Forca Rossa e Col Bcrchér e p1·csidiò attivamente il settore passo di Costabella - Uomo - Punta del Cadino - Cirellc, fino all'offensiva austro-tedesca di Caporctto, allorchè, con successivi ordinati ripiega.menti, raggiunse il Piave il 1° novembre 1917 ed il 19 si schierò sulla. fronte M. La Castella - Monfenera. DoCordero Demetrio po w1a sosta di riorgan izzazione a Niardo (Brescia) fu trasferito, il 20 aprile 1918, nella. zona Lago-Negro _ Cima Bleis e di qui, nel maggio, al presidio delle posizioni di Cresta. Maroccaro, Presena, Zigolon.

Cordicella da sparo. Cordicella che ad una estremità ha un gancio che si attacca all'occhio del fregatoio del cannello fulminante e dall'a ltra si lira v iolentemente per provocare l'accensione dell'innesco delle artiglierie e far partire il colpo. La C. servì anche nei nostri tempi per dare lo slrappone ad una specie di grilletto di cui si munirono certe specie di artiglierie specialmente a tiro rapido. Cordlglia (Giuva111,i). Generale, n. a Napoli, morto a Cocconato d'Asti ( 1818-J 883). Sott. di fanteria nel 1837, si distinse nella campagna 1' del 1848 r imanendo ferito a Voita e guadagnandosi una medaglia d'argento; prese anche parte alla spedizione di Cr imea cd alle campagne del 1859 e 1860. Promosso colonnello (1862) comandò il 60° fanteria e la brigata Cagliari e si meritò la crece di uff. dcll'O. ::11. S. nella repressione dei disordini di Palermo. Collocato a riposo (1868) raggiunse nel 1874 il grado di magg. generale nella riserva. Cordite (V. Chilworth) . Esplosivo di alta potenza, studiato nel 1886 da sir F. Abel nell'Arsenale di Woolwich, in Inghilterra e messo in uso nell'artiglieria inglese verso il 1889. Attualmente la formula della C. detta lii. D. è la seguente: fulmicotone (titolo azotomctrico 13%) p.. 65 ; n itroglicerina p . 30, vaselina p . S. La C. inglese de,·e il suo nome alla forma cbe riceve nella confezione e che rich iama l'idea delle corde di strumenti ad arco : grossi fi li, bacchette piene, tubi di diametro diverso, a seconda delle bocche da fuoco cui deve servire, che di regola sono artiglierie di medio calibro e grosso calibro; viene anche preparata in fili sottili per essere impiegata nelle armi portatili. 11 nostro

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esercito l'ha adottata per le artiglierie di fabbricazione inglese: obici da 152 e 203.

C6rdoba. Città della Spagna, sul Guadalquivir, nell'Andalusia, alle falde della Sierra Morena. Già potente e r icca a ll'epoca romana, C6rdoba, la cui fondazione è da attribuirsi ai Fenici e forse anche a navigatori assiri capitati in Spagna dopo la distruzione di Ninive e dell'Impero degli Assiri, venne conquistata da l\1arcello nel il52 a. C., e divenne una grande colonia militàre e civile romana, capitale della Spagna Ulteriore. Durante le guerre civili fra Cesare e Pompeo, prese parte per quest'ultimo, e, alla morte di questi, per i figli suoi contro Cesare. La sconfitta di P ompeo e dei Pompeiani la. fece cadere nelle mani dei Cesariani che la saccheggiaTono. Non per questo decad de, ma anzi Augusto, al momen to della nuova divisione territoriale della Spagna, la fece capitale della Betica, dotandola di grandi costruzion i, d 'un por to ben attrezzato sul fiume, che durante la dominazi\'1-e romana fu sempre navigabile, e di mm-a, in rafforzamento, ampliamento e completamentu di quelle già fatte costruire da 1viarccllo e di que!Jc già esistenti in precedenza. Presa dai Goti nel 571, restò in loro potere fino a l 711, anno in cui Don Rodrigo, ultimo re loro fu sconfitto dàgli Arabi, i quali se ne impadronirono, e nel 716 ne fecero la capitale dei loro possedimenti in Spagna. Nel 756, dopo un periodo di lotte c ivili fra i poten tati arabi, Abde~man se ne impadronì dichiarandosi indipendente dal resto dei suoi possedimenti dell'Islam in Africa e i11 Asia, e r iunendo a poco a poco sotto il suo scettro tutta la Spagna. Da questo momento, ebbe inizio per C. un periodo di grande prosperità, tanto che nel X secolo essa contava 1 milione di abitanti; i Musulmani Ja tennero fino al 1236, quando venne conquis tata da F crdinando III d i Castiglia. I . Assed,:o di C6rdoba (45 a. C.). Nella seconda guerra civile di Cesare contro i P ompeiani, essendosi C. schiuata per questi ultimi, Cesare vi pose assedio. Un episodio di questo assed io è il suicidio d 'uno dei capi suoi difensori, Escapulas, che preferì la morte di propria mano al cader vivo in mano dei legionari di Cesare. P resa · la città, venne saccheggiata, e 22.000 dei suoi .~ifensori furon passati per le armi. II. Assedio cli C6rdoba (571). F u in trapreso dal re visigoto Leovigildo, contro i B izan tini che tenevano C. <la venti anni e che la difesero continuamente per tu tto l'anno 571, aiutati dagli abitanti delle montagne del!'Andalusia. La città cadde per tradimento. III. Conq.,istr, araba di C6rcloba (711). Dopo la scon. 1ìtta e la morte di Don Rodrigo, ultimo re dei Goti, alla battaglia di Xéres, un forte esercito a rabo, comandato da un apostata spagnuolo, Mugueiz-el-Rumi, si portò sotto le m ura di C., intimando la resa ai pochi d ifensori rimasti, poichè gran parte eran fuggiti all'annunc io della disfatta. dell'esercito di Don Rodr igo. Avendo i difensori opposto un r eciso rifiu to, M ugueiz passò a nuoto iJ Gua dalquivir, in una notte oscura e piovosa, con 1000 cava lieri e 1000 pedoni in groppa e s'impadronì della città abbastanza facibnente. Dovette poi sostenere, però, una dura lotta con g li ultimi 400 difensori, che, comandati da l governatore cristiano, si Titira.r ono nella Chiesa di San Giorgio, facendosi massacrare :fino al!'ultimo, piuttosto di arrendersi. IV. Assedfo di C6rdoba (745). Durante le lotte in ie-

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stine degli Arabi, il ribelJe Samail riuscì a catturare Husam, inviato dal ca.liffo d 'Africa, e a farlo imprigionare in C. Ma questi si liberò e r ip rese C. aiutato dalla popolazione. Samail venne ad assediare il rivale, e in una sorti~a, tesagli un'imbosca ta., ne circondò le truppe massacrandole insieme con Husam medesimo e riprendendo la città. V. Battaglia di C6rdoba (980). Durante le lotte di Galib, generale musu lmano, contro l'emiro M oha.mmed, il primo s i a lleò con Ramiro III di Leon e marciò con lui su C. dandogli battaglia fuor delle mura. La battaglia volgeva a favore degli alleati, quando, essendo stato ucciso G alib, i suoi si sbandarono e le truppe dell'emiro ebbero il sopravvento. I

VI. Battaglie di C6rdoba ( 1009-1013). Una ribellione di Musulmani al oaliffo Mohammed II, alleatasi con Sancio d i Castiglia, marciò su C. e nelle sue vicinanze sconfisse le truppe fedeli a l Califfo saccheggiando la città. Partito Sancio, le truppe di :;\fohammed ripresero C. ( 1010). Tre anni dopo i ribelli l'assa lirono nuovamente e la ripresero commettendovi grandi stragi e facendo nominare califfo il loro capo, Suleiman.

Vll. Assedio di C6rcloba ( 1236). Appartiene alla lotta fra Cristiani e Musubnani e f u intrapreso da Ferdinando III. Durò sei mesi : la città cad de il 29 giugno nelle mani dei Cr istiani, dopo di essere stata per 520 anni a lla testa della Spagna musulmana. VIII. Saccheggio di C6rcloba. (1808). Quando le truppe francesi entrarono in C. il 6 giugno nel 1808, dopo di avere abbattuto le porte a cannonate, un cittadino, Pedro :Moreno, sparò un colpo d i fucile contro il loro comandan te, generale Dupont. Fu questo il motivo del saccheggio della città, che durò tre giorni e al quale presero parte soldati e ufficiali francesi, i quali s'impa&onirono di forti somme, appartenenti all'erario ed ai privati, e causarono gravissimi danni ad edifici priva ti, pubblici, e Teligiosi.

Cvrdoba y Cordoba (Lu.igi). Capitano generale del!'Armala Spagnuola (1706-1796. Nell'agosto del 1780, durante la guerra contro l'Inghilterra, s i portò nella ì\fanica a l comando d'una s quadra di 6S navi, e presso il Capo Santa Maria s'impadronì d'un convoglio di 55 bastimenti inglesi e d i tre delle parecchie fregate da guerra che lo scortavano, mettendo in fuga ed inseguendo le altre. L 'anno seguen te, sempre nella :Manica, s'impadronl d' un a ltro convoglio inglese di 24 velieri. Nel 1782 ebbe il comando in capo delle forze na vali spagnuole destinate a lla riconquista di Gibilterra, combattendo lungamente colla squadra navale inglese comandata d all'ammiraglio Howe, e distinguendosi nel blocco della piazza.

Cordon (Giuseppe, conte). GeneTale dell'esercito Sardo (rn. nel 1839). Nel 1792 era cap itano d i fanteria e ne l 1814 colonnello; fu promosso genera le nel 1815, dopo avere brillantemente. comandato il regg. nella Campagna di Savoia ( 1815). Un a ltro gen. sardo, il rnarchese di Cordon, ·ebbe il comando delle truppe in Savoia (1792-1793) insieme col duca cli :Monferrato. Cordone. Questa parola, nel linguaggio mii., è adoperata per indicare una linea· tirata « in occasione di peste o di nemico vicino » ( Crusca), e guardata dai sold ati; ed è adoperata altresì per indicare << un risa lto


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di pietra o di mattoni a modo di corda, tra l'estremità superiore della scarpa delle mura di fortificazione ed il principio del parapetto (Grassi). Questo risalto era ornamentale, ma anche destinato a ostacolare la scalata; veniva pure chiamato «collarino>>. C. s i chiamava anche lo zoccolo ai piedi delle mura. Giierra di cordone, o di posto, fu detta quella che nei tempi nostri si chiamò di posizione. E fu detenninata d all'esteso fronte s trategico causato a sua volta da eserciti molto n umerosi, appoggiati a lince o «cordoni» d i piaZ7.e forti, talvolta di fortijìcazioni continue. Questa forma di guerra veru1e in uso nel sec. XV e scomparve con N apolcone, per r icomparire, sebbene in forma sensibilmente diversa, nella guerra mondiale.

Cordova (L..ig·i Fernando). Generale spagnuolo (1799-1840). Nel 1824 si schierò contro i costituziona li ;' nel 1834 con Isabella, combattendo in quella guerra civile e ottenendo il comando in capo dell'esercito del - •ord. Rivale d i Espa.rtero, fu costretto ad esulare in Portogallo, dove morì.

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Corea. Penisola dell'Asia orientale confinante a N . colla Manciuria, ad oriente ed a S. col mare del G iappone, ad occidente col mar Giallo. Separ ata net tamente dalla ::vranciuria e dalla Russia asiatica da i monti Cianpai-scian, e percorsa dai monti P aik-San paralleli alla costa orienta le, le cui vette sono spesso inaccessibili, colla media di 2400 m. di altezza. Solcata da numerosi fiu mi di breve corsa e scarsamente navigabili, non ha gr ande importanza milita re. Dato però il fatto che la C. costituisce il ponte naturale che mette in comunicazione il G iacppone con la Manciuria, fu teatro di lotte fra gli indigeni, i Cinesi ed il Giappone, il qua le già nel III secolo d. C. era riuscito ad impadronirsene. I Coreani, insofferenti del dominio giapponese, con successive sollevazioni riuscirono a r iprendere l'indipendenza, e nel sec. XI anche l'unità. Ma ta le regione, agognata sempre anche dalla Cina quando salì quivi al potere la dinastia dei M ing, fu da essa resa propria vassalla per mezzo di una d inastia guerriera (TsiTsien) che da l 1392 in poi sosten ne aspre lotte vittoriose coi G iapponcsi. Nel 1592 però l' imperatore del G iappone Taico-Sama, con un esercito formidabile, riuscì a battere il re Coreano, e l'obbligò a riconoscere la dominazione del conquistatore. Nel 1615 fu in'iziata una opera d i pacificazione fra dominatori ed indigeni e venne concluso un trattato per cui i Giapponesi conservavano solo il possesso -di Fu-San ( tenu to fmo al 1879) ed i ·Coreani s'obbligavano a pa.gare al Giappone un tributo annuo. Nel 1866, in seguito ad un mas.>,acro di Cristiani, la Francia vi spedì una squadra navale che occu pò le coste della C. con truppe da sbarco. L'ammiraglio Rozc distrusse le fo1iificazioni d i Cang-hua a lla foce del Seul e poi dovette r it irarsi. Sei anni più tardi la stessa sorte toccò ad una spedizione americana fatta per vendicare la distruzione d'una nave. Il solo Giappone riuscì colle sue truppe ad inlporsi a i Coreani, e col trattato di Koka (1876) otte nne l'apertura dei tre porti, F u-San, Chemulpo e Ghen-San, agli stranieri. E l'Italia vi inviò la Vettor Pisani (1880) sro.zioiante a Fu-San. Nel 1882 il re della C. Si-Hi, insofferente della sottomissione ai -G iapponesi e dell'influenza cinese, provocò la rivolta contro gli stranieri, tantochè la Cina ed il Giappone dovettero organizzare una spedizione militare con-

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tro lo s tesso re, impossessandosi della capitale Seul ed occupando gran parte della C., cui imposero tLn tributo. Due anni più tardi, gli attriti fra le trupp,e delle due nazioni conquistatrici, divamparono in conflitti sanguinosi ed i Giappones i ebbero la peggio. Nel 188S u n nuovo tra ttato (Tien-Tsin) stabilisce il ribiro contemporaneo delle truppe dalla Corea, 11onchè l'obbligo di reciproco avviso in caso di nuove necessarie spedizioni. Questo stato apparente di pace nascondeva W1a tacita preparazione a più scrio conflitto, rappresenta to dalla guerra Cino-Giapponese ( 1894-95) chiuso con la vittoria del Giappone. Con la pace di Simono~«ki (3-5-1895) la Corea rimane tributaria del Giappone. men tre viene esclusa ogni influenza cinese. Solo un am10 più tardi il Giappone muove ad aspre lotte in terne fra riformisti e conservatori e la Russia ne approfitta per sbarcarvi un reparto di marin a i onde contrastarvi l'influenza giapponese. Il re di C. nel 1897 assurr1e il titolo d i imperatore, spalleggiato dai Russi. E va maturandosi cosi la serie degli attriti ccl antagonismi fra Russia e G iappone, che porta alla guerra Russo-Giappo'llese ( 1904-1905). Il Giappone, r iuscito vy,citore si assicura col trattato di Seul (18-11-1905) lal'rapprcsentanza presso gli Stati esteri nella C., e l'amministrazione interna. Un anno dopo (23 luglio 1906) u n'ulteriore convenzione interna z iona le estende maggiormente e raHorza l' influenza del Giappone, che finalmente nell'agosto L910 riesce a subentrare completamente, colla forza delle armi, al debole imperatore Vi-Siek annettendosi la C. quale grup• po di provincie giapponesi e ponendovi un vicerè. Organizzata territoria lmente e m ilitarmente, la C . viene ripartita in 13 provincie; il G iappone vi fa stanziare due divisioni che attualmen te sono la 20• e la 21•.

Coreglia Antelminelli. Comune in prov. di Luc. ca. Nel medio evo 1era fortificato, e vi si rifugiarono i nemici di Castruccio Castracani quando questi trionfò in Lucca . Ed egli si recò ad assediarveli, e dopo due mesi di resistenza riuscì a farli capitolare ( 1272). ~el 1340 di C. s i impadronirono armata mano i Fiorentini. Coreto (o C1<oietto) . Specie di armatura per lo più di cuoio lavorato, che si portava so tto le armi e le vesti, per difendere il cuore. A causa dei. tradimen ti, ne i tempi medioevali, il C. non si lasciava mai anche stancfo senz'armi. Aveva anche la forma d i un giu bbone, ta lvolta era di ferro, sempre a difesa del cuore, ed allora era eh iamalo « guardacuorc ». Corfini (E1ni/-io) . Generale, n. a Modena nel 1863. Sottot. di fanteria nel 1882, si distinse da ten. colonnello durante la campagna italo-turca ( 1912-13) e µromosso colon nello (1915) fu nominato comandante del1'800 fant. Partecipò alla grande guerra e d a l 1915 a l 1917 comandò la brigata Piemonte raggiungendo il grado d i magg. generale. Co llocato in P. A. (1919) fu promosso nel 1923 generale d i divisione. Corfin io. Antica capitale dei P eligni nel Saru1io in v icinanza del fiume Aterno. Durante la guerra sociale fu 1Jrescelta a capitale del nuovo S tato e venne chiamata Italica; oggi corrisponde alle rovine di S. Pollino


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presso Péntima. Nel 49 a. C. subì un assedio che appartiene alla guerra civile tra Pompeo e Cesare. La città era presidiata dal pompeiano Domizio Enobarbo con trenta coorti, e venne assediata da Cesare. Domizio chiese soccorso a Pompeo, che allora. trovava.si 111 Luccra, ma costui rispose cbe non poteva correre in suo aiuto e lo consigliò di portarsi con le sue milizie presso di hii. Domizio cominciò a pi:epara.re coi suoi fam iliari la fuga, ma come fu trapelato. qualche cosa fra J • i suoi soldati, questi si arCortlni F.rnilio resero a Cesare dopo sette giorni soli. Cesare, mandati liberi Domizi e gli altri Pompeiani di grado senatorio, prese il giuramento dai legionari vinti e li inviò in Sicilia.

Corfù (ant. Drepanc e Corcira). Isola che fa parte del gruppo delle Jonie, di cui è la più grande, con capo!. omonimo, all'ingresso dell'Adriatico, separata dalla costa per mezzo del canale di C. Appartiene alla Grecia; fu fondata dai Corinzi ed ebbe parte nelle guerre dell'ant ica Grecia. La capitale, C., venne cos truita sopra tm promontorio unito all'isola per mezzo di un istmo. e fortifica ta fin da antichi tempi, con cinta continua di muro.

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volse ad Atene ottenendo in soccorso 600 peltasti agli ordini di Stesicle. Tficrate, comandante della flotta ateniese (70 navi) aveva appena raggiunto l'isola Sfacteria, quando seppe che i Corciresi in una sortita vittoriosa avernno ucciso Mnasippo e il suo luogotenente, Ipermene, aveva tolto l'assedio e si era ritirato a Lcucade. Ad Ificrate non rimase altro che impadronirsi di una squadra siracusana venuta in aiuto degli Spartani;' coi Core iresi però imprese una serie di scorrerie sulle coste del Pelot>onneso e sulla parte dcli' Acarnania ancora devota a Sparta. II. Battaglia 11avalc di Corfù (300 a. C.). Appartiene all'età. dei Diadochi. Cassandro, re di Macedonia, volle in quest'anno conquistare l' isola. ma i Corciresi chiesero ed ottennero l'aiuto di Agatocle, re di Siracusa. il quale sconfisse la !lotta Macedonica.

III. Presa di Corf,ì. Xel 229 a. C. Roma compì l'impresa di Co rfù. bloccandola dapprima con 200 navi al comando del console Cajo Fulvio San turnalo; sbarcandovi subito dopo un esercito di 20.000 u. e 2000 cav. comandati dal console Lucio Postumio Albino. L'isola r imase tranquilla sino alla guerra fra i Bi-

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I. Assedfo di Corfù (3ì :l a. C.). Appartiene alle j!:Uerrc Tebane. A causa <lei diniego degli .\teniesi di

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zantini e i Goti, quando questi ult imi, nel 551 <l. C~ armata una flotta di 300 navi, sbarcarono nell'isola e la saccheggiarono.

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r:orrù nel ~ccolo XYII ,,u nire il tentativo fatto da aku11i profughi dell'isola di Zacinto, appoggiati dall'ateniese Timoteo, d'impadronirsi del governo dell'isola e d i alzare fortificazioni, gli Spartani spedirono Aristocratc con 25 navi in Zacinto, e più tardi , Alcida con 22 nelle acque d i Corfù. Fallita questa seconda spedizione, Sparta mandò con l'aiuto degli allea ti 60 navi e 1500 uomini comandati da Mml • sippo. Occupata l'isola, la capitale resisteva e si ri-

I\·. Battaglie 11ai•ali presso Corfù ( 108-1). Appartengo110 alle guerre intraprese dal normanno R uggero Guiscardo, duca di Puglia e di Calabria, contro i Bizant in i e i Veneziani. Una flotta veneta, comandata da Sclvo, un itamente a navi greche aveva tolto C. ai Normanni, ancorandosi nel golfo. Quivi compan·c Roberto, con 122 na vi. D ue attacchi dei Normanni furono respinti, ma al terzo le navi greche si diedero alla fuga, e i Venezian i, malgrado una disperata resistenza, vennero sopraffatti, . perdendo sette navi affondate e parecchie catturate, lasciando 3000 morti e 2500 prigionie ri, che furono mutilati o venduti come schiavi. C. tornò nelle mo.ni dei Normanni e a Venezia il doge Domenico Selvo, padre dell'ammiraglio sconfitto, fu deposto.

V. Battaglia presso Corfù ( 1085). Appartiene anche essa alla guerra, fra Kormanni e Bizantini alleati dei Veneziani. Questi ultim i, allestita. una flotta capita-


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I La cill adella cli Co rfù ;n princip io del secolo XIX

nata dal nuovo doge Vitale Faliero, raggiunsero le navi normanne comandate da Roberto Guiscardo e ottennero sopra di esse una brillante rivincita della sconfitta toccata nell'anno precedente. Ivia C. rimase ugua lmente nelle mani dei Normanni. VI. Assedio cli Corfù (1148-1149). Appart iene ancora alle lotte fra )formanni e B izantino-Veneziani, e fu posto dagli Alleati, allo scopo d i riconquistare l'isola . Le operazioni furono dirette personalmente dall'imperatore Manuele contro le r obuste fortificazioni della città. Sconfitta una flotta normanna <li soccorso, dopo oltre un anno di resislcnza, la piazza dovette arrendersi. T uttavia fu rest ituita a l dominio di Xapoli. VII. Assalto di Corfù (1536). Nel 1386 C. si e ra sottratta al dominio di Napoli, dandosi spontaneamen te alla repubblica d i Venezia. Ne l 1S36, l'ammir. turco Barbarossa fece vela per C., col proposito di impadronirsi delle isole Jonic, e dopo di a vere recato qualche d anno alla xcpubblica si ritirò. L'anno seguente Solimano col '.Barbarossa comparve con grande flotta e assediò la città d i C ., dove s i erano concmtrate le venete forze al comando di G irola mo Pesaro. L'assedio fu sostenuto con tale energia che i T urchi, disperando cli condurre a buon .fine l'impresa, si ri tirarono. avendo subìto grandi perdite. Un loro tentativo contro C., ripetuto nel 1570, andò pure a vuoto. VIII. Assedio d·i Corfù (1716). Dma.i:ite la guerra dell'Austria con tro la Turchia, C., allora poten temente fortificata, venne assalita dai Turchi, p oi che Venezia era alleata dell'Austria. La difesa dell'isola era stata affidata al conte di Schulenbu rg con milizie venete e mercenari tedeschi e schiavoni, in tutto 6000 u. I Turchi, che avevano 120 navi, s i insta llarono nel e.ana le di Corfù e sbarcarono 50.000 fanti e 3000 cavalieri con materiale d'a,~edio. La difesa si concentrò nella piazza, la quale fulminò senza tregua gli assedianti ccl eseguì vigorose e sanguinose sortite, mentre la flotta venezian a, , comandata da An drea P isani, benchè inferiore d i forze si battè più volte contro le navi turche e riusciva a sbarcare soccorsi. Esauriti dallo .sfouo, i Turchi, all'~nnuncio dell'a.rrivo di una flotta pontificia e di altre n avi di Stati cristiani mandate dal cardinale Alberoni, si imbarcarono e si ritirarono, abbandonando le a r tiglierie pesanti d'assed io, avendo perduto 15 .000 uom ini.

IX. Assedio di Corfù (1798-99). Nel 1797 C. venne, come tutt i i p ossessi veneziani, in potere della Francia. Nel 1798 ne teneva il comando il gen. Chabot , il quale fu assalito in fine di ottobre d a forze riun ite ottomane

e russe e s i chiuse nella cittadella con 1800 u., fac~ndo

occupare da 600 u. lo scoglio d i Viclo, appositamente foi·tificato . Il 1° 1n~rzo, 25 navi al leate, con 800 ca11noni, bombard a rono lo scoglio deci mando i difensor i e smon tando le loro artiglierie : quindi vi sbarcarono 1500 uomini, che uccisero o catturarono i supersti ti. Chabot, dopo la cadu ta d i Vido, venne a patti e si arrese con gli onor( delle arm i, cedendo l' isola agli alleati (3 marzo 1799). X. Durante la guerra mondiale, l'll gennaio 1916, C. venne occupata da truppe francesi. cui si aggiunse un manipolo cli ca.rabinieri italiani. F u allor.1 base degli A Ueati, che vi ricoverarono l'eserci to ser bo, sconfitto dall'Austria, e salvato sulle spon de dell'Adriatico principalmente e quasi u11icamente mercè lo sforzc e l'abnegazione dell'esercito e Liella marina italiana. XI. Patto di Corfù (20 luglio 191 ~) . F irma to da Pasic per la Serbia e da Trumbic per i croati-sloveni, e rappresentante la prima base d'acordo fra i dett i popoli. mirante alla cost ituzione di uno Stato serbo-croatoslovcno in caso di d issol uzione dell'I mpero austroungarico. XII. Nel 192.3 (31 agosto) i n seguito al l'assassinio, commesso da bande greche presso G ia1111ina. del gcn.Tellini e altri ufficia li italiani facenti par re di una Com-

La sq.u~rlra Ita liana rllreua a co r!'f1 (19'!3)

missione internazionale per la d elimitazione dei co11fo1i della Grecia nell'Epiro setten trionale, il Governo ita liano spedì a C. le navi Conte di Cavour, Giulio Cesare, Sm,. Nl.a·rco, Pren11,da, con cacciatorpedinie re e


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sommergib ili. La flotta, dopo qualche colpo di cannone, sbarcò 1000 u ., seguiti da altri 7000 il 2 settembre, e l'ammir. Sjmonctti assumeva il governatorato di C., che lasciò, ricon ducendo le navi in patria, il 29 settembre, avendo la Grecia accettate le condizioni poste dall'I talia. per il risarci mento morale e materiale d ei danni.

Coricomachia. Esercizio usato dagli antichi, corrispondente a quello attuale nelle scuole d el pugilato, per r inforzare il braccio. Consisteva nel respingere una p a.lla sospesa al soffitto, schivandone il contraccolpo sul corpo; era ottimo esercizio per la preparazione a l cornbattir:1.ento corpo a_ corpo, giacchè conferiva robustezza ed agilità. Corigliano Cala bro. Comun e in prov. d i Cosenza in collina presso il fiume omonimo nella pianura di Sibari, dominato da castello medioevale imponen te, fianch eggiato da grosse torri. Nel 1806 fu messo a ferro e f u oco dai Francesi comandati dal gen. R cynier, per essersi valorosamente opposto alla loro en trata cd aver combattuto di casa in casa, così eia infliggere gravissime perdi te· alla colonna che aveva dovuto dare l'assalto al paese. Corinaldo. Comune in prov. d i Ancona. Fu conquistato d ai Franchi. Boscareto da C., che se ne era impadronito per concessione di Lodov ico il Ba varo, cacciatone dal legato pontificio cardinale Albornoz, eccitò i suoi concittadini a ri bellarsi. Lo riconquistò il :Malat esta, a capo delle milizie dell~ Chiesa e lo diede a lle fiamme. Ai tempi di pa.pa Eugenio IV il condottiero Sante Garelli lo devastò; accorsi rinforzi delle città vicine, fu occupato da presid io pontificio. Attaccato da Antonello Accattabriga, luogotenente di Fra11cesco Sforza, C., dopo vana resistenza cadde in suo potere, Ed egli ne migliorò le for tificazioni, costruì la rocca e ne ebbe signor ia da l suo padrone. Cacciati nel 1447 gli Sforzeschi, C. si diede a lla Chiesa e ne segui le sorti. Nel 1516 sostenne un assedio di 23 giorni contro il Duca. d i Urbino, in lotta con Leone X. Corinto. Ci ttà della Grecia, sull'istmo del Pelopon neso. La sua rocca ( Acrocorint o) è dell 'epoca pelasgica. Lottò contro Atene e altre città. Ificrat e vi sconfisse nel 390 a . C. un corpo di opliti Spa.rtani; An tigono Gonata d i }Vfaceclonia vi sco11fisse nel 265 a. C .

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Co rin ro nel secolo XVIJT

233 gli Spartani comandati da Areo. Nel 146, il console Mummio, con un esercito romano, prese e d istrusse C., che fu riedificata nel 44 da Cesare. I Normanni la presero e devas tarono nel 1147; più tardi cad de in po-

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tere dei Turchi, cui fu presa dai Veneziani nel 1687 durante la campagna della Morea. Canale d-i Corinto. Questo canale, che taglia l'istmo, era già stato progettato dai rvfacedoni e da i Romani e fu compiuto verso la fine del sec. XIX (ÌS93). E' lungo 6350 m., la rgo 20 sul fondo, profondo otto. L' istmo nell'epoca bizantina venne for tificato dall'imperatore :iVIa- - - ~ - - - ~ - _ nuele I'aleologo (1413); le fortificazioni avevano una larghezza di quasi 9 km. Le fortificazion i furono fatte demolire una trentim1 d'anni dopo da l sultano Amurat II e rifa tte fabbricare dai Veneziani nel 1463. Ma con ciò essi non imped irono la conquista della Jl,forea da parte dei Turchi.

I. Assedio di Corinto (198 a. C.). Appartiene alla seconda guerra macedonica e fu impresa da L ucio Quinzio F laminio, accampato dalla par te verso Concrea, da Attalo re di Pergamo, dalla par te d i Lecheo, e dagli Achei accampati verso la porta che mette a Sicione. Il presid io macedone, agli ordini d i Androstene, si difendeva strenuamente. I


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Romani intanto e.on l'ariete avevano diroccato parte del mmo, ma furono respinti dai :Macedoni accorsi sulla breccia. Sopraggiunti gli Achei e le genti dì Attalo, la zuffa si pareggiò, ma gli alleati non ebbero a lcun so-

11 Canale cli Corin to

pravvenlo. In questo frattempo venne in aiu to degli assediati Filocle, prefetto d i F ilippo V re d i Maced,1nia, con 1500 soldati, e questo soccorso costrinse g li alleati ad abbandonare l'assedio.

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II. Battaglia d·i Corinto (1463). Appartiene alla guerra tra Maometto II e Venezia. I Veneziani, agli ordini di Bertoldo d'Este, rafforzarono r istmo facendovi lavorare 30.000 operai, i quali eressero un muro a secco alto quattro metri e intercalato da 136 torà 'frattan to assediarono C. difesa dai Turch i, ma Omar Pascià accorse con grosso esercito su l posto e, venuto a battag)ia, fu bensì battuto, ma poco dopo, 1·icevuti rinforzi, costrinse i Venezian i a rifugiarsi nelle piazze forti abbandonando l'assedio cli C. e l'istmo. III. A ssed-io di Corinto ( 1458). Fu posto al!' Acrocorin to, dove si erano r ifugiati i difensori cristiani, da Maometto II il 15 maggio. La rocca s i difese energ icamente, ma, bombardata dalle grosse a r tiglierie del sultano, fu costretta ad a rrendersi il 6 agosto 1458.

Corinto. Città degli Stati Uniti sul Mississippì. Dura nte la guerra di ·secessione, sulla fi.ne di settembre 1S62, !a città era stata occupata dai Federali, comandati da l Rosenkranz, forti di circa 30.000 u. d ivisi in 4 d iv. e, mezzo cli fanteria e una brig. di cavalleria. Essi avevano costruito nelle vicinanze, opere d i fortificazione. I genera li confederali van Dorn, Prince e Lowell si erano r iuniti con circa 40.000 u. e sotto il comando del p rimo, più anziano, avevano dec iso di marciare su C . "fon volle il Rosenkranz attenderne inerte l'urto anche perchè troppo estesa era la linea delle fortifi~ cazioni r ispetto a lle forze dispon ibili, e, per aUrarre i Confederati sotto le opere a K ord e ad Est della piazza, mandò parte delle ~ue truppe a impegnarli da quella parte. Il 2 ottobre i Confederati comparvero da vanti alla fortezza e l'indomani ma ttina alle 8 ebbe in izio un combattimento che durò accanito fino a sera. I Federal i, respinti su tutta la linea, dovettero rip iegare su una linea di 2C ridotte cbe il Rosenkranz aveva faUo costru il"e. Il van Dom durante !a notte diede nuove disposizioni percbè l'indornani J>azione ripigliasse; 1nal con1pre-

so o disobbedito dal gen. Hebert, che comanda va la sinistra, e che egli esonerò immediatamente, non -potè attaccare contemporaneamente; l'attauo, iniziato a ll'alba su Ila destra, fu respinto p rima che quello su lla sinistra potesse avere· -principio. Iniziato soltanto a lle 9 , anche questo venne pienamente contenuto. Fino a sera durò il duello delle artiglierie, ma i Con federati, saputo che stavano avvicinandosi notevoli forze federali condotte da l Grant, nella notte e nel seguente giorno 4 lasciarono le posizioni senza che i Nordisti se ne accorgessero.

na11aglia d i Corinto ·(1862): 1, Loven; 2, Maury; 3, Hebert.; 4, :-1a,· Kean : 5, Davles; 6, Hamilton; '7, Cracker; 8. Stanley

Coriolano (Caio Marzio) . GeJ1erale romano del secolo V a. C. Si distinse alla battaglia de! lago Rcgillo, e n ella conquista d i Corioli guadagnò il soprannome. Colp ito d'esilio nel 490 s i recò ;presso i Volsci, di cui guidò un esercito contro Roma. :Ma la madre Veturia e la moglie Volumnia lo persuasero


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La s t n1.1o ne cli Corrno11s (1917)

a recedere dalla impresa; onde rono a morte ( 489).

\"olsci lo condanna-

Corioli. Città del Lazio, di cui non rimangono tracce. :l\el 492 a. C., mentre i Romani. agli ordini del console Postumo Cominio assediavano questa città, un esercito <li Volsc i d'Anzio corse a libcr~rla. nel tempo stesso che gl i assediati facevano una sorti la contro i nemici. Cneo o Ca io 21.farzio, a capo della sua sch iera, respin~e i Coriolcsi e inseguendoli si impadronì della c ittà, per cui si cbhe il titolo di Coriolano. I Volsci ,Illon1, visto fallito lo scopo del loro inter vento, s i allontanarono senza comhattcrc. Corito (Corytus). Era l'astuccio destinato a contenere l'arco, come la farctrn er a destinata a contenere le freccie. Talvolta nel C. si mettevano anche le freccie, insieme con l'arco. IOoritza. V. Koritza. Cor k. Città dell'Irlanda, sopra un'iso la in fondo ail la baia omonima. Fu una delle principali basi navali inglesi del sec. XVlI. l\"el 1690 (21 settembre), dopo l'assedio di L imerick, l'esercito dei re Guglielmo III <l'Inghilterra, comandato dal ~farlborough e dal duca d i Wurtcmherg, investì C. e fin dal primo giorno conquistò le opere esterne d'assalto. Il giorno dopo gli Irlandesi abbassavano le armi, renclendosi prig ionie ri in numero d i quattromila. Corleone. Comune in prov. di Palermo, dominato da due castelli medievali oggi in rovina. Edificato dai Sar aceni, ch e lo chiamarono Kor liu n, ebbe da Federico II una colonia longobarda la qu ale combattè cont ro gli .-\ngioini. Stratagemma di Corle011e. Il 18 maggio 1860 Garibald i, giu nto a l passo d i Renna, soprn :Monreale, saputo che i Borbonici in circa 20.000, chiusa la s trada di Palermo, stavano per muo\'ergli contro, decise di manovrare per eluderne la vig ilanza e giungere per altra via a Palermo. Lasciato Rosolino Pi lo di fron te a lle posizioni avversarie con l'incarico di agire dimostratirnmente per eludere il movimento che egli stava compiendo col gros.so, lasciò b strada di ~1onrealc e si

spinse a Parco e di qui a Piana dei Greci. dove ebbe notizia che 6000 u. stavano marciando contro di lui. Per sventa re la minaccia d ispose che il col. Orsini, coi carreggi e con un cent inaio di uomini prosegu isse verso C .. mentre egli stesso, nascostosi nei boschi della Ficuzza, lasciate sfilare le schiere nemiche che prosegu irnno su C. ,ulle tracce delle rnotc e di oggetti mili tari ad arte d ispersi lungo la strnda, p iegò vcr!io Marineo, di qui su 1\lisilme ri , per raggiw1gere a Gibilrossa le bande siciliane e quindi calare su Palermo. TtH.anto il col. Orsini con 32 carri, molti invalidi e, in tutto, una ventina di fucili, il 25 giunse a C., dove, freddamente accolto dalla popolazione che aveva paura <lellc truppe borboniche, il 26 si accinse a difendersi contro queste che si stavano avvicinando. Su l mezzogiol'no e mcz1.o apri il fuoco · colle sue poche artiglierie, delle quali la colubrina si ruppe a i primi colpi. .M inacciato di av.-olgimcnto alle spalle, sotterrato un pezzo, gettatone un a ltro in un fosso poichè tutti non poteva port:irli, proseguì su Bisacq u ino Ch iusa e Giuliana. in mezzo a popolazioni osti! i che rifiutavano, anche a comperarli, animali da tiro e ,·iveri. Giunta la notizia della vittoria di Palermo, mutati gli spiriti degli ab itanti, !'Orsin i, che nel frattempo si era spinto fino a . S;unhuca, tornò a Giuliana in attesa di ordini.

Cormons (ani. Cormo,.tium). Comune in prov. di Gorizia ai piedi delle prealpi Carsiche, nodo stradale lungo la fcnovia Ud ine-Gorizia. M un ito d i Castèllo sul monte omonimo fino dai tempi longobardi, costituì nell'epoca feudale un baluardo validissimo contro gli Avari. :\'ella guerra fra Venezia e l'Impero co~lituì uno degli obbiettivi secondari d i Ba rtolomeo d' Alviano nell'avanzata verso la Carsia Giulia (1508.) Xel 1511 i Veneziani ne StUantellarono le fortificazioni. Fu poi sede di conferen7,e infruttuose politico-militar i (1563-)570) fra le cor ti di Venezia e V ienna. Il n ome di {;. ritoma nella storia militare il 12 agosto 1866, alla fine della campagna, giacchè fu sede per la firma dell'armistizio fra Italia ed Austria, per i preliminari di pace conclusi poi a Vienna . Nella grande guerra C. venne occupata quasi senza colpo f er ire da avanguardie 1di cavalleria e ciclisti (25 maggio 1915). L'occupa~ionc fu preparata con fuoco d'artiglieria su m. Quirino. e,


. dopo breve resisten za, il debole p residio austriaco battè in r itirata.

Cormontaigne (Luigi dtì. Ingegnere mil. francese (1696-1752). E' il più notevole degli ingegneri che in F rancia succedettero a Vauban e di cui non fecero che seguire le idee, m igliorando alcuni particolari. Il Cormontaigne raggiunse il grado di maresciallo di campo ; lavorò alle · fortificazioni di Metz e prese parte a molti assedi, distinguendosi in ispecia l modo a quelli di Phjlipsburg (a. 1734) e d i Fr ibw-go (a. 1744). Oltre le costruzioni cl1e eseguì, furono le sue « Memorie sulla fortificazione >) che fondarono la sua r iputazione in F rancia, donde si sparse ben tosto per tutta l'Europa. Quel-

l'opera servì più tardi a lle lezioni per gli ufficiali del genio presso la scuola di :Meziéres. Il Cormontaigne propone un fronte che presenta come una modificazione del primo metodo di Vauban. Le varianti p1·incipali apportate a questo metodo sono : i fianchi sempre rettilinei; i bastioni provvisti di cavaliere o di trfoceramento interno; la tenaglia sempre a i-icntrante smus. sato ; il rivell ino, a forma di dente, è più sporgente e piit ampio; vi sono mezze capon icrc scoperte alle estremità in terne ciel fosso del rivellino per battere questo con tiri radenti ; la strada coperta è ordinata come nel terzo. metodo d i Vau ban coll'aggiunta di ridott i nelle piazze d'armi rientranti, notevolmente ingrandite; le murature di scavpa sono tutte a mezzo r ivestimento. Il C. è anche autore di un cc :Memoriale per l'attacco delle piazze)) ( 1806). '

Cornaochiola (Simo11e). Ingegnere mii. ascolano del sec. XVII. Diresse in Ispagna, verso la metà del 1700, varie opere di fortificazione e poi militò nella L orena e nelle Fiandre. Cornaro (Andrea). Genera le veneto del sec. XVII. P artecipò a lla difesa del regno di Candia invaso da Ibrahim e, perduta Canea nel 1645, venne assediato in un forte ove dopo due mesi d i valorosa resistenza cadde mortalmen te ferito. Cornaro Girolamo. Generale · veneto del sec. XVII. Nel 1684" fu a capo delle forze venete nell' Jonio, sotto il comando supremo del Morosi.ni, e nel 1687-88 si battè in Dalmazia strappando molti luoghi ai Tu rchi . Cornaro Giovam1,i. Generale, n. a Canelli, nJ. a Milano ( 1844- 1925). Volontario nella campagna del 1859, entrò nell'Accademia di Torino e ne uscì sotto!. d'art. nel 1862; prese parte alla campagna del 1866, e, p ro -

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mosso colonnello nel 1895, fu d irettore del laborator io pirotecnico di Capua c comandante d'artiglieria a MantOva. Collocato in P . A. (1902) raggiunse nel 19 J 3 il grado di tcn. generale nella riserva.

Cornaro barone Lodovico. :Marescia llo austro-unga rico e scrittore (1830-1886). P rese .parte a ll'assedio di Venezia ( 1849). F ece la. carnpala\11a del 1866 in Boemia e quella. in Bosnia ( 1878). Ebbe nel 1885 il comando della piazza di Zara, dove morì nel 1886. Fra CoJ'naro Giov11nni i suoi scritti n1e ritano 1nenzione p a.rticolare : « La condotta strategica della campagna del 1812 >>; " Considerazioni strategiche sulla can;ipagna napoleonica in Ita.lia del 1796 )) : « Sguardo strategico s ulla campagna in Germania del 1796.)). Carnai-o I acopo. Generale, 11 , a Saviglia no nel 1866. Sottot. di fanteria n e I 1884, pa rtccipò a lle campagne d 'E ritrea del 188889-90 e poi a quelle <li L ibia, distinguendosi a Kaulani (luglio 19_14). S i affermò valoroso comandante durante la grande guerra ( 1915-18) meritandosi ripe ..,ri encon1i e n e rned . d'argento. Fu decorato della prima mcd. a ']\,fonte S l e m e (giugno 1916); guadagnò la second a come comandante di un Raggruppamento f\lpi110 sul Monte Ortigara. (giugno 1917); fu ins ignito della ter74~ mcd. durante il ripiegamen to a.I P iave a Co,droipo, dove, dopo strenua resistenza, gravemente ferito, venne fatto prigioniero (ottobre 1917). ~el 1919 r esse success ivamen te il comando delle brigate Veneto e P iemonte e del 1° Raggruppa mento Alpino. Collocato in P. A . S. ( 1920) assunse nel 1923 il grado d i generale d i briga ta. Corna·ro Paolo. Generale, n. a Savigliano nel 1868. Sottot. d'art. nel 1889, nel 1910 entrò a far parie del corpo d i S . NL Partecip ò a lla campagna ita lo-turc a (1911-13) e si affermò ufficia.le d i grande va.lorc durantc Ja grande guerra ( 1915- 18). Meritò un a rned. d'ai·gento sul Podgo-ra, la croce d•i cav. clcJ1'0. M . S . e la promozio ne a comandante di briga ta. per merito di g,.1crra; comandò nel 1917 le brigate Aosta e P isa. e poi, sul Piave, la 2" br igat.a Bombardieri-fucilieri d i nuova formazio1;e. Nel 1920 ebbe il comando della bt'igata Alpi e, promosso gen. di divs. (1920i comandò la divis. d i PaJenno.


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Cornate. Comune in prov. di Milano sulla dr. del!' .\ada. E' luogo già prima del 1000 fortificato, per la sua posizione a guardia dell'Adda. Nel 690 Cuni-

bcrto vi sconfisse Alachi, il quale rimase ucciso combattendo. Fu poscia sovente teatro di vicende guerresche specie tra guelfi e ghibellini.

Cornazza no (A11to1iio). Scrittore mii. del sec. XV, n. di Piacenza. Dettò precetti sull'arte ossidionale. Scrisse « Dell'integrità dell'arte militare», in prosa, e opere in vasi: ,, La Sforziade >> ; « De re militari )) ; << D ei principii degli eccellenti uomini >>; e la <<Vita.» del Colleoni, sotto il qual capitano militò oltrechè, precedentemente. sotto lo Sforza. Cornegliano Bertario. Frazione del comune di Truccazzano, prov. di M ilano, presso :Melzo, fra il Canale della Muzza e l'Acida. Nel 1158 Federico Barbarossa, battuto a Cassano, passò in questo punto I' Adda e vi sorprese le mili1.ie lombarde ponendole in fuga. Nello s tesso punto il re di Boemia, Ladislao, che aveva. tentato il pnssaggio, vi perdette 200 u . contrastHo dai pochi milanesi che vi stavano a guardia. Corneto Tarquinia (ant. Tarquinia). Comune in prov. di Roma, sulla Via Aurelia. Fu l'antica metropoli delle dodici città. etrusche della Lega. Nelle guerre con Roma fu spogliata a poco a poco del suo ampio territorio flnchè fu sottomessa (280 a. C.) e divenne municipio. Ebbe dal secolo X uno scalo marittimo alla foce del Marta, detto Porto Clementino. Nel medio e"o prese parte alla lotta contro i Tedeschi di F edc~ rico II ( 1245); contro le truppe del Papa (1283 e 1355); contro i conti Sa.velli e i Brettoni ( 1415); contro il duca Francesco Sforza di :'.\filano; contro ~icolò Orsini che l"assalì per terra. e per mare ( 1486).

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Cornetta. Nome dato verso il sec. XV a un reparto di cavalleria di 100- 120 e talvolta. fino a 200 u.. corrispondente c i o è a quello che poi fu detto <<squadrone>>. Un reggimen lo aveva. un numero indeterminato cli C., <fa 8 a 24. Lo stesso nome fu dato nel sec. XV in Francia - e poi altrove all'insegna del detto repa.rto, costituita chi. una piccola. bandiera terminata da due punte o corni. E C. fu pure chiamato, •fin verso la Cornetta del scc. XVIII metà del scc. XVIII, l'alfiere che porta.va la. detta insegna. Cornetti (Venceslao). Generale, n. a Piacenza, m. in fisica e matema~ica a Parma ( 1857), fu nominato sotto!. del genio nel 1859, partecipando alla campagna dello stesso anno; promosso colonnello (1884) fu direttore territoriale del Genio a Piacenza. Collocato a r iposo ( 1892) raggiunse, nel 1895, il grado di magg. generale nella riserva.

:i R ivaross.'t ( 1835-1899). Laureatosi

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Cornice (Strada deUa). Unisce Vado ad Antibo e segue quasi dovunque la costa tirrenica, fiancheggiata da una linea provvisoria, lungo la ristretta striscia compresa fra il mare e le ultime propaggini delle Alpi e dcli' Appennino. Fu costruita dai Romani, sotto l'impero di Augusto. Militarmente è molto importante poichè permette, a chi scenda in Italia dalla Francia, di girare l'ostacolo delle Alpi quando possegga il dominio del mare. Cornicini (lat. Cornicines). Suonatori di corno e nello stesso tempo cantatori, che, unitamente a.i buccina.tori, e a.i tubicini davano speciali segnalazioni. In genere i C. erano destinati a da.re il segnale della levata del cam-

Corno l'OllHlllO

Cor nlctnò

po, ma servivano pure ad eccitare do languiva la pugna.

combattenti quan-

Cornicularius. Aiutante dei cc tribuni militum » nell'esercito della Repubblica e dell'Impero romano. Così chiamato forse perchè sull'elmo portava un ornamento o distintivo a. guisa di corno. Corniculum. Insegna al valore che veniva portata da reparti romani decorati per particolari imprese belliche in cui s'erano distinti. Corno. Strumento militare a fiato, ricavato da un C. di bufalo od anche dall'avorio. Dopo Varrone il C. fu confezionato in rame. Col suono del C. nel Medio Evo si sfidava a tenzone od a battagfia l'avversario, si suonava a raccolta, si c1iiedeva socco1·so, s'intimava la. resa di un castello o fortezza, ed a ltro. Como da polvere. Presso gli artiglieri era cosi chiamata la fiaschetta, origina.riamen te cli corno, e poi d i metallo, contenente la polvere per innesca.re il pezzo. Anche !'archibugiere, finchè non fu idea ta la ca rtuccia, era munito di C. pieno òi polvere. Como (opera a). Parte esteriore di una. fortificazione la cui fronte è composta cli d ue mezzi bastioni con cortina intermedia, e due lati lunghi (ali) estendentisi verso la piazza fra loro paralleli. Serve per coprire mezza luna o bastione o ampio spa<'-io di terreno vantaggioso al nemico.

Corno (di reJ>arto di tru.ppa). Equivale a lato, fianco, ala, e può essere naturalmente destro o sinistro, r ispetto al centro. Como. Monte nella. Vallarsa (m. li55). Si erge sulla destra del Leno di Vallarsa a. nord-ovest del Piano delle Fugazze. Il suo nome è legato al martir io di Cesare Battisti, che vi fu fatto prigioniero dagli Austriaci, insieme con Fabio Filzi, il 10 luglio 1916. L'importante posizione era caduta in mano degli Austriaci, durante la


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nostra r1t1rata del maggio; in quell'infausta ~iornata la -14" d ivis. tentò di riconquistarla. L'azione fu affidata .il bgL alpini Vicenza, con concorso di un bgl. del 69° fanter ia ed uno <lei 7 1". Con abile mossa gli a l pini riuscirono a sorprendere e catturare il presidio nemico della sclletta tra la quota 1801 e la sommitù del monte, e senza i ndugio p rocedevano all'atta cco de lla quota 1801. prima ancora di effettuare il collegamento con le altre truppe. ~la il nemico, fatti accorrere rinforzi, contrattaccava improvvisamente sul fianco i nostri riuscendo. ~ p recludere loro l'unica via d i ritirata e 11rcndendoli quasi t u tti prigionier i. Tra essi, sciaguratamente. si tro,·avano i due martiri trentini. li monte C. venne poi rioccupato con una bclJ"azionè

238 ,·a pauecipato da s.ottot. alla campagna d'.\ frica del 1895-96; da tencme era stato per tre anni nelle truppe colon ia li ciel Congo; rimpatriato appena, seguend o la sua grande passione per la vita coloniale, chiese cd ottenne di essere invialo in Somalia. dove si meritò un encomio S-Olennc, combattendo valorosam~nle a Dongab il 2 marzo 1908. Capitano nel 1905, fu assegnato dapprim a a I il0 regg. fan teria, e poi al 63° col quale J)arti per la Cirenaica. :'\el combattimento dell~ Due Palme cad· de, eroicamen te combattendo. I.a motivaiione cli medaglia. d'oro così si esprime: « Sotlo un· violéntissi mo fuoco di fucileria nemica. primo a slanciarsi con la compagnia all'assalto della posi~ione fortemente tenuta dall'a.v\'ersario, nel momento ù1 cui la conquista"n, colp ito in fronte, cadeva morto )J ( Due Palme (Bengasi) 12 marzo 1912).

Cor n uda. Comune in pro,·. di Treviso. \"enne fortincata nel :\f e<lio Evo e abbattuta nel l.llì da Cangrande della Sca la. Combnrt1111e11/o di Cnnrnda (9 maggio 1848). .\ppartiene alla prùna camp:igna per l'Indipendenza italiana e fu combattuto fra gli Austriaci del mare.sciallo .\'ugent. inviati come rinforzo al Radetzky, ccl un distaccam ento costituente la piccola di visione Ferrar i. male armata cd equipaggiata, formata cl i volontari di vari<· regioni d'Ita lia. in pr.-,·alcnla rontani; .,,as• sa piena. rii en1usia-

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1604\',

s1no,

o J'11zto11e d i ~10 ,11e Corno (n,ag-i;to 1018)

di arditi della brigata Murge e reparti del JlI d'assalto. il 10 maggio 1918. Dal Corno destro, la 2• cp. del Ill d 'assa lro con la rgo g iro giu nge fra la vetta del C' e la quota 180 1, occupate d agli Aust riaci, e con fulm ineo attacco s'impadronisce della prima, mentre, appoggiata dalle artiglierie e da rinforzi provenienti dal Corno s inistro e dalla Cima a lta italiana, contiene le reazioni nem iche p rovenienti accani tamen te da quota 180 1. La lotta fu accanitissima e durò alcuni giorni, ma il monte C. rimase in nostro possesso e 'i valorosi che lo conquistarono si divisero 38 medaglie di bronzo, 2ì d'argento e un .i. d'oro ( Sabatin i), per dendo un centinaio d'uomini fra morti e feriti.

Corn oldi (Aristide). Medaglia d'oro, n. a Yenezia, caduto a llcngasi (1873-19 12) . Uffic iale in S. E. P. ave-

nlJ.

incu1111;uSLa

cd in.-oiferen!è rii ordine e di disciplina. Questo distaccam,·nto er a. .stato <lcsl inat.o dal gencr:tle Durando a sbarrare la strada Fellre-Trcviso ed aveva prcsp posizione presso C ., dove si trovò improvvisamente di fronte al grosso delle forze del Nugen t, sboccate dalla stretta cl i Qucro. .,1011urnen10 o~~ariO Xci pomeriggio d<'ll'8 al ('3dUII Cli Cornuda del IN{~ maggio, I' avanguardia austr iaca del geJ1Crale Culo?. iniziò il suo attacco; la. d ivisione Ferrari c,·a sparsa la rgamente tanto nel sc11so della. fronte che in quello della profondità, sicchè il comandante. d<'i riuasi 4.000 uomù1i che a,·e,·a sottoman o. potè far concorrere al combatt imento solo cir-


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Con

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ca 2500 uom ini. G li Aus triac i intanto, col giungere del grosso, aumentavano man mano di numero e, ne lla giornata del 9, il Ferrari, sopr a ffat to d a l numero, vi sta inuiilc ogni speranza di r inforzi chiest i insistentemente a l generale Durando il quale er a convinto che l'attacco austriaco principale si sarebbe pronw1ziaio in Va l Brenta, alle or e 5 p omeridiane ordinò la ritintta verso .Mon tebellun a. che avvenne in gran d isordine e che fu fer mata solo ,1 Trev iso. L e p erd ite degli I taliani ammontarono a 30 morti e circa 150 ferit i ; quelle degli Austriac i a i morti e 25 feriti.

Cornuty (Francesco) . G enerale. n. a Nlercury, m. a Chambèry ( l i90- 1848). D a l 1810 a l 1814 servì nell'esercito napole.onico; poi passò nelle truppe sarde e vi raggiunse i l grado di colonnellp nel 1835, a l comando del 1° r egg. della brigata·. Casale. Nel 1842, magg. generale, ebbe ii' comando del ·ducato d 'Aosta e l'anno seguen te quei!o ùella d ivis. di Sassari.

eia. 11 18 se ttembre I i93, la colonna Santerre. avanzando senza protezione, in seguito agli ordin i contra<littori del gen . repu bblicano Rossigno!, incontro i Vandeani a C .. ment re le truppe colle artiglier ie si erano imprudentemente impegna te neHa stretta e tortuosa via che lraversav:1 il paese. :\ttaccat i da ogni parte, i repubblicani, n ella impossibilità di manovrare, fu rono in i)reve cornpletarncnte sbaragliati. R imascro in potere del vinci tor e l'artiglieria, numerosi fucili, e la. quasi tota li tà delle p icche di c ui era annata la riserva .

Corona. Così è chiamato quella specie di ane llo di rame ·incastra to a coda di rondi ne nella parte cilindrica d el proiet to d 'art ig lieria, ed alquanto rilevato sulla superficie d el proietto stesso. Serve per dare movimento rota torio su se stesso al proiet to, incastrandosi la corona nelle r ighe all'atto · dello spar o . Corona ( Opera a). Ti po cli opera d i fortificazione dove ogni bastione ha sui due fronti altri d ue mezzi ba-

Cornwallis (Carlo Mann, marchese e co1tte d,). Genera le e stat ista in glese (1738 1805). l>ar tecipò alla guerra dei Sette anni ; nel lìì6 fu nominato magg. generale dell'armata inglese in America. Nel 1780 prese Ch.ar!estown. vinse a Cam bden il generale Gates, e a G uiJford il gen. Green. Bloccato nel 1781 a Yorkstown da l le [ruppe francoamericane, dovette ca pitolare, Governatore del Bengala nel 1786, combattè t ()ntro T ippo Sahib e lo sconfisse. Fu nel 1801 a. Parigi fra i negoziatori della pace d i .\miens; nel 1805 fu nominato Governatore generale delle Tn<lic, dove tnori.

Conm·allis ( Gugl-ielmo 111aun, conte d-i) . •-\rnmiraglio ù 1::,;lesc (1744-1819). S i bat tè 11el 1782 nelle acque della Dominica contso Francesi. ?\"cl 1793 attaccò le colonie frances i dell'Tndia e conqu istò .l:'on<l ichéry. Nel 1795 partec ipò da con trc11111nirag l"io alla. ba ttag lia d i Q u ibéron e nel 1799 ebbe il coman do delle forze n avali inglesi nelle l ndie. Al suo nome sono s rntc intitolate varie navi da guerra.

Coroghlla. Milizie irregolari indigene di cavalleria, esisten t i in T ripoliC:o r nwa.llis Gtq;liclmo t ania sotto il governo turco fino al 1901. A vevano un'organiuazione m ilitare molto somrna.ria; d iscendevano dagli an tichi Giannizzeri tu rchi che avevano pr eso climor a nell'oasi di T r ipoli e si erano obbligali a prest ar e ma~ forte alle truppe regolari ottomane. Godevano. in pace, della esenzione da.I servizio militare e clal p agare le imposte. Introdotta anche in l ,ibia la. coscrizione, furono soppressi. Coromandel (batt. navale). V. M adras. Coron. Comune nel dip. }.ifaine- ct -Loi rc, in fran -

UJH-:.f'~l a tO l'(J JHl: H. lJa'"i l {O ll(' prjnC:ip ~1le : Hl-I. IIICZZ(..J trn~ tionP dr·:: 1ro (' :-; intst ro ; :\l. Jrns tione (·entra le;

FUI. l'iVCllin i

stioni ed un interbastione, in due cortine cd un rive!-] ino. I no lire i camminamenti de ll'opera p rin ci pale sono p rotetti da un'a ltra manufatto. Un'opera con tre fronti bastionali s i ch ian1a « a doppia corona».

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Corona castrense e 1,·a.l/.are. icompensa in u so nell'esercito romanQ data a chi fosse riuscito ad entrare per primo in un campo HC!llico, scavalcan done il va.Ilo. Consisteva in u na C. d'oro orna ta d el la palizzata usat a pei ;;.rincera1nen ti. Corona. civica. P r emio al va lore, consistente in u na. C. d i r am i d i leccio o di querc ia, data. a l cittad ino rom a no che avesse salvata la v ita ad a ltro ciitadino in battaglia. J.a. ricompensa portava seco altr i onori e van taggi n1ateric.1Ji cuns idcrevoJi .. Q uando entrava. in un sito p ubblico il corona to, tutt i gli spett ator i doveva.no alzarsi in pied i. comp resi i sen a.tori. Il coronate> sedeva in teatro subito <lopo i scna(ori, e prima ·deg li « cquites )) . Era esen te da pubblic i servizi, come lo erano il 110.di'e cd i l nonno paterno d i lui. li sa lva to doveva a l salvatore g li alimenti, sotto il controllo de i Tr ibuni. Corona classica, o 1un ale, o rosf.ra.ta. Veniva assegna ta ~!l grandi caµi ta.n i d i 1nare 1 per vittorie nava1L 1


Consisteva in un cerchio a treccia dorata con gli emblemi della vittoria, rappresentati da rostri, prue, od altre parti di nave.

Corona d'ovazùme. Veniva assegnata ai generali che avessero meritato un'ovazione dopo una guerra vinta contro nemici inferiori di numero e di forze, o contro gente non considerata come veri nemici, oppure quando la vittoria era stata facile e senza grande spargimento di sangue. Aveva dunque carattere di r icompensa. per servizi militari di importanza relativa.

Coro1te romane: 1, c1,·1ea; 2, Narnle; 3, castrense; 4, Muralo; 5, Ossidionale; 6, T rionfale

Corona 1m1,raLe. Veniva data ai conquistatori di una torre o scalatori di mura d i fortificazioni. Consisteva anch'essa in una treccia d'oro à forma di torre o muraglia. Corona ossidumale o graminacea. Era la più grande ricompensa che si poteva da.re al generale che fosse riuscito a far levare l'assedio ad una città. Era fatta di gramigna e fiori, e veniva offe rta dall'esercito assed iato al liberatore.

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Cor011"a Ferrea (Ordi11e della). L'origine di questa C. si fa r isalire a S. Elena, madre di Costantino che primo se ne cinse il proprio elmo. Essa consiste in un cerchio d'oro con smalti e gemme, recante nella parte interna una lamiera di ferro larga un centimetro, e grossa due millimetri che la leggenda vuole forgiata con un chiodo della .croce di Cristo. Vuolsi che, pervenuta a Teodolinda, questa ne corona <J I rerro facesse omaggio alla Basilica. di Monza, coll'obbligo di incoronarne i successori. La C. F. acquistò importanza per le incoronazioni dei successivi imperatori da Carlo Magno (800) a Carlo \' ( 1530), come simbolo e rito religioso-militare e politico. E non solo fu tenuta in gran pregio tanto da venire riscattata da Ottone Visconti ( 1319) e mandava in Avignone per sottrarla al furore delle fazioni (1324) ma Napoleone I sen ù il bisogno di convalidare la sua assunzione al trono con la -cerimonia dell'incoronazione a Milano ponendosela in capo ( 1805); e Ferdinando I d'Austria ne imitò l'esempio (1838). Napoleone I po i istitu'i, a perpetuare la memoria della sua incoronazione come re d' Italia, l' ordine della C. F. (S g iugno t)rdlne :'l'opoleontco 1805) per decorarne i vactella Corona rei-rea lorosi e quelli che ne fossero degni. Colla sconfitta. di Napoleone l'Ordine scomparve, ma il 2 febbraio 1816 venne restaurato dall'imperatore d'Austria, Francesco I , per ricordare la vittoria degli Stati coalizzati contro la Francia, e l'annessione del Lombardo-Veneto. L'insegna era una C. smaltata imitante la C. F., sormontata dall'a,quila imperiale

Corona rad·iata. T ipo di C. trionfale degli ultimi tempi dell'impero, in sostituzione di quella di alloro. Consisteva appunto in una C. a raggi d'oro, più este tica e lussuosa di quella usata durante il regime repubblicano. Coro,ia trio,.fale. Ricompensa. al valore consistente in una C. d'alloro che si poneva in testa ai grandi condottieri reduci da importanti vittorie. L'incoronazione veniva fatta con un fastoso cerimoniale (trionfo) marcia solenne, in cui il generale vittorioso attraversava la città eterna per recarsi al Campidoglio, pa..rtendo da l Campo di :Marte. Tutte le strade erano cosparse di fiori; sugli altari fumavano gli incensi; cd il trionfatore, preceduto da musiche, dai buoi destinati al sacrificio, dalle spoglie opime, da schiavi, turiferari, ccc., veniva esaltato in Campidoglio. Corotia reale ( Ordine dei Cavalieri della). Carlo M agno fondò quest'ordine nell'802 in favore dei Fr isoni che l'aiutarono a sedare l'insurrezione dei Sassoni.

Wur1e1nberg

di Ru l a

ù . Austriaco

bicipite. Q uest.a fra le ali spiegate teneva uno scudo con la lettera. F, in oro su fondo azzw-ro, ed a tergo la da ta 1815. Era portata con nas tro :irancio aurato, orlato in turchino. Tale ordine fu soppresso dopo la g rande guerra. L a croce era appesa. a nastro rosso tramezzato da doga bianca. I.'Ord ine era div iso in S classi.


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COR

Corona cli Ruta ( Ordine della). Fondato nel 180i da Fed er ico-Augusto di Sassonia e abolito dopo la grande ·guerra. La divisa consisteva in una croce a 4 branche fo smalto verde ed orli d'oro, con centro in bianco e -0ro, e la cifra F, A.; nel verso la scrilla « Prov identiae )1cmor ll contornata da una ghirlanda <li fiori verdi. Corona ( Ordine della). Fu istituito dal re Gugliel.mo I del Wurtembcrg nel 1818 e abolito dopo la grande guerra . La decorazione consisteva in una croce d'oro a A branche, smaltate in bianco, so rmontata d a Corona, e. portante a l centro un disco in smalto bianrn circonda to -di rosso, con la cifra F e la scritta « Se.nza paura e feddc >> . Coro1ta di quercia (Ordine della) . I stituito nel 1841 nei Paesi Bassi per r icompens.t dei ~ervizi militari e -civi li resi specialmente per la questione del Lussemburgo. La decorazione cons iste in una stella a 4 branche -d'argento con centro in smalto verde portante u n \V d'oro sonnonta.to da corona reale con la leggenda: « Je J\fa.intiendrni n su fon do rosso, contornalo da. una co.rona di que1·cia..

Corona d'I talia

C Ol'Ollll cli (llle!'cla

co,·on.t

Real e Pruss ia

Corona Reale ( Ordine della) . Istituito in Prussia. nel J861 da Guglielmo I e costitu ito in 5 classi. Fu soppresso dopo Ja grande gue rra.

Corona d'Italia (Ordine della). C reato da Vittorio E manuele II nel 1868, quale ricompensa ai ben~merili ;per la conso lidazione dell'unità della Pat ria. E,;s,i si a llaccia alla slorica C . di ferro dell.t Regina Teod olinda, .asportata dagli Asburgo nel 1859, e rcsLiLuita a 21:fonza dopo la cessione del Veneto. L'ordine ha per divisa- una ,croce paten te d 'oro a rrotondata smaltata in bianco ac'Cantonata da 4 nod i d'amore, e a l centro porta due scudetti d'oro, l'uno sul verso smaltato in azzurro colla ,corona ferrea in oro; l'aJtro nel retro, con l'aquila. nera .sp iegata portante n el cuore la Croce Sabauda in smalto. Corona. Monte (733 m.) nella zona del ?\fon te Baldo. Co·m batt·it11~11to di !1110-ntc della Corona ( J I agosto 1796). Appartiene a lla carnp.tgna napoleonica in Italia del 1796-9i, e seguì i l combattimento di Castiglione nel quale il Bo naparte battè i l Wennser . Questi si era r i tirato sulle posizioni della Corona e Montebalclo; e il Bonapar te lanciò il Masscna da quella parte per me t ter fuori campo completamente il genera le a.ustriaco. Proprio a lla Corona il Massena. incontrò il \Vermser e lo _sco:1fisse catturandogli prigionieri e al cuni p~zi d'art 1gl1ena, ~ Il 12 gennaio 1797; due giorni prima della batt. di Ri vol i, 3000 francesi del Soubert furono attaccati a l m. C. da forze superiori austriache e costretti a ripiegare.

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Coa

Combattime11to di Monte della Corona ( 18 giug110 !848). Appartiene alla campagna per l'indipendenza italiana del 1848. Un bgl. ciel 14° regg. fanteria, con una cp. di bersaglieri s tudent i (circa 900 u.) al comando del maggioljC conte S. V ita le, occupava le posizioni di l\1onte della Corona e d i Spiazzi. :sclla notte sul 18 g iugno, verso le ore 2, reparti nemici da Rivoli, cd a ltri per la valle di Intanale e Lumini, costituiti per la maggior parte da · granatieri ungheresi e tirolesi, a,•anzarono per attacca re le posizioni italiane. Di questi reparti, una colonna di 2500 u omini, con due pezzi da montagna, a l comando del Thura, costringeva. i nostri avaJnposti ~L ripiegare, e, sciJ1dendosi a Spiazzi in tre sottoco lonne, tentava . un attacco frontale combinato con uno aggirante. Le nostre truppe, animate dai propri ufficiali, r isalirono le a lture rii Prevassaco, e, incontrato il nemico, lo impegnarono vivamen te col fuoco cd a.I grido di « evviva il R e, evviva l'Italia)), l'attaccarono alla baionetta. L 'avversario oppose resistenza per circa quat tro ore, ma poi, per le perdite subite e per lo scomp iglio determinatosi nelle ,sue file in segui to alla perd ita del proprio comandante, indie treggiò avendo perd uto 28 morti e 189 feriti e lasc ia to SO prigionier i. Le nostre perdite ammontarono a 34 morti e 92 feriti; grande il ,•alore dimostrato dalle truppe e dagli ufficiali. Combattimento di ildonte della Corona (22 luglio lil48). 11 22 luglio gli Austriaci r ipeterono l'attacco in forze ancora piu numerose della volta passata. Il comandan te le nostre truppe, la sera del 21 luglio, seppe da un contadino che g li Austriaci ava11?~wano da Bren.tino e da S. G iacomo ; in segu ito a tali infor maz ion i provvide a ~chierarc' oppor t unamente le sue truppe. ed a piazzare un cannone in .p osizione mascherata. Il nemico calcola to a 12.000 uomini, leggermente equipaggiati, verso le 4 del mattino iniziò l'attacco accompagnando con n utrito fuoco il l'apiclo movimen.to d'avanz.ttà. Il cannone che sparava a m itraglia. ed il fuoco dcJie truppe ita liane poterono rallentare la spinta degli Austriaci, ma questi, per la loro forte superior ità numer ica, dopo u na lotta accanita dura ta circa quattro ore, ebbero il sopravvento. Numerosi erano i rno1-ti cd i feriti; il cannone aveva avu to rotto l'affusto; in f ru ttuosa apparve una ulteriore resiste11za su quel punto. l i comandante decise a llora la r i tira ta; t:ssa si d(etluò nel più perfetto ordine e si può d ire con sorpresa del nemico. Infa tti, ment re poche truppe jn linea ebbero ord ine di cçmtinuarc l'azione, flL provveduto a llo sgombr o dei feriti, dei materi.a li e delle riserve. Indi anche le truppe della linea d i fuoco si dis impegnarono e ragg iunsero il resto delle gloriose 5 compagnie - perchè tanta era la. forza - al villaggio della Corona, per poi al completo proseguire su Rivoli. Corona . :\'ome di un reggimento dell'esercito delle due Sicilie, costituito nel 1738. Partecipò a lla battaglia d i Velletri (li44) e cessò di esiste1·e dopo l.t guerra d el )821.

Coronamento. E' la par te pii, alta della struttura poppiera della nave, ossia la. congiunzione all'estrema p oppa del bordo :trrotondato della na ve con la coperta; ·in antico veniva adornato con grandi fregi e stemmi ; vi erano applicati grandi fanali che servivano ad illuminare la n ave nei quartieri poppieri, aflìnchè non fosse investita da altre l1avi sopraggiungenti. Anche adesso, tulle le na vi por tano a l C. i l fanale bianco visibile a l-

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Con

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meno a 6 m iglia di dista.µza, che chiamasi fanali di coronamento. In tempo d i gucrl'a, d etto fanale I: sostituito da uno molto meno intenso, azzurro, che non è visibile da pi(1 di 500 metri, ossia dalla distama che intercorre fra due navi in naviga~ionc.

Coronini.Orombe rg {Giovamii, conte deU' impeTO). Maresciallo di campo austro-ungarico {1794-18S0).

Partecipò a lle campagne del 1813-14 e servi poi sotto il duca d i :Modena (1834); nel 1836 r icn.trò in Austria, e vi resse, dopo il 1354, il governatorato della Croazia e Slavonia, i comandi delle truppe alpine, del C . d.A. di Vienna, delle truppe ungheresi.

Corone (o Coroni, lat. Co//mis). Città dell'antica Grecia, nel Peloponneso in prov. di Mcssenc, con porto sul golfo omonimo, fondata da Epaminonda, dom inata da un antico castello veneziano con rocca, mura merlate e torrioni rotondi, grossi ed alti. Fu contrastata pa recchie volte a Venezia dai Tu rchi, i qua li riuscirono ad occuparla tcmpomneaJntmte. Col trattato di Passarowitz (1718) fu assegnata alla Turchia. .\ ssediata senza frutto dai Russi (1770). I. Battaglia di Corone (21 settembre 1532). Appartiene alla spedizione organizzata da Carlo V contro i Turchi, riunendo le flotte dei prin6pali Stati mediterranei : 110 legni d a guerra, con 1000 cannoni, 5300 marinai, 12.000 soldati e 8000 rematori, a l comando di Andrea Doria. L a flotta turca, di circa SO galee, ugli ordini di Omer Ali p:t.seià, incrociava sulle coste della G recia ma all'arrivo della flotta cristiana si rifugiò a Costan,tinopoli. Il Doria decise di attaccare Corone, e, coperti con robusti tavoloni alcuni gramli schifi per po' ter a ndar sotto a lle mura della fortezza, fonnò w1a squadra di navi che sotto vela ballessc C. a destra, cd altra di galee che battesse da sinistra. Le galee, ordinate su due linee d i fronte, collegate con gomene per coppie, dovevano dare l'assalto alle mu ra, ed erano a ttrezzate con ponti volanti ed antenne. Il 21 settembre l'ammir. Doria. fece aprire il fuoco. Vista l'efficacia di esso, il conte Sarno guidò i fanti ital iani all'assalto. Ma i Turchi li ributtarono con gravi perdite. Avanzò a llora fin sotto al torrione maggiore una squadra di galee, e, e.alati tavoloni sui para.petti nemici, i marinai genovesi si slanciarono per quella via aerea sulle mura, piantandovi lo stendardo di Genova. I Turchi furono costretti a chiudersi nel castello, che l'indomani però dovette capitolare. II. Battaglia di Corone (2 agosto 1533). I Turchi tentarono di riprendere C. e vi mandarono 60 galee e

24.230 legni minori comandati da Luftì pascià.. Ma il Doria vi accorse con una squadra. di galeoni e navi, e, dopo breve conflitto, eludendo la crociera turca, riuscì a sbarcare gente e munizioni a C. e fatta una dimostrazione contro Luftì, rientrò a Messina. Nel 1544 i Turchi ripresero la fortezza. II. Attacco e presa di Coro11e (1685). Appartiene alla spedizione di Venezia per la conquista della Morea. La guarnigione turca d i C. era nel giugno 1685 assai numerosa. La flo11a veneziana. del :è\1orosini, rinforzata di soldati, il 25 giugno, con 76 navi di varia portata, sbarcò 9500 u. di fronte alla piazza. I Turchi, co,i frequenti sorti te, rintuzzarono più volte l'ardore dei Cristiani e s'affrettarono a soccorrere C. stabilendovi un campo vicino. Il 7 agosto, le galere veneziaue vogarono verso il campo turco, e mentre alcune di esse con azione dimostrativa. attiravano l'attenzione del nemico da un lato, col favore della notte sbarcarono in sito lontano 800 u., i quali sorpresi sul fianco i T urchi attendati, ne fecero strage, La piazza capitolo immediatamente, ed il i\Iorosini vi trovò 128 pezzi. III. Sbarco e presa di Corone ( 1828). Appartiene a lla spedizione in Morea dei Francesi a lleati della Grecia contro la Turchia. La spedizione francese, per non eseguire uno sbarco in presenza del nemico, si allontanò. dalla rad a di N avarino, e s i d iresse a C., il cui golfo era fuori del tiro di cannone turco-egiziano. L o sbarc0< avvenne nella sera del 29 agosto; le truppe turche che dovevano sgombrare, come da convenzione, per intrighi di Ibrah im, non si decidevano a partire. Il generale Maison, francese, fatta. investire la piazza dalla. brigata Seba5tiani, sui primi di settembre si decise ad a ttaccarla vivamente con n utrito fuoco d'artiglieria. Sospeso il primo ciclo di fuoco, inviò parlamentari per la 1esa, ma inutilmente. Allora, riaperto il fuoco fece tentare anche una scalata delle mura, che però fu respinta. I l genera le rinnovò allora il fuoco, coadiuvato per mare di navi da. guerra. Il comandante della psazza allora. \9 ottobre) capitolò. Furono trovati 80 fra can11oni e morta i, v iveri e munizioni abbondanti.

Coronea. Antica città della Grecia, nella Beozia_ I. Battaglia di Coro11ea. I nobili scacciati in massa d alle città beotiche formarono un forte esercito e presero d'assalto la città. Accorse il generale ateniese Tolmide con un migliaio di fanti, per la maggior par!evolonta ri, e con un piccolo corpo d i a llea.ti ; ma presso C. si lasciò improvvisamente attaccare da sch iere superiori alle sue. La battagli:,. fu sanguinosa; Tolmidc fu

La rortezza di co,·one nel sec. XVIII


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ucciso e il suo piccolo esercito completamente distrutto. Fra i caduti trovavasi Clinia, padre di Alcibiade, e molti ateniesi furono fatti prigionieri. Poscia, per libera.re costoro, Atene dovette dare la libertà alla Beozia, ad eccezione di, Platea, e lasciare restaurare l' aristocrazia nelle sue città. II. Battaglia di Corottea (estate 394 a. C.). Fu combattuta tra k m iliz ie della così detta Lega Corinzia contro quelle spartane agli ordini del re Agesilao, coadiuvato dai soccorsi mandatig li daLla Focide e da Orcomene. La lega d i fronte a lle truppe agguerrite del re e alla superiorità tattica. cli lui e di Senofonte, fu scon.fitta con gra,•i perdite. Soltanto l'ala destra, composta di Tebani, r ipol'IÒ qualche vantaggio, e fu quando Agesilao, contro il consig lio di Senofonte, volle all'ultima ora attacca.ria di fronte.

Corone l. Città e porlo ciel Chile, nella prov. di

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lo abbandonò alla sua sorte, e, seguito dall1Otranto, si allontanò a tutta forza facendo rotta per avvertire la vechia corazzata inglese Canopus, che era distante 500 miglia e non aveva fatto iu tempo a ra.ggitrngere sir Cradock, di quanto era avvenuto. Il Monmouth, essendo stato incontrato dall'incrocia tore tedesco Nurnbcrg, giun_ to in r itardo sul teatTo de l combattimento, fu da questi finito a cannonate ed a ffondò g loriosamente con la. sua bandiera a lzata; nessuno del suo equipaggio potè essere salvato pel mare grosso che aveva impedito aL Nurnbcrg di ammainare le imbarcazioni. Nell'aspro combattimento di Corone], insieme e con molti altri valorosi perdette la vita l'amrn. Cradock che a\'.eva avuto il compito d i contrastare il passo alla squad ra tedesca verso l'Atlantico. La squadra tedesca, che non aveva avuto nè perd He nè a varie, prosegu l per le F alkland ( V.), dove gli Inglesi prendevano la loro rnmplela rivincita un mese dopo.

Conception. Battaglia navale di Co,·onel. Fu combattuta il 1° novembre 1914 nelle acque di C., fra una squadra tedesca comandata dall'ammir. von Spee e costituita da gli incrociatori Scharnhorst, Gneisenau, L eipzig e Dresden (complessivamente 30.050 tonnellate, con XVI cannoni da 210 mm., XII da 150, XI da 105) cd una squadra inglese comandala dall'ammir. Sir Cristoforo Craclock, e cost ituita dagli incrociatori protetti Good Hope e lvlonmouth, dall'incrociatore leggiero Glasgow e dall'incrociatore ausiliario Otranto (complessivamente 29.150 tonnellate, con II cannoni da 234 mm. XXXII da 152, X da 102). Le due, appena avvistatesi, presero entrambe la formazione di combattimento in linea cli fila con le navi ammiraglie alla testa. Essendo il mare molto grosso ed il vento teso, von Spee, che navigava contro mare e vento, volle restare sopravvento alla squadra inglese, affinchè i colpi di ma re non impedissero la manovra delle sue artiglierie. Volle pure frapporsi tra la costa e l'avversario per impedirgli eventualmente di r ipara re nelle acque territor ia li cilene. Ben lungi da questa intenzione, i Britannici, fedeli a lle loro magni fiche tradizioni, accettarono la battagl ia non ostante la notevole superiorità dei Tedeschi. Per oltre un'ora i due ammiragli manovrarnno; l'inglese per ingaggiare il combattimento mentre il sole declinan te abb;1gliava coi suoi raggi i cannonieri nemici; il tedesco per aspettare che il sole fosse tramontato. Alle ore 18,34 la squadra tedesca aprì il fuoco a l 0.400 m. ti rando lo Scharnhorst sul Good Hope, il Gneisenau sul Monmouth; il Lcipzig sul Glasgow; ii D resclen sull'Otranto. Tre mi nuti dopo il cannone prodiero da 234 del Good Hope era posto fuori servizio e nella torre corrispondente d ivampava l' incendio. Quasi contemporaneaiuentc, nel ~1onmouth era in fiamme il castello di prua. G li incrociatori ing lesi avevano aperto il fuoco a 9400 m. Tre quarti d'ora dopo il Good Hope, pur continuando a far fuoco ~,t;/ qualche cannone, a rdeva da tutte le parti ed alle 19,20 una tremenrla esplosione con fiamme che dal centro si elevarono a cirrn 30 metri d 'altezza squarciò e sprofondò. Frattanto il Monmouth, gravemente avariato, si era a llontanato dal teatro dell'azione; il Glasgow, che, 1rnre essendo stato colpito cinque volte ne llo scafo, non era affondato grazie ·a lla protezione creatagli dal carbone dei depos iti, segu ì per breve tempo il Monmou th, ma poco dopo, visto ogqi impossibilità di soccorrerlo,

Corpo. Chiamasi m ilitarmente C. ogni parte cferl'esercito che possa considerarsi e stare a sè,. come un reggimento od un'unità corrispondente, tutta l'artiglieria, tutti i soldat i di fanteria e quelli delle sue specialità, della cavalleria, del genio ccc.; tutti gli ufficiali e tutti i sottufficiali d i un reggimento, ecc. Si usa cos~ comunemente d ire: il C . d'artiglieria, dei bersaglieri, degl i a lpini, il C. sanitario, veterinario, d'amministrazione ecc. La voce C. è però particolarmente usata peir indicare il reggimento e le a ltre unità ad esso equipollc1Ìli (raggruppamenti, centri, ecc.). In passato tale vçiee· era anche adoperata per indicare il corpo d'armata;. oggi è usata ancora per indicare il raggroppa.mento di. più divis ioni cli cavalleria (corpo d i cavalleria), da noi, non previsto, ma contemplato presso diversi dei principali eserciti europei. Corpo d'esercito: in passato chiamavansi così le ripartizioni dell'esercito corrispondenti all'attuale corpo, d'armata. Corpo (co1111mdanti eh). Sono così chiamati i colonne lli comandanti titolari d i reggimento delle varie armi e quelli comandanti t itolari di unità corrispondenti al reggimento (raggruppamenti, centri automobilistici, centri con troacrei, ecc.). La qualifica cli comlU'J.clante di cor po por ta con sè la corresponsione di una determinata indennjtà d i carica. In tempi passati comandan ti cli C. furono detti anche una specie cli impresarì d,elle vivà,ndcrie. Quest'uso si collegava co l s istema, lungamente du rato, che lo Stato non pagava i propri ufficiali, e piuttosto si facesse pagar da loro per concedere il brevetto di un da lo ·.grado;· cd essi si compensavano con profitti eh~ si procacciavano più o meno legalmente. T ale uso f u largamente· applicato in Francia, ma anche altrove; ad esempio nel nostro Piemonte. C01·po d'arma.ta (V. a.rmata}. Corpo di guardia. E' il locale dove hanno alloggio 1 militari cli una determinala guardia. I locali dei corpi di guardia, a qualunque amministrazione appartengano, sono presi in consegna dai corpi all'uopo designati dal comando del p residio, restando, però, le spese dei suddetti locali a carico delle amministrazioni nel cùi iP.teresse è sbbilito il corpo di guardia. Corpo celere. Grande unità composta principalmente di cavaller ia e ciclisti, e rinforzata da a.et. a aa·vallo o


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su automezzi, carri a rmati, autoblindomitraglialrici, riparti del genio autopo rtati, fanteria autoportata. La composizione dei C. C. non è uniforme, ma varia caso per caso, a seconda de lla s ituazione, ciel compito specifico e del terreno. E ssi non sono, pertanto, costituiti sin dal tempo <li pace, ma si formano solo all'atto della mobilitazione. I C. C. devono d isporrn di largo munizionamento e di abbondanti mezzi di trasmissione. Essi hanno il compito specifico dell'esplorazione avanzata e la conseguente az ione loro deve essere improntata a spiccate caratteristiche di forza e di rapidità. Il C. C. ha sostituito presso d i noi la divisione di cavalleria. Tutti i principali eserciti preve<.lono oggi la costituiione e l'impiego di C. C. in guerra; presso qualche esercito essi prendono .la d enom inazione di corpi d i rnvalleria.

Corpo di Stato Jfaggiore. E' formato <lai complesso degli ufficiali di stato maggiore e comprende: 29 colonnelli; 175 ten. colonnelli; 146 capitani: in totale 350 uffidali. Non sono compresi fra questi, alcuni ufficiali di S. M. collocati fuori quadro per motivi speciali (addetti n:filitari, destina ti in colonia, ecc.) Gli ufficiali di .S. M. sono tratti dagli ufficiali delle varie arm i e sono .compresi nelle tabelle organiche dell'arma rispettiva. I capitani di S. M. sono reclutati fra quelli delle varie a rmi i qua li : a) abbiano superato, con buon esito, gli esami della scuola di guerra; b ) abbiano compiuto, con risultato favorevole, un corso di esperimento pratico di servizio di S. M.; e) abbiano tenuto lodevolmente, per a.Imeno due ann i, col grado d i capitano, il comando del riparto della propria arma. I capitani di S. -M. sono promossi maggiori nell'arma di provenienza, non appena. raggiungono nel rispettivo ruolo il primo quinto, cumulando il Ya.ntaggio di carr iera loro spellante per aver frequentato la scuola di g uerra e quello deriva,1te dall'aver ottenuto il trasferimento nel corpo di S. 1\1. I maggiori di S. IVI. sono scelti fra i maggiori delle varie anni provenienti dallo S. M. Essi sono promossi o nell'arma di provenienza o nel corpo non appena raggiuugono il primo settimo del ruolo organico dell'arma. rispettiva. I tenenti colo.nnelli di sta.to maggiore sono Troreo da berretto per urnclall del Corpo·ct1 s. M. tratti dai maggiori di stato maggiore o dai magg iori -delle varie armi pro\'cnienti dallo S. l\L Sono promossi •colonnelli nell'arma di provenienza cd eccezionalmente _nel corpo di S. M. T colonnelli d i S. M. sono scelti fra i tenenti colonnelli di S. M. e fra i colonnelli delle varie armi provenienti dal corpo di S. M . Gli ufficiali ,di S. M. di qualunque grado possono essere trasferiti JJell'arma di provenienza anche senza. promozione. Gli ufficiali del corpo di S. ::VI. ha.n no proprì segn i ,distintivi sulla. divisa: bavero della g iubba di velluto azzurro come quello dei genera.li ; filettatura d'oro alle s palline e sulle bande elci pan taloni ; gradi e aquila d'oro sul berretto. Con la grande uniforme porta.no le cordelline in tessuto d'oro e la sciarpa. da sinis tra. a destra anzichè, come gli a ltri ufficiali, da destra a sinistra. Hanno inoltre il cofanetto della bandoliera. di metallo .dorato ,cou aquila p ure di metallo dorato. Gli ufficiali

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di S. ::VI. sono tutti considerati ufficiali montati. (V. anche Stato 111agg-iorc).

Corpo (Spirito di). Diccsi spirito di corpo quel sentimen to cli accordo e di u nione fra terna che deve esistere fra tutti i militari appartenenti ad uno stesso corpo. Questo sentimento, fonte di coesione morale e quù1d i elemento importantissimo di forza nell'esercito, compie e s:ildamente cemema la fusione di tutti i membri di un corpo in un solo animo e in un solo volere. Il nostro regolamc,1to di d isci,plù1a così s i esprime al riguar<lo: « Ptr questo sentimento, che è più forte in chi pii1 è generoso, il militare si spoglia dell'amor proprio e dell'interesse individua le, per estenderli a tutto il corpo di cui esso fa parte; le glorie e le sventure di questo sono glorie e sven ture proprie; ognuno si accende di nobile emulazione e di zelo, per mantenerne intemerato il buon nome e le onorevoli tradizioni». Uno spi.rito di corpo ben in teso pone in azione e utilizza a. vamaggio dell'esercito e del paese le molle più potenti dell'operositit e dell'entusiasmo umano e rende l'individuo ca.pace dei pii, nobili slanci, delle più belle audacie, e dei più duri sacrifici per il bene del proprio riparto e de ll'esercito tutto. Il sentimento cli came ratismo che unisce i membri di uno stesso corpo deve indurli a riguardarsi come appartenenti ad una sola famiglia, ad usare fra loro modi schietti e *cortesi. ad apprc21~,1-e lealmente i meriti altrui, astenendosi da ogni atto o parola che possano comunque arrecare offesa o da r ll)Ot ivo ,L risentimen ti, e porgendosi in ogni c ircostanza scambievole assistenza e conforto. Un ben inteso spirito di corpo deve far sentire fortemente di sè e del proprio regg imen to, ma 11011 poi ta re a clcpreaare gli altri. li citato regolamento di disciplina. dice al riguardo : « T.'affez ione verso il proprio corpo deve estendersi anche agli altri, giacchè, essendo ordinati t utti ad uno stesso fine, deve esistere fra tutli quella slima. e quella. simpat ia, che s i accordan o con una lodevole emulazione per il bene genera.le». Cost lo spirito d i corpo esce dagli angusti confini del reggimento per allargarsi a tutti i r iparti, a tutte le specialità, a tulle le armi dell'eserc ito e per stringerne tutli i componen ti e levati ed umili in un unico fascio d i energie e volontà indiriaatc al bene supremo dell'escrcilo e de l paese. Corpo morto. Tipo di ormeggio che tro,·as1 m quasi tutte le rad e m ilitari: E ' costituito da un gavitello che sostiene una catenella, la quale, partendo dalla superficie cie l mare, arriva su l fondo ove è assicurata. ad una lungiL catena. che fa capo ad altre catene assicurate ad altrettante ancore disposte a 120° l'una dall'altra. Il corpo morto ev ita a lle navi la necessità cli dar fondo a lle proprie :u1core cd offre un ormeggio molto s icuro da qualunque parte soffi il vento, pcrcbè le ancore del corpo morto, sono assicw·atc sul fondo med iante l'opera dei palombari. Arrivando la nave in rada, salpa il gavitello e con questo tira su la. calcnclla, la. quale, a sua. vo lta, porla sulla coperta. della nave la grossa catena che viene assicurata. alle catene delle ancore della nave stessa. I n tal modo, il bostimcnto r imane sicu ramente ormeggiato sopra lre ancore, cd in posizione matematicamente definita. sulla cart.i. Per questa ragione, le na.v i quando 5ono numerose, possono p rendere i corpi morti in rada, trovandosi a distanze ben determinare l'una dall'altra . L 'assegnazione dei corpi morti a lle varie navi v iene fatta.


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dai Comandi Militari Maritt imi, mediante appositi segna li, prima che le navi entrino in por to.

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Corpo Reali Equipaggi .Uarittimi. Comprende tutto il personale di bassa forza destinato ad equipaggiare le navi e a disimpegnare i servizi della R. 1\1. a terra. La sua costitu1.ionc in C. R. E. rimonta all'ordinamento di Cavour, del 1861, cui seguirono mod ifiche e riforme, delle quali le più notevoli quelle del 1876, 1900 e del 1924. 11 personale del C. R. E . .:'IL si distingue in volontario, o a lunga ferma, e d i leva. Il prin10 è quello che deve essenY-ia lmente provvedere i graduati necessari al servizio, cd è distinto nelle seguenti categorie: marinai, timo,1icri, cannonieri, torpedinieri, radiotelegrafisti, aiutanti, carpentieri, meccanici, fuochisti, scn1~1forist i, infermieri, furieri, musicanti, trombettieri e servi1,i portu a li. Alcune categorie s i d istinguono in spccialilii. Ciascuna categoria e specialità ha un proprio molo, distinto per il personale volontario e di leva, e per gradi. Gli arruolamenti vclontari sono indelli con ferme di 3, 4, e 6 ann i; compiuti tali termini può essere concessa 1.ma rafferma d i egua le durata. Possono vincola rsi a restare in scrvi1.io anche i sottccapi e comuni di leva a l termine della loro fenna. L'età minima e massima. degli a rruolamenti è fissata volta per volta dal )'Iinistero, e gli arruolati ammessi seguono corsi d'istruzione teoricopratica a terra o a bordo, corne allievi (comuni di 2• classe). I sottufficiali della R. ]\farina, compiuto il 12" anno di sen·i1.io e sino a tutto il 14, hanno il diritto di concorrere ad impieghi civili dello Stato, purchè non abbiano acquistato d iritto a pensione vitalizia. I pii1 ,u,zia.ni clic ,tbbia.no superato clctermirmt i esam i, posso.no conseguire la promozione a.d ufficiale del C. R. E. M. nella stessa categoria alla. quale appartengono e giu11gono sino al grado di capitano. L'attuale organico degli ufficiali del C. R. E. )!. è di 440, frn capitani e subalterni, nelle varie catego rie. Essi lasciano il servizio attivo all'età d i 58 anni, venendo inscritti nei ruoli della riserva. li personale di lcrn viene classificato all'alto dell'arruolamento nelle categorie e specia lità secondo lé sue a ttitud ini; i 111igliori sono :.wviati a seguire corsi d i istruziolle insieme coi volonta l'Ì, nm la massa è senz'altro destinata a prestare servizio a tena o a bordo. Il personale di leva può conseguire la promozione a sottocapo; le reclute in possesso di specia li titoli di studio sono classificate con la caratteristica T. S. che dà loro la possibili tà cli consegu ire l'avanza1ncnto sino a l grado di secondo capo. Gli inscritti di leva muniti d i speciali tiloli di studio (diplomati C:tpitani marittimi o macchinisti navali) possono essere amm essi a seguire determinati corsi per conse{luirc il grado <l i ufficiale cli complemento. Anche i la u reati u nivers itari, o d i istituti superiori, possono conseguire la nomina. ad ufficiale di complemento nei ,·ari corpi della R. l\Iarina. Tutto il scrvi7.io relativo al C. R . E . M. fa capo ad u n comando superiore, retto da un'anun irug lio, che ha S<'de a Spezia e che provvede a l servizio della. leva e del reclutamento, ai mO\·imcnti. all'avan,.amcnto, alle rafferme, agli esoneri, alla tenuta delle matricole e ruoli di :inzianità, nonchè dirige il servizio cli mobilitazione .,~-concio le nomic e direttive fissategli da lle au torità su periori. Corpi Voln11ti. Costituiti a. Xapoli il 18 ottobre 1800. con « tutta la geme atta alle anui nelle prov ince elci re-

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gno, la quale non sia arruolata nei vari,i corpi dell'eser• cito permanente e ne' reggiment i provinciali cd urbani».Tali corpi furono anche detti «Masse». Corpi Jra1u;hi della Carnia. Nuclei volontari formatisi in Carnia nel marzo 1848 e che, riuniti nell'aprile, difesero il valico della rontebba; ind i, costretti a ritirarsi, accorsero a rù1forzare il presidio di Osoppo. Corpo Fra,u;o. Chiamavasi così in antico <e quella milizia irregolare che si leva in tempo di guerra, composta di volontari a piedi e a. cavallo, i qua.li s'adoperano fuor di linea a far scorrerie sul paese nemico, a sollevare i popoli del loro partito, e ad a ltre arrisicate fazioni» (Guglielmotti). Corpo franco ro111ag110/o di Castel Bolognese. Kucleo di vo lon tari costituito a Castel llolognesc ncll' aprile 1848 a l comando del cap. G iuseppe Bodini. Partì il 31 maggio per Ostiglia. e raggiunse Pa<lova ove fu sciolto per mancanza di armi. Corpo frallCO di Sch io. Xuclco volontario formatosi nel 1848 J)CJ' la difesa. cli Sch io; sc ioltosi, parte dei volontari si recarono alla difesa di Venezia. Ebbero inoltre il nome di Corpo Franco i seguenti corpi di rnlonta.ri: Bolognese (1848), di Agordo (V.),

Cor porandi d'Au vare (barone Gfascppe Felice). Genemlc, n. e rn. a Nizza Marittima ( l i63-J846). A venti tre rum i era sottot. del regg. N iz1..1; comba.ttè nella guerra delle Alpi distinguendosi a Raus, a la Tour, a Utcllc; a Saint- Véran. Lasciato il servizio durante l'occupazione francese, lo riprese alla Restaurazione, e, come colonnello, nel 1821 comandò la c ittà di S. Remo e poi ( 1826) quella di Savona. Alla. fine del 1830 fu collocato a r iposo col grado di magg. generale. Carporandi d'A1ware barone Marcellino. Generale, n. a Sus.-i, m. a N izza :Ylarittim a ( 1795-1880). Sollot. di fante ria nel 1814, l'anno seguente partecipò alla guerra contro la Francia. X cl 1843, tornò in fanteria ,1;) comando del 4° reggimento. Nel marzo 1848 ebbe il comando mii. della città e provincia <li Acqui; nello stes..<;o anno fu collo~ato a riposo col grado di maggior generale. Corporandi d' Auvare A11giisto. Anm1iraglio, ammesso alla Scuola cli Marin a d i Genova. nel 1817. Corporan<li .,rnrcellJ no Guardirunarina nel 1819, capita.no di fregata nel 184S, al comando della Divisione navale cieli' America merid ionale, sorvegliò e favorì le imprese d i Garibaldi tenendone contin u.tmente informato il governo s:irtlo. R aggiunse il grado cli contrammiraglio al comando del Dipartùucnto di Genova nel 1849. Corj)(}rand i d'Auvare barone A lessandro. Generale, n . d i Niu.a ( 1809-1888). T enente d'art. nel 1826, gua.dagnò a Novara ( 1849) la mcd. d':u-gento. Colonnello nel 1856, fu direttore del laboratorio bombardieri; maggior gcncr:ilc nel 1860 e ten. generale nel 1862, fu rnem-


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bro del Comitato d'art. fino a.l 18i0, anno in cui andò a riposo.

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Corj,orandi d'Auvare barone Alessandro. Generale, n. a Torino, morto a: N izza

(18•15-1925). S@ttotenente d'artiglieria nel 1863, partecipò alle campagne del 1866 e 1870 e promosso colonnello ( 1896) comandò il 4° reggimento artiglieria. Nel 1900 fu nominato coman<lan te m 2' della Scuola d' A,pplica.zione di artiglieria e genio e collocato in P. A. ( 1902), raggiunse nel 1914 il grado di tenente generale nella riserva e nel 1925 quello di ,generale di, cLlvisione.

Corporan<ll Alessandro 1809-1888

.corradini (Giusepf,e). Generale, n. a Latis.·rna, rn. a Trofarello (1848-1918). Sotto!. di cavalleria nel 1870, fu p romosso colon;,ello nel 1898 e comandò il reggimento N izza Cavalleria. Nel grado di maggior generale (1904) resse suc cessivamente i~ comando delle brigate di cavalle ria 2• e 7" e ra ggiw,to il grado di ten. generale (1910) ebbe il comando della divisione di Torino. Corradino (d·i Svevia). Figlio d i Corra.do IV.

Morto :Manfredi a Benevento, C. a sedici a.Jllli partì per l'Italia con poche mi• gJiaia di uomini per raccogliere l'eredità della Sicilia e della Puglia. Accolto fruvorevobnente d ai capi Gllibellini <,leU'Italia settentr. convenuti in. Verona, entrò senza opposìzfome in Roma essendo il Papa colla corte pontifici.a a Viterbo. Mentre marciava verso gli Abruzzi, incontrò il rivale Carùo d'Angiò a Tagliacozzo. La sorte delle armi gli fu contraria e con pochi seguaci, fra Cl.li Federico duca d'Austria, riparò sul lido Adriatico in Astw·a, castello dei Frangipani, sperando a.vere soccorsi dalla flotta iPisana, incrociante in quelle acque. Tradito e consegnato

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a Cailo pe1· una somma di denaro fu giudicato a Napoli, condannato e giustiziato il 29 ottobre 1268 insieme col cugino ed altri seguaci.

Corrado I. Duca di Franconia, eletto nel 911. Combattè contro il re d i F rancia, il Duca di Sassonia, Enrico l'Uccellatore e gli Ungheres'i. iVtorl nel 918 in battaglia contro questi.

Corradì (Giul-io). Generale, n . a Vigevano nel 1863. :So,ttotenente di fanteria nel 1882, ,partecipò a:llc operazioni in L ibia dèl 1913 meritandosi una medaglia d i bronzo e s i distin:se durante la gticrra 1915-18 come colonne,Jlo comandante di reggimento ( 46°) e quale comandante di bJ:igata (Sassari e Belluno) n el quale anno venne promosso maggior generale rul comando delfa bdga,ta Pisa e poi del,la F'orlì, co1•poranc11 Alcssanc11•0 -guadagnando a m. Asolane ( ot18-i5 •i 925 tobre-novembre 1918) la med. d'argen to. Collocato a ri!)"0$0 q1,1ale inva,I ido di guerra per ferita (1920) raggiunse nel 1923 il grado di generale di d ivisione.

Corrudi Glu llo

COR

Corrad o

SllGCELLJ

Corrado ! V

Corrado II (il Salico). Impera tore tedesco : incoronato r e a Milano e Monza nel 1027, poi Imperatore a Roma: conqu istò il regno di. Arks : combattè le fazioni in Ita-lia ( 1037) e stahi11ì -la costituzione d el feudi minori in appoggio dell'lmiiero.

COI'I'a<lo III

Corrado III. Re tedesco, capos tipite degli Hohenstaufen (10931152): incorona.lo re <l'Italia nel 1128 e re de i Tedeschi. nel 1138: nel ll47-48 par tecipò alle Cro~ ciate. .:Vlorì esule a Ba.mberg.

Corrado IV. Imperatore tedesco nato ad Andria, morto a Lavello (1228-1254). Figl io di Federico II, ultimo degli Svevi: nomina.to re òei Romani nel 1237: prese il t ito lo imperirule nel 1250 ; combattè contro Guglielmo d'Olanda e contro .le n1ilizie del Papa Innocenzo IV che sconfisse : conquis tò il Regno delle D ue Sic ilie e vi assunse il titolo clii re nel 125 I . Corrado d·i Jvfonferrato . Figlio del m archese Gtig lielmo il Vecchio (1160-1192). Giovanissimo combattè per il Papa contro il Barbarossa. Nel 1186 partì crocia to per la Siria e a Costantinopoli a iu tò l'Imperatore contro i sudditi che si eràno ribella ti. Sbarcò poi a Tiro che difese vigorosamente contro il Saladino, obbligandolo a togliere l'assedio. Si riunì poi agli a ltri crociati e nel 1191 fece capitola re Acri. M en tre stava per essere nominato re di Gerusalemme, fu pugnalato e.la d ue s icari del Vecchio della Montagna. Corrado Adolfo. Genera le, n. a Capua nel 1859. Sottotenente d'a rt. nel 1881, raggiunse il grado di colonnello nel 1900 ed ebbe il comando del 19° e del 20° regg. fant. distinguendosi durante la campagna italoturca ( 1912-t3). Prese parte alla grande guerm (.191519f6) quale magg. generale comandante della. brigata Cuneo e collocato in congedo (1920) assunse nel 1924 il grado di genera le di divisione. Corrado Gennaro. Genera le, n. a M0n tecorvino (Salerno) nel 1867. Sottot. del genio ne l 1886, pai:tecipò alla campagna d'africa del 1890-91 e alla grande guerra ( 1915-18). Nel 1918 ebbe la nomina a comandante del


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genio del IX C. d' A. e collocato in P . A, ( 1920) raggiunse nel 1925 il grado di generale di brigata.

Corrao ( Giovanni). Patriota s iciliano, n. di Palermo, m. n el 1863. Nella rivoluzione del 1848 combattè a Palermo e a :Messina: restaurati i Borboni nel 1848, emigrò a :Malta. Propose a Rosolino Pilo l'azione in Sicilia e con lui vi sbarcò nel 1860; combattè con Garibaldi a Palermo, a Villa S. Giovarn1i, a Capua. Fra gli ufficiali garibaldini fu uno dei pochi che risposero a ll'appello di Garibaldi nel 1862 e ad As1Jromonte fu fatto prigioniero. Cadde assassinato a 13ra.nca.ccio, prc.:sso Pa.lenno. Correggio. Comune in prov. di Reggio Emilia. D'ol'igine antichissima fu munito d i valido castello, che prima de l secolo XV s i sdopp iò in vecchio e nuovo, per formare pitt ta rdi un solo borgo fortificato. N el periodo comuna le e delle signorie C. fornì guer rieri a Modena e Parma, e si resse a principato conservan do l'autonomia mercè le proprie milizie. Nel secolo XVII C. fu disputato fra gli Spagnuoli, i d uchi di Mantova e M ilano, e fini per essere aggregato agli Stati del Duca di Mode11a, di cu i seguì le sorti. Correggio Nicolò. Capitano ferrarese del sec. XV. Sposata Cassandra, figlia di Bartolomeo -Colleoni, ebbe da questi la nomina a capitano nelle milizie venete, ma qu ando sorse la guerra tra i Veneziani ed il duca di Ferrara, passò al servizio di quest'ultimo,

·Correnti (Cesare). Pa triotta, storico, sta tista, n , di Meina (1815-1888). Preparò lG popo lazioni a i moti del 1848 pubblicando fin da l 1845 l'opera « L'Austria e la Lombardia». fu segretario del Comitato per le Cinque Giornate a :Mila no (1847-48) ed emigrò in P iemonte dopo l'armis tizio d i .';,alasco, dove collaborò in molle Enc iclopedie. Depu tato di Stradella ( 1850), fu membro della Commissione pel riordinamento delle provincie lombarde ( 1859) e :ll!finistro dell'Istruzione Pubblica (1872). Tenne viva la speranza del riscatto dallo straniero con i « Bollettin i dell'em igrazione >); << Il N ipote del Vesta Verde l>; « Le dicci giornate di Brescia l>.

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decorato della croce di guerra francese con palme. La motivazione di meda.gHa d'oro dice: « Con sublime spirito di sacrificio e sommo disprezzo di ogni pericolo s i offriva volontario pe.r formare l'equipaggio di un motoscafo destinato a forzare il porto d i Pola . Con ammirevole freddezza coadiuvava il proprio comandante nel forzamento della base nemica, fulgido esempio di virtù milita ri e di devozione a l dovere » (Pola, notte sul 15 maggio 1918),

Corridi (Ferdinando) . Ammiraglio, n. e m. a Firenze (1847-191.7). Guardiamarina nel 1868, raggiunse nel 1899 il grado <li capitano di vascello e fu promosso contran1m iraglio nella riserva navale. Corridoio (o Corridore). :Nella fortif. italiana del scc. XVI era una banchina per i difensori s ituata dietro il parapetto del muro terrapienato che costituiva la. cortina delle opere. Corridoio. E' il terzo ponte delle navi da guerra, a partire dal ponte cli coperta ed andando verso il basso. I tre ponti della nave sono successivamente: ponte di coperta - ponte di batteria - ponte d i corridoio. Quest'ultimo trovasi in generale all'altezz,c di pochi decimetri sulla linea di galleggiamen to, cd è collegato col ponte corazzato. Ad esso fanno capo tutti i boccaporti e le scale che conducon o ai locali inferiori, vale a dire: locale delle macchine, delle ca.lda.ie, depositi mml.izioni, depositi viveri, ccc. I portelli del ponte C., sono tutti a tenuta stagna, e vengono chiusi ermeticamente in navigazione in tempo di guerra. Per tale circostam:a, esistono a ltri accessi occasionali a i locali anzidetti, costituiti in generale da scale a piuoli, che passano a ttraverso le m aniche a vento, e sboccano, in coperta. In corrispondenza del ponte di C., non esistono in gen~rale portelli sul fianco della na,,e. E' per conseguenzi sempr~ illuminato a luce elettrica giorno e notte ed il ricambio dell'aria avviene mediante maniche a vento, aiutate da insuffiatori elettrici. Nel ponte di è. dorme una gran parte della gente e trova.nsi istallate le officine della macchina, degli elettricisti, degli armaroli, ecc.

Corr·i doio tattico. T ermine usato nel dopo guerra da alcuni studiosi cli arte militare, ma non accettato dalla nostra dottrina tattica. Con esso s i voleva indicare i l tra tto di terreno entro il quale doveva svolgersi l'azione tattica di un determinato reparto. Questa zona d'azione Correzione di t-iro. V. Tiro. era limitata. da due rigide lince che con1primevano e contenevaJ10 le possibilità di ogni reparto, dalle grandi Corrias (Gi,;seppe). :VIedaglia d'oro, n. a Cagliari n e l 1892. Col capitano Pellegrini, il secondo capo silu- • unità ai reparti più modesti, determinando la compartimentazione degli sforzi e in conseguenza. l'impossibilità rista Milani ed il marinaio materiale della manovra. Ì J termine era la conseguei:iza scelto Angelino, prese parlogica dei rigidi limiti che s i usavano per determinare te come fuochista all'ardila zona d'azione dei reparti. ta. incursione del Mas Una prima reazione portò a considerare questi limiti << Grillo >l nel porto cli Pocome indicazione d.i punti sui quali i reparti dovevano la.. Scoperto, fu fatto pricercare contatto con le u nità laterali ; e finalmente una gioniero con i suoi com.pareazione più profonda e decisiva si svolse tendendo a gni. Per a,ltrc prccedent i diveni,-e dottrina.. Si m ira a spezzare qua!lsiasi osta-colo prove di valore, era stato rulla manovra., si vuole che il comandante abbia tuùi.de-decora to di una medaglia guata sfera di competenza entro la quale possa ra ziocli bronzo al valor militare nalmente esplicarsi la sua azione di comando. Una di(alto Adriatico 1917). Pci· rettrice d'attacco, degli obiettivi da raggiungere, un -l'impresa. di Pola, fu procompito ben definito e chiaro, debbono essere elemen to mosso sotto-capo meccanisufficiente per il ·razionale impiego di u n reparto. Si tenco per merito di guerra e

Correa (Payo Perez). Capitano portoghese ( 12101275). Combattè contro gl i Arabi nella penisola iberica, a l servizio di Ferdinando III e fu tenuto in con to di abi lissimo condottiero d i truppe.


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dc cioè a valorizzare l'iniziativa dei capi ; si vuole che l'Esercito, complesso meccanismo della difesa d i una Nazione, sf muova e combatta mettendo in azione non solo la volontà e l'impulso dei ·grandi comandi, ma la iniziativa, l'attività, lo slancio, il sacrificio d i tutti i comandanti, dai più a lti ai più modesti nella scala della gerarchia.

Era logico che la zona d'àzione determinata da rigidi ed inviolabili limiti di separazione dovesse condurre all'idea di compartimentazione di sforzi e in conseguenza, all'idea d i veri <(corridoi>>, di com~etenza dei d iversi r eparti; la dirett rice d'attacco permette iJwece una maggiore elasticità di limiti perchè, a cavallo di essa, e con una certa liberfa di movimento, agisca no ; r eparti in cooperazione intima con reparti la terali e quindi con w1a idea più ampia di quello che possa essere la territorialità dell'attacco.

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Corridoni (Filippo). Medaglia d'oro, n. a Pausula (Macerata) nel 1888 caduto sul c;rso nel 1915. Infaticabile ed efficace organizzatore delle masse lavoratrici allorchè scoppiò il conflillo europeo fu tra i primi ad intuire l'assoluta necessità dell' intervento italiano, e d i questo, rimmciando ad ogni ideologia pacifista, si fece apostolo ardente, conco1-rendo con la s ua fervida parola ad affrettare i destini del nostro Paese. Dichiar ata ap, pena h1 guerra, s i arruolò volontario, e vo lle subito raggiungere la fronte. Destinato a l 32° regg. fanteria, operan te sul Carso, lo raggiunse il 27 luglio a Villesse, ove il reggimento trovava.si in dposo. Anelante di cimentarsi col nemico ed impaziente di ogni indu"io si spinse con altri comm ilitoni iino a lla lin;a di con~b~tlimento, tenuta allora dai fant i del 142° fanteria. T ornato poi al 32° reggi.mento, vi diveniva, con. la parola e con_ l'esempio, il più efficace animatore della truppa. Il giorno 23 ottobre, all'attacco della famosa « trincea delle frasche>> Filippo Corridoni si lanciava in testa a lutti cantando gli inni della Patria, per cadere i ulminato sulla raggillilta trincea. .:-Se! decimo anniversario dell' eu tra.ta in guerra, per volere del Capo del Governo Nazionale, alla sua memoria fu decretata la medaglia d'oro (in conunutazione di quella d'argento) con la seguente mo tivazione : t( Soldato volontario e patriotta instancabile, col braccio e la parola tutto sè stesso diede a lla Patria con ent1isiasmo indomabile. Fervente interventista per la grande guerra, anelan te alla vittoria seppe d iffondere la sua tenace fede fra tutti i compagni, sempre d i esempio per coraggio e valore. In testa alla p ropria compagnia, a l can to di inni patriottici, muoveva fra i primi e con sereno ar dimento all'attacco di difficilissimi. posiz ione e tra i primi l'occupava. Ritto, con suprema audacia sulla conquista ta trincea, al grido di: Vittor·ia ! Viva l'Italia! incitava i compagni che lo seguivano a raggiungere la meta finchè cadeva fulminato da piombo nemico J> (Trincea delle Frasche ( Carso) 23 ottobre 1915).

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Corrientes. Città dell'Argentina, capo!. della prov. omoni1na confinante con Paragua)· e Brasile, sulla sr~

ciel Paranà, con porto . Nel 1e11 (19 luglio) C. fu attaccata da navi spagnuole, ma queste furono respinte. d agli insorti.

Combattimento di Corrientcs (25 maggio 1865). Appartiene a lla guerra del Paragi.iay contro Argentina e Brasile a lleati. Fino dal 13 aprile cinque vapori paraguayani entrarono nel porto di C. ed il gen. Roblcy a lla testa. di 3000 u. entrò in città, contemporaneamente a 800 soldati di ca,alleria; quivi egli lasciò solo 1500 u. al comando del magg. Martinez. Il 25 maggio otto navi brasiliane con due argentine e 8000 u. da sbarco, s1 presentarono davanti alla città, e, aperlo il fuoco dalle· navi, la bombardarono nello s tesso tempo che le truppe· sbarcate atcaccarono pe r tena e dopo viva resistenza cacciarono la guarnigione dalla città.

Corriere dell'Esercito. Nome di un giornale milita.i e, d 'indole storico-letteraria, fondato eh Edmondo De Amicis nel 186S e vis$uto pochi aimi. Corrispondenti di guerra. Al seguito degli eserciti in campagna sono in generale un certo numero di C. dei più impananti giornali nazionali cd esteri, i quali hanno l'incarico di riferire i ntorno alle operazioni m ilitari. Essi sono costr·etti da speciale d isciplina a fornire solo informazioni autorizzate e d ipendono, in gef.ei-e, da s~i~.J.i uffici presso il Q . G. del Comando Supremo. I primi con ispondenti di guerra li ebbe ii giornale inglese T-i-111.es, il quale mandò al seguito delle truppe operanti in Crimea un proprio inviato speciale :n persona del Russell, che ebbe il soprannome di « Penna di gueITa >> . In I talia, Carlo I3oggio nei 18S9 con le s ue corrispondenze dal campo fu uno dei primissimi. Per effetto delle corrispondenze d i guerra la pubblica opinione cominciò ad avere parte importante anche nello svolgimento degli avvenimenti militari, e Governi e Comandi dovettero spesso subirla. Unitamente a grandi vantaggi, cleri vanti da un più intimo legarne fra esercito e paese, essa è stata parecch ie volte sorgente di gravi inconvenienti per l'indiscrezione di corrispondenti troppo zelanti e incompeten ti i quali senza volere fornirono a l nemico preziose informazioni. Così, ad es. nella guerra del 1870, in quelh1. ispano-americana d el 1898, ecc. Tanto che il nostro t< Regolamento d i servizio in guerra ll elci 16 setten\bre 1896 prescriveva quanto segue: <J. Non sono ammessi in guerra a · seguire l'esercito italiano, sotto verun pretesto, corrispondenti di giornali o di agenzie telegrafiche, per la. considerazione che l,1 segretezza è il primo requisito per la condotta. fortunata delle operazioni, e che la divulgazione d i n otizie, siano pure insigniftcami in apparenza, il più delle volte riesce· di grave dan no, giacchè la data soltanto e il luogo di spedizione di una. corrispondenzit possono for- . nirc ad uno dei belligera nti indizi valevoli per conoscere la situazione dell'altro J>. Severe norme cd opportune precauzioni permisero durante la guerra mond iale che in tutti gli eserciti i C. di guerra potessero venire ammessi a compiere il loro lavoro. Corrispondenza militare, Segue in genere spe_ciali norme: ogni lettera è contradistinta d ai seguenti elementi: data e luogo cli provenienza, indicazione dell'a.u toricà o ufficio o persona cbe la spedisce e c he la r iceve, numero d i protocollo, che può essere ordinario,


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riservato, riservato speciale, personale, ecc. In ogni lettera deve essere trattato 1m solo a rgomento, in forma chia ra , breve, comprensiva, e in essa d ebbono, occorrendo, essere richiamati gli clemen ti ( lettere precedenti, c ircola ri, disposizioni, ecc.) che valgano a cl1iarirla. Ogni forma di ossequio deve essere omessa; la firma d eve essere preceduta da lla qualifica dello scrivente, e dal nome leggibile, su timbro o scrillo a macchina. In margin e o in testa deve essere espresso çon frase comprensiva l'oggetto trattato.

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men\o compie di passo le sue evoluzioni, sa.Ivo i regg. bersaglieri, che conservano h1 tradizione dell'andatura cli corsa anche nell'ambito di questa unità, sia nell'addestramento formale, sia nelle riviste. Nei procedimenti tattici del combattimento la C. è considerata. andatura

'romba in si 1,

Corrùpondenza (Post-i di). Sistema di collegamento

a rneZ?.o di uomini a piedi, raramente r, cav,dlo; qualche cosa. di più completo che il porta ordini, in quanto si ottiene il vantaggio, d i una. maggior celerità di reca-

pito elci p lichi e la. possibilità di una maggior distanza di percorso. S i tratta di nuclei (di solito di tre uom i11i), scaglionati fra due o più località (A-B - C) ove esistono comandi 'èhe vogliono comun icare con tale mezzo. I posli di C. si colloca.no generalmente in nwdo che possa.no percorrere il terreno interposto in un quarto d'oril a.I massimo. Gli u omini fanno servi,,io a spola fra il posto cli C. precedente e quello s uccessivo, percOffea-tdo :il terreno in terposto con ancia.tura celere. E' il mezzo più antico e primitivo, ma forse il p iù s icuro, e prat ico, specialmente in montagna. I n caso di lunga sosta i: posti di corrispondei,za. possono fase la tenda e conic-

T111nl.Juro: I tamburini l,allono alcune JJallute s tando I\Jnnl per in iziu1·e la c;iclcnza n ormale d ,1 impiegarsi in armonia alle esigenze del terreno e alle òffese del nemico. I Romani aveva110 ht C. (decursio) nelle loro esercitazioni ; in essa si perco u cvano generalmente 4000 passi con le insegne e le ann i, serbando gli ordini. Corsa (Guerra dtl Guerra di corsa, è quella che le navi <lil guerr a fanno Rlle navi mercantili dell'avversario, per distruggerne il commerc io ed i J·ifornimenti. La guerra cli C . è sempre esistita , anche con la marina rcm ica, essendo numerosissimi esempi d i galee armate in cors1. Dur;i.n tc il periodo della marina velica, anche gli a rn1atori privati potevano arn1are le loro navi in C.,

. ossia munendole d i cannon i, ed intraprendere crociere in ma re per dar la caccia. a tulii i velieri dell'avversario. L'autorizzaz ione a lh guerra cli C. era d ata con speciali documenti che chiamavansi lettere-patenti, cd erano molte volte emanate personalmente da.I r e. Qua.1che volta i corsar.i, essendo divenuti famosi, passavano a l serviz io della mar ina militare, salendo ad al t:i. fama. Cno cli questi corsari è il celebre :unmirnglio J ean Bart, della marina di L ui.gi XIV. L'usru1z11 di corseggiare non è cadutfl con le marine a v.ipore, ed anche n ella grande guerra s i è veduta rifiori1·e per ope ra specialm.ente degli incrociatori tedeschi :Emden, Konigsberg, Karlsruhe, Dresdcn, ccc. A questi incrociatori della marina m ilitare lanciati a ttraverso gli oceani non ;i;ì,pena scoppiate le ostilili,, trovandosi già nei mari lontani dalla mad1·e pRtr ia, altri n.c aggiurn;e:ro Po~to cl L c;orrispondcnza (f I•onIc liali ano) i Tedeschi, ann ando con crumoni le loro migliori e !}iù ve loci navi mercan tili. Tutte queste uni tà arrecarono zionare il rancio. In tal caso devono coprirsi alla vista. molto d arn10 aU'Inghilter,·a al principio, paralizzando degli a.c rei nemici. Nel piano dei collegament i che µriqu asi comp let:n nen tc il traffico nelle località nelle quali ma di ogni azione fa ogni comru1dame deve essere preoperavano (Oceano Indiano, coste Sud Americane del visto anche l'impianto dei posti d i C. che si spostano Pacifico, ccc.) e l'Ingh ilterra fu costretta ad armare in avanti se<:onrlo lo sviluppo dell'azione. Sv,mtaggio d i moltissime n avi per dar loro la. caccia, riuscendo soltanquesto mezzo è una ccrt:1.. lentezza, n1a p iù grave u.nto dopo molti mesi, e con l'aiuto delle marine giappocora, lo spaJ·pagliarnento degli uomini, d ifficilmente rinesi cd austrnlianc spec ialmente, a far scomparire i c.:uperabili durante l'azione. corsari dal mare, A guerra a vanzata, s i hanno altri esempi isolati di p iroscafi e velieri ge rmanici camuffati Corsa. Andatura celere usata, come mezzo efficace che, eludendo la vig ilanza delle c,rocicre inglesi nel Mar di educazione fisica, nell'addestramento delle reclu te, sia del ).'°ord, r iuscivano a guadagn a re l'alto ma re. r ip rcn• n ella sua fo'rma cadenzata, sia in quella d i corsa vedendo la guerra cli corsa. Sono rimasti ce lebri fra queloce. I p iccoli reparti isolati compiono di corsa alcuni ste il p iroscafo :vroeve e il veliero Seeadler. movimen ti dell'addestramento formale per ed1 care l'inLa guena di corsa moderna, però, può çirsi quella dividuo alla rigida compostezza anche usando andatura che si fa con i sommergib ili, per la cl ist:·uzione del comveloce. L a squadra, il plotone e la compagn ia effettuano mercio a vversario. Esempio tipico quello della Germadi corsa le trasformazioni in ordine c hiuso, me ntre nel n ia, applicato su larg1, issin1a scala come forse non si bgl. tale andatura è adottata, nell'a ddestramento formaripeterà p iù. (V. Antisommergibili, Sommergibili). le, solo per ord ine specifico del comandan te. I l reggi1

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Corsa (Diritto bellico). Guerra di corsa o armarpento in corsa eran dette le spedizioni marittime fatte a spese di privati armatori, a ciò autorizzati da uno Stato belligerante mediante speciali lct/,erc di corsa o di marca, con lo scopo di correre sulle navi nemiche principalmente mercantili o anche da guerra, e d'impedire comunque anche ai neutrali di esercitare col nemico ogni commercio considerato illecito. Sorse in primo tempo per combattere la pirateria; poi divenne guerra condotta <la privali, con scopo di lucro e d i r i,·alità commerriale contro tutte le navi che non fossero amiche. F inalmente fu posta. sotto il controllo dello Stato, e, per frenare gli abusi e gli inconvenienti, si fissarono restrizioni, si imposero ai corsa ri cauzioni, si disciplinò la ripartizione delle prede, organi7.zandosi così uu vero e proprio mezzo guerresco di cui lo Sta to si serviva per distruggere il commercio delle Potenze nemiche, cioè, com'è chiamala da qualche scrittore, una pirateria legale. Tuttavia deplo1·evoli a bus i continuarono a verificarsi, con gravi danni molt volte anche al commercio dei neu1 trali; quindi molte e vivaci fu rono le proteste di scrittori, da Grozio a :Mably e a Galiani, e vari Stati comincia rono ad impeg11arsi a non autorizzarl:i, o in trattati reciproci o nella loro legislazione interna, f-ìnchè nella D ichiarazione -<li Parigi del 1856 venne p roclamato il principio « la cors:i. è e rimane abolita.». A tale dichia.razionc aderirono, oltre gli Stati riuniti in quel congresso, successivamente anche quasi tutti gli altri, e solo gli Sta.ti Uniti di .'\mcrica uon vollero accettare il principio, dichiarando che lo avrebbero fatto solo nel caso che fosse stato adottato l'altro principio dell'inviolabilità della prop rie tà privata nella guerra marittima.: perciò gl i Stati Uniti, sia nella guerra con la Spagna, sia nella grande guerra, non armarono navi corsare. In Italia l'armamento in corsa è abolito dall'articolo 208 del Codice per la ~farina Mercantile. Lo considerano abolito anche le recentissime norme di diritto marittimo di guerra dello Stato J\laggiore della R. ) farina; le quali però aggiungono: cc Tuttavia il R. Governo si riserva la facoltà <li autorizzarlo eccezionalmente a titolo di rnppresaglia contro S ta.ti che pratichino la corsa. stessa». Corsa delle teste. Esercizio che interessò molto i Tedeschi a.i tempi cl(}llC guerre contro i Tu rcbi. Esso consisteva nel colpire da. lonta no con destrezza una finta testa di moro con turbante. Da questo esercizio venne l'uso delle teste nere che si correvano colla lancia, colla .spada, colla pistola e che si introdussero negli stemmi gentilizi. L'arma usata per il lancio era il da rdo orientale chiamato « Gerid ». O ggi si dice ancora essere la « testa di turco » per significare chi è, anche a torto, volente o nolente colpito da ogni sventura, accusa, <!anno, ccc.

Corsa al mare. Sotto questo nome sintetico va com unemente compresa quella serie di operazioni belliche, svoltesi in F rancia durante tutto l'autunno del 19 14, su bito dopo la prima battaglia della :'lfarna, e cbe ebbero per conclusione l'estendersi della fronte di batta.glia in Occidente dal confine franco-svizzero al Mar del Nord. Colla sconfitta della Marna, il piano tedesco -di una rapida e decisiva vittoria. in Occidente - necessaria per poi portare tutto il peso delle forze tedesche -contro l'Impero iVIoscovita - era completamente fallito. Disognava, per conseguenza., studia.re ex-novo un'altra

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linea di condotta, di froç.te tanto alla capacità di resistenza dimostrata dai Francesi, quanto al pericolo russo, sempre più minaccioso all'Est. I Tedeschi, cons iderato che pel momento larga parte delle loro risorse materiali doveva, per forza, essere impiegata. all'Est, (anche per evitare lo sfacelo della Monarchia a ustro-ungarica, gravemente battuta a Leopoli nello stesso mese di settembre 1914) decisero di procrastinare la ricerca della soluzione in occidente, fino a situazione chiaritasi all'Est. Ma, rinunciando all'azione decisiva in Francia, essi intendevano conservarsi, colla lotta di posizione e colla manovra, una. situazione tale, che consentisse loro la possibilità di una rap ida ripresa del loro piano offensivo a momento opportuno: e poicllè, man mano che il tempo passava, cresceva sul suolo francese la prescc sionc inglese, la preoccupaz ione capitale dei T edescbi si fu, allora, quella di impedire o almeno di 1·endere più difficile l'affiuire delle risorse britanniche in Francia. Ed essi pensarono che col possesso delle coste francesi del Nord venivano ad intci·cettare la l inea più breve di comunicazione da Londra :1 Parigi, quella Amiens-Calais-Dover, non solo; ma si mettevano in grado di minacciare lo stesso suolo inglese, quasi a portata di cannone d i fronte a. Calais. ln conseguenza decisero di fare ogni sforzo per assicurarsi il possesso del porto cli Calais e delle coste francesi s ulla :t-.fanic:1, prolungando, colle truppe di rb;erva man mano approntate e con quelle tolte dalla fronte a sud stabilizzatasi, la loro linea che in sellembre arrivava all'Aisne - fino ad occupare tutto il corso della Somme, tagliando, così, la Francia del Nord eia quella centrale. f: rnttanto Anversa, assediata, sarebbe caduta, e tutta la costa, così, sarebbe passata in <lomù1io degli Imperi Centrali. Ma contemporaneamente i Francesi, non in _ grado anch'essi di trasfom1are in successo decisivo la ,·ittoria della :Marna., avevano pensato di conservare l'iniziativa delle operazioni, avvolgendo e dominando l'ala destra tedesca, in seltembre non appoggiata. a nes.sun ostacolo. Motivo per cui si ebbero, nell'autu nno 1914, le battaglie clell'Ais11c, di P-icardia, dell'Artois, nelle quali accadde che, mentre i Tedeschi si sforzava.no d'avvolgere la sinistra francese per porre saldo piede sulla linea della Somme. i Francesi analogamente tcnta,·ano cli avvolgere la destra dei Tedeschi. Senza riportarci, ora, ai particolari dati alle voci su citate, basta ri<:ordare che in sostanza i Francesi, pur non riuscendo ad avvolgere l'ala nemica, riuscivano pur tuttavia a svolgere quell'efficace contro manovra, che rese impossibile ai T edeschi il raggiungimento dei loro obbiettivi, in quanto che, a nche con la caduta di Anversa, il porlo di Calais restò agli Alleati. Questi tentativi cli reciproco avvolgimento delle ali scoperte rappresentarono le u ltime fasi di guerra mnnovrata in terreno libero, cd ebbero, per conclusione, l'estendersi delle opposte fronti dal confine _svizzero a.Ile Fiandre (Yscr}, determinando in O ccidente il sorgere della guerra di posizione. Calais, meta dell'angosciosa lotta tedesca, perchè col suo possesso si sarebbero in parte annullati i vantaggi dell'Intesa nei riguardi ciel dominio del libero mare, rimase all'Ovest della fronte, cosl stabilizzatasi nel novembre-dicembre 1914. I Tedeschi non avevano saputo correre abbas tanza per precedere il nemico s_ulla costa! In dicembre, colla battaglia delle Fiandre, si ebbe l'ultimo tentativo tedesco per raggiungere Calais, mediante lo sfondamento della fron-


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te a lleata sull'Yser ; ma il tentativo fallì. li dominio inglese del mare, fattore precipuo della vittoria dell'Intesa, non era stato nemmeno scalfiuo con questi tentativi dell'avversario. C6rsa ( G11ardia). L'ebbero fino aJla fine della prima metà. del sec. XVII i Papi in Roma, essendo stata co.stituita nel 1607. Fu abolita nel 1662 su intimazione d i Luigi XIV re di Francia, sotto Alessandro VII, perchè .alcuni dei suoi componenti ne avevano insultato l':unbasciatore, duca di Créqui. Generalmente questa guar,dia ammon tò a 600 u., su 3 compagnie d i 200 u. l'una.

Corsagli a. Afllucnte di sr. del Tanaro, profondamente incassato; buona posizione tattica perchè domin~ la. strada che per Mondovì da Ceva raggiunge Cuneo e Fossano, coprendo l'alto Po e Torino da un attacco che provenga d all'a lto Tanaro e dalla Bormida. Sulla C. .sostò il gcn. Colli nel 1796 per contrastare la marcia di Napoleone su Torino. Dopo i combattimenti di Dego ,e di :\fillesimo Bonaparte, lasciato il Laharpe a sorve~ liare gli Austriaci, si volse contro i P iemontesi e il 18-21 aprile fece passare la C. alle sue truppe t:,er attaccare la dr. piemontese, mentre altre dovevano pas'SJ.rla più a valle per aggirarne le posizioni. Il generale Colli, che coi Piemontesi aveva preso posizione fra la :Madonna cli· Vico a destra e la B icocca a sinistra, dopo vigorosa resistrnza fu costretto a ripiegare su Torino, -sotto la protezione della cavalleria che con vive azioni di retroguardia riuscì a rallentare l'avanzala francese. Corsaletto. L'insieme della corazza in genere. ::Yia fu anche chiamata C. una corazza pi(t leggera delle or,dinarie, usata negli ultimi tempi del medioevo, prima dalla cavalleria leggera, poi dalla fanteria; protcgge,·a particolarmente il 1,ctto ed il ventre. Essa. fu principale armatura. dei picchieri. L'usarono g li Stradiotti in Franci:i. .al servizio di re Luigi XI, come cavalleria leggera e i

1, 1'0111,tllO

2, medlCValc

fam:ichenecchi; sotto il re Francesco I fu data anche al.la fanteria. Il C. in definitiva differiva dalla corazza -solo per assenza d i par ti accessorie, ma non mancavano le due parti principali : petto e schiena. L'uso ne durò lungo tempo: alla battaglia di Sedan ( 16-H) i picchieri delle Guardie e gli Svizzeri ne erano ancora tutti ar,mati. Col perfezionamento de lle armi da fuoco, anche ,q uest'armatura fu abbandonata.

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Corsaro. Comandante di nave, marinaio o ba.stimento che esercita la corsa. Nell'antichità classica e nell'alto medioevo erano chiamati con tal nome ancbe i pirati (piratac, praedones, corsari?): a udacissimi i Fenic i, i Normanni, i Visigoti, i Maw·i. Jn seguito furon detti C. solamente quelli muniti di regolari lettere di corsa o di marca, cosi chiamate perchè le navi autorizzate alla -corsa avevano un'apposita «marca», prendendo anche

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esse il nome di corsare mentre prima erano denominate 11aves more piratico navigantes. Da allora le più grandi e le più agguerrite marine ebbero C. audacissimi, che, privi d'ogni scrupolo, riuscivano ad accumulare, predando, ricchezze enormi. Nella sola guerra combattuta dalla Francia contro Inghilicrra, Spagna, Olanda e Impero, e terminata nel

Sco111ro trn navi corsare 1697 con la pace di Ryswick, i corsari francesi s'impa-

dronirono, in nove ana1 i d i 4200 navi mercantili ingle.si del valore, n,Lvi e ca.richi, di parecchie centinaia di milioni. Gli ultimi grandi corsa.ii si ebbero durante l'epopea napoleonica. Corsari (11ella guerra di Secessio11e 1861-65). Gravi furono i danni che le navi corsare dei Confederati inflissero al commercio del Nord. Il i,rimo corsaro su• dista che fece parlare di se fu il piroscafo Sumter; molti altri seguirono il suo esempio sl che nel 1861 se ne contavano una trcnti1ta, fra i quali furono più noti: Savannah, Jefferson Davis, Gorclon, Mariner Yorck, Isabella, Nahsville, Shenandoah, Florida, Georgia, Tacony, Talaha=e, Toscaloosa, Oreto, Pearl, ecc:, ollre al famoso Alabama. Parecchi di questi furono presto sorpresi e catturati o d istruiti ; altri tennero lungamente il mare svolgendo' una romanzesca attivitit. Il presidente sudista. Je~rson Davis aveva dato ai bastimenti C. la consegna di colare a fondo o incendiare qualsiasi nave portasse la bandiera dei « sedicenti Stati Uniti». All'equipaggio era assegnata la metà del bottino; altro modo di far denaro -era quello d i rilascia.re le navi predate d ietro impegno cli vers..1.re poi w1a determinala somnHt di denaro; così accadde per I'Ariel, il cui capitano si obbligò per 228.000 dollari da pagarsi alla fine della guerra. Gli equipaggi delle prede erano ben trattati e sbarcat i nel porto 1,cutro p iù vicino o trasbordati sul primo bastimento incontrato.

Corse (Compagnie). Costituite in Francia nel secolo XVI; ne fu comandante un Antonio Corso, con titolo di marescia llo di campo delle bande corse.· Appartenevano al tipo delle milizie mercenar ie. Corselli (Rodolfo). Generale, n. a Palermo nel 18i3 Sottot. di fanteria nel 1893, frequentò la Scuola di guerra e si. distinse durante la campagna italo-turca (1912-13) meritandos i una med. d'argento a Benina e a Regima (aprile 1913). Partecipò alla guerra 1915-18, ottenendo la croce di cav. dell'O. :l\L S. D al 1919 al 1925 ebbe successi~amente le funzioni di Capo di S. :\I. della di vis. e del C. d' A. di Palermo e promosso gene-


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raie di brigata (1925) fu l'anno successivo coiuandante della brigata Marche e poi della 26" brigata di fanteria (Salerno). Come sci-ittore mi litare, lia pubblicato: cc L'educazione del soldato e i doveri dcli' ufficiale moderno » ; « L 'arte della guerra nelle varie epoche d el· la storia » ; <e La guerra nelle colonie >>; « La battaglia del Piave»; << R icord i e visioni di guerra » ; « Trattato di Tattica >> ; << Fasti m11jta..ri del popolo italiano » ; inoltre molti a ltri opuscoli e moltissimi articoli sulle riviste militari.

Corsesca (o Cortesca). Era così chiamata un'asta con ferro come uno spuntone e con due ali ai lati in basso a foi-mc varie. Alcune avevano queste ali :ermi-

<lagnandosi una seconda mcd. d'argento a Custoz;a. Promosso colcn nello (1874) fu Ca po di S. M. del C. <l'A •. d i Verona ( 18i7) e comandante del 23° fanteria (18i9) e nel grado di magg. genexale (1881) ebbe il comando della brigata Parma e fu comanda.ntc in 2" del Corpo d i;. S. M. (1882) e della Scuola di G uerra ( 1884). Raggiunto il grado d i ten. generale, comandò successivamente i C. d'A. XII (1892) e X (1893-1895). Come scrittore mii., del C. è noto e giustamente apprezz;ato il suo « Sommario di S toria. ?.1ili tare »; :Lltrc sue opere sono: « Ricord i de l 1848 » ; « Ricord i del, 1859 »; « Ricordi dei 1860-61 »; « Delle vicende del 1° Corpo d 'Armata nella campagna de l 1866 » ; cc Cor1fcrcnzc d'arte militare»; « Venticinque anni in Italia. ( 1844-1869) » ; « Ita lia, 1870-1895 »; « Ita lia e Austria», e< La guerra in Oriente»; « Di alcuni frutti della guerra del 1870-71 nei vari mmi della milizia»; « Dello spirito militare in Italia»; « Dell'educazione morale. del soldato»; « Del mil itarismo ai dì nostri»; cc L:~. taltica delle tre armi » ; « Le campagne del principe Eugenio di Savoia>>; « Tattica e guerra di mon tagna»; collaborò inoltre ampiamente nelle riviste militari.

Corsi Domenico. Gc11crale, n. a Portoferraio, m . a Firenze (1836-1906) . Sottot. d'art. nell'eserc ito toscano, ( 1856), prese parte ,Llla campagna del 1859 e nel 1860 passò nell'esercito sardo partecipando alla campagna ciel 1866. Promosso colo1111ello ( 1881) resse la ca.rica d i direttore 1en-itoriale d'art. in Ancona, e quella di capo, divis. al ;\lini~tcrn d ella Guerra (1882); nel 1884 ebbe il comando del 7° regg. art. Comandò da magg. genera le la brigata Cremona e ne l grado d i ten. generale (1395) le divisioni cli Salerno e ~ovara.

varie rm·111e cli corsc~ca nanti alle estremità da un" specie dj ungh ia r.he "erviva ad afferra.re l'armatura del cavaliere in qualche µa rte sporgente, per atterrarlo. Quest'arma fu in uso principalmente e più propriamen te nelle fanterie italiane ccl in quelle còrse (di qui il nome) nei secoli XV e XVI.

Corsi (iwbile Carlo). Generale, n. a Firenze, m. a Genov.i (1826-1905). Prese parte alle ca mpagne del 1848 e I 859 nel!' esercito toscano, nell'arma del Genio e nel 1860 passò n.cl Corpo di S . }l. dell'esercito sardo partecipando aL la c:11n1}agna dclht Bassa Italia. e meritandos i un:i med. d'argcm o a lla, presa ,cii :M. P elago e di ìvL Pulito e la c roce d i cav. del· l'O . :\I. S. sul Gariglia no. Nel 1861 fu nominato insegnante alla Scuola di Cavalleria di P inerolo e fece la campagna de l 1866, gua-

Co,·si R.a[iaele. Ammiraglio, Il. e m. a Napoli { 18381906). Entrato in sen·izio nel . 1854, fu promosso contr:unmi raglio nel 1S88 e collocato in posizione a usilia,-ia nel !897; fu Capo d i sta to maggiore della :.farina nel 1890, sottosegretario di Stato per la :,farina n el 18911892, comandante in capo del 2° Dipa.rlimento ne l 1S95-189i. Fece le ca.mpagDe del 1S60-1861 e 1866. F u d ep utato di Caserta, Gaeta e Popoli nelle legislature dalla XVI ,tlla X.'(. Co.-si nobile Ca.rio ,1lberto. Generale, figlio del generaie ,Carlo, n. a Firenze, m . a R oma ( 1850- 1925). Sottotenente di fanteria nel 1871, frequentò la scuola di guerra e fu insegnante in quella d i Modena. Promosso co lonnello nel 1901, .resse il comando de lJ'88° regg. fa11teria.. Colloca.to nel 1904 in P. A. raggiunse r.el 19) 3 il grado di magg. generale e nel 1923 il grado di genera.le <li divisione nel la riserva. I-\ 1 per un certo tempo critiCo1·si Camillo co m ilitare del giornale « La Tribuna» e collaboratore di riviste militari. Scrisse anche un libro su « La guerra nelle Colon ie».


... Corsi Camillo. Ammiraglio, n. e m. a l{oma (1S<:0J918). Entrato in servizio nel 1874, fu promosso rontrammiraglio nel 1911 e vice ammiraglio nel 1915. Fu .mt'mbro del Consiglio Superiore di l\farina dal 1911 al 1912; guadagnò la croce <li ufi. delrO. l\I. S. nella guerra italo•lurca, al coma nd o d i un a divis. di navi da guerra; e commendatore dello stesso Ordine per distinti servizi resi durante la campagna di guerra 1915· 1916; fu l\linj~tro della ;\farina dal 30 settembre 1915 (epoca in cui fu nominato senatore) al 16 giugno 19li. Corsi Guido. Medaglia d'oro, n. a Trirstc nel 1887, -caduto sul Grappa nel 1917. Xato cd educato a Tric• ~te, era stato uno di quei gio,·ani ardimentosi che più d,·a ed alta 1Lvcano mruHenuto in T rieste la fiamma dell'italianità, sfidando ogni giorno la galera austr iaca. Compiu ti gli studi l~l lcra ri acquistò in essi chiara fama: professore nel liceo Alighieri di Trit'ste, allo scoppiare della guerra austl'iaca, per sfuggire alla coscrizione austriaca riparò in ItaJia ove gli fu offerto di insegnare storia .all'Istituto tecnico di ,\rezzo. Nella nostra ansio• sa vigilia di guerm il Cors i conveniva. a Roma con altri ardin1entosi gio,·ani triestini per tener desto jl movimento nazionale che .d-ove\'a portare al!' in ter- "' vento. Questo dichiarato, egli fu tra i primi a partire per la fronte, ove si .mostrò soldato valorosissimo. Il 2 maggio 1916, in Valsugana, ebbe il suo prime> battesimo d i sa.nguc: gtm1·i to appena dalla gm,·e ferita. \'olle subito tornare ira. i suoi alpini, alla tesla dei quali cadde suJ Yal.dcroa, ove il battaglione Foltre, al quaJc il cap. Corsi apparteneva, pan•e rinnovare il mfracolo delle Tennopi I i. Ecco la motivazione, con la. quale alla memoria di ,Guido Corsi fo concessa. la medaglia d'oro: « Xato in terra irredenta, dopo aver dedicato ai diritti della sua patria tutto il suo ingegno forte di molti .studi , si offerse ai sanguinosi°'imenti della guerra, fulgido esempio di eroismo ai dipcndcnLi che lo amarono, e che, chiamato ad altro ufficio, preferì non lascia.re. Ferito mentre strenuamente combatteva, non appena guariio \'olle subito tornare al fronte, e vi affrontò sempre faccia a faccia il nemico fuori delle trincee, pri1110 fra tutti, più volte respingendolo co11 prodigi di valore, a11che se superiore di forze. Gloriosamente cadde colpito a morte sulla inviolata trincea, mentre i pochi ;;upersti li della sua compagnia, da lui fino all'estn!rno anin1ati, rinluzzavru10 l'a,·vers.1rio » (Val Sug:ina, 26 maggio 1916; Cima Vn lderoa 13 d icembre L917 >>. Corsi Ugo. Medaglia d'oro, n. a 1-'irenzc nel 1894, caduto nel 1917. Semplice fante, fu sempre d'esempio ai suoi commilitoni per coraggio ed ardimento. Già decoralo due volte al valor militare durante le campagne del J9JS e 1916, per Hti di valore compiuti ne lla zona dd San ::\fichelc, con la sua morte eroica, sul Dosso Faiti, <iurante la. battaglia del mal(gio '17, ottenne che il suo nome fosse onorato della massima distinzione al valore. Dice la moti vazione :

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« Fulgido esempio di eroismo nei numerosi combat• timenti cui prese parte, si pose volontariamente davanti ad un obbligato sbocco offensivo, gia individuato dal nemico e tenuto sono un violento fuoco d i sbarramento, e vi riorcliilò e incorò colla voce e col gesto le 011d.1te di assalto soggeùc a forti 1>er<li1c. Quando, µcr l'infuriare del fuoco nemico giudicò non sufficicmi gli incita.menti, conscio di andare ù1contro alla. morte, si slanciò sotto la tempesta. di proietti• li, e trascinò a.vanti, con l'esempio, un'uJtima ondata. Colpito dallo scoppio di una granata, cadeva gloriosamcnu:, trovando ancora la Ior1.a per incorare i compagni alla lotta.>>. Dosso Faili, 13-23 m aggio 1917). Corsioa (Cynms dei Fenici, Korsis e Korsica dei Greci, Corsica dei ~omani). Una delle maggiori isole del )lediterranco che, colla Sardegna, costituisce il bastione che ne d ivido, il bacino occidch tale da quello centrale. Ha forma quasi elittica. e m isura lungo l'asse maggiore 185 km., 80 lungo il minore e 750 di perimetro cosi k·ro. E· dh·is.~ dalla Sardegna. dallo stretto di S. Bonifacio e dall'Africa dal canale di Corsica. Jl suo territorio, asvro e difficile, è percorso lungo l'asse longitudinale da una catena di montagne che cul111ina a 2816 m. a m. Cinto. Ricchissima di porti sulla costa occidt:nla.lc, capaci di dare asilo e riparo a flotte da guei-ra; ~u quella orientale è i,1,·cct: tuua a stagni e paludi, senza notevoli approdi. Le coste in genere sono poco accessibili e uno sbarco in forze riuscirebbe difficilissimo; i punti più fa\'ore"oli, Rastia, San Fio· ren,7,0 Calvi e Ajaccio, sono potentemente fortificati. La. C. per la sua posizione centrale rispetto al Tirreno, al golfo de l Leone, ne domiaa le coste; se posscd ut,L dall'Italia costituirebbe unft soggezione ri,pe110 a Tolone e l\Iarsiglia; in mano all:i Francia minaccia le coste liguri, l'ltalia centrale e la Sardegna. La ciua fortificata di Corte è il cen tro m ilitare della C.; comand,L la grande linea strndalc Bastia-Ajaccio; di qui si irradiano le manovre del difensore verso la periferia e costituirebbe il natur.ile obbiettivo di un esercito in,·asore. La C. costituisce, con lliscrta, Orano e Tolone, il formidabile sistema con cui la Franc ia. domina il bacino sud-occidentale del Mediterraneo. Nel 1923 due commissioni, una dello S. M. e una della !-.larina, ,·isita.,.mo la C. e fom1ula\'ano w1 completo progetto per la sua organizzazione offensiva. e difc11siva. I presidi nell'isola sono stati largamente rinfonali anche con reparti di truppe di colore, mentre st11.1. io11i di idrovolanti sono state stabilite nelle zone di llonifocio e nello stagno di Diana, fra llastia e Capo Cor.o. Dopo un primo periodo nel <1uale il possesso della C. fu disputato fm Fenici, Libi, e Greci, Ligul'i e lbci-i, impadroni tisene i Ca rtaginesi. l;i C. fu tcau·o d i lotte fra questi e i Romani che nel 259 a. C. sotto il console Cornelio Scipione, la occup:i.rono con poderosa armata espugnandone la città principale, Aleria. Dopo parecchie tianguinosc insmre;doni l'isoh rima.se defini ti-


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Sampiero eccita; corsi all'insu rrezione nel l 738 con molto materiale da guerra. CacciatQ nuovamcntc in loro possesso, pur conservandosi gli abitanti vruncntc, essendosi intromessa la Fr ancia_ in p.iuto ai refrattari a ogni fusione coi dominatori. Mario divise Genovesi, vi ritornò ancora nel 1743, ma sconfitto dii fra i suoi legionari, nel 100. a, C., Jc terre presso Ja foce nuovQ dai Genovesi, fu costretto a fuggire. Nel 1744 si: del Golo; a ltra colonia vi mandò Silla, distribuendo a i riaccese la lotta fra. la C. e Genova d urante la f,'1.lerra suoi v0terai1i le terre di Aleria . :Mentre, caduto l'impero di successione austriaca. Nel 1746 giunsero in aiuto ai: di Occiden te, domi.navar10 l'isola fino dal 456 i Vandali, Corsi 1500 fra Piemontesi e Austriaci, sotto i.I col. Cula conquistò Belisario nel 533, La occuparono succesmiana; in aiuto ai Genovesi 2000 tra Francesi e Spasivamente nel 754 i Franchi_e nell'SS0 i Saraceni, i qua-l i gnuoli comandati dal marchese di Cursay. I Corsi, dat erano però stati sconfitti in mare presso le sue coste canto loro, nominarono nel 1752 a loro governatore genc11'808 da una flotta inviata da Carlomagno. nerale il gen. Gaffori che condusse abilmen te la lotta. Verso il sec XI, essa s i trovò divisa in piccole signofinchè non cadde anch'egli assassinato dai suoi nem ici rie feudali, delle qua li nel 1002 i Corsi scossero il giogo, personali uniti ai Genovesi. istituendo una specie d i cost ituzione rappresentativa sotto 15 caporali (tribuni o si.nda.ci) ereditari nel N. E. R icorsero allora i Corsi aç Giacinto Paoli e a suo fimentre il S . O . rimaneva sotto la signoria dei Conti (di glio Pasquale. Quest'ultimo, nel 1755, fu eletto capiCina.rea, d'Istria, della Rocca, ccc.). Nel I 005 una flotta tano generale e capo d i un governo democratico.. Egli saracena fu battuta nelle acque della C . da.i Genovesi. ordinò il governo, creò un esercito, respinse i Genovesi Caduta in possesso cli Pisa, fu conquistata dai Genos ino sulle coste. Questi, perdu ta la speranza cli r iconvesi i quali, inizfatane la occupazione nel 1284, dopo la qu istare l'isola, la cedettero alla Frai1cia col trattato di battaglia della Meloria, l'ebbero completa.mente verso il Compii:gne (1768). Va.lidissin1a fu la resistenza che il I 300. Disputata fra Genovesi e Aragonesi fu, nel 1453, Paoli, sperando nell'aiuto inglese, oppose a i 30.000 u. definitivan1e.n.tc cedu ta ai 'Pri.n1i che la diedero a l Banco che kt Francia aveva mancla.to sotto il comando d el di San G iorgio. Nelle guerre del scc. XVI fra F rancesi e maresciallo cli Va ux; fina lmente, venuta meno ogni speSpagnuoli, i primi l'invasero e l'aggregarono alla Francia _ ranza, nel 1768 la resistenza ebbe term ine e il Paoli rinel 1557; per la pace di Chateau °Cambrésis ritornò a i pàrÒ in Ingh ilterra. La guerriglia in montagna continuò Genovesi. ,\vendo questi ultimi imposto nuove gravezze e fino a l 1774. Durante la Rivoluzione la C. divenne dibalzelli, i Corsi, sotto Sampiero cli Bastelica, già soldato partimento francese. Pasquale Paoli, r impatria lo e cidi Giovanni de Med ici nelle Bande nere, si ribellarono e tato dinanzi aÌia -Convenzione, chiamò nuovamente i sconfi.ssero i gen. genovesi Nicolò de Negri ed Ettore R a Corsi a libertà intorno a ll'antica bandiera dalla testa va.schieri. Tut!a l'isola era. in fiamme, quando il Sampiero d i moro. In suo aiuto sbarcarono nel febbraio 1794 cincadde ucciso a tradimento dai foatelli d 'Ornano, a lleatisi que reggimenti inglesi coman<11.ti dal gen. Dunclas. Consegretamente coi Genovesi. Il figlio del morto, Alfonso, quistata Bastia nel maggio su ccessivo, e nell'agosto Cal continuò la lotta e sconfisse il nemico a Ricnno e in vi, una Assemblea generale riunita a Corte decise di. altri scontri. In segu ito però all'abile politica conciliadare l'iso la agli Inglesi, i quali la costituirono in retrice del nuovo governatore genovese Giorgio d'Oria, gno, con un parlamento speciale e un vicerè. P erò avengli animi si calinarono e le ostilità ebbero fine. Ne! 1730 do acqu istato sempre nuovi aderen ti il partito francese, il malgoverno del governatore genovese P inelli suscitò ed essendo col gen. Gentili, inviato da N apoleone, sbaruna nuova rivolta; i Corsi, eletto a loro capo Andrea cato un forte corpo cli truppe della Repubhlica, gli I nCeccaldi, ,tdw1ata in Corte la consulta nazionale, proglesi, nel J796, furono costretti a sgombrare. Una somclamarono la libertà dell'isola. L'imperatore Carlo VI, mossa, scoppiata sotto i l governo napoleon ico, fu rapi-• a cui Genova si era ri volta per ai uti, mandò nell'isola clamen te soffocata dal gen. Mollard. Da. quel tempo la. ~000 Tedeschi che furono quasi tutti massacrati ; giunto C. h a seguito le sorti deJ,la Francia . in seguito il principe cli Wmtemberg con a ltre truppe Corsica (Reggiment·o di). N el 1743 T oodoro di N aue proclamato un indulto generale, nel 1732 la rivolta hof, profugo dalla C., offrì al Re di Sardegna. di occuebbe termine. Poco dopo, venute meno le promesse, e pare La Spezia con un corpo corso, cost ituito fra gli per l'uccisione ordinata da i Genovesi di parecchi pa.triotisolani SJJai·si nelle milizie del Papa, di Genova, Vene-ti, la lot-ta riarse e già le arm i genovesi sta vano per zia, Napoli e Toscana. Le trattative furono, per poca. tr ionfare, quando, chiamatovi dag li insorti, giunse in C. :ì.ducia nel N auhof, continu a te dal conte Domenico R i-• nel 1736 il vestfaliano barone Teodoro d i Nauhof, sova.rola d i Ch iavari, che aveva molte aderenze nell' isola. stenuto dalla Porta e ciel bey di Tunisi. E letto re, ma Accanto a questi, nominato comandante del regg., fU, battu to, partì nel novembre per l'Olanda, d onde ritornò


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GoR posto, stante la sua età e la. sua :nessuna esperienza di cose militari, un maggiore piemontese. G li arruolamenti procedettero in mezzo a gravi difficoltà, tanto che, non esscudosi raggiunto il numero di uomini r ichiesto, il - 9 ottobre 1750 i suoi componenti furono mandati in Sardegna e incorporati nelle compagnie franche d i d isertori graziati che vi prestava.no servizio ; nel maggio del seguente anno furono licenzia.li. Al conte d i R ivarola. segukono nel c.oma.nclt> il ca.v. della Velia e Allerio Francesco Matra..

Corso. Il periodo cli studi necessario ad applendcre una determinala disciplina o parte di essa, secondo apposito programma. La durattt dei corsi d i studio è va.ria a seconda degli scopi che si propongono e delle materie che v i si insegnano. Può essere d i pochi giorni e giungere anche sino ad un anno o quasi, come i corsi che si svolgono presso le accademie militari o la scuola di guerra. Nel linguaggio militare per C. intendesi anche il complesso degli ufficiali che segue un determinato insegnamento ; e così è comune il sentir dire: primo corso; secondo corso; per ind ica.re gli allievi che seguono il primo corso ovvero il secondo. Ed a ltresì C. in organica. viene a significa.re tutti gli \1fficiali che sono usciti ass ieme da una scuola milita.re e .possono anche avere la medesima anzianità. assoluta. Es. il corso di Modena del 1905, significa.: il complesso di giovani usciti dalla scuola di Modena nel 1905. Presso l'Accad emia Mii.itare d'Artiglieria e Genio si svolgono : a) il Corso s11periore tecnico d'artigl-ieria che ha lo scopo di preparare ufficiali atti al disimpegno d elle funzioni d i d irigenza. tecn ica negli stabilimenti e nelle offici ne di artiglieria., di armi portatili, di esplosivi, ccc., alle funzioni d i sperimentatori nei poligoni di esperienze, d i calcolatori delle tavole d i tiro, di collaudatori dei materiali, di insegnanti d i c,liscipline d i carattere tecnico, E-sso è ripartito in d ue periodi: il primo, della durata di due anni, di insegnamento teorico; il secondo, della durata d i un anno, di p rova pratica pre.sso stabilime.nti ; /,) il Corso superiore balistico che ha lo scopo d i preparare ufficiali combatten ti dotati di speciale coltura balistica, da impiega.re nei comandi ed uffici direttivi d ell'arma d'artiglieria, nei reggimenti e nelle scuole come insegnanti. Il Corso ha normalmen te la durata d i un anno.

dato il nome a un combattimento navale, che si sv.olse nelle sue acque nel 1409, fra sette galee di L uigi II d'Angiò e 12 navi di Ladislao, re di N a.poli, comanda.te da Angelo ~Ma.rretti e Benedetto da Lipari. Una delle navi angioine fu affondata; le a ltre, ca.ttumte.

Còrso (Battaglione), Co.tituito in Sicilia nel 1848, prese parte alla lot l'a contro i Borboni e si battè stren uamente a Catania il 6 aprile 1849. Nella numerazione delle milizie rivoluzionarie era il 5° battaglione. Corso Francesco . Ge,1era.lc, n. a Lecce nel 1870. Solt. d i fant. nel 1889 partecil)(> alle campagne d'Africa. del 1895-96-97. Nel 1910 prese parte ai vari fa.tti d'armi che si svolsero nella Somalia. Italiana. Partecipò quù1di alla. campagna ita.lo-turca, del 1911-12-13 e, ']]OÌ ,dia, guerra 1915- 17, meritandosi tre med. d'argento e croce d i ca.v. del1'0. M . S., oltre una promozione a ten. col. pec merito d i guerra. Otte1111e d ue delle med. d'arg. nelle azioni offensive del luglio e dell'ottobre 1925 nella. zona d i Vermigliano e la terza quale cornand. d i regg., durante le operazioni di Pcc inka del novembre 1916; fu decorato della detta. Croce quale coma.ud. della brig. Sassa.ri durante la batt. di Vittorio Veneto. Nel 1924 fu nomi nato comand. della 12" brigata fanteria..

Cortana (o Corta/da, o Cortaldo). Nome dato da, Francesco di Giorgio Ma.rtini, ad una specie d i antica artiglieria, r inforzata. e con anima corta.. Al tempo di

Carlo il Temerai-io (1470) la C . era assai grossa e lanciava palle di pietra.. In I talia si usa.va ancora. a.Ila. fine· del secolo XV. I Turchi le usa.vano ancor; nel secolo XVI, Essa era classificata. fra i basilischi, ed era usata specialmente negli assedi per battere le mura; sta.va quindi fra il mortaio ed il cannone modemi.

.ivlater·ie di ùr-segnamento, a.lc,me com1mi a.i rlue corsi: balistica esterna. - costruzion i d i artiglieria - fisica complementare - esplosivi e gas di guerra - metallurgia - ,ostruzioni automobilistiche - organizzazione Cortanze (Reggimento). Costituito in P iemonte net d elle fabbricazioni - materiale di a rtiglieria - a rte 1 iO.l, con milizia della p rov, d i Asti, considerato q uale· militare e regolamenti vari - esercitazioni teoriche e reparto d'ord inanza. Nel 1708 prese il nome di Chapratiche d i t iro - conferenze sulla legislazione opera ia · mousset dal n uovo comandante e nel 1713 ve1rne licen- conferenze s ulla mobilitazione indus triale. Gli ufficiali dich iarati idonei ne i p redetti Corsi sono . zia to. D uran te il decennio di vita prese parte alla. gberra. per la Successione d i Spagna e s i distinse a.Ila d ifesa impiegati: in guerra, negli uffici che avranno compiti di d i T orino ( 1706). particola.re responsabilità. e delicatezza nell'organizza.re, b1dirizzare, agevola.re l'impiego delle artiglierie assegna.le Corte (ant . Cenestmn). Comune della. C9rsica. a l. alle grandi u nità; in pace, presso i comandi, le direcen tro dell'isola, sulla rotabile Bastia-Ajaccio. Dal XVI zioni, le scuole, con compiti di inclidzzarc l'istruzione ·secolo ebbe tm forte ca.stello, ritenu to quasi inespugnaprofessionale dell'arma. Q uesti ufficiali specia lizzati sono bile. Nel 1553 resistette a Francesco G iustiniano, che ferventi cultori ed autorevoli divulgator i della. scienza tentò cl'im')]adron;rsene !andandogli contro più d i SQO; balistica.. Spagnuoli, 1·inforzati da distaccamenti di naziona li e due compagnie d i Tedeschi, ma. d ovette ritirarsi . Più. Còrso (Ca.po). P romon torio a l Nord d ella Corsica.. H a

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Con

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tardi invece C. s'arrese a l ~en. Samµiero, corso al servizio della Franc ia.. es elio stesso tempo il maresciallo dc Thermes occupò la Corsica e con essa ebbe anche C. Xel 1796 C. fu occupato da truppe inglesi, che però abbandona.rono poco dopo l'isola. Corte (Forte la,). Fortificazione austriaca d i ,·ccchio tip0, che sbarrava l' accesso alla valle di Livinallongo. Semidistrutta dalla nostra artiglieria pesante ne i tnesi estivi del 1915, al margi11e di essa, disscmi11ato dal nemico di reticolati e di abbattute d'alberi, si combatlè rtspramcnte nell'ottobre dello stesso anno. L e truppe d ella 18" d ivisione, a costo di gravi perd ite, due volte, il 19 ed il 22 di quel mese, riuscirono a penctmre. nelle difese nemiche, ma ne vennero ricacciate eia Yiolenti contrattacch i avversari. La s ituazione in quel set.tore rimase quindi immutata fino alla conqu ista del Col di Lana (18 aprile 1916). Corte di giustizia intcmazio,wlc. Gi/t nelJa conferenza <lcll'Aja del 1899, e p iù ancora in quella del 1907, era stata proclamata la necessità di un Tribunale internaz ionale effettivamente permanen te, sempre accessibile, ,composto di w, n umero limitato di giudici, COtl codice obbligatorio fissato 'dal diritto internazionale, i11dipcndentemcntc dalle parti, capace di contribuire alla formazione di norme g iurid iche internazionali e d i creare una vera e propria giurispl'Udenza . .Ma non fu possibile raggiungere l'accordo pc] numero e la scelta dei giudici, così che la Conferenza si limitò alla compilazione d i un proget to cd a lla votazione d i una raccomandazione, compresa nell'atto finale, di cercare di raggiu ngere l'accordo al più presto, per adottare il progetto predetto. )fa l'ac-conlo non Iu raggiunto. E solo con la. costituzione della Società delle Nazioni parve si p resentasse l'opportunità di riprendere tale idea.; fu infatti stabilito con !'arti-colo 1-1 del Patto, cbe il Consiglio ,Lvrebbc formulato e sottoposto a i membri d ella Società un p rogetto di unn « Corte permanente di giustizia internazionale», hl quale sarebbe stata competente a conoscere e decidere ogni 1•ertenza d i carattere internazionale c he le parti le avrebbero sottoposto, salvo anche ad esprimere un parere su qualunque comrovcrsia o questione defcritale dal Consiglio o dall'Assemblea. La Corte adunque è stata prevista, ma non is tituita. dal P a tto; mentre eliettil•am ente venne poi costituita. dal Con~iglio e dal!' Assemblea, che ne eleggono i giudici. li suo statuto organico fu elahorato ne l 1920 d a una Commissione di G iuristi .nomina ta d al Consiglio, la quale ne vresentò il proge tto per l'apJ)ro,-a.zionc appulllo ali' Assemblea ed a l Consiglio; i giudici furono clelli nel settembre 1921 e la Corte ina ugurò i prnpri lavori nel gennaio d ell'anno successivo. L1. Corte è competente a decidere le questioni di fatto come quelle di diritto ed i! aperta a tu tti gli Stati del mondo, sotto alcune condizioni molto larghe. J I consenso delle parti t>erò è essenziale pcrchè una questione possa essere inviata al giudizio cli essa: uno Stato non -può citarne un'altro davanti alla Co rte se non quando

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Coa

sia espressamente preveduto, in un trattato o in una convenzione. in vi~ore, che ogn i questione che potrebbe nascere sai-à ad essa sottomessa (clausola compromissoria), on·ero quando le parti in contes:i si siano prccedememcntc irnpegn:i.tc a riconoscere come obbl igatoria la giur isdizione del l:1 Corte. Tale riconosci mento va fatto cou una dichiarazione d'accettazione della clausola facoltati,·a aggilmta al protocollo dello statuto della. Corte stessa. per la qua le dichiara1.ione i sottoscrittori s'impci,nano di riconoscere di fronte ad ogni altro Membro o Stato che abbia accettata la medesima obbligazione, come obbligatoria di pieno d iritto e senza convenzione speciale, la g iurisdizione appunto del la Corte, per qua.iunque controversia di ordine giuridico avente per oggetto l'interpretazione di w1 trattato, o qualunque punto di diritto internazionale, o la reitltà di u n fatto che, se accertato, costitu[rebbc la violazione di un impegno internazionale, ov,·ero la natura o l'estensione della ripa.razione dovuta per la rottura d i un impegno internaziona le. Q uesta c la.usola, che, attualmente è accettata. ei a circa una veJJtina. di Stati, evidentemente equivale, dal punto di vista g iuridico, ad un trattato di arbitrato obbligatorio fra tutti gli Stati stessi. L a Corte è costituita da undici giud ici titolari e quat:.ro supplenti, scelti con w, sistema di elezione plurima, tra candidati nominati dai gruppi nazionali della Corte permaneutc di Arbitraggio, e, se si tra iti di membri della Società non rappresentati in quella Corte, cl!a gruppi analoghi all'uopo designati. Si è cosi eliminato l'argomento principale delle divergenze che aveva impedito l'accordo nel 1907, e cioè quello della rappresentan.z a dei singoli Stati nel Tribunale. P er l'ai·t. 38 dello Statuto della Corte, essa applica: a) Ics convcntions ù1ternationalcs, soit généralcs, soit spécialcs. établissant dcs règles expressemcnt reconnues par les Etats en litige; /;) la coutwne internation alc comme prcuvc d'uuc pra tique généralc a cceptéc com me étan t le droit; e) !es principes généraux dc droit reconnus par le n a.tions civilisécs; d) sous rés<:rve de la clispos ilion de l'att . 59, !es décisions judiciaires et la. doc1rinc des puhblicistcs Jes plus qualifiés, .comme moycns auxiliaires de déterrnination dcs règlcs dc dro it. « La p résentc disposition - aggiunge lo stesso ai-ticolo 38 - ne parte pas :itteintc a la facultè pour la Com·, s i Ics panie.; sont d"accord, de statuer ex acq 110 et bono>,. L e norme procedura li sono state fissate in un appo5ho regolamento, il quale però non impedisce alla Corte cli adotta.l'e alt re regole eventualmente prop0s1c dalle parti. TI procedimento nol'ma le ha., come di consueto, un primo stadio di procedura scritta che si inizia col ricorso diretto alh. Corte, la quale, appena ricevutolo, fissa i termini entro cu i debbonsi present.ire i documemi - cioè memorie, contromemorie e repliche - e un secondo stadio di procedura orale, che comp rende l'escussione dei testimoni ed altri n1czzi giud icati utili da i rappresentanti delle parti. L:i. Corte può ordinare che si:i chiesto il parere di esperti, e ))UÒ rendere la sentenza. in contumacia dopo i debiti accertamenti, L a sentenza., naturalmente, è sempre definitiva se11Z<1. p0ssibilità. di appello, ma può essere presa ù1 considerazione una domanda di 1cvisionc, se fond::ita sopra un fatto veramente importante. Il procedimento


so,mmario ha gli stessi stadi del normale; solamente dovrà la Corte seguirlo ù1 ogni tempo, su richiesta delle J}arti, n on solo iiella sessione ordinaria, e deve decidere in base ad un uni~o documento presentato da ciascuna delle parti, le quali possono rinunziare ttl la procedurn orale o restr ingerla a·i mezzi di prova che indicheranno nel documento stesso. Un terzo _Stato può in tervenire in un giud iz io sia in qualità di paTte, sia in quanto esso voglia esercitare una ù1fluenza sulla interpretazione di una convenzione da d iscutersi -- se firmatario di essa - senza tuttavia ù1teressarsi all'esi to del conflitto. In seno alla Corte sono state costituite tre Camere speciali : una di procedura sommaria, una del lavoro, una del transito e comunicazioni.

Corte ùitemazionale delle prede. F u istituita dalla XII Convenzione dell'Aia del 1907, secondo la quale ogni belligerante conserva la facoltà d i far giudica,·c le prede fatte da lle sue navi innanzi a i propri tribunali spec ia li, tanto in U11 primo grado quanto in un secondo grado di giurisdizione, e secondo un ord inamento e una p r ocedura d i carattere i.nte.rno; ~na consente che contro le decisioni dei t.ribtmali nazi011ali delle prede sia interposto ricorso, a v-a.nti la Corte internazion a le nei seguenti casi: quando si tratti di proprietà neu trali ; quando s i tratti di merci nemiche caricate su navi neutrali, ovvero, d i navi nemiche p redate in a cque neutrali con successivo reclamo diplomatico da parte dello Stato neutra le interessato; quando si tratti di proprietà i:emiche predate con violazione di una disposizione convenzio-n à le in vigore fra gli Stati belligeranti, ovvero con violazione di una disposizione legalmente emanata dal medesimo S tato che esercitò la preda. Nei casi predetti il ricors o può essere presenta to soltanto: da uno Stato neutrale, per rivendicare proprietà. sue o dei suoi cittadmi, ovvero per ottenere la liberazione di una nave nemica catturata nelle p roprie acque territoriali; da un privato neutrale per rivendicare la sua proprie tà, sempre quando lo Stato al quale egli appartiene non glielo , proibisca , o non agisca esso stesso in nome e vece di lui ; da un privato nemico per le merci di sua proprietà caricate su navi neutrali, .ovvero per la. cattura di proprie navi o merci avvenuta con violazione di una disposizion e convenzionale in vigore fra gli Stati belligeranti o di un a disposizione ;;manata dallo stesso belligerante che esercitò la preda. Secondo la predetta XII Convenzione la Corte internazionale de lle prede si comporrebbe di giudici effettivi e di giu dici supplenti n ominati da lle P otenze cont raenti; però quelli nominati dalla Germania., Stati Un iti d'America, Austria, Ungheria, Fran cia, Inghilterrn, Italia, Giappone e Russia sarebbero sempre chiamati a prender parte alle sedute, mentre quel I i nomin ati d alle .altre potenze vi p renderebbero parte per turno. La Corte , ftmzionerebbe con 15 g iudici, e con un minimo di 9 . Essa però non è stata mai costituita perchè la Convenzione non è stata mai ratificata da lle Potenze presenti alla Conferenza delllAia del 1907. Corte Marziale (o Corte lVIilitare). Antica denominazione usata per indicare un tribunale straordinario ùi. guerra, per decid(xe su delitti di carattere militare od anche politico. La caratteristica principaJe della C. M . -era quella della procedura celeriss ima e sommaria.. Con tale nome furono chiamati i prim i tribunali mii. istii uiti dalla Costituente durante la rivoluzione francese

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COR

(29 ottobre 1790). D opo di quell'epoca furono riuniti rai-amente sia in Francia che nelle a ltre 11.a zioni, giacchè non offrivano sufficiente garanzia di giustiz ia. Difatti l'accusato veniva. condotto d inanzi alla. C. lYI. per sentirsi leggere l'atto d'accusa, senza potersi valere di avvocaito d ifensore ; e, sentiti i testimoni presenti, d'accusa e di difesa, veniva, sedu ta stante, giudicato inappellabilmente.

Corte Gaetano. Generale, n. a Caglia,·i nel 1809. Sottotenerite di fanteria nel 1833, prese parte alle campagne del 1848-49, meritandosi ::i.lla Sforzesca una medaglia cl'ai·gento, e a.ila spedizione di Crimea ( 1855-56). D urante la campagna del 1859 si guadagnò una seconda med. d'argento e fu decorato della croce di cav. cléll'O. M . S. Promosso colonnello (1860) comandò il 22° reggimento fanteria; nel grado cli magg. generale (1862) resse il comando delle brigate R avenna e P isa e fu quindi Ispettore <lei depositi di fanteria. Corte Celestino. Generale, n. a Genova, m. a Cannero (1823-1885). Sottot. d'art. nel 1842, panc-cipò a lle campagne del 1848-1849 mer itandosi una medaglia d'argento ed una <li bronzo e alla campagna del 1859. Colonnello nel 1862, comandò successivan1en te il l0° e il 9° reggimento a rtiglieria e fu comandante d'artiglieria del I II C. d' A. ( 1866); promosso maggiore genera.le ( 1870) ebbe il coman do dell'a rtiglieria presso il Corpo d'Esercito d'osservazione nell'Italia centra.le, e partecipò alla presa. di Roma mcritai1dosi la croce di cav. dell' O. ::vr. S. F u in segu ito coma111cìante d'artiglieria a Firenze ( 1870) e a Roma (1871) e raggiunto il grado di ten. generale ( 1878) resse il comando delle clivis. d i Perugia e cli Ancona (1878-1883). Corte Clemente. Generale, n , e m. a Vigone (18261895). Sottot. d'art. nel 1848, combattè nel 1848 e 1849 guadagnandosi una med. di bronzo a P esch iera e una di argento a Novara ; fu da maggiore con Garib::i.lcli nei Cacciatori delle Alpi ( 1859) meritandosi la Croce di Cav. dell'O. M. S. Prest> quindi parte a lla spedizione in Sic_ilia e nel1'1 ta.lia merid ionale rima_ nendo ferito a l\1I ilazzo e raggiunto il grado di colonuello comandò la 2• brigata n ella div. Medici. Dimessosi nel 1861, partecipò da volontario alh campagna del 1866 prima da colonnelto comandante il 1° regg_ volon tari p oi d a magg. generale al comando d i una brigata di volontari ; lasciato cli nu0vo il servizio alla fine d ella. campagna, raggiunse ne) 1893 il grado di ten. generale nc.JJa riserva. I"u deputato di Vigone e cli Rovigo per le legis latw·e d::i.lla IX a lla XIII e seno.tore n el 1880. Fu collaboratore de) << Corriere della Sera» e autore dell'opera.: « Le cqnquiste e la dom inazione degli Inglesi nelle Indie». 68


Corte Enrico. Generale, n. a Genova nel 1870. Sottotenente d'art. nel 1890, partes.ipò a lla guerra 19J 5-18 meritandosi turn. med. d'argento nelle operazioni dal novembre 1916 al marzo 1918 sul Carso e sul Piave. Collocato in P . A. (1920) raggiunse nel 1926 il grado di gene.raie di brigata.

Cortei la (L,iig,). Generale, n. a Castelletto d'Orba, m. a Mila.no ( 1843-1915). Sottot. d i fan t. nel J866, prese p'arte alla campa.g:na dello s tesso anno e fu insegnante presso il Collegio M ii. di Roma ( 1886). Promosso colonnello ( 1898) comandò il 29" e il 68° regg. fanteria e collocato in P. A. ( [901) raggiunse nel 1910 il grado d i magg. generale nella riserva. Cortellazzo. Frazione del com une cl i Cavazuccherina, presso la foce del fiume P iave. Scontro navale di Cortellazeo. Il 16 novembre 1917 le corazzate aust1·0-ungariche Budapest e Wie:n, con 11 torpediniere d i scorta, lasc iarono all'alba il loro ancoraggio di Trieste ( dove erano state già da tempo distaccate,- per evitare nostri colpi di ma.no nel Golfo, e p-roteggere aJl'occorrenza l'esercito operante contro la nostra estrema ala destra) e s i sposta.rono, appoggiate da velivoli, verso C. ove, a pp()l1a giu.n.te, a lla clistanz,a di 10 km. apTiron<> il fuoco coi pezzi· da 24 cm. e poi anche con quelli da 15 ceni., a minore distanza, con lo scopo di controbattere . le nostre batterie litoranee, in modo pa,·ticola.re quella d i C. e di costringere la nostra. l,inea ' a ripiegare. Mentte dalle batterie costiere, malgrado I' intenso fuoco da ma.re e da l cielo, si rispondeva con pari a.rdo1·e sostenendo an imosamente l'a.Ltacco, da Venezia ven ivano inviate due squadriglie d i cacciatorpediniere e

occupata dagU -~-~~f~!..~5(> & ... f.t,s

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La frécci a i ncllca l a r orla dei rlu c Mas

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tre ;\fas (13, 15 e 9) , all'apparir dei quali il gruppo nemico sospese il fuoco ahlontanandosi. 1via poco J.opo, ritira.tesi le nostre cacciatorpediniere, le due corazz.ate si ripresentarono con le risJ)cttive scorte a circa nove mila metri d a C. riaprendo il bombarclamcnto, cui fu risposto con r inn.o vato vigore dalle b,ittcrie costie~c della l\_iarina. , Fra.ttru1clo uno dei tre ~1as, che si emno tLVvicinati, aveva riportata una avaria. ad un congcgnoi ma gli a ltri due (13 e 15) comanda.ti rispettivamen te da

Costa11zo Ciano, capo flottiglia, e da Berardinelli, visto che le due corazza.te avevano r iaperto il fuoco, a mezza velocità, maschernti da.I fu.mo delle artigli~rie 'nem iche, col sole a lle spalle, s i portarono a circa 1600 metri dalle medesime, accolti, appena. a.vv,istati, da una sa.Iva d i cannoni d i grosso calibro fo1i un1ttamentc c~rta. I due

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Con-

Nfas allora, con magnifico aJ·dimento, attaccarono le due· grandi unità a.Ila massima velocità, La.nciando i siluri a. circa 900 metri, in mezzo a.cl una tempesta di colpi dL ogni calibro, e riuscendo, benchè inseguiti e ca.n:noneggia.ti d alle torpediniere avversa.rie, a gettarsi sotto costa ed a rientra.re incolumi a 'Venezia. Le due corazza.te, che avevano potuto evitare il s iluramento, ,<lopo tanto pericolo, non sentendosi sufficientemente protette dalle. rispettive siluranti cbe invano a.vevru10 tenta.lo di investire e di tagliare la ritira ta alle d ue m inuscole navi celle, abband011a,·ono il combattimento facend; rotta a tutta forza ve ,·so la loro ba.se. Squadsiglie aeree italiane ed austriache pa,·teciparono attivamente a.Ile d ive,r se fasi. delle operazioni. La Wien e bbe sette co lp i di caru10,1c a bordo e parecchie falle wodotte da, scheggie; la, Budapest un colpo sotto la linea. cli galleggiamen to, una tempesta. di scheggie sul ponte e parecchie bombe rasente il bordo, secondo i _.rapporti dei rispettivi e<;ma.udauti. Nessuna pe!'dita nel persomsle e lievi da.nni al materiale nelle batterie · d i Cortell.azw; nessun ferito fra gl i equipaggi dei due )fas, qu,slche colpo cli p iccolo ca.libro senza conseguenze sul Mas 15. Co·rtel/a.zzo. Caccia.torpediniere, varato nel cantiere di' Danubius (I'orto Re) nel 1917, lungo m. 85,28, largo. m. 7,80, con dislocamento cli w11.n. 840, macchine di HP. 22247, a.rmamen t() di 2 crumon i da 100, 6 da 66, 2 mi-• tra.gliatr ici, 6 laJ1ciasiluri.

Cortemilia. Comune in prov. d i Cuneo, bagnato. dal torrente Uz7.one e traversato dalla Borm id a. Sulle vicine alture rimangono i ruderi di un forte castello, costru ito per difendere l'antica Pollenzo da.Ile, invasioni barbariche. Nel 1438 l'occupò, gra,vemente da,meggiandolo, F rancesco. Sforza.. ·Nel 1630 fortemente lo cl ikscro, gli SpagnuoJi contro i. Fra.noesi i quali riuscirono n. jmpa<lronir:scne soHanto dopo averne quasi distrntte l~ difese colle art iglierie. Cortenuova. Comune in prov. d i Bergruno. I! 27 novem b1·e 1237 vi si combattè- una battaglia che appartiene all,L lotta trai Feclorico lI e la seconda Lega, L ombarda. I :Milanesi vennero sorpresi dalle truppe dell'impera tore presso C ., mentre ma rciavano credendolo lontano. Riordinatis i a lquaJ1to, tennero testa a ll'impeto avvers,u·io fino a notte, specia lmente con le truppe scelte intorno a l Cw-rotcio, e ppterono ritira rsi col favore dehle tenebre, abbandonando però il Ca.rroccio medesimo e il paese di C. )1a il giorno seguente la ca.V',d leria. imperiale volò a ll'inseguimeJ1 to, e mo](i M ila,1esi uccise, 1Dolti fece p rigionieri. Pa,·e che iJ1 tutto le perd ite ammon(assero a 10.000 u., quasi la metà. dcll'csc1·c ito mila11cse. Cortese. V . Borgognone G-iaconio. Cortese Fra.ncesco. Generale medico, n. a T reviso,. morto a Roma ( 1802- 1883) . La.ureatosi in 111ecÙci.rm e chirurgi<t a Padova, entrò nel 1823 nel corpo sanita.-io dell'esercito austriaco e nel 1838 fu nominai() professore d'ru1atomia umruia nell'Università di Padova. Partecipò alle campagne del 1848-1849 prima a l servizio del governo provv isorio della Lombardia, poi 11ell'EsercitoSardo, e, dopo a.ver preso parte alla campagna del 1859, si distinse quale J11ed ico capo del C. d'A. dell'EmiJi,a e qua.le ispettore s.u,itario durante la can1pag:na. d 'Ancona. e Bassa I talia. del 1860-1861, meri,ta,1dosi le croci di.. ca.v. e di uff. dell'O. M. S. P artecipò a.ltresì alla cam--

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pagna del 1866 con l'incarico di medico in capo dell'Esercito mobilitato meritandosi una med. di bronzo. Raggiunse m·l 1873 il grado di ma.gg. genera le medico e nello stesso anno ebbe la nomina a Presidente del Consiglio Superiore di Sanità, carica che mantenne si no al suo collocamento a riposo (1880).

Cortese Giovamii. Generale, n. a Padovic, m. a Bologna ( 1842- 1908). Sottot. dei bcrsaglieri nel 1861, partecipò atla. campaigna del 1366 e a quella <l'Afric~ '<:lel 1889-1890-189 l , distinguendosi ad Agordat cor·tesc Giovanni sì da met ilare la croce d i uJì. dell'O. 1-1. S. Promosso colonnello nel 1895, venne collocato in T". A. nel 1900 e raggiunse nel 1906 il grado di nia.gg. generale nella riserva. Cortese lvlaria Vittorio. Generale n . a Savona, 111. a. Massarosa (1844-1920). Sotto!. d'ar t. nel 1862, col gra<lo di colonnello ( 1888) comandò il 45° rcgg. fante,·ia, e ricO'J)rÌ successivamente le cariche di commissario mil ita.re per le ferrovie, capo di S. )1. del VI C. d' A. ( 1891) e addetto al comando del Co1,po di S. ~VI. Promosso maggior generale ( 1896) comandò la br igata Cagliari, e dopo aver prestato nuovamente servizio p resso il Comando di Corpo di S. M., Iu nominato (1900) giudice a.I Tribunale Supremo di Guerra e Marina.. R aggiunto nel 1901 il grado di tenente genera.le resse il comando délla divis. mii. di Bre&cia. (1903) e fu P residente del Tribuna.le Supremo di Guerra e ì\far ina (1904- 1909).

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l'aeronautica, fu nominato di.rettore generale presso il ministero della. guerra, raggiungendovi iJ grado di generale d i divisione.

Cortese Edgardo. Medaglia d'oro, n. ,~ Napoli nel 1897, caduto suJ monte ,\solone nel 1918. Soldato al-

l'inizio della guerra italoaustriaca nel 18° regg. art. da campagna, dopo aver frequentato un corso di a Ilievi ufficia.li venne nominato sottol. di complemento nel 33° regg. artiglieria da campagna. Combattendo da valoroso nella regione del Grappa, meritò un encom io solenne, e nella prima giornata della battaglia. del Pia.ve, visto che una sezione mitra.glia.trici de I 140° rcgg. fan ter ia era. r imasta. senza. ufficia.le, si lanciò a p rendere il q)lnando, pagando coo la vita. il suo impulso generoso. La medaglia d 'oro fu con__cessa con qu esta. motivazione: « A.nima indomi ta d i fiern patriotta, sollec itò sempre il posto p iù pericoloso e l'assolvimento dei compiti di guerra. più difficili. Di pattuglia quale ufficiale esp loratore di artiglieria, fu nelle prime linee p;ezioso ausilio d i attivitit e di esempio. Ferito, portò a compimento il suo man.dato, riferendo importanti notizie e appena medicato volle tornare ove violenta. e.ra la lotta. Vista un.a. sezione m itr'c1glia trici priva di ufficia le, corse ad assumerne il comando mettendola. tosto in azione fra la. amm irazi-0ne dei serventi e por tando efficace con tributo di fuoco al combattimento fo1chè, pii1 volte colpito, lasciò la sua eroica esistenza sull'arma, col nome d'Italia sulle labbra. >l (Monte Asolonc, 15 giugno 1918).

Cortez (Fernando). Ca.pita.no spagnuolo (1485-1$47). Da.I 1S19 al 1521 conquistò il Messico alla Spagna. e ne ottenne il governo col titolo di capitano generale; nel 1536 scoperse la. California. Per le sue crudeltà subì molte inchieste; nel 1540 ritornò i n Spagna e nel 1541 seguì Ca.rio V nella. spedizione di Algeri, ove mostrò grande valore.

Cortese Gu.ido. Genera.le, n. e m. a Roma ( 1860-1925). Sotto!. di faJ1teri,t nel ISSO, insegnò geogra.fia m il. prima alla scuola sottufficiali di Ca.seria e poi alla !:icuola di )fodcna.; da ten . colom1ello comandò in 2" il Collegio m ii. d i Napoli e promosso colonnello ( 19 J 3) comandò il ì1° regg. fanteria e il Collegio m ii. di R oma. Collocato in P. A. nel 19li, fu contemporaneamente rich iamato in serv izio presso il Collegio m ii. d i R oma. R aggiunse nel 1918 il grado di magg. generale e fu membro del Tribunale Supremo di Guerra e Marina. Ne lla. riserva r aggi unse il grado d i generale d i divis ione. Fu ru1che scrittore m ii. e pubblicò, fra l'altro : cc Memorie storiche del 40° regg. fanteria.)); « Appunti di geologia e geografia)).

Corticelle Pieve. Comune i,1 prov. d i Bergan10. D i origine a11tichissima., fu luogo for tificato dai Bresciani. Presso C. avvenne la. battaglia fra.; i Guelfi. e i fuorusciti bresciani, contro i Ghibellin i, comanda ti da Ezzelino da Romano e da. Oberto P alla.vic ino cremone.si. I Guelfi furono sconfitti.

Cortese Giu.sej,pe. Generale, n. a Torino nel 1861. Sottot. d'ar t. nel 1883. Entrò da maggiore (1911) nel ruo,lo tecnico dell'arma e fu addetto all'officina di costruzione d'artiglieria in Torino. Rese durante h grande gue.rra insigni servizi a ll'esercito, meri tandosi nel 19i~ la promozione a magg. generale pel' merito eccezionale. Nel 1918 ebbe la nomina a direttore dello spolettific io di Torre Annunziata e dopo essere stato addetto a l Sottosegretariato di Stato per le armi e munizioni ·e per

Corticelli (Carlo). Generale, n. a. Bergamo m . a Firenze ( 1847-1925). Sottot. dei bersaglieri nel 1865, prese parte alle campagne del 1866 e del L870 e fu nominato nel 1888 inseb,1u1.nte p resso la Scuoli1. di Guerra. Comandò da. colonnello il 40° regg, fanteria e l'll" bersagli.cri e dopo a ver pa.rtec;ipato quale comandante di reggimento a.Ila. campagna d 'Africa del 1895-96, fu coma.nda.nte in 2" della Scuola di Gue1-ra. e comandante deF 43° fanteria . P romosso ma.gg. generaJe (1900), comandò

Cortei Fernando


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Cortina cli rumo ratta da una squadriglia dl cacclat0rperllnlcre

€ortina di run'10 ratta da un cacciatorpediniere

la brigata Pavia e nel grado di ten. generale (1906) resse il comando della divis. militare d i PaJcrmo e la carica di Presidente del T ribunale S upremo di Guerra e Marina. Collocato in P. A. nel 1.912, fu richiamato in servizio per breve periodo ( mag,gio-novembre 1917) d urante la grande guerra e nel 1923 assw1se il grado di generale di C. d'A. 11ella riserva. S~risse, tra l'altro: « Manuale ; ·~ ' di organica militare>>; ~< L a que.' . ' ' ' ~ stione del sistema d'ordinamento militare dell'esercito italiano ll ; ~ . i « L'esercito italiano, vicende del o • suo :;viluppo organico "; ed inoltre: (( L'inchiesta s ulla battaglia d i Adua>l.

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Cort ìna. Chiamasi cosl quel tratto di fronte forti• ,ficato che rimane compreso tl'a due ba.stionl con.,ecutivi. Vi erano cortine di d iversa specie : la C. composta di due lati, che formavano un angolo rientrante, la quale, si chiamava cortina a forbfrc 01l a te'llagl ia ; la C . con fianchi, che diccvasi comunemente cortina ,·inforeata a

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e baluardi (l>)

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wotivo della maggior forza che acquistava dall'aggiunta dei fianchi ; la cortina a denti ; la cortùia a risalti; la cortina concava, il cui tracciato era una cw·va avente la convessità verso la fortezza; la cortina convcss(t,, quando la convessità era rivolta verso l'esterno; la cortùia a sa,liente, quando era formata da d ue lati costituenti \lll angolo saliente. Vi era anche la cortina occ«lta, chia.mata anche cortina morta o, meglio, cortina di costri,zio12e, che si segnava per stabilire il u·acciato dell'ope• r a ; ma sulla medesima non si collocava la cortina rea.le, la qu.rulc veniva innl.za.L1, ' all'in:dcntro o all'infuori della occulta. Le parti tj;treme della cortina alle volte rientravano indietro e allora si chiamavano rivolti della co1·tina.

Cortina di fmno. E ' un portato della guerra moderna. Consiste nel creare, mediante apparecchi specia li, vapori densi e persistenti, che distende,ndosi s ulla su perficie del mare fino ad wia cinquantina di me tri di altezza, permettono d i mascherare le navi. Le cortine d i fumo, sì ottengono mediante a pparecchi che chiama.i,si nebbiogeni. Ve ne sono d i vari tipi, a base d i creazione di anidride solforica solforosa, OJ>pure di tetraoloruro d i silicio, oppure di fosforo. L e cortine di fumo possono anche essere create lasciando cadere in mare rcoipienti gaJ!eggia.nti accesi contenenti sostanze fumogene. In generale, sono dotati di nebbiogeni i cacciatorped iniere ed il naviglio leggero. Gli apparecchi vengono sistemati a poppa e messi in fwnionc dalle squad riglie elci cacciatorpediniere, negli .attacchi col siluro. La manovra C011;SÌSte nel lanciare all'attacco u na squadriglia, la qual;, portatasi a 4 o S000 metri di d istanza,

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accosta rapidamente e crea una cor tina di fumo dietro la qua le si avanzeranno tutte le altre squadriglie. Ques.ta manovra può essere fatta anche interponendosi fra l'armata navale e l'avversaria, per coprire i movimenti delle proprie navi e permettere loro di eseguire accostate rimanendo indisturbate dal t iro delle artiglierie. Le cortine di fumo possono essere fatte anche lascb ndo sfuggire dai fumaiuòli i vapori de:Ja nafta parzi1ìmente incombusta nelle caldaie. Sono assai facili gli accorgimenti che bisogna adoperare in tal caso, per fare in modo che la nafta non bruci completamente nei forni e sfugga. invece dalle ciminiere sotto forma di dense nuvole oscure. Uno dei primi a ideare questo mezzo di mascheramento fu il greco Apostolos (V.) Cortine di fumo furono adoperate con esito rimarchevole dai Tedeschi e dagli Inglesi nelle battag~ie del Doggerbank e dello Jutland, nonchè in tutti gli attacchi fatti dagli Inglesi con le cannoniere ed i monitori contro le coste delle Fiandre occtLpate dai Tedeschi.

Cortona. Comune in prov. di Arezzo. Fu una delle p iù potenti città dell'antica Etruria, e delle dodici costituenti la Confederazione etrusca. I Pe!asgi fortificarono C. e gli Et.ruschi la circondarono di mura. saldissime con acropoli, costituita da massi giganteschi adattati a.Ila sinuosità dell'altipiano su cui era fabbrica.la . Alte torri ed aperture nei parapetti servivano a prevenire da lontano le mosse nemiche. In seguito, a1ll'epoca dei Medici, le fortificazioni. furono rimo_d crna te con opere, per quei tempi, perfette. Ne fu incaricato l'architetto mii. Francesco Lapa.relli, cortonese, ché ,p er consiglio del Buonarroti costruì un bel quadrilatero bastionato. Circa le lotte fra C. e Roma. non esistono dati certi. Però già dal 774 a.. C. gli Etruschi erano in guerra. con Roma, che li vinse (594 a. C.) ma non domò. Nel 333

a. C. C. concluse coi vincitori una. pace di 30 anni, ma poi, viiJta da T iberio Cornucano, fu soggiogata (280 a. C.). All'epoca della seconda guerra Punica, Annibale de,astò il ~uo territorio ma non si sentl di assaltarla. Ai tempi di S illa C. era gii colonia. milita.re fra. le più popolate dell'Etru1fa, e fornì truppe a Roma. Nel 4S0 d. C. cadde in potere dei Goti, · e fo rasa al suolo. Risorse · ai tcmp,i di Carlo 11agno, ma solo nel 1200 r iappare come città retta d<1 un Podestà e da un capitano del Popolo,

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organizzata militarmente. N cl 1232 prende parte alla lotta tra Firenze ccl Arezzo: i Cortonesi entrano vittoriosi in quest'ultima città asportandone le catene quale trofeo. Le lotte tra Guelfi e Ghibellini provocano il saccheggio della oittit. Nel 1371 scoppiò una. rivolta contro Francesco Cas.a.li, signore di C., il quale riuscì a conservare il potere ~ si rese indipendente dalla repubblica di F irenze. N'el 1409 i.I re di Napoli Ladislao guerreggiando coi Fiorontù1i occupò C., che riuscì a restare indipendente fino al 1411, quando fu ceduta a Firenze. I l suo territorio fu più volte invaso dalle soldatesche dì ventura del Piccinino, del Vitelli, e di Filiberto d'Orange che nel 1529 l'assediò; ed il 14 settembre, dopo in.timata la resa, le fece dare l'assalto dal marchese clel Vasto. Dopo breve resistenza C. si arrese. Da allora seguì le so,rti di Firenze.

Cortona (Pietro Berettini da). · Pittore ba.ttaglista, n . a Co1iona, m. a Roma (1596-1669). Fu uno degli ultimi classici. La sua opera principale è Ja (( Battaglia di Arbela )). Impeccabile pel decoro del disegno e per l'esattezza nei particolari, fu pure valente architetto.

Coruna (ant. Brigantimn). Città della Spagna, sul!'Atlantico, fra i capi Finisterrc e Ortcgal, fortificata. fin dal medio evo, Nell'aprile 1S89 una flotta inglese a.I comando di Drake tentò di prenderla, ma fu respinta. I . Cornbattim.ei.to della Corw1a (16 gennaio 1809). L'esercito ù1,glcse, agli ordini del generale :Moore, per sfuggire alla minaccia di accerchia.mento ·che Napoleone voleva. tendergli, si ritirò dalla Catalogna. verso la Galizia. Questo movimento, csegui)o precipitosamente con totale disordine delle tmppe e con danni gravi ai paesi attraversati, riuscì a sventare il disegno napoleonico ed in esso gli Inglesi trovarono la loro salvezza. Napoleone, appena ebbe notizia di tale ritirata, visto che gli era oramai impossibile tagliare loro le comunicazioni, ordinò al Soult di insegui.rii vigorosamen té per indurre il Moore ad accettare battaglia od obbliga.rio a.d ìmbarcare le truppe. L'inseguimento non esercitò quella pressione che :N" a poleone si era ripromessa; però dopo due giorni, e cioè il 10 gennaio, il Soult aveva raggiunto Bcta.nzos costringendo il Moore a prendere posizione intorno a Corufia. Intanto il maresciallo Ney proteggev,i. le linee di comunicazione del Soult ed impediva al corpo spagnuo.Jo del marchese della Romana di congiungersi col Moore. Approfittando delle navi di trasporto giunte nella baia di Coruii.a il Moore imbarcò i militari feriti e tutti gli altri meno atti alle fatiche di guerra, oltre a 52 cannoni. Il Soult, raccolte le truppe, schierate le artiglierie, il mattino del 15 gennaio era pronto a dar battaglia. disponendo di circa 20.000 u . ( divis. di fanteria Merle, Mermet, Laborde e di cavalleria La Houssa.ye, Lorges, Franceschi). Il nemico aveva nel frattempo abbandonato le prime posizioni occupate, devastando il paese limitrofo, ed era andato a. concentrarsi su . una fortissima pvsizione a mezza lega da.Ile mura di Corufia, appoggiandosi al mare cd al forte S. Filippo presidiato da truppe spagnuole. In tutto il Moore disponeva di 11,.500 u. con 12 cannoni (divis. Ba.ird, Hope, Paget, Frazer). Egli si r iprometteva di poter imbarcare il suo esercito, e la situazione da lui raggiunta era tale da consentirne il raggiungimento e da non permettere al Soult saverc!,i·e .illusioni sull'esito di una battaglia.. ·Il Soult si accinse ad attaccare, dirigendo il massimo sforw verso la


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l========~ •f.S.An tonio

Ini,lesl: A, Bair,1; B, 11opP; e , Pag·et; E, Frazcr. Franl'eSi : a , nrl ig-lict'ie; b . Fnuic-c.,ch i; c. La!101·crc, d, ,tcrle; e, :.\tel'met; r, La Hou:5s:.1.v·c: g·, Lol'g-es

destra avvenpria; il Moore, avvçrtìto del movimento, provvide perchè da quella parte po tesse essere esercitata la massima resjstenza, inviando rinfo.rzi a.1 genera.le Hopc e Iecandovisi lui stesso per rincuorare i soldati e stimolarli alla p iù strenua difesa, nel mentre disponeva che le truppe non impegnate e più prossime al mare prendessero imbarco. Nell'accanita mischia , che ebbe luogo verso Elvina, p resa e r ipresa più volte, Baird rimase ferito gravemente, lord Pagct fu ferito a U11 braccio cd il generale Moore trovò la morte. G li aHacchi francesi sono respinti e i loro sforzi contenuti fino a sera. E, in conseguenza d i ciò, nella notte g li Inglesi r iuscirono a com1,iere l'imbarco delle ~oro truppe e ad all01;tanarsi. Le loro perdite eran? ammon tale a un migliaio di uomini; quelle dei Francesi a circa 2000. Il gen. SouJt, all' indomani, intimò la resa a l genera le spagnuolo Alzedo, g~vernatore della Corufia, cd entrò a. condizioni pacifiche nella piazza, dove trovò 16.000 fucili, 200 cannoni, 1500 quintali d i P"lvere, e 7 navi inglesi abbandonate dai fuggenti.

francesismo scomparve dai nostri regolamenti pochi anni prima della guerra mondiale, ed oggi è stato sostituito, anche nell'uso comune, dalla voce "uomini d i fatica»: quanto all'azione che la voce rappresenta., può essere sostituita con la parola « Comamda.ta >> . X ell'ordinamento feudale, la C. era un servizio che i vassalli -elci feudata.ri dovevano dare in certe ()Ccasion i e per date opere di fatica.

IL Assedio della Corufia (1823). Ap[)articne alla. r,uer. ra contro i Costituz ionali e fu aperto il 6 agosto dalk truppe frani:e.s i d'el gen. Bourcke, con numerose batterie che : persero u n vivo fuoco. Comandava i- Costituzionali il gen.. Novella, il quale resistette per cinque giorni e 1'11 a lzò bandiera bianca, Corvée. Gruppo di uomini o drappello destiJ1ato a specia li lavori di fati;;a., riferentesi più specialmente a l servizio interno dei Corpi: pulizia , rancio, mag;v..znu, trasporti, ccc., o a serviz io esterno senz'arm i. Questo

cor véc s11ll':\dnmcno ( 1911\)

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Corvetta. Tipo di naviglio leggero e veloce, guarnito con tre alberi, compreso il bompresso, ed armato con un numero variabile da 20 a 30 cannoni. Ave,•a un d islocamento dalle 100 alle 300 tonnellate. Le C. più grosse erano guarnite con cannoni di batterie cd in coperta, le minori avevano soltanto cannoni in coperta e qualcl1e volta sotto il castello cd il cassero. Erano adopera te con le squadre p rincipalmente p er servizi di ero-

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Xlll, XIV, XV, XVII, ebbe, nel 1894, la nomina ;, Senatore del R~b'TlO. Come i;crittore mii., si hanno di lui: « T rattato clelll'l:ntare di fortificazioni di campagna ll; )fanua.le pei lavori di guerra"; « llfo ,rn«le per le operazioni seconda rie della guerra »; « J>el fulmicotone e della dinamite,,; e< Il nuo,·o fucile dgato >>; « La campagna nell'Umbria e nelle Marche».

Corvino (Mattia). R e d' Ungheri.i. (1443- 1-190). E letto re nel 1-158 combattè felicemen te contro il re di Boemia, l'Imperatore e i Turchi. imparironendosi di \ ·ienna nel 14S5. Organizzò l'esercito ungherese e fu anche ottimo legislatore . Corvo. :;,.1acchina bellica adoperata dagli a.ntichi, composta di una trnYe mobile appesa ad un castello di legno, colla qua le si cercava di afferrare e trarre a sè le mar.chine o Je navi nem iche. Tale nome venne forse dato dal graffio od wicino di ferro foggiato a becco di

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c iera e di esploraz ione, in aiut o alle frega te, e p er servizi accessori i. Costituivano un nucleo importante !lcllc m arine di secondaria importanza, e furono impiegate spesso ne, combn.ttimenti contro i pirati, potendo agevolmente competere con i brigantini ba rbareschi. Le grandi marine oceaniche impiegavano le C. nei lontani mari per azioni ravvicù1:tte di conquista e diiesa di isole e colonie. Il term ine è caduto completamen te ,n disuso, essendo st1;to «dopcrato per breve tempo nf l termine C. corazwta, dato 1 qualche nave nella seconda metà del see. XIX.

Capitano di Corvetta . V. Capitano. Corvctto Giovau11i. Generale, n. a G enova, m. a Torino (1830-1898). Combattè da soldato volontario nel 184S e da sottot. di fanteria nel 18~9, meritandosi una mcd. di bronzo; partecipò pure alla campagna del 1859. Entrato a far parte del Corpo di S. :\I. ( 1860) disimpegnò incarichi presso la Scuola cl, :i\fodcna, il 1-I inistero della Guerra, il Comando del Corpo e • i Comandi Territoriali; promosso colonnello ( 1876) l'u nominato Aiu tante di Campo Onorario di S. :M. il Re e ricopri successivamente. le cariche di Capo cli S. JVI. del V Corpo d'A. ( I 877), di comandante il 7° rcgg. bcrs:iglieri (187S), di segretario ,del Comitato d i S. M. ( 1879) e comandante in 2' della Scuola M ,I. Nel grado di magg. genera.le ( 18821 fu camandantc tiella Scuola Mii. e della br. Venezia ( 1888) e segretario generale al :1Iinistcro della Guerra. Raggiunto il grado di ten. generale (1887) ricoprì la carica di sottosegretario d i Stato a lla Guerra ( 1888-1891) e coma11dò poi !:i. d ivisione di è-lapoli e i C. d ' A. XI (1893) e II (1894). Deputato al Parlamento :\"azionale nelle lcgislarnrc ~II.

li COl'VO cli Du ilio

corvo, di cui era armata l'estremità della traYc. Se l'uncino a,·eva altra forma, generalmente tutta la macchina prcndern nome dalla forma dcil'uncino stesso. Alcuni attri bui,cono l'invenzione di questa macchina,

Corrn a branc11e


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Il corvo d i Arcl1tmede nell'assecllo di Siracusa

Cor vo dopp io per rompere l'ariete

Cor vo demolitore

ad Archimede, ma si trova che l'architetto Caristione ne fece uso all'assedio di Samo, anteriore di 228 anni a quello di Siracusa. Quinto Curzio poi asse1·isce che i Tirii l'avrebbero usata assai prima di Caristione. Il C. di Archimede girava i.n tutti i sensi, ed abbrancava e sol-

levava ciò che afferrava. Il C . romano detto di D uilio, invece non poteva che abbran care e t irare seco: era un ponticello mobile, girante intorno ad un albero, piantato a prua via, sorretto da un cavo passante per una puleggia posta in cima a detto albero. Il ponte aveva ai


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lati una ringhiera, ed all'estremità, un grosso ferro a forma di rostro, il quale, calando il ponte sulla nave nemica, ~i infliggeva sulla coperta di quella e per esso ponte i guerrieri romani passava.no sul naviglio nemico convertendo la battaglia da navale in terrestre. Dopo i Roma.ni, il corvo venne adottato anche dai Greci e da molte delle marine dell'Evo Antico.

presso il m. _Argentaro, Le sue mura ciclopiche avevano un perimetro di quasi quattro km. ed era.no rafforza.te da quindici grosse torri quadrate. Nella vetta della collina sporgente sul mare sorgeva l'Acropoli.

Corvo a branche. Così chiamato uno strumento antico che serviva ad aggra.ppare ed abbattere i combattenti a vversari negli assalti e nelle scalate.

IloYJne clclla porta o rien tale di cosa

Il Porto Cosano fu floridissimo sotto gli Etruschi, ed è ricordato d_a T •ito Livio; oggi non rimangono che i - ruderi d'una banchina d'ormeggio. Fu chiamato più tardi porto di Finiglia ( 1358). E' noto nella storia di Roma per il disastro toçcato alle navi romane, nel 308 a . C., di cui alcune cariche d i vettovaglie rimasero prigioniere della _flotta di Cartagine. Nel 193 a . C. tma grave tempesta mise, presso questo porto, a. serio pericolo SO quiquercmi agli ordini di Claudio Nerone. Vi fu :n seguito armata la flotta che salpò alla volta di :Marsiglia durn.nte l'assedio postovi da Giulio Cesare.

Battaglia di Cosa (77 a. C.). Appartiene alle guerre civili dopo la morte di L. Cornelio Silla e fu combattuta, dopo la vittoria a l can1po di lVIarte, da Gneo Pompeo e da Q. Lutazio Catulo Capitolino contro il proconsole M. Emilio Lepido Capitolino, divenuto per amb:.Zione democratico da ottimate. Lepido, sconfitto, fece vela per h Sardegna con l'intendimento di unu-s1 con gli insorti di Spagna; ma poco dopo il suo arrivo nel!'iso,la cessò di vivere.

Corvo a tenaglia

Corvo a tenaglùi. Strumento antico descritto da Vitruvio, inventato per potere afferrare con una forte tanaglia (forbice) la testa dell'Ariete, e, recatolo ir. alto, t11arlo entro le mura, staccandolo così o dalla trave, o, col la trave stessa, dal caste llo sul quale l'avversario lo ma.novrara per colpire le mura e demolirle.

Cosacchi. Popolazione mista, residuo d i tribù bar))a,-iche stabilitesi sui grandi fiumi della Russia merid ionale. Il governo russo, dato il loro spirito avventuroso e fiero, E favori per ragio11i m ili.tari, organizzandoli. I principali nuclei C. era.no quello del Don (56~

Corvo demolitore. l\1acchina che sembra ave,sse la forma dell'ariete entro la quale stavano uno o due travi di legno arrotondate e lunghissime, alla cui estremità era.no infissi forti uncini cli ferro per potere aggrappare da lontano le opere difensive, specie in legname, e demolirle. Corvo Marco Valerio. Console romano (371 -297 1••• C.). Nel 343 vinse i Sanniti a Monte Gauro, e nel 301 vinse Iv'Iarsi. Fu sci volte console e una volta dittatore.

Cosa. Ant. grande città, detta per u11 certo tempo anche A nsedonia, forse fondata dai Pelasgi, certo fio- rente sottç, gli Etruschi, a sud dello stagno di Orbete11o,

Cosard1i .(acquarello Cli l·Jcss)

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re:gg.) e quello del J\far Nero (21° regg.). P erò v'erano .ancora. 20° rcgg. d'Oremburgo, 12° detll'Ura.l, 12" del Cau•Ca:SO, 12° della Siberia e grUippi sparsi mir10ri sul Bug, sul mare d'Azow, nell'Astrakan ccl a Sta.vropol, Tn comp lesso esistevano 146 pu lks (regg.) organizza.ti, da i quali se ne poterono !rane all'in'izio della grande guerra 40 -di 500 u. ciascuno. Durante questa. campagna la ca,•alleria C. funzionò piìl propriamente da fanteria montata, ~d ebbe parecchi successi. I C. era no assoggettati ad un servizio illimitato da i 17 ~nn i in su finchè si sentivano in forze. Però la ferma era in termittente. In or igine i C. erano tutti cavalieri mercenari, armati alla leggera con lancia, sciabola e mosche tto o pistola. Ciascuno portava cavallo, armi, e succin ta bardatura. Eino a.Ila melà del secolo XV non avev,u10 nè governo regolare nè sede fissa. ::\Ja quando nasceva il bisogno, si organizzavano mil ilannente, eleggendosi un capo la cui autorità cessava. col fin ire dell'impresa milita re, quasi sen]prc in setvizio di signori o di Stati.

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T ale denominazione venne conservata. anche pe1· C . della. guardia nella repubblica dei Sovie t di Russm. '. Coscial i. Armatura di ferro o d i rame, colla qua.le anticamente si coprivaJ10 e difendeva.no le cosce dell'uomo d'arme. I primi C. (secolo XIV) erano di un solo pezzo cl i piastra.; ~ma alla fine del secolo XVI si -fabbricarono corli e di uJ1.a o !)iÙ piastre, o a lame articolate a. mo' di coda di gambero. Pare che si sia.no JJortati aJ1c!ie ' p rima del sec. XIV. Nelle armature èquestri non si portava. che la, parte an\c dore ; ma per i combattenti a. piedi spesso i C. erano

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·~,.:. Cosc iali rnedteYall interi e cioè antc1iori e posteriori 1 fenna ti con co-rrcggc e fibbie. L 'uso durò fu10 a tanto che si usarono le co razze e cioè fino al secolo XVIl. I C. che a.rrivav,t110 solo a metà coscia. erano detti ·nzezzi-coscial-i, e sono meno antichi. 1.e lamine erano gencrahnentc applicate ad una pelle di buialo od altro cuoio xohusto. Talvolta i C . porta.vano a11cbe i gi11occhielti, e talora eran o anche uniti a.Il.o gl,inierc; e così era protetta. tutta la gamba.

• Cosacchi (19'\4) Verso il principio del secolo Xì.'l s i costituirono in una specie d i Repubblica mili ta re. Ne l 15ì 5 un capo dei C. Yermolai-Timovief, cs1cerbato dall'oppressione dei Moscovi!i che avevano soggiogato i C . del Don (1549) s i portò lungo il Volga e costituì la sua sede nella. Siberia meridionale. Nacquero così i C. Siberiani, distribuiti regolanncnle in pulks, che si difesero egregiamente wntro i Tartari. Nel 1592 Ba thory, re di Polonia, oripnizzò 10 regg. di C . d i 2000 cavalli e diede loro un a.lama.no quale comandante, servendosene contro i Tartari e i T urchi. Lesi in cert i loro privilegi, cerrarono la protezione d ella Russ ia (1654). Allora. aveva.no 15 rcgg. con 37.549 u. a ca: vallo. Fedeli fino al 1708 alla Russia, s i diedero a Carlo XII di Svezia, pel q ua le p restarono validi servizi. Ritornarono però sotto Pietro il Grande alla Russia; ma egli ne disciolse i regg. per dar loro una nuo-va organizza:zion e. :.Wa,lconte.nti, passarono al servizio del Kan d i Crimea, ritornando poi a.l servizio dell'impe.rat.rice Caterina che li trasformò in usseri, con maggiore regolarità di reparti (sotnie e regg.). Successivamente (1831) sotto Nicola I ebbero organ izzaz.ione norma.le come 1·eparli <li cavalleria, divisi in C . del Don, Azov, Danubio, i\iar Nero, Caucaso, Ural, Oremborgo, Siberia, frontiere Cinesi, ed Astrakan. Si costi tuirono inoltre i C. della Guardia, cavalleria scelta. e designata in modo spe<:ia le a stare presso lo Zar , per servizio d'onore e di s icurezza della persona ciel Sovrano.

Coscr itto. Giovane isç;ritt0 sulle liste d i cosci-izionc, sottoposto alla coscrizione. Da. poco giu n to alle armi; inesperto del serviz io militare; recluta. Coscrizione. Modo d i reclutamento, basato sull'obbligo generale e persona.le al servizio militare ;i consiste nel chiamare, ogni anno, a lle armi i giovan-i iscrit ti sulle liste di leva. e che hanno raggmnto una determinata età. La p rima legge sul reclutamento ispirata a tale criterio dell'obbligo generale e pe rsonale fu quella che andò in vigore in Francia il 19 frutticlo;·o dell'almo IV, e che fu <leWc legge Jourdain o della coscrizione. Essa. stabiliva che ogni framese doveva, in caso d i pericolo, essere soldato e difendere la patria; che la C. doveva colp ire tutti i francesi dall'età di venti anni compiu ti a q uella di 25. I coscritti erano ripartiti in cinque classi, ognuna delle quali comprendeva quelli dello stes.so am10. L'applica;,ione del la legge della, C. fatta con estremo xigorc, dopo i d isastri del 1812, lo spreco d i uomini avvenuto nelle ca111pag11e del 1813--14-15, resero la legge odiosa alla popohzione francese, si che p rimo atto clc llrc restaurazione fu di abolirla.. P i,1 tardi, sfof,""-lO il risentimento che la legge aveva provocato, se ne dovettero riconoscere gli in.negabili vantaggi e il sano principio etico cui era ù1forma.ta, e fu r icl.ù amata in vigore sia pure con tempcra,ncuti cd eccezioni, e obbligandosi il cittadino a un periodo di servizio attivo e a. un periodo durante il quale rimaneva a. disposiàone nclle riserve. Soltanto ù1 Inghilterra, in Russia, in Turchia, negli Stati Pontifici, !a C. per allora non fu istituita..


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.11·r lvo cli cos,·1·11 11 111 r·asern,a (2• l>er·sai<li<'1·1. 10:/8)

l;,oa sorta di « conscriptio » per la gente necessaria per le navi fu in \'igore a. Genova nel 1 i.12, <'scludendosi allora, in un << BrC\'C » consolare, il l'enitentc dalla « campagna l>, dalla p ro lezione legale e boicottandolo. Ma in Italia, il primo esempio d i C. s i ha nel 1798, quando fu decretata dai Francesi in Lomha.rdia la leva fort.1.ta di 9P.OO co.,;critti : la questione fu regolata con legge nel 1801 dalla repubblica Cisalpina e nel 1812 <lai Fonlanc!li, 111 inislro della 1-(llCrra. del rqi;no d'Italia, a imitazione del le leggi francc~i. L coscritti furono allora cliYisi in cinque classi: .Eccettuati - Esenti - Designa.ti .a m.,rciare per i primi - ~on 'l\"Cnti eccezione - .\venti titoli a posticipJzionc. Nel regno cli Napoli la C. fu introdotta nel 1810; tuttavia nel 179,1, ordinandos i una leva d i 16.000 u . per l'r~c rcito, stabilivasi che in 111aJ1canza. di ,·olom.ari si sarebbero estratli a sorte « per via -del bussolo da pratic;irsi in publ.ilico parlamento>> r,li uomini m:rncanti. ln Gcnn.:tnia la C. si era incom inc ia ta ad affermare con Federico l [: in Picn1onlc fu regolarmente introdotta dopo la caduta di ):apolcone. Allo srnppio <lella recente guerra, tutti i principali -cse1-citi (tranne l'inglese e l'americano, a reclutamento volontario), segu ivano il sistem:1 della coscrizione. D'urantc la guerra e per la. sob durata di essa, anche gli eserciti inglese ed amtricano adouarono l'ohhligo generale c personale al scn·izio. I principali eserciti europei conscrvarono l'~rruolamento per C. più o meno temperato, ad eccezione dell' inglese tornato a.l recluta.mento volontario, e degli eserciti vinti che dovettero adottare il reclutamento ,·olonta.rio a ferme lunghe per imposizione del trattato di Versailles. (V. anche Rc.l11tamc11to).

Cosentino (Em;co). Colonnello e scrittore mili tare,

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n. a Napoli, m. a Firenze ( 18281893). P artecipò alla campagna del 1860- 61 e fu poi insegnante cl i << Fortificazione » alla. Scu ola di Modena e della stessa materia, oltrcchè di Storia generale, alla Scuola di guerra fino al 18!1-I. :-Sel 1888 andò alla di rezione territoriale del Genio a Verona, col grado di colonnello. Fra le sue opere vanno ricordate: « Elementi di fortificazione» (in collaborazione col Carolli); cc Sinossi di fortificazione»; « Lel!oni di storia generale,>.

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Oosenz (l:,11·ìrn). Gencr~ •c ,. scrittore milita re, n. a Gaèta. m. a Rom:i. (1820-1S%ì. Dal collegio della Nw1zi'1tcil.l cli Xapoli u,;CÌ nel Hl IO alunno .illìcrc dell':iniglier ia delle Due Sicilie; lasciò 11 servizio nel l8-18 per seguire Guglielmo l'cpe a \'cntzia. Sotto il Governo provvisorio veneziano raggiunse il grado di colonnello, combattendo in tutte k: a;:ion i e riporta.ndo quattro ferite. Riprese le armi nel 1S59, organizzò e com1nclò il 1° reggimento Cacciatori delle Alpi, clistim;uendosi a Varese cd a Cnmo. ove si meritò la mcd-1gli;i di hron1.o e a Tre Ponti, Ycncndo decoralo della croce d'uflìciale dcll' O. M. S. Ot tenuto poco dopo il comando della l.irigata Ferrara, nel 1860 condusse rinforzi a Garibaldi in Sicilia e combattendo a Milazw fu ferito al collo ccl ebbe la commenda dell'Ord. M i i. d i Savoia. Quindi fu maggior genera.le conrn.11clante la 16' di vis .. min istro deJla guerra ,\ Napoli e poi luogoten. generale comandante la 2' divis. del corpo dei volontari. )."e! 1S62 fu per poco prefetto a Bari, poi comandò la 20' divisione dell'esercito regolare. Aiutan te cli campo ge11craJe <lei Rr, nel 1866 comandò la 6• div is. e nel 18i0 1' 11' e po i la d ivis. mili t.,lre cli R oma. Nel 18i7 d,hc il comando del 1° corpo d'armata e dal 1&~2 al 1893 rcs_se per prim(' il conl.'.lndO del Corpo di $, M. Ottenne la gmn croce dell'O . l\r. S. e nel 1896 imdò in riserva. Dcpll tato d i Como, Pesaro, Forlì, Napoli, P iove nelle legislature da.Ila VH all'XT, fu nominato senatore nel 1872 e Colbre della SS. .\nnunziata dal 1890. Pubblicò molti studi, Ira cui: « Alcune osservazioni sulla campagna di Boemia del 1S66 »; « Note sulla camp:igna del 1870 »; << N o!c raccolte itl tma rapjda escursione in Alemagna. e Lorena»; << Note sulle operazioni militari nel Nord dc ll.t Francia ne l 18i0-71 »; « Xote sopra alcuni particolari della battaglia di Gra,·elotte - St. Privat »; << Estensione, densità e profondità degli o rd ini cl l combattimento>>; cc Custoza 1866, note' J>; « La dife.~ del ponte sulla Laguna, Venezia 1849 >>. Cose,iz. Cacciatorpediniere, varato a Sestri Ponente nel 1919, lungo m. 73,54, largo m. 7,34, dislocamento tonn, S13, macchine HP. IS.500, armamento 4 cannoni


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da 102, 2 da 76, 2 mitraglia,trici, 2 lanciasiluri. Stato Maggiore 4, equipaggio 65.

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borbonico Cardarelli, alla testa di una brigata d i 3600 uomini, si dispose a dar battaglia, mentre in città si concentravano i rivoluzionari della Provincia, al comando di Saverio Altimari. Ingrossando questi, e spargendosi le notizie di dissoluzione delle colonne borboniche, il CardareUi venne a patti il 27, e il giorno seguente sgombrò la città. Brigat"a Cose11,za (243° e 244° r~gg. fanterja). Costituita nel gennaio 1917; il comando di brigata cd il 243° regg. dal Dep. del 19° fant. (Cosenza). I l 244° reggin1ento del Dep. del 30° fant. (N ocera). Dopo la guerra; venne sciolta. Le sue mostrine erano azzurre, con stri&cia verde perpendicolare in centro. Nel Ì917 prese parte alla battaglia del Timavo (12 maggio - 8 giugno) ed alla 11• battaglia. dell'Isonzo (17 agosto - 12 settembre); durante, la ritirata dell'ottobre·

Il cacciatorpediniere« Cosenz »

Cosenza (ant. Conse1?tia). Città. capol. della provincia omonima, fra il Crati e il Busento. E' sede del 37° distretto militare e della 162" Legione M. •V. S. N. << Bruzia >>. Fu anticamente metropoli dei Bruzi; conquistata da Alessandro re dell'Epirn, fu occup;i.ta, nel 213 a. C., dm·ante la seconda guerra punica, dal gcn. cartaginese lmilcone; fu sottomessa a Roma, dopo asse.:lio, nel 204. Durante la guerra servile, occupata da Spartaco, 1·esistette vittoriosamente nel 40 a. C. a Sesto Pompeo. Nel 988 fu presa e distrutta dai Sara.ceni; ricostniita dai Greci nel 992 fu ancora preda dei primi, che la misero a fuoco e a sacco sul principio del secolo XL Ribellatasi a Ruggero, il Nonnanno, che l'aveva in signoria, fu da lui assediata verso la fine del seco/o stesso e conquistata. F u costruita allora su uno dei colli dominanti una fortezza per tenerla in soggezione. Nel 1461 fu presa e saccheggiata .dalle truppe di Roberto Orsino, e p_s>i drul Consalvo in lotta coi Francesi comandati da;] 1Montpensier. Nel 1799 la occupò colle sue orde il card. Rufio, dopo aver sconfitto presso la città i repubblican i. Il 26 luglio 1844 furono fucilati sulla sua piazza principale, i fratelli Bandiera con i compa.gni della spedizione. I. Durante la sollevazione delle Calabrie contro ·1 Francesi nel 1806, nel mese di agosto il calabrese Gernialis, ricevuti sussidi dagli I nglesi, armò un buon nerbo di gente e si recò ad assalire Cosenza, dove lVIassena aveva posto il suo quartiere generale. I Francesi respinsero l'assalto, nel quale caddero circa 200 insorti, fra i quali il Gcrnialis. II. Nel marzo 1844 un centinaio di patr iotti tenta w1'insurrczione contro i llorb0ni penetrando in città il 1S col proposito di farla insorgere. Ma la popolazione non risponde, e i congiurati venuti a con:fl itto cor, la polizia, sono sopraffatti e m essi in fuga lasciando morti· e feriti . L'll luglio•, 76 condanne, di cui 6 a morte, chiudevano questa pagina del martirolog io italiano. III. l i 24 agosto del 1860, appena iniziatasi l' :tvanzata dei Garibaldini in Calab ria, Cosenza si sollevò. Il gcn.

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~...,._, _,,_

A, castello, B, convento cU Cappuccini

novembre ripiegò per Latisana dietro il Piave, alle Grave di }'apadopoli, ind i a Treviso: Nel 1918 prese parte alla battaglia del Piave (15-24 giugno) e alla battaglia di Vittorio Veneto, passando il l'iave il 30 otiobre e avanzando durante l'inseguimento del nemico fino al T agliamento. I due reggimenti ottennero la med. d'argento con la seguente motivazione: << Per l'ardore e la tenacia mostrati in tre giorni di violentissima battaglia sbarrando il pa.s·rn al soverchiante nemico, e per l' impetuoso slancio onde, sul campo insanguinato della lotta, ancora una volta rifu lse, con la radiosa vittoria, il rude valore dei forti fanti di Calabria ll (Piave 15~17 giugno 1918).


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c'osignanì (Francesco). Generale, n. a S. Benedetto (Ascoli P iceno) nel 1865. Sottot. di fanter ia nel 1887, par tecipò alla guerra del 1915-18 meritandosi un a medaglia d'argento sul Carso (luglio 1915) dove fu gravemente ferito. Comandò nel gIT.do di colomiello il 12° ed il 37° rcgg. fanter ia e nel J.918 fu destinato a far parte delle truppe dell'Egeo a i comando del 5° reggimento speciale. Collocalo in P. A. S. (1920), assunse nel 1923 fl'" grado di generale d i brigata. Cosliaco. Frazione del c9munc di F iruiona, in provincia di Pola. La sua ant. rocca, costruita da Barbo sopra un masso isolato aveva un massiccio torrione qùadrato con baluardi e torricelle a mezzodì. Fu assediata per p arecchi mc3i d ai Veneziani nel 1332 senza frutto Cosmagnon (Alpe dì). Catena montuosa che staccandosi dal gruppo del Pasubio. in senso nord-ovest, costituisce il fianco nord della Vallarsa. Perduta. dura,nte l'offensiva austriaca della primavera del 1916, venne riconquistata in gran part'e nell'ottobre d ello stesso anno, con una serie di belle operazioni d ella 44" divis. di fan\eria. Dette operazioni, messe dal Pasubio e da lla Vallarsa, portarono alla conquista di tu tto il margine dell'Alpe di Ct>smagnon nel tratto Pasubio-Sogi e del pianoro tra l'Alpe ed il Roite, dando così sicurezza alla nostra occupazione in Vallarsa e maggior rcspil'O e libertà di movimento a quello del Pasubio. L 'attacco della cres ta del Roite invece, tentato nei giorni 19 e 20 ottobre, non r iuscì, s ia per l'inclemenza della stagione, s ia per la saldezza dell'organizzaz ione difensiva avversaria.

Cosmano (Angelo). Medaglia d'.oro, n . a Molocchio (Reggio Cafabria) nel 1878. Valoroso sottufficia le d i carriera, s i era già segnalato nelle crunpagne di Eritrea e d i L ibia ; a Zru1Zur, nel 1912, era stato decorato di med. d 'argento. Entrò n uova.mente ·in guerra., nel 1915, tra le file del 44° regg. fanteria, e presto rimase ferito nella zona d i Flava, guadagn31ldosi anche per le r ipetu te prove di ardimen to h promozione a marescia llo maggiore per merito cl i guerra. L 'anno seguente, sul monte Lemcrle, per il coraggio impavido col quale tenne testa con una mezza sezione di mitragliatrici agli attacchi di soverchianti forze ,wversarie, ottenne di essere decorato delht medaglia d'o- · ro al va.lor militare. Dopo la guerra rimase in servizio p resso il 20" regg. F31l• te ria. La motivazione di medaglia d 'oro si esprime così: « Comandante di una mezza sezione di mitragliatrici, seppe, col solo suo fu_oco, arrestare i ngen ti forze n emiche che l'accerchiavano. Per cinque ore, con un manipolo di valorosi, fronteggiò la si tu azione contro un n emico soverchiante, compiendo p rodigi di eroismo e d i destrezza, mostrando sprezzo della mor te e tenacia insuperabile» (Monte L~merle, 10 giugno 1916). Cosmao-Ker ju I ien

( Giulio Ma,·ia, barone d,").

Ammiraglio francese (1761-1825). Fece la cam::_-iagna

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d_elle Antille e, promosso comandan te di sqmu:lra per mer ito di guerra ( 179.5) dieci anni dopo fece parte della squadra Villeneuve. Nel 1805 prese l'isolotto D iamante nella Martinicca agli Ingles i. A Trafalgar riuscì a distinguers i ritogliendo subito dopo la bàttaglia a i vincitori alcune navi spagnuole e frru1Cesi già da quelli catturate, e fu promosso contrammiraglio per tale condotta. Nominato governatore di Brcst nei Cento giorn i, fu destituito dai Borboni e collocato a riposo .

Cosroe. (V. Arsace XXV e Sassanidi). Cossa (o Baccello di ginestra). O_rd ine equestre istituito nel 1234 da Luigi IX di Francia, dopo la guerra contro gli Albigesi. Portava per nlotto « exaltat umiles >> e non poteva essere assegnato che agli ufficiali cattolici distintis i per fedeltà. e valore. Cossé (Artù di). Generale francese (1512-1582). Nel 1550 d ifese Metz contrn Carlo V; poi passò i.n Italia ove sconfisse gli Spagnuoli. Nel 1567 fu nominato maresciallo di Francia , ed ebbe il comando in seconda dell'eser cito cattolico contro il C;ligny che vinse a Mon tcontour, ma da cui fu sconfitto a Arnay le Due. Carlo di Cossé. Generale francese, fratello di Artù e come lui, maresciallo di Francia, (1505-1563). Si distinse nelle guerre di Francesco I, fu cornwcl31lte generale in P iemonte.

Cosseir. Borgata marittima dell'Egitto, sul Mar R06SO. Il 27 maggio l i99 umi flottiglia francese di 4 scia luppe cam1onicre tentò di impadronirsene, ma fu presa sotto il fuoco d i cannoili, e, perduta pèr esplosione una scia luppa, si ritirò a Suez. Il 28 il gen. Belliard, con 500 u. montati, vi giunse per terra, e, malgrado che mancasse dell'appoggio della flottiglia, ottenne la r~ degli abit31lti, insediandosi nel castello. Il 14 agosto 1799 due fregate inglesi si presentarono dinru1zi al forte d i C. e lo bombardarono subito. Quattro ore dopo furono messe in mare scialuppe con uomini cl i s barco, che vennero respinte. L e due fregate continuarono tutta notte il bombardamento e tentarono il giorno dopo nuovi sbarchi mettendo a terra due volte soldati e marin a i sempre costretti a ritornare alle na vi per la resistenza francese. Dopo 64 ore di vano bomba.rclamento, le fregate inglesi r inw\ciarono all' impresa e si allontana rono. Cosseria. Comune in prov. di Genova, presso M illesimo. Combattimento di Cosseria ( ] 2- 13 aprile 1796). Appar tiene a lla cam p . del Bonapar te in Italia , mentre ii generale frruicese Augerau forzava ia s tretta d i :Millesimo, i generali 1fosnard e J ouber t cacciavano dalle posizioni circostanti gli Austriaci ed i Sardi, cercando cl"i avvolgere· u n corpo d i 1500 Austriaci alla. testa dei qua li era il generale P rovera. Questi sfuggì a lla manovra e r iuscì a raggiungere C. il 12 aprile, ove si sistemò a d ifesa fra le rocce di un vecchio castello. Tra i difensori era il ten. colo1mello marchese F ilippo Del Carretto, con un bgl. di granatieri pien;ontesi su 6 compagnie. L'Augerau fece allora avruizare l'artiglieria e cannoneggiò per parecchie ore le posizioni del Provera senza alcun r isultalo. Dieci mila Francesi er,1JlO intorno a1la vecchia. birocca di C. e la resistenza d i questa minacciava di danneggiare gravemente le operazioni del Bonaparte, il quale

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J3auaglta di cos3ovo ( 1389i : CrlsLìani: aa, Lazzaro; b, ·wuk; e, Stct'ar.o - Turchi: e, cemro; ct, 8atùzet; r, Jak tHJ in timò la refa a l Provera; questi, nell'intento di guada gnar tempo inviò i s uoi parlamenta,ri e fece intavolare trattative, ma propose delle condizioni così poco ragionevoli che i negoz iati dovettero essere troncati ; in tal modo la notte era giun ta ed in certa misttra il generale a us triaco aveva raggitu1to il suo scopo. Venuto a mancare l'accordo e s tanco cli questa s ituazione l'Augera.u ordill() le sue truppe in quattro colon ne e le lanciò sucd ifensori fecessivamente all'attacco d el castello. Ma cero ruz;,;o]a.i;_e grossi ma.ssi per la china e sgominarono le colonne. Jou bert era r iuscito con sette uomin i a superare le trincee avversarie, quando fu colpito alla testa, d imodochè le sue truppe, che costituivano la pri1l)a colonn a, si d isanimarono e retrocedettero. Anche gli attacchi eseguiti d alla seconda e terza colonna, rispettivamente agli ordin i dei gene.rnli Danel e G uénin , ebbero u guale sfonu.nato esito. ::--.rapolcone, temendo che il J:rovera approfittasse della notte per a pdrsi un varco fra gli assedianti, fece riunire alcani battaglioni e con essi ed alcune batterie strinse p iù fortemente J'a5sedio; il giorno successivo, 13 aprile, il P rove.ra. mancando di acqu;i e d i v iveri, riconoscendo l'in u tilità dei suoi u lteriori sforzi e vista l' im possibil ità di ricevere soccors i si arrese. I F rancesi però aveva.no perduto circa 1000 uomini, fra i quali il generale Ba.nel. Il Provera. aveva perdu to 150 uomin i, fra i quali il valoroso D el Carrello. colpito a morte mentre s i batteva come semplice soldato

Cossovo (o Kossovo o Casso'itia) . Città della Serbia, sopra un a ltipiano che ha impor ta.nZ<1. stra tegica, giacchi: costituisce uno dei punti di obbligato p assaggio a ttraverso la grande via della P enisola. balcanica, che mena dall'Adriatico ve1'SO la va llata del Dan ubio e verso l'Egeo per la valle del Va.rd ar. I . Battaglia d-i Cossovo ( 1389). Appartiene a lla guerra degli a lleati ser bo-bosniaci cc,nt ro i T u rchi. I prin-

cipi S tefano di Bosnitt e L azzaro d i Serbia si erano col~ legati per arresta re l' invasione turca. Le loro valorose truppe s'erano trova te. ( 15 g iugno) su lle r ive del fiume Drin presso C . d i fronte a i T u rch i. Lazzaro, che aveva preso il comaJ1do degli allea.ti, stava a l cen tr<> della linea d i batta.glia; all'ala. s inistra erano i Bosniaci col loro principe, e dalla destra, pure composta d,i Bosniaci e Sexbi, aveva il comando i.I principe W u k. T ruppe :tusiliarie bulgare e alleate cost ituiva.no !a riserva. I l centro dei Turchi era formato dai gianu izzeri. I pascià Ba iazet e J aku l, comandavano le a.li destra e sinistra. I cristiani erano in forze pxepondcra.n ti, e pcrci'ò credette ro di potere agevolmente attaccare le schiere tu rche con_ s icurev,a di vittor ia. J\1a il s ultano Murad I , con abi lissima mossa, nel mentre accennò ad attacco d imostrativo d'ala, sfondò il centro alleato, e due p iccoli successi delle a.li a lleate f urono resi nulli. Investiti vigor osamente, i Cristiani andarqno in completa rotta. Prop rio aJ lo ra, un gentiluomo, ~iilosh K obilovic, riuscì a raggi ungere ~foraci e a p ugnalarlo, cadendo subito trafitto da cento colp i. L azzaro, fatto prigioniero, fu messo a morte con molt i de' suoi gent iluomin i sotto gli occhi <lei sultano morente. Questa sconfitta segna lo sfacelo del t·cgno serbo, che fu assoggetta to all'impero ottomano. II. Battaglia di Cossovo ( 1448). Appartiene a lla guerra dei Confederati unghero-sloveni contro i Turcb i. G iovanni Hunyadi, gover11atore dell'Un gheria., a ,,eva riun ito sotto il suo comando u n esercito di circa 24.000 u. fra Serbi. Unghe resi, ed altri poooli affini, per a,rrestare a C. l'irruenza dei T urchi. Egli si era posto colle sue tr uppe nelle vicinanze del « Campo dei Merli », di fronte a llo schieramento de i T urch i, comandati d a l sultano Jldurad II, il quale aveva disposto a l centro i Giannizzer i, d ietro u n ben sicuro trinceramen to ccl alle ali la cavaileria. L 'Hunya d i similmente pose a.I centro la sua fanteria, sotto il proprio d iretto comando; lasciò un.a.

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parte della cavalleria unghert:se e le tr uppe transilvane sull'ala sinistra ; delle r imanenti trupp~ valacche cd altre costituì l'ala destra . Nella no tte da l 17 al 18 ottobre iniziò l'attacco, procedendo cli concerto in tutta h linea di schieramento. Murad II allendeva per il 19 truppe fresche di rinfoTzo, e temporeggiò nell'accettare battaglia . L asciò per conseguenza avanzare una pane dei cristiani e quando le truppe valacche in iziarono l'a s•• sa.Jto fu loro addosso scom;:,igliandole e respingendole. Una seconda ondata dei Serbi, guidat:, da l loro pril1cipe, subì a sua volta scacco. 1 Turchi allora. · ringaglia_r<liti e rinforzali da lle nuovf truppe, ormai giunte, il mattino elci 19, sul campo diedero l'assalto finale agli Ungheresi del centro, e ne fecero st1·age, completando Ja sconfitta.

Cossu (Giuscpj,e). Generale, n. rn Sanlegrn1, m. a Roma (1846-1926). Sottot. cli fanter ia nel 1864, guadagnò una mecl. d i bronzo combattendo contro i briganti nel J\fczzogiomo. Partecipò alla. guerra del 1866 e alla campagna cl' Africa del 189S-96 e guadagnò una medaglia d'argento ad Ac dua. Da colonnello (1902) cornarrdò il 42° fanteria e nel 1904 fu collocalo in P. A. dove raggiunse (1913) il gr~clo cli maggior generale. Richiamato, già scttantem1e, al coma.nclo di una brigata territoriale in zona d'operazioni du1·a.11Je la. grande guerra., nel m,Lggio 1916 prese sponla.neamenle il comando del le truppe retrocedenti in Val Sugana sotto la spinta dell'offensiva a.ustria ca e le riannodava ripor tandole ava n ti, guadagnandosi Ja. croce di cavailiere dell'Ordine Mil. di Savoia . Ern il solo generale che avesse comba ttu to contro l'Austria nelle due guerre 1866 e 1915-18. );cl 1918 iu ricolloca to in congedo col grado di len. generale e nel 1923 raggiunse il gr ado di gcn. di divisione nella riserva. Costa (o Dorso). Nelle armi b ianche, è la pal'te della lama, cli sezione triangolare, opposta a.I tagl io. Costa Brava,. Località s ul rio Para.nit, dove il 15-16 agosto 1842 G iuseppe Garibaldi, a llora colonnello a.I servizio del gover no d i Montevideo, coJnalùdarn,lo le p iccole navi <e Constitucion ii, « Procida n e << Pereira. ll si trovò a combattc;re contro una squadra argentina di sette navi, comandata clal('amm. Brown. Dopo quasi due giornate cli Iottat consun1ate t utte le 1nu.nizioni 1 coi legni fracassati da.i colpi nemici, con gravi perd ite d i morti e feriti, Garibaldi r iuscì a sbarca.re questi ultimi e a seguirli con g li uomini ancor validi, app icct,ndo i,l fuoco a lle sue navi e s(uggen<lo alla catl}tra. (osta d'Avorio. Cn!Otl1ia fran,esc dell'Africa occ identa le, situata fra il mare (Golf? di Guinea) , Ja. repubblica di L iberia e la colonia inglese della Costa d'Oro, le colonie francesi dell'A lto Sénégal e N iger. Ha una superficie di ci rca 3 15.000 kmq. La tradi1.ione rlice che fin da! 1365 i naviga.n li di D ieppc avrebbero fondato stazi0ni commerciali sulle coste dei Golfo cli Gu inea, ma soltanto nel 1843 la F ran-

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e ia fece atto ufficiale cli occupazione . Nel 1852 i,! cap.. Faidher bc, ÌllViato a domare m,,. rivolta di indigeni, costruì i forti cli Dabu <: Grand Bassam che divenne la capit,Lle della color\ja; ma s ino a i 1889 non vi erano che poche fattorie francesi sulla costa. Il territorio nel 1893 venne costituito in rnionia, estendendosi l'occupazion..,c prima a tutta ]a c<:>st,i e poi, g.radalarnente, a ll'interno,. ,·incernlo la resistenza degli indigeni capicanati da l ca,po negro Samory . C0slui si era cost ituito .in regno nei territori del!' Alto Niger, nel retroterra della. Sierra Leone, della Liberia e ad!a Costa <l'Avorio. Nel 1855-56 una spedizione del col. Frcy lo aveva Dalluto e rCSiJi..nto aU'interno, 111,L dopc iJarecchi anni e ra ridivenuto aggressivo. Battuto d al col. Arch inard e occupa ta la sua capitale llisandugu, sul N iger, egli invase l'hinterland de lla Costa d 1Avorio (protettorato di Kong) obbìiga.ndo il ca p. J\.Iarchancl a retrocedere su Grand Bassam. Ne l 1894 furnno concentrate a Grand Bassam par te dclk truppe <lei Sénégal e del D ah omey per una sped izione al co,nando del co l. M ouleil che s i compose di 5 cp. <li tiragliatori senegalesi, 2 cp. cl i tira.glia.tori Haus.. sa, l btr., 1 pl. cli spahis: in tutto 1200 u. e 8 cannoni. Le tTibù d el)'inlcrno fra ttant~, al l'avvicinarsi di Samory s i era no solleva te e occorsero ben due mesi per sottomettel'lc ( combattimeny <l i Bmrna e Comoè - 9 e 16 n ov. 1894). l i 12 d icembre la co lonna. si addentrò nella foresta trop icale fra popolazioni ost ili che obbligarono a scaglionare i 3/ 4 de lla forza. a. difesa delle linee cli comunicazioni. Con soli 350 u. contl'o 12.000 il col. Mon teil battè il 10 maao a Naolo i ribelli, ma il 14 a Sokola, a soli 100 km. da Kong egli fu a sua volta battuto e ferito e dovette ritirarsi. Negli anni successivi furono fatte delle esplorazioni amia te che assicurarono a lla l'ra.ncia_ . tutto l'a lto e medio corso del Nig~r in gara con la Germ,111ia e l'lnghilterra avanzan ti da.li.i Costa. d'Oro e da l Togo, iì.nchè nel 1898-99 furono definiti i co:nfuii delle rispettive colonie. Allora la campagna cont ro Sa mot·y, che dopo la r itirata. francese era r idivenuto potente, fu rip resa e nel gennaio 1898 venne tolta. Kong a Samory che ilwano tentò di conquistarla assediandovi la. guarn igione francese; al giungere di una colonna di soccorso dovette ritirarsi ve rso il Hagoè . N'cl!'aprile una colonna <li 1500 u., partita. da Bamako, giunse il JO .aprile davanti a Sikasso o,ve Babcm ba, luogoten~nte d i Samory, con 15.000 uomini resistette accanitamente finchè (1" rnaggio) la città fu presa <l'a.ssalto e Babemba ucciw. La p rcs,t d i Sikasso ebbe un grande effetto morale e <li lì a poco 4 colonne mo~sero concentricamente con lrn Samory che, battuto sul Rio Ca.vally e stretto contro Ja frontiem <le-Ila L iberia., dop o aver invano tentato di sfuggire verso E. co11 tutii i suoi, una m assa di 50.000 anime a ffr11rn1te, dopo 3 mesi di inseguimen to venne sorpreso il 29 sclt. 1898 a Ghelcmù dal cap. Gouraud e catturato. l\ell'ottobre 1899 la colonia della Costa d'Avorio, fino allora autonoma, fu incamcrnta, insieme col DaJ1omcy, ne hl'Afri:ca Occide.nta.le francese.

Costa d'Oro. Colonia in~lese del Golfo di Guinea, confinante cnll'Africa 0cc. francese' e coJla ex colonia Germanica del Togo. Ha 2 mi lion i di abitanti e 200.000 k m<:. di superficie. Ca.poi. Accra. Vi sono oltre -100 km. cli ferrovie. Nel 1484 sulla C. d'O. erano insediati i Portoghesi,


Cos cui succedettero gli O landesi, i quali la tennero fino al 1667, quando fu compresa fra i territori da cedersi a.1l'Inghilterra in base al trattato di Breda. Dopo la gue.r"1-a contro gli Ascianti, la colonia si ingrandì di tutto il territorio di quel regno e possiede ora un magnifico porto moderno. inaugurato nel 1928. L'Inghilterra ha nella C. d'O. un regg. indigeno attivo e uno d i r;sen'a, oltre a 6 cp. di ~onta.ri che possono essere chiamati in caso di necessità, ma nòn adoperati fuori ddla colonia. Inoltre vi sono 23 uff. europei e 1517 u. d i truppa indigena per il servizio di polizia.

Costa d~gli Schiavi. V. Dahomey. Costa àel Rio àe Oro. V. Rio de Oro. Costa di Beau.regard Pa11taleo11e. Capitano del secolo XVI, n. della Savoia. Ebbe dalla repubblica di Genova il comando di 3000 u. inviati in soccorso dell'Impero assalito dai Turchi e morl nel 1.'i40 combattendo in difesa di Budapest assediata da costoro. Costa della Trinità c;orgi.J, Generale piemontese del scc. XVI. Ebbe il comando delle operazioni nelle valli ,' eU' Angrogna e di San Martino nel 1560-61. Costa d'Arig-nano (Francesco). Guerriero piemontese, m. nel 1575. Valoroso e fedelis"limo a Casa Savoia, fu uno dei piì1 validi sostegni di Emanuele Filiberto, che seguì in F iandra combattendo :11 suo fianco a S. Quintino ( 1557). Coprì poi le cariche di ambasciatore a Roma e di governatore del Ducato d 'Aosta e I vrea e ricevette il gran Collare dell' Annw1zia.ta. C,1sta d' Arignano ( Carlo). Generale piemontese del sec. XVIII, 'm. a Torino nel 1755. Durante la campagna di successione d'Austria riportò grave ferita nella difesa di Savona. Nel 174_8 ebbe il comando del reggimento :Monferrato e nel 1754 era magg, generale governatore della città e castello d i Cagliari e comandante generale delle armi in Sardegna. Poco prima di morire era stato nominato governatore di Cuneo. Costa della Trinità (conte Vittorio .4mcdeo). Generale piemontese del sec. XVIII. Come colonnello di fanteria partecipò alla guerra di successione di Polonia e come genera.le a queLla cli successione d'Austria. Promosso ten. generale nel 1749 fu governator e della città e contado d i Nizza. Nel 1771 divenne generale d i fanteria e gran mastro della Real Casa. Costa di Beauregard marchese Gùiseppe Enrico. Generale piemontese, n. e m. in Savoia (1752-1824). Fece le campagne contro i Francesi nel 1795-96 come capo dello S. M. gener ale e trattò col Bonaparte le condizioni dell'armistizio di Cherasco. N<,I 1815 fu nominato generale e andò a riposo nel 1817. Scrisse un volume di « .:Memorie storiche sulla casa reale d i Savoia fino a l 1800 » e uno di « Miscellanea tratta da un taccuino militare». Costa Gaetano. Generale napoletano, n . di Siracusa ( 1784-1836). Uscito dal collegio dell' Annunziatella nel 1801, partecipò, al serviziQ della Francia, al!e guerre nella penisola iberica con le tiUppe napoletane, alla campagna del· 1813 in Germania, a quella del 1814 in Italia. Tornati i .Borboni, fu nomi11ato - dopo la spedizione in Sicilia (1820) - maresciallo. Partecipò alla guerra del 1821 contro gli Àustriaci comandando una

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brigata, e alla Restaurazione ne pagò il fio con la condanna a cinque anni di carcere e l'allon la.namento dal

servizio. Costa di Bea1<regard Silvano . Generale piemon tese, figlio di Enrico, n. in Savoia, !Il. a Torino (1785-1836). Di·,ennc magg. geneq.le nel 1835 e fu scudiere del re Carlo Alberto. Costa del Carretto di Balestrino ( marchese Do·meni'co) . Generale, n, a Genova nel 1786. Nel 1830 divenne 1nagg. generale; nel 1834 andò i;, aspettativa e venne nominato C~msigliere di Sta to; due a.mii dopo ebbe il grado di ten, generale.

Costa Reghini conte Alberto. Generale, n. a Livorno m. a Gallu.zzo (Firenze) ( 1832-1908). Prese parte a.Ila campa,g na del 1843 quale militare di truppa al servizio dell'esercito toscano e conseguì nel 1849 la. nomu,a a sotto!. di fanteria nell'esercito stesso. ·Entrato a far par te del Regio Esercito partecipò alìa campagna del 1866 e da ten. colonnello comandante il reggimento lancieri NO:. vara, a quella del 1870. Proniosso magg, generale (1880), resse il comando delle brigatç di cavalleria 9', 8" e 4• e nel 1886 col grado di tcn. generale, comandò la divi3. militare di Bologna; nel 189U andò in posizione auriliaria. Costa Rochis Alessandro·. Generale, n. a Casale, m . a $:inremo (1836-1910). Sotto!. d ì fanteria nel 1856, prese parte a lla. campagna del 1859, rimanendo ferito, e a quella del 1866. Promosso colonnello (1883), comandò il · 1 i 0 regg_ fanteria ed il distretto mH, di L ivorno e collocato in P . A. (1896) raggiunse nel 1906 il gradq di ten. generale nella riserva. Costa Rochìs Paolo. Genera le, 11. a Casale nel 1_843. Sotto!. d i fanteria nel 1861. prese parte alle campagne dd 1866 e del 1870; e promosso colonnello nel 1898, co11nunlò il 55° regg. fanteria e il d istretto m il. di Messina, Collocato in P. A. (1901), raggiunse nel 1911 il grado di 1nagg. generale nella riserva. Costa Rochis Carlo. Generale, n . a Casale 111. a Bogl iasco (Genova) (1846-1913). Sottot. di fanteria nel 1864, prese parte alla. campagna del 1866, e nel 1885 fu nominato insegnante presso la Scuola :lviili tare. CoJ grado di colonnello ( 1898) comandò il 16° reg_ gimento fanteria e promosso maggior generale (1904) resse i l comando della brigata Bologna. Costa Giuseppe. Genera le, n. a R oma nel 18S0. Sotto! . d'art. nel 1873, raggiunse nel 1904 il grado d i colonnello e fu capo ufCosla-Rochls Carlo ficio presso l'Ispettorato generale d'art.. Collocato_ in P . A. (1908) raggiunse nel 192.3 il grado di generale d i divisione nella riserva. Costa Alessandro. Colonnello veterinario, n , ne.I 1851. Sottoten. veterinario nel 1874, raggiunse rapidamente il più alto grado della gerarch ia tecnica, diventando capo del servizio veterinario dell'esercito italiano. Curò l'igie-


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ne e la profilassi ipp ica, combattendo vittoriosamente le malattie infettive e contagiose dei quadru pedi. F ondò a Roma il << Laboratorio batteriologico d i veterinaria militare» e lasciò il servizio attivo n el 1913.

Costa Michele. Generale, n . a Brind isi nel 1862. Sottotenente d'art. nel 1883, partecipò , alla campagna italoturca (1911-13) quale comandante del 1° gruppo d el 7° art. <la fortez;za. Prese parte alla grande guerra (19151918) raggiungen do il grado di generale di brigata e resse dal 1920 al 1924 :J comando d'art. del C. d' A. di Torino. Costa Vittorio. Generale, nato a Gonzaga nel 1864. Sottot. di fanteria nel 1884, fu insegn ante presso la Scuola centrale di tiro dr fanteria. F u poi in Eritrea ed in Libia e parfecipò a lla guerra 1915- 18 merita.n dosi una med. d'argento come coma.ndante di rcgg. sulla Vertoiba ·(ottobre 1916). Raggiunse nel 19J 7 il grado dì magg. genera.le e collocato in P . A. S. ( 1920), raggiunse nel 1923 il grado di gtnerale di divisione . Costa Albino. Ammiraglio, n. ~ Caglia ri ne l 1864. Entrato in servizio nel 1878, fu collocato a riposo nel 1919, e promosso contrammiraglio nella R N, nel 1923. Costa Sebastiano. Generale, n. a Pinerolo nel 1867. Sotto t. dei bersaglieri nel 1899, si segnalò durante la guerra 1915- 18 meritandosi qu attro med. d'a rgento ed una di bronzo al valor militare. Fu decorato di due medaglie d 'argento quale coman.dan te di u n bgl. bersaglieri nelle opera.zioni del maggio 1916 nella conca di Marcesina e del lug.lio 1916 a Monte Zebio; si meritò una .med. di bronzo ed a ltre d ue d'argento in qua lità di colonnello comandante del 222° regg. fanteria nelle azion i di Santa Caterin a - Va.I Cava del maggio 1917, di Mon astier (Piave) del giugno 1918 ed infine nell'ottobre 1918 nella zona di Salgareda (Piave) nel 1919 fu n ominato comanda.n:e del depo,;ito 50° fanteria, e, collocato in P. A. S . (1920), raggiun se n el 1926 il grado -di generale di brigata. Costantin (Felice di C. conte di Castelnuovo) . Am_ miraglio del sec, XVIII-XIX, 11. di N izza. Da giovinetto presc; parte come volontario alle campagne contro i barb areschi e nel 1775 era guar diamarina. D uran te la invasione francese degli Stati sardi di Ter raferma segui il R e d i Sa rdegna ove n el febbr. 1793 essendo capi-

Costantina nel 1836

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tano a l comando della piazza forte della M addalena, respinse il famoso assalto fran cese cui partecipò il Bonaparte. Nel 1815, istituitosi il l'dinistero della Marina, fu col grado di magg. generale il primo direttore del!' Arsenale della Foce a Genova, poi comandante del D ipartimento di Villafra.nca, Vice ammiraglio nel 1830, fu collocato a riposo nél 1836. TI C. dette il primo assetto a l Museo navale,

Costantina (ant. Cirta o Carta dei Cartaginesi., Colonia Julia dei Romani, in fra.ncese, Constan-tine). Città dcli' Algeria Orientale capoluogo d i d ipart. sulla dr. del :fiume Rummcl che domina da un'alta rure, Fu r esidenza dei re d i Numidia fmo all'epoca della guerra d i R oma contro Giugu rta u ltimo re. Ha importanza m ilitare-strategica, come nodo stradale e ferroviario. Ebbe fino dall'epoca. .numida mura e castello, che ne facevano un posto di valida resistenza come lo dimostra no i vari assedi sostenuti in quel periodo. Sotto Costant ino imperatore fu nuovamente fortificata, ma, caduta in mano dei Vandali, questi ne distrussero le fortificazioni. P assata a i B izantini e poi agli Arabi, seguì le sorti dell'Algeria, I. Battaglia di Costantina (28 giugno 203 a . C.). Appartiene alla. seco11da guerra punica e fu combattuta da Caio Lelio, prefetto della flolla romana, e da Massinissa, contro Siface, re della N um idia. S'appiccò la zuffa da ambo le parti con la· cavalleria, ma i Massilii, che combattevano agli ordini di Siface, appena si poteva.no sostenere. Accorsa la fanteria romana, rese stabile la p ugna e potè frenare il nemico, che veniva contro a briglia sciolta, I barbari da prin cip io cominciarono a rallentare i cavalli, poi a fare a lto, infine a cedere a.ila cavalleria e alla fantexia romana. S ifa.ce mentre tentava di rimettere la pugna, fu rovesciato a terra, sopraifatto e catturato. Caddero morti 5.000 dei suoi e 2.500 rimasero p rigioni. In seguito a questa battagli.a S iface perdette il regno e C. si arrese a i vincitori: l'intera N umidia cadde in loro potere.

II. Battaglia e assedio di Costantina (112 a . C.). Causa la divis ione della N umidia. imposta dal Senato Romano, scoppiò la guerra tra Giugmta e Aderbale, suo fratello. Gli eserciti. di ambedue erano accarnpati di foonte p resso C. Verso l'a lba G iugurta assa lta gli avYersari e li sbaraglia. i\derbale cogli avanzi si rifugia dentro C,, e Giugurta a llora assed ia la città, e con gallerie, torri e macchine d'ogni sorta ten ta di espugnarla. Aderbale si affretta a chiedere aiuto a Roma, ma il Senato, inve,c e d i un esercito, mand ò nell'Africa una m1ova deputazione, a capo della. qua le stava M. Emilio Scauro. Ma sia che l'oro a vesse corrotto i deputati, s ia che G iugurta non desse ascolto a lle loro intimazioni, il fatto si è che i legati se ne tornarono senza aver n ulla ottenuto. Come tal~ cose s i seppero in C . i numerosi I talici, essendovi ormai pen;uria di viveri, p ersuasero Aderbale a d ar sè e la città in mano di Giugurta, con la promessa di aver salva la vita . Così, dopo un asse-

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dio di più mesi, la città capitolò. Giugurta però contro i pa,tti fece uccidere non solo Aderbaile e i suoi fa.utod, ma anche gli Italici, i quali, fidando.si della loro co~ zione di sudditi romani, avevano sollecitato la resa. III. Battaglia di Costantina ( 107 a. C.). Appartiene alla guerra G,i ugurtina e fu combn.ltuta e vinta dal console romano Caio Mario contro Giugurta. re della N um idia, che coi Getuli trasporta.va le prede tolte a i confederati dei R omani. I V. Battaglia di Costantina ( 106 a. C.). Appartiene alla guerra G iugurtina e fu combattuta. dal CO'llWlc romano Ca.io J'vfario, contro G iugur ta, re della Numidia, e il suo alleato Bocco, re della ]VIaureta.nia . lvfario era in mar~ia, quaJ1do f u assalito da quattro colonne nemiche. L . Cornelio Silla, raggiunto per il p rimo, a torme e con la cava,l leria, in ordine chiuso, assa lta i l\fori; frattanto Bocco, coi fanti condotti da Voluce, suo figliolo, ur ta la retroguan.lia dei Romani e la. fa vacilla re. M a Silla, sconfitti col;:;ro contro i quali era andato, viene addosso a Ilocco, che urtalo d i fiauco, volge le spalle. Giugurta, a ttornia to dalla cavalleria., vede cadere tutti i suoi, e riesce a scampare solo. Alla fine i nemioi furono sbaragliati oo per tutto, e inseguiti con la spada alle reni, e massacrati . Dopo qu.e sta vittoria, in cui Silla si palesò valente capitano, Giugurta fu da Bocéo, suo suocero, t radito e mercè l'opera di Silla consegnato ai Romani e condotto incatenato dinanzi al carro trionfa.le cli Mario in R oma. Così terminò la guerra Giugurtina. V . ;J ssedio di Costant,'n.a (1836-37). Ap-partiene a lla guerra dei Francesi per la conquista dcli' Algeria. La piazza era difesa d a Ben Aissa. Una colonna francese, comandata dal gen. T rézcl e composta d i 7000 u. con 14 p ezzi di vario ca.libro, giw,se dava:nti a C . il 21 novembre 1836 e p iazza.t i i cannoni cominciò il fuoco doven do subito respingere vigorose sortite d egli Arabi, i quali inunobilizza,·ono la colonna nel suo accampamento e la costrinsero alla ritirata. La spedizione fu rinnovata con maggiori forze n el 1837 e il 6 oltobre giu.ngevano dava11ti a. C. 13000 u. con 17 cam1oni d'assedio e 16 da camp.1.gna, che cominciasono subito il bombardamento. Il coma11do era stato assunto dal gen. Da1nrémont, il qua.le, ferito l' 11 ottobre, lo cedette a l genera.le Va lée. Il mattino del 12 il fuoco fu intensifrcato allo scopo cli aprire una breccia neJle mura, e il mattino seguente uria colom1a d'assalto superò la breccia accanitamente difesa dagli Arnbi e penetrò in oittà. Rinforzata. s ul.rito, la colon na s i aprì sanguinosa.mente il passo fra le case e riuscì a vincere ogni resistenza : i d ifen sori si d iedero alla fuga la.sciando nelle mani dei Francesi 50 cannon i. Le perd ite degli assalitori am • montarono a JOO morti, fra i qua li il gen. Damrémont e 506 feriti.

Costantina (La). lVIezza. galera sarda del 1783. Fu p resa dai Francesi nel 1793 quando occuparono Villafranca . Costantin i (Ferdinando) . Genera.ile, n . a Vicen7,a, m. a M ila110 (1845-1926). Sottot. di cavalle.ri·a nel 1864, partecipò alle oampagn e del 1866 e del 1870. Nel grado di tc.n. colonn ello (1888) fu aiutan te di campo effettivo di S . 'M . il Re e promooso colormello comandò il reggimento Cavalleria. N izza. Da magg. generale (1898) ebbe il comando della 5•· brigata di cavalleria e della brigata Puglie, e raggiunto il grado di ten. generale (1904)

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ebbe il comando delle divis. di Brescia e di Milano (1904-1910). Collocato in P. A. raggiunse il grado di gene.raie di divisione.

Costantiniano (Sacro O,·d·ine militare C. di Saii Giorgio). Si fa da.Ila trad izione r isalire a Cost a11tino im peratore che l'avrebbe istituito nel 312, dopo la. grande battaglia contro Massenzio. Altri storici attribuiscono ad Isacco Angelo Comneno imperatore d'oriente ( 1190) l'istituzione dell'ordine, ad imitazione delle m'.itizie crociate. I p rimi cavali eri C. furono gli imperatori e re di Europa riuniti a. ,Costantinopoli. Tali però furono le r ifanne d i quest'ordine milita.re-religioso, già ,preesistente, d a farne attribuire la fondazione ad 1: acco JI. Nd secolo XVII l'ultimo dei Conneni, con a tto rogato a Vcnezia . (17-7 -1697) lasciò in eredità il gra11 magistero dell'Ordine al duca di Panna e P iacenza Francesco I Fa1'11ese e successori. Nel 1731 per estinzione dei Fa.mesi passò a ll' infante cli Spagna don Ca1·lo e con lui ai Bor boni di Sicilia . L a Chiesa cattolica p rese l' Ordine sotto fa sua protezione, tantochè esso ebbe un Cardinale delegato da,lla Santa Sede. I gradi dell'Ordine erano otto, da cavaliere di gran croce, a ca.valiere d'ufficio. Il p rimo grado era riservato esclusivamen te ai principi e sovrani, od a.lte dignità dello Stato. La croce dell'ord ine C. era in oro, gigliata, smaltata color porpora. a forma greca con nastro celeste. Costantino (Caio Flavio A ttrelio Cla.1,dio). Imperatote Romano, detto « Ll Grande>), n. a N a.isso, m. a N i~omedia(274-337). Nel 306 fu proclamato Imperatore dli.i suoi soldati, ma prima di avere effettivamente da solo il p otere do.,e t.te combattere lungamente contro Galerio, che morì nel 311, con trò l\1a.ssenzio, ch e vmse ne l 312 e contro Licinio. Trasportò la capitale da. Roma a Biswzio (.330), d a lui chiamata Cos ta ntinopoli, e introdusse il Cristianesimo come religione d i Stato. Costantino Paidovic, gran.d uca e genera,lc d i Russia ( 1779-1S31). F iglio dello za.i: P aolo I , fece le sue prime prove in Italia sotto il S uwarov, e prese paJ'te sotto K u tosov alla cam pagn a d el 1805 in Austria , a q uella d i Russia ( 1812) e d i Franc ia del 1814, Nel 181 S fu nominato tenen te generale in Polonia. N cl 1830 fu cacciato da Va1·savi•a. e ne.Jl'anno seguente, mentre preparava fc trup pe p er sottomettere la Polonia., colto dal co lera morì. Costatttitto N-icolaievic . Granduca e anunira.glio ru= (18271892). F ratello deHo zar Alessan dro II, fu a capo della. flotta del Baltico, dove portò_ sensibili ccl apprezzati miglioramenti. Nominato n el 1862 ten. generaJe in Polonia, vi represse un'insurrezion e. Du_

Cosu,nt. Nlcolaie vic


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rante la guerra turco-russa (1877- 78) ebbe il comando supremo della flotta russa..

Costantino Alfredo. Generale commissario della R. Marina, n . a Napoli nel 1855. Entrato in servizio nel 1872, • f u collotato in P . A. nel 1915 e promosso nella R. N. ma.gg. generale commissai:io nel 1915 e ten. gCJ1eyaJc nel 1923; fu direttore di commissariato a Taranto nel 19091913 e a Napoli nel 1913-19 15. Costantino Roma.nov. Granduca e generale russo, scrittore, n. nel 1859. Figlio del Granduca Costantino N icolaievic, fece la sua carriera, militare in cavalleria, divenendovi ispettore. Co1npletò la sua cultura all'estero ed amò particolarmente l'Italia. Fra le sue li ricl,e militari, merita.no particolare menzione: « La vita del reggimento a Venezia»; (( Note da l Campo»; « Lettera dalla frontiera)> ; « Sotto la tCJJda >>; << I l R eggimento i>; « La sentinella»; « E' morto>>; « Con gedato >J. Costanti1to Art11.ro. Ammiraglio, n. a Po tenza m. a Roma ( 186S- 1922). Entrato in servizio nel 1878, fu collocato in P. A. nel 1913 e promosso contra.mm. nella R. N. nel 1918. Fu membro e segreta.rio del Consiglio su!)f!riore di Marina, nei 1912, ispettore dei F,ui e Segna.lamenti Marittimi dal 1913 al 1920. Andò a riposo nel 1921. Costantino, re d·i Grecia (1868-1923). Da principe ereditario fu nel 1897 nominato comandante supremo dell'esercito operante contro i Tmchi in Tessaglia. Dal 1900 al 1909, quale ispettore generale deL l'esercito greco, lo r iorganizzò sul tipo di quello tedesco. Chiamato in patria per assumere il comando dello ·S . M. nella guerra balcanica ( 1912-1 3), successe a l padre assassinato nel 1913. Scopp iala la grande guerra simpatizzò per gli Imperi Ce:nu·ali p iù o meno apertamen te, e fu costreoto il 12 giugno 1917 ad abdicare in favore del figlio Alessandro. M orto questi (1920), fu r ichiamato a l trono; ma per la sua condotta ambigua dovette definitivamente prendere la via dell'esilio.

Costantinopoli (Ant. Bisanzio, in turco Sta-mvu[}. Cacpita.le della Turch ia, sopra una penisoletta. fra il mar cli Marmara, il Bo.s.foro, il Corno d'Oro. L a sua posizione dominante degli Stretti le ha da to u na storia militare r icchissima. d i avvenimenti. Fon.data. nel VII sec. a. C., divenne fiorente quando Costantino vi trasportò la sede dell'Impero romano, rimanendo poi la capita.le dell'Impero d'oriente. Grandi fortificazion i vennero cseg,u ite e più volte l'innova.te : l'impera to•r e An,.,stasio nel 512 fece costruire nuove mura, e di grande spessore; successivarne1;te i T urchi ne r i11110va.rono pii1 volte le fortificazioni. I. Assedio di Costantinopoli ( 476 a . C.~ppa.rtiene alla guerra dei Greci contro i Persiani. C., che era per la Persia la chiave del mar Nero e la testa di ponte del Bosforo, fu assediata da Pausania, il vincitore d i Platea, che d isponeva d i 100 navi ; 20 dei Peloponnesi, 30 di Atene, comandate da Aristide e d a Cimone, 50 ioniche. L'assedio fu lungo, ma la città. a1fine . cadde, e la -sua conquista. fu di grandissin10 vantaggio pei G reci.

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lI. Battaglia navale di Costantinopoli (340 a. C.). Appartiene al la prima guerra Sa.era e fu combattuta durante l'assedio posto da Filippo II di :Macedonia a C. La flotta di Filippo venne sconfitta e cacciata dal Bosforo, per opera d i 40 navi Ateniesi comandjlte da. Focione, venute in soccorso degl i assediati. La città r imase pertanto liberata dall'assedio.

III. Battaglia navale di Costantinopoli (318 a. C.). Appartiene a ll'età de i Diadochi e fu combattuta e vinta dal;a flotta di Antigono contro quella di Maced~nia, di cui era governa tare genCJ·ale Polysperchion. IV. Assedio di Cost01,tinopoli (195-196 d. C.). Appartiene alla guerra sorta tra i due pretendenti a l trono imperiale di Roma, l'escennio N igro, legato della Si.ria, e L . Setti.mio Severo, legato della Pannonia, già proclamato imperatore del Senato. C., cl1e avea pa~teggiato per N igro, fu assediata da L . Mario Massimo Perpetuo Aurelia.no, duce dell'esercito della 1\•I esia. e capo della 1" legione ita lica. Le truppe asiatiche stanziate in Costantinopoli, i citta.dirLi capitanati da Pl'isco e la loro flotta di 500 vele, of>posero un'intrepida 'resistenza. Si soStCJ1nero anche quando Severo fece loro mostrare, conficcata sulla punta di un'asta, la testa di Pescennio, sconfitto e ttcciso aila battaglia di Isso, e resistettero con eroismo per terra e per mare a lla superiorità numerica. dei nemici, finchè la loro forza fu fiaccata da,Ila fame; e C. dovette arrendersi. Severo, profondamente inasprito, mise a morte il presidio e t utti i funzionari pubblici, tranne Prisco, che prese a l suo servizio. V. Battaglia navale di Costa11tinopoli (610). Fu tambattuta fr-a le na vi di Eraclio, esarca bizantino a Cartagine, e quelle di N iceforo F oca: usurpatore del trono d i C., nell'autwu10 del 610. La sconfitta. del secondo, mal toI!e:ra.to in città, fece d ivampare Ulla. ribelliQne che lo travolse e lo uccise e sul trono sa.lì Eraclio. ·

VI. Assalti di CostantùioJ,oli ( 669- 678). A,pparterrgo-no a.Ila lotta de i Musulmani per estendere il loro dominio verso !'Europa. Nel 669 un esercito d i costoro riuscì a va.r-care lo stretto appoggiato da una potCJJte Jlotta e ad avvicinarsi ai sobborghi di C. L'imperatore Costan.tino l U ebbe il ten1po di prepara.re una energica difesa, e costrinse i Musulmani a ritirarsi. Ne!Ja pr imavera del 672 un secondo attacco di CGstoro venne operato con una potente flotta, ma le navi bizantine, adoperando il fuoco greco, la misero in grande )}arte in fiamme e sventarono cos\ il tentativo. Nel 67 3 i Musulmani sbarcarono sulla costa eurovea degli stretti, e l'assedio fu posto da terra e da mare. Ed aJ1che questa volta il fuoco greco rovinò le n.av, musulmane e la. città fu salva. Così avvenne ancora. nel 678, quando i 1fosulrnani s i dovettero r itisare dopo cii aver lasciato 30.000 morti sotto le mura di C. ed aver avuto là loro flotta nuovamente d istrutta dal fuoco greco la1"1Cia to dalle navi bizantine. VII. Assalti contro Costantinopoli (717-718). Nella p rimavera del 717, Soli.mano entrò nel Bosforo con. uno stuolo n umeroso cli navi' che porta.van o un potente eser-cito. Questo venne sbarcato di fronte ad Abido e vana-• mente tentò di supera.re la difesa. d elle m ura; sul mai·e· la flotta bloccò Costantinopoli; tuttavia sopravvenuta la tramontana, le navi furono cacciate dallo stretto. Afferrò l'occasione l'imperatore Leon e Isaurico, lanciando molti brulot ti pieni d i fuoco greco verso le navi arabe e clistruggendonÌ molte. Il Califfo/ si rifugiò dietro il


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Assallo del crociati a costantlnopoll, 1203. (Quadro di Palma il v eccblO)

promoforio di Sostene e non tornò dina.nzi a Costantinopoli che nella primavera seguente, rinforzato da due squadre venutegli dal !' Africa.. Jl,fa il fuoco greco ab bruciò una seconda. volta una parte delle sue navi. La fame ed il freddo iatanto stremarono l'esercito. A Solimano, succedette il Califfo Omar, meno aggressivo del predecessore, onde .fu deciso di togliere l'assedio (15 agsto 718); le navi tornarono ai pun ti di partcn1.a, 110 11 senza subire enonni perdite per effetto della tempes ta . Di 180.000 u .. · che era.no sbarcati sulla. costa europea, soltanto 40.000 tornarono nel!' Asia. Minore. · · VIII. Battaglia navale di Costantinopoli (727). Appartiene a lla repressione degli Iconoclasti, i quali si erano ribellati ai dec1·eti di Leone III contrari a l culto delle immagini sacre. La ilotta dei ribelli, comandata da 'Agagliano e Stefano, soste.nitore cli èe.rto Cosmas ch e era stato da costmo proclamato imperatore, venne sconfitta ·i l 18 aprile 727 da quella d i Leone, e i capi ribelli, Cosmas compreso, furono messi a morte. IX. Assedio di Costa1tti11,opoli (743). Fu posto nlla. città da Costantino IV, poi che in su a assen7~1. crasi impa dronito del p6teré Artava,sde, suo cognato. Questi E-i difese fino al 2 novembre; allora. C. venne presa d'as~ lto dalle . t~}'PPC ·di ç 11sta.ntin o, il quale fece accecare l'u surpatore e i suoi figli relegandoli in w1 monastero.

X. Assalto di Costantinopoli (813). Fu dato dallo zar bulgaro Crum, dopo devastazione del territorio bi?.antino fino alle mura della città. Ma venne respinto e tomò in Bulgaria Ja:sciando dietro a sè la rovina.. Xl. Assalto di Custantinopol·i (823). Fu dato da una flotta di 350 navi, montata da ribelli all'imperatore Michele II, comandati dal generale ribelle Tomas. Questi fu pienamente sconfitto, e altre forze ribelli sul continente vennero battute dai Bulgari alleap di Micheilc. Tomas, catturato a Lule Burgus, dopo assedio, venne fatto -mettere a morte. XII. Assedio di Costantinopobi 1924). Fu posto dallo czar bulgaro Simeone; la città era difesa da Costantino VII Porfiroge.nito, il quale fu costretto a far la pace diventando tributario della Bulgaria.

XIII. Battaglia nai•ale di Costanti1topoli (941). Appartiene alla guerra è.e! granduca russo Igor contro l'impero bizantino. Costantino VII Porfiroge.nito, di fronte al migliaio di navi russe, ordinò al suo ammirag lio Romanos di armare tutte le navi bizantine e di munirle di fuoco greco. Romauos penetrò con le sue navi in mezzo alla flotta russa e lanciando fuoco da ogni banda distrusse grande nwn ero delle navi di Igor, il qua le potè salvai-si con le rimanenti. XIV. Battaglia navale di Costantinopoli ( 1043). A


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costanlinopoJi nel secolo XVll

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ca.usa deU'ucci:;ione di un nobile russo a Costantinopoli, il granduca Jaroslav di Kiev' mandò un esercito e una flolta contro Costa.ntinoroli. L'imperatore Costantino Monomaco, am1ate a sua volta parecchie navi, ne ai:fidò il comando a Basilio Teodorocanon, il quale attaccò nel Bosforo la flotta russa e la ricacciò nel Mar Nero, dove la sconfitta fu completata dal sopraggiungere di una burrasca. Si fecero ammontare le pe.rclite dei russi a 15 .000 u. e congruo numero di naV'i.

XV. Presa di Co,<tantinopoli (1081). Fu operata nell'apri le, dai partigiani di Alessio Comneno, i quali riuscirono di notte a superare le mura pel tradimento di un ufficiale della guarnigione. L a città fu messa. a sacco e all'imperatore Nicoforo III Botaniate deposto succedette Alessio. XVI. Assalto di Costantinopoli (1203). Appa.rtiene a lla quarta Crociata, e fu operato, in base al patto di Zara (v.), dai Crociati comandati da Enrico Dandolo (72 galee, 140 navi da trasporto, 40 mila combattenti). La flotta aveva scelto Scutari come base per le operazioni contro C., le cui na.vi erano inette a lla difesa, per l'incuria dell'imperatore Alessio III. Il S lug lio i Cr0ciati sbarcarono sulla costa europea e il 6 Dandolo for zava la catena del porto presso la torre di Galata, che faceva prender d'a.ssfl!lto. L'l l, da.I Como d'Oro le navi, e da terra le truppe sbarcate iniziarono l'assalto; fu Dandolo che il 17 per primo riuscì ad occupare un tratto delle mura e a penetrare in città. L'imperatore fuggi, e fu acclamato al suo posto Alessio IV. 0

XVII. Assalto di Cosantùiopoli ( 1204). Appartiene alla quarta crocia ta. L'imperatol'!l-~:cSSio III, deposto, aveva con sè il favore della prov incia; l'imp;,ra tore sul trono, Alessio IV, si reggeva mercè le armi di Dandolo e <lei ·Crociati. Il 25 gennaio scoppiò in città una rivolta contro Alessio IV e contro i Crociati, mentre fra questi e l'imperatore era ormai aperta discordia. Al trono i soldati chiamarono il ciambellano Ducas, e Alessio IV venne strangolato. Ducas, che prese il nome cli

Alessio V, s i difese lungamente contro i Crociati, che il 9 aprile dettero l'assalto generale alle mura verso il Como d'Oro: respinti, lo ritentarono tre giorni dopo, con le na,vi legate due a due e cariche di macchine da gitto, di scale, di truppe, L'assalto riuscì e C. fu presa e orribilmente deva.stata e saccheggiata. XVIII. Assedio di Costantùwpoli (1236). Appartiene alla lotta dei Bizantini contro Giovanni II czar dei Bulgari, il quale, alleato di Giovanni III Ducas imperatore di Nicea, investì C. da mare e da terra, difesa da Giovanni di Brienne, appoggiato dal principe Goffredo di Acaia, dai Vcneziani agli ordini dei provveditori Qucrini e Gussoni, da Pisani e Genovesi. La flotta assalitrice fu battuta da quella Veneziana comandata da Michieli, e l'esercito assalitore venne respinto. XIX. Battaglia navale di Costantinopoli (1252). L'aro.. miraglio genovese Paga.nino Doria vi sconfisse un'armata veneziana comanda ta da N,iccolò Pisani. In conseguenza di questa vittoria i Genovesi, recantisi a Costantinopoli, la bloccarono e costrinsero l'imperatore di Oriente a d abbandonare l'alleanza coi Veneziani e chiudere loro i porti della Grecia.

XX. Presa d·i Costantinopoli (1261). La città apparteneva sin dal 1204 ai Franchi, appoggiati dai Veneziani. L'imperatore M ichele VII Paleologo, dopo di avere riconquista.to tutto il territorio, strinse coi Genovesi il trattato di N infeo e nella notte del 24 luglio un suo piccolo corpo di truppe (800 u .) comandato da Alessio Melisseno, riuscì con l'appoggio dei Greci della città a penetrarvi di sorpresa. Ba ldovino Il, ultimo imperatore franco di C., si salvò sopra mia nave e dopo breve lotta il presidio fra.neo- veneziano dovette abbandonare la città a :Michele. XXI. Assalto di Costantinopoli (1330). Fu tentato dai Jviusulmani per mezzo di una flotta, la qua le venne respinta facilmente dalle navi bizantine. · XXII. Lotta fra Veneziani e Genovesi a Costantino-

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1\ssallo cJc.i Croctal.i a costa11t1t1opoli , ·1204 (quatlro ctel Tintoretto)

poli. Verso il 1350 v1v1ssime erano le lotte in Levante

fra Veneziani ~ Genovesi, specialmente per la suprema.zia nei mercati di CostaJ1tinopoli; gli imperatori bizantini, deboli come erano, non cessarono cli parteggiare per fu.no o per l'a:ltro de i cor!lcndenti, secondo la. convenjenza del momento. I Genovesi, avuti in feudo, con facoltà di governarvisi con le propr ie leggi, i sobborghi di Pera. e di Galata., non avevano tardato a forma.re quasi uno Stato inilipc:ndente, a llargandone i confini, erigendovi forti.fica.zioni, an-og-mdosi il monopolio del commercio del Mar Nero e ciel Bosforo, tanto che era ormai dubbio se i Genovesi o i Greci imperassero a Costantinopoli. La situazione non piaceva affatto all'Imperatore Giovanni Cantacu7,eno, il quale si dette ad allestire navi. Il fatto insospettì i Genovesi e questi, senza por tempo in mezzo, assalirono con nove galee e una grande caracca, c11e portava u na torre ben mu.nita, il palazw imperiale senza per a ltro riuscire ad espugnarlo. Nella prima.vera. del 1348 l'Imperatore con un esercito mercenario andò ad assalire Pera, -sccondato da una squadra di navi che egli a gran fatica era riuscito a mettere insieme. Il capitano dcille navi genovesi, prima che il pia.no clell'awcrsariò si ù1izw.sse, assalì con la. sua. audace squadretta i Greci e li sconfisse facilmente; quasi tutto il naviglio cadde in ma.no dei Genovesi

senza colpo ferire; l'Imperatore fu costretto ad accettare una pace umiliante. Scoppiata la. b'llerra lra Genova e Venezia, nel 1351 una squadm veneta composta di 34 galere, coma,1data da N icolò P is.·u1.i, assa-p di notte Pera e riuscì a farvi penetrare i propri i.tom•ini che pe,ò furono tosto ricaccia.ti. Fu d'uopo ricorrere a regolari operazioni di assedio, cui oltre ai Veneziani presero parte i G reci comandati da Tarcaniot.a. Questi aveva fatto eleva re su due caracche ben collegate una torre a tre piani, che portava superiormente due braccia. sostenenti un ponte coperto, da voltarsi verso la parte che s i voleva assaJù-e; men tre l'Imperatore batteva Pera con l'esercito, le squadre collegate l'attaccavano dalla parte del mare. Gagliardamente s i difendevai10 i Genovesi attendendo rinforzi, ed infatti, il gio,tTlO prima dell'assalto generale, il Pisani ricevette ordine dai Veneziani di lasciare subito l'assedio e correre incon tro ad una squadra genovese che era partita per il Levante, Lascia.ti 1<0li a.Ile p rese cor, i Genovesi, i Greci decisero di tentare ugualmente l'assalto, ma ebbero la peggio. I Venezia ni., riconosciuto che la. squadra. genovese d i soccorso, comandata. cla Pagano Do.ria., era pitt forte di loro, si getta.vano dentro Negroponte. La squadra sopravveniente giunse nel Bosforo, e, dopo aver sa;ccheggiato Eraclea, s i condusse a

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Asfrtlio cl! cos1anlinopoH nel 1453: 1 a ·12, po1·1e; A. ala ne.s tra turca; R centro; e, ala sinistra; D, riserva; E, t:c•rpo agli ordini ciel pascià Sag-anos; F, natia greca; a, b, r, Genovesi;' e, - g, v en ezian i ; e, et. h, i, k, l, Greci

sverna.re dinanzi a Pera. Il Pisani, recatosi a Venezia, ne usd nell'ottobre con 27 nuove galere; in Sicilia si unì ad altre .3 0 condotte da Pancrazio Giustiniani ed a 23 aragonesi comandate da Ponzio d i Satipan. l\falgrado la stagione invernale la squadra si avviò verso il Bosforo e arrivò nel mar d i J\,larmar a nei primi giorni cli febbraio del 1352 ancorandosi presso l'isola Principe. La imponente spedizione aveva per iscopo di sorvrendcre il Doria, batterlo e poscia impàdronirsi di Pera per d istruggerla. Il Doria mosse ·i ncontro ai nemici, ma trovati questi che spinti da w1 gagliardo vento muovev?.no tutti verso Costantinopoli non osò attaccarli e li lasciò passare. Il P isani, giunto nel Bosforo, si unì ad altre otto galere greche del Tarcaniota e con 85 legni il 13 febbraio, avendo vento favorevole, decise di attaccare la. squadra del Doria che si componeva di 64 navi. I Genovesi avevano il vento e la cone.nte contraria; tuttavia, serratisi quanto più poterono alla. costa <l'Asia, a.spettarono intrepidamente l'a ttacco. Il combattimento era ap pena cominciato che un improvviso tw·bine sconvolse le armate forzandole ad interrompere la zuHa. e spù1gen dole nel Mar di Marmara. Quivi, calmatosi alquanto il vento, si r iaccese la lotta, ma i Greci intanto si erano ritirati. I Vene7--.~.i e 1gli Aragonesi, riorganizzatisi a.ila meglio, assalivano i Genovesi ancora in disordine forzando 13 delle loro galere a rompere sulla costa. Tanto era l'accanimento che la notte sopravven uta. non valse ad a rrestare la battaglia . e soltanL• ad ·ora tardissima le due arma.te, con tacita tregua si separarono andando a.<l ancorarsi d ietro la punta occiden-

tale di Gala.ta. Salpò di là il Pisani prima deH'alba. temendo che il Doria lo riassalisse e si rifugiò a. Tera,pia. che a.Uora era difesa da w1 forte castello. Egli aveva perduto molti legni e molti uomini; tra. i morti annoveravansi il Satapa.n e il Giustiniani. Il Doria si trovò in possesso d i 14 galee d i Venezia e 10 d'Aragona. Aveva. fatto 1800 prigionieri, ma anche le sue perdite non erano state lievi, onde gloriosa, ma non lieta la vittor ia ottenuta. Poco dopo, l'armata dei collega.ti, quantunque avesse ricevuto rinforzi, non osò riprendere le ostilità e senza essere molestata dal D oria par tì alla volta di Candia. \ L'amrnncio dell'esito della battaglia. fu accolto con dolorosa. meraviglia. a. Venezia. Il senato mandò a fare una. inchiesta e alcuni ufficiali furono processati, Il Pisani potè mantene.re il comando, ma gli fu posto a. fianco un comrn issar io che vigilasse sugli atti di lui. Il Dori a, ricevute a sua volta dieci galee d i rinforzo, strinse dappresso C . e l'Imperatore Cantacuzeno, riconosciuta. la necessità di « piegarsi ai signori del mare ll domandò pace ed ebbela a tali patti che conservavano ai Genovesi poco meno che la sovranità su ciò che rimaneva. dell'impero d'O riente. Con questo tratta to r itornò il D oria a Genova, ma dalla invidia degli emuli e dallo spirito partigiano venne rimunerato con la rimozione <lei Comando. XXIII. Assedio di CostrmtinoJioli ( 1376). G iovanni V Paleologo, imperatore d i C., venne in urto coi Genovesi e strinse alleanza coi Ven.e ziani. I Genovesi alla loro volta trassero dalla loro pa,rte Andr onico, figlio d i Giovanni,


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e con l'appoggio di Bulgari e Serbi furono in grado di porre l'assedio alla città. Il 12 agosto 1376 essa cedeva agli assalitori e Andronico deponeva il padre assumendo la Corona. XXIV. Blocco di Costantinopoli (1396-1400). Fu operato dal sultano Baiazet dopo l'imposizione, riuscita vana, all'imperatore :tvfanuele, di cedergli la città. Il blocco• fu da Baiazet abbandonato per correre a c011trastare l'avanzata dei Mongoli, dei quali fu sconfitto e fatto prigioniero ad Angora ( 1402). XXV. Assedio di Costantinopoli (1422). Fu posto dal sultano Amurat II sui primi di giugno, e vi fecero apparizione le artiglierie, che non riuscirono però ad aprire breccia. Un assalto tentato con grandi forze venne respinto dai difensori, e l'imperatore Manuele fece eseguire felici sortite. E i Musulmani (6 settembre) finirono per abbandonare l'assedio. XXVI. Assedio di Costantinopoli (1453). Fu posto dal sultan-0 Maometto II il 6 aprile, con enormi forze (150 mila u. e 145 mtvi) e poderooi mezzi, fra i quali copiose artiglierie (14 batterie) e numerosa flotta. L'imperatore Costantino disponeva di 6000 Greci e 3000 Genovesi e altri stranieri, di scarse artiglierie, di sole 26 navi. La breccia fu aper ta dal fuoco dei cannoni turchi, ma l'assalto fu respinto e il genovese Giustiniani riusci a riparare i danni chiudendo la breccia mede!'ima. Le m ine turche sono sventate da contromine, le torri incendiate col fuoco greco. Sul mare, J\,f aometto non riesce a rompere la catena che chiude il porto, difesa da navi genovesi. A,l lora decide di trasportare per terra 72 navi dal Bosforo al Corno d'Oro e vi r iesce, dopo di che decide l'assalto generale per il 29 maggio. Due grosse colonne di truppe si slanciano contro le mura, incuranti delle perdite. Giustiniani, anima della difesa, è ferito: gli assalitori superano la d isperata energia <lei Cristiani in due punti e dilagano in città. L'imperatore è ucciso nella mischia, e la spada musulmana

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abbatte, 1125 anni dopo Costantino, l'ultimo baluardo e l'ultimo resto dell'impero d'Oriente. Rimane famoso nella storia di questo assedio un enorme cannone pesante 150 quintaJli, fatto cootruire dal sultano: la •p alla, di pietra, pesava 1200 libbre. Era trasportato sopra un grande carro-affusto, trainato da SO paia di buoi. XXVII. Trattato di Costantùwpoli (1544). Pace fra TUl·chia e Venezia. Questa cede all'altra le ullime piazzeforti che aveva ancora nella Morea. XXVIII. Trattato di Costantinopoli ( 1 luglio 1649). Fra Austria e Turchia. Si rinnova per 22 anni la pace di S itwatorok, più volte violata dai Turchi. XXIX. Tr~ttato di Costantinopoli (15 luglio 1700). Pace fra Russia e Turchia. Si prolunga per 30 anni la tregua di Karlowitz; la città d'A.7.-0V resterà alla Russia, e cesseranno i tributi dei Russi al Kan dei Tartari.

XXX. Trattato di Costantinopoli ( 15 aprile 1712). Pace fra Turchia -e . Russia. Entro tre mesi le truppe russe dovranno sgombrare la Polonia; l~ Russia non potrà ingerirsi nel governo della Polonia, eccetto se il re di Svezia invade questo regno con disegni apertamente ostili alla Russia. La città di Kiew e l'Ukraina rim~rranno a lla Russia. La durata della pace era fissata in 25 anni.

•XXXI. Trattato d·i Costantiiwpoli (16-novembre 1720).

Pace perpetua fra Rus.sia e Turchia. Si confermano le disposizioni dei trattati del 1712 e '13. Azo,v resterà a.Ila Turchia. I Kan della Crin1ea non pou·anno esigere dalla Russia il coflJSueto dono. Lo Czar non s'ingerirà. nel governo della Polonia, ed entrambe le parti contraenti proteggeranno la integrità polacca. XXXII. Trattato di Costantinopoli (7 aprile 1740). Fra Turchia e Napoli ; è un trattato di commercio e navigazione, i,l quale basa le condizioni sulla clausola della nazione più favorita.

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XXXIII. Trattato di Costantùwpoli (1740). Tra Francia e Turchia. Sono regolate le franchigie, i privilegi e le immunità chei la Porta concedeva alla Francia. Le capitolazioni ora rinnovate sono del 1535 ( tra Francesco I e Solimano) del 1604 '(fra Em·ico IV ed Ahmed I) e del 1673 (fra Lu\gi XIV e Maometto I V). Non soltantoigli interessi commerciali avevano mosso i sovrani di Francia a stabilire tali accordi, ma anche interessi politici. Infatti, sino all'epoca classica della, lunga lotta fra Carlo V e Francesco I, la Frai~cia' trovò nella Turchia w1a formidabile catapulta conu·o ,!'edilizio in1ponentc eterogeneo della potenza imperiale; e l'azione della T urchia, se non concordante, procedette sempre parallela con quelfa della Fr-a.ncia contro l'Austria-.

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XXXIV. Trattato di Co_stantinopoli (6 luglio 1771). Fra Austria e Turchia. L a Porta pagherà all'Imperatore un sussidio di 20.000 borse d'argento di 500 piastre ciascu-


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na e gli cederà i distretti che dipendono dalla provincia di Valacchia posti, da una parte, fra i confini della T ransilvania e del Banato di Temesvar, e Jin1itati dall'altra, dal Danubio. L 'Imperatore e la Porta. coi negoziati e colle armi, cercheranno di far restituire dalla Russia le fortezze, possessi e territoxi da questa invasi, senza che l'u1dipendenza e la libertà della Polonia, causa della guerra recente, soffrano la menoma alterazione. XXXV. T rattato di Costantinopoli (7 maggio 1775). Fra Austria e Turchia. La Turchia cede all'Austria la Bucovina; si determinano i corufini fra la Transilvania e il territorio, turco. XXXVI. Trattato di Costantinopoli (21 marzo· 1779). Fra. Russia e Turchia. La Porta non manterrà coi Tartari che un legame spirituale e questi le cederanno i paesi fra il D niester, il Bog, il confine della Polonia e il Mar Nero. f legni russi che passeranno dal Mar nero al!' Arcipelago e viceversa. dovranno avere la stessa forma. e misura dei fra.ncesi e inglesi. Il presente è considerato come chiarimento del trattato "di K a.inargi. XXXVII. Trattato di Costantinopoli (8 gennaio 1784). Fra R ussia e Turchia. I u·a.ttati del 1774 e del 1779 sono qua.si completamente confermati; la. fortezza. d'Otschakoff e il forte di Sugiak Calessi rimarranno alla. Porta.. Stabilito per con.fine nel Kuban il fiume omonimo, la Russia rinunzia al terr itorio·fra il Kuba.n e il Mar Nero. XXXVIII. Trattato. di Costantinopoli (31 gennaio 1790). Fra. Prussia e Tw·chia. La Prussia. promette di dichiarare la guen-a ad Austria e Russia nè desistere da. essa prima. d'a ver procurato alla Porta. una. pace onorevole e una perfetta. sicurezza. per mare e per terra. In cambio la Porta s'impegna di far restituire da,ll'Austria alla. Polonia. la Galizia e di far risolvere a vantaggio della Prussia., e senza pregiudicare gli u1teressi della Polonia, tutte le differenze esistenti fra Prussia e Austria, come fra. P russia. e Polonia negli affari r ispettivi. La. Porta non farà pace con Austria e Russia. senza. la restituzione tli Bender, Otchakoff e della. Crimea.. Se, fatta la. pace, le parti contraen ti o anche la Svezia e la. ,P olonia fossero assalite da Russia o AU!Stria, tutte le dette potenze si aiuteranno scambievolmente e considereranno come comune l'offesa. recata. ad una di loro. XXXIX. T rattato di Costantinopoli (3 gennaio 1799). Fra Russia e Turchia.. Si confermano le disposizioni del trattato di Ja.ssy e di tutti quelli che vi sono compresi. La R ussia garantisce alla. Porta t utti i suoi possessi, nessuno eccettuato, quali er ano prima dell' invasione francese in Egitto, e la T urchia assume lo stesso impegno verso la Russia. Reciproco aiuto, in ca.so di guerra., o con uomini o con denaro. L'impero, l'Inghilterra., la. Prussia. e altri potentati potranno accedere al presente trattato. :&L. TraEtato di Costantinopoli (5 gennaio f793). Fra I nghj!lterra e Turchia. L'Inghilterra. fa adesione al trattato da.I 3 gennaio fra Russia e Turchia.; quest'ultima a,llestirà un esercito •di 100.000 uomini per opporsi ai disegni dei Francesi in ogni lu0go e sopratutto in Egitto, distruggendone il commercio nei mari del L evante e nel Mediterraneo. J.-'!!'".hilterra appoggierà la Turchia in ogni suo bisogno sul mare. ,-

XLI. Trattato di Costantinopoli (21 gennaio 1799). Fra Turchia e N apoli. La Porta promette a.I re delle

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Due Sicilie il soccorso di 10 .000 albanesi e d'una squadra. nell'Adriatico e nel Mediterraneo. XLII. Trattato di Costantinopoli (S gennaio 1809). Fra Inghilterra. e T urchia. L'Inghilterra. restituisce alla Port>a. le piazze a questa appartenenti ed occupate durante la guerra. Reciproca restituzione delle proprietà. ed oggetti sequestrati. L'Inghilterra promette di conformarsi aJl'a.ntica. regola dell'Impero Ottomano che vieta ai vasceUi da guerra l'entrata negli stretti. XLIII. Trattato di Costantinopoli (12 marzo 1854). Fra Inghilterra, Francia e T urchia . Invita.te dalla Turchia, l'Inghilterra e la Francia, persuase che l'esistenza. dell'Impero Ottomano nei suoi limiti presenti è essenziale a'1 mru1tenimento dell'equilibrio politico, concorreranno colle loro forze di mare e di terra a respingere l'aggressione della Russia contro i territori della Sublime Porta. Le potenze contra.enti si obbliga.n o di comw1 icarsi a. vicenda. e immediatamente tutte le proposte della. Russia. e a non fare alcun trattato separato. Alla conclusione deHa pace, Frru1oia e Inghilterra. si obbligano di ritirare le loro truppe e di sgombrare il territorio e le fortezze dell'impero ottomano nel termine di 40 giorni. XLIV. Trattato di Costantinopoli ( 4 giugno 1878}. Fra Inghilten-a. e T urchia. Nel ca.so che Baturn, Aroahan e Kars ,s ia.no r itenuti dalla Russia e che questa, in un'epoca qualunque, tenti di impadronirsi di qualche a,lU·a porzione del territori del Sultano nell'Asia fissa.ti dal trattato definitivo di pace, l'Inghilterra s'obbliga. di unirsi alla. Turchia per difendere colle armi i territori in questione. Dal canto suo la Turchia. promette all'Inghilterra. di attuare le r iforme necessarie, da stabilirsi fra le due potenze, per la buona amministrazione e per la protezione dei suoi sudditi cristfa.ni. Allo scopo di mettere 'l'Inghilterra in grado di assicu1·are i mezzi necessari rulla esecuzione di questo impegno, il suita.no con_ sente di cederle l'isola di Cipro, che sarà occupata e amministrata da lei. XLV. Trattato di Costantinopoli (24 maggio 1881). Fra. Turchia, Francia, I nghilterra, Prussia, Russia, Austria.. Sono fissate le nuove frontiere della Turchia e della Grecia. E' nominata una apposita. commissione per la delimitazione dei con.fini sul terreno. Sono pure regolati i diritti dei sudditi turchi r imasti nei territori annessi alla Greca. Grecia e Turchia si impegna.no a un'amnistia politica. ai sudditi implicati ne~li avvenimenti politici precedenti a questa convenzione. XLVI. T rattato di Costantinopoli (29 ottob·re 1888). Fra T urchia, Francia, Inghilterra, Prussia, Austria, Spagna., Italia, Belgio, Russia. Scopo queUo di fiS&'tre un regime definitivo per garantire a tutte le potenze, in ogni tempo, il libero transito nel canale di Suez e completare le norme con cui il passaggio attraverso questo canale è stato a.vvia.tò col decreto do! Sultano in data 22 febbraio 1866. Viene stà.bitito che il canale di Suez sarà sempre libero e aperto sia. m tempo di guerra che in tempo di pace a ogni nave mercantile o <la guen-a senza. distinzione di bandiera. e il canale non potrà essere assoggettato al d iritto di blocco. Anche le bocche d'accesso, per un raggio di tre miglia., sanumo · considerate libere. In conseguenza. saranno osserva.ti nel canale i doveri della neutralit~ riguardo rulle soste e agli approvvigionamenti. In particolare il soggiorno delle navi nel Canale e a Porto Said non potrà superare le 24


sire. 'Il governo egiziano prenderà le misure necessarie per far rispettare il presente tra ttato. XLVII. Trattato di Costantinopoli ( 18 dicembre 1897). Ti-a. Turch i:ai e le quattro grandi Potenze protettrici dell'isola di Candia' : InghilteJTa, Italia, FraJ1cia e Russia. L'isola di Can dia, pu.r continuando a far parte dell'Impero Ottomano, viene neu tralizmta e sarà retta da un governo autono010. Il potere esecutivo saxà esercitato -da un governatòre generale cretese, nominato per 5 anni dal Sultano, p revio assentimento delle potenze firmai.arie. Il potere legislativo sa.rà esercitato da. una assemblea nazionale ele ttiva in cu i però siano garan tite

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600· ex partecipanti alla guerra fra quali 56 muti lati cd oltre 200 feriti, quasi tutti decorati della croce al merito di guerra e molti di medaglie a l va,lore militare. Comprende tra gli a ltri un reparto ciclisti ed uno m i-

I l labaro UCJla « Costant!SSilll/l »

traglieri. Ot timamente organizzati i servizi sanitari. La. sede del Comando cli Legione e a Crema; le 3 coot'ti hanno sede a Crema, Soncino, R ivolta d'A dda.

Costanza (an t. Constantia, tedesco Konstanz). Città del Baden, sul la.go omonimo.

ta grancte· muraglia d i Cos1an11nopol1

.le m inoranze mussulmane. I proventi delle imposte dirette ed indirette apparterranno all'isohi, la quale però dovrà pagare un cru1one annuo all'Impero Ottomano. Il gov7rno genera.le disporrà anche delle forze anna te dell'Isola. Le truppe tw·che manterranno l'occupazione d i d eterminati punti dell'isola, il cui sgombero avverrà man ma.no che sar anno acco11date le garam:ie ai sudditi musulmru1i ; garanzie che dovranno essere riconosciu te dalle potenze firmata.rie. /

XLVIII. Trattato di Costan fìn opoli (26 febbraio 1909). Fra Austria e T w·chia. La Turchia r iconosce lo .stato di fatto per quanto concerne l'am 1essione della Bosnfa e della Erzegovina all'Impero a ustro-unga rico. Pa1·ticolari nonne della convenzione regolano i rapporti dei sudditi turchi verso i!.1 nuovo Stato. AJ musu lmmi è as.sicurnta la, l1bertà d i culto. I.' Austria s i impegna a concludere colla Turchia un trattato di commercio.

XLIX. Trattato di Costarttinopoli (6-J9 aprile 1909). Fr a Bulgaria e Turcl1ia . Scopo, quello d i sa.Jvaguardare gli interessi' religiosi cd economici dei musulmani in Bulgaria., dopo la procla mazione della indipenden za. d i .questa. L. Trattato d i Costantinopoli (29 settembre 19J 3). Fra Turchi.a. e Bulga,ria, dopo la secon da guerra baù.CaJ1ica. La seconda restituisce alla prima La T racia.

Oostantissima (« Lcg,o Cuneensi., constan tissima -ceteris fidei signum », 18° Legione della M. V. S. N.). Nome assegnatole in analogia a qu ello che contrad dis tinse durante la guerra mondiale la brigata Cw1co alla q uale a ppartennero per la massima parte i suoi componenti. Costituita il 1° febbraio 1923, csterrde la sua giurisdizione sui 53 comuni del Cremasco ed ha una forza -di 1083 Camicie nere e 40 ufficiali. Conta nelle sue file

I. Trattato di Costanza (25 giugno 1183). Conclu:;;o fra i Comuni de lla Lega Lombarda e FcdcTico Bubarossa. Questi riconosceva l'indipendenza dei Comw,i, permettendo ior<> di costitu ire mi lizie, di erigere fortificazioni, di arnministra.rsi, e r iservandosi l'ailto dornirLio e qualche puticolarc · diritto (invcstitw·a fonnale è.ei consoJi, nomina dì giudice . d'appello, giura.mento di fedeltà, ecc.). II. Combattimento di Costanza (7 ottobre 1799). Apputiene a lla gue,rra della i·ivoluz·ione francese. Dopo la battaglia di Zurigo, la divis. GazaJ1, J"i-nfor2A1.ta con una brigata di cavalleria, marciò su C., difesa da un cor po di emigrati comandati dal principe d i Condé. L'ala sr. di costoro, comarrdata dal duca d'Enghien, respinse dapprima gli a.vversa.ri, roa. poi fu ricacciata nella città; l'ala destra, composta di cavalleria agli ordini del g-enerale Raher, fu circondata e si aprì lai ritirata a stento: a tarda sera, con un ultirn'.o assa,lto, la d iv. GazaJ1 penetrò iJ1 città dove fece n umerosi prigionieri 1.nc.nt.re. il Condé batteva in r itirata col favore delle tenebre.

III. ::fel Lago cl-i Cost0-11za, f m ono combattute a ll'epoca dei Romani due batta.glie navali ( 15 a. C.) vinte dalle navi di Tiberio Claudio Nerone contro le navi degli indigeni. Nel 1800, una flottiglia. di cannon iere degli Alleati, comandata da,! cap. Williams, fu ca-ttum.ta da can noniexe annate su l lago dai F rancesi. Costanzri (ant. Toin.ù-}. Città della Romania , nella Dobruggia, sul Mar Nero. Venne fortificata dai Ro.' mani per servire di baluardo cm1tro le invasioni dei ba.rbaJ·i, e a llora fu ba.se <li navi nel Mar Nero; più volte le sue fortificazion i furono restaurate nei secoli seguen ti.

Costanzo. Nome d i tre impera.tori roman i : Costa11,zo I (250- 306), padre di · Costantino il Grande; vinse i Sarmati, riconq uistò la Bretagna., sconfisse i Gcm1ani. Costanzo il (317-361), figJ,io di' Costantino il GraJ1d e :


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v inse a 11ursa ( 35 1) l'usurpatore Ma.gnenzio; morì du1-a.nte una spedizione i:n Cillicia. Costanzo I II, m. nel -421 ; sconfisse Geronzio e Costa.ntino che avevaJ10 usurJ>ato il govemo della GaJli,a.; ba.ttè i Goti cacciandoli <lall 'Italia. Costa1izo ba1·01ie Francçsco. Generale delle due Sicilie, n. a ,Catania., m. a Napoli (1767-1822). Valente inge_gnere m ilitare, fu al1che insegnante nel Collegio mii. d i N apoli. Foce la campagna. de,! 1798 contro i Francesi, -e poi mtrò a,l servizio della Fra,n cia, difendendo il Castello d i Sa:nt'Elmo a Napoli contro le bande del car-dinale Ruffo; partecipò al blocco di Mantova (1805) -di cui restaurò poi le fortificazioni, ed al blocco di Venezia (1805); l'anno seguente alla campagna in Ca,la.bria. Come colonnello, fu direttore delle fort i.ficazioni in Napoli, e, nel 1811, della scuola militare. N cl 1813, -come marescia llo di campo fu a capo dcg;li ingegneri :mii. napoletani e. lavorò alla difesa dello Stato. Tornato .al servizio dei Rorlxmi, d ivenne d irettore generale dei _ponti e strade e d ettò p regevoli studi: « Memorie sulle ·strade e i ponti militari Jl; « Pensieri e frarnmCl1ti relativi a,lla difesa degli Stati ».

Cost a Rica. Rc:pubblica. del Centro America, fra l'Atlantico e il Pacllico, con.finante col Panami, e col Nicaragua, occupmte un'area cli 54.000 kmq. con me?.Zo ,m ilione di abitanti. L'origine d i questo Stato rimonta a,J 1540, .quando la .regione fu eretta in governato1u to a sè. ì\'el J.561 venne fondata dagli Spa.gnuoli Cartagena, che divenne la capiìale della colonia. ::-S-el secolo seguente, la C . R. ebbe a soffrii-e mo-ltiss imo per le incun.ioni dei fi,libustiCl·i e µer gli a..~salt i degli indigeni. I-1 manowna cli s icureu,,a, e di tranquillità nella colonia e l'abbandono in cui questa veniva lasciata daJla.

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e gl i abusi del sistema colonia.le. X el generale scomp iglio, i vincoli che lcg:wano i cinque Stati si spezzarono e la Costarica. riacquistò la propria. indipcnclenza ( 14 novembre 1838), nè p iù volle immischiarsi nelle brighe degli alt1·i quattro. X el I 842, la C. R ., stanca del suo presidente, Br aulio Car illo, si strinse in.tomo al gen. Morazan cui affidò il potere. Avendo però questi d ivisato di ,·icostruire la Repubblica federale dei cinque Stati, il popolo si sollevò anche contro d i lu i e, fattolo prigioniero, lo fucilò. Nel 1856-57 intervenne con 3000 u. nella c011tesa intestina. del Guatemala contro i l filibustiere Wa.lke r, e lo sconfisse in vari scontri obbligandolo ad abbandona.re il Guatemala. La vira politica del paese, prima e dopo taJe epoca, non fu pri,-a cli agitazioni intem e, specie negli anni 1859, '66 e '68 a cagione <leLJe lolle di partito. i.\1a. le relazioni con gli altri Stati non ve1mero mai seriamente turbate, cd a,1che il conflitto di con.fine sorto con la Colombia e che, ac uitos i quando il. Panamà s i separò da questa, pa.rve minaccia.re una guerra, fu nel 1914 risolto pacificamen te per intervento arbiru:ale del Presidente della Suprema Corte di giustizia di Washington. Durante la coi1flagrazione mo:n;diiaJe, la C. R. si mantenne per lungo tempo neutrale, e solo il 24 maggio 1918 si pose a fia.aco degli a lleati. contro le potenze cenu·ali, senza però partecipare effettivamente rud aloun fiatto guerresco. Esercito de/I.a Costa Ric{I,, E' composto d i 2 brigate, con effettivi permanenti di 40 u ff. e 285 u. di truppa, oltre a una polizia militare ammontante a 500 u, I cittadini sono obbligati a l servizio m ilita;·e; da 18 a 40 anni nei « corpi cli operazione ll e cla 40 a SO anni nelfai « riserva )l . In guerra la Costa. Rica potrebbe mobilitare circa 50.000 u. di. cui 37.000 ripa;·titi in 33 bgl. di esercito- attivo e il resto nella riservn.

La marina da guerra. della repubblica si r iduce a due p iccole navi per servizio doganale; una per il litorale Atlantico, · l'altra per il Paci.fico. Coste. Erano dette così quelle piastre di ferro triangolari che in numero da sei ad otto ed anche pit1 ( come nelle mazze turchesche) erano -i ncastrate nel ma,nico cilimirico della testa della maz~a di ferro, sul prolungamento dei raggi. .

Sternm:t

Ban<llera I

madrepatria, solo intesa a sfruttarne le ricchèzzc e a d opprimer;i ogTI'i libertà, portarono a lungo· andare alla rovina econ01nica; onde gli aniJni esacerba.ti> e già esailtati dall'esemp io de!l'crn,ancipazione delle colonie inglesi <le:11' America scttcntri.on:ale ( 1i76 e seguenti), aspirarono .a sottrarsi ad og:n i straniero giogo. Così la Costarica., .al pari degli a ltri possedi menti isp ano-americani, approfittando degli imbarazzi avvenuti.vi d urante e dopo le guerre :napoleoniche, proclamò nel 1821 la p ropria indipendenza ; e dapprima a.derl all'impero messicano fondato dal generale Agostino Itm·bide; poi, caduto .questi, se ne scioilse e costituì (1823) col Gu,1.temala., Honduras, San Salva dor e Nicaragua la « R epubblica federale degli Stati B'niti dell' America centrale» . i\,fa,.tutti gli Stati pa.rtecipmti, me110 la Costarica, furono presto tJ;_~cliati da lotte intestine e con l'autorità. federale, ne seguirono gravissime turbolenze tra « federalisti )J o << liberali ii e « ce.nti;sti ii o ;<servitill che, .a,.ppoggiruti rul clero, mira.vano a w nservare i privilegi e i monopoli eia ossi ottenuti sotto la dominazione Sl)(tgnola

Coste di ferro. Nome dato a l primo corpo armato cosostituito da Cromwell, reclutato v<Jlontarramente nelle contee orientali dell'InghHtenra fra~ i gio'v,a,,.

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n i figli d i agricoltori suoi partigi,uni. Indul'iti alle fa1iche, fanatici, abili, coraggiosi, sottomessi a una rigida discip,lÌtna, teru1ero testa con successo ai migliori cava,lieri dell'Inghilterra. Coste (Difesa costiera). La d ifesa delle coste cli una nazione marinara richiede una organizza,;,ione assai comp lessa. Gli strumenti d i difesa possono dividersi nei se• guenti rami principali : Artiglierie: Difese subacquee fisse (sbarrmnenti cli torpedini e battCl·ie lanoias;luri costiere); D ifesa su baoquea mobile (sommergibili d i piccolo to:n11ellaggio) ; Difesa sopracquea mobile (motoscafi antisornmergibi-li, torped in iere costiere, c=oniere, ecc.) ;


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Batterie cosuere clella ~far ina llallana

Difesa aerea ( idrop lani da ricogni2iione, da caccia., e cL1, bombardamento). Per l'impiego coordinato di tutti questi mezzi il litorale della costa viene suddiviso in varie zone, a capo di ciascuna delle quali risiede un ammiraglio cbe ha la sua dimora in una città marittink1, importante, sede di di parti.mento e che, olt,e ai mezzi di difesa cost-iera propriamente detti, ha il compito di tenersi in relazione con i comandi di C. d' A. litoranei per il tempestivo intervento delle truppe in caso di bisogno. La difesa delle coste con artiglierie è fatta impie,,"ll.lldo di preferenza cannoni naV'ali ricuperati da lle navi radiate. Queste artiglierie, anche se non troppo moderne, riescono sempre mol-to utili pe r la superiorità che possono acquista.re le istallazioni quando siano fatte sulla te.rro. ferma, ed anche porchè le bMterie terrestri costi~re sono molto meno vulnerabili che le navi che eventualmente debbono combattere. Le artiglierie di grosso ca,libro sono di preferenza accentrate per la difesa dei porti militarti più importanti e per la difesa delle basi navali Lungo tutto il litorale vengono distribuite artiglierie di medio e d i piccolo calibro per la difesa contro incursioni di naviglio leggero, o d i sommergibili o di a erei dcl nemico. ConcoJTono a,lla difesa del litorale con le artiglierie, anche i treni armati. Quando i porr-ti militari o le basi navali sono circondati da a.Lture s i &'1.la.mis::ono queste ultime con batterie di · obici, i quali, con tiro curvo, possono offendere le navi attrave.rsa,ndo, ne i ponti orizzontali, più vulnerabili che i fianchi, generalmente corn27,a.ti. P,r esso alcune nazioni il personale per la difesa cootiera come artiglierì.1, è esclusivamente naWllle e viene formato con riservisti della marina; presso a.ltrc n~oni il persona le è promiscuo, essendo alcune batterie servite da personale d i marina cd a ltre da. personale dell'ese.rcilo seguendo criteri che va.ria.no da nazione a nazione. La difesa costiera. con le armi suba.eque fisse, contemp la un'organizzazione completa di parchi di torpedi1li, n avi affondamine, navi dragamine. ostruzioni retaJi, . ostruzioni contro le offese dei sommergibili e contro quelle dei siluri. Tutti questi mezzi sono predisposti fi.no dal tempo d i pace, e al momento della mobilitazione vengono rapidan1en tc sistemati dinanzi alle oste da proteggere, seguen do piani accura.mente studia-ti e prestabiliti. Con temporanea.mente si spengono tutti i far,i e fanali della costa la.sciandone accesi soltanto alcuni in foi,na convenziona.le.

L a difesa mobile sopracquea e subacquea, costituita. da sommergibili e da naviglio rapido di p iccolo tonnellaggio, viene fin dal tempo di pace coord inata in w1 ità operant i, vale a dire squadriglie e flottiglie pronte ad a.gire innanzi alle loro sedi di p ace o a dtlsloca.rsi nei p unti p restabiliti della costa. Il servizio della difes., mobile è soprat tutto un servizio d i perlustrazione, di dra.gaggio di mine eventualmente poste dall'avversa.rio e di ascolto cogli idrofoni per la scoperta <lei sommergibili lontani. N eI servizio <li ascolto la d ifesa mobile è coadiuvata da speciali stazioni i drofoniche costiere. La difesa aerea è formata. d a.gli idrovolanti delle tre specie. Quelli da ric?gnizione ha.imo lo scopo p rmcipale d i espio.rare zone di ·mare ben detenninate, si tengono in comun icazione con le stazioni radiotdegrafiche e forniscono ·ai colllfilldi co.ntinue informazioni sulla situazione del nemico. Le stazioni radiotelegrafiche sono, a loro volta, completa.te con stazioni radio-goniometriche, mercè le qua li è possibile individuài-e la posizione del naviglio nemico che stia ra.dio-telegra.fondo, oppure la pos izione delle proprie navi u~ite per opera.zioni guerresche. Per l'organizzazione di tutti questi servizi della difesa costiera esistono specia li capitoli nei bilanci di tutte le marine.

Costetti (Petronio) . Genera.le medico, n. e m. a Bo logna (1819-1905). Laureatosi a Pisa, fu nominato sottotenente medico nel 1848 nell'esercito toscano e partecipò alle campagne del 1848 e del 1859; passato nel 1860 nel Regio Esercito prese parte alla ca.mpag:n,.1, del l866. Promosso colonnello nel 1876 fu direttore di sanità. militare e collocato a riposo ( 1880) raggiunse nel 1894 il grado di magg. generale medico nella 'riser va. Costigliole d'Asti (ant. Cost,ia o Costate). Comune in prov. di Alessandria., noto già nel sec. VIII per la sua importanza. quale sito forte. Ebbe nel medioevo un vas to castello fiancheggiato da grosse tol'l'i costituenti una vera fortezza, con al tre opere e torr,ioni staccati. Fu a ssediato e preso dagli Astigiani nel 1177. Nel 1307 fu a ttaccato e preso da,] principe d' Acaja per conto dei Guelfi. Nel 1315 vc1mc ripreso di so11presa dai Qhibellini. Nel 1549 se ne Ìmpadronì Federio dei Camenmo Casasco, e rimase in possesso di ta,le ca.sa fino al XVIII se.colo, dalla quale epoca seguì le sorti del Pie.monte. Costi gliole Sa/uzzo. Comune i:n prov. di Cuneo, già sede <li milizia nei tempi dell'impero romano. N cl me-


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dioevo ebbe una rocca ben munita di doppio recinto con cinque torri quadrr-ate, sede del principe di SaJuzzo. Sul principio del 1488 v!!nne preso da Carlo I di Savoia in guerra con Lodovico II d i Saluzzo; la guanug-ione fu passata per le anni e furono atterrate mura e castello. Nel 1490 venne ripreso dai marchesi di !3aluzzo, che nel 1548 dovettero cederne il possesso alla Francia , dalla quale passò a Carlo Emanuele I di Savoia che Io prese nel 1588. Nel 1691 C. fu inccru:liato dai francesi reduci daU'assedio di Cuneo.

Costituzionali. (Moti). L'idea della costitul'ione, p reparata e maturata in silenzio da tie società segrete divenne d i pubblico dominio coll'insurrezione di Cadice ( 1812) in Spagna. Il cofte Calderon provooa. la ri volta detle truppe SPagnuole che sotto Riego s'impadroniscono della piazza., e prnclamano la Costit uzione. Si formano du e armate, quella Della Fede rea.lista, e quella dei C. I realisti ottengono l'a,ppoggio della Fnmoia, che invia un forte esercito e il moto viene represso. Lo stesso accadeva ù1 P ortogallo, dove i C . erano vinti dalla monarchia di Braganza. In Italia, dove le società segrete aveva.no diffuso le idee C., i moti rivoluzionari scoppia.no subito dopo la concessione d ella costituzione da pa.rte di re Ferdinando (13 luglio 1820) in Sicilia. I C. domandano per la Sicilia privilegi antichi e l'assoluta. autonomia. Non avendo il re dato ascolto a;lle domande, scoJ>pia la rivolta . I regi, comandati da F lorestano Pepe e da P ietro Colletta, riescono a doma.re l'insurrezione. Il fermento d ilagava. frot Lanto per tutta ,l'Italia e fuori, ta.ntochè ,la Santa Alleanza -stabilì (12 maggio 1821) d'intervenire con le armi per reprimere i moti. Nel Mezzogiorno d'Italia, l'insuccesso patito a Rieti dai C. contro gli Austriaci (1821) e la ritirata del gen. Carrascosa permisero agli eserciti stranieri di entra.re in N a.poli facendo crollare la fortuna dei C. nel reamt. In Piemonte scoppiava per opera dei C . una insw:rezione la qua,le obbligava il reggente Ca.rio Albeiio a promulgare la Costituzione di Spagna. Ma Carlo Felice bruscamente ca,ssò ii docreto, dichiarando colpevoli di lesa. maestà i C. La ribellione fu domata dai soldati austriaci che, uniti alle truppe rimaste fedeli a Carlo Felice, presso Novara sconfissero i C. Seguirono energiche repressioni. Questo primo periodo segna dunque il trionfo della Santa AUeamia. Ma i C . non d isa.rmaron.o, e prepararono nuovi moti, che furono in a.ttcr piena.mente ( dopo piccoli tentatlvi repressi negli anni precedenti) nel 1848, quasi in tutta. Europa. In Italia, la Costituzione, proclamata dapprima dovunque, rimase in vigore sofo nel P.Jemonte, che ne divenne l'alfie:r e fortunato.

Costituzione (La) . Fregata sar da a ruote, varata ùt Inghilterra. nel 1849, lunga m. 62.65, larga m. 10.67; d islocamento ,2170 ton-n., ma:cchina 400 cava.lii. Bastimento mediocre, arm.a.to poi a corvetta. Prese parte nel 1860 sotto il comando del Wright all'attacco d i Ancon,a e all'assedio di Gaet.1. sbarcando parte delle sue artiglierie. Il 22 gennaio dell'anno successivo ciman te il bombarda.me,1to della. città fu colpita da 6 proiettili ed ebbe 3 morti ~ 4 feriti. Fu radiata. dai quadri nel 1875. Il nome le derivava drul fatto 1the fu la primt na,•,e, costruita dopo l'rudozione del tricolore. Costol iere. E ra anche così chiamato il coltellaccio,

285 dal fatto che lo si usava d a.n".lo il col po tra le costole dell'avversario. C. era pure chiamata una specie di spa da con la lama a filo e costa, quadrangolare cd appuntatissin1a, ta lora foggiata. solo ù1 modo triangola.re e tagliente da tre parti.

Cotagaita. Borgata della repubblica della Bolivia. Nel 1810 gli Argentini, comandati da BalcaJ·ce, vi attacca.rono un coi-po spagnuolo, ma ne venn.ero respinti. Cotignola (fino al 1177 Mazzafrena o MaÌafuria). Comune Ù1 prov. d i Ravenna . Romualdo Caveglia lo fortificò nel 701 ; nel 1243 se ne impossessò Federico II togliendolo ai Faentini; n el 1276 Guido da Ivlontefeltro, vinti i Bolognesi a. capo dei Gmbellini, vi fece costruire un ca.stello e lo presidiò con fanti forlivesi e faentini. Cotone collodio (Nitrocellulosa s.olubile). Il C. C. è aitrocellulosa con un numero di nitrogruppi, minore del cotone fulminante; e, a d iffercnl'a di quest'ultimo, è solubile in un miscuglio d i ailcool e di etere. La sua formula non ,è definita; comunemente viene chiamato anche binitroceJJu,Iosa.. Il C. C. è più soffice e p i:, igro• scopico del fu.lmicoton.e ; all'a,ria. libera. brucia con fiamma gialla.stra e, se scaldato a 160°, si de.com.pone ra.pidan100.te.' La soluzione nel miscuglio etere-alcool riceve, sotto il nome di collodio, largo impiego nel campo civi le. Nel campo militare fa parte tanto del gruppo delle polveri senza fumo a base di sola n itrocelltllosa, quanto di quelle a base di nitroglicerina . D elle prime può citarsi la « Polvere 13. francese,,, o « P olvere VieiJle JJ (nitrocellulosa p. 99,5 e difcn.ila.mma p. 0,5) Ù1 cui la nitrocellulosa è costituita da un miscuglio di cotone collodio e fulmicotone, n.o nchè altre polveri similari : « America.11 Pyrocollodion Powder >> ; la « Polvere Dupont n. 15 ", per fucile mod. 91, ecc. Quanto alle seconde, puè indicarsi che il C. C., in unione a.Jla. nitroglicerina, dà origine al la gelatina esplosiva se esso è' usato in piccola quantità ; e, se vi entra in quantità p iù notevoli, dà origine alle moderne polveri ù1t'u.mi a lla n itroglicerin·a , qua.li, ad esempio: la. << Balistite JJ (cotone collodio sciolto m nitroglicerina) ; la « Solenite )) (miscela di cotone collodio e di fulmicotone nella n itroglicerina.); ecc. Nelle oamtterisbiche di esplosivo, il C. C. è dotato d i una potenza ùtferiore a quella del fulmicotone. Cotone f11lminante (F1ilnii'.cotone) . E' ccllulosa fortemente nitrata. E' estremamente combustibile; a.tl'a:ria. libera, a contatto di un cor po acceso, brucia con fiamma giallo- rossastro.; e talora, se preventivamente riscaldato, può esplodere . E' leggermente igroscopico; a llo stato umido le sue qualità esplosive non risulta.no alterate. Questa sua preJ·ogativa consente una lw1ga conservazione d i questo composto e ne pennette l'impiego per tutti gli usi subacquei. L'umidjtà ~sorbita abbassa, d'altra parte, la eccessiva serusibi<lità del fl\lm ico-tone all'w·to e gli con.ferisce maggiore sicurezza nel maneggio e n ella conservazione. Per la sua azione dirompente, ha ricevuto diretto impiego n.ella carica interna delle granate torpedini e delle grana.te mmc; attualme.n te, però, vengono p;·eferiti altri esplosivi quali l'a.òdo picrico, il trntyl, ecc. E' largamente utilizzato nella preparazione di talune polvei·i infumi (cordite, solenite, po-lvctri alla n itrocellulosa) e di alcune gelatine esp losive. Oltre a questo, allo stato secco e ridotto in forma di cilindretti, viene

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Co tronc, cas tello cli Carto V imp,iegato come innesco p er la gelatina. esplosiva e per lo stesso fulmicotone um ido.

Cotrone (an t. Crotona). C ittà. in prov. çli Catanzaro, su1lla riva del golfo di Taranto, n ella pianura dell'Esa.rc>, protetta da adto "promontorio. E bbe da antichi tempi una rocca e le sue mura si svolgevano per nn perimetro di

conquistata dai Bruzi dural1te la sccOli-da guerra punica e fu l'ultimo broluardo della potenza. d i Annibale in Italia. Da quel momento C . perdette ogni importanza_ N e,l 1500 Ca.rio V fece restaurare le fortificazioni ed. erigere una forte cittadella con tro le incursioni barbaresche; nella co.n<1uista. del rca,mc di Napoli, pe1· Carlo VI di Borbone, il 22 giugno 1 ì34 gli Spagnuoli sedia.rono la città che fu, dopo breve 1·esis tenz.a, cedut.._ dagli Imperiali.

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I. Assedio di Cotrone (216' à. C .). Appartiene aUa seconda guerra pw1ica e fu posto da i Cartiginesi, i quali ebbero presto la città, ma dovettero lungamente lottare. prima di ottenere la resa della rocca.

CASTELLO 01 COTRONE

circa 20 k m .. ciò che dimostra la grandezza e la potenza clell'anbica città . Fu infatti una delle piil famose città. della Magna Grecia; la occu parono gli Ad1ei condotti da un M isce!llo, che vi stabill una colonia . L a potenza cli C. costituendo gmve nìinaccia per la vicina Locd, s i venne a battaglia sul fiume Sagriano e i Cotronesi furono sconfitti. Nel 389 a . C . s i posero a capo delle colonie greche coalizzate contro Dionigi il vecchio, tira.nno d i S iracusa il quale, sconfitte le f<;rze collega.te, s i impadronì d i C . L iberatasi dopo la sua morte, C. fu assediata dai Bruz-i. Soccorsa d ai S iracusa.ni e ·l ibe.ra,ta dai nemici esterni, la città. ebbe a lottare con,tro i p,ropri esifo1ti. Nel 299 a. C. fu conquistata da Agatocle e la sua polen.za decadde, precipita.ndo p0i in seguito alle guerre di Pirro. Conquistata nel 277 a. C. dai R omani condotti da:I console Cornelio Rufmio, fu

II. Batta.glia di Cotronc (204 a. C.). Appartiene ala f;Cconda guerra punica. e fu combattuta presso la città dal con-sole Publio Sempronio contro Almi baJe. Azzuffati;;i i due eserciti tumu ltuariamente, s i combattè a squadra a squadra, in lotte parziali. I Romani, furono . respinti con la perdita di 1200 u. Sempron,io r icevette, pochi g;iom i dopo i,inforzi condotti dal proconsole Publio Licinio e riprese la loùta, riuscendo a sconfiggere i Cartagi11esi, i qua.li perdettero 4000 u., lascia,ndon.e prigionieri 300, con 40 cavailli e 11 bandiere. Annibale, si rifugiò in Cotrone. III. Battaglia na:vale di Cot1'one (820 cl. C.). Appar-tienc a.Ila guerra degli alleati Grcci-Venaia.ni contro i 111u su lmruni, i quali a.vevM10 invaso la Cailabria. Venezia. annò 60 galee che unite a quelle greche andarono in cerca d ella flotta tui·ca. Questa, che s i trovava. presso, C.,. appena scorse la. flot ta allewta, si ordinò a battagtia; i Veneziani s'impegnarono subito a fondo, ma i Greci re trocedettero ed abbandonarono i l teatro della lotta. Tutto il furore elci Sai-aceni s i s fogò allora. contro i Veneziani che nel calore della pugna non s'eran o accorti della defezione dei G~i e, oppressi da forze pre,pondei,anti, furono completa.mente sconfitti e d istrutte le ioro. na""i o prese. I V. Presa di Cotrone (1 799). Fu operata da:lle bande del cardina le Ruffo. La città era difesa da un nucleo. d i repubbl,icani e da 32 francesi sbarca ti qttivi, di ritorno da,ll'Egitto. I 17 .000 uomini del Ruffo, supemt."l. la. resistenza degli scarsi repubblicani, penetrarono in città,.

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stre, e nclle articolazioni delle membra, per agevola.me e la diedero al sacco, fucilando quanti dei d i:fenwri non i movimenti riuscirono a fuggire. Contrariamente all'usbergo, che era portato dai soli V. Assedio di Cotrone (1806). A_pparliene alle operazionobili, la C. era portata da tutti indistintameate gli uoni dèJll'esercito francese in Calabria. Dopo ~la battaglia d-i l\fo.ida il gen. Reynie,r ripaJ·ò in . . .... , ... C ., dove lasciò mafati e fei·iti, sotto .=:;:_•:::.._:;_..:-. custodia di scarsa guarnigione, con-..;..,:,: -'!;"'--.... .- :;-., '-:-•~~::...;.~ w~~~::.~ ,-.;;,......-=-~ tinuando fa ritirata in direzione di Strongoli. I-1 pre..,i,chio, composto di 300 Polac.chi,yoco dopo, minacciato d'assedio e a.ssaJlto da.I regg. n:apoletruio Sarnniti e da. un b~I. inglese, si a.rre:n.deva (28 lug1io). VI. Assedio di Cotrone (1807). Tornata in potere dei Francesi, C. co1rone net secolo XVlfl fu cl.a questi abbandonata per concentra.re forze in Cosenza, nel 1807. mini d'a.rme. Pare che sia sna.ta importata in Europa }\,fa il gen. Reynior vell'ne nuO\•amente a,d asscdi,wla (2 dai :Mori, poichè si legge che Carlo :.Martello spogliò di giugno) mentr'cm difesa da truppe <lei prii!lcipe d'Assia quesm armaturn la cavalleria dei Mori dopo la batta.glia. l~hilip.starl, comaJtcl.ate dal tenente colonnello Lettini e da di Poitiers nel 732. L'uso delle C. cominciò a cadere bande guidate da certo Corem. La città si sostenne fino verso il 1351-64 e le ultime (leggere) le indossò ancora a l 13 luglio : i lavori d'ingegneria (!egli assediati furono la fanteria di FraJI1cesco I. diretti dal colonnello mupoleta.n.o Fmn.cesco Costanzo. La C. dei secoli XIII-XIV era qua.si sempre compoA Ilo stremo delle risorse, i d ifensori abban,donn:i·oo10 la s ta di soli anelli di feITO legati fra. loro, e senza fodere. piazza i:mbarcandOtSi per la SiciJia: i Fra,1ecs.i >tvevano Si portava. in quel tempo d!tlla. genie a piedi; giungeva subito grosse perdite, specialmente per epidemie, che poco oltre -la. metà della. coscia, con <le maniche larghe fecero strage anche in città. e lunghe fino a l gomito. Però non furono sempre di Cotta (di maglia). Sorse e fu usata assai tempo priferro: se ne ebbero di cuoio, d i stoffa imbottita, di lamelle, di piiastre, ecc., e presero nome per lo più dal ma dell'armatura con piastre di rame o di acciaio. Fu modo come era. fatta la. ma.glia; così si chi=arono: ad anelli; ad anelli sovrapposti ; a. lamelle o a piastre; a graticcio; a squame, squan1ata.; a magilia ad anelli r-:ibadi!Ji, od a grano d'orzo, a seconda dei vari modi di fabbi~ ione. La maglia poteva essere semplice o doppia, e nella. fabbricazione di essa era r inomata Chambly nell'Oise. Tanto l'tma. quanto 1'1Lltra specie cli maglia presentano sempre oi,a scun anello impigliato m quattro altri. ✓ -

Cotta Aurelio. V. Aurelio. Cotta Giovanni. Generale, n. a CasaJe, m. a ]vfessù1a

cotta mccli evale

caua romana

detta anche tunica.. Era. una specie di OOJn icia d i mag lia metallica., fatta di pittolissimi anelli di ferro. Serviva. come arane difensiva ; fu usata da,gli Egfa.i e dai cinesi fino eia tempi remotissimi, e anche dai Romani.

,. Ca tia rii r~ l ia <li ferro tur~a

s ec. XIII

ScC. XIII

In Europa può din,i che fosse l'unica a.rma'mua difensiva dal sec. XI rul XIV. Andò in ·disuso con l'apparire de,lle armature di fe1To laminarle, e le ma.glie si usarono solo più per rimediar:; ai d ifetti delle armature cli pia-

( 1853-1908). Sottotenmte dei bersaglieri nel 1873, pa.rtecipò alla cam,pagna d'Africa 1887 -1888. Promosso colom1ello nel 1898, as-

sunse il comando del 1° reggimen,to bersaglieri e, raggiunto il grado di maggior g'(lneraJie, co~ mandò ( 1904) la. brig-ata Salerno. Perì nel terremoto di Messù1a.

Cottalorda (Giacinto) . Genera.le, n. e m. a Torino (1786' Gio-vunni Colla 1860). ~ el 1801 mtrò a.I servizio della Francia; partecipò a11e campagne del 1805-1806 rimanendo ferito cfa. circ;a. 20 Cdlpi di sciabola e da un colpo d'runna da fuoco alla battaglia d i Austcrlitz. Passato nel nostro ese,ròto nel 18 14 come sottotenente dei RR. Carabinieri in essi percorse la. carriera. divcncrudo colollllello comandante in 2• del Col'()() nel 1834. Nel 1837 fu collocato a 6po,;o e promosso maggior generale. DecO<ffiJto dehla oroce dell',O . M . S. nel 1816 in oostituzion.e della legion d'onore meritatasi al servizio fra.ncese, nel 1821 ebbe la croce ma=iziruna per essersi distinto nella repressione dei moti 'di quell'anno.


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Cotti (Gi,.seppe). Medaglia d'oro, n. a Grazzano J\fonferrato, oaduto a Custoza (1838-1866ì. Uscito da!l1'Accademia. mii. d i To;ino, nel 1858, col grado di sottotenente d i fanteria., l'a.nno seguente si distingueva a Palestro, guadagnando una medaglia. d'argento. N clla campagna delle Marche ed Umbria (1860) merilla.va. '\ll1Ja. menzione onorevole. Promosso , capita.no nel 1861, d iveniva ufficia le d 'mdinanza. -di S. A. R.. Amedeo di Sav<>ia., che allora era maggior generale comandante la brigata gra.na,tieri id. Lombardia; cadde nella batta.gioa cl i Custom e fu decorato di meda.glia <l'oro « pe1· il valore e ·s a:ngue freddo dimostralo in tutta la ~ornata. Rimasto sul oaJnpo di battaglia, anche dopo la ferita d i S. A. R . il p1ri:n.cipe Am_edeo, offriva spontaneamente i suoi servigi al comandante la 9• di•v isione, ed eseguite varie missioni importanti affrontando seri pericoli, rimaneva vittima dcl Sl!,O 'l'alore, ucciso da un colpo di mitraglia )l . Cotti ni (Alessandro). Generale, n. a To.rino nel 1861. Sottot. d'art. nel 1881, raggiunse nel 1914 il grado d i colon,nelld eù ebbe il comando del 26° regg. a:rt. da campagna.. Si distinse durante la, guerra 1915-18 come comandai1te d'art. divisionale meritandosi una mcd. d'argento sul Sabotino e ad Osla.via ( 1915) e la croce di cav. dell'O. M. S. ndla battaglia di Gorizia. (1916). Dopo Oaporetto, a.11,a Mirandola, riordinò l'artiglieria italiana.. Nel 1920 fu nominato coma'll'dmte d'art. del C. d'A. di Verona e nel 1923 fu collocato m P. A. S. col grado di genera.le di divisione. Cotton (Carlo, baronetto). Ammira.glie inglese del secolo XIX. Nel 1803, s'impadronì della squadra russa che s'era rifugiata ?)ella foce del Fa.go (Spagna) e mediante convenzione, co.m:lusa. a bordo ddla nave ammiraglia. russa, se h fece cedere invia.ndola -in Inghilterra. Cottone (Dante) . .Generale, nato a Capua nel 1865. Sottot. q.i fanteria. nel 1885. partecipò aJlla. campagna italo-tul"Ca del 1911-12 e alla guerra 1915- 18. Comai1dò <la colonnello il 206~ regg. fanteria e collooato in P. A . ·s. (1920) assunse nel 1923 il grado di generoJle d i brigata.

Cottone Natale. Maestro di scherma, n. nel 1866. Insegnò a.Ila Scuola milita.re di Modena e al Collegio milita.re di N<14Joli. Scrisse: (< La/ scherma e Cottrau Paolo il maestro di scherma nell'esercito)) ; « Sintesi storioa in difesa dell'arte d~lla scherma )), ecc.

Cottrau (Paolo) . Ammiraglio, n. a Napoli, m. a Ro-

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ma (1837-1896). Entrato m servizio net 1848, venne promosso contra.mmir. nel 1887, vice,ammi.r. nel 1893. Nol 1859 lasciò la marina napoletana e si pose a.gli ordini di Garibaldi; passato nella R. Marina, ottenne la moo. d 'argentçi a Gaeta (1861); fu presidente della Comm~ssione permanente per gli esperimenti del roaterhde da guerra nel 1887, direttore generai di art. e torpedin-i nel 1888. Particola.nnente versato nello studio delle armi navali, pubblicò apprezza.ti lavori in materia, tra. cui: (( Il aa.m1one Pellisier da 165 mm. della R. Marina )) ; i( I nostri obiettivi navalli ; 1,; « Maris ìmperium obtinendum )), e a rticoli nella Rimsta Marittima.

Coucy (ant. Cocianmn). Comune della Francia, nel clip. dell' Aisne. Possedeva un castello, monumento sto-

rico, costruito nel XIII secolo, sopra w1 quadrato di 10.000 mq. Era un vasto edificio con-tornato da mura con 5 to·r ri rotonde, dclle quali quattro, alte 14 m., agli angoli delle mura, e la quinta alta 31 m., a l centro. La. posizione su cui il castello venne costruito è già dominante sull,a vallata d i oirca. 35 m. Il castello fu re-

11 castello di Coucy dal lato avesi

sta.urato e perfeziona,to con altre opere d i fortificazione nel 1400; il cortile b = fu circondiato con una cinta tre volte p iù grande del castello, c011 opere di difesa, a;lle qua.li si accedeva attraverso ·ad una porta, pure es.sa fortificata.. Nel 1856, essendo caduto in deperimento, venne completamente restJa.m·ato, mpprcsentai1do uno dei più notevoli esemplari dell'architettura medioevale. Durante la grande guerra però, e precisamente mentre l' eseroito tedesco si ritirava sotto -la pressione dell'a.va.nz.a.ta francoingilese, nella. prùma,vera del 1917, venne completaillente distrutto da.i Tedeschi stessi, unita.mente a l paese. Il ca.stello ve1u1e fatto sailtare con 28.000 kg. di esp.losivi. Del castello abbiamo pubblicato la pìa,nta appunto nella voce Castello.

Coudrai de B lanchevi I le ( Giacomo). Guerr iero s.cwoia.rdo del sec. XVII. All'assedio d i. Vercelli (1615), fu ferito e nondimeno scalò per primo le mura della oittà. Divenne poi commissario di · guerra, luogoten. genera.le, e o:..dde combattendo nei dmtomi di Milano nel 1644. Suo fratello Cla1tdi, morì combattendo ad Asti nel 1543. , Coulant (Adolfo). Genera.le, n. a Genova nel 1854. Sottot. di cavalleria nel 1876, da lcn. colo11J1ello fu collocato in P . A. ( 1909) e fu richia mato come colonnello partecipando a.Ha Calllpagna di guerra del 1916-18. Ri-


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collocato in congedo (1919) raggiw1.se nel 1923 il grado di generale di divisione.

Coulmier s. ComUJne della Francia nel dip. della Seine-et-Loire. Battaglia di Co1tl1niers ( 1870). Durante la guerra Franco-Prussiana il gen. d'Aurclle, comandante dell'armata. della Loira, dispose per l'occupazione di Orléans, tenuta dal 1° C. d'A. bavarese (circa 20.000 u.) comandato daJl gen. von der Tann, prima tappa verso Parigi, allora assediata dai Tedeschi. Avuta notizia dell'avanzata francese, il gcn. tedesco decise di andare incontro a.J nemico, forte di due C. d' A. (circa 70.000 u.) e prese posizione sul margine del bosco fra ChateauMontpipeau e Rosières, dietro a C . Al matti,io si co-

~Tedeschi -

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francesi

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LaliùvL&o ® Baccon minciò a delinea.re l'atta.eco della br igat.a. fra ncese R ébillar<l che, girai1do la sr. ba.va.rese, puntava su Orléans. Contro questa colonna. mosse la 3' bri~ta tedesca, mentre la 1• si portava alla. Rénardière in rincalzo a.gli

avam,posti che si erano impegnati a Ba.ccon. Il gmsso rimase dietro C. dove furono anche r iuniti i corazzieri bavaresi. Intanto si ~viluppavta. l'attacco francese; mentre il gen. D'l)urelles impegnava col XV C. d'A. le forze che si trovava.no a sud della strada O uzoucr-Orléans, il gen. Chanzy col XVI attruccava il centrO e la destra, obbligando il gcn. von der Tann a prolunga,re la linea verso Champs. L e prepon.dero.nti forze francesi costrinsero i posti av-aru,ati dei tedeschi a. cedere. Alle 13 l'attacco francese si pronunciò violentemente; la d ivis. Peyta.vin costrinse la 1" brigata a r ipiegare eia la R éna.rclière, occupa.rrclo il margine del bosco cli 1\font -

pipca.u, dove ebbe il rinforzo della 3•. R ip,resa l'azione i Francesi caddero sotto il fuoco di 6 batterie e dovettero fermarsi. Al centro k1. divis. Bairry aveva, alle 13, respinti i cacciatori che occupavano le cave dinanzi a· C. e alle 15 riprese l'attJak:co contro la 3" brigata tedesca., ma fu formata. dal fuoco dell'artiglieria e dalle ripet'llll:e oa.nche della. s• brigata d i ca,,clleria. Intanto l'attiax:ro francese era stato ri.n.fm·zato dailla brigata D' Aries del XV C. <l'A. siunta da. la Rénardière, ciò che costrinse i Bava.resi a portare indiero i cannoni. Un contrattacco alla baionetta ristabilì la. situazione. Di fronte però al contiinuo accrescersi delle forze nemiche, con la. riserva ridotta a ·2 battaglioni, i1 gen. von dcr Tana, minacciato nelle comunicazioni con Chartres e con Parigi, verso le 6 di sera decise di rompere il contatto. Il gen. Orff con la 2• brigata sostenuto dalle sue ba,tteric, riuscì a trattenere il nemico incailza,nte e poi a. disimpegnrursi: l'intero C. d'armata tedesco era riuscito a sfuggire. Perdettero i Tcdesch i circa 800 u. ; il doppio i Francesi. Il gen. D ' Aurelles, occupata Orléans, evacuata nel frattempo da.I presidio, prese posizione dinanzi alla città, in attesa di rinforzi.

Cour bet (Amedeo) . Ammiraglio francese e scrittore ( 1827-1885). Uscito dal politecnico (1849) giunse rapidamente a l gra.do di con-·

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trammiraglio ( 1880). Nel liJlill!lill!i~l.ll 1883 ebbe il como.ndo del- I le forze ma rin are ciel!' Ann am, e si impossessò della capitale det:ando la pace. Pas.,ato a l Co111ando Supremo nel T onchino, stroncò l' organizzazione delle Bandiere-X ere. X el 1884, promosso vice ammiraglio, passò in Cina ed esscndo stato violato il trattato di Tien-Tsin in breve ora distrusse la flotta cinese ( febbraio 1885) occupando poi le isole dei Pescatori e dettando lit pace anche alla Cina. Morl durante il viaggio cli rimpatrio. Scrisse : « Opcra.zioni d ella squadra francese su l :fiume 1'1in ll.

Courbiére (Carlo). Ufficiale prussiano e scrittore (1820-1888). Prese parte a,lla campagna. del 1866. Pubblicò diversi scritti, fra i quali un manuale : « Organizzazione dcll'amministro.zione milita.re tedesca J> che servì di base, tanto in pa:ce che in guerra, per l'andamento amministrativo dell'esercito tedesco. - Uno zio del precedente (Gugliel11u:,), (1733-1811) combattè sotto il grande Federico e divenne generale nel 1797, prendendo parte alle guerre contro Napoleone.

Courbon (conte Carlo d,). Generale francese n1. nel 1696. F ece le sue prime anni i:n., Fiandra ; nel 1656 fu nominat6 ma.rosciallo di campo. Gover.n.atore generale delle colonie francesi in America, prese agli Olandesi l'isola di S. Eustachio (1689) e vin.se gli Inglesi presso la Martinica ( 1693).

Courcelles-le-Comte. Comw1c de!Ja F rancia, nel clip. del Pas de Calais. Eduardo I re d'Inghilterra ne riportò nel 1288 una vittoria su Fil ippo il Bello. Courmayeur. Comune in prov. d i Aosta, su ila Dora 70


Baltca, nell'epoca romana detto Au-ri Foclin.ac e nel medio evo Curia -71,Jaior. BattagH01u: alpi110 Cmirmaycr,r. Costituito il 20 maggio 19li in zona di gueri•a e per la durata di questa, dal 3° rcgg. alpini colle compagnie 30-1", 305" e 306' (sciatori). F u inillialm cn tc dislocato in Val Costeana cd operò nel giugno 1917 wlla. Ba.insizza. Fu poi al posso di Stria, al Piccolo LaJ:,-a.zuoi, al Col di Luna.. sul Col L"aprile. a _;\Jonfenera e sul!'.-\solone. Ritirato il 16 gennaio 1918 in Val Camonio:L fu d isciolto.

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di 7500 caval ieri (coranieri), 10.000 arcieri e 30.QOO fanti ; i secondi di 20.000 fanti , arma.ti di lw1ghc picche. T..a cittadella di C. aveva ancora guarn igione francese. I fiamminghi si disposero dietro un profondo ca.-

IZZlilLI Fiamminghi

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france si

Courtavel de Pezé (Uberto). Genera.le francese (1680-1734). Da.I liOO al 1704 partecipò alle azioni dell'esercito d'Italia; passò poi in Fiandra e sul Reno ove rima.se sino a l li61. ::--fel l i.'l3 tornò in I talia come ma.rcsciallo di campo e partecipò a i fatti d'anne d i quell'anno e del sci;.ruente : nominato luogotenente genen le nel 173-1, ricevette alla battagli.'\ di Guastalla una ferita di cui morì.

Courtilz de Sandras (Grazia-110 di) . ( L644- l i12). Ufficiale e scrinorc francese. Ahba.ndonato re.scrcito da capitano, si dedicò alla letteratura storica ed amena. Fra le sue opere ricordiamo « Storia della guerra in Olanda, 1689 >>; « Annali di Parigi e della Corte negli ann i 1697-98 ». Courtois. V. Borgog11011e. Courtois d'Arcolliéres (Ste/0110). Generale savoiardo del scc, XVI. Al servi~io di Francia segui Fra.nccsco I in I ta lia e venne ferito n ella baHaglia di Pavia (1525) e fatto p rigioniero. Nt!l 1536 comandò le trup,pc mandate a Geno,·a; fu luogoten. gencr:i lc, maresciaJlo di campo, gran pre\'osto dei mare.scialli, ca.pitano di giusti?.ia di qua dei monti, l'CC. Suo figlio Alessandro fu ttcci._,;o, pare, nella disast ro!Ja sor presa (detta l'« Escalade ») fatta su Ginevra dal Duca di Savoia nel 1602. Co11rtois d',Jrco/liéres (Marco A11to11io). Ammiraglio. n . a Ycnne, m. a Sa int-Pierre d' Albigny ( l i451823). Nel 1763 entrò nella mari.na sarda; fece la. campagna co11t1·0 i p.irati barba,,·eschi da l 1735 aJ 1786; nel 1791 fu comandante del porto di Xizza; nel 1793 difese ~grcgiamente Oneglia contro i Francesi, Courtois d'Arcotliéres (L11igi Filiberto). Ammiraglio, figlio de l p réccdcntc, n. a Co1·singe, m . a. Fumeri ( l SOl1870). Entrato nella marina sarda ne-I 1816, combattè nella campagna di Tripoli del 1825. Raggiunse il grado di contrammiraglio nel 1848 e partecipando alla campagna d i guerra di q uell'anno ricondusse dall'Adriatico a Genova la .squa1clra sarda. Vice ammiraglio nel 1859, lasciò il servizio attivo l'anno seguente. Fu direttore dell'arsenale di Genova, presidente del consiglio pcnnanente della marina militare cd ispettor..: dei poni,

Courtrai (o Courtra)', ant. Cortoriac'11111). Città del Belgio, nella Fiandra ocei<lenta.le, munita d i cittadella per opera di Filippo l'.\udacc, presa da Filippo Augusto nel 1215. Le sue fortific.v.ioni più recenti, bastionate, del sec, XVII, furono demolite dai Francesi dopo il 1678.

I, Battaglia di Courtrai ( 11 luglio 1302). F u detta :mche battaglia « degli speroni », e combattuta tra i Francesi, agli ordini d i R oberto d'Artois, e i Fiamminghi, :igli ordini d i Guglielmo di Ju liers. I p rimi disponeYaJ10

Llalla~lla lii COll l'll'UI ( 130~)

nale; Roberto marciò contro la loro pos izione d ividendo le proprie forze in 10 grossi bgl., con la cavalleria pesante in testa, in colonna. Giunti al canale, le prime: lince si ,;,compigliano, incalzate dai soprav1•enienti, e non riescono a passa.rio, I Fiamminghi attendono che il d isord ine s i µropaghi verso gli a ltri battaglioni, cd es.cono su i due fianchi francesi assalendoli con le lunghe picche e sbaragliandoli completamente. 1 Francesi lasciarono 6000 u. sul campo, e fra essi Roberto d'Artois. II. Assedio di Co11 rlrai (131S), fu posto da L uigi X di Francia, ma le p ioggie continue trasformarono in pantano il ~uo campo, cd egli dove1te ritirarsi abbandonando il materiale d'assedio nel fango.

III, Prr,,a. di Co11rtrai ( 1382). Fu operata d'assalto e la d iedero alle fiamme. da truppe francesi, le quali la sacchr.ggiarono

I\". .-!s,cJio di Co11rtroi (1646)..\ppartiene alla guerra tra Francia. e Spagna. Il duca d'Orléans la fece inves tire ( 13 giugno) da i !llarescia lii d i Gassion e di Rant7,au; la piazza era difesa d a D e l Ponti . Due trinc<:c furono aperte con vivo fuoco il 15 e il 18 giugno. Frattanto il duca Carlo di Lorena tcnta\'a di soccorrere la pia.zz..'l e ,·i giunse a vista degli assediati, ma non potè superare le d ifese esterne dei Francesi, guardate dal duca d 'Enghien, e rimase spettatore degli avveniment i, accontentandosi di far qualche tentati\·o di assa lto subito s,·entato, e di lanciare qualche proic:ttile net campo fra.ncese. 11 23, Del Ponti chiese di ,·cnirc a patti e cedette la piazza a wndizioni onorevoli. D ue a.iu1i dopo, la città fu ripres.'l foc ihncnte dagli Imperiali con1anda1 i dall'arciduca. Leopoldo. \' . . lssedio di Co11rtrai ( 166i). .\ppa.rt.iene alla guerra tra Fra:ncia e Spagna.. Luigi XV affidò a.I maresc.


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X. Combattimento di Courtrai ( 11 maggio 1 i 94). Appa.rticne alle campagne della Rivoluzione francese. :'11entrc il principe -di Coburgo, generalissimo elci coalizzati, d isperdeva le proprie forze nel tentativo d i impedire i movimenti dei F rancesi sulla Sa.mbra, il Clairfayt, agendo con estrema mohilità, sventava le ricerche elci Souham, che lo credeva fra L illa e la Schelda. e a tlaccav,1 le posiz ioni che la divis ione nfo reau occupava davanti a C. Stava per raggiungere il proprio ohbictt irn, quan do l'arrivo ciel gen. Souham venne a strappargli la vitto ri,t. Essendo egli s ituato pe.rò i,1 buona posizione, con

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Je a li appoggiate agli arg ini di Bru

L e fOl'l illcazioni (l i COU l'l nti (S('C, XV lf)

d' Aumont il compito di assediare C., e questi lo assolse brillantcmcnrc, bomhar<la.n<lone con energia le opere di d ifesa e costringendola ad a.r renrlers i dopo tre giorni. VI. Assedio di Courtrai (,1682). Appartiene alla guC1·1·a tra Francia e Spagna. L e lrnppe frairccsi, coman dale dal m a.rese. cl'Humièr-cs, investirono la piazz.a il 2 novernine e apersero il fuoco il 3, Stt tre punti. Aperta la trincea, fu dato l'at,ac,:;o su due punti, ma vennero respimi. G li Spagnuol i però s i l'itirarono nella dttaclcl li il 4 s tesso e quiv i opposero resistenza ancora il 2-l, e poi s i arresero ottenendo gli onori d i guerra.. lx, città, torna ta ancora agli I mperiali, fu ri,p resa ne l 1744 d a Luigi XV, e abbandonata per la pace cli Aqui8gra.na (1748).

VI L Assolte• e presa di Conrtrai ( 1792). l i 18 giugno, durante le 6'Uerrc della R ivoluzionc fra acese, C. f\t assali ia dai Francesi comandati da Luckner (20 .000 u.) mcnLr'era d ifesa da u11 corpo m,striaco d i 1200 u., comandati dal col. l\Iylius, il qu.aJe, dopo una resistenza durata un paio ero.te, r·i uscì a dis in1pegnarsi e a ri tirarsi.

\'TlI. Assalto e j,resa di Courl ra.i ( I i92). Il 30 giugno, groose forze austriache avan7..a.rono contro C., e 11 gen. france.se Luckncr, assalito il 1° luglio. dopo buo,na resistenza do,·ctte cedere di nuovo la piazza agli :\ustriaci. Ton}à.ta in potere dei Francesi dopo la battoglia d i Jernrna.pcs fu rioccupata. (]a.gli Austriaci dopo quella di \feerwinden. IX. Combattimento di Courtra,: ( 15 settembre 1793). Appru·tie11c alle campagne della R ivoluzione francese. I Francesi attaccarc,no gli Aus triaci <lei Beaulicu che occu pava110 C . ) l entre a.11co1•a era. ince.rta la lotta, la cavaller ia austriaca, caricartcloli sulla sinistra, li sbaragliò; nella fuga precipitosa abba11dona rono le artiglierie r ipiegando in disordine su Men in ove, sorpresi da un'altra colonna a.ustri,a,ca, ù1 rotta completa ripararono sotto i fort i di Lilla. L 'inscguin1ento ebbe termine solo per i l tempesti vo in tervento dell'artiglieria del generale

Beni.

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ges e di :'l'fén in, i Frnncesi non potevano avanzarc che di fronte , sotto il fuoco di una 1,oclerosa ar tiglieria . _,__ So lo a sera, dopo due attacchi falliti, essi r iuscirono a stabi lirsi sulla sua sin istra, senza che però si decidesse, per q uesto caso, l'esiio della giornata. Durante la notte il Clai1·fayt, approfit tando (.]ella nebbia. e clcll'oscuritàt ripiegò ordinata n1entc su Thieh . XI. Battaglia d i Courtrai. Quc,,51a cittadina clellc Fia.nru·e dà il suo nome a,lla battaglia. combattuta attorno alle sue mura, dal 14 al 19 ottobre 1918 : battaglia, che è solo un episo<l io della gigaJ1tesca lotta impegnatasi tra Alleati e Tede.se.bi tra il 13 e il 20 ottobre cli quell'an no, quan<lo l'azione alleata era passa ta all'offensi,·a decisiva su tulio il fro,n tc, drdla. :'I.IO<Sa UJl mare. Sotto il comando del Re Alberto de l JJolgio, il gruppo d'Arma te delle F iandre si stendeva. lungo l'Yscr: da l mare fi110 a. ~Ierckeim i Belgi, po...--.c ia ht settiina, annata frnncese fino ad Y·pres, quindi la seconda a rmata inglese da


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Ypres rulla Lys. Queste truppe il 14 ottobre_ mumrevano all'attacco, con obbiettivi Bruges e Gand, e k1. loro azione ebbe pieno successo; il 17 i Bolgi era.no già ad Ostenda, i Francesi al pianoro di Thielt e gli Inglesi, passato Ménin e la Lys, e.rano già alle po1ie di C. La battagha di Courtrai, qu ind~ si identifilca nell'azione ingaggiata dalla 2• armata inglese pel possesso della città; che, finalmente, il 19 ottobre veniva restituita al Belgio. Dal 18 al 20 ottobre il ripie;,,an1cnto tedesco si a.C<'.entuò in tutta que,sta zo,:i.a., in modo che a l 22 già le prime punte alleate erano arrivate alla Schelda . V. anche la voce Fiandre.

Cousin Montauban ( Carlo-Guglielmo, conte d, Palilzao) . Generale fra11cese se e scrittore ( 1796- 1878). Proveniente dall'arma di cavalleria, venne promosso generale di div is. nel 1855. D'accordo con l'Ingbilterra fu scelto dalla Francia per il comando del Co1'!)0 di spedizione in Cina ( 1860), e in meno di tre mesi occupò Peohino ed obbligò la Cina a fu-mase la pace. Nel 1870, caduto il ministero Ollivier, fu incar icato d i prendere le misure difensive contro gli invasori. Rafforzò la capitale e armò la guardia nazionale. Dopo il disastro d i Sedan, r~fi.utò !'offertagli dittatura, ed offrì i suoi servigi al governo di Tours. Scrisse: « Un m inistero di ventiquattro giorni)> (1871).

Coutelle (G-ian Marw). Aeronauta francese del secolo XVIII. IncaJ'icato il 3 aprile 1793, di gonfi.are un pallone col p roces.50 Lavoisier vi riuscì tanto bene da far costituire una compagn ia aerostieri. (V. ;J erostato).

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Coutras (a11t. Corterate). Comune della Francia nel. dip. de:IJa GKonda. Havvi un oastello dell'epoca del rinascimento. A C. fu fumato il trattato (16 dice,mbre 1580) che completando la conferen.z a d i Le Fleix ( 15i9) pose fine alla guerra cooidetta << degli a.morosi>> (Ensico III, Ca.tc:rina de :rviedici, ed Emico di Navarra.). Combattimet•to di C,mtras (20 ottobre 1587). Appartiene alla guerra. civile-religiosa m Fra.ii.da, tra Enrico di Navru-ra, cd Enrito VII di Francia. Le truppe del re, cattoliche, erano comandate dal duca d i Joyeuse e dal ma.resciwhlo di Matignon. Questi, saputo dell'avvicinarsi d'Enrico di Navarra con le truppe protestanti, ceJ'cÒ di congiungersi col Joycuse, ma Enrico non gliene diede il tempo e si gettò a C. sul J oyeusc. Questi disponeva di 4800 fanti, 2800 ca.valli, 2 cannoni; Enrico di 4380 fanti, 1250 oa.valli, 3 cannoni. L'ava.n.gua,rdia ugonO'lta respinge da C. quella nemica e i,J grosso la segue e si schiera davanti alla città. Joyeuse aV'a.nza. contro gli ugonotti e li attacca; la sua cavalleria ottion.e succesiso contro l'avversa.r.ia, ma le fanterie di Enrico tengono testa energicamente. Joyeuse allora con un corpo di cavalieri eseguì una rarioa al centro, ma fu controcacciato dailla ca.va.llcria di Enrico, e respinto, e ucciso. Allora Enrico ot'Ciinò l'attacco genera.le, che decise la vittoria a suo favore. I cattolici perdettero 3400 u., i cannoni1 i bagagli.

Covaceff (St·i tian) . Generale bulgaro, n. nel 1860. Nel 1885 p rese parte alla guerra serbo- bulgara, e nel 1912, avendo già raggiunto il grado di gen. di divi- ; sione, ebbe subito il comando dell'armata dei Rodopi nella guerra contro la Turchia, e poi quello della IV Armata. nella penisola di Gallipoli. Nominato min istro della guerra, lasciò il posto per battersi contro gli ex alleati (1913). Nella guerra mondiale fu a capo del Commissariato militare. E' autore di numerose monografie militari ed è decorato dell'Online per merito m ilitare. Covadonga. Celebre grotta nelle Asturie, dove Pclayo fece il centro dell'insurrezione contro i J\,fori. Assaliti quivi da costoro, gli Spagnuoli occuparono le alture dominanti e rovesciarono a lberi e sassi sugli assalitori, sbaragliandoli e decimandoli. La sconfitta fu tale, che iManuza, capo arabo delle Asturie, le abbandonò, ritirandosi verso l'inte1110 e venendo ucciso in una. imboscata.

\ Oupuis Combattimento cli Coutras (1587)

Covolo. Località in p rov. di Vicenza,, sulla stretta che interrompe la strada fra Primolano e Cismon. I Veneziani vi aveva.no costruito un piccolo forte che durante la campagna del 1796 in Italia fu occupato, sui pri-


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mi di settembre, dal col. Cavasini che, alle dipendenze d el gcn. Wurmser, comandava un coi-po di Croati, al fine di impedire il passaggio della strett,i ai Fran; · cesi. Il ì questi attaa:arono col 5° Jeggiero sulla sr. d el forte, mentre alcune compagnie del 4° passarono il Brenta per attaccare a.Ile spalle dalle alture dominanti. Dopo viva resistenza i C roati decisero la ritirata ma, in.seguiti e circondati dal 5° dragoni e da un distacca:menlo elci 10° cacciatori, dovettero cedere le a.rmi in numero di 2000 con 8 cannoni, 15 cassoni e 3 bar1dicre.

Covrebank. Località dell'India inglese dove, nel 1744, il comaridante Roberto Clive battè un repaiio francese che vi si era trincerato con artiglieria, r iuscendo con abile manovra a sor prendere alle spa.lle i difensori della posizione. Cowans (Sir Giovanni Stevens) . Gener a.le inglese, n. nel 1862. Entrò nell'esercito nel 1881; dopo di aver an1lo pa..recchi comandi e incar·ichi in Inghilterra, fu irwiato in India nel 1906, come direttore genera le dell'istruzione mi i. dell'esercito anglo-indiano. Ebbe in seguito il comando della brigata del Bengala. Rientrato in Iaghilterra ( 1910) fu nominato direttore generale delle forze territoria li, e ne.I 1912 qua rtiermastro generale, incarico che tenne fino al 1919, quando fu generale. Durante la guerra fu membro de.I Consiglio dell'esercito. Cowpens. Borgata negli Stati Uniti, nella. CaroliJ1a Meridionale. Durarite la guerra d'Indipendenza d' America, il gen. americano Greene, sui primi del 1781, penetrò nella Carolina. Meridionale, con le proprie truppe divise in due colonne, l'una sotto i suoi ordini diretti, l 'altra. comandata dal col. Morgan. Il Cornwallis, che comandava gli Inglesi in quella zona, pensò d i atta.cca.rle separatamente e mandò contro il Morgan il gene.raie Tarlcton con la cavalleria e parte della. fanteria. Gli avversari si trovarono il 17 gennaio a C. Qui il lvlorgan, che inferiore di forze s i era r itirato, decise di resistere essendo troppo pericoloso, nella vicinanza. del nemico, tentare il passaggio del Brood, proprio men.tre sull'altra riva., stava avvicinandosi il Comwa.llis col resto delle forze inglesi. Si ordinò quindi in due schiere; la prima cli milizie, al comando del col. Pickens, s i disipose al rna..rgine di un bosco, in vista del nemico. la seconda, formata dei migliori soldati, nascosta nel ·bosco stesso, al comando del col. Howard ; il col. Washington, colla cavalleria, rimase indietro in rincalw. La prima carica inglese sba.r,1gliò la prima schiera; mggiunta la seconda, la mischia si fece accan ita e incerta. Il Ta..rleton, per dare l'ultimo colpo, lariciò la sua cavalleria; contro il fronte e contro la destra nemica, e già stava per averne ragione quando w1a violenta carica de l \Vasl1 ington r istabilì ie cose a favore degli Americru1i. Questi ripresero animo, le schiere di Howa.rd e di P ickens si rannoda..rono, e, fatto impeto contro gli Inglesi, in breve li volsero in fuga con _perdita di oltre 800 u. fra morti, feriti e prigionieri, le insegne del 7° regg. il ca..rreggio, il baga,g!io e la. maggior parte dei cavalli. Cozzi (Emilio) . Genera.le, n. nel 1870. Uscito dal]' Accademia milita.re ufficiale del genio nel 1891, poco dopo andò in Eritrea e partecipò a.Ila campagna 18951896. Maggiore all'inizio della grande guerr a fu incaricato d i impiar1ti aerei ; colonnello degli aereostieri nel 1917, fu valido cooperatore a l corpo areonautico mili-

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tare. In P . A, S. dal 1920, nel 1927 vi fu promosso generale d i brigata.

çozzi Roberto. Meda.glia d'oro, n . a Iviilano caduto nel 1918. Semplice soldato, riformato dapprima e perciò giunto alla fronte solo verso la fine della guerra, nell'azione di riconquista ciel monte Valbella, dopo la battaglia del Piave, dimostrò un eroismo quasi leggendario, impadronendosi di una mitragliatrice avversaria, volgendola verso il nemico stesso e cadendo poi su di essa, crivellato di ferite. Il bell'episodio è così ricordato nella motivazione di medaglia d'oro: « Non appena sferrato l'attacco, avanzò alla testa del proprio plotone, e, oltrepassato il primo ordine cli reticolati, acco1iosi che eia una buca mascherata con un telo da tenda una m itragliatrice nemica tirava sul fianco d i una nostra colonna,. aggirò l'arma avversaria, me<liru1te il ]3.11cio cli petardi ne uccise i serventi e s'impossessò dell'arma stessa, rivolgendo_ la. tosto contro il nemico. Gravemente ferito, rimase al suo posto e poco dopo fu trovato bocconi sull'a..rma, colp ito da una d iecina d i p roiellili. Fulgido esemp io di eroismo ed alto sentimento del dovere )). (Monte Valbella, 29 giugno 1918).

Cracovia. Città della Polonia su lla Vistola, formatasi lentamente intorno a w1a fortezza medievale, e contesa a lungo fra i va,r1 popoli della· regione. Nel 1795 fu annessa ali' Austria, nel 1809 fu annessa al ducato di Varsavia, nel 1815 divenne libera, nel 1849 tornò al1'Austria, dopo la guerra mondiale alla Polonia. Per la sua posizione, ai confini della Polonia, della Prussia e della Gallizia, Cracovia fu sempre fortificata : vi si notano infatti un antico castello e bastioni, mura e torri che a poco a poco furono abbandonati_ L'Austria, dopo averne preso possesso, p rocedette a fortificare, nuovamente la città con opere più moderne, costruendo dei forti staccati sulle a lture circostanti la città e provvedendo a collegare fra loro con un sistema fortilicatorio i forti stessi ed il castello. I. Battaglia di Cracv.na (1289). Appar tiene alla guerra civile per la. successione al trono lasciato vacante dalla morte di Lesko il Nero_ I Teclesohi <li C . sostenevano il duca Emico IV di S lesia, e i Polacchi della stessa città sostenevano Boleslao, il quale riuscì eletto. Enrico mosse allora contro C. e il 12 dicembre assaltò e prese la città. II. Pace di Cra.e<r<1ia (8 aprile 1525). Conclusa fra Prussia e Polonia dopo la guerra fra questi due Stati. Il d uca Alberto del Brandeburgo riceve da.I re di Polonia l'investitura del proprio ducato con diritto ereditario, e si sottrae a ll'influenza dell'ordine teutonico, entrando nell'orbita del protestantesimo. III. Presa di Cracovia (1734). A,ppartiene alla guerra di successione d i Polonia. Saputo cbe C. era debolmente p residiata da poche truppe raccogliticce, i,1 re Augusto di Polonia nel dicembre del 1734 mandò un d i-

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staccamen to comanda to dal gen. Diemer, che il 24 dicembre m:1-ttina giunse sotto le mura della p iazza,. Appen a aperte le porte, i Polacchi entrarono in città, e la gua•rnigione, vista inutile ogni resisten za, evacuò ii castello senza combattere. I V. Attacco di Cracm•ia ( 1735). Comro i Po lacchi d i re Augusto che occuparnno la città mossero le truppe d i Stanislao e· nella notte sul 4 aprile l'assalirono da tre parti. La validissima resisten,,a dei difensori valse a respingere gli as,alitori che erano riusciti ad aprire una breccia nelle mura, mentre un a.ttacco di fianco da due schiere avanzanti nel fosso e comandate d a 1 generale Lowendhal, ne compì la rotta. V. Rep,.,bblica di Cracovia. Dopo il Congresso di Vienna, compiuta la. spartizione de lla Polonia, rimase ind ipendente la repubblica di C. sotto la protezione delle tre potenze limitrofe, ed ebbe u n senato di 12 membri, un'assemblea dei rappresentanti, una forza pubblica cli 300 fanti e 30 cavalli. Sui primi del 1846 vi scoppiarono moti rivoluzionari, a reprime re i quali fu inviato il gen . austr iaco Colin . Da l 18 al 22 febbraio si combattè ne lle vie ; gli Austria.ci, sopraffatti dal numero, dovettero ritirarsi. Intanto la rivolta si propagava, i comadini della Gallizia, de lla Po_ Ionia Russa e d i quella Prussian,s, s i armavano abbandonandosi ai peggiori eccessi. Rinforzato di ntunero il gen . Colin entrò in città il 3 marzo, il 4 vi giunsero i Russi col gen. Rudiger e il fcld marescia llo austriaco Wrbna, comandante il cor po di occupazione della Ga llizia . In tan to il gen . prussiano, Branclenburg, spediva truppe a combattere i ribelli che furono costretti a cedere e la città il 16 novembre fu incorporata nell'impero Aust·r o-Ungarico. VI. Rfrolta d-i Crac01,ia . Jl 26 apr ile 1848, i ncoraggiati dal movimento riYoluzionai:io che in quegli anni sembrò dovesse sommergere gli ordinamenti politici dell'intera Europa, i cittadini cli C . insorsero con tro l' Austria. II p ronto intervento del ten. maresciallo austriaco Castiglione, che bombardò la piazza, costrinse gli m sorti a cedere. VII. D«ran.tce la guerra m ondiale, C. costituì perno cli manovra, saldandosi qu ivi i d ue fronti tedesco e aus triaco, e salvò dopo la battaglia d i Leopoli le truppe a ustro-ungariche quivi sconfit te.

Crainicianu (Gregorio). Ufficiale e scritto re militare rumeno contemporaneo. E' uno dei capi scuola della fortificazione d'oggi, a utore di : « Corso di fortilìcazione passeggera» ; « I l forte permanente a t t uale >) ; « La neutrali.ti, della Romania )). Nel 1900 p ropugnò s istemi difensiv i cler.ivati da quelli del Bria lmom, ma p i(1 leggeri, svelti e meno costosi. Crampton- Gap. V. South Nlountain. Cranach (Ulrico d-i). Generale ciel genio tedesco e scrittore mii. del sec. XVI I. Fra le opere pu bblicate mer ita speciale menzione : << R are ed artistiche invenzioni di guerra e d i pace", manua le tradotto in diverse lingue. Grana.eh (Lodovico di) . Generale p russiano ( 18181894). Prese parte a lla campagna del 1866 e a quella del 1870- 71. Fu governa tore militare di Colonia (1877) e eia. uitimo ispettore generale della fanter ia.

Cranici (Chirurgia di guerra) . Chiamavansi così

294 clurnnte la guerra mondia le, i feriti d'arma da fuoco al cranio, i quali assunsero ben presto una grande importanza pe r l'alta loro frequenza, dovuta s ia alla m inore d ifesa delle parti s uperiori ciel corpo nei combat timenti in trincea, o in quel li in campo aper to nell'avanza r carponi contro il nemico, s ia al lar go i mpiego dell'art iglieria. Dai dati s ta tistici parziali di alcune u nità sanitarie si d esume una. frequenza media del 20,5 %, mentre nella guerra Russo-G iapponese del 1904 essa era stata dell' ll,22%. :'sella sola III Am1ata si ebbero ne l primo anno cli guerra 6916 ferite craniche tra non pene~ tranti e penetranti in cavità; queste stavano alle ])rime nel rapporto di l :S. :N'atm·a !mente nelle varie statistiche ma.ncauo, per ovvie ragioni, i f eriti cranici morti. sul campo di battaglia e nei posti d i medicazione, per i qua.li è d ifficile fare un computo anche solo approssimativo. Durante il conflitto mondia le, pertanto, sorse l'idea cli munire i combitttenti di un copricapo pii1 difensivo e r i torna.ndo all'an tico fu rimesso i ll onore l'elmo metallico. t:na caratteristica comune alla maggior parte delle ferite 11rodotte da. pallettc di shrapnel o da piccole schegge cli granata e di bombe, è costitui ta dalla lesione abbastanza limitata delle pani molli pericranic he, le quali presentano in generale ferite lacero-contuse che ricordano quelle della chirurgia ord inaria.. ciel tempo di pace. E' raro, ,però, che la forza viva del proiettile sia di così poca entità da ledere solamente i tessuti molli esterni ; invece accade più spesso che, insieme alle ferite più semp lici ciel pericrnnio, esiwu10 delle lesioni ossee ed eventualmente meningo-encda liche, donde la necessità di sbrigliare tali ferite per constatare lo sta to de i tessuti profond i. Una frequente lesione ossea. ri scontrata nell'ultima guerra, era la così detta << frattura a ruota)>, ra.ppresentata da una scheggia circola re, a volte d ivisa da fessure raggiate e depressa nel la cavità cra11ica; s i osservavano anche lesion i ossee (frattu ra ovohu·e o a valve) per colpi tangenziali, ferite trasfossc rnening0,-encefaliche, la. cui gravità culmina i n quelle prodotte clall2. paJlottoJa cli fuci le nei colpi a breve dis tanza, dC>ncle lo scoppio craJ1io-encefalico, che non ha alcun interesse dal p unto di vista chi.rur-gico. detcnninando la morte sul campo stesso d i bat taglia . La s intomatologia varia a seconda della zona colt}ita e della ent itit delle lesioni encefaliche e vascola ri ; essa per ò in r>rimo tempo è per lo più mascherata eia s intomi diffusi, soprattutto per shock cerebrale, per contusione estesa dell'encefalo o per ,LUmento di pressione intracranica, donde uno s ta to di coma più o meno assolu to, con r isoluzione muscolare, comp leta insensibilità, m icl1·iasi pupilla re, respirazione ra llentata.., polso molle, depressibile, raro. Solo in segu ito, nei casi d i 1ninore gravità, sc01npaiono i sintomi diffusi e possono csscr varsi quelli d i localizzazione (emip legie o monop legie, afasia, emiaJ1opsia, ecc.). D,ll punto cli vista del decorso e dell'esito finale hanno grande importanza. le complicanze cli ordine infettivo (meningo-encefalitc, ascesso cerebra le). Tali complica nze, n aturalmen te, s i p resentano nelle ferite penetranti, po ichè, come giustamente f a ri levare il D c l\!Iartel, quaJ1.do la dura meninge è in tegra, la via .all'infezion e dell'encefalo è chiusa, a men o che non si tratti cli lesioni i rrad iate alla base che abbiano messo in comunicazione la. cavità mc11ingea con quelle dell'orecchio, con le cellu le etmoidali o coi seni frontali.


Le fcJ'itc cranio-encefaliche sono lesioni 1nolto gravi, sia. per le conseguenze immediate, sia per quelle ta rdive (complicanze settiche, lesioni cicatriziali della cortecda, o delle. meningi o del rivestimento osseo, permanenza di corpi estranei eadocerebral ~ disturbi anatomici e funzionali, ccc.). La prognosi, specie quella ad vita·m, è n1olto n1iglic>ra ta, grazie alla craniecto1nja prin1aria, con la quale si mira principalmente a realizzare un'accurata << toilette» della ferita come profilassi dell'infezione meningo-enccfalica, alla. quale appunto è dovuta in gran parte l'e levata mortalità delle f erite craniche, quando non esistano lesioni distrutt ive rapidamente mortali. L'intervento però, per chè riesca realmente profilattico, dey'esser precoce e va pratica.to quindi d al chirurgo militare di prima linea; donde la necessità. di organizzare il più avanti possibile un regolare servizio chirurgico, come pr oficuamente fu fatto ne ll'ultima guerra, tenuto conto che un lungo trasporto esplica un'azione oltremodo nociva su l decorso delle ferite cranio-encefaliche. I corpi estranei, proiettati nella p,pfondità dell'encefalo, vanno, nei limiti del possibi.Jc, asportati, salvo quelli di piccolo volume·, profondamente annidat i, per i quali l'i nter vento sarebbe per sè solo molto pericoloso. La s istematica estrazione d i essi è giustificata dal fatto che possono dare origine a complicanze settiche più o meno tardive, e d'altra ,par te esercitano un'azione contusiva per vere e proprie oscillazioni pendolari alle qual i vanno sogget ti per le pulsazioni ritmiche cerebra li; aggiungasi, infine, la non rara eventualità di rnigrazionc dei corpi estrane i stessi. La loro asportazione vien fac ilitata d ai perfe;donati metodi di localizzazione intracrauica. di essi, grazie all'esame radiologico. J 11 segu ito alle ferite cranio-encefaliche residuano spesso disturbi nervosi (si11drome dei craniolcsi), rappresentati principalmente da cefalea, stordimenti, bagliori, vcnigini, disturbi psichici leggeri ecc. Sono rari i disturbi menta li gravi (confusione mentale, mania acutit, ossessioni, a llucinazioni uditive o visive, ccc.). Frequente, invece, è l'epilessia.. 1

Crany. Isola alla foce del J ames, nella Virginia (Stati Uniti}. Durante la guerra anglo-americana. (1812-15) J'ammir. inglese 'Warren con sette vascelli di linea, dodici fregate e numerose navi minori, sui quali erano imbarcate molte truppe comandate dal gcn. Beckwith, i l 18 maggio del 1813 s i era ancorato nella rada di Hamplon llJinacciando Norfolk. Il commodoro Ca.s;;in, che comandava le fo rze americane, opportunamente disposte le proprie navi e raccolte le milizie della regione circonvicina, provvide di sistemare a di fesa l'isola. di C., importante posizione avan zata della città . A questo scopo vi fece sbarcare un centinaio d i marinai della nave « Constellation >> per d ifendere e armare una batteria che la. difendeva da ~ . E. mentre disponeva le ba rche cannoniere, sotto il ca.pilano Tarbel, dalla parte opposta. Il 20 maggio la flotta i nglese venne a dare fondo presso l'isola e a ll'alba del 22 quattromila uomini di truppa tentarono sbarcarvi d i viva forza; ma, battuti violentemen te dall'artiglieria, s i ritirarono in disordine. Altri ottocento uomini, sbarca.ti intanto inosser vati sul continente, cercarono d i passare a guado lo stretto caiiaJe compreso fra questo e l'isola; contrattaccati dal colonnel lo Beaty, che con 400 volontari e 4 cannoni la d ifendeva da quella parte, furono anch'essi completamente

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rcspint i : in tutto g li Inglesi ~erdettero 200 · u. e varie imbarcazioni.

Craonne. Comune della Francia, ne l d ip . dell' Aisne. Battaglia di Craonnc (6-7 marzo. 1814). Appartiene a lla campagna. di N apolcone I contro gli a lleati in Francia. Napoleone, che d isp<meva d i soli 35.000 u. il 5 marzo si propose di tagliare la strada del Belgio all'armata della Slesia, comandata dal Blucher e forte di 100.000 u,. aggirandone la. sinistra e prevenendola a. Laon. Blucher prese posizione sull'a.lt ipiano di C., col corpo russo di \Voronzov in prima linea, il corpo di Sacken in seconda e g li a ltri tre (Langerau, Kleist e York} sui fiianchi.

c::::J francesi

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~lleati

Napoleone ufficiò a l gen. J\" cy l'attacco principale sulla dr. del nemico, mentre schierò al centro l'ar tiglie1·ia. L'attacco di destra. do,veva. essere sostenuto dai maresc. .:.fortier e Viclor; ma. il )."ey, impaziente, a l primo colpo di cannone sboccò da.I villaggio d i S. ~fart ino su due colorìhe : la dr. composta della brig. Boyer, e la sr. del le d i vis . .:-.Ieunier c Curia.I. Finchè furono protette da l terreno incassato avanzarono; appena scoper te, venn ero investite eia u n tremendo fuoco che le obbligò a. retrocedere, ~,lpoleone fece aJlora avanzare sulla fattoria Heurtebise le divis. :Boyer e Rebeval. Le truppe russe dovettero ritira rsi, mentre il maresc. Victor veniva ferito. Intanto il gen , ::S:ansouty con la sua d ivis. di cavalleria giungeva ad attaccare l'estrema destra nemica,ma non r iusciva a ,progredire. i°l corpo di Ney, ri dotto a 3000 u. si .1ccaniva in poco vantaggiosi sforzi, e i gen. Boyer e Rebeva.l erano decima.li dalla mitraglia. Approfittando d i tale situazione, il gen. Woronzov ' caricò con la sua cavalleria le d ivis. francesi e le ricacciò nel bosco, tartassandole coll'arti•glieria.. Tentò il gen. Laferriere di contrattaccare cogli esploratori della Guardia, ma rimase ferito e la sua cavalleria fu respinta. ?,; a poi eone dispose pe r due nuovi attacchi; Colbe.rt coi suoi lancieri sul pia.noro di C., e Charpentier, unito al cor po di Victor ed alla clivis. F riant (vecchia guardia) per r imettere in vigore il combattimento sulla fronte. Questo du plice att acco ebbe p ieno successo. Colbert, sotto un violento fuoco, r iuscì ad affermarsi sul p ianoro e Charpentier, cmi le sue truppe fresche, superato il burrone di Vaucler, rovesciò il nemico dovunque; le tre divis. Boyer, Meunier e Cur ia! s' impossessarono del villaggio d' Ailly. Woronzov dovette ripiega.re a scaglioni, e successive cariche della cavalleria fran cese, dirette dal ::\"ansouty sta vaJ10 per convertirne la


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ritirata in fuga, se l'intervento della cavalleria del Sackeu non l'avesse impedito. Napoleone, intuito il movimento generale di ritirata del nemico, diede l'ordine al gen. Belliard con la sua cavalleria, ed al gen. Dronot con l'artiglieria, d i completare il successo tormen tando ed incitando sulle truppe in ritirata. La notte sola impedì che l'inseguimento completasse i vanta.ggi della vittoria. E solo il gen. Colbert con l'estrema avanguardia spinse i suoi avamposti sulla strada Soissons-L-ion. Gli alleati, dopo un alt di quattro ore, riunitisi a lla guarnigione di Soissons, si ritirarono in Laon. La vittoria dei Francesi costò loro tuttavia 5000 u. tra feriti e morti, oltre ai generali Bigarré e Boyer. Gli alleati vi perdettero pure 5000 uomini.

Crapodi ne. Punizioue disciplinare eccezionale cd arbitraria per le truppe della legione straniera, dei bgl. di fanteria leggera e delle cp. di disciplina, sotto il governo francese del gen. Bougcaud in Algeria, prima del 1850. Consisteva. nel legare il braccio sinistro con la gamba dritta incrociati dietro le spalle, mentre il paziente veniva sdraiato ora sul veutrc, ora sul dorso. Se si drbatteva gli veniva. imposta la più grave punizione del Chiodo. Crasso ( M arco Licinio). Generale romano (11 5-53 a. Cr.). Fu legato con S illa e pretore; sconfisse Spar1.'.lco (71); console nel 70 con Pompeo, con questo e con Cesare formò nel 60 il primo triumvira to. :Xel 55 fu di nuovo console; inviato poi come proco~le in Siria contro i Parti fu sconfitto e ucciso. Cr atero. Generale di Alessandro Magno. Vinse i Battriani e i Sogdiani (328-27 a. Cr.); decise la guerra Lamica; nel 321, combattendo in Cappadocia contro Eume.ne, v.i trovò la. rnortc.

Crat i. ) fave di uso locale, varatà a Venezia nel 1905, lunga m . 24,50, larga m. 5,28, dislocamento tonn. 185, macchine H P . 121, equi ~ o 12. Cravant. Comune della F rancia, nei clip. dell'Yonne, anticamente fortificato, con castello. Xel 1423 fu assalito e preso da Inglesi e Borgognoni alleati.

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Cravatta (lat. Focale) . F u adottata. dai soldati romani nei climi freddi; il nome a ttuale deriva da l regg. Royal Croates chiamato per corruzione Royal Cravatcs, di Luigi XIV re di Francia. La C. fu poi data a tutte le ·· w truppe, ed era d i tessuto insaldato, t ale ' . da imporre al militare un portamento rigido, che si ritenne aria marziale per ~ · eccellenza. Più tardi la C. fu di tessu·.,,;i • to molle e venne data anche agli uffii.IP eia.li. In Itali.a. la trnp pa. l'ha bianca, eccezione fotta per le brigate Re e Cacciatori delle Alpi che la portano rossa. Cravatta furono chian1ati il nastro della bandiera, la sottile fascia di cuoio che cingeva la la.ma della sciabola. sotto l'impugnatura, la corda con la quale si imbracavano i cannoni durante le manovre di forza e, infine, una striscia cli tela inzuppata di acqua satura di salnitro, poi imbibita d i trementina e .finalmente polverizzata di polvere da cannone, che servi,•a per miccia dei brulotti.

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Cra vetta (di Villanonetta, Coi-rado) . Generale, n. a Saviglia110 nel 1822. Sottot. di cavalleria nel 1841, partecipò alle campagne del 1848 e 1849 guadagnando a X o,·ara una med. d"argento; alla campagna. di Crimea ( 1855-56) ed a. quella del 1859, guadagnando a l\lontebello la croce di cav. del1'0. ).f. S . .Nel grado di colonnello ( 1863) comandò il reggimento cavalleggeri « Lucca )) 0 con cui prese parte alla camp:Lgna del 1866 meritandosi un'altra medaglia d'argento a Custoza. Promosso maggior generale nel J8i2, resse il comando della brigata d i cavalleria di Torino e della 2• brigata e collocato a riposo (1878) raggiunse nel 1893 il grado di ten. generale nella riserva. Cravosio (Anfossi co11te Teofilo). Generale, n. e m. a Torino (1848-1921). Souotenente di fanteria nel 1866, pas- ( sò nei Carabinieri Rea li e r aggiunse nel 1907 il grado di colonnello, reggendo successivamente il comando delle legioni di Verona e (Milano. Promosso maggior generale (1906), fu addetto al Comando generale dell'anna e collocato in P. A. (1910) raggiunse nel 1913 il grado d i ten. gen.

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Crecy. Comune della F rancia, nel clip. della Somme, sulla 1Iaye. Il 26 agosto 1346 vi si svolse una battaglia che appartiene alla guerra dei Cento anni e fu combattuta fra Edoardo III d'Inghilterra, forte di 40.000 uomù1i, e Filippo VI cli Francia, che d isponeva di 60.000 uomini, fra i quali circa 8000 cavalieri. Xcll'csercito francese, oltre ai due comandanti navali genovesi Grimaldi Ra.nieri e Doria Aitone con le loro genti, eransi arruolati nobili e avventurieri fra i quali G iov:urn i di Boemia e suo fig lio Carlo. Edo.-u-do, che ba mi.no.ri forze, si pone con molto accorgimento sul pendio d'una collina in posizione difensiva, schierato su tre lince coi suoi buoni arcier i sulla fronte e sui ,fianchi; s'affor7~1. con serraglio di carri e steccati forma.ti coi bastoni degli arcieri ; fa smontare i cavalieri a combattere pedoni e coma.nda a i s uoi d i star fermi e respingere gli assalti, valendosi anche d i alcune bombarde. Filippo ordinò i suoi pure su t re linee; la prima d i 6000 balestrieri genovesi, la seconda di 4000 gendarmi e molta fanteria; la. terza di sola. cavalleria scelta. Stanchi e frad ici della pioggia, si disordinano nell'avanzare e i balestrieri genovesi, a causa dell'acqua che ha bagnato le corde delle loro anni, non possono farne buon uso. La posizione del nemico è molto forte cd occorrerebbe girarla; F ilii,po esita. alquanto, poi comanda l'ass..1.lto. I balestrieri genovesi avanzano, ma non reggono contro gli arcieri inglesi, che con le loro freccie fanno molta strage nelle :file nemiche. Il conte di Alençon, com:i.ndante del corpo di battaglia, si slancia allora. con la cavalleria, calpesta · i Genovesi, piomba sulla pr ima linea inglese, la sbaraglia e giunge fino alla seconda, ma ne viene respinto. A questo pUJ1to gli I nglesi passano dalla difensiva all'offensiva e rompono la prima fo1ea fr:i.ncese, che in gran confusione si getta indietro. N on diversa è la sorte della se-


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conda linea: i cittadini in glesi e fiammingh i uccidono a migliaia gli avversari sgomentati, i qua li, impacciati dall'armatura pesante, non riescono a difender5i ùa simile attacco. Filippo VI con prodigi di ,·alorc cercò d i arrestare lo. fuga delle sue trnppe e di muta.re così le sorti della

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B,ittaglia <lt Crécy (13-lG) giornata, ma al principiar della notte si rassegnò cogli avanzi del suo esercito all'inevitabile ritirala che si convertì in fuga. Il giomcl seguente un grosso corpo di milizie comU11ali francesi (fu detto più di 50.000 uomini} ignaro dell'accaduto, fu sorpreso e disfatto da 600 lance e 2000 arcieri inglesi. Dicesi che nella bat• taglia di Crecy i Francesi perdessero oltre 25.000 uomi• ni con 1600 baron i e 4000 scudieri. F ra i morti trovava.nsi il Doria e Giovanni di Boemia. L'onore della giornata, oltre che ad Edoardo III, apparteneva. a suo figlio sedicenne Edoardo, princ ipe di Galles, detto da.I colore dell'arma tura. cc il principe nero» il riuale, con la tenace resistenza opposta a ll'assalto del nemico e con l'impeto irresistibile del contrattacco, a.vea contribuito in modo essenziale ad assicurare la vittoria.

Crefeld. V. Krefekl. Creks (o ,vfoskogi} Popolazione indiana dell'Amc• rica settentrionale, che abitava la Georgia e la maggior parte doli' Afa.ba.ma.. Nel corso del 1813 essa inii:il> le ostilità contro i bianchi, che si rifugiarono nei forti di frontiera. Il 30 agosto il forte Mims, dove si c.ra.no r ifugiati un centinaio d i volontari e quasi 200 donne vecchi e ba.rnbin~ fu violentemente attaccato. In un primo momento i difensori riuscirono a resistere; soJ)raffatti poi dal numero ripiegarono nei fabbrica.ti interni, ove morirono fra le fiamme. In seguito al mas· :sacro il govenno dell'Unione inviò contro i C. la milizia del Tenessee coi gen. Ja.ckson e Cokc, che il 2 novembre, attacca.ti vigorosamente dagli indiani, dopo pa.• recchie ore di lotta ne ebbero ragione. La guerriglia contro i C. continuò, con distruzione dei loro villaggi e

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dei nuclei armati che 0J)ponevano resistenza, fino all 'anno seguente, quando nel combattimento di H orsesltoe-bc,uJ. i C. furono così completamente sconfitti, che, perduta ogni spenui7~'1., chiesero e otteru,ero la pace im• pegna.ndosi a cedere parte del territorio quaJe indennità d i guerra., a permet tere la costruzione di strade e la libera naviga1,ione dei fiumi, a non avere più relazione alcuna nè con gli Inglesi nè con Spagnuoli, a. restituire quanto avevano predato agli Americani e agli Indiani restati fedeli.

Crema. Città della Lombardia., sul Scrio, forse fondata dai Celti appartenuta successivamente a E truschi, Gall i cisa.lpini e Romani. Con questi ultimi C. si associò contro Annibale. Xcii' XI secolo Crema aveva un libero reggimento. Nella guerra. contro Como, fu al· leata di Milano e le sue milizie nel 1127 patirono una sangu inosa sconfitta. X cl 1133, su istigazione dei Cremonesi, l'imperatore Lotario assediò C. ma fu costretto a ritirarsi per l'accorrere dei soccorsi milanesi. Nel scc. XII avvenne l'a.s• scdio del Barbarossa che, presa.la, la rase al suolo. Cessata la guerra i Cremonesi comprarono dall'imperatore I.a città, e, costituitasi la Lega Lombarda, ottennero che non si potesse ricostruire, ma C. ottenne dall'imperatore libertà e privilegi, e risorse. Nel 1191, avendo l'imperatore Arrigo VI revocate le libertà concesse, e assegnata. la città a Cremona, i Cremaschi prima di cedere ottennero l'aiuto d i Mila.no e di Brescia e sconiisscro i Cremonesi nella battaglia che fu detta della « mala morte». Tenta.la. ancora la sorte delle armi dopo a.vere avuto aiuti da. Bergamo, Lodi, Pavia e Como, i Cremonesi furono ancora s..onfitti nel 1193 suU'Adda e nel l 194 sull'Oglio. Nel 1196, per intervento dell'imperatore Arrigo VI, vennero a Crema riconosciute le antiche libertà. :è\el 1205 C . fu incendiata ad opera dei Cremonesi; entrò poi in lega contro il nipote del Barbarossa. e pa1iecipò a lla battaglia di Cortenova (1226) . Nel sec. XIII C. fu dilaniata d a interne fazioni; nel 12:-8 se ne impadronì Umberto Pallavicino signore di Cremona e ghibellino; egli la tenne per sei anni, fino a che i Guelfi tornarono a prevalere; con alterna vicenda si svolsero poi iri città. le lotte fra i due partiti. Xci 1332 cadde in potere dei Visconti ai riuali si ribellò nel 1335, quando Azzone Visconti volle darne la signoria a Cremonn; nel 1338 tornò sotto la si1,'Tloria viscontea. Kel 1402, a.Ila morte di Gian Galcau,0, C. si ribellò ancora. e proclamata.si libera., cacciò Gabriele Visconti che ne a.,•e,·a. il dominio, ma per breve tempo. Morto Filippo Ma.ria Visoonti nel 1447 e proclama.ta. la repubblica Ambrosiana, i Veneziani, d'accordo con Francesco Sforza, maitdarono sotto C . Sigismondo Ma· la.testa. Questi provocò ta li danni da indurre i Cremaschi a offrire la resa, che fu stipulata. con Andrea Dandolo provveditore della Repubblica, il 16 settembre 1449. Da quell'epoca C. rima.se quasi costantemente sotto il


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dominio di Ve11czia che vi c reò una i mportante [}iazza d i frontiera. Nel 1484 la città corse grave pericolo pe r improvviso attacco dei nemici d i Venezia., e sarebbe caduta. se il suo governatore, Bartolino T erni, non avesse sgom inato con a udace sortita le forze dello Sforza. Nel 1509, essendo state sconfitte le tJ·uppe d i Venezia dai

minarono talmen te con grossi massi, che la misern in evidente pericolo. Federico allora f ece lega re sulla torre gli ostaggi d ei Cremasch i e dei Milanesi, nonchè alcuni nobili prigionieri, affinchè gli assediati, vinti d alla compassione dei :figli o dei parenti, cessassero dalla tempesta dei sassi. i\Ja i Cremaschi, gridando " benedetti coloro che muoiono per la patria ll, resp insero la torre lasciando perire sotto la tempesta dei loro dardi e dei loro macigni quasi t utti i prigionieri. A tale fatto orribile succede uru gara infernale d i vendette e di rnp· presaglic da una parte e da.B'altra. I Cremaschi, inviperiti d,.lla morte procurata ai loro ostaggi, scannano sulle mura e alla v ista degli assedianti molti Tedeschi, Cremonesi e Lodigia11i, ca.duti nelle loro ma.ni. F ederico allora per rappresaglia fa impiccare inolt i Cremaschi suoi prigionieri; gli assedia ti gli rendono la pariglia contro altri Tedeschi, e con tali orride scene procedette l'assedio fino alla fine del 1159. Però le v igili~ e gli stenti avevano procuralo p~rdite enormi in rnezzo ai Cren1aschi; ogni speranza.. di soccr,rsi esLe fo rUOcazioni rii Crema n,•I sccolc, XVI sendo venu ta meno, chiesero cli arcollegati de11a Lega di Cambrai, C . dovette aprir loro rendersi. Il Bar barossa ai )'[ilancsi e ai Bresciani chiusi le porte non essendo i suoi difensori assa,i numerosi per nella città accordò di uscire senza a rmi, ai Cremaschi di difenderla. :-.fa nel 15 12 cs&1. fu rip resa da R enzo Oruscire con quello che ciascuno potesse por tare con sè. sini al servizio d i Vene.z ia; egli due anni dopo riuscì Accettata la dura condizione, tutto que l!' infc l ice popolo, a liberarla d~1l'assedio postovi da Prospero Colonna e in numero d i 20.000 persone ci.rea, il giorno 27 genSilvio Sa velli, per conto d i :Massimiliano Sforza duca naio 1160 dette l'ult imo addio alla patria. Crema fu di j_\,Ii!Rno. abbandonata al saccheggio dei soldati, ma i Cremonesi, a.ppiccato il fuoco a lle case, cli5trnssero tutto ciò che Forti_ricazion·i di Crema. Si sa di antiche mu ra turdalla cup idigia e dalla ferocia tedesca era stato rir ite, distrutte <la u na inondaàone nel 584 e ricostruite. opa.n11iato. La ci ttà medievale era cinta di mura e mu nita di castello che furono smantellati dopo l'assedio del Barba.C-rema nobile Camilto. Generale, n. a Torino, m. a rossa. Ricostruite le fortificazioni f ra il 1184 e il 1186, Roma. ( 1846-1911). Sott◊t. d'art. nel 1866, entrò da caqueste vennero rinforzate nel sec. X VI, quando i Vepitano nel Corpo cli State neziani, fatta della. città una formidabile piazza d i Maggi.ore e nel grado di frcxnliera, vollero am1,liarlc includendovi i sobborghi. maggiore fu n ominalo aiu_ Nell'epoca nostra la c inta. murata è stata in parte abtante d i campo onorario di battuta per l'espandersi della città i ndustriale. · S. )!I:. il Re (1883). Promosso colonnello nel 189 l Assedio di Crema ( 1159-1160). Appartiene a.Ila seebbe il coma,1do del 7" conda spedizione italica cli F ederico Barba rossa, il quaregg. fant. e r icoprì la ca le · volle imporre ai Comuni le decision i della dieta ,li rica di Capo di Stato Roncaglia. Crema. insorse quando i messi dell'impera:Maggiore ,del III Corpo tore si presentarono e il 7 luglio 1159 egli s tesso pose d'Armata e nel grado d i l'assedio alla città , a iuta to d ai Cremonesi. ma.g g. genera le (1 898) coIl popolo cremasco, confida ndo nelle sue mura e nelmandò le brigate Fr iu li e le fortificazioni della città, e rinfori:ato da 400 fanti e Sicilia . Nominato tenen te alquanta. cavalleria invi.ttagli d agli a lleati milanesi, si generale (1903) resse il coa.ccinse ad una gagliarda. difesa. T edeschi, Cremonesi e mando delle divisioni di Pavesi f ecero molte prodezze per espugnare Crema, ma Bari e d i Cuneo e la carica d i direttore dell'Istitu to Geo. non minori furono quelle degli assediati per difenderla. graifìco M ili.tare e nel 1909 fu elevato a comandante del Le testugg,ini, i gatti, i mangani, le pctriere furono molXII Cor po d'A rmata. to adoperate in questo assedio. I Cremonesi, con duecento botti p iene di terra, riempirono il fossato in un punto ed ebbero cosl ag io di avvicinarsi con una. tor re altissima di legno. Ma i mangani dei Cremaschi la fui-

Cremer (Ca·millo). Generale francese (1840-1876). Fece la campagna. del Messico e d el 1870, duran te la qua le d iven ne rapidamente generale, essendo entrato


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CRE in guerra come capitano. R etrocesso Jopo la guerra, s i dimise. Scrisse w1 libro sulla campagna de l Messico e uno sulla campagna del 1870 nell'Est della Francia.

Cremera. V . Va/ea. Cremona. Città capoluogo della prov. omonima, sulla sinistra del Po. Le sue origini sono antichissime; luogo fl uviale dei Ligu,~, fu po i dei Ce lti e quindi nell'XI scc. a . C. appartenne agli Etrusthi che vi condussero coloni da Populonia . Conquistata successivamente dai RonnJ1i, condotti dal console :-1:arcello, fu forti'ficata quando Annibale, calando dalle Alp i, si apprestava a invadere l'Italia. Nel 218 a. C. C., importante come testa di ponte sul Po, ebbe il titolo d i Colonia latina, e fu la 54" iscritta. Da quel momento partecipò con Roma aHe guerre contro Cartagine, contro i

Galli Ins11bri, ecc., e, sul declino clelc,·en,ollH (s icmn i'a) la repubblica, ottc1rne il titolo di Colonia RomaJ1a, e fu ascritta alla tribù Annense. Ucciso Cesare C . seguì le parti cli Bruto. sconfi tto il q uale, il suo territorio Yenne d iviso fra i veterani dei Triumvi ri vittor iosi. Durame le guerre per la successione cli Galba, combatterono nelle vicinanze e dentro le mura di C. le sold atesche d i Vitellio prima contro Ouo1\è, poi con tro le legioni di Vespasiano Flavo, condotte da An tonio Primo. :\°elle lotte della decadenza dell'impero, C. fu d evastata da :Massimo; vi passarono poi le invasioni barbariche, ultima quella. cli Attila che nel 451 la ridusse in un mucchio di rovine . Altre deva.stazioni essa ebbe a su bire per opera cl i un'orda. d i Franr:h i e Alem;mni, spiatis i fino al Po. Rimasta in possesso dei Bizantinj, nel 603 fu conquista.ta e distrutta da Agilulfo, re dei Longobardi. Nel X e nell'XI secolo C . ebbe gra.vi d anni da due invasioni degl.i Ungari chiamati una prima volta in Italia da Berengario, ca lati una seconda volta sotto la guida del loro se Salardo. Contro le p retese imperiali troviamo C. collegata nel l0iS con la contessa :1\'Iatilde e coi comuni di Lodi, Milano e Piacenza., in d ifesa dei d irit ti della Chiesa, e sono d i questi tempi le guerre vicinali, caratteristica dei scc. X e XII. La città anna.va a.llora 16.000 u. fra ca.valli e fan ti, e nelle lotte or a favore, ora contro l'Impero, le sue milizie parteci,pa.rono a oltre 70 battaglie e 21 assedi d i cit tà e castelli. Nel 11 13 C. fu d istrutta dai M ilanesi, cli cui però poco dopo fu alleata nella guerra decenna le contro Como; comhattè con tro I' arma e R eggio per il possesso del castello cli Brcscello, fu co l Barbarossa contro Milano e poi, entrala nella L ega Lombucla., p rotesse i :Milanesi mentre riedificavano le difese della propria città. Non partecipò però alla bath1glia di L egna no ciò che ebbe per effetto la n imicizia dei Milanesi e dell'imperatore. Conciliate le cose nel 1189, cen to Cremonesi partirono col Barbarossa per la Terra Santa mentre avevano in izio sanguinose discordie interne 1ler il fonnarsi delle fazioni Guelfa e Ghibellina. Nel 1249 le truppe cremonesi parteciparono alla batta.glia di Fossalta sul P anarn, fra le forze dell'imperatore che furono sconfitte; nello stesso anno scon fi ssero i Parmigiani a cui presero il ca.noccio e n umernsissimi p rigionieri. Morti o banditi i cap i ghi bellini e avendo preso il sopravvento i Guel.fi, ques ti rifiutarono l'ingresso all' imperatore Arrigo VH cli Lus-

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semburgo il quale, sdegnato, entrato nella città, che per averne ii perdono g li aveva aperte le por te, J'abbandonò a,! saccheggio jJ 26 a.prile 13 11. Allontanatosi l'imperatore, il suo vicario fu soi']}reso dai capi Guelfi che, comandati da Guglielmo Cavalcabò, p iombarono in città, e lo costrinsero ad abba.ndonarla dopo una. lotta sangu;nosa nelle vie. Continuarono le lotte fra le due fazioni fino al 1322 anno in cu i la città fu occupata da Galeazzo V isconti signore cli M ilano. Ribellatasi a Luchino Visconti nel 1340, si sottomise per intercessione di Filippino Gonzaga, s ignore cli Mantova. Sottrattasi nel 1402 a l dominio visconteo, tornarono et dominarla i Cavalcabò, e quindi ne d ivenne s ignore Ca.brino Fondulo, che però dovette cederne il dominio a Filippo ~.faria Viscont i signore d i ::vJ.ilano . Ne lle guerre fr:i i Visconti e la repubb lica di Venezia, C. f u ùt.i°e volte stretta ct·assedio e il suo terriiorio fu devastato dai belligeranti. P iù tardi fu assegnata in dote a B ianca Maria, figlia natura le d i F ilippo Maria Visconti, andata spo,a a Francesco Sforza, passato dai 'servigi di Venezia al D u q . d i i\Iila.no. Respinto un Mtacco del Visconti, la città entrò a far parte del Ducato di ?,•f ilano q uaJ1do lo Sforza ne d ivenne s ignore . >J ella guerra fra la Francia e Lodovico il ~-loro, i Veneziani riuscirono fmalmen te, il 10 settembre 1499, a impad ronirsi di C.; dieci anni dopo, irt seguito alla vi ttoria cl i Agnadello, i Fra ncesi l'occuparono, e il 24 giugno 1509 vi fece ingresso t rionfale Luigi XII. :Morto il d uca di Foix alla battaglia cli Ravenna. ili Imper ia li ripresero Cremona ristabilendc:,vi il dominio dei Duchi di Milano. Occupata., abbandonata., saccheggiata e devastata duran te le guerre fra. Francesco I e Carlo V, cadde definitivamente in possesso d i quest'ultimo e subi tutto il peso della dominazione spagnuola. Du rame la guerra di Man tova il suo territorio ru ~ncora devastato dalle soldatesche dei d ue partiti e nel 1648 il castello fu bombarda to d ai Francesi; questi u ltimi l'occuparono durante la guerra per la successione cli S pagna e nel 1706 l'ebbero definitivamente gli Austriaci stabilendo il loro dominio in Lombardia.. l'\ e! 1748 si svolsero ,ml suo territorio nuovi avvenimenti, nella breve incursione dei Francesi, calati in Italia a.Ila morte d ell' imperatore Carlo VII d urante la guerra per la successione d 'Austria . Il 12 maggio l 796 C . fu occupata dalle tru,ppe della repubblica francese, e successivamente nel 1799 da 20.000 austro-russi dell'esercito del Suvarow. T ornato X a.poleone d all'Egitto e vincitore a T\1arengo, gli Austr iaci abbandonarono la città che egli occupò nello stesso anno. Dopo la restaurazione, anche Cremona r itornò in potere dell'Austria seguendo poi le :;orti della Lombar<lia. Cremona è sede del 44° distretto mii. e della 17° legione della M . V. S. N . Fort·ifi.cazioni di Cremona. Al tempo d i Roma era una delle più forti città della Gallia Transpadana; era cinta di fosso, di alte mura e di torri. ::-.fe! 902 le fortificazioni furono r iatta te e una nuova. cinta fu costruita per difendere la citù dagli Ungari. Sull'attua le piazza d'a rm i sorse verso il 1370, per ordine di Berna.bò Visconti, il castello d i S. Croce, che fu per tre secoli il maggior baluardo della città. Pet'fezionato da G iovam1i Galeazzo e poi da Cabrino Fondulo, ebbe torri e robus tissime mura . Nuove opere ,,i furnno aggiunte da Francesco Sforza nel 1455. Nel 1782 il ca.5tcllo fu demolito per ordine dell'Austria.


CRE

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I. Assedio e ba.ttaglia di CYemo,z,a (200 a. C.). Appartengono alla sollevazione della Gallia Ci&'llpina fra la seconda guerra punica e la seconda macedonica Gli I n subri, i Cenoman i, i Boi e popoli della L iguria, condotti da Amilcare in n umero di circa 40.000, col proposito d i difendere ad oltranm l'indipendenza riconquistata dopo la d itcesa di Annibale in I ta lia, misero dopo il sacco. d i Piacenza l'assedio a C., u ltima colonia dei Romani. Accorse in sua difesa il pretore L. Furio Porpurione con un eserci to, e, giunto davanti al campo degli assedia,n ti, collocò in prima linea 5000 alleati agli ordini del legato ·Marco Furio, in seconda le legioni comandate dal legato M. Cecilio e alle due ali la cavalleria degli alleati e quella delle legioni sotto la condotta del legato L . VaJer io F iacco. I Galli tentarono subito di schiacciare la prima linea romana, non riuscendo di avviluppar la dai lati. Allora il Pretore fece entrare in a zione le due legioni, a destra e a sinistra della p rima linea, ordinando a L. Valerio Fiacco di as&1lire con la cavalleria i fianch i dei nemici. E , come vide assottil ia to il cen tro dei Galli, comandò ai suoi di scagliarvisi dentro e d i rompere l'ordinanza. La manovra riuscì : i fianchi nemici fur0010 respinti dai cavalli, il centro dai pedoni; per il che i Ga l li, tagliati a pezzi d a ogn i parte, voltarono le spalle rifugiandosi nei loro alloggiamenti. La cavaUeria. dei Romani e subito dopo le legion~ inseguito il nemico, assaltarono gli alloggiamenti, dai quali scamparono con la f uga circa. 6000 Galli; i morti e i presi furono 35.000, con 70 bandiere e piit d i 200 carri cariclii di molta J}reda. Amilcare perì nella lotta; 200 prigionieri fatti da lui a Piacenza vennero r imandati alla loro sede. D ei Romani e degli alleati caddero circa 2000 uomini.

300 visamente da Marcio ::V1acione, genera le dell'imperatore Salvio Ottone, e subì una secon da rotta. III. Battaglie di Cremona ( 69 d. Cr.). Appartengono a l periodo dell'anarchia m ilitare e furono comba( tule d a Antonio P rimo, comandante de!Ja VII legione e fautore di T . Flavio Vespasiano proclamato imperatore dalle legioni d'Oriente, contro i Vitelliani. In fine ottobre, An tonio avan zò rapida mente verso C. e mise in 1·otta due legioni vitelliane, che in d isordine ripararono sotto le mura della città. Verso sera giunsero su C. a lt.re sei legioni di V it.ellio, le qu al~ non ostante la stanchezza di una ma.rcia d i 30 miglia, s i un irono ai vinti del giorno ed attaccarono immediatamente il nemico. La battaglia notturna, durata fino a lla mattina, fu una vera lotta di gigan ti ; ma la superiorità tattica d i Antonio e la mancanza di UJ, comanda11te in capo tra i V itel1,iani dettero il tracollo in favore dei F laviani. I V itellia.ni, costretti a ripiegare, si ritirarono negli accampamenti costruit i sotto le m ura della città. Scacdati anche di lì dopo strenua resistenza, ripararono in città, e, vista la impossibilità d i continua.re la lotta, s i arresero. C. subì stragi e saccheggio per quattro giorni, e i Vitelliani furono t1·asferiti nelle provù1cie illiriche. IV. Assedio di Cremona (603). Si ricollega alla lotta fra Bizantini e Longobard i e fu impreso dal re Agilulfo. Il 21 agosto la città fu costretta ad arrendersi e venne completamente devastata. V. Lega di Cremona. Conélusa 1'11 giugno 1259 fra. Oberto P a!Ja,,icino, Buoso di Dovara e alcuni comuni ita liani, per sostenere i diritti di Manfredi sul trono delle due Sicilie e per combattere Ezzelino III da R omano.

VI. Battaglia navate di Cremona. (Guerra fra Yenezia e Mila.no : 23 giugno 1431). Assunto il comando, il Carma.gnola coi Veneziani decise di attaccare C . !Jer utilizza.re la flotta sul Po, comandata da N icola Trevisani forte d i 37 navi grosse e 100 minori. Si accampò quindi con 24.000 u. a tre miglia da lla città mentre le navi si portavano sotto le sue mura, s tringendola d'assedio. I M ilanesi corsero in suo aiuto e si accamparono a cavaJlo della. strada di Pizzighettone, comandati da Francesco S forza e ~ icolò P iccinino, mentr e le navi, sotto Eustacch io Pacù10, ancoravano qualche miglio a mon te di C. Le due flotte eraJ10 equivalen ti per numero; più grandi le navi di Venezia, più maneggevoli e adatte a navigazione fluvia le le altre. I J\,filanesi, comprendendo che una vittoria sul fiume avrebbe liberalo la città assediata, imbarcarono segretamente il fiore delle milizie e, ingannato il Carn1agnola con la falsa notizia di un attacco da parte di terra, scesero a sera. il fiume e, profittando della nebbia, si disposero fra C. e i legni di Venezia, ottenendo il doppio scopo d i separa.rii dalle truppe a terra e di spingerli sui bassifon di. Il Trevisani, in Le ro1·11llcazioni <l i Cremona ne.I see. XVIII

II. Battagli-O di Crem,ma (69 d. C.). Appartiene a.I

periodo dell'anarchia mi]jtare e si ricollega all'assedio d i P iacenza. Il generale Vitaliano A. Cecina Alieno, respinto da Piacenza, ripassò il Po e si avviò alla volta di Cremona., nei pressi d e!Ja quale fu assalito improv-


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tale frangente, incatenò le proprie na,·i formandone w,a co ntinua trincc;t, e mandù a chiedere rinforzi al Carmagnola che, ingannato dalle false notizie avute, non si mosse, sicuro che lo Sforza e il Piccinino stavano per assalirlo. Così al mattino del 22 maggio le navi mila ,1esi si spinsero all'attacco ; la furia della lotta era accresciuta dall'essere i loro equipaggi quasi tutti compost i di Genovesi. Finalmente l'ordinanza veneta fu spe~zata, e, mcntr·e jmpacciati dalle catene che insieme le univa.no e messi in secco da una magra improvvisa del fiume, i legni non potevano manovrare, i )Iilanesi salirono all'abbordaggio. La strage fu grandissima; dei Veneziani caddero 2500 u. e riuscirono a salvars i solo otto galeoni; rimasero preda del vincitore 28 galere e 42 trasporti. VII. Pace di Crem ona (20 novembre 1-1,11). Si chiude con essa !a guerra fra Venezia e il Visconti. Quest'ultimo, 11011 volendo consentire alle esagerate richieste dei suoi capitani, decise improvvisamente di accordarsi col nemico. Inviato a questo scopo Antonio G uidoboni a Francesco Sforza, condottiero dei Veneziani, ch.iese che egli stesso stabilisse i patti della pace, promettendogli in più la figlia B i.anca in moglie, con Cremona per dote. Lo Sforza, comunicata l'offerta al provveditore ven~ziano al campo, accettò e il 31 luglio 1441 firmò i patti della tregua. Fattesi poi le nozze il 24 ottobre, e occupata C., lo Sfona firmò la pace che ebbe per base i pafli della precedente pace di Ferrara. I bclligcr:inti furono ristabiliti nei loro antichi dirini, salvo il Duca di Mantova che dovette rinunc iare alle sue pretese su I'escbiem, Lonato e Valeggio. I con.fu1i fra \'enczia e il Ducato di )filano furono portali ali' Adda. VIII. Tentativo su Cremona. (Guerrn ira Milano e Venezia: 4 marzo 1457). I Veneziani, temendo che Fran_ cesco Sfor7.a si ,·olgc.sse a favore del suocero Filippo ;\I ari:t Visrnnti. decisero di togliergli di sorpresa la citt à. St.abil itc scgi·ete imclligenze con ,LI cune famiglie guelfe, il comandante veneziano 2.l ichelc J\ttendolo si presentò al mallino alla porta d'Ognissanti, che credeva :i.perla, con 4000 cavalli e numerosa fanteria. :Ma vigiJavano il governatore Foschi.no Attendolo e Giacomazzo da Salerno i quali, chiamata la gente a raccolta e guernite le mura e le torri, sventarono la sorpres.1. del nemico di fuo ri, che dovette r itirarsi, e di /il.uelli di dentro che non si mossero. IX. Presa di Crem<ma. (Guerra fra Francesco I e Carlo V : 1526). Mentre i collegati si accingevano a <:onquistare ).!iJano, Malatesta J;aglioni fu inviato dal Duca di Urbino contro C. occupata da.gli imperiali. La città, fortemente _presidiata, resisteva a ogni attacco, sicchè corsero in aiuto alle truppe assedianti Pes:uo, provveditore dei Veneziani, Ca.milio OrsiJ1i e altri comandanti con grandi rinforzi italiani e S\•izzeri. Recatovisi finalmente lo stesso D uca di U rbino con numerosi guastatori, la città fu costretta ad arrendersi.

X. Battaglio di Crc11uma (30 giugno 1648: guerra dei 30 ann i). Erano di fron te, lungo il Po, l'esercito francese, forte di 14.000 u. al comando del maresciallo Du Plessis, e quello spagnuolo di 10.000 u. al com:u1do del marchese di Ca.rcena, governatore del ducato di J\{ilano. Quest'ultimo, occupava un forte trincerone, lungo p:u·ecchie miglia, fra l'Oglio e il Po a copertura di Cremona. Dalla parte <lell'Oglio erano le truppe italiane, al centro gli Spagnuoli e sul Po i Borgognoni e

301 gli Svizzeri. Giunto senza ostacoli sotto le poslZloni nemici.te, il Du Plessis dispose di attaccarle su tre colonne, co1u.1.ndatc rispettivamente da.I maresciallo di J3oissac, dal marcl1cse di Navailles e dal maresciallo di Laleu. Ferma.te in un primo momento sull'orlo del fosso largo e p ieno d'a.cqua. che protegge,•a. le trincee alte e robuste, le truppe francesi riuscirono a passarlo colmandolo di fasoinoni preparati all'uopo; salite poi all'attacco, dopo una m ischia accanita riuscirono a sbaragliare l'avversa.rio. Il Navailles, caricati con 4 squadroni i 1-1 che si er-.mo riuniti intorno al marchese di Carcena per coprire le truppe in riti.rata su Cremona, soccorso in tempo dall'accorrere del Du Plessis, riuscì a sbaragliarli inseguendoli sino alle ).)Orte della città. Gli Spagnuoli perdettero 3000 u. fra morti e prigionieri, i cannoni, parte del bagaglio e le bandiere. XI. Assedio di Cremona. (Guerra dei 30 a.n.n i : 1648). Dopo la battaglia di C. i Francesi nel luglio 1648 posero l'assedio al castello, rin.forza.ti poco dopo da 5000 uomini del D uca di Savoia, condotti dal m:u·chcse Guido Villa. Lasciate però libere le comunicazioni dell'avversario, gli diedero modo di rice,·ere rinforzi di gente e di munizioni da guerra e da bocca. Si comhattè con grande vigore dalle due pa1·ti; gravi furono le perdite, fra le quali il marcl1ese Villa, ucciso da una cannonata. Finalmente, quantunque fossero giunti sino al fossato, gli assedianti, soµragg iw1ta k, cattiva stagione, furono costretti a ritirarsi parte a Casalma.ggiore, parte nel modenese.

XII. Sorpresa d·i Cremona. (Guerra di Successione di Spagna: .H gennaio-1 febbraio 1702). Era C. occupata dal maresciallo di Villeroy, comandante dei Francesi, con forze numerose; la sicurezza del luogo e la lontananza del nemico avevano rilasciata la vigilanza, sì che il Principe Eugc.nio, che campeggiava presso J\Iantova, decise di tentare di occuparla di sorpres.-i, chiudendo cosi vittoriosamente la campagna, poichè i Francesi, perduta quelhi piazza, S(U'ebbcro sta.ti costretti a lasciare la Lombardia. Presi segreti accordi con un sacerdote e con altri elementi della città, dispose che per un canale di scarico, comunicante con la ca.mpa6~1a, entrassero 400 granatieri, mentre altri 300 vi entrarono alla spicciolata. Riaperta poi una porta incustodita perchè murata, vi entrò con altri 4000 u. fra granatieri, corazzieri cd ussari, occupando parte dei bastioni, le vie principali, e facendo prigionieri i genera.li francesi, fra cui lo stesso Vii leroy. Altri 4000 u. circa costituivano un corpo che dalla opposta riv,1 del Po doveva attraversarne il ponte e completare l'impresa. ;\-la la guardia del Po vigilava; scorto il nemico. il ponte fu interrotto e chiusa la. possibilitìi. ai rinforzi di accorrere. Intanto in città, viJ1to il primo sbigottimento, i Francesi si andarono adunando al comando del conte di Revcl, e del marchese di Praslin che con opportune disposizioni .i.tlaccarono da ogni parte, forti del nun1ero, le milizie del princrpe Eugenio. Inva.r,o questi tentò di ,·esistere, cercando anche dj trarre dalla sua la popolazione con le più grandi promesse; vista la partita perduta, sull' imbrunire si r itirò in ordi;1e. Perdettero gli Imperiali 381 fra morti e feriti e 400 prigionieri, Francesi 1200 fra morti e feriti, 400 prigionieri, 7 stendard i. Cremona (Brigata: 21° e 22° Fanteria). Il 1° ottobre 1848 ,·enncro fonnati il 21° font. con personale del 19°


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tazionc dei reggimenti 22°, 57°, 60° e 89° fornendo comp lessivamente .,2 ufficia li e 115 l gregari. Il 22° regg. vrcsc par te alla guerra e alle operazioni successive per h penetrazione all'interno della Libia 1915-18: Durante la guerra i talo-austria ca, la b rigata operò su l Carso. Dapprima nei settori d i ) 1onfalcone e di Castelnuovo a vanzando duran te la battaglia di Gorizia, nel la. regione di Doberdò e del Debel i. Al principio del 1917 fu inviata n el Trentino donde ritornò sull'Isonzo nell'agosto per prendere parte rd la battaglia ddla Dainsizza; iv i r imase fino a.Ila r itirata a l

.\lcclag·lfa della B1•ig-a1a Crcrnona

fan t. e co l 13° bgl. provvisor io ( già regg. della mor te , :\nfossi) e il 22'' fant. con personale de l 20". I due regg. fecero par te della divis. lomba rda e furono sciolti il 21 maggio 1849. Il 1° novembre 1859 il 21° e 22° rcggin1c:nto fant. vennero ricostituiti e concorsero a lla formazione del 21° i I 5° e il 6" fant., col loro 3° bgl. e con 3 cp. deposi to ciascuno; del 22° rcgg.. il 9° e 10° rcgg. fant. coi rispet ti-

I.a banc!icra elc i 21° rcg·g. fan1ertu

vi terzi bgl. e tre cp. deposito per cia~cuno. 1 due regg in1cnti costituirono la br.

Cremona e furono resi depoun ,cnto a i Cacln li del sita ri delle tradizioni dei Mon 2 1° r ,u,tcria alla Spezia cor p i che con ugua l numerazione erano stat i forma ti nel 1848-49. Alla fine ciel 1926 la brigata p rese la denominazione d i 20" brigata di fant. formata coi regg. 21" e 22° e 88'' (proYenientc dalla br. Friuli). La brigata partecipò alle seguen ti campagne di guerra : 1848-49 : I l 21" regg. f ece la prima guerra d i in dipendenza e prese parte a l fatto d'anni della Carn. La 10" cp. elci 22'' prese pa rte alla diie~a di Rema (1849); 1866 : La briga ta prese parte alla guen·a f orn1ando, insien1c a11a

P iave durante la quale ripiegò comb,Lttendo e sul,cndo gra vi perdile a Pozzuolo del Friu li. I superstiti si raccolsero dietro i l P iave ove la brigata venne sciolt:i l' 11 novembre ; il 22 dello s tesso mese venne però rkostitu ita cog)i elementi fusi d elle brigate Tortona e Cremona e fino ai pt'imi di d icembre concorse alla. d ifesa del 11. T omba. Nel ge,maio 1918 combattè -su ll'.·\s-olone e durante la battaglia del P ia.ve ( giugno 1918) operò sul )I. Pertica. ove si distinse anche nel la. successiva. battaglia di Vittorio Veneto. Le ricompense guadagnate dalla briga la sono: 111ed. d'argento alle bandiere d ei due regg. per le az ioni sopra citate. ~'led. <l'argento di benemerenza per i soccorsi portati nelle regioni devastate dal terremoto ciel 19()8. ll 2° bgl. del 22° fant. ottcr\llc a.n che u na me<l. d 'argcmo ne l combattimento di Gasr Ras d Leben presso Derna ( li l!OVcmbrc 191 2). j\{ost rine : V erdi} orlate <li rosso in alto e in basso. 1

brigata 13er gan10, la 1.8:.

d iv is. (generale Della Chiesa); 1887-88 : L a l' cp. del 21" fece la campagna d'Africa ..

Pos1.0-rii:or·do tle i cadut i ctcllc co rnpag nic ciel 2 1o Fante ria

1895-96 : La br. corL corse a Ila formazione dei bgl. 6° e 18° con 4 uff. e 146 gregari elci 21° regg., 1 uff., 1 16 gregari de l 22° regg. Il 6° bgl. fu a d Adua. 1911-12: gue,rra ita lo- turca: il 21 ° rcgg. concorse a lfa rnobili-

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Ll,glonc crnmona (M. v . s. N .) : cen 1uria ch:l!sl i


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Cremona. l7' Legione :VI. V . S. N . Fu costituita il l° febbraio 1923. l.a sede del Comando di L egione è Cremona. La compongono 4 Coor t i, <li cui la l" in Cremona, la 2° in Cappella P icenardi, la 3• in Robecco d'Oglio, la 4' in Soresina . Essa conta. inoltre una centuria ciclisti, una sez ione m itragliatrici ed una squadra di pronto soccorso. Ha organizzato e sovraintende alla di.rczione cli 23 cors i d i istnizione p remilitare.

Crennequinières. Mi lizie a cavallo dell'epoca SYizz,\ra, dell'esercito cli Ca.rio VU di Franc ia, arma te di una specie di balestra detta « c rennequin » . Crepaldi (Gesù Carlo). :Medaglia d'oro, n. ad :\riano Polesine (Rovigo), caduto a E engasi (189219121. Umi le contadino, era animaro d a. un forte senso del dovere. Soldato ~ nel 57° fanteria, combatté . valorosamente nella battaglia delle Due Palme, cadendo colpito a morte. Con la concessione della medaglia d'oro si volle premia·· re il coraggio modesto e molte volte sconosciuto . Ecco la mot ivazione : « Si com portò eroicamente in ,mnbattìmcnto, dando ai compagni continuo e splendido esempio d i fermezz.a e cl i indomabile valore, fu1chè cadde colp ito a morte» (Due Pa lme (Bengasi), 12 marm 1912).

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Crépy. Comune della. Francia, nel dip. dell' \isne. E sistc,·a quale posto for t ificato già ai tempi elci ;\[erovingi. F1L saccheggiato <la.gli Inglc~i ( II i 3) e d agli Ar magnacchi e Borghignoni (1418-1420}. Le guerre per la riforina religiosa lo strcmaTono. ::'.l.layenne ucl I 590 l'abbandonò al sacchegg io, e ne abbattè le fortificazioni. "' Tratt-ato di Crépy ( 1S settembre 1544) .. Pone Jinc alla guerra t r a Carlo V alleato con EllJ'ico \'III d'Inghilterra e Francesco I. L e condizioni furono: i due principi dovevano restituire le provincie prese dopo la tregua di ?(ina ( 1538). Francesco 1 tene,·a la Savoia cd il P iemon te e rinunziava alle sue pre tese sulle Fiand re, l'Artois ed i l r egno di ):apoli. 1l Duca d i Savoia otteneva quan to possedeva p rima. del 1538 . Carlo V abbandonava Hesdin e la Borgogna. Il duca d'Orléans secondogeni to di Francesco I , sposando la nipote di Carlo V, ven iva investito o dei Paesi Bassi o del ducato d i ~filano. Con patto segreto i due principi si alleavano contro i Turchi.

Créqui (Car!o. J, ,uarchcsc d i). Generale francese (157S-1 638). C\Cl 1606 fu luogotenente nel D eliinato e nel 1622 fu nominato marescia llo cli Francia. );'cl 1625 combatté in r iemonte, poi fu amba,,;ciatorc a Roma e a Venezia. :::VIori combattendo. Cnrlo II, duca di Créquì. Figlio di Ccu·lo I ( 16231687), combattè valorosamemc a Rocroi. e a ::,.:ordlingcn . Fu amba,;ciatore a Roma e in Ingh ilterra. Fra11cesco di Créqui. F iglio cli Carlo I ( 1624-1687). Si segnalò in F iandra e in Catalogna; ne-I 166 ì \'inse ::'.11:arsin e sconfisse il principe d i Ligne; nel 1668 fu

nominato mucsciallo di Fra.n cia; nel 16i0 conqu istò la Lorena. Esi liato nel 1672 per a.ver rifiutato di servire sotto il Turenne, alla morte di (]Uesti r ip rese servizio conquistando F1·ibmgo e il Lussemburgo.

Crescentino. Comune in provincb cli "-I ovara presso a l confluen te delhl Dor a Baltea col Po. Fu baluardo dei vescovi di Vercelli. ì\'el secolo XVI contro Riccardo fV, signore d i C., si ri voltò il popolo ( li febbraio 1529) che ,,co111Ì.lle le tru ppe del tiranno lo Cr é<11t i (Fra nc e3r1J) trucidò coi suoi. Lo zio di esso, Andrea, per vcnd icare il nipote scatenò sul feudo i suoi 1nercenari, e saccheggiatolo orrendamente v i ristabilì. la t irannia. Pa..,sato alla. Casa. di Savoia (1597) fu preso dal principe Tommaso a lla reggente Crist ina durante la guerra civile in Piemonte (1639) . :\'cl 1642, avendo gua rnigione spagnola, il principe Tomma.so l'assaltò e lo prese dopo IS giorn i di lotta. Gli Spagnuoli lo ripresero nel 1652, impiegandovi o!lo giorn i, ma nello stesso anno le truppe del duca Carlo Emanuele lo ripresero d 'assalto. Qu indi segui le sort i del Piemon te. Crescenzio (Bartolomeo). Ingegnere nava le pontificio e scrittore cld secolo XVI1. Pubblicò fra l'a.l tro la « .:\'autica meclitc.rra11e.1 » e un « Trattato completo di cartografia e di navigazione >>; il (C rroteo m ilitare». Crescio (Luigi). G enerale, n. a Torino m. a Foligno (1S31-1901). Soldato d i cavalleria, prese parte alle campagne ciel 1848, J 849 e 1859 e durante <JUest' ultima per essersi d istin to a lla. battaglia di San 'l fattino. ove r imase ferito, fu r,romosso sot tot. e pa rtecipò alla cmuµagna del 1860- 61 meritandosi u na med . d 'argento. e :i quella dd 1866, Prnmosso colonnel:o nel 1884, resse il comando del regg. Kizza. Cavalleria; collocato in P . A. (1890) r aggiunse nel 1894 il grado di n1agg. generale nella r iserva. Era inoltre decorato cli due mccl . d'argento a l valor civi le. Cresilati. S0110 i sa li del trinitrocresolo, i quali pera ltro non hanno, come esplosivi, un impiego troppo esteso. I l più importante fra. essi è i l nitroc rcsilato d i ammonio, che è u na. sostan7.a gialla poco solubile ne.1l'acqua e che, sotto il nome d i « E k rasite », l'esercito austriaco adoperò, quale esp losi\'O di scop pio, per la carica degli obici . .Nell'estate del 1918 a K iev, ncl!Tcraina, si verificò una colossa.le esp losione di granate car iche ad ckrasite. Cresilite. Esplosivo che l'eserc ito francese adoperò per la. carica d i granate tor ped ini. Esso è costituito da una mescolanza di lrinitrocresolo e d i acido p icrico, m iscela dota ta della proprietà di possedere un punto di fusione assa i ba.sso, per cui, nella preparazione, l'acido picrico pucì essere adopera to allo stato fuso.


CRE

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Creso. Re della Lidia, (595 a. C.). Conquistò le possessioni greche dcll' Asia minore. Mosse con 420.000 fant i e 60.000 ca.valli contro Ciro, e ne venne la battaglia di Timbrea, d opo la quale si ritirò su Sard i, la capitale dove Ciro lo inseguì e nel dì seguen te l'obbligò a combattere sotto le mura scon.figgendolo (546 a. C.). Fatto prigioniero fu liberruto poco dopo ma p rivato del regno. Cresolo. Esiste in tre modificazioni isomeriche:

« orto», «meta>> e << para»; quello che interessa, nell'a,pplicaz.ione p ratica per la fabbricazione degli esplosivi, è il cc metacresolo », il qua le s i ottiene insieme agli alt.ri d ue come prodotto secondar io dell'estrazione del fenolo dall'olio meclio del cat.rame di carbon fossile. I l cresolo ser ve alla fabbricazione d el trinitrocresolo, che s i ottiene cristallizzato dall'acqua in lunghi aghi gialli. Questo composto è facilmente solubile nell'alcool, nell'etere, nell'acetone. Il trinitrocre..solo fu adoperato durante la guerra come esplosivo d i scoppio per il caricamento di granate.

Crespi (Ettore). Generale, n . a. Berg.a mo nel 1868. Sottot. d i fanteria nc.l 1889, ·partecipò a lla campagna. italo -turca (1912-13) e a.Ila. grande guerra (1916- 18) meritandosi u na.. pr ima med. d'argento nell'operazione di :Na K obil del settembre 1917 ed una seconda quale colonnello com.a.ndante dell'84° fanteria du rante il ripiegamento dell'ottobre 1917 al pon te d i P lava. ~cl 1919 fu comandato presso il tribunale mii. d i Firenze; collocato in P. A. S. (1920) raggiunse nel 1926 il grado d i generale di brig-ata. C.-esp-i Pietro. Medaglia d'oro, n. a Milano nel 1897, caduto sul Grappa nel 1918. Soldato nel 79° regg. fant.eria a ll'inizio della. guerra ita lo-austriaca, passò poco dopo a frequentare il corso mi traglieri << Fiat » alla fine ciel quale tornò alla --, fronte con la. 224" com.pagn ia aggregata allà brigata Pinerolo. Divenuto, dopo w1 breve corso d'istruzione, sottotenent.e, passò nella 1518• compagnia. mitmglieri e combattè valorosamente nelle due offensive sull'Isonzo, del maggio e dell'agosto 1917 ; in que sf ulti1na.1 a Grazig11a..> ven_ ne gravemente ferito da ben nove pallottole d i slu-a.pnel. Ritornato alla fronte non appena guarito, trovò morte g loriosa. nelle giornate di Vittorio Veneto. La motivazione con la quale a lla memoria del valo roso mitragliere f u concessa la medaglia d'oro, si esprime così: « In un momento particola rmen te delicato e d ifficile, in cu i l'esempio personale aveva la. più grande infl uenza, alla testa della p ropria sezione mitragliatrici, sotto l'intenso bombarda.mento nemico risoluta.mente accorreya. per p roteggere il fianco d i una col01\na d i at ta.eco. Incontrata aspra resistenza per parte di nuclei avversari provvist i di mitragliatrici, impegnava. viva lotta., !)'rima di potersi mettere in posizione, facendo fuoco egli s tesso con un'arma sostenu ta. da un serve.nte. Raggiunta infine la linea da· occupare, portava le proprie

CRE

anni allo scoperto, e dando mii-a.bile prova. di coraggio e di fennezza continuava ancora. personalmen te a. far fuoco paralizzando ogni tentativo di a.va.nz,ata nemica, finchè, colpito a mol'te, cadeva glori0&1.mc.n.te sulla p rop ria arma dopo aver gridato : « Forza, mitra.glieri, evviva la nostra vittoria!>>. (Monte Pertica (Grar,pa.), 27 ottobre 1918).

Crespin du Bee (Antonio). Generale francese del sec. X VII; prese parte a moltissimi fatti d'arme dal 1646 a l 1658, nel quale anno morl sul campo mentre partecipava all'=ooio cli Gra.velines. Francesco Renato Crespin d1, Bee. Generale francese m . nel 1688; comba.ttè in F rancia dal 1646 a l 1653 ; poi conu·o gli Spagnuoli in Piemonte, e, col gmdo di tenente generale, nella Cata logna. :Morì nel 1688.

Crespino. -Comune in prov. ùi Rovigo. Nell'ottobre 1805 C . si ribellò a N a.poleone ; d isarma.te le guardie na.ziona.1i, furono attaccati i distaccamen ti francesi del Polesine e chiamati gli Austriaci. Sdegnato, Napoleone escluse C. dai diritti civili, ordinò che i suoi abitant i fossero p uniti col bastone nei casi in cui era previsto il carcere, r-a ddoppiò le tasse e fece murare sulla casa comunale una lapide ove era scritto : « N a.po leone, Impera tore dei Francesi e R e d'lta,lia - ha decretato gli abitanti d i Crespino non sono più cittadini italiani >>. Per questi fatti venne fucilato il crnspinese G iuseppe Albieri. Nei p rimi ann i della dominazione austriaca il do tt. Felice Foresti v i fondò un.a «vendita>) carbonara, aderenti Pietro Rina.Id i di Castelnuovo e il dott. Vincen zo Caravicri di C. Arresta.ti nel 1819 con a ltri ca rbonari, vennero, nel 1821, condannati a. morte. La condanna. venne commutàta col carcere duro. Cresta . -Così è cbian1ata., nella. celata, una sporgenza. che partendo appena. accennata dalla metà della fronte, percorre inalzandosi la mediana del coppo e riabbassandosi tem,ina a zero fino in fondo a.ila metà della. nuca. La parte superiore della cresta è percorsa. dal cordone o tortiglione. S i chiamò pw·e C. q_uella. parte sporgente che sormontava. la. bongognotta. Cresta (o Ba.ttisasso) . E' chiamata Ì.11 tal mod o la parte esterna iJ1feriore del fodero della. sciabola. Tale parte è formata.. da una sporgenza metallica che circonda. l'estremità del fode_ ro in modo da proteggerlo negli urti contro terra. Cresta del rniriiw . Cosl chiamata la parte superioc reste dl f'oderi ctt re del mirino per la quale sciabole italiane passa effettivamente la visuale. Generalmente la cresta non fa parte rigida. con la base porta. mirino : prima delle arm i a r ipetizione essa era saldata; con le armi a ripetizione essa. è collocata ad incastro (a coda di rondine) in modo d a poterla ricambiare, se guasta.; o sposta.re later almen te, se occorre, all'atto del collaudo, e prima d i fissa.ria in modo r igido. La forma de lla C. del mirino è svariatissima : generalmente però è di sezione triangolare od ogivaJe, s mussata., con sezioni d i a ltezza decrescente verso la bocca. dell'arma, con la faccia posteriore piana. e normale all'asse della canna, oppure a.Ila linea di mira naturale.


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Cnr men t re il La Vallc " u, sostenendone l'attacca, avvertiva il Duca. perchè intervenisse. Questi non volle muoversi e ordinò I.i ritirata che, sotto la pressione nemica. s i effe tt uò in grande disordine.

Il

Crevant ( ùi,igi di). :Maresciallo di F r anc ia, m. nel 1694. Partecipò a molti fa tti rl'a rme dal 1650 al 1668, mggiungendo in tale am10 i l grado s upremo. Coman dante l'esercito di Fiandra, costrinse nel 16i4 il principe d'Orange a togliere l'asse.,.d io d'Oudcnarde e continuò la guerra vittorios,1. sino al 1683. Nel 1690 fu creato duca di Humiéres. Crévecoeur sur l'Escaut (lat. Crepi corilùmi). Comune francese nel clip. ciel X ord. Vi s i notano ruderi di antiche fortificazioni ; n el XVII sec. l'assediarono gli Spagnuoli, respinti dai vincitori di R ocro i.

c r ù1•ccoeur nel 1794

Creta. V. Candia. Crevacuore. Comune in prov. d i Nova ra sulla sr. della Sesser:i. D'or igine ce ltica, divenne importame cas tello e Icudo ,otto i Carolingi. Dur ante la gue rra per la successione del :?lfonferrato fu assali to e preso dalle truppe di Carlo Emam,éle 1 co,~ otte da Vittorio .·\mcdeo ( 1617) mentre era d ifeso da mil izie spagnuole. l i 31 agosto 163S durame la guerra civile in P iemonte vi avve1me una disputa s imile a quella di Barletta tra 30 Francesi e 30 I talian i, riusciti , conJe là, vinciwri. Ne l 1657, in sc.-guito a rivolt,t di popolo ne a nelarono d i.strutte le ;·oni,ficazioni. Crevalcore. Co111UJ1e in prov. di Bologna, già fortificato. Dummc le guerre civili di Roma l'esercito dc , consoli lrzio e Pansa vi fu sconfitto da ) !arco An tonio. C. fu spesso tcatrn d i com battimenti, ·assedi, ,saccheggi, d urante le lotte fra ::Vfodena e Bologn a. Più tai-di se ne impad ronirono i c,,pilani di ventu ra delle milizie dei "Visconti; in SQtStanza seguì però quasi sciu pre le ~;orti

d i Bologna.

Combattimento

di Crevalcore

(1642). Durante la guerra di Castro, il duca d i ~'l oden.a e i l veneto Correr, a.Ilo scopo di indurre Jc (ruppe pontificie ad u scire dal loro forte campo tr incerato di Cento", ove non s i Sillltiva.no in forza di atta.:carli, il 14 giugn,, 1642 ma n.darono il L a Valletta a:cl a t taccare C. con 1000 fan(i e 3000 cavalli. Li. fanteria, respinti i piccoli d istaccamen ti che era.no fuori della borga ta, giunse fin sotto i fossa,ti della cinta , men.tre la caval leria, sostenuta d a 200 mol.Cbctti, si portava in posizione adatta a fr~nteggiace l'eventuale avanzata del grosso avversario. Si a vanzò infat ti il col. R adetti in soccorso agE assediati,

Assedio di Crèvecoei.r (1794). Appartien e a lle guerre della Rivoluzione francese. Resp inti gli Inglesi oltre la Mosa, il Pichegru decise l'assedio cli C., i c,1i lavori ebbero principio i l 23 settembre. Conquis tato il forte d i Orten, la notte sul 24 i Francesi aprir ono la prima para llela. li 27 f urono comp letati i lavori di difesa. con fascine e gabbioni, e n ella notte si piazzarono due ba lterie, una d i tre e u na di due r,c2zi d'art iglier ia . A per to il fuoco il giorno successivo, si profittò, nella notte, dell'effetto prodotto e fu costruita una nuova batteria d i 3 pezzi da 12. Sul rovescio della diga furono p iazzati a ltri 6 pezzi, il cui fuoco batteva le difese con grande efficacia e da v icino, interrompendo ogni comunicazione fra le due rive della }.-Iosa.. Il 30 set tembre frna lmen t.e, inizia tosi il bombardamen to, i difensori, avendo a vuto smontati quasi tutti i pezzi, viste le p erdite, nella certezza di non poter avere soccorso a.lcuno si arreser o.

Crevola d'Ossola. Comune in prov. di Novara all'im boccatura della valle d'A.J1tigorio. Nelle sue vicina.rue il 27 a pr ile 1487 si scontrarono gli Svizzcd comandati da Albino, fr,-tello ciel dc SyUen , vescovo del Val.lese, e le truppe sforzesche concl<>ttc da Renato T rivulzio, rinforzate dagli Ossolani. L a vitto,i a di queste ultime liberò !'Ossola dalle i nvasion i va!lcsa.nc. Crillon (Luigi Balbo Bertone d,). Generale fmnce.se, di fam iglia originaria del Piemonte ( LS43- 1615). Cornbattè nelle guerre cli religione, e si d istinse alla

C.rillon Lui gi

li Duca d i CrlJJon

7f

I


Cnr

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battaglia di Lepanto. Si trovò a La Rochelle ( 1573) a La Fère (1 580), a L a Réolc ( 1586), a T ours (1589) e nel 1600 comandò l'esercito di Savoia. Enrico IV lo chiamò « il bra\'o dei bra.d ». Un duca di Crillon fu comandante del le truppe franco-~a.gnuole nella seconda rnctit del secolo XVIII e prese Maiorca.

Crimea (aut. Chcrsoneso Traçu;o). Penisola della Russia., sul :\far Nero; lo stretto istmo di Perccop la divide dal continente, vaste lagune e paludi si stendono lungo quasi tutte le sue coste orientali e occiclcntali, fra le quali note,•olc il cosiddetto « mare Putrido ll, separato da una stretta e lunga. striscia sabbiosa., 1' Arbat, dal mare di Awf. Si stabilirono nell'antichità lungo le rive ddla Crimea numerose colonie greche; fu poi terra Romana. e in.fine teatro cli lotte sanguinose fra tribù cosacche e tartare, fra le quali la famosa « Orda d'Oro» che estese il st1c. dominio su l\llta. la Russia meridionale. Vi ebbero per duecen to a:nni fiorenti empori commerciali i Genovesi; vi si stabilirono infine i Turchi che, dopo quarant',tnni di lotte, dovettero cederl.i definitivamente alla Russia. nel 1783.

C1u

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nessuna delle sue na\'i avrebbe potuto muovere dai porti del Mar Nero. E il 27 febbraio 1854 inviarono a Pie-

troburgo un ultimatum col qu,lle chiedevano che entro i! 30 aprile i principati danubiani fossero sgombrati. Il 12 marzo venne firmata l'alleanza fra. la Turchia, l'Inghilterra e la Francia ; la P russia e l'Austria, pur rimanendo \'igili o,.scrvatrici degli _avvenimenti, rifiutarono cli partecipare alla. guerra imminente; il 27 marzo avvenne la dichiarazione e si provvide subito all'invio ùi tnippe. L'esercito d'Oriente, questa era la sua denominazione ufficiale, mandato dalla Francia (30.000 u.) era comanda to dal maresciallo Sa.int-/\ rnaud ccl <,m forma.lo su quattro clivis. (Canrobert, Bosquct. Principe :'\apolcone, Forcy) oltre a una cli.-is. di cavalleria (::\Iorris). Comandava l'artig lieria il gen. Thiry. Le forze inglesi (22.000 u.) era.no comandate da Lord Raglan, e r ivartilc in cinque divis. di fanteria. {duca di Cambridge, dc La.cy Evans, Riccardo England, Giorgio Ca.thcart, Giorgio Brown) e una di cavalleria (Lord L ucan). 1 'l'urcht disponevano cli oltre 100.000 uomirti. Di fronte ai progrcs.,:i che facevano le t1 Jppc n,sse, che fra.tta.nto aveva.no conquistato varie piazzeforti sul

Guer~a di Crimea (1854- 1856). Si dà questo nome alle operazioni di guerra s,·oltesi fr:1 la Russia e la Turchia alleata della Francia, dell'Inghilterra e sueccssi\'amcnte del Re di Sa rdegna. La Russia, mirando dall'epoca della decadenza della Turchia a impadronirsi di Co~ - •. ·."' sta nt inopoli, e ri tenendo opportitno il momento, chiese alla P orta il protettorato dei cristiani ortodossi viventi in Turchi.i, e cercò di stringere accorci.i con I' lngh ilterra., per avere il passo libero su Costantinopoli, offrendole Candia e l'Egitto. I l governo inglese r ifiutò e strinse accordi con la Francia sulla base dell'integrità ;\ICdoglia cornmcmorallva della. T urchia. Rotti i rapporti diplomatici fra questa e la. Russia, il suolo turco venne invaso il 2 luglio 1853 senza dichiarazione di guerra, da 80 mila russi al comando di Gorsc iakov, mc11trc le t,·a.ttative comimia.vano con le potenze. La Turchia dichiarò la guerra, e il 28 ottobre Omar Pascià comandante le forze turche, varcò il Danubio a Viddino, il 4 novembre, attaccato dai Russi, infl iggeva loro un insuccesso mctlcndoli in fuga con la perdita cli circa 1000 u . Le ostilità si aprivano ,u1che sulla frontiera del Caucaso. Un nuovo tcntati,·o di pace \'enne fatlo eia Kapolcone che promosse a Vienna la riunione di una conferenza che sta.bili, in un protocollo, il 5 dicembre 1853, che l'esistenza dell,l Tw-chia, nei suoi confini di :illora, costituiva necessità essenziale per l'equilibrio eu ropeo. Gli avvenimenti a vevano però ~ià sorpa.,~a to anche questo estremo tentativo: il -Ili !IO· vembre l'ammir. russo ):akhimoff :u·c;a allaccato una squadra turca comandata eia Osman Pascii nella rada cl i Sinope, distruggendo undici clclk dodici !lii.vi d i cui era. costituita. Di fronte a questo avvenimento. che lcclc,·a così profondanic11te il pi·estigio c!clla F rancia e cicli' Inghilterra, i due governi decisero di agire più vigorosame.nte. 11 3 gennaio del 1854 notificarono alla Russia che sino a che le sue truppe non fossero uscite eia.I territorio turco,

Ossario llallano 111 Crimea Danubio irtferiorc, si decise d i affrettare i prepara t1v1; il gcn. Canrobert ve11nc man<la to nella. penisola. .di Gallipoli con l'ordine di impedire a qualunque costo che i Russi marciassero su Costantinopoli. Intan to, il 29 e i l 31 rna.ggio ( 1864) si imbarcarono per Vrtma una. divisione inglese e una brigata. ft-ai1ccsc, mentre il resto clell'escrcito in parte si dispose a difesa cli Adrianopoli, in parte procedette per Costantinopoli. Dalla Franc ia giungeva una quinta divis. (Lt:vailla.nt) che venne avviata. su Va.rna. 1 Russi intanto, in parte per la. valida resistc.nza. incontrata, in parte prr l'alicggiamento sempre più min:,ceioso dcli'/\ ustri~, abbandonarono l':u.sedio che avevano posto a Silistria e il 23 giugno ritornarono sulla sr. del Danubio. Liberi <lit ogni preoccupazione da quella parte, g li alleati deliberarono cli agir~ in Crimea. ) fa nelle truppe che erano a VarJLa si ma.niìcstò un'l·piclemia colerica, e in 12 giorn i cii-ca 3000 u. soccombettero al male: Saint .-\rnaud affrettò


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CRI

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La p enisola cli Cr imea ( 1855-56)

la p arte1v.a e il 25 agosto fu da\o ordine d 'imbarco per la Crimea su 55 na vi da guerra francesi, 25 inglesi, 9 turche e 267 mercant ili; esse fra il 14 e il 19 settembre posero a terra , fra E upatoria e la foce d ell'Alma, il cori}o di sped izione. I Russi che d is ponevano comp lessiva mente d i oltre 700.000 u., li avevano cosi dispers i n el territorio dell'impero, che solo 5 1.000 n e p oterono opporre in Crimea agli a lleati. Il 20 . f settembre, gli allea.ti vin~eva.no la battaglia, dell'Alma e decidevano d i 5 ~;b1~1 mentre il 1\1.enscikov se ne allontana va con le trn_ppe mob il i, scontrando in comba ttimen to di retrogua rdia gli inglesi i quali, s uperata un a faciJei resistenza, occupavano anche J3aJacla va, e il 9 ottobre si iniziava l'assed io di Sebastopoli. Nel fratte mpo ripren deva con Monumen1.o commemorativo v iolenza terribile il code lla guerra di Crimea lera e fra le sue prime a Torino vittime era il Saint-A rnaucl che il 29 settembre mo rì dopo avere ceduto il coman do a l gen. Can robert. Gli alleati avviarono in tanto trattative col R e d i Sardegna, Vittorio Emanuele I I , concluse con l'adesione ciel Re all'alleanza franco-anglo- turca, e con l'invio cli un contingen te di truppe- comandate da l gen. Alfonso L a j\[armora. I l corpo cli specliz;ione sardo, ( 18.000 u.), su d ue divisioni e una brib,at.i ( T rotti, Du rando e Giustiniani) era composto di un bgl. per ciascuno del 20° regg. del-

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l'esercito p iemontese, riuniti in rcgg. cli 4 bgl. ciascuno. Ogn i reggimento, p iù un. bgl. cli bersaglier i, costituiv.i una brigata; due briga te formava.no la division e. l I l 14 maggio successivo le prime truppe sarde portate nel :VI. Nero su 19 fra navi eia guerra e trasporti a l comando d el cap. cli vascello marchese D i Negro, sbarcar ono in Crimea, a Balaclava . I ntanto in Crimea le cose anda vano in lungo, nè sembrava v,icina la soluz ione dell'assedio. S i pensò clun.que d i estendere Je operazioni e in conseguenza si p rogettò una n uova ri paJ·tizion e delle fol'Ze; vennero coS>tituiti tre grupp i : il pr imo, comanda to da.I Can robert, d i 60.000 u. per metà francesi e pe.r metà t urcl1i, p ebbe r imasto intorno a lla piazza ; degli altr i due, destina.ti a n uove operazioni, il primo, sotto Lord Raglan, doveva. essere costitu ito eia .55.000 u. (25.000 inglesi, t S.000 sardi, 10.000 turchi e 5000 francesi); i l secondo d i 70.000 t utti francesi. P er un clis~iclio sorto fra Lord Raglan e il gen . Ca.nrobert, quest'ulti mo, aven do chiesto e ottenuto d i essere d ispensato d alla car ica, µ rese il comando d ei francesi il gen. P élissicr che, in pieno accorcio col collega inglese, decise di ;,pingerc le operaz ioni d i assedio sotto h pro tc2>ione di u n co,·po d 'ese rc ito comanda to dal Can robert, che, posto nel Vallone della Cernaia, con due d ivi.s., coi Sardi e coi Turchi, doveva· impedire ogni tentat ivo d i soccorso da par te dei Russi. Il ·Canrobcrt il 25 n~aggio cacciava i R ussi d alla Cernaia, e la fl otta. alJeata , entrata nel mare d 'Azof, bomba.rdava il forte d i An.ba.t e d istruggeva i magazzini d i T angarng e cli a ltre p iazze costiere. I l 28 giugno 1855 Lord Raglan, moriva d i colera ed era sos titu ito dal gen. S impso11. Il 16 agosto si combattè l1t battaglia della Cemaia e il giorno 8 settembre fu dato l'assalto generale a Sebastopoli ocn1panclo la posizione cli Jvfalakov cbe domi na.va tu tta la fortezza. Vista ormai in utile ogni resistenza, il Gorsci1tkov, cbe era accorso con l'esercito cli manovra, ne ordinò l'eva.cuazione, preda d istruzione delle opere e <lei magaz.<in i. P resa Sebastopoli, s i pensò .i d istruggere l'esercito cli mauo-

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ICR I

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(.l11artiere generale tl nl l'cserc ilo sartio a Kac1I- Ko1 (Crimea)

na che minacdo:,0 rimaneva presso l'isuno di Perccop, e intanto si ordinarono varie operazioni Jninori intente

a liber/ll'c la pcniso l,t da ogni forza nemica. Si respinsero cosi i Russi ,t l<:anglin il 17 ottobre; si sbarcò alla foce del Dnieper con un corpo di due divis. (Wimpfen e Spencer) sottO il gen. Barai.ne, mentre le truppe turche, sotto Omar Pascià, si imbarcavano per l' Asia. minore.

Operozio11i nel Baltico. Tratta1ive di pace. Intanto nel Baltico la flo11a anglo-fra.ncese, sotto gli ammiragli Sir Oarlo Napicr e Pa.rséval D uschènes, occupava l'isola di Ala.nd (agosto I 854) per farne base di operazione contro J<ronsiad. Il >Ja.pier, sembrando troppo mc;;chini i risultati ottenuti, fu sostftuito d:ill'ammir. Du11das il qu.~lc però r iuscì anch'esso a fare ben poco; limitando ogni attività ne.I 1855 a bombardare g li arsenal i di Sweaborg. Ormai il desiderio di pace era universale; le trattative vennero facilitate dalla conquista di Kars, compiuta dall'esercito russo comanda to da.I gen. l\ ( uraview, il 25 ottobre 1855, e la R ussia, salvo l'onore nazionale, poteva accettare le 11uove proposte, trasrncs.se sotto forma di u ultimatum» da.11'.-\uslria, che dichiarò la solidarietà cogl i alleati. I l 16 gennaio lo Czar accolse le condiz ioni fa ttegli e il l " febbraio 1856 fu firmalo a Vienna il protocollo che doveva servire d i base alle trattath·e di pace che si iniziarono il 25 febbraio a Pa1·igi t! si conclusero il 3 nu1.rzo. Cri,,,ca (Merla.glia di). fu o fferta ditlla regin a V ittoria d'Inghilterra a tutti i m ilitari che parteciparono alla spedizione; è in argento. Sul rc-cto è l'effige della sovrana, sul verso un guerriero coronato dalla vittoria. I l nastro è celeste lié;tato d i giallo ; ogni fatto d'a rme al quale l'insignito abbia partecipato è ricordato da una fascclla. d"argemo su cui ne è inci',;o nome e data.. Crimea ( Ossario Italiana d,). F u eretto da l gen, L a .l\1Ia.rmo1~1, s u lle altu re di B,Llacla va., prima della. partenza del corpo di spedizione dalla Crimea., un monumentino alla memoria del fratello Alessandro, dei generaii Gabrielli di Montevcccbio cd Ansaldi, e degli altri ufficiali morti nella campagna. Nel 1880, previo accordo col governo russo, a. questo si sostituì un ossa.rio costruito sull'altura. di Kamari, presso Sebastopoli, O\"e furono riuniti gli avanzi di tulli i cadu ti. i\nche presso Costantinopoli, nel cim itero interna.zion a le di F crikoi, fu costruito un monumento alla memoria dei soldati ita,Jiani morti in Crimea.

Criniera. Era così ch iamato ant icamen te q ucll'or-

namcnto dell'elmo, che attaccato alla. sommità del cimiero, scendeva dietro sulle spalle, ed ordinariamente costi Luito d i crini della coda del cavallo. Attualmente h mu10 da noi la C. l'elmo dei corazzieri e il kcpì del regg. artiglieria a cava.Ilo.

Crinoline. Nome dato nel secolo scorso al le reti meta lliche, in. uso p resso le marin ~ da guerni verso i! 1870, coa le quali s i proteggevano le navi a ll'àncora. contro gli attacchi delle barche torpediniere. Crisafulli (Elia). Medaglia d'oro, n . a Ca.5telvecchio Siculo (Mcssirni.), ca.du to sul San M arco (18911917). Cfficiale di compiemento, richiamato in ser· v izio per la guerra italoaustriaca, fu nominato sottotenente e poi tcnen te in servizio attivo. Tn un com. batt imento sul monte San J\farco, presso Gorizia, cadeva alla testa. del suo reparto, che ave,·a con magnifico impeto condotto all'assalto. La motivazione con la quale a lla memori.i del Crisafulli fu concess·1 la medaglia d'oro al valo, m ili t:trc, si esprime cosi : « Primo fra i primi del suo reparto, che, compatto cd entusiasta, lo seguiva, sorpassata. già una trincea nemica, si sla,1ciava all'assalto della seconda., altra.verso un va rco da lui s tesso 3.pcrto nei reticolLtti. Scorta quin di una mit.ragl ia l rice che iniziava un fuoco violento su i suoi uomini, bello di sublime furore, vi si ~liava contro da solo, agcvola.ndo l'avanzata degli altri. Cadeva cotpito a.Ila testa, da eroe, con la p istola. ancora m inaccia.11Le il nemico e col n ome d'lto.lia su lle labbra » (.Monte San Marco di Gorizia, 28 agosto 1917).

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Cr isantemo (Ordi11e supremo del). E' il più alio ordine cava Ilcre,sco del G iappon e, istitu ito n el 1877 da Mutsuhito, per compensa.re eminenti servig i civili e militari. La decorazione consta. di una raggiera. a quattro punte d'oro con raggi smaltati in bianco, recante ai q uattro a.n goli, a colori natw·a li, altrettanti cris.-i.ntemi. Nel centro è un disco d i smalto rosso cerchiato d'oro. La decorazione porta in alto un secondo crisa.ntcmo p iù grande che si attacca, con un anello d'oro, al hastro di seta rossa ondata listata d'azzurro.


-- 309 Crlspi ( Frn11cesco). Statista e patriota , n . a Ribera, m . a N apoli (1819-190 1). Nel 1848 fu tra i capi dell'insurrei,ionc sic iliana; repressi i moti esu lò in Torino nel 1849 e qui tornò, d opo varie peregrinazioni all'estero, n el 1859 . Decise Gar i b,ddi alla sped izione d i Sicilia n el 1860 e lo segu ì nell'I sola. Ftt poi uomo politico, p iù volte ministro, e capo d el Governo. Sotto di lu i la marin a da guerra ebbe incremento notevo !issimo, i partiti estrcn1i fw·ono contenuti, ass icura. to l'ord in e in terno. F u so;tenitorc della Triplice p erchè vedeva nella Francia il maggiore ostacolo alla espansione ddl' Italia nel l\1:editerra,1co. Travolto dalla vicenda a.frica.na culminata in Adua, rimase m d ispa rte sino alla morte, ma, dopo l'av vento del F ascismo, fu considerato fra i precursori delrl talia cl i Yittorio Veneto. Sua opera postuma : << I :Mille" . Crispo ( Albe,.to). Gei1crale, n . a Sassari nd 185 L. Sottot. dei bersaglieri nel 1869, partecipò alla campagna di Roma ( 1870) e raggiunto il grado di co lonnello (1897) ebbe il comando del 59° regg, fanter ia . R es..qe d all'ottobre 189i al lugl io 1899 i l comando <lcl contingente irnliano in Candia . Rientralo in I talia., nel grado rii :va~g. gener ale

vcn tc ba la forma ond u lata. a b isci,c nel taglio e te rm ina con1e UIUL sega. E' arn1a terribile cd insidiosa:

gli Ing,]esi ne ham10 proibito l'uso sotto severe pene nei paesi soggett i al loro governo.

Crisso. Luogotenente d i Spartaco. M cntrc - questi avanzava, dopo le prime vittorie, verso l'Italia settentrionale, rimase nella merid ionale, ove nel i2 a . Cr. fu vinto dal console Lucio Gellio p resso i l monte Gctrgano, e cadde combattendo. Crissolo. Comune ....in prov. cli Cuneo sulla sr. del Fo. Di antic hissinn. fondazione, fu già ai tempi d i Roma impor ta nte , Ebbe t Ul castello nel m ~dio evo a gua,·clia del passo omonimo, occupalo da i Conti cl i Barge. La. valle di C. ha impor tanza stra.tegico-mili tarc perchè, sia p ure con passaggi a ltissimi (JOOO m .) e discretamente difficili, mette in comun icazione l'alto Po con le sorgenti del G uil (D urancc) attraverso ad un:t mediocre tnulattiera. Cristallo (e Crisl·ailùio). G rnppo mqatano a nordest d i Con im, d' Ampezzo, t ra h Val G rJndc e ht Val 'Popcna. D i grande i n1porta11za durante la guerra ituJo~ austr iaca, poiché dom inav,t ed interdiceva la strada di Germa11ia tra. Podcstagno e Scl u<ler bach (Carbonile); perciò il 1° Corpo d'armala. tentò, con ttzioni ardue e protra.ttc p er pa.rccchi mesi, d i conquistarne il p ieno possesso. Per tutta l'estate del 19 15 e parte dell'autunno durarono gli sforzi di l.'eparti pan icol::u,11entc itddeslra ti alle operazioni di a,lw. monto.gna; resp ingendo il ne1nico con una ve ra. guerriglia da. ca1nosci, alpini e fanti riusc irono irtnne ad impaclronfrsi cli 1u11a la linea cl i i:resta . Cristiania. V . O slo. Cri st iano 11 ( 1481- 1559). fu re di Danimarca e

fu succ.::::.<.iva.:11en tc

comandante della br igata Casale e della scuola centrale di tiro di fanteria . Promosso ten . generale n el 1910 ebbe i l comando della divisione d i R avenna e collocato in P. A. nel 19 13, fu richiamato durante la guerr a 1915-18 con le funzion i di comandante della d ivisione di R avenna e dei corp i di armata di Palermo e di Ba r i. Ricollocato in congedo ( 19 19) ra ggiunse nel 1923 i l grado cli generale di corpo d'a rma ta .

Criss (o K riss). N ome cli una specie di p ugnale

Crts• rnale,;c con roclcr o malese , la cui lama è p iatta, a doppio taglio, larga circa cinque cen timetri, lunga come una baionetta e generalmente avvelenata sino a metà. Esso è usato spec ia lmente nel.la P enisola G angelica, a l Pegù, nelle Isole cli Giava e d i Sumatra, e lungo le coste d ella Cina. So-

cli Norvegia ne l l5l3; dopo molti ann i d i guerrct conquistò anche la coromL d i Sve?-ia. Le sue crudeltà, che gli valsero il sopran.nornc di «malvagio )>> pro1nossero la rivoha d i Gustavo Vasa. Rif ugiatosi in Germania, fu preso prigion iern <la i ' successore F edcr ico I d ura11tc uns. incurs ione in N orvegia e mori in prigion ia.

Cristùin o i V ( 1577 -1648) . R, Danimarca e di N orvegia. Partecipò alla guerra dei t rent'an ni. fu battu to a Lut ter d al T i lly e subì la pace di L u becca . Com baltè anche, e fu vù ,to, tma guerra con tro la SvC7.ia, e l'O landa. Cristiano TI

di

Cri.stiano V (1646-1699). Re d i Danimarca e <li Norvegia. Ne! 1673 f u in guerr a contro la Svez ia, alleata d i L uigi XI V ; dopo qualche s uccesso iniziale, dovette, a lla p,tc.e, restituire le conqu iste fatte. Combattè la città d i Amburgo e il Duca d i G ottorp; creò un esercito alla francese. Cristiano. Arcivescovo cl i 1Vfagonza, guerriero del secolo Xl. D evoto d i Feder ico B arbarnssa, si segnalò battendo i R oma.n.i a T uscu lum nel 1167, e n ell'as.s;ecl io d i Ancona. Rista bilì in R on'l<L il papa Alessandro e lo clifese contr o i ribelli.

Cristina (La.). Fregata sai·da da 44 cannoni, vai·ata

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nel 1820. Al coma.ndo di L u igi Serra p rese parte nel 1825 alla incursione nel porto di Tripoli di Barberia

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e nel 1826 alla spedizione n ell'Ef\CO durante l'insurrezione ellenica. Fu alienata nel 1836. Il nome le dcri ,·ava dalla figli.\ di Yi11orio Emanuele I. Cristilla. Corvetta ,a \'eia, va.rata a Ca.,tclla.mmarc di Stabia nel 1828. con dislocamento tonn. i62: fu radiata nel 1866.

Cristiua da Pizza.110. Scrittrice italiana c)1e visse fra il xI\· e il X\' secolo in Francia. Scrisse, fra. l'altro, un'importante opera militare : « Il libro dei fatti d'arme e di cavalleria», clic fu tradotto in inglese. E' dh-iso in qua uro pari i: l) de l modo che i principi debbono tencrt nell'ordinare lor guerre e battaglie; 2) dei capitani antichi. e delle macchine oer b nci,trc, dei meccanismi vari per la gucrrn, delle artiglierie a fuoco e della guerra sotter _ ranea; 3) elci d iritto cli guerra secondo le leggi e le consuerndini; -1) del gius bellico in rapporto ai privati, dei salvacondotti, dei campi per duelli, ccc. Parlando delle fortezze, nella seconda parte, si parla, fra l'altro, per la prima volta, delle piazze d'anni che debbono esistere lungo le mura, innovazione questa che .sembra sia dovu ta aJl'nutrice.

Cristo. Ordine religioso militare in origine. che il Por toga llo aveva a comune con la S. Sede. Fu istituito nel 1317 d al re d i Portogallo Dionigi, e approvato d a papa Gio\'anni XXlT in Avignone. Ebbe la sua base ncll"Ordine dei Templar i del Portogallo, quando il loro O rdine fu soppresso da Clemente \ ' e Filippo il 'Bello. Alla sua istituzione l'Ord ine ebbe il titolo d i « :'l•J ilizi1 di X ostro Signore Gesù Cristo n : dei Templari conservò, in Porloi;:a llo, i beni, ed ebbe gli statuti ; !"insegna r imase idenllca, salvo l'aggiunta di una picrnh croce bianca su q uclla rossa de I cessato Ord ine. I cavalieri di C. si

310 segnala rono combattendo i Mori d i Spagna e d'Africa e conquistando numerose terre di cu i ebbero sovran ità e possesso. Xel li21 l'Ordine posscdc,·a più di 150 commende, delle quali molte in territori d'oltrema re. Estendendosi notevolmente i loro domini, fu stabilito che questi dovessero considerarsi come bc1ii delb ccrona. ::--:el I i89 l'ordine fu laicia.:no. L'abito dei ca va lieri del C . consisteva in uu ampio 111antcllo di l:u1a bianca, e in una iPsegna a forma di croce, sormontata da corona cd armi rea.li, smaltata di rosso e dì bianco, ,tppcsa a I collo mcdi:tntc un nastro rosso.

Cristofa t'i (Poli111a11te). Generale, n. a Viterbo nel IS56. Sottot. del i:cnio nel ISSO, raggiunse il grado di colonndlo nel 1912 ,. fu nominalo direttore del gc11 io di l':tlernio. T'a1iecìpò alle campai:ne d i guerra ciel 1915 <! JQ16. ::--:ei 1917 ebbe la carica di diret tore <lei genio mii. di Firenze; collocato in congedo ( 1919) raggiun.,;e nel 1923 il grado di generale di divisione. Cristoff (At. ). Genera.le bulgaro, n. nel 1879. Sottot. nd 1899, divenne generale nel 192i. Fu allievo della scuola di gt,crra di .Picl rogrndo, buon scrittore, autore di parecchie pubblicazioni sulle guerre balcaniche e mondiale. Cristoforo Colombo. Iucrociatorc-avviso, va.rato a ,·enezia nel 1875, lungo m. i5,72, largo m. 11,30, con dislocamento toru1. 2316, macchine llP. 4000, stato maggiore 11, equipaggio ' 180; radiato nel 189 1. Cristoforo Colombo. Nave sussidiaria di 2• classe. varata a \'cnc✓.ia. nel 1892, lw,ga m. 76,~0, larga m. ll,30, con d islocamento tonn. 275i, macchine HP. 2326, arman1ento 6 cannoni da 120, 2 da 57, ~ da. 37-H 2 mitragliatrici. Stato maggiore 16, equipag1:io 225. Cristoforo Colombo. Xà,c scuola per la R. ,\ccadcmia ::--::i.\'ale, varata a Castellamm,u·c di Stabia nel 1928. E'

a vela e a motore, simile àll'antica fregata « Vittorio Emanuele l>; dislocamento 3000 tonn., lunga m. 78,30, la rga 1-1, 18, apparato motore cli 1600 cavalli-asse, velocità 10 miglia.

Critolao. Generale greco (II scc. a. Cr.). Ultimo duce della Lega Achea, nel 147 portò guerra a Spaiia, alleata di Roma.; quindi partccipÒ alla lotta della Grecia contro Roma, in cui fu sconfitto a Scarfea ( 146): pc,· il dolore si avvelenò.


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C RI

Crittografia. Scritmra convenzionale nella quale il linguaggio chiaro è reso inintelligibi le med ia.nte opponuni procedimenti di cifratura. L a c ifratura è staia adottarn. in ogni c,poca per mantenere il ;;cgreto nelle operazioni militari e già Giulio Cesare usava un sistema semplice di trasposizione allabetica. L'importanza della cifr.l.lura andò aumentando sempre più col perfezionarsi de i mezzi di trasmissione, con la facilità ognor crC$Cenle di inlcrcctlare le notizie ; ed i sistemi divennero a n1.uw a mano sempre più complicati e complessi. ln seguito la necessità di comprendere i crittogrammi intercettati. indusse allo studio del modo di decriptare i test i senza possedere i c ifra ri a doperali d:d mitlcntc, ed in questo campo si sono ottenuti risultati pratir i di gra11de valore duraJ1lc l'ultima guerra. La C. compie la c ifratura del testo chiaro eseguendo 01wrazioni di trnspo5izione o di sostitutione. Con la trasposizione d isordin:1 gli clementi del testo ch ia ro. in modo da renderne impossibile la comprensione se,v.a la rnnosccnza dell e regole segu ite. Con fa. sost ituzione in luo;::o dc!lli ekmemi dd testo chiaro ,·cngono mcs.,i altri elernenti secondo procedime nti ed elemen ti stabi liti e co11tenuti in appositi testi. Le due operazioni s i possono applican ,111chc più volte, separatamen te e cumulativamcllle. l sistc'mi di c ifratura p iù in uso sono: - quello kltcrale, nel quale si alternano lettere, fra.doni e grupp i di lettere, applicando k regole de lla trasposiziont o della sostitulione; - qtt('llo a n,pcrtorio, nel quale s illabe, 1xu·ole e frasi sono sostituite con detcm1ina1i elementi. Xci sistemi letterali è- buona. n onna ..:ostituire gruppi cifrati ornogemi e di non più di cinque numeJ'i. usando lettere conv ient tradurre in lettere i numeri cd i p rincipali segni di interpunzione. P er alterare l'ordine naturale d el le lette re nelle parole, si ·usano pii, spet:ialmente i seguenti sistemi di trasformazione: i\) Si.<tema a trasposizione semplice: s i costituisce un reltru1go lo d 'w,a dcterminaLa l.w:ghczz:i. comprend ente varie file di caselle. Si scrivono in esse, per linea, le successiw letlerc del testo chiaro e si rileva.no le cifre per colonna dalla sinistra, dalla destra, per colo11nc rovesciate, per diagorndc, coa un qualsiasi altrn procedimento comcnzionale e prestabilito. Il destinatario divide il numero delle lettere del crittogramma ricevuto per il numero delle caselle contenute i11 una linea del rettangolo convenzionale che gli è n oto; trascrive le su ccessive lett ere de l testo 1·icevuto entro le casel le dcf rcllangolo e rileva col procedimento che ha usato il rniLtcnlc nel cifrare.

B) Sistema a trasposizione con chia~e : si trnsfonua la chiave mnemonica. in nwllerica: si scrive d i sollo il testo chiaro per linea e si J'ileYa secondo la succes.<;ione de i numeri della chiave. Chi riceve : d ivide il numero delle lettere del crillogrnmnn ricevuto per il numero delle le1tere c he costituiscono la chiave; riJ)()rta in ordin<' sotto i numeri della chiave le lettere del testo ricevuto in numero eguale al predetto quoziente e legge il tesio pc1feltamcnte riord inalo. Ecco u:1 esemp io d i cifra tura :

VIRGIL I O DOMA~IPA RTIROPER

(cbiave mnemonica) (chiave numerica ottenuta numerando in ordine le lettere della parola

ROVERE T O

VIRGILIO)

8 2 i l 35 4 6

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Dopo aH·r scritto il testo del documento chiaro nel modo sopra specificalo, si rilevano le singole lettere per colonna e secondo la successione numerica della chiave fonn:u1do gruppo di cinque lettere: AREOT - ONORP

- ETIPE - Al-<Ol\Il - VJ)RR. .Esempio di dccifraturn.: Supposto di awr ricevuto il predetto crittogrnmma. se n e conta.no le lettere (24) e si di,·idc questo numero per il numero delle lettere del la ch iave mnemonica (8): TI quoziente (3) indica. che ootto la chiave Virgilio 1·e1u1c trascritto ~uccessivamente in ordine tre per colonna e le co lonnè vanno riempite in o rdine numerico come r isulta dalla ch iave, venendo integralmente riprodotto il quadretto tracciato. C) Sistrma a trasposizio11e cou grigli.a: le grii;lie quadrate sono costituite da una hmina metallica quadrctlat,L che romprende u 11 dato numero d i casc•lle, di cu i un q uarto sono bucate. li crittogramma si oltienc rilevando le lette re del testo chiaro scritLo per lin ea. in tutte le caselle della griglia e succcssi,·wncntc leg~cnclolc a traverso a.Ile caselle bucate con la rotazione della griglia nelle sue quattro posizioni. l'ossedendo la griglia e conoscendo la succcss;onc delle varie posizioni, il riccvcmc decifra compiendo l'opcJ'~zione inversa.

D ) Sistc 111a a trasposizioue co" figura: stabilita una determinata .figura (croce, stel la, liguri geome trica. ccc.) si sc rivono le successive lettere del testo chiaro sulle estremità delle figure (scgna.tc l'una accanto a ll'a Itra nel numero occorronte) seco11do l'andamento delle lancette dell'orologio e s i rileva per linea o per colonna. Chi riceve compie l'operazione inversa .

Siste111n a soslit11zio11c. Ciascwia lettera del lesto chiaro ,·iene sostituita con altra lettera. ovvero con un altro segno qualsiasi. .\) );ci sistemi monoaUabetici si impiegruio due rubric lle a lfabetiche : una. con l'alfabeto chiaro, l'altra con quello cifrante segnato in corrispondenz.-i del p rimo. Se ne rende più difficile la. dccripta1.ione inserendo segni che per con,·e.11.done sono nulli od omofoni. B) );ci sistemi polia lfabotici si h:uu1C> inwcc parecchi aJfahet i cifrat i che possono essere usati a.ltcrna tivanwntc a seconda di apposite chiad (metodi del Porta . del \'igcnère). C) ); ci s istemi a 1)01 igraJtuni si sostituiscono le ltittere del testo chia.ro, a. grupp i d i d ue o più, con due o più segni corrispondenti. D) è\ c i sistemi a sosbitu?.ione con frar,iomu11ento d i letter~, ciascuna lettera del lesto chiaro ,;i sostituL,;ce con due o p iù segni (lettere o numeri) e questi a. lo ro rnlt'.l ,·cngono trasposti in modo che le singole let tere del testo cl:,,ia ro vengano spezzottatc e disperse nel c ,;ttogramma. (metod i del l'ollux, del Collon, del Lastellc). Sistemi a repertorio. Si fondano anch'essi sul proced imc11to della sostitu,;ione, ma, a differenza del sistema letterale, l'opera1.ione, anzichè su frazione di lettera, lettere o gruppo di poche lettere, si esegue su sillabe, parole, numeri ed anche s u bt'evi frasi co,w enziona;li. I documenti per le operazioni constano di special i volumi in d istribuzione agli enti che fra d i loro debbono corrispondere in via segreta. Questi \'Olumi sono chiama.ti comunemente codici, r opcrtori, dizionari, cifrari per cor- . rispondenza segreta e contengono una lista di clementi ch iar i, a ciascuno dei quali c lementi, corrisponde un


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gruppo d i cifre. Comunemente le liste sono due: u1m con le voci chia re e l'a ltra con i gruppi cifranti. Quando però a lle voci c!1iare disposte in ordine alfabetico corrispondono i gruppi cifranii anch'essi regolarmente seguentisi, è s ufficien te un solo documento per le operazioni crittogra.fi<;he. I cifrari a repertorio sono i più usa ti perchè di comodo e fac ile impiego; ma esigono assolu tamente che il codice sia tenuto segreto e questo è il loro ca.i:>itale difetto. Normalmen te i gruppi cifraii ti sono formati da un numero fisso d i lettere e di numeri, 2, 3, 4, 5 ; esistono però cifrari nei qua.li i gruppi cifranti hanno quantità varia.bile di cifre, ma ciò deve essere evita.lo per elirnù1a.re incertezze ed errori cli trasmissione telegrafica. TI numero più conveniente d i gruppi cifranti per un determinato cifrario deriva da l tipo di co i-rispondenza che s i deve svolgere. I cifrari a molte voci permettono una maggiore va.rietà nella scelta delle voci stesse e quindi possono rendere p'ÌÙ comodo e spedito il ciframento; d'altra parte essi sono d i più difficile compilazione nel caso che s i debbano rinnova.re a llorchè ne s ia. stato compromesso il segreto. Dei cifrari a repertorio s i usano comunemente due specie:

Crivel li (Ippolito). Capi-ta.no milanese del s.ec. XVII. Da giovane fu al servizio di Fra11cia, d ivenendo nel 1630 mastro di campo. Difese con va-Iore la piazz,t di Lecco contro le tn.tppe del Duca di Rohan e poi ebbe rl governo d i 11ortarn ove morì nel 165.1.

a.) il tipo regola.re, nel quale, alla successione alfabetica dei gruppi chiari, corris,ponde una successione regolare dei gr:uppi cifranti ;

11elle opcrn.zio11i di piccob guerra., attacco di convogli.

b) il tipo intervertito, nel quale s i rubricano le vo-

XIII li assoldò in Francia, dove continua.r cno a prestare servizio fino all'epoca della Rivoluzione. Lnigi :XTV li fece costituire in compagnie franche separa te, curnaJ1datc da. un colonnello p;enera le. Poi f o1111a.rono u11 rcgg. di cu i fu ma.estro il re stesso. Emno arma.ti soltanto di sc ia.bo ia curva ccl archibugio.

ci chiare e poi si estraggono a sorte i gTuppi cifranti. :Manca. così fra i due elementi qualsiasi relaz ione. Col primo tipo si può cifrare e decifrare valendosi di un unico codice. Nel tipo intervertito sono invece necessari due volumi distmti: - uno cifrante, nel quale le voci chiare sono in ordine a lfabetico cd i gruppi cifranti in. ordine incoerente;

- l'altro decifrante, in cui 1 gruppi cifranti sono disposti in ordine numerico (o a lfabetico) e le voci chia re corrispondenti nell'ordine incoeren te che ne consegue. Appartengono a l tipo regolare i codici pa.gi1wti. In essi i gruppi cifranti si o ttengono scrivendo un numero, generalmente di tre cifre - scritto Ùl testa a.Ila pagina e ohe va.le per tutti i gruppi di quella stessa pagina con un nuinero generalmen te di due cifre, corrisponden te alla r iga i11 cui è scr itta la voce chia ra. da cifrare. Questi s is tem i che conservano una corrispondenza. più o meno regola.re tra la successione delle voci cl1ia.re e quella dei gruppi cifranti sono tutti da evitare perchè poco sicuri. I codic i intervertiti sono compilati r icavando i gruppi cifranti (che corrispondono a.Ile voci chiare d isposte in ordine alfabetico) med iante il sorteggio successivo dei detti gruppi, in modo da evita.re in essi qualsiasi leg.. ge o regola d i successione. Questa essenza d i relazione costituisce la migliore garanzia, di segretezza, poichè, contrarian1ente a quanto si verifica nei codici pagmati, nessuna deduzione può tra.rsi sul significato di un gruppo anche quando sia noto il significato dei gruppi vicin i Nel nostro Esercito è stato in uso sino a l 19 17 un « Cifrario milita.re tascabile >> che impiega.va. alcune serie di gruppi d i due cifre ricavale da una serie b,ise e da un certo numero di a ltre serie ottenute dalla serie base mediante lo spostamento di un numero nella succe.s sione normale.

Crfr:e/li Visconti Antonio. Genera.le, n. a Roma, m. a. Solza.go (1835-1895). Sottot. di ca.val!. nel 1859, partecipò a,lla. campagna. dello stesso aJmo e a quel le de l 1866 e del 1870. Promosso colonnello nel 1866 fo 110mù1ato comandante de l rcgg. ca.va.Jloria Caserta e co llocato in P. A. {1892) raggiunse nel 1895 il grado cli magg. generale nella risena.. Croati. Truppe di cavalleria. legge ra provcrti.emi in genere dalla Croazia. J\osn ia. cd Ungherh che serv ivano qualÈ 1ncrcenari pres-

so i p rinciprdi Sta.ti. In Gcrmani:i. furono chiamati Pa:1,d11.ri. Disimpegnavano in genere ii servizio di :;i• cu re zza in umrcia, ed e?:a-·

no abilissimi nel molestar·c ed assalta re il nemico

a t:carnp :irnenti 1 ecc. Luigi

Croceo. Parte della balestra che serviva. per p<>terla caricare. Era uno elci quattro stwrncnti dai quali le b,tleslre trassero il nome (Balestra a C .). Era costituito generalmente da una

forcùia. fissa a I manico, da appoggia.re ai piuoli del ten iere a ll'atto del caricamento, e da un:1 zampa d i gatto maschiettata su perno gù·evole, che, afferrata la cordq, con la rotazione del C . in torno ai traversini, la po1iavt':

ad inca~tr are ne lla noce.

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Croceo. Nome dato a quell'append ice metallica. posta verso la bocca dell'archibugio, sotto la canna e norma lmente a questa; appondice che, appoggiata contro l'esterno del parapetto, consen tiva di resistere al rinculo dell'arma nello sparo ; l'arma che ne e.ra p rovvista dicevasi « archibugio a croceo>> (V.). Croceo Arturo . Jngegnere dell'epoca. nostra, nomùiato ca.po del Gen io aeronautico nel 1928, col grado di ten. genera.le. Era insegnan te di teoria e costruzione dei dirigibili alla R. Scuola d'ingegneria aeronautica. Ù1 Roma, quando fu. chiarnato a dirigere il Genio a.ero1&'l.utico. Ideò (col gen. Guidoni) la stabilizzazione automatica della telebomba; stabilì nel 1912 la prùna. teoria analitica deHe eliche aeree; progettò ·1a vasca Froude del Geni.o, ecc. D uran~c la. guerm fondò e diresse l'Isti tu to centrale aeronautico.

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CRO

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Croce (Conscr.•ata, dentata, quadrodcufota, ccc.). T ipi di evoluzioni ch e nel secolo XVI era.no in uso nelle milizie, s ia. come eser citazioni d i p iazza d'arm i, cl1e quali disposizioni tatl ich c.

iuerra con S stabilimenti rese utilissimi sef\'il-1 a ll'esercito.

Croce. Passo sulle Açi Carniche, transi tabile con picco!i carri, che melte in comunicazione la ,·alle dei T agliamen to con q uella della D rava . Ha impor-· tanza mili tare - ,trategic.i 'PC.rchè è J''unico discreto passaggio attraverso la schiC'Ila principale delle Alp i Carniche, le quali sbarrano ogni direlta relazione fra la pianura vene ta e la Carinzia .

Crocebianca (Reggimento di). Istituito nel 1667 dal d uca Carlo E nia.m1ele II mn 600 fanti del P iemonte e del N izzardo su 1.5 cp. comandate da capitan i dell'Ord ine di Malta. Nel I 680 diven ne regg in1ento nazionale. Fatto prigionie ro per sorpresa da i Fra ncesi a S. Benedetto Po (29 set tembre 1703) venne sciolto e r icostitui to nel 1705; nel 1710 fu incorporato nel regg. P iemonte. Prese parte a lla guerra rnnlro Genova ( 1672): a quella. contr o la Francia (1690-95); a quelia contro Austr ia e Spagna ( l696); a quella con tro l'Austria (1701-1702): :1 quella contro Francia e Spagna (1703-1710).

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r.r()f'CO ,\r l ll l'O

Croce (Col della). Pa,sso delle alpi Cozie che a noczzo di bu ona mulattiera mette in comunicazione r a.Jta valle del Pcllice con quella del Guil a.Hluente della Dura11ce. Costituisce un'ottima linea. sussid ia.ria. per le opera. zioni militari che d a lla va.I le della Durnnce tendono verso Torino, gia.cchè infirma.no le d ifese della valle di Fenestrelle. Croce. Onorificenz,i ist>tuit.t da Ferdinando I V di Napoli nel 1806, per p r emia.re gli u fficiali che lo seguiron o in Sicilia d urante l'occupazione f rancese del Regno di Napoli.

Croce bianca o dd/a fedeltà. Online cavalleresco foJJclato nel 1815 eia F erdin ando JIÌ d i Toscan:t per servizi lunghi e fedeli p resta ti n ell'eserc ito del gnU1ducato.

Croce Bianca Fem111inile. Istituzione d i as,istcnza per i feriti ed a.rnmalati d i g11crra, sorta a Mi lano ~.;Ile fine del 1914. promossa da.Ha s ignora )faria. Annunciata iVleda che ne rima.se fa presidente e l'aninmtri.ce. Prestò servizio a )1 ila110 durante la guerra. in molti ospedali m ilitari e, cessata la gue rra. ;;volse la sua prin.cipale attività all'opera per la cura delle tombe de i cadut i.

Croce ungherese al merito. Decor az;ionc e r icompensa per benemerenze acquisite verso In. patria specialmente da m ilitari, istituita da l governo u ngherese nel 1922. COJ1sta d i una croce con br accia convergenti al cen tro, smalta te in b ianco or h1to d'oro, con dischetto centrale smaltato in ros-<;0 circondato d a ghirlanda di lauro. Al cen tro del disco trovasi una triplice collina, sorrnontata da doppià. croce apostolica. Com prende la gran croce e cinque classi.

Croce d"onore (Lippe-DetmoJd)

c r oce ilaliana

ttl me rito di guerra

Cr oce 11 ngher ese a l merllo

Croce al m erito di guerra. Istitui ta in I talia nel 19 18 . Consiste in una croce di. brorv.,o, sospesa a un na.st·ro a striscie verticali; tre azzurre e due bianche. E' concessa a coloro che hanno tenuto lodevole con dotta ne lle a zioni guerresche, che per un ann o cumulativamente sono sta ti in trincea, ai feriti, a quelli che hanno partecipato a più fatti d'anne, a,lla memoria dei caduti. Croce Azzurra. Istituzione riconosciuta. dallo Stato per la cura degli equini mili.tari. Durante la grande

c r oce rlell a Lillertà (Eston ia)

Croce della L ibertà. E' l'unico ordine cava,lleresco esistente i.n E s ton ia, istituito nel 1920. Venne assegn ata ai benemeriti per l'in dipendenza, e a coloro che abbiano ecceziona li benemerenze verso la R epubblica. E' d i tre grad i, suddivis i ciascuno in tre classi. La C . ha le braccia in forma d i T in bianco, nero e azzlll'ro a seconda del grado. H a bordo dorato con disco cent rale su l quale è sovrap posta ·la letter a E.

Croce del merito. O rd ine istituito da Guglielmo I nel 1871 in P russia, per le ·dame distintesi per la cura dei feriti durante la guerra fra nco-ger manica. L a decorazion e constava d i u na C. d i smalto noco con orli d 'argento, sulla quale era rupposta a ltra croce più p iccola rossa orlata in bianco. Croce del 111.erito miWare.

Creata

nel granducato


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Cno

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d' Assia, nel 1870, da Luigi I II pe r benemerenze m ilitari.

d'oro circonda ta da corona d'alloro col motto : « Per servizio f eclele >>.

Croce di jerro. Istituita in Prussia da F ederico Guglielmo Hl, nel 1813, per premiare i benemeriti della guerra d 'indipendenza contro Napoleone. Costituito su tre èlassi, ven ne mod ificato alquanto nel t870. Una croce di ferro con i raggi d'oro, suprema d is tinzione, fu conferita, dopo Blucher, a H indenburg.

C roce M il·i/.a.re. Ordine ist itui to da Leopold o II ciel Tlelgio nel 1885; è diviso in due classi e vien data tl.gli u fficiali e m ilita.ri che hanno servito per 25 a nni. Croce milita.re della sanità. Creata nel 1870, nel granducato d'Assia, ,fa Luigi UI, per benemerenze mil itari riel corpo san itario.

croce m ilitare· (Belgio)

Croce cl'onor e 1Srllwarzbu rg)

cr oco cl'onore (Reuss)

Croce di Guerra. al Va.lor M.ilitiire. Istitu ita in I talia nel 1922 per premia.re speciali azioni d i mer ito per cui non concorressero gli estremi per la. concessione d i medaglia al yalore. Fu concessa in sostituzione dell'E ncomio solenne, su parere della Commissione per le ricompense in riduzione di proposte d i medaglie al valore in sostituzione di croci al 1ne.ri10 di guerra ) conces'.sc : per motivo determinato, per atti di valore compiuti combattendo. li loro numero non fu limitato: la C . al -valo·re si distingue da. quella a l Merito percbè porta sul nastro di traverso una piccola. spada romana in bronzo. Croce di guer-ra. ( F rancia) Isti tuita nel 1915, in brnn- ..,_ c r oce lll guerra zo, per premiare m ilitari e civili che sia no stati og• getto di citazione aJl'o.rcl ine del giorno di reparti, d a q uel lo d'Armala fino a quello d i reggi.men to incluso.

Croce d'o11ore. Istituita ne l Lippe Detmold (Germa nia) nel 1859, e r iformata n el 1887. Comprendeva 4 classi, ed , era assegnata per fedeltà e serv igi prestati nell'esercito. Croce d.'011ore. Ord ine fon dato nel 1816 nello Schwa.rz• bu rg per benemerenze militari durante le camp agne del 1814-15. Consisteva. in una croce d'argento con aste riun ite da una corona d i qu ercia.

-Croce d' on or e. 0 1'dine ;stituito nel Reuss ( Germa, n ia) ne.i 188S da En rico XI V consistente in una C.

(Pr ussia)

Croce per a11z·ianità: di servizio . O nori6ccnza s tabilita in Italia nel 1900, pci· compensare lu nghi e lodevoli servizi presta ti nell'esercito e nell'armata. La C. è d'argento e d'oro. La p rima. è destinata a i militari d i tr uppa che abbiano servito sotto le armi per 16 ann i o p iù. La seconda è per gli ufficiali che a bbiano prestato servizio attivo pe.r 25 anni o più. Quando gli anni di servi,,io prestat i dagli ufficiali su perino i 40, la croce

d'oro è sormontata dalla corona reale. La C. è portata con nastro cli seta verde tramezza,to da un.a lista bianca. La C. per i militari di truppa è r ilasciata dai Comandi di C. d 'A., dal Comando dell'arma dei RR. CC., e dai rela tivi Comandi, paJ·i grado, dell'Armata ed Aeronautica, per delegazione dei rispettivi mini,,tr i. Quella per g li u ffic ia li è concessa. direttamente rlai m iniste ri.

Croce Rossa. Associazione fi \antropica. in ternazionale che, so rta per il soccorso ai feriti e in fermi d i gueera, e.stese p,iì1 tard i la sua azione all'assistenza alJc vittime di pubbliche calamità.- in genere, e aJla organ izzazione della lotta contro le piìt d iffu se ma.lat.tie di carattere contagioso come la. ma laria. e la tubercolosi. La C. R.

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Croce di 1\fol/.a. V. Malta.

Croce Domini. Passo sull' Adamello che, da sotto Breno in val Camonica, con duce a Bagolino s u l Caffaro. Ha importanza m ilita.re speciale p erchè ù1 una. zona impervia., costituen te mi.Jitarrnente ima vera muragli,a , com'è l'Aclamdlo, stabilisce il più comodo passaggio fra Oglio, e Sarca, e Chiese, e p iù a mczrodì col Mella..

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ripete le sue orig ini dal chirurgo na,po letano Ferd i.n anclo P alascia no ( 18 IS- l891), p o-ich è a lu i s i deve se potè convenirsi fra gli Stati d 'Eu ropa. il principio de lla <C n eutrali tà. dei feriti» . P erò fu su inizia tiva del fi lantropo g in evrù10 Duna nt, au tore cli un opuscolo :« Souvenirs dc Solferino », ove erano descritte le· sofferenz.c dei feriti in un ospecla.le improvvisa.lo in w1a. ch iesa. cli Lombardia , che nel 1863 s i riu nì in G inevrn un'assemblea in ternaziona le composta d i 36 delega.ti, in ma.gg iora nza militari, la qua le chiuse i suoi lavo-ri i! 22


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,\ n11Julanza r·n rne-ri:J tlC' Il" troc.-. Rosso nel l Sì7

o.goslo 186-1 con la « Corn·enzione d i G inevra», i n cu i erano stabil ile le norme che dovevano rego lare la costituzione e i l trattan1ento1 in guerra. delle forn1azioni sanitarie elci ferit i e deglt ammalati. Gli accord i furono d<0Jìniti in dicci articoli : il 1" sta.bi lisce la neutTa.liti, delk ambulanze e ospedali mWta ri ; il 2" concede la stess:1 Jleutralità a l personale sanitario, a:mminislmtivo. religioso, ecc. addetto; il 3° specifica che questo persomde dovrà continuare nel _proprio sci-v i7,io anche dopo l'occupa.zione nemica. e terminatolo dovri, essere autorizzato a raggiungere li bera.mente le proprie forze militari ; col 4° si d ispone che mentre il materiale degli osprd a li cad ut i p reda del nem ico, ne d iviene p rop r ietà, im·ece r i1mU1e proprietit dell'esercito a cui appa rtengono le ambulanze, t ren i militari, ecc.; l'articolo 5° stabilisce e.be godano del ben<0ficio della. neutra lità

Posto rii soecorso della c ,·oce Ro8sa a nc;he gli abitanti che a iutino i fer it i e che le loro case siano esenti dall'obbligo di alloggia re truppa e d i forn ire contr ilinzioni di guerra; nel 6° è detto che i fer i ti, a mici o a.vvCJ·sari, debbano essere t ra tta.t i ugu aJmen te e che, una volta gua riti, se inabi li o se si impegnin o di non r iprender e le armi durante la guerra, debbano es s ere rinviati alle p ropr ie case; nel 7° è descritto il bracc iale e la bandier a della C. R.; l'a r ticolo 8° autor iz,,..a i comand anti in capo a. s ta bilire i p articolar i di dettaglio nell'appl icazion e della Convenzione; i l 9° e il 10° contengono disposizioni seconda.r ie a ggiun tive . ln seguito a lla. Convenzione di G inevra ~orsero in

tutti gli Stati associazion i di Croce Rossa per l'assistenza ai feriti di guerra; in Tu1~ohia sorse. governata cla lle stesse norme e leggi, la (( ::\•rezzaluna Rossa>>. La C. R . fece !e sue_ prime J}rove durante la guerra austroprussiana del 1866: alcuni inconvenienti riscontrati nell'app licazione della convenzione, detcrmina1·ono una n uova riunione a Gù1ev ra, nel 1868, nella quale furono a dottate J1uove disposizioni comp lementari. Pur non essendo state accettate ufficùdmc.nte da tutte le nazioni aderenti alla ·Convenzione, esse, riella pratica, hanno avuto vigore come le a.ltre. Il bracciale cosiddetto (< ù1ternazicmale >) e la bandiera de l la C. R. consistono in una croce rossa in carnpo bianco.

Croce Rossa ltaliaua. L'Ita lia fu tu1a delle prime naz ion i che cosiiLuirono la. C. R . .l'ondata nel 1864, ebbe il s uo primo comitato centra.le a Milano. ~el 1866 intervenne in assistenza ai feriti a ) fonter otondo, nel 1867 a ll[entana, nel 1870 a Rom:t, E rella in Ente i\forrule con legge 30 maggio 1882, costituì il p roprio capitale con un Prestito N aziomde e cospicue e la r gizioni d i italiani residenti a ll'estero. N"e l 1895 partecipò a lla camp. cl' Africa e w,a sua m issione curò il rimp,it r io dei p.rigionier i dall'Abissinia. Xci 1901 prestò servizio durUJ1te l'epidemia d i colera e peste bubbonica. scoppiata. a ~apoli ; nel 1905 d iede il suo aiuto alle vitti.me del tern,rnoto di Calabria; in ter venne nel 1907 a. favore dei dann~ggiati da.Ila eruz ione vesuvian a; nel 1908 fu nella zona col.pita. dal terremoto calabro-siculo con 10 ospeda li da guerra, lO ambu lanze da mon tagna, 30 infrnnerie a ttendate, d ue treni ospedale, una n ave ospedale e oltr e 1100 dei suoi membri, fra medic i, m iliti e dame infermiere. D i p iù, in tempi or dinari, ad essa. f u affidata la campagna a.ntima:la r ica nell 'agro romano. mentre dà opera assid ua. nella lotta. con tro la tu bercolosi interess.'tndosi in genemle d i tllt te quelle ist itu1.ioni che hanno per fine la cura e la preve11zione ddlc n1a.lattie, l1assis tenza alla 1naternità e all'infanzia, ecc., ecc. All'ester o portò i suoi aiu ti in Cina. e nelle guerre ba.lcan i che. Dw-anic la guerra L ibica, e p iù ancora durante la grand e guerra, la C. R . I. ha d ato prezios issimo cJ,tr ibuto d i opera a ll'assistenza dei f eri ti ; a l fronte e nell'in terno essa ha svolto la sua. missione d alle prime linee


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T en da da calllpO dP lla Croce Ro~sa llallana

sino ai grandi ospeda.li per ferii i costituiti nelle p.i ù grandi città, ai conva lcscenzia.ri, agli istituti di r iedu ca.zione. ai l ttbercolo;;ari, ecc., ecc. Prestarono servizio durante la. guerra, quali dame infermiere, S. lv!. la Regina, nell'Ospedale imp iantato nel Qu ir inale, e le LL. AA. RR. Ja "Principessa L et izia di Savoia e la Duc•bcssa Elena d 'Aosta. Quest'ultima si prodigò fin nelle prime lince. La C. R. v ive delle rend ite del patrimonio sociale e dd contributo dei soci ordina r i, perpetui e beneme riti.

ove per et~ <,> pe r altro non siano esen ti dal ,;c:rvizio militare. ln guerra la C. R . passa, col personale e il materiale, a lle dipc11dcnze ùell'intendente generale dell'esercito; un suo delegato generale r imane addetto allo S. J\i. dell' inlcndenza come organo cli co!lcga mcuto, cd è coad iuv3to da delega li presso le intendenze delle a rmate. La C. R,, per la, prevista. formazione d i i;uer ra ~u quattro arma te) p rovvede al le prin1e tr e, mentre alla

quaTta prnvvcde l'Ordine d i Malta.

Croce Cesa.,·e. Generale, n. e m. a R oma (182.1- 188 1) Ca1u1onicre nell'esercito pontificio, prese pa1·te al coPpo d'operazione de l Veneto nel 1848 e passò col grado di tenente del genio a l servizio deJJa Repubblica Romana . COll11battcndo nel 1849 a.11,i_ ,lifesa di }torna. D i qu i venn e esilia to. Partecipò alla can1pagna del 1859 nei Cacciatori delle Alpi cd entmto nel Regio Ese rcito ( 1860) p ar tecipò alla cam pagna, del 1866 mer itandosi una mc<l. d i bronzo a Borgoforte. Promosso colonnello ( 1868) UJJdò a cOJnbattere i l brigantaggio

Ambulanza ciCl is-lica clclla Cr oce Rossa ( LOOO)

La dirige un Comitato Cent rale che ha sede in Roma . P osta sotto l'alto patronato delle LL. MM. il R e e la Regina, h a dh•iso il territorio nazionale iu circoscr izioni e dipartimenti marittimi, sedi de i Comitati regionali, da cui dipen!don o fJuell i di sez ione, d istret to, ccc. Ogni Comitato reg ionale ha in dotazione un certo numero di ospedali da gue rra, ospedaletti da campo, ~mbu lanze, treni ospedali. Nel 1906 furono istituite le « infermiere volontarie" n dlle qua.li sono raccolte, nel comune scopo, donne di tutte le clas.si sociali. Alle dame infermiere si aggi-ungono i soldati infermieri, che godono, in pace, della esenzione dai richiam i alle arm i,

in Sici lia . ::-,Jel 1874 fu n ominato comandante del 23" rei::g. fruneria e poi dell~ br iga te di fanteria 11• e 12• ( 1878) e raggiunto nel 1879 il grado di magg . generale ricoprì : !a carica di direttore generale dei serviz i a.mminislra:tivi presso il ministero della guerra.

Croce Francesco . Genera.le, n . a Milano, m, a Novc.nta Padovan a ( 1830-1914). Sotto!. di fant. dell'èsercito a ustriaco n el 1849, passò nel 1860 ne l R egio Esercito parlcciJ)a.ndo a I la campagna cl' Ancona e bassa Italia dove meritò una med. di bronzo alla presa d i Pe.-ugia e una med. d'argento a Mola d i Gaeta, e <Llla


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campagna del 1866, guadagnandosi u na seconda 1ned. d 'ar gento. Promosso colon nello (1881) comandò il 78° r egg. faJ1teria ed il 2° grana t ier i. :tvlagg. gene.raJe ne l 18S8, ehbc il comando della br igata ravia ; collocato in P . •A. ( 1891) ra!(giunse nel 1898 il gr ado d i len. generale nella rise rva .

luncsc, s i r icost ituì come colonna mobile col nome di Corpo fran co di Agor do. Crociat·i Bellunesi. Volontari della prov. di Belltmo cbe comhat terono insiefoe a,llc bande dei Calvi .

Croc~ Giuseppe. Genera le, n . a l\filano, m . a C ison d i Va lmarino (Treviso) (1838-1 9061. Sot tot. d i fa31t dcl l'cscrrito ,custriaco nel 1859, passò nel Regio Eserc ito nel 1860, partecipaJ1do a lla campagna della bassa Italia dove meritò un;, mcd. di bronzo, e alla cam pagna del °1866; p rornOSS'J colonnello ( 1891), coma.n<lò i l 2$ 0 regg. fanter ia e il d istren o mii. di P a.d ova ( 1896). "' cl 1900 andò in J>.. A. e ne l 1901 raggiunse il grado di magg. gonc,rale nella r iserva .

Crociati Cencda. CJlrpo franco di 200 uomini conosciuto anche come cc Corpo franco Cene<lese l>. Si dist inse nella difesa di Treviso e poi a Venezia.

Genova, m . a R oma Croce Gùr.•m111i. Generale, n. ( l 8ò3- 1024). D iplom ato in scien.1.e ma tema tiche e fis ieho: nell'Un iversi tà di T orino nel 1882, e nom inato nel 1883 sottotenente del. genio, fu p romosso colon ne !- , lo nel 1911 e inca ricato delle fu nzioni d i ca•p o divis . a l Min istero delht G uerra. Com andò qu indi il 34° fan ter ia e nel l 91.3 fu i nvia to in Libia dove consegui la promozione a magg. gener a le. Da l 1914 a l 1916 ne i gradi p r ima d i m a gg. genera le poi di ten. gene rale fu ,gover nator e del Dodecaneso e rientrato in I ta lia nel maggio 191 7 prese par te a lla ba Ltaglia del Piave (g iugno 19 18) al coma ndo di un corpo d'a rmata mer i tan dosi la croce cli caxaliere e po-i la commenda ck ll'O. ).f. S. Colloca to in P . A. ( 1923) fo subito r i ch iaJTiato in servizio qua le membro della com m issione $lJC~iale per l'esame delle proposte d i r icompense a l ;-alor militare per la. guerra .

Cr ociani (Italo) . Generale, n . a ~\'1ontepuk ia110, m. a Firenze (1834-1894). Sottot. cli fanteria dell'Eserc ito Tosca no nel 18S6, p artec ipò a lla campagna de-1 1859 e nel 1860 pas,;,ì nel Regio E sercito prendendo pane :illa CaJn pagna del J866, du rante la quale fu ferito e decornto dellu mecl. d 'ar gento. Colonnello nel 1880, comandò il 26° regg. fanteria e collocato in P . A. ( 18Si) i-aggiu nse nel 1892 il g rado d i magg. generale nella r i serva. Crocia-ni '[omwaso. Gene ra le, n. ,i ) fontepu!ciano ne l 1858. Sottot. del genio nel 18S0, partec ipò da tenen ti' colo nne llo alla camp agna italo-tmca. T'romosso colonn ello ( 19 13) fu nomin,tto dir ettore elci gen io di Roma e prese p:1rte alla grande guerra (19 15-1 6) ra,ggiungen do u el 1916 il grado d i magg. general e . Collocato in r . A. nel 1917 e richiamato nel p eriodo 191 7- 19, raggiu nse n.cl 1923 i•l gmdo d i generale d i divisione; nel 1926 tornò in P. A. e nel 1927 andò a r iposo.

Cr ociata (o Crociati) . Denominazione d i corpi volontari, costituit is i nel 1848, dur:JJ1te la prima gucrr,i <linclipendenza in Italia cont ro l'Austria, ispirata dalla. e redenza che il P ap a appoggiasse le rivencl icazion i ita lia n e. Essi furon o: Crocia.i.a B ell"nese-Agordùra. Pa1·tecipò a varì cornb1ttirnenti; sciolta per l'occupazione aust r iaca <lei Bel-

Crociati tli Buù,. Corpo volon tario che partecipò ,dia difesa cli V icenza.

Crociata. Colognese. Si formò a Colo gna. Veneta con 42 volon tari e partecipò alla, d ifesa. d i V icenza. Crociata d i Feltre. Cost it uita con 100 volo n.ta1·i : con1battè a Venez ia.

Crociati Napoletani. Presero qu esto i volon tari n apoletan i pa..rtiti da N apoli per ht guerra elci 1848, incorno n1e

porati poi in va1ii reparti .

Crociati P adovani . L e<6 ionc compo sta q uasi t utta d i studenti ; ent rò in campagna forte cli 1700 u . ; s i t r ovò alla d ifesa cli Venezia e negli scon tr i <li Sorio e d i )fontebello Vicentino .

Cr ocl!W.>

vtmezi ano

Crociata P ia.centina. Si form ò appena scoppiata la rivolu zione del 1848 e partì per Cr em ona, dove fu' aggregata a l II C. <l' A. p iemon tese. P artecipò a.Ha batoa.glia d i Past ren go e alla fazione d i Rivoli. D opo Custoza la legione tornava a M ilan o e di qui a P iacenza. dove Bi 1;ciol se. Crociata di Piove. Cot'J)o d i 60 volonta-ri; µa.rtecipò alla cam pagna i ncorpor a to nella legione P adovana. Crocia.ti dei Sette Cmmmi. Corpo frnnco costituitosi ~n As iago.

Crociale Vrncziau e. Cor,µ i volontari costitui tisi in Venezia; il primo s i'fo.rmò con 257 u. e d ifese Palmanova; i l secondo, fu diviso in due reparti e si distinse nella difesa cl i Venezia . Una ter>.a. C. r imase a p residiare il Lido.

Crociati Viccnti11i. Corµo cost it uito con 350 vr;lontari, det to a31che « Legione Za.nella-to JJ. Diviso in 4 op. partocipò a1 combattim<>nti <li Sor io e l\fontebello e alla difesa d i V iccnz,t.

Crociate. Ebbero <jues to nome le guerre che si svolsero nel Med io Evo per la conquista dei luoghi Sant i ; 50\to il simbolo comune della Croce, che decorò a rmi e insegne, si riunirono le gen ti dell'Occiden te mosse da vivo sentimen to religioso, d,i desiderio d i avventure o da ambizione di n u ovi dom ini. F in dai primor di del Crist ianesimo era uso d i pellegrina rc in Terra Santa p er voto, per espiazione o per ripor tarne reliquie; nè la caduta d i G erusalemme in rnaJ10 ng l i Ara.bi ( 636), nè l'odio " l'intoller anza loro verso i cr is t iaJ1i eraJl valsi a sr adicare tale costu me. :tvfa le vessazioni dei n uovi dominatori de i luoghi santi fecero sorger e in E uropa i l desiderio cli l iberarli. Vani ' però er ai1 stat i gli sforz i compiut i a tale i ntento d agli imperatori Yiccforo f oca e G iovann i Zemisce, dai G e-


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Guglielmo Embrlaco cli ritorno ,talle <'rorialr 1Quaclro cll G. B. Torrlglla)

novcsi, Veneziani e P isan i, e gli incitamenti e i proposi ti de i papi Gregorio Vll e Vittore III; nè a ltro effetto a,·evan reca to che quello d'inasprire gl i animi degli infedeii e d i spingerli ad efferate vendette. Quando i Turchi Selgincidi, scacciati g li Arabi dalla Palestina ( I 076), inferocirono maggionnente sui rristian i, le grida di soccorso di questi e i racconti dei reduci pelleg rini comn,osse ro e scossero tutta Eu ropa. Ed il movimento di riscossa cristiana trovò massimo impulso nel sentimento ca,-a1leresco e nel desiderio di Yedcr nuo,·i paesi e di acquistare pia rinomanza

l Crociata. Un povero pellegrino, l'ietro !'.Eremita, testimone dei patimenti dei cristiani di Palestina, correva a R oma e, gittatosi a.i pied i di papa Urbano JI, ne riceveva I.e missione d i recarsi nelle corti d'Europa e d i eccitare p rincipi e popoli all' impresa di liberare il Sepolcro di Cristo. 11 papa intanto indiceva un concilio d.cpprima a P iacen1.a e poi a Clerm011L (1095) ove le parole sue e q\lclle di Pietro çhbero ta le potenza che tutt.a ras,;emblea al grido di: « D io lo vuole!» proclamò la guerra santa contro gl i infedeli. J.'incenclio e il ddi.-io si pmpagaruno in tu tto il mondo cris tia no, e signori, vassalli, p lebe i, sacerdoti posero sulle loro vesti una croce ros.•;a, ond'ebbero nome di Crociati, e si app restarono a pa rtire per Costantinopoli ove era stato s tabilito dovesse l'eserci to raccogliers i lJClla primavera del 1096. ~la, prima ancora che ogni cosa fosse apparecchiata cd ordinata, una cao tica moltitudine di in sofferenti d 'ogni irnJugio partiva dalb sponda de lla 1'losa e de lla ~Iosc lla e, g\l idata da rictro l'Eremita. s'a,•viava verso Oriente; senonchè, pri,·a di disciplina e di mcz.oi, nel trascorrere l' Ungheria ~ la Bulgaria. si tH~ <'ohiava di tali vio lenze e saccheggi che quelle popolazioni ne menavano strage e di 100.000 partiti appena 30.000 scampavano alreccidio. Altre grosse bande di vagabondi, bramosi piit di bottino che di tanm imp resa, s i mossero alla spicciola ta dall'Occidente, ma anche t~e nei medesimi luoghi e pei medesimi ecces,;i ,·eni-

vano decimate. I resti d i tutte queste torme potèrons i riunire in circa 100.000 a Costantinopol i spargendovi tale terrore, che l'imperatore Alessio, per liberarsene, li fece trasportare a l di là. del Bosforo, ove i Turchi, nssa.liLili presso Nicea, ne fecero macello. Pietro, perduta ogni autorità, si ritrasse sfiduciato e non ebbe più grnn parte nelle ulteriori vicende. Le novelle di ta li d isastr i, lungi da llo scoragg ia re gli animi, valsero ad esaltarli e contemporaneamente ad assennarli. Xon più moltitudini tumult uarie, sfrenate ed ignare, ma e,erciti disciplinati, capi esperti, itinerari stabiliti e fissi, ogni provvidenza med itata e ·a lla te.sta dell' impresa, Goffredo di Buglione, duca di Lorena. I Crociati convennero a Costantiaopoli da vnrie parti, dove .\ lcssio Comncno, impaurito da tantrt folla d i comba.t· temi, si affrettò a provvedere al loro trasporto :il di là dello streuo, e nella prima,·era del 1097 l' immenso esercito crociato di I 00.000 cavalieri e 500.000 fan ti d i vcnt i nazioni si ava nzò nella Bitinia. Vinti i Turchi p resso !'<icea cd espugnat,l questa città, proseguì con immensi stenti, e per Antiochicrta giunse a Tarso. Dopo la coa(] Uist.c di q uesta cittii, Baldovino si sepa rò coi suoi dal resto dell'esercito e imprese per proprio conto la conqu ista di parte della )lesopotamia e di Edessa, fonda.,1do il principato che da questa ci ttà ebbe nome, Tancredi, seguito dal grosso, per ,\ lessand rct ta e pei valich i tic! Tauro scese, sempre combattendo, in Siria. o\'e l'esercito g ià stremato, ma pur forte ancora di 300.000 guerrieri, prese Antiochia, di cu i .Uocmon<.lo.. ~bbe il principato. Quivi. a loro ,·olta, i Crociati si videro assediati dai )Iusulmani e abbandonati dall'infido Comnena che, dopo essersi avanzato in loro aiuto con un c-sercito. tornava improvvisamente sui suoi passi. Pur tuttavia, con un disperato sforzo riuscirono ad infliggere ai )fusulmani una. sconfitta e 11elh primavera del 1099 poterono procedere vittoriosamente su Laodicea ove trovarono qualche rinforzo venuto d'Europa.. :\la ormai. per le perdite sofferte nelle innumeri" battaglie, per

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ol==::E!:::::~====~ so mo 200 Km.


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unìror mi cli crociali le epidemie, per le diserzioni, per le d iscordie dei capi, l'esercito era ridotto a poco più di 50.000 u. Con essi Goffredo, scoJ1Jfìtto l'Emiro di Tripoli, giw1se a. Gerusalemme che riuscì a prendere d 'assalto il 15 luglio 1099. Un tentativo di riscossa del Sul tano del Cairo ìu rintuzzato sulla p iana d'Ascalona e con tal fatto ebbe termine la prima Crociata. La. maggior parte dei guerrieri cristiani r itornò in Europa; Goffred(} rimase a. Gerusalemme; Raimondo d i Tolosa ebbe la. con tea di T ripoli; Ila.Jdovino conservò il principato d'Edessa e Boemondo quello d'Anti(}chia; Tancred i ottenne il p rincipato di Galilea. da. esso conquistalo. Alla nuova dell a conquista. di Gerusalemme, altri tre forti eserci ti mossero dall'Europa verso la Palestina; l' uno di Lombardi col conte di Biandrate e col vescovo Anselmo di M ilano ; l'al tro di Francesi, il terw di Tedeschi ed Aquitani; ma tutti, per la sconsideratezza dei capi e sfrena.te7..za dei gregari, rinnovarono gli errori delle pnrn,ssune spedizioni ed ebbero per mano de i Turchi nell'Asia ~1inore una misera fine. II Crociata. Goffredo s i diede ad accrescere e ntssodare il nuovo regno stretto e insid iato ,fa nemici esterni e travagliato dalle ambizion i, dai dissidi dei baroni e dei s udditi e dalla. gelosia del clero. Dalla sua morte (1100) al 1)44, quando sal iva al trono di Gerusalemme l3aldovino llI, i T urch i d ivennero sempre p iù minacciosi. Si destò in Europa un nuovo fer vente spir ito cavalleresco. Luigi VII d i Francia. e Corra.do III di Germania indissero una seconda crociata ; una nuova onùa di principi, di cavalieri e di popolo di quelle e d i .a ltre naz ioni si r iversò in Oriente. Corrado III, a ca-po d'uno sterminato esercito, partì pel primo nella primavera. del 1148; ma, nell'attraversal'e l'Asia J',,finorc, inga1mati d a guide greche e assaliti dai Musul mani tra i mon ti di Cappadocia. e sulle pianure di Iconio, venivano posti a grande sbaraglio e Corrado potè a stento giungere a Gerusalemme in veste di pellegrino. Luigi VII-, partito da Metz nello stesso anno a capo di 100.000 u., per la Germania. si avvia.va a Costantinopoli e di qua passa.va il Bosforo. Vincitore dei Saraceni s ul ì\leandro e in altre località, vcn iva a sua volta da essi battuto sui monti tra. Frigia e P isidia. I dgori della stcigione, la penuria, la perfidia dei Greci e l'accanimento dei Turchi ridussero i Crociati allo stremo; onde L uigi VII decise d i prendere la via del mare; ma. una gran parte dei suoi, per la. scarsezza delle navi, costretta a seguire la via di terra, Iu, nell'avviarsi verso la Cilicia, ster minata

da,) nemico. Il re cli Francia a rrivò nel principato d' An tiochia. col quarto del suo primitivo eS<-'TCito, e di là mosse verso Gerusalemme ove si congiw1se con Corrado III. Un tentativo di conqu istar Damasco fallì per la gelosia dei capi cris tiani e per l'accor rere di 20.000 T u rcoma.n ni in difesa. della città. G li ani.m.i dei Crociati si abbatterono e Luigi VII e Cor rado III, sdegnati e sfiduciati, ritornarono in E u.roqx , ( 1149). BaldoviJ10 III, rimasto, privo di soccorsi, potè a sten • to salva.re il regno dagli assalti dei Turchi, ma durante una spedizione per difendere Antiochia minacciata, morì (1162) e gli succedette il fratello Amalrico il quale combattè con onore contro l'Egi tto, senza però impcd il·e che questo divenisse preda cli Noreddino che lo riunì alla Siria in un vasto impero. Alla. sua. morte (1173), s.1,liva a l trono un fanciullo, Baldovino IV, sotto il quale una nu~a impresa contro l'Egitto falliva. ( 1178) e le forze cristiane s i esaurirono in Jotte infelici contro Saladino, che del dominio di ?-."oreddino erasi impadron ito, e in ,·ane scor rerie dei baron i riottosi cd avidi Ji gloria individuale. Distrutto dalla lebbra, nominava reggente Guido di Lusignano i l quale non seppe frenare i baroni nè oppors i a Saladino quando questi piom~ sul regno d i Gerusalemme e lo devastò. Baldovino tolse la. reggenza a Guido affidandola a Raimondo conte di Tripoli; poi abdicò la corona a favore del proprio nipote, Baldovino V ( 1185), il quale regnò soltanto sette mesi, travaglia to da . discor11ie e r ivolle. Alla sm, morie, saliva a.I trono Gl,!ido di Lusignano che i baroni non riconobbero; onde egli mosse guerra :, Raimondo di Tripoli .c he voleva conser vare la reggenza; ma questi, d 1iusosi in T iberiade, chiamò in suo ciiuto Saladino, il quale, accorso, scon.fissc i Cristiani nella pianura. di N aza retJ1 (I O maggio 1187). Guido, rappattumatosi wn Raimondo, affrontò nuovamente presso Tiberiade (2 e 3 luglig 1187) il Saladino che, sgominatolo, lrascorse poscia. di vittoria in villoria e finalmente si impadronì di Gerus.,lemme (2 o ttobre). Ai Cristiani soltanto rimasero Tiro e Tripoli.

III Crociata . Le m iserande sorti dei cristiani cosi.retti ad esulare da Gerns.,lcmme commossero alla fine g li animi i11 occidente e la III Crociata fu guidata eia fiJipp(} Augusto, R iccardo Cuor d i Leone e Federico Barbarossa. Anche gli inii:1 di questa. fuTOno segnati dagli stessi errori e dalle stesse contrarietà della pl·ecedente, Federico partì pel primo da Ratisbona nel giugno 1189 con 100.000 u . ben agguerriti e d isciplinati e, vin te co11


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le arm i le insidie del greeo imperatore che si opponeva al passaggio dei Crociati nell'Asia Minore, sconfisse p resso Laodice,1 il su ltano d '.Iconio e, superando innumerevoli difficoltà, prosegui verso la Palestina; ma un bagno freddo gli riuscì fatale. La sua morte ( 1190) sparse la costernazione fpa i Tedeschi che si divisero; parte d i essi caddero p rigionieri de i Musulman i, parte soggiacque ai morbi ed a.I ferro nemico, e solo 5000 poterono congiungersi con le genti ciel Lusignano. Questi in tan to, essendo a capo di 100.000 guerrieri per rinforzi avuti dall'occidente, assed iò San Giovanni d'Acri, a liberar ]a quale accorse Saladino che il 4 ottobre 1190 infl iggeva a l Lusignano una rotta sangu inosa.. Ciò ma l_grado, essendosi .Saladino ritratto per evitare a i suoi i rigori dd l' inverno, l'assedio potè essere ripreso, e con l'aiuto di Filippo Augusto e d i Riccardo la città f u -presa. (1191). F ilippo Augusto ritornò in Francia. lasciando poche migliaia dei suoi in Palestina, e il re <l'Inghilterra. con 100 .000 u. proseguì •p er Cesarea sconfiggendo il Sala•dino. Intan to Corrado di Monferrato, in odio a Riccardo, parteggiava col Saladin o, e il duca di Borgogna .si t raeva coi suoi Francesi in dispanc; il re d'Inghilterra tutta via procedè coi s uoi verso le mon tagne di Giudea avversato dall'inclemenza d el tempo e del la s tagion e, da ll'infuriare dei morbi e dalla scarsità dei mez_2,i ; ma, dopo essersi avvicinato a Gerusalemme, ritenne pnLden te ritornare ad Ascalona che si diede a ricostruir e ; e q uivi si aggravarono le discordie fra lui e Leopoldo d'Austria, il d uca di Borgogna. e Corra<lo d i llfonfcrrato e fra Genovesi e I' isa ni. L'uccisione di Corrado (24 aprile 1192) gli fu imputala p er essersi egli impa,dronito- di Tiro che all'ucciw a,pparteneva. T ali fatti e la notizia pervenutagli delle trame ordite daj fratello suo •G iovanni per carpirgli il trono, lo decisero a r itornare in Inghilterra, dopo aver concluso una tregua d i cinque .an ni col sultano d 'Egitto. Ai Cristia.ni rimase il possess.o di alcune città del litomle e fu concesso libero ad ito a l S . Sc,polcro (1192). Gui·do di L usignano, di_menticato nel trattato, ottenne il regno di •Cipro in cambio di quollo di Palestina, che fu dato a Enrico, 11 ipote ,di Riccardo. La 3" croc iata era costata fiumi di sangue .a ll'Occidente; i p iù valorosi capi di Francia e Inghilterra e 100 mila solda ti vi lasciarono la vi ta senza che il lo.ro sacrificio fosse compensato d a alcun decisivo van_ ·taggio.

!V Crociata. L a morte d i Saladino ( ll93) e lo scompiglio che ne seguì ne l suo impero - e del quale non seppero appro.fittare nè Enrico, nè i baron i d iscordi ·fra loro, nè gli or di ni m ilitari scissi da gelosie ed ambizioni - parvero a papa Celesti no lII felici p resagi per novelle imprese contro i Musulmani ; E nrico VI di Germa n ia prestò orecohio a i messi pontifici, ma col se·Creto disegno di approfittare de lle forze che la crociala gl i avrebbe posto in rna no ,per assoggetta.xc la Sicilia . I ndotti i principi e i b'llerrieri tedeschi a p rendere la croce, avviava due annate, l'una. per via d i 1nare e l'altra per via di terra, verso la P a lestina, men tre egli stesso con 40.000 u. s i recava nell'isola agognata. La nuova minaco:a fece s ì che i Saraceni, compost i i loro dissidi, s i ra.crogliessero in forte esercito . Vittoriosi a Giaffa, d a essi presa con grande sterminio dei difensori, ven:nero a lor vol ta sconfitti dappr ima. fra T iro e T ripoli, _poi presso Giaffa. Mr. le consuete discordie -fra i

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Crociati e i Cristia n i d 'Òrienlc gelosi dei loro dominì e paghi dei benefici ohe la tregua segnata. loro assicurava, e sopra.tutto la notizia della morte avvenuta. in P alermo cli Enrico VI, indussero i capi alemanni a ritornare n elle loro terre abbandonando l' iniziata impresa. Rimasero a fronteggia re gl i i11fedeli p oche truppe francesi e ungheresi e i ,Cristiani d 'O riente; forze, queste, troppo impari a lla bisogna; onde una nuova tregua di tre anni iu p roposta e dai Saraceni accettata (1198). L'infruttuoso tentativo ebbe così" fi ne, riuscendo a rendere ancor pi11 fra.vaglia.te le condizioni dei p rincipati cristiani ch e, pur possedendo le città marittime e le fortezze della. Siria, erano sempre a discrezione d 'un nemico implacaba e, e nulla potevano sperare dalla. pietà e dall'entusiasmo dei popoli d'Occidente ormai sordi ad ogni invocazione e sfiduciati dalle tristi esperienze del passato.

V Crocia.ta. Innocenzo lll, assunto alla tiara nel 1198, sperò ravvivare l'assopito fervore dei popoli d'E uropa. Ma le condizioni p olitiche di Francia, Inghilterra e Germania resero quei regnan ti sordi alla voce del grande -p ontefice. T uttavia molti ca.va,lieri e vassalli francesi, fiamminghi e italiani s i armarono sotto la guida di Baldovino IX con te cli F iandra e di Bonifacio II marchese di :Monferrato, e Venezia accettò di con du rre con sua flotta i crocia.ti in Orien te ponendo per pa.tto il pagamento d i una grossa somma e la divisione delle spog lie, Nella primavera del 1202, mentre parte dell'esercito eia G enova, da Marsiglia e da. Bari salpava verso la P alestina, a ltra parte raccoglievasi sulla laguna ove, non a.vendo potuto pagare la ~onuna. p romessa, fu indotta dai Veneziani ad aiu tarli n ella conquista d i Zara r ibellatasi alla repubblica. Sottomessa la quale città, il doge, malgrado lo sdegno e gli anatemi ciel papa, persu ase i crociati ad accorrere in aiuto dell'imperatore greco Isacco II Angelo, sbalzato d al trono dal fratello Alessio III. I Crociati ne l giugno 1203 sbarca rono a Scu tari e, conquistata Ga la ta, diedero l'assa lto a Co-· stantinopol-i · ( V.) ponendovi sul trono Baldovino di F iandra e dando così inizio all' impero la.tino d 'Oriente. I Francesi da questa impresa ebbero il possesso della Bitinia, della Tracia., della R omania, di parte deH'antica Grccià e di var ie isole dell'Egeo; i Vene1,iani furon p remiati con qua.rticri in Cosluntinopoli, con le Cicladi e le Sporndi, con le spiagge ciel Bosforo, della Proponlide e del Ponto E usino e con quelle orien tali dell'Adriatico; ed a ltri domini ottennero i principali cap i crocia ti, fra i quali Bonifacio di Monferrato al quale fmono assegnate la :Macedon ia, la T essa lia. ed a ltri luoghi con cui venne formato il regno di Tessa lonica; l' isola d i Candia, che pure gl i era stata chtta, fu da esso venduta ai Veneziani. Tale fine ebbe la \/ Crociata che, fallendo a llo scopo per cu i era stata in detta, non servì che a. fondare un effimero impero latino, destina.lo, dopo 58 anni cli vita travagliata, a sco1nparirc.

V I. Crociata. !\e! 1210 F ilippo Augusto scelse a l trono di Gerusa lemme Giovann i d i Briennc che giunse a. Tolcmaide con soli .300 cavalieri e con larghe promesse d i soccorsi; il che imbaldanzì l'animo dei baroni così, da indurli a respingere ·la proposta di n uova tregua fatta dal sulta110 di E g itto, Qu esti a llora si inoltrò nella Palestin a e Giovanni di Briennc lo a ffrontò più volte e lo vinse; ma, ri tornando i :.\lfusulmani sempre p iù numerosi a ll'at tacco, nè git_{ngendo a i cristiani aiuto alcuno

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dall'Europa, ove ferveva la Crociata contro gli Albigesi e la guerra contro i :Mori di Spagna (1212), lo sconforto si sparse tra i guerrieri del Brienne, molti dei quali rimpatriarono. ln quel tomo di tempo, strane Crociate di fanciull~ 30.000 d a lla Francia, 20.000 dalla Germania, accesi di fanatico ardore, partivano per Terra Santa; i primi p.:rivano per naufragio o per fame, o cadevano in mano di pirati e di a.vidi mercanti che li vendevano come schiavi in Alessandria.; i secondi mo-rivano di stenti lungo il cammino. :Morto Innocenzo lll (1216) Onorio III, che gli succedette, ne ereditava il pensiero; ma alle sue sollecitazioni i sovrani di Francia., d'Inghilte1ra e di Germania., trattenuti nelle loro terre da brighe interne, non risposero che con aiuti di denaro e promesse; le popolazioni invece, men sorde, fornirono numerose armate che nel 1217 dal Reno, dalla. Baviera., dall'Austria, dalla. Moravia e dal Brabante scesero in Italia ove si imbarcarono per l'Oriente; i Francesi in assai minor nwnero, salparono da Marsiglia e 10.000 Ungheresi, sotto il loro re Andrea II, che doveva capitanare la crociata, dai porti del Baltico. Questo esercito, per quantità di guerrieri più formidabile di tutti i precedenti, sbarcò a San Giovanni d'Acri, ove ad esso si congiunsero i re di Cipro e di Gerusalem1ne. L'uscita in campagna fu un disastro: fame, freddo e malattie indebolirono talmente l'esercito, che in parte si rese a Tripoli, in parte a. Cesarea e il resto rientrò in San Giovanni d'Acri. Andrea, perdutosi d'anùno, abbandonò l'impresa e ritornò nel suo regno lasciando più della metà dei suoi a Giova1mi di Brienne. Rianimati dal giungere di nuovi rincalzi di Francia, Italia ed Olanda e dei Crociati che avevano combattuto i Mori in Portogallo, il re di Gerusalemme, il duca d'Austda Leopoldo e Guglielmo d'Olanda, rimasti a capo dell'esercito, deliberarono muover guerra all'Egitto, e nell'aprile 1218 arrivarono in vista di Damietta ponendovi l'assedio; ma dei buoni r isultati ottenuti non seppero avvantaggiarsi e le operazioni languirono. Sorse discordia fra. Giovanni di Bricnne e Pelagio legato del papa, ognuno dei due pretendendo sovrappors i all'altro; e d i ciò e dell'inerzia. dei Crociati si valse il nemico per radunare nuove forze. Damietta fu espugJ1ata ( 1219), e quindi l'eserc ito, più di 70.000 u., costeggiando il Nilo, giunse presso Mansurali; ma un'inonda7,ione del N ilo (1221), che invase il campo cristiano e diede modo ai vascelli musulmani di distruggere la floua che approvigionava i Crociati, forzò questi a retnx:edere verso Damictta in grande scompiglio e travaglio e a venire a patti col nemico. Il 13 settembre 1221 venne segnata una tregua di otto anni e Damictta fu restituita al sultano alla cui generosità s i dovette se l'esercito cristiano, affamato ed estenuato, polè ritornare salvo a San Giovanni d'Acri. Papa Onorio III, ciò appreso, si rivolse a Federico H di Germania, il quale si imbarcò a Brind isi (1227) seguito da molle migliaia di Tedeschi e Inglesi; assalito però da una procella che disperse la flotta e colto egli stesso da malattia, dopo tre giorni di navigazione ritornava ad Otranto. Gregorio IX, succc-duto a Onorio, gli lanciò l'anatema; onde Federico gli mosse guerra. e ne invase i domini; poi ricevute ed accettate le propos te di allcan7.a del sultano del Cairo che gli prometteva Gerusalemme e tutta la Palestina, partì nell'agosto 1228 per l'Oriente con soli 600 soldati precedendo l'armata crociata e approdò a San Giovanni d' Acri. Ma lo seguivano le scomuniche papa.li, onde ci si

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vide sfuggito dai Crociati e avversato da Ospedalieri e Templari. In tale stretta, propose (20 febbraio 1229) una tregua di dieci a.nni al sultano del Cairo, che, temendo guerra anche da quello di Damasco e da altri principi saraceni, fece presto ad accettarla cedendo a Federico la città santa ed altre terre palestiniane. Incoronatosi re di Gerusalemme, invano con blandizie e con rigori tentò vincere l'odio dei Cristiani d 'oriente e dei Crociati aizzati dal clero; e, poichè in Italia le cose sue volgevano al peggio per la. guerra mossagli dal papa, nello stesso anno ritornò in Sicilia. I Musulmani, inorgogliti, non cessarono dal travagliare i Cristian i che insistentemente imploravano soccorsi. Francescani e Domenicani si sparsero per l'Europa eccitando i popoli a nuove imprese, ma le furibonde lotte tra il papa e Federico distolsero gli animi, già intiepiditi e disin gan· nati, da qualunque av\'entura; onde, spirata nel 1238 la tregua decennale, Gerusalemme fu facile preda del s11llano d i Damasco. Nel frattempo, due idtrc spedizioni di lieve importanza. si avviarono per Terra santa. La prùna (1235), capitanata da Tebaldo re di Navarra e da Pietro Mauclerc duca. di Bretagna, per la clisco,·dia e l'inettitudine dei ca·pi lottant i ognuno per la propria ambizione e pel proprio interesse e parteggianti gli w,i per Federico II e gli altri pel principe di Cipro, ebbe misera fine presso Gaza sotto i colpi dei mussulman i. Tebaldo sfiduciato ritornò nel 1237 nelle sue terre ed ogni principe ed ogni barone trattò separatamente la pace coi sultani del Cairo e di Damasco; i Templari poterono riavere Gerusalemme. La. seconda, formata da 10.000 inglesi sotto Riccardo di Cornovaglia, giunse in Palestina poco dopo la partenza di Tebaldo; ma anch'essa, dopo alcuni felici combattimenti, fallì per mancanza di zelo e di entusiasmo nei Crociati; e Ricca1·do, rinnovata la tregua col sultano d'Egitto, fece ritorno in Europa.

VII Crociata. Verso il 1240, tutta la Palestina era. stata invasa e devastata dai Carismiani, popolo del Turchestan occidentale che, dopo aver conquistato la Persia, ne era stato cacciato dai Tartari mongoli e, rovesciatosi sulla Siri:i., in una gr.Ulde battaglia presso Gaia ne aveva debellato gli emiri coalizzati coi Cristiani. Papa Innoccn1.o IV, in un concilio tenuto a Lione nel 1245, predicò una nuova crociata della. quale il re Luigi IX di Fmncia volle essere capo. La Germania divis., in fazioni pro ~ contro Federico, l' ltalia turbata dai conflitti tra guelfi e gnibellini, l'Inghi lterra travagliata da guerre interne, non risposero all'appello. Nell'agosto del 1248, Luigi IX partiva_ da Aigues ) fortes accompagn.tto dai suoi fratelli Roberto cl' Artois ~ Alfonso di Poiticrs e da una folla di illustri cavalieri' e vescovi, e si diresse a Cipro ove Enrico di Lusignano Jo, indusse, con la promessa di seguirlo nella successiva primavera, a sverna.re. Nella primavera. d el 1249 Luigi IX veleggiò col suo esercito verso l'Egitto e sbarcò nel giugno innanzi a Damictta che occupò dopo aver poMo a sban,i.glio il sultano del Cai ro ; po i, ricevut i riJ'l• for1.i, marciò verso Sud con 20.000 cavalieri e 40.000Ianti percorrendo la sponda orientale del ); ilo e seguito dalla flotta. Incontrato il nemico presso Ma.nsurah, lo sopraffaceva in due a ccanitissimi combattimenti, ma per gravi morbi scoppiati e per mancanza di vettovaglie, dovette retrocedere su Damielta. La ritirata, iniziatasi il S aprile e incessantemente molestata.


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dai Saraceni, fu disastrosa; il re Luigi fu fatto png1one ottenendo la libertà dopo di avere ceduta Damietta e pagata forte somma pel suo riscatto. Lasciato l'Egitto (maggio 1250) coi tristi avanzi del suo esercito si portò a San Giovanni d'Acri, dove tentò di salvare gli ultimi residui del regno di Gerusalemme, sperando trar vantaggio dalle discordie che intanto laceravano l'Egitto e dalla guerra che a l sultano del Cairo si apparecchiava a muovere quello di Damasco. e di A·leppo. Ma le speranze andarono deluse e, dopo aver sgominato un'orda di Turcomanni e presa con grande strage Cesarea, disperando di alcun aiuto per le condizioni in cui allora versavano i pril1cipali Stati d'Europa, si decise a lasciare la S iria il 25 aprile 1254 e a ritornare nel suo regno.

VIII Crociata. Partito Luigi IX, discordie e conflitti scoppiarono fra Templari e Ospedalieri, tra Veneziani, Genovesi e P isani per ragioni di supremazia e di privilegi; onde la P alestina non potè opporre resistenza a lcuna a lle invasioni dei Mongoli e del sultano del Cairo il quale pitt volte la devastò spargendo ovunque terrore e desolazione. Vane furono le invocazioni che giungeva.no da.i Cristiani di Terr a Santa, chè la fede e l'entusiasmo erano estinti nei cuori e lo stesso papa Clemente 1V, immerso nella contesa coi discendenti di Federico, SCUlbra.va aver d imenticato i·l sepolcro d i Ctisto. Solo L uigi IX nel 1268 deliberò di accorrere con tre suoi figli e col fratello Alfonso di Poitiers in loro soccorso. Levò truppe il re d i Portogallo; Edu'a.rdo, figlio del re Enrico III d'Inghilterra, si tenne pronto a partire con un esercito d;inglesi e scozzesi; Giacomo d' Aragona e il re di Leone e ·Castiglia, Alfonso X, portarono contributi d'oro e di guerrieri; e Carlo d'Angiò, fratello di Luigi, riaffermatosi sul trono di N a.poli, preparò grosso nerbo d'armati per la nuova crociata. Luigi .'r x il 4 luglio 1270 da Aigues Mortes -e da Marsiglia vcÌeggiava con due flotte genovesi per Tunisi, pericoloso covà di p;a.ti. L 'esercito sbarcò a Cartagine, ma ai tormentosi assalti del nemico e alle continue e faticose vigilie si aggiuns-,ro ben presto gli ardor i del clima, la sete ed i morbi. li re stesso, colpito da crudele malattia, soccombeva il 25 agosto. Nello stesso giorno giungeva Ca.rio d'Angiò con numeroso stuolo di soldati e, per essere Filippo, figlio e successore di Luigi, ancora infermo, assunse il comando dell'esercito e in vad combattimenti sconfisse i Mori. Il sultano di Tunisi chiese la pace ohe fu conclusa il 31 ottobre 1270 con patti vantaggiosi al re di Napoli, alla Francia, alla. cristianità. I C rociati allora non ebbero altro desiderio che di la.sciar quella terra ove tanto avevano patito e la flotta li ripo1·tò in Sicilia. Quivi Carlo d'Angiò volse l'animo alla conquista della. Gr ecia; ma Filippo, richiarnato in Patria, si rifiutò di seguirlo e, pur promettendo di riprendere più tardi la crociata, ritornò in F rancia con tutti i suoi cavalieri ; onde ,Carlo dovette dimettere il concepito disegno. Di tutte le numerose annate che la voce di Luigi IX aicva suscitate, solo u na esigua di crociati ven uti dal R eno sbarcò a San Giovanni d'Acri con Eduardo principe d'JnghHterra; ma anche questi, dopo qualche felice gesta contro Turcomanni e Saraceni, presto si stancò d'una guerra. senza gloria e senza fine e ritornò in Europa lasciando i Cristiani a sè stessi nel 1271. L'VIII crociata fu l'ultima che avesse o si proponesse 0

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di avere per iscopo la conquista d i Terra santa. Dopo di essa, pa,pa Gregorio X tentò, nel g,\n concilio di Lione (1274), di far r ivivere l'a11tico entusi~mo, ma n ulla potè smuovere l'indifferenza dei Cristiani d'occidente, mentre quelli d'oriente si logoravano in lotte fratricide. Così fu faci·le ai Musulmani di d istruggere le ultime vestigia del potere cristiano in Oriente. Dopo di allora e per più d'un secolo 'rerra. Santa fu dimenticata. Vane le esortazioni dei papi, vani i progetti di Filippo d i Va.lois e del re d'Inghilterr a; vane, negli ultimi anni del 1300 alcune isolate spcdiziòni di avventurieri m cerca di fortuna; e inutile, in'fine, quella di Pietro Lusignano re di Cipro che con 20.000 u., dopo aver presa e sacclleggiata. Alessandria, intimor ito dall'esercito musulmano che si avanzava dal Cairo, si diresse verso le città marittime di Siria e, deva.stata Tolosa, Laodicea, Berito e T r ipoli, accettò la tregua e il tributo offertigli dal sultano e ritornò a c;pro, Vi furono poi spedizioni che di Crociate non ebbero che il nome, intendendo esse o a distruggere la. pirateria. barbaresca o ad esercitare sterili vende tte sui musulmani che occupavano le città sir iache e negava110 l'accesso di Terra Santa ai pelicgrmi; per questi e pei Cristiani d'Oriente, gli Ospedalieri stabilitisi a Rodi e il re di Cipro riuscirono ad ottenere qualche migliore condizione. Ormai, quantunque i papi avessero sempre l'animo volto alla. liberazione di Gerusalemme, i loro incita.menti non aveva.no più alcuna. presa sui sovrani e sui popoli. E se altre imprese furono per loro predicazione e col lord aiuto tentate, esse ebbero solo scopo di sventare la minaccia. che dal turco veniva alla cristianità. Tali furono quelle condotte dall'imperatore Sigismondo (1394) contro il sultano Bajazet I e dal re Ladislao d i Polonia insieme col Voivoda di Transilvania Uniade (1444) contro Amurat II, terminate entrambe con la sconfitta delle armi cristiane, la prima a Nicopoli e la seconda a Varna. Quasi tutti i pontefici che succedettero a Eugenio IV fino a Leone X seguivano le tracce dei loro predecessori, ma i loro sforzi naufraga rono per il disaccordo dei principi, per l'apatia. dei popoli '. e per le dissensioni religiose. Le ultilne yoci suscitatrièi d i leghe contro gli infedeli furono quelle di Pio V di Alessandro VII e di Clemente XI. L e vittorie cristiane di Lepanto (1571), di S. Gottardo (1664), di Vienna ( 1683), d i Petervaradino (1716) e di Belgrado (1717) ne furono i risultati e da allora. i Turchi non ebbero altro animo che alla propria difesa; e ciò, oltre all'a umentata loro tolleranza verso i pellegrini che tuttavia si recavano in Palestina, tolse ai papi ogni pretesto a predicare nuove Cro~iate. Queste, ormai, col ritardare le invasioni musulmane, col concedere tregua alla lotta dell'Occidente, col temperare la servitù, con lo sgretolare l'ordine feudale, col faeilita.rc il rassodarsi politico e milita re dei grandi Stati d'Europa, col promuovere lo sviluppo dei traffici e la prosperità in ispecie delle città marinare italiane, con l'affratellare le genti in uno sforzo comune e, in.fine, col perfezionare l'ar te guerresca, avevano dato tutti i frutti che, nel momento storico d a. esse segnato, potevano apportare.

Crociat'et. lVfovimento d'armc contemplato. nei regolamenti d'esercizi prebellici. Per eseguire il movimento bisognava volgersi obliqu'a destr, spostimdo il piede destro indietro e a. destra di circa· mezzo passo, far saltare l'arma dalla mano destra nella sinistra, che la pren-


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deva sotto l'alzo col pollice disteso lungo il fusto e con le altre d ita unite e piegate; colla mano destra si stringeva l'impugnatura e s i appoggiava sotto la mammel.la dcstr,i col calcio stretto fra l'avambraccio e il corpo. L'arma tenuta con la canna in alto e la bocca a live llo delle spalle, le ginocchia tese, il peso del corpo ugu almente ripartito sulle gambe, la testa rivolta d i fronte con lo Sf;Uardo d iretto avan ti. Questo moV"irnento aveva lo scopo cli far forma re alle truppe a piedi le « selve di ba ionette » per respingere le cariche d i cavalleria . Tale scopo sarebbe oggi anacronistico, e pei:ciò giustamen t; il nuovo regolamento per. l'addestramento individuale ha abolito il movimento d i crociat'et. Un movimento analogo lo t roviamo nella posizione di « in gu ardia» che è fondamentale e preparator ia per la scherma di baionetta.

Croc-iera.. Quando le navi eseguono un a nav igazione in paraggi ben determina.ti a priori, s i dice che compiono una crociera. In tempo d i pace, le C. hanno lo scopo di addestrare il personale alla navigazione e di mostrare la p ropria bandiera ai connazionali, quando si toccano porti esteri. L 'idea d i C. implica il fatto di ritorna re però più volte negli stessi luoghi. In tempo di guerra, si compiono C. per attaccare cd impadronirsi d el naviglio avversario o sorveglia re un passaggio obbligato, o p roteggere un obbiettivo che può essere navale ed anche terrestre. Con. l'avvento del sommergibile, le C. sono divenute molto problematiche e pericolose per le navi in su periìcie, prestandosi mirabilmen te agli agguati. Esemp io tipico nella grande guerra è l'affonda.mento dei tre incrociato1~i inglesi Aboukir, Hogue, Cressì, avvenuto nella stessa mattiJ1a nel ma re del N orci, mentre stavano

Crociera. Quell 'asta che nelle armi bianche attraversa normalmente l'arma all'altezza dell'incoJUro della lama col codolo. E' chiamata p iù comunemente Elsa.. La crociera. è parte del iornimen to dell'arma., ed il vocabolo deriva da croce, per l'aspetto che viene a prendere l'arf, '

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Sllu.-anLI e idrovolanti nallani tn croçlera (guena 101 , -1 8) eseguendo una C., per opera cli un solo sommergibile tedesco; altro esempio è l'affondamento dell'incrociatore francese Ga~1betta, avvenuto nel basso Adriat ico, mentre la nave era in C. dinanzi a l Ca111ale di Otranto . Nella guerra moderna, le C. delle navi d i superficie, sono sostituite con quelle dei sommergibili.

1, 2, sec. XIH; 3, sec. XI V ; !i, 5 e G sec. Xl X e XX

ma con quell'asta. trasversale. Quasi tutte le spade sono provviste di crociera, più o meno semplice; così cert i pugn ali. Òggi<lì la crociera. cosi viene detta cd esiste ancora nelle baionette, le quali possono essere inuastate ai fucili a mezzo dell'occhio ricavato a ll'estremità d i una delle aste della crociera s tessa..

Crodara Visconti (Paolo). Generale, n. a. Torino, m . a X izza Marittima (1823.l89i). Sotlol. di fanteria nel 1842, partecipò alla campagna ciel 1849 e a·lla spedizione di Crimea. ( 1855 1856) e si d istinse nel 1859 guad agnandosi una med. di bronw a P a lestro. Colonnello nel 1863, comandò il 31° regg. fanteria, p·r endendo parte alla campagna. del 1866 e meritandosi a Custoza una seconda med. d'argento. Nel 1870 fu nominato comandante del distretto mii. dì }.filano e nel 1875 fu collocato a riposo e inscritto nella riserva col grado d i maggior generale. Grofts (Ernesto). Pittore cli battaglie inglese, n. nel


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Siluranti it.aliane In crocier a

1847, m. n el 1911. D edicatosi alla p ittura di guerra, s i d istinse specialmente con le opere : « I n ritirata>); << N a_ poleone a L igny )), « L'alba di Waterloo>), << Cromwell a •:i\-[arston Nioor JJ, « Marcia di Wellington a Quatrc Eros», « La sera d i Waterloo)), tt Napoleone lascia :Mosca >J, << Wallenstein ,,.

Croismare (Giacomo R enato d-i). Generale francese del sec. XVIII. Fece la campagna. d 'Italia da l 1733 al lì36; nel 1742 combattè i n Baviera e ne ll'Alsa,;ia, nel 1744 in F iandra ; nel lì49 fu nominato maresciallo d i campo e nel 1753 tenente generale. Un L1tigi Eugenio di C. I u pure generale, francese, nella stessa epoca e si distinse i n Boemia. Croissenbrunn. V. Marchfeld. Croix au Bois. Passo nelle Argonne (Francia) per cui passa una delle poche vie d i comunicazione che per la stretta di Stenay u niscono il Lussemburgo e il Palatinato a.Ila Champagne. E' questa una. delle dassièhe vie d 'invas ione daJla frontiera francese verso Parigi, a cui aprono l'accesso le alte vaili dell' Aisne e della Marna.

Combattimento di Croix au Bois (12 settembre 1792). Appar tiene alle guerre della Rivoluzione. Il passo, debolmente occupato dai Francesi, venne atta.eca to e preso dalle truppe di Clairfay t. Il gen. francese Chazot invano ten tò cli riaffermar visi. Ripresa momentaneamente la pos izion e re prezzo d i perd ite sanguinose, f u a sua volta sopraffatto da n umerose forze accorse al contrattacco.

Croja (o Kroja) . Villaggio dell'Albania presso T irana, già importarne città fortiiicala. l. Assedio _di C-roja. ( 1450). fu posto dai Turchi dj :.\:lurad, con forze e mezzi potenti : circa 40.000 u . con poderose artiglierie. Ma la d ifesa della p iazza, guidata da.Ilo Scande rbeg, che comandava truppe mobili all'esterno, e la minaccia di intervento di un esercito ungherese, resero vani tutti gl i sforzi degli assedianti e li determ inarono, dopo ci nque mesi di lotta, decimati dalle perdi te e dalle ma lattie, a togliere l'assedio. II. Assedio di Croja ( 1466). Ancora i T u rchi , guida.ti da ::VIaometto II in lotta con Venezia, posero l'assedio a Croj a, difesa sempre dallo Scander beg, a lleato della repubblica. I l su ltano lasciò suo luogo tenen te a termina re l'impresa, ma lo Scan derbeg ne approfittò per as-

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salire energicamente i T urchi, e sbaragliarli, e costrin gerli alla ritira ta. III. Assedio di Croja ( 1477- 1478). Con tinuando la guerra con tro i Turchi, truppe venete al commido di Pietro Vettori avevano occupato C. e quivi furono assedi,1te da 8000 u. nel maggio 1477. Un corpo veneto di soccorso (2500 cavalli e alu·etta.nti fanti) condotto da Francesco Conta.rini, avanzò presso C. e diede batta.glia agli assediant i, riuscendo a. sconfiggerli dopo uria tenzone durata fino a sera. Nella notte, i T urchi tornarono alla risco_:;sa e s ulle truppe venete non vigila.nti presero la loro rivincita, sbaragliandole con grandi perdite e rip ristinando l'assed io. Questo durò fino a l 15 giu_ gno 1478, giorno in cui la. città si arrese, e col trattato cli pace dell'anno seguente r imase in potere dei Turchi.

Cromwell (Oliviero). Uomo d i Stato, capo della rivoluzione inglese r epubblicana contro la Corona. ( 15991658). Nominato nel 1642 comandante di 'lln corpo di ca.v allcria, organizzò rapidamente un esercito e diede prova. di alte \ qua lità milit:1.ri nelle batlaglie che segui rono fra le forze del re e quelle del I'arlamento, guadagnando il grado d i l uogoten. genenle d i ca,valleria e sotto f airIax d ivenendo duce d i un esercito vittorioso e ben presto il capo su premo dei repubblicani. Auda ce ed abile concfottiero ristabilì dovur1qu1:: l'ordin e. Fece votare l'« atto d i navigazione >> inteso a coordi nare la. marina. Dopo sciolti e r ifatti due pa rlamenti, venne nominato a vi ta « Lord protettore della repubblica inglese JJ (1653) e u n anno dopo, ca.po della R epubblica, governò come re asscluto, sia pure r ifiu tando la corona che i suoi part igiani gli avevano offer ta (1657). Cronio (Batta.glia di) . Appartiene alla guerra di Dionisio contro Cartagine e fu combattuta. presso :Messina nel 382 a. C. Dionis io venne sconfitto, con la perdita di 14.000 u. e fu costretto alla pace abbandonando lé conquiste fatte a spese dei Car tagi nesi e pagando 1000 talenti. Cronje (P.ietro Arnoldo). Genera.le boero e scrittore ( 1835-19 11). Fu u no de i pitt valenti d ifensori della. in d ipendenza del Transvaal. Seppe per molto tempo p aralizzare le mosse dell'eserci to di sped izione inglese, bat-


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tendolo a M oder R iver e )lfagers fonte in. Infine, c ircondato da lord Roberts presso Paardeberg (27 febbraio 1900) dovette arrendersi. Scrisse u na « Storia della. resistenza della R epubblica boera» .

'C ronstadt. Città della Russia, in fondo al golfo di Finlandia, nell'isola d i Kotlin, alle foci della Keva. Fu fondata da Pietro il Grande: è porto milita.re importantissimo, base nava le e sede d i arsenale. Un cana le nav igab ilc: la un isce a Leningrado d i cui è il baluardo d ifensivo. C. costituiva una speciale circoscrizione militare. Le fortificaiioni di C., iniziate da Pietro il Grande intorno a l forte cli Crons lot, da lui conquistato s ugli Svedesi furono accresc iute e perfezionate dai suoi successori, così che sul principio del secolo XX comprendevano 30 forti e batlerie, di cui 14 su terraferma, 9 a dom inio del canale setten trionale e 7 <l i quello merid iona.le.

La Rivoluzi<me a Cro11-sradt. Durante la guerra mond iale C. non era base della flotta da guerra, ma. vi si trovavano le na.vi scuola con circa 3000 reclute di marina. Vi erano inoltre, r iuniti in compagnie, n umerosi marina i anziani, sbarcati per cattiva condotca. o reduci dai battaglioni di disciplina o dalle prigioni. Comandante in capo e gover natore m ilitare era l'am mir. R . N . \1/iren, il quale disponeva di pocbi ufficiali del servizio attivo e d i numerosi richiamati, poco pratici e di scarsa autorità. Comanda.va le scuole il vice ammir. A. D . Sapsai. L a propaganda i·i voluziona ria., iniziatasi sul pr incipio del 1915, ottenne rapid i l'isulta ti. A metà di marzo s i iniziò il movimento: il 13 i ribelli invasero e devastarono il tribunale militare marittimo e l'arsenale, e l'ammiraglio Wircn venne ucciso a fucilate mentre stava a rringand o la folJa dei marinai per indurla a rientrare nella disciplina. Il 16 fu arrestato condannato a morte e fucilato il contrammir. A. Dutakov, che aveva rifiutato d i r iconoscere il nuovo governo. Gli ufficiali vennero uccis i o chiusi nelle prigioni. Conquistato il pote re d a i bolscevichi, la flotta del Baltico assunse atteggiamento apertamente ostile al governo e ai Commissari del popolo, tanto che si organizzò un piano per occupare Pietrogrado. Il governo rivoluzionario iu tervenne e, sotto la direzione di Trotzky in persona, spense ogni tentativo colla condanna. a morte del capitano di vascello Stchasny che l'aveva organizzato. Crosa (Costantino). Medaglia d'oro, n. a B ieJia, caduto sul Piave (1889-1918). Ufficiale di complemento, richiamato in servizio per la guerra., combattè dapprima in Trentino col J 62° fanteria; promosso tenente, fu tra sferito a l 201• regg. (brigata Sesia), nei qua le rimase anche dopo la promozione a capitano. Sull'I son1.o, sull'altipiano di Asia.go, sul Carso, a Gorizia, sul basso

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Pia.ve, il Crosa diede belle e ripetute prove di ,,alore, suggellandone la. serie gloriosa con una morte eroica. La motivazione di medaglia d'oro dice: « Sotto il violento bombardamen to nemico, con sian-

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c io mira bile, recava.si ad occupare un caposaldo di eccez iona le importa nza, col compito di d ifenderlo fino a ll'estremo. Ed il compito assolveva in modo impareggiabile, mantenendosi incrollabile per quattro giorni di a ccaniti combattimenti, e r espingendo sempre il nemico soverchiante. Rimasto con pochi uomini e attaccato da ogn i parte, trovava ancora tanta energia da ingaggiare un' impari lotta con I' avversario irrompente e lo fiaccava definitivamente, ma consacrava la vittoria col cosciente sacrificio della. propria vita. Fulgido esempio di eroismo, spirò dich iarandosi contento di avere, ancora una volta, reso fatto compiuto il motto: « D i qul non s i passa! ,, (Molino vecch io (Piave) 15-18 giugno 1918).

Crosio ( Vi11ce11zo). Generale, n. a Vimercate, m. a :\lilano (1831-1898). Prese parte alla campagna del 1848 quale volontario delle (ruppe lombarde e/ nominalo sottotenente d i fanteria, partecipò al le campagne del 1859, 1866 e 1870. Promosso colonuello nel 1882, comandò il 78° regg. fanteria. e il distretto mii. di Ravenna; collocato in P . A. (1888) raggiunse nel 1892 il grado cli magg. ge nerale nella riserva . Crotti di Costig liole (Miclt.ela11gelo). Generale, n. a Saluzzo, m. a Torino ( 1776- 1861). Si laureò in legge ma entrò su bito nell'esercito come so l tot. del rcgg. P iemonte e partecipò alle campagne contro la Francia del 1792-1796. Nel 1799 passò al servizio del1' ,\ ustria e poi della Francia. Nel 1814 tornò ncll'escr-


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CSA e ilo piemontese, dove sostitul le onorificenze guadagnate all'estero con la croce dell'O. M. S. Partecipò nel 1821 alla repressione dei moti costituzionali e divenne nel 1825 colonnello comandal'lte i cava.llcggeri Savoia. 1fagg. generale aiutante di campo del Re Carlo Alberto nel 1831 e ten. generale comandante la divis. militare di Genova (1837), nel 1841 ebbe il comando delle guardie del Corpo e nel 1848 fu collocato a rìposo. Ne! 1850 venne insignito del Collare della SS. Annunz.iata. Crotti di Cofigl·iole Pietro. Generale piemontese. Sottotenente di fanteria nel 1777, partecipò alla guerra contro la Francia. Promosso colonnello (1831), d ivenne governatore della città. e provincia di Sassari, governo che tenne anche colla promozione a magg. generale (1833). Ne! 1836 fu collocato a r iposo. Crotti De Rossi di Costigl·iole conte Alfonso. Generale, n . a Costigliole Saluzzo, m . a Tori no (1833-1895) . Sottot. di cavalleria, nel 1853, partecipò alla guerra di Crimea (1855-1856) ed alle campagne del 1859 e del 1866 e promosso colonnello nel 1877, comànclò i-I r egg. cli cavalleria .Montehello (8°). Raggiunse nel 1884 il grnclo di magg. generale e resse successivamente i comandi delle brigate cli cavalleria 6" e 1•.

Crova di Vagi io {barone l.Aiigi). Generale, morto nel 1836. Alfiere di fanteria nel rcgg. Casale (1772), passò alla Legione degli accampawenti poco dopo. Co• lonncllo nel 1814, ebbe il coma,,clo della città e provincia di Acqui e nel 1817 la promozione a magg. generale. Croy (d1,ca Carlo Alessat,dro). Generale francese e ocrittore del sec. XVII. Fra le sue opere: « :Memorie di guerra sulla storia dei Paesi Bassi dal 1600 al 1606 ». Crozat (marchese L1<igi). Generale francese, m. nel 1750. Servi contro i T urchi sotto il principe Eugenio e

poi in Germania e in I talia, partecipando anche all'assedio di Cuneo (1744).

Crusebjorn (Gaspare di). Generale, m1I11st:.ro della guerra e scritto re svedese (1843- 1904). Dal 1872 al 1882 fu insegnante alla Scuola di guerra cli storia ed arte lllilitarc e nel 1899 fu nomiuato mi_nistro della guerra. F ra i suoi scritti meritano speciale menzione: « Sguardo e considerazioni sul l'organ izzazione dcli' esercito )) ; « Studio sull' impiego del personale e delle risorse m il itari della Svezia ». Csaky (conte Carlo C. di Koeroesszegh e Adorjan). Generale ungherese, n. nel 1873. Uscito da.li' Accademia Ludovica e rim ase 1 presso l'esercito ungherese durante tutto il servizio militare. Frequentò la Scuola cli G uerra a Vienna e fu professore della

csa1,;y·

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Scuola centrale di equitazione honvéd. Nel 1914 fu ca.'l)O di S. ]VI. d'una divisione di cavalleria e venne fe-

rito al fronte r usso. Prestò servizio al m inistero ungherese e nell'anno 1917 tornò al fronte di Bukovina. Andò in riposo nel 1919. Nel 1923 fu nominato xnini$tro della Difesa Nazionale nell'Ungheria e promosso generale di cavalleria.

Csako. V. Colbacco. Csorna. Borgata. dell'Ungheria sul Tibisco. . Combatti-mento di Csoma (14 giugno 1849). Appart iene alla guerra destata. dall' insurrezione ungherese. Verso la metà del giugno 1849 l'avangu·~rdia del I C. d ' A. austriaco, agli ordini ciel gei1. Wyss, su due colonne procedeva verso Kapuvar e C. Truppe ungheresi che stavano intorno a Ra.ab, comandate eia Kmety, passando attraverso Zufall, vermero a trovarsi di fronte alla mezza brigata Wyss in C. ed attaccarono decisamente pe1· sopraffare il nemico di sorpresa. Però la. sorpresa non r iuscì cosicchè il Kmety, dovette ripetere l'attacco con un'intera divisione sul debole distaccamento austriaco. Gli Ungheresi mossero contemporaneamente con una _colonna contro C. e con una seconda a sinistra girando il fianco elci distacca.mento Wyss in modo da sbarrargli la r it irata. Le due colonne riuscirono a dar l'assalto sboccando su C. Il tentativo degli Ungheresi di accerchi-are il paese venne sventato da una carica. di ulani, cosicchè il distaccamento· Wyss potè riordinarsi sotto la prote.,ione del I corpo presso Bo Sarkany. II magg. gen. ,~1yss tutta.via vi lasciò la vita, e caddero da parte austriaca 12 ufficiali e 246 u. Csudafy Wunder (Nob,:/e di W11-nderburg, Michele). Generale, n. ad Agria (Ungheria) nel 1827. Sottotenente di fanteria dell'esercito austriaco, nel 1848, combattè nelle -file insurrezionali unghcr; si nel 1849 e riportò per questo, nel 1850, una condanna a 16 anni di arresti in fortezza. Liber.ato nel 1856 in seguito ad amnistia, si arruolò nel 1860 nell'esercito del l'Italia meridionale combattendo da maggiore agli or.clini del generale Ti.irr ~ da tenente colonnello nella Legione ungherese, guadagnandosi una mcd. d'argento. Nel 1862 en trò nell'Esercito It.alia.no col grado cli ten. colonnello, e, dopo aver partecipato alla campa.g na del 1866, fu promosso colonnello ( 1867) e nominato comandante del 16° fanteria. Comandò quindi la 24" brigata ed ebbe la nomim, ad aiutante di campo onorario di S. M. il Re, e, da magg. generale (1878) resse il comando della 20• brigata e della brigata Ravenna. Collocato a riposo nel 1892, raggiunse, nel 1895, il grado di ten. generale nella. riserva. Ctesjfonte. Ant. città. sulla sr. del Tigri, a 27 km. da Bagda<l. Fu la capitale dei Parti, e poi dei Sassanidi. Traiano la prese nel 107, dopo avervi sconfitto Cosroe. I. Assedio di Ctesifonte ( 198 a. C.). Appartiene a.Ila guerra dei Romani contro i Parti il cui re Velogese IV aveva invaso i domini romani dell'Asia d urante la. guer-


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CD Turchi -

Inglesi

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di grosso calibro, 1 a cavallo, 3 regg. di ca.valleri.a: in tutto 14.000 combattenti) e con alcune cannoniere sul Tigri, rimontò il fiume verso C. p rovenendo da Kut e! Amara. I Turdh i avevano occupato C. costruendovi due lince di trinceramenti : erano a l comando di N ur ed Di n e disponevano d i tre divisioni (35", 38", 45'): in tutto 13.400 u. con 31 cannoni, oltre a un numero infinito di cavalier] irregolari. In marcia verso C. era la 5 1• di.vis. (5800 u. con 6 cannoni). Sul fiUJUe, i T urchi avevano posto uno sbarramento. Il gen. Tounshen d d ispose pe l'attacco le p roprie truppe su quattro colonne com'è indicato nella cartina; ciascuna delle colonne A, B, C, composta di una brigata di fanteria; la colonna S compre.i1dente quasi tutta la cavalleria; l'artiglieria ripartita fra le varie co. ~$,. lonne. L'attacco alle posizioni turGEN.DELAMAIN che ebbe inizio alle 6 del mattino del 22 novembre e a lle 8 Hamilton e ]'vlellis premevano fortemente sulla s inistra t urca, costringendo la 45" d i.vis. a ripiegare sulla seconda linea. Alle 9 anche le colonne Delamain e Hogton pronunziava.no l'attacco frontalmen te, mentre le cannoniere inglesi erano arrestate allo sbarramento, protetto dalle artiglierie della 35' divis. turca_ La colonna B e la colonna A cacciarono dai trinceramenti della p rima linea la 45" di.vis. La colonna C . non riuscì a rompere il fronte della 38" divis. turca. Verso le ore 10, l'at~acco cen trale riuscito costr ingeva a nche la 38" di;,is. a r ipiega.re sulla sc,concla linea. Il comandante turco, subito dopo mezzogiorno, fece eseguire da 13 bgl. un contrattacco vigoroso, che respinse gli Inglesi e rfoccupò le prime linee già. perdu te: alle 16 tUl ritom0 offen~ivo degli Inglesi li rendeva nuovamente padroni delle contese trincee. A qu esto punto gli avversari si arrestavano spossati da otto ore d i lotta : gli Inglesi avevano pe1·duto 4000 uomini, e la notte interruppe il combattimen to . Fortissime perdite avevano subìto anche i Turchi, i quali nella notte si orga11izzarono fortemente nella loro seconda linea, e il giorno seguente, nel porneriggio, mossero nuovamente contro le truppe inglesi, giungendo a contatto con esse

COL1A ..

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ra civ i le tra i due pretenden ti al trono imperia.le di Roma, ç lodio Albino e •L . Settimo Severo. Devastati i dintorni della città capitale, Severo, dopo lunga lotta, mal grado le malattie contagiose scoppiate nel suo esercito, assediò nell'inverno del 198 Ctesifonte. Velogese riuscì a porsi in salvo con_ pochi cavalieri nell' interno del paese, ma la -sua città, presa d'assalto, fu tea tro d i orribili stragi e di saccheggio; 10.000 persone rimasero prigioniere·; gli a ltri, uomini, donne, fanciulli, vennero uccisi. II. Assedio di Ctesifonte ( 637). Appartiene all'epoca delle conquiste musulmane. La città, assediata da 60.000 Arabi, fu difesa da,i Persiani, i quali durante varii me-si che durò l'assedio eseguirono vigorose sortite, difendend~3i fino a.gli estremi. Infine, verso la metà dell'anno, il re persiano Iesclegerd UI abba.ndonò la città che era stata per 300 anni sede dei Sassanidi e si rifugiò nelle mon tagne de lla :Media. G li Arabi sterminarono gli ultimi difensori e fecero un enorme bottino. La città, devastata, non risorse più e andò -i n rovina. \

III. Ba.ttaglia rl-i Ctesifonte (1915). Appartiene a lla. guerra mondiale, e fu combattuta fra. gli Inglesi e i Turchi, i quali le diedero il nome d i battaglia di Sehnan Pak. II gcn. inglese Townshend, con la sua --c1ivis. rinforzata ( 4 brigate di fanteria, 3 btr. da campagna, 2

a tarda sera. L'operazione non riuscì e i 't urchi si ritirarono sulla loro 2" linea.. I l 24 passò scn7,a lotta, e il 25 il gen. Townshend, sgombrati onnai tutti i suoi fe.

riti, ordi nava la. ritirata su K ut el Amara, che raggiunse, molestato continuamente dal nemico, il 3 dicembre, venendo quivi assediato dal nemico. (V. Kut et Amara).

Cuba (ho/a. di). E' la maggiore isola. delle G randi Antille nel Golfo d el Messico e costituisce uno Sta-to indipendente con capitale Avana, sotto l'alta sovmnità. degli Stati Uniti cl' America. H a unR superficie di k mq.


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1'18.833 e una popolazione di 1 milione e 600.000 abitanti. Scoperta · -.....-- · da Cristoforo Colombo il 27 aprile 1492, conquistata nel 1511 d a D iego Vclasquez, Cuba r imase semcAloy pre possesso spagnuolo. Solo nel lii .Bcv,es 1820 cominciò a sorgere, poco att ivo e scarso d i seguaci, il partito dc l!'iJ1dipendenza., segretamente ·sostenuto fino da. quel tempo, dagli Stati Uniti. Isolati, poco importanti e tosto soffocati furono i mo-ti rivoluzionari fino al giorno in cui. non avendo il governo spagm10!-:, voluto prendere in considc.razione reclami portatigli da una comm iss ione cuba11a, scoppiò la prima _rivoluzione, dura,ta da l 1869 al 1873. Soilo nel 1876 h Spa.gna potè 'nterven ire efficacemente, turbstta prima da torbid i intern i, man.dan<lG il 1n.1.rescistllo Mar tinez Camµos , clic nel convegno di Zanion (10 febbraio 1878) riuscì a negoziare la pace s borsando >ti capi ribelli 17 milioni di reali. N cl 1880 fu abolitJ. l?. schiavitt1 dei neri e nel 1884 la ,:gita una costituzione. Non contenti i patriolti cubani, capitanati ~ (/vari/ere 1en. spa!Jn/0 da Antonio Macco e da José Marti, suscitati e aiutati dagli Ame~ ricani, avanzarono n uove pretese, e siccome la Spagna stava per con❖-❖ cedere una più larga autonon1 ia . . .' _- : ,: : ..~ ; .. 1!!rn!l1lmtlJT! /i-/ncer: (gennaio 1895) ini?.iarono le osti. . lità. rores!e L a Rivoluzione Ct.bana (1895·• •, hàalagion/ 1898). Gli Spagnuoli prescrn subito d isposizioni per combattere la r ivolta., che terminò con ·la guerra Ltnea rnr1.ifl C(t1,a Maricl- ArLcmisa-Mt1,i:rna ('1808) Ispa,w-amer-icana (V.) e s i può d ividere in tre periodi, d ai generali che si succedettero nel eccezion fat ta per i capi, mentre la regione orientale comando de lle truppe spagn uole : l'viartinez Ca.m pos er>t nuovamente organizzata in tre suddivisioni, sotto i (aprile 1895 - gennaio 1896) - Weyler (febbraio 1896 generali Salcedo, Lacbambre e Sua.rez Valdes. In un ottobre 1897) - Bianco, fino all',a.bbandono della cocombatti.mento d i Dos Rios, gli Spagnuoli il 19 maglonia.. gio sconfissero gli insorti u ccidendo J osé Marti che li Nel p rimo periodo le bande insorte, comandate da comandava; il 23 giugno li dispersero nuovamente a :Maceo, f urono raggiun te da )fossimo Gomez, proclaSan José, e così il 12 luglio a Vista Hennosa, il 27 a Cacao. Sui p rimi di luglio il generalissimo spagnuolo malo il 26 aprile generalissimo d ell'esercito (( libertador de Cuba)) , Questi d ispose che le proprietà di tutti codispose un movimento concen trico per atta cca.re gli iiisorti riuniti nella zona di Bayamoi dove gli Spagnuoli entrarono jl 13 dopo avere ba.ttuto gli insorLi a Pa!">t· lejos. Cadde nel lo scontro, fra gli altri, il comandante della colonna, gen. Sa.ntolcides. Sorgevano intanto nuove m inacce da parte d i Gomez, mentre, le forze spagnuole raggiungevano i 76.000 u. in settembre (58 hg!. di font, 3 di fa.nt. di maTina, 26 sqdr. di c~val!eria). Nel frattempo Gomcz, varcato il rio Cauto, si era. portato nella prov. orient>tle, sfruttandone le a bbondanti Ban<l!era Strmma risorse; anch'egli aveva diviso le sue truppe in tre d iloro che non parteggiavano per ribelli fossero sacchegvisioni (gen. Yiaceo nei territori di Santia go dc Cuba, giate e date alle fiamme. I partig iani (circa 4000) in iGuantanamo e Barroca; Bartolomeo Masso e J osé R-abi z iarono subito una guerra senza. quartiere ne lla provinin quelli della parie oricnt1Lle della. prov. di S,mtiago; cia orientale; .Martinez Campos, incaricato di conciFrancisco Borrero a lla d ifesa della sua parte set tcntrioliare le cose, promise agli insortì gencnlle a.n1nistia, n a le). A Porto P rincipe s i 1,iuniva (13 settembre 1895)

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il primo parlamento della Repubblica Cubana, ohe nominò presidente Sal\Oatore Cisneros. In novembre cominciò su tre colonne l'avanzata degli insorti invano t:ontrastati dalle colonne spagnuole con marce e contromarce inutili ed estenuanti. li maresciallo Martinez Campos fu sostituito dal gyn, Weyler, che giunse a ll' Avam1. nei primi del febbraio 1896, iniziando una lotta a oltranza, metodicamente condotta, contro i r ibelli. Media..>1.te la linea fortificata Jucaro _ Ciego de Avila lvioron (lunga 60 km ., la.rga da 60 a 400 m., intervallata da 15 blokhaus a 4 o 5 km . l'uno dall'altro, raffor-

DisLinLlvo del veli vol1 cubani (Stella bianca In triangolo rosso e ccr-clllo azzurro) zata da opere intermedie e da tre campi di truppe oltre le guarnigioni di P iedras, la Redonda, Ciègo e Do.minguez, illuminata d i notte da ì0 p roiettori clett1,ici, guemit'<L SUI! davanti da 400 tor pedini elettriche e seguita per tutto il s t10 percorso da una strada ferrata che permetteva: i rapidi spostamenti) e quella Majana Ariemisia - Mariel ( 30 km.) costituita da una larga pista fiancheggiata da profon di fossati, murnita di ampi reticolati di filo di ferro con bocche da lupo, blokhaus e riflettori, presidiata da campi d i truppe, riuscì a dividere e a isolare in tre grup)}i gli insorti ; quello di Maceo nella prov. di Pinar del Rio, quello di Calisto Garcia in q uella di Sant iago, e quello d i Maximo Gomez a l centro. Per combatterli organizzò in principio tre C. d'A . (ge,1. Ahu.mada, 21.000 u. ; gen. PLLndo, 18 .000 uom ini ; gen. Barges, 15.000 u.). Giunti nuovi rinforzi affidò la posizione Mariel-Artemisa al gen. Arolas : quella di Jucaro-Moron a l gen. Bazan e la prov. di P inar del Rio al gen. Gonzales lV!unoz, ciascuno con una divisione. In più truppe mobili agivano nei territori di Avana, Matanzas, La V·Hlas, Pucrto PJ·incipe : in tutto 124.000 u. Contro queste forze e questi osta;coli, stavano i r ibelli, d ivisi in cinque gruppi, forti complessivamente d i circa 45.000 combattenti. N éllo svolgi.mento del suo progran1ma di repressione, che doveva compiersi in due anni (1896 e 1897), il generale Weyler cominciò col destinare tre divis. alla prov. di P inar del Rio, colle quali, nella seconda quindicina di giugno, presidiate saldamente le pos izioni organizzate, costituì tre colonne mobili ottenendo che le forze di Maceo si disorganjzzassero e si disperdessero. Lo stesso Maceo, battuto cogli avanzi dei suoi in numerosi scontri, avvolto dalle colonne spagnuole che da ogni parte avevano stretto intorno a lui un cerchio di ferro, costretto, sulla fine d i novembre, a subire il combattimento, cadde mortnlmente ferito e morì poco dopo. Pinar del R io era completamente paci,ficata. Nel le altre parti dell'isola si ebbe una disordinata lotta di guerriglia fatta di scaramucce, di colpi di mano, di rapide incursioni dei ribelli e di tenace ma slcga,ta az:ione di colonr,e mobili spagnuole. Nel gennaio 1897 il gen. We:y,ler iniziò la -seconda parte del suo piano, questa volta contro Gomez, men tre Calisto r imase inatt ivo nella circoscrizione orientale. Il 7 d icembre 1896 e il 14 gennaio

1897 s i combattè presso il Rio Buey e all'incrocio delle strade d i Bayamo e di Cauto. Indi gli Spa.gnuoli dovettero segna.re due gravi insuccessi : la presa di Victoria dc Las Tunas per parte delle bande di Calisto Garcia e d i Rabi, e la perdita di Guis,1., piccolo villaggio dove, per la sua posizione importante, era tm presidio d·i 140 uomini che venne quasi totalmei1te massacrato. Nel centro dell'isola Gomcz, spinto lentamente neHa provincia di Santa Clara, non aveva più via di scampo: il generale Weyler, che disponeva allora di circa 200.000 u., attendeva che la stagione delle piogge terminasse, per gettarlo sotto l,1. linea fortifì.cata Juoaro-:Moron. Intanto in Spagna, caduto vitti.ma di un attentato il Canovas de Castil•lo, presidente del governo conservatore, fu nominato un governo democratico in persona del Sagasta, il quale impose per C. la immediata concesSJione dell'autonomia. Il gen. Weyler, che con fermezza talvolta eccessiva e crudele, era r iuscito quasi a domare la rivoluzione, venne r ichiamato. Sperava la Spa.gna di calmare l'opinione pubblica americana, vivamCJ1te eccitata dalle pubblicazioni fatte sulla insurrezione, e di troncare ogni velleità di intervento da parte del nuovo presidente 1'fac K inley. Va.ne speranze, poichè il nuovo console generale inviato ali' Avana, iniziò immediatamente, p iù aperta e più attiva, la politica che doveva impedire ogni pacificazione. Il nuovo capitano generale, Blasco, emanò un proclama nel quale dichiara va d i avere la m issione di stabilire il governo autonomo sotto la sovranità. della Spagna, di concec!'ere lar·ga amnistia ai ribelli, di proteggere la popolazione, di severamente assicur are la tranquillità contro chi non si fqsse sottomesso. Gli insorti non accettarono le proposte e la lotta continuò. Respinto di posizione 111 posizione, Gomez nel gennaio 1898 era om1ai l·idotto agli estremi e l'ultimo colpo stava per essere dato alla insurrezione, quando ( 15 febbraio) sopravvenne la catastrofe del · e< .Maine >>, incrociatore americano che si trovava nel porto di Avana e ohe saltò in aria. L'avvenimento, attribu ito dal governo americano a un attentato, fu la causa determinante della guerra Ispano A1nerica11,a (V.) che ne segu ì e terminò col Trattato di Parigi (1898).

Esercito di C..ba. Il territorio cubano è diviso in 8 circoscrizioni militari. Le forze della repubblica sono cos\ ripartite: 6 regg. d i cavalleria, 4 bgl. di fanteria, 3 bgl. d i a rt. da costa,, 1 btr. d'art. d a campagna, 2 btr. d'art. da montagna, 38 sqdr. di genda.rmer.ia, 1 cp, gen io ferrovieri, l cp. genio zappatori, 1 cp. radiotelegrafisti, 1 cp. telegrafisti, 1 sezione d i aviazione, servizi. Gli effettivi sono di 657 uff. e 11.800 u. d i truppa. TI servizio in tempo di pace è volontario, con fem1a di 2 anni: in tempo di guerra tutti i cittadini fra i 18 e i 45 anni sono obbligai.i a prestar servizio. C'è inoltre un corpo d i « Guardia rurale)), su 42 sqd.r. (circa 5000 u.ì per il mantenimento dell'ordine pubblico. .lvfarina di Cuba. La flotta consta d i due incrociatori protetti di circa 2000 tonnellate e 18 miglia di vclocità, di S cannon iere, cli 1 trasporto :u-mato e 12 piccole navi da pattuglia. La fc rza complessiva del personale deWArmata è di 144 ufficiali, 25 cadetti e 807 marinai.

Cubitier a . Quella parte rnc-

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Culatta rii ('annone (li g-rosso calibro con cuc-cblaia cli car1came1110 (in basso a Sinis tra) ta llica dell'armatura che serviva a r iunire, all'altezza del gomito le due parti del bracciale e pennetteva a ltresì al braccio d i p iegarsi. Col nome però di gomitiera, fatta di cuoio bollito, si usa. ancora oggi nelle sale cli scherma. per difendere il gomito dai colpi di taglio della scia bola.

Cucca (Cainillo). Generale medico, n. a Brusciano 11el 1829. Entrato in servizio nel 1852, fu ispettore medico nel 1391 e direttore del servizio sàJ1ila.rio al Mi11istero della Marina dal 1891 al 1393. Cuccetta. Sulle navi da. guerra è il letto degli ufficiali e sottufficia li. E' formata da una. cassa retta.ngolare senoa. coperchio, con un telaio di rete metallica o di tela. che sostiene il materasso. Sulle navi pili grandi si tende ad abolire le cuccette, s istemando veri e p ropri lettini piì1 comodi, i quali si prestano meglio a lle pratitic-hc cli nettezza.

Cucchi (Francesco). Patriolta, n . a Bergamo, m . a Roma ( 1834-1913). Partecipò a.Ila. campagna del 1859, a quella dei M ille, a quella del 1866. Prépasò l'insurrezione a. Roma. nel 1867. Ebbe incarichi diplomatici importanti fra. i quali quello del 1870 a Berlino, in cui ottenne l'adesione della Prussia. alla spedizione su Roma. Fu deputato per Zogno e Sondrio da.Ila IX alla XVII legisla tura e senatore nel 1892. Cucchiaia. Strumento anbico di rame a forma. di grande cucchiaio, innastato ad un bastone di legno. Si riempiva. di polvere e si introduceva. n ell'anima del pezzo, mandando la carica nel fondo. Il sistema, scomodo e lento, di caricare le artiglierie colla C . è primitivo e durò relativamente poco tempo, essendo stato sostituito p rima dal sacchetto e poi dal cartoccio.

C1<cchiaia. è anche chiamata q uella parte di forma concava che, nei fu cili a retrocarica a ripetizione moderni. trovasi sotto I' apertura d i caricamento e colla punta contro il serbatoio delle cartucce. Serve a chiudere il serbatoio stesso e, quando· essa è in posizione oriuontale; quando viene abbassata, nella parte anteriore, serve a ricevere una car tuccia. da introdurre nella. camera. ; neL la sua parte posteriore gira attorno ad un perno.

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Cucchiaia di caricamento. Nelle grandi artiglierie, per permettere il ca.ricamento del proiettile, è necessario un organo speciale che presenti il proietti le stesso a l di dietro dc,lla culatta del càrulone, quando l'otturatore è -aperto cd in corrispondenza del c;alca,toio : questo orgàJ1o si ch iama << cucchiaia d i caricame11 to ll . Ve ne sono di varie forme, ma le più usate consistono in semi cilindri metallici appoggia ti sopra mensole ruiicolate che permettono alle cuccl1iaie stesse di passare dalla posizione laterale d i sgombro a. que lla centrale dietro il CaJmone, e che possono sollevarsi ed abbassarsi accompagnando i movimenti della culla, in modo da essere sempre in corrispondenza de l can none, qualunque sia. l'elevazione d i questo. Quando il car icamento rid cannone avviene in posizione fissa, (in generale 4~ cli elevazione) anche la cucchiaia è fissa corrispondentemente a detta posizione. Le cucchiaie vengono mosse idraulicamente, o elettricamente, o a mano, a seconda del calibro del cannone. PortàJ1o alla parte àJ1 teriore un'appendice di bronzo ab-


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battibi-le, la quale, automaticamc11tc, va ad adagiarsi su i pani a vite dell'aJloggio dell'ot turatore nei quali s i avvita l'otturatore stesso. Senza questa appendice, il proiettile, a ll'atto del caric,v,unento, strisòando sopra i pani di detta vite, rovinerebbe l'impanatura e non sarebbe più possibile ch iudere l'ottu ratorc.

Cucchiari (Dmnerrico) . Generale, n. a Carrara, m. a Livorno (1806-1900). Laurea.tosi in giurisprudenza, scoppiati i moti del 183J, s'arruolò nella guardia mobile e seguì il gcn. Zucchi. Esulò poi in Francia e in Portogallo ove s'arruolò nell'esercito di Don Pedro. Nel 1835 passò a l se rvizio deWa Spagna contro i Carlist i e segnalandosi in vari combatti men ti, v i rimase s ino ,LI 1841 d ivenendo ten. colonnello. Nel 1848 accorse in Patria ; a Modena fu n omina to colonnello cd ebbe il comando ge11erale delle truppe -poste a d ifesa della. linea del!' Oglio; passò con le truppe modenesi sotto il gcn. Dc Sonnaz e diresse i due atta.echi contro Volta del 26-27 luglio. Ebbe in premio il comando del 4° regg. fa nteria. col quale si d istinse nel 1849 a Novara meritandosi la medaglia d'·argento. I\'lagg. genera le comandante ltt brigata Casale nel 1855, nella campagna del 1859 coma ndò la s• divis. e la sua in trepida condotta a San I\fa_rtino g],j valse la. promozione a ten. generale e la croce cli gr. uff. dell'O. M . S. al comando del III C. d 'A. Nel 1860 fu eletto deputato di Carrara e nel 1865 nominato scna.tore . Comandò i d ipa r timenti mii. 1° e 5° e partecipò alla campagna del 1866 a l comando del II C. cl' Armata.

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mente il taglio dei fili e continuava nel suo ero ico tentativo fincbè colp·ito da nut11ita scai·ica di fucileria." nemica vi lascia.va gloriosamente la. vita.» (Podgora., 24 giugno 1915).

Cucchini (Fra1tcesco). Ammiraglio, n. a Udi.ne nel 1871. Entrato in servizio nel 1886, fu collocato in P . A. e promosso contrammiraglio nella riserva. nava.Je nel 1923. Cucco (K1tk). Nome generico che vuol d ire picco, monte, frequente nella. nostra zona di guerra.. I p iù noti sono il monte Cucco di Plava. (<1. 611) che fu conquistato nella batta,glia. del maggio 1917 e quello su ll'altipiano della Bainsizza ( q. 711) conquistato durante l'offensiva. d'agosto dello stesso :umo. Cucha-Cucha. Località del Chile, presso la Cordillera delle Ande, teatro di combattimento nel qua.le (22 f ebbraio 18J 3) il rnagg. Las H eras, appartenen te a l corpo del gen. }falca.re che aveva valicato le Ande, battè un distaccamento spagnuolo. Cucì na. Nelle caserme si dispone possibilmente presso i refetto,,i per la truppa. Dal sistema di fornellt tipo Chouma.ra, si è passato a quello Balsanello, ed oggi varii sono i modelli da no: costruiti, non sola.mente per l'economia nel combustibi:lc, ma sopratutto per ottenere una riduzione nelle spese d 'impian to e d i manutenzione, la d urata delle pentole e simili. Alla. C. deve essere unito

Cucchiari Guruami-i.. :Med aglia d'oro, n. a San G inesio, caduto sul Poògora. ( 1894-1915). E' uno dei nostri primi, umili fanti decorati d(ll!a massima distinzione al valore nella grande guerra. Discendeva da: gen. Domenico Cuccbiari. Studente di pittura. all'inizio della guerra, lasciò gli studi per arruolarsi, e destinato quale disegnatore ad un u fficio di fortificazioni, ohiesc ccl ottenne di r ientrare al suo reggimento, tra le cui fik· trovù morte gloriosa. Ecco la. motivazione cli medaglia d'o;-o,

c ucina mobile da campo somer;g-ia.llilc

\\ Costante fulgido esempio d i valore e tenacia, incaricato, con a.Itr i, del t,,glio elci reticolati nem ici, si d irigeva verso i rebicolaLi s tessi con indomito coraggio e ne iniziava il taglio servendosi delle pin7.e. Fatto segno, dlL vicino, a. violento f uoco che gli spezzava la p inza fra le mani, si mantenne ca.Imo e sa.Ido a.I proprio posto, finchè non gli fu ordinato cl-i a.rrctra.rs i. Dopo circa un'ora, pur sa.pendo che l avversario era sèn1pre vigile, usciva c9n un'altra. pa.t-tuglia a ritenta.re la per icolosa operazione e, p rimo fra tu tti, con impareggiabile ai·dimento, raggiungeva ,i rcbicolati, togliendo - dagli stessi un ca,mpancllo d 'allarme. E benchè non a11cora ragg iunto dai compagni inizia.va n uovamente ed in trepida-

u n r ipostiglio per deposito viveri della giornata, con magazzino pel combustibile un ripostiglio per cenere ccl ossa, un ceppo per spaccare la legna , banchi mob ili per tagliare le razioni. La C. è dotata d,i tutti g li utensili necessa ri per la confezione e la distribuzione del ranc io. Al servizio sono addetti un caporale ' maggiore, capora ,l i di cucina e soldati ra.ncieri, scelti fra quelli che hanno speciale attitudine: a questo ser vizio. l i graduato tiene in custodia i viveri prelevati clall'uf.fìciale d i vettovagliamento, sorveglia la. prepa razione, la cottura e la d istr ibuzione del rancio, sotto la vigilanza ckl l'ufficiale di picchello o d i giornata .

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La eucina rii un !JatLagllone nel bosc hi dello ZelJio

C1tcine n egli stabili11wnti di sa,vità. Negli ospeda li militari i l persona:le d i C . ha l' incomben7,a d i p reparare gli alirncoti per gli ammalati p rescritti nei relativi registri dei vari reparti. Quando a l servizio d ella cucina e dispensa non siano assegnale religiose infermiere, il capoi-aie, che in taJ caso è addetto alla cucina, r iceve dalla dispensa, volta per volta, i generi occorren ti per la composizione dei cibi, ed è responsabile della loro regolare cottura, i ntegro impiego cd equa Tipart izione. Nelle u nità sanitarie e mobili d i campagna esistono, presso a poco, gli stessi u tensili di cucina. in uso negli ospeda li territoriali, però sistemati in guisa da essere facilmente trasportati.

i n Germwia ed Aust r ia, col quale d urante le marce è possibile d i p reparare in d ue ore il rancio per 750 persone . Con uno specia le s istema cli riscalda.mento e cli chiusura ennetìca, s i possono conserva.re caldi i viveri per c irca 30 ore. Presso il nostro Esercito, in considerazione della natura del terren v e d elle situazioni varie i n cui si possono trovare i repa cti in can1pa.gna, il problema. è stato risolto con piena soddisfazione, adottando l'uso delle cucine mobili da. ca.mpo someggiabili che si possono anche tr asportare su carrette od autoveicoli. C,icina mob-ilP da campo someggiabile. Il p rincip io su cui s i basa è quello cli impedire la ra.pida dispersione elci ca.l ore dell'acqua porta·ta all'ebollizione, per impiegarlo

C11.cine f,er 3 o per 6 da ufjiciali. T ali cucine fanno pa r te d elle dotazioni cli mobilitazione e comprendono gli oggetti indispensabil i per le mense u fficiali. C11ci11e rotabil-i ed automobili. Alcuni eserciti, per scm_ plifica:re il ser vizio di vettovagliamento, banno creduto

Cucina eia campo cle!l'cser,·Ho r usso

Cucina da ca mpo opportuno di adottare a lcuni t ipi di cucine sistemate su veicoli a qua ttro od a due ruote cd a nch e su automob il i. A questo r iguardo è opJ)ortw10 r icordare il s is tema di a u locucina ideato dal clot t. Kuhn, esperimentato

per la cott ura automatica elci cibi e mantenerli caldi per qualche tempo ri nchi usi nella cuc ina stessa. Ciò a llo scopo cli poter trasportasc il rancio a l seguito delle truppe e . d istribuirlo caldo, s ia duran te la _marcia in o_c casione di lunghe .fermate, s ia. all'arrivo alla ta,ppa, sia in qualu11que a ltra c ircostanza. Si hanno quind i col s istema. delle « casse di cot tura", in confronto della marmiHa da campo mod . 1855, i seguenti vantaggi : · a) maggiore spccl itezza nelle operazioni d i preparazione cie l rancio, ciò ohe permette un maggiore r iposo a i rancieiii ed agli zappatori de i reggin1enti;


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b) economia di combustibile, cd in conseguenza maggiore facilità di trovarne in quantità sufficiente nei luoghi di tappa, o di 1ras1>ortarlo al seguito: e) facilità di preparare il rancio anche in caso di cattivo tempo. La cucina mobile da campo someggiabile adottata dall'Amministrazione militare si compone di: a) ,ma ma.rmitta di lamiera di ferro stagnato, di forma parallelepipeda. a base rettangolare e ad angoli arrotondati, della capacità da 25-30 razioni di guerra. La bocca della mannilla è circolare; attorno alla inedesima si trova un canaletto sporgente nel quale si incastra l'orlo del coperchio per la chiusura. b) un fornello che forma sistema colla marmitta, composto di una lamiera di ferro convenientemente sagomata e ripiegata in modo da costituire come una fasciatu ra esterna della marmitta; mediante incastri e bulloni opportunamente disposti, estraendo la marmitta. dalla cassa il peso del fornello fa sl che essa viene a trovarsi automaticamente sollevata da.I suolo ed in condizioni da poter r icevere il fuoco al d isotto del fornello. e) Una cassa termica in legno, foderata internamente ed esternamente di lamiera, di forma paraJlelepipcda. come la marmitta, rivestita internamente con materiaJe coibente. Il coperchio, foderato anche esso internamente ed esternamente di lamiera, è pure rivestito internamente di materiale coibente e rinforzato esternamente da due traverse di legno nudo applicate in direzione perpendicolare alla parete anteriore della cassa e ciascuna colle due estremità rivolte alle cerniere cd alla cbiusura relativa. Nell'interno del coperchio, assicurate con da.di a vite, sono appl icate due molle di lamiera di acciaio che durante la chiusura premono sui due manici della marmitta evitando che es.sa si sposti durante i trasporti. Nelle navi da guerra, i vari gruppi che ne compongono la popolazione (stato maggiore, sottufficiali, equipaggio, malati dell'infermeria) hanno mense distinte e ad ogni mensa è assegnata una C. propria. Le varie cucine sono riunite in un vasto locale, suddiviso da pareti fenestrate a mò di grata in ambienti più piccoli, uno per mensa. Sulle navi di linea prive di sopracostruzioni, la C. è situata in batteria; sulle navi minori sta in una posizione più favorevole, sulla coperta, al centro. I particolari di costruzione, la ventilazione e la illuminazione sono in generale soddisfacenti. I fornelli sono a fuoco diretto o a vapore.

Cuddalore (o Cadda,lore o Kuddalur) . Città dell'India Britannica, nella residenza di Madras. Fondata nel 1683, fu capitale della residenza francese di Madras (1746-1782). Occupata. dagli Inglesi nel 1785 fu loro riconosciuta nel 1801. Nel 1748, essendo C. in mano degli Inglesi :ti comando del magg. Lawrence, il comandante francese Dupleix, con 1200 u. dci quali 200 europei, il 27 giugno giunse presso C. e tentò di prenderla con un assalto notturno. I Francesi avevano appena apJìoggiate le scale alle mura, q uando gli Inglesi aprirono improvviso il fuoco con tanta efficacia da costringerli a rinunciare al tentativo e a r ipiegare su Pondichéry. Cuenca. C ittà della. Spagna, nella Nuova. Castiglia. E' posta su una roccia che domina la confluenza. dell'Huecar col Jucar. Alfonso VIII di Castiglia la prese

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ai Mori nel 1177; la conquistarono i Carlisti il 14 luglio 1874, nonostante la fiera resistenza dei repubblicani comandati da lglésias. I. Presa di C1,enca (1706). Appartiene a.Ila guerra di Successione di Spagna. Il ma.rese. di Berwick, comandante dei Gallo-Ispani inviò il gen. di Hessy con 2.> cp. di fanti, 2 regg. di dragoni e 3 pezzi a impadronirsi di C., difesa dagli I mperiali (2300 u. fra cui un regg. napoletano). Occupate le alture, Ilessy circondò la pia.z.za e la costrinse a.cl arrendersi. II. Battaglia di C1m1ca (1811). Durante la campagna. di Spagna, il gen. La. Houssaye ora stato incaricato di disperdere le bande a.rnmtc che avevano il loro centro a C. Battuto, a Villa del Arno, il gen. spagnuolo Gutierrez e fattolo p,,igioniero, lo stesso giorno la cavalleria. francese si prcsculÒ dinanzi a C. dove sbaragliò gli avamposti delle bande che vi erano riw1ite. G li insorti occupavano un'altura. trincerata con 3000 fanti e 400 cava.HL Il gen. francese stabilì la propr ia aniglicria. su un'altura sulla sinistra d'ondc prendeva d'iJ1Jìlata la po• sizione nemica, e ordinò alla fanteria. di caricare d i fronte alla baionetta, mentre la cavaJleria aggirava alle spalle per tagliare la ritirata. Gli Spagnuoli dopo valida resistenza piegarono; u.n bgl. si arrese, gli altri furono quasi tutti distrutti nel vano tentativo di sa.lvarsi passando il Jucar.

Cuffia (o C 1t[fia d'ar111e). Era così chiamata. una. co• pertura difensiva del capo, di maglia metallica, che aveva completamente la fonna di una cuffia. Raramente

era portata sola; più spesso sotto la celata.. Si uso m ogni tempo finchè durarono le arma ture difensive chiuse del capo. Cuffia. E' così chiamato nelle artiglierie moderne, quell'involucro di cuoio che si mette attorno alla culatta. del pezzo per proteggere dalla polvere e dalle i11temperie tutto l'apparato <li ca,ricamento, di sparo e di mira.

Cufra. Gruppo di cinque oasi della Cirenaica, sede dei Senussi, definitivamente assegnato a.Ila Colonia italiana cou l'accordo italo-egiziano elci 6 dicembre 1925, relativo al con.fine fra Egitto e Cirenaica. E' nel cuore del deserto a 900 km. dalla Costa. E' importante non solo pcrchè vi sono ricche acque, e vegetazione ristoratrice, ma anche perchè vi convc1,gono quattro fasci di carovaniere. Cugia (Carlo). Generale, m. nel 1837. Kcl 1776 si arruolò volontario nel reggimento Sardegna nel quale divenne ufficiale poco dopo e con esso partcci.p ò alla guerra contro la. Francia. Colonnello nel 1801, fu governatore di Alghero, divenendo magg. generale nel 1816. Due anni dopo fu dispensato dal servizio.


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Cugia A tulrea. Generale del sec. XIX. Ufficiale d 'artiglieria, a lla Restaurazione riprese servii,io col grado di capitano. Colonnello nel 1823, fu comandante in 2• dell'artiglieria a Genova e poco dopo comandante l'artig lieria della piazza di Alghero di cui élivenne governatore nel 1833 raggiungendo il grado di magg. generale nel 1835. C1,gia di S. Orsola Anacleto. Generale del sec. XIX, m. a, Torino nel 1852. Era sottot. di fanteria nel 1814 e nel 1837 come luogoten. colonnello comandò il 1° reggimento della br igata P iemonte. Nel 1841 comandò in 2° l'Acca<lemia Militare, e vi rimase anche come colonnello, direttore degli studii, venendo promosso maggior genera le nel 1848. I

Cugia Carlo Alberto. Genera le, n. ad Alghero m . a Milano (1816-1862). Ten. d'art. nel 1836, partecipò a lla guerra del 18S9 gua.clagnando a S. Martino la med. d'a.rgento. Nel 1860 era colonnello, comandante il 5° art. e nel 1861, promosso magg. generale, assunse il comando de ll'art. del 2" d ipartimento militare (Milano). C1<gia E.fi.sio. Genera le, n. a Ca,gliari, m. a Roma (1818-1872). Ten. d'art. l)el 1837, partecipò alle campagne del 1848 e· 1849 guadagnan_ dosi un prima medaglia d 'argCJ1to a Goito e una seconda a Novara. Si distinse durante la campa,gna de l 1859 meritandosi la croce d i uff. dell'O . M. S . e fu promosso colonnello nel 1860. R iaffermò il suo valore quale comanda.n te d ella brigata Como duran te le operazion i nelle Marche, ·ottenendo la nom ina a comm. dell'O. M . S . Nel grado di magg. gen . .resse successivamen te le cal'icbe d i d irettore per gli affari della Guerra nel Napolitano, d irettore generale di fanteria e cavalleria a l Ministero ( 1861) e d irettore superiore al :Ministero stesso e nd 1861 fu nominato Aiutan te di Campo di S. M. il Re. Com andò quindi la 10• div is. delle truppe in Sicilia e dopo aver retta la car ica di membro del Comitato Consultivo di S. M . e della Commissione permanente di difesa, nel 1863 fu nominato Mini~tro della Marina. Ten. genera le nd 1864, comandò nella campagna del 1866 1'8" divis. meritandosi la croce d i gr. uff. dell'O. M. S . e nel 1866 stesso ebbe la nomina a Ministro della Guerra. F u in seguito l" Aiutante d i Campo effettivo d i S . M . il Re, Prefetto di Palenno e Commissario straordinario di Sicilia e fu d epu tato al Parla.mento per le legislature dalla V alla XI. C«gia di S. Orsola Ca·rlo Felice. Generale, n. a Villanova Solaro, m . a Bagni di Lucca ( 1827-1891). Sottotenoutc tl'artig l-ieria ne l J 847, combattè nel 1849 meritandosi ·u na medaglia d'argento e nel 1859 guadagnandosi a 1viagcnta u na seconda medaglia d'argento. Promosso colonnello nel 1864, resse successivamente le cariche <li d irettore territoriale d 'aiiiglieria a F irenze e a Verona ( 1871)

e nel 187.3 ebbe il comando dell'8° regg. art .. Nominato aiutante di Campo effettivo di S. M . il Re nel 1877, raggiunse nel 1879 il grado di magg. generale e comandò la Brigata. Lombardia. Nel 1885 an<lò in P. Ausilia.ria.

Cugia nobile dei marchesi di S. Orsola don Raffaele. Generale, n. a Caglia.ri nel 1848. Sottotenente d'artiglieria nel 1868, fu addetto a l Consolato di ·Son.a (1886-1888). Promosso colonnello nel 1901, comandò il 1° regg. art. e nel grado di maggior generale ( 1905) resse il comando dell'artiglieria <la campagna a Bologna. Collocato in P. /\. (1909) raggiunse nel 1913 il grado di tenente genera le e richiamato in servizio ebbe nel 1915 le funzioni . di comandar1te dc1la divisione te!'l'itoriale di Ancona. Nel 1926 andò a riposo.

Cugiani (Edoardo). Generale, n. a Torino, m . a F irenze (1832-1902). Sottotenente di fan teria nel 1853, prese parte alla spedizione di C rimea ( 18S51856) ed alla campagna nel 1859 guadagnandos i a S. Martino una medaglia di bronzo. Passato nei RR. CC., fu promosso colonnello nel 1884 e resse il coma,nclo delle legioni di F irenze e di Bari ; collocato in P . A. (1890) raggiunse nel 1894 il graido di maggior generale nella riserva. Cugini (Ottor·in.o) . Generale, n. a. Taranto nel 1866. Sotto!. del genio nel 1886, partecipò alla 'g rande guerra (191S-18) e raggiunse nel 1916 il grado di colonnello al comando del 4° regg. gmio. Si distinse qua le comandan te del genio della 2• armata, meritandosi una. medaglia d'argento nelle opera.zioni di gittan1ento dei ponti sull'Isonzo per la presa d i Gorizia.. Nel periodo 1918-24 fu successivamente comandante dcl1'8° regg. genio, direttore genio d i Roma e comandante del genio del C. d' A. di :Milano. Collocato a. ripCY~o (1925) raggiunse nel 1926 il grado di generale di br igata . Cugnot (Nicola-Giuseppe). Ing. mii. e scrittore francese (1725- 1804). Costruì un tipo d i carro a vapore per la. vigilanza dolle coste. Fra i suoi scritti emergono: <( La fortificazione da cam pagna» e gli « E lementi dell'arte milita re antica e moderna ll , Oukla (del Rombotz.). Contrafforte del monte Rombon, nella conca d i P lezzo. Fu conquistato la prima volta, ii 23 a,gosto 1915, con un bell'assalto del bgl. alpini Ceva.. Il 13 febbraio del 1916 il nemico, con un- ben d isposto attacco, riusciva a, impadronirsene, ma il 10 maggio successivo, i bgl. a lpini Sailuzzo e Bassano, guid ati da l ten. col. Luigi Piglione, medaglia. d'oro, che lasciava. la vita sulla raggiunta posizione, lo ristrappavano di nuovo al nemico. Culatta. E' così chiamata quella parte delle armi da fuoco, .rafforzata, destina ta a contenere la carica oo a sopportare lo sforzo dell'espansione -dei gas quando parte il colpo. Nelle armi eia fuoco portatili primitive ed antiche la C. faceva. corpo colla canna che era in


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quel punto p ii, grossa: In seguito, specie coll'adozione della. capsula iulminame, le armi da fuoco portatili eb-

Cu latta mob ile bero la. C. chi usa a mezzo del vitone, il qua.le conteneva il luminello e costitui\'a il fondo di C. e lo si pote,·a in certo qual modo considera.re come una. cu latta mo-

Culatta di cannone di mcc110 calibro con 011uratorc aperto bile. Nelle a rmi da. fuoco portat ili moderne esistono la. culatta e la. culatta mobile; la. prima fa corpo colla. canna, rice,·e la. carica. e resiste a. questa.; la seconda sostiene l'urto del rinculo e porta tutto il congegno di

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caricamento, di otturazione e di sparo. Nelle pistole moderne a rotazione la. C. è costituita. dal cilindro e dal fondo del castello, in cui appoggia,10 le cartucce : il cilindro porta. la. carica. e J"CSiste a. questa; il fondo <lei castello sostiene l'urlo del rinculo. )<elle art. primitive ed a. retrocarica. la. C. era staccata dalla bocca da fuoco: si ca.ricava. e poi si fissa,·a contro l'anima del pci;w, Avendo però, in quel tempo, ii sistema a retrocarica d ato cattivi risu ltati per la. grossolana. costruzione delle parti e per la scarsa geni a li tà nelle costruzioni mccca.nichc, si ritornò all'art. ad avancarica. che resistette fino a circa la met:i. del secolo XTX. :\"elle art. ad avancarica. ed in quelle moderne a retrocarica la C. fa corpo rigido col rimanente del pe7.ZO: essa è rinior7.ata o colla maggiore dimensione e spessore delle pareti in fondo a:ll'anima, o con cerchiature esterne fori;ate che ne aumentano la resistenza. La. C. del ca.nnone è costituita da un grosso anello avvitato a. caldo nel tubo esterno posteriore del cannone. In essa viene praticato l'alloggio nel qua.le va ad incastrarsi l'otturatore. Essa porta. le a.ppenidici sulle quali si innestano i cilindri freni cd i ricupcratori. H a. forme d ificrenti a seconda. che il cannone ha otturatore ci lindrico oppure tronco conico oppure a cuneo trasversale, come i cannoni Krnpp . La C. è molto pesante e permette quindi di spostare gli orecchioni, ossia. il centro di gravità del cannone, molto indietro rispetto a.Ila volata, il chè costituisce un vantaggio per le grandi elevazioni (li.no a 45°) a lle qua li s i spar:0- nella guerra moderna. Alla C. è collegata. la. mensola. di caricamento ed in essi sono pratica.ti i fori degli scacciafumo.

Cu I la. E' l'organo più importante dell'affusto del cannone. Venne adottata ne lle artiglierie verso il 1880, essendo prima di allora gli affusti formati con freni. e lisce la.tera.li. L-i C. consiste in una. grossa. manica. di acciaio rivestita a ll' in terno di bronzo, nella quale viene inftlato cd assicurato il cannone, med iante anelli o chiavette. Essa porta gli orecchioni; è per mezzo suo che si

CU ii a tll nannon e Cli mcc.lio calibro

(st l'l'de il cl!lnc11·0 r icupc1·atorc a 11wlla rii s011 0)

Culatta e 01turat0re di cunnone da 30:i

danno i mo\"imenti di elevazione a.I cannone stesw..\ttaccati alla. C., nella parte superiore cd inferiore, vi sono i cilindri fren i che contengono la. glicel'Ìna e quel!i che contengono le molle di rinculo. Nei cilindri freni, (o torchi di rinculo) ed in quelli ricupera.tori (con le molle) scorrono degli stantuffi, i quali sono collegati mediante un'asta a dei risalti che trnva.nsi nel la culat-la del cannone. Durante lo sparo, il cannone tende a. rinculare, ossia. a sfilare gli stantuffi da. dentro i cilind ri. K ella posizione di riposo, lo stantuffo trovasi con la. sua


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Culla di cannone eta 3$1 con braccia di carica mento

testa contro la parte ante riore del cilind ro, e fra la testa di esso e<l il fondo del cilindro, trnvasi un liquido che in genera.le è g licerina, con percentua le di acqua distilla ta . Lo stantuffo porta una scannellatura in corrispondenza di un risalto praticato sulla superficie intPrna del cilindro, ma la sezione del risalto non è tale da ostruire completamen te tutto l'incavo dello stantuffo, di modo che, tra questo e<l il risalto, (oscuratore) rimane una certa luce attraverso la quale p uò passare il liquido. Al momento del rinculo, come si è detto, lo stantuffo è tirato violentemente indietro dal cannone e la glicerina è obbligata a passare dalla parte posteriore a quella anteriore del cilindro e attraverso la luce dell'oscuratore; e poichè la resistenza è proporzionale alla veloci tà, ne nasce una fortissima resiste nza, che si oppone, o meglio modera il rinculo d el cannone. Questo stesso oscuxa.tore, è quello ohe pennette a l cannone di riton,are in batteria, in modo lento, quando è rich ianw. to nella sua posizione di sparo da·lle mol le che sono rimaste compresse d urante il rincu lo per effetto d i un a ltro- stantuffo, che agisce in modo s imile al precedente. La C. offre il grandissimo vantaggio di permettere al c:mnone d i rinculare e ritornare in batte ria sempre nella. stessa direzione di tiro. Recentemente (1925) ai ricu pera.tori a mc>lla, sono stati sostituiti ricupera tori idropneumatici, vale a cli.re cilindri con stantuffi, i qua li, a ll'atto del rinculo, comprimono l'aria ermeticamente chiusa in recipienti che conHtnicano con de tti stantuffi. L'aria così compressa. reagisce, e, quando è ult imato il rincu lo, si espande nuovamente r iportando il cannone in batteria. Alle culle sono molte volte cc,llegati altri organi come: bracci di caricamento, apparecchi scaccia.fumo, alzi, ccc.

C:ulloden. Località della Scozia nella contea d'Inverness. Il 12 apri-le 1746 v i ebbe luogo la battaglia

omonima fra l'esercito inglese comandato dal duca di Cumberla.n<l, forte di 10.000 u . e quello del pretendente Ca.rio Eduardo Stuart, nipote del re Giacomo II, costituito da 6000 montanari scozzesi. Il pretendente si era messo in marcia su due colo1me, per sorprender'c il nemico all'alba; ma la marcia si era svolta lenta e faticosa, così che aveva dovuto ;·ipiegare su C. per dare riposo a Ile truppe, che si dispersero in cerca dì viveri o si addormentarono vinte dalla stanohen.a. In queste condizioni sopravvennero gli Inglesi, i qual i, formati su tre colonne, a rnczz.ogiorno iniziarono la lotta colle artiglierie. Gli Scozzesi si riordinarono ed attaccarono colla loro prima linea, cost ituita. d a 500 montanari, la sinistra nemica disord ina ndola. Sopraggiunto un rinforzo agli avversari, la situazione venne ristabilita e i dragoni inglesi del gen. H awley e la m ilizia del d~ca d'Argyle, accorsero caricando colla sciabola alla mano. In hreve l'esercito scozzese fu sbaragliato; i superstiti si dispersero, il pretendente, con poch issimi dei suoi. riuscì a fuggire e riparò in Francia.

Culm. V. Kulm. Culme-Seymour (Sir Michele). Vice-ammiraglio i nglese (1867-1925). Entrato nella ~farina. nel 1881, raggiunse il grado d i vice-ammiraglio nel 1920. X el 1916 fu direttore della Mobilitazione pr esso f' Ammiraglia to e nello stesso anno prese parte, come Sotto-comandante divisionale, a lla battaglia dello Jutland. Ebbe nel 1917- 18 un comando importante nel Mare Egeo e nel 1919 il comando della d ivis. nava.le nel .l\l[ar d i Marmara. e del :-.far Nero . Nello stesso anno pa.5sÒ· al comando in seconda nel Mediterraneo. Nel 1923 venne nominato coma.ndante in capo della stazione navale cieli' America del )ford e delle Indie Occidentali, e nel 1924 fu chiamato a ll'Ammiragl iato come secondo Lord del mare. 73


·_ Culto. Nelle leggi e nei regolamenti mil itari è stabilito il tributo di venerazione e d'onore che si rende a Dio per mezzo d i speciali cerimonie (messe, ber1edizioni della bandiera, delle navi, ecc) e delle p ra tiche religiose cui possono dedicarsi i mili tari sotto le armi, compatibilmente con le esigenze di servizio. Nell'esercito italiano, essendo religione dello Stato la cattolica., u~ficialmente le cerimonie ineren ti a l C. vengono celebrate nel rito cattolico della chiesa romana. I cappellani militari -sono scelti fra i sacerdoti di tale religione. Però tanto p resso i corpi, come n egli ospedali, ,·iene lasciata piena libertà ai m ilitari non cattolici di accu dire al le loro pratiche religiose, a meu.o di ministri delle rispeltive religioni, nelle ore e circostanze fissate dai comandanti di corpo o dai direttori di sanità. Amministrativamente le spese per il personale e le cerimonie religiose sono conteggiate nell'apposito stanziamento per il culto. Cultura m il itare (Corsi eh). Per decisione del Ministro della Guerra e Duce del Fascismo, si sono istit~iti con R. D. n. 1615 del 7 agosto 1925, speciali cOl'Si <!li C. ivf. presso le R.R. Un iversità ccl Istituti superiori del regno d 'Italia . Ogni anno vengono fissate le cattedre che svolgeranno i corsi, i quali vertono sulle seguenti materie: storia milita.re; balistica; aeronautica; ottica ed acustica, radiotecnica, comunicazioni elettriche, applicate alla guerra; politica., a rte e storia navale; cartografia; esplosivi e gas aggressivi; fortificazione; anni suhacquce; idraulica. militare, trazione meGcanica., bellica, ccc. G li i nsegnanti sono scelti fra gli ufficiali, in seguiio a domanda, o su segnalazione dei Comand i di C. d'A. alla Commissione suprema di difesa. Cuma (lat. Cu-mae) . Ant. città della Campania., sul mare, a N . del promontorio Miseno, fondata dai Greci e fiorente per l ungo tempo. F u presa dai Sanniti ael 421 ·e nel 337 eia.i Romani, di cui d ivenne alleata, e colonia m ilita.re·: durante le guerre plllliche fu insieme con Ostia hase navale romana. Decadde a poco a poco nell'era volgare; nel 553 fu assediata e presa dai Goti di Narscte.

I. Battaglia tzaruale di Cuma (474 a. C.) Fu combattuta e vinta eia Gcrone di S iracusa, alleato dei Curnani, contro gli Etruschi. Tale vittoria fiaccò la potenza marittima degli sconfitti.

II. Battaglia navale d·i Cwna (38 a. C.). Appartiene a lla guerra fra Ottaviano e Sesto Pompeo, e fu causata da Menodoro, liberto di Pomp eo, il quale, tenendo occupata la Sardegna e la Corsica con tre legioni ~ sessanta navi, passò in seguito a trattative segrete ad Ottaviano, e gli consegnò le due isole e le forze che egli comandava. Sesto Pompeo chiese la consegna del tra- cl"itore, ed avendo Ottaviano rifiutato, per rappresaglia fece saccheggia re le coste della Campania dal suo ammiraglio e liberto Menecrate. Ottavia.no allora ideò di assalire il nemico nello stretto di Messina e nel frattempo inviava alcune sue legioni alla volta di Reggio. L a flotta di O ttaviano, agli ordini di Calvisio Sabino di Menodmo, come giunse all'altezza di Cuma, si trovò di fronte a quella d i Pompeo comandata da Menec1atc. Avvenuto lo scontro, le navi d i Menodoro e di J\-fenecrate si lanciarono l'una sull'altra, ma la seconda fo affondata. Scomparso Menecrate, assunse il comando il

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suo luogotenente, Democare, il quale inflisse perdite non lievi a Calvisio Sabino, ma la battaglia non ebbe un esito d~cisivo e Democare, dopo questa scmivittoria, fece vela verso lo stretto di ~1cssù1a per unirsi al le altri navi di Sesto Pompeo. III. Assalto di Cttma (717 d . C.). Fu operato dal duca napoletano Giovanni, poi che i Longobard i, condotti da Romualdo Il, aveva110 occupato C. per sorpresa, n1entre apparteneva al ducato bizantino di Napoli. Giovanni assaltò di notte C. e la prese, massacrandovi 300 Longobardi e facendone p rigionieri 500.

Cumanova (o Kmnanovo). Città della Jugoslavia, a,lle falde del Cara Dagb. Battaglia di C-uma.no-uo (1912). Appartiene alla prima guerra ba lcanica e fu combattuta fra Serbi e Turchi, i . primi al comando d i Putuik (divis. Morava, Principe Ereditario; divis. Danubio, gen. Stefanovic; divis. cavalleria, gen. Jaukovic: in tutto 90.000 u.) i secondi al comando di Zcki pascià (VI corpo, Giavid pascià; VII, l'ethi pascià : in tutto i8.000 u.). li matti.no del 2.3 ot-

·I . ctlvls. serba Morava; 2, cli vis. Danubio; 3, clivis, cavalleria; /4, VII corpo turco; 5, V I corpo.

tobre l'a.vangua.rdia serba incontrò avanguanlie turche; ne fu respinta: l'azione gene.raie s i iniziò alle 12 e rimase indeciso. fino a sera, quando tutte le forze serbe aano schierate come risulta claJla cartina. I Turchi avevano a llora in linea il VII C. d' A., mentre il VI non era in grado di prcsiargli immediato a iuto . La mattina del 24 la divis. ser ba Morava iniziò l'attacco e verso le 10 l'.ùa sinistra. turca era re-s pinta, avendo perduta l'a.rti.glieria · a.Ile 14, dopo resistenze parziali, tutta quell'ala era in r itirata. Il successo serbo si estese an che al centro; solo verso la dr. turca l'ostinata resisten za d i 3 bgl. turchi, favoriti dal terreno accidentato, permise loro di mantenere le posizioni fino a notte, e impedì w1 disastro completo, rion avendo i Serhi potuto inseguire il nemico in ritirata. Gravi imprecisate perdite subirono i T urchi, che perdettero anche 61 cannoni: i serbi ebbero 1000 morti e 3000 feriti.

Cumbarie (Gumbarie e Gambarie). Navi remiere di origine saracena, di forma molto allungata; servivano per la guerra e il commercio. Ai tempi del doge Candiano, in Venezia., se ne costruirono 33 e nello s tesso secolo una flotta di C. veneziane combattè contro gli Slavi narentini. Cumber land (Guglielmo Aug,;sto di). Gc.cerale e


princ.ipe inglese ( lì21 - l765). Comandante r esercito in F iandra, fu vinto a Fontenoy ( 1ì45); vinse il p reten d en te Carlo Stuart a Culloden (1746); fu vin to dai Francesi a Laffeld (1747) . Durante la guerra dei Sette anni comandò l'esercito Ìll Germania, ove fu vinto presso Hastenbeck ·e r espin to sino all'E lba ( 1757).

Cumbres. Località del Messico, sui contrafforti del picco d'Orizaba (5400 m .), in uno st1·ctto avvallamento che sbocca su Teh uacan . Su questa posizione, a sbarrare la s trada su P u ebla , si Ctllnl.lCr-l an(l trovava nell' aprile 1862 il generale me~sicano Zaragora con 4000 u ., 200 cavalli e 18 cannoni, per opporsi a i Francesi che avanzavano comandati dal gcn. de Lorcncez. Verso le 13 del 28 aprile, una cp. d i zuavi, avanza tasi per occupare una posizione in gran g uardia, fu accolta da nutrito f uoco cli fucileria e di ar tiglieria. I l gen. francèse decise d i forzare , mrnedi:1tamcnte il passo. Iniziò il combattimento un bgl. d i cacciatori che fu resp into. L'attacco a llora fu r in forzato da un bgl. d i z uavi e quindi da a ltre truppe, e alle 1S la res istenza nemica era spezzata e i Messicani costretti a. ripiegare. ,'folla notte, s i r itirarono s u San-

t' ,~ostino di Palmar dopo aver subito nume1·ose perdite e lasciati due ob ici da mon tagna.

Cunaxa . L ocalità p resso _l' Eufrate, a N . O . cli Babilonia .

Battaglia cli Cunaxa (3 settembre 40 1 a. C .). Appart ien e alla spedizione di Ciro il Minore, che si era ribellato a suo fratello Ar taserse II Mncmonc, re di Persia. Ciro con un corpo di 13.000 mercenari g reci agli ordini dello spar tano Clear co e con 100.000 elci suoi Asiatici mosse da Sardi alla volta di Susa, e dopo 93 giorni di cammino giunse a C . dove s i scontrò coi 400.000 combattenti d i Ar tasersc. Ciro ordinò a Clea.rco cli dir igersi coi suoi Greci sulla sr. del nemico; i P ers ia ni ~altarono d ai carri a falci e fuggirono, r imanendo la loro a.la sinist ra completamen te scon fitta. La linea delle truppe greche leggere fu rotta dal la cavalleria nemica, che si spinse nel campo cli Ciro, il quale allora soltanto si accorse che l'a la <leslra . dei Persiani spor geva cli molto sulla sua, cd era in p rocin to di girarla . P er impedire q uesto movimento, egli coi suoi cavalieri fa u n attacco audace contro il centro nemico. Arico, gene.raie di Ciro,

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colpisce Artaserse ma senza ferirlo, mentre la lancia di Ciro colpisce Artaserse, in guisa che ques ti, caduto da cavallo, dev'essere traspor ta to fuori del combattimento. Ciro s i spinge sempre più innanzi e Mitra.de, giovane persiano, lo colpisce alla tempia. Egli cade, mentre giunge come una tempesta la cavalleria reale e lascia dietro d i sè il caduto circonda to da pochi eunuchi. I Persiani erano riusciti a girare l'ala sinistra di Ciro, ed Arico

l'ienc respinto sino a l luogo, ove era stato accampato la notte precedente. Tissaierne, che ha. assunto il comando del centro i.n luogo del re, penetra n el campo di Ciro. Poi i Persian i si raccolgono per gettarsi sui Greci, che si erano molto ava117~1.li. Nel frattempo ·g li eun uchi con molta pena, trascinano Ciro gravemente ferito; sopraggiungono alcuni uomini addetti al bagaglio di Artaserse, uno dei quali colpisce il principe a morte. 1ntanto si era fatto notte, ed il re, informato d ella morte del fratello, con uomini muniti cli fiaccole, s i reca sul campo di ba ttaglia, ove giace i l cadavere, e gli fa troncare la mano destra e il ca po. L a battaglia di C. si era quindi decisa in favore di Artasersc, sebbene i Greci, nonosta nte la grandissima inferiorità numerica, fossero rimasti imbattuti sul campo: dopo la battaglia, inizia.r ono la riti ra.la famosa (V. Anabas,).

Cuneo. Formazione cli battaglia, già adottata dai G rec i, poi da i Romani, assai discussa dagli studiosi d i cose militari per la forma dell'ordinamento. Taluno d ifatti vuo le che non si trattasse di u na vera figura a C., ma di una colonna quaclrilm1ga, o per lo meno cli una for mazione a piccola fron te in testa, e p iù larga nelle u ltime file. Certo è che la denominazione C. veniva più dalla missione affidata ai cor>pi incaricati cli p enetrare, spezzare e d ividere i reparti nemici, che dalla forma assunta a base triangolare dal Corpo stesso, eletta anche « testa d i porcç, ». T ale formazione con tinuò a sussistere anche nel medio-evo e negli eserciti moderni, specie nel secolo XVI , pre~so le truppe spagnuole e quelle del prinèipe Maur izio di Nassau . Allora si r iteneva che il C. potesse res istere anche a qualsiasi attacco d i f anteria o cavaller ia; per conseguenza non allo solamente a ll'attacco, ma anche alla difesa; fu chiamato allora (C Puntone». C1<11co rli mira. Era così chiamato in antico quel pezzo cli legno cbe s i metteva sotto alla culatta della bocca da fuoco per alzare od abbassa.re la bocca dell'ar ma a seconda della distanza a cui si voleva far arrivare la palla.


CuN Cuneo (an t. Conium). Città capo!. d i prov. nel Piemonte, sull' altipiano che sorge fra Stura e Gesso, i quali si riuniscono a :'{. del la ciltà, forse fondata nella prima metà del XTI secolo, come rifugio degli abitanti dei castelli adiacenti, insofferenti del giogo dei vari s ignorotti feudali. Dopo la distruzione di Milano da parte del Barbarossa, molti I.ombardi si r ifugiarono in C., che, costituitasi in Comune, servì per qualche tempo d i baluardo con le sue fortifrcazioni già va lide ai popoli italian i, dur3ntc pas recchìe guerre, e subì nei corso di esse atracchi e devaswzioni, essendo volta a volta libera o soggetta ai marchesi d i Saluzzo, a i conti di P rovenza, a i s ignOl'i di Milano, alla regina Giovanna di Napoli, finché, dal 1382 optò per Amedeo \II r imanendo fedele sempre alla Casa d i Savoia. Nel 1796, in base a l trattato d i Cherasco, la fortezza d i C . fu ceduta a i Francesi che vi installarono una guarn igione ; le fortificazioni furono da essi demolite dopo la battag lia di Marengo.

I. Attacco di Cuneo ( 1542). Appartiene alla guerra elc i Piemonte contro la Francia., d urante le lotte tra

Francesco I e Carlo V. La tregua d i Nizza ( 1538) venne rotta nel 1542 dai Francesi, e i l gen. d'Annebaut, con 18.000 u. cd a rtiglierie, marciò su C . Il presidio non era. poderoso, ma l'organizzazione d ifensiva, con trincee e batterie, si d imostrò sufficiente. C. fu danneggiata, ma i F rancesi dovettero abb,mdona:re l'in\presa; dopo tre giorni (7-9 dicembre) di vani sforzi. II. Assedio di Cuneo (1557). App artiene alla guerm per la successione del trono d i Sardegna. Il ma.rese. d i Brissa.c, alla tesia d i 15.000 fanti, 2000 cavalieri, 4000 guastatori e 25 pezzi d'art. investì C. il 2 magg io : la piazza era chua d'un'ant ica Jnuraglia sa lvo a leva.ntci nel tratto detto << Rivano >J, dov'era. lambita dal Gesso e dove erano state erette alcune piccole opere d ifensive. Governatore di C . era il conte di Lusermt, che ricorse per a iuti ai comandan ti sµa.gn uo!i in Lombardia ed a i governa tori rii N izza e Fossano, ma non ebbe ohe 100 fanti dai primi e 26 da i secondi, quando già. la p ia7,za era investita. La guarnigione era costituita da 600 soldati del paese e 150 contadini, a iutati da cittadini, uomini e donne incaricati dei servizi di vettovagliamento. Di artiglierie' non aveva cbe 20 pezzi con 370 miriagrnmmi d i polve,,e. Il Brissac iniziò le operazioni regolari d'assed io, ed essendo riuscito con un migliaio di colpi di cannone a fare una breccia nel muro, fece dare l'assalto, ma questo fu vigorosamen te respin to. La lotta, tenacemente condotta dalle d ue parti con mine e con tromine, termi.n,i il 25 giugno, quando, fatte brillare 4 grosse mine sotto le mura e apertavi la breccia, i Francesi diedero un fur ioso assalto. Dopo quattro ore di accanita zuffa sulla brecc ia e di sforzi con tenuti, i F rancesi furono respinti e il giorno seguente decidevano di ritirarsi. I d ifensori avevano eseguito 25 sort ite e perduto 116 morti e 222 fer iti : i F ran cesi avevano su bìto una perdita complessiva di 4000 u.o mini. III. Attacco di Cuneo (1639). Appartiene alla guerra per la reggenza del trono di Sa voia. C. d m ante questa guerra, optò per il pr incip e Tommaso e il Card . l\faurizio contro la reggente Maria Cristina. Costei provocò

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l1intervento nel Picn1onte di un esercito france~ che, unito a i Piemontesi, attaccò (24 luglio) la piazza di Cuneo. In es~a però dirigeva la d ifesa lo s tesso card inale )Jaurizio, che seppe talmen te bene predisporre la rcsistenz.:i, da obbligare dopo brevi giorni l'esercito francop iemontese ad ;,,bbanclona re l'impresa.

IV. Assedio di Cuneo (1641). Appartiene anch'esso alla guerra pe r la reggenza del trono d i Savoia. Un n uovo corpo francese, (1S.000 fanti, più 1S00 cavalli piemontesi di .i\laria Cris tina, agli ordini del Conte d'Ha.r court) venne a porre l'assedio a C . Essa non aveva come presidio che 1400 u. e a.lquanta milizia cittadina. Governatore ne era il Conte \livalda. La città fu accerchiata sui primi d i agosto con regolari lavori d i approccio; un mese dopo si iniziavano gli assalti, con perd ite sensibilissime dalle due parti. Però la piazza non cedette e il Conte d'Harcourt 1'11 settembre ne sospendeva l'assedio. I ntanto, venutosi a transazion i reciproche a mezzo d i parlamenta ri, la. piazza s'arrese a-i l'raucesi, che s' impegnarono d i prenderne possesso esclusivamente in nome del pupillo sovrano Carlo Emanuele II. Il presidio uscì dalla piazza con gli onori m ilitari e si ritirò ad Ai>( i. V. Assedio di Cuneo ( 1691). Appartiene alla guerra d i successione d 'Inghilterra. Un corpo francese agli ordini de l gen. Fouquières (12.000 u.) pose l'assedio a C. il 12 giugno: la p iazza aveva soli 2000 u. d i guarnigione. Il Fouquières fece con gran ce lerità aprire gli approcci, ed in capo ad otto giorni si trovò in grado d i dare l'assalto alla str;J.da, coperta. Esso fu violentissimo, ma, dopo aspra lotta, i Francesi, decimati dalle perdite, dovettero ritirarsi. Un secondo assalto ebbe la sorte del primo. Subentrato al Fouquières il Bulonde, impressionato per una lettera ciel principe Eugenio m inacciante di marciare su C., abbandoriava l'assedio (28 giugno). VI. Assedio di C"neo ( L744). Appartiene alla guerra per la successione d'Austria. L'esercito dei gallo-ispani, volendo stringere d'assedio C., scelse come p unto d'osservazione avanzata il margine sinistro della. Stura accampando fra Ceria ldo, la l'vfadonna dell'Olmo e la Cappella di S. Giacomo. Erano 19 bgl. e SO sqdr., costituent i u n corpo d'osservazione e d i sorveglianza, onde impedire a l presidio comunicazioni e soccorsi. Le rimanenti forze, collegale con 14 ponti m ilitari su lla Stu ra, erano divise a mezzod ì di Cuneo fra i due fiumi Stura e Ges$O, e sommava no a 8 brigate di fanti e 4 regg. d i cavalleria. Verso il Gesso stavano gli Spagnuoli con<lo tli dal gen. Los ::vlinas; verso la Stura, i F ra11eesi agli ordin i elci principe di Conti. In tutto erano circa 40 .000 fanti e 10.000 cavalli con grossa e n umerosa an iglieria . Comandan te in capo l'lnfan te d i Spagna don :Filippo d i Bor bone. C. non avev;c che una guarnigione d i 4000 u. fra milizia e volontari, agli ord ini del barone di Lcutrum. L a p iazza fin rlai primi giorni fu assai attiva n ella d ifesa. I l 15 set tembre viene lanciata dagli assedianti la prima bomba; e subito 12 mortai e 34 cannoni di grosso calibro, accompagnati da a ltri minori a centinaia, lanciano senza intervallo bombe e p roiettili che in una sola notte sommano a 130, seminando distruzione e morte . I difensori, anzichè cedere, con successive sortite notturne interrompono i lavori degli assedianti, ed infliggono loro perdite non indifferenti. P erò il diffondersi degli incendi, e l'esaurimen to delle forze richiedeva


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il· Pianta della fortezza di Cuneo nel rno·1 un soccorso esterno, altrimenti la piazza non avrebbe p iù potuto r es istere. E difatti, mentre i difensori s'aspet1avano un ultimo violento assalto, videro invece r a lle ntare il fuoco da pa1ie degli assedianti . Car lo Emanuele III in quattro giorn i da S,ìltLZ7.0 era giunto a contatto degli assedianti. :Ne derivò (29 settembre) la battaglia ·della Madonna dell'Olmo (V .) perduta dal duca, ma riuscita di vantaggio agli assediati, i quali a vèvéulo abilmente saputo approfiUare dell'occasione per d istru ggere quanto p iù poterono del lavoro di approccio contro la piazza: inoltre una colonna di 1200 u. con rifornimenti er a riuscita a entrare in C. a rinforzo de lla guarnigione. I gallo-ispani, dop o la battaglia, ripresero l'assedio, meL i d ifensori non cedettero, e il 22 ottobre gli asscdiauti si ritirarono, dopo 40 giorni di van i sforzi.

VII. Assedio di Cuneo ( l i99). Appartiene a lle operazioni dei Fr ancesi contro gli Austro- Sardi, duran te i l ciclo napoleonico, C., in v irtii dell'armistizio di Chcrasco, era in possesso dei Francesi che vi avevano messo un presidio di circa. 2500 u . agli ordin i del gen. Ciément. L 'esercito austro-sardo agli ordini del gen. l'>·l elas, d a :Bra, dove manteneva il suo grosso, inviò contro C. una colonna agli ordini del principe di Lichtcnstcin per l'in vestimento ed espugnazione della piazza. Egli s i era collocato colle sue truppe tra Gesso e S tura e nella notte del 26 novembre cominciò a scavare ed inalzarc trincee contro la strada coperta che cingeva il bastione di S . Angelo. A malgrado delle ccm<lizioni depresse del presidio, il Clémcnt imprese a d is turbare tali lavori ora con sortite, ora con tiri bene aggiustali d'artiglieria . ) fa la preponder an te forza. degli assed i,mti, sostenu ti ed aiutati anche da i paesani ostili al regime francese, assold ati da llo stesso L ichtenstein, riuscì a por tare a tennine la p rima parallela, sulla qua'lc furono collocate ben 19 batterie. Il tiro ven ne in iziato violentissimo dal 2 dicembre, cd i d ifensor i si videro costretti ad abbandona re le opere esterne r iparando nella piazza interna. Scoppiò in tan to un deposito di polvere, e con esso saltò in aria una ridotta. Gli assedianti a pprofittarono dello

sgomento e delle ruine, pe1· costr uire nottetempo un a seconda para llela e linea d i circonvallazione. Frattanto un'altra riserva cli polvere saltava in ar ia facendo divampare un incendio. I cittadini, impressionati dal bombardamento, fecero pressione su I comandaJ1tc per indurlo a cedere; i l Clément, quando vide a.p erta una larga brecc ia nella cinta principale e quando comprese impossib ile un'u lteriore resistenza, cedette la p iazza (S d icembre) ottenendo gli onori militar i.

Brigata C,meo. (7° e 8° fanteria). La sua ong me risale a l 16 aprile 1701, allorchè coi volontari del N izzardo e del Principato di Oncglia si formò i l 1·cgg. N izza, denominato nel 1714, reggimento «La ]'.farina"· Il 9 dicembre 1793 detto regg. Iu sciolto dal giuramento di fedeltà a l Re d i Sardegna e formò, nel 1799, coi rcgg. <li Piemonte e La R egina, la terza mezza brigata

:lleclag-lia rl'oro clcc re1a1a ria Carlo Fe l!cP.

al reg·g. Cu 11cu

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d i li nea, sciolta ne l maggio . Il regg. << La :i\farina ll si ricostituì nel giugno 1814 col nome di rcgg. di Cuneo. "Jcl 18 15 incorporò i l regg. d i )riz7~1. e parte di quello <li l'>fondovi e p rese il nome di br igata Cuneo, che, il 25 ot tobre 183 l, s i d ivise in 1° e 2' rcggiiuento, denominati poi, il 4 maggio 1829, 7" ed S" fanteria. Soppresso l'ordinamento in brigate permanenti il 15 ottobre 1871, i due reggimenti furono detti 7° ed 8° reggimento fan-


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teria (Cuneo). Il 2 gennaio 1861 furono nuovamen te riuniti nella brigata. ,cuneo. Nell'ordinamento d el 1926, i~sieme col 9° regg. (Regina) il 7° e 1'8° costituirono la 3" brigata fanteria. La brigata Cuneo partecipò a lle seguenti campagne di guerra: 1704- li12, Difesa d'Ivrea; 1718-1734-35, Guastalla; 1742-48, Castelde1fìno, Monta lbano e Villafranca, Madonna dell'Olmo, Assedio di Bastia ; 17921796, La Thuile, iVfontenegino, Montenotte; 1799, )\,fagnano; 1848, J\fantova, Sandrà., Pastrengo, Santa Lu cia. Coito, Somrnac:unpa.gna, Custoza, :Milano; 1849, Mortara, Novara; B55-S6, Sebastopoli; 1859, Vinzaglio, San Martino, Pesch iera; 1866, Custoza; 1870, Roma; 1887-88, Saati ; 1895-96. Adua ; 1901-904, Cina; 1911-12, campagna l talo-Turca.

,l l cdag-lia riéor,10 ctéll'8° fanteria

La brigata. ottenn e le seguen ti r icompense : La bn gata una med. d'oro spec iale concessagli da S. M . il Re Carlo felice per il lodevole contegno serbato nelle contingenze politiche del 182 1. Al 7° regg. fanteria una mcd. d'argen to; a ll'8° una d 'a rgento e due di bronzo. Durante la guerra italo-austriaca operò nel 19 15 al Passo del Tonale a Cima Ca<ly ed al Ponte di Legno. Nel 1916 al Lenzuolo Bianco (Oslav ia) e al Podgora, prendendo attiva parte a lla conquista d i Gorizia. N el settembre concorse brillantemen te all'8" battaglia dell'Isonzo ; nel 1917 agì nel settore d i Panovizza ; nell'ottobre, in seguito all'offensiva austro-tedesca d i Caporetto; dopo tenace resistenza a l Monte S. Gabriele e sulle alture di Gradiscutta-Valerisce, raggiunse il Piave; operò poi sul :M. Pertica, a Col Caprile ed a Col della Berretta . Nel 1918 la brigata prese parte alla batta.glia di Vittorio Veneto. Il suo valore, oltre a fruttarle il nome d i << Costantissima ,, meritò la med. d'a rgen to e quella di bronzo a ll'8' fanteria.

Nav i 1urc1Jc atronc.la1e a Cunflda

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Battaglione Alpino Cmwo. Costituito il 6 g iugno 1917 in zona di guerrn e per la durata di questa, d al 2° r eggimento Alpini colle cp. 297', 298' e 299• (sciatori). Nel giugno 1917, destinato sull'O rtigara, il 25 la sua 297• cp. a ttaccò e r iprese la q. 2003 ed il passo del!' Agnella, ment re le a ltre due cp. fronteggiarono le quote 2101 e 2 105. F u po i trasferito nelle posizioni del :Monte Colombara, di M . Zebio, e di 1f. Fiara. Nel novembre 1917, in seguito a ll'offensiva austro- tedesca, ripie.gò sulla linea lv!. T onderecar - M. Eadcnecche, resistendo alla forte pressione nemica su detta fronte . Nel 1918 coo_ però a lle azioni svolte sul M. Valderoa. ~cl maggio fu trasferito in Valtellina. Dw-ante Ja battaglia di Vittor io Veneto svolse a rdite azioni di pattuglie contro lo sbarramento del Giogo dello Stelvio, le cui difese a ttaccò il 3 novembre, avanzando poi lungo la Val Tra.fui.

('unfida (Azione navale di) . Durante il p rimo periodo della campagna d i guerra Italo-Turca (1911 -1912), risultando che a lcune cannon iere turche erano sta te accuratamente nascoste nelle ù1senature della costa del J\,l ar Rosso, furono incaricate le rr. n avi P iemonte, P uglia, Volturno e Calabria, della ricerca di esse, con istruzione al comandante del Piemonte, Osvaldo Paladin i, capo della spedizioi1e, di scovare le cannoniere, catt ur arle possibilmente, ed impedire comunque un concentramento d i forze avversarie. La crociera, faticos issima e d ifficile, cominciò il 16 d icembre ·1911. Giunti in rinforzo anche i caccia torpediniere Artigliere e Garibaldino, furono d isposte accurate esplorazioni. La sera de l 4 gennaio 1912, l'Artigliere, che nei giorni precedenti a veva. catturato un grosso sambuco e fermato un piroscafo con a bordo ingen ti somme di talle ri non inscritte nel manifesto del carico, ebbe il compito di esp lorare l'entrata d i L ith de l canale fra il banco Farisan e la costa; il Garibaldino eseguì aperte ricognizion i a Gedda. Entra ti nel cana le p redetto, i due cacciatorpediniere, che precedevano il Piemonte, passando davanti a Cun.fida, vennero accolti da nutritissimo fuoco d i batterie campali. All'annunzio mdiotelegrafico <lei Garibaldino, il Piemonte accorse celermente i n sostegno delle si luranti attaccate, navigando con molta a rditezza nautica nel canale, la cui idrografia era n1al sicura 1 giungendo verso le ore 16 del giorno 7 davanti a Cunfida, fatto segno .anch'esso a numerosi colpi d ì batter ie terrestri ed anche di cannoniere, i cui proietti cadeva.no molto prossimi a l bordo. L 'incrociatore aprì allora il fuoco coi suoi m edi calibri, tirando contro la costa, contro una cannonie ra, che con p rora a sud accennava a fuggire, e continuando s ul le a ltre, che si trovavano all'ancoraggio. Al tramonto tutte le u nità nem iche erano colpite; una di esse era in fian1n1e 1 una altra aveva dato in secco e si era abbattu ta. Il Piemonte andò ad ancorarsi a circa 4000 metri dalla costa , mentre i due cacciatorpediniere furono invia ti a bomba rdare nuovamen te il campo nemico, ma esso n ella 11ottc si era spostato nascondendosi die tro le alture. Segu ì. u no sbarco d i ma..rinai per procedere ad una accurata ricognizione dei danni s ubiti dal naviglio nem ico. Delle nove unità turche, d i tonnellaggio fra le 200 e le 800 tonnellate, armate con pezzi da 47,37 e da mitraglie-


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re, soltanto una, il Yacht anna_to Fau vet te, era rima.sta illesa e venne catturata. D a lle a ltre cannoniere, tutte rnalconcie e non più atte a lla navigazione, furono asportate artiglierie, armi, munizioni, ba11diere, fanali ed altri materiali r ic uperabili. L'azione navale d i Cu nfida ebbe grande ripercussione in tutto l'orien te mussulmano e libe rò il mare dai misteriosi avversari, dando respiro e sicurezza alla nostra colonia. C-imfi,da. (ex Sch·ipka.). Kavc sussidiaria d i 2' classe, con dislocamento di tonr1. 560, arma111ento d i 2 cannon i da 76; Stato Maggiore 2, equipaggio 33.

Cuniberti (Fet-ice). Ufficiale e sc rittore m ilitare 11. a Casale Monferrato m. a T or ino (1840-190i). Iniziò la sua carriera in fan teria; andò poi alla S_c uola l\.filitare di :Modena come i nsegnante d'organica e legisla z ione. Fu congedato da maggiore e preposto alla d irez ione della B iblioteca m ii. <li Torino. Pubblicò: « Storia della spedizione in Sicilia )) ; cc l.,a Serbia e la d inastia dgli Obrenovicht »; cc L'Albania e il principe di Scanderbcg )) . Prese parte alle campagne · del 1866 e '70 meritanrlosi la medaglia d i bronzo a l valore. Cuniberti Vittorio. Gener:i le, n. a Torino, m. a Roma (185 4-1913). Si laureò in ingegneria a Torino ed entrò in servizio nel 1874, r aggiungendo il grado d i 1migg_ genera le del Genio Navale nel 191.3. Fu allievo d i Jicnedelto 11rin, e uno dei 111igliori nostrì ingegneri navali; tra i pionieri della combustione a naitetine delle caldaie marine, a lu i si devono i p rim i impianti del genere sulle nostre torpediniere; gli furono affidate specia li missioni in G iappone, in Russia, in Ingh il terra.. Vinse il concorso bandito fra gli ingegneri navali di tutto il mondo per la r icostruzione della flotta russa. D iresse per molto tempo l'Arsenale di costruzioni d i N apoli e progettò molte navi della nostra marina d a guerra, fra cui il tipo cc Vi ttorio Emanuele ll .

Cunoviza. ~fonte della Jugoslavia, fra Nisc e Bela Palanca. Nel 1443, durante la guerra fra Turchi e Un gheresi, questi u ltimi aippoggiati d a volon tari tedeschi francesi e polacchi e di altre n azioni, un corp o cristiano al comando di G iorgio B rancovic, s i im pegnò il 24 d icembre nell'angusto passo del monte C ., nella via da Sofia a Belgrado. Quivi fu a ll'improvviso assalito dai T urchi, comandati da ~-fehemet Celebi. Ma dopo energica r esistenza, per opera specia lmente d i u n gruppo di cavalieri polacchi, i Turchi vennero sconfitti e il loro coman dante preso prigioniero. Cuochi. JI mestiere di cuoco sulle navi è p iù faticoso che in terralenna ed espone d i più al le affezioni ed infortuni professionali. I11 e ffetti, nelle navigaz ioni burrascose, la cottu ra dei cibi riesce malagevole, i l la'-·oro di cucina provoca sopraffa tican1ento e<l è caus::i di lesion i violente, principalmente scottat ure. L' influen za de i fatto,·i fisici e chimici del lavoro si eserci ta spec ia lmente duran te il periodo di tirocinio; per la qual cosa è necessario un adeguato al lenamento, a cui prov,·edono le apposite scuole di cuc ina. Nel l'esercito, i l

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servizio non presenta difficoltà, ed è svolto normalmente, come nella vita civile.

Cuoco (Vincenzo). Storico n . di Campomarano ( 17701823). Fra i suoi lavori militari si r icordano: <e Vite dei capitan i illustri, e degli ita liani i llustri l>; e< Saggio critico della r ivoluzione di Na,poli >). Cuoio (Su.rrogati). Lo stato d i guerra ostacolò grandemente l'industria del cuoi presso tutti i belligeranti e in special modo negl i Imperi Centrali, che avevano bisogno di im poitazioni colossali di materie p rime : pelli, estratti concianti, tannino, ecc. La Germania, anche aumen tando la mace!Jazione a causa della penu r ia di a limenti occorren ti pe! suo bestia.me, non riuscì a provveders i della quantità d i pellam i e di cuoio· necessaria ai suoi bisog11i; per cui ·i mpose gravi restr izioni nelle assegnazioni per la popolazione. c ivile, la qua le trovò modo cli adat tars i con differenti prodotti di sostituzion e, e verso la fine del 1917, fu costretta a usare anche scarpe fabbriçate con tomaie di tessuto d i carta e suola di legno. Moltissimi furono i brevetti presi du rante la guerra per la. fabbricazione cli surrogati d i cuoio basati sull'impiego cli sostan ze d i versissime; e, taluni d i essi, riuscirono molto utili e furono a ltamente apprezzati. D ierk Waller d i Amlmr go utilizzò il cartone. duro, che, trattato con ossido di zinco e quind i immerso in un bagno tiepido d i olio, veniva infine saturato con una -soluzione d i ,·esina. Riedel e Rotte r fabbricarono un prodot to ottenu to con due strati esterni di tessuto e diversi strati interni, altcn1.ati, d i carta e di guttaperca 1 pressati insieme a caldo. Largamen te impiegato fu pure il linoleum ; esso si disponeva a strati di varii fogli e, fra q uesti, s i inseriva una tela robusta; da ultimo, il tutto veniva incollato e pressato, otte nendosi un ottimo succedaneo del c uoio da suole. Altri svariatissim i sistemi furono adottati a nche presso le altre Nazioni, per realizzare i quali s i utilizzavano le mater ie prime p iù disparate. "!l·Ia. l' impiego di questi sw-rogati, specie quando er ano destinati alla fabbricazione di articoli di vestiario che avevano diretto contatto con l'epidermide (marocchini per cappelli, colletti, sottoascelle, ecc.), dette ta lora luogo in Germania a notevoli incon venienti, come irritazioni cutanee ed eczemi. Ciò s i doveva alla presenza d i sostanze dota te d i azione caustica che si adoperavano per la loro fabbricazione, come ad esempio pel ma.rocchi.no,. nella cui preparazione venivano impiegati fenoli e cresoli, al posto dell'olio d i ricino divenuto assai scarso e q uindi molto costoso. Cnoù, cotto. Così era chiamato i l cuoio èhe subiva un procedimen to speciale di cottura con indurimen to e resistenza tali, da potere essere a doperato come arma. di d ifesa, foggia.te in a rmature e part i di ar mature. f u us,tto prima delle armature in f erro.

Cuore (Maìat·tie) . L e affezioni dell'apparato cardiovascola re han no importanza .dal p un to di vista medicolegale, sia nei riguard i dell'att itudine fisica del servizio m ilitare, s ia ancora per l'indennizzo a cui dànno diritto, q uando siano contra:tte per causa del servizio stesso. Nell'ar t. 79 dell'Elenco A sono contemplati, quali cause di inabilitit assoluta, cc i vizi organici del c uore, le malattie Cr CJn ichc del m iocardio e del per icardio; le ma!Jtt ic de i vasi sanguigni. quan<lo siano causa di gravi


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dfsturbi funzionali a carico di organi impor tanti, come l'arteriosclerosi cerebra le, l'angina pectods essenzia le, ecc. (in. ogni caso in seguito ad osservazione in un ospedale militare) ; la completa. trasposizione congenita d el cuore, .quando ne a.Iteri Ja funzione o ,danneggi quella degli organi vicini >> . Nell'a rt. 80 dello stesso Elenco A sono comprese, quali cause di in abilità assoluta, le n evrosi cardiache, quando si p1·esentino sotto una forma accessionalc grave ( tachica rdia parossistica, angina pectoris nervosa, ecc.), dopo osservazione in un ospe<laJe m ilitare e persistenti oltre il periodo della r ivedibilità poicliè trattasi di infen11ità. suscettibili d i utili modificazioni col tempo e con opportune cure. Nell'art. 14 del l'Elenco B sono contem plale le nevrosi card iacl1e accen tua te, ma non così gravi come quelJe dia112i menzionate. Esse sono causa di limitata idoneità. fisica, essendo compatibili coi servizi militari scdcnta.ri. Nell'esprimere il parere medico-legale nei rigu u<li delle nevrosi caTdia.chc il per ito deve tenere presente eventualità d i p rovocazione della sindrom morbosa, mediante sostanze chimiche . Tra le a ffezioni dell'apparato circolatorio meritano di c::sere men;:iona.te ancora : le varici ( dilatazione pen nanente delle vene), le flebiti (infiammazione dei trond1i venosi) e le linfangioiti (infiammazione de i vasi linfatici). Sono causa cli ina.bilità assoluta le varici d egli a rti inferiori, quando siaJ10 notevolmente estese, molto voluminose e con notevoli e grossi nodi, oppure siano comp licate da edemi o da ulceraz ioni (Art. 19 dell'Elenco A). L e va ric i di qua.lsiasi regione, quando per estensione e volume apportino impedimento alla liberti, dei movimenti, sono compatibili coi servizi militari sedentari. (Art. 12, E lenco B). Lo stesso dicasi del varicocele voluminoso e 11odoso (Ar t. 13 E l. B.), c:be è costituito da u na congenita dila tazione del le vene del fun icella spermatico. Sorio causa di inabilità assoluta: gli esiti di flebite o di linfangioite, caratterizzati a preferenza eia edema persistente e di gra,do notevole, o d a disturbi tropici (elefantiasi), quando ostacolino la funzione dell'arto, trascorso il p eriocJo della rivedibilità.. K ei casi dubbi dopo osservazione in un ospedale militaTe (Art. 20 Elenco A). Dal punto di vista dell'indennizzo poi sono ascrivibili, ai sensi del D. L. 20-5-1917 n. 876 e del R . D . 12-71923 n . 1491, alla seconda categoria di pensione: le gravi e permanenti affezioni del pericardio; gli aneurismi dei grossi vasi a rteriosi del tronco e ciel collo. E' da notare, però, che le suddette affezioni possono essere ascritte aJ10he alla prima ca tegoria, quando siano permanenti e gravi al punto da determina.re un'assoluta in ca,pacità. a proficuo lavoro. Sono ascrivibili a lla quinta categoria : le malattie di cuore se117~1. sintomi di scompenso; gli aneurismi arteriosi cd a rtcro-vcnosi degli arti, che ne ostacolano notevolmente la. funzione; l'a rteriosclerosi diffusa e manifesta. Sono da. ascrivere a lla settima categoria. : le varici molto voluminose, con moltep lici e grossi nodi, ed i loro esiti, nonchè i reliquati delle flebiti, d imostratisi ribelli a cure. In.fine sono ascrivibili alla nona categoria del D . L. 20-5-1917 n. 876, o sono indennizzabili con indennità per una. volta tanto, ai sensi della Tab. B del R. D. 12-7- 1923 numero 1491, le nevrosi cardiache, a meno che p er la loro gra.vità non siano da equiparnrsi alle infermità. ascriv ibili alle categorie più vantaggiose.

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Cuorgné. Comune in prov. di Torino, a p iè delle alp i G raie, sulla dr. del l'Orco. Notevoli u na torre rotonda di costruzio ne romana e tma quadrata, resto delle fortificazion i medieva li, oltre agli avanzi del castello di re Arduino . P resso C. esisteva l'antica. Krwppe o Canaba, fondata. dalle genti accorse p er sfruttare le miniere della vallata. Fortit.6.cata dai Romani che la ch iamarono « Curtis Canaba )), fu poi distru tta. in una piena del fiu:ne. Dalla parte fortit.6.cata di ques ta. città sorse poi l'a ttua le C. Nelle prime lotte contro i Roman i, questi rimasero impressionati dall'oro dei vallig iani. i quali guerreggiavano a dorni di monili e collane d'oro, Solo verso il 221 a . C. i Canabcsi furono soggioga ti d a Scipione e da :Marcello; contro di essi lottò anche Annibale . Dopo vicende sanguinose durante le lotte fra re Arduino e i conti del Ca11avesc, Adelaide d i Savoia, marchesa. di Susa, ne faceva ricostruire le mura munendole d i cinque porte turrite. N cJ l 793 s i foxrnava una cen turia di Corgnatesi a difesa <lei re Amedeo III. :N"el 1797 i montanari d el contado, cala ti in massa in città, si d ettero al saccl1eggio. Arrestati dalle milizie locali, venivano il gio1no seguente sorn1narian1cntc g iudicati e sette

di essi venivano passa ti per le armi.

Cuplavas. Località della Carniola fra Cragni e Fiume.

Fazione d-i C1iplavas (S settembre 1813) . .·\ppar tienc alle oper azioni in Illiria ed I talia della m ilizia cisalpina. I l vice1'è, rip resa Cragni per mezzo delle truppe italia11e agli ordini del gen. Pino, puntò verso F iume. Dopo il mezzodì clel-1'8 settembre una colonna italiana. agli ordini ciel gen. Bellotti mosse da Cragni per impadroni rsi del ponte d i Tscherniitz. .Ma, ingannata dalle guide, andò a urtare contro gli avamposti nemici a C. I pochi solda ti italiani resistettero valorosamente a lla. prepondera11te forza nemica, finchè il gen. llcllot t i fu fei:ito e cadde prigioniero. Lo sosti tuì nel comando il col. Gaeta no Bianchi, il quale, giudicando inutili u lterioTi sforzi e pe rdite, decise di r itira rs i, riuscendo tutta.via a mantenere le tTuppe in perfetto ordine, ed a raggiungere nel giorno 9, p er la strada di Dulie, l'obbiett ivo del ponte prcfissosi. La fazione costò agli italiani, oltre a lla perdita dei gen. Bellotti, 100 morti e 200 feriti, fra i quali lo stesso Bianch i.

Cupola. Le cupole sono una categoria delle casam atte c orazzate girevoli (V. Casamatta) . Sono caratterizza.te dal fatto che la. corazzatma., che sporge d al ramparo, ha il contorno esterno perifer ico generato eia una linea cu rva; in a lcune cupole m anca. anzi completamente la parte p eriferica e la corazzatura è costitu ita unicamente da una. calotta sferica. La C . presenta sulla torre, a ltl"a specie di casamatta girevole (V. Torre) , il vantaggio che i colpi nemici hanno minor presa, pe1·chè pi(1 facilmente possono r imbalzare. Da p rincip io la. fonna a torre fu specia lmente applic;sta dai Francesi e -quella a cu pola da i Tedeschi, ma poi, in ~eguito ad esperienze comparative eseguite, la forma a cupola. ebbe la vreferenza. Vi sono C. per cannoni e C. per obici; per una sola bocca da fuoco e per due bocche da fuoco. I principali tipi di C. che s i sono imp iegat i sono i seguenti:


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Cupole di gh isa indurita G ruson, esperimentate per la prima volta a Tegcl nel 18i0 e in seguito sempre m igliorate; alcune cl i queste cupole furono impiegate anche in I talia; - Cupola tedesca Gruson-Schumann per 2 cann oni d a 15 esperimentata a Cotroceni per la d ifesa d i Bucarest ; Cu pole costruite dallo stabilimento Grusonwerk; que'lle de llo sta,bilimento Krupp, d ella società delle ferr iere di Chatillon et Commentry; quelle della Soc ietà. delle ferriere e cant ieri del ::V[editerraneo, delle officine del Creusot, delle ofiìcinc Armslrong, ecc. Fra le varie specie di cup ole giova ricor dare in modo particolare la cupola oscillante per due cannoni da 15

pr oposta e fatta cost ruire dal gencraic ) Iangin, la quale doveva. presen tare i vantaggi delle torri a scomparsa, cvita ndc>J1e in pa ri tempo gli svantaggi. derivanti dal fallo che la forma a torre cilindrica offre minor resistenza di quella a cupola al tiro di la,nc io . La corazz<1.tura è a calotta sferica, for ma ta. da tre p ia.stre ed è rinforza ta du Lrc a rmature arcuate di lamiera, parallele fra loro e collegate con u na lamiera cilindrica. >!ella par te inferiore del tamburo d i sostegno sono disposte travi che sostengono 1a piattafor ma. Alle armatu re (A) cd a lle travi sono fissate le tre paratie che costitu iscon o gli affusti dei due c,urnoni. Le travi sono c:o llega te con una piastra di ghisa. r inforza·ta da nervature tbe la collega.no ad una sporgenza cilindrica rava,· limitata sotto da una superficie cilindri-ca a generatrici orizzontali normali a l p iano di simme tria dei due pezzi ; ta le sporgenza si alloggia in una cavità pure ci lindrica situata a l centro della piattafom1a girevole. Cosi la C. èd il sostegno possono oscillare attorno ad un asse normale al p iano di figura, in 111odo che le cannoniere 1·imangono o coperte da ll'avancorazza o sopra di essa. T'cr far passare la C. dalla posizione di riposo a quella di sparo e Yiceversa, si agisce su un paranco per mezzo di un verricello. Questa C. del }dangin, oltr e a.cl ovvia.re all'inconven iente sopra indica to, proprio delle torri a scomparsa. ha su queste il vantaggio di sporgere sem pre della stessa q uantità ( piuttosto piccola) tanto nella posizione di r iposo che in quella cli sparo e di non facilita.re il puntamento nemico coll'appari re e lo scomparire. Ha. poi meccanismi più semplici e robusti ed è meno costosa.

Cupramontana ( nel medioevo e fino a pochi anni fa M.assacc-io) . Comune in prov. di Ancona; trae il nome e l'origine dall'antica città p icena. Fu anternura.le di J esi che vi costruì un castello I

r Cupola o scillant e (flel Mangin)

ove ll)anteneva castellano e guarnigione. Fu espugnato da frate :Monreale, e Francesco degli Onlclaffi con una compagnia di avventurieri francesi e tedeschi, n el 1354, in seguito a pr ovocazione di Galeot to ·l\falatesta che l'aveva in signoria. '-: el 1426 fu predata dalla compagnia. « dc' Fraticelli » e nel 1443 presidiata da F rancesco Sforza. Nel giugno 1517 la sacchc;,giò e incendiò F r ancesco l\·faria


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della Rovere come punizione per essere restata fedele alla città di Jesi.

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cetti religiosi, inalzò la bandiera della rivolta, . segreta mente aiu talo dagli elementi reazionari del vecchio reg ime e dall'I nghilterra, interessata a suscita re d isordini per assicurarsi la zona petrolifera di Mossul, men tre la Russia sperava tra rne la scu1tilla di un movimento bolscevico. Il governo d i Angora intervenne energicamente ; proclamò lo stato d i assedio, e, ottenuto dalla Francia il permesso di fare attraver-sare dalle truppe turche il territorio s iriaco, d a essa occupato, raggiunse, circon--

C1.1pole co,·azzate austriache bombardate (la ll' arl ig-l Jeria italiana a il!Ont.e Verena

Curbasc. Specie di lu ngo frustino costitu ito da una pelle di elefante, rinoceronte o bufalo, la cu i estremità si avvolge attorno a l polso. Serve come frusta per cavalli o cammelli ; un tempo anche per punizione a i soldati d i colore; in questo caso la fustigazione avveniva sulla pianta del p iede; ormai è caduta in d isuso. Curci (Giovanni) . Generale, n . e m. a Napo li (18351909). Sottotenente. di fanteria nell 'esercito delle Due S ici lie, prese par te alla campagna del 1860 e nel 1861 passò n ei RR . CC., dove, raggiunto il grado d i colonnello (1889) comandò le legion i di Palermo e Bologna.. Collocato in P. A. (1895) raggiunse nel 1898 il grado di magg. generale.

Curcio (Eugenio). Generale medico, 11ato a Napoli nel 1860. Cur e! Giovan111 E n trato in serviz.io nel 1884, fu p romosso brigad iere gen. medico nel 1918; fu d irettore di Sa11ità M ilita.re Marittima a Napoli nel 1920-22; colloca to in P. A. nel. 1922, fu p romosso magg. genera le medico nella Riserva nel 1923. Curdistan. T errito rio compreso fra le radici del Caucaso il mar Nero·, e le sorgenti del T igri e dell'Eufrate. E' diviso fra la. Turchia, la Persia e l'Irak e anticamente costituiva la pa rte maggiore della Media . E ' a bitnto dai Curdi, popolaiione d i pastori nomadi, fa11atici musulmani, sempre in lotta contro i governi di Costantinopoli e di Tehcra11, che non r iuscirono mai a doma.rii completamente. F u rono in tempi non molte lontani strumento della. persecuzione turca contro gli Armeni. Sotto il sultano Abdul Hamid, fra loro fu scelta la cavalleria curda, che faceva parte della sua guardia de·] cor po. Dopo la grande guerra il trattato d i Versailles dette al C. una semi autonomia. che p erò quello di Losanna annullò, restituendo alla Turchia la piena sovranità sul loro territorio . Nella seconda metà del febbraio 1925 Io sccick Saied, facendosi eco del malumore suscitato da l governo i nnovatore di Mustafà Kcmal Pascià per molte disposizioni giudicate contrarie a i pre-

Carnlicr i ciel Cu rclts tan dò e disperse i ribelli. Lo sceick Saied fu p reso prigioniero e imp iccato in Angora.

Cure balneo-termali. In tutti i principali eserciti, fra i provvedimenti sanitari occorren ti per la salute delle truppe, sono state istituite le cure balneo ten11ali. Annualmente, in I talia, in seguito a domanda degli interessat i o su proposta dei d irettori di Sanità, vengono inviati ai diversi stabil imen ti di C. i militari (uffic iali e truppa) che ne hanno bisogno. Gli Stabilimenti governativi sono quelli d i Aoqui, Ischia, ·Casciana, Recoaro, Salsomaggiore; vengono pure utilizzati quello di A ba.no ed a ltri. Le C. sono fatte per turni di 15 giorni tra la fine d i maggio e la fine di ottobre. I m ilitari vengono sottoposti ad apposita visita collegiale, presso ciascun C. d'A. Naturalmente per gli ufficiali in servizio attivo, i turni d i C. non devono coincidere con periodi di m a novre, campi, o cors i di istru,;ione. E' s tabi lita una retta giornaliera per le C., dalla. quale sono esonerati i ricoverati p er ferite o lesioni .riporta te in combattime11to o servizio d'ordine pubblico. Curial (çonte Filiberto)( Generale e legislatore. savoiardo al servizio <lella Franci,c (1774-1829). Iniziò l a sua caniera nel ba~taglione Allobrogi (1793) e salì rapida.mente a i gradi più elevati, illustrand osi in tutte le campagne napoleoniche . Creato conte de ll'Impero ( 1814) votò più tard i la dest ituzione d i Napoleone, ma ritornò a lui durante i Cento giorni. Partecipò a nche a lla campagna del 1823 nella Spagna. Curiazi. V. Orazi. Curio Dent ato. Generale Romano. Nel 290 a. C. sconfisse i Sanniti, e poi p unl i Sabini, loro alleali. Nel 276 sconfisse P irro presso Benevento: sottomise poi i L ucani e morì nel 272. Curio (Spinola, marchese Francesco). Generale, n. e m. a Genova (1823-1890). Sottot. d i fanteria nel 1842, co111battè nel 1848 e 1849 meritandosi una med. d i bronzo a Mortara e nel 1859 guadagna ndos i un'altra


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med. di bronzo a Palestro e una d 'argen to a R occa d'Anfo. S i d istinse altresì nelle operazioni per la pacillcazione dell'I talia meridionale ( I 862) ottenendo una terza m ed, d i bronzo; promosso colonnello (1864) comandò il 7° regg. fanteria, p artecipando alle campagne del 1866 e del 1870. Net 1874 fu collocato a ri poso col grado di magg. generale nella r iserva.

C,u·lo Giovanni. Generale, n. a Genova, m. a Torino (1849-1915). Sottot. dei ber,saglieri nel 1867, s i la ureò i n matematica a Parma nel 187 l e fu poi addetto all'Is titu to geografico milita.re. Passato nel personale per manente dei distretti, comandò quelli di Catania e Rovigo; nel 1905 (colonnello) quello d i Catanzaro. Collocato in P. A. (1907) raggiunse nel 1914, il grado d i magg. genera le nella riserva.

Currie. Genera le canadese dell'epoca nostra. Non awva p,ai appartenuto ai quadri p ermanenti del piccolo ese11Cito canadese, ed era colonnello della Milizia nella ·riserva. Scoppiala la grande guerra, assunse il suo grado e g iunse in Francia come colonnello nel febbr aio 1915; nell'aprile dello stesso anno veniva promosso generale di brigata : si distingueva a Ypres, dove s i dovette a lu i e al gen. francese J\fo,,dacq se fu possibile riparare senza gravi danni ad uno scacco iniziale dovuto alla sorpresa elci gas, In seguito, con le truppe Canadesi, partecipò a tutte le p rincipali azioni impegnate dagli Inglesi in terr1torio d 'Arras, fino ad essere promosso, sul fo1ire d ell'anno 1917, a generale comandante in capo delle forze canadesi in E uropa; carica che tenne sino all'armistizio. A guerra fmila fu smobi litato come ogni altro combattente e tornò alla sua vita. p rivata di affari.

1794 tanto d a meritarsi p rima una mcd. d'argento e poi quella d'oro nelle vicina112<: ·del forte di Exilles, perché: « T rovandosi nella notte degli 8 ai 9 ottobre 1794 con alcun i volontari all'attacco di una ridotta nemica, si è particolarmen te distinto, con essere perciò rimasto gravemente ferito ncll'escirc da. essa ridotta cl1e fu totalmente distrutta». Dopo il 1814 venne nominato sotto!. nel bgl. di guarnigione passando poi nei (( trattenuti )} ,

Cursore. V. Alzo a cursore. Curtatone e Montanara. Il p rimo comune, il secondo frazione del comune stesso, in p1·ov. di :Mantova, presso il M incio e il Lago Superiore. Coml,attù11e1tt-i di C11,r tatone e ]l,Jontanara. Hanno avuto luogo nel 1848, dur:ante la prima guerra d'Indipendenza, fra i Toscani del De Laugicr e gli Austriaci. Combattimento del 4 maggio. I Toscani molestavano con le loro ricognizioni i lavori d'afforzamen to della fortezza; gli Austriaci, per far ces;;are questa molestia, fecero il 4 maggio una sortita con tre colonne, di circa 800 uomini l'una, dirette rispettivamente a Curtatone, a Ylon tanara e a S. Silvestro. Animati da.I gen. Dc Laugier, i Toscani respinsero le tre colonne e le obbligarono a rientrare dentro Mantova.

Combattimento del 13 maggio. Il giorno 13 l'attacco austriaco si rinnovò, sempre su tre colonne e verso gli stessi obbiettivi ; ma questa volta con lo scopo d i riconoscere le forze nemiche. Anche questa volta i Toscani respinsero brillantemente il nemico dopo 4 ore di combattimento. Perdite : Toscani, 9 morti e 36 feriti fra i quali Rossarol e Poerio; Austriaci, 8 morti e 30 feriti .

Combattimento del 29 maggio. Il maresciallo Radetsky, liberate le sue comun icazioni attraverso il Veneto, 1·icevuti rinforzi, e saputo che l'esercito napoletano, che marcia va da sud verso il Po, era• si ritirato per ordine del re di ::-.'a-=-~-=-::_-...,.;,!..~~L.:l:.~ - - '....-~poli prim<). di giu ngere sul teatro di. operazioni, decise d i muovere all'offensiva, e, lasciato un forte p reS'\JPY..R ~--. ~~/ ~ sidio a Verona, portò, con una ,,-::::=:::::::~.._, ~ f ,"·,, marcia notwrn,t di fianc0 ed a bre~ ve d is tanza dalle posizioni piemontesi, la massa principale delle proprie forze da Verona a Man tova, allo scopo di sboccare da quella fortezza sul fìar,co e sulle comunicazioni dell'esercito p iemontese del \.f incio. Il pericoloso movimento riuscì per le grand i manchevolezze I, del servizio di informazione e d'esplorazione dei P iemontesi, i quali credettero di interpretare il movimento stes,o come un ord inario cambio cli p residio fra le fortezze d i Verona e di Mantova. Guardavano j\,f antova da ocdden0 te c irca 6.000 uomini fra truppe re-------""..___~ golari e volontari toscani, il II bgl. del 10° regg. d i linea napoletano ed c:::::l Toscani ,m bgl. d i volontari napoletani ; es'- rn . -, Austriaci IN si erano schierati d idro debolissim i ripari fra Curta tone e J\,IontaBaLtag-Jia di cun a1one (1S4S)

Cursillat (Giacomo). Mcd. d'oro del scc. XVIII. Caiporal maggiore nel reggimento genovese, cQmbatten<lo nella gu erra de.I le Alpi si segnalò in special modo nel

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na ra. U n d istaccamento d i Jvfodenesi e P a rmensi compktava il blocco della fortezza da G overnolo . I l 29 maggio di mattina, gli Austriaci sboccarono da l\fantova sulla dr. del 11incio s u 4 colonne: una di una briga ta d iretta a Governolo per tenere a bada i bg l. par mensi e modenesi e le a ltre tre contro i Toscan i : una di due brigate su Cu,-tatonc (8.600 u omin i e 24 pezzi) l'altra pure d i due briga te su M on tan ar a (4.000 u omin i e 22 pezzi); e la terza di una brigata su S. Silvestro ( 4.300 uomin i e 5 pezzi) col compito di aggirare per ::-fon tanara la destra italian a, Altri 24.000 u omini e 101 pezzi d'art iglieria furono lascia ti in riserva a

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riserva chiama ta in linea dalle Grazie. Anche a :Mo,1tanara si combatté valorosamente e parecchi attacch i nemici furono respin ti; ma, s tante la grande s uper iori tà numerica nemica, anch e q ui gli Au striaci riuscivano a progred ire specie verso l'ala destra, minacciata a nche dalla colonna. di S. S ilvestro che era riuscita a portarsi a lle spalle dei n os tri: il colonnello G iovannetti d ovette quind i ordinare la ritirata ed i suoi uomini poteva.no a s tento aprirsi la strada attraverso i reparti austriaci clic si !Tovavano già ad occidente d i Jvlontanara. provenienti da S. Silvestro e d a Curtalone e che catturarono molti dei nostri. Le perd ite dei T oscan i furono gravi: a Curtatone : morti 79, feriti 249, p r igionieri 99; a M ontanara: morti 87, fe riti 269, prigionieri 1087 . Perdite austriache : morti 95, feriti 516, dispersi 179.

C,trtaton e. :Nave sussidia ria in legno (can non iera) varata a Genova. nel 1860. Dislocava 262 ton n. e aveva una macchina cli 60 cavam. F u r adiata nel 1869. Nel 1861, a Gaeta, fu trasf9rmata in Br'lllotto (V.). Curtatone. Nave sussjdiaria d i 3' classe, (cannoniera) varata a Venezia nel 1888, lunga m. 53,96, l!lrga metri

9,89, con d islocamento d i ton n. 1292, macchine d i HP. 1016, a rmamento d i 4 cannoni da 57, 2 da ;;7 H., 2 mitragliatrici. Stato }1aggiore 10, equ ipagg io 133. Curta.tone. Cacciatorpedin iere, varalo a L ivorno nel 1922, lungo m. 80,39. largo m. 8,02, con d is locam en to .11on11nwn li r·ommemo,-at ivl in -'lonrnna ra.

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l\fantova. L'attacco principale era diretto su Curtatone . J Toscani erano divisi in pa rti quasi ugua li a Curtatonc (comandante colonnello Campio) e ~-i on tanarn (comandante ten. colo11nello Giovannetti) con una riserva d i 2 cp. granatieri e<l il bgl. universitario toscano al quartier ge-

nerale cie l generale De L a ugier al le Grazie. Veni,-ano cosi a trovarsi d i fronte: Austriac i 40.000 con 150 cannon i. Toscani 6.000 con 11 cannoni de i quali solo 5 in efficienza. Il gen. Dc Laugier in vano aveva richiesto istruz ioni precise e rin forz i. I Toscan i si d ifesero eroicamen te, trattenendo il n em ico tu tta la giorna ta. A Curta tone il generale d i d ivisione Schwarjenberg ed il colonnello Ben edek invano si misero alla testa elci loro ba ttaglioni duran te il primo attacco ; furono respinti. l i secondo attacco, condotto col rinforzo d i u n'a ltra brigata, men tre era trattenuto al centro, faceva lenti ma costan ti progressi a lle a li, sicchè, verso il tramonto, il D e L aug ier, per evitare l'a ccerchiamento comp leto, ordinò la ritira la su lle Grazie e Goito, facendo le p roteggere d a lle due cp. cli gran atieri, ultima

di tonn. 90-1. Armamento di 4 can non i da 102; 2 da 76; 2 m itragliatrici ; 2 lanciasiluri.

Curti (Stefanino) . Med a.glia d'oro, !1 . a Imola, caduto a Vidor (1895-1917). Uscito d alla Scuola m i!. d i Modena pochi giorni d opo l' inizio d ella guerra, fu assegna.lo qua le sottot. al 1• regg. alpini, che raggiunse in Carn ia . f in dai ,prim i giorni d i permanenza a lla fronte trovò modo cli segnalarsi guadagnandosi successivamente


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una med. di bronzo ed un encomio solenne. Poco più tardi, sugli Altipiani. rimase gravemente ferito ad una g:unba. Guarito appena, volle subito tornare alla fronte, dove già due suoi fratelli avevano offerto la giovane vita alla Patria. ~ci primi giorni dèll'cpica difesa. sulle nostre imprnvvisatc ltnec sul .Piave, il capitano Curti, battendosi Jconinamente alla testa di una rp. del hgl. alpi11i Val Var:i.ita, cadde ucciso, ma dopo aver dato tale prorn di indomito ardimento, che lo stesso nemico, ammirato. scrisse sulla tamba cli lu i. << liicr rukt ein tapfcrer Jtalien ! ». - « Qui giace uu valoroso italiano>>. Ecco la motivazione con la quale venne concessa la medaglia d'oro: « Preposto con la sua. compagnia di alµini alla difesa di una testa di ponte di \'ilale interesse per le nostre truppe ripieganti, si votava cou indomito a:d imcnto e strenua, accanita lotta 1·iusccndo ad arrest,tre t~mpo rancamente l'av,•ersario soverch iante. Con un piccolo nucleo di generosi superstiti cont,attacca\'a. ben tre \'olte un nemico grandemente superiore di forze, e nella unpari lotta trovava mo rie gloriosa. Fulgido esempio di eroismo e di sentimento del dovere, spinto fino al consapevole s.,crificio di sè stesso>> (Vidor, 10-11- 1917).

Curtiss. Idrovo lante biplano a galleggiante centrale, in dotazione presso l'Aeronaut ica m ii. navale degli Stati

C11r1lss tla bomhn1·damc1110 (Condor XB·2)

Uniti d'America. Anna.lo di due mitragliatrici, può portare cinque persone di equipaggio e quattro bombe da

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Jclrovolante silurante Curllss

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100 kg. l'una; è destinato per le azioni di bombardamento e ricognizione a grande raggio, avendo a pieno carico 17 ore di autonomia. Il gruppo moto pcopulsorc è formato da qu:i.ttro motori Liberty 400 H.P. c.1clauno. LJ. sua velocità mas.,ima 0 d i km. 110. C11rti.ts (Tipo si/ura11fc). Grande idro\'olante :nonop lano bimotore in dotazione presso l'Aeronautica. militare navale degli Stati Uniti e.l'America. E' un apparecchio silurante a doppio gallei:(giante cd ~ dotato di due motori Curtiss 385 H.P. Il siluro ,·iene portato fra i due gallegg ianti dello scafo. Ha una velocità massima d i km. J 79 e unn ,rntonomi:i. di quat tro ore.

Curtogoli (tul'co. Kurdogli). Pirata dd secolo XVI il quale, d'intesa coll'imperatore di Co~tantinopoli, rrasi s tabi lilo a Bisena, dove disponeva. di trenta bastimenti e circa 6000 mal'inai. Dal 15 15 in poi cont inuò a battere i mari e le coste italiane, specie della Liguria, della Toscana ,: del L azio, procurando non lie\'i danni. I Genovesi, d'accordo con papa. Leone, il -I agosto 1516 andarono a so rv renderlo ne llo stesso porto di Diserta, ,· riu scirono a liberare i prigionieri e distruggere parte della nottn. :i.\Ia, in causa della scarsi disciplina non ouennero completo successo, e C. riuscì ancora, un mese dopo, a riarmare le sue galee per nuO\'C imprese . corsa re. Curuczi (o K,m,czi). $oldati volontari irregolari, costiiuenti in Ungheria le truppe <lei partito indipendente (1673). La sconfitta eia. loro subìta nella battag lia. di Trencsen segnò la loro sopprnssionc, quantun que si fossero creata una fama sollo Rikoczi. Furono rievocate nel 1907 le loro celebri can.t0ni di guerra accompagnate dal << Torogalo » strumento adottato all'epoca della insurrezione magiare del sec. XVII. Curupaity. Borgata. della. repubblica del Paraguay, presso la città di Humaita poco lungi dulia confluenza fra Paranà e Paraguay. Ebbe particolare importanza nella guerra tra Brasile (e a lleati) e Paraguay (1865-66) perchè munita di fortificazioni pcm1anenti a proiezione della frontiera. sudoccidentale della repubblica e del passo del ftume. Fra il 1° ed il 22 settembre del 1866 la squadra. brasDiana, discendendo il Paraguay per attaccare quelle posizioni, ,·i trovò uno sbarramento di torpedini subacquee che fecero saltare in aria la corauata «Rio-de-Janeiro». :\ malgrado di ciò l'ammiraglio bras iliano Tarnandor(: knlò d i forzare il passaggio. Ma le forti difese, e le batlcrie di C., col loro fuoco intens ivo obbiigarono a ritirarsi le 8 corazzale, e gl i altri numerosi legni da guerra e cannoniere, che s'erano temeraria.mente avventurati all'atlacco <lello sbarr-a.mento. La battaglia. tutla,via continuò fra le tru1>pe sbarcate <lai brasiliani e quelle del Paraguay (22 setlcmbre 1866). L'esercito allea to, comandato d:i.l iiibrc, fu battuto lasciando circa 8000 tra morti e feriti sul campo, mentre prcssochè nulle (w1 centinaio di uomini) furono le perdite dei Paraguaja.ni. L'attacco degli alleati, eseguito senza conoscenza sufficiente delle forze e delle posizioni a vversarie, li portò in un terreno impraticabile, davanti ad ostacoli insom1011ta.bili, nel quale terreno furono fulminati da fuochi concentrici e subirono le grosse perdite sopra indica.te. Fu la più d isgraziata batta.glia, per gli a lleat i, di tu tm la campagn:i.. C. fu pure teatro di altro combattimento fra Argentini e Paraguaiani, nel 1868, verso la metà di agosto, con successo dei primi. Nel febbraio del 1868 la squa-


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Battaglia tli curupaity ( 1866) d.ra alleata riuscì a var care il passo d i C., ciò che costrinse i Paraguaiani ad evacuare Asuncion.

Curuzù-Cuatia. Borgo del!' Ar gent ina, teatro cli combattimento (6 agosto 1862) in cui il gcn. Càceres sconfisse i Conen tini. Il 2 -3 settembre 1866 fu attaccato bombardato e preso dalle truppe brasiliane.

Questa dicesi millimetrica se corrisponde alla millesima parte del denominatore della - scala (millimetro grafico della scala). Es. equ idistanza di 50 metri per la scala 1 :50,000. L 'equidistanza, fissa per ogni carta, varia a seconda

Curve (oltù11etriche o d-i l-i:-<1ello) (Topografia). Se si immagina di ·interseca rè i l terreno con piani orizzonta li ed equ idistan ti t ra lor o e d i proiettare poi, ortogonalmente, sul piano d i r iferiJ1'.lento, le intersezioni ottenute e ridurle in sca la proporziona le, sì da p oterle riprodurre

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della sca la . Il n ostro Istituto geografico m ilitare a veva. determina to, per le proprie carte, che l'equidistanza fos-

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« è ~ ~~~ graficamente su di un foglio di ca rta, si ottiene una rap presenta.zione grafica, in cui, evidentemente, con sufficiente espressione, possono apparire le vere forme del te rreno che si con•s idera. Tali curve, orizzontali per tracciato, sono dette anche « di livello», perchè ciascuna d i esse giace in uno stesso piano òrizwntale, e tutti i punti che unisce sono allo stesso livello rispetto al p iano d i riferiJ1'.lento. La distan za verticale ohe intercede tra due piani orizzontali consecu tivi, chiamasi equidistanza .

se, di massima, millimetrica, meno che per le · scale I :100.000 e 1 :200.000, ove essa è mezzo millimetrica., corrispondente, cioè, rispettivamente, a 50 e 100 metri.


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Per alcune levate al 25,000, si ha equidistanza quintomillimetrica. =. 5 metri. Recentemente si hanno, p er tale scala, anche equidistanze di IO metri per i terreni collinosi, e di 20 per i terreni di montagna. Ifa pure convenuto : - che a lcune curve, una ogni quattro, siano disegnate con tratto rinforzato, ciò per rendere più rapido il calcolo dei dislivelli ; tali curve costituiscono le direttrici, mentre le altre s i dicono intermedie; - che quando le quote siano segnate lungo curve cli lh-ello, queste vengano interrotte; - che quando colle sole curve consentite dalla equidistanza stabilita p er una d ata carta, non sia possibile rappresentare con sufficiente espressione tutti i movimenti del suolo e i cambiamenti di pendenza, si intere-a lino tra esse altre curve dette a us iliarie, eia disegnarsi con punteggiate, secondo una equidistanza sottomultipla. della normale. L:l rappresentazione della p lastica del suolo, ottenuta col s istema delle curve di livello, è una rappresentazione geometrica ma di non molto cffcuo artistico. E' geometrica, perchè le curve sono ottenute con misurazioni realmente effettuate sul terreno per mezzo d i strumenti m olto precisi ; consente, pertanto, di ricavare misure di altitudini, differenze di livello, pendenze, ccc... con sufficiente esatte1.za. Circa l'effetto arti~tico, il metodo delle curve cli livello ha manchevolezze specie nel rappresentare terren i a leggera penden1.a, ove, cioè, si l1anno c u rve molto distanti tra loro, che non possono dare, pertanto, a colpo d'occhio, chiara idea del terreno che rappresentano; analogamente per i terreni a forti inclinazioni, perchè le curve riescono troppo ravvicinate. '.\feglio vengono rappresentati i terreni di pendenza media. l)er avere l tn buon effetto ar tistico, occorre poter riprodurre gli effetti di chiaroscuro (luci ed ombre) quali nonnalmen1e l>i verificano in natura (ombreggiatura della carta). T ale risultato s i ottiene adoperando, ad es. il metodo delle lince di massima pendenza, lo sfumo, ecc. ~ei lavori speditivi cd a vista, schizzi, ccc., ove non si

Curvimetro ha modo di poter effettuare misurazioni esatte, sul terreno, degli clementi necessa.rii per il tracciamento delle curve regolari cli livello cli cui sO[Jra, si adoperano curve dimostrntive. Sono curve formate da tratti disconti nui, che seguono solo appr0!'-5imativamentc randarnento delle curve <li livello, ma, che, nell' insieme, dànno un' idea

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approssima tiva delle forme che si vogliono rap.present<1> re; esse riescono di maggior e ffetto se completate con tratteggio o con sfumo e disegnate a colore (preferibilmente, bistro) diverso dal nero us..·uo per la planimetria.

Curvimetro (Topografia). P iccolo strumento col quale s i ottiene, sulle carte topografiche, la misura delle lunghezze natural i corrispondenti, alle diverse scale, ad uuu. lunghcna grafi ca qualsinsi. Si adopera facendo scorrere una p iccola ruota lungo le inflession i e sinuosità della lunghezza da misurare (strada o altro), la quaic ruota, mettendo in movimento un sistema di a ltre ruote dentate all'interno dello stnuncnto, fa segnare s u di un quadrante, a mezzo un apposito indice, il corrispondente sviluppo in cbilometri e sottomultipli. Ve ne sono, comunemente, per le sca le 1 :25.000 - 1 :50.000 1 :75.000 _ l :100.000. Curzola. Borgo della Dalmazia, nel distr. di Ragusa, capol. dell'isola omonima, la quale seguì le sorti dell'arcipelago dalmata. Battaglia di Curzola ( 1298). Appartiene alla lotta fra Genova e Venezia e fu comhattttla dalle loro flotte ; la primci, di 85 navi, al comando di Lamba Doria; la seconda di 95, al comando di Andrea D andolo. Presso C. le due f:Jotte s i trovarono di fronte verso la fine cli agosto, e i Venc1-iani sch ierarono !(1 loro flotta fra Curzola e Lagosta. l'er qualche giorno nessuno osò di assalire; la sera del 7 settembre il Doria s i decise. Approfittando dell'oscurità, inviò lS galee a compiere un movimento aggirante intorno all'isola L agosta e la mattina dopo attaccò risolutamente. I Veneziani, dopo aspra lotta, stavano per p revalere, quando sopraggiunsero alle loro

Torre liClla. fortezza dl Cui·zola spalle le 15 galere spiccate dal Doria: la fortuna della batta.glia mutò subito corso : la loro capitana venne presa a ll'arrem baggio; pareèchie galere affondate le a ltre meno 12 salvatesi con la fuga, costrette alla e in~ cendiate, meno 18 corrdotte a Genova. Dicesi che i Venezianj perdessero 10.000 u.; essi lasciarono 6700 pri-

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gionic ri. fra i quali ) l:trco Polo. I Genovesi p erdettero circa 1500 uomini, ma ebbero per parecchio tCinpo la supremazia su l ma re e costrinsero Venezia alla pace a dure condizioni. C11rtola. Rimorchiatore varato in Germania nel 1914, lu ngo m. 29.5. largo m. 6,15 con d islocamento d i ton· nellate 250. macchine di H.P. ~00, armamento di 2 cannoni da i6.

Cusani (Confalonirri. 11wrcJ11,se I Pf,o/ito). Generale. n. a Genova nel 1811. 501101. di cavalleria uel 1831. partecipò alle campagne del 18-19 e 1859 e comandò il Piemonte R eale Cavalleria, meritandosi una medaglia d'argento. è\el grado di colonnello (1860) prese p3 rte a lla campagna del 1860-1861; fu poi presidente ciel Tribunale mii. di Firenze. P romosso magg. generale ( 1861' comandò prini.1 la hrigat:i di cava lleria ciel 6° Corpo d'Armata. poi la brigata composta dei regg. Alessandr ia e )filano, quindi quella formata dai reggimenti .\osta e Guide. :--'el 1863 fu nomin,Lto direttore gen erale cli depositi cli Cavalleria, e nel 1864 Ispettore generale per la Cavalleria . Durante la campagna del 1866 comandò la 2• brigata cli cava ller ia cli riserva e la 22' d ivisione meritandosi la croce cli llfficiale dell'O. M . di Savoia. Cusoni Visconti Vittorio L orenzo. Ammiraglio, n. di M ila no (1864-1925). En tralo in servizio n el 1878, fu promosso contrammir. nel 1915, v ice-mnm ir. nel 1917, vicea.mmir. d 'Armata nel 1923. Partecipò a lla gller· ra 1915- 18 in Adriatico, ottenendovi la commenda clc ll'O. M. S., perchè, comandante in capo dcli' Armata Xavale durante l'ultimo periodo della. grande guerra, presiedeva con chiara intelligenza e con serena att ivi tà. alle moltep lici azioni svoltesi felicemente ncll' Adriatico, in particola re nel bombardamento della base n a vale d i Durazzo, che presentav:t d ifficolti, non comuni. Fll sottocapo di S. M. della Mar in a n el 1915 e capo di S. ~1:. dell'Ar. Navale nel 191519 16; comandante della s• divisione navale, della Divisione clell'Tonio, della «Varese»; ancora sotto capo di S. :M. della }\farina nel 1917-1918; comandante in capo dell'Armata ,navale del Basso Adriatico nel 19181919 ; comandante in capo dcli' Alto Adriatico e della piazza di Pola n el 1919- 1920 ; comandante in capo della piazza di T aranto nel 1920, anno in cui fu collocato in P. A.

Cusano (Marcantonio). Condottiero m ilanese del secolo XVI. Combattè al servizio d i Lodovico il !.foro, poi cli T, uigi XII: fu uno degli artefici della presa di

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Novara; coma ndò l'al·t. francese ad Agnadello; parte· cipò alla presa di Brescia, alla battaglia di 1-farib'Ilano, agli assedii di :'.\1ilano e Pavia, e all'invasione del Piemonte, morendo all'assalto di Villafranca Piemonte (lSlS).

Cuschimbui. Servitio speciale e caratteristico della Rumen ia dtLrato dal l870 al 19 l3, che presta "ano i cittadini non obbligati alla ferma di due o tre anni. Dopo una istruzione da recluta, gli uomini facevano servizio a turno Cu~ano ~r ar<·antonlo nei reggimenti, in modo che questi. come ad esempio i calarasci, erano semjpcrmanenti. Tale sistema era s imi le a quello usato da antichissimo tempo, tanto in Austria quanto fra i Cosacchi russi. Si ottenevano così truppe di scarS:t. solidità, e perciò l'uso cadde sostituc11closi, a i clorabanzi ed ai calara.sci, truppe permanenti. Cuscioetto. Sorta d i gu ancialetto quadrato con lato d i circa 30 centimetri con spessore di 3 o 4, fortemente imbottito di crini di cavallo e fittamente tra1>unto, in uso nelle fo11terie francesi sino a tutto il scc. XVIII. Ogni fuciliere lo metteva, du1·ante il tiro, tm il calciolo del fucile e la spalla per sentir meno il rincu lo dell'arma. Fu necessario nei primi tempi delle armi portatili da fuoco, quando il calcio non era ancora obliquo rispetto a 1 fusto della cassa. Così non era p iù, alla fine del secolo XVIII; ma il C. era ancora in uso, principalmente nella guerra d'assedio. Cushing (Guglielmo). Ufficiale di marina dell'armata federale durante la guerra di Secessione d'America. Si distinse per valore ccl arditezza in di\'ersc imprese, ma il suo più grande atto di valore fu il siluramento dell'arict,s confederato « Albemarle » mediante una barca a. vapore, sul R oanoke (notte 27-10-1864). Fu u na delle prime audacissime pro,·e delle torpedini marine; collo scoppio affondò pure la ba1·ca a vapore, affogando 13 fra ufficiali e marinai compagni del C. il quale si salvò per miracolo con un solo collega. Cuspide (lat ino Cuspis). Voce generica usa.ta per indicare qualsiasi punta di arma o di altro oggetto. Si chi-amò p iù propriamente C. quella parte di metallo appuntita infusa. all'estremità superiore dell'asta o della lancia: queste nella parte inleriorc portavano sempre un altro ornamen to metallico acuto, ohe si chiama va spic,dum e che oggi si dice caJz11olo, il quale, in certe circostanze, veniva adoperato anche per ferire, mentre il suo compito naturale era quello di sostenere ritta l'arma piantata. nel suolo. Custer (Giorgio /lrmstro11g). Generale americano e scrittore (1839-1876). Uscito dalla Scuola militare di West-Point sottot. cli cavalleria (1861). Si distinse durante la guerra. di Secessione e nel 1866 fu promosso generale. Nel 1874 diresse una spedizione sc icntiGco-militare della quale pubblicò un'interessante relazione; « La vita nelle pianure» .


Custine (Adam-0 FilipJ10 di). Generale fran<:ese, (1 740-1793). Prese parte a lla campagna dei Paesi Bassi col maresciallo di Sassonia, poi a·lla guerra dei sette anni. Nel 1780 combattè per l'in<lipe11denza americana, distinguendosi a Yorktown, e ottenendo il grado di marescia llo di campo. 'l'ornato in Francia fu n omi.na to governatore di Tolone. K el 1792 difese Landau, conquistò Spira c. nominato generale in capo dell'esercito del Reno, conquistò Magon za e .Fran coforte nel Meno. Nel 1793 si segnalò a Bingen Kreutjnach e .frankcnthal; ma , abbandonato dai suoi a Rischeim, in seguito alla resa di Concre, fu accusato di tradimento, arrestato e condan nato alla ghigliottina . Custodia honesta. Scorta d'onore e contemporaneamente di vigilanza o sicurezza ohe s'usava ai tempi d i Roma per alte personalità militari. La sl~ssa _frase aveva in Germania signifi.cato ben diverso, giacche 111dicava h, presa d'una fortezza od anche gli arresti in fortezza. Quest'ultimo significato non era in uso in Austr ia . Custoza. Frazione del comune di Sommacampagna (prov. di Verona), località infausta per le armi italiane. I Battagl-ia di Custoza (luglio 1848). Fu combattuta dall'esercito p iemontese al comando di Carlo Alberto, contro l'armata austriaca <l'Italia comandata dal feldmaJ·esciallo Radetzky. Quest'u ltimo, ricevuti a Verona numerosi rinfm·zi, assiaurate le retrovie dopo avere eliminato i di.fensori di Vicenza, portati a termine g li apprestamenti difensivi della pianaforte di Verona, dopo aver tentato invano di sboccare da Mantova (V. Curtatone e Montanara e Coito) sulle comunicazioni a vversarie nella destra del ll'Iincio, cercò d i richiamare l'atten zione e le forze dell'avversario ve1·so la sua ala sinistra (V. Cor01ia) col proposito invece di attaccare colla quasi totalità delle sue forze il centro ( fra S. Giustino e Sommacampagna) della lunga e sottile linca.- (90 km. d al M . Baldo per Sona-Sommacampagna-Goito a. :Mantova.) sulla quale erano disseminati i Piemontesi. Alla vigilia della battaglia, questi avevano il Q. G . a Marmirolo ; quattro divis. di fronte a Mantova ( 42.000 u.) a l comando del gen. Bava; il corpo De Sonnaz (15.000 u.) schierato -da Calmasino a Sommacampa.gi1a ; la riserva. di cavalleria e i Toscani (8000 u.) a sud-ovest di Villafranca; i Lombardi (9000 u.) a i passaggi del M incio. Nella valle superiore elci Chiese era.no le truppe del gen. Durando e in Valtellina quelle del col. D'Ap ice. In tutto, le forze piemontesi ammontavano a. 77 .000 u. Gli Austriaci avevano il Q. G. a Verona; il III Corpo (Thurn, 7000 u.) in Val d 'Adige; il I (Wrat isla w) II (D'Aspre) I .Risen,a (Wochcr) attorno a Verona ( 40.000 u.); il IV di Riserva nel Veneto e in Cadore ( 19.000 u.). I presidii di Verona, lVfantova, L egnago e Ferrara. ammon tavano a 19,000 u. In tutto, 95.000 u. di cui 57 .000 disponibili p er le operazioni di campagna. L'attacco a ustriaco fu eseguito dai 40.000 u. d islocati a Verona e appoggiato cla reparti delle vicine gu arnigioni. Il movimento si jniziò il 23 luglio all'alba, e 46.000 u. con 162 cannoni venivano subito a contatto coi 9000 u. e 24 cannoni della 3" divis . piemontese a l comando

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del gcn. Broglia, e, dopo ostinata resistenza, queste trup. pe perdevano Sona, S. Giustina e Sommacampagna. A sera, il gen. De Sonnaz riuniva. le truppe stanche e disordiua.te e le conduceva sulla dr. del Mi11cio. L a divis. Viscon ti che ne guardava i passi oppose scarsa resistenza agli Austriaci sopraggiungen ti, limitandosi a rnmpere il ponte di Valeggio . L e posizion i, sulla sera d el 23, erano qua li risultano dalla p rima cartina. Le perdite, a1nmo•1tai-ouo a 26 morti, 79 feriti, 193 prigionieri dalla parte piemontese; 71 morti, 312 feriti ,lalla parte austriaca.. I l Q. G. piemon tese e bbe scarse notizie nella giornata del 23, e solo fu a. perfetta conoscenza della s itu azione la maliina. del 24. Tuttavia , fin da lla sera del 23, erano state raccolte a. VilJafranca due d ivis. di fanterÌit e la divisione di cavalleria, e fu deciso di a ttaccare il nemico sul fia.11<:o e alle spalle, facendo assegno sulla resistenza della d ivis. Viscon ti a i passi cie l Mincio. L'attacco non potè essere inizia to, data la stanchena delle truppe che aveva.no lungamente marciato per concentrarsi, prima delle ore 14 del giorno 24. Frattanto Radetzky aveva deciso d i forzare, Jo stesso giorno, la. linea del M incio fra Peschiera e Valeggio, e l'operazione fu eseguita dal I Corpo d i riserva, il quale gettò un ponte a Salienze. Il gen. De Sonnaz accorse da Peschiera a rinforza.re le truppe del Visconti, ma gli Austriaci, superiori in forze, r iuscirono alle ore lt a. varcare il fiume, mettendo in fuga i volontari lombardi. A sera, 4 brigate austriache erano sulla dr. del Mincio. Frattanto, dopo le 14, da Villafranca si pronunciava l'attae<:o contro il I Corpo austriaco, che occupava le alture fra Sommacampagna e Valeggio. ·.Monte Torre, Custoza e Sommacampagna furono presi d'assalto, catturandovi un miglia.io di prigionieri. Radetzky, la stessa sera, d ispose per concentrare di nuovo s ulla sr. del fiume tutte le sue forze e con tra ttaccare i Piemontesi. 50.000 Austriaci, sul contrastato terreno, vennero cosi ad urtare contro 20.000 Piemontesi, i quali avevano progettato per il 25 di insistere nell'attacco, ma s i trovarono invece assaliti. Dopo ostina ta resistenza, alle S del pomeriggio, venne dato l'ordine della ritirata su Goito, dove già si erano concentrate le truppe della riva dr. del J\,fincio. Gli Austriaci non inseguirono: il duca di Savoia resistette a Custoza sino alle 20, a. protezione dell~ i·itirata delle altre truppe. L e perdite dei Piemontesi ammontarono a 212 morti, 657 feriti, 270 prigion ieri; quelle degli Austria ci a 175 morti, 723 feriti, 422 prigionieri. II. Battaglia di C1,stoza (giugno 1866). F u combattuta durante la. prima guerra. per l'Un-ità (V.) d 'Italia, fra l'armata. italia.11a del M incio, comandata da. S. M. il Re Vittorio Emanuele (ca.po di S. M. il generale Alfonso Lamarmora) a lleato elci Re d i Prussia, e l'annata austriaca del Sud, comandata dall'arciduca Alberto. Il piano di operazione italiano, derivato dalle due tendenze, la piemontese, caldeggiata da l gen. Lamarmora e la emiliana, della quale era esponente il gen. Cialdini, aveva portato la divisione dell'esercito in due masse: ma, la principale (annata del Mincio) composta da 12 div isioni di fan teria ccl l di cavalleria, doveva opera re per il ::\'[incio allo scopo cli por tarsi nel mezzo del Quadrilatero e tagliare le comunicazion i fra le fortezze di Verona, Legn ago, 1:fantova e Peschiera ; l'a ltra (armata del Po) d i 8 divis ioni, doveva operare per il basso Po ed il Polesine, su l rovesc io del Quadr ilatero. Inolt,<: Garibaldi, coi volon tari, doveva, per Val Camonica e Val 7i


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23 Luglio 1848 Situazione alla sera

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G iudicarie, impossessil.rsi ciel Trentino per t~rliarc le comunicazioni austriache nella Val d'Adige. L'armata del l\'.f.incio era costituita dal 1 Corpo (generale Durando: clivis. Cerale, Piancll, Brignone, S irtori: 35.000 u., 72 cannoni); II Corpo (gen. Cucchia ri: divis. l\1ignano, Cosenz, Angioletti, Longoni: 33.500 u., 72 cannoni); III Corpo (divis. Bixio, Cugia, Govone, Pr. Umberto: 33.000 u., 72 cannoni); D ivis. di cavalleria (gen. De Sonnaz, 2500 sciabole, 12 cam10ni); Riserva d'artiglieria (col. Balcgno, 54 Cil.nnon i). In tutto, 216 bgl., 62 sqdr., 47 btr.: 101 .600 fucili, 7000 sciabole, 282 cannoni. Le truppe austriache destinate a fronteggia re l'esercito ita liano, al comando dell'arciduca Alberto, erano costituite del V Corpo (Radich) VII (Maroicic) IX (Hart.ung) e riserve : in tutto, 76 bgl., 24 sqdr., 21 btr.: 72 mila fucili, 3500 sciabole, 168 cannoni. Inoltre vi era u n Corpo nel Tirolo, e oltre 50.000 ucHn ini disseminat i

nelle varie guarnigioni. La sera del 23 giugno, i P iemontesi erano sul :Mincio col I e III corpo nella zona. di 1vfonzambano- Valeggio-Rovcrbella, e il II davanti a lVIan tova e Borgoforte. La stessa sera, l'arciduca convinto che g li Italiani mirassero al medio Adige per il basso Mincio, allo sc-0po di congiungersi col Cia ldin i, dispose che tutte le sueforze occupassero le alture già insanguinate n,el 1848,. fronte a s ud. Varii indizi cbe r ivela vano già il 23 il concentramento delle forze austriache verso la zona di Custoza-Sona non furono tenuti nel debito conto dal' Comando italiano, erroneamente persuaso che gli Austriaci si sarebbero tenuti sulla difensiva, e deli berato,ul occupare il ma ttino seguente le colline che secondo, l'e rrata persuasione dovevano essere sgombre di nemici.. Ne derivò una battag lia d'incontro, imprevista dagli' Italiani. Alla sin istra d i questi, fra il :Mincio ed il T ione, 2 d ivis. del II Corpo, la 1' e la s•, e patte della 2";.


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24 Luglio 1848

Situazione alla sera c:::J Italiani. Austriaci O~=~=~200 metri

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sostennero d al mattino al pomeriggio l'attacco della d ivis ione di riserva e del V corpo austriaco. Alla destra (Villafra.n ca) due divis. del III Corpo, la 7° e la 16", e parte dell'8", oltre la d ivis. e la brigata di cavalleria del III Corpo, furono immobilizzate inoperose tutto il giorno dalla ca rica dei pochi squadroni austriaci del P i1Iz, avvenu ta nelle p rime ore del mattino; a tale inerzia concorsero l'ordine del gen. Lamarmora a l Della R occa cli tener fermo a Villafrnnca, e la mancan za di iniziativa dimostrata da quest'ultimo. Al centJ·o una divis. (la 3") d el II Corpo, una (b 9°) del I II Corp o, e parte dcll'8', sostennero, successivamente, sino al tardo p omeriggio, l'urto dei due corpi a ui;tri,~ci VIl e lX. Come si vede, la superiorità numerica complessiva dell'esercito italiano era sparita sul campo d i ba ttaglia per i grav i errori dei capi; infatti delle 20 divis. 8 erano distaccate s ul basso Po, 4 attorno a lv!antova, 1 in osservazione d i Pesch iera, 2 restarono inoperose a Villa.franca e solo S ed una frazione presero parte alla battaglia contro tutta l'armata austrfa.ca riunita. Le divis. italiane inizi,u·ono la marcia nella notte, qualcuna d i esse senza riposo e senza ranc io; or dini incompleti, giunti in r itardo, mal

dati e male csegu1t1, causarono incroci di colonne, disguidi, p erd ita di tempo e grande stanchezza nella truppa, già p rima del combattimento. Data la mancanza d i coordinamen to nel tempo e nello spazio dei vari scontri, non è possil,ile dare un'idea di assieme del loro svolgimènto ; per la mig liore in tell igenza. dell'andamento della. battaglia s i ritiene quindi opportuno descrivere successivamente le azioni all'ala destra, all'ala sinistra ed a l centro italiano. Scontri all'ala destra. I p rim i scontri avvennero attorno a Villafranca, dove le d ivis. 7" (Bixio) e 16' (Principe Umberto) furono assalite da lla cav:illeria austriaca del Pulz, che, ritenendo Villafranca occupata da cavalleria italian a vi lanciò alla carica due reggiment i (usseri e ula.ni). Le divis. italiane si disposero rap idamente in quadralo; gli u lani urtarono contro il 4° bgl. bersaglieri ed il 4° bgl. del 49° fanteria , nel quadrato del quale era en trato il principe Umberto col segu ito. La cavalleria nemica venne respin ta con fortissinJe perdite e abbandonò il campo di battaglia. Tuttav ia queste car iche, quasi insignilìcant i per sè s tesse, ottennero l'in-


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L'arUgUerla a •Custoza (Giovanni Fattori) sperato r isultato di decidere il gen. Della Roc,;a, comandante del II Corpo, a dare ordine alle d ue divis. di non proseguire la ma rcia verso gli obbiettivi p rima fissati, ma. di fermarsi a Villafranca assieme alla divis. di cavalleria, e ciò per parare ad un immaginario attacco nemico verso il basso Mincio. Il gen. La. Ma.nuora. approvò e confermò l'ordine; ed il Della Rocca non s i mosse neanche quando nel pomeriggio, a pod1i chilometri da lui, sulle alture di Custoza, infuriava il combattimento che doveva decidere delle sorti della battaglia e della campagna.

Scontri all'ala sinistra. La 1• e s• divis., quest'ultima senza l'avanguardia che aveva sbagliato strada, giunte rispettivamente all'altezza. di O liosi e della Pernisa, furono improvvisamente attaccate dagli Austriaci. Poco prima delle ore 10, una parte della 1• div is. col coma.t1dante, si faceva sorprendere da poca cavalleria nemica, in marcia sulla strada d i fianco per quattro, malgrado avan ti ad essa la sua ava.t1guardia, unitamente a quella della s• divisione, si fosse già impegnata for temente nei pressi di Oliosi. Queste truppe, così mal condotte, furono p resto costrette a r ipiegare e la loro ritira ta diventò p resto disordinata verso Valeggio e Monzamba.t10. L a stessa sorte toccò alla brigata Brescia della 5" divis.; solo pochi drappelli isolati opposero alla lenta ed indecisa aivanzata austriaca eroica ed ostinata resistenza. Dopo le 14, il resto della s• d ivis. (brigata Valtellina) che pure aveva sostenuto u n brillantissimo combattimento alla Pernisa, dovette ritirarsi anch'essa d ietro M. Vento, dove intanto era stata schierata la riserva del I Corpo, che, da sola, bastò a tenere in rispetto il nem ico s in verso le ore 16, quando, aggirata da S. L ucia, fu costretta anch'essa a ritira rsi. Queste sorti disastrose della nostra sinistra, furono risollevate da un intervento im. previsto, dovuto all'encomiabile iniziativa del gen . Pianell, comandante la 2• d ivis. che era stata lasciata nella dr. del Mincio a gua.i·dia di Peschiera. Il P ianell, sebbene non perfettamente a l corrente della s ituazione, ne comprese la gravità e non esitò a trasferire la sua d i-

visione a llfonzambano, ed a lancia re 10 dei suoi battaglioni sulla dr. delle colonne nemiche che incalzavano i resti della 1• divisione. L'avanzata degli Austriaci fu cosl, anche da questa parte, parzialmente pa ralizzata e le fu impedito di dirigersi verso Monzambano e Valeggio, il che poteva riuscire esizia le a tutto l'esercito.

Scontri al centro. Il gen. Lamar mora, accorso nel mattino al cannone di Villafranca, ed ignaro di quanto s uccedeva all'ala sinistr a, suppose erroneamente che il nemico avesse in tenzione di avanzare dalla pianura verso Valeggio e Goito; ordinò quindi a l gen. Della Rocca d i tener fermo a Villa.franca ed alla 3• divis. (brigate granatieri) di occupare M. Torre e M . Croce. La 3• divis. occupò difatti tali alture ma fronte a Villafranca ed a lla pianura; ben presto invece i granatieri, presi sotto il fuoco d'infilata dell'artiglieria nemica, furono costretti a cambiar fronte. I granatieri di Sardegna oc.cu,parono M. Croce, con quelli d i Lombardia. Di fronte ad essi gli Austr iaci riuscirono a guadagnar terreno e ad impadronirsi della Cavalchina, dove cadde ferito il principe Amedeo; davanti a M. Torre il nemico venne invece ributtato nel vallone d i Stoffalo. Sopraggiungeva intanto in rinforzo degli Austriaci 1111a brigata del VII Corpo, la quale attaccò con molta decisione la brigata granatieri di L ombardia, che, per la ferita del Principe, era rimasta senza comandante, e la costrinse ad una ritirata alquanto d isordinata; alle 10 gli Austriaci occupa• vano Custoza. Anche ]VI. Torre, preso di fronte e di fianco fu da loro, poco dopo, occupato malgrado la valorosa resistenza dei resti della brigata granatieri Sardegna. Da parte italiana sopraggiungeva intanto rga divisione, che aveva ordine di collega.re per Pozzo :Moretto le truppe di Villafranca a quelle delle colline. Due soli battaglioni di questa divis ione, condotti animosamente, bastarono per riprendere agli Austriaci M. Torre e J'Y1onte Croce. In seguito ad ordine avuto da S. M. il Re, accorreva intanto anche la 9• divis., la quale, sebbene già molto sta nca, verso le ore 11,30 attaccava e riconqujstava brillantemente le alture d i Custoza e del Belvedere.


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24 Giugno 1866

Situazione alle ore 9 C::J Italiani.

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:ZVIentre le sorti delle a rmi italiane sembravano così ria;lzar'9i, il gcn. Lamarmora, sorpreso dell'inaspettato incontro col nemico ed impressionato della d isfatlR della 1• e· della 3' divis., perdè ogni fede nella vittoria e si allontanò dal campo di battaglia Elirigendosi verso Valeggio e Goito per assicurare la ritirata, lasciando così abbandonate a se stesse le nostre truppe che valorosamente si battevano sulle colline, ma che a vcv,u10 urgente bisogno d i rinforzi. Da parte austriaca invece il VII e IX Corpo, con truppe fresche, r itentarono l'attacco sulle al ture di Custoza; ma essi furono respinti da.Ila 9• divis. che, ormai stanchissima e decimata., richiese Tipetutarucnte, invano, rinforzi al gen. Della Rocca, sempre fermo a Villafranca con due divis. di fanteria ed 1 di cavalleria., h.1 tte truppe frescllissime. L'arciduca Alberto in vece ordinò alla sua riserva (2 brigate del VII ed 1 del V) ed al IX Corpo di r innovare ancora una volta

l'ultimo attacco contro il centro nemico (Custoza). Questo si delineò verso le ore 16, preceduto eia violento fuoco d'artiglieria: .1\'I. Croce fu preso, sicchè presto la situazione della divisione Govoni a Custoza, premuta di fronte e minacciata sui fianchi, d ivenne molto critica. Si combattè ostinatamente e disordinatamente attorno a Custoza, ma, verso le 17,30, i nostri dovettero iniziare la ritirata su Villafrauca. La seconda battaglia di Custoza era così perduta. Viste ripiegare le due divis. Cugia e Govone, il gen. Della Rocca dec ise di ordinare la ri tira ta a tutte le truppe di Vilh1franca. e le diresse a Goito e Valeggio; essa fu ·protetta dalla divisione Bixio e dalla divisione d i cavaUeria e si compì senza grandi molestie pcrc-bè gli Austriaci erano sfiniti. Le due divis. del II Corpo (10' e 19") che dovevano tenersi pronte a concorrere all'azione del III Corpo, g iunsero molto stanche ed in ri-


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ta1·do rispettiv~mentc a Goito e RovcTbella, non in grado di intervenire nell'azione. Perdite: Italiani, morti 1155, ferit i 2547, prigionieri .3669; Austriaci, morti 2033, feriti 4106, prigionieri 2663.

C utinell i Rendina (Emanu.ele). Ammirag lio, 11. a Napoli, m . a Roma (18601925). Entrato in servizio nel 1874, fu promosso contran1mir. nel 1911 e vice ammiraglio nel 1915. Fu direttore generale dell'Arsenale de lla Spezia dal 1911 al 1912, sottocapo d i S. M. della Marina da l 1912 al 1913. Co!Jocato in P . A. nel 1918, fu Regio ·Commissario per il porto d i Napoli a. tutto il 1919 e promosso aru1n ir. d'armata

11ella Ris. navale nel '23.

Outò (Alessandro Filangieri, pri11cipe di). Generale di Cavalleria nell'esercito napoletano (n. a Napoli m . a Palermo) (1740-1806) . Entrò come Cadetto nel regg. Sicilia ( 1754) e nel 1790 era già brigadiere generale. Fu in Piemonte al comando della cavalleria napoletana coll'esercito austro-sa.i'<Ìo (1795-96) e diede prove d i valore a Nizza ed a Lodi. Ferito al ponte sul Mincio (30-51796) fu fatto p rigioniero dai Francesi, Rest ituito col trattato di Parigi alla patria, divenne governatore mili tare di Messina e Ca,pua, poi (1799) di Palermo. Cut t er (o Cotter). Pic<:ola unità da guerra delle marine veliche, specialmente nei Paesi del Nord. Era di struttura robusta, a vendo un solo a lbero con una grande vela. di taglio cd uno o più fiocchi. Era armato con pochi cannoni e serviva per le imprese ravvicinate, specialmente quando si voleva impadrnni.rsi d i qualche nave dell'avversario che stesse rinchiusa in porto, abbordandola con navigli veloci, robusti e di piccole dimensioni. E' rimasto al giorno d'oggi molto in uso nelle marine da diporto.


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11 -i" llallaglione ciel -rn• Fan teria nel quaclra lo cli Yillal'runca

Cuturi (Enrico). Ammiraglio, n . a P isa nel 1870. Entrato in servizio nel 1889, fu promosso contrammir. nel 1923, Ebbe il coma11do ·dell'Arsenale di Taranto nel 1923-1925; poi quello della Maddalena e Sardegna, poi quello della 2" divis . Esploratori (1926), poi quello della p iazza di Pola ( 1927); nello stesso anno fu p romosso a mmiraglio di squadra.

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Cul ter cla guerra

Cuvervi I le ( Gi11lio d·,). Ammiraglio francese ( 183419 J.2). Fece la camiiagna d i Crimea e quella del ]870, e f u nel Senegal, i n Algeria, a'.l D ahomey. Viceamrnir. nel 1893, resse la prefettura marittima d i Cherburg e nel 1898 fu n ominato capo cli S . :111, della :Marina. Collaborò a varie riviste m ilitari e p rese parte a lla vita poi itica come senatore. Cuxhaven. Por to della Germania, a ll'imboccatura dell'Elba. lncursio11e aereo-navale su C1txhaven (] 9 14). Per il giorno di Cuvervill e Natale del 1914 era sato predisposto, da ll'Ammiragliato Inglese, un raid aereo sugli H angars degli Zeppelin d i Cuxhavcn. Il ten tativo si doveva fare con nove idrovola nti, por tati dalle n avi E,iga •

ditte, Riviera ed E-mpress, appoggiate da cacciator pediniere, sommergibili cd incrociatori (A ret1tsa., Unda.unted e Feartess). Come in altre precedenti imprese, gl'Inglesi speravano che la progettata incursione potesse provocare un'azione navale e la intera « Grand Fleet » fu riun ita nel centro del Mare del :::-S onl. L e is truzioni disponevano che tu tti gli idrovolan ti avrebbero dovuto lasciare cadere le !oro bombe sugli H angars di Cuxhaven e nel caso che non avessero potuto identificarli, a ttaccare qualsiasi :iavc od opera militare ben r iconosciuta. Gli apparecchi avrebbero anche riferito al loro ritorno circa le navi identificate a Kicl e a Wilhelmshaven o negli st retti di Schilling. Q uando le unità inglesi giw1sero in posizione al mattino di X a tale, il tem po era calmo e splendeva. il sole: tutto induceva a sperare nel successo della spedizione. Soltan to sette apparecchi poterono partire; ma, appena essi pasc sru·ono la linea di costa. L'Os~ar io (li CllS loza incontrarono una fitta neb · bia che impedì qualsiasi ricogn izione. Tuttavia a lcuni apparecchi lasciarono cadere le loro bombe con effetti visibili, per quanto i danni venissero poi riferiti in man iera contradittoria. Gli idrovolanti attaccarono anche un incrociatore nemico duran te il ritorno ma non poterono vedere se erano r iusciti a colpirlo. Nei canali cli Schilling erano ancorate sette navi da battaglia e tre incrocia tori da battaglia. nonchè altre navi. Un apparecchio p otè vedere esattamente quelle unità uscendo dalla. nebbia, ma, gi udicando assa i difficile colpirle, si

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astenne dal bombardarle; le navi però, poste in allarme, salparono e si misero in moto con tanta furia che l'incrociatore da battaglia Von Der Tann investi un altro incrociatore cd entrambi rimasero gravemente danneggiati, ciò che costituì un risultato inaspettato per la spedizione. Il ritorno degli aerei fu assai avventuroso. Benchè nessuna nave nemica uscisse, furono mandati degli Zeppelin e degli •idrovolanti, i quali cercarono a loro volta di attaccare le fonc inglesi che attcndeva110 il ritorno degli apparecchi. Gli attacchi non ebbero successo; le aeronavi furono facilmente evitate dagli incrociatori inglesi; gli idrovolanti tedeschi, per quanto eseguissero assai bene le punterie, non riuscirono a colpire nessm10 degli avversari e furono allontanati dai tiri navali antiaerei. Gli aerei inglesi si trovarono però in gravi difficoltà. Per il tempo occorso nelle lunghe ricerche nella densa nebbia la benzina risultò appena sufficiente pel ritorno e soltanto due apparecchi, che avevano esplorato i canali d i Schilling, r iuscirono ,L r itorna re sulle rispettive navi-trasporto. Gli altri furono costretti ad ammarare. e tre di essi distrutti perchè non cadessero nelle mani del nemico.

Oybo (o Cibo) . Ant. famiglia genovese, della quale meritano menzione: Grtido, capitano sotto Narsetc nel VI secolo; Giovanni, ca.pita.no nello stesso secolo sotto l'imperatore Giustinia.no, dal quale fu fatto duca; Lan-iberlo, capitano di Genova. contro i Saraceni, cui ritolse Capraia e ·Gorgona ncll'XI secolo; Guglielmo, ammiraglio a ca-po della flotta genovese operante nelle Crociate {1097-1098); Aronne, capitano del sec. XV sotto gli Angiò contro gli Aragona; Lore11zo, genera.le della Guardia di Leone X nel scc. XVI. Oyning. Suprema carica e dignità nell'antico ordinamento anglo-sassone (1066 circa). Il C. da cui deriva l'attuale parola King ( re), era il comandante supremo dell'esercito e dell'armata, possedeva le maggiori prerogative sui capi del popolo e della nobiltà ed aveva diritto di indire la pace o la guerra. Ozapka. Caratteristico copricapo del popolo polacco, adottato non solo in Polonia, ma in Germania cd Austria-Ungheria, quale copertura degli ulani. E' costi-

Czapka

tuito da una calotta sormonta ta da una. copertina quadrata, adornata da un cordoncino o ciuffo di crini, o da un pennac.chio sulla parte sinistra.

Czarnecki (conte Stefano). Generale Polacco (15991665). Iniziò la. sua carriera delle arm i combattendo contro i Russi ed i Cosacchi. Quando la Polonia fu invasa dagli Svedesi, per due mesi difese Cracovia contro Gus tavo Adolfo (1655). Nel 1658 accorse in aiuto del

360 re di Danimarca, comba ttè ancora contro i Russi, cacciandoli dalla Lituania e morì combattendo contro di loro. - Suo nipote (co11te Stefano Stanislao, fu pure generale polacco (1625-1693); fu agli ordini di Sobieski e contribuì alla presa di Choczim e alla liberazione di Vienna dall'assedio dei Turchi.

Czarnowo. Citlà della Polonia. Nap0leone, durante la campagna del 1806, saputo che i Russi avevano mutato il proprio piano di operazione, avviate rapidamente le truppe sulla Vistola, il 23 dicembre passò il :-;arcw. Riconosciuta la Wrka e i C:zarnN·kl trinceramenti nemici presso fece gettare un p0nte alla sua confluenza col );' arew, e ht d ivisione Morand, rinforzata da cavalleria. passatolo immediatamente, occupò la. posizio11c. I l combatt imento si svolse nelle prime ore della notte; le batterie nemiche furono prese; !S.000 Russi sbaragliati.

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Czartoryski (principe CoJ/a11ti110). Generale po lacco al servizio della Russia ( 1773 -1818). Prestò sc rùzio dapprima nell'esercito russo; fu poi con Poniatowski nell'esercito della Po lonia, e prestò servizio sotto Napoleone I nella campagna del 1812 contro la Russia, segnalandosi a Smolensko ed alla ::.\Ioscova. Rientrò infine nell'esercito russo. Czaslau. V. C/iot11sitz. Czernigov. Città della Russia, nel governatorato di Kiew. Fu teatro di due battaglie : la prima (3 ottobre 1078) tra i successori di Jaroslav: Boris e Oleg, contro

Jsiaslav \'ladimiro. Questi ultimi riuscirono vincitori, nella. lotta morirono Boris e Isiaslav. La città cadde nelle mani dei vincitori. La seconda battaglia. di C. avvenne nel 1240 cd appartiene alla. prima. invasione dei Mongoli in Ru,;sia, capitanati da Batu. La città di C. ern difesa da Glebovic, il quale affrontò i :Mongoli in campo aperto, 1na ne fu sconfitto e si rifugiò in Ungheria. Subito dopo C. fu assed iata dai vincitori, i quali adoperarono catapulte che scagliavano grossi macigni alla distanza di 400 metri. Le mura furono diroccate, C. presa d'assalto, saccheggiata e incendiata.

Czerny ( Giorgù1, Petrov ic, detto Karagiorg ii;). L iberatore della Serbia dal dominio turco ( L766-18l 7). Fino dai 21 anni premeditò la riscossa ed entrò nei volontari serbi dell'esercito au~Lri:tco, dun111Lc la campagna contro la Turchia. Dopo !a pace di Sisto va ( 179 I ) rimase in Austria, poi penetrò in Serbia, do,·c organizzò corpi m ilitari nella montagna ( 1804) e con la guerriglia debellò i Turchi che rimasero solo ,i .8clR1·ado (1805). Nel seguente anno, sostenuto dalla nobiltà serba, liberò anche Belgrado, dando assetto indipendente e sicu ro alla Serbia. Dopo che la Porta firmò la pace e riconobbe l'indipendenza della Serbia, il C. si ritirò a vita privata. )fa quando la Russia assalì la Turchia ( 1813), il C. abbandonato il suo ritiro, offerse i servigi ai nemici dei Turchi e rimase in Bessarabia a combattere dì.no al 1817. Tornò poi in patria con un più completo pia110 di sistemazione della Serbia, ma tro,·ò nel principe Milock un r iva.le, e venne ucciso a Semendria.


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Czetz (Gio-<10n11i). Generale ungherese del scc. XIX, n. nel 1822. Iniziò la sua carriera nell'esercito austriaco (1842) e nel 1848 favorl il partito di Kossutb, e partecipò alla campagna degli insorti ungheresi (18-19). Promosso generale, dopo la capitolazione di Vilagos fugg1 all'estero. :\"cl 1859 passò in Italia per organizzarvi la legione magiara. Parti poi per Buenos-Aires dove fu fatio direttore della scuola militare. Pubblicò « La storia della campagna di Bem in Transilvania >l. Czoreg. Comune dell'Ungheria, importante nodo stradale tra Seghedino-T emesvar e Scghedi11.o-Arad. Battaglia di Cziireg (5 agosto 1848). Appartiene alla campagna austro-ungherese. Dopo aver passato il Danubio, il marcsc. H aynau si diresse contro gli Ungheresi, concentrati agli ordini di Dembinsky in numero di 40 mila a C., dietro un argine, a,·endo appoggiato la sinistra ad un bosco. Haynau il 5 agosto all'alba aprì il fuoco dell'artiglieria contro il centro ungherese, e colla

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Czo

cavalleria ne girò !'a.la destra. Il centro ungherese cedette; l'ala destra, sbaragliata, fu ricacciata dentro C. che, dopo accanito corpo a corpo, fu presa dagli Austriaci. D embinsky non riuscì a riunire i suoi fuggiasohi che a T emesvar.

Czoroy. Villaggio della Valacchia, teatro di combattimento ( 18 e 27 aprile l 828) che appartiene alla campagna turco-russa. Il gen. russo Gcismar s'era avanzato in 1·icognizio11e presso Kalafat, per sorvegliare le mosse turche. Il 18 aprile vi fu attaccato da forze superiori che l'obbligarono a ritirarsi nel campo trincerato di C. Attaccato nuovamente in questa posizione, il Geismar vi si mantenne dietro le ridotte, ma non potè impedire la devastazione della piccola Va lacchia <la parte dei Turchi, e, quel che fu peggio la perdita di tutti i foraggi e viveri per l'esercito rus,;o. I l 27 aprile il pascià di Viddino ritornò all'attacco delle stesse posizioni di C. e riuscì a vincere la resistenza russa, respingendo il Geismar fino a Krajowa. impadronendosi di tutta la Valacchia.


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Dà. Specie di daga birmana. leggcrn1ente 1nctu·vata. e munita. di lungo manico senza e lsa. Come guaina o fodero ha due s triscie di legno tenute insieme da legatura in cuoio.

( 1848-1915). Sottot. d'art. nel 1868, raggiunse il grado d i colonnello nel 1901, e resse successivamente le cariche cli direttore della fabbrica d'a rmi cli Brescia, poi del polverific io di Fossano e infine della. fabbr ica cl\U'mi di Tern i. Collocato in P . A. a domanda, raggiunse nel 1913 il grado cli magg. generale nella riserva.

Dabalà

(Fra ncesco) . Generale, n . a Venezia nel 1856. Sotto!. d'artig lieria nel 1877, fu poi insegnante a ll'Accademia mii. d i Tori.no . Ebbe i l comando, da colonnel lo, del 5° art. da campagna e della Scuola di •.\pplicazione d'artiglieria " genio. Fu in Libia quale comandante del campo trincerato di :Macabcz e Bucamcz. Rientrato in Italia ebbe ( 1913) il comando d'artiglieria dcll'VIIT corpo d'armata. K ella grande guerra ebbe il comando della 22' divisione meritapdosi la croce d'ufficiale dell'Ordine militore di Savoia. Nel 191 i Iu incaricato della difesa ,avanzat,1 della frontiera N . e nel mar zo ebbe il comando del V1 Corpo. Fu collocato in posizione ausiliaria nel 1921 e raggiunse il grado di generale di cor po cl' armala, andando a riposo nel 1928. Il gen. Dabalà è collaboratore della « Enciclo•JlCd ia Militare l>.

Da Barberino (No bile e patrizio fiorentin.o Ba/.dassa.re). Genera le, n. a Genova, m . a Firenze (18401911). Prese par te alla campagna del 1859 quaJe sergen te d'artiglieria nell'eserc ito toscano, e nominato sotlot. d'art. nell'esercito sardo ,(1860) , p artecipò alla campagna del 1866. Colonnello nel 1888, comandò il 22° rcgg. art. e, -co llocato in P. A. a su a ·domanda. nel 1896, raggiunse nel 1908 il grado cli ten . generale nella riserva. Da Barberùw, nobue e j>at·r ieio fiorentino 1,forù,. Generale, n. a Casa le m. a Barberino di Mugello (Firenze)

Dabormida (conte GùtsepPc). Generale ed uomo di Stato, n. a Verrua, 1n. a Buriasco

( 1799- 1869). Fu uno elci collabora tori d i Carlo Alberto, cli Cavour e Vittorio Emanue.lc TT. Nel 1848

coprì la carica di min istro ciella guerra e della marina. Dopo la campagna del 1849 fu nominato p lenipotenziario per la pace col l' Austria.. Dal 1852 al '55 ebbe anche il jJortafoglio degli esteri, che tenne pure dal 1859 a l 1860. Nel 1852 fu nominato senatore. Era stato deputato di Avig liana. nelle prime quattro lcgisla ture. Da BarlJcr!no ~larlo

Dabonnida Vittorio. Ge_ nera le, meda.glia d'oro, figlio del precec!_ente, n. a Torino m. ad Aclua (18421896). Fu brillante e collo ufficia le d'art., e poi di S. M. Da ufficia le superiore insegnò p er molti anDt1lJormicla Giuseppe· ni Storia. mii. nella Scuola cli G uerra ed assolse molti e del icati incarichi. Promosso gen erale nel marzo 1895, fu destinato al comando della brigata Cagliari ; l'anno seguente. a l comando della 2• brigara. cli fanteria., s i trovò ad A dua. Nella battaglia infausta, la sua brigata, cl1c si trovò a ll'estrema destra, fu quella che p iù ordinatamente combaltè, fino a quando fu tra volta dalle sovercb.ianli orde abissin e . Il generale Da.bormida. dopo aver impavidamente affrontato più volte il nem ico, cadde eroicamente, gui_ Da!Jormi rl a Vit1.or10


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D.1B

dando un u ltimo disperato, assalto. Fu conferita alla sua memoria la medaglia d'oro con questa motivazione: « Condusse la sua brigala a l fuoco e ripetutamente aJl'assalto con slancio a rdimentoso, dando a tutti esempio di a lto valore personale. Cadde eroicamente sul campo» ( Adua, 1° marzo 1896). Aveva scritto un libro su: « Vincenzo Gioberti e il generale Dabormida ».

Dabronowa (Micaela). Eroina russa de ll'epoca nostra; seguì il fid anzato, ufficiale r usso, durante la guerra russo -giapponese ( 1904-190S). Arruolatasi in una. sotnia di cosacchi, combattè con loro e cadde eroicamente a Liao- Yang. Dabrowski (Gùrvam,.i). Detto anche Do,nbrowski, ad es. dai Francesi). Generale polacco ( 1755-1818). Combattè nel 1792 e nel 1794 nel le flle degli insorti polacchi; due anni dopo entrò nel l'esercito francese, e, passato in Italia sotto il Buona.p arte, vi organizzò la prima legione polacca, partecipand o a tutte le ca1npagne n apoleoniche fino al 1814, nel quale mino tornò in Polonia, dove ottenne il riconoscimento, fra i giubilati, del grado 'di genera.Je guadagnato sotto la Francia. « Inno di Dabrowski >> si chiamò l' inno nazionale polacco, cantalo primieramentc in Italia, nclk file della legione d a lui medesimo costituita .

Dabrowski Jarosla,,. Genera.le della Comu ne di Parigi (183S-1871). Prese parte alla rivoluzione del 1863 in Polonia. e poi si rifug iò in Francia, dove, nel 1870, comandò una legione polacca.. Par tecipò a lla « Comune>> di P arigi e vi divenne generale, morendo sulle barricate.

Da Camin (Gerardo). Generale nato a Trieste, morto a Genova (1841-1924). Volontario nelle truppe modenesi e parmensi nel 1859, fu, n el 1861, nominato sottotenente di fanteria nell'esercito regio e partecipò alla campagna d el 1866. P romosso colonnello (1896) comandò il 96° regg. fanteria. e il distretto mii. d i Frosinone e, collocato in P. A. (1899) raggiunse nel 1914 il grado d i ten . generale nella riser va. Daci. Popolo bellicoso della stirpe dei Geti (B ulgaria e Rumelia) stanziato in villaggi, caverne, capanne d i le-

364 resca, d i bere acqua de l Danubio, giurando di non tornare al proprio paese se non dopo avere trucidato i nem ici. L e insegne che i D . portavano in guerra rappresen tavano teste di draghi o ser penti a bocche spalancate. E rano continue le loro scorrerie in paesi ,·icini e lon tani, dove commettevano rapine cd uccisioni r iportando le teste dei vinti come trofei. Sembra che anche le donne incrudelissero verso i prigionieri. F ino dai tempi di Cesare si pensò di frenarne le incursioni in Tracia e ne l Ponto, ma solo ai tempi d i Traiano s i riuscì ~ domarli. Guerra Daàcn. (88-106) . .E' l'ultima del le guerre dell'impero romano nel Ponto "Eu~ino. Il primo periodo si inizia nell'88, quando Decebalo, capo dacico. approfittando delle lotte fra Vitelliani e Flaviani dette addosso ai presidi rnman i del Danu bio. Il p refetto dei pretoriani Cornelio Fusco, aveva il comando delle truppe romane, cihe furono sopraffat te. e Cornelio Fusco fu ucciso. Terzio G iuliano riuscì a ven dicare t ale sconfitta, e Domiziano, imbaldanzito, corse a punire 11arcomaruli e Sarmati, alleati dei Da.ci. Scnonchè Domiziano fu battuto e volto in fuga (89). Decebalo ne ai.iprofittò per imporre una pace a con dizioni umilia.n ti fino al 96. aggravata da pagamento di tributi annual i, e mano d 'ùpera roma.na per ogn i lavoro cli pace e d i guerra, e da.Ile continue scorrerie d i Decebalo sui confini dell' impero. Trajano mosse nel 101 da Roina p er la Pannonia e Transilvania iniziando la sec011da guerra D . Con un forte esercito ( otto legioni, le coorti pretorie e truppe ausilim·ie) dopo essers i premunito a lle spalle a mezzo <li campi fortificati, prncedctte nel paese nemico, che già gli aveva invia to incon tro invano ambasciatori di pace. Si venne a grande bat taglia oltt·e il Maros, nel sito (Pratmn Traja.11i) tu ttora nolo col nome di Pmt de Trajan.. La potenza dei Daci fu colà stroncata, quai1ltmque i Roma n i pagassero cara questa vittoria . Perb essa fu sprone per l'insegu imento d i Decebalo. che, ridotto agli estremi, implorò pace, ottenendola a d1.11·issimi patti. Oltre al la consegna di tutte le armi e macch ine di guerra i D. dovettero smaJ1tcllare tutte le fortezze. D eceba.!o non molto dopo mancò ai patti, ripren dendo ad infestare i territori i d i confine. E Roma in iziò trna nuova guerra (104). Questa volta, attraversato il Dmrnbio alla Porta di ferro poco a valle, T raiano ma.~·ciò direttamente· contro la capitale dei Da.ci, che, non potendo resistere agli attacchi romani, fu incendiata <lagli stessi difensori. Dccebalo, piuttosto di cadere in mano del nemico, si tra.fisse. In ricordo di questa grande vittoria fu eretta a Roma la Colonna Trajana.

Da Coniano (Gfoacchino) . Capitano italiano del sec. XVI. Combattè con gli Inglesi con tro la Francia e lasciò un'opera << De lle ordinanze, ovvero battaglie >J.

Insegne dei Daci

gno, dedito sopratu tto a lla guerra . I maggiorenti portavano il pileo, e tu tti avevano lunga chioma e barba. E r a uso di questo popolo, e prima d'ogni impresa guer-

D'Adda (Francesco) . Guerriero milanese del s-ccolo XVII. M ili tò a sue spese nella guerra d i Piemonte e Monferrato e si d ist,i nse in specia l modo nel 1610 a ll'a.ssedio cli Vercelli. Passato, a capo di cavalieri e di fanti, in Fiandra., recò importanti servizi alla casa di Spagna, quindi sostenn e Valenza assediata d a.gli eserciti di F rancia, Savoia e Parma. Nel 1636 fu creato s0praintendente generale delle milizie milanesi. D'Afflitto (Gennaro Maria). Ingegnere e scrittore m ilitare napoletano (1618-16i3). Cultore di studi matematici e d i ingegneria, specie milita re, professò a lungo


DAF

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.'\I1acco d i Dacia trlncenunenli romani l'architettura m ilitare a F irenze, ove fu ritenuto per ideatore d i moderne fortificazioni. Nel 1668 venne chiamato dalla repubblica d i Genova per fortificare Vado. Scrisse dìversi libri su cose militari e fra l'altro: C< Breve trattato delle moderne fortificazioni ll; « Introduzione alla moderna fortificazione >>; « D e mun itione et fortifica1ione li bri duo ll ; « De igne et ignovomis l>; « Trattato della moderna forti-ficazione all'uso de' spagnuoli, francesi, olandesi ed italiani ll; « Muniendarum urbium, methodus modemu s ».

dem i, la daga è usata. solo da graduati di armi a piedi, ed ancora da qualche arma speciale, od anche per uso di parata. - Daghetta, si chiamò una D. p iù corta del-

D'Afflitto Francesco . Generale, n. nel 1861. Sottot. di fanteria nel 1878, nel 1883 passò nei RR. Carabinieri, divenendo colonnello comandante la legione di Bologn a nel 1913. Partecipò a lh guerra contro l'Austria e nel 1918 venne promosso maggior generale. Lasciato il servizio attivo, nel 1923 ebbe il grado d i generale di divis ione.

Daga ( lat. Gladius) . Arma bianca della forma di una corta spada, con lama d ai 40 ai 60 cm. D'Affi il to F'. di lunghezza. Fu ed è ancora in uso p resso tutt i i popoli. Rassom igliava a l gladio greco e romano; con due fili, e talvolta co lla. lama a forma d i triangolo isoscele a sezione d i losan ga; era però sempre più lunga d el pugnale. I Germani avevano una D. che chiamavano « scramasax )l, specie d i coltellaccio ad u n solo filo, e con u n codolo assai lungo. Come nella spada, così nella D. si può stabinire l'epoca cli fabbricazione dalla forma della guardia : per esempio, nel secolo X1II le estremità della. crociera erano leggermente inclinate verso la p unta della lama, e la D. semplice con elsa ed anello era in uso verso il 1410. Alla fine del XV secolo era portata dalla parte destra e talvolta anche sulle reni. Nel XVI secolo la D. portava aue anelli, e sembra cli e, così foggiata, servisse ai picch ieri, che la collocavano al basso della picca, per respingere gli assalti della cavalleria. I Lanzichenecchi, alla. fine del XV secolo cd al principio del XVI, aveva.no la D., ma piit !_u nga delle usuali, e la portavano sulle reni. Nei tempi mo-

I I

i,

l 12

1. Oaga c\cJ scc. XV; 2 e 3 Daglrn 1ta11ane ; 4 e 5 Dagbew1 1,oclesca. sec. XVI; 6. Daglictta Haliana, scc. x VI: 7. Dag;1 teclcsca, scc. XVJ ; s . Daga d'artiglieria Haliarrn ; ~- Daghcua spagnuola, sec. XVII: 1 o. Daga da granauerl, Halian;,; ·11. Daga namrnin ga. sec. XII; 12. Dagtic11a italiana, sec. XV


DAG

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l'ordinario, e che serviva, impugnata con la mano sinistra, nei duelli. - Dagone si chiamò la D. più lunga dell'ordinario.

D'Agata (Tonima..w). Generale n . a Sulmona m. a Firenze (1857-1918). Sottot. di fanteria nel 1876, conseguì, nel 1907, il grado di colonnello e fu nominato comandante il 28° regg. font. Promosso magg. generale (1913), comandò la brigata Pisa e, da ten. geJ1erale comandante di divisione, prese parte alla campagna del 1915 rei ebbe il comando della divis. di Cagliari. Dagno. CasteJlo dell'Albania nella regione cli Scutari. Nel secolo XV fu fatto fortificare dai Veneziani e costituiva uno dei capisaldi della d ifesa ciel dominio veneto in Albania. Assedio di Dagno (1452). Appartiene a lle operazioni dello Scanderbeg contro i Veneziani. L'eroe a lbanese, con un eserc ito d i 14.000 u. pose l'assedio a D., mentre i Veneziani, riunito Llll esercito a Scutari sotto il comando d i D:miel G iuriço d a Sebenico, mossero in soccorso della p iazza. Lo Scanderbeg marciò con tro le truppe veneziane, con 2000 fanti e 7000 cava lieri, la.sciando 5000 u. sotto le mura di D. Lo scontro fra i due eserciti fu sanguinosissimo, la cavalleria dello Scander beg disordinò le schiere veneziane, e, malgrado la. loro fiera. res isten7~'t, decise della vittoria. J Veneziani s i r itirarono, ma Jo Scanderbeg, minacciato a sua volta da invasion e di un esercito turco, si affrettò a far la pace con Venezia abbandonando l'assedio cli D. e restituendo alla repubblica il terri, torio che le a veva. invaso.

Dagobert (ù11,igi). Generalf francese e scrittore m i!. (17101794). Prese parte alla guerra dei sette anni; fu agli ordini di B iron nel l'armata d 'Italia (1792); Dagobert Lutg-1 combattè in Spagna dove ebbe i! coma ndo supremo pe.r un certo tempo. Scrisse : « N uovo metodo d'ordinare la miliz ia dei fanti, composto secondo gli ammaestr ame111i greci e romani». Dahlerup (o Dahlmp; Oiovamii Bfrch, barone di). Ammiraglio danese cd austriaco (1790-1873). Entrato giovan issimo n ella marina danese, dal 1807 al 1814 prese parte aJie guerre navali contro l'Inghillerra e p iù tardi fu professore nel l'a cca demia navale danese, ebbe diverse importan ti mis_ , ioni, fu promosso cont ran:nniraglio. L asciato il servizio in Danìn1arca, entrò nella marina da guerra austriaca col grado cli viceammiraglio. N el 1848 ebbe il comando della. flotta austriaca, e s i difese abilmen te contro le squadre italiane. Ali' indomani di Novara bloccò Venezia nel 1849 d alla parte del ma.re contri buendo alla sua caduta. Dahlgren (Gi,n;anmì. Amm iraglio degli Stati Uniti

e scrittore,

oriundo svedese (1809-18i0). Nel 1847, qua-

le direttore dei servizi d'artiglieria a l ministero <lella marina, perfezionò il cannone che porta. il suo nome e inventò un

obice eia imbarcazioni. Allo scoppiare della guerra. di Secessione fu di rettore dei servizi d'art. a Washington. Nel 1863 comandò la flotta cieli' Atlantico del Sud, e dopo 18 mesi di bombardamenti potè occupare Charleston abbandona ta da i Confedera.ti. Fra. le sue opere tecniche meritano menzione : « Si~tcma di armamc,1(0 navale negli Stati Uniti>>; cc :Metodi per colpire le navi>> ; « Artiglieria per sca.fi da guerra JJ.

Cannone n:1tilg-J'cn

Dahomey. R egione che fa parte dell'Africa. occidentale francese. E' incuneata ira il Togo e la. K igeria inglese e si estende sulla costa per circa 130 km. I Fran cesi iniziarono la loro peneu·a zione nel D . nel 1851, venendo a contatto col re Behanzin; fino a l 1890 riuscirono a. concludere con lui accordi e ad estendere il loro protettorato. ]\'la in ta le epoca il contrasto col re .determinò una breve spedizione armata che costrinse Behanzin ad accettare il protettorato su tutta la regione. Un solo combattimento (Achupa) fu sufficiente per questo. Non avendo però il re ottemperalo ai patti stabiliti, n el 1893 una seconda spedizione francese fu organizzata agli o rdini del col. Dodcle, il quale sbarcò a Kotonu dove creò la p ropria base di operazione. Battuto Beharizin a Dagba, a Pognessa, ad Adegon, Dodds raggiunse Koto, dm1e il nemico aveva creato la sua linea cli resistenza pr incipale. Le posizioni dei dahomeiani furono prese dopo due giorni cli accanita lotta (26 e 27 ottobre). S ubito dopo, i combattimenti di Uakon e di Yokuè ruppero le ultime resistenze del re Bchanzin; il 6 novembre 1893, fu presa Cana la città sacra, ed il l7 Abomey. Nel gennaio 1894 il col. Lanchinct, che aveva preparata la nuova campagna fece prigioniero lo stesso re, il quale fu esiliato a.Ila. Martinica. Dakheila (o Nakheila). Villaggio nel Suda n egizia.no sulla d r. del Nilo, a qualche lega da Omdunnan. Battuglia di Dakhàla (8 aprile 1898). Appartiene a.lle operazioni inglesi contro i Dervisci. II gen. H u11ter, comandante delle Lrnppe anglo-egiz iane, il giorno S aprile 1898, con 18.000 u. 24 pezzi d'art. e IO mitragliatrici Maxim si diresse su D. centro della posizione dei Dervisci, i q ua li erano trincerati. Aperto il fuoco clell'artiglieria alle 6,35, dopo quasi due ore le fan terie in glesi mossero all'assalto, accolte da nutr itis ; ma fucileria che cagionò loro fo rti perdite. L e palizzate dei D er,.· isci vennero raggiunte e superate, ed ess i volti in [uga 1


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lascian do 2000 morti. Le perdite degli anglo-egizian i annnonlarono a 524 u omini.

Dai no. Brigantino in legno, a vela, varato a Genova nel 1844. D is locamento 450 tonn. Dopo il 1893 fu dato alla. scuola << Redenzione » di Genova. Dajnelli (Luigi) . Generale medico, n. a. Lestino (Arezzo), m. a. Firenze (1833-1917). Laureato in medicina e cllirurgia a Pisa (1854) fu nominato nel 1860 sottot. medico e prese parte alla campagna del 1866. Colon nello medico nel 1884, fu d irettore d i sanità del 1• C. d'A. e collocato in P. A. raggiunse, nel 1885, il grado d i magg. generale medico nella riserva. Oalesme (ba rone Giov. Battista). G enerale francese (1 i 63-1832). Combattè in Italia, segnalandosi par ticolarmente a Castelnuovo dove rima.se fer ito, e nelle successive campagne napoleoniche. Nel 1815 venne nomi.nato governatore dell'Isola d'Elba che dovette cedere agl i Inglesi, nel 1815 dopo la caduta definitiva di Napoleone.

D'Alessandr o (Felice). Generale, n. e m . a Napoli (1850 - 1925). Sottot. d'art. nel 1871, raggiunse il grado di colonnello nel 1902, al coman do del 15° artiglieria. N elio stesso anno comandò la Scuola centrale di tiro d'art . e nel 1907 passò a l comando del l.3° regg. Nel 1908 fu promos_ so magg. generale cornandante d'art. eia costa e fortezza a P iacenza. Nel 1910 passò comandante d'art . da campagna a Napoli; nel 1912 fu promosso len. generale a l comando della div is. rnil. di Salerno. Partecipò alla guerra cli L ibia come comandante cli divisione; nel 1914 fu nomipato ispettore gen. d'artiglieria e durante la grande guerra fu comandante generale dell'artiglieria . D'Alessandro Ulderho. Generale, nato a l\1ilano ne\ 1859. Sottot. di cavalleria nel 1883, entrò, da tenen te, nell'arma dei RR. CC. e partecipò alla grande guerra (1915-19 18) otte.. nen clo nel 1917 la promozione a colonnello per merito di f,'11erra e meritandosi una medaglia cli bronzo a l valore. Comandò nel 1919 la legione Firenze e collocato neL lo s tesso anno in P. A. e subito dopo r ichiamato in servizio fu posto a d isposizione del M inistero degli Jnterni per essere imp iegato nel corpo della Guardia Regia. Conseguì nel 1921 il grado d i generale di brigata.

D'Alesso (Giovanni). Ingegnere militare d el secolo XVI. Cooperò all'edi.ficazione della Fortezza eia Basso di Firenze ed alle fort ificazioni d i J>istoia. D a l F abbro (Antonio). Generale, n. a M ilano nel 1866. Sottot. del genio nel 1888, prese parte alla campagna <l"Afr ica ( 1895-1896). Entrato in guerra nel 1915, fu promosso nel 19 16 colonnello per merito di guerra e

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neJl'agosto 1917 fu r ivestito delle funzioni ciel grado superiore meritandosi la croce cli cav. de!l'O. M. S. pe1 l'opera svolta nel dirigere l'organizzazione d ifensiva del!' Altipiano cli Asiago. Genera le d i brigata nel 1918, fu. collocato a riposo nel 1921 e raggiunse nel 1926 il grado d i generale di div isione nella riserva.

Dal Fabbro Cesare . Generale, n. a Verona nel 1870. Sotto!. del genio nel 1890, raggiunse nel 1917 i! ' grado cli colonnel lo ed ebbe la carica di d irettore tecnico dell'aviazione militare e nel 1919 quella cl i comandante delle truppe Dal FatJbro An tonio ciel genio in Pavia. Collocato in P. t\. ( l 920) raggiunse nel 192-6 il grado di generale di brigata.

Dall'Agl io (Giov. Battista.). Generale, n. a Parma, m. a Venezia (1820-1908). Sottot. cli fanteria nell'esercito parmense ( 1841) prese parte da tenente a lla campagna del 1848 a l servizio del governo provvisorio di Panna, meritandosi una med. di bronzo e nel 1849, passato nell'esercito sardo, si guadagnò una med . d'argento alla Sforzesca e a Novara. Partecipò alla spedizione d i Crimea (18S5-56) e si distù1se nuovamen te du rante la campagna del 1859 ottenendo una seconda med. d'argento e la nomina a cay. clell'O. M . S. Prese altresì parte alla campagna del 1860 nella Bassa Italia e promosso colonnello (1861) confermò il suo valore qualecomandante della briga ta Aosta nelle operazioni del 1866 guadagnandosi la croce di uff. ncll'O . .M. S. Col grado d i magg. generale comandò successivamente le brigate Aosta e Granatieri di Napoli (1867) e la 1• brigata di fanteria della divis. cli Padova e nel 1874 fu collocato a riposo e nominato ten. generale nella riserva. Dall'Aglio Uberto. G enerale, n. a Parma m . a Napoli (1827-1902). Combattè nel 1848 e 1849 con le truppe

lombarde guadagnandosi alla ~forzesca una med. d'argento al valore, e nominato sotto!. d i fanteria nelle milizie parmensi passò nel 1859 nell'esercito regio col grado di capitano. Prese parte alle campagne ciel 1860 e 1861 e comandò col grado di ten. colonnello il 55° fanteria (1873). Promosso colonnello nel 1875 fu nominato comandante del distretto d i Napoli e collocato a r iposo (1878) raggiunse, nel 1895, il' grado d i magg. generale nella riserva.

Dallemagne (Claudio, baro-

Dall'◊Jio L.

cessive

campagne

ne d,) (1 754-1813). Generale fran_ cese. Prese parte alla guerra d ' America ed a lla campagna d'Italia, dove s i distinse molto, raggiungendo il grado di generale di divisione. Ebbe il comando in Roma dopo il Bcrthicr nel 1798, e partecipò anche a tutte le sucn apoleoniche.

Dall'Ol io (Leopoldo) . Generale, 11. a Castell'Arquat<> m. a Parma (1827-1908). Sottuff. nelle truppe parmensi,


passò nel 1848 nell'esercito sardo prendendo parte alle campagne del 1848 e '49, ed ottenendo la nomina a sottotenente d i fanteria. Partecipò quindi a lla, campagna del 1859 e col grado di colonn ello ( 1884) tenne il comando degli stabilimenti militari di pena . Collocato in P. A. (1889), raggiunse nel 1894 il grado di maggior generale nella riserva.

Dall'Olio Alfredo. Generale, n . a Bologna nel 1853. Sottot. d'art. n el 1873, ragg iunse nel 1905 il grado di colonnello reggendo la carica d i direttore d 'art. a Venezia e promosso a scelta eccezionale al gra do di maggior generale ( 1910) fu nomi.nato comandante d'artiglieria da campagna. a. :--ra.poli. Portò quindi il contributo della sua vasta coltura. presso l'Ispettorato generale d 'artiglieria e dopo aver disimpegnato le funzioni di direttore generale d'artiglieria. presso il Ministero della Guerra fu promosso nel 1914 tenente generale per merito eccezionale. N cl 1915 fu Sottosegretario di Stato per le a rmi e munizioni e ne l 1917 fu elevato alla carica di M inistro per lo stesso dicastero meritandosi la croce di commendatore del1'0. M . S. per l'opera svolta ne lla grandiosa organizzazione dei rifornimenti di armi e munizioni p er l'esercito operante. Nominato nel 1918 comandante generale d'art., nel 1920 f.u collocalo in P. A. ; fu richiamato in servizio nel 1923 quale Presidente del Comitato per la mobilitazione nazionale e collocato a ri-poso nel 1925. Fu eletto Senatore del Regno nel 1917. Dall'Olio Serafino. Generale, n. a Bologna m. presso Padova (1861-1918). Sottot. del genio nel 1881 prestò servizio presso varie direzioni territoriali del genio e, da ten. colonnello, prese parte alla guerra italo-turca. Promosso colonnello nel 1915, prese parte alla grande guerra (1915-18) raggiungendo nel 1918 il grado di maggior generale; morì in seguito a incidente automobili stico.

Dall'Ovo (Luigi Enrico). Generale, n. e m. a Bergamo ( 1821-1897). Combattè nel 1848 in Lombardia e prese parte col grado di sottotenente agli ordini di Garibaldi alla difesa di Roma (1849). Partecipò altresì alla campagna del 1859 nel Corpo dei Cacciatori delle Alpi, e da cap ita.no alla spedizione dei Mille (1860) meritandosi .la. promozione a. maggiore p er merito di guerra e la croce di ca.val. dell'Ordine 1,filitare d i Savoia. P assato ne l 1862 nell'esercito regolare, partecipò a lla campagna. del 1866 ; fu promosso èolonnello nel 1877 e resse il comando del 12• reggimento fanteria; collocato a riposo (1880), raggiunse nel 1895 il grado d i maggior generale nella riserva. D'Allinges. Antica nobile famiglia savoiarda alla. quale appartennero vari generali fra. i qua li:

3-68 G-iacomo d'A llinges, marchese di Condrée. Generale piemontese, m. nel 1694. Colonnello nel regg. Jl,-fonfe1Tato nel 1655 e del regg, Chiablese dal 1672, nel 1631 fu nominato generale. Luogotenente generale n el 1692, diede prove di valore nelle varie guerre da lu i combattute. Giuseppe d'Atlfoges, ma-rchese di Condrée. Ger1era.le piemontese, ( 1660-1736). Divmne genera.le cli cavalleria nel 1697. Fu governatore del Principe di Piemonte; nel lì13 fu comandante generale del ducato di Savoia e poi ministro d i Stato del re di Sicilia. Incaricato di missioni dip lomatiche, fu inviato stra.ordina.rio a Vienna, Parigi, ùmdra ed Aja mer itandosi l'ordine supremo dell'Annunziata. Francesco Luigi d'Allinges, con.te d'Asprenwn.t. Generale p iemontese, (1682-1742). Colonnello dei drngoni del Genevese, fu poi governatore di Valenza (1735), Novara (1736), vicerè di Sardegna (1738), governatore di N izza (1741). Luogoten. generale comandante le truppe austrosarde alla battaglia di Camposanto (1743) vi riportò grave ferita alla coscia e per essa morì a Modena d opo aver ricevuto in premio dal Re il Collare dell'Annunziata. Francesco Giuseppe d'Allinges, marchese di Conàrée. Generale piemontese, ( 1761-1840). Brigadiere generale onorario di cavalleria, ebbe a Corte la carica di scudiero.

Dalmanutha. Villaggio del Transvaal lungo la ferrovia Pretoria-Laurence (Oceano Indiano) sui monti Dands. Battaglia di Dalmanntha (24-27 agosto 1900). , Ap.pai·tienc alla guerra anglo-boera. Nella notte dal 23 al 24 agosto un Corpo boero agli ordini del gen. Botha aveva disturbato gli avamposti inglesi presso D., e la mattina del 24 gli scontri divennero intensi sopra un fronte di circa 30 miglia. Il gen. inglese Buller premette da sinistra mentre il gen. French, con 4 brigate di cavalleria. prolungò la linea cercando di avviluppare i Boeri. Ma il gen. Botha, quantunque' in parte circondato, si difese eroicamente rintuzzando gli atta.echi; senoncbè sir Redwers Buller (27 agosto) completò l'accerchiamento dei 4000 Boeri del Botha, . che vennero anche assaltati alla baionetta. Il Botha, sopraffatto da forze enormemente su_ periori, dovette cedere, pur riuscendo a sfuggii:e ancora agli Inglesi. Dopo questa battaglia la campagna continuò con azioni di guerrjglia.

Dalmasio. Capitano di ventura catalano del secolo XIV, a.I soldo di Casa d'Angiò, Fu dal re di Napoli ma11dato con un presidio di .Catalani ad occupare Ferrara, che sottopose alle più dure n efandezze. F ece uccidere Francesco d'Este, poi, per timore del re, strinse patti coi Veneziani (1308) ed accorse con essi all'assedio di Zara. Nel 1313 li abbandonò per passa.re al servizio del Bano di Schiavonia, che si p reparava a. tradire, quando, scoperto, riuscì a imbarcarsi e a salvarsi in Puglia, dove morì. Dalmasso (Lt1igi). G enerale, n. a Busca. (Cuneo) nel 1858. Sottot. d i fanteria nel 1881, col grado di tenente colonnello (1907 -1909) comandò il COI)tingcnte italiano distaccato alla Canea durante il p eriodo dell'occupazione internazionale dell'isola di Creta e p romosso colonnello (1912) partecipò a lla campagna di Libia guadagnandosi un a med. d'argento e la croce ,di cav. clell'O. M . S. Magg. generale nel 1915, prese parte a lla


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grande guerra ( l9 15-18) quale comandante della brigata Palermo e cli una brigata di fanteria in Albania. Ebbe quindi il comando dei reparti aeron aulici della divisione di To•. . ¼ rino; fu membro della commissione interrogatrice dei prigionieri rimpatriati ; nel 1919 comandò ·:,. la brigata Casale ed interinalÌ mente le divis. 2i", 32• e 61" e nel maggio dello stesso anno ebbe la nomina; da comandante effettivo di divisione. Collocato a domanda in P. A. (1921) raggiunse nel 1927 il grado di generale di corpo d·armata; nello stesso anno andò a riposo.

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Dalmazia. Regione della Jugoslavia, sulla costa orientale dell'Adriatico, confinante con l'Istria e con !'AL bania. E' costituita da una lunga str iscia lito ranea. fra le Alpi Dinariche e il mare, con costa assai frastagliata e cosparsa di isole e isolotti, con fondali profondi, così da potervi comodamente approdare con navi di grossa portata. Nel retroterra, corrono catene montane in direzione parallela alla costa, così che non si presta alle grandi oper azioni di sbarco, all'infuori delle d irettrici segnate d alle rotabili Zara-Obrova;,,w-Gospic; Zara-BenkovacKnin; Scbenico-Sinj-Livno•Spalato-Almissa; es arenta.:\Ietkovic-:Mustar, quest'ultima più importante di tutte perc.hè mette dircltamentc dall'Adrh1t ico nel cuore d dl'Erzegovina. La D. fu in antico abitata dagli illiri, tra i quali furono ch iamati Dalmati quelli insediatisi fra Narenta e Piezio. Successivamente vi s i insediarono Fenici e Greci, che vi istituirono Colonie. L'incursione dei Galli diede luogo alla costituzione d'tma signoria celto-illirica, molto potente nel III seco lo a . C. :Yfa i Roman i, allora in guerra con Cartagine, compresa la necessità del dominio del!' Adriatico, chiusa la prima. guerra punica iniziarono (229 a . C.) le guerre illiriche, che portarono :tl!a conquista di tutta la regione. D a rdlora la D. subì le sorti dell'Impero romano. Invasa dagli Avari, sfuggì all'influen1-1.. dell'impero d'Oriente, meno che nelle isole e in parte della costa, sempre sotto l'influenza d i Bisanzio, cui cominciò a subentrare quella di Venezia, verso il 568. Dopo gli Avari, calarono armati i Croati, e nella parte merid ionale i Serbi (IX secolo). Vi,nczia mantenne sempre nelle isole e ne lle coste il sue, dominio, mentre penetrati i Turchi nei paesi balcanici, la D. fu contesa lungamente fra costoro e Venezia. Caduta questa 1·cpubblica, della regione s i impndroniva la monar• chia austro-ungar ica (I i 98). X el 1806 Napoleone riuniva la D. con l'Istria al reb'll0 d'Italia, ma alla caduta dell'imperatore l'Austria ne riprendev,t possesso, tenendolo fino al 1918, quando veniva assorbita dalla J ugoslavia., meno la città di Zara, assegnata all'ltnlia. Guerra dalmatica ( 156-15., a. C.). Fa parte del ciclo d i guerre che Roma combattè per sottomettere l'Illiria. (229 a. C. - 78 a. C.). I Dalmati erano di,·entati pericolosi e feroci pirati. Roma vi sbarcò un'armata agli ordini del console Marcio F igulo (1 56 a. C.). Ma questi, che già aveva fotto poco buona prova nella campagna contro Perseo ( 169 a. C.) penetrato nel territorio montuoso• del retroterra dalmato, ne venne respinto e dovette ritornare o.Ila costa molto tartassato. Roma gli sostituì

(155 a. C.) il console Scip ione Nasica, il quale, iniiiate vigorose operazioni contro i Dalmati, a cominciare da un regolare attacco della capitale Dalrninium, riuscì in breve tempo a domare quei popoli assoggettandoli a Roma.

Dalmazia. Kave sussidiaria di 1• classe, varata a Fiume; lunghe7.za m . i9,20, larghezza m. 10,20, dislocamento tonn. 3010, maccf1ine HP. 1500, armamento: cannoni 1 da 120 e 1 da 76.

Dalmazzi (Giulio) . Generale n. a Torino nel 1854. Sottot. cli fanteria nel 1873, fu da capitano insegnante presso la Scuula militare; partecipò alla campagna d' Africa ( 1895-96) e promosso colonnello (1902) comandò 1'82° regg. fanteria. Collocato a r iposo nel 1907, rag• giunse nel 1923 il grado d i generale di divis. nella riserva.

Da l Negro (Enrico). Generale, nato a Venezia nel 1863. Sottot. d i fanteria nel 1881, entrò nel 1899 nel Corpo di S. :.VI. e promos.w colonnello (1907) comandò il 74-0 cd il 37° regg. fanteria, partecipando alla campagna di Libia. ~faggior generale nel 1913, resse il comando della bri1 gata Roma e collocato nel maggio 1915 in P. A. e subito richia1 mato in servizio presso il comando della. d ivis. mii. d i Novara, comandò poi il 21° gruvpo dei centri di mobilitazione di fanteria in Rclluno. Ricollocato in congedo (1917) rnggiunse nel 1923 il grado di generale di divis. nella r iserva.

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D 'Aloja (Alessa11àro). Generale, n. a S. ~Iartiuo in Pensilis, m. a Roma (1860-1921). Sottot. del genio nel 1880, p rese parte alla campagna d'Africa ( 1885-86) e raggiunse nel 1914 il grado di colonnello. Partecipò a lla grande guerra (1915-1917) e collocato in P . A. nel 1917 fu subito richiamato in servizio presso l'u(licio fortificazioni di M essina ove conseguì (1918) la promozione a magg. generale. Dal Pozzo (Paride). Scrittore mili~are (1413-1493). Giureconsulto napoletano, divenne inquis itore generale del Regno di Napoli. Scrisse, fra altro, un'opera « Solemnis et utilissimus libellus de re militari» tradotta poi dal latino col titolo : cc Duello: libro dei Re, Imperatori, Principi, Signori, Gentil huom ini e t de tutti armigeri>>. Dal Verme (L11chi110) Celebre capitano di ventura del secolo XTV che servì gli Scaligeri, i Viscol\ti, e, dopo il 1364, Venezia. P er conto di essa comandò una .spedizione contro l' isola di Candia che sottomise dopo due anni di lotta. Morì in Palestina nel 1372.

nal v erm e l.u{;llino

])al Verme Jacopo. Figlio del precedente, n. a Verona, morto a Venezia (1350-1409). Fu dal 1379 condottiero al servizio dei Yisconti, poi, dal 1404, della Repubblica d i Venezia. Fu il primo a usare


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le bombarde (1390). Anche i suoi figli Luigi e Taddeo furono condotlieri.

D a.I Ve~me con te Luchino. Generale, n. a M ilano, m. a Roma ( 1838-1911). Sottot. dei granat ieri nel 1859, prese parte alle campagne del 1859 e del 1860 nella. Bassa Italia 6'1.lada.gnandosi a :Mola di Gaeta una med. d'argento. Entrato nel Corpo di S. M. ( 1861) Iu insegnan te presso b. Scuola Militare di Modena e guadagnò una seconda. mcd. d'argento nella campagna del 1866. Colonnello nel 1882, comandò il 60° regg. fanteria; promosso magg. generale ( 1890) i-esse successiva.men te i comandi delle brigate Pinerolo e Umbria e ricoprì, anche col grado di ten. generale ( 1896), la carica di giudice del Tribu nale Su premo d i G uerra e Marina. Nel 1896 fu sottosegretario di Stato per la Guerra e nel periodo 1896-98 comandò le divis. mii. di Napoli e di Xovara. Fu deputato a l Parlamento per il collegio di Pavia nella XVII legisla tura e per il collegio d i Bobbio nelle legislature dalla XVIII alla XXII. Scrisse, dopo un viaggio nell'Estremo Oriente, un volume: « Giappone e Siberia » ; inoltre : « La camp.tgna del 1796 in Italia »; « Il paese dei Somali»; « I dervisci del Sudan », e collaborò a molte riviste.

Dam (o Damme). Città del Belgio (Fiandre occidentali) sul Canale di Bruges alle chiuse. Fondata da Filippo d'Alsazia nel XII secolo, ebbe una certa importanza p el suo porto militare e commerciale, cd ottenne privilegi come i grandi porti fiammi.ngh i. Combattimento 11avale di Dam (1213). Appartiene alla campagna nelle Fiandre condotta da Filippo Augusto contro Giovanni senza terra e il suo alleato conte cl Fiandra. Il re di Francia aveva riun ito un numeroso naviglio, agli ordini di Savary, imbarcandovi 15,000 lancic, con relativi cavalli. Mentre la flotta s'impadroniva di D., F ilippo Augusto p rocedeva col resto dell'esercito per ter-

370 cesi. Filippo Augusto arrivò a D . appena in tempo per salvarne il présidio. Gli Inglesi rimasti a terra per dar fuoco alle rimanenti navi, furono battuti da Filippo Augusto cbe in flisse loro una p erdita di 2000 u . e costrinse i rimanenti ad imbarcarsi. Però fu costretto ad incendiare i rimanenti propri vascelli, per non farli cadere in mano del nemico. Visto p oi che D . aveva parteggiato per gli Inglesi, fece incen diare la città. per rappresaglia.

D 'Amade (Alberto). Generale francese, n. 11cl 1856. Fece la campagna del Tonchino, e fu addetto mil. in Cina e a Londra. Nel 1908, da gen. di brigata, comandò le truppe francesi nel }farocco. Durante h, grande guerra ebbe il comando del corpo di spedizione ai Dardanelli, e poscia quello delle truppe sbarcate a. Salonicco. D a Ma ia no (Gi·u liano). Ingegnere mili tare del

secolo XV. ::-Sei 1471 fortificò la città di Castrocaro. Scrisse un co<l ice sulla « Scienza dell'abbaco "·

Be11edctto Da }.faia110. Ingegnere m ilitare, nipotedel p reccdenLe ( 1454-1498). Nel 1470, regnando Ferrante I d'Aragona, venne chia. mato a Napoli per la costruzione delle nuove mura. O'Amado

D'A mara! ( ,lrtdrca). Priore di Castiglia, e Cancelliere dell'Ordine dei Cavalieri di Rodi (secolo XVI). Tradì gli eroici d ifensori dell'isola di Rod i, mettendosi d'accordo con Solimano il :Magnifico, che riuscì a prenderla solo pcl tradimemo. Il D 'Amara! pagò colla testa il compiuto tradimento ( 4 novembre 1522). Damas

(Conte,

Gi·11seppc

R11ggìero). Gen. francese 17651823). Nel 1787 fu in Russia agli

ord.ni del principe Potemkin, a Dnma~ combattere contro i T urch i gua dagnandovi il grado di generale. Scoppiata la Rivolu-• z.one francese, si recò a Coblenza, dove entrò nell'esercito del Condé. Dopo la Restaurazione divenne comandante di divis ione.

ra. G iovanni mandò in soccorso dell'alleato una fiolla di 500 navi, con sopra 700 cavalieri e truppe d i sbarco agli ordini del conte di Salisbury e del duca di Hutland. Raggiunte il 30 magg;o davanti a D . dalla flot ta del conte di F iandra, le navi inglesi diedero tosto l'assalto a quelle francesi sconfiggendole in breve tempo. Gli Inglesi s i impadronirono di 300 navi cariche di viveri e d 'arm i e co l r icco bottino salparono verso l'ln ghilten a, dopo avere incendiato o affondato più di 100 navi fra.n.

Damasco. C.ttà della Siria, fra l'Oronte e il Giorcbno_ Attaccata dagli Assiri, conquistata cd annessa al loro impero, venne d istrutta ed i suo i abitan t i furono , condotti nella l\Ied.a. D. subì le vicende belliche della Siria, e passò ai Persiani, ai Greci, ed a Roma che la lasciò all'impero cl'Or.ente. Ncll'VIII, IX e X secolo il nome di D. torna spesso nella storia militare quale campo di battaglia fra i principi mussulmani che ~ ne disputano il Califfato. Ne! 1400 fu presa e deva tata dai Tartari, condotti da T arnerlo.no, Sul p rincipio <lei secolo X\11 il Sultano Sclim I la conquista (IS0o incorporandola nella Turchia, e seguendo da allor t ,e sorti della Siria.

I. Assedi d·i Damasco (635-636). I l primo a1,1, trtiene


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a l periodo delle grandi conquiste mussulmane, dirette con tro l'impero bizantino al tempo dell'imperatore Eraclio e fu impreso d a Chalid, il qua le si accontentò di bloccarla. Eraclio, non potendo per mancanza di mez.zi

inviare un •,.>odcroso esercito in soccorso di quell'importante piazza, dovelle accontentarsi di mandare il generale Vahan con le sue truppe armene, il quale non potè far alt ro di inqu ietare qua. e là gli assedianti. Nell'agosto o nel settembre cadde D amasco; nè si conosce se per espugn:izione \"iolenta o per capitolazione. Gli abitan ti furono obbligati a. pagare un tributo, e le chiese restarono in loro possesso sen7.a opposizioni di sorta. L'anno seguente però (636) Damasco, all'avvicinarsi dell'imperatore Eraclio cacciò il presidio musulmano, ma, do po la sconfitta di Eraclio sull'Hieromax (636 d. Cr.) fu di nuovo assediata dai .Musu:ma11i e dopo parecchi mesi dovette capitolare. Gli a bitanti furono costretti a cedere alcune chiese e la metà della grande basilica di S . Giovanni pel servizio religioso mussulmano. Con la p resa di D amasco gli arabi si videro padroni <li una larga base per una ulteriore espansione nell'Asia ante, r.iorc. II. Battaglia e assedio di Damasco ( 1148). Appartengono alla secouda Crociata. I Cristian i (50.000 u. agl i o rdini d i Corrado JTI di Germa nia e L uigi VII d i Francia) aYanzarono contro D. difesa dal Visfr hluiredd in , il quale affrontò gli avversari fuor delle mu ra, ma fu sconfitto e respinto in città , dove venne assedia to (24 luglio). Pochi giorni dopo però l'esercito cristiano s i con,· inse d i non essere in grado di mantenere l'assedio, anche percb.'., erano annunciati soccorsi musulmani, e battè in ritirata. Damasco. E' così chiamalo l'acciaio de ll'Ind ia detto anche « acciaio Wootz », la fabbricazione del quale non deve essere designata col verbo « damaschinarc l>, ma bensì con quello (< d amascare », che indica appun to l'acciaio « amoerre », moiré, ossia che apparisce all'occhio con lievi differenze di colore, come quasi arabesca to . I l D. è accia'o fuso, nel quale i molti disegni amoerri sono dovuti esclusivamente alla presenza del carburo di ferro crista llizzato e messo allo scoperto per mezzo di acidi. Però a'.cuni altri di questi disegni, e sono i meno, derivano dalla presenza d i piccolissime quantità di altri meta lli. cioè il palladio, il platino. l'argento. li damascare fu un'arte antica, e quasi segreta, dei Turchi dei

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Persiani e dei Siriaci di Damasco (da cui prese nome anche il metallo).

D a111aschi11a f u chiamata la lama d i spada o di sciabola fabbricata dai Turchi e rinomata per la qualità della tempra e per il modo come era impiegato il metallo per costruirla. Il modo di fabbricare tali lame è forse ancora ignoto per gli Europei: queste armi provenivano da lla Persia, ma le p iù stimate erano quelle di Damasco, che diede loro il nome: sono lame molto elastiche e rabescate. I fratelli Couleaux, con manifattura d'armi a Klingcnthal, riusc irono a fabbricarne d i somiglianti alle antiche. Clouct, nel 1804, fu il primo in Francia ad imitare il damasco, e la fabbricazione di questo migliorò molto, in seguito, per mezzo di Degrand, Gurgey, Couleaux e specialmente di Stodart e Faraday nel 1822: a l punto che furono inviate lame francesi damaschinate nello stesso O rien te, culla d i tali arm i."

D' Ambrosio (barone Angelo). Generale napoletano, n. a Napoli m. a Sta rza (177~ - 1822). Volontario in Francia, ferito a Tolone, rimase prigioniero, e solo dopo Campoformio rientrò in patria. Ricaduta Napoli in mano dei Borboni, emigrò a Corfù, nel Veneto, cd entrò poi nell'esercito napoleonico. P rese parte alle guerre in Spagna, Ge rmania e I ta lia. Nella spedizione in Sicilia, ordinata dal ~lurat, rimase ancorn ferito e p rig ion iero (1810). Tornato in patria ( ISI I), e promosso generale, ass ieme a Rassarol, a Pepe e Goldcmari, condusse i \"eJiti Napoletani sull'Adige (181.!) per seguire Napoleone in Russia. Qui rifulse ancora il suo eroismo rimanendo gravc1nente ferito. P rese parie appena rimesso alla campagna del 1813 se,;nalandosi a Lutzen e :Haut1-en. Richiamato quindi in Italia, combattè sul Tanaro, ad Ocd.iiobcllo e Tolen ti no sotto M ural. D opo il trattato di Casalanza tornò al servizio dei Borboni e fu a Napoli mm,stro d ella guerra e marina, ispettore gen. della fanteria, e governatore di Napoli. D'A-mbrosio Salvatore. Generale commissario, nato a T rapan i, 111. a. Torre del Greco ( 1820-190?). Addetto all'Intendenza deìl' E sercito delle Due Sicilie, prese parte a lla campag,m ciel 1849 meritandosi una mcd , di bronzo e nel maggio 1861 passò nel cor po d'Intendenza dell'Esercito Italiano col grado di Commissario di seconda classe. Pan ecipò alle campagne de l 1866 e del J8ì0 e promosso colonnello (1875) fu direttore di Commissariato delle divis. d i Piacenza e Palermo. Collocato in P . .'\. ( 1884) raggil1nsc nel 1894 il grado di maggior generale commissario nella riserva.

Dame della Scure (Ordù:e delle) . Ordi ne cavalleresco istituito nella Spagna ( 1149) dal Conte di Barcellona, Raimondo Berlinghieri, per premiare le donne che, armate d i scure, avevano concorso a respingere i ~fori. Durò pochi anni, ed aveva per insegna una scure in panno rosso. Pace delle Dame. V. Cambrai.


DAM Damiano di Priocca (con te Carlo Giuseppe) . Genera le p iemontese del sec. XVIII. D iscendente da nobi le famiglia d'Asti, partecipò a lle guerre del 1733-1735 e del 1742- 1747. Colonnello comandante il regg. p rovinciale d'Asti (1755), venne p romosso brigadiere nel 1761, magg. generale dieci anni dopo e ten. genera le. Dm,,.iatio L«igi. Medaglia d'oro, n . e m. a Torino (1800-1880). Sottot. del genio nell'esercito p iemontese (18li). Con la promozione a colonnello, nel J 835, passò a comand are il 14° regg. fanteda, a lla cui lesta, nella campagna del 1848, guadagnò la med. d'oro « per essersi distinto - come dice la motivazione ufficiale -- nei fatti d ' arme combattuti dalle truppe del 2° Corpo d 'a rmata sulle a lture di Rivoli, di Santa Giustina, Sona e Volta, dal 22 a l 25 luglio 1848 )> . Promosso maggior generale dopo la prima campagna de ll'indipen denza, fu per qualche tempo ( dal 1857) comandan te la d i vis. m ilitare d i Alessandria col grado di luogotenente genera le .

Damiata o Damietta (ant. Phatmeticum O stimn). Città. d ell'Egitto inferiore s ulla dr. d'uno dei rami prin cipali del N ilo a 9 km . dalla sua foce. Ai tempi di Roma non aveva gran de importanza m ilitare, ma a i tem_ p i delle Crociate il suo por to, il più impor tante fra quelli ciel delta del Nilo, divenne una. delle basi logistiche dei Crocia ti, più volte d a loro perduta e ripresa. I Saraceni ne avevano fatto una piazza forte, cinta di alte e rnbuste mura, intercalate da torri. I. Assedio di Damiata (1169). F u intrapreso da Ama lrico, re cristiano di Gerusalemme, coadiuvato da una flotta bizantina d i 200 11avi, nell'autunno. La città, ben munita per opera di Saladino, oppose gagliarda resistenza, e i Cristiani, tormentati dalle pioggie e dalla pen ur ia dei viveri, e in@ltre m inacciati da un esercito mus ulmano inviato da Noreddino, fur ono costretti a togliere l'assedio e a ri tirarsi. II. Assedio di Dam;a.ta (1218-1219). Appartiene alla quar ta Crociata, e fu intrapreso dai Cristiani, agli ordini del cardinale Pelagio, legato pontificio. La p iazza era di fesa da circa 50 mila m us ulmani. I Crocia ti sbarcarono il 29 maggio 1218 sulla sr. del Nilo e armarono con torri di legno molte d elle loro navi per assalire da prima un grande torrione costruito d ai Saraceni sopra un isolotto e congiun to alla città med iante un ponte. Sul principio di luglio fu dato l'assalto, ma venne respinto. Il 24 agosto fu ripetuto e con successo, perchè il giorno seguente il torrione capitolò. Seguì una stas i nelle operazioni, fincbè ' giunsero r inforzi a i Cristia11i. Il 5 febbraio essi eseguirono il passaggio con pa r te delle loro forze sulla dr. ciel Nilo, gettarono un ponte di barche, e così strinsero D. da ogn i lato, impedendo che fosse soccorsa. Ne! marzo la lotta si riaccese, così contro le mura, come contro i M us ulmaJ1i accorrenti dall'E gitto . Nell'autunno del 1219 D . era agli estremi per scarsezza di viveri, e i Cr istiani ricevevano n uovi rinforzi ; nella notte dal 4 a l 5 novembre ven ne dato u n assalto improvviso per ord ine d i Pelagio. Una porta fu bruciata, e le truppe cristiane irruppero in città, dove i s uperstiti della guarnigione, appq1a 4000, cessarono dall'opporre resistenza.

III. Combattimento di Damia.ta (1 ° novembre 1799;. _Appartiene acile operazioni in Egitto dell'esercito napoleonico. G ià nella gioniata del 29 ottobre 1798, circa 8000 giannizzeri turchi avevano tentato d i prendere D. tenu ta da i F rancesi; p erò ne erano stati respinti lasciando sul terreno 3000 u . fra morti e feriti. I l Gran Visir allora aveva organizzato u n'ar ma ta di circa 30.000 giannizzeri, e dai 25 ai 30.000 u . delle milizie turche d'Asia . Tali truppe erano in gran parte comandale da uf-fìciali inglesi. ~ elio stesso tempo una d ivisione d i 8000 giannizzeri" (Sayd-a lì-lley), si imbarcò per attacca re D . da parte di ma re onde attiraTe l'attenzione dei F rancesi da quella parte, e facilitare il compito al Gran Visir. Una flotta inglese di 53 vascelli di varia grandezza ( commodoro S idney-Smith) approda va a llo sbocco del N ilo, appostandovisi. Senonchè un' inesplicabile ritardo diede tempo al gcn. Verdier d'avver tirne I<léber e di riun ire le truppe disperse in tonio a D. Dopo lo sbarco i g iann izzeri s'erano trincerati sulla r iva dr. ciel N ilo, fra il mare ed il lago di Menzaleh, ma non vi rimasero molto. ll gen. Verdier, senza tener conto della sua minore forza, d iede l'assa lto a i trinceramenti e li prese, uccidendo molti giannizzeri e facendone prigionieri 800 con 32 bandiere e 5 pezzi d'artiglieria. I Francesi non perdettero che una trentina cli uomini.

D'Amico (Giovanni). Generale, n. a Barcellona di Sicilia, m. a Firenze (1848- 1926). Sottot. dei bers aglieri nel 1879 fu insegnante p resso la Scuola M ilitare di ::Vfodena e poi comandante in 2' del Collegio Mili ta re di Roma. Colonnello 11el 1902, ebbe p rima il comando del 12'' reggimen to fanteria, poi quello del d istretto d i Brescia, e collocato in P . A. (1906) raggiunse nel 1'11.~ il grado d i magg. generale nella riserva.

D'Amùo Carlo. Generale, nato a Ielsi, mono a Torino (1857llll:UllillllllUj 1914). Sottotenente di fanteria nel D'Amico Giovanni 1879, fu insegnan!e p resso la Scuola d i .:\ioclen a e partecipò alla campagna d'Africa del 1887, Entrato nel Corpo di S. M . ( 1888), fu insegna nte presso la Scuola di Guerra ( 1897) e promosso colonnello (1905) fu capo cli S . J'vf. del X e VII C . d'A. e comandante del 45" reggimen to fanteria. Nella campagna di Libia meri tò la croce d i cava.Jiere dell'O. M. S. quale magg. generale comandante della 3" brigata speciale di fanteria; comandò quin di il p residio di Tobruk e la brigata Parma. D'Amico Biagio. Genera le medico, n. a Ielsi (Campobasso) nel 1862. Laureatos i in medicina e ch iru rgia a Napoli ( 1886), ebbe nel 1887 la r.iomina a soltot, medico e prese parte alla campagna d'Africa del 1891. Nel grado di ten. colonnello partecipò alla guerra 1915- 1918, e, promosso co lonnello (1917) diresse gli ospedali mi l.itari di Brescia e di .Milano. Collocato in P . A. ( 1920), raggiunse, nel 1926, il grado di magg. generale med ico.

Damis (Pier Domen,'.co). Generale, n . e rn. a L un gro ( 1824-1904). Laureatosi in legge all'Università di Napoli (1847), partecipò a lla rivoluzione del 1848 come capitano delle truppe calabro-sicule e nel 1860 p rese parte alla spedizione dei mille. Fu prima giudice istruttore del Consiglio d i guerra in Palern10 c poi vicc-au-


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ditore generale; nella campagna guadagnò una medaglia d'argento. Passato nel l{, Esercito (1862), partecipò ali::\ campagna del 1866 e comandò da colonnello ( 187 6) 1'11 ° rcgg. fanteria. Promosso magg. generale nel 1883, fu comandante della brigata Toscana, dei Distretti militari della divis. di Ancona e del VII C. d'A. Collocato a riposo nel 1889, raggiunse nel 1895 il grado di tenente i;encrale nella riserva. Fu deputato al Parlamento per i! collégio di Castrovillari, nelle legislature VIII, IX e X.

Dandolo E,,.,.ù:o. Doge di \'enezia, eletto nell'anno 1192. Prese .Pola ai Pisani, poi comandò una crociata, dllrante la quale d istrusse Zara ribelle a Venezia e conquistò Costantinopoli. Rifiutò !'offertagli corona imperiale, ma ottenne Candia, le isole dell'Arcipelago e i porti d ella ~[ort'a, fondando così il predominio veneto nel ~foditcrranco . .l\lol'Ì quasi centenario a Costantinopoli nel 1205.

Dampierre (Aug11sto Picot, marchese di). Generale francese ( 1756-1793). Entrò nelle guard ie francesi a 16 ann i. Fu promosso maresciallo di campo nel I 792 e si distinse a Valmy cd a J emappcs. Ebbe il comando dcl l'an11ata de l Belgio dopo la diserzione di Dumouriez e fu ferito a morte durante un combattimento per lo sbloccamento d i Condè (1793). Damrémont (Conte Carlo Jfaria d•). Generale francese (1783-1837). .Nel 1813 era già Oamp 1Cr 1·r colonnello, cd a 38 anni genera le. Ebbe il comando del Corpo di spedizione francese in Algeria, davanti a Costantina, dopo l'insuccesso subìto dal maresciallo Clausel. Mentre le sue truppe davano l'assa,lto ,dia città, fu ferito a morte da un colpo di cannone.

Danane. V. Bimàl. Dandolo. Cora?.1~~ la, varata alla Spc1.ia nel l878. Dis locamento 12.265 tonn. , cavalli vapore 7500, lunghezza 103.50, largl1czza 19.65, armamento lY 254, \'II 152, V

Co ra1.za1a Dan,1010

Dan,1010 Enrico

Dandolo Andrea

Dandolo Andrea. D oge di \'enczia, eletto nel 1342. Riprese Zara dopo un lungo assedio (1345) e Capo d'Istria, entrambe ribdlatesi alla Repu bhlic:1 e sostenne aspra guerra contro Genova ( 1364) aiutato dall' imperatore d'Oriente e dal re d'Aragona; nello stesso anno mori. Dandolo Emilio. l'a triotta, n. a Varese, m. a :Milano ( 1831-1859). .-\ soli dician-

no,·e anni pubblicò un pregevole libro : « I volontari e i bers:tglieri lombardi ». Il 18 marzo '48 accorsr alle barricate di ::-.filano e combattè nelle cinque giornate croicaJ.llenLe con Luriano 1fanara. che nella campagna del 1848 passò in 'Piemonte; foce anche la campagna de l 1849 e po i n ndò a Roma, do"e, il 3 ~iugno. fu ferito mentre cadeva a pochi passi da lui il frate llo .Enrico. Dandolo Enrfro, fratello di Emilio ( 1827-1849). Combattè nelle c inque g iorna te di :Milano e poi nella colonna 1Jana ra e in seguito nell'esercito sardo, unitamente ad Enrico 1Ioros ini. Nel 1849 passò a Roma e qui\'Ì mori combattendo eroicamente durante l'attacco del 3 giugno a Villa Cors ini.

corazzala Dandolo rlinod~rnata 120, II 75, XVI 57, VIII 37, due mitragliatrici, quattro lanciasiluri. S. M. 31, equipaggio 477. Da11dolo Nicolò. Ingegnere militare del sec. XVI. Cooperò alle fortificazioni della città di Nicosia, di cui fu il governatore e che dovette cedere a i Turchi dopo essersi difeso nel 1570 d:i cinque loro assalii.

D'Andrea (Alcssa11dro). Storico del secolo X\'T, a utore di un'opera intitolata: e( Della guerra del la campagna d i Roma et del regno di ~apoli ranno 1556- 1557 )).

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Dandolo Enrico

Daneo (Giusej,pe). Generale, n. ad Ud ine nel 1871. So ttot. d'art. nel 1890, prese pa.rtc alla campagna d i Li-


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bia guadagnandosi a Tripoli una mcd. di bronzo cd entrato in guerra nel 1915 conseguì nel 1917 la promozione a colonnello avendo il comando del 13° art. da campagna. Comandò poi il 62° regg. art. da campagna ed il 1° pes. campale ( 1919) e collocalo in P. A. (1920), raggiunse ne l I 926 il grado di generale di brigata.

Danero (Giova.....m) . Amm iraglio napoletano, n. nel 1 725, m . a Napoli nel 1826, in età di 101 a nni . Era s tato cadetto sotto F ilippo V e aveva raggiunto il grado di ten. generale nei 1797 e di capitano generale della marina napo letana n el 1815. Da11ero Brnno. 1:tcdaglia d'oro, 11. a Carloforte nel 1896, caduto sulla Verloiba n el 1917. Diplomato appena in rag ioneria, fu chiamato a lle armi ; frequen talo u n corso allievi ufficia.li, fu nominato aspirante ufficiale di complemento nel giugno 19 17. Assegnato al 25° regg. fanteria, lo raggiunse subito alla Cronte. Qualche mese dopo, combattendo da va loroso, cadde sulla Vertoiba inferiore, meritando che alla di lui memoria fosse conferita la medaglia d'oro al valor militare con questa motiva.1.ione : « Sotto il violento fuoco di artiglieria e mitragliatrici nemiche, calmo, sereno e sprezzante del pericolo, alla testa del suo plotone d i arditi, incitandoli con la voce e con l'esempio, s i slanciava per p rimo contro i reticohti avversari. Ferito, con mirabile prova di abnegazione e valore, segui tava ad in citare i suoi u omini alla lotta, trascinandoli con impeto e forza travolgente. )ientre in p iedi, t ra u n grandinare di p roiettili, ten tava d i sorpassare l' ultimo tratto di reticolato avversa.rio, veniva col/ ito a morte ,, (Ver toiba Inferiore, 20 agosto 1917).

Danese (Attiho). Generale, n. a Venezia nel 1867. Sottot. d'art. nel 1888, entrò in guerra nel 1915 e promosso colonnello (19 17) comandò il 7° gruppo bombarde .ed il 43° rcgg. art. campagna. Collocato in P. A. (1920) :i·aggiunse nel 1926 il grado di generale d i Brigata.

Danesi (Alessandro). Generale, n . a B ibiana, m. a Torino (1803-1870). Sotto!. di fanteria nel 1822, rag• giunse il grado d i colonnello nel 1853 cd ebbe il comando del 18° fanteria; il grado di magg. generale nel 1859 e comandò la b rigata Aosta. Fece k campagrìe d el 1848-49-59, meritando la med. d'argento al valore jlei fatti d'a rmc di Rivoli e Volla., dove fu ferito. Comandò nel 1859 l'isola d 'Elba e due anni dopo andò a r iposo. Da11,esi Marw. G enerale, m. a Torino nel 1909. Sottotenente di fanteria nel 1861, partecipò a lla campagna del 1866 e del 1870. Frequentò la scuola di guerra. Colonnello nel 1893, comandò i distretti mii. d i Gaeta e Genova e nel 1899 andò in P. A.; nella riserva venne promosso ma.gg. generale nel 1904.

Da nevirke (o Da11,ncwerk) . D enominazione da ta d a i Danesi ad una specie di bastione, elevato d al 936 al 950 sotto il regno d i T hyra D anebod, lungo la frontiera meridiona le dello Jutla nd e Schlcswig, parallelamente

374 a ll'Eider, onde impedire le invasioni dei Sassoni. Quest'opera fortificatoria era costru ita in terra, pietra e legno, con uno spessore medio dai 10 ai IS m. Bruciato e d istrutto in gran parte nel 974 da Ottone II, fu restaurato da Valdcmaro il Grande, da Can u to VI e dalla regina 1fargherita ed ebbe nel medio evo grande efficacia per la difesa della D animarca. Nel 1848 i Danesi vi si rafforzarono e resistettero quando il gen. Wrangel con truppe prussiane, annovercsi, e meck lemburghesi invase l'Holstein. Tale linea però, sia. per la scarsa truppa messavi a difesa, s ia per le sue condizioni cli conservazione, non resistette. N el 1861 fu riparata e ri.nforz.1.ta, ma nella guerra dei Ducati ( 1864) quantw1que dapprima occupata dai D anesi, fu abbandonata per scarse1.za di forze e percbè aggirabile.

D 'Angelantonio (Ett.ore). Genera le medico, nato ad Aquila nel 1853. Lau1·catosi a Napoli nel 1877, fu nomina to n ello stesso anno sottot. medico. R aggiunto i l grado di colonnello ( 1910), fu direttore di sanità. del III e poi ciel IX cor po d'armata e partecipò alla. grande guerra (1916-191i) quale direttore di san ità della 2• Armata. ~1agg. generale medico n el 19 17 fu d irettore d i sanità per la med icina legale nel C. d'A. di )'filano; collocato in congedo ( 1920) raggiunse, 11cl 1926, il grado di ten. generale medico nella riserva. D 'Ang elo (Giacomo) . Generale, n. a Palermo m. a Firen-1e ( IS60- 192S). Sottot. di fanteri,i nel ]884 nel 191'6 fu promosso colonnello e nominato comandante del distretto mii. di Livorno. Collocato in P. A. nel 1918, raggiunse nel 192i il grado di gene ra le di brigata. nella risen·a. D'Angelo Gaet.rmo. Generale, n. a Pied imontc d' Alife nel 1860. Sottot. d i cavalle ria nel 1882, fu nel 1913 promosso colonnello e comandò con ta le grado i regg. Catania e :foggia. Collocato in P . A. ( 1914), raggiunse nel 1923 il grado di generale di divis. nella riserva. D'Angelo Michele. :'.11cdaglia d'orn, n. a Rionero in \"ulture nel 1868, caduto a Dcrna nel 19 12. Ufficiale di art iglieria. in servizio attivo, fu successivamente assegnato a lla specialità da fortez?.a ed a quella eia montagna. Capitano comandante della 12• bti·. del 2° regg. art. da montagna, pa rtì per la Libia allo scoppio della. guerra italo-turca. K cl combattimento di Dcrna d ifese magni'1icamente la sua batteria, semi accerchiata dal nemico. incontrando i.n1pavidamente la mo.rie. La motivazione di medaglia d'oro ricorda così il bcll'ep isodio : « Esemplarmente intrepido e sereno, d iresse l'azione della s ua batteria a protezione d i fanteria. in avampost i, respingendo violenti e ripetuti atta.echi del nemico, che era riuscito a portarsi a brevissima distanza dai pezzi. Sostenne eroicamente il combattimento, fl.nchè cadde colp ito a mor te in mezzo a lla batteria>> (Derna (Libia) 3 marzo 1912).


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D'A1tge/o Emilio. Medaglia d'oro, n. a Trapani nel 1894, cadu to a Gorizia nel 19)6. Chiamato alle a nni nel 1914, fu assegnato al corso allievi ufficiali di complemento presso il 9° regg. bersaglieri. Passato quindi col grado d•i sottot. al 232° regg. fan ter ia, partecipò alla battaglia di Goriiia, ove, già ferito, affrontò impavidamen te la morte, con così superbo contegno da meritare il conferimen to (alla memoria) della suprema ricompen sa a l valore con questa motiva1. ione : « Quantunque febbricitante, non volle essere ricoverato in un ospedale, per poter prendere parte a ll'azione offensiva che doveva svolgere il suo J·eggimento. :Men tre co n_ entusiastico slancio e sereno cosciente sprezzo del pericolo guida va il suo plotone all'assalto del ponte di Gorizia, una granata nemica gli stroncava il braccio destro. Rilìutando ogn i cura, sorreggendo l'a rto infranto con la mano s in i• stra, tenne ancora il comruido de l reparto incitando i suoi con mirabile energia, finché nuovamente col1>ito, r imase ucc iso su l campo,, (Gorizia, 7 agosto 1916).

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Danholm. Iso la di fronte a Stra!sunda, presso r;. HO!a di Rugen. P1'esa dell' isola di Danholm ( 1807). Appartiene alle operazioni della. spedizione napoleonica contro la- Svezia. Dopo che il corpo franco-ital iano aveva nella fine d'agosto 1807, assediato e preso Stralsunda, le truppe svedesi resistevano n ell'isola di Rugcn cd isolotti circo.. stant i. Le batterie italiane con bene aggiustato cd intenso fuoco, molto celermente avevano obbligato al s ilenzio le artiglierie svedesi del forte e dell' isola cli D. Nella notte dal 24 a.I 25 agosto il gen. Fririon, comandante delle truppe d a sbarco, p rese co11 sè alcune cp. di fanti, un distaccamento di cannonieri, ed una compagnia d i minatori e zappato ri, tutti italian i, coadiuvato da un drappello di marina.i; divise in tre squadre le truppe e favorito d alla notte sbarcò malg rado l' intenso fuoco avversario, attaccando alla baionetta. le posizioni nemiche. Sei compagnie di granatieri e volteggiatori italiani piombarono sul campo trincerato degli svedesi, prendendolo di viva fo rza. L'isola cadde tosto in potere degli assalitori. Furono catturati 600 u., di cui 20 ufficiali e 80 cannoni.

Danilo I (Pctrovic Niegosc). Principe <lei Mon tenegro ( 1826-1860). Coll'appoggio della. Russia instaurò lo Stato del .'.\fontenegro e sostenne parecchie guerre contl'O i T urchi. Ordi11e cavalleresco di Danilo I. Fondato nel 1852 dal principe Dan ilo I a r icordo della fondazione dell'indipe ndenza nazionale. Comprendeva quattro classi; fu soppJ·csso dopo la grande guerra.

Danimarca. La storia primo rdiale d ella Danima1·ca è intessuta di miti e leggende. L,t terra ebbe ab antiquo n,ome di Chcrso11e.<0 cimbrico dai suoi p rimi abitatori, i Cimbri, ramo scandinavo; poi, nel principio dell'E. V., sotten trati a questi i Iuti o Goti de llo stesso ceppo, fu detta ]utland. Gli Scandinavi, o Normanni (uomini <lei Nord), erano ripartiti in parecch i regni fra i quali non ta rdarono a primeggiare quelli di Svezia, 'Norvegia e Danimarca. La s toria d i quest'ultima com incia ad ac-

3i5 quistare qualche certezza solo a.J tempo di Carlomagno, quando il grande imperatore creò lungo la medesima i margraviati, fra cui quello della. Nordalbingia (Holstein) fronteggiante il reame danese, il quale comprendeva allora l' Jutland fino all'Eider, le iso)e ad esso vicine e la Svezia meridionale. I Danesi, invasero, sotto il re Gottifredo, il territorio al S. dell'Eidcr (808); costretti a ritirarsi, rinnovarono ncll'810 le loro incursioni, ma con esito infelice, perdendo in combattimenio anche il loro 1·e. Più volte, fin da.Jl'VIII secolo, i Danesi avevano tentato di penetrare nell'Inghilterra, dapprima per esercitare rapine e poi "per fondarvi stabilimenti; nell'866, vinti gli anglo-sassoni presso York, si impossessarono della Northumbria e ncll'871, rimontato i! Tamigi, battevano presso :}ferton il re inglese Etelrcdo. Sconfitti a loro volta dal fratello di questi, Alfredo il Grande, ritornarono p iù aggue rriti, ll1'l, dopo qualche buon successo, tocca vano ad Eddington una nuo,·a disfalla, onde dovettero concludere la pace di Wcdmore che però lasciò in loro dominio parte del tenitorio conquis tato. Dopo ciò, si gettarono sulla Francia con fortuna non m1gliorc, chè una gran rotta loro inflitta da Luigi III re di Neustria (881) arrestò per alcun tempo le loro pi_ raterie. Dal1'893 in poi e fino alla. metà dell'XI secolo i Danesi reiterarono i tentativi di conquista dcli' Inghilterra. e la lotta durò "' lungo con alterna vicenda. Intanto, infierivano nell'interno della loro ter. Antico guerriero danese ra turbolen?.e e guerre dinastiche, mentre il cristianesimo vi si andava propagando. Il re Gorm o Worm (circa 913-930) pose fine a ogni discordia e ridiede unità. al suo regno, ma dovette cedere lo Schlcswig ad Enrico I di Germania. Il figlio e successore cli lui, Aroldo (930-980), chiamato in Francia nel 945 e n el 9ì2 dal proprio consanguineo Riccardo duca di Normandia assalito da. Luigi d'Oltremare, battè quest i e lo fece prigione. Non altrcttallto fortunato fu nella lotta ch'egli dovette sostenere con gli imperatori Ottone I e II che lo costrinsero ad abbandonare la Norvegia, di cui da r,oco erasi impadronito, e fecero del suo regno uno stato vassallo. Suo figlio, Sveno I (circa 980- 1014) che gli succedette, devastò nel 1000 la Sassonia, rese tributaria !'Inghilterra, dove sembra. sia stato procla mato re nel 1013, ma donde nel 1014 dovette ritrarsi; guerreggiò felicemente con Svedesi ~ Vendi e sottomise anche parte della Norvegia. Dopo di lui, sali al trono Canuto II il Grande die, lasciata la Danimarca al fratello Aroldo, riprese la lotta per la conquista dell'Ingh ilterra e, impadronitosi di questa, vi fu riconosciuto re. Morto Aroldo ( 1018), Canuto II assunse anche la corona <li Danimarca, compì !'assoggettamento della. Svezia e della )Jorvegia ( 102S), riguadagnò lo Schleswig, e nei 1031, vinto il re di Scozia Malcolm H se ne infeudò i domini. Sotto di lui il paganesimo fu compiutamente di-


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strutto e la Danimarca raggiunse un a lto grado di civiltà e di potenza. Tra i suoi figli, Canuto III (1036-1041), a cui era toccato il trono di Danimarca, e Aroldo, che aveva ereditato quello d i Inghilterra, sorse fiera contesa; ma, essendo morto Aroldo nel 1039, Canuto III cinse le due corone. Uscito anch'esso d i vita nel 1041 senza figli, la Danimarca passava sotto lo scettro del re di Norvegia Magnus il Buono, men tre l'Inghilterra si liberava dal giogo danese proclamando suo re Edoardo il Confessore. Magnus, morendo nel 1047, lasciava la Danimarca a Sveni II, capostipite della dinastia degli Estritidi, che regnò circa quattro secoli. Sotto di lui e sotto i suoi figli, la D animarca fu travagliata da guerre intestine nelle quali intervennero sempre gli imperatori di Germania bramosi di farne un 1·egno vassallo. Peggiorarono le sue sorti durante i regni di Eric II (1134-37) e d i Eric III (1137-47). Valdemaro I il Grande, fratello di E r ic III assunse la corona e pore ricomporre il paese in unità e dargli tranquillità interna. Egli combattè felicemente i pi_rati del Baltico, conquistò le isole di Riigen e di Wollin, forzò il re di Norvegia Magnus VI a un trattato umilian te ed eresse Copenhagen a capitale. Suo fi. glio Canuto VI ( l 182-1202) potè svincolarsi da l vassallaggio germanico, porre sotto il suo dominio l'Holstein, la Pomerania e il Mecklemburgo e proclamarsi re dei Danesi e degli Slavi. Va ldemaro II il Vittorioso, suo fratello e successore, vagheggiando il disegno d'un potente impero marittimo danese, fece gloriose spedizioni in Svezia e Norvegia , costrinse nel 1214 l'imperatore Federico II a cedergli il territorio a S. dell'Eider e nel 1219 assoggettò la Livonia e l'Estonia e fondò Reval e N arva; cosl che il bacino meridionale del Baltico divenne un mare danese; ma nel 1223 egli dovette abbandonare ai Tedeschi il paese Vendo (allo sbocco della Vistola); nel 1227, battuto a Bornhovede, perdette l'Holstein e nel 1238 Reval e la Livonia. Tuttavia, il suo regno andò segnalato per un sostanzia le rafforzamento sociale, per salutari riforme e per la potenza acquistata dalla marina che con 1400 vascell i superava quante altre allora esistessero. La sua morte (1241) fu l' inizio d'una nuova guerra civile che durò cento anni e terminava con lo smembramento della D. fra gli Holsteincsi, gli Anseatici e i capi principa li delle linee collaterali degli Estritidi (1332). Dopo un interregno di alcuni anni, una rivolta nazionale del Jutland contro l'Holstein richiamava dalla Germania, ove erasi rifugiato, un figlio di Cristoforo II, che col nome di Valdemaro IV fu proclamato re nel 1340 dall'assemblea di Viborg. Questi accorse con un esercito di mercenari bavaresi e svevi, guadagnò a sè nobiltà e clero e r ientrò st1ccessivamentc in possesso dello Schleswig, di Sceland e di altre isole (1340-44), ma dovette

376 cedere a 1\fagnus VIII re d i Svezia e Norvegia le pro,,incie meridionali svedesi di Halland, Scania e Blekingia ( 1343). Nel 1347, col denaro ottenuto dalla vendita dell'Eston ia all'ordine Teutonico, Valdemaro potè riscattare molti domin1 stati impegnati; poi, schiacciata la nobiltà che minava il suo potere ( 1360), riprese agli Svedesi le tre provmcic loro cedute e conquistò le isole di Oeland e cli Gothland. Una prima lega, formatasi contro lui fra Svedesi, )I orvegesi, Anseatici e parecchi principi tedeschi, egli rit1scì a sventare dando s ua figlia 1\fargherita in moglie ad Haakon VII re d i Noxvegia ( 1363); ma una seconda lo costrinse a molti sacrific i per salvare lo Stato. Alla morte di Valdemaro e di Haakon, Margherita riuniva le due corone cli Norvegia e Danimarca e approfittando d'una ribellione degli Svedesi avvenuta iu quell'anno contro il loro re· Alber to d i Mecklemburgo, si fece proclamare regina di Svezia, battè Albetio (24 febbraio 1389) e lo costrinse ad abdicare. ;fe l 1397, i tre regni scandinavi suggellavano la p ropria unione col patto di Calmar e nello s tesso anno davano la coro-na a l nipo le cli Margherita, Eric di Pomerania (Eric IXì che però cominciò a regnare d i fatto solo nel 1412 alla morte d i tssa. • L'unione di Ca lmar, che aveva procaccia to alla Dar1 imarca anche il possesso dell'Islanda, ebbe vita cffimern. Già :Margherita, imponendo ovunque funzionari danesi, forzando i nobili a restituire alla co rona molti dei privilegi carpitile, obbligando a demolire fortezze e impigliandosi in una guerra con l'Holstein per strappargli lo Schleswig, e qu indi a solo profitto della Danimarca, si alienava gli altri due regni. Eric IX con tinuò lungo tempo la lotta att irandosi l'ostilità degli An.seatici che lo costrinsero ad evacuare lo Schleswig, dcvastaro'10 le coste danesi e nor'.•egesi e lo indussero, nell'anno 1435, a segnare una pace a dure condizioni. Intanto, frequenti rivolte cli contadini in Isvezia e della nobiltà in Danimarca gli r endevano sempre p i(t arduo il governare e nel 1439 lo forzavano a fuggire in Pomerania. Nel 1448 fu eletto re 'dall'assemblea danese il conte Cristiano Cacciatore d'Oldemburgo il quale divenne capo della <1ancse (sec. XIX) dinast ia che tenne lo scettro di Danilnarca fmo id 1863. La sua elezione segnò il distacco della Svezia e ddl!a Norvegia a cui I' unfone era fonte di 111ali. Forza.tele con le armi a riconoscerlo per sovrano (1450-53), potè nel 1460 ottene1·e anche la signoria dello Sch!eswig e dell'Holstein che queste provincie gli concessero col titolo di duca dopo che egli ebbe giurato d i rispettare il loro diritto di elezione e la loro inseparabilità. Ma la Svezia non gli diede pac~_ e

Arm i degli anticlli Danesi


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r iuscì nel 1471 con la vittoria di Brunkcnberg a riacquistare la propria indipendenza. Gli succedette nel 1481 in Danimarca e Norvegia il figlio Giovanni che volle riguadagnare la Svezia, l'imp resa gli fallì; miglior fortuna ebbe contro la N orvegia ribellatasi, ch'egli risottomise nel 1502, e contro gli Anseatici che nel 1512 costrinse all'umiliante trattato di :Malmii. Cristiano II suo figlio e successore (1512-23), mosse guerra agli Svedesi e battutili sul ghiaccio del lago Asunda (20 gennaio l 520) entrò in Stoccolma e vi fu coronato re; ma, tradendo le promesse fatte d'una genera le amnistia, compì orr ibili rappresaglie e provocò la rivolta dei minatori della Dalecarlia, che, guidati eia Gustavo Ericson (Gustavo Vasa) si impossessarono della capitale svedese ( l523). Cristiano, impegnato in guerra con Lubccca e minaccia to da una sollevazione clell' Jutlancl , colto eia paura fuggì nei Paesi Bassi lasciando i tre regni in grande scompiglio. La D a nimarca diede allora la corona allo zio di Cristiano JI, Federico d' Holstein ( 1523-33) il quale ottenne anche quella di Norvegia dopo che n'ebbe rico-

D1·agonl e ramcria clanesi (prlnclplo scr. XIX)

nosciuta l'elettività; ma il suo regno non fu scevro di lotte interne avendo Cristiano 11, sonetto da i suoi par· tigiani e dai contadini, ten tato d i riafferrare ii potere ( 1532). Spentosi Federico I nel 1533, il clero danese non volle riconoscere pe r re il figlio di lui Cristiano JTI perché luterano. S i ebbe così un breve i nterregno, durante il quale arse una guerra civile fomentata dai fautori di Cristiano II guidati dal conte Cristoforo d'Ol demburgo; ma il c lero, che a ragione temeva il rito.r no elci deposto re, si volse ora a parteggiare per Cristiano III il quale sconfitto l'Oldemburgo, ebbe nel 1535 i due reami d i Danimarca e di Norvegia. Nel 1559 usci va di vita •Crist iano III, sotto il quale il protestan tesimo aveva gillat.o larghe radici e la nobiltà aveva approfittato della ricchezza e della potenza acquista ta con la confisca d ei beni del clero cattolico per scalzare l'autorità regia recando grave p regiudizio a l prestigio della Danimarca. Gli succedeva il figlio Federico II (1559-88) che in una guerra con la Svezi,l, che durò dal 1561 al 1570, ottenne pel trattato di Stettino la. Norvegia, la Scania, la Blekingia e Gothland. Suo figlio Cri.stiano IV (1588- 1648) guerreggiò esso pure con varia

fortuna contro gli Svedesi (1611-1.3) e, geloso di Gu stavo Adolfo suo avversario a cui sperava strappare il reg,10, sdegnò il 19 d icembre 1625 un trattato d 'alleanza: con l'Olanda e l'Inghilterra par tecipando con esse alla guerra dei Trent'anni (V.). II figlio e successore cli Cristiano I V, Federico III (1648- 70) istigato dall'Austria, assalì la Svezia mei:itre il suo re Carlo X guerreggiava col re di I'olonia Giovanni Casimiro. Carlo X invase la. Danimarca (1657- 58) e in poche .settimane costrinse F ederico alla pace di Roskilde (7 marzo 1658) per la quale la Svezia riebbe la Scania, l'Halland e la Blekingia. Riarsa dopo breve tregua la guerra, anche questa finì con la peggio della Danimarca che col trattato di Co penhagen ( 1660) dovette riconoscere l'indipendenza delle ora accennale provincie e cedere inoltre a lla Svezia quella norvegese di Bohus. D urante la guerra mossa a lla Svezia da Pietro il Grande di Russia ( 1699), Federico IV, successo allo zio, si alleò con i Russi, ma Carlo XII piombò sulle coste di Seeland e si impossessò di Copenhagen obbligando il re cli D animarca alla pace di T ravenclal (8 agosto 1700). Dopo la. battaglia di Pultava, Federico alleatosi nuovamente coi Russi, riprendeva le armi contro gli Svedesi (1709) che, battutolo a Gadebusch (1712) lo costringevano a sgombrare la Srnnia da esso occupata. La morte di Carlo XII pose fine a lla lunga guer ra; poichè veniva segnato con la Danimarca il trattato d i Stoccohna (giugno 1720) col quale Federico I V guadagnava il possesso dello Schleswig. Quindi la Danimarca fruì d'un lungo periodo di pace e d i buon governo, fino a l 1788, quando Federico VII, costretto a guerra dalla Svezia desiderosa di impadronirsi della Norvegia, la obbligò a rinunciare ai suoi progetti e a segnare la pace di Jonkiiping (1789). Durante il periodo delle guerre napoleoniche la Danimarca, nel 1800, alleandosi con le potenze ostili a ll'In ghilterra, vide la propria capitale bombardata (2 apr ile 1801) ed occupata (2-5 settembre 1807) dagli Inglesi; e a.Ila fine delle guerre napoleoniche essa perdeva la Norvegia, ceduta alla Svezia, e l'isola di Heligoland conquistata dall'Inghiltrra, otte1nendo in compenso il sol() ducato di Lauenburgo. D i nuovo la D . ebbe un lungo periodo cli pace, fino al 1848, quando scoppiò la prima guerra detta dei Ducati (V.) che lasciò il germe della seconda (1864). La D. tornò allora in pace, e si restrinse ne lle guerre success ive, in un'assoluta neutralità; c questa., rafforzata dai tratta.ti di l.lerlino e di P ietroburgo (aprile 1908) conclusi fra Russia, Gcnna nia, Svezia, Danimarca, Olanda, Francia e Inghilterra a garanzia dello statH quo del .Baltico e del rnare del X orci, non fu abbandonata. nemmeno durante la conflagrazione mond iale, alla fine della quale però la Danima rca vide soddisfatta la sua antica ed ardente a spirazione col riacquisto della parte settentrionale dello Scl1leswig, perduta dopo la guerra del 1864.

Esercito della Danimarca. Il r e è il capo supremo dell'esercito, che comprende 3 divis. di composizione diversa: la prima, 1 bgl. della guardia, 4 regg. di fanteria, di cui uno di r iserva, 1 regg. di cavali., 1 regg. d'artiglier ia; la seconda, 4 regg. di fanteria di cu i uno cli riser va e 1 regg. di cavali. ; la terza, 3 regg. di fanteria di cui uno di riserva, 1 regg. di cavalleria, 1 reggimento d 'ar tiglieria, 1 cp. genio ed 1 cp. treno. Unità non indivisiona!e : 1 regg. art. campagna, 1 cli art. da costa, 1 del genio treno e operai. I rcgg, ed i bgl. di fanteria comprendono unità a ttive ed unità di riserva, e


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così anche i reparti di cavalleria e di artiglieria. L'aviazione è divisa in due organismi: il « Corpo reale aviatori ii è al servizio dell'esercito; il (( Servizio reale dell'aviazione navale 1> è al servizio della mar ina; ciascuno ha una scuola e un congruo numero di velivoli ; in tutto 50 circa. Vi è infine un Corpo di Polizia che comprende 7 cp. cd un deposito: complessivamente 3.100 uomini. I n tutto : Uff. in S . A. 457; di riserva 465; altri 650. Sottuff. in S. A . 177, di riserva 518; truppa 3.625. Tutti i cittadini sono obbligati a l servizio militare in teu1po di guerra; in tempo di pace la durata del servizio è di circa 5 mesi, in diversi periodi; per la Landstorm di 2 mesi. Gli uomini delle prime 8 classi costituiscono l'armata attiva, quelli delle 8 successive classi la riserva. La Landstonn può venire in aiuto dell'esercito attive; in caso d i guerra. In tempo di guerra l'effettivo dell'esercito può raggiungere 100.000 uomini.

1~0---0--=----01 J'\tlariua della Danimarca. Le forze navali sono state ricostr uite in base alla legge della D ifes,i ~ azionale del1'8 agosto 1922. La Mar ina, al pari dell'Esercito, dipende dal :Ministero unico della Difesa Nazionale. La flotta ha scopo puramente d ifensivo: comprende tre guardacoste da 3650 a 3800 tonn., « Pedcr Skran >>, << Olfcrt Fischcr », « Hcrluf Trolle l), c iascuno a vent i 2 cannoni da 240 e 4 da. 150 m/m. ; 1 guardacoste da 4300 tonn., « Niels Yuel >i con 10 cannon i da 1.50 m/m; 1 guardacoste da 2200 tonn. << Skyold » con 1 cannone da 240 e tre d a. 120 m /m ; due vecch i incrociatori protetti, <e Heymdal >> e «Geyser», parecchie torpediniere, alcuni sommergibili e varie navi speciali. Sono in progetto (1928) 4 corazzate, 20 torpediniere e sommergibili, 2 navi posamine, un certo numero di Jvias per le Antille danesi. R agguardevole fu la marina da guerra della D. nel secolo scorso; verso la metà <lei quale contava 93 navi da guerra con 929 cannoni.

Danione (T;to). Generale, n. a Pavia nel 1844. Sottotenente d'art. ne l 1863, p rese parte a lla campagna -del 1866 ed insegnò alla Scuola di guerra ( l85S1888). Prestò quindi servi_ z io presso il Corpo di S. M. e col grado di colonnello· ( 1896), dopo avere retto il comando d'ari. di Piacenza, ebbe quello del 7° rcgg. a rt. e fu successivamente diJ"e!tore di art. a Taranto ed Alessandr ia. P1-omosso magg. generale { 1901) fu ch iamato a comandare l'art. in Napoli e poi quella d a costa e fortezza in Roma. e collocato a riposo ( 1905) raggiunse nel 19 11 il grado di ten. ge nerale nella riserva. Nel 19 {5 fu richiamato in servizio

378 ed ebbe per a lcuni mesi le funzioni di comandanle della divisione milital'e di Piacenza. Ricollocato a riposo ebbe nel 1923 il grado di generale di divisione.

Danioni (E1trico). Generale, n. a Savona nel 1866. Sottot. di fan te ria nel 1882, entrò nel 1904 nel Corpo di S. M. Partecipò alla grande guerra meritandosi nel gi;ado d i colonnello comandante il 207° fan te ria, e di brigadiere comandante della. brigata Taro, due medaglie d'argento a l valore cd in qua lità d i brigadiere generale intendente d'armata. la. croce di cav. dell'O. III. S. Promosso genera le di divisione, com an_ dò successiva1uente le divisioni militari territoriali d i l\,rilano e di Livorno (1924- 1927).

Da nise (Adolfo). Generale, n. a Sassari nel 1867. Sottot. di fanteria. nel 1885, si d istinse nella grande guerra guadagnan dosi due med. di bronzo qua le comandante di bgl. nelle opernion i sul Carso. Colonnello ne l 191 6, coman • dò il 212° regg. fanteria e ne l 1918 fu promo~so br igadiere generale. Collocato in P. A . (1922) , assunse nel 192.3 il grado di generale d i brigata. Dankl (barone Vittorio). Generale austriaco e scrittore m ii.. n . nel 11854.

Competente in lavori carDan ise A<lolro tograJici, fu incaricato d i comp ilare la carta topografica d i Bolzano e Trentino. Da genera le comandò prima una divisione di cava lleria a. Vienna, poi una di fantel'ia. a Zagabria e infine il XIJI C. d'A . in Tirnlo . . ·ella grande guerra fu destinato al co,nando d'un'arma.ta sulla fronte rnssa. Nel magg io del 1915 ebbe il comando dell'armata del Ti rolo, e preparò J.a. invasione dell'Italia dall'Alto Adige (1916). L'insuccesso gli portò I:esone ro dal Comru1do. Scrisse, un « Riassunto de lla stori~ JI10nOankl YlltOl'iO cl iale ll .

Dannebrog (Ordine cavalleresco d,). Istituito da Valdernaro II re di Danimarca, d urante la guerra cogli Estoni (1219). L'ordine, civile e m ii., fu tenuto in gran p regio fino al 1500. Cristiano V lo rimise in onore nel 1671. Nel J 808 fu organizzato in S classi, da Gran Conunenclatorc a Cavaliere. P orta il motto « Pietate et Justitiae »; consta di una croce d 'oro


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,a smalto bianco, con bordi smaltati in rosso, accantonata da quattro corone. Sulle aste è il motto « D io e il Re)). Sul rovescio sono tre date ( 1219-1671- 1808) in -cifre arabiche.

D'Annunzio (Ga.bricle). Nelle nostre pagine il nome e l'opera vastissima del D'A. non possono essere ri-cordati che per la sua attività mÙitare, non inferiore, per nobiltà ed altezza., a quella artistica e letteraria. Nel-

gnata e in aspro combattimento terrestre sul Timavo superato, fu, per il suo ardimento, di meraviglia agli stessi valorosi» (cielo Carsico e Timavo 23-28 maggio, '17). « Volontario , e mutih,to di guerra, durante tre anni di aspra lolla, con fede animatrice, con instancabile opera, partecipando ad audacissime i mprese in tc1Ta, sul mare, nel cielo, l'alto intelletto e la tenace volontà elci propositi in armonia di pensiero e di azione interamente dedicò ai sacri ideali della Patria, nella pura dignità del dovere e del sacrificio» (Zona di guerra 1915 - novembre 1918).

Da Nove (Francesco) . Ingegnere mii. del scc. XVII. Arcl1itetto camerale della 1·cpubblica genovese, cooperò nel 1629 alle fortificazioni che si fecero al 111010 di Genova e iu val Polcevcrn. Dante Al ighieri. Nave da battagli:c di l'' classe, varata a Castellammare di Stabia nel 1910: lunghezza m . 168.15. larghena m. 26,63, dislocamento 101111 . 19552,

t;nbrlel~ 0".\1munzio a 11or(lo di veJi,•olo In guerra

la sua gio,·ane età, Gabriele d' Annunzcio assolse asi i ob.bligh i d i leva, quale soldato prima e poi quale sottol. di complcmemo, nel 3° regg. genio e nei cavalleggeri « Alessandria» . Precursore ed assertore convinto ed entusiasta del nostro intervento nella guerra mondiale, col suo d iscorso allo ~coglio di Quarto elci 5 maggio 1915 fece squillare la prima diana cli guerra, e non ebbe posa e non tacque fmo a quando la guerra non fu d ichiarata. Chies:o d i essere richiamato alle anni col grado ,di tenente di cavalleria, passò quindi in aviazione, ma ogni più audace e rischiosa impresa, in terra, in mare, in cielo, lo ebbe per quattro anni gu ida o partecipe. B:i.sterà ricordare Je arditissime incursioni, con le sqtt:t· driglie di )fas, sulle coste Adriatiche e nei recessi della flotta nemica, la beffa di Buccari, gli assalti alle due posizioni carsiche, a fianco dei fanti della Toscana, il Yolo su Vienna; imprese che hanno ormai \ tn posto inconfondibile nella storia della nostra guerra e sono sacre a lla memoria cd all'aqimirazione di ogni italiano. Durante un periglioso atterrnggio con l'aeroplano, rimase mutilato cli un occhio. Dopo la guerra, indignato dalle m iserie politiche e diplomatiche che ogni giorno sminuivano la nostra vittoria, con u n pugno cli fede lissimi marciò d(c Ronchi su Fiume, e v i creò la_ « R eggenza del Quarnaro » ; a lu i solo s i deve se, dopo vicende non tutte purtroppo liete, la città olocausta potè essere unita a lla madre patria. Il giorno dell'annessione cli Fiunie all'Italia, in segno di riconosccn,a na· zionalc, S. )l. il Re lo creò Principe di )fonte Nevoso. ì\'.e l settembre ciel 1925, con la costituzione del ::'dinistcro della, R. Aeronautica, venne 11ominato geJ1erale ono• rario di brigata aerea. Durante la. guerra ottenne le seguenti decorazioni al valore: med. d 'argento (Veliki-Hriback-Faiti, 1916); med. d'argento (cielo Carsico e Tima\'o. maggio 1917); cav. O. M. S. (cielo Carsico, 1917); mcd. di bronzo (Bocche di Cattaro, 1917); mcd. di bronzo (lluccari, 1918); Uff. O. :M. S. (cielo di Vienna, 1918). Inoltre, tre promozioni per merito di guerra, a capitano, a mag.giore, a tenente colonnello, ed i nfine, la medaglia d'oro .al valor militare con la seguente motivazione: (< In grandiosa impresa aerea, d a lui stesso propu-

macchine HP. 32190, armamento: cannoni XII 305, XX 120, XX i6, JT 40, 6 mitragliatrici, 2 l~nciasiluri. S . M . 31, equipaggio 950.

D'Antoni (Ugo). Generale, n. a Roma nel 186·1. Sot· totcnente di cavaìleria. n el 188.3, dopo aver prestato servizio in reggimenti diversi dell'arma fu nel luglio 1915 colloca to in P. A., e, richiamato in servizio, fu promosso colonnello nel 1916 e raggiunse il grado di brigadiere generale nel 1919. Danubiani (Principati). Nome dato alla Moldavia e alla Valacchia sulla metà del sec. XIX e fino alla costi tuz ione de llo Stato Rumeno (1866). Convenei011e dei Principati D a,mbiani (1! giugno 185-1). Fu chiama ta così una convenz ione fra Austria e Turchia, avente lo scopo di garantire l'integrità dei Principati medesimi. Danubio (ant. lste,· e Da.nubi11s). Grande fiume del. l'Europa cen trale, che, sorto dalla Foresta Xera, attraversa la Germania lvJeridionale, l'Austria e la penisola balcanica, sboccando con varl rami nel .Mar Nero. In base agli art. 331 e 362 del Trattato di Versailles (1919) è considerato come via internazionale, poi che sen•e cli sbocco al mare a varii Stati, (Austria, Cecoslovacchia, Ungher ia). Il suo regime è irregolare, e la navigabilità ostacolata in varii punti e per varie caus~. A mon te di Vienn,t, per quattro mesi dell'anno s i ha magra; alle Porte di Ferro il passaggio è · impedito dalla velocità dell'acqua; d 'inverno i ghiacci e poi lo sgelo impediscono, nel corso inferiore, la navigazione per circa due mesi; il delta è sbarrato da banchi d i sabbia e

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le bocche del fiume sono p oco profonde. La navigazione è controllata da una Commissione internazionale, composta di rappresentanti dell'Italia, dell'Inghilterra, della Francia e degli Stati rivieraschi. I . Battaglia su.l Danubio (89 d. C.). Appartiene a lla guerra dei R omani contro i Daci e fu combattu ta dall'imperatore T . Flavio Domiziano contro le tribù germaniche stabilite dall'imperatore Tiberio presso il Danubio pannonico, colpevoli di avere, nella prima campagna dei R omani contro Decebalo, favorito i Daci. L a vittoria ar rise a i Germani e Domiziano si affrettò a far la pace con Deceba lo, obbligandosi di pagare un annuo tributo.

II. Batta.g lia st1l Da1111bio ( 1i0). Appartiene alla guerra dei Romani contro le tr ibù dette sopra, e fu com battuta e vinta dall'i n1peratore Marco Aurelio .\ntonino. III. Battaglia sul Danubio (231). Fu combattuta e vinta da Cesare Crispo, figlio di Costantino contro i Sarmati, il cui re Rausimu to cadde duran te la ritira ta . IV. Ruttaglia sul Dan11bio (233). F u comba ttuta e vinta dall'imperatore C. Marco Aurelio Caro, coadi uvato da suo figlio )I. Aurelio Numeriano, contro i Quadi e gli Iazigi, che avevano fatto irruzione nelle terre dell'Jmpero, e perdettero l6.000 morti, bsciando 20.000 p rigion ieri cli ,lmbo i sessi. V. Battaglia ml Da111tbio (24i). Appartiene al periodo della seconda anarchia militare dell'impero romano. Essa fu combattuta nella valle inferiore del fiume thi Romani contro i Carpi getici, i quali furono sconfitti defini tivamcHte do. ::'11. Giulio F ilippo, \"I. Battaglia S141 Da111t&io (2i0). Fu combattuta, non si sa con certezza in quale punto, dall'imperatore Claudio Lucio Domizio Aureliano contro le masse dei Vandali, che avevano passato il Danub io. L a JlOltc p ose fine a lla lotta, prima che fosse decisa. ::'Ifa, durante l'oscurità gli Sciti si ritirarono oltre il fiume ccl aprirono negoziati. Aureliano, chiamato da. una invasione di Alemanni in I talia, concluse sllbito la pace, e p rese al suo serviz io 2.000 cavalier i Vanda li.

VII. Battaglia s11l Danubio (2i0). Gli lutungi, essendosi spinti con la loro forte carnlleria sino in Italia, furono dall' imperatore romano Claudio Lucio Domizio Aureliano raggiunti sulla dr. del Danubio e messi in piena r otta; solo u na par te di essi s i pose in sa lvo ol• tre il lì urne, i rimanenti furono poi dall'imperatore la3Ciati tornare alle loro sedi. Vlll. Batta.glia st1l Danubio (2il) . .-hendo i Goti, sotto la. condotta de l loro capo Cannabaude, invaso la pc.nisola balcanica, l'imperatore romano Claudio Lucio Dom izio Aureliano senza grandi difficoltà li costr inse a ripassare il Danubio, e al di lil cli questo fiume inflisse loro una grande sconfitta, in cui cadde anche Cannabaude. T u ttavia Aureliano, vedendo l'impossibilità di conservare la Dacia senza trovarsi in con tinuo stato d i guerra colle popolazioni germaniche, abbandonò la Dacia e creò al di qua del Danubio una. nuova provincia dello stesso nome che ebbe per sua capitale la città d i Sard ica, poi Sofia. I Goti ed altre pop olazion i german iche occuparono la provincia. a bbandonata, e l'impero romano ebbe da quella par te dei confini requie per circa u n secolo. I X. BattaJ?lia s11l Dam,bio (277). Fu combaituta e vinta dall' imperatore M . Aurel io Probo contro i Ligi.

380 X. Battaglia s11l D mmbio (377). Si 1·icollega alla ribellione dei Goti nell'impero romano d'oriente. Essa fu combattuta presso il delta del fiume, nell'autunno del 377, dal gcn. Recimero, comandante della guardia del corpo dell'imperatore d'occidente Graziano, contro i:. duca Fritigemo, cap o dei Go ti. L a pugna fu molto sanguinosa, ma rimase tatticamente indecisa; entrambi gli a,•versari subirono perdite considerevoli. XI. Battaglia sul Da,mbio (37i). Anche questa appartiene alla ribellione dei Goti n ell'impero romano d'or ie11tc; fu combat tuta e vinta da l d uca fritigcrno, capo dei Goti, contro il generale Saturinio, al servizio dell"imperatore d"oriente Valente.

XII. Battaglia sul Da.1111bio (788). Appartiene ad una incu rsione degli Ava ri nel regno fran co, al tempo di Carlo ~fagno. Essi attacca rono Bavari, ma ne furono sanguinosamente respinti. Armata del Da,mbio. Creala in Francia dalla R epubblica, il 18 luglio 1799. Venne comandata, dalla fondazione al 29 novembre l i99, dal gcn. Masscna. Dal 30· novembre all'll dicembre ne ebbe il comando provvisorio il gen. Turreau. Essa YCnne riunita all'armata del R eno.

Danzé. Comune della Francia, nel d ip . Loire-ctChcr. Dopo il combat timento di Vendòme (guer ra Franco-Prussiana) le truppe del gcn. von Ludcritz (wia brigata caYalleria e due cp. fanteria) mentre inseguivano i Francesi, al mattino del 31 dicembre 1870 seppero che colonne di fanteria nemica s i trova vano presso D . Mentre il grosso della cavalleria si spingeva per avvolgere la sinistra nemica, quattro pezzi della. btr. a cavallo aprirono il fuoco su D . L a fanteria intanto, avanzando sui lati della strada, fu presa sotto il fuoco dell'artig lieria nemica in posizione p resso questa località . Una cp. tedesca, a llor:i, piombata sui pezz i, ributtò la scorta. e, mentre il resto fuggiva, prese tre cannoni incalzando oltre il villaggio le truppe nemiche inseguite poi dalla cavalleria verso Epuisay. Una. cp. fra11ccse che tentò un contrattacco su l fianco fu anch'essa respinta . i Tede~chi riµre.;~ro !e loro posi~ioni dopo a,·cr catturato, oltre i cannoni. numerosi vrigion ieri. Danzica. Città ljbera sulb sr. della \'istola, presso alla sua foce, con 1crritorio cli circa l850 km', creata da I Trattato di Versailles, Forma u nità dogana le con la Polonia, la quale può servirsi del porto e delle \'ie d'accesso al medesimo. Un Alto Commissario è in permanenza a D. per incarico della Società delle Nazioni, la quale n om ina a ltrcsì un cittadino svizzero ,l p resiedere il Consiglio ciel por to. D. era già centro impo,·tante nel X secolo ed appartenne successi\"amente alla Danimarca, alla Pomerania, alla Polonia, all'Ordiue T eutonico. Nel 1454 r iconobbe come suoi protettori i re di Polonia, cu i pochi ann i dopo ( 1466) fu unita politicamente, col trattato di Thorn, venendole però riconosciuti amplissimi privilegi. :Nel li93 venne unita alla Prussia ; dal lS0i al 1813 ebbe guarnigione francese, pure essendo considerata come città libera e n el 18 14 fu di nuovo un ita alla Prussia, cu i rimase fino a dopo la guerra mondiale. I. Assalto di Daneica (1308). Fu operato dai cavalieri dell'Ordine Teuton ico, all'imp rovviso, d i notte, nel novembre. J T edeschi d evastarono la città massacraudo


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L'assètlio d i Danzica nel t 734 numerosi c ittadini e d istruggendo abitazioni; essi tennero D . sotto il loro dom in io fino al 1454. ,

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II. Assedio di Danzica ( 1518). i\ppartiene a lla lotta di Sigismondo I re di Polonia contro Alber to marche,se d i Brandeburgo e gran maestro dell'Ordine T euto11ico. D ., tenuta da una gu arnigione polacca agli ordini -di G iova nni Zaremba, era stata assediata con 14.000 u . da Schonenburg, il quale aveva in iziato il bombarda men to sperando che la. popolazione insorgesse contro i Polacch i. ]).,fa essa invece li a iutò a respingere P assalto. Sopraggiunto in soccorso di D . un corpo di 7000 uon1in i inviat0 da SigiLe (llfC Cl'OCi s01·11101, tate smondo, a l coman do di del la corona po lacca N iccolò F irley, i T edesono d el 1466 schi furono assaliti da q u esti insieme con la guarnigione, e s baraglia ti: la r itirata s i convertì in un disastro) venendo lnassacra.ta la maggior parte dei Tedeschi,

III. .4 ssedio di Danzica (17 34). S tan islao Leczins,k i, e letto re d i Po lonia nell'anno I 7.'\3 è costret to per la superiorità cli forze del suo avversario, l'elettore di Sassonia. a tr ineerarsi in D.· Il con te cli llfonaco ha la di-

rezione delle operazioni di assedio. E gli n el marzo 17 34 si impadronisce d i Wechelsmunclc e investe hc città da ogni par te. Luigi XIV vuole a tutti i costi soccorrere Stanislao : a tal uopo fa partire una squadra navale con 1500 uomini d i truppe eia sbarco·; il convoglio arr iva avanti a D. ma il comandante, giudicando che il tenta t ivo avrebbe rappresenta to un inutile sacrificio di uomiu i, và a sba rcare in D a.n ima rca. L 'aml,asciator e di !~rancia in Danimarca, conte d i Plelo, consicléra vergognosa questa ritirata e prende sen z'altro la risoluzione d i tentare di soccorrere D . con questo pugno cl i uom ini, deciso a morire p iu ttosto che cedere. Egli così parte con 1500 francesi per a ttaccare 30.000 russi. Giunto a lla rada. d i D. sbarca e avanza su tre colonne ver.so i trinceramenti dei Russi : strappa le palizza te, for,.a le barriere, ed è sul punto cli entrare nella ci( tà'.; ma i Russi resistono, e, mentre perdura la lotta, Plelo cade crivellato di colpi e di f erite. I suoi soldati, stimolati dalla .5ua. intrepida condotta, resistono su l po$10 e s i trinccnu10 fortemen te e rapidamente. I n questo campo fo rtificato improvvisato per un mese intero sostengono l'assed io con continui combattimenti. Nonostantc il loro contegno eroico, però, sopraffat ti dal nume ro sono a.Ila fi ne costretti' ad arrendersi e Stanislao L eczinsk i, privato d ei soccorsi francesi, si salva. scappando da D. travestito da marinaio, a ttrnversanclo, con grande pericolo, le posizioni nemiche. La. cÙtà , ridotta 6


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ì>ANTZIG L"assedlo di oanzica 11~1 1807 agli estremi, si arrese il 9 luglio 1734 dopo 135 giorni di assedio. IV. Assedio di Do11zica (1793). Dopo la campagna condot rn. dag li alleati con tro Ja Francia, D. era s tata ( I 792) data in comµcnso alla Prussia per il suo concorso ne lla guerra. )fa la città, fino allora libera, non volle sub.re mcnoma1.ioni nei suoi privilegi e si oppose all'occupazione eia parte di truppe tedesche. L'S marzo 1793, il gcn. p russ.ano von Baumer vi pose il blocco fino all'arrivo del parco d'assedio ( 4 aprile) mentre veniva occupato Weichselmi.inde ed il suo forte. \, on Baumer dovelle procedere ad un regolare assedio occupando oltre We ichselmi.i nde, Neu fab.rvasser, e minacc iare di bombardamento ed assalto la piazza. li 9 luglio 1793, gli abitanti, impressionali dall'apparato di forze s'arrcsero, e D . venne occupata d ai PrussiaJ1 i. V. Assedio di Danzica ( 1807). Appartiene alle i;uerrc d ell'Impero F rancese. Dell' invest imento della piazza fu incaricato il X C. d'A., agli ordini del maresciallo Lc febvrc, che vi gu a dagnò il titolo d i duca d i Danzica . Fra le truppe assedianti erano parecchi reparti italiani: i lavori de l Genio f u rono diretti dal gen. Chasscloup. Comandante della 1>iazzafortc era il gen. Kalkreuth, con 12.000 ]JntSSia n i e 3000 russ i. Con una serie di operazioni prelim nari vennero p rese D irschau , le alture di Rosemberg e l'isola d i Xchrung, fra il JO marzo e la fine dello stesso mese ; l'investimento della p iazza potè allora dirsi completo. D . era difesa da due ordini di bastian i e ridotte, co n opere accessorie: un:i vasta inondazione era stata operata nella piana a S. E. della p iazza. T ra questa e il forte di Weichsehni.inde era una linea fortificata. I.e opcrazion i di ap proccio vennero iniziate ne· primi due giorni del mese d i aprile; la seconda pa ra llela era pron ta il 17; la terza il 23. Attacchi alle opere minori e con trattacch i de~li assediat i, si susseguivano senz·1 posa . Il fuoco delle opposte artiglierie era continuo. Una delle fazioni più importanti fu que lla., diretta dal generale

Gardannc, che diede nelle mani dei Francesi l'isola di H olm, difesa da I 000 russi e 200 prussiani con 30 cannoni. La posizione fu presa. e i d ifensori, che avevano, perduto 400 u., fatti prigionieri. F rattanto un corpo d i soccorso russo, agli ordini de} gen. Kamenski (20.000 u. su 66 navi scortate da fregate e corvette) sbarcò a )< eufah rwasser e il 15 m .iggio attaccò gli assedianti, ma venne respinto con la perd ita di 2500 u. e costretto a rifugiarsi sulle navi. Una corvetta inglese, riuscita a penetrare nella Vistola, è assalita dai granatieri francesi e presa. Il 20 maggio èten tata l'u ltima. disperata sortita dei d ifensori , va na come tutte le altre. Infine, K alkreutb scende a patti e abbaJ1dona la p iazza, ollcnen do d i ritirars i con le s ue truppe con gli onori delle armi. VI. Assedio di D ancica (1813). Appartiene a lle guerre dell'Impero Francese. Dopo la spedizione di Russia, crans i rifugiati iu D., cli cu i era governatore il generale Rapp, molti feriti e ammalati : la guarnigione valida era d i 4000 u., <1uasi tutt i napoletani, appartenen ti alla d ivis. d'Estrécs. col capo d i S. M. Florestano Pepe. Con rin forzi sopraggiunti prima del blocco, (divis. H eudelet e Grandjean) lt1 difesa rnggranellò circo 35.000 u. , d ei: quali 6000 assolutamente invalidi, con 3600 cavalli. Le operazion i d'avv ic inamento de i Russi (30.000 u., comandati dal duca del Wurtembcrg) iniziatesi il 1° genna io, con d ussero a u na serie di piccoli scontri, nei quali i )-apoletani si fecero onore, su ben do però forti p erdite. Le malattie decimarono la guarnigione, nei primi: mesi, cagionandole entro il febbraio una perd ita d i 4000 uomini. TI blocco era di,·enuto subito completo; dal 18gcnnaio la difes.-1 era stretta nelle opere d ella p iazza. U generale Rapp operò vigorose sortite, nelle quali i reggimenti no.polctani s i coprirono di gloria. La m ,r.1bile resisten7.-i dei difensori, si protras~e per quasi un anno, sotto un hombarclamento intenso, men tre le prov,•igionì si andavano esaurendo e le epidemie mietevano vite nella guarnigione. li 27 no,·embrc vennero aperte trattative:


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le quali si prolungarono fino al 29 dicembre, giorno nel quale la capitolazione, che riconosceva alla guarnigione gli onori di guerra e il libero ritorno in Francia, venne firmata. Della eroica divisione napoletana restavano solo 18 17 u om ini, d i cui 230 negli ospedal i.

Danzlni (Alessandro). Generale, n. a Livorno, m. a Napoli ( 1825-1874). Proveniva dall'artiglicri.i dell'esercito toscano. Fece parte, quale triumviro, del govemo p1·ovvisorio in Toscana (1859). Pao»ato nell'esercito italiano comandò la brig. Alp i in guerra. ( I 866) meritandosi la medaglia d'argento al valore. Morl in servizio quale comandante della divis. d i Napoli. Dapassano (Gi11lio Cesare). Generale, n. nel 1i98. Volontario nei granat ieri percorse tut ta la carriera in tale corpo, prendendo parte a tutte le campagne. Nella guerra del 1848 comandò eia colonnello il regg. granatieri guardie. D 'Apice (Domenico) . Generale. Fuoruscito napoletano ( 1820), comandò nel 1848 un gruppo d i volon tari lombardi (circa 2000), posti a guardia dei confini verso Brescia, la Valtellina, il Trentino e T irolo. Emigrato in Svizzera dopo l'armistizio cli ::\Iila.no, rientrò in Lomlxirdia per tenervi desta la guerriglia sul Lago l\lfaggiore. Pa~sò poi in Toscana (1849) dove fu nominato presidente della commissione di difesa. )[entre, in Aprile dello stesso anno, s'apprestava. a contrastare il passo a Ccserano alle truppe austriache, veniva deposto e sostituito. Dapino (Paolo). Generale, n. a Sesto S . GiO\·anni nel 1863. Sottot. cli fanteria nel 1882, raggiunse il grado di colonnello nel 1915 e si distinse quale comandante del 93° regg. fanteria. a Monfalcone (giugno 1915) riportando una grave feri ta e meritandosi una mccl. di b ron20 al valore. Collocato in P. A. (19li) e contempo raneamente rich iamato in serv izio, comandò il deposi10 del 17° fanteria e promosso ma.gg. generale (1918) raggiunse nel 1923 il grado di generale di <li,·isione nella riserva. Da Pozzo (Giovanni Battista). Generale, 'nato alla Spezia nel Vl69. Sotto!. dei bersaglieri nel 1888. passò <la tenente nell'arma elci RR. CC. (1892) e partecipò alla g1·an<lc guerra gu adagnandosi una medaglia d'argento al valore. Colonnello nel 1920, comandò la legione l\iilano nel 1922 e la legione allievi cl i Torino; promosso generale <li briga la ( I925) resse il comando del I Gruppo Legioni, e successivamente la carica di Ispettore della 2• Zona (Firen7.c) e della l " zona (Torino\

D'Aquino (L11igi). Generale napoletano, n. a Cosenza, m. a Napoli ( 1771-1822). Arruolatosi coi patriot i calabresi, combattè contro i Borboni in difesa d i :'\apoli (li99). Prig ioniero, riuscì ad evadere da C. S. Elmo, r ifugiandosi in F rancia, dov'ebbe il grado d i capitano nella Legione Italica. Combattè nel Trentino e poi nel Napoletano e ne lla Spagna. Rich iamalo a Kapoli. combattè agli ordini del Murat. Venne processa to dai Borboni tornati su I trono, ma, dopo il trattato <li Casalanza, richiamato, riebbe il comando.

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Dara. Ant. città della Mesopotamia, sulla dL del Tigri, probabilmente nei pressi dell'attuale Diac bekir. Xel 565 Cosroc I re di Persia ne subì una scon fitta. da parte dei Romani comandati da Giustiniano. Cosroe vi aveva portato un esercito di 150.000 u. con molti elefanti che, spaventati da speciali sistemi d'ofiesa dei Romani, furono causa precipua della rotta.. Darci ( o Darra). Città del Su dan orientale presso la quale, nel 1874, gli anglo-egiziani riportarono una. vittoria sul sultano del Darfur, Brahim. Nove anni dopo, l'insurrezione dei )fah<listi obbligò il presidio di D • comandato da Slatin Pascià, ad arrendersi a El Obeid. Caduta D., il Darfur ritornò in possesso dei M ahdisti. La conven,done franco-inglese (1898-99) rimise D. e la prov in cia sotto l'influe111.a britann ica. Nel 19 15 Gcoppiò una nuova r ibellione armata, capeggiata da Alì Dinar, che fu battuto e sottomesso (maggio 1916) dagli a.ngloegiziani.

D'Aranthon d'Al ex (baror,e Dio11igio). Consigliere generale del senato di Savoia nel 1685, fu segretario di Stato e di guerra dal 1687 al 1691. Da rbesio (Emilio). Generale, n. e m . a Torino ( 1839-1903). Sottot. del genio nel 1861, disimpegnò delicate fum:ioni per incarico dei .\1 inistcri della Guerra e della M.a rina e promosso colonnello ( 1892) resse successivamente le direzioni del genio di Napoli, Cuneo ed Alessand ria. Colloca lo a domanda in posizione ausiliaria. nel 1896, raggiun;;e nel 1903 il grado di maggior generale nell,i riserva. D'Arcines (Gùn1a1mi Francesco). Generale savoiardo ( l 7841865). Entrato nell'esercito francese nel 1803, riportò qualtro ferite combaltcndo a \ragram, alla }foscova, a L ipsia e a Pamplona.. :Maresciallo cli campo nel 1828, comandò una brigata durante la conquista dell'Algeria. Nel 1830, per restare fedele ai Borboni, diede le dimis1,a,uc~.u LIII l ,U

sioni.

L"igi d'A rci11r.,, fratello del precedente. Generale savoiardo ( l 789-1859). 1\,.,.uolatosi nei volontari picmon -· tesi del gen. D c Sonnaz nel 1814, percorse poi la ca,riera in cavalleria nella quale d iven ne colonnel lo comandante il regg. Genova nel 1839. Promosso maggior generale nel 1848 e collocato in aspettativa, alla fine dello stesso anno venne collocato a riposo.

D 'Arco Ferrari (Cm,te Ulisse) . Generale al servizio del Granduca di Toscana, del secolo XJX. Veterano• dell'esercito napoleonico, ebbe nel 18-18 il comando supremo dell'eserci to toscano, che rior ~anizzò, r iunendov i i corpi volontari toscani, quando raggiunse l'esercito pjemon tese onde prendere parte alla prima guerra d'indipendenza (aprile 1848). Però, poco accetto a lle truppe, ed anche in causa della condotta tenuta nella ritirata. d el 9 maggio, e nel combattimento <lei 13 stesso mese, fu richiamato in Toscana e sostituito dal gcn. Cesare deL augier _(27 maggio 1848). Da rdanelli (Stretto dei) . E' l'Ellespon(o degli antichi. Si estende da T cherdak-Gallipoli fino a Kum-Kalé-

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I Dardanelli nel secolo XVIII Scddul Har per circa 63 chilometri. La sua larghezza var ia tra 7800 e 1400 metri. Concorre a formarlo la pe_nisola di Gallipoli che va dall'istmo di Bula ir al Cape, Hellés, m isurando 90 chilometri di lunghezza: i l p unto _piit r istretto della penisola è appunto in corrispondenza dell' istmo, dove non misura che 5 km. e mcuo e si a llarga in seguito raggiungendo i 20 chilometri t ra Ak Bach e Buynd-Guemikili; dopo si restringe di nuovo, terminando a l capo Hellès. Una catena di montagne, provenien te dal :N'. E. si abbassa progressivamente, forn1a l'istmo di Bulair, dopo si r isolleva e si protende verso .sud-ovest fino a Edjé Limani. Un'altra linea d i alture riunita alla prima passa a l'est deJle due Anasarta e term ina al capo Hellès. Lungo la costa d irupata e d'ac-cesso difficile che corre a i p iedi della suddetta catena di montagne, si trovano, ne ll' interno dello stretto, alcu n e piccole spiaggie. Opposta alla penisola d i Gall ipoli ,è la costa d'Anatolia. Da Kum K alè verso sud, in generale, è p ianeggiante e poco accidentata, e p iù a l'est è percorsa dal Mendérès che s i getta nello stretto ad est -di K um K a lè . I . Battaglia dei Dardanelli ( I 654). Appartiene a lla _guerra di Cand;a e fu combattuta fra un a squadra veneziana ( 2 galeazze, 16 na.vi, 8 galere) che bloccava i D., agli ordini di G iuseppe Dclfin, e u na squadra t ur ca. p roveniente da Costantinopoli ( 45 galee, 6 maone e legni m inori, comandate- da Murad). Parte delle navi venete furono trascinate lontano d alla corrente, e solo ìe galeazze, quattro na.vi e due galere sostennero valorosa.mente l'urto della flotta turca per sei ore, perdendo due navi e due galere è r iuscendo a salvare le altre. IL Battaglia d,ei Dardanelli (1656). Appartiene alla ·guerra di Cmtd·ia, e fu combattuta fra Turchi e Veneziani. Questi u ltimi, al coma11do d i Lorenzo Marcello, disponevano di 31 galere (d i cui 7 appartenenti a ll'Ordine d i Malta), 7 galeazze, 28 a ltre navi e qualche le-

gno minore. Con questa flotta l'a1umir. veneziano il 31 maggio si presentò davanti ai D ., proponendos i di battere la. flotta turca e poi accorrere a Candia. I Turchi accettarono la sfid a e, raccolto un centinaio di navi, i l 26 giugno sboccarono dai D ,, assalendo la flotta a vversaria, la quale erasi disposta a semicerchio con la sr. (comandata da Marco Bembo) appoggiata al la costa. europea, Sul fronte e davanti a l semicerchio, stavano sette navi veneziane e le ,ette di Malta, destinate a ,·icevcre il primo urlo. Le due flotte si affrontarono in pieno, e si batterono per 14 ore con grande accanimen to: Lorenzo lviarcello, che aveva con la 5ua nave catturato u na delle maggiori ga lere nem iche, morì mentre h\ vittoria. era assicurata, colpito da una palla di cannone. I Turchi, sconfitti, lasciarono 33 navi nelle mani dc; Cristiani, e alcune ne perdettero affondate o incendia te. I Veneziani perdettero 300 u.; 400 i Maltesi, che erano comandati da don Gregorio Carafa; ven nero liberati 7000 :,chiavi cris tiani.

llI. Battaglia Je·i Dardane/J.i ( 1657). Dopo la sconfitta dell 'anno preceden te, i Turchi fecero grandi sfo rzi per armare una nuova flotta, la quale fu pronta in fine giu gno e si apprestò a uscire dai D., a llo sbocco dei qu ali, nella detta epoca. crasi raccolta un a fl otta cris tiana d i 7 galeazze, 36 galere e 30 vascelli, costituita in grande parte da Venezia e in p iccola da Malta e da F irenze, al comando ùell'ammir. veneziano Moccnigo. La flotta t urca, comandata eh T opa! l',,fehemet pascià, d isponeva d i 30 galere, 10 nnone e 18 sultane, e scortava 150 navi da carico, in ,u era stato imbarcato un corpo da sbarco di circa 60.000 11., destinati a conquistare l'isola di Tenedo. Il 17 luglio I ri., 7 la Dotta turca tentò di uscire dallo stretto, approfit1a 11do del fat to cbe la Botta alleata si trovava in q uel n,·,rnento d ivisa per effetto cli tempe5te dei gjorn i µrr-,·,, Hi e poichè era stato necessario man 1

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dare parte dei legn i a r ifornirsi di acqua. La flotta turca urtò contro la parie della flotta messa ad immediata guardia dei Dardanelli che era comandata dal Bcm. bo e dal Renier. Il lYlocenigo con le rimanenti forze si 'trovava a ridosso dell' isola di Imbro. La lotta si accese violentissima: i Turchi furono in breve tempo soprafatti e costretti alla ritirata dopo aver perduto S navi -e 5 maone. Il Bembo le insegul. :J:ntanto il rumore del cannoue a,:eva. a ttratto il Mo.ccnigo che su bito, con tutte le navi ai suoi ordin-i, accorse in aiuto, e trovate le navi turche già in fuga ma novrò per tagliare loro la ritirata e catturarle. La s ua man ovra non ebbe però fortuna, a causa del mare tempestoso e de lla furia. del vento, e ver t utta la giornata del 18 dovette restare inattivo. Il 19 egli ordinò che un•dici galee giungessero fino a Capo Barbieri ove s i trovavano ancorate 7 navi turche. Egli stesso prese il coman do del convoglio. Le µavi veneziane oltrepassa1·ono l'im boccatura sotto il tiro d i 3 batterie, avendo solo 2 legni colpit i, e neppure gravemente. ìVIa davanti alla quarta batteria, una carmonata. colp isce. la Santa. Barbara. della nave ammiraglia. : lo scov pio ruppe l'antenna. la. quale, nel cadere battè sul cap itano genera le che restò ucciso su I colpo. La improvv isa. perdita del capo e dell'an ima tore della sped izione sconfortò l'an imo dei comandanti che si ritrassero a punta Troia. Morto il ìVIocenigo, verso il q ua le tutti nvevano deferenza, per l'a lto a.sce11d ente che egli esercitava su d i tutti, si infiacchì la disciplina nelle ciur me venete, e si acuirono le gelosie tra gli alleati, tanto che, per meschine questioni di precedenza, le squadre a usiliar ie tolsero il loro aiu to a Venezia e il 24 luglio p artirono risp ettiva.mente per Malta e per Civitavecchia. IV. Forzamento dei D ardanell·i ( 1807). Appartiene a l tentativo anglo-russo d i impedire che la. T urchia si schierasse dalla parte della Francia napoleonica. L'influenza di questa nazione in T urchia, per opera del propr io ambasciatore generale Sebast i,mi, era. divenuta prevalente, e il su ltano Selim III aveva respin to int imazioni _anglo•russe. lYfcntre truppe russe entrava no in lvfoldavia, una fl otta inglese, agli ord ini di D uckworth, i l 19 febbraio avanzò risolutamente negli stretti rispon<lcndo a l fuoco delle batterie t urche. Presso Gallipoli,

l'a.mmir. inglese colò"a fondo cinque navi turche le quali aveva.no in quel momento gli equipaggi a terra; indi p rosegu ì sino a Costantinopoli, d ove intimò a l suita.no di abbandonare l'alleanza con la Francia. e di consegnare i porti all'imbocca.tura dei D. e 15 navi. Il sultano rifiutò, e frattanto grandi preparativ( di guerra si facevano sulle due rive: l'ammir. inglese si decise allora a. rimettere alla vela e a tornare, indisturbato, nel mare Egeo. senza a.vere ottenuto nulla, · V . lmpresa navale co11-tro i Darda11elli ( 1912). Appartiene a lla guerra I talo-turca. L'operazione venne de-

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."' : ~•Batterie f Pror'etlort 6 Rotta turca ----► ?ercorso delle lorper/iniere L'impresa navale ltallana del 1912 cisa da l Vice-ammirnglio Viale ; s i stabilì cli procedere nella notte dal 17 al 18 aprile ad u na azione d i siluranti contro la (lotta turca, che risultava ancorata nello stretto dei D. L'operazione fu iniz ia.la con 8 siluranti (Nembo, Tll['bine, llorea, Aquilone comandante Orsini) (Perseo. P rocione; Climene, Pegaso, comandante Piaz7G

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D.-\11

zoli) scortate dalla Pisani e dal Coatit. La direzione dcll'operazjonc era assun ta da S. A. R. il Duca. degli Abruzzi . .l\Ia le acque molto agitate, qualche avaria sulle siluranti, e sopra lutto indizi che le informazioni non erano esatte e la sorpresa non sarebbe avvenuta, sconsi• gliarono S. A. R . dal continuare l'impresa. L'ammiraglio Viale non rinunciò tuttavia al tentativo d i provocare l'uscita della flotta turca dai D. e alle prime luci

.\lolo di sba rco a Sedelul Bahr ( !91à) del 18 aprile le divis. Corsi e Revel avanzarono verso lo stretto. Uscl solo un cacciatorpedini~re turco in esplorazione, che fu inseguito. E, quantunque il governo avesse raccomandato di evitare azioni contro i forti, nell'inseguimento d el cacciatorpediniere che si ritirava nell'interno dei D., visto che dal forte Orhaniè era stato aperto il fuoco contro le navi Garibaldi, Ferruccio e Va• rese, e si sparava pure dal forte Ertogrul, l'ammir. Re,•el ordinò di rispondere al fuoco, portanto le navi in

n

Alleati

Turchi

Forti

Batterie

L'Impresa a11oata at Darcta n elll ( 1915)

386 angolo mono. La. divisione bombardò efficacemente il forte Orhaniè riducendolo a l s ilenzio; poi aprì il fuoco contro Kum Kalè; nel frattempo ancl1c la divis. Presbitero prendeva posizione presso la costa europea, e partecipava a l bombardamento. Tanto il forte Sed- ulBahr quanto il Kum Kalè cessarono il fuoco, visibilmente tartassati dai 550 proietti li lanc iati dalla nostra squadra, che alle 13,15, cessato il fuoco si riunì per r ientrare alle proprie basi. D opo questa impresa la Turchia deliberò ia chiusura degli Stretti. VI. Ricognizione 1tci Dardanelli ( 1912). Appartiene alla guerra italo-turca. L'idea di colpire di sorpresa la flotta turca rifugiata nei D. tornò a far capolino. E sulla metà di luglio venne deciso di riconoscere la posizione dell'armata turca per silurarla. L'operazione difficile ed arrise!, iata fu affidala a l reggente dcli' ispetto-• rato siluranti, cap. di vascello Enrico :Milio. Si. scelsero le migliori siluranti (Spica, Perseo, Astore, Climene, Centauro, comandate rispettivamente dagli uff. Bucci, Sirianni, Di Samma, Fenzi, Moreno) cd alle 18 del 18 luglio mossero all'audace impresa, scortate dalla Pisan i. Di notte, a luci spente, precedute dalla Pisani, dalla quale il com. M i.lo era passato nella silurante Spica., con mare calmo e buona navigazione alla Yelocità di 12 miglia a ll'ora, per essere alle 23,30 all'en trata degli Stretti. Giunta la squadriglia all'imbocco dello stretto, ben delimita to dai proiettori, che da capo Elles e da. Kum Kalè ne segnavano l'apertura, lasciata la Pisani nel punto stabilito, verso la mezzanotte in linea di fila entrò fello stretto. La corrente contraria consigliò d'aumentare la velocità a 15 mg., alle 0,40 il projcttorc di Capo Ellcs scopri l'Astore: un colpo d i cannone ed un razzo diedero l'allarme. Vari colpi di cannone segu irono, però audacemente continuò l'avan?~'lta della squadriglia, che aumentando lai velocità. a. 20 miglia. segu ì la costa d'Europa. Numerosi proiettori entrarono in azione e si intensificò il fuoco nemico, che investiva la Spica, senza però danneggia rla' molto. Le navi nemiche furono avvistate a Xagara, meno una alla fonda di Chanack. La Spica in quel momento rallentò di botto f si fermò in pochi metri. L e eliche s'ano ancstate contro una. linea di boe. Il comandante Buccì duscì a maaovra rc evitando lo sba rramento di torpedini fra Kilid Bar e Chanak. Dato l'intenso fuoco di parecchie batterie e l'illumimtzione della zona, :Milio ritenne opportuno di prendere la via del ritorno: s i deve alla valentìa cd arditezza dei comandanti sr non avvennero investimenti fra le varie unità e se non fu toccata la linea minata. Difficile 'estremamente fu il passaggio fra Kum Kalè e Capo Elles, dm·e la difesa. s'era preparata a far pagare cara l'impresa. La squadriglia, lanciata a tutta velocità, attraversò senza danni gravi la linea del fuoco dei medi e piccoli calibri, nonchè di qualchec


I'.>AR

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38ì --

Sbar.co cli JndJani nella penls()Ja cli Gallipoli gro,so calibro, e passata la linea Capo Elles- Kum Kalè si uni alla sezione cacciatorpediniere ed alla Pisani. Scarse le ava.rie: la Spica ebbe alcuni' colpi al fumaiolo ma nessuno esplose; l'Astore due colpi di piccolo calibro nello scafo ed altri sulle sovrastrutture; la Perseo una dieci11a di colpi da ;35 mm. in coperta e nello scafo. Le a ltre nulla; 1_1 essun marinaio fu colpito.

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VII. Impresa dei Dardanelli (guerra mondiale, 1915). Fu tentata dagli Alleati, al lo scopo d i aprire una breve e sicura via di collegamento e d i r ifornimento con la Russia, d'isolare la Turchia , d'esercitare sugli Stati del.la penisola. balcanica influenza per farli uscire o per non entra.re nell'alleanza fra Turchia e Imperi Centrali, che effettivamente-aveva avuto iniz io il 14 ottobre 1914. Nel novembre dello stesso anno una dimostrazione navale franco-inglese allo sbocco dei D. aveva provocato uno scambio di cannonate ; ma l'impresa. venne decisa nel gennaio 1915, con le sole forze navali (14 navi inglesi e 4 francesi, oltre a naviglio silurante e sottomarino). I! comando della flotta alleata fu a~~w1to dall'ammiraglia inglese Carden, sostituito ben presto per causa di malattia - dall'ammir . De Robeck. G li stretti erano stati armati in fretta dalla Turchia, sostituendo le vecchie artiglierie con cannoni moderni, e concen trando il massimo sforzo ne.I punto più stretto dei D . dove furono affondati nove sbarramenti 'tli mine subacquee, protette da caiu1oni di piccolo calibro a tiro r apido appostati sulla costa. La qua le era guardata dalle divis. turche 7• e 9" cui s i erano aggiunt i 6 bgl. di gendarmeria e cui si aggiunsero altre due divisioni. I tentativi della flotta s i risolsero in bombardamento dei forti dell'entrata dei D . da gran de distanza, il 2, il 7, -il 15, il 19, il 2$ febbraio. Quattro forti furono distrutti. La flotta, che aveva a sua disposizione una d ivis. inglese e una frai10ese, tentò di eseguire sbarchi, ma questi fallirono. Nella prima zona d ello stretto entrarono p iù volte navi dragamine protette da corazzate, ma non riu scirono a distruggere gli sbarramenti se non in parte, a causa del violento fuoco delle batterie turche poste in ternamente. Il 18 ma rzo, venne eseguito u n tentativo di forzare lo stretto : 6 corazzate e 5 torped iniere i nglesi avanzarono decisamente, seguite dalle 4 corazzate francesi. Il fuoco fu aperto contro le batterie turche verso

mezzogiorno; d ue ore dopo altre 6 corazzate inglesi sopraggiungevano nell'interno dello stretto e p rendevano parte a l combattimento. Le batterie e i forti turchi riuscivano ad affonda.re una torpediniera: la corazzala francese Bo~vet urtava in una mina e colava a fondo; lo stesso accadeva alle due corazzate inglesi Irresistible e Ocean. Due a ltre, colpite in pieno da p roiettili turch i, si ritiravano fuori <lei D. L'attacco era fallito, dopo sette ore di sforzi, e le navi si ritirarono. I Turchi ebbero dam1i relativamente lievi, e poche perdite di uomini : gli equip aggi delle navi alleate affondate perirono in massima parte. Svanita la speranza. di forzare gli stretti con la sola flotta, l'Intesa. decise di agire per mezzo di uno sbarco <li truppe: a tal uopo vennero concentrate nelle isole di Lemnis e di lmbros truppe francesi e inglesi. I Turchi si prepararono alla difesa, affidandone il compito al gen. tedesco L iman von Sandcrs, e~ Essa<l pascia, comandante ~el III C. d'A ., il quale fu r inforzato da una brigata di cavalleria e da una divis . di fanteria: in tutto, 84.000 uomini . L'estremità meridionale della penisola d i Gallipoli era custodita dalla 9• divis. ; la 5" e la 7" erano nell'istmo di Bulair; la 10' in riserva; ,;ulla costa asiatica stavano la. 3• e la 11• divisione. Gli Inglesi, ripartiti in 4 d ivis., erano a l comando del gen. Hamilton ( 60.000 u.); i Francesi ( 17 .000) agli ordini del gen. D'Amade. Lo sbaico ebbe inizio il 25 <!,prile. Due diversioni, con truppe che dovevano simulare lo sbarco, vennero eseguite a Besika, nella baia di Saros, senza destare reazione avversaria; a sera i trasporti si diressero a Gaba T epé. Sulla costa asia tica, i Francesi ( u11 reggimen to) presero terra presso il forte di Kum Kalè, già distrutto d alle navi alleate nel febbraio, e 's i impadron irono delle sue rovine e del v1cmo villaggio: il 26, avendo esaurito il loro compito diversìvo1 tornarono a i1nbarcarsi. Lo sbarco effettivo fu eseguito il 25 mattino a Gaba Tepè dal cor po d'armata inglese ANZAC (Australia N,un·a Zelanda Ar,ny Corps) appoggiato da una squadra brita.n nica. L'avanguardia riuscì a p rendere terra, "e Ju subito aspramente impegnata contro le truppe tu rche. Le artiglierie d elle navi protessero efiicacemente lo sbarco di primi scaglioni del grosso, e, alle 14,30, 12.000


DAR

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uomini con 2 btr. d'art. da montagna erano già in posizione: fino al 29, solo uno spazio di 1500 m. di profondità. aveva potuto es.~ere occupato. All'estremità meridionale della penisola, an•cnnero cinque sbarchi di truppe anglo-francesi, più o meno contrastati : la conquista di una ristretta zona della penisola costò una perdita di 6000 uomini. Da parte turca, il 29 aprile l'll ' divis. fu trasportata sulla costa europea, dove il generale von San<lers concentrò t utte le sue forze, disponendosi a. una resistenza. ad oltranza. Il 28 era avvenuta, dopo lo sbarco di tutte le truppe alleate, la prima battaglia di Krithia (V.); il 6 maggio si svolgeva la seconda. Poco dopo, il gen. Gouraud sostituiva il D 'Ama.de nel comando delle truppe fr311cesi. Rinforzi ven· nero spediti dalle due nazioni impegnate nella lotta. Ma la situazione peggiorò per l'intervento di sottomarini tedeschi, i quali affondarono (25 e 27 maggio le due corazza.te inglesi Triumph e :Majestic davanti agli stretti, paralizzando l'azione di protezione che la flotta porgeva alle truppe sba reate. Il 4 e 5 giugno si svolgeva la terza battaglia di K rithia. Per l'allontanamento delle navi inglesi dagli stretti, dalla costa asiatica i Turchi incominciarono a battere efficacemente la destra alleata: gravemente ferito rimaneva il 30 il gen. Gourau<l, sostituito subito dal Bailloud. N eJl'agosto fu çleciso cl i operare uno sbarco nella baia di S11lva (V.) con truppe fresche provenienti dall'Inghilterra. I Turchi avevano mandato altre quattro divisioni, al comando di Vehib pascià, nella penisola. Seguirono attacchi e contrattacchi i quali costarono perdite enormi :i.d entrambi • belligeranti, senza risultati per gli alleati. Ncll'o ttob1·e, entravn in guerra la Bulgaria, e un corpo che, comandato dal gen. Sarrail, avrebbe dovuto sbarfore sulla costa dell'Anatolia, fu destinato a operare nei Balcani, mentre si discuteva dagli alleati la necessità di abbandonare l'impresa dei Dardanelli, e si evacuavano intanto le posizioni di Sulva e Gaba Tcpè senza. ostacoli (20 dicemb r·e). Subito dopo, giungeva !'or- ' dine di concentrare tutte le forze a Salonicco. ed entro il 9 gennaio lo sgombro era. a\'venuto felicemente. In tutto, gli Inglesi avevano impiegato in questa impresa 460.650 uomini ; avevano avuto uccisi 1i85 ufficiali e 31.7S7 u. di truppa; feriti e dis1>ersi 5.053 ufficiali e 11 4.676 u. di truppa. 1 Francesi avevano impiegato in tutto 79.000 u. cd avevano riportato le Geguenti perdite: 183 uff. e 3.S55 u, di truppa uccisi; 390 uff. e 22.921 u. di truppa feriti e dispersi. Dardattclli. Nave posamine. varata nel 1927; disloca-

la forma del fe rro della punta, il quale si allargava in due lati taglienti, terminanti a una punta acuta. Il dardo è am1a antichissima. I l tcl111n era il dardo dei Romani, che nella decadenza lo chiamarono dard11.s

Oardl• tnccnc11:u·11 ciel secolo XVT

K cl linguaggio corrente cd anche in quello poetico, si confusero i nomi di darda e freccia: ma quello lanciavas i a mano, mentre questa sempre coll'arco, colla balestra, o con altra macchina da guerra. Dardo. Cacciaton)e<liniere, varato in Germania nel 1900; lunghezza m. 60, larghezza m. 6,50, dislocamento

tonn. -320, macchine HP. 5678, armamento cannoni I 76, V 57, lancias iluri 2, Stato Magg iore 4, equipaggio 53.

Dargia . .('(ome dato in Turchia, nel sec. XVI, a navi mercantili, annate da privati Greci o Ebrei, che seguivano le flotte da guerra., allo scopo di vendeJ"e agli equipaggi viveri e bevande. Quei sir1golari vivandieri avevano alL--ilo il pre7.zo in modo, che il sultano Selim volle stabilire un calmiere sui generi che vendevano. I D. sparirono, ma Selim fu costretto a rimangiaISi il decreto perchè i suoi equipaggi 1·cclamarono a gra.n voce che i D. fossero lasciati di nuovo liberi di circolare tra le navi della flotta. Dario. X ome di vari Re di Persia: Dario I. Regnò dal 521 al 485 a. C. Portò Ie armi

contro Bahilonfrt che s i era ribellata e la prese llel 519 dopo \"enti mesi di assedio. Dal 518 al 513 continuò a combattere contro i sudditi r ibelli, quindi mosse guerra agli Sci ti, ma ne fu sconfitto: conquistò però parte dell'lnd ia, la Tracia e la Siria. Xci 501 cominciò la guerra contro la Grecia, che dopo varie vicende frnì con la sua Gconfitta a Maratona ( 490). Dario 111 detto Codoma110. Regnò dal 336 a.I 330 a. Cr. Combattè contro Alessandro Ma.gno; ne fu vinto a Isso e ad Arbela: fuggente verso Eclatana, fu ucciso. Con lui finisce l'ind ipendenza persiana ,

D' Ar nay (barone Giuseppe dc la Grave de Saconay). Generale dell'esercito sardo. nel secolo XVIII. Comandò la brigata Re, ex Savoia (1783-1790). mento tonn. 708, lunghezza Jll. 58.80; I-IP 1.',00; velocità 15 miglia; armamento Il 102-35, I 76-40.

Dardo. Arme bianca in asta, piccola, leggera, da una parte rnn una punta in ferro e dall'altra con penr•e · per mantenerla in direzione. Si lancia\"a a mano. come il giavellotto e differiva <lalle ::dtre consimili nrrni per

Darra (Vittorio). Generale medico, n. a Valeggio sul }.1f incio nel 1859. Laureato a Padova (1883), fu nominato nel 1834 sottot. medico e prese parie alla campagna cl' Africa del 1.895-1896, e alla campagna 19151918. Promosso colonnello ( 1916) diresse l'ospedale militare di Livorno e fu poi direttore di sanità del C. d' A. di Bologna (1919) e di quello di Verona. Collocato in l'. A, ( 1922), rnggiunse nel 1926 il gr~do di magg. ge-


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nerale medico e nel 1928 q uello di ten. generale medico nella riserva.

commissariato milita re -napoleonico, e rimase a l suo pG4 sto anche dopo la resta ura«ione, fino al 1820.

D'Arrana (don Enri:co). Generale spagnuolo a l servizio del re d i Napoli nel secolo XVIII. Trovatosi a l comando d'un d istaccamento d i Galloispani, nella d ifesa di Mantova, assediata dal Pri ncipe Eugenio di Savoia, tentò una sort ita contro gli' Imperia li accampati nel Serraglio. Durante una scaramuccia, colpito in fronte, cadde valorosamente sul campo ( luglio 1702). •

D'Arvillars (marchese Federico Millet). Generale dell'esercito sardo, n. nel 1788. Tenente nei carabin ieri ( 1815) divenne generale al comando della bri• gata Savoia nel 1831 e comandò la divis. di Alessandria nel 1848.

Darsena. « La parte più interna del porto, cinta per lo p iù d i muraglia >) (,Crusca). Fu detta Angiporto nell'epoca romana, e Porticciuolo nel medio evo. « Significa la parte pfo s icura e più comoda di un gran porto, dove i navigli, p rincipalmen te militari, si racconciano e svernano, o si custodiscono galleggianti )) ( Gugliel!motti) .• Attualmente la voce D. è sostitui ta da Arseiiale (V.). Dartige (lAtil!i D. d1< Fo-urnet) . Ammiraglio francese; n . nel 1858. Partecipò a campagne coloniali in Cina e nel Siam; nel 19121913, durn.nte le guerre balcaniche, comandò a Costantinopoli la flotta internazionale. Durante l<J grande guerra comandò la squadra fr_ancese successivamente in Siria e nei Dardanelli, poi le flotte alleate' nel ]vied itcrranco ; partecipò infine a l salvataggio dei Serbi nell'Adriatico.

Da rt mouth. Città clcll'Ing hiltcrra nel DcvonshL re, sull'estuario del Dari, costituente una vasta rada naturale, con ottimo por to. Du.rante la guerra dei Cento annj fu presa due volte dai Francesi. Attualmente vi ha sede l'Accademia Navale, i l Collegio della marina mili tare inglese. Gli a llievi poi coinpiono il corso s uperiore alla Scuola di Greenwich. Dar11ge Lu igi

Daru (Conte P-ietro). Scrittore mii. francese (17671829). Ufficiale nel 1783; ne l 1799 organiz7.Ò l'armata del R eno; dal 1805 al 1809 fu in tenden te generale della grande armata. M inistro segreta rio d i Stato alla guer1•

Dar i.i

Darvingoff (P.). Colonnello e scrittore mii. bulgaro, nato nel 1875. Fu allievo della Scuola d i G uerra di Torino. Nella guerra mondia le fu capo d i S . )'[. del C. d'A. macedone. Come scrittore militare è autore di parecchie opere ,;toricl1e, tra le quali si può a.nnove.rare la storia della par tcciDarvtngoff pazione <lei volonta ri macedoni alle guerre per l' indipendena della Macedon ia. Da r zo. Comune 111 prov. di T rento, sulle alture di riva dr. del Chiese. Combatl·imento di Darzo (10 luglio 1866). Appartiene alla campagna dei volontar i. La mezza brigata Tbour (austriaca) il mattino del 10 luglio avanzò su lla dr. del Chiese con 5 cp. e 2 pez«i d'art. da montagna; altre 2 cp. e 2 pezzi di rachette seguivano sulla dr. del Chiese la strada da Stoio a Bon done. Il comandante della mezza brigata Malzer fattosi precedere da una mezza cp. sulle alture di r iva dr. teneva una riserva in fondo valle, e col rimanente, dopo aver collocato due pezzi a D., marciava su Lodrone, dove stavano la 6° e 13• cp. volontari del 3° regg., con avamposti sulle alture; a l ponte del Caifaro la 16', più in basso fra Caffaro cd Idro la 2•; il resto del regg. in riserva a Monte Suello, salvo il 3° bgl. a S. Giacomo. L'artiglieria aveva 3 pezzi a S. Giacomo (Cimitero) ; una sezione a Monte Suello e 1 pezzo al Caffaro. Alle 8 gli Austriaci apriva.no un intenso fuoco d i fucileria: contro· la 6• e 13° cp. volontari, che, sopraffatte, si ritirarono su Lodrone e poi ad ovest del Caffaro, sulle falde ciel M. Suello. G li Austriaci inseguendo si trovarono di fronte alla 16" comp. al Caffa.ro, mentre l'a.·tiglieria li bersagliava. Il col. Bruzzcsi, col grossq del reggimento, riprendeva l'offensiva, coadiuvato da truppe del 9° reggimento, e dal fuoco d'interdizione de ll 'a rt. che ·costrinse gli Austriaci ad abba11donare Loclrone, insegu iti Jin so!_to D. 1:'assa(.O il Chiese a guado, anche le truppe che si trovavano sulla r iva sinistra concorsero a rendere tormentosa la ritirata degli Austriaci, che r iuscirono solo ad evitare una rotta. completa per la protezione di 2 pezzi d'artiglieria appostati a D . Piccole furono le perdite, tanto da u na pa1·te che dall'altra.

O'AI'Yillars

ra ( 181 1) preparò logisticamen te la spedizione in Russia ( 1812). Scrisse una « Stor ia della R epubblica di Venezia>>.

D aru Marziale. Intendente militare francese, fratello di P ietro. Salì d i grado in grado a lla p iù alta carica del

Dasle. Vil laggio nel 'Doubs, in F ranc ia . Il 13 gennaio 1871, durante la guerra franco prussiana, i Tedeschi, che tenevano i loro avamposti sul fronte

D' A.ste Ricci

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dell'Allaine, al comando del gen. von Debschitz, furono attaccati dalla 7" divis. francese verso le 13, mentre ù1 Dasle il bgl. in linea riceveva il cambio. Messisi in posizione fra Vaudoncourl e il piccolo bosco di Charbonnière, tre cp. mossero all'attacco del nemico proveniente da Selencourt, che stava spiegandosi. L'attacco fu 1·espinto e i Tedeschi .ripiegarono sulla linea, dove le altre truppe che, si erano messe in posizione coll'appoggio di una batte.ria, riuscirono a frena.re l'attacco e a respingere il nemico, verso Seloncourt e Bondeval.

Daudeteau. Armaiuolo francese che, poco dopo che la Francia aveva adottato il Lebel :\fod. 1886, costruì un fucile a ripetizione, di calibro 6,5, che da lui prese nome. Aveva congegno di chiusura a. cilindro scorrevole e girevole, analogo per funzionamento a quello del Lebel. La scatola serbatoio conteneva 5 cartucce in apposito caricatore. Era provvisto di copricanna. Questo fucile sembrò per un momento che dovesse sostituire in Francia il Lebel ).foci. 1886 che già era in dotazione; cosa che non avvenne.

Dassette. Colle che dalla ,·alle di Pragelato (Chisone} mette in quella d i Oulx (Dora Riparia) , attraverso le montagne dcli' Assictta. Ha importanza strategica quantunque percorso da semplice mulattiera, perchè serve di arroccamento e collegamento fra due colonne marcianti sulle grandi rotabili partenti dalla pianura torinese verso il Delfinato e la Savoia, o viceversa.

D'Aulisio Garigllota (Francesco). Generale, 11. a Gallipoli rtel ' 1857. Sottot. dei bersaglieri nel 1879, passò da tenente nell'arma dei RR . CC. ()883) e dal 1912 al 1916, prima da tenente colonnello poi da colonnello, fu a disposizione del M inistero degli Esteri prestando servizio presso la Gendarmeria Ellenica. Rientrato in Italia prese parte alla campagna nel 1916 e nel 19 l 7 fu incaricato di una nuova missione in Grecia. Collocato in P. A. e richiamato in servizio negli anni 1918-1919, raggiunse nel 1924 il grado di generale di brigata nella riserva.

D'Aste Ricci (marchese Alessa,,dro}. Ammiraglio, medaglia d'oro, n . ad Albenga, Jn . a Genova (1814-1881). Si avviò alla carriera della marina militare; partecipò alla campagna elci 1848-49; passò quindi, nel 1853, col grado di capitano di vascello, a comandare la R. Scuola di Marina. Xella. campagna. del 1860, al comando della nave Governolo, meritò la medagl ia d'oro << Per essersi distinto nel fatto d'armi e dedizione di Ancona» (Settembre 1860). Per il primo, infatti, al comando della Governolo ed a fianco della Costituzione, attaccò i forti di Ancona, sostenendone con mirabile sangue freddo ed audacia il fuoco, che controbattè con molta bi-avurn. Con la Vittorio Emanuele, quind i, e la Carlo Alberto, sopravveniente in aiuto, contribuì alla capitolazione della piazza., smantellandone le opere di fortificazione. Successivamente pre;;e parte alle operazioni contro Gaeta, guadagna ndosi l'Ordine mii. di Savoia. R,iggiunse il grado <li contrammiraglio nel 1861; Fu membro del Conglio dell'Ammiragliato fino al 1865 e venne eletto deputato del collegio di Albenga per sei legislature (VII-XII). Dati (Gregorio). Scrittore fiorentino (1363-1436). Insigne matematico, fra altro scris.~ la « Storia della guerra che ebbe messer Bernabò duca. di Milano col popolo di Firenze». Da.ti A1,.ton Giul;o. Ingegnere mii. cremonese del secolo XVII. Provetto nell'architettura, specialmente militare, lasciò un codice: « Trattato di fortificazione italiana».

Dattaro (France,fco Giuseppe). Ingegnere mi!. cremonese del sec. XVI , soprannomù1ato « P icciafuoco >J. Restaurò e migliorò il palazzo del comune di Cremona.. Chiamato da Ferrante II, ebbe l'incarico cli r-inch iudcrc in recinto la rocca di Guastalla.

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Daun (Filippo). Generale austriaco (1 668-1741). Nella guerra di successione spagnuola cacciò Villars dall'Italia, conquistò il rea.mc di Napoli, di cui fu vicerè nel 1707-1708 e nel 1713-1 719. Eletto feldmaresciallo invase il D elfinato; fu governatore dei Paesi Uassi ( 1728) e di Milano (1733). Leopoldo Daun. Generale austriaco (1705-1 766), figlio del precedente. Combatti: nelle guerre di successione polacca e austriaca., duraJ1te la quale cacciò llaun Leopoldo i Francesi dalla Boemia. Nominalo fe!dnuu·esciallo nel 1757 si distinse nella guerra dei sette anni; vinse a Kollin Federico Il; a lui si devono pure le vittorie di Hochkirch e di Maxen.

Dauphin. Forte nei pressi di Porto di Pace nell'isola cli S. Domingo (Haiti). l{ipresa. del forte Dauphi1i e porto di Pace (gennaio 1803). Appartiene alla spedizione francese contro l'insurrezione della Colo1\ia. di S. Domingo. Dopo la morte del gen. Leclerc le truppe francesi occupavano la catena montana delle Alture del Capo, ad una mezza lega. dalla città del Capo. Il nuovo gen. cercava s:1{ allontanarsi da quelle posizioni, e riusci nell'intento porfànclo un:i. batteria d'obici sul pianoro di Vertière. L'arrivo cli qualche battaglione fresco gli inspirò il desiderio di riprendere il forte D. ed il porto, azione della quale fu incaricato il gen. Clausel che vi riuscì. Tale irr.presa. però fu criticata, perchè occorreva invece assicurare da qualunque colpo di mano degli insorti, i quartieri ancora in possesso dei Frances[.

D'Avanzo (Nicola). Generale, n. ad Aversa. nel 1858. Sottot. d'art. nel 1879, fu insegnante presso la Scuola di Applicazione di art. N cl 1897 fu nominato aiutante di campo effettivo di S. M . il Re e promosso còlonnello (1904) fu Capo di S. M. dell'XI •C. d'A. ( 1907-1908). Nel grado d i magg. generale ( 1910) comandò la brigata Pinerolo e la brigata Cremona ( 1912) e raggiunto il grado di tcn. generale

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'(1915) la divis. di Piacenza, la 7• divis. mobilitata ed infine la divis. di Livorno. Collocato in P. A. ( 1919) assunse nel 1923 il grado di generale di divisione e fu ·collocato a riposo nel 1927.

Daverio (Francesco). Maggiore garibaldino, nato a "Roma (1815-1849). Ingegnere, prese parte alle cinque g iornate di Mila.no, poi comandando una colonna di -volontari raggiunse Garibaldi, con cui combattè a Moi:a;;:zone. Nel 1849 accorse a difendere la Repubblica Romana e fu roaggiore e capo di stato maggiore di Gar ibaldi ; si distinse a Palestrina e Velletri, e il 3 giugno cadde combattendo eroicamente all'assalto di Villa Cor:s ini.

Davia (marchese G;ambattista). Generale italiano al servizio dell'imperatore cl' Austria, nel secolo XVIII. Fu agli ordini di Eugenio 'di Savoia; combattè valorosa1:uente ·a Carpi, Cbiar i e Suzzara. lVlorì combattendo nel .Bresciano ( 1704). Davia Giuseppe. Generale ingegnere e scrittore mili1:are, n. a Tiologna, m . a Rubizza.no (1710-1791). De dicatosi agli studi matematiti ed all'arte milita.re, fu prima in Ge,1.·n 1ania e poi, come ten. colonnel]o di cavalleria, a l servizio del re di Spagna. Lasciate le armi insegnò matema tica a Trento ; nel i 753 divenne senatore di Bologna e nel 1756 il D uca di :Modena lo nom inò colonnello del suo regg. d'artiglieria e insegnante di matematica. ed architettura milita.re. N cl 1758 la.sciò di nuovo il servizio militare, ma, 1;1er breve Lcmpo poiché lo riprese come ispettore generale e direttore delle forlificazioni. Nel 17ql ebbe la nom ina di professore d'architettura militare all'università di Modena e nel 1763 venne congedato. Fra altro scrisse : « Trattato d'architettura m ilitare )>; « L ezioni di architetrnra militare >\i « Dissertazione su la milita.re a rchi tettura».

Davico ( Virgin-io). Generale medico, nato a Pavia, m . ad Arona ( 1832-1896). Laureato a Pavia (1856), prese par te alla campagna del 1859 in qualità di medico aggiunto e fu nominato nel 1860 med ico di battaglione di 2'' classe. Pa rtecipò quindi alla campagna del 1860 col gmdo di maggiore segretario del Comitato di sanità. della divis. di Verona e del V C. d'A. Collocato in P. A. ( 1892), venne promosso, nel 1893, magg. gener a le medico nella riserva.

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David. Costruttore francese d i w1 fucile Mod. 1822, a percussione, a retrocarica, per la marina. La culatta è provvista di un anello di rinforzo al quale è :fissata la parte mobile di otturazione: poster iormente a questo anello è avvitato un alloggiamento, entro il quale passa il cilindro di chius ura unito ad una manovella ; la piastra di percussione è anch'essa situata nell'alloggiamento. Per caricare l'arma, si mette il cane in riposo, si g ira indietro la manovella ed in tale modo il cilindro d i chiusura può uscire ùal posto che occupa nell'appa.recchio di chiusura: il quale ultimo viene anche sollevato dalla manovelh e girato in avanti. Introdotta la carica, si abbassa l'apparecchio di chiusura e la ma.novella gira in avanti afferrando il gancio d i chiusura per -

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mantenerla a posto. Dopo messa la capsula, l'arma è pronta per lo sparo.

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Fucile francese Davicl, mod. 1822 Davùl,. N ome generico dato dagli Americani, durante la guerra di Secessione, ai primi battelli sommergibili, armati di una rudimentale torpedine. V. Sommergibili.

Davidowich (barone Paolo). Maresciallo di campo austriaco (1737 -1814). Iniziò la sua carriera militare colla guerra in Transilvania. (l757). Fu dal 1788 al 1790 in servizio nel Belgio e combattè contro la F rancia (1792-1796). Promosso nel 1796 per merito di guerra feldmarescia llo, comandò un C. d' A. sotto l' Alvinzi, e combattè in I talia, a Rivoli, Mantova e Caldiero. Prese po i par te 'alla guerra del 1805, e tenne da ultimo il comando della fortezza di Komorn. Daviet de Foncenex (Pietro) . Capitano di vascello ' e scrittore, n. a T leonou, m . a Casale (1734-1799). Luogotenente delle galere del re di Sardegna nel 1763, dh>cnnc poi capitaJ10 di vascello comandante la scuola di marina di Villafranca. 1V!atemat ico distinto, fu uno dei prim i membri dell'Accademia delle Scienze di Torino e pubblicò varie opere scientifiche. Davila (Eiwico). Solda to e s torico, n. a Piove di Sacco, m. a Verona (1Si6-1631). Prestò servizio in guerra prima in ~-Francia contro gli Ugono tti e -poi a Venezia; combattè contro i T urchi col gru.do di conestabile di Cipro, ottenendo pel s uo valore il comando di Brescia, e poi d i Crema che però non tenne perchè assassina to a tra<limento. Scrisse la « Storia delle guerre civili di Fra.ncia ». Dav,:ta Carlo. Generale, e meDavila Enr lco d ico italiano al servizio della Francia e della Romania, naia a P a nna morto a Bucarest ( l.828-1884). Inviato dal governo francese in Roman ia per l'organizzazione dei servizi sanitar i, vi fu nominalo generale. Durante la guerra franco-prussiana si arruolò volontario nella Croce-Rossa.

Davis (ponte). Località degli Stati Uniti nel Mississipl. Durante la guerra d i Secessione, sui primi d i ottobre 1862, G.rant, mentre marcia.va su Corinto in soccorso del Rosecranz, attaccato dai Conlederati del · van Dorn, inviava due divis. sulle retrovie nemiche per chiudere all'avversario la ritirata. I Federali, giunti sull'Hatchie il 4 sbaraglia rono i l distaccamento di protezione che difendeva _ponte D ., luogo di obbligato pas- saggio, e] presi dodici cannon i] li postarono in ma.J}iera da spanare la strada che il nemico doveva percorrere, mentre le trup pe si m isero in agguato lungo una profonda gola che la strada percorre oltre il fiume. L'avanguardia della divis. confedera ta Pricc, senza sospetti si avanzò per la sttada, dove, poco dopo, venne furiosamente attaccata. Il generale confederato però,, intuito il pericolo, mentre disponeva la propria artiglieria di fronte alle posizioni occupate dai Federali e con fuoco intenso ne paraliz7,ava l'azione, sfilando d i fianco verso Sud con tutto il proprio C. d'A. lriusciva a mettersi in,


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salvo mentre i Federali r imanevano sull'opposta riva., immobilizzati dal fuoco dell'artiglieria che sbarrava loro il passo.

del 1870- 71. Contribuì alla disfatta dei comunisti e fu promosso generale nel 1871. Pubblicò un « Progetto di rio,ganizzazione dell'esercito».

Davis Carlo Enrico. Ammiraglio, idrografo e scrittore nordamericano (1807-1877). Diresse dal 1849 al 1856 una pubblicai:ione: « Almanacco americano sulle effemeridi navali». Allo scoppio della guena /.! di Secessione, fece parte della Commissione di ammiragli che progettò i nuovi tipi di navi sul modello delle corazzate europee a. batteria, e creò le Corvette ed i Monitori, la cui comparsa fu imita ta da,lle marine di tutto il mondo. Ebbe poi, qualè Commodoro, il comando delle corazzate sul Mississipi, e nel 1862 combattè vittoriosamente presso 'lvlernphis (6 giugno) distruggendo la flotta di Montgomery.

D'Avusy (barone Nicola Filiberto de la Grave). Generale dell'esercito sardo. Iniziata la carriera quale volontario nel regg. Savoia (1781) raggiunse il grado di colonnello brigadiere nel 1821 e fu poi promosso a generale. Prese parte aJlc campagne 1792- 1796 contro la Francia .

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Davis-Do11glas (tipo R. 4, silurante). Idrovolante biplano a doppio galleggiante, in dotazione ali' Aeronautica mii. navale degli Stati Uniti. Può portare un siluro di 735 kg. ; ha una aperturn d'ali di 15 metri, una velocità massima di km. h. 150 e un'autonomia di volo di due ore e · mena.

Da Viterbo (Francesco). Ingegnere mii. del secolo XVI. Nel 1527 studiò_ le fortificazioni di Parma e Piacenza che vennero poi erette e nel 1530 diede il primÒ disegno della fortezi:a da basso di Firenze. Davos. Comune nell'alta valle del Canton Grigioni. Il 15 agosto 1603 vi fu s tipulata la Lega tra Venezia ed i Grigioni con 54 si e 14 1,0, malgrado l'ostilità contro Venezia del Conte di Fuentes. Davout (D:11ca di A uerstiidt, principe di Eck·miihl, Lwigi) . Ma1·esciallo di Francia (1770-1823) . Uscito sottotenente di cavalleria da lla Scuola cli Parigi (1789) si dette subito ai rivoluziona., ri e divenne comandante di un bgl, d i volontari ( 1792) distinguendosi in varie occasioni e raggi1p1gendo nel 1794 il grado di generale di brigata e nel 1800 queL lo di gen. <li divisione . Fu poi a l comando della cavalleria nell'Armata d'ltafot (1800-1801). Nel 1804 ebbe il bastone da ì\faresciallo e comandò il III Corpo nella Grande armata. Governatore di Varsavia ( 1807), ebbe il titolo di p r incipe d'Eckmi.i hl ( 1809) per la campagna contro l'Austria. L'anno seguente tenne il coma.ndo dell'armata in Germania, e nel 1812 partecipò a lla campagna di Russia. .Si distinse nella difesa di Amburgo contro i Russi (1813), resistendo .fino a.Ila caduta d i Napoleone cui fu fedele anche ·durante i Cento giorni, nei quali tenne il Ministero della Guerra. Aderì a lla Restaurazione ed entrò nel 1819 nelh .Camera dei Pari.

Davout Leopoklo, d,ica d' Auerstiidt. Generale francese e scrittore ( 1829-1904). Pronipote del precedente, prese parte alla Campagna d'Italia (1859) e alla f>'Uerra

D'Ayala (Mariano). Generale patriotta. e scrittore· mii., n. a Jv1essina, m. a Napoli (1809-1877). Iniziò la sua carriera in ar tiglieria ( 1829) e fu professore d'armi e a.r tigl. a lla Nunzia· tella. Emigrato nel 1848· per ragioni politiche, divenne prof. di storia. e di arte militare all'istituto dj, perfezionamento in F irenze. Fu ministro in T oscan a , bibliotecario del duca di Genova, intendente nella provincia di Aquila. Prese parte alla carnpagn>l del 1866 col grado di ge • neralc; fu deputato di Avezzano e di Napoli (Legislature VIIl-XI) e senatore nel 1876. Scrisse molte opere fra le quali : « Delle vicende delle artiglierie >> ; « Vita dei più celebri capitani e solda ti napoletani » ; cd\/Iemoric storiche militari dal 1743 al 1815 »; « Lezioni d'artiglieria >l; Letture del solda to italiano » ~ «Napoli militare>>; « Vita degli italiani benemeriti della libertà e della patria, morti combattendo»; "Ingegneri militari italiani »; << I Piemontesi in Crimea» ; << Dizionario Militare»; « D ell'arte ·militare in Italia»;. « Degli eserciti nazionali>>; ecc. D'Ayala Godoj Carlo. Genera le,_ n. a Portici nel 1864. Sottot. di cavalleria nel l882, insegnò dal 1905 al J 909 presso la Scuola M ilitare di M odena. Colormello nel 1911 comandò i regg. Roma e Umberto l e promosso generale (1915) partecipò alla guerra 1915-1918, prima quale comandante della 3• brigata di cavalleria e poi al comando del presidio di Vicenza. Collocato in P . A. (1919), raggiunse nel 1923 il grado di generale di divisione.

Daza (Ilarione Grosolè) . Patriotta e generale bol iviano (1840-1894). Messosi a capo del partito cd esercito liberale ne divenne"colonnello (1867). Combattuto e rovesciato il presidente Melgarejos (1871) fu nominato generale e ministro della. guerra. Capo degli insorti contro Frias, fu al potere come Presidente . . • (1876-1879). Sconfitto ueL la guerra contro il Cile, e d eposto dai Boliviani, emigrò in E·u ropa (1880). D'Azeglio (marcheso

D'.Azeglic, M:issimo


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M.assi1110 T aparetli d'A .). Uomo di Stato e scrittore, nato e morto a Torino (1798-1866). Iniz iò la carriera militare come ufficiale di cavalleria, ma l'abbandonò ben presto. :S:el 1848 combattè sotto il Durando, di cui fu a iutante <li campo, nel Veneto. Xel 1848 fu eletto d eputato di Strambino, e rieletto fino a lla IV legislatura ; venne nomina to senatore nel 1853. F u ministro di Vittorio E manuele II e lo persuase a la.i1ciare il proclama di ~ oncalieri (1849). Nel 1859 fu Commissario regio in Romagna e a M ilano. Fra le sue opere, sono d a r icordare qui : « L a L ega Lombarda»; « I lutti di Lombardia». Come p ittore, d ipinse fra altro « La morte di Ferruccio»; « La battaglia di Salerno »; « Il ritorno dei 13 a Barletta»; ccc.

De Agazio. Nome, dal suo inventore, italiano, di un fucile a retrocarica da guerra. della seconda metil del Secolo XIX. De Agostini (Cesare). Generale del sec. XIX. Sot• totcnente di fanteria ( 1858) prese -parte alla campagna de l 1859 guadagnandosi mm mcd. d'argento. Trasferito ne l Corpo d i S . .M. fu promosso magg. generale nel 1888, e collocato a riposo nel 1892. De Albertis (Sebastiano). Patriotta, n. e m . a Mi13.llo (1828-1898). l'illore celebre di battaglie, è n otissinm la sua « Carica di Pastrengo>>. Combatti: in tu tte le battaglie dell'indipendenza dal 1848 a l 1866. lJe Albertis Vittorio. Generale, n. a Genova nel 1860. Souot. <li fanteria nel 1878, raggiunse ne l 1910 il grado di colonnello cd ebbe il coman do de11'89" regg. fan te ria. Partecipò alla campagna di Libia (1911-13) guadagna.Jldosi nel combattimento di Lebda la croce <li cav. dell'O. è\1. S. e rien trato in ttalia f u promosso maggior generale, assu mendo il comando della brigata Toscana. Riaffermò le sue elette q ualiliL di comandante durante la Grande Guerra, me ritando a l comando della 6" divisione la Croce di uff. <lell'O. M . S. in Val Giu<licaria ( 1915-16) e quale coma11dante il XXIX C. d'A. la commenda nell'ordine stesso per la fulminea av;i.nzata. s,.u Trento. Comandò quindi i C. cl' A . d i Palermo ( 1919) e Milano (1919-1921) e nell'ottob re 1924 fu nominato comandante p,enera le della R. Guardia.

D e Ambrosis (Delfi1w). Generale, n. a Firenze nel 187 l. Sottot. cl' art. nel 1892, frequentò nel 1902 la Scuola di guerra, entrò nel 1910 nel Corpo di S. .M., prestò servizio all'Istituto geografico mii. e al J..1inisler(1 della G uerra " prese parte alla gu erra 1915-1918, prima da maggiore, quindi da tenenlt colonnello ( 1915) e da colon nello (1917). Assegnat,nel 1922 alla , Scuola di Guerra ·quale insegnante titolare di topografia e geo. gra.fia militare, passò nel 1924 a comandare il 4° reggi-

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mento art iglieria pesante e promosso generale- di brigata, (1926), ve1me assegna.lo all'Istituto Geografico M ilitare,. quale capo dell'ufficio monografie. lla collaborato a varie Riviste mii. e iniziata una serie di monografie di geografia militare razionale.

De Amezaga (Carlo). Ammiraglio, nato a Genova m. a Castelletto d ' Orba (1835- 1899). A 13 anni si imbarcò sulla. marina mercantile e navigò in es.~a fino a l 1860, en trando allora nella marina da guerra, dove fu subito sotto!. di vascello e si distinse li Gaeta e a Lissa, meritandovi la medaglia a l valore. Si distinse inoltre all'estero a. difesa dei nostri connazionali in varie occasioni : a l\fontevi<leo, a. Guayaquil, a Cartagena. Collocato col grado di contrammiraglio in posizione ausiliaria, fu direttore della compagnia di navigazione « La Yelocc » e poi della R. Scuola navale d i Genova. Scrisse: <e Sulla difesa delle nostre f1·ontiere marittin,e »; ,e Rapido cenno sulle grand i e piccole corau,ate »; <e Il pensiero navale italiano i>; « Guerra cino-giappon<:sc »; « La battaglia navale di Ya-Lu »; « )lanualc del marino militare e marittimo». Deane e Adam s, Nome cli una. pistola, dai suoi inventori, nordamericani, che la costruirono nel 1851. Era a 6 colpi a cilindro, e, come per il s istema :Mariellc. bastava la pressione del dito sul grilletto per armare il cane, sparare il colpo ccl avere di nuovo !"arma carica, appena l\bbandonato il gr illetto; cr,rno quindi pistole a tiro continuo. De Ang elis (Gi11scf,pe). Generale, 11. a Catania nel. 1850. Sottot. d'art. nel 1871. fu addetto alla Scuola di applicazione d'art. e geuio e promosso colonnello (1906) ebbe s11cccssivameu lc il comando del 2° rcgg . an . da for_ tezza e la carica d i direttore d'art. della Spezia. Collocato in P . .\. (1908) raggiunse nel 192~ il grado di generale cli divisione nella riserva. De A-ngcHs Edoardo. Generale, n. ad .\riano nd 1858. Sotto!. del genio nel J880, raggiunse il grado di colonnello nel 1913 e resse la carica cli direllorc del genio a Firenze. .Entrato in guerra nel 1915 e promosso ma-ggior generale nel 1916, comandò la piazia dell'alto Ta· glia.inento e il genio dcli~ 1.. armata e della Zona di Val Lagarina e dopo I~ guerra ebbe il còma.Jldo del 2° gruppo dei cen tri di mobilitazione del genio a Piacenza. Collocato in P. A. (1920) raggiunse nel 1923 il grado di generale di d ivisione. Nel 1928 an · ciò a riposo. De Angelis Ciro. Generale, nato a Caserta ne! 1862. Sottotenente di fan -

Do Angelis Ciro


teria n el ~883, insegnò da capitano presso la Scuola C entrale di tiro di fanteria . S~ distinse nelle a zioni -del Podgora (19 1.S) guadagnandosi wm prima me<la_glia d 'argento al va lore. N elio stesso anno raggiunse il _grado di colonnello e fu incaricato delle funzioni di mag_gior gcrierale, a l comai1do della brigata Caserta meritandosi una secon da med. d'argen to e la croce di cav. ·<lell'O. M . S. Al comando della ·31• divis. guadagnò sul Piave la croce di uff. dell'O. M. S. e nella grande -offensiva di Vittorio Veneto forzò con le sue truppe il Taglia me11to ottenendo la nomina a commendatore dell'On line stesso. Comandò poi la 77• divis. e la 79" in .zona d 'armistizio e collocato in F . A., raggiunse nel 1927 il grado di generale di corpo d'annata. Nel 1923 fu nominato luogotenente genera le della M. V. S. N ., assumendo, più tardi, il comando della XIV zona (Sicilia).

394 1916, comandò in guerra le brigate Lambro e Padova meritandosi a Col del Rosso e Col d'Echcle una medaglia d'argento e n el 1922 fu nominato comandant,e della divis. di Salen10 (1922 -1923). Scrisse due opere: « Austria e P iemonte nel 1793 )> e « Aosta a i tempi di Eman uele F iliberto )), oltre a minori la vori, e a collaborazione in riviste militari.

Dearborn (Enr·ico). Generale n ordamericano (17511829). P artecipò a.Ila guerra per l' indipendenza , contro gli Inglesi e si d istinse a Québec, a Monmoutb, a Yorktown. F u poi ministro della guerra sotto la pres idenza di Je ffcl'son, e poi aJUbasciatore a Lisbona .

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De Angelis Giulio. Generale, n . a Castelnuovo Seri-via ne l 1862. Sottotenente <l'art. nel 1882 raggiunse il grado di colonnello nel 1915 reggendo la carica d i direttore d'art. <li Venezia. Nel grado di magg. generale (1917) fu addetto al .Ministe.ro delle Armi e Munizioni e collocato ~n P. A. a sua domand_;_tJ raggiunse nel 1923 il grado ,di generale cli divisit)lle. Fu per molti al)ni collaboratore di riviste m ilitari. Nel 1928 andò a riposo.

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De Angelis G. Battista. De Angeli, Gln lio Generale n . a Foggia nel 1864. Sottot. di fanteria nel 1884, prese parte a lla campagna d'Africa. del 1895-1896 e alla campagna di Libia ( 1913-15). Promosso colonnello (1916) ebbe il comando del 60° rcgg. fant. meritandosi ll.lla med. d'argento ; col _grado di br igadiere gener ale ( 1918) fu membro della .commi~sione s1iecialc per l'esame delle proposte d i r icompense al valor m ilitare. Collocato in P . A. (1923) -ebbe nel 1925 la promozione a generale d i divisione.

De Antoni (Carlo). Generale, n. a Reggio Emilia nel 1863. Sottot. del genio nel 1884, partecipò a lle campagne d' Afric,t ( 1887-1888), insegnò alla Scuola cen trale di tiro di fanteria ( 1889) e nel 1898 fu addet to alla Scuola d'Applicazione d'art . e genio. Colonnello nel 1915, partecipò alla Grande Guerra conseguendo nel giugno 1918 la promozione a brigadiere generale e ml:ritandosi la croce di ca v. dell'O. M. S. ComaJ1dò nel 1920 il genio del C. cl' A. di Roma e dopo aver retto le -cariche di giudice a l Tribunale Supremo e d i membro della Commissione per le ricompense al valore, fu promosso nel 1925 gen era le d i divis. ed incaricato delle funz ioni di direttore genernle del Genio al Ministero della Guerra. Collocato in P . A. nel i927 e contemporaneamente r ichiamato in servizio, fu incaricato alle funzioni di collegamento fra il Ministero d ella Guerrd. e quello -dei Lavori Pubblici. Lasciò w1: << Sunto delle lezioni <li fortificazione permanente )>. De Antonio (Carlo). Generale, n. ad Alessandria nel 1867. Sottot. d'art. nel 1886, entrò nel 1901 nel Cor110 di S. M . Colonnello ne l 1915 e magg. generale ..i_el

De Archis (Roberto) . Generale del secolo XlII nato a Mai·tfrano (Calabria); al servizio dell' imperatore Federico II, divenne comandante supremo dell'esercito imperia le. De Asarta (conte Giacomo). Generale, n . a Sampierdarena, m. a :\filano (1786-1857). Militò colle truppe del primo ,·egno d'Italia, facen do undici campagne ed ottenendo la corona di ferro e la kgion d'ono re.e. Alla restaurazione servì d'a.pprima in Austria nel regg. Colloredo e poi (1816) fu in P iemonte, divenendo maggior genera.le ne) l83l. 1\el 1840 ebbe l'incarico delle funzioni cli vicerè irl Sardegna e la promozione a Lenente generale. Dopo esser stato governatore di Aosb , passò a Genova ove trovavasi d urante i moti del 1849, dei quali scri.sse una «Relazione». Nello stesso anno venne collocato a riposo. De Bartolomeis (Edoardo). Colonnello d 'artiglieria e scrittore mil., n. a Torino, m. a Roma (18.37-1904). Sottot. d'art. nel Ì85 6, combattè nel 1859 e nel 1866 meritandosi la mcd. d'argento a. Villafranca.. Colonnello direttore d'ai·t. a Firenze nel 1880, ci nque anni dopo

J)e nar101ome1s Edoardo

De Aotonto Carlo

passò in P. A. e più tardi nella riserva. Come scrittore militare, diresse I'« Esercito ed Armata )J e collaborò sotto lo pseudomino di (< Krupp JJ in diversi periodici militari.

De Bassecourt (m.archese Vincenzo). Gei1ernle del sec. XIX. Uscito d alla Scuola d i marina in Genova sottotenente ·del genio navale, passò poi nell'artiglieria e nel Corpo di S. M. P rese parte alle campagne del 1848-4959-60, nella quale ultima all'attacco di Perugia s i meritò la mecl. d'argento. Ebbe molti incarichi importanti, fra i quali nel 1863 quello di seguire le operazioni dell'esercito federale nella guerra di Secessione e scrisse


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,una vo, uminosa relazione in proposito. Fu deputato a l Parlamento per Cividale e Udine, nelle legislature XIV, XV, XVI.

De Bellegarde (Cesare). Generale, nato nel 1848. Sottot. di fanteria nel 1866, raggiunse il grado di maggior genera.le nel 1915 e di generale di d ivis ione nella riserva nel 1923.

Debeli (Monte). Altura dell'altipiano Carsico, a nord-est <li :Monfalcone (q. 140). Fu teatro di aspri' e sangu inosi combattimenti durante le prime quattro ba.ttagl ie dell' l son2,u (giugno-novembre 1915) ~ resistette tenaccmen te a tutti gli àssalti delle n o stre truppe. Dopo la 6" balta.glia dell'Isonzo (agosto 1916) e la perdita del San ::Y!ich ele, gli Austriaci furono costretti aìfinc ad abl,anclonare anche il Debeli, ritirandosi oltre il Vallone.

Dehe11erlelli 'l'COCI Ol'O

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Debenedetti (Teodoro). Generale, n. ad }\sti m . a Torino (1841- 1926). Sotto!. d 'art. nel 1860, guadagnò 11el 1866 una med. di bron zo a Mon te Vento. Passato nel ruolo tecnico, fu d irettore del laboratorio di precisione . ru p romosso rnagg. gcnerale-11elht riserva, e tenente genera le nel 1912. E : ~eneJetti Edoardo. Gent"..ale, n . ad Ivrea nel 1865, Sottotenente d' artiglieria n el 1886, partecipò alla grande guerra (1915-1918) prima da tenente colon·· nello poi col gra.do di colonnello (1916) comandan do successiva.mente il 5° reggimento artiglieria da campagna, il 15° raggruppamento pesante campale, i I 47° raggruppamen to cli assedio (1918) e l'a.rtiglic ria della 56' divisione e meritan dosi una meda.glia d'argento. N el 1920 fu nominato comandante d'artiglieria. ciel C. cl' A. di M ila.no e, colloca.lo in P . A., ragg iunse nel 1924 il grado d i generale di brigata.

De Bènedictis (l.Atigi) . Generale n . a Foggia m . a Napoli (179.3-1892). Uscì dal Collegio della Y u nziatella

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nel 1812 . Prese parte alla campagna del 1815 cd a quella del 1820 in Italia; comba.ttè valorosamente rimanendo più volte ferito e si mer itò la croce dell'ordine di Francesco I.

De Ben-edictis Biagio. Generale del Genio e scrittore,. n. nel 1832. Uscì dal Collegio della. Nunziatella (1850) ; si meritò una p rima med. d'argento all'assedio cli Cap ua, ed una seconda ali' assedio d i Messina ( 1860-61). Prese parte a lle campagne del 1866 e i'870. F u direttore dell'I stituto Geografico mii. di Firenze. Fra i suoi scritti ricord iamo : «Nuovo metodo facilissimo per ca lcola.re la spinta. dei terrapieni ll; « N uove applicazion i delle ruote a. cu neo >> ; << L a trazione a vapore app licata. a.i tra, sporti da guerra>>; «I ponti militari R Catenaria. usati in Ing!:ilterra. >l; « G li aerostati d i guerra l>; ecc. \

Debeney. Generale francese dell'epoca n ostra, p roveniente da.Ila fante.ria; a ll'inizio della guern1 mondiale, era ten. colonnello; nel 191~_.iromosso genera.le di brigata, e, con tale grado, tenne il comando della 57" divis. e nel 1916 della 25" divisione, durallte la battaglia d i Verdun Nell'aprile 1916 fu promosso d ivisionario e, come ta le, comandante del X,'{XVIII C. d' A. sulla Sonm1e: per i suoi distin tis-simi meriti a fin d'anno era già. comandante della 7" Armata. Negli anni 1917 e 1918 svolse essenzialmente opera di ufficiale di S. M., COJllC magg. gen. del « Gruppo d'armate francesi del Non i e del :\"'ord-cst ll, assolvendo compiti d'orga.niz_ zazionc e d i preparazione tecnico-milita.re . Nell'ultima fa.se della. guerra prese il comando della I Armata. Nel 1919 comaJ1dò la Scuola d i guerra e nel 1920 assunse la carica d i capo di S. M. dell'esercito francese.

De Berna r di (Lamberto) . :Medaglia. d'oro, n. a T orino nel 1898 , caduto nel 1917. Di cospicua famiglia di industriali torinesi trapiantatisi a M ila.no, e he già aveva. dato ben 1 d ue figli a.Ila P a tria (Carlo, ufficia.le d i fan lcria, caduto sull'Isonzo nel 1915, e Vittorio, ufficiale dei bersa.glieri, caduto a Monfalcone nel 1916) a soli 17 anni volle anuohu·si nei bersaglicri, . per vendica.re i fratelli uccis i da.I nemico. ~ominato successivamente aspirante u fficiale e sottot., combatlè d a valoroso sul monte Zebio, ove rimase ferito e fu decorato di medaglia d i bronzo. Ritornato, appena


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guardito, sullo Zebio stesso, vi toce1i u na m1ova ferita e guadagnò un encomio solem1e. Passato quindi, dopo il nostro r ipiegamen to a l Piave, nel XVJ reparto d'assalto, nella p rima giornata di battaglia sulla nostra nuova fron_ te cadeva eroicamen te, com'è detto nella magnifica motivazione dì medaglia d 'oro: « Volontario fin da ll'inizio della guerra, già due volte ferito, caduti due suoi fratelli sul campo, volle tornare ancora in prima linea. Comandante di un plotone d'assalto, a lla testa dei s uoi arditi a ffrontava per pr imo e respingeva il nemico che, forte di n umero, tentava forzare le nostre .difese. Ferito, rifiutava ogni soccorso e continuava a guidare il proprÌo reparto in ostinati e ripetuti contrattacchi, finché colp ito n uovamente a morte baciava il sacro suolo della Patr ia, e spirava incitando ancora una volta con la parola e col gesto i suoi che, esaltati dal fulgido esemp io, coro;1avano l'azione con la vittoria» (Gallio, Altipiano d i Asiago, JO- ll- 1917).

mosso brigadie'te .d i fanteria nel 1771 e l\lagg. gcncralv poco dopo. Nel 1774 ebbe il grado di luogoten. generale ed il comando dellit città e contado di Nizza. Nel 1762presiedette il Congresso indetto da Carlo Emanuele III per il riordinamento della Marina Sabauda; propose la demolizione delle galere e ottenne che fossero sostituite · con navi d'alto bordo.

De Bettex (1vlichetc). Generale dell'esercito sardo del secolo XVIII. Prese parte con onore alla guerra per la Successione d'Austria e s i d istinse particolarmen te alla battaglia d i Camposan to (1743), a quella dell'Olmo (1744) ed a ll'attacco d i Valenza ( 1746). Nel 1776 dal comando della brigata Re passò a quello del forte della Brunetta di S usa.

1853. Sottotenente cli fanteria nel 1873, fu promosso colonnello nel 1902 ed. ebbe il comando del 79° reggimento fanteria. Collocato a riposo nel l905, conseguì nel 1913 la promozione a maggior generale nella riserva, e, richia:mato in servizio clura..11te h guerra, fu ·,Presidente della Commissione Sa..11ita;ria Centrale e comandante della 2" brigata di ma..1·cia della l • A.rmata. RicolJocato in congèdo neI 1919 raggiunse nel 1923 il grado cli generale di divisione.

De BeUst (barone Casùniro). Generale n. a Serra.valle Scrivia m. a Casale (1796-1865). Al servi;do della Francia ferc le campagne napoleoniche del 1813 e ' 14 Passato nel regg. Savoia Cavalleria (181S) percorse la carriera in tale arma :fino a mggiungere il grado di colonnello del Niua Cavalleria (1848). Prese parte alla prima guerra <l'indipendenza, meritandosi la menzione onorevole a Goito. P romosso generale, venne collocato a riposo, nel 18S7. De Beyrin (Giov. Battista). Genera le cli cavalleria del secolÒ XVI II, m. nel 1724. Colonnello dei D ragoni di Piemonte (1711) prese parte a.Ila guerra della Successione di Spagna ed alla spedizione in Sicilia ( 17131719). Nel 1721 fu nominato generale e governatore della ci ttà e provincia di Mondovì.

De Blonay. Antica famiglia della nobiltà savoiarda che diede a lla Casa cli Savoia valorosi ufficiali fra i quali : Luigi de Btonay. Generale piemontese, n . e m . ad Evian (1676-17S5). Capitano comandante la l " compagnia dei gentiluomini arcieri guardie del corpo ( 1731); Brigadiere di- cavalleriil nel 1733, maresc'iallo di campo nel 1735, ten. generale nel 1737, viceré di Sardegna nel 1741 e poi governatore d i Pinerolo, nel 1745 divenne gen'èrale d i cavalleria e nel 1749 gran mastro d'artiglieria. Per le sue alte benemerenze ebbe il Collare ciel]' Annunziata. Claudio de Blonay. Generale piemontese, n. Evian, m . a Torino (1711 -1 762). Gentiluomo d i camera ciel Re, luogotenente delle guardie del corpo e brigad iere generale ( 1754), Carlo Emanuele III lo nominò poi ambasciatore presso le Corti di Spagna e di Sa.ssonia. Filippo de Blonay. Generale piemontese, n. ad Evian, m . a N izZit Marittima (1715-1775). 1F ratello del precedente, si d istinse sul mare al comando delle galere sarde da l 1757 al 1760, Governatore del forte della Brunetta (1765) e della città e capo di Sassari (1769), venne pro-

De Bon. Ammir. francese dell'epoca nostra. All'inizio della guerra, ebbe il comando della divis. navale d'O_ riente, e, p romosso vice-ammiraglio ( 1916) fu capo di S. M. genera le della Marina. Nel 1919 divenne comandante della flotta francese; nel 1920 ebbe invece il comando della squadra del Mediterraneo, e, dopo d i aver partecipato alla Conferenza di Washington ( 1921) passòa far parte del Consiglio Superiore della Marina, nel 1923, e morì in quest'anno stesso. De Bonis (Francesco) . Genera.le, n. i1 Belsito ne:

De Bono (Emil'io) . Generale, n. a Cassano <l'Adda nel 1866. Sotto!. dei bersaglieri nel 1884, prese parte alla campagna d'Africa del 1887 cd entrò da capitano (1900) a far parte del Corpo di S . M. Par tec ipò eia ten. colonnello alla campagna di Libia ( 1912) guadagnandosi la croce cl i eav. dell'O. :l\11. S. e, promosso colonnello (1915) confermò le sue brillanti q ualità di coma..11da11tc durante I~ grande guerra. Si meritò infatti la p rima medaglia d'arge1ito (191S) a l comando di un reggimento bersaglieri nel Carso e resse quindi il comitndo della brigata T r apani. Nel 1916, p romosso magg. generale per merito di guerra, s i dist,inse alla p resa di G orizia. ottenendo una. seconda rnecl. d'argento. Comandò poi .la brigata Savona e la 33• divisione e nel marzo 1918 fu inaricato del coma..11do del IX corp6 d'armata, e per l'opera svolta stil Grappa nel respingere l'offensiva nemica del ghigno 1918 fu decorato della c roce di comm. dell'O. M. S. T en. generale nello stesso aru10, si guadagnò una terza rned. d'argento, sempre sul Grappa, per il contributo dato alla vittoria finale con l'azione del proprioC. cl'A., e, dopo l'armistizio, ebbe il comando del XXII

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C d' A. ( 1919) e del C. d' i\ . di Verona. Collocato in P. A. ( 1920). ebbe grande parte nell'organizzazione dei primi Fasci di combat timento e qu ale membr o del Quad rumvirato guidò la M arciit su Roma. Richiamato in servizio nel novembre 1922,_ resse la dircz. genera le della P . S., e ne! 1925 ebbe la carica d i Governatore della Tripolitan ia. Senatore del Regno nel 1925, f.u elevato · nel 1928 alla carica di Ministro di Stato. Come governatore della Tripolitan ia, nel 1928 fu ins ignito della , croce d-i grand'uff. dell'O. lVI. S ., poic:hè, come comand ante del Regio cor po delle truppe della T ripolitania, « nella preparazione e n ello svolgimen to d elle operazion i che condussero all'occupazione di tutta la Sirtica oc-c identale, conformava splendidamen te le sue a lte q ua lità. di or gnnizzatore e di condottiero, dando incom parabile -t ributo p ersonale di entusiasmo, di attività e di i ntelligenza alla conquista della vasta, avversa e in gran parte i nesplorata regione 11 (Tripolitania, 1'928, anno VI),

De Bottini (barone Achille). Genera le, n . a Men to_ne morto a Torino ( 18[7-1869) .. Tenente d'art iglieria nel 1823, lJercorse tutta la carriera ne li' arma suddetta. Prese parte alla f,'llerra. del 1848-1849. :Promosso generale nel 1858, fu membro del Comitato d' artiglieria ne! 1861. Tenente generale -nel 1861, -venne collocato a ri poso nello stesso anno.

Deboubert. Armaiuolo fra.n-

Dc Bot.llni Achille

...:csc del secolo XIX, che, coll'annaiuolo Prélaz, perfezionò nel 1818 le capsule fui-minanti ed immag inò u"I', modo semplic issimo per tra.sformare i fucili a p ietra foca ia in fucili a capsula fu l·minante: d a ciò nacque il luminello.

De Bourcard (Enrico). Generale, n . a Paler mo nel L86G. Sottot. di fa11t. nel J 887, partecipò alle campagne del 1915 e del 1918, prima da tenente coloni1ello, poi da colonnello co_;11an<lante del i.:' rcggimen to fan teria. Fu promo~s<. .iJrig, generale n el 1918 e ..collocato in posizione a u ,siliaJ"ia. n el 1920; assunse nel 1923 il grado di ge·n erale di br igata.

Debra Damo. Villa.g•g io d el T igrè non lon tano -<la Adua. Il 9 maggio 1896, D!> tlou,·carrl Enrico ..una colonna comandata da I colonnello Stevani (4 bgl. ed una btr.), spallegg iata <lal h brigata ~fazza cd altra btr., più dalle bande Sapclli, vi attaccò il con\'ento, affinchè il priore inducesse ras Ma11gasciit a restituire i prigion ieri italiani. L'operazione ebbe per risultato un t r ibuto d'orzo dato dal priore a lle rws,t re truppe. e la spedjzione di messi a ].\fanga.scià.

Debra M_a tzò. Villaggio dell'alto Tig.rè, fra Adu a. .ed Adigrat. Verso i primi di maggio del 1896, vi si era insediato ras Sebath, trattenendovi prigionier i i taliani. _:n 7 ·maggio fu incaricato il col. Stevani, con 1,,na co-

lonna composta di 3 bgl. indigeni, 1 bersaglieri, e 1 btr., di snidarvi il Sebath. Egli però, subodorando l'attacco, se n'era partito; ma lo Stevani inseguendolo riuscì ad uccidergli 12 u . e togliergli 300 capi di bestiame; incendia,ndo anche alcuni villaggi.

D.ebra Sin. Pianura dell'Abissi11ia., nell'Amara, Nel 1888, ras Ada!, governatore della provincia, battè u n emiro malidista che vi aveva fatto una incursione. Allora il califfo spedì contro il ras un s uo luogotenente, Abu Anga, con 15.000 fucili, 45.000 Jancic e 800 cavalli, e il ras, che osò di opporsi a lui con soli 2000 fucili, dopo disperato combattimento fu sconfitto, e si s alvò con pochi cavalieri. Abu giunse s ino a Gondar che incendiò, e posc ia. s i r it irò a Gallal>at (V.) dove J'fmo seguen te, re Giovanni d'Abissinia andò ad assahre i Der visci. Debreczen. Città dll'Ungher ia nella pianura fra T ibisco e Kra.szna; importante nodo stradale e f enoviario nel fascio di comunicazioni che congiungono Budapest colla Bucovin a e la Ga lizia.. Fu spesso teatro delle guen-e contro i TuJ"Chi. Nel 1567 ebbe a nche a soffrire per· le lotte religiose qua le sede princip ale dei protestanti. Divenne quartier generale dell'esercito insurrezionale del 1849 e Luigi Kossuth vi puhblicò il suo proclama nella grande chiesa calvinista ( 19 aprile). l i 1° agosto 1849 vi fu sconfitto il T corpo (5000 u .) dell'eserci to r ivoluzionario. De Brés (co11te Cado Anton.io). Generale piemontese, (n. di Nizza, m . a Cuneo nel 1828). Prese parte alla guerra contro la Francia, e combattè valorosamente ripor tando quattro ferite. Fu governatore m i!. di Nizza e dal 1822 comandante de lla. D ivisione di ' Cuneo. Ebbe la croce dell'O. M . di Savoia. De Bre;: de Dosfraires (Federico). Generale n. e u1. a T orino ( 1 i99-1863). Capitano d'art. nel 1820, passò nello stesso anno nel Corpo di S. M . e vi raggiunse il grado di colonnello (1839); promosso generale nel 1844, e collocato a r iposo.

De Bru (Adriano). Generale, n. a Roma nel 1858. Sottot. d'art. nel 1879, raggiunse nel 1911 il grado di colonnc !Jo ed ebbe il comando del 18° regg. a r t. da caml)a.gna, Prese parte a lla cam pagna. del 191S, e coUocato in P . A. ( 1916) fu richiamato in servizio nel )918 col grado di magg. generale e nomù1ato comandante della d ifesa aerea di R oma. Ricollocato in conge<lù, raggiru,se, nel 1923, il grado di generale di divisione. De Buren (Alberto). Generale svizzero al sen •izio dc\ re di Sardegna, del sec. XVlII. Percorse quasi tu tta la carriera nel regg. D icsbaeh. Colonnello nel 1774, comandò il rcgg. svizzero di Tscharnez. Brigadiere due anni dopo, nel 1781 lasc iò il servizio . Debuttet. Tenente de ll'esercito J)icmontese, che nel I 77 7 ideò un cannone-obice; bocca d a fuoco che da

u na par te era cannone, e dall'altra, invece della culatta, era obice, avendo comuni gli orecchioni. In eonsegue11za, le camere dei due pezzi riunit i erano al centro. L'arma poteva girare com pletamcute sulle orecchioniere, in modo da presentnre al t iro, o l'obice od il carmone a volontà , Questo cannon e fu costrui to e provato, ma in.fine non fu adottato. ,

Decade. Raggr uppamento d i d ieci uomini n egli eser·


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citi della Greci a an tica. Corrispond eva alla decuria ro• mana ed a lla decania delle ordinanze greche a l tempo , degli imperatori d'oriente. Il comandante della D . era detto decarca.

verò nella ri.;chiosa impresa fino aJ termine della guerra. Anda to qu indi in con gedo col gra do d i ten. di complemento, si stabilì a Latisana . Ecco la motivazione della medaglia d'oro :

Decaen ( Cla1,d·io). Generale .fran cese (1811-1870). Colonnello nella spedizione cli Crimea ( 1854- 55) venn~ p romosso p er merito cli guerra generale. Combattè a Magen ta ( 1859) dove sostituì nel comando il gen. E spi• nasse. Nella guerrn contro i Prussiani (1870·71) succe· elette a l gen. Bazaine n el comando del III C. d 'A. F er ito a Borny fu trasportato a Metz dove pochi giorni dopo morì. - Il padre, Ca-rio ( 1769-1832) fu pure generale e combattè nelle I ndie, n ella Spagna, in Italia.

<( Offertosi spontaneamente, insieme col proprio fra• tel10, per farsi t raspor tare in aeroplano, n el diletto suoFriuli invaso, a com piervi la delicatissima missione di i.n forma.tore, r iusciya a compierla felicemente a ttraverso le più gn1J1di difficol tà e le p iù tenibili insidie, dando• prova di sapiente spirito d i oi·ganizzazione, di s ublime abnegazione e d i fulgido coraggio, sostenuto da lla fede in crollabile ne.Ila santità de!Ja nostra causa» . (Fronte del P iave-Territorio invaso, 29 luglio • 2 n ovembre 1918).

De Candia (don Stefano). Generale, n. nel. 1770.

D e Carli Giuseppe. Medaglia d'oro, n. ad A.nano, Decimo nel 1897. F ratello del precedente, caporale nel1'80 reggimento bcrsa.glieri, tentò con lu i l'ard ita impresa di cui s i disse. Caduto in u n tranello tesogli dagli Au· s triaci, venne arrestato il 1'3"ottobre 1918 e tradotto sotto buona scor ta a Pordenone. Sapu to che a li' indomani sarebbe stato passato per le ar mi, nella notte riuscì ad evadere, sfondando la porla. del locale dove era custodito. R aggiunto quindi il fratello, continuavo. con l ui nell'ardua missione, fino a.Ila d ata del la liberazione della sua terra. Dopo la. guerra, fu promosse successivamente sergen te e sergente maggiore i congedatosi, si stabilì a Spilimbcrgo. La. motivazione così si esprime: « Offertosi spontaneamente, insieme col p ropri(, fra-· tello, per farsi trasportare in aeroplano n el d iletto Friuli invaso, a compier vi ltl delicatiss ima e pericolosa m is s ione d{ in.for matore, con a lacre intelligenza e inviti-o co· raggio, affron tando le pili draJ11matiche situ azioni, riusciva a vincere ogni difficoltà ed ogni insidia, p er r aggiung,,re l'in tento. Caduto nelle man i del nemico e sorvegliato da una guardia specia le, riusciva ad evadere, ri• p rende1,do con rinnovato fervore la su a missione» (Fronte del Piave Territorio i n vaso, 29- 7 • 2 Il 1918).

I niziò la carriera a 17 anni da sotto!. nei grana tieri cli Sardegna., e nello stesso reggimen to raggiunse il grado di colonnello ( 1817) dop o a ver preso parte a t ulle le guene del suo tempo. Raggiunse il grado di magg. genera le nel 1821 e fu p oi comandante della divis. di Novara (1831). De Candia Carlo . Generale, 11. e m . a Cagliari (18031862). Uscì d all'Accademia. d i Torino sottot. nei Cacciatori Gu ar<lie (1822), passò n el Corpo di S. '.M. e nel 1848 era colonne llo. Generale nel 1856, ebbe il coman· do dell'Accademia . F u collocato a riposo, ma r ichiamato nel 1859 e promosso nel 1860. Ebbe molto merito nella costruzione del· la Car ta della Sardegna collaborando col generale Alber to Lamarmora. Fece le camp agne dell'indipendenza e fu deputato per Caglia ri e Q uarto nella IV e V Legislatura .

Decania. Una Jìla di dicci soldati posti l'uno d ietro l'altro. Denominazione usata p resso le ordinan ze greche a.i tempi di Adriano; pa,;sò poi ad ind ica.r·e una inticra fila di soldati anche se composta con p iù d i d ieci in· dividui. Era ~omandata da un decano, o dece·n wiro, il qu ale era scelto dal cen turione, il J'vfachiavell i lo chiamò <( capod ieci ii. Anche gli eserciti greci a.I tempo degli imperato ri d'oriente avevano i decani e le decanie. Sotto i Longobardi, s i chiamarono D . dei ver i e propr1 agenti di po lizia, agli ordini degli sculdasci. Il D . corrisponde presso a ' poco al caposquadra degli attuali nostri ordi• namenti militari. De Carli (Nicolò) . Medaglia d'oro, n . ad Azzano Decimo (Ud ine) nel 1894. F ratello di G iuseppe, con lui partì sop ra un idrovolante, pilota to dal ten . di va:;cello Casagrancle, il 29 luglio 1918, per le terre invase, ove,

atter rato,

si

d iede a raccogliere in formazioni, che trasmetteva., mediante ])iccioni viaggiatori, a.i nostri comandi. Sopportando infini ti disagi e quotid ianamente sfidando il pericolo dj essere catturato dal nemico, perse-

De Carlo (C'riaco1110 Camillo) . :Medaglia d'oro, n . a . Venezia nel 1392. E' un altro dei nostri au daci ufficiali, che s i fece traspor· tare a volo in ter ritorio oc. cupato dal nemico riuscendo a mandale, si,t di p ersona, sia a. 111ez.zo di colombi v iaggiatori, utilissi me informazion i a i nostr· comandi sul nemico, sulle sue forze e sulle sue mosse. G ià prima però il D c · Carlo, quale u fficia le d i ca va Ile ria e come aviatore, si era. segna lato per atti d i. ardimento e di valore, me .. - ritaridosi una medaglia. d'argen to combattendo con i: fanti sul Carso n el 1916, e due a.ltre, m1a d 'argento,


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e una di bronzo, per due arrischiàte imprese quale osservatore dall'aeroplano. Dopo la pace, essendo un esper.to cònoscito1·e d i lingue straniere, rese ancora u tili se~vizi al Paese, in m issione a ll'estero. La sua impresa oltre Pia.ve narrò poi in un volume, dal titolo « Noi non per noi>). La medaglia d'oro gli fu concessa con questa. motivazione: « In un momento grave e decisivo per le sorti d'Italia, offrivasi per primo, con sublime ardimento, per farsi trasportare, di nottetempo, in aeroplano a l di là del Piave per i.scoprire direttamente quanto il nemico macc.hinasse su quel lembo di Patria strappatoci e accuratamente celato agli a ltri ordinari mezzi -d'informazione. Per quasi tre mesi, sostenuto_ dal vigi le affetto delle popolazioni, sospettalo e ricercato dalla polizia nemica, riusciva , vivendo vi\a cli leggenda, a mandare preziose informazioni ed organizzare un efficace servizio. Falliti i tentativi d i ritorno per via aerea, scelse quella del mare, r ientrando per riferire di persona ed offri.t-si nuovamen te al r ischioso cimento. Fu lgido ~sempio di valore e cli audacia , rinnovava imprese che già, nei tempi tristi della straniera tirannide, avevano fatto t.remarc gli oppressori ed aperto la via alla redenzione >) (Fronte del Piave, giugno-agosto 1918).

De Caro (G·u stavo). Generale, n . a Napoli nel 1871. Sottot. cli fanteria nel 1891, partecipò alle campagne libiche del 1913 e 1914 meritandosi a)la battaglia di E ttangi la !)led. di bronzo. Durante la grande guerra ottenne successivamente i gradi di maggiore, ten. colonnel lo e colonnello. Dal luglio all'ottobre 1918 comandò il 7° regg. fanteria che valorosamente condusse a lla battaglia del Piave durante la qua le - a Molino Pilonetta riportò gravissima ferita che lo rese mutilato d i guerra e s i meritò la med. d 'argento al valor militare. Passato poi in A. R. Q., venne 11cl 1928 promosso generale di brigata. De Caroli (Riccardo). Medaglia d'oro) 11. ad Altare (Savona} nel 1878, caduto sul Mergheb (Libia) nel 1912. Ufficiale d'art. in S . P. E . era stato promosso capitano poco prima cli partire per la Libia, al co_ ma11do cli una batteria del" l O r eggimento artiglieria da montagna . Dopo aver dato p rove ripetute di escm1~lare capacità e cli valore, cadde n ell'nione de! Mcrghcb, com'è eletto nella motivazione di medaglia d'oro: (( Ali' attacco del Merghcb, presa posizione con ·ardita, intelligente manovra nel luogo più opportuno che era a11che il p iù esposto - la sommità d el :Mergheb - fu esempio a i dipendenti cd a i contigui reparti cl i fanteria, di eroico coraggio. Ferito mortalmente, mostrossi unicamente preoccupato dell'azione della sua batteria» (Mcrgheb (Libia) 27 febbraio 1912)". De CaroI is ( Giovanni Battista). Genera.le med ico, n. a Prelà (Porto Maurizio) nel 1836, m. nel 1904. Entrato in servizio nel 1860, fu promosso ispettore medico 11ella R. N. nel 189.1 e collocato a r iposo nel 1902. PreI

se parte alla campagna di guerra 1860-61 e a quella del1 1866; ebbe dal Municipio di Ancona la mccl. d'argento• di benemerenza p (.i servizi prestati a lla popolazione di quella ,città durame l'epidemia di colera nel 1865; fu direttore dell'Ospedale Principale del 3° d ipartimento nel 1885.

De Castiglia (Gaetano). Patriotta, 11. a Milano,.. m. a Vimercate ( 1795-1870). Laureatosi in medicina a Pavia (1814) fu in Piemonte a propugnare la causa dell'Ind ipendenza. Rientrato in Lombardia venne ai-restato. e condannato a morte dall'Austria (1821). Graziato dall'imperatore rimase allo Spielberg fino al 1836. Riavuta la -libertà venne mandato in America. Rimpatriato (1840) preparò la riscossa contro lo straniero in Lombardia e· Piemonte. Fufoominato senatore del regno nel 1863. Decaux (Pietro) . Generale savoiardo al servizio della Francia ( 1775-1814). Fece le campagne napoleoniche, e fu governatore d 'Otranto; nel 1814, mentre combatteva in Francia alla testa della sua d ivis., veniva col·pito a morte. De Cavero (Paolo Antonio). Generale piemontese del secolo XIX. Fu m inistro delta guen;a per pochi mesi in Toscana nel 1859. Decambristi. In Russia venne così chiamata una. vasta associazione (1823 -28) di cui facevano parte numerosi ttf:ficia li, dignitari della Corte imperiale, tnembri cli nobili famiglie. Tale associazione fu costituita per abbattere la burocrazia o.arista ai tempi di Alessandro I, e N iccolò I. N ell'eRtate del 1825 vennero scoperti dei. lraditori e si clecise cli agire al più presto. Morto Alessandro I, la rivolta scoppiò il 14 dicembre 1825. I D . che s'erano accordati cogli allievi uff. di marina e con qualche reggimento della. capitale, occuparono la piazza del Senato e tentarono cli muovere il popolo. Ma le· truppe, fedeli allo czar attaccarono i rivoltosi e li domarono. Nell'Ukraina avvenne qualcl1e cosa di simile,. ma anche là gli ufficia li furono tratti. in arresto; :;eguirono deportazioni in Siberia e condanne a morte e il movimento fu stroncato. Furono chiamati pure D . i membri delle società bonapartiste che aiutarono il princi pe Luigi Napoleone ad effettuare il colpo di Stato. (2 dicembre 1851). Decentramento. Sistema opposto all'açce-ntramento (V.), cioè allontanamento dal centro d i uffici, mansioni e a ttribu7,ioni, e loro assegnazione ad organi periferici. In altre parole, massimo sfruttan1ento degli elementi dislocati verso la periferia e tenclenz,1 ad affidar loro mans~oni assai ampie limitando a.I centro solo le attribuzioni cli capitale importanza ed aventi att inenza con la partespiccatamente direttiva. Un ben inteso decentramentotorna assai utile nell'amministrazione militare, a l fu.11zionamento dei vari comandi gerarchici, dai più elevati a.i più modesti, e dei vari enti, particolarmente d i que lli amministra tivi. Esso abitua gli ufficiali di ogni grado, ad affrontare la p ropria responsabilità., a decidere sen,..a titubanze ed incertezze sulle soluziòni da adottare, ad agire di iniziativa in mancanza. di particolari minute direttive o di ordini superiori. Il D. rende più snello, leggero e so)lecito il funzionamento, degli uffici e degli Enti militari, meno burocratico il tramite che devono seguire· le pratiche ed i carteggi, pi(1 celere insomma. l'espletamento delle mansioni. L'accei1tramento, per contro, produce in genere u n forte aggravio di lavoro ed un ral-


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1entamento sensibile nel disbrigo del lavoro stesso, in-convenienti che, come conseg-Jenza diretta, portano all'elefantiasi degli uffici ed alle interminabili lungaggin i b urocratiche. J?erchè il sistema del decentramento funzioni bene, è però condizione indispensabile di poter disporrè di ottimo personale direttivo ed esecutivo e di una perfetta ,organizzazione che agisca senza interferenze o disturbi in tutti i suoi clementi, dai più importanti ai più se,condari, dai maggiori ai minori. Ove qualche ingranaggio anhe modesto non muova in preciso sù1cronismo con -gli altri o dia luogo ad attriti ed inceppamenti, il mcc,canismo cessa di funzionare rego larmente e dà luogo a inconvenienti che possono jortare anche all'arresto o .quasi di tulio il sistema. Iiyntr_i termini, l'accentramento eccessivo è da proscriversi e ad esso deve preferirsi un D. ben inteso e bene organizzato. In Italia, per quanto ha tratto con l'amministrazione della guerra, prevale an-cora il sistema dell'accentramento. Devesi, infatti, far -capo al dicastero della guerra per molti particolari anche m inuti del servizio. Il governo nazionale, però, che J1a. già. affrontato e risolto numerosi problemi di capitale importanza, tende a gradatamente attuare un giusto -decentramento in special modo nel campo disciplina.re ed amministrativo, devolvendo ai comandi territoriali di corpo d'armata parte delle funzioni accentrate nel di <:astcro della guerra. Io questo senso è stato emanato n el 1925 un apposito Decreto legge, n. 2253).

Dècere (o D eceinreme). Era la più grande nave usata ,dai Romani, così chiamata per le dieci file di remi che la armavano. Siccome però non è possibile che una nave, data la lungbezza dei remi possa avere più di 5

400 De Cesare ' (baro11e Fra11cesco).. Generale dell'eser-· cito napoletano del secolo XVIII. Fu otlimo duce di caval leria, e si distinse aU'assedio di Capua (1799}. De Cesaris (Ulderico) . Medaglia. d'oro, n. a Spoltore (Teramo) nel 1889. Da sergente prese parte a.Ila campagna di Libia, col 34° regginlcnto fanteria; passato quindi alla ·scuola militare di Modena, ne uscì sottotenente di fanteria nel 18° reggimento, ove rimase con i successivi gradi di tenente e capitano. Durante la guerra italo-austriaca., si comportò in mo lte occasioni valorosamente, così da guadagnarsi una medaglia d'argento, una di bronzo, la promozione a tenente per merito di guerra ed infine la medaglia d'oro con la seguen te motivazione: << Di eccezionale calma di fronte al nemico, diede tali esempi di fulgido valore personale in ripetuti combatlimenti, di ardimento nell'eseguire 1·icognizioni, di iniziativa e cli fenuezza nel condu rre il proprio reparto, da. essere additato da tutta la di\•isione, ufficiali e soldati (di cui tre reggimenti, per la loro condotta in quelle circostanze, ebbero la bandiera decorata con la medaglia <l'argento al valor militare) quale valoroso fra i valoro~i » (Ruda, 6 giugno 1915; Venneglfano 19- 21 luglio 1915; Selz, 6-22 aprile 1916). De Ceuninck (barone A·m umdo). Generale belga, nalo nel 1858. Allo scoppio! della guerra mondia le era colom1ello di S. M . · fu nonlLnalo 1nagg:. generale nel settembre 1914 ,.

si distinse nella difesa di Anversa e nella ba.ttaglia dell'Yser. Passato al comando della 6• divisione, par tecipò alla lolla contro i Tedeschi iìno aJl'agostr, 1911, quando venne nominato :Ministro della guerra. Lasciò questa carica a.I · l'armistizio ed ebbe ' il comandò della 4• divisione. col grado di luogotenente generale.

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Hlcostruz!onc <li Decere ,·omana

ordini d'essi in altezza, così è probabile che i 10 ordini fossero calcobti nel senso della lunghezza della nave, mentre in altezza erano 5; oppure che fossero alternati com'è indicato nella incisione.

De Chabeau (barone Carlo LodtrJico). Generale del secolo XVIII. Ufiìciale del regg. Savoia fino dal I 710, divcnttc colonnello nello stesso e si distinse nel detto comando alla battaglia dell'Olmo e all'attacco d'Asti (1744). Promosso magg. generale ebbe il comando della città di Novara (1748). , De Challes Millet (P.ietro). Generale del secolo XVII. Salito in rinomanza per il valore dimostrato in molti fatti d'armc, specialmente all'assedio di Trillo nel l 658 fu promosso comandante ciel regg. di S. A. R . P romos,o magg. generale lu nominato governatore di Villa.franca e del forte di :Montrt:lbano. De Chastenet (Giacomo, marchese tli P.wységz,r). ~rarcsciallo di Francia. Partecipò a tulle le camJ)agne dell'epoca. Compilò un'importan te opera : << L'arte della guerra )) .


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De Chaurand de Saint Eustache (Conte Fez;ce). Generale, n . a Chiavari nel 1857. Sollot. d'ar t. nel 1875, frequentò la Scuola d i guerra ed entrò nel 1884 nel Corp·o d i S. M.; promosso colonnello ( 1898) ebbe il comai1do del 39° regg. fant. Comandò da magg. genera le ( 1905) la brigata Rcg_ gio e conscgu ita 11el 19 I O !a promozione a tcn. generale prese parle alla campagna di Libia meritandosi la croce di comm. dcll'O. }VI. S . Nel 1915 fu inviato in m issione negl i Stati U n iti d'America per l'incetta di quadrupedi, e tornato in I talia prese parte alla campagna. del 19 15-1916 p resso il comando del IH C. d ' A. ; nel 1916, a l comai1do della 35" d ivi;., si battè contro l'offensiva nemica sugli Altipiani. Collocalo in congedo (1916), assu11se nel 1923 il grado d i generale di divis. nella riserva. Fu uno dei fondatot·i della. « Unione Militare »; collaborò a. molte Riviste, e scrisse le seguenti opere: « L'occupazione austroungarica della Ilosnia cd Erzegovina nel 1878 »; <e Anni e F inanza»; « Le istituzioni militari odieme ed il loro avvenire»; « Il presente momento militare (1906) »; « La preparazione m ilitare i>; « L'anima giapponese,,; « Il disagio m ilitare, cause e r imedi ll; « G li insegnamenti rnttici della guerra i talo-turca>); « La nazione armata». De Cha11.rand de Saint Eustachc dei Conti Enrico. Genera.le, fratello del pre1:edente, n . a ·Chiavari nel 1859. Sottotenente d ',1rt iglieria nel 1878, entrò nel Corpo di S . M . (1895) e fu insegnante presso la Scuo-la di Guerra. Partecipò alla campagna d i C ina quale addetto a l Quart. G. del maresciallo Waldersee (1900-1901); promosso colonnello (1902) comandò il 9 4° regg. fant. e fu direttore in seconda dell' lstituto Ceogra.Jico M ilitare ( 190Sì . Nel grado cli maggior generale ( 1908) ebbe il comando della brigata Cremona .e della divis. di Cuneo (19 12) e nel 191.3 fu c<>llocato a riposo. Consegu ita nella riserva (1914) la p romoz ione a ten . generale, fu richiamato in servizio nel 1915 qua le Presidente della 3• Commiss. Sanita ria presso il C. d'A. d i Napoli. R icollocalo in congedo ( 1917) raggiunse nel 1924 il grado d i generale cli C. d 'A. nella riserva. Collaborò in varie Riviste e pubblicò u na caria dell'Etiop ia e i libri : « Ar te m ilitare per l'ufficiale d i -cavalleria Jl ; « Testo di topogra1ia militare», ecc.

Decima militar e. Imposta che gravava su beni immobili' o mobili cli pertinenza. dei d ipendenti clall'au· torità ecdesiastica, infeu dati a i militari che avevano presta to ser vizi a van taggio della ch iesa. Pare che abbia avuto origine da Carlo :Ylar tello, quando diede ai Leudi pai·te dei beni delle chiese perchè !'aiutassero a

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respingere gli Ara.bi (732). Dopo il Concilio del Later ru10 ( 1179) tenuto da Alessandro III papa, s i proibì ai laici di acquistare D .; però rimase la D. infeudata a milita ri.

Decima Salaclin.a. Imposta caricata in F rai1cia ed Inghilter ra nel 1188, con tro coloro che non si arruolava.no fra i Crociati, equ ivalente al decimo dei loro redditi e del valore dei loro beni mobili. Fu deliberata per deficienza di danaro necessario per le Crociate. Ebbe carattere sacro, e per conseguenza si minacciò la scomunica contro i debitori, inadempienti. La D. venne applicata anche a carico del clero.

Decimazione. Presso gli antichi, allorchè non sì volevru10 mandare a morte tutti i prigionieri fatti duran te tllla guerra, ovvero tutti i soldati d i un reparto reso~ i colpevole di grave reato (rivolta, defezione, ecc.) si estraevano a sor te coloro che dovevano scontare la pena e il decimo nome, o il ventesimo (vigesimazione) o il centesimo (centesimazione) che usciva, era designato per il supplizio. E poichè il destinato era generalmente il decimo, tale operazione era chiamata decimazione. La applicazione di questa pena risale a tempi molto antichi ed esempi numerosi d i essa. si hanno nella storia romana. Il primo ad introdurre questo castigo negli eserciti romani fu Appio Clau dio. Anche presso i Galli fu lungamente e la rgamente in uso, prestandosi aç essere attuata sotto varie forme che potevano soddisfare la fru1tasia più o meno bar bara e feroce dei capi. Dopo aver debellato i sassoni, P ipino inventò - ad esempio - una nuova forma di decimare i p rigionieri; tutti coloro la cui testa non ragg iunge_va l'elsa della sua spada erano decapitati. P resso gli eserciti d i Carlo Magno, la D ., era praticata contr o la vigliaccheria e l'i11disc iplina. D u rante le guerre d ì religione dei secoli XVI e XVII, la D. esisteva ancora. Andò poi gradatamente scomparendo. Da molto tempo essa non è p iù contemplata. nei codici delle nazioni civili, perchè barbara usanza che spesso colpiva l'innocente, lasciando impunito il colpevole. Decimo. Localiti, non lungi eia Cartagine, forse presso l'orlìerna Hamma.n cl Enef. Ha dato il nome a una battaglia che appartiene alla spedizione del generale biz;antino Belisario contro i Vandali (giugno o d icembre elci 533 d. C.). J3clisario sbarcò presso Ca.po Vad a con 11.000 fan ti e 5000 cavalli; ad affrontarlo mosse il re vandalo Gclimero, il quale fu sconfitto e si diede alla Iuga. mentre i B izantini occupavano Cartagine. Decimomannu. Comune in prov. d i Cagliari, n ella p ia.nura Dorida. F u in tempo an tico uno dei baluardi del G iudicato di Cagliari. Nel 1323 un capitano Manfredi vi condusse u n a grossa colonna dì tru ppe, sbarcata. da una squadra pisana che tendeva a liberare Igles ias dagli Aragonesi. L'infante Don Alfonso lo assalì fra D . ed Umas, ed in quel fatto d'armi s i spense definitivamen te la fortu na della Repubblica di P isa. Vent'anni più tardi, in altra guerra fra Arborea ed Aragona, D . ·cadde in mano del Giudice d'Arborea per tra.dì.mento del Conte Gerardo Donoratico. Decio Mure (P1,bl·io). Generale romano. Essendo tribuno salvò l'esercito minacciato da un attacco dei Sanniti: nel 340 a C., essendo console col:nandante contro gli stessi, s i consacrò alla morte per assicurare la vittoria. Il suo esempio fo seguito dal figlio contro i Galli ( 295) e dal n ipote contro Pirro (279). 77


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Decio T-rajano (Gneo :ìl'lcnio Quinto). Imperatore e generale romano; n. in Paru1onia, m. in Tracia (201251). Salì pel· proprio merito da gregai-io dell'esercito all'onore del Consolato. Inviato dall'imperatore Filippo a sedare una ribellione nella :ìl-Iesia, invece d'obbedire, assunta la porpora, marciò contro il sovrano che vinse presso Verona (249). Valente condottiero emerse per valore e perizia conto Goti, Illiri e Persi. :Ma ingannato da falso avviso d i Gallo, che tendeva a succedergli 11cl trono imperia le, inseguendo i Geti s'ingolfò in una palude alla testa del suo esercito, e vi perì tra:fitto d alle frecciate dei bar bari (251). Fu celebrato, oltre che per le sue qualità militari e di carattere, per la ricostruzione delle mura di Roma.

Decker (Carlo di). Generale e scrittore mii. tedesco (1784=18-14). Fece le campagne del 1806, 1807, 1813, 1814. Dopo il 1S15 fu professore nella scuola d 'artiglieria, membro dell'uflìcio topogrru:6.co e del corpo esaminatori. F ra le molte sue opere meritano speciale menzione: « L'artiglieria per tutte le a rmi » ; « Raccolta mili tare l>; « Studio sulla condotta della guerra attraverso i temp i »; « Insegnamenti sulla condotta nelle battaglie delle due armi sorelle, Cava!leria ed Artiglieria a caval lo l> ; { < La campagna di Bonaparte in Italia l>; « Tattica delle tre ai-mi »; « Condotta della guerra in Algeria ll. Egli fondò inoltre nel 1816 la pubblicazione settimanale e< M ilitarwochenblatt )J (Pagine settimanali militari) e pubblicò carte topogra.fichc. Declinazione magnetica. Angolo che il meridiano geogra.fico di un dato punto forma col. meridiano magnetico dello stesso. E' orientale ed occidentale a secon do che la punta nord dell'ago magnetico piega verso est o verso ovest; subisce variazioni periodiche ( annuali, mensili, diurne) e variazioni eventuali (perturbazioni magnetiche varie, ecc.). Nelle nostre regioni, attualmente, è occidentale e diminuisce di 6' ogni anno. Apposita carta magnetica viene pubblicata dall'Istituto Geografico militare di Firenze; da essa si desume il valore dell'angolo di declinazione per le varie località. II declinatore 1nagnetico è costituito da un ago magnetico libero di oscillare entro un tubo o entro una scatoletta, per alcuni gradi soltanto, intorno alla sua posizione d i equilibrio sud-nord. F u introdotto negli strumenti topografici dall'inventore della celerimensura , il maggiore prof. Ignazio Porro. Decomposiz ione deglì esplosivi. Risultato della reazione chimica che avviene nelle sostanze esplosive quando, con una determinata elevazione della temperatura (temperatura iniziale di decomposizione) in un pun to solo della loro massa, la r eazione s i propaga, dando luogo all'esplosione. L'inizio della reazione può otten~rsi sia con l'accensione diretta , mettendo a contatto dell'esplosivo un corpo incandescente, e sia a mezzo di un'azione meccanica di effetto termico: sfregamento, urto, percussione. Dalla brusca decomposizione nel punto di origine si produce un primo urto che scalda e com-

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prime lo strato circostante sino a farlo raggiungere il limite di reazione, comunicando cosl d i strato in strato l'esplosione alla intera massa, con una vera onda espio~ siva, o onda chimica, di velocità eminentemente p iù cleva.ta di quella che si riscontra nella semplice infiammazione. L'applicazione di questo principio è della massima importanza nel campo tecnico poichè, mentre con l'ijne.sco fusante o incendivo si determina l'accensione sfnp!ice che produce l'esplosione comune, con l'impiego dei detonatori invece (fulminato di mercurio, ecc.) si mira a provocare l'urto violento. In dipendenza della caratteristica e della costituzione dei varì esplosivi, e p rinci palmente delle condizioni fisiche - temperatura e pressione - in cui s i veri.fica il fenomeno, s i ottengono effetti tota lmente d istu1ti, tanto nelle modalità che nella velocità della reazione esplosiva. Se la velocità di combustione è rapida, allora il calore svi luppato agisce quasi per intero a scaldare i gas prodotti aumentandone la pressi,me; se essa è len ta, invece, una grande quantità di calore si disperde per irradiazione. Con riferimento quindi a lle sopraindicate condizioni, la reazione esplosiva ha luogo in modi assai diversi che possono classificarsi nei tipi fondamentali seguen ti:

a) Decomposizione lenta e spontanea. E' peculiare degli esplosivi nitrici, facilmente soggetti a scomporsi, e si verifica allorchè questi composti sono tenuti a temperatura troppo a lta. Talora si manifesta anche a temperatura ordinaria. se essi sono impuri per traccie di acid ità. b) Combustione all'aria libera. In linea generale non costituisce un vero fenomeno esplosivo; le modalità della reazione sono però diverse e t.rovansi in rapporto alla natura dei vari esplosivi. Per molti di essi, nelle normali condizioni d i temperatura e di pressione, la reazione, iniziatasi in un punto, s i propaga successivan1ente a tutta la massa, senza soverc_hia rapidità e senza notevoli effetti meccanici. Nel caso però di una a bbondante quantità di sostanze esplosive, la massa dei gas Tisultanti, non riuscendo a espandersi facilmente nell'atmosfera, p uò determinare un elevamento della temperatura e una p ressione taJi eia dar luogo all'esplosione. e) Combustione semplice. Si verifica quando la reazione avviene in ambienti d i capacità limitata, per cui i gas risultanti determ inr,no delle a lte pressioni. I l fenomeno è di carattere soltanto chimico e non diversifica. da quello che caratterizza la combustione all'aria 1; bera; ma ne d ifferisce per la rapidità con cui si propaga nella massa esplosiva. La velocità dl combu stione o di 'deflagrazione è però nettamente d istinta dalla veloòtà di reazione esplosiva e costit~isce l'azione espansiva o progressiva, opportunamente utilizzata nel lancio dei p,roietti. L a deflagraz ione, infa tti, è caratterist ica delle polveri di lancio. d) Detonazione. E' la reazione esplosiva che s.i sviluppa subitaneamente,__ con estrema violenza e rapid ità in uno spazio circoscritto, determinando sugli oggetti vici11i notevoli effetti meccanici e d i distruzione. Queste forme di reaziol'\e esplosiva, se possono considerarsi tipiche, non sono però d a ritenersi decisamen te nette e d istinte; esistono invece fra di esse innumerevoli gradazioni. Parimenti può dirsi che uno s tesso esplosivo, con l'in tervento d i specia.Ji condizioni, può decomporsi tan-


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to secondo la forma della combustione libera, che della deflagrazione, o della detonazione.

De Conciliis (L orenzo). Generale e palriotta, nato e morto ad Avellino (1775-1866). Fu a capo dell'insur-

rezione del 1820 in A vcllino e poi esulò nella Spagna dove si battè nelle file dei Costituzionali ; sconfitti questi, passò a combattere per la libertà della Grecia. Nel 1848, a N'apoli, assunse il comando del 4" regg. della Guardia Nazionale. Nel 1860 proclamò in Ariano il governo provvii.orio e combattè a fianco di Garibald i da cui venne nominato magg. generale, quando aveva gièt 85 anni Fu deputato al Parlamento d i Napoli.

De Costanti n (-marchese Felice). Amm iraglio nella flotta sarda (secolo XVIII). Comandante della marina sarda a Vill afranca, aveva reso ottimi servizi quale comandante di dipartimento. Dove però rifulse maggiorme11te la sua abilità fu nel combattimento del febbraio 1793, quando al comando d'una squad riglia navale sarda tenne testa a 17 navi francesi. Ebbe la commenda dell'O. M. di Savoia. Decorazione. Vocabolo venutoci dalla Francia per indkare un segno di distinzione per servigi resi all'esercito ed alla patria, o per atti di valore. La D. ha il duplice scopo di ,·icompensare i degni, e nello stesso tempo d' indicarli al rispetto e all'imitazione deg li altri cittadini. Tale mezzo di stimolare gli uomini alle azioni nobili e virtuose è antiohissimo; Greci e R omani l'usa-

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messe sulla metà d i sinistra della giubba sul petto all'aJtezza del secondo bottone, attaccate d~ destra ~ sinistra in ordine di precedenza a seconda dell'iJJ1portanza di ciascuna. Coll'abito borghese si possono portare. ·le D. o invece di queste medaglie e croci di minori diJJ1ensioni, oppure i semplici nastrini di stoffa o metallo smaltato. Sono pure invitate a. fregiarsi delle D. le madri e vedove dei caduti sul campo o in seguito a ferite di guerra, di cui sono stati fregia ti i rispettiv i figliuoli o mariti. I militari non fregiati del distintivo di mutilati o D . al valore hanno l'obbligo del saluto verso i pari g rado che rechino sul petto i segni di dette distinzioni. L e sentil1elle J1anno l'obbligo d i salutare (posizione d'attenti a picd'ar m) i decorati al valor m ilita.re o di marina quando vestono l'abito civile le madri e vedove dei decora ti al valore che portino distintivo o le D. Nelle cerimonie militari i D. al valore o con ctoce d i guerra alle quali non si possa intervenire che con in viti hanno libero ingresso.

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De Cornè (Achille). Generale, n. a Xapoli nel 1846. Usci dall'accademiiL sotlot. d'artiglieria (1864) e prese parte da tenente alla campagna del 1866. Promosso capitano dopo hL Scuola di guerra (1873) salì r apidamente ai grad i superiori, ed ebbe da colonnello il comando del Collegio milit. di Napoli (1892). Collocato in P. A. a sua domanda (1902), successivamente a riposo ( 1905) fu promosso magg. generale nella riserva nel 1908 e tenente generale nel 1914.

De Cosa (bar1n1e Raffaele). Ammiraglio napoletano, n. e m. a Napoli (L778-1$56). Usci dall'Accademia nel 1793 guardia marina, e prese parte subito alla spedizione contro i Francesi a Tolone, continuando poi nella Crociera della flotta anglo-napoletana sul Med iterraneo. Nel LSOO partecipò all'assedio di Genova, dove, per la sua condotta eroica, ottenne 1tna medaglia d'oro. Nel 1807 prese servizio sotto Giuseppe Napoleone e combattè nel Canale di Procida con tro la squadra inglese. Nel l 828 fu , colla fregata Isabella a fare una d imostrazione contro il bcy di Tripoli. Comandò le squadra napoletana che trasportò a Vene1,ia (1848) il contingente di truppe gu idato dal gcn. ,P epe, per la guerra contro l'Austda. Richiamato dal proprio re, cd impostogli di agire con tro Messina, domandò di essere sostituito nel comando ed esonerato dal servizio, ritirandosi a vita privata.

Il ne d'Italia e Polncaré decor;rno un alpino al fronte italiano d urante la grancle guerra rono per onorare i soldati che si segnalavano in guerra. Es., la Corona (V.) romana. P resso i Turchi erano in uso le Pellicce d'onore. Napoleone I adottò il sistema di appuntare sul petto del soldato, distintosi in un combattimento, la propria stella d'o,ime, sul campo di battaglia. Success.ivamente venne l'istituto della Legùm, d'onore. Tn Italia le D. si distinguono in Ricompense (V.) al valore ed Onorificenze (V.). L e D . devono dai militari essere portate in tutte le funzioni e cerimonie nelle quali sia prescritta la grande uniforme; e nell'uniforme ordinaria è obbligo di portare costantemente soltanto i nastrini r elativi a ciascuna decorazione. L e D . vanno

De Courten (L,.igi E.,geiiio) . Generale del secolo XVIII. P restò servizio per circa quarant'anni nel regg imento svizzero di Rictmann e con esso partecipò alle guerre di Successione di Polonia e d'Austria, d ivenendo colonnello nel 177 L :\Te] 1774 ebbe il comando del reggimento K albermatteu ed il grado di brigadiere. Promosso magg. generale nel J782, due anni dopo fu capo del regg. che si chiamò col suo nome (De Courten). Divenne tenente generale nel 1785. De Courten Raffaele. Generale dello Stato Pontificio, nato a Sierre (Vallese) morto a Firenze (1809- 1904). Entrò al servizio del papa ( 1832) dopo la rivoluzione emiliana con gli assoldati, due regg, svizzeri. Combattè a Vicenza ( 1848) alla testa del suo r egg. sotto Durando. Generale ( 1860) a.gli ordini del L amoricière partecipò alla difesa di Ancona. Nel 1865 sostitul a Roma il generale Kanzler; combattè a Mentana ( 1867) contro Gari-


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baldi; presiedette iJ Consiglio per la difesa di Roma nel 1870.

fu ucciso e tutti i suoi dipenden ti rimasero morti o feriti » (Dogali, Eritrea, 26 gennaio 1887).

Deorès (d1tea Dionisio) . Ammiraglio francese ( 17621820). P rese parte alla guerra d'America, e tornalo in patria divenne ammiraglio nel 1798. Prese parte a llo sbarco a Malta e alla battaglia d' Abu kir. Nel 1800 forzò il blocco inglese, ma dopo una difesa eroica dovette arrendersi. Rientrato dall'Inghilterra fu da Napoleone posto a l comando della squadra d i Rochefort, poi d ivenne i'vJinistro della Marina. Spiegò molta attività e competenza, specie nell'allestimento dei po rti e degli stabilimenLi marittim i dall 'Adriatico a l Baltico. Preparò con abilità la spedizione d i S. Domingo e la flottiglia d i Boulognc. Fu collocato a riposo dalla Restaurazione.

De Ougis (Luig,). Generale, n. a Livorno nel 1867. Sottot. d'art. nel 1889, entrò nel 1903 nel Corpo cli stato maggiore; presente alla campagna d i Libia guadagnando a Rodi una med. di bronzo e alle campagne del 19151916-1917, conseguendo nel 1916 la promozione a c.olounello. Collocato in P. /\. nel 1920, raggiunse nel 1924 il grado d i generale cl i brigata.

De Cornè Achille

Dc Cristo rorls Ca.rio

De Oristoforis (Carlo). Patriotta e scri ttore, n. a Milano, m. a S. Fenno (1824-1859). Studiò leggi, e nel 1848 combattè tra i volontari di L uciano Manara ; fu poi libero docente a J>avia, ma in seguito a i moli del 18S3 dovette ,esulare in Francia dove coltivò gli s tudi matematici e militari. Combattè in Oriente come capitano nella legione a.nglo-italiana, e poi fu p rofessore di arte m ilitare in Ingh ilterra. Nel 1859 tomò in patria, e fu nominato comandante la .3' cp. del l O regg. dei Cacciatori' delle Alpi. Dopo essersi distinto al Ponte di Casale e a Sesto Calende cadeva eroicamente il 27 maggio nel combattimento d i S. Fermo. Lasciò scl'itti diversi lavori, tra cui pregevolissùno il volume cc Che cosa sia la ~uerra », nel quale assurge a maestro e scri ttore d'arte bellica. De Cr-istoforis Tommaso . .Med aglia d'oro, n. nel 1841 a Casa! Monferrato, caduto a Dogali nel 1887. E' l'eroe di Dogali, la prima medagl ia d'oro delle nostre campagne coloniali. Ufficia le di fanlel'Ìa in S. P . E. aveva partecipato col gra<lo di tenente alla campagna del 1860 nelle J\farcbe e nel]' Umbria , gua.dagnandosi una i:11cd. d'argento. Promosso ten. colonnello nel 1886, nel settembre dellq stesso anno partì per l'Africa; trovando gloriosa fine a Dogali. La medaglia d'oro fu concessa alla memoria dell'eroico uf:fìciale superiore çon questa semplice motiva.zione:

·« Per avere· spontaneamente impegnato il cori1batti111ento conl..ro for7,c .spr.oporzionata mente Superiori: e ' per. aver in seguito opposta eroica d ifesa nella qua le egli

Decumano. Aggiuntivo della X leg!one romana, e di ogni cosa ad essa appartenente. I soldati d i questa legione erano chiamati sostantivamente decumani. E D. si diceva la porta, nell'Accampamento (V.) romano, O']) posla alla por ta P retoria. De Cumis (Teodoro). Generale e scrittore mi lita,·e, n. a Catanzaro, m. ad Ostuni (1852-1917). Sottot. di fanteria n el l 870, compì i corsi della scuola di guerra. Nel 1892 insegnò tattica alla scuola di guerra. Colonnello nel 1897, comandò il 19" regg. fanteria. Magg. genera le nel 1903, comandò la brigala Regina e nel 1909 fu C()llocato a riposo. Nella riserva venne promosso ten. generale nel 1912. Richiamato durante la guerra, tenne il comando della cl ivis. territoriale d i Catanzaro fino a1la sua morte. Pubblicò un << trattato cli tattica )J e stud iò con passione la questione militare del mezzogiorno d'Ita lia facendone argomento di diverse pubblicazioni raccolte p oi nel libro: cc Il :Mezzogiorno nei problema militare dello Stato». Decuria. Genericamente, un reparto d i soldati composto di d ieci uomini. Squadra di dieci soldati romani comandata da un decano, se cli fanti, da un decurione, se di ca valli. Adopera vasi questa. denominazione solo sotto le armi, poirhè nei quartieri lo stesso reparto chiama.vasi con tu bernia. Ogni cen turia comprendeva dieci decurie. E' da tener presente che la decuria romaJ1a, come il loco dei greci cd il plotone dei moderni poteva esser composta, sotto le armi, d i u n numero va.rio di uomini a seconda della forza presente e delle necessità contingent i. "E così si ordin ava ora d i otto, ora di dieci, ora di dodici o d i se<lici soldat i. La D. corrisponde alla nostra squadra. Decurione. Era così chiamato colui che ~nelle torme della cavalleria romana era il capo di dieci soldati. Ogni torma, essendo composta d i trenta cavalli, aveva tre decurioni. Successivamente la tonna. ebbe 32 cavalli cd un solo comancla.nte che cont inuò tu ttav ia a mantenere il nome clL decurione o decuria e venne ad essere il primo gradino della scafa ge rarchica degli u fficiali. Dedeagao. Città della Bulgaria con porto sulle coste del mare Egeo, nel golfo di Enos, presso la foce della Ma.ritza, allacciala alla grande rotabile e ferrovia Salonicco0Costantinopoli, e a llo sbocco sul mare del fascio s tradale che mena per la valle della ;11[a.,,itza ad Adria nopoli. Nel 1912 venne tolta ai Turchi dai Bulgari, e mantenuta du rante tu tta la guerra balcanica. Allo scopp io della seconda guerra balcan ica ( 1913) venne bombanlata. dalla tlol.ta greca che obbligò la guarn igione bulga ra ad abbandonarla . Dopo la pace d i Bucarest (1913) rimase alla Bulgaria, che ne accrebbe l'imporl.anza politico-m ilitare. Nello svolgersi della grande guerra ii porto di D . servl come scalo d i r iforniment i per la Turchia durante il periodo di neutralità della Bulgar ia;

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poi, quando quest'ultima nai:ione si unì agli Imperi Centrali, venne fortificata, e fu perciò bersaglio di bombardamenti da parte della flotta anglo-francese ( 1915) e dell'incrociatore italiano P iemonte (1915) clie vi distrusse la stazione ferroviaria e convogli militari. E nuovamente dallo stesso P iemonte che, bombardate caserme e fortificazioni, concorse con navi alleate all'occupazione della città.

De Dom inicis (Domenico). Medaglia d'oro, n. a Napoli nel 1875, caduto in Libia nel 1913. Ufficiale di fanteria in servizio attivo. aveva combattuto valorosamente in Eritrea. Inviato nel 1912 in Libia, quak ca.pilano nel 5° bgl. iu<ligeni eritrei, trovava eroica morte in combattimento. L'episodio glorioso è così narrato nella motivazione con la quale fu concessa alla memoria del De Dominicis la medaglia. d'oro al "alor militare : << Guidava con grande slancio ed ard ire la sua compagnia nell'attacco ed in parte de l lungo insegu irnento. Richiamato, poi, su un altro fronte per salvare una sezione di artiglieria minacciata da imminente pericolo di accerchiamento, animosa.mente affrontava, con la sua sola compagnia, allo scoperto, numerosi nemici trincerati a brevissima distanza, salvando i pezzi e fermando l'aggira mento. Cadeva gravemente ferito, morendo il giorno dopo>>. (Maharuga, Libia, 24 dicembre 1913). Dedon-Duc laux (Francesco). Gene.raie francese (1762- 1832). Partecipò alle campagne napoleoniche; alla Restaurazione aderì ai Bor boni. Lasciò alcune opere, fra le quali: « Campagne dell'armata <lei Reno e della Mosella >); « Memorie militari su Kehl >>; ccc. Deeg. Città delle Indie inglesi fra Delhi ed Agra, nell'alto Iumma. Combattirnento e presa di Deeg (1804). Appartiene al periodo della sistemazione delle Indie sotto il governo d i L ord Wellesley. I Mahralti m inacc iavano un colpo cli ma.no s u Delhi. Il gen. Lake, conosciuta questa intenzione, mosse contro <li loro. La brigata <l'avanguardia incontrò il 13 nov. 1804 sotto D . la fanteria regolare maJuatta, rafforzatasi con artiglieria in forte posizione, coperta. ed appoggiata da un paclule. I l gen. Frazer, comandante della brigata, fece attaccare la posizione dal 76° regg. e dal 1~ europei. Alle prime fucilate cadeva lo stesso comandante della brigata, immediatamente sostitu ito <lai gen. Monson. Questi dopo intenso fuoco di preparazione, sferrò ripetu ti assalti alla baionetta, e riuscì a snidare i difensori dalle loro posizioni catturando lè loro artiglierie, e uccidendo circa 2000 u. Gli Inglesi perdevano 650 u. fra mort i e feriti tra cui 20 ufficiali europei. Il gen. L a kc, fatta circondare D ., se ne impossessava a viva forza il 23 d icembre perdendovi 227 fra morti e feriti.

De Fabii-Pezzani (nob . Édoardo) . Generale, n . a Milano, m. a Roma (1845-1919). Sotto!. d'art. nel 1865, prese parte l'anno seguente alla guerra. Percorse tutta

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la carriera nell'artiglier ia fino al grado di colonnello (1897). Comandò la scuola centrale di tiro d'artiglieria, poi il collegio m ilita.re di Roma. Fu promosso generale nella riserva (1910).

De Fa!Jly

De Fallli-Pezzani

De Failly (Pietro Litigi). Generale francese (18101892). Raggiunse il grado di generale nel 1854; combattè in Crimea e poi, al comando di una divis., nel 1859, in. Italia. Nel 1867 fu comandante del Corpo di spedizione contro i Garibaldini, che vinse a Menta.na.. Nel 1870, assunse il comando del C. d'A. e fu battuto a Beaumont. Prigioniero a Sedan, fu collocato in disponibilità.• L asciò un breve lavoro : cc Campagna del 1870, operazioni e marcia del V Corpo d' Armata». De Falco (Giulio Cesare). Architetto e scrittore militare del sec. XVI, 11. di Capua. Verso la metà del detto secolo era in fama di valente costruttore d i fortificazioni. Lavorò a Gaeta, a Brindisi, a Capua medesima. Pubblicò « La N antica Militare>> e lasciò manoscritti, fra cui un'opera <e Sul modo di fortificare le piazze ». De Falco Edoardo. Generale, n. ad Arienzo nel 1854. Sott. d'art. nel 1885, prese parte alla campagna di Libia e partecipò alla guerra 1915-1918, prima nel grado di ten. colonnello, poi quale colonnello comandante del 71 ° raggrupp. d'assedio e. dell'art. della 57• divis., meritandosi una med. di bronzo sull'Isonzo (1915) dove venne anche gràvemen te ferito e guadagnandosi la croce di cav. dell'O. M . S. alla Bainsizza ( 1917) e quella di uff. dello stesso ordine a V ittorio Veneto. Collocalo in P . A. nel 1920, ra.ggiu,ise nel 1923 il grado di generale di brigata.

De Falconeti. Ingegnere mii. del sec. XVIII. Era ten. colonnello degli ingegneri nel 1754 quando, studiando le fortificazioni di Alessandria, scrisse « Scelta di vari sistemi d i fortificazione, antichi e moderni >>; opera nella quale sono descritti 74 sistemi di vari ingegneri mjlitari. De Faucigny. Nobile famiglia savoiarda che ha a,'tlto parecchi generali fra i quali: P1·ospero de Fauc-igny marchese di IA,.cinge. Generale, m. nel 1683. Capita.no al servizio della Francia (1653), nel 1671 appa.rtenne al regg. <li cavalleria piemontese del Principe di P iemonte raggiungendo poi i gradi di colonnello e di maresciallo <li campo. Prospero de Fau.cigny marchese di Lucinge. Generale piemontese ( 1643-1715). Nel 1691 fo capitano dei gentiluomini arcier i della guardia del corpo di Vittorio Amedeo cl1e lo nominò poi governatore di Torino. Luogotenente generale nel 1697 e collare della SS. Annunziata, nel 1700 d ivenne governatore del Chiablese e del Genevese.


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Defezione. Abbandonc> d ella parte che si serve per dovere o per palli. Separazione di sudditi dal loro sovrano; di so ldati da l r ispettivo comandante; d i truppe alleate da una lega, ecc. La voce è latina e significa. p ropriamente abbandono; m:i. prende valore d,11le circostanze di tempo e di modo, cosicchè viene talvolta a sif,'Ilifi.care ribell ione e tradimento. _V! ilitarmente è reato di somllla gravità. e particolarmente riprov~vole pcrchè carnttcrizzato da ma.ncania di accordi convenuti, o promesse fatte, e da codarr!ia. Defìlamento. E' la protezione a l tiro od alla vista data da un ostacolo. Dicesi (< zona defilata al tiro >l l'estensione di terreno, dietro w1 ostacolo d i altezza data, su cui non può. cadere u n proietto che ne sfiori il ciglio (b-n della figu ra I). Il s uo valore approssimativamente è dato da b-n uguale a-b tang. w (<,>, angolo di caduta). La p rofondità della. 7,0na. defilata dipende dalla quota della sommità dell'ostacolo sul terreno che vi sta dietro, dalla distanza dell'origine del t iro dall'ostacolo, dalla maggiore o mìnoi·e curvatura. del:a traiettoria, dall'andamento del terreno dietro l'ostacolo e da lla differenza di livello fra l'origine del tiro e il ciglio dell'ostacolo. Sulla profond ità della zona defilata influisce anche l'inclinazione della scarpa interna dell'ostacolo; maggiore è questa. inclinazione, minore è la profondità della zona defilata. In 1>ratica, trattandosi di rìpara1·e materiale o truppa. dietro u n ostacolo, l'estens ione u tile di zona defilata, cioè la. zona protetta (b-d, fig. l) si deve calcolare in base a ll'altezza a-b dell'ostacolo, d iminuita di (lllella c-d del materiale o della truppa che si vuole deùlare. Un puato dices i « defilalo alla vista)> rispetto ad un altro p unto quando un osservatore, posto in quest'ultimo, non p uò scorgere il primo. 11 dcfilamento alla vista è ottenuto valendosi opporlllnamentc di accidentalità del terreno (masse coprenti), oppure di maschere

(naturali od artificiali). Tali mez;,,i possono anche completa.rsì a vicenda. Per cop,it-si dall'osservazione degli aeroplani si ricorre al mascheramento e ad altri artifici. Dìcesi « I inea. di defilamcnto >l O C la retta che con-

giunge l'osservatorio nem ico O cd il ciglio della massa C.

« Angolo di defilamento » è quello che la linea ora delta fa con l'orizzonte. Defilaniento di un punto A i, la quan_ tìtà A B (espressa ;,. 111.etn) d i cui la linea di dcfilamen to sovrasta al punto stesso. Una postazione dicesi defilata al materia le, all'uomo in piedi, all'uomo a cavallo, alla vampa od alla polvere sollevata dallo sparo, quando l'osservatore ncnùco non può scorgere rispettiva mente uno di questi clementi. Le altezze rispettive di defila.mento sono : al materiale: l'a ltezza d i esso sul s uolo; all'uomo in piedi: m. 1.80; all'uomo a cavallo : m. 2,50; a lla vampa : m . 4-8 (secondo il calibro e la spec ie delle artiglierie; alla polvere: m. 8-15 (secondo il calibro e la spec ie de.Ile a rtiglierie). Di notte le posizioni di batterie che, secondo i dati sopra elencati, sarebbero defilate, possono essere, con una certa approssimazione, rilevate per il bagliore prodotto dalla vampa. Il va lore del defila.mento i: dato,

molto approssimativamente, dall'espressione: cL(eceo) 00 1()00

ess~ndo cl la distanza in metri della. postazione A dal ciglio C defibnte; 2c ed 2 0 , rispettivamente, il sito di detto c igl io rispetto la postazione e il s ito dell'osservatorio nemico rispetto al ciglio defilante.

De Filippi (G-i-u.seppc). Medico capo nell'eserèito napoleonico d'Italia e scrittore, n. a Varallo Pombia (1782). Fece con Napoleone und ici campagne compresa quella di Russia. Scrisse diverse opere di medic ina, anche d ì ca rattere J11ilitare; fra le a ltre ricordiamo << Il Galateo del medico». De P.itippi Ciuseppè. Generale, n. a T orino nel 1834. Prese parte alla guerra. del 1859, raggiu,ise il grado cl i magg. generale nel 1888 e andò in P . /\. nel 1891 e nella riserva nel 1894.

De Filippis (ma.,·chese Costa11ti11,o). Generale napoletano del secolo XVIII. Si distinse a Tolone (l i93); comandò poi le truppe regie che occuparono Napoli nel 1799 a nome di Ferdinando I V. Fu governatore della Calabria, segui Ferdinando in Sicilia, e rientrati i Borboni a Napoli, fu nominato Intendente mii. d ella provincia d'Avellino e poi di quella di Terra di Lavoro-. Deflagrazione. Costituisce una delle modalità di combustione delle sostanze esplosive e, più precisamente, si v.erilica. alloi-chè la reazione avviene in uno spazio limitato. Il proce!lso della decomposizione può assumere allora una forma assa i viva e detennimu·c la produzione immediata dì una grande quantità di gas, i qua.li perciò .::sercitano pressioni e levate. Con l'aumentare della pressione si a.ccrcsce anche la. rapidità con la quale la reazione esplosiva si propaga nella carica.. Gli esplosivi destin ati alle armi da fuoco debbono essere dotati della proprietà d i fornire una. combustione graduale; essi si preparano di regola in forma di piccole masse o gra.ni di va.ria grandezza., e vanno gene.rahnente sotto il noll1e d i polveri. L a conformaiione dei grani ha una notevole influenza sulle propr ietit delle polveri - all'infuori si inte11de della natura. della sostanza esplosiva - e la determinazione della granitura è considera ta come uno dei più importanti que-siti di competenza della balistica interna. Verificatosi l'inizio della reazione esplosiva in u n punto della carica., essa si trasmette a i grani vicini e investe infine tutta la massa, producendo l'inliammazione. Considerando poi il fenomeno nei suoi dettagli, e cioè come si svolge nei riguardi dei grani stessi, va rilevato

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che la reazione ~i propaga gradata1nentc dall'esterno a ll'imcrno di ognuno di essi, fino a conchiudersi nella comp leta combustione di tutto l'esplosivo. Ora, col titolo di (( velocità d' infiammazione>) della polvere, si indica la celerità. con la quale la reazione esplosiva si comunica fra i gra,~stitucnti la carica; e, con « velocità d i combustione», si intende la rapidità con la q uale si trasmette la decomposizione dal l'esterno a ll 'interno dei singoli grani. La prima è in rapporto con la qualità dell'esp losivo, lo stato fisico dei grani alla lor:o superficie, la potenza elci detonatore - dalla cui energia dipende la celerità dell'infiammazione - e le condizioni in cui la carica si trova; essa si manifesta assai più rapida se la po lvere è contenuta in u110 spazio circoscritto im·ece che a ll'aria aperta. In qua11to alla seconda, essa è parimenti subordinata a lla qualità deffcsplosivo, alla fo1111a e grosseZ?..a dei grani, alla temperatura in cui si trova e aumenta con l'eleva.rs i della pressione. Per cui, quando la reazione avviene in un recipiente chiuso, come nelle armi, la velocità cli combustione è pi(1 elevata in dipcnclen7.a della pressione determinata dai gas che , i s viluppano e cl1e non l1anno modo di espandersi; e una tale pressione può influire, in certi casi, sulle modalità della decomposizione e quindi sulla costituzione dei pro<lott i risultan ti dall'esplosione. Per raggiungere la. regolarità degli effetti balistici, occorre quindi una. velocit~ d'infiammazione tanto celere da far ritenere che tutt i i grani costituenti la carica brucino contemporaneamente; mentre la velocità cli combustione. subord inatamente ai risultati che si desiderano, può essere più o meno rapi<l,t. La D. è la principa le qua lità degli esplosiv i destinati a scopi balistici, per la ca rica di propulsione nelle armi da fuoco. ;'.Ifa se, la carica è fatta con polvere a grana :fina e occupa quasi per intero la camera cli combustione, la dcco,mposizione può avvenire con estrema rapidità e ta luni esplosivi possono da re allora 1·isultat i analoghi a quelli che si ottengono dalla detonazione.

De Flotte (Paolo) . Medaglia d' oro 11. ne l 1817 a Landemea.u (Francia) caduto a Solano nel 1860. Ufficiale nella marina francese, ne uscì per ragioni politiche nel 1848. Divenuto ing. ferroviario in Francia, nel 1860 si a rruolò nelle file dei volontari garibaldini, tratto :lai fascino d i Garibaldi e deside roso di combattere contro la tir:111.nicle dei Borboni. Si battè valorosamente a Calatafuni, a Palermo, a :Milaizo, a Solano, ove cadde, colpito in fronte. La medaglia d'oro a l valor militare gli fu concessa appunto « per essersi distinto nel combattimento di Solano del 1° ottobre 1860 I>.

De ' Fonseca Ermete

De Flotte Paolo

De Fonseca (Ema11-uelc-Teodoro). Ccncra.lc ccl uomo politico brasiliauo ( 1827- 1892). Si d isrinsc d urante le guerra fra Paraguay e Uruguay. Era go,•ernatorc della prov. di Rio Grande q uando scoppiò l'agitazione in

407 favore dei diritti politici degli ufficiali, che degenerò nella rivoluzione. Prodottasi la crisi ministeriale (1889) si mise alla. testa dell'insurrezione e riuscì ad iniposscssarsi ciel governo, divenendo presidente del governo provvisorio e proclaniò la Repubblica rimanendovi presidente (25 febb. 1890). . Tentò poi 11n colpo di Stato, ma dovette dimettersi e ritirarsi dalla vita pubblica.

De Fo11seca Ermete. Maresciallo ed uomo politico bras iliano (n. nel 186!). Nel 1904 aveva il comando delb brigata di polizia a Rio J aneiro e della scuola militare e represse la rivolta degli allievi CoDtro il presidente. Fu poi ministro della guerra. e riorganizzò l'esercito 1st1t uendovi il servizio obbligatorio. Nel 1910 fu eletto Presidente della. R epubblica..

De Fornari (111arclwsc Gian Duca). Genera.le, n. a Torino rn. a Genova ( 1825-1879). Fece rapida carriera così da g iungere a.I grado di colonnello nel 1860. Insegnan te d'arte militare all'accademia mii., prese parte a tutte le guerre dell'indipendenza guadagnandosi una med. d'argento a. X ovara, la croce dell'O. l\I. S. nel 1859, una seconda med. d'argento a Capua, ccl una men_ e ione onorevole a Custoza. Generale ( 1866) uopo aver comandato brigate di fanteria., fu segretario generale al ministero della. guerra. Nel 1874 Iu promosso tenente genera.le.

Oé FOrnart Gian Luca

Dc Fornarl Ernesto

Dc Fomari Agostinc Ernes/.o. Generale, n. a Torino rn. a Novara. ( 1828-187:i). Tenente d 'art. nel 1848 prese parte a lla guerra meritandosi la mc11zione onorevole al valore a Peschiera, e la med. d'argento a Novara. Fu in Crimea, partecipò alla campagna del 1859 cd a quella del 1866 col grado di colonne llo. Promosso generale comandò le brigate Piemonte ed Alp i.

De Gallifet (marchese Gastone). Generale francese (18.30-1909). Partecipò alla campagna di Crimea, a que lla del Messico, alla guerra del 1870, alla repressione della Connme nel lSil. Partecipò quindi alla riorganizzaz ione dell'eserci to e fu ministro clèlla guerra da.ndo le dimissioni all'epoca dell'affare Dreyfus in seguito ad attacchi parlamentari sulla sua. condotta, dai quali si difese con memorie pubblicate poi. Fu anche collaboratore ~i riviste militari. De Gambs (Dm•iele). Gene rale napoletano (H441823). Ne l 1792 fu eia Ferdinando IV inviato contro la Francia a Tolone dove si distinse. Nel 1796 fu comandante delle truppe alle frontiere del reame cli Kapoli, e venne promosso per merito di guerra ten. genera le. Degano. Torrente n ella. zona Carnica. Segnava il confine operativo fra le truppe della zona Carnia e quelle del Cadore, durante la _guerra italo-austriaca, e


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la zona da esso attraversata, fino al torrente But, costituiva uno dei grandi settori, nei qua li era ripartito il territorio della Zona Carnia ( Settore But-Degano, e Fella). Ne! settore But-Degano si svolsero i combattimenti p iù notevoli, specialmente nel primo anno di guerra, per l'accanimento d imostrato dal nemico contro le nostre posizioni di Pal Grande, Pal Piccolo e F reikofel.

De Garay (Giovanni). Genera le spagnuolo del secolo XVI. Domò l'ammutinamento degli indigeni nel1'Argentina, dove fu governatore, e vi affermò il dominio spaguuolo. Fondò (1580) la. città di Santa Fe, e diede sviluppo a Buenos Aires.

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imper sona ti nel loro comandante il valore insigne ed i fulgori di eroismo cbe la battaglia aveva richiesti ii ( Falzè di Piav~ 27-28 ottobre 1918).

De Gaspari Ercole. Medaglia d'oro n. nel 1865 a Verolanuova (Brescia.), caduto in Libia nel 191.3). Ufficiale dei bersaglier i in servizio attivo, aveva preso parte alla nostra spedizione in Cina, nel 1900. Partito per la L ib ia. nel 1912, qua le capitano nell'l1° bersa glieri, cadde da. valoroso, come è detto n ella motivazione di medaglia d'oro: << Dan do mirabile esempio di va lore personale, guidava con slancio entusiastico la sua comp agnia in combattimento. Colpito a morte e conscio della sua prossima fu1e, in ci(ava i suoi bersaglieri a perseverare aella lotta e con nobili parole volgeva il suo pens iero a l conseguimento della vittoria l) (Assaba (Libia) 23 marzo 1913).

De Gaspari (Oreste) . Generale, medaglia d'oro, nato a Potenza nel 1864. Di famiglia ligure, uscì a 18 ann i da lla Scuola m ii. di Moden a, sotto!. d i fanteria. Trasferito, con la promozione a capitano, nei bersaglieri, prese parte alla spedizione in Cina nel 1900, guad agnan. dovi un encomio solenne. All'inizio della guerra italoaustriaca, benchè ancora ten. colonnello, ebbe il comando del 138° regg . ffnteria (brigata Barletta), che condusse brillantemen te sull'alt ip iano ca rsico. Promosso colonnelDegenfeld (Cri stoforo Martino) . Generale tedesco, lo, passò a comandare il 14° regg. bersaglieri, col quale n. a Eybach, m. a Durnan (1599-1653). Combattè p ricombattè valorosamente su ll'altipiano dei Sette Comuni, ma agli ordini del Wallenstein e del Tilly, poi servì Gu. rimanendo ferito ad una gamba e ad una mano, che gli stavo Adolfo e fu il vincitore della. battaglia di Dillingen. rimase per sempre lesionata. Dopo la nostra r itirata al Nel 1635 pa ssò al servizio della Francia, nel · 1642 a Piave, volle torna re a lla. fronte, ove gli fu dato il coquello della R epubblica di Venezia, per cui combattè mando della brigata Como (23-0 e 24° fanteria), con la contro i Turchi e contro il Papa. N el 1645 fu nominato quale arginò l'avanzata nemica sul Solarolo. Promosso governatore della Dalmazia. generale di brigata, gli fu affidato il comando d i un rag·gruppamento d'assalto (il I ), alla testa del quale, duDe Gennaro (barone Raffaele) . Generale n apoletarante la battaglia di Vittorio Veneto, fu tra i primi a no ( 1777-1816). Nel 1799 come capitano della Guardia n azionale a Napoli parteggiò per i Francesi, q uindi anpassare il Pia ve, nella zona di Sernaglia. Rimasto prcssochè isolato sull' a ltra dò in esilio, torna ndo a Napoli nel 1806 sotto il Ma.ssp01,da, in seguito alla p ie. sena e facendo con lui le campagne contro i Borboni. na del fiume che impediva Fece quindi la campagna di Russia, partecipando alla il gittamento dei ponti ed difesa di Danzica, e la campagna del 1815 in Italia coil transito di a ltre truppe, me comandante di brigata nell'esercito di Mura t ; tale tenne fermamente testa ai, grado gli fu riconosciuto dai Bor bon i dopo la guerra. reiterati contrattacchi avDe Gennaro Francesco. Generale, m. a Santa Maria versari, validamente contriCapua Vetere nel 1927. Percorse la carriera nell'arma buendo a superare una cridel genio. P artecipò alla. campagna d'Africa del 1887 e si gravissima. Dopo l'arpassò p oi nel corpo di S. M . Colonnello nel 1910, comistizio, fu in Albania ed mandò il 47° regg. fanteria. Magg. generale comanin Libia, ove per circa d uq dante la brigata Ancona ( 1914), nel 1915 andò in P. A. anni tenne il comando dele poi, nella riserva, ebbe il grado di generale di dile truppe della Cirenaica. visione. Rimpatria to, dopo aver comandato per qualche tem De Genouillac (Galeotto). Generale d'art. francese po la brigata Roma lasciò il servizio attivo. La moti( 1465- 1546). Figlio d'un condottiero italiano oriundo vazione di medaglia d'oro, cosl s i esprime: scozzese, ebbe il battesimo delle armi accanto a suo pa« Comandante d i due gruppi d'assalto rinforzati con dre che morì combattendo. Prese parte con Carlo VIII elementi di artiglieria e genio, li condusse r isolutamente a lla spedizione in Italia e poi alla batt. di Ravenna al di là del Pia ve e r agg iunse con precisa manovra gli ( 1512) dove venne nominato cap itan o gen. dell'artiglieobbiettivi assegnatigli . Durante un grave contrattacco ria, ed alla battaglia di Pavia , dove si distinse per gli n emico, spiegò la. p itt grande energia , m anovrando con opportuni consigli dati s ull'impiego dell' arma, che non la più grande opportunità le prova te sue truppe. Nel furono esattamente eseguiti. momento p iù critico, quando maggiormente ferveva la De Genova di Pettinengo (conte I gnazio). Gelotta, fu alle sue schiere s imbolo di indomito eroismo, nerale e uomo di Sta.to n. a Biella e m. a T estona Jl,foninflessibile forza di comando. Dominate· con fermissimo ca lieri (1813- 1896). T enente d'art. n el 1831, nel 1848 imperio le sanguinose vicende del c0mbattimento, non fu coma ndato presso il Ministro della guerra del Goappena possibile riordinò le truppe per la riprcs.i delverno p rovvisorio della L ombardia, e subito dopo qu ale l'attacco, che condusse a completo compimento. I suoi ispettore d'ar tiglieria ne organizzò la costituzione col arditi, nella gioia della vittoria, provarono la fierezza grado di colonnello. Guadagnò una med. d'argento compiù grande alla quale potessero aspirare : quella di vcdcl·


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battendo a :-;-ovara (1849). Fu poi direttore generale al ministero della guerra (1850) e comandante dell'accadem ia di T orino (1858). Comandante della brigata Casale (1859) la condusse cinque volte all'assalto a San Martino, guadagnandovi una seconda med. d'argento. Fu poi luogotenente genera le del re in ~ nel 1862, ministro della guerra (186S-66) e comandante del dipar timento mi li•· tare di )/apoli. :Nel 1868 fu nominato Senatore del Regno.

De Gcnm;a di Pettinengo conte Secondo. Generale n. a :Biella m. ad Ospedal et Li ( 1830-J907). Sottotenen te di fan(. nel 1848, De Gcno1•a I g11azio prese parte subito alla guerra meritandosi a N avara una menzione onorevole. Fu d irettore del Collegio di Ra.c conigi, dell'accademia di Asti, e del battaglione di istruzione di Maddaloni. Resse la carica di aiutante di campo del Re Vittorio Emanuele II e comandò la brigata. Pisa.

Degiacc. Alto dignitario abissino con autorità politico-militare-amministrativa sulla provincia affidatagli, per il governo, dal re. Il D. porta una divisa speciale ed un turbante ornato di piume di struzzo come segno tangibile della sua autorità. De Giorgls (Giambatt'ista Emilfo). G enerai~, n. a Susa, m. a Roma ( 1844-1908). Sottot. del Genio ne! 1866, combattè contro l'Austria; passò poi nel Corpo di sta.lo maggiore e da co!onnello comandò il 46° fanteria. nel 1891. Insegnante all'Accademia Militare di Torino, venne p romosso generale nel 1898. Nel 1904, passato a disposizione del Ministero degli esteri, fu mandato in Macedonia per riordinarvi il servizio di gendarmeria. internazionale. Dego. Comune in provincia di Genova su altura. sopra. la Bormida, già De Olorgls 0. B. nolo ai tempi di R oma quale punto. strategico sulle comunicazioni da Acqu i a Savona. I. C1n11battiinento e j>resa cli Dego (21-24 settembre l 794). Appartiene alle operazioni dell'armata repubblicana francese in Italia. Dopo i combattimenti di Carcare e Cosseria., gli Austro-Sardi agli o rdini del generale conte Wallis occuparono saldamente una buona posizione sulle' due rive della Ilormida fra Cairo e D. Il 21 settem bre il gen. Dumerbion si presentò con tre colonne a ll'assalto della posizione di D. e, fatto aprire ben nu1rito fuoco <l'a rtiglieria contro i Croati a.Ila Rocchetta, ir\caricò :Ma.ssena di attaccare il fianco destro e Laharpe il sinistro della posizione avversaria. Ad onta dell'in-

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tenso fuoco Dumerbion riuscì ad impadronirsi delle alture di Vignarolo, ma solo alle 18 il Laharpe riuscì a cacciare dalla Rocchetta 4 cp. sostenute <la cavalieri ed artiglieria. :Mezz'ora più tardi Dumcrbion ordinò l'assalto generale. La fanteria austriaca si ritirò, ma scoprendo le artiglierie di terza linea, che, aperto UJl fuoco infernale, e protette dal torrente Pollonero, cd altri ostacoli del terreno, infransero la foga degli assalitori, costringendoli a ritirarsi a sostare a l coperto. Ciononostante il gen. \Vallis, scosw dagli assalti, ritenne di non poter piit resistere e ordinò la. rit irata. su Acqui. Il. Co111baltime11to rii Dego ( 13-14-15 aprile 1796). Appartiene alla prima guerra dell'armata francese d'Italia condotta dal Bonaparte, e costituisce una fase della grande battaglia. strategica per rompere il centro degli alleati a ustro-sard i, e batterli separatamen te onde sboccare nella pianura di Alessandria. Primo obiettivo di Napoleone era la Bormida orientale e precisamente la for te posizione di D., occupata saldamente dal generale J\rgentau. Le divis, L aharpc e Massena., incaricate dell'attacco, avanzarono su tre colonne; la resistenza dei difensori fu accanita, e solo dopo tre ore di duro combattimento cadeva nelle mani dei gen, Causse e Cervoni la grande ridotta di Magliani; perno delle posizioni dell' Argentau. Le perdite dall'una parte e dall'altra furono sensibili. Caduta la ridotta r.estò aperta ai Francesi la via di D ., e J\rgentau si ritirò su Spigno, in_ seguilo dal nemico. e riuscì a riorganizzarsi. Intanto l\Iassena e L aharpe completarono la disfatta delle truppe che tenevano il can1po di D. cd il primo occupò fortemente le posizioni mon tuose circosta11ti (14 a prile). Senonchè, mentre i F rancesi, sollo una pioggia battente, cercarono asilo nei fabbricati, il gen. Wu kassowicl1 arriva.va con circa 6000 Austriaci nella notte d el 15 aprile nelle vicinanze di D. da Sassello. Sorpreso nel trovarvi i resti del corpo austriaco battuto, risolse di attaccarvi i Francesi, e, favorito dalle tenebre, s'impadronì senza difficoltà delle posizioni degli avamposti francesi e della ridotta Magliani, facendo 600 prigionieri e catturando artiglierie. Masscna però, che occupava. le posizioni più vifine a D., riunì i soldati che fuggivano in disordine e li ricondusse a ll'attacco, sperando di arrivare prima che il nemico si rafforzasse sulle posizioni. Ma Wucassowich era g ià sull'avviso ed i Francesi non fecero che inutili sforzi. Bonaparte, informato dello scacco inatteso e temendo avere cli fron te tutto l'esercito di Beaulieu, inviò Laharpe per Ceva, e si portò egli stesso sul sito dell'azione. La.harpe arrivò in tempo, e Causse e 1'Iassena attaccarono la ridotta di Magliani ; ma un fuoco d'inferno fece strage degli assalitori ; rimase sul campo lo stesso Causse. Bonaparte tuttaYia arrivò con mezza brigata condotta dal gcn. Victor, che ributtò gli imperiali su D. dove entrò coi suoi. T ale primo successo rianimò i Francesi, e Cervoni e Massena, con attacchi successivi, obbligarono il \Vukassowich a ritirars i in disordine, la sciando 1600 u, nonchè i prigionieri e i cannoni che egli aveva ripreso. D. nello stesso giorno fu occupata dal Bonaparte che ne fece il suo perno di manovra assicurandosi la destra della sua armata contro le imprese del Beaulieu. Gli Alleati in questi diversi combattimenti intorno a D. perdettero 20.000 u, fra morti e feriti, e 40 pezzi d'artiglieria,

Degol (Cii.seppe). Medaglia. d'oro, n. a S trigno nel 1882, caduto nel Trentino nel 19 15. Volontario irrcden-


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to, all'inizio della guerra ci·a accorso dal!' Austria, ove col suo lavoro si era creata una florida posizione economica, per combattere con(ro l'abor rito dominatore della sua terra natale. Arruola tosi nel bgl. alpini « Verona >l e divenutovi ufficia le, dopo aver da te ripcrule prove di valore cadeva durante un'ardita ricognizione presso Rovere to. La motivazione d i medaglia d'oro ricorda così il be)l'episodio : « Comandante di una grossa pattuglia scelta, si slanciava alla tesla. dei suoi uomini all'attacco di un nucleo di nemici in forte posizione. Co lpito mortalmente a l perto, conl inuò ad incitare i suoi uomnn a persevera re nell'azione e col suo esempio eroico e con la sua parola seppe infondere in essi tanto slancio ed ardire, che, sebbene cli gran lunga inferiori di numero, in un nuovo più furioso assalto, riuscirono a sloggiare il nem ico cd a volgerlo in fuga. Esausto esalava l'ultimo respiro al grido di : Viva l'Ilalia 1 ». (Corna Calda (Albaredo-Trentino) 14 novembre 1915}.

lenza. Dopo di ciò si fanno meltere le armi al fianco e il caporale del clrappello toglie successivamente a! condannato il berretto e la giubba (o cappello}, buttandoli a terra. Così spoglia to e a capo scoperto, il condannato è condotto fuori del quadrato e consegnato agli agenti della forza pubblica, preventivamente richiesti. Quando i condannati siano più di uno, si fa una sola funzione, ma sono tutti indicati nominativamente dal comandante delle truppe. Se la degradazione è pena accessoria della fucilazione, ess>L ha luogo nell' interno del carcçre senz'altra fom1a lità che d i togliere al condannato la divisa militare, prima d i condurlo sul luogo dell'esecuzione. I Romani chiamavano ht D . "ignominiosa missio »; essa era seguita da lla r iforma. Nell'antica cavalleria, un cavaliere veniva degradato in forma pubblica. Sopra un. palco appositamente eretto lo si spogliava delle anni, Je quali venivano infrante e calpestale. Frattanto il suo scudo en inchiodato, rovesciato, a un palo. Calato dal palco, il cavaliere era trasportato, coperto da. drappo mortuario, in chiesa, dove si recitavano per lui le preghiere dei morti; quindi era ignominiosamente cacciato dalla chiesa.

Degradaz ione. E' una delle pene, previste dal nostro codice penale per l'Esercito, che re11dono il condan11ato indegno cli appartenere alla milizia. La degradazione è cons iderata come pena accesso ria e produce : - l'incapacità assoluta a servire nell'esercito e nell'a rma. sc>tto qua ls iasi t itolo e di coprire qua lsiasi pubblico impiego; - la perdita delle decorazioni, delle pension i e del d iritto a lle medesime pei servizi antecedentemente pre-

D e Grossi (Fort1mato). Ammiraglio, n. a Firenze n el 1869, entrato in servizio nel 1881, promosso contrammiraglio nel 1917, collocato in P. A. nel 1923, promosso vice-ammir. d i squadra nella Riserva. nel 1923. Prese parte alle campagne di guerra d' Africa, Italo-Turca e nel 1915-1918. E' stato direttore generale del C. R. E. M. da.I 19l7 al 1919; comandante superiore navale in Albania nel 1915, comandante la base navale di Napoli nel 1923.

stati.

_t;ssa si ha sempre come pronunciata co lla sentenza. che impone la pena principale cui va u11ita., sia militare oppure ordinario il t ribunale -da cui ema, ni. All'esecuzione deL la d egradazione assiste u n reparto armato, di ogni corpo del presidio. La forza e Ja composizione dei, vari xeparti sono di volta in volta determinate d a l comandante del presidio. A tal i funzioni la ba ndiera. non ;in terviene mai. Sia ali' aJ1data Degradazione di un cavaliere che a l ritorno dei reparti dal luogo ove la sentenza dev'essere eseguita, nè musiche nè fanfare suonano. Pei carabinieri la degradazione è eseguita nell'interno della caserma alla presenza d i soli individui dell'arma. Il condannato è condotto sul luogo dell'esecuzionè della -sentenza, da un drappello composto di un sergente, un caporale e dieci soldati, possibilmen te appar(enenti alla compagnia del condannato medesimo. L 'ufficiale più ,elevato in grado o più anziano fra i comandanti d ei reparti, dispone questi in q uadrato con la fronte verso l' interno, fa condurre il condannato a l centro del q ua,drato, fa presentare le a.rmi e legge ad a lta voce Ja' sen-

De Grossi Federico. Ammi.raglio, n. a Roma nel 1874, entrato in ser vizio nel 1888, collocato in P. A. nel 1921, promosso cap. cli vascello nella. R. N . ne l 1921, contrammir. nel 1928. Prese pa.rte alla campagna d i gucrr:i. 1915-17- 18 guadagnandovi una med. di bronzo. ):"cl 1919 fu primo aiutante di campo di S. A. R . il Duca d i Genova.

De Gueidon (Alberto} . Ammiraglio francese, n. a Parigi nel 185 7. Fu in Cina. e nel Sénégal ; comandò la Scuola navale nel 1909- 1911 e divenne con trammiraglio e direttore dell'ar t. navale nel 1913. Durante la guerra mondia le ebbe il comando della l' d ivisione leggera (1915), della prefettura di Lorien t (1916) come viceammiraglio; della 3" squadra ( 1917) e infine membro del Consiglio s uperiore della. Marina. Deguise (Vitto-rio), Generale belga, nato nel 1885. Nell'agosto 1914 era aggiun to a.l governatore di Anversa e prese il comando di questa piazza il 6 settembre 1914, dirigendoDegulse V itt-01' io ne la d ifesa durante l'assedio, e r imanendo prigioniero dei Tedeschi. Dei Mellì (JIJelio). Generale dei Veneziani, n. ad Arezzo, m. a Ferrara nel 1480. P rese parie, prima quale

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capita110 di vc-ntura, poi come genera.le, alle i91prese militari de lla Repubblica di S. l\liarco in, Lombardia, poi contro il d uca to di Ferrara, dove perdette la vita combattendo.

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De Kalbarmatten (Gregorio). Generale svizzero al serv izio del re di Sardegna, m. a Sion nel 1792. No-

Deining (a.nt. Tcùiing) , Villa.ggio dell'alto Palati.n ato bavarese, sulla sr. dell'Egge. Coml;;a.ttimento di Deining (22-23 agosto l ì 96), Appartien•! alle operazionì in Germania dell'esercito francese contro l'Austria. Durante l'offe nsiva dell'arciduca Carlo contro l'armata della Sambra e :Mosa, pri ma cura del principe quandò arrivò a :Oonauworth fu di man· dare tm rin.for7.o aJ Nauendorf che si era ripiegato su D . La colonna d i rinforzo consisteva in 5 bgl., e 6 sqdr., e doveva bastarC' per resistere agli attacchi de l Bernadette. L'arciduca proseguì la. marcia su due colonne e fece riconoscere la posizione occupata d_a l piccolo corpo francese. Frattanto Nauendorf, che aveva dovuto abba.ndon1re D., ricevette 1'01·dine di attaccare e respingere _gli avamposti francesi, che vi si erano installat i. L'azione riuscì facilmente, ma con una controffensiva i Fr~ nccsi ripresero D., che resisiette ad un nuovo a tlac.:o di ~auendorf, quantunque rinforzato da qualche battaglione. Ciononostante Be111adotte, per timore d i essere aggirato dal fianco destro, duran te la notte si r itirò sulle al ture di Xeumark t dove si rafforzò dietro la città.

Deinze (o Deynze, ant. Donza). Ciltic del Belgio uelle F iandre orienta.li (prov. di Gand) sul Lys all'inci le del cana le navigabile che porta dopo 54 km . al mare del X ord. Co111battim.ento e f>resa di Dein;;e (29 luglio 1695). Appartiene a lla guerra nelle Fiandre da par te dei Francesi cot1tro gli Alleati anglo-tedesco-danesi-olandesi , Com andava le truppe francesi il marcsc. dc Villeroy, che dopo aver investito e preso D ixmude spinse il genera le Feuquières con cavalleria a investi re D ., mentre altre tru ppc investivano Coutra i. L a città di D . valeva poco in fatto d 'opere fortificator ic. Il nemico vi aveva <:ostruito solo un camminamento coperto, ed aveva protetto con palizzate la circonvallazione, mettendovi di pres idio 4 bgl. Il comandante della guarnigione, vedendo la <:avalle,·ia del Fcuquières, volle tenta.re di ritira rsi su ll'altra riva del Lys. Ma, accor tosi poi che alcuni sqdr. ,di dragoni, agli ordini de l barone d 'Asfcld, gli tagliavano la s trada anche •da quella par te, rien trò nella piaz7,a, e dopo brevissima resistenza dovette arrende rs i a discrezione, lasciando nel!e mani dei F rancesi 2400 u . Il maresc. de Villeroy fece radere al s\lolo le fortificazion i.

Dejean (conte Gian Francesco) . Generale francese {1749--1824). Nel 1797 era generale di divis.; fu ispct1ore del Gen io in Italia, combattè a ::.v[aJ'engo ( 1800), organizzò il Governo d i Genova. Rientrato in Francia ebbe la direzione del M inistero della guerra fino al 1810. F u nominato senatore e goven~atore della Scuola Eoli~ tecnica, e durante i Cento g io rni pari di Francia. - Suo figlio, P.ier Francesco (1780-1845) fu pure genera le naJJOleonico e prese parte anche a lle campagne d'Italia.

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De Jouy (come Antonio-Litigi, Houlliè). Ministro della marina francese e uomo d i Stato ( 1689-1 761). Fu consigliere della compagnia delle Indie ; nominato ministro della marina ( 1749) istituì un'accademia. di marina, e s'adoperò di riordinamento e ricostituzione dell'a r mata navale.

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DcJan Oglio

Dejan padre

m ina to colonnello comandante il regg. svizzero vallesano de KaH:,ermattcn nel 1768 e ca.po di esso col grado di magg. genera le nel 1774, venne nel 1782 n ominato cap itano comandante la Guardia Svizzera. Alla fine del 1783 er;be il grado di ten. generale.

De Kedern de Trobriand (Gia.co1110 Pietro). Generale francese ( l 780- l867). Fece i primordi della carrient in marina. Passò poi negli usseri e fu aiutante di Davout, distinguendosi a.cl Austerlitz ed Eylau. Prese parte alle campagne in Spagna e Russia, cd a ll'ultima d el 1814 in Francia, venendo p romosso colonnello per merito di guer ra. Richiamato in servizio da Luigi Filippo, fu promosso maresciallo, o destinato all'Algeria dove rimase per ·quattro anni. Lasciato il ser vizio, prese parte ai moti rivoluzionari del 1848, e capitò a Palermo, dove ebbe il comando dell'esercito della rivoluzione, che però non con. dussc mai a combattere, all'infuori dell'assalto ai borbonici sui monti di Gibilrossa e Mezzagno (7-8-9 maggio 1849), dopo il quale atto scappò a. bordo d'un vapore francese, temendo l' ira ·popolare. De La Barre Duparcq (Edoardo) . Ufficiale francese e scrittore militare (1818-1893). Da capitano costruì la cinta idraulica di Dunkerque (1842). Coma.ndò il Corpo degli ingegneri militari. Professore d 'arte militaxe a S. Cyr ( 1849) iniziò le sue interessanti pubblicazioni fra le quali ricordiamo: « Della forti.6.cazione e del mo uso fra le gen ti del mondo»; « Storia. sommayia della fan te ria J); << Fortuna ne)la guerra» ; « Storia. m ilitare della Prussia. prima del 1756 >>; « Storia della guerra del 1866 in Germania », ecc.

De la Fléchère. Antica famiglia or iginaria d'Irlanda, stabilitasi in Savoia sollo il Regno del conte P ietro. Ebbe dei generali, fra i quali: Giovanni Pietro de la Fléchèi-e. Generale piemontese del sec. XVIII, n. e m. a Saint-Jeoire. Iniziò il servizio militare nel 1743 come sottol. nel regg. provinciale Chiablese. Trasferito nel regg. Guard ie, percorse in esso tutta la carriera sino a colonnello, divenendone comandante nel 1787. ::Vlagg. generale governatore d i Cagliari e comandante delle armi in Sardegna nel 1792, d ifese validamente l'isola 11el 1793 contro la flotta francese, meritandosi la gran croce 111auriziana. Ebbe poi il governo d'Ivrea (1794) e quello di Cuneo, ove trovavasi quando avven ne l'armistizio di Salasco. Nel 1800 Car lo Emanuele III lo nominò presidente del Consiglio supremo dell'amministrazione del P iemonte.


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Giorgio de la Fléchère. Generale, n. nel 1775. Colonnello nel reggimento cacciatori di Savoia ne l 1822, nel 1825 passò al governo della città e provincia di Sassari e nel 1829 al comando della, Savoia. Magg. gen. nel 1830, comandò il forte di Lesseillon dal 1834 al 1843.

De La Forest de Divonne (conte Alberto). Generale nato a Besançon ru. ::i. Torino ( 18181893). Tenente d i cavalleria nel 1837, prese parte alla campagna del 1859 e si meritò a :Monte- De La Fores LAlllcrto bello la med. d'argento e la promozione a scelta a ten. colonnello. Promosso generale nel -1861, comandò nella guerra del 1866 una brigata d i cavalleria meritandosi al ponte di Versa la croce del1'0. M. S . Nel 1867 di venne ispettore della Cavalleria. Pr omosso ten. generale comandò la divis. di Verona ( 1870). Fu collocato nella riserva. nel 1877. De la Forest da Divonne, conte Enrico. Generale, nato a Casale Monferrato, m. a Tor ino (1855-1915). Sottot. d'art. nel 1874, compì con successo i corsi della scuola di guerra.. Nel 1887-88 fu fFE!Q-, in Eritrea. Colonnello nel 1898, comandò il 39° reggimento fanteria. :Maggior generale, comandante la brigata Cagliari nel 1904, e ten. generale comandante la divis. di Novara nel 1915, passò nella riserva nel 1913. - Due generali Claudio ( 1726-1788) e L,,..;,_ gi ( 1765- 1838) furono al servizio della Francia .

De La Galissonière (marchese Rola114o). AmDe La l'ores L Enrico miraglio francese ( 16931756). Nel 1745 fu nominato governatore del Canadà, dove creò un a rsenale di costruzioni navali, e fece erigere forti.licazioni. Comandante della squadrn in Francia (1749), si distinse SJ)ecie nel 1756. quando inflisse una sconfitta all'ammiraglio inglese Byng.

De la Grave (Gùtseppe Alessio). Generale piemontese n. a Viry, m. a Bonneville (1713-1782). Ufficiale nel regg. fanteria Savoia, comandò eia colonnello il reggimento Genevcse ( 1771) divenendo brigadiere generale nel 1774 e magg. generale nel 1780.

to repubblicano dove fu insegnante alla Scuola di guerra, facendosi specialmente apprezzare nel campo degli studi militari. Colonnello nel 1895, generale di brigata nel 1900, divisiq__nario nel 1906, comandante di C. d' A. dal 1908, membro del Consiglio Superiore della Guer ra dal 1912. Allo scoppio delle ostilità tenne il comando della 4• Armata, alla tesla della quale partecipò alla battaglia d i Lorc_ na (agosto 1914). Per l'età avanzata non potè partecipare oltre il 1916 alle ope1·a1,ioni l;>elliche, passando conseguentemente ad incarichi territoriali, dopo la battaglia di Verdun.

De la Palud (Ugo). Maresciallo d i Savoia ciel .secolo XV. Creato collare dell'Annunziata nel 1448, l'anno seguente Carlo il Guerriero lo nominò maresciallo cli Savoia. Il re di Francia L uigi XII lo nominò suo luogotenen te nel Delfinato e gli affidò l'impresa contro Valdesi. De la Pal,1d (E1nan11.ele Filiberto) . Generale savoiardo del sec. XVI. F iglio del precedente, venne nel 1519 pure insignito del collare dcli' Annunziata e fu len. generale e governatore di Bres.sa.

De La Rey (o D èlarey, Giacobbe Enrico). Generale boero, oriundo francese, n. nel 1847. Da membro del Consiglio dello Stato cl'Orange, all'inizio della guerra anglo-boera fu crea to comandante delle truppe della frontiera occidentale. Prese parte nel 1899 alle operazioni contro il gen . Methuen nell'assedio d i Kimberley. Combattè a llfodder River; organizzò a difesa i distretti occidentali con molto successo. Fu dopo la gue rra ( 1903) incaricato di trat~are, con Botha e De Wet, le condizioni cli pace. De La Tour (U1nberto). Ammiraglio, n. a Livorno nel 1843, entrato in servizio nel 1860, collocato in P . A. nel 1898, promosso contrammiraglio nella R. N . nel 1906, collocato a riposo nel 1908. E' stato presidente ciel T ribunale :Militare Marittimo del 3° Dipartimento d al 1897 a l 1898.

Giuseppe Nicolò dc la Grave. Generale piemontese del sec. XVIII. Cadetto nel rcgg. Savoia (1735), prestò servizio in esso divenendo colonnello comandante nel 1776 e brigadiere nel 1783. Filiberto Nicolò de la Grave, ba,·one d'A-1msy. Generale piemontese, n . nel 1765. Nel 1814 era capitano nel rcgg. fanteria Savoia che comandò da colohnello nel 1821, divenendo magg. generale comandante Ja brigata Savoia.. N cl 1826 venne collocato a riposo.

De Langle de Cary (Fernando Luigi) . Generale francese ( 1849- 1927). Pa,·tecipò alla guerra del 18701871; cadu to l'impero, continuò a servire nell'esercì-

Dc La Re.y

De Laug ier (conte d-i Bellecour Cesare). Genera le, medaglia. d'oro, n. a P ortoferraio, m . a Fiesole ( 17891871). Cadet to delle truppe toscane nel 1807, volontario nella Guardia rerule italiana, decorato in Spagna della croce d'onore, luogotenente nel 1810 e capitano d ue anni dopo, partecipò alle campagne napoleoniche nella


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Spagna e nella Russia, e poi a quella del 1814 in Italia. Trasferitos i a Napoli, si arruolò sotto le insegne di J\.forat; a Tolentino ( 1815) fu fatto prigioniero. Nel 1819 passò nell'esercito del Granduca di Toscana, da l quale ebbe nel 1848 il grado di magg. g'\:crale cd il comando delle truppe toscane destin ate operare con tro l'Austria. A Curtatonc e lviontanara, fu insign ito della medaglia d'oro « per aver valorosamente resistito per molte ore alla testa delle s ue truppe e quindi essersi saputo aprire una ritirata terribile per il nemico -ed onorevo le per le nostre armi, conducendo a Coito, per quanto ferito, gli avanzi delle sue truppe». Fu ,quindi tcn. generale ( 18S0) e ministro della guerra in Toscana, fuio al )851, e morì vent'anni dopo, lasciando buoni scritti di strategia e storia m ilitare, e fra i quali : « Leuere di un ufficiale ital iano agli autori delle effcmericli militari di Francia»; « Gli Italia11i in Rus~ia »; « F atti e vicende militari italiane dal 1801 al 1S15 »;

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De Launay (Gabriele Cla.u.dio). Generale, n. a Savona m. a Torino ( 1786-1850). Raggiunse il grado di -colonnello nel 18.34, al comando del regg. Savoia cavalleria . Da magg. generale comandò le brigate Casale e Savoia; fu promosso luogù{en. generale nel 1843 e fu nominato vicerè di Sardegna. Nel 1848 andò governatore a Genova e fu nominato conte e senatore; l'anno .seguen te, dopo Novara, tenne dal marzo al maggio la presidenza del Consiglio dei Ministri e il Ministero ~!egli Esteri.

De Lazzary (Giovanni Bnttista.) . Generale piemon:tese del sec. XVITI. Arruolatosi nel rcgg. fanteria Savoia 11cl 1734, rimase in esso trent'anni acquistandosi fama d i valoroso -oldato. Colonnello nel 1774, brigadiere di fanteria nel 1776 e magg. generale nel J 783, comandò la leg ione delle truppe leggere. N ominato conte nel 1784 per i buoni servizi resi alla Patria e h1ogotenentc generale nel 1789. Ebbe il comando delle trupr,e nella Savoia contro i Francesi ( 1792) ma si fece battere. Passato sotto cons iglio di guerra, venne b iasimato, ma il re, pure collocai1dolo a riposo, gli conservò grado e pensione. Del Bianco (Baccio). I ngegnere mii., n. a Firen1.e, ·m. a Madrid (1604 -1657). Dopo esser stato ingegnere a Praga ed a 1\•lilano, tornò a Firenze ove aprì una scuola d i prospettiva e d i architettu1·a civile e m ili1arc. Lavorò poi attorno alle fortificazioni di Livorno, Prato e P istoia e d ,11 16S1 a l 1657 lavori, in Spagna. :Scrisse una « Vita » (autobiografia).

Del Bono (A lberto). /\mmiraglio, n. a Golesc (Parma) nel )856, entrato i n servizio nel 187 3, promosso contrammir. ne l 191 1, viceammiraglio nel 1914, collocato in P. A. nel 1921. Prese parte alle guerre italo-l\lrca, e 1915-1918. Fu comandante de lla. R. Accademia Navale dal 1911 a l 1914. Ministro <ldla j.\liarina d a l 1917 a l 1919, comandante in capo del '· Dip. 11ia.r. di ;;\'apoli dal 1919 al 1921, Pres. a.I Cons. super. di :1-larina nel 1921.

413 Del Bono Gi11.lio. Generale, n. ,t Firenze nel 1872. Sotlot. de l genio n el 1890, passò nel 1892 nell'arma di fanteria e prese parte a lla campagna di L ibia, e a lla grande guerra, r imanendo d ue volte ferito. Nel 1917, promosso colonnello, ebbe il comamlo del 201° regg. fanteria. Col localo in P. A. (1920) raggiunse nel 1925 il grado di generale di brigata.

Del l.!0 1.,-0 AJcss,inctro

D el Borro (marchese Alessandro). Generale veneto, n. ad Arezzo (1600-1656). A 18 anni entrò nella compagnia. del Piccolomini che militava in Germania. Rientrato in Italia passò al servizio del d ucato d i Milano. Richiamato in Austria, concorse a fortifica.re Vienna e fu ferito combattendo a Nordlingen. Da.I Granduca di Toscana ebbe il compito (1641) d i espugnare Città della Pieve e Castiglion del Lago; indi fu in Ispagna come mast ro d i campo genera le contro i Francesi in Catalogna e si meritò il titolo di governatore d'armi della Ga lizia. Chia mato dai Veneziani per la guerra contro i! Turco ( 1656) e destinato all"impresa dei Dardanelli, t"lccupò Tenedo, J,ernno ed assediò :ì\falvasia. In uno scontro vittorioso contro 5 navi bai·baresche riportò ad una coscia grave ferita e per essa morì. Del Buono (Fmnccscn). Generale, n. a Milazzo nel 1859. Sottotenente di fanteria nel 1878, frequentò la Scuola di guerra e conseguì nel 1905 la promozione a colonne I lo e fu destin ato al coma ndo del 7 l 0 regg. fanteria. Da magg. generale ( 1911) ebbe il comando della brigata Cuneo e si distinse durante la campagna. di L ib ia (19ll1912) gua da g nandos i le c roci di cav. e uff. dell'O . l\I. S. Collocato in P. A. nel 1915 e richiiunato in servizio durante la grande g11erra, fu addetto prima al comando della ùivis. mii. d i J\1"ilano, poi comandò la 15" b rigata d i ~'[i]izia territoriale, raggiungendo il grado di ien. generale nel 1916. Assunse nel 1924 il grado di generale d i divis. nella riserva. Ifa pubblicato un « Albo d'oro dei ?dilazzcsi morti per la. patria, 1848-1918 ». Del Ruo110 Arma11do. Ammiraglio, n. a Rio l'-.farina (L ivorno) nel 187.3, entrato in serviiio nel 1886, collocato in P. A. nel 1920, promosso contrammir. nella R . N. nel 1923, ammir. di divis. nel 1925. Guadagnò una. med. cli bronio nel terremoto del 1908, e una per aver compiuto, al comando di un caccialorpcclinicre, difficili mission i di guerra in Adriatico, nel 1915. Cooperò alla


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messa in difesa della laguna veneta. Prese parte alle campagne di guerra italo-turca e del 1915-1918, e fu comandante delht brigata }.farina dal 1917 al 1918.

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Del Carretto dì Santa Giulia (marchese seppe Maria). Generale del sec. XVIII. Col grado di colonnello e poi di brigadiere comandò dal 1713 al 1732 il regg. provinciale d'Asti. Passato al comando di Alessandria, nel 1734 venne nominato governatore di Tortona. Ten. generale nel 1737 e poco dopo gener ale di fanteria e vicerè di Sardegna, divenne governatore della città e contado di N izza nel 1749. Nel 1752 venne nominato governatore d i Novara ove morì due anni dopo. Del Carretto Giova1tni A 1ito11'io. Generale piemontese del scc. XVIII, m . a Torino nel 1794. Par tec ipò alle guerre di successione di Polonia e d'Austria col regg. fanteria Saluzzo. Colonnello nel 1781, fu governatore di Alghero e poi d'Asti. Promosso brigadiere di fanteria nel 1789, ebbe il comando della città di Casale e del Ducato di Jvionferrato e l'anno seguente il governo di Cherasco.

Del Carretto di Camerano Giuseppe. Generale del secolo XVIII, m. a Torino nel 1797. Entrato in servizio nel 1728, comandò il regg. fanteria Aosta dal 1774 al 1778. Brigadiere nel 1776, ebbe poco dopo il comando della città di Susa e poi il governo di Chivasso. Ten. generale comandante in Sardegna e governa to.re della Città. e Castello di Cagliar i ( 1789), nel 1792 ebbe il governo di Casale e del Ducato di Monferrato. Nel 1796 venne dispensato dal servizio. Del Carretto di Caiuerano, ·marchese Filippo. Ten . colonnello dei granatieri, n. nel 1758, m. a Cosseria (1796). Entrato nelle milizie a 17 anni, a 19 era sottot. nel 1·eggimento Aosta. Capitano nel corpo franco, combattè con esso nel 1793 rimanendo ferito. Riprese) servizio non ancora guarito, divenne maggiore e aiutante di campo del re. Si segnalò ancora nelle campagne del I 794 e 179.5 restaJldovi di nuovo ferito. Ritornato in guerra convalescente, divenne ten. colonnello nel regg. l\lfonferrato ed il 13 aprile 1796 al comarn;lo di 6 cp. granatieri, partecipò alla gloriosa difesa di Cosseria nella quale incontrò morte gloriosa. Del Carretto Francesco Sai•erio. Maresciallo napoletano, n. in Sicilia, m . nel 1865. Fu fedele ai Borboni che seguì in Sicilia an'epoca dell'invasione dei Francesi nel regno di N apoli e passò a combattere con gli Spagnuoli nella penisola Iberica. Nel 1820 era colonnello e si schierò con i libera li divenendo capo di S. M . del gen. Pepe. Nel 1820 tornò con i Borboni. Ebbe il comando delle truppe contro la ribellione del Cilento che represse durn.mente (1828). Nel 1831 fu posto a capo della polizia e perseguitò in ogni modo i liberali. Nel 1848, scoppiata la rivoluzione, fu deposto e mandato in esilio. Cessato il moto liberale tornò in Sicilia e si ritirò a vita privata. Del Car1·etto Giacomo. Generale del sec. XIX, proveniente dall'esercito napoletano nel quale aveva raggiunto il grado di maggiore ciel genio. Venne nel 1861 ammesso nel nostro esercito col grado di ten. colonnello; dall'ottobre 1861 all'aprile 1863 fu comandante in 2• dcli' Accademia militare divenendo colonnello; fu poi direttore del Genid a Napoli ; nel 1866 fu promosso magg. generale e nel 1868 venne messo a riposo.

Del Carretto Evaristo. Ammiraglio, n. a Cavour, m. a I

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P isa (1824-1891) . Entrato in ser vizio nel 1835, fu promosso contrammir. nel 1868 e collocalo a riposo nel 1871. Prese parte alle campagne d i guerra di C rimea, del 1860 e ciel 1866, nella quale ultima, al comando della <( Maria Pia)>, guadagnò a Lissa la croce di uff. dell'O. M . S. Fu comandante in capo della divis. navale corazzata nel 1870 e 1871.

Delcroix (Carlo). P residente dell'Associazione :--ìazionale dei Mutilati di guerra, n. a F irenze nel 1896. All'inizio della guerra, si arruolò volontario nei bersaglieri e si distinse in varie occasioni, finchè guadagnò una medaglia al valore ma perdette nel contempo la vista e le mani. Nella meditazione affinò il suo spir ito, e si r ivelò tosto oratore potente e affascinante, così che l'Associazione cu'i presiede ha in lui \lll capo spirituale insuperabile. Nel 1924 fu eletto deputato al J>arlamento, e nel 1928 nominato capora.le d'onore della l\l[ili«ia Volontaria Sicu_rez,,a Nazionale. Delegazione

Trasporti Militari

(già

detta

Commissione 1lifilitare di Littea) . Le D elegazioni tra-

sporti militari sono gli organi cli cui d ispone l'Ufficio trasporti dello S . M . del R. Esercito per mantenere il contatto con le autorità m ilitari territoriali, con le autorità ferroviarie compartimentali, con le società esercenti ferrovie secondarie e tramvie, con le autorità portuali e con le società d i navigazione. La loro istituzione ha per iscopo di decentrare il servizio dei trasporti militari per ferrovia e su lle navi, e di creare, fin dal tempo di pace, i nuclei degli organi esecutivi principali del servizio ferrovia rio e marittimo in tempo di guerra. L e D . fanno parte integrante dell'ufficio ti-asporti dello S. M. ; esse sono 6 ed esplicaJlo le proprie attribuzioni nei territori compresi entro i limiti dei Compartimenti delle Ferrovie dello Stato, e precisamente: D . d i Venezia, per i · compartimenti ferroviari d.ì Trieste e Venezia ; cli Torino, per Torino, J\.1ilano, Genova ; di Fù-enze, per F irenze e Bologna; d i Napoli, per Napoli, Bari, R eggio Calabria; di Palermo, per P alermo; cli Roma, per Roma e Ancona. L e D . hanno giurisd izione sulla rete FF. SS., sulle ferrovie secondarie e tramvic, sui porti e sulle linee d i navigazione che vi fanno capo e sulle linee fluviali, lacua li e lagunarj che in esse si trovano. Le attribuzioni delle Delegazioni tr asporti militari in tempo cli pace concernono: a) la preparazione ccl esecuzione di alcuni trasporti militari per ferrovia e sulle navi e la sorveglianza su tuÙi i trasporti militari che si effettuano nel territorio dì propria· giurisdizione; b) lo studio di tutte le risorse ferroviarie, fluviali e lacuali dello Stato e la raccolta di dati tecnici e statistici relativi alle linee. ferroviarie e secondarie alle stazioni ed al materiale mobile, alle linee d i navigazione interna ( lacuali, fluviali, lagunari); e) il tenersi al corrente delle innovazioni relative agli impianti ferroviari cd all'esercizio;

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a) la trattazione delle questioni d'ordine militare e tecn ico cui danno luogo i trasporti militari sulle ferrovie e sulle navi ; e) la direzione dei corsi ferroviari militari di stazione e dei corsi di commissari di bordo, la sorveglianza dei corsi ferroviari di linea, noncbè l'istruzione e la sorveglianza del personale militare comandato a prestare servizio sulle ferrovie; f) la trattazione delle pratiche relative al personale

ferroviario; g) la partecipazione agli studi di mobilitazione ed a quelli per la protezione e la vigilanza delle ferrovie ; h) gli studi e le proposte inerenti a lavori ferroviari di interesse militare.

Spetta normalmente alle D.: l) predisporre ed attuare - mediante compilazione di regolare ordine di movimento o di quadro d 'imbarco - i traspor\i cli uom ini, quadrupedi e materiali che, a senso delle disposìzioni ciel Rcgol. sul servizio dei trasporti o giusta le istruzioni particolari emanate dall'Ufficio trasporti, sono di loro competenza; 2) soxvegliare - direttamente o per mezzo. dei dipendenti Comandi militari di stazione ed Uffici imbarchi - la composizione dei treni miti tari s ia d i truppe che d i materiali, le operazioni cli carko e scarico, le operazioni d i imbarco e sbarco e la sistemazione dei militari e dei materiali ne i vagoni e sui piroscafi. Tale sorveglianza si estende su tutti i trasporti militari che trnnsitano nella zona di loro giurisdizione; - 3) accertare, allorchè vengono effettuati i trasporti d i munizioni, che siano scrupolosamc11te osservate le prescrizioni della Istruzione per il trasporto degli esploc.ivi ; 4) inoltre - per quanto riguarda particolarmente i trasporti marittimi - - sorvegiiarc, dil-cttarnente o per mezzo degli Uffici imbarchi e sbarchi oppure per mez·zo dei R. Commissari cli bordo, l'applicazione delle norme contra!!uaJi e cli serviiio da parte delle società di navigaz ione e dei comandanti delle navi noleggiate, requisite o dello Stato a d iretto l..ervizio dell'amministrazione militare e di rappresentare quest'ultima nelle commissioni di a llestimento e di imbarco ed in quelle di ripristino delle navi mercan tili adibite a trasporti milita ri, noncbè lo studio accurato di tutti gli impianti esistenti nelle stazioni, lungo le linee e nei porti e la raccolta di tutti quei dati che possono interessare ai fini militari. A quest'ultimo scopo dovranno formare oggetto di speciale studio : A) Relativamente a11e linee: l'andamento generale, le opere d'al'te, l'armamento e lo stato di manutenzione anche per quanto si riferisce al materiale d i ricambio e d i riserva costantemente disponibile - le opere d i consolidamen to, la possibi lità d i guasti e franamenti per alluvioni, intemperie, ccc. B) Relativamente alle stazioni : la funzione principale di servizio tecnico-ferroviario alla quale la sta'?,ione r isponde (stazioni di testa, di transito, di a limentazione, di smistamento); la disposizione e lo svilup po dei binari ; il tipo, l'ampiezza e l'ubicazione dei piani caricatori ; i fabbricati, magazzini, tettoie, r ifornitori; i depositi locomotive; gli accessi, il terreno, ecc. C) Relativamente ai porti : le caratteristiche del porto (fondali, pontili, banch ine, raccor di ferroviari, capac ità massima, possibilità di afflusso e deflusso del retrot erra) ; il traffico medio ordinario ciel porto; i ma-

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gazzini, capannoni, doks, aree per depositi, mezzi di cal'ico e scarico; i rimorchiatori, pontoni e galleggianti cli varie specie; gli a.ttrezzamen ri val'i per il carico e lo scarico delle merci (grues, ponti, ecc.). D) Relativamente alle lince d i navigazione interna : l'andamento genera.le delle linee e le caratteristiche topografiche e tecniche del loro sviluppo; il regime delle acque; la capacità massima e minima cli trasporto; i sistemi di trasporto più comunemente usati( rimorchio, alaggio, vela); ]a quantità, tipi e caratteristiche dei natant i esistenti ed eventualmen te requisibili per uso militare. I ri3ultati degli studi e delle ricerche sopra specificati dovranno apparire in appositi registri, inventari, monogradie da tenersi costantemente al corrente.

De Lellis (Gregorio) . ·M edaglia d'oro, n. a Pastcna (Caserta) nel 1895, caduto in Libia nel 1922. Ufficiale d i complerncnlo di fanteria all'inizio della guerra italoaust riaca, combattè per qualche tempo sulla nostra fronte; fu trasferito poi ù1 Libia, ove dimostrò singolari quaJ ilà di combattente colonia le e d i comandante di truppe i11digene. Prima nelle file del 15° bgl. erit.rei, poi in quelle del 13°, ed infine col 6° bgl. ascari libici, diede ripetute magnifiche prove di valore, tanto da guadagnarsi tre medaglie : una d'argento e due cli bronzo. Nell'espugnazione di Suani Ben Aden cadeva ucciso, dopo a ve re confermato la sua fama. di eroico combattente. Fu da ta alla memoria di lui la medaglia d'oro con la seguente motivazione: « Comandante di una compagnia d i ascari libici, ai quali aveva trasfuso la fede della sua nobile anima, e la fermezza del suo ammirevole coraggio, compiva atti di valore a quota 3S (Zavia) a Sidi Nasser. Comandante cli una compagnia cl i avanguard ia all'espugnazione di Suani Ben Aden, con nobile slancio di cameratismo si impegnava su ,ma posizione laterale alla direttrice di marcia, fortemente apprestata a difesa del nem ico. Ferito una prima volta all'addome, non desisteva dal r incuorare i suoi uomini; ferito una seconda volta alla gamba r ivolgeva il suo pensiero a lla compagnia che subiva forti perdite. Una terza pallottola gli strappava con Ja vita sua nobile il supremo grido d i <( Viva. l'Italia.! ». F ulgido esempio delle più elevate virtù m ilitari >> (Suani Ben Aden (Libia) 29 aprile 1922). Deletto (lat. Defoctus). Forma di coscrizione e arruolamento per la legione romana. I consoli sceglievano i tribuni legionar i od ufficiali superiori deJ!e legioni : le tribù designavano gli uomini ai qua li per turno toccava presta re servizio militare. Questi uomini erano preseiitati in successivi lotti ai tribuni, i quali, volta a. volt.a, erano primi, secondi o terzi a scegliere. I tribuni nominavano i centurioni e questi a loro volta designavano i decurioni e i signiferi. Per tal modo la legione non aveva esistenza propr ia che in tempo d i guerra; a campagna finita, ogni legionario rientrava nella sua tri-


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bù e della legione rimaneva. il solo ricordo; essa non poteva. avere una parte politica nello Stato ( C happeron).

bre 1812, lanciandos i con 200 u . contro migliaia di Russi.

Deleuse (Git,sepJ,e). Generale, n. a Torino m . a M ilano ( 1816-1884). T enen te d'artiglieria nel 1836 pre• se parte alla sped izione in Crimea, segnalandosi .Ila battaglia della Cemaia. Partecipò alla campagna del 1859, e nel 1861 fu promosso magg. generale. Fu comandante dell'art. nel J dipartimento e fece la campa gna del 1866. Ten. gen erale nel 1$69, coprì la carica di d irettore dell'ufficio del materiale d',u·t. Fu collocato a riposo nel 1878; fu deputato per Cherasco ncJlc legisla t ure Xl e XTI.

Delfina. Galera sarda. acquistata. a Ma.rsiglia n el 1S60 da Emanuele Filiberto. P artecipò in quello stesso anno alle operazioni dell'Adriatico contro i Turchi. Fu radiata nel 1580. Delfino. Macchina da guena ,~a va.le dei Greci, simile a l Corvo. Il D. n on era altro che un masso di ferr o sospeso ad una estremità delle antenne della nave; il suo peso doveva essere enorme, poichè lanciato, pro-

I Oc Leyva Antonio

Deleusc Giuseppe

De Leyva (Anton-io). Genera.le spagnuolo ( 14801536). Cresc iu to sotto la guida cli Consalvo de Cordova, a bbandonò il suo maestro a. 22 anni per recusi a combattere a Ravenna (1512). Partecipò a lle imprese di Prospero Colonna. ( 1522), e nell'anno successivo costrinse l'amm. llonnivet a togliere l'assedio a Milano. Quando ri tornarono i F rancesi in Italia., fu incaricato della. d ifes;i. di Pavia, cooperando alla vittoria s u Fra ncesco I. (1525). Fu alla battaglia di LandJ·iano (1529) e combattè n ello stesso anno contro i T urch i davanti a Vienna. Seguì Car lo V in Africa (1533). Fu capitano generale in Italia, e morì durante la spedizione degli imperial i in Provenza.

Del Fante (Cosimo). Colonnello, nato a Livorno, m. in R ussia ( 1799- 18 12). Si arruolò nelle truppe cisalp ine nel 1799 e fu con esse in Toscana. Fu in Catalogna col gen . P ino di cu i fu a iutan te, nel 1808-09, segnalandosi specialmente a Linas, e 1>artecipò alla campagna di R ussia, come colonnello nei cacciatori del-

I I Petnno clùl Greci

duceva effetti disastrosi : affondamento delle navi, o ro vesciamento di esse, col tirarlo a sè appena lanciato.

Ddfwo. P r imo sottomarino p osseduto dalla marina italiann, varato alla Spezia nel 1896: Lunghezza m. 24,

t~ ·=~ ·-i

lar ghczia m. 2,90, dislocamen to tonn. 95 i11 emersione e 107 in immersione: AJ·mamento, lanciasiluri I; Stato ì\faggiore 1, equipaggio 7. li nome è stato dato a nche a un nuovo sottoniar ino, in costruzione ne l 1928 .

Delfino di T ri.i·ié, coni.e A ntonio. Generale piemontese del sec. XVTl.I. Dopo esser s tato ufficiale nella milizia provinciale di Cu neo, passò nel 1745 nel regg. Saluzzo e con esso partecipò a lla guerJ'a di Successione d'Austria . Colonnello nel 1780, comandò la milizia di Cuneo e nel 1783 ebbe il grado cli brigadiere .

)lc,:·1(• di Cosimo nel l'an,c in nussla (qu:«.11·0 1.l i' 13ar1a1e11a)

le Guardie, distinguendosi nella battaglia della :Moscova e nei combattimenti di retroguard ia. J\Iorì eroicamente con1b'Uttendo in uno scontro p resso Kn1snoi il 1S novem-

D elfimo di 1',-;,vìé (c01ite G-iam,batt-ista). Generale p iemontese del sec. XVIII. Proveniente dal r cgg. provinciale di Pinerolo, nel 1i74 venne nominato a iutante di campo del re . Nel 1789 passò al comando <lei r cgg. provincia le Novara e nel 1793, dura11te la gue rra contro la F r.,ncia, venne nominalo 1° a iutante di campo di Vi tto rio Amedeo III col grado di brigadiere di fan tcl'Ìa a l quale era stato p romo,so nel 1790. Verso la fine del 1793 di,·cnne governatore della c iltà e provincia di Saluzzo. Fu il primo arl avere in tempo cli pace la c:i.rica di a iutante cl i campo <'le i re ed il pdmo ad avere c;uclb cli << pr imo aiu tante di campo».


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Delfino Vittorio. Generale, 11. e m. a Caraglio (17931857). Entrò nei Veliti al servizio della Francia nel 1813, poi passò nell'esercito p iemontese. Combattè nella campagna del 1848, vi guadagnò due mcd. d'argento, a S. Lucia e a Goito, e vi divenne colonnello. Nel 1849 comandò il 9° regg. fanteria e fu fatto prigionie.ro a lvlortara. Pa5.SÒ dopo la guerra al comando della brigata Piemonte. Fu deputato per Caraglio nella V legislatura. Delfino Ettore. Generale, n . ad Alessandria, m. a Pisa (18.H-1909). Sottot. dei granatieri nel 1856, partecipò alla guerra del 1859 guadagnando a lla Madonna della Scoperta la mcd. d'argento. Prese anche parte alla guerra del 1&66. Colonnello nel 1882, fu promosso maggior generale nella riserva ( 1895).

Delfo. Città della Focicle; oggi rovine presso K a s tri. Nel 278 a . C. vi si combattè w1a battaglia., tra i Focesi, i Locrcsi e gli Etoli, da un lato, e un'orda barba1·ica cli Galli comandata d a. Brenno, che rimase scon:fitto e lasciò la vita sul campo, per suicidio. I n seguito a questa sconfitta. i Galli retrocedettero, si divisero e .si dispersero. Del Frate (Settimo). Generale, n. nel 1832, m. a ·Cavenago d'Adda nel 1919. Volontario nel rcgg. cavalJeggeri lvfonferrato nel 1859, partecipò con esso alla <:ampagna di detto anno divenendo sottotenente; partecipò anche a lla guerra del 1S66. Nel 1887 ebbe il comando d el rcgg. cavalleggeri Saluzzo d ivenendo colon·nello. In P . !\ . nel 1892, ebbe il grado d i magg. genera le nel 1895 e quello d i ten. generale nella riserva nel J.905. Laureato in legge, fu cultore di arte e scienza cavà!Jeresca e fra altro scrisse: (( Istruzione pel maneg,gio e scherma della ~ciabola >>; (< I l moschetto a i cavai.leggeri »; « Azione mista della lanc ia e del moschetto JJei reggimenti di cavalleria>>; << Sulle proposte riduzioni nell'arma di cavalleria. l). Del Grande (Natale). P atriotta romano. Ricco ne,go;;iante, di idee liberali, quando fu istituita la guardia ,civjca in Roma fu fatto colonnello del rione Monti. Si isnissc poi volontario nella. divisione Durando quando si orclina.r ono le milizie per la guerra d'indipendenza, e fu confermato colonnello, comandante la l'' legione romana. Morì a V icenza, combattendo alla difesa di Porta Padova. De Georgi (barone Federico). Generale austriaco e scri ttore militare (n. nel 1852). Fedele alle tradizioni paterne abbracc.iò la carriera m ilitare ed uscì dall'accadem ia d i Vienna, nel 1871 come (Jfficiale dei cacciatori. Passò dopo la scuola d i guerra nello S. M. dove per,çorse con rapid ità la carriera arrivam:lo presto agli a lti gradi. All 'aprirsi della grande guerra era addetto al mi11istero della. guerra, e si occupò in particolare della organizzazione dell'esercito, e della difesa dello Stato. Passò poi al comando di una brigata di · fanteria. Fra ]e sue pubblicazioni, meritano di essere ricordate: « La ,difesa dello Stato l>.

Del Giudice (duca Marcello) . Maestro d i Campo napoletaJ)O al servi,:io dell'Impero nei secoli XVI e XVII. Combattè in Olanda (1599) e in Germania, a l comando della cavalleria . Nelle Fiandre fu promosso maestro di <:arnpo per merito di guerra (1611) e tale car ica tc1u,e

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con onore per ben 21 anni. Fu poi nominato governatore di Lingen.

Del Greco (Carlo) . Medaglia. d'oro, n. a F irenze, peri to a Pclagosa ( 1873-1915). Ufficiale effettivo della R. Marina, era uscito dalla R. Accademia navale nel 1893. Nel 1915, all'inizio della guerra .italo-austriaca, era capitano di corvetta, comandante u1ia squadriglia cli sommergibili. Il 15 agosto 1915, trovandosi a bordo del <( N ereklc )), incontrava gloriosa 1norte insieme con i suoi soldati, a i quali fu esempio, fino all'ultimo, d i serenità e di coraggio. La . .. motivazione di medaglia d'oro dice:

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« All'alba del 5 agosto 1915, in vicinanza della spiaggia di Pelagosa, di fronte all' improvviso comparire di un sommergib,le austriaco a breve distanza, che rappresentava sicura morte, tenta va. con eroica abnegazione di offendere col lancio di. un siluro il nemico ordinando la immed iatà immersione del sommergibile, 'cli cui aveva il comando e compiendo tutto quello che il dovere e le circostanze imponevano e consentivano » (Pclagosa, Del Grosso (Mario). ìviedaglia d'oro, n. a Prata Camportaccio (Sondrio) caduto a monte Cucco (18931917). Sottot. di complemento nel 21i 0 reggimento fanteria , poscia tenen te, combattè valorosamente nel settore

De Glorgi Feclerlco

Del Grosso Mario

cli Plava. Durante la 10' battaglia dell'Ison,:o, cadde da prode, come è narrato nella motiva,:ione d i med. d'oro: <( Fulgida figura di eroe, in un anno d i accurata e labor iosa preparazione, fu costante esempio delle p iù alte virtì1 militari. Comandante di compagnia, ferito durante il bombardamento nemico, volle conservarne il com,U1do, e, zoppicando, guidò il suo reparto all'assalto, giungendo fra i primi sulla conquistata vetta. Cadu to il comandante del battaglione, lo sostituì, e con calma e perizia disppse per il rafforzamento della posizione. Esorta lo da i compagni ed inferiori, che l'adoravano, a curami, voile r imanere al suo posto, finchè, tre giorni dopo, colpito a l petto da una granata avversaria, serenamente ~pirò, rammaricandosi soltanto di non poter più combat tere per il suo Re e per la sua Patria>>. (Monte Cucco 14-17 maggio 19+7).

Del hì. Città dell'India, dal 1912 capita le dell'Impero Anglo-Indiano, su l Giamna, n el P angiab. Presa e di-

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strutta da Tamerlano nel 1398, venne ricostruita e fol·tificata nella prima metà del secolo XVII, con grandi muraglie bastionale a lte 8 metri e mu nite di fosso, e con cittadella. , I. Battaglia di Delhi ( J.398). Appartiene all'invasione de ll'lndia operata d a Tamerlano, il quale fu affrontato davant i alla città del sultano di D., Mahmud. Dopo disperata. battaglia, il sultano fu sconfitto e si salvò a stento. La città, invasa dai Mongoli, venne posta a ferro e fuoco e rimase quasi completamente distrutta.

La Cittade ll a dl De lhi

II. Battaglia di Delhi ( 1803). Appartiene alla lotta degli Inglesi contrn i :i'.fahratt.i. Il gen. inglese Lake, con 4500 ll., avanzando su D., incontrò presso la città l'e sercito avversario, comandato dal gen. francese Bourquin: 5000 cavalli, 12 bgl. d i fanti, 70 cannoni. La lotta term inò con la vittoria inglese, ottenuta con fieri attacchi alla baionetta: il gen. francese fu fatto prigioniero; 3000 Mahratti caddero sul campo, ins ieme a 600 Inglesi: la città fu occupata senza ulteriore resistenza. I li. Ri1•olta e assedio di Delhi ( 1857). Appartiene all' insurrezione dei Cipa i nell'India. L'll maggio, i reggimenti indigeni di D. si r ibellarono all' improvviso, e inizia rono il massacro degli Europei e delle loro famiglie; pochissimi poterono scampare d alla f erocia dei r ibelli.

La guerra condotta dag li Inglesi contro i Cipai, li portò sotto le mura cli D. 1'8 giugno. Erano 3000 u europei, con 22 cannoni, più alcuni reparti indigeni f~~ dcli, al comando del gen. Barnard. Gli abitanti appoggia vano i ribelli, numerosissimi e bene armati. Il campo inglese era bersagliato vivamente dalle artiglierie avversarie, e numerose sortite costringevano le truppe del Barnard a lotte sanguinose. L'investimento della città, date le scarse forze degli Inglesi, era fatto sopra un .sol tratto delle mura. L'arrivo di rinforzi era servito, più che ad altro, a coprire i vuoti prodotti dal nemico e dal colera : quest'ultimo uccideva lo stesso gen. Barnn.rd (5 lug!to) sostituito subito dal gcn. Reed. Il bombardamento della piazza fu intensificato, e la lotta continuò furibonda: gli Inglesi dovettero respingere nuove sortite degli assediati. Il 17 luglio, R eed, ammalato, cedeva il comando al gen. Wilson. Verso la metà d'agosto, giungeva al campo inglese \ 111 rinforzo, condotto dal gen. N icholson, ammontante a quasi 4000 u. con sci cannoni da. 120 mm. Con altre piccole colonne, il nume ro degli assed ianti ammontò a 8750 u., di cui 3300 Europei, contro 40.000 Cipai disponenti di 174 cannoni. Il 7 settembre, batterie d'assedio erano collocate contro la cortina fra il bastione :Maree e quello di Cachemir. Aperte due breccie, il 14 fu dato l'assalto, mentre veniva fatta saltare la por la di Cachemir e per quella i rrompeva una prima colonna inglese. Altre penetravano per le breccie aperte, ma non potevano sboccare dalle mura in ci ttà per la resistenza accanita d ei d ifensori. Quella prima giornata costava. agli Inglesi 66 ufficiali e 1110 soldati. N ci giorni successivi, la p enetrazione fu eseguita dalle varie colonne c;l'attacco, e il grosso dei ribelli il 20 abbandonò la città, che il 21 fu occupata dagli Inglesi. Questi avevano in tutto perduto 1032 morti e 2800' feriti.

De Libero (Alberto) . Ammiraglio, nato a "apoli m. a Roma ( 1848-1918): en trato in servizio nel 1859, pro_ mosso contrammiraglio nel 1899, collocalo in P. A. nel 1904 e promosso vice ammiraglio. Prese parte alle campagne dell' I ndipendenza e Unità <l'Italia e quelle d' Africa. Fu aiutante di campo generale effettivo di S. ::vr:, it R e dal 1900 a l 1903.

Attacco degli Inglesi a Delhi (seuembre 1857)


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D e Liguori (Cesare) . Ammiraglio, n. a Napoli m. a Roma (1836-1908). Entrato in servizio nel 1847, fu promosso contrammiraglio nel 1899, collocato in P. A. nel 1894. l'rese parte a lle campagne di guerra <lei 1860 e del 1866, nelle quali meritò la menzione onorevole nel blocco di Gaeta. Fu capo di S. )1. della Squadra permanente dal 1881 al 1882; coman dante superiore del C. R eale Equipaggi dal 1890 al 1891, direttore generale del Servizio m ii. al Ministero della Marina da.I 1892 a l 1894. Delinquenza militare. Il problema della D . militare ha rapporto essenzialmente con l'accertamento precoce della criminalità nei s<ildati; a l quale accertarncn to i med ic i mii. procedono mediante l'esame antropologico, funzionale e psichico, secondo i principi della scuola crimino.le moderna. Quasi senz'cccezione, il delinquente m ilitare, oltre alle selite stigmate degenerative e alla mancanza di senso morale, che son comuni al pazzo morale e all'epilettico, offre all'osservazione un fatto della più gra nde importa nza, che sfugge ben raramente a ll'osservazione degli ufficiali medici dei corpi; vale a dire un'ina.. dattabilità specifica a ll'ambiente, la quale si rivela, fin dai p rimi mesi di servizio, con un'irascibilità esagerata, con reazione violentissima ai minimi stimoli, e con tutta una serie di atti impulsivi, che, dalle p iccole mancanze disciplinari, possono giungere, in un periodo variabile di tempo e secondo circostanze di,·erse, fino ai più grandi reati d'insubordinazione e a i delitti cli sangu e, E questo cara ttere specia lissimo del delinquente m ilitare è davvero così tipico e di valore tanto positivo, che ormai tutti gli ufficiali medici son indotti a ritenerlo come· il criterio rivelatore precoce per eccellenza della degenerozione, a llorchè quesla s i trovi racchiusa e compressa. fra le strettoie della vita di quartiere,;,_ criterio che può bastare da solo a costituire la b~sc cli un provvedimento mcclico-Jcgalc eliminativo, prima che scoppi improvviso e violento un atto d'impulsività e di ferocia sanguinaria. Circa la questione dell'amb iente militare come fattore di delinquenza, senza negare l'influenza esercitata su certi organismi psichici dalla vita di case<ma, dalle nuove consuetudini e dai legami disciplinari, noi dobbiamo s labilirc come principio fondamentale che tutto si riduce, in fin dei conti, a una questione d'equilibrio fra le esigenze del nuovo ambiente e i poteri psichici dei nuovi soldati. Se qu esti sono individui normali, in cu i non sia difettosa o manchevole l'azione inibitrice dei centri superiori, ebbene, s'adatteranno a lle nuove condiz ioni di vita senza subire una scossa troppo grave e l'equilibrio sarà conservato; se, invece, son individui anormali - delinquenti congeniti, pazzi morali o epilettici - si moslrernnno qu asi subito insofferenti d'ogni freno, ribelli a lle prescrizioni disciplinari, nemici dichiarati della vita col!ettiva. Ed ceco a vvenuto l'urto ps ichico colle sue conseguenze più o m eno funeste, gravi sempre; ecco rotto l'equilibrio, ceco messa in evidenza la loro inadattabilità specifica all'ambiente, la quale è uno dei ca ratteri pi11 spiccali di questa c lasse pericolosa d'individui (Tr<nnbetta). D e·1 io., Piccola. città della Beozia, oggi Dilisi. :--cl 424 a. C. vi si combattè u na battaglia che appartiene a l primo periodo della. guerra. del Peloponneso e fu combattuta e vinta dallo spartano Pagonda contro il generale ateniese Ippocrate, che fu sconfitto e cadde con mille dei suoi. D elizia (Ponte della). Ponte sul Tagliamento, )?;:esso

Codroipo. Durante la ritirala a.I Piave (ottobre 1918) le nestr~ truppe vi costituirono una testa di ponte, validamente difendendola nel JJomcriggio del 30 ottobre ; però, essendosi intensificata. la pressione nemica, venne dato ordine di far saltare sia il ponte della D. sia i due ponti ferroviari di Codroipo, determinando pur troppo il sacrifizio di molte truppe nostre ed artiglierie che rimasero così in mano del nemico.

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Della Cella (Paolo). )iec.lico capo della R. Mar ma, n. a. S. Stefano d 'Avclo, m. a Genova (1792-1854). Nel 1816 andò a Tripoli e partecipò a. una spedizione militare ordinata dal Bcy Caramanli contro tr ibù ribelli, rimpatriando nel 1818. D ell'esplorazione compiuta p ubblicò una relazione illustrando l'u bertosità della Ciren a ica. ed incitando il governo p iemontese a tentare un'impresa colonia.le. ~ el 1822 l'ammiraglio Dcs Gencys volle utilizza.re l'opera del D. a favore della :Marina e lo nominò medico chirurgo maggiore della squadra sarda destinata. alle coste del Ma.rocco. );el 1830 divenne medico del dipartimento superiore della R . )farina. Nel 1835 si segnalò durante l'epidemia d i colera, nel 1842 fu membro del Consiglio superiore sanitario dell'esercito, nel 1849 raggiunse il grado di medico capo della R. Marina e nel 1851 lasciò il servizio.

Della Chiesa dì Cinzano (Alessio Gabriele). Generale, m. a Chambéry nel 1759. Partecipò nel 1703 alla. diiesa d'Ivrea; colonnello comandante il regg. fucilieri nel 1731 e brigadiere nel 1734, si distinse nella guerra di Successione d'Austria, specialmente alla battaglia di Camposanto. Governatore di V.ilenza Itel 1743, prese a ttiva. parte alle campagne dd 1744-1746 e si segnalò nella battaglia di Madonna dell'Olmo. llfogg. generale dal 1745, nel 1748 divenne governatore di Chambéry e luogotenente generale. ,,. Della Chiesa di Roddi Giorgio. Generale, m . a Torino nel 1785. Entrato nell'esercito nel 1736, percorse tutta la carriera. in cavalleria. Colonnello nel 1774, comandò il regg. cavalleggeri del Re e nel 1781 ebbe il grado di brigadiere.

Della Chiesa di Pcmzano Gi·useppe. Generale, m. a. T ortona n el 1790. Iniziò il servizio nel 17-40 come alfiere nel rcgg. Fuc ilieri pass:u1do due anni dopo nel regg. Regina nel quale rimase trent'anni. Colonnello comandante della legione truppe leggicre ne l 1778; 'tontadorc genera le nel 1779, ebbe il grado di rnagg, generale di fanteria nel l 783. Lu·ogoten. generale comandante delle milizie e genti da guerra d i S. M. poco dopo, nel 1789 d ivenne governatore de l!:t città e p rovincia cli Tortona, e, otto giorni prima di morire governatore della Savoia. Della Chiesa di Rodd·i ciel/a T orre Li,igi, Generale piemontese del sec. XVI II. Cornetta nel regg. Piemonte Reale cavalleria. ( 1745), percorse in esso quasi tutta la carriera divenendo colonnello coma ndante nel 1788. Brigadiere di cavalleria nel 1790 e magg. generale nel 1793, fu governatore della città di Casale e Ducato di Monferratò nel 1796. .Della Chiesa di Roddi 111archese Vittorio Maria. Generale piemontese flel sec. XVIII , m. nel 1826. Prove.niente dalla cavalleria, passò nel 1781 nelle Guardie del corpo raggiungendo il grado di colonnello n el 1789 e di brigadiere nel 1793. Nel 1798 lasciò il servizio per non passare nelle file repubblicane, e -lo riprese nel 1814. Al-


!ora venne nominato Ispettore della Cavalleria e magg. genera le; fu poi Gran Maestro della Real Casa, e Collare del!' Annunziata.

Della Chiesa d'lsasca Flaminio. Generale, n. e m. a Saluzzo (1781 -1862). Ten. nel regg. Pinerolo · (1800), lai;ciò l'esercito allora e vi r ientrò dopo la restaurazione, facendo carriera nello S. :M. Genera le nel 1831, dor,,o aver coma,1d ato la brigata Aosta pa,;sò al comando dell'artiglieria . Prese parte alla campagna del D elfinato ( 1815) cd a quella di Spagna agli ordini del duca di ',\ngoulème (1823) . ùovernatorc della prov. di Tor ino (1S4 l) po i comandante della divisione militare di ,Cuneo, venne colDella Cll!esa Carlo locato in pensione nel 1843. Della Chiesa di Cervignasco Federico. Generale, n. a Saluzzo nel 179S . Uscl dall'accademia di S. Cyr (Francia) sotlot. nel 1813 e dopo un anno di servizio entrò nell'esercito sardo in cavalleria, dove percorse tutta la carriera, fino a colon nello ( 1840) nel regg. Piemon te Real<t. Passò poi, da genera le, a l comando della Accademia militare. Della Chiesa di Cervignasco e di Trivier conte Carlo. Generale, n. a Saluzzo nel 1798. Sottot. di cavalleria nel 18 16 vi raggiw1se il grad@ d i colonnello nel 1848 e comalldÒ a llora il regg. Piemonte Reale, prendendo parte alla battaglia d i Goito e allo scontro d i Valeggio. Nel 1821 aveva partecipato alla repressione dei moti costituzional-i.

Den a Chiesa Enrico

Della Chiesa Luigi

420 D ella Chiesa d'lsasca nobile dei Conti E,irico. Generale, n. a Saluzzo nel 1864. Sottot. di fanteria nel 1883, fu in Africa negli anni 1885 e 1886 e nel 1888 fece passaggio nei RR. CC. dove percorse tutta la carriera, encom iato in d iverse circostanze. Erese parte alla can1pagna di guerra 1915-18 conseguendo nel 1918 la promozione a colonnello ; dal 1921, elevato a genera le di brigata, comandò successivamen te il 6° cd il 7° Gruppo di Legion i, fino al 1926, quando andò in posizione auuiliaria.

Della FagglUO!a

Della Gatta

Della Cornia (Ascanio). Capitano e ing. mii. del sec. XVI n . a Perugia (1516). P rese parte giovanissimo a ll'assedio della Mirandola, poi a quello d i Genova nel 1536 ri.rnanel'.dovi ferito. Comandò le truppe di Siena in Val di Chiana; ferito ancora a Chiusi, vi r imase prigioniero (1554). Fortificò Velletri, e andò in soccorso d i Malta nel 1560. Fu più volte nei consigl i di guerra della lega d i , Venez ia (1571). S'occupò delle fortificazion i nelle F iandre, dove rese inespugnabile la fortezza di Gravel ine, condottovi da E manuele Filiberto di Savoia ( 15S8). Della Croce (Flaminio). Capitano milanese d e l secolo XVII e scrittore militare. Dopo aver combattuto nelle guerre del suo tempo e specie in Fiandra, si dedicò a scrivere opere militari tra le quali meritano di essere r icordate: cc L'esercito della cavalleria>> ed il « Teatro militare». Della Faggiuola (Uguccione). Capitano del secolo XITI-XIV, n. di Arezzo. Di parte Ghibellina, fu nominato a capo delle milizie di Arezzo; partecipò alla lotta contro i Guelfi d i Romagna insieme col i\'Iontefeltro; fu nominato ca.p ilano d i Pisa nel 1313 e guerreggiò contro Lucca, che assoggettò a l suo dominio. llattè più volte i Guelfi toscan i, ma per la sua prepotenza fu cacçiato da P isa e andò a servire sotto i signori di Verona come capitano, morendo all'assedio di Padova (1319).

Della Chiesa della Torre Camillo. Generale, n. a Casale, m. a Cu neo (1812-1889). Sottot. di fanteria nel 1831, prese par te a lla guerra .1848-49, guadagnando a Novara la menzione onorevole. Fu in Crimea, e si meritò, alla Cernaia, la croce dell'O . M. S. (1855). Comandò da ten. generale la d ivis. di Cuneo (1862).

Della Gatta (t>rincipe di Monte Starace, d01i Carlo). Maestro di Campo napoletano agli ordini dei Borboni, del secolo XVII. Fece pa.rte nel 1635 della spedizione contro i Fra ncesi in Lombard ia e si dist·insc nella difesa di :i\1ilano e Valenza e a Tornavento. F u poi l'anima della resistenza d i Orbetello ( 1646).

Della Chiesa di Cervignasco Luigi. Generale, n. a Saluiizo m. a Torino ( 1833-1892). Sottot. d'art. nel 1854, prese parte a lla guerra del 1859, guadagnando sulla Sesia la menzione onorevole, ed a S . Martino la medad'argen to. Nella campagna delle Marche (1860) eblie un'altra IT\Cd. d'argento a F anç> e Castelfidardo, e, all'assedio d i Gaeta, una seconda menzione onorevole. Da generale (1885) comandò la brig. Marche; fu collocato a riposo ·tre anni dopo.

Della Genga (Gnido). ·Capitano del sec. XII, nato nel 1162 a Fabriano. Precedendo il F ieramosca, combattè onoratamente contro due capitani germanici: fu poi in Asia contro i Saraceni, e, tornando dalle Crociate annegò nel porto d'Ancona . - Un Cantuccio D. G ., pure di Fabriano, ricuper7 nel sec. XV le Marche a.! papa Eugenio I V. Della Gherardesca (c011te Ugolino). 8apitano ge-


nera.le di Pisa del secoio XIII. Capo del partito ghibellino, fu in guerra coi Genovesi e venne sconfitto a lla Meloria {1268). Nominato Podestà e capitano generale di P isa, ne r afforzò le milizie e le difese; ma d ivenuto signore della città, fu vittima di una sollevazione dei Guelfi, capitanata dall'arcivescovo Ubaldini, e, imprigionato, morì in carcere.

D ella Mantica. V. Galli. Della Marmora. V. Ferrero. Della Marra (Yi11ce11zo) . Mastro di Campo napoletallo a l servizio della Chiesa, nel secolo XVII. Segnala tosi per valore nelle guerre condotte nel!' Alta Italia, fu messo a l comando dell'esercito pontificio a Perugia e battè l'eserc ito toscano presso Citerna e presso Monteleone (1642). Passato al servizio di Venezia, combattè a Candia nel 1645. Della Noce (Giovanm). Capitano del secolo XV, nativo d i Crema. "Fu a l servizio d i Napoli, e poi del duca Francesco Sforza: durante la guerra fra il duca e Venezia cadde in sospetto e venne impiccato in Crema nel 1452. Della Noce Camillo. Gen erale n. a Corano, m. a Napo!] (1835-1891). Sottot. di cavalleria nel 1856, p rese parte al le campagne del 1859 e del 1860-61, meritando a Perugia la med. d'argento. Colonnello- (1881) comandò il ,cgg. Foggia. Fu collocato a r iposo col grado di generale . Della Noce Giuseppe. Generale, n. a Pavia nel 1846. F requentò i' Accademia di Torino, la Scuola d ' Applicazione, quella di Guerra, ec"(, entrò nel Corpo dello stato maggiore. Prese parte alla campagna del 1887 in Eritrea. Comandò da colonnello nel 1892 il 42° regg. fanteria. Nel 1898, maggior generale, comandò la brigata Como; nel 1904 era generale di divis. e nel 1909 di C. d'A., reggendo il comando di quelli d' Ancona e di Fù-enze. F u collocato a riposo nel 1914 o rich iamato in servizio nel 1915 fu capo-servizio alla Giustizia :Mii. e guadagnò una medaglia d'argento a Gorizia. Terminata la guerra , fu ricollocato a riposo. Nel 1913 fu nomina to senatore. Della. Noce Cesare. Genera le, n. a Milano nel 1868. Sotto!. di fanteria nel 1891, partecipò alla guerra europea, raggiungendovi il grado di colonnello comandante il 17° regg. fanteria e guadagnandovi una med. di bronzo. Dopo aver comandato il distretto m ilitare di Alessandria, anelò in P. A. divenendo generale di brigata nel 1928.

Della Porta (Iacopo Antonio). Architetto militare (1541-1604), n . di Casale Monferrato. Allievo del Vignola, costrusse il 1·ecin to bastionato di Casale ai tempi dei Gonzaga (1580) e ne completò poi la cinta con due baluardi. Lavorò anche alle fortiiì.cazioni di Guastalla e a Roma. Della Rocca (Giaco·1110 Antonio). Ingegnere militare

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casalese del sec. XVI. Nel 1580 fu chiamato a fortificare Casale e poi cooperò alle fortificazioni di Guastalla. Della Rocca. (JVlorozzo, Enrico). Generale, n. a Torino, m. a Luserna (1807-1897). Partecipò a tutte le campagne dell'indipendenza e raggiunse il grado di gener. d'esercito. Nel 1849 comandò una brigata mista, e dopo Novara, dal marzo al maggiq 1849 fu ministro della guerra, dal 1855 al 1865 primo aiutante cli c:unpo del Re, ve_ nenclo promosso nel 1857 luogotenente generale. Nella guerra del 1859 fu capo di stato maggiore generale ; quù1di comandò il V C. d' A. e partecipò alla spedizione nell'Italia meri_ dionale, del 1860, espugnando Perugia e Capua. Nella guerra del 1866 coma.ndò il 3° C. d' A., e poi fu pres idente del Comitato per la difesa dello Stato. Senatore nel 1861, colla.re. dell'Annunziata, scrisse l'« Autobiografia di un ve.t erano ll.

Della Rovere (Frmicesco Nla·ria). Duca di Urbino (1490-1537). Nel ·1509, comandante delle truppe pontificie, ritolse ai Veneziani Rùnini, Faenza e altre città. Nel 1512 riprese ai Francesi le principa li città della Romagna, e occupò Parma e Piacenza: ottenne così in ricompensa anche la signoria di P esaro e del suo territorio. Nel 1526 comandò le milizie venete contro Carlo V, e nel 1529 difese il territorio della repubblic~ di Venezia, che lo nominò capit. generale. Morì mentre preparava la spedizione contro i Turchi, organizzata dal Papa, dalla Repubblica di Venezia e dall'Imperatore. F u valente ingegnere mi!. e fece costruire le mura bastionate di Urbino, di Pesaro, di Senigallia. Lasciò u n volume: « Discorsi Militari >J. Della Rovere Gui,J,obalclo. Capitano del sec. XVI, figlio del preced en te (1513-1574). Servì fin dal 1529 nell'esercito veneziano e vi divenne governatore generale; successe al padre nel ducato di Urbino; nel 1550 fu capitano generale delle truppe della Chiesa e nel 155& capitano generale delle truppe spagnuole in Italia. Della Rovere Fed erico. Generale, n. a Casale Monferrato, m. a Torù10 (1805 -1865). Nel 1848 fu nominato direttore della R. fabbrica d'armi, nel 1850 fu segretario del Comitato centrale d'art., nel 1858 governatore del Duca di Genova.

Della Rovere ma.rchese Alessandro. Generale, n. a Casale Monferrato, m . a Torino (1815-1864). Sottot. d'art, nel 1833, partecipò alla campagna del 1848 e a quella del 1855, come Intendente. Fu tra i primi a introdurre-


la ginnastica nell'esercito. Partecipò ancora come Intendente alla campagna del 1859, a l termine della quale fu promosso magg. generale; nel 1860-61 fece la campagna delle Marche e Umbria e fu su bito dopo in Sicilia come luogotenen te del Re, ottenendo la croce di gr. uff. dell'O. ::V(. S . Fu nominato senatore e ministro della guerra nel 1861 e tale rimase fino a l 1864.

422 Entrato in guerra nel 1915 consegu ì nel 1917 il grado di colonnello, .e a l comando dell'll O regg. art. da camp. fu decorato della croce d i cav. dell'O. M . S . Comandò quindi l'art. della 33• divis. ed il deposito del 34° regg. da campagna; collocato in P. A. nel 1920, fu promosso nel 1926 generale d i brigata.

Del la T orre. Famiglia illustre nei fasti m ilitari cli Milano, che inizia la sua storia dal secolo XII; più ragguardevoli suoi personaggi sono: llfartino. Capo stipite dei Torriani ; fu col seguilo dell'imperatore Corrado e del re cli Francia, Luigi VII, alla p rima crociata (1147). Cadde all'assalto di Damasco.

De:lla Rovere Ellore

ne.Ila novere G.

Della Rovere di }/Jontiglio marchese Giuseppe. Generale, 11. a Venaria Reale, m. a Torino (1837 -1920). Sotlot. <li cavalleria nel 1858 partec ipò alla guerra dell'anno seguente guadagnandovi una mcd. d'argento; a lla repressione del brigantaggio, ottenendovi un'altra me daglia d'argento e una d i bronzo; alht guerra del 1866 guadagnandovi la croce dell'O. M . S. Colonnello nel 1882, comandò il regg. l\fonferrato e nel 1890 raggiunse il grado ù i magg. generale; uel 1895 andò in P . A. ; nel 1898 fu promosso ten. generale, nel 1899 andò a riposo. Della Rovere E ttore, nob. dei marchesi di Mon;tiglio. Generale, n. a Savigliano, 111. a Torino ( 1840-1895). Sottot. di fan teria nel 1859, passò poi in cavalleria; nella campagna contro il br~ga.ntaggio guad agnò una medaglia d i brouzo. Nel 1886 ebbe, da colonnello, il comando del regg. Milano; nel 1891 andò in P. A. e vi fu promosso magg. generale; nel 1894 fu collocato a riposo.

Della Sala (Bernardo). Capitano di ventura del secok, XIV. Fece parte della compagnia dei « Tardi Ven u ti>>, e s i battè a B rignais ( 1361) poi passò agli ordini dd marchese di Monferrato, indi a quell i de l cardinale Roberto di Ginev ra, partec ipando alle stragi nel Bolognese ( l376). Tornalo in Francia, cadde combatten do nelle file degli Armagnacs. Della Scala (Basilio) . Ing. mil. del scc. XVI, n. cli Vicenza. F u a l servizio dei Della Rovere, poi d el re di Francia, poi della repubblica d i Venezia , per la quale lavorò d urante la guerra della lega di Cambrai, infine andò a Rodi dove rafforzò le fortificazioni nel 1520 prima dell'assedio dei T u rchi. li D. S . fu considerato come caposcuola nell'arte della fortificazi'3ne, e classificato fra i maestri della scuola mista, o degli architetti-soldati. Della Scala. V. Scaligeri.

D ella Seta (Giorgio) . Generale, nato a Milano nel 1827. Fece le campagne del 1849, 1859, 1866. F u per varii anni comandante del Commissariato ; raggiunse il grado di magg. genera le nel 1891 e nello stesso anno passò alla r iserva. Della Seta Ernesto. Genera le, nato a Firenze nel 1871. Sottotenente d'art. nel 1890, si guadagnò n el 1898 una mcd. cli bronzo nella repressione di tumulti a Livorno.

Pagano. Signore della Valsassina, capo della parte guelfa; sostenne e ricoverò i Milanesi disfatti a Cortenona ( 1237). Nominato capo della repubblica milanese ( 1242) vi si mantenne, con s aggio e forte governo, fino alla morte ( 1256). Filippo. N ipote ciel precedente, ne continuò le t radizioni e la carica ampliando il potere su Como, Vercelli e Bergamo, e cm1soliclando il potere dei Guelfi. Mori nel momento in cui stava. per raggiun gere l'esercito francese per la conquista di Napoli ( 1265). Napoleone. Kipote di Filippo, gli succedette nella signoria di Milano (1265). Conquistò Brescia, ma perdette Vercelli presa dai Ghibellini. Prese Lodi, costruendovi due forti. Quantunq ue vicario imperiale a Mila.no, fu costretto a difen dersi contro gli attacchi di Ottone Visconti che a D esio ( 1277) lo vinse, lo prese prigioniero e lo consegnò a i Comaschi dai qua li fu chiuso in gabbia d i ferro al Baradello, dove morì (1278). Guido. Nipote del precedente. Comba ttè pure a Desio, e cadde prigioniero de i Comaschi (1277). R iuscito però a fuggire ( 1280) fu da quei di Monferrato tenuto quale capitano, e con Gottifredo combattè contro i Visconti ( 1285). Dopo la cacciata dei Visconti da Milano, viene eletto capita.no ciel popolo ( 1307). Ma abba.11donato dai guelfi mentre voleva opporsi colle a rmi in p u gno alla ven uta clcll'Imperatore Arrigo VII, venne battuto dai Visconti ligi agli imperiali, e cacciato coi suoi da Milano (1312). Della T orre di Valvassino, conte Clemente. Ammiraglio, m . a Roma (1857-1919). Uscito dall'accademia. na vale, sall celermente agli alti gradi. F u collocato in P. A. da contrammiraglio. Della Torre (spesso così italianizzato nei testi, o nella medesima firma) . V. SaU,'.er de la Tour.

·D ella Valle (Giovamii Battista) . Capitano del secolo XVI, n. a Venafro, m. a Bracciano (1470-1550). Trovò modo nel 1524 di fondere proietti cavi. T re anni p rima aveva pubblicato un libro : « Il Vallo», in cui si tratta del « rctcnere e t fortificare una città con bastioni )l : è il primo trattato d i fortificazione dopo il medio evo, e insieme il primo tentativo d i dare bu one fondamenta SJ)erimentali, o pratiche, all'arte milita.re. Della Falle Francesco. Generale medico, n. a. Caserta nel 1858. Laureato a Napoli (1883) fu nomina to nel 1884 sottot. medico. Colonnello nel 1915, partecipò alle campagne del 1915-1916, e nel 1917, consegu ita la promozione a magg. generale medico a scelta. eccezionale, fu posto a capo della direz. genera le del servizio sani-


tario m ilitare ove rimase fino al 1925. Collocato in P. A. col grado di ten. generale medico (1926) e richiamato contemporaneamente in servizio; fu messo a disposizione del Mini stero delle F inanze quale Presic;!ente della comm issione medica. superiore per le pensioni di guerra. Xci 1927 fu chiamato alla. direzione genera.le della Sanità militare.

Della Villa (conte Tommaso.I, lg11azio). Gcner. piemontese secolo XVIII. Proveniente dal IJ~ll(l Valle F. reggimento dragoni del Gencvese, nel 1729 passò nelle gua rdie del corpo, Colonnello nel 1735 ebbe il comando del reggimento Dragoni del Gencvese. I::bbc i gradi di brigadiere di cavalleria nel 17-12, magg. generale nel 1744 e ten. generale nel 1747, Tenne poi il comando mii. d i Torino e nel 1754 divenne generale d i cavalleri:t.

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Della Volpe (Taddeo). Capitano del sec. XVI, n. a Imola, m. a Venezia (1474-1574), Fu uno dei migliori capitani della Repubblica di Venezia, e s'illustrò specialmente durante la difesa di Padova, contro le trup· pe della lega. Era stato anche agli ordini di Cesare Borgia. Dellera di Corteranzo (barone Gi1tscppe A11to11io). Generale piemontese del sec. XVIII. Guardia del ,corpo nel 1738, passò nel 1743 come all.ìcrc nel regg. fanteria Piemonte col quale partecipò alla guerra di Successione d'Austria. Comandò il forte d'Ormea nel 1779, nel 1783 fu colonnello comandante la legione truppe leggere, della quale dive1u1e capo nel 1793 col grado di luogoten. generale. L 'anno seguente ebbe la nomina di governatore di ::\!Iondovì. Delli Franci (Gùn:a1i,u). Ufficiale e scrittore dell'esercito delle Due Sicilie. Usci dal collegio dell' Annunziatella, ufficiale d'art,, nel 1845; partecipò come ten . colonnello alla guerra del 1860 contro i Garibaldini e fu capo di S. M. d'art. nella difesa di Gaeta. Lasciò una « Cronaca della campagna del 1860 sul Volturno e sul Garigliano ». Delli Ponti (Italo). Generale, n. a T arai1to nel 1861. :Sottot. di fantci-ia nel 1880, prese parte alla. campagna d'Africa del 1887-1888 e promosso colonnello ( 1914) fu nominato comandante del 15° regg. fanteria, Entrato in guerra nel 1915 partecipò alle operazioni in Albania.; e collocato in P. A. nel 1917, e subito richiamato in sen•izio, raggiunse nel 1917 il grado di magg. generale assumendo il comando della 20• brigata. di M. T. Ricollocato in congedo (1918), assunse nel 1923 il grado di generale di divisione. Nel 1927 andò a riposo. D ell'Isola (Molo, di Borghetto, Ercole). Generale, m. a Milano (1862-1925). Sottot. d'art. nel 1881, par· tecipò alla grande guerra. distinguendosi in Val Lagarina.. Lasciò scritti relativi e studi balistici. Dellmensingen. Villaggio della Baviera, sulla. destra del Danubio nei pressi di Erbach. Combattimento di Dellme11si1ige1i (22 maggio 1800), Appartiene alle operazioni in Germania dell'esercito francese agli ordini di Moreal1. Questi passò il 20 mag-

423gio sulla dr, del Danubio. II gen. austriaco Kray mandò contro i Francesi, il 22 mattina, l'arciduca Ferdinando con una colonna di circa. 12.000 u. e un'avanguardia di cavalleria di tale truppa attaccò D., dove il gen. Decaen, comandante del p residio, dopo disperala difesa si ritirò in altesu dei rinforzi di cavalleria e fanteria, che gli permisero di riprendere il villaggio. II gen. Lcgra.nd, dal suo canto, respinse il nemico e lo obbligò a ripassare il fiume in disordine. Tale combattimento fece cadere nel le mani dei Francesi molti prigionieri, e permise al Moreau di portarsi sulle lince di comunicazione del Kra.y.

Dclroro Anuro

Del Lungo Enr·lco

Dell'Oro (Arturo). Medaglia d'ot'o, n. a Vallemar (Cile) nel 1896, caduto nel cielo di Belluno nel 1917. Volontario aviatore al principio della guerra italo-austriaca, fu uno dei nostri più abili cd a rditi l iloti da. caccia. Fin dal primo anno di ~erra. guadagnò una medaglia d'argento; periva in un magn ifico episodio di valore, cosi riassunto nella moti\•azionc con la quale alla memoria dell'ardimentoso volatore fu concessa. la medaglia d'oro al valor militare: << Audacissimo pilota da. caccia, infaticabilmente sorvolando le a lte vette del Cadore, ardito fra gli arditi, piuttosto che rinunciare alla vittoria, si slanciava contro un velivolo nemico, lo abbatteva coll'urto, prccipita.nto insieme col vinto: esempio altissimo di coraggio e di mirabile abnegazione» (Cielo di Belluno, 1° settembre 1917), Del Lungo (Emico). Generale, n. a Pisa nel 1868. Sotto!. degli alpini nel J 887, passò da tenente, nell'arma dei CC. RR. e prese parte a.Ile campagne di guerra 1916-17-18 conseguendo ne l 1921 la promoz ione a colonnello. In tale grado fu prima a disposizione ciel M inistero della. Guerra.; comandò poi ( 1923) la scuola allievi ufficiali e la. legione di Mila.no, e nel 1926, conseguita la promozione a generale di brigata, fu collocato in A. R. Q. a domanda. Dell'Uva (Flavio). Capitano del scc. XVII. Raggiunse il grado di maestro cli campo; fu costruttore di macchine da guerra; lasciò un'opera intitolata: « Discorso delle regole et ordini militari». Del Mancino (Amos). Generale, n. e m. a Campiglia ~Jariltima (1862-1928). Sottot. di fanteria nel 1882, partecipò alle operazioni di Libia. del 1913-1914. P romosso colonnello ( l 915), fu nominato comandante del 51° fanter ia, e s i distinse duran te la grande guerra guadagnandosi, q ua le comandante de lla brigata Perugia, una med. di bronw nel novembre 1915 sul Carso e d'argento nelle operazioni del settembre 1916 durante le quali rimase gravemente ferito. Comandò successivamente la brigata Taro e la 25" divis. e nel novembre 1917


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il presidio di Mestre e il campo d'istruzione a Padula. Collocato in congedo (1918), assunse nel 1923 il grado di generale di divisione.

Delmastro (Cesare). Generale, n. a Saluzzo, m. a Genova ( 1860-1918). Sottotenente di fanteria nel 1880, dopo aver frequentato la scuola di guerra '!)assò nello •s tato maggiore, raggi ungendo il grado di colonnello nel 1905. Ne! 1908 fu comandante del 25° regg. fanteria.. Ma.gg. genera.le comandante la brigata Messina nel 1911, poco dopo anelò in Libia quale ispettore delle truppe coloniali libiche. Iniziata la grande guerra ebbe il comando della 4" diviDel Mancino Amos sione di venendo tenente generale n~l 19_15; fu ispettore dei servizi di tappa e quindi comandò la divisione di Perugia.. Del Mayno (cotile Luchi1to). Genera.le, n. e m. a Mariano Comense (1838 -19.11). Volontario nel 1859, com_ battè valorosamente, meritandosi le spalline da ufficiale, e la. medaglia. d'argento. Parlccipò alla repressione del brigantaggio, guadagnandovi una medaglia di bronzo, e alla. canipagna del 1866. Da. generale fu in Africa. dopo Adua, collaborando col generale Ba.ldissera. E bbe la presidenza del Consiglio di guerra. che giudicò il generale Barat ieri. Comandò la brigata Valtellina,. la d ivisione milita.re di Perugia, i corpi d'annata di Verona e Genova e venne nol1linato senatore nel 1905. Collaborò a R iviste mii. e scri.sse: « Considerazioni sugli ordini d i marcia dei Prussiani nella campagna del 1866 in Boemia»; « Dell'impiego della cavalleria in guerra >l; (( Lo schieramento e il soldato nel combattimento odierno>>. Del Monte. FWJiglia. di colidottieri, tra cui ricordiamo: fiero del 1\!lonte, che servì i Fiorentini e i Veneziani e morì alla battaglia di Agnadello ( 1509) ; Martitio del Motite ( 151S- 158S), che servì il duca d i Urbino, il Papa e la R epubblica di Venezia, per conto della quale fu governatore di P adova; Bartolomeo del Nfonte, che combattè in Ungheria e in German ia e .fu castellano di Camerino, d i Perugia e cli Pavia; Francesco del Monte, figlio di Bartolomeo (1559 -1622), che combattè contro gli Ugonotti, fu alla guerra. di Fiandra, comandante della cavalleria all'assedio di Gand, e combattè contro i Turchi a Giavarino; Camilla• del Monte, (1600-1638), combattente col Wallenstein a Lipsia e Lutzen, e in Lombardia contro i F rancesi del maresciallo di Créqui. Deloff (Va.ssili') . G~nerale bulgaro, n. nel 1861. Do-

Dm:..

po la liberazione della Bulgaria, nel 1878, entra a far· parte alla Scuola. mii. bulgara; nel 1891 è nominato comandante di reggimento e nel 1909 di brigata . Combattè nelle guerre balcaniche e vi guadagnò il grado d i generale maggiore Nel 1913 comandò la 10• divisione di fanteria. Fra. le sue pubblicazioni ricorderemo: << J\1anuale per i sergenti >l e « Trincee per la fanteria >>.

De Lorenzi (Giuseppe). Ammiraglio, nato a Torino, ( 1868Delotf Vassil! 1922). Entrato in servizio nel 1881, promosso contrammir. nel 1916, vice ammiraglio nel 1921, prese parte alla grande guerra; fu Ispettore dei Sommergibili e dell'Aviazione al M inistero della Marina, nel 19 17, addetto navale a Londra nel 1919r capo di S. M. della Marina dal 1921 al 1922. Deform e (dott. Edmondo). Chirurgo e scl'ittore mii. francese, n. nel 1845. Fra. le sue opere ricordiamo: « Sui risulta.ti clinici e funzionali delle amputazioni articolari nella chirurgia dell'esercito >l; cc Tipi di fratture prodotte dalle pallottole »; << Storia medica sulla guerra di Secessione d'America. » ; « Trattato di chirurgia di guerra >J. Egli isti tuì a Val-de-Gradc un museo anatomico nel quale figurano 800 casi diversi di fratture prodotte da pallottole. Deloye (Dùnu:sio Francesco). Generale francese (183719()9). Uscito dal politecnico ufficiale d'artiglieria, fece parte del deposito centrale dell'arma per studi sul materiale. Nel 1870 combattè a Melz e fu fatto prigioniero. Dopo la guerra ritornò ai suoi studi sui per fezionamenti dell'arma e fu l'anima. della. trasformazione delle moderne artiglierie a t iro rapido da 75 mm. Rimase per diversi anni presidente del Comitato tecnico dell'artiglierie e polveri p iriche. Del Poggio (nobile e patrizio di Pa'ltia. Clen1e11te)_ Generale, n . a Torino nel 18S9. Sotto!. di cavalleria nel 1878, promosso colonnello (1911) comandò i reggimenti Foggia e Catania ; nel 1915 fu nominato comandante in 2" della. scuola d i applicazione di cavalleria. Conseguita la promozione a magg. generale (1917) ebbe il comando della scuola di applicazione d i cavalleria. Collocato in congedo ( 1919), raggiunse, nel 1923, il g.rado di generale di divisione. Del Pozzo (Alessandro, Maria). Generale, nato a Mammola (Reggio Calabria) nel 1869. Sottotenente d'artiglieria nel 1888, si distinse durante la gran_ de guer ra, meritandosi nel 1916 la promozione a colonnello per merito di guerra e guadagnaJ1dovi la croce di cavaliere dell'O. M. S . e una medaglia di argento. )Jel 1919 fu nom inato comandante il 2° reggimento artiglieria d11. fortezza (costa). Dopo aver diretto la Scuola Cen-


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D EL-

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trale d'ar tiglicri"' fu promosso generale di brigata _(1924) e r esse successivamen te il comando d'art. dei C d' A. di Trieste e di Roma.

Del Prà (Emamtele). Generale, n . e m. a Treviso (1861-1927). Sotto!. d'a_rt. nel 1883, partecipò alla guerra ìibica (1911- 12) meritandovi la mcd. di bronzo ad Ain-Zata. Principiò la guerra contro l'Austria da colonnello e la termù1ò da magg. generale comandante la 53• d ivis. (novembre 1917-settembre 19 19), meritandosi l'O. M. S. per la sua virtù d'artigliere nella zona di Tolmino (1915-1916) e la med. d'argento nel maggio 1917 a Grazigna, comandando la brigata Emilia. Dopo avc1· comandato la d iv is. mii. d i Torino, nel 1920 andò in P. A. S. divenendo generale di divis. nel 1923. Del Prete (Carlo). Medaglia d'oro a l valore aeronautico, nato a Fivinano, morto a R io de J aneiro (1897-1928). G uardia. marina, nel 1915, prese parte già da a llievo alla guerra ' ita lo- turca. F u da ufficiale nei sommergibi li durante la. grande guerra e poi negli idrovolanti e d irigibili. Nel politecnico di Milano si laureò in elet tro-meccanirn,, e passò nell'Aeronautica m ilitare. Alla Spezia si meritò un encomio dal Ministero. Collaborò col gen. D e Pinedo per la p repara7,ione al c ircuito dell'Atlantico e fu con lui secondo. Battè il record mondia le d i dura ta con Ferrarin, compiendo il volo transatlantico verso il Brasile, dove rimase fet-ito mo1ialmente in un incidente di volo. Alla sua memoria fu decretata la medaglia d'oro colla seguente mot ivazione: « Tre volte trasvola tore dell'Oceano Atlantico, portava l'ala d'Italia a mete non ancora raggiunte)). Del Re (Gimeppe). Generale, n . a Napoli nel 1858. Sot totenente di cavalleria nel 1876, fu promosso colon.nello nel 1919 e nominato comandante il reggimento Umberto I (23°). Maggior generale nel 1914, resse il comando della 2" brigata d i cavalleria partecipando alla campagna di guerra del 1915 e comandò poi il 3° gruppo dei centri d i mobilitazione di cavalleria in :Firenze. CoJlocato in P . A. (1919) raggiunse nel 1923 il gra·do d i generale di divisione e nel· 1927 fu collocato a riposo. Del Rosso (Gù,seppe) . Generale, n . a Cava, m . a Roma (1849-1916). Colonnello nel 1896, comandò 1'89° rcgg. ,fanteria, quindi fu nello S . M. a l .riparto Intendenza. Jvfagg. generale comandan te la brigata Modena nel 191 l e ten. generale comandaq,te la divis_ d i Mess ina ne l 1908, ivi trovavasi qua,1do avvenne il terribile

terremoto e tanto si d istinse da merita rsi la medaglia: d'oro di benemerenza. Dal 1909 al 1914 fu comandante generale dell'anna dei RR. CC.. indi andò in P. A.

Del Santo (Andrea) . Ammiraglio, n. a Genova nel 1830. Entrato in servizio nel 1842, promosso contrammfr. nel 1880, collocato· in riforma. nel 1887, morto nel' 1905 . Ha preso parte alle campagne d i guerra del 1848- 49 nel 1855 in Russia, del 1859, del De l Hosso Giuseppe 1860 e del 1866. Decorato con med. d 'argento ad Ancona nel' 18'60. Menzione onmcvole a l Garigliano e a G aeta, nel 1860 e 1861 ; med_ d'argento nella campagna di g11erra del 1866. Direttore G enera le clel Personale e dei Servizi ~1ilitari al :Ministero della Marina. dal 1870 al 1872, fu deputato per Genova nella XV Legisla tura e sena tore nel 1890. Delù

(Vincenzo

An-

drea). Generale, nato nel

1836, m01io a Siena nel 1902. Come sottot. dell'll 0 regg. fanteria, cornbattè a

S. Martino (1859), meritandosi la med. d 'argento. Partecipò pure alla camDel sar110 Antlrea pagna del 1866 e fu anche fregiato della. med. di bronzo. Colonnello nel 1884, comandò il 71 ° regg. fanteria. Magg. generale nel 1892, ebbe il comando della brigata Venezia . Nel 1895 andò in P. A. divenendo nel 1899 ten. generale nella riserva.

De L uca (Nicola) . Patriota, avvocato e uomo politico, n . e 111. a Campobasso (1811-1885). Il 15 maggio 1848, p roclamatasi la costituzione, fu eletto deputato al Parlamento napoletano. Soffocata nel sangue la costitu zione, il De Luca fu processato e imprigionato,. insieme con Settembrini, Poerio e altri. Liberato dal ca\'ccre dopo nove anni e mezzo, venne nominato (1860) Presidente del Comita to insurrezionale del Molise emembro del Comitato centrale di Napoli ; quindi, da Garibaldi, Governatore del Molise, ed in Jale qualità egli attese a d isperdere gli ult imi a vanzi della reazione· borbonica, ponendosi alla testa di un migliaio di so1da1Ji e battendo, in accan iti combattinienti, i ribelli a Isernia, a R ionero, a San P ietro Avellana cd a Vistagirardi, meritando per questa sua azione un alto encom io da Gariba ldi, e più tardi la medaglia d'oro a l merito civile. Nominato l'anno seguente Prefetto d i Avellino, anche in quella provincia attese a l ristabilimento dell'ordine ed a lla lo lla contro il brigantaggio, attaccando e vonendo in fuga, al la testa di due compagniedi bersaglieri e di guardie nazionali, la celebre banda Croceo, e per quattro anni non dando tregua ai br iganti, guadagnandovi la med. d'argento al valore m ilitare. F u poi prefetto a Reggio Emitia, a Forlì, a Milano; nel 1868 fu nominato senatore del Regno. De L«ca Giuseppe. Generale del Genio Navale, nato a ::\Tapoli nel 1816, morto nel 1886. E ntrato in servizio


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nel 1836, fu promosso ispettore del Gen io Nava le nel 1870; fece parte della Commissione per la difesa ge11erale dello Stato nel 1864.

De Luca Roberto. Ammiraglio, n . a Napoli nel 1846. Entrato in servizio nel -1857 e collocato a riposo nel 1889, fu promosso contrammir. nella R. N . nel 1906 e ammir. di divis. nel 1906. Prese parte alle campagne del 1860 e 1866 e del 1888 in Africa. Guadagnò la .ined. d'argento nell'assedio di Gaehc; fu capo della s• d ivis. art. e armament i al Ministero della Marina, dal 1884 a l 1887. De L1,ca Gi-useppe. Generale, n. a Chieti J1el 1858. ·Sotlot. d'art. nel 1879, nel 1911, promosso colonnello, fu addetto al Ministero della Guerra quale capo d i divis ione. 1fagg. generale nel 191.5, fu d irettore generale d'art. e giudice effettivo a l Tribunale Supremo di guerra e mai-ina; collocato in P. A. (1919), raggiunse, nel 1923, il grado di generale di divis. e fu collocato a riposo nel 1927. De L11.ca Adolfo. Generale, n. a Genova nel 1863. Sotlot. di fanteria nel 1882, nel grado di colonnello ( 1909) fu comandante del 16° regg. fanteria. Maggior .generale nel 1914, comandò le brigate Alpi e Siena e .Partecipò alla campagna del 1915 quale comandante della brigata Novara. Nel novembre 1915 ebhe il comando del presidio di Napoli ; e collocato in congedo ( 1919) raggiunse, nel 1923 il grado di generale d i d ivis. nella riserva De L1tca Carlo. Ammiraglio, n. a New Jork nel 1867, -entralo in servizio nel 1881, collocato i n P. A. nel 19 16, promosso contrammir. nella R . N. 11el 1918, col l.ocato a .riposo nel 1920. Prese parte alle campagne d i guerra italo-turca.

De Luigi (Angelo). Generale n. e m. a ),,filano ( 1846-1911). Sotto!. d'art . nel 1863, dopo aver preso .!)arte alla campagna del 1866 percorse la carriera nell'arma, ed ebbe da col. la direzione della Scuola di ti ro .a Nettuno (1897) poi il coniando della scuola centrale ,d'art . (1898). f u promosso gen . nella r iserva (1911). De L1<igi Amedeo. Generale, n. a Volterra nei 1863. -Sottot. di fanteria nel 1884, partecipò alla grande guerra, p rima da tenente colonnello poi colonnello comandante del 112° regg. fanteria; collocato in congedo e subito richiamato i11 servizio (191ì) ricoprì la carica di Presidente del Tribunale di guerra della piazza marittima d i Venezia. Raggiunse nel 1926 il grado d i generale di brigata nella riserva.

Delvigne (Gustavo) . Capi tano francese (1799-1876). Nel 1827-28 riprese lo studio d ella rigatura dei fucili, .studio che era stato abbandon a to al principio di quel .secolo, e presentò una carabina rigata a camera, che

camera della carab ina Dclvigne rnoct. 1828 prese nome « Delvigne Mod. 1828 i> . L a pallottola (sferica) invece che essere forzata n ell'anima della canna, dalla bocca, nell'introduxla, era invece forzata nel fon•do dell'anima stessa. Egli munì la canna di un lungo

vitone, nel quale era prat icata una camera d i diametro minore del calibro. La pallottola sferica, anch'essa minore del diametro dell'anima, scorreva faci lmente a l fondo e si appoggiava all'orifizio della camera; pochi colpi di bacchetta erano sufficienti per obbligare la pallottola a d ilatarsi in senso normale all'asse della canna ed a penetra.re nelle r ighe. La pallottola però, quanttmquc compressa da una bacchetta con capocchìa incavata, pure restava sformata irregolarmente ed in parte restava alloggiata nella camera comprimendo la carica d i polvere in questa contenuta. Questo sistema fu adottato in P iemonte per le armi (carabine) dei bersaglieri dell'allora capitano Alessandro La 1fannora. Nel 1829 il D . costruì un p roie ttile cilindro-conico, che fu usato ad Algeri sul forte Imperatore con una carabina da ramparo: Era un proiettile esplosivo : una rapsula a percussione, posta sulla punta del proiettile, s'accendeva coll'urlo contro il bersaglio nemico e provocava l'esplosione della carica contenuta nel proiettile, il quale in conseguenza and,wa in pezzi. Era in definitiva una granata applicata ad una carabina da ramparo. Olti-e a ciò, il D. ideò cannoni, pistole, pioietti, e la sciò alcune opere, fra le quali: « Ricerche sul fuoco della fanteria»; ,, Nuovo sistema d'armamento della fanteria »; « Nuovo modello d i carabina rigata».

Delvino. Città dcli' Albania meridionale, sulla rotabile Santi Q uar a.nta-Argiroca.stro. fu uno dei punti fi.ssati dalla Conferenza d i Londra p er delimitare la linea di confine politico-militare fra Grecia e Albania. Nell'agosto e settembre 1916 D . fu occupato da lle truppe italiane, onde assicurare la linea di comunicazione fra il corpo i nteralleato di Salonicco e quello d 'Albania, nonchè quella fra Santi Quaranta e l'Italia. Delzons

(barone

Alessandro-Giuseppe). Generale francese (1775-1812). Guadagnò ad Austerlitz (1805) il grado di generale. D ifese contro Russi e Montenegrini le Bocche di Cattaro, e di venne governatore e comandante in capo delle forze nelle provincie Illiriche (1806-1811). Nella campagna d i Russia (1812) cadde combattendo a Maloja.i-osla1titz.

Demanio militare. E' così chiamato iì comp lesso degli immob ili e delle varie zone di terreno di p roprietà dell'ammin istrazione m ilitare. Costituiscono in tal modo il D. }J. le caser me, le sedi dei comandi in genere, le opere fortificatorie, i r icoveri a lp ini, le zone d i terren0 a d isposizione per esercitazioni e che siano state espropriate, le strade militari, ecc. G li immobili o le aree appartenenti all'ammin istrazione della guerra che siano riconosciuti n on più necessari od utili ai fini militari, cessano di far parte del demanio militare e vengono passati in consegna al Ministero delle Finanze per l'alienazione o per quegli usi ch'esso riterr1, più opportuJ1i. La d ismissione di un immobile militare è ord inata dal Ministero della guerra, sentito in merito il parere dei competen ti comandi delle grandi unità terri toriali, i qu?Ji devono esprimere il loro avviso circa l'opportunità o meno della dismissione in rapporto con le esigenze d i carattere militare. Gli organi tecnici. particolarDclzons A. G.


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mente incaricati di trattare tutte le pratiche di carattere amministrativo relative agli immobili militari sono: la Direzione generale del genio militare e l'Ispettorato del genio presso il Ministero della Guerra; i comandi del genio e gli uffici delle fortificazioni presso i comand i di corpo d'armata.

De Marchi (Fmncesca). Ingegnere e scrittore m ilitare, nativo di Bologna ( 1504-1576). Fu ingegnere mi I ita.re di Alessandro de' .Medici, di Paolo III e , per .32 anni, del re di Spagna, in Fiandra. La fama acquistatasi fu dovuta al suo ù1defesso studio, pel quale, da semplice cavallerizzo,-divenne fra i p iù -insigni architetti. L a maggior opera da lui scritta fu il trattalo: « Dell'architcttum militare)) suddiviso in qu;i,ttro volumi di cui i prùni tre t rattano della fortificazione ed il quarto dell'artiglieria.

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4,27 grado ascritto alla riserva e promosso poi tenente generale (1895).

De Maria (L'lligi Ercole). Generale, 11. a Bosnasco m. a Roma (1838-1909). Sotto!. d'art. (1861), meritò una menzione onorevole n ella guerra del 1866. Magg, generale (1895) comandò ];art. da fortezza a Torino e Piacenza. D a tcn. generale fu Ispettore generale da costa e fortezza ( 1900).

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De M~archi Ernesta. Generale, n . a Demonte nel 1864. Sotto!. d i fanteria nel 1885, partecipò alle operazioni <l 'Africa dal 1887 al 1895 guadagnandosi una med. cli bronzo ad Agor dat e una d'argento ad Halaj e Coatit; e alla guerra italo- turca ottenendo a Zanzu.r e a llir El T urki una seconda med. d'argento. Colonnello nel 1915, <:omandò il 147° ed il 6° regg. fan teria guadagnandosi la terza 1ned. d'argento, e resse il comando delle brigate Aosta e Pescara meritandosi la croce di cav. dell'O. M . S . Nel grado di magg. generale comandò la 2" clivis. d'assalto che guidò alla riconquista di Vittorio Veneto e del Cadore, per cui gli fu concessa la croce d i uff. del1'0. M . S . e dopo aver retto i comandi della s• divis. (1919) e della divis. d i F irenze ( 1920) assunse, nel 1923, il grado di generale di d ivis. e "andò in P. A. nel 1928.

De Marclay (Francesco). Generale piemontese del sec. XVIII. Alfiere nel regg, T arantasia nel 17-34, percorse in esso tutto il servizio divenendo colonnello nel 1772 e brigadiere nel 1776. Passò nei trattenuti nel 1781 . Partecipò alle campagne di guerra di successione cli J?olonia e d'Austria .

De Mari nis (Stendardo, nab. di Ric-igliana Alberta). Generale, n. a Cava dei Tirreni nel 1868. Sottot. d'art. nel 1888, fu insegnante alla S~uola di Modena; si distinse durante la grande guerra ( 1915-18) conseguendo nel 1916 la promozione a colonnello ed incaricato d el grado superiore per merito di guerra (1917) si guadagnò tre med. d'a1·gento quale comandante di brigata rimanendo ferito sul Tagliamento nell'ottobre 1917. Brigadiere generale nel giugno 1918, fu direttore delle Scuo-le ufficiali mobilitate, e fu comandante della brigata Tanarn per qualche mese in AlbaJ1ia. Rappresentò quindi l'I talia nella commissione interalleata. in Alta Slesia nel 1920 e nel 1922 fu nomi11ato inviato straordinario e M in istro plenipotenziario onorario presso la Socie tà. delle Nazioni. Nel 1923 fu nominato Senatore del Regno e nel 1926 conseguì in A. R. Q. la promozione a generale d i divisione. De Marsanich (Nab. d'Ungheria Alfreda). Generale, n. a Civitavecchia nel 1869. Sottot. d 'art. nel 1889, prese parte alla campagna di L ibia (1911-1912) e alla grande guerra ( 1915-18) guadagnandovi una mcd. al valore. P romosso colonnello (191 i) comandò il 38° reggimento art. da camp. e nel 1918 fu decorato della croce cli cav. dell'O. M. S . nel giugno 19 18 sul P ia ve. Dopo la guerra comandq il deposito del 4° fortezza (1919) e collocato in P. A. ( 1920) raggiunse nel 1926 il grado di generale cl i brigata. De Marte] (Luigi-Paolo). Amm iraglio francese del secolo XVII. Fu uno degli ammiragli piìt reputa ti nel periodo della grandezza marinara d ella Francia sotto l'ammin istrazione Colbert con Luigi XIV. Ten. generale di marina nel 1656, fu l'anima della campagna navale contro i Barbareschi nel Mediterraneo (1672-1673).

De Marinis Alberto

Dc Maria I~r éole

Dc Maria G. n.

De Maria (Giov. Battista). Generale, n. a Torino m. a Saluggia (1827-1897). Sottot. di fanteria ,nel 1847, prese parte alla guerra del 1848-49, meritandosi a Novara la menzione onorevole, A S. Martino (1859) si guadagnò una 111ed. d'argen to, a Custoza (1866) fu fregiato dell'O. :M. S. 1\fagg. generale nel 1880, fu con ta le

n cmbinsk1 Enrico

De Martini (Giovanni Andrea). Generale piemontese, n. a Nizza lviarittima, m . a Dolceacqua nel 1748. Percorse tutta la carriera nel regg. Marina nel quale d ivenne colonnello nel 1743. Br igadiere generale poco dopo, nel 1746 ebbe il comando del 1·egg. fucilieri e nel 1747 il grado di magg, generale di fanteria . Nella sorpresa d'Asti fatta da l gen. Leutron nel 1746 s i distinse in modo speciale. De Martino (Nicola). Generale delle Due Sicilie


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n. a S. Antimo m. a Genova (1778-1862). Entrò nel 1806 a far parte della Guardia d'onpre, poi servì in Spagna nei volteggiatori ( 1809). Prese parte alle sped izioni in P uglia e Calabria all'assedio d i Ama11tea, a lla guerra in Spagn a ( 1808-1813), alla sped izione della Manica, alla battaglia dei P irenei (1813), ed alla campagna d'Italia (1815). Fu ferito nella rivoluzione di Palermo nel 1820; fece la campagna di Sicilia ( 1848-49) rimanendo fer ito una seconda volta a Catania. Generale di brigata s'illustrò nella d ifesa ,di Messina resistendo otto mesi (1860-61).

De May (Gaetano). Comandante in capo della Marina sarda. alla Maddalena nel 1804, battè navi corsare con la minuscola flotta sarda a Capo :Malfatano. Fu nel 1815 comandante generale dell'artiglieria di marina. De Mayo (Enrico). Generale, proveniente dall'esercito n apoletano, dov'era stato nominato alfiere nel 1842. Partecipò a.Ha guerra. del 1866 e alla spedizione di Roma (1870), quindi fu a capo dell'Istituto geografico d i Firenze. Dembarrère (cotite Gio-vantii) . Generale francese del Gen io (1747-1828). Comandò il Genio •nella. campagna del 1797 in I talia e fece le successive campagne napoleoniche. Come scrittore, il suo lavoro principale è: cc Le diverse parti della scienza militai·e )) . Dembinski (Enrico). Generale polacco, n. a. Cracovia, m. a. Parigi (1791- 1864). Nel 1809 si arruolò nell'esercito napoleonico e: si distinse nelle campagne del 1812 e 1813; caduto Napoleone, si ritirò a. vita privata. Nel 1830-31 partecipò a lla r ivoluzione polacca. contro la Russia; fu nomiAato subito genera le di brigata. e si d istinse in va.rie occasioni, salendo al comando supremo dell'esercito per qualche tempo. Tornò dopo la caduta di Varsavia in mwo a i Russi a vita privata, fino al 1849, quando rispose all'appello d i Kossuth e assunse il comando <leJl'esercito ungherese. Battuto a Kapolua, rimase a comandare in sottordine fino alla caduta della rivoluzione ungherese, e allora tornò in esilio a Parigi. Lasciò d ue opere: cc •L a campagna d i L ituania. >> e cc Avvenimenti della. r ivoluzione polacca ». Dembowskì ( Giov. Battista). Generale polacco (1775-182.3). Combattè contro i R ussi nelle file rivoluzion.a r ie (1792-94) e passò poi néll'escrcito francese distinguendosi nella campagna. d'Italia; fu poi comandante di p iazza a :Milano e a Ferrara. - Un suo fratello ( barone L,,.igi, 1769- 1812) fu pure genera_ le napoleonico, da l 1810. De M edici. V. Medfri. De Meissner (E11.ge nio). Genera.le russo, na to n el 1851, figlio dell'ammiraglio Vla dimiro e di una italiana. di scendente da i De ,teissner 1,ugenlo Gonzaga. Si distinse come insegnante mil itare e pr ese parte a.I la guerra del 1877-78 contro la Turchia; alla spedizione del 1900 in Cina; alla guerra del 1904 contro il G iappone, come gen. capo deìle

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comunicazioni. Nel 1905 si ritirò dal servizio e si sta.bili prima nella Svizzera, poi in I talia, <ledicwdosi allo studio. Ideò un « ponte volante>) e un cc osservatorio smontabile >) composto cli tubi d'accia io, adotta.ti in Russia. Scrisse varie opere, fra le quali: « strategia e tattica de lla fortezza moderna )) ; << Passaggi di corsi dì acqua in b'llerra >> ; 11:anuale di fortificazione da campagna per l'ufficiale di fanteria>).

De Merich (Gio-vamii) . Generale macchinista, nato a Capua nel 1859, entrato in servizio nel 1876, promosso magg. generale macchinista. nel 1915, ten. generale nel 1917, collocato in P.' A. nel 1920. Prese partealla guerra <l'Africa nel 1887-88 e a. quella italo-turca 1911-12. Fu ca.po dell'Ispettorato macchine al Ministero della Marina. Demetria cte. Ant. città marittima. della Tessaglia; occupata dai Roman i, fu loro ripresa dagli Etoli (195 a. C.) e di nuovo riconquistata da Flaminio. Nel 1275 si combattè nelle sue ac.que una battaglia in cui una flotta. bizantina, comandata da G iova.nni Paleologo, sconfisse la flotta degli Stati franchi, appoggiati dagli Angioini d i Napoli. D emetrio Poliorcete. Generale, greco, (337-283 a. C.). Vinse nel 306 Menelao e Tolomeo, conquistò Cipro, e liberò l'Attica., ma fu poi sconfitto a Isso (301). Conquistò però ancora la Macedonia, che perdette nel 287 ; andò allora saccheggiando le terre cieli' Asia sino a che fu sconfitto da Seleuco che lo fece prigioniero. Demetrio di Fare. Generale greco. Coman dante a Corcira, abban donò l'isola a i Romani, che in prezzo del trad imento gli diedero parte dell'Illiria.. Ma pc,i si alleò con la i\lia.cedonia contro i Romani : sconfitto dal console Paolo Emilio dovette fuggire in Ma.cedonia, e cadde combattendo all'assalto di Messene (214 a. C.).

Demetrizza. Ant. città della Ma.cedonia, presso Amfipoli. Nel 1185 vi si combattè una battaglia che appartiene alla lotta fra Normanni e Bizantini. I primj, in mezzo ai quali era ii pretendente Alessio, furono sconfitti dal generale Brana e 4000 d i essi rimasero prigionieri, insieme col preten<lente e i Conti Aldoino e Riccardo d'Acerra . De Meza (Cristiatto-Giulio) . Genera.le danese n. nel l i92. Cadetto d'artiglieria 11el 1805, si distinse nella difesa di Copenha.gen. Fu professore della Scuola milita re :fino al 1842. D urante. la guerra elci 1848 comandava l'artig lieria e d ivenne l'anno seguCJ1tc comandante di brigata, prendendo parte alla battaglia di Fi-cdericia. Dopo la. disfatta d i Stolk fu incaricato cli riordinare le trnppe, che i·iconclusse vittoriosamente all'attacco. Ispettore generale <l'a rtiglier ia sino al 1858, assunse a llora il comando delle truppe di terraferma.; e scoppiata. la guerra del 1864 ebbe il com ando supremo dell'esercito danese, che tenne fino all'abbandono della linea. delle D anewerke, in seguito al quale fu sostituito nel comando. De Minicis (Del/o). Generale, 11. ad Ascoli Piceno ne l 1867. Sottot. di fan teria nel 1891, p restò servizio


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presso l'Istituto geografico mii. e partecipò alla grande guerra rimanendo ferito a F lava ( 1915) e guadagnandosi una med. d'argento. Colonnello nel 1917, fu in Macedonia fino al 1919 e collocato in P. /\. (1920), raggiunse nel 1927 il grado di generale d i brigata.

Demmin. Città della P russia, nellic Pomerania sul P eene. F u costruita e munita di difesa da Enrico V di Danimarca e assediata e presa da Enrico il Leone (1164) e da Valdema.ro II di Danimarca ( 1191) e ·munita nuovamente di opere di difesa nel 1211, quando divenne residenza reale. Fra il 1236 ed il 1245 entrò con Lubecca a far parte della lega anseatica . Colla pace di Vestfalia (1648) D . fu colla Pomerania unita alla Svezia. :'sei 11.659, 1676, 1715 fu presa, perduta e ripresa da l princ ipe del Brandeburgo. 7\'el 1759 venne occupata nuova.mente dalla Svezia che la fortificò. Nel 1815 passò a far parte della Prussia. Attacco e resa di Demmin (1631). Appartiene alla guerra dei Trent'anni. La città era presidiata dagli imperiali comandati dal duca Savelli e venne investita da Gustavo /\dolfo, il quale iniziò un intenso fuoco d'artiglieria che in breve distrusse gran parte delle case, ma fece poca presa nelle mura. I l colonnello Kimpauscn fu <lai r e incaricato di in iziare l\ittacco con lavori di mina, e nel lo stesso tempo di avvia re intelligenze coi difensori. L'opera di corruzione riuscì e par te degli Imperia.li tad l il Sa.velli e passò a milita.re' cogli Svedesi. Un forte cadde, e Gustavo Adolfo intensificò il bombardamento contro gli a ltri; i difensori ancora fedeli costrinsero il Savelli a trattare per la cessione, che questi ottenne però coll'onore delle a.rmi.

DemoI izione. E' l'azione del demolire: l'atterrare, il rovinare, distruggere bastioni, mura, opere di fortificazione, ecc. Si può demolire col tiro di artiglieria, con mine, con bombe d i bombarde e di aeroplani, e mercè l'operà di guastatori. Tiro di demolizione, è quella specie d i tiro, eseguito ~falle artiglierie, che ha per iscopo appunto di demolire ,opere d i fortificazione, difese, accessorie, ccc. Opere di demolizione, s i chiamaJ10 quelle che sono costruite in modo che il difensore, dovendole abbandonare, le può, o in tutto o in parte, demolire o d istaccare, senza compromettere la resistenza della piazza

Il forte di Demoni e (Scala 1: 8000)

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429 principale, per mezzo di m ine o di altri artifizi p,eparati a questo effetto nelle medesime.

Demone ( Val) , Nome di un reggimento nell'esercito delle Due Sicilie esistito dal 1734 s ino all'occupazione francese del segno di Napoli ( 1 i99) : quando i Borboni s i trasferirono in Sicilia, il regg. fu ridotto a battaglione: ]a denominazione scomparve colla Restaurazione del 1815. Demonte. Comune in prov. d i Cuneo sulla sr. della Stura. Importante nodo stradale perchè all'incontro della grande rotabile prove.niente dal Colle del!' Argentera colh mulattiera che parte dal Colle del M ulo. Nel 1316 fu occupato dai Provenzali, che ne vennero scacciati dal principe F ilippo cl'Acaia. Questi però, a sua volta, dopo cinque mesi fu attaccato e scacciato da Ugone del Balzo. Poco tempo dopo la battaglia di Gamenario (1345) i marchesi di Saluzzo se ne impadronirono; però quei di D. favorirono il ritorno dei Proven1.a l.i. Qualche anno più tardi D. venne conquistata dai M ilanesi, ed inuti lmente il marchese di Saluzzo ten tò riprenderla nel 1356. Vi riuscl invece Gu idone Flotta, il quale con buon nerbo di Nizzardi, nello stesso anno in g iugno, costrinse a lla rc,a il forte, che passò in possesso del marchese di Saluzzo. Dal 1383 passò in possesso di Amedeo VI di Savoia. Durante la guerra di Successione cl' Austria nel 1742 ve,me fortificato e presidiato, ma due anni dopo fu preso da i Gallo-Ispani. Forte d·i Dernonte. Questo forte, crello da Carlo Emanuele I verso la .fine del secolo XVI, era stato completato e perfezionato da Carlo Emanuele III i n occasione della. guerra di successione cl' Austria, ne l 1742. Suo scopo era di sbarrare la valle della Stura di Vinadio in un punto ove s i annodano le principa li comun icazioni di detta valle. Il forte, di cui ora non. esistono che le rovine, essendo stato demolito dai Francesi nel 1796, sorgeva sopra un monticello posto ad est del villaggio di D. elevalo sul piw10 circostante di circa 150 metri. Nella parte superiore, la pianta è di forma sensibilmente rettangolare, il versante nord è dirupa.to e ripidissimo; quello est ergesi quasi verticale su un monticello vicino, detto il Podio; meno scoscesi, ma pur rocciosi ad intervalli, sono i versw1ti sud ed ovest. La p ianta generale del forte aveva forma rettangolare coi lati rivolti verso i quatt ro punt i card ina li. Il lato est presentava un fronte bastionato in tagliato nella roccia, sulla quale sorgeva la Batteria realt (a) che torreggiava fra tutte le opere circostanti. N cl lato ovest, esso pu1·e a fronte bastionato, aprivasi la porta p rincipale for_ mante parte di una caserma (b) per la truppa. ; davanti a questo lato, più facilmente altaccabile, esisteva un'opera a corno (b b) e più avanti la ridotta S. Marcellino ( d); una lunetta ( I) poi batteva la strada d i accesso al forte. Meno regolari erano i lati nord e sud: il primo quasi to.ta lmenle costitu ito dalla rocci~; sollo al secondo, le cui opere principali era.no il bastione S . Ignazio (e) ed il bastione S. Michele, detto anche Verde (f), trovavansi, scavate nel vivo sasso, l'Opera bassa (g) e la tenaglia S, :Michele (h), che serviva


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di collegamento col fronte est. Sottostava a lla Batteria ~cale la casa del governatore ( i), a due piani, ed innan zi ad essa era un cortile circondato da casem 1e e magazzeni (k k k).

Denain. Città. della Francia, nel dip. del Nord. Vi s i combattè una battaglia nel 1079, nella qua le Baldovino di Hainaut sconfisse Roberto d i F iandra.

Assedio e presa di Demonte ( agosto 1744). Appartiene a lla guerra d i successione d'Austria. D., ritenuta rocca quasi inespugnabile era presidiata d a guarnigione savoiarda agli ordini del Pallavicini e armata da 70 cann oni. I Gallo-Ispani, comandati dal gen. Maubrier, iniziarono l'attacco d i D . il 10 agosto, aprendo il fuoco con tre batterie, non tanto allo scopo di aprire una breccia nelle forti mura, quanto per tentare di appiccare l'in cendio alla Santa Barbara, ai depositi di legname, alle opere ancora in corso di costruzione, ricche di fascine e di legname. Gli assedianti avevano potuto occupare subito il paese di D . con 20 cp. di granatieri. Il fuoco fu aperto con palle roventi, che ottennero il ris ultato voluto. L'incendio scoppiò fra le cataste cli legname, p oco lung i dai magazzini delle polveri. I soldati, presi da l terrore, ma lgrado gli sforzi degli ufficiali, s i precip itarono a lle porte e il governatore fu costretto a scendere a patti cedendo il forte (17 agosto) nel quale i F rancesi, per causa dell'incendio, entrarono solo qualche giorno dopo.

Battaglia di Denain (24 luglio 1712). Appar tiene alla guerra per la Successione di Spagna, stabiliz7À1.ta in quell'epoca a cava llo del Reno. Comandava l' esercito franccsy il marcsc. Villa rs, e l'esercito alleato il p rincipe Eugenio di Savoia. Gli alleati avevano già. occupato Lequesnoy e a~sediavano Landrccics; non occorreva che Ul'.IJ ultimo sforzo per marDemorra Domenico· ciare sulla capitale nemica, quando Luigi XIV diede ordine a l Villars d i riunire tutte le forze e tentare una battaglia decisiva. Nel pomeriggio del 22 luglio l'armata francese si accampò ristretta in quattro schiere (due di fanti e due di cavalli), con l'ala destra a Mazinghien (presso Ribeauville), la sinistra a Cateau-Cambrésis il Q uar tiere Generale a Mazinghien, e d iede ordine cli attaccare i trinceTainenti ne.mie i presso D . guardati dal gen. Albemarle con soli 10 bgl. Il principe Eugenio, avuta notizia della mossa avversaria, fece subito par tire 40 bgl. alla volta di D . aggiungendovi 7 bgl. imperiali ch'erano a Thiant sotto il genera le Secquin. Giunto a Denain nella testa di ponte, e presa cognizione dello s tato delle cose, fece guern ire la fronte settentrionale del trinceramento coi bgl. del Secquin: in tutto, nella testa di ponte, erano 19 bgl. e 6 cannoni. Il Principe raccomandò all'Albemarle di fare buona difesa e corse ù1contro alle altre sue truppe per sollecitarne l'arrivo. Frattanto i Francesi avanzavano i11 massa e attaccavano risolutamente i tri11ceramenti, riuscendo a superarli verso le 1 pom. e a p enetrare nella testa cli ponte . Le truppe dcli' Alben narlc, troppo scarse per resistere, cedettero e riuscirono a salvarsi oltre la Schelda soltanto in parte. A questo punto comparve la testa della colonna d i soccorso condotta eia.I principe Eugenie. I primi 14 bgl. si schierarnno sulla dr. della Scbelda, lungo la sponda e n el trinceramento d i Thiant-Haulchin. Ma già la rottura del ponte di Dcnain bastava a fermare i vincitori d i là. dal fiume. Non era il caso di pensare a.Ila ricon quista di Denam : la p reponderanza dei Francesi e l'ostacolo della Schelda lo vietavano. L a battaglia di D enain era costata ai F rancesi 15 ufficiali morti, 121 feriti, 865 gregari mor ti, 107S feriti. Assai p iù gravi le perdite degli a lleati: circa 2400 fra mort i e feriti fra cui vari ufficiali generali : inoltre restarono nelle mani dei Francesi oltre 4000 prigionieri. Questa grave perdita di prigionieri fu cagionata sopratutto dalla rottura d el ponte, affolla to cli fuggiaschi. La scoruìtta di D. portò per conseguenza l'abbandono delle Fiandre d a parte degli Allea ti e condusse alla pace · di Utrecht.

De Monti (dei 1narchesi di Coriglia110, Ferrante). Generale n apoli ta.no del sec. XVII, al servizio dell'Impero . Combattè dal 1638 in Lombardia e Piemonte con tro i Francesi, distinguendosi quale comandante della Cavaller ia tedesca all'assedio di Vercèllì. F u in Spagna e vi s i distinse in moltissime circostanze. Ritiratosi a vita privata (1648) mori a ::-fapoli.

De Mooy. Generale medico olandese dell'epoca nostra, n. nel 1834. F in da l 1892 aveva ideatq un sistema di trasporto dei fe. Dc ìllonti Penante riti gravi, consistente in navicelle aeree, sostenute da piccolo pallone frenato e trainato da cav:l.lli. Seguendo il p rogresso aeronautico, studiò il modo di adattare dirigibili e aeroplani al trasporto dei feriti; egli è considerato come un p recursore in questa materia. Demoralizzazione. Situazione spirituale di un reparto o di un esercito, in segu ito alla quale la sua efficienza può d im inuire in modo assai sens ibile, sino a renderlo incapace di offendere e di difendersi. L e cause possono essere d'indole materiale e d 'indole morale; alle prime appartengono lo scarso nutrimen to, lo scarso riposo, condizioni a tmosferiche avverse, ecc.; alle seconde appartengono perdite notevoli senza ris ultato, sconfitte ripetute, sentimento cli grande inferiorità, sfiducia nella causa che l'esercito difende, propaganda disfattista che trova elemen ti concomitanti favorevoli, ecc. Demorra (Domenico). Generale, n. a Casalgrasso, m. a Torino (1834-1914). Sottot. di cavalleria nel 1855, partecipò alle campagne del 1859 e del 1860-61, gu adagnando in quest'ultima la med. d'argento. Colonnello nel 1877, comandò la Scuola cli Cavalleria. Magg. generale nel 1884 comandò la 2• brigata di cavalleria, e tenente generale nel 1890 f u Ispettore dell'arma, passa,ndo l'anno dopo a riposo.

Dendermonde. V. Te~rnonde. De Negri (Giovanni). Ammiraglio, nato a Genova,. morto alla Spezia (1837-1890). Entrato in servizio nel


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-La battaglia di Denain (1712)

1851 e promosso contrammir. nel 1887, prese parte alla campagna d el 1860 e ftt decorato con med. d'argento nell'assed io d i Gaeta. Fu membro del Consiglio Superiore di .Marina da l 1888 al 1889 e Presidente della Commissione permanente per gli esperimenti del materiale di guerra nel 1889.

Dengue. La febbre D. si affaccia spesso sulle navi che visitano i port i dov'è end emica : paesi equatoriali e tropicali; nel Mediterraneo, Rodi, Cipro, Pi reo. Si presenta ordinariamente sotto forma epidemica; di raro con casi isolati che non vengono riconosciuti e sono diagnosticati come altre malattie. L'affezione si contrae esclusivamente per inoculazione da zanzare, che sono di specie d ifferentl nei vari paesi. Non dà mortalità, ma lascia una debolezza generale perdurante per qualche settimana e, colpendo tutto l'equipaggio di u na nave in pochi giorni, disordina completamente il servizio di bordo sino ad immobilizzare la nave stessa. La prevenzione della febbre D. è a bordo molto facile, bastando mantenersi ad almeno 1000 m . dalla. terra per imped i re l'accesso alle zanzare, veicoli del morbo. Denia (ant. Diani,um). Cittadina marittima della Spagna, in prov. d'Alicante. Assedio di Denia (1708). Appartiene alla guerra per la Successione di Spagna, e fu posta dà un coi-po galloispano agli ordini del gen. cl' Asfeld. La piazza ~ra difesa da 2 bgl. p ortoghesi, 250 cavalli inglesi e un migliaio di regolari imperiali, oltre a un nucleo d i volon-_ tari spagnuoli. Il 6 novembre l'art. del d' Asfeld iniziò il fuoco, con 20 cannoni e 10 mortai: il 12, a breccia aperta, fu dato l'assal to : la piazza fu presa e la guarnigione s i ritirò nel castello dove, battuta dalle a rtiglie-

rie, dovette arrendersi il 17 dello stesso mese, cedendo SO annoni e mortai e molte munizioni.

Denicotti (R.11.ggero) . Generale, n. a Pontevico (Brescia.) m. a Milano (1864-1925). Percorse la carriera nell'arma dei RR. CC. Nel 1915 ebbe il comando dei Carabinieri della I" Armata, e dopo la guerra (1919-1921) il comando della L egione di Roma. Den i ki n. Generale russo dell'epoca nostra. Partecipò alla gucua russo-giapponese del 1904. Nel 1914 en trò in guerra come comandante di divisione e nel 1916 era generale di corpo d'arDeniC0Ltl Ruggero mata. Al principio della rivoluzionc russa - sotto Kere.nski - ebbe il comando del fronte Ovest. Aderì al tentativo di Kornilov e fu arrestato. L iberato, si pose a capo ( 1918-19) delle truppe an tirivoluziona.rie ne lla Russi,i meridionale e si battè contro i Bolscevichi; sconfitto, riparò all'estero e scrisse un libro sull'ultima sua campagna.

Dennewitz. Villaggio della Germania, nel Brandeburgo, presso Intcrbock. Battag/;a di Demiewitz (o di oenikin Interbock). Appartiene alla campagna napoleonica del 1813, e fu combattuta fra parte delle truppe agli ordini del Ney (IV corpo, Bertra.nd:


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-vn, Rcynier ; XII, Oudinot : in tutto circa 80.000 uo_;m ini) e una parte dell'esercito a lleato. I Francesi mar. eia vano, il 6 settembre, scaglionat i su tre colonne, di:stanti due o tre ore di marcia l'una dall'altra; e fu la prima (IV Cor po) quella che sostenne quasi da sola --tu tto l'urto della battaglia. Questa colonna, che aveva

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dei proietti e la su perficie d i terreno su cui essi cadono; ad esempio: un colpo, d ieci colp i per metro quadrato.

Dente. Tracciato usato nelle opere di fortificazione. Era costituito di d ue facce formant i u n angolo sa.liente verso i l nemico. Avevano tracciato a D. opere ad dizionali unite o disgiun te da a ltre opere. Ebbe specialmente tracciato a D . i l rivellino, perchè in tal modo proteggeva meglio gli angoli di cortina del fronte bastionato. Affinchè non risultassero zone non battute l'angolo del D. non doveva esser superiore ai 60°

Dente di sega. Tracciato di un'opera di fortificazione nella quale le varie faccie si susseguono in modo da formare successivamen te angol i rientranti e salient i_ Le faccie possono essere tutte eguali fra cli loro, oppure es-

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La ùattag-11a dl rnmnewltz ( 1813)

in testa la divis . italiana Fontane lli, si urtò presso D . . con u n corpo a lleato agli ordini d i Tauenzien; la stret ta di D. fu superata, ma a llo sbocco la lotta si riaccese, venendo le fanterie del Bertrand poste in gra.nde difficoltà a cagione della superior ità numerica della cavaller ia avversaria . In rinforw del Fau lzien arrivò Biilow, . con circa 25 mila Prussiani, mentre le altre due colonn e francesi erano ancora }onta.ne; esse ... arrivarono tardi, _sul la sr. del IV Corpo, e riuscirono soltan to a tratte- ner e altr i corpi svedesi e r ussi che s'avvic inavano a D., . ma fra ttanto il corpo del Bertrand, oppresso dal nu mero, clisor gànizzato dalla fuga. di Sassoni e Bavaresi che , comprendeva., venne sconfitto dopo aspra lotta nella quale si d istinsero g li Italian i ; la ritirata dell'eserci to fra.11• cese fu possib ile mercè la fermezza della d ivis_ Fonla. nelli, la quale oppose saldi quad rati cli battaglione alle cariche délla cavalleria avversaria, e fu l'u ltima a riti- rarsi. Le perdite dell'armata del Ney ammontarono a 15.000 u .. compresi i discrto1-i, e 20 cannoui. Gli Italiani perd.cttei-o il gen_ Sanl' Andrea, il col. Ceccopier i, il • col. Armandi, cornand a.11te l'.a r.t . del I V corpo e parecchi altri valorosi ufficial i.

Densità. E ' il rappor to che corre tra spazio e mezzi. _ Nel campo m ii. in qu esto raJ?porto lo spazio è rappre. sentato dal terreno; i mezzi, dai reparti, dalle bocche , da fuoco, dai p roietti. E pr.e.c isamente: a) densità di schieram.ento fa 11.omini: è il rapporto • tra i l numero dei repar ti e la fronte del settore d'azione 11el quale essi debbono agire; b) densità di schieramento in art·iglie·ria.: è il r apporto tra il numero dei pezzi e l'estensione d i schieramento. Es.: in P iccardia, l'ai;mata del generale von H u1 'ber disponeva di una ventina d i btr . per k m., d elle q uali , ,circa le metà pesanti; sull'Aisne, un gruppo di tre d i' visioni che a ttaccava su d i un fron te di kn,. 9.5 clispo' :neva. d i 165 btr. d i appoggio e 60 btr. di con trobatte1:.rie : un comples/l?' 911in cli d i oltre 30 btr. per chi lometro; , e) densità di fuoco : è ·i) •rappo rto tra il numero

sere cli lunghezza diversa, per modo che la faccia. più corra serva un icamen te al fiancheggiamento d i quella p iù lunga.

Dente d·i scatto. E' così chiamato, nelle a r mi da fuoco portatili, quel r ia lzo a forma d i dente, che fa parte rigida col sistem1 d i percussione, e che t rattiene indietro il percussore quand'è armato, perchè ostacolato dal dente del grilletto.

Denti (Medicina Legale). L'ar t. 61 dell'l::lenco A delle imperfezioni e delle infcnnità riguardanti l'attitudine fisica a l servizio militare, contempla, quali cause cli i nabilità as..solu ta, la mancanza e la carie estesa o profonda cli grande numero di denti, per modo che quelli che rima.11gono siano insufficienti a lla masticazione, tan to da provoca;·e decadimento delle condizioni genera li. Nei ca.si d ubbi è prescritto l'invio in osser vaz ione p resso un ospedale m ilitare. Il perito dovrà indicar sempre, nei casi d i inabilità, il n umero dei denti mancanti e d i quelli cariati, facendo anche menz ione dello stato genera le d i nutr izione dell'individuo, e pronuncerà i I giudizio sulla insufficienza della masticazione, quando i denti che rimangono in una mascella non trovino i corr ispondenti nell'altr a.. Gli esiti d i lesioni locali, r iconosciute d ipendenti da' causa d i servizio, sono ascril•ibil i a lla ottava categor ia di pen sione vital izia, qu ando producano d is tur bi d ella masticazione, della deglutizione e d ella parola, congiw1tamente o seJ)arata mcnte, senza che i-aggiungano il grado delle lesioni con template nella seconda e nella terza categoria, cioè : 1° Le -distruzioni cli ossa della faccia, specie dei mascellari, e t ut ti g li a ltr i esiti di lesioni gravi della. faccia stessa o della bocca, ta l i da ostacolare la masticazione, la deglutizione o la fa velia, oppure d a apportare notevoli deformità, nonostante la protesi (seconda categoria). 2" La per dita della lingua e le lesioni grav i e per manenti cl i essa, tali da ostacolare notevolmente la favella e la deglu tizione. La perdita o i di sturbi gravi e permanenti della favella (teria categoria). Durante la guerra monrliale fu istitu ito presso l'Esercito italiano mobilita to un regola re servizio odontoiatr ico, con Ambulanze Stomatoia.triche, fornite di ricco materiale, n onchè çli personale specializzalo.


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T.lEN

D enti dì Pìrajno (Giuseppe). Ammiraglio, n . a P alermo nel 1838, morto nel 1891. Entralo in servizio nel 1852, fu promosso con trarnm ir . nel 1888; prese parte alle campagne di guerra 1859, 1860, 1866 e iu comandante della R . Accademia Navale (1889).

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Dent,: di Piraj,io Salva-

tore. Amn1iraglio1 n. a. ~ a -

poli nel 18i5. Entralo in servizio nel 1888, iu pron1osso contrarn1nira.gìio nel 1926 ed ammiraglio di divisione nel 1926. Meritò la medaglia d 'argento in uno scontro con malandrini CiDen u <li Ptrajno Giuseppe n esi nel 1901 su lla riva si :n istra del Pei-ho (Cina). P rese parte alle campagne d'Africa del 1894, dell'Estremo orien te del 1900-.1 902, Italo-Turca. Nella grande guerra fu nominato caval iere dcl l'O. M. S. per ricognizione a Zanzur (1911) ,come comandante di d irigibile e come capo di tutto il reparto e direttore ciel Cantiere Aeronautico di T ripoli. Guadagnò allra medagl ia d'argento in un difficile collaudo di aeronave (Londra 19 16) e altra med. cli bronzo per avere organizzato e condot ta una spedizione :aerea d i 18 idrovolanti su base nemica (.Basso AdriaLico, luglio 1917), ol tre a croce <li guerra per a ltra sped izione con idrovolanti su base nem ica (Cattaro, aµrile 1918). Dopo la guer ra comandò le piazze ma ,·ittime di Taranto e di Venezia.

Dentice (Conte L-ucio). :\faresciallo napoletano dei seco li XVl e XVII. Combattè in P iemonte (1590), nelle Fiandre ( 1602) dove ebbe comando d i miliz ie italiane (1604) e passò poi al servizio cieli' Ungheria. 1Je1ttice Alfredo. Ammiraglio, nato a '-:apoli nel 18i3. Entralo in servizio nel 1886, fu promosso contramrn ir. nella R. N, nel 1924. Prese par te a lle campagne in Ci na 1900-1901; Italo-Tu rca e del la grande gue rra . Fu decoralo con med. d'argento al va lo r di ?,farin a; con medaglia d i bronzo al valor mii. in esplorazione a.erea su Trieste (1916) e con me<l. d'argento come comandan te d i u n rcgg. di Marina (Cor tellazzo 1917). Venne nomina to uff. clell'O. M . S . ne l 19 18, e fu comandan te della D ifesa mar. d i T rieste da l 1918 al 1920.

Denza (barone Edoardo) . Generale, n. a Napol i nel ·1858, figlio rii Gennaro amm ira·gl io <lcll'annata bor bonica. Sollotenente <li fante ria nel 1879, passò nei RR. CC. raggiungendo il grado di colonnello nel 1913. Comandò le legioni di Verona e d i I'alenno, e, scoppiata la guerra. il regg. dei RR . CC. mobilita to ; sciolto il regg. fu nominato Ispettore generale delle retrovie, e d opo la guerra, come generale, comandò il V e poi il VII gruppo di legioni, passando nel 1920 in posizione ausiliaria. \

DEP

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Deols. Comune della 'Francia, sul fiume Inclre. Nel -470 d. C. vi si co mbattè u na battaglia, in cui Eurico,

re dei Visigoti di Tolosa, sconfisse la citti, d i Bourges.

B1·ettoni, cui tolse

De Orestis (Alberto). Ammiraglio, n. a N izza Mar ittima nel 1848, entrato in servizio nel 1862, promosso con tra mmir. nel 1903, vice amm iraglio nel 1906, collocato in P . A. nel 1911, a r iposo nel 1923. • Prese parte alla campagna d el I 866 e d 'Africa nel 1894. Fu Aiutante di campo effettivo d i S. M. il R e da l 1904 a l 1905 e vice-presidente del Consiglio Superiore d i Marina dal 1906 al 19ll . Scrisse: « .llfanuale del mozzo ll; (( Le nuove artiglierie a retrocarica da sbarco ll; « La leva mar ittima»; ecc. · De P asino (lvl'arco .4-urelfo). Ingegnere mii. del secolo XVI , n. di Ferrara. Fu tLllO d ei p rimissimi a dare importanza a lle opere radenti e ai terrapieni, e fu il fondatore della scuola fiamminga di fort ificazione, orientata in tale senso. Verso il 1550 costruì i baluardi di Sedan e lavorò alle a ltre fortificazioni della s ignoria dei Rouillon, che servì lungamente come architetto m ilitare . Fu poscia a l servizio cli Guglielmo d'Orange, ed ese~ i un p rogetto di _campo trincerato in Anversa che nel :,80 era tradotto m atto solo in piccola parte. Lasciò un'opera ·su lla Fort ificazione, che è la prima pubblicata in lingua francese ( 1579).

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De P aulis (Gi11seppe). Genera le, nato a Varallo. m. a Torino (1843-1909). Sottot. del genio nel 1864; partecipò a lla campagna de l 1866. Colonnello nel 1897, ft1 successivamente di.rettore del genio a Firenze, Bari e Piaccuza. In l'. ,f\. nel 1901 e nella riserva nel 1904, di venne magg. generale ne l 1908. Deperimento organico (Medicina Legale). Indebolimento generale dell'organismo, dovuto a malattie ovvero ad aifatican1enti c.ccessiv i a privazioni. ecc , e quindi acquisito, a differenza della debolezza di. costituzionc1 la quale è di odgjnc congenita . Ei caratterizzato da d irnagra1n ento, da. di1ni.nuzione di peso, da atonia muscolare, <la astenia nervosa, da disord ini digestivi, ccc. L'art. 1 dell'Elenco A delle imperfezioni e delle infcrm ità riguardanti l'a.ttitudine fisica al servizio militare con templa la debolezza. ,t,: costituzione gra.~•e, quella. meno grave. cd il deperimen to organico: la prim<L è causa d i inabilità assoluta, tenu to conto che essa. ra.pprescnta una predisposizione , morbosa dell'organismo e lo rende poco a rla tto a soppor tare le fati che e i disag i del servizio militare; invece la debolezza meno grave ed il deµc rimen to organico seno causa di inabilità assoluta so ltanto dopo trascòrso il periodo della ri vedibilità , essendo cond izioni suscettibili di vamaggiose modificazion i col tempo e con opportw1e cure. ~ al\1ralrnente dovrà tenersi con to della' natura ed entità della malattia, eia cui dipende il deperimento, ed il giudizio varierà a seconda della malattia stessa, potendo essere anche di inabili tà assolut,i, come ad es. per il deperimento dovuto a tubercolosi. Invece se esso rappresenta l'inizio di convalescenza di una ma lattia acuta superala, basterà w1a sero1

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plice licenza. di l-3 mesi, che può esser concessa d al <Comandante del !Cor po o dal Direttore dell'Ospedale, senza che il soggetto sia sottoposto a rassegna. I l D. O., riconosciuto dipendente da causa di servizio, è ascrivibile alla seconda categoria del D . L. n° 876 d el 1917, quando raggiunga i l grado di cachessia e di marasma dimostratisi ribelli a cura.

1nal ico p er cannone a rotazione da n1arin a; l1 apparecchi·o

per registra.re i movimenti delle navi; l'affusto a deforma zione; il materiale da campagna a. lunga corsa.; il cannone a tiro rapido d a 75 mm. Quest'ultima. invenzic>nc completata e perfe?.ionata dall'affusto a coscie divaricate, e con freno idropncumatico, tolse i l primato a lla

De Piccolellis (Ottain:o). Generale napoletano del 3cc. XIX, a l servizio della Francia. Incominciò la. carr iera come gua.r d ia d 'onore ( 1806), passò po i nei Cacciator i a cavallo, fece la campagna d i Russia nella Gua rdia, combattè nel 181 3 in Germa nia e nella campagna del 1815 in l talia. De Piguier (Gim:a1mi Battista) . Generale, n . e m . a Sain.-P ierre d'Albigny ( 1779- 1862). Sotto!. di fanteria alJa fine. del sec. XVIII, riprese servizio n el 1814 nei volontari savoiardi del gcn. De Sonnaz. Generale comandanté la provincia cieli ' Alta Savoia n el 1824, nel 1833 fu collocato a r iposo. De Pi nedo (nob . Francesco) . Generale dcli' Aerona utica, n . a Napoli ucl 1890. Guardiamarina nel 19 11 si meritò un a medaglia di bronw a l va lore durante la camphgna italo- turca . All'inizio della grande guerra fu iiubar cato sulla « Da11te A lighier i » col gra.do d i tenente di vascello. 1-!Ia nel 1916 passò a li' avia zione, meritandosi in auda ci imprese t re mcd. d'argen to e d ue di bronw. Nel 1921 e bbe il comando della nave «Archimede» staziona ria a Costantinopoli. Però nel 1922 ritornò a ll'aeronautica comandante d egli idrovolanti del hasso Tirreno. Promosso a scelta eccezionale vice-comandante di Stormo, venne n ominato capo di Sta to Maggiore al comando generale dell'aeronautica. Comp ì con tale grado il meraviglioso volo (1925) Scf lo Calende-Melbourne- Tokio-R oma, e nel 1927 la transvo lata atlantica dalle Isole del Capo Verde all'isola F erna ndo Noronha ed .il p eriplo aereo su i tre continen ti (55.000 km .). Fu promosso generale a scelta assoluta nel I927 e nel seguente anno n ominato sottocapo d i Stato M aggiore della R. Aeronautica. Deport. (Gi«sc r,pr Alberto), Uffic iale d 'ar t. fra,; cese ( 1846-1926). Da ten. d 'artiglieria prese parte a lla guerra franco-pr ussiana (1870). Entrò poi nçl ruolo tecnico dell'arma <love rimase fino a l 1895, raggi ungendo il grad o d i ten. colonnello. Allora entrò , nella fabbrica d 'arm i di Tarhes. Il suo genio inventivo s i manifestò in diversi campi. Meritano par- 1 ticola.re menzione : gli apparecch i d i puntamento da. btr. da costa: l'alzo au to-

li cannone DerJort

Casa Krupp; nel 1914 tale cannone da campagna f u adottato a nthe tlall'l talia ; e stava per essere in trodotto p ure neìla. artiglieria )'tlSSa.

Deposito (Marina) . Luogo ove vengono conserva ti, sia :t bordo che a terra, tutti i materia li che servono per f arè la guerra . SuHe navi ant iche i D. avevano diversi uomi a second,1 dello scopo cui eano adibiti. Si chiama·,ano: ?.•fagazzin i, Fosse, Giave, Op toteche, Sccvolcche, A rn1a1ncn ta.ri. !\ella rnarina venez iana. vi era Pab it uclinc di passJre i viver i alle donne ed ai figli dei marinai destin ati a spedizioni lon tane per la durata delle spedizioni. Questo fatto si chiamava D . A hordo delle na vi moderne, i principali D. sono quelli delle mun izioni, dei viveri, dell'acqua, elci comhustibi le e dei materiali di ricambio. D eposito numizioni . V . Santabarbara.. Deposito viveri. E' collocato verso prora, a l d i fum·i del la parte protetta della nave. ' S i scelgono locali bene asciutti e bene aerea.ti. Con tengono armadi, casson i e frigoriferi in modo da conser vare a lmeno 40 giorni di viveri per tutto l'equipaggio . Hanno specia li sisternazion i di ventila zione per camb ia ,_-e continuamente l'aria. DeJ,osito dell'acqua. E' costituito d a. parecchie casse di lamiera ben cementate, m unite d i po rtelle superiori per la vis ita e la pulizia interna e r iuni te media nte apposite t ubulature per il carico e lo scarico. E' in comun ica?.ione con l'esterno e con i distillatori, per p oter v i immettere acqua na t urale o acciua distillata . La capa cità dei D . è commis urata al n umero de lle persone che compongÒno l'equ ipaggio ed a lla capacità di produzion e dei distilla tori di bor do. Qualche volta le navi aumentano la loro capaciti, d'acqua, immettendo acqua dolce in a lcun i de i doppi fondi, previa accura ta p ulizia degl i stessi. Tn q uesto caso l'acqua delle casse serve per herc e quelle d ei doppi fondi 'per la p ulizia .

Deposito mater-ie consmna/yi/i. Con tiene in generale i nrnter ia Ji di rican1bio e consu111abili che se rvono per le

motrici, le ca ldaie, i macch inari elettri~i, q uelli delle ar tiglierie, ecc. Questi D . in gergo vengono chiamati «ca le» e prendono i l n ome dal sottufficia le con tabile che ha in consegna il m ateriale: Cala ciel capo cannoniere, del capo timon iere, capo elet trièis ta, ccc. Sono i u generale sistemati sui fian chi della nave n ella paiie cent ra le a.I d~ sopra del pon te corazzato e concorrono • in cer to qua l modo a lla difesa latera le della nave .


DEP

Deposito combustibil-i. Ve n e sono di due specie : per combustibile solido ( car bone) e per combustibile liquido (nafta). Sono sistemat i lungo i fianchi della nave nella parte centrale e concorrono alla protezione laterale del bastimento, offrendo uno spessore di 4 o S metri d i car bone alla penetrazione de i proietti li. H a nno comunicazione con i ponti superiori per permettere l'im barco del carbone e con i compartimenti delle ca ld a ie per l'uso del combustibile in navigazione : I D . della nafta sono costitu iti da una specia le compa r timentazione, con accu rata r ibaditura di tu tte ·1e lamiere perchè la nafrn t rasuda molto facilmente e va ad i nquinare i locali ad iacent i al deposito. La ubicazione dei D . na fta è sim ile a quella dei D . carbone. Dalla lor o capacità dipende l'autonom ia del la nave. D ep ositi a terra.. T utte le marine da guerra s i prenrnll''scono lìn dal tempo di pace per le eventuali esigen ze bellid1e, stabilendo importanti D. di combustibile e di \"ivcri nei principali punti d i appoggio delle Hotte. Q uesti D ., che costit uiscono le scor te, sono più o meno grandi a second a del la quantità di n1inicrc di combu-

Deposito viv•cri nelle Tetrovle (lu ran1.c la g-rancle g uerra I

Ogni D . è comandato da un ufficia le superiore, che - nei r iguardi del p ersona le dipendente - ha le funziohi d i coma ndante di battaglione . A lui r isa le la responsabilità della. tenuta dei ruoli e della conservaz ione dei magazzini del D., considerato quale centro di mobilitazione. Eg li deve q,;indi curare cbc i documenti onde t rattasi s iano tenut i costan temen te aggiornati e che le d0tazion i varie ( vestiario, equ ipaggimnento, ccc.) si m10 sempre tenute a n umero e conservate con somma diligenza. Il comandante del D. disgiunto dal reggimento ha il comando di tutti i riparti di truppa del rcgg. che si trovano dove ha sede il deposito, quando , gli s ia il più e levato i n grado od il p iù anziano degli ufficiali present i. Però lo svolgimen to de lle istruzion i, per i riparti p redetti, è sempre devoluto all'iniziativa cd a lla 1esponsabilit.à degli uffic iali che sono specialmente addetti ai riparti ste~si.

DPposito . (Cenni storici). I dep osi ti de i cor pi, pur con comp iti e mansion i p iù limita te ed anche d iverse da lle attuai-i, g ià esisteva.no presso 1•antico esercito piernon tcsc.

La loro creazione semb ra risalga al 1786 qua.ndo Vittorio Emanuele l d iede ad ogni regg. di fanteria. una compagnia. di r iserva che f unzionava. da. D .. col compito essenziale di istruire le reclute che erano poi passale, ad addestramento ultimato, nei battagJ-ioni. Durnntc il dominio francese jn Piemonte il generale Vallette. incaricato nel l803 d i costituire alcuni battaglioni, rich iamò alle armi gli antich i soldati dei rngg. piemontesi, che, unitamente a quelli già in servizio, furono riuniti i n ui1 D . ,L Torino. Con ta li uom ini furono create due mezze brigai.e, ognuna delle quali ebbe un D. in T orino. Nel 1814, a lla cessazione del dominio francese, fu creato un solo grande .D. a Torino per la fanteria e la· cavalleria ccl iv[ fu rono ·avviati tutti gli antichi soldati che vollero r iprendere serv izio . Il D . fu sciolto - il 19 agosto 1814, dopo il riordinamento delle trup!)e che prevedeva, in guerra, p er ogni regg. di fan teria, 'Un a divisione (2 cp .) di riserva. costituente un D. comandata da uno dei maggiori p rovinciali. Essa doveva ricevere

st ib ile che si trova nel paese. L'Ita lia ha bisogno di grandi D ., sia d i nafta , s ia di carbone . Per la F rancia bastano soltanto D. notevoli d i n afta . Nella loro costru zione e preparazione a te rra si seguono nonne speciali per la difesa contro gli aerei. Esistono D . semin terrat i, interra ti comp letamen te, su galleggianti, ccc.

cd istruire g li uomini d i leva ta . In questo periodo non v'è ancor cen no di D. per la cava ller ia , l'art. e il genio. >-'cl 1830 si ebber o n uove r iforme che porta rono ogni brigata di fanteria alla seguente for mazione: Batta -

DeJ,osito (Esercito). N e esiste uno per ogni reggimen to delle varie a rmi e speciali tà . Qualche regg. d i taluna specia lità (ad es. granatier i e genio) oltre al D. reggimenta le, possiede anche un D. succursale . Essi han no funzion i d i Centri di mobihta.zione (V.) ; Id ro compiti spec ifici sono i seguenti: a) Cura1·e I\\ tenuta a numero e la conservazione delle. dotazioni cli mob ilitazione, ~u la base de i reparti che i l D. deve com pletare o costituire ex novo a ll'a tto della mobilitazione . b) P rovvedere a lla tenuta dei ruoli degli uomini cl i t r uppa alle armi per ferma, e d i qllell i in congedo, destina ti a l completamen to delle varie uni tà previste da ll' indice d i mobili tazione. e) Provvedere a lla vestizione e all'armamen to delle ,eclu te e d ei r ichiamati per csei·cita;iione. d.) E ffettuare analog he operazioni per i richia mati cl i mobi l ita?.ione, noncbè provvedere a l completamento dei r eparti permanenti d el rispet tivo r eggimento cd al la costi t uzione ex novo delle unità che - secondo l' indice di mobili tazione - il D . deve formare.

3', S', 9', Il" cp. ; idem, 2', 4", 6' , 8', 10• cp.; di cacciatori 1•, 2", 3", 4" cp. ; Battaglione di deposito 13', 14", 15", 164, 17', 18" cp. 11 battaglione D . funzionava da cent ro cli reclutamento, cli istruzione e d'inoltro dei, complementi. Questo ordinamento non. ehbe lunga durata cd i l 25 ottobre 1831 subi sostan;,iali varianti. La brigata fu costituita su 2 regg. con un ID . d i 300 uomin i che si costi tuiva però solo in caso d i gucrro . Ebbero u n D. permanente s in d al tempo di pace solo i d ue regg. granatieri (brigata guardie). i\nche tale ordin amento ebbe vita effimera ed il 9 giugno 1832 vi furono n uove riforme. Dei tre battaglioni di ogni regg., i pri mi due furono a tti vi ed il TII d i D . con sede fissa in posizione centra le cd a portata delle provincie che a limentava.n o il reggimen to; in tempo di guerra tale D. doveva r iunire ed armare i richiama ti, avviandoli poi a i bgl. attivi. I battaglioni D. d iffe rivano dagli altri per il mino,· numer o dei gregarì e per aver la metà de i capi tani e dei tenenti della categor ia p rov inciale. Era,no comandati da ten. colonnell i. N el 18.33 s i stabilì clic i battaglioni di D., sia in pace.

glione di gra,nat icri, 1\

21\ 3 11 ,4 3 cp. ; di f ucilieri,

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DEP

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che in guerra, fossero comandati da un maggiore a turno di due ann i, ed avessero sede fi.ssa. Dovevano provvedere ai distaccamenti libcrand~nc i hgl. attivi. Il comandante del D . ebbe autorità di comandante di corpo, ma doveva riferire e dipendere dal comandante del regg imento. Durante la. campagna del 1848 i battaglioni D. dei rcgg. dì fanteria furono anch'essi mobilitati ed inviati in città della Lombardia, del Modenese e del l'iacent ino; i cons igli d'amministrazione d ei reggiment i rimasero presso piccol i D., costituiti da un nucleo di SO uomini. Nel 1849 i lJ. rimasero compo3li di una sola compagnia pur essendo sempre al comando di un ten. colonnello. Frattanto, con ordine del marzo 1836, erano stati creati i D. a:nche p resso i regg. di ca.valleria, col compito di a limentare in uomini e cavalli gli squadroni attivi. Soppressi nel 1841, i D. per la cavalleria si formarono nuovamente nel marzo del 1848. Ogni D. fu diviso in 6 plotoni, corrispondenti ai sei squadroni attivi del rispettivo reggimento. Ne l 1837 fu creata una cp. deposito a nche per l'artig lieria e durante la campagna del 1848 si costituì un D. anche per il genio. Nel 18S0 i D. dei regg. di fanteria, tutt'ora disgiunti da questi, in un con l'intera amministrazione, furono riuniti ai rispettivi corpi e poscia d isciolti ne l 1852. Furemo ricost ituiti per la campagna del 1859 e composti, per ogni regg., d i w10 stato maggiore e d i due compagnie che nel corso della campagna raggiunsero il numero di 3 o 4. Soppressi ancora più tardi presso tutti i reggimenti de lle varie anni, i D. fu rono r icostitu iti nel 1.898, assumendo i compiti e le mansioni che tuttor:t detengono. Anche prc,;-o l'antico esercito francese i D . ebbero i compiti già. visti per quelli dell'esercito piemontese.•\tlualmente in Fronda i rcgg. di fante ria non hanno pi(, comp.ignic D. (ad eccezione degli zua vi e dei tiragliatnri algerini); il D. è costituito del solo personale amministrativo e dei quadri di complemento. Presso i reggimenti di cavalleria e d'art. il D. si forma solo all'alto clcll,1 mobilitazione.

Deppen. Villaggio della Polonia seuentriona le, presso la Passargc. Vi si svolse (4-5 febbraio 180i) un rom-

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' nel 1876, rina nel 18S7. Sottot. nei cavalleggeri Foggia fu poscia aiutante di campo di S. M. il R e e divenne colonnello nel 1910, comandando il regg. lancieri di Aosta e po i, in 2•, la scuola cli cavalleria. Magg. generale nel 1914, con tale grado partecipò alla guerra e ne l 1918 passò in P. A . ::,./ella riserva d ivenne generale cli divisione. D erbent. Città del Caucaso sulla ri,•a occidentale del Caspio.

Fatto d'a,·me di Derbent (1494). Appar tiene nlla guerra per la successione al trono della Persia. I pretendenti al trono erano Alumut e Arduelle. Quest'ultimo con .5000 u . marciò verso la capitale e attaccò il Castello di D. Esso stava per cadere, quando Alumut gli inviò contro 10,000 u., agli ord in i d i Pauris. Giunti nei pressi cli D. -costrinsero Arduellc ad accettare ba ttaglia, la quale si srnlse con estrema violenza. ~la alla fine i seguaci di Arduellc, sconfitti, lasciarono nelle mani del nemico il loro capo, cbe fu messo a morte .

D e Rege di Gifflenga (Alessandro) . Genera.le, nato e morto a Vercelli (1774-1842). Laureatosi in legge ventenne, entrò nell'esercito nel li92. X ci 1800 passò nell'ese rcito francese e fece la campagna del 1805 nel Veneto, dal 1806-07 in Russia, e po i in I spagna; nel 1813 fortificò Lissa. Caduto il Regno d'Italia r itornò in Piemonte e vi fu confermato nel grado di generale. X el 18 15 assediò Grenoblc. Xci 1821 partecipò a lla. rivoluzione piemontese ma po i si uni ol gen. dc la Tour. Lasc iò poco dopo hL vita milita re . S~rissc una <e Storia militare cl i Vercelli >l. De Renzi (Giuseppe). Generale medico, 11. e m. a. Napoli ( 1842-1920). Partecipò alla guerra. del l866, e fu nel 1893 direttore dell'ospedale mi i. di llrcscia. Colonnello nel 1897, fu direttore cli sanità d el V l"l corpo <l'annata. l\fagg. generale ispettore d i saniti nel 1903, divenne nel 1906 ispettore capo. ln P . .-\. nel 190i. fu promo530 ten. gcnrrale medico nella riserva nel 1912. Scrisse: « Considerazioni e propos te sulla Scuola di Saniti1 Militare Ita lia na ». Era fregia to della nwda gli:t d'argento dei benemeriti della salute pubblica.

battimento che appartiene alla campagna napoleonica in Polon ia. Una divisione russa che protcg~eva l'esercito in ritirata, comandata d a T.estocq, inseguit.i da lle trupvc francesi, fu raggiunta la sera del 4 presso D. dal ::'.lforat, caricata dalla sua cavalleria e cacciata dal ,·illaggio. Il mattino successivo X ey, che aveva compiuto un mo· vimcnto aggirante, sorprese e mise in piena rotta le truppe dc.I L ~stocq, prendendogli 2000 ' prigionieri e 16 cannoni.

De P radel d'Hauthurin (Giaci11to). Generale piemontese del sec. XVIIT. Dopo aser servito nei Dragoni Regin a, pa.,sò nel 1791 nelle G~ia rdic del Corpo col grado d i colonnello e po i (1786) con quello di mai:;g. genera le. Lasciù il servizio nel 1798 colla venu ta dei Francesi in Piemonte. De Rada (Michele). Generale n . a :\Iessina. m. a. Roma ( 1838-1901). Proveniente clall'cscrci to napoletano, prese pa r te ,dia campagna del 1866, e nel 1899 era generale. In quell'epoca s i fece paladino di una riforma. sulle scuole niilitari nell'eserc ito, e fu propugnatore della Scuola. Unica. De Raymondi (V;itorio). Generale, n . a Fina lm~-

1J1, R1rnra Pr11110

De Raymonc11

De Renzis (barone 1vlic/1ele). Genera le, n. a Capua, m. a Lorcnzago d i Cadore ( 18.37-1908). Alfiere dei carabinieri nell'esercito delle Due Sicilie nel 1859, passò nel Savoia carnlleria nel 1861. Nel 1866, a Custota, meritò la mcd. d'argento. Dal 18i9 al l883 fu aiutante d i campo del Re Umberto. Colonucllo nel 1887, fu p er sene anni al :Ministero della gucn-a. 11lagg. generale comandante la 9• brigata di cavalleria. nel 189-1, nel 1899 andò in P . A. e nella riserva fu promosso ten. generale ( 1903). F u deputato al Parlamento per Capua (XX e XXI Legisla ture).


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De Renzis Michele. Generale medico della ~- llfarina, n. a B itonto nel 1846, entralo in servizio 11el 1873, col' locato in P. A. nel 1906, promosso magg_ genera le medico nella R. X . nel 1909, ten. generale in congedo assoluto nel 1920. Fu direttore dell'ospedale mii. mar . di Nr,p oli nel 1904, e di quello cli Venez ia dal 1904 a l 1906.

Derequisizione. V. Requ-isizione. De R iseis (Arturo) . Ammiraglio, n. a >lapoli nel 1873, entra.lo in servi1.io 1886, collocato in P. A. nel 1920 prmnosso contrammir. nella R. :?\. nel 1923 e ammir. di dh•is. nel 1926. Prese parte a lla campagna ita lo-LUrca ed alla grande guerra, dove guadagnò la croce a l merito di guerra. Fu capo cli S . .!.:I. del Comando in capo di Spezia nel 1919 . De Ritìs (Vincenzo). Gcncnlè, n . nel 1864. Sottot. nel 23° r egg. fanteria. nel 1884, come capitano de! 42° fanteria portò soccorso a lle popolazioni colpite dal terremoto calabro -siculo d el 1908 meritandosi la menzio11e onorevole. Iniziò la guerra contro l'Austria col grado di ten. colonnello divenendo colonnello nel 1916. Briga diere generale nel 1916, andò in P. A. S. nel 1920. Assunse il grado di generale d i brigata nel 1923. De Rivera (Don Fernando Prit~o D. R. y Sobremo11te, marchese cli- Estella). ::vra.resciallo

spagnuolo, (1831 - 1921). Sottot. nel 1847. Partecipò alle lotte cont ro 1·ivoluzionari interni e raggiunse il grado di colonnello nel 1866 e d i generale d i brigata nel 1869. Cpmbattè contro i Carlisti, fu promos~o maresciallo e poi ten. generale (187 4). :Kel 1880 anelò Capitano ge nerale alle Filip pine e tornò i11 patria nel 1884, come direttore generale della fanter ia. Nel 1893 comandò il 1° C. d'A . in Africa; fu poi p residente de l Consiglio sup remo di guerra e marina ( 1895), generale in c°apo dell'esercito (1897). fu anche Ministro della guerra, nel J8ì 4, nel 1907, nel 191i.

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ccssiva applicazione cli olio di croton; ma oggi tali metod i ll\Hl sono p iù usati, poichè sarebbero facilm~nte riconosciuti all'esame clinico è. sopratutto a quello micròscopico. Duran te l'ultima guerra la simulaiione delle ·o . <liatesiche fu largamente usata nei var i eserciti combattenti. (V. Aittolesioni:smo). L 'art. 15 dell'Elenco A delle impeifezioni e delle inIcrm iti1 riguardante l'attitudine fisica a l servizio militare contempla., quali cause di inabilità. assoluta, le D. notevolmente estese, a decorso cronico, oppure, se limitate in csten;ione, quando siano parassitarie contagiose, o quando deturpino notevolmente il capo o la faccia.. Esse però daranno luogo a riform.t dopo accertamento con osserva1.ionc in ospedale l11 il. e dopo esaurito il per iodo d i r ivedibili tà. TI 11erito dovrà sempre indicare la specie, la sede e la estensione della D . riscontrata. Gli inscritti di leva potranno essere t rattenuti in cura in un ospeda le m ii., a.llorchè si sospetti l'origine art ificiosa della dermatosi.

Dermbach. Borgo de lla Sassonia, sulla Felcla. li 4 luglio 1866 vi a vvenne un combatt imen to fra la divis. prussiana Gocbcn e truppe bavaresi (VIII C. cl' A.) comandate dal prin~ipe Carlo <li Baviera. Questi schierò su lle alture di D. la divis. Zoller a sr. e 1.t divis. Hartman a dr. I Prussiani attaccarono la sr, bava.rese e la cacciarono dalle sue posizion i ; la dr. invece res istette. ]\,fa il principe Ieee interrompere il combattimento e s1 ritirò, poi che aveva saputo dell'avvicinarsi verso i. suoi fianchi d i altre due divis. prussiane. Derna ( lat. Varnù, grec. Zefirio,i). Città della Ci· rcna.ica, nel paese di Barca, in fondo a piccola baia, a lle foci dell'Uadi D ., dominata dalle coll ine del Gebcl cl Ahdar Ila un porto non troppo riparato dai venti, dove possono appTO<lare p iccole 11avi. Fu in tempi passati r• -

De Rivera (Don lvlfrhele •P rimo D. R . y Orba11e;ia, ma,-chese d,: Estella) . Generale spagnuolo, n. nel 1870. Sot to!. nel 1888, par tecipò alla guer ra nel Marocco (1893) alla guerra in Cuba ( 1895) a quella nelle Filippine {1897) e raggiunse il grado cli colonnello nel 1908. L'anno seguente tornò in Afr ica e vi guadagnò i l grado di generale di br igata ( 1910) e di d ivisione ( 1913). Dal 1919, promosso len. generale, ebbe comand i di C . <l'A. ~e! 1923 fu nomin ato Presidente del D irettorio ~1ili tan\ e genera.le in capo nell'esercito d i operazione nel l\Iarocco. Ne l 1926, appoggiato rlall'escr·cito e non contrastai.o d al popolo spagnuolo, con un colpo di Stato s ì i mpadronì riel potcrç.

Dermatosi (!\fr,diciua. J,egale). Affezioni della pelle, dist intc in rhatesiche, d'orig ine costirnzionalc, e parassita.r ie. Tra quelle del primo g ruppo, le p iù i nter essanti per il medico mii. sono: l'impetigine ciel cuoio capelluto, l'eczema cron ico, l'acne rosacea. h. psoriasi, il lichen cd il pemfigo. Alle l}arassitarie appartengono : la tigna favosa e la tigna tonsu ran te o tricofì tica. Le D. dia tesiche possono simularsi con app licazioni cutanee d i sos tanze irritanti (succo di ranuncolacee o euforbiacee), con iniezioni sottocutanee di cantar ide in polvere, ccc. Le D. parassitarie furono in passato molto spesso s imula te con trucchi grossolani ; così ad es. la t igna favosa era simu lata deponer,do tra i capelli burro e zolfo, la tigna to1,,ura.n te col taglio circolare dei cap elli •~ sue -

Cinla di slcu r·czza di Dcrna

fugio abbastanza s icuro elci p irati beduin i, che si valevano di special i grotte (Kenissie) per occu ltarsi agli Inseguitori. D., già nota come p orto grece e romano, fu ricostru ita nel setolo XV dai Mori cacciati da.Ila Spagna, ma non ebbe impor tanza storico-militare che al momento dell'occupazione ita liamt nel 1911, duran te ·1a guena italo- lmca. Allora costituì u na delle basi per accedere al paese de i Barca, e fino dal 30 settembre fu oggetto d'una dimostrazione n avale da parte della squadra Presbitero, onde ·indurla a lla resa senza combattere. Ma, dato i l temporeggiare delle autorità turche e qualche atto d'ostilità, venne bombarda ta la città (16 ot-


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to bre) e s ucccssiv:imente occ upata, p rima d a tru p pe di sbarco <le Ila ma rina, poi da reparti dell'esercito ( 4 no\·emhre). La ci ttà era. diles:i da truppe turco-arabe, rafforza tesi in trincea. D ebella te, ma in buona parte fugg ite a ll' in terno, obbligarono a s is tcma t·c d ifens ivamente la città; vennero costruiti robusti trinceramenti con muri, torri e piccole ridotte. La fronte difensiva meridionale s ul ciglio dell'alt ipiano venne d ivisa in due par t i, sepa rate dall 'uad i D . Il fondo ua d i. fu sbarra to con lavori cd opere difensive; altr i trinceramenti furono costruiti verso la costiera, e per battere l'altipiano vennero collocate sezioni di bt r. da campagna. Sul rovescio furono poste altre opere e lavori di fortificazione campale. Parecchi furono i tenta tivi d'offensiva da parie dei T urco-a rabi, che già dal 13 novembre avevano in iziato a zioni isolate contro i nos tri a vamposti. I l dominio che la collina rocciosa ha su D. e la mancanza d i accessi all'altipiano facilitarono le operazioni del nemico. Un pr imo scontro a vven ne il 17 novembre 1.9 11. Un secondo il 24 dello stesso mese ; e, per qua nto respinti vittoriosamen te venne rinforzata la guarnigione, sino a farle raggiungere la forza d i u na d ivisione. K uovi a ttacchi e combattimenti s i ebbero il l", 16, e 27 dicemb re 1911 ; il 17 gennaio 1912, 1' 11- 12 febbra io cd il .3 marzo. J tu rco-arabi furono battuti ripetutamnte e la piazza di D . messa in g.rado da resistere a qua lunque attacco, mcd iai1te u na cin tu ra d ifensiva estendentesi a 2-3 km. da l centro degl i abitati. Ciò non ostan te i turco-arabi (8-1 2.000 u . circa) piaz-

zatisi u cavalie re dell'uadi O. costituivano una costante m inaccia. Convenne pertan to proceclr re ad u11a avanzQta che si e ffe ttuò il 14 settembre verso la posizione de l Rudcro, dove s i doveva cos truire una nuova opera stacca ta . T a le operazione d iede luogo anco ra :ii <lue combattimenti d i S idi-Abdallah (14 settembre) e R as-clLeben ( Ii seuembre) nei quali il nemico venne battuto con gravi perdite. Successivamente, per alla rgare la zona ovest, vc,rnero occ upa te 1'8 ottobre Sid i-Abda llah e H alg• Giarol i.r, e s i ebbero due combattimenti vittoriosi a n cora a S id i- Abdallah, e a .Braisàcla. D. ebbe da quel giorno u n periodo d i tranq u illità giacchk con quest' ultimo scacco s'era tolta alla T urchia la velleità d' una, vittoria in Cirenaica. Ed il trattato cli Ouchy ( 15 ottobr.: 19 12) assicurò D. a ll'I talia. Scnonchè gli intrighi di Envcr- bey d 'accordo coi Senussi, mentre le t ru ppe ita liane s'avv ia,·a110 alla occupazione d ell'altipiano, p rovocarono presso D . la sfortuna ta azione di S idi-Garbàa cd E ttangi ( 16 maggio 1913) che costrinse i nostri a lla r itirata. :d a u n mese dopo ( 18 giugno) il gcn. Salsa vc11ùicò a Ettangi. colla distruzione d el campo turco lo scacco di S idi-Garbàa e D . fu liberala dalla cerch ia di nemici che ne infestavan o i d in torni. '! ,a zona d i D . tutta via. anche q uando il gO\"Cmo venne assunto da l gen. Arneglio ( 19 L-l) fu consideralaì infida, cosicc hè s i dovette mantenere un con tegno cli attiva d ifesa. E scont ri avvennero il 29 apri le e 1' 11 maggio 1914 : furono d isperse centina ia d i ribelli ; spezzandone la resistenza pur sempre aggressiva. AIlo scop pio della grande guec:-


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ra, sia per la d iminuzione del presidio, sia per la naturale rcaz.ione dei r ibell i, sobillati dai Sen ussi D. si trovò nuovamente esposta ad atti di rappresaglia. Però gli accor-di della Senussia coll' Italia, portarono ad una completa tranquilli tà (1917) nella zona di D., propriamenlc detta. (V. anche Cire-11aica).

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1805 a Villard-Sallet. Guardia del corpo nel 1824, passò poco dopo nella brigata Savoia. Combattè nel 1848 meritando alla Corona la med. d'argento, nel 1849 a Novara dove ebbe ,l a menziorie onorevole. Colonnello comandante il 2" fanteria nel 1856, nella campagna del 1859 comandò il regg. a S . ::\;Iartino, Rocca d'Anfo, 1fontc Sue llo e Bagolino e venne insignito della commenda dell'O. M. S. Magg. genera le comandante la brigata Brescia nel 18S9, nell'anno seguente, all'annessione della Savoia a lla Francia, passò nell 'esercito francese.

De Rosa (Alfredo). Genera le, n. a Napoli nel 1870. Sottotenente di artiglieria nel 1889, partecipo alla campagna er itrea de l 18951896. Fu anco ra in L ibia dal 1912 .al 19 14 e 'alle Due Palme ( 1912) si mer itò la mcda.g lia di broH zo. l'rcse parte a ll'occupazione del Dodecanneso. Come ttncntè colonne llo e poi çomc colonnello ( 1917) partcdpò a tulla la guerra. contro l'Austria o llcnendo una .seconda medaglia di bronzo. Generale <li brigata nel 1926, fu nomi1,ato comandante l'artiglieria del Corpo d'Armata cli · Tl' ieste. Dr Roso F,·a11cesco. )Icdaglia. d'oro. nato a Potc11Za uc! 18~3. caduto ad i\dua. nel 1891>. Ufficble d'art. in Alpini nell'Llatli J)Pl'l::t

Derno ( lfond iert1• i 11) . Quando \u1a n:,vc trovas i ill pericolo e non ha a ltro modo di s<'gnalare il suo staw d i d isagio, alza una bandiera in te~ta d'albero, aggrup pata con un grosso nodo nel cen trò. Questo chiamasi « Bandiera in Derno ». L'usanza è ancora conservata dai piccoli vdieri, i quali non solo noll hanno radiotelegrafia, ma hanno anche poche maniere' a bordo con le qu:ili eseguire i segn;JiV- dell'apposito codice interna7ionak.

servizio a tt ivo, aveva. fre!]ucntnto i co rs i della. Scuola. di guerra. ;\cl 1895, da poco promos.,o maggiore, m1dò in Eritrc.t. dove caclclc nella. infausta giornata di Adua, rlopo aver dato fino all'u ltimo prove mirabili d i eroismo. Ecco la motivazione della medaglia d'oro: « Coman dante l'a rtig Ìieria della brigata Albcrtone (indigeni) si d isti nse duran te tutto il comballimento nel dirigere con intelligenza cd efficacia singolari il fuoco delle propr ie ba tterie. Se1<eno cd iwpertcrrito sacrificò eroicamen te la propria vita r quella. dei suoi per rimanere colle due batterie bianche a prote;,;ione delle altre trupp~ (Adua (Eritrei,) 1° marzo 1896).

De Robeck (sir Oio~·<11111i). Ammiraglio inglese nato nel 1862, mon o ne l 1928. Contrammir. nel 19J 1, vice-ammiraglio nel 1917, am rnir. nel 1920, comandò nel 1914 una squadra cli incrociatori e Panno seguen te )e forze nava li alleate ai Dardanelli; nel 1922, la flotta dcli' A tlantico, fino al 192.5.

De Rocchi (Bartolomeo). Ingegnere mi!. del secolo XVI, 11. della Brian7.a, Lasciò numerosi studi di architettura c ivile e 0<' Robcr,k GiO\'iUllli mil. Lavorò alle fortificazioni di R oma e di altre piazzefol'ti della Chiesa, e a ll'estero. De Rolland (G-io-.;anwi Francesco) . Genera le, n. nel

Dc Ross i 1-'a brizlo I ►• ' Ilosa l•'J'3!1Ce~co De Rossi (marchese di Jlmiferrato, Fabrizio). Ger.eralc napoletano a l servizio della Spagna (1620-1691). Comba ttè in Cata logna distinguendosi così da essere nominato mas!ro di campo per merito di guerra nel 1656, e generale di battaglia duran te la guerra in Portogallo nel 1665. D e Ross'i Oiovan11.i Giacomo. Generale del sec. XVUI. Proveniente dal regg. fanteria Monferrato, nel 1742 diven~e colonnello del regg. lllarina e l'anno seguente ebbe il comando del regg. Fucilieri col quale in specia l


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modo si segnalò nel 1744 a Montalbano meritando fa promozione a brigadiere. :s el 1745 ebbe l'incarico di soccorrere Exilles assalita dai Francesi, che a1 suo arrivo batterono in 1·itirata, per tosto tornare all'attacco e di1perdere le truppe del D., che venne per questo giudicato, condannato a un anno di relegazione in fortezza.

Dc Rossi d-i Tonengo Bernardo Carlo. Generale del sec. XVlH. Dopo esser staio governatore dei paggi di Vittorio Amedeo III, venne ,nel 1783 nominalo governatore di Arona e nel 1792 divenne colonnello. Aiutante di campo del Re nel li93, ebbe il grado di brigadiere di fanter i(l'; nel 1796. De Rossi di Sa11ta Rosa Pietro. Ammiraglio, n. a Torino nel 1850, entrato in servizio nel 186'1, collocato in P . A. nel 1905, promosso contrammir. nella R. K . nel !908. Fu comandante della Difesa Marillima di Venezia da l 1903 al 1904. Dc Rossi E1Jgcnio. Genera le, n. a Brescia nel 1863. Sottotenente di fanteria nel 1882, passò d ieci anni dopo nei bersaglieri e fu nominato nel I 907 insegnante alla Scuola di Gu erra. Colonnello nel 1912 rima se alla scuola come comandante in 2" fino all'anno successivo, quando andò a comandare il 12" bersaglieri. Nel 1915, il 29 maggio, fu promosso maggior genera le al comando della brigata Cagliari ma volle ugualmente condurre il suo reggimento a l l'assalto del l\Icrily e vi rimase ferito gravemente., con paralisi degli arti inferiori: fu perciò decorato di medaglia d'argen to. Dopo la guerra fu nom inato diretto1·e del Museo dei Bersaglieri a Roma. Come scrittore militare ha alcune opere, pubblicate dall'Ufficio storico ciello S. M., presso il quale lavorò anche a raccogliere il materiale per la storia dell'Eritrea. Fra le delle opere, « Le truppe italiane sotto Napoleone», in due volumi. Collaborò lungamente a riviste mii. e varie e scrisse: cc La vita di un ufficiale italiano prima della grande guerra». Dc Rossi CamiUo. )Ieclaglia d'oro, n. ad Arboro (Xovara) n el 1874, caduto in Libia nel 1912. Ufficiale di fanteria in servizio attivo, si era già segnalato da sottotenente in Eritrea, prendendo parte alla liberazione del forte di Adigrat. Promosso capit. nel 1909, fu dei primi nostri ufficiali a partire per la L ibia, ove trovò gloriosa morte, in un sanguinoso e furioso combattimento, così rie . vocato nella motivazionr della medaglia d 'oro: « Funzionante da aiutante maggiore di battaglione, coadiuvò con prontezza ed intelligenza il proprio comandante a ll' iniziarsi di u n fu-

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rioso ed improvviso auacco nemico. Incerta ancora la situ.izione, si recò verso il ciglio rii llll vallone per l'icono> sccre l'occupazione e, visto un forte gruppo nemico che dal versante opposto era sceso in fondo al burrone per risali rlo, si slanciò con la rivoltcll.i in pugno alla testa di un reparto per attaccarlo, trascinando tutti col suo ardimentoso esempio. Ferito gravcmeu te, spirava dopo due ore, durante le quali. non pensando a sè, si preoccupò solo dell'~sito d~I comballimento (Kasr-Ras-EI Leben (Libia) 17 settembre I 912).

De Rossillon (Carlo Amedeo). Generale ~avoiardo del sec. XVII. Divenuto luogoten. generale, fu ambasciatore straordinario del Duca d i Savoia in J3aviera e nel 1666 ebbe il collari: del!'Annunziata. Derréca gaix ( Vittorio). Generale francese, n . nel 18-13. Pa rtecipò alla conquista dcli' Algeria e alla guerra. del 1870-71 ; fu insegnante alla Scuola di Guerra e ca-· po del servizio geografico dell'ese rci to. Fra le sue opere: « Studio sugli Stati )faggiori degli eserciti stranieri)); « Storia della guerra del 1870 >>; « La guerra. moderna » ; ecc.

Derval. Comune della Francia, nel dip. della Loira. Inferiore, già. fonificato. Fu assed iato da Dugucsclin nel 1375 e difeso dagli Inglesi: a un certo momento, gli assediati convennero di arrendersi se entro due mesi noa f ossero stati soccorsi. Knollcs, governatore inglese di Brest, essendo sopraggiunto in tempo, diede battaglia ai Francesi e li respinse, liberando la fortezza. Questa fu presa ne l 1590 dal Mcrcocur, e smantellata 11el 1593. Dervio (antic. Delfo greca). Comune in prov. di Como. sulla riva orientale del lago. Fondata dai Greci, portativi da Giulio Cesare, ebbe importanza mii. nei tempi feudali, quando, munita di forte castello, divenne baluardo della diocesi milanese. Nella guerra decennale contro Como resistette ,·alidamente, e cadde solo per tradimento da parte del castellano Corrado che la cedette ai Comaschi (1125). Ridata a :Milano, fu pi'i, perfettamente fortificata, e munita di forte presidio. Dervish (Pascià) . Generale cd uomo cli stato tu rco, del sec. XIX. Studiò a Londra e Parigi, e rientrato in Turchia fu dircttor~ della scuola mii. di Costantino• poli. Generule di divis. nel 1849, combattè contro il Montenegro nel 1862 e represse l'insurrezione dell'Erzegovina 11cl '1875. Fu nel 1876 ministro della guerra, e subito dopo combattè ancora contro il .Montenegro con sc.irso successo. X ella guerra. rus.so-turca comandò con onore il IV Corpo. Fu po i governatore di Salonicco (1880) e inviato mii. per ridare prestigio al Kedivè di Egitto ( 1882). Dervisci. Nome dato &d una setta religiosa mussulmana oriunda della Persia e Siria, e corrispondente in certo modo alle confraternite dei monaci e frati cristiani, però con organizzazione anche milita.re. Diverse ne sono le ramificazioni (Zahidi, Fakiri. Khaclimi. Abidi, ~Iaulav i, Ca lcnderi). M,i qurll~ che in teressi\ particol.1rmentl la storia militare è la colonia dei D. del Sudan egiziano,• che diede origine allo Stato del Mahdi, capo religioso e mi lita re di un gran numero d i popolazioni ambe. 'l'cllc Stato. creato nel 1843 da 1fohammcd-Ahmed. califfo ed agitatore mussulmano nella provincia di Dongoltl, diede luogo ai primi co11A itti fra il re del Darfur cd i D., chiamati allora confraternita dei Guresci. di cui il Califfo si dichia rò capo nel 1870. Solo però nel 1880 il Cu-


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liffo- p,·oclamò b. guerra santa provocando l'insurrezione nel Sudan orienta le. Rescid J3ey, governatore di Fasciod a, fu battuto dal :Vfahdi a Ccbel Gad ir, e i D . nello stesso anno riportavano vittorie a El Konah e a K arassa h , e nel gennaio 1883 a E l

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'Obcid , che fu l'i nizio d 'una n uova campagna finita colla sconfitta da pane d ei D. delle truppe di Hick s pascià, a Sektari ( 1883) 1 che diede nelle mani del l\fahdi 1

l1intc ro Cordofan. S\1cccssiva111en-

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te il l\:Iahdi estese la conquista al 1 Darfur ( 1884) e nel seguente anno i D., fatti audaci per le vittorie ottenute, at taccarono anche Canum, p residiato \'a, lid,101entc da Cordon --~ · pascià, che, <li fronte ~~ a forze preponderanti, ~~~ dopo eroica difesa dovet te cadere (1885) . E cadde poco dopo in J mano dei D. anche ças~la. Morto Mohammed Der,•fsci combntl<'llli Ahmed, il nuovo Califfo Abdhula hi-E ben-::Vfohamed dovette preparare i D. a mettere il Sudan in stato di difesa contro gli anglo-egiziani che già si disponevano ad una guerra in grande stile per riprendere a i D . le terre conquista te . L'escrciw de i D . er a ormai considerevole giacchè constava di oltre 30 mila uomini fra truppe nere cd arabe armate di fucili; 6600 cavalieri ; 64.100 armati d i spada e lancia: 75 bocche d a fuoco. Il Ca liffo completò e perfezionò tale o rganizzazione e già nel 1888 aveva minacciato anche Suakim, stringendola d'assedio. Nel 1889 i D. avanzano contro la frontier a egiziana e già tentano d i impadronirsi di Arghin, ma ne sono r espinti dal gen. Wodehouse. Finalmente att irati su Toski dal gen. Grenfell, vengono completam ente sconfitti dagli Anglo-egiziani . L'attività dei D. si svolge fra il lÌ,90 cd il 1896 sia contro l'Abissinia che contro le altre provincie m eridionali, le qua li vengo110 occu pate dai luogotenen t i de l• Califfo Zck i Tamel (cl.te si dirige su Omdu.rman) e Hamed Alì, inca ricato di reprimere un'insw'fczionc delle tribù residen ti a Cassala. Queste rip,, rano a l\i!assaua, ch iedendo protez ione all'Italia. Il Califfo a sua volta. prepara

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una spedizione contro la nostra colonia, che reagisce e d opo la battaglia d i Agordat (1904) at tacca e prende Cassala. Senonchè i D ., approfittando della infausta. giornata di Adua ( 1896) non solo investirono Cassala, ma a iutai-i da .'.11angasc;ià, rtttaccarono colonne ita liane avviatesi a. soccorrerne il presidio, comandate dal col. Stcvani. Battuti al )I. ):fonam e Tucruf, i D. s i ritfrar'o no su l'altura, rima nendo tuttavia miJ\Jcciosi. Tuttavia, dat,t !a situazione de lla Colonia italiana, e date le nuove incursion i clei D. nel 1S97, subentrò nel possesso di Cassala e n:gionc ci rcostante l'lngbil tcrra, che subito dopo o rganizzò u na p i(t forte spedizione contro i D .. comaud:ua dal gcn . J<itchcncr il quale iniziò le sue operazioni con ia riconquista cli Dongola. obbligando i D . ed il loro capo a r iti1·:1rsi a Omdltrman, divenuto µer due anni quartir r generale e base delle loro operazioni Presa anche ta le residenza. (2 settembre l89S) e decimato dalle Sltccessivc battag lie, l'egcrcito dei D. col Ca liffo .\bdullahi per llll anno ancora errò nel Cordofan, finchè l' ultimo grave scontro ad Om-Dcbrikat (24 n ovem br e 1899) fr:, Anglo-egiziani, comn nduti rfa RcginaldWingate, e i partigiani cie l Califfo, decise dell'esistenza del maJ1<lismo: infatti il Ca liffo Ab<lullah cadde combattendo insieme ai suoi fid i.

De Saint Pierre (Alessa.udro). G enera le, n . a N izza :Marittima, m. :i. Firenie ( 1308-1890). Cadetto nella brigata Savoia. nel 1826, comhattè nel 1848 meritandosi t re menzioni onorevoli ed una med aglia d'argento; nel 1849, meritamlo altra menzione onorevole e la croce di cavalie re dell'Ord ine militare di Savoia. Coman dante. ~I 16° reggimento fanteria nel 18S3, dal 1854 al 1859, comai1dò la brigata Acqui . Tencn le generale ispettore dell'esercito nel 1861, nel 1870 fu collocato nella riserva . Desaix de Veygoux (Luig,J. Generale francese

Dcsaix LLtl!J'l (! 768- 1800) Sottotenente <li fantcri,1, aderì con en tusiasmo alla r ivo\uzione; n1a fu contrario alla soppressione ciel re, e venn e cac-

Ii territorio clcJJa 1011/l fra IlalianJ e Dervisci


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ciato in png1one. Liberato dal Carnot, fu destinato all'armata del Reno. Generale di brigata nel 1793 e d i d ivisione nel 1794, ebbe il comando del centro dell'armata Reno e Mosclla, e si distinse nel for zamento del passaggio del Reno e n ella difesa cli Kehl. Contribuì alla presa d i Malta, fu a.Ila battaglia delle P iramidi, organizzò la. conquista d'Egitto; ma, pardto N apolcone dovette firmare la convenzione d'E l Arisch. Fatto prigioniero dagli Inglesi in mare, ma liberato poco dopo, ebbe n ella campagna in Ital ia ( 1800) il comando d i due d ivisioni; con le quali a :Wiarengo cambiò la sconfit ta in vittoria, ma lasciandovi la vita.

ùr SaiUI I'iCl't'C A.

Oesana (an t. C1trte). Comune in prov. d i Vercelli, g ià ai (empi d 'Arduino costit uito in iet1do fortificato. Nel 135 7, durante la guerra tra il ma rchesc ciel )fonfcrrato e Galeazzo Viscon ti, fu da questi esp ugnato e distrullo. Ricostru ito, vi fu cretto lii\ castello, ci~conclanclo il paese con valide mura. Durante la gue rra cli Secessione degli Sforza fu invano d ifesa dai Francesi (1541) i qua li r iuscirono a prenderlo. Nella guerra d i successione del :Monferrato fu preso dal duca di Savoia, che ne fece abbattere il castello e le mura .

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Sa ncti s (Carlo) . Generale, n. a Spoltore m. a Verona (1845-1902). Sotto!. di cavalleria n el l.866, si meritò a Cu~toza la rned. d'argento. Fece tutta la carr iera in cavalleria, venendo promosso ·genera le nel 1899. D e Sauget (Roberto) . Genera le delle Due , Sicilie, u. a Monteleone, m. a Napoli (1786-1872). Uscito dall'Accademia ufficiaJe de l gen io, seguì i Borl:Ìoni in. Sicilia durante la dominazione francese, quale capo d i S. ~f. della divis. ang lo-sicu la. R ientralo a ·N apoli d iresse l'ufficio topogr;fico. Ebbe il comando supremo cielle trupp e in Sicilia durante l'insurrezione del 1848. Nel 1861 fu nominato senatore del regno d 'Italia, e cavaliere deJla S .S, Annunziata. Dc Sauget Ou.gtielmo. Generale n. e m. a Napoli ( 1820-1897). Figli~ del precedente, appartenne all'esercito delle Due Sicil ie, venendo posto in t'Ìposo nel 1848 da Ferdinando II _per essersi d imostra lo clemeute con i rivoluzionari siciliani. Nel 1860 offrì i suoi servigi a Garibaldi ed entrò subito dopo nell'esercito italiano, dove raggiunse il grado d i ten. gene ra le (1Si7); fu nominato senatore nel 1886. Prese parte alla campagna del 1866, avendo a Custoza il comhndo delle brigale Savoia, e alla campagna ciel 1870; comandò le d ivis. di Salerno e di Napoli, i C. d' A. VII e VI, andò in I'. A. nel 188S e in riserva nel 1892. Nel 1886 fu nominato senatore.

D'Escamard ( v,:ncenzo). Maresciallo napoletano a l servizio della Spag;,a, ing. e scrittore militare n. a Castroreale, m. a Napoli, (1771 -1833). Combattè a Tolone,

442 ove si d istinse; fece parte del contingente napole'tàno inviato in Toscana contro i .Franco-cisalpini nel 1801. Cinque anni dopo combattè ancora contro i Francesi nell'I talia merid ionale, e dopo ,Campotenese, coi resti dell'eserci to borbonico, an dò in Sici lia. Nel 1809, agli ordini del gen. Steward, partecipò alla conquista di Procida ed Ischia. Generale ed ispettore de l genio, dopo la rientrata dei Borboni fu nel 1831 per qualche tempo Commissario Regio negli Abruzzi. Pubblicò << L'Artiglie7ia Teorica >>.

De Seigneux (Gù,.lio). Generale, n. a Torino nel 1870. Sottoten. d'artiglieria nel 1890, divenne nel marzo 1'915 maggiore cd al comando di un gruppo entrò in guerra meritandosi a Bosco Lancia ( agosto 1915) la med. cl'nrgento. Decorato pure cl i quella d i bronzo, venne nel 1917 promosso colonnello. Genera.le cli briga ta alla frne ciel 1926, fu nominato ispettore di mobi litazione a GenrJva e po i ( 1927) comandante l'art. ciel C. cl'A. di Udine. De Selliers de Moranville (A11to11i'llo). Generale belga, n . ne l 1852. Appartenne allo S. 1\f., e ne era capo allo scoppio del la guerra mondi,tk. Dopo la caduta. cl' AnVf'rsa, venne norni11ato Ispettore generale dell'esercito belga in Fraucia . De Sena. Capitani , sardi del sec6!o XV I fra i l1uali sono d a ricorda.re: G-io·ua11,ni, che, in premio delle v itto,,ie- di Sanlur i e di Iglesias, ebbe diversi feudi e poi il titolo di visconte di Sanlur i dal re cl' Aragona; A. nt onio, figlio del precedente, m. combattendo a: Ur as ( 1470) contro il marchese di Oristano; Giovanni figlio ciel De Scll iers Antonino p recedente, che com batlè contro gli Aragonesi d a.I 1476 al 1478; sconfitto, fu fatto prigioniero, privato d ei beni e incarcera to sino a lla sua morte ( l 490) ; P.ietro, fratello di An tonio, morto combattendo per gli Aragonesi contro i ribelli Barcellonesi a' G ironc nel 1462. Desenzanì (G-iacomo). Generale, n . a Fil'cnze nel 1863. ,Sottot. nel 76° fanteria nel 1881, divenne colon nello nel 1914 e comandò il 64° fa1~teria col qual reggimento entrò in guer ra contro l'Austria. Comandò la brigata Cagliari nel 1915-1916 divenendo magg, generale nel d icembre 1915 e guadagnando nelle a7-ioni ciel M . Sei Busi (1915) c •dell'Allopiano di Tonezza (1 9 16) la croce di cav. clcll'O . .M. S . Comandò po i 1'11" e la 27' clivis. e dopo la guena divenne tcn. genera le comandante la d ivis. di Cb ieti. Passato in P. A. S. nel 1920, fu nel 1926 nominato generale d i divisione. D esenzano sul Lago. Comune in prov. di Brescia (a nt. Decentio) sulla riva sud-oc.:iden tale del lago d i Ga rda, con porto considerato il migl iore del lago. Ebbe a soffrire durante il periodo dei Comun i e Signorie per le lotte fra Br escia e Verona (secoli XIII e XIV). Alla fine del secolo XV fu conquistato dalle armi della Rcpubplica veneta. Nel 1705 il maresc. Vendòme vi pose i suoi quar tieri d'inven\o, ed ancorò la sua flottiglia nel

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piccolo porto . Durante la guer ra d' indipendenza del L859, D . soffrì danni per l'occupa zione a ustriaca e i con tributi d i g uerra imposti. Dopo la hatt. d i S. Martino (1859) fu convertito in sede di sgomb ro e smistamento di ammalat i e feriti italian i ed a ustriaci. Durante la grande guerra fu stazione di torpediniere, e sede di com ando d i tappa dell'esercito mobilitato.

Des Geneys Alessandro Ma11.rizio. Generale, n. a Chio_ monte nel 1772. Sottot. nel regg. fanter ia Savoia nel l i91 passo poi (1815) nei RR. CC. Coloilnello n el 1822, comandò il corpo dei Carabinieri s ino al gennaio 183l. Nominato sotto ispettore generale dei carabinieri, nel settembre successivo fu d ispensato da l servizio col grado di generale.

D e Sessi (Ugolino). Capitar10 d i ventura ghibellino del secolo XI V, a l servizio della Francia, e dal 13l8 al 132i comandante delle t ruppe di Can Grande della , Scala. -

Des Gweys Matteo. Generale, n. a Chiomonte, m. a Torino nel 1831. Cadetto nel rcgg. Savoia nel 17i6, partecipò alla guerra contro la F rancia. Dimessosi nel 1798 diti servizio militare, lo riprese ne l 1814 come ler1. colonnello del regg. Regina. Colonnello nel 1816 e intendente generale di guerra nel 1817, di1·enne magg. genera le nel 1820. Dal 1821 sino alla morte fu l'rimo segretario <li guerra e marina. Sci 1830 iu clcvaro alla fJe,; lòt•J\eys Ai('SSlW<iT'O carica di )I inist1·0 di Stato e nel 183 I il grado ,fi tenente generale.

Desfossès (Roman o). Ammiraglio francese (17981864). ComaJ1dò nel 1859, la squadra francese che si; d iresse nell'Ad riatico, per blocca.re Venezia. :Ma. 1'8 luglio, quando era giit in vista della piazza, ebbe l'annunzio dell'armistizio di Villafr~nca. Desgenettes (D 11 friche, barone Nicola Reuato). ::lfcùico e scrittore mii. francese (li62-IS3i). :-S:cl I i9.3 prestò scr·vizio nell'annata ,.l'Italia. della cruale divenne medico rnpo. Prese pane alla spedizione in Sgitto, dove tenne comcg110 eroico inoculandosi la peste, per dare c.~empio <li co~aggio a i soldati. Organizzò i lazz;,rètt i di campagna. Nella campagna di Russia <: a Lipsia fu preso dal 11emico. Durante i Cento Giorni. ritornò col Bonaparte. cd assititctte alla disfalla di \Yaterloo. Colla ,·cstauraz ione divenne medico caro degli lnvalid i. Scrisse, fra altro, u11;, << Storia medica dèll' .\rmata d'Oriente» .

lJ,•., ( ~1.n t y ,; Giorgio .cl ndrra. ,\mmiraglio, n. a Chio~ monte. n,, a G c11ol'a ( Ii61 - l859). Guan.liamarim, nel J87i, partecipò alla gucrrn, conlro la Francia e ,,enne catturato in un combauimento navale davanti a T olone (1794). Ritornato in patria. si distinse alla difesa di Onegli,L e Loano ( li98). :,;r'el 1799 Carlo Emanuele IV, r ifugiatosl a Cagliari, lo nominò comandante della Real ~farina; valorosamente difese l'isola dalle incursioni barbaresche. ::lfagg. gencraJe nel 180°8 , ten. gcncl'alc n el 1815. ven ne nel 1816 non1inato an,iniragl io, coll'incarico d i r iorganiznrc la 1narin:i.. Governatore d i Genova nel 1820 e minis tro di Stato nel 1821, nel 1822 capitanò una squadra sull-, co.,tc marocchine e nel !S2S preparò la sµcdizionc a Tripoli. Con R. Pulente del 1826 ebbe gli onori di maresciallo. Ebbe nel 18.35 il Collare del-

Des Geneys. ;-; ave a vela (ir;isporto <l i I' classe) già :i.ppartencnt.e alla ::liarina Sa rda , varala a Genova nel 1827 : lunghezza 111. •17,12; la rg]wna m . 12,S8; <li-

slocamento tonn. 1508 ; equipaggio 156. Fu rad iata nel 1869; prese parte alla spedizione di Tunisi ( 18.3.3) e alla campagna del 1848 in .\dria(ico. D:d 182i sino a l 18.)1 si chiamò « H auL~combc'l5'c fo classificata come f rega l:i..

ne Sicben Amn<:1eo

)' Annunziata.

Des H ayes di Mu ssa no (co11te Gaspa.-e). Generale del sec. XVITI. ~cl 1759 era s01101. nd corpo degli Tnf.{Cgneri; passò nel 1763 nel rcgg. Guard ie ne l quale poi 1·estò sempre d iventandovi colonnello comandante nel 17\/4. Brigadiere nel 1 i96, ne l 1798 fu «dimesso» da Joubert. Desiderio ( Flavio). U ltimo re de i Longobard i 11. a Brescia, 111. a Col'vey ( Francia\. Regnò dal 756 al 774. Appena e letto dovette combal lerc contro Rachis pretendente al trono; istigati dal pupa Pao lo I si r ibcllacono a D. i d uchi <li Spoleto e Benevento che dovette debella re. 2-fa questi alleatisi coi Franchi costrinsero D. ad ini7.iarc una serie d i lotte contro i Franchi, le quali terminarono con la calata di Carlo )fagno in I talia, con

Ocsgcncttcs N. R .

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poderoso esercito; D., accampato alle Chiuse d i Susa, abbandonato d ai suoi, r iuscl a fuggir e a Pavia (77 3) e qui, circondato dai Fran-, chi, fu preso colla. rcginai r c - - --e trasportato prigioniero in Francia, dove morì.

De Siebert (Amodeo) . Genera.le, n. a 1'fessina. nel 1868. Sottot. d'a r t. nel 1888, compì la scuola di guerra e fu in Libia/ me r itando a Sidi Bila! ( l912) la mcd. d'argento. Partecipò a tutta la guerra cont ro l'Austria d ivenendo colonnello nel 1916. Comandante degli aviatori , si mer itò l'encom io solenne e Il re Dcsi,derio la pro~ozione a ' scelta. a brigadier e generale (1919). Nel 1919 fu addetto a l comando superiore d'aeronautica presso il comando supremo, poi anelò in A. R. Q. De Silva. Scrittore mii. piemontese, molto rinoma to ai suoi tempi (1727 -1796). Lasciò: << Pens ieri sulla strategia. e la tattica» e « Riflessioni sui pregiudizi militari>>De Simone (Semp/icio) . Generale, n . a Castelnuovo Parano nel 1862. Sotto!. cli fanteria nel 1883, all'inizio della guerra cont ro l' Austria era ten. colonnello , clell'83° rcgg. Avuto il comando del 25° regg. fanteria, a Santa Lucia d i Tolmino fu ferito e decorato di medaglia d'argento (1915). Magg. generale nel 1917, nel 1920, col grado d i ten. generale, passò in P. A. S., dove nel 1926 fu nominato generale d i divisione. De Simone Ruggero. Medaglia d'oro, n . nel 1896 a S. Pietro Vern6tico, caD0.S1t1Lonc Simplicio duto nel 1917. Studente in una scuola di enolog ia, a l pr incipio della guerra italo-austl'Ìaca si era arruolato volontario in un corpo di ciclisti. Frequen ta ta la scuola mil. di :lvfodena, ne era. uscito aspirante ufficia le ne l 54° fanteria . Passa to quindi ,oei reparti d'assalto, tra le file ciel V reparto combattè e cadde da eroe, ,tlla vigilia della grande offensiva di Caporetto. La mot ivazione di medaglia d'oro così s1 espi-ime:

« Comandante di un plotone d'assal to accorso in difesa. di una posizione fortementt: attaccata da l nemico, ferito a lla bocca eia una scheggi,c d i granata, continuava a tenere il comando ciel propr io reparto, incitando e trascinando coll'esempio, sotto un fuoco violento, i propri soldati. Ferito una seconda volta n ella lotta corpo a corpo che ne seguì, ed int imatagli la resa, rispose scaricando la ri~oltella, gridando « Viva l'Ita lia! JJ . Fer ito u na terza volta, cadeva a ter ra , cd alla nuova intimaz ione di resa rispondeva « No, Viva l'I talia !>>. Una

444 quarta ferita al cuore lo uccise. Sublime esempio di valore e amor patrio>> (Forcella Monte Piana 22-23 ottobre 19 17).

D() Sirn-One Rugger o

oossa lles Leone

Desio. Città in prov. d i M ilano, for tlficata nel medio evo e spesso coinvolta nelle lo tte dell'epoca dei Comun i.

I. Bat/:agtia di: D esi'.o ( 1277). Appartiene a.Ila. lotta fra T orriani e Visconti. Avendo papa G regorio X nominato a rcivescovo di :M ilano Ottone Visconti, i Torriani ricu sarono di riconoscere la nomina. Ottone raccolse intorno a sè j nobili espulsi dai Torriani, ebbe genti d a Co mo, e pose ' a capo delle t ruppe raccolte Ricca rdo conte d i Lomello, il quale gli recò gross i contingenti di fanti e di cava lli pavesi e novaresi. L'esercito visconteo mosseverso :M ilano e a fronteggiarlo marciò Napo Della Torre, con 700 cava ll i e un buon ner bo di fanti milanesi, i quali nella sera del 20 gennaio acc,\mparono a E>. Ma non vi fecero' buona gu ardia, e nelle prime ore del ma t tino de l 2! gennaio vennero all' improvviso assaliti. La lotta durò alcune ore, e terminò con la completa vittoria dei Visconti, i quali così divennero padroni di Milano, stanca della signoria. elci D ella Torre. D i questi, Francesco e J\ndreolto cadè~r o combattendo; Napo, cat turato, fu chiuso in una gabbia di ferro a Como e vi morì. II. Complotto di Desio ( Apr ile 1814). l\'ella villa A.nton a Traversi d i D. fu complottata la. nòta ribellionecosidetta « delle ombrelle i> che scoppiò a 1V[ila110 il 20 a prile 1814, contro i Francesi, mettendo fine a l Regno Italico, col massacro ciel· ministro Frina, e favorendo il ritorno degli Austriaci. III. Cowi)egno d-i D esio ( 14 luglio 1907). Il J\,f inistro degli Esteri T ommaso Titt.oni, riceve nella sua villa d i D. il ministro degli Esteri austr o-ungaYico von Achrcntal, e concorda con lui la for mula circa il confermato accorcio su Ile questioni d'indole generale e particolar e fra i due paesi. IV. _ Convegn o di. Desio (29 settembre 1908). L'onorevole T itton i, ministro degli Esteri, discute col m inistro rnsso degli Esteri Iswolski le questioni p olit iche r iguardanti i due P aesi, constatandosi una perfetta identità di vedute.

-D es Maisons (Giacomo). Generale del sec. XVIJJ. Percorse gran parte della carriera n el regg. p rovinciale d i Tarantasia de l quale fu a lfiere n el 1i35. P a rtecipò alla guerra di s uccessione d 'Austria. e fu a lla battaglia della Madonna. dell'O lmo (1744). Colonnello comandante il regg. provincia le di Moriana nel 178 1 e b rigadiere due anni dopo, nel 1786 passò nei trattenuti. \

Desmichels (barone L1tigi .,llessio). Generale francese (1779- 1845). Volon tario a 15 anni, fece le campa-


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gne d'[talia e d'Egitto. Nominato colonnello a Essling ( 1809) combatti: jn bpagna. ed ancora in ltalia agli ordini del principe Eugenio, cbe lo promosse generale. Dalla Restaurazione gli fu conservato il grado; combattè in Algeria cont ro Abd el Kader, ma ebbe la debolezza d i firmare un trattato (1834) nel quale le clausole segrete erano troppo favorevol i all'Emiro; richiamato perciò in Francia. ( 1835) fu tuttavia nominato ispettore bcneralc della Cavalleria.

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Des ~11 lères ( Claudio Ferdina,ido). Generale, nativo <li Avicrnoz. Nel 1734 si distinse nella batt. di Parma. Nel li60 ,·enne nominato governatore della Sa,·oia.

De Sonnaz. V . Gerbaix.

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Dessaix (Giuseppe Maria) . Generale francese ( 1764_ I 8.3-l). X cl 1792 fu uno dei fondatori della « Legione Allobrogi» insieme col generale Doppet. Generale di brigata nel 1802, passò :ill'armata di ltalia. Dopo la ,campagna di Russia fu governatore d i Berlino; nel 1814 d i Lione. Dessalines (Gia11giacomo). Generale ed imperatore di Haiti ( I 758-1806). R c<lentosi dalla schi,ivitù, divenne uno dei capi clcll'insurrczionc di S. D onl i11go. Nominalo generale da Toussaint-Louvcrlure ( I 79i), nel 1803 provocò una insurrezione in occasione della venuta di una squadra inglese, e cacciò il governatore francese Rochambeau ( 1803), proclainan<lo l'inclipcndenza della llaili, massacrando i bianch i e facendosi nominare prima governatore, poi imperatore. P erò, il suo governo tirannico provocò una cospirazione, capitanata eia Pétion e Christophc. e fu ucciso durante una rh·ista.

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Dessalles (T.eou e). Gencmlc, n. a Rauclens nel lilSl. So ttot. nel l 871, percorse tutta la carr ie ra nell'arma del genio di,·cnendo nel 1902 direttore del genio della R. )farina a Spezia: nel 1905 ebbe il comando in 2• dell'Accad em ia mii. :Magg. generale nel 1908 ftL coman•da.nte del genio a Genova e poi a Torino e nel J911 (u collocato iH r iserva raggiungendo il grado di tenente generale e di generale di divisione. Dessau. Capitale ciel ducato di .\nhalt, fondata nel 1213, sul la sr, d el r.lulclc. D'origine fiamminga, pare non sia s ta ta mu nita d i castello ci rcondato da mur:i che nel 1603 qu:rndo divenne residenza. ciel principe. I. Battaglia di Dessari (25 aprile 1626). Appartirne alla guerra dr i Trent'ann i. TI conte Ernesto cli l\1ansfeld, .a lleato di Cristiano TV d i l>animarc:a, sapendo che il gen. \Va llcustein, p res'.l. posizione sull'Elba presso D ., intendeva congiungere il suo esercito coit quello della Lega, onde procedere insieme contro i Danesi, s'impossessò del ponte d i D. coll'intenzione di opporsi al p iano avversar io, Costruite trincee di fron te a lle posiz ion i degli Tmpcri:ili, colle poche t1·uppe dispon ibi li si dispose a resistere agli attacchi degli Austriaci. Senonchi:, trattenuto di fronte da un'azione <limostrati,·a, veniva di sorpresa attaccato da forze preponderanti sul tergo, così da essere obbligato ad abb:tndonarc le trincee lascia ndo sul campo di battaglia circa 3000 morti, e a riparare nel lJrandeburgo. TI. Comb11ttime11to di Dessau (12 ottobre 1813). Appa rtiene alla ca111pagna napoleonica in Germania clusante la marl'ia dei Francesi su Berlino. Il gcn. R eynicr.

44.5 procedendo su Wurtcmberg, dopo aver costretto il gen. Thumcn a togliervi l'assedio, passò l'Elba. e si portò su D. per la riva destra. Contemporaneamente il gen. Ncy per la riva sinistra puntava sulla stessa D. Essa era difesa <lai gen. prussiano T aurllzien, che non si era accorto del doppio attacco. Violen temente assalito dal gen . Delmas, che in breve gli tolse 4 cannoni e· 2000 uomini e minacciato dal Reynicr, fu costrcllo a ritirarsi in fretta riparando verso Potsdam. Dcssait (Leopoldo, ecc.) V. A nhalt.

Destefan i (Edmo-nclo). Generale, n. a Torino nel 1850. Sottot. d'artiglieria nel 1870. passò nel corpo di S. i\f.; colo,mello nel 1896, ebbe il comando del 22° rcgg. fanteria. Magg. generale comandante la brigata Ca labria nel 1902, nel 1906 f u co llocato in P. A. N ella riserva raggiunse il grado d i tcn. generale nel 1911. De Stefanis (110b. Giqva1111i A11tonio). Generale, nato a Castellamonte, m. a Torino (1832-19 19). Volontario nel regg. Piemonte Reale cavalleria nel 1859, dopo ave,· partecipato a lla campagna d i qucll'a,1110 si congedò. Nèl 1860 partì colla spedizione dei « ~Iillc », divenne ten. di cavalleria e capitano per merito di guerra guadagnando la med. d'argento a Calata.fimi e Palermo. Passato nell'esercito regolare, si distinse nel 1866 a Ponte di Ve rsa meritandosi una secon da mccl. d 'argento. Colonnello nel 1882 comandò il regg. lancieri Firenze. In J'. .\. nel 1890, passò nel 189-l in riserva col grado di magg. generale divenendo ten. generale nel 1903. Dc S tefa-nis Costanti1to. Generale, n . e 111. a Napoli (1843- 1904). Sottot. d'art iglieria. nel 1861. partecipò alle campa1:ne del 1866 e del 1870. Colonnello nel 1890, fu direttore d'art. a Verona e poi comandante la fortezza di )fantova. Passato nella ri~crva nel 1896, divenne maggior generale nel 1904.

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De Stefano (Giuseppe). Generale. n. ad Aversa, m. a Bologna (1845 -1903) . Sottot. d'art. nel 1864, fece I.i campagna del 1866 e raggiunse il grado di colonnello nel 1896, al comando del 22" regg, ar t. Promosso magg. generale ehbc il comando dell'art. a Bologna. Dc Stefano dei marchesi rl'Ogliastro Cilento noi, Jlatt co. Generale ( 1858 !926). Sottot.. dei bersaglieri nel 1878, fece la scuola d i guerra, partecipò a ll:i ca mpagna d'Africa

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del 1895-96 guadagnandovi una medaglia di bronzo a Mai Maret ; da co lonnello comandò 1'84° f anteria e da magg. ge11erale la brigata Cagliari. E' autore d i un lavoro: « D eduzi<,m i tattiche <lellll. guerra Anglo-Boera>>.

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De Stefano Antonio. Generale, n . ne l 1865. Sottot. di a r tiglieria del 1883, percorse in quest'anna la carriera e fece parte da l l9 1 1 del ruolo tecnico. Si la u reò in matematica e fu d ip lomato in elettrotecnica. Fece le campagne del 1915-1916 e fu promosso magg . generale nel 1917 e generale di d ivis. nel 1923. Nel 1926 fu col locato in A. R. Q. come ten . generale d'artiglieria. Scrisse humero'?i lavori d' indole tecnica, fra i quali : « Teor ia sugli a ffusti a deformazione»; « Su lle a r tig lierie con r inculo differenziale Jl; ecc.; collaborò a molte riviste m ilitar·i o no; a lcune in venzioni sue riguardanti le artiglierie sono state a.dotta.te .

De Steri ioh (G;ainbattista). Ammi rnglio dcila fl otta napoletana del secolo XIX. Fu nel 182ì promosso vice-ammi raglio, e posto a l comando .della squa dra della rc3.f n1arina.

Destienne (Ginseppe) . I ngegnere mii. del .scc. XVlI. .,;,utorc di varie opere di fortificazione, nel 1684 scrisse 1.m\>pera su lla « Pratica della guerr,t. >J , con no,:ioni d i geometria sol ida, for tificazione cd ar tiglier ia. Destino (Costanti no). Generale, n. nel 1854. Sottol. de i ber saglieri nel 1879, partecipò alle campagne di g11er ra in Eritrea del 1887-1888. Nel 1900 raggiunse il gra, do di co lom1ello e comandò il 70° regg. fanteria. I n P. i\ nel 1912, divenne magg. gen erale nel 1916. N el l923 fu nominato generale di divisione. Destituzione. E' un)"delle pene, previs te d al Co ~ice penale per l'Esercito, che rendono indegno il condannato d i appartene r·e alla milizia. E' applicabile ...: soli ufficia li e può essere pena p rincipa le od accessoria . In questo caso si avrà sempre pronunciata colla senten· za che impone la pena principa:le. La D . produce la perdita del grado e delle decoraz ioni. L' ufficiale destituito r imane inoltre inabilitato a qualunque u lteriore servizio militai;e. La D ., pronuncia.la come pena principa le, puo essere commuta ta - in caso di passaggio ad ima pena inferiore - col ca rcere ord inar io non minor~ di mesi tre ed estensib ile sino a. cinque anni . Incorre nella. D. l'ufficiale con danna to ad una pena d i qua lun· que genere pei reati d i furto, d i falso, d i prevaricazione, di corn1zionc. I ncorre nella D. anche l' ufficiale sanitar io militare che si renda colpevole di falsità , nonchè l'uf-fì. cialc che si assent i ar bitrariamen te d a l prop rio repar ti in tempo cli guerra p er più di 24 ore o sia disertore. In questi due ultimi casi la D . è app lica ta come pena acressoria. Destreggiarsi. Voce che si adopera nel campo tattico ·e strategico, indica nte speciale modo cli d irigere \ movimenti di un esercito, col quale si mira a. stancare : dominare l'av.versario. Gli escmpii storici sono nume-

446 rosissimi in ogni epoca. Uno dei più famos i è q uello della campagna del 1675 in Alsazia, protagonisti T urenn; e Mon,ecuccoli. Fra i due celebri capitani dcll'epoc::,. nella qua le la strategia mostrasi ancora bambina, è u n continuo schern1ire, coprirsi e scoprirsi, aggirarsi scan-.bievolmente: insomma, un contemporaneo D. strategico per - mantenersi, di qua e di là, legati al le rispettive lince d'opera zione e conser vare riunite le forze, ma non per preparare l'urto tattico e affrontarlo onde conseguire l'obbiettivo e decidere la guerra. I l D . bellico indica, in sostanza, un'azione militare di temporeggiamento, nella quale accorgi1n en ti e s tratc.1ge 1nn1i hanno un'in1 ·portanza HOtevole, a volte preminen te. Ora, se la d idattica milita re deve n ecessa riamente, nella sua opera, no,i trascurare l'istruzione 1·eJa.t iva a simile azione, bisogna, noncl(meno, ponga molta cura affinché g li spiriti non con _ traggano il gus to e l'abi tudine di quel gioco, il che potrebbe deviar li da.Ila retta via dcJl'ar te, ossia, dal prin cipio clic solo l'urto del le forze d ecide i problemi pe i quali s i s ta in campo. l i D., strategico e tattico, è, per tanto, da apprendersi e eia considerarsi quale mezzo <l'a· zionc, non quale fine (questo sarà sempre la vittoria., tota le o parziale. sewndo i cas i). Fahio l'vfassimo, che si destreggiava a scopo cli temporaggiamcnto per :irrivarc all'urto a mornenlo s icuro o a lmeno favorevo le, p uò insegnare tuttora.

Destriero (l'antico ·ippus màchimos, dei Greci ed cq,ous dei Romani). Era, spec ie nel medio evo, tale paro-

la usata per ind icare il vero cavallo da battaglia., che durante la marcia incontro a l nemico veniva condotto a mano, e solo :tl momen to della pugna o de lla « singolare tenzone>> era montato da l cavaliere per il combattimen to a cava llo. o poco pri ma della carica. I l .O. talvolta ven iva anche montato nelle cerimonie militari o civili per portare il c,Lvaliere che si era d istinto o che c,opriva cariche i mportant i. Ne l medio evo fu coper to d i speciali bardature d ifensive per proteggerlo dalle offese d el nemico.

Destroyer. :\Tome dato dagli Inglesi a i Caccia.torped iniere (V.). Si è generalizzato in tutte le marine per ind icare a.ppun to que,sto tipo di nave. Destr, Riga! Comando d'esecuzione per far allineare a destra un reparto di truppa a p iedi. A tale comando tu tti gli uomini appar tenenti a l reparto (fatta eccezione dal primò di destra, che serve di base) volgendo la testa. a destra, si por tano a piccoli passi a ll 'a ltezza della guida, mantenendo il corpo d i · fron te. Il comandante del repar to s i porta a lla destra della guida cd a qualche passo di intervallo, e guardando verso s inistra fa al.lineare i s ingol i uomini. Quando vede raggiunto l':illineamen lo da il comando : F issi 1 e tutt i rimettono la testai <li fronte. Così per il comando Sinùtr, Riga./ De Sury ·( Fi,ugenio). Generale svizzero a l servizio del re di Sardegna, m. nel 1779. Fu a.Ila. d ifesa di Va.lenza. assediata d a i Gailispani ; nel 1769 ebbe il comando del regg. ,rde Sury », divenendo brigadiere nel 1771. Nel 1774 fu nomin ato ca pitano comandante ·1a Gua rdia Svizzera e promosso ten. gene rale. P er il citato regg_ Dc Sury, v . brigata Acqiii. Desvernois (Nicola Filiberto). :Ma resciallo di campo francese passato a l servizio n apo letano ( 1771-1~59). Volontario nella R ivolu2,ione, combattè in I talia ed i n Spa-


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gna; passò po i agli ordini del ministro D umas ( 1806) e d ivenne colon11cl!o <lei cacciatori ( 1808) del Yiurat, p rendendo parte alle campagne n ell'alta Jtalia, nel T irolo, ed in Spagna ( 18 10); p romosso maresciallo nel 1813 comalldò negli u ltim i mesi della dominazione mu rali iana nelle Ca labrie, le truppe dell' intera zona .

Detaille (G-ianibattista). Pittore m ii. francese, nato nel 1848. S i ded icò in pa.rticolare a quadri rappresentanti episodi di guerra e battagl ie. Ricordiamo fra di essi: << I Vincitori»; « Carica del 9° rcgg_ corazzieri nel villaggio di, :\iorsbronn »; « La brigata Vincenclon >>; « La, cavalca ta verso la gloria>>; (( La difesa <li Champigny J>; <e Carica del 1° uoseri, 1807 ll; ecc. Detonatore (o Detonante) . Le cariche d i scoppio dei proietti dei s iluri sono costituite da esplosiv i chimi.camçntc molto stabili: tritolo o f ulmicotone umido, acido pitrico, ecc. Questi esplosivi non possono de ton ar e se non sono innescati con altri più sensihi l i i quali a loro volta vengono innescati con capsule sensibi lissime (es. cli fu lmi nalo di mercurio) . .l D. sono t ubi di varie dimensioni che trovano a lloggio nell'interno della carica di scoppio, costitu iti in genera.le con tritolo compresso se ser vono ad innescare cariche di tritolo fuso e con fulm icotone asciutto quando si tratta cli cariche di fulmicotone tim ido. l pesi e le dimensioni dei D. sono iu rcla,;ionc a.i pes i cd alle dimensioni de lle cariche. I'cr esempio : pe,· u na carica di torpedine di 100 chilogrammi occorre un D. del peso di kg. 1,S circa. Per i proie tti il D . v ie ne scmp,·c conservato a posto nel proietto stesso, ma per le tor pedini e i s iluri si conser va in gener ale a pane dalle cariche e viene messo a posto soltan to quando si devono usare le cariche.

447 costretti in p iccolo volume; questi, espandendosi con notevole energia, dann o luogo a effetti d istruttivi cli, straorcl inaria violenza. Vi sono alcuni esplosivi però tipico fra essi il fulminato d i mercurio - che, a.uch e all'aperto, p resentano una reazione esplosiva pronta e comp leta. ln queste condizioni, data la velocità dell'azione, è sufficiente la stessa incnia del l'at mosfera ad ostacolare la distensione dei gas sviluppati. Altre esplosivi invece presen tano a ll'aria li bera una {eazione non molto r ap ida, in maniera da consentire ai gas prodot ti una relativa. espansi~ne; per <] Uest i composti q uindi, quando agiscano in ambien t i chiusi, g li effett i della D. so110 in diretta d ipendenza. dell'inta.samento. Subordinatamente alla costituzione chimica. dell'esplosivo, a l suo stato fisico, al voltane che occupa e a lla specie d i reazione che presenta, l'onda esplosiva che s i genera può avere una diversa velocità di propagazione; Ula una notevole influc1w1 sulle, intensità di essa è data anche dalla energfr, dell'impuls.o iniziale, per cui uno stesso esplos ivo, a. seconda delle moda lità di innescamento, p uò dare D . piit o meno ener giche, con risultati, meccanici e di distrnzione a bbastanza di versi. La. D. è h caratteristica d i• decomposizione propria degli esJJ!osivi essenzialmen te dotati di una enorme velocità di combustione e del massimo grado di energia; essi sono perciò i più ind icati a scopi d i .rottura o di d is truzione, e vengono i mpiegati per le cariche d i scopp io dei proie tti e nei lavori di mina. Trovano però a11chc speciale ut ilizzazione come inneschi, o detona tori; e a questa categoria, oltre il fulminato di mercurio, appartengono pure : l'azoturo di aTgento, il nitrato di diazobcnzolo, il solfuro d i azoto al qual~ la Gen;ania larga.mente ricorse (Ulrante la guerra europea, quale surrogato del fulminato di 111ercul'io, per mancanza delle 111ftterie prime necessarie ·alla sua fabbricazione e specialmente del mercurio.

Detonazione. E ' i l ienomeno gene rato clalht reazione esplosiva, a llorchè essa si determ ina qu asi ,istantaneamente, con estrema rapidità e violenza, specie se D eto1wzione per i11,fo11enza., o J,er simpatia. E' quella avviene in recipienti ch iusi. Questa forma di reazione · d à luogo a imponen ti effetti meccanici e cll <listruzione che s i manifesta spontanEamente in un esplosivo, per effetto d i altra D . che avvenga a una cer ta distanza d a sui COrJJi vicini, con azione tanto veloce da frantumare esso. I n questo caso la seconda decomposizione s i vei corpi stessi, p rima che le loro forze elastiche abbianq i l tempo d i intervenire. Essa ha \llla durata enormer i,fica pel tra1nìte dell'aria, del l'acqua o dei cor pi solidi mente p iù breve di que lla che si manifesta nell'esplosione - l'amb ien te cioè i.n cui la D. è avve-n uta i quall semplice e possiede un campo cli azione circosu ·'itto, ma pertan to 1·estano estranei al fenomeno chimico, servendo solo come mezzo cl i propagazione. L 'onda esplosiva, inabba.sta11Za vario, in dipendenza della qualità dell'esplofatti, è di natm:a chimica; essa, trasmettendosi soltanto, s ivo e delle condizioni nelle quali l'esplosione si veri.fi nella massa esplosiva, cessa a i limiti di questa. Ma, ca. La violenza che è caratteristica della D. non può sulla super.licie estern a, l'urto finale provoca una i rn spiegarsi semplicemen te con la rapidità della combup r ovvisa ccl energica comp ressione, la quale poi si trastione, immed iatamen te comunicantesi a tutta. la mas smette per vibrazione - « onda di pressione>> - nelsa, oppi1rc con la massima energia impre3sa dall'im pu ll'ambien te in cui si l'esplosivo (aria, acqua) e nei so iniziale, ta le insomma da portare contemporaneacorpi solidi coi quali può essere a con tatto. L 'onda d i mente l'inter a car ica alla temperat ura d i esplosione. Al pressione. a, d ifferenz,1 di quel la esp losiva, si propaga contrario, l'interpretazione p iù logica e genera lmente ac-1 senza che s i verifichi trasporto di materia e per solo celiata, è quella che deriva dai geniali studii teorici e sperimentali cli Berthelot ( 1881) il qua le stabilì che la effetto d ella e lasticità del mezzo, ana logamen te cioè alt rasforma,;ìone chim ica si propaga is tan taneamente e per l'onda sonora, essendo come questa di carattere stret-, tamente fisico. Ora, se n el corso. delh, sua espansione' vibra zione cli strato in st rato de lla intera massa, sotto forma di una ver a e propria onda, che egli_ ittfat ti deessa incontra un 'altr a. massa. esplosiva, può agire su quefinì <e onda esplosiva», o e< onda ch imica>, . Essa viene ,t.'l come impulso inizia le, determinandone la « deton acons iclerata come un fenomeno cli carattere eh im ico e zione per i11fiuenza >>. La. nuova D. però non si verifì.ca fisico, dipendente dal cambiamento della costituzione già perch.è la second,1 carica; riceve lL 'distanza. l'onda chi mica che successivamen te si propaga con la t rasfor-, esplosiva, propagandola nella propria massa, ma perchè mazione a lterna tiva dell'energia caloritìca in energia mecinvece a rresta l'onda d i pressione, causando quindi, nel canica e cli questa nuovamente in calore. punto d'incontro, la t rasfonna,;ione della forza v iva di La D. produce l'immediata e intera decomposizione t:rto, d i cui questa è dotata., nell'energia calorifica neàell'esplosivo, generando una enorme quan titit di gas cessaria a p rovocare la decomposizione della sostanza

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esplosiva. 1ta seconda esplosione può, alla stessa. guisa, comunicarsi ad una tena massa e ad a ltre che seguono ma l'intensità. dei successivi impulsi iniziali va. gradatamente attenuandosi fino a cessa.re de l tutto, tanto se si frappone una notevole distanza fra una. carica e l'altra, quanto per spon taneo affievolimento dopo l'csplo 7 sione di parecchie cariche. Il mezzo più idoneo per la trasmissione del l'ond a di p ressione è il terreno; infatti, mentre una carica. esplosiva sospcs.'t nell'aria detona solo se situata in prossimità. d i un'altra che esploda, la detonazione può vcrifi.carsi a distanza di gran lunga superiore se le ca riche si trovano sul terreno e, con tanta maggiore facilità, quantd più elastica è, la natura di questo.

Detrés (Fra11cesco). Generale francese, al servi7.iO del re d i Napoli ( 1764-1815). P rese parte alle guerre della ri,·oluzione; in Egitto raggiunse il grado di colonnello degli ussari. Passato a.I servizio di Murat, fu inviato a Corfù, comandante delle truppe, col grado di genera.le. Richiamato e p romosso gen. di cl ivis., fu comandante in diverse provincie del Regno. Detroit. Città degli Stati Uniti, nel Michigan. Durante la guerra anglo-americana., nell'agosto 1812, il forte era occupato dagli Americani comandati dal generale Hull. Contro questi il 13 presero posizione gli Tnglesi, comandati dal gcn. l3roock, che il 15 intimò invano la rc:;a. Aperto il fuoco d'artiglieri.t con scarsi risullati, efficacemente controbattu to dai difensori, gli lni:Iesi sbarcarono colle truppe a Springwells, fra la città e il forte, ciò che impedì alla guarnigione di ba.tterli colle artiglierie. Compiuto lo sbarco. alle 10 antimeri-

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diane del 17 agosto gli Inglesi avanzarono all'attacco a. colonne serrate. S-tavano dietro i r ipari gli Americani pronti ad aprire il fuoco, quando il gen. Hull ordinò che tutte le t ruppe cl1e stavano fuori della cinta entrassero nel forte, dove già era riunita. gran parte della popolazione civile; quind i, senza che nulla lo giustificasse, fatte deporre le armi ai soldati, ordinò che fosse innalzata bandiera bianca e c,tp itolò senza condizioni. Caddero nelle mani degli Inglesi grandi quantità di mu-. nizioni da guerra e da bocca, 2500 fuc ili e 25 cannoni; il generale collo truppe regolari furono condotti 1,rigionieri a Québec. Caduto nelle mani delle autorità. americane in uno scambio di. prigionieri, il gen. Hul! fu giudicato eia una Corte Marziale e condannato a morte per tradimento e codardia; gra.z iato in vista della grave età. e dei passati servigi, venne il suo nome cancellato pero dai quadri dell'esercito.

Detroyat (Pietro). Ufficiale e scr ittore mii. francese del scc. XIX. Aspirante cli marina nel 1847, partecipò alla sped izione di Crimea e a quella nei mari della Cina. :\'el )![essico, fu sottosegretario di Stato a lla Marina coll'imperatore Massimiliano. X c i 1867 si ritirò da.I servizio; nel 1870 fu nominato ( 6 dicembre) generale di clivis. a titolo ausiliario e incaricato di comandare e organizzare il campo cli La Rochelle, e rimase in carica pochi mesi. Scrisse varie opere, fra le quali: « L'intervento francese a l ìlfessico )), « Reclutamento, organizzazione e istruzione dcll'e~crcito francese». Dettingen. Città della lJavicra, sul ì\Ieno, teatro cli battaglia ( l743) che appartiene alla guerra. per la. Successione cl' Austria. G iorgio TI, re d'Ingh ilterra, cbc co-

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mandava gli Alleati (inglesi, .\n.novcresi, Imperiali) aveva :ibbandon:Llo h sui 1,0,izione di Aschaffcnburg e iniz iata la ritirata su Hanau : lllovimcnto pcriroloso. sia pcrchè si n-niva a fare una marcii di fianco. sia perchè tale rot:ihile era sotto il tiro dei cannoni nemici postati sulla riva del .Meno: esistevano ùioltrc sul fiume due ponti, fatti gettare in precedenza. dal duca di Noail !es, comandante dei l'r:mccsi. fra D. e .\schaffcnburi;, eh,• rl:t.Vano a lui piena libertà d i manovra per effettuare attacchi contro la rotabile di Ifanau. Si imponrva perdò di eseguire il mo,•imento con grande cclcriti nonost:ulle che le cond izioni fisiche delle truppe, ($\Ust e µr r la penuria dei ,·i.veri, lo sconsiglias,;c:ro. La sirnaziouc critica spin_,, il re d'lnghiltc-rr;i ad diettuarc il movimento, per quanto vcricolo~o: µer ottcncrè la sorpre,;:\ iniziò il movimento di notte. St:nonch~ il maresci.illo di Xoailles si 3CCorsc della lllarcia degli Inglesi, e subito ideò di approfittare del mome nto d i crisi del nemico :Lt taccandolo di fianco mentre attm,·ers.1.,·a la stretta, fra le montagne e il fiume. Per attuare il suo piano fece avan,~1re la cavalleria ver!!O il villaggio di D., davanti al quale gli Inglesi avrebbero do,·uto passare. Fece inoltre pa.:.sarc i ponti a quattro brigate di fanteria e a lla guardia, col compito di prendere posizione presso D. al di qua di un profondo burrone, al coperto dalla vist1 degl'Inglcsi. Le a.r· tiglierie erano schierate in modo che potessero spingere il loro tiro più a vanti possibile. Due btr. ba.lt.cvano la strada incassata che è fra D. e un piccolo ruscello. Il tiro non dove,·a essere iniziato che in caso di sicura efficac ia . Come ultimo provved imen to, il Noaill es dispose che cinque brigate occup:isscro il borgo cli :\schaffenburg. Gli Inglesi venivano così ad essere r inchi usi c.omc in una trappola; il ).loaillcs s i ripromellt:va, oltre alla vittoria completa e dccisi,·a, anche di poter prendere prigioniero lo stes..-o n, d'Inghilterra; scnonchè una mos,:i fuori tempo di u n suo comandante in sottordine compromise tutto l'esito della battaglia tramùtan<lo l;i vittori-1 in una grave sconfitta. JJ Noailles volle assentarsi per riconoscer<' personalmente un guado per far a,·anz:1re ancora. la c:n~.illeria; lasciò pertanto temporaneamente, il coma.ndo della I' linea al luogot~nente i;cncrnlc Duca cli Grammont, a vvertendolo però che non dove,·a muo,·ersi. ma altenderc che il nemico gli fo,;sc venuto incontro . .:-= ella sua asscnr.rL il Duca, creden do chr la prima colonna nrmica fosse già passata e di a,·ere di fronte solo la retroguardia, ritennr dover fare un atto d'iniziativ:i.: ordinò alle sue truppe di passaJ'e il burrone e di avanzai·c fino aù una piccola pimum antislan lc. Egli abbandonava cosi una posizione ,·antagi;iosa, and:uidosi :~ mettere prc>prio i11 quella trappola ove doveva.no esse re chiusi 11:li Inglesi. Questi, che marciavano in ordine di battaglia, tosto accori isi del movimento nemico, si fcrma.ro110 e si prepararono per la difrsa. l Francesi attaccarono con impeto ma. in disordine, scn7.a. accorgersi che urtavano contro forze di molto superio ri_ Pt>r giunta la loro artiglieria fu impedita d i far fuoco per non colp ire le proprie fan terie. L a ronfusionc fu tenibile. ni: il X oailles, ritorn3to, potè più porre rimedio alla mossa inconsulta del suo subordinato. Nonost:t11tc gli att i di ,-alore de i Fmnccsi, guidat i dall'esempio dei comandanti, molti dei quali o furono gra,·em<'ll· te feriti o perirono alla testa delle proprie truppe. non p oterono prevale re s ui;li Jnglesi, che, guidat i <la ll 'cscm-

pio del loro re. combatte,·ano con pari tenacia e valore, pur suhcndo gravissime perdite, tra cui molti uffici.ili general i. La lotta durò !re ore. Il maresc. di Xoailles, vista la impossibilit~ di ottenere un successo <li fronte :ill'ordiue, alla disciplina, alla tenacia e alla prevalen7.J. numerica degli Inglesi, ordinò l:t ritirata. I vincitori non seppero però approfittare dt•lla vittoria; il re <l'Inghilterra diede infatti l'ordine di ripiegare, scnz.i llCppurc rarcoglierc tutti i feriti. che furono Jasdati alla gcnero,ilà del ;\"oaillts. Gli ,\llc1ti ebbero 2231 uomini fra morti e feriti; circa altrettanti i Francesi.

Deutscher Offizier Bund. .\s.sociazionc di ufficiali tedeschi, cbe 11cl 1924 ne raggruppava 120.000, organ;uati perfettamente, con uno S. M., e scrviii. è sezioni. e propria stampa. E' una di quelle a;;sociazioni ;,orte dopo 1:t guena mondiale in Gcrm~nia, :dio srnpo di sostituire JJCr quanto pos.~ibile l'ordinamento mii. tedesco, diminuito grandemente di efficienza in seguito alle cbusole del trattato di Versailles. Deutz. Sobborgo di Colonia, sulla riva opposta del Reno, in Prussia, già borgat,l a sè. /;attaglia 1li JJculz (370 d. C.). Essendo un'orda. di Saswni penetrati nella Gallia, J'imper.itore Valentiniano I FJ:i.vio mandò il suo generale Sl·vero con forze sufficienti, con le quali circondò i Barbari e li costr inse a chiedere la pace_ Severo stipulò coi Sassoni un trattato, in base al quale assoldò molti giovani alti alle amli e rimandò il rirn:tnentc di essi lihcro. 11 generale però, c·ontro la fede data. free apposiare alcune coorti di fantcri:i, in una valle discosta per cui doveva.no passare i Barbari. Ma, avendo alcuni Romani nas,costi fatto irruzione prima. del tempo, i Sassoni li assalirono e- li avrcbbèro tagliati a pezzi. se uno squadrone di cavalieri, posto pure in agguato nelle vicinan1.c, non fosse accorso in aiu to. I Sassoui allora furono circondati e distrutti completamente.

De Varax (Ca.spare). Generale savoiardo del secolo XV. Al comando ddlc truppe <lei Duca di Savoia nel 1449 comhanè contro le truppe numerose del Collconi. De Varax Fra11ctsco. Gene-ra ie n. a Grésy-sur-Aix, m. a Torino (J 746- 18.W}. Comillciò la carriera in fanteria a 1i anni. Colonn,•llo dei Granatieri ne l I 793, si disti nse nella guernL contro la Francia. specialmente. Comandante la provineia di Saluzzo nel I i96 ed il rcgg. J ,ombardia nrl ! 79S. poco dopo lasciò il servizio per riprenderlo nel 1808 col grado di magg. generale. Dive11uto tcn. gA11rrale nel 1815 go,·erna1{>re di Asti, nel 1816 entrò nella diplomazia e fu mi11istr<\plenipotenzia.rio in Svizzc ,·a. Nel 1821 ebbe il Collare dcli' Annunziata.

De V arona (Barnaba). Generale cubano ( 18-151873). Appartenente- ad una delle antiche fam iglie pa• tri6ic di Cuha, si mise all,l u•sta del mo,•i.mento insurrc,,ionalc dell'isola nel 1866. Imprigionato dalle autorità. cubane. appena rimc~so in lihc-rtà si rimise alla 0 1·~ni1.1~'\zione dei r ivoluzionari, ed acquistò pr~sto rinom:1nu prl coraggio e va lore dimostrato in vari combattim,•ati. Rientrato con un corpo di volontari d agli St;iti Un ili fu catturato col vapore Virginius e condannalo a morte.

Devastazione. E' la distruzione sistematica comp le ta e profonda di una zona di terreno eseguita ;illo 8(1


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DP,·asiazionl ~ulln Somma duranreJa rllll'Ola tedesca dc-I 1917

scopo d i rendere la zona devastata assolutamente im praticabile e, conseguente.mente, di rallentare le operazioni del nemico. Perchè le D. sia.no veramente efficaci, non debbono essere praticate, come pel passato, in pochi punti caratteristici del teatro di operazioni (in genere: man ufatti strad al i) ma debbono invece coprire una vasta zona di terreno nel senso della fronte e della profondità. Devastazioni e distruzioni in massa, ai fini militari, si corrispondono. Durante la guerra mondiale l'impiego della D., da parte degli alleati, fu assai scarso cd inefficace. Gli avvenimenti sul fronte belga, nei prim i giorni elci conflitto mondiale, non avrebbero, si opi, na, preso la gravità e l'estensione che ebbero, se da parte belga fossero state adoperate le D. su più larga e profonda scala. Per contro i Tedeschi, ammaestrai~ anche dall::t e~prricnza fatta. sul fronte belga e su quello russo, abilmente seppero sfruttare tale mezzo d i lotta, specie nella manovra (operazione Alber;co) di ripiegamento sulle posizioni Siegfried, nel marzo 1917; allora i Tedeschi abbandonarono una vasta zona di terreno, ririrnndosi in posizion i arretrate : ma lasciarono la zona abbmdonata in così completo stato di D. che gli Alleati non poterono stabilirvisi se non lentamente, tanto che i Tedeschi guadagnarono tempo e resero inutili gli enormi preparativi d'attacco, fatti dagli Alleati. L'impiego dell~. D . non è però nuovo nclhc storia mi!itare. Nel 1536 il Duca di Montmorency fece distruggere molti ,·illaggi e città della Provenza per poter combauere il potente esercito di Carlo V . TI marcsc. di Tur!'nne le usò contro i Tedeschi nel Palatinato, nel 1674 e a11cora, nello stesso Palatin,cto, per ordine del re Lui~i XTV nel 1689. I Russi le adoperarono con successo nel 1812 contro Napoleone. Ma dove tale mezzo di tuerra ,·enne usato, come suol dirsi, in grande stile. fu ndla guerra di Secessione. Lo Sheridan trasformò in un deserto la vallata dello Shenandoah; e lo Shcnnan escguen-

do, con troppo ardore; gli ord ini di Grant, distrusse tutto quello che trovò nel territorio a Sud del Chattanooga., senza alcun riguardo per le popolazioni alle quali, secondo una frase dello stesso Sherman « furono lasciati solo gli occhi per piangere». Durante la guerra. franco-tedesca del 1870 e nelle guerre anglo-boera e russo-{l iapponcsc, l'impiego delle D. avvenne in un campo limitato, secondo concetti ristretti e formalistici, per cui nessuna o scarsa influenza esse ebbero sul corso delle operazioni. Le D. considerate come ostacolo materiale, sono pas5ive; agiscono come massa. Esse possono tu ttavia essere rese attive col p orre tutto il d ispositivo delle distruzioni sotto un Comando unico responsabile che ne disciplini l'impiego nello spazio e nel tempo; col concorso di distaccamenti speciali di tn1ppe celeri e tecnicbe che ne valorizzino meglio la portata; coli' i11tervento d'art. a lung-a g ittata e del bombardamento aereo, per accrescerne il valore e la efficacia e impedire le riparazioni; con l'aumen1arne l'entità e l'effetto morale mediante dispositivi di mine ritardate (sistema, questo, che fu largamente usato dai Teùeschi). L'azione passiva delle D. può essere accresciuta dal concorso della guerra chimica. Le D. possono trovare impiego nell'azione offensiva, come copertura di un fianco esposto di una grande unità, o come elemento 5eparatore [ra due grand i unità che convergan o s u un determinato obbiettivo ( in tal caso le distruzioni violano il principio della massa). Possono trovare impiego nell'azione difensiva. concorrendo potentemente a rinforzare i mezzi di difesa e costituire una nuova forma. della forti6caz ione campale. Possono trovare impiego come cope,;tura di una organ izzazione difensiva. arretrala (con tale criterio vennero adoperate dai Tedeschi nella « operazione Alberico» già citata); come copertura di una organizzazione fortificata di frontiera., e questo caso particolare non è d ifficile che possrL avve ra rs i a l prin-


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Devastaz ioni con mine clul'alltP la l'it.irala Ledescu in r m nt•ia nel 1917

cipio delle ostili tà; come rinforzo ai mèzzi d'azione di una posizione organizzata e, in.fine, nella manovra in IÌtira_ta (come fu usata dai T edeschi e dagli Austriaci 'nella. ritirata di ottobre-novembre 1918). Le D. adoperate come rinforzo a i me.zzi di azione di una posizio11e organizzata possono essere apprestate davanti , sulla posiz ione e nel suo rovescio, Avanti alla posizione, le D. avrebbero lo scopo di impedire o d i ritardare Porgan izzazione dell'attacco nemico; ma in questo caso l'imp iego d i esse è molto delicato e d ifficile, specie quando si è a contatto C<>I nemico. Un sistema di D. così concepho potrebbe effettuarsi quando tu tti i d ispositivi d i distruzione e i ricoveri del personale fossero costruiti alla prova del tiro dei grossi calibri (quin d i la n ecessità. cli r icorrere a costruzioni cementizie armate) e con le camere da mina sempre cariche e, col personale incaricato del fuoco sempre pronto nelle imme~iate viciJ1anze. R,imar'.·ebbe _t~ttavi~, risolvere la delicata qu 1st10ne circa gh orclm1 del bn,lamcnto. N on è possibile sempre sotto il tiro cli distruziçme avversario far g iungere gli ordini a l personale inqricato delle operazioni d i brillamen to . Il 27 maggio 1918 la maggior parte dei ponti sul!' Aisne cadd ero intatti in mano ai Tedeschi, o perchè gli ordi11i non arrivarono a tempo, o p erchè avvenne la sorpresa durante le operazion i di car icamento dei fornelli. Una soluzione al problema p ot re bbe cer to essere apportata dall'imp iego di mezzi di trasmissi<>ne R . T., in continuo progresso, e, meglio ancora, da Ile teletrasmission i. Allo stato attua le della tecnica, un disp ositivo cli D . avanti e sulle posizioni, potrebbe quind i solo limi tarsi alla interruzione cl i qualche oper a d'arte, allo sbarramento ed ostruzione di strade, ccc., al solo scopo cli r allentare la marcia deJl'avversario e di favorire l'~zione delle truppe di sicu rezza. Sul rovescio delle posizion i è invece sempre possib ile cli a llestire un dispositivo cli D. Ma per le soggezioni derivanti dalla s ituazione, da llo schieramento delle artiglierie e delle riser ve, dalla necessità cli provvedere a lasciare libere le v ie d i ritirata a i mezzi au to e ippotrainati r,sso dispositivo verrebbe ad assumere una forma lineare e molto limita ta. in profond ità. Si verrebbe a costituire cosl una p rima linea di D. avanza te. I l grosso delle D. potrebbe essere invece organizzato molto più indietro, nella zona cli azione delle grandi. unità, e secon do lltl p iano organico r ispondente alhL manovra che si vu ole effettua re. La p rima linea di D . organizzata e p redisposta sul rovescio di una posizione difensivfL po-

trcbbc avere urm duplice funzione : rallentarn la marcia dell'avversario e dar tempo d i allestire il grosso delle distruzioni. Su tale zona di terreno, la gran parte del d ispositivo delle D . potrebbe non essere alla prova e non p residiato; e solo per le d is truzioni cli speciale importanza per la difesa si potrebbe ricorrere ad organi alla prova. D <Lta l'importanza e Je r ipercussioni che un sistema di D . potrebbe a vere sull'andamento della gucrm, spetta ai comandanti delle grandi unità complesse cli stabilire le zone dove esse dovrebbero effettuarsi, la loro importanza, il concorso dell'artiglieria e dell'aviazione, il grado d i urgenza, le modalità di carattere esecutivo, il tempo· lasciato a disposizione per le operazioni di caricamento, ecc. Un organismo così complesso dovrebbe quindi essere concepito ed attuato secondo un p rogetto ben definito in tu tti, j particolari : il progetto delle distruzioni. Ogni comando di grande unità in sott'ordine dovrebbe avere uno stralcio cli esso per quanto interessa la grande unità s tessa, e che dovrebbe costituire un allegato del p rogetto d i d ifesa, T ale a llegato verrebbe completato di tutti quegli altri da.ti riferentisi alle in terruzioni avanzate che en trano nella sfera di competenza della grande unità stessa. I risultati raggiun ti dagli Imperi Cen trali con l'impiego abile e sapiente delle D . hanno fatto intravedere di poter u sar e q uest' armtL come un mezzo potènte, efficace ed economico per la soluzione del problema della 'difesa delle frontiere. Ma si obbietta : a) la manovra delle distruzioni in massa r ichiede, perchè sia veramen te efficace, che essa sia organ izza ta su terreno ada tto, gen era lmente accidentato, e ricco di c01mm icazioni, su vasta superfic ie e in gra11cle profondità, e che la sua preparazione sia fatta in tempo di pace e con tutti i mate riali d i caricamen to e cli intasamen'to conservati in depositi speciali e n elle vicimrnze della località d'impiego; b) essa è un'arma a doppio taglio perch è, mentre vinco la la libertà di manovra del comandante, una volta scelta e predisposta la zona delle distru zioni, viene a creare, appena_ le D. shrno effettuate, una zona interdetta anche pc! d ifensore; e) Inoltre, il nemico che già conosce la zona predisposta per le D. potrebbe approfittarne a . suo vantaggio col costringere l'avversario, mediante appropriate dimostrazioni offensive, a mettere in atto il d isposttivo


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nevas1,:rntoni presso flavr i;icourrd11ran1e l" r1 1tra1a teè.esl':1 rlcJ rn1 7 e crearsi così a spese altrui una zona d i interdiz ione a suo favore. Parrebbe pertanto che i d isposit ivi di D., comunque concepiti ed attuati, non potrebbero sostituire le organizza1,ioni difensive permanenti di frontiera, ma integrarle a vantaggio della difesa; d) infin e l'arma delle D . è ritenuta. esclusiva delle situazioni stabilizzale con funzione puramente ritanlatricc e passiva.

De Vault (Francesco Eu,;enio) . Generale framese (17li - l790). 1Fècc le. campagne d al 1733 al 1762 e poi po.ssò al deposito del :Y.rinistero della guerra, dove lavorò lungamente raccogliendo ur, « Estratto della corrispondenza de1la eone e dei generali ll, in ben 117 volum i, operJ. che comprende la. stori3. delle guerre della Francia della sua epoca.. De Vecchi (nob. Ezio). Generale, n . a. Grosseto, m. a l;ircnze (1824 -1897). Tenente d i S. M . nel 1848, paliecipò alle µrime guerre d ell'indipendenza, e alla spedizione irr Crimea; combattè nel 1859 meritandosi a Vinzaglio 1'0. M . S. ed a S. ·: Martino la med . d'argento. Colonnello di S. M . nel 1863, fu direttore dell'istituto topografico mii. nella qual carica divenne magg. generale nel Ten. generale nr.l 1877, comandò successivamen te · le divis. di F irenze, Bologna. e Ravenna. e dal 1886 il III C. d'A. Senatore da.I 1890, a.ndò in posizione ausiliaria nel 1891.

1ro,

De"c~chi-Pellati F1·ancesco. Generale, n. a Quattordio, m. a Tori.no ( 1828-1912). Sottol. di fan teria nel 1848, passò poi nello S. ::VI. Fece la campagna del 18601861 guadagnandosi una rned. d'argento, e quella del 1866 guadagnandosi una menzione onorevole. Colonnello nel 187,2, comandò jl 45° fanteria; brigadiere genera le, comandò la 2• brigata. di fanteria; magg. genera.le nel 1880, ten. generale nel 1886, comandò la divis. di Chieti. Andò in P . A. nel 1889 e in riposo nel 1892. Dc J! cechi Carlo. :ivieclaglia. d'oro, 11. nel 1880 a Livorno, caduto nel 1917. Ufficia.le di fanteria in servizio

attivo, aveva preso pn.rte alla nostra spedizione nell'isola cli Cand ia, cd all'impresa libica ; a Zanzur, nel 1912. era stato decorato d i rned. d 'argento e due altre medaglie d'a.rgento guadagnò nell'u lli ma gucri-a; a lle Cave d i Scl7, nel 1915, e sul monte l\fagna hosc:hi nel 1916. Promosso al grado di maggiore, ai primi del 191 i, al com:i.ndo di un bgl. de l 142" regg . fanteria cadde da valoroso, come dice la motivazione:

« Costante esempio elci più fulgido valore in tutta. la su:i. carriera. e du rante r attuale ca mpa.gna

già decoralo di tre medagl ie d'argento al valore, al comJ.ndo cli un battaglione sviluppava e cementavi nei proprii <lipen<lenti il più a rdente spirito offensivo. Mentre con infatirabile attività provvedeva a l rafforzamento delle nostre d ifese per ritorcere con tro il nemico og.ni attacco che questi osasse tentare, cadde colpito a morte; sollevatosi mostrava la sua. gloriosa ferita, incitando ~ncora i soldati a vendicarlo» (Bostonmlo, >:ova Vas 23 ma,?.O 1917).

Devecchi (Cesare Maria, conte di Val Cismon). Quadrumviro del la :Marcia su Roma, nato a. Casale :vionferrato nel 1884. Conseguì le lauree in legge, in filosofia, in belle lettere. Come combattente, guadagnò una med. d'argen to nel 1917 a.Ilo Slerne, una cl i bronzo nel 1918 sulla Zugna, una d'argento (1918) al col del Miglio, una di bronzo (1918) sul Grappa, ·una d'a rgento (1918) in Val Cismon. Fu comandante generale della M . V. S. N., sottosegretario all'Assistenza M ii. e Pensioni di guerra, sottosegreta rio alle Finanze, governatore della Somalia, senatore del R egno ( 1925) e min istro di Stato (1928). ~e! 1921 ebbe la mcd. di bronzo a l valor


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civile, nel 1927 la croce di cav. dell'O. M . S . p er avere brillantemente diretto le operazioni mii. per l'occupazione della ::VI igiurtinia. De Vecchj E ugenio. Generale., n. a Casagiove n el 1870. Sottot. dei bersaglieri nel 1888, dopo aver frequentato la scuola di guerra passò nel corpo di S. }.,L e fu in Libia nel 1911-12. Partecipò alla guerra 19151918 ; nel giugno l917, assunto il comando del 140° regg. fante ria, a Selo mcr it<> la. med. d'argento. Dal settembre 1917 a lla fine della f,'1.lerrn comandò Jr brigata Chieti e Ju decorato dell'O . M . S. e promosso brigadiere generak nel giugno 19 18 . Comandè. ne vc,·ct1i di V al Clsmon dop o la guerra la brigata :tvlcssina. Genernle di divis. comandante la division e di Ilari nel 1925, passò poi al comando di quella di Brescia. Sedssc: «La difesa di Ancona nell'anno VlI della Repu bblica francese)); << L'a.s,fdio cl i Ancona nel 1849 »; « Un episodio dell'assedio d'Ancona nel l SlS >>; colla borò a varie riviste m ilitari.

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De Vcccllj ELlgCnio

De Vccc!l i Pellali

Deventer. Città dei Paesi Bassi, su ll'Yssel. Fu in passato forti fica ta da i p r incipi d 'Olanda. I. A ssedio d·i D eventer ( 1591). Appartiene a lla guerra delle Fi,rndre. TI principe d 'O range, assediò D. il 31

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II. Presa di Deventer (giugno 1672). Appartiene alla guerra in O landa di retta da.I Turenne. Jvfentre Luigi XIV ~nrw:ciav,, per la. conqttista dell'Olanda, il gen. conte di T.usscm bur go, comandante le truppe cli J\Iunster, dopo la p resa cli Groll procedctle all'investimento di D ., presicli:Jta da una debole guarnigione, la quale, attaccata da forze molto preponderanti, e sottoposta ad intenso fuoco d 'a rtiglieria, dopo alcuni giorni si vide costretta a cedere.

Devikota (o Devicota o Dewipat11a111). Città delle Indie inglesi, distret to di Madura nel Madras, alla foce del fiume Vcrachalagov, su lo Stretto d i Palk . Ha un discreto porto. Gli Inglesi occuparono la prima volta. D. nel 1749, dopo una difficile spedizione che costò loro molti sacrifici in uomini e arm i. Non sostenuti tuttavia dalla tlotra, dovettero abbandonarne il possesso. Poco dopo però r itornarono all'attacco e riusciron o ad impossessa rsene. Nel 1758 venne tolta agli Inglesi (che vi tenevano un piccolo presidio di 30 europei e 100 Cipai) da l gen. francese d'Estaing. 'lvfa nel febbraio del .1759 g li lnglcsil con w1a. sisterna tica. avan1,ata in forze, rjp resero a i Francesi D. as.,ierne alle a ltre città de l distretto . Devi Ile (Anton·io). Ingegnere mii. francese ( 15961657). Servì prima in Savoia. poi in Francia. Pubblicò anche opere d' ingegneria militare. li D . è considerato come uno degli autori della scuola d i fortificazione francese, fondata sulla fine del secolo XVJ da l Sully. Egli prese parte a grande numero d i battaglie e di assedi e pubblicò un'opera su.Ila fonificaz ione. Propose un fronte poco diverso da quello italiano : Je differenze principali consistevano nel saliente dei bastion i che éra r etto, ne i fossi p iù a mpi (m. SO) e nell'aver <lotato i bas tioni di cavaliere. De Vincenti (Felice). Generale e ing. mil. morto nel 1778. 1'crcorsc la carriera in artiglieria nella qua le divenne colonnello nel 1751. Nel 1738 fece il nuovo disegno dell,.arsenale di T orino e più tard i fu ingegnere a N izza marittima. Nel 1746 esperimentò i vari spari $econdo i cali br i, le cariche e la forza del vento, ed al riguardo scrisse dotte istruzioni. Brigadiere nel 1761, magg. generale n el 1771 e ten. generale nel 1774, andò a riposo nel 1775. De Viry. Antica famiglia savo iarda. Raggiunsero il grado di generale:

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maggio I 591. Appena. completa to l'investimento della città incominciò ad aprire gli approcci, ed a. costituire t re batterie. La prima di esse dirigeva il suo tiro sulla cin ta della città bagnata da l fiu me; all'inizio del tiro essa demolì cento metri circa di m ura. Gli assediati forma rono di dietro a lle mura stesse nuovi trù,eeramcnti, ma, caduto ferito il loro comandante, e vista impossibile una ulteriore resistenza, s i decisero a capitolare il I O gi11 gnc, ottenendo l'onore delle armi. '

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La ro r·tezza di Oe vent.cr nel sec. XVII

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Amedeo de Viry barone de la Perrière. m. a Ncvers nel 1412. N el 1406 comandò l'esercito ch e il d uca di Lorena oppose ai conti di N assa.u e di Salerno ed al marchese d i: Saluzzo. Generale a l comando di truppe savoia rde, r iportò la vittoria d i Hesbaie (1407). Amedeo VI II gli affidò i l comandq delle truppe inviate in soccorso a Carlo VI : si segnalò colla vit toria d i V illafranca e si distinse in tutta la campagna del 1410 meritandosi il grado di ten. gener ale.


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De Viry Alberto. Generale, n. a. Viry, m. a Torino ( li09-1794). Cadetto nei dragoni del Genevcse nel 1727, per corse in esso tutti i gradi, divenendo colonnello nel 1763. Cap itano della 1 • compagnia. delle Guardie del Corpo nel 1770 e bri!,'ll.diere di cavalleria, divenne ma.g gior generale nel 1771 e ten. generale nel 1774, nel qual anno fu ispettore generale della cavalleria. Creato Col-, lare dell'Annunz ia ta n el 1780, ebbe il governo di PiJ1erolo. De Viry conte Giorgù,. Ammiraglio del sec. XIX. Iniziò il servizio nella marina inglese, ma volle tornare a lle dipendenze del Re di Sardegna cl.le nel 1815 lo nominò tenente di vascello. Nel 1833 condusse la squadra sarda contro il Rey di Tunisi. Col grado cli contrannnir. fu comandante generale della marina sa1'òa da.I 1841 a l 1844. Gli amr11ir. Eugenio ecl Enrico D e Viry sono suoi figli. De Viry Eugenio. Anm1iraglio, n. a. Boulogne (Francia), m. a Roma (1822-1877). Entrato in servizio nel 1835, fu promosso contrammir. nel 1866 e· vice ammir. nel 1873. l'rese parte a.Ile campagne di guerra 1848-1849 e 1855-l.8.56 in Russia.; fu comandante del Il Dip. mar. dal 1869 a l 1871, Presidente del Consiglio superiore di marina dal 1875 a l 1876, comandante in capo della squadra permanente nel 1876. Scrisse un irattato di Tatt ica navak.

De V-iry E1,rico. Ammiraglio, n. a N izza lvfarittima nel 1825, m . nel 1879. Entra to in servizio nel 1836, fu p romosso contramrnir. nel 1871. Prese parte alle !,'1.terrc del 1848, del 1859, del 1860 e elci 1866. Fu direttor e generale dell'Arsenale della Spezia da.I 18?3 al 1875.

Dc Viry conte Giorgio. Generale, figlio dell'ammiraglio Eugenio. n . a. Torino, m. a Chieti (18S2- 1913). Sottotenente ciel genio .nel 1873, dopo aver frequentato la scuoi~ di guerra. vi d ivenne insegnante. Colonnello nel 1898 comandò il 69° regg. fanteria, da magg. generale comandò la brigata Verona nel 1904, da ten. generale (1910), comandò la divis. di Chieti.

Libia nel 1912 quale direttore dei servizi del genio in Cirenaica e nel combattimento di Benina guadagnò la med. di bronzo. Colonnello capo ufficio fortificazioni a Venezia. nel 1913, durante la grande guerra divenne magg. generale ( 1916). In P. A. di venne generale d i d ivis. (1922). Pubblicò una relazione sui lavori compiuti dal genio milita re in Ci renaica .

D'Evoli (Francesco, d1,ca d·i Castropignano) . Generale napoletano, 11. e m. a Napoli (1688-1757) . Iuiziò la sua carriera in Spagna nel 1708; combattè poi in. Sicilia e s i distinse a Franca.villa (1719) così eia meritarsi la. promozione a. gene rale, riportando tuttavia una grave ferita. A Ceuta veniva nuovamente ferito (l 720). Nel 1733 ebbe il comando cli una. colonna con la quale prese parte in Italia alla guerra cli successione di Polonia. Combattè a Bitonto ( 1734) ed espugnò Pescara. Ebbe nel 1744 li comando supremo dell'esercito napoletano contro gli Austriaci, condotti dal gen. Lobkowit.z, e li battè in parecchi scontri. Fu nominato poi governatore cli Messina, e nel 17S7 lasciò la caJTiera. Devoluzione (G1.erra di). Alla. mor te d i Filippo IV di Spagna, nel 1677, Luigi XJV, appogg iandosi a.Ile ragioni del giure civile olandese, dichiarò i d ir itti della regina s ua moglie, figlia. del re spagnuo lo, alht successione del Brabante. Messéisi alla testa dell'esercito, di cui diede il supremo comando al Turenne (per imparare sotto cli lui il mestiere della guerra) entrò nelle Fiandre, ove, coll'opera principalmente del Vauhan, conquistò le fortezze di Bcrgues, Furnes, Ath, T0urna.y, Douay, Courtray, Oudenardc, Alost e Lilla.. Formossi allora contro di lui la triplice al leanza dell'Olanda, Spagna ed Inghilterra. Lasciato un presidio nelle fortezze di Fiandra, Luigi si volse a conquistar la Franca Contea. che aveva sino allora appartenuto alla Spagna; la quaÌc impresa fu compiuta dal Condè colla presa delle fortezze di Besançon, Salins e Gray. La pace d'Aq11ìsgrana (V.) pose fine a questa guerra.

Devisme (L-wigi Fra11cesco). Armaiuolo francese ( 1806- 187 3) . Perfezionò a rmi e proiettili ; trasformò il fuci le Chassepot, inventò palle esplosive. " De Vita (Raffaele) . Generale, 11. a Napoli nel 1867. Sottol dei bersaglieri nel 1887; nel 1895-1896 fu iJ1 Eritrea; col 6° bgl, indigeni par tecipò a lla campagna. libica del 1911 e 1912 meritandovi due mccl. d'argento. N'ellc colonie rimase sino al 1921, d ivenendo colonnello nel 1916 e brigadiere generale nel 1918 . Ne l 1923 ebbe il comando della brigata Acqui e poco dopo andò in A. R . Q. P er circa un :inno resse la R. Prefettura <li Torino; nel 1928 venne promosso generale d i divisione. Devitofrancesco

n ovi tofranreseo Hall'aelP

(Rafjaele). Generale, nato e morto a Grumo Ap1iula (1857-1925). Sottot. del genio ne l 1879, col gra.do d i tcn. colon. ( 1909) andò in

De ~Ve! Cristtano

Dewey Giorg-io

De Wet (Cristiano). Generale ed uomo d i Stato boero (1854- 1922). Partecipò a lla. guer ra del 1900-1901. Dopo la. pace coll'Inghilterra, fu nominato ministro del1'Africa Australe e scoppiata la grande guerra, si ribellò all'Inghilterra. Vinto dal gen. Botha e fatto prigioniero, fu graziato. Scrisse una stor ia della guerra angloboera. Dewey (Giorgio). Ammiraglio americano ( 1837-1917). Guardia marina nel 1858, prese parte, distinguendovisi, a lla guerra di Secessione. Commodoro d urante la guerra ispano-americana, distrusse nella batt. navale di Cavite ( 1 maggio 1898) la flotta spagnuola, deter minando la fine del dominio spagnuolo sulle F ilippine. Fu promosso ammir. nel 1899.


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Oewihter (Giovanni G 11.glicl1110). Generale cd ammiraglio olandese (1750-1812). Combattè ne ll'armata. di Dumouriez e Pichegru dove raggiunse il grado di generale. Riemrato in Olanda vi fu nominato ammiraglio e comandò la flotta olandese. Fu più tardi nominato da G iuscppc Bona.parte comandante supremo dell'esercito olarn.lese col grado di maresciallo. D e Witt (Cio-.mmu). uomo <li Stato olandese (162516i2). Nella guerra tra Francia e Spagna si unì a C romwcl contro Luigi XIV, Dw·a.nte quel conflitto inventò i cosidctti «angeli» (palle incatcnatr) pericolosissime per gli alberi delle navi. Fu severissimo contro i disertori dalla lù1ea del fuoco, così da far rÌ\·olgcre il c:urnone contro i fuggiaschi. Obbligato a ritirarsi per l'irLvasione dell'Olanda da pnrlc dei Francesi, fu mes.so in stato d'accusa e morì per furore popol.trc. Scrisse « l'l-lcmorie n e un trattato di ma.tematica.

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essere ricordato per un episodio rig\lardantc i pr1g10nieri di guerra. Fra i prigionieri fatti nella presa di D. ,·i era.no diversi soldati ù1glesi ed annoveresi. Un severo e crudele decreto del 26 maggio, emanato dalla Convenzione, ordinava di non tener prigionieri nè inglesi nè a1rnovcresi, ma di fucil,u-li sul posto. Un ufficiale, vedendosene condurre da un sottufficia le, lo 1·ipresc dicendogli che sarebbe stato meglio piuttosto lasciarli fuggire. E non si procedette alla loro soppressione, µcrchè q uell'ufficiale dichiarò di non sentirsi un selvaggio. ~la il deputa to R ichard, che seguiva l'armata fu meno generoso elci soldati vittoriosi e fece p rocedere a ll'esccubionc

Dezza (Giuseppe). Generale, n. a )IeJegJiano, m. a M ilano ( 1830-1898). Volontario nel 1° bgl. degli studenti italiani a l servizio del governo provvisorio di Lombardia ne l 1848, partecipò alla campagna di guerra di quell'anno. 'Nel 1851 si l:tureò a Pavia ingegnere civile ed architetto. Cacciatore delle Alpi volontario nel 1859, combattendo divenne sottot. e guadagnò a Como la mccl. d'arg~uto. Dùncssosi poco dopo, ritornò volontario nel 1860 e parteci pò alla spedizione dei Mille : raggiunse in brevissimo tempo il grado di colonnello, al coma11do della 1• brigata. della 18• divis. e si meritò la croce d'uCf. dell'O. 11. S. Passato nell'esercito regola re ebbe nel 1862 il comando ciel 29° regg, fanteria che comandò a Custoza ( 1866) venendo insignito della commenda dell'O. ?-1. S. Ebbe poco dopo il comando della brigata Pisa diYenendo magg. generale nel 1868. Aiutante di campo generale del R e nel 1872, nel 1877 divenne tcn. generale comandante la divis. di Mila.no. Nel 1886 com,mdò il VII C . d'A. e poi il XII, il VI ed il IIl. In P . A. nel 1895, fu deputato di Codogno nella XIII e XT\' legislatura e nel 1889 venne nominato senatore.

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D'Havet (marchese Gi1iseppe). Generale, nato nel i861. Sottot. del genio nel 1881, era colonnello nel 1915 al comando del 2° regg. gen io zappatori. Ne11a grande guerra si meritò l'O. M. S. e divenne magg. generale nel 1918. Dopo la guerra comandò il genio del C. d'A. di Bologna e poi fu capo ciel repano costruzioni del gen io. Generale di divisione nel 1923, andò in posizione ausiliaria nel 1926 e fu richiamato Ùl servizio temporaneo.

' italiana quale veli volo di dotaidonc di talu ni reparti da caccia. Le sue caratteristiche principali sono: Apertura d'ali m. 11.50; lunghezza ru. i,SU; altezza m . 2,75; peso totale kg. 1240; carico utile kg. 420; ve locità. massim,L km. h . 250. Oeynse (Dcillze o Douza). Città del Belgio nelle Fiandre orientali, circondario di Gand, sul Lrs. Ha un porto sul canale che dopo 54 km. sbocca sul mare del ·;,lord. Combattimento di D eynse (28 giugno li94). Appartiene alle opera:i:ioni dell'esercito repubblicano sulla Sambre. D opo la batt. di Fleurus, mentre avvenivano i movimenti delle d iverse colonne per la riunione delle an11atc della Sambra e Mosa, e di quella del . Tord, I~ piccola città di D. fu ripresa dal gen. Souham a l Claifayt che7 n'era impadronito. Il combattimento avvenuto con estrema rapidità. e sorpresa non ha per sè ~tesso grande importanza dal lato tattico. Però merita di

Dho (Luca). Generale, n. a Triora, m. a )filano ( l812-18?6). Sottot. di fanteria nel 1831 partecipò a lla guerra del 1848-49 e a quella del 1859, guadagnando in questa la croce di cav. dell'O. M. S. Colonnello nello stesso anno, comandò nel 1866 la brigata Forll ed ebbe a Custoza la croce di uJf. del1'0. M. S . rimanendovi ferito. Promosso nello stesso anno tenente generale, fu collocato a riposo. D ho Cesare. Generale, n. a Dronero, m. a Verono (1828-1887). Tenente Dbo cesare d'artiglier ia nel 1848 fece la campagna di quell'anno e del successivo, guadagnando a Novara la tneclaglia d'argento. -:-Sei 1859 ottenne a Palestro la croce di


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cav. dell'O. M. S. Nel 1860-61 guadagnò altre d ue medaglie d'argento. Colonnello nel l867, comandò il 2° reggimento artiglieria e fu promos;;o magg. generale a l comando della brigata. Va ltellina n el 1872, e tenen te generale nel 1885.

D ho Giovanni Battista. Genera.le, m. a F irenze nel 1888. Partec ipò alle p rime guerre dell'Indipendenza come ufficiale d i f:i.n teria e fu colonnello comandante del 14° regg. ne l 1858. Nel 1859 ebbe il coma.n do dei depositi di fanteria in Sardegna, divenendo magg. gen erale nel 1861. Andò a r iposo nel 1866. Dho G iovanni Battista. Generale, na to a Soprana Frabosa nel 1870. Sottotenente di fanteria nel 1888, passò poco tempo dopo nei bersaglieri e nel 1896 fu in Eritrea ove rimase qualche anno meritandosi h medaglia d'argento. Dal 1911 al 19 17 f u in L i bia dove guadagnò una seconda med. d'argento, · t re med. d i bronzo e la promozione a maggiore per merito d i guerra. Colonnello nel 1917, nelh grande guerra. meritò !'O. :M. S. Brigadiere generale pe1· merito di guerra (1918) comandò la I" brigata bersaglieri, quindi fu ( 1923) ispettore del corpo dei b~rsaglieri. X e!! 1923 veirne promosso generale d i divisione.

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!)ho G. R.

Diabete. Affezione pluriglandolarc, con prevalente ins ufficienza glicolitica de l pancreas, caratterizzata da perdita pe rmanente d i zucchero per le ur ine. Il diabete va çlis tin to dalla glico_suria semplice, nella quale la perdita di zucchero è intermitten te, di durata. va.riabile, essendo per lo più in rapporto con ingestione abbondante di idrati di carbon io o con abuso cli certi rimedi (cloralio, veronale, !rionale). L'ar t. 4 dell'Elenco A delle imperfezioni e delle infc,·mità riguardanti l'attitudine fisica ,d servizio m ilitare contempi'l, qua li cause di inabi.lità assoluta, il diabete zuccherino e le glicosurie, dopo accertamento con osservazione in un osped a le militare e trascorso il periodo della rivedibilità. Diade. Ingegnere greco de! scc. IV a. C . Fu al ~ervizio di Alessandro il Grande. E' attribuita a lui l'i nvenzione ( verso l'anno 333) del Corvo demolitore e del Tollenone.

D-iadochi (Periodo dei'). In Macedonia, ai tempi di Alessandro, i cap i dell'esercito stanziale erano permanenti come i gregari. Alla morte di Alessandro, i generali se ne contesero la successione, ~ se ne sputi.rono le truppe, sia quel!~ mercenarie come quelle indigene. Tale periodo, che fu l'ultimo cle_ll'epopea militare macedone, appunto pcrchè diretto dai si.ngo,li successori di AlessandrQ fu chiamato dei D. e fu di progressiva decadenza delle energie n1ilitari greche, giacchè i cittadini non offrivano più i loro servigi con spirito cli pal[ iottismo, i mercenari era.no diven tati scarsi di numero e

di qualità, e gli :Etoli. che dapprima fornirono qualchebuon elemento, furono poi corrolti dall' infiltrazione d i a ltri popol i. Questo periodo ha. qualche analogia con quello delle compagnie di ventura, giacchè lo spirito delletruppe era sostenuto dalla so la a vidità ciel guadagno e del bottino.

Di Aichelburg (barone Ulrico). Generale n. e m. a Torino ( [827-1918). Volontario nei granatieri gu ardie nel 1843, divenne sot totenente nel 1848 e nel 1849 passò ne i bersagl ieri. Coloanello nel L873.comandò il 26° r·e.ggimento faJ1teria e magg. generale nel 1881 la brigata Puglie. In P. A. nel 1886, nella riser va divenne tenen te generale nel 1895. Partecipò a lle campagne cli guerra de l 1848-49-S9-66, a quella di Crimea ed a l brigantaggio e si meritò la men zione o1 ~!eaN vara,- la croce de ll'O. M. S. a PaleDi Alrhelhurg Ulri co s tro, la mcd. d'argento a Custoza, la croce maur izi:ma ed altra menzione onorevole nella lotta contro il brigantaggio. - Un fra Lello ( Nrstore) fece le campagne dell' Inclipcnclc nza e Unità d'Ita lia e morì colonne llo nel 19 16; un Jìglio (F,.-rvcdo) morì tenente ad Adua; un a ltro figlio (Errardo) raggiunse il gra.do di colonnel lo dei hersaglieri. dei quali scrisse u na monografia; pubblicò a ltresì due volumi di biografie d i << Medaglie d'oro>>.

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1'a11,cred-i. Generale, fratello del precedente, n. e m . a Torino ( 1828-1913). Sottot. dì fanteria n èl 1848, partecipò alle campagne di_ guerra del 18481849-1859 ed a quella di D i Aic.h elbrirg- T an tn<l i Crimea. Nel 1858 passè in P. A. Nella r iserva divenne magg. generale nel 1892 e ten. generale nel 1903.

D iamante (Fosso) . P iccolo fosso scavato dentro al principale in corr ispondenza delle caponiere . Per la presenza. di questa la controscarpa del fosso r isu ltava allontanata da lla scarpa, ed il muro di questa. veniva ivi a d essere defilato in grado minore che non altrove. Per-


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togliere, o diminuire questo inconveniente, fra a.Itri, uno dei provvedimenti adottati era quello d i abbassare il cordone del muro di scarpa meno defilato, conservando

Fosso di<1man!e rislreJl:o

Talvolta. si sparava anche un colpo d i cannone, che prendeva. il nome di <e tiro della diana ».

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però ad esso un'altezza non m inore di 5 m. col praticarvi dinanzi un fosso dia.mante.

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Diama11te (Forte). Roccia quasi inacccssihilc, alta 200 metri sul mare, all'entrata della rada del Fort Royal, nell'isola. Martinica (Antille). Nei p rimi del 1804, l'ammiragÌio inglese Hood se ne impadronì, fo rtificandola ccl affidandone la òifesa al tcn. di vascello Wilkcs, con 200 uomini. (G li Inglesi lo chiamarono Diamond). Nella. primavera del 180S, l'ammir. Villeneuve. comandante della squadra francese a lle Antille, inviò contro il D. il commodoro Cosrnao, con i vascelli Pluton e

Segnale della Dlana (marina)

Berwick e la fregata Syrène, affidandogli, come truppe da sbarco, soldati italiani d ell'82' Tcgg., al comando del capo hgl. Dandifredi. Il 31 maggio, questi, . r rotetto da l fuoco delle navi, scendeva. a terra con 200 u. ).-1a.lgrado il fuoco intenso dei difensori, gli Ita lian i davano con pali e corde la scalata alle roccie, riuscendo a com· piere un' impresa ard itissima, nelh1 quale perdettero 15 morti, compreso il sottot. Arena, e 40 feriti. Ma i difensori furono costretti alla. resa, il giorno. 3 giugno.

Diamanti (Tommaso). Arc.b.i.bugiere romano (secolo XVIII-XIX). Nel 1818 fabbricò ed esperimentò a Roma un cannone caricantesi dalla cul;tta. Diana. Si d ice servizio o guaJ·dia di D. quello che si compie a l mattino dalle 4 alle ·8. Il nome deriva da ll'appellativo dato daglj antichi al p ianeta Venere quando sorgeva al mattino. <e Batter la D.>> s i dice anche peq (( batter la Sve{llia >> (V.). Operazioni della D. consistono principalme.nte in opera.zioni di pulizcia e lavaggi del personale e delle navi. Anticamente, quando gli Arsenali cd i porti si sbarravano durante la notte con catene, batter la D. significava. s'uonare trombe e tamburi alle prime ore dell'alba, aflinchè le catene fossero tolte ed i porti e gli Arsenali rimanessero aperti a l traffico.

D·iana. Go letta cannoniera sarda, varata alla Foce nel 1818 e armata di S cannoni.

Diana Nicolò . Generale, n . di Sassari (1811-1896). I'arLecipò alle campagne del 1848-1849-1859 e in questa guadagnò una med. d'argento. Raggiunse il grado di tcn. generale nel 18i4.

Diani.sidina cloroso~o. Fu il primo composto chimico adoperato come aggressivo durante il conflitto mondiale, e, u sa.to dai T edeschi nella carica ~ei loro proietti di artiglieria per suggerimento del professore J\ernst, fece la sua apparizione il 30 ottobre l 914i all'atta.ero ~di Lens. L'esatta composizione di questo sale non fu stabilita. con sufficiente pecisionc percbè gli .\1leati non ebbero modo di studiarlo e, d'altra parte, la. fabbrica tedesca che lo produsse tenne gelosamen te cela to il metodo di preparazione, per il largo impiego che il composto trova nella fabbricazione di molte sostanze coloranti. Nella letteratura cli chimica bellica si rileva pe,~:iò che alcuni autori lo indicano col nome di « clorosolfonato di dia.nisidina >>; altri di « clorosolfato >>; e, più specialmente, anche d i « sale doppio di dianisidina ». L 'azione fisiologica pitt sa.l ientc dei sali di clianisidina è quella di irritare le mucose nasali e provoca.re quind i Io starnuto, specie se i sali anzidetti sono allo s tato asciutto e ridotti in polvere nell'atmosfera. O ltre a questo, sembra ebe essi non manifestino sull'organismo animale altre azioni biologiche di particolare rilievo; per cui Iu sufficien te mezzo di protezione un semplice tampone d i mussola o di stoffa., inumidito con ,:equa, che può essere facilmen te a pplicato su lle narici e sul la bocca. p er filtrare l'aria che si respira.. Questo aggressivo fu presto abbandonato dai Tedeschi; la sua. importanz~ quindi, più che all'azione biologica., è dovuta soltanto a ll'interesse storico del suo impiego, poichè esso fu il capostipite della vasta serie dei composti chim ici che furono usati a scopo bellico durante il lungo corso della grande guerra. Diano d' Alba (,uit. Dùmum Alben.sium Pompejanormn.). Comune in prov. di Cuneo, sopra d'un poggio

,td oriente di Alba. Sul principio del secolo XII venne conqu is ta to da.I marchese di Savona. Quantunque munito del più forte castello della region e, soffrì n el 1412 g1·avi" dann i in causa delle guerre tra il marchese del Monferrato e quello di Busca, spalleggiati r ispettivamente da Ghibellini e Guelfì. I l secondo cacciato da D .,


1'assaJì improvvisamente e vi pose a sacco le case degli avversari. ·Ma nell'anno seguente i Ghibellini, aiutati dal principe del Monferrato e dal vescovo d'Alba, ripresero il castello, La pace del 1428 tra i contendenti •diede D. a i marchesi del Monferr ato; nel 1632 pel trattato di Millefior i (5 luglio) passò al duca Vittorio Ame,deo. Ma il Duca dovette ridurlo con la forza : poste le artiglierie sulla collina soprastante, decise con nutrito fuoco i Dianesi ad arrendersi concedendo però loro qual. -che privilegio. Avuto in mano il paese, ne fece atterrare il castello.

Diario (ste>rico-militare). Documento nel qua.le sono descritti giorno per giorno gli ordini ricevuti -o dati, le -operazioni eseguite, le truppe effettiva.mente impiegate e lo stato a (mosferico. Ad esso vengono allegati gli ordini ed i rapporti scritti e ricevuti, gli appunti presi su ordini ,·erbali di una certa importanza, le m inute degli -ordini impartiti e le ricevute di quelli pervenuti per mezzo di messi. A tutti i comandi, s ino ai comandi di corpo, alle intendenze ed alle direzioni dei servizi, è fatto obbligo di tenere questo documento dal g iomo dell'ord ine di mobilitazione al giorno in cui sono inviate in congedo le classi richiamate. Le frazioni di corpo di-, stacca.te tengono il D. per tutta la durata del loro servizio speciale. Il D. è un documento che va compilato con diligenza e tenuto a l corrente con ogni maggior cura e scrupolo perchè, in molte circostanze, costituisçe il solo elemento sicuro a cui possa farsi r iferimento per determinate azioni di guerra. Esiste un particola.re tra..c ciato, ed è consuetudine di contenere la redazione del documento in brevi note che fissano sinteticamente la me!l't0ria dei dati di fatto, astraendo da qualsiasi cons iderazione. A campagna ult imata, l'originale dei diari e dei rapporti allega.ti, viene trasmesso al Comando del Corpo di Stato M aggiore. Diavoli Bianchi. Denominazione data da.i Francesi ai 4 regg. di cavalleria napoletana. che si coprirono di gloria durante la campagna del 1i96-97 nell'Italia. settentrionale. Erano circa 2400 cavalieri, divisi nei reggimenti Re, Regina, Napoli e Principe, comandati rispettivamente dal p rincipe d'Assia, dai col. F ederici, De P inedo, Mect, a.gli ordini del gen. p rincipe di Cutò, che si batterono con molto onore in varie occasioni. N apoieone stesso ebbe ad elogiarne l'attività e il valore, e, quando alla fine della campagna, chiusasi a Campofor· mio, i cavalieri rientrarono a Napoli, il re Ferdinando IV volle coniare in loro onore una medaglia commemorativa. Diaz (del Cast-illo, Bernardo). Guerriero spagnuolo; nel 1514 partì per il Nuovo Mondo in cerca di fortuna, militò sotto Cordova e poi con Cortcz fece la campagna del Messico partecipando a 119 batta.glie e comba ttimenti. Dopo la conquista partecipò alle spedizioni dei seguaci rlel conquistatore nel!' America centra le. Nel 1548 ebbe il comando della.·città di Guatemala e scrisse la « Storia veridica della conquista della Nuova Spagna >J . Di.az Porfirio. Generale e uomo di Stato Messicano (1830-1915). D iscendente da.i conquistatori del Messico, fu presto colonnello e governatore di Tehuan tepec ( 18571859) e nel 1861 fu promosso generale dal presidente Juarez. Si battè con tro i Francesi sostenitori di Massim iliano, e ristabilita la repubblica la.sciò il potere a l

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DIB

Juarez. Alla. morte di questi, messosi ancora alla testa. dei repubblicani, sconfisse t utti g li avversari, (1876) e divenne d ittatore del Messico fino al 1911, quando sopraffatto dalla r ivoluzione di Madero, dove\tc j)rcndere l'esilio, dopo aver lasciato, in 35 anni di governo, una magnifica impron ta di progresso economico e civile. Diaz Armando, d!ica della Vittoria. Maresciallo d'Italia, n. a Kapoli, m. a Roma (1861- 1928). Sottot. d 'art. nel 1881, frequentò la Scuola di guerra e poi passò nello S. M. Colonnello nel 1910, comandò il 93° reggimen to fanteria. In L ibia nel 1912, col suo rcggin1ento comba ttè a. Zanzur ove rimase ferito e s i meritò la croce d'ufficia.le dell'O. M. S. Rimpatriato, fu segreta rio del gen. Pollio al comando corpo di S. Maggiore. .Magg. generale nel 1914, r imase al comando corpo ~ i S . M . Scoppiata la grande guerra fu generale ca.po del riparto operazioni presso il comando supremo. Tenente generale nel giugno 1916, ebbe il comando della. 49• d ivisione colla qua.le combaltè sul Ca.r· so. Nominato nel 1917 comandante il XXIII C. d'A . lo diresse con grande valore e perizia nella zona carsica, così da ottenere la mcd. d'argen to e la commenda. dcl1'0. M . S. L '8 novembre 1917 successe al gen. Ca.dorna nell'alto comando di capo di S. M . del Comando Supremo d ir igendo le operazioni guerresche sino alla vittoria finale <le i novembre 1918, che gli valse la gran cro• ce dell'O. M. S. e la promozione a generale d'ese~cito per me,·ito di guerra. Ministro d ella guerra dal 1922 al 1924, maresciallo d'Ita.lia dal 4-11 -1924, fu dal Re nomi.nato senatore del R egno, Colla re dell'Annunziata e duca della Vittoria.

Di Benedetto (Vincenzo). Generale, n. nel 1&66. Sotto t. nel 1884, combattè in Libia nel 1911- 12, guadagnandovi un encomio solem1e e una med. d'argento. Entrò in guet"ra nel 1915 a l comando dell'85° fanteria e sul San M ichele ottenne un a seconda med. d'argento. Una terza l'ebbe combattendo sul Pa.subio, e nel 1917 fu promosso magg. generale per merito di guerra. Nel 1918, sul P iave, comandò la 19' d ivis. e si meritò la croce dell'O. M. S. Dopo la guerra ebbe i l comando della divis. d i Messina, e nel 192i, promosso gener ale di C. d'A., quello della R. Guardia di Finanza.. Di Blasi (Raffaele). Generale, n. a Tra.pani nel 1850. Sottot. d 'art. nel 1871, raggiunse il grado di colonnello nel 1902. Andò in Africa nel 1885; fu direttore d'art. alla Spezia e poi direttore del P irotecnico di Capua. Venne promosso magg, generale nel 1913, nella riserya.. Richiamato in servizio nel 1915, presiedette il Comitato Mobilitazione Industriale in S icilia e fu ricollocato in congedo nel 1917 col grado cli genera.le di divisione.

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Di Boccard (nob-ile Gi1<lio). Generale, n. a Nizza, a. Sommacampagna (1846-1908). P rese parte alla

guerra del 1866, passò poi nel corpo d i S. M. (1873) e successivamen te in cavalleria. Fu in Eritrea durante la campagna del 1896 e comandò il presidio d i Mai-Mai-et


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-che dopo Adua si ritirò ad Adi-Cajè. Rientrato in Italia e promosso generale ( 1896) fu nominato Ispettore degli Alpini. poi comandante di divisione (1902), passando in P . A. nel 1907.

Di Brempt (barone Teodoro Giacinto). Generale, m. nel 1817. Comandò dal 1793 il regg. Rea le Alemanno col quale partecipò alla guerra. contro la Francia.. Nel 1793 passò al servizio della repubblica piemontese con JJarte del regg. col quale formò il « Battaglione Brempt >>. Nel 1814 ritornò a l servizio della casa d i Savoia. e nel 1815 ebbe il grado di ten. genera.le.

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IJ i Boccar,1 G1ullo

D> Illasi narraele

Di Brocchetti (Giuseppe). Maresciallo delle Due Sicilie (1775-1845). Raggiunse il grado nel 1832 e fu direttore della Real segreteria. Guerra e :Marina di Napoli da.I 1836 alla morte. D·i Bracchetti Enrico. Ammira.glia, na to a N apoli, morto a Torre ò el Greeo (1817- 1885). Entrato in .servizio nella marina borbonica nel 1837, passò nel la R. Marina nel 1860 e v i fu promosso con tran1, miraglio nel 1865, poi vi•ceammiraglio. Prese parte alla campagna del 1866, e -comandò il 3° dip. militare marittimo dal 1870 al D i Brocctie l,l i Enrico 1872. Nel 1874 fu nominato senatore e nel 1878 ministro della :Marina. Di Brocchetti Alfonso. Ammiraglio, n. a Napoli nel 1844, m. nel 1918. Entrato in servizio nel 1861, fu promosso con trammir. nel 1894, vicc-amm ir. nel 1904, collocato in P . /I . nel 1909 . Prese parte alla campagna del 1866 nella quale fu de-corato con med. d i bronzo. Fu Aiutante di campo generale effettivo d i S . M . il Re dal 1896 al 1898, comandan te la d ivis. navale oceanica in Estremo Oriente dal 1899 al 1900, comandante in ca.po del 2° dip. militare marittimo n e· Di Broccbetti Alronso 1908, Presidente del Consiglio superiore di marina i1el 1908, e nominato senatore ·nel 1909.

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Dichiarazione di guerra. E' il preavviso che uno Stato 1<là a.d un altro prima di incominciare le ostilità contro di esso. N cl diritto internazionale, e fra. gli usi di guerra è stato molto discusso se tale fonnalità debba essere veramente obbligatoria, e se la guerra. possa o meno incominciare sen7.a. Dalla. storia risulterebbe anzi che essa non venne sempre rispettata, Ai tempi dc l'antica Grecia, i '(ari popoli che si potevano ritenere cont inuamente in guerra, non sentirono il bi1ogno della D. Però, quando la. guerra d ivenne più rara, ed i rapporti fra gli Stati più corretti, venne istituito l'Araldo, il quale munito di bacchetia simbolica, si presentava. allo Stato nemico. Sotto Roma funzionarono i Feciali, costi• tuiti da Numa, in un collegio di 20 con funzioni dip lomatiche. E Roma. tenne in masstma conto il jus belli, e tutte le co;1seguenti formalità della D . Caduti in disuso i Feciali, furono istituite vere e proprie D. intimate con solennità. e particolare forma diplomatica.. Le invasioni b'ar bariche sospesero tale formalità. Jl.,fa, appena venne ristabilendosi un assetto normale, la D. riJlrese tutta la sua importanza, ed anche durante il periodo feudale si ebbe il cartello di sfida., portato o dag li araldi, o da p rincipi. Non sempre è stato rispettato il tempo nella presentazione della. D . Così troviamo che !a guerra contro l'Olanda. viene aperta da Cromwell, prima. della pubblicazione d el cartello ( 1644); così avveane ven t'anni dopo qua,1do le truppe francesi invasero l'Olanda.; la flotta francese assalì gli Spagnuoli di Carlo II senza D. E 11W11erosi a ltri esempi si potrebbero da.re, specie nel secolo XVII, XVIII, XIX e XX, nei quali sono ,frequen ti i casi di guerre non precedute da D. Tale formalità, dal lato militare, ha lo svantaggio di dar tempo al nemico di prepararsi, e fa perdere a ll'aggressore ti primato della sorpresa, ta,1to che è andato prevalendo il sistema cli far seguire a.Ila. D. immediatan:i.ente le ostilità. Nei rapporti in ternazionali però colle nazioni non belligeranti (le quali in questi tempi possono avere una non indifferente influenza sull'a11damento di una guerra, sia pure limitata a due Stati) tanto a mezw del Tribunale i11terna.zionaJe dell' Aja, come, ai giorni nostri, pel tramite della Società delle Nazioni, la D . acqu ista una particolare importanza. E già da l precedente secolo s i è trovato necessario far precedere la vera D . da u.n Ultimatmn, e d alla rottura delle relazioni d iplomatiche, tanto più che l'assumere la responsabilità d i una guerra è questione sempre più grave ed occorre stabilire nei rapporti internazionali il valore intrinseco del « Ca.sus belli>>. Tale principio è stato sancito in modo preciso dall'Atto F inale della Conferenza. internazionale del!' Aia ( 1907) il q uale ha impegna to le Naz ioni contraenti a. ncn incominciare le ostilità senza un avviso preventivo e non equivoco, avente la forma di D . motivata, o di Ùltimatmn con D. condizionale, con obbligo di notifica.se subito alle potenze neutre lo stato di guerra. Il nostro regolamento d i servizio in guerra si attiene perfettamente alle norme di questa convenzione internazionale, e dichiara che lo stato di guerra incomincia dal momento in cui è fatta la D . e che perciò lo -Stato, invaso senza tale formalità, ha di.ritto di considera re i soldati nemici come rei di aggressione armata.. Ciò non toglie che in genere la ques.tione della ma,1cata D. nelle forme tassat ivamente prescritte, debba essere interpretata con larghezza. di vedute. D i Cocco (Alfredo). Medaglia d'oro, n. nel 1885 a.


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Popoli caduto su l Monfenera nel 1917. Ufficiale d 'art. in servizio attivo, aveva già p reso pa rte alla. campagna di L ibia, segnala ndosi per energia ed ardimento. Du-· rante la guerra italo- austriaca d iede n101Lepl ici e n1i.rabiJi prove cli valore, meri tando d i essere due volte decorato al va lore : sul monte Forno, duran te l'offensiva dcil'Ortigara, nel 1917, e poch i mesi dopo, su l Sober Goriziano. T rasferito infine al comando del grnppo « 0 nag lia » del 3" regg. artiglieria da montagna, teneva rn:ignifìcamen te testa sulle propaggini del Grap pa al nem ico imb,iJdanz ìto d alla vittoria cli Caporct to. fino a sacrificare Ja vi ta in un memorabile episodio, rievocato n ella motivazione d i medaglia d'oro;

« Comandante di

un

gruppo da montagna, in posizione avanzatissima con le sue batterie già duramente provate da intenso fuoco tambureggiante, seppe, con ra ra e pron ta per izia, con fuoco serrato, efficacissimo. decimare e disperdere dense masse .d i fan terie lanciate all'assa lto. Violen temente contra.battuto da ll'artiglieria avve rsaria, fiero e tenace rispose col suo fuoco, finchè. perduti ad uno ad uno tutti i s uoi pe;,;zi, distrutti u sep_p ellit i sotto le ,p iazzuo lc franate, cadut i morti o f er iti quasi t u tti i suoi ufficiali, i n piedi fra i suoi cannoni smon ta ti, chiamati a raccolta i pochi artigl ieri superstiti, faceva loro inasta re le baionette ed a li~ loro testa s i sl,uicia va con tro le folte, incalzanti ondate n emiche, cadendo fu lm inato da mitraglia trice. Fulgidamente eroico nel suo sublime sacr ificio )J (::lfonfcnera, 10- l l-1917).

Dicoff (Vìcio). GeJ1cralc hulgaro, n. nel 1861. Prese parte alla gu erra del 18i 7-78 come volontario, poi entr ò ne lla Scuola m ii. di Sofia e ne uscì sottotenente n el 1879. P rese pa rte alla guerra se rbo-bulgara del 188S a l comando del ' 7° r eggimento e fu successivamente comandante della Scuola mii. d i Sofia, del 111 C. cl' A., dello S. :M., dell'Intendenza Generale. :-ì'elle f,'1..ler re Jlalcaniche del 1912- 13 fu dappr ima comandante delle R iserve e poi della. IV anna ta. Didattica militare. L'educazione militare, p iù o meno emp ir ica, è un fat to permanente nella vita wna11a. di tu tti i tempi: e altrettanto p ermanente ne è la D . nome che soltan to in tempi recenti en tra nell'uso. D i re D . M . è lo stesso che dire attuazione dell'insegnamento milita.re in conformità delle leggi razionali del l>ivoro edu cativo e professionale proprio all'arte bellica. Ess,L ba su a funzione ovunque la educa.zione è volta. a creare la capacità. del dover e milita.re, quindi il suo campo d 'attività s'allarga oltre la caserma e oltre il terreno dei periodici esercizi bellici in campo chiuso e aperto. Con più ampia determinazione s i dirà dunque : ),i D. Al. procede alla pratica o lavoro educativo concreto uclle varie scuole, dalla (( premilitare ll a lla maggiore (« Corsi <li

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alta coltura m ili tare»), a.Ilo scopo di fornire razionalmente a coloro che le frequentano quelle capac ità e abi litazioni professionali che si richied ono affinchè l'a.i·te militare s ia , a seconda delle circostanze, utilrnenle esercitata da ciascuno in base a.I r ispettivo posto gerarchico. Nella D. !'vl. vuol si d istinguere la parte generale d>illa speciale . La v rima comprende l'ordinata esposizione, discussione e risoluzione dei problemi dell'insegnamemo milita re. La seconda considera il va lore formativo dei singoli insegna.menti rispetto a l grado d i capacità prqfessionale che le cl iverse categor ie e classi della scuola militare devono fornir e a.i rispett ivi allievi, e indica le norme specia li e i procedimenti secondo cui ciascun in, segnamento dev'essere i mpartito. Si intende ·c oo,e n orme~ procedimenti debbano variare grandemente da una categor ia d i scuola a ll'altr a, qu ando pu re si trat ti di m,a stessa ma teria. La D . JVf., è, come s'è detto, attuazione di ÌJ.isegnan1c:n to n1i liti.He, in senso lato. Pertanto essa in ogni momento e per prima. cosa ha d a tener presente e da man tenere il g iusto rapvorto cli. bvoro, al fine prestabilito, fra i quattro element i della scuola - che sono i suoi ,stessi eJen1enti - .cioè, fra allievo, fine {tradotto in p rogramma) tempo, maestro. Una che dimentichi uno qualunque de' suoi elemen ti o non s'occupi' o non sappia stabilire i l g iusto rapporto i ra essi> verrit ogni volta meno al suo compito, per quanto illusorie apparen ze possano dimostrare che il ( fine è raggiunto. -~ ~· ~.t

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Didero (Mat-io) . GeneDiclero Mar io raie, n. a Torino nel 1868. Sotfot. del genio nel 1889, fu insegnante a lla Scuo la di Applicazione d'art. e genio nel 1897. Colonne llo ne l 1917, partecipò alla grande guerra; poi fu d iretto re del genio a Torino ( 19 19) comandantè del genio de l C. d'A. di T r ieste ( 1.923) e, promosso generale di brigata nel 1925, corna11dante del gen io del C. d'A. di Torino nel 1926. Diebitsch (Conte Gia.nca.rlo) . J\farescia.llo russo ( 178S- 1831). G ià nel 18Ll , cune promosso generale dopo .la bau. d i Lipsia. Nella campagna. elci 1814 fu il p ropu gnatore della marcia d iretta. su Parigi, p ia.no che gli fruttò la promozione pn merito di guerra. Nel la campagna contro i T urchi (1828) p rese Ad rianopoli e s tava per marciare su Costanti nopoli, quando i Turcl:)i si rassegnarono al la pace di Adr iano1)oli. Allo scoppio della rivoluzione in Polonia ebbe per breve tempo il comando supremo dell'eserc ito russo. Diecimila (Ritirata dei). V. Anaba.si. Dieci Giornate (L e) . (Brescia, 22 marzo - 2 aprile 1849). Chiamate altrimenti anohe La Decade Bresciana, costituiscono una delle più belle pagine d ella lotta


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per l' indipendenza. Le u ltime infauste vicende dell'esercito piemontese nella campagna del 1848, provocarono la rioccupazione, da parte delle truppe austdacbc, di tutta 1a Lombndia, Brescia, che vide comparire nuova.mente fra le sue mura le $Oldatesche straniere (16 agosto 1848) fremet te d_i sdegno e preparò in si lenzio la rivo lta. Difatti, quando Carlo Alberto riprese nel 1849 la lotta contro l'Austria, Brescia (22 marzo 1849) ri µrese le armi , Tn quei giorni il hurba.nzoso lhynau imponeva ai Bresciani una ammenda di 130.000 lire: m,1 i l l .

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mettendosi a contalto col Leshk, intima a B rescia la resa a discrezione e in caso e.li resistenza minaccia lo sterminio della c ittà. Il Sangervasio, capo del comune, cerca a mezw di parlamentari di ottenere pa.tti favorcvoli. L'Haynau risponde sprezzante che pretende la resa immediata. ;,,la l.lrcscia di rimando grida « libertà o morte >>, e, suonate a stormo le campane e riprese le armi, combatte sotto un terribile bombardamento, dal castello e da 'J'orrclunga. Speri coi suo i fa pc'Odigi di valore e gli Austriac i subiscono perdi te in soldati ed ufficia li. :llfa nella nolle cont inu,c il bombard:uuento. e ad onta dei sacrifici delr intn,pido Camozzi, e degli altri eroi, .le schiere: austriache aumentano, e :Brescia cacle, esposta a vcndcllc e rappresaglie, u-adita da lle f aJsc promesse dello stesso Haynau, che non rispetta nemmeno i patti stabiliti nella re'!!a (2 aprile 1849) .

Dieppe. Comune francese nel clip, della Senna inferiore, .ilio sbocco dell'Ai;qucs nella ::\fanica. Ha un importante porto, ed è durninato da un forte ed elevalo castelln circondato da alte mura e da 4 grandi tor r i r otonde, costruite nel 1453. L'irnµorlanzcc militare di questo porto data dall'epoca della Conquista dell'I nghi lterra d:t parte dei Normanni. Dopo l'a.nucssionc della Normandia a lla Francia da µ arte di F ilippo Augusto ( 1202) assai sovente i marinai di D . ebbero confli tti con quell i ù,glesi.

I. Assedìo di Dieppe (1440-1442). Appartiene a l terzo periodo della guerra dei Cento Anni. Le armale i nglesi occupa.vano tuttora la Francia, e le due forti provincie de lla '-:' onnand ia e G uicnna. opposer o la più viva resistcn1-a agli attaccbi francesi, so t to la direzione del celebre Talbot che disponeva di una for midabile a r tiglie-

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Mon umento r.omrnernor:111vo delle Dieci Giornate (13rescicLl popolo, aHli ordini di Contratti e Cassola, si accinse a combattere, cosicchè il comandante della guarnigione Lcshk, dopo aver subìto non lievi danni, riparò nel castello, dove 1.4 pezzi cominciaronn a sparare s ulla ci ttà, mentre il coma ndante chiedeva rinforzi a l\,fan tova. 1 cittadin i intanto, asserragliate le vie con barricale, s i preparav,u10 a r esistere. X cl mattino del 26 marzo il generale Nugent cornpariv,1 con alcuni bgl. da R ezzato, e procedeva su S . Eufemia. Qui diversi cittadin i, guidat i da T ito Speri, spalleggiat i da contadin i agli ordini del <:urato di Serle, dopo aver predato un grosso convoglio del regg. Albrccht, si opposero al N u gent, obbligandolo R ritirarsi, Jn un secondo a ttacco, presi in i mbosca.la e .caricat i da cavaller ia, furono in gran par te u ccisi, o fu.-eilati; solo pochi ri uscirono a fugg ire pei m ont i. L a notizia de lla rotta di N ovara (29 marzo) animò gli Austriaci, e i l ~.Nugent, riusc ito a Jucttcrsi in con1un icaw zione con quelli del Castello, riprese con maggior violenza g li at tacchi, senza tuttavia riu scire a sbaragliare i valorosi insorti. Anche i l giorno seguente egli torna all'assalto, e ricor re a rappresaglie con incendi di casolari. M a a lla sera è costretto a ritir a.rsi ancora a Santa Eufemia. Senonchè Hayna u, informa.lo degli insuccessi di N ugcnt, parte da Padova con :lOOO u. ed una b:,tter ia di morta i, e avvicinandosi per i monti al castello,

Cas tello di Dit;pp~

ria. IJer inganna re J'a vvcrsario, conte cli Dunois, si diresse improvvisa.mente contr o D . che attaccò con una violenta a,.ionc d i artiglieria (oltre 200 pezzi) allo scop o di imp a dronirsi di quella importan te p iazza prima dell'a rr ivo d i Dnnois. ]\[a Questi riuscì a entrarvi, a so llevare lo spirito dei difensori, a d organizzar vi la più accanita resistenza. Il Talbot allora dovette cingerla regolarmente d'assedio, facendovi costr uire in torno numer ose bastig!ie, armando le linee di controva llazione, ed ini1,iando gl i approcci. ~ia. il D unois, dopo aver operato nun1e.rose sortite, era riuscito a recarsi in Guienna a eh icdcrc soccorsi, e ne era tornato con una potente armata, e forte nerbo di art iglieria, coi Quali iniziò subi.lo attacchi, s uccessivi ai singoli forti ni nemici. che quantunque s trenuamente difesi, fini rono per cadere in breve tempo in sue mani. Gli assedianti inglesi. spos-


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r~·I§f'?il:;x ,,. Dieppe nel secolo XVII!

sati dal lungo biennale assedio, battuti incessan temente dal Dunois , e dai difensori di D., dopo aver perduta buona parte delle artiglierie, furono costretti ad abbandonare la piazza ed a ritirarsi. II. Bombardamento di Dieppe (1694). Appartiene alla guerra del Palatinato e fu eseguito da una flotta anglo-olandese, con palle incendiarie che devastarono e incendiarono la città, in grande parte costruita in legno (22 luglio). Il castello e il forte Paulet risposero al fuoco, arrecando qualche danno alle navi nemiche, le quali s i ritirarono dopo di avere compiuta la d istruzione.

Diersheim. Borgata della Baviera, presso Kebl, sulla dr. del Reno. Nella primavera del 1797, l'armala francese del Reno e 11osella, coman data dal gen . Moreau, decise il passaggio del fiume a D., malgrado la vigilanza armata dell'esercito austriaco. Il mattino del 20 aprile, 33 battelli carichi di truppe, agli ordini del gen. Dul1esme, ma lgrado un vivo fuoco dalla riva dr., attraversano il Reno e gli uomini scendono a terra impegnan.do subito un vivo combattimento con truppe ausu-iache, coman-date d al gcn. Stauay. Duhesme, ferito, cede il comando a l gen. Vandamme, mentre i battelli torna.no indietro a carica.re al tre truppe. D. è preso, perduto, r ipreso per opera del gen. Davout. Rinforzi giungono alle due pa.rti; nella lotta accanita è ferito anche il gen. Dcsaix. Durante la giornata, i Francesi gettarono un ponte e f ecero passare 400 cavalli e un cannone, ma agli Austriaci arrivavano da ogni parte rinforzi. A sera, essi rip resero D. e ancora u n a volta ne furono cacciali. Durante la notte il ponte è raffor·zato, e riescono a p,issarc r inforzi, con cavaller ia e art. leggera~ Il 21 mattina · nuovi attacchi austriaci su D. vengono respinti, e dopo

di ciò i Francesi, ormai sulla riva dr. in grande numero, prendono l'offensiva. e sconfiggono completamente gli Austriaci, prendendo loro 20 cannoni e 4000 u. fra i quali il gen . O' Relly. Moreau si accingeva a portare avanti la sua a.rmata, quando (25 aprile) arrivò la notizia che, in seguito agli avvenimenti contemporaneidell'armata del Buonaparte, l'Austria era forza ta a chiedere la pace.

Diest. Città del Belgio, nel Brabante, sulla Demer. Nel 1705 i Francesi, comandati da D' Artagnan e Grimaldi (18 bgl. e 42 squadroni) v i posero l'assedio, essendo difesa da circa 2000 imperiali postivi dal duca di Marlborough. Il 25 ottob~e iu aperta la trincea e fu-rono inalzate batterie . Ma in attesa della breccia, 11 cp. d i granatieri al comando del cav. di Simiana furono ma..ndate all'assalto di un'opera esterna e riuscirnno a prenderla: i difensori, impressionati, scesero a patti e cedettero la piazza. Dietro Front! Comando per far rovesciare la fronte di un reparto in linea. Nelle armi a piedi tale comando fa eseguire ai singoli militari componenti la linea un movimento individuale, costituito da un giro completo sul tallone sinistro, alzando il p iede destro e l;i. punta del sinistro, e volgendo tutto il cor po a sinistra., in modo da trovarsi, a giro compiuto, colla fronte da.Ila. parte dov'era prima la schiena. Se il reparto è in marcia., al detto comando la truppa si ferma ed eseguisce egualmente il rovescia1;nento del fronte con movimento individuale sul piede sinistro. Per le anni a cavallo .i l .D . F. viene eseguito non individm,lmente (data l'im• possibilità di far girare il cavallo su se stesso) ma a mezzo di conversioni di piccoli reparti (squadre o plotoni. pezzi o sezioni), i qua li fanno perno sul cava-


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lierc che si trova verso l'ala interna della conversione. .Per analogia anche nel campo tattico l'espressione D. F. significa r ovesciamento della fronte d i schieramento d i un dato reparto di truwa ; e cosl pure essa viene usata nel linguaggio strategico, quando si vuole indicare l'inversione di movimento di una armata, o magari d i altre g1·andi unità. Anche nella marina tale espressione ha i n fondo lo stesso sif,'llilicato che nell'esercito; però nella esecuzione e nei motivi che possono esigere questa inversione di fronte vi è qualche sensibile differenza. La manovra del D. F . i~ marina è eseguita ad tUl tempo dalla linea di fila, con una doppia conversione delle singole unità, le quali si ù ovano, dopo il mov imento, in direzione opposta a quella che aveva.no. Tale manovra è s tata eseguita in parecchie d rcosta.nze anche per evitare il combattimento di fronte a forze superiori.

Difalangarchia. Metà di una grande falange (V.) composta di due falangi elementari. Difenilamina. Preparata nel 1864 da A. 'vV. Hofmann, solubile nell'alcool, nell'etere, nel benzolo, r iceve largo impiego quale stabilizzatore di molte polveri infumi da guerra, n onchè come r ivela tore delle loro possib ili a lterazioni, perchè, in presenza dei vapori nitrosi che si sviluppano in caso di d ecomposizione delle polveri, assume una intensa colorazione azzurra. Serve inpltre alla preparazione della p-D ip icrilan1ina alto esplosivo largamente usato dai Tedeschi per la carica dei proietti speciali nella seconda metà del 1918. Difenilenimide Etilica (N-eti lcarbazol). E' un derivato del carbazolo, com posto che si riscontra normalmente nell'antracene grezzo. I l prodotto ottenuto, lavato con acqua e fatto cristallizzare dall'a.lcool, risulta in forma di lamelle madreper lacee, facilmente solubili nell'etere e nell'alcool caldo ; non è idrolizzato dall'acqua. La D. ha azione irritante sulla mucosa nasa.lc e provom lo starnuto. I Tedeschi la imp iegarono nelle car iche dei proietti a croce azzurra, in miscela con la d ifenilcloroarsina. o con la difenilcianarsina, per provocare anche effetti soffocanti ; tali proietti fur ono d a essi usati per la prima volta nel luglio 1918, n ella region e d ella Marna. Difesa. L a dif esa implica il concetto di « pr otezione», d i impedire, cioè, ad a ltri che a t tacca, il conseguimento d i un determinato scopo. Una D . così intesa mirerebbe ad uno scopo essenzialmente p~oibitivo, scopo che nel campo mi lita re si concreterebbe nell'impedire a ll'avversario di conseguire la vittoria . Con questo procedimento il difen sore non r iescirebbe, p eraltro, ad assicurare a sè stesso la vittoria . Tutte le r egolamentazioni tattiche escludono pertanto una forma di D . pura e semp lice, e prevedono invece un carattere cl i rea.zione attiva che si esplica p rima col fuoco e successivamente col fuoco e col contrat tacco. Ne consegue che la D. ha carattere temporaneo, essendo un atteggianiento cbe si s u bisce sotto la pressione degli avvenimenti. L a D., sostanzialmente, tende a .ristabilire col fuoco e con la più accurata valorizzazione del ter reno, u na situazione in izia le sfavorevole, con l'inten to cli volger la a. proprio favore nel momen to p iù oppor tuno, passa.nrlo a l contrattacco. In a ltri termini, è una forma di guerra che deve sbocca.r e, non appen a possi~ile, nell'attacco, e cioè nella sola forma redditizia di lotta. Questo concet to fonda-

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mentale ha sub ito, nel campo applicativo, differenti cstrinsecazion i. 1'"el p eriodo prebellico, lo speciale armamento determin ava nell'attacco formazioni <li fuoco lineari, rigide e dense, costituite da tiratori d isposti pressochè a conta t to di gomito . Non potevano allora adottarsi formazioni pi11 spaziose, pcrchè sarebbe venuta a mancare la possibiliti di ottenere sul nemico il necessario predominio di fuoco. Queste dense l ince erano tenute i n efficienza mercè un opportuno scaglionamento in p rofondità; scaglionamento che presentava la caratteristica di un vero e p roprio serbatoio di fuci li che l'antist:intr linea sorb iva per intero prima d ie la linea <li tir:itod fosse in grado di lanciarsi a ll'attacco. In queste condizioni di schieramen to era logico che la D ., per quanto informata ad un concet t6 clinaJ11ico cl i lotta, corresse subito ai ripari rinforzando i punti minaccia ti, a llorchè si delineavano le direzioni dell'attacco nemico. CoJ11e l'attacco, così pure la D. finiva per assorbire i mezzi scaglionati in profondità, a l fu1e cli con trappo rre una linea di fuoco potente a lla pressante linea d i fuoco dell'attaccante. Si cadeva fata lmente in una forma di D. lineare, fondata essenzia lmente sul fuoco e cioè si di,term inava una difesa pw·amente statica. D urante l' ultima guerra, i p iù poderosi mezzi dea'attaccante e la possibi lità d i poterne concentrare gli effetti in breve sptLzio, portarono ad una [). s~mpre •1iù spaziata in fronte ed in profondità: l'arma a utomatica, per sviluppare u.n intenso vol111De d i fuoco, non richiedeva pitt ttna densa catena di tiratori. L'ultima guerra segna il graduale passaggio d a una difensiva quasi essenzialmente lineare e statica, ad u na d ifensiva manovrata in p rofondità e successivamen te alla concezione della D . elastica. Quest\1ltima basa sullo scaglionamento in profondità la possibilità di aver ragione, col contrattacco, di un avversario logorato efficacemente dal fuoco. La classica battaglia manovrata del Piave (giugno 1918) costi tuisce l'esemp io piit completo di questa forma clidifcsa. N cl dopo guerra questo concetto razionale su bì deviazioni, tanto da giungersi alla esagerazione di fronti d ifensive quadruple di quelle cli attacco, mentre la sup ervalu tazione dell'arma automatica diTadava sempre di p iù le pr ime linee d i combattimento. La successiva regolamentazione tattica, culmi nata eia noi con la circolare 5800 (dicembre 1926) poneva finalmen te un fre' no alla pericolosa ed astratta tendenza. Veniva sancito, cioè, i l p rincipio d i w1a più ad egua ta D . in posto, costituita, peraltro, da Ilo stretto indispensabile, in modo da avere sempre le maggiori forze scaglionate in profondità. onde impiegarJc a momento oppor tuno, nel contrattacco. Il nuovo Codice tattico ribadisce questo concetto, con tlll maggior senso d i praticità: vuole c ioè che la integri tà della posizione di resistenza sia. assicurf1ttL facendo gravitare su l suo margine esterno ( linea d i resistenza) forze notevolmente superiori a queJle che le precedenti disposizion i vi destinavano. I l contrattacco deve prodursi ,:;uando il nemico s ia stato pr ovato d alla p iù strenua resistenza in posto e viva.mente logorato da un fuoco reso efficacissimo rnercè la su a perfetta organizzazione. I n relazione a questi concetti, una grande u nità, mentre s i sch iera nell'azione offensiva su tre schiere e queste, a loro volta, s u t re scaglioni, ne lla difensiva, normalmente, si schiera su due schiere ed ogni sch iera su due scaglion i. In difensiva la divis. si schiera su tre


scaglioni quando la s ua fronte s ia essenzialiuente ristretta, o quando s ia d'ala, o quando la riserva d.ivisionale possa essere impiegata in direzione eccentrica rispetto al terreno di lotta <lei battaglioai antistaat i. Orga,iizzazione della difesa . Una sistemazione difensiva comprende oggi: una posizione d i resis tenza sul cui margine verso il nemico ( detto linea di resistenza) si dovrà stroncare l'attacco; una zona di schieramento retrostante ed una zona di sicurezza antistante. Lwigo la linea di resistenza si dispongono i bgl. <li primo scaglione delle d ivis. di prima schiera ( in massima da sei a sette bgl.) scaglionati in profondità. La posizione di resi$tenza, normalmente profonda. un migliaio di metri, è costituita da ..una scacchiera. di centri di resistenza che constano d i elementi di fuoco e di elementi di urto. Le mitragliatrici pesanti dei bgl. <li primo e secondo scaglione assicurano, nell'interno di della posizione, lo scaglionamento del fuoco jn profondità.. La zona. d i schieramen to può essere profonda da cinque a sei km. dalla linea di resistenza. In essa il difensore predispone i mezzi e le forze per alimentare e sostenere la D . della posizione di resistenza.. Corrisponde, di massima, alla zona di scl1 ieramen to delle artigliedc. Entro questa zona, a due o tre km. dalla linea di resistenza, è organizzata una posizione intermedia che, mentre dà sicurezza alla maggior parte delle artiglierie schierate, consente la mccolta e la temporanea resistenza del.le truppe eventualmen te ripiegan ti dall'antistante posizione e favorisce lo svil uppo de l contrattacco. L'antistante zona di sicurezza ha una profondità varia, dipendente dalle esigenze dell'osservazione e dei collegamenti e dalla necessità d.i poter r,ccvern protezione, avaJ1ti a l suo margine esterno ( detto lilfea di sicurezza) dalla. massa delle artiglierie leggere della difesa. La lin ea di sicureZ7.a ha lo scopo di sorveglia re i movimenti del nemico e d i ritardarne l'avanzata. Le truppe inviate su essa. debbono avere la. forza strettamente ind is-p~nsab ile a ll'esecuzione del loro compito, che è di prima resistenza, allorchè occorre g uadagnare tempo per completare l'organizzazione della. D., oppure di semplice vigilanza e in tal caso presceglie terreni dominan ti. In un primo tempo, quando cioè la. posizione di resistenza non ha ancora. l'ef:ficienza voluta, potrà inviarsi sulla. liiiea di osservazione anche un terzo delle forze della d ivisione. Queste forze, non appena ritirate, andranno, in massima, a costituire il secondo scaglione della divis. stes...-sa. Per agevolate il compito della d ifesa, la zona di sicu1·ezza potrà essere seminata di ostacoli materiali, specie nei punti o nei tratti di obbligato passaggio. Le artiglierie della divisione di prima schiera )lanno il compito della protezione sul davanti della linèa d i s icurezza e della linea di resistenza nonehè nel!' interno della zona di sicurezza, compito che assolvono a mezm di concentramenti cli fuoco sui tratt i meno battuti dalle fanterie o più ~ensibili della. fronte. In un secondo tempo, avranno il comp ito di prepara.re e di appoggiare i contrattacchi dei bgl. d i secondo cd eventualmente di terzo scaglione. L e artiglierie di C. d' A. e d i a rmata svolgono azioni, rispettivamente, <li contròbatteria e di interdizione. Per d isturbare p iù <la lontano la marcia e l'avvicinamento nemico, inizia lmente, qualche batteria di lunga gittata potrà appostarsi avanti alla. linea di resistenza. Analogamente qualche batteria leggera potrà postarsi avanti a questa linea per meglio garantire u na s ufficiente protezione alle truppe della linea di sicurezza. A tergo della prima posizione, e p iù precisa.mente verso

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l'estremo della zona di schieramento, viene organizzata w1a seconda posiz:Gne, destinata ad arresta.re il nemico che avesse oltrepassato la posizione intermedia. Quc.sta seconda posizione è scelta Ìn modo che il nemico, per attaccarla, debba procedere ad un nuovo impianto dei suoi mezzi di offesa. )Ie! complesso la D. svolge : azione logoratrice e ritardatrice nella ,:ona antistante alla linea di sicurezza.; accanita, violenta, decisiva, avanti alla linea di resistenza; e si risolve nel contrattacco.

Dijesa antiae·rea, antisilurante, antisommergibile. Pren_ dono questo nome tutti gli a·p prestmncnli che esistono sulle navi, s ia d i caraUere attivo, sia. di carattere passivo, per d ifendersi contro gli attacchi del naviglio silurante e degli aerei e per l'eventuale Llrto contro mine subacquee. Gli a.pprestamenti di carattere passivo consistono nella corazzatura e nei.-doppi fondi e i1ella compartimen tazione stagmi.. Per la difesa attiva le navi sono dotate di un certo numero di cam1oni d i medio calibro (antisilurnnti) e di piccolo calibro (antiaerei). I cannoni antisiluranti, distribuiti in batteria. o in. lonetta, vengono suddivisi in quattro settori comprendenti quattro o 5 cannoni ciascuno e comandati da un ufficiale. I settori antisiluran ti sono collegati a loro volta con batterie di proiettori, i quali possono essere puntati sul i.emico contemporaneamente a.i cannoni. Con questa .sistemazione è possibile, una volta. scoperto il bersaglio, tenerlo illuminato con i cannoni ptmta.ti addosso. I cannoni antisiluranti hanno la possibilità di sparare proiettili illuminru1ti, ossia che arrivati a.d una altezza di circa 500 m. sul bersaglio accendono, mediante il funzionruuento di u na spoletta, un bengala sostenuto da paracadu te, dotato di forte potere illuminante. Oltre a ciò vengono sparati proiettili con codetta. luminosa, ossia che lasciano d ietro d i sè una. scia luminosa che ne metta in evidenza la traiettoria. e permetta in tal modo di dirigere il tiro. J cannoni per difesa antiaerea. sono anch'essi raggruppati in settori e co llegati con apparecchi rivelatori acustici, con proiettori zenitali e con a'l)parecchi di previs ione, in modo da essere sicuri che g li aerei contro i quali si spara sono gli stessi dei quali viene misurata la distanza e la quota dagli apparecchi previsori. Difesa ant~·gas. L'impiego degli aggressiv i chimici, nel corso della. grande guerra, dette luogo a l grave problema, assai arduo e complicato, della necessaria protezione contro i nuovi mezzi d i offesa. Tutta la. guerra chìn1ica fu i1npcrnia.ta si può d ire, in una gara. incessante fra la. sorpresa tecnica che la scoperta e l'imo di un nuovo aggressivo generava negli avvcrsad e la ricerca da parte di questi dei mezzi più idonei per difendersene. Con sistemi nuovi e scientificamente evoluti veniva a perpetuarsi la classica lotta fra il cannone e la corazza. Tutti j belligeranti si videro costretti a provvedere di appropriati mezzi di D . tanto gli eserciti operanti che le popolazioni civili della zona di guerra, come pure gli animali a servizio delle truppe: cavà.tli, mu1i, cani messaggeri, piccioni viaggiatori; apporta ndo continuamente a i detti mezzi modifiche e perfeziona.rnenti, a seconda della varietà. degli aggressivi che l'esercito avversario metteva, in campo. Questi perfezionamenti, che per la loro stessa natura possono foniirc una idea ,iella notevole importanza. della D. a., p erm isero una graduale diminuzione dell'indice di mortalità dovuta ai gas da combattimento, mortali tà, ,che, da un indice del 35 % a l1


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J'inizio de lla guerra, scese al 18 e poi al 6%; e, infin e, all'atto dell' intervento dei vcscicatorii, si ridusse al 2% .appena. La difesa antigas abbraccia tutte le svariate misure, tanto di ordine tattico quanto di indole tecnica, più -efficaci ad eliminare o a lmeno a ridurre gli effetti nodvi dovuti all'az ione degli aggressivi chimici. Essa deve .estendersi, oltrechè alle truppe operan ti s ia di terra che d i nn~re, anche al la popolazione civile e prendere a ltn;sì in particolare considerazione le norme più idonee rigi.1arclanti la. difesa anti- ipriic (V. Iprite). Le misure <li ord ine tattico sono in dipendenza d iretta delle peculiari condizioni della zona d i comhattimento e della. di..slocazione dei reparti operanti e débbono comprendere anche una preordinata mganizzazione di sistemi di segnalazioni p er l'allarme e per Ja scomparsa del pericolo. Quanto alle misllre d i indole tecnica, queste pos-sono raggrnpparsi in due distinte serie d i provvidenze: _per la p rotezione collettiva o generale e per la protezione individuale.

Difesa antigas çol/ettiva. I s istemi di lJ. collettiva che in origine, a ll' inizio degli attacchi a ondate o nubi d i gas, vennero escogitati e attuati da molti ricercatori, furono molteplici e ancbc ingegnosi. Essi tendevano ad arrestare le nuvole o a impedire c he invadessero le trin.cce; a. disperderle, o a neutralizzare i loro effetti. Tali sistemi possono d istinguersi in tre grupp i fondamentali .cli rnc7.7.i, ritenuti idone i allo scopo: a} l'Jezzi meccanià. Furono impiegati per arrestala nuvola invadente o, meglio ancora, per repingerla sulle linee avversa.rie; a ta l frne si azionavano contro di essa dei vcntilaiori potetltissim i. Per rompere la •compagine della massa gassosa e p rovocarne la diluiz ione nell'aria, la si attaccava con tiri di fanteria, d i artiglieria, di cannoni grandin ifughi, come pure col lan•cio di bombe, petardi cd esplosivi varii, o anche di semp lici recip ienti e[; latta pien i di polvere pirica e forniti di miccia accesa. Q uesti mezzi però non presentarono una utilità apprezza bi le; neppure molto pratico si dimostrò il sistema di emettere nuhi di fensive d i carbone in polvere o granulare, sia semplice che in u nione a sostanze neu tralizzanti. Per la razionale efficacia. d i ques te operazioni occorreva conoscere· principalmente la com.posiz ione della n u vola gassosa, poichè nel caso che essa fosse stata costituita da un miscuglio d i gas diversi, poteva talora verificars i un effetto con trario, e cioè: asportando o neutralizzando solo talllni c!ei gàs componenti la nuvola, si provocava la filtrazione o l'isolamen to dc:gl i altri, magari p iù attivi e pericolosi, determina ndo la loro maggiore concen trazione, che n a tura lmen te serviva .ad esaltarne gli effetti nocivi. Te

b) Mezzi calorifici. Tendevano a provocare, col ri·sca.lclamento, delle correnti ascensionali cli aria, tanto a.i bordi che nel la massa. di una nuvo la e, in pari tempo, ad abbassare la sua densità; la nuvola. era così trasc inata in alto e si d illl iva. nell'atmosfera. A questo fine, davanti al le tr incee, come agli ingressi dei luoghi cli riunione (ricoveri, bar accamenti, ri fugi, riserve, ecc.), si ,costituiva uno sbarramento d i fuoco, utilizzando a ll'uopo elci materiali comuni e a portata d i mano : legname, fascine, paglia, stracci, ecc., impregna li di sostanze fa,ci lmente infiammabili (petrolio, olio, grasso). Tale sbarramen to riusciva a fugare le nu vole agg,,essive, o megl io determinava un sa.Ilo d i esse, costringendole a superare le trincee, o i luogni da p roteggere; ma rich ie-

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deva delle condizioni di pratic ità di difficile attuazione e, in spcci:tl modo, l'impiego di fiamme alte, molto calde e accompagnate da un minimo di fumo; l'uso cioè di un combustibile ada tto, come il petrolio, di cui però non era tanto faci le costi tuirsi forti d isponibilità. Abbastanza utile si dimostrò il sistema adottato al fronte ita liano, consistente nell'assalire la nuvola aggressiva col simultaneo lancio d i bombe o mi.ne incendia rie e di liquidi infiammati. Part icolarmente appropr ia to risultò l'imp iego delle mine incend iarie Giovenale, col concorso dell'apparecchio lanc ia.fiamme tipo Schilt di cui il modello grande, ad cscmpio, aveva un'a;oione efficace sopra. un fronte cli 30 metri e la sua carica era sufficiente per circa venti mi1rnti d i durata.

e) Mezzi chimici. Erano quelli più indicati per paralizzare l'azione nociva. dei gas di attacco e si basavano sull'impieg,, di sostanze le qual i, o combinandosi ad essi, o sciogliendo li, o idrolizzandoli, davano luogo ad altri composti inoffensivi per l'organ ismo umano; oppure, quanto meno, riuscivano a diminuire la loro concentrazione nell'atmosfera. Bisognava disporre però d i grandi quan tità di acqlla: s ia per spruzzarla, come fecero i Russi al !oro fronte, con pompe e a ltri apparecchi di lancio sulle nubi cli cloro, di bromo, cli fosgene - poichè l'acqua scioglie i due primi e decompone l'ultimo in a.nidricle car boni.ca e acido cloridrico - sia per allestire le soluzioni delle sostanze alcaline necessarie alla neutralizzazione. Scarti1ti dal l'uso molti compost i, per ragioni di economia o perchè reagivano coi metalli delle pompe, le soluzioni acquose che risultarono più adatte furono: quella di carbonato sodico al 5%; cli iposolfito sodico al S%; cli ammoniaca. a l 10%. Gli Inglesi usarono spargere. davanti alle loro trincee la calce spen ta, specialmente indicata. per fissare il cloro; essa, oltre ad essere una sostanza poco costosa, si trova semp re a disposizione degli eserciti operanti, perchè serve largamente a fini igienici. Tutti i metodi fin qui accennati si sono appalesa.ti non scevri cli difetti, talora anzi irt i di difficoltà non indifferen ti nella loro realizzazione, specie ove s i consideri che, per mandarli a effetto in misura convenien te, necessitavano il più delle volte mezzi colossali, adeguati cioè all'entità della nuvola invadente. E , come p iù adatto e cli p ronto impiego, s i rivelò quello consistente nell'adoperare getti di acqua o di soluz ioni neu trali;ozanti contro la nube e, successivamente, d i liquidi infiammati che scaldavano l'acqua sparsa sul terreno e la vaporizzavano. Si otteneva così il duplice effetto: chimico e calorifico; iJ primo tenden te a neutraliz,~uc, sc iogliere, idrolizzare - per quanto parzialmente - i composti della nuvola e il seeondo capace di determinare il sollevamento della massa restante negli strati superiori dell'atmosfera. L'organ izzazione della difesa collettiva intesa in modo razionale, rispondente a i detlami scientifici dell'arte della guerra, e considerata specialmente in rapporto a ll 'esperienza acquistata, a l progesso degli studi e a i risu ltati pratici de lle prove eseguite - rich iede ora la. integrale applicazione di talune p reordinate disposizioni e norme cli indole generale . Le p iù importanti di esse consistono : nell<1, opportuna dislocazione delle trnppc su l terreno ; nella istituzione di specia li servizii di informazioni e di vedette pei gas; nell'impiego di mezzi tecnic i d i ricovero collettivo e elci mezzi necessarii per la. bonifica d i essi e elci terreno gassato.

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Difesa- antigas individuale, La protezione individuale contro l'azione degli aggres3ivi chimici, durante il corso del la grande guer.ra, cost itui per tutte le Nazioni bell,geranti il problema più preoccupante, e presentatosi in tutta la sua gravità dopo i disastrosi effetti prodotti dai primi attacch i a ondate praticati dai Tedeschi. La protezione individuale risul tò assai compiicata e richiese grande somma di studii e cli esperimenti. Infatt,, se si pensa che le necessità de! combattimento richiedevano che le truppe operan ti fossero in p ieno vigore e che esse rimanessero e~poste nell'atmosfera gassata per compiervi il loro dovere, ~ppare evidente che soltanto da \llla perfetta p rotezione individuale era, possibile attendersi la sicurezza sulla incolumità elci combattenti, senza che la loro libertà e l'efficienza ne restassero menomate. Senonchè, le esige11ze di una ta le ,d ifesa,, modeste e semplic i all' inizio, poichè erano circoscritte alla sola protezione delle vie respiratorie e degli occhi, andarono man mano aumentando e complicandosi in seguilo, specie quando si trattò d i estendere la difesa a tutta la su perficie del corpo, per premunirla contro l'azione caustica degli aggressivi vcscicator_l (V. Iprite e Maschera), Difesa a.nt-if!as per la mari11a. La protezione contro gli aggressivi chimici a. bordo delle navi, tanto collettiva quanto individuale, riposa sugli stessi pr.ncipii seguiti per la difesa a terra. Peraltro, a causa delle favòrevoli condizioni in cu i le navi si trovano - dovute a l loro facile sposta mento. a l piccolo e circoscritto ragg io di vulnerabflità che presentano, alla larga disponibilità di acqua cli cui godono e a lle correnti aeree sempre pre~cnti - esse possono considerarsi in una posizione privilegi,ita. Questa appare tanto p iù eviden te ove si consideri che le navi possono trarre vantaggio da possibilità assai p iù efficaci e meglio adat te, consistenti nella facilità d i esegu ire abbondanti em issioni d i gas neutralizzan ti, o cli potenti getti di aria, di vapore, di acqua, sotto pressione, per ottenere la rapida espulsione degli aggressivi. Ciò non esclude però che, anche per la Marina, la difesa dev'essere ugualmen te preordinata e organizzata con tutta oculateJ.Za. La protezione collett iva del personale che presta servizio in locali chiusi - com'è il caso di fuochisti, cannonieri delle torri, elettricisti - in considerazione che i ricoveri debbono rispondere anche a!la difesa anti-ipritica, può essere facilmente conseguita con la possibilità della perfetta chiusura dei local i stessi. Per la r innovazione dell'ar ia, potranno impiegarsi apparecchi generatori d i ossigeno, oppure de lle tubazioni elevate le qual i, sçguenclo l'albe ra tura della nave, sbocchino negli s trati superiori dell'atmosfera, dove l'aria non risulta inqu inata , Per n1aggiorc pt·ccau-

7-ione, è. opportu no che i locali anzidetti non comunichino direttamence con la coperta, ma dispongano cli un altro vano. sia pure ristretto. che iunzioni da anticamera; esso sarà cosparso cli neutralizzanti e, eventualmente, scrvir21. det deposito pc i materiali di d isinfezione e di depuramento, tanto del personale quanto degli indumenti contaminati che provengono dal pon te e da ll'ambiente eRtcrno infet to. A questo stesso fine, per quanto lo spazio risu lti assai J)iccolo, potrebbe utilizzarsi il pia no inclinato delle porte antigas, opportunamente adattato a t amburo e dotato cli intelaia ture doppie, fornite di tendoni im bevut i di sostanze neu tra lizzanti: inoltre, per ostacolare l'cntrnta dei gas nocivi, è consigliabile ma ntenere la pressi~ne interna dei locali più elevata di quella esterna, a mezzo di generatori di

466 ossigeno o di vapore. Con lievi modifiche e con le normali dotazioni di d ifesa, anche la plancia e le torri sono suscettibili d i adattamento antigas, così da assicurare l'efficcnza bellica del personale che vi permane. Quello invece che svolge il suo servizio all'aperto come gli addetti alle alberature e sulle coffe, telemetristi, segnalatori, cannon ieri :...... deve fare uso della mascl1era e degli indumenti appropriati alla difesa pertonale, La facilità dell'allest.mento dei locali a scopo di ricovero collettivo rende possibile la. permanenza e il riposo del personale, già esposto lungamente e stanco, senza !a necessità che esso r icorra ai fastidiosi mezzi di protezione ind ividuale, e permette l'avvicendamento nel servizio all'altro che abbia già fruito di una conveniente sosta a l riparo. A bordo delle navi, analogamente a quanto è disposto per l'esercito, il locale per il risanamento dei colpii I da gas dev'es.,ere perfettamente distinto da quelli destinati a infermeria di bordo, o a ospedale di combattimento. Questi ultimi, pur essendo a llestiti a difesa antigas, ricoverano solamente feriti e malati varii che debbono fruire di ambiente calmo e immu ne da inquinamento. Sarà invece un locale diverso, espres~amcnte arredato, che verrà a dibii.o a « posto d i soccorso antigas>>, per la disinfezione e il risanarnen to dei co lpiti, per la istituzione e il funzionamento del quale valgono le stesse norme che regolano gli identici posti previsti pei bisogn i della guerra terrestre. Difesa antigas pe,· la popoJazione civile. L'alto spirito uman itario che ha ripetutamente gu idato la Società delle Nazioni nel cercare una formula che valesse a el iminare, o q uanto meno a codificare, l' impiego dell'arma chimica in guerra - giudicato riprovevo le almeno nei casi in cui si estendesse a lle popolazioni civili - si è inesorabilmente infranto contro l'impossibil ità cli adire d isposizioni pra tiche e concrete di interdizione. Le relazion i ufficiali dei periti incaricati di ta li studii sono s tate concordi anzi nell'ammettere che gli aggressivi chimici, riconosciuti orma i cli efficacia indiscutibi le e atti ad essere impiegati con intensità ognora crescente, non hanno p iù limiti di confine nella. loro azione, nella loropotenza e nella loro diversità, tanto più ove si pensi a lla facilità e alla prontezza con cui possono essere preparati, bastando brevissimo tempo perchè le officine chimicbe che normalmente producono sostanze per uso di pace possai,o trasformarle in 1 prodotti nocivi d' imp iego· bellico. P er queste considerazion i, gli stud ii di chimica bellica e dei progredit i mezzi d'impiego dei gas d i combattimento hanno assun to presso tu tte le Naz.ioni il più a lto sviluppo. La difesa della popolazione civile contro gli attacchi <:On aggressivi chimici, presenta maggiori difficoltà. di quella r iguardante l'esercito, sia per il più ampio e malagevole svolgimento dell'istruzione prat ica· che essa richiede, sia pe r la mancanza d i. quella rigida d isciplina che solo nell'ambiente m ilitare si raggiunge integr~lmen tc. Per cui è Jogica conseguenza cbe. jn tlna guc..r:ra co i gas che investa anche la popolazione civile. questa ne soffrirà più dell'esercito. Ora se gli intra lci, non esclusi anche q~1elli d i ordine finanziario, sono per loro stessi già enormi per fornire tutto l'esercito dei necessarii meni di difesa antigas, essi s i presen teranno an cora pili elevati quando occorrerà provvedere alla protezione cli varie diecine d i milioni d i abitanti. panico.larmente se venga prolungata la durat,t della guerra e se, con l'intensità di questa e con la var ietà dei gas dai


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qua li bisogna difendersi, si renda necessario dotare ogni persona non d i uno soltanto, ma d i due o tre apparecchi di protezione o, nel caso p iù semplice, rinnovare anche i soii e lementi d i neutralizzazione esauriti o logori: In linea di mass ima, la protezione ind ,viduale è da scartarsi; più proficua invece si presenta quella collettiva. Anche in questo caso però la soluzione pratica del problema non è esente da altri naturali inconvenienti, pr,mo fra tutti la impossibilità di allestire r icovcr; capac, ,d i accogliere la totalità d_ella popolazione civi.e. D 'a ltra par te, non può soccorrere l'esperienza della guerra passata, durante la quale non si manifestò su la r·ga scala un tale bisogno, che fu limitato, e in rari casi, alla sola zona del territorio di operazioni. .P er la protezione collettiva, è stato prospettato il problema dell'evacuazione della popolazione civile dai centri d i v tale impo rtanza e la protezione degli abitanti che rimangono, per i quali le disposizioni da attuarsi al mon,ento del bisogno riguardano in principal modo : ist ituzione di depositi dei mezzi per la prote~ione indi viduale e collettiva per ogni settore - tende impermeabili - sostanze neutralizzanti e disinfettanti e riserve di ossigeno formazione d i squadre di personale istruito per la s istèmazione, la manuÙ:nzione e il risanamento degli ambienti e disciplina per la loro distribuzione attuazione di specia1i provvidenze per i punt i più esposti o p iù facilmente vulnerabili - allestimento di cantine, di sotterranei e di vani di scale da adibirsi a r icoveri collettivi. Tutte le provvidenze necessarie a lla difesa della popolazione civile, perchè riescano !"ealmente utili, debbono essere integrate da una somm;i di predisposizioni tendenti a realizzare i necessarii preparativi e che vanno curate fin dal tempo di pace. Con una attiva propaganda da effettuarsi con conferenze. pubblicazioni, corsi di istruzione nelle scuole secondarie e superiori e presso associazioni, stabilimenti e fabbriche con numerose maestranze, si procurerà di mettere in evidenza la gravità del pericolo degli attacchi con aggressivi chimici e l'uti lità della indispensabile difesa, a i fin i della propria conservazione e della resistenza al nemico. Difesa costie..a. V. Coste.

Difesa militare 1n.arittùua. Presso tutte Je piazzeforti e le basi navali esiste un comando di D., retto in generale da un capitano d i vascello, il quale è incaricato della esecuzione d i tutti i servizi che riguardano il mantenimento in effic ienza fin da l tempo di pace della D. costiera. Son perciò alla dipendenza del Comando di D. le batterie delle art. costiere, i magazzini delle torped ini, i magazzini delle ostruzioni retali, ccc., con relativo personale. I l Comando della D . dipende <la i comandante del clip. marit timo, dove questo esiste, oppure <lai coman do della base navale. U n a piazza forte dicesi in stato rri d-ijesa, nel periodo in cui si pe rfezionano tutte le misure atte a renderne massima la efficienza, pur avendo riguardo alle esigenze delJa vita civile.

Difese accc.,.wrie. Sono. in fortificazione, quelle difese passive poste in pross' mità clelie opere o dei trinceramenri. a llo scopo d i -arrestare l'attaccan te o d i ritardarne l'avan7"1ta. per tenerlo p iù a lungo sotto il fuoco deJls ar tiglier ie, delle mitragl iatrici o della fucileria del difensore. F ra le principali D. A. imp iegate nelle fortificazioni ricorderemo le piantagioni , le inondazioni, le

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mine, le abbattute, le buche da lupo, i reticolati di fil di ferro, i tr,boli, le steccate (sovente in ferro invece che in lçgname), i cava lli di Fris ia.

Dighe. Costruzioni destinate a trattenere Je acque, s ia per alza.me il livello in un tratto di un corso d'acqua, s ia per la formazione cli laghi artificiali. Le grandi dighe di sbarra mento possono essere costn1ite con materiale sciolto ( terra, scogliera) o in muratura; queste ultime possono essere rettilinee e ad arco. Le dighe rettilinee alla loro volta posson() essere a. gravità od a contrafforti (a lastroni e ad archi multipli). Per lo sviluppo preso in questi uìtimi anni,1 specialmente nel nostro Paese, dalle costruzioni di ba.cini artificiali, e per quel-lo che esse sono destinate a raggiungere in un avvenire p iù o meno lontano, i varii p roblemi che ad esse si riferiscono vengono ad assumere un'impo1·tanza grandissima anche per l'inGuen za. che gli impianti idroelettrici hanno indire ttamente sulla efficienza bellica di una nazione, e special men te per noi, data la rell,tiva vicinanza di pressochè tutte le ncJstre opere del genere alle frontiere. '\' e consegue quindi che assumono un particolare interesse tutte le discussioni che riguardano la diJesa delle opere medesime contro le offese nemiche in caso di guerra. E' evidente che trattandosi di opere destinate a vincere i secoli senza essere suscettibili di successive trasformazioni (come invece sono le opere di fortificazioni e le navi), il confronto tra il grado di vulnerabilità dei vari tipi deve e3sere fatto tenendo presente la potenza non solo dei mezzi di distruzione odierni, ma altresì di quelli almeno che gli studi in corso fanno prevedere realizzabili in un tempo non molto remoto. Inoltre, per poter giungere a conclusioni pratiche circa il grado di r1:sis ten7~1. dei va.ii tipi, è necessario non limitare i confronti alla maggiore o minore resiste.117,a de!Je singole parti agli effetti diretti dei mezzi d i distruzione (vulnerabilità loca le), ma bcnsl estendere l'indagine alla influenza che i danneggiamenti parzia li possono avere sulla stabilità generale degli sha.rramenti (vulnerabilità dell'opera). I principa1i mezzi che possono essere impiegati per determin are rotture, indebolimenti e danneggia.men ti alle dighe sono: a) cariche d i esplosivo direttamente applicate all'opera nei punti più vulnerabili (drenaggi, sfioratori, scar'catori di fondo. prese d'acqua, ecc.), per azione di tr:1dimcnto o per azione diretta di un nemico che abbia comunque raggiunto lo sba.rraniento e voglia valersi della d istruzione d i esso per causare innondazioni e d isastri a valle e l'arresto delle industr ie con~1esse ad ogni opera del genere; b) proietti d'artiglieria ; bombe da bombarda; e) bombe aeree. La difesa delle d ighe dovrà essere decisamente esterna agli sbarramenti. La difesa più sicura contro i danni derivanti da una rottura sarebbe quella realizzabile mediante il tempestivo abbassa.mento del pelo d'acqua <lei bacini. Questa difesa però nella genera lità dei casi non sarà attuabile, sia per ragioni d i tempo, sia, sopra tutto. per la necessità di non arrestare, finchè possibile, le industrie collegate agli imp ianti idroelettrici dei bacini stessi. Ad ogni modo i d ispositivi di svuotamento dovranno essere sempre convenientemente predisposti. Ma nella quasi totalità dei casi, la difesa potrà essere più validamente ed utilmente affidata agli aerei d'at-


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.tacé!') (difesa attiva) od ai mezzi contro aerei (carmoni, sbarramenti · aer ei, ecc,,.). Altra d ifesa immediata pot rà ·essere· ·a ffidata a provvidenze che attenuino per quanto .p ossibi le l'effetto delle bombe sui manufatti e cioè, per esempio, a superficie o griglie opportunamente disposte in cresta agli sbarramenti per determinare l'allontanamen to delle bomJ,e da lle immediate vicinanze dei paramenti, o per determinare degli scoppi preventivi in fommità o. nella p<1rte a lta dei ma.imfat ti stessi, dove possano riuscire di m inor gravità le conseguenze. Contro i tiri d'artiglieria, non meno che contro i bombar-· <lamenti aerei, potraJ1no essere altresì utilmente adottati speciali mascheramenti, anche parziali, dell'opera. La difesa infine da m ine abbandonate nel bacino, munite di spolette speciali a grande r itardo perchè possano, andat1,do alla deriva., raggiungere il manufatto, potrà sempre esser fatta con reti di sbarramento disposte a distanza opportuna dal manufatto medes imo.

dovettero venire a patti (13 settembre) e La T r crnouille si impegnò in nome d el Re Luigi XII a pagare 400.000 scudi d 'oro e a far sgombrare dall'Italia i p residi i francesi. II. Assedio di Digione (1595). Appartiene a lla lot ta d i Enrico IV contro la Lega. D. era occupata da leghisti agli ordini del Mayenne ; sollevatasi a favore cli Enrico, bloccò nella cittadella la guarnigione (28 maggio). Il 4 giugno il re g iunse a Digione e fece assed iare la cittadella, che fu ceduta pochi giorni dopo.

JTI. Combattimento di Digione. (Gu er ra franco-germanica 1870- il). Mentre il XIV C. d'A. tedesco avanzava verso l'alt.a Senn a per impedire in quella regio11e la formazione di truppe nemiche, disarmare le popola-

Di Giacomo (Luigi). Generale medico n. nel 1861. Sottot. medico nel 1888, fu in Eritrea nel 1895-96 e ad Aclua meritò la med. d'argento. Durante le opere di soccorso ai colpiti da l terremoto sicu lo-calabro ebbe pu re una rned. d'argento cl i benemerenza, e frattanto una di bronzo dei benemeriti della salute pubblica. Colonnello nel 1918, fu di,·e ttore cli sanità ciel C. <l'A. d i Verona. Nel 1924 andò il1 r. A. divenendo magg. generale medico nel 1928. Digione (lat. Div-io e Dibio, francese Dijon). Città della Francia, capo!. d el dip. della Costa <l'Oro. Nel 500 d . C. il re dei Burgundii G u ndobaldo fu battuto presso la ci ttà da Clodoveo. Dura.i1te l'a lto medio evo sofferse parecchi assedii, finchè passò a far par te del regno di Borgogna. Nel .secolo XVI venne fortificata dal l3ellarma ti. Nel scc. XIX fu creato a D. un campo trincerato, posizione di 2° linea della frontiera del Giura. I. Assedio di Digione (1513). Appar tiene a lla lotta della francfa contrò l'Impero. Un corpo di Sv izzeri di 15.000 fanti, appoggiato da cavalle ria im peria le, pose l'assedio a D., d ifesa da l La Tremouillc, verso la fine di luglio. Dopo sei settima,1e di resistenza, i F rancesi

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C=:J 6aribaldini

Km H~ttag-lla d l lligiOne (Gennaio t 87'1)

r.arìll(1lcti a Di gione (Quadro cli De Al bertls)

zioni e r imettere i n eserc izio la fer rovia B lainville - Epinal - Chaumont, la divisione Bad ese al comando del gen. Beyer, che ne faceva par te, aveva il compito di occupare D . La p ia"za. era tenuta dal col. Fauconnet, che il 30 ottobre 1870, a.I mattin o, vi aveva 3 bgl. di linea, alcuni di guardie mobili, una cp. cacciatori e la guardia naziona le, in tutto 8000 u . Attaccati dalla I" brigata badese, schierata presso Are s ur Ti lle con d ue cannoni, i F ra11cesi ripicgarnno su St. Apo llina ire, dove s' impegnò breve combattimento nelle vie, dopo d i che, sull'altura retrostante, rinfor741ti d i truppe fresche, tennero vivamente testa al nemico. Però dopo il mezzogiorno, soverchiati dal numero, dovet tero rip iega.re ancor~ fino ai sobborghi cli D. dove s i riaccese la resistenza nei vigneti che da quella parte limita.van.o la città, nei caseggiati e nel parco ch iuso d i Mon tmusar d. Con tinuando la pressione dei Tedeschi, sostenuti da.I fuoco di 6 btr., anc hc i 111argini dell'abitato furono al>banclonati, e la battaglia si accese nelle vie elci sobborgo, col concorso della popolazione civile. Ferveva la lotta <]Uando il gen. von Bcyer, facendosi scuro, d ispose che si interrompesse il combattimento e che le truppe ted esche si r itirassero. Protetti dall'artiglieria e facendosi s tra_ da at traverso i rinforzi francesi, che stavano accorrendo, i Badesi rip iegarono prendendo gli alloggiamenti a. Saint Apollina ire, Varois, Quétigny e Couternon. Du-


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rante la notte, una deputaz;one france,;e trallò la re~a della piazza che, sgombrata dalle truppe, venne occupala la mattina seguen te dai T edeschi. Lç perdite furono quasi eguali, circa 300 u . dalle due par ti; dei Francesi cadde il col. Fauconnet. IV. Cm11batti111-ento di D ·i gione. (Guerra franco-germanica _ 1371). Ne! gennaio 1871 era stato cost ituito un nuovo esercito prussiano agli ordini del gen. Mameuffel, che doveva gettars i contro le truppe raccolte da l generale Bourbaky. La sua marcia era protetta dagli eventuali attacchi di Garibitldi che, al comando dell'Ar mata dei Vosgi, forte d i circa 16.000 u., aveva occupata Digione, d alle colonne Dannenberg e Kettler. La mattina del 21 gerrnaio l'art. della brig. Kettler, daJ!e alture di Ha11teville, apriva il fuoco contro Talant e ;La Fontaine; intanto la. fanteria avanzava su due colonne, contro il fronte e il fianco delle posizioni francesi. Contrab a ttuti dal l'ari. d iretta personalmente dal Gariba ldi, i Prussian i furono contrattaccati dalle truppe di Canà o, J\,fanara, :Menotti, Davelli e Ricciotti, e costretti a ripiegare, dopo dieci 01c di combattimento. Respinte nella notte le pressioni delle autorità francesi, che lo scongiuravano a ri tirarsi per $alvare la città dal bombardamento e dal saccheggio, l'indomani Garibaldi tenne testa a una n uova azione d imostrativa del nemico, intesa a raccogliere gli clementi necessari alla p,ù vasta azione che si s ta va preparando. Il giorno 23 il generale Kett ler, rinforza to cli truppe e di mezzi, mosse per la strada di J .ang rcs puntando ~ul castello di Pouilly, mascherando il p roprio movimento con una finta sulla strada di St. Apollinaire. Intorno ·al castello di Pouilly s i accese la mischia fra Prussiani e Garibaldini, questi ul timi al comando d i Ricciotti e <li Canzio. La posizìone, ferocemente contesa dopo molte alternative, entrato in azione l\1enotti sulla strada di Langres, rimase in possesso d ei Garibaldini, mentre una carica di cavalleria completava la vittoria. La ritirata dei T edeschi fu èompiuta sotto la protez ione del 1• btg. de l 61° regg. Pomerania il quale si ritirò dopo aver perduta la metà elci propr i effettivi. i\ sera, sotto un mucchio di cadaveri, nella fattoria <love il ba ttaglione aveva fatto l'ultima sua resistenza, venne trovato il cadavere dell'alfiere del reggimento e, coll'asta spezzata, la bandiera. Essa fu l'unico trofeo della campagna caduto in mano della Francia, per opera dei volontari ita liani. Di Giorgio (Antonino).' Generale, n. a S . Fratello nel 1867. Solto!. <li fanteria nel 1888, par tecipò a lla guerra Er itrea 1895-96 meritandosi due med . di bronzo, una ad /\dua e l'al tra ad Agàa. Maggiore a. scelta eccezionale, comandò le truppe colon iali della Somalia dal 1908 al 1910. Comandante di bgl. in L ibia ( 1911-1912) col1'890 fanteria per la battaglia cli Mergheb ebbe !'O. M. S. e per quella di Sidi Abdessamad la medaglia d'argento. Colon nello nel 1915 fu a capo di stato maggiore dell'8° corpo d'armata. Nel 1916 coman dò la brigata Bisagno d ivenendo magg. generale. Nel 19 17 comandò la 51" divis. e, dopo

4.69 Caporetto, il C. cl' A. speciale. Comandante de(.XXVII C. d'J\ . da l novembre 1917 alla fine della guerra, venne decorato della commenda dell'O . 1f. S. per . la djfesa sostenuta sul fronte del Grappa e . della _croçc di gr. uff. dello stesso O. M. S. per la battaglia d i Vi ttorio Veneto. Ebbe nel 1918 il grado di ten. generale. Ministro della guerra nel 1924- 1925, fu nel 1925 comandante del C. d'A. d i Firenze e nel 1927 della Sicilia; nel 1928 andò in P. J\ . Nel 1913 venne eletto deputato di Mistretta. e nel 1924 ritornò alla Camera per la circoscrizione della Sicilia. Pubblicò varie monografie e studi, fra i quali: « Scritti va.ri del col. Airaghi n; « I l col. Airaghi, cenni biografic i i>, <( Il caso Ranzi ed il modernismo», « DiECorso sull'Impresa. di L ibia ll .

Di G;orgio Martilvi. V. Martin-i.

Di Gregori (Giovm~m). Capitano e ingegnere militare perugino del sec. XV, noto col sopra1rnomc << Zitolo >>. Nella seconda metà ciel sec. XV cooperò aJla fortificazione di Padova, costruendo il bastione della Gatta. Nel 1508 partecipò all'assedio di Perugia; morì nel l.510 all'assedio di Vcrona. Di Lenna (Gi1'.scppe). Generale, n. a Udine, m. a Roma (1838-1902). Nel 1859 abbandonò gli studì d'ingegneria a Padova, e, pas.,ato il confine, si arruolò in P iemonte, facendo le campagne di quello e dei due anni successivi e poi quella del 1866. Nell'esercito si dedicò par ticolar mente allo studio delle ferrovie e dei traspor ti mii. in genere. N cl 1885 fu nominato ispettore generale delle ferrov.ie e vi rimase sino a l 1895; l'anno seguentec fu nominato direttore dei se rvizi amministrativi al Ministero della guerra, e promosso brigadiere, e poi maggior genera le. Fu deputato per Tolmezzo, Firenze, Udine~ nelle legislature -XIV e XIX.

Di Lenna Giuseppe

Dlrnit.rieff

D irigente. Nave speronara sabauda, costruita a Villafranca d i Provenza e allestita n el 1762 per la protezione delle coste della· Sardegna. D;/igente. Nave a vela scorridora, varata a Castellammare nel 1883; lunghezza m . 17; larghezza m. 3,85"; dis locamento tonn. 30; equipaggio 12. Radiata nel 1899.

Dilochia. Era, nello schieramento greco, una d ivi~.ionc (metà) della te trarchia oplitica. Il locos era la fila, di 16 u ., due locos riuniti sulla stessa fronte costim ivano appunto la D. Di Loreto (Ernesto). Ammiraglio, n. a Barrea (Aquila) nel 1873. Entrato in servizio nel 1887, fu promosso contrammir. nel 1925, collocato in A. R. Q. n el 1926, promosso ammir. di divis. nel 1926. Prese parte alla campagna italo-turca e alla grande guerra, guada~ gnando in questa una med. cli bronzo. Fu comandante


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della base navale di Venezia nel 1925 e comandante militare marittimo in S icilia nello stesso anno.

le opere di assedio nell'esercito di Niccolò d' E ste contro Ottobuono ~ erzi per impadronirsi di Reggio.

Di Majo (Pio Carlo). Genera le, n. a Santomenna nel 1848. Sottot. d'art . nel 1869, frequentò la scuola d i guerra e passò nel curpo d i S. M. Fu in Africa per qualche tempo dal 1892 e nel 1896 addetto mili tare a P ,etroburgo, poi colon1lello comandante 1'8° reggimento bersaglieri. Maggior generale nel 190 I, comandò la brigata Alp i, fu Aiu tante di campo genera le di S. M. il Re, comandò la brigata Venezia e n el l 90i , promosso tenente generale, la divisione cli Cagliari e poi quella di Padova ; nel 1911 comandò il JIT corpo d'armata . Nel 1914 fu collocato in posizione ausiliaria e nel 1915 venne r ichiamato in servizio e addetto alla Casa militare di Sua "Maestà il Re, col grado di genera le di corpo d'armata.

Olmaria. Nello schieramento greco, era una metà. della dilochia, e cioè mezza fila: (8 uomini).

_'Di Maria di Alteri (tiob. Eugenio) . Medaglia d'oro, n. a Petra lia Sottana nel 1862, caduto nel 19 16. Uffic ia le in servizio a ttivo, ebbe, da capitano dei bersaglieri, il suo battesimo di guerra in Cina, ove, nel combattimento d i Ku-:\fga11-ts ien, guadagnò una med . d'argento. Rimpatriato, per il cor aggioso contegno da lui tenuto in occasione di uno scoppio d i esplosivi, fu in signito della mcd. d 'argento a l valor civile. Maggiore nel 1911 _prese parte brillantemente alla campagna libica, guadagnandosi una medaglia di bronzo (M:erghcb, 1912), la c~occ di cavaliere dell'O. M . di Savoia (Sidi- Abdul- Gelil, 1913) ed infu1e la promoztone a teu. colonnello per merito di guerra (Zanzur 191:l). Nel 1914 sbarcò col 1 ° rcgg. bersaglieri a Valona ove rima.se fino a quando, promosso colon.nello, assunS<' li comando del s• regg. bersaglieri sulla fronte i taliana. Promosso col~nnello brigadiere e p reposto al comando della brigata Sassari, alla testa d i essa cadeva gloriosamente, durante la nostra controffensiva in Trent,no del giugno 1916. Tacil/iana e degna del valoroso comandante di L,1-igata la motiva,;idnc di medaglia d 'oro: << Primo fra i suoi soldati, incitandoli all'assalto <:ol grido - d i I talia sulle labbra, con la fede della vittoria nel cuore, cadeva fulmi1tate dal pìombo nemico mentre le sue truppe assal·b .vano alla. baionetta le posizioni avversarie». (Casera Zebi•, l7 glugn~ 19f~.

Di Matteo (Do,nem'co-). Ingegnere mii. del sec. XV, •· ìa PÌQll uel 1466. Cooperò alle fortificazioni delle xq>ulihlìd.1e d.i. Veu.C,<Ìa. ·e di Firenze e nel 1409 diresse

Dìmetile Solfato. Liquido oleoso, incoloro e inodoro; reagisce prontamente con gli a:Cali, dai qual i viene facilmente saponificato. E' d ota to d i spiccata az ione biologica; come lagrimogeno la sua efficacia si sviluppa lentamente, cosicchè solo dopo qua lche ora dall·~ggress ionc si osservano, negli individui colpiti, i p r,mi sintomi di intor bidamento della cornea e sollevamento vescicolare dell'epitelio ; ma, come cor rosivo e toss:co, manifesta un'azione molto più energica, che s'in ,zia con una profonda irritazione della mucosa degli organi respiratorii. Durante la guerra mondiale fu fargamente usato dai Tedeschi per la carica dei proietti asfissianti, specie in unione col cloroso!fona to di metile, e a volte anche con aggiunta d i cloridrina solforica. Venne pure adopernto dai Francesi, sebbene per poco tempo, nella miscela che, nel loro codice segreto, de15ignarono co l nome d i ,. Ratiomie )) 1 costituita di : solfato dirpetilico e cloridrina solforica. Dimissione. E' uno d ei pro,•vedimenti previsti d alla legge sullo stato degli ufficia li, med iante il quale l' ufficiale perde il grado che r iveste. La D. può essere volontaria, cioè p re,entata di sponta11ea volontà dall'ufficiale; ovvero imposta e pronunc,ata da- un tri buna le mii itare: costituisce, in tal caso, una pena, n on infama nte, conterhµlata d al nostro codice µenalc per l'Esercito. La D . volontaria per dar luogo alla perdita del grado deve essere accettata con decreto reale. Se viene respi11ta, l'ufficiale con tinua a rivestire il proprio grado. Salvo casi particolarissimi, o di speciale autorizzazione . sovrana, non può dimetters i dal grado l'ufficia le che non abbia compiuto il 39° anno cli età.. sia egli d i complemento che in S. r . E. L'ufficiale provvisto di pensione vitalizia per servizio militare non può dimettersi dal grado finchè conserv i l'attitud,ne al servizio di riserva, o non abbia raggiunto il lim ite d'c tit stabi lito per detto servizio. La legge del 1912 ed il re- · latiYo regolamento sanzionavano per l'ufficiale in servizio attivo la possibilità d i rinuncia al grado in quals iasi momento della sua carriera, salvo in caso di mobilitaz,one e da l giorno in cui questa era dichiarata. L a legge del 1926 ha determinato in via genera.le (e qu indi per ogni categoria d i ufficiali) il divieto di spogliarsi del grado fincl1è perdurino obblighi di serv izio militare. Se tut tavia - salvo casi particolarissimi, o di autorizzaz ione sovrana - è vietata la D . dal grado prima del limite suaccQnnato, è lasciata facoltà di abbandonare volon tar iamen te l'impiego, mediante dispensa da l ser vizio at tivo a domanda. L a climi,sione imposta come pena por ta invece con sè l'immed iato liccnziayncnto da l serviz io, con la perdita del grado. senza esclusiùne però dal la milizia . Quando viene applicata come pena accessoria, si ha sempre -per pronunciata colla sentenza che impone la pena principale. Alla D ., pronunciata cotne pena principale, è sostitui to in certi casi il carcere ordinario, non min ore di tre mesi ed estens ibile sino a cinque anni. Incorre nella pena della D . l'ufficia le che si renda reo d i prevar icazione, di infooeltà e d i corruzione; che accetti funzJoni, pensioni ed onorificenze eia potenze stranrre seu-

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za autorizzazione; che - potendo - non abbia impe<lito il reato di busca. L'ufficiale d .serto,e in tempo d i paèe ~ pure punito con la D ., unita - in tal caso alla reclusione militare.

Dim it rieff (Radco). Generale bulgaro, n. nel 1859. Fece la Scuola mii. cl i Sofia e l'Accademia mii. russa. Nel 1885 comandò, contro la Serbid il C. d'A. dell'est. Fu capo di S . M. dell'eserc.to. comandante della III Armata nel 1912 contro la Turchia e battè l'esercito turco a L ule Burgas. Nel 1913 tenne il comando dell'eserc ito l·u lgaro contro Greci e Serbi. Allo scoppio del;a guerra mondia le era m inistro plen ipotenzia rio in Russia· :,IJora lasciò la carica per assumere· comando di C. d' A. nell'esercito russo. Scoppiata la r ivoluzione, avendo rifiutato di servire i Bolscevichi, fu da essi fu•cilato, ins:eme col gen. Rusky (1917). Lasciò due opere: « Le operazioni attorno a Sc ipka, ( 1877-78) ; << La III Armata nella guerra del 1912 JJ. Di M on ';houx (barone Giovanni Maria). Generale, m . a Torino nel 1834. Colonnello· dello Stato M. genera le dell'armata ne l 1815, venne promosso magg. generale nel 18 17 e ten. generale comandante ,n capo dello S. l\•1. genera le nel 1830. Nel 1831 fu collocato a riposo. D i M r ntmayeur (barone Gaspare). :Maresciallo di Savoia. 111. ad Albenga nel 1383. Creato Collare del!'Annunzia ta alla fondazione dell'O rdine, fu il 2° marescia lln cli Savoia. Comandò un corpo a Gallipoli du rante !a spcd i?.ione in Orien te dei Cnnte Verde; combattè ad Asti n el 13il e po i in Puglia. Fu esecutore tes' :·m 'nn rio di Amedeo VI che aveva per lui grande devozione cd affetto. Di Montmayeur Gaspare. F iglio del prc<:edente, ma -

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resciallo di Savoia, m. nel 1433. Segui il Conte Rosso in Francia nel 1383 e nel 1398 fu nominato maresciallo di Savoia. Guerreggiò nel 1412 contro il marchese di SaJu7,zo e nel 1 415 rappresentò il Sovrano al concilio di Costanza. Ne! 1427 sottoscrisse il trattato di Torino e nel 1432 quello d'alleanza del Duca di M ilano col marcl,~se del Monferrato.

Di Montm.aycu.r Giacomo. Figlio del precedente, maresciallo di Savoia, m. nel 1489. Nel 1431 andò in soccorso dell'impera tore S igismondo, che era in guerra con i Veneti e nel 1449 si distinse a Carpignano e Borgomanero proteggendo la ritirata e fronteggiando il nemico numeroso: il Duca Luigi di Savoia lo ricompensò col Colla re del!' Annunzia ta e colla nomina a maresciallo. Nel 1465 fu con Luigi XI a ll'assedio di Villafranca nell'alta Garonna ·e partecipò alla battaglia di Monthàrey.

D imostrazione. Antico proced imento tattico tendente ad ingannare l'avversario, richiamandone, con una certa precedenza di tempo, l'attenzione in loca lità cccentr,ca rispetto a quella prescelta per un attacco dec isi vo. In genere costituiva, come la «diversione)), una dispersione di forze, non essendo i risultati ade" u:iti a ll'impiego dei mezzi che richiedeva, soprattutto perchè il carattere stesso dell'azione para lizzava Io slancio delle truppe e è~i comandanti. J .a grande guerra ha in :egnato a considerare egu a lmente impor tanti tutte le azioni che si organizzano pe r il raggiungimento di un determina to obiettivo, mentre le diverse possibilità delle azioni vengono stabilite col dosamcnto delle forze e la specificazione degli obiettivi. L a nostra nuova dottrina tattica non prevede che a r.ioni ,, p ri:1~ pali " ecl azinni « concomitanti ,,. e preci• 1-rifr, rhe ne l quadro generale dcll'organiz0

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La ror,ezr.a ctl Dln ant nel sec. XVII


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zazione dell'attacco, tu tti gli sforzi sono importan ti e debbono essere stabiliti e coordinati in armonia a llo scopo che si vuole raggiungere. L'azione concomitante è per tanto così aggressiva e decisa quanto l'az ione pri ncipale: d ivers ificano soltanto le rispettive possibilità, perchè esse sono state a priori detenn.inate da l coman dante in J·elazione alla costituzione delle varie colonne d'attacco. In altri' termini, oggi, l'attacco ha assun to il carattere d i una a;:.ione complessa, che rich iede particolare ed appropriata organizzazione ; pgni sfo rzo è dosato e tende al conseguimento d i un determinato risultato, men tre tutti gli sforzi, armonizzati fra loro, debbono consentire il ra.ggiungimento dell'obbiettivo dell'attacco.

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s i spostasse sulla Sambra a fron teggiare la marcia delle arma te tedesche 1• e 2•, in u nione cogli Inglesi e cor Gruppo d'Amacle ; e che la 4• Annata francese, di riserva, si portasse in linea al posto della 5°.

Di moti ka. Città della Turchia, sulla destra della Maritza.

I. Assedio di Dhnoti!.a (1375). Appar tiene all'invas ione dell'Europa da parte di Amurat r, il quale lo iniziò per ridurre all'obbedienza Andronico, figlio dell'imperatore bizantino G iovanni V, vassallo a llora de l sultano, e Sangi, figlio di Amurat medesimo, entrambi ribellatisi ai loro padri e congiu rati per sbalzarli dai rispettivi troni. Le deboli forze dei ribelli furono presto sopraffatte : Amu rat fece annegare i loro par tigian i nella Maritza, e accecare e decapitare Sangi. Giovanni V fece gettare in carcere Andronico, II. Trattato di Dimoti!.a (25 settembre 1915). Concìuso fra Turchia e Bu lgaria, le quali cancellano i ricordi della guerra del 1912-13, stringendo alleanza. Per la Bulgaria è stabilito un ingrandimento verso la Tracia ( 3000 km') e il possesso della ferrovia Dede Aga.e-Adria_ nopoli.

Dinant. Città del Belgio, in prov. cli N'amur, sulla dr. della Mosa. Ebbe u na cittadella. fin dal XII secolo, in posizione elevata. Nell'agosto del 1466 fu assediata e p resa da Carlo il Temera rio, mentre erasi schierata a favore del re d i Francia, duran te la guerra del « Bene pubblico >>. I Borgognoni allora la saccheggiarono e incendiarono. Nel 1544 le truppe di E nr ico II re d i Francia la presero e devastarono a loro volta, distruggendo la cittadella. Il 22 maggio 1675 fu di nuovo assalita dai Francesi di Luigi XIV, comandati dal maresc. di Créqui. Dopo tre giorni di assed io, la città fu p resa: la cittadella, che era ·stata r icostruita in fine del secolo XVI, resistette ancor a quattro giorni. Combattimento di Dinant ( 15 agosto 1914). Nella 2• decade di agosto 1914, per le vive insistenze del generale Lanrezac, il generale Joffre acconsentì che la s• Armata francese mandasse uno dei suoi C. d' A. (e precisamente il I) verso D., per proteggersi contro i Tedeschi che minacciavano d i passare la Mosa, c per collegarsi cogli Ingles i·, che s i venivano concentrando nella zona di Amiens. I T edeschi, cui premeva assicurarsi i passaggi della Mosa per lo sviluppo del loro concetto di manovra avvolgente, il 15 agosto, con truppe della loro 3• /\ r mata, s'impadronirono d i D . e posero piede sulla sr. del fiume . l\,fa ben presto accorsero le truppe del I C. francese suddetto, che riuscivano a r icacciare il nemico a l di là del fiume ed a r ioccupare D. L'importanza di questo combattimento sta n el fatto che valse a persuadere Joffre della realtà della situazione alla sr. del suo schie ramento, ed a d isporre, in conseguenza, ch e tutta la S" Arma ta (generale Lan rezac)

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Di Negro (Orazio). Arnm.irnglio, n. a Genova nel 1798, m. nel 1872. Partecipò a lla .~pedizione di Tripo li, e alla guerra del 1848 nell'Adriatico. Raggiunse il grado di viceammir. nel 1860, fu nomi nato senatore nel 1861, ministro della ma rina nel 1863. Dinitrobenze ne. Si ottiene facendo agire l'acido nitrico fumante, oppure il miscuglio nitro-solforico, sul benzene. Lavato con acqua e cristallizzato da ll'alcool, dà. un prodotto cc mela», che ha avuto applicazioni di guer ra. I T edeschi lo impiegarono fuso direttamente nelle g ranate, innescando la massa con un esplosivo potente, collocato super iormente, verso l'ogiva; talora l'usarono insieme al nitrato ammonico. La potenza esplosiva del m-clinitrobenzene non è molto elevata; per cui, nella carica dei proietti, venne spesso associato a Lm esplosivo p iù energico, come il trinitroan isolo. Fa. parte, come normale costituente, di molt i miscugli esplosivi (Bell ite, Kineti!e, Roburite, Securite, Tonitc) ma, essen do. dotato d i spiccate proprietà venefiche, che rendono pericolose tanto la sua preparazione quanto la lavorazione e il maneggio, esso viene di preferenza. sostitui to con dinitro o tri.nitronaftalina. Dino Guida ( R.oberto). Generale, n. nel 1856. Sottotenente d'ar tiglieria nel 1876, d iven ne colonnello n e l 1909. F u d irettore d'art. a Messina e poi comandò il' 3° regg. art. da. fortezza. In P . A. n~l 1914, divenne-


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magg. generale nel 1916. :\'ella riserva raggiunse il grado di generale di divis. nel 1923. Compilò le « Istruzioni)) sul traino d'artiglieria in montagna, sulla condotta dei parchi d'artiglieria d i assedio, sull'imp iego delle artig lierie cli medio cali bro. D ura.nte la guerra comandò lo sbarrament( B ren ta-Cismon .

Dionigi. Tiranno di Siracusa , detto <( I l Vecchio l> ( 430-368 a . C ). Nel 405 riuscì a d esser e signore iJicontrastalo della città, che fortificò potente1nen te ,

creando

cantieri,

Dlno Guida Hobcrto scali per le navi, fabbriche d'anni, organizzando eserciti con i quali combattè per tu tta la sua vita , specialmente, con va.ria for tu na, contro i Cartaginesi, estendendo anche a parte della Magna Grecia il suo dominio.

Diotaiuti (Roberto) . Generale, n. e m. a Napoli (1866-1919). Sottot. di cavalleria. nel 1884, partecipò a lla guerra libica e s i mer itò la mecl. d'a rgento alle Due Palme. Colonnello ne l 1915, comandò il regg. cavalleggeri d i Ud ine, e rnagg. generale (1916) le brigate Campobasso e Perugia . Ebbe nel 1917 il comando della 11• divis. che condusse nell'az ione del Piave (giu gno 1918) meri tandosi una seconda med. d'argento. Dipartimento militare, La prima c ircoscrizione mii. dell'Alta Italia, s tabilita nel 1860, divise il territorio nazionale in 5 zone che ebbero il nome d i Dipartimenti; a capo di ciascuna d i esse era un « Gran Comando Niilitare », le cui sedi furono Alcssand1·ia, Brescia, T'arma, Bologna e Torino. Per l'occupazione delle Mar che, dell'Umbria e del Napoletano furono mobilitati i dipar timenti IV e V che costituirono il IV e V. C. d' A. Dopo la campagna un nuovo "Gran Comando M ilitare >) s i costitul a Napoli; a i Comandi si dettero due stati maggiori, l'uno territoriale e l'altro di campagna. Nel 1861 i D. vennero ripart iti in D ivisioni. L'8 giugno 1862 venne ricostituito un unico S. M. per D. e si formò il VII dipartimento a Palermo. Nel 1863 le division i, prima organi attivi, ebbero sistemazione territoria le e, basatos i su queste essenzialmente l'ord inamen to dell'esercito, si procedette all'abo lizione dei D., che fu completa· nel 1867 . Dipartimento militare marittimo. Le coste delle Nazioni mari ttime vengono su ddivise in zone per facilitarne la so rveglianza, gli studi, la difesa, ecc. Queste Zone si chiamano D. o c ircoscrizioni mi i. marittime, e prendono il nome dalla J'iazza m ii. mari ttima pièt impor tante compresa nella Zona, e nella quale risiede il comandante in- capo del D., il f]uale. in I ta lia è un arnmir. d i squadra . Da esso dipendono i Comandi delle Basi Navali compr ese nella Zona. E g li ha dire tta giur isdizione sulla P iazza marittima su lla quale risiede; s i occupa della organizzazione liellica, dei serv izi delle com unicazioni, dei servizi scmafo.rici, ecc. e concorre agli studi per la prepara zione del tempo d i guer ra, i n ar monia con le diretti ve che gli vengono impar tite da lJTffìcio del Capo d i S . l'vl. I l Comando de l D . ha sotto

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i suoi or dini anche u n certo numero d i navi èh e non fanno pule delle squadre, e cbe servono per i servizi dipartimentali. Nella marina sarda, dopo il lSl S, il Governo provvide alla creazione di tre Com partimenti mi i_ marittimi ( dett i in ecguito d ipartimenti) fissandone le sedi a Genova, Villa.franca, Caglia ri. Camilla Cavour, r iordinando le cose della Marina qua ,ido ne fu Ministro (dopo il 1860) divise il li torale de llo Stato in tre Dipartimenti, e cioè: Set tentrionale (Genova), Meridionale (Napoli) e dell'Adria tico ( Ancona) . F u nel 1863 che, modificatetota lmente le is tituzioni dipartimentali, anche la circoscr izione militare subì un cambiamento ed i tre D. furono distinti con un numero progressivo. I l primo, con sede a Genova, nell'attesa d i essere traspor tata alla Spezia, comp rese il litorale da l confine d i Francia fino agli Stati Romani . Nel 1870 la sede di questo D. fu portata a lla Spezia e. dopo l'annessione degli Stati Pontifici si estese fino a Terr acina , comprendendo al tresì l'isola di Sardegna. e l'Ar cipelago Toscano . Il secondo, con sede a Napoli. comprese il litorale da Terracin a a l Capo cli Santa Maria di Leuca, la Sicilia e le isole adiacenti. It terzo, con sede ad Ancona, comprese il litorale dal Capo, di Santa Maria d i Leuca a lle foci del Po. Dopo l'annessione del Veneto la giurisdizione s i estese fino al confine austriaco e, nel 1867, la sede fu trasporta ta da Ancona a Venezia. Q u esta ripartizione del litorale in tre D ipartimenti rimase immutata fino a l 1893. Ncf 1889 i Comandi d i difesa, istit uiti nel 1887 nelle P iazze forti di :C.fadclalena e di Taranto, assunsero i l titolo di Comand i locali marittimi con u n contrammir. incaricato della d irezione di tutti i servizi della R. M . esistenti nei d ue porti, pur consèrvando la dipenden za d isciplinare e gerarchica dal comandante il D. della rispettiva cicoscrizione. X el 1893 quest i due Comandi presero i l nome cli Comandi mii. marittimi, d ivennero autonomi, ed ebbero giurisdizione su di un determina to· tratto di costa, per modo che venne modificata la precedente circoscrizione mar ittima. Nel 19 1.l il comando m ii. marittimo di Taranto fu elevato a D. e n el 1913 i D. che fino ad al lora erano stati denom inat i per numero, furono indicati col solo nome della citta in cui avevano rispettivamente seùc, e cioè: Spezia - Napoli Taranto e Venezia, oltre i due Comandi mii. marittimi d i .Maddalena e cli Brindisi, istituiti nel 19 1S, che ebbero giurisd izione territoria le a sè, a s imilitud ine anche dei comandi d i d ifesa d i Gaeta e d i Messina., aventi anch'essi una determin ata giurisdizione ter r itoriale propria. In seguito, il Comando mii. marittimo d i Brindisi ,, la d ifesa cli :11:lcssina assunsero i l tito 1o rispettiva~ mente cli Comand i dei ser vizi della R. M . nel BassoAdriatico e quello di Coma1Jdo dei servjzi della Mar ina in Sicilia . Dopo la guerra, infine, venne istituito a Pola un Comando cli D ., abolendo quello di Venezia . Si giunse cosl alla c ircoscrizioue m ii. marittima. s tabilita con decreto del maggio 192 1 e mantenuta in vita fo10 a tutto ir 1922, quando cioè. in tervenuta umc radicale trasforma zione della R. 1\-1., ne derivò di conseguenza una diversa circoscr izione mil. ma rittima, con alti Comandi egiurisdizione cost iera e d ipendenza di Comandi mii. marittimi, nonché la dipendenza dei Comandi di MarinJ.

I. Comnndo in Capo del D ipartimento :M arittimo· dell'Alto Tfrreno, con sede alla Spe,ia, e con giurisdizione sulle coste d ella Penisola dal confine francese a lla:..


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foce del Chiarone e sull'Arcipelago Toscano. Esso h'<l a lla su a d ipendenza: a) il Comando mii. marittimo della P iazza della Spezia, con uguale giurisdizione, e da l quale d ipendono: il comando Mar.na di Genova e il Comando del Balipedio di Viareggio; b) il Comando della R. Accademia Navale di Livorno, senza alcuna giurisdizione costiera e dipende, come Ist itu to. direttamente dal Ministero. IL Comando in Capo del Dipartimento del Basso Tirreno, con sede a Napoli, e giurisdi,sione sulle coste della Penisola dalla foce de l Chiaxone a quella dell' Assi, nonchè su lie isole Pontine e Partenopee . e sulìa Sardegna e Sicilia, comprese tutte le isole adiacenti Questo Comando ha a lla sua dipendenza: a) il Coma ndo mii. marittimo di Napoli, con giu risd izione sulle coste della Penisola dalla foce del Chiarone a.Ila foce della F iumara M_esima e sulle isole Pontine e Partenopee, e dal qua le dipendono il Comando della D ifesa Marittima di Gaeta, il Comando del d istaccamento R. E. cli Capo Miseno ed il Comando cie l R. Cantiere di Caste.lla.mmare d i Stabia; b) il Comando miL marittimo in Sardegna. e della piazza marittima. di Maddalena, con giurisdizione sulle coste della Sardegna ed -isole adiacenti ; e) il Comando militare marittimo in Sicilia. e della difesa marittima. cli ì\fessina, con giurisdizione sulle coste della Pen isola da lla foce del Mesima a quella cieli' Assi e sulle coste della Sicilia. ed iso le adiacenti:

III. Coniando itt Capo del D·i part·imen:to marittimo dello Ionio e dell'Adriatico, con sede a Taranto, e giurisd izione sulle coste della Penisola dalla foce del!' Ass.i a l confine jugo,.la.vo, nonchè sulle iso le dell'Adriatico. Esso ha alla sua dipendenza: a) il Comando mii. mar ittimo e della P iazza 1-Iaxittima d i Taranto, con · giurisdiz,one sulle coste della Penisola. dalla f oce dell' Assi a Torre Specchia. Grande inclusa ; b) il Comando m ii. 1'1arittimo e della Piazza l\farittima di Brindisi, con giurisdizione sulle coste della Penisola da Tor re Specchia Grande esclusa, a Punta Pietre Nere esclusa, e sulle isole Tremiti, Pela.gasa, Lagosta, Gazza, minori adiacenti e isola d i Saseno, il di cui ComJ.ndo di Marina d ipende da Brindisi; e) il Comando m ii. mari ttimo e della P iazza Marittima di Venezia con giurisdizione sulle coste della Penisola d~ Punta Pietre Nere inclu sa alla foce del T agliamento; d) il Coman do mii. marittimo e della Piazza l\farittima. di Pola, dal quale dipende il Comando cli Marina a Zara e con giurisdizione sulle coste della renisola dalla foce del Tagliamento al confine· jugoslavo. Nel 1928 il III Dipartimen to fu denominato de llo J on io e del Basso Adriatico, e fu creato un comando militare marittimo autonomo Alto Adriatico, con sede a Venezia, e giurisd i1,ione ind icata. dalle lettere e e d del precedente capoverso.

D i Poggio (nob. Filippo). Generale, n. cli Lucca (1822- 1910). Alfiere della guardia urbana di Lucca Ml 1841 e sottot. n ell'eserc ito toscano nel 1848, passò nel nostro esercito nel 1859, pa rtecipando alla guerra cli quell'anno, e fu comandan te mii. del circondario cli Fer~·are. nel 1864, e poi cfc! d>stretto d i Teramo. D ivenuto

Dm colonnello nel 1875, passò nella riserva. ed ebbe il grado d i magg, ge,;erale nel 1895.

Di Pompeo (Ernesto). Generale, n. a Napoli, m. a Roma ( 1845- 1928). Sottot. d'art. nel 1868, i-aggiunse il grado d i co lonnello nel 1902. Competente tecnico, dopo la collocazione in P . A. ( 1903) fu p iù volte rich ,amato temporaneamente in servizio e promosso magg, genera.le nel 1913. D i Racconigi (conte Carlo). Genera.le, n. di Torino (1800- 1878). Proveniente dalla cavalleria, fu direttore della R. Scuola Veterinaria.; colonnello di cavalleria nel 1849, anelò a r iposo nel 1851 e nel 1860 ebbe il grado d i generale. Fu aiutante d i campo onorario del Re Vittorio Emanuele II dal 1861. Dir ck. Pugnale scd"zzcse, per lo p iù p rovvisto di manico d1 corno, con ornamenti di p ietre trasparenti, o simili al d iaspro, o in argento. Dir ettore. Qua lifica. che viene attribuita all'ufficiale avente la d,rezione di un servizio presso un determinato ente (V. Direzione). Di rett or io. Magistratura suprema della Repubblica francese, decretata dalla Costituente (1795) e invest ita del potere esecutivo, mentre quello legislativo rimase affidato alle due assemblee « degli anziani» e « dei cinquecento )l. Il D . era composto di cinque membri, nomina.ti dal Corpo legislativo; le sue attribuzioni militari erano: provvede re alla sicurezza. interna ccl esterna dello Staio, disporre della forzà pubblica., nominare i generali, prepara.r e i p ian i d i guerra. P rimi Direttori furono Larcvellière-Lepaux, Lclournetur, Rewbell, Barras e Carnet. Quest'ultimo, prima membro della Convenzione e del Comitato di Salute I'ubblica, organizzò le forze della Repubblica d imostrando cli avere comp1·eso le nuove esigenze dell'arte della guerra. A lui specia lmente si deve il raggruppamento delle tre ar mi in grandi unità costituite, le d ivisioni. Sotto il Carnot fu prepara to il vasto piano militare che doveva condurre presso a Vienna gli eserciti francesi; il · Moreau ebbe il comando del l'esercito del Reno, in sostituzione ciel Pichegru, già sospetto di tradimento e Iluonaparte quello dell 'Italia, mentre Jourdan conser vò quello della Sambra e Mosa, e !:foche compl nell'interno la so ttomiss:one della Vandea. Nel 1797 cominciarono i primi d issapori fra i membri ciel D. ; nelle giornate cli Fruttidoro il Carnot fu nella lista dei proscritti e sostituito . Le lotte indebolirono il prest igio dell'istituzione, mentre le vittorie militari esaltJ.va,10 quello clell"esercito. La crisi si maturava: bastò l'arrivo d i :sfapo Icone dall'Egitto per prec ip itare le cose. Il 18 Ilrumajo 1798, collo storico colpo di Stato, dopo tre anni dalla sua istituzione, il D. era sostitui to da una nuova e più ris tretta forma di governo : il Consolato. D i Revel. V. Genov a cli Revel. D ir ez ione general e. E' il nome delle branche in cui si ripartisce il Ministero delb. guerra pel suo funzionamento. Ciascuna D. a sua volta si suddivide in Divisioni ~ Sezioni, ognuna con compi ti spec ifici e ben definiti. Un organismo così complesso come è quello del Ministero della guerra ~on potrebbe esplicare le proprio: mansioni se non fosse ordinato, con un ben inteso decen tramento, in vari rami di scrv.izio ciascuno con par-


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ticolari e proprie incombenze sì da agire con perfetta rispon denza alle diret tive del M inis tro senza interferenze cd attriti. A ogni D. G. corrisponde un serv1z10 (o p iù) o un compito relativo al governo del personale o al reclutamento . A capo d i ogni D. G. v'è un direttore generale che in genere è un impiegato civile.

Direzione generale del genio. P resiede a l servizio del Genio e sono su oi compiti specifici: sovraintendere agli s tudi relativi a lla costruzione ed al mantenimento degli immobili d i ogni specie costituenti il demanio militare; inv igilare sull'amministrazione degli immobili stessi ; provvedere alla produzione o all'acqu isto dei materiali mobili occorrenti per Je :numerose specialità dell'arma; presiedere a tu tti gli studi ed esperimenti relativi ai mezzi tecnici delle varie specialità. Per il d isimpegno d i tali comp iti si vale dell'opera. dei comandi del Genio d i corpo d'armata e dei vari stabilimenti. Direzione generale di Art·iglieria e Automobilismo. Presiede a tutto quanto concerne il serviz.o di artiglieria e quello automobilistico. Suoi princi pali compiti specifici sono: p rovvedere alla produzione ed all'acquisto <lei materia le d'artiglieria ed automobilistico d'ogni specie occorrente ai bisogni ordinari del tempo di pace e a lla. predisposizione delle dotazioni d i mobi litazione; sovraintendere a lla conservazione, manutcnz.one e riparazione del materiale d'artiglieria ed a u tomobilistico; in vigi lare su l funzio11amcnto dei servizi d'artiglieria cd autornob,lismo p resso i vari enti d ell'Esercito ; presiedere a studi ed espe rimenti di carattere tecnico relat ivi a tutti i materiali propri dei servizi d'art. ed automobilistico. Pel disimpegno di tali mansioni si vale de ll'opera dei comandi d'art. d i C. d' A., delle Direzioni e sezioni staccate d'art. e dei vari stabilimenti. Direzione ge1terale servizi logistici . Presiede a l funzionamento dei servizi di commissariato presso l'Esercito. Suoi compiti pr incipali sono : inv igilare sull'andamento generale ciel servizio a mezzo degli appositi organi; sovraintendere alla produzione ccl all'acqu isto dei var'i materia li del servizio di comm issa.rnito occorrenti. a lle truppe; curare la costituzione delle dotazioni cli mobi li !azione a seconda del fabbisogno dei vari enti. PeJ disimpegno delle proprie mansioni oltre che dei suoi organi interni, s i serve degli stabilimenti vari e delle d irezion i e sezioni staccate di commissar ia to.

Direzione genera.le f>ersonale ufj;ciali. Si occupa d i tu tte le quest ioni relative agli u fficiali del R. Esercito e cioè: reclutamento, stato, disciplina, avanzamen to, tra:,ferimenti . Direzione genera.le leva, sott,q]friali e truppa. Si oco,upa d i tutto q uanto concerne i sottufficia li ed i militari di tn,ppa e cioè: reclutamento, stato dei sottufficia.l i, disciplina, avanzamento, trasferimenti.

Direzione genern.le personali civili e affari generali. Si occupa cli tutto quanto concerne il personale civile in servizio presso 11amm inistrazione m ilitare, le pen-

sioni norro.ali e privilegia te ord inarie, il collocamento a riposo e oongedamcnto degli invalid i, le fondazion i e gli istit uti di bendi.cenza, le r icompense ordinarie al valor m ilitare, ecc. D irezione del centro chimico militare. Presiede a tutti gli sfudi ed esji>erimenti relativi agli aggressivi ch imici ed ai mezzi d i protez ione.

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Direzione centrale di sattità militare. Sovra intende a l funzionamen to del servizio sanitario p resso l'E sercito. .Suoi principali compiti specific i sono: Invigilare sul buon andamento d el servizio presso i vari enti dell'Esercito; provvedere alla r ipar tiz ione degli ufficia li medici si da assicurare il fun"ionamcnto del servizio presso tutti i corpi; curare la provvista dal commercio e la produzione dei mezzi di cura e profilattici occorrenti ; provvedere alle dotazioni per le necessità della mobilitazione dei vari corpi e reparti ; sovraintendere alla mobilitazione delle formazioni sanitarie. Per il disimpegno di tali ma nsioni si va.le dell'opera deilc Direzioni di sanità di corpo d'armata, degli stabilimen ti sanitari e delle compagnie cl i sanità. D·irez;o11,e d'artiglieria. Le d irezioni d'artiglieria sono organi del servizio d 'artiglieria . Ve n'è una per ogni C. d'A. e per i cgmandi mii. della S icilia e della Sardegna. In totale si hanno dunque tred ici D., da cui dipende un certo numero di sezioni staccate. Le D . d 'art. hanno g iurisdizione tel'fitoria le e il territorio cli rispettiva competenza corrisponde a quello del C. d' A. cui appartengono. Dipendono in linea tecnica dalla D. generale d'artiglieria del Ministero della guerra, mentre per quanto ha tratto con l'andamento generale (discip lina, persona le, ccc.) fanno capo a i comand i d'art. di C. d'A. Comp iti specifici delle D. sono i seguenti : ricevono i materiali d'art. dagli enti costruttori e provvedono a d istribuirli ai corpi; tengono accantonato il materiale d 'artiglieria non immediatamente occorrente a i bisogni dei corp i ; a mezzo d i a pposito laboratocio eseguiscono r iparazioni a i ma.teriali versati dai corpi e li restituiscono poi ai corpi stessi o provveclono ad accantonarl i; curano la buona conservazione e manu tenzione dei ma teriali allogati in magazzino. L'organ ico de lle D. d'art. è stabil ito clalla « D irezione per i servizi del materiale di artiglieria» . O gni D . è retta da un colonne llo d'art. detto « Direttore d'a rtiglier ia)> equiparato a comandanto di corpo. avente alle sue d ipendenze un numero vario d i ufficiali dei vari gradi. Direzione del genio. Le D. del Genio m ilitare furono soppresse poco prima dell'anelata in vigore dell'ordinamento attuale ( 1926) . Ne esisteva una per ogni C. d'A. Con la loro soppressione, gli incarichi propr1 di esse sono passati in parte a i comandi del Genio di C. d' A. ed in par te agli uffici delle fortificazioni, che furono appunto creati a ll'atto della abolizione degli enti suddetti. I>irezione di Sanità di Arma.ta. Presso ogni Armata mobilitala vi è u na D . di sanità, che · p resiede al servizio san itario nell'interno dcli' Arma ta in base a lle direttive tecniche del corr ispondente organo presso il comando supremo e degli ordini ciel sottucapo di S. M . per i servizi dell'armata, da cui di rettamente dipende. In particolare provvede: al la d islocazione ed a.I funzionamento clegli ospedali da campo, all'impianto di cspeda\i eventuali, d i infermerie p:ovvisorie. di convalescenziari ed alla utilizzazione del!e risorse locali; allo sgombero dei ma lati e feriti dagli. c,spedal i di corpo d'ar mata e d'armata verso g li stabilimen ti territoriali mediante au toambulanze, 11·eni attrezzati e treni ospedali ; all'igiene di tutte le truppe dell'armata a mezzo della sezione d i d isinfezione e con l'imp ianta d i docce, stazioni di bonifica, campi d i isolamen to, lazzaretti, ecc.; al movimento ed alla sostituzione presso i vari enti del personale san ita rio (ufficiali e truppa) occorren te al scr-


DIR v1z10; al rifornimento <lei materiale sanitario s ia per gl i stabilimenti e le truppe d'annata che per gli stabilimenti e le truppe di corpo d'armata. Quali organi esecu tivi del servizio, la D. dispone <li ospedali da campo, sezione d i disinfezione, infermerie provvi,5orie, ambu -

lanze chirurgiche) 1nagazzino avanza to di materiaJc sa-

nitario, deposito centrale, sezion i a11toambulanze, treni attrezza ti, treni ospedali, navi ospedali, ecc. Da essa d ipendono le D. di sanità dei C. d'A. mobilitati, le quali sovraintendono a.I servizio sanitario nell'interno della detta grande unità.

Direzione d·i sanità cli corpo i:l'annata territoriale. Ne esiste una presso ogni C. d' A. territoria le. Vi è a capo un direttore <li sanità che dirige tecnicamen te il servizio sanitario; dipende d irettamente dal comandante del co1·po d'armata per q11anto riguarda. l'andamento direttivo del servizio; fa capo, invece, a l comandante della d ivisione per la d isc iplina e per il funzionamento degli ospedali e dei luogb i d i cu ra in genere che si trova,10 dislocati nel territorio delle d ivisioni. Direzione di. veterinaria d'armata. Ogni comando di armata mobi litata ha una D . di veterinaria che presiede al servizio d i veterinaria nell'interno della Grande Unità, avendo i seguenti compiti : emana le direttive tecniche che ritiene opportune per il migliore funzionamento d.] servizio nell'interno dell'armata; propone al sotto ca.po di S. M. la ripartizione del personale fra le varie unità; la dis locazione e l'assegnazione delle infermerie quadrupedi; le norme per prevenfre e reprimere le epizoozie e per la migliore conservazione del materiale equi no; indica alle D. di veterinaria di C. d'A. su quali stabilimenti devono sgomberare i quadrupedi malati; provvede ad inoltrare le richieste per il rifornimento del magazzino avanzato. Da questa D . d ipende quella di C. d'A., che sovraintende a l servizio di veterinaria della detta grande uniti1. Direzione di attacco (Tattica). E' la direzione a cavallo della qua le deve svolgersi l'azione d i un detennin ato reparto. In genere è la via che porta più direttamente allo scopo; sernpre quella che consente i maggiori risultati. Spesso non coincide con la D. d i movimento. E' sempre materia li zzata nell'ordine di operazione per l'attacco (progetto d'attacco, nel ca.59 di azione offensiva contro nemico in terreno organizzato) mediante la designazione dell'obiettivo d'attacco, talora anche con quelh, di obiettivi intermedi e d i obictt.ivi eventuali. Quando sia possibile, deve portare all'urto contro uno o meglio contro ent rambi i fianchi dell'avversario. Se ciò non riesce subito (ad esempio: nel caso di fronte continuo) risu lta dapprima frontale contro un certo tratto della fronte avversaria., per muta,:si poi in laterale a penetrazione avvenuta. La D . d'attacco della riserva di una Grande Uniti, si identifica con la D . di impiego. In difemiva esiste la cc direzione del contrattacco J>; essa può essere' scelta solo 11el caso in cui si tratti di azione svol ta con forze considerevoli ( unità del secondo e terzo scaglione, meglio Grandi Unità di seconda schiera). Per dare il massimo rendimento deve giungere sul fianco o sulla base del saliente formato dalla penetrazione nemica. Direzione di marcia. Itinerario ed allineamento seguiti dalla guida o dal reparto di base nei moviment i e nelle trasformazioni in ordine chiuso; ovvero indica-

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zione data. ad un reparto di base nella marcia fuori strada, perchè su d i esso possa.no regolare il movimento tutti i rep:irti d i una determinata. unità. La D. d i marcia, mentre vincola i l movimento dei reparti nelle evoluzion i in ordine chiuso e lo disciplina nel movimento in formazione rada, non deve contenere in mo<lo a lcuno lo slancio dei reparti nell'avvicinamento. In questa fase, la direzione del movimento finisce, in definitiva, per essere determinata dal reparto che p iù facilmente riesce a procedere verso il nemico.

Direzione di mov-imento (Tattica). E' assegnata. dal comandante della Grande Unità._ complessa alle Grandi. Unità sottoposte sin dalla fase della <e marcia al nem ico» in relazione alla << direzione di operazione » per esse prev ista nell'ordine d i oper~zione. E' uno degli clementi che differenz iano la marcia a l nemico delle Grand i Unità di 1• schiera da quelle delle Grandi Unità d i 2" schiera. Infatti, la marcia al nemico, per le prime_ avviene sempre con direzione d i movimento normale a lla fronte; mentre, per le seconde, non solo non è sempre normale alla ·fronte, ma può anche in taluni casi,. subire variazioni durante la stessa marcia . La D. di movimento può, a volte, coincidere con la D. d'attacco. Essa deve essere man tenuta con ogni sforzo: normalmente, sino alla fase « sfruttamento del successo>>. Ciò si ottiene mercè il coordinamento delle azioni delle singole Grandi Unità. Ma se, a malgrado d i ogni sforzo coord inatore, nel corso dell'azione si viene a produrre una deviazione per effetto o di forza maggiore, o di improvvisi ordini superiori, il comandante deve r istabilire al p iù presto 111. p\·imitiva. direzione (od assumere la 1Jt10va ordinatagli) ricorrendo anche ad apposite azioni per le quali è giustificato persino l'impiego delle: riserve . In fase cc sfnittamento del successo J> venendo, forzatamente a mancare la pos,,ibi!ità di coordinamento delle azioni delle s ingole Grandi Unitit, ciascuna d ì queste u ltime deve, per conto proprio, mantenersi ne lla d irezione d i movimento assegnata dal Comandante della: Grande Unità complessa. Direzione del tiro (Ma·rina). E ' l'insieme di tutte le operazioni che s i eseguono sulla Nave per colpire l'avversario. Sono organi principali della D . : la coffa dell'albero interiore, ove r isiede il 1 ° d irettore del tiro, la

r.a frecc ia indica la corra rii direzione del tiro centrale <l i tiro e le trasmissioni. Per la D. del tiro si deve tener conto della rotta e velocità propria, della rotta e' veloci tà dell'avversario, della direzione ed intensità del vento, della usura del can none, della temperatura dell'esplosivo, del la temperatura e pressione barometrica dell'aria, dello sbandamento degli orecch ioni ed infine della d irezione secondo cui avviene il tiro, r ispetto


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al meridiano, per l'influenza della rotazione della Terra, nel tiro a grande distanza ( in torno a i 30 km.). T ut ti questi elementi vengono misura ti e <:ontrollati con appa•·ecchi di cui i principali sono: Telemetri monostatici, Tavoli d i previsione, Cronoindicatori. Co i pr imi si prendono in con tinuazione le d istanze successive del nemico. .Sui secondi si tracc iano con opportuna scala veloc,tà e rotta del nemico, determinale con successive approssimazioni. Dai valori delle distanze telemetriche e da quel le del Tavolo si può ottenere che i cronoindicator i segnino continuamente le variazioni della distanza nell'un ità di tempo, nonchè la variazione delle variazioni. In questo modo, se la durata del tragitto del proiett ile ne ll'aria è per esempio di 40 secondi, è poss ibile prevcclei-e il punto sul mare nel quale verrà a trovarsi la nave 40 secondi dopo dall'istante del fuoco, e puntare il cannone su quella zona di mare. La punteria dei cannoni viene fatta mediante un cannocchiale centrale che trovasi in coffa presso il d irettore del tiro ccl è manovrato da abilissimo puntatore. T u tti i movimen ti del cannocchiale possono essere ripetuti mediante appositi congegni da i cannoni, di mo<lo che le lince di mira cli questi siano in ogni momento para llele all'asse ottico del cannocchiale centrale, men tre le anime dei cannon i avranno rispetto alle linee di mir·a quegli angoli di e levazione e di scostamento appropriati a l tiro, calcolati nella Cen trale e po~cia tra smessi a i pezzi. l i dfret to re del tiro, stando in coffa, ha la possibilità di correggere le gettate, sia mediante l'osservaz ione d iretta dei punti di caduta, sia med iante la ricc , zione radiotelefonica degli stessi punti di caduta fa tt a dagli osscrv'atori che trovansi su idrovolanti. In questo modo è possibile sparare e colpire una mite a 25 km di distanza, ossia ancora a l disotto del l'oriz~1te e fuori della vista dei cannon ieri che stanno vicino a i pezz i. Oltre a lla coffa dell'albero, sede del 1° d irettore del tiro, esiste una staz ione secondaria di _direzione del t iro in posizione e levata a poppa ove risiede il 2° dirctto1·e. Questa stazione secondaria è del pari in comunicaz,one -con la Centrale ed il tiro può essere diretto iudiffcrentcmcntc dall'una o da ll'altra. Per il tiro antis ilurante esistono 4 stazioni di direzi.onc, situate in posizioni elevate e collegate ciascuna -con il proprio settore. Ogni staz ione per tiro antisi lu .rante abbraccia un quarto del tiro dell'orizzon te. In essa risiede un ufficia le con vari collaboratori, ciascuno dei -quali governa uno strumento per la previsione del tiro antisilurante, il quale, essendo fatto con cannon i di rn.edio calibro e dovendo essere molto rapido, viene cal•colato con me todi p iù spicciativi e seJ1za l'intervento di un'apposita centrale. Gli incrocia tori leggeri e i grossi •cacc iator pediniere, pu r essendo arma ti con cannoni d i ·medio calibro, ha nno tuttavia una organizzazione della d irezione del tiro con piccola centrale che corrisponde .a quella d elle grandi navi, rna molto sempli ficata.

Dirigibile. Pallone aerostatico suscettibile di essere diretto d alla volon tà dell'uomo. La clirigibilità degli aerostatici fu vagheggiata e ricercata d a quando, nel XVIII . secolo, gli aerosta ti divennero realtà. Primo a pensa.re ·al.la dirigibilità degli aerostatici fu l'italia no· - Lun ar<li, che nel 1784 esperimentò un pallone sferico mu nito d i remi. In F rancia fu il generale :11,feusnier, cbe nel 1786 esperimen tò un dirigibile a forma allungata con propul·ssore elicoidale. Più tardi le esperienze di G iffard, Dupuy ,de Lòme, dei fratelli T issandier, dei capitani Réna rd e

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K rebs, di Santos Dumont, Léba udy. Da Schio, Dc la Vaulx, ecc. dettero risu ltati soddisfacen ti. Fra i precurso ri del dirigibi lismo, che con i loro studi ed esperienze diedero prove d i sicuro avven ire, si devono ancora cita re in I ta lia il Forlanini, il D a Zara, il Croceo, il R iccaldoni, l' Usuelli, il Moris, ed in Germania il conte Zeppelin che per primo nel 1899 lrrnciò l'idea del dirigibile ad armat ura rigida.

Latm ,a ui cowaucio d l un dirigib ile m llllUi'C

l D . a seconda del tipo si d istinguono in rigùJi, semirig·idi , f/.essibiri. Le aeronavi del tipo rigido vengono così chiamate perchè la forma dell'involucro è asiicu rata da u na armatu ra metallica od in legno che lo avvolge e lo inigidisce. A q;1est'armatura od ossatura unica s.tanno a p)Jese le navicelle, con sospensioni fatte di parti metalliche rig ide o con funi. ,Questo tipo è part icolarmente im piegato nelle grandi cubatu re che si aggirano da i 30.000 a i 50.000 m. e, e li supera.no. I D. del tipo rigido vennero inizialmen te studiati e costruiti in Ger mania, e benchè altre nazioni abbia no tentato la loro costruzione, si può d ire che n on hanno raggiunto le spiccate caratter istiche di quelli germanici t ipo Zeppelin e Schu ttc-Lauz. I D. del tipo semirigido rappresentano una soluzione intermedia tra i preceden ti cd i flessibili, e sono ca ratterizzati dal fatto che sono costituiti da un involucro a rmato solo nella pa rte inferiore da un traliccio metallico che ne assicura la fo rma e ripartisce sull'involucro il peso delle navicelle; perc:ò, mentre nel tipo rigido la conservazione e la resistenza. alle azioni .sta tiche e dinamiche sono affidate esscilzialmcnte a ll'armatura n1eta llica, e la n1assa gassosa deve solo vincere il peso delle varie parti, nel d irigit,ile scmirigido è solo

alla massa g:issosa, sottoposta perciò a pression i notevol i, che rimane affidato il compito di mantenere in forma l'aeronave e vincere tutte le forze esterne che la sollecitano. R ispetto a l tipo rigido quello semirigido, pur non p restandos i per grandi cu bature, ma solo per le medie, comprese fra l 0.000 e 30.000 m. c ., è preferito


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a parità di condizion i perchè più lcggiero, più semplice, meno costoso, più rapido nel suo montaggio e smontaggio, più facile a costruirsi, più robusto, con carena flessibile che permette di meglio resistere in volo nelle manovre ed alle raffiche d i vento quando l'aeronave è a ll'ormeggio. od anche in caso d i urto contro il terreno nelle manovre d'atterraggio. li primo D. di qu.esto tipo fu il « France » del Renard, costruito nel 188-t; posterionnente si debbono citare i scmirigidi ideati dagli italiani D a Schio, Usuelli, Forlanini, Piccoli, e dai francesi Lébaudy, Santos Dumont. In Italia il tipo semirigido ebbe gc11ialissimi cultori che lo hanno portato ad un grado di notevole perfezionamento, ad es. l'aeronave « Norge », che tra11svolò il Polo. In Germania la Casa Parseval costrul pure delle aeronavi di t ipo semirigido con caratteristiche notevoli. I D. del tipo flessibile sono caratterizzati dal fatto che l'involucro non ha nessuna armatura e la navicella viene mediante funi sospesa all'involucro direttamente. oppure med ian te una tra ve a traliccio intermediario d i-

I, Colone1 ,k(•n,11·c1 (fra11cCS('): 2, zoctlac lii ,rranc•:se); 3, Oross Il (' Parse,al 111 (•ecl?srt.,}; 4. Zeppelin

IV (tedesco); ~. Liberté , rrancese); 6. D1r,gìb1le 1 bis (Italiano

sposto per r ipartire meglio i( peso della navicella su tutlo l'involucro. L'impossibilità. d i poter 1·aggiungere cubature superiori a i 10.000 m. c. e la difficoltà di poter ~emprc assicurare in nav;gazione la forma alla carena, le piccole velocità realizzate, le preoccupazioni per il r ilevante reg ime d i pressione interna del gas necessario

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per contrastare agli sforzi di compressione a cui è sottoposto l'involucro, la difficoltà di mantenere a lungo all'ormeggio detto tipo di aeronave hanno fallo sl che pochi sono i suoi fautori; però il costo modesto dei dirigibili de l tipo flessibile, accoppiato a lla grande semplicità costruttiva, facilità d i montaggio e smontaggio li fanno da molti preferire agli altri tipi necessariamente più complessi e costosi; il loro impiego è però lim,tato ai servizi di scorta, esplorazione marittime e nelle scuole di pilotaggio. Fra le aeronavi del tipo flessibile si cita in Italia il tipo Usuelli, che nei primi tempi della guerra venne impiegata per l'esplorazione costiera, in Germania i tipi Parseval-Siemens Schuckert, in Francia i tipi Astra-Torres e Zodiac. in Inghilterra il tipo Su bmarine Scouts, adibito d urante la guena alla scoperta de i sottomarini. I! gas u,1lo per il gonfiamento dei D. è l'idrogeno, la cui forza ascensionale è di circa 1200 gr. per m. c., detto gas però, essendo al massimo grado infiammabile è pericolosissimo; questo inconveniente è uno dei gravi ostacoli all'impiego be llico delle aeronavi. In questi ultimi anni per opera degli Americani è stato trovato un altro gas. l'elio. che pur :ivendo una forza ascensionale minMe di quella dell'idrogeno (1113 gr. per m. c.) ha la preziosa caratter istica di non eMcre infiammabile; non si conosce però alcun composto dal quale poterlo separare con procedimenti industriali; esiste nell'aria, ma in percentuale talmente minima da lasciarvisi riveb re solo a Il() spettroscopio; nel Nord America invece ,·iene estratto da alrllni pozzi che attua lmente sono le ,·org'.c11ti uniche e pili ricche cbe si conoscano; il servizio ternico americano ha pro.-veduto alla sua estrazione per riempirne i D. militari. I D. rii tipo rigido hanno velocità di crociera aggirantesi fra i 90 cd i 110 km. ora circa, raggio d'azione compreso fra i 3000 cd i •1000 km., portata ut ' le massima di 45 tonnellate; quelli del tipo semirigido raggiungono velocità di crociera di 80-90 km. ora. raggio d'azione tra i 500 ed i 1000 km., portata utile di 20 tonnellate; quelli del tipo flessibile hanno velocità di crociera di 70-80 km. ora, raggio d'azione di 300-400 km., portata utiie di 5-10 tonnellate. I D. vennero impiega ti per la prima volta a scopi bellici dall'Italia nella guerra contro la T urchia; vennero all'uopo usa ti i tipi P. 2 e P. 3 che resero dei buoni servizi sebbene lenti, incapaci di trasportare rilevanti car'chi di esplosi,·i e dotati di una autonomia molto ridotta. Essi furono costruiti nell'a.irno 1910 dalle Officine M ilitari (orn Stabilimento di costruzioni aeronautiche); avevano una cubatura di m. c. 4400. l'rima dcll'iniz;o delln ~'Uerra mondiale le flotte di aeronavi militari d~llc principali Potenze belligeranti possono essere determinate con una certa probabilità come segue: Germania, 20 dirigibili tipo Zeppelin-Schu tte-Lanz e Parseval per un totale di 300.000 m. c. cli cubat ura; Francia. 15 dirigibili tipo Astra-Clement Bayard-Lcbaudy-Zod;ac con un totale di 125.000 mc.; Austria. 3 dirig:ihi!i tipo fio 0 cio prr una cubatura di 15.000 mc.; In ghilterra, tre dirigibili tipo Wichers per ~na cubatm a totale di mc. 60.000; Russia. 13 diri~ ibili tipo Alhatros Astra Torres-Clement Bayard per una cubatura di 140 mila; Italia, tre dirigibili (V. 1 - M. 2 - P . 4) per una cubatura totale di mc. 32 500. Dagli esa mi dei dati soprar.ita ti si può comprendere l'enorme superiorità che la Gern1ania aveva sui suoi nemici, st1pcriorità schiac-


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1ll 1·lgìb ile l"llé s ia per ,11 1err:11·c

ciante se si pensa che gli Alleati non a,•evano pensato seriamente alle possibilità di attacco con i D. Le capacità d'imp iego dei D. furono però valutate dai Tedeschi con esagerazione, perchè g li Alleati, con la creazione di art iglierie antiaeree a tiro rapido, squadriglie di velivoli adib iti esclusivamente alla loro caccia, servizi di vigilanza che dovevano avvertire l'approssimars i delle aeronav i n em iche, proiettori, ccc., impose ro, pena rischi e gravi perdite, una forte limitazione nei compitf e nell'impiego dei D. da parte dei Tedeschi. D 'al!ra parte, se il D . permetteva di portare parecchie tonnelb te di csplos1v1 ad alta po tenza a cen tinaia d i km . d i d;stanza, la s ua grande visibilità e vulnerabilità, anche per effetto del gas infiammabile contenuto negli involucri, ed i mezzi di difesa immediatamente posti in opera, fecero ~l clic i cr'iteri d'impiego delle aeronavi duran te la guCl'ra da pnrle dei T edesch i, ed anche da parte degli Alleati, si possono distinguere in 3 distinti periodi: Periodo iniziale delle esplorazioni lontane e dei i)()mba rdamenti d iurni di obiettivi importan ti del campo strategico (an ni 19 14- 19 15). Si inizia nell'agosto 1914 con un comunicato austriaco, annunciante l'esito di una ricognizione strategica eseguita dallo Schtitte-Lanz. 1, ceduto tem poraneamente dai Tedeschi agli Austriaci. Kello stesso mes~ uno Zeppelin, attaccò il campo tr incerato di Liegi e successivamente un a?tro bomba rdò Anversa. ~el gennaio 19 15 i T edeschi, padroni del Belg io, vi sit uarono parecchi porti aerei p er i loro Zepprl in, con i q ua li eseg uirono molti attacchi contro la Gran Breltagna, condotti anche in pieno giorno. Essi inizialmente ebbero favorevolissimi esiti. poichè le opere di difesa non erano organizzate; s uccessivamente però, con l'adozione di art. a tiro rapido, ret i di avvista-

mento, formazione di squadriglie d'aeroplan, adibiti esclusivamente alla caccia dei D., i Tedeschi subiron<> gravissime perdite nelle loro incursioni su i territori delle Potenze nemiche - e così alla fine ciel 1915 si videro costretti ad impiegare i D. solo nelle notti lunari, quand'era difficile l'avv istamento, il tiro delle artiglierie e la c:iccia degli aeroplani . Ciò avvenne nel 1916, ma anche allora i Tcdescbi subirono perdite rilevanti che, non potendo essere compensale dalla produzione dei loro stabilimenti, li mi se nella necessità di abolire l'impiego n otturno delle aeronavi su l fronte terrestre, ma di limitarlo alle azioni sul mare e solo nelle notti illuni; terzo periodo questo, che terminò nell'agosto 1917, qua11do i Tedeschi sospesero tale attivilà bellica, la.~ciando continua re a lle aeronavi della Marina le a1.ion i che, pure condotte con maggiori cautele causarono sempre delle perdite. D ove i D. si dimostrarono d i grande ut ilità fu nelle esp lorazioni sul ma re ed in azion i d i cooperazione con la floua. Nella battaglia. dello Jutland la flotta tedesca do\'ette la propria salvezza all'azione esploratrice degli Zeppelin. spinti parecchie miglia in avanti su lla rotta delle navi e ad esse col legati con la radiotelegrafia. Nelle azioni di bombardamento eseguite dalla loro flotta d'alto mare su Jarmoutb e su Lowestoft (24- 25 aprile 1916) furono impiegate otto aeronavi per l'azione offensiva e tre per l'esplorazione sul ma re d urante la riti rata della flotta: in tale occasione anzi i T edel=Chi chiamarono il D. il « periscopio della flotta». Il D., o ltre che mezzo di esplora zione marittima nel campo strategico, s i affermò efficace anch e nell' impiego di esplorazione sul mare a non grande distanza dal-


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Dirigibile cli scoria a una dtvtsionc naval e

la costa, per la osservazione periodica ravvicinata, specialmente nelle acque delle piazze fort i e dei porti, per la sorveglianza di campi minati, per la caccia ai sottomarini. G li Alleali impiegarono le loro flotte di D. con c riteri non molto d issimili dai suaccennati, sebbene sulla loro efficacia non a vessero posto l'affidamento postovi dai Tedeschi - ed anche per questo, mentre la Germania intensificava la produzione dei suoi Zeppelin a Schii tte-Lanz, gli Alleati costruivano sì delle aeronav i, ma soprattutto curavano in modo speciale la perfet ta organizzazione delle reti di a 1·vistamento, l'allenamento delle squadriglie adibite alla caccia dei D. e cercavano migliorare le artiglierie an tiaeree per renderle più rapide e più efficaci. Su 123 aeronavi che la Germania possedet te durante la guerra, ne perdette : 38 perché co lpite d al nemico; 17 a causa del tempo; 15 per incendio in hangar ; 4 perchè distrutte dal fulmine; S per cause sconosciu te: in tutto, 79; e ne dovette demolire,. pcrchè inutilizzate per varie cause, 31. Le aeronavi del R . Esercito e della R . :Marina dell'Italia durante la guerra compirono con esi to positivo 265 azioni offensi1,e, gettando oltre 172 tonnellate di esplosivo ; le aeronavi della R . Marina compirono inoltre in servizio di esplorazione e scorta con vogli 1355 missioni percorrendo 252.590 km. Dalle caratteristiche fondamen tali dei D., negat ive e positive, e cioè: grande visibilità, specie di giorno e nel le notti lunari; grande vulnerabilità, tenuto conto in specie che le artiglierie moderne e gli aeroplani da caccia raggiungono facilmente le quote tenu te dalle aeronavi; velocità di crociera non elevate ed infer iori a quelle degli ae,oplani; condizioni atmosferiche che, d ata la grande mole dei D ., alle volte impediscono di tenere l'ar ia se non a costo di gravi rischi, o del vento che soffiando con una certa intensità iu direzione perpendicola re o di fianco agli hangar impedisce l'uscita delle aeronavi (an1.i a questo scopo i Tedeschi durante la guerra avevano iniziata a Dusseldorf, Manneheim, Schmcidemuche, la costruzione d i 11angars g irevoli che :)otendosi or ientare secondo la direzione del vento. permettes.sero semµre l'uscita delle aeronavi) ; g rande auronomia, grande capacità offensiva; van taggio sull'ae,oplano, una volta giunto a perpendicolo sllll'obbiettivo, d i ridurre la propria velocità e di po ter quindi cf-

fettuare l'azione di fuoco con maggior precisione; dall'esperienza della guerra mond ia le, sono scaturiti i criteri e le tendenze attuali di imµi ego bellico, criteri e tendenze dalle quali i compiti che si possono assegnare alle aeronavi sono i seguenti : a) offesa contro bersagli della superfice; b) esplorazione ed osservazione. L'offesa contro bersagli della superficie sarà eseguita con compiti di distruzione, interdizione e logoramento. Specie nel periodo della mobilitazione, quando

Dir igili ilc che esce clall' hangtir

le difese aeree cd i s istemi difensivi del nemico non sono ancora organizzati, le aeronavi costitu iranno UJ1 mezzo di offesa molto efficace; dopo, il loro impiego per bombardamento dovrà essere limitato solo nelle notti il!uni o per le azioni sul mare. Le aeronavi inoltre saranno di grande efficacia per l'esecuzione di bombardamenti difensivi ne lla ever,, tualità di sbarco del nemico sulla nostra costa, ed in cooperazione alla flotta nazionale per operazion i di sbarco sulla costa nemica. Per l'esecuzione dei dett i compiti occorreranno D . a grande e media cubatura ; invece per i compiti d i esplorazione ed osservazione verranno usate aeronavi di media e piccola cubatura ; per i lim iti imposti ;ill'a·-


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z ioHc d iurna dalle s tesse, l'impiego sarà possibile so ltanto sul mani. l compiti saranno i seguenti: 1) esplorazione lontana in servizio di avanscoperta; 2) son-eglianza coste e stretti; 3) caccia sotlomarini; 4) verifica rotte di sicurezza nei porti approntati a d ifesa; S) esplorazione vicina per scorta co,wogli.

T D. inoltre potranno essere efficacemente usati in Colonia, ove, non temendosi una difesa aerea cd antiaerea bene or ganiz;,;a,a, s i potranno usare anche ù1 azioni diurne; la Spagna nella g uerra a l Marocco impiegò le aeronavi con ottimi risultati. l D. potranno avl!re eventualmente un prezioso cd efficace impiego 11ci collegamenti con le Colonie, quando le vie del mare siano chiuse o pericolose. In questi ultimi tempi in Inghilterra e negli Stati Uniti sono stati s tudiati dispositivi per l'agganciamento ai D. mii. di uno o due aeroplani; il D. J>UÒ inalzarsi e a.vigare portandosi gli apparecchi che possono essere: sganciati a comando, quando occorra, per l'ese cu?.ione della loro missione e quind i riagganc iarsi per il ritorno alla base. In tal modo si conterebbe di dare a.I D., se allaccato da aeroplani nemici, una difesa peru1anente, oppure di fare <lei D. una veni. e propria base, dalla quale gli aeroplani, trasportati a centinaia d i chilometri nell'interno della naz ione nemica, spiccherebbero il volo per portare ancora più m profondità la loro offesa o<l esplicare un:i missione di ricognizione. Un altro dispositivo per i D. ;, il pilone d'ormeggio, sul quale si sono fondate speranze forsi: ccceS!;ivc: si spera infatti con t:ilc dispositivo, al quale l'acron.i.vc può agganciars i e<l eventualmente rifornirsi di gas, combustibili, acqua, esplosivi, ecc., e con facile manovra sganciarsi,

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a rma111cnto, noncbè la manu tenzione di quelli che entreranno in eserc izio in caso d i mobilitazione; /i) l'addestramento tecnico-militare del personale dipendente ( uftìcbli e trupp,t); e) tutte le predisposizioni relative alla mobilitazione <lei reparti D. e dei mc:zzi aere i dcllti specia lità; no11rhè la conservazione e la manutenzione delle dotazioni <li mobilitazione. T D. appartengono alla R. Aeronautica. L'unità organica e d'impiego fondamentale dei !'('parti D. è il dirigibile, al com~ndo <li un capitaJ10. T,a. riunione cli d u e o pii1 dirigibili costituisce il grnppo, che è a l comando di un maggiore o tenente rnlo11I1ello. L'equipaggio <lei di_ rigibili comprende personale del ruolo combattente (ufti ciali di bordo e piloti) e personale del ruolo SJJCciali z7,:ito (motoristi, mon tatoristi, ecc.). Appa rtengono poi ai

di fare a n1eno dei costosjssi111i

hangMs, da riservarsi solo nel montaggio e per le grandi riparazion i. L'origine del pilone data dalla gra nhc guerra, quando gli Inglesi, · trovandosi costretti per penuria di hangar,; a tenere all'aperto i loro D. impieg~ti per la difesa costiera, svilupparono il sistema in parola, modificandolo e perfezionandolo poi Gno a lla forma attuale. Se i pi loni d'ormeggio non sostituiranno gli hangar5, li integreranno quando per la. violenza del vento non sia possibile introdurre le aeronaxi negli hangars stessi; questo, come si wmprcndc. in caso di im piego bellico tli d ir igibi li h a un' intere-"SC massimo. Gli St;iti Uniti d 'America 1ianno piazzato un µ ilone d'ormeggio a bordo di una nave da guerra, con la. quale in• tendono cre1re una. b:i.se mobile all'aeronave che potrà, !andata attraverso agli Oceani, portare l'offesa nel cuore della potenza nemica, o nel ritorno trova re ravvicinala la base a lla qua le rifomir·si d i esp losivi per ripetere l'incursione, o di essenze e gas pe r rientrare in patria. Dirigibilùti. Sono così chiamati i militari che fanno parte degli equipaggi dei d idgib ili e d el personale di mancvra e specializzato. ,\ i repa rti D . sono affi<lat.c le mansior. i relative alla preparazione e all'impiego dei dirigibili militari e all'esercizio degli aeroscali per dirigibili 1nilitari. Compctollo, pertanto. ai reparti dirigibilisti: a) l'impiego <lei d irigibil i militari efficienti in tempo <li pace e le p redisposizioni relative a i progetti di mo· bilitazione; b) lo studio, gli esperimenti. la pro,-vista dei material i inerenti al servizio dei dirigibili e degli aeroscali; e) la predisposizione e l'esercizio degli aeroscali in

T Ol'l"Clla con rnt1 r·og-ll11t r•icc s u dlr1KIIJJ IC

D. altri elementi del ruolo specialia:ato, come: armrcrr. artificieri; autòmobilisti; fotografi; 1·adiotclegrafi,ti. sta;,;ionari, ccc. Il comancfante dello stormo ha attribu1.ioni di cornancla11t~ d i corpo e provvede al governo <lis<·ip lin:rré di tutto il pe rsonale .tddetto alle unità dipendent i. Prima della guerra erano stati creati reparti D. cbe - a guerra ultimata - con J'ordi11ame1110 Bonomi 1>as s.trono a far par te dell'Arma. Aeronautica su <li un grnppo comprendente comando di gruppo, deposito e <luc compagnie dirigibil isti. Con gli ordinamenti 1923 e 1025 l'arma aeronautica di,•e,me forza annata indipc11 dente (Regia aeronautica) e il gruppo D. si trasformò in stormo.

Diritto aeronautico. Sotto tale nome si cornprcrrde l'in.sieme <lèl lc norme di diritto pubblico e privato che regolano la na\'igazione aerea cd in genere i mo,.imcnti dei velh·oli, aeronavi et! altri apparecchi che si muovono ncll':iria, nei rapporti con le persone, con le cose e con la terra. Prece<lcntc111cntc a l 19 14, quando ht navigazione aerea era. ai primordi, le questioni poste in discus,ione furono più che altro teoriche concernendo specialmt'ntc e principalmen1e il diritto dello Stato sul l'aria . Alla fine <lei 18° ~ecolo, quando si inalzarono J..·


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prime 1'vfongolfiere, il legislatore volse la sua attenzione al fenomeno nuovo, considerandolo però solo sotto il suo aspetto pericoloso, per prevenire i danni che questo nuovo meno di locomozione avrebbe potuto conseguentemente arrecare a lle persone e alle cose. Nel 1870, du rante la guerra franco-prussiana, le questioni dianzi accennate risorsero, e quando da Parigi assediata si inna lzarono ben 64 palloni, Bismarck m inacciò di trattare alla stregu a delle spie tutti coloro che da Parigi fossero usciti con tale mezzo. R isorsero allora le discussion i tra giuristi ed uomini politici sulla legittimità d i tale sentenza, che però non venne applicata. Quando al mezzo aereo venne app licato il propulsore e gli organ i di clirigibilità, tale da rende rlo n ave dell'aria, le questioni risorsero ed allora alla elaborazione delle n orme giurid iche della navigazione aerea fu chi,1mata la coscienza giuridica di tutto il mondo, fatto questo noternlissimo cd importantissimo nella storia. del D iritto mondia le . Tra il 1900 ccl il l.914, con lo svijuppo, della ,na1,.iga.zione aerea, coinvolgente un cumulo di nuovi e svar iati interessi, c;be reclama.vano, quindi, la. assoluta neces-

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ino;trc Fcsistcnza di ta:e convenzione o.on escluse agìi ◊ lati

firmatari la possibilità d i creare, nei limiti della legge generale, una legge aeronaut ica propria . Ven ne nello stesso tempo creata la Commissione Internazionale per la Navigazione Aerea (C. I. N. A.) che periodicamente s i riunisce, e che periodicamente pubblica un Bollettino Ufticiale riproducente le variazioni e le notifiche alla legge internazionale. La Conven zione di Parigi venne ratificata da 30 Stati, fra i quali la Gran Bretagna;

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J!ftii:eosirt

DirigiDile porla ac roplttn i

si tà di una legislazione aeronautica pe r regolare tutte le speciali question i cd i nuovi p roblemi che non potevano essere risolti con le comunj regole giuridiche d al dir itto privato, si sentì il bisogno di p rocedere allo scambio delle idee per la. discipli na. internazionale dei rapporti internazionali. I p ri~1i due convegni per la realizzazione di ciò furono tenuti nel 1910; il primo a Verona, sotto la presidenza d i Victorio Scia loia; il secondo a. Parigi, promosso da l << Comité Jur idi~ue International de l'Aviat;on » . Con lo scop pio della guerra t utto ycnnt in terrotto, e durante la. guerra f u is titu ito un Comitato Interalleato di Aviazione (C. I. A.) ma solo per lo. studio in comune cli p rogrammi cli aviazione e ripartizione delle materie prime fra le aeronautiche a llea.te . Con l'armistizio cessò il suo funzionamento, e per iniziativa d i Clemenceau fu istit uit,1 una Commissione per l' Aeronautirn In1era lleata, che studiò i quesiti per la Conferenza della Pace e decise la soppressione dell'aeronautiCR mii. t edesca. J\1a. inoltre, il 13 ottobre 1919, sotto il nome cli << Convenzione di Parigi >> venne concluso ed approvato un testo che s i può definire il p rimo tenta tivo di creare un diritto comune per il traffico aereo, limitatamen te p erò al tempo di pace, perchè a ll'articolo 38 si stabilisce che in caso di guerra le nonne pat. tuite non pregiudicheranno la libertà di azione degli Sta ti con traenti, sia come belligeranti. s ia come neutral i·

Olrig-tlli!C ttncora10 a pilone dl nave appoggio

gli Stati Uniti, l'Italia, la Francia, il Belgio, il Giap pone, la Grecia, la Persia, ed altri minori. Con eguali intenti nel 192 1 s i riunirono a congresso i rappresentanti della Svc7.ia, Norvegia, Da.nimarca. Olanda, Ger1nania, e concretarono un accordo inte rnazionale per la :'.\,,viga,ionc aerea, che se 110n è molto dissimile da quello della Convenzione di Parigi non agevola. però r uni:ficazione elci diritto del traffico aereo. La. convenzione di Parigi risolse solo i quesiti de l diri(to acron:tutico in tempo cli pace e non quelli del Lempo di gu erra, e pertanto, per ovviare a tale ~rave lacuna, nel 1922. a lla Conferenza d i \Vash ini;:ton pel' la

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limitazione degli armamenti, si nominò una 'Commissione di giurist i per lo ~tudio, da l punto d i vista giuri• dico, della guerra aerea e della radiotelegrafia. Nel 1923 tale commissione, riunitasi a li' Aj a, presentò il progetto del coclicc composto d i 62 articoli n el q ua le tutti, o quasi, i p iù importanti problemi vennero risolti. In detto codice è stabilito che l,c conversione, da parte dei belligeranti, degli aeromobili per usi civili a scopo mili~ tari e viceversa, possa. effettuarsi solo nel loro territorio e acque territor iali e non in alto ma.re o territorio di Sta ti neutrali; ciò per impedire che, nella eventualità di una guerra, aeromobili adibiti a.d us i civili di r,roprietà nemica, p rofittando della ospitalità loro dovuta da neu tr1, possano avvicinarsi sotto l'egida commerciale a l terr itorio nemico, trasformarsi in aeromobili militari e porta.re quindi improvvisamente l'offesa. Vari articoli del codice stabiliscono i lim iti da imporsi ai bombardamenti aerei; così con gli articoli 22 e 23 è esclusa Ja legittimità d el bombardamento allo 5Copo di terrori=are le popolazioni civili, danneggiare la loro propr ietà, riscuotere contribuzioni e requisizioni rii guerra. Con l'articolo 2'4 ,·engono nettamente lissat i gli (ibieL tivi bo11'J.bardabili e dist int;i. la zona di oper;izione vera e propria da '!Uella ove le esigenze dell'umanità. richiedono che la popolazione civile sia r isparmiata. All'articolo 25 è stabilito invece il r iconoscimento di una zona neutra, da rispettani nei bombardamenti aerei, della larghea,a circolare di m. 500 al massimo intorno ai monumenti ed alle opere d'arte, zone neutre già fissale in tcmvo di pace, e sulle quali gli Stati proprietari si sono impegn'<ti di astenersi da qualunque atto di organizzazione militare, impegno che potrà. essere controllato da una Commissione d i rappresentanti diplomatici degli Stati Neutri. La posizione giuridica delle navi porta-aerei venne definita da lla Commissione cieli' Aia con l'ar ticolo 41, con formemente al quale dette T1avi godono della possi bilità di ingresso e limitato soggiorno nelle acque neutrali come le navi da guerra belligeranti. La Conferenza p erò non realizzò l'accordo su uno dei punti più importanti, e cioè su quello delle modalità del d iritto d i vis ita di aeromobili belligeran ti su navi mercantili nemrali, e precisamente se l'aeromobile belligerante abbia o non abbia, date le d ifficoltà tecn iche che possono impedire all'aeromobile stesso di procedere alla visita in a lto mare, il d iritto di imporre alla nave mercantile neutrale d i dirigersi ne l porto più vicino per assoggettarla alla visita: e la soluz ione d i tale qu esito venne rimandata ad al tra epoca. Attualmente (1928) i due progetti, redatti d alla Conferenz:t dell','-ja sulla guerra aerea e sulla radiotelegrafia in tempo di guerra, sono in c~amc presso i Governi rappresentati alcuni dei qua li li hanno già approvati. "on dovrebbe perciò essere molto lontano il giorno del raggiw1gimento di un accordo internazionale che, se pure basato su formole, farebbe reag ire la coscienza giu ridica del mondo intero se in un domani di guerra tali formule fossero d iment ica te o disconosciute.

D ir-itto bellico. P uò essere inteso in senso SCJggcttivo e in senso oggettivo; in senso soggettivo, quando si vuole indicare la possibilità giuridica r iconosciuta ad u n subietto d i d iritto internaz:ionale d i r icorrere alla guerra per far valere le proprie ragioni in un confl itto d i carattere interstatale; in senso oggettivo, quando si n10Ie in<l icat'e il complesso d i norme giurid iche. che regolano i r.1pporti tra i bellige ranti e neutrali. 11 D. B,

inteso in quest'ultimo senso, trova le proprie fonti tan'io nelle regole scritte e in ternazionalmente accettale, quanto negli usi consacrati dalla pratica delle nazioni. Una r accolta di tali usi può ricercarsi in a.kuni progetti di codificazione del diritto di guerra, formulati nelle Conferenze in ternazionali, o dall'I stituto di diri tto internazionale, o <la giureconsulti, Sono noti, sopra tutto, i seguenti : 1863 (24 aprile). Istruzioni per gli eserciti degli Stati Uniti in campagna (Prof. L ieber). 1874 (27 luglio) , Progetto di d ichiarazione d i Bruxelles sulle leggi ed u si della guerra terrestre ( Conferenza in ternazion a le). 1880. Manuale di Oxford sulle leggi della guerrn terrestre (Istituto di dir itto internazionale). 1913. Manuale d i Oxford sulle leggi della. guerrn mar ittima (Istit uto di diritto Internazionale), I seguenti atti internazionali costi tuiscono, poi, oggidì le fonti del diritto di guerra co11venzionale: 1856 (10 ap rile). D ichiarazione di Parigi intesa a f,tabilire akuni princ ip ii di diri tto marittimo. 186'1 (22 agosto). Convenzione di G inevra per i mili tari feriti sui ca.mvi di battaglia. 1888 ( 19 novembre - J1 dicembre) . D ichiara.zi~ne di Pietroburgo ~ul divieto dell'uso dei proiettili esplosivi in tempo di guerra. 1871 (8 maggio). Regole di Washington sui doveri dei Govern i neutrali nellR guerra marittima. 1899 (29 luglio). Convenzion i dcll':',.ia (prima confe_ rrnza della pace). · 1904 (31 dicembre), Convenzione dell'Aia per le navi ospedaliere in tempo d i guerra. 1906 (6 lu glio). Convenzione d i ,Ginevr:1. sul miglior·amcnto della sorte dei malati e feriti cli guerra. 1907 (18 ottobre). Convenzione del!' Aia (seconda conferenza della pace). 1909 (26 febbraio). Dichiarazione cli Londra sul dir itto della guerra marittima. 19l0 (19 settembre). Protocollo addizionale alla XII Convenzione dell'Aia ( 1907) sull'istituzione della Corte internazionale d elle prede. Esistono inoltre regole pa.rticolari, per il tempo di guerra, in alcune Convenzioni in ternazionali, come: 1884 (1◄ marw), <Convenzione di Parigi sulla protezione dei cavi telegrafici sottomarini. 1888 (29 ottobre). Trattato d i Costantinopoli per il libero uso del Canale d i Suez. Infine vanno r icordati, a p roposito d elle fonti del d iritto di guerra, benchè non a bbiano effetti internazionali, i regolamenti per il servizio dj guerra degli eserciti o delle navi armate, approvati dai singoli Govenii per le proprie forze militari di terra e d i mare.

Diritto Marittimo. E' vanto del sec. XVII di avere formu lato norme civili contro la mala consuetudine per la quale ciò che si trovava .in mare apparteneva al più forte. In quell'epoca si era ridotti a tal p unto, che i mercanti salpavano in convogli a date fisse e a date fisse approdavano, forniti di scorta di navi da gu erra da parte dei rispettivi governi, per proteggerli dalle navi corsare. L'edificio g iuridico del D. M . si inalza sul celebre dibattito dell' inglese Seldcn e (!ell'olandese Grozio : per esso b. proprietà galleggiante \'enne ad essere presidiata da. norn1e inte rriazionali, con raz-e restrizioni alla libertà dei mari e a l commercio muitt imo, Confe-


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Dm renze Internazionali di D . .1lf. hanno luogo per iodicamente, e i rappresentanti dei varii Stati vi discutono le question i inerenti; un Comita to :Marittimo In ternazion ale, fonda to ad Anversa nel 1891, ha lo scopo di contribuire all'unificazione del D . M. I l nostro Codice per la Marina Mercantile tratta a l titolo IV la materia ciel D. M . in tempo di guerra. Fin dal 1908, l'ufficio del capo d i S . M. della Marina ha p ubblicato le « Norme d i D . M. di guerra ll e le ha man mano r ipubblicate, aggiornandole in. base ai risultati de lle Conferenze Internazionali sopra c itate, e ,ii decreti emanati dal governo d'Italia.

Di-ritt.o Penale Militare. I l diritto v enale m ilita.re è quel ra.rne> della scienza giuridica. cbc studia le violazioni dell'ordi ne g iuridico mii. e le corrispondenti sanzioni pena li. Esso precisa i fatti illeciti che danneggiano ·o possono danneggiare l'integrità delle Forze Armate. determina le relative pene e s tabilisce le modalità per la persecuzione giudiziaria. Quando si costituirono i pr imi Stati, e i gruppi di annali vi ebbero compiti precisi, come la tutela della nazione da attacchi esterni cd interni, si impose la formazione d i norme giuridiche fissanti i doveri degli a p 1,artcncnti a i detti gruppi e comminanti pene per le even tuali violazioni. Si scrissero allora le prime leggi penali mi litari nell'India, nel l'Egitto, nella Grecia, nella Persia, nella Macedonia, in Cartagine. Vennero p uniti con pene severissime (spesso la morte) il tradimento, l'ins ubordinazione, il dannegg ia mento di opere milita ri, la codard ia, la diserzione, ect. A R oma, eterna maestra d i diritto, spetta il vanto d'aver gettato le basi sicure del diritto marziale, elaborando princip"ì che sono fondamentali anche nelle vigenti leg islazioni penali m ilitari. La trattazione s istematica e scien tifica del di ritto pena le m ilitare s i ba nelle leggi del Digesto, nel t itolo « de re militari J) . li reato m ii. viene considerato come v iolazione dei doveri mii. e s i precisa. il criterio d ifferenz ia.le fra reato esclus iva mente mii. e reato non esclusivamente mi!., insegna ndosi che il primo costituisce la violaz ione delle norme della disciplina mentre il secondo, pu r essendo v iolazione della legge penale comune, rientra nel diritto bellico perchè commesso « uti miles >>. Dalla nozione del reato m il., scaturisce quella. d i pena mii.. · s i s tabilisce, cioè, il princip io che ad un fatto illecito di indole mi i. debba corrispondere una sanz ione p arimenti mi lita re . Si afferma, inoHrc, la giurisdizione m i!., come p rerogativa dei capi: i mili tari, per i reati che possono danneggiare ht m iliz ia, devono essere giud icat i dai comandanti di forze a rmate. La caduta dell'Impero Romano segna, anche per il diritto penale milita re, un periodo di regresso. Colle consuetudin i germaniche, si affcnna.~ l :n1itatamente a i reati non esclusivamente ru il.t una nuova pena ; la coni.• p osizione p ecuniaria. Il feudalesimo restringe il fonda.mento rnora!e del reato mi i. che non è p iù considerato come violazione d i speciale dovere verso lo Stato, ma solo come mancata. esecuzione degli obblighi sca turenti dal contratto feudale. Nel periodo delle compagnie d i ventura ogn i base etica è perdu ta : il reato mii. è violazione del contra tto d i assoldamento e condotta. N on mancano tentativi d i reazione d a par te degl i Stati cos tituiti, e n e son indice le leggi speciali delle d ue Sicilie (dom inazione degli Svevi e degli Angioini), degli Stati Pontifici, delle Repubbliche di F ircnz.e e d i Venezia, del P iemonte, ecc.

La Rivoluzione francese riprende e completa i principi d i R oma. Gli obblighi m il. vengono wnsiderati come derivanti da un dovere del cittadi no verso la I'atria, non da contratto. Conseguentemente, il reato mii. è violazione dei doveri speciali del c ittadino, qua le appartenen te a lla rnilizja, verso la Patria; la pena, sanzione per il mancato adempimento. Si profila e si del imita la fw1zione del diritto penale m ii. : concorrere a l mantenimento dell'efficienza delle Forze Armate. per la sicura tutela. interna ed esterna, dello Sta.lo. Si precisa, poi, la vcca essenza del reato mi!., in quanto la sua potenza lesiva, colpen do .diret tamente l'organ ,u.azione delle Forze Armate dello Stato, le indebolisce e, d i riflesso menoma la sicurezza della Patda. La posiz ione moraie del soldato ne risulta s ingolarmente elevat,i e, in coerenza alla nuova concezione et ica, la violazione dei doveri mii. viene giu ,Jicatr, come fatto particolal'ln cnte odioso, tale da chieclere una sanzione grav issima. La teol'Ìa. della divisione elci poteri produce .la sua influenza, facendo scindere il potere mii. da quello civile. L'applica.zione delle leggi penali militari e considerata. qu ale attributo d el Coma,1do e viene deferita a i Capi, responsabili de ll'orclinamento e dell'iJ11oiego delle Forze Armate. S u questi principi i s i fond1r.o !e moderne legislazioni penali militari in vigore p resso quasi tu tti gli Stati del mondo. L'espericn,.a della gra.nde guerra, ha indotto numerosi Governi a rielaborare il proprio diritto bellico, specie per quan to riguarda i fatti da considerarsi qual i reati mii. I l conflitto mondiale ha insegnato come tutta la :'.(azione, con le forze a l complcso - uomini, mezzi economici, produzione tecnica, agricola, ecc. - partecipi alla guerra. Ciò porta ad allargare il campo del dirilto penale m ii. i l qua le, dati gli scopi · che persegue, dovrà. precisare i fatti illeciti cbe impediscono o possono imped ire l'impiego regolare ed efficiente delle forze armate. Il diritto penale mi!. ita liano trova le sue tavole nei Codici 111-il. (V.). V. anche Gù,stizia militare.

Dìrk. Lungo pugnale-coltel lo a doppio taglio,. usato dagli scozzesi, cost ituito da una lama lung,c c irca .ìS crn. e d a un'impugnatura cilindro-conica. con anello per la

• :t#'Wiiìii~ introduzione del 'p ollice, e rosetta d'arresto de lla lama. Veniva porta to sul fiai1co sin istro, ed era molto in voga nel secolo XV e XVI. Costituiva a rma assai micid ia le per l'acutezza della punta.

D irmstein. Jlorgo dell'Austr ia, fn, Klagcn.fu,'t e '<cumark. I l 2 aprile 1797 vi avvenne un combatt imento ira F rancesi cd Austriaci. Fallite le proposte d i pace fa tte da Buonapar te a ll'a rciduca Carlo dopo la presa di K lagcn furt, i Francesi il 1° a prile iniziarono la marcia su F reisaçh, e il g iorno dopo la loro avanguardia, comandata dal .Massena, attaccò il nemico p resso le gole d i D ., dinanzi a Neumark , dove passa la strada fra K lagenfurt e Vienna. Sbaragliat i gli avam posti ncm.ici, le truppe del Ma;sen a, rinforzate d alla divis. Guycux, attaccarono in formaz'oni rade i fianchi del nemico; q uindi, in colonna serrata condotta dallo stesso Massena, respin to un contrattacco del nemico, raggi unsero il cen tro della stret ta ribultando gli Austriaci su i trinceramenti da essi preparati a N audeck, che furono presi a lla baionetta. Gli Austriaci, costretti ad abbandonare le posizion i, r ipiegarono su Néu mark.


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Di Robilant. V . Nùolis. Dirschau. Fortezza della Prussia Orientale, presso Danzica. Il 23 febbra.io 1807, durante le guerre dell'Impero, un corpo franco polacco, comandato dal ge n. Dabrowski, rin forzato dal corpo badese del gen. Ménarcl, ebbe ordine d i attaccare un distaccamento prus~iano che si trovava presso D. K otata l'avanza.k1. del Franco-Polacchi, i Prussiani si fecero loro incontro, ma affrontati thll'avanguardia, comandata dal gcn. N imeiewski, furono rcspint i, resistendo tenacemente nei sobborghi, sotto la protezione della loro artiglieria . Resp inti anche di qui, si trincerarono in una chiesa e nel cimitero, difendendovisi a oltranza, in attesa dei ,;nforzi promessi da Danzica. Questi però erano giiL stati tagliati fuOl'i e battuti da l gen. '1 1énard. l'er<luta ogni speranza, .i Prussiani tenta.rono ritirarsi scalando le mura della cinta e passando sul g hiaccio -su Ila opposta riva della Vistola. Il ghiaccio non resse a l peso e quclJi che non annegarono dovcl tero arrendersi a discrezione. F inita l'azione, nella quale i P ru;,siani p erdcllero oltre 800 u omini, i Fraricesi occuparono la piazza dove poco dopo p ose i l suo Q . G . i l maresci,1llo Lcfèvbrc. comandante le trtLppe destinate all'assedio di Danzica. Di Rudinl. V . Starrabba . Di Saint André. V. Tltaon. Di Saint Bon. V. Pacoret. Di Saint-Pierre (A lberto}. Generale, n. n e l 1864. Sottot. di fanteria n e l 1884, passò 1ioco dopo nei R.R. Carat:>inieri, nella quale arnia divenne colonnello nel 1919. Coma,idò la legicnc cli Salerno e nel 1922 andò in I'. i\ . divenencfo generale d i brigata nel l928. Disalberare. Rompere e abbattere gli a lberi del bastimento nemico wll'r,rtiglicr ia., palle ramate, angeli, e barre; o vero per urto e cozzo, e s imili, a fine di rend e.rio inutile e' sottometterlo ( Cuglielrnott·1). E' voce che h:i. rapporto con la marina velica. Di Sales. Nobile an tica famii;lia. savoi:uda, imparentata con S. Francesco di Sales, che ha. dato alle armi molti valorosi sokluti. Ricordiamo qui i suoi più eminenti ufficiali. Luigi di Sales. Generale savoiardo, n. al ca.stello d i B.rcus (1577-1654). Nel 1630 d ifese coraggiosamen te il castello d 'Annecy contro le armi di Lu igi XI11. Costretto ad onorevolmente capitolare, il re di F rancia. lo punì della sua resistenza. facendo distruggere il castello d i Sales a Thorcns. Governatore di Annecy e generale, fu versat ile nella. letteratu ra e nella poesia. Era fr3tello d el Santo.

Carlo d-i Sa.Ics. Genera.le francese, figlio de l precedente, n . a Tborcus nel 1625 ni. combattendo nel 1666. Colla

fìotta veneta combatté a F oggia, presso i Dardanelli, nella guerra di •Candia.. Nel 1653 l'Ordine di Malta lo scelse per governa.re San Cristoforo e varie isole de lle Antille. Quando l'isùla cli S. Cristoforo fu ceduta a lla F rancia, Luigi XIV lo n ominò vicerè dei n uovi possess i. Nel 1666, scoppiata. la guerra tra l'Inghi lterra e la Francia, difese strenuamente l'isola e, a ttaccando il n emico ( 10 apri'.e), cadde sul campo d i battaglia.

Giu.seppe cli Sales. Generale piemontese, m. combattendo nel 1707. Colonnello comandante il regg. La Ro-

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che nel l69l ed il reggimento Fucilieri nel 1694, fu poi primo scudiero di Vittorio Amedeo e veadore generale in Savo ia. Luogotenente generale, difese la Savoia contro La Feu illad e e si distinse in P iemonte, specialmen te n el 1706 all'assedio di Torino. Durante l'assedio <li T olone ( I 707) riportò grave ferita e per essa morì.

Francesco di Sales. Generale piemon tese, :figlio del precedente, (1682-1 769). Gentiluomo d i Vittorio Amedeo II, in S icilia, colonnello comandante il regg. provinciale Chiablcsc ( 1724), seguì poi il re nella guerra di successione di Polonia. Luogmen . generale e capitano coma.ndante la 1• comp. Gmu·die del Corpo (1741), nel 1745· fu promosso genera.le di cavalleria. Collare della SS. Annunziata, venne giubilato nel 1755. P aolo .Fran cesco cli Sales. Generale piemontese, m . a T orù10 nel 1795. Percorse gran parte della carriera nel regg. D ragoni del R e combattendo nella guerra cli s uccessione cl' Austria. llrigadierc generale nel 1781, maggior genera le nel 1787, ebbe poi il grado d i len. generale d i cavalleria e nd 1793 fu aiu tante cl i campo del Re. Paolo Francesco cli Sales. Generale, nato ad Annecy, mo,·to a Torino (1778-1850). Paggio del R e Vittorio Amedeo I II, come capitano di stato maggiore combatté a Waterloo qua le aiut. di campo di Wellington. Colonucl\o d i cava lleria n el 1821, magg. generale nel 1829, andò in rit iro nel 1836 col grado <li tcn. generale. Entrato nella diplomazia fu m inistro p lenipotenziario nei Paesi Bassi ed a Berlino. Era insignito del CoJlare della SS. Annunziata, d ell'Ordine militare d i Savoia e senatore del Regno dal 1848.

Di Saluzzo. V. Sal«zzo. Di Salvi (Francesco) . Generale, n . ad /\versa nel 1362. Sottot. di fanteria nel 1885, frequentò la Scuola di gucm1 e partecipò a lla guerra 1915-18, guadagna.mio al M . Sei Busi ( L915) la. rne<faglia. c]' argento. Co lonnello nel l 915. generale di brigata nel 1918, andò in P. A. nel 1921 e a. riposo nel 1928. D i Sangro (Carlo, prin cipe di San S evero) . Generale napoletano del scc. XVII, al servizio della Spagna e del Papa. Per oltre trent' anni comba tti: in Francia., F iandra e Savoia, mostrandosi abile Di Sul vi Francese-O condottiero. Dopo la tregua segu ita in F ia ndra, fu chiesto dal pap ,1 Paolo V quale comandru1te delle truppe della Chiesa contro i Veneziani, e difese strenuamen te i confini in Romagna, obbligando il nemico a chiedere pace (1611). Morì di ferita a H u lst. D; San.gro, principe di San Severo, Raitnondo. Chi'co, meccanico e scrittore napoletano (1710-1771}. C i\t o cia.rpbellano di Carlo III, coslitul a proprie spese , ' regg. e combattè valorosamente a Velletri (1744). Las ~.to l'esercito si dedicò agli studi. Portò a compimento un nuovo sistema di for tificazione che già aveva progettato nel 1741. Fra le ·sue pubblicazioni è un volume: « Pra tica più agevole e p iù utile, d'esercizi per


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D1s l'infanteria. », specie di i-cgolamcnto d'cserci zi adottato da Carlo III e Federico II, nonchè dal maresc. di Sassonia che lo introdusse nell'esercito francese. Si dedicò pure al perfezionamento d i congegni ver cannoni, archibugi e armi bianche.

Disarmare. Togliere via le armi, privare, spogliare delle armi. S ignifica anche licenziare l'esercito, disfare ogni apparecchio di guerra, e ciò generalmente. Dopo fi.rmata la pace si usò anche per indicare l'operazione del togliere la baionetta da.I fuc ile e metterla n el fodero. Jl,foder;namente, parlando di arma da fuoco, intendesi quell'atto che s i compie per mettere l'arma col percussore in posizione da non potere più far partire i l colpo coll'uso del grilletto. Disarmo. L'aspirazione a l disarmo unive rsale si co llega all'aspirazione della pace perpetua .• Tentativi per abolire, o per lo meno per ridurre le guerre, ci furono in ogni tempo; alcuni, come quelli dell'imperatore Probo, di Carlo Magno, d i Carlo V, di Napoleone I, basat i sull'universalità dell' impero e su ll'egemonia di un popolo su altri popoli; altri, come quelli di Enrico V, del Saint-Pierre, della Santa Alleanza, basati sull'immobilità storica; cd altri finalmente, come quelli del K ant e del Saint Simon , su p rogetti puramente teorici. frutto d i elucubrazioni filosofi che fuori della realtà . N essuno di questi tentatfvi ebbe pratica realizzazione. Una più modern a. e realistica tendenza, manifestatasi nella. seconda metà del secolo scorso, vorrebbe evitarP le guerre impegnando gli Stati a risolvere le controversie internazion al i med iante arbitrato. Tentativi d' impegni ed arbitra ti obb ligatori su larga base ci furono nella Conferenza dell'Aia d el 1899 provocata dallo czar Nicola II, e in quella tenutasi pure ali' Aia. n e l 1907, ma con effetto quasi nullo: furono però stipulati numerosi trattati bilaterali, in cui gli Stati cont raenti s i impegna.vano appunto a ricorrere all'arbitrato internazionale per t utte o per quasi tu tte le controversie che sarebbero sorte tra. loro. Su questo sistema d i risoluzione pacifica delle controversie è pr incipalmente fondata la Società delle Nazioni. Il sistema, se comple tamente adottato, po,,tercbbe evidentemente al D. ]\fa l'adozione completa ed assoluta di simile impegno e conseguentemente del D. ;ippa.re anche ai più ottin1isti u n'utopia . Quindi alla locuzione «disarmo>> si è sostituita la locuzione pii, ristretta ma più precisa: « limitazione degl i armamenti ». D ice infatti l'art. 8 ciel Patto della Società delle N a1.ioni: « Le parti contraenti rinmoscono che per il mantenimento della pace è necessar ia la. r iduzione degli armamenti nazionali al minimo compatib ile con l'esecuzione, per mezzo d i un'azione comune, degli obblighi internazionali e compatibile con la sicurezza naziona le, tenendo conto specialmente della s ituazione geografica di ciascuna Nazione e delle c ircostanze. Il Consiglio esecutivo è incaricato di stabilire il p iano di tale riduzione e dovrà pure sottoporre all'esame di ogni Governo una fissazione giusta. e r a.gionevole degli armamen ti militari corrispondenti a.Ila, scala delle forze stabilite dal programma del d isarn10. I limiti stabiliti non dovranno essere sor passat i senza l'autorizzazione del Consiglio esecutivo. Le parti contraenti, convenendo che la fabbricazione privata delle m unizioni e del materiale eia guerra si presta a gravi obbiezioni, i•n caricano il Cons iglio esecu-tivo di studiare il modo come potere evi-

tare i perniciosi effetti che ne clerivano, tenendo conto della necessità degli Sta.li che non sono in grado di fabbricare essi stessi le rnunizion i e il materiale da guerra n ecessario alla loro sicurezza. Le parli contraenti s' impegnano inoltre a non nascondersi mutualmente le condizioni di quelle loro industrie che sono suscettibil i di trasformarsi in industrie di guerra, come anche la sca la dei loro armamenti, e di scambiare pienamente e francamente le informazioni circa i loro programmi m ilitari e navali >> . E l'art. 9: « Una Commissione permancJll,• sarà costituita per dare alla Società. delle Nazioni il 8UO parere sulla. esecuzione delle prescrizioni d!ell'articolo 8 ed in generale sulle questioni m ilitari e navali>>. Sull'applicazione d i questi due articoli e quindi sulla realizzazione d i un D. parziale, d'u na limitazio11e cioè degli armament i, molto s i è discusso sia in seno della Società delle Nazioni, sia. in speciali congressi, principalmente in quello di Washington del 1.921: ma con scarsi risultati pratici. In definitiva. può dirsi che, a lmeno pcl momento. la limitazione degli armamenti ha soltanto uno scopo Pconomico e non può influire sulle determ inazioni cli uno Stalo, quando interesse e sentimento lo inducano a vedere nella. gue rra il solo mezzo <li soddisfare le proprie aspirazioni.

DI Saint P le rre Albe rto

Di Sang-ro Carlo

Discesa (nel fosso). Galleria che l'assediante cominciava. sullo spalto della fortezza assediata, e, passando sotto la st rada coperta , an dava sino d ietro a l muro della controscarpa, ove si faceva uno sbocco od apertura per entrare ne l fosso. Quando si faceva colla. zappa, dicevasi « discesa a ciclo scoperto», Chiama vasi anche Galleria. Di~cesa della controscarpa. (V. Mina). Disciplina militare. ì\"ecessaria alla vita di ogni organismo sociale, la D . è i l fondamento della .saldezza degli eserciti, il principio vitale ed il motore d'o&'lli ordina.mento, Senza d i essa la gente armata è p iù <lannosa che utile . Con essa, invece, anche elementi levati da.Ila parte meno buona di un popolo possono diven tare ottimi soldati. Il nostro Regolamento così si esprime a l riguardo : « E' per la D. che l'Esercito acqu ista anima e vita, e viene a formare un tutto solidamente costit uito: mentre, senza di essa, non si avrebbe che u n 'accolta di uomin i, che al primo mto si sfascerebbe >>. Dalla D . derivano come necessità, dirette cd imprescindib ili : l'obbedienza, immediata. ed assolu ta a.gli ordin i superior i. base <l'ogn i ordinamen to militare; la subor dinazione, catena di dipen denze per cui dal capo supremo si scende sino a l gregario ; l'ordine, cioè l'abitudine a tene1·e ovu11. que il p roprio posto cd a fare ogni cosa a tem po debito. 2\1" ella obbedienza, nella subordinazione e nell'ordine sta veramente l'essenza della. D . mil., che può definirsi « l'osservanza completa e scrupolosa d i t u tti i doveri propri dello stato del militare >>. Una buona D . deve essere


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particolarmente basata sulla persuasione dcll'assoluia necessità dei doveri imposti dai regolamenti ~ ma deve prevedere ancbe sanzioni per i trasgressor i, che saranno s.evere per le mancanze gravi e moderate per le leggere. Deve, inolti-e, essere imparziale, pronta, ferma , g iammai Ul'Yilitrice e deve prevenire anzichè repr imere. Sopra. la D. moltissimo influisce l'esempio dei capi. La D . genera lo spir ito milita re negli eserciti, li rende a tti a grandi cose e capaci <li saldezza mater iale e morale non solo n elle contingenze vittoriose, ma anche dopo sconfitte. L'origine della D . militare risale a quella dei primissimi eserciti. Yu rigidissima negli antichi tempi; decadde nel medio evo, per r ifiorire con Gustavo Adolfo; d'allora in poi andò sem pre perfezionandosi ed a dattandosi a l carattere dei popoli, allo spirito dei tempi, alle forme d i governo, ecc. Tutti gli eserciti odierni hanno appositi regolamenti cl:e trattano della D . militare; quello attualmen te in vigore per il nostro esercito fu emanato nel luglio del 1907 e si d ivide in tre libri. Il libro I tratta dei doveri disciplinari; il U delle ricompense militari ; il TII delle p unizioni disciplinari. E' scr itto in forma semplice, piana, chiari,;sima, venendo così a costituire un vero e pmprio manuale cli etica militare.

L'attuale nostro sistema di D . deriva direttamente da quelli dell'antico esercito piemontese, in cui la D. fu sempre curata in modo par ticolare, specialmente dopo la ricostituzione dell'Esercito alla fine del dominio francese. .Emanuele F iliberto diede le prime d ispos izioni per la D. delle truppe, d isposizioni che non ebbero peraltro carattere generale, ma furono n orme per speciali reparti e p er determinate circostanze. D isposizioni di carat tere pib ampio furono, inveçe, date da Carlo Emanuele, che nel \\suo lungo regno curò assai il miglioramento della D. miran do in special modo a fiacca re gli ahusi verso la popolazione civile, a reprimere la pessima abitudine d i presentare nelle compagnie i « passavolan ti », a d are norme per il contegno delle truppe negli alloggiamenti e du rant~ le marce, a regolare 11 co!l1portamento delle sentinelle, ecc. Le punizioni furono in questo periodo assai nu merose e severe. Cure particolari alla D. dedicarono anche Vittorio Amedeo I , c he p roibì a i soldati d i a llontanarsi dai quartier i p iù di mezzo miglio, e Vittorio Amedeo II 'che ,emanò parecchie buone d isposizioni di carattere essenzia lmente morale, tendenti in modo speciale a far diminuire il irnmero dei d isertori. Nel 17 35 Ca rlo Emanuele III ema.nò tm regolamento d i D . Le disposizioni in esso con ten ute si aggir~rono quasi esclusivamente su quest ioni formali e si occuparono soltanto de lla D . di guerra, limitandosi a bt·cvi cenni s u quella in tempo di pace. Fmono stabilite le chirrmatc dopo le ritira ta e sancite n orme per l'ordine e la regola rità delle ma rce, per la sistemazione delle licenze, pe r le pene da infl iggere ai disertori, ccc. Con V ittorio Amedeo III, Carlo Emanuele IV, Vittorio Emanuele I venn ero emanate molte disposizioni per dare assetto alla vit,1. della milizia. Per qua nto riflette la materia d isciplinare, fu pubblicato nel 1775 un regolamento per la p rogressione degli ordini e de i rapporti sui reggimenti, e nel 1777 un « Règlcment pour Ics devoirs dc l'ù1fantcrie >> che fu il primo vero regolamento di D . dell'esercito piemontese. A differenza dei precedenti che si occupavano es~lus ivamcnte o quasi della disciplina di guerra, diede ordine e regola a i particolar i del serv izio anche in tempo di pace. Dopo il periodo del dominio francese Vittorio

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Emanuele 1 pubblicò ( 1815) varì regolamenti sui quali furono m inutamente descritti tutti i doveri dei militari delle varie anni; questi regolamenti furono r ifatti t mo<liJìcati con circolari, lettere, ordu1i, ecc. In questo periodo vi fu vivo dualismo, nel corpo degli uffic ia li, fra quelli provenienti da l servizio francese ed iialico e gli altr i. A questo stato d i cose cercò di porre riparo, con Cado Alberto, il mu1istm Villamarina col regola mento di D. del 1841. L'esito infausto della guerra 1848-49, l'incorporazione degli I taliani d'altri Stati, il rallentamento nelle carriere, portarono nuovi pertu rbamenti alla D. dell'esercito. Il sentimento di essa era però già. onùai penetrato nell'animo degli ufficia i i, per cui riuscì abbastanza facile al Lamarmora d i r icondurre le cose allo stato normale cercando d i sviluppare sopratutto fra i membri dell'Esercito il sentimento del cameratismo e della reciproca stima. L'Esercito p otè così iniziare la campagna del 1859 in ottime condizioni <li D . e di affiatamento. Successivamente fu emana to un nuovo regolamento di d isciplina nel 1872, che perfez ionò i precedenti trattando in modo particolare dei. doveri generali, dei dover i particolari del militare di ogni grado e ponendo in viva. luce la, necessità delle norme d isc iplinari per la forza morale e materiale dell'Esercito. Tale regolamento r imase in vigore sino a l 1907, anno in cui, col ministro Viganò, fu emanato il « Regolamento di disciplin a milita re per il R. Esercito» attualmente in vigore. Disciplùw delle intellige'/1,Ze. ~cl campo strettamente gerarchico della · caserma, si dice semplicemente « d isciplina», e s'in ten de un complesso d i subordinazione, di obbedie:1za e d i ordine ; nel campo strategico-tattico, p iù largo e sciolto, in omaggio a esigenze cli diversa azione, si dice « disciplina delle intelligenze », e vuolsi significare, in modo precipuo, omogeneità di comprensione dottrinale (lettera e spirito dei regolamenti) e uniformità di metod i lavorativi nel qu adro della comune arte per lo scopo un ico della vittoria . Da ciò s' inferisce come la << d:sciplina delle intelligenze J) identifichi l'istruzione, una delle chiavi di volta della D.: tan to varrà l'una quanto varrà l'altra. Una significazione più larga, non inutile, certo, della denominazione in discorso, richia ma ciò che inevitabilmente a ccade nelle grandi associazioni umane, allorquando vien meno la concordia e la cooperazione delle menti, donde gli uomin i s ingoli in cominciano e pe rsistono nel denominare una stessa cosa con nomi diversi, oppure con una stessa denom inazione indicano cose assai· differenti, seguendo ciascuno un proprio gusto linguistico, una p ropria individuale ideazione più o meno fantasiosa, per cui s'origina una prima d iscordia formale, alla quale segue, inevitabile, una reciproca incomprensione e quindi la d iscordia sostanziale, con danno finale d i quelle opere comuni cui attendevasi o volevasi a ttendere a scopo di bene sociale . L a « disciplina delle intelligenze», esige dunque, per prÌlua cosa, che siano stabiliti fermi nomi a chiare idee, e poscia che l'istrumento linguistico, creato su questa base, sia da tutti conosciuto e da tu tti adoperato uniformemente. Per questa materia, V. anche Commissione di disciplina e Compag"ia di disciplina .

Di.scolato. Nell'inverno del 1767, fra le riforme portate nella cost ituzione dell'esercito del Gra nducato di T oscana, Pietro Leopoldo I istituì, per completare il con tingente del regg_ « Real toscano>> il D. Tale istituzione


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consisteva nella ricerca ed arresto dei vagabondi e discvli, e nell'arruo lamento forzato di costoro nel su ddetto reparto. I l i-egg. così for mato venne dest inato per la maggior parte al presidio di Livorno; compagnie del regg. erano distaccate a Portoferraio, Grosseto, Campiglia, Pietrasanta, ed isola del Giglio.

Discrezione (Resa a). Uso di guerra co l quale. in date circostanze, un,i fortezza si arrende al nem ico sc;1za patteggiare alcuna convenzione. Avvenuta la r esa, non debbono rimanere min e cariche nella fortezza e nel suo raggio d'azione e, qualora sia mancato il tempo o i me7-Zi per farle scaricare, deve essere indicata al nemico la loro ubicazione. li vincitore acquista il diritto a far prigion iera la guan1.igione ad in1possessarsj del la fortezza e del materiale da guci-ra che l'assed iato non sia riuscito o non abbia. credulo di distruggere. D imostra 11erò sano ecl elevato sentimento militare concedendo volontariamente gli onori di guerra alla guarnigione che si arrende dopo una 1)ertinace cd ostinata di_fesa. N cssun comandante può ' in qualsiasi c ircostanza, o per verun motivo, capitolare o a rrendersi in campo aperto. Grandiosa e decisiva. ia r esa a discrezione dell'intera armata francese della lvlosa. a Sedan (1870). Superba, nel suo adamantino eroismo, la resa d i un p iccolo corpo i taliaJ10 a Maka.llé ( 1896) dopo aver sostenuto p er oltre un mese l'attacco di forze cento volte superiori.

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descri,ione verbale o scritta, che non sempre è possil>ile esporre o redigere. Carte topografiche, schizzi panora-· rnici od a vista così allesti t i e larga.mente riprodotti edistribuiti fra i comandanti sono valido ausilio alla comprensione d egli ordini t attici ed a ll'armon ica loro esecuzione. Venne scritto che le sorti della battaglia d' Adua fu rono infauste anche perchè uno schizzo del ten·eno, poco prima r imesso ai comandi in sottordine, si prestò ad un'ambigua interpretazione. La .scala rlcl D. m ii. è natura lmente adeRuata a llo scopo : carte inJeriori a l 100.000 servono soltanto per le operazioni strategiche e logistiche; mentre la tattica r ichiede rappresentazioni grafiche più grandi, cioè a s~ala d i piccolo denominatore.

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Disegnatori. La nomina a disegnatore di 3° classe nel 11:inistero della Guerra tcvviene p er esame di concorso, al quale possono pren.dere parte a.uche gli opera i borghesi dipendenti da l l\lJinistero sles's o, con diritto ad una metà dei posti. T concorrenti, eccettuati gl i operai Slldcletti, devono presen ta.re, o ltrechè i documenti comprovanti la loro idoneità fisica, moralità e cittadinanza italiana. anche l'attestato di licenza l iceale o d'istituto tecnico. Gli esami comprendono prove scritte, grafiche cd orali (composizione italiana, matemat ica elemen tare, disegno geometrico, d i · macchine, architettonico, topografico). D isegno. Dicesi di qualsiasi figu razione gl'a fica, artisticamente o geomclricamente condotta. Non v'è r a~ mo del lo scibile milita\·e che non se ne valga: dalle carte e dai piani del la geografia s trategica, della logistica e dell'ingegneria militare, agli schizzi p lanimetrici, prospettici o panoramici per le operazioni ta ttiche preventivamente allestiti o quasi improvvisati sul terreno; dagli atlanti sistematici dei materiali regola mentari delle varie armi (artiglieria, genio, aeronautica, ecc.) alla esatta o schematica r appresentazione delle fort ificazioni campali, tanto necessarie nella g uerra modern a (trincee, can1mina1nenti·, batterie scoperte) interrate, in caverna, ecc. Per gli scopi tattici, il D. topografico, più che l'esattezza di t utti i particolari, deve proporsi l'evidenza d i questi elementi che maggiormen te possono influire sull'azione delle truppe, lasciando nella penombra e be·nanco affatto trascurando ciò che meno, o punto l'interessa. Specialmente l'impercorribilità del s uolo e le sue lince prominenti (fast igi, ciglion i, argin i, ccc.), la viabilità ordinaria e la su:i. àiffere.nziazione (strade rotabili e loro classi, mulattiere, sentieri), i corsi d'acqua ( fiumi, torrenti, canali) ccl i loro passaggi (ponti, porti, guadi), le strette, esigono chiara e fedele r appresentazione. G ioverà che sul le linee e sui pwlti tattici più impor tanti qualche t ratto vivace, magari a lquanto accentuato.· r ichìami l'attenzione: ciò può valere quanto la

Disegno di manovra. E' l'insieme degli atti cbc i l comandante cli un'uni tà intende compiere per tradurre in at to i l << concetto di azione» fornrnlato per l'integrale assolv imen to del compilo ricevu to . Il D. di manovr a non è immutabile ; a l contrario, deve fapidamentc ada ttarsi al la situazione d i fatto quale gradualmente viene delineandosi per effetto dello sviluppo delle azioni fra di loro coordinate. Xonnalmentc il D, di manovra di un comandante di Grande U nità complessa r isulta perfezionato (e cioè 110n più abbisognevolc di r itocchi) all' inizio dell'avvicinamento; invece quello del comandante di Grande Unità cli ord ine inferiore può subire ritocchi sino a totale svolg imen to dell'azione dell'avanguardia. Nell'azione offensiva. in terreno libero, rivestono carattere di provvedimenti definit ivi solta nto gli atti del comandante che s i riferiscono alle prime azioni, e cioè alle azion i da svolgere a breve distan.<a di tempo. G li altri suoi alt i sono invece suscettibili di modi.ficazioni e cli adat tamenti in base ai risultati de lle prime azioni . J pr imi atti fanno parle dell'« ordine di operazione>> pc,· l'impiego dell'w,iti, che si considera; i secondi fanno JJarte rli << direttive di orientamento,> che, in _p rosieguo d i tempo sara11 no sostituite (la << ordini ». N ell'azionc offensiva in terreno organ i zzato, essendo invece possibile preveder·e le diverse fasi dell'azione, tuiti gli atl.i necessari per l'att uazione de l concetto del comandan te. sono previsti come defo1itivì e raggruppa.ti per << successivi n1on1cnt i )> e materia1izzati con l'assegnazione di « obiettivi internwdi >>. Comunemente, nel D. di manovra s i designano solo i primi atti; ne couseguc che nor:-na lm ente il d isegno di manovra comprende : - la scelta del tratto di fronte da attaccar e; - il dosamcnto delle forze e dei mezzi da assegnare 3Jle a7-ioni principali ed alle azioni concomitanti (per le grandi uni!à: sch ieramento); le direzioni secondo le quali si intende oper ar e; - lo stretto coordinamento delle azioni nel tempo e nel lo spazio, i n m odo d a. assicurare l'avanzata su tutta Ja fi-onte ; - l'impiego dei mezzi alla diretta disposizione del comandante. Il tu!lo, in relazione allo scopo assegnato, alla situaz ione e a l terreno, tenendo conto che quest'ult imo costituisce un elemento determin ant e del D. di manovra; ma, se valorizza to saggi amente, non costituisce alcun vin colo all'azione. Disegno di guerra. V. P-ia.110 di gi<erra. .

Diserzione. E' l'allontanamento di un. militare dal pr oprio corpo o reparto senza permesso, licen·za o congedo. Costituisce uno dei reati p iù gravi in cui possa


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incorrere il militare di ogni gra.do ccl è passibile di pene gravjssime, anche di quella capita le. Del reato di D. tratta il << Codice penale per l'l;:sercito >; il quale stabilisce in qua le misura essa s ia punita nei var'l casi e come e quando un militare possa o debba essere dichiarato disertore. Un sottufficiale, caporale o soldato che sia assente arbitrariamente dal corpo cui appartiene per c inque giorni compiuti, è di _p ieno diritt◊ dichiarato disertore; il comandante del corpo può però dichiara r lo disertore anche dopo sol~ 24 ore <l'assenza. In caso cl i guerra è immediatamente considerato come disertore colui che mancherà a due chiamate consecutive, o an che ad una sola di esse. Sa..rà pure immediatamente considerato come d isertore il condannato che sia evaso <lai carcere o dalla reclusione militare. Sarà considerato disertore anche il militare che dovendo rientrare a l suo corpo dopo ultimata la licenza, non vi si sarà J).resentato, senza. giusti motivi, entro cinq11e giorni compiuti dopo q uello statogli prescritto. La. D. all'interno è punita col minimo del la reclus ione militare; la pena. viene p roporzionalmen te aumentata in caso <li recidiva, se il disertore era di servizio armato, di sentinella, e se l,a asportato armi o condotto seco un cava llo. La D. in tempo di guerra è sempre punita colla ,·eclusione militare d a · tre a cinq11e anni. Qualora concorrano in tale reato una o più delle circostanze .aggravanti sopra enumerate, la pena saric da ci11que a. quindic i anni . L 'ufficiale, in tempo di pace, può essere dichiar ato disertore se riconosciuto assente dal cor po senza autorizzazione per più di 5 giorni, e lo sarà di p ieno diritto appena saranno compiuti quindici giorni dalla sua assenza. La D. sarò. punita con la dimissione e con 1 anno di reclusione militare. L'assenza di un ufficiale in tempo cli guerra, sarà di pieno diritto cons iderata come D ., qualora si estenda oltre le 24 ore; e il co lpevole incorrerà nella destituzione e nella reclusione militare eia tre a cinque anni. La pena. viene aumentata se l'ufficiale diserta con le armi, o essendo cli servizio armato, o capo cli posto, o comandante di truppa distaccata. La pena può allora rag:;iungere i venti anni cil• reclusione militare previa destituzione. Qualunque persona, anche estra11ca a lla mi lizia, che concorra in qualsiasi modo ad una D ., è sottoposta alle stesse pene inflitte per ta le reato dal Codice penale militare,. Il mi litare cli qua ls iasi grado che passi a! nemico, o che s i assenti dalle file senza p ermesso in presenza del nemico, viene immedia tamente considerato disertore e puni to d i morte previa degradazione. I l reato di diserzione, oggi rar issimo anche in gue rra presso gli eserci ti più progrediti, era tempo addietro comunissimo in tutti gli eserci ti. Fu a nzi una vera piaga al tempo delle milizie mercena rie, presso le quali il numero delle D. singole e collettive raggiungeva cifre elevatissime. Da. tale gravissima piaga non furono esenti nemmeno gli eserciti del vecchio Piemonte, che sino al 1814 ebbero sempre numerosissimi disertori, malgrado che la discip lina fosse particolarmente curata e speciali disposizioni fossero state emanate proprio per reprimere questo reato . Esso andò a mano a mano diminuendo çol progressivo passaggio dalle milizie mercenarie a quelle nazionali, col rafforzarsi della disciplina e coll'accrescersi del sentimento patrio, dell'orgoglio nazionale e del senso del dovere.

Disfattismo. Durante la gnm<le guerra quel fenomeno storico cli perve"rtimen to civico, onde s ingoli

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cittadini o grnppi o ist ituti o partiti si r ivelano disfacitori del bene pubblico o <<disfattisti», cioè desiderosi e comunque procu ratori della disfatta della. patria, raggiunse un'acutezza insolita e un'evidenza talvolta impression,mte, di guisa che parve alle popolazioni cosa nuova, e tale da richiedere anche nome n uovo: da ciò il neologismo « disfattismo ll, nome astratto del fenomeno stesso. Il D. ebbe le sue più gravi rivelazion i nel 1917. In quell'anno i neutralist i vecchi e nuovi e i numerosi malcontenti per gl'incvitabili ma li della guerra, si trovarono per varie ca.gion i, materiali e psicologiche, rome spontaneamente collegati .i n un desiderio quasi folle cli pace, a prezzo anche del sacrificio dei p iù v itali 1 inter essi della patria: da questo, principalmente una propaganda subdola e perfida, sabotatrice della guerra per giungere a una qualunque pace, disa rmando in tal modo l'anima e lo spirito cli resistenza dei soldati e delle popolazioni. La r ivoluzione russa e la sua pace separata, gravissima jattura per l'Intesa, ne fu la conseguenza pegg iore; ma pericolose conseguenze si ebbero a ltresl in F rancia ( luglio) , in I talia (ottobre) e altrolie_ J\I D ., resosi potente e calam itoso, fu opposto, con p iù saggia concordia e miglior senno, in Qgni parte una. più attiva e razionale propaganda di ,,,ucrra e t u tto un vasto orci ine cli provvidenze e previdenze sociali, politiche e m ilitari, che valsero a stroncarne la malefica potenza e ricacciarlo nell'ombra.

Disfida. Provocazione a. combattimento. Trascurandosi quelle private, e i « singolar certami» dell'epoca cavalleresca, ricordiamo quelle che furono in uso uno agli ultimi tempi del sec\ XVI per provare la bontà di una causa, il maggior valore cli una gente. Anticamente la disfida fra i Capi di due eserciti, o fra campioni scelti fra i migliori guerrieri, spesso definirono l'esito cl, una guerra. E' celebre la leggendaria disfida fra Orazi e Curiazi per decidere della lotta fra Roma e Alba-Longa. Fra le piì, recenti quelle d i Barletta e di Crevalcore, nelle quali giostrarono, r imanendo v incitori, guerrieri Italiani contro Francesi. Disinfezioni. Hanno ln scopo di distrnggne i germi patogeni, causa determinante delle malattie infettive. I vari 11Jezzi generalmente impiegati mirano ad ostacolare la funzione della cellula batterica, inducendo in essa fenomeni fisico-ch imici non compatibili colla vita cli essa (coagulazione. ossidazione, combinazione chimica della sostanza antisettica colla cellula microbica, ccc.). Nella profilassi delle malattie infettive ba gra.n<lissima. in1portanz,1 a..nche la distruzione di tutti gli insetti che rappresentano veri e propri veicoli cli trasmissione dei germi patogeni ; in particolar modo la d istruzione dc• parassiti an imali (cimici, pidocchi, pulci, ecc.). L'I struzione per la Igiene dei militari del R . Esercito d à norme precise cii-ca le D., pe r le quali sono contemp lati agenti fi~ici, meccanici e chimici. Fra i primi i l vero mezzo disinfettante di sicura azion e è il calore, che può essere imp iegato n ei seguenti modi: a) Incenerimento o distruzione col fuoco; b) Bollitura nell'acqua per mezz'ora; e) Vapore acqueo fluente a 100° per 20 minuti; a) Vapore acqueo sotto pressio.n e a 112°-115° per 15-20 minuti, che è i l più sicuro. Gli appa recchi più comunemente usati p er la sterilizzazione col vapore acqueo sotto p ressione sono : la stufa Geneste-Hcrsch er e quella Abba-Rastclli orizzontale. Per il servizio in campagna è impiegata la stufa locomobile


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Giannolli, caricata sopra un carro, il tui avantreno può 1,taccarsi, in modo da permettere l'a pertura delle due porte, da servire rispetti vameote per l'introduzione degli oggèt'ti infetti e la fuoruscita d i quelli disinfettati. I mezzi meccanici, us.,b ili in qualche caso particolare, sono lo strofinamento ed il raschiamento. Q ua li agenti chimici sono impiegate le numerose sostanze antisettiche, delle quali le più usate nell'ambiente militare ,ono : il sublimato corrosivo, l'acido fenico, il cresosol, la soluzione fcnol-solforica di Laplace, il latte di calce, la formalina, l' ipoclorito di calce, ecc. Per le disinfezioni co l for molo gassoso vengono impiegati specia li apparecch i (autoclave di Trillat, apparecchio Sch ering); si adoperano anche l'anidride solforosa, l'acido cianidrico, ccc. Per le disinfezioni sono isti tuiti nel nostro Ese rcite specia li reparti forn iti di tutto il materiale occorrente e di personale specializzato. Nell'ultima guerra la mira" bile organizzazione dei servizi profilattic i, effettuala dalla Sanità Mili ta re e da quella civi le, d iede i migliori risultat i, come 1t!testa il fatto che la mortalità per malattie fu di gran lunga in feriore a quella per ferite, contrariamente a quanto verificavasi nelle guerre antiche, rimaste famose pèr le pestilenze beli iche dalle quali gli Eserciti belligeranti erano danneggiati più che ~ Ile armi nemiche. Nella Regia lv1arina, la D. si impiega a bordo con agenti fisici e con agenti chimici. La scelta del mezzo di D. si basa sulle p roprietà dell'agente causale della malatlia e sull'oggetto o locale da disinfettare. a) D is in fezione dei loca li. Può essere concom itan te (cioè durante la malattia) e terminale (cioè dopo la guarigione, la morte o il trasferimen to del malato in un ospedale. Nella D. concomitante s i lava quotidianamente il pavimento con soluzione d i sublimato corrosivo (gr. 5 con gr. 5 di ac ido cloridrico per un litro di acqua). Ne lla disinfezione terminale il pavimento e le pareti si lavano con la detta soluzione, i mobili, i vestiti e l'aria s i d isinfettano pe, mezz<> della formaldeide che si fa sviluppar e con l'apparecchio d i F liigge.

b) D isinfezione delle escrez·ioni del malato. Le feci, urina, acqua da bagno, ecc. s i trattano con soluzione di acido fenico grezzo (gr. 30 con gr. 30 d i sapone com u ne p er bucato sciolti a caldo in u n litro di acqua) . e) Disinfezione degli oggetti del malato. Le biancherie s i tengono per 48 or e nella soluzione d i sublimato e poscia si passano a l bucato. Le stoviglie per la mensa s i fanno bollire con soda a l 10% per 10 minuti. L e posate, forbici, rasoi s i tengono immersi per u n 'or a in soluzione di formalina al 2%. d) Disinfezione del personale di assistenza. La persona che assiste il malato deve indossare una sopraveste di tela, disinfettarsi le mani con soluzione d i sublimato a ll'l ¼, dopo ogni contatlo col malato o con oggetti toccati da q uesto ed evitare d i po1:tarc le mani alla bocca ed al n aso. e) D isin fezione delle latrine. I vasi si liberano d a.i mater iali aderen ti mercè un forte get to di acqua; indi, si irrorano con latte d i calce a l 25%, il pavimento si bagna con la soluzione di acido fen ico grezzo. I loca li si chiudono almeno per d ue ore per lascia r tempo ai d is infettan ti d i agir e. f) Dis-infe~ion e delle setitine. Si pratica separatamente per ogni compar timento stagno. Sulle n avi in

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ferro si versa la soluzione di acido fenico grezzo; sulle navi i n legn0 il lat te d i calce al 25% . Il disinf ettante si lascia in sito per 12 ore; poscia si i-iscia.cquano le sentine con acqua di mare e si prosciugano.

g) Disinfezione dei depositi. Quando nei depositi si sono trasportati materiali <>rganici capaci di diifondcre malattie infettive, i locali si disinfettano, passando con un pennello il lat te di calce a l 25% sulle pareti e s ui paglioli, se sono di legno; la soluzione d i acido fen ico grezzo, se di metallo. Di.sinfez·ioni contro gli aggressivi chimici. Comprende quel comp lesso d i operazioni, tipicamente di gueri-a, tendenti a bonificare una wna gassata dal nemico e quind i : l'aria, l'acqua, i l terreno in genere, le trincee, gli alloggiament i e i ricoveri, i nodi stradali, le sedi di comandi e ufJ,cl nonchè tutti i materiali trovatisi event ualmente esposti a ll'azione dei gas d i combattimento lanciati dall'avversaci<> a scopo offensivo. Il compito esecutivo delle pratiche inerenti è affidato a squadre specializzate, le quali però nulla hanno d i comune con quelle funzionanti per finalità igienico-san itarie. /\ffi.nchè il loro impiego possa dare affidamento di riuscire pr oficuo, si rende necessario non solo che siano composte d i elementi sce lti e idonei, ma che vengano istruite e addestrale fm dal tempo di pace, non cssea<lo lecita la presunzione che il personale ad dettovi si improvvisi a ll'atto <lei bisogno. L'istruzione è impartita da un uffi cia le competente. La D. antigas può essere genera le e speciale; i procedimenti d i cui si avvale sono fisici e chimici. I procedimenti fisici consistono nell'accensione d i fuochi, nel promuovere la ven tilazione ar tificiale, nell' impiego d i sostan~e assorbenti dei gas (carbo1)e di tegna, polvere di lignite, •p ietra pomice granulare preparata, ecc.). Que lii chimici si basano sugli effetti di neutralizzazione, d i decomposizione, di idrolisi, determinati da taluni reagenti chimici appropriati, s ia che vengano adoperati isolatamente come, per maggiore efficacia, in miscela tra d i loro; tali, ad esempio, le sostanze alcaline, l'iposolfito sod ico, l'urotrop ina, ccc. L'istruzione generale viene impartita collettivamente, occorrendo che si:i. estesa a tutto il personale dell'esercito. P er la D. speciale, invece, bisogna costituire le apposite « Squadre di d isinfezione» alla dipendenza dell'Ufficiale addetto ai gas, del battaglione, batteria, o re parto analogo. Ogni squadra, a l comando di un so tt ufficiale e di un gradu ato di t ruppa, è costituita di 6-lò uoo1ini - a seconda dell'entità del reparto, del servizio che esplica, o della zona di d islocazione; essa è bastevole pei bisogni dì : un battaglione di fanteria, una batteria, uno squ adrone di cavalleria, un reparto del gen io in servizio isolato, come pure per u na compagnia di aeronautica. w1a nave da guerra . Avuto r iguardo a i caratter i degli aggressivi chim ici finora conosciuti e adoperati, nonchè alla loro azione b iologica, secondo la quale vengono classiJìcati come : asfissianti, lagrimogeni, tossici, vescicatori e starnuta tori, le pratiche ineren ti alla disinfezione dovrebbero, in dcttctglio, essere destinate a combattere, in massima con p roced imen ti ch imici, le a zioni specifiche di ognuno di essi, o a lmen o di ogni gruppo. Ciò porterebbe naturalmen te a una inevitabile comp licazione del lavoro, il qua le invece, per le pecu liari esigenze delle <>perazioui d i guerra, deve procedere con ogni speditezza. Più vantag-


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giosamente soccorre allora la chtssifica che li distingue, secondo le fu1al ità tattiche, in aggrcssiv i fugaci e persistenti; e, mentre i primi - di regola : gli asfissian ti, i tossici e gli starnuta tori - possono essere com battut i con le pratiche che entrano nel campo della clisinfezione generale, ai secondi soltanto lagrimogeni e yescicatorì, particolannentc questi u ltim i (solfuro d i etile, biclorurato, o ipri te) - saranno rivolte le iure di di.retta competenza della d isinfe1,ionc speciale, e quindi delle apposite s4uadre anzidette, Per la disinfczio11e del terreno, dei locali e d ei mate ria li, dopo un at tacco con aggressivi chimic i, è essenziale. qu indi che s i tenga conto della natura del gas im piegato; ma, vc>lend o scmplilìcare ancora p iù i quesiti , ad essa ineren ti, basterà considerare tutt i i gas d i guerra in due graud i classi: aggressivi non vescicatori da un lato e vcscicator1 dall'alt,·o. Quanto alla dis infezione cont ro i primi, gli u omini addetti, attrezzati con gli a pparecch i di p ro tezione personale antigas, p-rovocher anno un a cop iosa aerazione a mezzo di ven tilatori poten ti ; o, in mancanza, agitando coper te, sacchi, teli da tende, ventole, p er scacciar e il gas dai siti nei quali p iù facilmente ristagna : trincec1 cam1nina1nenti, ricoveri 1 ecc.; oppure, ove non costituisca un pericoloso richiamo all'attenzione del n emico,- accendendo dei fuochi. P er la disinfezione contro gli aggressivi vescicatorì - tipico essi il solfu ro di etile biclorurato, o iprite - le pratic he relative rien trano n el preciso compito d,:llc squadre di D . Esse debbono entrare in azione con ogni sollecitud ine, subito dopo il bombardamento, recandosi nella zona da bon ificare coi mezzi più rapidi di traspor to, G li uomini che vi appartel)gono, muniti d i mitschera con filtro di cui è opportuno che 11e posseggano una d i ricambio indosseranno g li specia li indumenti antipritici impermeabili (scafandri e cappucci, calzarctti, guanti, ccc.) e disporranno cl i macchine per la disinfezione e di altr i strumenti idonei, Per risanare l'atmosfera i nfestata da iprite allo stato gassoso, si ricorrerà a i mezzi meccanici cons istenti nella ventilazione, accensione di fuocb i, ccc,; men tre, per la bon ifi,ca de l terreno r degli oggetti che ne s iano rimasti infestat i, i l mezzo dimostratosi p iù efficace è offerto da ll'ipoclori to di calcio secco, in polvere, da spargersi sopra di essi, Tenuto conto che, per la neutraliz,;azione di kg, di solfuro di etile biclorurato, si r ichied ono k g_ 20 di ipoclorito di calcio, si rende manifesta la n ecess ità di d isporre di qua11 tità adegu étle del reatti vo, quantità che d iventan o addiri tt ura colossa li quando si t ratti della disinfezione di una vasta zona che abbia su bì to un bombardamento intenso a iprite, I n tal caso è utile e u rgente limita re a l m inirno necessa rio le, operazioni di disinfezione d estinan dole, secondo le esigenze del momento, a località e materiali p iù importanti o di assoluta necessità , quali ad esempio : zone d i terreno da occupare, passagg i obbligati, ingressi dì ricoveri, comandi, uffici e loro ambienti ; posti telefonici, osservatori, postaz ioni d i mitragliatrici, posir-ioni d i artiglieria, ecc,; materia li indispensabili al combattimen to: armi portatili, cannoni, munizioni, materiale f~i-roviario; nonchè costruzioni cl i sup remo interesse: stabilimenti ind ustriali, stazioni fer roviar ie, ecc. ; salvo a estenderle successivamente a zone p iù ampie e agl_i altr i materiali colpiti <la !l'aggrcssivo, Nei locali chiusi : uffic1, ricoveri, ecc., l'ingresso sarà vietato fino a che non s i sia

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compiuta la disinfezione; quest.t, nel caso dell'iprite: allo stato gassoso, si praticherà con l'a ccensione di fuochi e col p rovocare u n'attiva aereazioue, occorrendo, con dei ventilatori; e, nel caso di iprite allo stato liquido, cospargendo il terre no con JJolvere di ipoclorito secco, mentre sulle pareti sarà sufficiente spruzzaJ:Vi una soluzione concentrata d i ipoclorito, preparata con voi, 3 di esso per voL 1 di acqua, G li ambienti bene d isinfettati possono venire rioccupati dopo un giorno, La D . va estesa anche al vestiario, a lle calzature, alla biancheria, agli apparecchi respi rator1 e a t ulti gli a ltri materia li in genere, G li indumenti infetti, prima <l i essere tolti, vanno spolverati con ipoclorito di calcio, mentre la maschera, per misura di precauzione, sarà tolta per ultima; qu indi si raccolgono e, messi in sacchi o teli impern1eabili, sar~nno inviati agli appositi stabilimenti per la d is infezione, Tale compito è devoluto alla truµ pa d i sanità che d ispone di posti d i soccorso, ambult1.111..e, bagni per la lavatura, ecc., a meno che non vi siano destinati organi e formazioni speciali dipendenti dal ser vizio chimico militare, Quanto agli alimenti, la cottura di essi si p resterebbe, in molti casi, a re:r,<lerli in"1ocui, con grave pregiud izio per ò del loro gusto che talora ne resta alterato, E' più vantaggioso quindi, per la conservazione della loro integrità, di far r icorso alla prat ica preven tiva di custodirli in recipienti chiusi, o sacchi i mpermeabili, Anche l'acqua che si fosse 'trovata esposta a ll'azione dei gas da combattimento deve ritenersi pericolosa, particola r mente se contamina ta dalle ars ine e dagli aggressivi vescicatori nei quali casi res ta nociva per molto tempo, Per la disinfezione dei mater iali : ar mi in genere, bocche da fuoco, proietti, bossoli, oggetti d i metallo e di cuoio, bardature, cordami, Jegnami, ccc,, l'ipoclorito d i calcio si presta efficacemente, Sbarazzato l'ogget to d alla p iù grande quantità di aggressivo, a mezzo di stoppa, stracd, spatole d i legno, spazzole - che in seguito debbono essere distrutte - lo si ricopre con uno strato d i ipoclorito di calcio in polvere, o con la poltiglia con centrata di esso, Il contatto deve du rare un paio di ore, dopo di che s i toglie l'ipoclorito e l'oggetto si lava abbondantemen te con acqua, si asciuga e si ricopre di uno strato protettivo d i grasso, Per i pezzi e i congegni piccoli e delicati (congegni di chiusura, apparecchi di pun tamento, ecc.) , che potrebbero deteriorarsi per l'azione de ll' ipoclorito, il ;,;istcma p iù a datto di disinfezione co,n s iste in una preven tiva ,;ipulitw·a con st racci o stoppa., sottoponendoli poi :i,Il'azione dell'alcool, con l'immergerveli per una decina di mi nuti _ Si aggiunge in seguito acqua calda p . 4 per p, 1 di alcool; e, dopo abbondan te lavaggio con acqua fredda debolmente alcalinizzata con soda , si risciacquano in a.equa corren te, si asciugano e s i spalmano d i grasso , Per congegni a stn1ttura complicata, s i è dimostrato u tile il loro lavaggio con una soluzione aceton ica a.cida di permanganato potassico (permanganato potassico gr, 10, a cetone purificato cc, 90, acido acet ico cc. 10) nella quale si immergono per 2- 3 minuti, risc iacquaJ1doli in seguito con actjua, asciugandoli e infin e u~gendoli di grasso, 1

Dlslivello. V_ Li~•ellazione_ Dislocazione. E' la r ipartizione dei var1 elementi delle forze armate sul territorio dello Stato, _Essa d ipende da esigenze d'ordine va rio, di cui le principali sono: tempestività di affluenza a lla o alle frontiere che in quel

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determinalo momento maggionnente preoccupano; rapitiv i di servizio. La dispeosa d'autorità costituisce un dità d i mobilitazione e d i completamento; p ossibilità d i provvedimento d iscip lin are vero e 1,roprio, quando è un proficuo addestramento dei quadri e delle truppe; applicata a ll' ufficiale che abbia contratto matrimonio possibilità d i aUog:g iam~nto; affiatamen to con la poposenza sovrano assensoJ o unione matrimoniale con il solazione, SI?ecialmente in' quegli Sta ti in cui n on è molto lo rito religioso, oppure all'u fficiale che abbia con tratto sviluppato il sentimento na;:ionale, ecc. La D . dei comatrimonio senza possedere Ja rendita voluta, o che abmandi, corpi e reparti delle forze armate è fissata, sulbia prodotto prove in tutto od in parte simulate per la b ase delle esigenze suddette, dai competenti minidi.mostrarne il possesso, o che abbia fonnato e comprosteri e so lo da q uesti può essere variata. Una buona D . vato una rendita simulata. Viene d ispensato d'autorità deve evita re d i frazionare eccessivamente le truppe, ridal servizio attivo anche ]'-ufficiale che non sia più idospettando sin che possibile i vincoli organici a lmeno neo per menomate condi1,ioni fisiche. Jn tal caso la D . <le1l'unità reggimento e solo eccezionalmente ammettenavviene dopo scadu ti i tre anni di aspettativa cui ha do distaccamen ti di bgl. e reparti minori; e ciò per non d iritto l'u fficia.le. infirmare la d isciplina e lo spirito d i corpo e rendere L 'ufficiale dispensato dal ser vizio permanente, il quamalagevo le l'addestramento dei quadri e delle truppe. D , le sia ancora vincolato da obblighi di servizio o sia significa an che ripàr tizione degli clemcmi costitutivi di pròvvisto di pensione vitalizia per servi;:io mil., vici1c una determinata unità in u na data wna di terreno, per iscritto con il suo grado e la sua anzianità ne.I ruo lo m:1J1ovre, esercitazion i, csigcnac d 'ordine pubblico, ecc. degli ufficia li in congedo che, ,ti termini di legge, gli In tal caso essa è temporanea e contingente. Occorre competa a seconda dell'età e dell' idoneità. Può esservi però sempre fare il possibile pe r evitare un eccessivo iscritto. a domanda, anche l'ufficiale dispensato che d issemi namento dei reparti, ognora deleter io alla d iscipur non avendo più obblighi di servizio mil. •- posplina ed alla. tempestività. dell'impiego. , segga ancora l'idoneità necessaria e non abbia raggiunto i limiti cli età stabili ti per il collocamento in congedo Disobbedienza. Rea to mili tare, consisterne nel 1·iassoluto. La D . da l serviz io attivo è sempre attuata con fi uto di obbedire a un ordi ne dato da un st1pcriore . In decreto reale, nel quale deve essere ind icata la causa tempo di pace, il reato è punito col carcere mii. da 2 del provveqimtnto. Essa è prevista anche per i sottuffia 6 mesi; se co1111nesso in p resenza <l i truppa riunita ciali e può essere pronuncia ta: per motivi di servizio, la pena può raggiungere 1 anno cli reclus ione m ii. In o d i salute, o discip liP.ari, o per u nione matr imoniale tempo d i guerra (e anche ii, caso di incendio, epicontratta. col so lo vincolo 1·cligioso, Non è applicabile al demia, ccc.) la reclusione è Inflitta con un m inimo d i sottufficia le che abbi,1 diritto a pensione cli riposo o di 2 e un massimo di S ann i. 11 rifiuto di obbedienza alrifomrn, nè a quello che non abhia ancora compiuto la l'ordine di ma rciare contro il nemico, o a ordini dati in ferma cli sottufficiale. Possono essere prOJ?OSti per la diserviz io contro il nemico, è punito con la f uci lazione. spensa per motivi d i servizio, i sottufficiali che si mostrino inidonei a d isimpegnare le mansioni proprie del Disorga nizzazio.ne. T u rbamento confusione deloto grado o ,lltre compatibili col grado medesimo; pergli ordin i, perd ita dei vi ricoli organic/ dei reparti, demotivi di salute, i sottuffic ia li che per menomate condipressione mornle delle truppe, massimo disordi11c nel zioHi fisiche non siano ritenuti più idone i ad un utile funzionamento dei comandi gerarch ici e dei servizi. Deservizio; per motivi d isc iplinari, ì sottufficiali che, per vesi tende re a portarla nell'esercito nemico qt1ale scopo ·c attiva condotta abituale o per speciali mancanze, siano fu.lale d a conseguire in guerra, perchè un esercito d ir itenuti inuneritevoli di essere trattenuti alle armi. L a sorganizzalo è un esercito vinto. Nessun elemento più D . da l servizio per unione ma trimonia le col solo vinfunziona in sincronirs con gli altri, gli ordini e le dicolo religioso è ordjnata sulla sempl ice prova del fatto. sposizioni non giungono, i rifornimenti 111.ancano o sono appena il sottufficiale abbia soddisfatto l'obbligo cli leva. intempestivi od inadeg:uati, i vincoli disci plina ri s i alLa proposta d i D. dal servizio è fatta con rapporto lentano, gli animi d iventano facile preda all'orgasmo cd motivato, compilato dalle stesse autorità cui spetta di al panico. Le unità perdono qualsiasi consistenza e s i fare le proposte di avanzamento, ma può anche essere sfasciano . D. è sinonimo di annientame nto per gli eserprornossa cJ1iniziativa delle commissjoni cl'a.vanzamcnto cit i. Sono più facile preda alla D. le u nità poco cliscio del comandante del corpo. Essa è ord inata con decreto p linate, comandate male e quindi di morale poco eleministeriale, nel qua le deve essere ind icato il titolo per va to . Quelle ove s i verificano condizioni opposte, assai cui. il provvedimento è adottato. difficilmente si d isorganizzano anche se sottoposte a perdite gravi. Se occorre si fanno d istruggere ma non si fanno cogliere dal panico o dalla demoralizzazione, che sono gli elementi sintomatici della d isorganizzazione dei reparti. R equisiti · primi da r icercarsi nelle. unità di qualsiasi forza sono d unque : la discip lina, il solido in quadramento, il mornle elevato, la jiducia nei capi. R eparti dotati d i queste qualità essenzialmente sp irituali si mantengono saldi ed organizzati a;icbc nelle circostanze più difficili.

Dispensa dal servizio. E' uno dei modi previsti dalla legge su llo stato degli ufficiali d i cessaz ione dal servizio attiI·o perman ente. L a D . pu ò avvenire a domanda o d 'autorità . L a prima pu ò essere negata per motivi pen ali o disciplinari, o ritar data per grossi mo-

Dispersi di guerra. Sono quei militari che, dopo il combattimento, risultano assenti d ai reparti, pur 11011 essendo nè fra i prigionieri di cui posteriormente s i abhia notizia, nè fra i morti, il cui decesso sia stato constatato per il r iconoscimento del cadavere o su certe testimonianze d i comm ilitoni. In Italia si costituì dopo la guer ra un Ufficio d i Assistenza alle famiglie elci D. di G . che si propose di scoprirne la sorte. La legge italiana st'abi lisce le norme che regolano la. « dichiarazione della mor_ te presunta degli scomparsi durante la guerra. ll con Decrctì'-L eggc del 1919 e del 1920. Il primo stabilisce che la morte p resw1t;i. può essere dich.iarata per i D . in segu ito a combattimen to terrestre dopo almeno un anno da.Ila cessazion e delle os tilità, anche per armistizio, senza


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che si abbia avuto notizia di loro; per i D. in seguito ad a1.ionc navale o n aufragio, dopo un anno d all'avvenimento; per i D. dopo prigionia o internamento dopo due ann i dalla d:ila in cui fu stabilito l'obbligo della restituz ione dei prigionieri o del ritorno degli internati. La domanda d i morte presunta può essere presentata dagli eredi legi ttimi, dal coniuge o da qualsiasi congiunto che dimostri avervi intere,'\SC, fino al quarto grado incluso, o, infine, dal Procuratore del Re presso il Tr ibunale de l luogo ove il V . ebbe l'ultimo domicilio civile, o, in di fetto, l'ultima dimora o, finalmente, dove è uato. La sentenza che accoglie o rigetta la domanda è soggetta ad appello. Se il coniuge superstite abbia contratto matrimonio, e il D . rientri postcriorn1enle in patria, il Tribunale annu lla il secon do matrimonio, salvi gli effetti civili rispetto alla prole. Il secondo decreto stabilisce c11e, ad accertare il fatto e il tempo della scomparsa, si debba. redigere un atto notorio, formato dal sindaco in base alle risultante dei registri di stato civile e di anagrafe e sulla dichiarazione d i tre testimon i. Se b dich iarazione di morte presunta riguardi un militare o persona che avesse f unzioni mil itari, sa r:\ necessario aggiungere una clichiarazione di irreperibilità dr.ll'autorilà militare. Quanclr, si tratt i di prigionieri che non siano ritornati, il legale docun1en(o che accerti la prigion ia e il mancalo ritorno s;irà richiesto al 1vlinistero della Guerra o della Marin~.. In caso di internati sarà competente qùcllo dell'Interno.

Dispon ibi Iità. E' prevista dalla legge sullo stato degli ufficiali. E' la posizione dell'ufficiale esonerato d'autorità dal servizio effettivo, tL tempo indeterminato. con passibili1à di richiamo, cd è propria degli ufficiali gene ra li e dri colonnelli comand anti di corpo o capi di servii.io del R. Esercito e degli ufficiali di grado e di carica corri~ponclentc delli• R. J\.larina e della R. Aeron:i u lica. I l collocamento in D. e il richiamo i.11 serviz io effettivo hanno luogo con decreto reale, in seguito a delibe razione del Consiglio dei Mù1istr i. G li a,·ticoli 7, 8 e 9 della legge del 1912 e 11 elci rel:ttivo regolamento, dcfìnivano sostanzialmente nello stesso modo la posizione della D. Il Consiglio d i Stato ha riconosciuto che il çollocamcnto in D. non è provvedimento disciplina.re, rua di s tato, che il governo può emettere con cr iterio discrezionale e senza obbligo d i motin1.ionc; ni- può mutarne il carattere la circostan?.a che il pro,·verlimento si possa r iallacciare a fatti di~ci1)linari p recedenti, po iché - pur essendo evidente che una mancanza non può essere colpila con due successive sanzion i - la lllancanrn pu<Ì però rivelare mancbcvolczze di carattere o d i capacità dell'ufficiale, che consiglino il collocamento dello .stesso in D. V uffic iale in D. è, al pa.r i di quello in ser vizio effettivo, soggetto a tutti gli obblighi disciplinari çontemplati dal regolamento. L'ufficia le in disponibilitil dipende : se generale di divis ione o d i grado p iù elevato, dal Ministero della guerra; se generale di brigata dal çomandantc del C. cl' A. nel cui territorio risiede; se e<,· !01mello, d al comandante della d ivis. m ii. nel cui territorio risiede. L'u fficiale in D. non p ii1 richiamato in servizio effettivo, vi rimane d i massillla fino a l colloca:mento in congedo. Nella Regia Marina, s i dic:c che una nave ~ in D. ,quando l'equipaggio è n dollo a l puro necessario per la manu tenzione dei macchinari, per evitarne il deperi:mcn to senza imp iegarli ( l /3 od 1/ 4 circa dcll'cquipag~ io in tutto). Sono mantenute in TJ. tulle le navi che

493 hanno lunghi periodi di riparazione o che sono molto vecchie cd a ttendono nq;li arsenali le occasioni per il 101·0 impiego.

Disposizione. E' la posizione in cui s i vengono a trovare gli ufficiali di qualsiasi grado in S. P . E. idonei al servizio, che, venuti a cessare da un determinato in carico, sono in attesa di esS<'re destinati ad un altro dalia colllpctente autorità. E' quindi in genere posizione temporanea e di breve durata. Si chiamano ufficia.li a D. quelli che 11ei regg. delle varie armi e specitl,!ità. non hanno comando d i tmppa, e neppure cariche previste dalle norme ù1 vigore, ma sono impiegali dal comandante del corpo nel modo che questi stima più opportuno 1:ell'inlercs;;e del scrvi1.io. In massima ess i ,·cngono. a preferenza degli altri ufficiali di pari grado incaricat i di tutti i compiti che rivestano carattere speciale ( insegnamenti varì, scrvi✓,i leva, mobilitazione, ecc.). Ufficiali ,l lJ. sono denominali ahresl quelli che son~ ad detti alle persone degli ufficiali gencrnli (da d ivisi0nario in su). Tali ufficiali erano chiamati s ino " poco tempo addietro C< d i orrlinan?.a ll. Possono essere nominati ufficiali a D. gli ufficiali infet:iori d i qualsi:lsi arma e specialità. Rimangono in carica 4 anni e non J➔os­ sono essere nuo,·ameutc nominati se non dopo altri due anni. L'ufficiale a D. d ipende esclusivamente dal genera le cui è Rdc!ctto, ed attende alle incombenze di ufficia e di servi?.io ch e gli sono da lui affidale. D issent eria. On 1empo questa malattia cagionava gravi perdile negli equipaggi, pcnetramlo sulle navi con l'acqlla potabi le impura ; dacchè si consu ma acqua depurata, i: di\'cnuta r~r.- e si prc~enltl con casi isolati. In Ita lia i fallor i causali della dissenteria sono i baci lli dissenterici ; nelle regioni calde l'anicba. D'urantc la grancb guerra fu importala a Taranto la forma tropicale, eh<: s' inliltrò nelle caserme e sulle nav i da guerra; però, grar.ie alle provvidenze igieniche, scomparve i resto. Distaccamento. Frazione di un determ inato reparto che d isimpegna un<> speciale scrvi~:o in tempo di pace, ovvero assolve un particola re compito nelle esercitazioni od in reali operazioni di ~ucua. L'importania dtl compito o la caratteristica de:l'azione che s i deve svolger~ possono a volte consigliare la cos1.itu1,ione di D. d rl le varie ann i. ~h. questo procedimcnlo deve considerarsi eccezionale, percbè la ma11can1.a di orga nici tà riduce di molto la efficienza e k reali possibilità dell'ck mento di formazione occasionale. Inconvenienti e difficoltà sono comunque facilmente superabili. impiegando l'rparti so lid i >è ottimo comandante. Distanza. Lo spazio m isuralo nel senso della profondità., sia rispetto alla pos;>.ionc relativa degli individui o dei reparti nell'unità. che li çomprende, sia rispetto a determ inati elementi che vengono presi in esame. Nelle formazion i in ordine chiuso sono stabilite le O. che debbono intercedere tra fila e fi la; tra reparto e reparto; da fermi, in movimenw, negl i sfilamenti. Nella marcia con le misure di sicurezza., le nuove norme stabiliscono che la. testa dell'avangua rdia debba precedere il grosso ùel!'avanguarclia cli una dislanza tale da imped ire che quest' ultimo possa essere battuto dal tiro delle mitragliatrici dell'avversario, e che l'avanguard ia preceda il grosso della colonna d i una D . tale da impedire che quest'ul timo p ossa essere battuto d alla artiglieria !eggera dell'avversario. Lo stesso criterio regola.


Drs la D. degli <),Vamposti dal grosso che staziona. Nel movimento in formazione rada non sono determinate le D. che occorre mantenere tra i vari clementi dello schieramento; ma sempl icemente sono specificate direttive e criteri di massima.

D ·i stmize d·i sicurezza.. Sono stabi lite rispettò alla zona in cui cadono j proietti delle mitragliatrici e delle art iglierie. Per le mi traglia trici è prescritta una D. di sicureu.-i di 450 metri dalle lince tenute dalle proprie fanterie; per le artiglierie leggere 250 metri; per le pesanti campali 450 metri. Questi dati sono da considerarsi come valore medio, var iando la D. di sicurezza a seconda della inclinazione del terreno( piano, in discesa , in salita); e della postazione delle armi rispetto al bersaglio da battere (tiro frontale, di infilata, di scbiancio).

può farsi inclinare di tanto quan to occo1·rc, fino a scorgere, cioè, il cannocchiale. Sulle carte, la misura delle D . (sempre orizzonta li, cioè proiezioni di quelle reali de l terreno) si ottiene col ca.lcolo, applicando la formul .. L ( distanza sul terreno)= I ( distanza sulla carta) X n ( denonli.natore della scala della carta), oppure servendosi della scala grafica. sempre disegnata in basso del le carte. Si può anche adoperare il Curvimetro (V.).

Distintivo (Aer01u111ti.ca) . L'adozione di D. per i reparti della R. Aeronaut ica è sorta dalla grande guerra, e fin dall'inizio ogni nazione belligerante riconobbe la necessità, sia per !,i difesa che per l'ofie&-i, di distinguere i propri velivoli da quelli nemici con un segno caratteristico dipinto sopra. una o più parti visibili, d'ordinario i fianchi della fusoliera, il dosso ed il rovescio

Dista11za di t.fro. Ri spetto :d bersaglio da. battere vengono considerate la. D. reale quella. effettivamente esistente tm la postazione delle armi cd il bersaglio; la D. tabulare (quella ricavata daJ!c traictloric grafiche ovvero dai dati numerici); la. D. correi.la. (quella tabu lare a cui sono state ar,portatc tutte le correzioni imposte dal Te condizioni cie l mom~nto).

Distm,;;a (Tupografia). La D. tra due punti del ,erreno si misu ra dircttamemc, se rvendosi di comuni ca tene, canne, aste o rotelle metriche, oppure, se trattasi di misure di precisione (ad es. !:,asi trigonometriche) adoperando speciali stn.1ment i campionali in precedenza, quali gli apparecchi di l{orda, Resse!, 'Pono, ccc., nastri e :f\li metallici invariabili, e con procedimenti del massimo rigore; si misura. indirettamente, a mezzo <lei cannocchiale a stadia. Volendo misurare una D . tra due punt i, bisogna collocare in uno di essi il cannocchiale disposto orizzontalmente, e, nell'altro, la stadi:1. d isposta verticalmente. Si conta il numero delle graduazion i i ntercetta te, sulla stadia, dai fili estremi del micrometro, e, conoscendo il valore corrispondente, sul terreno, in metri, di una graduazione, se ne deduce facilmente e rnpidamcnte la misura della D. ricercata. La misura effettuata in tal guisa, coi due ftli estremi del micrometro, diccsi « a campo intero )). Se si adopera, invece, un filo estremo ed il filo mediano, l:1. misura si dice << a mezzo campo». In tal caso, per avere la vera D ., occorre raddoppiare h misura letta.

JJ iSt ili li\ I

P sciuadriglia Baracca

S1ormo da ricognizione

Dls llnllvo dellu squarl1·1glia SNCnl,;sitlla.

d'ogni ala. Così gli alleati adottarono la coccarda tricolo re, i tedeschi la croce nera in campo bianco. Più tardi, oltre a l D. di nazionalirà, ne venne a,dot· lato uno personale, in primo tempo riservato solo agli assi e quindi a tutti i velivoli delle squadriglie che gli stessi comandavano. Il «Caproni» che per primo di r,otte, con n bordo D'Annunzio, bombardò l'ola, portava dipinto sulle fusoliere un fiammcggi:1.ntc .>\sso di picche. Le squadriglie deJl'asso ·Francesco Baracca porta\'ano dip.into sulle fusoliere degli apparecchl un nero ca.vallo rampante; la squadriglia « Serenissima », i cui velivoli al comando di D'Annunzio il 9 agosto 1918 portarono il tricolore sopra Vienna, portava il Leone cli S. Marco; quella che il 20-2-1918 bombardò Innsbruck il gallo. La fine della guerra. segnò la, scompa.rs.i delle gloriose squadriglie e nei torbidi a,m i 1919- 1920-192 1 tutto venne dimenticato. Xell'anno 1922, con la riorganizzazione dell'Aeronauticil, le squadriglie risorsero a nuova \'ita e le vecchie insegne vennero nuovamente adottate. Così che, a seconda del le spccialiti,, Stormi, Gruppi e Squadriglie hanno un proprio distintivo allegorico, dipinto sulle fusoliere degli aeroplan i o sui,;li scafi degl i idrovolanti. Disti11J.ivo d' onore (-per meriJ.i verso la. Rep11bblica !l'A11.str-ia). Costituito in Austria nel 1922, per premiare · militari e civili benemeriti verso la. repubblica, in sostituzione di tutti gli altri ordini equestri aust riaci, aboliti dopo ia grande guerra: Comprende dicci classi.

Se i due punti tra i quali si vuole determinare la D. ~i trovano a differente altezza sul terreno, bisor;na diDistretto Milit.re. E' organo principale di rcclusporre la stadia perpcndicolanncnle all'asse di collimaìione del cannocchiale. Ciò si otliene per mezzo di ~ lamento e di mobilitazione . Mantiene altrcsi rapporti apposito traguardo esistMtc sulla stadia, col quale essa costanti fra l'E!!ercito ed il Paese, per quanto 8Ì rife-


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risce aUa truppa ed agli ufficiali in congedo. I D. M. vennero istituiti dal Ministro della Guerra R icotti nel J 870, allorquando si abolirono i preesistenti comandi mìlitari di Provincia. I primi D . furono 45. Ad ess i vennero affidate, oltrcchè le operazioni di reclutamento e mobilitazione, anche quelle riguardanti la formazione e ammaestra mento dei re parti di l\'Iilizia Territoriale, nonchè di quelli appartenenti alla Milizia Mobile nei casi di richiamo alle armi per istruzione od a ltro. Le seconde categorie vcn i vano istruite p resso i D. Le reclute, ali' atto della loro presentazione alle armi, ricevevano al D. una p ri1na D isr ill ti vi dOi rudimentale istruzione ed eDistretti M il i tari nino pos~ia avviate ai corpi già vestite degli indumenti militari ed equipaggiate. I primi comandi d i Distretto erano distinti in tre classi, secondo la popolazione e l'importanza della località dove risiedevano. Nel 1871 fu modificato il Quadro graduale numerico dei D. li{., che furono portati a 53, e nel 1872 a 62, fissandone il riparto iu classi, sempre a seconda della loro importanza, cioè: 11 d i prima classe, 22 di seconda e 29 di terza. Nel 1877 il numero dei D . salì a 88; nel 1883 fu ridottò a 87 e nel 1897 a 83. Con queste ultime disposizioni vennero soppresse le compa,gnie p ermanen ti assegnate ad ogni D ., provvedendosi ai var i servizi interni con persona le coma ndato, appar tenente a i corpi d i fanteria del le guarnigioni. Al personale ufficiali, s i p rovvide col creare un ruolo specia le permanente, distinto da quello delle a rmi combattenti da cui detto personale era tratto. ~el 1910 i D . M . vennero trasformati in D _ di reclutamen to, riducendo lo loro svariate funzioni a quelle essenziali riferentesi al reclutamento, e abbandonando tutte le altre a i D epositi dei Corpi e ad -a ltri ufiici a. ciò più indicati. Il ruolo del personale permanente dei D. venne soppresso, conservando però l'esistente fino alla sua naturale eliminazione e stabilendo che venisse sostituito gradat:J.mcnte con ufficia li r ichi,unati dalla posizione a usiliaria. Quest'ultima legge p erò non potè avere la sua piena a ttuazione per ragioni d i varia natura fra cui, non u lt ima, quella dello scoppio della grande guerra, che mise in evidenza l'impor tanza dei JJ . e conseguentemente la necessità di dare ad essi uu ord inamento tale che meglio. rispondesse ai bisogni dell'Esercito. Dopo un pe riodo tr,1nsitorio, du rante il quale ven nero mutati radicalmen te i criteri con cui gli u fficial i ven iv,u10 assegnati ai D., qu esti ul timi, con legge <lei 1926, vennero divisi in cinque categorie: 1', D. di Roma; 2'', D. di Firenze, Milano, Torino; J • , D . in sede di C. d'A . ; 4", D . in sedi di clivis .; s•, i rimanenti. L'ordinamento dei D. venne così composto: A, Comandi; JJ, Ufficio Reclutamento; C, Uffici Amministrazione ; D, Reparti cli truppa distrettuale, costitu iti: a Roma da un bgl. ; nei D. sedi di -C. d' A. da due cp. su due plotoni ; n ei D . "ecli di sola divis.: di u na cp., nei rimanent i D ., da un plotone. N el 1928 i D. ammontarono al numero di 106.

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D13

D istribuzione dell'acqua (,\forina). Viene e~guita a bordo delle navi da guerra regolarmente per tuite le necessità, mediante il seguente segnale:

Segnale d i ùls1r lbu,iu11c de ll'.<cqua sulle navi

Disi'.rofie (Medicit1a legale m.-il-ita.re). G li studi recent i d1 endocrinologia hanno messo in rilievo la grande impo ianza degli u mori cndocrinici su l sistema della vi ta veg, tativa e su quello di rela>.ione. Il s istema endocrino t l'apparato protet tore del trofismo de i tessuti e del dina_ nismo organico; in caso di a lterazioni morbose di esso s i hanno le varie distrofie. L'art. 5 . \ell'Elcnco A delle imperfez ion i e infermità riguardanti . 'a ttitudine fisica a l servizio militare contempla quali cai d' inabilità assoluta il mixedema (dovuto ad i poliroi lismo), la D. adiposo- genitale çlcl F rolich (dovuto a.d ipo )ituitarismo), l'acromegalia di Marie-Tamburini (causata da iperpit.uitarismo), il morbo di Flaian i-Basedow ( di[.1Cnde da eccesso di secreto e da alterazione qualita tiva della tiroide), il morbo di .Addison (dovuto ad iposurrenalismo), l'infantilismo (ca.usato per lo pii, d a alterazioni p lmiglandolari) , ccc., ed in generale tutte le alterazioni <le i sistema endocrinosimpatico con s indromi morbose caratteristiche gravi e permanenti. E' p rescritta l'osservazione in un Ospedale Militare, dove è possibile rilevare con un accurato esame clinico il complesso sintomatologico in sè e nella sua or igine. Dal pun to di vista med ico-lega le militare vanno ricordate ancora le D . muscolari, alle quali appartengono la paralisi pseudo -ipertrofica di Duchenne, l'atrofia scapolo -omerale di Erb, l'atrofia facio- scapolo-omerale di Landouzy, le quali sono affezion i cre<litarie, giovanili, progressive. Vi sono poi le atrofie m uscola ri d,1 nevriti, le atrofie di origine spinale e quelle rfa inattività (arti immobilizzati con apparecchi). Vanno ricordate, infine, le contratture muscolari caratterizzate d a contrazion; tonica i nvolontaria, pers istente, di u no o più muscoli della vita animale, e dovute a lesioni centrali, capsula ri (a tipo flessorio in arto superiore o a tipo estensorie in arto i nferiore), od a lesioni spinali (paralisi spinale spes tica , poliomielite iniziale), od a fratture, ad artriti, a n1iopat ia, a r1eu riti 1 ad isterisn101 l ..a contrattura è spesso simulata, specialmente il torcicollo, il quale è una id.elle simulazioni di quartiere, e si scopre grazie alla sorveglianza del soggetto clura.nte il sonno, nel qua le la contrattura reale persiste, mentre scompa re in caso di simulazione. L'art. 2i dell'E lenco A contempla le para• lisi e le pa resi, le contratture e le D. muscolari gravi, le ' quali sono causa di inabilità dopo osservazione in un Ospedale M ilitare e trascorso il periodo della rivedibilità.

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Distruzione. Nel campo <lcll'attiviti, mii. rappresenta un'ai.ione che tende a porre definitivamente fuori causa dr.terminati obiettivi o elementi avversari di particolare i nteresse. Ne consegue che la D . è uno dei mez7.i più efficaci di cui si serve h Devastazione (V.) per organizzare la sua complessa e vasta attività. La D . richiede però molto tempo, mezzi idonei e perfetto loro impiego. Lo scopo da raggiungere e l'en tità dell'elemento da distruggere pongono spesso un limite all'entiti, della D . trasformandone il lavoro in molteplici e bene ecel te Intorrueioni (V.). Come pure ben differenti ~ono le p~~-


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sibi!ità e la tempestività d'azione a seconda che le distruzioni sono compiute dalle artig lierie o dagli aerei in territorio occup:lto dal nemico, ovvero in zona sgombra con l'ausilio dei mezzi più idonei. Il tiro di D. richiede massima esattezza, quindi massima aggiusta teniL e precisione e continua reltilicazione in base a i risultati osservati con mc7.zi sia terrestri che aerei. E' un tiro che assorbe una q uantità stragrande di munizioni e conseguentemente più idoneo all::i guerra in terre ,10 organizzato. La V. di batterie avversarie, di osservatori, di centri di resistenza, l'apertura. di varchi nei reticolati e tutte le altre azion i ciel genere, sono da cons iderars i mo lto onerose e da a ttll a rs i solo quando la situazione le richiede in modo assoluto. Il tiro di Ne11tralizzaziont: (V.) le sostituisce quasi sempre perché o ttiene, con m inor consumo di mezzi, gli stessi l'isultali, limitatamente a l momento che interessa le fanterie che procedono all'attacco. Nel campo d'attività della D . assumono particolare importanza le interruzioni ali~ comunicazioni cd a lle trasmissioni, e particolarmente le prime pcrcllè interrompendo le comunica1:ioni ferroviarie e stradali, paralizzano l'avversario mettendolo in cris i per un determinato periodo d-i tempo.

D isunione. Scb"Tiale di tromba e di tamburo previsto dai nostri rrgolamenti e che serve per indicare il termine rii riunion i, istruzioni internr, lezioni negli isli-

tuti militari, ecc. F.' il segnale opposlo a quello di adunata ed è contemp la to dal « Regola111cnlo di servizio interno per le varie armi».

Dita (Medicina Legale Militare). L'ari. 95 dell'Elenco /\ delle impcrfe,cioni e delle in fcrlllità r iguardanti l'attitudine fisica al servizio militare contempla, quali cause di inabilità assolu ta, la mancanza totale o la perd ita dcll:i. funzione d i un pollice, d i un indice e di un altro dito della stessa m ano, delle u ltime tre dita di una mano, di due dita e di un metacarpo di una mano, di due indici, di tre dita fra le due mani, delle due ultime falangi di un indice ins ieme a quc!Ja delle ultime due falangi di altre due dita della stessa mano, delle altime due falangi di cinque dita fra le due mani, della falange ungueale d i tutte le d ita di una mano, della falange ungueale di tre d ita fra le due mani, comprese quelle dei due poll ici, della falange ungueale di sei dita fra le due m:uii, compresa <1uclla di un pollice, della falange ungueale di sette dita fra le due mani, esclusa quella dei due pollici. L'art. 96 contempla la mancanza totale o la perdita della funzione di quattro dil:r. di un piede, di due a lluci coi corrispondenti metatars i, dei due a lluci e cli un a ltro dito dei piedi, di un alluce e d i altre tre dita fra i due piedi, di cinque dita fra i due piedi, esclusi gli a lluci, della falange ungueale d i u11 alluce e di a ltre sei falangi ungueali fra i due piedi . L'art. S dell'Elenco B, riguardante le condiz.ioni fisichç di limitata idoneità al servizio m ilitare, contempla

496 12. lussa1-ione permanente di un pollice o d i un alluce, cd il s uccessivo art. 6 la manca.n?.:t totale o parziale di p iù dita, sia de lle mani sia dei piedi, che non sia causa di inabilità assoluta, ma tuttavia impedisca il manc~gio delle anni od ostaco li la marc ia. Xei casi di lcsiont1 dipendente da causa di servizio la invalidi tà è indcn nizzal,L a seconda della entità delle mutilazioni.

D itale. Era così chiruuato uua specie di sacchetto d i cuoio imboll ito, in cui si introducevano l'indice od il medio, e cbe serviva ad ollurare il focone dei cannoni ad avancarica, per impedire che l'aria, passando, facesse riprendere il fuoco a i rimasugli della carica precedente e producesse così, prin1a del tempo, l'accensione della nuova carica. D i u. l' iccola iiw la portoghese s itu::ita a ll'est del capo Guggcrat nel golfo Persico. I P ortoghesi vi si stabilirono nel 1535. F'u loro tolta dagli Ara.bi di Mascate 1,cl 1670; nel 17 l 7 i Portoghesi la riconquista rono; ess i fino . dalla prima occupazione vi avevano fabbricato una fortez:ta. ;tsscdio di Di" (settembre 1538). Appartiene alla 5pedizionc dei Portoghesi nelle Indie. Il re Cambaia s i pentì d'a\"erc ceduto in un primo tempo al l'or togallo l'isola d i D. e s'accordò con Solirn::ino per riprenderla. Q uesti armò una squadra a Suez, dandone il comaudo a ll'oltuagena.rio ma intelligente Suleiman pascià, çhe spiegò le ,·ele ai primi di luglio 1538, con 70 navi e ci rca ::?0.000 u. Slxircate le truppe sulle coste, il 14 scttcrnbrc assall D. ' \fa il forte e la c ittà , bcnchè difos i da soli 600 u. al comaJ1do di Antonio de Si\•eyra, 1·esistellcro cd inflissero anzi sensibili perdite agli ass:ilitori. P er ben 20 giorni Solimano ripctè gli assal Li dopo avc,c cinlo d'assed io la ci ui,, ma, vista l'inutilità dei suoi conati. e d'altro lato scarseggiando di viveri, dovette ahbandona re l'impresa e ritirarsi.

' D i Vernay (Gitr.1a1mi). Marescia llo di Savoia, 1n. nel 1410. Servì nell'esercito di i\medeo di Savoia :n Orien te e poi andò contro i Vallesani. Nel 1384 ebbe la nomina a ma resc. d i Savoia e nel 1388 fu tra coloro che souoscrissero il trattato mediante il quale la contea di X i7,7.a veniva ceduta ad Amedeo VII. Collare del1' Annll nziat a nel 1391, fu nel .1 398 consigliere di Amedeo VII. D iversione. V. Di111ostrazio1w. D i Villamarina. V. Pes. D i Villa nova. V. Scarampi. D ivisa, Vestimento militare d i foggia e colori var ii per riconoscere i proprì soldati dagli altrui e per distinguere fra d i loro lr a.rmi, le specialità, i corpi. Fu della altrimenti assisa. E' assai difficile poter stabilire quando gli eserciti cominciarono a d us:1rc segui dis tintivi di vera e propria /)_, a meno elle non si voglia dare questo nome alle armature di ferro o di cuoio che portarono gli a ntichi guerrieri greci, romani, franchi, ecc. Solo a l tempo delle crociate fu stabilila con qua lche regolarità l'un iformità nell'abito delle genti d'arme. Fu al ritorno dalla Terra Santa che i crociati europei si mostrarono vestiti con tuniche uniformi, denominate Saladine. In Francia sotto Carlo VI s i cominciò ad adottare un'armalllra uniforme, costituita d a elmo, coraz7.a., bracciali, coscia li e schin ieri. Con Carlo VII s i ebbe una.


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vera e propria uniforme distinta, la cotta, che dal colore chieda e le dispon ibilità lo consentano. La creazione delpermetteva di distinguere un reparto dall'alu·o. Alh la D. risale al 1770, ccl è dovuta a l marescial!◊ De Erocotta successe u na specie di mantello che si trasformò glie dell'esercito francese. Ebbe per iscopo di rendere in casacca con l'aggiungervi le maniche. Dopo le casacpiù agevole l'azione cli comando nelle armate, frazion anche, fu segno distintivo la sciarpa, mia per la ·livrea nadole in unità cli 10- 12.ÒOO u omini l'una, i comandanti zi.onale, l'altra per la D . della truppa; si indossavano delle quali dipendevano incrotiàtc ad armacollo. Solo nel sec. XVII si incomindi.r.cttamente dal capo suciarono a portare D. vere e p roprie. piemo. Ma la. D. ebbe il Presso l'esercito piemontese, sino al regno di Carlo suo ordinamento tatticoEmanuele II le trup pe non ebbero abito uniforme ; ognua,J11ministràtivo durante b no vestiva a sua foggia, dovendo provvccle,·e a sue spese Rivoluzione iranc~e. Eagli abiti e a lle anni, e soltanto per queste si esigeva ra stata istituita come una certa unifonnità. Con Vittorio Amedeo 11 si ebbe corpo permanente cli fanuna vera e propria D. che per la fonte ria consisteva in teria da un Consiglio di un g iustacorpo e in una veste lunga. con tasche, pantaloni guerra le11uto a Parigi nel 1788, su proposta cli Guibert, corti, stretti a l ginocchio; calzctti ; cappe llo con tesa ma composta solamente <li fanteria. Nel 1793, su provarian1entc orlata; cntva tta nera o rossa; /5Cj3,rpe. I corpost,i. di Dubois-Crancé, venne composra con 2 brigale p i si distinguevano uno dall'a ltro da i colori del giuslacli fanteria, una o due mezze brigale d i fante ria leggera, corµo, della veste, delle calze, delle crava tte e dei rialiquote d'artiglieria e servizi. F u solo nel 1796, durante svolti del le maJ1 icbe. L e a ltre anni avevano divisa anala campagna d' Italia, che le vem1e aggiunto un regg. di loga. Successivamente l'uniforme fu sempre curala. con cavalleria, divenendo così a utonoma. Quando gli eserciti 11orme regolamentari che ne ~tabili rono il taglio, i cofrances i divennero sempre p iù numerosi, Napoleone raglori varì (i quali andarono sempre più diminuen do cli gruppò le D . in C. cl' A. al lo scopo di facilitare sempre numero), la foggia elci copricapi, ccc. Oggi, presso tutti più l'azione gerarchica di comando. gli eserciti, le D . sono giunte ad un alto grado cli pcrPresso l'esercito piemontese la D. fu creata nel 1815 fezinnc e sono regolate cla norme severe, on de i vari e durante la campagna del 1848 fu composta di clue corp i non si scostino assoluta.mente dal l'uniformità prebrigate di fanteria, una o _due cp. bersaglieri, un regg. scrit ta. Presso d i noi il colore della D . dell'esercito è cl i cavalleria, due btr. di a rtiglieria. Durante la campaoggi unico per tutte le arm i, corpi e specialità: il grigna del 1859 ciascun11 D. ebbe la composizione seguengio verde; presso tutti gli eserciti il colore della D. tente: due brigate cli fanteria, un bgl. di bersaglieri, una de oggi ad essere unico, anche per ragioni di economia; cp. zappatori del genio, tre o qu:ittro btr. d a battaglia, per d ifferenziare i varì çorpi si ricorre a segni dist intivi un pa rco d',utiglieria, un .rcgg. d i cavalleria. Dur·a.ntr. applicati sul vestimento. Il colore della D . è scelto non questa campagna le D . no n furono raggru ppa te in C . solo con criterio estetico, ma anche e sopratutto con d'A. (come erasi invece verificalo nel 1848-49) ma faun crite rio di p ra tici tà: q uello di rendere le truppe il cevano capo direttamente a l comando supremo. Nel 1866 meno possibile visibili all'avversar io. Le divise - spe- I si ebbe, invece, il C. d'A . su un n umero vario di D. cialmen te quelle di guerra - hanno quindi tutte un coognuna delle quali con forma?.ione analoga a quel le del lore che facilmct'!'te si confonde col terreno e colla vege1859. La costituzione della D. non variò sostanzialmen te tazione: grigio; grigio verde; p iombo; Gachi, ecc. (V. negli anni che precedettero il con.flilto mondia le, tanto Uniforme). che a lla nostra entrata in guerra. tale gr~nde unità era così composta: 2 brigate cli fanteria cli 2 regg. ciascuna; Divisionale (Fanteria) . Con tale ' denominazione si 1 regg. d'art. da campagna (5-8 batterie); una cp. zapindica così il complesso delle un ità di fanteria della d ipatori del genio .: servizi. Formazione a un cli presso sivisione, come le aliquote di truppe delle varie armi che mile aveva la D. anche presso gli altri principali eseren trano a far parte delle divisioni (es. genio d ivisionale, citi belligeranti. Durante la guerra fu accresciuta cli eleartiglieria d ivisionale). menti del genio e di artiglieria, venendosi cosl ad auDivisionario. E' così chiama to il generale incarimentare la J)roporzione di queste a rmi rispetto a lhl fancato del comando d i una divisione. Presso di noi tale teria ed a fornire perciò a quest'ultima un ausilio magcomando spetta a l generale d i d ivisione. Durante la giore sul combattimento. Nel 191 i la Germania, in conguerra ult ima, ebbero il comando titolare di clivis. anS'cguenza della necessità di creare nuove grandi unità, che generali cui sarebbe organicamente spettato quello apportò alla D . una modificazione sostanziale, coll'ascli brigata. Per contro molti division ari eb!iero il cosegna.rie una sola brigata cli fanteria su lre rcgg. e danmando titolare del Cor po d'armata (Per i distint ivi di do vita cosi a lle p rime D . ternarie. Prima d' allora qu,:grado, coJ11piti particolari, ecc., V. Gene..ale di Divista grande unità aveva sempre avuto formazione qua tersione). naria. vale a dire su 4 regg. di fanteria, divisi in 2 brigate. La questione fu subito oggetto di stud io anche Divisione. Si indica con questo termine, presso tutpresso cli noi e nello stesso L917 fu rono ceeate 4 brigate ti gli eserciti, la prima delle grandi unità costituite da ternarie; poco dopo però furono sciol te e la fine della truppe d i tutte k armi, e capace essa stessa di svolgere guerra t rovò le nostre D . ancora quaternarie: 2 brigaaz ion i tattiche cli una certa importanza. La D. è la te di ranteria. ( 4 regg.); 1 regg. d'art. d11 campagna; un grande unità lattica fondamentale a composizione orbgl. zappatori del genio; una cp. telegrafisti ; servizi. Su~a nira determinata, inscindibile nei suoi elementi costibito dopo la guerra .risorse la questione della D . ternaria tlllivi, sotto un comando tipicamente unitario. L a mase quaternaria. che diede luogo a lunghe ed appassionate sima coesione spirituale deve esistere fra i vari corpi discussioni fra gli studiosi di cose 1nilitari s ino all'anno della d ivis., che può essere rinforzata con a ltre truppe, altri servizi ed a ltri mezzi, qua ndo la situazione lo ri• 1926, in cu i l'ord inamento del ma rzo pose termine ad 83


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ogni dibattito in materia, p revedendo la bJ·igata di fanteria su tre 1·cgg. e quindi la D. ternaria, più leggera e quindi p iù manovriera dell'altra, pur possedendo suificientc capac ità d i fuoco per la· notevole quantità d'artig licrie e di a rmi automatiche e d'urto d i cui d ispone. Attual mente (1929) la nostra D. comprende: 1 brigata di fanteria s u tre regg. : 1 regg. d'art. da campagna su 4 gruppi ; 1 bgl. za.ppalOri-minatori; una cp. telegrafis ti; elementi per il collegamento e l'osservazione; serviz1. S ino a poco tempo fa la D. così formata s i chiamava anche p resso d i noi di fan teria, per d istinguerla da quella cli cavalleria. Soppressa quest'ultima, si è resa. superflua tale distinzione. Il termine D . ser vì in altri tempi ad indicare urnt porzione del bgl. o del reggimento. In Italia, due compagnie, o due squadroni, formavano una D. Ormai questa voce nel senso ora indicato non s'usa più, a ltro che per i Carabinieri Reali, nei q Ltali è ripartizione della L egione ccl è composta rii due o p iù compagnie a l coma ndo di tm tenente colonnello o maggiore : nei grandi centri si dicono D . interne qu elle che hanno giurisdizio ne generalmente limitata alla cittò., e D. esterne quelle che, pur avendo sede nel grande centro, hanno giurisdizione su cp. d islocate fuor i della c ittà. Due o p ii1 D. costi tuiscono una Legione.

I.a D . di du.c cp. fu per l'Austria, nel sec. XIX, unità tatiica: anche l'esercito pontificio, nella seconda metà del se~. X VIII , ebbe tale suddivisione del battaglione.

Divisione aerea. E' la ri unione sotto un unico comando di due o più brigate aeree. L a Francia possie9e, a somiglianza de ll'Italia, le D. aeree, risultanti dalla riunione di due brigate da bomba.rclarnento, di un reggimento da caccia, uno o d ue J'egg. da osservazione, elernenti aerostieri e artiglieria di difesa con troacrei. In vece nell'ordinamento della ae rona utica mi lita re marittima la Francia non contempla le D. aeree. L 'Inghilterra <>li Stati Uniti la Jugoslavia, la Spagna non compr~1~<lono la suddi,'.isionc delle aeronautiche militari terrestri, nava li e coloniali in D . aeree. La creazione di questa unità aerea s i deve a lla Francia, che nel 1918, poco prima della fine della grande guerra, creava la D. aerea da combattimento, costituita da due squadre d ct bombardamento e due squadre d a caccia. D-ivisianc bersaglieri. All1c11tra.ta i n guerra f u creata una D . bersaglicri 1 raggruppando assieme i Tegg. 6°1 9", 11° e 12" ed asse6'llando all'unità btr. d'art. ed clemen ti del genio e de i scrviz1. F u disciolta durante la gue rra Jnedcshna. Div-is-ione celere. N on è n1ai esistita una. grande unità


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così chiama ta, ma, dopo la guerra, alcuni stud iosi di /cose mii. avanzarono la proposta di chiamare con (]uesto nome le gra ndi unità formate di cavalleria, ciclisti ed elementi autocarrcggiati, abolendo la denominazione di D. d i cavaller ia . Presso di noi tale voce è infatti stata soppressa, e per ind icarc le grandi unità del genere fu adottata la denominazione di Corpo celere (V.)

Divisione d'armata. Denominazione belga, che corrisponde al C. d' A. del nostro esercito. Divisione d'assalto. Durante l'ultima guerra la Germania dap prima, e gli a ltri be lligeranti successivamen te, crea1·0110 D. d'assalto. Presso di noi furono costi tu ite raggruppando assieme bgl. di ard iti in numero vario ed assegnando loro in congr ua misura a rt., elementi del genio e dei servizi. L e D. d'assalto erano leggere, manovriere e dotate di larga autonomia. Furono disciolte al termine della guerra, essendo unità che per la loro stessa natu ra non possono essere create che• in te1upo di guerra.

Div-isione di cavalleria. Sorse nella seconda metà de l scè. XVIII presso i principali eserc iti europei del tempo e fu costituita d i UJ1 nun1ero vario di br·igatc, in genere tre. P resso l'esercito piemontese le brigate di cavalleria furono riunite in una D. nel 1841, soppressa nel 184i. Dur.ante la campagna del 1859 fu costituita una D. di cava lleria con i 4 reggimenti di linea (riuniti in due brigate), due btr . a cavallo, un parco di axtiglieria. Nel 1866 la ca valleria di li nea fu pure raggruppata in una D. su due brigate con aliquote di art. a. cavallo. Successivamente furono mantenute solo le briga te, IT(cntre le D. dovevano costituirsi in caso di guerra. Nel 1910 fur0110 create di nuovo, in numero di tre: l'' (Friuli); 2" (Veneto); 3• (Lombardia), ciascuna su d ue brigate d i due r egg. ognima. Allo scoppio della guerra ultima, il nostro ese rcito entrò in campagna con qua ttro D. d i cavalleria formate su due brigate e un gruppo d'art. a cavallo su tre btr. D opo la. guerra le D. di cava!leria furono disciolte; ne fu prevista. la. costi tuzione, in numero vario, all'atto della mobilitazione, per u n certo tempo, finchè fu decisa invece, in tal caso, la costituzione 'del corpo celere, al (]uale sono p assati tu tti i compiti propri della D. di cavalleria. Questa grande unità è tuttora (1929) prevista presso i principali eserciti stra_ nieri, n ei (]rntli la distinzione da noi adoperata di Corp o celere, tende ad essere denomina ta1 D . leggera, a ttribuendosi all'altra la denominazione di D . pesa.11:te. Divisione mil-itare territoriale. L'attuale ordinamento del nostro esercito con templa 30 D. mii. ter ritoriali, le qua li corrispondono ad altrettai, te c ircoscrizioni (due o tre p er ogni circoscrizione di C. d' A., p iù le due circoscr izioni di D. della Sicilia e quella della. Sardegna). Ogni D . mii. territoriale s i designa col nome· della città ove ha sede il coman do, seguito da un numero ordina le arabico scritto tra parentesi (Es. D. mii. territoriale di :Y.filano ( 6"). Dei maggiori stati d'Europa solo l'I talia e la Francia hanno la d up lice autorità territoriale dei C. d'A. e delle D. In German ia vi p rovvedono solo i C. <l' i\., ed analogo s istema era seguito dall'ex i mpero 1austrn-ungarico. Il m inistro Pelloux nel 1892 pensò di concentrare tutte le mansioni [el"l"ito riali nei C. d'A. liberandone le D .. ma pe r va rie ragion i la r iforma non fu attua ta . Successivamen te analoga proposta fu ava.nza.ta dal m in istro Casana nel 1909 e ripresa l'anno dopo d al suo successore, geueralc Spingard i ; ma. la commissione

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parlamentare incaric,.ta di esaminare l'emendamento si oppose all'attuazione della proposta, si che le D . continuarono a mantenere le loro mansioni territoriali. Circa la composizione, V. Comando di D. mil. territoriale.

Divisione navale. Forza na vale composta di due o più unità (navi da ba ttaglia, incrocia tori o esp loratori) al coman do di un ammiraglio. Unità tattica per eccellenza., la D. è parte organica della s(]uadTa. Dicesi D. Siluranti e D . Sommergibi li la forza na vale composta di due o p ii1 flottiglie di n avi sottili o di sommergibili, rispettivamei1te condotte da un esploratore e da una nave appoggio.

Dixmude. Città del Belgio, sull'Yser. Per i fatti d'armi connessi col nome di D. v. alle voci Fiandre, Ypres, Yser. l\1:a, poichè è cenno in varie opere di una battaglia di D . basterà q,1i ricordare che il 17 e 18 ottobre 1914 i Tedeschi, ansiosi d'aprirsi la. via su Calais, a ttaccan110 !a. linea clell'Yscr, ed il 20 specialmente si

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accanirono con tro le posizioni di D .. tenute già da 20 giorn i dai fuci lieri di marina francesi d ell'a mmir. Ron.arc h. La lotta. contro qL1esto abitato ch1rò fino a li' 11 novembre, quando, non ostante l'inondazione della pianura. belga, D., allorchè non era più che un mucchio di ma cerie, cadde nelle mani ciel nemico.

Dobay de Dobo (Ca.rlo). Generale, n . nel 1832, rn. a Torino nel 19 16. Proveniente dalla cava lleria, nel 1880 d ivenne colonneJlo. Comandò il distr, mii. d i Palermo e ne l 1882 il corpo invalidi e veterani. Ma.gg. generale nella riserva n el 1392, fo promosso ten. generale nel 1903. Doberdò. Lago e vill,cggio omonimo sull'altip iano carsico, che dam,o il nome a quella parte dell'altipiano stesso che d.J San Michele d igrada verso il mare a. sud e verso il Vallone ad est, e che fu teatro dei più sangu inosi combatt imenti dal giugno 1915 all'agosto 19 16. Con amrnir;,,hilc ten;,,c ia le n ostre truppe riuscirono ;,,d avanzare lenta.mente sull'alt ip iano, ma solo quando, con la 6' battaglia dell'Isonzo, furono caduti i m. San Michele e Sei Ifosi, s i potè giungere al V;,,llone e sorpassare i ruderi rli D.; il lago fu incluso nelle nostre linee dopo l'offensiva. autunnale del 1916. Dobereiner. Ha questo nome dal suo inventore, un


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li laghetto di Doberclò, nel Carso

accend i tore costiw ito eia u n vaso il q,iak contiene acido solforico d iluito (a.equa acidulata). Al coperchio del va.so è applicala una campana che porta sospeso un cilindretto cli 7.inco. Questa _c ampana è in cqmunicazione con u na valvola si tuata cli fronte a u n man icotto contenente una spugnetta. d i p latino. Aprendo la valvola, esce dal becco un getto d i idrogeno (generato d alla rca?.ione dello zinco con l'acqua. acidu la) che va ad investire la. spugnetta di p latino (platino molto diviso) la quale si aTroven ta e determina. l'accensione dell'idrogeno. Tale s istema. è stat o applicato durante la guerra ai nostri lanciafiamme portatili a getto ed accensione intermittenti. Alla spugna d i p latino è stata sostituita p er economia una composizione d 'amianto p latinato che si ottiene ca lcinando una r e ticella. d i amianto imp regnala di cloruro di p latino e trattandola pclscia con cloruro ammonico. Siffatte spugne a llorchè più n on funzionano si ri p ristinano arroventandole.

co, ma un a t tacco a fondo propr io sul ponte decise l'esi(ò della giornata. in favore dei l>olacch i. I Russi perdettero 16 uff. e 739 u ., i Polacchi ebbero 500 u. fuori d i combattim ento fra mort i e fer iti ,

Dob.r i no (Ordine de,: Cavalieri di) . Istituito i n Polonia dal Duca Corrado nel 1153, dello anche O rd i11e mii. dei Ca val ie ri di Ges,r Cristo, p rese il nome d alla fortezza di D . costruita dallo stesso d uca . Tale Ot'dine venne poi assorbito d a quello Teut onico.

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Dobran (Trattato di). Alleanza fra Danimarca e Brandeburgo (25 sett embre 1675). Le parti con trnen li uniranno le loro forze e consigli nella guerra contro la Svezia. per costringerla. a pagare le spese della guerrn, a restitu ire alla Da;..imarca Scania, Halla.nd e B leking, 2 rinunziare all'immunità del Sund e a r estituire all'Elettore la Pomer ania citeriore con la parte della Pomer ania. ulter ior e posseduta d alla Svezia stessa. L 'Elettore p r omette d i abbandonare alla Danimarca. vVismar e l' isola cli Rugcn, se potrà farne la conquista. Dobre. V illaggio sulla Vistola, nel governo di Var savia, in Polonia . Combattim ento di Dobre (17 febbraio 1831) . Appartiene alla guerra russo-polacca. Il centro delle forze polacche, agli ordini del gen. S krynecki, cost ituito da u na d ivis. con 12 bgl., 12 pezzi d'art. e qualche sqdr. di cavalleria, s'era posto nei pressi di D. sulla stra.d a che mena a \Vengrow, donde venivano i Russi . La fro nte dei Polacchi era protetta da un fiumiciattolo pa ludoso, l'Ossovniza, i l quale non era transitabile che presso :Makowiec. Il gen. Skrynecki occupò tale p osizione, apprestandola a difesa. Quando l' avanguardia russa e par.te del grosso erano già en trati nella stretta del fiume, e la te~ta dell'estrema avangu ardia ( 1 bgl., 1 htr., 1 regg. di cavalleria, giunse sul ponte di l',fakowiec, s i vide accolta da. i ntenso fuoco dai due la t i della strada e bom bardat a di fron te rlall'art. polacca. 1 Russi fecero intervenire buona parte della p ropria artigl ieria, e riuscirono per. un momento a para lizzare l'azione del fuoco p olac-

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AUSTRIACI:

"'7 ___ / a.Colonna Risch"nek ·;J"ribouk h. 11 o'ir/esfra C. ,. /Jen Walds!ae!tefJ d. 11 centrale e_ H disinislra Comballimento cli Douoi t V. Bosnia)

Dobrolsky. Generale e scrittore m ii. rnsso, del secolo XX. All'aprirsi della grande g,1erra era diret tore dei servizi <li mobilitazione a l Ministero della guerra. Fra le s ue pubblicazioni merita.no particolare men?. ione : « La mobilitazione dell'Esercito russo nel 1914 »; « liiassunlo storico clelh guerra mondia le >> .

Dobropolìe. Monte della :Macedonia (m. 1875) nel


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distr. di i\fonastir. D iede il nome a una battaglia ( 15 se ttembre 1918) che appartiene alla. guerra mondiale (Fronte }vfrtcedone). I Bulgaro-Tedeschi vi avevano organizza to due linee d i d ifesa sin dal 1916; nel 1918 erano presidiate da lla. 2" e 3• divis . bulgare e da 2 bgl. austriaci: in tut to, circa 12 .000 u ., 90 cannoni, 25 bombarde, numerosissime mitraglia tr ici e lanciaJìamme. Contro queste forze, erano pronte all'attacco 6 d ivis. serbe (generali Bojovic e Stepanovic) la 122" clivis. francese e la 17° coloniale francese, con 13 bt r. pesanti e 30 pezzi legge ri. Alle due divis. francesi era a.f:6dato il comp ito dello sfondamento verso D . ; alle sei serbe quello dello sfruttamento del successo iniziale. Lateralmen te, forze francesi, greche e inglesi, oltre alla 35" divis. italiana, doveva110 cooperare con azioni offensive frontali . Alle 5 .30 del 15 settembre, dopo un bombrmlamento. delle posizioni durato qua.si 24 ore, le due clivis. fran cesi mossero a ll'attacco, e alle i,45 era in loro possesso il D., a ! centro delle posizioni nemiche, con lieve sacrificio : meno cli 200 u . fuori cli comb;ttimcnto. Facile pure riusci. l'operazione a dr. d el D . : p iù ardua fu su lla sr. dove le opposte · posizioni vennero raggiunte solo a tarda sera. Il sistema fortificato che aveva il suo centro sul D. era stato cntrn la stessa gio,:nata conquis tato : la port<L di discesa verso le valli del k, Cerna e del Vardar era aperta. Il giorno dovo, si svolgeva, nella detta d irezione, !a battaglia per .1~ conquista del pianoro di Kozia.k.

Dodds (Alfredo) . Genera le francese, n. nel Sénégal (1842- 1922). Comhattè nel 1870 a Sedan ; rin1asto prigionierol riuscì ad evadere e partecipò al resto della guerra. Fu lungamente in Asia e in Africa, combattendo in vat·ie guerre coloniali e battendo nel Dahomey i l re Behanzin ( 1894). Nel 1896 ebbe i l comando in capo nell'I ndocina e poi fu me111bro del Consiglio super ior e di guerra.

Dode (de la 15rnnerie, Gu.gl-iehno) . ~'laresciallo di Franc ia (Ji7S-1851). Ufficiale del. genio, partecipò a lle campagne d'Egitto, d i Germania e d i Spagna. Sci 1809 diresse i lavori dcll'a.ssedio di Saragozza e: poi partecipò alla campagm1 in R;,ssia. Comarnlò in capo l'arma del genio in lspagna nel 1823. Nominato presidente del Consiglio delle fortificazioni nel 1840, organizzò i lavori delle fortificaz ioni cl i Parig i di venendo marescia llo. Dodecaneso. Gruppo di dodici isole p oste nella p a r te S. E . del mare Egeo: Stampalia, Cba rki con Alimnia, Scarpanto con Saria, Caso, T ilo, N isiro, Ca limno, LerQ, Patmo, L ipso, S imi, Cos con Cappari. F LJrono conquistate dall'Ila! ia nel 1912, per contrastare il contr abbando delle armi cbe dalla Turchia passavano in L ib ia, per avere un pegno in nostro favore nel momen to delle trattat ive d i pace, e n ello stesso tempo per deprimer e i l nemico anche moralmente. Scelta S tarnpalia come hase per le a.zioni navali, da ta la sua posizione centrale, essa venne occupata i l 26 apr ile, men tre un corpo d i s pedizione, scor tato da.Ila 2• squadra, sbarcava. a R odi, nella baia cli I<alitheas, cacciava i l p residio all'i nterno ,e lo inseguiva e batteva a :Psitos obbligandolo a dep orre le anni. L a , flotta intan to aveva sbarca to marinai ne ll e. a lt.re isole prendendo possesso provvisor io dei p un -

ti pii1 importanti cli esse, facen do pr igionieri i p resid i turchi, inalzandovi la. band iera naz ionale. Ent ro lo stesso mese di maggio, reparti dell'esercito sostituirono i marinai, consolidando i l possesso. L'Italia ven iva così a r imettere sotto la sua sovranità quelle isole 390 anni prima abbandonate dai cavalieri d i San Giovanni, che dopo strenua difesa. avevano dovuto cedere nel 1522 alla preponderanza delle a rmi t urche. J1,1a l' impronta di italianità era s tata. lasciata sul D. prirua dal le armi ed aqu ile romane, alle quali nel medioevo, dopo breve periodo genovese, s'era a ffermato i l dominio delle galee di S. Marco. In base al trattalo cli L osanna (18 ottobre 1912) l'Italia s' impegnava di sgombrare il D. quando la T urchia avesse ottemperato al ritiro cli t utte le truppe ed emissari nella Cirenaica e Tripolitania, colla. previsione che la. sistemazione definitiva del D. sa.rebhe stata oggetto di accordi solo fra le due potenze i n teressate. L'occupazione fu niantenuta nel modo p iit corret to e<l accetto alle popolazioni stesse. Durante la guerra balc,m ica la Turchia, temendo un colpo di mano della Grecia sul D. favorì la continuazione dell'occupazione militare italiana. Il congresso di Londra servì a r iconfermare il trattato d i Losanna. Dopo la guerra mond iale, avendo la Turchia combattuto a fianco d egli Imperi Centrali, l'Italia mantenne il possesso su t u tte le isole. Un ultimo trattato, concluso a L osanna nel 1923, clava all'Ita lia la sovranità su l D. in modo definitivo, e la ratifica di tale tra ttato avvenne nel 1924. Da allora, il D., retto eia un governatore con sede a. Rodi, è considerato non come colonia, ma come terri torio. d ipendente dal :Ministero degli Esteri.

Dodge. Costruttore americano che ideò un fucile a retrocarica a blocco nel 1871, che da lui p rese nome. L'otturatore, invece/ cl i appoggiarsi sul elisco del cane percussore, si d ivide in due parti : l'una. quando il meccanismo è chiuso, appoggia sui due lati della scatola

Fucile Dotlg·e, rnorlel lo 1871

di cu lat ta; l'altra p ar te, per effetto d'una molla, preme contro le basi della scatola : questa seconda parte è muni ta d i una crest a per poterla abbassare, e così t r ascimLre con sè l'otturatore ed aprire la culatta, per p otere introd urre la cartuccia .

Doel. Città del Belgio nel1e F iandre or ientali, sulla Schelcla. Combattimento di D oel (23 dicembre 1832). Appartiene alla guerra cli secessione nel llclgio. Il 23 d icembre 1832, una. squadra olandese e la gu ar n igione del fÒr te Licfkhn shoek fecero un ten tativo contro la d iga. di D ., difesa d>.I gen. francese Seba.stiani. L a squadra ohm desc, com posta di 1 fregata, 2 corvette, 3 battelli a vapore ed un a ventin a di cannoniere si piazzò di fronte alla d iga di D., sbarcando truppe che, dopo combattimento cor po a corpo, furono respin te dai F rancesi e a stento poterono r iguadagnare le im barcazion i e r it irarsi


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Cl-1,lometri

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11 Do<Jeeaneso

sotto la protezione dei forti di Liefkeusboek e Li Ilo; i Francesi ebbero una sessantina fra morti e feriti. gli Olandesi lasciarono la diga piena di cadaveri, fra i quali il comandante delle truppe di sbarco.

Doersch (e Bamngarten). Costruttori tedesch i d i un fucile a cilindro otturatore girevole e scorrevole ad ago che prese nome da essi ( 1861). Xel suo insieme tale fucile rassomiglia al Dreyse, con piccole varianti di particolari. Il prolungamento della canna serve esso stesso di scatola di culatta e il meccanismo di percussione si

Fuellc IJ<>(-rscll- BaL1111)('n (' l ~ ll, mocL 181)1

riduce ad un piccolo tubo che scn·e anche a tendere cd a distendere la molla spirale. Per armare il percussore si fa pressione su l bottone c poi lo si gira a destra per fermarlo_ Una riiolla d'arresto fa da g rilletlo.

Doesborg (o Doesburg). Città dell'Olanda sul fiume Yssel. Presa di Doesborg (15 giugno 1672). Aprai-tiene alla guerra in Olanda ciel r e L lligi XIV. Il marcsc_ di T urenne arrivò col re la sera ciel 14 gillgno nei pressi di D. dalla quale lo <li,•i<leva il fiume Yssel_ Procedette subito alle operazioni per l'i,westimento, e nel giorno seguente

ap n , primi approcci, sotto un intenso fuoco di interdizione. L'indomani \'enne piazzata una grossa btr. di 12 pezzi, la quale con un fuoco intensissimo neutralizzò l'effetto delle artiglierie degli assediati. );falgrado ciò il governatore resistette fino al 21 giugno, decidendosi n llora a capitolare senza condizioni.

Dogai i. Località dell'Eritrea., non lungi da }Iassaua. Nel gennaio 1887, il generale Genè, comandru1te il corpo d i spedizione in Abissinia, a Ilo scopo di a lla..rga re la. occupazione di J\fassaua, spinse a 40 km. verso sud, una centuria di basci-huzuk. che si stabill a Uaà. 11 X cgus protestò contro questa occupazione e im-iò Ras Alula con le sue truppe a Ghinda, intimando a.I generale Genè di sgombra.re Uaà e Zula. Il generale rispose col r inforzare Uaà (2 cp_ di fant. 2 sez. art. 1 banda irregolare) e col fare occupa1·e Saàti e Moncullo, nella qua.le ultima località inviò una colonna al comando del ten. colonnello Dc Cri~toforis, composta di 3 cp. fanteria, 1 sez. art. e 2 buluc irregolari. Il 2S gennaio Ras Alula avanzò contro i l posto di Saati, comandato dal maggiore Bonetli (2 cp. font. 1 scz. art. 300 irregolari) che, lasciatolo avvicinare a. 300 metri, a.perse fuoco micidiale, e dopo quattro ore di combattimento lo costrinse alla ritirata, infliggendogli una perdita di 200 uomini. L'indomani il ten_ colonnello De Cristoforis. do,•cndo scortare una colonna di rifornimenti diretta a. Sa.ati, mosse con 500 uomini da ).foncullo; ma presso l':iltura di D _ venne attaccato da imponenti masse di Abissini. Gli Italiani r ipiegarono a scaglioni, comhattendo, su l'a ftura di D. ove in formazione di quadralo resistettero eroicamente per più ore, prima col fuoco. poi con le baionette. al nemico soverchiante. fi.nchè caddero tutti,


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l i eon1hattimen10 <li Doga li ( 26 genna io I SS7)

come ebbe a dire un testimone : « all iueati >>. Solo una ottantina, ferit i e a bbandonati per rnoni dal n em ico, il quale s'era preoccupato ciel saccheggio, furono salvali .i l giorno dopo da una colonna d i soccorso giun ta da lvfassaua.. G li Abissin i perdettero ' circa u n miglia io d i uom ini in questo combatt imen to, glorioso nella storia coloniale d'Ital ia.

Dogali. è\ ave da battaglia. di 5' c lasse (ariete torpediniere), varata in I nghilter ra nel 1887; lunghezza me-

tri 76 ,2S, iargbezza m . 11,28, dislocamento tonn. 2088, macch ine HP. i197, armamento cannon i VI 15 2, I 75. IX 57, II 37, e 2 mitra.glia lrici; lanciasiluri 2 ; Stato maggiore 12, cqtiipaggio 232.

Doge (dal lai. Dux). T itolo dato al magistra to supremo in Venezia e in Genova. In or igine il D. era il

Doge d i ve11e1.ln

Doge d i Genova

comandante delle forze mi i. e navali delle Repubbliche, llfolti fra i D., sia di Venezia che cli Genova, furono ot t imi condot t ieri, come O r so lppato ( Venezia) che vinse i Longobard i togliendo loro Ravenna (724); F rancesco Morosrni generalissimo. conquistatore del Peloponneso, ccc. E a Genova Domenico F regoso (1370), Andrea. Daria (1528) ed altri furono f elebri capitan i per terra e per ma re. Col crescere della potenza delle Repubb liche, la carica di D., assorbita. dalle altre cure dello S tato, cedette a generali di profe,sione il comando delle forze annate, pur conservando l'onore della s up rema d ignità dell 'eser ci to e della flotta.

Ordine del Doge, o di S. Jl1farco. Istituito in epoca im precisa ta d alla Repubblica di Venezia, veniva confe. r i to dalla Serenissima a i suddit i, e r aramente agli st ranier i, ben emerit i per ser vizi resi nella mi lizia o nella puublica amm inistrazione. Portavano una collana d'oro alla quale era appesa la medaglia dell'Ordine, con l'em bléma d i S. Marco. L'Online veniva conferito d i motu proprio del Doge, e i t itolati si chiamar ono Caval ieri del Doge.

Dogge r Bank. Nome olan dese che sign itìca. « banco elci battelli ria pesca » ; è u,n bassofondo sabbioso nel ma re del Nord, fra il litora le in glese e quello danese. I . Battaglia del Dogger-Bank. Durante la guerra d'indipendenza amer icana il 5 agosto 1781 vi• s i i11contrar·ono una flotta ing lese comandata d all'ammi r. HydeParker con una olandese, comandata dall'amm ir. Zoutman forti entrambe d i 7 navi d'alto bordo e parecchie fregate . :Vfandalo a salvamento il convoglio che entrambe scortavano, gli Tnglcsi, col favore del vento mossero contro gli O landesi, che immobili s i preparava.no all'attacco. Si scontrarono prima l'ammiraglia. inglese con quella o la ndese e subi to · dopo le a ltre. G li O landesi prevalevano per le arl:glicrie µTu potenti e per le fregate m iglio ri; a vevano invece gli Inglesi na,·i p iù manovriere e t iro p iù celere. Per t re ore è mezzo dur ò la battaglia, fino a che le navi, ridotte a non poter più governa re per i danni subi ti, furono seRarate dal mov imen to delle onde . L 'esito della battaglia rimase incerto ed entrambe le Aotte rientrarono malconc ic in por to. Una nave olan de-


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se, nel ritorno ai porti, affondò. Le perdite ammontarono a circa 500 u . per parte.

II. C0111batti111ento del Dogge-r Bcrnk. ,\pparticnc alla guerra mondiale ed avve1rnc il 24 gcnuaio 1915, in seguilo ad una incursione tedesca s ulle coste bri tJJrniche, cu i presero parte gli incrociatori da battaglia Dcrflinger, Seydlitz e ]vfoltke, l'incrociatore corazzato .Bliicber, se i incrocia tori sottili cd un numero i mprecisa.io d i cacciatorpediniere, al comando del contra.mmir. Hipper. Da parte inglese, gli incrociatori da battagli.i, L ion, Tiger , Pri11cess Royal, ?sew Zealaml, Indomtable, gli incrociatori leggiel'i Arc tbusa, Undaunted, Aurora, lYicteor, Nottingham, B irmingham, Lowestoft, Southampton, e squadriglie d i cacèiatorpedinie1:e, al comando del viceammiraglio Beatly. Da parte tedesca, 28 cannoni da 280 e 305 ; da parte inglese, 40 ca.unon i da 305 e 343. Ali'a.lba bnimosa. del detto giorno l'incrociatore Jeggiero inglese Aurora, pattugliando con 4 cacciatorpediniere al largo della costa britannica, s'incontrò con l'incroc iatore sottile tedesco Kolbcrg, e subito t.ra i due s'impegnò un vivace d uello a cannonate alla distanza di circa 7 mila metri, nel qua le l' Aurora stava. per avere il sopravvento, quando vide apparire i grossi incrociatori germanici, la cui p resen za venne segnalata. all'ammir. Beatty, cbe mosse a tutto vapore alla. ricerca della squadra nemica, la quale a sua v<lila, appena avvistata la. squadra britannica, in forze preponderanti, inverti la rotta di 180 grad i e prese caccia. dirigendo a tutta forza verso le sue ba.si. Ne risultò una. gara di velocità ad oltranza, le navi tedesche per fuggire, quelle inglési per raggiungerle e conseguire il con t:ttto balis tico. Tutte le unità tedesche · fecero rolla. a Sud-Est per porsi al più presto al riparo sotto la. protezione dei loro camp i di torpedini e delle batterie costiere, sperando di attirarvi le unità <tvversaric. l\!fa l' ammiraglio inglese prevedendo, oltre a ciò, clic i Tedeschi a\'Iebbcro gettato in mare, come fecero difatti, molte torpedini derivanti, anzicchè p1·ocedcre per l'inseguimento nella scia delle unità nemiche, prese una rotta pi(1 a. Sud, ordinando agli incrociatori da battaglia la linea di rilevamento, n ave ammiraglia (Lion) a. capofila, in modo che tutti i grossi calibri potessero far fuoco sulla sinistra. L'lndomtablc con l'i\rethusa., l'Unùaunted ed i rispellivi cacciatorpediniere rimasero a sr. della forma.icione. e più :t sr. ancora, quas i parallelamen te a questo gruppo, correva.no gli incrociatori lcggieri. Poco dopo le 9 un proictr.ile del Lion colpì e perforò il fianco del Bliicher che, essendo meno veloce delle altre navi, rimaneva indietro. Verso le 9,30 anche i tiri del ~ew Zealand raggiurgeva.no il :Bliicbcr ed a llora il L ion cd il Tiger, cambiando bersaglio, presero a tirare sul Scydlitz, che alle 9,50 ebbe due torri inutilizzate, m~n l r-c il Princcss RoyaJ apriva il fuoco sul Der ll inger. Il :M:ohke soltanto, mascherato parzialmente dal denso fumo degli incrociatori tedeschi, presentava difficile bersaglio, per cui non 1·iportò offese di r ilievo. Per oltre un'ora la caccia contin uò così acca>1itamente. Il Blu cher, gravemente danneggiato, uscl dalla formazione, dirigendo lentamente a N ord: fu ordinato allora. all'Jndomta.ble di affol)dar!o; 'i:,oco dopo un siluro lanciatogli dal!' Aretbusa a .bi:eve d istanza. ne affrettò la fine; soltanto 120 u. fur,011~ tratti in salvo, a.vendo gli Inglesi dovuto interrompere l'opera di salvataggio per il sopraggiw1gere di uno Zeppelin, che ritenendo essere il B li.icher affondato una nave inglese, prese a bombarda.re le lance dei sai-

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vatori. In questo momento le navi tedesche, sempre fuggenti e malconci◊ sotto l'imcnso .fuoco dei ca1111oni iuglesi da JOS e da 343 mm., cambiarono rotta dirigendo per est. Poco dopo le J I il Lion, colpito dtt u n prnì.cttile da 280, con tu tte le caldaie di destra inutilizzate, e fortemente sbandato, fu costretto ,l desisiere dall'inseguimento, riuscendo a raggiungere a 1·imorèhio ed i n salvo il porto. Frattanto il contrammiraglio inglese .\1 oorc aveva. cont inuato a d irigere la caccia, ma quando, a.llc 12 e 20, l'ammir. Bc~tt:,r, che, appena prodouasi la grave ava.i·ia sul L ion, era tra.sbordato rapidamente sul cacciatorpediniere Attack, raggitu1sc i1 Princcss Royal, il combattimento era. finito, essendosi le squadre d istai1zia.te oltre ht portata dei maggiod calibri. 14 morti e 29 feriti, oltre le riparabili ava.i·ie del Lion, furono i danni e le perdite degli inglesi in questo combattimento; i Tedeschi vi perdettero il Bli.icber cd ebbero 954 morti e 80 feriti, 189 prigionieri, noncbè gravi avarie _sui tre grossi incrqciatori da. battaglia, particolarmente sul Seydlitz che raggiunse la. base in ca.ttive condizioni.

Doglia Vecchia (Veterinaria) . E' un dolore per lo più d'origine reumatica, cl1e si risconti-a talvolta. in cavalli e muli, acquistati dal commercio per l'esercito. E siccome può con o pportune cure ve,ùrc temporanea· mente sopito e interrompere la zopp ia cui dà causa, tanto che l'acquirente non si accorge del difetto, viene compreso nei vizi redibitori, dando d iritto alla rescissione del contratto d'acquisto di quadrupedi per lo S1ato. Dogliani (a.nt. Doliana o Dol·ia11um). Comune in prov. di Cuneo, sulla sr. del torrente Rea . Risa le all'epoca. dei Ragienni, e fece parte della contea Albese di cui costitui~a uno elci castelli difensiv i, cinto di solide mura. Fu conquistato nel principio ùcl secolo XII dal marchese d i Savona, a i marchesi cli Susa. Venne nel 1431 tartassato da Francesco Sfot"?.a, ill\·jatovi da Filippo Viscont i contro Gian Giacomo del :Monferrato, il q ua le r iuscì nel 1436 ad averne il sopravvento e farselo assegna re dal trattalo di 1>acc. Passò nel sec. XVI ai duchi Savoia. D oglian-i. N omc di un regg. piemontese, costituito Ilei 1649 da Giuseppe Lodovico Solaro di Moretta, marchese di Dogliani. ::-Jel 16S4 prese il nome d i 1fasino. dal suo nuovo comandante. Fu costituito su IO cp. e fece la guerra contro la Spagna '(1650-16S9). Nel 1660 fu sciolto; qualtro cp. vennero incorporate nei rcgg. Aiazza e :'.\1czcrac e combatterono nell'isola di Candia.

DogliOU I Fel1ce

Oog-1iot1 i Or·azio

Dogliotti (Felice). Generale, n. e m. a Tor iHO (l829l906). Sottot. di fanteria nel 1848, passò poco dopo in cavalleria e prese parte· a lla campagna d i Crèmca (1855). Combattendo a Ci vitella. del Tronto ( 1861) ebbe la medaglia d'argento ed a Villafranca (1866) quella di bron -


Doc.

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zo. Colonnello nel 1872, coman dò i cava lleggeri L ucca. 1n r iserva nel 1881, divenne magg. generale nel 1882 e ten. generale nel 1895.

Vogliotti Orazio. Generale, mcdagli,t d'oro. 11 . a ~ izza l\fari ttima, m. a Firenze (1832-1892). Ufficiale d'artiglieria nell'esercito piemontese, partecipò alle campagne del 1859 e del 1860, dist inguendosi a Pesaro, a Castelfidardo e particolarmente nell'assedio di Ancona, ove guadagnò la croce dell'O. :vr. S. Nella cam1,agna de l 1866 s i segna lò per bravura ed ardimento nei combatlimenti di Ampola e <li Bezzecca, comandando l'itrt. a l seguii() di Garibald i, così da meri ta re la massima distinzione al valore. fu quindi colonnello comandante il 7° r cgg. a rt. da campagna, e m agg. genern le rnmanclantc la brigata Ancona (69° e 70° fanteria) . Lasciò il servizio attivo nel 1888. Il suo nome r ima.ne nell'eletta schiera dei decorati cli medaglia d'oro, come dice la motivazione, « per il suo con tegno pieno di intelligenza, cl i sia n.cio e d i bravura, ad Ampola, a Bezzecca cd in tulti i combattimenti ove si è trovato a lla tesla dei su oi valorosi art iglieri)> (Ampola e Bezzecca, 19 c 21 luglio 1866). Scrisse una. « Relazione delle opc1·azion i dell'artiglieria addetta a l corpo dei volon ta ri italiani nella campagn a del Tirolo 1866 >l.

Doglio/ti Giuseppe. Generale, m. a Bordighera ( 18501923). Sottot . d i cavalleria nel 1868, frequen tò con su ccesso la scuola cli guerra. Colonnello nel 1894, comandò il rcgg. ca.vallcggeri Fogg ia; ne l 1899 andò in di~ spouibililà e nel 1900 in P . :\. Kel!a riserva rlivennc magg. generale nel 1905 e teli. generale nel 191.3 . Aveva partecipato alla campagna del 1870. Dogl.:otti Eu.genio. Ge11cralc:, nato a. I' ianezza. nel 1851. Sottotenente dei bersaglieri nel 1872, passò ne.; RR. Carabinieri nel 1880. Colonn ello nel 1905, comandò la legione di Palermo; poi quella degli All'0g-llut I i Euge11I O lievi. Magg. generale nel 1911, venne addetto a l co111a11do generale dell'arma. Jn P. l\ . nel 1913, venne 1·ichiamato durante la i,;uerra contro l'Austria, indi passò nella ri~en•,, divc11e11do generale di divisione.

Dogna. Torrente nella zona Carn ica. Alla testata della valle si ergeva il forte di Malborghetto, che fu bòm uarda to e danneggiato dalle nostre art iglierie n elle prime settimane della. guerra italo-austriaca.. Piccole operazioni campali furono anche eseguite in Val D. da lle nostre truppe d uran te l'estate del 19 1S, tra le più notevo li delle quali: l'avanzata. s ugli speroni di L ussora. Alpe e l'otz Viesen (28 lug lio 1915) e l'occupazione della Forcella. Cianalot e dei due Pizzi (.30-31 luglio).

Doix (Giovanni Battista). Genera le, 11". ad Albertvil· le, m. a Torino (1825- 1897). Nell'arma de l genio ·par· tecipò alle campagne 1848-49. 185S, 1859, 1860-61 e 1866, meritandos i la med. d'argento a Peschiera, la croce d i cav. dcll'O. M. S. all'assed io di Capua e la croce d 'u ff. dello stesso ordine a quello d i G aeta. Colon-

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nello nel 18i 1, fu d irettore del genio a Genova indi comanda.ate supcrion:: dei distretti della divis. di Genova. ~iagg. generale nel 1881 cbhe il comando del presidio mii. di Vcncz,a. In P. A. nel 1883, divenne nella. riscrv:,, tcn. generale nel 1895.

Dokani. Villaggio della JJosnia, teatro di ·combattimento (21 seltcmhre 18i8) durante la campagna a ustriaca. l .1 26"' brigata, rinforzata da. qualcbe bi;l., nella rn:i.rcia su Tuzh trovòl occup<1to da un m igliaio <li Bosniaci il villaggio di D. AS:salitolo di fronte, con cloppio movimen to aggiran te, la brigata austriaca riuscì a mettere in fug:L i ribelli, de i quali solo una parte oppose fin() all'ultimo tena ce resistenza, ltlsciando una trentina. di morti. Dolabella. Piccola dolabra, usata in agricoltura, ma anche nell'esercito rnm:ino, inastata sopra un manico di legno p i(1 o meno lu ngo, simile a quel li usati nel medio evo. Col manico corto serviva. anche come arma. eia ta· glio e contunden te per la lotta co rpo a corpo. Dolabra. Ascia da lavoro in uso presso i Romani, adoperata anche dai legionari per il tai;lio del legname da costruzione delle pa lizzate, e per la distruzione delle stesse negli assalti ' agli accampamenti nemici. Ve ne erano due _._ -iif»nmstvr1rtf\to11Hta iififu? t ipi. l'una chiamata . 1>. fossorùi, e serviva per i lavori in \ ,µ..:;:,,,.;;;;µ;i;.,[ll uli;J~iill!!i ;i;·.:;.,iiiiil terra_ ~ ~rincce, fossi, IÌ:llì:.1illllililllfu4/&i.:!!Iil,;;:..;;;,;;; ccc.), I altra. D . pontificale, era adopera-

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S<1.cerdoti.

Dolce (Carlo).

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Generale ciel genio ~ delle Due Sicilie, n. I. l)ol11l)l'U i'<JJllllll('; 1, ros"orco: 3, po111Jnc,1lfs: e m. a >-'apoli (1772/4, DolalJrila 1841). Fu ispettore del corpo del genio in Napoli.

Dolceacqua (ant. Dulcis acqua). Comune in prov. d"Imperia, sulla Ncn·ia. al di li, della. quale sono ancora traccie di I rinccc erette dalle truppe sarde nd le guerre del passato secolo e ,1vanzi di antico Castello con alte torri e bastioni. che fu elci Doria, demolito nel secolo X VIII. D'or ig ine :1.11tichissima D . s i sollevò contro il conte cli Ventimiglia (1232}. Sedata con una. transazione la lunga lotta, s i r ia ccese a.ccanita ai temp i dei G uelfi e Ghibellini (1270) sostenuti rispettivamente dai Provenza li e dai Doria; dopo ,,a.rie vicende. nel 1345 h, baw,glia di Garncnaro ridicele D. in mano ,ii Doria.. Sette anni p iù tarcli .fu teatro d i gueua fra i Doria ed il S iniscalco di re Ra imondo. Nel 1425 D. fu cinta d'assedio da quei d i Ventimiglia, m:\ resistcue, validamente difesa d ai fra tel li En rico e Antonio D oria. Il n ome di D . ricompare nella storia mii. durante la. guerra d i Successione d'Austria. Il generale Leutrum vi costrul nei dintorn.i u n campo trincer:tto contro i Gallispan i, che ebue ottimo successo. Viceversa. 11el 1794 l'abbandono di tale forte posizione agevolò a i F ran cesi l'accesso a l Pie· monte. Dòle (ant. Dola Seq11anom m). Città della Francia nel cl ip. elci Giura sulla dr. del D oubs. Di fondaz ione


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$('f)pp ;o rii pro ietto ria i20 anstria<'O s11 Dog·na ( 19,1·; )

romana ha tut tora traccie di mura ed u n ponte sul Doubs di quell'epoca.

I. Assedio di Dole ( l479). Appa.rtienc alla guerra tra F rancia e /\ustria. Cha.umon t d 'Amboise invase la F ranca-Contea e con rapida mossa g iunse colle sue truppe fo10 a D., dove le milizie del presidio imperia le opposern fiera resistenza . Costretto a llora a cingere la piazza d'assedio regolare, vi perdette parecch io tempo senza riuscire ad en trare nella città. Pensò allora di ricorre1·e ad uno stratagemma, e, approfittando d 'una sortita di truppe in gran pa.rte straniere, ri uscì o.d infiltra.re fra di esse diversi fidati francesi; i quali, mescolandosi a lla guarnigione al momento della rientrata. appena entrati assaltarono i difensori favorendo l'en trata, de l cl' Amboisc : D . fu messa a ferro e iuoco. II. Assedio di Dole (1636). Appa rtiene a lla guerra tra Franc ia e Spagna. Il principe cli Condé, iniz ia to l'assedio d i D. in timò agli assediati di arrendersi entro tre giorni. Ma il governatore Lavcrne r ifilllÒ e tutt i gli sforzi dei Francesi furono resi vani dall'energia della difesa . Dopo o ltre nove mesi di inutili operazioni il Con dè fu costret to a ba ttere in ritirata togliendo l'assedio. III. Assedio di DOie ( 1668). Appartiene alla guerra di Devoluzione. Luigi XIV in persona. si decise ad assediare D . 11el f ebbraio. L a p iazza, considerata quasi imprendib ile, era difesa dal conte di 1fontrévcl : egli non aveva che 400 u. e i c ittadini_ Appena aperte le prime parallele, gli assedianti attaccarono la controscarpa, e vi si insediarono. L'assalto fu continualo, e D. il 14 febbraio si decise ad aprire le pori.e, dopo 4 giorni di resistenza. I V. Assedio di Dole (1674). Appartiene alla guerra • tra Francia ed O landa. Luigi XIV, poi che D. e ra s tata assegnata p er la pace d i Aquisgrana alla Spagna, tornò ad assediarla , affidando la direzione dell'attacco al Vauban. Una sortita fu respinta; aper te le trincee di approccio, erette tre batterie, nella notte dal 29 a l 30 maggio si iniz iò l'attacco dei camminamen ti coper ti, che i difensori dovettero abbandonare. I lavori cl i m ina e il fuoco delle batterie riuscirono ad aver ragione elci d i-

fcnsor i, che per quanto combattessero con opera1.ion i di contromina, dovettero, dopo otto giorni di lotta, cedere le ann i.

Dolfin (o Delfino, Giovanni) . Doge di Venezia e ~ondottiero (1356 -1361). Di antica fa.miglb patrizia. fu eletto p rovveditore di campo per ll~ prov. di T reviso ; sostenne vittoriosamente nel 134 1 la guerra contro re Lodovico d'Ungheria, che dovette r(tirarni in disordine . :\1ella seconda gucrrn invece contro lo stesso re clie_provocò l' insur rezione nell'Istria e nella Dalmazia, D. fu costretto. malgrado q4alche successo, a firmare il trattato di pace ù i Zara ( 1358) oneroso cd umilian te per Venezia. D olfin Dan-iele. Ammiraglio ,·encziano del sec. XVII. Servì agli ordin i del J:V[orosini nella guerra in ::viorea ( 1687); comandò poscia una squadra d i 1,1 navi. nelle acque di 11ctellino, contro Hassan pascià. Altri ammiragli veneti D. furono Giuseppe, che nel 1654 ebbe il comando in ca.po della flotta veneziana e combatti, contro i Turch i ai Dardanelli; e Girolamo, che fu pi-uvveditore in .Dalmazia e nel 1714 capitano generale della flotta contro i Turchi .

Dolgoru ki. :\'ome cli diversi genera li russ i : Gregorio, che si scgna-Iò nel le guerre contro la Polonia ( 16081610) ; U iorgio, mor to in difesa di Pietro il Grande nella rivolta del 1682; Basilio ( 1667-1746) che f ece la campagna d i Persia; Basilio (1722-1782) detto·<< il Crimeano >> per avere conquistata ( 1771) la Crimea in quindici giorn i; Pietro (1778- J 806) che com ba I tè contro la Francia; Ginrgio, idem, m . nel 1829 ; Basilio (18041868) ministro della. guer ra d al 1349 al 1856.

Doline. D epress ioni dovute ad erosion i o sprofon-

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<lamenti del suolo calcareo, che assa i numerose si incontrano ne l suolo carsico. Di estensione e d i profon dità assai varie, hanno fia11cate più o meno ri pide, fondo per lo più viscido e limaccioso; assai spesso, anche. vi pullulano acque sotterranee dalla misteriosa idrogra· fia del sottosuolo. Durante I;,. guerra ita.lo-a.ust riarn, la maggio,· parte di esse servirono come ripari di trnppc e di art iglieric. ed a ciascuna venne dato da i soldati un

di Dobhiaco e quello di Mon te Croce d i Comelico.. La strada delle D. fu costruita dal!' Austria per ragioni esclusivamente m ii.. per avere cioè una grande a rteria d 'arroccamento lungo il confine. Parte eia Cortina d'Ampezzo e termina a Bobrno, dopo cli a.vere superalo i passi cl i Fa lzarego e di Pordoi.

Dolores. Cittad ina del Cile, a breve distanza dal

Dolina sul Carso nome, così da creare u na nuova, abbondante toponomastica. L a vita, ~ntro ·quelle fosse, a fforzak a lla meglio ed a rricc hite d i cunicoli e passaggi sotterranei, assun se molte volte aspe tti d i in tensa drammaticità; non di rado, poi esse divennero, sotto i ,:olpi d elle grosse ar tiglierie, carnai e cim iteri.

Dolman. DenÒmi nazione data ad un tipo speciale di abbigliamen to dei g ian n izzeri che d iscendeva i11 origi ne fino ai piedi, ed era fermato a l petto con piccoli bottoni in seta, attaccali con p icroli cappi in sostituzione d i occhielli. Fu u sato da Persiani, T urchi, Tartari, ecc. e diede l'idea, ne i diversi esc1·citi d'Europa, all'unifo1111e d egli u sseDolman tfl ussero mocle rno ri, dei qua li il costu me fu importato dagl i Ungheresi, nei paesi occiden tali, nel secolo X-VI.

Dolomiti (Alp-i delle). Comprendono lo spartiacqu e del l'a_rco alpino per il tratto compreso Ira il passo-

Comlrn l lllllen10 lii l)O l(>l'es ('IS79j

porto d i P isagua. Fu teatro di combattimento ( detto anche d i San Francisco, e clel l'Encanada) che appartiene alla guerra del Patifico (19 novembre 1879). Do-

Dol ina sul r.,1rso. clo po bomhardilmcn10


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po la presa del detto porto, i Cilen i avanzarono su D . con 6000 u. e 32 cannoni agli ord ini <le i col. Sotmajo1·, e l'occuparono stabilendosi fortemente su lle a lture dette dell'Encafiacla, specialmen te sulla più vasta, eletta di San Francisco. Q uivi giunse da Iquiquc ad assalirli il gcn. Buendia, con 12.000 Alleati (vcruviani e boliviani). La lotta si accese verso le !S con r i petuti assalti al le posizioni cilene sulle colline, respinti con vigorose cariche a.Ila baionetta, le quali getta ron<> la confusione nelle file degli a lleati. Verso le l 7, questi, fulminati dalle a r tiglierie .avversar ie, iniziarono la rit irata, che ben presto l'oscurità conve rtì in fuga diso rd inata, durnnte la qua le a bbandonarono ai vin citori artiglierie, bagagli, feriti. Gli Alleati aveva no l.tsciato sul campo 500 morti e 100 prigionieri. I Cileni ebbero 62 morti e 187 f eriti .

Domande. Il militare di quals iasi grad o che desidera p resen tare D . a i _suoi su pe,riori quando da ciò possa· essere interessato il serviz io, può farlo seguendo la via gerarchica. Il super iore non può ricusare di v istat·e e dar corso a lla D. di un inferiore; deve esprimere il proprio parere e fare le s ue osservazioni. li superiore cui _è diretta la D. giudica in merito e notifica le sue decisioni nl peten te sempre per via gerarchica. Le D . che pe,·veogono per vio. indiretta devono essere considerate come mancanze d isciplina ri. Ogni D . dev'essere esclusiva.mente individuale e presentata <la un militare solo. Se è co llettiva o presentata o .firmata da p iù d'uno, rappresenta un a grave mancanza contro la subordinazione, e deve perciò essere 1·espin ta - e colpita con sai12ione d isciplinare. E' pure consiçlcrata mancanza contro la subordinazione u na stessa D. p resentata separa,tamen te da più militari. Il militare che si r ivolge ad un superiore per avanzargli D ., sia ve1·bale, sia scritta per conto di terzi, dev'essere considerato come presen tatore di D . collettiva e perciò punito. Domatrice. Specie d i carrettdla. a due rnoi.e, con lunghe stanghe im bottite <li cuoio, munite alla testa di cuscinetti rotondi, e di una lar,;a fascia cl i _grossa tela paracalci, per abituare i cavalli al tiro. E' in dotazione a t utti i rcgg. delle armi a cavallo e li deve seguire anche nelle marcie d i trasferimento ed in guerra, giacchè fa parte del carreggio regolamentare. Sulla parte posteriore del cocchio sta una la rga e comoda pedana, affinchè vi possano stare pronti in piedi i se rventi del domatore del cavallo. Dombrowski. V. .Dabrowsk. Domenico (Online della Milizia d-i San} . Ordine d i cavalier i, istituit~ nel 1210 da.! detto Santo per combattere gli Albigesi. Le trupJle a rmate di qucst:Ordine furono per un cer to tempo comandate dal Mon fort . Cessò cli esistere nello stesso secolo in cui fu costituito. Domenico P icca. 15 1" Legione della M . V . S . N. Costituita il 16 aprile 1923 i n seguito allo sdoppiamen to della 150" Legione . Intito lata al nome dell'eroe Domenico P icca da lVIolfetta, medaglia d'oro, caduto durante la guerra cm opea sul Carso il 2 novembre 1916. Ha sede a Bari ed è formata su 5 coor ti terdtoriali e due man ipoli ; inoltre ha orgai1iuato il ser vizio cli difesa antiaerea mitraglier i, inquadrando il personale necessario per quattro batterie d i cannoni, 4 gruppi cli mitr agliatrici e per il relat"ivo servizio d i avvistamen to. Ha istitu ito 36 corsi d i istruzione premilitare •con 2000 inscritti .

Dominica na (Repubblica). V. San Vomingo . Dominio Aereo. Dominare l'aria s ignifica uova.rsi in grado di impedire a l nemìco d i volar e, conservand o i, sè stessi tale fat\olt~ . Chi possegga tale D. e disponga rli un a adeguata for za offensiva, mentre eia un lato prese rva il p ropl·io territorio ed il proprio mare dalle offese aeree 11emiche e tog lie all'avversario la possibil ità di qualsiasi azione ausiliaria aerea (concorso degli ae,·ei alle operazioni di terra e di mare) dall'altro si t rova in grado di esercitare sul nemico azioni offensive di 1.m ord ine di grandò:za terrificante, contro le quali all'avversario non restct alct L'.1 modo di reagire . ::Vfcdiante la.li azioni offensive può tagliare l'eser cito e la marina nem ica dalle loro basi ed esercitare nell'in terno del paese avversario distruzion i di_ ogn i genere, atte a spezzare

rapidamen te la sua resis tenza materiale e morale.

Escrcllazic)lli IUtliclJC della(< Domcn lC0 PlC('D »

Per conquistare il domin io dell 'aria, ossia per giungere ad impedire a l nemico cli volare, è necessario privare il nemico cli t utti i mezzi d i volo, 'SÌfL in volo, s ia nellè loro basi, sia. negli stabiliment i di µrod,1zione; ovunque, insomma, possono t rovarsi o crearsi. lJna. ta.le azione distruggitricc non p uò esplicarsi che nell'aria o nell' interno del paese avversa.rio,' p~rciò n on può venire co1npiuta che da mez.zi aer~i. I mezzi di guerra terrestr i e marittim i non possono concorrere ad una simile o pera distruggitrlce in nessun n1odo . .E per conseguenza la d ifesa nazionale non può essere assicurata che da. u na forza aerea atta,. in cas9 di conflitto, a conquistare il dominio dell'aria. Questa proposiiionc contrasta completamente colla vecchia concezione della. difesa nazionale e porla in primo p iano l'impor tanza delle anni aeree, le qua.li vengono ad avere una p redominanza. sulle forze terrest ri e marittime perchè ha11no sopra di queste un potere offensivo ed un ra.ggio d'azione enon nen1cntc superiori.

Dominio marittimo. V . Potere marittimo.

Dominions. No1ne assunto dalle ant iche colon ie i nglesi d~ll'Australia, del Canaclà, della Nuova Zelanda, de,! sud Africa, dell'India, ·e, inoltre, d a ll'Ir landa, che ha un regime giuridico dello stesso tipo. Fra l'l nghilterra e i )). furono stabil iti t re principii : <( :Mante nimento delle comunicazioni fra le varie unità dell'Impero - O rgan izzazione locale della difc&1. dei singoli D. •- Azione cli mutuo appoggio in caso cli necessi tà >l. L'eser cito in glese fornisce informazioni alle forze armate dei D ., i quali s i valgono dei suoi studi i e della sua esperienza, or ganizzando sul tipo della madre pa-


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tria le proprie fo rze, e ricevendo spes,;o uf!ìcia li dalla medesima.

Domiziana ( ria). Distacca,•asi dalla Appia a Sess.~ Aurunca e tocca,·a Cuma e .Baia; di qui, seguendo la costa e 1xtssanclo fra il mare e il Lago Luc,·ino, giu,1geva a l'ozzuoli e a Napoli. Lr, via era stata tracciata. Jìn dall'CJJOC3. repubblicana: ma, trattandosi di sir.i.da rimasta a fondo naturale, era divenuta ben prc3to comµlctament~ impraticabile. l'u restaurata da Domiziano, fra 1'81 e il 96 d. C . ; egli modificò anche, in qualche JJlln lo, l'antico tracciato. Si trattò di un'opera notevo le, che facilitò cd abbreviò le comunicazioni fra Roma e :'\apoli, eliminando l'incom·eniente di do,·cre andare prima a Capua e di là, per una lunga e incomoda tr:is,•crs-a lc, alle citt1i del golfo.

verno de lla reggenl.a. Una questione d i pascoli diede loro il pretesto d i scenderv i, con 3000 u.; dal Gottardo al Sempione. 1 profughi, dall'Ossola inferiore, dove si erano ritirati, tratto in agguato il go,•ernatorc svizzero, fingendo di volersi arrendere, lo trucidarono coi suoi e, cors i in D., ne scacciarono il presidio nemico che ripassò le Alpi. Nella primavera del 1411 gli Svizzeri r ioccuparono !'Ossola superiore, mentre non riu--cirono a prendere quella. inferiore, per la viva resistenza degli abitanti sorretti dalle truppe duca.li. Intanto però incombeva anche la minaccia di Facu10 Ca.ne, ard ito condottiero che .aveva. conqu istato i::ran parte dei dom in i ,·iscontl'i, e allora gli Ossolani chic~ero ed ebbero l'aiuto di Amedeo \'HT di Savoia. chr cacciò gli im·asori.

Domiziano (Tito Flavio). Imperatore romano (5196). Dopo la vittoria del padre (\"cspasiano) ,;u Vitellio, fu nominato pretore. Elcuo imperalOre s'occupò delle ìifonuc pr incip:ili per il rio'rdinamento dello Stato, e f,·a altro diede a i vetera ui le terre in proprietà ccl aumentò la paga a i soldat i. Sostenne molte guerre e meritò il nome di «Germanico». Incaricò Trajano di ini;dare grandi opere di dires.'\ fra Danubio e Reno; ad Agricola di assoggettare h1 .Uritannia. L'impresa ,llilitai·e p iù seria ru la guerra cont ro D aci e Get i, comanda ti da D ecebalo, che condusse a l trattato d i pace concluso nel 90. Domò le insurrezioni dei Parti e quelle sul Danubio. La rh·olta di Saturnino e de1lc legioni in Germania furono da lui nel 93 represse spietatamente. )[orì trafitto da u n li berto. Domiziu110 Lucio Domizio. Genera,z romano del secolo III; pare discendente dell"imperatorc Do1i1i1.iano. Comandante delle forze di Aureolo, battè i )larii che imperavano :icll'Oricmc. Dopo tale vittoria ebbe anche la p orpora, ma fu trucidato, forse per opera di Aureliano.

Domodossola (ani. Oscela oppure Oscel/a). Ciuà nella Valle dell'Ossola, in prov. di Novara. F u capitale d ei Lcponzii ; la regione fo soggiogatti da Augusto, che Jle formò la. provincia. delle Alpi Attreziane e in D. sta.bili la sede di un suo luogoteneute. ln seguito l'occuparono i Longobardi, che ,·i eress.:ro il castello della Matarella, e Carlomagno, che la diede a.i vescovi di ;s°ovara i quali l,L fortificarono rnn tro gli Sviz1.eri. R ibelle sul principio del sec. XIV al vescovo Uguccione, passò poi ai Visconti seguendo i destini del ducato di :'.\filano, finchè, per il trattato di \Yorms, fu ceduta a Carlo II d i Savoia cd entrò a far parte dei domin i del principato Piemontese d i cu i seguì le sorti. La sua posizione topografica ne fa. punto strategico vitale sulla Valle del Toce. Posta là dove questa si a! larga, D. costituisce un importante punto di radunata s ia per muovere oltre il valico del Sempione e occuparv i le lin (;C d i collegamen to fra questo e il Gotta rdo e il San Rrrnard ino, sia per ~cenderc nella p ianura lombarda per i la!!hi d'Orta e :Maggiore. .\ttualmente l'importanza militare di D . è aumentata perchè si trova nelle immediate vicinan1.c de lla grande ga.lltria del Sempione ed è stazione internaziona le d i frontiera . I. Gli Svizzeri a Domodossola ( 1410-22). Durante la minorità dei fi!!li di Gian Galeazzo Visconti, gli Svizzeri dei cantoni di Uri e di Umerwald ,·ollero occupare !'Ossola superiore, p rofittando del debole e d iscorde go-

Doino\lossola nr l scc. XVIT Kd 1416 i cantoni svizzeri di Lucerna, Schweiz, Untern·ald e Uri si collegarono per riprendere !'Ossola superiore, e, calati dal Gottardo sul Lago :M aggiore, risalita la valle del Toce, dove sbaragliarono lo sca.i-so presidio piemontese, rioccuparono la c ittà. D i qui, quattro anni dopo, con 8000 u., scesero a devastare !'Ossola Inforiorc, i cui abitanti, insoni e rinforzati dalle truppe di Filippo :Maria Visconti, li cacciarono dalle loro terre e n nche d all'Osso la superiore. Raccolte, l'anno dopo ( l-122) nuove truppe per r iprendere il perduto, patirono una grave sconfitta ad Arbcdo, pres.so Belli11zona, e rinunciarono per sempre a oi;ni tentativo. Nell'agosto dello stesso anno fu conclusa la pace.

I I. Presa di Don1orlos.wla (G llCn-e della Rivolu zione). Mentre !'Ossola inferiore, in seguito ai moti promossi dai fuorusciti piemontesi riuniti in )filano, si era ribellata al re di Sardegna, rimaneva a lui ancora soggetta !'Ossola superiore con Domodossola, dove si tro-


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vava un piccolo presidio piemontese di 30 u. e 3 ufficiali. 11 Lcotto, comanclru11e i.n capo delle forze dvolu~ionarie, appresa l'avanzata di un corpo piemontese che da Arona, dove si trovava il 19 aprile del 1798, marciava verso l'imbocco della valle, custodito da 500 u. raccolti presso Ornavasso, volendo sicure le spalle, decise di occupare D. Sull'alba del 20 aprile giunse sotto le mur.L della città e le scalò presso la porta di Briona, senza incontrare resistenza. Ingrossato di numerosi cittadini repubblicani, occupò anche il castello dove prese prigioniera la piccola guarnigione colta nel sonno.

Domokos. Citti, clr,lla Tessaglia, in Grecia, presso il vecchio confine colla Turchia. Durante la guerra greco- turca del 1897, si svolse nei suoi dintorni una battaglia, cui prese parte la legione garil,aldina agli ordini d i R icciotti Garibaldi. Dopo la sconfitta di La.rissa, le truppe greche dell'armata della T essaglia si divisero in due gruppi, uno dei quali, agli ordini del Diadoco Costarnino, si raccolse presso D. per a rrcstarvi i Turchi incalzanti, circa 30.000 u. che Edhem Pascii, aveva spinto contro la posizione nemica. sui contrafforti elci monti Othiris. D a parte greca si avevano circa. 22.000 u., la dstr. dei qua.li era. comaodata dal col. Mastrapas con 900 u., il centro del gen. ::\fauromikaJis con 20.000 u. e 5 btr., e la. sr. dal col. Kakla.muno con 900 u . e 2 btr. All'estrema sin. greca, a protèzione elci passo di Dramit,~'I, era la legione garibaldina, forte di circa 700 uomini di cui facevano parte, fra gli altri, gli on. De Felice Giuffrida e Antonio Fratti. deputa.ti in carica al Parlamento Italiano. Un'a ltro bgl. italiano era comandato (l}a l magg. i\1ereu, e faceva pa rte della. 4" brigata greca; esso combatti: agli ordini elci vecchio rivoluzionario Amilcare Cipriani, che nella batta.glia rimase ferito. Sul mezzogiorno del 17 maggio, i Turchi, su tre colonne, sc,scro dal le :tlture nella piana di D., avan-, z.ando con tro le pos izion i nemiche. I Greci · tennero testa per qualche ora all'attacco; particolarmente degna di rilievo fu la condotta della legione garibaldina, che giunse a contrattaccare alla baionetta, respingendo il nemico sul suo fronte e sven tando un a ttacco di cavalleria che si pronunciava sul .fianco. Nell'azione cadde, fra g li altri, anche il deputato Fratti. Però, avendo i Turchi occupato un passaggio sul fianco, d'ondc avrebbero potuto prendere l'esercito greco alle spalle, il Diadoco dovette ordinare la r itirata, che s i compì ordinat issima da parte dei Gari baldini. Dompè (Pw/q)_ Generale, n. a Torino nel 1868. Sottot. dd bersaglieri nel 1888, partecipò alla campagna èritrea del 1895-97 meritandovi la mecl. di bronzo. Nel 1911 fu in L ibia ; partecipò quindi a lla guerra contro l'Austr ia e sul Carso (1916) ebbe una seconda medaglia di bronzo. Colonnello nel 1917, comandò il 15° regg. bersaglieri. ln l'. A. nel 1918, venne nel 1927 promosso generale di brigata. Domusnovas. Comune della Sardegna, in prov. di Cagliari..\ppartenne ai conti pisani della Gherarclesca, che la munirono di castello. Ribellatisi alla repubblica, D. venne assalita. dal giudice di Arborea che la prese e vi pose 100 balestrieri cli guarnigione. M a Guelfo della Gherarcksca riu.scì a sollevare il popolo in suo favore e trucidò la guarnigione. Il giudice tornò a D .. vinse e fece prigione Guelfo (che dovette cedere tulli i suoi possessi) e smantellò il castello.

Don (Gi01,a1111i). c;enerale, u. nel 185 1. Sottot. cli Lrn teria nel 1876, divenne colonnello comandante il 31° reggimento nel 1902. In P . A. nel 1909. venne promosso magg. generale nel 1915 e divenne generale di divis:onc nella riserva nel 1923. Donath. Apparecchio cl i telegrafia ott ica cl,e ha preso il nome dal suo inventore e permette di tra.smettere da bordo di aeroplani o di dirigibili s.-gnali ottici sia di giorno che cli notte. Anteriormente alla grande guerra e nei primi ann i della stes11a, quando la racliotele-

App;m•(·chlo di telC!'l'illl:L Ollira OOIHllh

gra.fia non era ancora entrala negli usi pratici per la trasmissione da bordo dei velivoli dei risultati delle osservazioni, la lampada venne mo lto usala. Essa aveva segnali luminosi analo_ghi a quelli del te legrafo :.\lorse.

Donati Marchesi (Cim,01111i). Generale piemontese del sec. XVIII. Prestò servizio nella marina d ivenendo nel 1776 capitano de l porto di Villafnrnrn. Col grado di colonnello cli fanteria fu comandante di Fossano (1794) divenendo brigadiere nel 1796. L'anno seguente venne giubilato. Donato (Nicolò). Genera le della repubbl ica <li Venezia (sec. XVI). Combatté nel 1570 contro i Turchi a Candia; fu luogotenente nel Friuli, prowcdicore generale a Candia, generale in Dalmazia contro-gli Uscocchi.

uomiziano Tito

DonaLO F1·nncc:sco

Donato Fra11cescq, Medaglia d'oro, 11. a Saluggia nel LSSS, caduto nel 1917. Di modesti natali. aveva fatto il

suo servizio di leva, congedandosi col grado di ca,porale magi;iore. Allo scoppio della guerra contro l'Austria, tornò sotto le a rmi, divenendo prima sergente e poi aspirante uificiale, per la sua ferma volontà, lo snrdio assiduo ed il coraggio dimostrato in ogni occasione. Decoralo già di due medaglie, una d'argento conquistata sul Sabotino nel 1915 ed una di bronzo m:llo s1esso anno sul Lcmcrle, cadde ùa valoroso combattendo nella dcci.ma. battaglia dell'Isonzo, tra le file del 232° regi(. fanteria. Alla memoria del modesto e gasliarclo combattente fu conferita la medaglia d'oro con tJUéSLt motivazione:

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« ~Icraviglioso uffic ia le, già fregiato cli due medagl:e al 1•a lorc, fu l'an ima e lo spirito animatore de l suo reparto, che primo segnò la via agli altri nella dura. violenla e gloriosa impresa del Vodice. l'rimo a l passaggio de ll'Ison7.0, primo a ~uperare lo sbar ramento d i Zagora. primo sulla linea. dei fortini nemici presso Zagomila, cadeva fu lminalo sulla linea del fuoco mentre incita va i suoi prodi, gridando: « A,·anti ragaui, per la Patria nostra 1 >> (Vodice 14 maggio 19 17). Oonaudi (Giuseppe). Generale, nato a Torino nel 1870. Sollot. di fanteria ne l 1892, partecipò alla guerra libica del 19 11-12 e alla. grande guerra, guadagnando sul Col di Lana la promo;,,ione n ten, colonnello per me1·ito di guerra. e una med. di bronzo. Colonnello nel 1917, andò in P. ,\. S . nel 1920 e nel 1926 ebbe il grado di genera le di brigala.

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Donauwoerth. Città gi.ì fortificata della l lavicm, a l connuentc del \\'oernitz col Danubio. F.bbe un castello che d al XIII secolo fu res idenza dei d uchi dell'a lta Baviera, e fu la prima causa della guerra dei « T renta anni», giacchi: il castigo infli tto a i ~uo i ;tbitan ti (1607) dctcmninò la << Lega -Protestante~.

I. Battaglia di Douau woerth (2 luglio 1 i04). Appartiene alla guerra per la. Successione di Spagna. Le forze impiegatevi da parte c!ei franco-bavaresi erano: li bgl. e 8 pe7.>.i bavaresi; 5 bgl. 1 regg. di cavali. e 1 regg. di dragoni a. pied i, francesi. Gli imperiali ed alleati avevano: 6000 u. anglo-olandesi; 3 bgl. d i gran a tieri i mperiali; J2 sqdr., trupve tutte CO$lituenti l'a,·anguHdia

Ba11ag1ia di Donauwoerlh ( 1i04)

de l l\1arl borough : seguiva poi la colonna principale (princ. di l1a<l~n) composta di 66 bgl. 154 sqc!r. e<l ~ rLigl icr ia. I franco-oavaresi aven110 preso posizione su due lince sopra lo Schellenberg come risulta dalla car-

5li lina. L·al'angua.rdia. degli alleati era in marcia sulla -strada NoerdJingen .-D. Davprima il l\Jarlborough cercò di guadagnare la sr. delle ridotte nemiche, per la foresta d'Oldenau, onde sch icrn re in combattimento il maggior numero delle sue forze. l\1a, l'iste le condizioni del terreno, si decise ad en trlre fra il bosco cd il lato occidentale delle ridotte, per prenderle d 'assalto. Il generale Goor, alla testa di -l bgl., passando sotto il fuoco dei bavaresi il torr. K ai bach ed entrando fra la fores ta d'Oldenau ed il villaggio d i Berg, prese pos1z10ne fra l'estremi tà ~- della foresta cd il torrente (dd), seguito dal gen. H orn, che, alla testa di 7 bgl., formò_ la 2• linea su lla dr. elci torrente (ee). La ca valleria si arrestò fuori del tiro nemico (ff) costituendo la 3• linea, restando p arte in massa, parie spiegata, Gli Inglesi soffrono gravi perdite in causa del fuoco bavarese, che è nascosto alla loro vista, e fra gli altri perdono lo s tesso gen. Goor. Intan to 1-:lc>rn tenta tre \'Olle inutilmente di guadagnare con allarclii successivi le trincee bavaresi, ma , dopo aver subìto forti perdite. è obbligalo a ritirarsi, inseguito dai granatieri bavaresi, che riesco no a penetrare fino nelle fi le inglesi : qui vengono respinti da truppe fresche condotte dallo stesso :;\larlbor ugh, il qua le s' impegna in una intensa lotta di fucileria in cui gli Inglesi starrno per soccombere. Senonché, verso le 18, il principe L uigi di Raden giunge sul campo di battag lia. col grosso. I bgl. inglesi esaus ti vengono sostituiti da truppe fresche, le quali attaccano dovuHque i Franco-bavaresi, rnemre g li alleat i tentano anche di interrompere il ponte di D., unico siogo dei bavar~si in caso di un rovescio. Questo tentativo viene scorto dal conte cl' Arco, che invia -l bgl. in rinforzo del presid io di D. :.\1a. una colonna alleala respinge questo r inforzo, e i Franco- bavaresi, minacciat i dalle due parti, inchiodano i loro pezzi, e r iparano dal Schcllen berg su D., men tre parte dell'ala. destra sp inta verso Zirgcsheim si salva in Neuburg. Il grosso è costretto ad una lotta corp o n corpo per farsi largo sulla strada. di D. li gen. <l'Arco riesce a stento a ristabilire il passo sul pon te <li D. ed a raggiungere l'eserc ito dell'Elettore di Baviera, abbandonando tutta la riva destra del D ar.ubio e D. In tale combattimento i Franco -bavaresi perdette ro 4 gmernli e 1600 u. fra morti e feriti ; gli alleati 7 generali e 6000 uomini f ra morti e feriti. ll. Co-mbntti111cnto di Dona1iwocrth (6 ottobre 1805). Appartiene alla campagna. in Baviera. della grande armata napoleon ica. Passa to il Danubio presso Oehringen, il marcsc. Soult marciò d irettamente su D. e giungendovi ve rso le 18 del 6 oHobrc la fece attaccare dalla di,·isionc \'andamme. Il rcgg. del conte Collorcclo fu caccia to da D. bsci'7tndo 60 morti e 50 p rigion ieri. G li Austriaci. ne lla confusione della r itirata non pensa rono a distruggere il ponte, e per quanto esso fosse stato in parte interrotto, venne presto riparato dal Soult, che potè così procedere verso Augusta..

D 'Oncieu de Chat'fardon (marchese Siivl'stro Gio--.:a1111i) . Genera.le, 11. <li Chambèry ( 1749-1800). Cornetta di cavalle.ria nel 1766 raggi unse il gra do <li colonnello nei Dragoni nel 1793 e poi il grado di brigadiere di cava ller ia, cessando dal servizio nel 1796. Si distinse nelh guerra. contro i francesi, cd esulò quando il Piemont e fu d:i essi conquistato. D'011cic1t de la Rotie 1,wrchese Giui-a.1111i Battùta . Gen erale, n. e m . a Chambéry (I i65-18-47). T en. òi fan -


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teri:1. nel 1781, fece l,c guer ra contro la Francia repubblicana. Ebbe nel l 8 l6-1819 il comando dei R R . CC. col grado di co lonnello. l'rnmosso 111agg. generale, fu Jspeltore dell'arma delta (1822- 183 I). Comandò quindi ia divis. mii. della Savoia: T en. generale nel 1831, ebbe anche il Collare dell'Annunziata..

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D 'Uncic u Si l v,i stro

D'U11<;ic 11 G. B .

D'Onàeu. de la Bàtie conte Paolo. Generale, n . a Rivoli, m. a T orino ( 1829-1918). Sol tot. dei granatieri nel 1848 fece la campagna di quello, dell'anno successivo, del 1859 guadagnan do in questa ·a S. M artino la medaglia d'argento, del 1860-61, del 1866 nel quale ann o raggiunse il grado d i colonnello. :\"e! 1875 era ma.gg. generale, e fu aiutante di campo <lei R e Vittorio E manuele lI e Um berto I. Nel 1882, ten. generale, comandò la d ivis ion e di llari e poi quella d i Roma ; nel 1888 il XII c. d'A. e nel 1892 il I. F u nominato nel 1886 senatore, >L!ldò m P. A. nel 1897 e a riposo- nel 1900.

Donelson (Forte). Località degli Stati Uniti, presso Dover, sul T ennessee. Durante la. guerra d i Secessione il ge n. Gran l, conqu istato il for te di Hcnry, ma rciò contro il forte D . per aprire ai Federa li l'a.rteria fluvia le che esso dominava. E ra il D. un'opera importante, armata di 37 pezzi d'artiglieria e circondata da trinceramenti. L'occupavano i Confederati, con circa 20.000 u. comandat i dai gen. Floycl, P illo,,,, B uckncr. Il 12 febbraio, 1862 il gen. Grant mosse a l mattino da for te H enry con q ua ttro d ivis. e l'iudomani spiegò le truppe sui /j anchi della posizion e c he invano fu bombardata d alle sue cannoniere, inefficaci con tro le opere sopraelevate. Q uattro navi furono malcr,ncic, il commod;;,,·-i F oote r imase ferito, un attacco ai trirfccra menti non riùscì. Dopo che fu completato il blocco e l' investi:nento elci for te, la mattina <lei 15 i Confederat i altaccuo1,o la destra F ederale, ma fu rono resp inti. Durantf la n o:te nel forte, dove mancavano i mezzi per curare i Ieri ti, oltre un rnigliaio1 e scarse erano le provvigioni, e quasi esaurite le muniz ioni, si riunì un Consiglio d i guerra. Dopo ltu1go d iscu tere il f loyd, rimettendo i l comando a l Buckner, uscì con 5000 u. insieme ai gen. For re~t e l'illow riuscendo a mettersi in salvo. L ' in dNnani il Huckner, dopo va ni tentativi cl i tratta re, cap itolò srnza co1101z10111. Caddero nelle mani del vi ncitor ~ ..\O (.annoni, parecchie band iere, 12.000 p rigionieri. I F ederali avevano perduto u n migliaio di u omi ni fra mort i e feriti . Ì'Yon Jnancò una nota comica : due rcggin1en ti Su-

d ist i, accorsi a l cannone e ignorando la resa della p iaz-

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za, en trativi l'indomani a tamburi battenti e colle in segne spiegate, dovettero deporre le armi.

Dongàb. V. Bimal. Dong-Dang. Villaggio del Tonchino p rc&so la frontiera con la Cina. Il 23 ,febbraio 1885 vi si svolse u n combattimento Ira rrancesi e Cinesi. Questi si erano o rganizz,iti fortemente a difesa nelle posizioni <li D . D . La 2'' brigata francese s i decise ad attaccare quelle posizioni, ed al!e 7 del mattino avanzò contro le posizion i cinesi. Vennero sub ito conquistale le alture di sinistra fino a l ruscello di D. D . Verso mezwgiorno il nemico resisteva su due posizion i, quelh del villaggio, difesa da due for ti, e una seconda a 800 m . cl ietro al villaggio, guarnito di trincee mu nite <li a r tiglierie il cui fuoco grandinava Rtii Francesi. I Cinesi tentano un n1ovin1e-nto aggirante sulla dr. francese, ma vengono respin ti; altro attacco s\illa btr. francese viene svc.ntato. TI ruscello dopo questi <lue episodi viene varcato dai F rancesi, e un a Ltacco s ul fianco sr. della posizione cinese decide finalmen te i difensori a cedere la p l'ima posizione. R esta ancora la seconda, che viene conquistata con un a ttacco generale. Alle 17 D. D . è in possesso dei Frances i, i qua li cattu rarono 5 cannoni e 4 mit ra gliatrici. Dongione (ant. Do,win-ionem) . Voce derivata dalla lingua francese che indica la pane, o torre, massiccia dominan te un castello, o quella costru7.Ìone elevata s ul mezzo cli 11na cor tina <li un fronte bastiona to, a difesa dell'entrata principale dell'ope ra . Da esso par te u na stra da coperta che serve a mettere in comunicazione il terrapieno di combattimen to con tutta la cortina, ed i, pr otetta a p rova di bomba. Il D . p iù propriamente in i taliauo, \'iene chiama to «Cassero>>, «Mastio,, o ":;,..:raschio ,,. 1 Dongola (El-Cedici). Capo!. della p rov. omon ima, nel Sudan. F u sottomessa dal M ahui <lel 1884. Presa di Dongo/a (23 settembre 1896). Appar tiene a lla guerra degli Anglo-egiziani con tra il Mahdi. Uad- cl Bichara, dopo successivi scacchi avuti ,Ìag li Anglo-eg iziani, r inforzato dal capo Abdul-Baki venu to appositamente da Car turn, s'era trincerato in D . con l'inten zione di clifcnclcrsi ad oltranza . r-fa il bombardamento delle sue posizion i <la pai:tc degli Inglesi, cominciato il 21 settem bre, e l'attacco <l i 15.000 \I. dei cor po di spedizione ang lo-egiziano, por tarono un colpo decisivo a lle sor ti della p iazza. Uad -el- Bichara, dopo u n combatt imento Teiativamente breve, vista la rnala parata, fuggì nel deserto, lasciando S000 der visci nelle mani dei vinci tori, senza calcola re morti feriti e fuggiaschi, i 1

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quali succes.sivan1ente s ì costi tuirono .

D 'On ier (Nob. Adriano) . Med~glia d'oro, n . a Incisa Be lbo, m. a Mouth iers (1793-1368). Ufficia le n el• resercito sardo, aveva. inco111inciato la su a carriera. a 19 anni come sem plice Guard ia del Corpo. Divenu to sottot. nel regg. Savoia, passò poscia nei carabinie ri. Era maggiore comanda11tc la piazza di Beat1voisin in Savoia , quando, durante i moli ciel 1834, ebbe modo <li me rita re la massima distinzione al valore: "J'cr essersi -- come dice la motivazione - spontaneamente messo alla te,sta del distaccamento che s i po rtò co ntro i fuorusc iti presso il ponte des Echelles. e med iante le sue buone d isposizioni ed il valore dimostr:1to, obl,)igato


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gli eserciti napoleonici. Non mancano i tipi di D. guerriere, da Debora a Camilla, a Cinzica dei Sismondi, a Matilde di Canossa, ad Anita Garibaldi. N ei secali XIV e XV era costume che le mogli dei grandi capitani combattessero accanto ai loro mariti, e talvolta ne prendessero le parti allorchè erano costretti ad assentarsi dal sito dela pugna, o dal castello assediato. Fra di esse ricordiamo Caterina Sforza e Cia degli Ordelaffi. All'estero degne di menzione sono Giovanna d'Arco, Giovanna Hachette, e la figlia. di Massimiliano di Baviera. L'esercito del DaJ10mey contava all'epoca della conquista. fran cese e fin.o a l 1893-97 un corpo perfe ttamente organizzato di D., che affrontò coraggiosamente gli invasori.

Selle nostre guerre d'Indipendenza non mancarono audaci D. che vestite di abiti maschili seguirono le truppe volontarie; ed anche nella grande guerra. Durante questa, la D. ba trova to un posto importante n elle m ul,t iformi attività belliche, specie negli oi'ganismi sussidiaxi della guer ra, e nei servi,;i d'Intendenza. I principali rarni dell'impiego delle D. furono: 1) quali infermiere negli ospedali, dell'esercito e della Croce Rossa, e nei Ja7,7,aretti di guerra; 2) quali eduIl forLe di Donelson a ttaccato dal Federali (febbraio 1862) catrici n egli isti tuti di ricovero dei figli dei militari morti e feriti, o png1onicri di guerra, e dei richiamati alle a rmi; 3) quali mcdesirn i ad abbandona re il territorio sardo ll (Ponte supplenti in molti servizi pubblici in sostituz-ione dei dcs Echel!es, 3 febbraio 1834). Lasciò il sevizio attivo chiamat i a lle armi (ferrovie, tramvie, poste e telegrafi, a nel 1841, e nel 1860 optò per l'Italia. ziende mttnicipali, banche, industrie, commerci; ~) qua Don isell i (Luigi). Generale, n . a Pioltello nel 1870. lt opera ie 11cllc aziend e statali o parastatali, e nelle ofSottot. d i fanteria n el 1889, pa rtec ipò alle campagne lificine di costruzione e preparazione di ma ter iale bellico, b iche del 1915- 16-17, meritandosi w ia mcd. di bronw. sanita rio, vestiario, ccc. Dalle sta.tistiche di guerra riPassato a combattere con- • su ita. che ad ogni com.battente corrispondeva una dontro l'Austria e promosso na, tanto che nelle predisposizioni di mobili tazione per bridagiere generale ( 1918), una futurà campagna sarà necessario organizzare con guadagnò l'.O. :'.II. S. Poi criterio tecnico-m ilitare non solo l'elemen to masch ile ma comandò la brigtcta M odeanche quel lo femminile, onde ot tenerne il massimo renna e la V briga la fanteria d imento. passando a clisposi,;ione Dono Nazionale. Istituz ione della Confederazionel 1927. ne svizzera, fondata su bito dopo I.i, grand,; guerra (30 Donna (i?o guerra). gc(1_n a io 1919), collo scopo d i migliorare la s ituazione fatta astrazione dalle D. materiale e mora:le elc i soldati- svizzeri e d elle loro faguerriere dei tempi leggen m iglie, mediante doni volontari di cittadini patriottici, da ri ( V. Amazzoni ), e d i che vengono adoperati dallo S tato a seconda delle inquelli s_tor ici an tichi, la D . tenzioni dei donatori. L'esplicazione del D. N. si manon venne -contemplata. nelnifesta in due direzioni differenti : una parte dei capita li clonati v iene impiegata. a favorire la creazione e lo la. legislazione di alcw1 StaDonis ell i Luigi sviluppo di tutte le istituzioni utili a ll'esercito, e a certo come elemento facente ti corpi speciali, menoma ti per ca use di servizio, o delparte delle milizie. Solo qualche servizio fu loro assegnato le famiglie dei morti per la pa tr ia. L'Istitu to conta. Caal seguito delle truppe mobilitale in qua lità di mogli del se del Soldato, Padiglioni, Sa le di lettura, ecc. ; la sua vivandiere, o di sostitute dello stesso, come avvenne n ef.4


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base .finanziaria è pogg iata a tre sorgenti principa li: il

D. delle donne svizzere, le sottoscrizioni raccolte dalla Croce Rossa svizzera, ed una colletta n azionale. Al 31 dicembre 1923, i l fondo complessivo era cli 15,850,926 franchi svizzeri.

Door (plur. D11àr). Termine arabo che significa « campo d i a rmati i> . Il vocabo lo è entrato a far par te

della nostra terminologia mii. coloniale, servendo ad indicare gli aggruppamenti armali elci r ibell i. E ' più usato in Cirenaica, mentre nella T ripolitania ha il suo equivalente in Meltàlla. Il D. prende nome o d a lla tribù o dalla loca lità o dal comanda nte.

Doppet (Francesco). Generale francese n. in Savoia (1753-1809). Arruolatosi a 16 anni nella cavalleria, doI po qualche anno fasciò il servizio e si laureò in ToriJ10 in medicù1a. Scoppia ta la Rivoluzione francese si recò in Francia e vi si fece promotore col Dessaix della « Légion frane.be allobroge ,, costituita nel 1792 a Grenoble; nel 1793 fu, n ominalo generale di brigata e nello stesso anno di d ivis.; fu agli assedii di Tolone e di Lione. Alla cadu ta dei giaco!oini, lasciò il servizio. Doppio fuoco. V. Arçhibugio.

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Doppio scatt o. Congegno aggiunto allo scatto ord inario, in tutte le armi che servono a l tiro a l bersaglio cd anche a qualche arma portatile da guerra, mediante il qua le si rende qu asi insensibile il movimento di p ressione del d ito sul' la coda del gril letto: ::l':=c==a-..,,.,.. Il movimento di scatto, cioè, viene fatto in due tempi : nel primo si fa Doppio scatto con un la solita pressione del di_ SO!() g'l'Ì I lelLo 1 1850) to sulh coda d el gri lletto ; ad un certo p unto della quale si sente un leggero osta colo : questo avverte-che il colpo sta per partire, e noh oc_ corre p"rciò a ltro più che un'ulteriore breve e lcggeris~ima pressione del dito, perchè il colpo parta. Per tale fatto, al momento de llo sparo, il tira tore può re ttificare bene la linea di m ira~ e senza scqsse far partire i l

colpo. L 'effetto sul dente di scatto di queste due riprese di pressione sulla coda del grilletto, si ottiene nel fucile italiano mod. 1891 con una supcr6cie onclubta a dopp io risalto curvi.linco della tavola del g rilletto : il p rimo risalto contrastando colla scatola. d i culat ta determina il primo arresto del dito sulla coda del gr illet to, e d a quel rnomcnto una leggerissima pressione fa abbassare il dente <li scatto qu,111to è necessario pcrch è il colpo parta: questo secondo abbassa.mento è dato da l 2° risalto della tavola del grilletto. L 'idea e l'applicaz ione di questo congegno risale a l 1543, per opera. di un arma iuolo d i Monaco.

Dora. Nave d a t rasporto sarda, d i 800 tonn., acqu istata a Londra nel 1855. Partecipò alla spedizione di Crimea e fu radia ta nel 1889. Dora. Nave da trasporlo di 2" cla sse, g ià. a ppartenente alla marina sarda, vara ta a Genova nel 1860: lunghezza rn. 61,41, larghezza m. 8,65, dislocamento tonnellate 1100, equipaggio 98, macch ine Hl' . 560. Fu radiala nel 1899.

Dora. :l\"ave c isterna per acqua, varata a Napoli nel 1894 : lunghezza m. 24,70, larghezza m. 5,2 1, dislocamento tonn. 175, macchine HP. 187.

Doranìa (Combatt-i111e11to di). ~e! marw 1917 fu decisci da 1 governo della Tripolitania un'azione militare per s bloccare Z.uaca dalla molesta pressione delle forze ribelli; e a tale scopo fu costituita una colonna, a l comando del magg. generale Cassinis, coi,posta di 5 bg l. cli colore, l met ropolita.110, 4 btr., un gruppo s pahis <: le b,rnde H usèn, F assàto, Zu;ira ed el Agelat ; con un totale di 51 10 regolar i, 4259 irregolari, 550 cav.i.lli, 16 pezzi. La colonna partì da Zuara il 5 marzo, pemotlò presso Genà11 ben X asìb e l'indomani, r ipresa la marcia, si d iresse sul castello di Agelat. Pscsso l'oas i 'di D . venne a contatto con numerose forze r ibelli, va luta te circa 4000 uom ini, e, dopo accan ito combanimento durato circa cinque otc, le pose in fuga, occupando il castello di Age!at. La colonna pernottò a Casr Tellil e quindi fece ritorno a Zuara. Doratoforì. V . Astati. Dordrecht (o Dort, an i. Dol'dracwn). Cit tà dell'Olanda meridionale, sulla )fosa. Fu residenza in p assato dei conti d'Olanda , ed ebbe perciò importanza anche militare n ei secoli XVl e XVII-. Presa di lJordredit (20 gennaio 1795). Appartiene alla conquista dell'Oland a d a p arte dell'armata del N. francese. L'inverno çccezionalmeate freddo aveva fatto gelare tutti i cors i d 'acqua, sicchè anche Jc ~rnssç artiglierie po tevano passare sui canali ghiacciati. La divisione Bonnaurl accerchiò D. da ogni parte d i modo che la città non si sentì d'opporre resistenza. L e truppe francesi s'impossess,uono dell'arsenale reputato il p iù ben fornito dell'O landq, e vi trovarono 632 pezzi d'artig lieria di vario ca libro, d ei quali la metà in bronzo ; 10,000 fucili, magazzin i d i munizioni e viveri :per un eserci to di 30.000 uomini.

Doni a. Fa miglia genovese, che ha dato moli i capitan i in mare e in terra, fra i quali: Oberto, ammiraglio fonda tore del la potenza m arittima d i Genova con la. ba ttaglia della ::\-leloria ( 1284); Conaclo, che comandò n el 1290 la flotta genovese che

DO RIA (s1,emma)

Pagano Dor ia

distrusse l'orto l' isano, La,,,ba, che nel 1298 v inse a Curzola la flotta veneta di Andrea D andolo; Aito11e, che servì sotto i Francesi contro gli .Inglesi e mori combattendo a Crécy ( 1346); Filippo, che espugnò ;'\iegroponte nel 1350, lasciando una descrizione dell'impresa ; Pagauo. che conquistò T encdo e battè la flotta veneta a Costantinopoli (1352) e a l'orto Lungo (1 354); Du.c-itwo, che coma.ndò la flotta genovese nel!' A,driatico con tro Venezia, prese varie città dell'Istria e sconfisse la flotta veneziana a Pola ( 13f9) lasciandovi JJerò la vita; Pietro, che sostituì ( 1379) il frat ello Luc iano n el coma ndo, e prese Chioggia, ma vi fu assed iato da i Ve-


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neziani e cadde combattendo contro di loro (1380); .1t1~ to11-io, che fu consigliere di Emanuele Filiberto ndle Fiandre e bsciò una narrazione delle sue imprese; Gia1111etti11n, congitu1to di Andrea, che cattu rò D ragu t ne l

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Larnha llo1•ia

1540 e con a3tuzia una squadra pontificia nel 154.J; morì comballcndo a Ccno,·a comro i ficschi nel IS.Ji; Giannandrea, figlio del precedente, n . nel 1539 ; parleciµò al l'impresa di Tripoli ne l 1560 e alla lo tta contro i pirati per tutto quel secolo; morì nel 1606 a Genova; Ciovc.1111i Battista, cbe comandò le ga!erè sabaude nel 1591 ; Martino, che ebbe lo stesso comando nel 160); Gerola,110, che nel 1625 comandò le truppe genovesi contro i Franco-Piemontesi. Inoltre: Doria .l11drea. .\nln1irag!~-1 ":"~novesc, n. a Oneglia, m . a Genova ( 1468-1560). ::-Jc! 1519 vinse i Turchi a Pianosa; nel 1524 fu nominato comandante dcl!a floua di Francesco I e balli: gli Sµag nuo li ; ma nel 1528 scontento del morio com'era tratla:o dai Frai1cesi, passò al sen•izio di Carlo V, a cui s i mctnlcnnc sempre fede le, e che '' lo nom inò principe di ) fclfi; cacciò i Francesi da :--apoli e da Genova ; diede ., quest'ultima la costitu zione e ne divenne signore. '.'J' cl 1535 e nel 15,11 comandò la Aotta imperiale contro Tunisi e contro Algeri. :--el 1552 cacciò !a Rotta turca di Dragut dalle coste napoletane. Lasciò il comando della flotta if'periale nel 1S56, al llipotc Gian Andrea Dnria, a.mruiraRlio di Filippo II.

Dor-ia Filij,pino. Ammiraglio genovese del sec. X\'I. Servì la Francia sotto Frru1ccsco I contro Carlo V; ebbe il coma11do della flotta franco-genovese <liretta a conquistare )/apoli; a Capo d'Orso, nel golfo di Salerno, venne a battaglia con navi spagnuole; egli riuscì a sconfiggerle, facendo pr ii;ioniero il marchese del Vasto che le comandava (1528). Doria Giambattista, quondam Bra11caleo11c. Generale a l servizio dell'imperatore Leopoldo; combatt.è in Fiandra, Gerrna.nia e Ungberia; partecipò alla presa di Roma, di :\Iagonza, di )'hilipsburg, di Budapest, di Rclgrado, di Eger ( 1688). Preso dai Tartari in Transil,·ania, venne a morte. forse avvelenato dai Tartari stcs.~i. Dorfrt del ,'VI.aro marchese Ansatmo. Genera le, n. e m. a. Torino (li58- l823). Provcn iclltc dalla canlleria, nel J i93 pas,.i> nelle ~ardie del rorpo. Dimessosi nel J i98, ritornò al servizio del re nel 1814; raggiunse nella ca-

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valleria il grado di colonnello nel 1815, di magg. generale nel 1819, di ten. generale nel 1820. Collare dell'Annunziata, venne giubilato nel 1823. Doria Camilla. Generale, n. di Genova (1794-1868). Dal 1812 al 1814 fu al servizio di Geno\·a; passato nell'esercito piemontese, divenne nel 1839 colonnello e nel 18,16 ebbe il comando del L5° rcgg. fanteria . J\fogg. genera le comandante a Cremon<L nel giugno 1848, due mesi dopo fu collocalo a riposo. Doria di Cavaglià 111arcltcse Emanuele. Generale, nativo cli Torino ( 1790-1864). Volontario nei corazzieri ai servizio di Francia nel 1808, passò nel 18 15 nella cavalleria piemontese. Era colonnello nel 183.J e magg. generale nel 1842. Fu collocato a riposo nel 18.JS. Ebbe nel 1816 l'O. M. S. in sostitu?.ione d ella Legione d'onore precedentemente ottenu ta.

Dorigo (Sa11tc). :\Iedaglia d'oro, n. a Farra di Soligo nel 1892. Soldato nel 7° regg, alpini, a,·eva preso parte alla campagna di Libia, dove aveva raggiunto il grado di sergente. R ichiamato alle armi per la guerra contro l'Austria, ottenne d i e.sscr promosso uffic ia le. l'assalo volontaùamentc nei reparti d'assa.llo, col XXIX paese µarl~ a brillanti incursioni nelle linee nemiche d i Val Lagarina, guadagnJ.ndo una mcdaglia d'argento. Durante un nostro attacco alle trin. ccc au~triache di ?.ugna Torta, s i ba.ttè animosamente e, benché due \'Olle ferito, rimase al suo posto d i combattimento, fino a quando lo scop1,io di una bomba non gli produsse gra\'i ferite, in seguito alle qual i rimase mutilaw. La moti,·azione di medaglia d'oro ricorda così il bell'cpisodio: « Comandante la prima ondata, si slanciò con deciso impeto a ll'assalto di forti posizioni, superandole coi suoi uomini, sotto il tiro della mitraglia nemica. Gravemente ferito, rimase al suo posto, alla testa elci pochi superstiti, e, strnppati all'avversario degli spezzon i esp losivi, glieli lanciò contro, infliggendogli gravi perdite. Colpito una seconda volta, ed a ,·uta spezzata u11a gamba, volle rimanere ancora coi suoi soldati per animarli alla lotta. Soccorso da uno di essi, c ltc cercava trascinarlo :il r iparo, e travolti entrambi <.!:>.Ilo scoppio di una bomba nemica, bcnchè nuo,·amentc ferito in più pani e morente, lanciò fino all'estremo parole cli incitamento ai suoi uomini, fulgido esempio d i valore e tenacia n (1/.ugna Torta, 23 maggio 1918).

DOì-4iea. V. Eski Scheltr. Dormans. Comune dell:i Fra ncia, nel clip. della Marna, sul detto fiume. Y i avveirne, il 15 ottobre 1575, un combattimento che appartiene alla guerra civile in Francia fra Enrico III e i leghisti, costituiti di cattolici « malcon ten ti ,, e di calvi.nisti. Un corpo d i questi, co,Hlotto dal )fontmorency-Thoré (2000 reitri, 2000 fanti cli varie nazionalità. 200 gcnti:uomini france.,i) fu sorpreso e attaccato clolle truppe realiste condotte dal Guisa e dallo


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Sistemazione del dormitori nella batteria di una grande nave Strozzi (1000 lancie, 2000 cora zze e archibugieri a cavallo, 1000 fanti). I reiu·i opposero fiera resistenza, ma, caricati dalle lancie francesi e poi dagli a,·chiLugicri guidati dallo Strozzi, vennero d isfatti e parte uccisi, parte presi prigionieri. Il :Montmorency si salvò attraverso la Marn a, abbandonando la sua fan teria che s i sbandò.

Dormelles. Comune d ella Francia, nel clip. Seinect-}\farnc. );'cl 600 d. C. vi s i comba ttè una battaglia che appartiene alla lotta fra i successori d i Clodoveo. Da una parte era Clotario II, dall'altra . i fratelli T eude.rico e Teudeberto. Clota.rio, sconfitto, dovette cedere la maggior pa,·te del suo regno. Dormitor i (Marina). I dormitori del C. R. E . :M. nelle sedi di terra differiscono d alle camerate delle casenne del R. Esercito, in quan t~ i letti sono rappresentati da brande (amache) appese in due file sovrapposte su ganci fissati a. colonnine metalliche. Sulle navi da guerra non v i sono ambien ti ·destinali esclusiva.mente per uso di D., ma i marina i la. sera appendono le brande negli spaz i liberi dei due pia:ni s upe,·iori, . e al mattm'o le arrotolano e le portano negli appositi de12ositi (pavesate). Sulle grandi n avi lo spazio assegnato a l marinaio è di m. c. 5-6; sulle piccole discende a m. c. 1,50. Tali medie sono sensibilmente inferiori a que lle dei D . collettivi urbani (m. c. 9); .per conseguenza, i D. sono notevolmente a ffolhti. I danni che possono derivare da.li' affollamento sono combattuti a bordo, per

quanto riguarda la viziazione chimica dell'aria, con una ven tilazion~ mo'lto attiva, e, per qu anto r iguarda. la d iffusione dei morbi trasmissibili, con una profilassi ocula ta e severa.

Dormus. Maggiore del!' esercito austriaco che, in tm ionc ali' Arciduca Carlo Salvatore, ideò e costruì u na mitragliatrice adottata da.li' Austria, sotto la. denominazione: M itragliera lvlod . 1893 - sistema Arci<foca Carlo Sabatore e magg. Dorm1<.1 . Essa è a. funzionamento automa tico, usufruendo ciel la f9na. viva. di r inculo per produrre i movimenti necessari alla carica ed allo sparo, Si compone di canna, scatola d i culatta, congegno di chiusura, e freno di rinculo. La canna. ha calibro di mm. 8 come quello dei fucili adottati dall'Austria, ed è a.vv-olta da un man icotto di bronzo, che contiene l'acqua. per limitare l'eccessivo riscaldamento della cam1a nel tiro : l'acqua può essere immessa cd estratta ( mediante una pompa) e quindi cambiata, anche durru1te il tiro, quando il riscaldamento d ì essa è eccessivo. La scatola di culatta, applicata posteriormente alla canna, è costituita da due rob11ste pareti verticali d'acciaio, fra le quali trovasi collocato il congegno di chiusura e la massa percuotente, alla parte .posteriore -porta avvitato il manicotto del freno d i rinculo; superiormente, un telaio per deviare i bossoli estratti in modo che non offendano il tira tore. Esternamente, e dalla parte sinisu·a, la sca.tola d i culatta. porta applicato un trasportatore, con due piuoli avanti e d ietro, sui quali s i adatta la tramoggia.

Mlira.gllat,r ice austr•iaea Dorrrms-Arci duca Cu1·Jo Salvatore, rnocl. 1803


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La tramoggia è d i lamiera di acciaio, e serve a con tenere cd a guidare le cartucce p er il riforn imen to dell' arma: essa è disposta lateralmente, in modo d a corrispondere alla cucchia ia ch e serve a far p assa.re la cartuccia nella scatola di cula tta. Il congegno di chiusura consta d i un blocco e di w 1 p untello, entrambi impern iati nella scatola d i culatta . Il blocco, trasportandosi indietro, per effetto del rinculo, estrae e caccia via il bossolo, e riceve da lla cucchia ia u n'a ltra cartuccia, che viene spinta avanti dal blocco, per effetto d ella molla del freno d i rinculo. Per iniziare il tiro, si carica l'arma con apposito manubrio che agisce sul blocco : q uesto contiene percussore, cane, grilletto-scatto e molle relative. La mitragliatrice funziona a tiro in termittente e continu o, Può raggiun gere la velocità d i t iro di 480 colp i al m inuto - però ord inariamente ne fa 200· 1;otcndosi variarne la velocità a p iaci.mento, per effetto d i una speciale d isposizione a pendo lo. E' provvista d i apposito sostegno e con questo. pesa kg. 22 circa.

Dornach (o Dornecl,). Borgo della Svizzern., nel can tone di Soletta sul fiume Birse. Battaglia di Domach (22 lugiio 1499), Appartiene a lla guerra per l'indipen denza della Svizzera. dal dominio a ustriaco. Gli Austriaci, comandati dal principe Enrico cl i Purstenberg, erano circa 14,000 u . ; i Con federati svizzeri erano ci.rea 5,200 u., comandati quelli di Solet ta dal sinda~o Corrado; quelli bcrnesi e d i a ltri cantoni, da RodoUo D'Erlach. Il 2 1 di luglio 1499 gli Austriaci s i p resen tarono davanti al castello di D., presidia to da soli 10 uom ini. Le trapJle austriache incomin ciarono a bombard are il castello, mentre i Confederati ,~i riunivano die tro alle a lture di Schartenfluh, risolven do di attaccare gli avversari di sorpresa. Tl 22, alle 16, i Confedera ti avanza,'lo divisi in due colonne: Corrado coman da l'avanguardia la quide per Gempenstollen punta sul castello d i D . e gim1tovi s'impadronisce della batteria ( D) , mal custodita, distrug-

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striaci, ma s'imbatte nella ben addestrata cavalleria borgogn on a ·ed olandese, e viene respinta colla perdita di SO u. e s i r itira nella foresta per riordin arsi. I n ques to frattempo gli Austriaci prendon o d isposizion i di combattimento (G G). Gli Svizzeri, compatti, in un a sola colonna (H), fanno irruzion e su l cen tro della linea austriaca.; sono accolti da un violento fuoco d'artiglie1·ia, mentre la ca valleria li carica a tergo e sulle a li. Questa sanguinosa mischia dura circa 4 ore, e pare che i Confedera.ti siano per subire la preponderanza delle forze nemiche. ]\,fa in mezzo a questo frangente, compa iono verso Arle&hein, 1200 c ittadini di Zug e di Lu-, cerna. Questa colonna minaccia sia il fianco sinistro che la linea d i r itirata del nem ico. Ciò r ianima i Confedera ti, e sparge il terrore fra gli Aus triaci. Solo alcuni reparti d i c:\Valleria vetcran,, oppongono qualche resistenza a.Il' irruente onda svizzera, vendendo cara la vita. TJ r imanente delle forze a ustriache getta le armi e scappa verso il ponte rotto sul 13irse, inseguito dagli Svizzeri che n e fanno strage. R isu ltato di tale battag lia fu la. liberazione della Svizzera dal dominio austriaco, e la indipendenza della nazione sa.m :ionata colla pace d i Basilea e col s uccessivo costitui rs i della Confederazione E lvetica (1501). Gli Austriac i perdettero 3000 u., 21 cannoni, tutte le munizioni ; gli Svizzeri lasciarono sul campo 500 uomini.

Dornier Wall. Società anonima sorta per realizzare e diffondere in Italia le costruz ioni aviatorie metalliche, con sede in ::<.farina di Pisa . L'I talia, il Cile, l'Argentina, h Jugoslavia , l' O la11da, il T.'ortoga llo, la Russia, la Spagna, l'Uruguay, hanno in dotaz ione nel-

Dornier \Vall t ipo m ilitare

_u a1ta6lla li i Oornacb: A. campo clella cavalleria; B, cle lla ran1erla: e, della r iserva; D, bat terla: G, ranteri e (Aust.rla); r, H, I, ranterie Svizzere gendone la. scorta . Avanza poi sul camp ò nemico; Furstenberg accorre ma viene ferito mortalmente. L a seconda colon na, grosso svizzero ( F) da Gemp en , seguendo la strad a d i mon tagm,, s i porlt; sulla dr. .degli Au-

le loro aeronautiche m ii. idrovo lanti D . W., mentre a.Jtri S tati, qua li la Columbia. il Giappone, la Xorvegia, usano dclli idrovolanti per le linee aeree con trasporto passegge ri. Nella recente guerra al lvfaroccò la Spagna usò largamente con successo degli idro D . W . in a.zi,)l)i beli iche . La ~ ocictà ha costruito in serie, per scopi m ii., w1 idro bimotor e monoplano, inticramente in metallo: d'acciaio n ei pun: i maggiormen te sollecitati, cl i duralluminio i11 tutte le rimanenti s trutture. Caratteristica dello scafo d i tale apparecch io è d i essere munito di espans ioni laterali, denominate pinne, le quali conferiscono il grado voluto di stabilità all'apparecchio, così in acqua come in volo. L 'apparecchio è munito di due torrette per m itragliatricj e di lanciabombe, capaci di porta re complessivamente 1000 kg. di esplosivi. O ltre al car ico l'apparecchio può portare un equipaggio normale di 5 persone. L a velocità è d i 1S0-217 km. ,all'ora. Le dimensioni dell'apparecchio sono: apertura ala.rt: m. 22,50; lungh ezza m. 17,25, altezza m . 5,10.

Dorobanz i. Denominazione data in Romania alla fan teria che aveva un serviz io sernipermancntc, dopo la

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guer ra turco- russa ( 1877-78), quando, per ragioni di bilancio, fu ri<lotto il numero de lle classi assegna te a lla miliz ia. I D. facevano ~ anni di servi zio alternato e S nella riserva.

Dorpat (o Derpt; in russo Y1triev; in estone, Tart1t). Città dell'Estonia, sulla sr. dell'Embach, vicinissima alla front iera russa. Fo,; data nel 1130 da J aroslav di Russ ia, venne presto forti:ficata; passò nel 1210 a ll'Ordine Teutonico, che la perdette nel 1221 a cauga d i una solleva zione. Tornata al la Russia, fu ripresa nel 1224 d ai cavalieri del detto Ordine; successivamente fu presa perduta e r ip resa da Polacchi, Svedesi e Russi, alternativamente.

I. Assedio di Dorpat (1224) . Appartiene alla lotta degli Estoni, aiutali da i Russi, contro i cavalieri dell'Ord ine Teutonico. Questi, che a vevano perduto D. tre anni prima, nel settembre 1224 avanzarono con grandi forze sulla città e la cinsero d'assedio. Venne costruita un'alta torre e con la protezione di questa gli assed ianti, scesi nel fosso, minarono e fecero cadere u n tratto delle mura . A capo dei difensori stava i l russo Viatscho, il qua le r iuscì a respingere un assalto genera.le, dato alle mura dopo 15 giorni d'assedio e di lotta; m a, rinnovati gli sforzi, gli assalitori riuscirono a superare la difesa e a porre piede sulle contrastate mura. I cavalieri dell'Ordine Teutonico si vendicarono della rivolta. e della resistenza trucidando non solo i difensori, ma anche donne e bambini di Dorpat. II. Presa di Dorpat (1704). Pietro I, imperatore di Russia, assediò con 20.000 u. nel 1704 la città di D ., d ifesa da 1500 u. Da u na lette ra in tercettata venne a sapere che g li assedia ri aspettavano di ora in ora soccorso di Svedesi che dovevano liberare gli assediati. attaccando gli assedianti alle spalle di sorpresa. Ciò lo determinò a ricorrere ad uno strattagemma: vestì colle uniformi degli Svedesi tre o quattro suoi reggimenti e con essi finse un attacco alle spalle delle trincee russe. I Russi, dopo aver simulato una breve difesa finsero di fuggire. Il p res idio di D ., non essendosi accorto dello st ratagemma avanzò collo scopo di unirsi ai pseudo Svedesi, inseguire i Russi, completarne la presunta disfatta. La sorpresa di trovarsi in mezzo ai nemici determinò terrore negli assedia ti e un panico indescrivibile. I Russi fecero un vero macello. J pochi che riuscirono a ritirarsi nella città furono con facilità. obbligati a capitola re, e la piazza, p er effetto dello stratagemma, venne nelle mani dei Russi. III. Trattati di Dorpat (1920). Conclusi fra l'Estonia e la. repubblica dei Soviet, nel febbraio, nell'ottobre e nel rl icembre, i n seguito a lunghe trattative nelle quali venne stabilita la pace fra i due Paesi, e vennero regolati i loro rappor ti. L'indipendenza della repubblica estone fu riconosciuta cla!Ja Russia.

Dosamento (dc/le forze e dei m ezzi). E' conseguenza dir itta del disegno di manovra, e cioè del concetto del comandante della grande unità c irca la p iù opportuna d istribuzione dei diversi sforzi in co rr ispondenza. dei vari tratti della fronte nemica (azione od azioni principali ed azioni concomitanti). Si traduce nella ripartizioni dei compiti fra le grandi unità dipendenti, tanto nel senso della fronte, quanto in quello della profondità , e nella conseguente r ipartizio11e delle forze e dei mezzi d isponibi li. Da esso consegue un'assegna?.ione di

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fronte minore alle grandi unità destinate a compiere lo sfcirzo maggiore, le quali acquista110 perciò la possibilità di accent uare i l loro scaglionamento in profondità, ossia la capacità di esercitai-e, a parifa cli altre condizioni, sforzi più i11tensi e più prolungati, che s i sviluppano gradualmente nella conquista dei successivi obiettiv i intermedi, i quali non sono altro che punti diversi ,iella posizione avversaria, scelti in modo che i l peso dello sfor zo principale r isulti alterato fra le var ie unità attaccanti, d i guisa che nei successivi momenti dell'at tacco le unità che debbono compiere sforzo minore siano in grado di concorrere con parte dei loro mezzi all'azione dell'unità contigua che compie sforzo maggiore. Il D. in iziale delle forze e dei mezzi non sempre è costante per tutto lo sviluppo dell' azione; esso cioè può essere utilmente modificato nel corso dell'azione stessa, in base ai r isultati parziali conseguiti nei precedenti atti de lla manovra, in modo da adattare il successivo sviluppo degli sforzi alle condizioni d i fatlo emerse dal combattimento. )I el caso di azione difensiva di u11a grande unità i nquadrata, il D. delle forze e dei mezzi è conseguenza del concetto del Comandante circa il p iù opportu no dosame.nto della resistenza nei diversi tratt i della fronte da difendere; e si t raduce n ella determinazione cli quegli stessi elementi (ripar tizione dei compiti, r ipartizione delle forze e de mezzi) nello s tesso modo come avviene nell'azione offensiva. Anche questo D. può esse re mutato nel corso della difesa irt relazione al progressivo svilupparsi dell'azione dell'attaccante. Dosa-mento del fuoco. Consiste nella valutazione della quantità cli fuoco ind ispensabile per il conseguimen to della prcpòncler;mza sul nemico nel tempo e nel luoi:(o vo luti, valutazione che deve essere sempre inspirata al concet to fondamentale dell'economia, iutesa come _giusta commisura?.ione del fuoco necessario in relazione agli effetti che si vogliono conseguire. E' ot tenuto mediante la manovra del fuoco e mediante l'amministrazione pars imoniosa, non avara, e previdente del munizionamento comp lessiYamenle dispoll ibile.

Dosio (Lorenzo). Colonnello brigadiere, n. ad Orbassano (1790-1870). Al servizio <li Francia dal 1809 aJ 1814, passò in detto an no nell'esercito p iemontese; nel 1848 era ten. colonnello di fanteria qua_;;do venne comandato a far parte dell'esercito lombardo, divenendo colonnello e comandando una. brigata. Poco dopo venne collocato a riposo. Nel 1816 ebbe l'O. M . S. in sostituzione della legion d'onore guadainatasi combattendo a l serv izio de1la. Francia. Dosolo. ConJllne in prov. di 1',fantova sulla sr. del Po, fondato nella seconda metà ciel secolo Xl, e d ifeso da un forte castello. .Nel 1306 fu d istrutto da Veronesi e 1',fantovani alleati di P arma ,e condotti da Guido Bonaccorsi, signore di lVIantova, mentre D . appoggiava Az✓.o d'Este. Nel 144 t il tcrritmio di D. fu teatro d i battaglia tra Venezia e Fi lippo M. Visconti, per i l dominio di Sabbioneta. Doss Alto. Propaggine nord del inpnte Altissimo, verso il solco di Loppio. Organizzata fortemente a difesa dagli Austriaci durante la grande guer ra, insieme con le a lture Casina e Romito, fu con queste ultime conquistata dal_le truppe de lla 1" armata nell'ottobre del


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1915. Con un colpo di ma.no, all'alba. del 15 giugno 1 1918, primo giorno della battaglia del Piave, gli Austria ci r iuscirono ad impossessarsi del D. (q. 703), ma. il 3 agosto successivo fu riconquistato con u n bell'attacco dal XXI X reparto d'assalto. Tentò ancora il nemico d i ricacciarci da quella importante posizione, il 21 settembre, ma fu respinto sangu inosamente dal fermo contegno dei legionari cecoslovacchi, che difendevano quel settore della nostra fronte.

Dossena (Michelangelo). Generale, n. e rn. a Lodi (1843-1915). Ingegnere civile, nel i866 divenne sotto!. del genio. fosegnante aggiunto di fortificazione a.Ila Scuola di Modena; partecipò alla campagna d el 1866 e, frequentata la. scuola di gu erra, passò poi nel corpo di S . lVL Colonnello nel 1895, comaJHlÒ il 65° regg. fanteria e lasciò il serv izio nel J.898. Nella riserva divenne magg. generale nel 1906 e ten. generale nel 1915. D'ossens (.P·ietro). Genera.le, n. e m. a Menthon (1763-1846). P roveniente da.Ila fanteria, da ufficiale superiore comandò successivamente le piazze rli Seyssel, Thonon e ' Donneville. Colonnello nel 1829, ebbe il comando militare della provincia di f ancigny e nel 1838 d iven ne magg. generale. Dossolbuono. Frazione del comune d i Villafranca d i Ve rona. Durante la campagna. dd 1848, il 27 maggio di-appelli di cavalleria austriaca fecero un'irruzione nel villaggio; la l' cp. be rsaglieri subito accorsa li pose in fuga e uno sqdr. di Aosta cavalleria li inseguì finchè non trovarono protezione d ietro i ca cciatori tiroles i. I l 4 lug,lio dello stesso anno, un cen tina io di fan ti della brigata Cuneo cd un drappello cli Aosta ca.l'a.lleria, in ricognizione verso il villaggio> vi scon trarono due squadroni di ulani e li costrinsero a ritirarsi. D ote IVl il itare. Jn base alla legge 11-3-1926, n. 399, per o tte nere il l<.. assen timentq a contrarre n1atrin)onio,

gli ufficia li del R. Esercito, R. Ma rina, R . Aeronautica e R. Guardia di Finanza. in servizio attivo permanente in disponihilitit o in aspettativa fino a l grado di maggiore (o corrispondente) incluso, d ebbono comprovare d i possedere (a prescindere dallo stipendio cd in dennità) una ren<lila lorda assicurala con vincolo ipoteca.rio a favore <lclla futura sposa e della prole nascitura sul d eb ito pubblico consolidato o 5opra beni immobili o su t itoli garanti ti dallo S tato neLia seguente m isura : d i L, iOOO nomina li per il grado d i sottotenente; di 4500 per il grado d i tenente; di 3000 per il grado di capitano; di J 500 per il grado cli maggiore. o gradi corrispondenti nella Marina, Aeronau tica, Guardia finanza. Per gli u fficiali subalterni dei CC. RR. provenienti dai sottuificiali ; per i maestri dire!lori di 1:)anda e di scherma del R. Esercito; per gli ufficiali del Corpo R. equipagg i della Marina e per gli u fficia.li specializzati della R . Aerona utica., la rendita lorda di cui sopra è ridotta a L. 3000 110minali. La dote della sposa può tener luogo della rendita, quando nel contratto nuziale sia co~tituita. nella misura e nel fine -voluto precedentemente detto. La rendita div iene liberamen te disponibile: a.) quando l'ufficiale a.bhia raggiunto lo stipendio inizia.le del grado di colonnello (o grado corrispondente); b) quando l'ufficiale cessi d al servizio attivo pennanente ; e) quando l'ufficiale s ia collocato in aspettativa per riduzione di quadri; d) quando il matrimonio sia sciolto

per la morte dell'uffic iale; e) quando il matrimonio sia sciolto per la morte della moglie senza d iscCJ1denti superstit i maschi in età minore o femmine in età minore non rnari latc. L'ufficia le .che abbia contratto matrimonio senza possedere la rendita voluta, o abbiei prodotto p rove in tutto od in parte simulate per dimostrare il possesso, è d ispensato dal servizio attivo permanente. La D . JY[. era stata istitu ita nel 1896 e soppressa nel 19ll.

Dotte (Armi) . Venne data qu esta denominazione alle Anni (es. Artiglieria e Genio) in cui l'insegna.mento tecnico ha graJ1de imporlaJ1ZU. Dottingen. V. Aar. D'Ottone (Fortmioto). Generale, n. a L ivorno nel 1849. Sottot. d'art. ne l 1869 passò nello S . M . e poi in '7 ca.vallcria, dove raggiunse

il grado d i colonnello nel 1896 e coma.n dò il rcgg. Piacenza. Nel 1901 era n1agg. generale a 1 contando

dell'8" brigata. d i cavalleria.; nel 1907 pcts~ò al :Mi11istero <le!la gue rra con1e

di.reti.ore generale ippico e ' poi d irettore di cavalleria. Kel 1908, tenente generale, comandò la d ivisione d i Ctta.nzaro, poi quelle di Ravenna e d i Ilologna Nel 1912 fu nominato presidente del Tribunale supremo di Guerra. e :_\·lar ina. E· autore di un « :,remoriale >>, di uu « Varlemecum" per l'ufiìciale cli cava lleria; (< Sunto storico e rletern1iuanti de lla funzione stra lr:g ica e d'avanscoperta della cavalleria n; (<G li esplora.tori d i cavaller ia e la loro prepGrazionc >, ; (< J.a c:tva lleria futura di Irontc alle nuove an11i )>; ccc .

Dottori (Canale) . Si dirama dall'Isonzo presso Sagrado, e, mantenendosi parallelo a l tcrrnpieno1 della ferrovia P edecarsica, passa p er :Monfalcone e va a sboccare nel mare. All'inizio della. guerra italo-austriaca, gli Austriaci distrussero con una m ina l'argine del Cana le presso Sagrado; presso R edipug lia, po i, ove il livello dell'acqua era d i quattro metri p iù alto del terreno circostante, il cana.le fu ostruito, mcmre con un a breccia aperta nella parte orientale del canale stesso, venne dato uno sbocco all'acqua. Di strutto inoltre per un tratto di dieci metri il terra.pieno d ella ferrovia, si otten ne così l'allagamento del territorio limitato da una parte da lla strada ferrata e da ll'a ltra <lal ciglio clell'altip iaJ10 di Dobe1·dò, da Rcclipuglia fino a. Selz. Nella )lotte dal 20 a l 21 giugno 1915, u na nostra batteria. di obici da 149, con un tiro pr_çciso e fortunato, riuscì a distruggere l'ostruzione predisposta dal nemico, riducendo così l'inondazione e favorendo l'avanzata delle nostre truppe, da essa notevolmente ostacolala. • Dottrina militare. Sistema organico dei concetti e dei dettami (n onne, precetti, regole, ccc.) mediante cui si rappresenta in sintesi razionale l'Attività mi litare (V.) e se ne governa. l'attu azione concreta, ordinata c


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pratica in conformità del fine. La D. M . s i è differenziata in particolari rami o parti, che sono: a) Dottrina del/'(( Organ-ica J>, che ra,ppresenta e governa l'ordine creativo dell'ente Forza annata (reclutamento e or din a mento uomini; raccolta e ord inamento materia li; sistemazione terreno).

b) Dottrina logistica., che rappresenta e governa !'or_ dine fisiologico, fondamento del vivere e dell'operare della Forza armata. e) Dottrina pedagog-ica, che rappresenta e governa l'ord ine educativo, p el quale si dà agli uomini la capacità professionale o capacità del fine. d) Dottrina strategica, che -r appresenta e governa l'ordine dei concetti operativi della Forza ai·mata indirizzata in concreto aJla vittor ia. e) Dottrina tattica, che rappresenta l'ordine delle a zioni sul campo, nel quale il principio de (( il più vince il meno» si ri leya dalla opposizione conci·eta dei due avversari.

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D . e passò la Scarpe, men tre il ma.rese. francese Montesquieu si ritirava verso Cambrai oltre la Schelda. L'investimento fu iniziato il 22 aprile con 40 bgl. 1ed a ltrettanti squadroni comandati da Eugenio. R imasero co~ J\farlborough c irca 50,000 u., d ietro un'inondazione formata dalla Scarpe. Le due arma te erano vicine in modo da darsi reciproco a:ppoggio. D., divisa in cluc parti dalla Scarpe, egregiamente fortificata, con opera staccata. (forte della Scarpe) sul fiume omonimo, era J)residiata. da circa 10.000 u. agli ordini del gen. Albe1·gotti. La d ifesa fu attivissima tanto che il princ. E ugenio non poté apr ire le trincee d'approccio che tra il S e il 6 maggio durante la. notte. L 'attacco fu iniziato in due parti diverse, unite a. mezzo di una linea d i comunicazione. Nella. notte tra il 7 e 1'8 si stava. per pronunciare l'atta.eco quando l'Albergotti, con una sortita di c irca. 1200 u. fra cavalieri e fanti, trovò modo cl i paralizzare i1 lavoro degli operai, distruggendo i lavori e ritirandosi nella p iazza. Intanto il ma.rese. di V illar,;;

f) Dottrina storica, che rappresenta e governa !'or -

dine conserva tivo dei va.lori mentali ( esperienza crescente fecondata dalla riflessione e sistematica mente dispo,ta).

g) Dottrina stat-istica, che rappresentu. e governa l'ordine degli stati successivi delle cose, onde compongon si i fatti. Ognuna d i queste parzia li dottrine - e la generale altresl - ha, com'è ovvio, presso ciascuno Stato un apparato e un contenuto che vorrebbero essere caratte.ristici ; però, le dottrine militari, derivando fondamen talmente dalla scienza militare, che ha w1 carattere sempre più universale, s'inten de facilmente come gli Stati civili vadan tutti conformandosi via via a un tipo quasi unico di D. 1vl. sia per quella genera.le, sia per quelle pa rziali. Simile conformazione si delinea chiaramente ai tempi d i Federico II di Prussia, ,;;pecie dopo la guerra dei Sette Anni e s'accentua indi p rogressivamente. Dopo la guerra mondiale, il fatto assume p roporzioni maggiori e cara ttere definitivo.

Douai (an t. Duac111n). Città della Francia, nel dipartimento del Nord, sulla Scarpe, con porto cbe mediante canali la mette in comunicazione con L illa e Arras. Fu contesa tra Francia e Spagna e sostenne parecchi a..ssedi. N cl secolo XVII venne trasformata in fortezza. d i prima categoria, da l maresc. Vauban. Fu annessa a lla Francia in seguito a l trattato cli Utrecht. N el 1891 fu rad iata. dal ruolo delle piazze forti. I. Assedio di Do,ia,: ( 1667). Appartiene alla guerra nelle F iandre da parte cli Luigi XIV. Dopo la conquista cli Tournay, il re, per consolidare la posizione, pensò di procedere su D. che fece investù'e il 1° luglio: il 3 iniziò i lavori d'approccio, che procedettero celermente protetti dal tiro delle artiglierie. Con cammina.menti coperti si crearono parecchie batterie, e le truppe furono pronte all'attacco il giorno 6. II primo assalto fu d,tto da.I marchese di Castelnau che riuscì a sloggiare i d ifensori dalle ]Jrime opere campali. Il governatore impressionato inalzò bandiera bianca e chiese la capitolazione che fu firmata il 7. II. Assedio d·i Do11ai (1710). Appartiene alla guerra nelle F iandre, per la successione di Spagna. L'armata -imperia le (80.000 u .) agl i ordini d i ,E ugenio di Savoia e del lvlarlborough, dal B rabante mosse p er investire

I.a l'Ortezza di Do11al nel sec. XVI I

marciava con una. colonna d i soccorso verso D. I confedera ti intensificarono i- lavori d'assedio, e tra il 12 e 13 maggio misero p iede nel secon do spalto. Ma l' Albtrgotti, con ùue vigorose sortite, r iuscì di nuovo a cacciare gl i aggressori, e pochi giorni dopo la gua.rni.gione ripetè la. zuffa, per d iverse notti con a lterna fortuna, finchè le truppe di _Eugqnio vi posero p iede in modo sta• bile. L'Albergotti difendeva sempre il terreno pa l+no a palm,o, pur avendo scarsi mezzi e pochi comandanti. La notizii dell'avvicinarsi del maresc. cli Villars, fece accelerare a l principe Eugenio il ritmo dell'attacco: sulla fine d i giugno, mentre con parte dell'armata faceva fronte a l di Villars, r ipeteva gli attacchi più violenti ta11to che nella notte fra il 23 e 24 giugno riusciva ad impadronirsi di due rivellini p iantandovi delle batterie per colpire d ù'ettamente la piazza.. Già si stava preparnnclo l'assalto -genera le e gli assalitori eran o riusciti a discendere nel fosso, quando l' Albergotti, intuito l'inutile sacrificio di vite si decise alla resa, che venne con clusa con gli onori militari. III. Assedio di Douai (1712). ·Fu operato dall'esercito del Villa.rs sui primi d'agosto ; egli ne affidò il compito ai generali Albergotti e D i Broglio, mentre col grosso copriva. l'assedio contro possibile soccorso. D11l 1710, gli Alleati ne avevano rafforzate le difese: il comando de lla piazza era. tenuto dal generale Hompescb, il quale di-


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sponeva di 9 bgl. e 200 cavalli. Il principe Eugenio mosse verso D ., ma dovette arrestarsi a una lega di distanza e, viste le forti posizioni, ritirarsi dopo 14 giorn i di permanen7~~- FrattantG venivano spinti avanti gli approcci ed erette batterie, al comando del :Montesqu ieu che aveva assu nto la direzione dell'assedio. G li assediati tagl iarono dighe inondando trincee degli assalitori, e disturbarono i lavori con intenso fuoco. ~la ben p re3to furono tagliate le comunicazioni col forte della Scarpe, che si arrese il 27. La piazza fu battuta vigorosamen te, e varie opere esterne vennero prese. Il giorno 8 settembre, ·il maresc. d i Villars lasciò l'incarico dell'assedio all'Albergotti e marciò contro il principe E ugenio. Il giorno dopo l' Albergotti assalì a ltre opere e la piazza si decise a venire a patti, a rrendendosi il giorno io settembre. Gli assedianti avevano perduto quasi tm migliaio d 'uomini.

Douaumont. Villaggio francese nella regione della Woevre, circa 8 km. a nord-est d i Ver<lun. Presso il villaggio sorgeva, cfficicn Le, l'omonimo forte della cinta staccata della regione for tificata cli Verclun. In questa zona, già nel 1914, quando la guerra nel nord della Francia aveva forma e sostanza. di guerra manovrata in terreno libero, le. operazioni assunsero un a".ldamento di gueua cli posizione, s ia per le difficoltà incontrate dalla Armata del Kronprinz per effetto dell'organ izzazione difensiva, di cara ttere permanente, del terreno, sia pei concetti informatori del piano di operazioni, tedesco. Quindi nulla cli notevo le da segna.lare fino al 1916. In quest'anno, e per l'inte,·a. sua durata, si comba.ttè in Woevre la celebre battaglia d i Vcrdi,n (V.) durante la q ua le il forte di Douaumonl acquistò notorietà mondiale. La posizione del forte di D. domina.va tutto il campo cli bat taglia, dalla Woevre a<l Avocourt e, come tale, fu sempre oggetto d'accaniti combattimenti' pel suo possesso. Il 25 febbraio il forte cadde in mano dei Tedeoch i. ma non l'intera posizione (villaggio e terreno circostanze): la conquista tedesca fu pertanto meno redditizia di quanto l'avrebbe potuto essere con un successo pii1 completo. E d infatti attorno a D. s i ebbero acca.uiti combattimenti 1'11 e 12 marzo,, dato che i Tedeschi vo levano ampliare i loro possessi nei pressi del villaggio. Il 22 maggio il ,generale Mangin strapp,1va a l nemico il forte di D., ma poderosi contratt1cchi nemici il 24 maggio lo fecero tornare in mano loro: esso non era che un mucchio cli macerie fumanti. Durante, e dopo, la battaglia della Somme i Francesi furono essi a ripassare alla controffensiva nella regione di Vcrdun, med ia.nte azioni locali ed a raggio limitato : cosicchè il 24 ottobre 1916 il forte in parola tornava definitivamente nelle mani elci Francesi.

a;,ouay (Abele). Genera le francese (1809- 1870). Combattè nei 1859 a Solferino; morì sul campo a Weisscnburg. Dou.ay Felice. Generale francese, fratello del precedente (1816-1879). Prese ,parte alla campagna d'Italia. del 1859 e fu ferito a Medole, a quella del Messico in cui comandò l'avanguardia e vinse il gcn. Uraga. A Seclan ( 1870) fu fatto p rigioniero da.i Tedeschi, rientrò a Parigi a lla testa del 4° Corpo contro la Comune ; .nel 1879 fu nominalo Ispettore dell'esercito .

Douglas (sir Horuard) . Genera.le inglese (17761861). Partecipò alla guerra nella. Spagna contro Napo-

Dov

leon e (1808-09 ; 1811- 12). Pubblicò varie opere d i for tificazione ed ingegneria militare. Dqu.glas Haig (Guglielmo). Generale inglese, nato nel l 861. Fece la campagna d'Egitto nel 1898, sotto Kitchener e vi si distinse grandeme nte. Agli ordini del French fece la campagna. contro i Boeri ( 1899-900). Fu poi ispettore generale della cavalleria nelle Indie e capo cli S. 1\1. )/el 1914 entrò in guerra comandando il l " C. d'A. e nel 1916 assunse il comando in capo delle truppe inglesi sul fronte occidentale in sostituzione di French. DtJnglas-Scvtti di J/igolcno, conte F·il·ippo. Generale, m. a :Milano nel l SSS. Passato nel .nostro esercito nel 1860, divenne colonnello comandante il 41° rcgg. fanter ia Bel 18i5. Magg. genera le nel 1880, comandò la brigata Piemonte.

Douhet (Cù,1-io). Generale e scrittore mii., n . nel 1869. Sottot. d'art . nel 1888, passò poi nello S. M. Da maggiore, ebbe nel 1912 il comando del bgl. aviatori di nuova costituzione. Colonnello nel 191S, partecipò a lla guerra come capo d i S . M . della S" divis. (1915) e poi del la zona ,Ca.mica. (19 16). Nel 1917 lasciò il serviz io attivo permanente. D ivenne magg. generale nel 1917 e generale di d ivis. ·in A. R. Q. nel 1923. Pubbl icò numerose monografie, fra cui: << La difesa. nazionale ,, , « Il clom inio dell'aria >l, «D ia rio critico d i guerra >l, « L'onorevole che non potè più mentire ». « Come finì la grande guerra "• << Aspetti della guerra futura. n. Collaborò a molte riv iste, particolarmente sul problema della guerra aerea e del dominio dell'aria. Doullens. Città della Francia, nel dip. della Somme. Fu presa dagl i Spagnuoli nel 1595. CtJi.vegni di DouUens. Ebl>ero luogo durante la guerra. mondiale, e ne scaturì, finalmente. quel Comando Un ico delle forze interalleate, già da tempo invocato da tutte le poten•e in lott'1 contro gli Imperi Centrali come mezzo indispensabile per affrettare il giorno della vittoria. . I l 26 marzo 1918, si riunirono a D. i generali Pétain, Foch e IIa ig, e i rappresentanti dei Governi d i Parigi e Londra (lord :tvfilner, Poincarè, Clemenceau, Loucheur). 1n questo primo convegno fu deciso cli « Af fidare a I genera.le Foch il coordimunento dell'a zione degli Eserciti allea ti sul fronte occidentale"· Dopo il convegno elc i 3 aprile a Bcauvais ( V.) si tenne ancora (14 aprile) una nuova conferenza. a D. presenti tutti quelli che avevano partecipato a quella precedente del 26 marzo - in seguito alla. quale il F och r iceveva a lfu1e la nomina a generalissimo delle Arma.te alleate: il comando un ico era stato tradotto in realtà, e fu perfezionato completamente con la conferenZ\.. di Abbeville.

Dover (in france3c Douvres). Città dell'Inghilterra, nella contea d i Kent, nel passo d i Calais, sulla Manica. I. Battaglia di Dove,· (55 a. C.). Appartiene alla spedizione cli Cesare nella Gran Bretagna. Concepito il d isegno cli portarvi le a rmi i-omane e di conquistarla., Cesare, nell'agosto del 55 a. C.. imba.rcossi su 80 navi con varie legioni, e a ttraversata la. lvia.nica. si appressò a D ., dove gli isolani vollero impedire lo sbarco. Non ostante un aspro combattimento, Cesare r iuscì nel suo intento, e gl'isolani, 5messo improvvisamente il coraggio, mandarono a Cesare ostaggi e p rofferte di pace. :Ma, appena gl'indigcni s'accorsero dello sca,-so numero delle forze romane, ricusarono i promessi ostaggi e ripigliarono le

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armi. Cesare dovè limitarsi alla d ifesa dei suoi accampamenti, e, come il mare glielo permise, tornò in Gallia (12 settembre). ,'

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Lu base na,,a1e inglesi, di Dov~r

II. Batta.glia di D ,r,;er (24 agosto 121ì). Fu combattuta fra una squadra inglese dei << Cinque Po rti » ( 40 n avi) a sostegno di En rico III d 'Ingh ilterra, contro u na squadra francese composta d i 80 navi comandate dal corsaro fiammingo E ustachio il :Monaco. Le navi inglesi, comandate eia Filippo d i Albeny e Uberto D e Burgh, .,,uadagnarono il vento, poi si precip itarono a ll'assalto del la testa della linea francese, lanciando una quantità di calce polvcr iZ?.ata su lle navi avversa rie, in modo da accecarne i marina i. Qu esto stratagemma d iede la vittoria agi i Inglesi : le n avi francesi in grande parte si :Sa lva rono con la fuga : Eustach io, catturato, venne de-

capita to dagli Inglesi. Lu igi d i Francia, figlio d i F ilip po Augusto. che era sbarcato sul suolo inglese per combattervi Edoardo JI1, fu costretto dopo questa sconfi tta a. tornare in Frnnei:i, dopo di avere pattu ita l'amnist ia per i suoi aderenti. lII. Assalto di Dover ( 1295). Apµarticne a lla guerra tra Edoardo I d'Inghil terra e F ilippo IV di Francia. Questi, che non a,·eva navi e si trovava con le coste aila mcrcè delle scorrerie della flotla inglese, chiamò a l suo servizio l'ammiraglio veneto Benedetto Zaccaria affidan dogli il comando delle navi che fece armare nei porti francesi: iu tutto 57 galee e 200 navi onerarie. La flotta fran cese assalì di sor presa D. e la saccheggiò e incend iò : fu questa l'un ica azione navale importante della guerra fra i due sovrani.

tlallag• l ia nav11le li i Dover ( 16G.2)

IV. Battaglia di D01Jer (maggio 1652). Fu combattuta fra una squadra olandese d i 42 navi, comand ata da Tromp e una inglese di 26, comand a ta da Blake. La prima erasi avvicinata a D . pretestando il cattivo tempo che ve l'a veva costretta; il governatore di D . intimò che amma inasse bandiera, ma l'ammir. ola ndese non ade-

Dov

J"Ì. I ntervenne l'ammir. inglese e 110n avendo il TJ"om p vo!uto cedere, si attaccò battaglia, malgrado che n on esistesse stato di guerra fra le due nazioni. La lott<L durò qua ttro ore, dopodichè gli Olandesi si ritirarono avendo perdu to due sole navi. Si iniziava così la guerra tra le due nazioni, nella quale s i a ffer11Java e consolida,·a il predominio marittimo inglese. V. Tmttato di Dover (1 giugno 1670). rAlleanza segreta fra Ingh ilterra e Francia. Il re Carlo II riconosce i diritti de lla Francia suìla monarchia spagnuola e promette di sped ire a lla prima richiesta 6.000 u omin i. Questo trat tato fu mutato in alleanza pubblica il 21 dicembre dello s tesso anno, e conferma to da un ·secondo ( 12 febbraio 1672) nel qua le Luigi XI V si obbliga a pagare a Carlo II la somma annua di 3 mili loni di lire per far fronte alle spese della guerra, non lasciando a.ll'lnghilterra, delle conquiste eventuali sugli O landesi, che alcune isole della Zeland a e dell'·Ola.nda.

VI. P attuglia di DO'",;er. E bbe questo nome, durante la guerra mondiale, l'insieme delle organizzazioni difensive che, ch iudendo alle navi tedesche l'u scita del Mare de l Nord attra verso la l\fanica, proteggevano il traffico che si svolgeva fra le coste inglesi e francesi ; essa aveva la sua base a D., e insieme a.Ile forze d i Har wich e alla Grand Fleet che da Scapa F low, all'estremo :Nord, custodiva lo sbarramento fra la Scozia e la Norvegia, costituì quella infrangibile linea di blocco lontano, che produsse l'affam:uuento degli I mperi Centrali e fu una delle cause <leterminanti della loro disfatta. Le forze della pattu gl ia furono quanto mai scarse; intorno a p iccol i n uclei di equipaggi e di J1avi antiquate della Marina Reale, operarono numerosissimi battelli da pesca, drifter, armati di piccoli equipaggi, che per resistere a i cacciatorpediniere tedeschi possedevano per tutto a rmamen to qualche fucile. Essi avevano la vigilanza della zona avan zata e la sorveglianza degli sbarramen ti cli ret i e cli mine, coi quali si vietò il passaggio ai sommergibili avversari, parecchi dei quali furono di- 1 strntti. )i"ella esecuzione ciel difficilissimo incarico la Pattuglia riuscì . oltre ogni speranza; a centinaia d i mig liaia si contarono le n avi, a milion i di tonnellate le merci, a m ilioni gli uomini che passarono incolumi dall'una a ll'a ltra sponrla, mentre i ripetuti attacchi tedeschi, compiuti d i sorpresa.. da forze leggere di superficie o da aerei, furono qu;1si sempre contenuti o ebbero risultati limitatissim i. Il compilo della P a ttuglia non s i limitò a lla difesa degli sba rramenti; essa organizzò anche il bombardameno dal mare delle posizioni tedesche s ulla costa belga, e vi concorse con forze proprie, studiando e impiegando metodi di tiro e di osservazio ne completamente n uovi, men tre predispose la impor tan te azione con tro Zeebrugge. Le forze aeree conco1·sero con quelle navali alla sorveglianza delle acque, e si ebbe il µrimo caso del combattimento di un sommergibile con tro un aeroplano e la cattura d i quesl'ultil110, costret to ad ammarare, per opera del primo. All'inizio della guerra la Pattuglia fu a ll,c dipendenze del contrammiraglio Ballard, che aveva il s uo comando ad Harwich ; in scgu ito, fattasi minacciosa la situazione per la mi-

naccia ' tedesca ai porti della costa belga e della Manica, s i costituì in comando autonomo alle d ipendenze d el contrammiraglio H ood : n ell'aprile 1915 ne ebbe il comando il v iceammir . Bacon, che lo ten ne flno ,1 ma rzo 1917, epoca in cui venne sostitu ito d al contram-


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5.23 -

mi ruglio Keyes, che vi r imase fo10 al trrm ine della guerra.. Gli scontri nava li più importanti sostenuti dalla patLuglitL sono quelli del 23 aprile e del 2i otlobre 1916. (V". Manica). Gli Inglesi stabilirono nel 1914 una base aerea. per la marina a Dunkerque e a l principio del 1915 si costituirono delle unità specialmente destinate a lavorare colla. pattuglia. cl i Dover; gli apparecchi terrestri ebbero le proprie basi a S. Pol, presso Dunquerque, e a Guston Roa.d, presso Dover e in questa ultima località prese stanza una. s quadriglia. di i<lro, -olanti; a Polegate e a Cape! si crearono due stazioni per p iccoli dirigibili. Da queste basi l'aviazione oltre a collaborare colle navi nel servizio di vig ilanza, si spinse contro le basi degli Zeppe lin nemici, in serv izio fotografico rilevò le difese gei-maniche e la posizione delle batterie costiere, e fu impiegata nell'osservazione del tiro delle grandi na vi che bombardavano la costa belga. Il p rimo Taube tedesco comparve nel marzo 1915 e lasciò cadere alcune bombe innocue; altri attacchi seguirono numerosi sempre con scarsi effetti. Il p rimo diri gibile Zeppelin comparve il 17 maggio 1915 e bombardò

Dragamine. Nave cli p iccolo d islocamento e moderata velocità, di limitata immersione, dotata di adatti apparecchi per il dragaggio delle mine, armata di cannone da. 76 mm. e d i bombe antisommergibili. Gli apparecch i, trascinali dalla D., portano apposite cesoie, che, tagliando il cavo d'acciaio collegante la mina alia

Rasmsgate.

100 lonn., di piccola pesçagione (m. 2,20), con armamento d i II 120 e IT 76 antic,ere i e due apparecchi d i dragaggio sistemati a poppa. L'Inghilterra ne ha co~truiti di 950 tonn. appositamente. Le a ltre nazioni hanno ancora ( 1928) D. consistenti in nav igl i acquistat i dalle maTine mercantili e <la pesca durante la guerra mondiale, e adattati allo scopo.

Dovere militare. I suo i fondamenti e motivi sono identici, tanto nella vita civile che in quella militare. Come radice e spinta interiore, il D . del militare procede lutto dalla morale, quindi dalla sua moralità; co· me obbligo e Iacoltic d'azione ( uso della forza per motivi d'ordine sociale, a ll'infuori di qua ls iasi interesse proprio personale) procede dal diritto pubblico, dal quale t r;iggono vita attiva e feconda le istituzion i militari. L a responsabili tà elci militare <lavanti alle azioni che deve com~)icre, è una realtà dell'ordine morale poggia ta essenzialmen te sul dO\·ere. TI sentimento dell'onore potrebbe, in taluni casi, rendere il militare t itu bante di fronte all'assunzione della responsabilità, per le risul~ tanze d'ordine p ersona.le che la medesima. può addurre, e che possono a rrivare sino a una menomazione dell'onoi:e proprio; ma la voce del D. deve sempre vincere con la sua assolutezza ogni esitazione, ogn i paura. Senso di responsabilità è vivezza e forza di volontà per il D. e per l'onoret 1na, alla fine, per il dovere a ogni costo. Drachen

(e Drago). V. Pallone OsserI,aturio.

Dragacan. ]'.v[ona.5tero della Grecia presso Rimnik dove i f,atelli Ypsila,nti radunarono nella primavera del 1821 uno dei primi nuclei di insorti contro la Turchia

propria. ancora, f anno sì che la mina venga a galla e

quindi avvistata e d istrutta.

J Un tipo di D . speciale ha costruito il Giappone, d i

Draghetto. Peuo di metallo arcuato, clie nelle p rime armi da fuoco portatili stringeva b miccia e la portava a l focone per l'accensione della carica. Poichè, in genere, a\·cva la testa che ~ffernlva la 1niccia costruita

Serpe.RlzZ?o o d'ray/2e!lo

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a foggia di quella d 'un p iccolo drago, da ~sso prendeva. nome. Veliiva applicato a una lastra cl i metallo delta cartella, o p iastra. Era anche ch iamato Serpent ino, d alla sua. forma generale tonda, a llungata e r icurva, da rassomiglia re al corpo d'un serpe. (V. Cartella).

Batte lli d 1u drag·i:rno 1,na m ina

( 485 uomini). Il 19 giugno, vennero quivi assaliti da una colonna turca d i 6000 cavalli e 2000 fanti, e dopo otto ore di resistenza accanita, sconfitti e costretti alla fuga dopo di aver la.sciato sul campo molti dei loro.

Oragomirov (Michele). Generale russo e scrittore mii. (1830-1905). Si d istinse n ella guerra russo-turca del 18i7-7S; fu comandante dell'Accademia M ilitare e nel 1839 generale di fanteria. Pubblicò vari studi di tattica e sull'educazione del soldato. - Un altro generale D. appartiene all'epoca nostra : fu comandante <lei fronte Nord sotto K erenski ed ebbe il comando in capo a l posto di Russky per breve tempo. Dragonario (lat. Draconarhts). Era il porta- inse-


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DRA

gna - detta Dragone - della Coorte. Il suo grado stava f ra quello di ufficiale e q uello di sottufficia le.

Dongla, llalg

Ora:,om'ro,

Oragonate. Verso la fine del sec. XVII, il re Luigi di F'ranciJ., p<'r consiglio della Maintenon. si determinò a pcrse:,'1.litarc il protcstru1tesimo, strappando i piccoli a i gen itori per farli battczzani, escludendo i protestanti da cariche e uffici, chiu dendo le loro chiese. cacciando i pastori dalle loro sedi. Contro i più restii, vennero i<!rate appunto le JJ . Consistc\'ano esse nell'acqu ar t ierare dragoni nelle case dei protestanti, abbando-

524 breccia. Sostituì le antiche bombarde e i cannoni petrieri. Una sua sottospecie p iù leggera, d iccvas i Drago'llc vola11te.

Or:,guncuo cl rl 1500

1Jrago11e ( lat. Ang-11is e Draco). Era l'insegna d i una Coorte romana, .già usata prima dai Pani, e che "enne in Lrodotta nell'esercito romano ai tempi d i T raiano. Recnva una testa a somiglian za d i drago fantastjco, in-

111•cline rle l lll'll g0ne

Doppi o 1CJna)

Le 11t·oitonate In Francia (sPC. XYlll

nate a I loro a r bitrio : ne segui rono denuncie a carico dei ribell i alle prepotenze dei dragon i, fucilazion i sommarie, esecuzioni capitali. La maggior parte dei protestanti si acconciò ad abbracciare la religione cattolica. Nel 16R5, dopo circa tre ann i da ll' in izio delle D., il re revocò l'editto d i Xantes.

t \ 1·rl lnc 11(•1 nrag·onc (,1 1111:1111)

fissa in cima ad un'asta; il corpo era di panno colorato o di pelle, vuoto internamente e flessibile; s i gonfi:wa quando d alla bocca ape rta en trava l'tlria. Il D. come in• segna fu adottato anche dopo i Romani: lo tro,·iamo in Inghilterra nel 1016, presso l'esercito del duca Riccardo Cuo,- d i Leone in Palestina contro i Saraceni (l l.3 l).

Drago11e <frll'Amiam. O;·dine cavalleresco, istituito nel 1886; comprende 5 classi; l'insegna è costituita da u na raf;giera, con corona reale sorrnonlata da. un dragone . Co111pensa i meriti civili e m ilitari.

Drago11e doppio. Ordine ca,·alleresco della Cina, istituito nel 1881 ; comprendeva due classi ; la decorazione era costitu ita da una stella contenente u n d isco nel quale figura,·ano due dragoni. Dragone rovesciato. Ordin e religioso-militare, istituito in G~r mania nel l418 d all 'I mpernto,·e S igismondo, a llo scopo di combattere gli infedeli e gli eretici. L a sua insegna era un dragone mono, appeso a una. collana. Ques t'ord in e fu in trodotto in Aragona dal J'C Alfonso V. Spariti i fonda tori, scomparve.

nrag-onn,·11 romani

Dragone. :-< ome che si dava. ad un'antica artiglieria di grossa. portata (palla di 40 libbre) per battere in

Dragoni. Furono inizialmente fanteria. monta.la, e p recisamente archibugieri forniti d i cava llo per celeriti1 di spostamento. D ivennero successivamen te truppe :ttte al combattimento a piedi ed a. ca,•allo per passare poi definitivamente a far pane della cavaller ia. L1 loro ori-


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gin e r imonta a l 1496, quando Camillo Vitelli, nella gu erra d i Napoli, creò gli archibu gieri a cavallo; il maresciallo Strozzi li i ntrodusse in Francia nel 1544 e dicci anni dopo ne ordinò un corp o il marcsc. d i Br issac, a l quale pertanto i Francesi a ttribu iscono i l merito della c reazione d i questo corpo. I D. fur ono armati di archibugio - e poi moschet to - e spad a; nel sec. XVII-XVIII ebbero anche la pistola. Generalmente venivano schierati sul fronte, su cinque righe, o ihtervallati tra le fanterie. Veri e propri

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scritto che la cavalleria d i l inea fosse di 4 regg., e perciò i regg. D . furono q uattro (Nizza, Piemonte Reale, Savoia , Genova). D 'a llora in poi r i:i:nascro scm prè in tale numero e la denominazione d i D. fu conservata solo

Freg-lo· Dragon i ItaHanl

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( SC'.l"(. XIX)

per tradizione come per trad izione s i conservano ancor oggi le denomi11azioni di lancier i e cavalleggeri, senza che nessuna. distinzione esista ;1ell'im picgo degli uni e degli altr i. Nel 1871 i regg. D. ebbero la lancia a l pari di a ltri 6 regg. di cavalleria. I D. portano in Iialia l'elmo senza criniera. La maggior p arte degli eser citi

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Drngone clanese (s<:>c. XJX)

Dr~1g-nnc ingl ese

Dragone a u.s1rtaco

regg. d i D . comparvero soltan to nl 1668, so(to L uigi XIV. Il loro numero aumentò gradatamente e fu d i sed ici nel 1 i SO ; 17 nel 1762; 30 al tempo della Rivoluzione e dell'lmpc ro. Lél restaurazione ne ridusse il numero a 15, poi a 10. l'\1e l 1831 en trarono ufiicialmcnte a far parte della cavallcr,a di linea e furono armati d i fucile sen za baionetta, detto cc fucile da ·dragone)>. Nel 1855 i regg. d ragoni divennero 13, 20 nel 1870 e 26 nel 18i3. )rei 1889 ebbero la lancia (V. Lancieri). Dopo ta le anno i regg. D . a umentarono ancora a 28, 30 e 32.

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l)ra"Ofli le••gert

ctt' Sa.rde'gna

Drag()r, I lomlJarrH ( 18-i S)

europei ha regg. di D . ):e possedeva anche l'Austria prima dell'ultima guerra e facevano parte della cavalled a leggera. '·· .

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JJr-ag-oni frances i : 1 e 2, Impero napoleonico; 3 , Lu igi XJV; 4, Luig-l xvr; 5, secondo tmpcro; (ò, rnoo Nell'Esercito piemontese i p r imi reparti D . furono c reati ne l 1.683 coi due regg. cc di S. A . Reale )) e d i <e Madama Reale)). Nel 1689 fu cr eato un terzo ~eggimcn to dragoni detto del cc Genevese )) e nel 1691 un quarto denominato « d i P iemonte». N el 1774, dopo var ie vicende, i regg. D. erano ancora quattro: furono disciolti nel J 799. Ncll'a.gos to del 1800 la Commissione d i governo p iemontese organizzò un regg . d i D . che fece poi parte dell'eser cito francese. Nel 1814, alla R estauraz ione, si r icostitu ir ono du e regg. di D . di S. :M. e della Regin a.. N el 1821 furono sciolti e p iù ta rdi ne furono cr eat i in loro vece a ltri d ue (183,1). Nel tSSO fu pre-

Dragoni "fio.lthozar. R egg. di ca valler ia piemontese, costituito nel 1692 col nome del s uo comandante, su 4 compagnie, composte di stran ieri. ),'el 1694 prese i l nome di Au bussarques e l'anno seguente passò a l soldo 21 o D ragOHI r1·a.1H:(>Si

già Dra::ron! pièmontesl

Slenda r(1o ciel rcg-g-. Drago n i della neg-l na ('1'786)

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dell'Olanda e partì per le Fiandre. Col Piemonte fece la campagna contro la- Francia (1862-64) ,

Dragoni blcus, verts, jawws: denominazion i date a regg. di ca valle ria p 'ernon tesc; il primo divenne il Geno-.,a, il te t-zo il N,zza cavallrl'ia; il secondo fu detto del Genc,:ese (V.).

526 organizzato nel 1800 dai Francesi, su 4 squadron i : fu cle11ominato 1" regg, D. piemontesi; l'a nno seguente passò a far pa rte rlell'esc rcito francese, con la denom inaz ione di 21° rcgg. dragoni: venne sciolto nel 18 l4. Partecipò a lle guerre conto l'Austr ia ( JS0S) contro la. Russia ( l807); poi fu nella penisola iberica, sino al 1813 ; infine fece la campap;na contro gli Alleati nel 181 4.

Dmgon·i romani. Costi tuiti nel 1848, al comando del colonnello Ruvinetti. Parteciparono a lla campa.g na di quell'anno nel Veneto e si distinscl'o a Cornuda. Draf(on·i tosca.ni, Reggimento di cavalleria dcll'esercit,o napo!con ico; nel maggio 1808 prese la denominazione d i 28° regg. Dragoni.

Dragoni francesi

1 11!18)

Dragoni del Chù,blese (Chablais). Regg, di cavalleria piemon tese, costituito nel 1774 e soppresso nel 1796. F ece le campagne 1793-96 contro la Francia. Dragoni del Cencvese. V. Cavalleggeri del R e. Dragoni della. R egina. Regg. di cavalleria p iemontese, costituito nl 1736, su 1.0 com pagnie ripartite in 2 squadron i; nel 1796 era su 4 squad rou i. Passò nel 1798 a l servizio de lla Francia e venne denominato S" regg. d i cavalleria . Sciòlto nel 1800, fu r icost ituito nel 1814 s u 6 squadroni e sciolto di n uovo nel 1821 pas&,ndo i s uoi uomini a l nuovQ rcgg. del Gcncvese. Fece le campagne J742-48 contro F rancia e Spagn a e 1793-96 e 1799-800 contro la Francia. Dragoni del Piemonte. V. Nizza cavalleria.

Dragut. Corsaro a lgerino del seco lo XVI. Comba ttè continuamente contro le navi degli stati cristiani, dapprima agli ordin i del Barbarossa, poi, divenuto bey di ·Tripoli, dopo di averla tolta all' Ordine d i Malta, da solo. F u spesso in lotta con le navi di Carlo V, comai1datc da An drea Doria. Nel 1552 comanclò la Aotta che devastò le coste de ll'I talia meùdionale, e poi quelle d ella Corsica e della Sardegna. Nel 1565 attaccò M alta e morì ba ttendosi contro il for te di San t'Elmo. Drake (Sir Francesco) . Ammiraglio inglese ( 15401596). Dal 1572 al ISSO perseguitò pe r tu tti i mai-i la flotta sp,Lgn uola; danneggiando i possedimenti spagnuoli d 'America. N el 1586 conqu istò San Domingù e Carta gena: n el 1587 con trenta n avi entrò nel por to d i Cadice e distrusse g ran parte della flot ta spagnuola, proseguendo la lotta fino a lla distruzione dc li'« A..rmada invinci bile ». Drakkar. l\avc degli antichi normann i, di cui si è potu to r icostruire il d isegno nel 1881, essendosi trovato sotto un tumulo in N orvegia una d i qu este navi pcrfet·

Dragoni del Re. V. Genova cavalleria. Dragoni di Capitanata. Co rpo volon tario, costituitosi a Napoli nel 1860. Fece par te dell'eserci to d i Garibaldi.

Draf:on·i di Lombardia. Corpo · costituito nel 1848 a }\fila no, con volontari lom bardi: V. Saluzzo cavalleggeri. Dra.goni di },ladania R ea.le. Regg. piemontese di cavalleria, cost ituito dal con te d i Bcrneao, su 6 compagnie, nel 1683. Fu den7m inato subito d opo dragon i di Madama reale Giovanna Battista, e licenziato nel 1685. Dragon-i di Sardegna.. Creati in Sardegna nel 1726 quale corpo d i gendarmeria, furono detti nel 1777 D, leggeri di Sardegna e nel 1808 Cavalleggeri di Sa rdegna ; in fi ne Cacciato,..; (V.) reali d i Sardegna. D ra{/otii leggeri. R egg. cli cavalleria costituito a Napol i nel 1800, su 2 S<Jd r., comanda to da Michele G iovine. Fu destina to allo S ta to :Maggiore. Erano anche regg, di dragoni: Borbone, Principe, Tarragona, Sicilia, Fe,·dinando, R egina ('V.). Dragòni nazional·i . Cor po volontario, forma tosi a Ca serta nel 1860, a l comando de l co lonnello Marcsca (31 u f-i. e 224 soldati). Fece parte dell'esercito di Gari baldi. Dragoni parmensi e fna.cclltini. Corpi d i gendarmer ia a cava llo esisten ti ne l 1848 n ei due Ducati. Ve nnero fusi, nel detto anno, coi Cal'a.b inieri R eali. Dragoni piemontesi. R cgg. d i cavalleria p iemontese,

tamente co11sc1'vata. lu nga 24 111., la rga 5.20 a 16 remi per . pa rte. D islocamento 23 tonn., parlata SO u. cir ca. lVIa si sa che ne esistevano dei tipi p iù gross i, portanti sin o a. SO remi per parte .

Drappella. Ferro t rasversa le e r itorto che si vede sporgere in f uori alla c ima delle a labarde, e do. cui pendeva una bander uola di drappo .. Drappella fu in seguilo chiama to lo stesso d rappo ma quando questo era attacca to a! corno cd alla tromba. Le drnppelle furono usate negli eserciti. specie in ocnsion i di cerimonie e festeggiamenti, fino nel secolo XVIII . :-Scl XIX esse I urono in quasi t utti gli eserciti sosti tuite con cordoni e nappe, e solo usati nella gra11de uniforme.


-- 527 Oggi sono risorte, ma. non come orna.mento regolamentare della grande un iforme; esse sono sempre donate, in Italia, dalle popolazioni a i reggimenti che portano il nome della. propl'Ìa çittà; qu ind i sono ricchis, sitnci in seta: con 1·ican1i raffiguranti i colori" della br i),:i.la, lo ,lemma della città, ecc.

Drappello. Un certo numero -tli soldati, a p iedi o

si usa per ind icare un nucleo cl i soldati cli forza limiiata, ip genere non più di 40 o SO, che non costituiscano un reparto organico previsto <lagli ord inamenti in vigore.

-~ ~~ ~~~ Phu11 1.1 di drettclnoug111 it aliana, tipo Giulio Ce5nrc,

Dreadnought (Senza. paura). Nave monocalibra, con cannoni d i grande calibro, poten temente corazzata e con tutti gli impianti sistemati nel piano d iametrale per po-

nn. Cara!Ji fllCrl

D t·appPl lc <I CI 1

a cavallo, riuniti sotto un insegna o coruan<lo. E' voce

p rettomentc ital iana; tanto che il G rassi propone, seb-

Drappcll~ della M. V, S . ì'i.

1.,cnc invauo, d i tradu rre in questo vocabolo la pa rol:i. plotone derivante dal francese « pelo ton J> . La voce D .

Drra<lnougI1t no r-:1;,meriran:i

ter concen trare in un quahm riuc set tore la. massima potenzialità di fuoco. Creata nel 1907 11ell'Ingl.iilterra , .fu adottata da tutte le Ma.riuc. Si disse poi pre-d·read110·11ght il tipo d i corazza ta immediatamente prececkntc la D.

Crepano. V. Tmpa1<i.

s. A . R. ìl P r•i neipe di Piemonte conèegna le dra.ppelle al regg;mcn1; m i lanesi (1927)

Dresda. Capitale <lell'ex regno d i Sassonia, in Germania; è posta sulle due rive dell'Elba e si divide in città n uova e vecchia.; q uest'u ltima venne fortificata fra il 1520 ·e il I 528. Le forti.ficazioni furono distrutte parte da i Frances i ne l 1812, parte dopo la restaurazione, nel 1817. La città è dominala da S. dagli ultimi contraffor ti delle montagne della Rocmia, che si spingono ad


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oreadnougb~ nore1amer1cana anfitea tro tino presso la linea dei sobborghi; le a lture sono divise in due grnppi dal profondo burrone di Plauen che ne rende difficili le comunicazioni. Le origini di D. sono incerte; ebbe il titolo di città nel 1206. ~el 1849, rilìutata d al re Federico Augusto II la cost ituzione d i Francofor te, la città. fu occupata dai repubblicani che vi 'costituirono un governo provvisorio. Il tentativo repubblicano fu domato dopo pochi giorni coll'aiuto delle truppe prussiane. 1. Trntt(llO ,!i Drcslla (2 ma rZ-O 1693). Fra Impero e Sas,;onia. \"erso un sussidio <li 400.000 risdallcri. dei quali 150.000 saranno pagati da Olanda ed Inghilterra, l'Elettore parteciperà alla campagna contro il comune nemico con un esercito di 12.000 combattenti. II. Trattato di Drcstfa (28 giugno 1709). Fra D a nimarca ed Elettore di Sassonia (già re di Polonia). Si r innova l'alleanza del J699. La Danimarca s'impegna ad invadere la Svezia, non appena la Russia accederà alla presente alleanza.

Droeebl Pietro

Drake

JIT. Trattato di Dresda- l'ien11a (28 luglio 1742). Fra Austria ed Elettore d i Sassonia. Essendo stato compreso nei preliminari di pace segnati a Ilreslavia 1'11 giugno e secondo l'invito fattogli, a,·endo l'Elettore di Sassonia ritirate le sue truppe dall'esercito francese, dalla Boemia ecc.,. l'Austria e lo stesso E lettore di, Sassonia s i riconc iliano con l'atto p resente, che de,·e avere la forza medesima d'un formale trattato di pace. Le due potenze accordano amnistia di tutto il pass.1to nei ri-

spett ivi Stati, d isposte a ltresì a conchiuderc nel più breve ten,po un trattato di alleanza nel comune interesse e che non sia contrario ai preliminari di pace segnati a Breslavia. IV. Trattato di' Drcsrla (25 d icembre 1745). Fra Prussia ed Eletto re d i Sassonia, mediatrice l'Inghilterra. Il re di P russia restituisce all'Elettore i luoghi occupati durame la AUerra (fra essi era stata presa anche D.) dietro indennità d i un milione di scudi. L 'Elettore accetta la convenzione d' /\nnovcr ed il ristabilimemo della pace in Germania e promette che la moglie con atto solenne ccdi:rà. tutti i dirilli che, in virtù della prammatica sanzione e come erede eventuale di Casa d'A ustria potrebbe far valere su tutti gli Stati o paesi passati a lla Prussia col trattato di Breslavia. V. Trattato di Drcsda (25 dicembre 1745). Fra Austria e l'rnssia . Si ~ccettano dal le potenze le condizioni fissate nella convcuz.ione d' Annover relativamente a l possesso della Slesia e di Clatz e all'elezione di Francesco , Stefano, s1,oso di )faria Teresa. L'Austria cede alla Prussia la ha ron ia di Turnhout nel Brabante e s' irnpe- . gna di accordare tull i i rli, itti, prerogative e privilegi di cui godono le Cnsc di Sassonia e d' Annover. più, se sarà. possibile i vantaggi ad esse accordati da Carlo VII.

VI. T,·attato di Drcsda (13 settembre 175 1). F ra Inghilterra e Olanda da una parte ed Elettore di Sassonia dall'altra. Le potenze marittime accorderanno all'Elettore fino al 1 i55 un sussidio a nnuo di 48.000 sterline delle quali 2/3 pagherà l'Inghilterra e 1/3 l'Olanda. L'Elettore promette di restar neutrale se mai si avesse a :iaccendere la guerra in Europa. In caso di aggressione l'Elettore fornirà all'Inghilterra e all'Olanda un cori>o ausiliario cli 6.000 uom ini.

VII. Bombardamento di Dresda (1760). Appartiene alla guerra dei Sette a nni. Federico lI, che a,•cva preso D . due volte durante la detta guerra, il 12 luglio si appressò alle sue mu ra, ma trovò la guarnigione - 4000 uomini a l comando del genera le Maquire - disposta ad opporre resistenza. Iniziò allora un ,.;olento bombardamento che a rrecò danni enormi, ma l'avvicinarsi di un


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tili le posizioni francesi e la città. Incuranti delle forti perdite loro in'.~~~ flitte dal fuoco dei Francesi, giunPR IM -: Neuer Anbau - - - -- --1 sero alle pal izzate, travolsei:o le ultime riserve ciel Saint-Cyr e già aveva no occupa to qualche sobborgo e stavano per entrare in città, quando Napoleone decise di contrattaccare. L 'avanzata della Guudia fra ncese fece comprendere agli Alleati, i quali credevano l'I mperatore lontano, che egli era giunto ~ sul campo di battaglia con tutte le sue forze; dopo qualche incertezza '/i/,fi,t, , cominciarono a piegare; perduti i lauen cannoni, incalzati colla baionetta a lle reni, i primi reparti comincia1 vano a sbandarsi, quando il princi2 pe cli Scbwarzenberg decise la riti<Yo,1 3 /1/armont rnta, mentre Napoleone, sollecitata 4 5 1 Cyr la marcia delle forze dei marescialli 5 #ansovty Vietar e Marmon t, che stavano ar6 A'eg I 7 ;lforlier ~c\ 8 \ j rivando, assisteva al ripiegamento dei nemici ; i Russi verso BlaseBattaglia ù i Dresda (<11,osto 18'1 3) witz, i Prussiani oltre la ,collina di escrc;ito imperia le, agli ordini del Daun, costrinse il re Roecnitz, gli Austriaci e gli Ungheresi su quest'ultima e nelle gole di Pla.uen, di Prussia ad abbandonare l'assedio. Rientrato a l proprio Q. G . in D . e forte ormai di 95 VIII. Battaglia di Dresda (Guerre dell'Impero - Cammila uomini, d ispose i movimenti per l' indomani; alla pagna del 1813 in Germania - 26-28 agosto). Abbandocavalleria ordinò di ritornare in città e prepararsi a nando D., Napoleone vi aveva lascialo il XIV Corpo, un largo avvolgimento della sinistra nemica per tagliarle forte di 18.000 u . al comando ciel maresc. Saint Cyr, la via di r itirala su Freyberg, al maresc. Victor, cli col compito d i occupare la sr. dell'Elba e di tenere la attaccare frontalmente le linee austriache, al maresciallo posizione acl oltranza, se attaccato, per dar tempo a lui Marmont, di disporre le proprie truppe a l centro della s tesso di giungere a lle spalle ciel nemico. JI 20 l'armata linea, fronte a lla coliina d i Roecnitz, a l ma.rese. di Saint -degl i Alleati, al comando del pTincipe di Schwarzenberg, Cyr di arnmassarè il suo C, d' A. presso il Grosse Garforte di 200.000 u. era uscita dalle montagne della Boeten, a Ney e Mortier cli tentare, sboccando sulla strada ;mia, e si sp ingeva su D. Saint Cyr intan to, profittando d i Pyrna, il medesimo movimento che Murat doveva · degli indugi del nemico che non decideva di attacca.r e compiere dall'afa opposta. Le riserve furono ammassain attesa che coll'arrivo dell'armata del Klenau tutte le te al cen tro. Al mattino seguente, mentre da parte a lforze fossero riunite, d isponeva le sue scarse truppe a leata giungeva il grosso c!Bll'umata K lenau, e lo Schimmediata difesa della città; al mattino del 26 queste warzenberg sperava di riprendere con successo l'aziosi trovavano dietro le palizzate dei sobborghi, mentre i11 ne della vigilia, si iniziava, sotto la pioggia batten te, il -ampio giro erano disposti i nemici, la cui destra, al comovimento francese preordinato. P rimi attaccati furono mando del gen, Barclay de Tolly, era forte d i 55,000 t L ; i soldati del Klenau, spossa.ti ancora dalla. lunghissima i l centro, a l comando dello Schwarzenberg, ne comprcntappa compiu ta. Alle 9 la cavalleria di Murat aveva ,deva 120,000 e la s inistra non ancora completamente a raggiunto le alture dominanti Cotta; la giovane Gua rposto perchè la maggior parte dell'armata K lenau cm d ia combatteva risalendo le pendici delle a lture; Saint :ancora in marcia, ne contava 25.000. La partita semCyr aveva ributtato i Prussiani su Gruna, mentre sulla brava d isperala per i F rancesi ; già la popolazione atsr, Morticr e Nansouty, manovrando nella pianura, in·tendeva l'arrivo degli Alleati, due regg. d i cavallena calzavano i R ussi d el Wittgcnstein. Alle 11 il cannone westfaliana erano passati al nemico, e l'attacco stava per d i Murat tuonava oltre le gole cli P lauen, e l'Imperatore incominciare, quando a lle diec i Napoleone giu,,_,e ~11I stesso galoppava verso la sinistra per sollecitarne il moponte d i D . preccclenclo le sue truppe, P resa visione vimento, mentre al centro la fanteria sosteneva tenacedelle disposizioni date, e approvatele, dispose che in mepte tutta la pressione nemica, soggetta a u n m ici-città, al r iparo della linea cli difesa e non viste, le trupdia le fuoco d i art iglierie. Precisate le sue disposizioni, pe s i assestassero pe r l'attacco. A dr. era il Mortier con mentre anche la destra ormai p rocedeva superando ogni 12.S00 u, della giovane Guard ia, al centro il XIV corpo ostacolo, Napoleone ritomò a l suo posto di comando doe la vecch ia Guardia, forti d i 23.000 u., a sr, Ney con ve lo raggiunse la notizia che sulla sr, h battaglia era 12,500 u. cli fan teria della giovane Guardia, e Murat ormai vinta . :Murat, superate le alture di Cotta, si era con tutta la cavalleria, forte cli 17 .000 u., in tutto 65.000 spinto fino a Gnmbach occupando la strada e le a l1.ton1ini. ture e, avvolte le forze del Klcnau, le aveva separate Alle 15 gli Alleati iniziarono l'attacco, avanzando in dal grosso, La rotta degli Alleati da quella parte era folle colonne, sostenuti da potente concentramento di completa; inseguiti dalla cavalleria, fuggivano sotto la .artiglierie, inv,,no controbattute; ché- coprivano d i proicta... o::...

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Ballaglla Ji l)resda (agustu 1:; 1:11 pioggia, gettando le armi e abbandonando i cannoni. Sbaragliato sui fianchi, perdute le comw1icazioni principa_li, il principe di Schwarzenberg ordinò la rit irata generale. Le truppe francesi, spossate dalla durissima lotta, non erano in grado di iniziare l'inseguimento, e rimasero sul campo di battaglia., mentre si raccoglievano morti e feriti. Al mattino del 23 l'imperatq_re era già sulle a lture di Roecnitz e d i qui dava le disposizioni pe:· inseguire il nemico in r itirata. Marmont sul centro incalzava le retroguardie austriache e ungheresi, sulla: sr. Saint Cyr inseguiva i Russi verso Maten, a dr. Victor completava lo sgombro delle gole di P lauen, e infine più oltre Murat travolgeva colla cavalleria i resti del le truppe del Klcnau verso j monti d i Marienberg, d'onde erano scese. I.a vittoria fu completa; caddero nelle mani dei Francesi 40 bandiere, 100 cannon i, 1500 carri munizioni, 3000 carri. G li Alleati perdettero i110ltre 30.000 prigion ieri e 20.000 fra morti e feriti; fra i morli fu il francese gen ..MorP.au, che combatteva a fianco del nemico. ;\/ella battaglia, in cui tanta parte ebbe la cavalleria, si distinsero i cacciatori del 2" regg. italiano e la Guardie d'onore italiane, inquadrate nel 3• regg. E furono insupera bi li i Dragoni Napoleone, a l comando del col. Gualc..li, che, caricando il nemico coi suoi squai1roni, conqu istò armi, cannoni e prigionieri. IX. Capitolazione d-i Dresda (Guerre dell'Impero • Campagna de l 18 13 in Germania - 11 novembre). :Mentic il grosso degli al leati marciava su Lipsia: il Principe di Schwarzenberg distaccò 20.000 u . al comando - del Conte di T olstoi, col compito di attaccare D. dove si trovava il maresc. Di Saint Cyr con 32.000 u. di cui 800(: feriti o malati. Questi, p revenendo l'avversario lo attaccò il 17 ottobre con 4 delle sue 6 d ivisioni sulle posizioni di Rackniz dove stava rafforzandosi e lo respinse su Donha, dopo aver preso 10 cannoni, 20 cassoni e 1200 prigion ieri. G li alleati, ricevuto u n rinforzo

di 10.000 Austriaci comandati dal gen. Chastler, tornarono verso D. e, col corpo K lenau, giunto il 26 ottobre, li strinsero d'assedio. Fallita la sortita tentata il 5 novembre e stretti dalla fame, i Francesi l'll novembre capitolarono a condizione di tornar liberi in patria e d i non !;prendere le armi p rima che altrettanti a lleati prigionieri non fossero stati messi in libçrtà. Usciti dalla città, i Francesi seppero · che il P r incipe di Schwarzenberg non aveva ratificato la capitolazione e furono posti nell'alternativa di cedere senza condizioni, o di. ri-entrare in città dove, privi di ogni risorsa, non avrebbero potuto opporre a ltra resistenza. Accettata la prima soluzione furono internati in Germania.

Dreux ( lat. Durocasses).· Comune della Francia, nel dip. Eure-et-Loir. Sopra una piccola collina sono le rovine di ant. castello, smantellato da Enrico IV dopo assedio e presa della città, nel sec. XVI. I . Battaglia di Dreux 1(1562). Appartiene alle guerre di religione in Fra ncia e fu combattuta il 19 d icembre, fra le truppe cattoliche del re ( 16.000 fanti e 2000 cavalli) coman date dal Montmorency, dal Guisa e dal Saint-André, e le truppe protestanti (8000 fanti e 5000 cavalli) comandate dal Condé e d.tl Coligny. Questi assalirono la sr. cattolica, la sbaragliarono e ne catturarono il Guisa che la comandava; ma, essendosi la loro cavalleria gettala all' inseguimento dei fuggiaschi, le truppe cattoliche del centro e della destra, intatte, assalirono e sconfissero le fanterie protestanti. La lotta s i spezzettò in un-a ser ie di azioni parziali, e il Saint-André vi rimase ucciso; il Montmorency prigioniero. L'ammir. Coligny tentò con un fiero attacco di cavalleria di ristabilire la situazione, ma non vi riuscì e dovette accontentarsi di radunare quanti più potè dei suoi, battendo in ritirata dopo d i aver perduto 4800 u. ; le perdite dei cattolici ammon tarono a 5000 u. II. Assedio di Dreux (1590) . Fu posto dall'esercito del re di Francia Enrico IX in fine febbra io, con 9 r eg-


• DnE

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-gimenti di fan ter ia : una. btr. di 6 pezzi prese a battere le mura della piazza., difesa dagli appartenenti alla lega cattolica. Il re aveva coperto l'assedio distribuendo a gruppi lungo la Vesgre e l'Eure la sua cavalleria, del-

di trasportare il meccanismo d i percussione d all'esterno all'interno del fuci le: ciò potè realizzarsi nell'anno 1827. Continuando gli studi, costruì infine il fucile ad ago a retrocarica con cilindro otturatore, chiamato .fucile

l' ucile Dr••ysc moclelto 1s11 D. M od. 1841. Esso ha la. cula tta mobile avvi tata alla canna. e il c ilindro ottu ratore con manubrio; nel eilindro è avvitato il tubo dell'ago. La culatta mobile è aperta superiormente per potere introdurre la cartuccia nella camera. Abbassando la molla d'arresto si può tira re ind ietro il c ilindro percussore; il cilindro otturatore viene indietro anch'esso, al solo movimento da destra a sinistra del manubrio. Aperta così la camera, si introduce la cartuccia. e per ,hiudere si spinge in a-

Ba11aglla di 1Jre11x (1~62)

1\toc11 ncaz10nc mi1·k la quale aveva tenuto in riserva due reg_gimenti. Il 9 marzo, un assalto alle mura venne respinto. mentre si annunciava l'arrivo sui detti fiumi di un corpo agli ordini del Mayenne, rinforzato da Spagnuoli, muovente verso D. E nrico COllCen trò le sue forze e abbandonò , l'assedio, muovendo a incontrare il nemico ; ne derivò la batt. d'fory (V.).

Dreyf us (Alfrcdn). Ufficiale d'artiglieria. francese, n. ne l 1859. N cll 1894 fu condanna to alla. deportazione perpetua all'Isola. del D iavolo sotto l'accusa di aver ve.r1duto piani di guerra ad una potenza straniera. ),fa, subito sorse un grande movimento in suo favore guidato, tra gli altri, da Emilio Zola, che ne sostenne l'innocenza.. Si r ifece a Rennes il pi'ocesso nel 1899, che termin ò con una riduzione a IO anni, e poi si ebbe la sua. ria bilita~ione e reintegrazione nell'esercito. Questo, che fu detto « affare Drcyfus », complicalo con falsi, con manovre di partiti e d i sètte e con interferenze politiche e religiose ( il D . ern. ebreo) commosse vivamente l'opinione pubblica di tutto il mondo, e rappresenta certament e uno dei più clamorosi avvenimenti in materia di errori giudiziarii. Dreyse (Nicola ). Armaiuolo prussiano ( 1787-1868) . Costru ì il suo p rimo fucile ad ago, ancora. ad avancar ica. Lavorò nel 1809 a P arigi col colonnello Pauly, il quale era stato incaricato dall'imperatore Xapoleone di costruire un fucile per l'esercito. Nel 1824-25 ricevette , l'au torizzazion e d i impiantare una fabbrica di capsule a percussione in Prussia, ed a llora un esperimen to che egli fece, di accendere colla punta di un ago delle capsule umide che gli avevano respinto perchè- fosse cambiato il fu lminante, r iuscl; egli cercò d i u tilizzare tale sistema di accen sione, unendolo ad un a ltro vantaggio, quello

vanti col manubrio e si gira a destra il cilindro otturatore: con tale movio1cnto rimane armato il meccanismo di percussione. Pr~mcndo sul grilletto la rnolln spinge avanti l'ago, il quale arriva alla capsula à ttraversando il fondo della cartuccia e la carica d i polw:re. La pallottola ha la forma di uovo colla parte più sferica rivolta in avanti. Quando il colpo parte, pajlottola e tampone escono dalla. canna, e quest'u ltimq si sfascia appena fuori. P olvere, tamp one, ;lal)ottola, forman ti la cartuccia, sono avviluppati in ' un foderò di carta riunito poi attorno a lla parte anteriore della pallottola. La carabina ad ago Dreyse Nlod. 1849 cd il fucile pe r fanteria mod. 1862 differiscono pochissimo dal modello 1841. I l fucile mod. 1862, fabbricato dalla. fon deria Bcrger, è bronzato, colle guarniture ip ottone. Nel 1870 il congegno D. subì una modificazione intesa ad evitare meglio le sfuggite dei gas al momcìito dello sparo. Il costrut to re lleck aspor tò la p ade 'tronço-con ica della canna e del cilindro e stabilì, n~lla camera' a d aria formatasi, una testa mobile tenuta a sito da· una vite a largo gioco: un anello di caucciù, interposto fra la testa e l'otturatore, dilatandosi a ll'a tto ddlo spar.o, ebbe per iscopo di impedire a i gas di a p rirsi un p assaggio all'esterno dalla parte dell'otturatore Stesso.

un

Drifter. )l'ave peschereccia, impiegala. durante la n 1erra mon diale per dare caccia ai sommergibili mediante dragaggio con reti ; en~ aiTnata con u n semplice cannone da 76 e dotata d i bombe antisommergibili. Fu adoperata anche negli sbarramenti fissi ad es. nel canale d'Otranto e nella Manica, e rese utifasimi servizii. I primi D . comparvero nel genna io 19 15 nella Manica, per opera dcg.li I ngles i. (V. ;,111che A11.tiso1111nergibil1').


Dru

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Driquet (110b. Edoardo). Generale, n. a Budapest, m. a Firenze ( !824• 1916). Cadetto nel regg. Ceccopieri nel 1838, divenne sottot. ungherese nel 1845. Nel 184S intervenne a combattere per l'Ind ipendenza italia,,a e nel 1851 passò ncll'esercilo piemontese e dal 5° fante-

Tipi di Or lfl CI' (Gllerr a 11,onctlalC)

ria entrò poco dopo nel corpo di S. M. i\ S. Manino s i meritò l'O. '.M . S.; nel 1863 fu promosso colonne!lo; magg. generale nel 1870, comandò la 2• brigata d i fan• teria; ten. generale nel 1877, -ebbe il comando della di• vis. di P a lermo e poi quella in 2• del corpo di M. Dopo aver comandato le divis. di Brescia e d i Verona, teruic da l 1887 il comando dell'VIII C. d'A. In P . A. nel 1894, nel 1896 venne nominato senatore, e nel 1899 fu collocato a r iposò.

·s.

Drizzatore. Col s istema primitivo della costruzione delle canne d a a rchibugio e fucile, queste, costituite da una lamie ra di ferro arrotolata e saldata, difficj lmente riuscivano perfettamente cl iritte. O ccorreva pertanto pro. cedere al lavoro di finitura e cioè rendere la canna diritta; a ciò era adibito l'opera io specia lizza to, chiama to a ppunto d rizzatore. Drocchi (Pietro). Generale, n. e m. a 1.furazzano (184l• 1911). Sotto!. d'art. nel 1862, raggiunse nel 1895 il grado di colonnello, al comando del 21° regg. che tenne fino a l 1896, quando passò a comandare in 2' l'Accademia Mii. Nel 1899 fu collocato in P. A. e vi fu promosso poi magg. generale.

Oroin ecln rio con bagagli (Colonna di Teodosio)

D.Ro

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respinse due assalti, 1ml nel terzo i soldat i d i Cromwell penetrarono nella città e la misero a sacco passando a lii di spada guarn igione e ab itanti. Qualche testo dà il nome di D. alla l>att. di Boyne.

Dromedario. Come il cammello (V.) anche il D. fu adoperato negli eserciti. Durante la campagna del Bonaparte in Egitto, ,,enne creato un regg. di soldat i monta ti su D., a rmati come le fanterie; essi si servivano dell'animale come mezzo di trasporto rapido, ma combattevano a piedi. Il D. fu mit izzato in P ersia e nel. )' Afganistan per trasporto di ai-tiglierie leggere, e di nuovo dai Francesi in Algeria, nel 1844, nonchè dagli Tnglesi nelle loro campagne nell' AÌganistan e nel Sudan. D romometro. Strumento che serve a. misurare la corSa della n ave. Antica.mente era costituito da un settore di legno munito ad una lunga funicella, in modo che but. tato in mare si d isponcv,c verticalmente opponendo resistenza al moto. In tal modo la funicella veniva rapida· mente svolta e misurando la lunghezza di funicella svolta in un tempo determinato, si a veva il cammino deJla nave. Era chiamato generalmente, con voce registrata da dizionari marini, Loche. Attua lmente i dromometri sono sostituiti da speciali apparecchi ad elica, unita a qua· d ranti muniti di contagiri. L'elica è tenuta nell'acqua e per il cammino della nave è costretta a ruotare . Il movimento di rotazione viene tr asmesso mediante una fu. nicella di costru.i;ione speciale che non subisce movimenti di tors ione, al contagiri, e questo a su a volta muove la lancetta del quadrante indicando, in base al passo dell'e. lica, le distanze percorse dalla nave. Con l'ausi lio d i un o rologio si ricava la velocità. D romone. Tipo di nave medioevale, derivato dalle poliremi classiche e precursore delle ga lere, a remi ·e ,' vela, lungo sessanta metri, largo dieci, con tre a Iberi a vele quadre, cassero di poppa e ca· sì.elio di prora, due ordini di remi per band, con venticinque r emi per ordine e perciò detto anche ecatòntero ; u Dromone n ·ancese_ sato come bastimento (epoca delle crociate) di linea in gue rra, o a nche in corsa. Gli alberi porta\•ru10 gabbie capaci di IO combattenti: l'equipaggio e i soldati ammonta vano complessivamente a 300 uomini (oltre i rematori, in nu• mero di 100). R ecava rostro, corvo, delfino, catapulte, e inoltre tubi per lancio di fuoco greco nella flotta di Bisanzio.

Rcggimt:1110 DrornMari

(CDlll,j)/lgna ct·EgillO 1700)

Drogheda. Città con porto, <lell'Trlanda, a 6 km. dalla foce de lla Boyne. Néll'agosto 1649 venne asse• d iata d a Cromwcll. Era difesa da 2500 u. scelti dell'esercito realista, comandati da Arturo Aston. Questi

Drlquet E(loardo

Drouet Federico


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ORO

DRU

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Drb nero (Battaglione Alpini Dronero). Costitu ito una p1·ima volta in J:lrit nel 1882, dai bgl. alpini 2° e 9°, assunse, nel 1885 il nome di Va l )1aira, che, nell'anno successivo, sostituì con quello di Dronero_ Appartiene al 2° regg. alpini cd ha le cooipagnie 17•, 1s• e 19". ;{cl 1904 il bgl. alpini Vinadio assunse il nome di D. e questo assunse il nome di Saluuo. Nel 1920 il D. fu assegnato al 1° regg. alpini; nel 1923 fu restituito a! 2" regs:. Durante la guerra italo-austriaca, per la quale costit ui !e compagnie 8t• e 101•, operò ini1.ialmcntc in · Carnia, alla testata del torrente Dcgano; occupò i capis,ddi <le! lV(. Avnnza, M. Navaj ust, di Cima d' Ombladc ccl il passo di Val d'Inferno. ).'cl 1916 fu trasfe• rito nella 1,0na di M. Nero, M_ Rosso. Colletta Kozliac e T'leca ccl il 15 aprile perdette le compagnie St• ç 101•, destinate a costituire il bgl. alpini Bicocca Nel 1917 fu destinato nella zona M . Rombon-conca di Plez.zo. o,·e combattè fino all'ottobre di detto anno. allorchè. per le perdite subite, si ricostituì su <lue cp. ( li" e 1s•) assorl>cndo elementi dei discio!ti hgl. al1,ini Bicocca e Va lle Stu ra . Trasferito poi in Val Camonica, fu destinato nel 1918 sul 11. Tonale, e poi in Valtellina, ove, nel marzo, costitul nuovamente la 19' compagnia. Operò a Giogo dello Stch·io e, durante la battaglia di Vittorio \'cncto, occupò Cima di C'amr,o e pa$SO Dottiglia.

parte, diresse reparti 11el borgo, ne cacciarono i 'l'edesch i.

quali dopo viva lotta

D rouet d'Erlon (co11te Federico). Maresciallo di Francia (1775-1843). Partecipò alle campagne del 17931796. Generale di brigata nel 1799 e di dh•is. nel 1803, combattè a Iena, e a Frie<lland; comandante elci 9° C. d'A. in Ispagna partecipò a tutta la campagna. Ncl 1834-35 fu governatore dcli' Algeria, col grado di tenente generale. Drouot (Fcrdi11a11do). Generale francese (1774-l!M7). Sottot. d'artiglieria nel 1793, divenne generale di divis. nel 1813. Accompagnò .Kapoleone all'Isola d'Elba e vrnne nominato governatore: combattè a Waterloo. Dopo la 2• abdicazione divenne comandante la Guardia Imperiale; ma compreso nel 1815 nelle liste di proscrizione, lasciò l'armata della Loire e si costituì prigioniero a Parigi: nel 1816 venne me<-•o in libertà

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Drubbel (barone Onorato). Generale Belga, n_ ucl 1855. Allo scoppio della guerra mondiale, si battè in .\11\'crsa al comando ddla ;• brigata mista, con la quale operò la ritirata sino alrYscr; comandò quindi la 2• d ivisione d'r11'111ata e fu promosso luO!(Otcn. generale.

Hrubhel Onornto

Drouo~ Ferdinando

Drottningholm. Borgo <l1:lla Svezia, nell'iso la di Loso nel lago l\Uilar, presso Stoccolm:t. Fu fortificata ant. con castello. Trattato di D1ott11i11gholm ( 19 Otlobrc J i91)_ Fm Russia e Svezia, le ()uali si garantiscono reciprocamente i rispett1v1 territori. e s' impegnano ad aiutarsi in caso di guerra; fornendo la S\'czia 10.000 u .. 6 vascelli e 2 fregate; la Russia, 16.000 u., 9 vascelli e 3 fregate. La durata del trattato era fissata in OllO anni. Le due Potenze avevano rc~pin to la ).'°ola di L uigi XVI, che annunziava d'aver accettata la nuova costituzione, sostenendo che non potevano riguardare il re come libero. Anzi Gustavo III, fin dal principio della Rivoluzione, s'era d ichiarato difensore dei diritti dei sovrani ed aspi rava all'onore di comandare le armi alleate destinate a ripristinare il re di Francia in tutti i suoi d iritti.

D roué. Comune della Francia, nel dip. Loir-etCher. Il 17 dicembre 1870 vi avvenne un combattimento che appartiene alle opera.7.ion i dell'armata della Loira. L'l l' brigata tedesca, in marcia verso D ., aveva spinto verso il borgo un'avanguardia che vi irruppe mentre i Francesi stavano preparando il rancio. La divis. Coujard del 21 • C. d' A. francese, di cui quelle truppe facevano

Druetti (Gio-:·anni Feduico). Generale, m. a Firenze nel 1869. Sot101. di fanteria nel 1836, fece le campagne del 1848-49_ 1855 e 1859 guadagnandovi un :i. med. d'argento. Colonnello nel 1861, comandò il 46° regg. fanteria; magg. generale nel 1865. ebbe il comando della brigata Reggio. Drnetti Lr,igi. Generale, n. a Biella nel 1853. Sotto!. di fanteria nel !873, fece I~ scuola di guerra e raggiunse il grado di colonnello nel 1902, comandando il 48° rcgg_ fanteria. Magg. generale nel 1908, comandò la brigata Casale; tcn. generale, comandò le divis. mii. di Cagliari e Ancona. Nel 19 14 fu nominato governa1ore della Tripolitania. e l'anno seguente tornò in patria cntr:indo in guerra al comando della s• divis., passando, nello stesso anno, a quello della divis. di Milano. Fu poscia presidente del Consiglio di Disciplina dell'Esercito e lasciò il servizio attivo nel 1919.

Drujon (G;orgio). Generale, n. a Saint-Jean-<lcChevelu in Savoia nel 1759, m. a Genova. Servì nell'esercito piemontese sino alla conquista del Piemonte da parte d ei Francesi. e riprc~ servizio nel 1815 col grado di colonnello, al comando della p iazza di Alessandria. Fu promosso magg. generale, comandante <lella d ivis. della Savoia. nel 1817. Dru ngo: Corpo di soldati che, diviso dagli altri corpi dell'esercito, comballeva isola.to venendo spesso in-


Dnu

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caricato di missioni speciali, come ad esempio di attaccare il n emico sui fianchi o sul tergo, ecc. E ra a un d ip resso il globo delle antiche ordinanze romane. E' voce che i Romani presero da.i barbari. La usò per, la prima yplta Vegczìo ; passò nella milizia greca dopo la divisione dell'impero romano. Il comandante d i un D . dicevasi Dnmga~io, e comandava anche _più 'di un D. Nella marina, fu chia mata D . una piccola. squad ra cli clromoni bizantini; dnmgari i p refetti navali nella p rima marina. pontificia. Ebbero il nome cli protodrungario l comandanti in capo della flotta bizantina.; di drunga.rio d'armat" il comandante di una grossa divisione navale; cli cl.rungariocomito il capo di una squadra di 3 a S dromoni; di sottodrungario il comandante di na ve.

Druso (Neron,e Clau.dio). Generale romano (23 a . C. - 7 d. C.). Combattè contro i Reti, che avevano fatto irruzione in Italia e che respinse al di là delle Alpi; Stat1.m <J t Druso contro i Ge rmani, che respinse si_ no all'Elba ; onde ebbe il soprannome d i Germanico; domò tma sollevazione dei Galli ; fondò varie città, tra cui :Magonza.. Fossa drnsiana fu detto un canale che fece scava re fra Reno e Yssel.

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DuB

storici romani, e distrutta. da Agilulfo re dei Longobardi. Xel 1525 vi fu sconfitto il Conte d'A rco; governatore di Lecco e duce dcllç truppe di Mi lano, dai co llegati Grigioni e Valtell inesi, condotti da Giovanni Guller e G iovanni Traversi. Nel 1620 i ribelli Valtellines i, agli ordini di G iacomo Robustello, ne cacciarono le milizie dei Grigioni.

Dubiza (o Du.bicza). Città della J ugoslavia, su lle due sponde -dell'Unna : la parte sulla riva sr. è croata ; l'a ltra è bosniaca ed è detta anche Bosna-Dubiza. Quest'ultima appartenne un tempo ai cavalieri di San G iovanni e cadde nel 1538 nelle mani dei Turchi, i quali la fortificarono. Venne assediata nel 1685 e 1687 dagli Imperiali, ma r imase alla Turchia sino all'occupazione austria.-ca della Bosnia, della quale seguì le sorti. L'assedio p i(1 notevole di D. è quello dell'aprile 1788, durante la guerra della Turchia contro Russia e Austria. La piccola. guarnigione si d ifese energicamente contro forze numerose comandate dal L ichtenstein, ma fu costretta a cedere la piazza, che tornò però alla Tu rch ia con la pace di Sistov. Dublino (ant. Dublana). Città capitale d ell'I rlanda, con porto sul fondo della baia formata da.I fiume Liffey. Di iondazione antichissima, fu uno dei baluardi mili-

Duali ne. Gelati.ne esplosive del tipo delle geligniti; çomposizione: nitroglicerin a p. 50, sega.tura di legno parzia lmente nitra ta p. 30, salnitro p . 20. Vengono estesa.mente fabbric;ate in Svezia, in Inghilterra e in California con l' impasto di nitroglicerina e polvere di SchuL tze senza fumo. Dubail (Luigi.) . Generale francese, n. nel 1851. Parteci pò a.Ila guerra del 1870 r imanendo prigioniero a Metz. Raggiunse il grado di colonnello nel 1901, dopo di essersi distinto come insegnante e come scri ttore militare. All'inizio della guerra comandava la l" a rmata in Alsazia e poco dopo assumeva. il comando anche de lla 2", d ando prova di grande perizia; lasciò il comando nel 1916 a causa dell'età .

Il

Dubienka. Città della Polonia, sul Bug. I l 17 luglio 1792, dura nte la lotta dei Polacchi con tro la Russia, la città, occupala da un corpo p olacco _(poco p iù d i 6000 u.) comandato da Kosciusko, venne attaccata da 18,000 Russi agli ordin i del genera.le Kochowsk i. Ripetuti attacchi dei Ru;;si vennero valorosamente respin1 ti: tuttavia Kosciusko, poi che l'avversa.i-io, sospesi gli atta.echi, pronunciò un movimento di aggira.mento della posizione, dovette abbandonare la città. Dubino. ·Comune in prov. di Sondrio allo sbocco della Valtellina sulla dr. dell'Adda. E' punto cli congiunzione delle due grandi rotabili provenienti dallo Stelvio e dallo Spluga. E' tradizione che · vi esistesse l'antica e forte città etrusca Volturnia, ricordata da.gli

Bal'l'lcate a Dublino nel Hl16 ta ri-na vali dei Ce lti e dei D anesi; venne co1}Quistata nel l I 68 da Enrico II d'Inghilterra, munita di una cittadella. e c ircondata da fortificazioni sul principio del secolo XIII. Data l'insofferenza da parte degli Irlandesi <lei dominio inglese, la capitale fu teatro d i parecchie lotte, specie in causa della differenza di religione. Già nella guerra delle Due ;Rose, D . partigiana dei P lantageneti, su bi le vendette armate di Enrico VII e di E nrico VIII. Nel 1600 vi scoppiò una r ivolta, appoggiata dagli Spagnuoli, contro la regina E lisabetta., che la domò con l'invio di truppe. Nel 1641 fu deva.stata da solda ti di Cro1n1vell. :N'el 1916 una nuova rivolta di.retta ad ottenere completa a utonomia scoppiò in D . e le truppe inglesi la repressero dopo accanita lotta, eh.e costò loro parecchie vittime : gli [nsorti ebbero 112 morti. Del resto, D. seguì sempre le sorti dell'Irlanda (V.).

Duboin_(Giacinto) . Generale, n. a Torino, m. a Roma (1836- 1915). Laureatosi in ingegneria, nel 1859 era sottot. del genio, nella qual am1a. d ivenne coloru1ello nel 1884. Fu direttore d el genio a M ilano e poi comandò il 1° gen io zappatori. 11agg. generale n el 1892, comandò la Brigata. Parma e poi fu direttore del genio -a Roma. In P . A. nel 1898, nel 1900 fu promosso ten. generale e nel 1901 passò nella riserva. Partecipò alle guerre de l 1866 e 1870.


DuB

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Dubois (Paolo). Generale francese ( 1754-1796). Aderì alla R ivoluzione e fu promosso gen. d i brigata nel 'I 793, e d i divis. nell'anno seguente; con destinazione all'armata d'Italia: nel 1796, il 4 settembre, cadde nella batt. di Calliano. Dubois de Crancé (Edmondo) . Generale francese (1747 1814). Uffic iale d ell'esercito allo scoppio della R ivoluzione, fu nominato deputato: egli domandò la coscrizione obbligatoria, l' istituzione della milizia nazionale, l'abolizione della schiavitù dei n egri nelle colonie. Fece parte (1793) del Comitato di salute pubblica e di quello d ella Difesa nazion ale e si distinse grandemente nella organ izzazione degli eserci ti repubblicani; nel 1795 fu ispettore genera le del l'esercito e nel 1799 minis tro della guerra. Non aDul>Oill Glac, mo derì al colpo di Stato del Ruonaparte e si ritirò a vita privata. Sc risse varii lavor i d'in dole finanziaria, politica, militare; fra essi le « Os.;e rvazioni sulla Costituz ione militare )) .

Dubouloz (Luigi). Generale, n . a: Montmélian nel 1846. Sottot. di fanteria nel 1865, nell'anno seguente ,combattè contro l'Austria. F requentata la scuola. d i guer_ sa. divenne colonnello nel 1398 e comandò il 42" fa.nteTia e poi il 4'' alpini. In r. A. nel 1904, divenne nella ,· iserva rnagg. generale nel 1910 e ten. generale nel 1915, ✓ a ssumenùo in seguito il grado cli generale di d ivis ione.

D11bois JWmonclo

Dubouloz Lulg-l

Dubourdieu (Bernardo). Ammiraglio fra.ncese (1773 1811). Nel 1810 ebbe il comando delle forze riunite ad ..Ancon a. Nello stesso anno forzò il porto cli L issa, catturando diverse navi inglesi e incendiando l'arsenale. Nel 1811 di resse contro la. stessa faola una nuova spedizione, ma nello sbarco delle truppe cadde mortalmente ferito . Dubourdieu (barone Luigi Toma.10). Ammiraglio fran_ cese, figlio del precedente (1804- 1857). Prese parte nel 1827 a lla battaglia di Navarino dove perdette una gam-ba. Promosso per merito di guerra raggiunse• assai rapidamente gli alti gradi, ed ebbe importanti missioni in Levante, nelle Antille, nella guerra contro i p irati marocchini, in Algeria : nel 1857 fu nominato prefetto ma;·i ttimo di Tolone.

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Due

Dubourg-Butler (conte Federico). Generale franceHe (1778-1850). Combattè dapprima nelle fi le dei Vandeaui, poi entrò nell 'esercito francese: comandò una d ivisione polacca nella campagna del 1812 in Russia. Partecipò a lla rivoluzione del 1830 a Parigi ma fu lasciato in dispar te dal nuovo governo. Pubblicò un lavoro sulla << Organizzazione difensiva della Francia ». Due ( Cristoforo). Generale del sec. XVI. Nobile moncalicrese, maggiordomo della corte di Carlo III e poi di Emanuele Filiberto, come ambasciatore compì va.rie importan ti mission i. Due Giustinùmo Maria. Generale piemontese m. ad !\.equi nel 1790. Cornetta nel regg. dragoni del Genevesc nel 1735, rimase in esso trent'anni partecipando alle guerre ùi Successione di Polonia e d'Austria. Colonnello governatore d i Arona nel 1774, brigadiere d i cavalleria comandante il Ducato della Savoia nel 1781, venne nel 1787 promosso rnagg. generale e governatore di Acqui. J)i,,c Paolo. Generale p iemontese del sec. XVIII. Dopo aver percorso i gradi di ufficia le inferiore nel regg. fanteria Aosta, comandò da maggiore la cittadella di Alessandria ( 1787). Colonnello comandante i for ti di Fenestrelle nel 1793, cliverme nel 1796 brigadiere comandmte la cit tà e provincia di Acqui. Nel 1799 venne g iub ilato.

Duca (e D·rice, lat. D·ux). Il D uce era nell'epoca di Roma il comandante supremo de ll'esercito; nei tempi della monarchia tale comando era affidato al re; sotto la Repubblica ad uno dei consoli, al p retore, e dal 445 al 366 a. C. ai tribuni. La cerimon ia dell'investitura del Comando supremo consisteva nel salire al Campidoglio. onde offrire vittime e voti agli Dei, adorno de, palu damenti. di lana e porpora, colle insegne del grado, ed accompagnato dalla Coorte Pretoria, e dai dodici littori. Egli ùoveva uscire dalla città, dove non poteva rimanere frnchè teneva il comando. Al ritorno dalla guerra ne deponeva le insegne. Disponeva di legati, specie di capi cli S. ~J., i quali potevano assumere il comando supremo ir. sua assenza. Aveva diritto di nominare metà dei tr ibuni. Nella riforma m ilitare d i Alessandro Severo (III secolo) il numero delle ordinanze affidate ai D. era d i 6, mentre era di 10 per i legati, e di 4 per i tribun i. Il titolo di D . en trò per la p rima volta nel la gern.r ch ia militare ufficiale all'epoca d i Gordiano, nel II secolo, per indicare non un legato imperiale alla testa delle legion i del suo governo, ma u n generale incaricato d i un comando per una deter minata spedizione, senza a ltro imperio clie quello da lui esercitato sui soldati. Durante la dominazione dell'Impero d'Oriente, nelle coìonie greche in I ta lia, venivano chiamati D. i comandanti m ili tari e civili, specie dei ducati marittimi. Essi non erano che gli antichi << Praefecti exercituum ll della Repubblca romana, e nel governo del territorio loro assegnato non si curavano dell'amministrazione delle città che erano rette dai rispettivi municipi, mentre avevano particolare interessamento per tutto ciò che riguardava la organizzazione militare. Coll'affermarsi delle invasioni, specie da paJ·te dei Franchi e Longobardi, ta le termine, pur trasformandosi in quello di Duca, indicò sempre un comandante d i grandi repar ti d i truppe,


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Due

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o di vasta zona territoriale da difendersi colle armi. In Francia, il titolo di Duca di provincia e Duca di Fr ancia, nel significato di comandante militare - rispettivamente - d i una provincia o di un esercito, cessò di essere adoperato nel 987. Nelle grandi Repubbliche marinare dalla stessa parola venne il termine Doge. Per analogia l'attuale Capo supremo delle Can1icie Nere del Fascismo si chiamò Duce da quando assunse il comando delle forze riunite per la Marcia su Roma (28 ottobre 1922), Duca Alfredo. Genera le, n . nel 1853, m. a Puegnago nel 1925. Sottot. di fanteria nel 1875, passò nel corpo di S. M. Colonnello nel 1904, comandò il 61° regg. fanteria In riserva nel 1911, divenne magg. generale nel 1914 e ten. generale nel 1917. Richiamato durante la guerra, fu direllore generale dei r ifornimenti d'art. della l" e 4• armata. D·uca di Genova. F1·egata di 1• classe, già ·appartenente alla marina sarda, varata a Genova nel 1860, radiata

Frcga1a D11ca cl i Genova

nel 1875: lunghezza m . 71,89, larghe7..za m. 15,04, dislocamento tonn. 3515, macchine HP. 500, armamento cannoni 32, equipaggio 580.

D u Casse (Pietro). Scrittore m ii. francese (18131893). Servì nell'esercito e prese parte alla guerra ciel 1859 in Italia, poi si ritirò d;l servizio. Fra le sue opere: « :Memorie per servire alla storia della campagna di Russia»; << Le operazioni militari in Oriente, 1854-56 )) ; « Giornale dell'assedio di Strasburgo » ; « La guerra dd 1870-71 )) ; ecc. - Suo padre (Giacomo, 1771-1836) fu generale napoleonico e nel 1815 aderì ai Borboni. - Un altro D. ( Giovanni Battista), (1646-1715) fu ammiraglio: si distinse specialmente nella lotta contro gli Inglesi alle Antille.

Ducati (Guerre de,). Presero questo nome due guerre sostenute daìla D animarca (1848 -50 e 1864). Guerra del 1848-50. Deriva dalla decisione del re Cristiano VIII cli Danimarca, di estendere il diritto danese di successione ai Ducati (Schleswig, Holstein e Lauenburg) ma facendone partecipe anche la linea femminile della dinastia; ciò esasperò tanto l'Holstein e il L auenburg, popolati da Tedeschi, annessi territorialmente alla Danimarca ma politicamente appartenenti alla Confederazione germanica, quanto lo Schleswig che, pur non essendo membro cl i questa ma avendo nella sua wna meridionale grande prevalenza di elementi teutonici, era attratto,· come gli altri due Duèati, verso la Germania. Alla morte di Cristiano VIII ( 1848), suo figlio Federico VII annunciò una costituzione che spinse i Du-

Du.c

cati alla rivolta. Essi pretendevano che, cessando la linea maschile danese, per essere Federico senza figli, la sovranità fosse devoluta al principe Cristiano cl' Augustenberg, del ramo danese d'Holstein, che era un pretto tedesco, mentre la Danimarca sosteneva dovesse esser data al principe Federico d'Assia discendente dalla linea. femmin ile <lanese. Parteggiava per l' Augustenberg la Con_ federazione germani~a, sia pel desiderio d'incorporarsi i Ducati, sia per istorna.r e con una guerra l'imminente pericolo d'una rivoluzione interna; ma il principe cl'Assia era spalleggiato dalla Corte di Russia, per ragioni di parentela e pel timore che la Germania troppo si avvicinasse alle rive del Baltico. La rivolta dunque scoppiò nei Ducati (24 marzo) ·dove fu crealo un Governo provvisorio: subito dalla Germania accorsero in buon nwnero volontari, seguiti ben presto da una clivis. prussiana e eia una composta di reparti della Confederazione. La Danimarca mobilitò esercito e flotta c ricacciò gli insorti sino all'Eider (9 aprile). I l comando delle forze tedesche fu assunto dal gen. Wrangel il 21 aprile: esse erano così costituite: Divis. prussiana Radzivill (14 bgl., 6 sqdr., 22 cannoni, 13 .000 u.); d ivis. della Confederazione germa.n ,ca, generale Halkett ( 13 bgl., 11 sqclr., 28 cannoni, ll.000 u.); truppe dello Schleswig-Holstein, comandate dal principe Federico (7 bgl., 9 sqdr., 22 cannoni, 5 reparti volontari, 10.000 u.). Il 23 aprile si iniziò l'avanzata: un corpo danese fu battuto a Schleswig; Wrangel continuò l'avanzata e occupò il 2 maggio Friclericia, mentre sul mare la flotta danese impediva. il commercio tedesco. La padronal1za del mare permise ai Danesi un ritorno offensivo, che costrinse \Vrangel a concentrare le sue truppe presso F lensburg, dove ricevette parecchi bgl. di rinforzo, tanto da potere (28 maggio) riprendere l'offensiva, arrestandosi però alla frontiera. Durante questi movimenti avvenne qualche scontro di lieve importanza. La diplomazia europea frattanto interveniva, e a Malmo si concludeva, a uspice l'Inghilterra., un armistizio cli sèlle mesi. Il 26 marzo 1849 l'armistizio fu rotto e la lotta si riaccese. I Tedeschi disponevano ormai cli 5 divis. ( 60 mila uomini) al comando del generale Prittwitz: in mare erano pitt deboli della. flotta danese, che disponeva di 1 vascello, 5 fregate, 4 corvette, 4 brigantini. Le operazioni furono riprese il 3 aprile; il gen. danese Billow concentrò le sue forze a D1tppel e riportò qualche successo, ma nei primi del mese seguente P rittwitz lo battè in varii scontri e fece assediare Fridericia dal gen. prussiano Bonin. Appoggiati a qv.esta città e all'isola 1:li Alsen, i Danesi erano in buona J1 ,sizione, per quanto disponessero soltanto cli 30.000 u.; la loro flotta bloccava le coste tedesche. Alcune felici operazioni diedere loro il sopravvento e liberarono Fridcricia dall'assedio. Nel luglio, venne finnato un nuovo armistizio di sei mesi, che ~ostanzialmente lasciava gli avversari nelle loro posizioni. Le successive trattative portarono al ritiro delle truppe tedesche : i Ducati, abbandonati a sè stessi, non vollero cedere alle pressioni della Danimarca e nell'aprile del 1850 la guerra si riaccese. I Ducati raccolsero- circa 27 .000 u. al comando ciel generale prussiai10 W illisen ( 40 bgl., 10 sqdr., 84 cannoni) nella posizione di ldst,dt. I Danesi, ammon tanti a 37.000 uomini, conquistarono questa posizione e respinsero i nemici, i quali poterono ritentare un'offensiva solo nel set-

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tembre, contro j'v.[issm,de e Friedrichstadt, ma con esito infelice. W illisen fu sostituito nel comando dal generale Horst, il quale ebbe quasi il solo compito di sciogliere l'esercito dei Ducati, in base alla convenzione d i Olm11tz. Guerra del 1864. L'Austria aveva, nella convenzione accennata sopra, costretto la Prussia a cedere alle pretese della Danimarc_§l; ma il suo nuovo re, Cristiano IX; nel 1863, pretese d i assor bire i Ducati staccandoli del tutto dalla Confederazione germanica. Trovò per tanto Austria e Prussia non più rivali, ma al!eate, e il 1° febbraio 1864, 45.000 u . austro-tedeschi varcavano l'Eider e muoveva.no contro la Danimarca, su tre colonne (1 corpo, Federico Carlo, prussiano ; 2° corpo, Gablenz, austriaco; divisione prussia1la) al comando del marescia.1lo Viìrangel. I Danesi, comandati dal generale Dc Meza, si schierarono sulla linea delle Dan1J1Jirke, ripiegando sulle posizion i rli D11,f>pel e Alsen, dopo piccoli scontri. Gli alleati assediarono Duppel e Fridericia: la prima cadeva il 18 aprile; la seconda il 23. Poco dopo (9 maggio) la flotta austriaca era battÙta da quella danese presso l'isola di Helgoland. Tre giorni dopo, si fumava un a r mistizio, che durò sino alla fine d i giugno. Allora il comando degli 1\Jleati fu assunto dal principe Federico Carlo di Prussia, quello dei Danesi dal generale von Gerlach. Il 29 giugno, veniva presa l'isola di A lsen, e l'l I luglio la penisola dello Jutland era occupata d alle armi degli Alleati. La. Danimarca em vinta, e si ras-, segnò alla pace (30 ottobre, Vienna) che le tolse i Ducati, assegnati all'Austria e alla Prussia, collettivamente e p,·ovvisorian1ente. Questa fu una delle ca.use della guerra del 1866.

Ducci (Gino). Ammiraglio, n . a F irenze nel 1872, en trato in servizio nel 1886, promosso sottoammi r. n el 1922, contrammir. e anunir. di divis. nel 1923, ammir. di squadra: nel 1927. Prese parte alla campagna d'Africa del 1895 ed alla grande guerra. Fu d irettore d'a.rt. a Taranto nel 1917-18, segretario del Consiglio Superiore di :M arina nel 1922-23, sotto capo cli S . M . della Marina dal 1923 a l 1924 e capo di S. M. nel 1924-25; vice presidente del Consiglio Superiore di Marin a nel 1925, comandante della R. Accademia .Navale di Livorno nel 1927. Durante la guerra guadagnò la croce di cav. del-

1'0 . M. S.

Duc ,·ot Au gusto

Duo

Duce (Lu-igi). Generale, n . ad Albenga, m. a Roma (1838-1907). Percorse la carriera in fanteria e combattè nel 1859 e nel 1866 meritandovi la med. di bronzo. D ive1~ne colonnello nel 1891. Fu direttore del personale di fanteria al :Ministero della guerra e poi del Tiro a segno: ebbe il grado d i magg. generale nel 1901. Ducenario (o D11ce11tario). Era così chiamato nella legione romana colui che era posto a l comando di due_ cento soldati. E ra detto pi(1 anticamen te primo astato. Ducezio. Condottiero e re dei Sicelii ( 488-440 a . C.). Combattè contro i Greci nella Sicilia, fondando c ittà cd erigendo fortificazioni, e dimostrandosi generale abile e valen te. Duchesne (Gianc(irlo). Generale francese (18371918). Prese parte alle guerre del 18S9 e del 1870. Passò a combattere in Africa e poi nel Tonchino; comandòle tn1ppc cli sbarco a Formosa (1885) e comandò la spedizione nel :Madagascar (1894). Pubblicò un << Rapporto sulla spedizione al lVIadagascar >> che divenne testo di studio per le guerre coloniali. Duchessa (La). Galera sabauda; fu capitana delle galere del ducato alh\ battaglia di Lepanto. Duchi (Cristoforo). Condottiero del secolo XVI; difese strenuamente N izza marittima dagli attacchi dell'Algerino Ba rbarns..~a e combattè a S. Quintino. Duci (Nestore). Genera le, n . a Brescia. nel 1863. Sottotenente di fanteria nel 1881, partecipò alla campagna Eritrea del 1887. Colonnello nel 1914 comandò il 77° regg. fanteria e con esso in iziò la guerra contro l' Austr ia . Magg. generale alla .fine del 1915, lasciò il servizio attivo nel 1916. Ten. generale nel 1919, assunse nel 1923 il grado di generale di divis. in P. A. Duckett (sir Giorgio). Ufficia le inglese (1811-1856) autore di un << Dizionario tecnico militare>) in tre lin gue ( inglese, francese, tedesca). Duckworth (sir Giacomo Tomaso). Ammiraglio inglese ( 1748-1817). Si battè contro la Fra11cia d istinguendosi in varie occasioni, specialmen te a.Jle Antille. Nel 1807 forzò lo stretto dei D ardanelli. Duclos de Blauzy (Gabriele). Generale p iemontese, m. ad .'lnnecy nel 1786. Dopo aver m ilitato nel regg. provinciale cl i Tarantasia, djvenne nel 1775 colonnello comandante la città e castello d' Annecy. Nel 1783 ebbe il grado d i brigadiere di fru1teria .

Duce Luigi

Du-cco (Cristoforo). Capitano del secolo XVI, n . a :Monca lieri , m. a Milano nel 1563. Fece le sue prime armi col L autrec ; nel 1523 comandava le fanterie dell'esercito del Bonnivet: dopo la batt. d i Pavia tentò di passare con le sue m iliz ie nell'Italia meridionale, ma fu fatto prigioniero a Landriano e riscattato dal duca di Savoia. Partecipò poi alla presa del castello d i N izza e si segnalò alla battaglia. di San Quintino.

Ducrot {Augusto). Generale francese (1817-1882). Combatté a Solferino (1859) e noi 1870 a Strasburgo ed a \•Vorth. Fatto p rigioniero a Sedan, riusci ad evadere e prese par te alla difesa di Parigi, f,'1.lidauclo la sortita del 30 novembre - 2 d icembre. Scrisse vari volumi di ricordi storico-militru·i : << La giornata di Sedan »; <<Weissemburg 11; «La difesa di Parigi nel 1870-71>). Dudley (duca di Nortwmbria, Roberto) . Ammira- , glio, costruttore navale e scrittore inglese, al servizio del granduca d i Toscana (1573- 1639). Quale vice amrnfraglio della flotta inglese, combattè contro la Spagna (1596-1S97). Nel 1606 passò al servizio del Granduca di Toscana e si dedicò in par ticolare alle costruzioni nava li, che fecero assurgere la marù1a medicea, at


Duo

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primo posto fra quelle del Mediterraneo. Fece pure il disegno delle fortificazioni o del porto d i L ivorno. Fra i suoi scritti r icordiamo: << L'Arcano del Mare», in cui tratta di questioni scientifiche, di cartografia marittima e di discipline milita ri-marine.

Duello. Combattimento fra d ue avversari, a scopo di disfida. Cons iderato sotto questo aspetto è di uso antichissimo. Molt i fatti -prova.no l'uso presso gli antichi popoli di scegliere il più valoroso dei loro guerrieri per terminare la guerra con un duello. Nei bassi tempi e sino al medio e,,o il D. s i fece universale in Francia ed altrove e fu ammesso dalla legislazione - come un giudizio di D io - presso gli Alemanni, i D anesi, i Longobardi, ecc.; consisteva. nel combattimento fra un accusatore ed un accusato, o un suo rappresentante. Chi riusciva vincitore nello scontro era senz'altro creduto innocente ; chi perdeva era giudicato colpevole, perchè si riteneva che D io man ifestasse la propria vo lontà dando la ,vittoria a colu i che aveva ragione. Nel secolo XVI il D . cambiò radicalmente di fisonomia e d ivenne essenzia lmente cavalleresco, cioè scontro a mano armata tra due, persone di cui una aveva offeso l'altra. Nella seconda metà del secolo XVI, e soprattutto all'inizio del XVII, furono emanate leggi severissime contro il D . sia da parte delle autorità civili che ecclesiastiche, ma non fu possibile toglierne l'abuso, principalmente fra m ilitari. Neppure la. rivoluzione francese riuscì ad estirpare il D. da L la vita sociale moderna, nella quale continua a sussistere regolato da prcciSI! norme e consuetud ini contemplate in codici cava llereschi. Le armi adoperate in D . sono: sciabo!a, spada, p istola. Le legislazioni odierne condannano p resso tu tt i i paesi il D. e lo considerano reato, ma nel comp lesso sono per esso piuttosto indu lgen ti. Il vigente codice penale comune ita liano repu ta il duello come una violazione della giustizia. sociale (in armonia col principio et ico che nessuno può farsi giustizia. eia sè), ma però meritevole d i mitigazione e punibile con pene non gravi e da non confondersi coi reati comuni. Particolare aspetto assume il D. tra militari, i quali essendo dediti alle a rmi e tenu ti a mantenere sempre a.lto il loro prestigio di uom ini d i coraggio, non potrebbero senza loro grave menomazione morale sopporta.re una offesa senza ottenerne sddisfazione con le a rmi. E cosi, mentre il codice penale comune contiene sanzioni comro il D., la legge sullo stato degli ufficiali contempla. fra. le mancanze contro l'onore, dalle quali consegue la rimozione, il rifiuto di battersi in D., e il codice penale per l'Esercito non lo prevede come reato. In questi ultimi tempi si è andata rafforzando l'opin ione contro il D . e nell'intento di limitarlo a l minimo indispensabile fra militaTi fu in Italia emanato nel l908 un decreto il quale essenzialmente prescrive che quando sorge una vertenza cavalleresca fra due mil itari, debbano i loro rappresentanti usare ogni mezzo per compor la amichevolmente; e, quando ciò non sia possibile, debbasi deferire la vertenza ad un giurì d'onore. I n sostanza viene sancito che sul terreno devesi scendere solo in casi eccezionali e per offese oltremodo gravi. Ai militari che si battono in D . è applica to, qua lunque s ia il loro grado, il codice penale comune ed inoltre sono stabilite in caso di disparità di grado, per provocazioni derivanti da cause di servizio, altre sanzioni previste dai rcgolalmcnti militari. Così il nostro regolamento d i d isciplina deter-

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mina : a) - l'inferiore che provoca a. D. il superiore, commet te un atto d'insubordinazione, se ne accetta la. sfida, commette una. grave mancanza contro la disciplina. b) I l superiore che provoca a D. l'inferiore, commette un abuso d'autorità; se ne accetta la sii.da, commette una gra ve mancanza contro la disciplina. e) Il militare che sfidalo per 'ragioni di servizio da chiunque abbia cessato di appartenere all'Esercito, non ne respinga la sfida, s i rende colpevole di grave 1nancanza. in servizio. d) Lo stesso d icasi del militare sfidato da altro, promosso a grado uguale al suo, qu,mdo la sfida abbia origine da ragioni di servizio anteriori alla promozione.

Due palme (Combatti~ne11to delle) . Appartiene alla guerra di Libia. Il campo arabo-turco costituitosi a Ben ina dopo la nostra occupazione d ella C irenaica, dopo a.vere compiuto atta.echi spora.dici contro la linea fortificata di Bengasi, o contro nostri reparti in ricognizione segnatamente duran te i mesi di novembre e d icem bre 191 l volle affermare nel marzo 1912 la propria. consistenza ed organizzazione con un attacco genera.le della. città compiuto con notevoli forze. Già a lle 6 del mattino grosse colonne nemiche comparvero lungo la linea Scetuàn-El H auàri e aprirono- il

o

c::::J ltaliaru a!II Arabo-lu cl1

Il com!Jau imen.to ctelie Due P<1l rne

fuoco con tro la ridotta del 1-"uehàt; ma, controbattu te vigorosamente da.Ile artiglier ie dei forti, iniziarono la J"itirata. Allora il comando della D ivisione decise cli svo lgere un'azione controffensiva. o per irnpegnare il nemico oppure per impossessa rsi di posizioni fino allora in s uo possesso. Il gen. Ameglio assunse perciò il comando di una colonna composta di 7 bgl. fan teria., 2 btr. da. campagna, 3 btr. da montagna, 3 sqdr. e un repa rto savari e, fatta una conveniente preparazione di fuoco, durante la quale si compiè lo schieramento delle truppe, mosse ( ore 11,45) contro l'oasi con manovra. avvolgente da nord e da sud. La colonna, d alla Berka e da S id i Daùd, mosse verso una località intermedia fra le ridotte E l Fuchat e Grande, chiamata Suàni (giardini) Abd el Gàni, ove le masse nemiche, dopo aver tentato di sottrarsi a.I comba ttimento, s i ~rano messe al riparo, profittando di a lcune ca ve d i pietra. L'a ttacco, condotto molto enet-gi-


DUB

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<:arnente, por tò subito le nostre truppe ad immedia to -contatto con le forze n emiche, che fu_rono, dopo breve aspro combattimento fiaccate alle ore 14, I 5, e si dispersero lasciando s ul campo 745 morti. Le nostre perdite ammontarono a 5 uff. e 32 u. morti e 12 uff. e 132 u . di truppa feriti. In questo combattimento, che ebbe lar ga eco di ammirazione nel paese, e scosse fortemente la baldanza del nemico, furono notevoli lo spirito aggressivo delle fanterie, la cooperazione delle armi e l'ottimo impiego dell'artiglieria, s ia nella fase preparatoria quanto durante l'azione e nell'inseguimento dei fuggiaschi.

·ouero. Fiume della p enisola I berica. I. Battaglia s·" l D11ero (23 agosto 153 a . C.). Fu combattuta fra gli Arevaci ribellatisi a Roma e cap itan ati -da Segedano Caro, contro il console Q. Fulvio Nobiliore. Caro, con 20.000 fan ti e 5.000 cavalli, si era messo in agguato in luogo ombroso e folto, ed assaltò i Romani mentre passavano. Il console perdette 6.000 uomini, e Caro, nell'inseguire temerariamente il nemico, perdette la vita . L a notte divise i combattenti. Sulle rive del D., durante le lotte fra Cristiani e Musulman i, più volte ebbero luogo combattimenti: nel 930 vi fu sconfitto Ram iro, per opera <li Ahnudafar ; nel 950 vi furono invece battut i i Mori; nel 980 Sancio, figlio di Garcia, conte d i Castiglia, si ribellò al padre, ebbe aiuti d ai Mori, e scon..6.sse le truppe paterne : Garcia cadde combattendo.

D ue Rose (Guerra delle). Ebbe origine d al la rivaliltà fra le due famiglie inglesi di Lancaster ( rosa rossa nello s temma gentilizio) e di York (rosa bianca), a capo de lle quali erano rispett!vamente il re .Enrico VI e Ric-c:udo <luca cli York. Nella p rima batta.glia che pose di fronte le forze avversarie (Saint Albans, 1455) Enrico VI fu. fatto prigioniero e dovette riconoscere i d iritti di Riccardo: una seconda battaglia (~ orthampton , 1460) -ebbe esito aJ1cora. infelice per Enrico, e R iccardo ottenne di essere nominato crede del trono. Si oppose a <:iò Margherita d i Francia, moglie di Enrico, e radunò un esercito, ba ttendo nello s tesso anno 1460 Riccardo a \:\I akeficld; questi lasc iò la vita nella battaglia e i suoi partigian i vennero in parte uccisi, in parte esi liati. Asstmse allora il comando delle forze dell'York il fratello dell'ucciso, Edoudo, acc lamato re a Londra. La battag li a di Towton (1461) perduta d a Margher ita , la costrinse a r iparare in Francia. Le due famiglie si avvicendarono sul trono fra con tinue accanite lotte, che durarono fin.o al 1485, e cioè per trent'aani ia lu tto, quando la vittoria di Boswor th, dove trovò la morte Riccardo III (York) e dove En rico di Hudor, (Lancaster) v ittorioso s i assicurò il trono; egli sposò E lisabetta. d i York, ciò che contribuì alla sicurezza della pace. Due Sici I ie. R egno comprendente il mezzogiorno d'Ita lia. e l'isola di Sic ilia. : la sua costituzione r imon ta. a i normanni Altavilla, specialmente a Roberto, creato re nella seconda metà del sec. XI dal papa Gregorio VII. Verso la fu,c del XII secolo passò con E nrico VI, figlio d i F ederico Ba r barossa, all'Impero, ma tornò ind ipendente nel 1266, quando lo ebbe Ca.rio d'Angiò. Nel 1282 i Vespri Siciliani determ inarono la separazione deL l'Isola, che fu r icongiu n ta al conti1iente a. costitui1·e d i nuo vo il regno delle D. S. nel 1435 per opera di Alfonso V d 'Aragona. Nel sec. XVI dive1111e possedimento spagnuolo, sotto Ferdinando il Cattolico, e tale rimase

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fino a l 1713. Allora il trattato cli Utrecht assegnò la Sicilia ad Amedeo d i Savoia, il quale però la bai·a.ttò con la Sa rdegna . Nel 1735 il regno del le D. S. passò al ramo oadetto de i Bor boni, il quale si ridusse in Sicili,. dal 1806 a l 1815, durante il periodo cioè in cui regna rono a Napoli G iuseppe l3onapa.r te e G ioach ino :Murat, e, tornato a l trono delle Due Sicilie, v i rimase sino al 1860.

D ue Sicil-ie ( Ordine ca S1emma !JeJ Regno valleresco delle). Creato a delle Due S!cilie Napoli n el 1808 da Giuseppe Bonapa r te, su tre classi : la decorazione consisteva i n una stella d'oro a cinque punte, con lo stemma di Napoli da un lato e il motto « Renovata patria» e lo stemma di Sicilia e il nome del fondatore dall'altro. L'ord ine fu mantenuto con qualche mod incazione esteriore tanto dal Murat che d ai Borboni, i quali lo abolirono nel J.819, sostituendolo con l'ordine di Sa.n Giorgio.

Duro ur G. E.

Ducci GlllO

Dufour (Guglielmo Enrico) . Generale svizzero ( 1787i875). Studiò a l Politecnico di Parigi, a lla Scuola del Genio di Mctz, e fu inviato col grado di capitaJ10 a Corfù, a i lavori di difesa dell'isola - a llora francese b loccata d agli Inglesi. Nel 1813 rientrò in Francia; tornato Napoleone dall'Isola d'Elba lavorò alle fortificazioni di Lione. Dopo la. defin itiva caduta dell'Imperatore, il nuovo regime lo mise in d isponibilità, cd egli s i r itirò a Ginevra., patria della sua famiglia. Nel 1817 venn e nomin ato comandante del Genio m il itare a G ine-

l' rolllo cl i baller iu t;tlSllll lat la ta ciel DllfOlli' vra. Dieci anni dopo, ottenne il grado di colonnello federale. Nel 1819 aveva. crealo la Scuola m ii. d'art. e gen io di T houne assumendovi la carica di istruttore in ca.po del Genio e dello Stato Maggiore. II gen. D. so-


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Du.r

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stenne la tesi che la neutralità della Svizzera doveva appoggiarsi a una forte organizzazione m ilitare. Nel 1833 D. cominciò un lavoro che doveva durare 30 anni, la Carta Generale della Svizzera. Nel 1840 creò la Soci~à mili tare, di cui fu p residente per lunghi anni. Nel 1846 venne nominato generale in capo per la repressione della ribellione del Sonderbund; la medesima carica d i generalissimo ebbe nel 1848, nel 185 7, nel 1859. Nel 1863, presiedette a Ginevra una Conferenza internazionale che prepa rò il Congresso dell'agosto 1864, dal quale uscì l'organismo della « Croce Rossa >l. Il gèn. D. ha lasciato molte opere, delle quali citiamo quelle d'indole militare : << Trattato di fort ificazione permanente>>; << :Memoriale pei lavori .di guerra >l; << Corso di tattica>>; << L'artiglieria degli antichi»; << La guerra del 1799 nella Svizzera )) . D«fo11-r Carlo. Generale, n . a Chambèry, m. a Torino (181,'l-1889). Volontario d'a rt. a 19 anni, divenne sottot. nel 1837. D a colonnello, nel 1861, fu cli.rettore d'art. ad Ancona. Magg. generale comandante l'art. ciel dip. di Bologna nel 1864, andò a riposo ne l 1868. - Due generali savoiardi, D. combatterono nelle. file napoleoniche: Giorgio ( 1758-1820) e Francesco (1765-1832).

Dugommier (Giovann-i Francesco). Gencrnlc francese (1738-1794). Era generale nel 1793 e diresse l'assedio di Tolone; nel 1794 fu comandante in capo nei Pirenei Orientali, e trovò la morte combattendo a Figueras. Oug uay-Trou in (Renato). Ammiraglio francese (1673-1736). Si distinse nella guerra di corsa, e poi in quella della Successione spa.gnuola, tanto ùa ottenere il grado di ammiraglio e patente ùi nobiltà. Conquistò Rio de Janeiro nel 1711 e terminò la carriera come comandante di Brest. Lasciò un volume d i « lVlemoric >>. Du-Guesclin (Bertra.ndo) . Generale francese (1320_ 1380). Dopo a ver combattuto contro i N a varresi e gli Spagnuoli fu fatto conestabi le ( 1370). Guerreggiò vit toriosamente contro gli Inglesi, togliendo loro i possedimen ti che avevano in Francia, fino alla sua morte, avvenuùa durante l' assedio cli Chàteauneuf-de-Randon. '::::.. Ebbe il singolare onore di ~ ""essere sepolto a Saint-Denis ' n~lle tombe dei R e di Fran \~'~ eia.. E' considerato il più grande guerriero francese del secolo XIV. Duhesme (conte Fit,:ppo Gi,glielmo). Gene·r ale francese (1766-1815). Capita.no dei volontari nel 1791, raggiunse rapidamente il grado di generale, meritandosi quello cli gen. d i divis. a Maestricht. Dopo aver combattu to in Vandea e sul Reno, fece la campagna di Napoli co l Championnet (1799). Combatté poi in Piemonte, divenne nel 1802 governatore di L ione e poi comandante u1 Catalogna . Nel 1814 ebbe il comando della giovane guardia alla cui testa combattè a Waterloo; fu ucciso dagli ulani prussiani a Genappe. Duilio (Ca.i o).· Console. romano ; organi?.Zò prima una

flotta romana e con esr{i conseguì la. vittoria sui Cartaginesi , a Milazzo (260 a. C.), prendendo loro 58 navi econquistando così il possesso del mare T irreno. Ideò in quell'occasione il Corvo che porta il suo nome: Roma gli decretò il trionfo navale e nel foro fu eretta in memoria del fatto la colonna rostrata. D1<il-io. Nave da. battaglia di I classe. Varata a Ca1 stellammare di Stabia. nel 1876, rappresentò un avvc~ nimenlo nei fasti dell'architettura navale, precorrendo la concezione della grandissima nave da batta.glia dell'av-

I.a ,·cccl1 ia J'Ol'aZZala DlliliO

venire. Fu la p rima grande corazzata italiana. Lunghezza n1. 103,S0; larghezza m . 19,74; disloca.1nento tonnel-

late 11.138; macchine HP. 7710; armamento: cannoni IV 450, IJI 120, II 75, XVIII 57, IV 37, 2 mit ragliatrici, 3 lanciasiluri : stato maggiore 30, equipaggio 438. Duilio. Nave da battaglia. di I classe, varata. a Castcllamma.rr di Stabia nel 1913; lunghezza m. 176, larghezza 28, dislocamento tonn. 22.994, macchine I-IP. 31.009, armamento: cannoni XIU 305, XVI 152, XIX 76, II 40, 6 mitragliatrici, 2 lanciasiluri; stato maggiore 34, equipaggio 1020.

Du i no. Cittadina sulla costa tra. l'vlonfalcone e · T rieste, dominata da uno storico castello, che soffrì, come la città, dei nostri r ipetuti bombardamen ti, durante la grande guerra. Fin quasi alle porte di essa giunsero le nostre truppe della 3" armata nelle due offensive di ma ggio e dell'agosto 1917, ma, per la solida resi;tenza opposta dalle posizioni dell'Herrnada, soltanto dopo la vittoria finale fu possibile porvi piede.

Duéllesne Gla nearlo

Duguay-'J'r0lllll

Duiveland. Isola dei Paesi Bassi (prov. della Zelanda, Ira lo slxicco della Schclda e della Mosa). Presa dell'isola di D1iivela.nd (1575). Appartiene alla guerra d'indipeljldenza dei Paesi Bassi contro il dominio spagnuolo. Gli Spagnuoli fecero una spedizione nel 1575 per impadronirsi della Zelanda. li principe d'Orange collocò nel canale di D. dei leggeri legni armati <li cannoni e costruì sulle lagune delle ridotte. Ca.lata. la


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1, a nuova cora1.zata (clrcallnoug-111,) O•(iliO

notte, 4000 spagnuoli ci rca sbarcarono approfittwdo della bassa marea. Assalit.i da un vivissimo fuoco, sia dalle scialuppe che d alle ridotte, visto cht non potevano più ritirarsi perchè la ma rea crescente li avrebbe inghiottiti, dovettero avanzare d isperatamente. Diversi annegarono, a ltri furono ~-ampinati dagli stessi O landesi, e· sopraffatti, ma la .maggior par te a1:rivò a metter piede su ll' isola, dove essendo le trincee poco munite di difensori, la lotta accanita assicurò loro il van taggio, e il possesso dell' isola. Anzi, rianimati da questo primo successo, gli Spagnuoli, coadiuvati d alle schiere susseguenti, procedettero sulla adiacente isola di Scbuwen, e · d istruttine gli scarsi difensori, ne restarono padron i.

Dulac (Giuseppe). Colonnello e scrittore mii., n . di Chambèry, m . ad Alessandria nel 1757. Si d istinse nelle guerre del suo tempo e d a colonnello comandò la piazza. d i Ivrea. Si occupò con competen za dei problemi <lcll'artiglieria, tanto da ricevere il nome di cc Gribeauval ita liano >l . Le sue opere p rincipali sono: << Nuova teoria. s ul meccanismo dell'artiglieria " ( 1741) ; <e N uovo s istema d 'artiglieria in mare e in terra>>, pubblica.lo nel 1763.

ne del secolo X VI comi nciò ad essere oggetto d i incursioni da parte dei Turchi, fi.ncbè cadde in loro potere nel 1617. Venezia non si rassegnò alla perdita d i quel. porto, e un secolo dopo assalì D . (1718), ch'era divenu- . ta un nido d i pirati infestanti l'Adriatico. Però colla pace d i Passarowitz (21 luglio 1718) era stata già assegnata alla T urchia, e Venezia dovette accettare il fatto compiu to. Dopo la guer ra turco- russa., il Congresso d i Berlino (1878) assegnò D . a l Montenegro. Ma la T urchitt non s i decise a cederla che allorquando le potenze firmata rie del Congresso (Russia, Francia, I ta lia e I nghilterra), fecero <lavanti a D . una d imostrazione navale (1880). D urante la grande guerra venne occupala (23- 1-1916) dalle truppe austriache, nella seconda offensiva contro la Ser bia; poi dall'Italia (3 novembre 1918). F u assegnata alla Jugoslavia col tratta to di Versailles (1919).

Dulac Achille. Genera.le, n . ne l 1835 m. a Capan nori ( 1835 -1905). Sottot. d i fanteria nel 1853, fece le campagne del 1855, 1859, 1866, 1870, e inoltre quella del brigantaggio . Colonnello nel 1882, comandò I' 11• fan-teria, e poi i d istretti di P iacenza e di L u cca; fu pro·· mosso magg. generale nel 1905. D ·u lac A lfredo. Generale, n . nel 1863, m. a R oma nel 1928. Sottot. d'art. nel 1882, guadagnò il grado di maggior generale per meriti eccezionali nel 1916, a l co1Tuu1do dell'art. del II C. d' A. e ottenne ,ma rned. d'argento. Resse per un anno. il comando dell'Accademia mii. di Torino e fu promosso ten. generale nel 1923.

Dulcigno (ant. Ulcinimn). Città e porto della Jugoslavia, sulla costa adriatica, a NE della foce d ella ]3oiana. Già nota come por to ai tempi di Roma, fu conquistata da Venezia nel 1_420 e tenuta per due se<:ol i quale porto mi litare-commercia le . Dur ante questo per iodo· venne m unita d i castello e for tificata.; sulla. fi-

Dumas MaLteo

uumas Alessandro

Assedio e _capitola2io11e dì Dttlcigtto. ( 10 giugno - 1° agosto 1718). Appartiene alla guerra di Venezia, alleata con Malta, la T oscana e il Papa, contro i T urchi. C l, Alleati, riunite le r ispettive flotte sotto Andrea P isani, si presenta rono il 10 giugno davanti a D. e vi · posero l'assedio. Fortificata d alla natura e dall'arte, D . resistette a i p rimi a ttacch i, difesa. s trenuamente d a una accozzaglia d i musulman i, barbareschi e pirati d'ogni paese. Fatto lo sbarco con 10.000 u ., occupate le alture circostanti ed aper te le trincee, gli Alleati ini7-iarono il bombardamento, sia d a terra che da mare con due· ga-


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!ere per turno. Le d ifese, sottoposte a questo fuoco incessante ed alla p iù stretta vigilanza, erano r idotte agl' estremi, quando, il 29 luglio una grossa colonna di cavalleria turca caricò violentemente le fanterie degli assedianti, che dovettero battere in ritirata, abbandonando ogni cosa. Ma subito dopo le tre capitane d i Roma, F irenze· e :Malta, rivolte le prue verso terra, aprirono il fuoco delle loro artiglierie contro la cavalleria turca, che voltate le groppe sparì tra le colline. Quella prima carica di cavalleria era preludio ad altri più violent i attacchi, sia da parte d i una colonna di soccorso che già;· era arrivata a tre miglia dalla piazza, come da parte dei d ifensori. La mattina del 1° agosto un violento fuoco si manifestò contro gli assedianti ; ma questi, dopo quattr'ore di tiro micidiale con tutte le bocche a fuoco, videro comparire i parlamentari con bandiera bianca dalla piazza per concordare i patt i per la resa. Andrea P isani aveva già .risposto che ess.1. doveva essere fatta a discrezione, e l'avrebbe ottenuta, se non fosse in tervenuto ( 1° agosto) l'annunzio ,della pace conclusa a P assarowitz (21 luglio) tra l'imperatore e la T urchia.

Dumas (},latteo). Generale francese e scrittore mii. (1753- 1837). Fece la campagna d'America, aderì alla Rivoluzione, organizzò l'armata di riserva a D igione per la camp agna d'Italia del 1800, partecipò a varie campagne napoleoniche. Fu min istro della guerra a Napoli sotto Giuseppe B uona.parte (1806); aderì ai Borboni nel 1815, partfcipò a lla rivoluzione del 1830 a Parigi. Fra le sue opere, un « Saggio storico sulle campagne &ìl 1799 al 1814 >> (19 volumi) ; << Campagne di Suwarov >>; ecc.

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vorendo le emorragie, e ritardando d i c~.1seguenza la guarigione.

Dumerbion (Pietro) . Generale fra1icese (1737-1797). Entrato nella milizia del Mazarino (1754) era maggiore di fan teria nel 1792, generale di brigata nel 1793 e di d ivisione l'anno seguente. Ebbe al!ora il comando sup remo dell'esercito d'Italia s ulle Alpi. Si distinse principalmente in tale comando per la p resa del campo di Saorgio, e la sua vittoda su gli Austriaci a Cai ro Montenotte; poi andò a riposo. Dumesp~'j (C. H.). · Ammiraglio francese dell'epoca nostra, n. ~el 1868. R aggiunse il grado di cont.rammir. nel 1916 ed ebbe comandi navali durante la guerra mond iale nei mari d'Oriente. Fu capo de'ila missione di controllo navale a Berlino nel 1919; p refetto a Brest nel 1923, comandante della squadra del Mediterraneo 11el 1925. Dumnorice. Capo degli Edui; comandante di un corpo d i cavalieri Galli ag li ordini di G iulio Cesare, favorì gli Elvetici nemici; perdonato si ribellò a ltra volta a Cesare nel 54 a . C. e perciò fu condannato a morte

D,mza.s Alessandro, ma.rchese da La Paillctcrie. Comandò l'eserc ito dei Pirenei Orientali e poi fece la campagn a d 'Italia del 1797 e quella d'Egitto : fu messo in disparte p erchè d i idee repu bblicane.

Duin-Dum. Proietto esplosivo u sato dapprima per la cacc ia grossa per ottenere effetto pi~ s icuro negli animali colpi ti. Questa denominazione deriva dal!a fabbrica che prima lo confezionò, s itua ta a D . D . nell'India inglese, presso Calcutta. Tale p roietto venne adoperato anche in guerra, tanto che nella C::mferenza internaziona le cieli' Aia del .1899 fu inclusa. ,)a proibizione del suo uso. Questa clausola fu violata dagli Austro-Tedeschi durante la grande guerra, che usarono i D . D. contro i Sèrbi come contro gli Italiani, ·1e cui sutorità medic:.he documentarono in modo indubbio la presenza di proietti D. D. in diversi feriti. II proietto D. D. è di diversi tipi, taluni con punta aguzza, a ltri con punta ogivale, o ·conico cilindrica. Jn a lcuni l'incamiciatura. del proietto di piombo è solamente parzia le, cosicché al momento dell'ur to sul bersaglio il 'p roietto s i sfor ma e produce ferite mult iple; in a ltri l'incamiciatura è completa ma tagliuzzata longitudina lmente, così da spaccarsi arrivando sul bersaglio. Nell'un caso come nell'a,ltro, la deformazione del proietto provoca ferite pericolosissime, s ia perchè dilaniatrici dei tessuti e delle ossa, sia perchè molto spesso tali proietti con tengono sostanze velenose che infettano la parte colpita. La pallottola D. D. del tipo aus triaco, adoperata durante la grande guerra, aveva una forma cilindro-conica, e portava un canale cieco di 2 mm. di diametro, e di 9 di profondità, che agiva come punzone, asportando i tessuti incontrati nel percorso, fa-

L a for lczz;i <liDunam111uJc ( 1917)

Dumouriez (Carlo Francesco). Gcneràle francese ( 1739-1823). Nel li57 segul il padre commissar io di 1

guerra nell'Hannover, e poco dopo andò volontario in cavalleria . Lasciò l'esercito per 1·iforma nel 1763, e passò nella Spagna, in Italia, in Cors ica, dove combattè contro Paoli. Rientrato in Francia, fu reintegrato nel grado di colonnello, e curò la difesa delle coste Normanne, d ivenendo comandante di Cherbourg. Ebbe poi condotta dubbia, ma, dopo essere stato ministro degli esteri, ottenne dal Direttorio comando d'esercito e salvò la F rancia dalla prima invasione straniera nelle Argonne, a Valmy, a J emmapes. Dopo la conquista del Belgio, volle occupare anche l'Olanda ; battuto a Nerwinden e sostituito nel comando, si r ibellò contro i Commissari dell'Assemblea. M inacciato da i suoi soldati di morte, s i rifugiò nel campo austriaco. Emigrò per l' Austria e l'Inghilterra dove s'arruolò per combattere c.ontro la Francia. R espinto dalla Restaurazione, morì in miséria. Lasciò alcune opere, fra le quali : « Sistemi d'attacco e d i difesa del Por togallo >>; << Memorie segrete della guerra del 1757 ii ; ccc.

Dunamunde. P iccola fortezza e porto m ilitare sul


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Battaglia rtelle Dune (f65S): t, Dunken111c; t, """' ioiçle,;i ; J, ,0111r,wal1uz lo11e; 1 e 5 e 6 c11·,·u11v,i11az1une

francese con opere avanzate; 7, canale di Fur.Iws; s. ti.U1te 1·1a, O e IO t;av11 ll t1 r ia, e 11 riserva r i:a11cc::H!;, 12,

duna rorllnca1a dagli Spagnuoli; 1'3, <lune di sabbia; 15 e 16. prima e seconda linea, 17 riserva e 18 cavalleria ctei,li Spagnuoli

Baitico, appartenente alla Lettonia. Sta su d'un'isola di fronte alla foce della Dvina e dell' Aa. Fu foi1data per la protezione della città di Riga. Durante la guerra del N ord fu contesa fra Sassoni, Svedesi e Russi. N'el 1700 fu presa da Augusto II · di Polonia che le cambiò il nome in quello di « Augustburg »; nel successivo anno fu nuovamente conquistata dagli Svedesi : difensori, 1700 u. comandati dal col. Caniz, si ridussero a soli 60 u. validi al momento della resa, cd uscirono con gli onori di guerra dalla piazza. Nel 1710 D. passò ai Russi, e èol trattato d i Versailles (1919) alla L e tton ia.

Du nant ( Oio11anm} Letterato svizzero, uno dei principali fondatori della Croce Rossa a Ginevra ( 1864). Lo scritto che commosse l'opinione pubblica è suo, e si intitola « Un ricordo di Solferino». Pubblicato nel 1362, la « Società •Ginevrina di u tilità pubblica » fece suoi i postulati del D . e ne derivò il movimento che cond"usse alla Convenzione di Ginevra di due anni dopo. Fra le s ue opere è anche tlll lavoro \ ulla « Fraternità e carità in ternazionale in tempo di guerra » (1864). Dunbar. Città. marittima \:ella Scozia, a ll'estuario del Forth. Ebbe un castello, demolito nel 1333, ricosu-uito tre anni dopo e distrutto nel 1567. I. Battaglia di Dunbar (27 aprile 1296). Appartiene a lla lotta fra Edoardo I, re d'Inghilterra, e Giovanni Rtliol, a cii.po della Scozia. Edoardo aveva fatto porre

l'assedio a D. da sue truppe comandate dal conte di Warennc. Gli Scozzesi accorsero per liberare D., ma il loro attacco alle truppe inglesi s i risolse in una completa rotta; il castello si arrese ai vincitori, che s'impadronivano della Scozia e mandavano in esilio Baliol. IL Battaglia di Dunbar (3 settembre 1650). _i\ppartienc alla lotta fra Cromwell e Carlo IL .Gli Scozzesi avevano preso le parti del re, e un loro esercito, comandato eia Lcslic, avanzò su D . occupalo dai presbiteriani. Si trattava di truppe raccogliticcie che venivano ad assaltare un esercito composto ormai di veterani. Il primo urto fu favorevole a lla cavalleria scozzese, che respinse quella inglese .e piombò sulle fanterie di Cromwcli. 1\fa queste tennero fermo e sbaragliarono la cavalleria avversaria. L a battaglia fu vinta, chè le fanterie scozzesi non ressero a ll'attacco degli Inglesi e andarono in rotta, lasciando 3000 morti sul campo, tutte le artiglierie e i bagagli, oltre a 2000 prigionieri.

Dunblane. Villaggio della Scozia nella con tea di Perth, fra l'Allan e l'Ardoch. N ell'ottobre del 1715, durante la guerra per l'indipendenza della Scozia, Vi si combattè una battaglia. Il conte Mar, sosten itore del pretendente al trono G iacomo III contro il re Giorgio I , movcndo contro il duca d' Argyle lo costrinse ad accettare battaglia presso D. La lotta fu lunga cd accanita, e cagionò enormi perdite a i combat tenti, i quali entrambi s i att ribuirono la vittoria. Ma in realtà il r isul-


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tato fu incerto ; il pretendente riuscì però a raggiungere la Scozia.

Dundal k. Città dell'Irlanda capoluogo, della contea di Loutb, sulla· baia omonima, alla foce del Castletown. Edoardo Bruce vi fu incornnato re d 'Irlan da; ma, sconfittovi da E doarao II nel 1318, vi perdette colla corona la vita. D undas (sir Dav ide). Generale inglese (1735-1820). Nel 1793 difese Tolone contro gli Inglesi; poi s1 im- padroni de lla Corsica. Combattè in O landa nel 1794 e nel 1799, assumendovi il comando in capo dell'esercito dopo il duca di York, nel 1909. Dmulas. Due ammiragli inglesi : Riccardo, morto nel 1861, guerreggiò in Cina nel 1849 e nel Baltico nel 1855; Giacomo, m. nel 1862, combattè a Copcnagl1en nel 1807 e nel Mar nero ( 1855-56) a l comando dc!Ja flotta inglese.

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salto, si lanciò sulla fanteria spagnuola., già iogorata dal fuoco delle navi e delle artiglierie franco-inglesi, scompaginanclol:1., mentre il Conelé, colla cavalleria,spagnuola, ricacciò quella francese dell'ala dr. verso D unkerque, linchè non fu arrestato dallo stesso Tu renne a Ila testa de Ila propria riserva di .cavalleria. Ormai la bassa marea favoriva l'attacco avvolgente per l'ala dr. spagnuola e di conseguenza la sr. della cavalleria francese, condotta da Castelnau, coglieva il momento prop izio p er- gettarsi sul fianco e sul tergo del nemico. Quest'ultima mossa fmì per coronare l'esito della lotta, aperta col cannone, continuata e decisa dalle fanterie, completata dulia cavalleria. Fortissime furono le perdite degli Spagnuoli ; Condè riuscì ancora a ritirarsi, e Dunkerque venne occupata dagli allea.ti .

Dune (Battaglie delle). Sotto questo nome la storia militare registra due battaglie:

l. Battaglia delle Dune (21 ottobre 1639). Appartiene alla guerra tra Spagna e Olanda alleata della Francia. Organizzata da Don Antonio Oquendo, una potente flotta spagnuola composta di circa 70 navi, e denominata « Invencible Arma.da» come già quella del 1588, detto ammiraglio si recò al'la ricerca della flotta olandese e dopo va.rii piccoli scontri ancorò nel golfo delle D., nella contea di Kent, conta.udo sull'amicizia. dell'Inghilterra. Ma il Tromp, avuti rinforzi che portarono Ja. sua flotta pw·c a 80 navi, andò a bloccare gli Spagnuoli, non tenendo conto delle intimazioni Inglesi di non ingaggiare battaglia n elle proprie acque. E dato il fatto che l'Inghilterra pareva volesse opporvisi con una squadra, il Tromp destinò una divisione a parare questa minaccia, e col resto delle sue forze attaccò violentemente gli Spagnuoli. Dopo un'ora d i cannonate, come apertura d el combattimento, gli Olandesi con vento favorevole, avanzarono impetuosi contro gli Spagnuoli, e vennero a smguinoso confliitto. Gli Spagnuoli sopraffatti dal nemico, tagliate le gomene andaron" alla. d eriva, cosicchè 20 delle loro navi finirono in secca, 17 furono incendiate, tra le quali quella cli Oqucndo che riuscì ancora a fuggire, tre andarono ad infrangersi sulla costa; e 7000 Spagnuoli ,·i perdettero la Yita. 1iOO vennero presi p rigionieri. Il. Battaglia delle Du1te ( 1658). Appartiene a lla seconda gue rra tra l'Inghilterra alleata della Francia, e la Spagna. J Franco-Inglesi, che stavano assed ia.ndo con 15.000 Francesi (agli ordini del Turenne) e 6000 Ingles i la fortezza di D. tenuta dagli Spagnuoli, furono minacciati da un corpo di soccorso di questi e decisero di dar battaglia. All'alba del 14 giugno, In.sciata una piccola gua rdia alle trincee, Turenne mosse contro il nemico avanzante sulle D . con la dr. appoggiata al mare: fanteria in una sola linea, appoggiata da poca a rtiglieria ; parte della cavalleria. a sr. su sei linee, agli ordini d el Conclé, parte, che doveva formare l'ala dr., su due linee dietro al la fanter ia . Il Turenne, appoggiando la sr. al ma.re, aveva tenuto la fanteria. su due linee; la cavalleria divisa. fra le ali, mantenendone una riserva dietro. E avanzò con marcia lentissima per non scomporre gli ordinamenti; mentre la ma rca er:i. alta, ordinò a lle navi inglc~i di disturbare coi loro tiri l'ala dr. spa.gnuola. Ap'pena la. prima schiera del Turenne giunse a portata d'as-

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Dunkerque. Città. fortificata de lla Francia, con por_ capo!. del ~ ord, circondata da cinta fortificata. L a città, fondata nel secolo \'II da un gruppo di gente di mure, fra le dune, da cui ha preso il nome, fu occupata successivamente dai conti di Fiandra., dai duch i cli .Uorgogna, e dalle case d'Austria e di Spagna, acquistando sempre pii1 importanza marino-militare e finì per diventare una piazL'unllcn bandiera delle navi rii 0unk crque za forte di primo ordine. Presa una p1·ima volta dai Francesi nel 1646 venne ripresa dagli Spagnuoli uel I 65:<; ripresa dal Turenne, fu data agl i Inglesi nel 1658; riacquistata d a Luig i XIV, venne di nuovo fortificata dal Va.uban. Nel secolo ·xvru fu base delle gesta del corsaro Giovanni Bart. Duran te la ~.nde guerra fu bersaglio preferito degli aeroplani tedeschi, e fu m oltissime volte bombardata non solo dai velivoli, ma anche da i cannoni di lunga portata, fino dal 1914. Ben 7514 fra proietti di grosse artiglierie e bombe di aeroplani caddero sulla. città, cagionando 223 morti e 336 feriti. Parecchi furono i combattimenti aerei svoltisi sopra D. fra velivoli tedeschi francesi cd anche inglesi. (Per la battaglia navale di D. del 1.588, V. Armada ;,,'Ve11-eib/e). 10 m ii..

I . Assedio d·i D,mkerquc ( 1646). Appartiene alla campagna. di L uigi XlV n elle Fian dre. Dopo la presa d i Furnes, il d uca d'Enghien fu incaricato dell'impresa di D . e nel settembre 1646, l' investì con 10.000 fanti e 5.000 cavall i, 15 pezzi cli grosso calibro e pochi alt ri di medio. La p iazza era difesa eia 2.500 fan ti, 300 cavalli, molti ufficia.li, 3000 borghesi in armi e 2000 marinai, tult i agli ordini ciel march ese de L ede. La. flott a ola ndese bloccava


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Pianta di Dtuikerquc nel sec. XVII

il porto. Il 24 settembre si apersero le trincee d'approcc io e si costruì una grande J'idotta per artiglieria. Gli approcci del duca avanzarono fra continue sortite, sempre respinte. Il 28 settembre il gen. P iccolomini, venendo da N ieuport, tentò di soccorrere la piazza, ma non vi riuscì. Il 3 ottobre si attaccò la controscarpa della piazza, e il de Lede, vista impossibile un'ulteriore resistenza, il 7 ottobre capitolò a condizioni onorevoli. II. Jr.vestimento e presa d·i D,ml1erque (1652). Appartiene alla guena nelle Fiandre. L'Arciduca Giovanni d ' Austria, dopo aver preso Gravelines investì D. dalla. parte di terra e fece bloccare d a tre vascelli la fronte a ma re. Fatte poi costruire linee di circonvallazione, iniziò <la due parti gli attacch i. La Francia nsolse di inviarvi due reparti di soccorso, l'uno per terra a.gli ordi1ii del n1.aresc. d'Awuont, l'a ltro per ma.re comandato dal duca di Vendòme. Il d' Aumont, che doveva giungere dalla frontiera della P icca.rdia nqn arriYÒ in tempo, e nemmeno il soccorso per mare, ostacolato da Cromwell, riuscì ad impedire che l'arciduca proseguisse coi lavori d'assedio, sicchè il conte d'Estrades, governatore della piazza, dovette arrenders i dopo 39 giorni di res istenza. III. Assedio di Du.11./wrque (1658). Appartiene ,Llla _guerra in F iand ra. Turenne il 25 maggio iniziò l' investimento di D. dalla parte di Nieuport, in pieno accorcio coll'Inghilterra che doveva fornire reparti di truppe e 1111a. flotta per tale impresa. Nella notte dal 6 al 7 giugno, i d ifen sori operarono una sortita con 1000 u. e 600 <:avalli. Da principio m isero il d isord ine nelle trincee degli assedianti, ma presto vennero costretti a r itirarsi nella piazza. Il 12 giugno un altro colpo di mano fu pure

respinto. L'indomani i l principe di Condé e don Giovanni d'Austria., alla testa dell'esercito spagnuolo vennero a porre. il campo sulle dune, a tre quarti di lega dalle posizioni franco-inglesi, e Turenne li affrontò con la battaglia. eletta delle D,me (V.), dopo la quale D. cadde in potere dei Franco-Inglesi (24 giugno) passando in potere dcll'Inghiltcna. l V. Colpo di mano s<t Dunllerque (22 settembre 1694). Appartiene alla terza guerra di conquista d i Luigi XIV. dopo il bombarclan1ento d i Le Havre, la flotta inglese compo~ta cli 100 vele, comprese 14 galeotte a bombe, 14 macchine infernali, e 6 brulotti, s i presentò da.vanti a D. il 22 settembre: una galeotta. iniziò il tiro sul forte Speranza, m a fu colpita dal cannone elci forti e saltò in aria. Un qi.iarto d'ora dopo si p resentò altra nave consimile: presa cli mira dalle artiglierie, seguì la stessa sorte, e ciò decise gli Inglesi a r inuncia.re all'impresa. V. JJ01nbardamento di D,mkerque (1695). Appartiene alla guerra anglo-olandese contro la F rancia. Dopo il bombardamento di S. Malo, la flotta inglese, il mattino clell'll agosto, comparve d inanzi alla mela di D . con 112 navi, che cominciarono il bomba.rclamenlo ; ma, quando s'approssimarono ai forti, vennero investite da un violento fuoco, non solo cli essi, ma anche d i scia.Juppe preparate dal conte d i Rclingues, comandante a D., perdendo una fregata che investì sulla costa. Malgrado le 1200 bombe lanciate, scarsi ,-furono i danni e le perdite.

Dunn (GiO"Janm). Ufficia.le inglese (1827-1906). Nel 1860, coll'appoggio d&l ministro inglese a Torino, passò in Sicilia. e si ba.ttè nelle file dei M ille; a Palermo organizzò un reggimento s iciliano, comandato da ufficiali

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inglesi_ e con esso si segnalò a Milazzo contro la cavalleria borbonica. Al Volturno si comportò valorosamente, fu ferito e promosso generale, ma il suo grado noi{ fu r iconosciuto dalla commissione incaricata. di accogliere i garibald ini nell'esercito regola re. Si dedicò poi al giornalismo e morì in miseria nell'o~pedalc inglese di Nizza.

Duphot (;:Leo1tardo), Generale franr~se (1769-1797). NeI 1794 era generale di brigata: accompagnava. G iuseppe Bonaparte a Roma (1797), q uando scoppiata una rivolta. nella città, s'interpose fra i combattenti per sedare il tumulto. Ma cadde colpito da una pallottola., Jìl fu finito colla baionetta. ~ Duplexite. M iscuglio esplosivo appartenente alla categoria delle polveri a base di clorato, brevettato da T urpin nel 1888. Ha. la composizione seguente: clorato di potassio o cli bario p. 70, carbone p. 10, d initrobenzene p. 10, catrame p. 10. Viene anche usato, in unione· a parti uguali di a.ciclo borico per preparare il miscuglio denominato « Boritina JJ: clorato d i potassio p . 35, acido borico p. 50, dinitrobenzcne p. 5, carbone p. S, catrame p. 5.

Duperré Vitto rio

Duphot Leonardo

Dunois (Giovanni). Guerr iero francese, figlio naturale di Luigi <l'Orléans (1403-1468). Sostenne i d ir itti del re di F rancia e contro gli Inglesi difese Orléans; fu liberato dall'assedio degli Inglesi per opera di Giovanna d'Arco ( 1429). Proseguì la lotta insieme a lei, e anche dopo <li lei, contro gli ,Inglesi, a cui -tolse molte città, contribuendo a.Ila liberazione della Francia. Duparc (Gim•mtm). Ufficiale di marina francese (1798-1855). Si occupò della marina a vapore, e scrisse un cc Saggio di tattica navale per le navi a vapore». Dupas (Pier Lu-igi). Generale francese ( 1761-1823). Savoiardo, iniziò la sua carriera nell'esercito piemontese, poi passò in servizio della Repubblica di G inevra, infine di quella francese. Prese parte all'assedio di Tolone, alla campagna d'Italia, quale comandante di brigata, e a quella d'Egitto. Promosso gen. di d ivis. dopo Austerlitz (1805) prese parte a tutte le guen-e della grande armata.

Llupont PiC ll'O

Oupuy ftaimondo

Duperré (ba rone Vittorio Guido). Ammiraglio francese (1775 -1346). Combattè contro la flotta inglese durante le campagne della R epubblica e dell'J rnpero; si cl is tinse nelle Indie, dove sconfisse una. squadra inglese a. Grnnd Port (1810) guadagnandovi il grado di contrammiraglio. Difese Venezia nel 1813-14; comandò la squadra francese al blocco di Ca.dice (1823) e all'attacco di Algeri ( 1830) come viceammir. P romosso dopo di ciò ammiraglio, fu tre volte ministro della Marina e delle Colonie. - Un suo f¼;lio (Victorio A1igusto, 18251900) fu pure ammiraglio francese.

Dupont (de l'Etang, con:te Pietro). Generale .francese ( 1765-1838). Partecipò alle guerre della Rivoluzione e dell'Impero. Fu uno degli organizzatori della repubblica cisalpina. Nel 1800 comandò una brigata a Marengo. Processato e condannato per la sua resa a Bailen ( 1808) uscì di prigione nel 1814 e venne nominato da. Luigi XVIrI, per pochi mesi, ministro della guerra. Lasciò alcune opere: « Lettere sulla campagna d'Austria>>; « Lettere sulla campagna di Spagna >J; cc Memorie >l; e un poema in dieci canti su « L'arte della guerra >J. Duppel (danese Dybbol) , V illaggio in Danimarca di faccia all'isola di Alsen, a questa congiunto nel 1864 da due ponti volanti di circa 400 m . ciascuno, protetti da dieci opere in terra, senza fiancheggiamento diretto, senza ridott i resistenti nè fossati. Durante la guerra dei D-ucati del 1864, il 12 febbraio i Prussiani avan.zaronocontro la piazza: il generale Roder ebbe l'ordine di impadronirsi dell'istmo di Buffe] Koppel e di Nube!. Dopo un breve combattimento col bgl. danese in avamposti, i Prussiani interruppero l'azione, e il 22 la ripresero,. tentando di respingere i Danesi sulla linea principale delle opere. Il maltempo e le incertezze della situazione indussero i l maresc. Wrangel, comanda11le le truppe prussiane, a rinunciare al tentativo, e a procedere invece a regolari operazioni d i assedio. Il 14 marzo le artiglierie prussiane aprirono il fuoco, battendo i ponti e D. Il 17 la brigata Roder che su_ due colonne avanzava · verso D ., si scontrò con una sortita danese a.I comando del col. B ulow. Quest'ult imo, a ttaccati e respinti gli avamposti prussiani li costrinse a ripiegare sulle posizioni, ma subito dopo Roder attaccò e occupò D. costringendo i difensori a ripiegare sotto la protezione delle opere. Alle 15, preceduto da un vivo bombardamento, ebbe luogo un contrattacco danese, che fu respinto, mentre un attacco della br igata Goeben, i cui avamposti erano stati respinti da Rackebull, r iusciva a riconriuista.re quest'ultima località. I giorni seguenti, rafforzati di 3 brigate e di numerosa artiglieria, i Prussiani si accinsero ad aprire la prima parallela di fronte alla sr. danese, fra Wenningbod e l'argine di Flensburg, a circa 400 m . dalle fortificazioni. La mattina del 28 marzo il gen. Raven, incaricato di iniziare i lavori della prima parallela, attaccòla prima linea nemica mentre questa. resisteva, il rimanente delle forze danesi accorreva. sul posto, e il monitore danese Rolf Krake comincia.va a battere dal mare i P russiani. Questi, battuti di fronte e di rovescio, dopo avere subìto pel·dite sensibili, furono costretti a ri-


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L'asseclio di Duppcl {1864) piegare. il mattino del 30 i Prussiani indisturbati iniziarono la prima parallela che nella notte sul 1° apri le fu compiuta e armala di S batterie. Il 2 aprile ebbe inizio un intenso duello di a1·tiglieric mentre falliva il tentativo prussiano di varcare con 15.000 u. Io stretto di Alsen. Nella notte sull'S aprile fu condotta a termine la seconda paralle la, a un centinaio di metri davanti alla prima; i Danesi 1'11 tentarono una vana sortita pe r d istruggerla. Jl 13 aprile a ltre 8 batterie furono istallate e le opere, battu te intensamente da 122 bocche da fuoco, furono molto danneggiate. Il 13 a sera fu iniziata una terza parallela e il 16, la s itu azione dei difensori, nelle opere smantellate, stava facendosi critica. Per l'assalto alle posi7,ioni nemiche, il comando prussiano d ispose che l'azione, risolutiva si svolgesse il 18 sulla sr. di D ., mentre sulla dr. la. brigata. Gi.iben doveva agire dimostrativamente per tagliare o almeno affre ttare la ritirata dei Danesi. Dopo violentissimo bombardamento, alle 10 l'azione ebbe principio e a lle 10,30, nonostante la viva resistenza nemica, le opere di 1• linea della sr. erano cadute. Si l)assò all'attacco della seconda linea di difesa: u n contrattacco danese, condotto dal generale de Plat, due volte costrinse i Prussiani a retrocedere. Ancor più dif.iicile fu l'avanzata della brigata pmssiana Raven, che, battuta. dalle batterie dell'isola. di AJsen e della testa d i ponte di Sonderburg, subì gravi pet·dite e dovette ripiegare. Solo alle 14 i Danesi abbandonavano la testa di ponte, incendiando il ponte stesso. La. brigata Giiben, con pontoni e 3 btr., tratteneva. frattanto due reggimenti nemici. Sulla sr. l'azione si svolgeva. violentissima.; i Danesi riuscirono, contrattaccando in for;e, a ributtare i Prussiani dalle seconde linee, ma finalmente la briga ta Canstein, formata su due colonne d'attacco, ne ebbe ragione. La. battaglia era finita, e i Danesi ripiegavano in disordine oltre il ponte, protetti dal fuoco intenso delle a rtiglierie. A sera. le posizioni di D. erano in potere dei Prussiani, con 96 cannoni, 4000 fucili, 3800 prigionieri e 40 bandiere. I Dm1esi perdet-

tera circa 5000 u . e 1200 furono i morti e i feriti da parte prussiana, fra i quali il gen. Raven.

Dupupet (Giuseppe). Genera.le, nato a Chambéry, morto ad Udin e (1837-1919). A 18 anni partecipò alla guerra di Crimea., Sottot. di fanteria nel 1859, combattè in tale anno e poi partecipò alle campagne del 1860-61 e 1866. Colonnello nel 1891, comandò il distretto mil. di Udi.ne. In P. A. nel 1896, divenne nella riserva. magg. generale nel 1901 e ten. generale nel 1911. Du Puy (Raimondo). Gran maestro dei cavalieri di S . Giovanni, m. in Palestina verso il 1160. Verso il 1119_ ll 2 l ottenne l'alta carica, e si dedicò particolarment~ ali' ordinamento militare dell'O1>dine, che divise in tre classi: cavalieri, cappellani, servi. Si battè contro i Musulmani con tribuendo ( 1154) alla presa di Ascalona.

Duquesne Abramo

Dupuy de L0me Stanislao

Dupuy de Lome Stanislao. Ingegnere francese ( 18 I 61S85). Fu ispettore generale della marina; costruì la prima nave di lh1ea. ad elica (il « Napoléon » - 1848), la prima corazzata ( la « Gioire J>) nel 1859 e durante l'assedio di Parigi ( 1871) diresse la costruzione dei palloni aerostatici.

Duquesne (Forte). Località degli Stati Uniti, nella


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Virginia. Ii giorno 8 luglio 1755, mentre il gen. Brad-dock, comandante le truppe inglesi, marciava contro i Fr ancesi che occupavano il forte D ., con le sue truppe i-egolari, rinforzate da. un reparto di milizie comandato da Giorgio Washington, si scontrò con una forte schiera di Francesi e di Indiani i quali, appostatisi nei folti boschi c:he fiancheggia vano la strada, improvvisamente lo assall, mirando specialmente agli ufficiali d i cui 26 furono uccisi e 37 feriti. Il generale inglese, mentre cercava di riordinare i sµoi che fuggivano, cadde colpito da una fucilata e la r itirata venne ordinata e pro tetta dalle milizie, poco prima tenute in niun conto, comandate dal Washington. Dll,qu.csue Abramo. Ammiraglio francese (1610-1688). Combaltè vittoriosamente, restando varie volte ferito, contro gli Spagnuoli dal 1627 al 1643. :Nel 16H comandò la flotta svedese in guerra contro la danese. Continuò a combattere sempre felicemente contro gli Olandesi e contro gli Spagnuoli, e si distinse anche in Italia a Talamona, a Lipari, ad Augusta, a Pa.lermo (1676). Kel 1682 e 1683 bombardò Algeri. Fece ancora una spedizione contro i pirati a Tripoli e bombardò Genova (1684). Non potè esser nominato marescia,llo, perchi:· calvinista; ma alla revoca dell'editto di Nantcs. egli solo, tra i protestanti, fu esente da proscrizione.

Durand (de la Penne, marchese Luigi.} GcncruJc, n. di Nizza (1838-1921). Sottot. del ga:.io nel 1857, guadagnò nella campagna del 1860- 61 la. med. d'argento e l' O. 1·1 . S.; raggiunse il grado di colonnello nel 1879, di maggior generale n el 1887, di Lcn. generale nel 1892, e fu Ispettore del Genio. Nel 1900 venne nominato senatore. Andò in P. A. nel 1906 e a riposo nel 1910.

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Durand Luigi. Generale, n. a Genova nel 1858. Sot-

Duranct Marchese Lui gi

totencnte d'artiglier ia nel 1877, divenne colonnello nel 1910 e COOJ.lllldò il 2• regg. art. da montagna.. Partecipò alla guerra libica e si meritò l'O. M. S. alla battaglia di Assaba. (1913) . Magg. generale nel 1915, tenne in guerra il comando d'art. dell'XI e del VlI C. d'A. e meritò una med. d'argento. In P. A.. nel 1917, divenne ten. generale nel 1919 e nel 1923 assunse il grado di generale di divis. Andò a riposo nel 1927.

Durandi (Stefanc). G enera.le, n. di Nizza nel 1809. Cadetto della brigata Regina nel 1829, partecipò a.Ile campagne del 1848-49, a quella di Crimea nella quale si meritò la menzione onorevole ; a quella del 1859 ove, a Palestro, ebbe l'O. M . S. Colonnello del 9° fanteria. nel 1860, comandò il regg. nella campagna del 1860-61. Ma.gg. generale nel 1861, comandò le brigate Marche e Palermo. rel 1864 venne collocato a i-i poso. Durando (Giov<1mn). Generale, n. a Mondovì m. a Torino (1804-1869). Guardia del corpo a 18 anni, lasciò il servizio n<1I 1831 per le sue idee liberali. Passato iri Portogallo, çolla legione straniera, partecipò alla

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campagna. portoghese restando ferito ad Oporto ( 1833) ad Asp iccira ( 1834) e a.Ila difesa. di Lisbona. Passato al servizio dei Crislini in Ispagna vi raggiunse il g rado di colonnello e poi quello di brigadiere per merito di guerra. Nel 1843 tornò in Piemonte. Xel 1848, col grado ài magg. generale, comandò la divisione pontificia destinata ad operare nel Veneto e d ifese Vicenza meritandosi la mcd. d'ru·gento. Promosso ten. generale in Piemonte ( 1848) e nominato aiutante di campo del Re, ebbe poi il comando della 1• divis. colla qua.le partecipò alla battaglia di N avar a. Comandò in seguito le clivis. di Novara, Cagliari ed Alessandria. Fu in Crimea col comando della I• divisione e si meritò la croce di gr. uff. O. M. S. Tenne poi il comando dell a divisione di Genova e nella campagna del 1859 comandò la 3• e poi ~ la t• divisione. Nel 1860 venne nomin:cto senatore; condusse le pr ime truppe piemontesi in Toscana e fu promosso generale d'armata. Xci 1861 comandò il di partimento militare di Napoli e poi quello di Milano, e nella gucua del 1866 tenne il comando del 1° C. d' A. e rimase ferito. );" el 1867, fu nominato presidente del tribunale supremo militare. Collare del!' Annunziata., nella 1• legislatura, rappresentò al Parlamento il collegio di Cigliano r nella 2• quello di Borgomanero.

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Dura11do Giaco»w. Generale, fratello del precedente, n . a Mondoyì, m. a R oma (1807-1894). Laureato.si in legge nel 1829, nel 1831 per motivi politici esulò dalla

Patria col fratello e con lui combattè nella penisola Iberica, guadagnandovi il gra_ <lo d i colonnello; passato in Francia. (1841) pubblicò: « Della riunione della Penisola iberica. con una alleanza fra d inastie della Spagna e del Portogallo il e poco dopo: « Sulla nazionalità italiana.». Nel 1848 venne a Torino, fondò il giornale « l'Opinione l> e poco dopo, posto a disposizione del governo provvisorio d i M ilano, divenne maggior generale coma ndante supremo dei volontari riuniti in Brescia. e destinati alla difesa del Trentino. Aiutante di campo di Carlo Alberto, fu con lui a Novara ; aiutante di can1po di Vittor io Emanuele II, nel 1855 divenne ministro della guerra. Ten. genera.le nel 1856, fu ministro degli esteri nel 1862, ebbe nel 1866 il comando del dip. mii. di Napoli e nel 1869 divenne presidente del Tribunale Supremo d i guerra. Depu tato di Mondovì e poi di Ceva nelle prime cinque legislature, gra.nd'uff. dell'O. ),f. S. dal 1856, Collare dell'Annunziata, venne fatto senatore nel 1883 e l'anno seguente i!letto presidente del Senato. Scrisse anche: « Schiariment i su lla condotta del generale Durando comandante le tr uppe pontificie nel Veneto» ( 1848) .

Dnrando Leopoldo. Generale, n. a Firenze nel 1864. Soltot. di fan teria nel 1884, fu in Eritrea. nel 1887-88.

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Le fortificazioni di Du razzo nella lotta tra Cesare e Pompeo (,l8 a. C.)

Entrò in guerra contro l'Austria come ten. colonnello; colonnello nello stesso anno 1915, comandò poi la brigata Barletta meritandosi la med. d'argento sul Monte Zcbio ove rimase ferito. Magg. generale· nel 1917, comandò la 13• divisione, poi fu intendente della l" armata, quindi tenne- il comando della 48' divis. Nel 1923 eb.be il grado ( in A. R. Q.) di generale di d ivisione.

Duras (Litigi di). Genera le francese, al servizio dell'Inghilterra ( 1638- 1709). Fu viceré d'Irlanda e comanda n te in capo delle truppe di G iacomo II d'Inghilterra e battè g li Inglesi a Sedgemore. - Altri generali francesi dello stesso nome: Giacomo Enrico (1625-1704), combattè anche in Italia; Gu-ido ( 1630-1702), assunse il comando delle truppe fra11cesi dopo la morte del Turenne e impedì al Il-1ontecuccoli d i conquista re l'Alsazia (1675); G,iovantti Battista (1694-1770). Durazzo (ant. Epidam11.s). Città maritt ima dell'Albania. Fu presa nel 434 dai Corciresi dopo assedio, e dopo sconfitta d i u n a flotta di Corinto inviata in soccorso degli assed iati. I . Pace di Durazzo (205 a. C.). Conclusa fra Roma e la Macedonia, durante la seconda guerra pun ica. Rom;>., impegnata con tutte le sue forze contro Cartagine,

per evitare che Filippo di Macedonia, che era sollecitato dalla grande rivale di portare la guerra in Italia, si rassegna a cedergli un tratto di territorio sui confini dell'Epiro. II. Assedio e battaglia di Durazzo ( 48 a. C.). A:ppartengono alla b'1lerra civile scoppiata tra Pompeo e Cesare, unito al suo luogotenente M. Antonio. Questi ultimi marciarono su D. a llo scopo di _impadronirsene per sorpresa e rifornirsi con le provvigioni quivi ammassate dal nemico. Non essendo riusciti nell' impresa, s'accamparono tra la città e Pompeo, accorso in difesa di essa. Questi pose i suoi al!ogg{amenti suf monte Petra, e ten tò di -assediare il nemico nel suo campo allargando il suo vallo quanto più potè, per costringere Cesare ad assottigliarsi sopra un grande circuito. E così il vallo di Cesare venne ad essere lungo 12 chilometri, quindi troppo esteso, benchè fosse afforzato da robuste opere. A lungo andare i Pompeiani furono costretti a cibarsi di r adici e erbe selvatiche. A un certo momento, Pompeo lanciò improvvisamente le sue legioni contro una delle due estremità delle trincee · nem iche non ancorn ben fortificate, guardate dall~ I X legione, riuscì ·ad espu gnarle, fugandone il presid io:- 'Pet rianimare i suoi, Cesare assalì una legione pompeiana, la quale era an -


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data a occupare un campo v1cmo, stato già dei due eserciti nemici e da entrambi abbandonato, ma venne battuto da Pompeo accorso sul _posto. In questa giornata Cesare perdette 960 soldati senzà contare gli ufficiali e i cavalli. Dopo questo episodio; Cesare risoll•ette di allontanarsi dal mare allo scopo di attrarre il nemico su altro suolo e pareggiare così le condizioni dell'approvvigionamento, poi che Pompeo era padrone allora del mare e più faci lmente poteva rifornirsi. III. Assedio di Durazzo (1081-1082). Appartiene a.Ila guerra di Robe1to Guiscardo contro l' impero bizantino: a tal uopo egli radunò 150 navi a Otranto e Brindisi, con 30.000 u. dei quali 1500 cavalieri normanni. Il 17 giugno 1081, queste forze, dopo aver varcato il

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che mirava a impadronirsi dell'impero d'Oriente, e l'imperatore bizantino Alessio. II 9 ottobre 1107 Boemondo, proveniente dalle Puglie dove aveva raccolto un esercito di 34.000 u., sbarcava presso Valona e marc iava. su D., fortemente presidiata, ponendovi l'assedio, ma dovendo lottare fin dall'inizio contro corpi bizantini, accorsi in aiuto della città. Frattanto le navi imperiali avevano costretto Boemondo a distruggere le proprie: il legname fu utilizzato per costruire torri da battere le mura. Le difficoltà degli assedianti andarono crescendo progressivamente, mentre la città si difendeva con grande energia. E nel settembre 1108 Boemondo si rassegnò a chiedere pace, ottenendola a. condizione di non combattere più contro l'impero e di sciogliere l'esercito; inoltre di lasciare alla sua morte il principato di Antiochia all'impero medesimo. V. Assalto di Durazzo (118S) . Appartiene alla lotta. fra Normanni e Bizantini. Fu dato da una flotta di 200 navi siciliane - trasportanti 60.000 u. - inviate dal re Guglielmo II, al comando di Ma.rgaritone e del

Torrione v eneziano a Du1·azzo

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Assed io di n ,1razzo ('1081-1082) mare e presa Corfù e Valona, assalivano D., difesa da Leone Giorgio Paleologo. Nel luglio, una flotta veneziana, alleata dei Bizantini, comandata dal doge Dome.nico Selvo, battè con l'aiuto di navi bizantine la flotta norn1a.n.na, troncando così le comunicazioni di Guiscardo con le Puglie. Il 18 ottobre, l'imperatore bizantino Alessio giunse con forte esercito (70.000 u.) davanti a D. e attaccò le truppe di Roberto, il quale aveva bruciato il resto delle sue navi. L'ala. destra. normanna piegò dapprima, e subito dopo contrattaccò sbaragliando gli assalitori. La. seconda. linea. greca fu a sua volta contrattaccata da Roberto e respinta in disordine. La terza fi la dei Greci allora si diede alla fuga, trascinando con sè il resto dell'esercito. Paleologo, che aveva tentato una sortita, fu ricacciato nella piazza, l'assedio della quale fu ripreso con vigore: alla difesa partecipavano anche coloni veneziani, e contro gli assalitori venne adoperato anche il fuoco greco. Il 14 febbraio 1082, i Normanni, essendo riusciti a entrare in città per tradimento di un veneziano, dopo tre giorni di lotta. accanita. nelle vie domarono la resìstenza dei difensori (19-2- 1082). IV. Assedio di Durazzo ( 1107- 1108). Appartiene a.Ila lotta fra il normanno Boemondo, principe d'Antioch ia,

principe Tancredi. I Greci, comandati da G iovanni Brana, anche per l'impopolarità che avevano destato in città, non riuscirono a resistere all'assalto, che il 24 giugno diede ai Normanni il possesso della. città. VI. Combattimento di Durazzo (1264). Appartiene alla guerra tra. Veuezia e Genova. L'ammir. genovese Simone Grillo, appostatosi presso D ., assalì un convoglio di navi veneziane provenienti dall'Oriente, sbaragliò e fugò la. scorta, fece un ricco bottino. VII. Occupazi.one e sgombro di Durazzo (Guerra mondiale - 20 dicembre 1915 - 26 febbraio 1916). Per proteggere la ritirata dell'esercito ser bo, in rotta dopo la seconda offensiva austriaca. del 1915, la brigata Savona venne trasferita da Valona a Durazzo, al comando del gen. Guerrini con 2 blr. montagna.; essa giunse a destinazione il 20 dicembre. Ammalatosi il gen. Gu err ini e sostituito dal gen. Giacinto Ferrero, si prospettò il problema dello sgombro della città, la cui occupazione, compiutosi il ripiegamento serbo, non aveva più ragioi1e di essere, mentre gli Austriaci, che avevano occupato il Lowcen e costretto alla resa i Montenegrini, si stavano avvicinando. Frattanto, il 29 dicembre 1915, l'esploratore austriaco Helgoland, coi cacciatorpediniere Ba.la.ton, Czepel, Tatra, Lika e Triglaw, attaccava D.; le u ltime siluranti entravano nel porto e aprivano il fuoco contro un veliero greco, il Micael, arenatosi parecchie setti-


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T p i roscall ationclall a DU)'azzo (Agosto 1015)

m ane prima e abbandonato dall'equipaggio, contro le .caserme e gli accampamenti italiani. Il L ika, manovrando, urtò in due m ine e si perdette; il Triglaw, danneggiato gravemente dall'esplosione di una terza, fu abbandonato e a ffondò sulla via del ritorno. L'avanzata austriaca su D. raggiunse le posizioni ,wanzate italiane il 22 febbraio. La mattina del 24 venne iniziato il fuoco da parte delle artiglierie nemiche e poco dopo anche le fanterie cominciarono ad avanzare sotto la protezione delle mitragliatrici. All'estrema dr. gli Austriaci, in forze preponderanti, riuscirono a .sfondare la linea, mentre sul resto gli Italiani resistevano tenacemente; un contrattacco tentato poco dopo non valse a ristabilfre la posizione. Alle 9,30, data la _-crescente pressione del nemico, che ormai avanzava da -ogni parte, forte di circa 20 bgl. e 6 btr., anche il bgl. in riserva fu mandato sulla linea di fuoco, mentre si disponeva il ripiegamento a scaglioni verso la città, che si compì ordinatamente alle ore 19. Sei dei 14 pezzi da 87 mm. si dovettero abbandonare per mancanza di train i, mentre si lamentò la in1possibilità, per la stessa rag:one, di spostare le artiglierie secondo le mutevoli esigenze del combattimento. Alla fine della giornata le truppe italiane avevano perduto 768 u. e 23 ufficiali, fra morti feriti e prigionieri Ridotta l'occupazione italiana alle mura della città, il gen. Ferrero, che aveva il comando della piazza, richiese 1 mezzi di imbarco per portare in salvo- a Valona le truppe ai suoi ordini. Al mattino sul 24 Essad pascià s i imbarcò su un cacciatoi:-pediniere e poco dopo, sul p rimo piroscafo a rrivato salirono 400 persone del suo seguito, fra gendarmi e civili. Verso mezzogiorno i primi colpi dell'a.r tiglicria nemica caddero sul pontile d'imbarco e su lla piazza vicina. Nel pomeriggio giunsero a ltri tre p iroscafi su cui si imbarcarono materiali e derrate della colonia italiana; per proteggere il pontile dai colpi austriaci, si costruì un parapetto d i sacchi di farina che erano nei magazzini della dogana. Nella notte s i imbarcarono i feriti e gli arrunalati, nonostante che il ma1·e si facesse burrascoso, e il 25 si sollecitò l'invio di altri mezzi per completare lo sgombro, reso sempre più diftìcile d al nemico, il quale, occupate tutte le alture, bombardava efficacemente la città e i punti d'imbarco, contrabattuto dai pezzi delle R. navi Libia e Puglia e -da una btr. da 120 rimasta a terra. Al mattino seguente, giu nti finalmente i mezzi necessari, ebbe principio lo sgombro del grosso. Alle 21 tutte le truppe erano state imbarcate dopo avere incendiato le polveriere e i maga.zzini, costituendo così una barriera di fuoco all'in •Calzare del nemico che ormai era entrato in città. Verso k l?4 il convoglio si metteva in moto. Nell'operazione le perdite si limitarono a un morto e 15 feriti. Andarono perdu ti tutti i quadrupedi che furono abbattuti.

VIII. Distruzione della base 11.avale di Durazzo (Guerra mondiale_ 2 ottobre 1918). Coll'occupazione di D. gli Austriaci avevano potuto costituire una base navale e militare, sia per disturbare il traffico marittimo degli Alleati nel basso Adria tico, sia per appoggiare e rifornire Je truppe operanti in Albania. Se ne imponeva, col progredire delle operazioni, la distruzione, che fu organizzata dal comandante in capo dell'armata navale, viceamroir. Cusani Visconti. Ebbe il comando delle forze navali il contrammir. Paladini colla sua divis. (S. Giorgio, Pisa e San Marco) scortata da 4 caccia torpediniere inglesi e 7 torpediniere e 4 mas italiani, coadiuvato da un gruppo d i na vi inglesi comandato dal

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Dis truzione della base nava le cli Durazzo (2 ottobre 19-18) commodoro Kelly (Lowestoff, Dartmo.uth e Weymouth) scortato da 5 cacciatorpediniere_ Contro even tuali mosse della flotta austriaca, era in crociera il capo di S. M. della Marina viccammir. Tahon di Rcvel col grosso delle forze navali; in agguato sulla rotta Cattaro-D . erano


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8 sommergibili. Contemporaneamente all'azione navale si svolgeva un'azione aerea, affidata a 47 velivoli italiani e 38 inglesi. Alle 11 la divis. Paladini raggiunse D. e mentre la Pisa e la San Marco distruggevano i pontili e le caser• me, controbattendo le batterie austriache, e la Sail Giorgio incendiava e affondava le navi all'ancora, i velivoli bombardavano le opere della difesa. L'operazione fu condotta felicemente a termine nonostante la presenza di tre sommergibili e di tre silurant i austriache, una delle quali fu colpita dal siluro di un mas e un'altra da colpi di granata. Il nemico riuscì a silurare l'esploratore inglese Weymou th che però raggiunse la base coi propri mezzi.

D'Urbal ( Vittorio). Generale francese, n. nel 1858. Generale di brigata di cavalleria all' inizio della guerra, combattè sulla frontiera fin dai primissimi giorni. In settembre era generale divisionario, in ottobre di C. d' A., distinguendosi nelle battaglie della cc Corsa al mare ll ; nel 1915 passò a l comando d'armata nella zona delle Fiandre, e poscia al comando di gruppo d'armate. Si distinse soprattutto nelle lotte sull'Yser del 1914-1915, impedendo che i Tedeschi sfondassero in direzione di Calais e più tardi nell'offensiva d'Artois nel 1915.

Durer Alberw

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liani e Spagnuoli s'avanzarono contro una breccia fatta dal cannone per dare l'assalto e riuscirono a penetrare nel primo fosso, gettandosi nel secondo; l'acqua profonda però rese difficilissima l'avanzata. I difensori si batterono con accanimento, sostenuti dall'esempio del comandante, Flattcs, finchè la rovina d'una casa bombardata non lo travolse in modo che ne morì. Scoraggiati, i difensori furono sopraffatti dagli Imperiali che presero la piazza saccheggiandola.

Durer (Alberto). Pittore e ingegnere mii. tedesco (1447-1528). Pittore della scuola tedesca, maestro dell'incisione in legno ed in rame. Come ing. mii. diede norme per la costruzione delle volte casamatte, studiò il fiancheggiamento delle parti del fronte bastionato e perorò l'utilità di costruire abbondanti ricoveri. Lasciò le « Istruzioni per la fortificazione delle città, castelli e borghi» (1527). I progetti del D. contenenti ancora torrioni in muratura, non furono eseguiti, giacch.è ai suoi tempi si diffondeva già. per il mondo la fortificazione bastionata italiana.. Del resto, le sue proposte erano molto simili a quelle di Giuliano da San Gallo, messe in esecuzione a Ostia 44 anni prima. 'rracc1alo

Du r elli Guslavo

Durbo. Villaggio sulla costa della Somalia italiana.. II 2 dicembre 1903 il sambuco italiano Antilope lo bombarda va in seguito al rifiuto opposto di inalberare la bandiera italiana. Nel conflitto rimaneva ucciso il tenente di vascello Grabau. La nave inglese Mohawk accorreva da Bender Kassim, sbarcava un contingente di truppe che attaccava i ribelli obbligando il sultano dei M igiurtini a riparare verso l'interno. Sopraggiunta la Volturno, dichiarava il blocco della costa e ne bombardava alcuni punti. Tale azione fu sospesa per non intralciare le trattative degli Inglesi col Sultano dei Migiurtini affine d'indurlo a combattere il Mullah. Durelli (G1,.,tavo) . Generale, n . a Napoli, m. a Roma (1845-1917). Sottot. del genio nel 1864, nel 1897, da colonnello, fu direttore dei genio alla Spezia e nel 1903, col grado di magg, generale, a Napoli. Nel 1907 andò in P. A. e nel 1912 a riposo col grado di ten. generale. Ouren (ant. Marcodurmn). Città della Prussia sul Roer; di fondazione antichissima, fu rinomata per le sue fabbrid1e d'armi. Assedio di Dii.rett (1543). Appartiene alla guerra di Carlo V contro il duca di Clèves. L'imperatore vi pose l'assedio; il tiro delle artiglierie ebbe scarso effetto, data fa copertura dei muri con ottimi argini in terra. Ita-

Metodo di Fortificazione ciel Dure1'

Durfort (Giacomo Enrico). :Maresciallo di Francia ( 1625-1704). Combattè in Italia e in Germania, segnalandosi specialmente alla battaglia di Marignano e alla presa di Mortara (1658); comandando poi l'esercito del Reno conquistò Philipsburg e Mannheim. Furono pure marescialli di Francia : Giovanni Battista Durfort, figlio del precedente ( 1684-1770) e Emanuele Durfort, figlio del precedente (1715-1789), che corobattè anche in Italia . Un generale Durfort Boissières ( 1753-1822) combattè nelle file degli emigrati e ritornò in Francia sotto i Borboni. Ourini (conte di M01,za, Gi1tseppe) . Generale, n. nel 1859, m. a Milano nel 1920. Sottot. di cavalleria nel 1879, iaggiunse nel 1911 il grado di colonnello comandante il regg. Genova, Collocato in P . A. nel 1915, raggiunse nella r iserva il grado di rilagg. generale. Durnkrut. V. M:archfeld, Durkheim. Città. del Palatinato bavarese sull'Isenacb. Fondata nel ~ecolo VIII, venne presa dagli Spagnuoli nel 1632, e dai Francesi nel 1674, 1689, 1794.


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DuR Ba.ttaglia cli Durklwini (S gennaio 1675). Appartiene alla guerra in Germania di Luigi XIV. Dopo la granòe battaglia di Mulhouse, le truppe austriache s'erano ridotte (circa 35,000 u.) presso D . agli ordini di Federico Guglielmo. Turenne marciò all'alba òel 5 gennaio contro òi quelle, con 30.000 combattenti, e fece attaccare D., che fu presa. 30 sqdr e 12 bgl. tedeschi con 6 cannoni mossero al contrattacco, e fecero ripiegare alquanto le lntppe del Turenne. R icevuti rinforzi, esse avanzarono di nuovo, accolte da vivissimo fuoco; malgrado ciò si slanciarono all'attacco, e la lotta. òurò accanita finchè sopraggiunse la notte a far cessare le ultime azioni; le truppe rimasero sulle posizioni conquistate sulle alture sopra D., pronte a riprendere il combattimento nell'indomani. Ma nel mattino seguente gli Imperiali non erano più sul posto, avenòo Federico Guglielmo deciso di approfi.tta.re dell'oscurità per ritirarsi indisturbato.

DuT

completamente sbaragliati, volsero in fuga perdendo circa 6000 u ., e parecchi cannoni. I Francesi ebbero una perdita di circa 1200 u.

Duroc (Gerardo). Generale francese (1772-1813). Partecipò a.Ila canipagna d'Italia del li96 ed a.Ila spedizione in Egitto; firmò nel 1.306 la pace con la Sa.se sonia e trattò l'armistizio dopo la battaglia di Friedland. Fu da Napoleone nominato duca del Friuli. Morì in seguito ad una grave ferita .,J ventre riportata alla batta.glia di Bautzen. Ousack. Sorta di sciabola boema del XV secolo, di ferro, senza manico e senza guardia: veniva impugnata.

con la mano coperta d'una manopola di ferro o di pelle di daino, che arrivava fino al gomito.

Ousnasi (Antonio). Generale, n . a Vercelli nel 1870. Sollot. di fanteria nel 1892, frequentò la Scuola di guerra e passò nel corpo di S. M. Ebbe la croce dell'O. M. S. per avere con int.elligenza e fede organizzato l'oper a di difesa durante l'offensiva austriaca nel Trentino (1916). Colonnello nel 1917, alla fine di detto anno ebbe il comando del R. corpo delle truppe coloniali in Eritrea. Passato in P . A. S., venne nel 1924 promosso generale di brigata. Du 'l'e rrali (Balar<lo)

Duroc Gerardo

Durnstein (o Durre1tstei11) . Borgo dell'Austria, sul Danubio, presso Krems, anticamente fortificata con castello. Durante la campagna napoleonica contro l'Austria e la Russia, un corpo francese, costituito dalle divis. Dupont e Gazan, al comando del maresc. l\fortier, passò il Danubio a Linz, pe_r manovrare contro i Russi sulla sr. ciel fiume. Il 9 novembre il gcn. russo Kulusov, non volendosi impegnare in un'azione decisiva, passò anche lui il fiume, mentre i Francesi avanzavano lungo la via alzaia fra Stein e Krems, su due colonne di divisione, intervallate di una giornata di marcia.. I Russi, avuta notizia. ciel movimento, si appostarono presso la stretta di D. formata dal corso del fiume, che si serra contro le alture, per prendere in mezzo i Francesi e costringerli alla resa. Nella notte sull'll novembre questi bivaccarono dinanzi all'abitato e al mattino furono improvvisamente fatti segno al fuoco nemico. Dopo accanita resistenza contrattaccarono le masse russe e ne ebbero ragione. Raccolte le sue truppe, il Kutusov dispose che l'attacco fosse rinnovato, e, girando la posiz;one francese, piombò con forze soverchianti alle sue spalle. La situazione era d isperata, quando il magg. Henriocl, che si trovava nel punto d'onde più violento procedeva l'attacco nemico, notò come i Russi avanzassero da una stretta via, chiusa fra due alti muri. Per suo consiglio , i decise di attaccare quello sbocco, donde il nemico con un fronte non superiore agli otto uomini, contenuto com'era dai due muri, non poteva spiegarsi. D i fronte all'impeto francese le prime linee furono sbaraglia te. Nella fretta cl i ritirarsi si confusero con quelle retrostanti ; il disordine e lo spavento, aumenta ti dall'oscurità della notte, che ormai era calata, impedirono che si vedesse lo scarso numero dei Francesi, e i R ussi,

Ousseldorf. Città della Germania già capitale del ducato di Bcrg, sul Dussel al suo confluente col Reno. Nel 1288 si costituì in comune. Presa di Dii.sselclorf (8 settembre 1795). Appartiene alle guerre della Rivoluzione. L'ala sr. dell'esercito francese, costituita dall'armata della Sambra e Mosa, comandata da Jourdan, era giunta nella notte dal 7 al1'8 sdtembrc cli fronte a D . Piazzate le artiglierie sulla riva sr. del Dussel, J ourdan fece passare il Reno su barche alle fanterie, di notte, ed arrivò sulla riva. opposta di fronte a D. Gli avamposti austriaci se ne accorsero, e dato l'allarme iniziarono il fuoco. I Fr ancesi, agli ordini del generale Championnet, sbarcati, mettono in fuga gli avversari, e, avanzando sul ghiaccio, intimano la resa alla Piazza, che cede le anni : vennero fatti così 2000 prigionieri e p resi 160 cannoni, 10.000 fucili, munizioni.

D'Ussillon (barone Francesco). Generale, n. a La Roche-sur-Foren, m . a Torino (1798-1866). Nel 1839 era colonnello del 9° regg. fanteria. Nel 1843 passò a.I comando del 2° regg. Magg. generale nel 1816, comandò la brigata Savoia e nel giugno 1848 andò a riposo. Nel 1849 gli venne affidato il comando della guardia nazionale di Genova. Duteil (Giovanni). Generale francese (1738-1820). Fece le campagne francesi ciel 1i89 al 1813; scrisse su problemi di ta ttica. - Un suo fratello (G iovanni Filippo, 1722-1794) fu pure generale francese, ma segui gli emigrati, e, catturato a Lione, fu condannato a morte. Du Terrai I (Pietro). Conosciuto col nome di Baiardo (era signore del castello di Bayard presso Grenoble) e detto il << cavaliere senza macchia e senza. paura,, (1476-


Du"r 1524). Partecipò alla spe<lizionc d i Carlo VII1 in Italia e si battè a Fornovo ; quindi alle guerre di Luigi XII jn Italia, distinguendosi al Garigliano, a Brescia, ad Agnadello; infine alle guerre di Francesco I pure in Italia, distinguendosi a Marignano. Nel proteggere la ritirata dell'esercito francese a Romagnano Sesia, cadde colpito a morte.

Dutour (Cristoforo). Generale p iemontese, morto a Chambéry nel 1799. Partecipò alla guerra di Successione d'Austria; nominato nel 1782 colonnello comandante il rcgg. Genevese, divenne brigadiere nel 1788. Comandante provvisorio del ducato di Savoia nel 1789, magg. generale di fanteria nel 1790, nell'anno seguente diven. ne governatore della città e castello di Annecy. Duumviri navali. Creati nel IV secolo a. C. in Roma per presiedere alle cose della flotta, compresa la gestione amministrativa, venne nel 181 a. C. d iviso il loro compito. L 'uno guai·dava il litorale dal Capo delle Campanelìe a Marsiglia; l'altro dal detto Capo a Bari: ciascuno aveva 10 navi a disposizione. Nel 178 a. C. furono aggiunti altri due D., uno con residenza ad Ancona, l'alu-o ad Aquileia. Presero poi il nome di prefetti. Duvaux (Antonio). Pittore francese di battaglie ( 1818-1884). Fra i suoi quadri sono rimarchevoli: « Ca-

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r ica di corazzieri a Valmy >l; « Atta.eco della H ayeSainte »; « Assalto di Sebastopoli ».

Du Villar. Reggimento piemontese, costituito nel gennaio 1704, coi migliori clementi dei bgl. del!a milizia nizzarda. Partecipò alla campagna di quell'anno, e nel novembre fu incorporato nel regg. di Piemonte. Duvivier (Francesco). Generale francese (17941848). Fece la campagna del 1814; fu nel 1825 istruttore delle truppe tw1isine; prese parte alla campagna d'Algeria, dove d ifese Medeab. Nel 1848 na generale di divis., e deputato e comandante della guar dia mobile a Parigi e cadde combattendo contro gli inS-Orti del giugno. Scrisse varie opere, fra le quali: (( Osservazioni sulla guerra di Successione di Spagna>>; « Soluzione della questione d'Africa l>. Dynammon. Esplosivo di sicurezza al nitrato di ammonio, di cui esistono numerose varietà, particolarmente in uso in Germania e in Austria. Il nitrato di ammonio entra nel miscuglio nella proporzione del 70 al 9So/o, in unione a sostanze diverse che possono essere: segatura di legno, car bone, trotyl, dinitronaftalina, perclorati, ecc. Il tipo al quale, durante la grande guerra, gli eserciti degli Imperi Centrali ricorsero in larga misura corrispondeva alla composizione centesimale seguente: nitrato d i ammonio p. 86, carbone p. 14.


E:. Fu chiamata E, in un primo tempo, la brigata di fanteria Vicenza, costituita per la guerra 1915-1918 su tre reggimenti (277, 278. 279). Eads (Giacomo Battista). Ingegnere navale degli Stati Uniti d'America del secolo XIX. Duran te la guerra di Secessione fu nominato capitano di vascello dei Confederati, per aver organizzalo una speciale squadra di 20 navi colla quale combatté sul Mississippi; esse erano munite d i torretta corazzata con rotaie di ferrovia. Battelli più piccoli armò di bombarde e mortai. Nel 1861 costruì ì corazzate di tipo speciale che pescavano solo 2 m., erano annate di 13 grossi cannoni ciascuna, a vevano una velocità di 9 miglia all'ora. Nella primavera del 1862 assieme all'Ericson p rogettò 5 monitori fluviali la cui torre si a lzava e si abbassava meccanicamente, dando così le prime basi delle future torri ad eclissi, adottate poi anche dall'Italìa. Early-Jubal. Generale nordamericano (1815 -1891). Prestò servizio nell'artiglieria; laureatosi poi in legge, lasciò l'esercito, nel quale rientrò per la guerra contro il Messico. X ella guerra di Secessione, tra le file dei Confedera ti, guadagnò a Bull's Run il grado di generale. Lasciò un volume di «lviernorie » sulla campagna del 1862. Ebelsborg. Villaggio dell'Alta Austria, sulla Trau. Il 3 maggio. 1809, durante la campagna d i Germania, il ponte di E. era difeso con 30.000 u. e 80 cannoni dal gen. austriaco H illcr che, respinto da lla linea dell'lnn, si preparava a resistere all'avanzata di Napoleone. La brigata leggera francese <lei gen. Coheorn, costituita dai Tiragliatori del Po e dai cacciatori Corsi, assalì e travolse l'avanguardia nemica, inseguendola e JX\ssando con essa il ponte, s ino a giungere alle case d i E., combattendo. per le strade. Questo successo determinò Massena ad avanza.re in rincalw, mentre Lanncs, varcato il fiume a \.Vells, avanzava dalla. destra. G li Austriaci, dopo avere fatto ancora u n po' di resistenza sulle a ltu1·e, si ritirarono dopo avere perduto 7000 u. Eber . Generale ungherese del sec. XIX. Combattè

nelle file degli insorti ungheresi contro l'Austria nel 1849; poi percorse l'Asia. come corrispondente del Tirncs. Nel 1860 si arruolò nei M ille e vi raggiw,se il grado di colonnello al comando della. 2° brigata della 15• divisione (Turr) distinguendosi a M ilazzo e sul Volturno. Tornalo in patria fu deputato al parlamento ungherese.

Eberhard ( Carlo). Generale, 11. nell'Ungheria. nel 1825. Nel 1849 combatté contro l'Austria; passato nell'esercito turco, partecipò alla guerra del 1854-56 contro i Russi in Asia. Nel 1859 si a.rruolò nella Legione Ungherese a l servizio del Regno di Sardegna e nel 1860, col grado di colonnello, partecipò alla spedizione dei Mille e comandò la 3" brigata della 17" divisione, guadagnando a Capua la croce di ca v. dell'O. J.1,,1. S. Passato con lo stesso grado nel R. Esercito comandò il 4° regg. fanteria e partecipò al doloroso episodio di Aspromonte, ottenendo la croce di comm. dell'O. M. S. Partecipò infine a lla can1pagna del 1866 e promosso magg. generale comandò la brigata Livorno. Ebernburg (o Ebernberg). Villaggio della Gcnnania sul N al1e, affluente del Reno. Assedio di Ebernburg (5-28 settembre 1697). Appartiene a lla terza guerra di conquista di Luigi XIV. Il 5 settembre il principe di Baden, comandante degli Imperiali investì la piazza, e nella. notte dal 20 al 21 venne in iziato il fuoco d'artiglieria. Nella notte dal 26 al 27 gli Imperiali riuscirono a fare breccia, e verso le 14 del 27 diedero un assalto generale, costringendo i difensori a. capitolare. La guarnigio11e ottenne gli onori d i guerra.

Ebner (barone Gi,useppe). Ufficiale austriaco del secolo XIX. Perfezionò l'accensione delle mù1e subacquee, sia per mezw dell'elettricità, sia. per contatto. Durantq la guerra del 1866 salvò da sorprese Fasana e Pola, e già nel 1859 aveva difeso Venezia per mezzo di un sistema di mine subacquee. Eboli (ant. Eb1tri). Città in prov. di Salerno. Fino a.I 1640 rimasero i ruderi dell'antichissima cittadella e delle sue mu ra di grossi macigni. Nel 1495 l'esercito di Ferdinando II, comandato da Tommaso Carafa si scontrò nei pressi di E. coi Francesi comandati dal D i Précy. Erano i Napoletani più numerosi dei Francesi, che disponevano di 1000 cavalli, 1000 fanti svizzeri e 800 calabresi. Sicuro del successo, il Caraia dispose le sue forze in largo semicerchio per avvolgere i Francesi e di-


EBO

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.struggerli. Q uesti però, resistendo aJl'attacco della cavalleria avversaria, la costrinsero a r ip iegare sulla propria fanteria, i cui ordini ne rimasero disordinati ; ben presto essa Iu in fuga, inseguita dai nemico; quelli che si salvarono riuscirono a stento a raggiungere E. dove ripararono insieme al CaraJa.

Ebrei. Trasferitasi in Egitto la famiglia di Giacobbe, dice la tradizione biblica, questa in 430 anni di dimora in quel paese sarebbe d iventata popolo numeroso che Mosè e quindi Giosuè condussero alla conquista della terra di Canaan, loro patria di origine. N umerose furono le guerre a cui essi presero parte, sia per difendersi dagli assalti esteriori, sia per sopravvenute discordie interne. Nel 975 a . C. si divisero in due Stati, Giuda e Israele, che in breve decadderq e, conquistata nel 712 è, 718 Israele per opera· di Salmanassar, e ne1 588 o 606 Gerusalemme per opera di Nabucod01,10sor; gli E. furono in massa tratti prigioni a Babilonia. Nel 536 Ciro consentì agli E. di rientrare in patria, e quivi essi ricostitu irono lo Stato sotto l'alto dominio della Persia . Nel 332 Alessandro Magno conquis tò la Palestina nel 315 Tolomeo Lagide prese Gerusalemme, nel 203 il re siriaco Antioco il G rande li annesse ni suoi Stati, nel 166 gli Ebrei si solle,v arono condotti da Giuda Maccabeo e dai fratelli Gionata e Simone, r iconquistando nel 160 la propria libertà. Fra il 126 e il 106 Giovanni Ircano re e sommo sacerdote, conquistò Sama ria e Idume~. Seguirono fino a l 63 lotte intestine fra i suoi discendenti, che fu1 irono colla conquista romana ad opera di Pompeo, chiamato a Jecidere fra i contendenti. Ribelle ai Romani, Gerusale,nme fu ,accheggia ta da Licinio Crasso che distrusse il .t<-rnpio. Antigono, ,fat to re coll'aiuto dei Parti, fu sracdato dal trono da Erode il Grande sostenuto dai Romani, il qua.le nel 37 prese Gerusalemme lasciando nel 3 a. C. la Palestina divisa fra i suoi quattro figli assistiti d a Procuratori Romani, che ebbero l'effettivo governo della tetrarchia (Giudea, Galilea, Iturea e Batanea). Nel 66 gli E. si ribellarono anche ai Romani, ma nel 70 d. C. Tito riconquistò Gerusalemme e disperse il popc.,Jo E. che da quell'epoca non potè p iù ricostituirsi in unità nazionale: ì-•.Tel 120 d. C. gli u ltimi E. rimasti in Palestina, sotto Bar Cocheba si sollevarono peF l'n!,ima volta, ma la rivolta, repressa da Adriano, terminò colla distruzione di Genisalemme e del T el":pio, a vvenuta 11el 135 . Istitueioni militari degli Ebrei. L'obbligo a 1 s~rvizio militare era generale e tre volte all'anno tutti i validi da 20 anni in su erano rassegnati. Erano es~uti i soli sacerdoti e coloro che fabbricavano case, piantavano \'igne e prendevano moglie. I soldati erano d ivisi in corpi di 10.000 u., legioni di 1000, compagnie di 100 e drappelli di 50, secondo la famiglia e la casata, e nell'accampamento sotto le proprie insegne, si disponevano intorno al Tabernacolo. Le tende erano di cuoio, di pelli di pecora o di cammello, oppure di tela. Per determinate imprese venivano costituiti reparti speciali. In guerra le tribù nomadi, ricoverate le fam iglie e gli a.veri nelle città fortificate, formavano l'avanguardia dell'esercito che marcia va diviso in quattro parti, di tre tribù ciascuna, fra. la. 3• e la 4' delle quali procedeva il Tabernacolo scortato da.i Lev'iti. Per la guerra erano nominati s~eciaÌi comandanti. Gli E. attaccavano il ne-

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Ecc

mico avanzando a massa e gridando, prmu i fanti leggeri, poi quelli pesanti, colle lance in resta.

Ebro (ant. Ebero) . Fiume della. Spagna. I. Battaglia dell'Ebro (21ì a. C.). Appartiene a lla :,econda guerra punica e fu combattuta alla foce del fiume da Cneo Cornelio con 35 navi, contro 40 navi cartaginesi comanda.te da Amilcare (secondo Polibio; da I milcone secondo Livio). Affrontatisi coi nemici, i Cartaginesi in breve andarono in volta, perdendo subito sei navi : incalzati dai Romani, si gettarono alla spiaggia e, salta.ti fuori, salvaronsi a terra., lasciando 29 navi nelle mani degli avversari. II. Battaglia dell'Ebro (216 a . C.). Appartiene alla seconda. guerra punica e fu combattuta sulle rive del fiume da.i fratelli Scipione contro Asdrubale, per im·pedire che questi, secondo gli ordini ricevuti da Cartagine, passasse in I talia. e si unisse con Annibale. Gli Scipioni sapevano che l'esistenza politica della loro patria si d ifendeva sull'Ebro. L'esercito romano fu schiera to in tre linee, con la cavalleria alle ali. Asdrubale mise a l centro gli Spagnuoli, nel corno destro i Cartaginesi, nel s inistro gli Africani e i mercenari; i cavalieri numidi li aggiunse alla fanteria cartaginese, gli a ltri cavalli a.i fanti africani. Nel primo scontro gli Spagnuoli vç,lta.rono le spalle ai Romani che si avanzarono con grande impeto; ma non per questo fu meno viva la zuffa a.Ile ali, dove ebbero il sopravvento i Cartaginesi per un certo tempo. Ma. la fuga degli Spagnuoli permise ai Romani di volgere le loro schiere vittoriose del centro contro le a li nemiche e la loro vittoria fu completa. Grande la. strage; e se gli Spagnuoli non si fossero <lati alla fuga appena principiata la zuffa, imitati dalla cavalleria che' r itenne subito perduta. la battaglia, pochi sarebbero scampati di tutto l'esercito.

ÌII. Battaglia dell'Ebro (206 a.. C.). Fa parte della seconda guerra punica e fu combattuta da.I proconsole P. Cornelio Scipioµe contro indigeni ribelli. Questi si erano schierati in battaglia in angusta pianura e Scipione li affrontò con le fanterie, mandando la propria cavalleria a compiere un movimento aggirante, che riuscì perfettan1ente. L 'accampamento nemico fu preso, con 3.000 prigionieri. I Romani ebbero 1200 morti e 3000 feriti: la strage dei nemici fu grandissima. IV. Battaglia dell'Ebro (i8 a. C.) Appartiene alle guerre civili dop,o la morte cli Silla e fu combattuta e vinta dal questore sertoriano Lucio Irtulcio contro Jl pretore ottimate Lucio Manlio, il quale, sconfitto con grandi ·perdite, fu rigettato a l di là dei Pirenei.

Ecatontarchia. Una compagnia. intera di fanti lcg.. geri, nell'ordinanza greca antica, della. forza d i centoventotto uom ini, secondo E liano, e costituita di d ue pentecontarchie: era un rettangolo di 128 u. (16 per 8). Ecbatana (Battaglià). Fu combattuta nel 549 a. C. tra Astiage, re della Media, e Ciro, principe della Per7 s ia che vittorioso, divenne fondatore di questa nuova m;narchia: la Persia., che dopo esser stat~ soggetta all'Assiria e alla Media, si levò ora a monarchia indipendente. Eccezioni. Si comprendono sotto questo nome tutti i tem peramenti all'obbligo genera.le e personale al servizio militare e precisan1ente : esclusione per incapacità


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morale (indegnità); esenzione per incapacità fis ica od intellettuale; ritardo nella chiamata a lle a rmi nell'interesse d i alcune categorie di cittadini ; riduzione della durata n·ormale della ferma per individui in determinate condizioni di famiglia.; esenzione dai r ichiami in tempo di pace pe i funzionarii ed impiegati addetti a pubblici sct·vizi d 'interesse generale; esenzione a favore dei residenti all'este ro; limitazioni nel se rvizio d i guerra: a) per la tutela d ell'istituto familiare (licenze ( V.) agricole, licenze straordinarie, avvicinamento alla famigli a, l'esonero dal servizio di p rima linea) ; b) per provvedere ai varii bisogni deìl'Esercito e <lella Nazione (destinazione a reparti lavoratori nelle officine e negli stabi limenti d i produzione, esonero dal servizio per i capi di aziende industriali e per operai specia lizzati, esoneri agricoli); e) per il funzionamento di determinate istituzioni civili (guardie carcerarie, funzionarii di pubblica sicurezza, impiegati cd agenti delle capitanerie di porto, eperai degli arsenali e cantieri navali. (V. anche Reclutamento, Le-ua, Servizio militare, Licenze. Esen?:ione, Ferma, Escmero) .

Echaniz (Francesco) . Generale, n. a Casale nel 1866. Solto!. del genio nel 1886, p rese parte alle campagne d'Africa 1888-1889, alla campagna di Libia, alla g,.1ena. çontro l'Austria guadagnandosi nel grado di colonnello la croce di cav. dell'O. M. S. Dopo la guerra comandò il l O e il 5° regg. genio e fu comandante del genio del C . d'A. di Palermo; collocato in P. A. (1924) raggiunse nel 1927 il g rado di generale di brigata. Echar (Cinui). Sull'altipiano di Asiago; insieme col monte Valbella, il Col del Rosso, il Col d'Echele ed il monte Melago, nella sistemazione difensiva che le nostre posizioni ebbero sull'altipiano dopo gli avvenimenti del novembre-dicembre 1917, costituì una specie di rid otto ellittico attorno alla depressione di Val Melago. Il 15 giugno del 1918, iniziandosi la battaglia sul Piave, il nemico, dopo averla sottoposta ad un terribile bomba.rdamento, attaccò la posizione, presidiata da reparti del 13° fanteria. Con mirabile tenacia ed eroismo i fanti della Pin erolo tennero lesta a i violenti e reiterati a ttacchi avversari ; qualche tratto d i trincea di prima linea, che fu dovuto sgombrare, venne intera.mente riconquistato con i nostri contrattacchi del giorno seguente; il resto della linea, fu10 alla val Frenzela, fu poi riconquistato con u na bella azione svolta il 29 giugno. Echauri. Villaggio d ella Spagna nella Riviera d i Navarra; presso Enorbia. Nel 1837, durante la guerra Car·ìista, vi avvenne uno scontro (18 settembre) f ra Carlisti e<l un mezzo bgl. della legione straniera, in gran parte costituita d a I taliani, che riuscì vittorioso per quest'ultima. Echel~ (Col d'). Sull'altipiano cli Asiago. Nella nostra s istemazione difensiva dell'ultimo anno d i guerra il Col d'Echele e il Col del R osso costituivano una cortina che riuniva il monte j\,felago a lla dirupata val Fremda e proteggeva da oriente il fronte d i gola del ridotto elittico Cima Echar - m. Mela.g o, che aveva funzioni di fiancheggia.mento avanzato e di c;oper tura delle nostre lince verso la conca cl'Asiagn. Ciò spiega · la grande importanza di queste p osizion i e l'accanimento col quale esse vennero contese. P erdu to una prima voi-

ta, il Col d 'E . con1c il Valbella ed il Col del Rosso, per un poderoso attacco austriaco, il 23 dicembre 1917, fu riconqu istato il 27 genna io ciel 1918. L'azione fu affidata alla 33• divis., comandata dal generale Sanna. Per la riconquista d i Col d'E. furono costituite due colonne, una composta <la i III bgl. del 152° fanteria (brigata Sàssa.ri) ed una cp. d 'assa lto, cbe attaccava la posizione da ovest, l'altra, costituita da due cp. alpini, che l'at taccava da est : intanto il 151° fanteria attaccava il Col riel Rosso e la IV brigata bersaglieri il Valbella. L'attacco a l Col <l'E. sferrato il mattino del 27 , fu arrestalo

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Trincee nemiche

L'altacco al Col ù'EchC lC (1018)

dalla violenta. reazione dell'artiglieri-a avversa.ria, ma, ripetuto nel pomeriggio, la for te .posizione fu espu gnata. dal bg;l. del 152, col concorso d i un bgl. del 157 fanteria (brigata Liguria). Nuovamente gli Austriaci poterono impadronirsi del Col d'E. il 1S giugno successivo, dopo averne sconvolto le trincee con un furioso bombardamen to, ma pochi giorni dopo, il 29 dello stesso mese, s ia il Col d'E. che il Col del Rosso tornarono in possesso delle truppe del XIII corpo d'armata (brigate T eramo e Lecce) mentre la brigata Regina si r impa-<1ron iva del monte Valbella.

Echelles. Passo tra le Alpi Cozie cd il gruppo del Pelvoux (Del finato) che mette in comunicazione l'alta va lle di Susa con quella della Dura.nçe. Ha importanza. strategica perchè fa sistema col colle del Mon ginevra, e costituisce uno dei posti di obbligato passaggio a ttraverso la barriera delle Alpi, tra Francia e I talia. Ecija (ant. Astigi). Città della Spagna, in prov. di Siviglia. Nel 711 vi si combattè una battaglia che appartiene all'invasione d ei Mori nella Spagna. Taric, nella sua marcia verso Tolosa, subito d opo la battaglia di Jcrez cle la Fron tera pose l'assedio a E., d ifesa da guar-i nigionc visigota, rinforzata d a i resti dell'esercito sconfitto. Dopo viva resistenza., i Visigoti a ffrontarono fuor delle mura i nemici, ma la lotta accanita terminò con la loro sconfitta., la qua le segnò la. fine del loro dominio. La c ittà si arrese a( vincitore. Eckenfoerde_. Città dello Sch leswig, sul Baltico. Durnn te la guerra fra Prussia e D an imarca, il 4 aprile l849 la flot ta d anese, ( vascello Christian VIII, fregata


Em,

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Gefion e p iroscafi Hecla e Geiser) ebbero ordine di ridurre al silenzio le batterie prussiane di E. I grossi calibri delle posizioni costiere ebbero il sopravvento, e, non avendo potuto i piroscafi rimorchiare a l largo la fregata e il- vascello, stante il mare grosso, l'uno si incendiò e saltò in aria, l'altra incagliò in un basso fo11do e, dopo avere resistito per 12 ore dovette arrendersi ai P russiani che fecero 611 prigionieri.

Eckmi.ihl (o EggmiiM). Città. della Baviera, sul Laber. Duran te le guerre dell'Impero, (campagna di Germania) Napoleone, battuta nell'aprile 1809 la sr. au striaca e disposto che Bessières l' inseguisse, ordinò a Davout di tenere la dr. avversaria lontana da Landshu t. Il 21 le divis. Fria.nt e St H ilaire sbaragliarono il nemico innanzi alla Laber facendogli 600 prigionieri. L'arc iduca Car lo, comandante degli Austriaci, concentrò le sue forze (I, II, III e IV C. d'A. e I. C. d'A. R.) davanti a Ratisbona ( dove aveva costretto alla resa il 65° di linea francese) cd E. Davout il 21 avanzò per le al-

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scì; la di vis. St. Hilaire occupò il villaggio di Unter Laichling; le truppe del Wurtenberg, incoraggiate dalla presenza dell'Imperatore, conquistarono a lla baionetta l'abitato e il castello di E.; il III e IV corpi austr ia-ci, ad evitare di essere circondati, r ip iegarono su lle posizioni tenute dalle forze comandate direttamente dal!' Arciduca Carlo. Questi intanto, informato dell'avanzata del Lannes, aveva. arrestato la propr ia offensiva per raccogliere le truppe in ritirata, r iunire le forze e coprire Ratisbona. Così l'esercito francese sì trovò di fronte alle forze ayversarie riunite. Fallite le cariche d~ cavalleria, contenute vigorosamente dagli Austriaci, la fanteria si spiegò, avanzando alla baionetta e sbaragliando le schiere avversarie. Parecchi reggimenti, circondati, furono costretti ad arrendersi e vani furono gli sforzi per difendere l'argine verso Ratisbona, su cui i Francesi si affermarono a tarda sera. Nella notte gli i\ ustriaci passarono su lla sr. del Danubio per ritirarsi in Boemia sotto ia p rotezione di una forte retroguardia, lasciata in città. All'alba Napoleone spinse contro questa retroguardia i corpi del Davout e del Lannes, le truppe del W u rtenberg e 2 divis. corazzieri della riserva. La cavalleria nemica fu sbaragliata, la fanteria, incalzata per le strade della città., costretta ad abband onarla, mentre il resto dell'esercito del!' Arciduca era dovunque incalzato colla spada alle reni. G li Austriaci perdettero 24.000 u ., 12 bandiere e 16 pezzi d'artiglieri,1; i Francesi 4200 u.

Ecl use. Antica fortezza delle Fiandre, unita al mare per mezzo d i un canale.

Ba1taglia <li Eckmill (1800)

ture di sr. della Laber. Scontratosi col IV corpo nemico, comandato dal principe di Rosenberg, che gli sbarrava la strada in posizione fra Laichling e Pering, l'a ttaccò e lo costrinse a ripiegare su E. Lannes attaccò allora il IV corpo avversario; il combattimento, iniziatosi a sera, si interruppe colla notte. Il 22 mattina gli Austriaci, riordinatisi e rafforzatis i disponeva.no di circa 90.000 u. fra E. e Ratisbona; il II corpo passato sulla dr. del Danubio occupava l'argine del fiume, il 1° d i riserva col!' Arciduca era fra Eglofsheim ed E., il IV a Laichling, il I, comandato da l Bellegar de, a Homau, sulla sr. del Danubio. F idando nel numero gli Austriaci decisero di attaccare e d i avvolgere la sr. avversaria dalla stretta di Abbach, quando giunse Napoleone, che, completata la disfatta dei tre corpi della sr. austriaca, ritornava sui propri passi spin gendo il 22, prima dell'alba, le proprie forze sulla strada che da E hrlasbach conduce a E . Nella mattina del 22 ebbe principio il movimen to d'avanzata austriaco; Lanncs prevenne l'attacco del IV corpo, dan do te~o a Napoleone di sboccare con 65.000 u., verso le 14, nella valle della Laber di fronte a Lindach. L'imperatore Or-\ dinò a Lannes di far passare il fiume alle d ivis. Gudin e l\1orand per avvolgere la sr. austriaca. L'azione riu-

I. Assedio dell'Ecl«se (1587). Venne posto dalle truppe spagnuole, agli ordiJ1i di Alessandro Farnesc, nel giugno: la piana era difesa da 2000 u. agli ordini di Gronevelt. II principe aperse le trincee e spinse avanti i lavori malgrado forti perdite, impadronendosi una ad una delle opere staccate: in pari tempo sbarrò il canale. Invano gli Olandesi tentarono di introdurre soc-; corsi n ella p iazza. Aperta una breccia di u n centinaio di metri, con 4000 colpi di cannone, colmato il fosso, Gronevelt, che aveva perduto nell'energica difesa 1400 u si arrese con gli onori delle anni. 'J

La fortezza dell 'Ecluse (sec. XVIII)

Nel 1604, venne ass~diata. d al p rincipe Maurizio, ar qua le gli Spagn uoli dovettero a rrendersi. II. Assedio dell'Ecl1tse (1794). D urante le guerre della Rivoluzione, il 30 luglio la d ivis. Morea.u la cingeva


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d'assedio, mentr'era occupata dagli Olandesi al comando di Van Der Duyn. I lavori furono diretti dal Dcjean e il 4 agosto ebbe principio il fuoco di batteria. II 23 i F rancesi, giunti cogli approcci a pochi metri dalla cint a, e occupate le opere avanzate, trovate abbandonate, stavano per dare l'assalto quando il governatore chiese di trattare. La capitolazione fu firmata il 25: i 2000 u. di guarnigione ottennero l'onore delle arn1 i. Nel giorno in cui il :Moreau conquistava l'E., suo padre, condannato dai repubblicani, saliva il patibolo. III. Battaglia navale dell'Ecu..se (o di S luys, dal nome olandese di un seno sul mare del Nord). Si comba.ttè nelle sue ac.que una battaglia nava le che appartiene alla guerra dei Cento Anni, tra la flotta di Filippo VI di Francia e quella di Edoardo III d'Inghilterra (24 giugno 1340). Gli Inglesi, comandati dal loro re, disponevano di 260 grosse navi, i F rancesi di J 20 grosse e di molte piccole: fra le grosse, ve ne era.no 4 genovesi, comandate da Pietro Barbavara ; e balestrieri genovesi era no sparsi in buon numero nelle altre navi fra ncesi. G li ammir. Quieret e Béhuchet avevano dato fondo

partiene alla prima guerra punica e fu la più grande battaglia navale che il mondo antico avesse ma.i vista; Polibio la ritenne di tanta importanza che la descrisse in tutti i suoi particolari. I Romani erano comandati

2a Squadra QOQOOQQ(Jf)

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Ballaglla cl! Eenomo (265 a. C.)

Batt.ag!la dcll'Eeluse ( 13-i0) nel seno dell'Ecluse, malgrado i consigli del Ba.rbava.ra, il quale, dopo cli avere insistito invano perchè la flotta ne uscisse, sdegnato si allontanò con le sue quattro navi. Il 24 giugno comparve Edoardo da vanti al golfo, e, dopo avvistata. la flotta nemica, finse di ritirarsi. Imprudentemente gli ammir. francesi sciolsero le catene che legavano insieme le loro navi a formare una linea impenetrabile, e avanzarono contro gli Inglesi. Edoardo manovrò in modo •d i avere sole e vento in poppa e attaccò battaglia, la quale d urò 9 ore e terminò con la suaj completa vittoria. Duecento na vi francesi fra grosse e piccole furono perdute e molte migliaia cli uomini affoga.ti. Gli Inglesi subirono una perdita di 4000 uomini. (Qualche storico la chiama !:>attaglia di Sluys, dal nome olandese dell'Eclusc: Helvoetsluys).

Ecnomo. Monte sulla· costa meridionale della Sicilia e sulla riva destra dell'Himera meridiona le ; ora Poggio di Sa.nt',\ngclo p resso Licata. I. Battagl-ia d·i Ecn<nno (311 a. C.). Fu combattuta e vinta d ai Cartaginesi agli ordini di Amilcare, figlio di Giscone, contro Agatocle, t iranno di Siracusa, per cui tutta la S icilia. e llenica gli. si ribellò. II. Ba.ttaglia navale presso Ecnomo (256 a. C.). Ap-

dai consoli L. Man lio Volsone e M . Attilio Regolo e disponevano di 330 navi lunghe e coperte con 140.000 uomini; i Cartaginesi erano capitanati da Annone e da! Aiuilcare ed avevano 350 navi coperte con 150.000 uomini. I consoli aveva.no diviso la flotta in quattro squadre : le prime tre composte a triangolo e la quarta parnllela alla base: le due p rime ordinate su due lince convergenti con le navi ammira.glie in testa, la terza; chiudente il cuneo e d isposta in linea di fila rimorchiando le navi onerarie: seguiva appresso la quarta squadra, in cui erano i tria.rii e la riserva., distesa pure in linea di fila in modo da sporgere fuori delle p recedenti: in tal modo si aveva un complesso agile, robusto e d ifficile a sciogliersi. I comandanti cartagi11esi, osservato l'ordine dei nemici, acconciarono ad esso le loro disposizioni, schierando tre parti delle loro forze in una sola linea, stendendo l'ala destra nell'alto mare, come per c ircondare gli avversari, ed a questi opponendo tutte le loro p rore; della quarta parte formarono l'ala sinistra, ottenendo una figura a forbice pie\a.ta verso terra. Cond uceva. l'ala dr. composta d i navi rostrate e di galee d a cinque ordini più spedite per g irar le ali nemiche, Annone; della sr. aveva cura Amilca re. I Romani vedendo che i Ca rtaginesi nel distendersi assottigliavano la fila, gitta ronsi sul centro; da quel movimento ebbe principio il conflitto. Subito i Ca rta ~ ginesi del centro, avutone l'ordine, andarono in volta con animo d i disunire la compattezza dei Romani, che inseguivano con ardore; mentre la loro prima e seconda squadra incalza vano i fuggitivi, la terza e la quarta rimasero staccate. I Cartaginesi, come credettero d'aver tratte la prima e la seconda squadra in luogo opportuno, ad un segno alzato sulla nave di Amilca re tutt'insieme voltaronsi ed assalirono coloro che inseguivano. Cosl il disegno degli ammiragli cartaginesi era raggiunto; si accese un· fiero combattimento, in cui nella celerità del volteggiare, nella facilità d 'accostarsi e nella prontezza di ritirarsi i Cartaginesi erano molto super~ori; ma


EGN

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per la violenza del combattere, quando era appiccata la mischia, e pel vantaggio di afferrare cqi corvi le navi che si appressavano i Romani nutrivano non minort speranze çhc i Cartaginesi. Annone, che dirigeva l'ala dr. e nel primo affronto crasi tenuto in disparte, attaccò ora le navi dei triarii e le mise a. mal partito. Quel!~ fra i Cartaginesi che erano sch iera ti vicino a terra, mutata la forma che avevano in fila di fron te e voltate le prore a.i nemici, assalirono la terza squadra.. Era così il conflitto diviso in tre parti quasi uguali sino da lla. prima disposiz ione ; dopo aspra lotta finalmente fu soverchiato Ami lcare e messo in fuga.. Manlio legò le navi prese a lle sue, e Attilio, avvedutosi del pericolo in cui erano i triari e le navi onern.1:ie, s'affrettò a soccorrerli coi vascelli illesi della seconda squadra: raggiunto che ebbe Annone l'attaccò per modo che i tria rii, sebbene già malconci, ripresero animo e vigore a. ristabilir la pugna. I Cartaginesi, battuti da fronte e assaliti da tergo, circondati da quelli che venivano in aiuto, pie-i ga.rono e fuggirono verso l'alto mare. Frattanto Manlio, ritornando già e vedendo la terza squad ra spinta verso terra e chiusa. dall'ala. sr. dei Cartaginesi, e vedendo che Attilio aveva posto in salvo le navi onerarie e dei triarii, mosse al soccorso dei pericolanti, i quali erano poco men che assediati e da lungo tempo in procinto di perire; se non che i Cartaginesi, temendo i corvi,! c ingevanli bensì ed a terra li premevano, ma non si accostavano. I consoli pertanto sopraggiunti tosto li cir-condarono e p resero 50 navi nemiche con tutta la gente; poche, girata. la costa, scamparono. Tali furono in questa battaglia le fazioni particolari: l'esito generale riuscì favorevole ai Romani. Perirono di questi 24 navi, dei - Cartaginesi oltre 30; ma dei Romani nessuna nave cadde con la ciurma in potere dei nemici _; dei Cartaginesi ne caddero 63.

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Ecu

minii spagnuoli nell'America del sud portò a lla costituzione della repubblica della Colombia, della quale l'E. fece parte sino. ·al 1830. Allora se ne staccò, divenendo Stato indipendente, e rimanendo per lungo tempo travagliato da. lotte in testine tra le fazioni aspfranti al potere. L'E. sostenne anche una. breve insig nificante guerra - o piuttosto guerriglia - con la Colombia ( 1864 - 1865), e p:i.rtccipò a Lia gu erra contro la Spagna nel Pacifico ( 1864-69).

Esercito dell'Ecuador. Capo dell'esercito è il Presidente della Repubblica. Ca po dell'amministrazione il Jyfinistero della Guerra, lviarina ed Aviazione. s1.e1nrna clell'Ecuallor T~o S. M. generale è incaricato della preparazione tecnica. Il territorio della Repubb lica è diviso in 7 regioni milita ri di una d ivisione ciascuna . Le truppe sono ordinate in: 15 battaglioni di fanter ia; 3 battaglioni zappatori genio; 3 reggimenti di cavalle-

Economia delle forze. E' uno dei principi fo11<lan1entali dell'arte della. guerra. ed è conseguente alla legge generale del m inimo mezzo che presiede e governa qualsiasi manifestazione della umana attività. Questo principio, applicato e seguito in ogni campo, acquista. particola.re importanza in quello bellico, ove sono in giuoco la vita degli u omini e delle nazioni. Esso m ira essenzialmente all'esatto Dosamento (V.) delle forze in relazione agli scopi da conseguire e riflette non soltanto l'in1picgo delle truppe, ma anche quello dei servizi e di tutti i mezzi ma teria li di cui truppe e servizi d ispongono, e s i applica sia nel ristretto ambito delle piccole unità, sia in quello vastissimo degli eserciti. L'economia delle fone deve essere r icercata ovunque e d a tutti c·on l'evitare alle truppe disa;gi, fatiche e perdite inutili, col non fare spreco dei mezzi, col curare in sommo grado il benessere dei reparti, col facilita re ad essi il loro compito. Ecuador (Repubblica dell'). Stato dell'America del Sud, an1pio 300.000 km.', fra la Colombia (N.) il Perù (S.), il Brasile (E.). Le uibù indigene del paese avevano organizzato nel sec. XV un regno di Quito, che fu sottomesso dopo aspra. lotta verso la metà del secolo stesso d agli Incas. Gli Spagnu6li invasero, col Pizarro, il paese n el l53l : ferveva a llora la lotta tra due fratelli Incas, dei quali il vittorioso, Ata.hualpa, fu messo a mor te da P izarro : dopo di che la regione fece parte del .-i~ereame del Perù. La guerra dell'l1tdipe1ulenia dei do-

Scuola .\I i I i 1,1re déll" 1-:c n afl01· ria; 3 regg. d'artiglieria; 1 corpo d'aviazione con una stazione terrestre e una navale ; circa 20 apparecchi, quasi tutti italiani : italiani a ltresì gli ist rnttori e g li organ izzatori del corpo. Il ser vizio mi litare è obbligatorio : tutti i cittadini sono obbligali ad un servizio di 3 anni. Però questa legge non è per ora applicata che parzialmente. Effettivi di pace: uff. 500; truppa 5.000. Dopo


la guerra mon diale, una m1ss1one m ii. italiana , a capo della qua le era il generale Pirzio B iroli, fu nell'E . per cinque anni, organizzandovi scuole militar i, introdu-

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n osso-Turebi no-Glal lo Disti nt ivo del velivoli dell'Ecuaclor cendo il grig io-verde, riordinando completamente le ist ituzioni mii. della Repubblica.

Cat;eiatorpeclJnler e {.Ccuador) • L ibert aclor Bollvar » 1

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EDE

fanti, i quali lo chiamavano « l'ar tigliere di fanteria e la guida del Carso». Dopo aver m ille _volte sfidato la morte, la trovò sul Piave, com'è detto nella motivazione: « Capo degli osservatori d'artiglieria della III armata, era soli to superare ogni limite d i sacrificio e di ardimento, sia nell'assolvere i suoi pa rticolari compiti, sia nel partecipare, di propria iniziativa, alle azion i di fanteria, fante tra fanti, compagno incomparabile tra inferior i cd uguali, animatore di uomini e di masse. Tre volte ferito, tre volte decorato di medaglia d'argento al valor militare, encomiato solennemente una volta, per a ltre ricompense proposto, per merito di guerra assunto in età giovanissima al grado di maggiore, era vivacissimo, forte, generoso. La morte sfidata e ,prezzata in trenta mesi di fulgide prove, nel giorno di Santa Barbara, durante un'azione, spezzava la sua giovincv:a, simbolo di leggen dario eroismo >> (Carso, ottobre 1915; Piave, 4 dicembre 1917).

Edessa. Cittit della Mesopotamia, oggi Urfa. Dist rù tta sotto l'impe r·atore Giustino I da un terremoto, fu riedificata col nome di Iustinopolis. F u capo!. cli p rincipato franco, all'epoca delle Crociate.

E del ( Vittorino). Genernle, n. a Pa1·ma nel 184S. Sottot. d i fant. nel 1866, prese parte alla campagna dello stesso anno meritandovi una med. d i bronzo; en trò nel 1880 nel Corpo di S. :M.; da colonnello comandò il 1" regg. fante ria; da maggior generale (1902) comandò la brigata Livorno e nel 1907 lasciò il ser vizio attivo per et,,. Richiamato in servizio duraille la guer ra contro l'Austria fu, negli anni 1915-16, comandante la divisione mii. territoriale d i Palermo ed ebbe il grado di generale di divis. nel 1923.

I . Assedio di Edessa (259-260 d. C.). Appartiene al periodo della seconda. anarchia mii. dell'Impero romano. La città fu assediata dal re persiano Sapore I , il quale trovò una ferrea. resistenza nei difensori. Valerìa.110 sperò di poterla soccorrere ma invano, anzi, essendo caduto in un abboccamento personale prigionie.ro ciel re pers iano, la città s i arrese . Tornò tuttavia. in potere d i Costantinopoli.

E delweiss Kor p. f'u p rima d ivisione, e poi C. d'A., ,che ritmiva l'eletta delle truppe austriache da montagna durante la. guerra mondiale. Lo costitu ivano i 4 regg, cacciatori tirolesi, 3 regg. bersaglieri imperiali, 4 rcgg. d i fant. sceltissima (14 -28-36-59) hoem i e tedeschi, a rt. da montagna e da campagn a . Questo corpo, costituito in prevalenza. di montanari, po rtava sul berretto una stella a lpimL (edelweiss). L'R. K. ebbe in gucr·ra 16.000 morti e molte migliaia di fer iti.

sbaragliato e messo in fuga. Nel 544, Cosroe pose l'assedio a lla città, ma i suoi sforzi furono vani, e dovette ritirarsi. Nel 548, tornò ad assediarla. E' fa.ma çhe costruisse una grande torre cli legname per battere le mura, e che gli assed iati riuscissero a metterla in fiamme. L a lotta fu lunga. ed aspra , tre sortite della guarnigione bizant ina e assalti degli assedian ti a lle mura, ma i Persiani, sempre respint i, finirono per battere in r itirata.

II. Nel SOJ, Cava.dcz, re di Persia, venne ad assalire E ., m a fu affron tato dai suoi a.bitanli fuori della città,

lII. P,·esa di Edcssa (1097). Inviolata da. Persiani e da Turchi, E.' cadde in potere dei Crociati, 111entr'era ancora cristiana e appartenente all'Impero bizantino. Ba ldovino, invitato a. E. dal governatore T ~odoro, appena introdotto in città sollevò il popolo contro cli l ui, lo fece trucida re, s'impadron ì del potere e del tesoro. E. divenne fino alla seconda Crocia ta un baluardo a vanzato dei Cristian i.

Generate Etier

Ederl c Carlo

Ederle (Carlo) . Medaglia d'oro, n. a. Verona, caduto StLI P iave (1892-1917). Ufficiale d i carriera, era uscito ventenne dall'Accademia di Tori110, sottot. d'art . Iniziò la guer ra Italo-austriaca quale ten. nell'8° ar t. da campagna; p romosso dopo pochi mesi capitano, passò nel 32'° regg. Nominato ispettore deg li osservatori della 3" armata, divenne una figura quasi leggenda ria, conosciuta ed ammirata così dagli artiglieri del Carso come dai

I V. Assedio di Edessa (1144 e [ 146) . Fu. posto alla città d,1 Zcnki, emiro d i Mossul. I Franchi, comandati da Giosselino, conte di R ., domandarono invano soccorsi a Gerusa lemme e ad Antiochia. Zenki scavò mine sotto le mura, e aperse una larga breccia, per la. quale orde 'musulmane penetrarono facendo strage dei d ifensori. La cittadella resistette soltanto altri due giorni. Nel 1146, G iosselino figlio, allacciati ra pporti con gli Armeni residenti a E., riuscì -a riprenderla, all'improvviso, ma Norecldino, figlio d i Zenki, accorse e la strinse nuovamen te d 'assedio. In una d ispera ta sorti ta, i Franchi furono sconfitti : fu facile allora ai M usulman i di p rendere E . <l'assalto, dopo di che f ecero strage degli

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abitanti e rasero a l suolo la città . 30.000 Cristiani furono uccisi, 16.000 resi schiavi.

Edgehi 11. Collina dell'Inghilterra, nella contea di Warw ick. Ha dato il nome a una ba.ttaglia fra le truppe del re Carlo I e quelle del Parlamento: quest'uttime ai comando del conte di Essex, le primr al comando del conte d i LìndJey (23 ottobre 1642). Questi aveva collocato l'art. sopra un a ltura e sulla dr. il grosso delta cavalleria, che, avvicinandosi l'esercito nemico schierato in battaglia, ne assalì e sbaragliò l'ala s inistra. L 'ala dr. e il centro resistettero a tutti gli assalti delle fanterie reati, e la giornata terminò indecisa, ritirandosi ciascuno per p roprio con to. Lind ley era caduto sul campo: le perdi le ammo ntarono a circa 6000 u. per paTte. Edgewood. Località degli Stati Uniti, fra New York e Washfagton, dove esiste la scuola per la guerra chimica, fondata durante la guerra e dove furono istruite le un ità combattenti coi gas. Nel 1928 vi erano i mpiegati 8000 u . fra militari e operai, 34 ufficiali, 73 chimici, 13 ingegneri meccanici, 7 medici. I corsi sono di 8 settimane per g li ufficiali e di 4 per la truppa. Edhem (Pasàà). Genera.le turco (1823 -1909). Fu ambasciatore e Gran vis ir. Nel 187ì come genera.le d i divis. difese P lewna sotto Osman P ascià. Nel 1897 ebbe il comando in capo dell'esercito turco che scontìsse la Grecia. Alla caduta di Abdul Hamid si ritirò a vita privata in Egitto. Edoardo. Nome di parcochi re e princ ipi inglesi. Ricordiamo: Edoardo I ( 1239-1307). Sall al trono nel 1272, soggiogò il principtl.to di Galles e sostenne l'esercizio dei diritti feudali sulla Scozia. Istituì la Camera de i Comuni; dovette confermare la « lvlagna charta" e partecipò con San Luigi a ll'VIII Crociala.

Edoardo I

Ecl11cm Pasclil

Edoa.rdo III {1312-1377). Salì al trono nel 1327 . Fu un re guerriero : organizzò l'esercito e la marina; assoggettò la Scozia ( 1333); scontìsse la flotta francese all'Ecluse ( I 340) ed i Fra.ncesi a Crécy (1346); conquistò Calais (1347). Organizzò il Parlamento in glese e fondò l'Ord ine della Giarrettiera .

Edoardo, p,,i11-cipc d'Aquitania, detto il P·r incipe Nero (1330-1376). Figlio del re E doa.rdo Ili, sconfisse i Francesi p resso Poit iers facendo prigioniero il re d i F ra11cia col figlie. Edoardo, re del P ortogallo ( 1391- 1438). Si disti nse in Africa alla p resa. di Ceu ta ; salì al trono nel 1433.

Eor;

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Tentò una spedizione contro il Marocco e assediò inutilmente Tangeri. Scrisse parecchie opere di cui alcune cli carattere militare.

E<loardo III

Edolo (ant. Vicus ld11.lius) . Comune in provincia di Brescia. L'occupò e vi soggiornò il Barbaro,;sa, nel 1 l64, e vi si svolsero lotte sanguinose fra Guelfi e Ghibellini . L'8 dicembre 1813, la divis. francese Galtenga, durn.n.te la campagna d'Ita lia, vi contese il p asso a w,a colonna austriaca che marciava su Brescia, per la Val Camonica, allo scopo di attaccare la sr. dell'armata d'Italia. G li Austriaci f-urono respinti, e un nuovo tentativo fatto presso Ponte di Legno non ebbe risultato migliore. Battaglione. alpini Edolo. Costituito nel 1886 ed assegnato al 5" regg. Ha le compagnie 50", 51 • e 52•. Pa.rtecipò a lla guerra italo-turca (1911-1912) meritando Ja mcd. d'argento nei combatti.menti del febbraio e dell'ottobre 1912 pres50 Derna. Durante la guerra italo-austriaca (1915-1918), per la qua.le costi tuì le compagnie 91' e 105" di milizia mobile, combattè in Val Camonica, sul Tonale, sull'Adamello. Negli ultimi giorni del maggio 1918, l'E., trasferito nella zona del Castellaccio, conquis tò la cresta dei Monticelli, ove catturò 200 prigionieri, una tren tina cli cannoni e molte am1i e materiali. Il suo valoroso contegno fu citato sul bollettino d i guerra. Durante la battaglia di Vittorio Veneto s.volse prima ardite azioni di pattuglia e poi, avanzando per Ilaito Mon ticello, oltrepassò le prime lù1ee nemiche e scese in Val Sole e Fucine, d irigendosi su :Malè. Nel 1921 !'Edolo fu trasferito dal S" al 6° regg. a lpini.

Educazione militare. L'educazione militare è un ramo del « governo del persona le )) che a sua volta è una delle tre operazioni che l'organica eser cita. sui giovani chiamati alle a rmi. Questi giungono a i reggimen ti fornit i in misura più o meno consistente di un'educazione civile; bisogna istruirli, cioè renderli tecnicamente capaci cli combattere; educarli m ilitarmente, cioè indirizzare tutte le loro facoltà morali, fisiche ed intellettuali a favore dell'esercito. L'E. Jf. va dunque considerata in rapporto alle facoltà su cui agisce, e pertanto viene d istinta in cclt1cazione morale, intellettua le, fisica. Educazione morale. J l personale ch iamato a.Ile anni vi giunge, come già !-;i è detto, fornito in certa n1isura d i una educazione già acquisita nella vita civile e che sarà d iversa da individuo ad individuo a seconda delle sue condizion i sociali, della s ua indole ~ del suo temperamento. Deve petian to l'E . .iv!. continua.re e perfezio nue l'ed ucazione civile appresa nella famig lia., nella scuola, nella società, ed indir izzarla in una via più determinata. e specifica. Occorre in a ltri 1ermini comple-


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tare moralmente l'individuo inoculando in lui quanto g li manca e facendone un elemento di potenza ai fini che l'esercito si propone di conseguire, creando quelle condizioni di ambiente e di spirito che sono indispensabili alla vita ed al valore dell'eserci to stesso. Tali condizioni sono: subordinazione, obbedicnia, abitudine a ll'ord ine, spirito di abnegazione e di sacrificio, alto roncetto del proprio ,·alore, grande fiducia in !',(e e nelle proprie forze; elevato spirito aggressivo, fiducia piena cd assoluta nella capac ità , rettitu dine e valore dei super iori <li rtua.1sias i grado. Jl complesso di <JUcstc condizion i costituisce la morale militare e rcali6za nell'escrc1to la disciplina, base fondamentale della consistenza cli Ob'Tii for7.a. armata; lo spirito cli corpo, mediante il quale l'in.dividuo agisce sempre per il bene cd il lustro dell a propria unitiL e dell'eserc ito tutto; lo sp irito mil itare, potentissimo coefficiente morale, pcrchè persiste nella buona e nella avversa fortuna a dispetto di ogni fatica, di ogni privazione <li ogni pericolo; perchè è il sentimento ca· p ace di indurre il soldato alle più fu lgid~ prove d i eroismo e gli consente di mantenere il suo d ominio sul corpo fincl1è dura la vita. L'E. M. è affidata agli ufficiali di ogn i grado e si esplica essenzialmente: a) con lo sv iluppare negli individui i buoni sentimen ti già esistenti o col crea rveli se non v i sono (amor di patria, amorè per l'indipendenza, sentimento dinastico, coscienza. nazionale, rispetto all'autorità, sentimento del dovere, ecc.); b) col combattere le . tendenze ed i sentimen ti con· trarli, mirando ad elimina rli (il procedere in questo campo per esemplificazioni è il s istema. più efficace per le ment i semplici e culturalmente poco elevate); e) col dimostrare la nercs.~ità d'esser forti per essere rispettati e temuti ( necessità dell'esercito e delle a ltrC! forze armate, della disciplina, dell'obbedienza, della subordinazione, delle punizioni pci colpire i trasgressori, delle ricompense per premiare i migliori, ccc.); d) col porre in valore le tradizioni militari del paese (guerre passate, fatti d'anne più salienti, e roi naziotrn li, ccc.). ln questo campo l'educatore h,t modo ù i far vibra re a l pii1 a lto grado di i11 tensità il sen timento dell'emulazione e dell'entusiasmo e di creare nei soldati un'elevata fiducia. in sè e nel proprio valore. l mezzi mediante i qua li si S\"Olge l'E. 11/. :;ono csscnziahnente i seguenti: l'insegna mento verbale; l'esempio: le ricompense e le punizioni; l'ambiente in cui il soldato vive (la caserma); le istruzioni e le esercitazioni varie; l'istruzione premilitare e quella postmilitare (rispettivamen te prima che l' ind ividuo sia alle armi e dopo ch e ne è stato congedato). Pa rticola.re importanza ha l'esempio, che riesce a persuadere anche gl'individui p iù rit rosi e serve \l. vincere le resistenze più ostinate; ha. più efficacia. di qualsiasi norma o regola e di ogni cocr· ciiiOJ1e. G li ufficial i devono r icorrere larga.mente all'esemp io; è il mez1,o di maggior forza educa tiva. L'E. M. deve essere impa rtita anche a.gli ufficia li, particolarmente a quelli di grado meno elevato, che devono perciò essere completali e perfezionati; essa. deve tendere esse1nia. lmcnte a rafforzare le qualità del carattere e a.d in[on<lere e a sv ilupp,u-e il sen timento de lla rcsponsab ililil. del comando, intendendo per comando tutto il complesso delle funzioni che sono proprie dell'ufficiale s ia in pace che in guerra. L'E. M . deve essere profonda. e sa.Ida nell'ufficiale, per le mansioni d i alla impor tanza che egli esercì ta.

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Educazione intellettuale. Tende a conferire vigore a lle qualità intellettuali e in particolare a sviluppa.re le fa. coltà di ragionamento. Si esercita sia sul gregario che sull"uificialc, ma in special modo su quest'ultimo, per il quale riveste importani1a. somma. L'uffici:de infatti non esplica mansioni d'ordine, ma cli concetto, nelle pi,, svariate circostanze ed in condizioni spesso eccezionalmente difficili per stan,hc7.7.a, fatica, pericolo, ecc. Egli <leve essere abituato a sapersi regolare eia sè in base a norme d i carattere generale, in con tingenze sempre rnriabili e m111evolissimc cd a sapere assumere le più gravi responsabilità. E' ovvio, periamo, come un costante esercizio al ragionamento sia per l'ufficiale imprescindib ile necessità. Educazione fisica (V. llrldestramento e Ginnastica militare). Ed11caz1011c igie11ica (Jfari11a). Il marinaio di leva proviene nella grande maggioranza da Ile classi di popo· )azione meno colte e che, per r iguardo a Wigicne, si tro van o generalmente in uno stato arretrato, essendo tenacememe attaccate a tradizioni ed 1bitu<lini dei tempi trascorsi. A bordo delle navi da guerra egli, vivendo in stretta. convivcnia con gli ufficiali, come comincia ad ingentilirs i nei costumi, s i istruisce cd educa acquistando inconsciamente un ricco corredo di abitudini e nozioni d'igiene pratica. Così, per esempio, contrae l'abitudine alla pulizia della persona e .dei vestiti che sulle navi da guerra è oggetto della maggiore ~ollccitudine dei Comandi. N ei viaggi che fa con la sua nave, visitando paesi nuovi, ha. l'occasione di osser\'a re praticamente le nuo,·e applicazioni igieniche ed apre la mente a nuove vedute. A bordo, le cinematografie educative, le proiezioni luminose, le istruzioni stampate sui fogli matricolari, le tavole murali, le conferenze <lei medici, fatte a scopo di propaganda p rofila ttica, lo istruiscono sui mezzi di difesa per garantire se medesimo e la propria famiglia contro i morbi infcllivi e, in particolar modo, contro le aff~zion i veneree, che sono le malattie più frcrtucnti n ei Corpi M ilitari. In conclusione, il soldato di mare, ritorn:Lnclo in fa.miglia a l termine del suo servizio, porta con sè nella \"ita civile un corredo di cogni zioni igieniche, che ridonda a beneficio del Paese, in cui contdbuisce a formare la. coscienz,L igienica. Similmente :wvienc n ell'esercito.

Edui. Popolo della Gallia. celtica, nell'::i.ttualc tcrritoro di Lione. Erano ricchi e potentissimi. Concorsero a. indurre Cesare a entrare nelle Gallic, ma poi, allea· tis i a Vcrci ngctorige, gli si vo lsero contro; dopo la bai· taglia di Alcsia, furono soggiogati e nt l 51 a . Cr. aggregati all'fmpero R omano.

Eeckeren. Borgo sulla dr. della Schelda., p resso .\nversa, nel Belgio. Durante la guerra di Successione <li Spagna, il 30 giugno [703, vi si scont rarono gli Alleati, comandati dal gen. barone di Ob<lam, forti di · circa 11.000 u. (13 hg!. e 26 sq<lr.) con i Francesi, forti di 19.000 u. (28 bgl. e 48 sqdr.) comandati dal ma.rese. dc Houftlers. G iunto al ma.ti ino vi·c ino a·J nemico, quest'ultimo distaccò parte della fanteria ver avvolgerne la sr e occupò i villaggi di Capelle, l\iuysbJ"occk, H oevcncn e Oorderen. Conosciuta la manovra, \"erso il mezzogiorno, l'Obdam mandò inutilmente SOO dragoni per riprendere Hoevcncn; miglior sor te ebbe il gcn. Schlangcnburg il quale con 2 bgl. e 4 cannoni riusel ad occupare Oor-


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Ba11agllo. di Eeckcren ( 110:l) dcren. Intanto però il maresc. dc Bouffkrs, copertosi vexso Capclle con 6 bgl. comandati dal gen. Guichard, era riuscito, col grosso, a occupare Eeckeren. Respinti sulle dighe, gli Alleati r esistevano vigorosa rncntc quando un corpo sp:ignuolo, uscito da Anversa, g iunse a rinforzare la sr. francese, dopo essersi impadronito del forte S. Filippo, sulla dig;i. della Schclda. Il gen. Obdam, vedendosi circondato d a ogni vartc, si mise in salvo, e, passando per ufficiale francese, raggiw1sc Hréda, attraverso le linee nemiche; i gcn. Schlangenburg e Tilly continuarono a resistere s ino a sera, e, forzando la linea nemica presso Oorderen, r iuscirono a r ip iegare su l forte di Lillo e a raggiw1gere piì1 tardi il Malborough, che, troppo lontano, non aveva potuto accorrere. Gli Alleati perdettero circo. 3000 u., 6 cannoni, 2 grossi mortai e molti piccoli, oltre a J00 carri, tu tte le tende e la cassa lllilitarc. Dei Francesi caddero circa U00 u.

Efeso. Antica ciuà della Lidia, presso la foce del Caistro, oggi scomparsa. Vi si combat terono tre balta-· glie: w1a (499 a. C.) appartiene alla sollevazione dei Greci asiatici contro il re di Persia, Dario I; fu combattuta dalle colonie Ioniche ddl' ,\sia Minore, coadiuvate dagli Ateniesi e dagli Erclriasi contro Artafcmc, satrapo per6iano della Lidia ; i Greci furouo sconfit ti.

L'altra ( 409 a. C.) appartiene al secondo periodo della guerra del Peloponneso e fu combattuta tra l'atenies~ Trasilo e gli Efcsini collegati coi Siracusani e coi Persian i ; Trasilo fu sconfitto. La tena (391 a. C.) f u combatlula fra gli Sparta.r\i, comandati da Tibrone, e i Persia11i comandati da Struta. Tibronc rùnase sconfitto e ucciso.

Effettivo. ~ino alla pubblicazione della legge sull'a,·an1~1 mento dd I 926, l'ufficiale di carriera era spesso chiamato ufficiale effeuivo. Dal 1926 la denominazione fu di uffic ia le in Servizio Permanente Effettivo (S.P.E.). La voce E. è sovente usata nel senso di forza di una determinata unità: ad es., i reparti hanno E. più numerosi nel periodo estivo che in quello invernale. Forza E. è la forza <li una unitii dopo aver diminuita quella nom in aie d elle even tua le perdite. Effiat (A11to11io Coifjier, marchese d'). ),larc,;ciallo di Francia (15S1-1632). Fu gran mastro d'artiglieria nel 1629 e comandò truppe in Piemonte. Scrisse fra. a ltro, le << l\Iemorie sulle guerre d'Italia, dal 1625-1632 )J. Efipparchia. L'insieme di due ipparcbic, costituente un corpo d i 1024 cavalieri armati alla leggera, nell'ordinanza greca antica.


Egadi. Isole alrovest della Sicilia. Jòattaglia navale delle Egadi ( 10 marzo 241 a . C.). Appartiene alla prima guerra punica e fu combattuta presso risola cli Yavignana dal console C. Lutazio Catulo, che disponeva d i 200 navi da guerra, contro il cartag in ese i\ nnonc, che aveva una numeroSJ. armata ma che valeva poco per gli uomini e per le navi. Per uomini, poichè i marinai, essendo raccolti d i fresco era.no poco atti a combattere i per navi, perchè quest; erano cariche di provvigioni per gli assediati di Liiibeo e di T rapan i. L'inten to d i Annone era quello di rc<·ore le vettovaglie ad Amilcare, prendere a bordo i più abili dei suoi soldati, e poscia dar battaglia a Catulo. Ma questi impedì che il piano riuscisse· e affidato il vero comando nelle man i del pntor: Quinto Valerio, egli, c he era sta to ferito ne ll'assale~ di Drep a no, assistette d a.Ila nave ammiraglia all'azione e n on indugiò ad accettare il combattimento, pur avendo il vento rii prora e il mare agitato. La lotta iu decisa in bre,•c: i Cartaginesi ebhero SO navi affondate e iO prese con t0.000 u omini, a lle a ltre riuscì di fugg,irc. Egadi. Rimorchiatore, varato a Sampic1~larena ed entrato in servizio nel 1914; lunghezza m. 37,20, larghezza 7,62, dislocamento tonn. -150. macchine HP. 978; arma.men to cannoni 1 d a 76.

Ege r (te<l. 1!.,·lau ant . .·lgrial. Città dell'Ungheria nel comitato di He,·es, sul fiume Egcr. SoUerse molto nelle guerre contro i Turchi i assediata da questi nel 1552 li respinse specialmente pcr open. del Bornemis1.a; dal 1596 al 1687 fu in loro potere. )I el 1742 il con te di Sassonia, che coman dava in Boemia un esercito che difendeva i diritti dell'Imperatore, l'assediò. Aperta la trincea il 9 aprile, · la piazza capitolò il 22 successivo. Pe.rò nel l i43 gli Tmperiali dovettero alla loro volta ceclenfa per fame, dopo tre mesi di blocco.

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Egid i (Silvio). Generale, n. a. Firenze nel 1870. SotLotencnre cl'a.rt. n el 1889, entrò ria capitano ( 1904) nel Corpo di S. M. e compì importanti lavori geodetici e topografici, in Eritrea cd al Benadir nel periodo 19091912. Partecipò quindi alla grande guerra (1915-18) affermandosi brillante e valoroso ufficiale di s tato maggiore e meritan dosi qua le colonnello ca po di S. M . di grandi unità mobili tate una. medaglia d'arg. a l valore e la croce di cav. dell'O. M. S. Confermò il suo valore sul Piave, al comando di un settore, guadagnandosi una seconda me<l. d'arg e fu insignito deÙa croce di uffici.aie dell'O. M. S. per l'opera esplicata come brigadiere generale comandante di brigata durante la battaglia di Vittorio Veneto. Egina. Tsola della Grecia, nel golfo Saronico, fra l ' Argolidc e l' Attica.. Nel 488 a . C. \ma flotta Ateniese p resso E. sconfisse le navi degli Eginesi. Nel 459 a. C. gli Ateniesi l'assediarono da mare e da. terra sotto il coinando di Deocratc: costretti ad arrendersi dopo tre anni di resistenza, gli Eginesi dovettero demolire le mura , consc:gnare le navi, divenire tributari cl i Atene. Nel 259 a.. C. p resso· E. s i combattè u na ba ttaglia navale tre navi ateniesi e una flotta peloponnesiaca: questa fu sconfitta. perdendo 70 navi. Egitto. Stato dell'Africa. sul D.tsso Nilo. Le tribù antichissime della reg ione, or igina.te dalla. fusione di elementi asiatici, f>crberi e africani, diedero origine a piccoli Stati, a poco a poco raggruppati io due (Alto e Basso Egitto) e infine in uno solo. La stirpe dei Faraoni d iede impulso alla prosperità interna e attese a l'espansione verso i'Asia , sino all'Eufrate e a ll'a lto corso ciel Nilo. l\"cl 672 a.. C. l'E. fu conquistato dagli Assiri. i

Battaglia di Egei· (1687). Appartiene alla guerra dcli' Austria contro la Turchia. Dopo una serie di scontri sanguinosi, gli Imperiali, comandati dal duca di Lorem,, assalirono i T urchi presso E . mettendone in fuga la cavalleria al primo urto, e sbaragliandone b. fanteria, dopo una fiera lolta. In seguilo a questa battaglia, R. tornò in possesso dell'Impero. Eger. Città clell.t Boemia. Nel 1389 vi fu concluso un t,ratlato di pace che pose fi ne (\lla lotta della borghesia contro i P,,i.ncipi che l'avevano vinta a Doffingen e a \\'onns. Le città perdono molti privilegi e vedono scemare la loro inAuenza a vantaggio dei Principi; debbono inoltre procedere allo scioglimento della loro lega.

E ggers (barone Giacomo). Generale e scrittore militare svedese (1704-1773). Servl nell'esercito svedese occupandosi di lavori e studi di fortificazione. Partecipò a ll e campagne della Svezia contro la Russia . X el 1758 fu ch iama to dal re di Polonia per comandare, come generale, la piazza d i Danzica. Scrisse: « Giorna le dcli' Assedio di Derg-op-Zoom >> i « Dizionario dell'ingegnere, dell'artiglieria, della marina e della carnlleria ».

Eg gs (Giuseppe). Armaiuolo inglese del secolo XIX. Nel 1818 inventò la capsula fu lmin ante per i fuci li e le pistole. Questo sistema di accensione della carica fece in brevissimo tempo, abolire la pietra focaia e si impose a tutti gli a ltri s istemi a fulminante.

Stemma dell'Eg-1110

.\allebt nrcteri egiztnnt

quali ne furono cacciati nel 663. Nel 525 fu conquistato da i Persiani, che lo tennero sino a.I 404, e lo r ipresero nel 342, per esserne nuovamente cacciati (.332) clt\ Alessandro il Grande. Xci 305 salì al trono egiziano Tolomeo, dando nuovo splendore alla regione: la sua dinastia finisci' con Cleopatra, nell'urto contro Roma, che. fa dell'E., nel 3 t a . C., dopo la battaglia cli Azio, provmcia romaHa. Nella divisione dell'Impero toccò a <1uello d'Oriente. che lo perdette nel VII secolo ( 640) per opera dell'espansione arabica, dopo di avere subito dal 619 al 629 una nuova. invasione persiana. Un capo arabo, govcrna.lorc dell'E., nell'868 s i rese in dipendente dal califfato, che riuscì a farlo tornare sotto la. propria g iurisdizione nel 905. Nel 934 un nuovo usurpatore lo rese indipendente, ma nel 964 tornò al califfato. Bi nuovo nel 795 per opera dei Fatim ili l'E. fu ancora indipen-

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reclute inscritte nella leva. La ferma è di 3 aru1i. Essendosi l'Inghilterra riservata la difesa dell'Egitto, sono ancora nel paese 2 brigate di fanteria e 1 di c,~valleria, oltre all'aviaz ione e ai servizi, con residenza a l Cai-

dente. Coinvo lto n ella lotta determinala. da.Ile Crociate (V.) Saladino se ne impadronì e lo te1111e per sè (1171). Dal 1254 in poi, i Mammalucchi (V.) furono i veri padroni del paese, sino all'epoca della conq uista turca ( 1517) durante la quale fu governato da pascià dipendenti da ,Costantinopoli. Dopo la spedizione francese ( 1798-180 I) il pascià M ehcmed Alì a ffermò il suo potere -fino a renderlo assoluto nel 1811 : malgrado ciò appoggiò la T urchia nel la sua l~tta contro la Grecia. Tuttavia ciò non impedì la guerra Tu.reo-egiziana del

Nave cle\l'anl lco Eg-ltto

ro e ad Alessandria e d istaccamenti va.rii : in tutto, 11.000 uomini.

Antichi l'unli eg-izìan i Che ftlnno istruz ioni ù i sqnarlra

1840 (V.) dopo la quale l'E . fu d ichia rato Stato vassallo della Turchia. Nel 1875-77 le conqu iste egiziane verso i.ud portarono a guerra con l'Abissinia, in cui l'E . ebbe la peggio. N cl 1882 si ebbe l' intervento inglese, che si risolse in .u n protettoral,> sul paese, di cui diciamo p iù avanti. D ell'arte mii. dell'ant. E. si ham10 notizie solo da l 1600 a . C ., quand o gli Egiziani conquistaro!'to la :s'ubia e si spinsero s ino alla Mcsopotan1ia. Esistevano allora le caste, e quella de i guerrieri era distinta. in Calasirieni ed Ermotibien,:. Nel mestiere delle armi, e anche nei gradi e nelle cariche mii., vigeva il criterio dell'ered itarietà. Numerosa era la cavalleria; gli Egiziani ebbero anche c.i.rri da battaglia, con un auriga è un combattente.· Per armi, scudi, lancie, a rchi, giavellotti, fion· de, spade. Pare che la sped izione del re Sesostri n el!'Asia (1600) s ia stata. eseguita con 500.000 fanti, 25 .000 cavalli, 20.000 cani. L'E. ebbe navi a remi e a vel,i, quadra, con le estremità rialzate a guisa ·cli p iccoli castelli, di prora e di poppa, nei quali si collocavano i combattenti.

Esercito deU'Egitt'o. Verso la metà del scc. XIX, sotto Mehcrned Alì, l'esercito egiziano, che era stato ordinato da ex ufficiali degli eserciti napoleonici, disponeva di 4 regg. di faJ1teria, l bgl. cacciatori, 2 regg. cli cavallcria, 1 cl i artiglieria, 2 bgl. gen io e truppe irregolari in numero imprecisato. Nel 1898 loi;(l Kitc:hene.r riorganizzò le forze rnil. dell 'E. inquadrandole con sottufficiali e ufficiali in glesi ; attua lmente (1929) i quadri sono in gran parte indigen i, usciti eia scuole m ii. fondate a Cairo e a Ca..rtum. L'esercito cornprchdc 16 bgl. di fanteria di cui 7 s udanesi, 5 cp. montate, l repar to autocarri, 2 sqclr. di cavalleria, 4 btr . someggiate, 3 cp. art. d a fortezza., grupp i m itra glieri, 3 sqdr. meharisti, 2 bgl. genio. Inoltre 2 corpi arabi irregolari ( dell'Est e dell'Ovest) incaricati della sorveglianza delle frontiere: 7 cp. fanteria, 2 sqclr. 2 cp. fan teria monta ta, 3 sczi,oni artiglieria. Il serviz io aeronautico è ancora nelle mani degli Inglesi. Alt.rc forze, nelle mani, degli Inglesi, sono nel S1tda1i (V.). Infine, esiste una Guardia Kcdivialc (2 cp. fanteria e 1 sqdr. cavalleria) e un corpo di polizia di 6000 u . Il servizio mii. è obbligatorio, molto temperato. Vengono a rruolati non più d i 3000 u. all'anno sulle 140.000 0

Campagna (l'Egitto ( 1798-1801). Sul flllire ciel 1797 sorse nel pensiero ciel gen. Bonaparte il vrogetto di impadronirsi dell'Egitto, per ottenere il dominio s ul Med iterraneo oricmale, lo stabilimento cli una colonia sul N ilo, ma, sovra tutto per vulnernl'e la potenza inglese in India. Il 5 marzo 1798 la spedizione fu d ecisa; l'eserc ito fu composto di 32.300 u. (fanteria 24.300; cavalleria 4000 con 600 cavalli, ,u-tiglieria 3000; non comba!tcnti 1000); capo cli S . :M. Berthier. La flotta fu composta cli 13 vascelli di linea, 9- frega te, 1 1 corvette e 240 bastimenti da trasporto, con 10.000 u . d i equ ipaggio, e fu messa agli ordini dell'ammirag lio Brueys. ll 9 giugno la spedizione g iunse a Malta, che fu p resa; v i fu lasciato un reparto al comando del generale Vaubois. Il 1° luglio la flotta giunse ad Alessandria. Il 6 luglio fu iniziata la marcia verso Cairo; il 10 l'esercito giunse ad E l Ramanyeh dove fu respin to un a ttacco d i }VIammalucchi; il 2 1 questi fu rono sconfitti nella battaglia delle Piramidi e il 25 i F rancesi entravano a l Cairo. La lotta continuò, mentre procedevasi a l rion bnamcnto del paese con guarnigioni francesi. L a flotta francese si faceva battere da quelh inglese ad Abuhir, e la Turchia dichiarava guèrra alla F rancia (agosto 1798) concentrando truppe nella Siria (V.) : la spe<liioione del Bonaparte allontanò il pericolo, ma to costrinse on11ai alla difensiva e lo decise , a rientra.re in Fra ncia. Tu rchi f e Inglesi, sbarcato ad Abukir, furono battuti il 25 luglio 1799; Bonaparte, lasciato il comando a Kléber, partì il 24 agosto e giunse felicemente in Francia il 9 ottobre, evitando le crocic1·e delle 11av i inglesi. Essendo stato assassinato K léber, assunse il comando :vrenon,' che fu battuto da truppe anglo- turche, sbarca te n uovam ente ad Abukir (7 marzo 1801) e battuto ancora il 21 :id Alessandria. I l 31 agosto, venne f,rma.ta. una capitola zione, in base a lla quale i 20.000 u . superst iti della spedizione era-no ricondotti in Francia, abbandonan do l'Egitto. Cam.pa.gna inglese in Egitto (1882). Nel 1882 il potere, in seguito a vari avvenimenti politic i, era cadu lo nelle mani d i Arabì pa.scià, colbnnello del l'armata egiziana. Il pascià. Tewfik, non aveva piii che il potere nominale. I governi francese ed in glese promisero il loro appoggio a Tewfik ; e nel frattempo, per proteggere i connazionali, inviarono una flotta anglo-francese nel porto cli Alessandria (20 maggio 1882). Arabi pa-


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,;cià rispose colla chiamala alle armi delle riserve e col fortificare il Cairo. ?lfassacri di cristiani avvenuti nel giugno in Alessandria diedero occasione all'intervemo inglese, mentre la squadra francese, in seguito ad un "oto della Camera che dichiamva decaduto il duplice controllo. era costretta a ritirarsi. Gli Inglesi, temendo pel canale cli Suez e per quello cli aCC]ua dolce che dal ~ilo approvvigiona Suez e Ismailia, decisero d i occupar~ que.ste due vie d'acqua. L'I. linea d'operazione prescelta fu quella lsma ilia-Cairo, a metà distanza fra Porto Said e Suez, località nelle quali do\'eva rispclli\'amcnte avvenire lo sbarco delle truppe del ) [cdilcrraneo e <li quelle dell'lnd ia. Contro le fonificaz ioni che Arabì pascià cle"a,·a ad .llcssa1ulria fu iniziato il bombardameuto l'll giugno. I nt:inlo il corpo inglese di spedi.tione vcnfra composto di I divis. di cavalleria, 2 di fanteria, 9 btr. d i cui 2 a cavallo e 4 d'art. d'assedio, genio e servizi. Tnoltre un contingente indiano di 1 brigata di fa11teria e 2 htr. In totale 22.200 u. metropolitani, e

11cnte si dirigeva su Porto Said; El Kantara e Ismailia ,·eni,•;mo subito occupate. Avendo gli Egiziani sbarrato il canale d 'acqua dolce, v(:unc inviata da Ismailia una colonna al comando di Sir Graham che li attaccò a J\fagfar il. 24 agosto, occupando 1 [ahsama il 25, e Kassassin il 26; il 21 agosto questa. localiti, fu invano attaccata dagli Egiziani, " \\'olsdey vi concentrò grandi forze che resp insero il 9 settembre un nuovo attacco egiziano. Dopo di ciò gli Inglesi presero l'offensiva. e ne derivò la battaglia di Te/I el Kebir, dopo la quale Arabi pascià si costituì prigion irro, e la città. <lei Cairo aperse le porte a T ew fik e agli Inglesi (25 settembre). La campagna era durata 25 giorn i e aveva dato agli Tngle~i il

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72i0, indiani, al comando del generale Wolseley; la flotta aveva a capo l'ammir. Seymom·. l'wto Said e El Kantara vennero presi senza colpo ferire; ad Ismailia ven iva sbarcato un contingente, ment re ~efisha, dove si trovavano circa 2000 egiziani, veniva bombardata. Il 19 agosto la flotta, composta di 8 corazzate e 17 trasporti, si presentò dinanzi ad Abukfr, ma mentre le navi leggere si accostavano per aprire il fuoco il rima-

romando della via delle Tndie, oltre che il predominio sull'.c. Quivi Tewfik continuò a. regnare, coll'appoggio e sotto il controllo dcli' lnghilterr.i, la quale ebbe solida base ncll'E. J)er le sue campagne nel Sudan. L'incidente di Fashoda (V.) allontanò la Francia dal ::-l'ilo: la Turchia tentò nel 1906 d i occupare il Sinai e la sponda orientale del canale di Suez, ma vi rinw1ciò in segu ito ad intimazione dell'lngbiltcrra. In tale epoca. si iniziò, specialmente al Cairo e ad Alessandria, un movimento di carattere nazionalista. Scoppiata la guerra. europea l'Inghilterra dichiarò il suo protettorato sull'E. nominando suita.no Husscin Kamil, discendente di 1'.fohammed Alì. Durante l.L guerra l'Egitto servì al comando delle forze britanniche come base delle truppe operanti in Maccdcnfo e in PaJcsti11a.


Dopo la guerra, gli Egiziani, nel 1919, reclamarono i·iforme; e l'Inghilterra s i vide costretta a promettere una maggiore pertecipazionc dell'elemento locale alla vita del paese. Fervendo le trattative, lunghe e laboriose, continuarono i confl itti coi naziona listi; e il capo d i essi Zaglùl pasciit Iu co11fu1ato a Gibilterra. Il 28 febbraio 1922 l'Inghilterra rinunciava al protettorato e r iconosceva l'Egitto come Stato sovrano indipendente. Il 16 marzo veniva proclamato re Fuad I, fratello e successore di Hussein Kamil, morto nel 1917, e Zaglul pascià'. poco dopo veniva nominato presidente del Consiglio dei Ministri. Ma rimasero in sospeso le question i riguardan ti il Sud:111, la sicurezza del canale di Suez, ccc., tanto clic in fine del 1928 esse doveva no ancora essere regola te.

Operazioni contro i Senussi ( 1916). Sin dal 1914 il gen. Maxwell aveva predisposto d ifese verso il confine occidentale dcll'E., in previsione di attacchi da parte dei Senussi e degli t\ raho-Turchi, valutati capaci di porre in campo sino a 30.000 u . (d i cui 5000 Senussi regolari, un nucleo di truppe turche; il resto irregolari) p rovveduti d i artiglieria e di m itraglia tric i, a l comando d i Gaafer pascià, avcmc ai suoi ordini Sidi Ahmed e Nur.i pascià. JJ generale inglese, a ll'avvicinarsi d i queste forze, abbandonò Sollu,11 ( che il 15 novembre 1914 fu occupato da Gaafcr pascià) e l'oasi di Siwa: verso la costa 'tenne occupato il porto di ~folruh, che fece base di operazione, affidandone il comando (dicembre 1914) a! generale Wallacc, e mellendo ;L sua d isposizione una brigata di cavalleria (gcn. Lucnn) e una. di fanter ia (l3iscoe), artiglierie e servizi. Q ueste truppe vennero in seguilo rinforzate. Il 25 dicembre \\lallace baltcva a Niedwa un corpo nemico; faceva poscia dal gen. L ucan rastrellare la regione verso Alessa.ndria, per evitare molestie sulle vie di comunicazione; indi attaccava i nemici ad Halazii, (23 gennaio 19l5) e li sconfiggeva nuovamente. Ritiratosi per ragioni d'età e per le fatiche ·incon trate il Wallace, fu so~tituifo da.I gcn. Peyton (6 febbraio 1915) il quale fece attaccare i Turco-Scnussi presso Barran.i (26 febbraio) da una. colonna al comando del gen. Lukin: questi li sconfisse e fece prigioniero Gaafer pascià. Quindi gli Inglesi, avc11do di fron te truppe sconfitte più volte e sbandate, decisero di i·ioccupare So/lum, ciò che avvenne il 14 marzo, dopo di avere conquista.Lo senza colpo ferire il campo w rcosenusso, a 30 km. da quella località, abbandouato dal nemico, il quale, demoralizzato, cessò ogni velleità d i attacco alla frontiera occidentale dell'Egitto. \

Egmond- aau-Zee. Borgata dei Paes i Bttssi, teatro <li combattimento cbe appartiene alle guerre della Rivoluzione. Dopo la batt. di JJc-rgrn ( 19 settembre 1799) il duca di York riordinò le sue truppe e riprese l'offensiva il 2 ottobre, muovendo su 4 colonne (Abercrombic, E ssen, Dundas, Pultcney) contro i Franco-Olar1desi, coma.ndati da.I Brune e appoggiati con la sr. a.I mare e il cen tro sulle al ture d i Eergcn. La colonna d i Abercrombie venne a urtare contro le brigate francesi Fusier e Boudet, r inforzate di cav,illeria e d i art. L'impeto e la superiorità degli Inglesi ebbero il sopravvento e le comtmicazioni fra l'estrema s r. francese e Ilcrgen rimasero interro tte. Su quest'ult ima località il Brune inviò altri 3 bgl. e altri 2 su E., mentre egli conteneva il cemro nemico a Bergen. A E . la cavaller ia francc!SC riuscì mom·cntanea.mente a impadronirsi dell'art. nemica che poco

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dopo fu r ip resa dalla cavalleria inglese, comandata da Lord Paget. Sul far della notte Ahercrombie era. giunto già presso E.; Dundas aveva costretto il cenlro francc,,e a ripiegare; r imanevano a Oude KarspcJ i Franco-Olandesi, perchè un attacco di Pultney non aveva avuto effetto. Però, essendo state rotte le comunicazioni c<> lla sr. e data la posizione raggiunta dall'Aberc.rombie, Brune non credette più oltre sostenibile la posizione, e la mattina seguente ripiegò senza essere d isturbato. Le perdite furono di circa 2000 u. per parte.

Egmont (Lamoral di). Principe di Gavre, (15221568). Genera le d i Car lo V che seguì in tutte le guen-e,

fu luogotenente del re nelle F iaodYe e nell'Artois; ma partecipò alla ribellione dei Paesi Bassi contro la Spagna e perciò fu arrestato nel 1567 e decapitato. Fil-ippo, conte di Eg,,,toiit . Generale (1558-1590). Figlio del pr~cedente. Sostenne la Spagna contro gli Stat i Generali: fatto prigioniero nel 1580, venne liberato dopo 5 anni. Governa tore dell' Artois, nel 1590 cadde combattendo ad I vry.

Eg nazia. Via militare roma.na. di grande traffico, che allacciava Illiria, Macedonia e Tracia al mare Adr-iatico, a D urazw. Venne costruita nel 168 a. C. ; e ra lunga 800 km. Nei paesi attraversati da questa grande arteria, la civiltà romana lasciò molte traccie non mal spente. Prese il nome di E. anche il tratto BeneventoDrindisi della ,•ia T ra ia.na, appunto perchè era come la continuazione dell'altra E., varcato il mare.

Elia Vittori o

Egorov Alessandro

Egorov (Alessandro), Genera le russo, n. nel 1885. Frequentò la scuola di fanteria ma nel 1905, per la partecipazione ai moti rivoluzionari, dovette uscirne. Nel 1915 fu richiama.lo alle arm i e due anni dopo pa rte· cipò alla .rivolu1.ione, ottenendo subito alti comru1di e nel 1918 facendo parte della comm issione per la riorganiz7,azionc dell'esercito sovietico: indi fu presidente della comm issione d i rec lutamento, diresse le operazioni d.e l1'8• armata, poi quelle della 10", poi fu comandante del fronte Sud contro Denikin, guadagnandovi l'Ordine nùl. della Dandiera rossa. Partecipò indi a lla guerra contro la Polonia; nel 1922 comandò l'annata del Caucaso e nel 1924 il distretto mii. dell'Ucraina. Egospotamos. Fiumicello e borgata del Cbersoneso tracico, di fr<>nte a Lampsaco; oggi K arakova-Deré. Nell'agosto del 405 a. C. vi si combattè una battaglia che appart iene al terzo pel"iodo della guerra de l Peloponneso e fu combattuta tra la flotta ateniese agli ordini di Conone e q uella spartana comandata cfa Lisandrn. L'indisciplinatezza, la scarsità delle vettovaglie, la di-


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scordia dei capi, specie per opera del traditore Adimanto, l' incapacità del demoçratico F ilone, furono le' cause della sconfitta ateniese. Difatti Lisandro, che vigilava e notava questi .sintomi di debolezza del nemico, avanzoss i in un momento opportuno e lo sorprese mentr'era in grande disordi11e. Acce.r cb iate le navi ateniesi le vinse e le catturò quasi tutte. Delle 180 navi aten iesi appena 12 riuscirono a scampa re con Conone. La vittoria fu consegu ita quasi senza perdite spartane. I tremila prigiOJ1ieri ateniesi furono messi a morte.

Egri Palanca. Località della vecchia Serbia, sulla Kriva, vici11a alla fronliera bulgara. Mentre si combatteva sulla Brega lnilza, durante la 2• guerra balcanica (1913), la 1• armata serba, a.I comando del principe Alessandro, resisteva sul coniine, lungo Ulla linea coperta di fronte da robusti trinceramenti e bene appoggiata-sui fianchi. La d ivis. Danubio I si trovava sulla sr. della Kriva, a S. di E. P.; la Danubio II era a N . sulla dr. della Dubrovnitza e ancora più a N ., presso le sorgenti della P cinja, era la Sumagia II. I l 3 luglio i Bulgari, respinti gli avamposti Serbi della div. Danubio II, presero piede su lla sr. de lla D u b rovitza; persuasi, per la. resistenza incontrata., cli non poter ottcner:e risultati concreti attaccando frontalmente, aggirarono il nemico da N. e riuscirono a occupare le posizioni di quota 1669 minacciando di fianco l'intera li nea nemica. )!'ella notte sul 13 luglio la cli.vis. D anubio II contrattaccò la 12• divis. bulgara, la costrinse a ripiegare e, isolato _il r-epaJ'to d i quota 1669, lo forzò n ripassare la frontiera.

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voluzione a favore di Don Carlos; fu vicerè della Navarra. e poi comandante in capo dell'esercito : d iresse l'assedio di· Bilbao nel 1836.

Eia! (Eia ! E ia! Alalà!). Grido d i guerra degli avia tori, suggerito da Gabriele d'Annunzio durante una fes ta del «Nastro azzurro» per la d istribuzione delle medaglie aJ valore. 22 agosto 1917, in un campo d'aviazione presso Udine. E ia o Heja cra interiezione comune a Greci e a i Latini. Eia! Vigilai, gridavano le scolte modenesi. quando ,·egliava,no alla difesa della città contro gli Ungari invasori ; E ia!, risuonò sul labbro dei

Crocia ti; Eja., o [{Uerrieri! Utrcin o Ultreja.l insegnò. l'Arcivescovo Anselmo alla gioventù lombarda, come si sa da Landoifo. Ba fu anche usato d a fiorentini contemporanei di Boccaccio. t1lalà (forma D orica) A lali (forma Attica) gridarono anche m iliti Romani. Nel 1922 divenne il grido di saluto delle schiere fasciste.

Ei nsisheim. Comune della Fra.ncia, nell'Alsazia, sulla dr. dcll'Inn. li 28 ottobre 1444 vi fu conclusa la pace fra i Cantoni svizzeri e Carlo VIl di Francia. Durante la guerra dei 30 Anni, nell'ottobre d el 1638 gli Imperiali, comandati dai gcn. Goeutz e Lamhoy lo assediarono. Prima che capitolasse, sopraggiunse il Turenne che li attaccò e sbaragliò, costringendoli a levare l'assedio. Egula Nazario

Elia Augusto

Egriselles Le Bocage. Comune della Franc ia, nel dip. clell'Yonnc. Durante la guerra franco-germanica, nella notte sul 4 dicembre 1870 u n d istaccamento tedesco di complementi fu attaccato in B. dove si era fermato per pernottare. Riuniti nella chiesa, che i Fra.ncesi avevano incendiato, si d ifesero a fucilate, e all'alba, usciti all'aperto, contrattaccarono gli assalitori e li costrinsero aJla fuga. (

Eguia (Francesco). Generale spagnuolo (1750-1827). Si segnalò nelle guerre contro Napoleone; poi fu capitano genera le della N uova Castiglia e ministro della guerra. Scoppiati i moti costituzionali si rifugiò in Fra ncia donde tornò in patria (1823) con l'esercito francese che domò i ribelli. Nazario, conte d:i Casa. Eg-wia. Generale spagnuolo, n. nel 1777. Dura11tc la guerra nella penisola iberica conlro i Francesi, si distinse così eia guadagnare il grado di ma resciallo di campo; nel 1815 ebbe il comando del corpo di osservazione dei Pirenei occiclentali Nel 1823 fu nominato capitano genera le in Galizia . Morto Ferdinando VII p reparò, · collo Zumalacarregui, la ri-

Ei nnvohnerswehr. Formazione militare costituitasi in Germania. dopo la pace di Versailles per eluderne le clausole e durata, come organizzazione regolare, poc hi anni. Consisteva in una m ilizi11. comunale in congedo, composta di tecnici e destinata a sostituire gli scioperanti ne i servizi pubblici. I m iliti erano circa 300.000, arma ti come per la guerra e disciplinarme11te dipendenti dal governo centrale. Aveva tutto un sistema d i organ izzazioni seg1·ete che le consentiva d i essere impiegata in tutta la Germania. e sulle frontiere. Eisenburg (Trattato). V. Temes<1ar. Ekrasite. Composto chimico esplosivo usato su vasta scala. dall'A1111ata austriaca, costituito qua.si esclusivamente del sale ammonico del trinitrocresolo, addizionato con nitrato di potassio ; ha,_ p roprietà p ressochè identiclie a quelle della lyddite, o pertitc, (trinitrofenolo); fonde a 100° e richiede un potente detonatore a l fulmicotone per poter esplodere. Gli Austriaci l'adoperarono come esplosivo di scoppio, per la. carica interna delle grana.te. Elandslaagte. Località de l Transvaal, nel Sud Africa. Du ranlc la guerra anglo-boera vi giunse al matti-


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no del 21 ottobre il ,gen. Fi-ench con 5 squad. e 1 btr. e aperse il fuoco contro la ~tazione e le posizioni dei Boe:ri, che si trovava.no a S. O . a circa 2500 m. Ricevuto un rinforzo (5° regg. lanceri, 1 sqdr. dragoni, 2 btr, da I bgl. fant. e S cp. montate) f<x:e avanzare un bgl. a ~scaglioni fino a 700 m. da.I n emico, mentre s ul fianco avanza vano a ltre truppe. '-;onostan te forti perdite, gli Inglesi con tinuarono ad avanzare, mentre l'artiglieria si spostava in avanti per concorrere, a ll'azione, Jìnchè, giunti a distanza d'attacco, i Boeri s i decisero a ripiegare, 'c aricati sul fianco dalla. cavalleria. Gli Inglesi perdettero 260 u ., i Boeri 192 u., fra 'cui il gen. Koch, mortalmente ferito, due c,innoni e parte dei ca valli.

cesi, ma una rivolta d egli abitanti costrinse gli invasori ad ardarscne. Nella primavera del 1801 i F rancesi ritornarono a l comando del gen. Thurreau, che µrese P orto Longone e assediò Porto Ferraio che resistè, col!' a iuto inglese, .fino alla pa.ce di Amiens, dopo la quale l'isola intera fu incorporata nel n uovo regno d'Etruria e successivamente passò all'Impero Francese. Con Nap oleone i soldati elbani si distinsero per bravura. e coraggio, soprattutto nelle b'l1erre di Spagna. D al 4 maggio 1814 al 26 febbraio 1815 l'Elba. fu il r istretto dominio d i X a po leone i11 seguito a l trattato di Fontainebleau; nel 1815, col trattato di Vienna, fu assegnata a lla Toscana e ne seguì da allora le sorti.

Elassona. Loca.lità della Tes"aglia . Durante la pr ima guerra balcan ica ( 1912) una. colonna dell'eserci to greco, ( l' e 6" d ivis.) doveva attaccare E. e le alture ad Est, coadiuvata da un distaccamento di Euzoni che doveva agire di rovescio. I T urchi avev,rno s istemato a difesa parte del!a cinta, le a lture viciniori e il p iccolo rilievo d i Ala Tepé, imme<lia tamentc a S. O., l'art. era parte al monastero di Panaja, parte ,;u llc a ltu re ad Est. L a mattina del 19 la 1• d ivis. greca. sbucò nella p iana di - E.; due regg. furono 'diretti s u E.,' e ' uno su Caricani, mentre due btr. da campagna aprivano il fuoco, L'avanzata della fanteria continuò sotto il fuoco poco efficace dei Turchi, e, quando i Greci furono a 700 m . dalle linee, i T urchi abban donarono senz'altro le loro posizioni.

I Francesi all'Elba (1799). Allora l'isola era divisa in tre parti: Portofenaio, del Gran.duca di T oscana; Porlo Longone, dello << S tato dei Reali Presidi >> della corona delle Due Sicilie; il rimanente del princ ipe di Piombino. In quest'ultima parte fino dal tempo della repubblica di P isa, esisteva.no le mil izie delle «bande», in cui erano i validi dai 16 ai 60 ann i, formanti in ciascun comune una compagnia con bandiera. propria e ufficiali che prestava Ilo ser vizio gnitu ito, nominati prima dal popolo poi da l principe. Cessate le incursioni dei corsari questo istitu to mii. era decaduto. Vi era un btg. di volontari a servizio del re cli Sicilia, destina to a difendere Porto Longone e le torri di Rio "\farina. e di 11arciana. Occupata la T oscana, i Francesi si accinsero a passare nell' isola, ciò che venne facilitato dalla mancanza di unione fra lo Scbmidt, governatore di Po-rtofcrraio, ìl brig . Vìncen?.o DenLicc, governatore di Porto Long,,me e i governatori del principe di P iombino. J:'acilmente i Francesi ottennero la cessione di Portoferraio ( 4 aprile). Il giorno dopo, il ten. col. ::VlonSerrat intimò la resa. a. Portolongone. Gli abitanti, dubitando . del contegno del Dentice, insorsero e nominarono un triumv irato composto del cap. D'Espulces del ten . col. Zito e elci capotamburo. Coi forzati liberati, coi soldati della guarnigione e col bgl. volontari, il triumvirato presso S. Giovanni attaccò i Francesi, che forono sbaraglia ti; par te di essi, fuggendo verso Capoliveri, furono da que lla. popolazione respin ti a fucilate. L'indomani i! villaggio fu messo a ~a.eco, per ordine del generale Miollis, giunto quella mattina nell' isola. Il 27 aprile i,:li E lbani sconfissero i Francesi, ma il 29 a Val Ana, presso monte Puccio, furono battuti. Ne seguirono trattative d i accordb, per le quali furono deposte le arm ,. N uove prepotenze francesi fecero ancora solievare gli abitanti. i quali presso colle d'Agnone sconfiQSero l' invasore coll'aiuto di un drappello napoletano, inviato per mare da Porto Longone, e gli tolsero tre grossi can noni, u n mortaio e molte munizioni. Nei nume rosi scontri che segui rono i F rancesi ebbero costantemen te la peggio e :finalmente il 27 maggio p resso la spiaggia dello Schiopparcllo furono completamente sconfitti perdendo oltre 350 u. e 'costretti a chiudersi in Portoferra io. Rinforzato di uomini e di munizioni, il M onserrat riprese l'offensiva e sbaragliò gli E lbani presso le Grotte; allri r inforzi gli giunsero dalla Corsica e con questi affrontò il nemico a P rocchio dove· però fu battuto. Per la. pace di Luneville le ostilità ebbero fine e l'Elba fu incorporata nel regno d'Etruria.

Elba (grec. Aitalìa, lat. Ilva), è la maggiore isola dell'Arcipelago toscano ; il canale di P iombino, che s i restringe fino a poco p iù di 9 km . la separa d a l continen te. E ' u n gruppo tripartito di montagne cbe culmina nel monte Capanne, a.lto 1119 m., presso la sua estremità occidentale. Vi si notano i capi Calamita, rivolto .a. S. e della Vi ta rivolto a N . Capol. dell'isola è Po rto-ferraiQ dove esistono vecchie forti.ficazioni, come a Ca.J)Oliveri, la più antica città fortificata dell' isola, posta .su di un'a lta vetta , e a Porto Longone. L'isola è ricca d i ferro le cui m iniere sono coltivate da tempi antichissimi. l primi abitatori dell'Elba furono i T irreni ; nella storia se 11e parla la prima volta. per la sµediz ione siracusana co,ldotta da Faille, che la devastò nel 453 a . C . Una seconda squad ra siracusana fu man data sotto Apclle, il quale conquistò temporaneamente l'isola. Nd secolo XI l'E. apparteneva a Pisa, a cui la to lsero i Genovesi nel 1291, conser vandola breve tempo. Costituitosi sulla fine del sec. XIV il µrincipato di .l:' iombino, vi fu incorporata. I l 7 agosto 15p, una squadra franco-turca si impadronì di Porto Longone e devastò l' isola, ma non riuscì a conquistare Portoferraio ceduto per ordine d i -Ca.rio V a Cosimo I D e Medici, che anche nel 1558 fu ·invan~ a ttaccato dai Tiuchi. 11 27 settembre 1646 i F rancesi presero Porto Longone agli Spagnuoli i quali 1o riconquistarono nel 16S0. Nel gennaio 1708 gli Austriaci occuparono Capoliveri e attaccarono Porto Longone tenuto dagli Spagnuoli, i q uali però il 9 maggio Ii -sconfissero in una località che da quell'avvenimen to pre-se il nome di << sassi tedeschi JJ . Il I gennaio 1794 sbarcarono nell'isola 4000 realisti francesi, fuggiti da To lone su navi inglesi, raggiunti nel luglio 1796 da 2000 inglesi; l'abbandonarono nell'aprile del 1797 contro lo sgombro contemporaneo d i L ivorno d a par te dei Francesi . Al principio dell'aprile 1799 l'occuparono i Fran~

Elba. Briga ta di fanteria costitu i1a per la guerra 19151918, 1iel febbraio 1917, coi regg. 261 e 262 formati, rispettivamen te, dai depositi dçi regg. 27° 28°. Origina-


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Tiamente ebbe il nome d i brig.,ta <(Sila)), sostituito poi ,con l'altro. Nel 1917 comba t tè sul Vodicc, a Plava, Za_gora e Zagomila, perdendovi 63 ufficiali e 1831 gregar i I ' a r tecipò nel 1917 alla battaglia della Bains izza e alle op erazioni s ulla Sella di Do!, il Veliki Hrib e il S. Gabriele. Duran te l'offens iva austriaca dell'ottobre esplicò uua tenace resistenza fino a che non ebbe ordine d i rip iegare. La brigata fu disciolta il 21 novembre 1917. Fu -citata su l bollet tino di guerra del 26 agosto 1917 del Comando Supremo.

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I primi popoli che Ii usarono in battaglia furono quelli cieli' Asia, i qu'ali ebbero più a portata ed in maggior

abbon dan za questo pachiderma . L'a1·te di educare gli E . per la guer ra, si estese verso l'occidente ed il 11ord , fino ad a rr ivare anche ai Roma ni. Gli elefanti spesso erano

Elba. Nave da battaglia di 5' classe, varnta a Castellammare di Stabia eri entrata i n servizio nel 1894. radiata ne l 1920; lunghezza m . 83,20. lar ghezza 12, 72,

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d isloca mento tonn. 2732, macch ine HP. 6S00; armam.c nto 1 V 152, IV 120, 2 lanciasilur i ; s ia LO ma ggiore 12, -C(luipaggio 245.

El bi ng. Città ridia P russia Orientale, a oriente d i Danzica. Fondata nel secolo XUI e fortificata, clivc1rne sede di p iccola 1·epubblica e partecipò con rilevant i forz e alla Lega Ansea tica. L' l l set tembre 1656 vi fu con cluso un trattato d'allcan7.a tra O landa e Svezia, per rinnovare l'a lleanza conch iusa n,n1<1tera <icl l'anLica a S toccarda il 1° settemb re Re))\I 1) )) 1ica (li E i billg 1640; ma gli Stati Gene· rali lo d isaJ}provarono, accusando i m inistri d 'aver oltrepassato le loro istruzioni e d i aver adoperato nel ti:-attato stesso una forma molto indeter minata; perciò esso non fu rat iftcalo. Eleo (Mas). T ipo di motoscafo antisommergibile costruito dalla D i tta Eleo Cy di \Te" · Yo rk d urante la

guerra ; dislocamento torni. 44, veloci tà 17 nodi, potenza motrice 400 HP.; armato con un can none da 76, due silu ri e alcune bombe antisommergibili.

Elefantarch'ia. Una unità, un co rpo di elefanti da guerra nelle a llliche ordinanze greche. Secondo Eliano 110n era inferiore a sedici elefanti. li comanr!ante di una ddantarchia era d etto eldantarea .

Elefante da guerra. Fin da temp i m olto antich i g li E . furon o addestrati per poter sene ser vire in guerra, s ia come mezzo di trasporto cli ar mati, sia come arma.

me rame eia g11e1-ra {Vegezlo) pro(ct1i con larghe barde di r ame o d i ferro, sui fian chi e sulla fronte, ed or na.ti d i drnppi colorati e pen nacchi. Un guida tore, seduto s ul col lo, li dirigeva e li a izzava alla battaglia : a tterrivano col bardto, colla p ro-

E ìcl'anle da g-11('.JTa per siano

boscidc pcrcotevano cd aHer ravano cava lli e soldati, gettandoli p o i iu a lto, o sul loro dorso o den tro le torret;te che p ortavano addosso, oppure li cacciavano sotfo i loro p iedi schiacciandoli. Nelle torrette s tava no da tre a sc i soldati, i quali lancia vano frecce, dardi, saette. Alla loro volta gli elefanti erano anche addestrati a lanciar p ietre colla proboscide. T alvolta l'E. era peri_ç ql_qsç_ f).Hq s t ~


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esercito che li usava, poichè essendo facile ad imbizzarrirsi e vendicativo per la più lieve offesa o ferita, non di rado rompeva le ordinanze, non ubbidiva più al guidatore, portando così lo scompiglio c talvolta anche la sconfitta del proprio esercito. In questi casi si cercava di abbattere l'anima le, cosa però 11011 tanto facile data la mole e la durezza della pelle, che impediva di colpirlo speditamente nelle parti vitaJi. E poichè, in qualclic esercito, gli E. erano nlllllcrosissim~ così l'imbizzarrirsi di pochi di essi, portava presto al disordine delle schiere vicine, ed al contagio negli altri. Per difendersi dagli E . si ricorreva, per par te dell'uomo, ad armature munite cli punte; i soldati li attaccava.no, così difesi, direttamente e li mettevano in fuga ; opponevano loro tra. le_ gambc travicelli armati di punte, tiu,0ni accesi, e cercavano di pungerli sotto la coda con lunghe picche o spiedi o spuntoni; e finalmente cercavano ancora di ta.gliare loro una zampa. Però la difficoltà di offendere questi animali, per la durezza della loro pelle, obbligò a rivolgere subito le offese al guidatore, con mezzi da lontano, e contro le torri poste loro sul dorso: servivano bene ad esempio le baliste. che potevano abbattere anche l'animale stesso. I Romani furono gli ultimi a servirsi dcll'E. in battaglia, ma abbandonarono presto questa specie di arma, appunto perdi<: molto pericolosa al proprio esercito. Oggidì, colle armi da fuoco con pallottole esplosive e di forte penetrazione, colle artiglierie, l'elefante non può più servire come arma, e quindi piit nessun popolo se ne serve a questo scopo. Rimane solo più come imponente ed utile mezzo di trasporto, di materiali e talvolta. di artigli~ria.

tedzzata da un edema. infianunatorio con ipertrofia, acf andamento lento e cronico; ha sede specialmente agli arti inferiori ed agli organi genitali esterni. In tutta. la zona tropicale si osserva in forma endemica la cosidetla « E. dei paesi caldi o degli Arabi», la quale è dovuta alla penetrazione di uno speciale parassita (la fila.ria del sangue) nei vasi linfatici, donde edema enorme del derma e ciel tessuto cellulare sottocutaneo, accompagnato da sclerosi. L'E. si riscontra sopratutto nelle classi povere e nelle persone sudicie, la cui pelle si escoria e si infeua. colla più grande facilità. L'art. 20 dell'Elenco A delle imperfezioni e del le infermità, riguardanti l'attitudine fisica al servizio militare, contempla, quali cause d'inabiliLà asscluta., « gli esiti cli flebite o di linfangioite caratterizzati a preferenza da edema persistente e di grado notevole o da distmbi trofici (elefantiasi), quando ostacolino la funzione dell'ar.to ». Però, prima di prendere un provvedimento definitivo, bisogna lasciar trascorrere il periodo della rivedibilità, e nel caso in cui vi fossero dubbi sull'affezione in sè e sul disturbo funzionale, è prescritto l' invio in osservazione presso un Ospedale l>'l ilitare. L'aL fczione, qualora sia riconosciuta dipendente da causa di servizio, è ascrivibile alla settima categoria od ancl1c ad una categoria più vantaggiosa, quando la sua entitii, sia tale eia ridurre di oltre il 40% la capacità lavorativa del soggetto.

E legia. Ant. città presso le sorgenti dell'Eufrate. Nel 16l d. C. vi si svol/;e una battaglia che appartiene alla guerra intrapresa da.i Romani contro i Parti al tempo dell'imperatore Marco Aurelio. Il re partico Ar&tce XXVIII vi sconfisse comp/etamente il governatore romano della C:tppadocia. Severiano, il quale lo aveva, affrontato con una legione sola. Circondato da ogni parte. Severiano ·ebbe dopo tre giorni di combattimento completamente distrutta la sua legione; egli si diè la morte.

Ordine cavalleresco dcli' Elefante. Istituito da Cahuto VI (sec_ XII) in Danima1·ca; ebbe statuti regolari soltanto nel 1478, per opera di Cristiano I; venne riordi'nato da Orcli 1\c clel l'Elc l'nn tP Cristiano V nel 1693. Esistelte un co rpo militare dell'Ord ine, che prestava servizio nelle solennità. L'insegna consiste in un elefante smaltato di bianco, coi denti d'oro, portante una torre, con bardatura azzurra gemmata, e un negro che impugna un giavellotto d'oro.

Elepol i. Nome dato ad un'antica macchina <la guerra che serviva per esppgnare le città fonificatc: gencrahneute era <li forma quadrata, in legno, alta 20-30 metri, lar.ga la metà; e con internamente varii piani, entro i quali erano riparate le varie specie di armi, con i relativi armati, che occorrevano per battere in breccia le mu ,·a eia abbaLlere. Cosl avevano in piani bassi arieti; in piani alti invece, ponti da abbassa.re sulle mura per prenderle d'assalto.

Elefa ntiasi (MeclicÙia Legale militare). E' ca.rat-

Eletta (in francese Elite, in ted. Ausz11.g). Prese que~


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sto nome, ndl'ord inamenlo m ii. sv iizero del 1851, la ;parte attiva dell'esercito, oltre alla quale esislevano la r iserva federale e la landwchr. Per I'E . i Cantoni doveva.no fomire il :; per cento della loro popolazione: l'età <li appartenenza cessa va a 34 anni : se ne calcolava il .gettito in i0.000 uomini_

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Elepoli Ossa

Fllcpoll 111oblle COII arìC\C

Eletti. Soldati romalli, riuniti in piccoli e mobilissim i reparti, separati dalle legioni, e pronti, durante il ,combattimento, a portarsi celermente ove fosse necessar io ristabilire la s ituazione o fron teggiare atlacchi nemici particolarmente pericolosi. Cli E. in sostan7~'t e rano truppe scelte, di provato coraggio e particolarmente addestrate, che veniva.no impiegale solo nei momenti di grande per icolo. E letto era il capo supremo degli Alterati (\/.) o .Malconten ti.

Elettricità. Trova infinite applicazioni nel campo m ilitare; durante la guerra mondiale fu fatto largo impiego di mezzi elettrici, specialmente dai Tedcscl1i. Sul fronte della 3" armala fu impian ta ta. wia. rete su 52 km. di ampiezza e 32 di profondità. I n essa l'E. venne impiegata per :;:li usi più diversi: segherie, laboratori, lavori agricoli, sollevamento e distribuzione di acqua, fabbriche di ghiaccio, ventilazione di ricoveri, il luminazion e, ecc. Le condutture ;id alta tensione giunsero fino a poco più d i 7 km. dalle linee di combattimento. Talvolta l'E. fu impiegata anche per clcttrinare reticolati. Gn,ppi elettrogeni furnno usati da ll 'esercito italiano su l fronte, per varì usi, fra i quali ,td es. impianti di luce e di forza, per le telefc,·iche d i montagna, per le pcrfo· ratrici impiegate negli scavi in galleria, ecc. Elettricità sulle 11avi da guerra. I primi tentativi di impiego del l'F.. a bordo delle navi furono fatti verso il 1844 in Francia, per ottenere l' illuminazione. a mezzo dell'arco voltaico. Le esperienze vennero incomincia.te in Inghilterra nel 1845; passarono parecchi anni prima che le lampade ad arco, ltSate spec ialmen te con riflettori (dai quali poscia nac<iuero i proiettori) polcs.<sero divenire di pratica applicazione. Si ha notizia che i primi proiettori sono stati impiegati dai Francesi nel 1855 nella guerra di Crimea, ma, jnvece delle macch ine elettr i-. che, si era do,·uto ricorrere ad ingombranti batterie di pile. Il primo elcttrogcneratorc meccanico usato nei ser• vizi navali si ebbe nel 1857 a. bordo _della nave francese Alliance per opera d el cap. di vascello Georgctte-Du Buisson. I risulta.ti furono subito molto promettenti, avendo già munito di proiettori !lii specchi parabolici. La Russia acquistò i brevetti dalla Francia e li applicò

ELE

sulle proprie navi. :-lei t871 le Prime d inamo Graoune fecero il loro ingresso a bordo, dopo di che andarono mpidamcnte perfezionandosi, pen etrando nella Marina italiana nel ll)i5. Verso il 1880 tulle le navi da guerra erano munite di clcttrogeneratori per la illuminazione ad incandescenza e proiettori, datando circa da quell'e• poc:, la scoperta pratica delle lampadine ad incandescenza per parte di Edison. L'energia elettrica venne subi to sfruttala anche per le segnalazioni ottiche ad uno o piit fanali. Nel 1884 l' ingegnere russo Dncwiecki inLrodusse in un balidlo sottomarino da esso ideato la propulsione clcllrica, la cui corrente era generata da poten ti batterie di accumulatori. Da quel tempo, per quanti perfezionamenti si s iano a pportali a i so111mergibili, non si è più poluto fare :i. meno degli accumulatori, i quali rimangono tu ttora c:omc fonte di energia per la Havigazione subacquea, essendo ricaricati sta ndo il sottomarino in superficie con gli stessi motori cbc servono per la na\'igazione sopracquea. L'idea era. sorta fai dal 1838, in Russia, per opera dell'ing. Iacobi adoperando batterie di pile. Il problem,i \'enne tentato in Francia in Inghilterra ed a ltrove, ma nessun tentativo ebbe fortuna fino al 1891, in cui l'ing. Hilmanu pensò di produrre con una macchina ,l vapore caletta \,\ ad w1a dinamo l'energia elellrica con cui muovere poscia un motore elettrico. Si è però d ovuti arrivare fino a l 1905 prima che la propulsione elettrica divenisse di 1,ratica applicazione. Le pr ime artiglierie navali mosse con energia elettrica si ebbero in Ingbiltena. nel 1885 per opera degli ingegneri Sj rnon e Maxim, m,t per lungo tempo non si ebbe vasta applicazione, essendosi trovata più conveniente l'energia idra ulica. In questo campo l'Italia è stata una delle pi(1 ardite, avendo dec isamente adouato le torri ,e sola energia elettrica sulle navi '\ipo V ittorio Emanuele, \'encndo in ciò seguita dalle altre Nazioni. Negli ulLimi venti anni le applicazion i elettriche a bordo sono andate man mano gencraliz7~'1ndosi, lìno ad invadere tutti i camp i della vita. navale. Sono ormai innumerevoli i serviz i, éhc a bordo di \lna nave da guerra si compiono con l'ausilio dell'.li. Ogni nave i: dotala di una o due centra li elettriche. con generatori mossi da turbine a vapore o da motori Diesel. Ogni stazione fornisce d iverse miglia ia cli Kw-ora, le quali ser\'ono, nella. maggior parte dei casi, per la manovra elettrica delle artiglierie, del tilllonc, degli alberi di ca rico, per l'illuminazione di tutti i locali interni della nave e per una quan tità di p iccoli motori ausiliari, che vanno dagli a rgani a salpa.re a i ventila tor i nei deposit i. ,L quelli degli alloggi, ecc. L a corren te elellrica viene distribuita con voltaggi sempre inferiori a i 220 volts, per rngioni di s icurcib<'t cd an che d i dispers ione, dovendo i cavi elettrici passare inevitabilmente ,t contatto con materiali di ferro. Per questa ragione una specialissima cura è posta nel rivestire con isolanti le cond uttu re elettriche. I circuiti d i distribu1,ionc princ ipale corrono al disotto del ponte di ferro, e 3000 costruiti ad ,rncllo in modo c he, ve.rific,rndosi una inlerru1,ionc in lLn punto del circuito principale, la corrente elettrica. arriva. ugualmente passando per le allrc vi.: dell'anello. Quando lé stazioni di produzione sono più di unn, i circuiti sono fatti in modo che gli utenti principali : artiglierie, timone, arga11i, elevatori, ecc. possono essere serviti indifferen temente eia una sta· ~ione o da.ll'a ltnL Le posizioni delle centrali elettriche sono scelte nei lt1oghi meglio protetti della nave.


Eu:

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Da circa dicci ann i si è cercato d i introdu rre spec ialmente su navi da guerra la propulsione tcrmo-cleLtrica. Vale a dire, l'energia coll cui si muovorw le el iche è data da motori elettrici i quali ricevono la corrente dalle dinamo di un apposito impianto di tmbo-d inamo il quale a sua volta è mosso con il vapore. Quesle sistemazioni o.ffrirebbero alcuni vantaggi, specialmente dal lato protettivo degli organi di propulsione e dulia maggiore facilità di ottenere variazioni d i velocità nella rotaY-ione delle c l iche. Questi v,uitaggi sono per contro diminuiti dal maggior peso e dal maggior ingombro d ella produzione termo-elettrica rispet to alla normale energia dovuta a turbine, che mediante appositi ingranaggi fanno r uota re le eliche. Pe1· queste ragioni si sta ora cercando di impiegare sulle navi da guerra la propulsione elettrica data da gruppi d i motor i D iesel D inamo, i quali fornirebbero la corrente a motori elettrici calettati sugli assi delle eliche. Questa soluzione è indubbiamente la ù1igliore, ma sarà divenuta tale quando vi sarà. la possibilità di co~tnrire motori l)iesel i quali,~ pur avendo una potell7~1. di qualche m igliaio d i cavalli. non daranno un forte ingombro specialmente nel senso dell'altezza. Dato l'en orme impiego della E . a bordo delle navi, molti degli ufficiali delle marine da ' guerra. sia dello stato maggiore sia ingegneri,. vengonò indirizzali allo studio della Elettrotecn ica, facendoli frequentare a.ppos iti corsi d i specia lin azione p resso le Universi tà e presso gli Istituti mil itari. Gli ufficiali acquistano in tal modo la caratteristica dì specializzazione E. e s0vra inte11dono a. bordo e negli Arsenali a tutti i servizi clcllrici.

Elevatori delle m unizioni. Per ragioni di s icurezza i depositi delle munizioni sono sistem[tti in fondo a lla n a ve, a l d iso tto de l ponte di protezione e della superficie di galleggiamento. Per portare le munizioni ac·

574 bie sa lgono e scendono a l(crn:tt iv:rmemc in senso verticale dai depositi munizioni alle batterie dei cannoni, traspona.i1do un numero determi nato d i cariche e di proiettili. Gli elevatori noria sono invece costituiti da for ti catene Galles, le quali ingranano in rocchetti mossi da motori elettrici. Le caLene portano di tratto in iratto delle mezze cucchiaie, sulle quali, con apposito congegno a revolver situato nelle Sante llarbarc, vengono depositali alternativamente cariche e proietti. Nel punto in cui le catene Galles sboccano in coperta avviene il rovescia.mento, e le munizioni sono raccolte dag li apposi,i serventi, mentre la catena e le cucchiaie çontinuano il loro movimento essendo vuote in senso d iscende nte. Gli elevatori di munizioni delle torri corazzate sbocca no al ce11tro delle torri stesse, facendo il percorso entro un apposito tubo coraz;:ato. Gli elevatori delle batterie di piccolo e medio calibro arl' ivano invece in -balleria od in coperta in luoghi opportunamente scelti, affu1chì, un elcvato1·e possa r iforni·r c uno o d ue pezzi conlcmporancamcnte. Le velocità di ascesa sono calcolatt' in modo che, da to il tratto do. percorre1·c e la rapidità cli tiro dei pezzi da rifornire, a q1,1esti non vengano mai meno le munizioni. In genera le un elevatore muniz ioni da 305, 3S1 o 406 può rifornire un colpo completo (proietto e cariche ogn i 20 secondi) ; u n elevatore per cannoni da 1s2; 120 o 102 rifornisce circa 12 colpi comp leti a l miliuto.

a

El ia (GwJa11nt). Gel)erale n;edico, n . a Torino nel 1821. La ureato a Torino ( 1845), en trò nel corpo san itario e prese parte alle campagne 1848-49. gmtdagnando alla Sforzesca lilla med . di bronzo a l va lore. Fece parte del corpo di spedizione in Crimea ( 18S5); nel 1859 si meritò un a mcd. d'argento alla. M adonn a delle Scoper te ; partecipò anche alla campagna del 1866. Colonnello meàico nel 1875 fu d ire11orc dell'ospedale mii. di Verona e membro elci ·Comitato di Sanità Militare (1879) e collocat o irt P . A. (1882) rnggi unsc, nel 1887, il grado di magg. generale med ico nella riserva.

Elia Augusto. Garibaldino,- n. in Ancona, m . a Roma (1829-1919). Nel 1859 si arruolò nei Cacciatori delle .-\!pi; l'anno seguente fu dei Mille, comandan te in second,L del « Lombardo », che affondò appena avvenuw lo ~barco d i ìl'[iu-sala, affinche non cadfsse in po tere dei Borbonici. Si battè :L C.ilatafimi rimanendovi ferito cop rendo la persona. d i Garibaldi .. Nel 1866 prese parte alla campagna e coJ11andò la fl ottig lia operante sul lago di Garda. Raggiunse il grado di colonnello. L'anno seguente fu a M'enta.1ia. comandante la. sesta colonna. Fu deputato di Ancona nelle legislature XIIl-XIX.

ElrNut0l'C (lj m unl ZIOll i I ~ lOl'l'O /li nave eia ,l;ll('rra canto alle artiglierie che sta.imo s ui ponti superiot'i occorrono elevatori rapidi e potenti, i quali in generale sono mossi con energia elettrica . Gli elevatori p ossono essere di due specie: alternativi e a noria. Quelli alterna.ti vi sono costituiti da. d ue gabbie sospese ent ro apposite guide median te cavi di acciaio collegati a.i tamburi di motori elettrici. Per mezzo di ta li motori le gab-

Elia l/iltorio. Generale, n. a 1VIontiglio nel 1859. Sottotenente dei bersaglieri ne l 1878, fu in Africa da l 1900 a l 1902; nel 1906 fu n ominato aiutante cli campo onorario di S . l\1 . il Re. Colonn ello ne l 1909, comandò il 2" rcgg. bersaglier i. Prese par te a l!a campagna d i Libia e alla grande guerra. :'l!fagg. generale (1ç14), comai1dò la brigata. Marche; dal 1914 al 1916 r icoprì la carica di sottosegretario cli Stato per la guerra. Tcn. generale n el 1916, comandò la 25" divis . e poi le clivis. territoriali di Bari e di P alermo; nel 19lì- 19 comandò il corpo d 'occupazione ne ll'Egeo e il cor po di spedizion e nel l\'Iediterranco orientale, meritandosi la croce di cavaliere dcll'O. M. S. Collocato i n P. A. nel 1920, nel


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1923 era generale di - divis., e nel 1924 d i C. d'A. ; nel 1929 andò a riposo.

Elica. L'uso dell'E. come propu lsore delle navi a vapore, comparve circa 30 anni dopo che le macchine a vapore erano sta te adottate sulle navi, vale a dire verso il 1844. Prima di quell'epoca le navi erano a rnotc, ma

E llca d i grande nave mil\tare 111 bacino

l'elica si dimostrò subi to supc1·iore, specia lmente sulle navi da guerra, per i seguen ti motivi: minore influenza delle variazioni d i inversione in dipendenza d elle var iazion i d i carico; minore d isturbo nei movimen ti d i rollio; maggior protezione de-lJ 'elica. che trovasi tutta immersa, rispetto alle ruote che hanno forma i, posi-

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posizione delle stesse rispetto a.Ila carena. Il m iglior rendimento è quello de lle navi ad una. sola elica, in cui si raggiunse il 70% della ·potenza sviluppata dalle macchine. Ma la necessità di dotare le navi da guerra di forte , velocità., e quella di suddividere la potenza tra varicmdtrici per ragioni di spazio e d i protezione, hanno porta to all'adozione delle navi a pii1 eliche. E' dimostratoche il miglior rendimento, in questo caso, si ha con l.e navi a tre elicbe, di cui una centrale e due- laterali. Questo i:endimento è del 60%. Nelle navi a due eliche 'i l rendimento varia dal 40 al 50% e raramente raggiunge· il 52%, come su alcuni caccfatorpedinierc moderne.

Elica di aeroplano. E' l'organo propulsore delle macchine volanti; è applicata al motore mediante un avposito mo1.zo, sia ·direttamente, sia attraverso organi speciali destinati a modificarne la velocità (riduttori). Può. essere di leg110 o cli metallo, a due, tre o quattro pale. A seconda della sua posiz ione rispetto a l niotore p uò essere trattiva (se disposta anteriormen te) o propulsiva (se disposta posteriormente). Negli apparecchi su cui sono motori in tandem, esistono entrambe. Negli apparecch i da caccia se terrestri o idrovolanti a galleggiante, l'eli ca è anteriore; posteriore n egli idrovolanti a scafo cen-trale. Nel primo caso esiste un d ispositivo speciale che s incroniz,.,a il movimento dell'E. con q uello della mitragliatrice, in maniera. che le pallotto le passano attraverso i raggi dell'E. in movimento, senza danneggia.ria. Elicottero. Macchina ae;ea., p iù pesante dell'aria; a differenza dell'aeroplano e dell'idrnvolante che, inalzandosi obliquamente, r ichiedono spazi r elativame.ntc· cons iderevoli per staccarsi dal suolo e per r i tornar vi, l'E. è capace di alzarsi e posarsi verticalmente, mediante l'uso di specia li piani di eliche or izzOnta li trattive. Il. problema è però ben lungi dall'essere ,risolto e queste macchine sono ancora (nel 1929) allo stadio di espe-.

rimcn to . Graridissima sarebbe la utilità mii. dcll'E. poichè ridurrebbe a l minimo le necessità dei campi cli avia z ione e permettendo all'aereo cl.i rimanere sospeso verticalmente, renderebbe assai p iù facile e p reciso i l colpire dall'a)to gli/ obbiet tivi terrestri, n avali ed aerei. Fra i tip i di E. p iù moderni, è il Oclun icben Peugcot n . 2 e l'autogiro- La Cierva i cui risultati sono s tati assai soddisfacenti.

Elide. Città della regione omonima della Grecia. Nel 208 a.. C. vi si combatt:è una. battaglia. che s i r ico llega.

E ltèa d'aeropla no (10 11 )

alla sçcon da guerra puuica. Es-.5a. fu combattuta che F ilippo V, re d i Macedonia, e gli Achei, contrn gl i E lci, i q ua li s i erano alleati con E to li ed erano appoggia.ti da 4000 soldati ro'lnani mandati da Publio Sulp icio. F ilippo fu battuto e fuggì dopo aver perduti molti dei suoi,

zione ingomhraJ1tc. Nel 1849 la propuls ione ad E. divenne gener ale. I l ren dimento d i un elica varia a seconda del n umero delle eliche applicate a llo scafo cd al la

Eliminazione dai ruoli. E ' u no dei provvediment i previsti dalla legge sullo stato degli ufficiali, mediante il q uale un 1Jfficiale, resosi colpevole d i deter-

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E 1,1

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mina te gravi mancanze, viene privato del grado. L'ii , è applicata in caso di persistenze nelle cause che motivarono la sospensione dall'impiego; per negligenza abituale; per mancanza grave in servizio o contro la d·iscip luia. Quando un ufficia.le venga. a trovarsi in una delle condizioni ora esposte, il comandante del corpo deve farne particolareggiato rapporto, per via ger:i rchica, al Ministero della Guerra. Questo, secondo il caso, o pro muove la sospensione dell'ufficiale dall'impiego, ovvero lo sotlopone a consiglio di d iscivlina per la dispe nsa dal servizio, l'E. dai ruoli o la rimozione. Nel caso che il corlSiglio di disciplina sia stato riunito per l'E. e si esprima in senso favorevole al provvedimen to, questo vien e applicalo con decreto reale in cui è fatto riferimento al verdetto emesso dal co11Siglio medesimo. L'E. va sempre inscritta su l registro delle pun izion i e sul libretto personale dell' interess.1.10.

Elio. Corpo elementare come l'idrogeno, pesante il doppio dj questo, e qvindi con forza ascensionale teorica minore; in compenso possiede la propriclir., oltre ogni dire vreziosa per gli -,..si aeronautici, di non essere iiifìammabile. D.uranlc la grande guerra l'infi.ammabilitù dell'idrogeno col quale erano gonfiati i dirigibili limita· va di molto il loro impiego, l gas natura li che esa lano dai po?.zi JJelrol iferi d i alcuni distretti nord-americani sono fra le sorgenti le più ricche d'E. che oggidì si conoscano, contenendone sino a 0,94%. Il serv iz io aeronavtico america no ha prov. veduto ad estrarre l'E. da questa miscda per riempirne i dirigibili militari; dietro sua iniziativa è stato eretto presso Fort Worth nel T exas un impo rtante impianto. destinato a Ùle scopo. L' impianto è capace di una produzione quotidhna di circa 1100 mc. ln Italia una certa quantili cli E . vien e emessa. dai cosidetti l< sofftot1i » di L arderello in provincia d i Pisa. Eliografo. Apparecchio di telegrafia ottica il quale consente le comunicazioni a grande distanza. mediante un giuoco di specchi che rifleuono !a luce solare. L'uso dell'E. è antichissimo; mediamc stazioni opportunamente disposte gli a ntichi trasmcllcvano a notevoliss ima distanza le notizie più importanti. I moderni E. usano nelle segnalazioni l'alfabeto ~forse. Nell'esercito ita liano

Er,r

5'ìlì -

i: in uso l'apparato Faini. P<'r , addrstrarc ufficiali e u·uppa nell'U$O dell'rliografo, si compiono annualmente cor~i di istruzione.

srn ziorw cl logranra stri rron1c 11/tll~n o

Eliopoli . .\nt. città dell'Egitto di cui le rovine si trovano a 11 km. dal Cairo. I. Battaglia di Eliopoli (640). Appartiene al periodo delle grandi conquiste musulmane, dirette contro l'impern bizan tino, e pro1>riamenle contro l'Egitto. E ssa fu combattuta da •teodosio ed Anastasio, capi dell'Egittò al tempo dell'imperatore Eraclio, contro Anor lhn ElAssi, generale maomctta110. Lo scontro ebbe luogo presso E., dove il comandante arabo s'era. accampato con un terzo del suo esercito, menlre per ahrc vie avea. fatto marciare gli a ltri due terzi per prendere i Bii;antini alle


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spalle. La vittoria dei ivfusulmani fu completa, e fece cadere 11clle loro mani :WiemJì e alcune provinc ie lungo i l N ilo. lI. Battagha rii El-iopoli (1800). Sul finire della campagna d'Egitto, men tre già i Fra ncesi a l comando ciel gcn. Kléber stavano per imbarcarsi in seguito agli accordi di E l Arisch, l'ammir. Keiù,, coman dante le forze i nglesi nel J\lediterraneo, informò il generale che il governo inglese rifiutava. di ratificarli e intimava la resa a discrezione e la consegna di Alessandria, dei vascelli, arm i, mtmiàoni. La situazione era critica 'é il K léber, mentre per guadagnare tempo apriva nuovi negoziati col Gran Visir, disponeva che il Cairo fosse orga.ninato a di fesa. li 20 marzo, a l mattino, i Francesi mossero contro i. Turchi, forti d i 60.000 u. concentrati a E . I francesi (.l0.000) si orclina.rono su 4 quadrati, con l'art. neg li intervalli; al centro era la cavalleria in colonna, sui fianch i il regg. dromedari ; scaglionato d ietro la sr. s i trovava un quadrato di 2 bgl.; l'art. di riserva si trovava. a I centro coperta da alcune cp. di granatieri e dagli zappatori; a ltr i cannoni avanzava.no su i !al i sostenuti da truppe leggere, e infine gli angoli dei quadrati erano rafforza.ti da cp. di granatieri. L'azione con1inciò con l'attacco della moschea di Sibil Valem, d'oncle qualche colpo di cannone sloggiò 600 Turchi che l'occupa.vano. Intanto la d r. giungeva davanti a 111atarieh e si fern1a.va fuori di tiroJ in attesa che avanzassero il centro e la sr ., che presero posizione fra E. e El :vrark, p er taglia r e la ritirata a i fuggiaschi e chiudere la st rada ad cveJLtuali rinforz i, mentre le Guide caricavano un partito di 11:a.mmalucchi e di fanteria turca che per largo giro si dirigevano verso il Cairo. L a. lotta fu dura sulla dr. e i Francesi stava.no per essere sopraffatti, quando giunsero di rinforzo il 22° cacciatori e il 14' dragoni che rovesciarono la situ azione costringendo il nemico a fugg ire. Il gen. Reynier r iuscì a. impad.ronirsi d i Ma.tarieh dopo un violento corpo a corpo fra granatieri e giannizzeri nei qua l i questi ul timi furono stermirfati. Trascurando le armi, i ma teri.a.li, i viveri !l,bbandona ti da l nemico i n fuga, che furono lascia ti a.i predoni arabi, K léber si spinse avanti per impedire che il nemico si riordinasse. I l Gran Visir, che aveva. ch_icsto cli parlamenta.re per guada.gnare tempo, fece arrestare l'ufficiale inviatogli quando, riunite le forze, potè col grosso a van7x'U'e sulle altur e fra E l Mark e Syria.cus. Su queste si r ivolse l'attacco franccsé; i t iratori n emici furono rapidamente sopraffa.tti, mtntre l'artiglieria concen trava il suo fuoco sul Q . G. di Jussuf Pacha e sul corpo di cavalleria d i scorta. Fattosi i ntensissimo il fuoco, i Turchi mossero in m assa a l con trattacco. Fulminat i a bruciapelo e decima ti dalle ar tiglierie, d isfatti volsero in fuga defini tivamente. La vittoria era completa; immenso bottino copriva la pianura dove la lotta si era svolta; la via del Cairo era aperta .

Elioterapia. Consiste nella esposizione progressiva di par te o d i tu tto il corpo al sole ed è largamente imp iegata con ottimi risultati, specie nella cura della t ubercolosi chirurgica. Sono stati ideati anche apparecchi vari fototcrapici per l'impiego d i raggi u ltravioletti, attinici, s imili a quelli del sole natura:le; il più usato è ~uello delle lampade tl i quarzo Jesioneck ; consiste in una lam pada a vapor i di me rcurio, chia,mata a nche (< sole artificiale di alta montagna. Jl, la cui luce è d ata dal pas-

ELL

saggio di una corrente elettrica attraverso un'atmosfera. d i vapori di mercurio nell'interno di un tubo di quarw, nel quale sia stato fatto il vuoto. Tali mezzi terapici sono largamente usati nei Sanatori, tra i quali è degno di menzione il Campo Sanatoriale Climatico Milita.re di Anzio, situ a to vicino al ma.re e c ircondato da una folta pineta, magnificarneme organizzato secondo le moderne esigenze dell'assistenza sanatoriale; esso accoglie i militari affetti da forme cli tubercolosi esterna o polmonare, col duplice scopo di evitare a ltl'i conla.gi e di curare tali infermi, restituendoli guar it i alle proprie famigl ic e r icuperando altresl energie a.Ila Na7.ione.

Ellena Giuseppe

Ord ine di lll isalieua

Elisabetta-Teresa (Ordine di) . Ordine cavalleresco detto pure Fondaz-ione Teresùma militare d'Elisabetta, creato in Austria nel 1750, in favore di 20 ufficiali, da. Elisabetta~Cr istina v eci. dell'Imperatore Carlo VI. Erano insigniti d i tale Ordine g li ufficiali che ,cvessero raggiunto il grado di colonnello, e contassero almeno trent'anni di fedele ser vizio. Tale ordine è stato soppresso dopo la. graJJde guerra. El korn (Bat tag lia). V. Pea Ridge. Ellena (Giusepf>e). Generale, n. a. Saluzzo, m. a F irenze ( 1839-1918). Sottot. d'art. nel 1859, fu insegnante nella Scuola d'applicazione d'art. e genio; raggiunse nel 1884 il grado di colonnello e resse successiva.mente il comando in 2" dell'Accademia ::VIilitare ed il coman do del 7" artiglieria. Col grado d i maggior generale, conse6uito nel 1893, ricoprì la carica di direttore generale d'art. e genio e nel 1896, al comando di una brigata d i fanteria, pre5e par te a lla. campagna cl' Africa rimanendo ferito a lla bat taglia di Adua. Pubblicò un « Corso di materia le d'ar tiglier ia >l ( in collaborazione col Clavarino); « No?.ioni sul materiale d'a.rtiglieria.)) (in collaborazione con Leitenitz); (< :\"ozioni sulle _polveri >); « Le coranc di ghisa indurita ll; ecc. E li ero ( Va! d' ). Battaglione alpini di mil izia tenitodalc, costituito nel 1915 dal 1° regg. a lp ini colle cp. 209 e 210 e 211. Fu all'in izio della guerra italo-austriaca ( 1915-1918) d islocato a ){. Ki la.. Nel 1916 fu assegn'ato all'VIII gruppo al p ini cd operò nella zona. del M . Orti• gara - .}f. Campigoletti. Durante l'offensiva austriaca. nel Trentino, il hg!., schierato nella zona dell'O rtigara, resistet te tenacemente agli attacchi nemici contro la q. 2101. Fu disciolto alla fine del 1917. Elliot (Giorgio Aug1,sto, Lord Heatfield). Generale inglese (1718-1 790), Si d istinse nella guerrn dei Sette Anni e specia lmen te a Gibi lterra. ( l 782) contro francesi 88


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e Spagnuoli, ottenendo il titolo di « prode difensore di G ibilterra>>.

Ell-iot Giorgio Gilberto. Ammiraglio inglese (17841863). Raggiunse il grado di amm iraglio nel 1837 ; nel 1840 comandò la Botta in Cina, forzò l'entrata del fiume Giallo, e, battendo i Cinesi, marciò su Pechino. Ebbe il torto d i lasciarsi arrestare nella marcia da insidiose trattative, e ve1me richiamato; promosso vice ammiraglio, fece parte del gran consiglio d'ella marÌ11a..

versando l'elmetto, aveva subito una caratteristica dcforma.zione con scoppio a fungò. In alcuni casi, rar i in verità, si può avere la deviazione del proietto in seguito all'urto contro la lamina metallica del copricapo;

Elmcuo tedesco u lt.lmo modello

EIJ!OL A.

Ellior G. G.

E lmetto. Diminutivo di elmo, da cui diffct·isce perchè più leggem essendo generalmente senza v1s1cra e senza goletta. Era i n altri tempi l'armatura ciel capo per i cavalieri erranti. ::Sfalgrado fosse meno resistente dell'elmo, veniva tuttavia adottato come sollievo quando i cavalieri si sentivano soverchiamente oppressi dal peso dell'elmo; in principio ser vì solo come annatura di parata; in seguito fu anche usato co~1e arma ·difensiva in combattimento, aggiungendovi talvolta una piccola cresta cd una p iccola goletta. L'E. fu anche l'armatura del capo <lei nobili, i quali, finchè non fossero nominati, cavalieri, non avevano diritto di portare elmo. Andato i n disuso, come l'elmo, per conseguenza dell'uso delle armi da fuoco, risorse durante la guerra m011diale; tutte le nazion i belligeranti lo adottarono, con forma poco diversa le une dalle altre: esso era eguale per qualsiasi arma e specialità. I n I tali a si mantiene ancora oggi per i servizi armati, le parate, le esercitazioni. E l'uso in caso di guerra è previsto da tutte le nazioni. Il suo peso varia da kg. 0,730 a kg. 1,360.

L'etm.et.to

Elmetto rraacese

di Emanue le Pllibc rto,

duca d'Aosta

Adoperato ' come riparo del capo, è costitui to da un emisfero di buon acciaio che r icopre la calotta cr anica. .Esso, però, come s i comprende d i leggeri, protegge solo dai proietti animati d a debole forza viva ; se questa, invece, è tale da vincere la coesione della lamina metallica, 11e può risultare una ferita ancor più grave, sia per l'eventuale defor mazione del proietto, sia per la possibile pen etrazione nell' in terno del cranio di un frammento di E., donde la maggiore azione vulnerante determinata da w1 p roiettile complesso. In un caso · di ferita penetrante alla regione occipitale con arresto del proietto, fu estratta una pallottola di fucile che, altra-

Elmo Piceno

in generale però, l'azione di.fens iva di esso si esplica principalmente nei colpi ç.la palletle di shrapnel e da piccole schegge di granata o di bomba, la cui debole forza viva unitaria s i esaurisce spesso nel produrre semplici ammaccature sulla superficie dell'elmetto, senza il · quale si sarebbero certamente prodotte lesioni a carico della teca, oltre quèlle delle paTti molli extracraniche. Un buon E . deve resistere a w1 proiettile sferico di piombo, del peso cli gr. 1.1, lai1ciato a brevissima distanza da w1 fucile, con velocità di 300 m. al m inuto secondo. A quesl>L prova, l'E. non deve essere perforalo, nè presentare ammaccature sensibili. L a difesa deve ri guardare la parte superiore della scatola cranica (;:,er i tiri a shrapnel), le regioni temporali (per i tiri <l'in.fila,ta) e quelle occipitali (per gli scoppi da -tergo); sembra che a tali scopi, pure riuscendo possibile restare nel limite di peso sopraindicato, si possa provvedere colla forma qui rnpprcscntata, · che ci riporta col pensiero ad alcun.e fogge ili eh;1i del medio evo. Altra caratteristica importante è QLtclla della facilità d i far deviare i proietti. DiiatLi, la più facile penetraz ione si ha quando l'u rto avv iene in direzione normale. Se invece la superficie è ta le che basti la non perfetta coincidenza dell'asse della pallottola obhmga colla normale all'elmetto nel punto colp ito, per far aumenta.re quest'angolo, abbiamo, ne lla maggior parte dei casi, il rimbalzo della pallottola, con semplice ammaccatura della parte colpi ta. Si deve info1c pensare all'igiene, che mel'i!a non minori cure. D ifatti basta ricordare le esperienze fatte dal Laveran, medico militare francese, il quale constatò una temperatura cli 52" nell'interno dell'e lmo in uso presso la propria cavalleria, dopo qualche tempo d i esposizione a l sole. Tale inconveniente, oltre che con l'aerazione, si potrebbe i n p,u-te ovviare con tinte a forte dispersione calorific>L; ma l'impiego d i guerra vieta l'uso d i colori chiari, e , n on s i può q uindi pensare che a vernici o ad altro materiale cattivo conduttore del calore..,Conviene altresì che l'elmetto s ia ben centrato sul capo, che non eserci ti p ressioni moleste o senso di costrizione, e che pennetta una sufficiente aerazione, allo scopo di facilitare l'evaporazione del sudore.

Elmina. Pare che questa colonia fosse fondata dai Normanni nel 1382, quindi abbandon ata. Nel 1441 1 Portoghesi, che da anni espiloravano la Costa d'Oro, decisero di costruirvi un forte a protezione dei loro commerci. E retto nel 1442 si chiamò Sao Jorgc da M ina. I Portoghesi r imasero fino a l 163i , nel quale anno f urono scacciati dagli O landesi, che affermarono i loro posses-


ELM

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si sulla Costa d'Oro con sediui forti cd ebbero E. come capitale. Nel 1872 gli O landesi cedettero i loro possedimenti all'Inghilterra, dietro rinunzia d i vantati interessi britannici su Sumatra. Il forte inglese d'E. fu attaccato dagli Ascianti (V.) durante la guerra di questi contro gli Inglesi.

Elmello l)ianco - (Colo11lali) - mmcllo lrnkl

Elmo (lat. Galea, cassis). Fu così chiamata genericamente l'armatura difensiva del capo: in origine era di cuoio e dicevasi <<galea», poi fu d i fe rro, e chiamossi « cassis " , P iù ta rdi il vocabolo <(galea» fu usato

,-:~i~3 i J . 2

.-Elmi: 1, 2, nreci; 3 . -L n om,rn i

per significare tanto l'elmo di cuoio quanto quello di ferro. Le forme dell'E. furono in ogni tempo sva,nat1ssime; ogni nazione ebbe le sue. L'elmo così detto greco non fu solo dei popoli dell'Ellade. ma lo usarono pure

Elm i: 1, !'\omano; 2, E t msco; 3, llalo-Grcco gli Etrusch i e gli Italioti : è quindi difncile stabil ire se un E . di forma greca appartiene ad uno od a un altro d i questi popoli. Non fu che verso la fine del secolo XII che fece la sua comparsa l'E . nel vero senso della

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paro la, perfezionandosi in svariate forme nel XIII e XIV secolo. In seguito fu munito del cimiero con forme

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talvolta fantastiche e strane; serviva tanto nelle giostre quanto in battaglia. Sotto l'E., generalmente i cavalieri portavano ancora la cervelliera, s9tto questa i l camaglio. L'E. da guen-a era cli dimensioni meno esagera.te cli quello da giostra : pesa.va al massimo poco p iù di quattro kg. L'uso dell'E. eletto bacinetto decaùde al principio del sec. XV, e cioè quando fece la sua comparsa la celata, nelle sue svariatissime forme e nomi ; finchè si perfezionò in quella detta da incastro fino a.Ila sua definitiva abolizione per effetto delle a.r• mi da fuoco. Oggidì !'E. senza L'elmo visiera è usato ancora da qual- cli Emanuele Filiberto (li S,11·01a che specie cli cavalleria in quasi tutte le nazioni, anche nella nostra, come per onornre una tradizione storica; in guerra è però sostituito dall'elmetto.

Elmo d'i ferro. Ordine cavalleresco del!' Assia E lettorale, istituito il 18 ma.rw 1814 eia Guglielmo I . Comprendeva tre classi; servì per sudditi che si erano distinti nelle caiupagne dc_l 1813-1814.

Eloquenza militare. E' l'arte di par lare ai soldati per spingerli sulla via ciel dovere e del sacrificio, per suscitare in loro il sentimento m ilitare e l'amor patrio. Deve essere rapida. incisiva convincente toccare il cuore più che la mente; deve impressionare per la veemenza del dire, per o ,·<1111e rln ll 'e linn <li re,-ro le immagini forti e colorite, per il ricordo di imprese eroiche passate, per l'esempio di fatti partic<>!a nnente gloriosi. Numerosissimi sono nel!' antichità gli esempi di qucst' arte, e gli scrittori ci presentano scn1prc il grande capita110 come particolarmente dotato nel parlare a lle _proprie truppe. Durante la guerra mondiale, presso tutt i gli eserciti si elette grande importanza a.Ila pro1

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paganda, e uffici s,peciali furono istituiti che avevano lo scopo di mantenere alto il morale delle truppe con discorsi e confer enze tenut i eia element i convenientemente scelti (V. P. M. T .).

Elsa. Così chiamata la sbarra metalliBlsa rlel\a sparla ca trasversale che tro(li Emanuele Filiberto d i Savoia vasi posta tra il ma.nico e l'origine della lama della, spada : questa sbarra serve per fermare la lama contro il fodero, a ripa.rare in parte la mano dalla spada avversa.r ia, ad impedire che la. mano che impugna la spada. abbia a scorrere inav-


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ver titamente ed involontariamente su lla la ma, nel maneggiare l'arma stessa.

Elvetica (Légion suisse helvét i-que romande) . Corpo dì volontari svizzeri fonnatosi n el maggio 1348, per soccorso agli insorti lombard i. Se ne forma.rono una compagnia ed altri piccoli reparti staccati, che combatterono con onore in val Sabbia, al Tonale, allo Stelvio. Il corpo fu sciolto nell'agosto 1848, quando gli Austriaci 1·ioccuparono la Lombardia; suoi element i, riparati in P iemonte, si fusero nel bat taglione tridentino. Elvetica ( l ' Legione) . Formala. 11cl genna io 1799 da l comandante in ca.po dell'armata francese d'Ita lia., con gli uomini rimasti in servizio già apparten~nti ai regg. svizzeri del regno di Sai·degna. Li Legione seguì i Francesi nella loro ritù-ata. del maggio 1799. Fu sciolta.; r icomposta nel 1800, passò nell'ottobre d i detto anno a far parte dell'esercito francese.

Elvez•i. V. Au.tu,1t. Emanuele Filiberto. Duca. di Savoia, n . a Cbambéry, Jn. a Torino ( 1528-1580). Fece le sue prime armi :sotto Carl<J V distinguendosi a Ratisbona, a ); ordlingen , ove comandava. la cavalleria, e a -:\-fuhlberg, dove comanda.va la ret roguard ia. Si unì poi a F enante Gonzaga per cacciare i Francesi da l Piemonte; e conquistò Rra, Saluzzo e Dronero. Nel 1552 fu nominato d a Carlo V comandante generale dell'esercito nei Paesi Bassi. ~-=:=-..:,-

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Ris~abilita in esso la discip lina, conquistò Hcsdin e costrinse i Francesi a lasciare l'assedio cl i Cambrai. Riconfermato n el comando da. Filippo II, vinse completamen te i Francesi a S . Qu intino (1557) e sol9 per ordine del suo Sovrano non proseguì la ma rGia su Parigi. P er la pace di Cateau Cambrésis riebbe il possesso dei suoi Stati in Piemonte, che r io rdinò nelle finanze e nell'anuninistrazione. D edicò gra ndi cure a lla difesa dello Stato, er igendo fortezze. comq ht cittadella di Torino, creando una. mil izia « paesana'H e u na n1an.na da guerra, preparando così a.mmirevolmenr1monumento te la c oscienza civile e " Ern au11 l' le. Flllllm·to in Tor in o militare dello Stato. La sua fermezza, il suo coraggio, il suo forte carattere, lo fecero soprannominare << T esta di ferro l> .

580 --E 1uanuefo Filiberto rii. Savoia. Ammiraglio, figlio te rzogrnito cie l duca. Ca rlo Emanuele I (1588-1624). Fu cavaliere di ì\faita e si distinse combattendo nelle galere spagnuole; ven ne nominato nel 1612 dal re d i Spagna generale del mare e comandò nel 162.3 la flotta di S pa gna, Malta, Chiesa, Toscana, Savoia contro i Barbareschi. X ci 162 1 venne nominato vicerè di Sicilia e morì a Palermo in ta le carica.. Emam,ele Filiberto duca d'Aosta . Figlio primogenito di S. A. R. il Principe Amedeo duca d'Aosta , maresciallo d'I tali.i., n . a Genova nel 1869. Allievo dcli' Accadem ia m il. nel 1884, uscl da essa nel 1887 sotto t. d'artiglieria, ne lla quale arma per corse tutta Ja. carriera d ivenendo colonnello comandante il 5 u regg. da campagna nel 1895. 1\fagg. genera le comandante l'artiglieria. a Torino n el 1897, ten. gener ale comandante l<1 d ivisione mii. di Torino nel 1902,- ebbe ne l 1905 il comando del X C . d'A . ed alla fine del 1909 si segna lò nel recar soccorso alle popolazioni del la S icilia e della Calabr ia colpi te dal terremoto, merita ndosi la med aglia d 'oro di benemerenza. Designato da l 1910 al comando event ua le cli un'annata, a ll'inizio della guerra ebbe il comando della III Armata, della. quale fu invitto con dottiero d a l 26 maggio 1915 al 29 luglio 19 19, venendo decorato della gran croce d el1'0. M. S. per aver guidato alla vittoria le sue truppe su ll'Isonzo dall'inizio della. guerra a.Ila fine del 19 16, e della med. d'argento per la battaglia_ del Pia.ve del 1918 . P romosso genera le d'eserdto p er merito di guerra. nel 19 19, membro del Cons iglio d ell'Esercito, venne n d 1926 promosso maresciallo d'Ita lia.. Enzannelc Filiberto. Nave da battaglia di 1• classe, varata a Castellammare di Stabia cd entrata in servizio nel 1901; lunghei'za m . 105, lai-ghezza 21,12, d isloca-

mento tonn. 9800, tna<:chi11e HP. 13.500; anna:men to cannoni IV 254, VIU 152, VIlI 120, IV 76, JI 75, IV 47, lanciasiluri ; stato maggiore 31, equipaggio 496, venne radiata nel 1920. Emanuele G-iovamti Battista. Generale, n. a. lVIontech!aro, m . a Torino ( 1833- 1905). Sottot. di fant. nel 1857, mese parte alla camp~ n a del 1859 mc11itandosi tuia mcd. d'argento a San :Martino, e alla campagna del l866 guadagna ndovi w1a seconda med. d'argento. Comandò col grado di colonne llo (1887-1893) il distretto di Casale e collocato in P . A., raggiunse nel Ul96 il grado di magg. generale nella riser va.

Emanuelli (Lorenzo). Generale, nato a Roma nel


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18i0. Sottot. d'art. nel 1891, passò nel 1893 n ell'arma di fanteria e si distinse duran te la grande guerra ( 19 I 5-18) meritandosi una med. d'a.rg. quale colonnello comandante dell'81° regg. fan teria. Comandò quindi il 3° reggimento Iante,-ia di marcia e nel 19 19 il Collegio m ilitare d i Roma. Collocato in I'. A. (1920), raggiunse nel 1926 il grado di generale di br igata.

Embargo. E' tuttot a ammessa da.gli u si internaziona li la potestà ciel belligerante cli trattenere nei suo i porti le navi nazionali o stran iere, per semplice rnisura

di polizia , a.Ilo scopo d i evitare la propalazione di segreti sul movimento delle navi dello Sta.lo o degli al1,eati. La sospens ione della pa1:tenza di ogni n ave mercan tile deve essere ordinata d alle autorità competen ti, su richiesta anche del comandante le forze navali. l i comand ante però deve comm1icare r iservatamente il motivo della sua domanda e la p robabile durata della sospensione. Qu esto p rovvedimen to si chiama E., dal verbo spagnolo em-bargar, sequestrare. Usato, come si è detto, come semplice m is urn di polizia, dicesi embargo ci-,.tilé, o arrét de Prince: ma è un provvedimento che oramai è d iventato quasi inutile, e quindi n on p iù usato, da ti i moderni mezzi di comun icazione, specialmente a mezzo della radio, che s [ uggono ad ogni con trollo. I l provved imento p uò anche avere carattere di rappresaglia, in tempo d i p ace, per la r isoluzione cioè, con mezzi v iolenti f uori della guerra, d]UJ1a con troversia inter naziona le. In tal caso però esso è d iretto solo contro le navi portanti la bandiera dello Stato contendente, e <licesi semplicemente embargo.

Embrlaco (Guglielmo) . Ammi raglio e ingegnere mili tare genovese del secolo XI, m. nel 1102. Prese pa.rte alla prima Crociata; nel 1099, a capo della flotta geno·vese, con quistò Giaffa e assicurò alla R epubblica possessi in Palestina. Embrun (Ant. Ebrodo111mt). Comune nel clip. delle Alte A lpi ( F rancia) costruito dai Gallo-R omani sopra una co llina che domina la Durance. Nel XVI secolo venne occupata eia Giulio de' Medici. Fu importante piazza forte, radiata nel 1882. I . Battaglia Embrim (571). Appartiene alla seconda

581 tanto, degli ù1vasori, poterono salvarsi con la fuga : gli a ltri rimasero uccisi o prigionieri.

II. A ssed,:o e presa di E11tbr1m ( 1692). Appartiene alla guer ra per l,t Succes8 ione d'Tnghilterra. Il duca di Savoia. Vittorio-Amedeo II fece passare la Durance a d w1 distaccamento della sua armata di circa 20.000 u. e i11vestì il S agosto E., d ifesa da u11 presidio d i circa, 3000, u. agli ordini del marchese Larrey. Nella notte dal 6 al 7 fu aperta la pr ima trincea; nella notte del1'8 le trnppe ispano-p ien1ontcsi erano così vicine alla. piazza che il D uca. credette opportuno di iniziare \m primo assalto. ìvfa. i difensori respinsero l'attacco. fu d'uopo attendere l'arrivo del le ar tiglierie, ostacolate dalle pessime stra.de. Solo il 15 esse poterono essere in batteria, e cominciarono subito u n nu trilo ed inten so fuoco, al quale seguì l'attacco _della p iazza, per parte dei P iemonte,; da N ., e per gli Spagnuoli da. E. Il L arrey capì allora impossibile ogni u lteriore resistenza, e rnpitolò il 19; la guarnigione uscì con gli cnori delle a rm i.

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Emllri aco 011glirlmo

Emden. Nome dato dall'omonima città della Pruss ia, a parecchie navi da guerra, tra le quali è rimasto celebre come cc corsaro lJ incrociatore leggero tedesco l'.E. vaxato nel 1909 (3600 tonn ., X cannoni da 105, VIII da SO, II lanciasilur i, ve locità 25 miglia) che, al co-

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incursione dei Longobardi nella Borgogna a l tempo d i

La rort~zza cl"Em1J1·un nel ·1692

Gon tra.no di F rancia. I l patrizio Enno li affrontò circ ondan çloli con le sue milizie : chiuse loro le vie con abbattute, ba rricò i pa.ssi, e poscia li assalì. Pochi sol-

mando di von j\Jullcr, faceva parte della squadra dell'Estremo Oriente poco prima dell'inizio delle ostilità. L 'E. iniziò la sua attiviti, di corsaro il 4 agosto 1914 colla cattura del traspor lo russo Ria.san. Giunto il 10 settembre nel golfo del Bengala affon dò sei n avi mercanti li in 4 giorni e ne caricò gli equipaggi sull'ultima preda, il I<alinga, che lasciò libero. La settimana seguente, r ifornitosi d i carbone da u na nave greca, in terruppe le comunicazioni marittime della bassa Bi rmania; i l 22 bombardò M ad ras, danneggiando i deposit i d i


combustibile e la stazione postale, e, nel far rotta verso là costa del Malabar, catturò altri sei vapori, lasciando libero l'ultimo su cui caricò anche gli equipaggi dei primi cinque che affondò. Volse quindi verso Siimatra e il 20 ottobre aveva affondato altri sette p iroscafi, salvandone sempre gli equipaggi. Frattanto le maglie della crociera nemica si stringevano intorno a lui. Camuffatosi con -u n falso fumaiuolo, all'a lba del 28 ottobre entrò nel porto_ d i Penang c vi affondò l'incrociatore leggero russo Yemtschug e il cacciatorpediniere francese :.\fosquet. La mattina del 9 novembre, comparso dinanzi all'isola di Cocos, vi inviò un distaccamento da sbarco per taglia.re i cavi sottomarini e d istruggere la stazione radiotelegralìca. Questa dette l'allarme che fu rac-, colto da-Ile navi da guerra che scortavano un convoglio di truppe australiane. L'Incrociatore leggero Sidney, di scorta, fu inviato contro la nave tedesca che, avvistatolo, gli mosse incontro senza neppW'e raccogliere la forza sbarcata, col proposito dì attaccare col s iluro. La partila era troppo ineguale data la forza dell'incrociatore avversario p iù potente c p iù veloce (5600 tonn ., VIII cannoni da 152). Alle 9,39' l'E. aprì il fuoco a 10.000 m _ e riuscì a colpire la nave avversaria e a smontare un cannone; questa r ispose, e alla terza salva inquadrò il bersaglio; alle 11,15 l'E, fracassato sì gettò sulla costa, inseguito dal Sidney: alle 16 la nave tedesca issò band iera bianca. I 141 superstiti dell'E. ·furono salvali dal Sidney che ebbe solo 4 morti e 12 feriti. li reparto tedesco sbarcato ne ll'isola sfuggì a lla cattura e raggiunse il porlo di PacÌang sull' Ayesa, vecchio veliero che riuscì a catturare.

Emeralopia. Affezione che colp isce gli equipaggi nelle campagne tropicali e consiste in una diminuzione della vista nelle ore serali e notturne. Il fattore determina,1te è l'insufficienza delln vitamina D contcnut::i. nelle sostanze grasse della razione alimentare, il fattore predisponente è l'esposizione prolu11gata al sole ardente dei tropici. Un dì comune sulle flotte militari, oggi èrarissima grazie al miglioramento della razione a limentare, specia lmente sotto il riguardo delle quantità indispensabi li di vitamù1c. Emerito. Nome dato dai Romani ai legionari licenziati dopo una guerra o dopo che avevano ultimato la ferma. In marina, erano pure de tti E. gli cpibati che avevano terminato gli ~nni della ferma, 0 capitolazione . Emesa. Città de'lla Siria. Appartenne ai Romani, agli Arabi, ai T urchi : nel 1099 Iu presa dai Crociati e tenuta per qualche unno. I<elaun, sultano d'Egìtto, verso il 1275 vi sconfisse i Tartari. Andata in rovina, risorse come piccolo centro, detto Homs. I. Assedio di Enresa (262 d. C.\. Appartiene al periodo della seconda anarchia militare dell'impero romano e fu imprcso da Settimo Odena to, partigiano dell'imperatore Licinio Galliena. La città era difesa da Quieto, figlio dì Macriano, proclamato impera tore daJle legioni d'Oriente. Mentre J\facriano veniva sconfitto <la Acilio J\ureolo nell'Illiria, e ucciso, Oderntlo assediò Q uie to in Emesa, e lo fece uccidere dopo di aver presa la città. II. Battaglia di E1nesa (272). Appar tiene a lla guerra intrapresa dall'imperatore Aureliano contro Zenobi« regina di Palmira. Aureliano s i trovò d i fronte il gcn. Sabdas,

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forte di 70.000 soldati. Fu un cimento lungo, accanito e micidia le, nel quale arcieri e corazzieri della regina, e cavalieri ausiliari forniti dai Saraceni, si misurarono coi cavalieri dalmati e mauri di Aureliano, con le legioni venute dal Danubio, con una p:ITte del le guardie e con le truppe ausiliari,\ raccolte ù1 Asia. La cavalleria palmircna mise in rotta quella romana, rna, mentre essa si allontanava. a insesuire i fuggenti, la fanteria, sebbene numericamente p iù forte, fu messa in completo sbaraglio dal vigore delle legioni, grazie alla tattica. superiore di Aureliano. Gli sconfitti trovandosi in me.azo a una popolazione ostile, si ritirarono in Palmira

Emigrati. Durante la Rivoluzi~nc furono chiamati così i nobili francesi che, spogliati dei beni e dei privilegi, si recarono all'estero per combattere contro il nuovo stato d i cose. Nel 1790 partirono per i primi i parenti del re, conte di Artois, principe di Condé, duca di Borbone, che a Torino tramarono i primi progetti di controrivoluzione. Questa doveva scoppia.re a Lione, dove a llo scopo si radunarono i nobili del L imousin, dell' Alvernia __e del Borbonese. Tradimento, incertezza, mancanza di coraggio fecero fallire il piano; i gentiluomini compromessi emigrarono - alla loro volta, seguiti poco dopo da grande parte della nobiltà. Coloro che tardavano a compiere quest'atto ricèvevano, a scherno, una rocca piena di lino. Spostatisi da Torino a Worms e di qui a Magonza e a Coblenz1, i principi furono seguiti dalla folla degli E . D i questi si costituirono unità militari, non brillanti dal punto di vista della disciplù1a. Decisa dai sovrani collegati nel 1792 la guerra a.Ila Francia, ~ « corpo dei principi l) ris.ultò costituito da parte del regg. irlandese di Berwick, che aveva emigrato coi propri ufficiali, di una legione di -cavalleria e fante.ria, assoldata dal visconte di Jvlirabcau, a spese dei prinaipi, di Jln corpo di 300 gentiluomini, armati e montati a proprie spese, che si chiamarono « cavalieri della. corona >l, delle guardie del corpo di L uigi XVI, licenziato dopo il tentativo di Varennes, del reggimento straniero del card. di Rohan, dei regg_ di fanteria Holicnlolìè, Sillinsfurt, e Hohenlohe-Bartenstein, del regg. ussari de Salm, di reparti a cavallo e a piedi di nobili, che prendevano il nome dal loro coma.ndanto o dalla provincia a cui appa rtencvano i loro componenti. Dopo la campagna. del 1792 e la disfatta di Valmy, l'armata degli E. /fu sciolta. Emilia (Via). Fu ed è una delle più importanti stra_ dc romane. Fatta costruire dal Conso le ~1arco Emilio Lepido, nel 187 a. C. come strada mii. fra R imini e Piacenza, aveva in origine la lunghezza di 176 miglia romane pari a 260 km. Essa venne progettata e condotta a tem,inc d~ante e dopo l'assoggcttnmento dei Liguri. Lungo taJe strada, corne d'ahitudi1,c, furono create da Roma colonie, militari e civili ad un tempo-. La via E . si sta cca dalla Flaminia. a Rimini, della quale si può considerare come una continuazione. /\i tempi di Augusto fu prolungata col nome di Via G iu lia Augusta per la Liguria e le Alpi JVfarittirne fo10 alla Cali ia. Anche vero prolungamento della E. fu la strada che _per Pavùt, l'vlilano. Novara, Vercelli si portava. ad Aosta (Augusta~Pretoria), collo scopo di portare rapid amente le legioni romane nella Gallia transalpina . Rami" diversi della E _ er.ano pure la Milano-Aquileia, e la P iacenzaTortona-Akssand.rìa-Torino-Susa . Per questa grande strada militare passarono, dopo le legioni romane, g li


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eserciti dei barbari, i Crociati, e quasi tutti g li eserciti d'Europa, che vennero a combat tere in I talia.

Em,7ia (e R omagna). R egione dell'Ita lia settentrionale, che si stende fra l'Appennino e la dr. del Po, e tocca colla sua estremità orientale l'Adriatico. H a preso il nome dalla grande via Emilia, che l'attraversa in tutta la sua lunghezza da SE. a NO. Considerata dal punto di vista geograJìco-militarc, la regione p uò essere divisa in tre zone; la prima limitrofa :ti mare, bassa., paludosa, e per conseguenza poco adatta a soste od operazioni mili tari di qualche importanza . La seconda è, costituita da una pianura fertile, popolat issima, che va da lla linea Ferrara-Forlì, fino a lla Piacenza-Rivergaro, ed è limitata dal Po e d alla via Emilia, zona molto adatta a qualsiasi azione militare, ostacola ta solo dai diversi corsi dei frumi, i qua li, intersecando la naturale diret trice di marcia segnata dalla via Emilia, ne costituiscono altrettanti elementi r itardatori, e successivi appigli tattici od obiettivi da raggiungersi. La terza 7,0na è data dal versante setten triona le dell'Appennino, di carattere montuoso, particolarmente n udo, rotto dalle vall i dei diversi corsi d'acqua a carattere torren tizio, e pertanto meno adatta ad operazioni militari in gra.n<le stile. L 'E. viene divisa dal R eno, il più imp0rtante dei .fiumi, i n due zone. La prima è l'E. prop riamente detta-; la seconda, sulla dr. del fiume, è costituita dalla R omagna. La rete stradale d ella regione, orientala sull'a rt<'n a principale, via E ., è molto sviluppa!;,., e da circa 2000 anni ha. mantenuto le partico lari impron te magistralmente segnate da R oma. Ogni grande centro, Cesena, Forlì, Faenza, Imola, Bologna, 1-Iodena, Reggio, Parma, P iacenza, lungo la citata arteria, costituisce un nodo stradale su cui incrociano le altre rota bili, che, tagliando p iù o meno ad angolo retto la via E., mettono in ~omunicazione i principali passi appcnninid, cui più impo1i anti pont i o passaggi sul P o. Tale orientamento e sviluppo della grande rete stradale, e h posizione geografico-strategica dell'E. che viene a trovarsi a l centro dell'arco della cornice alpina, protetta dal medio e basso corso del Po, ha ind icato questa regione come la più adatta per tenervi r iunita la massa princ;pale delle forze, nel caso di w1a minaccia d-i in vasione da tutta la froJ1tiera continentale, come pure nell'eventuale necessità. d i r iordinare le forze, dopo un primo scacco subito sulia sinistra del P o, allo scopo di riprendere l'offensiva. La zona intermedia dell'E., fra P iactnza e Ferra ra, costituisce il perno di manovra, offensiva o difensiva, che abbia per base il Po inferiore. La rete ferroviaria della regione ha subito pure l'infiunza d elle condizioni morfologiche e fluvia li del terreno, ed in complesso si è modellata su Io svi luppo delle principali rotabili. Cosicchè vediamo staccarsi d alla ferrovia che segue la via E . lit. Forlì-Ravenna, la Faenza-F irenze, la Ferrara-Bologna- F irenze, la Modena-llfantoYa-Verona, la Reggio-Sassuolo, la Casa lmaggiore-Parma· Spezia . D ata fa sua importanza strategica, l'E. è s tata fino dai piit remoti tempi teatro d i gesta militari. I p rimi popoli che s i trovarono in lolla coi Liguri, abita tori della. regione, furono i Galli Cisalpini, che nel III secolo a. C. battutili in successive r iprese, ne conquistarono le terre. Roma dovette combattere nello stesso secolo e nel seguente sia contro i Galli, che contro i Ligur i, che fu1·ono sottomessi finalmente da i consoli Flaminio e M .

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Emilio Lepido, i quali, p roced endo su d ue linee parallele per val Magra e· val Sèrchio, dopo ripetuti tentativi r iuscirono nell'in tento, nel 187 a. C. Il bisogno di consolidare la conquista, oltre al tracciamento' de lle strade, determinò la d is tribuzione di terre ai legionari, che riuniti in centurie, e convertiti in coloni, costitu issero una valida d ifesa territoriale contro i vinti. Un ret icolato regolare di strade e canal i, di cui tuttora r imane visibile traccia, sta a dimostra.re in tale regione come le basi di queste colonie mii. romane abbiano sfidato, in 20 secoli, le invasioni e le guerre ehe hanno rovesciato tanti monumenti e città. Le guerre del Triumvirato ebbero il loro principale teatro nell'E., t ra Modena e Bologna. Quan do incominciarol!o le in vasioni bar bariche, gli effimeri imperatori abbandonarono, dopo qualche debole resistenza l'E. e si ritirarono in R avenna, che per la su.a posizione sul m are era considerata p iù sicura. Sotto Od oacre ed il go to Teodorico l'E. tornò ad essere cons iderata come la regi,)lle particolarmente adatta a i bi50gn i militari della monarchia dei Goti ; quando i Longobardi furono in lotta coi Bizantini, l'E. e l'Esarcato furono teatro di battaglie; e la regione v ide le lunghe lotte per l'affermarsi èelle varie s ignorie prima, e poi della potenza dei papi. Nel secolo XV e XVI l'E. con t inua ad essere teatro di gesta milita ri per la costituzione di quella serie di principati, che ebbero [me colla campagna del 1796 del Bonaparte. Dopo 11,farengo ed i comizi d i Ljone, l'E. fu incorporata nella R epubblica Italiana; poi fece parte del Regno Italico. L a restau razione ricondusse l'L'. all'antico riordinamento. L'E. e la R omagna d ivennero focolari d i riscossa nazionale; v i s i determinarono i moti r ivoluzionari del l 831, riuscendosi a llora persino a creare un esercito cli volontari, coma.ndati dal generale Zucchi. Ne! 1848 l'E . fu una delle prime r egioni che assecondò il movimento nazionale cli riscossa. Questi ten tativi falli·• rono, ma infine, ne l 1859 poteva q uesta generosa regione sa lutare l'alba della propria definitiva liberazione sanzionata da.i p lebisciti del 12 marzo 1860. D u rante la grande guerra, dopo Caporetto (1917- 18) l'E. fu centro d i riorganizzazione dei reparti dell'esercito d isorganizzati d alla ritimta e dalla lotta. Emilia . Brig,tta di fanteria costituita ne l marzo 1915, coi rcgg. 119° e 120°, forma.ti r ispettivamente dai <lcpo-1 s iti dei l·egg. 35" e 28° fanteria. Dislocata inizialmente nella wna rlanina-Kora<la, la brigata, passato l'Isonzo·

Meclag-Ita della Bri!;ata Emili a

il 22 giugno 1915, occupò G !obna. Invia ta nel luglio sul M. Nero vi passò l'anno 1915, operando d iversi a tta.cd ii contro le posiz ioni nemic he. Nel 1916 combattè a llo Slcmc e sul llfrzli, ove il nemico fece esplodere mo!-


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te mine fra le quali è degna di 11ota quella dc]. 3 agosto, fatta brillare sotto il trince,one del lYirzli- detto il ,, Tea.trino». Nel l917 combattè nella zona d i Gorizia, ove il 119° conquistò il costone d i S.. Fioriano. Nell'agosto operò p rima sulle colline ad occidente d i Gorizia, conquistando 1a quota 126 dopo lotta accani ta, nella q_uale perdette 40 ufficiali e 1635 gregari. Durante l'offensiva austriaca dell'ottobre 1917, la brigata, dopo aver OPJiOsto al nemico una accanita. resistenza sulla linea Grafenberg-l'euma, ebbe o rdine d i ripiegare sul Piave ove giunse, combatten do sempre, il 3 novembre. K el

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L a vittoria ciel l\'.[accabeo fu completa. I nem ici fuggirono e G iuda li inseguì sino nelle campagne clell'Idumea.

EmioJia dei plrn11 greci

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l,a Brigata mntlia In guerra (I\J·l 8)

1918 operò inizialmente sul Grappa, fra Porte di Salton e Val Calcino, ove respinse p iù volte il nemico, specfalmente nella notte del 1S giugno d ifenden.do la quota 1292, rimasta in saldo possesso della brigata, la quale, se vi perdette 31 ufficiali e 854 gregari, inflisse aì nem ico umi sconfitta che gli cagionò molti vuoti e la ca ttura d i 600 p rigionieri. Il 16 settembre conquistò le importanti posizioni d i Malg:, Val dei Pez e di Malga Fossa de i Confini, cl1e invano il nemico tentò cli r iprendere con successive violente azioni. La brigata fu sciolta nel marzo 1919. Aveva per mostrine due striscie orizzonta li color mattone (sopra) e verde (sotto) . Essa meritc\ oltre a citazione su bol lettino cli guerra ( 18 giugno 1918) tre medaglie: una d'a rgento a l 119" fanteria (Grazigna, quota 126); una d'argento (Grappa) e w1a cli brnnzo (Plava) al 120° fanteria.

E m il io. )J°ome cli var1 generali romani, a1,partcnenti alla gente Emilia : V . a i nomi de lle famiglie : Lepido, Paolo, Scauro. Emiolia. ~ave veloce a remi (24) che usavano i p irati greci per la corsa, durante il II secolo a. C., specie per catturare le navi mercantili. Emmaus. Località della Palestina, d i ubicazione in certa; forse a cinque ore di distanza da Geru~,i lemme. ?-l'el 166 a . C. vi fu combattuta una battaglia, da Giuda :vraccabco, cap o della rivolta dei Giudei, con 3.000 dei suoi, contro G;rgia, generale d i Antioco I V, il quale con 5000 fanti e 1000 cavalieri aveva voluto tentare con u na scorreria notturna un assalto inaspettato sui Giudei.

Emmendingen. Città ciel Ba<len, in Germania. Il 19 ottobre (guerre della repu bblica - campagna del 1796 sul i,(eno e la :Vlosella) il gen. lÌforeau, coll'intento di portarsi a Keh l, lungo la dr. del Reno, spostò su E . la sr. dell'armata, for te d i circa 36.000 u., il centro verso Walclki1·ch e la dr. nella vallat,1 <li S. Pietro. L'Arcid uca Carlo, che aveva d iviso le sue forze in 4 corpi (Naucn<lorf, \ ~1a rtcnslcben, La.tour e Furstemberg) forti comp less1vamentc cli ci1·ca 28.000 u. attaccò immedia tamente i Francesi. L a divis. Saint Cyr, sorpresa sulla propria dr. dal fuoco elci cacciato1'i del Nauendorf, mentre marciava per Ja va lle d i Bleibach, dovette ripiegare su \Valdkirch e poi, dopo accanita resistenza, su Langeilclcnzlingen; la d ivis. Bcaupuy fu fortemente impegnata 1011 le colonne del Latour a Metlerdingen e perdette il ,:omandan te, ucciso all'in izio dell'azione; le posizioni cli S. P ietro furono forzate da l Froclich. Informato dell'insucce~so patito dalla propria sr. e dal centro, l\t.foreau non credette impegnare un'azione generale col corso dell'E lz a lle spalle e il corpo del Froelich sulla destra; dette in conseguenza. l'ord ine di rompere l'azione. Meno lieta. fu la sorte degli Austriaci alla destra, dove due delle loro colonne furono arrestale da l fuoco dei tiratori francesi; solo dopo un difficile combattimento, in cui il Wartensleben fu gravemente ferito, la terza colonna austriaca giunse sul fianco dr. dei Francesi, costringendoli a. evacuare E . e a ritirars i ,J ietro l'Elz dopo averne distrutto i ponti. Emmensite. Esplosivo adottato con felici risulta ti dall'esercito degli Stati Uniti, che l'impiegò per la caTica delle granate. Si prepara tnittando l'acido picrico con acido 1; ilrico fumante e aggiurigendo al prodotto risultante dinitrobenzene, o anche nitrato di ammonio o di sodio, per abbassare il punto di fusione dell'esplosivo. Erno (A ngelo). Ammiraglio veneziano, n . e 111. a :i\falta (1731 - 1792). Comandò la flotta veneziana contro i p irati barbareschi, da cui liberò l'Adriatico; assediò Tun isi, p rese e incendiò Susa ( 178S) prese Diserta e La Gole tta. E111.o Capodilista conte dell'Impero A1tstriaco nobihtomo patrizio ~•eneto Giorgio. Genera le, n. a Padova nel 1864. Sotto!. di cavalleria nel 1884, raggiunse il grado di colonnello nel 1915; comandò il regg. Genova e partecipò alla grande guerra (1915-18) meritandosi una med. d'argen to s ul Carso e la croce di cav. dell'O. M . S. nel grado d i magg. generale comandante della 2• brigata d i cavalleria (regg. Genova e Novara) per la vigo-


EìVIO

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rosa resistenza opposta al nemico a Pozzuolo del Friuli, <lurante il ripiega.mento dell'ottobre 1917. P a rtecipò altresì brillantemente a lla batt. di Vittorio Veneto con la detta. brigata. P romosso generale cli divisione, resse ,dal 1923 al 1926 (quando andò in P. A.) il comando <lella. scuola di a pplicazione di ca va.llcria a P inerolo. Nel 1928 fu collocato a riposo.

Emorr.oidi (Medicima Legale mil.). Sono caratterizzate da. varici delle ve11e retta li, con formazione <li gozzi di varia. grandezza, rosso-oscuri, molli, che sovente si ulcerano e possono infiamma.rs i. Le cause più frequenti di esse sono : la p red isposizione Emo-CapO<l!JJs ta G. .congenita, gli ostacoli della vena porta, la stitichezza, ecc. L 'articolo 82 dell'Elenco A delle infermità ed .imperfezioni r iguardanti il serv izio militare contempla, quale causa d'inabilità assoluta <e le emorroidi croniche, sviluppate e moltepli,ci, oppure quando siano complicate con ulcerazioni o .causa di frequenti emorragie )l , però sempre dopo che -sia trascorso il periodo della. rivedibilità. Empoli (ant. Em,polwm o Imporimn). Comune in prov. di Firenze, a poca d istanza dalla sr. del!' Arno, fra Je colline del la Pesa e dell'E lsa. E' cinto di antiche mura su cu i restano le tracce dei p roie ttili spagnuoli del JSJO; l' antica c ittadella di Cosimo 1 nel 1765 fu trasfo rmata in ospedale. Le prime notizie storiche di E . risalgono a l 780; avanti il 1000 il grosso dell'abitato e.ra nel luogo, ora deserto, detto Empoli Vecchio, che fu abband011at9 quando, nel 1119, fu distrutto il castello. Nel

586 1260 i Ghibellini, vincitori dei Guelfi a Monte Aperto, vi tennero un Congresso in cui Farinata degli Uberti fece respingere la. proposta d i dist ruggere F irenze, e di portare ad E . la capitale. Nel 12,94, 1297 e 1304, si ten11ero in E . tre assemblee d ella lega guelfo-toscana; 11el 1313 se ne tenne un'altra fra gli ambasciatori di Firenze, Lucca, Siena, ecc., per studiare come resist-ere ad Emico VII. Nel 1336 furono rifatte le mura d istrutte da una inondazione nel 1333. Durante l'assedio di F irenze, E . di cui era governatore Andrea Giugni, fu assalita nel giugno 1530 dalle truppe del Vitell i e <lel march. del Va.sto che la batterono con 16·ca.nnoni e la t:ostrinsero alla resa, dandola a.I sacco. Nel 1553, duran te la guerra di Siena, fu scoperta U.l)a congiu1·a intesa a consegnare E. a i Francesi; i capi, Gherardo Aclimari e Taddeo de Castiglione, ebbero il capo mozw per ordine di Cosimo I. In seguito E. seguì le, sorti di F irenze.

Emulazione. Alta virtù militare; il soldato cbe ha vivo il sentimen to dell'onore militar e, non tollera. che altri lo superi n el coraggio, nella resistenza.,' nelle· prove d i discipli11a, d i sprezzo del pe ricolo. Fra i reparti esiste nobile spirito di E . quando fanno a gara nel dimostra rs i gli uni migliori degli altri. E ffetto di questo sentimento è un bene inteso spirito d i corpo. Di esso si sono valsi i condottieri di ogni tempo per ottenere dai propri solda ti prodigiosi risultati. Encanada (Battaglia). V. Dolores. Encomio. E' una delle r-icompense per il m ilitare prevista dal regolamento di disciplina, e può essere semplice o solenne. L'E. semplice consiste neJ!a lode rivolta dal superiore ;ll'inferiore, s ia verbalmente, sia con lettera, o per un fatto particola rmen te meritevole, o per diligenza ed .intelligenza posta nel disimpegno delle sue mansioni o nell'esecuzione d i un ordine. L'E. solenne consiste, invece, nella lode esemplarmente pubblicata a ll'ordine del giorno del reggimento. della. brigata, del

L·assedlo d 1 Binpoll 11el 1530 (Afrt•esco de l vasar1)


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Il cas tclJO di Lombardi" a Enn a

presidio, della divisione, del corpo d'Armata, o dell'J:a;sercito, p er ordine dell'autorità che tribu ta la lode stessa. L'E. solenne è naturalmente tanto p iù importante, quanto piì, diffusa ed estesa ne è la pubblicazione; eh i Io tributa deve quindi comm isurare tale diffusione a l merito del fatto cui !'E . si riferisce. L'autorità m ii. che ordina l'E. solenne stabilisce s u quali ordini del giorno esso debba essere inserito e ne detta la motivazione, che viene poi anche trascritta: per gli ufficiali, sul libretto persona le; p er la truppa, sul foglio matricolare e caratlcristico, su l libretto persona le e sul foglio di congedo. L'E., sia semplice, sia solenne, può essere indiv id uale o co lletlil'O; cioè r iferirsi ad uno o p iù individui nominativamente ind icati, od anche ad interi reparti. L'E. solenne tributalo durante l'ultima guerra, con decreto luogotenenziale d iede poi luogo alla concessione della croce di guerra.

E nfants, Perd us. Ebbero questo nome reparli di varia cost it uzione, cbe combattevano alla leggera, iniziand o il combattimento; furono talvolta a p iedi tal volta a cavallo. Durante la l • Crociata furono una truppa di gente scalza, inerme, sprovvista pe r voto d i denaro, che precedeva l'esercito e negli accampamenti e negli assedi si rendeva u tile trasp or tando viver i e materia li, lanciando sassi contro i nemici, rovesciandone le macchine gue rresche. Un gen tiluomo normanno cbe ne assunse il comando, prese il n ome d i << Re dei ·vagabondi». ::-Se! s"c. XIV e seguenti furono truppe leggere annate di balestra, e p itt tardi di colubri11c e arch ibugi. Xclì'cscrcito d i F rancesco I, dopo Pavia, costituivano due << bande,, della legione provinciale, ciascuna di 434 u. divise in S bande minori, quattro annate di armi da getto e una di picche. I n quest'epoca hanno un impiego in guerra che li fa assomiglia.re ai futu ri «arditi » . Enfield. V. Pritchet e Snider.

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Engen. Città del l3adi,n, sull'Aach. Nel 1800 vi si combattè una battaglia che appartiene alla guerra del C011solato francese. II 3 maggio, mentre si combatteva a Stokac, il gen. Moreau, con 32.000 u., a ttaccò a E. 4S.000 Austriaci, comandati dal gen. Kray, il quale aveva occupato Wetterdingen con una forte avanguardia a

copertura della sua sr.; la fanteria difendeva un P<?Sto vicino a Welchingen; l'allopiano di Hohenhowen, chiave della posizione, era stato saldamente· trincerato e vi s i appoggiava una massa di 15.000 cava lli, spiegata sulla piana antistante. II gen. Delmas a ttaccò· e occupò Wetterdingen; Lorges occupò la cima dello Stuhlhausen , dominante le posizioni avversarie, men lre :Moreau appoggiava a N . per riuni rsi a Sain t Cyr che era in via per rinforzarlo e avanzava lungo le a lture, dopo avere incaricato il gcn. Richepanse di avvolgere colla sua d ivis ione Io schieramento nemico per Wetterdingen e Leipferdingen. Per sventare il piano nemico Kray attaccò dal villaggio di Welchingen fra le divis. Delmas e Leclerc; Moreau, obliquando sulla sr ., arrestò il movimento che cominciava a svolgersi con qua lche successo. Una massa d i 8 bgl. e tutt>t la cavalleria fu mandata da l K ray a l con trattacco; i Francesi furono respinti e la posizione r ipresa. Intanto giungeva Saint Cyr che, dopo avere respinto \i~1a massa di 20 bgl. e 14 sqdr. che gli tagliavano la strada, attaccò a fianco della d ivis. R ichepanse. Lunga e d ifficile fµ la lot ta, ma fina lmente i Fr:mccsi ebbero la n'leglio e occUJ)arono Hobenhowen. Per quanto rotto a lle a li, Kray resistè fino a sera, dopo di che iniziò Ja r itirata su Liptingen e Moeskirch. Caciclero c irca 7000 u. per p ar te ; i F rancesi fecero 7000 prigioni~ri, presero alcuni cannon i e moltissime mm1izi011i da guerr:a e da bocca.

Enna (l'ant. Castr1t1n Em,ac, poi Cast,·ogiovanni fi no al 1927). Città della S iciIia, capoluogo di Provincia, con antiche robuste foJiificazioni (notevolissimo il « Castello di Lombardia >l) e due grosse to rr ii una costruita da Feder ico II nel 1300, l'altra pit1 antica. Fu conquistata da Dionigi di "Sira cusa dopo lunghe lotte. Soggetta ad Agatocle, si ribellò a lui nel 309 a . Stem1na cli Enna C. Fu p res~ dai Cartaginesi e ripresa dai Romani, qual i la misero a ferro


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e fuoco. Durante la guerra servile fu la roccaforte dei ribelli e presa per assedio dai Romani comandati dal console P. Rupilio (132 a. C.). Nel 104, una rivolta degli schiavi scoppiata ad E. d iede loro in mano la città e diede inizio a una nuova lunga lotta con Roma. Dal1'834 a l 1070 E. fu in potere dei Saraceni, poi dei :Normanni, p oi d egli Svevi, poi degli Aragonesi.

I. Battaglia di. Enna (828). Appartiene alla lotta fra musulmani e bizantini. Questi ultimi, condotti dal patrizio Teodoro, r iuscirono a battere i primi sotto le mum di E., costringendoli a ritirarsi. II. Battaglie di E,wa (834-835). Appartengono alla lolla di cui si è detto sopra. Abu Fihr, generale musulmano, prese la riv incita della battaglia dell'828, sconfiggendo a sua ,·olta, in due riprese, gli avversari sotto le mura di E., e impadronendosi con questa città di lutto il centro dell' isola . IIT. Battaglia e assedio di En11a (1061). Appartiene alla lolla fra musu lmani e normanni. Tutte le forze dei primi, già piì1 volte battute, s i erano riunite p resso E., agli ordini cli Alì lbn Havasci, emiro di Sicilia: circa 15.000 cavalli e 100.000 fanti, al dire dei cronisti cristiani, i quali fanno ascendere l'esercito normanno a 2.000 lance (circa 10.000 u.) . I musulmani vennero sbaragliati, con la. perdita di 10.000 u. e in parte si ritirarono in E., cui i normanni posero l'assedio, erigendo a tal uopo grosse torri di legno p er battere le mura. Ma R oberto Guiscardo lasciò presto l'assedio, per dirigersi a Palermo.

E1111a. 172" Legione della l'vf. V. S. N., costituita il 21 giugno 1927 in seguito alla elevazione della città omonima a capoluogo di provincia e parzialmente formata con reparti della 173• Legione « Sa.I so » e della 167' Legione « Etna Jl. Ifa per motto : « Ad maiora. orncn nomen ». Comprende tre Coorti con sede rispctti,·amente a Enna, P iazza Armerina e Agira; nove centurie ordinarie, una mitraglieri, una c iclisti e due gruppi pronto soccorso. H a oi·ganizzato un ufficio di ass istenza sociale e sanitaria per i militi. Ha costituito 20 corsi premilitari. Enomazia. Drappello di soldati n ella falange greca, vario di numero secondo i tempi. =--rell'ordinanza spartana, due E. costituivano una pentccostia, due di queste un loco, quattro lochi una mara e sei mare la falange. Nell'ordinanza rnacedone due E . formavano una dimeria. Il capo della E. era detto Enomotarca.

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tre spedizioni in I talia (10i7, quando dovette umiliarsf al Papa a Canossa, 108 1, 1090). Enrico II, re d'Inghilterra (1133-1189). Sottomise l'Irlanda e la Scozia. Enrico VII, imperatore di Germania (1262- 1313). Fece spedizioni in I talia, contro i Comuni e morì mentre preparava una spedizione per la conquista del regno di :\'apoli.

Enrico V, re d'Inghilterra (1388-1 422). Combatti: contro la Francia; la principale delle sue vittorie è quella di Azincourt. Enrico VI, re d'Inghi lterra ( 1421-1471). Perdette le , conquiste fatte in Francia dai suoi predecessor i; combattè lungamente nella guerra delle Due Rose e perl ,lssassinato.

Ettrico IV, re di Francia ( 1553-1610). Fu alla testa degli Ugonotti sino al 1593, riportando segnalate villor ie, come Arqucs e lv ry; si fece cattolico dopo la mortedi Enrico III e conquistò il trono vincendo ogni resistenza interna e<l esterna. Si battè con la Spagna sino alla pace di Vervins ( 1598); nel 1601 con la Savoia, alla quale tolse la B1·esse. Morì assassinato da R availlac. Enrico Federico Luigi, principe di Prussia. Generale, fratello cli Federico 11 il Grande ( 1726-1802). 'l'attico più prudente d i F ederico, amante della difensiva, fu dal fratello classificalo per l'unico suo generale che non avesse commesso errori. Emerse specialmente a Praga e R ossbach ( 175 7) . Riportò a F reiberg l'ultima vittoria della guerra dei Sette Anni. Si dimostrò contrario alla guerra contro la Francia della Rivoluzione; prese parte a l trattato di Basilea (1795). Enrico Ferdi,.ando, Arc-id<lca d'A<lstria. Genera le austriaco, n. nel 1878. Fece le sue prime armi in C,l.\'alleria. All'aprirsi della grande guerra entrò nel corpo automobilisti e prese parte a lle operazioni in Galizia. Fu poi incaricato cli uno studio geografico militare sulle vie fluviali della media. Europa, che venne pubblicatone! 1917, e fu di grnn<le u tilità logistica durante la guerra . Promosso magg. generale nel 1917, comandò la 29• brigala di truppe di montagna, colla quale prese parte alla battaglia di Caporetto. Fu anche p ittore, e fece d ivers i C'juaclri s u episod i di guerra.

Enomoto (vi.scontc Buyo). /\mmiraglio e m inistro giapponese (1836-1908). Ne l 18S8 era insegnante nella scuola navale. Prese parte alliva al movimento controrivoiuzionario e nel 1868, rifiutando d'obbedire al nuovo governo, costituì un esercito di circa 50.000 u., si impadronì di parecchie piazze marittime, proclamò la Repubblica. Battuto dagli Imperiali dovette arrendersi e fu cacciato in prigione. Senonchè l'imperatore lo reintegrò nel grado di amm iraglio. E' considerato come i l -creatore della potenza navale del Giappone. Enrico. Nome di parecchi sovrani, fra i quali particolarmente s i distinsero nelle armi: E,1rico Il, imperatore di Germania (973-1024). Nel 1013 combattè contro Arduino d'Ivrea e n el 1022 contro i Rizantini del mezzogiorno d'Italia. E11rico IV, imperatore di Germania (1050-1106). Fece

i::n 1·l<·O t i Leonr - (OrctJnl ) - Enrlro I l Santo

Enrico li Leone (Ordine di). Ordine cavalleresco del duca lo di Urunswich, soppresso dopo la G rande guerra. Fondato dal duca Guglielmo nel 1834 per celebrare un suo antenato; e premiare i suoi ufficiali: la decorazione


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era costituita da una croce a quattro lobi in smalto azzuno, sormontata dalla corona ducale con sotto un leone.

Enrico ( Ordine di Santo) . Ordine mii. della Sassonia, istituito nel 1736 d a Augusto III e riformato da re Antonio nel 1829. Porta il nome ,di S. Enrico imperatore, sassone, che regnò dal 1002 al 1024. E' esclusivamente destinato agli ufficiali. La decorazione consta di una croce in oro orlato, coi loLi a due punte, e tra di essi un ricamo a foglie trilobate, in verde e oro. Al centro sta uno scudetto rotondo, coll'immagine di S. Enrico. Quest'ordine è stato soppresso dopo la gra11de guerra.

Enrico Toti. 77' Legione de lla M . V . S. N., costituita il 1° febbraio 1923, e formaia su tre coor ti, con sede rispettivamente a Portomaggiore, 1-Iigliarino e a Derra. Conta inoltre un ,uanipolo mitraglieri, una centuria ciclisti, due manipoli mitraglieri contro-aerei, un centro di raccolta e tre posti di avvistamento, due squadre di pronto soccorso. Ha una forza (1929) di 1746 camicie nere, 72 ufficiali nei quadri e J 9 fuori quadro. E ,~rico Toti. Sommergibile, va1·ato .nel 1928 alla Spezia (cantieri Ansaldo San Giorgio). Dislornmcnto 1460 tonn. (in immersione 1880); lunghezza m. 86.75, larghezza m. i,80; velocità in emersione 18.5 m i~;l ia al-

la cavalleria. Turenne dispose la fanteria al cenfro su 2 linee tramezzate <la 5 sqdr. di cavalleria, la massa

d i questa alle ali, con drappelli di moschettieri e 1 o 2 ca1moni fra gli squadroni. L,t battaglia s i accese sotto ia pioggia battente, coll'attacco di un bosco sulla sr., da parte dei dragoni francesi appiedati, che. dopo averlo per tre volte preso e ripreso coll'intervcn to di sempre nuovi rinforzi. finalmente ne resta rono padroni. latanto h, cavalleria imperiale caricava il centro d ei Francesi, che, formali 7 qrnidrati ressero contro l' i,mpe to avversario, rotto poi dall'accorrere della cavalleria della sr. Qu,i,ttro sqdr. di dragoni francesi appiedati e appostati n elle bosc~lie, fecero fallire un tentativo di avvolgimento cÒmpiuto contro la estrema sr. Ù'llla cavalleria leggera degli Alleati. Nonostante i successi ottenuti, vista la grande disparità delle foJ"7.c, il Turenne, tenuto fermo fino a sera, nella notte si ritirò per 1-Iolzheim dietro la llreusch, coperto da un:c fort~ ;et10guardia, mentre gli Alleati ripiegavano sulht dr. dell'Jll. Perdettero gli Alleati circa 6000 u. 10 cannoni e 2.0 bandiere; i Francesi circa 3500 u, e :ikunc h:md1ere.

Enslin (o Graspan, Battaglia di). Il 23 novembre \899, durante la guerra An glo-Rocra, il gen. Methuen, :cspinti i Boeri a Gelmont, e saputo, dal treno blindato inviato in r icognizione, che questi si trova vano all'altezza di Graspan, all'alba avanzò contro le colline d i E. occupate, a ca vallo della ferrovia, da 2S00 Boeri

l'ora, in im1nersionc 10; annan1ento un cannone di n1e-

d io calibro e sei tubi di lancio.

E. N. S. E. In seno all'Istituto di cultura p rofess ionale di Roma, è stato organizzato l'Istituto milita re E. N . S. E . (Ente Nazionale Scolastico Educativo) per corrispondenza. Si propone di svolgere corsi per la prepara.zionc agli esami di avanzamento nelle forze armale dello Stato, mediante l'invio di apposite dispense e la conezione di compiti ( 1927). Ense et aratro. Motto adottalo dal ge.n crale fran-, cese Bugeaud in Algeria, quando fece una serie di tentativi - riusciti infruttuosi - per trasformare in coloni i soldati del corpo d'occupazione della regione, dopo la guerra di conquista della metà del secolo XlX.

Ensheim. Villaggio della Baviera. Vi si combattè ( 1674) una battaglia che appartiene a lla guerra d'Olanda. 22.000 Francesi, comandati dal visconte d i Turenne, vi si scontrarono con 36.000 Alleati, al comando del duca di Bournonville. Erano questi ult imi schierati nella piana di E. colla sr. appoggiata a fi tte boscaglie, interrotte da strade in trincea, dove erano la maggior parte della fanteria e dell'artiglieria; il centro era presso l'abitato di E. sistemato a difesa; la dr. appoggiata a siepi e boscaglie; qui fu riunita la maggior parte del-

con 6 cannoni e 2 mitragliatrici, a l comando del Dela rcy. Volendo girare l'ostacolo per la destra, MctJ1uen, impegnato il nemico sulla sr. in un'azione dimostrativa e tenuta al centro una riserva, spinse sulla dr. la brigata navale; la Guardia rimase a protezione del carreggio. Dopo precisa preparazione d'artiglieria, la brigata. navale, pure subendo sensibili perdite (circa 200 u.) avanzò fino a circa 200 m . dalle posi,;iioni nemiche, determinandone lo sgombro.

Enter (Francesco). Generale, n. a Napoli nel 1852_ Sollot. d i fant. nel 1877, insegnò nel 1884 presso la Scuola Mili ta re e col grado di colonnello ( 1905), comandò il 25° regg. fanteria e il Co llegio mii. di Napoli. Collocato, in P. A. nel 1910 e promosso magg. generale nella riserva, fu richiama to in servizio durante la guerra contro l'Austria, e tenne il comando della brigata Barletta mobi-


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litata. R icollocato in congedo, raggiu11sc nel 1923 il grado di generale di divisione nella riserva .

Entrammes. Comune della Francia, in Vandea. li gen. L'Echelle, a l matti no del 27 ottobre 1793, ordinò a l gen. K léber cli avanzare su Croix <le la Bataillc, dove il 25 il Westcrrnann era stato battuto. E ra evidente il risch io di fare avanzare 20.000 ammassati lw1go una sola strada, attraverso una stretta i cu i fianchi s i sapevano tenuti, p resso le a lture di E. dai Vandeani al comando del Larochejaquelin, con numerosa artiglieria; vane però itu·ono le rimostranze fatte al generale. L'avanguardia, comandata dal Beaupuy, fu battuta dall'artiglieria, poi avvolta da ogni par te; invano K léber spiegò i propri bgl.; non secondato dalla riserva che, c<Jlta da panico, si era sbandata, fu travol to anche lui. La ritirata s i mutò in rotta e col nemico alle calcagna i repubblicani fuggirono si.no a Lion d'Angers, dove mol ti giorni occorsero per r iordinarli. Enuresi (Medicina legale militare). E' caratterizzata dalla, perdita involontaria delle urine, s ia intermitten te, sia sotto forma di s tillicidio continuo. Essa può essere legata ad affez:ioni organiche dell'apparato uro-genitale, d i origine congenita o acquisita; può essere inoltre in rappor to con affezioni organiche dei centri nervosi. Tali forme, sostenute da cause inamovibili, richiedono tu1 esame clinico minuto, dando la necessità del r icovero in osservazione in un Ospedale Militare, allo scopo di formulare un esalto giudizio diagnostico, che valga a differenziare le forme suddette da quelle, molto p iù frequenti, sostenute da cause non permanenti, quali sono le forme di enures i, notturna, di rcgoht determinata o eia anorma le cornposiz:ione dell' urina, o da alterazioni perivescicali, con conseguenti stimoli r iflessi o diretti sulla sfin tere vescicale, ovvero prodotte da nevrosi. In base a ll'art. 89 dell'Elenco A, è causa di inabi lit~ assoluta al servizio militare l'emuesi sotto for ma di .,tillici.lio continuo, o soste nu ta da causa organica inamovibile dell'apparato uro-genita le o dei centri nervosi. E' prescritta, per le ragioni dianzi esposte, l'osservazione in un Ospedale Militare. La simula.z ione dell'E., un tempo frequentissima, è divenuta oggidl p iit rara, grazie agli odierni mezzi d'indagine clinica, che valgono a identificarne la causa ncJla maggioranza dei casi. Quando, malgrado l'esame più accura to, non si riesm ad iden tificarne l'origine, s i esprimerà giudizio di idoneità, munendo a proprie spese il soldato enuretico di tu1 orinale d i caoutchouc vulcanizzato; tale provvedimento diede buoni risultati in alcuni casi. Un tempo, p er smascherare la simu lazione, dell'E., si ricorreva ~ mezzi svariati, anche barbari : si stringeva il prepuzio con un legaccio, si accostava al perineo un ferro roveJJtc, s1 svegliava il soggetto ogni ora durante la notte, ecc.; tali mezzi però hanno solo un interesse storico, essendo stati definitivamente banditi dalla pratica medicolegale milita re.

Enver (Pascià). Generale e statista turco (18821922). Fu l'anima del movimento dei Giovani Turchi, riuscito il quale iniziò la riforma dell'esercito. ScopP iata la guerra italo -tu1-ça, fu in Libia dove organizzò e condusse le formazioni regolari arabe distinguen-dosi in Cirenaica. Ferito e rimpatriato nel 1913 andò addetto m il. a Berlino. P rovocò l'intervento della Turchia nella 2• guerra balcanica, e a l comando dell'eser -

591 cito riconquistò la Tracia. ]vfinistro della Guerra nel 1914, promosse l'alleanza colla Germania e l'intervento turco nella guerra mondiale. Ebbe il comando dell'armata del Caucaso; battuto dal granduca N icola, dovette sgombrare l'Armenia. Da Berlino, dove si rifugiò alla conclusione della pace, andò a :Mosca e dai Soviet ebbe l'incar ico di bolscevizzare la Turchia. Fallita la missione per l'opposizione del forte governo di Kemal, rientrò a Mosca e cl i qui fu mandato a paci,ficare il Turkestan in rivolta. l:v!essosi alla testa !)ci nazionalisti, si proclamò Emiro; dopo qualche sJccesso, cadde combattendo contro i Bolsc·evichi,

E nzo, Re di Sardegna (1225-1272). F iglio mtturale di Federico II; luogoten!;!nte imperiale, conquistò una parte degli Stati della Chiesa; vinse la flotta genovese al Giglio; nel 1249 Iu fatto a Fossalta prigioniero dai Bolognesi, che lo tennero imprigionato sino alla morte. Epagoge. Formazione di marc ia dell'antica falange greca. Consisteva ne ll'avanzata in colonn3 delle tetrarchie o delle xcnagie, una dietro l'altra. Epaminonda. Generale tebano (418- 362 a. C.). Sconfisse a Leuttra (371) g li Sparta11i, togliendo loro l'egemonia della Grecia; invase la Laconia (370); ricostituì lo Stato di Messenc; ordinò ·\lna flotta, cadde cbmbattcndo a Mantinea.

Envc r· n ey

Erizzo r-rancesco

Epernon (la!. Spa.rno od Esperlio) Comune della. Francia, nel clip. dell'Eure-et-Loire. DuraJ1te la guerra franco-germanica, la 6' divis. di ca.valle.ria tedesca, che operava contro le nuove formaz ioni nemiche che s i stavano raccogliendo sulla Loira, mosse il 4 ottobre 1870 éon tro le truppe che dai boschi di Epemon coprivano quelle che s i stavano riunendo presso Char tres. Un bgl. bavarese con una btr. cosfrinsc i Francesi a ripiegare sulle alture retrostanti men tre 2 sqdr. di ussari appiedati, distaccati sulla sr., li avevano costretti a sgombrare a lcune cave di pietra che occupavano. La ritirata francese .fu definitiva quando la fanteria bavarese avanzò anche contro le alture, appoggiata da l fuoco dì 4 &annoni. Epibati. Erano i solda ti imbarcati a bordo delle navi da guerra dell'antica G recia, i quali combattevano contro il nemico, Sostenuti, in caso d i arrembaggio, dai rematori e dai marinai. Fra gli E . erano opliti e psiliti o peltasti. Sulle navi romane gli E . avevano le stcssei mansioni, e fra essi si distinguevano frombolie1·i, a rcieri e triari. Epidemie (Igiene militare). Le malattie in{ettive traggono la loro grande importanza dall'essere in mas-


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s ima parte contagiose, cioé trasmissibi li direttamente o indirettamente dall'uomo a nmialato a ll'uomo sano, e possono, specialmente alcune di esse, diffondersi rapidamente e pe r una grande estensione, costituendo le E. Le truppe, che rappresentano una collettività in condizioni d i v ita affatto speciali, totalmeHte d iverse da quelle della maggior parte dei cittad ini, vanno particolarmente soggette alle ma lat tie infettive in forma epidemica, donde la necessità che gli 11fficiali medici impai-tiscano con scrupoloso rigore tutte le p iù minuziose prec:tuzion i igieniche, allo scopo d i tu telare la salute del soldato e preservarlo d a eventuali morbi infettivi. Le mahttie epidemico-contagiose, che nei nostri paes i più frequen temente si svi luppano nella collettività militare, sono le seguenti: morbillo, scarlattina, vaiuolo, tifo esan tema tico, difterite, inl1ueuza, orecchioni, 111eningitc cerebro-spinale, febbre tifoide, ccc. T a li malattie però, grazie a lle odierne cautele igieniche, difficilmente acquistano oggidì u na rapida ed estesa d iffusione, manifestandosi più spesso sporadicamente e dando luogo di rado a qualche E . la quale r imane in gener ale circoscritta in un ambito molto r istretto, a differenza delle malattie epidemico-con tagiose esotiche ( colera., peste, febbre gialla).. T uttavia non sono da. trascurars i anche per esse le più severe m isure profilattiche, perchè appunto nelle condizioni speciali della vita militare possono trovare un terreno molto favorevole per il loro sviluppo e per la loro d iffusione, tanto p iù che alcune di esse, come il tifo esantematico, hanno chto luogo n egli eserciti a gravissime epidemie.

Epìla. Borgata della Spagna, in p rov. di Saragozza. Nel luglio del 1348 vi s i comba ttè una battaglia che ap, partiene alla r ibellione dei signori ciel regno d'Aragona, .:on tro il re P ietro IV. Questi domò i ribelli ; la vittoria diede p otenza alla mona rchia, abbattendo i privilegi della nobiltà feudale. Epilarohia. Un cor po d i cavalli, nell'ordinanza greca antica, costituito d i due bande di 64 caval li l'un a.. Comprendeva, quind i, 128 cavalli complessivamente. Epilessia (Medicùia legale mi#tare). P s ico-neurosi car atterizzata da crisi, delle quali la più comune è quella motoria sotto forma d i a ccesso convulsivo, il quale, preceduto d a un'aura (alterazione p iù spiccata del carattere, tremor i, ecc.) e talora da un grido u nico, si esplica con convulsioni toniche e clonichc, con perdita comp leta della_çoscienza, con anestesia ed assenza dei r iflessi, specie di quelli pupillari, con bava sanguinolenta alla bocca per lesioni della lingua, con polso p iccolo e fr~quen te, ecc, ; poi seguono stupore, abbattimento, perdita di feci e di urina, n ella quale s i può r iscontra re a lbumina, ed infine si ha il rip ristino completo della coscienza. E' caratteristica la ricorrenza degli accessi~ regolare od irregolare e pii1 o meno frequente, anche all'infuori di cventua.li ca.use determinanti. In base all'art. 29 dell'Elenco A delle impenfezioni ed in fermità riguarda11ti l'atti tud ine fisica. a l servizio militare, è causa d'ina:bi litit asso·luta. l'E. 11clle sue varie forme, accer tata con osservazione in un Ospedale militare, la quale sarà prot ratta fino a che sia _possibile confermare la d iagnosi, ma non oltre un mese. Tra.scorso tale periodo, se n on· s i avranno da ti per emettere w1 giud izio, il militare sarà rimandato al Corpo e opportunamente sorvegliato dai s uperiori diretti e dall'uf:fi.-

592 eia.le medico, poichè l'esperienza ha dimostrato che gli accessi epilettici si manifestano talvolta a lunghi intervalli, e la loro insorgenza è favorita da lla vita mili tare attiva. Se presso i corpi o reparti s i accertino manifesta?.ion i di E. in u n militare, questi potrà essere proposto direttamente a rassegna ; però nella proposta dovrà sempre essere descritta dettagliatamente la sindrome presentata dal paziente. Gli ufficiali medie, rassegnatori r iterranno valide tali p roposte solo quando saran no fondate su fatti ineccepibili constatati pc,·sonalmente dal sa. n itario del corpo. Questi, invece, quando non abhia potuto constatar bene l'accesso, ma abbia avu to n uovi d a ti sospetti sul carattere e sul contegno del militare, forniti dal suo superiore diretto, proporrà il soggetto per l'osserva?.ione ospedaliera. },,folto frequ ente è la simu laiione della E. e propriamente della forma motor ia col classico accesso convulsivo; però non è difficile riconoscerla. I nfatti nell'accesso epilettico simulato manca l'aura, vengono emesse varie grida successive, in vece di quello unico, la caduta d i solito è prnclcntc, il colorito del viso è m,turale, tu tt'al più arrossato, invece di essere pallido dapprima e poi cianotico, le con trazioni toniche- o mancano o soiw male imi ta te, le convulsioni cloniche sono tumultuarie, .;nanca l'anestesia, i riflessi sono integri. non vi è modifica,.ione di frequ enza card iaca, l'accesso ha. lunga durata, mentre non oltrepassa i 5-10 rninuti quello vero, si ha r ip resa immediata della fisonomia normale, ecc. L'E. r ic onosciuta dipendente da causa di_ servizio è ascriv ibile alla quinta categoria d i pen sione ; ma, se le cris i s m 10 frequenti, essa. può ascriversi a categoria p iù vantaggiosa in rapporto alla. presumib ile r iduzione della capacità lavorativa.

Epi nal (ant. Spina.1.x Spùiae) . Città dei Vosgi, in Francia, sulla Mosella . Sorse nel sec. X sui ruderi d i un antich issimo ca.stello dei G alli Belgi, distrutto dai barbari. Dopo la guerra franco-germanica 1870-7 1, vi fu creato un campo trincerato, comp rendente molte ope-. re staccate, forti e batterie annesse, opere • tutt~ collegate al nucleo con strade carrozzabili. Epinay. Comune della Francia nel cl ip. della Seinc. Il 30 novembre 1870, d urante la guerra fra.neo-germanica, una btr. galleggiante francese e parecchi pezzi da campagna, apposta.ti presso la Senna, avevano inizia to un vivo fuoco contro E ., mentre una brigata. d i fanteria francese, adunata presso il forte di La llriche, a N . di P arigi, marciava a ll'at tacco del paese. 2 cp. d i ma rina irruppero di sorpresa nell'abita to, costringendo i P russian i ad abbandonarlo. Un con trattacco non riuscì, e solo a sera, dopo accanito combattimento, H . fu r ipresa dai Prussian i, coll'intervento d i 42 cwrnon i. L e perdite f urono cli circa. 300 u. per parte . Epiro. R egione mon tuosa nella penisola balcanica, oggi ripartita fra Grecia e Albai1 ia, delle quali regioni seguì le sorti . .N°el gennaio 1854, promossa. dalla Gre· ciJ, incoraggiata dalla. Russia, un'ins urrezione scoppiò accesa rial brigante Demetraki Scalzogiani. già al serv izio della -Turchia, sdegnato perchè licenziato. Presto s i unirono -a lui Spir id ione K a ra iskak i, figlio del genernle rno,·to per l'indipendenza e il figlio di Teodoro Griva s, che dettero car a.ttere politico al movimento La notiz ia della rivolta susc itò grande entusiasmo in Grecia., ma la politica della. Francia e dell'Inghilterra non era favorevole a una guerra fra la Grecia e la T urchia, che


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avrebbe finito coll'avvantaggiare la Russia. R iuscita vana -0gni r imostranza a l -governo d i Atene, le loro flotte blocc arono le coste greche ed ep irote, per imped ire l'affluire di formazioni volon tarie. F ina lmen te, poichè la G rec ia non cedeva, fu inviato un corpo <li 2000 francesi a occupare il P ireo, sotto la pro tezione delle navi delle due potenze. La Grecia dovette p iega.re e l' ins urrezione, priva di a iuti si estinse. (Per le guerre dei Romani, v. Pirro).

Episenag ia. Un corpo d i milizia leggera greca di 2048 uomini, formato <li due s istreme; il suo comandante era chiamato Episenagio. Episizigia. L'insieme di quattro cani da guerra, nella. milizia greca antica, sccond9 l'ordin anza di Eliano. Epistasi. Era così chiamata un'evoluzione nelle antiche ordinanze greche, con la qua le i soldati che era.no disposti sulla fronte, cambiando di posto, . venivano a colloca rsi a lle spalle dell'ordinanza.. Epistate. Così veniva chiamato, nelle antiche ordinanz-e greche, il secondo sold ato di una fila, in cui i var1 individu i erano disposti in ordine d i statu.ra, e che s tava immed iatamente dietro al capofila, il quale era <letto protestate. Epitagma. ::Xome dell' intiero corpo dei fanti armati alla leggera nella falange greca. E ra composto comple.,;sivamen te d i 8192 solda ti e si sudd ivideva in due stili. Era così chiamato anche l' intiero corpo dei cavalli leggieri nella falange, che, secondo Eliano, si componeva <li 4096 combattenti. Epiterarchia. Un'ordinanza d i quattro elefanti da guerra, negli antichi eserciti greci. Era formata cl i due tcrarchie e a sua volta concorreva a formare l'ilarchia . Era comandata da un eJriterarca. Epki. V . Anatolia. Epotidi. Tavoloni svorgenti, situati a prora delle antiche navi da guerra dei Greci, poste sopra il r()stro, dest inati ad a mmortizzare il cozzo avversario, e impedire che il rostro stesso, penetrando eccessivamente nello scafo nemico, vi rimanesse conficcato, con dan no dello stesso assa li tore. Fu invenzione dei Corinti_ Epuisay. Comu ne d ella Yrancia nel dip. Lo ire-et· {:her. D urante la guerra Franco-Germanica, il 7 genna io 1871 le truppe della 10", 11• e 12' brigata tedesca. a ttaccarono E. occupata iJ1 forze del nemico; e superata la tenace resistenza incontrata, appoggiate d alla 18 3 divis. prussiana, proveniente da Bella lanclc, i Prussian i costrinsero i F rancesi a ripiegare. Nell'insegu imento furono superate nuove r esistenze su Ile alture presso L e Poircr, contro le quali operarono 3 bgl. con una htr. leggera. A notte i Francesi, in comp le ta ritirata, rompevano il con.tatto. Equilibratore. Congegno impiegato per mantenere ·bilan ciate a tutte le elevazioni le bocche da fuoco che hanno gli orecchioni lon tani da l centro d i gra vità, com-pensando la preponderanza della volata, in modo che le operazion i di punta mento in altezza si possono comp~re- col m inimo sforzo. Anticamente le bocche da fuo,co avevano gli o·recchioni in posizione corrispondente a l

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centro di gravità; coll'aumentare delle gittate, e conseguentemente della lunghezza e degli angoli di elevazione, s i ricorse allo scavo nel terreno di buche destinale a ricevere la cu latta durante il rinculo. Si è successivamente rimediato a ll' inconvenien te con vari ripieghi,. fra i quali migliore s i è dimostrato quello degli E. I l primo tipo u sato era a molla; si è poi adottato un tipo pneumatico, r ecentemente applicato all'4ffusto che serve a l cannone da 155 ed all'obice da 203. Esso contiene azoto sottoposto a compressione iniziale, ed è stato a dottato anche per il cannone contraereo da 76.

Equipaggi della Real Marina. Reggimento costituito nel 1817, s u 8 bgl. e 12 cp. Gli venne data anzianità dal 1713. Nel 1821 gli fui-ano aggregate 2 cp. di cannonieri ; n el 1830 prese il nome di Corpo Reale Equipaggi; nel 1840 fu riordi11ato su 8 cp. e 1 d i deposito, e incaricato del servizio delle ar tiglierie, in sostituzione delle soppresse compagnie cannonieri del ma re. Fece le ca mpagne del 1848-49, del 1855-56, d el 1859. Equipaggiamento (Carico del soldato). E' forma to dall'insieme degli oggetti che il soldato porta addosso per soddisfare alle prime immediate necessita di vita e cli azione. Agevolmente si comprende che. il peso dcll'E ., con particola.re riguardo al sold ato a piedi è in funzione inversa della mobilità e resistenzadel soldato medesimo. Da ciò l'importanza di una razionale solu?.ione del p roblema, intorno a.I quale sono s tate semp re vive e assidue le cure degli organizzatori militari. Si anm1ette generalmente che il carico complessivo del fante, perchè possa essere tollerato senza dannose riper.cussioni sulla salute e perchè non sminuisca troppo sens ibilmente l'c/ticienza combattiva indiv idua.le, non deYc eccedere il peso dai 22 ai 24 chilogrammi. },Ifa è ovvio che s i miri a ridurre ulteriormente tale limite, procurando insieme di eliminare per quanto possibile la mo· lestia che al porta tore ne deriva. I progressi e perfezionamenti della tecnica meccanica han.no condotto orma i a risultai.i molto soddisfacenti per ciò che riflette il peso d i carico costituito dall'armamen to individuale: sono in uso infat ti armi portatili e relative munizioni che, senza scàpito della solidità e quantità, non. gravano il soldato che di circa 8 chilogrammi. Un grado ottimo d i leggerezza si è parimenti conseguito nell'attrezzo p ortatile da campagi1a in distribuzione a ciascun combattente: dove ancora gli stud i e gli esperimenti s i mantengono in attiva elaborazione è in quello che r igua rdà l'equipaggiamen to individua le. T ra gli oggetti che formano il <letto equipaggiamento, speciale attenzione ri• chiamano la tenda e la coperta, le qua li, mentre rispon do_ no ad insopprim ibili bisogn i della vita di campagna, so,w n ecessar iamente pesanti ed in gombranti. E altro particola re su cui convergono instancabilmente gli sforzi d i miglioramento, è la p iù convenien te disposizione dei capi di corredo che il soldato deve porta.re con sè : mezzo cioè di tençrli r iuniti e modo di applicazione di tale mezzo a lla persona. Sinora esso Ì11 quasi tutti gli eserciti è sta to rappresentitto dallo zaino, ma n on è esagerazione affermare che nello zaino il soldato. ha visto sempre come u na specie di cilicio : e l'esperienza dell'ult-i-ma guerra ne ha segnato decisamente la con danna . Gl i stud i e le a pplicazioni che nel nostro esercito sono stati iniziati sulla base appunto dell'anzidetta esperienza, hanno avuto la loro prima conclusione in provvedimen ti 89


EQt; messi (1927) in attuazione provvisoria, con riser va di integrarli e sanzion arli a l più presto in via defin itiva. Ecco le principali innovazioni introdoile nell'equipaggiamento e conseguentemente nel carico del soldato. a ) r iduzione sensibilissima. del peso della comu ne serie individuale d i guerra, facen do trasporta re do 1 soldato i soli oggetti strettamente indispensabili; b) abolizione dello zaino e trasporto in via transitoria degli oggetti di corredo nella lasca per pane, alla qua le verrà poi sostituita una borsa cli uguale capienza., munita di attacchi p er il traspor lo a tracolla ed a spalla; e) adozione di una cinghia da spalleggio, da impiegarsi per assicurare alle spalle il telo da tenda e la coperta eia campo convenientemente arrotolati;

d) tr:isporto al segui to, anzichè addosso a l sold a to, di q uegli oggetti che, non facendo parte della serie comw1e di guerra, vengono distribuiti soltanto in tempo di pace per comodità cd estetica, ai campi, alle manovre e sim ili ; e) adozio ne d i una l>orsa per il trasporto a l fia11co della baioncua e dell'attrezzo leggero da zappatore; f) sostituzione della coppia attuale di giberne, a due scomparti affiancat i, con una giberna. unica a due scomparti d isposti uno sotto l'altro.

J-c esposte innovazioni riguardano più specialmente l'equ ipaggiamento e il carico del fame: dalle figure si rileva quale venga ad essere la nuova disposizione del suo car ico e quale maggiore scioltezza <li forme anche esteriori egli n e ritragga..

Carico del cavaflo (da sc/Ja e da tiro). Anche per il cavallo, se pure in grado minore, il problema dell'E. J,a sempre richiamato le vigili cure degli organizzatori mili tari per giw1gere alla soluzione che meglio concil ii i term ini con trastanti della solidità e relativa leggerezza della bardatura, insieme con la. su fficienza d i d otazione degli oggetti a disposizione immediata del cavaliere. E come il peso del carico ha diretta influenza sull'andatura e s ulla. conservazione del ca,•allo, così s i è posta. ogni cura p er eliminare da esso tutto ciò che non r isulti as• solutamente indispensabile ai bi.sogni dell'uomo e dell'animale, studiandone ahresl la più opportuna ripanizione in modo che eserciti una. pressione per quanto possibile uniforme e non dia luogo a flaccature o p iagatu rc. Allo staio attua le delle cose (1928) tra barda tura, armamento cd E. del cavaliere e oggetti di governo dell'animale, si ha un carico del peso di circa 60 chilogrammi ; e se a ques ti si aggiungono gli altri 60-65 chilogrammi ch e p esa in med ia la persona ciel cavalleggero, s i vede come il cavallo da sella sia gravato ancora da un carico variabile tra i 120 e 125 chilogrammi. Peso che ne sminuisce troppo sensibilmente la. celerità di marcia, la resistenza e sopratutto l'impeto nei momenti in c ui da esso si richieda u no sforzo eccrziona le. E cco perchè si studia tuttor2. per ridur re u lteriormente la quantità e pesanteZ7,a dei materiali che il cavallo deve portare addosso.

Equipaggio. E ra. cosl chiamato, tempo addietro, l'insieme de lle cose necessarie a ll'ufficiale, che, essen do con le p roprie truppe in viaggio, gli è data facoltà dai regolamenti di far trasportare con sè a spese dello Stato. Oggi dice.si Bagaglio (V.). E quipag1:io d a po11tc (V. Po,itù ri).

~ qu 1paggio d 'artiglic1i11. Era così chiamato, per l'ad dietro, quello che oggi d icesi Pa,·co d' artiglie,-ia ( V.).

Equipaggio (Marilla). Comprende tutte I.: p,:rsone addette alla nave : ufficiali, sottufficia li e marina i. Nelle navi antiche gli equipaggi si componevan o d i due categorie ben d is tinte: d i soldati, o combattenti, e rnatinai destinati al servizio d i andatura. della nave: remo o vela. Presso i Romani le due categorie si dicevano: militi e soci navali. Nel medioevo le galere erano in generale comanda te eia un cap itano per quanto riguardava il comportamento in battaglia e da un padrone nei riguardi della navigazione. Così tulio il resto dell'E. era distinto in due rami: il ramo destinato alla navigazion·c, che comprendeva comilo, scrivano, aguzzino, barbiere, ma.estro d'ascia, calafato, remohcro, ba rilar o e tanti marinai per quanti erano i remi (o il doppio d i questi). L 'altro ramo comprendeva i comb,;.ttenti, i quali vivevano separati dai primi. Sulle na,•i a vela si con• tinuò per molto tempo a tenere la d istinzione fra solda ti e marina i, anche pcrchè le navi nelle spedizioni oltre Oceano avevano sempre da eseguire èonquistc coloniali per le quali occorrernno soldati da sbarco. Da questo fatto ebbero origine le fanterie di marina; ma con l'allungarsi delle navigazioni e la necessità di diminuire il personale a bordo si fusero a poco ;i. poco le funzioni del marinaio con quelle del soldato, specialmente per quanto riguarda la manovra delle vele e la manovra. dei cannoni. Anche gli E . della .1.'W:11,.i1ta Italillna vennero fonnati p er q ualche tempo con marina i e soldati distinti fra di loro ( questi ultimi si ch iamavano « Real navi »); dopo il 1866 il Corpo dei « Real navi» ,·eru1c abolito e r imase soltanto il Corpo reale equipaggi marittimi, che sussiste tuttora e che comprende tutte le catego1·ie di persone n ecessarie per il fw1;donamen to dei n umerosi servizi di u na nave moderna: timonieri, ca1monieri, fuochisti, artefici, elettricisti, siluristi, toi,pe,:linicri, minatori, palombari, radiotelegrafisti, nocchieri, motoristi, ccc. L'E. di una n ave da battaglia moderna comprende circa 1100 uom ini ; que lla d i u n esplora tore ci rca 500; u11 esploratore leggero ne h a 250, un caccia torpediniere 80; un sommergibile ha da 40 a 50 persone a bordo, a seconda de! tonnellaggio. Un vascello a tre pont i dell'epoca N elsioniana, lungo ap pena 70 metri. aveva circa 700 persone cli E. Per dormire queste persone :wevano una sola branda ogni due marinai, la quale ven iva occupata a turno alternativamente, essendo,·i sempre una metà delle persone di guardia e l'altra metà a riposare. L o spazio disponibile sulle n avi moderne con sente d a gran tempo di assegna re un posto di branda bene de• terminato per ogni componente dell'equipaggio.

Equitazione militare. E' l'arte del cavalca,·e, appl icata però alle esigenze del servizio militare, e per conseguenza a l sapers i valere del cavallo, non soltm1to come mezzo d i trasporlo ma veramente come arma. In origine pare che nelle guerre preistoriche il ca,•allo i1on sia comparso nei campi di battaglia; ma già gli storici greci pi ù an tich i ne fanno menzione come cl i un docile e vigoroso elemento guerriero, divenuto n obile e fedele comp:ig:io dell'uomo d'anne nei prricoli e nei campi della gloria: Giobbe già ne parla come t:ile nel suo libro, e poi Omero. I primi popoli che curarono l'E. M . fu rono gli Eg izi;


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Osimandria sconfisse i Battriani ribelli appuntò con truµpc di cava lleria, molto tempo prima ddl:l guerra d i Troia. Furono più tardi cultori dcll'E. M. Sciti e Macedoni e poi Greci e Romani. L'arte dcll'E. Jl. comp rende tre parti distinte: 1, ammansimento cd addestramento del ca.vallo; 2, istruzione del ca.vallo adattandogli la bardatura militare e le armi; 3, istruzione del ca,•alierc per abituarlo a combattere col cavallo, valendosi di t utte le armi, nelle diverse contingenze della vita. di campagna. L'ammansimcnto del cavallo, consistente nel renderlo sottomesso al ca.,·alicre, veniva fatto in tempi an tichi generalmente con sistemi coercitivi, usando della forza, e di strumenti e metodi punitivi, abiturrndolo successivamente a farsi mettere in bocca il morso, a lasciarsi guidare a mezzo di redini, a sentirsi il cavaliere sul dorso. Dai popol i barbari che invasero l' impero romano, venne importato il sistema di montare il ca\'allo colla sella munita di staffe, che diede al cavaliere magg iore sicurezza e padronanza, cd anche maggiore rcsi stenz:i. nelle lunghe marcie, e dumnte il combattirnento. Primicramentc il cavallo era stato montato a dorso JlUdo, e il cavaliere si reggeva con l'aderenia clelle coscie. Successivamente, l'ammansimeuto del cavallo d'armc vcn. ne ottenuto, come ~ in uso ormai in tutti gli eserciti, con metodi persuasivi. Tn particolare, i nosrri regolameu ti d 'E. prescrivono per tale difficile 1ieri.oclo dell'ammansimcmo, siano scelti con molto criterio i soldati destinati a ciascun puledro, e si adoperino tutte le cautele per infondergli confidenza e fiducia. In un secondo pc.1·iodo il cavallo milita re viene abituato a portare la bardatura affardellata e mu.nita delle armi, cd in modo particolare al combattimemo colle armi, ed agli spari di anni da fuoco. L'ultima parte dell'istruzione d'E. r iguarda p iù spccialme111c il cava liere, che viene sottopc sto ad un progressivo esercizio, s,·olgentesi in un turno di qualche mese, e procedente dalle prime norme per avv icinare il caval lo e per salirgli sul dorso senza. e con la sella, fino nl sapersi destreggiare col cavallo in modo da maneggiare efficacemente le armi in q°ualunqur terreno, ed alle d iverse andature, valendosi della sola mano sinistra per guidurlo e della destra. per colp ire , difendersi dal nemico. Per l'insegnamento dcll'E. M., fino dagli antichi tempi si usò valersi di un locale cop erto, con fondo mo lto soffice (segatura, bulla cli r iso, ccc.) onde evitare danni nelle normali cadute dei cavalieri principianti (V. Cavallerizza). Appena il cavaliere è abbastanza sicuro in sella, le csigen;,e militari vogliono che completi la sua istruzione all 'aperto, dove s i deve svolgere la sua principale azione. Il combattimento a cavallo andò trasformandosi da l'antichità ad oggi in 1nodo assai sensib ile. E cli conseguenza anche l'E. M., che d apprima poteva limitarsi ad istruire il ca,•aliere a mantenersi in sella alle andature lente, cd inquadrato in reparti più o meno p;randi, (fatta eccezione per i popoli ch e passavano la loro v ita a cavallo, Sciti, Parti, ecc.) dovette perfezionare l'abilità individuale del combattente a cavallo. Già nel medio evo,. quando venne in !luge la cavalleria, e la pugna si lin1itava ad tm duello a cavallo, o ad azioni di drappelli o squadre. si dovette esercitare il cavaliere con magAil)rC cura. Nr.l secolo XV la Repubblica veneta creò a l'oclova una scuola d'E . M. che ebbe grande cc lebriti, anche all'estrro. e molti allievi ebbe dalla Francia e dalla Spagna. La fama di tale scuola finì per propagarsi anche negli altri Stati, e fu denominata « Scuola

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Italiana », poggia ta sul criterio di mantenere immobile la parte del cavaliere dalle anche a l ginocchio, e, mobili le altre parti, superiori ed inferiori. Il cavallo deve essere, secondo questa scuola, persuaso con mezzi dolci. Di fronte a tale scuola sorse la germanica, che prcfexì il cavaliere non tanto seduto sul dorso del cavallo, ma inforcato più verso il garrese, coi piedi fortemente appoggiati alle staffe, ed il busto piuttosto gravante su\ davanti. Ne llo stesso tempo la scuola germanica preferì addestrare il cavallo mii. con sistemi severi e<l aspri, adoperando spesso lo sperone ed il frustino. Tale scuola germanica fu seguita anche dall'Inghilterra, ma p ortò ad un maggiore logorio del cavallo. Altro tipo di E. M. fu quello dei popoli sla,•i, basato sul sistema di ottenere nel più breve tempo la sottomissiouc del cavallo preso allo stato brado, per u tilizzarlo nel modo più spiccio nella vita nomade e militare ad un tempo. L'uso però di speciali selle munite di pomo assai elevato, e l'abitud ine delle popolazioni d i vivere sempre accanto al cavallo, fece di tale gente speciali arditis•nmi cavalieri, che trasformarono l'E. JI. in una specie di acrobazia, molto simile ciel resto a quella dei cavalieri arabi, celebri per il loro comba ttimento a frotte comparenti e scomparenti con rapidità meravigliosa e per i loro rapidi appiedamenti. Particolare menzione meritano gli Ungheresi, che nel loro metodo d'E. J1J. s'avvicin\tnO< molto alla Scuola Italiana. Nell'America del Nord si risentì assai l'influeuza dell'E. M. anglo-sa!<SOnc, colla sola differenza che, dato l'impiego della cavalleria, specie nella guerra di Secessione, a grandi raids, non s i ebbe bisogno di ottenere cavalieri finiti ed atti a l combattimento individuale a ca,·allo, ma soltanto di gente resistente alle lunghe scorrerie, avente le caratteristiche più di fanteria montata che di vera cavalleria. L'E. nell'epoca napoleonica non fu molto curata, e solo alla. fine di quel ciclo militare X a po leone stesso, che s'era accorto della inferiorità della sua cavalleria di fronte a · quella meglio addestrata degli alleati, istituì speciali scuole. Li Scuola Italiana mantenne sempre, dal secolo XV a i giorni nostri, il primato dell'E. /J1. e qualche anno avanti all,1 grande guerra ebbe, specialmente per merito d'una brillante schiera di cavalieri fra cui primeggiò il capitano Federico Caprilli, il vanto di dare particolare sviluppo all'E. di campagna med ian te concorsi ippici e campionali internazionali del cavallo d'arme, consistenti in percorsi con ostacoli, intesi a provare la resistenza ccl abilità di cavalieri e cava ll i. -La Scuola italiana cos\ rifulse fra tutte le altre, e fu imitata. e seguita nell'istruzione a cavallo dagli altri eserciti d'Europa.

Eraclea Lucana. Ant. città della Magna Grecia, sul golfo di Taranto, oggi Policoro. frazione del comune di 1\lontalbano Jonico. Battaglia ,li Eraclea. (280 a. C.). P irro, chiamato in aiuto dai Taremini contro i Romani, venne con 35.000 u. a battaglia con questi ultimi, 40.000 u., comandati dal console Levinio, nei p ressi di E. Vennero alla p rova prr la pr ima ,·olta la legione romana e la falange greca. Ostinata e accanita fu la lotta che per lunghe ore rimase incerta; sette volte l'uno e l'altro esercito a ttacc.trono e contrattacca rono; Pirro stesso corse pericolo di' morte perchè fu sbalzato di sella da un cavaliere nemico. Finalmente, quando sembrò che le sorti volgessero favorevoli per i Romani, P irro fece avan.1,ai;e gli


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elefanti, carichi di torri guernite di corobattenti. armati di lance e di frecce. Essi ruppero le ordinam,e delle legion i, e i soldati, atterriti dal nuovo, sconosciuto avversa.rio, volsero in fuga p recipitosa. La disfatta fu compiuta dalla cavalleria tessa.h, che caricò i fuggenti. I Romani perdettero 7000 u.; gravissime furono le perdite del re, e di qui nacque la· frase « vittoria di P irro >> a significare un successo conquistato a - troppo caro prezzo.

Eraclea Minoa . Ant. città sulla costa meridionale della Sicilia fra Agrigento e Selinunte. Nel 307 partecipò all'insu1Tezione di Agrigen to, dichiarandosi libera dai Cartaginesi e da Agatocle, il qua le però, di ritorno dal1'Africa, la riconquistò. Fu la prima città cbe Pirro strappò ai Cartaginesi; occupata. da Ammone du rante la 1' guerra Punica, fu nel 260 a. Cr. assediata dai Romani. Nel 256 a . Cr. i Cartaginesi vi furono sconfitti dai consoli R egolo e Manlio. Fll stazione navale dei Cartaginesi e, a Ila pace, cadde in possesso di Roma. Nella seconda guerra Punica, tornata cartaginese, fu una delle u ltime piazze che cedettero a Marcelio. Ne rimangono poche rovine presso il P latani.

Eraclea Pontica. Ant. città. dell'Asia. Minore, s ul le cos te della Frigia . Nella seconda guerra. Mitrida tica ven- ne presa e parzialmen te d istrutta nel 64 a. Cr. dal console Aurelio Cotta. Dopo la battaglia d'Azio, Augusto la dichiarò città. dell'Impero; cadde successi vamente in possesso di Teodoro Lascari, che la strappò a Davide Comneno, imperatore d i Trebisonda; la conquistarono poi i Genovesi e a questi ne l 1454 b p rese Maometto II. Col nome di Erckli seguì in seguito le sorti dell'impero Ottomano. Battaglia di Eraclea ( 1101). A~~par tiene alla I Crociata e fu combattuta. da un esercito cristiano di 100.000 uomini, in marcia dal Bosforo veiso la l'alestina, e grandi forze musulmane, che molestarono dapprima la ma1·cia. dei Cristiani, e, quando li videro spossati dai pat imenti, li assa.Jirono presso E . facendcne macdlo: ben pochi riuscirono a salvarsi r aggiungendo Ant iochia.

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rono nella rocca, ma, già perduti d'animo, e non avendo provviste per sostenere un lungo assedio, s i R rresero. Tra gli a ltri fu preso Damocrito, capo degli Etoli, il quale sul principio della guerra, a T. Qu inzio F laminino, che chiedeva il decreto degli Etoli con cui avevano deliberato di chiama.re in soccorso Antioco III, re di Siria, aveva risposto che glielo avrebbe dato in I talia, quando gli Etoli si sarebbero quivi accampati.

Eraclio. Imperatore d'Oriente (575-641). Respinse gli Ava r i avanzatisi fino alle porte di Costan tinopoli; com battè i Persiani che sconfisse parecchie volte fra il 622 -27. Morto Maometto, tentò invano d i resistere al conqu istatore della Siria, Palestina e Mesopotamia, e al successore, Omar, che p rese l'Egitto e la Cirenaica. l\forì dopo 30 anni di. regno . Erato. Torpediniera di 2• classe, lunga m. 19,20, larga 2,29; d islocamento tonn. 13,5, equ ip aggio 10. Erba m ilitare. Venne chiamata l'aq11ile-ia millefol-ium, p ianta che ha qualità. emostatiche. Er bach. Villaggio della Germania nel Bad en. Durante la campagna del 1800, il gen. K ray, che con 75.000 uomini aveva ripiegato su Ulma, temendo che il corpo francese comandato da Saint Susanne tagliasse la strada ai corpi Hoh.enlohe e Fresnel in marcia per ra,ggiungerlo, il 16 maggio, di buon mattino, mandò ad attaccario 20.000 u. formati in 4 colonne e comandati dal gen. Starray. La linea francese era troppo estesa, e g li Austriaci, volendo staccare i n emici da l D anubio, riuscirono a rompere in due lo schieramento de'.la divis. Lcgrnnd. Questi, occupati fortemente i boschi di D ischin gen, ricostituì alle proprie spalle la linea, e riusci a manteners i sulla posizione. Durav a indecisa la battaglia già. da 12 ore quando sulla dr. del Danubio apri il fuoco l'art. del Saint Cyr, ciò che decise lo Starray a ritirarsi per non essere tagliato fuori d a Ulma. Ercole. :\'ave sussidiaria di 4' classe ( Rimurchiatore di a!to mare), varato a Genova, entrato in servizio nel 1892, radiato nel 1923; lunghezza m . 50,88, far-

Eraclea Trachinia. Ant. città della Tessaglia meridionale. in vicinanza delle Termopilj_. Nel 323 a. C. v i I'' co;uballè una battaglia che appartiene alla guerra Lamiaca, e fu combattuta e vinta da Leosténe dell'Attica, capo dell'esercito federa le greco, contrn Antipatro, reggente ciel 1·egno di -:M,a ~edonia, il quale subì una d isfatta e si rifugiò a Lam ia, dove fu assediato da L eosténe. Assed-io di Eraclea Trach-it,ia (191 a. C.). i\ppartienc alla guerra Siriaca in G recia e fu impresa dal console Manio Acilio Glabrionc. Dalla p arte del fiume Asopo pose L ucio Valerio a presiedere ai lavori e all'assedio; la rocca fuor delle mura la diede a combattere a T ito Sempronio Longo; v~rso il seno .ì\.faliaco pose Marco Bebio; a ll'alJtro .fiumicello, Mclana, collocò Appio Claud io. Costoro gareggiando tra loro, iJ1 pochi dì sconquassarono parte dei muri, ma s i- trovarono sempre d i fronte agli E tol i a rmati i n buon numero e con le forze fresche. Per ventiquattro dì le poste dei Romani, succedendosi le une alle altre senza smettere di com battere e di notte e d i giorno, stancarono gli E toli. I l console, come seppe ciò dai fugg iti, con un assalto genera le r iuscì a sa lire sulle mura in u n punto p iù debolmen te difeso. Gli Etpli allora abbandonarono le mura e fuggi-

ghezza 8,20, dislocamento ton n. 776, macch ine HP. 1700 ; armamento cannoni 2 da 57, stato maggiore 8, equi1 paggio 101.

Ercole (Ercole). },,fedaglia d'oro, n . :i Tor re Annunziata nel 1887. Ufficiale di fanl~ria in servizio attivo, da ten . frequentò un corso di p ilotaggio di aeroplani, entrando poi subito, come pilota, nel corpo Aeronautico mi litare, nel quale ottenne la promozione a cap itano. l l 18 febbraio 1916 prese par te a lla dranm1atica incursione aerea su Lubiana, a l ritorno della quale a~venne l'eroico episodio, che costò la vita al colonnello· Barbieri ed al capitano Bailo e d iede la gloria al capitano Salomone. Guadagnò allora la med. d'argento. Trasferito in


Enc Albania, a l comando di una squadriglia d i Caproni, ebbe qu ivi la sua giornata di gloria, per molte circostanze non molto dissimile da quella del capitano Salomone. Promosso maggiore nel 1917, passò alla scuola di aviaLione di Cascina Malpensa, ove ottene anche il d ip loma di pilota da caccia Pi quella scuola stessa divenne co111andantc a guer-

ra fil1ita, col g.rado di ten. colonnello della R . Aeronautica; indi passò a '.Parigi, quale R. Addetto aeronautico. Ecco la motivazione della medaglia d'oro : « Pilota di un apparecchio attaccato, a circa tremila metri di altezza, da un ve Iivolo da caccia nemico, visti nei combattimento aereo feriti a morte i suoi compagni e forati i serbatoi della benzina, con sangue fredc!o _eccezionale, mentre l'apparecchio precipitava, lasciata la mitragliatrice che in quel momento manovrava, benchè ferito a l -braccio sinistro, riusciva a raddrizzare il velivolo a meno di 300 metri da terra, e, planando, atterrava presso Zamec a circa SO chilomelri dalle nostre linee. Dato subito fuoco ali' apparecchio e distruttolo, benchè esausto dalla perdita d i sangue, r iusciva a sfuggire alla cattura. Assalito da un indigeno, si liberava uccidendolo e dopo sette giorni di tens ione di spirito, cli grandi sofferenze e di privazioni, dando prova di energia e forza d'animo straordinarie, riusciva a tra versare le linee nemiche ed a presentarsi ai nostri avamposti sulla Voiussa >). (-Cielo di Zarnec (Albania) 12 ottobre 1916).

Ercolino Scalfaro. 164• Legione della M. V. S. N. ·Intitolata al nome della mcd. d'oro Scalfaro, fa pari~ del Gruppo autonomo della Cala bria; venne costituita nel luglio 1924, mediante la fusione della 164" legione ( « Jon io») e della 16$" legione ( « Tirreno >J). E' formata su 4 coorti, con sede rispettivamente a Catanzaro, Cotrone, N icastro e Monteleone, 2 manipoli mitraglieri, 2 manipoli ciLabaro della Legione clisti e 2 squadre d i Brrnllno Sca1raro pronto soccorso. Conta complessivamente 4309 camicie nere, 90 ufficia li nei qua_ dl'i e 127 fuor i quadro . La sede del comando è a Catanzaro.

Ereto. Ant. città della Sabina; oggi Grotta Marozza, secondo alcuni, :Monterotondo secondo a'Itri. I. Battaglia di Ercto ( 672 -640 a. C.). Appartiene al periodo leggendario della monarchia romana, e secondo la tradizione fu combattuta e vinta da.I re Tullio Osti-

597 !io contro i Sabini. Causa della guerra furono le offese d i alcun i Sabini contro mercatanti R~mani. La tradizione non dice quali conseguen ze portasse questo scontro. Livio fa avvenire la battaglia nella foresta della Sabina. II. Battaglia di Ereto (616-578 a . C.). Appartiene al periodo leggendario della monarchia romana, e secondo la trad izione fu combattuta e vinta da .re Tarquinio Prisco contro' l'esercito degli Etruschi, i quali ottennero la pace col proclamare Tarqu in io capo della loro lega.

III. Battaglia di Ereto (534-509 a. C.). Appartiene al periodo leggendario della monarchia 1·omana, e, secondo la tradizione, fu combattuta ,;. vinta da Tarquinio il Superho contro Sabini e Vo lsci. lV. Battaglia di Ereto ( 450 a. C.). I Sabini, stimo_lati dall'a.bbiezione in cui giaceva Roma sotto il decemvirato, ne invasero il territorio e s i spinsero saccl1eggiando fino ad E . Contro di loro marciò il decemviro Q. Fabio assistito da due colleghi, ma, poichè le legioni mal combatterono sotto cavi invisi, fu costretto a rinchiudersi e d ifendersi nei propri alloggiamenti. L'anno seguente pe rò (cioè nel 449) i Rom'ani, sotto la condotta del console Orazio Marco si affrontarono nuovamente coi Sabini. Durante il combattimento duemila Sabini, che erano stati lasciati in disparte dal loro comandante, assalirono l'ala sinistra delle romane legion i. E già queste incominciavano a cedere, quando Orazio fece appiedare la sua cava lleria e la mise d i rinforzo a quest'ala, la quale rianimata incalzò sempre più i Sabini. Allora i cavalieri montarono a cavallo e con grande impeto misero in fuga la banda destra dei nemici, poscia corsero all'altra ala e completarono la vittoria. Il Senato r ifiutò, càusa la ' gelosia della gloria acquistata, il trionfo, ma il tribuno L . Icilio provocò un plebiscito e lo fece decretare.

Eretria. Ant. città della l3eozia, teatro di battaglia navale (411 a. C .) che appartiene al secondo periodo della guerra del Peloponneso e fu combattuta fr~ 42 navi spartane comandate da Agesandrida e 36 ateniesi comandate da Timocare. G li Ateniesi, approda.ti ad E. scesero in gran parte a terra per fornirsi di viveri, ma in quel mentre gli Spartani, che erano ancorati ad Oropo, mossero all'attacco, e dopo breve combattimento ·presero 22 navi ateniesi spingendo le altre alla costa ed ottenendo così pien a e facile vittoria. Eretria. Citti, <lell'Eubea al sud cli Calcidc; le sue fovine sorgono a Kastri. Nel 491 a. Cr. fu assediata duran te la seconda spedi1,ionc persiana contro la Grecia e si difese con valore soltanto per 6 giorni ; al settimo, mercè il iradimento di due cittadini. i Persiani, sotto la condotta del loro generale Dati, penetrarono nella città e la ridussero in cenere, condannando una gran -parte della popolazione a lla schiavitù. Assedio di Er,;tria ( 198 a. C.). Appartiene alla seconda guerra macedonica e fu impreso dai Romani coma.nùati da Lucio Qt,1inzio F laminio, dai Pcrgamini • sotto la condotta. del loro re, Attalo, e dai Rodii agli ordini d i Agesimbroto. I terrazzani da principio difesero co raggios11mente le. mura; poi, stanchi e feriti, p iegarono al pensiero di arrendersi vedendo parte del muro rovinata per opera degli assalitori. Ma c'era. il presidio dei :Macedoni, dei qua li non temevano meno che dei Romani, e Filoc!c, prefetto di


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F ilippo V, re d i Macedonia, mandava a dire da Calcide che accorreva in a iuto. Ma poi che seppero che Filocle, respinto, si era ritirato a Calcide, tosto mandarono oratori ad Atta lo, chiedendogli perdono e protezione. '.M entre, coltivando la speranza della pace, avevan rallentata la vigilanza, mantenendola in q uella parte soltanto dove era il muro diroccato, Quinzio, ·d i notte, d ato l'assalto all'a ltra parte, che non era punto vigila ta, prese la città. I difensori si rifugiarono nella rocca, indi si arrese ro a patti.

Erfurt. Città della Sasson ia, sopra un afl. della Saale. Il 12 ottobre 1808 vi fu conclusa una con venzione segreta fra Russia e Francia, per la durata di (O anni a lmeno. Si rin nova e si conferma l'alJeanza di Tils it e il reciproco impegno d i non fare pace separata, nè di entrare in negoziati col nemico se non d i comune accordo. La pace deve assicurare aJla Russia la Finlandia, la Valacchia e la Mold avia e al la , Francia il riconoscimento di quanto essa ba stabilito in Ispagna. X e! caso d'una guerra fra Russia e Turchia, la Francia non interverrà in favore della Russia se non quando l'Austria e qualche a ltra potenza farà causa comune colla T urchia. Cosi pure se l'Austria moverà guerra a lla Francia, la Russia si dichiarerà contro l'i\uslria, secondo gli obblighi dell'alleanza esistente fra i due Stati. Completò i patti una lettera scritta dallo czar a l Buonapartc il 14 ottobre, colla qua le l'Imperatore di Russia dichiara d i disinteressarsi dell'esecuz.ione ciel terzo articolo segreto <lei trattato di Tilsit relativo all'/\nnover, e di r iconoscere tutto quello che N·apoleone avrà deciso sulla sorte del regno· d'Etruria e degli altri Stati <l'Italia. Eribanno (Voce teutonica, da hcer, esercito, e bmm, bando). Era l'ordine di prendere le armi che i re Carolingi imponevano a tutta la. nazione. •'T utta la gente

d'anne doveva correre agli ordini dei conti, dei gastaldi o degli a bati e vescovi aventi giurisdizione civile. I poveri, che non potevano provvedersi d i armi e v iveri, restavano a guard ia del tenitorio, o a lavorare nelle strade ponti, fortificazioni. I vassalli che non obbedivano ad'E. o ne eludevano le leggi, perdevano il benelìcio; se ritardatar i, dovevano astenersi dal paJ1e e dalla carne per un numero di giorni pari al ritardo. Chi mancava alfa cbia1nata in guerra doveva pagare una mu lta.

L'obbligo clell'E. terminava 40-- notti dopo il r itorno cd era punito di morte chi abbandonava l'esercito prima che fosse stato bandito l'E,·lim, o deposizione delle armi. Le multe erano raccolte dagli Eribannatori.

Eriosson (Giovanni). I ngegnere svedese (1803-1889), vissuto dal 1839 a Ì'iew York. Fu il costruttore delle navi da guerra det!c Monitori durante la guerra d i Secessione, per conto dei Federali, su progetto di Coles. Eridano. Brigantino in legno, costruito a Genova, varato nel 1841, radiato nel 1868; dislocamento 450 tonnellate. Fu adibito per molli anni alle campagne d' isu:uzione. Erùlano. Nave sussidiar ia di 1• classe (trasporto) varata a Glasgow, entrata in servizio nel 1885, radiata nel 1907; lunghezza m . 87,62, larghezza 12,07, d islocamento tonn. 4223, macchine HP. 1000; a rmamento cannoni 2 · d a 57 e 2 da 37; sta to maggiore 9, equ ipaggio -139. I"

598 Erié (forte). Località degli Stati Uniti d 'America sul lago omonimo. Sui primi dell'ottobre 1812, dura11te la guerra Anglo- Americana, aJevano gettato l'ancora sotto la sua protezione i brick inglesi Détroit e Caledonia, che furono presi di notte all'arrembaggio da un distaccamento americano comandato da l ten. Elliot, il q uale condusse il Caledon ia in salvo mentre diede alle fiamme il Détroit che non po tè condur seco.

I. Battaglia del lago Erié. Alla fine di luglio del 18 13, d urante la guerra Anglo-Americana, il capi t. Perry, con 9 navi, a rmale di 54 cannoni, era ancorato a Put in Ilay, dove il 10 settembre giunse la flo tta inglese, ,costituita da 6 navi con 67 bocche da fuoco l'oco prima di mezzogiorno due navi britanniche aprirono il fuoco contro il << Lawrence )), a.mmiraglia americana. Sopr affatta dal fuoco nemico, questa, dopo due ore di combattimento, a cui le altre assistettero inerti per il vento contrario, dovette cedere, mentre il comandante su ✓una lancia raggiungeva il << Niagara )) ove inalzava la sua insegna. Rinforzatosi il vento, tutte le navi poterono muoversi, e la mischia si fece generale. Dopo tre ore di combattimento gli Inglesi ebbero la peggio e tutti i loro legni furono catturati, con la pere! ita di 200 u. fra morti e feriti e 600 prigionieri. 1

II. Assedio del forte Erié. Sui primi del 1814 il forte gua1·clato da J 70 Inglesi, era stato preso con un colpo di mano dal gen. nordamericano Brown. Il 3 agosto, gli Inglesi, a l comando del ge,1. Drummond, forti di 5000 uomini, si presentarono dinanzi alla piazza, tenu ta con 1500 u. dai gen. Gaynes e Ripley. Era questa ancora incompiuta e gli Americani stavano rafforzandola inalzan.do palizzate e fossi: dal lato del lago era ancora del tutto aperta. Iniz iatosi il bombardamento, lo scambio delle cannonate durò fino a l 14, mentre gli Inglesi con lavori di approccio si anelavano a vvicinando alle opere. I l mattino del 15 si manifestò un primo tentativo inglese contro l'estrema sin istra, p iù debole; con I uoco a brevissima distanza gli Americani lo respinsero; la st<!ssa sorte ebbero altri due tentativi uguali. Altre co lonne inglesi intanto, udita la fucileria, avanzarono anch'esse ma, fulminate a bruciaapelo, furono costrette a ritira.rsi con gravi perdite; quella del col. Scott, dopo breve resistenza, quella del col. Drummond dopo essere quasi riuscita a penetrare nell'opera per avere indotlo con un tmncllo g li Americani a sospendere il fuoco. Quesfu ltin10, non rinunciando alla speranza di riuscire,

condu sse a ncora per due volte all'attacco i suoi che, infine. riuscirono a occupare uno dei bastioni. Nel fervore della mischia il colonnello fu ucciso, ma i suoi continuarono a resistere, mentre in loro soccorso accorrevano nuovi rinforzi. La situazio11e per g]i i\1ner icani

s i faceva molto difficile quando una improvvisa esp Jos ione fece saltare in ar ia la posizione con tutti coloro che l'occupavano. Gli Inglesi s i r itirarono nei loro trin ceramenti dopo avere perduto 582 uom in i. Intanto la si tuazione degli Americani anelava miglioran do; il ge11erale J,rown, guarito delle ferite riporta te a Lunùyslane, aveva r iassunto il comaJ1clo, e nuovi rinfor7.i erano giun ti. Però anche gli Inglesi avevaJ10 rifatto le forze e spingcvan9 avanti i lavori d i approccio per avvicinarsi a l cor po delk, piazza. Il 17 settembre il generale Brown, accortos i che il nemico aveva completata una batteria d'onde avrebbe potu to battere il forte con grnnde efficacia, decise di dist ruggerla con una sortita


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Capiluoghi di Commissariato (..,

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nolltmia. Gli Inglesi disponevano di tre brigate, forti cli 1500 u . ciascuna; una di esse era in linea, le altre

du e accampavano a due m iglia d i d istanza. Della divisione òelle forze nem ir.hc profittò il gcn. americano eh e a lle 2 del mattino uscì dalla p iazza facendosi precedere dalla d ivis. Porter che aveva l'incarico di a ttaccare il fianco nemico, mentre la ùivig_ .Miller doveva attaccare successivamen te d i fronte _ In 30 m inu Li g li Americani p resero due batterie, il fort ino che le d ifendeva e la sua guarnigione. Tre canno,1i da 24 furono resi inservibili e un magazzino di polvere fu fatto sa ltare; moven do a sua volta la d ivis. M iller conquistò la seconda e terza linea ,Jelle batterie " volt~si con tro le O\)Cre presso il lago, assai meglio costru ite. rinforzata d a l gcn. Ripley le conqu istò con successiv i attacchi alla baionetta . R iuscito nel s uo scopo il gen. Brown ordinò fr, ritira ta . N cl l'azione gli Inglesi perdettero ci1"ca 1000 u.; di molto inferiori furono le perd ite degli Americani. Dopo quest'azione l'assedio venn e tolto e gli Inglesi si r itirarono a Forte Giorgio.

Erik VII (di Pomeran-ia). R e d i Danimarca e dell'Unione Srnndinava ( 1382-1459). Governò so lo dopo la morte della reggen te Margherita. Fece parte di una spedizio11e in Terra Santa ; a l ritorno dovette combattere contro la lega Anseatica e l'Holstein. Copenaghen fu eroicamente difesa; ma gli Svedes i si sollevarono, E . fu abbandonato dai Danesi e s i xifugiò ,, ell'isola di Gotland (l438), dove si dette a fare il pirata, e catturò gra n parte delle navi dei suoi a.ntichi sudd iti. Espulso dall'isola ( 1449) s i ri tirò in Pomerania. Un Erik (XIV) fu re di Svezia (1533-1577); sostenne una guerra cli 7 aJ1n i contro la Dan imarca, nella quale si distinse molto la flotta svedese da lu i creata ( 1563-1570). Eritrea. Colonia ita liana nel mar Rosso ; costituisce la parte settentr ionale dell'altipiano etiopico confinante a<l oriente col :Mar Rosso per 1000 km. di costa,

da Ras Cas1r a R as Dumeira. Da Ras Càsar la frontiera interna oltrepassa. il Ba.rea e si spinge a Sabdera.i, donde p rosegue per l'Albara. per ripiegare poscia a sud, risalire il corso superiore del Marcb e qu ello del suo affuenic, il Belesa. Il confine segna to a. sucl di Assab, a Ras Dumeira, fissa il limite con la Som!llia. francese. L' intera. colonia ha una superficie cl i 118 mila km2• Lungo la costa si estende una vasta p ianura sabbiosa d i va· ria larghezza. (in a lcuni punti 60-70 km.) oltre la. quale è la zona ripid issima e incisa che costituisce il fianco del. l'altopiano. L 'altopiano ·la sovra.sta col suo grandioso a ltissimo, oltrepassan te 3000 m . sui monti Soira nello Scimenzana. Al di là l'altop iano digrada verso ovest con una p ian ura fortemen te ondulata. e talvolta incisa profondamente così da presenta.re la caratteristica forma orografica delle ambe. O ltre l'altipiano si estende verso occidente la vasta piana del Barca. L'E ritrea , per quan to riguarda l'orogra. fia, è. costituita d,t una linea di sollevamento che la <livide nei due versanti: interno o <lei Nilo, esterno o del Mar Rosso. Nel versante interno si notano il Setil (che nasce col nome di Jacazzi) e il Mareb. Quest'ultimo segna il confine sud dell'Eritrea, dalla confluenza del Bclesa. a quella del Mai Ambessa, dove ha già preso il nome di


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Rivista militare al!' Asmara (1921 ) Sonà e poscia quello di Gash. Nel vei:sante esterno il solo fiume importante è il Barca. Ferrovie e strade. Le ferrovie attualmente in esercizio sono i tronchi Massaua-Asrnara ( 120 km.); AsmaraChereri (104 km.) e Cberen-Agordat (84 km.). In corso di costruzione (1928) la Agordat-Tessenei. La rete stradale è di 1200 km. circa, dei quali 400 d i rotabili d i grande comunicazione; p rincipali di esse sono: Asmara - Adì U gri _ Adì Qualà, che s' innes ta a lla carovaniera per Adua nel Tigrè; Asmara - Saganeiti - Adi Caiè - Senafè, a llacc iata alla carovaniera per :M,akallè; Asmara-Cheren, che al passo di Dobach trova 1a carovaniera la quale risale a l confine nord del Sudàn anglo-egiziano. Tutte e tre sono carrozzabili e camionabili. Ordinamento militare. Il R. Corpo delle truppe dell'E. comprende· escl.usivament~ truppe indigene inquadrate da ufficiali, sottufficiali e qualche militare d i truppa specia lista, italiani. Per gli ufficiali ed i militari d i truppa italiani va lgono, in quanto a reclutamento e permanenza in colonia, le stesse disposizioni citate parlando dell'ordirui.-

sul tarbusc e sulla fascia che i militari portano alla . vita. Ogni bgl. comprende un numero vario d i compagnie, divise in due mezze cp., oiascuna composta di 3buluck e comandata da un tenente. I l R. C. di truppe dell'Eritrea comprei:1de attualmente:' - Comando del R . Corpo (da cu i d ipendono comandi d 'art. e genio); - Truppe: 5 bgl., 1 cp. costiera; 1 squadrone, ,3 btr. ,da montagna; 2 cp. cannonieri ; 1 cp. genio su 2 p lotOJJi (1 di opera i, 1 d i specialisti); 1 d rappello servizi p res'idiari ; l deposito reclutamento di Libia.; servizi. In totale : ufficiali 124; sottufficia li 65 ; truppa italiana 70; truppa indigena 4000. V,i è altresì la truppa in congedo iscritta. alla milizia. mobile, ed in ultimo il ch itet, specie di leva in massa. d i · lutti gli incligeni atti alle armi, da r ichiamare in ca.so di mobilitazione. Esistonoinoltre il corpo di polizia, che dipende direttamente dar governa tore, costituito da CC. RR. italiani e za.ptiè indigeni e comandato d a ufficiali dei CC. RR., e repart~ di tru ppa irrregolari (bande) a ttua lmen te in numero di otto.

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n forte di Adt Utl'r i {EWreaì

me]JtO militare del la Tripolitania e Cirena-ica. Gli indigeni sono arruolati esclusivamente con reclutamento volontario; sono ammessi a contrarlo i giovani che abbiano compiuto il 16° anno di e tà e non oltrepassato il J0°; abbiano la voluta attitudine fisica e buona condotta morale, assumano la ferma di 2 anni di servizio. Si accettano cl i preferenza i giovani appartenenti per nascita al territorio dell'Eritrea; i nati nelle regioni fimtiroe, e nella Somalia, possono essere ammessi nella proporzione d i un terzo; fanno eccezione le batterie indigene pci' le quali s i arruolano quasi esclusivamente giovani sud anesi. La gerarchia è la seguente : ascaro (soldato), zaptiè (carabiniere), muntaz (caporale), bu• luc-basci (se~gente), scium-basoi (maresciallo). E'. però da notarsi che fra i gradi degli indigeni e quelli de• gli italiani non vi ha corrispondenza gerarchica. con effetti discip linari. I battaglioni indigeni sono d :stinti dascuno da un numero ed hanno colori propri diversi

li ro r1.e « Cactorna » al connne con l'Abiss inia

Al R. Corpo delle Truppe Coloniali dell'E. è statEt conferita la med. d'argento « Per le costanti e no-bi li prove di salda disc iplina mi litare, di fiero spirito guerriero, di alto valore e di inconcussa fedeltà daté in cento combattimenti gloriosa~1ente sostenuti in servizio di S. M. il Re e de ll'Italia (Eritrea, Somalia, Tripolitania . Cirenaica, 1889-1922). I battaglioni eritrei hanno ottenuto le seguenti medaglie : 1° (bronzo), 2° (bronzo), 3° · (argento e bronw), 5° (argento), 6° (argento e br<mzo), 7° (argento), 9° (argento).

Erizzo (Francesco). Doge di Venezia ( 1570-1646). Combatteva come genera le nella guerra del 1631 controgli Imperiali, quando venne fatto doge: morì mentre preparavasf a muovere in soccorso di Candia.


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Erfach (Giovanni)_ G enerale svizzero, a l servizio della Francia (1595- 1650). Si segnalò specialmente a Lens (1648), in cui combattè per la Francia. Maresciallo di Francia nel 1650, lasciò scritte delle « Memorie ll.

E. la flotta cartaginese, prendendole 114 navi con g li:

Ermanno Cari otto. CaJrnoniera fluviale per la Cina. Varata a Shanghai ed entrata · in servizio nel 1917;

Ermotibieni. Con questo nome erano designati i soldati che faceva.no parte d i u na del le divisioni dell'esercito dell'antico Egitto; l'al tra era dei « calasirieni >J. Gli E ., di cui ft111zione e grado erano ereditai-i, taJ1to. che addestravano i figli alle armi, ammontavano a 160mila; ciascun milite aveva per mantenersi un terreno libero da tasse. A guardia del Farao ne stavano, 1000 E. che ogni a.imo si mutava.no e che durante il servizio, era.no mantenuti.

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lunghezza m. 48,80, larghezza 7,50, dislocamento tonnellate 218, macchine H P. 1100; armamento cannoni 2 da 76, 4 mitragliatrici.

Ermellino ( Ordi11-e dell'). Ordine cava lleresco fondato ù1 Bretagna nel 1381 dal duca Giovanni V, iu memoria della conquista fatta del ducato. Tale ordine, che portava le insegne del ducato di Bretagna, non ottenne l'approvazione degli altri sovrani, e del pontefice 'é durò pochissimo, venendo sostituito da quello della Spiga.

Ordine -militare dell'Ermellino. Ordine del reame di Napoli, fondato da Ferdinando d'Aragona, dopo aver cacciato dalla Calabria il duca di Lorena, nel 1483. I cavalieri di quest'Ordine religioso e militare adottarono le r egole di S. Basilio . F u soppresso dopo che il reame di N a.poli venne incorporato nella casa d'Austr ia.

Ermenegildo (Ordine di S.). O rdine cavalleresco della Spagna fondato da F erdman<lo VII nel 1814, deibinato agli ufficiali d i terra e di mare. Comp rende tre classi; la decorazione consiste in una croce sormontata dalla corona reale; a l centro uno scudetto rotondo con l'effigie di S. Ermenegildo (re di Siviglia e martire della religione cattolica) a cavallo, con la palma n e lla mano destra. Intorno allo scudo, la scritta : << Premio alla costanza. militare ll .

s. Ermeneg-ndo - (Or dini ) - E m esttna

Ermeo. P romontorio nell'Africa, d i fronte alla Sici lia, oggi Capo Bon. Nel 255 a. C. i consoli romani Marco Emilio e Servio F u-lvio, sconfissero davanti 11.

equipaggi. L e navi vittoriose r iconduS1,ero in patria le· schiere di Regolo, scampate all'eccidio e ritiratesi in Aspide.

Ernest (Francesco}. Generale, m. nel 1833. Nel 1798: ebbe il comando del regg. Bernese, che venne chiamato col suo nome e che nel 1799 venne incorporato nella 1• legione elvetica, passata poi a l soldo della repubblica.«.. francese. Ritornato nel 1814 al servizio del re di Sardegna e promosso magg. gei:,erale ( 1815) ebbe il comando della città e provincia d i Alessandria. Ernestina di Sassonia (Ordine di). Ordine fondato dai principi Ernesto, Federico e Bernardo di Sassonia nel 1833, quale r icostituzione deN'antico Ordinedella << P robità Tedesca. >l col motto « Fideliter et Constanter ll fondato d al principe Federico I nel 1690. Era destinato a ricompensare il. merito in servizio sotto le a.imi, e la fedeltà al pr in cipe. Era su quattro classi. Ernesto Augusto. Ordine cavalleresco del regno, dell' Annover creato dal re G iorgio V nel 1865 in onore· del defunto re E. A. Era. onlinato in S classi ; la decorazione constava di una croce d 'oro smaltata. in bianco portante al centro uno scudetto colla cifra E. A. fa.sciata intorno ad una lista azzurra. col motto << Suscipere et fin ire». Tale Ordine è stato soppresso dopo la gra.n de guerra. Ernesto Augusto d1tca d·i Sassonia Cob11rgo (18181893). Fu assunto a.I trono nel 1844, e predilesse la vita m ilita.re. Nel 1849 ebbe un comando navale nella guerra contro la Danùnarca e riportò un successo sulla. flotta danese. Durante la guerra del 1859 lavorò a impedire· la rottura. tra la corte di Berlino <' quella di Vienna, e s i oppose, invano, alla guerra dei Ducati ( 1864). Nel 1866 prese parte alla campagna in Boemia, sotto gli ordini del p rincipe ereditario di Prussia. DuraJ1te la. campagna Franco-Prussiana fu a ddetto al quai·tier generale tedesco ( 1870- 71). Pubblicò, oltre ad un libro sull'Egitto, << Memorie ll di carattere a.nclie milita.re.

Ernici ( lat . Hernici). Ant. popolo dell'Italia Cent ra.le, il cui territorio fu incluso nel Lazio. Tarquinio il • Superbo fra il 534 e il 509 a . C. li ebbe alieati coi Latini contro Roma . Vinti da quest'ultima, ne d ivennero alleati nel 486. D urante la grande invasione gallica, presa. Roma, E. e Latini nel 387 a. C. si volsero contro la. Repubblica che nel 361 attaccarono. Dopo qualche successo fu.rono battuti e Ferentino, loro capitale, fu presa. · N el 358 gli E . furono debellati e soggiogati dal console - C. P lauzia. Fedeli a Roma durante la grande insurrezione dei Latini, nel 306 a. C. fornirono ausiliari ai Sanniti e poco dopo d ichiararono gueri-a a R oma. Anagni fu a capo del movimento a cui non vollero partecipare Alatri. Ferentino e Vernio. Vinti dat


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.console Q. Marcio, conclusero la pace col!a Repubblica. di cu i i n seguito, - co1ne cittacllni rornani , d ivisero le

_,<;orti.

Ernie (Med,:cina legale militare). Le ernie, caratterizza.te dalla fuoruscita di un viscere attravorso un'apertura naturale ovvero ad una. soluzione di continuo dei tessuti profondi di origine traumatica (porta . erniaria), _presenta.no a. sccoJ1da della sede varie forme, tra le quali le più comuni sono: le ernie ù,gu.inali, crurali, -della /ùu:a alba, ecc. A nonna dell'art. 84 dell'Elenco A delle imperfezioni ed infermità rigua rdanti l'attitudine fisica a l servizio .militare, sono causa d'inabilità assoluta le E. viscera li -di ogni specie e grado, bene evidenti, anche se unilaterali; nei casi dubbi dopo osservazione in un Ospedale Militare. Negli ufficiali, 11ei sottufficia li e' nei militari di truppa di. carriera, però, le E . unilatera li, non complicate, riducibili e contenibili con atlatto cinto, non possono dar luogo, in base alle vigent i disposizioni regolamentari, a p rovvedimenti medico-legali, e quindi i sottufficiali, affetti da.Ila suddetta infermi tà, ottengono anche la. rafferma. Durante la. guerra mondiale, e propriamente nel 191ì, fu redatto un 1rnovo 1!'.lenco, secondo il quale vennero riconosciuti idonei, in seguito a visita di rev-isione cli tutt i i riforrnal i, gìi u omi ni cli truppa affetti da E . inguinali w1ilaterali. Tale provvedimento, però, non fu scevro cl'inconvenienti, l_Joichè i soggetti, pur essendo mun iti di apparecchio contentivo, erano sempre fisicamente menomati. In gene ra le i militari, r iconosciuti affetti da. E ., a ttribuiscono l'infermità a. eventi di ser vizcio, donde la necessità. di conoscere bene i criteri fonda.mentali sui quali deve basani il giu<li_zio circa la dipendenza o meno dal servizio stes.so. Dal punto di vista patogenetico si distinguono: 1° Ernie tra1<matfrhe, propriamente elette, cioè quelle i,rodotte eia. un tra uma che, esscnde di rettamente sul la regione, ne lacera i tessuti, donde fuoruscita. del viscere, che è perciò sprovvisto cli sacco erniario; 2° Eri.-ic da sforzo, cioè q uelle prodotte da un brusco ed eccessivo aumento della pressione encloaddon1inale, per cui il viscere è spinlo violentemente attraverso un'apertura natura.le. che in condizioni fisiologiche è virtuale (cana le inguinale, canale crurale, ccc.) cingendosi di sacco; in ta I caso la comparsa clell'E. è accompagnata da una grave sindrnme di flogosi acuta, con vivi dolor i, strozzamento erniario, reazione peritoneale, ecc., per cui è richiesto l'inmcdiato ricovero ciel m i'l itarc i.n Ospedale per le cure -chirurgic11e cl'urgenz:a; 3° E. dovuta a malformazion i anatomiche ed a congenita ipotonia delle masse muscolari (E. da debolezza), le qua.li sono le p iù frequenti e ·si manifestano indipendentemente da ogni elemento ambientale e d i attività cor porea del soggetto, come attestano i m nnerosi casi che si osservano nell'ambiente civile in classi non soggette a sforzi eccessivi. Si debbono quind i giud ica.re dipendenti da. cause di servizio soltanto le ernie traumatiche e quelle da sforw, -quando traumi e sforzi siano legati ad eventi di servizio, n onchè gli strozzamenti ernia ri verificatisi nelle identiche circostanze in i ndividui già affetti eia ernia, Circa l'indennizzo, sono ascrivib ili a lla quinta categoria -di pensione le E. viscera li molto voluminose o quelle che, a prescindere da l loro volume, siano accompagnate eia :gravi e permanenti complicazioni . I nfine, merìta110 spe, ciale menzione dal punto di vista med ico-legale le E.

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muscolari consecut ive a lacerazion i apo1tevrotiche. E55e sono contemplate nell'art. 21 dell'Elenco A e danno luogo a l giudizio d' inabilità, assoluta, quando disturbino notevolmen te la. funzione cli un a rto; nei casi dubbi lo accertamento dovrà essere p ra ticato con osser vazione in un Ospedale militare. In caso cli E. musco]a_ri, ricollosciute dipendenti eia cause di servizio, l'indennizzo sarà in rapporto a lla entità del deficit funziona le e della. conseguente riduzione della capacità lavorativa ciel soggetto.

Eroe, Voce adoperata dai Greci per indicare un uomo che s'era illustrato per att i cli valore degni cli celebri tà. L'E. era considerato come una specie di divinità, e riceveva onori pubblici. Con tale nome fw·ono chiama.ti ad es. i guerrieri che presero T roia. La voce E . venne poi usata per designare guerrieri o combattenti che avessero compiuto atti di valore, degni cli particolare menzione. Eroi (Istituzione degli) . Dopo la grande guerra il nuovo regime deU'Ungheria, ha fondato a vanta.gg io dei cittadini ,·esisi benemeriti per la d ifesa della patria, un istituto cb.e, pur non a vendo i particolari requisiti di un vero Ordine cavalleresco, ne possiede però tutte le caratteristiche. Si tratt,t di una. donazione di terreno fotta dal governo, che viene appunto cb iamato « Terreno degli Eroi)>, r ipartito in lotti. Chi ne è investito, ha il diritto cli porre accan to al proprio nome l'altributo cli « Eroe >l, il fisco non può tassare tali terren i; l'investito non può nè alienarli nè ipotecarl i. Ha solo facolt1t d i lasciarlo a parenti prossimi e di affittarlo. Egli può rinunzia rv i, ma in tal caso, come in quello della mancanza cli eredi diretti, lo Stato può disporne come crede. A capo clell'organinaz ione sta un Presidente che risiede nel la « Sede degli Eroi >i e viene eletto a vita. Erquelines. Villaggio nei pressi della Sambra poco lungi eia Charleroi. Il 2 1 maggio 1 i 94 vi avve!lne un combatt imento che appartiene alle operazioni dell'armata francese della Sambra e lYJosa contro gli Austriaci. E., occupato eia truppe francesi agli ordini del SaintJust, venne ossalito dagli Austriaci comandati da.I generaJe .Kannitz, mentre un reparto agli ordini cli Kléber si era allontanato da E. in cerca di viveri e foi·aggio. Fortunatamente questo generale accorse a l cannone, e riusci a. ristabilire la situazione, riordina ndo i Francesi già in fuga, e riprendendo le posizioni perdute nel p rimo impeto avversario. Così la situazione sulla Sambra ad E. veniva ristabilita, me ntre gli Austriaci perdeva110 la. battaglia di Turcoing. Errard (Giovanm'). Ingegnere e sc rittore mil. francese ( 1554-1610). Fu chiamato il padre della fortificazione francese. Enrico IV gli d iede l'incarico cli 1nettere in stato di difesa molte p iazze della Francia., inissione che compì applicando un tipo speciale di fortificazione bastionala che prese il suo nome. Pubblicò libri di meccanica e matematica : « La fortificazione ridotta in arte e d imostrata» (1600), trattato tradotto in molte lingue. Ersaz (ted. Smrogato). Con questo nome in Germania, prima e durante la gue'rra rnoi1d iale, si dc.signava110 le truppe d i complemento, costituite da classi o frazion i cli classi destinate a colmare i vuoti_ dell'esercito d i campagna, e talvolta a combattere come uni-


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tiL o rgan iche. Ebbero la stessa denominazione a titolo 1)rovvisorio le navi da guerra in p rogetto o su llo scalo, per le quali ancora non si era. stabilito il nome, e che eran o costruite per sostituire unità già vecchie che, secondo lo <e statuto navale>> dovevano essere radiate.

Erzerum. Città dell'Armenia, presso il Cara-Su, fortificata con rnur,t e torri e con c ittadella, quest'ultima costruita dai Romani ne l 415. Fu p resa nel 15 l4 'dai Turchi, e nel 1828 dai Russi, i qua li però do,·cltero )asciarla ai prim i in seguito a l trattato di Adrianopoli. La r ipresero nell'agosto 18ì8 e ancora la dovettero restituire a i Turchi alla conclusione della pace. Fra il 1882 e il 1892 vennero r ifatte con criteri moderni le fortificazioni: ben 15 forti furono eretti sulle a lture circostanti a lla piazza; lo sviluppo d i questa cinta e.s terna misurava 30 km. I . A ssedi:o di Erzernm (Guerra Russo--Turca 1877 1878), Dopo la viltoriit di Ala<lgia Dagh, il gen. llciman n, comp ndanle delle truppe russe, sui primi del novembre 18i7, si era avanzato su E. dove si era rifugiato ~iuktar pascià , con circa 18.000 u. Dopo un attacco non riuscito il giorno 9, il generale rnsso impose la resa che fu rifiutata. Un nuovo a ttacco tentato il 14, fo respinto alla baionetta. :--Jel dicembre cadde la posizione di Tokmanu, mentre d inanzi a lla piazza venivano portati 280 cannoni. Dal di fuori Dcrvisch pascià slava raccogliendo rinforzi per gli assediati, mentre i Curdi, attaccando i convogli, rendevano difficile il problema degli approvvigionamenti degli assedia11ti. Senza ,licun fatto nuovo l'assedio continuò fino a 1utro germ;i io del 1878; se in città infieriva il tifo, gli assedianti ~offrivano fame, freddo, intempe rie. li 31 gennaio, col la rncdia7.ionc delle grandi Potcn7.c, si firmarono i patti per un armistizio, e fra questi fu !o sgombro di E . che a vvenne pochi gio,·ni appresso. II. Presa di Erzerum ( l9 I 6). Appartiène a ll:l grande guerra. Il Granduca Nicola, nel gennaio 1916, inviò un'armata di siberiani e di cosacchi, agi.i ordini del generale J ucknic, verso H., mentre la flotta russa ~orvegiiava la base navale turca di Trebisonda. La piazzaforte di E. era custodita dalla 3" armata turca, le cui a li si appoggia\':rno al :Mar :Kero e al ]ago di Van. Judenic b:ittè le truppe avanzate avversa..rie e giunse da vanti alla piazza, dove, comprendendo di non avere forze e mezzi sufficienti per un investimento e assedio regola.re, der:ise d i asAal ta.re i forti; sem:scpolti sotto la neve. Cinque gi,orni e cinque notti di ost inata san g.,inosissima lotta, comba.Huta a tempera tura rigidis1ima, diedero nelle man i dei R ussi una serie d i forti, e il 16 febbraio essi entravano i n E. I n una sola giornata, sette forti erano stati presi d'assalto. La 3" annata turca si r it irò abbandonando le artiglierie (323 crurnoni) e k,sciando J.2.000 u. d i truppa e 300 ufficiai i prig ionier i. L a città tornò nelle mani dei Turchi nell'anno seguenté quan do la rivoluz ione russa fece crollare la potenza T ili tare dell<l nazion e.

Esarr-,etilendiamina (Perossido di). Esplosivo ap pfutenente al gruppo delle sostanze i1mescanti; il suo imp-iego è stato brevettalo da Girsewald, poco prima <leUo scoppio della guerra mondiale; è mo lto instabile, molto sensibile, esplodendo faci lmen te all'urlo. Esami. Han.no luogo per esami le promozioni nei

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gradi da capitano a maggiore e da le11. colonnello a colonnello. Gli E . sono obbligatorl per tutti ; nessuno degli ufficiali in S . P. E . può ottenere la promozione 11 maggiore od a colonnello a.d anzianità, senza. sostenere le prove prescritte. Devono supera.re speciali E. ·a;nclie gli ufficia li che aspirano a lla promozione a scelta da tenente a capitano, da capitano a maggiore, da maggiore a ten. colonnello. Ciascun E. ha luogo sulla base di apposito programma emanato daÌle competenti autorità. centrali. G li ufficiali del R. E . devono sostenere esami al termi11e delle scuoio cli applicazione, per l'ammissione alla scuola d i guerra, al termine di ogni anno <li scuola di guerra. L'autorità centrale può, infine, stahilire prove di E. al termine di speciali corsi che essa può indire su materie varie e con scopi particolari. (V. anche Prowoz-ione).

Esan ìtrodi f enilamina (p. D ·ipicri:htmina) . Scoperto nel 1879, è un esplosivo molto sensibile apparte11enle alla categoria dei composti. chimici esplosivi, Dui-an te la guerra fu genera lmen te impiegalo per bombe d i aviazione; e, a causa del suo alto punto cli fusione, fu anche usata in m iscela con altri esplosivi. Fu ri.sconlrala nelle bombe tedesche da trù,cea, di quelle del tipo croce azzu~rr, n elle qua li era. contenuta in miscuglio con la fenildicloroarsina. L'esercito tedesco, specie nella seconda metà del l 918, fece largo uso di questo alto esplosivo per le cariche di scoppio dei proietti speciali contenenti aggressivi chimici. L'ùnpiego di esso aveva il doppio scope di far ritenere all'avversario, con la detonazione potente a cui dava luogo, che si trattasse di proietti puramen te esp losivi; e, in pari tempo, di nebulinarc l'àggressivo, rendendolo così p iù attivo perchè. a llo stato di polvere miuulissirna, era ca.pace di a ltra versare i mezzi di protezione, senza essere trattenuto dai materiali assorbenti o filtranti. Il sale ammonico del l'E., noto da lungo tempo col nome di « Aurantici l), è adoperato nell' industria dei coloranti; ma esso è altresì un esplosivo energico, di azione e sensihililà prossime a quelle dell'acido picrico. Esan it r od ifeni !solfu ro. Appartiene a lh\ categoria dei composti chi.miei esplosivi e fu imp iegai.o dall'esercito te<lesco alla stessa maniera. dell'esanitrodifenila.1ni11a .

Esanit r oetano. Esplosivo chimico che si presenta irr cristalli incolori, con odore che r icorda quello della canfora; è poco volat ile a temperatura or dinaria. E ' insensibile agli urti, ma, per azione del calore, si decompone e, già a 75°, svi luppa. dei vapori giall i. Mescolato con sostanze organ iche, dà luogo ad esplosivi assai potenti, utilizzabili anche c;ome inneschi. Esca. Cosi ven iva chiamata la materia secca, che, tenut·a. sulla pietra focaia, si accendeva con le scint ille prodotte d a l focile. E' tuia specie di fungo detto in botanica cc boletus lign a.rius "· che nasce sui tronchi dei faggi, degli abeti e dei cerr i. Imbevuto d i una soluzione di salnitro e poi ridotto in striscie e fatto seccare, si accende molto facil mente. Escar,d (Edoardo) . Generale, n. ad Arvillard (Savoia) nel 1852. Sottot. d 'art. nel 1872, entrò nel Corpo di S. lVL e prese parte a lla campagna d'Africa. 18881889 Colonnello nel 1897 coma.ndò il 12° ' bersaglier i ;


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col grado di magg. generale ( 1902) comandò la br igata Napoli. Promosso ten. generale comandò le divis. di Chieti (1909) e Torino (1911) e nel 1914 ebbe la nomina a comandante del 2° C. d'A. Richiamato in servizio durante la grande guerra, fu incaricato del comando del C. d'A. di Firenze, indi di queUo di Bologna; ricollocato in congedo nel 1917 assunse, nel 1923, il g,-ado di generale di C. d' A. nella riserva.

assai rigorosi a l riguardo. S ino a }.fario furono esclusi i nullatenenti, gli schiavi, i gladiatori, gli istrioni. Più tardi tale principio cominciò ad essere osservato con meno rigore, finchè si finì col dimenticarlo affatto ai tempi del reclutamento mercenario. In alcuni eserciti s i giunst successivamente sino al punto di disconoscere la sa viez.. za <lei principio di non concedere agli indegni l'onore delle armi, arruolando d'autorità e per punizione i di·scoli ed i malviventi. Oggi, invece, quasi tulli gli Stati sono concordi nel negare l'a.lto onore di portare le anni in difesa della patria agli individui che la legge e la società. hanno colpito d'infamia.

Esc h i n i (Giuseppe). Generale, n. a Pontremoli nel 1815. Sottot. d 'art. dcli' esercito toscano ( 1841), passò nel 1860 nel Regio Esercito e comandò da colonnello ( 1861) il 3° ari iEscarel Edor,rdo glieria. Promosso maggio, generale nel 1866 fu nominato comandante d'art. a Bologna, reggendo tale carica sino al 1871.

E scoffier (Carkl). Generale, n. a Nizza )farittima m. a Ravenna ( 1825-1870). Sottot. nel 1846 percorse la carriera nel Corpo di S. M. e prese parte alle campagne del 1848, 1855 e 1859 guadagnando a Confiei1za la croce di cav. dell'O. 1'1. S. ed ottenendo a Pozzolengo la promozione a maggiore e la meda.glia d'argento. Colonnello nel 1861, fu direttore della Scuola d'Applicazione di S. M.; quale capo di S. M . del 2° C. d'A. pairtecipò alla campagna del 1$66 e nello stesso anno fu promosso, magg. generale ottenendo il comando della brigata Forlì. '.'<el 1868 fu chiamato a reggere, con poteri civili e militari, la Prefettura di Ravenna e in questa città lasciò tragicamente la vita.

E scl usione. Il principio dell'obbligo i:lenerale e persona le al servizio militare sancito durante la guerra mondiale dalle leggi di reclutamento di tutti i principa.li Stati belligeranti perchè dimostratosi il solo rispondente alle esigenze della guerra moderna e in perfetta armonia con i criteri oggi delineatisi che tutti debbono servire la patria a seconda d ella età, capi,cità ed altitudine, non può avere - sia in pace che in guerra applicazione assoluta e completa, perchè devesi ovviamente tenere conto delle qualità fisiche e morali del personale e delle esigenze della società. Esistono, quind i, a lcune particolari eccezioni • (V.), esclusion i, ese11.zioni (V.) e temperamenti (V.) agli obblighi di servizio. L'E. dal servizio militare avviene per incapacità morale (indegnità) e si ba..,;.1. sul sano principio di non ammettere nell'esercito chi, per essersi reso reo di gmvi colpe o maccbi:,to di immoralità, sia indegno di appartenervi. Il provvedimento è giustificato dall'alto valore morale dell'esercito e dal prestigio di cui deve essere circondato, nonchè dalla convenienza di non avere nelle file elementi ci i corruzione per la m;issa dei buoni, e di difficile governo disciplinare. Molti sostengono che l'E. per indegnità è però contraria al principio che ognuno deve dare tutto ciò che può nella difesa del proprio paese e vedrebbero volentieri che ai1che gli clemenli rei di gravi colpe fossero cb iamati alle armi, riuni ti mai!ari in reparti speciali, ovvero - ove non si volesse dar loro l'onore di portare le armi - impiegati in lavori di interesse militare, quali strade, fortificazioni, ecc. Sulla questione grave e delicata molto si è discusso presso tutti i paesi. JI nostro lesto unico stabilisce: « Sono esrlusi dal scn•izio militare e non possono far parte del R. Esercito i condannati, in applicazione del codice penale comune, alla pena dell'ergastolo o alla pena. della reclusione che abbia per effe1to o alla quale s ia aggiw1ta l' interdizione perpetua d:li pubblici uffici». Il concetto di E. dal servi1.io militare per incapacità morale è as.,;,1.i antico. I Romani, che nei tempi della maggior gloria tenevano il servizio delle armi in altissimo onore e gli attribuivano cara ttere di di ritto, e1·ano

Escursion i. Esercitazioni mobili continuative di re_ parti delle varie armi, in cui pressocbè giornalmente avviene uno spostamento da una località ad un'altra. Hanno scopo di allenamento fisico e d i addestramento tattico e logistico dei quadri e delle truppe. Fanno parte deUe esercitazioni di campagna di talune armi e specialità. Esc1trsioni delle tmppe alpine. Sono eseguite da.i reggimenti a lpini e d'art. da montagna e s i distinguono in escursioni estive e in escursioni invernali. Han no lo scopo specifico di abituare i quadri al comando del riparto nelle zone di a.lta montagna in condizioni difficili di terreno e di clima, alla conoscenza profonda della montagna, ad affrontare e risolvere il problema logistico, ad agire anche isolatamente senza la presenza. continua del superiore, a superare difficoltà di vario genere col solo ausilio del proprio buon senso e del proprio intuito. Nei riguardi <lella truppa le E. mù·a110 ad a.llenarl:L ,Llle fatiche de lla. montagna, a renderla alta a soppoJtarne i disagi e a superarne i pericoli, a farne in una. parola dei buoni soldati alpini. Le E. rnpprcscniano per le truppe da montagna una parte essenziale dell'addestramento; forse la più importante. L e E. estive sono eseguite dopo il periodo di sede estiva, normalmente nei mes i di luglio-agosto e hanno una durata di 40-50 giorni comprendendo di massima: un periodo di compagnia; un periodo di battaglione. Vi può anche essere un terzo periodo di esercitazioni di gruppi di baltaglion i e batterie da montagna. Queste ultime, dopo un periodo di E. di batteri,l, proseguono coi rispeltivi battaglioni O\'Vero anche a sè riunite per gruppo. Le E . invernali hanno luogo normalmente tra il dicembre cd il febbra io, con u na durata assai minore, per ovvie ragioni. di quelle estive; in media 12-15 giorni. Anche fqueste comprendono un periodo di compagnia ed unosuccessivo di battaglione, che può essere oppur no seguito da una manovra di più battaglioni e batterie, della du rata d i pochi giorni. Le E. in discorso, oltre agli


scopi generali loro p ropri, possono a.nchc a.vere di volta. in volta. scopi particolari e specifici quali: esperimenti di oggetti d'equipaggi.amento o di corredo; studio di determina.te ,,0ne; succinte monografie del tencno; ccc.

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Escursioni de-i bcrsa,glieri ciclisti. Sono compiute d ai reparti di bersaglieri c iclisti e si distinguono anch'esse in estive cd invernali. Hanno lo scopo d i abitua.re qua.dri e truppe a compiere marce d i lunghezza progressivamente crescente in condizioni varie di terreno e di c lima. Le E. estive di battaglione durano, in media, ,dai 10 ai 12 giorni e consistono in una serie d i marce consecutive, intervallate da una o più soste. Alcune hann o scopo esclusivaménte di allenamento, altre hanno scopo più particolarmente tattico e mir'd.110 a porre i reparti in s ituazioni per quanto possibile vicine alle rea.li contingenze di guen•a,. Le E. estive d i reggimento durano in media dai sei agli otti giorni ed ha:nno scopo d i allenamento fisico e di addestramento tattico. Le E. invernali si svolgono in un periodo di ·8-1.0 giomi e ten•dono ad allena1·c i reparti a compiere marce di lunghezza progressivamente crescente, sino a 90 km., nelle più •d ifficili condizioni di clima e di strade. Hanno altresì scopo di addestramento tattico dei quadri e della truppa. Di massima si effettuano soltanto per battaglione ,essendo eseguite con una sola classe a.Ile armi. Esm.,rsioui di squa,drone e di gruppo d·i cavalleria . Hanno stopo analogo a quelle dei reparti bersaglieri ci.disti, cioè di a;llenamcnto fisico e di addestramento tattico. Mimno anche a.I pedezionamento dei cavalieri nell'equitazione d i campagna. e nei particolari servizi d i ·esplorazione e di pattuglia. Hanno luogo di massima nel periodo estivo con una durata di 10-12 giorni.

Esdud. Villaggio con porto sul JY!editerra.neo in Siria; è l'antica città delta Palestina detta /\zotus e nell'a.nt. testamento /\shdo<l. La tradizione vuole che nel .720 a. C. gli Assiri l'abbiano conquistata e che gli Egi?.iani l'abbiano ritolta a costoro nel 640, dopo w1 assedio che sarebbe il più !un.go che la storia ricord i, essendo durato ben 29 a.nni. Nel 148 a. C. Gionata, capitano del Ie di Siria, venne· quivi a battaglia con Apollonio, sostenitore di Demetrio Il, e lo sconfisse completamente, p rendendo E. e dandola. alle fiamme. Esempio. L'esempio influisce in misura preponderante ncll'ed11cà.zione e nella disciplina milita.re. Quasi istintivan1cnte, quasi senza accorgersene, i1 gregario se~ ·gue in tutto e per tutto il p roprio . comandm1te, ne subisce l'influenza e cerca di ope1'a.rc come lui. E' quindi -ovvio come il s uper iore debba in ogni circosta.111,a essere di E . coslanlc ai propri uomini. Il nostro regolamento · -<;li disciplina pone costaJitemente in luce l'efficacia dcll'E. ,~ consiglia d i ricorrere largamente ad esso quale -elemento di forza morale notevolissi1na. L ;E. avvince, persuade, esalta e spinge anche i più refrattari ed i me.no plasmabili. L'esperienza conferma tutto ciò. Quante volte in combattimento la calma del superiore non . è servita ad evitare un panico che avrebbe potuto es· sere disastroso, ovvero lo sla.ncio ed il coraggio del supe1·iorc stesso non hanno trascinato contro posizioni ritenute imprendibili reparti che stavano per tentennare? E come grand.e importanza ha l'E. del singolo, così del pari importante è l'esempio collettivo che suscita in sommo grado il sentimento dell'emulazione. Particolannentc _la forza dell'E. è sentita da.i popoli dotati di molta in-

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telligenza. e passionalità, come i popoli la tini, facili all'en tusiasmo e a gli scoraggia menti. L'E. influisce anche sulla foi mazione del carattere, rendcndù abitua.le l'operar bene in qualsiasi cirwstanza. L'adclcst.:ramento in guerra del militare deve quindi essere ottenuto r icorrendo in larga 111isura ali' E . in tutte le circostanze, ma specialmente nel le cont ingenze più gravi e pericolose, che richiedono dominio dello s1>irito sulla materia. Un superiore che sappia. essere di E. avrà sempre repa.rti ben addestra.ti di sa.Ida disciplina ed educazione, che lo seguiranno sempre, senza tentennare, sia nella buona che nel-l'avversa fortuna. Tutti i grandi capitani hanno dato in ogni epoca somllla. importanza a lla forza dell'E. per l'efficace ascendente che esso esercita sugli inferiori . (V. anche Disciplina e Ed·u cazione -militare).

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Esenzione. Tutte le leggi su l reclu tamento prevedono E . dal servizio militare: a,) per incapacità fisica od in tel-lettua;)e (inab,lità); b) per ra.gioni di interesse generale ( esenzione dai richiami in pace dei funzionari ed impiegati addetti a. p u bblici serviz1, quando non sia assolutamente possibile l'allonta11amento del personale ind ispensabile a farli funzionare); e) per coloro che risiedono all'estero. L'esenzione per inabilità (V.), dà luogo a.Jla riforma, (V.) che può essere preceduta oppur no dalla rivedibilità (V.). Le leggi sul reclutamento dei vari Stati seguono criterì più o meno restrittivi, in relazione alle condizioni demograJìx:he e prevedono dei minimi di idoneità fisica per l'incorporazione. Gli elementi che si considerano per sta.b;Iire tali minimi sono: la statura., il perimetro toracico e il peso. Lo stabilire i criteri p recisi per l'E. in seguito ad inabilità richiede studio coscienzioso e profondo da. parte dell'o1·ganizzatore, e ciò allo scopo d i evitare da una parte la sottrazione aJ servizio di individui idonei, dall'altra. l'incorporazione di persona le 11011 dotato in gil1sta. misura. dei requisi ti necessar1. Tutto questo deve essere tenuto presente dwl legi,s latore nello stabilire i criter1 di scelta del personale, criteri che devono essere preci·;,i e concreti per non <la.re adito a dubbi, e non consentire quin<li abusi ed altr i inconvenienti (V. anche ià01witiì). L e E. per ragioni di interesse generale riflettono essenzialmente particolar i categorie d i funzionari ed impiegat i dello Stato che sono dispensati dai richiami (guar die ca.rcerarie, fun?.ionarl d i pubblica sicurena., ecc. ecc.). Le E. per coloro che risiedono all'estero haJmo lo scopo di non turbare g) i interessi di individui che, emigrati in terre lùntane, potrebbero avere un grave d anno economico da. una interruzione della loro pe,manenz,1 a.1l'estcro per complcrc il servizio mii. all'epoca della. chiamata della loro classe. Alcuni Stati impongono agli individui che usufruiscono dell'E. dal servizio il pagamento di una speciale imposta m ilitare. La contemplano a!tu_almente i governi della Jugoslavia, della Sviz?.era, ciel Portogallo e alcuni dell'America. Nell'esercito roma:no, ,l 'E. si chiamava vacatio, ed era accordata. d i d iritto ai cittadini che avevano fatto il numero cli campagne stabilito dalla legge (emeriti), ai ma-. gistrati u r~ani e sacerdoti in servizio, a certe persone dispensate dal Senato a titolo d i ricompensa ufficiale. Esercitazione. Insegnamento pratico per addestrare i quadri e le truppe a.ll'unpiego d i guerra e per mantenerli poscia costantemente istru iti. Vi sono d iverse specie d i E. perchè l'addestramento delle varie armi è as-


sni complesso. Relativamente allo scopo che s i ripromettono di conseguire, le esercitazioni si distinguono, ge_ ncralmente, in : - esercitazioni di marcia ( \ '. ll,Jarcc cd Escursioni); - esercitazion i di tiro (V. Tiro); - esercitazioni t.itticbc (che possono comprendere, Hel loro sviluppo, anche quelle precedentemente elencate); - esercitazioni tecniche; - esercitazioni lattico-tecniche. Le esercitazioni tattiche s i propongono essenzialmente lo scopo di addestm_re i quadri e le unità delle varie a1·mi al raziona le impiego nèl combauimcnto dei propri meni di azione e all'opportuno sfruttamento del terreno. Possono essere d'anna, o d'insieme delle varie anni, e interessare i 1ninori re1>a rti come le maggiori ,mit:'1. ln particolare, le E. tattiche, nei riguardi dei quadri ufficiali, si propo11gono di renderli idonei al comando dell'unità corrispondente al grado che rivestono. sviluppando in essi quella che comunemente chiamasi capacità operat iva; cioè cap.icità all'impiego del reparto, in tutte le circostan1.c di tempo e di luogo che in guerra possano presentarsi. Per gli ufficiali di grado più elevato le E. tattiche si propongono nnche di renderli capaci di agire in cooperazione con altre armi e di addestrarli altrcsì a ll'azione coordinata delle varie armi nel combattimento. Oltre agli scoµi suddetti mira110 p oi a far acquisire agli ufficiali di ogni gra.do l'idoneità a ben im1,iebrare i meZ7.t relativi ai vari servizi. L'addestramento degli ufficiali in questo campo viene completato con le cosidette Manovre coi quadri (V.) ta tticJ1e e logistic he, sulla carta e sul terreno od a sistema misto. Nei riguardi dei gi·aduati di truppa, le E. tattiche tendono nd addestrarli aJ comando ed all'unpiego della squa.dra. (o elemento equivalente) in cooperaz ione coi reparti laterali, mevcè il ra.zionale sfruttamento delle a m1i in , lota.zione e delle forme del terreno. ).lei confronti d el soldato, le E. in discorso hanno lo scopo di renderlo capace al più efficace impiego della propria arma, ad un razionale sfruttamento del terreno all'assolvimento delle mans ioni d i sua pai·ticolare spc t~ ta11za. Le E. tattiche costituiscono il sistema migliore per l'addestramento dei quadri e delle truppe; ne sono l'essenzia le poi per i minori reparti (fino al reggimento incluso). Ogni E. tattica dev'essere sempre iuquadrata in u n tema (V.) tanto più semplice quanto minore è il reparto che si considera, e tanto più complesso quanto maggiore è l'unità che opera. Le E . tattiche possono infine essere a partito unico od a pcutiti contrapposti; 11cl primo caso è rappresentato solo uno d ei due cwve1·sari e l'aJtro è solamente supposto; nel secondo sono invece effett ivamente rappresentati tutti e due i partiti avversari, ovvero uno rappresentato e l'altro segnato con qualche reparto. Le escrcirn.1. ion i tecniche dflettono p ressochè esclus ivamente le aimi di artiglieria e genio e hanno lo scopo di praticamente addestrare i quadri e gli specialisti nelle varie istruzioni di carattere strettamente tecnico. Le E . - tattico-tecniche proprie anch'esse delle armi suddette, si ripromettono la soluzione dei p roblemi• tecnL c i nell'ambito di situazioni ta ttiche. L e E. vengono anche distinte sotto il punto di ,·ista dell'epoca in cui hanno luogo, delle truppe che vi partecipano, delle località in cui si svolgono, ecc. ecc. Sotto questi aspetti si hanno:

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EsE

Esercitazioni d i presidio; quelle cui partecipano tutte le truppe d i un determinato presidio. Esercitazioni interpresidiarie; che sono quelle che si svolgono fra le truppe di due o più presidi diversi. Esc,, itazioni estil'e; che comprendono le esercitazioni chr le varie a.rmi e specia lità effettuano n el periodo estivo in guarnigione ed ai campi. - Esercitazioni invernali; quelle che sono svolte nel periodo im·t'male con particolare riguardo alle truppe alpine. - Esercitazioni di campagna; quelle che le unita clclJc varie armi dlcttuano anm1ah11entc fuori delle ordinarie residcn7.c e che costituiscono la parte essenziale dell'addestramento perchè a questo viene dedicato tutto il tempo disponibile e perchè si svolgono in adatte zone di terrcn(I. T.e E. d i campagna comprendono per ogni .inna e specia lità le SCb'I.ICnti attività addestrati ve: - Fanteria: campi reggimentali della durata di 30-35 giorni; esercitazioni continuative di battaglione della. durata di 8- IO giorni. - Jk1,s,tglicri: camp i reggimentali esrnrsio11·i estivedi battaglione con una durata comple~iva di 30-35 giorni; escursioni invernali (8-10 giorni). - Alpini: sedi estive, escursùmi estive, escursicmi. invernali; corsi sciatori; corsi alpinistici. - Ca,valleria: campi reggimentali, escursioni di squadrone e di gruppo di squadroni; marce con missioni di b'llerra; esercitazioni speciali di pattuglia. - Artiglieria: Scuole di tiro con una durata comp lessiva di 30-35 giorni; 111an,n1re (V.) completive; esercitazioni di frontiera per i reggimenti pesanti; e per quelli da montagna anche escursioni estive cd invernali. - Genio: campi di battaglione per le varie specialità; esercitazioni speciali per i pontieri e lagunari. I noltre i baw,glioni zappatori-minatori cffettua1110 le visite, alle interruzioni strada li e i battaglioni telegra.fisti le ricogni,doni alle reti telegrafoniche. Tutte le armi partecipano poi a.Ile E. d'insieme che sono di massima svolte (quando hanno luogo) nell'ambito di ciascuna d ivisione (campi divisionali) con una d urata di 10- 12 g iorni complessivamente. Possono aver luogo anche E. speciali con scopi vari; ad esempio di. truppe celeri, riunendo in appositi raggruppamenti più reggimenti d i bersagl ieri ciclisti, di cavalleria e gruppi <l'a.rtiglicria a cava llo ed autotrainata, con lo scopo di_ studiare l'impiego di tali truppe nell'esplorazione avanzata od in altri casi propri alle particolari cara.ttCiistiche di dette anni. Sino a qualche tempo fa le manovre coi quadri sul terren o erano dette p iù specialmente « esei"<'itazioni coi quad ri ll riservando la denom inai;ione di manovre coi quad ri particolarmente a quelle chesi s\'olge,·a.no sulla carta. Attualmente si usa solo la dizione: manovre con quadri sulla carta. o sul terreno_

Esercito. E' quella µar te della popolazione cH uno Stato istruita , discip li nata, ordinata e fornita d i tutto il necess.,rio per la guerra. destinata alla difcs:i dd i,roprio paese contro lo straniero, a portar la guerra di là dei confini, a J:>roteggerc lo Stato contrn ; rivolg i111entì interni. Di massima, dicesi esercito quella aliquota. delle forze armate che è destinata a romuattere sopra la terra ferma. per distinguerla dalle forze di mare e da: quelle aeree. A seconda dei sistemi di reclutamento, della d urata della. fcnna, ecc., si possono avere:


a) F.scrciti tc111pora11e-i: che si lernno solamente in caso cli bicoi:;no e per una guerra imminente, a·I termi11<; della qualr sono licc11ziati. Xon v'è oggi alcuno Stalo civile che segua tale s istema, proprio delle popol:i;lioni meno µrogrcdi te in cui ogn i uomo è soldato e 11011 ricel"e un'istruzione tecn_ica µa.rticolare. Questo tipo di esercito appa.rtiene a tempi om1ai passati.

b) Eserciti sta11.ziali: che sono sempre ordinati, arm,1ti e s tipendiali anche in tempo <li pa.ce con ferma assai lunga. Hanno in genere reclutamento volontario o misto, con ferma più lunga µer i volontari e meno lunga. per gli individui tratti dalla leva.. Esempì di eserciti stanziali con ferma lunghissima ci diodero la. Grecia e Roma e poscia la Francia e la Spagna sino alla 2• metà del secolo XVIIL Oggi, possono rientrare in questo tipo gli eserciti delle nazioni c he hanno rcclutamrnto volontario a ferma lunga (Inghilterra, America, Bulgaria, G ermania, ecc.j. e) Eserciti pcr111anc11ti a ferma breve: sono ordinati,", annali e stipendiati a.ncht! in tempo di pace; hanno ferma breve c. quasi e~nzialmente, reclutamento per coscrizione su la base dell'obbligo generale e personale al servizio militare. E' il sistema oggi maggiormente diffuso ,. che con,ente di a.vere un nucleo a.bbastn11Za consistente sempre alle armi. e la massima parte della popolazione maschile \éaJli<la bene isLruita. alle p roprie ca.~c. e[) Na.zione armata: consistente, nel caso generale. nel disporre di un semplice ed esiguo nucleo di quadri permanenti, incaricato dell'istruzione della classe nnnuaL mente levata, con ferma bredssima (pochissime settimane) e nel curare, in sommo grado, con provvedimenti ,·ari, la. preparazione premilitare c quella pos tmilitare, ricorrendo per· q uest'ultima a frequenti brevissimi richiami di istruzione. Tipo caratteristico di tale forma d'a ttrezzMurn bellica cc lo o ffre la Svizzera, cd è o,cvio come possa cssere seguito solo da Stati che si trovino in p artiwla.ri condizioni di situazione internaziona le. Giustamente, molti scrittori militari danno a. « :-Saziane armata >> un signilicato diverso dal corrente, e cioè di preparazione ed organizzazione bellica di tutta la naz ione in ogni suo campo (V. Nazion-c annata) indipend entemente dalla forma di esercito esistente. La. necessità della costituzione d i forze armate per la difesa. d egli interessi di• una collettivit11 si appalisò evidente sin da.I fom1arsi dei primi aggruppamenti sociali. Fu inizialmente l'orda informe senza vincoli disciplinari. poi la famiglia. in armi sotto la potestà. <lei capo fami1,lia, successivamente la tribù e la gens al comando di u1r capo. che <liedero vita arl un complesso di clernent i armati. In tale epoca. ogni uomo valido è anchei gu<.'rriero e l'esercito si lev.a. solo al momento d el bisogno, E' il sorgere degli eserc iti temporanei. Più tardi nasce la necessità di affidare la difesa degli interes.5i d ella collettività ad elementi specializzati, perchè le guerre diventano frequenti e lunghe, l'arte bellica si fa complessa e richiede ''-1.pposito addest.ramcnto. Sorgono gli E . stanziali, i quali ,•anno a poco a poco costituendosi di soli volontari a base mercena1·ia, con ferm:i. assai iunga. Così a R oma, dove, nel periodo della decaden1 za, perderanno gradatamente il t.rndiziona,lc valore delk legioni rli Crsare e permetteranno lo sfacelo dell'impero. Dura.mc il breve periodo del med io evo, si torna alle forze 1!evatc temporanea.mente al momento del bisogno, per poi passa re, col sorgere d el le prime monar-

607 chie, agli E. nazionali a coscrizione. Occorrerà, però, giungere sino alla seconda metit del secolo XlX p.rima che il principio dell"obbligo generale e personale al servizio possa considerarsi ·veramen te applicMo. In questa, opoca gli E. sono, per la maggior parte degli Stati, permanenti a ferma breve. L'Inghi lterra e gli S ta.ti Uniti solamente hanno reclutamento volontario a ferma notevolmente lunga. D urante la grande guerra tutti i paesi belligeranti ebbero E. colossali e al termine del cohllitto a tutti si presentò il problema del ritorno sul piede di pace e del!'or<lina.mcnro da adc,ttare lw.lia Francia, Jugoslavia, Cecoslovacchia e Rumani~ hann~ E . pe rmanen ti a ferma breve e reclutamento basato sul principio dell'obbligo generale e personale a l servizio. Tnghiltcrra e S ta ti Unili hanno E . permanenti a ferma lunga e sono tornati al reclutamento volontario. Germa.111a, Austria, Unghe ria e .ilulgaria., secondo le disposizioni dei trattati di pace, mantengono E. µcrmanenti con rccluwmcnto volontario ed a ferma assai lunga. Fra !(li Stati che non parteciparono al grande conflitto. Svizicra, Spagna, O !ancb conservano il tipo di ordinamento che già avevano anteguerra. Qualunque tipo d i E., per es.~ere veramente tale ha 11ccessi tà : - di una legge sul reclutamento che precisi con quali norme devono essere le\'ati gli uomini dal paese e irnmrssi nell'eserci to; - di un ordinamento ohe stabilisca la proporzione fra le varie armi, specia lità e servizi, il nwnero dei corpi e reparti di ogni arma, la. costituzione di ciascun corpo e reparto, l'armamento, ccc.; di llll complesso d i disposizioni regolamentari che stabiliscano in modo preciso e particolareggiato le norme disciplinari, educative, amministrative e tatticoaddestrative. (V. anche ferma e leva. Per notizie pa11icola.rcggia te sugli escr-citi degli S tati V. ad ogni singolo Stato). Esrrcito della L ega d c/l'Italia Ccutralc. Fu istituito dalla confederazione dei nuovi governi sorti nell'Italia centrale nel 1859, i qua.li riunirono in un'armata, le proprie forze militari. Auspice il Farini, prima a. Modena e poi a. Bologna, entrarono ncll'E. della Lega i reggimenti toscani, modenesi, parmigiani e romagnoli; ne ebbe il comando il gen. Fan ti con Garibaldi quale comandante in seconda. I regg. dislocati in Romagna avevano numerazione consecutiva ai 18 rcgg. piemontesi costituendo le brigate Ravenna (19 e 20), Bologna (21 e 22), Forlì (2J e 24). Ferrara (25 e 26); numerazione separata ebbero invece i 6 1·egg. emiliani e gli 8 reggimeni i to,('ani. Face,·ano poi parte dell'esercito 7 hgl. bersaglieri e i regg. cavalleria flrc.nze, Lucca, Usseri cli Piaccn7.a. \'ittorio Emanuele, un regg. art. da campagna, uno da piazza e uno elci genio, in tutto 45 ,000 uomini. Disciolto l'E. della Lega, che a,eva così vissuto dal 24 set.tembre 1859 a l 18 1m1rzo 1860, il F a,1ti fu nominato :i\1iuistro della guerra, ma conservò il suo comando fino a che tutti i corpi dipendenti non furono pass.1.ti, mutando in parte numeri e denominazioni, nell'esercito regolare.

Esrrcito meridionale. Così fu designato l'esercito di Garibaldi dopo la conquista della Sicilia e del Napoletano. E ra costitu ito dal primo nucleo dei Mille, ri.nfor7.ato dai volontari del R egno delle Due Sicilie e dalle succc!;Sive spedizioni A~etk1-, Corle, Medici, Cosenz,


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' :Sacchi, Malench ini, ecc. Alla metà de l novembre 1861, quando ne fu decreta lo lo scioglimento, esso era così -costituito: Capo di S. M . G.: ten. genera,lc Sirtori ; 15' divis.: ten. gen. TUrr (capi di S. M. col. Rustow e ten. -col. Alessandr i, 1• brig. Spanga.ro, 2'' brig Eber, 3" brig. De Giorgis, 4' brig. Sacchi, s• brig. :Fabrizi, 6° brig. La Masa); 16" d ivis.: ten. gen. Cosenz (capo di S. M . Sera.fini, 1• brigata Assanti, 2" brig. M ilviz); 17' <livis. : ten. gen. Medici (ca.po di S. M . Ferrari, 1• bri.gata Simonetta, 2• brig. Corte, 3• brig . Eberhardt, 4" brig. D wm, S" brig. M usolino); 18" d i vis. : ten. generale Bixio (capo di S. M. Ghersi, 1• brig. D ezza, 2° brig. Balzani, con la d ivis. aggregata del ten. gen . Avezzana). V'erano poi numerosi reparti d i cavalleria, fra i q uali ]e C urde del ten. col. M issori e gli Usseri del ma.gg. Carissimi. Inoltre carabinieri d'ogni regione, fra cu i i ] iguri di Mosto, parecchie legioni straniere ( ungherese, inglese, ecc.) e altri corpi irregolari ( cacciatori d 'Aspro;mon te, dell'Etna, ecc.) battaglioni all<!c bersagliera (volontari Napoletani, d 'Assalto, dell'O fa.nto, ecc.). Sciolto l'esercito meridionrule, gravi furono le que_s tioni, passate nel campo politico, per i ncorporare i suoi ufficiali nell'esercito regolare. Essi erano numerosissimi, oltre 8000 <: non cer to tutti in condizion i d i coltura e precedenti morali in rapporto a.i grad i conseguiti . Si finì per ammetteme molti, in genere <liminucndoli di uno o due _gradi. La rivà!ità fra gli u ffic iali delle varie provenienzei du rò a lungo e si spense soltanto col tempo, dopo di aver dato luogo anche sul terreno politico a contrasti (come quello Cavour- Garibaldi) molto clamorosi.

Eserc·i to Nero (Armée Noire) . Sot to questo nom~ si comprendono le forze n.erc che la F rancia ha armato cd equipaggiato all'europea, inqu1e<lrandole di ufficia.li ~ so ttu fficia li metropolitani con un nuc leo d i soldati bian,chi per ogni bgl., per JJresidiarc le proprie colonie del~ l'Africa e rinforzare i propri ese rciti d'Europa. Nel 1855 la Francia portò i n Crimea truppe di colore: i Turcos, che si batterono anche nel 1870 contro i Tedeschi. l\"ella guerra mon diale prima ad essere impiegata fu la d ivisione marocchina; successivamente moltissimi furono i reparti di negri che parteciparono alla guerra e, dopo l'armistizio e la pace, molti di essi furono tenuti a p residiare le regioni occupate dove il loro contegno dette motivo a vivissime r imostranze da parte delle popolazioni tedesche. Per mobilitare rapidamente !'E. N., e per poterlo condurre al più presto i n E u rc:pa, la Franda. sta costr uendo una imponente rete stradale e ferroviaria nei territori dell'Africa Centrale e Orientale che, a ttraverso il Sahara e il Marocco, s i collega colle strade <leH' Algeria e coi por ti del Mediterraneo. Esercito e Marina. Giomale fondato nel 1879, settimanale p rima e bisettimanale poi. Pubblicava articoli d'indole varia riguardan ti i pr incipruli problemi militari di terra e di mare, e regolarmente il bollcVino militare. Cessò di esistere n el 1926, sostituito dalle Forze .4 rmate. Negli ultimi qua ttro ann i era stato gestito dall'<< Un ione Militare>>.

Eserc#o e Nazione. Rivista militare illustrata « per l'ufficia:le italian o», fondata nel 1926 per ope ra dell'ufficio stampa d el M inistero della Guerra. Ogni nu mero, r icco d i articoli d i tecnica d'a rte e d i storia milita re, ha annesso il « Bollettin q dell'Un ione Naziona le Ufficiali i n Congedo d'I talia.

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Eso

Eseràto Illustrato. Giornale m ilitare, fondato nel 18~ e trasformato poi in Eserc,:to Italiano.

E sercizi militari. Sono così chiamate tutte le istruzioni prat iche del soldato tendenti a renderlo destro nel maneggio delle armi, nell'uso· di esse e in tutti i movimen ti necessari ed u tili in guerra. G li E. M. sono dapprima individuali, vengono c ioè eseguiti dal soldato da solo, quando esso è recluta indi diventano collettivi per sboccare poi nelle esercita~ioni varie, cui partecipa~ no intieri corpi delle varie armi e speciwlità. Gli E. ,\f. sono in parte comuni alle unità di tutte le armi e spe cia lità, in <par te divers i e propri di ciascwia d i esse a secon da. dei mezzi di azione di cui ognuna dispone. La parte comune è quella relativa al maneggio del fucile o moschetto, a i movimenti d 'ordine chiuso, a p iedi, con le armi e sen7~1. armi, al combattimen to della fanteria. L a parte specilìca riflette il maneggio e l'impiego dei me~i propri di.- ciascw1a. arma e specia,li tà ed i movimenti ad essi inerenti. G li E . M. individ uali e di reparto sono contemplati in appositi regolamenti. Esi no. Fiume che sbocca f;a Senigallia. ed Ancona. Nell'82 a . C. s i combatt.è sulle sue rive una battaglia che appartiene a lla guerra civile fra Ma.rio e Silla e fu combattuta e vinta da Q. Cecilio Metello Pio e Cueo Pompeo, luogotenenti di Silla, con tro C. Albio Carrina, partigiano di Mario, Eski Scer (aut. Dlfrilea). Città della Turchia asiatica, nella Frigia. I. Battaglia. di Dorilea (1097). Appartiene a lla prima Crociata ed ebbe luogo dopo la caduta di N icea. I l sultano d'Iconio cercò di attraven;are la strada all'esercito dei Cristiani, marciante verso la S iria, e li assalì il 1° lugJio p resso E ., impegnando fortemente la loro prima schiera, comandata da Boemondo. Questi si tenue sulle difese, finchè sopraggiunse il secondo scaglione, condotto da Goffredo cli Buglione. Allora i Musulmani cerlettero e furono volti in fuga con gravissime perdiI e. ·· ' I I. Battaglia di Dorilea (11.47). Appartiene alla !<'conda Crociata e fu combattuta fra i Cristiani di Corrado III di Germania e un corpo di cavalleria musulmana . L'attacco di questa, contenuto per un certe, t• mpo eia.i cavaJieri tedesch i, riuscì infine 1J avere ragione della resistenza nem ica, e Con,,do, battuto, decise la ritirata verso il mare, sempre mo.l estato da.Jla infaticabile cavalleria nemica, che ca.gio11ò ai Cristiani u •1a pr, di ta d i 30.000 u . I superstiti s i r itirarono 1. Nic,,a . e in grande parte poi in patria .

Es·onerati. Erano cosl chiamati, tempo addietro, i giovan i d i leva che ottenevano l'esonerazione d al servizio militare, mediante il pagamento a llo Stato d i una somma stabilita dalla legge sul reclutamento. Or mai nessun Sta to prevede E . mediante corresponsione di somme. Duran te la recente guerra italo-austriaca furono detti esonerati gli u fficia,Ji dispensati - per ca.use varie dal comando d i repa1·ti operanti. Furono ~osì denominati anche coloro che, pur avendo obblighi dj servizio, furono esen tati da esso per pa.r ticolari esigenze di carattere militar~ e socia le. Esonerazione. D urante la recente guerra europea, fu detta E . o esonero la d i.;pensa dal ser vizio mili tare concessa a. individui che esercitavano mestieri e profes-

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Rso

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s ioJJi particolarmen te importanti per la p roduzione del -paese. T a le E., presso di noi, ve.nne data a operai speeia.listi nel la produzione bellica (1nunizi~ni, a rtiglierie, armi port,Ùili. au tomezzi, velivoli, ccc. ecc.); a operai -che lavora vano per enti militari in zona d i guerra; al personale tecnico-d irettivo delle fabbriche industria li attrezzate per la produzione del materiale da gu erra; a ,direttori di az iende agricole di speciale importanza, ccc. Le E. in d iscorso devono ef'ere concesse con somma •oculatezza, affinchè riescano veramente nell' interesse del _paese e della massa dei combattenti e non costituiscano invece un pr ivilegio od un vantaggio per l'individuo, -con evidente danno ma>teriale e mora le dell'esercito. Bsse devono quindi essere previste da lla legislazione che, preparata sin dal tempo di pace, entra in vigore all'atto de lla mobilitazione (V. anche Affrm1cazi01w).

Esostra. E ra il ponte usato dagli antichi -all'assedio -delle città fortificate, che dalla torre degli asscclia nt( ven iva gettato sulle mu ra degli assediati per renderne possihilc la scalata.

609 Espero. Cacciatorped iniere, varato a Napoli, entrato in servizio nel 1904, radiato nel 1923; lunghezza m. 63,40; largl1czza 5,94, dislocamento tonn. 330, macchine HP. 6000, armamento cannoni + da Si, lancias.iluri 2; stato maggiore 4, equipaggio 5.3.

. 4tt7::sw ......

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I I

l) irigiblle Esperia

Espìard De Colonge (Oicrvanni Alessandro d'). Genernle francese (1713-1788). Fu ma resc. di campo e fra il 1779 _e il 1786 direttore di artiglie ria. Scrisse numerose opere militari, fra le quali: « Artiglieria pratica impiegala sotto i regni di J ,uigi XIV e d i Luigi XV» ; « L'arte cli convertire il ferro cli fusione e il ferro crudo in acciaio l> e un « Trattato sull'acciaio d'A lsazia».

Espinasse Carlo

Esp,11·tero B.

Espartero (Baldomero, duca della Vittoria), Generale spagm)olo {l 792- l879). Volontario, rnmbanè çontro i Francesi (1808-1814). Ufficiale nel 18 15, partecipò a lla spedizione nell'America del sud. Nel l >l33 fu partig iano di I sabella II; comandante genera.le della Biscag lia, combattè i Carlisti e divenne luogotcn. generale, vicerè della Navarra e comandante in capo dell'armata del Nord. Conchiuse il trattato di Vergara; ottenne )'abd icazione di Maria Cristina (1840) e fu nom inato reggen te da lle Cortcs. Dopo l'espulsione d i Is:ibella (1868) r icusò il trono offertogli cd aderì alla monarchia di Amedeo di Savoia (1871) che gli conferì il titolo d i prin cipe di Vergara. Esperandieu (Emilio Giulio). Ufficiale e scrittore francese, n . nel 1857. Par tecipò a lla spedizione in Tun is ia, e poi si occupò della raccolta delle iscrizioni latine, che figurano in una s ua pubblicazione : « Co1'pus >>. Diede p ure alle stampe « Spedizione d i Sardegna e campagn e di Cors ica ll; « Conso di topografia elemen tare milit are l>; ecc. Esperia. D irigi bile costruito dalla dilta Zeppelin p er conto della Germ,mia. che lo usò sotto il nome di Bodensee n ell'ultimo anno di guerra, cedendolo quindi a l.Ja fine della stessa in conto riparazipni a ll'I ta lia, che lo battezzò col nome Esperia. Le cara tteristiche d i ta le dirigibile sono le seguenti : Tipo rigj;lo; lungheZ?~'l, metri 130, altezza 24, largheaa 20; cJa,atura m.' 20.000; velocità massima 115 km. h., cli crociera 92 km. h _; au ionomia ore 60.

c aeciatorpecllni'lre F,sporo

Espinasse (Carlo). G-encrale francese (181.5 -1859). Percorse i primi anni della can icra in Africa; partecipò nel 1849 a:l la spedizione d i Roma. Generale di brigata nel 1852, p rese parte a lla guerra in Crimea e d ivenne generale di d ivisione. Ministro dell'interno e senatore, ebbe nelle guerre in Ita lia del 1859 il comaJJdo della 2• divis. del 2° C. d ' A. e rimase ucciso combattendo a Magenta. Espinazo del Dìablo. Cresta montuosa della Sierra Ma.dre, nel :Messico. D urante la spedizione francese de l 1864 il gen. de Casiagny aveva avuto ord ine d i t rasferirsi con un bgl. di cacc iatori, i regg. 51 e 62 d i linea e uno sqdr. <l a Dura.n go a Mazat)an. Il percorso era rappresenta to da uno stretto sen tiero a mezza costa, fra rocce e p rofondi burroni. I I 18 dicembre p artì un'avanguardia di 3 cp.; la SC!:,"llÌ il 22 una colonna di 2 bgl. a l comando del col. Garn;er; il 26 partì il Q. G . con un bgl. e u no sq dr_ ; il resto si mosse il 4 gennaio 1865 . Ogni reparto era accompagnato da u;;a numerosa colonna di salmerie. Nel punto pii, <lifficile, sulla cresta di E . la guerriglia del Corona. aveva preso posizione per contrastare il passo a.i Francesi. L 'a vangu'lrdia s i fermò, raggiunta poch i giorn i dopo dalla colonna Garnier. L'attacco fu disposto su tre colonne, p er il 1 gennaio . Quella che attaccava frontalmente fu arrestata da ostacoli insupernhili; le altre <lue, sui fianchi della posizione, seina rispondere a l fuoco dogli insorti, li attaccarono d i ro90


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vescio alla baionetta e, rcspintili <li vetta in vetta, con quistate un<lici trincee che s barravano il passo, li volsero in fuga.

Espinosa de los Monteros. Comune d ella Spagna, in prov. d i Burgos. Durante la campagna del 1808, il ma.rescia:llo Viclor sui primi d i novembre mosse su E. dove si era ritirato l'esercito spagnucilo di Galizia al comando del gen. B lake. Questo coronava le alture da.vanti all'abitato colla sr., a copertura della strada d i S. Andrea e la dr. appoggiala a d ei burroni c a un'altura occupata da 6 cannoni; un pianoro antistante era tenuto dalle truppe di linea del gen. Lr1 Romana. Sul menogiorno del 10 il Viclor d ispose per l'immcdia-

610 una modesta protez ione orizwntalc senza corazzatu ra verticale, con un armamento di cannoni d i med io calibro (152 mm.), ma dotale di un appara to motore capace d i sviluppa.re fu10 a 100.000 HP. e di imprimere loro una velocità di 35 no<li circa, ossia molto s uperiore alla velocità media di squadra. Gli E. han no a nche lince di

7 Esplor n1ore moderno carene fatte per le a lte velocità e di un cocfJìcie11tc di finezza molto spinto. Sono dotate di potenti a,ppa.-ati radiotelegralìci per le comunicazioni a distanza e possono qualche volta lanciare degli idrovolanti con catapulte, :,urnentanclo in ta l modo il loro ra.ggio d i esplornzione.

to attacco de l p ianoro, che dopo due ore di mischia sanguinosa fu preso alla baionetta da lla brig. Pacthon, che vi s i mautennc nonosta nte i contrattacchi e l'efficace fooco della. batteria della dr. nemica. La notte intcrmppc la lotta, che l'indomani r iprese col l'attacco delle alture cui si appoggiava la sr. spagnuola.. Esse furono conqu ist.ate alla baionetta e così il centro potè avanzare. Presi anche i cannoni, gli Srmgnuoli furono sbaragliati; nelht battaglia essi perdettero c irca 22.000 uomini.

Esplachi n (o Esplechin). Vil laggio del Belgio presso la frontiera francese poco d iscosto da Roubaix. Il 25 di settembre del 1340 vi fu firmata una tregua fra Edoardo III d'Inghilterra e F ilippo VI di Valois dur an te la guerra dei Cento Anni, ma. fissata p rima per sci mesi, prorogata. poi ad un anno, venne violata nel 1341 per nuova cont roversia sorta in Bretlagna, p er la, successione di quel ducato. Esploratore. Le squadre da bat taglia sono sempre state accompagnale, anche per i l passato, da navi d i modeste dimensioni ma velocissime, destinate a l serviz io d i esplorazione . Servivano a questo scopo nella marina TCmica le galee sottili e le dromoni. · Nella marina vel ica vennero adibite al servizio di esplorazione le fregate, le quali, pur avendo lo scafo d i d imensioni molto minori del vascello od e,;sendo ann ate solt;rnto con SO cann oni, avevano talvolta una superficie d i velatura. identica a quella d ei vascelli ed er ano perciò molto p ii1 veloci. Nelle squadre mo<lerne si C<>struiscono navi di modesto tonnellaggio (dalle 3 alle 5 mila lonn.), munite di

Divisione <li csplora1ori italiani (manovre 1926)

Quando il tonnellaggio non raggiunge le 3 mila tomiellate le navi chiamansi E . leggeri, Queste unità corrispondono a lle navi-avviso cli circa 20 anni or sono . Gli B. possono essere ad ib iti anche alla esecuzione di scorrerie in massa, per d isti·uggere convogli del n emico o anche all,1 gu erra d i corsa negl~ Oceani per contrastare il commercio dell'avversario. In questo modo vennero la rgamente usa.ti dai Tedeschi nella guena moJ1dia le: sono ri masti celebr i l'Emden, il Konigsberg, il Dresden , il Leipzig, ecc. La tendenza delle rna,ine moderne è quella di eostrufre in larga copia navi di queslo t ipo.

Esploratore. Piroscafo-avviso, in legn o, costruito a Londra nel 1862; d islocamento tonn. 1062, macchine HP. 1070. Fu dapprimt1. denominato V~nezia. Prese ,;arte alle operazioni del 1866 nell'Adriatico.

Esploratori (Plotone E. di fanteria) . F u istituito fra il 1908 e la guerra libica, per la guerra di movimento, specia lmente in mon tagna, ,per cu i si sentì la necessità di un buon mezzo di esplorazione tattica per le truppe a p iedi. I regolamenti tattici dell'im mediato dopo guerra mantennero e pcrfe;,;iona rono l'istituzione e prescrissero che ad ogni bgl. fosse assegnato un p lotone E. istruito da un ufficiale appositamente designato; questi aveva il compito di raccoglier e, coordinare e possibilmen te controllare le •i nfovrnazioni delle pattuglie u ·asmettendo al corna.n do di bgl. quelle veramente utili. Questa spec ia lità ha importanza. fondamentale; sono gli occhi delle unilà tattiche e limitano l'imprevedu to p rima e duran te il combattimento.

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Duran te la guerra mondia le, su l Trentino vennero istit\lÌtc cp. di E., una per ogni brigata, o per reggimento. Esse d urarono s ino a l 1917, quando furono istituiti i reparti d'assalto.

Esploratori scelti. Esistono nelle arm i a cavallo e so no contra-ddistinti da uno specia.lc distint ivo (stella a cinque punte) sulla manica. sr. Seguono speciali corsi di istruzione che li abilitano agli speciali comp iti di esplo razione tattica. e di collega.mento; debbono sapere leggere e scrivere, conoscere la carta topografica., essere ottimi cava lieri. Sono meglio montati degli altri militar i.

Esplorazione.· E' l'insieme di quegli atti che si compiono in guerra da lle forze militari in genere per scoprire la posizione, la forza, le intenzioni de l nem ico, Esj,/ora.z·ione terrestre, A seconda dei fini che l'E. si propone, noi possiamo d ifferenziare l'E. /outana, clall'E. -vicina.; la pri1ha riguarda esclusivamente le grandi unità; la second,, può r iguardare anche i minori reparti. L'esplorazione avanzata è fatta di regola per Armat,1- e suo strumento è il Corpo Celere, il quale ha i seguenti compiti speciali: a ) p recedere 1-c grandi unità. retrostanti per portarsi a contatto dello schieramento nemico a l fine di disturbarlo, e d i prc-cisarne i paslicolari che non sono determinabili da ll'aviazione; h) prevenire il nemico su tratti di terreno importanti, atti a facilitare la. successiva marci,i delle grandi unità retrostanti. D i regola il Co11w Celere troverà ostacolata. l',ivanzata propria: a) dalle truppe esploranti avversarie, ch'csso dovrà. per ciò ricercare e battere; b) nelle resistenr.e che il nemico avrà organizzato nella zona da percorre re, e che esso dovrà rimuovere con azione d i forza. Il Corpo Celere non s i preoccupa d i piccole infiltrazioni avversarie ; esso opera schierato in profoncl ità, e mànovra. come le a ltre grandi unità; costituisce quindi un sistema profondo, variamente a.rticolato, che deve procedere deciso; le singole frazioni dello scaglionamento debbono essere forti e capac i di appoggiarsi a vicen<la. Ciò è possibile mcrcè l'azione combinata de i suoi clementi, in particola.re del la cavalleria. e dei ciclisti, le cui ca.ratte ristiche, diverse ma integrantisi, consentono completa an11on ia di cooperazione. I'er la loro n1inore attitudine a proccden• celermente fuori cl~lle strade, e per la maggiore potenza di azione cl i cui sono capaci, i reparti. ciclisti ag iranno spesso qua.li riserve tat tiche della ca.va l-. leria spinta -più innanzi: e ciò oltre la possibilità d i affidare ad essi particolari compiti lontani, per i qu ali occorra sfruttare il requisito della loro maggiore ve locità, contando sulla sorpresa. In questo caso le unità ciclisti sono rinforzate con a.Itri rhezzi (art iglier ie autoblindo, carri armati, ecc.). J .e fanterie a utoportate è bene che 1·im.angano p iuttosto ind ietro, per la difficoltà della loro protezione ne lla fase cli movimento sugli autocarri, colla riserva del Corpo Celere. In terreni accidentati in cui il movimento è spesso vincolato a. poche clirctti:ici, sarà più facile per l'a.vvcrsa.rio creare osta.coli impcrtanli all'avanzata. In questo caso gli elementi avanzati, per non ritardar~ l'eSJ}lorazione, tenteran no di girare l'ostacolo con pattuglie e forti distaccamen ti. Ma l'ostacolo dovrà essere rimosso per rendere possibile il procedere del grosso. Spesso la presenza. cli questi ostacoli potrà essere preved u ta.; contro d i essi il Corpo Celere opera concentrando i p ropri mezzi, specia lmente cli fuoco. Quando l'espio-

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Corraz ione avvcrsa1·ia è stata sopraffatta e le unità po Celere riescono a prer,:Icre contatto con gli elementi ava.nzau del ncrn1co, esse l en dono a ricacciarli o sopra vanzarli per portarsi a contatto coi grossi, combinando la manovra coll'azione cli forza, e sfruttando la propria mobilità. Se riconoscono l'impossibilità cli progredire si arrestano, stringono il contatto, si sforza.no d i precisare i pa.rticola ri dell'occupazione avversaria., e li segnala.110 a l comando superiore. I l momento in cui il Cor po Celere potrà essere ritirato coll'avvicinarsi delle grarnJi unità retrostanti, viene stabilito dal comando cicli' Armata. Per le grandi unità !'E. vicina è fatta davanti alle grandi tmità cli prima schiera; si svolge a minore distanza clcll'E. avanzata, e, se questa esiste, fra le unità cli esplorazione avanzal,c e le grandi unità di prima schiera.. .Essa s i in izia quando si ritiene stiano per diventare possibili incursioni d i element i celeri avversari. ln lontananza elci nemico !'E. vicina: a) esplor a tutto il terreno sulkt fronte della grande unità da cui dipende, rimovendo le minori resistenze che i11contra ; b) quando l'infiltrazione di elementi celeri avversari diviene possibile, li ricerca e li arresta, oppure li segnala. in tempo alle colonne retrostanti ; e) raccoglie notizie mediante l'in terrogatorio di prigionieri e di disertori. Duplice quindi è il suo compito: informativo e di sicurezza. Ma.11 mano che si stringono le distanze, le resistenze divengono maggiori e aumema la possibilità delle inJiJtrn;doni nemiche; la ricerrn delle notizie diventa sempre più in tensa e la E. del terreno sempre più. importante. Se il nucleo di E. vicina incomra forze superiori, ne avvisa a l pili p resto coi mezzi pitt celeri e multipli (sta.zioni radio, motociclisti, cavalieri) il comando superiore e intanto si adopera a trattenere l'avvcrs:1rio sfruttando fuoco e terreno in attesa dei rinforzi che questi farà sollecitamente affluire. Il comando de lla grande unità dovrà prevedere tali necessità e disporrà la formazione di marcia delle colonne, in maniera. che questi· rinforzi possano sollecitamente essere porta.ti avanti _senza turbare il movimento delle altre trnppc. Quando l'E. avanzata s i a rresta, i nuclei di E. vicina gradatamente la raggiungono fino ad addossarsi ad essa. e anche a fondervisi temporaneamente, per rimanere poi, so li o rinforzati, a con ta tto coll'avversario qu;mdo, nell' imminenza dell'a.z ione, i Cor,p i Celeri vengono ritratti. In relazione a questi compiti i nuclei clcll'E. vicina debbono comprendere : cavalle ria, ciclisti dove po~sihile, eventualmente autoblindo o carri armali leggeri, talora anche artiglieria con automezzi. Questi repar ti si spers tano precedendo d i c irca una tappa le grru1di unità rea trostanti ; in terreni molto accidentati e coperti q ttes(a d istam,a potrà essere m inore. L'E. vicina si effettua di regola per divisione, poichè l'ampiezza. di fronte assegnata a questa grande unità s i ritiene la massima che possa essere affidata a ùn unico comandante. Tenendo conto dell'ampiezza della fron te e clella natura dei compiti, il nucleo cli E . vi cina comprenderà per ogni divis. l o 2 sqdr. di cav., un'aliquota di ciclisti, più gli altri elementi che terreno e situazione consiglieranno·. I l nucleo esploratore dovrà. sempre disporre d i larghi mezzi d i trasmissione e dovrà essere bene orgru1izzato il collegamento col Comando della grande unità. Coll'E. vicina delle grandi unità laterali il collegamento è assicuralo med iante l'osservazio~


ne aerea, le comunicazioni radio, il contatto materia le preso sistematicamente con pattuglie di corrispondenza su punti precedentemente stab iliti. Quando la d istanza fra i due avver sari non consente il doppio sistema esplorativo, i due compiti possono essere affidati ad unico• nucleo esplorante. I n questo caso esso viene spin to a d istanza maggiore di quella stabilita per l'esplorazione vicina e agirà come un Corpo Celere provvedendo aJ1che alla esplorazione del terreno ; gli saranno assegnati autoblinde, o carri armati leggeri, o art iglieria con automezzi. I n montagna l'E. vicina dovrà spesso essere affidata a reparti organici di truppe a piedi, di 1·egola non inferiori al bgl., rinforzato con artiglieria. I l nucleo procederà a sbalzi e le dist~nze saranno subordinate alla durata della r esistenza che il nucleo esplorante potrebbe opporre, i:n quel terreno e in quella s itua zione.

La camalleria nell!esploraziou.e. Sino dai tempi più anticb i la cavalleria fu impiegata nell'esplorazione !on· tana; così Alessandro il Grande sì fece precedere da lla cavalleria tessala nell'invasione dcll' Asia .'.I.fin ore; An11ibale, durante la seconda guerra punica, si fece precedere dalla cavalleria numida, Cesare fece largo impiego della cavalleria nelle Gallic. Dopo la lunga parentesi medioevale, la cavalleria tornò al 'suo compito d'E. con Feder ico ll; e nel periodo napoleonico venne nuovamente spinta in lon tane E ., eseguite da considerevoli masse d i c,walleria, da.vanti alla grande armata; notevoli le operazioni della cavalleria d i riserva del Murat nella campagna del 1805 cd in quella del 1806. Successivamente, la cavalleria venne impiegatru nell'avanscoperta durante le guerre d i Secessione ame-, ricana, franco- gern1anica 1 tu rco-russai anglo-boera, rus-

so-giapponese e nella prima fase de!la grande guerra.

L'Esplora.zionc aerea è uno dei modi con cui l'acro· nautica concorre alla ricerca delle notizie sul nemico-; in questo campo integra e completa le notizie fornite dal servizio informazioni assolvendo i seguenti compiti principali : a) informazioni esatte e complete circa zone, movimen to, ca.ratteristicbe dello schieramento nemico; b) rilevamento della sua linea avanzata, sua. consistenza, suoi rincalzi, sue riserve .mobili, lavori; e) notizie circa i movimenti <lelle truppe a tergo di questa linea e l'occupazione di punti speciali. Imped isce inoltre che l'E . aerea avversaria agisca ai danni del proprio eserc it-0. Questi compiti sono affidati ad unità da ricognizione. L'E. aerea si vale anche della fotografia, ed è necessario che le fotografie siano al più presto sviluppate....e in terpretate da persona le particolaJ-mente addestratQ_ cd· ,a.bile, che possa scoprire anche i mascheramenti e gli: altri ripieghi coi quali il nemico cerca di occultarsi. L'Esplorazione navale si p ropone d i scopr ire le intenzion i, i movimen ti, la formazione e la composizione dellè forze navali de l nemico, sia per attaccarlo ne lle migliori condizioni, sia per evitarne l'incontro ed operare, in sua assenza, contro uno dei p un ti sensibili della sua d ifesa, sia per p revenirlo là dove esso si accinge ad agire offensivamente. Gli e lemen ti dell'E. navale sono : a) s9mmergibili mu niti d i radiotelegrafia, in aggm1to e vedetta presso le lba.si del nemico e q uelli e>pportunamente scaglionati lungo le sue p resumibili linee di operazioni; b) la rete delle s tazioni radiogoniometriche; e) i mezzi aerei ; à) gli incrociatori leggeri ; e) gli incrociatori di battaglia destinati a. stabilire e a man-

612 tenere il contatto col grosso ciel nemico. Un complesso di battaglia che cerohi il nemico per comba tterlo, ove non r iesca a trov,u·lo nel punto di partenza, s i porterà per la via. più breve verso l'obbiettivo su cui apparirà più probabile che egli muova., mentre navi di scarso valore tattico ma cli a lta velocità, non direttamente vincolate allo spostamento delle forze cli batt.:eglia, avraJmo il compito di eseguire !'H. i11 base a lle diverse ipotesi che s i potranno fare sui movimen ti dell'avversario. Di qui due forme di E . ; l'una s i esercita lungi dal grosso e che ha come UJ1ÌCO fine la ricerca dell'avversario; l'a ltra che si svolge rispetto a l grosso in raggio più ristretto, che è soggetta a. vincoli di collegamento colle forze d i battaglia, e cbe, oltre al vedere il nemico, s i propone anche d i coprire i movimen ti delle proprie forze. L a p rima è detta E. strategica, la seconda E . tattica. Vari sono i metodi seguiti dall'E. strategica; la q uestione è trattata come un problema geometrico le cui varie incognite s i risolvono matematicamente. Nell'E. strategica. hanno grande impwtanza le catene d i ricerca, costituite da gn11Yp i di navi esploranti che, navigando secondo criteri ben definiti, sono utilizzate nel modo migliore per compiere la massima superficie possibile. Nell'E. tattica. dobbiamo considerare se la forza. navale intorno a cui si svolge è ferma o in moto. Se è icrma, la disposizione delle forze esploranti deve essere !a.le che gli esplora tori abbiano l'appoggio degli incrociatori contro gli incrocia tori nemici, e che la r iunione col grosso possa avvenire tanto più rapidamente quanto piit alto è il valore tattico delle nav i impegnate. Così potremo avere una linea esterna costituita da incrociatori ·ausi liaJ·i, grossi cacciatorpediniere o incroc iatori leggeri, una linea più interna di incrociatori leggeri più potenti, sostenuti aJla loro volta da un nucleo di incrociatori di battaglia o di corazzate rapide; fra le varie li11ec incrociatori o siluranti d i sostegno o d i co llegamento. Se la -forza navale è in moto, occorre considerare se ~i voglia o no trovare il contatto colle forze avversarie. Nel primo caso gli esploratori dovranno muoversi in largo raggio, in un circolo che abbia per centro la forza navale, e nel quale la vigilanza sarà più attiva nel settore in cui si r itiene piì1 probabile l'avvistamento del nemico. Nel secondo caso l'E . s i svolgerà in raggio più ristretto, ma sufficiente per imp.edire che la forza navale s ia sorpresa. in condizioni tattiche di inferiorità. Esplorazione aerea navale. 1 mezzi aere i sono di potente aiu to anche all'E. aerea nava le, per quanto in misura inferiore che in quella terrestre. Mancano infatti sul mare i punti d i ri-ferimento da cui l'aereo possa stab ilire in maniera assoluta la propria posizione e quella del nemico. E per crn sarà necessario, in ma.re aperto, che le forze aeree esploranti s i manten gano in· collegamento molto prossimo colle forze esploranti di superficie a cui potranno con maggiore u tilità comun ica re i risultati delle p roprie osservazioni_ E sarà i ndispensabile che piloti e osservatori s iano particolarmente esperti e allenati a l loro speciale se rvizio, percbè non sempre è facile individuare dall'alto i vari tipi di 11avi che compongono un grosso o una. ca.tena di esplorazione. Uno degli inconven ien ti gravi che si è lamentato 11elle ultiine guerre è stato l'abuso delle comun icazioni rndiotelegrafiche ; esse hanno spessissimo fornito a l nemico le più precise informazioni sulla composizione e sulla d i-

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rezione delle flotte e delle s ingole navi e svelato mo,•imcnti che si volevano tenere gelosamen te celati. Così, movcndo contro il nemico, sarà conveniente ridurre al minimo le comunicazioni radiotclcgra.fiche fra nave e nave, fra jl grosso e le forze esploranti o r iservarle a lle comunicaz ioni d i assoluta u rgenza.

Esplosione. In -linea generale, è il fenomeno che ~i produce allorchè ta lune speciali sostanze, tanto solide che liquide - designa.te appunt_o col titolo di materie esplodenu, o esplosive - per azione del calore, della. percussione, della scarica e lettrica, ecc., sprigionano istantanea.mente un enorme volume di gas, mentre ~ontemporaneamente si manifesta una rapida e fortissima elevazione della temperatura. La repent ina ed energica. .::Gpansione dei gas è accompagnata da ~ detonazione più o meno forte, e produce violenti effetti meccanici,, ca.paci di infrangere e scagliare lontano gli oggetti esistenti all'ingiro. Se l'E. si verifica in un recipien te chiuso, questo può rimanere frantu mato, a causa della enorme pressione che i gas prodottisi esercitano sulle sue pareti interne. L 'effetto è tanto maggiore e più rapido <tuanto più clevaht ~ la temperatura. che si sviluppa nella reazione esp los iva.. Il termine E . appare quindi molto generico poichè abbraccia, oltrcchè i fenomeni che, in termini tecnici, sono definiti : defi.agraz-ione, per le polveri, e detonazione', _per gl i a ltri esplosivi ( Ved·i ), anche tutti quelli che in modo analogo si producono con sostanze dive rse, non designate precisamente per questo scopo. E, al contrario, il nome d i esplosivo è in via normale riservato a denotare soltanto le sostanze indicate ìn principio, le quali in p ratica vengono sfru ttate nei lavori di mina, o utilizzate come agenti balistici per le armi da fuoco, Esplosivi. Sono quei corpi - generalmente solidi, ma talora anche liquidi - 1 quali, sot to l'azione di una causa estermt ( calore, percussione, urto, sfrega.mento, scarica elettrica) sono caipaci di trasformarsi istantaneamente in una enoime ma.s&'t gassosa, con notevole eleva.zione della temperatura., producendo, specie se in ambiente chiuso, una pressione a ltissima che dà luogo a una. violenta detonazione. Questo fenomeno si determi11a <li regola per una reazione chimica - • combustione che a,vviene fra gli elementi che costituiscono la mater ia esplosiva e dalla quale si generano i prodotti gassosi ; ossia: fra l'ossigeno (combu rente) e altri corpi ( combustibili : carbonio, zolfo, idrogeno ; nonchè - specie se in polvere fmi,;sima - meta.Ili, solfuri · metallici, idrocarburi in genere) presenti nello stesso esplosivo. Oltre questi composti specifici, altri ne esistono i quali, pur non possedendo ossigeno, sono parimente dota ti cli proprietà esplosive assai sensibili e a carattere dirompente; così, ad esempio : i sali dell'acido azotidrico, il ioduro e il solfuro d i azoto, l'acetilw·o di r ame, ecc. - composti endotermici - dalla ,;iolen ta decomposizione dei quali si origina però so ltanto un,, enorme quantità di cailo re allo stato potenzia.lt:. In relazione con la maggiore o- minore stabilità chimica del compost(J che contiene l'ossigeno trovasi poi la «sensibilità» d ell'esplos ivo; esso cioè andrà soggetto con relativa facilità alla decomposi?.ione, richiedendo perciò un imp ulso iniziale - innescamen to - adeguato. Per talun~ E . la decomposizione può anche iniziarsi spontaneamente, per cause varie, particolarmente d ovu te a.Ila. loro stessa natu ra. Una delle carolteristichc più essenziali dc-

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gli E. è quindi la stabilità, ossia la resistenza. più o meno accentuata alla decomposizione spontanea., la quale ha un" notevole fnfluenza tanto per la sicurezza della loro conservazione nei ma.gauiui di d~posito, quanto sugli e ffett i che, nelle loro applicazioni, dovrebbero generare. L e materie esplosive attualmente in uso sono quanto mai n umerose; esse vengono preparate con miscele così svariate cd adibite a. impieghi tanto diversi, che si rende sommamente difficile istituire una loro classificazione rigorosa, poichè rimangono sempre dei composti i quali non trovano un posto adeguaw in uaa p iuttosto ohe in a llra séric. Secondo il pun to di vista più razionale, e cioè in rapporto alla loro composizione chimica, gli E . possono raggrupparsi in due p rincipali categorie: « miscugli esp losivi l> e (( esplosivi chimici >l (composti chimici esplosivi). a) ,ifiscu.gti esplosivi, definiti anche col titolo di E. meccanici, si preparano mescolando ùnimamen te a l-

cune sostan7,e le qua li, mentre isola !a.mente non avrebbero le carat teristiche degli E ., Sèrvono però a fornire da un lato l'ossigeno e <lall'a,ltro il combustibile, entram:1bi necessar1 a produrre la reazione esplosiva. In queste miscele, di cui è tipica la polvere nera da 1,'Uerra., l'ossigeno può essere fornito: o dal n itrato di potassio - che per vari seco li fu il composto esclusivamente impiegato a tale fine, successi,·amente sostituito da altri 11itrati (di sodio, di ammonio, di bario) - oppure dal dora.Lo di potassio (per la preparazione di esplosivi da mina e cl i scoppio); e altresì dai perclorati d i potassio, di ammonio, ecc., che p resentano maggiori prerogative di s icurezza. L'elemento combustibile è dato dal carbone, frequentemente addizionato di altre sostanze : zolfo, o alluminio, ccc., per fac ilitare l'accensione e rendere più rapida e regolare la combustione. ln seguito, si impiegarono anche sostan,e r icche di carbonio e d i idrogeno: paraffina, stearina, amido, wcchcro ; mentre, negli esplosivi economici, vennero pure usate sostanze varie e di poco costo; come: farina ,Ji cerea.li, Ségatura d i legno, resèdui tannici. e~c. I miscugli esplosivi, per tali ragioni, vengono suddivisi in gruppi distinti che sono i seguenti , I) a base d i nitrati (nitrato di potassio, o d i sadio: polveri nere; nitrato di ammonio; ammonal, echo, sabulite, ecc.; _nitrato d i piombo: piombite) ; II) a base cli clorati o di perclorati (clorato d i potassio, o di sodio : esplosivi Street. o chedd iti ; esplosivi Nobel; esplosivi Alvisi; ttc.); III) esplosivi d iversi (ossiliquitc, o., sonite, panclastiti). b) Esploshri chimici . A differenza delle miscele esplosive, sono dei composti ch imici ben defir,iti che, nella stessa costituzione della loro molecola, posseggono tanto l'ossigeno (comburente) che gli elementi combustibili i quali, all'atto della reazione esplos iva, debbono entrare in combinazione. Per ta le ragione, a,l contrario delle_miscele, la reazione chimica a cui questi composti danno luogo, riesce più rapida, violenta e completa. E ssi si preparano di regola per azione della miscela nitr osolforica sui composti organici, per cui p rendono il nome di << E. nitrici ll e, sotto il riguardo chimico possono raggrupparsi in d ue grand i serie: (< Eteri nitrici», composti che traggono origine dalla reazione deI/'acid o nitrico con gli alcoli polivalenti della serie grassa (nitroglicer ina, nitrocellulosa) da cui derivano le polveri senza fumo e le differen ti specie di dinamite; è( n itroderivati »,


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cioè derivati dell'acido nitdco di idrocarburi della se rie grassa, o della serie aroma tica, nonché dei fenoli della serie aromat ica ( nit roetano, n itroguanid ina; nitrobcnzeni

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nitronaftaline, nitrofenoli, ecc.), che costituiscono i vari E. dirompenti. Tenendo presente i p rincipali E . comunemente destin a ti ad uso m ilitare, una classificazione p iù a,ppropriata sarebbe quella che li dist ingue, a sccouda -della violenza della reazione esplosiva che man ifestano, in : l) Esplosivi ordùiari, o P olveri, utilizzati, perchè meno violenti, per il lancio de i proiet ti nelle armi da fuoco (polveri ordinarie : polvere nera, polvere a l nitra to <li sodio, polvere al nitrato di ammonio; polveri in.fu-, mi : nitrocellulose gelaliniz,mte, balistiti); II) Alti esplosi1,i, dot.,ti di maggiore energia, p iù r ispondenti perciò per ottenere effetti di distruzione, e impiegat i quind i per la ca rica interna de i proietti (nitroglicerina e dinamiti ; nitrocellulose; acido picrico ; trotyl ; nitrobenzine; pancla stiti; nonchè i fulm inati e a ltri prodotti ad ibiti per i1111c.sch i). Giova notare però che, fra gli uni e gli a ltri, non esiste una linea netta di demarcazione, poichè la stessa sostanza esp losiva, a seconda del modo di impiego, può agire tanto come esplosivo d i lancio, quanto come a lto es,p losivo.

Esj,losi-:,i balistici. Sono propriamente intesi quegli esplosivi destinati per le armi da fuoco. Essi s i r agg1·up-\ pano in due grandi classi : a) E,,plosi11-i di lancio. adibiti per la carica <li p roiez ione delle artig lie rie e delle arm i portatili e preparati con miscele di nitrocellulo~e, oppure cl i nitrocellulose e nitroglicerin a .. Vengono co111unernentc indicati col non1e

di « polveri infumi» perchè posseggono la p roprietà d i non p rodurr~ fumo visibile all'atto de!l'esplosione. I princ ipali di essi, usati durante la guerra dall'Esercito italiano, furono le polveri a lla nitroglicerina (balistite, solenite, cordite inglese, solenite americana) e le p olveri alla nit rocellulosa (polvere tipo B, francese; polvere· americana alla nitrocellulosa; esplosivo D uJJOnt n. 15, per futile mod . 91). b) 1!.splosivi di scoppio, impiegati per la carica interna dei proietti e comprenden ti uua numerosa serie d i p rodotti, o miscugli esplosivi, i più importanti dei quali, usati d a noi, fu rono esplosiv'i chimici ( pertite, trotyJ); m iscele fisico-chimiche (albite, esplosivo JVL J3. T., esplos1vo M. A. T.); m iscele meccaniche (cheddite, cebo, esplosivo S., esplosivo 86/14, esplosivo M . N . D . T., ni tramite, piombite, sabulitc, umbrite, ecc.); d iversi ( esplosivo l\L S. T., o esp losivo Nougat). Esplosivi detonanti. Sono quei composti che posseggono la propr ietà ca ratteristica di decomp ors i nella for-. ma. della detonazione, non a ppena la reazione esplosiva siasi .i11izia.ta in un punto dell a loro mas sa. F anno parte di questo grnppo : i fulm inati, il solfuro di azoto, l'azoturo d i argento, il n itrato di diazobenzo.Jo e molti comp osti a l clorato di p otassio. Sono caratterizzati da l massimo grado d i energia e d i velocità di combustione e sono dotati d i for tissima sensibilità; un semplice urto. o il solo sfregamen to, n e determ ina la d etonazione. E ssi .riescono a frantwnare gli oggetti che li contengono o che si _trovano all' intorno, perchè danno luogo a una reazione esplosiva tanto rapida da impedire l'in terven to delle forze elastiche dei corp i stessi. Si usa.no per la

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preparazione d i capsule di accensione, inneschi, cann elli, miccie esplosive, ecc., tanto da soli, quanto mescolati con a ltre sostanze. Esplosi·ui frant1t1na11ti. Sviluppano una notevole encrgià esplosiva, ma p rc3c11tano u na decomposizione meno rapida di que lli detonanti ; ta lora, in speciali condizi01ii, ess i bruciano solamen te. L'enorme quantità d i calore c he generano con la pron tezza della reazione esp losiva., trova immediata utilizzazione sui gas prodo tti, e levando la temperatura di questi e amnentandonc la pressione, c iò che si traduce in la voro meccanico, determinando n otevoli effetti, consistent i nel contorcere i corpi che si trovano a loro contatto, o frantumarli, proiettando in giro i p ezzi risultanti, sempre che questi non siano troppo grossi; chè, in ca so con trario, la gradualità dell'azione propulsiva potrebbe dimostrarsi insufficiente. Le frantumazioni avvengono di regola secondo le zone m eno resistenti del mezzo in cui l'esplosivo agisce, sia110 esse naturali oppure volontaria.mente pra ticate con op portune inc isioni, com'è il caso dei proietti a frattura prestabi lita. Da ta la grande energia di cui sono dotati gl i E . frantumant i, quest i trovano appropriata utilizzazione nelìc m ine, n elle torpedini e pel ca.ricamento interno d ei ,proietti d i grande potenza, ncmchè d i talu11é specie di boni.be a. ma no. Pel loro imp iego nei lavori di m ina non si r ich iede una profoncli14 eccessiva dei fori per la carica, nè l'intasamento è di necessità. imprec,cincl ibile. Esplosivi liquidi. A questi tipo appartengono gli esplosivi ~seguenti:

a.) Panclasliti, costitui te <li perossido di azoto liquido in presenza cli una sostanza combustibile : solfuro di carbonio, petrolio, idrocarburo n it rato, ecc. Sono molto poten ti ma non troµp o sicure. per cui bisc,gna ricorrere a taluni espoclicnti, p er ottenere che la m esco lanza nel proietto po55a verificarsi a l momento opportuno. I Francesi, d urante la gucHa, ne usa rono p er il caricamento ddle bom be per aeroplani; e, specialmente, la anilite, fatta a base d i perossido cl i azoto e n itrobenzina. b) Esplo.cìvi tipo S prengel, nei quali il pe rossido di azoto è sostitù ìto d all'acido n itrico fumante.

e) Esplosi,,; ad a.ria l·iquùla., miscugli a base d i aria liquida e di sostanze combustibili, come : car bone d i legna, allum in io in polvere, naftalina, petrol io, zolfo, ecc. che esplodono per azione di un innesco al fu lminato <l i mercurio, e sono dotati di cner.gico pote re dirompent e. Durante la guerra furono frequen temente impiegati dagli Austriaci e dai Tedeschi pei lavori d i mina e, in genera le, per otlf·nere effetti di distruzione. Ques ti esplos ivi v'anno allestiti soltanto all'atto dell'impiego, perch è le lnro proprietà esplosive si conservano p er poco tempo. L'esercito austriaco, d ifatti, era dotato cli << apparecchi Linde" da caanpo, per la produzione d ell'aria liquida, e tali aprnrecchi erano installati su appositi carri. Esplosi.,'i d·i sicurezza . Sono miscugli esplosivi n ei (]ual i. con l'opportuna scelta dei componen ti, e usando p rotessi ingc:gnosi, si è cercato d i abbassare la tempera .. tura dei gas d'esplosione, s ino ad evitare che p rod\l ca no la fimmna. Tale scopo è stato raggiunto facendq en trare, nella m iscela esplosiva, particolarmen te n el caso delle (C polveri senza fumo e senza fiamma », la. ni-


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troaiciand iamina, la diciandiamide; oppure: vaselina, olio d i paraffina, canfora; o anche : oss>1lato, o tanrato, o citrato sodico, ne lla proporzione del 2-5 % ; ccm1c p ure · solfa to di magnesio, o altri sali con tenenti mo.lta acqua di cristallizzazione. I migliori esplosivi di sicti; rezza sono quell i a base di nitra to di ammonio, a cui talora si unisce anche del cloruro di ammonio, perchiè, dissociandosi a caldo, assor be .il calore dei gas d i esplos ione. I p rincipali E . di questa classe 5ono: l'albite, la a mmoncarbonite, l'astralilc, la farcite anligrisoutosa, la kohle n-·c arbonite, la n itramite, la rohurite, le sabuliti, la sicurite, la s iperite, la vigorite, la wcstfalite, la wetterdinami tc di Nobel, ecc. Gli E. cli s icureua sono largamente a.clopera ti n ei lavori di mina. Quelli al nitrato di ammonio f urono largamente impiegati, nella grande guena. come E . di scoppio, dai va r1 eserciti belligcrnnti, compreso anche il nostro. I Tedeschi ne usa rono una grande varietà, adoperandoli particolarmente ]Jer la caric a delle boJ1J be e p ro ietti varì da trincea, talora anche in granate d i p iccolo calibro. l:,,'splosh•i. senza f1<1no e senza. fia.mma. Sono del p iù a lto interesse dal punto d i vista milita re. Fin dal 1864, il capitano tedesco .Schultze aveva ottenu to una polvere senza fumo a base d i n itrocellulosa., prepa.ra ta con cellulosrL pura di legno, la quale però presentava un polerc troppo frantumante per le armi da guerra e dava nel t iro effeb mollo irregolari. E' d a a ttr ibui rsi a VieilJe la vera soluz;ione dell'importan te quesito, per aver scoperto, nel 1884, che la potenza fran tumante d ella n itrocellu losa poteva essere trasformala in JJotenza progressiva, facen do per·dere, con opportuna soluzione, la s truttura Ji brosa de ll'esplosivo. Prepa rò in tal modo la prima polvere da guerra senza fumo, conosciuta sotto il non,e di « polvere Il l>. L'invenzione cli Vieille portò una vera rivoluzione nel campo balistico poichè il nuovo esplosivo, oltre alle prerogative di non da re n è ceJ1eri, nè fumo - il quale aru1ebbia l'atmosfera, offuscand o la chiarezza d el bersaglio e rivelando facihn en te a l nemico le post-azioni de lle hatterie - poteva anche impiegarsi per le a1,rni di picco lo calihro. Questa scoperta segnava già un notevole progresso, ma non elimina va i11tcramen te il pericolo, poichè di notte, e massimam ente nel caso de i grossi calibri. le e,plosion i gc11era vano gas propulsivi oaldissi.tni, che si spandevano nell'atmosfera. con vampate di cm. 50 e oltre, fino a un metro, che non potevano sfuggire all'osservazione nemica, e, per dippiù, causavano con la loro vivacitit un momentar,eo accecamento del puntatore. Per eliminare tale grave inconveniente, il problema fu oggetto <li attenti studi presso molte nazioni e, prima della guerra, in Germania, in Romania, ecc., l'eliminazione della fiamma in vola ta era stata qua.si interamente raggiunta . A tal fìne, bastava associare alla carica di lancio talune sostanze, dette E. d i sicurezza, oppure la centralite, capaci cli ridurre la vam pa a piccolissim~ p roporzion i, e solo all'imhoccatura dei pezzi, o appena all'interno di essi.

Esposito (Giovanni). Medaglia d 'oro, n. a Loreto Aprutino nel 1882. Ufficiale in servizio a ttivo, p ercorse la sua carriera n egli a lpini, divenendo successivamente sottot. nel 5° regg. nel 1903, ten. nel 1906, capitano nel 1914. Da tenente partecipò alla guerra di L ibia., guadagnando la med. d'oro per il contegno d a lui dimostrato nei comba.ttimcnt.i svoltisi a Derna, dove rimase due voi-

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te ferito. Era giiL decoralo della med. d'~rgento al valor civile, per a.vcr salvato ad Edolo, nel l909, un ope1 aio seppellito sotto le macerie di un edifizio. A queste dccora;;,ioni, che dimostrano magnifiche q ua lità militari e civ ili, si aggiunsero ben a ltre tre medaglie, una. di argento e due di bronzo, durante la guerra italo-aus tr irt<:a; guadagnate rispettivmnc11ce a. Creta Rossa (Carnia) il 10-12 ottobre 1915; a T'unta 1V[ed a.tte, il 31 l\1glio dello stèsso anno ed a Gabrje (Isonzo) d urante il nostro ripiegamemo del!' oHobrc 1917. 2'rel t929 !'E , che frequentò la Scuokt d i guerra, e ra tenclllc colonnelio nel 6° a lpini. L a motivazione della r~ laglia d'oro così si esprime: « ~ ]]'estrema s inistra della compagnia si sla.n ciò per primo all'assalto con grande ar<limcmo, conducendo coraggiosamente a lla. baionetta il suo repar to nella torretta occupata dal nemico. Si distinse anche per fermo valoroso contegn o nella giornatit d el 27 dicemb re l9 l 1. .Nel com battimento del 3 marzo 1912, benchè colp ito da un proietti le nemico che gli a ttraversava la coscia, continuò a. combattere, fmchè cadde colpito nuovamente a ll'addome» (Derna ( Libia) 27 dicembre 191 1, 11 e 12 febbraio e 3 mano 1912).

Espulsore. E ' quella parte che s i trova nelle arm i a re trocarica e con cartuccia n1etallica destinata n. spin1

gere fuori con violenza. il bos,;olo sparato, durante l'apertu ra de lla culatta, così d a pe rmettere, senza perdita d i tempo. il suçcessivo caricamento clell'anna. TI solo estrattore non basterebbe a produrre l'espulsione del bossolo, che, ove non vi fosse una a pposila parte, d ovrebbe essere fatta a mano. L'E. nelle arm i portatili cons iste, in genere, in una sporgenza, piuolo o testa di u na vite od altra parte cons imile, fissata a lhL culatta mobile, la quale è destinala ad arrestare il bossolo già estratto dalla came ra, imprÌmergli un 1novimento cli rotazione cd obbligarlo ad uscire dalla culatta n1obile. Conviene che estrntlore cd E. siano in un p iano diametrale eri obliquo per non far male a l Liratorc nell'espulsione. Anche nelle artiglierie a retrocarica che im piegano bossoli metallici e che sono destinate a l tiro rap ido noi troviamo degl i E . i qua li non sono altro che estratlori, la cui azione, p er effetto del rnovi1ne1uo dcll'otLuratore e del modo con cui sono fuggiate le varie parti , è destinala ad espellere con violenza il bo;;,wlo lontano dal pezzo.

Esq u i malt. Base na vale nel Canadà, sul Pacifico. Fu in antico fortificata. Nel 1925 vi è stato costruito un bacino di ca'i-ena.ggio in muratura che per dimensioni è il secondo del mondo, per cui E. ha assunto importanza strategica. Il governo canadese vi tiene un cacciatorpedi niere in armamento e uua scuoht per mozzi. Essad (Pascià) . Generale, m inistro della guerra, e d ittatore dell'Albania (18S6-1920), Di nobile famiglia albanese, che conta fra i suo i antenati Scanderbeg, fu al serviz io della T u rchia e nel 1908 comandò la gcn-


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darmeria di Scutari. Fu quindi all'estero e divenne capo del partito nazionalista. Scoppiata la guerra balcanica, raggiunse con un corpo di r iservisti albanesi il gover,1atore di Scutari Hussein Riza ( L912) e dopo l'assassinio di questi assunse il comando della difesa venendo costretto alla resa per mancanza di viveri. Durante la. grande guerra coadiuvò gli Alleati nel passaggio per l'Albania dello sfasciato esercito serbo (1915); fu quind i a Salonicco dove organ izzò un'armatella, rendendo segnalati servizi, specie nell'offensiva di Starava (1917). Nella conferenza di Parigi (1918) sostenne la tesi dell'indipendenza del!' Albania.

Essarts (Les). Borgo della Francia, nella Vandea . Nell'agosto 1795 i Repubblicani occupavano un campo posto presso L es E . località importante per le comunicazioni dei Vandeani coll'esercito del centro. Per impadronirsene il Charette attaccò alla •baionetta nel cuore della notte la posizione nemica e impadronitosene dopo viva lotta, vi fece 300 prigionieri. Esseda. Era il carro da battaglia degli a11t. Brettoni, leggero e tirato da due cavalli. Su di esso salivano am1ati i guerrieri (assediari) che correvano sul nemico di cui scompigliavano gli ordini colle frecce e coll'urto. Ottenuto questo scopo e penetrati nelle sue file, scendevano e combattevano a piedi. Avevano la stabilftà della fanteria e la mobilità della cavalleria; Cesare riuscì a vincerli facendoli investire contemporaneamente da cavalleria e fanteria con tanta celerità, da impedir loro di mettere piede a terra.. Essen (Giovanni Enrico conte cli E .) . Feldmarescia llo e stati;ta svedese (1765-1824). Gen. d i divis. nel 1807 per due mesi resistè a i Francesi dinanzi a Stralsunda; quale ambasciatore a Parigi concluse la pace élel 1810; nel 1814 comandò l'esercito contro la Norvegia. Un Pietro; conte d'E., fu genera.le russo ( 1780- 1863) e combattè in Svizzera a Eylau e nella campagna del 18 12.

Essiccamento delle polveri. Cost ituisce un'operazione essenziale per la buona e lunga conservazione degli esplosivi. L'um idità delle polveri granulale non deve essere superiore al 3%. I'er ottenere ciò s i stendono 1~ poi-v eri su aie in cemento·, in strati di 5 cm., e si rimescolano ogni tanto con rastrelli d i legno. L'essiccamento artificiale - che urnL volta veniva fatto, con grave pericolo, scaldando a moderato fuoco diretto le polver,i poste in padelle di rame; o per mezzo di stufe in camere contenent i le polveri stese su telai - oggi si raggiunge in 8-10 ore con a ria riscaldata da tubi in cui circola vapore acqueo; o con aria previamente essiccata attraverso cloruro di calcio fuso e spugnoso, o acido solforico concentrato; aria che viene iniettata nelle camere di essiccamento a mezzo d i appositi ven tilatori. Ess(ing. Villaggio della bassa Austria, s ul Danubio, ove il fiume si tripartisce dando origine a due isolotti il primo dei quali, più piccolo, dista dalla dr. circa 450 metri; il secondo, da cui lo separa la corrente principale larga sui 240 m ., che s i cbiarna I . di Lobau, dista circa 140 m. dalla riva dr. Quivi si svolse durante la campagna del 1809 la battaglia di E., tra i Francesi comandati da Napoleone e gli Austriaci comandati da ll'Arciduca •Carlo. Questa località fu scelta da Napoleone per varcare il fiume; l'isola di Lobau, infatti, si presentava come testa di ponte e piazza d'armi ove rac-

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cogliere truppe e artiglierie per raggiungere la riva dr. ove si estendeva la piana di Marschfcld , appoggiata sui fianchi ai villaggi d i E. a dr. e d i Aspcrn a sr., e difesa s~I fronte dal fosso di scolo che li univa. Impartiti g li ordini per l'attacco e per la sicurezza della guarnigione di Vie1ma, Napoleone il 20 mattina si portò nell'isola di Lobau col p roprio Q. G., dove era già arrivato il rnaresc. Massena con 54 ca.JJnon i. Fatto costruire un ponte su quest'ulLimo braccio del Danubio, in direzione mediana fra E . ed Aspern, si accinse a preparare il passaggjo. Egli disponeva di 2 C. d'A, II e IV, ripartiti in 6 divis. e di 3 regg. della Guardia Imperia le, oltre a 3 divis. di cav. pesante e 1 leggera: in tutto circa 35.000 u. Di fronte a lui era l'Arciduca Carlo con 80.000 u., divisi in 6 C. d'A., ohe occupava la p iana, schierato su due lince, die tro Geralsdorf, fra il monte Bisamberg e il corso della Russbach, che aveva 288 fra cannoni e obici in linea, mentre la riserva era riunita più indietro, a Saurig. Il 21 all'alba Napoleone dispose il proprio schieramento colla dr. a E. e la sr. a Aspern. I due abita ti furono occupati alle 9 dal IV corpo, col terreno fra essi çompreso. Parte della cavalleria si dispose nella piana, coi villaggi alle spalle; la riserva era in marcia, la Gua rdia rimase a disposizione n ell'isola. Dopo il mezzo giorno gli Austriaci si mossero su cinque colonne, quattro delle quali avanzava,10 sulJo schieramento francese, mentre la quinta si dirigeva su Enzeldorf, per attaccare di qui di rovescio la posizione di E. ed entrare nell'isola di Lobau. Fra la 3' e la 4" colonna em la cavalleda; la riserva si spostava verso Geralsdorf. Accanito si svolse l'attacco di Aspern, dove la divisione Molitor tenne testa al nemico fino all'arrivo della divisione Legrand . Un nuovo attacco in forze ebbe esito migliore e gli Austriaci riuscirono a ocnipare parzialmente l'abitato, dove la lot ta si mantenne furibonda fino a notte. Intanto la 3" colonna austriaca aveva inutilmente moltiplicati gli attacchi per rompere la fronte nemica fra Aspern ed Essling, e quest'ultima località, attaccata dalla 4" colonna, e più tardi d a lla S",. sotto un viole11tissimo concentrarnento di artiglieria aveva resistito vittoriosamente a tutti i tentativi del nemico che, a notte, si era ritirato. All'alba del 22 maggio le truppe francesi rimaste sulla dr. passafono il fiume, mentre gli Austriaci ritmovavano i loro disperati attacchi contro· i due villaggi_ Le tre divis. che nella notte avevano concentrato i loro sforzi p resso Aspe,·n, erano appe.na r iuscile a completare la conquista dell'abitato quando un contrattacco del 24~ reggimento francese le costrinse ad ahbandonarlo. Così si r innovarono durante la giornata attacchi e contmttacchi, per cui il villaggio passò dall'uno all'a,ltro• dei combattenti. Jl,,Ient.re si svolgeva la mischia su questo punto\ Napoleone s i accorse che · il centro nemico si era disteso lungo un fronte oltremodo ampio, e, approfittando dell'errore nemico, riun ite sotto il ma.rese. Lwmes due divis., i granatieri e parte della cavalleria spinse queste forze avanti, per rompere in due la linea nemica. Vista la m inaccia, l'arciduca Carlo provvide a. rinforzare il centro, d i cui assunse il comando . L' urto fra le le due masse si svolse accanito, ma i Francesi ebbero il sopravvento e la linea austriaca fu ,;fondata. Intanto però gli Austriaci, lasciando andare lungo la corrente grosse travi e mulini natanti, erano riusciti a tlistrng-


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Il castello clei Carrara a Este gerc il pon te fra l'isola di Lobau e quella an tis tante; le comun icazioni fra le due rive erano r otte, i parchi di artiglieria d i r iserva, una clivis. di corazzieri e il corpo de l marcsc. Davout, che sta va arrivando, in tutto circa 40.000 u ., restavano sulla "dr. del fiume. Il movimento in avanti fu sospeso,- i Francesi si concentrarono colla dr. ad E . e la sr. in Aspern. Il rnovirncnto, che fece capire agli Austriaci che il ponte era crollato, diede loro n uovo animo e l'attacco fu rinnovato, pii1 forte sull'a-b itato di E . Quattro attacchi erano già falli ti quan do l'Arciduca, deciso a tu tto per raggiungere l'obbiettivo, ne ordinò un quinto. :Ma la Guardia Imperiale aveva ,-inforzata la posizione; l'i,ttacco fu respinto e un nuovo contrattacco. francese decise della giornata. La ritirata austriaca non fu disturbata perchè Napoleone, p rima d i muoversi, volle avere di nuovo, colla costruzione <li un altro ponte, la s icureu,a delle proprie comunicazioni. Nella giorn11,ta caddero 10.000 Auitriaci, 1500 rimasero _prigionieri, 4 bandiere rimasero in mano ai Francesi che perdettero fra morti e feriti circa 6000 11., e, tra morti, il maresc. Lanncs e il generale Saint H ila ire.

Estaing (Gian Battista conte d'). Ammiraglio francese ( l i29-lì94). In iziò i l servizio come colonnello di fanteria; 11el 1758 partecipò alla spedizi<Jne delle Ind ie. Caduto due volte p rigioniero degli Inglesi e liberato, ne l 1767 fu promosso vice amm ir. Durante la guerra d'lnd ipcndel17~, d'America operò sulle coste degli Stati Uniti e poi nelle Antille. Durante la R ivoluzione fu ghigliottinato. Est e (ant. Atheste). Comune in p rov. d i Padova. Era fra le più antiche e prospere cittit elci Veneti; i Romani la conquistarono fra il 222 e 218 a . Cr. aggregandola alla Gallia Cisalpina. Anelò in decadenza per effetto delle invasioni barbariche; data in feudo da Ottone I (961) a una famiglia d'origine longobarda o bavarese, questa prese il nome della città, e d iede origine alla illustre casa ducale. Rifiorì quando vi pose la i.ua dimora Azzo II guernendo di torri e castelli le a ltu re circostanti. Nel 1240 ,E zzelino IV ne diroccò il cai.tello ; sconfitto e ucciso nel 1259, la città fu restituita a.d Azzo VII capo dei Guelfi. Morto Obizzo II, E . tornò sotto il dominio di Padova. Presa e saccheggiata da Can Grande .della Scala nel 1417, fu poi ripresa d ai Carrara di Padova che r·iedificarono il ca.stello, distrutto nelle guerre precedenti . Nel 1405 E . si diede spontaneamente a ·venezia. D urante le guerre della Lega d i

Cambrai E. fu momentaneamente ripresa dagli Estensi: di F errara; in segu ito seguì le sorti di Venezia. Il castello d i E. fu costruito da Umbertino da Carrara fra il 1338-1339 ed è insigne opera mii. del tempo. Lò circondavai10 numerosi fortilizi, dei quali r imane solo la torre dì Valbona e la Rocca di Ponte Torre, a dominio dalle provenienze da Vicenza e dalla Lombardia. Il castello di forma poligonale con 18 lati, si ap-

8ste nel xv Secolo poggia al monte, e circondato da larghi fossati, in cui erano derivate le acque del Bisa tto che servivano anche a lla guarnigione e comprende il castelletto della porta. di Baone, la Rocca col mastio, 15 cortine e torricelle merlate, aperte verso l' in terno, delle qua.li 12 sussistono ancora.

Este. Antichissima famiglia italian a che prese il nome dalla omonima città, divenne potentiss ima e si d ivise in vari rruni. Si scgnalaro110 n1ilitarmente: Azzo VI, primo signore d i Ferrara; lottò con Ezzelino il :Monaco e con Salini;,'11erra Torelli; nel 1212 fu sconfitto da Ezzelino a Pontalto; A ldobra1uUno, nel 1213 assalito da i Padovani difese strenuamente la rocca d 'Este; arresosi" perdette la città; Azzo Novello VII, nel 1242 riconq uistò Ferrara, vi uccise 400 Ghibellin i e da Innocenzo IV fu nom inato « difensore della Chiesa» nella lotta contro Ezzelino da Romano (1255) d a l quale fu vinto; Rinaldo, nel 1333 venne assediato dai Pontefici in Ferrar a, rna. il 14 aprile l'Estense riportò ta le v ittoria che le· cose del Papa ne ebbero irrimediabile scossa; Nicolò. fu in lotta col cugino Azzo che tentò spogliarlo dei do-


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mini in u11a guerra durata due anni; nel 1402 nominato capitano gen erale dal papa Bonifacio IX contro i Visconti, fu sconfi tto da questi a Casalmaggiore; Taddeo, fu uno éiei miglior i condottieri del suo tempo; nel 1439 difese Brescia per conto dei -Veneziani, contro :\'icolò Piccinina; morì, forse avvelenalo, alla difesa di l\Iozzanica nel 1448; Bertoldo, figlio del p recedente, mandato dai Veneziani a comba ttere :Maometto II in Grecia quale loro capitano generale, cadde nell'assedio di Corinto nel 1463; Ippolito, nominalo cardinale da Alessandro VI, combattè i Dentivoglio d i Bologna nel 1507; 1\el 1509, mentre trovavasi a ll 'assedio di Padova, saputo che i Veneziani minacciavano Ferrara, corse a difenderla e li ruppe il 22 settembre dello stesso anno. Alfon-so I, entrato con Giulio II nella Lega di Cambrai, vinse i Veneziani n el 1509, p restò a i Francesi le pl'Oprie artiglierie che erano le migliori d'Europa, sconfisse nel 1512 i Pontifici presso Ravenna; nello stesso anno iniziò i lavori della cinta bastionala di Ferrara, nel 1523 l'iprese R eggio e n el 1527 Modena; A lfonso li (15331597) fu l'ultimo duca di Ferrara, di cui completò la cinta; fece ,•arie innovazioni nelle armi da fuoco portatili ; in lui si estinse il suo ramo e la cillà col terrilO l'io passò alla Ohicsa; Fran cesco 1 ( 1610- 1658) duca di Modena. e R eggio, valente e rnraggioso ge11crale durante le guerre fra Spagnuoli e francesi; morì combattendo con i secondi contro i primi a Santhi~; militò cont ro gli Spagnuoli; nel 1638 fu c reato genera lissimo delle armi fr:rncesi i n ltalia da Luigi Xl\'; Carlo E111a1111rle dei- marchcs·i di S. Jforti110, fu gener:lie al servizio di )Iaria Teresa e nel I i34 fu ferito alla batta"lia di Parma; Francesco 111 (16Q8-1780) nel 1743 fu nominato g~neralissimo degli Spaµ11uo li in lta lia e ne l 174-l sconfisse gli Austriaci a Velletri, governò la Lombardia per 17 anni; Ercoli' Ri11a/d,1 ( I ,2i-l 803). Figlio del pr eceden te, servì l'imperatore d'Austria nella guerra con tro ht Prussia; nd 1756 fu ferito nella ba ttaglia. di Praga; durante l'invasione francese in Italia nel 1796 abbandonò gli Stati e riparò in ..\ustria .

:\Jt'o nsn I cl'Es te

Essad l'u~c l~

Este (Reggimento di). Fu uno dei reggimenti organi1,zat i nel 1703 da Vittorio .\rnedco II nel <"orso della guerra di Successione cli Spagna. Fu formalo con uom in i de lle provincie di Biella e cl i Vercelli cd ebbe nome dal suo comandante Gabriele d'Este. marchese di Dronero. Dopo aver preso parte ~Ile operazioni degli ,mni J 704-05, fu sciolto nel liOS.

Este. Battaglione d i volon tari, cost itui to J1e l 1848 a Coira con sudditi di nazionalità. italiana pro,·cnienti dall'ex regg. austro-estense n . 26. Fu ordinato su 4 cp. {rap. Bosio, Bertin i, Za ffoni, Bachc!ti) e coma ndato da

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E S'I'

Volpini, che lo condusse a )filano do\'e parte dei componenti passò ad altri corpi volontari e parte tornò alle proprie case.

Estella. Città della Spagna, nella Xavarra, sull'Ega. Sotto le rnurn. e nei suoi dintorni si svolsero molti fra i più importanti avvenimenti della guerra civile di Spagna n el 1872- 76. Ne ll'agosto 1873 la Navarra era il principale teatro delle operazioni militari; il gen. Primo de Rivera con parecchi sqdr. repubblicani e alcuni bgl. difendeva i passi dell'Ebro e guardava E . intorno a cui s i andava concen trando la lotta. Qui il forte S. Francesco disturbava molto i Carlisti che, dopo averlo bombardato, cominciarono a scavare gallerie di mina. Vano fu il tenlati\'O di soccorrer lo; esso si arrese il 24. Sui prim i di ottobre 187 3, E . era occu pata dai Carlisti. forti di 5000 u., 200 cavalli e 4 pezzi, agli ordini di Olio, ma le alture non erano ancora fortificate, e le truppe nemiclté s i avanzavano da ogni parte. Il capo carlista, volle pl'e venire il nemico, ·10 a lliLccò presso S. Ba r bara il 16, e riuscì ad allontanare il pericolo. Battaglia di Estella. Xel maggio del 137-1 il maresc. Concha risolse di attaccare i Carl isti nella Navarra, e mosse a quella. volta colle sue \ruppe; il llorregaray. che li comandava, riunì le proprie bande e corse verso E. per difenderla. Fece scavare buche per tiratori, costru ire abbattute, sgomhrarc il campo di tiro, a lzare trincee, s islèmando a d ifcs., i ca~a1nenti su Ile alture circonvicine. F.gli d isponeva di 20.000 fanti, 400 cavalli e 6 pezzi. TI 25 giugno il Concha, che disponeva di 32.000 uomini di\•isi in 3 corpi di 2 divis. ciascuno e una. brigata di ava nguard ia, con 62 ca11noni, iniziò sotto p ioggia d irotta t111 lento bombardamento delle posizioni av,·cr.sarie. e si accendeva la l<'tla per la conquista dei ,·il!aggi di Abarzusa e Zurucuain, entrambi 5aldamcn te difesi; dopo vani tentativi, i J.tcpubblicani a sera furono cost retti a l'ipiegare nelle posizioni di partenz:t. .\Ile 16 del giorno successi\'O il Concha, per quanto i ,·ivcri non fossero giunti, decise l'attacco generale, che si ·inil.iò col bom bardamen to poco efficncc delle pos izioni de i Carlist i e alle 17 avanzò la fanteria contro le alture scoscese su cui erano le posizioni an•ersa.rie. Sotto una gra11cline di proietti i primi reggimenti sono d(•c imati; altr i li scgµono, ma non riescono a sfon dare la linea dei Carlisti, i quali , p rofittando del d isordine delle schiere attaccanti, conlrattacc,u10 al comando di )Jcndiri, li resringono, frnchi' essi stessi non sono affr on tati d i fianco dalla cavaller ia avve r~aria. D urava incerta la mischia, q uando il maresciallo Concha rn<lcle, colpito al cuore da un proiettile. Questo decise la sconfilla de i Repubblicani, che però si ri!irJrono indisturbati. Essi perdettero ci rca 1700 u ., 250 dei qua I i cadut i p rigionier i, furorw massac ra ti. I Cailisti pcrdc· ttcro poco p iù d i 300 u.

Estense. 76• Legione della )1 . V. S. ~- costituita. nel 1923 ,i F er rara. E' suddivisa in tre coorti, con sede a Cento. Argen ta, Copparo. lfa un manipolo d i lancieri e reparti e servni varii. E.s tero. N ome d i due regg. d i fanteria (J • e 2°) d etti E. o M accdo11c, del regno delle Due Sici lie, costitu iti r:cl l 788 (ordinamento cli Acton) · e sciolti nel 1799.

Eston (Pietro). Corsaro inglese autorizzato nel 1613


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a usar e la bandiera di Savoia, da Carlo Emanuele I. 1 Cont ribttì a rafforzare la. pote nza navale del D ucato e all'in cremento della marineria nizzarda. D opo aver a~quistato g ra ndi r icchezze corseggiando, si stabilì a Villafranca. ove morì m tar da. età.

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dip lomatico, fu ferito nel 1652 a lla di fesa d i Dunkerque, che dovette cedere agli Spagnuoli, ma r hc riconquistò nel 1662. Tratlò come p lenipotenziario la pace di Nimega ( 1678).

Estrattore. E' quella parte delle armi a retrocar ica e a cartuccia meta ll ica , destinata ad estrarre i l bossolo dopo lo sparo, cioè a farlo uscire dalla camera . 2\'ei fucili e n elle mitrag liatrici s i ha nno estrattori a gancio cd estrattori a leva; i primi s i usano di solito nei congegni di chi usura della cu latta a cilindro scorrevole, i secondi nei congegni a. blocco o a rotaz.ione G li E . a ganc io sono costitu iti eia una molla a lamina, applicala a l cilindro dell'ottu ratore lu ngo una generatrice; la fac-

Legione Estense - ~Ian ipo to lancieri c\.i ,russolin i

Estonia. Repubblica costitui,a dopo la guerra mond ia1e. Il s uo territorio fece parte (sec. XTV) dei dominiì dell'Ordine teutonico; fu occu pato d agli Svedesi nel ,;ec. XVI e nel 1i 10 passò a lla RussiCL. Confina tol go lfo di F inla nd ia e ii mar Baltico, col lago P eipus e la Russia, con la Letton ia. Ca.pitale, R c,:tl.

Estonia : Di:;linLiVO del YC]ivo ti lllili Lari

(Tr•im 1g-010 : nzztn•ro vc1·so l'esterno,

ras.so verso l'i nrn rno)

Esercito del/'J!.stonù,. I l comando sup,·emo dell'esercito s pel.ta al Governo che lo esercita p er il trami te del )lini,;tro della guerra., che ha a i suo i ordini il Capo di S.· i\.'.L generale e lo S. M . generale. In ,empo cii pace l'esercito , compr ende 3 ciivis. d i fanl. e la difesa aerea e costiera, La fanteria conta 4 regg. di 3 bg l. ciascuno) la ca,,allcria 1 r cgg. ed I sqdr., l'artiglieria 4 grnppi da. campagna e due pcs. campali; le armi blinda te I divis. d'au tornobili e carri d'assal to e 2 reggimenti d i treni blindati ; il genio I bgl. p ionieri cd 1 bgl. collegamenti; l1aviazionc l regg. composto di l gruppo d i aviazione t errestre d i .3 squadriglie ed 1 squCJ.driglia di aviazione marittima . L 'aviazione ebbe is truttor i inglesi nel J.919 ed ha. apparecchi in grande par te inglesi . E ffettivi cli bila ncio: uff. 1500, sottuff. 3000, truppa 13.000. Tutti i cittadini sono obbligati a l servizio militare che comprende 4 stadi i : servizio nell'armata att iva ( 18 mesi); servizio i n disponibilità (5 anni); servizio nella riserva (sino ,L 45 anni); servizio nella ter ri toriale (sino a 55 anni).

klarina dell'Estonia. Nel 1919 l'E. ebbe s ubito lrc caccialorpeclinie re di cui due provenienti dall'ex ma rina russa ~ una. cans1on iera, tre dragarnine un trasporto, tre romp ighiaccio e qua lche bar ca. arma ta sul lago P eip us. 1

Estrades (Gofjredo d'). Maresciallo di Francia, n . ad Agen ( 1607-1786). Va loroso comba ttente e esperto

Estra tlOl'e : e, ca lcatolo - E, eS tl'att.ore con dentiera - n , 1•oi:d10110 - e, eccen trico portato cla\l'Hlb ero t rasversale eia inferiore del ganc io è obliqua perchè compiu ta la in troduzione della cartuccia, possa il gancio scavalcare l'orlo cli essa ed addenta r lo stabil mente. Pe r assicu ra re l'estraz ione si fa in modo che lo scorrimP.nto del congegno sia preceduto da un lento e corto movimento rclrograclo, a llo scopo d i smu o\'C re il bossolo d al suo alloggia.mento, perchè se ciò non :i.vvenissc l'orlo p otrebbe rompersi e l'azione dell'E. riuscire nulla. G li E . a leva hanno forma di leva angola.re impernia ta al gomito con un braccjo incas~ato nel taglio piano ove sbocca l'orifìcio dcll'animà e l'altro bracc io a portata dell'otturatore; è l'urlo d el blocco contro quest'ult imo bracc io che, quando si a.p rc la culatta, obbliga l'a ltro braccio, il quale trovasi fra l'or lo de lla cartuccia e la culatta, a rnotarc da ll'avan ti a ll' indietro producendo la estrazione del bossolo. Si fa uso p re feri hiimentc di due E. che agiscono contemporaneamente in due pun ti opposti dell'orlo della car tuccia, o meglio ancora di u n E. a forchetta. Anche le a r tiglierie che impiegano bossoli meta llici devono essere provviste di E . per l'estrazione del bossolo dalla. camera . Esso è a gancio o a leva, foggialo a llnghia o a forchetta. L a s ua azione si man itesta duran te l'apertura de lla cula tta, ed è per lo più d ovuta al contrasto fra una sporgenza. dello sportello, nei congegni a vite, o deJFottu ra torc, ne i congegn i a cunco e un dente dclJ'cstrattore . Buona qualità d i E . è l'azione iniziale di smovimento del bossolo, per evitare probabili rottu1

re dovu te ad uno s trappo violen to quando il bossolo è ancora compresso contro la parete del suo alloggiamento.

Estrèes. :--.; ome d i S marescia lli di Francia : Francesco A11nil,alc 1 ( 1573-1670); fu comandan te generale degli eserciti r iuniti di t 1·ancia, Savoia e Vene?.ia nei G rigioni ; scrisse fra altro, u na « R elazione sull'assedio di J\'(an tova del 1629 >>; Francesco Annibale II (1622168i). Figlio ciel precedente; conquistò Tortosa (1648), d ife$e B;,rcellona ( [649), combattè in Fiandra: nel 1672 f u 1101n inato an1basc iatorc a R oma, ove n1o r1 ~ Gùnmnnl


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( 1624-1707). Fratello del precedente: fu amm iraglio, vice rè in America e governatore in Brettaina; llittor-io Maria (1660-1737). Figlio del p recedente, ammiraglio, vinse gli Inglesi e gli Olandesi, prese Villa.franca e N izza, bombardò Oneglia e Barcellona: a lui si deve la vittoria d i Malaga; Luig-i Cesare (1697°1771). Comandò nel 1757 l'esercito operante in Germania.

Estremo Oriente (Questione del/'). Così s i dc.finisce il contrasto che esiste fra le grandi potenze pro-

duttrici per la conquista di domin1, st:tzioni commerciali, p rotettorati, zone d i influenza o situazioni di privilegio in E. O., specia lmente in Cina. Mentre le possibilità. di interventi nel Giappone, che ,i erano profilate quando gli Stati Uniti per i primi, nel 1854, e poi le a ltre potenze ottennero l'apertura a l commercio di alcuni porti, furono in breve eliminate dalla sua rapidissima europeizzazione, questi si fecero sempre più intensi in ·Cina, dove la situazione è rimasta quasi immutata. La libertà della Cina trovò la propria salvaguardia maggiore ne lla rivalità delle grandi potenze, ciascuna delle quali esercitò sulle altre una stretta sorveglianza affinchè non ottenessero situazioni d i favore. La guerra dell'Oppio aprì la questione dell'E. O., poichè <la quel tempo (1840-42) d ata l'apertura del mercato cinese a l commercio e alla penetrazione dell'Europa. Fu l'Inghilterra che per la prima ottenne fa cessione di un porto, H ong Kong, e successivamente di altri éinque, per cui ebbe possibilità di espandersi il commercio europeo. Le resistenze della Cina detcrmina1·ono successivamente fa guerra del 1860, contro la Francia e Inghilterra, quella d el 1882-85, che si concluse colla conquista da parte della Francia dei territori I ndocinesi, quella del 1894-95 col Giappone, la successiva concessione in affitto di importantissime località della costa a ll'Inghilterra (Wei-hai-Wei) alla Russirc (Por t Arthur) alla Germania (Kiao Ciao). Ed è de ll'epoca il vano tenta tivo fatto dall'Italia di ottenere la baia di San Mun, fallito per mancanza. di energia dei governi del tempo. Stabilitasi una s ituazione di equilibrio verso la _Cina, dovevano sorgere necessariamen te dei conflitti fra le potenze i cui interessi erano in più diretto conflitto. Ne nacque la guerra fra la. Russia e il Gia~pone ohe, terminata colla vittoria di quest'ultimo, ne stabilì solidamente la posiz ione in Manciuria, considerala territorio indispensabile alla espansione demografica e commerciale del G iappone, e diede a llo stesso Giappone una situazione di predominio in tutto l'Estremo Oriente. Fra le ragioni della. rivalità anglo-germa.i,ica, e conseguentemen te della guerra mondiale, non ultima fu la lotta sempre più aspra fra T edeschi e Inglesi per la conquista dei mercati della Cina; quando la guerra scoppiò era na turale che p rima conseguenza ne fosse l'elim inazione di (Jualsiasi possesso e influenza german ica in quelle terre. Kiao Ciao fu conquistata dalle forze g iapponesi e con ess« le isole che la Germania ))ossedeva nel Pa.cifico. Intan"to s i erano sviluppati gli interessi d i un nuovo concorrente: gli Stati Uniti. Questi, che nel 1898 avevano ufficialmente annesso le isole Hawai, e nel 1899 le filippine, sµsc ita rono le prim~ d iffi,ìenze del Giappone, quando nel 1908 offrirono alla Cina i capi tali necessari a riscattare dal Giappone le ferrovie mancesi; fu questa la prima origine del grave dissenso nippo-americano che costituisce oggi uno degli elementi più sens ibili deTia politica mondiale. Ùurante

620 la guerra, il Giappone, approfittando dell'assenza delle a lt.re potenze, con energica p ressione militare, economica e politica, riuscì a str ingere col govern<1 cinese pa recchi accord·i che costituivano a suo favore un vero e proprio protettorato. Fra q uesti specia lmeme importa.11te il trattato di Pechino del maggio 1915. Conclusa la 1iace, l'Inghilterra e gli Stati Uniti si affretta.i-or10 a coalizzarsi -per strapparè a l Giappone le concessioni ottenute, e poiché questo, per la sua formidabile marina, era ormai un rivale molto temibile, col p retesto d i una riduzione degli armamenti convocarono sulla fine del 1921 la Conferenza di Washington. che portò al noto patto navale e costrinse il Giappone a rinuncia.re ai priv ilegi ottenuti. Successivamente il grave contrasto cli aspirazioni fra l'Impero britann ico e gli Stati Uniti è venuto nuovamente a complicare la s ituazione (1928); il p rimo si è riavvioinato al Giapponeil qua le, a sua volta, ha potuto con maggiore libertà rip rendere la sua opera di penetra zione in Ma.nciur-ia_

EstTèes VitLO rio

Es trèes Giovanni

Estremoz. V. Monte Claros. Età (della chiamata) . L'età della Chiamata (V.) dei giovani a lle armi deve essere determinata in relazione alla a ttitudine al serv izio militare, e ad e,igen7.e d'ordine economico-sociali. Molti fisiologi sostengono che l'organismo umano raggiunge la idoneità al servizio militare solo verso il 23° anno di età; per la grande maggioranza. degli uomin i, anzi, ta le idoneità sarebbe completa solo al 25° anno. A vcntì anni, secondo questi fisiologi, il s istema osseo non ha raggiunto ancora un adeguato sviluppo e pertanto l'efficienza foica. dei giovan i è incompleta.. E l'esperienza della st•,ria conferma il punto di vista dei fisiologi, con n umerosi csemp1 di diversrc resistenza degli eserciti a seconda della media dell'età dei componenti : quanto più questi sono giovani, tanto meno sono resisten ti. Ad Austerlitz la grande armata dà prova d i una fortissima resistenza, ma è costituita di soldati tutti di età. superiore :..i 22 anni. A Wagram la res istenza fu assai minore, ma una gran parte dei soldati non aveva ancora 20, ann i. Non v i ha dubbio quindi che sotto il solo p unto di vista dcli<> sviluppo fisico, l'età della chiamata dovrebbe aggi ra rsi s ui 23 a.imi. Tale ritardo, però, tornerebbe di svantaggio sia agli ipteressi dei singoli, s ia a ll'interesse militare. E' oYvio, infatti, che il servizio alle armi deve assorbire l'individuo avanti che questi s i &ia sistemRto nella v ita civile; quan to p rima il giovam: compie il servizio, tanto prima viene restituito a lla famiglia e può d efinire la propria posizione nell'interesse diretto suo e della società. Nei riguardi militari, poi, il ritardo nella chiamata. porterebbe a dover rinunciare a talune classi


ETA'

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con g.rav1ssuno danno del fattore numericn, oggi assai importante. Quasi tt1tti g li Stati fanno la chiamata dal 20° al 21° anno d i età . Fran cia, Cecoslovacchia, Giap-pon-e e Svizzera al 20° ; la Spagna al 21°, m Germania al 17°; l'Austria a l 18°. Per queste due ultime nazioni il lim ite così basso è giustificato dalla necessità d i r aggiungere gli effettivi fissati, poiché per i trattati di Versailles e di S. Germain il reclutamento deve essere esclusivamen te volontario. T utte le legislazioni ammettono l'anticipo delle operazioni di leva e di chiamat,l in caso di guerra.

Limiti d'età. E' una forma d i elimi nazione degli ufficia li in S. P . E. tendente a favorire la celerità di carriera e ad evitare l'invecchiamento dei qu,ldri, e consiste nella cessazione obbligatoria da l servizio att ivo dc-gli ufficiali allorchè. essi raggiungono determinati limi ti di -età, secondo i vari gradi; e ciò indipenden temen te dalla selezione che p uò avvenire, p er non idoneità, anche prima de i limiti d i età suddetti. La questione è stata sempre assa i dibattuta pcrchè molti sostengono che tali limiti colpiscano spesso ufficiali ancor,c '1el p ieno vigore fisico e men tale e perciò in condizioni di continu,ue a prestare efficace servizio. Non si JJUÒ disconoscere un fondamento di verità a tale asserzione, ma è innegabile d'altra parte che la mancanza di ,imiti di età porterebbe ad un dannoso invecchiamento dei quadri e .ad un rallentamento delle carriere. Per contro essi lim iti costituiscono un provvedimento che non ferisce l'a mor proprio degli u fficiali colp iti cd assicura l'imparzialità. I lim iti d'età devono essere fissi 'C abbastanza elevati per non colpire prematuramente troppi individui ancora idonei al servizio. Circa la misura di tali limiti V. A11sil-iario (posizione <li servizio A.).

Etain. Città della Francia, nel dip. della l\'1osa. Ha dato il nome a un combatt imento (25 agosto 19 14) fra il XVI C. d'A. tedesco e le d iv is. francesi 72, 75, 56. Il -combattimento fu glo rioso per le armi francesi, e merita cli essere ricordato soltanto pcrchè rappresen ta l'uni·CO su ccesso francese, ~n teriore alla battaglia della Marna., ,perchè, dal p unto d i vista militare e strategico, non -ebbe alcun pratico risultato, in quanto cl1e la ritirata francese in corso dovette continua re secondo le direttive stabilite, da ta la complessa situazione genera le, a lo.ro sfavorevole. N ulla di veramen te notevole da scgn a Jare, a l di fuori dello slancio con cui i Fra.ncesi pas&, rono alla controffensiva su l XVI corpo tedesco, pas .sando di viva forza !'Ome e obbligando a ripiegare le -colonne nemiche attaccanti. I Tedeschi lasc iarono nelle mani dei Francesi da 400 a 500 prigionieri, abhan•donando s ul campo di battaglia a rmi, m itraglia trici, m u111z:1oni e viveri in gran quantità. L a 33" d ivisione tede.sca fu completamente sbar aglia ta. Etampes (ant. Stam pae). Città della F rancia, nel -d ip. della Seine-et-Oise. I . Battaglia di Etmnpes ( 604). Clotario II, dopo la batt. di Dormelles, malgrado il tratta to conchiuso armò u n esercito che affidò al figlio Meroveo e cercò di impadronirsi ·d i nuovo dei territori che aveva dovu to ce·dere. Ma T euderico II marciò contro le forze d i Clotario, le incontrò presso E ., e in fl isse .loro una nuova disfa tta , dopo la quale corse fino a Parig i di cui si impadronì, II. Combattimento di Etampés (Gue rra delle barri-

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cate 1652), Mentre l'esercito rea.le, a l comando del marchese di Turenne campeggiava presso Chartres, si seppe che (t Mademoiselle d 'Or!éans » era in viaggio per Parigi, e doveva pernottare ad E . I l Turenne, pensando che per onorare la principessa le truppe del duca di Condé sarebbero u scite dalla piana schierandosi a l suo pa.ssaggio, nottetempo si mise in movimento per attaccarle. Ma queste che realmente erano uscite, avutone sentore ripiegarono nei sobborghi. Il Turenne decise di agire egu almente; le forze che erano nel sobborgo furono sbaraglia te e solo la mancanza di cannoni imped ì che il successo si completasse colla pres,c della città. T re settimane dopo, raccolti 3500 fanti e 2000 cavalli, il T urenne strinse d'assedio la p iazza impegn ando giornalmente sanguinosi incontri cogli assediati. G ià u na lunetta era stata· occupata, quando si seppe che il duca <l i Loren a stava avvic inandosi per soccorrere la guarnigione; l'assedio f u tolto e il Turenne mosse contro il n uovo avversario. R itira.tosi questo, mentre si accingeva a r iprendere l'operazione, Conclé abbandonò la città.

Etampes-Valençay (Achille d'). M aresciallo e cardinale francese (1593-1656). Si d istinse in numerose azioni guerresche; col g.rado d i maresciallo combat tè in Piemon te nel 1630; poi prese ai Turchi l' isola di S . Mau ra, in.fi.ne fu capo delle milizie pontificie di Urba no VIII e sconfisse il duca di Parma. Etaples (lat. Stap-ulae). Città della Francia nel d ipartimento d i Pas-de-Cala is, con p iccolo porto sulla ì:lfanica. Fu in tempi antichi for tificata, ed ebbe una salda rocca ora distrutta. Vi si concluse una pace (3 novembre 1492) tra Ca11l0 VIII di F rancia cd Enrico VII d'Ingh ilterra, che pose fine alla guerra per le pretese a.I \rono inglese, da pal"te del re di Francia. Etelredo I. Re d'Inghilterra (866-871) della dinastia a nglo-sassone . Lottò contro i Danesi e coll'aiuto del fra tello Alfredo li battè e cacciò dal centro della Mcrcia dÒ,'erano entrati. Ma, in causa del rifiuto opposto dai Merci di combattere a suo favore, dovette affidarsi ai soli Sassoni. Parecchie fu rono le battaglie, delle qua li qualcuna non favorevole, mentre gli in vasori con tinu avano a crescere. E . continuò a d ogni modo la guerra finchè cadde combattendo . Etere (Acetico, o aceta.to di etile). L iquido mobile, inco lore, di odore etereo grad evole. E ' un solvente molto adoperato nella preparazione degli esplosivi, particolarmente nella fabbricazione Ji talune polveri infumi. 1'.tere etilico. L iquido incolore, d i odore gradevole, mobilissimo e facilmente volatile. E ' largamente usato come solvente nella p reparazione degli esplosivi; la miscela alcool-etere viene a,cloperata nella fabbricazione delle p olveri senza fumo.

Etariarchi. Ufficiali che comandavano gli ausili a.ri dell'esercito dell'Impero d i O rien te. F ra ess i esisteva l'E. e il Grande Etariarca. Eterici. Corpo di cavalleria dell'eserc ito di Alessandro il JVIacedone, i cui componenti godevano di specia li pr ivilegi. Eteromece, Formazione della cavalleria, negÌi eserciti dell'an tica Grecia; era u n parallelogramma più largo per a ttaccare, p iù profondo in a ttesa dell'attacco.


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Eterostoma. Formazione della falange gr eca in forma d i y, coll'apertura rivolta verso il mm ico.

giac era una specie di dittatore. Dopo il 1708 si modificò a lquaJlto la sua autorit à, che ebbe p iù carnttere militare che ciYilc. Do1>0 il 1835 e fino alla caduta della Ethe. Comune del I.ussemburgo lielga. Durante la monarchia russa rE. di tutti i cosacchi era il principe guerra mondiale, il 22 agosto 1914 vi si scontrarono la , ereditario (Zarevic) che n elle cerimonie ne vesliv;L la 7" divis. francese colla 10• divis. tedesca. l Francesi, divisa. Alle dipendenze di esso e ·p er ogni « voisco » marciando colla 14• brigata fanteria in testa, erano pre(grande reparto) comandava un vice E. detto Nacasni ceduti da un regg. di cavalleria che verso le 5.30 cacE. Nell'antico regno di Polonia (1581-1702) il coman ciò da E. una pattuglia nemica che vi ern giun ta . A da nte supremo dell'esercito era chiamato Graxrdc E. ed poco a poco tutta la brigata si impegnò contro forze neaveva come luogotenente l'E. « polny », ossia E. di miche sopraggiungenti, ma dovette ripiegare in E., dove rampo. intervenne ad appoggiarla la 13• brigata. Le fanterie tedesche, che ne avevano guadagna to la sr. p.issando fra Etna. Hrigata di fanteria di linea costitu ita ne l diE. e Virton, l'attaccarono di fianco. Riuscito vano un cembre 19 I 5 coi reg_,;. 223° e 22·1° formai i, rispettivamen contra!!acco di 2 bgl. vcrw La tour, verso le 16 la I 3• te. da.i depositi dti regg. 6" e 75° fanteri~. :ì\lostrine color brig. ebbe ordine di ripiegare. I (JUattro r cgg. frammimattone internamente, esternamente color carm inio. schiati e in disordine bivaccarono sulla s r. della Chiers, Destinata inizialmente in Carnia. fu inviata nel magTedeschi non inseguirono, trincerandosi a X. di Ethc. gio 1916 nel Trentino c. durante roffensiva austriaca, il 10 giugno perdette in violento rornbattimento il suo coEtildibromoarsina. Liquido incolore che s i premandante, ACnera le Pi·cstinari. Quindi pa rtecipò alla baL par,\ facendo agire l'acido bromidrico sull'ossido di etitaglia di Gorizia ( 1916) perdendo 85 ufficiali e 2·BJ uolar,;ina. Fu usato, per quasi tulla la durata della guermini di truppa. Trasferita. all'inizio del 191i, nella zora, come aggressivo starnutatorio, unitam('ntc alla et ilna rii Capurctto, fu schier a ta sulla linea M. ;\'ero-Scldiclor·oarsina, e talora anche con aggiunt.t di ossido di lctta Son;,,a-.M. Rosso, permanendovi fino a ll'ottobre di metile biclorurato. dello anno, allorchè, scatenatasi J"offensin austro-tedesc:i, resistette tenacemente sull~ posizioni affidatele e su l Etildicloroarsina. Liquido incolore che a contatl\I. S lcme lino a che lr soverchianti forte ncm ich..: l'obto del l'acqua svolge odore agliaceo . .E' u no stanwtatobliAarono a ripiegare combattendo oltre l'rsonzo. >l'ella rio che irrita le mucose del na_so e della gola e produce batt. di Gorizia i due regg. meritarono la mcd. <l'arrnmito e disturbi sensorii alle e,;1remità. A contatto delgc•nto. La briga ta fu sc io lta il l.l novembre 1917. l'epidermide, manifesta effetti flogistici e v.:scicatori; e, a seconda de lla conccnlrnzione, può riuscire anche tossico.

Etna. 16i' L.~gione della 1\1. V. S. X. lh per 1110110: « \ 'o:lut ign·s ardcns "· E' formata ~u (Juattro coorti, con

Etile bromacetato e c loracetato. L iquid i con propr ietà irritami; i loro vapori irritano gli occhi. Durante la guerra vennero adoperali come aggressivi lagrimogeni, più largamente il p rimo. lf.tilc clornsolfonato. Liquido incolore. molto rifran gente, di consistetua. oleosa e di odore acuto; ha azione soffocante. rua riesce anche irritante e pungente agli <Jcob i in modo doloroso. Fu a,<lottato da ll'esercito francese, ma per breve tempo, ,•erw la lìne del 1916, come aggressivo asfis.~iante.

Etile ·i odacr/ato. Liquido d i odore acuto e pungente, di consistet17~'\ oleosa e più pesante dell'acqua; emana ,·apori che irritano gli occhi. nurantc la guerra, fu impiegato dagli Inglesi come aggressivo lagrimogeno, tanlo in proietti d i arLiglicria o per mortai Stokes, quanto in granate a mano. in miscele costi1.uite da iodacetato d i etile 75 % e alcool 25%.

cumlcle nere clclla 1.,•1donc Etna 111 Llhia stde rispellivamente ~ Catania, Randaz.w, Agira e Caltagirone. La sede del comando è a Catania.

Et110. Corvetta in legno, costruita a Castellammar·c di Stabia, varata nel 1862, radiata nel 1875. Dislocamen tq

. \'i; . ij

Etiopia. V. Abissiuia.

r.

Etmano (Eta111a 11, o Het111a11). l'arala derivante dal ,edesco Hauptma nn, (cap itano) usata d ai cosa.echi per indicare il comandante o capo ektto da l popolo. In ori-

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1onn. 1563. macchina HP. 366. Nel 1866 partecipò alle operazioni nel l'Adriatico. Bast o ni Cl i Etmnnl J)olacclll

Etna. ~ave da baltaglia d i 4• classe, varata. a Castel-


ETN

-

lamma re di Sta.bia, entrata. in serv1z10 nel 1887, radiata nel 1921 ; lunghezza m . 86,40, larghezza l3,22, dislocamento tonn. 3530, macch ina HP. 6998; a rmamento cannoni 2 da 254, 4 d a 1S2, lanciasiluri 4; stato maggio-

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Ern

tuirono agl i U mbri circa il 1200 a . C. p rendendo loro 300 fra villaggi e ci ttà...Mossero quindi verso la pianura padana occupandone la parte cen trale da!Ja linea Ticino-Trebbia, all'Adige. Ivi inalzarono dodici città, fondando !'Etruria "ova ; fra esse ::--rantova, :Modena, Bologna . Combattendo i Volsci li sottomisero pringendosi nella Caiupania, ove fondarono ancora dodici città fra cui No la, Acerra, Nocera. Sorta Roma, a iu tarono Romolo contro i Sabini; uniti a questi e ai latini combatterono Tarquinio Prisco che ad E reto li sconfisse. Furono vinti ancora da Ser vio Tullio e sostennero T a rqu inio il Superbo. Caccia ti dall'isola d'Elba dai Sirncusani, nel 445 a. Cr. furono sconfitti i n battaglia navale da Cerone tiran no di Siracusa; i Sanniti tolsero loro

re 17, equipaggio 293. Era del tipo detto a rie te- torpedinie re.

Etna Donato. Generale, n. a ::--1ondovì nel 1858. - Ol· Lotcnente di fon..teria nel 1878, fu in Afr ica nel 1898 e col grado di colonnello, conseguito nel 1906. comandò 1'8° regg. fant. o il 7 a lpini. 11:igg. generale nel 1912, comandò b brig:-tta Pug :ic ; partecipò alla campagna d i L ibia al con1.a.11do della 2" brigata 11

a lp ina. Durautt: la grand e guerra ( 19 l.5- 18) conti-

nuò ad avere il coma11do della predclt::t brigata e, prorrtO$SO tenente genera.le resse i comaud i detle divisioni li" e 28" e s i dis tinse s pecialmente quale comandante d i due gruppi alpini guadagnando la commenda de ll'O. M. S. E levato alla carica di comandorn te d i C. d'A., comandò successivamente il XVIII C. (1916) il XXX (1917} e il XXIII (1918). Anelò in P. A. nel 1925. P ubl,Jicò un « :Hemoriale per l'ufficiale sulle Alp i l). Etolì. Popoli che abitavano l'antica Etolia, noti per le loro abitudini bellicose. Lega deg/-i Etol-i (o Lega Etolica), si ch iamò quella costitu ita nel 322 a. C. fra i po poli che abitavano nella medesima regione ed avevano a<:quista to ca rattere d i nazione, con s is temazione politico-militare. Fecero alleanza coi Roqiani con tro Filippo (211 a . C.) ma dovettero staccarsene dopo la sconÌìtta subita dallo stesso F ilippo il macedone, sulle montagne Cinocefale ( 197 a. C.) in Tessaglia. Avviarono pratiche a llora per ottenere la protezione di Antioco; però i n meno di o tto anni furono completamente soggjogati d a Fu lvio Nob iliare duce dei Romani (189 a . C.). Etruria (o T11scia). Fu la regione compresa originariamente fra la Magra, l' Appennino, il Teve re e il mare T irreno, ove visse il popolo degli Etruschi, R asen i, come essi s i dissero, che i Greci chiama rono T i rseni o Tirreni. Discendenti di una colonia di Lidi s i sosti-

Solda 11 e arm i clcglt Etrusch i

Ca,pua e la (\ Lmpan ia, i Galli l'Ita lia super:ore. F inalmente, dopo avere combattuto ancora contro i Romani. subirono u na d efinitiva d isfatta n el 308 a . Cr. per opera dei consoli Q. Fabio e M . Rutilio. D op o la successiva gue rra ·del 302 la potenza etrusca ebbe termine. Neutra li duran te i primordi della guerra sociale, mossero contro Roma quand'essa era già s ul finire. La lo tta fu violentissima; Silla mise l'E. a fer ro e a fuoco.

Istituzioni militari. Le città de ll'Etruria erano riun ite in f edcra ?.ione; a ciascuna d i esse sovrasta va un · lu-

cumone, e fra essi se ne sceglieva uno che ave va il comando di tutte le forze m ilitari. Ognuna delle città invia va al suo seguilo un littore, in segno d i obbed ienza. La mass~ dell'esercito era la fanteria; le città, situate


sulla vet ta di alture scoscese, erano protette da saldissime c inte murate, di cui rimangono gli avanz i. Potenti anche su l mare, gli E. costru ivano le navi da guerra col legname delle foreste della maremma, il Ierro dell'isola d 'Elba e il rame di Volterra e di Siena. Essi inventarono lo speron e che decise di molte fra le loro v ittor ie na vali e mod ificò la tattica di quei temp i.

Regno d'Etrurfo. Prese questo -nome il regno costituito col trattato di Lunéville nel 1S01 e l'ebbe il duca di Parma che assunse il nome di Lodovico J. Alla sua 1norte p rese il governo la madre Maria Luigia, figlia di Carlo IV re d i Spagna. Nel 1807 fu incorporato nelJ'Lmpero francese. Fino dal suo costituirsi, il regno d'E. volle milizie proprie, per diminuire le ingenti spese delle truppe straniere, 26 milioni per i Fra.ncesi, 5 per gli Austriaci. Vecchi soldati granducali furono in vita ti alle bandiere e furono a rruo lati n uovi coscritti. Due decreti del 1801 stabilirono che le forze armale dovessero essere costituite di due rcgg. di fanteria forti di 2000 u. ognuno e due sqdr. di dragoni; ne fu comandante un capitano generale, che fu il marchese Tomaso Calcagn i <li Ferra ra. G li effettivi stabiliti non si raggiunsero mai; nel 1S04 i due regg. furono ridotti a uno solo, e a uno i due squadroni. Etmria. Nave da battaglia cli s• classe, varata a Livorno ed en trata in servizio nel 1S93, rad iata nel 1918; lunghezza. m. SO, larghezza. 12. dislocamento tonn. 228 1,

macchina. HP. 7585; armamento cannoni 4 da 152. 6 da 120, lanciasiluri 2; stato maggiore 12, equipaggio 245. .Era del tipo dello ariete-torpediniere.

Et tangi (Battaglia.) ( 18-19 g iugno 19 13). D opo l'insuccesso d i Sidi Garbàa fu affidato il comando del settore orientale della Cirenaica al gen. Salsa, il quale volle ristabilire immediatamente il prestigio scosso, con una nuova operazione, decisa pcl 18 giugno, mira nte ad espugnare in u n p rimo tempo i posti nemic i fra l'Uadi Ru Msafcr e l'Uadi en-Naga e in un secondo tempo a occupare Sidi Garbàa ed E. Il gen. Salsa divise le sue forze in t re colonne : quella di dr., a l coma.11do del gen, Cavaciocchi, fu composta di 4 bgl. alp ini, 2 hg!. eritrei e 4 btr . d a. mon tagna; quella centra le, di collegamento, al comando del colonnello Arista, di 2 bgl. di fant. e 1 cp. di ascari libici; quella di sr. comandata dal generale ~fambretti, d i 4 bgl. di fanter ia, 2 btr. d a montagna e 1 da campagna, o lt,·e il 52° rcgg. fanteria i n riserva. Il l S a ll 'alba. le tre colonne a vani.arano; quella di dr. percorrendo il litorale si portò oltre il B u Msafer, e. superando il ciglio dell'altopiano fra lo sperone Ilracsàda e l'Uadi enXaga, dopo aver s loggiato nuclei nemici, s i spinse fino a C~r el C hèrba, s u·lla dr. del n u-l'-'Isaf cr, poco lontano da Sidi Garbita. Q ui si fortificò per pernottare. La. colonna di sr., uscita da.Ila ridotta «~farabutto», salì per la sr. del!' Uadi Derna, percorrendo il campo di ba.t-

624 taglia del 16 maggio, e, dopo efficace preparazione di artiglieria, conqu istò la. posiz ione d i Campo rosso, dove sostò per la notte. All'alba del 19 si riprese la marcia col duplice obiettivo Sidi Garbàa (colonna l\Iambretti), Ettangi (colonna Cavaciocchi). Q uesta, suddividen dosi in due colonne minori, doveva superare la. testa ta del Ru M arù1ar, aggirando il ciglione di Sidi Garbàa per piombare sul retro~tante accampamento cli E., facilitando l'azione frontale della colonna di sinistra. La manovra riu.scl completa mente, cd a mezzogiorno la colonna irr uppe contro il campo di E . che il nemico aveva p recipitosamente sgombrato. Frattanto la. colonna di sr., superando resistenza, ave\'a compiuto l'investi.mento del campo da ogni parte. La resistenza del ciglione era stata dapprima violenta, ma l'apparir e da. tergo della colonna Cavaciocchi aveva deciso il n emico n ritirars i verso est La colonna Ma1nbretti, lasciato un presidio a Sidi Garbàa, si congiunse la sera stessa con la colonna Cava.ciocchi. Intanto la divis. Tassoni era giunta, dopo una serie di scontr i vittor iosi, ad Ain :Mara, ad una giorna ta di marcia da Dcrna. Le perdite della divis. Salsa nelle due giornate furono di I ufficiale e 25 uomini di truppa morti, e di 236 feriti, Ira i quali S ufficiali. Il nemico ebbe circa 500 uomini fuori combattimento. Il successo d i Ettangi, oltre che militare, fo anche polit ico, e va lse ad infrangere la barriera che stringeva Derna.

Ett lingen. Città della Germania nel granducato di lhden. Nella campagna del 1796, durante le guerre della Rivoluzione, l'arciduca. Carlo, r.onrnn<lan te le fo r ze austriache, aveva preso tutte le disposizioni necessarie per attaccare il giorno 10 i Francesi, comandati dal ~Io,eau. Questi il 9 lo prevenne; raccolta la propr ia massa sulla. dr., dispose che il gen. Dclmas con 2 rcgg. si mantenesse sulla d ifensiva cli fronte a lla s ir. nemica, custodendo i passaggi lungo il ruscello cbe scorre dietro al ,·illaggio di Oettingheim. Intanto il Sant- Cyr colla massa delle sue truppe, rinforzato dalla fanteria di r iserva, doveva raggiungere la 2' d ivis. nella valle d el .ìv[u rg e con questa spuntare la sr. nem ica e at taccarne tutte le posizioni d i montagna fino alle sorgenti dell' Alb. Contemporaneamente il Desaix doveva marciare coll'ala sr. in direzione di Malsch per contenere le forze che si trovavano fra i monti e il Reno. L a r ise rva di cavaller ia fu p osta ta fra Muggensturm ccl Octtinghcim per protegge re .Malsch. Il Saint-Cyr doveva attaccare le difficili alture di Rott>nsohl, ma per la pcsizione estremamente forte del nemico volle con uno stratagemma evita re un sanguinoso a tta.eco frontale. Na scoste le su e t ruppe nei boschi vicin i, fece a ttaccare il nemico di fronte e sulla dr. da parte delle mezze brigate 106 e 84. Per quattro volte i Francesi furono ributtati ai piedi delle alture senza che gli Austriaci s i movessero; dopo, la quinta, questi, imbaldanziti d al successo, uscirono did lc posizioni per avvolgere i reparti in ritirata; giu nti do"e il Saint-Cyr s i teneva imboscato, furono attaccati da ogni parte. Inseguiti fino sulla posizione colla baionetta alle reni tentarono invano di riordinarsi e furono volti in fuga, abban donando ai Francesi 1000 p rigionieri. Ac• can ita intanto si svo lgeva l'azion e su Malsch; il vill:iggio fu parecchie volte pceso e perduto dai F rancesi, e a notte restò in mano al nemico, mentre essi si mantenevano nei boschi e sulle alture circostanti. Pe,·ò la.


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c:::::J lraocesi -4us!rtàci

Modere

Batl/Jg-li a dl Ellling-~n

ritirata. del generale Keim e h minaccia. sul fianco, costrinsero l' Arciduca. l'indomani a i-ompere il contatto e a battere in ritirata..

Ettore Fieramosca. Corvetta a \'uote, fabbrica ta Castellamma re di Stabia, va ra ta nel 1850: dislocamento ,,..n,,_ l400, macchine HP. 300. Nel 1860 il suo equi-• paggio passò con la nave agli ordini della marina sarda ;· n el 1866 operò nel!' Adriatico.

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Ettorre (Oiuscpj,c). Generale, n. a Napoli nel 185~. Sotto!. d'art. nel 1874, conseguì il grado di colonn ello 1 nel 1905, reggendo la carica di direttore d'a,·t. in Veron a e quindi comandò il 24° rcgg. art. Ptomosso magg. generale Iu nominalo comandante d'art. da campagna a Roma (1910-11). Andò in P. A. nel 1912 e fu richiamato in servizio durante la guerra contro l'Austr ia, al -comando dello sbarramento Brenta- Cismon, e poi della fortezza di Gaeta. Fu quindi a d ispos12ione della direz. <lell' Aeronautica; egli aveva istitu ito nel 19 14 a Roma la prima scuola civile d'aviazione che diede numerosi JJiloti all'aviazione militare allo scoppio della guerra. F u il p rimo ufficiale che volò, con un 13lériot. :l\el 1916-17, fu alla direzione del la difesa aerea naz ionale. Collaborò a Riviste mili tari e pu bbl icò u n volume << Questioni d'onore >l, riguardante le vertenze cavalleresche. Ettorre Filcmdro. Generale, n . a Taranto •n el 1866. Sottot. d'art. nel 1889, passò nel ruolo tecnico dell'arma -e f u addetto durante quasi tutta la sua caniern (19111923) alla fabbrica d 'armi d i Brescia, conseguendo nel 1917 il grado di colonnello e raggiungendo nel 1928 il grado di magg. generale in aspettativa.

Eubea (o Negropo11te). Isola della Grecia, presso la -cost a orientale, la maggiore delle isole dell'Egeo, d ivisa dal continente per mezzo d i uno stretto canale, om(lnimo. F11 in potere dei Vene~iani dal principio del XIII secolo al 1470. I. Battagz;a navale di E11bea (1158). Appartiene .alla lotta fra Normanni e B izantini. Una flotta dei primi,

composta di 140 galere e 24 dromoni, comandata da Stefano !,,f aione, affrontò nel giugno, n elle acque di E ., la flotta bizantina agli ordini dell'ammir. Costantino Angelo, zio dell'imperatore Manuele I Comneno. I Bizantini furono completa.mente sconfitti e i capi . della loro flotta fatti prigionieri.

Le naYI 1osc·une r>renctono d ue g-,.,1ee tu rche nelle acqu e dell 'Isola e.l i Euhoa

II. Assalto deléisola di Eiibea ( 1470). Fu operato da u na grande flotta turca, corn[)Osta di 100 galere e 200 navi da trasporto con 70.000 u, a bcudo, comandati dal pascià :i\folunud, mentre Maometto con grande esercito giungeva di fronte all'isola per terra . La flotta veneziana, comandata. da Canale, molto più debole, non osò di a ffronta re l'altra e si ritrasse a Candia, mentre l'viaornetlo prendeva. dopo dura lotta Calcide, nella quale città si erano ridotte le forze veneziane dell'isola, che cos ì cadde in potere dei Turchi. III. Battaglia navale di E11.bea ( 1616). Una flotta toscana, composta di sei galere, comandata dall'ammirag lio Inghir~mi, si scontrò nelle acque di E . con altrettante galere turche, comandate da Amurnt il giovane. Due delle n avi turche furono prese, fra le quali la capitana; le altre si salvarono con la fuga. I Turchi perdettero 300 u. e 410 cristiani vennero ;ibera.ti d alla schiavi tù. 32 morti e 2 14 fer iti furono le perdite dei Toscani.

Eufrate. Il fiume p iù considerevole del!' Asia occi-


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EuP _:

dentale. Sulle sue rive si combatterono varie battaglie; le seguenti prendono "il nome dal :fiume:

<lino e a Belgrado. :Nel 1733 combat tè ancora contro Francesi sul Reno. Quindi si ritirò a Vienna.

I. Batta.glia dell'Ettfrate (846 a. C.). Fu combattuta e vinta da Salmanassar II re d'Assiria, contro i re della costa marittima : gli Assiri uccisero 10.000 nemici e tolsero loro carri, cavalli e attrezzi da guerra.

Ettgen~o di Savoia Principe d-i Carignano. _Gen erale e ammiraglio, medaglia d'oro, n. e m. a Tor ino (18161888). Dopo essere stato allievo nel Collegio R ea le di. Nautica in Genova, venne nominato nel 1831 guardia-, -marina di seconda cla-sse e nel 1834 luogoten. di vascello_ Nello stesso anno, però, passò a prestare servizio nell'esercito quale capitano, nel regg. « Piemonte Reale Cavalleria», ove rimase anche con i successivi gradi di maggiore, luogotenente-colonnello e colonne'lo. Nel 1840 lasciò il comando del reggimento, per r itornare nella Marina, col grado di. càpitano d i vascello ; due anni dopo venne promosso contrammiraglio. Nel 1844 veniva nominato luogoten. generale e posto al comando ~ella Reale MaJ'ineria Sarda, dalla quale carica si dimise pel 1851, ricevendo il grado onorario di ammiraglio. Nel 1848, _essendo Carlo Alberto partito per i campi di Lombard ia, fu nominato Luogotenente generale del Regno, e l'anno dopo comandante della G ua rdia Nazionale . Durante la campagna del 1859 e dct 1860 fu d i nuovo Luogoten. generale del Re, p rima a Torino, e poi, dal gennaio del 1861, a J\a poii, proprio mentre infuriavano la reazione borbonica ed il brigantaggio. Ottenne la mcd. 'd'oro al va lor m ilitare <e pet· essersi distin to quale L uogotenen te Generale di ·s_M _ i1 Re nelle p rovincie meridionali l> ( Gaeta, 1861).

II. Battagl-ia presso il medi:o Eufrate ( 163 d . C.). Appadiene alla guerra dei Romani contro i Parti a l tempo dell'imperatore Marco Aurelio e fu combattuta e vinta dal legato romano Avidio Cassio contro le truppe di Arsace, re di Parti.

III. Battaglia s1tll'E11.jrate ( 1110). F u combattuta fra le truppe di T ancredi, principe d'Antiochia, mentre tornava dall'avere soccorso Edcssa, e w1 corpo d i :Musu.l-

mani, dai quali Tancredi venne sconfitto, ma riuscì a ritirarsi in buon ordine. IV. Battr,glia sull'Et<frate (1473). Fa parte della lotta fra Turcomanni e Ottomani. Questi ult imi, comandati da M{1ometto II, ebbero la peggio; tuttavia MaomeHo potè forzare uguabnente subito dopo il fiume e mantenere in efficienza il p roprio esercito.

Euganea. 54" Legione della M. V. S. N ., con sed~ a Este. C:onta 2.300 camicie nere di 1" bando, 350 di 2° bando, 100 ufficiali nei quadri e fuori quadro. E' formata su quattro coorti CQn sede rispettivamente a Este,

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Giuseppe EtiOl'l'C , ranipo!o rnva lleg·g·eri della Legione .Eug-niwa .i\1onsclice, Bagnoli -a; Sopra e J'v!ontagoana, una centuria ciclisti, un a centuria ,mitraglieri, un man ipolo zappatori e 1,mo c_a valleggeri.

Euganeo. Battaglione d i volon tari, costituito in Venezia il 30 gennaio 1848 con cJs menti provenienti da Padova: fu assegnato alla terza brigata .

-....

Eugenio di Savoia. Principe e generale, na to a Parigi, m. a Vienna (1663-17.36). Fece le sue prime armi comba ttendo in servizio del!' Austria ne l 1683 contro i Turchi ; l'Imperato re nel 1688, all'assedio di Belgrado, lo nominò generale: nel 1691 fu inviato in Italia ove liberò Cuneo e conquistò Carmagnola, aiutando validamente Vittorio Amedeo II contro il Catinat. ::\"cl 1697 sconfisse completamente i Turchi a Zenta; nel 1701 tornò in Italia, e sconfisse i Francesi a Ch iari ; nel I 704 con Marlborough li vinse di nuovo a H ochstedt ; e n el 1706 con la battaglia di Torino li costrinse a ripassare le Alpi. Con tinuò la lotta contro d i essi in Fiandra e in Francia, sino alla pace d.i R astatt ( 1714). Nel 1716 sconfisse d i nuovo i T urchi a T emcsvar, a Petervara-

E11ge11io di Savoia

Eugenio Ferdùianao, arciduca d'A1tst1·ia.. Maresciallo.. austriaco, n. n el 1863. l~u :i. capo della difesi del Tirolo e s'inte ressò dell'organizzazione mii. del Trentino . !\I pr incipio della grande guerra. fo designato comandante in capo delle operazioni contro la. Serbia, al posto del gen. Potiorek. Nel maggio ciel 1915, appena dichiarata la. guerra contro l'Italia fu destinat~ comandante supremo del gruppo delle annate sulla frontiera tirolese ita.liana. Ne venne però esonerato nel 1917, spec_ie per gli insuccessi su f settore d i Trento. Si ritirò più. tardi a vita privata.

Eumene. I l più grande dei generali di Alessandro,. (360-.315 a Cr.). Nel 32.3, a lla morte d i Alessandro ebbe il governo della Cappadocia e della Paflagonia: Antigone e Anti.patro combatterono contro di lui clic li v inse· varie volte, ma nel 320 a Occinio fu v into per il tradimento di Apollonide comandante della sua cavalleria e si r itirò a Nera ove sostenne un anno 'di assedio. Consegnalo a i nemici dll' suoi soldati in riscatto d ei bagagli, per ordine d i Antigone fu ucciso. Eupatoria (o K'asi<rv) . Città mar ittima de lla Rus-sia, in Crimea. F u invasa dai Tartari nei secolo XVI_


Eco

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Nel li83 fu loro tolta dai Russi, ai qua!' venne presa nel 1854 dagli .\llcati e ~crvì quale base logistica per l'esercito francese cd il contingente itali~no; alla conclusione della pace ( 1856) tornò--:•tl la Russia. D1.1rante la grande guer ra venne bomb~rdata dall'incrociatore tede~co Breslau nel maggio 1916.

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monc, sbarcate le sue soldatesche, li attaccò, e, sgominate le schiere asiatiche. occupò il loro e.uopo. Imbarcatosi di nuovo, inseguì e raggiunse altre 80 navi nemiche in a lto mare e battè a11ch'esse, P er questa azione guerresca la Persia fu messa nell'impossibilità d'W1a pronta riscossa. e le colonie greche furono liberate dal giogo persiano.

Euro. Cacciatorpediniere entrato in sen·izio nel 1902, radiato nel 1924; lunghezza m. 60, larghezza 6,50. diI

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-,wzJ-dt; :f·»z 1tr Ar-clclura Eugenio cl' ..\u;tria

P1·111ctpc .f:ug~nto

cli sa,01:1 Cartgnano

Co111batti111cnto di E-11,patoria (1855), Appartiene a lla guerra di Crimea. li 16 febbraio un corpo russo (generale .Krulov) assali E. che era stata occupata e fortificata dagli a.lleati, e presidiata allora da circa 40.000 uom ini turco-egiàan i, comandati da Omer Pascià . La. cava lleria russa attaccò con manona avvolgente la città, e coadiuvata. da artiglieria si a,•vicinò ai posti avanzati dei difensori, con opportuni appiedamenti di grossi repar ti. Ma, essendo ben disposte le opere cli difesa, Je truppe turco-egiziane non .solo riuscirono a ,;,·entare l'attacco, ma inflissero agli audaci cavalieri russi 11011 indifferenti perclite, tantochè dovettero ri tirarsi in disordin,;;,

Euridice. Fregata sarda, varata a Genova nel 1828, lunghezza m. 44, la rghezza 12, disloc:1m. 101111. 1400.

equipaggio 300 u., cannoni •H ~el 1832 prese pane alla campagna d i T\ln is i, nel 1848 al blocco d i Trieste, uel 1855 alla spedizione di Crimea. Fu radiata nel 1869. Euridice, Kave da battaglia di 6• classe, varnrn. a Castellam mare d i Stabia ed entra ta in serv izio nel 1891, radiata nel 1907; lunghezza m, iO, larghezza S,20, dislocamento tonn. 919, macchine Hl'. -1162; armamento cannoni 1 da 120, 4 da 57, lanc iasiluri 6; st,1to maggiore 8. eq uipaggio 103. Er:t del tipo dello incrociatoretorpediniere.

Eurimedonte (fiume della Pamfilia; oggi Koprusu o Capri-Su) . N el 466 a. C. si combattè sulle sue rive una battaglia che appartiene alla guerra dei Greci contro i P ersiani e fu combattuta e vinta dalla flotta greca, forte di 200 navi, comandata da C imane, figlio di Milziade, con tro la flot ta P ersiana forte di ~50 n:ivi. Gli equipaggi persiani, messi in fuga, lasciarono in potere dei Greci le loro navi, e corsero a raggiun gere sulla spiaggia l'esercito di terra ordinato presso ia costa, Ci-

slocamcmo tonn, .320, macchine HP. 6000; cannoni 1 da 76, 5 da 57, lancias iluri 2; stato maggiore 5, equipaggio 48.

Europa (Caratteristiche ge11eralr). L'E., considerata dai geografi militari come u rta semp lice penisola dell'Eurasia, è la parte più piccola, dopo l'Oceania, del mondo. Ha per confini da tre lati il mare, e verso l'Asia il piede orientale degli Urali, il fiume Ural e la riva occidenta le del M. Caspio e il Manie, Fisiografia. L·E. è la parte più articolata del mondo, giacchè l'Oceano, penetrando intensamente nella terra dà luogo a d ive,·si mari interni, ponendovi intorno una corona di isole e penisole, così da formarne articolazioni che rappresentano il J;% di tutta l'arca . .:--;cJ complesso il tronco clell'E. ha figura di triangolo rettangolare con l'angolo retto appoggiato al Caspio, i I cateto meridionale ri\'olto al ~leditsrranco. l'orientale interno, e l'ipotenusa all'Artico e Atlantico. L'E. viene divisa da una linea immaginaria che va. dal Baltico al golfo d i Odessa, passando para llela. al corso della Vistola e del Dniestcr, e chiamata « Istmo-Ponto-Raltico », in due sczion,: E. conti11c11:tale, od orien tale, cd E. penins,,larc od occidentale, I.e articola1.ioni cd i mari dipendenti sull'Artico sono: il ;,l, di Kara. raccl1iuso fra la pen, Yahnal, e le isole Vaigat, e della ::-luova Zcmlya, p,,r i tre stretti di »latoshki11, Kara, e Yuogor; il M. d i lla.rent, chiuso fra la N. Zemlya, l'arcipelago d i Franrcsco Giuseppe, le Svalb:ml e l'isola. degli Orsi; il M. Bianco, che, ha l'imboccatura stretta fra le penis. di I<~nin e Kola, e si addentra con tre grand i golfi nel continen te; il M, di Non·cgia che separa la penisola Scandinava dalle isole d'Islanda e di Jan Magen. Quelli sull'Atlantico sono: il :Mcd iterranco Germanico, su t \li s i distacca dal continente la Scandinavia, fiancheggiata a E-. dalle isole Aland ; a O . dalle Lofoti; il 1I. d'Irlanda ..he giace fra le due principali isole dell 'a.rcipelago r-dtannico, la Granl,retagna. e l'Irlanda; e il Colf o di l.l iscagl ia. Sono considerati parti del Mediterraneo Germanico il ::ve. del • -ord cd il ::\1. Baltico. Il terreno dcll'E. ha d\lC caratteristiche importanti. Le bassclcrre sono cìrca i 2/ 3 del continente. 13asscterre ed a.lteterrc sono distribuite in modo che l'E. continentale è costituita quasi interamente di basseterre. mentre queL la peni nsulare ha quasi interan1cnte a ltclcrrc. Le alteter re poi non costitui-scono una massa compatta, ma si spezzano e raggruppano in masse minori, le quali formano poi s istemi separati, diversamen te d a quanto succede in Asia.


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Tra le basseterrc notiamo i bassipiani continentali e marittimi, che occupano l'E. orientale, cd il margine esterno dcll'E. centrale, dal Baltico al G. di Biscaglia; i tavolieri fluviali, tra cui principali quello del Po, i due del Danubio (Ungheria e Rumenia), quello dell'alto l{cno (da Basilea a Magonza); cd infine le porte, dalle quali si accede al grande ba;;sopiano marittimo dell'E. centrale, venendo dai paesi del .:Mediterraneo Romanico Tali p orti sono : l'Aqu itauica, fra ì gol,fì di Lione e di Iliscaglia; la Burgundica, tra le va ll i del Rodano e del Reno; la }.forava, fra Danubio ed il baswpia.no germanico.

Orogr(lfia. Le p rincipali masse orografiche sono raggruppate attorno al "Nlcdfterraneo Romani.e,; JHa le vt,rie categorie di terreno montagnoso sono sparse confusamente, e per distinguerle ,·engono di,·i~P in quattro zone: la zona degli altipiani momagnosi, comprendente i paesi al di là del :Mediterraneo Gerrmnico (llritaJJn ia e Scandinavia.), con seni di mare stretti fra ripe a Ile, erte e prolungantisi nel mare (fiord i); la zona del gran bas~opiano russo-germanico-francese, che va dagli Urali al golfo di Bi~aglia cd è divisa dalla \"istola i1:J due sezioni: continentale (bassopiano russo), e rn,1rittima (bassopiano franco-germanico): il punto pi(1 elevato di que- ' sta zona è a soli 4 17 m.; la zona degli a ltopiani dell'E. centrale compresa fra la Porta Aquitanica e la Porta i\Joarava, limitata a S. dalle vallate ciel Rodano-Saona e dal Danubio, nonchè dalla Porta Burgundica; la 7,ona delle catene, che occupa tuttà l'E. meridionale ed ha il suo nucleo principale nel sistema Alpino. Idrografia. La massima parte dei fiumi d'E. ha origine da due centri di dispersione. Il più importante è il massiccio delle Alpi, serbatoio -delle acque pluviali del continente; il secondo è w1 basso rigonfiamento collinesco nella pianura russa, il rialto di Va!dai, che raggiunge appena i 322 m. I fiumi d'altopiano, soggetti a forti variazioni ed irregolarità di regime, sono molto rari. I pr incipali sono ~1uelli dell'altopiano di Castiglia (Duero, Tago, G uadiana). Gli altri, più lunghi ed importanti, sono tutti fiumi di bassopiano, costanti ed uniformi nel loro andamento (ad ecce;r;ioni; delle cascate del Reno a. Sc iaffusa, delle rapide del Danubio e del Dniester) e si prestano bcnissùno alla navigazione, che in genere li collega a me;r;;r;o di ca nali. I primi invece non si prestano affatto alla navigazione. I fiumi d'E. sfociano attraverso delta nei mari chiusi (Dvina e Vistola nel Baltico ; Danubio n el mar Kero ; Ebro, Rodano, Po. Maritza, nel Mediterraneo); oppure ,l mezzo di estuari nei mari aperti: Elba, W eser, T amigi, nel mare del Nord; Senna nella ~fanica; Tago nell'Atlantico.

I laghi in E. sono parecchi. Il maggior numero è raggruppato in due zone: le Alp i cd i paesi circum baltici, specie la F inlandia, chiamata « il paese dai mille laghi » : il più grande il La.doga., è pari a 3/4 della Sicilia. Degli alpini il maggiore è quello di Ginevra (5i8 km'). Vi sono inoltre nelle basscterrc ampie aree di paludi, delle quali note per vastità quelle russe e quelle ungheresi. Molte poi sono le lagune lungo le coste dei mari interni; principali fra di esse quelle dei fiumi della Germania sboccanti nel Baltico, quelle delle coste francesi sul lHediterraneo, e quelle itali:me sull'Adriatico, cd alcune dei fiumi russi sul Mar Nero. Vegetazione. Considerando in ngione della produ-

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Popolazione. ).;cll'ultimo censimento dopo la grande guerra, l'E. dava complcssi,·a.mente circa 460 milioni di abitanti, metà circa di quelli dell'Asia, però con una densità media doppia d'essa, giacchè arriYa. u. 45 per km.'. La razza che predomina è la bianca; non mancano tuttavia n ei paesi più prossimi ali' /\sia popoli d i razze mongoloidi. Il grado di civiltà delle popolazioni europee. specie romano-germaniche, si è d;mostrato superiore a quello delle altre parti del mondo, do\'e hanno trovato modo d i espandersi, Io11dando1ci colonie, cosicchè abbracciano coi loro commerci e colla loro potenza marino-militare circa la metà delle terre 1~ote.

Assetto politico. ,\!lo scoppio de!la grande gue.-ra, l"E. era divisa in 25 Stati indipendenti, molto disuguali tra, lo ro, sia p er superficie come per popola,;ione. Sci di questi Stati avevano l'importanza di gr3ndi po1enze (Austria-Ungheria, Francia, Germania, Gr:m Bretagna, Iialia e Russia) i quali, pur non essendo i più este~i, giacchè la Spagna qra più estesa dell'I1alia, data la densità della loro popolazione, e la. loro impol'lanza politico-militare, avevano la preponderanza negli affari d'E. e del mondo civile, e rappresentavano gli l>/10 di tutta la popolazione europea. La forma di gm·e1no predominanle era la rappresentativa, con un'eccedenza di mona rchie ereditarie, sulle repubbliche. La grande guerra sconvolse pr ofondamente tale assetto, sia. dal lato territoriale che da. quello politico-militare. Le na;r;ioni vitw:iosc naturalmcme si sono annessi i 1erritori abitati da conna?.ional i e sottoposti a S1ati vimi, i quali n el passato se ne erano impadron iti con la forza del.le arm i. Dalle nazioni vinte. sono poi s1ati st:teca1i territori e formati nuovi Stati (Polonia, Ceco-Slo\'acchia, Ungheri:i, Jugoslavia, Finlandia, Eswnia, Lirnnia, Curlandia, Alban ia) .

Ccn'/lo storico-militare. Lasciando da parte le numerose leggende che a,,volgono nelle nebbie dei tempi prei storici l'origine dcll'E., sta di fatto che c~sa venne invasa eia popolazioni, originarie dai grandi ;mperi asiatici. La comparsa di tali- conqu istatori scosse l'apatia degli europei indigeni, cd i primi a muoversi cd orga-


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nizzarsi furono i Greci, i quali non solo si opposero a lle invasioni dei Persiani, ma diffusero la civiltà e la potenza militare-navale verso occidente, mediante quelle colo11ie che si impiantarono in Italia, Spagna e Francia. Intanto i popoli del centro d'Italia, O sci ed Etruschi, andav,mo assumendo impor tan za politico-militare, e sorse Roma, che fondata nell'VIII secolo q. C ., iniziò la conquista dell'E. portando colle proprie legioni la civiltà in tutto il suo mondo conosciuto, e gettando le basi di quel solido edificio che per ben undici secoli dominò il mondo, sotto l'influenza di un solido e ben comandato esercito, e di una organizzazione mil itare territoriale, cli cui rimangono tuttora, dopo p iù di 30 secç, li, salde vestigia. L'eccessiva vastità dell'Impero, e le invasioni barbariche provenienti dall'Asia, provocarono il successivo sgretolamen to della potenza romana, ed i popoli più forti andarono scalzando qua e là le orga11izzazioui coloniali-militari cli Roma. Tn Spagna si fissarono più saldamente i Vis igoti; in Gallia i F ranchi; in Ita lia i Longoba rdi; in Germania i Sassoni; nelle regioni nordiche i Danesi. Successivamente popoli più giovani e forti si imposero ai vecchi dommatori, e così gli Avari si stabiJirono guerreggiando nel. mezzodì, e gli Anglo-Sassoni nella Gran Bretagna. Sulle rovine di Roma Carlo Magno fondò il suo vasto impero, che a sua volta diede vita ai tre reami cli Francia, Italia e Alemagna, nonchè a varii minori, dura ti fino al secolo X. :Ma le lotte d i preponde_ranza militare provocarono nuove guerre, e sorsero dall'ombra i potentati della Russia, Svezia, Norvegia e Danimarca nel scttc111 rione, mentre neil'E. meridionale si facevano strada i 1\fori, popolo esuberante di qualità guerresche, st~ bilitosi lottando ncL, la Spagna, donde però i Cristiani riuscirono a respingerli. Intanto, caduta CostantinopoÌi in mano dei Turchi (1453), i nuovi Stati d'E. si consolidarono ~cl unirono per fronteggiare il pericolo d1 ulteriori invasioni, con spfrito diverso da quello che aveva dominato nel periodo delle Crociate. Nel medio evo però l'E. media e meridionale era stata sconvolta da una serie cli campagne di g11erra. Dal 1024 al 1125, la lotta per le investiture fra Chiesa ed Impero ebbe suo teatro principale di guerra l'Italia. Dal 1087 al 1177; guerra di rivalità fra Inghilterra e Francia, e •contemporaneamente (1091) guernt per l' indipcuclenza scozzese; guerra veneto-ungherese per la Dalmazia (11 15). Poi d,il 1150 al 1250 guerra fra Comuni italiani, sostenuti dal Papa. e Impero. In Italia abbiamo le guerre cli preponderanza fra le repubbliche marinare italiane, Venezia, Pisa e Genova. Contempo raneamen te (1 250-1450) continuano !e guerre tra Papato e Impero, complicate dall'esistenza delle repubbliche e delle signorie, con intervento in Italia. di truppe straniere e specialmente svizzere. Intanto l'invenzione della polvere da. sparo e delle armi da fuoco, rivoluziona l'ar_te della guerra, e l'E., più che mai corsa da un capo a ll'altro da eserciti delle na2ioni preponderant i, passa. nel periodo militare moderno, che ha inizio colla. calata di Carlo VIII in Italia ( l491}. Nel successivo secolo però, sia. in causa deJle guerre provocate dalla riforma, sia in causa dell,i, riunione sotto una. unica corona. del regno cli Spagna e dell'Impero cl' Austria il predominio dell'arte mil itare in E. passa all'esercito spagnuolo, che lo mantiene per tutto il secolo XVI. Nel secolo successivo hanno il sopravvento in E. dapprima gli eserciti svedesi per merito di Gustavo Adoffo, poi quelli di Francia (1648-97) sotto il regno di Lui-

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gi _:lGV. Appena si apre il secolo -XVIII, l'E. è turbata dalla guerra di Successione di Spagna (1700-1714), dove rifu lge la supremazia militare austro -inglese, che s i man_ tiene a nche durante le guerre per la successione d i Polonia ( 1733- 35) e d'Austria (1740-48) nelle quali -si può dire che vengono coinvolte quasi tutte le grandi nazioni europee. Da questo momento, incomincia a svilupparsi la polenza militare della P russia, che culmina nella guerra dei _sette anni (1756-62) col Gran Federico. Il secolo finisce colla guerra di smembramento della Polonia (1772 -1-795). Colla Rivo luzione francese che fa divampare tutta E ., -s'in izia il secolo XIX, durante il quale il gen io di Napoleone I porta all'apogeo l'arte milita.re francese, schiacciando · con ripetute vittorie su tutti i principali teatri d' E . i vecchi eserciti delle grandi nazioni europee. Dopo la restaurazione ritorna in campo, colle lotte di assestamento e d i risveglio del sentimento di nazionalità, la guerra, che divampa qua e là nell'E. L'Italia diventa uno dei principali scacchieri cli essa' dal 1848-49. In questo _ultimo anno anche l'Ungheria lotta per la propria indipendenza; dal 1853 al 18S5 Turchia, Inghilterra, Francia e Piemonte combattono contro la Russia in Crimea. Successivamente seguono le due guerguc d'indipendenza d'Italia, 1859-60 e 1861, -intercalate d alla spedizione in Sicilia e Mezzogiorno. Ma ancora non i, compiuto il ciclo delle guerre d 'Indipendenza d'Italia, e nello stesso tempo trionfa la potenza militare della Germania, che nel 1866, dopo avere tolto alla Danimarca lo Schleswig-Holstein, muove guerra al!' Austria, attaccata con temporaneamente dall'Italia. La supremazia m ilitare della Germania quattro anni dopo si manifesta colla guerra contro la Francia (1870-71). L'llalia approfitta di tale occasione per redimere anche il Lazio, conquistando Roma. Pare finalmente che l'occidente d'E. abbia ra,ggiunto la sua definitiva s.istcmazione. Però non è cosl della parte orientale, e nel 1877"-78 scoppia una nuova guerra fra Russia e Turchia, dalla quale quest'ultima esce diminuita nel suo territorio. La G recia si era già costituita a nazione (1827) e ora si formano gli Stati della Bulgaria e del r.-Iont~negro. Il trattato di Berlino (1878) tuttavia lascia aperta nei Balcani una serie di questioni; una prima insurrezione avviene (1880-81) nella Bosnia ed Erzegovina e nella Dalmazia meridionale; nel 1885-86, la guérra tra Serbi,i e Bulgaria, nel 1897 la guerra fra Greéia e Turchia . Il secolo ~X non è dissimile dal precedente, giacchè fino dal 1903 incominciano le sollevazion i e rivoluzioni in Turcb ia che durano fino al 1911, u n anno prima che incominciasse la prima guerra Balcanica, la quale colle sue operazioni abbraccia tutta la regione che va dal D anu bio a li' Egeo, e parte anche dell'Albania. Pare che il trattato di Londra ( 1913) ponga fine alla guerra, ma l'etema questione Balcanica si riaccende fra i vincitori per la òivisione del territorio, ed una seconda guerra insanguina nuovamen te i Balcani, e termina per l'interven to delle grandi potenze europee sulla fine del 1913. L'Ita'lia ' intanto nel 1911 occupa. la Tripolitania e Cirenaica, e prende come pegno di guerra le isole del Dodecaneso, rimanendone poi in possesso definitivo. Poco dopo le grandi potenze prendono motivo clell,i, d ichiarazione di guerra dcli' Austria- Unghcria alla -Serbia, per detemùnare una conflagrazione europea, che dall'agosto 1914 mette sottosopra tutta l'E. e solo col trattato di Versailles (1918-1919) dà colla pace l'attuale assetto territoriale politico-militare.


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Co11.siderazio11i geografico-strategiche ge1teroli. Dal e Selva Boema; e l'altopiano Bavarese. D\s questo punriassw1to geografico-storico finora. svolto r isulta irmanto la linea del Reno servì sempre come importante elezi tutto che l'E., per la natura del suolo e per le condimelllo ritardatore, e suìle sue rive si indugiaron o le zioni climatiche, può essere divisa in quattro grandi masse combattenti per penetrare nelle grandi pianure fronti di carattere militare di\'erso: nordico, occidentale, francesi. Così, considerando l'altra superiore linea d ' invasione con marcia d:illa p ianura Sarmatica :111:J. Germerid ionale e orien tale. l i primo, chiuso alla navigazione per lre quarti dell'anno dai gh iacci e accompagnato manica, troviamo che le grandi lince fluviali sboccami nel Baltico servirono semp r'! d':i.r>piglio st rntegico. Il da contrade inospitali e nude d i risorse, può ritenersi asso lu tamente inadatto ad operazioni militari di qualche corrugamento delle Alpi, che, intervaJlato ad occidente dalla valle del Rodano, ad oriente s i ria llaccia a l s isteentità. Un solo grande accesso si riscontra nell'estrema ma Dinarico, ha costituito per la pianura Padana, e E. dal ll1ar B i:u1co, che s'addentra nella R uss ia boreale per circa 600 km. ::-ta anch'esso è assolutamente inadatper l'Italia, un prezioso elemento naturale difensivo. to alle invasioni, od operazioni in grande. L'occideutale Però, da ti i numerosi cd abbastanza comodi passi e l'apertura del settore orientale nelle ,\)pi Giulie meridionordico o zona dei fiords, costituito da roccic gigantenali, l'ingresso nella valle Padana. non ha mai potuto sche e gole profonde e tortuose, anch'esso tormentato da clima rigido e boreale, è pure inadatto a grand i opeessere impedito, tanto più che esso, per quanto ostacorazioni m ilitari. L 'occiden tale bag1,«to dall'Atlantico ha lato con :tbile manovra per linee interne, s i è svolto spcs_ so cd age,·olmcntc con direttrici convergenti. come prima terra protesa sul m are a guisa di bastione la penisola iberica, che, isolata dai Pirenei dal re~to del Europa. :\'ave s ussidiaria d i 3" cbssc (trasporto), vacontinente, costituirebbe un importante appl'odo e una. rata a J arrow, entrata in servizio nel 1866, radiata. nel base per eserciti che volessero eventualmente operare verso l'E . centrale da mezzodì. Però le difficoltà del terreno che rappresenta questa antica terra, rotta da corrugamenti aspri e poco praticabili, e per d i più lontana da l cuore d'E. e dal principale teatro di guerra europeo, diminuiscono sensibilmente la sua importanza strategica, e rendono la penisola più adatta ad ai.ioni di piccola guerra come furono precis:imcntc le « guerillas >>. La sezione invece più attaccabile della fronte occiclcntale. che condurrebbe direttamente gli eserciti al cuore d'Z::. at190 1; lunghezza m. 77,37, la rghe1,za 9,6.3, di$locamcnto tra verso minori ostacoli naturali, è ce rtamente il tratto lonn. 1100, macchine HP. 410; cannoni 2 da 57, stato di costa che dat. Golfo di Gua.;;cogna va al Baltico, maggiore 9, equipaggio 8 7. fiancheggia.lo dalle isole Britanniche. Però la storia non registra alcuna grande operazione fatta su questa fronEust achio (il Uo11aco). Corsaro fr::,cese dei , ,_,:;::!:, te occidentale. Il fronte meridionale, che si stende dalla XII-XIII. Dopo essere s•.1(0 a!!e dipendenze di GiovanSpagna al Caspio (-circa 4.~C!'.) !-m.~ e:! r.a ~:;:::~ p'.!::~i ::; i;cnza Terra, cd a ,,u ta la s;g::'l:i'l delle isole Anglod'aoprodo tutte le coste del )f~:t~::aneo, nelle grandi :'\orm~:~:.c, passò a l serviz io dei francesi Filippo Aupenisole che vi si protendono. è esposto alle invasioni gusto e Luigi VIII. Riuscì :1 stabilire il collegamento tra che dal continente africano tende~sero all'E. E la storia la Francia e l'esercito sbarca to in Inghilterra, e p rese difatti rogistl'a, d alle guerre pu niche a quel le moresche parte attiva al la guerra. Morì combattendo nel 1217 e turc 1:s. u,::. :;(;rie ai opcrazio,1:, che infestarono p.:~ ;:;:~sso la foce del Tamigi. parecchi secoli la parte merid ioiwle <i'.E ] I •:·~.:'.'.: ;:~:·:, Eutaw Springs. Affluente ciei ;::~:::e Santee, nella di costa e con.fine che ha costituito la principale porta Carolina. èe1 Suù (Smti Uniti). Durante la guerra d'!:1alle invasioni militari è quello che va <laJl'Egeo a l Mar dipcnden1.a d 'America, il gen. G,~::e, raffo:zalo dall'acNero (270 km. circa.) ed ha. costituito sempre uno dei correre di numerose milizie, mosse dal campo di Sante~ più facili accessi dall'Asia all'E. Da quella grande porper a ttaocare gli Inglesi, comandati dal col Steewart. ta, per l'ampio bacino della Mar itza e la val lata del DaL'S settembre 1781 avvenne l'urto tra le forze nemiche. nubio, l'invasore può mirare al cuore d'E., costituendosi Gli Americani avcvaJ10 in p rima linea le milizie delle una salda base d'oper azione nei Balcani e sulle coste due Caroline, al grosso gli stanziali caroliniani, virginiadell'Egeo e del :VI. Xero. Il fronte orientale, coperto dal ni e maJ·ila ndesi, coll'artiglieria; s ui fianchi il col. Lee Caspio per un bel tratto, è nel rimanente a.perto, e costia destra. e il col. Handerson a destra; il col. Washington tuito da lla catena degli Urali e dal fiume omonimo, osta_ colla cavalleria e quelli ·del Deleware era in riserva. G li coli di poca impor tanza e che fanno considerare da queInglesi erano formati su due linee; la prima appoggiata sto lato completa.mente aperto il confine orientale. Dia sr. ai boschi vicini e a dr. al r io Eutaw, la seconda fatti le irruzioni degli Unni, )Iongoli, Tartari, e succeslinea sopra poggio retrostante a dominio della st ras ivi popoli guerrieri che si gettarono sull'E., passarono da di Charleston. Iniziato il combattimento, le milizie attraverso questa porla aperta. Dalle tre naturali linee earolin iane furono le prime a cedere; nell'inseguirle gli d'invasione, E llesponlo-JJosforo, Armenia-Caucaso, ed Inglesi perdettero il collegamento col resto della loro liUral, tutte le grandi competizioni militari si svolsero nea ciò che permise al Grenc d i avanzare nell'intervallo nelle solite immense piazze d'armi del Danubio infedi volgerli in fuga. Sembrava che gli Americani fose riore, del Danubio medio, del teatro bosno-serbo, di sero om1a i vincitori, quando gli Inglesi, rannodatisi, parquello ungarico, e dello i;chiavonesco-croato tra Drava te occuparono un robu,;to fabbricato difcndcndO\·isi die Sava. P oi p roseguendo lungo il Danubio superiore speratamente, parte presero posizione in una boscaglia, altra sede secolare di battaglie è la conca boemo-moparte in un giardino cintato. Invano gli Am~rican i cerrava, circondata dai Sudet i, Erzgebirge, monti :Yioravi,

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carono di scacciarli dalle loro posizion i ; anzi, con tr attaccati, furono costretti a ripiegare dopo avere perduto fra i prigionieri anche il col. Washington . Il col. Steewàrt, riordinata la propria dr. , la sp inse d' improvviso sulla s r. <le) Grcne, cbe, vista perduta la giornata, ad evita re una_ rotta completa, ordinò la r itirata portando seco 500 prigionieri fatti nella p rima fase della bat(aglia, due cannoni conquista ti al nemico e tutti i suoi feriti. Gli I nglesi però, visto il continuo accrescersi delle forze rcpul>blicane, impotenti a tenere ancora la campagna, chiu sero tu tte le proprie forze in Chad eston .

Euzoni. Soldati greci d i fanteria leggera non compresi nelle divis. regolari dell'ord inamento 1913. Essi erano ordinati in 6 bgl. e vestiti alla greca col gonnellino bianco a p ieghe molto fitte. Evangelista Menga (da CoJiertino). Ingegnere mii. del sec. XVI. Costruì il castello di Coper tino ed esèguì altri lavori di fortificazione. Chiamato a lVIalta, vi costruì le nuove opere dello Sperone, alla punta della Scngla, e lungo la riva opposta a l Corradina. Costrusse una cinta bastionata, assai ben munita, c fiancheggiata da opere m inori. Quando il for te S . E lmo cadd e in mano dei Turchi (1565) egli ehbe il tempo, per mezzo rlella resistenza opposta dal le opere sus.~idiarie prima ideate, di munire il l>orgo e l'isola <li S . Michele, così da com ·ertirli in vere piazze forti. L '.E. fu dall'aro. miraglio Jurien de la Gravière chiamato a ragione il Tod leben dell'assedio di ::\!I alta .

Evans (de Lacy, sir G iorgio). Generale inglese ( 1787 !8i0). Fece parte del cor po di spedizione- inglese in Spagna agli ordini d i Wellington, e passò poi negli Stati Uniti com battendo a Bladcsburg, Washington, Baltimora, :\'uova Orléans. Fu pure alla battaglia d i Waterloo (18 15). Nel 183S, comandò la legione inglese sped i ta contro i Carlisti in Spagna; infine partecipò alla sped izione di Crimea (1854-55). E-vatts Robley D,mglùon. Ammiraglio americano ( 1843 -191 2). Prese pai·te a lla guerra di Secessione coi Confederat i, e a lla campagna in Corea ( 1870) ; all'aprirsi della campagna contro la Spagna ( 1898) ricevette il comando della flotta, e bloccò la flotta sp~gnuola dell'annuir. Ccrvcra nel porto d i Santiago, distruggendola n ella sua sort ita. Fu uno d ei p.iù tenaci propagandisti per l'espm1s ionc della marina americana, e per le, grandi cr oc iere.

Evertsen. Nome d i parecchi ammiragli olandesi; r icordiamo tra essi: Cornelio (1610-1666); morì combat_ tendo contro gli I nglesi; GùrMnni (1600-1666); fratello del p recedente; morì pure combattendo contro gli I nglesi; Come/io ( 1642-1706); comandò la flo_tta a llo sbarco in IngMlterra di G uglielmo d'Orange. Evesham. Ci ttà dell'Inghilterra., nella contea <li Worcester. Il 4 agosto 1265 vi si combattè una battaglia che appartiene all'epoca d elle lotte costitu zionali in Ingf, ilter ra e fu comba ttu ta e vin ta dal principe Edoardo, figlio del re Enrico III, contro i Grandi capitanati da Simone di Montfort, conte d i Lcicester, il quale, dopo la vittoria di Lewes (1264) aveva spiegato un d ispotismo sfrena to. L eicester fu ucciso, ma Enrico III riconobbe la 1J,[agna Cha,·ta per non più viola rla , e nella pace conchiusa nel giugno 1267 ch iuse l'era delle lotte costituzion ali e pose termine alla guerra civile.

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Evocato. Soldato legionario romano éhe g ià aveva u ltimato la ferma e veniva ad offrirsi spon taneamente per essere riammesso in servizio, perchè in estremo bisogno, ovvero vi era invitato dai consoli e dagli impera tori con lettere e promesse di p remi. Si da-va agli E. un soprassoldo e alla fine di ogni guerra grosse ricompense p ecuniatie ed all!Che poderi. G li E. avevano grado e distintivi di centurione, o a lmeno fra il centurione e i gradi minori. La prima notizia di E. risale al ,198, quando Flaminio ne condusse circa 3000 in Macedonia;, successivamente quella della evocatio dovette essere- cosa comune, poi che li troviamo negli eserciti di ·:Mario, di Silla, di • Cesare, di Pompeo. Talvolta se ne costituirono speciali reparti. E voi uzlone. E ra così chiama ta tempo addietro la com binazione dei movimenti per spiegare in battaglia un battaglione, uno squadrone od unità superiori. Oggi per E. s'intende ogni movimento di reparti, sia d'ordine chiuso sia per predispors i a l combattimento. E' però vocabolo che va cadendo in disuso. Evol1tzioni (Marina). Il complesso dei movimenti che eseguono le navi di u na squadra o d ivis . na va.le per passare da una formazione ad un'a ltra , sia durante la marcia s ia durante il combattimento. Fin dalle prime battaglie navali ricordate d a lla s toria si h anno esempi di E . compiute dalle squadre durante il comba ttimento. A Salamina i Greci sconfissero l'annata di Serse facendo esegui re una grande conversione alle proprie navi, con perno s ulle uni tà di s inistra. In molte battaglie si sente dire che le navi passarono dalla formazione di fila alla formazione lunata o fa lca ta per l'a ttacco frontà le. Un'abile conversione si ebbe nella battaglia di Cinosscma, in Clii la retroguardia ateniese, comandata da T rasibulo, cambiò d i direzione ad un tempo di 90°, inviluppando le triere di Mindaro. Altro esempio di ampia conversione viene ricordato da Polibio nella descrizione della battaglia di Eìcnomo. Lo stratega a teniese Formione, nelle sue anastrofi, consiglia di fare invertire ad un temp o la rotta di tutte le proprie nav\ dopo aver attraversato la formazione nemica. Non mancano gli esempi di evoluzione per aumen tare o diminuire le distanze fra navi combatten ti : esempio di ciò è la battaglia d'Acri vinta dai Genovesi nel 1258. Si hanno frequenti notizie di eserc itazioni compiute d alle squadre per addestrare i capitani a passare ordinatamen te da una formazione ad un'altra, vale a dire per a ssumere rapidamente le fonnazioni a rombo, a cuneo, a fa lange retta, obliqua e trasversa, a tr ifalange, paragoge, ccc. Nelle marine a remi tutte le evoluzioni erano relativamente facili, non così nella Marina a vela , in cu i, per passare da una formazione ad un'altra, si rese necessario osser vare bene la d irezione del vento e aumentare o diminuire le vela ture per fare aumentare o d in:i.i nuirc le velocità delle na vi. 1 P assarono molti anni prima che si vedesse comparire un organico trattato delle E . navali il qua le venne pubbl icato dal padre gesuita Paolo Hostl!, cappellano delle squadre di Luigi XIV, nel 1614. In questo trattato per la prima volta si considerano caso per caso le formazion i_ d i marcia ed i movimenti che devono fare le navi per passare nel minor tempo possib ile e con la vo luta sicurezza di naviga.zion e da una formazione ad u n 'altra. Dopo il trattato del padre Hoste, si trova n el 1667 quello di G iorgio Fournier, poi nel 1878 quello <li


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o Luigi D'Orvilliers, in cui l'ordine principale di battaglia è quello de lle n.avi su tre colonne, e in cui è curata principalmente la composizione e la trasmissione dei segnali che servono per le E. Seguono i seguenti trattati inglesi: Steel, lì90; Ilcchins. lì9•1; Chelrk d'EL ding, 1796; quindi il celebre trattato di Chopart, pubb i icato nel 1799, cd infine, pa5sato il periodo velico cd iniziandosi quello delle nav i a vapore, i trnltati cli Douvct. Dc Villaumez. Jourien Dc La Gravière, Chabcaud-.\rnault. Con l'avvento delle navi a vapore le E. navali assumono un'aspctto assolutamente matema tico, fondato su ben determinati principi di cinematica navale. 01111ai sono bene cletenninati gli elementi di velocità, gli angoli di timone, ccc., ed i movimenti delle squadre assumono l'aspetto di movimenti che possono essere prev isti con grande approssimazione e tracciati sulla carta pr ima della esecuzioite. Nelle armate moderne le E. riguardano i movimenti che devonsi eseguire per passare da una formazione di marcia ad un'altra in relazione alle varie circostanze: marcia diurna, notturna, marcia di esplorazione, m arcia in zona minata, in zona di probabile presenza di sommergibili, ccc. Durante il combattimento le E. devono dare alla squadra posizione tattica vantaggiosa rispetto a quella del nemico, ossia una posizione secondo la quale riesce maggiormente sfruttato il proprio volume d i fuoco rispetto a quello dell'avversario. Sono celebri nella storia recente le E. compiute sul campo di battaglia dalla squadra giapponese dell'ammir. Togo alla battaglia di T susbima e quelle della flotta germanica dell'ammir. Scheer alla battaglia dello Jutland.

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Le principali E. di una flotta moderna sono quelle che si rilevano dal disegno, e possono ridursi schematicamente a i movimenti di inversione cli marcia, passaggi dalla linea di fila alla linea di fronte o viceversa, e cambiamenti di rilevamento, sia eseguendo le E. per rotte dirette, sia per contromarcia.

Evora (ant. Liberalitas Jutia, poi J.i.b'l/.ra) . Città del Portogallo in prov. di Alemteio. E• antichissima, con ,ccchie fortificazioni e 1vanzi di costru~ioni romane. Dura11te In campagna del l'o rto. gallo del 1807-08, il 30 luglio giunse dinanzi a Ila piazza, ov" si erano concentrati nun,erosi insorti portoghesi con trupp~ spagnuole, la divisio• ne francese del ge• ncrale Loison, rinforzata di due rc~gimenti di dragoni e 8 pezzi. Gli insorti erano schierati dinanzi alla città, colla dr. appoggiata alle alture dominanti guarnite da una btr. di 5 cannoni e colla sr. all'antico castello di E .; altri 12 pezzi erano ripartiti lungo la frl)nte. lni1.iatasi la lotta, il gen. Solignac, attaccò la sr. nemica mentre la dr. era a!tacfala d:i. un bgl. Contro il centro mosse il gen. :'llargaron, e in breve le file nemiche, perduti parecchi cannoni e circa 500 u., dovettero ripiegare in città. La resa imposta venne ri-

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fiuta la e il gen. Loison ordinò l'assalto che ebbe inizio contro il castello. Il Solignac, spezzata ogni resistenza, ributtò gli avversari in rotta sulla strada di Estremoz; esito eguale ebbe l'allacq> del gen. ~1argaron che, aperta una breccia nelle mura, entrò nella città. ~e seguì una sangui11osa mischia per le vie, dopo di che la città. fu saccheggiata. Gli Ispano-Portoghesi perdettero circa 8000 u. fra morti, feriti e prigionieri, 7 cannoni, 8 bandiere e molto materiale, i Francesi circa 300 u. Fra i difensori di E. si trovava una legione straniera, composta in maggioranza di Italiani, comandata dal col. Moretti che oppose la maggiore resistenza. Fra le truppe francesi la cavalleria era costituita dal 1• rcgg. dragoni e dal 26° cavalleggeri. tutti Piemontesi. Il primo che salì sulle mura della città fu il tenente Spinola, genovese, che cadde gridando (C Viva Genova e l'Italia! >1.

Exeter (ant. Isca Dummmiumm). Città dell'Inghilterrn nella contea di D evon, sull'Exc. I l castello reale data dall'epoca normanna. Antica capitale del regno di Wessex, durante la guerra fra Carlo I e il Parlamento, fu Q. C. dei realisti. A sscdio di Exeter. Sulla fine del 1067 Guglielmo il Conquistatore, saputo che in Inghilterra si stava ordendo una congiura per cacciare i ~ormanni, partito da Dieppe e dopo una sosta a Londra, marciò su E., ove, dopo la sconfitta di Scnlac, si era rifugiata la madre di Aroldo. Essa aveva ricostruito le fortifica:doni e raccolto numerosi soldati danesi e gallesi. Giunto nei pressi della piazzaforte, trdvatc chiuse le porte, il Re, fatti condurre avanti gli ostaggi che aveva, fece loro strappare gli occhi. Dopo diciotto giorni di assedio, durante i qua li gravi erano state le sue perdite, riuscl a corrompere i capi e a ottenere la resa. Entrato in città. l'abbandonò al saccheggio.

Exilles (o Esiglie, lat. Exiliae). Comune in provincia di Torino, sulla sr. della Dora Riparia, a 12 km. da Susa. Ila importanza strategica quale nodo stradale e punto di obbligato passaggio nella strozzatura della valle d'Ou!x, dove convergono le grandi rotabili e la ferrovia che scendono dal l\Ionginevra e dal Fréjus. Data la sua posizione sopra una roccia che domin:t la vallata, costituisce un ottimo punto di sbGrramento. Costru ita dai Cel(i, costituì un baluardo della nazione. I Carolingi lo assegnarono ai marchesi di Susa (1001). che lo fortificarono .fin d'allora. Passò poi ai signori del DeUìnato e al re di Francia (1350). )<cl 1453 E. era ancora in mano dei Francesi e mentre infieriva la guerra tra il duca Lodovico di Savoia e Carlo VII di Francia, i Piemontesi del duca lo ripresero e lo misero a sacco. I Savoia però non riuscirono a tenere la piazza, che qualche anno dopo fu ripresa dai Francesi. Nel 1593 (14-23 maggio) Carlo Emanuele I, alla testa di truppe italo-ispane, attaccò nuovamen te E. dalla parte di Sus.a, e dopo due assalti ed un nutrito fuoco d'art. con 13 pezzi, il comandante del presidio scese a patti, e capitolò. Vi rima.se un presidio ispanopiemontese al comando di D. Rodrigo di Toledo. Un tentath·o francese di prendere E., eseguito nel 1594, fallì. Carlo Emanuele III completò le fortificazioni di E . affidandone il compito al colonnello del genio Bertola, che la rese inespugnabile, così che nel 1794 le truppe francesi l'assediarono, ma non riuscirono a prenderla. In

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,·irtù del 1rat1ato di Chera;;co venne demolita. In seguito vennero rifatte quasi tutte le fortificazioni come nel primitivo pi;oget to, e in te~pi più recenti altre opere vi furono aggiunte. Il forte di E., che nel complesso ha seguito le evoluzioni della fortificazione, è considerato come uno dei più importanti forti di sbarramento contro la Francia. I. Assedio di Exilles ( 1595). Appartiene alla guerra tra la Francia e la Casa di Savoia. Comandante delle forze francesi era il gen. Lesdiguières, che il 1• gennaio, av_anzando con circa 2.000 u. di fanteria, occupò le alture di Ccls e di S. Colombano, mentre altre truppe s'impadronivano delle posizioni ùi riva dr. della Dora, intorno a E. Il 3 gennaio aprì la prima trincea d'investimento, e nella notte piantò le batterie contro l'angolo creduto più debole. Ma vide la necessità di stringere più da vicino la piazza, e iniziò altre opere contro il baluardo del borgo. Intanto Carlo Emanuele I, saputo dell'avanzata franceSce, s'affrettò a riunire truppe ed in persona le guidò per Susa verso E. il 5 gennaio. Erano circa 3.000 fanti e 800 cavalli. Altra colonna agli ordini del mastro di campo Alessandri si dirigeva \'erso Sezane, al tergo dei Francesi, che il duca doveva attaccare di fron te provenendo da Susa. Disgraziatamente J'Alessandrì sbagliò strada, e parecchi uomini morirono dì freddo e fatica. Ciò prorncò un'ordine di ritirata Senonchè il 9, giunti in rinforzo elci Piemontesi 1500 Napoletani, Carlo Emanuele decise di portare il suo campo a Chaumont, e tentare per diverse ,·ie di arrivare su E. Una. piccola colonna. riuscì a mettersi in comunicazione col presid io del forte, comandato dal Cazzino, che, rianimalo dall'arrivo degli aiuti. promise di resistere ad oltranza. Intanto gli attacchi degli assedianti sì face,·ano più intensi, e il duca pensò di forzare il ponte sulla Dora; il tentativo fallì e costò 600 u. Il 22, quando si stava organizzando un nuovo attacco dì viva forza, si seppe che il presidio si era arreso. Il comandante venne poi processato, ma per tnolte attenuanti ebbe lieve condanna. II. Assed-io di Exilles (1708). Appartiene alla guerra per la Successione di Spagna. Quantunque il maresc. dr Villars aves~c giudicato imprendibile E., Vittorio Amedeo TI sepp.e che il presidio, scarso e mal comandato, non avrebbe resistito e il 6 agosto, con una forza adeguata, investì il forte. Il 9 fu aperta la prima parallela; il comandante francese La Boulaye O!>[>Ose deholissima resisteuza; 1'11 l'art. piemontese iniziò il tiro in breccia, che venne aperta, e impressionò i difensori che· si arresero a discrezione. La Boulayc fu dai suoi condannato come codardo. 111. Investimento cli Exilles ( 174S). Appartiene alla guerra per la Successione d'Austria. Il conte di Lautrec, comandante dei Franco-Ispani, con 18 bgl. francesi, calati dal Monginevra e dal colle di Sestrières, ed 8 bgl. spagnuoli venuti dalla Moriana, investì E. ai primi disettembrc, e con grosse artiglierie iniziò il bombardamento. Carlo Emanuele III, appena ebbe sentore di la le azione, mandò verso E. una grossa colonna per impedire la chiusura dell'investimento. Giunto tale distaccamento in prossimità di E., comprese che non era possibile attaccare gli assedianti e prese posizione a, Giansant sulle pendici del colle di Pisso, che da Pragclato porta in valle S. Martino, onde tenersi nascosto al' nemico. Intanto fece correre la notizia che una grossa


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-colonna di soccorso era giunta in aiuto degli assediati, per impressionare il nem ico. Difat ti questi, visto che_ incominciava il periodo delle nevi e sempre più difficile sarebbe stato l'ottenere rinforzi, men tre già Carlo Ema-, nuele r ichiamava a ltre truppe, d ecise d i togliere l' investimento, tanto p iù che gli venivano a 1pancare anche le munizioni.

Extrarothering. E rano i cont ingenti nobilia_ri dell'esercito della Scandinavia, secondo l'ordinamc1110 del 1815. Completavano l'lndelta ed erano costi tuiti- da soldati forniti dai proprietari non soggetti a presta.zione m ilitare e dagli ufficiali titolal'i di bostelle (poderi di estensione varia, assegnati come stipendio a ufficiali e sottufficiali).

Battaglione alpini Exilles. Nel 1885 fu assegnato al .3° regg. alpini il bgl. Val Dora, che nell'anno seguen te .assunse il nome di Susa I, e nel 1889 quello di E. Ha le •Cp. 31, 32 e 33. Du rante la guerra I ta lo- Austriaca (1915_ 1918), per la quale costituì la 34• compagn ia di milizia mobile, occup ò inizialmente il M . Stol ed il Kozliak ,.e conquistò, il 16 giugno 1915, la quota più alta del M. Nero (2245). Il bgl. operò sul M. Rosso, a S. Maria d i Tolrnino, sul Vodil e contro le posizioni di Doljc. Trasferito, nel 1916, nella conca di Plezzo vi rimase fino all'aprile, quan<lo fu inviato in Val Degano, dopo aver -ceduto la 84" cp. al bgl. alpini Assietta di nuova forma 7 .zione. Durante l'offensiva austr iaca nel Trentino ( 1916) fu inviato alla testata di Val T erragnolo, poi sul Corno -del Pasubio e infine a P asso dell'Ometto, a Griso, e sul1' A lpc di Cosmagnon. Nel 1917 presidiò le cune di Pas,so Buole e del.lo Zugna in Val Lagarina. Nel 1918 fu trasferito in Vallarsa, a Raossi, ed il 24 ottobre fu schierato sul Grappa. Di lì, inseguendo il nemico in riti rata, oltrepassò i .Solaroli e 1,r_ Fontana Secca cd en-trò in Feltre il 26. Il suo contegno in guerra gli valse, oltre alla citazione sul bollettino del 9 novembre 1918 del Comando Supremo, anche la eoncessionc della med. d'argento al valor militare per la sua condotta sul l\fon~ -te Nero.

Eylau. Città della Prussia Orientale. Durante la campagna del 1807, erano giunti nei suoi d intorni i Russi in ritirata, al comando del gen. Bennigsen, inseguiti da vicino dai Francesi cnmandati da. Naipoleon-e; p iù lontano era il N ey che incalzava i Prussiani, comandati dal gen. Lestocq. I Russ i erano circa 58.000 u. (126 bgl. e 195 sqdr.), i_P r ussiani circa 6000 u. (9 bgl. e 29 sqdr.) e i Francesi ( Guardia; III C. d'A., Davout; IV, Sou,lt; VI, Ney; VII, Augerau; corpi d i cavaller ia :Murat) circa 70.000 ( 118 bgl. e 148 sqdr.). Bennigsen, visto che non poteva rompere il contatto, impensierito per le proprie comunicazioni e temendo di essere sbar agliato a lla spicciolata, decise di dare battaglia presso E . Il terreno è una pianura uniforme, interrotta da basse a ltw·e, resa in quel mese di febbraio ancor più unita perchè coperta di neve e perchè i laghetti e i corsi di · acqua che la rompono erano tutti gelati. Le truppe del VII corpo francese avanzando (7 febbraio) urtarono contro l'avan~ardia nemica che occupava l'altip iano di Zicgelhof, appoggia la a dr. alle alture di Tenknitten. La divis. Leva! mosse contro la fronte e la sr. russa; la rlivis. d i cavalleria leggera del IV Corpo e il 57° regg. di linea attaccarono Tcnknitten. Dopo tenace resistenza i Russi furono costretti a ripie-. gare, inseguiti d alla cavalleria d i riserva e dalla divis. Légrand, che ricacciatili anche da E., presero posizione oltre l'abitato, man tenendovisi nonostante i ripetuti ritorni offensivi del nemico. A sera anche le truppe del generale russo Barclay de Tolly, che asserragliate entro il cimitero a dr. della città resistevano disperatamente, furono respinte dalla brigata De Prade. A notte, l'Imperatore pose il proprio Q. G. in E. e diede le disposizioni per l'indomani. Le truppe che avevano combattuto, furono lasciate nelle loro posizioni ; la divis. Saint Hilaire occupò un'altura isolata che si collegava col cimitero, sostenuta dalla divis. dragoni del Milhaud, la cavalleria leggera del IV corpo e parte di quella della r iserva si radunarono presso un sobborgo della città, il r esto insieme colla Guardia, presero una posizione centrale dietro all'abi tato. Il III corpo, intanto, in marcia sulla strada d i Bartenstein, puntava su Scrpallen, ed era giunto all'a'ltezza di Rothenen colla propria avan' guardia ; più lungi ancora, sulla sr., era il corpo del N cy che inseguiva i Prussiani del Lestocq, il quale con largo giro era riuscito a,d avvicinarsi ai Russi. Di fronte ai Francesi i Russi avevano la dr. comandata d al genera le Tuczkof appoggiata al villaggio di Scbloditte, coperta da una batteria di 40 pezzi da 12, il centro, comandato dal gen. de Sacken, coronava le alture oltre E . a circa 700 m. dall'abitato, coperto da una seconda batteria d i 40 pczii da 12, mentre un'altra batteria di 60 pezzi da 6 rimaneva mascherata dalla fanteria; la SC'. comandata dal gen. Ostermann Tolstoi era schie.r ata fra la masseria di Auk lappcn e K lein Sausgar tcn, con una terza batteria di 40 pezzi da 12. Di più i Russi avevano lungo le linee 400 cannoni ' da campagna. La se conda linea era disposta in colonna; due divis. coman-

Ex militari. Battaglione costituito dal m inistero della guerra lombar<lo il 16 luglio 1848, al comando di Pietro Piazza, in Pavia, allo scopo di troncare i disordini che avvenivano nei corpi regolari, fomentati per -varie ragioni dai militari disertati dall'esercito austriaco. Questi m ilitaçi furono in numero di 400 allontanati d alle file, e inquaJdrati con ufficiali p iemontesi. Ma si mostrarono insofferenti d i d isciplina anche qui e nei primi d'agosto si sbandarono; solo poc11i passarono in P iemonte e fu rono incoPporati nei Cacciatori franchi.

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Exmouth Ectwarct

Exmouth (Edward Pallew, visconte di). Ammira:glio inglese ( 1757-1833). P artecipò alla guerra d'Indipendenza americana e nel 1803 ebbe il comando della flotta delle Indie. N cl 1810, comandante la flotta del Mediterraneo, operò contro i porti francesi e italiani. Nel 1816 distrusse il por to e la flotta del bey di Algeri <e liberò oltre 1200 schiavi. :l\el 1817 fu nomina to comandan te di Plymouth .


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date dal gen. D octorov co3tiluivano la r i,crva ed erano :sch iera te in colonna sul centro e s ulla sr., la cavalleria regolar<': al comando del principe di Galitzin, era ·ripar·tita per divis. lungo tutto il fronte, i cosacchi coprivano a grande dis tanza le ali. All'alba del giorno 8 i Russi iniziarono l'azione bomr bardando violentemente la città; Napoleone, portatosi al cimitero col s uo Q. G., la Guardia a piedi, e qualche .sqdr, a cavallo, oroinò ali' Augerau di avanzare col suo C. <l'A. di schierarsi a dr. di E. aprendo il fuoco d'artiglieria. Durava da due ore il bombardamento, quando Davout intervenne attaccando di fianco la sr. nemica e, sbaraglia.nd ola. Caccia tala da ·Serpallen, la ributtò sino ai boschi di Klein Sausgarten, dove corsero alla riscossa le riserve che momentaneamente ristabilirono la situazione. Spostandosi sulla sr. i Russi tentarono allora di fare massa verso la città, per spezzare in due lo schieramento francese. La divis. Legrand e la br. Farey sostennero bravamente l'attacco, mentre 1 Napoleone ordinava alla divis. Saint Hilaire di appoggiare Davout e :all'Augerau di disporsi nell'intervallo fra le posmoni -di quest'ultimo ed E. In questo momento una folta nevicata, togliendo improvvisamente la visibj lità, provocò :un errore di direzione nell'avanzata del VII corpo che

ad un tratto si trovò addosso tutto il centro avversario. D u,·an tc una schiarita Napoleone v;de il pericolo e la~ ciò a vanti tutta la cavalleria che riuscì a disimpegnarlo e a sfonda re la linea delle fanterie avversar ie. Intanto un corpo di 4 o 5000 Russi, anch'esso disorientato dalla neve, passò non visto presso le colonne dell' Augerau, e giunse dove si trovava l'Imperatore ; un bgl. di granatieri e lo sqdr . di scorta lo caricarono violentemente e lo sbaragliaron(). Anche sulla dr. l'azione procedeva vittoriosamente; Davout occu-pava ormai anche le alture fra Auklappen e Kustchitten, respingendo per tre volte i violenti contrattacchi dei Russi. L 'intervento verso Schmoditten .dei Prussiani in aiuto alla sr. russa, non ebbe alcun effetto, mentre sulla sr., dove fin'allora il Soult non aveva ottenuta una decisione, l'arrivo del Ney, che conquistata Althof, appoggio d'ala dei Russi, si era gettato nella battaglia, valse a indurre il Bennigsen a ordinare la ritirata generale. Nella battaglia i Russi perdettero 28.000 u ., 24 cannoni e 16 bandiere, i Francesi circa 7000. Fra i feriti fu il maresciallo Augera u. Una delle bandiere russe fu conquistata dal corazziere italiano Ramero, del 1° regg.; prodigi di valore fecero il 1° regg. Dragoni, costituito qua.s i totalmente da P iemontesi; e il 21° dragoni, tutto italiano. I due


Ez1 regg. caricarono i quadra t i russi e li sbaragliarono gridando: « Per gli Italiani non v'è ostacolo,,. Si distinsero anche i bersaglieri corsi e del Po, e il 17° reggimento cavalleria leggera, quasi tutto di Parmensi. Cadde nella battaglia a nche il cap. dei granatieri a cavallo Anzani, caricando la colonna russa che minacciò presso il cimitero il Q . G. d i Napoleone.

Ezio. Generale romano del secolo V, n. nella Mesia, m . nel 454. Apprese il mestiere -deJ!e armi da Alarico, al quale era stato dato in ostaggio da Onorio. Si perfezionò fra gli Unni chiamati in soccorso da Giovanni. Ri. conèiliatosi con Placidia fu da questa designato ad un comando nelle Gallie ( 425). Provocò la. r ivolta del conte 13onifazio, e la conquista di Genscrico in Africa. Marciò contro Ilon ifazio (432) clie ferì a morte, quan_-'

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tunque 11011 fosse da lui sconfitto. Difese dal 443-451 le Gallie dai barbari, battendoli separatamente, Sconnsse Attila a Chalons; venne assassinato dallo stesso< imperatore Valc,uiniano III per gelosia.

Ezzelino I da Romano. F u uno dei rettori della. Lega Lombarda (ll75) contro il .Barbarossa; combattè a Legnano: poi si r iamicò con l'I mperatore.

Ezzelino III da Romano. Tiranno crndelc; vicario imperiale in Italia, signore di Verona. Vicenza , Padova, Feltrc e Belluno: nel 1256 il Papa indisse una crociata. contro di lui, che perdette Padova (1256), ma nel 1258 riusci vittorioso a Torr icella e prese Brescia: nel 1259 fu scon.fittò, ferito e fatto prigioniero a Cassano sul1' Adda.: morì a Soncino per ferite riportate.


F. Fu chiamata così in primo tempo ht brigata <li famcria Foggia, coslituita per la guerra 1915-1918 su lre reggimenti (280, 281 e 282).

bombardamento. Aveva le seguenti caratteristiche: Ju11ghezza m. 90, a ltezza 28, larghezza 20; capacità metri cubi 18.300, carico utile kg. 8.500, autonomia ore 50. Era dota to di 4 motor i I. F. V. 4 B. della p otenza d i 180 HP. cadauno e ragg iungeva una velocità massima d i km. 90 all'ora.

F. Cla,;s~ di sommergibili cosliéri ; sono stati costruiti alb Spezia e a Sestri Ponente fra, il 1916-17; spostane. 246 wnn. in emersione e 25~ in immersione; hanno emersi, una velocità di miglia 12.9, immersi di 7,5. TI lorr armamento consiste i11 un cannone da 76 mm., una mitragliatric.c e 2 lanciasiluri da 450 mm. Hanno, se emersi, una autonomia di 1100 migli::t• a 9 migli(t orarie, se immersi d i 130 miglia a 2

Faà di Bruno. Cannon iera, varatr nel R. arsenale di Venezia cd entrata i.n servizio nel 1917; lunghezza m. 55,56, larghezza 27, dislocamento lonn. 2852; macchine HP. 465, armamento 1 cannone da 381.

Fnf1 d i Bruno E-rnilio

miglia orarie. Sono lunghi 45 m. larghi 4,6, alli 3,7, muniti d i due mo to ri Fiat Diesel <li 668 HP. per la naviga1.ione di superficie e 2 motori eleltrici Savignano per la navigazione subacquea; l'equipaggio è di 20 uomini.

F. 6. D irigibi le ripo Forlaniui, u sato dall'av iazione ita, liana aurantc la guerra, in azioni di ricognizione e d i

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l'ai, cli Bruno AlllO lllHO

Faà di Bnmo A111011i110. Generale, nato ad Alessandria, morto a Torino (1794-1876). Sottot. al servizio francese nel 1813. Partecipò alle campagne in· Sassonia ed in Francia fino a.l 18.14, quando passò nell'esercito p iemontese, dove divenne colonnello nel 1836. :Maggior JCnerale nel 1844, comandò la brigata Savoia e n(l 184S l'Accademia Militare. Nella l' guerra dell'indipcnden.z a ebbe il comando della I• brigata <lella 2• divis.; nel 1849 Iu ispettore dei depositi di fan teria e nel 185 l andò a riposo. Faà di Bru1to co11te Emilio. èlfodaglia d'oro, n. ad Alessandria, m. a Lissa (1820-1866). Iniziata la sua ,c an-iera nella R. Marina Sarda nel 1838, raggiunse nel 1863 il grado di capitano di vascello. Nominato comand ante della nave « Re d 'Italia >J, il 28 maggio 1866 si trovò con essa alla battaglia di LiSS<-i. Non un., istame abbandonò il suo posto di comando, e, rimasto frno all'ultimo sul posto di comando della, nave, con cs,;a si inabissò nei gorghi dell'Adriatico. Alla memoria. del prode marinaio fu conferita la medaglia d'oro al valor mili tare «per la sua eroica, condotta nelle azioni di Lissa, nelle quali lasciava la vita».

Fabbri (Aiig11sto). Genera le, n. a Ravenna nel 1858.


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FAB-

Sottot. dei granatieri nel 1882, divenne colonnello nel 1911 e comandò il 58° regg. fanteria e poi, in Libia, il 23°, meritando ad Assaba ( 1913) la croce di cav. dell'O, :\1. S. ?11agg. generale nel 19 J 5, comandò in guerra la brigata ~IJ.arcl1c e pe r la conquista del 1\'f. Paterno ebbe la croce d'uff. dell'O. :'.\{. S. Ten. 11:enemle dal 1916, comandò la 25'' divis. e poi il 26° C. d'A . che diresse sul!" .\ltipiano d'Asiago meritandovi la mcd. d'argento. Dal marzo 1918 fu c,1po di S. ::VI. della llI Arma ta cd a lla battaglia del Piave venne insignito della commenda dell'O. J\.l. S. :Ne,I 1919 ebbe il comando del C. d'A. di Roma e nel 1920 andò in P. A. S.

638 meccanici e simili (Fabri ferrarii, lig,uzri,), non erano scompartiti nelle legioni i ma formava.no in ciascun esercito un corpo unico che sia.va sotto un comandante supremo (pracfcctus fabrum) de l genio, nominato dal ge--

Fabbrini (Vincenzo) . Ammiraglio, 11. a F irenze nel 1861 , entrato in servizio nel 1876. promosso conrrammir. nel 1915, collocalo in I'. A . nel 1918, promosso arnmir. di squadra nella riserva nel 1923. Fu dirc ltorr generale del R. Arsenale di )-°apoli nel 1915.

F;l!Jb l'I <lell ' C~c•1·cl10 ltal ia llO ( 1908)

neralc; egli sopraintendeva alle macchine d'assedio e da_ guerra, dirigeva i larnri di approccio e d'assedio e aveva. l'ispciione della pulizia dei traini.. FablH·lni Vincenzo

FabJJrl

Aug-us ro

Fabbri11i Giulio. Generale, n. ;i,cl Oleggio, m. a ~fontecatini ( 1865-1 919). Sottot. di fontcri.i nel 1883, divenne colonnello nel 1915 e comandò il 58" regg. fanteria che condusse iri guer ra nei primi due anni. Primo comandante della brig. Pesaro e magg. generale (1917), tenne poi il comando della brigat:. Abruzzi e si meritò la mcd. d'argento.

Fa bbrizi (Givuanm"). l'atriota, n. a Bastia, ru. a Livorno (1811-1871). Combatté nel 1848 in Lombardia col corpo toscano; ebbe nel 1859 grande parte nella cacciata dd Granduca e nell'annessione della Toscana al Piemonte. Scrisse fra a ltro: « D el sen timento nazionale in Italia», « D elle eventualità. italiane». Fabbro. Artefice che kwo ra allri fucina e sull'incudine i ferramenti in grosso che vengono poi puliti e perfezionati dai liinatori e dagli operai cl i fmitura. F.siste in tutte le fabbriche di armi e di materiale d'artiglieria in genere. Nell'antico esercito piemontese era chiamato cc f erraro » ed aveva il compito particolare della prima lavora.tu ra e sgrezzatura delle armi da fuoco, in special modo delle artiglierie. Oggi operai F. sono anche presso ogni regg. d'art. e fanno parte del person ale addetto a ll'officina reggimentale. Qualche F. trovasi in genere anche nei regg. d elle altre anni e appa.rtien~ agli zappatori cli corpo. G li operai F. ciel-le fabbriche d 'armi e degli arsenali di costruzione sono di massima borghesi, in ruolo fra il p ersonale civile dcll'anuninistrazione de lla guerra. Anèhe le officine da campo hanno un certo numero di F . fra i varii opera.i di mi dispongono. !\ell'esercito romano le maestranze, gli ingegneri, i

Fabbro r/cgli acciari,,i. Così cr1 rhiamato nei tempi pasSJ(i, l'o1>craio che riumva .: adanava fra loro tullele pani componenti l'accia,·i110. Fabbro delle canne. Così era chiamalo nei tempi passal i l'operaio che rifiniva le ca nne degli archibusi e dei. fucil~ dopo uscite dalla loro greggia co5truzionc. Fabbro dc·i [ornimenti. Così era chiamato nt•i temp i: anticili, l'operaio che costruiva e liniva tutti gli arnesi,. gli strumenti, ed i pez1.i aiu,essi a lle armi da fuoco.

Fabert (Abramo) . )laresciallo e ing. mii. di Francia ( 1599-1662). Partecipò all'assedio dcli.i. Rochelle, alla.. presa. di Susa, diresse le operazioni d 'assedio a Chivasso, s i rlis1inse agli assedi di 1-\rras e Perpignano, eprese Slenay (1654). Un figlio, Luigi ( 1631-l669) fuc pure 111aresciallo di Franc ia; fu ucciso a Cand ia. Fabio (Qt<i11Jo .lfassimo R11Uia110). Generale romano, cinque voile console. Nel 322 a. C. vim;c i Sanniti, nel 310 gli Etruschi, nel 308 gli Umbr~ nel 297 i Galli uniti ai Sanniti. Fabio (Q11i11.to ;t,fassimo, detto ll Tcmporeggiatr>rc)._ Generale romano, c inque volte console. Nel 233 a . C., alla fine della prima guerra punica., sconfhse i Liguri, che avevano ten tato d i assalire Roma; nella seconda guerra punica, nominato dittatore (217) dopo la battaglia del Trasimeno, con abili mo;;se strategiche seppe• c,·ita rc ogni battaglia, stancaudu e indebolendo Annibale, sinchè, avendo Roma rarcolt, " .,e e speditele in Africa minacciando Canaginc, Annibale dovette recarsi· in aiuto della sua capitale. ::,.; el 209 r iconquistò Taranto.

Fabriano. Città delle ~fa.rche in pro,·. di Ancona_ D i origini antichissime, sorse nel sec. VITI s ulle rovine::


F .AB

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de i tre mun ic ipi romani d i Attidimn, Sentium e T,•.ii. cu.m, dopo le v~lorie d i Carlo Iv1agno sui Longobardi. "'\Tcl 1010 i Fai,,rianesi còmba!ter ono con F irenze contro Fiesole, e con questa furono in armi contro l'imperatore Enrico l V. Si confederò in seguito con Foligno e Perugia. Con a lterna vicenda F. fu soggetta a ll'alta sovrauità di Federico Barbarossa, Enrico V+, O ttone IV, Federico II; quest'ultimo vi mandò un presidio di 500 fanti, comandati da Ruggero Chiavelli, il quale condusse lJOi i Fabrianesi in lotte vittoriose contro Rimini, Camerino e Ancona. Fra _il 1170 e il 1300 F. si costituì in libero comune, assoggettando i s ignori dei cas telli circonvic ini e ampliò notevolmente ii suo territorio. Sorte Jc; fazioni dei Guelfi e dei Ghibellini, i nobili, capeggiati da Alberghetto Chia,·elli, parteciparono per gli Imperiali, contro ii popolo che er a Guelfo. Dopo a lterna vicenda. di prevalenza, mentre Battista Chiavelli, vicario imperiale, angariava il popolo e l'opp rimeva d i balzelli, si ordì una con giura per cui nel giorno della Ascensione del 1435 nella chiesa di S. Venanzio, nove maschi della famiglia Chiavelli, fra cui tre bambini, furono massacrati. Fu poi invornta la p rotezione d i Francesco Sforza, che l'anno seguente entrò in città e ordinò che fosse costrui ta una rocca e altre opere di d ifesa. Poco dopo il papa Eugenio )V per forza d'armi sottomise la città alfa Chiesa. Nel 151i F. fu saccheggiata da 10.000 soldati d i Massimiliano, agli or dini di Guglielmo Moncada vicerè di N apoli. D i questi torbidi p rofittò certo Zobicco, per signoreggiare la città; egli resistette alle mi-lizie pontificie e le sconfisse, ma, portatosi a Roma per definire la si t uazione, venne processato e giustizialo; a F. fu mandato quale governatore il card inale Giulio De Medici, poi Clemente VII, -sotto il quale fu costrnila una seconda rocca. La città seguì poi i destini dello Stato della Chiesa Jìnchè (14 settembre 1860) non vi entrarono le truppe italiane.

Presa di Fabria1to (Guerre delb R ivoluz ione. Campagna del 1799). La colonna del gen. Monnier, dopo avere supera ta la debole resistenza trovata presso la· stretta di Furio, si diresse il 28 giugno s u F . difesa da circa 800 ponlificii. Dopo due ore di lot ta, la c ittà fu occupata e parie della popolazione fu ma.,sacrata. Nuove resistenz~ trovarono i Francesi a lla stretta di Russa, a circa 8 km. da F., superata dopo tre ore di lotta accanitissima. Respinti di roccia in roccia gli insorti finalrnente si ritirarono1 e i Francesi s i diressero ad Ancona.

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FAB-

nostri tempi >> ( in collaborazione con lo Zanelli) ; « G·l l avvenimenti milita.ri del 1848-1849 in I ta lia>>; << La se· conda parte della guerra del 1866 iJ1 Italia ll.

Fabrizi (Nicola) . Generale garibaldino, n. a Modena, m. a Roma (1805-1885). Partecipò alla congiura. di CiroMenotti, poi si a,ssociò alla « G iovane l talia » e partecipò a.Ila ,i,edizione di Savoia. Ne l 1837 passò a lVIalta ove p reparò il moto delle Calabrie nel 1844. ::sre! 1848

partecipò ali' insurrezione di Palermo, poi combatté a Venezia e a Roma. P reparò nel 1857 ifl spedizione di Pisacane, e quella dei M ille: combattè a 11.li'azzo e fu da Gariba ldi nomi11ato ministro della gue,rra a Pale11no_ Nel 1361 par tec ipò alla campagna contrn il brigantaggio; nel 1866 fu capo <li Stato Ma.ggiorc dell'esercito di Garibaldi. L 'anno seguente fu con lo stesso a Me.ntaJia. f u deputato <li TrapaJ1i e di :\fodena. nelle lq.;islature dalla VITI a lla XV.

F'ad<.la Gluseppn

Fallrlzi Xicola

Fabrizio (Caio Lu.scino). Generale romano; console ne l 282 a . C., vinse r ipetutamente i Sanniti, i Bruzii, i L ucani, riportando grande bottino e ot tenendo gli onori del trionfo. Nel 280 fu inviato, rlopo la battaglia di Eraclea, pr esso il re Pirro, che tentò inva no di corromperlo con offer te e con minacce. Consegnò a Pino· stesso il suo medico, che aveva proposto di avvelenarlo, se r icompensato con denaro dai Romani, Nrll'ar,no 277 Iu censore.

Fabrice (Giorgio Federico). Genera.le sassone (18 [81891). Part.ec ipò alla guerra del 1864 e a quella del 1866. Dopo Sadowa d ivenne ministro della guerra del regno di Sassonia di cui riorganizzò l'armata. su l modello 1nussian-0. Durante la guerra franco-prussiana ~u governatore del d ip . di Seine-ct -Oise. Q.cnerale d i. cava lleria nel 1872, fu di nuovo min istro clcl la gue rra e nel 1882 degli affari esteri.

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Fabr is (Cecilio). Colonnello e scrittore militare, nato a F irenze, m. a Roma ( 1840- 1902). Comba ttè 11cl 1866; nel 1869, durante una sommossa a Borgotaro si 111,,ritò la med. di bronzo. Dal 1884 al 1892 insegnò otoria generale alla scuola di guerra. Addetto all'archivio storico del corpo d i S. M ., divenne colonnello nel 1895. Fra molti a ltri scri tti, pubblicò: << Noz ioni di geogra.fia storica n ; << Còrso di storia genera le e pa rticola rmente <l'I talia »; « Storia della brigata Aosta d alle origini ai

Fr ~1nrol)ollo co1n,rn emora. 1i vo <le lre11trai a d i -Fnbvi el'

né ll 'Ac-ropoll cli Ateue

Fabvier (barone Carlo Nicolò) . Generale francese (1783a185S). Fece le campag11e napoleoniche; fu in Persia dove fondò l'arsenale di T eheran. Dal 1823 al' 1828 combat tè per la libertà della Grecia Nel J ~30 fu nominato comand a.nte di P arigi: d ivenne is,,Pttore della.. fanteria n el 1839. Andò a i·iposo nel ·1849 e pa:;sò in Danimarca: dove riorganizzò l'esercito.


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F.AC

FAO

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Fronte bastionalo

Froflle lafl'agiùlo

7hmte-poligona/e

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Facco (lelle 0 1lere cli roetlllcazionc pr,rn1ancn1r·

Facce. Sono quei lati di un'opera d i fortificazione ,che vengono col loro incontro a forma re un frortc J)'iligona.le, o l'angolo saliente del bastione, del rive!lino·, ecc., o l'angolo l'ientrantc del fronte tanagliato. Le F. hanno azioue frontale lontana. Una F. ritirata, rispetto ad altre dello stesso frontc che sieno acjiacenti, dicesi più ~pecialmente «cortina)). Alle volte si fanno nelle F. alcune .batterie basse scoperte, le quali vengono ch iamate << Piazc basse delle facce)>. Vi sono, oltre le F. \ ·ettilinee, le -concave, le convesse, a d enti, a risalti. secondo il tracciato c'h e presentano. Facciali (Feriti). E rano così denominati nell' ultima _guerra i colp iti alla facc ia dai proiettili delle a.rmi d,t fuoco. Tàli lesioni interessavano spesso gli occhi cd i mascellari, donde un gran numero d i accecati e cli invalidi bocéali, pei quali fu!·ono organizzati ospedali chirurgici con personale sanitario specializzato. I risullati furono ottimi, in seguito alle operazioni di plastic<L prat icate con successo, nonchè per l'applicazione di appa· recchi di p rotesi, specialmente dentaria. Dal punto di vista medico-legale gli esiti delle ferite d 'arma da fuoco della faccia sono variamente valutate ai fini dell' indennizzo, a seconda della loro entità. Sono ascrivibili alla prima categoria con assegno cli superiQva.lidi tà. le alterazioni organiche ed irreparabili di ambo _gli occhi, che abbiano p rodotto cec ità bilaterale, assoluta e permanente, 11onchè quelle associate a tale r idu.zione dell'acutezza visiva. da parmettere appena il con1:eggio delle d ita alla distanza. della visione ordinaria ,da vicino. Le altre lesioni oculari, a seconda della loro gravità. in rapporto a lla riduzione della vista, vengono assegnate a lle a ltre categorie d i pensione contemplate nelle vigenti disposizioni di legge. Lo stesso dicasi dei postum i delle a ltre lesioni: sono ascrivibili alla prima ,categoria e< le d istruzioni cl i ossa della faccia, specie dei .mascellari, e tut ti g li altr i esiti di lesioni della faccia stessa e della bocca, tali da determinare un grave osta,colo alla masticazione e alla deglutizione, e da costrin-. _gerc a speciale alimentazione, con conseguente notevole ,deperimento organico». Faccini (Cesare). Generale, n. a Castiglione in T everina nel 1868. Sottot. d i fan teria nel 1887, frequentò la scuola di guerra; nel 1915 al Col çli Lana (ove ri-:rnase ferito) meritò !'O. 11. S. Poco do.n o ten. c?lonnello, sul Sief ebbe la prima med. d'argento. Coh!rne'Eo nel 1916, comandò nella wna Carsica il 29° regg, fall· teria. e vi guadagnò a ltre due med. d'argento e una di bronzo. Briga<liere generale nel 1918, comandò dal 1920 la brigata Lombardia.. Gei1erale d i div is. nel 1927, assunse nel 1928 il comando della divis. militare d i Alcs:sandria.

Facher (Et). Capitale del Darfur, nel Sudan Egiziano. Durante il movimento dei Mahdisti era occupata d a guarnigione egiziana, al comando di Said Giuma., e ci1lla da m uro di un metro di spessore, con fosso ant ista11tc la rgo cinque, munito di batterie. Nel gennaio 1884 i :Mahdisti, comandati da :Yiol1amcd Khalid, assediarono la città, occupando i pozzi che stavano fuori della cinta. L a gmtrnig-ione assetata, impegnò un primo combattimento per riprenderli e riuscì nello scopo costi-ingendo i ribelli a ripiegare. M a, rinforzati di solda ti e munizioni, essi tornarono .i.ll'assalto dei pozzi e riuscirono ancora a impadronirsene. J nvano gli Egizian i, con ripetut i ass:;.lti, tentarono cl i riconquistarli; dopo sette giorni di lotta il 15 gennaio dovetlero a rrendersi a discrezione. Faconti (Alfredo). Generale, n. a Torino, m. a Fireuze (186l -L929). Souot. di fanteria nel 1882, divenne colonnello comandante il 63° reggimen to nel 1912. Nel 111,arzo 1915 venne pron1osso n1agg. generale; in guerra tenne il comando della brigala Mantova. In P. A. nel 1917, divenne poi generale di divisione. Fadda (Gittsej,pe). Generale, n. a Caglia ri, m . a Roma. (1846-1917). Sott. di fanteria ne:l 1864, combattè nel 1866. Partecipò alle campagne in Eritrea dal 1889 a l 1893; comandò la zona d' Arehico ed all a battaglia cl' Agorclat si meritò l'O. M. S. Colonnello nel 1898, comandò 1'89° rcgg. fanteria. ìV[agg. generale comanda11te la brigata Friuli nel 1904, nel 1908 andò in P. A. e nella riserva divenne ten. generale nel 1912.

Fadda Francesco

Fadlnelli Antonio

Fadda F rancesco. Medaglia d'oro, n. a Tempio Pausania nel 1893, caduto nel 1916. Di modesti natali, chiamato alle armi con la sua classe d i leva, era sergente ne.11'84° regg. fante ria, a.Horchè scoppiò la guerra con l'Austria.. Nel luglio del 1915, ottenne la nomina a sotto1enentc di complemento nel 45° regg. composto quasi tu tto di Sardi. Combattè valorosamente nella zona dell'alto Cadore, fino a quando ca.deva eroicamente; la mo-


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tivazione di medaglia d'oro ricorda così il glorioso episodio : « Al segnale dell'attacco, slanciatosi riso'lutamente ava.mi, alla testa dei suoi, giungeva primo sulla posizione nen,ica, che riusciva ad occupare dopo cruenta e vivissima lotta. Colpito da una bomba che gli asportava metà di una mano con tre dita, e poi da una granata che gli troncava am bedue le ga1nbe, con mirab ile senso del p roprio dovere, conscio della suprema necessità di non interrompere ed infiacchire in quei momenti la violenza deJl'assalto, rifiutava d i farsi traspor tare, continuando a spronare i suoi ed additando la cima agognata. D opo .che, con un ultimo sforzo, la vide raggiunta, sereno per l'oper a compiuta, in piena coscienza , moriva sul posto, ma11tencndo sino all'ultimo contegno forte ed eroico. (Dente d i Sief, 21 maggio 1916) ».

Fadéiev (Rostisla.v Andréiévic). Generale e scrittore .mi i. russo (1824-1884). Prese parte a.Ile campagne del Caucaso divenendo genera.le. Nel 1877-78 combattè in Serbia e nel :.\fon tenegrn. Sc risse tra l'a ltro: (< La -potenza m ilitare della Russia)), << La mia opinione s ulla' questione d'Oriente », « Sessanta anni di guerra al Cau.caso )>, ecc.

Fadfnelli (Antonio). Generale, n . nel 1858, m. a Pc.ugia nel 1928. Sottot. nel 1883, percorse la carriera .nd l'anna del genio, partecipando a lla campagna eritrea del 1897 e diven endo n el 1910 ten. colonnello capo uifì.cio del genio della ma rina di Venezia. In P. A. nel 1914, divenne colonnello nel 1915 e brigadiere generale .nel 1919. Fu anche insegnante aJla Scuola d'app licazione -d'ar t. e genio e collaboratore d i r iviste militari. Fadini (nob. Umberto) . Genera.le, medaglia d'oro, Jl . a

Crema nel 1862, caduto. sul l'iave nel 1918. Uscito a vent'ann i dall'Accademia mii. di Torino, iniziò la carriera nel l O" rcgg. art. d a campagna e divenne un c,wa.liere dei p iù abili ed a1·diti, nonchè studioso e com_pelcn te d'ippologia ; per queste sue qua·lità, anzi, fil incar icato d i pa1·ecchic importai1ti m issioni all'estero. As.segnato nel 1910, all'Ispettorato Ippico, vi r imase lino a l febbra io 1916, rendendo segna lati servizi d'indole tecn ica durante il period o della nostra prepa razione a lla _gue rra e nei primi mesi di essa. Trasferito in zona di ope razioni n el fehhra io l916, comandò prima il 19° regg. .a rL da catnpagna, in Valsugana, e po'i, pro1nosso 1nagg. _generale nel novembre 1916, l'art. del IV C. d'A. n el.la :zona d i Tolmi110. Nel marzo del 1918 passò a coman.dare l'a rt. del XXIII C. cl'A . sul Basso. P iave, e quivi, poc hi giorni dopo la battaglia del Piave e la nostra. vi_gorosa controffensiva tra P ia.ve vecch io e nuovo, cui ,dette ogni sua energia, incontrò gloriosamente la morte .nelle prime linee, come è detto nella motivazione, con la ,qua le alla memoria di iui fu concessa la med. d 'oro : « Intelligente, ardito, abili!isirno comandante d i a.rti;glieria cli Corpo d 'Armata, per ventun giorni consecutivi cl i battaglia fu l'anima della poderosa azione svilupJ)ata dalle sue batterie. Al congegno giiL mirabilmente ,preparato seppe dare con opportune, personali direttive :sul terreno - frutto di assiduo studio e di geniale in-, t uizionc - tutta la s nellezza e vei·ità di giuoco che gli eventi di una fortunosa e movimentata lotta imponeva1.0, e a l buon esito della quale validamente cooperò aniche con frequen ti ricoi;nizioni per zone battute la intenso fuoco a vvcrsa.rio e con ascensioni in pallone pel con-

641 !rollo dei tiri p iù importan ti. QuMdo già la vittoria aveva sorriso al suo Corpo cl' Armata dopo d ue battaglie, in un'ardita escursione sulle posizioni dai nostri raggiunte cadde, colpito in pieno da un proiettile nemico, chiudendo con una gloriosa morte sul campo u n'esistenza costantemente e risolutamente dedica ta al dovere ed alla Patria. (Basso P iave, 15 giugno-7 luglio 1918) )) .

F.aenti na ( Via Romana). Costruita per la necessità d i un rrupido sbocco verso il Tirreno dalla bassa valle del Po, nel principio del II secolo d. C. E ra lunga un centinaio di chilometri. Da Faenza risal iva il Larnon e, e, giunta a Marra.cli, piegava verso il passo delle Sca-1 lette, scendendo di qui nella valle della Sieve e seguendola sino a Firenze, Faenza (a.nt. Favent-ia). Città in prov. cli Ravenna sulla Via Emilia, alla sr. del Lamone. Di remota fondazione, fu da Roma ascritta alla t.ribù Pollia prima della guerra socia le. P assata a lle d ipendenze dell'esarcato di Ravenna, ne seguì le sorti. Nel periodo delle lotte co\nunali ebbe conflitti con Ravcn· na, gelosa del suo sviluppo. Gravi e feroc i furono successivamen te le contese tra Guel..6 e Ghibell ini, succedutis i a l potere alternativamente, con le due famiglie dei .~enu!;_a dl Faenza Manfredi e dei Mai.nardi. La città era stata già da. antico tempo munita di forti mma e baluardi, cui fu aggiu nta nel secolo XIV la rocca cli Granarolo. Quando il ca1·dinale Albornoz fu in Romagna. per ricondurla. all'obbedienza della Chiesa assediò anche F. che era in potere dei Manfredi e dopo breve assedio si arrese, il 10 novembre 1356. Poco dopo ritornò a i .Yfanfred i. ma venne assalita d all' Acuto capi tano di ventura aÌlora a i servigi della Chiesa., cd abbandonata al saccheggio cd alle violenze. Astorgio Manfredi per intromissione del pa,pa Ui;bano VI riebbe la città. K cl seco'lo su.ccessivo F. viene nuovamente assalita con Bologna da l legato del papa Bonifacio IX, cardinale Cossa, e dal suo capitano Aibcrìco da Bar bia.no. Ca.leazzo l\1aniredi non resiste, e F . viene rrnova1nentc abbandonata alle truppe, menlre il suo signore è giustiziato ( 1405). Cinque anni dopo Manfredi Gian Galeazzo, si impadronisce d ella citt/t., e il figlio di lui Astorgio II ne rifà ·Je mura e le fortificazioni. Nel 1503 F . fu presn. da i Veneziani, dopo breve assedio, il 19 novembre. Battut i i Veneziani ad Agna:clello F . fu ripresa dal Card. i\ lidosi ( 1509) e rimase alla Chiesa. fino al 1796, quando la Romagn a fu conquista ta da.Ile a1·mi del Bonaparte. Salvo il breve intervallo del 1799, F. rimase a i F rai1cesi s ino al 1814, quando ritornò sotto il dominio della Chiesa, che la tenne sino al 1860, a llorchè passò con la. Romagna a far parte del regno d'Italia.

I. Battaglia di Faenza (82 a. C.). Appartiene alla guerra civile del tempo di Ma.rio e Silla e fu combattu ta e vinta d al sillano Q . Cecilio Metello P io contro il proconsole maria no C. Norbano Bulbo; il quale rimase così disfatto, che 1000 uomini solamente si sa'lvarono nell'Etruria. Norbano lasc iò il campo di Clus io, e andò a rifugiarsi in Africa. Pompeo allom assalì quC'll'csercito rimasto senza capo e lo sterminò. G li avanzi furono raccolti dal duce mariano Cai1ina te e condotti 92


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FAE

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nel Lazio a combattere insieme coi Sanniti di Ponzio Telesina contro Silla. II. Battaglia di Faet~za (542). Appartiene alla guerra tra i 13izantini e gli Ostrogoti. Totila, re di questi u ltimi, mosse con 5000 u. contro i primi, che, in nu- · mero di 12.000, comandati da Costanziano, li attesero

con parecchie perdite fu rono obbligat-i a ritirarsi in disordine. Nessuna speranza d i soccorso vi era da 1nrte d i alleati potenti, ed i :Medici, tutori del giovane signore Astorre Manfredi, offrirono la resa col patto che quest'ultimo potesse essere libero e conservare le p roprie rend ite. Ma il Borgia, appena sottoscritto il patto, cd avuto nelle mani la città (22 aprile 1501) fattosi consegnare il giovane pru1cipe lo inviò a Roma dove fu trucidato. V. C01tvenzione _d i Faenza. (1598). Fu conclus<.1 il 13 gennaio, fra Cesare d'Este, duca. di Ferrara, e il cardinale Aldobrandini, legato del papa Clemente VHI. Gli Estensi abbandonarono al papa Ferrara e tutte le dipendenze, e si ritirarono a Jviodena come duchi.

Fa enza nel SC('O]O XVII

davanti a F, L a vittoria rimase a Totila, che aveva staccato un corpo d i 300 u. facendoli con la rgo giro p iombare alle spalle dei Bizantini nel momento decisivo.

III. Assedio di Faenza (1240-41). Appartiene alla lotta tra l'imperatore Federico II e la seconda L ega Lombarda. Dop@- l'occupazione di Ravenna, l' imperatore passò all'assedio d i Faenza, sostenuta da mura solidissime e da numerosa e agguerrita popolazione agli ordini del podestà, il veneziano M ichele Morosini. La resistenza dei Faentini fu gagliarda, ma la perseveranza dell'imperatore fu più ostinata.. Gli assediati, data la penuria. dei viveri, cercarono di rna.ndar fuori . le boe-, che inutili, quali i vecchi, le donne e i fanciulli, ma gli assalitori Ji ricacciarono dentro. R idotti agli estremi, i Faentini chiesero di a rrendersi a patto di aver salva la vita e di andare ove fosse piaciuto a ll'imperatore. Federico non volle nessuna condizione, cd ebbe la città a sua d iscrezione il 14 aprile 1241. Ma immenso fu il giubilo della forte cittadinanza, quando, preparata a certa morte, ebbe l'annunzio che l'imperatore le lasciava vita , patria e sostanze, purchè gli giurasse fedeltà . IV. Assedio di Faenza (1500-1501). Appartiene alla conquista della Romagna. da parte di Cesare Borgia, i\ quale ( 4 novembre 1500) prendeva le d isposizioni d'assedio della città, con un esercito d i 6.000 fanti, 700 uomini d'arme e numerose truppe francesi. Il quinto giorno il Valentino inizia l'assalto, ributtato con forti perdite dai difensori. Anzi questi, aiutati persino dalle proprie donne, tra. le quali primeggia Diamante Torelli, con parecchie vigorose sortite, felicemente riescono a ricacciare lontano dalle mura gli aggressori, incendiando le case e tagliando gli alberi intorno alle mura. Data la sta.g ione orma i rigida, e l'abbondanza delle nev i, il Valentino è obbligato a ritirare le sue truppe nei quartieri d'inverno. In gennaio del 1501 egli tenta d'impadronirsi di F. per scalata alle mura, ma la difesa non si lascia sorprendere, e gli aggressori vengono respinti con perdite. Il 12 aprile, il Borgia investl di nuovo la città, e il 21 Vitellozzo Vitelli e Paolo e Giulio Orsini riuscirono a guadagnare il muro. :Ma, arrestati da un fosso, vennero fulmina.ti dalle artiglierie della piazza, e

La Rocca d i Faenza (secolo XI V) Acq\Jal'()IIO d i Acil i I le CaJzi

VI, Battaglia di Faenza ( 1797). Appartiene alla campagna del Bona,parte. La sera -del 1 febbraio le truppe ponti.licie di F., sotto il comando del col. Ancaiani ( 3.000 fanti, 150 cavalli, e 10 cam1oni) si collocarono sulla dr. dcl Senio, appoggiate da bande armate agli ordini dei fratelJi Tassinari e del prete Monterecchi. Il 4 febbraio la divis. francese Victor, forte di circa 1S.000 u., s i mise in marcia verso il Senio. Le truppe pontificie accolsero con vivo fuoco d 'artiglieria l'avanguardia francese comandata dal Lannes, che fece attaccare gli avversari da una colonna di granatieri agli ordini del gen. Lahoz. Questi p rese d'assalto le batterie pontiJi.cie, mentre i giovanissimi soldati lombardi, che ricevevano colà il battesimo del fuoco, s i coprivano di gloria, catturando 14 pezzi, sotto il fuoco nemico. La sconfitta dei Pontifici fu completa; vennero p rese dai Francesi 8 bandiere, e fatti 1000 prigionieri, mettendo ìnoltre fuori d i combattin1ento fra morti e feriti a ltri 500 uomini. I l gen. Victor, sbarazzatosi così delle truppe1 pontidìcie, puntò d iretta:mente su F ., con tre o quattro colpi cli cannone sfondò le porte e fece entrare le sue truppe vittoriose, ottenendo la sottomissione della città. Battaglio1te (d·t) Faenza. Così venne chiamato il bgl. costituitosi nella detta città con guardie civiche e volontari nel 1848; aveva una forza di 6S0 u. ed entrò a far parte delle truppe del Durando, nella campagna. nel Veneto, distinguendosi i.n modo particolare ncl!a drfesa di Vicenza.

Fagarè. Villaggio sulla sponda destra del Piave. Gli A~1st.riaci vi tentarono una prima volta il passaggio del fiume neHa notte del 16 novembre 1917, ma, contrattaccati vigorosamente dalle truppe d ella 54• divis., (briga.te Novara e 3• bersaglieri) perdevano un numero J'ilevant~ di uomini, tra morti e. feriti e prigionieri e, dopo q ual-


che g iorn o, premuti dai nostri e bersagliati dalle ar tiglierie, erano costretti a ripassare sulla sponda s inistrai Il 15 giugno del 1918 gli Austria1ei passarono nuovamente il P iave, ed a Fagarè poterono costitu ire una testa di ponte, che 'le truppe de.Ila nostra 3• arma ta, lottando anùuosamentc per tre giorni, impedirono, fino a l giorno 17, di collegare con l'aJltra costruita più a sud, nella zona di M usile . Fu breve però il trionfo avversar io, perchè il giorno 23, com'è noto, gli Austriaci furono costretti a ripassare, battuti, il fìume.

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Faggi n (Lucindo) . Medaglia d'oro, n. a "Padova ne l 1887, caduto nel 1916. Dopo aver compiuto il servizio di leva con la propria classe, era stato congedato e nominato impiegato nelle R. Poste. R ichiama to per la guerra. ita lo- tu rca, fu a R odi col 57° regg. fanteria, ottenendovi la p romozione a sergente per nwr ito di guerra. R ima.se quindi nell'esercito, d ivenen do maresciallo, e poi, dopo la prima ferita toccala nella guerra italo-au, striaca., sottotenente. Durante l'offensiva a utunna le d el 1916, dopo a ver dato ripetute prove dj sereno coraggio, cadeva da prode. La motivazione con la quale alla memor ia di lui fu conierita la medaglia d 'orn così si esprime: « In ogni circostanza fu sublime e f ulgido esempio di coraggio e di alte virtù m ilitari. Da maresciallo, ferito a l viso durante un attaoco, appena medicato tornò al combattimento, incora.ndo, con nobili parole e con il s uo ammirevole contegno, i soldati a resistere· ai con~. trattacchi nemici. Nominato ufficiale e non appena d imesso dal luogo di cura dov'era st11to ricoverato per la suddetta ferita, raggiunse il suo reparto, e, benchè nuovamente colpito in due parti del corpo durante l'esecuzione di un serv izio, rin utò d i recars i in luogo d i cura. Il matt ino successivo, precedendo il suo colonnello, a l q ua le a veva dichiarato di voler far scudo del proprio cor po sotto l'infur iare di un bombardamento avversario, investito dallo scoppio di uno shrapnel, cadde nuovamente e piit gravemente ferito alla testa. Trasportalo a ll' Ospeda·le ed impossibilitato a parlare, chiedeva per iscritto notizie del suo colonnello. Ventiquattr'ore dopo serena.mente spirava>> (Monfalcone, 4 agosto 1916; Op"\ pachiasdla., Nova Vas, 1° novembre 1916)_ Fag heron (Monte). Nel massiccio del Grappa, ad ovest della vetta principale. Fu occupa to dagli Austriaci, con l'attacco inizia le della. battaglia del P iave, il 15 giugno 1918, ma nella. giornata. stessa ven iva riconquistato, definitivamen te, con un brillante contra ttacco, da.I IX repa.rto d'assal to (del IX cor po d'armata). Fagiani (Pace dell'Isola dei). V , Pirenei.

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F aida . Era detta così la contesa o guerra privata che nel Medio Evo avveniva tra feudatari o comuni, sia per risolvere questioni d i giurisdizione, s ia per motivi famigliari o persona.li. Carlomagno n ei suoi Capi.t11lares; la vietò pena il taglio della mano ; il successivo prevaler e della feudalità la rimise in onore. Verso !'XI sec. interven ne anche la Chiesa, proibendo lo spargimento di sangue nei giorni fesèivi o di cerimonie religiose; fu la pax Dei, a cui però si sostitui nella pratica la tregua Dei, per cui dal mercoledì sera. al lunedì mattina si convenne di evitare ogni lotta armata. Alla F. dovevano partecipare, pena il disonore, par enti sino a l quarto e anche sino al settimo gra,clo, secondo le epoche. In Francia, F ilippo Augusto p rescrisse che la lotta per ragioni d i parentado non potesse avere inizio che dopo il quarantesimo giorno dall'apertura delle ostilità fra i principali interessati. Luigi XI rinnovò l'ordinanza che prese il nome cli « quanmlena. del R e» . La F. sparì solo col tempo, coll'affermarsi dei poteri centrali. F a idher be (Ltsigi). Generale francese (1818-1889). Combattè in Algeria; fu govematore del Sénégal. Comandò l'a.rmata del Nord nella guerra del 1870. Esploratore e geografo, pubblicò molte memorie, tra le quali : « L'avvenire de,] Saha ra e de l Sudan» .

Fa iu l:lerJJe Lu ig i

Pafnt Gaetano

Faìni (Gaetano). Generale, n. a. Palestro, m. a Roma (1837-1912). Sotto!. del genio nel 1859, partecipò a lla campagna d el 1866. Colonnello nel 1887, fu diret tore del genio ad Ancona, Magg. genera.le nel 1895 andò nello stesso anno in P. A. Nella riserva d ivenne ten. generale nel 1904. Inventò telegrafi ottici chiamati col s uo nome e un proiettore specialmente a,dalto alle operazioni geodetiohe. Faìrfax (Tommaso) . Generale e lord inglese (1611 1671). Combattè nella guerra civile contro Carlo I e lo sconfisse a Nascby ( 1645): poi ne d ivenne p:u·tigiano; L asciò un volume d i (<:Memorie». Faiti (Dosso) . Sull'altipiano carsico, caposaldo della difesa austriaca oltre il Vallone. Fu oggetto d i tenaci e ripetuti a ttacchi per parte delle truppe· della 45" divis. (gen . Venturi), d urante la nona ba ttaglia dell'Isonzo. Il 2 novembre 19l 6 le brigate Toscana e Lombardia ne raggiungevano le pendic i, e l'indomani, con un magnifico assalto, s'impa.dron irono della vetta dell'altura, che mantenevano poi saldamente contro i ritorni offen,sivii dell'avversario. Nella notte del 4 giugno 1917, gli Austriaci, passando alla controffensiva dopo la decima battaglia, pronunciarono un vigoroso att_acco anche contro le nostre posizioni avanzate del Dosso F., ma poco


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FAI

prima del mezzogiorno del 4, le brigate Tevere e ~Ia$sa Carrara, con tre successivi e brillanti contrattacchi, riuscivano a ristabilire completamente la situazione, che ~imase immutata fino alla nostra rit irata del novembre dc-Ilo stesso anno.

I l dosso Falli ti(! quota 208

Faitini (Vittorie). Capitano e scrittore mii., n. a Verona, m. a Tripoli (186S-1911). Sottot. di fanteria nel 1883, fu insegnante di Tedesco all:i. scuola. rnil. di ?lfoden.a. Al comando d i un bgl. dell'84" fanteria. cadde combattendo a Sciara Zauia, e venne decorato della medaglia d'argento. Autore di parecchi lavori e studi, pubblicò un « Vocabola l'io mii. tcdesco--ita·liano » e tradusse ,, L'iniziativa dei comandanti in guerra>>. Falaise. Comune della Francia nel d ip_ di Calvados. Vi si no tano avanzi delle an tiche mura ~ il castello che ~a un alto sperone domina la vallata dcli' Ante, conse,,ando il carnttere massiccio dell'architettura romana. Nel mast io qu,1drato dell'XI secolo, nacque Guglielmo il Conquistatore; il Talbot, che fu governatore durante la occupazione inglese del XV sec. ne migliorò le difese e

11 costello cli Falaise

vi aggiunse una torre. Durante le guerre della Lega, F. fu attaccata da Enrico IV; nell'assedio si d istinse una fanc iulla fid:u1iata ,L uno dei difensori del castello, il La Chesnaye. Tanto fu il coraggio d imostrato dai gio-vani che il Re volle salvar loro la vita; caduto il La Chesnaye, la fidanzata rifiutò l'offerta e cadde combattendo. Essa 1·imane nella storia col nome di « Eroina · di Falaise !>.

Falangarchia. Ripartizione della Falange, costituita di due merarchic o teli, che veniva ad avere, secondo Eliano, 4096 soldati tutti di armatura grave. La F. era anche chiamata strategia. l i comandante era detto Falangarca o Stratego.

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Falange. Corpo di soldati e ordinanza militare presso i Greci, i Ylaccdoni e i Troian i. Essa non si differenziò molto tra gli uni e gli altri, eccetto che nella profondità, la quale non oltrepassò in genere gli otto uom ini presso i Greci, mentre fu di sedici presso i Macedoni. La falange raggiunse la sua massima perfezione all"epoca macedonica, in cui fu ripartita tanto nel senso della fronte quanto in quello della profondità, al fine di correggere il naturale ed iniziale difetto di questa ordinlnza, d'essere eccessivamente rigida e pesante. Senofon. te fu il primo a sostenere la necessità di spezzare la fala nge. L,L profondità della falange macedonica (d i 16 uomini) era di un locos. Duecentocinquantasei locos, posti gli uni di fianco agli altri, costituivano sotto Epaminonda la piccola falange o ta.~·i s che aveva una forza complessiva d i 4096 uomini. I maggiori effettivi che Fiiippo 11 il macedone potè incorporare nel suo esercito dettero luogo alla grande fal.mge, o tetrafalat•garchia, composta d i quattro ta.xis, cioè d i 16.384 opliti :o;econdo Arriano ed Eliano. La F. fu snodata sia frontalmente che in profondità sino all'individuo; la lingua greca. cosi ricca di voci e atta a crearne con grande facilità, si prestò ad indicare con un nome ogni s11odatura, ogni suddivisione e ciascun soldato ebbe una denominazione propria che indicava il posto da lui occupato nelle file e le funzion i che disimpegnava. E cosi secondo Arriano: 2 locos formavano la dilcchia (32 uomini); 2 dilochie, la tetrarchia ( 64 uomini); 2 tetrarchie, la tassiarchia 128 uomin i ; 2 tassiarchie, il si11tagma di 256 oplit i. Questo ultimo, o quadrato di 16 uomin i, aveva. una funzione pressochè uguale a quella dei nostri battaglioni. Due sintagmi costituivano la pentacosiarchia (512 u .); due pentacosiarchie la ch·iliarcfria, con funzioni analoghe al nostro reggimento; due chiliarchie dava.no vita alla 111e. 1archia; due merarchie alla piccola falange o taxis o falangarchia di 4096 u.; due taxis costitu ivano la difa1.angarch;a e d ue difa.langarch ie forma.vano la grande fa. lange o tetrafalangarchia o falange macedonica. Dietro alla F. si disponevano le fanterie armate alla leggera (peltasti, psiliti e ipospiMi), su uno stesso fronte ma con una profondità di otto file. La F. si ordinava in tre modi di\'crsi: d~ esercizio o da mostra, con intervalli e distanze d i 111. 1..30 [ra g li uomini e fronte complessivo di circa 470 m.; da battaglia largo, con intervalli e distanze di m. 0,95; fronte di circa 380 m.; da battaglia stretto (si11ospis1110), con intervalli di metri 0,4S, fronte di circa 260 melri. I l comandante in capo• con parte degli ufficiaAi stava. sulla fronte ; altri ufficiali erano dietro all'ordinanza. quali serrafiJc. Nell'ordine cli batta.glia denso, la falange si presenta.va come una muraglia di scudi e una siepe di aste. 1 macedoni protendevano sei ordini tli aste (che avevano lunghezza diversa a secondo della fila che occupavano i soldati), e tenevano diritte e levate le altre per ro111pere gli strali. La F. appariva allora come una gigantesca testuggine di ferro, irta di punte. ES&1. poteva formarsi in colonna dalla destra o dalla sinistra perpendicolarmente alla fronte (movi111ento epagogico) per ognuna <klle divisioni in cui era ripartita, ovvero procedere a destra o a sinistra, parallelrumcnte alla fronte (movimento paragogico). I falangiar1 camminavano con passo lento ed uguale, tenendosi serrati a destra e regolando l'andatura sul suono degli strumenti o sul canto. Alla tetrafalangarchia, nello schieramento erano da aggiungersi 4096


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Scllleramcnto (Il una ralange cavalieri d'ordinanza. (catafratti e sarissifori) costituiti in un epitagma, nonchè la fanteria e ca,·allcria irregolare. Co ll'appressarsi del nemico, il generale in capo indica.va. l'ordine di battaglia che doveva essere assunto per avanzare ulteriormente o per attendere l'urto. Le prime file si disponevano immediatamente in modo da essere pronti a parare un attacco improvviso; gli a ltri uomini si avviavano successivamente a i posti che dovc,·ano occupare. Schierata la falange, si sacrificava. agli dei ed i comandanti arringarnno le truppe per rincuorarle ed eccitarle alla prossima pugna. Indi, lo stratego inton ava il pea na, a cui tutti i soldati facevano coro.,)fon appena l'ordinanza YCniva a trovarsi a breve dista za. dal nemico, le trombe suonarnuo l'assalto cd i soldati con alti clamori e urlando il grido di guerra (alcleit o a la li\) avanzavano di corsa. Gli opliti delle prime sei righe abbassavano le aste per ingaggiare la. lotta, mentre quelli delle righe retrostanti percuotevano fragorosamente g li scudi con le aste per impaurire la cavalleria avversaria. Nel frattempo i pcllast i e gli psiliti lanciavano sul nemico dardi e sassi in grande quantità. Se questo rcsiste,·a all'urto degli opliti, la b.lttaglia si trasformava in -una serie di duelli. Quando le F . si trovarono di fronte alle Legioni (V.) romane, più agili e manovriere, venne dimostrata l'inferiorità delle prime di fronte alle seconde.

Falcollnl Fecterico

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rulungola Federico

Falange mari,w. Era l'ordine di battaglia nelle ar· mate di Costantinopoli; le più grosse navi stavano in testa, le minori in serra.fila; le distanze fra le navi e fra. le file erano tali da lasciare ad ogni unitit la possibilità di impiegare tutti i suoi mezzi nel combattimento e di garantirla dalle collisioni. Ebbe talvolta il nome di F. anche la stessa armata navale; essa avan7.ava preceduta da.gli esploratori che avvertivano il comandante o

stratego dell'avanzarsi e d elle mosse del nemico, prima con segnali, consistenti in tele bianche, fumo o superfici riflettenti i raggi solari, poi colla voce.

Falangiario (o Falangi/a). Era detto il soldato dell'antica milizia greca appartenente alla falange. Falangola (Federico). Generale, n. a Xapoli m. a Roma (1837- 19 17). Sottot. del genio nel 186 l, pa.rtecipò alla guerra del 1866. Colonnello nel 1891 fu direttore del genio a Verona. Collocato in P. t\. nel 1894, nella riserrn raggiunse il grado di magg. genera le nel 190 I e tenente generale nel 1911. Collaborò in diverse dviste miLitari su argomenti tecnici. Falanna. Città della Tessaglia. Nel lii a. C. vi ebbe luogo una battaglia che appartiene a lla terza guerra Macc<donica. l'crsco, u ltimo re dei Macedoni, avendo inteso cbe gran parte dei Romani e,d dispersa per mietere il frumento, con 2000 fanti e 1000 cavalieri piombò addosso a i nemici, e prese 1000 carri ab,giogati e quasi G-00 uomini. Consegnò la preda. a 300 Cretesi da. menarla al campo e coi suoi si condusse ad assaltare la guardia più vicina, che era di 800 uomini, stimando potcrll. opprimere con poco contrasto. Com=dava. questa il tribuno dei soldati, Lucio Pompeo; il quale essendo inferiore di numero e di foru, si ritrasse su di un poggio e serrò i soldati in cerchio, affinchè cogli scudi uniti fossero coperti dal getto delle freccie e dei giavellotti. Pe1·sco circondò il poggio e s i diede a sai ido scagliando dardi. Pompeo e i suoi. sfiniti e feriti in gra n parte, si erano già rassegnati a morire, quando videro contro ogni loro speranza giungere il console P. Licinio Crasso, a,·vertito dai fuggitivi, con la cavalleria. e coi fanti leggeri. Perseo mandò a chiamare la falange e affrontò il Console; ma. dopo aspra e sanguinosa lotta fu costretto a voltar le. spalle, mentre Crasso, ritratto il prcsid.io da.I poggio e pago ciel piccolo succrsso, ricondusse le sue genti al campo. S.000 ;1facedo11 i erano peri li, e 2.800 prigionieri; i Romani ebbero 4.300 morti. Falarica. Arma in asta, da l~nciarsi n. rua.uo; perchè facesse maggior danno, se ne avvolgeva l'estremità

con stoppa intrisa di pece, . zolfo, olio incendiario, e si scagliava contro i nemici per mezzo di baliste o di cata.pulte. Fu arma u sata fin da i tempi più remoti.


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Falcastro. Arma in asta a punta cd a guisa di falce p iù o meno curw1, con uno spuntone laternle nella stessa dire,:ione dell'asta. E' detta. anche falce a rovescio, poichè ta.lvdlta la lama è fatta. precisa.mente come la falce fiena.ia, ma col tagLiò ove questa ha il dorso e viceversa.. Era a rma che usa.vasi, come tutte quelle congeneri, neLlc sortite delle fortezze a.sserliate, e nella difesa delle breccie. Ta:li armi le adopera.va.no già i Me<li cd i Romani e ne guernivano i loro carri, detti perciò « carri falciati ». Ne fu ripreso l'uso nel medioevo, epoca nella quale iìorirono generalmei.1te tutte le armi d'asta, che ebbero forme svariatissime. Falce di guerra. Era cosl chiamata la falce campestre iru1astata colla lama diretta nel senso dell'asse del-l'asta stessa. La la.ma quindi, molto lunga, terminava. colla punta un po' rivoltata dalla parte del taglio. Aveva un sol filo. Essa fu l'arma delle campagne, nei paesi e nei momen ti che i contadini si ribellavano alle autorità. Falcetti di Montaldo (Filipf,o Andrea). Generale del sec. XVIII. V crso la metà del 1700 comandò in 2" il regg. Guard ie e divenne briga<liere. Nominato coman<lante della città di Alessandria nel 1749, ebbe nel 1776 il governo di Fenestrelle. Falciani (Giovanni). Genera le medico, m. a Na-poli (1841-1908). Nel 1862 entrò nel col'J)o sanitario della marina mii. e come medico d i corvetta di l' classe partecipò alla battaglia di Lissa. Magg. generale medico nel 1893, passò poi nella riserva navale. Falciata. S'intende con questo vocabolo il tiro fatto dalla mitragl iatrice in senso orizz-onlalc, con spostamento laterale in moclo da colpire un tratto di terreno da destra a sinistra e da sinistra a destra, come una fa:lce ed in modo continuativo, ruotando senza bisogno di muovere il treppiede. Questo tiro si ottiene med:iante piuoli mobili ohe si dispongono nel meccanismo di direzione del sostegno o treppiede dell'arma, cd accompagnando manualmente la direzione di essa in senso orizzontale con movimento di va e vieni nel tratto fissato dai piuoli sopranominati. Falcione. Così chiamata. nei tempi antichi una specie di spada coll'estremità superiore della lama. molto

M6taglio. Sulla costola, tra questa ed il filo, a circa metà del ferro spoICgeva un piccolo disco o un oggetto d'orna.mento, o tUl gancio, o un ferro a forma di forcella e rivoita verso la punta. Il ferro spèsso porta.va anche due denti di forma rettangolare presso -la gorbia, pi:ovvista di due bandelle, per mezzo d elle quali s'inchiodava. e fissava rigidamente su ll'asta. Era l'arma. ordinaria delle milizie a piedi de' comuni italiani. La prima notizia dei falcioni data dal 1202.

Falckenstein. V. Voge/ von F. Falco. :Mezza galera sarda, acquistata. a Napoli nel 1804, annata di 5 cannoni e 6 spingarde, con 200 uomini d'equipaggio. N ell'esta.te dello ste,;so\anno prese parte all'imp resa contro Tunisi; nel 1811 al combattimento di lVIalfatano; fo demolita nel 1818. Falco. Torpediniera di 1' classe, varala nel cantiere Elbing Schicbau, entrata in servizio n el 1889; lt.mghezza m. 46,50, larghezza 5,10, dislocamento tonn. 139, rnacc chfoe HP. 2180; armamento cannoni 2 da 37, lanciasiluri 3; stato maggiore 3, equipaggio 21.

Falcolini (Federico). Generale commissario, nato a Napoli nel 1870. Sotto!. nel 1889, d ivenne colonnello nel 1921. Durante la guerra is tituì e diresse il Commissariato approvvigionamen ti a Jlrindisi, e poi fu a capo d el Commissa riato mii. marittimo d i Taranto. Passò a. dir igere i servizi amministrativi e del personale del]' Aeronautica nel 1923 e nello stesso anno fu promosso ma.gg 1 genera.le. Nel 1925 assunse Ja direzione del Commissariato mii. aeronautico e la carica di Ispettore di Commissariato militare. Falconara. Pianura nel territorio di Paccco (Tra.pani) dove avvenne (1 ° dicembre 1299) una battaglia che appartiene a:lla. guerra de l Vespro Siciliano e che fu detta anche di Trapani. F ilippo, figlio d i Ca.rio JI re di Napoli, dopo d i avere preso varie_ città <lella Sicilia, venne affrontalo ncUa pianura di F. d a ll'esercito di Federico III re di Sicilia. Sopraffatto dopo ,•iva res istenza, Filippo caclde ferito, e fu salvato personalmente da.I furore dei soldati per opera d i Federico medesime, il quale lo fece prigioniero. Questa batta.glia fu d ecisiva nel senso che assicurò a. Federico il possesso della. Sicil-ia. Falcone. Nome dato, fin dtti primordi della costruzione ed uso delle artiglierie di grossa porta ta, a d una

DaU'a!lo ln J:)a;;so: Fal clOne mantovano,

tedesco, parmense

ricurva, in modo da rassomiglliare, per l'aspello generale, ad una falce: onde i Romani la chiamarono espressamente en.sis falcat«s o l«nat«s.

Falcione . Arma in asta che aveva un lungo ferro a un filo e mezzo, e si adoperava tanto di punta, che d i

specie di bocca da fuoco più grossa. e p iù potente della colubrina. Aveva l'estremità .foggiata a becco di falcone. Il F. aveva palle da 5 a 7 libbre.

Falco1tc era pure chiamata una macchina. da guerra murale, della specie degli arieti, montoni, ecc. Falcone. Macchina simile alle Bighe o alle Capn-e, usa-


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ta, specie nel secolo X VI, per sollevare grosse artiglierie, o pesi. Essa era costituita. da uno o p iù pezzi di le~no incrociati, dai quali pendeva dall'alto una :anucola o taglia. Talvolta il F. era formato da una sola trave pia.n'.ata in terra, in clinata. a becco, per ritegno dell'argano, degli ormegg: o d'altro.

Falcone Anto-nio. Generale, n. a Mesagne m. a Roma (1864- 1920). Sottot. d'art. nel 1883. in principio della guerra 1915-1918 divenne colonnello e q uale comandante di un raggruppa.mento d ' assedio Fa.Icone eia sollev,ire bombarde ne l 1916 sul S. Michele e sul Faiti si meritò la med. d'argento. P er due anni (1917- 1919) fu comandante l'art. dell'XI C. <l'A. e sul Piave venne (iccorato della croce dell'O. M. S. divenendo per merito Ji guerra. brigadiere generale ( 1918).

Falcone Rodolfo. Genera.le, m . a. Roma (1867-1924). Sottot. di fanteria. nel 1885, passò qualche anno dopo nei carabinieri reali. Come ufficiale superiore partecipò alla g,.1erra 1915-1918. Colonnello nel 1920, comandò la legione di Genova. Generale d i brigata nel 1924, ebbe il comando del 5° gruppo di legioni. Falc011e B-ia1tco. Ordine cavalleresco, detto anche della Vigilanza. Lo creò nel 17.32 il principe E rnesto Augusto di Sassonia vVeimar per compensare i meriti civili e mi litari. Si d ivideva. in cinque clas;i. Impresa. dell'Ordine era: « ViOrdine del gilando ascendimu s » e si leggeva F'alcone bianco nel verso su uno scu detto azzurro cin to d i corona di alloro per i civili e di corona d i quercia per i milita ri.

Falconetto. Nome dato a n ticamente ad una bocca d a fuoco più piccola d el falcone, costruita però sulla

stessa foggia d i questo. Aveva pa:lla da 3 a 4 libbre. Talvolta i F. erano apparigliati su llo stesso aifusto.

Falconetto Giovanni Battista. Ingegnere e scritt()re mili-t are rpiemontese del scc. XVIII, n. d i Saluzz(). F u ufficia le sotto Vittorio Amedeo II. Scrisse va.rie opere mi-

647 litari fra cui « ::-i' uovo trattato della disciplina militare a benefizio dei soldati >l e cc Libro d'architettuta m ilitare».

Falczi. Località sul fiume P ruth, che ha da,to il nome a una pace fra Russia e Turchia. (21 luglio 1711), dopo la sconfitta russa sul detto fiume. La Russia restituiril alla Turchia la fortezza d'Azov col suo territorio; demolirà le fortezze costruite alla foce del Samur, lasciando alla Turchia tutta l'artiglieria e le umnizioni da guerra; non molesterà per l'rLvvenire i Cosa.echi sudditi di Po lonia, nè quelli dipendenti dal prindpato di Crimea; non impedirà. al re di Svezia., ove lo desideri, d i tornarsene nei suoi Stati. Questa stipulazione lasciò nello czar un vivo desiderio di r ivincita. Doveva subire una capitolazione, abbandonava Azov, sua p rima conquista, ~ la flotta del 'Mar N'er", che gli era costa ta tanti sacrifìzi , era distrutta. Ben presto egli prese una rivincita nel nord ma la Russia non doveva ricuperare questa provincia se non 63 anni dopo. Falda (o Coprirem). La parte dell'armatura che, attaccata a'l fondo della schiena della corazza., p roteggeva. le reni degli uomini d'arme a p iedi. Generahnente era costruito colla medesima forma e materia dell'annatura alla quale doveva a11partenere. Era anche detta Guardareni t Girello..

Faldella (Pietro). Genera,le med ico, n . ad Acqui nel 1861. Sotto!. medico nel 1887, partecipò alla campagna libica del 191.2 e 1913 cd a tutta la guer ra europea divenendo colonnello nel 1918. Dopo la guerra fu direttore dell'ospedale mii. di Alessand ria e nel 1920 andò in P. A. S. Nel 1928 venne promosso genera.le di brigata in A. R. Q. Falera. Piastra d i bronzo, ornamento ed anche premio ai guerrieri segnalat isi per valorose azioni. Essa si app licava alla lorica nei tempi antichi, allo stesso modo che nei moderqi si applicano sul petto medaglie e croci. Falerato era il guerriero decorato di tàli piastre. Falerone (ant. Faleria Acem•s). Comune in provincia d i Asco li Piceno; la città antica sorgeva in un a p ianura presso il -fiu me Ten na, e, qua.ndo essa fu d istrutta dai L ongobardi nel ÙllCl'l'i Cl'O ,ec. VI , gli abitant i s i rifugiarono sul raie rato poggio ove oggi sorge F . Numerosi furono gli assedi che subl nel ~'1edio Evo; nel 1350, essendone signOl'e Paolo E ufreducci, lo prese Galeotto Malatesta signore di Fano. Il figlio d i Paolo tentò invano di riaverlo, suscitando gravi tumulti. Al tempo di Ludovico Eufreducci lo conquistarono, per eonto della Chiesa, le milizie del Bona.fede, vescovo di Chiusi, che l' incendia.remo e saccheggiarono . Falisse e Trapmann. Armaiuoli che diedero il nome ad un fucile rnod. 1860-65 a percussione ed a retrocarica. La scatola di culatta è avvitata alla canna, ed è aperta superiormente per l'introduzione della cartuccia . Per mezzo d i u n manubrio, il cilindro ottura tore scorre longitudinalmente ed u na vite posteriore serve a completare la chiusura. erme tica. La cartuccia. era di carta. L'accensione era data a mezzo della capsula su l luminello d isposto sulla dr. della culatta.


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Falke•nhausen (ba·rotte Fede,·ico). Generale prussiano ( 1844-1917). Figlio d i un generale (Alessattdro), dopo la scuola di guer ra fece la campagna del 1866 in Boemia, e nel 1870 quella franco-prussiana quale ufficiale di S. M . .Sa.Il poi rapidamente agli a'l ti gradi fino al comando del XIII Cor,po (Wurtembcrghese).

Fucile Fai issc mocl. 1860-65

Falkenhayn (Enrico di). Generale tedesco (18611922). Partecipò alla spedizione cli Cina (19JO) e due anni dopo era generale di brigata. Nel 1913, come tenente generale, fu ministro della guerra e nel 1914 capo d i S. M. generaJe, carica che tenne sino a l 1916, passando l'anno seguente al comando deHa IX armata tedesca in Romania. Di qui passò a l coman<1_o delle truppe della Siria e n el 1918 a qudlo deHa X annata. Lasciò due volumi : cc La campagna della IX armata contro i Romeni e i Russi>>; e cc Il coma11do supremo te'Clcsco da,! 1914 a l 191.6 nelle sue decisioni più importanti >> .

Falken11ayn Enrico

Fa lcone Roclolro

Fai kirk. Città della Scozia nella contea d i Stirling. E' antichissima ; vi rimangono avanzi di mura rolJlanc.

I. Battaglia di Falkirk ( 1298). Appartiene a lrJa guerra fra Eduardo f d'I<nghHterra e gli Scozzesi. Indeboliti dalle aspre d iscordie fra i ca,pi, gli Scozzesi si trovavano sulla metà di giugno, a l comando del ì\' allace, accampali presso la foresta di F. L'esercito inglese la mattina d el 22 li attaccò. Una delle sue colonne fu fin dall'inizio fermata da una palude ove si era inoltrata, ma un'a:1tra, comand ata dal vescovo di Durhalll, giunse ad avvolgere la posizione del nemico e ad attaccarne i p icchieri, men tre altre due, sostenute daLle macchine da guerra che Eduardo aveva portate dal continente, l'assa,Jiva di fronte. Le linee scozzesi furono scompigliate; la cavalleria inglese completò la sconfitta. Il WaUacc però riuscì a salvare le proprie truppe, ripiega11do dietro il corso de l Carron. II. Battaglia di Palkirk ( l747). Appru·tiene a l tén tativo di restaurazione della monarchia degli S tuardi in Scozia . Le truppe del pretendente, Carlo Eduardo Stuart,

sconfitti L aird e Monroe, il 17 gennaio 1747 attaccarono gli Inglesi ch e, mossi da Edimbui,go, al comando del gen. Ha";ley, il 14 s i erano accampati p resso F. Appena delineatosi l'attacco, gli Inglesi avanzarono costringendo gli a,vversari a r ipiegare s u un'altura sulla. dr. Due regg. dragoni, mossi ad attaccarli, furono respinti a lla prima carica, dopo di che i 1·ibelli, favoriti da.Ha pioggia che il vento ,spingeva. sugli Inglesi, si precipitarono sulk loro fanterie e le sbaragliarono. Sotto la protezione di qualche reparto rimasto in ortline, l'Hawley ripiegò su Edimburgo abbandonando le artiglierie e avendo perduto 600 uomini.

Fai kland (o Malititie) . Arcipelago sulla estrema costa sud orientale dcli' America Merid ionale, appartenente all'Inghilterra, costituito da due grandi isole e circa 200 isolotti. Ca.pitale è Port Stanley. Occupato n el 1762 dal Bougainville per conto di a rmatori di S. Malò, l'arcipelago l'anno dopo fu conquistato dagli Spagnuoli dell'Argentina, ohe nel 1771 lo cedettero agli Inglesi. Battaglia delle Isole Falkla.nd (guerra mondiale - 8 dicemb1e 1914). Forze contrapposte : squadra inglese, inc rociatori da battaglia Invincible e Inflexible, incrociatori corazzati l<ent e Cornwall, incrociatore leggero G lasgow) . Squadra tedesca, ( incrocia tori corazzati Scharnhorst e Gneisenau, incrociatori leggeri Leipzig, Drcsden e Xlirnbe~g). G~wllo nelle acque delle Falkland, il vice ammiraglio, von Spee, comandante della squadra tedesca, decise di fermaDlis i per distruggere la stazione radiotelegranca. L'operazione doveva essere iniziata da l Gneisenau e dal N lirnberg, che giunsero in vista di Port S tanley verso le 8.30. Alle 9 le vedette segnalarono la presenza d i naV]i <la guerra nella baia : alle 9,25 la vecchia. corazzata Canopus aprì i1' fuoco contro lo Gneise'nau. Questi si apprestava. a rispondere, nella con.vinzione di avere a che fare soltanto con vecchie navi, quando daJla sua nave ammira,g]ia, lo Schamhorst, il von Spee segnalò d i rompere il combattimento e di filare alla massima vefocità per Nord Est. Eg,li aveva ved uto spo:cgere, oltre le basse a lture della baia, i caratteristici a.Iberi a tripode degli incrociatori da battaglia . Questi infatti erano giunti il giorno precedente col vice ammiraglio Sturdec, con. tanta rapi'dità e segretezza che i Tedeschi non ne avevano avuto il più lontano so;,petto-. Si ripeteva così, in posiz~oni mutate, la situazione detla. battaglia. del Coronel. Le veloci e potentissime navi inglesi avevano tale superiorità di velocità e dì annamento sulle navi germaniche, che l'esito della. lotta non poteva essere dub-bio. Segnalati i Tedeschi, lo Sturdee, che stava car,bonando, dispose che le nav i attivassero i fuochi e si preparassero a sa1'pa.re, e, alle 10, usciva dal porto e dava ca,ccia. Alle 12.50, messe le proprie n avi a 25 miglia, di fronte alla massima d i 18 dell'a vversario, lo Sturdee ordinò il fuoco contro il Leipzig, a 14.500 m . Von Spee diede a llora ai suoi incrocia.tori leggeri l'ordine d i sfuggire disperdendosi, e questi obbedirono, in seguiti dal Kcnt, dal G lasgO\,· e da.I Comwall, e colle due navi rna.ggiori decise di accettare il combattimento. Alle 13.30 questo ir1co111inciò. Grande era la d ifferenza fra le unità tedesche e quelle inglesi; la portata delle artiglierie ·britan niche era equivalente a que lla delle germaniche, ma le prime e1·ai10 p iù potenti e la corazza degli incrocia.tori inglesi li proteggeva efficacemente a 12 .500 m., mentre quelli tedeschi alla stessa distanza erM10 praticamente


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indifesi. Lo Sturdee decise quindi di combattere a,lle massime distanze per potere danneggiare gli incroc-iatori corazzati del von Spee senza temere grandi danni. All'inizio del fuoco l'lnvincible sparò sul Gneisenau e l'I n flcxible 'sullo Scha.m horst, scambiandosi gli obbiettivi qu,U1do questi mutavano di posizione. Alla terza salva gli artiglieri tedeschi colp irono l'Inflexible; essendo scesa la d istanza a 11.000 m. lo Sturdce la riportò a 14.000 e alte 14 d'ambo le parli cessò il fuoco. Nella speranza d i trovare nebbia o maltempo, che gli avrebbero forse consentito d i sfuggire, l'ammiraglio germanico vol's e veri so S.; ma gli Inglesi, riavvicinatisi a 13.800 m ., riaprirono il fuoco. L a d istanza scese a 10.800, nè lo Sturdee volle diminuirla. Le due navi tedesche in breve com inciarono ad essere gravemen.te danneggiate; a lle 15.27'

Bat.tagHa ctelle Fa!k lanct (1914)

la distanza diminuì ancora: lo Soharnhorst, per quanto il fuoco ardesse dovunque, continua.va a sparare vigorosa.mente. Alle 16 von Spee, vis ta. la partita. perduta, segnalò allo Gneisenau d i sfuggire se gli fosse stato pos7 si bile; lo Sc'harn.horst non aveva p iù che una ciminiera su quattro, la poppa era in fiamme e andava sempre p iù piegandosi a babordo. Alle 16.4' spa.rò l'ultimo colpo e finalmente colò a picco, colla p rua a.van ti, colla bandiera a riva; nulla. fecero gli Inglesi per raccogliere i naufraghi. L a fine dello Gneisenau non doveva. tardare; concen trarono su d i esso il fuoco j due incrociatori Ja battaglia , e il Carnarvon, sopraggiunto nel frattempo; alle 16.45 ' la macchina. de l timone fu distrutta da un proiettile, e a llora, in mezzo a una pioggia. d i proiettili, esso cominciò a girare su se stesso; verso le 17.30 non era. p iù. che u n rottame in fiamme, un solo \ nnone sparava le ultime munizioni ; a bordo non resta.vano che 300 u. vi,,:i_ Questi a lle 17.40' si riunirono sul ponte, lanciarono un « urrah ll per l'Imperatore e aJ!e 18 la nave, colla chiglia in alt9, sprofondava senza a.vere an1111a inato la bandiera, nelle profondità dehl'Ocea110. Mentre questo avve11iva fra le u11ità ma,ggiori, si svolgevano sepa.rat~ combatt imenti fra gli a ltri incrociatori. Dopo avere bravamente resistito, a lle 21.23' il Leipzig colò a fondo in

649 mezzo alle fiamme, colla bandiera a. r iva; il Ni.irnberg,, preso in caccia cla!l Kent, tre volte p iù grande e potente di lui, vis to che non poteva sfuggire, cercò di serrare le distanze per colpire più efficacemente coi suoi cannoni più piccoli. Alle 19.27 ancll'esso affondò. Il Dresden fu l'unica unità germanica che r iuscì a rompere il contatto e a salvarsi. Delle navi tedesche si salvarono solo 212 u.; tutti gli a ltri, 2110, colarono insieme· alle navi ; fra essi l'ammiraglio von Spee. Degli Inglesi 6 furono i morti e 19 i feriti minimi furono i dam1i riportati da:lle navi.

F ai kopì ng. Borgo della Svezia meridionale. Il 24settembre 1389 v,i a.vvenne una batta.glia. nella quale le· truppe di Margherita. di Vaildemaro (norvegesi e danesi) sconfissero quell<;, <l i Alberto cli Mccklcmburgo (sve<lesi).

Falla. Apertura, comunque prodotta, per cui i locali d i una nave da guerra. vengono invasi dalle acque. Si rende allora necessa.rio il rapido esaurimento delle acque medesimo, Per questo servizio, che è di capitale· importanza per la vita. di una nave, tutte le unità da. guerra sono munite cli una speciale tubolatura la quale è rappresentata da un grosso tubo collettore che trovasi. ada.g iato sopra la chiglia e p er;;on-c tutta la lunghena della nave. Dal tubo collettore partono va.rie d iramazion i che vanno a far capo a.i lornli o compartimen ti stagni. Il tubo collettore comunica. con una o p iù pompe . di' grande portata, centrifughe o a s tantuffi, esclusivamente destina.te a l prosciugamento delle grandi masse d i acqua. Inoltre è sempre possibile sulle modem e navi far concorre all'operazione di esaurimento anche le pompe di. circolazione dei condensatori nonchè quelle degli e lettori delle ceneri. Per quanto grandi siano i mezzi cl i esaurimento non ~ però possibile far assegnazione esclusivamente su di essi. per la salvezza della nave. Basta considerare che attraverso una F. di 1/2 m' cli superfici,; a lla profondità di 4 m . a l d isotto del galleggiamento passano circa 16.000 tonnellate di acqua all'ora, mentre una moderna. nave da guerra non d ispone di mezzi di esaurimento di potenza. complessiva superiore alle 10.000 tonnellate. Occorre perciò fare assegnamento sopra la bontà deJle paratie stagne e sulla ga,l !eggiabilità della nave anche -quando vi sieuo due o tre scompa rtimenti allagati. I mezzi di esau rimento servono per prosciugare· l'acqua quando si sia riusciti, con mezzi di ripiego, ad otturare alla meglio le F . Si può in questo caso vuotare· il locale allaga lo e poscia discendere in esso per megliocompletare l'otturazione provvisoria della falla. F a llanca (Francesco). Generale, n. a Napo li, m. a Resina (1836- I 9 l3). Alfiere ncil!'art. delle Due ~icilie nel' 1855, passò nell'esercito sardo nel 1860 come te.11. d'art. e partecipò a.Ila campagna de l 1866. Colonnello nel 1882, fu direttore del polverificio di Scafat i e poi comandante del 28° regg. a.rt. 1-fagg. genera.le nel 1891, ebbe il comando delI'art. del C. d'A. d i Napali e poi fu ispettore dell'art. eia fortezza, nella qua.I carica d ivenne ten. genenilc nel 1896. Ln P . A . nel 1896, passò neMa riserva. nel 1901. Venne decorato della mcd. d' argento e di quella di bronzo meritate durante lo scoppio dei polverifici d i Scafati e d i Fossano. Compì missioni a ll'estero perstudiare i polveri.Jìci.

Falletti (dellq Marra, caute Carlo A ntonio) . Generale, m. a Valenza nel 1772. Colonnello comandante i l'


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regg. La Marina nel 1746, lo guidò nella guerra di Sue-cessione d'Austria. Brigadiere comandante la città e provincia di Novara nel 1756 e magg. generale nd 1761, divenne. nel 1763 comandante delle armi del regno di Sa1·degna. Govc,.natore di Ivrea nel 1767, nel 1771 ebbe il ,governo della città e provincia di Valenza divenendo ten. generale.

Falletti della, -~1orra conte Giacinto. Generale, m. ad Alba nel 1775. Proveniente dalla fanteria, ebbe n~l 1752 .il comando della città e provincia d'Alba, divenendo co, Ionnello nel 1757. Di Alba divenne govematore colla promozione a magg. generale (I 774). Falletti di Villafalletto Giacinto Giuseppe. Generale del see. XVIII. Alfiere nel regg. Monferrato nel 1755, nel 1790 divenne colonnello comandante h città ed il ducato di Aosta. Governatore in 2" del castello di Casale -nel 1793, ebbe nel 1796 il grado di brigadiere, il governo della Brunetta cd il comando della provincia. d i Susa. Fa/letti d,i Villafalletto Giuseppe. Generale, n . a Viliafalletto (1760-1836). Cadetto in cavalleria nel 1775, nel 1794 passò nelle guardie del corpo. Nel 1814, dopo la dominazione francese, ritornò in servizio divenendo nel 1817 colonnello comandante il regg. cavalleggeri di P iemonte. }.fagg, generale nel 1820, fu al comando della divis. di Alessandria e nel 1824 divenne governa tore -di Novara. Fal/etti di ViUafa./letto conte Giuseppe. Generale, nato .a Villafalletto, m . a T o,-ino (1792-1857). Al servizio di Francia nel 1812 come ufficiale, partecipò alle campagne del 18 12-14 riportando tre ferite. Ne\ 1814 passò nel nostro esercito come tcn. di fanteria. Colonnello comandante in 2' dell'Accademia. mii. nel 1832, nel 1838 fu prom osso magg. generale. Ebbe il comando della brigata Savoia e nel 1844 il comando in 2" del corpo Veterani ,ed Invalidi, ciel quale ebbe il comando effettivo nel 1848. N cl 1850 venne collocato a riposo.

650 dio 2000 ma.ceclon i, i quali da princ1p10 resistettero gagliardamente per quanto l'a.nni e le mura potevano di fenderli; ma l'cnepgia dei Romani ebbe infine il sopravvento sulla pertinacia. dei Macedoni e la città fu presa.

Falquì Pes (Efisio). }1edaglia d'oro, n. a Tempio Pausania nel 1790. Soldato volontario nei Dragoni di Sardegna, d ivenne successivamente ca.detto sotto!. e tenente nei Cava,lleggcri di Sardegna.. Nel 1823 passò nei Carabinieri, e qualche anno dopo fu promosso capitano . Trasferito al comando della .piazza. di Oristano, vi guadagnò la medaglia. d'oro al valor militare « per le'provc d i singola re coraggio da lui date 11ella. notte dal 12 al J .3 febbraio 1836, affrontando personalmente una. banda di facin9rosi che si era introdotta nella. casa del R. Amministratore d i Marina (notaio Licheri) con l' idea di depredarlo dei fondi propri e di quelli dell'amministrazione>>. Comandò, in seguito, le piazze d i Cagliari ,e di Nuoro. Falsabraga (o Falsabmca). Parapetto o muro basso che si costruiva avanti al parapetto o al muro princi-

Nlura con fosso e falsabraga

pale d i un'opera di fortifu:azionc. Questa. costruzione cadde presto ,in disuso, non solo per la sua inutilità, ma. pei danni che arrecava a.Ila difesa.. La denomina-

Falle/ti di Villafalletto Pietro. Generale, n . a Villafalletto nel 1798. T enente della brigata R egina nel 1814, divern1c nel 1838 colonnello comandante il 2° regg. della brigata Cuneo. }.,faggior generale comandante la bri.:gata Acqui nel 1846, nel 1848 venne collocato a r iposo. Falletti di Vil./.afalletto conte Maurizio. Generale, n. e m . a Torino (1798-1876). Sottot. nella brigata Regina .nel 1816, partecipò alle campagne del 1848-49, meritan•dosi a Novara la med. d'argento. Colonnello ne'! 1849, fu comandante a.d Annecy, Fencstrehlc, Alessandria ed Asti. Nel 1857 ebbe il com ando della compagnia. Gua.r,die del Corpo d ivenendo magg. generale nel 1863. N el 1867 fu collocato a riposo. Falletti di Villafalletto L odcrvico. Generale, n. a To.J·ino, nel 1858. Sottot. di fanteria nel 1879, d ivenne colonnello nel 1912 ed in Libia comandò il 63° regg. fan·teria combattendo a. Misurala e a Gheran meritandosi la. med. d'argento. Nel 1913 passò al comando del 44° regg. fanteria. Magg. generale nel 1915, cb-be il comando •della briga ta Salerno e con essa. entrò in guerra contro l'Austria, Nel 1916 venne collocato in P. A, e poi passò ·nella riserva..

Faloria. A.nt. città della Tessaglia. N el 198 a. C., ,durante la seconda guerra macedonica, fu assaltata dal ,console T . Quinzio Flaminio. L a città aveva d i presi-

Parapet10 pri ncipale

Fa!sallraga

zione di F . fu introdotta dalla Francia in Italia verso il 1500. P r ima di quel tempo era chiamata, in Italia., Barbacane.

Falsata (o Farsata). Così fu chiamala la fodera di drap po imbottito che si trova.va nella. parte interna. degli elmi d el medio evo e del moderno. Falset. Città della Spa.gna, nell'Aragona. Durante la campa,gna del 1810, il gen. O' Donne!, che comandava gli anglo-9pagnuoli, incoraggialo dal successo avuto a Bisbal, andò ad occupare ,le posizioni di F. con numerose truppe, per d isturba.re le opera zioni di assedio di Tortosa. I I 19 novembre il gen. Suchet mandò il generale kbbé ad attacca.rio, col 115° di linea, e il gen. Habert col 5° fant. leggera e par te del 116°. II primo attaccò di fronte, il secondo di fianco le posizioni nemiche che furono conquista.te alla baionetta. Gli Spagn.u_oli perdettero 1200 u., dei quali 400 png10men, 100.000 cartucce e mille fucili abbandona.t i sul campo.


FAL

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Falsità (in testimonianza e ù• pe·rizie) . (Art. 287 C. P. E., 312 C. P. M. M .). E ' reato mii. solo per il tempo di guerra. Consiste nel fatto di un individuo, militare o no, che, chiamato come te3te o pe1 ito davanti un Tribunale Milita re, avrà resa una deposizione o stesa una perizia contraria al vero. La pena va da un minimo di anni sette di reclusione ad un massimo di anni dieci di lavori forzati, estensibile alla pena capitale, ove l'accusato, a causa della falsa testimonianza, o della perizia, sia stato condannato a morte e la sentenza sia stata eseguita. Falso (Art. li9-187 .C. P . E., 201-209 C. P. M. M.). E' uno dei reati mii. più gravi, perchè la sua potenza lesiva s i esercita nei danni del servizio, colpendo l'orga-, n izzazionc delle Forze Amnate in uno dei suoi clementi più importanli, qulilé l'Amm inistrazione. S i concreta in cinque jµotesi : I. Falso documentale. Consistente nel fatto dell'indi, ,iduo, appartenente alle Forze Armale, che falsilìca un documento di caraltere mil., sia col formarlo ex novo, sia coJJ'alterarlo, producendo così, o potendo produrre, un danno all'Amministra7.ionc o a l servizio. La pena. s i estende da un minimo di due anni di reclusione mii. ad un massimo di anni \'enti di reclusione ord., pre\'ia degradazione, ove il danno fosse superiore alle L, 500 o l'imputato avesse funzioni ammin istrative. L'uso sciente del documento falso è punito con un anno di reclusione m ii. e può estendersi fino ad anni dieci di reclus ione ordillal'ia. N el fa lso documentale, possono farsi r ientrare: a) il rilascio <li certiJìcati falsi per opera di ufficiali medici. Penalità: ,dalla destituzione, ad anni due di reclusione mili tare; b) l'illegittimo uso, in danno a l servizio, per opera di appartenenti alla Milizia, di sigilli, bolli, marchi veri, aven ti cara Ltere certificante o autenticante per l' Amministrazione Mii. Penalità: da anni uno di reclusione mii. ad anni Ire di reclusione ordinaria. II. Falsità in sigilli, bolli o marchi, S i concreta nel fatto dell'appartenente alle Forze Arma te che falsifica i sigilli, i bolli, o i marchi della i\mministra1.ione Militare, s trumenti che imprimono, ai documenti, carattere di auten ticazione e di certificazione, L,~ pena va da anni due di reclusione mii. ad anni venti di reclusione ordinaria. III. Falsità i,, co,.gcdi tempora11ei, fogli di lice11za o di via . Trova la sua attuazione nel fatto dell'individuo appartenen te alla Milizia che forma falsi fogli di congedo temporaneo, di licenza o di viaggio. La penalità, d a to il danno limitato che può derivare al servizio dal reato in esame, si estende, da un m inimo di d ue mesi di carcere mii. a due anni cli reclusione militare. IV, Soppress·i01te dolosa di impronte di sigiUi, bolli o marcivi. Si consu ma coll'eliminazione del segno del sigillo o del bollo o del marc11io apposto sugli oggetti di pertinenza dell'Amministrazione Mii. La pena va da. un min imo ·di cl11c mesi di carcere m ii. ad un massimo ( nel caso che l'au to re fosse respons.'tbilc <legli oggetti) di anni cinque di reclusione militare. V, Uso sciente di pesi e misrirc f~lse. Consis te nel fatto dell'appa1·tcncntc a lla Milizia e, in tempo cli guerra, anche dei fornitori, che, scientemente e nei danni dell'Amministrazione Mii. o del Corpo o di militari, fanno uso di pesi e m isure falsi , La pena si estende,

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da un minimo di mesi due di carcere mii. ad anni dieci cl i rec!usiOJle ordinaria. ln tempo di guerra, le pene previste per le cinque ipotesi di falso anzi specificate, vengono aumentate di un grado. Falso scopo. }>unto naturale del terreno o segno indicatore artificiale, al quale viene diretta la linea di mira, per far prendere ad un'arma (pezzo d'artiglieria) la g iusta direzione del puntamento indireHo. Falso taglio. E' cosi chiamata, nelle armi bianche da taglio e da punta, la parte <lei dorso che presso la pun ta i- per un tratto assottigliala e tagliente.

Falsterboe. Villaggio della S,·ezia, nella prefettura di Malmoc, Durante la guerra fra i D~ no-Olan<lesi e gli Svedesi, l'a.mmir. olandese T romp, !'8 giugno 1676, unitosi alle navi danesi presso F. dove trova.vasi a.nco1 rata la flotta svèdese, forte di SO vele. Levatosi vento favorevole agli Svodesi, q uesti si allontanarono e riuscirono a notte a rompere il contatto. Il giorno succcssh•o l'inseguimento riprese; il giorno 11 con vantaggio di ven to, gli alleati attacca rono. All'inizio della battaglia il vascello T re corone, ammiraglia svedese, con 134 bocche da fuoco, saltò in aria alle prime cannonate; vano fu il tentativo degli Svedesi di sottrarsi ancora; costretti a combattere anche la seconda ammiraglia svedese fu sopraffatta e fatta saltare in aria da. un brulotto. Rotta l'ordinanza, le navi svedesi si sbandarono perdendo 6 grossi vascelli, una fregata e u n yacht Falta (Ma.reo) . Generale, n. a Moacalieri, m. a Torino (1838-1915). Sottot. dei bersaglieri nel 1859, partecipò al le guerre del 1859, 1860-61 e 1866 meritandosi a Gaeta la med. d 'argento cd a Custoza quella di bronzo. Colonnello nel 1892, comandò il l O regg. bersaglieri. Collocato nella r iserva nel 1896, venne promosso magg. genera le nel 1902, e ten. generale nel 19ll. Falzarego. Cima e passo nell'Alto Cadore. La strada delle Dolomiti, che da Cortina d'Ampezzo giunge a Bolzano, tra le pendici dell'Averau e quelle del Lagazuoi attraversa una depressione, che è appunto il pa.s~ so di F . (m, 2117). La. cima F. (m. 2547) si erge poco a N. E . del passo stesso. Questo venne raggiunto ed occupato dalle truppe del I X C. d' A. nei primi mesi della guerra; sulla cima, invece, un reparto del 45• fan-i teria riuscì, il 13 luglio del 1915, a stabilirsi con u dita sorpresa sopra uno sperone, poco piiL basso della somrnità (quota 2509), donde poi, il 20 ottobre dello stesso anno mosse all'occupazione della vetta, che rimase in nostra mano fino al novembre 1917, Famagosta (Ammocu.stos dei Greci, Macusa dei Turchi). Città sulla costa orientale dell'isola di Cipro, là dove sorgeva l'ant. A rs-inoe. Posta sopra una roccia eminente, è circondata di mura e di torri oggi in rovina. Xci 1193 Guido di Lusignano la cinse di 'fortificazioni ; i Genovesi che se ne ins ignorirono nel 1373 le migliorarono cd abbe lli rono la città, come poi fecero anche i Veneziani loro successori. La. conquistarono i Turchi nel 1571 e seguì poi le sorti dell'Isola. I. Assedio di Famagosta (1570). Sclim II sul tano di Turchia ord inò a l serra.schiere :\iustafà Pascià di investire Farnngosta, dove resisteva il provveditore generale di Venezia, Marco Antonio Bragad in, con 4000 fanti,


FAM

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L'assedio di Fa.magostu (1571) 800 cavalli, 200 albanesi e 3000 fra cittadini e gente

del conta.do. I Turchi, sbarcati a Ci.p ro sulla fine di apr!le, nel maggio 1.571 riunivano di fronte a F. 150 vele e 80.000 combatten ti. Fino dall'inizio dell'assedio, a lzarono dieci btr. con 74 bocche da fuoco, fra cui qu at tro basilischi, destinati specialmente a battere le mura. Raggiunti i margini del fossato, ciò che agli assedianti costò 30.000 \l.; questo fu colmato cli fascine, e, costruì-

TOl'l'e di nc&lenmna ~ Fanrng-osw

te due opere a prova di cannone, i minatori poterono cominciare ad attaccare direttamente la. rnuraglia. Una mina formidabile rovesciò un fianco intero del"la. torre de l!' Arsenale e i T urchi salirono all'attacco della breccia. Cinque volte respint i, questa. rimase inviola ta. Una seconda mina aprì la via a un nuovo tentativo; per sei

ore i Turchi rinllovarono gli assalti e fina lmente anche qui, dopo aver subìto perdite enormi, :furono costretl i_ a cedere. I l 9 luglio si svolse un terzo attacco, un quai·to il 30. I Turchi -g ua<lagnavano terreno a poco a poco, la cinta era. sta la forzata in cinque o sei punti diversi, di 4000 italiani ne restavano meno di 1800, le munizioni da guerra e da bocca erano quasi esaurite, e, fallita ogni speranza di socco,·so, la guarnigione chiese al governatore cli trattare. In 65 giorni di assed io i Turchi avevano perduto 50.000 u. e, pur avendo sparato 150.000 colpi di cannone e fatto esplodere numerose mine sotto i baluardi, ernno riusciti a impadronirsi solo della cinta esterna ; la cittadella era intatta. Per ciò, if scrraschicre, prevedendo i sacrifici che avrebbe dovuto compiere per impadronirsene, accolse le proposte fattegli dal Braga<lil1, impegnandosi a trasporta re incoiumi a. Candia ufficiali e soldati con a rmi e ba.gag.li; agli abitai1ti di l"amagosh1 garantì i beni e il libero esercizio della religione. F irmati i patti, il 4 agosto il Bra.ga<lin usci dalla città a cavallo, colla pompa e le insegne elci gra do. L'accompagnavano tutti i gentiluomini del seguito, meno il Tiepolo incaricato di con~egnare la città agli assedianti, ma falsamen te accusato eia Mustafà di avere massacrato i p rigionied turchi <luranle la tregua, fu j)roditoria.mente incatenato, mutilato nel naso e nelle orecchie, esposto al foclibrio d elle truppe turohe. P romessagli salva Ja vita, se s i fosse convertito all'Islamismo, riiìutò. Morì :finalmente scorticato vivo; la. sua pelle, ripiena di paglia, · fu man-data a Costantinopoli


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colle teste mozze di Luigi Martinengo, Andrea Rragadin -e Gio\'anni Antonio Querfni. 1 II. Tentat·i vo su Famagosta (1607). !\'ci primi giorni del m~io la flotta. toscana, comandata. <lall'Inghirami, forte di 8 galere col galeone S. Giovanni, e 9 bertoni, con a bordo 1800 u. comand<Lti dal conestabile Gian Francesco Bourbon del :Monte e da don Amonio de" l\fedici, si diresse a F., a.vendo notizia che 12.000 Cipriotti erano pronti ad insorgere e che a F. si trO\'avano appena 100 turchi. Nella sera ciel 23 giugno la flotta diede fondo in una cala poco lontana dalla citlà, aVYistata da.i Turchi, che si prepararono alla difesa. Le truppe sbarcarono e marciarono sulla ci ttà . li tentat ivo di far saltare in aria la postierla fallì; la Jarghe7,za del fosso impedì che si attaccasse la ·porta, mentre per essere le scale tro1>po corte e per la di.fesa d ei Tu rchi, fallì anche il tentatirn di scalare le mura. La so11>resa {!ra mancata. All'alba le truppe ripiegarono, incalzate ~alla cavalleria turca che venne fermata dai cannoni -delle na \"i; queste levarono l'ancora e si andarono a fem1are in una vicina insenatura in attesa del movimentn insurrezionale. Fina lmente, compiuto un nuovo, inutile sbarco, e visto che la popolazione non si muoveva, i Toscani rinunciarono all'impresa. che era loro costata oltre 200 u. e a mezzo agosto rientrarono a L iYorno.

Fambri (Pa11lo). Ingegnere e scrittore, n. e m. a Venezia (1827 -1897). Nel 1848 guidò i giovani che liberarono Manin e Tommaseo: fu poi ufficiale del genio, divenendo capitano. Oltre a commed ie e romanzi pubblicò va.rie opere d ' indole militare e d i diritto cavalleresco, fra cui « intorno al sistema di difesa delle coste meridionali del regno»; « Volontari e regolari>>; << Intorno agli stipendi degli ufficia.li»; « Sulla questione dei bersaglieri »; « Commemorazione del gen. La. M:ar mora »; « L'Istria e il nostro confine orientale» . Alla Ca.mera rappresentò i collegi di Venezia e PortORru aro per le legislature IX, X, XI, XlII.

Fal le lti Loctovtto

Farncu O<.loarclo

Famea (Odoardo). Generale, n. ad Udine nel 1863. So ttot. di fanteria nel 1884, partecipò alla campagna eritrea del 1895-96 e nel 191S raggiunse il grado di colonnello. Comandò per due anni in guerra il 63° regg. fanteria meritandosi nel 1916 la mcd. d'argemo nel Trentino e q uella di bronzo in Macedonia . Brigadiere generale nel 1918, andò in P. A. S. nel 1920. Fanale. Prendono il nome di fanal i le costruzioni di p iccole dimensioni sistemate lungo le coste per la illuminazione notturna a complemento dei Fari. I F. hanno speciali caratteristiche, e sono sistema ti per se-

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gnalare con varie forme di luci la presenza di scogli, bassifondi, paraggi pericolosi, luoghi di approdo, pontili, calate, ecc. Sono a luce fissa o intermittente, elettrici, a gas od anche a olio. Fanali di via. Chiamansi con questo nome i fanali che le navi sono obbligate a portare accesi cimante 1:1. notte per la navigazione. La posizione e la portata dei F. è

ranale <1i g-~JH,l ron1ana

Fn nalc d i galera

Ciel sec. xv 11

rigorosamen te prescritta da norme. internaziona li. I F . delle navi a vapore sono quattro: Uno bianco in testa dell'albero prodiero, uno verde sul lato dr. del ponte di comando, un (.} altro rosso sul lato sr. ed uno bianco a poppa, all'altezza del ponte di coperta (F. cli coronamento). Quando i piroscafi hanno due alberi portano un secondo fanale bianco in tèsta dcll"a lbero poppiero. in posizione più elev(l.[a di quello prodiero. Ogni fanale de,·c illuminare un determinato settore di orizzonte e nulla più. In questo modo è facile durante la notte distinguere con s ufficiente apµrossimazione la roll8 che segue il p iroscafo a1•,·islato alrorizzonte, regolando di conseguenza quel la della prop ria nave. I velieri di piccole dimensioni non ~ono obbligati a portare il fanale bianco, ma. bastano soltnnto L dur. rosso e verde. Sulle na\'i da guerra, oltre ai F. di via, si adoperano F. di testa di albero per le scgnalazion i e F. " luce bleu di debole portata per le F,111a1.- di galera navigazioni a luci oscurate. Le navi nir·ca (scc. XVII) ammiraglie in generale portano a ll'albero di trinchetto o a quello di maestra due F. bianchi in luogo cli uno. Stando alla fonda Je na.vi portano due F. bianchi, uno a prora e l'a ltro a poppa., che d iconsi F. di posizio11e. Anche sulle antiche navi si usavano i fanali e tre ne porta.va ordinariamente nella marina romana la n ave p retoria (ammiraglia), uno a prora, uno al mezzo, l'altro a pappa, oscurando lo s tesso dalla parte verso il nemico. L e galee capita.ne avevano il F. di poppa molto più grande degli altri. Il corno sr. della fonnazione ne alzava uno, il dr. due, tre la Capitana centrale. I Veneziani


•F AN

FAN

lo chiamavano Fanò, e si chiamava nave o galea di fanò la nave ammiraglia.

d'ottone. Differisce dalla musica reggimen1ale, che è più completa e d i cui fanno parte anche strumenti d'ottone

Fanalista. E' l'individuo destinalo alla cura dei fari e fanali lungo Je coste. Il personale F. i: personale di ruolo che dipende in Italia dal M inistero de'lla Marina, in Francia dal Ministero dei Lavori Pubblici, ecc. Quando i fari sorgono in località isolate, i F. vi vanno ad abitare a turno, per durate variabili da l a 3 .fino a 6 mesi, rimanendo per questo periodo quasi completamente isolati dal mondo. Fanano. •Comune in prov. di r.fodena. Fu conteso fra questa città e i Bolognesi nei sec. XII e XlII. Nel 1S10 e 1521 i Fananesi respinsero le truppe dei papi Giulio II e Leone X che volevano strappare il Frignano ad A'lfonso I d'Este. Nel 1642 parteciparono all,L guerra di Castro, nel 1706 ebbero parte principale nella cacciata dei Francesi da Sestola., nel li99 si opposero a una colonna di 800 reazionari che volevano invaderne il territorio ove si erano rifugiali i Francesi cacciati dal fortino di Sestola. Fanatismo. E' un esagerato sentimento di cieco attà'ccamento e di incondizionata devozione, eh~ specialmente in passato, trovò salde radici nella coscienza popolare. Il F. fu talvolta, concomitautemente con altre ragion i, causa di guerre: quelle degli antichi Ebrei, degli Arabi, le crociate, le guerre di religione, le conquiste coloniali mosse da l desiderio cli convertire le popolazioni indigene al Cristianesimo, ccc. Nei tempi moderni il F. per una persona, fu causa della campagna. dei 100 giorni; la Francia e i suoi vc tenuli, accesi di F. pe r Napoleone, cacciarono il re e ripresero le armi non appena egli tornò dal breve esilio dell'isola d'Elba.

Fanfa r,J di F~n,eria (ID IO)

piì1 grossi, strumenti d i legno, grancassa. La F. è destinata esclusivamente al servizio militare: suona durante le marce, la sera alla ritirata, ai campi, in caserma, ecc. La musica invece pre·sta anche servizio pubbli-

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Fanchiott i {Eduardo) . Gcncr:ilc e scrittore mii., nato a Pezzana, m. a Roma (1845-1904). Sotlot. di fanteria nel 1867, partecipò alla campagna del 1870. Passò poi nel corpo di S. M. e nel 1887 fu insegnante alla Scuola di guerra. Colonnello nel 1895, ebbe il comando del 26° regg. fanteria e nel 1899 divenne comandante in 2• della Scuola. di guerra. Ma.gg. generale nel 1900, comandò la. brigata Abruzzi. Fra a·ltro, pubblicò: << Considerazioni tattko-logistiche sulle esercitazioni <li combattimento di 2° grado»; « Il presente momento tattico della fanteria»; « Il libro di lettura del solda to italiano >>. Faneschi (Salvatore). Generale, nato a F irenze, m. a Milano (1838- 1906). Souot. di cavalleria nel 1859, partecipò alla campagna del 1866 meritandosi la medaglia <l'al'gento a Custoza. Colonnello nel J890, comandò il regg. Savoia cavalleria. Tenne poi il comando della 9' ( 1890) e della 6° brigala di cavalleria ( 1892) divenendo ma.gg. generale nel 1893. In P. A. nel 1896, passò nella riserva. nel 1899 divenendo ten. generale nel 1901.

1-'anrara di ascari in l.llJi,Ì- ( 19'12)

co. H anno F. la cavalleria, l'artiglieria, la fanteria, gli alpini, i bersaglieri. Fanfare si chiamano anche certe arie m ilitari dal ritmo accelerato, a rapida. cadenza, colle qua li si accompagnano le evoluzioni delle truppe.

1~.\1 t14n n 1;n n1,tBu,~

1unn1;nn1&1]Éf1p y La rallfara reale Fanfara reale ~ lo squillo che precede la Marcia reale, e viene suonato per annunciare l'arrivo del Re o dei Principi di Casa Reale, all'inizio o alla cessa:/,ionc di manovre, per rendere gli onori alla bandiera.

Fanfara di nersas-llerl (1910)

Fanfara. Concerto militare d i strumenti leggicri,

Fanfulla (Tito da L odi). Noto uomo d'anni del secolo XVI, resosi particolarmente celebre perché prese parte, fra i 13 italiani che si batterono vittoriosamente contro


FAN

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13 cavalieri francesi, alla d isfida di Barletta (1503). Fu come tutti i guerrieri di quel tempo un avventuriero, che servì quale mercenario presso d iversi principi e condottieri. Tenne infine a Lodi una Scuola d'armi.

Fanfulla. 27' Legione della I\'L V. S. N. (2" Zona, Lombardia), costituita il l " febbraio 1923. E' formata su tre Coorti con sede rispettivamente a Lodi, Codogno e Casalpusterlengo, una centuria mitraglicri, una centuria ciclisti, una centuria pontieri e una batteria D. A. T. Comprende inoltre alcune squadre di pronto soccorso. Ha organizzato corsi di istruzione premi litare con 1479 inscritti divisi in 27 centri. La sede del Comando di Legione è Lodi.

Fan n io ( Caio). Guerriero romano; questore nel 129 a . C.,, pretore nel 127; combattè in Africa e in Spagna, fu uno dei primi a salire sulle mura d i Cai·ta.gine. Fu anche storico: scrisse gli «Annali>) che però non giunsero sino a noi. - Un Lucio F . fu pure generale romano; nell'84 a. C. abbandonò Roma per mettersi al serviz io di Mitridate. F ano (ant. Fanum Forltmae). Città madttima delle I\farche. Se ne ha notizia vaga fino dal 207 a.. C. quando, nelle sue vicinanze, s i svolse la battaglia del Metauro, fra Romani e Cartaginesi; Cesa,-e l'occupò nel 49 a . C. appena passato il Rubicone; Augusto vi condusse una colonia e la cinse di mura. e di torri. Quando ·l'Impero si suddivise cd ebbero principio le invasioni bar bariche, F. ebbe gravemente a soffrirne. I Goti di Vitige ne d istrussero le mura, ricostruite da Belisario

La l\o~ca Malatest iana cli Fano {sec. XV)

verso il 550; n el VI secolo la conquistarono i Longobard i e successivamente appartenne agli Esarchi di Ravenna. Alleata poscia d i Venezia, ebbe da questa il soccorso d i una n umerosa flotta di galere, condotte dal doge P ietro Polani, contro i Pesaresi che l'assediavano. Lottò contro Fossombrone ed Urbino; vivacissime furono le lotte intestine che la dilaniarono durante l'epoca dei Guelfi, e dei Ghibellini. Nel 1463 papa Pio II ordinò a Federico da Montefeltro di togliere Fano a Sigismondo Malatesta; dopo quattro mesi di assed io, nel quale furono anche impiegate artiglierie, la città si arrese, ma i Montefeltro tentarono invano <li aggregare F. al ducato; essa si r ibellò costantemente, essendo la lYiagistra tura a iutata dalla -cc Compagnia della Santa Unione», sorta per imporre la concordia cittadina anche ai nobili faziosi. Nel 1487 i sobborghi di F. furono d istrutti <lai Turchi. Le forze medicee, nel febbraio 1517, furono assediate in F. da Francesco Maria I Della Ra-

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FA!~

vere, duca d'Urbino; questi fu costretto a levare l'assedio; i Fanesi nel 1533 si sollevarono, massacrarono i partigiani dei Medici liberandosi da ogni dominazione e passando al Papato. Nel 1859 F. si ribellò e proclamò l'annessione; la sollevazione fu domata e solo nel 1860 la città fu unità alla Patria. R imangono resti delle ant. fortificazioni: la rocca Ma-latestiana, verso il mare, fu iniziata. da Sigismondo Pandolfo verso il 1438 elle più tardi vi aggiunse il ruasohio; essa è quadrangolare con torrioni fiancheggianti, aveva doppio ponte di entrata. con rivellino intermedio. Internamente una seconda cinta fortificata circonda il maschio. Le mura che oggi rimangono, in parte demolite, e i fossi, oggi cohnati, , furono costruite da Pandolfo III lvfalatesta, ne fanno parte la porta Malatestiana, il bastione del N uti, le mura della Mandria. Sullo spigolo di kvai-._r,; domina il bastione costruito dal Sangallo per ordine di Giulio III. I. Battaglia presso Fano (271 cl. C.). Fu combattuta: e vinta dall'imperatore Claudio Lucio Domizio Aureliano contro Alemanni e Marcomanni che avevano invaso l'Italia. superiore. Un'iscrizione a F. ne celebra la vittoria. In sei:,'llito a questa vittoria gli invasori fui:ono costretti a r ipiegare verso il nord.

II. A.,-.,enim.en-ti del 1799 in Fano. Durante la campagna d 'Italia del 1799, il 24 maggio la squadra turcorussa mosse da Ancona p er sbarcare a F. tenuta dai Francesi. Giunta il 26 presso le foci del Metauro, un tentativo di sbarco venne respinto da 4 cp. di sold ati della rcp. Cisalpina; questo spinse la cittadinanza a r ibellarsi; sold at i Turchi erano entrati nell'abitato, la loro bandiera sventplava sulla più alta torre e la campana a stanno chiama.va il popolo alle anni. 400 Francesi accorsi cacciarono i Turchi e domarono il movimento. Agli insorti riusciti a sfuggire, si unirono poco dopo 600 Schiavoni e un forte distaccamento di turcor ussi, e 1'11 giugno i Francesi, attaccati nuovamente, iurono costretti ad abbandonare la cit tà. Aperte le porte i Fanesi accolsero gli assalitori come li beratori, m~ questi irruppcro\ nell'abitato e saccheggiarono ogni cosa. Allontanatasi la squadra turco- russa da Ancona, il 25 giugno i Francesi attaccarono F . da due lati, e la ripresero; il 1° ago~to successivo, bande armate di rivoltosi al comando del Lahoz, sbarcato con •una divis. a Porto di Fermo, investirono F . per terra e per ma.re e il giorno s uccessivo lo Cheva.lier, che comandava il presidio francese, capitolò, dopo avere respinto tre attacchi. III. Presa di Fano (,Campagna d elle Marche - 12 settembre 1860). Procedendo lungo la costiera adriatica per l'occupazione delle Marche, il Ciald ini destinò, nel settembre, il gcn. Lcotarcli, con la 7• divis. (23", 24°, 25°, 26° fant., 12° bgl. bersaglieri, 7° rogg. h nceri Mila.no, 4• e s• btr. ùel 5° regg.) alla occupazione cli F . tenuta dai Pontifici con circa 300 u. La mattina del 12, ricusata la resa, l'artiglieria italiana con poohi colpi sfondò la porta l\lialatcstiana e le truppe nazionali entrarono in città: il presidio s i arrese.

Battaglione di Fano. P rese questo nome il bgl. di Guardie c iviche costituitosi a Fano nel 1848 e sciolto alla fine del tentativo di unhficazione d'Italia di quell'epoca. Fano Oscar. Generale, 11. nel 1864. Sotto!. d'art. nel 1882, iniziò la guerra contro l'Austria col grado d i te--


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Fantasia cli bnnda t1·1·egolnre In Somaila

ncnte colonnello. Promosso poco dopo colonnello, fu dal 191 i al 1918 comandante dell'artiglieria del XXVII corpo d'arma ta divenendo brigadiere generale nel I 918 é meritandosi sul Montello la croce da cav. de ll'O. M. S. Lasciato dopo la guerra il servizio attivo divenne nella riserva generale di divis. (1926).

Fanr,schl Salvato re

Fantaccino. Questa parola designò in principio gli uomini a piedi a servizio dei cavalieri, che facevano parte degli eserciti medioevali all'infuori degli arc1en, e dei balestrieri, poi i fanti in genere. S i usa ancora scherzosamente. l'rima dell'adozione della divisa grigio· verde, si diceva che il F. italiano era il più elegante soldato del mondo, perehè portava ìl cilindro (képy) la cravatta bianca, le scarpe basse e l'abito a coda d i rondine (il cappotto le cui falde, durante le marcie, si tenevano rovesciate indietro). Fantasia. Eserci tazione equestre, eseguita per lo più da cavalieri arabi, durante feste, riunioni, l'iviste, ispezioni. I cavalieri armati danno una specie di rappresentazione equestre, durante la quale gareggiano in esercizi di abilità, destrezza ed audacia, lanciando i cavalli alla carriera, eseguendo spari e giuochi di agili tà colle armi, che buttano in aria e ripigliano scaricandole e ri· caricandole, emettendo nello stesso tempo grida quando passano vicini.

F a nte. Espres.sione generica per significare il solciato di fanteria; dopo la guerra mondiale in Italia la parola F. servi a designare il combattente per eccellenza\ il trincerista, come in Francia s i usò la parola Po,ilu, in Inghilterra Tommie, ecc. E questo perchè la fanteria comprese la massa maggiore dei combattenti, subì i maggiori disagi, ebbe il m,i.ggior numero cli perdite. Associazio11e Nazionale del Fante. Sorta nel luglio 1920 in Milano, sotto i'alto patronato di S. M . il Re, ben presto si è estesa a tutta l'l talia. Essa si p ropone: a) il culto del. la Patria; b) di glorificare i Fanti caduti in guerra e perpetu.irnc la memoria; e) d i ravvi\'are lo spirito dell'arma di fanteria e di conservru·ne e ra ffoo:arne la tradizione; d) di riaffermare i vincoli di fratellanza stabiliti fra i Fanti d i qualsiasi gra do e condizione: e) d i ricorda.re al Paese )lonumemo al Fame sacrifici compiuti dal (clmllcro Italiano dì S,llonlcco) Fa11te, artefice prime della Vittoria . E' retta da ùn Comitato Centrale che risiede a Milano. L' A=iazione pubblica i Quaderni del Fante, ricordanti glorie dell'anna, storie di reggimenti, canti del fante e pubblica a ltresl il g iornale Il Fame.

Fanteria. Anna costituita dai combattenti a piedi, i quali debbono portare nel combattimento il concorso della loro azione ind ividuale, impiegando attualmente mezzi di lotta molteplici, adalli: sia all'azione di fuoco (fucile, moschetto, mitragliatrice, lancia bombe, bombe a mano, cannoncini e cannoni da fanteria); sia all'azione vicina, di urto, che si svolge con la lotta corpo a

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s. A. R. Il Principe di P iemonte rra g li stendardi ùel l' Assoclaztone ciel Fante (Milano 19~8) <:orµo e col combattimento all'arma bianca (sciabola baionetta). L a F . è, presso tutti gli eserciti, l'arm a meno costosa

Farnerla del sec. XVII (Picc111eri e Moschct ller1) e di più facile reclutamento, per quanto abbia bisogno

di una istruzione non breve: sia. perchè occorre elevare

costitu isce, come già disse Napoleone I, « il nerbo degli eserciti >>, che è la più n umerosa, e che, per conseguenza, pii, delle altre rruppresenta, con le sue virtù e le sue debolezze, il popolo dal qua.le l'esercito trae la sua efficienza - fanno sl che essa costituisca l'arma più comp-leta, l'unica capace di svolgere da sola le diverse fasi del combattimento; quella che infligge al nemico e che subisce le perdite più gravi, che viene sottoposta alle più

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Fl'egio i11 metallo nantlicra d'Or dinanza (l'an1e ria e carri Armati) clell'ant.ica run1eria piernon1ese

F,rn1er iu ciel seco lo XVTTI

nei fanti k energie morali a l più alto grado, sia in relazione all'armamento, sempre più complesso. Le ca :ratteristiche particolari di quest'arma - che anche ora

d ure prove, cbe deve sopportare i sacrifizi piÌJ d ifficili. P er conseguen n, la F . rappresenta, anche negli eserciti _ od iern i, l'a1'Ina principale, la cui azione deve essere costantemente sòrretta ed aiutata d a quella delle a ltre armi, secondo le norme della più efficace collaborazione e del più prnfondo cameratismo. R iteuuta l'aruna più importante e destinata a. decidere le sorti del combattimento nei periodi storici greco e romano, p riva di qualsiasi importanza durante il Feudalesimo, riapparsa con le Crociate e riaffermatasi coi liberi Co11rnni italiani, la F. tornò ad acquistare gradatam ente una. vera e propria preminenza sulle a ltre armi nel basso medio-evo, d urante l'epoca moderna. e più specialmente nella s toria militare contemporanea, man


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mano che migliorarono le qualità. dei suoi componenti e si diffusero e si perfezionarono le armi da fuoco portatili. Già con le vittorie d i Morgartcn (1315), Saufen ( 1339), Sempach ( 1386), Xefcls ( 1388), respingendo gli attacchi della cavalleria ;iustriaca, e, quindi, nel secolo seguente, vincendo a Grandson ed a l.\forat l;i cavalleria di Carlo di Borgogna, le fanterie svizzere affermarono che i fanti potevano ormai lottaxe vit toriosamente contro i cavalieri. Anche durante la guerra dei Cento ann i, gli a rcicri inglesi e genovesi resistettero alle cariche della

l'alllCl'la. JliClllODtC3C (1S5U) cavalleria nemica, così che, migliorate le armi da fuoco, la fanteria, salita successivamente in onore presso g!~ Svizzeri, gli Inglesi, i T edeschi c gli Spagnuoli, potè a poco a. poco sostituirsi alla. cavalleria come anna principale nella costituzione degli eserciti. Il primato dt:!la F. sicuramente confem1ò N icolò Machiavelli nella sua ,, Arte della guerra», ricordando gli eserciti greci e romani e raccomandando ai Principi di affidare la difesa dei loro stati a milizie nazionali. Ancora distinta in F. fornita di arma 1bianca (Balestrieri, P icchieri, Alabardieri) e F . con arma da fuoco (Archibugieri) duran te i secoli XVI e XVII; alleggerita alquanto l'arma da fuoco con la sostituzione dell'archibugio col mo~chctto, e resi più -celere il caricamento dell'archibugio con le cariche di polvere già. dosate (cartucce), la F. venne imp iegata, durante il combattimento, in modo cbe l'azione di fuoco si avvicendasse con quella di urto. Alla fine del secolo XVII, dopo che il Vauban r iuscì a sostituire la baionetta a manico pieno con quella a manico vuoto od a ghiera, la F. potè avere un a rmamento uniforme ed il fucile con sciabola-baionetta ina~tabile, permettendo l'impiego contemporaneo del fuoco e dell'urto. Costituì, allora, gecondo Napoleone l. il 1nezzo di lotta p_iù completo. .Mentre l'Artiglieria non dispone, infatti, che dell'azione lontana (fuoco), e mentre la cavalleria - qualora combatta a cavallo, sfruttando le sue caratteristiche più vere - non può porta re il ~uo contributo alla vittoria che con l'urto (carica), la F . è l'unica. arma che possa agire sul campo di battagl ia col fuoco, col movimento e con l'urlo. Essa rimane poi ancora - come ha conferma to anche la grande guerra recente - l'unica arma che possa 1icrcorrcre qualsiasi terreno: dalla palude limacciosa alle vette più eccelse; agire di giorno e di notte, conquis tare a poco a poco, col suo impeto e col suo sangue, e tenere poi stabilmente, con la sua tena.ce resis tenza, una posizione già occupala dal nemico. Con il tiro del crumone, del ea1111on~ino, della mitragliatrice,

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del fucile, del moschetto, del lancia bombe e con il lincio delle bombe a mano - pur esplicando la sua azione a distanze inferiori a quelle alle quali può agire efficacemente l'artiglieria - la F. può conferire al suo fuoco una gran<le efficacia: sia per la quantità delle am1i impiegale, e per la celerità del loro tiro; sia per la loro attitudine al tiro teso (fucile, moschello, mitragliatrice leggera), al Liro curvo (lancia bombe e bombe a mano} ed anche al tiro indiretto, destinato a sorprendere l'a vversario anche a considerevoli distanze (impiego delle mitragliau·ici pesanti). Con questi mezzi, la fanteria può. srnlger~, infatti, anche nelle battaglie odierne, un'efficacissima azione distruttiva cd infliggere al nemico lemaggiori perdite. I fatti d'arme del conflitto mondiale hanno, infatti, confermato i risultati della guerra francogerm:i..nica dd 1870-71, ed hanno dimostrato essere ancora il fuoco delle armi della F. il mezzo di lotta più micidiale. Lo stesso può d ir~i per le perdite che la fa nteria subisce, perdite. per le quali la proporzione - che nella guerra franco-germanica del 1870-71 era stata per l'esercito tedesco del 17,6% per la fanteria, del 6,3% per la cavalleria, del 6,5% per l'Artiglieria e del 0,3'/o per il genio ·- ben d imostra la molteplicità e la gravità dei pericoli ai quali restano esposti i fanti rispetto agli altri combattenti. P er la gravità delle prove che l'Arma. deve subire, mentre, non ostante la complessità dell'armamemo attuale, l'istruzione dei gregari può apparire più sem1ilice e la preparazione dei quadri meno difficile che non nelle altre armi, l'educazione, la preparazione mo.-alcdei fanti, per gli scopi elevatissimi che deve raggiungere, richiede quadri ottimi e tempo non bre,·e. Assai difficile - specialmente ove non concorrano la famiglia e la scuola - riesce improvvisare buoni combattenti di F . disposti a piegarsi alle esigenze di una educazione che ha per base i sentimenti dell'onore, del dovere, della subordinazione, nonchè lo spirito di sacrificio spinto fo10 all'estremo. L 'in,possibilità <l' improvvisare buoni soldati di fanteria deri,•a:

t' auterla lla liana ( 1860) - dalla varietà <lei servizi e uaJJe diverse possibilità di ùnpiego proprie dell'arma; - d:i.lle forme rade di combattimento e dalla necessità che ogni combattente concorra con la sua azione ind ividuale all'azione degli altri, in relazione alla situazione, allo scop2, al terreno, al nemico; - dalla libertà d'azione che deve essere lasciata a ciascun comandante d i reputo nel combattimento;

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- d a Ile grandi fatiche e da i g ravi disagi che i fanti debbono, p ii1 degli a ltri combattenti, subire; - dalle perdite che quest'arma subisce e dalla necessità di sopportare l'effetto demoralizzante che dalle perdite deriva. Pcrchè le truppe s iano in grado d i resistere bene a prove così terribili e d isposte a sopportare simili sacrifici, è nece=-rio che esse costituiscano una salda compagine morale, che sentano la necessaria fiducia pei cap i, che s icno discip linate nel senso più profondo della parola. II Boguslawski, nelle sue « Deduzioni tattiche dalla guerra del 1870-71 » esaltava il valore delle F. tedesche, senza le quali sarebbero rimasti sterili di risultati gli sfo r;>,i delle a ltre anni e noi Italiani, anche dopo la guerra mondiale, possiamo bene a ragione andare orgogliosi della nostra F., r imasta fedele alle sue gloriose tradizioni. Dall'opera « T.e medaglie d'oro» per la guerra italo-austriaca, pubblicata dall'ufficio storico dello Stato 1faggiore del R. Esercito, si rileva, in falli, che,

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Fantci•ia d! rnarl u:1

Ila liana (! 832)

659 venne rimessa in onore durante la guerra r usso-giapponese (1904-05) e r iprese tutta l'importanza di un tempo durante il conflitto mondiale_ L'impossibilità di sfruttare tutta la potenza delle armi da fuoco contro i parapetti delle trincee, e la necessità d i combattere assai spes50 nel buio della notte, do,·evano1 iniatli, confermare l' importania della sciabola- baio11ctta. T.'azione d i urto si esplica con l'as<alto da parte dell'attaccante r co! contr' assalto da parte del difcnsorr. Es;a e.leve essere sempre ade guatamente prcpa ra ta dal fuoco, destinato a ddun eÌ'efficicnza mor:1 le e n u111crica del neFant eria 11nli a11a ( 1870) mico. Xci 1·ccchio Regolamento di esercizi it,1liano era scritto, infatti, che « nello svolgere le varie fasi dell'attacco fino a ll'a.5Salto, importa tenere presen te che lo spirito agi;ressivo, onde una buona truppa deve essere costantemente animata, e l'istinto di spingersi sul nemico per decidere la lotta alla baione11a. non implicano che si rlebba inconsidera tamente lanciare i reparti ali' assalto prima che, con intensa a1.ionc cl i fuoco, s i sia fiaccata la resistenza dell'avversario». Così le due azioni della fanteria si completano a vicenda. L'assalto, azione offen~Ì\·a per eccellenza. dimostra anch'esso la necessità di avere F . moralmente preparata a tutti i pe ricoli, capace d i seguire, in ogni circostanza, l'esempio dei propd capi, fermamente ck-cisa ad affermare la sua. superiorità di fronte al nemico ed a vincere ad ogni costo. La F. è stata ordinata, presso tutti gli eserciti, in br~ate, reggimenti, battaglion i, compagnie e p lotoni. L:L

Fan 1et la Pif:\n10111ei-:e ( ISIS)

delle 4 i medaglie d'oro assegnate per atti di valore ind ividua le, a tutto l'esercito nel 1915, ben 30 fu rono me-, rita.tc da fanti, il maggior numero <lei qua li caduti sul campo dell'onore; e ben a ragione, finita la lunga guerra, S. ~f. il Re volle premiare il valore dei suoi fanti. concedendo (<iecreto 5 giugno 1920) ali' Arma di F. la croce di cav. dell'O. M . S., con una motiva1.ionc che sculto riamente n e esalta le virtù militari: « ::S.ei duri cimenti della guerra, nella tormentata trincea e J1ell'aspra battaglia, conobbe ogni limite di sacrifizio e di a rdimento: audace e tenace, domò infaticabilmente i luoghi e le fortune, consacrando con sangue fecondo la romana virtù dei figli d'Italia (1915-19 18) >>. Il fuoco permette alla F. di avvicinarsi, col movimento e con la manovra, ai reparti nemici che occupano la posizione da conquistare. Se il fuoco non è stato sufficien te ad indurre l'avversario a ritirars i, la F. raggiunge materialmente la sua meta e ricorre al l'0mbattimen to all'arma bianca con l'assalto. Tale azione, della cui efficacia si dubitava nei 'Primissimi anni del secolo XX subito dopo la guerra anglo-boer:i., nella quale i boeri avevano m irabilmente impiegato le loro a rm i da fuoco

Fanteria 11a11ana ( 18, t ) brigata rapp resenta la magAiore unità cli sola fanteria, per quan to, presso gli eserciti nella cui costituzione organica manca la divisione, essa disponga di un'aliquota di artiglieria. F,' costituita da due o tre reggimenti. li reggimento facilita l'istruzione degli uomini e la loro preparazione morale; in generale è composto di tre o quallro battaglioni e sul p iede d i guerra ha. la forza di circa 3000 uomini. II battaglione, che in guerra ha la forza di circa 1000 uomini, è costituito da quattro compagn ie, una delle qua li, presso alcuni eserciti, è di mitraglieri. Il battaglione è l'unità tattica per eccellenza

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della fanteria. La compagnia è il reparto, presso il quale, più che ìn ogni altro si esplica il governo degli uomìni, i quali vengono istruiti cd amministrati appunto dalla compagnia. S i divide in tre o quattro plotoni. Il plotone rappresenta la più piccola unità di F. posta al comando di un ufficiale. Si divide normalmente in squadre. Presso gli eserciti odierni, oltre ai plotoni che fanno parte delle compagnie, ve ne sono a.Icuni che hanno attribuzioni speciali. Cosi. ad esempio, il plotone ·esploratori. L'arma di F. comprende in Italia 3 regg. granatieri, 87 regg. di l'. di linea, I 2 rcgg. di hersaglieri, 9 regg. di alpini. Ciascun regg. si compone di un comando e di un numero vario cli battaglioni. Formazi-01ii ed ordini della fanteria. Le Unità cieli' Arma possono disporsi in modo diverso a seconda dell'impiego che, in un dato momento, debba farsene. Così si hanno ordini tattici, pc! combattimento ed ordini logi-

660 assumere formazioni meno vulnerabili anche ad una notevole distanza dal nemico, l'ordine chiuso 11011 può più considerarsi come un vero e proprio ordine tattico. Esso servirà genera lmente come ordine logistico, per le marce o per le soste assai brevi. Le formazioni in ordine chiuso del plotone sono la linea di fianco, per quattro, e la linea di fronte, su due righe; quelle della compagnia sono: compagnia coi plotoni affiancati, in I

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F11r111en• - Fucll!er-c - Porta munizioni . Fuciliere Equ1paggJamen1 0 d i !iUCrra ctclln l'an1ertn italiana linea di fi'anco, in colonna, in linea di fronte. Xe avrèmo un'idea chiara, esaminando le formazioni in ordine chiuso del battaglione. Le formazioni del battaglione in ordine chiuso sono: la linea di fianco, la colonna, la colonna doppia e la linea di colonne. L-a linea di fianco è una fomiazione specialmente adatta per la marcia. E ssa non si presta affatto al combatti mento, poichè renderebbe lento lo spiegamento delle truppe e non consentirebbe l'esplicazione del fuoco. La colonna, pern1etten-

Fnn1er1a lta llau.i ne lla gramlc g ,,erra

M1c1, per le marce e per le soste. Gli ordini tattici sono: l'ordine di combatti.mento, costituito da tiratori in ordine sparso, seguiti dai r incalzi e dai reparti che formano la r iserva. l'rcsso alcuni csercili viene ancora con• siderato come un ,·ero e proprio ordine tattico anche l'ordi ne ch iuso e, secondo il Boguslawski, i casi nei quali, sul campo di battaglia, la F. poteva (quando aveva un armamento unico, costituito soltanto dal fucile e dalla sciabola~baionetta) assumere l'ordine chiuso, erano i seguenti : - nell'ammassamento e durante la marcia in avanti per entrare nel combattimento; - nei movimenti che si facevano entro il raggio d'azione delle artiglierie; 1 - di notte od in giornate di nebbia; - nei casi eccezionali, nei quali la truppa, trova.i1dosi improvvisamente di fronte al nemico, (es. azione della F . contro cavalleria) non ha il tempo di assumere un ordine tattico più convcn iente. Con le artiglierie odierne, che costringono la F. ad

POl'la 11111niZlon1 • F11 r ltier o - Fuciliere • Fuciliere Eq1Hpagguunl'n10 <Il pace della runtert a llaltana

do di tenere la truppa bene alla mano, conferisce al comando una sicura efficacia; ma presenta grande vul11erabilità e non si adatta facilmente al terreno. Lo stesso -può dirsi per la colonna doppia, la quale si presta, a volte, per l'ammassamento delle truppe e per le brevi fe,·ruatc. Anche la linea di coloime si presta per l'ammassamento. Tra le formazioni in ordine chiuso, era anche compreso il quadrato, che si adottava per difen dersi dalla cavatleria, quando le armi portatili da fuoco non avevano anéora conseguito quella celerità di t iro,


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Fanteria moniata 111 Lll)ia: appostamento di mitragllatrlcl che ora permette alla F. di difendersi efficacemente dalle cariche in qualsiasi formazione. Sono da ricordare, in proposito, i quadrati delle fanterie inglesi, che a Waterloo resistettero alle quattro disperate cariche della cavalleria del Ney ed il quadrato, nel quale, nel 1866, il 4° battaglione del 49° regg. fanteria protesse il P rincipe Umberto a Custoza, contro la cavalleria austr iaca del Pulz. Questa. formazione potrebbe essere assunta, qualora, scarseggiando le munizioni, la F. non avesse altre armi contro la cavalleria che la sciabola-baionetta inastata al fucile. Il quadrato conferisce molta coesione al reparto, rende efficace l'azione di comando; ma è molto vulnerabile, poco mobile, poco adattabile al terreno. Diverse specie di fa11teria . Derivano dall'opportunità di distinguere i fanti a seconda delle loro attitudini individuali, dell'armamento, della m issione speciale, del terreno di impiego, ccc. Specialità d'arma per la fanteria esis tettero, infatti, fin dall'antichità anche quando i soldati disponevano soltanto di armi bianche, (lance, giavellotti, freccie, spade). Esse sembrano ancora più giustificate negli eserciti odierni, presso i quali l'armamento delle F. è divenuto più complesso. Rispetto alle diverse a ttitudini cd all'impiego conseguentemente diverso, si hanno ad esempio: F. d1 linea, F. scelta, F. speciale, F. celere, F. montata, F. da montagna, ecc. Alcune di queste specialità, rispondono anche al bisogno di seguire antiche tradizioni, vis to che, in tutti gli eserciti, in ogni periodo storico, si ebbero, nella F. distinzioni ; che altro non rappresentarono che il risultato di una scelta. Così i Greci ebbero Opli ti, l'cltasti e Psiliti ; i Romani ebbero Triar1, Principi, Astati, Veliti, quattro specie di F., distinte in modo da tenere il debito conto della m aggiore o mù1ore durata del servizio prestato. Il che permise, nella legione di Mario, d i graduare gli sforzi, destinando a quelli più decisivi i soldati migliori o più esperti. Le prime tre specialità costituivano la Legione ( V.), mentre l:t quarta corrisponderebbe presso a J)OCO agli attuali esploratori. Nel medio evo e nei primi secoli dell'èra moderna si ebbero gli arcieri, i balestrieri, gli alabardieri, i picchieri, e quind i, come già si è detto, diffusesi le armi da fuoco, gli archibugieri ed i moschettieri. Napoleone I volle che la fanteria della Grat1.de Armée avesse diverse

specialità: carabinieri, granatieri, volteggiatori, cacciatori, ecc. Presso gli eserciti attuali si ha: - La fanteria di linea o pesante, destinata a svolgere tutte le fasi del combattimento. Quando la gittata delle armi da fuoco era minima e l'efficacia del tiro assai incerta, combat1eva soltanto in ordine chiuso, disponendosi in linea per il fuoco ed in colonna per l'attacco. Durante l'a~ione, la F. di linea, specialmente nelle guerre della Rivoluzione francese cd in quelle successive, veniva preceduta da una sottile linea d i truppe leggere, che aprivano il fuoco, per costringere il nemico a spiegarsi anzi tempo. - La fanteria leggera, alla quale spettava, come già ai veliti romani, l'incarico di compiere le esplorazion i, di iniziare il combattimento, di coprire lo schieramento della fanteria pesante. Veniva chiamata leggera perchè, per poter muovere più agevolmente ed in tutti i ten-en i, aveva un equipaggiamento ed un armamento meno pe~nti. Rispetto all'attitudine a compiere sforzi maggiori in determinate circostanze, presso i vari eserciti si trovano F. scelta (carabinier i, cacciatori, bersaglieri); F. speciale (alpini, cacciatori delle Alpi, ecc.); F. celere (es. bersaglieri ciclisti) e F. montata, soltanto presso a lcuni eserciti, i cui paesi siano ricchi di produzione equ ina. Il cavallo, in questo caso. non è più arma, come per la cavalleria. ma semplice meuo di trasporto, atto a permettere movimenti più celeri ed a percorrere d istanze p ii, lunghe, senza grave nocumento delle energie fisiche dei combattenti. L'uso di far ser,.ire i fanti di cavalcature o <li me?.zi di trasporto dovette venire sui,;gcrito, i11 ogni tempo, dalle necessità, imposte da particolari situazioni di guerra, di imprimere 3J movimento della fanteria w1a. maggiore celerità. Così, nel 207 a. C., quando il Console Claudio Ne rone vo lle condur re il soccorso di 6000 fo 11ti e di 1000 cav~lieri al Console Livio Salinatore per la battaglia del Metauro, .,ercorse ben 780 km. in soli 13 giorni, e potè raggiungere lo scopo facendo montare i fanti sugli stessi cavalli dei cavalieri e servendosi dei carri preventivamente richiesti agli abitanti dei paesi attraversati. Reparti di F. montata sono stati costituiti, per la loro mobilità, presso alcuni eserciti, speciahnenle pe r le operazioni coloniali, nelle quali riesce particolarmente opportuno l'impiego di colonne volanti, capaci di lun-


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ghi e - ra;pidi sforzi, per sorprendere concentramenti di r ibelli, sfruttare il successo dopo uno scontro v ittorioso, coprire un r ip iegamento. I reparti di F. montata possono avere lutti o soltanto una parte dei loro componenti montati. Essi hanno un armamento, che non d ifferisce sensibilmente da quello della. fanteria a piedi. Gli Inglesi fecero largo uso di reparti montati durante la guerra contro i Boeri; i F rancesi hanno, nella Legione straniera., compagnie di fanteria montata con un qua- drupede ogni due uomini, che si alterna.no durante le marce. Anche l'Ita lia esperimentò in Libia lo stesso sistema, ma con scarso renc.limento, Assai p iù pratica s i dimostrò la compagnia. di fanteria indigena monta.la. su muletti abissini, che venne costituita soltanto provvisoria mente. Attualmente fanno parte di ciascuno dei grupp i sahariani in Libia due p lotoni di F. montata su cammelli, al comando di un ufficiale montato su mehara,

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transoceaniche. L 'equipaggio normale dei vascelli e delle fregate dell'epoca era adibito alle manovre della comp lessa velatura, e non poteva quindi, senza grave n ocumento e pericolo per la nave, veni.re distolto dal suo compito. Si rendeva pèrciò necessario a vere a bordo un forte nucleo d i uomini, adeguatamente armato, il quale potesse essere sbarcato quando necessario per le azioni belliche e di conquista. Col l'andare del tempo si costituirono veri e propri reggimenti d i F. Nf., i quali, pu r imbarcati sulle navi, avevano però attribuzioni e amministrazione assolutamente distin te da quelle dell'equipa.ggio della nave. In alcune marine, come in quella inglese, esistono tuttora i reparti d i F . .lvI. Trattasi di corpi a.venti centri di reclutamento, istruzione e <leposito a. terra, e centri d i istruzione naviganti (ordinarie unità nivali) su cui i reparti si avvicendano per acquistare la necessaria istruzione marinaresca. I militari appartenenti a detti corpi provengono generalmente dall'arruolamento volontario, sono vin~olati- a lunghe fer me e possono pertanto servire per alcuni airni ancora, dopo i non brevi periodi di istruzione necessari alla loro specializzazione. Nelb. marina italiana tale specialità fu soppressa verso il 1880, e i compiti che prima erano attribu iti al la F . .M . vennero assegnat i a speciali reparti o fo rze da sbarco, costi tuiti da parte dello stesso equipaggio, particolarmente addestralo e con speciale equipaggiamento. Dal 1861 al 1880, i regg. di F. 1', f. costituiti erano dli(:; il l O con sede a Genova, il 2° con sede a ::'\ apoli. Fanteria il,for-ina. Corpo istituito a Napoli dopo il 1779 da Edoa.rdo Acton. - Un regg. di F. M. fu costituito dall'ammir. Anguissola, quando resse ( 1860-61) il Minisiero della Marina sotto la d ittatura. di Garibaldi.

Servizio di Fanteria. Non esiste Hell'cscrcilo ita'iiano: esiste invece negli eserciti francese e spagnuolo. D a. noi i servizi del genio e dell'artiglieria provvedono a.I mater iale occorrente anche per l'a1,na cli fanteria. Fanteria montata in Llhia

della forza di 75 uomini e di 106 cammelli, dei quali 30 d i riserva. I gruppi saJ, ariani hanno, inoltre, una sezione mitragliatrici can1mellata con 1 sottu11ìcialc, 25 uomini, 2 m itva.glia.trici e 35 cammelli. Soltanto nelle colonie, dove d ifficilment e si trovano strade adatte ai mezzi meccanici di trasporto, si possono impiegare i reparti d i F . montata, destina ti a volte, in terreni rotti, a sostituire la cavalleria; ma, in Europa, la F. ha trovato n egli automezzi uu sistema più opportuno e p iù efficace per a umentare la sua celerità.

Fanteria lnd;geni (regginumto). F u costituito in Eritrea dal gen. Baldissera nel- 1889, riunendo i primi q uattro bgl. da lui riorganizzati. Ogni bgl. conservò il proprio nome d i halai, venne numerato progressivamente e si d ivise in 4 cp. (tab1<r) di 2 mezze cp. (mistalmr) ciascuna delle quali su 4- squadre (bulnli). Tutti i reparti superiori al buluk furono comandati d a ufficiali ita liani, tu tti montati. Comandante del regg. fu il col. Avogadro di Vig liano : la su a forza fu d i 95 ufficiali, 3265 uomini e 238 cavalli. Fanteria marina. L'origine della fanter ia marina nsale all'epoca medioevale, a.llorchè le p iù potent i nazioni marittime si dedicavano alle conquiste delle Colonie

Fan!l Camilla

Fanti (Ma1,fredo). Generale, medaglia d 'oro, nato a Carpi, m. a F irenze ( J.808-1865). Cadetto nei Pionieri cli Modena a 17 anni, nel 1830 si laureò in matematiohe e p artecipò a i moti del 183L nelle Romagne. Dopo la cap itolazione di Ancona emigrò in Frnncia, ove venne aggregato al corpo del Genio francese in Lione. Passato quindi in Spagna fu tenen te nel 5° bgl. franco di CataJogna, al servizio di Isabella contro i Carlisti e si distinse in vaTie occasioni, raggiungendo il grado di ten. colonnello nei caccia tori d i Oporto. Ricostituitosi nel 1839 l'esercito naziona le spagnolo, r icominoiò in esso la s~~a carrieva col gra,do d i luogotenente, raggiuagendo,

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però, con una serie di promozioni per merito di gu erra, il gnulo di colonnei'lo di cavalleria nell'ottabre del 1847, Nel 1848 a·ccorse in Italia. e v,i ebbe da.I governo provvisorio di Lombardia il comando della 2• brigata di fanteria; nel novembre fu nominato comandante della. 1 • brigata Lombarda ciel R. f:sercito, e nel marzo del 1849 venne incaricato del comando della s• divis. lombarda. Collocato quindi in aspettativa, venne richiamato in servizio nel 1855 per la. oarupagna di Crimea, e posto al comando della 2• brigata provvisoria. Rimpatriato, comandò la brigata Aosta.. Partecipò quindi, quale comandante della 2• d i vis., alla campagna del 1859; questa finita, organizz;ò e comandò le tru[>pc della Lega degli Stati dell'Italia centrale. Nel gennaio del 1860 venne n ominato m inistro della guerra; n e l marzo successivo, p ur conservando il porbaioglio di ministro, fu nominato Capo di S. M. dell'Esercito. Col grado di generale d'armata ebbe il comando supremo dell'Esercito nella campagna dell'Italia meridionale, ed alla p resa. di Gaeta fu insignito, oTtrechè della gran croce dell'O. M. S. della m edaiglia d'oro al valor milita re, per « avere egregiamente predisposto e diretto l'attacco e la presa di l>fola di Gaeta» (4 novembre 1860). Dopo la guerra ebbe il compito del rford-inaJncnto dell'esercito, assirnilan- do in esso elementi dell'esercito già borbonico e gariba ltlini_ Xel giugno del 1861 venne incaricato di reggere anche il portafoglio della Marina; qualche tempo dopo, dimessosi, dalla carica d i M inistro, fu nominato comandan te del clip. mii. di F irenze. Eletto deputato nella 2" legislatura per il collegio di Nizza Monferrato, passò n el 1862 nel Senato del Regno. I l gen. Manfredo Fanti fondò la Scuola J.\'1ilitare cl i ::V[odena e lasciò una <( Relazione della campagna delle J.\1arche e dcli'Umb1-ia >J.

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f alllolli Spirito

IIIHIA Fanunt Oddone

Fanti Camillo. Generale, n. a Valcncia (Spagna), m. a Roma (1844-1908). Sottot. d 'artiglieria nel 1864, passò poi nel corpo del19. S. M. Colonnello nel 1888, comandò il 69° regg. f3.l!ter.ia; magg. generale nel 1896 ebbe il comando della bxig. Umbria. In P . A. nel 1903, divenne ten. generale nel 1906 e nel 1907 passò nella riserva. Fa11t·i perdut·i . V . E11fa1is perd,,s.

1915, fu gravemente ferito e per il suo fermo contegno decorato di med. d'argento, più tardi commutata in quella d'oro. Lasciato nel 1915 il servizio attivo e laureatosi in Scienze economiche, fu dapprima addetto al Commissariato dell'Emigrazione e nominato in seguito insegnante di econom ia nella facoltà fascista di Perugia. Ecco la motivazione di medaglia d'oro : « Ufficia le con funzioni amministrative, chiese ed o. / te1me nell'imminenza d i un attacco di fortissima posizione, in un momento grave, il comando d i un<!- compa,gnia rimasta, nella notte, senza capita.no e, con slancio e coraggio ammirevoli, la guidò alla conquista di una trincea nemica, che tenne saldamente in tre giornate di aspra ·lotta, durante le quali assunse successiva.mente e tenne con energ ia e perizia il comando di battaglione e poi di tutte le truppe, finchè, dopo aver riportato ben c inque ferite nelle ultime ventiquattr'ore, dovette essere allontanato dal combattimento. Trasportalo a l posto di medicazione, sebbene esausto per il sangue perduto, p reoccupato p iù del successo che di sè stesso, volle tornare a l comando del reggimento, cui diede urgenti informazioni. Fulgido esempio d i eccezionale valore e di profonda abnegazione )l (Monte Sabotino 21-2-l_ ottob re 1915).

Fantoli (Enr-ico). Generale, n. a Ruino, m. a Genova ( 1837-1902). Sottot. di fanteria nel 1859, partecipò alla ca,mpa.gna di guerra di tal anno e poi a quelle del 1860-61 e del 1866, meritando la med. d'argento. Colonnello nel 1891, comandò il 75° regg. fanter ia e nel 1895 fu collocato nella riserva d ivenendo maggior generale nel 1901. Fantoni (Spi-rito) . Generale, 11. a Vercelli m . a Milano ( 1838-1918). Volontario nella guerra del 1859, divenne poco dopo sottot. di fanteria. Nel 1882 insegnò stor ia alla scuola di guerra. Nel 1888 andò in Africa. Colonnello nel 1889, comandò il 14° regg. fanteria. Maggior generale nel 1895 ebbe il comando della brigata Torino e ten. generale nel 1900 comandò la divis. di Salerno andando in P. A . nel 1903. Nel 1908 passò nella riserva. Pubblicò un <( Contributo a lla b ibliograiia s to rica del R isorgimento ita liano». Fantoni Giuseppe. Generale, n. ad O leggio m. a Fi1enze (1864-1928). Sottot. di fan teria nel 1883, dal 1887 al 1892 fu insegnante aggiunto d i topografia e di matematica a lla Scuola di Modena. Frequentò la scuola di guerra e poi passò nel corpo d i S . M . nel quale d ivenne colonnello nel 1915. Partecipò alla guerra eritrea 18951896 ed a quella europea, all' inizio della quale era cap o dell'ufficio segreteria, reparto operazioni, presso il Comando Supremo. Alla fine del 1915 assunse il comand o della brigata Cuneo, divenendo brigadiere generale nel 1916. Collocato in P. A. S. nel 1920 divenne generale di divis. nel 1923.

Fantuzzi (Giuseppe). Gcnera:le e scrittore mii. (n a to a Borgo di Piave, rn. a Genova - 1762-1800). G iovanis simo esulò in Polonia, dove combattè e venne ferito dunel 1884. Arruolatosi volontario a 19 anni, passò alla r ante la rivoluzione. Divenne colà. aiutante di Kosciusko Scuola mii. di Modena, dalla quale uscì sottot. nel 28° e generale. Finita la r ivoluzione r itornò a Padova, dove regg. fanteria . Partecipò a lla guerra di Libia co l 35° scrisse un.i « Monografia militare su i fiumi del Veneto>> regg. ; guada.gnandovi un ei:icomio solenne. Rimpatriato, (1795), e propose alla Repubblica di Venezia un <( P iano tornò a I suo vecchio reggimento, col qua le entrò in guerra contro l'Austria. Già encomiato solennemente, duran- _ di organizzazione milita re_ e difesa,;, che non fu p reso in cons iderazione. P resen tatosi a Napoleone, fu nominato te u n asJ)ro combattimento sul Sabotino, il 23 ottobre Fantini (Oddon.e). Medaglia d'oro, n. a Correggio


comandante di bgl. e combattè ad Arcole e Salò. Nella Repubblica Cisalpina coprì la carica di capo d iv is. alla guerra . .Promosso magg. generale, si battè alla Trebbia e a Novi agli ordini dello Schérer. Morì combattendo a Genova, nell'attacco dei forti « Due Fratelli >) al fianco di Ugo Foscolo. Pubblicò anche un lavo1'0 : << Quale dei Govern i liberi meglio convenga alla felicità d'Italia».

Fara (Agostino). Genera.le, n. a Bosco nel 1796. Volontario nel regg. Sa.r degna nel 1814, divenne sottot. nel 1816 e colo11nello ne l 1848, al comando del 13° reggimento fanteria che guidò nelle campagne del 1848-49, guadagnando a Novara la mcd. d'argento. Magg. generale nel 1849, comandò la b1·igata Cuneo: nel 1850 ebbe il comando di Cagliari e nel 1853 il comando della brigata. Casale. Nel 1854 venne collocato a riposo. Fara Gustavo. Generale, meda.glia. d'oro, nato ad Orta Novarese nel 1859. Iniziò la sua carriera, giovanissimo, nei bersaglieri, e vi rimase sempre, p restando servizio successivamente nei regg, 8°, 10°, 7° ed 11°, del quale venne nominato comandante nel 19·10. Fu w10 oei primi ufficiali che vennero decorr.ti in Eritrea dell'O. M. S., guadagnata nel combattimento di Agordat (1890). Nella campagna di L ibia, cui partecipò quale comandante dcll'l1° bersagliei-i, fu promosso magg. generale per merito di guerra (1911). Entrato nella guerra italo-austriaca, comandò successivamente la 24•, la 4', la. 14•, la 19', la 47" e la 23" d ivis., e infine una. d ivis. di bersaglieri, alla testa deHa quale ottenne considerevoli risultati nella battaglia della. :a,ainsizza. Dopo la. guerra comandò per qualcl1e tempo la d ivis. bersaglieri di Firenze, e lasciò il servizio attivo col grado di generale di C. d' A., passando nei quadri della M. V. S. N. come luogotenente generale. N cl 1928 venne collocato a riposo e nominato senatore. La motivazione di meda.glia d'oro, d ice: « Per le eminenti qualità di soldato ardimentoso e brillante sotto il fuoco nemico spiegate e prima e dopo la sua promozione per merito di guerra, nei numerosi combattimenti della. camp<143n a di Libia. a cui prese parte» (Ain Zara., 4 dicembre 191[; B ir Tobras, 19 dicembre 1911 ; Misurata, 8 luglio 1912; Cheran (Libia) 20 luglio 1912).

664 nel 1874. Sottot. negli alpini nel 1893, iniziò nel 1915 la guerra. contro l'Austria. e d ivenne colonnello nel 1917, al comando del 268" ,regg. fanteria, meritando una med aglia d'argento al Carso (settembre 1917), una seconda durante il ripiegamento dall'Isonzo al Piave, la croce d> cav. dell'O . M. S. nella zona del Grappa (novembre 19l ì) e la croce d'uff. dello stesso ordine per essere entrato il primo in Rovereto e Trento. Nel 1920 ebbe il comando del 3° regg. alpini. Generale d i brigata J1el1926, comandò la 3' brigata di fanteria e nel 1927 venne collocato a disposizione.

Faralli (Celestino). Genera.le medico, n. a. Castiglion fiorentino nel 1857. Sottot. medico nel 1881, divenne nel 1912. ten. colonnello d irettore dell'ospedale militare di Livorno e nel 1915 colonnello direttore di quello di F irenze. •P artecipò alle guen-e libica e mondiale, nella. quale, direttore d i sanità di C. d'A., si distinse nel gi;gi10 1916 durante il bombardamento e l'attacco dei gas asfissianti nella zona del S. Michele, e meritò la med. d i bronzo al valor mii. e quella di bronw dei benemerit i della sa nità pubblica. Brigadiere generale nel 1918 andò in P. A. nel 1919 e nel 1923 a riposo. -e

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Faravclli Lutg1

Fiu'inata Tolosetto

Faravelli (Luigi). Ammiraglio, n. a StradeJla, m . a Roma (1852-1914). Entrato in servizio nel 1866, fu promosso contramrnir. nel 1905 e viceammir. nel 1911. Fu direttore ge11erale del Persona.le e Servizio mii. al Min istero della Marina dal 1908 aJ 1910; comandante della Piazza mar, di Maddalena dal l 910 al 1911; president~ del Consiglio superiore d i Marina nel 1912. Venne 110minato grand'uCf. dell'O. M. S. per la coscieme responsabil ità che seppe assumersi 01,dinando con risolutezza il bombardamento e la iJlUllediata occupazione di Tripoli,' fatta dai marinai in attesa dell'arrivo delle truppe, e per la coraggiosa. e sapiente direzione delle forze navali. Nel 1912 venne nominato senatore. Farcito di Vinea (Ernesto). Generale; n . a Torino, m. a Gozzano (1829-1900). Sottot. di fanteria nel 1848,

Fara Gustavo

Jlaracovi Glovannt

"Fara'--P1<ggioni Salv<ttore. Generale, n. nel 1868. Sottotenente d'artiglieria nel 1885, fu insegnante alla. Scuola d'applicazione d'art. e gen io. Specializzatosi nella parte tecnica dell'artiglieria, divenuto colonnello (1916), fu direttore dell'arsenale di costruzione d'art. d i Torino. Magg. generale a.Ila fine del 1925, divenne direttore dell'arsenale R. E sercito di Piacenza.

Faracovi ( Gfovanm) . Generale,

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a Bergamasco

partecipò alle campagne del J 848-59-60-61-66 ed a quella di Crimea., meritandosi <lue med. d'argento e una di bronzo. Colonnello nel 1872, comandò il 44° regg. fa,1teria. In ris. nel 1877, divenne magg. generale nel 1393.

Fardella (marchese G . B.). Generale delle Due Sicilie, (1762-1836). Siciliano di nascita, combattè nel 1794 contro i Francesi in Lomba rdia, ed ebbe la promozione a colonnello, distinguendosi in varie occasioni. Nel 1799 p rese parte alla spedizione su Malta. Combattè durante la campagna. del 1806 in Calabria, quale capo di S. M Raggiunse poi i gradi di marcsc. d i campo ( 1806) e dì


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ten. generale (1815). Dal 1830 a l 1836 coprì la carica di Ministro della guerra e de lla marina, e nella lunga reggenza riordinò le forze militari dello Stato.

Farella (Michele). Colonnello e scrittore militare, (1857-1918). Sotto!. contabile nel 1885, fu in Eritrr.a nel 1888 e nel 1891. Nel 1908 insegnò contabilità e materie amministrative alla scuole mii. di Modena. Nel 1913 lasciò da ten. colonnello il servizio allivo, ma tosto venne r ichiama lo dalla P. A. e destina to al consiglio centrale d'amministrazione in Roma. Scrittore e conferenziere, pubblicò f ra altro: « l i pane qua le alimento del sold ato»; « La batta.glia d ' t\dua », « L ' uomo e la guerra )). Faretra (Jat. Pharetra). Guaina, o astuccio, dove si tenevano custodite le freccie e talora anche l'arco. Il

vocabo lo è dei tempi antichi della Grecia, passò a i R omani e venne a noi. La F. sj portava, con una cinghia, ad armacollo (V. anohe Turcasso) .

F arina (Carlo). Ammiraglio, n. a Portici nel 1845, entrato in servizio nel 1857, promosso cont.rarnm. nel 1897, collocato in P. A. nel 1904, promosso vice-ammiraglio nella Riserva nel 1906. Fu direttore generale del Personale e dei Servizi mii. al J'viin istern della Marina dal 1900 al 190l e diréttore generale del R. Arsenale di Venezia dal 1902 al 1904.

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rata nel mare. La motivazione della medaglia d'oro ricorda così il magnifico episodio: « Comandante del sommergibile «Balilla», in lungo e strenuo combattimento notturno contro s iluranti nemiche che l'av·evano risoluta.mente attaccato, sebbene la sua nave fosse posta quasi subito in decise condizioni di inferiorità. per i colpi ricevuti e per gravi avarie agli organi di governo, si accaniva eroicamente nell'impari lotta, cercando con i pochi mezzi di offesa rima.stigli intliggere i maggiori danni al nemico, e, dopo 40 minuti di combattimento disperato, affondava col sommergibile crivellato dai colpi di artiglieria e squarciato da 1111 silu ro, destando nello stesso nemico senso profondo di ammirazione per le sue splendide v irtù m ilitari. Fulgido esem pio di mirabile valore, di a.lto sentimento det dovere e di magni.fico spirito di sacrifi.cio J> (Alto Adriatico, 14--15 luglio 1916).

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Fari ni (Luigi-Carlo). Patriotta, medico, scrittore, uomo di Stato, 11. a Russi m. a Genova (1812-1866). Compromesso nei moti insurrezionali del 1831 e del 1843, emigrò in Toscana e poi a R oma, dove fu membro del Parlamen to (1849); riusci a condurre in Piemonte it contingente romano delle u·uppe ché dovevano militare nella Venezia. Stabilitosi poscia in Piemonte, scrisse la « Storia degli Stati Romani da.I 1814 al 1850 » e la. « Storia dell'Italia», seguito a quella del Botta, e fondò il giornale « Il Piemonte». Fu ministro dell'Istruzione Pubblica nel m inistero d'Azeglio, e consigliò Cavour a far partecipare il Piemonte alla spedizione in Crimea. Dopo la guerra del 1859 fu dittatore nell'Emilia, di cui preparò l'annessione al Piemonte. Con Cavour fu ministro dell'Interno (1860). Dopo la spedizione dei Mille accompagnò Vittorio Emanuele II a Napoli dove rimase luogotenente èel re. Caduto Rattazzi, divenne Presidente del Consiglio, ma, minato da grave malattia, dovette ritirarsi, e mori povero rifiutando il dono na· ,donale della tenuta di Castelvetro.

Farina fossile. V. Kieselgukr.

Farinacci (Roberto) . Luogotenente generale della M. V. S. N., n. a Isernia 11el 1893. Fu volontario nella gue rra 1915-18 e prese parte al movimento dei Fasci di Combattimento, essendone a capo nella prov. di Cremona. D opo la Marcia su Roma ot'tenne il grado d i luogotenente generale.

Farinata degli Uberti. Capo dei Ghibellini di Firenze; cacciato nekl250 da questa città, combattè so(to il re Manfredi; è famosa la sua azione nel convegno di Empoli (1261), quando s i oppose alla distruzione di Firenze: morì nel 1266. Farinata degli Ubert-i. Tolosetto. ::.\1cdaglia d'oro, n. a Verona nel ·1876, perito nelle acque déll' Alto Adriatico nel 1916. Uscito guardiamarina nel 1894 dall'Accademia di L ivorno, iniziò la guerra italo-austriaca col g.rado d i capitano di corvetta, e comandò prima il sommeri,ribile Glauco, poi il Balill~ col qua le trovò glo riosa morte. Si seppe d opt l'armistizio che il valoroso ufficiale, lancialo invano il suo ultimo siluro, aveva rifiutato sdegnosamente l'invito ad arrendersi, preferendo la morte ono-

Farlnl Luigi

r,·ar11 ,1 Domenico

Fa,•;n.i l.Jowenico. Ufficiale e patriota, figlio del precedente, n. a Mon tescudo, m. a Roma ( 1834-1900). Nel 1843 emigrò col padre in Toscana e nel 1848-49 lo seguì a Roma. Nel 1850 en trò nel!' i\ccademia mii. uscendone nel 1854 sottot. del genio. Partecipò alla guerra del 18S9 e a quella del 1860-61, meritando la med. d 'argento e la croce dcll'O. M. S. Fece la campagna del 1866 e poi s i dimise per dedicarsi alla vita politica. Deputato di Ravenna, dall'VIII alla XV legislatura, senatore del Regno nel 1886, fu successivamente presidentedella Camera e del Senato, e relatore cli importami progetti di leggi militari ; nel 1892 il Re lo insignì del collare del!' Annunziata.


FAR

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FMt

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Farisoglio (Attgelo) . Generale, n . a Casalmaggiore nel 18$9. Sottot d i fanteria. nel 1879, frequentò la Scuola di guerra e d ivenne colonnello nel 1908, al comando del 66° fanteria, donde passò al 5° a lp ini. Magg. generale 11el 1913, ebbe il comando della brigata A,bru;,:zi, e nel 1915 quello <lella 15• divis. e l'aJ1no seguente, come tcn. generale, quello della 43". Kel 1926 andò in A. R. Q. come generale d i divisione e nel 1928 a riposo. Fece tutta la guerra 1915-18, guadagnando a Gor izia la croce d i cav. dell'Ord ine :tvI-ilitare di Savoia . F a rmaci e militari. Esistono presso gli ospeda li mii. e le infermerie presid ia.rie. Ognuna d i esse è diretta. da. un ten . colonnello o maggiore chimico-farmacista, se si tratta. delle farmacie degli ospedali principali ; d a. un maggioi-e o capitano chimico-farmacista, se ap partenen li a.gli ospedali secon dari; e eia un cap itano chimico-farmacis ta per le infe1,merie presidia.rie. Vi son o pure assegnati ufficiali chimici farmacisti in sottordine e a ltro personale, secondo le ·disposizioni di apposito orgaJ1ico. L e F . M. d ebbono espletare svariati e importanti comp iti ; e cioè; - assicurare il servizio farmaceutico per i bisogni -dello stabilimento san itario a cui appartengono e sod.disfare le richieste d i medicinali p rovenienti dai corpi e reparti delle Forze arma te dello Sta to per il servizio .delle proprie infermerie; - eseguire le ana lisi ch imiche ordinate da l direttore •dell'ospedale o daJlc sUJperiori a utorità. mii. e riguardanti l'igiene, l'alimentazione, il vestiario, ecc., del soldato. Questa attribuzione, durante la guerrn mondiale, si estese smisuratamente, a causa del!' ingente numero di an alisi che si resero ind ispensabili, specialmente sui diversi materiali che furono soggetti a requisizione e per le molteplici perizie chimico- legali su lle sostanze sequestrate agli autolesionisti; - a llestire i prodotti officinali e le preparazioni che vanno eseguite estemporaneamente; . - cura.re la perfetta conservazione eri il dovuto as.setto del materiale sanitario da campo; - procedere ag li adegu ati rifornimen ti, servendosi all'uopo prù1eipalmente dall'« Ist ituto Chimico Farmaceutico M ilita.re JJ (V.) e, in caso cli urgenza cli qualche medicin ale o materiale cli uso corrente, da.I com.mercio locale. tenere infine in perfetto ordine la. contabilità propria ohe è loro assegnata e della quale r ispondono i <lirigenti del servizio, che sono anche consegnatari dei nieclicinali e di tutti i materiali in carico alle F . stesse. Farmacisti militari. Le or igini di questo Conpo si possono far risalire a l 1832, qua ndo R e Carlo Alberto istinÌiva il ,Consiglio superiore d i Sanità mii. dell'esercito, che annoverava fra i suoi componenti un Chimico Farmacista, in qua lità d i membro straordinario . Nel 1833 fu p revista l'istituzione dei F . M . e nel 1848 essi iniziarono il servizio, in n umero d i 11, presso l'Ese rcito opera11te, vestendo l'un iforme stabilita pcl Corpo sanita r io, salvo lievi modifiche. In tempo di pace però il servizio fa rmaceutico continua va. ad essere af-fi-dato, per via <l'appalto e con appositi capitolati d 'impresa, a fa.rma.cisti civili, con scarsi vantaggi sia dell'Erar io, sia ciel servi2;io stesso. L'effet tiva costituzione di un « Corpo Farmaceutico Jviilitare » fu finalmente comp iu ta nel 1853, e i F. i'\1.

vennero assimilati d i rango ai gradi 1hilitari. L'organ ico comprendeva 29 F., che, appena istituiti, sopperirono al b isogno del s;crvizio, sia presso gli Ospedali nello Sta to, sia. presso il Corpo d i spedizione in Oriente; e, per le benemerenze acquista te app unto nella spedizione d i Crimea ( 1854-1855), conseguirono vantaggi nella. gerarchia e negli assegni, mentre anohc l'organico venne opportunamen te accresciuto. Con la. costit uzione del Regno d'Italia, il numero dei F. lvI. fu progressivamente au11en tato fi.no a raggiungere, nel 1906, il 1rnme ro d i 96. Nel 1906 si crearono i « F. _il![_ di complemen to», as- Farmac isli mtJ itarl ; similati ai gradi milita r i; ma. ne: uoreo <Jcl JJerret.t-0 1915, questa. categoria d i funzionar i veniva a.holita per essere sostituita da quella degli ufficiali F. di complemento. Dopo la grande guerra il « Corpo Farmaceu tico :Militare>> ebbe un assetto defin itivo: nel 1921 sorgeva il Corpo degli « Ufficiali Chimici Farmacisti in S. P. E.», appartenenti a l Conpo Sanitario :Militare, ma costituiti in ruolo a parte . L'organico stabilito da ll'Ordinamento del R. E sercito del 1926, contempla.. il numero d i 117 ufficiali chimici fannacisti, così suddivisi : 1 colonnello; 4 tenenti colonnelli; 26 maggiori ; 41 capitani; 45 subalterni; cli essi, l i sono assegna ti a ll'Istitu to Chimico Farmaceutico Militare, mentre gli altri sono distr ibuiti n elle farmacie degli Ospedali mii. principali e sernndar1, e delle Infe11nerie presidiarie.

r a1·nese Alessandro

Farisogllo 1\ng-eto

F a rman (Tipo B 2). Apparecchio da bombarda.men to a cellu la biplana., montanti verticali, elica trattiva, in uso presso l'aviazione mii. francese. Munito cli motore Lorra.in e 370 HP., ha le seguen ti cara tteris tiche: a.per-tura d'ali m. li, lunghezza m. 10,7, altezza. m. 3,9, su·· perfide portaJ1te mq. 63, peso a vuoto kg. 1360, peso totale kg. 2400; carico utile kg. 1040, veloci,tà massima km. ora 185. Fannan (Tipo B. n. 4). Aeroplano da bombardaJ11ento notturno a cellula biplana, in dotazione presso l'aviazione m ilitare francese. E' dotato d i 4 motori del tipo Lorra.jnc 400 HP. cada.uno, due rud elica tratti va e due ad elica propulsiva : essi sono fissati a. copp ie a i due lati della fusoliera. Ha le seguenti caratteristiche: apertura. d'ali m. 32, lunghezza. m. 21,4, a ltezza m . i ,35, superficie por tante mq. 300, peso a vuoto kg. 5.500, peso totale kg. 10,500, carico utile kg. 5000, velocità massima km. ora 160.


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FAR

Farman (Tipo F. 60 B. n. 2). Apparecchio biplano da. bombardamento notturno, in uso presso l'aviazione mii. francese. B imotore, a. fusoliera centrale e due gr uppi motopropulsori ad elica. trattiva, ha le seguenti caratteristiche: 2 motori Salmson della potenza di 260 HP. cadauno; apertura e.l'ali m. 26,50, lunghezza m. 14,77, altezza m. 4,91, superficie portante mq. 161, peso a vuoto kg. 2500, carico utile kg. 2645, peso tota le 5145, velocità. massima km. ora. 165. Farman (Tipo 14). Aeroplano a cellula biplana a trav i e.li coda, in uso nelle aviazion i mii. dell'Italia. e della Francia nei primi anni di guerra. )funito di motore della. potenza di 100 HP., armato con mitragli:1tricc

667 della R. Marina. e degli altri Corpi armati, in condizione di poter insegnare ai propri dipendcnt~ con cognizione d i causa cd effetti, gli esercizi ginnastici e sportivi compresi nel metodo di addestramento fisico mii. sanzionato dal regolamento di ginnastica militare. b) Formare di alcun i ufficiali, mun iti d i speciali requisiti, dei competenti in materia di Educazione Fisca per la d irezione dell'addestramento stesso. e) Studiare, armonizzando cs/genzc m ii. e rendimento agli esercizi fisici, il movimento primitivo sportivo nazionale ed este:o per migliorare, in quanto possibile, ed in Ol,'lli modo mantenere giovane ed evolutivo il sistema di addestramento fisico militare. tfJ Studiare e propagandal'c nell'Esercito e nel Paese l'Educazione fisica mii., premilitare e post-militare (i programmi di questi due ultimi periodi, studiali dalla Scuola, furono attuati dalla M . V. S. :.f.). e) :Mettere in grado sottufficiali del R. Esercito e degli altri corpi armati di poter coadiuvare gli ufficiali nell'insegnamento del nuovo m~todo. f) Prov,·edere al reclutamento dei maestri di scherma.

Ripla110 Fal'lll311 IÌJ)O 1-l fissa anteriore, data la sua scarsa velocità, scarsa maneggcvoleua, sca rsa autonomia. (tre ore) venne nel 1916 sostituito con altri vclirnli a caratteristiche migliori e nel 1917 e nel 1918 continuò a rimanere in uso presso le scuole mii. di pilotaggio.

Farnace I. Re del Ponto dal 184 al 157 a . C. Conquistò Sinope nel 183; guerreggiò in Asia contro gli alleati di Roma e fu sconfitto. Farnace II. N ipote de l preceden te: nel 48 a. C. tentò di riconquistare il proprio regno, ma fu vinto da Giulio Cesare l'anno seguente nella balta.glia. di Zeta. Fu dopo questa battaglia che Cesare scrisse: « Veni, vidi, ,,ici 1>.

Farnese (Alessandro). Duca di Par ma, n . a Roma, m. a Arras (1546-1592). Fu allevato a Madrid presso lo zio Filippo II. Cominciò a segnalarsi a Lepanto (1571) con l'abbor daggio d i due .galere tu rche. Passò poi nelle Fiandre insorte e nel 1578 fu nominato comandante dell'esercito operan te nei Paesi Bassi, ove fece grandi conquiste, combattendo contro il principe d i Orange. Il re di Francia Enrico III mandò un esercito in aiuto dei Fiam111 inghi, ma egli lo sconfisse a Stemberg, che conquistò con altre città, Ira cui Anv_ersa, che era ritenuta pressochè imprend,ibilc. Passò poi sul Reno ove prese Nuitz e R imbcrga. Combatti: ancora varie vo lle contro Enrico IV riuscendo sempre vincitore. - Un altro Alessandro F. fu generale e ammiraglio (sec. XVII); governò le F iandre dal 1680 a.I 1682, e m ilitò poscia in ).forea al servizio di Venezia. Farnese. Nome d i un regi;imento spagnuolo, costituito nei Paesi Bassi nel 1649. F ece le campagne sino a l 1706 in quella. regione e poscia passò nella Spagna.

Farnesina. Scuola centrale mii. di Educazione fisica, istituita presso Roma nel 1921, in sostituzione della disciolta Scuola magistrale d i scherma e ginnastica, con questi scopi: a) ~lettere gli ufficiali inferiori del R. Esercito,

S<·110Ja rull11arc

ctcllu Farnesina

In conseguenza, la Scuola è st.ata così organiu,ata: a) Sezione Ginnastica; b) Sezione Scherma; e) Sezione L aboratori scientifici. La prima provvede alla formazione degli ufficiali e sott11fficiali di cui alle lettere a) b) e) con cor6i trimestrali e di nove mesi; la seconda provvede a lla formazione dti sotto!. maestri di scherma con corsi triennali; la terza. prO\·vede all'applicazione c.lellc nozioni scientifiche al metodo d' istruz ione adottato ed alle ricerche sugli effetti determinati dagli esercizi fisici sulle varie funzioni dell'organismo umano.

Faro. I più antichi che s i conoscono sono quelli costruiti dai Libici e da.i Crocbti nelle ,,,,provinc ie e.lei basso Ni lo, a llo scopo • ,;. Y-• non soltanto di illuminare le coste, ma anche come centri di studi idro9 , grafici con i quali i sacerdoti cercavano diramare notizie sul' pilotag_~io e su ll'arte cli navigare. I primi F erano costituii i da torri. in cima alle quali stavano di giorno le ,·edctte; di nollc, si adoperava un ce5to di metallo legato alreslremità di una lunga, pertica, dentro al quale cesto veniva acceso del legno P -:rresinoso che eia va. in tal modo la luce e la posizione elci faro. In se~;·~ guito, alla penica ed al cesto venFaro antico

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ne sostituito un braciere acce~ sopra il tetto della tor.re. Il nome F. è dovuto però a l fanale costruito dinanzi al porto di Alessandria nel III secolo a: C. dall'archi-

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dine di Caligola. Una prima organizzazione regolare di illuminazione delle coste si riscontra solamente nella prima metà del XVI secolo sulle coste inglesi, specialmente della l\fanica. Sorsero allora in grande quantità per opera di privati, perchè rappresentavano una speculazione redditizia, avendo diritto i privati a riscuotere speciali lasse da lle navi che si servivano dei F. Esiste u na carta del re Enrico VITI d'Inghilterra (1512) nella qua.le lo stesso re entra a far parte della Confederazione dei proprietari di fari (Trinity-Housc) organizzazione la quale è rimasta, trasformandosi lentamente fino a diventare un organo di Stato, come è a ttualmente. Nel 1786 i fari passaronò in Inghilterra alla diretta dipendenza. dello Stato e paco dopo lo stesso avvenne i n

A nttco raro gaJieggiaD!e

tetto Sostrato per ordine di Tolomeo. Era un'alta torre, di circa 170 metri, che sorgeva sopra l'isoletta di Pharos. E' celebre anche il F. di Rodi, rappresentato dal colosso Apollo sorto nel 288 a. C. e che con il precedente formava una delle me~·aviglie de l Mondo. Il colosso di Rodi, dovuto allo scultore Lache~ Milindo, non durò che 56 anni, essendo stato abbattuto da un terremoto. Anche i Romani costruirono grandi F.; fra essi memorabili quello di Ostia e quello di Civitavecchia. Alcuni fari romani eranc anche a più luci, giaccb.è il fuoco si accendeva alla estremità su, pcriore in luogo coperto e la luce era. proiettata. fuori da. varie fi. nestrature. Dal carattere e dal numero d elle finestre si distinguevano i F. tra di loro. J Romani ne costruironc anche uno importante a Capri ed uno al Ca, po Peloro nello strette di :xlessina. Anche I< coste della Spagna e la ::'\[anica vennero guarn ite di P. 1,cr opera dei Romani : è rimasta ce. lebre una torre di BouForo eretto dall'llalia logne costru ila per orsul Capo Guordotut

li Faro della Villoria a Trles1e

Francia. Ma una vera e propria organizzazione dell' illuminazione delle coste non si ebbe che nei primi anni del secolo XIX, dal 1810 al 1830_ Sono del 1828 infatti le prime pubblicazioni, in Inghilterra ed in Francia, dell'elenco completo dei F. e fanali di tutte le coste del mondo: a l giorno d'oggi questi elenchi esco,10 più o meno estesi in tutli i paesi che hanno interessi sul mare. In Italia, a cura ciel R. Istituto Idrografico di Genova si pubblica l'elenco dei F. e Fanali delle coste italiane e delle nostre Colonie. Per le altre coste bisogna ricorrere agli elenchi delle altre Nazioni. Il sistema d i illumi11azio11c dei F. è andato sviluppandosi dal 1800 in poi. Si è avuta cosi l'illuminazione a. candela, poi quella ad olio ed a petrolio, poi quella a gas ed infine l'illuminazione elettrica. Fino al 1825 i F.

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FAn erano di tre specie: a. luce fissa, a eclissi con frequenza di mezw minuto, a eclis.~i con frequenza d i un minuto. In seguito le caratteristicl1e vennero pedezion:ite, intro•ducendo i F. bianchi e quel li colora li, a luce rossa o verde intermittenti o fissi. I F. si distinguono in tre -ordini principali : quelli a grande portata, che sorgono nei promontori più sportent i o nelle isole p iù importanti della costa, e servono di guida al navigante quando deve avvistare la costa dopo lunga navigazione altruiera; i F. di media portata, che servono al naviganl_e ,p er avvicinarsi a quei d'cterminati porti, e i F. interni dei _golfi_ e dei porti, che servono per gu idare le navi al luogo di ormeggio, durante la notte. Vi sono fari la cui portata é di 50 o 60 miglia, come quello di Capo Finis terre, que llo delle Isole Scilli, ecc., che scJ-vono per l'atterraggio delle navi provenienti dal!' America verso l'Europa. In Italia è celebre la lan terna di Genova, come antichità. Sono fari potenti all'Isola del Tino, all'Isola -<li 'Ponza, nello stretto di :Messina, ecc.

· Faronato (Bernardo). Genel'ale, n. nel 1865. Dopo aver preso pa,rte, come sol tufficiale, a lla campagna eritrea 1887-88, venne nel 1889 nominato sotto!. del ge:nio, )le!la quale arma raggiunse il grado d i ten. colonJtello nel 1916, In P. A. nel 1917, divenne poco dopo .çolonnello e nella riserva venne promosso gen. d i bri:gata nel 1927. F;·a altro pubblicò: « L'arma del genio -dal 1815 n l 1910 >l. Farquhar's-Farm. Località del Nata!, presso La<lysm ith. D urante la guerra a11glo- boera, il gen. Wbite, .comandante le truppe inglesi, in quel primo periodo della. gu erra opemva facendo perno su Ladysmith. Il 29 ottobre 1899 fu i11fonnato che i Boeri in forze avevano occupato un'altura presso F., su lla strada cli Elandslaagte, munendola di trinceramenti e d'artiglieria. In conseguenza egli ordinò l'attacco per l' indomani, scc:glie~1do come obbiettivo principale l'altura di F. e la sr. nemica, coprendosi a dr. con un distaccamento d i 1100 uomini e una btr,, a l comando del col. Carleton. Al matt ino del 30, lasc iate in Ladysmith le forze strettamente n ecessarie, mosse su tre coloru1e contro la posizione boera ; la prima verso /i'. la seconda a sr. contro il centro nemico, la terza, all'estrema dr.,. con tutta la cavalleria e la fanteria montata agl i ordini del gen. French, per <:oprire la dr. inglese e tagliare la ritira.ta. a i Boeri. Era110 in tutto circa 10.000 \I., a cui s11I fo1irc della gior1iata, si aggi unse la brigata. nava le giun ta per ferrovia. I Boeri, circa 15.000 u., comandati da Lucas :èllcyer e Shalk Burgher, non avevano la p osizione p rincipale presso F.; essa era assai piì1 indietro, e di qui la prin-cipa le ragione della sconfitta inglese. Al l'alba del 30 cbhe principio il duello di artiglieria, iniziato dai Boeri anche con un pezzo eia assedio in posizione diet ro la linea. Le btr. boere erru10 interrate, e quando il fuoco inglese aumentava di efficacia, i serventi si r iparavano nelle trincee laterali. Poco dopo le 8 il gen. \Nh ite. giudicando sufficiente la preparazione d i fuoco, or<linò alle truppe di avanza.i-e. Appena queste s i mossero, l'a rt iglieria boera e la fanteria. montata di sostegno ripiegarono 3 km. più indietro, sulla posizione principale. Questa, molto p iù ampia, s i svolgeva lungo un a.reo di cerchio di oltre 12 k m., colla d r. a l King-Ingoobo e la. sr. sulla strada di Helpma.kaar. Il gen. Wl1ite volle insis tere nel piano stabilito, ord inando a l Frencb la massima vigilanza sulla dr. mentre spingeva una colonna

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al comando del col. Grimwood fino alle alture di F., sostandov i per disporre l'u lteriore avanzata . Dopo mezz'ora di treguz l'azione r iprese con un vigoroso contrattacco boero sul fianco d r. del Grimwood, sostenuto da numerosi tiratori, mitragliatrici e cannoncin i da 37 mm. L'azione s i andò sempre più sviluppando, quantunque il French fosse intervenuto colla fanteria monta ta: e il 5° lanéeri avesse caricato: la s ituazione ben presto si fece critica per gli Inglesi. Per ristabilirla, White mandò in rinforzo 3 bgl. e ordinò all'art. di aprire contro gli 1.ttaccanti un v iolento fuoco a shrapnels, L'at tacco sostò, ma poco dopo i Boeri, rinfor?.a.ti notevolmente, lo rip resero costringendo i 3 bgl. di 1• linea d el G rimwood a ripiegare in fuga sull'art., che spingendosi avanti coprì il ripicg,unento riusceado a stento a sottrars i alla cattura. La battaglia era perduta, e a.Ile 11 il gen. White ord inò la ritira ta generale a Ladysmit h.

Farragut (David Glascoe). Ammiraglio americano ( 1801- 1870). figlio d i marinaio, a dodici anni era midshipman e come tale partecipò alla guerra fra gli Stati Un iti e l'Inghilterra. Dopo lungo periodo di permanenza in India fu addetto all'arsenale di Norfolk e un altro ne diresse in Cal ifornia dimostrandosi capace costruttore e amministratore. All'inizio della. guerra di Secessione comandava un bastimen to nella squadra delle «co : l) ed era ritenuto uno dei migliori marinai dellT nione. I suoi successi contro la flotta dei Confederati, fornita di navi più potenti delle sue, gli valsero il coman do della flotta operante nel golfo del M essico e con essa concorse colle f9rze di terra. a. strappare ai Confederali il dominio del :Mississippi lu ngo tutto i suo corso. Dopo la battaglia di :Mobile e la distrnzione della corazzata sudista T ennessee, fu creato, per il Farragu t, il grado d i vice-ammir. e gli fu conferito il comando di tutte le forze navali dell'Unione. Farsaglia (ora Fersala). Città della Tessaglia, teatro di ballaglia (9 agosto 48 a . C.) che appartiene alla guena civile tra Pompeo e Cesare, Quest'u ltimo, con 22.000 veterani e 1000 cavalieri, stava accampato nel piano che si distende tra i Cinocefali e l'Otri sulla sr. dell'Enipeo. Pompeo, che disponeYa di circa. 50.000 legionari, 4000 fanti leggeri e 7.000 caval ieri, decise d i tenersi sulla difcnsh·a con la fanteria cd eseguire il primo Ul'(O con le sue masse preponderanti dì cava lleria, e, lasciate sette coorti a guardia del campo, appogg iò la sua. dr. all'Enipeo, e pose a sr. la fanteria leggera e tutta I» ca.valleria. Ordinò che le legioni aspettas.scro a piè fci'mo l'assalto fron ta le del nemico, mentre la cavalleria avrebbe avvolto e rotto la dr. di lui. Cesare lasciò nel campo due sole coorti, appoggiò la sr. all'Enipeo, fece schierare le coorti a 8 righe, invece d i dieci, per aver magg ior fronte, frammischiò drappell i di fanti leggeri tra le tonne della sua poca ma ottima cavalleria, messa sulla sua dr. di fronte a q uella nemica, e, tolte sei coorti d alla terza. linea, ne fotmò una. scelta riserva fuori dell'ala. dr., coperta come il terreno lo permetteva. Dichiarò nello stesso tempo che la vittoria di quella giornata. era riposta in quelle sei coorti, e ordinò che esse e la terza linea non fossero venute alle mani senza un segno di bandiera. dato da lui. Dato il segnale d i battaglia, le due prime schiere dei Ccsariani corsero all'attacco, e, come furono a tiro, scagliarono i giavellotti, e !lra ndirono le spàdc. I Pompeiani sostennero l'impeto dei nemici, serrarono le file, e,


FAR

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dopo aver lanciate le armi missive, impugna rono anch'essi le spade. Nel frattempo Tito Labieno, con la cavalleria pompeiana si scagliò rontro quella di Cesare e la disperse, e già era in procinto di girare il fianco dr. del n emico, quand'ecco le sei coorti cli r iserva, ad un cenno d i Cesare, s i scoprirono ed assalirono impetuosamente i cavalieri pompeiani, i quali, sorpresi, furono sbaragliali e fugati. Allontanati costoro, gli arcieri e i frombolieri pompeiani che avevano preso parte all'assalto con la loro cavalleria, rimasti soli, furono trucida[ i. Con lo stesso impeto, le sci coorti mossero contro l'ala sr. dell'esercito nemico, e, mentre la stavano circondando, Cesare diè ordine alla terza linea di entrare in az1one. Le legioni pompeiane, assalite di fronte d a queste truppe e urtate a sr. da lle sci coorti dette, si scomp igliarono e p iegarono in ritirata n ei loro a lloggiamenti. E quando Cesare, a c:1cpo di quattro legioni, comparve dinanzi ad essi, i pompeiani suprrstiti fuggirono sui vicini monti, nella speranza di poter aprirsi una via alla fuga. l'vfa Cesa re non lasciò loro il mezzo, e in breve ora li ,·idusse alla resa. Quanto a Pompeo, dopo lo sbaraglio della sua cavalleria si era ritirato nella sua tenda in preda al più profondo abbattimento, e appena seppe l'esito sfortunato del combittimento, si tolse di dosso le insegne del comando e fuggì con pochi seguaci a Larissa. Al dir cli Cesare, egli a Farsaglia ebbe 200 soldati e .10 centurioni morti, i Pompeiani invece 15.000 morti e 2-1.000 prigionieri. Asinio I'ollione però, amico di Cesare, corresse le cifre e ridusse i morti pompeiani a 6000. Dei prigionier i, i solda.ti furono incorporati nelle legioni, i graduati ebbero multe e confische di beni, e alcuni senatori e cavalieri furono messi a morte. Così terminò il grande conflitto tra Cesare e Pompeo, il quale, dopo aver errato p er var1 luoghi, venne ucciso in Egitto. Una seconda battaglia. di F. è del 12i8 e ;ippartiene alla lotta f ra l'imperatore bi?.antino )fichele VIII Paleologo e gli Stati ~reco-franchi della penisola balcanica, coadiuvati da Carlo I cl' Angiò. Le truppe del primo, al comando del duca G iovanni Angelo, sconfissero greco-franchi.

Faruffini (Marco Giulio). Generale, n. ad Alessandria, m. a Roma ( 1857-1925). Entralo in servizio nel 1880, fu promosso magg. generale del Gen io Navale nel 1910, ten. generale nel 1918, collocato in P. A. nel 1920, promosso ten. genrrale ispettore del Genio Xavale nella Riserva nel 1923. Fu membro della Commissione pel mantenimento in potenza della Aotta, dal 1915 a l 1916, membro del Com itato dei progetti di nav i drtl 1916 al 1919, presidente dello stesso Comitato dal 1919 al 1920. Fasana. VillaAAio slllla costa dell'Istria, presso Pola. D à nome a un canale compreso Ira la penisola e Jc isole d i JJrioni. D urante la. gue rra ita lo-au s triaca del 1866 l'Austria• lo aveva ch iuso con una linea. d i torpedini sistema Ebner. Durante la guerra mondiale, la sera del 1° no\·embre 1916 le ostruzioni di reti furono forzate dalla torpediniera italiana 9 P. :N'. che riuscì ad abbassarle con 2 pesi d i 2 tonnellate ciascuno che portava incappellati sul dritto di prora, che mollò quando venne ad appoggiare sui galleggianti. Il )Ias 20, condotto dal comandante Goiran, penetrò così nel canale, dove rimase per ben due ore. Lanciò invano siluri contro una vecchia corazzata che vi si trovava, perchè questi non espio-

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FA$

sera, e riusci a salvarsi quantunque la piazza nel frattempo si fosse messa in allarme.

Fasa11.0. Posamine della marina italiana, entrato in snvizio nel 1926. Spost,1 600 tonn., ha una velocità di

10 nodi, è armato di un cannone antiaereo da 76 mm. e può portare 200 torpedini da blocco.

Fa.sata. Caccia torpediniere (già della marina austr iaca, ex Ta.tra), varato nel cantiere Danubius ed entrato in servizio nel 1920; lun!!:heua ru. 83,50, larghcz7~1. 7,80, d islocamento tomi. 840, macchine HP. 22247, armamento cannon i 2 da 100, 6 da 66, bnciasiluri 6; stato magg iore 4, equ ipaggio 65.

Fasc etta. Anello metallico che fa parte dei fornimenti del fucile o dell'archibugio. In numero vario, da una n tre circa, serve per fissare la canna contro e lungo l'apposito incas\ro de l fusto della cassa. )[ egli ai:ch ibugi e nei fucili a ntichi le F. erano infilate dalla bocca dell'arma e forzate verso l'origine della canna e del fusto della cassa: erano generalmente di ferro o di ottone, larghe oltre un centimetro e foggiate leggern1ente a tronco cli cono per po terle forzare meglio: venivano decrescendo in grossezza d'apertura dalla culatta alla bocca dell'armJ. ~ei fucili moderni vi sono due specie <li [:., una ad apertura costante, l'altra ad apertura variabile. Genernlmente n ei focil i modern i le F. sono d ue, di cui una i: provvista cli maglietta per l'attacco della c inghia . Nei fucili più moderni (italiano mod. 1891) vi ha una sola F. con maglietta; l'estremità della canna verso la bocca, invece che da una seconda F ~ è tenuta cont ro la cassa dal bocchi no, che porta anche il fermo di scia boia baionetta. Sono state ch iamate F. anche quelle due lam ine di metallo che fasciano il fodero della spada o della sciabola, presso l'imboccatura e nel primo terzo di esso. Fascia. Chi,unasi F. fortificata, o d i resistenza, una zona cli teneno di una certa p rofondità, nella quale sono disseminate difese ed artiglierie per resistere all'attacco nemico. Le F . di resistenza vennero impiegate specialmente negli ultimi tempi della grande guerra mondiale ( 1914- 18), per ovvia re agli inconve;1ienti della d ifesa linea re. Fascie mollettiere. Indumento molto usato dai militari; in Italia l'ebbero prima le truppe da montagna, p oi tollerato p resso le trupp~ che prestavano servizio in mon-


tagna, infine, colla divisa gng10 verde, verme esteso a tutto l'esercito, ad eccezione delle anni a cavallo. Si tratta di fascie di stoffa grigioverde, che si avvolgono intorno alla gamba, dalla scarpa fin sotto il ginocchio. Ve ne sono <li tue tipi, o tagliate in maniera da. seguire il garbo della gamba, o dritte; in questo caso mediante opportuna dispo~izione debbono esservi adattate. T,Lluni affermano rhe le F . nuocciono al libero giuoco dei muscoli e che ostacolano la circolazione del sangue. In realtà, quando esse siano bene sistemate, non danno alcuna noia, mentre in montagna e quando piove impediscono alla neve e all'acqua di penetrare nelle calzature. Il soldato u tilizza le F . per sostituire una cinghia rotta, per fasciare una ferita in attesa del soccorso medico, per fermare un'cmorraggia, ecc. D urante la guerm servirono anche a gente destituita di sentimento pa• trio e di onore militare per provocare artific ialmente il congelamento dei piedi. mediante una fasciatura troppo s tretta.

671 R oma, i condannati a morte, prima che venisse loro troncala la testa, erano battuti colle verghe; quindi la formola : I , lictor, expedi vi·rgas. L'uso dei F ., com in- ' ciato sotto i primi re, si mantenne sotto i consoli, cd anche, per qualche tempo, sotto gli Imperatori. I consoli si facevano precedere da dodici littori; i pretori, da due; i proconsoli, da sei ; i dittatori, da ventiquattro; e gli imperatori, da un numero indeterminato. X ell'epoca nostra, il F . littorio è tornato in onore per opera del Fascismo, che intitolò Fasci le prime organi?.zazioni d i combattimento costituite per la lotta interna contro i disgregatori della N a~ione. Il F. littorio è di venu to, dall'avvento del Fascismo, emblema nazionale.

Fascio d'armi. Così dicesi per significare le armi qt1ando sono riunii~ insiPme e legate per trasporlo, op-

F asci na (o Fasci11011e) . Fascio di rami, legni minuti e sarmenti, legato ai due capi e lungo la s111. lunghezza con ritorte o filo di ferro. Ha una lunghez~a di circa 2 metri e un diametro di 25 a 30 cm.; le legature distano fra loro di SO cm. Serve a innalzare ripari. a ri,·e-

l'a-a·I c1·armi (g-uerra t 870)

Prt'paraztonc <11 fascine

111,·eslllllenll di f;13<·i11c

stire le scarpe interne di parapetti, e a costituire la copertura di riservette, ricoveri ed altr i locali delle oprre di fortificazione. Sono u.,ate specialmente nella fortificazione compalc o posscggera cd in quella scmipennanente. Fasciuata. Q uantità di fascine, ,1 fastelli, r iuniti insieme per empire fossi o far ripari. Fascine i11catra111atc. Fascine di legno secco, impeciate col catrame, che nei tempi antichi e nel medio evo si gettavano accese nei lavori dell'assediante per abbru· e iarli.

Fas cio cons olare (o Fascio littorio). Era così chiamato dai Romani il fascio di verghe colla scure che ciascun littore pOrta,·a precedendo i consoli o altri magistrnti, in segno della loro autor~tà e potere sovrano. In Roma i F. consistevano in una riunione di verghe con in mezzo un'ascia, il cui ferro sporgeva sopra di esse, oppure da un fianco \"erso la sommità. Secondo l'opin ione di alcuni, i Romani avrebbero imitato questo uso dagli Etruschi ; secondo altri, l'uso sarebbe stato introdotto per la pr ima volta da Romolo, che si fece precedere da dodici littori, intendendo con ciò ricordare a l p opolo i dodici uccelli che avevano annunziato la sua elezione a re; oppure i dodici popoli che Io avevano riconosciuto tale. Coloro che portavano i F . erano gli esecutori di giust izia; poichè, secondo le antiche leggi di

pure per significare un gruppo di fucili disposti in giro, col c:tlcio a terra e le bocche riunite insieme in alto: es.w si fa incrociando le baionette inastate di tre fu. ciii, in modo che uno sostiene l'altro, cd a questi si possono appoggiare in giro degli altri fucili colla sola bocca. S i fa anche con le Iancie. II F. d'armi era molto usato, come disposizione d'ordiminza negli eserciti :uno a questi tempi. Anticamente i F. d'armi si facevano sul fronte di bandiera della truppa accampata.: generahnente erano sormontati da un cappelletto e talvolta da w1a tenda <li tela cerata o d'altro, per r iparare i fucili dalla pioggia. I fucili stavano appoggiati colla bocca contro bastoncini incrocicchiati ad un'asta p iantala verticalmente in terra, come una semplice rastrelliera.

Fasc io la ureato. Si dicem così quello che si port ,wa davanti a un comandante che aveva conseguito una vittoria: era decorato con foglie d'alloro, spesso disposte a corona. Fascismo. ).fovimento spirituiJ.le, suscitato dall' energia e dalla volontà. di llcnito M ussolini nel 1919, dopo la guerrn, e tradotto in a:i:ionc con !"istituzione di « Fasci di Combattimento"• organismi a tipo politicom ilitarc, destinati ad opporsi alla svalutazione dei sacrifici e della vittoria nella grande guerra ; ad opporsi al trionfo di correnti bolsceviche; a sostituire gli uomini del vecchio liberalismo italiano, giudicati inadatti, per mentalità e capacità., a guidare, a indirizzare, a d irigere la Nazione. Il movimento ingigan tì rapidamente, raccogliendo prevalentemente aderenti nel campo dei combattenti, e in meno di quattro anni portò il Fascismo, con la :Marcia su Roma, al potere. Una storia del Fascismo sino al 1928 è stata scritta, in cinque volumi,


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FAS

<lall'on. Ch iurco e pubblicata nel 1929: è la µ iù completa pubblicazione su questo movimento.

Fasella (Ettore). Ammiraglio, n. a Torino, m. a Roma (1858-1914). Guardiamarina nel 1878, raggiunse il .grado di capitano di vascello nel 1904. Fu capo divis. .al Ministero della )farina, e passò nella riserva navale nel 1913, e nello stesso anno fu promosso contrammiraglio. Fasella Osvaldo. Ammiraglio, n. ne l 1863. allievo della R. Accademia Navale nel 1883, collocato in P. A. nel 1913, promosso contrammir. nella Riserva Navale ne l 1918, deceduto nel 1925. Ha partecipato alla guerra d i Africa e a quella italo-turca.

672 brigata Aosta. Nel 1926 fu nominato ispettore di mobilitazione a Cùneo e nel 1929 fu promosso generale di divisione. Meritò una mcd. d'argento al valor civile, una di bronzo a l valor mii. , in pace; e in guerra la croce dcll'O. l\,f. S., tre mcd. d'argento, ia mcd. d'argento « di bravura» del Montenegro, l'Ordine mii. di S. Stanislao e la. medaglia. d'oro di Re Nicola. ·

Fass ini (Giuseppe). Generale, n. a Saluzzo, m . a Torino (1849-1919). Sott9t. del genio nel 1869, da ten. colonnello fu vice direttore del genio a Torino e poi comandante la brigata ferrovieri, divenendo colonnello nel 1902. In P. A. 11el 1907, nel 1911 passò nella riserva divenendo magg. generale nel 1913. Fassi11i-Ca111ossi (Gustavo). Generale n. a Torino nel 1868. Sotto!. d'art. nel 1887, partecipò alla guerra italoaustriaca come comandante di un -gruppo e poi di un raggruppamento d'assedio, divenendo colonnello nel 1916 e meritandosi una mcd. d'argento ed una di bronzo combattendo nelle zone di Asiago, S. :\1:ichele e Basso Isonz-o. Lasciato il servizio attivo poco dopo la guerra, divenne genera le di brigata in A. R. Q . alla fine del 1925. Dalla fine del 1918 sino all'agosto del 1919, comandò le forze italiane in Siberia.

Parragut Davide

F:lSOlis :'iCSIOre

Fashoda. Nell'ultimo decennio del sec. XIX la Francia accarezzò il disegno di un impero coloniale che attraversasse la. parte più larga. dell'Africa, dal Senegal all'Abissinia cd al golfo di _Aden. Ciò diede luogo ad un tentativo rappresentato da u n:i. spedizione organizzata nel Congo francese negli anni 1894-95 (malgrado gli avvertimenti della Gran Bretagna che essa. avrebbe considerato tale atto come poco amichevole) e guidata dal maggiore I. B. ::'\lnrchand, distintosi nelle guerre <lella Nigeria Superiore. La spcdi1.ione, composta di 9 ufficiali e 150 senegalesi, avanzò, seguendo principalmente il corso del fiume Giur, fino a F., presso la confluenza del Dakr cl Ghazal nel Nilo Il ianco. Quivi la vittoria ronscgu ita da Lord Kitcbcncr ad Omdur man salvò la spedizione dall'essere completamente distrutta <la un grosso corpo di Dervisci. In seguito alle proteste del governo britannico, nel novembre 1898 il maggiore Marchand ricevette l'ordine di ritirarsi attraverso l'Abissinia nella Somalia. francese. Il viaggio fu compiuto senza incidenti per la valle del fiume Sobat; e alla fine di mag,gio 1899 il Marchand e i suoi ufficia li gtungernno a P arigi, accolti da una grande dimostrazione popolare. Col ritiro da F. la Francia riconobbe la sfera d'influenza. inglese sul Darfur e sull'intero bacino occidentale del Nilo; e implicitamente la s ituazione inglese in Egitto, che venne poi ufficia lmen te riconosciuta in seguito e come corrcspcttivo del riconoscimento inglese della Francia in )'farocco. Fasol is (Nestore). Generale, n. a Torino nel 1871. Sottot. d i fanteria n el 1891, frequentò la Scuolii di guerra e partecipò alle campagne libiche 1911-12-13. Colonnello nel 1916, prese parte a tutta la guerra. italo-austriaca a l comando del 35° regg. fanteria e poi del 48° fanteria, r iportando due ferite. Brigadiere generale nel 1918, comandò la brigata Siena anche dopo la pace; indi ebbe il comando della. briga.la Avellino, e poi della

Fassò (Ernesto). Generale, n. a Torino nel 1870. Sottot. dei granatieri nel 1891, frequentò con successo la· scuola di guerra e fu insegnante d'arte mii. alla. Scuola di Modena.. Nel 1912 fu in Eritrea, e poi in Libia, meritandosi a Zuetina (1914) la mcd. di bronzo. Colonnello nel 1917, comandò in guerra il 5° regg. fanteria e combattendo sul Col della Berretta guadagnò una medaglia d'arg~nto. Nel 1919 fece parte della commissione interrogatrice dei prigionieri, indi ebbe il comando riel distretto mii. d i Mondovì. Generale di brigata dal 1926. venne nominato comandante la Scuola di fanteria di Parma. Faste llo (di trincea) . Fascio di legni minuti, sostenuto ne l mezzo da un piuolo che sporge dall'uno dei caµi. Questi fastelli servono principalmente a rinfor1.are e ad un ire le gabbionatc nelle commessure.

Faussoni Giovanni

Fasslnl Giuseppe

Fastro. Frazione del comune d' Arsiè. Vi avvenne 1'8 maggio 1848 uno scomro che appartiene alla campagna d i quell'anno. Gruppi di volonta ri bassanesi (crociota bassanese a l comando di G. Roberti) saputo che Belluno era stata occupata dagli austriaci del X ugent, risalirono la loro valle ed assalirono un drappello di croati, che si era spinto in avamposti da Arsiè a F. G li Austriaci furono costretti a ritirarsi con qualche perd ita.

Fatica. Lavoro che compie il soldato senza armi. Le


_:_ 673 p r incipali F. giornaliere o periodiche di un soldato in caserma o in guarnigione sono : i lavori per la pulizia del luogo che abita; il ·tra.sporto dei viveri, degl i og_gctli, delle masserizie, la confezione ciel rancio, il t ra.spor to cli questo a.I persona le comandato fuori caserma, _.,, simili. Ai campi e in gueffa si aggiungono tutti i la vor i relativi a l t rasporlo clcll'acqua, della legna, della paglia, ecc. Il· drappello d i uorilini di F . dicesi Coman,dato. E' ancora in uso il francesismo Corvée che va pe rò gradatamen te scomparendo d al nostr o linguaggio miJitare.

Fattori (della potenza m.i/itare). La potenza l_llil. di ,uno Stato è rapprese11tata dal complesso delle sue istituzioni m i!. le quali, a loro volta, sono costituite dalle Forze Armate e dalle disposizioni che le regolano e le .governano. N umer osi sono gli elemen ti che concorrono a determ inare le istituzioni m il. cli un l'aese ed esercitano quin di capitale influenza sulla, sua potenza mii. Tahtni di questi clementi sono d'ordine morale, altri d'ordine mater ia.le e ve,1gono comlmcmente chiamati F. del la p oten za mil itare. Essi devono essere tenuti costantemen te presenti dall'organizzatore e valutati, in senso assoluto e relativo, nello stud io e neJla risoluzione di t uttj i problemi di organica milita.re. Sono fattori d'or dine mora le : a) L'amor di patria, il sentimen to nazionale, lo spirito mii., l'animo guerriero, l'edu ca1,ione civile, il sentimen to di disciplina e d el dovere, quello religioso, prodotti dal cara ttere, dall'indole, dalle tradizioni storiche del popolo. Q uesti elementi influiscono direttamente sulla compagine morale d elle Forze Ar mate e possono es.sere determinant i <l i notevole importanza. di talune questioni organiche, quali il reclutamento, la ferma, h mobilitazione, ecc. b) L'ord inamento politico, per il maggiore o minore interessamento, per la maggiore o m inore ingerenza chC\ esso può avere e dimostra re per le questioni di carattere mii. Istituzioni poli tiche a base essenzialmente nazionale possono eia.re efficacissimo appoggio ma teria le e morale alle forze armate d i uno Stato .

e) Le istituzioni civi li (scuole, istituti cli educazione, amministraz.ioni var ie pubbliche e private) J1anno grandissima i mportanza nei riguardi degl i ordinamenti mii., sia per la preparazione materiale e morale dei cittadini s ia per il prestigio che possono conferire alle istit uz ioni mi i., col dare particolari vantaggi ai combattenti, ai decorati, ecc;. e con l'esigere eia p a r te ·dei cittadini l'adempimento agli obblighi di servizio prima cli aspirare a determinati im p ieghi o cariche. S(}no elementi d'ordine ma teriale:

a) L a popolazione, sia intesa sotto il p unto di vis ta della quantità , sia sotto quello della capacità fisica. b) Le con diz.ioni economiche, che hanno i loro term ini concreti nella capacità cli produzione (industriale, -commercia le, agricola) ed in quella finanziaria e sono le determinant i del grado di prosperi tà d i u n paese. Esse influiscono sulla su a potenza milita re in modo d iretto ed indiretto. Condizioni economiche prosperose facilitano ad es. il reclutamento di buon i quad r i d i carriera e possono consentire. migliore trattamento al soldato, a tutto vantaggio della compa,gine morale dell'esercito. Esse· hanno diret ta influenza anche sulla capacità di re-. sistenza dello Stato in guerra, e sull'andamento della

F11.T

guerra stessa per una maggiore o minore consistenza di risorse varie occorren ti al sosten tamento ed all'equipaggiamento dei combattenti, per una maggiore o m inore capacità di produzione di materiale bellico, per una maggiore o min ore facilità cli approvvigionamen ti e di r ifornimenti, ecc. e) La positura e la configurazione geotopogralìca del paese. Questo può essere na turalmente diieso da elementi geog~·afici oppure no; può avere conformazione tale che lo favorisca nelle operazioni di mobilitazione e radunata., ovvero lo danneggi; una positura relativa agli Stati con6.nanti favorevole (stati amici, alleati, neutra li) ovvero no (stati p resumibilmente o certamente nemici, od ostili). T utti i suddet ti elementi devono essere sempre considera ti, valutati e tenu ti ben presenti dall'organizzatore, perchè le istituzioni• mii. siano in perfetta risponden,,a con l'ambiente civile dal qua le emanano.

Fattori -mi:litari di forza . Da.I punto di vista della forza di un esercito dcvonsi cons iderare come elementi essenzia li la capacità del comando, la forza numerica, la quantità e specie dei materia li e mezzi ·d isponibili e possibilità del loro rifornimento, l'addestramento tattico e tecnico. Come è noto, nei Comandi deve dominare in modo assoluto la perso11alità del comandante, la cui azione riuscirà tanto p iù efficace quan to più eminenti saranno le sue qualità: genialità di mente, forza d'animo, salu te, operosità, ma sopra tutte, cara t tere. Egli deve preoccuparsi dello stato delle proprie truppe, specie cli quello morale, interessarsi dei propri i subordinati e sforzarsi ç i conoscerne attitudini e capacità per guadagnarsi la fiducia dei dipendenti. Il comandante concep isce, determina, conduce l'azione e ne sorveglia l'esecuzione, invigilan~lo in par ticolar modo anche sul funzionament(} dei servizi. E' coadiu vato generalmente da un comaiido, che deve funzionare con metodo, precisione, calma. L a ricerca de lla superiorità ( d i forze e di mezzi) su l nemico nel punto decisivo della lotta è principio fonclamcn tale dell'arte militare; si tende perciò a far convergere in quel punto una o più masse, ta l i che r iescano p iù forti del nemico, ed a garan tirsi così una fondata probabilità cli vincere. X el fatto, a l momento dell'impiego concorrono altri fattori, e cioè la manovra (ind ovinata od erronea) il terreno (favorevole o svantaggioso), altri fattor i imponderabili e imprevedibili che spesso eserci tano una grande int1uenza e producono Io squilibrio delle forze: stato d'an imo individuale e collettivo, coesione organico-tecnica dei vari elementi, maggiore o minore coesione morale, capacità intellctl uale e mora le della gerarchia m ilitare, cond izioni at mosferiche, morie cli un capo, panico ingiustificato, ecc. Il materiale ed ·i mezzi vari aumentano la forza _fisica del combattente, e soddisfacendo a i suoi bisogni lo met tono nelle condizioni di svolgere p iù efficacemen te la sua azione. L 'impor tanza assu nta da questo elemento di forza con il c~ntinuo e rapidissimo progredire di ogni scienza od ar te, che tutte-portano il. loro contributo a l mater ia le delle forze armate, era forse sconosciuta in. altri tempi. In cer ti momenti della lotta, i l problema della provvista e del rifornimento del materiale assume forme veramente tra giche, specie quando vengono a mancare o diminuire i mezzi per sorreggere od a limentare i combatte,1ti. Ne consegue che particolare studio dovrà essere fatto per la mobilitazion e civile della nazione (industriale, econ omi-


Fxr

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ca, scientifica e finanzia ria) d i pa ri importanza di quella militare. Il perfetto addestramento e coordinamento tattico e tecnico par ticolare e collettivo delle anni assicurano la efficacia della manovra e sono importante elemento d i superiorità sull'avversa.rio, pcrchè riduce le perdite e fa. vorisce i propri sforzi ottenendo così superiorità morale e materia le. Ma sopra tutti questi fattori il più importante è senza dubbio q uello morale, p rincipale fattore di vittoria, qua.ndo si pensi che oggidì non può parla.rsi sol; tanto di lotta di forze materiali, come generalmente si crede, ma bensì anche d i lotte d i ingegni e di ,mime. Esso va quind i curato e sorretto in tutte le sue forme e sviluppi con particolare amore, s ia nell'interno del paese che tra le file dei combattenti, se nel momento pii1 vitale d ella lotta 11011 si vogliano per-dere i benefici risulta ti di una oculata e pazién te preparaziòne organica e tecn ica, dell'efficienza di moderni mezzi, di un sagace e gen iale impiego delle forze. Fattori Giov anni. Pittore mii., n . a. L ivorno, m. a. Firenze (1825- l908). Professore all'acca demia fiorentina d i belle arti, si specializzò in quadri militari, fra i quali sono da ricorda rs i : (< La battaglia di Magenta» ; (< L'at, tacco alla J\fado1ma della Scoperta)) ; cc La carica della cavalleria a Montebello >> ; « Il quadrato del 49° a. Villa.frane:,>); cc Il P rincipe Amedeo ferito a Custoza »; cc L'appello dopo la carica.»; « Con Ga ribald i nel T rentino»; « Passeggiata militare >l; (( Jl,fanovre di cavalleria »; « Squadrone di cavalleria in partenza ».

Faug lia. Comune in p rov. d i Pfaa. Nel 1345 Gabriele de' Bagaroi<zi Gherardesch i, signore e vicario della. R e1)u bblica cl i Pisa., lo spinse a ribellarsi; tornato alla repu bblica, passò nel 1406 sotlo i :Medici. Nel 1431 si d iede a Nicolò Piccinine al servizio del Duca d i Milano, ma nell'ottobre dell'anno stesso fu ripresa da. Micheletto Sforza da Cotignola, capitano dei F iorentini. • Presso F. in località detta la Cannella, il 22 maggio 1498 i P isani, comandati dai veneziani Jacopo Savorgnan e Tomaso Zeno, sconfissero i F iorentini, comandati dal conte Rinuccio e da Guglielmo de' Pazzi ; d i questi ultimi, 250 mor irono e molti fumno fatti prigionieri. Faussone (Felice). Generale piemon tese, m . nel 1779. D ivenne nel 1744 colonnello di fanteria, governatore del castello e comandan te. la citt1, d i Casale, nella qua l car ica ven ne promosso brigadiere nel 1776. Fa-rissane di Germagnano Giovanni. Generale del se, colo XIX. Quale ufficiale d i fanteria aveva combattuto, con sette fra telli, di cui tre morirono, nella guerra contro la Francia della. Rivoluzione. Ripreso servizio nell'esercito di 'Vittorio Erna.nuele I come colonnello di fan teria, comandò per parecchi an ni la città e provincia di Genova. \lvlagg. generale nel 1838, ebbe il comando del!' Accademia ]vfiJitare e nel 1841 venne collocato in disponibilità. Fa.ussone di Germagnano Luigi. Genera le del secolo XIX. Partecipò alla guerr a delle Alpi della 1ìne del secolo XVIII, e, dopo la restaurazione, divenne colonnello ispettore de lla R . Scuola di equitazione e veterinaria, nella qual carica rimase anche quando venne promosso magg. generale (1839). Collocato a riposo nel 1848, nello stesso anno venne p romosso tcn. generale.

Fausti no. Ordine cavalleresco, fondato nel 1849 da

Faustino I, imperatore d i Haiti, in occasione del primo anniversario della sua assunzione al trono. Comprendeva due classi: del merito civile e di quello militare. La decorazione m ii. era una grande stella d'argento di otto raggi a punta, caricata di uno scudo bianco circondato da un cerchio d 'oro, racchiudente una corona imperiale d'oro. L'Ordine .decadde net 1859 colla d eposizione dL F austino.

Fa va (C'r:,ido) . Ammiraglio, n. a Savona. nel 1868. Allievo dell'Accademia navale nel 1883, fu promosso sott'amrnir. nel 1918, contrammir. nel 1919, collocato in P. A. nel 1920, p romosso ammir. di squadra ne l 1925. Par tecipò alla guerra 191S-18, guadagnando una m edaglia d'a rgento nel Basso Adriatico (12-8-1915). Fu quind i (1919-1920) comandante della. difesa M . M. di Trieste. Favé (Ildefonso). Genera le e scrittore mii. francese (1812- 1894). Fu insegnante e poi comandante d ella scuola politecnica. ,Generale di brigat a nel 1865, p rese parte nel 1870 alla difesa di Parigi. Membro dell'Accademia delle Scienze, pubblicò fra l'altro : e< Nuovo sistema di difesa delle piazze forti )l ; cc Storia e tattica delle tre armi >l; <e Storia dell'a rtiglier ia >>; (( Storia dei progressi d ell'artiglieria» ; « Studi sul passato e l'avvenire dell'artigl ier ia >>; (( L 'esercito francese dopo la guerra». Favereau (Carlo E1tgenio). hmmiraglio francese, nato nel 1856. Raggiunse il grado di contrammir. nel 1910 e all' inizio della guerra fu promosso viceam1nir., passando nella R iserva nel 1918. Dura.nte la guerra, comandò in capo [e forze navali francesi del N ord, fino al 1916, quindi una squadra di corazzate nel Med iterraneo ; in.fine fu nom inato prclctto maTittimo a Lorien t. Favìer (Esplosiv,). Sono a base di nitrato d i ammonio. Il prin10 tipo - la d i cui composizione centes imale corrispondeva a : nitrato di ammonio p. 91,5 e mononitronafta.lina p. 8,5 - fu b revettato nel Belgio e in Inghilterra al principio del 1885. La composizione originaria subì in seguito diverse modifiche, ottenendosi così una ricca varietà degli esplosivi di questo tipo, cl1e appaxtengono alla ca tegoria degli esplosivi d i sicurezza e fuwno largamente impiegati anche come esplosivi d\ lancio. Favignana. Rimorchiatore d ragamine (ex << Sdiar· mer >> della marina tedesca), entrato in servizio nel 1921, lunghezza m. 28,60, la.rghei<za 7, dislocamen to tonn. 368, macchine H P . 500, armamento ca nnoni 2 d a 76, s tato maggiore 2, eQuipaggio 29.

Favoreggia mento in diserzione ( Art. 160, 161, 162 C. P. Es. ; 186-187 -C. P. lvl. M.). E' rea.lo militare, e consiste nel fatto di chiunque, m ilitare o no, che avrà sottratto un disertore alle ricerche della G iustizia o ne, avrà favorito la fugr, o gli avrà somministrato alloggio o ricovero. La pena va da sei mesi ad un anno d i carcere, coll'aumento da u no a due gradi ove il favoreggiatore sia ministro di culto o pubblico funzionario. Sono esenti da responsabilità pena le la moglie, gli ascendenti, i discendenti, i fratell i, le sorelle o affini in gra-di eguali, gli zii cd i n ipoti del disertore. Favorita. Goletta guardacoste sarda, acquistata per conto di Vittor io Amedeo III in Inghilterra. nella primavera del 1774. P rese parte alle crociere contro i barbareschi e fu radiata nel 1778.


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FAY

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Fay (Carlo !llessa11dro). Generale e scrittore milita.re francese del secolo XIX. Combattè in Algeria e in Crimea. Genera le d i brigata n el 1879, di divis. nel 1885, comandante de l 2° C. d' A. Scrisse: « Ricordi della guerra di Crimea»; « Giornale d'un ufficiale dell'armata del R eno»; <e Progetto di riorganizzazione dell'ar mata francese:»; « Studi d i marce: Jena e Sedan ».

Faver<'au Carlo

Marcse. Pt1yollc

Fayolle. Maresciallo di F rancia (1852-1928). Era stato professore alla Scuola di guerra; collocato a ripo.-;o nel 19 14, poco prima dello scoppio della g uerra, come generale di brigata, fu richiamato in scr\"izio cd ebbe il comando della i I• di,·is., con la qual,· si battè a :.\Jorhangc e nella « Corsa a l mare » . L'anno seguen te: comandò il 33" C. d'.\. e nel 19 16 la 6" a r mata, battendosi sulla Somme, e poi la 1• armata. Xel 1917 assunsr il co111indo del gruppo a rmate del Centro, e quindi quello delle (ruppe fruncesi inviale in Italia. Nel 19 18, torn:!lo in Francia, ebbe il comando del gruppo delle armate d i riserva, battendosi dal luglio all'oltobrc <li quell'anno e gua<lagn,rndovi il bastone di maresciallo. Fazioli

(,11w.rea }. Generale, n. e m. ad Ancona

(1823-1 902). Combattè con Garibald i nel 1848ls.l<J, 1859, 1860-1861, merita r1dosi l'O. 11. S. e divenendo maggiore, col qual grado nel 1862 pas!\Ò nell'c~ercito rrgolm·e. P ai·tcc ipò :dia campagna del 1866, divenne colo1111cllo ,,-,J 1867, comandò i l 15° e poi il 52° fanteria. Magi:;. genera.le comandante la 22" brigata di fanteria nel 1877, ,·enne collocato nella ri • serva nel 1879 e prolllO!>so tenente generale nel 1895.

FEB

F. B. A. ldrO\·olanle biplano triposto a scafo centrale, usalo durante la grande guerra dalle aviazioni militari dell'Italia e della Francia, per ricognizione e bombardamento leggicro. Le bombe venivano sistemate sotto le al i, ai lati dello scafo: la mitragliat r ice era sistemata a p rua su torretta brandeggìabile. Le sue cai-atteristiche

erano le seguen ti : apertura d'ali m. 14,50, lunghezza m. 10,10, altezza m. 3,35, superficie portante mq. 42, carico utile kg. 4i5, a utonomia ore 5. ::'llunito d i motore Hispano Suiza 150 HP., o I!'Olla Frascl1ini \ ' . 4 b 200 HP. raggiungeva una velocità massima di km. h. 145. Ve1111e sostitu ito n el 191 ì da altri tipi di idrovolanti a caratteristiche m igliori, ma continuò ad essere impiegato nelle Scuole d'a\'iazione.

Fea (Matteo). Generale, n . e m. a Torino (18401907). Sotto!. dei bersaglieri nel 1859, partecipò alla campagna di guerra di detto anno ed a quelle del 1860-61, 1866 e 18i0, meritandosi una med. cli bro111.0, e una d'argento nella campagna contro il brigantaggio. Colonnello nel 1892, comandò il distretto mii. di Verona e nel 1898 audò in P . A. Collocato nella riserva nel 1901, fu promosso magg. generale nel 1903. Fea Luigi Carlo. Generale commissario, 11. a Fossano nel 1863. Sot tot. nel c:ommissa ria to mii. nel 1886, partecipò alle campagne eritree del 1889 e del 1890 ed a. quella contro l'Aust ria. Colonnello direttore <li commissaria lo ne l 1917, andò in P. A. S. nel 1920. );e) 1926 venne promosso magg. generale commissario in A. R. Q.

Febbre gialla. •M alattia infettiva grave, d i cui non è ancora scoperto il microrgar1ismo che la produce; si

.\ nclrea Faz1011 111 <11,·1sa di magglor·c garlhahllno

Fazione. D enomi nazione gener ica d i ogni fatto d'arme, azione militare, combattimento. Vale anche dovere militare. Fare fazione, significa combattere, prendere parle a d un'operazione m il ilare in genere cd anche esei;_'l.lirc il proprio mandato. Fazione (11omo, ca·vallo, gente da), vale Luomo, ca vallo,• gente d'armi, idonei alla guerra buoni a comballere. In ,;enso lato sign ifica anche uomo o gente di valore, di p rova lo coraggio,

contrae esclusivamt:me per inoculazione ed è comunicata dall'uomo malato all'uomo sano da una speciale zanza.ra, la e< Stegomiya c.i.lopus » . .I::' circoscritta in un'arca ristretta : America centrale e Costa occidentale cl'Africa; però dai focolai di origine si può propaga re ad altre regioni, dove esiste b zan7~'lra che rappresenta il veicolo della infozionc. Tn Italia la « stcgomiya » ,•ive nella pa rte centrale e nel 11czzogiorno, e nel 1803 vi fu a Livorno un'epidemia. estesa. Un tempo si affacciava frequentemente sulle na,·i che visitavano le zone endemiche, producendo epidem ie gravissime. ?-:cl 1726 la squadra dell'ammiraglio H osier, composta di 7 navi di linea, durante pochi mesi passati ~- Colon, dovellc rinnovare per ire volte gli equipaggi distrutti dal morbo e lo stesso comandante in capo rimase vittima. dell'infezione. Nef 1896 la nave italiana Lombardia ebbe 134 morti su 249 persone imbarcate. /\I presente, gra?.ie alla conoscenza: del veicolo del mo rbo, la p rofi lass i è in grado d i suggerire mezzi di difesa adeguati per le navi, dove, se non è sempre possibile prevenire un caso isolato, si possono con sicurez1.a evitare le espansioni epidemiche .


F im

676 .Febb;e dei tre gi,orni. Affezione che ha una predilezione particolare p er le caserme. Sulle navi da guerra invece, è rara ; un'epidemia classica si osservò sulla regia nave Calabria in mar Rosso con 68 casi su circa 200 uomini di equipaggio. E' u na malattia da inocula1 zione, che viene_ propagata dai flebotomi. I flebotom i sono diffusissimi nelle wne temperate e ca lde ; se ne co~ noscono numerose specie, di cui la più comune in Italia è il flebotomo pappataci. Febbre oruJ,dante. E' detta anche febbre di :Malta, o mediterranea; dà qualche caso nelle caserme della regia Marina ; è rara sulle navi. I ma.rinai contraggono l'infezione a terra, di rado per contagio diretto da un infermo, ordinariamente bevendo la tte di capre o vacche infette, ovvero per contagio indiretto da oggetti o cibi contaminali da uomini malati.

Fécamp (ant. Fiscamwm.). Coo1une della Francia, ne l dip. della Senna inferiore, con porto sulla Manica, messo nel 1710 in condizioni di difesa dal Vauban, organizzandolo in modo da. divenire base di° rifornimento per navi da guerra. Nelle vicinanze di F. esisteva un campò romano.

Fecllet Giacomo

dizione nel Messico del 1916. Esperto pilota dal 1917, durruite la grande guerra comandò d iversi campi d'aviazione. Nel 1924 ebbe il comando della. Scuola. di volo nel T exas. D al 192S, promosso brigadiere gcn. ebbe la. carica d i vice capo del servizio aereo degli Stati Uniti, e poi quella di capo.

Fecia di Cossato (L,.ig,) . Generale, n . a B iella, m . a Torino ( 1800-1882). Sottot. di fanteria nel 1818, passò n el corpo cli S. M . divenendo colon nello nel 1847. All' inizio del 1848 comandò il 17° regg. fanteria e nel marzo successivo divenne sottocapo dello S. M. generale in Lombardia, meritando la menzione onorevole. Aiutante di campo del Re Carlo Alberto nel 1849, fu con lui a Novara ove venne decorato della med. d'argento; unitamente al ministro Ca.doma fu incaricato delle trattative per l'armistizio col Radetzky. Comandò l'Accademia. militare dal 1849 al 1857, nel quale anno divenne comandante del corpo d i S. :M. Dal 18S9, ten. generale, comandò successivamente le d ivis. di Modena, Torino, L ivorno e Genova: nel 1863 fu collocato in ritiro. I

Fecia di Cossato cante Carlo. Generale, n . a Biella, m. a Torino ( 1828-1892). Sottot. di fanteria nel 1848, combattè in detto anno e poi nel 1849 e nel 1859, meritando a Palestro la menzione onorevole . Colonnello nel 1872, com.andò successivamente i distretti d i T rcviso1 Padova e T orino e 'J}Oi fu comandante superiore dei distretti della divis. di Ancona. Nel 1888 fu trasferito nelja riserva col grado di magg. generale.

Fecla. Luigi (1800)

Sorjnesa di Fécamp (1594) . Appartiene alle guerre degli Ugonotti. Il maresc. di Biron aveva tolto al nemico F. ocnupando porto e cittadella. T ra la guarnigione espulsane v'era il comandante de Sully, che decise di riprendere la piazza. In un.a notte oscura, fatti · sbarcare a i piedi della parete rocc1osa. s ulla quale s'innalzava il forte principale cinquanta uomini scelti, da un soldato, della guarnigione da lui corrot to ebbe una fune fissata sull'al to della posizione. Con quell'aiuto i coraggiosi sii inerpicarono sulla sommità col D e Sully .illa testa. Penetrando così d all'alto nel forte, incusse tale spaven to nel presidio, da obbligarlo alla resa e d a ridu rre l' intera guarnigione della città alla capitolazione.

Feccarotta (Matteo). Ammiraglio, n. e m . a Pale rmo (1837-1902). Ufficiale della marina mercanti le, l'abbandonò nel 1860 per entrare nella -piccola mar ina garibaldina . come sottot. di vascello. Pas&"tto nella marina del regno d 'Italia, comandò la. « Agostino Barbarigo,, con la quale fu a Zru1zibar ( 1885) concludendo un trattato commerciale con quel su ltano. Quindi comandò la Scuola allievi macchinisti c fu collocato in P . A. nel 1392, venendo promosso contramm ir. nel 1898. Fechet (Giacomo E.). Genera le nordamerica no, nato nel 1877. Volontario in cavalleria nel 1898, divenne -ufficiale nell'esercito regolare dopo aver· p reso pa1ie con -onore alla· guerra contro la Spagna. P artecipò alla spe-

Fecta Luigi (1841)

Fedele Giustino

Fecia di Cossato conte L11-igi. Generale, n. a Torino, m. a Firenze ( 1841-1921). Sottot. dei granatieri nel 1859, partecipò a lle campagne del 1860- 61 meritandosi una menzione onorevole a Perugia e una med. d'argento a Mola di Gaeta. ,Combatt.è a Custoza (1866) ove guadagnò \ma. seconda med. d'argento. Co lonnello nel 1882, comandò il 9° regg. bersaglieri, poi passò a l comando del corpo di S. M . e nel 1889 andò in E ritrea quale co-. mandante in 2• delle truppe e comandante la piazza d i Massaua. R impatriato nel 1890, ebbe il comando della brigata Sicilia divenendo magg. generale nel 1891. Tenente ,generale nel 1896 comandò la d ivis. di Bari e poi ( 1902) il III C. d'A. ed il IX ( 1905). Senatore del R egno nel 1905, comandante designato di a1111ata in guerra nel 1908, nel 1909 andò in P. A. passando nella riserva nel 1915.

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Fede (Annata della). Fu il nome che ehbe l'esercito realista, contrapposto a quello di << costituziona.le l>, che ebbe quello dei r ivoluziona ri, durante la guerra civile di Spagna nel 1821 e seguenti.

Fede le ( GiustiM). Generale, n . a. Chieti .nel 1865.


Sottot. di fanteria nel 1884, fu nel 1891 insegnante alla Scuola milita.re. Iniziò la guerra contro l'Austria.. quale ten. colonnello nel 21° fanteria del quale regg. divenne colonnello nell'autunno 1915. Comandò poi il 211° fanteria e la brigata Casale, divenendo brigadiere generale ne l 1918. Jn P . A. S. nel 1920, d ivenne nel 1925 genera le di brigata in A. R. Q. In guerra si meritò una rned. d'argento (Monfalcone, 1915) e la croce di cav. dcll'O. ::.1. S. (Basso Isonzo, 1915-16 e Altopiano d'Asiago, 1917). Nel 1922, all'epoca della J\farcia su Roma, assunse il comando delle forze fasciste della Spezia.

677 · -

FED

divise le proprie truppe in sei armate (Mac Dower Pattcrson - Mac Clcllan - Butler - Prentiss - Harney); le p rime quattro nello scacchiere principale, le ultime due nel Kentuky e nel :Missuri. Col procedere della campa~na, for mazioni, disciplina, armamen to, tattica e strategia si resero uniformi 11ei due partiti; però, stan te la maggiore ricchezza e il migliore attrezzamento industria le, il Nord finì col d isporre d i i;nezzi maggiori e, ottenne la vittoria.

Fedelissima (La) . 19" Legione della Ivi V. S. N. Costituita a Casalmaggiore, dove ha. sede il sue, comando, il 3 febbraio 1923; è formata su tre Coorti di tre centurie ciascuna, con sede rispettivamente a Casalmaggiore, Calvatone e Gussola, ed una centuria mitraglieri. Ha costituito 20 corsi premilitari con 634 inscritti. Fedeltà (Ordine della). Creato nel 1715 da Carlo Guglidmo margravio del Baden Durla ch, e confermato da Carlo Federico nel 1803. Comprendeva due classi, che nel 1840 furono riunite in una sola, Cavalieri, che pot6vano essere solo sovrani stranieri, di case regnanti, o per lo meno granduchi aventi il diritto al titolo di eccellenza. L'insegna consisteva in una croce d'oro a otto punte. Fedeltà (Ordine della). Creato in Danimarca da Cristiano VI nel 1732, e dedicato alle persone dei due sessi che si fossero distinte in opere d i virtù, o per azioni d i merito m ilitare. Si estinse nel 1770.

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Ordine della Fedeltà

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Feder1c1 Francesco

Federali (o Nordisti) . Furono detti così, durante la guerra d ì Secessione, gli Stati e gli u omini r imasti fedeli al goYerno dì Washington. L'esercito federaJe era co.sti tuito in p rincipio in par te di regolari e in parte d i mi lizie volontarie; questa divisione r ima.se anche in scgL>ito. Data la distribuzione territoriale degli arsenali, qu asi tutti nel Sud, i Nordisti si trovarono in principio scarsi d i armi e di munizioni; sopperirono in parte con acquis to dall'estero, in parte trasformando in industrie di guerra quelle già progred ite ed efficienti di cui disponevano nel loro territorio . L'armamento dei soldati era buono; fanteria e artiglieria disponevano di armi rigate, e la prima, in conseguenza, era portata a preferire il combattimento a distanza. Per la prima· volta furono adO'J)erati da l Nord i fucili a r ipetizione. L'abito dei soldati era azzurro, con filettature di vario colore a seconda delle ar mi e specialità. Un ità tattica era il reggimen to; due di questi formavano brigata. Il N ord

Federlcl G. B.

f'ecterici Alessanclro

Federici (Frmu;esco). Generale e pat.l'iota, n. e nr. a Napoli (1738-1799). Ufficiale di cavalleria del reggimento « Napoli ll nel 1755, venne nel Ì 760 destinato in Prussia per studiarvi la cavalleria di Federico II. Nel 1794, colonnello comandante il regg. cc Principe ll, an dò colla cavalleria napoletana nell'alta I talia in a iuto degli austrn- sardi nella guerra contro la Francia. Nel 1799 fu nominato generale di brigata da Ferdinando I V : morì decapi tato con gli altri martiri della repubblica par tenopea, avendo partecipato a i moti di quell'anno.

Federici Gùr<Janni Battista.- Genera le, n . e m . a Genova ( 1785- 1860). Partecipò alle campagne del 1813 e 1814 in Francia ed in Italia al servizio d i Francia, e fu ferito alla battaglia di Bau tzen. Fece poi, a l ser vizio del Piemonte, la campagna d i Savoia del 1815. Colonnello comandante il 1° regg. de lla brigata Regina nel 1834 e magg. generale comandante la brigata P inerolo nel 1839, nella campagna del 1848 comandò s ino a l 3 giugno la 4" divis.; che cedette a l Duca di Genova. T enente generale il 14 aprile successivo, fu poi governatore della fortezza di Pesch iera ed alla fine del 1848 fu collocato a riposo.

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Fecter!cl V it torio

Federico Barbarossa

Fedcrici A lessandro. Generale, n. a Garlasco, m. a T erni (1818-1863). T encnt.e nel 1839, combattè nel 18481849 e 1859, meritan.dosi una med. d'argento a Sommacampagna ed una a Novara. Magg. generale nel 1861, ebbe il comando della brigata Umbria.


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Federfci marchese Vittorio. Generale, n. a Genova e m. a Borgio Verezz i (1823-1879). T enente nel 1843, cornbattè nel 1848 meritandosi una med. d'argento a Sommacampagna, e nel 1859 guadagnandone un'altra a S. M ar tino. Colonnello nel 1861 e magg. generale nel 1866, comandò la brigata granatieri d i Sardegna e poi il presidio di Manto,·a. Xci 1876 venne collocato nella riserva. Federici Anto1tio. Gener ale, n, a Bellu no, m. a Casteldardo ( 1838-1916). Percorse la carriera nell'arma d'artiglieria e partecipò alle campagne del 1859 e del 1866. Fu in missionr militare a T un is i ( 1867 -68) e nel 1891 d ivenne colonnello direttor·e d'ar t. ;i. Genova , In riserva nel 1894, fu promosso magg. generale nel 1901 e ten. generale nel 19!L

Federico da Montefeltro, I duca d'Urbino. Con dott,ero (1-122-1482). Servi nelle guerre del suo tempo e Sisto IV lo nominò, in ricompensa dei servigi prestati per b Chiesa, duca d 'Urbino. Federico VI. Margravio d i Iladen (16 t i-16i7): ebbe nel 1659 il margraviato di Baden e Durlach; si distinse nella gu~rra dei Tren t'anni, poi contro i Turchi e i Fra,wcsi. A lui è dovuta l:t conquista. d i P hilippsbu rg nel 1676.

Federico Guglielmo, detto « il Grande Elettore» ( 16201688). :--.Te[ 1640 successe al padre come E lettore del B randeburgo, n el 16$6 ebbe il feudo e nel 1660 la sovran ità del ducato d i Prussia : nel 1675 vinse gli Svedesi a Fchrbellin. Si può considerare il fondatore della 5nndc7.7.a dello Stato della Prussia.

Federioo I Ba rba rossa. Impera tore tedesco, delcasa di liohenstau fCll (1121- l l90). Nel l 155 fu incoronato a Pavia come Re d'Italia e a Roma come Imperatore. :-.cl 1158 cominciò le sue ,;pcditioni in Italia per 1bbatterc h l iber ti, <lei Com uni : nell'anno stesso conquistò i r ilano. che distrn~sr nel 1162; ne l 1176 fu sconfitto a Legnano dalla Lega Lombarda. :--rei 1177 si riconciliò a ,·enezia col papa Alcs~rndro III che l'aveva scomunicato, nel 1183 fece coi Comuni la pace d i Costanza, e nel 1186 r ientrò in l\Iilano riedi llcata . ~cl 1189 pa.rtccipò alla 3" crociata in Terra San1a, e vi morì, anntgato nel fiume Salef. l'C(it'f'i CO Il 11 Orancte

Fc d cl'I CO G. A u s-us10

Federico II il Grande. Re di Prussia, n . a lle rlino (I i 12-1 i8é). Assunse la corona nel 1i40, e con le vitto-

Feclerko cl.a Ur bino

FNle r ico Oug-llelmo

Federico II. Impt!ratore tedesco, 11. a Jesi, m. a Fiorentina, pres.-;o Lucera (1194-1250) . .);ipotc del Darbarossa, fu però principe italiano. 'Nel 1208 assm1se il governo tle llc Due Sicilie, nel 1220 fu pJ"vcla:11ato Imperatore, nel 1229 RI! di Gernsulernmc in seguito a una Crociata. Ebbe rimpero travaAliato da continue lotte: nel 1228 fu scomunicato <la Gregorio IX, con cu i fece pace ne l 1230: nel frottempo dove tte com battere contro il figlio Enrico che gli si era ribellato in Germania. Avendo tentato di abrogare i patti slnciti dalla pace di Costan za tra Federico Rarbarossa e i Comuni Lombardi, questi si strinser o contro lu i ne lla seconda Lega Lombarda; ma egli li vinse a Cortenuova (1237). Scomunicato nuovamente, mosse contro Roma; ma il nuovo Papa Innocenzo IV lo d ichiarò da Lione deposto ( 12-15), ed egli, dopo u na serie d i insuccessi mi litari, mor ì improvvisame nte. Federico III il Bello. Re tedesco, (1286- 1330). Nel 1308 fu nomina to duca. d'Austria, e nel 131-1 re tedesco contro Lodovico il Bavaro: nel 1322 fu sconfitto e fatto prigioniero a lVIi.i hbach: dopo tre anni di p r igionia fu liberato, poi assunto di nuovo al governo.

rie d i ~follwitz e C7.aslau conqu istò la Slesia ( 17-12). Con la vittoria di Hohen friedbcrg e con la pace di Drcscla (1745) riuscì a rafforzare la ~ua. potenza mollo minacciata. una coalizione si formò contro lui, ma egli nella guerra dei Sette anni tenne testa felicemente ai ':ar i nemic i, d imost mndosi uno dei p iù abili capitan i d'ogni epoca. Ottenne nel 1772 la P~lonia, nel 1778 fondò la kga dei principi tedeschi contro Giuseppe II. Grande come generale, lo fu anche come protettore delle lctcere, delle scienze e delle arti.

Federico Gitglielmo A11g1.sto. Princivc di Prussia e generale (li79-1843). Fece le campagne contro la Francia del 1806-07 e 1814-1.5, poi s i d edicò ,ti rio rcli11a111ento del le: ar mi d'a rt. e genio i n P russi:t. Federico Carlo. Principe di Prussia e feldmaresciallo ( 1828- 1885). P rese ìlarte a Ile guerre dei Ducati {!S-181849 e 1864); comandò uel 1866 la l" ar mata ~ nel 18i0 d iresse l'assedio di Mc tz. Fu, decorato ( 1866) della medaglia d'oro itali1na al valor militare. Federico I II. Impera tore d i German ia (183 l - 1888), figlio d i Guglielmo I (da pr incipe ered itar io, Federico G uglielmo). Comandò la 2" armata nel 1866 contro l'Austria e ,la 3• nel 1870-71 contro la F rancia, guerre che stabili rono l'un ità germanica. Kcl 1866 fu insignito della metlaglja d'oro i taliana a l va lore mi li tare . Federico, arciduca d'Austria. FeldrnarcsciaUo, nato nel 1856. :S:ipote dell'arciduca Carlo, nel 1905 era Ispettor e genera le delle truppe di fanteria. D ue anni dopo f u nomina to comandante della La.n d wehr , e.be riorgan izzò. Dopo la. tragedia di Seraievo fu trasferito al Comando supremo, quale addetto all'ufficio mobi lita -


- .zione; eube allo scoppio della guer ra mondiale, la d irezione delle operazioni, con a fianco il cap·o di S. ~·L :ruaresc. Conrad, e stud iò con lui il p iano della << Strafe Expedition » del Tre11tino. Sulla fronte or ientale gli insuccessi lo fecero dai Russi chiamare cc l'arciduca della sconfitta >l . Lasciò l'esercito, collo sfacelo della monarch ia.

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i meriti militari e civili : era costitu ito in tre classi . Cessò coll 'anness ione dell'Assia al la Germania nel 1866.

Federico ·i/. Grmide (Ordine di). Istitu ito da Gugliel mo I dopo la guerra del 1870-71, e riservato ai comandanti d 'armata di a lmeno 25.000 u. La decorazione era costituita da una croce patente d'oro, smaltata in bianco, accanton ata. da quattro aquile, e caricata da uno scudo coll'effigie di Federico il Grande. Fu sop pressC1 d0po ia guerra mondia le.

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Ferlerico Carlo

Jierlerico di Prussfo . P rincipe ereditario (Kr onprinz) della dinastia degli Hohenzollern, n. nel 1882. Ebbe pa.rte cospicua d i comand ante d i grandi unità tedesche sul la fronte franco-belga durante le campagne di guerra da l 1914 a l 1918. Destinato, a ll'inizio della guerra mondiale, ad assumere il comando della I divis. d ella Guardia, fu tosto nominato comandante della 5" armata tedesca . Nel 1915 fu nominato comandante di un grupp o 1'armate, estendentesi dalla .Yiosella alla frontiera svizzera. Più tardi tornò comandante della s• armata soltan to, colla quale combattè la grande batta.glia cli Vexdun nella primaver a. 1916. Xella primavera del 19li fu nuovamente nominato comandante rl'un gruppo di .armate ( 5·' e 7"), col quale s'oppose con successo a ll'offensiva francese Nìvelle. Nèl febbraio 1918 il gruppo d'armate del Kronprinz perdette la. S0 armata. ed ac•quistò, in suo luogo, la rn•. Così costituito, il gruppo d'a rmate prese pa rte a tutta la battaglia di Francia . Finita la. guerra mondiale, il K ronprinz 1·inunziò a. tutti i suoi diritti di successione al trono, il 1° dicembre 1918.

a r c icl uca d'AU5Ll' ia

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Ferlcrico kr·omprinz (I\ German ia

Federico ( Ordi1te di). Creato da Guglielmo I del ·wllrtemberg nel 1830 per ricompensa a-i servizi spe•cialmente militari prestati allo stesso re dai vecchi ufficiali. L'Ordine comprese d apprfo1a una sola classe, p oi fu diviso in cinque. F u soppresso dopo la guerra mon-dia le. FtJder-ico G uglie[;,,o (Ordine d,). Fonda to nell'Assia -elettorale da Federigo Guglielmo, nel 185 1, per premiare

Orcline cli Federico clel Wur1em11c1·1,

f-'eclerzoni Al berto

Federzoni (Alberto). Generale, n. e m. a Bologna (1853- 1925). Soltot. di cavalleria nel 1875, partecipò alla campagna. ,:I' Africa del 1888. Colonnello nel 1907, comandò i lancieri di M ilano, e nel 1909 i lancieri di Man tova. In P . A. nel 1911, fu richiamato durante la gran.dc g11erra con incarichi territoriali, e, divenne maggior generale nel 1923. Collaborò a giornali e riviste militari, sui problemi a ttinenti a ll'impiego della cavalleria nelle guerre moderne . Federzoni Luigi. :Ministro delle Colonie, nipote del precedente, n. a Bologna nel 1878. Lau.reato in lettere, avvocato, giornalista, fu uno dei fondatori (1910) del]' Associazione Nazionalista I taliana e deputato di Rom::,. dal 19 13 s ino alla nomina a senatore (1928). Fautore della conquista della Libia, propagandista dell'irredentismo, fu volontario della grande guèrra come u fficiale d'art. e poi dei bombardieri, guadagna.ndosi una. medaglia. d 'argento e due croci di guerra. Nel dopoguerra fu in Parlamento il più fiero oppositore della poÌitica rinunziatrice e bolscevizzante, difendendo tenacemente il programma delle aspirazioni italiane in Adriatico e per le colonie, e solidarizzando col Fascismo, tanto che, su bito dopo la marcia su Roma, fu chiamato da Benito Mussolini a l 11:inistero delle Colonie, ufficio che egli tenne fino al 16 giugno 1924, per passare al Dicastero dell'Interno, donde tornò a quello delle Colonie il 6 novembre 1926, restanclo~i poi fino al 18 dicembre 1928. Ed egli provvide alla riconqu is ta di territori abbandonati, in L ibia, du.rante la gran de guerra, e alla rinascita economica della nostra Colonia.

Feditori (lat, Fed-itorcs). Erano i soldati della prima schiera delle ord inanze, di battaglia delle m ilizie comunali. I F. stavano al centro innanzi allo schieramento d i battaglia, con a fianco i cc palvesa.ri l> ed i e< balestrieri », per affrontare il nemico e dargli il primo assalto, come truppe leggere. Il grosso delle fanterie stava immediatamente dietro a i F ., pronto a cogliere il nemico già da loro scosso per investirlo più a fondo. Fè d'Ostian i (conte A lfredo). Genera le, .n. a T6-


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rino nel 1866 Sottot. nel 1885, percorse tutta la carriera nell'arma di cavalleria. Colonnello nel 1915, passò in P. A. nel 1917. Generale di brigata nel 1926, fu collocato riella r iserva nel 1928.

Fehrbell in. Villaggio della Germania, nel Brandeburgo. Nel giugno 1675, durante la guerra d'Olanda, mentre l'elettore del Brandeburgo, Federico Guglielmo, occupava le rive del Reno, il feldmaresciallo svedese Wrangel entrò nella marca del Brandeburgo e in Westfalia, devastan dole. r}ElctLore da lvfagdcburgo, ove si erano ritmiti 5000 u _ di cav. e 500 di fant_ con 12 pezzi da 3, mosse contro gli Svedesi e li sorprese fra il 15 e il 16 a Rathenow, inseguendoli per Barnewiz su F .

680 Gli Svedesi perdettero circa 3000 u. fra morti e feriti, gran de q uantità di bestiame, 200 carri, 8 bandiere e 2: stendardi; assai minori furono le perdite dei vincitori.

F eidìa (Za1viet E[). Località della Cirenaica, teatro, di combattimento (5 luglio 1913) fra truppe italiane al comando del gen. Tassoni e un forte gruppo cli ribelli .. Questi ultimi, attaccati dalla colonna Tassoni, difesero accanitamente la posizione, ma infine furono costretti a lla fuga, lasciando sul terreno 300 u ., e armi, mun izioni, materiali, derrate. Il gen. Tassoni vi lasciò un presidio, che venne at taccato da 1500 ribelli il 18 luglio: ma i. nostri si difesero con energia e misero in fuga g li assalitori. Feistritz. Comune dell'Austria, nella Carinzia, sulla, dr. delia Drava. Il 6 se ttembre 1813 vi si svolse un com-

-Austriaci c::::::J francesi

Wrange( che disponeva d i circa 11.000 u. quasi tutti' di fanteria, visto che non poteva sottrars i a l combattimento, prese posizione colla sr. davanti a liackenberg appoggiata alle palud i del Reno, e la dr. in direzione di DechLow, coprendo gli accessi d i F . L'Elettore dal canto suo, stabilì che l'attacco principale si effettuasse da l bosco di Dechtow sulla d r. nemica, trascurando il centro d ifeso da numerose a rtiglierie, 'e agendo dimostrativamente sulht sr. con quak-he sqdr. Protetto dalla propria artig lieria, che aveva occupato un'altura .vicina, mosse lungo i margin i del bosco colle forze principali, mentre un prematuro attacco sulla sinistra era respinto dagli Svedesi_ Spinto poi l'attacco sulla dr. avversaria, e contenuta una carica d ella cavalleria svedese, ributtò la fanteria che a veva attaccato le artiglierie e l'altura che esse occupavano. Sconfitta la prop ria si· .. il ";range! ordinò la r itirata che venne effettuata su ·due colonne; q~lla d i sr. riuscì a rompere il contatto, quella d i d r. ripiegò su F . dove oppose una nuova resistenza nell'abitato e nei tr inceramenti antis tanti, che furono conquistati dai Brandeburghesi. Il grosso s i ritirò nella notte sul 19 verso. vVittstock; la 111attina anche le ultime retroguardie lasciarono F. e passarono il Reno incendiandone il ponte.

battimento che appa1·tiene alla campagna degli Alleati contro il principe Eugenio. Il gen. Pino aveva attaccate Krainburg, e, per merito del gen. Bellotti, che aveva seco il 3° regg. di fanteria italiana leggera, il 2 settembre· riuscì a stabilirsi in Krninburg. Ma gli Austriaci nel frattempo s'erano raffon:ati con trinceramenti a F . nell'idea d' imJJadronirsi del lJassaggio sulla Drava. Tale posizione avrebbe loro permesso di contrastare, a cavallo della Drava, non solo l'avanzata delle truppe del principe, ma anche d i impedire la congiunzione fra i due primi corpi ed il 3°, e battendoli separatamente ed obbligandoli a ripassare le Alpi. Eugenio non si lasciò preven ire, e risolse di far attaccare F. Il 6 settembre i gen .. D upeyroux e Sch.mitz attaccarono i trinceramenti, mentre il gen. Campi colla sua brigata attaccava da tergo le posizioni, piomban do da lle mon tagne. Le ridotte, prese d i fronte e d i rovescio, non poterono sostenersi, cd f d ifensori, inseguiti colle baionette a lle reni, furono ricacciati ad oltre 8 km. d alle posizioni di F., perdendo 350• morti, 400 feriti e 500 p r igionieri. Da parte franco-i ta liana non si ebbero che 100 morti e 300 feriti.

Fejervary (barone Geza). Feldmaresciallo ungherese (1832 -1914). Nel 1851 uscì dall'accademia mii. ; combattè a Solferino nel 1859, e nel 1866 contro la l'russia ;.


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Com!JatLimen t.o di Feldkir•ch (23 marzo 1 799) nel 1872 fu colonnello degli honwed, nei 1873 sottosegretario d i stato della difesa nazionale ungherese; poi . fc ldma.rescia llo e ministro dal 1884 al 1903; nel 1905 assunse la presidenza del Consiglio ungherese.

Feldkirch. Città dell'Austria, nel Vorariberg, di cui è capoluogo. E' punto importa.n te strategico nella valle deii'Ili, a llo sbocco, dominando la pianura; copre tan to la strada del Tirolo, come quella che conduce a. Coira.

I. Combattimen:ti di Feldkfrch (marzo 1799). Le truppe francesi operanti nella Svincra attaccarono una prima volta - condotte dal gen. Oudinot - la posizione d i F. il 7 marzo, ma vennero respinte. L'attacco fu rinnovato i l 14, con lo stesso esito : entrambe le, volte la posizione era stata di·f esa dal gen. Hotze, il quale, dopo di ciò, lasciò il comando al gen. Jellacich. Le forze austriache erano costituite da S bgl., 2 sqdr. e qualche distaccamento di milizia. I Fra.ncesi contavano, fra la brigata Oudinot e quella :i\1énard, dai lO ai 14 bgl. G li Austriaci avevano munito la posizione di F . di dtte linee (AA e BB, DD) di opere campali e cli una abbattuta (-CC), il tu tto gua rd ato da 4 bgl_ L 'altro bgl. e 2 sqdr. ( EE) erano in riserva . Le milizie occupa vano (FF) il pendio della Roia e le abbatrute. Massena decide di attaccare con le due briga le riunite. Nel mattino del 23 111arzo, una piccola colonha francese guada l'Ill non lontano da Naefels, ma viene respinta dal posto austriaco, colà messo a difcs1.. Contemporaneamente 2 bgl. francesi puntano verso il ponte di S. Margher ita, e due da Mauren, e l'attacco principale, condotto dallo stesso 1-Iassena a lla testa dei suoi granatieri e della brigata Ména rd ( DD) sotto il fuoco de l cannone austriaco, viene coadiuvato da un'azione avvolgente l'ala sr. austriaca. Mentre l'attacco principale fallisce, l'azione avvolgente riesce, e lo J ella.cich fronteggia questo pericolo con le riserve, e i Francesi sorpresi sul fianco destro, sono obbligati a r itirarsi. Intanto repa rti· di cavalleria francese audacemente caricano sulla grande strada, fino ad attraversa.re le trincee austriach e, con inu tile sacrificio . Appena lo J ellacich s'accorge del

successo delle sue truppe sul Roia, avanza di fronte con tutte le forze disponibili della riserva e con quelle delle ridotte, e riesce a. respingere i Francesi frno a l loro campo di .:\"endcl. E il combat timento ha ·termine : i Francesi perdono fra morti e fe riti circa 3000 u., mentre gli Astriaci hanno fra tutto 900 u. fuori di combattimento. II. Combattimento di Feldkirch (14 luglio 1800). Appartiene alle operazioni dell'Armata repubblicana del Reno ne l Vorarlberg. li maresc. :iVforeau, volendo togliereagli imperiali (Kray) i principali punti d 'appoggio dell'ala sr., distaccò il gen. Lecourbe con 20.000 u. per puntare su F. Per prendere questa posizione, divise le sue truppe in tre colonne, che dovevano agire su una fronte di 30 km. Mentre le prime due colonne riuscirono facilmente nello scopo, la terza trovò validissima resistenza nelle posizioni intorno a F . Senonchè il gen. Moiitor, che veniva da Bregenz, attaccò e prese i trinceramen ti dì Hohenems a 12 km. da F., ricacciandone i difensori. Il gen. J ellacich, impossibilitato a resistere a forze preponderanti, restrinse la difesa unicamente alle opere vi cine a F., e, riuni to il fiore delle sue truppe, tentò una audace sortita. R igettato bruscamente nelle trincee e ne! forte, vi s i man tenne fino a notte. Col favore d i essa però, disperando ormai di resistere. iniziò la ritirata ed abbandonò F. al nemico.

Feld-maresciallo (ted. feld-marschall, maresciallo di campo). Supremo grado della gerarchia degli ufficiali, che esisteva. negli eserciti degli ex I mperi Centrali. La qualifica di F. in Germania a l pari de l t itolo fieldmarshalt in Inghilterra, fu attribuita d apprima a ll'ufficiale generale che aveva in campagna il comando supremo della cavalleria e ne dirigeva le operazioni. Corrispondeva al maresciallo di campo di a ltri eserciti. Successiv-amente, la qualifica divenne un grado vero e proprio, e servi. a designare l'uf-ficiale genera le più ·elevato in grado della gerarchia militare. Lo stesso avvenne in Inghilterra. Nell' e'C-im pero austriaco, accanto a i grado di F., v'era anche quello di F . litogotenente, per iJ1dicare ufficiali generali di grado inferiore, corrispondent i a un d ipresso ai nostri genera.li di divisione. Ii grado d i F .


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p aò r iteners i equivalen te a quelli d i ma resciallo di Francia e maresciallo d'Ita lia.

Feldzeugmeister. Voca.bolo della lingua tedesca che sc.r vì in passato ad indicare gradi d iversi nell'esercito, e che ora ha significato differente. Nei sec. XVI e XVII ta le parola indicava in Germa n ia i comandami d elle artiglierie, che s i limitavano ad un Zeugmeister e ad un F ., pari ad un colonnello . Nei tempi più vicini del sec. XVIII s i chiamava con. tale denominazione il comandante in capo dell'artiglieria, che però a veva talvolta a nche grado superiore a quello d i colonnello. Poi, in Austria-Ungheria., si adoperò tale parola per ind icare tanto il gen. d'ar t. che di fanteria . Ì n Prussia finalmen te si premise alla parola F. il prefisso Gen.eral, per indicare il coma11dante supremo delle artiglierie, con equiparazione al grado di maresciallo. Felizzano (ant. Felidammi). Comune in prov. di Alessandria sopra, un altipiano su lla sr. del Tana ro . E' costituito da un an tico castello con borgo in parte ch iuso da mu ra, che r isale a tempi ameriori a ll'epoca dei comu ni. Ne l l l64 fu conquistato da Feder ico I . Passato per metà in possesso di Alessandria, fu attaccato e preso da Facino Cane nel 1403, p er con to del duca to d i M ila no. Nella guerra di successione clel Mon ferrato, venne preso d al d uca d i Savoia a lla S_pagna, e nel 16l7 rimase defin itivamente ai Savoia.

682 qua li fecero capitolare la p iazza, dife!a dai tedesch i. dopo un bre\'e assedio nel quale per la prima. volta essi adoperarono il cannone.

Felloni (Umberto}. Generale, n. a Cascina, m . a P on tedera (1862-1928). Sottot. del genio nel 1882 n ella sua arma divenne c;olonnello a l priric i1)io del 1915 ed assunse il comando del 4° regg. genio pontieri. Partecip<'a. tutta la guerra quale comandan te del genio della .zona Carnia , poi del 22° C. d 'A. e poi della. 3' Arma ta, d ivenen do brigad iere generale nel 19 18. In P. A. S . nel 1920, passò nella riserva nel 1928 col grado di generale di divisione. Feltre. Comune in prov. di Belluno. Di ong1111 antich issime, verso il 172 a . C. passò sotto la dom inaz.ione romana e fu municipio imp ortante. perchè clominav.a. la Via Claudia che per Altino si dirigeva al Danubio. Successivmncnte v i passarono, d istruggendo e saccbcggiando. tutte le in vasioni bar bariche. Alarico la prese nel 409. Attila nel 455, gli Alani n eJ 4i5 e poi i Vanda li e i Goti. Godette di un bre\'e periodo di tranqu illità sotto T eodorico, ma ancora una volta f u sommersa da i Longobardi condoiti nel 568 da Alboino il quale, su lle rovine

Fella. Valle nelle Alpi Carniche, percorsa d al tor· renle omoni-mo, a ffl. del Taglia mento. Battaglione alpini Val Fella. Costituito nel 1915 a Gemona, con le cp. 269 e 270 ed assegnato all'8° rcgg_ alpin i. All' inizio della guerra fu d is locato nel!' Al ta Valle d i Dogn~; nel 19 16 g li fu assegna ta !'8" compagnia. Fino a ll'ottobre 1917 il battaglione rimase nel settore Val Fc lla; durante l'offensiva austro-tedesca dell'autu nno 19 17 il bgl. diede prova del suo valore, resistendo fino a l sacrificio sulle posizioni affida tegli. Fu sciolto il 6 novembre 1917. Per la sua. condo tta. in guerra fu assegnata a ll'8° regg. alpini la med. d 'argen to con la seguen te motivazione : « P er il fulgido va.lore e la. gxanitica tenacia dimostrate in c ircostanze d ifficili, su cime imperv ie cd in mezzo ad inenar rab ili sacrifici dai ba ttaglioni Fclla, Gemo na e Canin, riaffermanti ognora le virtù guerriere della forte gente friu iana ll. (Carnia, 24 maggio 1915-6 novembre 1917}.

Fell in. Città d ell'Estonia, su lla riva settentrionale del la,go Virz. I . B attaglia di F ellin (1217}. Appartiene alla lotta fra Estoni e Tedeschi c ristiani, dipendenti dal vescovado di Riga. Gli Estoni, senza a ttenclere i promessi socco rs i della città d i Novgorod, marciarono in numero <li 6000 contro F., ma vennero affrontati d a 3000 cristiani tedeschi (21 settembre} i quali rimase ro vittoriosi a ca usa del loro m igliore armamento e della loro ot tima discip lina.. II. Assedio di Fellùt (1223}. L a città era stata occupata dagli Estoni, coadiuvati dai Russi di Novgorocl. J croc iati tedeschi de lla Livonia vi posero l'assedio e la forzarono a capitolare il 15 agosto, dopo una quindicina d i giorni d'assedio. Gli Estoni furono graziati, ma Russi vennero impiccati. III. A ssedio di Fellin (1482}. Fu p osto d ai R ussi,

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1 1 I ti rr cas Lcllo di Felt rc

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di un fortilizio romano, fece costruire un hcn muni te, castello. Fu poi dei Franchi e, successivamen te, degli Imperatori di German ia . Ottanta feltrini p artecipar-onc a lla prima crociata. e alla presa di Gerusalemme (1099). Anche in F. si svolsero accan ite le lotte medioevali fn Guelfi e Ghibellin i; nel 1220 i Trevigiani. non r iusccndr a conquistarla, incendiarono la cattedrale e il vescovado, estern i a lla linea di difesa; nel 1248, invano difesa dal guelfo Bianco da Comino, fu conquista ta da Ezzelino da Romano; nel 1300 fu degli Sèaligc ri e poi, passata sotto il dom inio di Venezia, n e seguì le vi,:ende. F u messa a sacco nel 1509 da un eserc ito imperiale . Il 10 magg io 1797 la occuparono i Francesi; p er il trattato di Campoform io però passò agli Austriaci. Nel 1805 Napoleone la riprese ; ancora degli 1\ustr iaci nel 1813, nel 1848 si ribellò e formò un governo provvisorio, dando uomini alla guerra del 1848 e alla d ifesa di Venezia del 1849. ~el 1866 vi entrarono il 14 agosto le truppe italiane. Nel 1917, dopo Caporetto, fu occupata da lle trnppe austro- tedesche, le quali stab ilirono presso la città un campo d'aviazione r ipetutamente bombardato dai nostri aviatori. L e n ostre truppe rientrarono in F. dopo Vittorio Veneto, e gli abitanti tennero un tal contegno,


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•cl1-e nel 1926 il gonfalone de lla città , fu insignito di med aglia d i bronzo a! valore, con questa motivazione : « Durante un anno di dura dominazione nem ica, la forte popolazione feltrina dette p rova d i a lto s pirito di sacrificio nel sopporta re fieramente inaudite sofferenze, ma i d isperan do della Patria. All'approssimarsi delle truppe liberatrici, il 31 ottobre 1918, insorgeva per la riscossa, cd impugnate le armi con grave rischio serba le, gcttavasi intrepidamen te nella mischia. Incuranti del fuo•co d i artiglieria che il nemico _p er vendetta rovesciava sulla città, gruppi di cittadini univansi alle avanguardie italiane, coop erando a spezzare le ult ime resistenze avversarie, rinnovando con eroica passione le gesta. dei padd , contro il secolare nemico)).

J3attaglfone alp-ini Feltre . Costituito in Conegliano nel 188 7 cd appartenente a l 7° regg. a lpini Partecipò a lla , guerra italo-turca 1911-12, e vi guadagnò una medaglia ·d'argento'. « per la splendida· prova ·d i valore data nel combatt imento del 23 marzo 19 l 2 ad Assaba». Durante la gue rra i talo-austriaca, 1915-1918, ebbe le compagnie 64", 65", 66" e 95" e fino a l magg io 1916 fu i11 Val Brenta, conquistando, il 9 febbraio, Malga Trenca. (M. Col!o). Sferra tasi, il 15 maggio, l'offensiva austriaca, il bgl. ri_p iegò prima su Samone e poi si sp in's e verso llf. Cima, occupandolo e facendo prigioniera una parte dc) presi,dio. Fu poi d islocato a Forcella :'Magna, ove conquisto, nel lug lio, la. q. 2179, il Colle S. Giovanni, il Coi degli Uccelli ; n ell'agosto la. vetm del :yr. Cauriol (q . 2495); nel settem bre concorse a ll'atta tco di Cima Busa Al ta e Cima Cangenagol. Fu su l ~I. Caur iol fi110 a ll'ottobre del 1917 ed il 4 novem bre, in seguito alla offensiva aus t1·0-tedesca, fu im·iato su l l'vl. Grapp,1 a lla ,lifesa della linea fra il 111. Spiuoncia ed il lii. Fontana Secca. I l 14 dicembre, dopo una tenace resiste.n za, riconquistò le trinc.:,e del 111. Valdero,i. che presidiò fino a l marzo 1918. Fu poi inviato sul M . Cimone nelle posizioni del Caviogio e del Redento re. Per la battaglia d i V ittorio Veneto il Feltre fu prima schiera lo a Coni Zugna in Val Lagarina; puntò poi su Trento che raggiunse ne l pomeriggio del 3 novembre, dopo aver superate le successive resistenze oppostegli alla stretta cli Serravallc, a Marco -cd a Calliano. Per il suo comcgno fu deco ra to di medaglia di bronzo colla seguente motivazione: « Per l'esemplare ardimen to e la salda tenacia con cu i il batta.glione Fcltre, facendo olocausto de l fiore dei suoi alpini, ·s i oppose, sul Grappa, a ll'avanzata di soverchianti forze nemiche i> (Val Calcino, Monte Va lderoa, novembre'.dicernbre 1917). Fu poscia in Albania (1919- l920).

Felt ria (L egione). Fu creata n ello S tato d i Urbino da I duca Francesco iVIaria della Rovere nel maJ"Zo del 1533, qua.le milizia p rivilegiata del d Ltcato, su l tipo delle -compagnie di ven tura, a carattere però comun ale. Dopo qualche tempo pare essa sia stata p orta ta alla forza di 5 .000 u., ripa r titi in 4 sch ide o battaglie, comanda te -ciascuna da un colonnello. La legione F. fu sciolta dal .successore Guidobaldo TI, ma nel 1575 r isorse sotto Francesco :i\faria, che permise al contado di portare le .anni .

Feluca (Mar.). Unità d i piccole dimensioni sottile, ,d i basso bordo, scoperta, che aveva pochi banchi e la prua e la poppa simili fra di loro. Vi erano F. a. ve la o :a rem i, sia mercantili che da gue rra. Avevano un solo albero, ma qualche volta se ne aggiungeva uno picco lo

a poppa, che sosteneva una vela la q uale chiamasi appunto battipoppn. Il nome è d i origine a raba . I Ven~zian i cominc-iarono a farne uso nella guerra di Cipro. Le adoperarono anche i Il~rbareschi.

Talvolta, i vascelli portavano a bordo una F ., che veniva messa in mare con paranchi attaccati a l pennone

maestro e che serviva. poi per le comunicazioni con la terra o per esplorazione . Le F. p iit grandi s i chiamavano Fefoconi o Fa/,,coni.

Feluca. Cappello usa to dagli ufficiali di marina di tutte le nazioni, allorchè vestono la grande divisa.. Fu anche, in passato, dei generali dell'esercito, prima che u sassero l'elmo e, successivamente, il berretto. Il nome /

originato d,dh forma d i questo copricapo, sim ilé appunto alla nave 01non ima.

Fenantrene, faomero dell'antracene, insieme al quale s i trova nel catrame del carbon fossile. Allo stato puro, si presenta i n squamette incolore, lucent i, che fondono a 99°. E' poco solub ile in acqua, s i scioglie invece nell'etere e nell'alcool. Per la sua riccheaa. in carbon io, esso viene a doperato, su p roposta del prof. G . Spica, chimico della. R. :Marina, come (< sostanza refrigerante l, . in un ione alle polveri senza fumo. La sua presenza nelle ca riche di lancio permette l'eliminazione d i buona par te dell'ossigeno che si genera. nèlla deflagrazione, pc.r chè con esso s i combina; si limita così la formazione dell'anidride carbon ica, p rodotto della successiva ossidazione dell'ossido d i carbonio che si sviluppa nell'esplos ione, determinandosi perciò un abbassamento della norma le temperatura prodotta dalla reazione esplosiva e un ammorza mcnto della vampa. Fendi (Costant·ino). Generale, n . nel 18.29, m. a Bari nel 1903. P roveniente dall'esercito delle D u e Sicilie n el quale fu u fficiale d i caccia tori, passò nel 186Q nel nostro esercito come capita.no d i fan teria . Comandò poi il distretto mii. di Bari, divenendo colonnello nel 1883. In riser va. nel 1889, fu p romosso ·magg, generale nel 1894. Combattè nel 1849 in Sicilia, nel 1860 e nel 1870.


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La fortezza d i Fenestrelle, assecliala neJ L708: A, la forte:aza; B, rWotte; e, bau er ie; E, biitlerie (rnorla1} ; F, campo de i Piemontesi o Jmpel'lall; O, campo dei Francesi ; Il , passo ctell'Alberg-ian; r, passo <Iella vau eua; L, passo tli r-cnes trell o; M, Jes Ag-u11Jes; l'i, il Ch1sone.

Fenestrelle (ant, Finis Terme Cottii). Comune in prov. d i Torino, sulla sponda sr. del Chisone dominato a S . O. dai gr:uppi del!' Albergian e del Becco d 'Aquila; .e chiuso a levante dalla cortina. rocciosa, su cui stanno diversi forti. La sua fondazione r isale ai p rimi tempi d i R oma, e costituiva il balua rdo estremo sulla via TorinolV!ougincvra. Posteriormente divenne uno dei luoghi forti dei marchesi d i Susa e nel secolo XII passò a i conti d i Savoìa. Nello stesso secolo il Delfino d i V ienne mosse contro F., che, difeso da i Savoia, rimase in loro possesso. I conflitti fra i Del.fini ed i Savoia continuarono anche nei successivi secoli, specie durante le lotte religiose. Nel 1563 F. venne saccheggia ta d ai Calvinisti. Due anni dopo, rientrato il duca Emanuele F il iberto in pa tria, mosse contro i Valdesi, e li ridusse a ritirarsi. Carlo Emanuele I nel 1595, dovendo, alla testa delle s ue truppe, entrare in Franc ia, da F. procedette contrÒi Valdesi e per premunirsi contro d i loro fece costruire il forte di S. Martino, che m unì di buon presidio. T red ici anni più tardi, mentre ardeva la guerra tra Frnncia ed a ustro-piemontesi, avvennero varie fazioni intorno a F. Nella guerra d i successione di Spagna, il duca Vittorio Amedeo II lo assediò e prese. Dopo quell'epoca, le opere in torno a F. furono perfezionate e completate. Le opere del forte di S. Carlo e dei Tre denti furono incominciate dai celcbri - ing. militari Bertola e N icola, e terminate da l De la M a rche ( 1745). Però continuarono ad essere oggetto. di ulteriori perfezionament~ e vi si agg iunsero i fo_rti di S. Vittorio, le Valli, S. Ferdinando,

e la batteria •Carlo Alberto. Dal 1796 la fortezza d i F.,. con quelle di Exi lles, Susa e Brunetta, un.ite alle linee intermedie, fra cui quelle dcli' i\ssicttà, fece parie di quel sistema di forti.ficazioni, ch iama to « linea militare d elle Alpi» che d al Rocciamelone si este nde fino al colle del Pizzo. T ale linea riuscì di grande vantaggio per la difesa del P iemonte contro la Francia. F. dal punto di vista geografico strategico fu prefe rito a Perosa, g iacchè da esso si dominano le colonne nemiche scendenti non solo da l passo del :tyfongincvra, ma anche d a q uelli. che attraversano l'Assietta, e dal Sestrières.

Fortificazioni di Fenestrelle. Le prime opere che si inalzarono nei press i di F. trovavansi sulla r iva dr. del torrente Chisone e vennero costruite d ai Francesi, allorchè signoreggiavano quelle region i, per cui tutte le d ifese erano r ivolte verso il P iemonte. P iù tardi, dopo· l'annessione delle medesime a.gli s tati della Casa d i Savoia, s i pensò a rafforzare lo sperone opposto che scende dal Chardonnel, onde hatterc lo ~bacco del bacino di: Pragelato, ed i lavori occorrenti, com incia.ti ncl 1727, du rarono fino al 1837. La piazza di F . riuscì costituita da fortificazioni in mura.tura., disposte su una linea continua, sopra un'erta 1·occia che sbarra i l fondo valle per uno spazio di 3 km. Tale liJ1ea va dal Forte delle Valli (1770 m.), fino a l forte Carlo Alber to, che sbarra la strada di fondo valle ( 1135 m .), con uno sviluppo d i magistra le di 5 km , ed u n dislivello di 635 m. fra i det ti due p unti estremi. Una scala coperta corre lu ngo


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t u tta l'opera. I n epoca più recente, per completar e l'azione delle vecchie for tificazioni, vennero costruiti la ba ttcria p ii1 alta e più avanzata di Serre :rvra ine e p iù in alto anco.ra. (1903 m.), al Co lle delle finestJe, un fortino con tre to rrette a scomparsa per cannoni d a 5 7 millimetri, per battere la strada del G ran Ser in cd il vallone di Usseaux. Al giorno d 'oggi le for tificazioni d i F. hanno perduto molto ciel loro valore, non rispondendo più ai criteri moderni. Assed-io di Fenestrelle ( l ì08). i\ppartiene a lla guerra di Successione di Spagna. F . era in possesso della F ranc ia e ben pres.i diato. Quando Vittorio Amedeo II, i l 12 agosto, impossessatosi d i Exilles, si diresse a marc ie forzate su F., il maresciallo di · V illars accorse su bito in soccorso di quel presidio e s i accampò a cavallo del contrafforte dell' i\ssictta, con la sr. a Oulx stilla D ora, la dr, al P uy d i Pragelato, ed il centro al co lle di Costa Blana. Il duca, che aveva girato la posizione passando per i l colle delle Finestre, prese posizione attraverso la val le del Clusone, appoggiando la dr. a l ponte delle Vallette, sul gruppo dell' Assietta, e la sr. a ll'Albergian. Il n ucleo principale era a Balbu tet. Tre bgl. erano s tati inviati a dr. alle Val lette. Il maresc. V illars mandava un m igliaio di granatier i verso il p asso dell' Albergian , oc <:upato da 7 bg l. alleati, e vi s i por tò il 17 egli medesimo con 5 bgl. , ma, visto vano ogni tentativo d i passare, rinunciò a soccorrere la fortezza e si ritirò s u B riançon . Intanto il d uca accelerò le operazioni d 'assedio di F . D_a pprima rivolse i suoi sforzi cont ro le opere di sr. del ,Chisone, che il nemico abbandonò. Poi si portò su lla d r. ed incominciò ad i mpadronirsi delle ridotte di fronte a l for te principale. L'art. d'assedio, t r ascinata con _gran fatica sulle d irupate a lture dominanti le opere p r in dpali, in iziò un violento fuoco i l 28 agosto. l i p residio, d isperando ormai nell'aiuto delle truppe del Villars, che .1011 mollo lungi assistevano inoperose, dovette ::irrender-si a d iscrezione (31 agosto): era ridotto a 400 u . validi, eh.e furono fatti prigionieri. )falgrado la resa de l forte principale, ;J capitano Bourcet, p iemontese a l servizio de lla Francia, resistette eroicamente per ot to giorni ancor a in una r idotta con un man ipolo di prodi, che r iuscirnno infine ad eludere la vigilanza degli a lleati, cd a r iparare nell'accam pamen to del 'lillars.

Battagl-ione alpini Fe11estrelle. Fu costituito nel 1886, allorchè assunse tale nome il bgi: detto prima Val Chi.sane. Appartiene al 3° regg. a lp ini. Partecipò alla guerra italo- turca, 1911-12. D urante quella del 1915-18, fu impiegato, inizia lmente in Cadore cd ebbe da princip io le cp . 28, 29, 30 e 83. Nel giugno 19 15 s i trasfer ì in Va l Digon, operando a lla Croda Rossa ed a l P asso della Sen tinella. L e cp_ 30 e 81 agirono, alla d ipendenza d i alt ra u nità, sulle Tofane ed occu parono, i'S luglio, lo sbarramento d i Val Travenanzes. Nel maggio 1916 la :83'' cp. fu assegnata al bgl. ]\,f . Albergian di nuova formazione. Il F . operò poi a l M. Forarne e costitui la l SS• cp. D urante l'offensiva aust riaca den;ou obrc 19 17 sbarrò prima la Val Digon, piegò poi su Lo11garone e -passò su lla sr. del P iave, ove, ridotto ad una sola compagnia, fu dislocato sul G ra.ppa concorrendo all'attacco de l M . Asola ne. Nel gennaio 19 18 fu trasferito in Va l Camonica, ove r icostit uì le compagnie 28•, 29" e 30' con elementi del discio lto bgl. a lpini Val Vara ita, ed as -sunse la difesa de l passo di Cam po tenendola fino a l

F EN

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luglio. Concorse infine a ttivamente a lla battaglia d i Vittor io Veneto e nel 19 19-1920 fu in Albania.

Feng-Ju- Hsiang. Generale cinese, dell'epoca nostra, detto « il generale cristiano» . Abbracciò la carriera militare a 18 ani', i. Nel 1913 era colonnello, otto anni dopo gen. d i divis. e n el 1923 maresciallo. Partecipò alla rivolta dei boxcrs. Durante l'ultima guerra in Cina (1922-27) dopo essersi impadron ito di l'echino ( 1922) ed essersi alleato col gen. W u-pei-fu, quando questi fu sconfit to da Cia.ng- tso- lin, s i impossessò nuovamente di Pechino, costituendo u n governo p rovvisor io, imprigionando i l presiden te d ella Repubblica e cacciando dai palazzi l'imperatore. Yel 1926 fu sconfitto dalle armate d i Mukdcn, e, sciolto l'esercito si 1·ifugiò in R ussia, donde tornò per la J\fongolia, riorganizzando un nuovo esercito, come alleato dei nazional-comunisti (1927). S tabilì il ~uo quar tier generale in Mongolia.

Felloni Umberto

Feng--Jlt-Hsiang

F enìan i. Antica tribù guerriera della Scozia cd Irlanda cap itanata da Finn J\fac Cumhail, m. nel 285, d a l quale presero r,ome i suoi seguaci. Le loro gesta d iedero motivo a leggende e poem i epici. Xci 1859 quel 11ome fu a dot tato da una società. d'Irlandesi in America co llo scopo d i separare l'Irlanda dal governo dcll'lnghiltcna : la società si estese nell'Irlanda e deter minò k lotte d i questa contro il governo d i Lond ra (V. Irlanda). F enice ( Ord-ine della). I stituito nel li56 dalla Casa d i Hohenlobc; venne da princip io riser\'ato a i soli membri della famiglia, poi ne furono insigniti anche i grandi d ign itari dell'esercito e della Corte. Andò estinguendosi co l sor gere della potenza della P russia . Fenici. Popolo a bitante la fenicia , origina r io dalle rive elci golfo Persico; il suo p r imo avvenimento bellico fu la lot ta con tr o Giosuè comandante gli Israeliti (1605 al 1580 a. C.). I F. f urono p oi vin ti da l re d 'Ascalona, cd obbligati a rifugiarsi a Tiro, un anno prima. della · presa d i Troia . D i là cominciarono ad espand ersi per m~re, facendo escurs ion i e spedizioni nelle isole vicine e s ulle coste dei più prossimi con tinenti. Il re H iram, contemporaneo d i Salomone, inviò un corpo di spedi zione contro Cipro, che fu occupa ta, e da quell'epoca incominciò l'espans ione marino-mili tare dei F . Operan do come Venezia e Genova nel med io evo, e l'Olanda , l'J:nghi: tcrra nell'età moderna e contemporan ea, i F . gettarono colle armi e colle navi le bas i di quella, serie d i colonie, che dalle coste del!' Asia Min ore si spinsero s u quelle del I' ;\Irica, Sicilia, Sa rdegna, F rancia e I beria. Un loro capo, Ercole T irio, giunse a llo stre1to di Gibilterra . che da lu i p rese il nome d i « Colonne :-d 'Ercole)>.


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FEN

Risulta dai più antichi storici (come Diodoro Siculo), che Cipro fu la prima tnra d'occupa?.iom,, e Ci ttiurn (presso l'attuale LaÌ-nacaJ la principale sede militare• marina. Xell'Egillo i F. non riuscirono ad imporsi; fon.darono invece le ciHà d i L" tica, Cartagine, Adruu1e10 Ippona, Tsyclro e le due Lcptis, o ltre ad altre p iù p iccole, fra il 1115 a. C. e 1'818. Scnonchè, mentre i F. si espandevano ncll'lberia, S1rdegna e Sicilia. gli Assi ri co111inc iaro110 acl invadere coi loro eserciti la 1:enicia. e con una !lotta att:lccarono Tiro. venendo però ,;confitti. Gli Assiri allora bloccarono la città da parte cli terra, e per cinque anni mantennero l'assedio, a quanto pare senza frutto. Le surcessive guerre de i F . furono coi Babilonesi e coi Caldei. Xabucodonosor, nel 58i a C., presa d'assalto Sidone, prose~uì su Tiro, che ass<'· d iò. T a le assedio durò 13 anni, senza r isultato. Quarnlo i Persiani batterono i Babilonesi, ed invasero parte del !a Fenicia (538 a. C.) do,·cttero ricorrere agli stessi F. per portare a fine le loro imprese, facendoseli allea ti. La flotta dei F. procurò a i Persiani il possesso delle isole

686 - Industrialmente si prepara anche riducendo il nitroben zolo con idrogeHo nascente. E' un liquido più pesante dell'acqua, incolore, rifrangente; bolle a circa 183°; è poco solubile in acqua, ma è completamente miscibile con l'acool, l'etere, l'acetone, gli olii grassi, ccc.; scioglie altresi il fos.foro, la canfora, e, a caldo, anche lo zolfo. E' un composto molto importante per la. tecnica degli esplosivi, poichè si adopera. nella preparazione del la tctranitromclihnilina e della esanitrod ifenibmina, non chè come stabilizzatore e corretti\"o di alcune polveri Jnfumi.

IF'enilcarbilamina (Clorn.,-o d,). Aggressivo ch imico classificato nel gruppo dei tossici, che fu largamente impiegato dai Tedeschi durante la guerra mondiale. Essi lo preparavano facilmente facendo agi re il solfuro d . carbonio, addizionato di latte di calce, sull'anilina e sot toponcndo poi il prodotto ottenuto a clorurazione, fa. ccndovi gorgogliare il cloro gassoso alla temperatura di 0°. E' \ 111 liqu ido g iallo, più pesan te clcll'acqua. che tramanda odore disgustoso di cipolla. Ha azione tossica, irritante e lagrimogemL e, per il suo alto punto di ebollizione, circa. 208·', r icsc~ un aggressivo mollo pcrsistcnl<' L 'esercito tedesco l'imp iegò in pro ietti, i quali fecero la prima apparizione contro l'annata. d'Oriente, il 'i maggio 1917, e nel settore francese di llerry-au-Hac il 20 dello stesso mese. Feni ldicloroarsina. Si olliene facendo reagire il mercurio-difenile col tricloruro di arsenico. E' un liquido incolore, r ifrangente, di odore sgradevole specialmente a caldo, e fumante all'aria. E' classificato fra. gli agressi"i starnutatorii. e come tale venne usato durante il conflitto mondiale; è dotato anche di azione tossica.

Nave rcnlcla (rlcos1r11zion,· lpo1eli<•a) poste dinanzi all'Asia ::lfinore. I F. passarono alloro alle d ipendenze della P€rsia, rimanendo t uttavia come sotto una specie di protettorato. Difatti la flotta mantenne sempre le sue caratteristiche. l'oi i F. porsero aiu to a Serse con tro la Grec ia, e costruirono il ponte cl ' barche attraverso l'Ellcsµonto, ed il canale su ll'istmo del monte !\to, combattendo ud Artemisia, a. Salamina, a. Eurimedonte e altrove. Nella battaglia di Egospotamo: com paiono come alleati o me rcena ri degli Ateniesi contro gli Spar tani, e dopo la vittoria vengono impiegati nelia ricostruzione delle mura di Atene. Poscia i F . furono coinvolti nella guerra contro Evagora, che giunse perfino sot to le mura di Tiro colle sue trupp<', ma ,·enne sconfitto. Nel 351 il re persiano Oco assalì Sidone, fortificata nel francmpo dai F. e la prese facendo strage dei difensori. Da questo momen to i F . com inciano il periodo della loro decadenza militare e politica. Venti anni dopo vengono ,·inti da Alessandro il Grande, che conquista. Tiro, dopo 7 mesi d'assedio. I Romani rimise ro in efftcienza Tiro e Sidone: la pr ima divenne ai tem pi di Adriano (l 17-138) residen7.a di un proconsole e sta?.ione navale mii. romana, venendo popolate da militi delle legioni.

F eni lam ina (Anilù1a; A111inobe11zolo). Si ottiene dal catrame di carbon fossile, o distillando a secco l'indaco..

F enilon (Colle). Xel massiccio del Grappa. a sudovest della \"Clla principale, verso la val Rrenta. Fu raggiunto degli Austriaci nella prima giornata della ba ttaglia del Piave ( 15 giugno 191S;, ma nel pomeriggio stesso il nemico fu costretto ad abhandonarlo per mai più rioccuparlo. Fonis. Comune in prov. di Torino, sulla d r. della Dora Baltca. D'antichissima origine, esisteva fino <lai

li cas1c110 d i Fents

tempi dei Salassi e dei Romani. Ebbe un castello dal 1330 (costruito da Aimone cli Challant, capitano generale del Piemonte) che rappresenta uno dei modelli d i


c:·,an ieri feudali del medio evo. La pianta è un pentagono irregolare, addossato ad u na tone qu~drata., che faceva parte dell'edificio più antico. Sono state pii, tardi 4gg iunte altre parti, fra le quali i torrioni angolari rotondi con cadi toie, ed altre torri sparse qua e là per protezione elci fianchi, che gli danno un particolare carattere cl i potenza.

Feno glio (C<u·lo). Generale, n. e m . a Tor ino (18431912). Sottot. di fanteria nel 1862, partecipò alla campagna del 1866 poi frequentò la Scuola di gucua. Fu insegnante aggiu nto d i geogra.fia alla Scuola mi i. e divenne coionnelJo comandante il 52° rcgg. fanteria nel 1897. Andò in P. A. nel 1901 e m:lla riserva divenne magg. generale ne l 1908.

687 -eleo, che nejla notte atiaccù il fianco dr. e il tergo elci R ussi. Questi tentarono, col rinforzo d i 3 bgl. e 16 pez7.Ì, un'azione controffensiva. per riprendere il ter reno p erduto, ma le a r t. giapponesi, che prosegu irono il tiro d'in terdizione fino alle 19, lo impedirono. Durante la giornata del 26 non era staio possibile a lla colonna frontale giapponese di avanzare e nella 11otte dal 26 al 27 essa aveva preparato un doppio movimento aggirante. Alle 5 del 27 l'art. giapponese aprì il fuoco su F., controbattuta da quella russa; il movimento aggirante

r=J Ru ssi ~---===:;~~:_:Giapponesi

Fenogl-io Gu.ido. Generale, n. a Roma nel 186i. Sottot. d'ai·t. nel 1885, partecipò alla campagna libica del 19111912 ove tenne il comando d i un gruppo da lllonta gna, meritandosi la med. d i bronzo ad Henni cd Ain Zara. Fu insegnante a Ila Scuola di guerra e p rese parte alla gioerra europea quale colonnello br igarlierc comandante la brigata Sesia (1916), venendo decorato della croce di cav. dell'O . M . S. Magg. generale dal 1917, pas sò i n P , A. S . nel 1920; nel 1923 ebbe il grado cli generale di di vis e nel 1927 (]Uello rli generale di C. cl' A.

1,f·(o,tzu

~pang-ku

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Fen-Shu i-Ling. Villaggio e colle della Corea, sulle propaggini del L iao-Tung, impor tante nodo stradale.

Battaglia. di Fm-shui-ling ( 1904). Appar tiene a lla guerra r usso- giapponese, nella fase di concentramento della massa giapponese settentrionale. l i movimento dei Giapponesi cominciò alla sr., il mattino ciel 26 giugno, da par te del IV Corpo, incaricato di prendere la posizione d i F . di cap itale importanza per il collegamento co l II Cor po, e che i Russi avevano validamente fortificato . 1 Giap ponesi decisero d i agg irare la posizione, anzichè prenderla cli fronte. I R ussi avevano: 2 bgl. d'estrema dr. a Sba.ng-ha- ta; 3 hgl.) 1 IE:gg. e rnez.w di cavalleria,

1 bt r, a ca vallo con 2 mi tragliatrici a ll'ala destra a Chieh- kuan-ling (tali truppe ebbero un rinforzo di 3 bgl. e 2 btr.); all'ala sr. v'erano 12 bgl., 1 regg. e mezzo d i cavalleria, una brigata siberiana d'art. e 2 btr. a cavallo. Era.no in tutto 14.000 u., 800 cavalli e 40 cannoni della 5" divis . cacciatori, e della brigata rli cavalleria di Mi tschenko . L'attacco giapponese doveva svol-.gersi su tre colonne, della forza complessiva d i c irca 20.000 u. ; la prima con ,ben nutrito f uoco d'art. per tu t tO il giorno 26 tenne impegn ata l'attenzione dei Russi sulla fron te, mentre uno dei distaccamen ti di sr. attaccò Chieh-kuan -lin g. D ura e lunga fino a sera fu la lot ta in questo punto, e solo a notte r iuscì ai Giapponesi di sloggiare il nemico, mercè l'intervento di u n for te nu-

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F enolo (Acido fenico) . Si ottiene dagli olii di catrame e sinteticamente dal benzolo. Allo stato puro, si presenta in cristalli aghiformi, incolori ; fonde a 42°,5 e bol le inalterato verso i 183°. E' solubile nell'alcool, nell'etere e nell'acqua; con piccole quantità di questa s' rende liquido a tempera.tura ordi naria. E' largamente li· sato, sia <liretta.mente, in medicina, che per la p reparazione d i moltissimi e svariat i medicinali e materie coloranti, nonchè per la fabbricazione dell'ac ido p icrico (trinitrofenolo sirnrnétrico), alto esplosivo d iffusamente adoperato per uso militare, per il caricamento interno dc · proietti.

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en riuscì, e i Russi, accerchia ti e sottoposti al fuoco dellea lture circostant i occupate dalle agili fant.erie giavponcsi sguscianti fra i pin i, dovettero pensare al ritiro delle proprie artig lierie. Questo fu il momento d'attacco generale dei Giapponesi, che occupò e d istrusse tutte le opere di difcs,i orgunizzacc dal nemico. Alle 1 1,J0 l'artiglieria giapponese, occupate le alture di F., a prì il fuoco sui Russi in rit irata verso Chai- mu-chcng. Le perd ite dei Russi furono d i circa 500 frn morti e ferit i, 90 tra ufficia li e soldati prig ionieri, e numerose anni e munizioni. I G iapponesi perdet tero 170 u., quasi tutti nell'attacco frontale.

Fer (Montagne de). Piccola altura del Belgio pre~,o Lovanio, costituente un importante appiglio latt ico. Combattùnent o della ,, Montagne dc Fer >> ( L5 luglio, 1794). Appartiene alle operazioni dell'ala sr. dell'armata francese della Sambra e :\losa, agli ordin i di Kléber (3 divis .). L'ayanguar<lia de l principe di Cobu rgo aveva preso posizione sulla collinetta, e Kléber alle 8 del ma ttino iniziò l'attacco. La lotta fu accanita e sanguinosiss ima, ma alla lìne il Kléber riuscì a s loggiare g li Austriaci rla M . d. F., obbligandoli a riparare sul grosso, dcll'arnrn ta i mperia le: subito dopo K léber insegu ì il nemico fìno a Lovanio, dove le truppe francesi entrarono dopo u n secondo breve combattimen to. L o scontro obbligò gli Austr ia.ci a togliere p ar te della guarnigione da. L andrecies, indebolendone la d ifesa.


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FER

F era (Saverio). Co nsole generale della M. V. S. N ., m. Petrizzi nel 1890. Si laureò in legge a Pisa; fu volontario nella grande guerra e decorato a l valore, parte,cipò alla rivoluzione fascista; fu deputato nella legisla tura XXVII e rie letto nella XXVIII.

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Ferdinando I (l'.l Grande). T{c cli Castiglia, cli Leon, •e delle Asturie (1035-1065). Combattè contro i Mori estendendo le sue conqu iste fino a l Portogallo e rese ,suoi tributari i re mor i di Toledo, Saragozza e Siviglia .

Fcra Saver io

Ferd i n;rndo I cli Napoli

Ferdùuuulo Il. Re di Lcon (1157-J 187). Comba ttè ·vittoriosamente contro il Por togallo; quindi contro i ;\"avarra e contro i lvfori, mostrandosi valente generale. Fon.ciò in memoria delle vittorie ripor tate sui }..fori l'ordine ,di S. G iacomo d i Compostèlla. Stava per partire per la .terza crociata quando morl. Ferdinando I V. Re. di Castiglia e Leon (1285 -1 312). 11,I osse guerra ai Nfori, vincendoli in parecchi combat timent i e toglimelo loro Gibilterra. Anche per le fazioni feuda li ebbe molte guerre, riuscendo a porvi tcnn ine con l'a lleanza col re del Por togallo (I 302).

688 zione del nuovo mondo. Nel 1512 s'impadronì colle armi anche del regno d i Navarra, completando il reg;no d i Spagna, il quale da quel tempo cominciò ad avere unità.

Ferdinando II. Re di Napoli ( 1469-1496). Salì al tromentre i F rancesi penetn tvano nel suo regno ( 1495). Battuto a S. Germano da Luigi d' Armagnac e tradito dal Trivu lzio, fuggì in Sicilia. Obbligato da Carlo VIII a lasciare l'Italia, rientrò nel suo Stato con l'esercito spagnuolo d i Consalvo d i Cordova, e r iprese possesso di è\ a pol i, costringendo Gi lber to d i l'vfon tpensier, rappr esentante del re di Francia, a capitolare.

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Ferdinando d-i Savoia, Duca di Genova . Genera le, med aglia d'oro, fratello di Vittorio Emanuele II, n. a F irenze, m . a Torino (1822-1855). Sold ato sempl ice all'età di nove anni, nella brigata Casale, a dodici fu nominato capitano nell'arma del genio ed a 16 passò i n artiglieria . Prese parte valorosamente alla campagna d el 1848-49, mer itandosi una mecl. d'argento al valore a Peschiera e poi quella d'oro « per esse rs i d istinto a Sta ffalo, Sommacampagna, Berreltara, C,1stoza, Valeggio, all'assedio di Peschiera cd a lle porte d i ]\.filano, dal 24 luglio al 4 agosto 1848 )>. Dopo la battagl ia d i Novara, fu p ro.mosso luogoten. genera le d'armata per merito di guerra . R ifiutò nel 1848 la corona cli Sicilia, offertagli dall'isola i n armi contro i Borboni. N cl 1852, nella drcostanza dello. scoppio della polveriera cli Borgo Dora (Torino) dimostrò tanta intrepidezza e tanto spirito d 'iniziativa, da esser proposto per il confer imento de Ila mecl. d'oro a l valor civile. Sembra, però, che egli, informa to della proposta, facesse immediatamente p resen te che non desiderava il nuovo segno d'onore. J\forì a soli 32 a,rni. Lasciò u n cc Diario>> della campagna ciel .L848.

Ferdimmdo I. R e d i Napoli (142.3-1494). Sostenne ,guerra con Giovairni d i Calabria, pretendente della casa d'Angiò e fu sconfitto a Sa.mo (1460). Quindi lottò con·tro i baroni ribelli. Nel 1480 combatté contro i T urchi, .che avevano preso Otranto, cacciandoli nel seguente anno.

Fcrclinando cli BuJg-arta

Fef'dinanclo d i Savoia

Ferdinanclo II dl Napoli

Ferdinando V (il Cattolico) . R e d'Aragona e d i Castiglia ( 14S2-15 l6), e anche di S icilia. Vinto Alfonso del Portogallo, pretenden te alla Castiglia, rivolse le sue .armi contro i ·M ori per liberarne la Spagna, inizian do la serie di guerre che finì colla presa di Gran a ta (1491) . .Spedì Consalvo di Cordova alla conquista del N apoletano. O rganizzò la San ta Hermanclacl, milizia in tesa a reprimere il brigantaggio. D opo la scoperta dell'America ,da parte di Colombo organizzò la conqu ista e coloni;za-

Fel'dil18lld0 pr. di Ud ine

Ferdinando di Sassonia Cob11.rgo. Re della Bulgaria, n . nel 1861. Assunse il trono dopo l'abd icazione ciel prin cipe Alessandro d i Battemberg ( 1887) e si occupò subito d i riorganizza re l'esercito. Nel 1912, a llo scopp,io della guerra fra la. quadruplice balcanica e la T urchia, fu proclama to genera lissimo degli eserciti della quadrup lice stessa. Scoppiala la grande guerra, dopo molte i n cer tezze aderì agli I mperi ·Cen trali, provoca11clo la rovina del suo regno, e dovette abdicare in favore del :figlio Boris . Ferdinando di Savoia, principe di U'dine. Amrniragho. n . a Torino nel 1884. Allievo della R . Accademia Navale nel 190i, nel 1904 era guardiamarina; p rese par te alle campagne dell'E stremo Orien te, italo- t urca e 1915-18. Allo scopp ia re d i quest'ultima guerra, era ten. d i vascello, coman dante della torped inic:ra P . N . ; poco dopo


i FER

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fu promosso capitano di corvetta ; nel maggio 1917 capit a.no di fregata al comando dell'esploratore SparvUJro; alla fine della guerra capitano d i vascello per meriti eccezciona li ; nel 1927, contrammiraglio_ Eseguì importami m issioni -di guerra, guadagnando una p rima med. d'argento nel 1917, u na seconda nel 1918, in violento combattimento nottur no contro varie u ni tà nemiche : allora , sebbene la sua nave fosse stata r.ipetutamente colpita, riusciva a man tenere un fuoco efficace sul nemico, al quale infliggeva visi bili danni, dando a tutti i d ipendenti beJJ'csempio di alte virtù m ilitari. Nel 1919 venne nominato cav. dell'O. M. S., perchè, quale comandante d i esploratore, con sano a ccorgimento, attraverso a zone m inate, provvide a lle prime relazioni con le popolazioni delle isole Curzola.ri, riuscendo ad effettua.re l'occupazione delle isole stesse prima dell'~ntmta in vigore dell'armistizio.

689 di fortificazion i : dopo breve resistenza in questo, si arresero.

Fère (La). Comune del d ip. dell'Aisne, al confluente tra la Seine e l'Oise. Fu piazza forte e arsenale militare, organizzali dal 1544 a l 15$2 dall'architetto mil. ita liano Girolamo Marini. Era già munita d i castello fino dal XU secolo; nel XVI fu messa in ista to di difesa come for tezza. N cl sec. XIX era munita di cinta fortificata, con tre opere staccate (forte di Liez, forte cli Vendeuil,

Ferdinando ( Ordine di San). F u istituito dal re Ferdinando I V delle Due Sicilie nel 1800, quando ritornò in Napoli, onde ricompensare quell i che erano stati fc deli alla causa dei Borboni. Ebbe dapprima sole due classi, che davano il d iritto a l titolo d i Eccellenza, e a quello <li coprirs i ,jj capo di fron le al re, come i Grandi di Spagna di 1" classe. L'Ordine cessò coll'annessione dell e Due Sicilie all'Italia.

Pianta della fo rtezza di La Fère

(Spag-na) - Ordin i di S. Fe11dlnanclo - (Due Slcille)

Ferdina.n do (Ordine di San). Venne istituito in Spagna dalle Cortes nel 1811, per premiare le benemerenze acquisite nell'esercito e nell'armata. Comprende 5 clas s i; la decorazione consta di una croce biforcata. cari-eata di uno scudo rotondo d'oro, che porta l' immag ine .di S . Ferdinando, col motto « Al meri to m ilitar ll.

Fere. i\nt. ci ttà della Tessaglia; i suoi avanzi sono a Velestino. I. Battaglia di Fere (352 a. C.). Appartiene a lla priJlla guerra sacra e f u combattuta e vinta da F ilippo II di ~!faceclonia con 20.000 fanti e 3000 cavalli contro i Focesi, in. n umero d i 20.000 fanti e 500 cavalli comanj:lati da Onomarco. Nella battaglia caddero 6000 F occsi compreso Onomarco, e 3000, fatti prig ionieri, vennero messi a morte. Questa vittoria procurò a i Macedoni la s ignoria sulla T essaglia. , II. Assedio di Pere (191 a. C.). Appartiene alla guer• ra Siriaca 'in Grecia e Ju imj)reso da An tioco III, re -di S iria, perchè la c ittà non volle staccarsi dall'allean zr roma na . Gl i abitan ti sostennero con bastante fermezza il primo impeto dell'assalto, poscia cominciarono a vacillare, e, abbandonato il recinto esterno, s i ritirarono nelJa p ar te in terna della città, cinta d a più breve circuito

forte di Mayot) cd una ridotta a Renansart, ad un raggio di d istanza dalla p iazza di circa 4 km., ba ttenti le provenienze da S. Quintino e da X . E, La piazza fece parte, con L aon e Condé, della serie delle posizioni difensive di seconda linea proteggenti la frontiera N. E . della Francia. I. Blocco di La Fère (1596). Appart iene alla guerra deg li Ugonotti. Enrico IV d i Francia assediò in gennafo la piazza di cu i va lidissime .erano le opere difensive; il presidio spagnuolo, comandato da Alvaro Osorio, era . ben provvisto d i m unizioni, e contava nel soccorso dell'a rciduca Alber to d'Austria, il quale, per diversione, attaccò la p iazza d'Ardrcs. Enrico IV non s i mosse e fece rinforzare le linee di approccio e le a ltre opere d i off~sa; in tal modo r iuscì a decidere il comandante ad arrendersi, premendogli di accorrere in soccorso di Ardrcs. ::Ifa quando il comandante del pres idio di la f., per fame e per le discrete condizioni fattegli dal re, s i arrese, anche Ardres aveva capitolato. II. Assedio di La Fère (1870). Venne posto dai Tedeschi subito dopo la battaglia di Sedan, ma essi, non d isponendo d i m ateriale d'assedio per tutte le fortezze cl:e avevano investito, si limitarono in primo tempo . a bloccarla con pocbe truppe, men tre era d ifesa da u n migliaio d'uomin.i e 70 cannoni, e protetta da inondazione a rtificiale . II 20 novembre, gli assediati fecero una sortita, contemporan eamen te a un tentat ivo di sbloccarla eseguito da 6 cp. con 4 can noni appartenenti all'esercito francese del Nord. Il ten tativo fallì, e il 25 novembre i T edeschi, giun to -loro il materiale d'assedio, iniziarono

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il bombardamento, che in due giorni c:ostrinse la fortezza ali:>. resa. La Fèrc aveva res1s11to agli Alleati nel 1815, dopo Waterloo. Cadde nelle mani dei Tedeschi nel 1914, dur ante la ritira ta francese alla :'-fama. Fu ripresa nell'aprile 1917, durante il ripiegamento delle linee tedesche fra Arras e Soissons.

soldati della G. N ., esaurite le munizioni, si difesero ad arma bianca sino all'ultimo; soltanto pochi scamparono. I Francesi ebbero nella giornata 9.000 u. fra morti e feriti, e perdettero 60 bocche da fuoco e 350 cassoni; rimasero prigionieri i generali Pactbod, Amey, Janiin, Delord, Bonté, Thcvenet; gli Alleati perdettero 4.000 uomini fra morti e feriti.

Fère-Chamjie,ioisc. Comune francese nel dip . della ;\Iarna.

Ferella (Gaetano). Generale, n. nel 1855. Sott. di fanteria nel 1S79, nei primi anni della sua carriera in due valorose azioni si meritò le medaglie d'argento e di hronzo al valor civile. Coloimello nel 1910, comandò il 48° rcgg. fanteria. Nel 1913 andò in P. i\ ., ma nd 1915 fu richiamato e costituì e comandò il 141° fanteria che guidò nelle lotte sul Carso dell'estate di quell'anno; il reggimento vi guadagnò la med,iglia d'oro a l valor mil itare per quelle e per successive azioni di gucrn.. Il suo comandante Iu promosso magg. generale nel 1916; l'anno seguente fece parte dell'Ispettorato per gli effettivi del R. E~ercito dopo Caporetto. Nel 1923 assunse il grado di gcn. di d ivisione.

Battaglia di Fèrc-Champcnoise (25 marzo 1814). Appartiene alla campagna. napokonica del 1814 in Francia. Dopo la batt. di Arcis-sur-i\ube, Napoleone aveva ordinato ai due maresc. Morticr e Mannont, di raggiungerlo dalla )!ama a S. Dizier. Messisi in marcia il 24 marzo, l'indomani si trovarono a F. Ch. a contatto del grosso n~mico che puntava su Parigi. L'avanguardia della cavalleria francese si trovò d' improvviso assalita dalla cavalleria tcdesc:o-russa cd il maresc. :llfannont si vide assalito dal princ. di Wiirtcmbcrg, tanto da doversi ritirare su Sommcsous, dove fu raggiunto dal :!Ylorticr proveniente da Vatry: la retroguardia del Morticr fu rotta presso Estrée. I due maresc. francesi dovettero mcl!ersi sulla d ifensiva, ~nche pcrchè la cavalleria russa. sbaragliati i corazzie ri francesi, era riuscita a piombare addosso alla fanteria, che, sebbene ordinata in quadrati, fu battuta. Due generali, 24 pezzi d'art. e molti uomini caddero nelle mani degli alleati. Per fortuna u u l·cggimento di cavalleria francese r iuscì a scongiurare una rotta completa, giungendo a proposito a F. Ch., mentre la cavalleria del princ. di Wurtemberg minacciava di tagliare la ritirata ai Francesi. Così i due maresc. riuscirono a retrocedere sulle a lture di Linthc, e riordi~ narsi. In questo mentre, sentendo il cannone alle spalle degli Alleati, e .supponendo si trattasse di :Napoleon<· Ferentarlo Fcrclla Gaetano che accorreva, fecero di nuovo caricare dalla propria cavalleria i corazzieri au str-iac i, che per un momento reFerentario. Soldato della legione romana, armato starono scossi. ~la le truppe del Wiirtembcrg ed i coalla leggera, così chiamato dal verbo « ferre" (portare), perchè le sue armi essenzialmente offensive, come pietre sacchi respinsero gli attacchi ed obbligarono i Francesi a ritirarsi sulle posizioni occupate priJ11a, dove si mane giavcllo1ti, erano tra quelle che si portavano, e non 1ra quel le che si tenevano come lo scudo e la spada. I tennero sulla difensiva fino a sr,ra, riuscendo solo a notte di sottrarsi alla str;tta nemica ed a rannodarsi per raggiun5··. . c:::J francesi ·~ ~ . ,.,<·: .. 0 gcrc X apoleone. P,er~ef'1orin ~~ · • •• • .41/ea/i Nel frattempo però le divis. PacOnizeux thod e Amey, composte in gran e, parte da. Guardia nazionale, circa ·~ j ~ :, 9000 uomini, che marciaYano su F. •le• epos;.: Ch., sco rtando un convoglio, furono attaccate improvvisa.mente da l- =:::. m_e . .•····} .~,,••< . J'a vangua.rdia. del Bliicher e si difece •:. 5ero in quadrato Abbandonate a sè ..: ,. stesse e benchè costitu ite da sol--~~ A dati giovan issimi, resistettero a lle reiterate cariche della cavalleria de1 .,,.,..•·· gli Alleati; ed al fuoco di 60 can- o .' /ifi.~".§::::= =i noni. Questo comba.Ltimento durava già da 4 ore, quando i due sovrani alleati. giunti sul posto, decisero di riunire tutte le loro forze Poivre (circa 40.000 u.) per dare il colpo di clava a q uei valorosi. L'enorme Batlaglia <li 1-ère CbamprnoLsc: A. A', prima e ultima posizione dt•sproporzione di forze sboccò in un gll Alleali; B, n•, at,ts. rrancese Morl!er; e, C', ctìvis. rrancesc .,1armacello di vite umane.: i giovani mont; D, D', 1ruppe rra11cest del Pactbocl.

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F. combattevano nei corn i dell'esercito e ingaggiavano la lotta pe r i primi. Vi erano F . anche di cavaller ia.

F erentino (ant. T ere11tinu111). Città in prov. di Roma, presso il m o11te Ernicino. D'anticb issin1a fondazione, fu la capitale degli Emici, coi quali prese parie alla g uerra com ro Roma nel 361 a . C . Venne poi assalita e conquistata dai R omani. Nell'ultima ribellione degli Emici rimase fedele a R oma, ed ebbe dalla stessa in compenso il r iconoscimento d el le proprie leggi. Dopo la gu erra sociale divenne m unicipio romano. 'N"el 2 .1 l

691 stabilimenti dell'arma. Si distinse come comandante, n el 1848, del forte Castellanm1are d i P alermo. D ircsse la scuola. d 'applicazione di Capua ( 1857) e venne promosso gen. nel 1859. Nel 1860-61 durante la spedizio1ne dei Mi Ile, d ifcse la cit tadel!a di ~1essina e dopo la resa. si r itirò a vita. privata. Fcrgola Salvatore. Ammiraglio, n. a );°apoli nel 1848. E11trato in servizio nel 186-1, fu collocato a riooso nel 1911 e promosso contrammir. d i di vis. ne l 1923. Par• tecipò alle guerre per l'indipendenza cd unità d'Italia.

Ferino Pietro

Fercn11no: l'Orla sanguinarla

FerigO Luciano

F erigo (Luciano) . Generale, n. ad Udine e m. a Bucarest (1870-1921). Sonot. d'art. nel 1890, partecipòalla campagna eritrea del !895-96 e mer itò la med. di bronzo ad Adua. Dopo aver frequenta lo la scuola di guerra passò nel corpo di S. :\I. e qualcbe a,mo prima della guerra eu,opea fu addetto m ilita re in ,tomania, ove organizzò la legione romen a. Colonnello brigadicn: comandante la brigata Sassari (1917- 1918), nelle azioni a Col del Rosso cd a Col d 'Echc le (gen naio ( !918) si meritò la croce di cav. dell'O. M. S. e le bandiere dei due regg, da lui dipendenti ebbero la seconda medaglia d 'oro. Briga.diere generale nel g iugno I 918, al basso Piave venne fregiato sul campo della. medaglia d'argento. In P. A. S . nel 1920 si stabili a Bukarest e S. 1.L il R e le> nom inò suo a iut. cl i campo gcn. onora.rio.

a. C. fu devastata da Annibale. Venne prima del 1000 saccheggiata r ipetutamen te dai Saraceni e passò poi sotto le dipendenze dei Papi. )-'cl 1108 fu espugnata da R oberto duca di P uglia; successivamente ebbe a lt re due assedi cd occupazioni, nel 1165 e 1167, infine rimase ai P api. Nel 1233 vi fu un Congresso fra Onorio lII. l'I mperatore Federico Il e G iovanni di Brienn e re di Gerusalemme, con altri potenti. Ferino (conte Pietro). Generale, n. a Craveggia, m. a La c ittà conserva ancora tratti d i an tichissime mur-a Parigi ( 17117-181 6). E nt rò nell'esercito aust riaco di Lomdi st ile ciclopico, edificale co11 grandi massi irregolari, bardia e ,·i divenne capitano nel 1779. Abbracciò nel citate come esemplare di costruzioni di tal genere. V i 1789 le idee r epu bblicane ed en trò n ell'esercito francese, erano soltanto tre por te, delle quali la «Sanguinaria)) , d istinguendosi così, che nel 1792 era generale di brigata dalla quale s i può salire direttamente all'acropoli, le e l'anno SCl,'llente di divisione. Organizzò la Guardia nacui mura. sono ancora più • zionale d'Anversa e fu qu ivi governatore dal 1807 al solidamente costruite. Sulla 1813. L a Restaurazione gli conscn·ò il grado e lo no• spianata dell'acropoli sorminò Pari di Francia. geva I" a.mica rocca, CO• Ferioll (Ferdinando). Generale, n. a Sassuolo, m. a s!ru ita dai R oman i con R eggio Emilia (18~0-1921). Sottot. di fameria a 19 anpietre rettangolari e andani, partecipò alle guerre dcll'i11clipendenza elci 1859 e ta in seguito in rovina . del 1866. Colonne llo nel 1896, comandò il 29° regg. fanFergola (Geunaro). teria e nel 1898 fu collocato i11 P. A. X ella riserva diGenerale! napoletano, mtto venne magg. gene rnle n el 1908 e ten. generale nel 1914. n el 1795. Usc ito uff. d'ar t. dalla X unziatella nel 18 14, Ferite (Chirurgia di guerra). Il progresso conseguiprendeva subito parte alla to dalle armi da fuoco cd il loro grande predominiçi, campagna d el 1815, d istinnelle gu erre moderne hanno ridotto a minime proporzioguendosi all'assedio di Anni le F. per armi bianche, il cui numero nel confliUO• con a. Salì rapidamente ai mond iale non raggiunse neanche il O,S o/o. T uttavia esse· gradi superior i s,·olgendo anche oggi potrebbero avere una certa importanza, non• solo nelle guerre coloniali contro trib(1 selvagge tuttora opera intelligente e fattiva n el ruolo tecnico, e negli a1111ale di sciabola, di lancia e d i frecce, ma ancora in Ferg-ola Gennuro


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,certe speciali contingeuze delle stesse guerre combattute da eserciti forniti di a1111i moderne, come negli scontri d i cavalleria , n egli assalti alla baionetta, in lotte corpo .a corpo con pugn ali, ecc. All' inizio dell'ultima. guerra ,dall'alto dei velivoli f urono anche lancia.te, su truppe .ammassate, delle frecce munite di punta. acumina tissima, aventi grande forza di ,p enetrazione ; furono perciò osser vate perforazioni verticali del granio e del torace, ndnchè vere crocifissioni d ei piedi. La natura delle F . d'arma <la. fuoco è stata variamente inter p reta ta. nelle varie epoche della ch irurgia di guerra : alcuni le considerarono <J.Uali ferite a vvelena.tc, ed un tal genere di lesioni potrà, con tutta verosimiglianza, verificarsi real.mente n elle guerre future, grazie all'anna chimica, già usata nell'ultima guerra con grossi proietti esploden ti, contenenti tossici, e destinata in avvenire ad avere un impiego anche maggiore. AHri considerarono le F. d'a11ma d a fuoco vere e proprie sco tta ture; il Simon le classificò tra ~e ferite da taglio, il Neudorfcr le paragonò alle punture fatte col trequarti, ed il Pirogoff, associando il concetto d ella scollatura a quello della puntura, ritenne che la pa llottola di fuc ile attraversasse i tessuti come farebbe un trequarti riscaldato al color bianco. Esse invece d ebbono considerarsi qua li F. lacero-contuse, giacchè i proiettili agiscono indubb iamente contundendo e lacerando i tessuti ; tale meccanismo è evidentissimo nelle F . da grossi proietti esp lodenti. I caratteri delle JI. d 'arma da fuoco variano a seconda delle qualità fisiche e dinamiche d ei proie ttili. Nella zona dell'azione esplosiva la pallottola camiciata di piccolo ca libro pr,o duce lesioni gravissime che r icordano quelle determinate da ve.re e proprie pallottole esplosive. ~elle guerre passate, ignorandos i che gli ordinari proiett ili di fuc ile potessero produrre un tal genere di lesioni, sorse d a ambo le par ti belligeranti l'accusa di usare proiettili scoppianti di piccolo. calibro, assolutamente vietati in base a d accordi internaz,ion ali. Tali accuse, però, furono tutt'altro che prive di fondamento nell'ultima guerra , durante la quale vennero imp iegate d a alcuni be!ligera.nti vere p allottole scoppianti, come dimostrarono manifestamente i frammenti estratti da alcune ferite . Nel cranio sono realizzate le condizioni fisiche p iù favorevoli perché il f enomeno dello scoppio vi raggiunga la massima intensità . In ordine decrescen te, a risent ire l'azione esplosiva. vengono poi: la vescica, lo stomaco e l'intestino ·r ipieni, il cuore, le ossa t ubular i, il fegato, la m ilza, ecc. Coll'aumenta re della distanza di tiro, scemando la forza. viva ed il coefficiente di pressione della pallottola , va naturalmente attenuandosi l'entità delle lesioni anatomiche. Ne i colp i di rimbalzo la pallottola, colpendo di traverso e per giunta deformata, determina vere e propr ie F. lacere. Le lesioni da m itraglia trici sono per lo più multiple, donde la denom inazione di « F. ad alveare ,i . L e pallet te d i shrapnel! producono lesioni che ricordano quelle determina te d alle pallottole sferiche d i piombo dei vecchi fuc ili. Le schegge dei grossi p roietti esplodenti, a seconda del!e loro qualità fisiche e dinamiche, producono lesioni di varia gravità; che cu lminano in a mputazioni traumatiche di segmenti di a r to, in a mpi squarci nel tronco, con apertura delle cavità splancniche, ecc. E' degno di nota il fatto che i grossi proietti scopp ianti possono, indipendentemente dalle schegge, esercitare il loro potere vulnerante grazie al violento e brusco spostamen to d'aria, prodotto dalla esplosione; infatti nell'ultima guerra fu-

692 rono osser vali fenomeni commotivi dei cen tri nervosi lesion i auricolari, emorragie interne (ematorachide, e~ morragie intra pleuriche con lacerazione del parench ima polmonare, ecc.), e si ebbero anche casi letali. G li esiti pit1 gravi nelle F. d 'ann,l da fuoco si hanno in quelle p rodotte da.i grossi proietti esplodenti, sia per la entità stessa delle lesioni anatom iche prodotte da escsi, sia ancora per gli even tua li interventi richiesti da lle comp licanze infettive cbe d i solito vengono a tur bare la normale evoluzione del processo di ;;uarigione. Nell'ultima g11erra, dallo spoglio di 12830 schede d'invalidi, è ris ultata una. percentuale d'invaliaità del 33,23% per grossi proieUi (shrapnell, grana te e bombe) e delF11, 74% per proiettili di piccolo calibro (fucili, mitragliatrici, pi stole). Le F. d'arma da fuoco, specie quelle prodotte da i grossi proietti esplodenti, sono inquinate d a una. ricca flora p9l im icrobica, epperò r ichiedono per lo più u n intervento chirurgico i mmediato, avente uno scopo essenz ialmeate profilattico contro quei gravi processi infettivi (gangrena gassosa, ecc.), osservati nelltultirna guerra 1 che non solo mettono in p ericolo la vita del paziente, ma sono anche 'causa di demolizioni più o meno estese degli a rti e di conseguente p iù grave inva lidità, donde la. grande importanza della pronta. ospedalizzazione. dei

feriti. Ferit·e (C. P . Es. e C. P. J\I. :YI.). Le ferite sono prese in considerazione dal legislatore pena le marzia le, sia riguardo al tempo di pace, sia dgu ardo a l tempo d i guerra.

Te·m po d·i pace : Ferite in rissa (art. 172-173 C. P . Es., ai"t. 194-195 C. P . M. M .). Costituiscono reato militare e consistono nel fatto dell'appartenen te a lla milizia che p roduce in rissa, ad un pari grado e senza u so d i coltelli, a rmi da fuoco o di genere proib ito, una ferita lieve, guaribile perfettamente entro trenta giorni. Pen,tli!à: da due mesi d i carcere mii. ad anni tre di reclusione mii. Se le f erite sono guari te en tro cinqm g iorni) può farsi luogo ad una p unizione d isci_pJinarc.

J ,e ferite sono prese anche iu cons iderazione per j reat i di insubordinazione, d i abuso di autori tà, di eccesso in esecuzione di ordini o consegne, di abuso d'a1111i in servizio d'ordine pubblico.

T emj)o di guerra (art. 254 a 267 C. P. Es., art. 278 a 291 C. P . M . M.) Sono cons iderate reato mi i. le fer ite da. chiunque commesse e in danno di chiunq u e, costituenti : a.) Omicidio consumato, tentato o mancato. P ena lità : da due mesi d i carcere mii. alla morte previa deg radazione (la latitud ine i:: data cJalla necessità di considerare circostanze diminuen ti, q uali la rissa, la provocazion e, ccc., ed aggravanti, qua li la predizione, la pren1editazioue) l'agguato, ccc.). b) L esioni persona.li volontarie seguite da mor te

entro quaranta giorn i. Penalità : identica a quel!a cli cui a l capo p recedente. e) L esioni person.a li volontarie che producono pe ricolo di vita o la p erdita cli un organo o l' incapaciti, a l servizio mil Penalità : reclusione mii. da cinque a vent i ann i, estensibile a venti anni di lavori for zati, in caso d i premeditazione. d) Lesioni personali volontarie che p roducono rottura di un osso o per<liba dell'uso di un membro. P enalità: reclusione mii. da tre a dieci anni, estensibile, in caso di premeditazione, ad anni dieci di lavori forzati.


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e) Lesioni lievi. Penalità : da mesi due di carcere ad anni sette di reclusione mii. Se le lesioni siano guarite in cinque giorni, potranno applicarsi pene d isciplinar i. f) Lesioni commesse per eccesso della difesa o dell'esercizio della forza pubblica. Penalità: carcere da due a dodici mesi.

F eriti di guerra. Il princ1p10 umanitario per cui non si debbono considerare come nemici coloro che non possonc piì1 nuocere, e quindi, ira questi, i F. nemici ha provocato I.i convenzione d i G inevra del 1864 successivamente C'>mplctata e sostituita dalla conven1.ione del 1906. La prima stabiliva: a) dLriconoscere la neutralità

693 tutti gli Stati civili. (V. Sgombero dei feriti i?, gueffa).

Disti11tfoo ~onore per i feriti ili guerra. Consiste in una striscia d'argento da portarsi sul braccio destro e, in base alle circola ri m inisteriali del 1917, sono autorizzati a fregiarsene i militari che abbiano riportate in guerra: a) ferite interessanti i tessuti e le ossa, con lesioni definite gravi o lievi (escluse pertanto le lievissime); b) lesioni nello svolgimento di operazioni di guerra: congelamenti, infermità dipendenti da gas o liquidi infiammabili. La ferita o lesione dovrà sempre essere stata riconosciuta dipendente <la vera e propria causa di servizio.

Feritoia. Dicesi feritoia (ani. saetticra e balestriera) una apertura praticata nelle mura delle opere di fortificaz ione, onde permettere al difensore di far uso delle proprie armi, rimanendo coperto. Le F. si praticavano a m. 1,30 dalla piattaforma su cui stavano i tiratori. Quando le feritoie era no praticate sulla parte alta delfo

I.a duchessn Elena d'Aosta medica un rerilo a bordo della «Mcnn:o m•llc acque di Tripoli ('19 11)

delle ambulanze e ospedali militari, 1,) di riconoscere la ncutr~ìitn del persona le deg li ospcdctii e dei por taferiti fi.ntantochè ci saranno feriti da raccogliere e da soccorrere, e) di non considerare come prigionieri di guerra i personali sanitari di ospedali caduti in mani nemiche, e di ricondurli agli avamposti appena cessate le loro funzioni, d) di rispe.ttare coloro che avranno curato o raccolto in casa propria dei feriti e di dispensarli dall'alloggiare truppe e dalle contribuzioni e,·entualmente imposte alle p opolazion i civili, e) uguale trattamCJ1to sanitario ai feriti amici o nemici e consegna dei guariti nemici se inidonei al servizio militare, f) bandiera e bracciale internazionale (croce rossa in campo bianco). Nella successiva Convenzione del 1906 s i stabilì in più: a) l'obbligo, in caso di abbandono di territorio di

' Tromba in sib segnalo <lei Portafcl'll.f

lasciare negli ospedali il personale sanitario indispensabile alla loro assistenza, b) l'c,bbligo per il belligerante rimasto padrone del campo di battaglia d i raccogliere tutti i feriti e d i seppellire o cremare i morti dopo avere riunito tutti gli clementi di identificazione, e) di consegnare i distintivi. carte, segni di riconoscimento, valori, ecc, trO'Vati -indosso ai morti e d i comunicare al paese interessato i n on1i dei fer iti e malati nemici ricoverati negli ospedali, d) di comunicare anche le variazioni relative al movimento àei feriti negli ospedali, ai decessi, ecc. ccc. La convenzione venne firmata da

mura, a llora erano prive di cielo; ne risultavano quindi, tra F. e F., delle parti piene, i merli. Quando le feritoie dovevano servire per eseguire un tiro ficcante, onde eliminare l'angolo morto che risultava a i p iedi delle murn, prendevano il nome di caditoie o piombato-ie. A tale scopo si faceva spoJ"gcre il muretto all'esterno della piattaforma, lo si sosteneva con mensole su cui appoggiava per mez1,o di travi, di lastre o di archi, e si ricavavano a l piede del muretto delle F. verticali o quasi.

Feritore. Trasporto a vela della marina sarda, dis locante 1050 tonn. e costruito a Genova; fu ceduto nel 1864 alla scuola n autica di Palermc. Ferken. \'iUaggio del Sudan, sul ?\ilo. Durante la campagna degli anglo-egiziani contro i Dervisci, nel 1896, sui primi di giugno fu disposto l'attacco del campo di F. Doveva la fanteria po1·tars i nelle vicinanze del nemico con una marcia notturna, mentre con largo av_volgimento la carnllcria dove,·a tagliarne le vie di ritirata. La colonna principale, della forza complessiva di 7000 u ., verso le S del 7 giugno segnalò le prime pattuglie avversarie, mentre la colonna di cavalleria, girando sul fianco il villaggio, prese posizione a Sud. I Dervisci occuparono le proprie linee di difesa, resistendo al fuoco dell'artiglieria an~lo-egiziana; ma, attaccati di fronte e di fianco, efficacemente battuti dalle mitragliatrici, tentato invano un contrattacco, ripiegarono sull'abitato, continuando a combattere iinchè, stretti da ogni lato, si


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sbandai·ono, v igorosamente insegu iti dalla cavalleria. Caddero degli anglo-egiziani 100 u. fra morti e feriti; i Dervisci lasciarono su l campo 800 morti e 450 prigionieri.

Ferlino. Maestrn bombardiere del marooese d i Chie.-i, ·celebre nel secolo XV. Fu a l serv izio del duca d i Savoia sino al 1443. Nel 1453 era agli stipendi di Fran-cesco Sforza; f u fatto prigioniero dai Veneziani nell'esta te de llo stesso anno. Venne dato il nome di « bombarde alla Fedina >l a lle bombarde usate in Lombardia verso la fine del secolo XV e da lui costru ite . Ferma. Quel periodo di tempo che è ritenuto necessario per dare ai cittadini una buona istruzione ed educazione m il. per modo che, inviali in congedo a F . ultimata, essi conservino quel minimo d i attitudine militare capace di trasformarli in p rovetti soldati in caso di richiamo alle armi. In altre parole, la F. i, quel periodo d i tempo che i c ittadini passano alle bandiere per divenire soldati. Quando il reclutamento degli eserciti era e sclusivamen te volontario, le F. erano assai lw1ghe. Chi in traprendeva. il servizio m ii. voleva avere la s icurezza ,di essere a posto· per molti a nni, e d' altra p arte a nche lo Stato che ingaggiava volontad desiderava che quest i lo avessero a servire per lungo tempo. Stato e soldati avevano quindi il comune interesse che la F. fosse della maggior durata possibile. L'inizio d ell'accorciamento della F. si ha dall'adozione della leva, dell'obbligo generale cioè al servizio militare. Però, anche dopo le guerre 11apoleoniche, le F. si mantennero per molti anni ancora assai lueghe, perchè gli organizzatol'i diffidavano delle F. brevi, come di tulle le cose n uove d i cui non si ha esperienza. L'esempio della l'r ussia , la prÌlrta. che aveva adottato nel 1806 il concetto della F . b reve o rotazione delle clas.,i d i leva, non era seguito dalla mass ima parte degli Stati e così la Russ ia rimaneva ancora a lle F . di venti ann.i, l' Austri<L a quelle di otto, la Francia a quelle dl sette. D 'altra parte non v'è da stupirsi che le cose stessero a questo modo, perchè le guerre erano allora condotte dagli stessi eserciti che esistevano in pace, completa ti tutt'al pii1 eia qualche classe richiama la dal congedo. Era quind i ovvio che g li organizzatori ccrcassern di ave.re eserciti fomiti della maggiore istruzione. Occorre aJ1che tener pre,.sentc che molta importanza davasi allora. all'addestramento formale, che assorbiva gran parte dell'a ttività delle truppe. )fa suc•cessivamente, la necessità di aver d isponibili in guerra eserciti sempre più numerosi, spostò i termini della ques tione: le forze permanenti non furono che la sc uola a traverso cu i dovevano passare tutti gli uomini validi ciel paese, mentre la massa in congedo andò acquistando importanza sempre maggiore. L'applicazione effettiva dell'obbligo personale e generale a l servizio, coinvolgendo gli in ter essi della massa dei cittadini cioè della. soc ie t/1 in tera, doveva forzatamente condurre ad abbreviaziom delle F., mentre allo stesso obie ttivo portava la necessità di avere n umerose classi istruite e di ridurre nello stesso tempo, per esigenze fina.n ziarie, allo stretto indispensabile la forza da tenere alle arm i in tempo d i pace Questo comp lesso d i esigenze a dduceva. a lla così d etta « rotazione •delle classi>) che aveva il suo limite di celerità nel tempo strettamente indispensabile pe1· formare del cittadino un buon soldato. La misura di questo tempo fu problema che assillò per molto tempo le menti degli studiosi cli cose milita ri i qu a li dovevano

694 considerare la durata della ferma sotto 'il duplice punto di vista della fom1azione tecnica e di quella morale del soldato. Qui è sufficiente dire che il ragionamento e l' esperienz-1 dimostrarono l'assoluta convenienza delle fer· me sempre J)iÙ brevi, ricorrendo all'ausilio dcll'ambient~ ci, ile in larga misura per l'educazione morale (famiglia, scuola, associazioni varie) e in misura pi(1 limit,a!a p er l'addestramen to tecnico (istruzione pre e p ost-militare educazione fisica, ecc.). ln Italia, dal 1861, in cui la F. era d i otto anni, si passò nel 1875 alla ferma di tre, n el 1888 a lle F. scalari di tre e d ue anni, nel 1910 a quella di d ue anni per tutte le armi, nel 1920 alla ferma di otto mesi. Questa s i rivelò, però, ben p resto insufficiente, ta11to che con l'ord ina mento del 1926 si addivenne a lla f~rma definitiva d i diciotto mesi, prevedenèlo per i giovani in speciali cond izion i cli fam iglia una F. riducibile a mesi sci, e una minima di mesi tre, nonchè u na ridotta di mesi 15 per i cittadini forniti dell' istruzione premilitare. La Francia e la Jugoslavia hanno anch'esse - come l'!• talia - F. unica per tutte le armi di 18 mesi; il Belgio ferma d iversa per le varie anni, da 8 a 13 mesi; la Spagna di 2 anni; l'O la nda da 6 a 18 mes i. . I paesi con recluta mento a base volontaria hanno, p er contro, ferme lunghe per le ragioni già dette. Taluni di questi paesi (Inghilterra e Stati Uniti) si sono prescelti tale fom1a di recluta mento d i tibera elezì,one per le particolari cond izioni di positura geografica in cui si trovano; alt ri, invece, e precisamente gli Stati sconfitti nell'ul tima guerra, hanno dovuto sub ire il reclutamento volonta rio come imposizione dei v incitori, i quali hanno appunto voluto p orre gli cx -nemici nelle condiz.ioni d ' non poter att uare la rotazione delle classi di leva e di non avere quindi una forte massa cli uomini istruiti in congedo. L'Austria, ;a Germania, la Bulgaria, l'Ungheria, hanno così dovuto adottare una ferma d i 12 anni. Nella R. Marina, la ferma di leva è attualmente ( 1929) cli due anni: le ferme volontarie " rafferme sono d i sei ann i e possono essere rinnovate.

Fermo (ant. Firmmn). Città in p rov. di Ascoli Piceno, cli origini antichissime; centro importante dei Piceni. Fu conf]uistata dai Romani e, all'inizio della prima guerra Punica, vi fu stabilita. una colonia. Dell'epoca preromana rimangono gli avanzi d elle antichissime mu• ra . Devastata più volte durante le invasioni barbariche. appa.rtennc successivamente ai varì popoli invasori, finchè nel IX secolo passò alla Chiesa. Nell'896 Agi ltrudc, duchessa di Spoleto, "i fu assed iata lungamente invano da Arnolfo, imperatore di Germania . I Normanni occup<1.rono F., che nel 1080 tornò a lla Chiesa. A[ tempo delle lotte fra Guelfi e Ghibellini, parteggiò per i primi; assedia.la nel 1176 da Cristiano, arcivescovo di )fagonza, fu presa, incendiata e saccheggiata ; f]uindi l:i. governarono Consoli imperiali. Nel 1185 F. s i ribellò all'imperatore e dopo qua.lcht anno, nel 1200, F. si costituì come libero com une, governato con prop rie ]egli e. statu ti, sul quale le autorità pontificia e imperiale si eserc itaro110 solo nominalmente. ::'{el 12 1.2 Otrnnc I V imperatore, recandosi all'assedio <li Ascoli, con cesse a F. molti privilegi e il dominio dei lidi del ma.re dal Tronto al P otenza; nel 1242 la sottomise Federico II e nel 1258 Manfredi. Nel 1270 i Fermani ghibellin i sotto Ruggero cli L upo furono sbaragliati in battaglia d alla parte guelfa, presso il fiume Tenna. I n questo pe-


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riodo si svblsero lu nghe lotte fra Fermo e Ascoli per il domin io della spiaggia; gli Ascolani, vinti nel 1246, furono nel 1260 vincitori, e, sconfitti nuovamente nel 1280, costretti a deporre le anni nel 1286 dal Papa Onorio IV. Di quest'epoca è l'alleanza di F. colla repubblica di Venezia. Successivamente F. si donò al Papa, ottenendo il rispetto delle proprie liber tà comunali. R ibelli al Papa nel 1375, i Fe.m1ani entrarono nella lega promossa dai Fiorentini, e, sotto Rinaldo da 1'Iontevcrde, aiutati dagli Ascolani, assediarono nella rocca il conte Gomcz, nipote del cardinale Albornoz. Nel 1379 fu cacciato il Monteverde, che r iuniti 3000 u., tentò d i insignorirsi della città; respinto e preso prigioniero, venne decap itato insieme con i .figli. Riconquistata la liber tà, fu restaura la la rocca di Girone, e il gove rno fu riordinato sull'esempio di quello di Venezia. Sulla fine del secolo XIV An tonio Aceti, gonfaloniere di giustizia, si impadronì di Fermo, e nel 1395, a sua difesa, il conte d i Carrara combattè contro B iordo da Perugia, venuto con 1 l.000 ca.valli per togliergli la signoria. Nel 1433 F. si diede a Francesco Sforza, che vi pose a governatore il fratello Alessandro. Tenta rono di toglierg li le città ma rchigiane prima il P iccinina, poi ,\ lfo!l.$0 d i Aragona con

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conseguenza vi entrò colle sue truppe Clemente di Navarra., prendendone il possesso in nome del re di Napoli. Città centrale del dipart imento del T ronto, F. fu nel 1814 presa dal gen. Pepe, a servizio del :Murat. L 'anno dopo l'occuparono gli Austriaci, e colla restaurazione tornò alla Chiesa. Nel 1831, scoppiala la r ivoluzione contro il dominio dei Papi, entrò in F. il Sercognani con un corpo cli ribelli, il 21 febbraio : gli stemmi pontifici furono sostituiti dal tricolore, ma la rivoluzione fu domata. e anche F. tornò sotto la. Chiesa. Ii 21 settembre 1860 le tnippe nazionali occuparono la città, dopo avere sconntto i Pontifici a Castelfidardo. I. B<ittaglia di Fermo (90 a. C.). Appartiene alla guerra sociale, e fu combattuta e vinta dal legato proconsolare romano Cneo Pompe~ Strabone, coadiuvato da Servio Sulpicio, contro gl'insorti italici, comandati <lai loro pretore T ito Lafranio, che rimase ucciso. Dopo questa vittoria i Romani posero l'assedio ad Ascoli. II. Presa di Fermo (1355) . Appartiene alla guerra condotta dal cardinale Albornoz per sottomettere alla Chiesa le R omagne, le Marche, l'Umbria. Gentile da :Magliano signore di Fermo aveva fatto atto di sottomissione al' cardinale accettando guarnigfone pontificia in città, 11Ja poi, sobillato dai l\1ala te_sta di Rimini, l'aveva cacciata. Il cardinale marciò su F. e la prese, mentre Gentile si chiudeva nella rocca dove fece resistenza per q ualche tempo, terminando infine per arrenders i. Fermo di sciabola ba·i onelta. Quel congegno che serve per .fissare la. sciabola baionetta alla canna del fucile. Questo congegno è d i varia forma, a seconda del tipo di fucile, de!Pepoca alla. quale questo appartiene, e se la baionetta ha manico o ne è priva.

F ermor (conte G1,.gl-ìelmo) . Generale russo (17041771) . Combattè contro i Turchi e nel 1758 ebbe il La Hocca ùl Fermo nel secolo xv 10.000 u. che assediò la piazza. L o Sforza con una sortita fortunata volse in fuga gli assedianti e successivamente, con 2000 Fermani, 3000 venturieri e 4000 tra Fiorentini e Veneziani, battè nei pressi della città ]e milizie aragonesi. Insofferente di dominio F. nel 1445 ~i rfoellò anche allo Sforza che si chiuse nella rocca G irone; l'anno seguente ottenne di partirsene mediante lo sborso di 10.000 fior ini. Tornata alla Ch iesa, nelle guerre contro i Turchi aiutò il Pontefice mantenendo per sei mesi una galera e dando 3500 soldi d'oro. Nel 1502 si impadronì d i F . L iverotto Eufreducci che fu fatto uccidere da Cesare Borgia, il quale venne nom inato signore della città. Nel 1514 si impadronì della signoria Ludovico Eufred ucci che ebbe lotte violente colla fam iglia Rrancadoro, uno dei quali, Bartolomeo, rimass ucciso. Sdegnato, Leone X, che coi Ilrancadoro aveva fatto pace, mandò contro l'Eufrcducci Giovannino De Medici e il vescovo d i Chiusi che lo sconfissero in una battaglia presso Mon te Giorgio ove egli lasciò la vita. Perdurando le lotte interne, Paolo III dichiarò r ibelle. la città, e vi spedì il figlio P ierluigi Farnese che Jr saccheggiò. Nel 1648 i Fermani si ribellarono a. causa de ll' incetta del grano; il governatore Uberto Maria. Visconti fu ucciso e a. stento le truppe papali, con monsignor Lorenzo Imperiali, riuscirono a rist<1bilire l'ordine. Kel 179 7 la città fu occupata dalle truppe francesi, a cu ; si ri bellò nel 1799, costringendole ad abbandonarla ; in

comando in capo delle truppe russe alleate alle a ustriache, contro Federico II ( guerra dei Sette anni).

Ferragatta (Felice Giacom.o) . Ammiraglio, n. nel 1845, m. a Torino nel 1907. Guardiamarina nel 1865, d ivenne capitano di vascello nel 1891. Collocato a riposo nel 1893 ebbe il grado di contrammir. nel L902. Ferramolino (Antonio). Ingegnere m ii. del secolo XVI : fortificò Messina e Palc11110, disegnò il castello della Goletta. in Tunisi e lavorò molto in Spagna sotto Carlo V. Diresse i lavori d'assedio ad Afrodisio (1550) ottenendo fra i primi grandi effetti dalle mine: rimase ucciso nello stesso assedio. Ferrara. Città capoluogo d i prov. nell'Emilia. N cl 754 era già una delle cit tà ragguardevoli dell'Esarcato. Sotto il pontificato d i S tefano I II apparteneva alla Chiesa e<l' era costituita in ducato; questo nel 772 fu invaso da Desiderio, che lo abbandonò per intervento 'ct; Carlo Magno. Tebaldo d i Canossa nel 984 ebbe dal Papa la signoria della città e costruì un forte castello, demolito nel 1600 ; gli successe Bonifacio, a cui la citlà fu tolta dall'Imperatore Enrico III. Nell'autunno del 1101 la contessa Matilde. figlia d i Bonifacio, conducendo un esercito d i Toscani e Lombar9 i, con Stemma naviglio dei Ravennati e j,,z{ Veneti, ùl Ferrara


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cinse la c ittà di assedio e la conquistò. Dal 1139 al 1145 F. fu turbata da violente lotte di fazioni, a capo delle qua li erru10 le famiglie Torelli, Salinguerra ,- Marcheselli. Federico I chiese cd ottenne da F ., dove era signore un Salinguen-a, un contr ibu to di milizie ; poi la c ittà entrò nella lega formata d a P apa Alessandro III contro di lui e i Ferraresi combatterono per li berare Ancona, assediata dai Veneti e dagli I mperiali. Marchesella, u ltima della sua stirpe, sposò Azzo d'Este, che fu elé tto signore di F. col consenso di papa Innocenzo III. Duran te una sua assenia un Salù1guerra s i impadronì della città cacciruidone i Guelfi; unitosi successivamente a Ezzelino II signore d i Verona fu sconfitto Ùl due battaglie da Azzolino, il qua le, col favore dell'imperatore e del papa, fu creato signore della città. N on cessarono p erò le lotte, e sui primi del 1200, mentre Azzo N avello, successore di AzzoliJ10, si stabiliva ad Este, il Salinguerra rimase a domin~re F . Scoppiata la guerra fra Gregorio XI e l'imperatore Federico II, Azzo, unitos i aJ Papa ne l 1240 marc iò su F . che occupò dopo quattro mesi di assedio. Sotto Alessandro IV, con tinuando E zzelino ad angariare i ' Guelfi e l'Estense, fu band ita una crociata a capo della qua le venne chiamato Azzo Novello; questi, sconfitto e fatto prigioniero Ezzelino, r ientrò in Ferrara ove, fidando in una pacificazione., riammise i Salinguerra che ne erano

11 castello degli Estensi nel sec. XVIII

'stati da tempo band iti. Risorsero le lotte e s i tornò a lle armi, ma o rmai la sign oria estense si era affermata e Obizzo, successore d i Azzo, fu nominato capitano generale e difensore degli Stati della Chiesa. Sui primi d el 1300 Clemen te V 'mandò contro Foko d'Este il nipote Arnoldo e Onofrio de Tt'ebi. Essi riunirono in Ancona un esercito, il cui comando venne dato a Lombardo da P olenta e marciarono con tro F olco. Questi si chiuse neila rocca T ibalda , trattò coi Venei:iani, e consegnò loro la rocca, il p on te e la torre che la d ifendeva oltre il Po. Bandita una crociata, Clemente V mandò un eserc ito di 8000 u., che prese castel T ebaldo e n';assacrò la guarnigione. Nel 13.lO F. f ece a tto di obbedienza a Clemen te V; però poco dopo la fazione g hibellina, incendiate le case dei Guelfi, acclamò signore de lla città Salinguerra III che poco, dopo, minacciato dalle forze pontificie, fu costretto a fuggire; nel 1312 il P apa died e il governo della città a Roberto d'Angiò. Sollevatisi contro i Guascon i, che costitu ivano la guarnigione angioina, i Ferraresi rich iama rono gli Estensi, c he rientrarono in città senza che nè il re Roberto, nè il papa Giovanni XXII, occupa ti a ltrove, potesse ro opporvis i. Nel 1323 g li E~tensi s i unirono a L odovico i l Davaro e poi, essendosi questo sottomesso a lla Chiesa, chiesero cd ottennero dal Papa di essere riconosciuti signori d i F.

696 come suoi vica ri, tan to che poscia N icolò II d'Este fornì armi e denaro a l cardjnalc Albornoz, e in F. costrnì la · potente rocca che, dalla sua forma, s i ch iamò la << S tellata)). Xel 1373, guerreggia ndo con tro Bernabò Visconti, i F erraresi, entrati nella lega che aveva con tro di lui cos tituito il papa Urbano V,- furono vinti ·n ella battaglia di Reggio. Nominato signore di F . Nicolò III d 'Este temendosi d i Azzo d'Este, pretenden te a l d ucato, le fortificazioni della città furono r icostruite e migliorate; il pericolo cessò co lla sconfitta di Azzo presso Portomaggiore, ad opera di Astorgio Manfred i signore d i Faenza. Il 1" settembre del 1476, essendo assente il duca E rcole, Nicolò, figlio del defunto duca L ionello, che pretendeva a lla signoria, aiu ta to dal marchese di Mantova e da l duca d i Milano, r iuscì ad entra.re armata mano in citti,; i fratelli del duca, Sigismondo cd Alberto riuscirono però ad al:;,are in tempo i ponti del castello, raccolsero truppe e armati, e costrinsero i seguaci di N icolò a dis1,erdersi; quest'ultimo preso prigion iero, fu decapitalo. Frn il 1478 e il 1480 Fer rara soccorse Firenze contro Xapoli e la Chiesa; nel 1481 ebbero princ ipio le lotte con tro Venezia per ragioni di confine~ ne seguì Ja <e guerra di Ferrara)> terminata colla pace del 1484. Nel 1503 Ercole I partecipò a favore della F rancia alle operazioni n el regnù d i Napoli contro la Spagna, e n el Milanese. Nel 1508 Alfonso, for te d i 15 .000 u., profittando del fatto che i Vene7,iani erano stati sconfitti ad Agnadello, recuperò Rovigo, Este e Monselice ; r iperduto il P olesine e Comacchio, chiesti e ottenuti l"inforzi dal Papa e dalla F rancia, Alfonso battè i Veneti; poco dopo, fatta la pace, G iu lio II impedì ad Alfonso di cogliere i fru tti della vittoria; ne sorsero aspri d issidi e quindi g uerra aperta . Il duca d'Urbino, alla testa delle milizie de lla Chiesa, occupò varie terre dell'Estense; questi, a iutato da. Luigi XII re di F rancia, che gli mandò 17.000 u., le rioccupò, prendendo per di più Bologna. En trato n ella lega Enrico VIII re d 'Inghilterra, l'eserc ito pontificio, a l comando del cardinale G iovanni de Medici e di Fabrizio Colonna, nel 1512 riprese l'offens iva men tre i Francesi, colle ·fatnose a rtiglierie .di Alfonso I , s i recarono a d assediare Ravenna, difesa da 2.farcantonio Colonna. Ne seguì la battaglia d i Ravenna, colla vittoria dell'Estense. R iaccesasi la guerr a, Alfonso si trovò in d ifficili cond izioni, prcs0 com'era . fra il Papa e i V eneziani; morto però Giulio JI, il successore Leone X conciliò le cose, s i stabilì una tregua e poco dopo il Duca riebbe l'i,westitura anche per i suoi succ.cssori e aiutò i P on tifici a ricuperru·e R imini. Sotto Clemente VII, il duca Alfonso fu nominalo comandan te de lle arma te della Chiesa, ed ottenne la restituzione d i Modena; successivamente passò a i se rvizi dell'imperatore Carlo V che lo nominò suo capitano generale. Il dominio di casa d'Este a F. terminò con Alfonso II, nel 1597 . Fu allora che il papa Clemcnte VIII d ichiarò che lo s ta to Ester,se apparteneva alla Chiesa, opponen dosi a lla successione di Cesare d'Este, che il duca defunto aveva nomin ato proprio erede. Dopo minacciosi preparativi dalle due parti, si venne ad un accordo, p er cui Cesare rinunciava a ogni suo diritto sul territorio e sulla città d i F. o ttenendo in cambio R eggio e Modena. N el 1796 F. fu occupata da i Francesi e la città. entrò a far parte del la Repubblica Cisalp ina. Nel 1i99 l'occuparono gli Austriaci, che l'abbandona rono dopo la giorn ata di Marenso, vi r itornarono nel 1814 e nell'anno successivo la restituirono a l Papa riservandosi il diritto


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Planla ·(li Ferrara nel sec. XVTT

di tenervi guarn1g1onc. Nel 1831 i moti politici interruppero il governo papale che però poco dopo fu ripristinalo dalle truppe austriache. Nel 1859, dopo essere stata per poco sotto il governo p rovvisorio delle Romagne, si unì a.I Regno d'Italia. Ferrara è sede del 55" distretto militare, di regg. d i fanteria, di regg. d'art. da campagna, di regg. di cavalleria. e di due legioni della M . V. S. K ., 7S" (XX dicembre) e 76" (Estense). I. Assedio di Ferrara (1240). Appartiene a lla lotta tra Federico II e la seconda Lega Lombarda. Fu posto da un corpo di a lleati (Veneziani, condotti dal d oge Iacopo Tiepolo, Mantovani, ecç.). La città fu difesa da Salinguerra per quattro mesi, d al febbraio al maggio, ma infine dovette a rrendersi e prestare giuramento di fedeltà al pontefice. II. Assedio di Ferrara ( 1333). Fu posto nel febbraio dalle truppe pontificie, guidate dal cardinale Bert.rando del P oggetto, col concorso di va.rii signori della. Romagna e con l'aJl.e?gg:io del re Giovanni di Boemia. Fu armata u na quantità di navi sul Po, e la città bersagliata con macchine, e tentata con assalti, per nove settimane. I marchesi d'Este, assedia.ti, ottennero a:iu ti daii Della. Scala, da i Viscon ti, dai Gonzaga, da Firenze, e un esercito di soccorso si appressò sui primi d'aprile a F., riuscen do ad entrare nella città. Il 14 aprile.. venne fatta.

una sortita con tutte le forze, •e l'esercito ponti.ficio fu completa.mente scorufitto, perdendo ci.rea 2000 u., la.sciandone altrellanti pr igionieri, con molti signori, e abbandona.udo nelle mani degli Estensi bagagli, macchine, navi .. III. Pace d-i Ferrara (1428). Conclusa. nell'aprile, fra. i collegali (Venezia, F irenze, Savoia) e Filippo Maria Vi-

sconti. Bergamo e Brescia passano sotto il dom inio d i Venezia. IV. Pace di Per-rara (1435). Conclusa fra Venezia,. Firenze e il Papa da un lato, e F ilippo Maria Viscont i dall'altro. Bologna. e Imola. torna.no a ll'obbedienza del Pontefice. V. Guer-ra d·i Ferrara (1482-84). Ne fu causa occasionale la lotta fra Ercole I d'Este, duca d i Ferrara, e la repubblica. d i Venezia; sos'tenevano le ragioni del Duca. d i F . re Ferdinando di Napoli, Lodovico il Moro, Federico ma1·cl1ese d i Mantova, i Fiorentini e Giovann i Bentivoglio; coi Veneziani erano il Papa P io I V, i Gel novesi, la fazione dei Rossi di Parma, P ietro dal Verme, Roberto Jl,,falatesta signore di Rimini. Nel maggio 1482 fu dichiarata la guerra e i Veneziani iniziarono le operazioni invadendo con grandi forze il Ferra.rese, mentre u na numerosa. forza navale operava sul P o. I l Duca s i trovò nella situazione p iù critica poichè Alfonso Duca d i Calabria._ era stato trattenuto coi Napoletani nello Stato della Chiesa , dove aveva

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conquistato Terracina, Trevi e altre località, minacciando da vicino la stessa Roma. Intanto si combatteva nel Parmigiano fra Lodovico il :\loro e i de Rossi, e in Tosca.na ove i Fiorentini aiutarono :'.\"icolò Vitelli a impadronirsi di Città <li Castello. Cosi i Veneziani riuscirono a conquistare Rovigo, il Polesine, Comacchio, J_endinara, Adria, e finalmente, dopo lungo assedfo, Figheruolo, giw1gendo fi.n sotto F. ancora imprep:irata a sostenere un assedio. La minaccia svanl perchè il Papa sotto la minaccia incalza,ite dei Napole tani, fu costretto a chiedere l'aiuto dei Veneziani, che gli mandarono con numerose truppe, l<ol>erto l\Ialatesta. Questi, unitosi al conte Girolamo, capitano dei I'ontrifici, il 21 agosto venne a battaglia. co,1 Alfonso di Calabria, a Campomorto, presso Velletri, e lo sconfisse. La morte del :'lfalatesta, avvenuta poco dopo in Roma, interruppe questi successi mentre vive pressioni si facevano sul Papa per farlo recedere dalla lega contro F. Le trattative si svolsero felicemente e il 12 dicembre fu stipulata la pace fra Pio IV e il re d i N apoli coi suoi alleati. Volle allora il Papa che anche i Veneziani rinunciassero ai loro disegni su F.; questi, forti dei risultati ottenuti, non vollero cedere e allora egli promosse una nuova lega contro Venezia, a cui parteciparono il re di Napoli, il duca di Milano, i Fiorentini, il duca di Ferrara, il duc:i d i Urbino, il marchese di Mantova e i signori di Faenza, Forlì, Pesaro e Carpi. Iniziate le ostilità, i Veneziani furono battuti ad Argenta e a Massa di Fiscaglia e finalmente il Papa, vedendoli sordi a ogni esortazione, il 25 maggio li scomunicò, e sottopose all'intcrdetto tutto il loro territorio. Nel frattempo Lodovico il ?,foro aveva battuto i dc Rossi nel Parmigiano, e potè volgersi contro Venezia, dai confini del l\Iilancsc, raggiunto poco dopo da Alfonso duca di Calabria , nominato capitnno generale della Lega, e dal marchese di Mantova, coi quali il Bresciano, il :Bcq,-a.masco e il Veronese furono invasi e in parte occupati; da pane sua Ercole t d'Este riusciva a ottenere numerosi successi parziali contro i suoi nemici. Ma fra i collegati era entrata la discordia; diffidenti gli uni contro gli altri, venne meno la necessaria. unione, le operazioni langu irono e finalmente il 7 agosto 1484, a Bagnolo, si venne alla pace.

piazza. conquistata, un presidio di 200 u., il Duca ,\ 1fonso vi ritornò con numerose forze, e, non essendo state ancora riparate le fortilica.zioni, in bre1•e la riprese, massacrando la guarnigione spagnuola per vendicare l'eccidio del Vcstidello e dei suoi compagni. VII. Blccco di Ferrara (1708). Durante la guerra per la Successione di Spagna gli Austriaci, occupato il te,·ritorio di Ferrara e costrette le varie guarnigioni a chiudersi in città., strinsero la piazza di un blocco rigoroso, impedendole qualsiasi comunicazione coll'esterno. I! 15 novembre un convoglio fu catturato dagli Austriaci che ne dispersero la scorta di 450 dragoni mentre il giorno dopo l'ultimo convoglio riuscì a entrare in città. L'arrivo, il 4 gennaio 1709, del sergente generale Baldini, rialzò alquanto il morale della popolazione e del presidio; la notte sul 15 gennaio fu respinto un attacco austriaco ai molini, presso Porta S. Paolo; in risposta i l gen. Baldini, che non aveva potuto uscire e intervenire per il curioso fatto che le chiavi delle porte erano in consegna al cardinale Legato, fece bomba rdare il sobborgo di S. Giorgio tenuto dal nemico. Il 2l gennaio, giunta notizia della conclusione della pace il blocco fu tolto. VIII. Blccco di Ferrara (Guerre della Rivoluzione Francese, campagna del 1799 in I talia). Avanzando lc truppe austro-russe verso l'Italia meridionale, il generale Suwarov ritenne necessario occupare F., tenuta. da i Francesi e costituente una minaccia per le sue co,uunicazioni. Ne fu incaricato il gen. Klcnau che, unito a schiere di contadini insorti, dispose uno stretto blocco, deciso ad attaccare la piazza quando, per mancanza di viveri, la resistenza della guarn igione fosse giunta agli estremi. Dopo 52 giorni di blocco egli stc,;so giunse sorto le mura della città. con 2000 u. e numerose artiglierie e il 22 maggio ne ottenne la resa, mentre la. guarnigione francese si chiudeva in castello. Aperto il bombardamento, con 30 cannoni, la guarnigione, che sapeva. di non poter attendere alcun soccorso, capitolò. Il 25 maggio il Klenau occupò il castello, impadronendosi di importami magazzini militari e 90 bocche da fuoco.

VI. Attacco di Ferrara ( 15 l l). Durante la guerra della L ega di Cambrai, il papa Giulio Il, da Ravenna. dove si trovava, spedì u11 corpo di 5000 u. con alcune squadre di cavalleggeri e uomiilli d'annc per attaccare la piazza. dalla parte di terra, mentre 13 galee sottili dei Veneziani e altri legni minori dovevano operare dalla parte del fiume. Saputo questo, Alfonso, duca. d i Ferrara, rin.forzato dallo Chatillon con un corpo di truppe france.<oi, il 28 sorp.reso il nemico, lo sbaragliò completamente e il 25 marzo successivo scornlì.sse anche la squadra veneta. Xel successivo 1512, importando ai nemici del duca di occupare la fossa Zaniola, località fortificata sulh strada. di Romagna, che era il maggiore ostacolo ad operare contro F . vi mandarono Pielro Navarro, generale spagnuolo, il quale con 'molte artiglierie e circa 2000 u. attaccò il forte, difeso da Vistidello Paga.no con 150 fanti. L a resistenza fu ,tccanita, ma infine, sconvolte le mura dal bombardamento, e dall'esplosione di una grossa mina, il 31 dicembre gli Spagnuoli entrarono nella fortezza. passando a fil di spada i difensori superstiti. Appena. il Navarro si fu ritirato lasciando nella

me 7 assegnate a Fer ra ra., le altre 3 :il forte Urhano. Allo stesso regg. fu aggregato nel 1783, sotto Papa. Pio VI, il presidio di Bologna (3 cp.). Quando i Francesi invasero le Legazioni, tutto il regg. rimase prigioniero.

Reggimento presùiiario di Ferrara. Fu costituito nel 1770 da papa Clemente XIV colla fanteria di F. e del forte Urbano. Fu ripartito in IO cp. di 100 u.; le pri-

Battaglione dì Frrrara. Fu costituito nel 11148 dalle guardie civiche di Ferrara; l'anno successivo fu incorporato nel 9 rcgg. romano di linea. Brigata Ferrara ( 47" e 4S0 fanteria.). La sua. prima pagina risale al 1859, a!lorchè si formò, in Bologna, una colonna mobile delle Romagnc con elementi volontari, che, sdoppiata, diede origine ai regg. 25 e 26 fanteria, coi quali si costitul la brigata F. 1' el 1860 i due regg. mutarono i loro numeri in quelli di 47 e 48, e furono incorporati nell'esercito sardo. :Ncl 1871, essendo state sciolte le brigate perma.nenti di fanteria, i due regg. tennero il loro numero e nel 1881 furono ancora riuniti in brigata.. ::-Jel 1926, il comando della brigata e il -1S0 regg. furono sciolt i, e il 47° assegnato alla. 23" brigata di fanteria. La. brigata F. partecipò alla. campagna del 1866, a


F ER

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q uella d'Africa del 1895 e 1896, a quella di L ibia del 1911-12. Si segna lò per operosità e zelo in occasione del terremoto del 1908, meritando la mcd. d'argento di benemerenza. Per la guerra ita lo-austriaca, 1915-1918, il deposito del 47° costituì il comando della brigata Udine cd i regg. di fanteria 95° e 140°; quello del 48° costitul i comandi delle brigate Cata.nzaro e Ionio ed i reggimenti 96°, 141° e 221°. Durante quest'ultima guerra la brigata. operò i11izialmcnte contro il campo trincerato d i Gorizia e poi a Castelnuovo cd a Polazzo, riuscendo ad occupare, il 19 luglio 1915, l'importan te posizione ciel << T rincerone)> :fra Casteln uovo ed il Bosco Triangola re.

Dopo una breve pe rmanenza nel Settore del .But e del Degano, combattè d i nuovo s ul Carso alla Cima 4 del M. S . J\1ichele nel novembre 191S, r iportando nuove vittorie ohe fruttarono la conquista cli munite posizioni e la cattura d i numerosi prigionieri. Le perdite, pc,· tale azione, furono di 76 ufficiali e 1400 gregari. Fino a l luglio 191 6 fu sempre s ul '.VL S. M ichele; il 7 a~osto, attaccò le posizioni d i Segeti e di q. 202 a sud ciel Pccin ka, ove rifulse ancora una volta il s uo valore nelle a zion i svolte dal 31 ottobre al 4 novembre 1916, Il 5 gi11gno 1917 fu tPasferita nel set tore di J\fonfalcone e nell'agosto parteci,,ò a lla battaglia della Bainsizza., passa.udo l'Isonzo a nord d i Auzza e comhatten<lo a. K a Rauniok, al Vcliki Vkr, ad Hoje e giw1gendo fino a ).,Iesnja k. I l 9 settembre fu schierata. sul :YJ. S. Gabriele e, d u rante l'offensiva austro- tedesca dell'ottobre 1917, dopo accani ta resistenza s i ritirò a Camposampiero. Nel 1.918 operò a Fossalta di Piave, ove strenuamente s i d ifese durante la battaglia del giugno. In quella cli Vittorio Veneto la briga ta passò il P iave, il 30 ottobre, a sud cl i

699 Al 47° fanteria : << In epiche lotte a S. :Martino del Camo e s ul S . :Yiichele (novembre 191S - giugno 1916) diede sublimi prove di ardimento, di tenacia e d i spirito di sacrificio, r iconfermando le sue stesse belle qualità guerresche nel le aspre mischie sul!'Altipiano della Bainsizza (agosto 1917). Nell'offensiva austriaca d el giugno 1918, sul Piave, compreso del suo dovere altissimo verso la Patria in quell'ora suprema, scrisse col sangue dei s uoi migliori fanti pagine d i gloria imperitura, sostenen do con impeto ccl ardore sovrumani, in cinque giorni cli lotta Iuribonda, il form idabile urto delle masse avversarie a Villa Premuda, travolgendole con magnifico s!aJ1c io a C. Fuma e contenendole eroicamente a C. Ninni; impareggiabile esempio del più fulgido valore e del più alto patriottismo». Al 48° fa11teria : « In epiche lotte a S. Martino d el Carso e s ul S. Michele (novembre 1915 - giugno 1916) d iede sublimi prove di ardimento, di tenacia e d i sp ir·ito di sacrificio, r iconferman do le stesse sue belle qualità guerresche nelle aspre mischie sull'A ltipiano della Bainsizza (agosto 1917). Xell'offensiva austriaca del giug1lù 1918, sul Piave, esempio inarrivabile di valore e cli sp irito cli sacri'ficio, dopo aver infranto il formida, bile urto nemico a C. Cappellini ed a C. Gasparinetti, riconquistando l'argine d i S. lvfarco, opponeva eroicamente, pur con forze assottigliate dalla lotta lunga e sanguinosa, la sua ultima e decisa resistenza a S. P ietro Nove Ilo, sicuro che la vittoria e la salvezza d ell'onorr d'Italia riposavano nel suo sacrificio. Il 1° battaglione, circondato nell'ansa di L ampo!, dopo aver seminato con poclie croicl1e mi tragliatrici supers titi, per tre giorni, Jr strage nel le schiere nemiche, si apriva leoninamen te ur va.reo l> (Pia.ve, 15-1 7 giugno 1918). La brigata F. ha le mostr ine a fondo di cobalto, con due r ighe rosse nel senso orizzontale. La. festa dei due rq,'.g, è i! 15 gi ugno, anniversario della battaglia del P iave.

Ferrara. Gaspare, conte di Potenza. Capita.no napoletano, n. d i Capua, vissuto tra la fine del 1500 e i primi del 1600; mili tò sotto Alfonso di Napoli, e fortificò va,ie piazze cli frontiera. al tempo della ca lata di Car-

lo VIII.

Ferrarelli G!Useppe ,1ecl~g:lia del 18" r egg. Fan lc ria

Sabbionera e s i spinse verso Motta cli L iveuza. O ltrepassato ta le fiume, r aggiunse il 2 novembre Bolzano ed il 4 il T agliamento a l ponte di J\fadrisio. La brillante condotta della brigata la rese meritevole della medaglia d 'oro al valor militare concessa alle Bandiere dei due reggimenti colle seguen ti motivazioni:

Fcr rari Anton io

Ferrare li i ( Giusepf,e). Scrittore m ii., n . a Caserta nel 1830. Proveniente dal collegio rrril. d i Napoli, partec ipò alla campagna del I.860 come capitano d el genio, si distinse a l Volturno ed a ll'assedio di Capua cd ebbe la mccl. d 'argen to. Si dim ise poco dopo per dedicarsi agli studi storici, Fra a ltro scrisse : « I pontieri )); « Libro di letture per il soldato )l; << Memorie militari sul ?vi ezzogiom o d'I talia »; <e Il gen. L uigi M ezzacapo e


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FER

700 -

suoi tempi >l ; cc Il collegio militare di Napoli°»; << Schizzi militari».

nuando a coadiuvare il proprio capitano ed animando con la voce e con l'esempio i propri dipendenti >).

Ferrari (Antonio). Capitano del sec. XVII, n. di Monselice, m. nel 1700. Servì sotto la repul;lblica di Venezia e fu nominato governatore militare durante la guerra <li Candia e Morea.

Ferrari Vittcenzo. Generale, n . e m. a Cortemaggiore( 1840- 1905). Sottot. d i fanteria nel 1860, partecipò a.Ila campagna del 1866. Passato poi nel corpo di S. M., insegnò storia mii. a lla scuola di Modena e pubblicò un trattato di Storia m ilitare. ·Colonnello comandante il 39~ regg. fanteria nel 1894, andò in P. A. nel 1898 cd in r iserva nel 1902 divenendo magg. generale nel 1904.

Ferrari Andrea. Generale del sec. XIX, n. a Napoli. Fu ufficia le di cavalleria dell' impero napoleonico; fece

sotto la F rancia anche la campagna d'Algeria. nella legione straniera, e, con questa, al servizio della Spagna, la guen-a contro i Car!isti andando a riposo nel 1844 come ten. colonnello. Nel 1848 fu nomina.to genera le dello Stato Pontificio e gl i fu dato il comando di una delle due ,di vis. spedite ncll' Alta Italia. Battuto d agli Austriaci e sbandatesi le sue ti·uppe, andò a combattere a Venezia; prima delJa fine dell'assedio tornò a. Roma e vi morì il 2 luglio 1849 senza poter partecipare alla sua difesa.

Ferrari. V. D'Arco Ferrari. Ferrari da Grado Federico. Genera.le toscano, del seco lo XIX, n . in Croazia. Servì nell'esercito austriaco si1~0 al 1848, quando fu mandato in Toscana al servizio del granduca Leopoldo. Questi gli affidò nel 1851 il comando generale mii. del Granducato; il gen. F. si dimostrò abile riorganizzatore del piccolo esercito toscano, di cui tenne il comando sino all'aprile 1859, quando fu sostituito dal gen. Ulloa.

Fe-rrari Carlo Spiri.dione. Generale, n. a S. Cascianom. a. D iano Ma.r ina. ( 1850-1922). Sottot. d'artiglieria. nel 1871, dive1u1e colonnello nel 1902. Comandò il 23" regg. a rt . da can1pagna e poi (1903) fu direttore d'art. a Roma. In P. A. per età nel 1908, fu p romosso magg. generale nel 1913 e poco dopo fu trasferito nella riserva. Ferrar·i Giuseppe Maria. Generale, n . nel 1852. Sottotenente nei be rsaglieri nel 1878, in filantropica azione compiuta nel 1887 ebbe la mcd. di bronzo al Yalor civile. Col grado di ten. colonnello lasciò il servizio nel 1908 e passò in P. A. divenendo colonnello nel 1912. Nella riserva fu promosso brigadiere genera.le nel 1918c nel 1927 venne collocato a r iposo. F errari Carlo Enrico. Cenerale, n. nel 1854. Sottotd'artiglieria nel 1875, dopo aver frequentato la scuola. di guerra passò nel corpo di S. 1'I. Lasciato il servizio attivo nella riserva divenne brigadiere generale nel 1919..

Ferrar·i Giovantti. Generale del sec. XIX, 11. di Brescia. Combattè nel 1848 sotto il gen. Durando e nel 1849 quale capitano della legione Manara. Maggiore nel regg. Cos<;nz nel 1859 e colonnello capo di S. M. della divis. M edici n el 1860, fu decorato della med. d'argento e della croce da cav. dell'O. M. S . Passato nell'esercito regola.re nel 1862, ebbe il comando del 16° regg. fanteria. Magg. generale nel 1868, comandò la brigata R egina sino al 1871. Ferrar-i A t,tonio. Genera le, medaglia d'oro, n. a Stazzano, m. a Genova (1816-1886). Volontario nella brigata Regina nel 1835 e divenuto in seguito ufficiale, passò nel 1851 nei bersaglieri, con i qua li prese parte alla campagna di Crimea e a que lle ciel 1859 e 1860-61. Conseguito quindi il grado di colonnello, comandò il 64° regg. fanteria nella campagna del 1866, guadagnando là rned. d'oro a •Custoza, << per la rara bravura spiegata e per aver ammirabilmente condotto il suo reggimento >>. Era già insignito delle seguenti altre distinzioni: medag lia d 'ar gento (Rivoli, Santa Giustina e Volta, 1848); Menzione onorevole (Sancirà - Pastrengo 1848); 2" menzione onorevo le (Vinzaglio, 1859); 2" mcd. d'argento (San Martino 1859); croce dell'O. M . S . (Marche 1860); promozione luogoten. colonnello pe.r merito di· guerra (campagna Bassa Italia, 1860-61). Da magg. genera le comandò la brigata Siena.

a

Ferrari Luigi. ~Iedaglia. d 'oro, n. a Castelnuovo Magra nel 1826. Volontario nei bersaglieri allo scoppiare della guerra del 1848; divenne sottot. nel 1860 e tenente 11el 1862. Col 6° bgl. bersaglieri si trovò nel doloroso scontro di Aspromon te (29 agosto 1862), ove fu gravemente ferito ad una gamba, che dovette essergli amputata. Fu insignito dcUa medaglia d'oro, « pe.r chè, quantunque ferito, non cessava d a.I combattimento, conti-

FerrarJ. Gius. Carmine

f'crrari Luigi

Ferra·ri Decio. Generale, n. a Lucca nel 1858. Sotto!~ di fanteria nel 1879, divenne colonnello nel 1911 e comandò il Collegio m ii. di Roma. Magg. generale net 1915, entrò in guena aJ com~ndo della brigata B rescia che condusse nella. zona dell'Isonzo meritandosi la croce da cav.. dell'O. M. S. Comandò poscia • Ja 2° di vis. ; promosso tcn . genera le· nel 1916, fu collocato in P. A. nel 1918 e nel 1927 passò in riserva col grado d i gene-· ,aie di divis ione. Ferrari Giuseppe Ca·1·mine. Generale e scrittore miL n. a Genova nel 1861. Sottot. dei granatieri nel 1879, passò nel corpo dello S. M . e per molti anni fu addetto a ll'ufficio storico. Colonnello nel 1913, comandò il 1 °· regg. granatieri d i Sardegna. Magg. generale nel 1915, entrò in guerra a l comando della brig. Torino. Comandò poi la scuola mii. d i Caserta, e tornò al fronte a l comando della br igata Reggio; d ivenne ten. gen. nel' 1917 e coman d_ò la 45" di.vis.: fu decorato de lla medaglia d'oro dei benen1eriti della salute pubblica e d i a ltra d'oro per il terremoto della Marsica. In P. A. S . nd J922, passò nel 1925 in A. R. Q. col grado di generale· di clivis. Attivissimo co!Ja.boratore delle « Memorie sto--


701 riche militari », fra altro sono a lui dovuti i seguenti I.avori: (< L'insurrezione calabrese del 1806 Jl; « 11 pa, triottismo di Ventimiglia>> ; « La spedizione della mar ina sarda a Tripoli nel 1825 JJ; « una memoria inedita di Alfonso La Ma rmora sull'Algeria>>; « Le battaglie dei Dardanelli JJ; << La p rima operazione della marina sarda dopo la restaurazione»; « Il gen. Begani e la difesa di Gaeta nel 1815 >>; « L'esercito napo.letai10 a ll'assedio di Danzica»; << L 'assedio di Serra valle nel lì45 >).

Ferrari marchese d·i Casteln11ovo co-nte cl'Orsara. T eodoro. Generale, n. a Tori110 nel 1862. Sottot. di fanteria nel 1882, insegnò Storia militare alla scuola di iVIodena. Colonnello nel 1915, entrò in guerra al comando del 69° regg. fai1teria. In P. A. nel 1916, fu p romosso magg. generale nel 1917 e ricollocato in congedo nel 1919. Nel 1923 assunse il grado di generale d i d ivis. e nel 1928 fu collocato a riposo.

Ferrari G-iorgio. Generale, n . nel 1863. Sottot. di fanteria nel 1884, raggiunse il grado di colonnello nel 1915. In guerra comandò il J.29° regg. fanteria e nel 1917 passò in P. A. Nella riserva venne promosso generale di brigata nel 1925.

Scuola di guerra passò nel corpo di S. M. Colonnello nel 1915, entrò in guerra come capo di S. M. del IX C. d'A. Comandò quindi la brigata Umbria ( novembre 1915 - giugno 1916) a Jl,fontep ia110 divenendo magg. generale. Poco dopo costituì il « nucleo Ferrari », divenuto poi 56" divis.; operò nel settore di alta montagna. delle Alpi di Fassa e per merito di guerra divenne tenente generale (1917). Comandante del XXII C. d'I\ . (estate ed autunno 1917) occupò il settore di Asiago cd a capo del XX C. d'A. ( 1918) coJ11battè sulla ::viarcesina meritandosi la commenda dell'O. M. S. Ebbe il comando del XIV C. d' A. nel 1919, alla fine del quale anno venne nominato ispettore gen. delle Guardie cli Finanza. Istituì nel 1920 la Scuola Alpina per la detta Guardia. Nel 1923 fu nominato capo dello S . M. centrale e membro del consiglio dell'esercito. Generale d'arma:a 'e comandante designato d'armata a :ì'v1ilano nel 1926, nel 1927 divenne nuovamente capo dello S. M. dell'Esercito, carica che tenne sino al 1928.

Fnrari Alberto. Generale, m. a Lecco {1864-1925). Sottot. di fanteria nel 1885, qualohe anno dopo passò nell'arma d ei CC. RR. nella quale raggiunse il grado di maggior generale.

Ferrari Cristoforo

Ferrari Giacomo

Fe rrar! G. Francesco

Ferra,·i Cesare. Generale, n. a Casale Pusterlengo nel, ) 865. Sottot. di fanter ia nel 1887, partecipò a tutta la g uerra contro l'Austria divenendo colonnello nel 19 16 e brigadiere genera le nel 1918. In P . A. S. nel 1920, passò nel 1925 in A. R. Q . col grado di generale di brigata. Ferrari Giacmr..Ò. Generale, n. a Torino nel 1865. Sot to t. di fanteria nel 1885, passò poco dopo in art iglieria e, dopo la Scuola di guerra nel corpo d i S. }\,f. Nel 1913 fu in_ L ibia. Colonne llo nel t915, fu (19161917) capo d i S. M. dell'VIII C. d'A. e s i meritò a Vertoibica la mcd. d'argento. Magg. generale per merito di guerra nel 1917, guidò la brigata Messina a Parcovizza e v i meritò una seconda ll1ed. d'argento. Comandò quindi la 14' e poi la. 32" divis. e nel 1918 divenne capo d i S. M. dell'VIII Armata, venendo decorato in Val Lagarina d ella croce di cav. dell'O. M. S. Dopo la pace comandò successivamente le d ivis. di Gorizia e cli T orino e nel 1926 passò in A. R. Q. col grado di genera le di divisione. Ferrari Gi1'seppc Francesco. Generale, n . a Novi Lig ure nel 1865. Sottot. di fanteria nel 1883, dopo la

Fe1Tar1 Elio

Ferra.ri Elio. Medaglia- d'oro, n. a Ciriè nel 1875, caduto nel 1917. Ufficiale in servizio attivo, era uscito dalla Scuola di Modena nel 1896, iniziando la sua carr iera quale sottot. nel 66" r egg, fai1teria. Col grado d i capitano prese parte alla campagna clj Libia, tra le file del 26" fanteria guadagnandosi una ·med. d'argento :t Ocrna (1911). Era ancora capitano nel 54° regg., allorchè scoppio la guerra con l' Austria, durante la quale fu promosso successivamente maggiore e ten. colonnello e meritò per le sue ripetute prove di valore tre ricompense a l valore : w1a med. d'argento sul monte Santo (1917) e due di bronzo, sul San M ichele (1915) ed a San ta .:Viaria di Tolm ino ( 1916). Durante un aspro combanirnento ;;ul VeÌiki, mentre impavidamente guidava il suo battaglione ad un contrattacco, cadde mortalmen te ferito. Alla memori.a di lui fu decretata la s uprema ricompensa al va lore con questa motivazione :

« Accorso col suo battaglione in aiuto d i a ltre truppe im pegna te in aspra lotta per la conquista di una formidabile posizione• tenacemente contesa dall'avversario. col suo ascendente seppe trasfondere nel proprio reparto, già duramente provato in un lungo e gravoso servizio di trincea ed in una marcia sotto intenso bombardamento, tale v igore di entusiasmo da r iuscire, con uno s lancio irresistibile per veemenza e C(1mpaltezza, a conquistare il caposaldo della posizione stessa, che man-• tenne p9i con indomito vigore, rendendo vani ben tredici furiosi contrattacchi sferrati dal nemico, s ino a l termine del giorno seguente. Nell' ultimo di questi contrattacchi, durante i quali, impavido, stava coi suoi, colpito a l cuore, cadde pronunciando parole che ani-


marono il suo battaglione, il quale, con una violenta reazione ne vend icò la gloriosa morte, respingendo con ingenti perd ite l'assalitore ll (Veliki-Krih, 29-31 agosto 1917).

negli alpini poco dopo la formazione del corpo. Colonnello nel 1899, comandò 1'83° regg. fanteria e magg. generale nel 1905 la brigata Alp i. In P . A. nel 1909, divenne nella risen•a ten . generale nel 1913.

Ferrar·i Cr;stoforo. Generale del genio aernnautico, n. a Monte.rosso al Mare nel 1880. Sottot. del genio nel 1901, comandò duran te la guerra lib ica ( 1911 - 1912) il parco aerostatico; fu direttore d el servizio aerostatico durante la grande guerra. Fondò il servizio aerologico italiano e fu il primo d irettore dell'Osservatorio aeronautico mi!. di Vigna di Valle. Alla fine della guerra, dal 1919 a l 1923, venne chiamato a reggere la d irezione tecnica dell'aviazione mii. e successivamente fu alla Commissione suprema di difesa, quale capo dell'ufficio aerona utico. Promosso generale nel 1928, è attualmente (1929) direttore della Direzione Superiore Studi ed Espe r·icnzc del :Ministero di Aeronautica.

Ferrario F ilippo. Generale n. a Canonica d'Adda, m. a T orino (1848- 1924). Sottot. nel 1866, percorse tutta la can-iera nei bersaglieri meritandosi la med. d 'argento e d ivenendo colonnello comandante il 6° rcgg. nel 1900. In P. A. nel 1906, fu promosso nella r iserva. magg. generale nel 1912 e ten. generale nel 1918. Partecipò alla campagna dell' indipendenza del 1866 ed a q uella eritrea del 1896.

Fcrrarin Art.uro

Ferrario Carlo. Generale, n . a :Milano nel 1867. Sottotenente d'artiglieria nel 1895, frequentò la scuola d i guerra ; durante la guerra libica s i distinse a Sidi Said (19 12) meritandosi la croce da cav. dell'O. lVI. S. e la promozione a ten. colonnello per merito di guerra europea. Magg. generale nel 1916, comandò la brigata Siena, poi fu comandante d'art. d i C. d'A . ; nel 1917 ca-mandò la 16• e nel 1.918 la 55" divis. e venne decorato della mcd. d'argento e della croce d'uff. dell'O. :!\1. S. Nel 1923 fu promosso gener ale di d ivis. e comandò quella di Novara sino al 1927, nel qual anno ,::bbe il comando del C. d' A. di T rieste.

Ferm.r io An tonio

Ferrarin (Artmo). :Medaglia d'oro a l valore aeronautico, 11. a Thiene nel 1895. Allo scoppio della grande guerra si arruolò nell'avia;oione, ove come p ilota da caccia, r imase sino a lla :fine; abbattè in com ba ttimento due apparecclli nemici e venne decorato di mcd. d'a1·gcnto . :t,,Tell'immediato dopo guerra passò in servizio q ua le collaudatore alla d itta F iat, e nel 1920, su appa recchio S. V. A., congiunse con un volo Roma a Tokio. I n Ungheria, nel Belgio, in Po lon ia, in F rancia, in I n ghil terra, in R umen ia, ovunque lo chiamassero gli interessi commerciali della d illa F iat, dimostrò la sua perizia d i p ilota e la sua competenza di tecnico. N cl m,1ggio 1928, su apparecchio Savoia Marchetti 64, assieme al magg. Carlo Del P rete, bat tè il record mon diale d i d urata e di d istan za in c ircuito chiuso r imanendo in aria 58 ore, 34' e 26", percorrendo u na d istanza omologata di km. 7666 e 600 metri. Un mese dopo, con lo stesso apparecch io, sempre con il compagn o D el Prct~; conquis tò il recor d mondiale della. d is tanza in linea retta, effettuando la transvolata a tlan tica. e congiungendo in volo l'Italia a l Brasile, dopo SO ore e 14 m inuti d i volo, effettuando u•n percorso d i ben 7150 km. Dopo ta le volo venne decora to d i mcd. d'a'ro a l valore aeronautico con la seguen te motivazione: « Pilota in superabile, conquistava. al!' Aeronautica I ta liana ambitissimi allori con il volo R oma-Brasile JJ , e fu promosso maggiore per meriti straordina ri nella Riserva del la Regia Aeronautica. La Lega internazionale degli aviatori ha conferito per l'anno 1928 a Ferrarin il trofeo, aggiudica.r1dolo a al m iglior avia tore del mondo JJ . Ferrario (Antonio) . Generale, n . a Samarate, m . a M ilano ( 1847- 1914). Sotto!. di fan teria nel 1866, passò

l'e rrarlo Paolo

Fer-ra.rls Carlo

Fe.-rario Paolo. :Medaglia d 'oro nato a. Vanzago nel 1883, cadu to nel 19 16. Ingegnere, all'inizio della guerra italo--austriaca fu nominato sotto!.. di complemento nel 2° regg. genio ;oaµpatori. Ad detto al comando della 35'

divis., si segnalò in molteplici cù·costanze per perizia p rofessiona le, per impavido ard imento, per instancabile attività. Le n umerose, eccezionali prove d i valore da lui date e l'ultimo glorioso episodio, nel q uale lasciò eroicamente la v ita, sono così r ievocati n ella motivazione, con la quale a lla memoria del p rode ufficiale venne concessa la medaglia d'oro : "Ingegnere valente e soldato en tusiasta, fra i disagi di un inverno in montagna, con competenza e coraggio eccezionali, attendeva ad a,·d ite ricogniàoni ~d a proficui lavori d i a fforzamento delle nostre primissime linee. Per eseguire il r ilievo topografico di una parete rocciosa, attraverso la quale avrebbero d,wuto sboccare le cannoniere d i alcune caverne in costru;,ione, si faceva ca la.:.-c dall'alto con una f une e, di p ieno giorno, sospeso nel n 1oto, comp iva il s uo lavoro sotto il t iro aggiusta lo delle a1·tiglieric ne1n ichc. Scatenatasi u n'of fensiva avversaria, diven uto fan te tra i fanti, partecipava volontar iamente ad una battaglia, durata quattro giorni, eseguendo ricognizioni fuori delle nostre linee, assicurand o i collegamenti ed il rifornimen to delle mu-


if

111z10ni, in un terreno in tensamen te battuto dalle artiglierie e già percorso da infiltrazioni nem iche. Avvenuto il ripiegamen to delle nostre truppe, rimase con pochi gregari alla estrema retroguardia, per d istruggere un forte, nella quale opcraz_ionc, avendo voluto per.;onalmcnte acce tarsi della efficacia delle mine, venne tra .. vo lto ed ucciso dall'ultima di queste l) (Altipiano di Tonena, Forte d i Campo l\lolon 15 marzo - 19 mar~() 1916).

Ferraris (Ferd-ina11do). Generale piemontese del seco lo XVIII. Alfiere nel regg. P iemonte nel 1740, partecipò con esso alla guerra d i S uccessione d 'Austria. Colonnello n el 1774, d ivenne brigad iere d i fanteria nel 1776 e magg. gener ale nel 1783, restando in ser vizio sino ai 1792.

703 1876, fu promosso magg. generale nel 1911, e ten. generale nel 1918. F u presidente del Comitato per l'esan1e dei progetti di navi, e autore di molte importanti innovazioni nella tecnica navale, per le quali fu decretata a lla sua memoria la med. d'oro di 1• classe.

Ferratura militare. L'arte di applica.re Iastl·e di ferro alla pianta dei piedi degli equini, onde impedire il consumo dello zoccolo, chiamata appunto F ., ha importanza particolare per l'esercito. In Italia tale arte fu intrcdotta quasi certamente dai Longobardi all'epoca d i Alboino (568-584), giacchè la cavalleria di quei barbari ne era munita, e nel X secolo era già d iffusa in tutte le armi a cava.Ilo. In orig ine il ferro era. affatto rudimentale ; sue-

Ferraris Giuseppe. Feld-ma resciallo austriaco ( 17261814). Discendente da famiglia piemontese, s i distinse nella. guerra dei sette anni e nella campagna del 1793 contro la Francia. Ne) 1797 divenne direttore generale dell'art. dei P aesi Bassi e nel 1807 ebbe il grado di f eld-maTescia llo. Fer-raris Carlo. Generale, n. a Biella, m. a M ilano (1841 1906). Sottot. d'art. nel 1861, partecipò alla campagna del 1866 e n el 1884 passò nel corpo di S. M . Colonnello nel L890, comandò l' 11° regg. bersaglieri e poi la scuo la centrale di tiro per la fanteria a Parma, comando che conservò anche quando (1891) venne promosso rnagg. genera le. I n r . A. nel 1893, nella risen•a d ivenn e ten. generale nel 1906. F u un ferven te fautore ed organizzatore delle compagnie ciclisti.

Fermris I nnocenzo. Generale, n. a Vercelli nel 1871. Sotto!. cli fanteria nel 1890, nel 1896 partecipò alla battagl ia d'Adua. Nel terremoto di Messina meritò la mcd. di !;ronzo d i benemerenza. Fu in L ibia nel 1914-19 15 e p a rtecipò alla guerra europea dal 1916 al 1918, meritandosi due mcd. d'argento ad Hudi Log cd a S . ~ifarco di Gorizia. Colonnello nel 1917, comandò il 39° e poi ll88° regg. fanteria. Nel 1919 ebbe il comando del 53° e nel 1920 anelò in P . A. S. Nel 1926 fu promosso generale di brigata in A. R. Q.

Ferro da cavalio usato dai romani

cessivarnente, si pensò non solo ad u na F . normale che permettesse l'uso del quad rupede in qualunq ue contingenza della vita m i!., ma anche cli correggerne i difetti di andatura e d i appiombo. Ne derivarono così i tip i di F. <<norma le>) e << correttiva J>, e s i ebbe personale espressamente adibi to a tale arte, costitui to per la par te sc ientifica e dire tt iva dai Veterinari, e per la parte pratica d ai maniscalchi. La F . ha subìto le in-fluenze d ei diversi eserciti e na-

Ferro e ch iodo antichi

Ferrè Leopoldo

Fe rrara Lorenzo

Ferraro (Lorenzo). Generale, n . a Maddaloni nel 1866. S ottot. di fan teria nel 1885, partecipò alla campagna eritrea del 1887. Colonnello nel 1915, comandò in gue"rra il 94° regg. fanteria meritandosi s ul campo la rned. d'argen to. Brig. generale nel 19 18, andò in P . A. S. nel 1920. ,P ubblicò <<L'azione educatrice dell'esercito >>. Ferrati (Edgardo). -Generale del Genio navale, n . a Torino, m . a Roma (1862 -1918). E n trato in servizio n el

Ferro eia c1wa110 usato rlal mar csc. cli Sassonia

Ferro anteriore italiano

Ferro posterio re italiano

zioni, tanto in ba_se al ti['>o di quadrupede adoperato, come in base a i terreni generalmen te !;attuti nelle esercitazioni e nelle probabili guerre, e presen ta sensibili differenze a seconda che debba essere applicata a cava,lli da sella o cavalli da tiro. I primi hanno bisogno d i maggiore leggerezza, spccia lme1~te quando trattis i di servizio a veloci andature, come quello della cavalleria. I secondi invece possono avere F . più pesante, in particolare quando ci si riferisca a i q uadrupedi adi'biti a servizi da tiro lento come quelli del l'rcno, sia d'art. come del genio . Non è così •.im·ece per i cavalli da t iro assegnati all'art. a cavallo, cd in grado minore per l'a.rt. da campagna, specie per le parig lie di volata più leggere. La F., anche per i cavalli che consumano poco il ferro, non può durare, senza nuocere a-1 piede del cavallo, più di 40 giaini, giacchè non solo l' unghia con tinua a cresce.re fino a debordare da lla benda del ferro; ma. il f erro stesso, che a seconda dei d ifetti p iù o meno accen tu ati del cavallo, si sforma, può produrre contusioll i, ammaccature, o v i,d d'andatura nel cavallo, che ne compromettono l'uso in servizio.


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FER

Part icolare F. è prescritta in circostanze speciali, come ,quando il cavallo o mulo deve percorrere terreno di montagna, o quando deve operare sul ghiaccio . Ma difficile per cavalli m ii. riesce nei nostri terreni d'Italia, così diversi e svaria ti, adottare una F. esclusiva per quel dato genere di terreno, e per conseguenza nella F . militare di volta in volta si applicano quei ripieghi del momento che ·servono a dare presa a l piede del quadrupede, come i chiodi da ghiaccio, i r amponi mobili, e quella serie di cuscinet ti di paglia, di cuoio o d'altro materia;le, che impedisco!\" a lla neve di far zoccolo sotto la pianta del pie-

704 nel 1795. Al serv1z10 francese fu ufficiale degli ussari (1813). Passato nel nostro esercito sottot. d ei cavalleggeri del Re, nel 1815, partecipò a lla campagna cli quell'anno. Colonnello nel 1836, comandò il regg. Aosta cavalleria. Magg. generale nel 1344, ebbe il comando della brigata Cuneo, quindi della prov. di Cuneo (1846), poi d i Albenga ( 1848); nel 1850 fu collocato _a riposo.

~-!itraglierl della legione Fc,·rea

Conteozion~ ro1·ztua {lei pi~de posterior e de; per tal genere di F. Ol COrrono caso per caso il parere del veterinario e lo studio attento del maniscalco mil. Date le svariate contingenze della vita di campagna, bisogna abituare il quadrupede a lasciarsi ferrare con tutta facil ità in qualunque circ~stanza. e perciò è raccomandato di arrivrure alla F. con la persuasione, e con le buone maJ1iere. Ma se il quadrupede è ribelle alla pers uasione, si ricorre a i mezzi coercitivi, che si r iducono all'applicazione del torcinaso, ed ancl\e alla applicazione delle balze, - per ferrare i l cavallo coricato.

Ferrè (Leopoldo) . Generale, n . a d Alessandria nel 1863. Sotto!. degli alpini nel 1882, passò nel 1885 nell'arma dei CC. RR; meritò la med. d i bronzo al valer civile .a Catan ia (1902) durante l'alluvione del fiume Simeto e pure a Cat;nia, nel 1902, ebbe la. menzio!Je onorevole durante un tumulto. Fu in L ibia nel 1913 -1914 e par tecipò poi alla grande guer ra divenendo colonnello nel 1916. Ebbe poi il coma11do d ella legione di Fir enze e nel l 920 fu promosso gener ale di briga ta comandante il IV gruppo di legioni. In P. A. nel 1925, fu promosso generale di divisione ne l 1928.

Ferreri Cesa~e. Generale, n. a J',fondovì, m . a Torino ( 1829-1909). Sottot. d i fanteria nel 1848, partecipò alle campagne del 1848-49 e del 1859, sulla Sesia, venne ferito e gli fu amputato un p iede; guadagnò allora la med. d'argento. Comandò poi i collegi mil. di Jv{ilano e di Napoli divenendo colonnello nel 1863. Magg. genera le nel 1871, comandò la scu5>la mii. di Moden a e nel 1881 venne collocato in P . A. Nel 1885 fu promosso ten. genera le nella riserva.

Ferrero (della lvforrnora, marchese Ignazio). Gene.raie piemontese, m. a Torino n el 1775. Cornetta in Piemonte R eii"le nel 1734, nel 1757 passò nelle guard ie del Corpo. 'Ebbe il grado di colonnello nel 1763, d i magg'. gener ale nel 177 l, di ten. generale nel 1774.

Ferrea. XXV Legione della M . V. S. N., costituita il 1° febbraio 1923 a ,:Milano col nome di (< )1ilano Esterna» . Vi si trovarono riw1iti tutti gli clementi proven ienti da lle disciolte squadre d 'azione della « Coorte Monzese»; chiarnata dal D'uce « F errea più della . Corona », frase da lla quale deriva il nome attuale della Legione. N cl luglio 1925 la sede Iu trasferita a Monza. J:se dipendono le coorti di Gorgonzola, Abbiategrasso, Seregno, e n e fanno parte u na centuria mitraglieri, una motociclisti, una btr. art. D. A. T . e una. centwia mitrag lieri D. A. T. Ha istituito i corsi premilitari.

Fei--re-ro della Mar-mora conte Fil-ippo. Gene"rale piemontese nel sec. XVIII . Cornetta nel regg. dragoni del Genevese ne.I 1734, conibattè contro l'Au stria. Coi dragoni della Regina partecipò alla guer ra di successione d' Aus tria, colonnello nel 1768, magg. genera le nel 1774 e viccr è di Sardegna, fu gran mastro.della R eal Casa nel lì77 divenendo ten. genera le nel 1780.

Ferreri (Gwachi-no Vittorio). Generale n. ad Alassio

Ferrero Vittorio. Patriota n. a Torino, m. a L eyni

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Ferrcro c. Emanuele

Ferrer i Cesar e


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FER

(_l 785- !85J). Nel 1805 entrò nell'ese\·cito francese ; combattè nella Spagna divenendov i ufficia le. Caduto Napoleon e, entrò nel!a legione reale straniera del Governo Sardo : nel l 821 fu il primo a inalberare a Torino la bandiera tricolore della costituzione a S. Salva rio e con una sc hiera d i seguaci, la maggior parte s tudenti dell'Università di Torino, passò in Alessandr ia, p oi combattè a Novara e, .sco nfitti i Costituzion a li, riparò nella Spagna, combattendo nelle file dei Costituzionali spagn uoli ( 1823). Fatto prigion iero dai F rancesi a Saragozza, e trasportato in Francia , vi Iu trattenuto per 7 mesi; passò poi in In_ghilt~rra e in America. dedicandosi a l commercio e allo sfruttamento cli miniere. Quando Carlo Alber to concesse l'amnistia, ritornò in P iemonte.

Fenero delìa 1War111ora 11-1-archese Carlo E manuele. Generale, n. e ll1. a Torino (1788-1854). So ttot. dei caccia tori a cavallo a l servizio cli F rancia nel 1806, combattè in Russia 11cl 1807, in lspagna nel 1808-1 810, in Germania .ne l 1813. ~el 1814 passò nell'esercito piemontese, tenen te dei Dragoni del Re . Nel 1831 ebbe il comando della n\:,va compagnia delle gua rdie del corpo d ivenendo colai}\· ·nello nel 1834. èvfagg. generale nel 1834, ten. generale nel 1849, fu primo a iutan te di campo del Re Carlo Alber to del quale accompagnò le spoglie da Oporto alla tomba di S uperga. Fu uno dei primi senatori del R egno (1848) , Colla re della. SS. Annunzia ta e cav. clell'O. )IL S.

Fen ero AlbCl'IO

Ferrcro A iessandro

Ferrero della, l,Iarniora conJe Alherto. Generale, n. e ::m . a Torino ( 1789-1863). Ufficia le d i fan teria al servizio della Francia dal 1807 al 1814, si meritò a "Bautzen la legion d'onore, Tenente nella brigata guardie ne l 1814, partecipò a lla guerra del 1815. D ispensato d al servizio nel 182 1, vi rh,!ltrò nel 1824 e nel 1834 divenne colonne llo di S. M. Magg. genera le coma ndante la R. Scuola cli M.arina ed ispe ttore delle min iere d i Sardegna nel 1840, duran te la guerra d el I 848 fu invia to a Venezia per riordirwre le truppe, e nel 1849 d ivenne ten. generale commissario straordinario dell'isola cli Sardegna e poco dopo cornandante generale dell'iso la. Conosciuto nel mondo scientifico pe r l'illustrazione della Sardegna, i cu i risultati furono riassunti in una carta al 250 mi la che poi servì cli base a tutte le altre carte dell'isola,, plrbblitò il (( Viaggio in Sardegna >l e, fra altro, la « Vita di Carlo Simian e e d el marchese cli Parel la>>; <( Alcun i episodi d ella guerra n el Veneto ll . Nel 1848 venne n ominato sena tore.

F~rrero della 111armora Alcssa.n.dro. Genera le, n. a Torino, m . a Cad icoi ( 1799- 1855). Sottot. nel regg. gu ardie nel 1814, nell'anno seguen te Pil.r lecipò alla campa.,• na con tro la Francia. Con1pì poi va ri viaggi all'estero per studiare le organizzazion i mii. e nel 1836 fondò il cor po dei .bersaglieri. Colonnello coma ndante ciel corpo nel 1844,

705 partecipò alla campagna cld 1848 rimanendo ferito a Goi to, dove ebbe la med. d'a rgento . l\:[agg. generale ispettore elci bersaglieri nel luglio 1848, nella campagna del 1849- fu capo dello S. M . generale. Comandante la d ivis. di Genova e ten. generale nel 1852, ne l 185S fu al comando della 2" d ivis. del cor po cli spedizione in Crimea, ove morì di colera.

r errero Alfonso

rerrero Emilio

F enero della :Vlar111ora marchese Alfonso. Generale, medaglia d'oro, n. a Torino, m. a F irenze ( 1804-18i8). l'aggio d'onore di S. M. cd allievo de lla R. M. Accadem ia a ll'età di n ove anni, ne uscì luogoten d'art. nel 1822. P rese parte alla ca mpagna del 1848 come colonnello capo di S. M. della 4" d ivis., meritandosi la med. d'argento e diverse citazioni per il suo eroico contegno dinanzi a l nemico. N cl l'ottobre 1848, la s ua fermezza dinanzi all'agitaz ione popolare mila nese che per poco non costò la v ita a Carlo Albertll, g!i valse la p romozione a magg. genera le e la nomina a segretario cli S ta to per la Guerra e Marina, carica dalla qua le si dim ise nel d icembre dello stesso anno . .Promosso luogoten. generale nell'aprile 1849, f u comandato quale commissario straordinario in Genova, o~e guadagnò la mcd. d'oro a l valor militare « per _la fermezza con cui sepp e r istabilire l'ordine>> . 11 2 novembre del 1849 riebbe il portafoglio della Guerra e M ari na, che conservò fino all'aprile l S55; lasciò in detta epoca il gabinetto Cavour, per assumere il comando del corpo di sped izione in Crimea, col grado cli comandante <l'armata. Al ritorno riprese il suo posto n el ~1inistero, assu mendo anche la carica d i Presiden te del Consiglio nel luglio 1859. Nel gennaio 1860 si dimise, per riassumere la Presidenza nel settembre 1864. .\Ho scoppiare della guerra del 1866 •·ornò a d imette rs i, per assumere la car ica d i Capo di S. M . e ministro senza portafoglio presso S . M . Nell'a.gosto 1866 si <timise e successivamente si fece collocare in dis ponibilità. ::\'cl 1Sì O riprese servizio, come luogolcn. generale elci Ré in Roma , ove rimase s ino al febbraio 1871, per ri tornare quind i in disponibilità. Fu deputato a l Parlamento dalla l alla XII legislatura e fu insignito del Collare òell'.\nnunà:tta. Come scrittore, abbiamo cli l u i : (( Un po' p iù cli luce», in cui difese il s uo operato nella guerra del 1866; il libro sollevò le proteste di Bismarck e deter minò il biasimo de l governo verso l'autore, che si difese alla Camera; (( Un episodio del R isorgimen to Italiano »; <( I segreti di s ta to nel governo costituzionale >l, ecc., ecc. Fcrrero E,·1·1-ih o Mauriz-io. Generale, n . a Cuneo, m. a F irenze (1819- 1887). Sotto!. del genio n el 1837, combaliè nel 1848-49 meritandos i kL menzione onorevole a P e~chie.r n e la mecl. d'argen to a N ovara. Xel 1853 passò in fonteria, prese p a rte alla spedizione in ,Crimea. A Ila bat-

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FER

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taglia d i S. :lfai·tino ebbe la croce di cav. dcll'O . :M. S., e F crrero ìriovanni. Genera le, m. a lZoma (18 115-1921). nel 1860, ad Ancona, si meritò una seconda. mcd. d'argenS01101. dei granatieri nel 186i, pai»Ò poi negli alpini. Co-to. Colonnello nel 1860, comandò il 4° regg. franatieri, e lonncllo nel 1901, comandò il 92° regg. fanteria ~ passò uel 1862 ebbe il comando della. scuola militare di Moin P. A. nel 1903. Nella riserva divenne ma gg. genera le dena d ivenen do magg. generale. ,Comandante la b rig~t:J. nel 1912 e ten. genera le nel 1917. Parma nel 1866, la condusse ne lla guerra d i detto anno Ferrcro-Gola Bartoloweo. Generale, n. a Racconigi, m_ guadagnandosi la commenda dell'O. M. S., ten . generale a Torino ( 1846-1918). Sottot. di fanteri.1 nel 186i. passò nel 1870, comandò la divis. di Parma, poi ( 1879) il IX C. poi negli alpini. Colonnello n el 1901, comandò il 38' regg. d' A. e nel 1880 fu aiutante di campo del Re. Senatore fanteria, poi andò in disponibilità (1903) e nel 1904 fu del Regno ne l H!S l , ministro della guerra dal 1881 al · collocato in P. A . Nella riserva divenne magg. generale 1884, nel 1885 passò a disposizione. nel 1912.

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Ferrcro Stefano. Generale, n. n el 1847. Sottot. di• fanteria nel 1865 nella campagna del 1866 guadagnò la mcd. d' a rgento. Colonnello comandante il i7° regg. fan teria nel. 1902, andò i n P . A. nel 1905. Nella r iserva fu prnmosso maggior generale nel 1913.

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Fcrrcro Carlo. Generale, n . ad Asti, m. a Torino ( 18-181919). Sottol. di fanteria nel 1868, partecipò alla campagna erit rea del 188i. Colonnello nel 1895, comandò il 72° regg, fanteria e po i il dislretto mii. di Alessandria. ln P. A. nel 1900, passò poi nella riserva divenendo maggior generale nel 1906 e tenente generale nel 1913.

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,Fc1·rcro Carlo

F e 1·1·c1·0 Ann lba!(•

Ordi1tame11to mii. Fencl'o. So tto il nome <lei gcu. F . va l'ordinamento 1882- 1833, col quale wnnero creati due nuovi C. d'A. (11° e 12"), contemporanc:unente portandosi il numero de lle divisioni d,l 20 a 2-l, e venne creato altr~sì un comando mi!. a utonomo in Sardegna, Lo s tesso ordinamento fissò stabilmente le forze delle :.\l ilizie mobile e territoriale e diede grande sviluppo alle truppe da montagna. Venne dal F. altresì crc:l!a la carica di cc Caro di S. :lf , dell'Esercito>>, chiainanùo a copri rla il genera le Coscnz, il quale aveva collabora to con lui. Vennero approvate allora le leggi sulla l' . .\ ., sul servizio di guerra delle guardie di fina.nza, sullo stato d e i sottufficiali, sul tiro a segno, ccc.

Frrrcro ,hmibale. Generale n . a Torino, m . a Roma ( 1839-1 902). rcrrcro r:i ai'lnto Sotto!. del genio nel 1859, pa rtecipò alle campagne del 1860-61 meritandosi due med. d'a rgento cd una di bronzo. Trasferito nel corpo di S. :Il., divenne colonnello comandante in 2• dcll'Istitutù geografico militare nel 1878. Comandò poi il 3° regg. fanteria ( 1883) e la brigala Basilicata ( 1884), ) ·l aggior genera.le ne l 1S8S, fu direttore dell'Tstituto geografico milit are. Fu scienziato e matematico insigne. Tenente generale nel 1891, comandò la divisione di .Bologna e nel 189S andò a Londra con miss ione d 'ambasciHore. Coma ndante il U C. cl'A. nel 1898 cd il III nel 1899, era senatore da l 1902, Pubblicò importantissime opere di geodesia. Ferrcro-Go/a Carlo. Generale, n. a Racconigi, m. a Torino (1833-1908). Sottot. di fanteria nel 1859, fece la campagna dello stesso a11110 e q \lclla del 1866. Colonnello nel 188~, comandò 1'81° fa11 teri:t. Nel 1887 fu comandan te in 2• e direttore degli studii della scuola mii. di )Iodena e nel 1890 fu nominato capo di S. M . del X C. d'A. Quindi, promos~o magg. genera le, assunse il com:tndo della brigata R a venna e nel 1894 fu collocato a dposo.

Fc•rrcro FPllce

l't'rrclli Crl:;1oro1•0

Ferrero di Cavallcrlco11c L11igi. Generale, n. a Torino nel 1853, T en. medico a \'ent'anni, partecipò a ll:t campagml eritrea del 18 1)5-96, a lla direzione <lei ser vizio sanitario nel corpo de l gen. Baldisscra. Fu ins~g,wnlé allà Scuola d·applicazione di Sanità a Firenze. e alla scuola di guerra di Torino, e poi direttore dclrospedalc mii. di Roma. Colonnello d irettore d i san ità mii. nel 19()2, fu p romosso nel 1907 magg. genera.le ispettore medico e ten. generale ispettore capo nel 1910. Meritò nel terremoto calabro-siculo la mcd. d 'oro di benemerenza. ~cl 1914, cbhe rango di comandante <li C. <l' A. e allo scoppio della gucna eurnpea cu rò la mobilitazione sanitaria. Pub blicò varie opere, fra le quali: cc Azione de i 1noiettili d i piccolo calibro»; << L a crimina logia nell'esercito li; « )lezzi di trasporto dei feriti l'; « :lfaschcrc e difese contro i gas asfìssianti >>; (< Gli apparecchi radiografici portatili >>; ecc. Ferrero Felice. Genera le, n . a N izza 11ari ttima ne l 1855. Sottot. di fanteria ne l 18i5, comandò un bgl. n ell'occupazione di Candi., e poi, da colonnello (19 10) il distretto di Como. Durante la guerra libica fu prcs. del tribunale mil. di Dcrna, e comandante d i qu ella piazza. Dopo comandò il distretto di M ilano e nel 1913 andò in. P. A. R ich iamato in serv izio nel 1915, passò alla dipendenza dell'Intendenza della II Armata ; dopo il ripiegamento sul Piave presiedette successivamente i tribunali d i guem1. di Torino e d i M ilano ; divenne brigadiere generale n el 19 19,


.FEn

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e, µassato nella r iserva , assunse nel 1923 il grado cli generale cli brigata. Collaborò a varie r iviste militari, a per iod ici e alla « E nciclopedia. 1v1ilita re >) ; insegnò nei collegi m ii. e poi (storia dell'Arte mii.) alla sc.:uola d i Modena. Come ispellore µr ovi11ciaJe del Tiro a segno, istituì fra il J9 J9 e il 1920, ù1 p rov. d i .Ylila.no, i prim i corsi « premilitari ,, . Ft;l'rero Giacinto. Generale, n . e tll. a Torino ( 18621922). Sotto!. d'ar t. nel 1881, passò µoi nel corpo cli S. :.\I... e insegnò organica alla Scuola cli guerra. Colonnello nel 1912, comandò il 4° regg. a lpini. Magg. generale ne l 1915, comandò la briga ta Basilicata con la quale entrò Ìll guerra. Comandò po i le trnppc d i occupazione a Durazzo. Ebbe nel 1916 succ,,ssirnmente ii comando della 23" e de lla 25" divis. e combat tendo a Castelgomber to e sul ]\-!. Zebio venne decorato della croce d'uff. dell'O. 111. S. Ten. generale alla fine <lei 1916, comandò il XVI C. cl' A. e, s istemata la difesa del P iave, fece ritorno Ìll Alban ia; per le operazioni del luglio 1918 ebbe la cr oce di gr. uff. <lell'O . .M. S. Costituitasi l'armata italiana nei 'Balcani, ne ebbe il comando, e<l ebbe successivamente, quello dei C. d'A. d i Trieste (1919), Fircr12e (1920) e Torino ( 1921). Pubblicò: « L'opera dei soldati italiani in Albania dur an te la guerra)).

ì-erret (Colle d·i ) . Passo che mette in comunicaz ione, con una buona carrce:giahi le fino a Sagloan, quindi con una ò iscreta. mu la t tiera fino a l Chalet F. (Svizzera), Courmayeur, in a lt,L val cl' Aosta, a Orsières in valle di Drance (Svizzera). Tale passo ha valore s(mtegico, giaccltè, con quello d i :\1enouve, ad oriente, è sussidiario di quello ciel Gran S. Bernardo, e riello stes.so tempo con quello della ·seigne è sussidia.rio del P iccolo S. Bernarch Ferretti (Frnncesco). Scrittore mii. anconitano del sec. XVI. Capitano, sf distinse ad Albi, in L inguadoca, ed a S. Quintino sotto Emanuele Filiberto. Scrisse, fra l'altro, l'« Osservanzu milita re» (nozioni di arte m ilitare) e « D iporti notturni>, nei quaJi vratta di artiglieria, art e cavalleresca, 1narcie e fortezze.

neralc comandante mil. a Genova e, durante i moti insur-· rczionaii, nella difesa. del palazzo ducale cadde p rigioniero per br eve tempo. L uogotencme e.lei Princ ipe d i Monaco• per alcuni mesi (1855), senatore del Regno nel 1860, nd 1863 andò a r iposo.

Ferretti· Ernesto. Gencrnle del gen io navale, n. a Ferrara nel 1866. Entra to in servizio nel 1890, fu promosso brigadiere generale n el 1919, collocato jn l'. A. nel 1919, pro1uosso 1nagg, generale nella riserva nel 1921, generale vice- isµ~ ore nel 1923, ten. gcuerale nel 1926, collocato a r iposo neÌ\t927. Guad agnò una mcd. d'argento nel terremoto del 1908 e fece le campagne di guerra 1915-1918. Ferretti Jlede,·ico. Generale, n. a Pavone Canavese nel 1872. Sotto(. degli a lµi ni nel 1892, nel 1904 fu dccornto della medagl.ia di bronzo al valor civile. Pa.rtecipò alla guerra libica e ad Assaba ( 1913) ebbe la medaglia di bronw. Nel 1915 fu promosso tenente colonnello per merito <li b'llerra. Comandante il 139" fa.nteria, combattendo sul Carso ( 1916) fu decorato della meda.glia d'argento. Colonnello n el 1917, comandò il 148° reggimento fanteria e poi Iu addetto alt' intendenza genera le. Trasferito nel l919 alla de legazione trasporti d i Bologna, andò poi in P. A. S. Ne l 1925 fu promosso generale di b1·igata in A. R. Q ., e l'anno seguente collocato a. riµoso. Ferretti Lando. Luogotenente generale della M. V. S. )i ,, n. a Pontedera nel 1895. Laurea tosi in lettere, partì subito per il fron te dove raggiungeva, il grado d i capita.no dei milraglieri. Tornato in patria, fu giornalista sportivo; nel movirnento fascista assunse IJOsizionc preminente e fu console e poi console generale della. :Milizia, nonchè Tspettore genera le dei Balilla, laurcando8i nel frattempo anche in legge, e a nelando a dirigere l'Ufficio stampa del Capo del Governo.

Ferretto ( Giuseppe). Ingegnere de lla repubblica di Genova nel secolo XVIII. Costn,ì col Ronco le fortificazioni di S. Mar gherita. Ferri (Ferru.cc,:o). Generale, n . a Pa.dova, m . a Venezia (1857-1927). Sottot. nel 18i6, percorse la carriera nell'arma di fanteria e degli alpini, divenendo nel 1904 colonnello comandan te 1'89° regg. fanteria, col quale si trovò a l\fessina d urante il terremoto mer itando in tale occasione la 1ncd. d'argento d i benernerenza. 1\{agg. generale n el 1910, comandò la brigata Ancona e poi fu in L ibia com battendo contro i Senussi in Cirenaica. Tenente generale nel 1914, comandò la divis ione d i Verona, e po i la 9" div is . In fine del 1915 passò al comando della d ivis. mii. territoriale di Na poli. In P. A. n el 1917, as~unse nella riserva 1922 il grado d i generale cli divisione. 1

.reni Ferruccio

l'Cl'l'C l t i

I.anelo

Fenetti conte Cristoforo. Generale, n. ad Ancona, m . a Tremezzo ( l 784-1869). Cadet to nell'esercito austriaco nel 1799, partecipò a lle campagne con tro la F rancia d al 1801 al 1S07. Passato al serviz io del vicerè d'Ita lia nel 1809, si meritò in guerra la legion d'onore; par tecipò alle campagne del 18 12 e 1813 e<l a queJ!a d 'Illiria del l814. X eJ 1817 ripr ese servizio in Austria ma per f eri te di guerra venne pensiona to. Nel 1848 riprese servizio nel governo provvisorio di Lombardia come colonnello dello S . :i\L divenendo magg. generale n el luglio successivo. Al i1r in cipio del 1849 passò al servizio sardo; fu magg. gc-

Ferri P·ietro. Generale commissario della R. Marina, n. a Solarolo nel 1865, entrato in servizio nel 1887, promosso magg. generale commissario nel 1924, ten. generale ne l 1926. F ece le cam pagne dell'Estremo Oriente, della guerra ita lo- turca e d ella guerra 1915-18; fu giudice effe!tivo presse, il Tribunale Su r:>remo mii. dal 1924 a l 1925 e capo dell'Ispettorato cli Commissaria to nel 1925.

Ferro. l\1inerale molto d iffuso in n atura; il momento in cui l'uomo impa,r ò a ser virsene segna l'inizio della storia e della civ iltà. L'usa.rono gli Etruschi, e i residui di fusione delle loro mù1iere, trat tati coi mezzi della moderna s iderurgia, costituiscono ancora una impor-


tantissima fonte di produzione. ~ell'antichità. si ricorda che i Filistei, soggiogando gli Ebrei, proibirono loro l'arte del F. Celebri nella lavora.zione del 1:. furono poi gli Assir i. espert i nella. fabbricazione delle armi, i Ccl-

ScUTe me1·01•1ng-i,i

fll'ure rl'a rnw rranrlsc(1

tìberi che sotterravano verghe di F. facendole in parte arrugginire quind i ne fabbricavano spade eccellenti, ccc. U lteriori stadi di sviluppo s i sono raggiu nti quando, scoperta la maniera di migliorare le qualità. caratteristi• che del F. o di crearne delle nuove, si imparò a p rodurre la ghisa. e l'acciaio e, finalmente, di quest'ultimo, coi metodi della scut·c modernissima metallurgia, s i perfezioJ1arono le caratteristiche cli tcuacia, d i d u rezza e d i resistenza, coll'aggiunta d i minime quantità. di a ltri metalli, ouenendosi gli acciai al nikel. al cromo, al manganese, al tungsteno, ccc. Qursti acciai speciali hanno •consen tito l,t fabbricazione de lle moderne armi da fuo<:o, capaci di resiste re alle pressioni a lt issime ùei nuov i esplosivi, delle corazze per navi e opere fortificate. Prima che l'industria avesse trovato i modi di fabbricare l'acciaio in gnwdi quantità, i grossi pezzi di fusione era·

708 nelle sale cli scherma odierne. Genericamente poi si mtcnde anche per F . qualunque arma bianca, lunga o corta.

Ferro d'oro e Ferro d'argento (Ordine cavalleresco del). Crc:tto dal d uca Giovann i d i .Bor bone nel 14111, per un' impresa contro l'Inghilterra, nella quale i s uoi ca,·alieri dovevano battersi con speciale ardore. Es.,i portarnno come insegna alla gamba sr. un ferro d'oro pendente eia una catena; i loro scudieri un ferro d'argento. Quest'O rd ine d urò soltanto sino a lla mo rte del duca. Ferro A lfo11so. Chirurgo napoletano vissuto nel Sl!Colo XVI; classica è la sua opera latin:i, pubblicata nel 1552 : « Sul modo d i curare le ferite d'arma da fuoco», col « Corollario sulla p olvere da schioppo e u mi consimili». Ferro Ema1111ele. 1Jedaglia d'oro, n; alla Spezia nel 1886, C3duto nel 1915. Compiuto il scn·izio di leva con la p ropria classe e congedatosi co l grado d i sottot. di complemento, si era impiegato nelle ferrovie. Rich ia , malo alle armi all'atto della mobilitazione per la guerra italo-austriaca, raggiunse presto il grado di capitano nel 21 ° regg. fanteria. Durante un aspro combattimento sulla quota 85 di .:Vlon fa.lconc, avendo assunto il comando d i un bgl, dopo la morte del comandante titolare di esso (maggiore Vezzani, anch'Egli medaglia d'oro) lo condusse impa,·idamentc all'assalto, cadendo ucciso. La motivazione di medaglia d'oro riassume così il bell'episodio: « Con dusse con mag11ifico slanc io ed energia, sotto l'intenso e violento fuoco avversario, e non ostante le ingenti perdite, la sua compagnia all'assalto di una fortissima trincea nemica. Caduto il proprio comandante di battaglione, d iede fu lgido esempio di virtù militari. tra scinan do gli a van zi di più compagnie a lla conq u ista d i successivi trinceramenti. P er un'intera notte, sotto il persistente infuriare dell'artiglieria avversaria, con tenacia indomita, con coraggio leonino, incuorando tutti alla resistcn1~1., respinse gli attacchi nemici, passò al contra ssa lto e ten ne fermo su lla posizione conquistata fìnchè cadde morto su l c,unpo » (Monfalcone, 2 t -22 ottobre 1915).

Lancia 1·01·1,, no in ferro; fra essi le prim itive corazze delle navi, quelle delle cupole corazzate in fortificazione, i grossi cannoni, ecc. Negli attuali proieUi delle art. navali, è in ferro il cappuccio protet to re della durissima ptmta di aéciaio dell'ogiva. All'urto cont ro le pareti <lella corazza, il ferro s i fonde, impcd isc~ che la punta si spezzi e ne rende possibile la penetrazione. Sen.t:i. il F. non sarebbe stata possibile la civiltà moderna; senza il F. non sarebbero sulli possibil i gli attuali progressi nell'armamento degli eserciti e delle flotte. L' uso del F. tende a diffondersi e a generalizzarsi sempre di p iù, in sempre nuoYe applicazioni. Insieme col carbone e col petrolio, costituisce la massima fra le riccl\c1.zc naturali; possedere i territori che ne sono ricchi è elemento fondamenta.le di ricohezza e d i potenza p er le n az ioni. la Italia il F. s i trova nelle Alp i (Val d'Aosta), in Toscana (isola d'Elba) e in Sardegna.

Ferro. Cosi fu anche chiamata tutta la parte metallica clell;t punta del le armi in asta, delta cuspide. E' a nche così chian1a ta là spada o la sciabola, specia lmente

Fc1·ro Emanu()Jc

l'C'l'l'Oll Teon 1O

F errol (El). Città e 1>orto mii. nella Galizia (Spagna), alla foce del Jubia. Carlo III ,·i fece costruire un ottimo a rsenale mii. dell'estensione di circa 10 ettari, cbe ebbe poi tutte le comodità, com1>resi i bacin i gal leggianti. e una dozzina cl i cantieri di costruzione. J .'arsenale è protetto da batterie a mare e da forti a\'anzati. che abbracciano un raggio di parecchi km. El F. Yenne a ttaccata dagli Ingles i nel 1800 ; ma dopo inutili tcntatil'i d'avv icinamen to dovettero r itirarsi. Nove anni più


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FER

tardi il maresc. Soult, strinse la città d'assedio e l'obbligò a capitolare. Ca,p;tolazione cli El Ferrol ( 1809). Appartiene alla campagna in Spagna dell'armata :napoleonica. Presa Corufia, il marésc. Soult diresse su F . parte delle sue truppe. La piazza era bene anna ta ed aveva un rinforzo di Inglesi. l l Soult, spiegate le divis., incominciò ad impadronirsi di qua !che forte sta.ccato. L a popolazione a lla vista cli quell'apparato cli forze e delle prime azion i decise dei Francesi, capì che conveniva cedere, e difatti il 26 si gettarono le basi della capitolazione; nel giorno seguente la divis. l\1crmct, con una brigata di dragoni occupò la piazza. Gli a hitami vennero tutti disarmati e si raccolsero circa 7 .000 fucili, quasi tutti inglesi. Nel porto di F. furono catturati 3 va.scclli da 112 can noni, 2 da 80, 1 da 74, 2 da 64, più 3 fregate, parecchie corve tte, bricks, ed altre navi minori. L'arsenale conteneva pÌù di 1500 cannoni, di calibri diversi, e molte muni?,ioni.

709 chi essa, esplica un servizio d i polizia politica, sempre però nell'ambito ferrovia.r io. L'impiego della l!I[. F. è regola to dal Ministero delle Comunicazioni. Fino a l novembre 1928, unitamente alla Milizia. Portua ria e Postelegrafonica, essa. fu a lle dipendenze del disciolto (< Ispettorato Generale Reparti Speciali». Attualmente (1929) d ipende direttamente da l Comando Gruppo Legioni Ferrovieri, con sede in Roma. Detto

Ferron (T eo_rilo) . Generale e scrittore mil. fra ncese (1830-1894). U fficiale del genio, fu inseb•nan te alla scuola di 1Vfotz, e partecipò a Ila_ guerra di Crimea. Generale d i brigata nel 1882, di <li vis. n el 1886, ministro. della guerrn nel 188i, nel 1889 comandò il 18° C. cl'A. lVfcm bro del consiglio superiore della guerra, ispettore d'armata, fra altro scrisse: << Considerazioni sul sistema d ifensivo de lla Francia.)>; « Considerazioni sul sistema difensivo di Parigi >l; cr Istruzione sommaria s ul combattimen to l>.

Ferroviaria (Milizia). Specializzazione della :I.IìJizia Volon taria per la S icurezza Nazionale, istituita. nel giugno 1923, in seguito allo scioglimento dei nuclei cli Polizia ferroviaria sorti dopo la lVfarcia su Roma ad ini ziativa del Fascismo, per ricondu rre l'ordine e la disciplina nei trasporti. I l- suo personale è tratto da i funzionari ed agen ti dell'amministrazione delle FF. SS., regolarmente inscritti a l P. N . F. e all'Associa zione Ferrovieri Fascisti. Gli clementi che p restano servizio contin uativo sono quind i dista ccati da ll 'azienda ferroviaria a lla Milizia per tutta la durata d i questo spedalc ser-

Unil"ormi el ci m ilit i (li. t'.) 1n scr·v izi o

1enu1a Jnvc rnale

1enll!a e.sliva

Coma.nclo consta oltrechè <lello S ta to :tvfaggiorc di tr e uffici: Segreteria. - Personale - Amministraz ione. Gli appartenenti al la 1\IJ. F. si differenziano dagli al-tri appartenent i alla ) ,I. V. S. :\'. nell'armamento e nella divisa.. Essi sono armali di moschetto e d i pistola;. portano il cappello all'alpina, i gambali neri e la ha:1.11-dolicra d i cuoio; su en trambe la man iche della giubbat

nuota a1a1a (Disl.in tivo ,ti liiia Ferroviari~) viz10, e

vengono conseguentemente restituiti alle loro normali mans ioni non appena ccssa,10 le ragion i del loro im piego nella ·Milizia. Durante questo servizio, che è volontario, camicie nere e ufficia.li continuano a percepire lo stipendio e a godere i d iritti relativi alle mansioni temporaneamente abbandonate nell'amministra zio-

canosquaclra

Ufficiale in servizio

gmnrtè un i.forme

un iforme orcttnari.a

ne ferroviaria .

I compiti della 111. F. sono stati fino dalla. sua costituzione : .P revenzione e repressione degli abusi nei trasporti delle persone e delle cose, sorveglianza al personale, perlustrazione alle linee, ecc. Successivamen te le sono stati affidati il servizio Ji guardia negli scali merci e nei parchi di materiale mobile e quello della scorta ai treni , in sostituzione dei RR. CC. Oltre a tali incari-

la r uota a lata, d 'argento per mili ti e capi-squadra ; d'oro pe r gl i ufficiali; sui polsi (soltanto i m iliti e i capisquadra) gli alamari neri quale distintivo di agen te di polizia giudizia.ria. La M . F . si compone di 14 legioni, corrispondenti ai 13 Compartimen ti ccl alla Delegazior1e Sarda delle FF. SS., in modo che il servizio si svolge con unit.à di in-


d irizzo e nella massima a rmonia. Att ua lmente, (1929) i comandi di coor te sono 43, i comand i di stazione 121 ed i posti fissi 134. G li effettivi delle 14 legioni, J11en trc nel 1924 erano d i circa 18 mila uomini; nel 1928 hanno o ltrepassato i 23 mila. J\1olto è stato fat to p er la cultura; ogn i legione possiede una biblioteca, ed ha costit uito w1a ha.nda J11Usicalc; spesso s i tengono conferenze d'indole tecnica professionale e mora le. Allo sport ~ stato dato un grande implllso. Si sono for mate squadre ciclistiche, crea te sale di scherma e di 1mgilato.

710 raviere Luigi r la tania, v1tt1ma dell'odio comun ista, ha 9 comandi d i stazione e 22 posti fissi.

VlI. Legione Fe,-rm:·iaria, Firenze. Costituita nel giugno 1923, è formata su tre coorti con sede rispettivamente a F irenze, Pisa e L ivorno; ha 9 comandi d i stazione e 1 7 posti fissi. VIII Legion e Ferruuiaria, A1tcona. Costituita nel maggio 1923, è for mata s u tre coorti con sede ad Ancona, Foligno e Pescara; possiede u n corpo mus ica le e u n a biblioteca. Ha organizzato in Ancona una scuola cli 110lizia ferrov ia.ria e scientifica..

IX. Leg,:one Ferrrn,iaria, Roma. -Costilu ita. nel giugno 1923, è formata su qllattro coorti con sede rispetti vamente a Roma, Orte, Sulmona e Cassino; possiede un corpo musicale. X. Legione Ferroviaria (cc Giuseppe C irillo n) Napol·i . Costit uita. nel 1923, e intitolati al nome del primo comandante della legione, invalido d i guerra, 5 volte decoralo al va.lare e morto nel 1924 per mala.ttia contratta su i can1pi cli batta.glia., è formata su tre coorti con sede r ispettivamente a Napoli, Salerno e Beneven to. H a 9 comand i di stazione e 4 posti fissi; possiede una b iblioteca.

XI. L egione FerrO'".;iaria ( << Eu.rico Toti ll) Bari. 'c ostituit,1 nel 1923, fu battezzata col nome del glorioso fante fe rroviere. E' formata su quattro Coor t i. con sede rispettiva.men te a Foggia, Rari, Taran to e Lecce; h.a 6 comand i di stazione e cinque posti fissi ; possiede un corpo musicale.

Uuiro1•m i <l i ufficiali d()lla M. r errovtaria

111tlfo rmc ord ina1·1n

g-rancle tm ifor m,:,

I. L egione Ferrovia,-ia (« Ferrea n) Torino. Costitu ita nel gi ugno 1923, è formata su t re coorti con sede rispettivamente a Torino, 1-Ù essandria e Novara. Ha 9 comandi di stazione e d iversi post i fissi ; possiede corpo m us ical~ ed u na bi blioteca.

uft

XII. Legione F errovio.r-ia, Reggio Calabria. Costituita nel g iugno 192.3, è formata s u tre coorti con sede r ispetlivamente a R eggio Calabria, Ca tanzaro e Cosenza. H a 9 comandi d i staz ione e 5 post i fissi ; possiede un cnrpo musicale e una biblioteca..

IT. L egione Ferrom'.a·ria, Mi/a.no. Costituita nel giugno 1923, ·è formata su t re coo rti di tre centurie ciascuna, con sede r isµe ttiva.mentc ;1 ìVlilano, Gallarate e Bresc ia. H a 9 comandi di s tazione e 21 posti fiss i ; possiede un corpo mus icale e una biblioteca.

II I. Legio·11e Ferroviaria (« Emm,,uele Ferro ll) C eno-.,a. Costitu ita nel giugno 1923, e intitolata a l nome della m ed. d'oro E . Fer ro, è formata su t re coorti con sede risµettivamente a Genova, Savona e >-" ovi. Ha. 5 comandi di stazione e diversi posti fissi; possi~de u n corpo m us icale cd u na biblioteca. IV. L egione Ferroviaria ( cc La S entinella >l) 11er&na. Costituita nel g iugno 192.1, è formata su t re coo rti con sede r ispe ttivamente a Bolzano, Ve rona e Venez ia . H a 10 comandi d i stazione e S posti fissi.

V. L egio11e F err0'"<1iaria ( cc Ugo del F iitme >>) Trieste. Cosdtuita il l8 giugno 1923, è formata su t re co'or ti cd ha giurisdizione sul te rr itorio della: Venezia Giulia e del Friuli. Nel marzo 1927 fu intitola ta a l nome della ca.m icia nera « Ugo ciel Fiume>) alla cu i memoria fu decreta ta. ìa medaglia d'argento al va lor militare perchè caduto nell'inseguimento cl i banditi s lav i autori d i grave rapina. Ha. 11 comandi d i staz ione e 5 post i fissi ; possied e un corpo musica.le ed una biblioteca. VI. Legione F erroviaria («Luigi P/.atania ») Bologna. Costit uita. nel luglio 1923, e i ntitolata a l nome del fer-

~li lizi a Ferrovir1ria - Guardia aua Ji nea

XIII Legi&ne Ferro1.1-iaria << Trinacria >l, Palenno . Costituita nel giugno 1923, è fonna.ta su tre coort i con sede rispet t ivamen te a l',tlermo, Catania e Caltanissetta. Ha 9 comandi cli stazion e e 7 post i fissi. XIV. Legione Ferroviaria '( « G-,,ido Col/u. >)) Cagliari. costitu ita il 1° agosto 1923, fu intitolata al nome di u n ard ito di guerra e ccnturiolle della 176" Legione, « Cacciatori cli Sardegna. >l, morto eroicamente in L i bia . E' fonuata su due coor ti cli due centurie ciascuna, con sede r ispettivamen te a Cagliari e a Sassari. H a S comandi cli s tazione e 3 posti fissi.

Ferrovie. In tutte le epoche storiche, e da tutti

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FER

,grand i condottieri di guerra, si è sempre rivolta cura :speciale a.Ile vie ed a i mezzi di trasporto, più che come strumen ti di J)ace e di civiltà come strumenti di guerra. Ne sono esempi le meravigliose strade mii. costruite da i Romani, che consen tirono alle ferree legioni di spin• _gersi sin nelle p iù lontane regioni; e quelle che il genio di Napoleone divisa.va di costruire per la maggiore mobilit:'t delle sue truppe. Con l'imenzione della F. ed il rapido sviluppo di essa su vasta scala cd in tutti i paesi civili, un fattorç: nuovo v eniva ad introdursi nell'arte mii. : la strada ferrata, che nel secolo scorso p rodusse la. più profonda ri,·oluzione economica. nella vita dei popoli e nella società moderna. rappresenta. il mezzo più potente dei traspo-r ti e delle comun icazioni terrestri, venendo nel campo mii. a variare grandemente i lim iti della potenza materia.le degli eserciti. ~ ei riguardi m ii. pertanto la funzione delle F. riveste carattere della maggiore imJ)ortanza. Basta pensare ai trasporti a grande distanza, ,che nessun altro mezzo, quello automobilistico comp1·eso, può effettua.re con le stesse caratteristiche di sicu rezza, rapidità e comodità della ferrovia. L'ultima grande guerra ha. notevolmente amplia ta la funzione dei trasporti ferroviari mii., in quanto a quella. logistica. s i è aggiunta un'altra di grande portata, quella cioè di strumento strategico. Sotto l'aspetto logistico la F . consente di far giungere ai combattenti tutto quan-

711 viti:. continua cui fu lq,,ata la vita dei combattenti. La deficienza. delle risorse nàzionali, e la non sempre pronta d isponibilità delle merci che potevano essere impor• tate, resero infatt i quasi giornaliera la. funzione perequatrice delle F ., in quanto, col prolungarsi della lotta, non fu mai possibile costituii'e nelle immediate vicinanze d elle truµpe operanti adeguale scorte di generi e di materiali.

Per il trasporto degli uomini, in passato la funzione della F . era limitata - sia pure con risulta to di grande efficacia - ,ti movimenti della. mobilitazione e della ra- , dunata delle truppe. Per citare alcuni esempi, ricordia· mo che per F. fu eseguita in parte la. radunata dei tre eserciti belligeranti n ella campagna di ,,'1.lerra del 1859, in quella del 1866 sui teatri di operazione d'Italia e di Boemia, ed in quella del 1870 nel territorio franco-prussiano. L e opcraàoni della mobilitazione e della radunata trassero notevolissimo vantaggio dall'impiego delle F. in quanto esse rendevano possibile portare alla frontiera in breve tempo le forze mobilitate anche d a regioni !on.tane. ~ella grande guerra, per i movimen ti cli radunata delle truppe dei vari paesi belligeranti, nel 1914 furono trasporta.ti non meno d i 11 milioni di uomini; per le operazioni della nostra radunata occorsero 7 .000 treni. ~ ell' ultima grande guerra anche i trasporti ferroviari furono il principale mezzo per dare esecuzione ai disegni strategici: la così eletta. manovra strategica, col relativo spostamento rapido di masse ingenti di armati e materiali, ha trovato nella F. il mezzo ind ispensabile per la su a effettuazione. Ai periodi di operazioni in grande stile ha coinciso sempre l'intensitit dei movimenti ferroviari. DattL la grande importanza della F. e l'esperienza della. guerra sono da tenere in gran con to gli stu di e le predisposizioni delle reti ferroviarie mii., della raziona ìizzazione della. costruzione dei materiali ferroviari, cd in genere lo sviluppo e la potenzialità delle F . E' da te· ner presente, a. tale riguardo, ohe se in tempo di pace ogni progresso tecnico consente un maggior rendimento economico del traffico, in caso cli guerra esso assicura una ma ggiore po tenzialità mii. Gli studi debbono riflettere in ispecial 1nodo l organ izzazione e l'esercizio dei treni per i trasporti cli materiali, il funzionamento delle stazioni, specie d i smistamento, la potenzia lità e la vulnerabili_tà delle linee pi,, importanti, ccc. Da noi assume grande importa nza, anche sotto l'aspetto mii., la questione della. elettrificazione delle fe rrovie. Col dive· nirc clcHa. nuova arma aerea , l'eventualità delle distruzioni ferrovia.rie, specie nei punti più vitali clell'organisnio ferroviario, deve entrare nel campo delle prevedibili possibilità p iù di quanto non lo sia stato in pas-. ~ato: la trazione elettrica, che pur p resenta non dubbi rnntaggi, non potrebbe per tal riguardo sostituire completamente quella a vapore, meno vu lnerabile sebbene per noi più onerosa per la necessità dell' importazione del carbone. 1

l3lnari{l speci ale <li t iro p er batte/rie pcsanli

to occorre per farli muovere, combattere e vivere, d a.gli ·sva ria ti centri di produzione e d i raccolla dell'interno del Paese o d ai porti di sbar<:o per le merci provenient i <lai· l'estero, con 11otevolc riduzione dei centr i di deposito in prossim ità delle truppe operanti. Da ciò consegue poi ·una notevole economia di organi e mezzi e la possibilità dell'impiego oculato e perequ ato delle risorse del Paese, rla r ipartire fra i combattenti e la µc;polazione civile. U no Sf,'1.la.rdo a lla complessità e gr andiosità dei b isogni ,di u n esercito di mole come quelli de ll'epoca nostra mostrerebbe l' importanza vitale riservata alle F. a tal ri-guarclo, e ben può affermars i che la funzione logistica <iellc strade ferrate d urante la grande guerra ebbe atti-

Ferrovieri. F aJmo parte dell'arma del gen io, e sono riuniti in un regg. con sede a T orino, e con alcune unità distaccate. La specia.lità F. ha tutti i mezzi occorrenti per riattare e costruire tronchi ferroviari, piani carica.tori scomponibili e ponti per ferrovia , e per provvedere a.l prolungamento d i tronchi ferroviari normali co11 la costruzione dei tronchi a scar tamento ridot to cd al loro


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FER

eserc1z10. Ogni cp. F. ha una sezione di parco d i compagnia su tre vagoni ferroviari ed una sezione d i parco di compagnia su tre vagoni ferroviari cd una, sezione di parco plotone per ciascuno dei quattro plotoni di la.voro. Ogni sezione di parco ha attrezzi e materiali varl per i compiti specifici cui deve a ttendere. A ciascuna cp. sono poi assegnati, a seconda delle necessità, ma teriali per ponti metallici, per piani ca, icatori scomponibili, mezzi cli illuminazione, argani, ecc. Il mater iale eia ponte in dotazione a l regg. Genio Ferrovieri : ferrovieri è costituito Fregio in rne111110 pCl' elmet ti dai vonti t ip<' Kohn (dell'ex esercito austria.co), del tipo Both-Waagner, cd a travi hunina te. Per l'istruzione, i F. provvedono, sin dal tempo d i pace, all'esercizio del tratto di linea ).forano-J\falles e di quello Ch ivasso-Aosta. S ino a l 18ì3 i ferrovieri fecero parte dei due rcgg. zappatori ,,ella misura di due cp. per regg. Nel 1884, costituiti in brigata, furono assegnati al 3° regg. genio) unitamente ad una brigata telegrafisti ed una zappatori. Nel 189S la. brigata F. fu 1·csa autonoma e costitu ita di due cp. d i esercizio e quattro di lavoro. Con decreto min isteria le del 22 ottobre 1902, l'organico fu così mo-

Costruzio:1e d i bi11arto masclierato

clifieato: S. i\tf., 6 cp. F ., 1 sezione per eseroizio linoa. Le cp. furono divise in due gruppi. );°eJ 1910 la brigala fu trasformata in regg., la cui costituzione fu : S. M. ·e deposito con sede a Torino; I bgl. ( 4 compagnie) con sede a Torino; II bgl. (2 compagnie) con sede a Roma; bgl. automobilisti con sede a Torino; sezione di eser-' cizio linea, pure con sede a Torino. Nel 1921 il regg, F. ebbe l bgl. a Torino ecl uno a Roma, ed una sezione di . esercizio a Torino per la linea Chivasso- Aosta.. Da quest'ultima iormazione e dislocazione passò, con l'ordina-

r

712 men to del 1926, a lla costituzion~ e dislocazione già dette. Durante la guerra italo-austriaca i F . esegu irono riattamenti cli lince, costruzione di tronchi a scartamento ridotto, ponti per ferrovia, pian i caricatori, ecc. Esercirono anche numerose linee a sca,·tamento r idotto. La iorn opera fu di somma uti lità.

Un Corso Ferroviario di stazùme è isti tuito in qua t-

tro località sedi di commissioni mi i. cli linea (Torino,

Venezia, Ancona, Napoli). Vi prendono parte uffi-ciali inferiori in S. P. E.; il corso ha la durata di quasi due mesi cd è in parle tecnico e in parte pratico.

vara,nen 10 cli pon t<J ferrov iario Militarizzazi0tie dei ferrovier-i c-im:Zi. In tempo di guerra, possono essere 1J1ilitarizzati funzionari e agenti de lle F cnovie statali e privale, d ispensat i temporaneamente dalla. chiamata a lle armi, ovvero, se chhmati, dich iarati indispensabili e insostituibili. In tal caso, essi rimangono a p restare servizio p resso l'amministrazione dalla qua.le dipendono, vengono muniti cli distintivo apposito, e sono considerati come m ilitari, pure rimanendo gerarchicamen te e amministrativamente nella si tuazione in cui erano prima, ast raendo eia] gr ado militare che assumerebbero se dovessero entrare nelle forze armate. - Qualche volta, es. nel 1904, la militarizzazione dei P. è avvenuta per ragioni d i ordine pubblico, allo scopo di evitare e ostacola re lo sciopero degli addetti alle ferrovie.

Ferrucci (Francesco). Capitano, n. a Firenze, 111. a Gavinana ( 1489-1530). Nel 152 7 prese p4rte alla spedizione del Lautrec nel Regno d i Napoli, donde ritornò con Le milizie guidale da ).falatesta Baglioni, per comba ttere contro gli Imperia.li; difese Empoli dove era còmmissat·io pe\. Firenze, e prese Volterra. Chiamato al soccorso di Firenze assediata, si scontrò a Gavina na con gli Imperia li,· che per sette volte furono respinti perdendo il loro comandan te principe d'Orange, ma che a lfine vinsero per il numero soverchiante. Ii Ferruccio cadde colp ito a, morte e fu finito da una. pugnalata d i 11-Iaramaldo. Ferr-ucci Paolo. Generale, n. a Fircuze nel 1855. Sottotenente nei bersaglieri 11cl 1877, frequentò la scuola di guerra,; colonnello nel 1904, coma,1dò il 69° regg. fanteria e poi il distretto mii_ cli Bologna. Tn I'. A. nel 191."l e magg. generale nel 1914 venne r ichiamato dura nte la guerra . Nella l·isct"va ebi:Jc nel 1923 il gr·ado di generale di divisione.

Fert. Sigla sabauda che orna il Collare d ella SS. Annunziata. :Molte sono sta.te le interpre tazioni ·date a


FER

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que~ta sigla, e la p iù accreditata er a quella cbe attribuiva le quattro lettere a l motto <e Foni tudo Ej us Rho<lum Tenuit >). lv!a siccome l'Ordine è stato crea to da Amedeo VI i n memorifc d i Amedeo V, (1310), e Rodi fu allora presa dai Saraceni, l'interpretazione non è accet tabile. E d'altronde, in antiche monete sabaude, del 1188 e de l I 263, si trova già conia ta la parola « Fert ». Così varie altre interp retazioni sono state date come << Frap pez, Entrez, R ompez, Tout J) nonchè : Foedere Et Rel igione Tenetur », ecc. }fa la spiegazione più semplice, e che sembra la, più veritiera, sarebbe che il F., posto fra i nodi d'amore del collaJ·e, ind iclù solo il verbo latino « Ferere >> por tare, riferentesi a ll'ingi unzione di porta~e attorno a l collo quel collare s imbolico-.

Feruglio (Manlio) . Yiedaglia d'oro, n. a Preganziol nel 1892, caduto nel 1917. Commerciante d i professione, accor se dall'estero, ove s i trovava, per a.rruolarsi )1ell'eserc ito, all'atto della dichiarazione di guerra ali' Austria. Semplice soldato ncll'8° regg. alpini, dopo aver frequentato un corso al lievi ufficia li fu nominato sotto!. nel 6° a lpini. F in dai prim i mesi d i guerra guadagnò una. mcd. di bronzo a l Passo di CLi..nque C roci ed un encom io solenne, e r ipor tò una grave ferita . Promosso successivamente ten . e capitano, passò da.I 6° al 2° alp,ini, e poi, infine, al 7°. AJ comando di una cp. del bgl. :Monte Pavione ca.dde, valorosa.mente combattendo, durnnte l'epica difesa del Grappa nel dicembre 1917. La motivazione di medaglia. d'oro, cosl s i esprime: << Fulgido esempio di eccelse virtù militari, durante vari violenti a ttacchi n emici, ritto sui ruderi della trincea d istru tta dai bombardamenti avversari, sempre primo fra lutti ove p iù gra.ve era. il pericolo, seppe infond er e nella propria compagnia la ferrea. volontà di non cedere, non ostante le ingen ti perdite. Feri to una pr ima volta egli stesso alla testa., non desisteva. dal combattere, respingendo valorosamente e tenacemente, coi pochi superstiti, i reiterati attacchi d i forze soverchianti nem iche, finchè una scheggia. di granata a l petto ne tron cava la nobile esistenza» (Val Calcino 11-12 dicem bre 1917). Fesso. Voce scherzosa del gergo mili tare, per indicare il semp licione che accetta tutti gli incarichi, si sabba.rea. a. tutte le fatiche, non p rotesta se r improvera to a torto o se si r ichi,;clono da lu i prestazioni superior i agl i a lti·i. Durante l'ultima. guerrn fu usa ta in senso disfa ttistico dagli im boscati, che dicevano F. coloro che com-

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FES

pivano il pr oprio dovere a lla fronte. In senso più ristretto, erano chiamati F. coloro che com pi vano il proprio dovere, dai f annulloni che cercavano con ogni modo di esimersen e. F ra gli ufficia.li s i dissero F . - sempre nel gergo mii. d isfattistico co loro che rimaneva.no costantemente alle truppe, comp iendo tutt i i servizi di guarnigione, spostamenti, ecc., in contrapposto ai Fissi, che riuscivano a rendersi inamovibili negli uffici, in incarichi speciali particolarmente comod i, ccc.

Festa (lVIon~e). Altura di rn. 1037, sull'alta valle del Tagl iamento, p resso la confluenza del Fella e del But. Vi fu eretto un for te di sbarra mento, che faceva parte del sistema difensivo della. frontiera orientale. Costruito tutto in caverna e armalo d i pezzi da 149 mm., era. stato disaJ·mato du rante la. prima. fase del la guerra contro l' Austria ( 1915) perchè i suoi cannoni, nella deficienza di artiglierie di _m edio calibro dell'epoca, dovevano servire alle t rnppe in linea. Parte dell'armamento poi era stato ricostituito, e s ulla fine cli ottobre del 191'7 vi s i trova.vano due btr. d a 149 e una sezione antiaerea. Il 24 ottobre il capitano · R iccardo W inderling, dell'8° regg. a r t., ebbe ordine dal comando della zona Carnia di mettere il forte in istato di difesa. Erano col comandan te i tenen ti Cm berto Tornei, Icilio Fallelli, Alfredo Ferra ri, Sergio l>arad iso, .i\far iò ,Cava llin i e Amedeo::\'[ingard~ con circa 250 uomini d ella te rritoriale. Il 27 giunse l'ordine d i re_sister e ad oltranza, per coprire il r ipiega.mento delle ·trup pe della zona . Col rip iegamento del XII C. d' A., il forte' si venne a trovare completamente isolato. :'.1,fent re le t ruppe si ritira vano, il caµ itaJ10 W inderling, con tir i bene aggiusta ti, batteva e danneggiaYa le ferrovie Udine-Pontebba e Stazione per la Carnia-Villa. Santina; e distruggeva una passerella sul F ella, che il nemico aveva costruito per sostituire il pon te che era stato distrutto. La. mattina del 6 novembre quando il forte, bombardato da obici da 105 e d agli acropla.n i, era agli estremi, si J)rcscntarono d ue parlamentari per impo rre la resa eia parte del comando della 10' annata austr iaca ; il comand ante, fattili bendare, li animise uel forte e dopo ~verli fatti abbondantemen te rifocillare, per dimostrare che nella p iazza i viveri erano a bbondan ti, rispose negativamen te. :Ma. se.arse orma;. erano le munizioni, insufficienti i vive ri, im possibile la resistenza. D istrutti i docunfrnti r ise rvati, predisposte le cariche per fue scoppiare i cannoni, i l 18 le artiglierie e rano inuti lizza te t subito <lopo gli uomini validi abbanI

fl:illcria da 149 G. s ulla vetta dcJ• ., ron te Festa


F1~s

,donavano il forte in poco più di un centinaio. Circondali da l nemico, furono presi prigionieri. Sfuggirono i l ,comandante, il tenente Tomci, un marescia llo e 3 sol·clati che, trnvestiti eia contadini, cercarono cl i raggiun_gere le nostre linee; dopo lungo vagare, il 1S dicembre, a nch'essi furono presi. Al capitano, come di fensore di Monte Festa, gli Austriaci resero gli onori m ilitari e ,concesscrn di portare la sciabola anche in prigionia, L 'eroica difesa di 1-fonte Festa ha avuto l'onore di essere r icorcla.ta in modo brillante dal bollettino austriaco del giÒrno 8 novembre l9 J 7. Il comunicato ufficiale d iceva : « A sud di Tolmezzo, cl ictro alta nostra fronte, un valoroso manipolo di ita liani, appoggiati dalla fort ifica.zionc di lVIon te Festa po tè maJ1tenersi per diversi g iorni cli seguito con tro gli attacchi acce rchianti delle nostre t ruppe di montagna e d i cacciatori ger manici. Appena. l'altro ieri i ca.n noni ita liani cessarono il fuoco. Ieri il nem ico, isola.to completamen te, Ieee salta re le .fortificazion i. [ s uoi te1llativi di liberarsi dalla stret toia falli-J'ono ».

dovi convergere la gioventù e mantenendo in essa viva la poes ia del mare nella forma più utile ad un sano sviluppo fisico e morale. La F. del M . si celebra i l 10 giugno; il suo programma comp rende gaJ·e di n uoto maschili e femminili, regale a vela ed a remi e s i ch iude norma lmente con concorsi di imbarcazioni illumi_nate, concer(i e f uoch i a r tificiali.

Festa Riccardo. Generale, n, nel 1857. Sot tol. nel 1879, percorse la carriera in artiglieria divenendo colonnello comandan te il 4° regg. da costa nel 1913. In P. A. nel 1915, fu promosso magg. genera le nel 1917. Nella riserva ebbe il grado di generale d i cl ivis. nel J923.

Festubert. Col nome di « bat taglia cl i Fcstubcrl >l gli scrit tor i d i storia pol itico- militare francesi, cd an--0

taires \ <3-.

s.

d·Arrri Fe ,·uµ-lio ~-lan lio

ata

Fes ta fiiccardo

Festa del Ma-re. E' stata islituita d opo la grande/ guerra dalla Lega Navale Italiana, allo scopo di commemorare con degne ma nifestazioni di carattere marinaro, lo anniversario delht vit toria di l' rcmuda (10 giugno 1918) riportata da.Ila nostra J\1arin a da guerra. Essa viene celebrata d a tutti i centri d i r appresen tanza dcli' Associa zione in Italia cd a ll'Estero. Ha carattere prevalentemente sportivo, ma è in massima intesa a rendere omaggio aJie unità dell'Arn1aia Navale presenti nello specchio acqu eo dove si celebra, Questa consuetudine si propone d i richiamare a l mare l'attenzione e l'interessamento della nazione e di dare csempre maggiore impu lso a i ludi sportivi nautici, faccn -

cor più quelli inglesi, designano le azioni belliche che le truppe inglesi operant i in Francia svolsero dal 9 al


25 1naggio 191 5, a sostegno dell'offen siva francese, che,

ncJ!a primavera di detto anno, det te luogo alla 2• ba tbattaglia dell'Artois (V.). Anzi le azioni svolte dagli I nglesi rappresentano gli avvenimenti di detta 2° battaglia dclL\rtois a l suo estremo nord. L,c l ' armata inglese (Douglas Ha ig) fu quella che sostenne questa battaglia cli P., operando col IV C. d'A. su Fromelles e col I C. cl'A. delle truppe d'India al nord di G ivcnchy. 1 combattimenti, cbe 11e derivarono, ebbe ro la soli ta caratteristica della guerra di posizione : il len.to e gravoso progredire attraverso il terreno preparato a difesa. dal nemico; sì che, quando la. grande battaglia dell'Artois ,ehbe a. cessare il 23 111aggio gl'Inglesi s i trovarono ad 1

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Fcu

semp lici uomini d'arme. I popoli v inti erano considerati come l'ultimo gradino della scala . Però gli abitanti delle città erano in cond izioni m igliori dei contadini, giacchè conservavano una certa libertà, e la sicurezza

della vita, ignota a quelli del contado. I dominatori difatti avevano interesse a lasciar tranquilli i cittad ini, perchè non solo essi mante11cva.no in vita le industrie necessarie alla guerra, ma, d a.ta la scarsa abilità dei barbari nella poliorcetica, temevano che essi, maestri in quest'arte, o resistessero, o s i rifiutassero di p restar mano alla organizzazione: difensiva dei rispetti,·i cas tel li e manieri. Intermedio - fra vi11citori e vinti - stava il clero, reclutato fra le due categorie est reme, e che, va-

aver guadagnato soltanto poco p iù cli 600 metri d i terreno in profonrlità, s u una fron te di S-6 km . ed ad aver -catturato solta-11 to 785 prigionieri a l nemico.

Feudalismo (dal lat. feodnm o dal tee!. feodum, proprietà data a titolo cl i soldo o cli compenso). Tipica sistema zione sociale del lVIcdiocvo, con carattere politicomilil'are, c he su.I la fine del secolo IX aveva già reso ercàitarie le p roprietà conferite, a titolo di beneficio, JJer servig i armati prestati dai feudata ri al monarca. Dopo il periodo delle invasioni ed il consegu ente crollo dell' impe ro d'occiden te, i popoli invasori, combattendo fra di loro, trovarono la ne(:essità cli fissarsi in un d a to territorio, e di ch iudere le porte agli ahri barbari. Ne derivò una serie cli nuove concessioni ai m igliori capi, che organizzatisi militarmente nei s ingoli territori ottenuti, costitu irono tanti p icco li stalcrelli, indipendenti ta lvolta dalla stessa autorità del monarca. Le caratteristiche del periodo del F., che va cla ll'S00 a l 1100, ossia dall'epoca -dei Franchi condotti da Carlo Magno, a que lla de i Co-

~li lizie F r,urlall

muni si riassumono i11 brevi cenni. I conquistatori più 1

ricch i e potenti avevano organizza to bande a rmate, d i segu aci a.lleva ti nell'eserciz io (]uoti<liano del le a rm i e del cava llo, e man ten uti fede li a i cap i con p remi e ri.compensc in danaro ed in terreni. l i capo dello Sta to -era il re; ma la sua autorità. e potenza era limi lata dal suo valore pe rsonale e dal numero e p oten za degli armati dipen denti di1·ettam ente da lu i. La classe dei conquistatori, costituente l'aristocrazia, era ripartita in diversi strati, con un ordi ne gerarch ico, simile a quello <lei gradi mii. negli eserciti, D a l sovrano d ipendevano d irettamente i capi pr incipali, vassalli, dai qua.li dipend evano vassalli minori, che a loro volta comandavano i

Milizie reud,rn )endosi delle sue p rerogative, sapeva destreggiarsi nel1

ra.ppoggia,~ Or !)uno or l altro, traendone vantaggio.

Cc-~dcgucnza del P., società nella q uale erano in giuoco amb izioni ed interessi personali, f u un contin uo stato di guerra; o si trattava di conquistare o r idurre popolazioni confinan ti ancora libere e recalcitranti alla sottomissione; o di lotte tra vassalli; di guerre del mona rca per r idurre all'obbedienza città. o s ignori. Fra tali guerre del F., la pii1 lunga fu quella fra Capetingi e P lantageneti in glesi, per la supremazia e possesso della Francia occidentale. Non meno importanti flu·ono quella degli imperatori d i Germania per affermare il loro dominio ir, Italia, quelht dei Bizantini per contendere i loro possessi ai Barbari, la guerra cli r iconqu ista della S pagna ai ).for i, le Crociate. L 'organizzazione degli eserciti feudali aveva qualche cosa cli pa rticola re. In caso d i mobilitazione, il re arma.va i s uoi u ornin i d;-an11c, e contcn1poranemnente f aceva appello ai vassalli, obhligati per patto al serv izio militare. L 'obbligo derivava dalla i nvestitura del feudo. I vassél.lli g iungevano sul sito d i adunata coi loro d ipendenti, armati più o meno completamente. EraJ10 con loro anche masnade di fanti e contadini, male a rmati, e d estinali per lo più a servizi logistici, a far lavori in terra e talvol ta ad esplorazioni. Le fante rie cittadine raramente facevano servizi d i campagna, ed erano invece adoperate a difesa d elle mura. Ern il momento della preva lenza della cavalleria, costituita d a ll'~istocrazia, sulle fanterie formate dalla classe borghese o rurale. Queste ultime erano truppe quasi improvvisa te, con armi offensive di cui poco sapevano !;Crvirs i ; mentre la prima era addestrata a lle anni diiensive ed offensive e ad adopera re il cava llo nel combattimento, sia in gruppo ohe individualmente, portan do .la strage fra gli inesperti pedon i. Il sovrano d i so!ito fissava il s ito di adunata e


provvedeva a i mezzi di vettovagliamento, a lmeno •per i primi giorni. Difficile era tra questa gen te così diversa <li con<l izione e di educazione stabilire un ordine di marcia cd 11n p iano d i guerra. Di ciò si occupavano i marescialli d i battaglia, ed i conestabili. La cavalleria era per lo più composta di drappelli autonomi, aiutati ne i servizi più umili da fant i. :Nessuna truppa tuttavia ,weva carattere permanente, all'infuori delle guardie personali del sovrano e dei vassalli principali, e quelle dei castell i, quali p iccole gua rn igioni. Ogni paese aveva naturalmente caratteristiche mi!. diverse, a seconda della posizione geografica e topografica peculiare, ed a seconda anche delle istituzioni politiche locali. Difatti. in Francia ed in Ingh ilterra, dove per quamo la cavalleria del F . fosse in pieno fiore, pure i fanti non erano stat i completamente spo~sessati, ed erano rimasti il nerbo principa le della nazione. Nella Sviz?.era le fanterie avevano conse rvato la loro potcnz.ialità, mentre invece la cavalleria non trovava grande impiego data la condizione diffic ile del terreno. E la lunga lotta contro i duchi d'Austria aveva agguerrito la resistente popolazione montanara alle piì1 aspre fatiche cl i guerra. così da. ottenere il sopravvento sulle truppe a cavallo ed a piedi della mo narchia d' Absburgo. :-Selle F iandre, il terreno, rotto d a canali e fiumi, i n. gran parte acquitr inoso, la cavalleria non aveva troyato pratico imp iego; e, quantunque Fi-ancia ed Inghilterra fossero i n possesso degli sbocchi dei • fiumi, le miliiie comuna li, che necessariamente erano di sola fanteria, organizzata per rione e mestiere, si abi tuarono a combattere contro cavalieri in terren.i. piatti, con ordini a massa, con sc!l·e di picche, contro Je quali si andavano ad infrangere le cariche di ca.valleria. Però, data la durezza della v ita cli guerra in quei terreni, le fanterie Ji. de lle F iandre non poteva110 resistere a lun~ go, e compiuto lo sforzo necessa..rio a controb,tttcrc il nemico, le milizie ci( tadine rientra.va.no alle loro case, sciogliendosi da ogni vin.colo militare. Nell'Europa orientale (Polonia., Lituania., Ungheria) dove il cavallo era il compagno naturale dell'uomo, predom ina. nelle milizie F . la cavalle ria, però con caratteri diversi d a.Ila cavalleria. dell'occidente. Giaccl1ì;, ;:;;entre la seconda combatte a len té' a11dature, compatta e cat.afratta, l'orientale, spaziando attraverso grandi pianure, combatte sfruttando la velocità del cavallo, ed a stormi. Nella Spag11a de milizie F ., costrette a combaltere con tro le agili cavallerie leggere elci llfori, sono costituite generalmente da fanterie, forti ccl agili, e i cavalieri spagnuoli n on disclcgnaHo di battersi a piedi, anche contro i cavalieri avversa.ri. In I talia la cavalle1:ia <lei F . ebbe scarso sviluppo. L e città, come succedeva. in F iandra, cominciarono presto ad a,;ere il sopravvento sul conta<.lo e sui castellani, e a poco a poco sottomisero la nobiltà, obbligandola a vivere in città, e sterm inando con reiterate spedizioni armale i feudatari che si erano d imostra li ribelli:'Poi le contese annate avvennero tra comu ne e comune, e le milizie p redominanti erano fanti. I comandanti erano elett i da lle comunità, fra i più dist inti cittadini, e solo eccezionahncnte si ricorreva ·a qualche noto capitano, appartenente a lla categoria dei nobili, o dei ca pita.ni di vc,1l w-a, il qua le conduceva scco dal con tado i suoi uom ini a cavallo. Incominciarono a formarsi le 'truppe profession ali, e gli ordini cavallereschi religiosi, quando i confini clclla cristiani tà vennero minacciati dalle orde. musulmane. 'Si fondarono i principati

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franchi in Oriente, con presidi stabili, e Lrnµpe speciali (Templari, Spedalieri, Cavalieri d i Rodi, Cala trava., Alcantara, Teutonici, Portaspadc, ecc.). Tali Ordini erano: tutt i composti cli Cavalieri ( novizi, serventi, cd assoldati) mantenuti dai redditi di beni stabili (Feudi), e con.tributi d ella cristianità. Questi Ordini salirono spesso, a tale potenza da preoccupa.re gli stessi monarchi. Ne venne la conseguente soppressione parziale, mentre d'altri si misero alla testa i sovrani. A! la fine d el ~'ledio evo, un nuovo e non egualmente nobile tipo cli milizia del F. s i venne formando ed ebbe· carattere del tutto professionale. Durante la guerra. dei Cento Anni tr:i. Fran-cia ccl Ingh il tena, e quella di Germania tra casa di Svcvia ed Absburgo, molti uomini d'armc e nobili rovinati dalle guerre continue, s i unirono in- bande arma te sceglie·ndosi un capo, e costituirono le compagnie di ventura. II F . entra cosi in una nuova fase, che è quella dclk truppe mercenarie, ccl in sostanza si sostiene Guerriero gia1)ponese non più col valore del perioclo reud,,le persona.le dei propri esponenti diretti, ma col danaro pagato alle compagn ie prezzolate. Ciò determina la decadenza mii. dei feudatari, come già. le truppe mercenarie avevano determinato la decadenza di Roma. Anche nell'Estremo Orien te s i diffuse un'organizza.zic>ne politico- mii. a tipo feudale. In Cina d ifatti, il territorio dello Stato era ripartito fra otto af1ìttu ari, che costituivano i grandi vassalli dell<l. monarchia. La. d inast ia dei Ciu, sempre p iù sminuita dall'ingr.indirsi dei suoi vassa.lli. che per vastità. d i terreni e per potenza. mil. paralizzavano l'azione dei sovrano, si trovò spogliata pers ino dei diritti riservati alla corona. Ne! secolo X g ià continue guerre infestavano il tenitorio ciel grande regno, e gli. eserciti dei feudatari vivevano d i razzi e, di saccheggj, d i taglie ed in1posizioni d~ogni genere; i pro-

ven ti della ' terra non servivano che a copri re le spese della guerra. Solo nel secolo XVI incomiriciò un'èm di riord ina mento dello Stato, dopo il lungo periodo d'ana.rchia s usseguito al F . In G iappone pure, ftno dal 1 185, s'andò diffondendo l'organizzazione dello Stato feuda le, collo sviluppo dei principi i ndipendenti (daimios), e de: gli ordini re li gioso-militari. D i fron te a lla casa imperiale sorsero con le loro truppe diversi feudatari, e le 66 ,1rovincie nelle qualt era diviso allora l'impero, vennero distribuite ai vassalli, tratti in grn.n parte da i generali. II F. da gncll'cpoca durò in G iappone per ben 5 secoli, giacchè solo nel 1600 il 1,istabilimento dell'autoriti, dello Stato fu possibile sotto la direzione del :Noburnaga., e specia lmente di Hideyosci, che dal 1573 a.I 1600 riuscì a domare i àaimios. Dopo la. mor te del grande capitano, scoppiarono nuove insurrezioni dei da imios, che speravano scuo tere ancora il giogo imposto dal potere centra le dello Stato, ma furono nuovamente vinti e domati. da J eyasu. Anche in T urch ia. il F . portò la sua


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La fabbrica d'armi di Fez cbe ru dlrClla dal col. Italiano Eugenio Ferrara

influenza specie nell'esercito, particol:trmcnte dopo i -contat ti avut i colle mi!i?.ie dei Crocia li. Si venne creando una categoria privilegiata d i comandanti, sia di reparti monlati come di fa11terie, che venivano in possesso di una specie di investitura mii. la quale da,•a diritto non solo ad un feudo in terreno, 111a anche ad una mercede qu otidiana. Strano poi il fatto che, siccome tan to i comandanti cli questi reparti come i gregari cominciarono ad accampa.re sempre più forti pretese, il Sultano pensò di sostituirli con Cristiani gi/\ a.,·vezzi alle trnppc del F. E, pe r im•oglio.rli ad accettare, fece balenare loro una rapida carrìcm tenendoli direttamente ai propri scn•izi. I corpi così formati ebbero carattere sem i-religioso, cd era.no simili agli ordini ca,•allereschi cristiani. Di questo tipo era110 i giannizzeri. La cavalleria aveva invece truppe scelte, quasi completamen te assoldate, incaricate d i servizi di fiducia, r iunite in. reparti d i -1 sqdr. forti dapprima di 2-100 cavalli, saliti col tempo fino a 16,000. Fino al 1358 il sultano :)furad do,·ette combattere con tutto l'esercito disponibile i numerosi s ignorotti della penisola. balcanica, i quali ero.no anche in continu a lotta · fra cl i loro.

Feuquìères (.l 11tonio Dc Pas 11,orchese di). (16481711). Luogotcn. genernle negli eserciti francesi. Fu r,ovcrnatore di Pinerolo n el 1691. Sono inte ressanti le r.ue « !Yiemorie mili l:tri » pubblicn tc nel 17:l7, pe r ']t1an to esse dicono circa le isti1uzioni militari francesi del principio de! scc. X\1111.

Février ( Vittorio). Generale francese, n. nel 1823. Ca pi tane degli ?-\la vi, ntì 1855 fu ferito in Crimea. '.\'"cl 1859 combatti, in Italia e s i srgn alò a Solferino. P artecipò alla guerra del 1870-71 e fu gravemente ferito sotto :)fetz: l'anno seguente era generale di brigata, di divis. nel 1878 comandò i! 15° e poi il 6" C. d'.\. ; fu anche membro del Consiglio supc rion; di guerra, Andò a riposo nel 1888. Fcvrier Carlo (1854- 1925). Generale medico francese. Nel 1881 partecipò alla canipagna di Tunisi. Direttore generale del serviiio sanitario, nel 1907 riformò i regolamenti su l SCl'vizio san itario in campagna, spec ialmente

nei servizi di prima linea. Dura.nte la guerra mondiale ebbe funzioni ispett ive, e nel 1919 fu messo a riposo. Fra i prim i sostenne la collaborazione fra i medici civili e quelli militari, facilitando a quésti ultimi la possibilità di essere nominati professori o aggiunti alle facoltà di medicina.

Fez. Ca pitale del Marocco, situata verso il r.enlro de lla depressione fra il Rif e l'Atlante, imporrante e storico nodo stradale fra lé grandi rotabili che dalla costa rlell' Atla.ntico menano a quella del .\Lediterranco, e dall'interno dell'Africa sboccano alle coste. Fino dal XII secoio era militarmcntr importante rome r c;idenza d i capi dei :)fori, e perciò fu ben difesa, con mura :lite t merlate, e due fortilizi sulle colline Jominami la città. Fondata ndl'808, assurse presto a grande sviluppo, e sotto gli 1\lmoravi<li ebbe il per iodo più sa liente della su a potenza politico-milil a re. Fu presa nel 1148 da un capo arabo, e saccheggiala, con grande slrage degli abitanti. Da quell'epoca cominciò il suo progressivo dccli11are, finchè nel lSS-1, i Turchi s'impadron irono di F . Nel 1666 venne occu1XLllL dagli a r:1bi. Jnton l(} :t i 1887 l'Itaiia strinse rapporti col Marocco, e ufficia li marocchini frc<1uentarono le nostre scuole mi i. ed arsenali, e Yennc istituita a F . una fabbrica d'armi. diretta da due ufficiali d"art. italiani. Il grandioso edificio, che fu ultimato nel 1893, possedeva anche un lo.boratorio per le cartuccie, u no per il fulm ina to d i mercurio, cd una zecca. Vi rimase alla direzione il colonnello Bregoli, sostituito poi dal col. Ferrara, che, servendosi di 200 operai indigen i e d i nostri capitecnici , a rri,·ò a produrre cinque fucili a l giorno e duem ila cartucce. !Ifa intr igh i locali e strJnieri, prcs!;o il nuovo sultano :Muley-AbdEI- Aziz, succeduto nel 189~ al padre, raffreddarono i rnpporti italo-marocchini, e la missione mii. italiana a F., nonchè la direzione della fabbrica d'armi, dovettero trasferirsi " Tangeri. Cresciuta l' influenza francese, F. rimase sotto ii controllo militare della Francia. T'erò F. male sopportò la presenza delle truppe francesi, è nel 19 11, im·cstita dai ribelli, ne scacciò la guarnigione; ne seguirono le :.zioni militari, <li cui rliremo parlando <lei )'larocco.


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Fezzan. R egione del retroterra tripolino, oltre il Gebcl, nel deserto cli Sahara. Ha varie oasi, fra le quali quella di Murzuk, dove sorge l'omonimo capol. della regione. Sin dall'inizio del 1913, dopo le operazioni di penetrazione in Tripolitania., successive alla pace di Losanna, il Governo italiano stimò nccc..sari0; per coprire la. recente conquista, di occupare la. Ghibla e il Fczzan. fu scelta S irlè come base per una prima avanzata su Socna e Brach. Nel luglio quivi s i concen trarono, agli ordini del ten. colonnello ~1iani, designato a l coma ndo della spedizione, due bgl. cri ti-~i, due sezioni d':rt-t. da montagna cammcllate, un plotone servizi e sette stazioni radiotelegrafiche. li comandant~ clivisava di completare le sue forze con arrnolamenti volontari in9igen i nel Fezzan. TI 22 luglio 1913 Soma fu occupata da l cap. Hercolani Gacldi, e la colonna ::VI1ani, con rapida marcia attra,·erso il deserto sirtico, raggiungeva quel primo nucleo il 26 agosto. Dopo apprestata. una solida base per le successive operazioni, la colonna, il 6 d icembre, iniziava. l;i marcia verso s ud. con obiettivo .Brach. Attraversato il Gebel-es Sòda e· il pericoloso pas.so di Cncir, venivano segnalati nuclei ribelli a Ei;c-Sci,b. La colonna. de,·iaxa. verso ovest per affron tarli. Il l O dicembre veniva attaccat,l poco lungi da Esc-Sceb, m,11 dopo breve vigoroso, comba ttimento, sbaragliav<L il nemico, aprendosi la viu verso ~ud. Presso i poui di Èschida, a breve distanza. da Brach, aveva luogo il 12 dicembre un a ltro combatt imento, vigorosamente c<>ndotto dii. ambo le parti e dura to qu.ilche ora. I l nemico, duramente battuto e insegu ito oltre il Cebel Ghira, sgombrarn Brnch. che subito veniva occupata dalle nostre truppe. Tuttavia, essendosi le forze ribelli nuovamcme concentrate nei p ressi di M a bad1ga a l comiu1do del scnussita :\faMmcd ben Abdalla, il Mh,ni, lasciato a. Hrach un conveniente presid io, le affronta.va il 23 dicembre e dopo un combattimento aspro, le distruggeva. e sgomina.rn, ottenendo quindi rapide sottomissioni e la pacificazione i n tutto lo Sciati. li I 7 fcl,lwiio 1914 fu infatti occupata paciJìcumc nte Scbha, e in un for tilizio J"iattato ~u lla. prossima collina di cl Gara, Iu stzbilito il commissariato governatirn del F. li 27 la colonna partiYa per 1lùrzuch, dove giungeva i! 3 marzo, accolta con tutti i segn i della sollomissione. La Senussia, che costituiva l'anima d ella resistenza , finse di acconciarsi a l fatto compiuto, e inviò a111.i a fare atto di omaggio lo zio del Scnusso, Si,icd :'llohàmmed Ali ti Asceb. Conquistato il paese, si presentava grn ve il problema de lle comw,icc1zioni. La via p iù breve, quella de l Ga rian, doveva attraversa re territori appartenenti a tribù ostili e fanatiche, le quali, concentrate in attesa. sospettosa, ingannarono il nostro incaricato con finte trattative il trasferimento di a ltri gruppi ribelli verso la i·cgione di Sirte e di Zelia. Questa migrazione verso est decise il Governo ad operai·e, per garantire le 1·ie di comunicazione: fu stabilito di impadronirsi della zauia. di en-Nofilia, cd eventualmente di Maràda, per poi, in un secoado tempo, marciare eia Socna s u Zelia e completare la conquista della Sirtica. :Ma la viva resistenza incontrata tanto a cn-Nofilia quando ad el-Auegia, indusse a desistere da ulteriori occupazioni, e così ebbe agio d i saldamente organizzarsi a 1Ierduma lo Scek Salàh el-Atteusc, capo dei Magàrba, inviatovi da l Scnusso. La

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sosta inorgoglì i ribelli. ll 7 luglio, unct. compagni,i lib ica Iu attaccata di sorpresa fra es-Sultàn ed el-Au cgia, ed ebbe 2 ufficiali e 16 ascari morti, e 10 feriti. La situazione, già non facile, ebbe poi un grave peggioramento per il fulmineo scoppiare della guerra europea, con conseguenti imme<liMi a iuti dc li., Turchia ai ribelli e impo!>Sibilità di distogliere truppe di rinforzo dall'Eritrea. Intanto il col. Mia.ni, avendo necessità di truppe, si indusse a ordinare la leYa in massa, costituendo la compagn i;i autonomcL ciel Fezzan, quella stessa d tl cui doveva part ire la prima rivolta. Successivamente fu occupato Ubari, e, dopo qualche mese, fu u1,·iata. alla ,·olta di Ch.\t la colonna. Giannini, a. prevenirvi un'occupazione francese imminente . JI 12 agosto fu p reso possesso cli quell'estrema oasi sud occiden tale. I primi s intomi della i·ivolta si ebbero con l'attacco sistematico delle caro,·ane. Fu poi conunesso l'eirore ài aft"idarc ai Sd cn-Xa!;ser (capi Jegli .\ulèd Suleiman) appena li berati d alla rdeguione scoma ta a Zu~ rn, il compito cli a rruolare milizie di protc:.1ione. A lh fine di ~ettembrc, tutto il Fezzntl era in fenncnto e il Governo, il 6 novembre, ordina.va il concentramento dei prcsidt li 23 no,·. il col. ~liani comunica,·a che lo Sciati era in r ivolta. li nostro posto d i meharisti di E<leri \"Cn iva distrutto dalle genti d i /\hmed Sunni. Mohàmcd Alì clAsceb racro~ lieva ingent i forze ad Uitt1, ,, il fratello del Senusso. :\lohamed el Àbcd, a Zelia, mentre i Scf enXasser, apertamente ribellatisi, infestavano la. Sinica. Il col. 1rbni concentra\'a le s ue forze a .Brach p~r una sp edizione p un itiva t1c llo Sciabi, lasci,tn<lo quasi sguarnito il forte di Gara presso Sebba. Le r.entinclle fczzanesi del fonc aprirono il varco ai ribelli, che se ne impadronirono, di noue. Un tentativo di riconquista fatto dalle poche truppe italiane ed rritrce andò fallito. La sera. stessa, a Brach il col. Miani, :ivuta not izia clcgii av,·enimcnti, decideva di ripiegare su Socna, sen1.a allendere l'arrirn del prc..idio di Cha.t che da :1lcuni giorni aveva ricevuto l'ordine di ritirarsi su :\lurzuch. Per garantire il ripiegamemo, il :\fian i ottenne che gli fossero inviat i rinforzi. L'S d icembre giunsero i11fa1ti 2 cp. eritree 1 sezione artiglieria e 600 ramrnelli. e sub ito dopo. il 10, la. colo1ina iniziò il ripicgamenio. Frattanto giunge,·a. notizia che il presidio di l.Jba.ri era stato <listrutlo dai Tuàregh. Occorreva salvare il presidio- cli iYiurzuch, e a ciò veniva inviata una colonna cl i autoca rri, partita da Socna, che riusciva a ritirare la esigua. guarnigione bianca. 11 presidio di Ghat, avendo trovata la strada occupata dai :ribelli. deviava verso G àdames e s i salvava entra ndo in territorio tunisino. La colonna Mian i raggiungeva ::\-lisu rata il 25 dicembre, <lopo aver so,tcnuto un violento attacco a Ru-Ngcim <lei ribelli di Ahmed ben Sef en-)!asser. Era ridotta a 40 ufficiali, 100 soldati biancl1i1 780 eritrei, 200 libici.

Fiamma. Così d iccsi una pic~o la bandiera od insegna, sotti le e lunga, che serve genera lmente (coi colori nazionali) come insegna di na,·e militare, issata sull'albero maestro. Si chiamano F., nell'.\eronaulica, le bandiere degli Stormi. Fùmt m/J. Insegna de lla cavalleriu. p iemontese nel l'ordinamento de l 1815. Era p ropria de i cavalleggeri e aveva !a lunghezza di m. 0,38: incominciava. rettangolare eterminava :l punta.

FiMmna in culatta. Si manifesta ta lora, particolar-


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mente con le polver i senza. fumo, a.prendo l'ottur atore delle bocche da fuoco s ubito dopo l'esplosione. Essa. può essere dovu ta tanto a residui d i p olvere non completamente bruciata, quanto agli esplosivi impiegati, i qua li, per totale o parziale mancanza di n itroglicerina e pcrchè poveri d i ossigeno, d anno facilmen te luogo ad ab-

Fi,unma d i R. nave ilali a11a

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bon dan te produzione d i ossido di car bonio che, dopo lo sparo, permane nell'ar ma. Con l'apertura della culatta, l'ossido di carbon io, dotato di a lta temµera tm·a, s i com.. bina facilmente con l'ossigeno dell'aria con cui v iene a contatto e brucia, generando anidride ca.rb on ica. .Questa fiamma , che chiama.si anche << fiamma d i r itorno ll, d alla corrente di ari,c che s i forma. viene spinta. verso la culatta e riesce pericolosa, sia alla incolumità. dei servent i, sia alle cariche ,tppromale dietro i pezzi per gli spari successiv i. Per eliminare questo grave inconveniente venne cons igliala l'aggiunta all'esplosivo d i sostanze ricche cl i ossigeno; ma, siccome questo r ipiego ha ta lor,

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F ra le sue opere sono da annoverars i : ;:'Il Principe Cristiano Guerriero ll , osservanze e p recelti raccolti dall'autore nelle guerre dei l'ae.,i :Cassi ; cc Il P rincipe difeso l) ; « La riga matematica do,·e s i tratta cli misurare con la vista di lon tano senza strumenti e cioè con u na sola riga, e levar piante d i città, <l'eserciti, d'armate d i mare e p rofondità d i fttun i » ; « I quesiti mil ita ri ( 1606) )>.

F iamm inghi (o Valloni). ::-Jome di tre reggi-• me nti rii fankria dell'esercito del le Due Sicilie (AnFlancale ila.l w.no sec . XVl versa, I-laina·il-t, Namur), che esistettero negli anni dal 1734 a l 1780.

F ianca!i. Così chiamavansi due pezze d'arm i composte ciascuna o d i una sola piastra (sec. XV), o d i alcune lame articolate (scc. XVI ) che si attaccavano a lla panciera per n1ezw di cinghie o corregge. Erano detti,. se p iuttosto granai, anche Scarse lloni.

F iancal-i. Così furono anche cbiarnate le due pezze d'armc che r iu n ivano la p et ticra alla sch iena o groppa, e coprivano il corpo del cavallo dalle spalle alle cos.cc. F ia nca r e. Voce anliquata, che significava fare forti fianchi <li u na fortezza, ossia mun irli di batterie, d'opere d i campagna, cl i truppe, ecc. F iancata. V. Bordata.

Fia mme d i stormi cl'Aeronaulica

un a notevole influenza s ulla bon!iL di esso, la marina da guerra ha r isolto il problema. ricorrendo ,t specia li appa.rccch i scacciafumo i qua.Ii, con un getto d i arfa corupr cssa nell'arma, spingono i gas resid ua.ti da ll'esplosione verso la parte della volata, prima dell'apertura de l• l'ottu ratore. Fiamma ù , i•olata. Si produce alla volata dell'arnw. a ll'atto de ll'esplosione ed è conosciuta anche col nome d ; <• , •;u11pa " · Essrc è, in p rimo luogo, la natura le consegu enza de lla reazione esplosiva, dalla quale s i genera u na colonna di gas incan descenti; per altro verso, è d ovnta a i prodotti secondari che si sviluppano nella combu stione incompleta. - idrogeno, ossido d i carbon io i quali, uscendo dalla volata a d a lta. temperatu ra, danno lu ogo- a u na fiamma cornplemc.n tarc, bru ciando faciln1ente con l'ossigeno dell'aria con cu i vengono subito ~ contatto . P er elimina.re la va.mpa è stata proposta l'aggiunta a Ha carica d i lancio di tal une sostanze! capa ci di a ttenuarla grandemmtc, o ridu rla a p roporzioni insignificanti. ( V. Antibaglic1'e; Centmlite; Esj,losivi senza fi,mo e senza fi amma).

Fiammelli (G-io,:an11i). Cap itano, scrittore e in g. militare fioren tino del sec. XVI. P artecipò all'assedio di 11a lta nel 1565 e servì anche sotto Alessandro Farnese.

F ianchegg iamento (Tattica). E' l'azione che viene svolta da pattugJ;e o da interi rep,irti, normalmente tratti da u nità celeri di c,walleria e di ciclist i, p er proteggere i fianch i di colonna di truppe in marcia verso il nemico, o di gra n<l i un ità operanti verso le a li dello sch ieramento. Nei casi n ormali si provvede alla protezione dei :lianchi med iante pat tuglie dette fiancheggianti, le quali ma rciano, s ino a che possibile, parallelamente all'unità che proteggono; quando la 1nancm1za di strade o l'impraticabilità d el terreno n on lo consen tono, le pattuglie vengono tempestivamente dis tacca le iu località. oppor tune, quali bivì importanti o posizioni dom inanti, in prossimità delle d ir·ettrici del moyimcn to, e sono iv-i man tenu te s ino a che la colonna da proteggere sia in-

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As~a ,·i della Cirenaica 111 llancllcggia,mento teramen te sfila ta . Le pattuglie sono sostituite da in teri repart i allorchè v'è ragione d i temere seri attacchi avversari o quando occO'l'ra proteggere grandi unità d'a la. Il n umero, la forza, la. composizione e la distanza dal grosso delle pattuglie e dei repart i fiancheggianti dipendono dalla situ azione, dal terreno e da ll'en tità. del!,c colonna da proteggere; in ogni caso debbono essere tali da dar tempo alla colonna d i predisporsi a parare la minaccia.


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Compito degli e lemcnl i fiancheggianti i: quello d i sorvegliare le linee <l'accesso ai fianohi delle colonne, di .sventare ogni sorpresa d ando tempo a l grosso della colonna d' interven ire, di mantenere il contatto con l'avversario evitando d 'impegnarsi prematuramen te o di impegnare combattimen to con forze notevolmente superiori,

Fiancheggi are (Fo·n .) . L'azione che esercitano un'opera od un tratto cli fron te, per proteggere con t ir i d'artiglieria o di fucile ria il lato d i un'a ltra opera o quei tratti di fronte destinati a ll'azione frontale lontana, e impedire cosi l'a?.ione vicina dell'attaccante. L'effetto de l F . d icesi Fiancheggiamen to. Fianco. In un'opera di for tificazione, è quel tra tto d i fronte che ha azione fiancheggiante. Pcrcbè ta le azioJ1e sia efficace, il ,fianco deve risultare norrmtle o quasi :alla faccia che <leve fiancheggiare. N cl fronte bastia-

720 Giterra di Fiandra ( 1565-1609). La spietata. en ergia colla quale il re di Spagna Filippo II aveva inizia to la lotta contro il dilagare del1a Riforma. re ligiosa, aveva suscitato vivo malcon tento n elle 1i provincie dei Paesi Bassi, fino da l tempo in cu i, p rincipe ered itario, ne ebbe la reggenza da l padre Carlo V (1555). Successivamen te la repressione continuò q uando fu n ominata reggente Margherita d 'Austria, sua sorellastra, mogli.e cl i Ottavio Farnese · duca. di Pa1ma: fu allora che scoppiò aper ta la rivolta, che ebbe per capi i conti d i Egmont e d i Horn e Guglielmo <li Nassau, principe cli Onrnge. i'< e! 1567, fu mandato in F . il Duca d 'Alba. a sostenere la reggente, insieme a impor tanti r inforzi di truppa: 12.000 fanti, 1800 caval ieri ( in grande pru-te italiani) e numerose a r tig lierie. R ichia mata la reggente, e riu nita n elle- sue mani ogni a utorità, il D uca d'Alba si accinse a soffocare la r ibeli ione colle armi e coi supplizi. 1'.fa i << P ezzenti » (Gucux), come a d ileggio eran ch iamati gli ;nsorti, iniziarono una disperata res istenza alla quale porsero a iuto l'Inghilterra, i. protestanti di Francia e d 'Allemagna e, p iù ancora, il paese stesso, tut to intersecalo da fiumi, da canali, da a rgini, forte i_,-1. molti luoghi per natura e per a.rte . La guerra, cominciata nel 1568 con piccole fazioni tra spagnuoli e fuorusciti fìamrn inghi, prese p iù vigoroso andamento quando il tonte Ludovico d i Nas>mu, fratello d i G uglielmo, penetrò in Fris ia con 10.000 faJ1li e

Ant ich e lrnn, tiere d i Fian.{fra

FJanco ad angolo CHIUSO

c<n1 la Hnea cli, cliresè,

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Fianco arcuato con o recchione

/ _____ I

V{f.~~~~1.~--. Flanf:o a t riplice Ol"(lln e cli fuoco n ato, F. è il lato che rimane tra la faccia de l bast ione e la cor tina. Vi sono F. doppi, rettil inei, concavi, misti-

linei ed altri, a seconda del loro tracciato.

Fiandra (fiamm ingo Vlaandercn) . E' il territor io compreso fra la bassa Schelda , il mare del Nord, l'A.rtois, l'Hainaut e il Rrabru1tc; appanienc in massima parte al Belgio, che lo ha r ip ar tito nelle d ue provincie della F. Orientale e F . Occiden ta le; il resto fa parte del clip. frru1eese del Nord .

3000 cavalli, mentre il fratello con 20.000 fanti e 9000 cavalli s'avvia.va su L iegi. Lodovico riusciva a battere presso Gronìnga un corpo s)iagnuolo, ma il duca, 1nossoglisi contro, lo sbaragliava, con grandi perdite a J emg·n m (21 luglio) e quind i, evitando abilmente di ve nire a gross'I. ba.ttaglia con Gugl ielmo, seppe tsauri rlo a.I punto che questi, stremato l'eserc ito per i pa timenti e per la fame fu costre tto a r ipa rare in Germania. Tentò il duca d' Alba o.llora d i cattivarsi j Fia mminghi con lusinghe e p erdoni; m a le impos izion i, da lui ordinate crebbero l'odio delle popola ?.ion i, mentre l' 0 range, riallacciate intese coi protestanti d i Francia, i·nghilteua e Germania, ne r iceveva soccorsi. :•\Jel .I S71, fuorusciti fia.mminghi e corsari inglesi, armati 25 vascelli, s barcavano a Brielle in O landa, nè al d'Alba r iusciva cli sloggiru-neli, il che, oltre a l saccheggio• di Rotterd am fatto dagli Spagnuoli per vendetta, spinse :'Olanda e la Zelanda a più risoluta ribellione. Il d uca d'Alba, per assicurarsi d i quest'ultima prnvincia, volle occupa re l'isola di W alchercn, 111a quei terrazzani si Jcvarono in arn1i, senza riuscire però ,ì 5Cacc ia re gli Spagnuoli da 11'1icldleburg luogo pr incipale dell'isola. Intanto la sollevazione s i estendeva e Ludovico d i NaS&Lu nel 1572 prendeva Mons, che fu assedia ta d a l duca d'Alba . Frustrati i tentativi fatti dagli ugonotti e dello stesso Guglielmo per recar soccorso agli assediati,

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n ,1crra ctl Flm1<lra : ;>nssag-gio lii un b raccio <li mare a guado, eta parie degli Spag-nuoll ·{1;;75): e è il cl11 ca cl! Rcquenscns; D , un s;,cerclo1e che llenoct ice I passani,i , 250 elc i qual) rima.,;ero annegati

riusci a Impadroni rsene, mentre scacciava i Zelandesi dal Bcveland. e p rendeva e saccheggiava Mali:nes e Zutfen . Si volse quind i contro la prov incia d'Olanda e dopo 7 mesi d'assedio conquistò H arlem dove esercitò la p ii, effera ta vendetta. Invano tentò l'Orange di soccorr erla e d i impossessars i di ~\1iddlehurg ; rniglior fort una ebbe egli nel libera re AlkmaJ", mentre i Gueux dc mer, annata una grossa fiotta e postisi all'afscdio d i Amste rdam rimasta. fedele alla Spagna, infliggevano nel fondo del golfo del lo Zuidersee una gravissima rotta a i ·vascelli regi accorsi in suo a iuto. Filippo II, irritato pc1 la lunghezza de lla gue rra, rich iamava nel 1573 il Duca d'Alba in Ispagna e lo sostituiva col generale R equescens. .Middleburg, fallito ogn i tentativo d i soccorso, nel 1574 cad-clc in mano ai l'iamm ing hi. Inanimati da sì buoni successi, l'Orange e il fratello Lodovico meditarono d i ,operare l'uno clail'Olanda e l'a ltro da lh German ia cer cando di darsi mano. A tale d isegno si opposero rnn fortuna gl i Spagnuoli sconfiggendo ed uccidendo Lodov ico a :?lfook (S. d i Nimaga - 1574); senonchè, gravi ammutinamenti nel cam po regio, la distruzione fatta dai Ze landcsi di molti vascelli nem ici sulla Schelda e, da ultimo, la mala riuscita. dell'assedio posto dagli Spagnuoli .a L eid a, rialzarono a lquanto le sort i .fiamminghe. Nel 157S, fallite le t ratta tive di pace si ripresero le ·armi co11 rinnovato furore. I regi, espugna t i alcuni luo·gh i di Ghcldria, d'Utrecht e d i llrabante, tentarono sottom d tere la. Zchlnda, e: perciò strinsero d'assedio Zicrickzee nell'isola d i Schouwen, e l'ebbero perdendovi però 'il R equensens e il m,trchese Vitelli capita.n o ita liano d i gran f ama .

La morte del governatore e il r ita rdo nel sostitui rlo Iuron causa ùi gravi d i;ordini nel campo spagnuolo. L e truppe. ~tanche e n1al paga te, .si diedero a i saccheggi, e questi inasprirono anche i Fiamminghi r imasti fedeli a lla Spagna . D i c iò e de ll'essere j regi sparsi e d ivisi tra molti presidi profi ttò l'Orange per incitare gli an imi dei r ihelli a pitt gag lia rda azione; · così l'insurrezione dilagò ancor più, e gli eccessi a cu i, specialmente in An-

versa, gli Spagnuoli si abbandonarono per soffocarla ne crebbero la v iolenza. I F iamminghi, conqu istata Gand, vi riunirono a convegno nel 15ì6 i rappresen tanti d i tutte le provincie cattoliche e luterane, i quali deliberarono di stringersi in una Confederazione e di reggersi in libero Stato. Non va lse che, in quello s tesso anno, re Filippo iffidasse con mire pacificatrici il governo delle F iand re al proprio fratello nat-urale don G iovaJ1ni d'Austria; chè i reciproci sospetti e le is tigazioni dell'Orange frustrarono ogn i tenta tivo <l'arcordo; onde, avendo i ribelli confermato nell'un ione cli Bruxelles ( 1577) il proposito di a ffranca rsi dal vassallaggio di Spagna, vennero inviati a don G iovanni nuovi soccorsi sotto la guida del d uca Alessand ro F arnese figlio d i M,u·gherita. Vittoriosi nei p ressi cli Nam ur (ge.n naio 1578), i regi s i volsero a Lovanio e ad a ltre terre del B rabante, e tutte le ebbero o per -assalto o per patti, mentre O ttavio Gonzaga si op poneva sulle frontiere dell'Hainaut e dell'Artois a i soccorsi francesi e il duca. di Parma s'avvantaggiava ne l Limburgo. :VIa. fra le provincie fiamminghe e le vallone, d iverse le une dalle a ltre per razza, religione ed interessi economici, rompevasi p resto l'accordo, e sorgevano confi itti dei qual i il f a rnese, che per la morte intanto avvenuta di don Giovanni gl i era succeduto nel coma ndo de i regi, seppe profit tare per J)Orre riparo agli errori d ei suoi p redecessori. I nfatti, procedendo egli d i pari passo con le armi e coi negoziati, pacificò con questi le p rovincie vallone mentre con quelle tolse ·a i Fiamminghi ) faestricht e :.Ma lincs e parecch ie altre terre delle Fiandre e del 'Brabante. M a le 7 provincie protesta nti non piegarono, e nel 15 79 con l'Un ione di U trech t si costituiva no in una Federa zione cui die<lero nome di R epu.bbl-ica delle Provincie Uttite, n om inandone statholdcr il Taciturno ; e nell'anno successivo elessero in An versa tL loro• principe il duca Francesco d'Angiò, fratello del re Emico III d i Francia. Negli anni seguenti, le a nni regie erano ovunque vit-

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Guerra di Fiandra: La lotta in mezzo ai canali e agll Isolotti

toriose. Il d'Anjou, accorso con scarsi mezzi, falliva alle speranze dei F iamminghi e, guastatosi con essi, si ritirava coi suoi a Du11keJ:que. Nel 1584 egli mor iva. e nello stesso anno l'Orange veniva. assassinato da un sicario di F ilippo II; la guerra ne ebbe più risoluto andamento e Anversa cadde nelle mani degli Spagnuoli con altre terre delle Fiandre, del Brabante, del Limburgo e dell'Overjssel. Ma, nel 1588, la rovina dell'impresa marittima tentata. dalla Spagna contro l'Inghilterra favoreggiatr ice dei Fiamminghi, e· i grav i tumulti avvenuti nel campo dei regi per la lunghezza ed asperità della guerra e per la soarsezza del denaro e la ta.rdanza delle paghe, resero più arduo il compito del Fa.mese che, tuttavia, in quello e nell'anno seguente riusciva ancora ad ottenere qualche buon successo. Capitanava ora le anni fiammingbc il conte Maurizio di Nassau, ,figlio del Taciturno, che, alla morte di questi, era stato eletto a presiedere il Consiglio di Stato dell'Unione e nel 1586, benchè appena ventenne, aveva assunto anche il comando delle forze di terra e di mare delle provincie d'Olanda e Zelanda. Nel 1590, egli, men-· tre il Farnese inviato da Filippo II a soccorrere Parigi assediata da Enrico IV lasciava nelle Fiandre poche truppe sempre più inclini a tumultuare, si impossessava di Breda, di )J imaga e di altre fortezze di G heldria, dell'Overjssel e di Frisia. Morto il Farnese nel 1592, il governo delle Fiandre ve!1iva successivamente affidato all'arciduca Ernesto, frateJ!o dell'imperatore Rodolfo, al conte di F uentes ( 1594) e infine all'arciduca Alberto fratello di Ernesto (1595). .In questo periodo, continuando il grosso delle forze spagnuole di Fiandra ad essere distratto in Francia per aiutarvi la Lega cattolica, Maurizio potè togliere agli Spagnuoli Gertrudenberg e Groninga che, fra le 7 provincie, era la più restia ad accedere all'Unione; ma non ebbe pari fortuna nel tentativo d'impadronirsi di Grol (Zutfen) e di Licr.

Nel 1596, mentre l'arciduca Alberto si adoperava ad assedia.re H ulst, .IVfaurizio infestava il Brabante e infliggeva agli Spagnuoli, fra Turnbout e H erentals, una gravissima sconfitta, e nell'anno seguente conquistava Rbeinberg, Mors e la fortezza. che i regi tenevano ancora nell'Overjssel. Nel 1598, Filippo II, dopo essersi pacificalo ,con la Francia, moriva. L'arciduca Alberto che ne aveva sposata la prin1ogenita Isabella ricevendone in dote le F iandre e la contea di Borgogna, si recava in Ispagna per accompagnarvi l'arciduchessa Margherita d'Austria, fidanzata cli Filippo III, e lasciava ali' Almirante d'Aragona l'esercito testè r inforzato, con l'ordine d i conservarlo intatto e, ove non fosse stato possibile portarlo oltre il Reno in paese nèmico, di condurlo nei paesi neutrali di Cleves e di Vestfalia per farvelo svernare. Nell'eseguire tali ordini, l'Almirante volle ridurre in suo potere la fortezza di R11einberg per aver un passo sicuro sul Reno ; e, conquistàtala, procedette occupando parecchie terre di quei due ducati che non seppero opporre alcuna valida resistenza. L'Almirante tentò poscia passare il Reno dal ducato di Clcves e penetrare nell'isola di Betuwe, ma il Nassau ne rese vano il disegno. Ritornato l'Arciduca sui luoghi della guerra ( 1600), trovava l'esercito presso a dissolversi per ammutinamenti e defezioni, mentre :Maurizio aveva guadagnato terreno nella. G'heldria e nelle F iandre ove stringeva per mare e per terra N ieuport. Nelle vicinanze dì questa città, l'Arc iduca, frettolosamente accorso con circa 14.000 u. veniva affrontato dal N assan (2 luglio 1600) e posto in gran i·otta, dopo essere pe1·ò riuscito ad approvvigionarla, onde Maurizio dovette abban·donare l'impresa. e ritirarsi in O landa. Nel 16(Jl giunse in F. Ambrogio Spinola con 9000 u. divisi in due terzi unendosi presso Ostenda a.Il' Arciduca; l'anno dopo ebbe egli· stesso il comando delle truppe spagnuole in F. e la direzione dell'assedio di Ostenda che durava ormai senza risultati da 22 mesi;


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la piazza cadde dopo essere stata. ridotta in rovina e le forze dellÒ Statholder furono contenute. Intanto Maurizio, fatta una levata di nuove genti (24.000 fanti, 6000 cavalli e forte nerbo d'artiglieria), riacquistava Rheinberg, G rave e l'Ecluse. Lo Spinola, assunto nel 1605 al governatorato delle Fiandre, dopo aver schermeggiato con Maurizio intorno ad Anversa e in Zelanda, rapidamente passava. il Reno e dalla Vestfalia e dal paese di Clevcs entrava nell'Overjssel mirando ad attrarre nella Frisia le forze nemiche. ::.\1a quando nell'anno successivo, proseguendo nel suo disegno, volle penetrare nel~ l'Utrecht convergendovi con due corpi, l'uno dall'J sscl e l'altro d al Vaa.l, l'impresa gli andò fallita per la resister.za dei Fiamminghi, pur riuscendo a riprendere Rheinberg ed a batlere il ~assau accorso in aiuto della fortezza. Ormai però appari,·a chiaro quanto arduo e pericoloso fosse il continuare la guerra. in un paese che era un corpo lontano e staccato dal regno, dove gli a iuti giungevano tardi e logorati e dove, essendo le coste sorveglia.te da flotte avverse, l'arrivarvi da terra. dipendeva dal buon volere di molti principi, di più le provincie cattoliche ~olcvano la pace, e così, per diverse ragion i, Francia, Inghilterra e la Spagna stessa. Per consiglio dello Spinola e dell'Arciduca Alberto, nel 1609 si aprirono trattative di pace frn la Spagna e le Provincie Unite, le quali condussero ad una tregua di 12 anni. Spirata questa, la guerra riprese e continuò straccamente con a lterna fo1·tuna, finchè, morto il Nassau nel 1625 e richiamato due aimi dopo lo Spinola per le mene della Corte di Spagna, le operazioni, condotte in entrambi i campi da mediocri capitani, perdettero ogni vigore e andarono illanguidendo. Col trattato di Vcstfalia ( 1648) veniva definitivamente riconosciuta. dalla Spagna la libera sovranità delle Prov. Unite; e così ebbe termine questa. lunga guerra, singolare non già per rapide e ra:tionali concezioni strategiche, ma pel sopravvento acquistato dalle fortificazioni e dall'arte di difenderle e di espugnarle, ed altre.sì per la povertà della manovra che tutta riducevasi a un lungo e cauto campeggiare e schermeggiare mirando più a stancare, a ing-dllnare il nemico, a distoglierlo dalle divisate imprese e a privarlo dei soccorsi, che a debellarlo con vigorosi colpi in campo aperto. Molti condottieri italiani ne trassero buona fama, come il Farncse e lo Spinola fra i maggiori, e Ottavio Gonzaga, Teodoro Trivulzio, Nicolò Doria, Sigismondo d'Este, G iovauni Bcntivoglio, Girolamo Cara.fa, Paolo :Martinengo, un l\,fclzi, un Colonna, un Caracciolo e parecchi altri di minor grido. I. Prima battaglia delle Fiandre (ottobre-novembre 1914). Dopo lo scacco del settembre 1914 sulla Marna, i T ed eschi avevano insistilo nel progetto di_ aggirare l'ala sr. dello schieramento francese. Ma. ogni loro insistenza falll, perchè, nel contempo, i Frai1ccsi avevano anch'essi tentato, con uguale accanimento e costanza, di non perdere l'iniziativa delle operazioni acquisita alla Marna, tentando a più riprese di avvolgere l'ala dr. dello schieramento tedesco. Ne derivarono le battaglie dell'Aisne, di Picardia, dell'Artois costituenti la C<>rsa al t11are, in conseguenza delle quali la fron te di battaglia si stabilizzò in occidente dalla Svizzera al mare del Nord. Sparita così ogni po&'ibilità di manovra per le ali in campo aperto, tanto per gli uni che per gli altri, i Tedeschi, nell'ottobre 19H, decisero di marciare su ·calais, in modo

723 da interrompere le pii1 facili comunicazioni tra Franc ia ed Inghilterra; a tal uopo attaccarono le linee francobelghe in Fiandra, conrentrando truppe tratte dalla fronte stabilizzata e quattro nuovi C. d'A. costituiti frattai1to nell'interno della German ia per rinforzare le grandi unità che già erano sul posto: in totale destinavano a questa offensiva pel possesso di Calais 600.000 uomini circa. Ma i Francesi non venivano affatto sorpresi. Essi costituirono in Dclgio, per sbarrare la via di Calais, il distaccamento d'Annata « D'Urbal », comprendente 6.000 fucilieri di marina, le 87" e 89" divis. territoriali, (truppe inizialmente sul posto) a cui s'aggiunsero successivamente i -C. d' A. IX, XVI, XXXII e XX: il tutto costituente una magnifica arma ta, colla quale il D 'Urbal non solo contava di difendersi ma di contrattaccare con ~uccesso. L'urlo di queste due opposte masse, animate da grande fervore, diede luogo a quella che fu detta « la mclée des Flandres » o Prima battagl-ia delle Fiandre, che si svolse ben distinta in due sottobattaglie: Yser cd Ypres. II. Seconda battaglia delle P.iandre (9-24 aprile 1918). Fa parie della più complessa battaglia cli Francia del 1918; ed in essa vanno inquadrate le vicende che più pai·ticolarmente si riferiscono ora a lle Fiandre, e che rappresen tano l'atto offensivo tedesco sferrato contro le posizioni alleate sulla Lys. Nel marzo 1918, la prima offensiva. tedesca sulla Somme aveva seriamente com-

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promessa l'in tegrità del fronte franco-belga-inglese, specie dopo il disordinato ripiegamento inglese da San Q11inti1w grossissima falla che per poco non aveva determinato la rottura della fronte occidentale. I mpossibil itato ogni progresso sulla Somme, i Tedeschi, sempre mirando al cuore della Francia, pensarono convenisse allora distrarre l'attenzione degli alleati verso il no rd, attaccando in F iandra, in modo da far spostare I


,·erso quella regione t utti i mezzi disponibili degl i alleati. Una. volta avvenu to questo spostamen to, sospendere l'offensiva in F iandri\, e r iprendere la marcia su, Parigi (V. Compièg11e). Tanto p iù grave doveva. apparire agli a lleati questa minaccia, i n quanto che all'ovest de lla Lys si allinea una ser ie di a lture, che dal ]vI. K emmel va s ino a Ca;sel, e che .rappresentava l' unico ostacolo d 'una cena. importanza ta ttica a p rotezione della città e del porto di Calais, a l cui p ossessq tanto avevano ambi to i Tedeschi. Cosi impostata , la battaglia in esame fu combattuta ; dalla 2• a rmata inglese (gcn, P lumer) dal mare ad Ypr e.s, contro cui sta.va la 4' ann ata tedesca (von Arnim); da lla l ' annata inglese, rinforza ta. da due d ivis. portoghesi (generale H orne) da Ypres a La Bassée, contro cui stava la 6" a r mata tedesca ( von Q_uast). L e az io~i oHcnsivc tedesche furono iniziate il 9 aprile clal von Quast, che n ello stesso giorno rovesciò cd annien tò le due divis. por toghesi. I l giorno dopo h bys era già passata d a i T edeschi a nor d cl i Armen tières ; sì c he parve gravemente m inacciata d a sud la linea d i alture ~1I. Kemmel-Cassel, della cui impor tanza sopra s i è detto . Occorrendo ad ogni costo gara ntire il possesso di Ca lais agli alleati, Foch non esitò, per la seconda volta, a rinforzare gl'Inglesi, a patto però cll'essi avessero difeso sino all'estremo le s uddette alture. Dal!' 11 aprile a l 25 stesso mese, quindi, la battaglia infu r iò d i nuovo, a nohc per l' in te1-ven to d ella 4" armata tedesca e dei r inforzi francesi, sv_olgendosi attorno a l monte Kcmmcl ; motivo per cui gli a vvenimen ti de l 1224 aprile 19 18 ai.torno a questa a ltura possono anche costit uire una battaglia a sè stan te <t di monte Kemrnel ,,. I Tedesch i proseguirono len tamente ma costa11temente avan ti su tu tta la fronte d'attacco, tan to che il 24 apr ile sir Douglas-Ha ig (comandante in capo degli Inglesi) s tava pensando ùi abbandonare le tan to contese alture, per ridt1rsi all'immedia ta d ifesa v icina di Ca la is, quando il Comando Supremo tedesco, visto ra.ggiu nto il suo scopo cli aver obbl igato gl i a lleati a sposta.re tu tte le loro r iserve verso il nord, fece t roncare l.t ba ttaglia. in F iandra per riten tare !a marcia su P a rigi. I vantaggi conseguiti dai Tedeschi con qt1esta second<L battaglia. delle F iandre furono tcnitorb.lmcntc p oco importanti.

Fianona. Città con porto sulla costa S. E. dell'Istria nel Quarnaro, prov. d i T r ieste. F ondata in. tempi a n teriori a Rollla sul fianco meridionale del monte Calich, ébbe sotto l'impero romano in;portanza politico- militare, perchè giaceva sul confine italo-liburnico. Diede il nome al piccolo golfo (Sin,.,, F laual·icu.s) del Ca.rnaro . Nel medioevo ebbe un castello rinomato, e nel 1599 resistette agli Uscocchi, condotti dall'Arciduca Federico di Gra;,-;, man tenendo fede a Venezia.; passò alla storia in quell'occasione Gaspare Gala.vani, che malgrado la caduta cli F . in mano d egli Uscocchi, non volle riconoscere la sovra nità d ei conquistatori, e continuò a gri dare tt Viva S. ::\farco ,, finchè fu scortica to vivo. Fiasca da polvere (o Fiaschetta) . Così dello quel recip iente di legno, di cuoio bollito, d i corno, di a var io, d i lam ina metallica, che conteneva la p olvere per la. carica delle armi da fuoco porta tili , prima che fosse introdotto l'uso delle car tucce preparate e delle bandoliere. A Ila bocca della F . in genere era vi il coperch io, fa tto ad astuccio co,11c u n ditale, il quale, nella sua par-

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te interna vuota, conteneva di polvere appun to tanto quanto occorreva per una carica. Le F. da polvere a vevano forme var ie e ve n'erano di ar tisticbe, dipendentemente d alla imma.g inazione, bizzarr ia e capacità dell'artefi.ce.

Fiaschetta. Si d iceva. a.nt. la tasca cli cuoio, appesa a lla bandoliera, entro la. qua le si tenevano le cartucce; fu poi detta giberna. Il r- !ontecuccoli la cb iamò anche Patrona. Fiaschino. Era. la piccola fosca destinata :1 contenere il polverino, e spesso dal contenuto p rese a.ncbe nome.

Ftas<:h e eia poJver(; (in alt.O, nn nnscllino)

Fiastri (Giulio). ·M edaglia d'oro, n. a Reggio Emilia, m. a Palermo ( 1829-1866). Ufficiale di fante1·ia. della brigata. Cuneo, prese parte alla campagn,1 del 1849, nella qua le guadagnò una menzione onorevole alla Sforzesca; a quella d i Crimea cd a quella. del L859, meritando una med . d'ar gento a San ~fortino ed infine a lla campagna. del 1860, durante la. quale fu nuovamente in~ibrnito di n1ed . d'argento, a Perugia. Inviato a Palermo nel settem bre 1866, q ua le m agg iore del 2° regg imento gra natieri, per la repressione dei moti colà scoppiati, vi fu ripetutamente e gravemen te ferito il 17 settembre, soccombendo i l 2 ottobre successivo . Fu conferii a alla memor ia del prode ufficiale la mcd. d'oro con ques ta mot ivazione : « Ca.ricò a Porta T ermini, ove rilnase f eri to . I l giorno successivo, quan tunque ferito, messosi alla testa d i due; compagnie, prese d 'assalto d ue ba.r ricate. Colpito mortalmente, fu r it irato da l comba ttimento,, (16- 17 set ;cmbre 1866). Aastri E11.genio. Generale, n . e m. a R eggio Emilia ( 1846-1912). So ttot. di fanteria nel 1866, d ivenne n el 1899 colonnello comandante il 6° regg. fanteria . Dopo aver comandato il d istretto mii. ci i llre~cia, anelò i n P. A. ( 1905). Xella riserva fu promosso magg. generale nel 19 11. I Fiastri Giulio. Generale, n. a R eggio E mil ia nel' 1867 . Sottot. d'ar t. nel 1885, dopo aver frequentato la scuo la cii guerra passò nel corpo d i S. ]VI. nel quale divenne colonnello nel 1915. Nei primi due anni di guena fu direttore de i trasporti p resso l'intendenza genera le del Co-


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mando Supremo, guadagnando la croce cli cav. dell'O. 1d. S. :\fagg. genera le nel 1916, ebbe n el 1917 il com a ndo della. brigata Como che guidò a Quero meritando~i la med. d'argen to e riportando grave ferita per la quale rimase mutilato di guerra. Nel 1920 ebbe il comando d ella divis. mii. d i Piacenza; nel 1923 assunse il grado d i generale di di vis.; fu direttore generale de i servizi logi;;tici ed amm in istra tivi ciel ministero della gu erra e po i passò in A. R. Q.

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eletto. A qu esto r iguardo occorre distinguere fra il materia le costru ito da lla F . direttamente e quello invece costruito in bhsc a disegni e brevett i F. da officine specializzate. In quest'u lti mo caso rien trano le mitragliatrici F., la cui produzione per l'esercito italiano fu cli ben LS.127. La produzione diretta di armi da parte della F., prescindendo dalla fornitura di munizioni e cl i parti d i carreggi d i artiglieria, è costituita da. d iversi elementi: Un nuovo tipo di m itragliatrice leggera SI A venne

Fìat (Fabbrica Itahana A utomobili, T orino} . Ha iniziato la su a. esistenza verso il 1898 come produttrice di a utomobili ; (iggi essa è uno dei massimi organism i mondiali dell'au tomob ilismo, e la sua produzione s i estende a tutti i mezzi di trasporto attinenti all'industria <lei motore, per navi, o per veicoli terrestri, o aerei. Dal nucleo delle p rime officine per automobili, ~ono soni a poco a poco 12 stabilimenti, che cost itu iscono le sezioni Automobili, Ferriere, Fonderie, Acciaierie, Ricambi Costruzioni speciali, Grandi motori, Materiale ferroviar io. Carrozzerie spec iali, Aviazione, I ndustrie mctallur• giche, applicazioni industriali. I no ltre, indust rie sussidiarie, che assicura.no i rifornimenti cli forza e d i ma°' terie prime, le lavorazioni sussidiarie a complemento c.lelle produzioni interne; le produzioni accessorie, gli organi di penetrazione e vendita dei prodotti, sia in Italia che all'estero, con le o rganizzazioni sussidia1·ic e finanzjarie occorren ti. .111trngI1 aIrice F iaL La notevole procfozione dì materia le bellico dura nte la guerra mondiale Iu costituita. da: autocarri e vetture; approvato eia una Commissione speciale nominata dal i primi, sia per trasporti cli materia li e munizion i che Comando S up remo cd adottato s ia. per l'aeronautica. s ia di truppe, costitu irono la produz ione massima della. F. per la fanteria: in base a.cl un programma grandioso di duran te la guerra; però anche la produzione di vetture armamento che s' intendeva aflìdarc alla F. per produsichieste per l'Ufficialità e per servizi specia li fu asseti zioni negli ultimi mesi ciel 1918 e durante l'anno 1919, notevole. Complessivamente la F., durante gli anni della venivano ordinate a.Ila F. 18 .000 mit ragliatrici SIA tipo guerra mondiale CO!lsegnò all'esercito italiano 29.0i9 aufanteria. e 10.000 mi tragliatrici SIA tipo aviazione; q•.1etocarri e 2160 vetture, a quelli Alleati 19.452 ca rri e sto programma non venne realizzato nella sua tota lità.I 2157 vetture. Con tal i cifre essa rappresentava il 96% per il sopraggiunto armistizio, ma la F. produsse comdella produ1,ione automobilistica italiana e s i classificava prima rispetto >L tutte le a ltre fabbriche automob;listiche d'Europa.

,r;11•ag-li a1ricc Fiat (Trofeo eia braccio) Aulobl!ntl at a Fiat

T1'attori: La r icl1iesta di trattori specia li pe r il tra,sporto od il traino delle grosse artiglierie ancl1e in a lta montagna, e d i treni stradali per rifornimen to d i munizioni, portò da parte della F . alla creazione di speciali autocarri rimorchiatori, tipo 20. 13. e 30. R, robu stissimi. La F . creò anche una propria sezion'e aviazione, cl1c in segui to venne poscia costituita in Società controllata, per la produzione di apparecchi d'aviazione. E si specia lizzò nella costruzione di apparecchi da ricognizione e apparecchi da bombard amento. .ivlateriale bdlico. Duran te la guerra la F. s i clédicò pure alla costruzione di materiale bellico propriamente

) 11 11·:ig-l ihl l'ÌC(' pù,;;tn lC F ia l , ('O ll lrCJ)p ÌC(!e

p lcssiva mcnte 4.000 m itragliatrici di questo nuovo modello. La F., prima in I talia, coslrusse secondo u n progetto studiato nei proprì uffic i tecn ici un carro d'assalto lipo 2000 pesante, con apparato motore da 250 HP. cli cu i durante la guerra. costruì e donò due esemplari allo S ta to. P rogettò p ure un tipo cli carro d'assalto più leggero tipo 3000 a cingoli, con un motore di 45 HP. di cui ebbe da l Governo itali,rno un'ordinazione per 100 esempla ri. L e maestranze durante il periodo bell ico salirono d a 7600 operai nel 1914,. a 30.000 nel 1918, cli cui 9000 fra operai comandati, libici e p rigio-


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O!flclne della FlaL a Torino nieri d i guerra; occorre aggiungere a queste cifre 12.000 operai impiegati complessivamente nelle a ltre fabbriche direttamente gesti te e controllate dalla Società, cosicchè si avrebbe un totale nel periodo di massimo lavoro di 42.000 operai. Durante la gra.nde guerra, il personale m ii. dell'esercito italiano addetto ai carri armat i e alle mitragl iatrici F . ebbe uno speciale distintivo sul braccio sinistro.

Aeroplano Fiat (Tipo B . R 1). Apparecchio da bombardamento diurno, appositmnente studiato per il bombardamento rapido, da effettuarsi in pieno giorno senza aiuto di apparecchi da scorta e da d ifesa. Sue doti pre-

nito cli motore Fiat A. 14, della potenza d i 700 H.P. Il combusti bile è sufficiente per 4 ore d i volo; nel compartimento riservato all'osservatore possono agevolmente sistemarsi le installazioni di fotografia e radiotelegrafia, talchè l'apparecchio può molto efficacemente usarsi per le ricognizioni veloci a: grande raggio di azione. L'impennaggio è in legno rivestito d i tela. Il carrello è del tipo usuale a due ruote con ammortizzatori in cordone elastico; la disposizione del carrello d'atterramento nel tipo speciale permette la postazione, oltrechè di bombe d i grosso calibro e bombe multiple,' anche di un siluro, cosicchè l'apparecchio può impiegarsi come aerosilurnnte.

Fiat (Tipo R. 2). Aeroplano (biplano) da ricognizione in dotazione, alle squadriglie de ll'aviazione italiana durante la grande guerra. Aveva le seguenti caratteristi-

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Fiau ill. R. 1, ù(t bombarclamento F'iaL H. 2, da I' iCOg"lli¼iOlle

cipue sono la grande velocità e l'ottimo potere ascensionale, qualità che gli permettono di sottrarsi agevolmente all'azione dei più veloci apparecchi da caccia moderni. I l forte carico utile ohe è capace d i trasportare, la notevole autonomia, le sue eccellenti qualità di volo, l'elevato coefficiente d i sicurezza statica, fanno dell'apparecchio B. R . 1. una macchina di grandissima. efficienza militare. L'aeroplano B. R. 1. è da. tempo in uso presso le squadriglie da guerra italiane. Viene costruito in due tipi: il tipo normale e lo speciale, i quali diffcrisconQ per la diversa superficie delle ali e per lo schema della cellula oltre ohe per alcuni parJicolari costruttivi. E' for-

che: apertura m. 12,27, lunghezza m. 8,75, , altezza. metri 3,15, s uperficie portante mq, 46, motore Fiat A. 12 bis 300 HP., carico utile kg. 425, velocità km. 180, autonomia ore 3.30.

Fiat (Tipo C. 10. Apparecchio da caccia, armato di due mitragliatrici funzionanti con t iro attraverso l'elica. Possiede doti ottime di velocità, di salita e di maneggevolezza; è dotato d i grande visibilità. Particolari cure sono state poste nello studio delle installazioni d i a rmamento. L e armi sono facilmente ispezionabili, a portata d i mano del pilota. E ' fornito d i motore H ispano Su iza, tipo 42, da 300 HP. Por ta l'installazione per una macchina fotografica, facilmente manovrabile da l pilota mediante una trasmissione flessibile. L e sue caratteristiche


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FIA

sono : apertura m. 8,95, lw1ghezza m. 6,16, altezza metri 2,40, carico utile kg. 335, autonomia di volo ore 3,30; velocità oraria km. 290. Un ulteriore miglioramen to di questo apparecohio è stato denominato C. R. 1.

Fiat (Tipo C. R . ,20). Apparecchio da caccia a costruzione interamente metallica, con strutture di forza in acciaio e secondarie in metallo leggero. Biplano, armato con quattro mitragliatrici a tiro attraverso l'elica, è provvisto di un motoré di 400 HP. H a le seguent i caratteristiche: velocità 280 km. ora, carico utile 500 kg., autonomia ore 4,30. Fiat (Tipo R . 22). Nel posto dell'osservatore possono trovare postazione comoda le macchine fotografiche e l'appara to radio. Munito di motore della potenza d i 550 H P., può raggiungere 260 km . orari; è armato di due, m itragliatrici anteriori a t iro attraverso l'elica comandate dal pilota, e due posteriori su torretta brandeggiabi le, comandate dall'osservatore. H a 6 ore di autonomia.

Fiat (Tipi S. I . A . 7 B e 9 B). Apparecchi biplani da ricognizione, in dotazione alle squadriglie dell'aviazione italiana durante la grande guerra. Il tipo 9 B dilferenziaia da quello 7 B per maggiore velocità e migliori caratteristiche di volo. Biposti entram bi, erano armati con due mitragliatrici, una anteriore a tiro attraverso l'elica comandata dal pilota, una posteriore montata su torretta brandeggiabile comandata dall'osservatore. Il S. I. A. 7 B e quello 9 B erano entrambi muniti di motore della potenza d i 200 HP. La loro autonomia era d i quattro ore.

Fibula. Era la fibbia che fermava sulla spalla destra ciel soldato romano il mantello da campo (sagmn) di lana. Era fatta in modo da lasciare, quando il mantello e ra r ia.lzato, tutta la spalla ed il braccio destro liberi per il maneggio delle armi.

Fiastrl Glul io

FlcelT Ivan

Ficarolo (ant. Vicus Arti o Viws Atrio/i). Comune in p ro,-. cli R ovigo, d i origine etrusco-romana. Nel 1157 fu preso da Federico Barbarossa che lo tenne fino al 1162. Nel 1190 gli abitanti di F., essendo in lotta con quelli di R ovigo, aprirono gli argini del Po per anne gare i nemici e distruggerne la terra; ne ebbe origine il maggiore ramo del Po, detto una volta Po di F., poi Po di Venezia e oggi Po Grande. In faccia a Gottarasa, l'attuale Stellata, esisteva. un castello con una rocca sulla dr. del Po; nel l '49 il marchese Obizzo III d'Este vi eresse 1111 caatello munito di quattro robuste torri e difeso da prc>fondi fossati. Nel 1482, durante la guerra di F errara, fu assediato e preso dai Veneziani dopo quaranta giorni d'assedio; in tempi recenti è stato distrutto e inghiottito dal Po.

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Ficeff (Ivan). Generale bulgaro, n . nel 18.58. Frequentò la scuola mii. di Sofia e prese parte alla guerra serbo-bulgara ( 1885); quindi frequentò la scuola di guerra di Torino ( 1890). _ • el 1910 era generale di divisione e ca.po di S . M. dell'esercito, che organizzò e preparò per le guerre Balcanicl1e (1912- 13) alle quali prese parte distinguendosi grandemente. Nel 1914-15 fu ministro della guerra, nel 1921-24 amba.sciatore a Bucarest. Come scrittore mii., fondò e diresse la rivista. cc Difesa Nazionale,,, scrivendo numerosi articoli;· pubblicò una « Storia della guerra serbo-bulgara ( 1885); e poi: « Tattica app licata >J; « La questione macedone J>. Ficquelmont (Carlo Luigi). Generale austriaco ( 1777-1857). Partecipò a tutte le campagne contro la

Francia divenendo generale d i cavalleria. Fu incaricato di parecchie m issioni diplomatiche e secondò Ja politica. di ' Metternich, cui succedette per poco nel 1848. Poco dopo si r itirò a vita privata. Scrisse: « Spiegazioni su\ tempo dal 20 marzo al 4 maggio 1848 »; « Allemagna, Austria e Prnssia l> ; e< La politica della Russia. ed i Principati )>.

Ficu leense. Via del L azio, detta poi Nomentana. (V.).

Fidenza. V . Bol'go San Domvino. Fiemme (Val di) . E' quel tratto di valle dell'Avisio (affluente di sr. dell'Adige) che sta tra l'alta valle, detta d i Cembra, e la valle inferiore, detta di Fassa. fece parte all'epoca dei Longobardi della :Marca di Treviso, con governo politico mi i. autonomo. Attaccata da i Veneziani, chiese ed otte1rne la protezione del principe di Trento il quale coi cc Patti Gebard iani ll (1110 -1112) ne garantì le antiohc istituzioni. D ebellato il principe di Trento dai conti del Tirolo, dal 112 rimase sotto il dominio degli stessi fino al 1314, quando, r ibellatosi al dos minio tirolese, riebbe la libertà sotto la protezione ancora del principe di Trento, meno il comitato di Castello, Capriana, e Stramentiero, rimasto sollo il domini~ del tirolesi. La Comunità ( 11 comuni) di val di F. si mantenne pressochè indipendente, con organizzazione politico-mi.1.-amministrativa, simile a q uelle feudali, fino al principio del secolo XlX, quando il tribunale dell'Impero austriaco decise d i sottoporre la comunit à alle norme generali. Dal lato geografico mii. la val di F. ha particola re importanza strategica, perchè costituisce la parte più vasta d i tutta la valle dcll' Avisio, oltre ad essere la zona centrale delle comunicazioni cl1e vanno dal Cadore (Cordevole) all'alta val Lagarina, e dal med io P iave ( Feltre) al medio ed ·alto Adige. Essa raccoglie, oltre al fascio principale delle rotabili e la piccola ferrovia OraPredazzo (costruzione di guerra) i diversi sentieri che convergono tra Predazzo e Cavalese, dalle valli dell'Isarco, del medio Cordevole, del Brenta e dell'Adige. La conca di val di F. si può considerare come una d iscreta piazza d'a1mi per raccogliervi truppe d i montagna, onde openll'e sul fianco e sul tergo d i reparti scendenti in Val Lagarina dal Brennero o dalla Drava. Fienate. Per la nutrizione razionale dei quadrupedi mii. gli alimenti normali della razione sono l'avena e il fieno, .che vengono distribuiti in due o tre volte al giorno. Le F . sono appunto le somministrazioni di fieno che vengono fatte in genere dopo i due governi quoti-

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diani. L'orario delle F. viene fissato dal comandante dello sqdr. Il sergente di settimana, che ha in consegna il ma.ga nino foraggi, coadiuvato d al caposcuderia, ripartisce il fieno e la biada aiutato dalle gua.rdie scuderia, e li fa distribuire ai cavalli. Ultimata la distribuzione, chiude il maganino, tenendone la chiave, d i cui è responsabile. La F. in genere è costituita da metà della razione di fieno, che in media è di 5 kg., e viene posta sulla mangiatoia od a terra davanti al cavallo, quando

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di magg, generale di cavalleria, venne nel 1820 p romosso tcn. generale e nel 1821 insign ito dell'Ordine del!' Annunziata.

Fiesole (lat. Faesule) . Ant. città della Toscana in prov. d i F irenze, sopra un poggio a lla cui base scorre il l\1ugnone. Fondata dagli Etruschi, di cui sono testimon ianza i ruderi de lle antiche mu ra, composte di b locchi parallelepipedi, del t ipo ciclop ico, fu sicuramente sito fortificato e d'alta importanza mii. per quei tempi. Fu presa e posta a ferro e fuoco durante la guerra Sociale, e nella devastazione fatta dell'Etruria da Silla, che vi creò una forte colonia militare, con vert ita p oi in quartier generale da Catilina . Vi si organ izzarono le forze

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questo è r icoverato· nelle normali scuderie di gua.rnigione. In campagna o nel le marcic le F., per semplificare I~ operazioni cli r ipartizione e ne llo stesso tempo per lascia re il cavallo "più tranquillo, favorendone la digestione, vengono ridotte ad una sola. Il fieno è cosl distrilm ito in fastell i d i 5 kg. su l far della s~ra, dopo la d istribuzione della seconda profencla, cd il quadrupede consu1na. la sua razione con 1naggiorc comodità. e 1nino rc dispersione dell'a limento. Se i quadrupedi sono all'add iaccio hanno <l iritto ad un kg. di p iù, e la razione viene portata a 6 chi logrammi. Nelle forniture mii. il fieno deve essere consegnato sempre compresso, tranne eccez ionali piccoli acquisti d i carattere locale e saltuario.

Fieno (Colle del). Valico che dalla valle cli Livigno con duce in Engadina, con sentiero che s i stacca dalla strada della Forcola e superato il passo (m. 2482) scende nella valle del Fain p er mezzo di buona mulattiera . Fieramosca (Ettore). Capitano italiano del secolo XV- XVI, n. di Capua, m. a Valloclolid nel 1515. Fu uno dei tredici che partecipò (15 febbraio 1503) alla disfida di Barletta. Ave·va p artecipato con onore alla difesa di Capua contro i Francesi. Fieramosca. :'-{ave da battaglia di 4• classe, (arietetorpediniere) varata nel Cantiere Orlando (Livorno) ed en trata in servizio n e l 1889: lunghezza 111. 88.40, lar-

ghezza 13,20, dislocamento tonn . 3595, macchine HP. 7468 ; armamento ca1rnoni 2 da 254, 6 da 152, lancia silur i 3; stato maggiore li, equipaggio 298.

Fieri. V. A lbania e 1vJ'alacastra. Fieschi (con te Agostin o) . Generale n . d i Genova ( 1760-1829). ~ominato n el 1815 capitano comandante la compagnia genovese delle guardie d el corpo con grado

:llura ()l l'USChC a Fiesole mii. d i :Manlio, che vi ris iedette dopo la sua cacciata da Roma. All'epoca dell' invasione dei Goti presso F. Stilicone ( 405) li sconfisse; n ella battaglia peri il loro- capo, Radagaiso. Nel medio evo F. perdet te a poco a poco la sua importanza, sopraffatta da que lla di F irenze, che nel 1125 n e d istrusse perfino la rocca. I. Battaglia di Fiesole (225 a. C.). Appanien c i lla guerra gallica, tra la p rima e 1a seconda guerra punica. 1 Galli erano giunti a Chius i, quando seppero che erano per raggiungerli i Romani. A questa novella lasc ia rono la cavalleria sul luogo con l'ordine cli retrocedere sulle loro traccia. il giorno seguente, ed essi si avvicinarono a F. I Romani, a llo spuntar del giorno, vedendo i soli cavalli e credendo che i Galli fossero in fuga, s i misero a inseguire hc cavalleria nemica, ma questa, come fu vicina al proprio esercito, si voltò e, coadiuvata d ai s uoi, li assalì. Da principio la zuff_a fu violen ta da ambo · le p arti, ma finalmente, essendo i Galli s uperiori d i numero e d'audacia, i Romani furono messi in rotta , lasciando sul campo 6000 morti. I particola ri di questa spedizione ci sono stati tramandati confusamen te dagli s toric i, tanto che a lcuni segnano due battaglie, una a Chiusi e u na a F., tra Galli e R omani. II. AssecUo di Fiesole (539 d . C.). Appartiene a lla lotta fra Go ti e Bizantini. Belisario fece assediare F. di fesa da un corpo d i Goti, i quali si d ifesero energica.men te, respingendo ogni assa lto, find1è ebbero vi veri, e si arresero soltanto quando vi furono costretti dalla fame, III. Presa e distrnzfon.e di Fiesole (1010). Appartien e alle fazioni comuna li in Toscana. I F iorentini ed i Fiesolani da. parecchi anni erano ìn confl itto ver la sup remazia in T osca na. E Firenze, gelosa della potenza di F iesole, dopo vari ten ta tivi infruttuosi per vine.ere in campo a perto i F iesolani, .finse di lasciar da parte ogni pretesa. Senonohè, una notte, poste molte bande di sol-


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date;;che in varie località in torno a F., i F iorentini mossero im provvisamente contro la città, celando le armi, come :;e volessero prendere parte a lla festa del patrono (San Romolo) con spirito completalllente relig ioso. Mentre si svolgevano le funzioni, le soldatesche fior entine p iombarono all'improvviso sui Fiesolani, che, colti di sorpresa, corsero alle armi e si difesero con coraggio ed eroismo, ma la. città cadde nelle mani elci Fiorentini. La rocca di F . re~istctle, e, malgrado ripetuti assalti, i Fiorentini dovettero rimmciare a prenderla cli viva forza . Nfa F. non era. più in condizioni eia resistere, tanto pit1 clic la maggior parte dei Fiesolani, lusingati eia false promesse s'era impegnata a cedere. Si stabilì così cl1e F . venisse evacuata, ccl i cittadini fossero r icoverati a F irenze. Poco dopo la città venne distrutta dal le fondam enta meno la rocca e la cattedr ale. Pochi anni dopo anche ìa rocca fu abbattuta ( 1125).

Fifa. Voce scherzosa d el gergo mi i. che equivale a paura; ne venne, 1'>er corruzione della parola tedesca TieJha11s (ricovero protetto) l'espressione Fifaus (V. R.icover_o). F iga ri (Luigi). Ammiraglio, n. nel 1819, m . a Roma nel L899. Partecipò con onore all'assedio cl.i Gaeta nel 1861, al comando della. nave Curtatone fu collocato a

Valdarno, fra i quali le famiglie dei Cavilli, Ubertini, Pazzi e R icaso li, oppose una va lid a resistenza., cosicchè, dopo reiterati attacchi, i F iorentini non riuscirono ad impadronirsene. V isto poi e.be er a inutile ogni ulteriore sfo rzo, pur di non lasciare libera quella gente che costituiva un costante per icolo e disturbo per F irenze, q uesta pensò d i pr emunirsi contro il castello di F ., fabbricando un altro castello a circa due miglia. eia F. (castello dell'Incisa) sulla falda del poggio della Croce, che servì a. tenere aperta la s trada per Arezzo.

Fig liolini (Guido) . Generale, n . a ~'Ientana nel 1884. Sottot. di fanteria nel 1906, partecipò alla guerra libica e a quella italo-austriaca. Col01111ello nel 1917, guidò sul Yfo,ntc Sa'lto il 44° regg. fanteria meritandosi. la mecl . d'argento. Nel 1919 comandò il deposito del 19" fanteria e poi i l 24° regg. fanteria . Nel 1926 fu vromosso generale cli brigata ed ebbe iJ comando della. 25' brigata di fanteria. Fig ueras. Città della Spagna, nella Catalogna.

I. Presa di Figuerns (Guerre della R epubblica Francese - 1 i94:. Fu operatct da 15.000 F rances i comandati dal gcn. Pérignon. La piazza era protetta dal la fortezza

r iposo nel 1878. Figari Oi11seppe. Generale, n. nel 1859. Sottot. nel 1882, p ercorse la carriera in fanterja sino al grado d i maggiore e nel 1912 fu collocato in I '. A. Colonnello nel 1917, nella. ri~erva. d ivenne generale cli brig,1ta dirci ann i dopo.

Fig I i della Libertà . Denominazione presa, aJr inizio della r ivolta de lle colonie i nglesi nel Nord .\merica, dai partigiani cle ll'indipenclenza, i qua li si impegnarono di m a rciare a proprie spese dovunque fosse necessario per m an tenere le franchigie concesse dal re Giacomo nel 176$.

Attacco di Figli11e (1223). Appart iene a lia lotta fra Guelfi e G hibellini . Fi renze, a.ppogi,;iando la parte guelfa, volle p un ire q uei cli F. perchè, aderendo alla causa dell'I mpero, s'erano r ibellati alla sua soggezione. Organizzò per corn;eguenza un for te nerbo ù i truppe, e si d iede ad attaccarne il castello. ~fo una schiera di signori ciel

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FigZ,: di tr-i1-P1M. Erano detti così, nelle Due Sicilie, i figli dei militari arruo lal i nei reggimenti. Nel 1812 veniva creata la Sc«ola di };·farte, nella quale essi furono raccolti come allievi. ·

Figl ine Valdarno. Comune in prov. di F iren ze, sulla s.i;. dell' .l\ rno, e su la stra da Firenze- Asezzo. L'attuale comune r isa le solo al 11.50, q uando s i diede spontaneamente a F irenze, cui 11el 1223 si ribellò, accogliendo nel 1252 i fuorusciti gh ibell,n i. Nel 1363 fu saccheggiah d:ti I'isani e dall'inglese Acuto. Ebbe eia quell'epoca mura e fortificazioni contro gli invasori, fatte edificare da Firenze nella. seconda metà del secolo XI V. In q uel torno d i tempo fu pu re ra.ffor zata la vecchia rocca p r esso por ta fiorentina, chiamata il « Cassero )l . D alla battaglia d i Monte Apert i, F. rimase sogget ta a. Firenze cli cui seguì le sorti. Nel 1379 una banda cli fuor usciti fior entini tentò un colpo d i mano, JJer crear vi un centro d i resistenza. contro Firenze, ma. questa riusci a sventare l'impresa, trattan do duramente g li insorti.

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La ptazzilfortc (li 1-'ìg-uei·as (IS IJ )

cli S,111 Ferdinando, costru ita dal Vauba11, e difesa da 10.000 u . ben forniti cli viveri e munizioni . .11'.Ia, avendo i Francesi assalita e presa la città, gli Spagnuol i, chiusi ne l forte, s i decisero a capito lar e. II. Assedio d·i Figu.eras (Gtterrc dell'Impero - 1811). :vicn trc la rivolta spagnuo la si faceva sempre pitl grave, il 1° aprile la piazza <li F. caclclc per tradimento in mano degli Spagnuoli. Due fra essi, addet ti a l ser vizio viveri della guarnigione, avevano la chiave della porta este~a cli un magazzino viveri, lor o impru<lentementc confidata dal gcn. Guyot, e ne approfit t,w·ono per farvi passare 500 Spagnuoli, i quali, sorpresa nel sonno la. guarnigione for te d i 500 u ., l'obbligarono, dopo breve resistenza a deporre le arm i. Sottoposto più tardi a cons iglio cli guerra il Guyot fu condannato a morte, .ma fu gr aziato <la Napoleone. Nella va na difesa della piaz-


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za si distinsero gli Italiani, capi di bgl. S . Andrea e Maz.zoni, e il cap, Lornia che riportò 17 ferite. Appena ca-duta F ., il gen. Baraguay d'Hilliers accorse colla colonna Quesnel; nel frattempo la guarnigione era stata rinforzata di 2000 u., col brigadiere generale Marlinez, e i Francesi iniziarono il blocco. Avuta notizia che un ,corpo nemico, forte di 11.000 u . e 1500 cavalli al comando del gen. marchese di Campo Verde era in via per soccorrere gli assediati, il Baraguay d'Hilliers, lasciando poche truppe sulle posizioni intorno alla piazza, -<:ol resto si portò sul fianco dr. del nemico e l'attaccò furiosamente. Gli Spagnuoli si sbandarono colla perdita -di 900 morti, 1500 feriti, le bandiere e un convoglio di provvigioni destinato alla p iazza, dove .alcune migliaia di essi trovarono rifugio. L'assedio conti1lUÒ, e dopo quattro mesi e mezw la guai;nigione, ridotta agli estre,mi il 17 agosto si arrese, dopo avere invano tentato di ·sfonda.re le linee di controvallazione e circonvallazione -che i Francesi avevano costruito. Colla piazza caddero in mano al vincitore circa 3000 prigionieri. Nell'assedio si d istinsero i Genovesi del 32° e i Toscani del 112 d i linea.

Fila. Ordine di soldati posti l'uno dietro l'altro nella ·medesima direzione. Il soldato che è in testa viene chia:mato capofila e nella marcia è quello che ba il compito -di tenere la giusta direzione, d i regola re la Jungl1ezza -del passo e tenere sempre la voluta cadenza. I l capofila -è guida, in sostanza, dei soldati che gli stanno dietro. I :graduati che stanno di fianco o dietro a{ repa,rti invigilando l'esecuzione dei movimenti in ordine chiuso diconsi serrafile.- Tempo addietro la voce F. era usata per indicare anche un' insieme di soldati posti l'uno accanto ,all'altro, ordine che più proprian1ente chiamasi riga. In ·,tal caso la fi la si diceva « di fronte>> .

Figliolini Gu ido

Filangieri cario

Filacce. Era110 costituite da· cotone cardato e varia"lllente trattato, e servirono molto, in passato, per fa~cia·ture cli piagb.e e ferite durante le gu~rre, !'legli ospedali ,·m ii. E' ancora fresca la memoria del sistema che veniva adoperato nelle nostre case durante le guerre d'indipendenza, per la preparazione deTie F . Molte donne, per ,contribuire alla cura dei feriti, passavano ore intere a sfilare orditi di vecchi pannolini, e pezzi di tela di lino, raccogliendo in pacchetti le F. da offr ire in dono a lle autorità m ii. Nel novembre 184S il Consiglip di · Sanità superiore del Piemonte prese in esame la proposta. di sostituire alle F . il cotone cardato. Ma fu tro·vato che il cotone non era nè economicamente, nè igie-n ica.mente preferibile alle F., e solo in casi eccezionali w oteva essere utile: per ulceri atoniche e nel primo pe_riodo di ferite con commozione, stupore, contusione, ecc.

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Perfezionato il cotone idrofilo, e le garze sterilizzate, le F. furono completamente dimenticate.

Filadelfla (lat. Philadelphia). Città della. Perea. di Palestina. N cl 31 a. C. vi si combattè una battaglia d'ordine del triumviro Antonio da Erode, re di Gerusalemme, contro il re degli Arabi, che s'era rifiutato di pagare il tributo ai Romani. Erode assalì il campo trincerato degli Arabi, ed essendo stato respinto in questo primo attacco, lo chiuse da tutte le parti, togliendogli ogni comunicazione e privandolo persino dell'acqua. D opo un'ultima disperata battaglia, la pace fu conclusa e gli Arabi riconobbero la supremazia d i Erode. Filadelfia. Città degli Stati Uniti, capitale della Pennsilvania, a monte del confluente del Scbuylkill col Delaware. Notevole la << Staten House >) ove, nel 1776, fu -proclamata l'indipendenza delle Colonie della Nuova Inghilterra, oggi museo dcli.a Guerra. Fu fondata da W illiam Penn che nel 1682 ne acquistò dagli Indiani il territorio e che nel 1701 ne stabilì la costituzione. Fino al 1800 fu sede del Governo Federale. Operazioni intorno a Filadelfia (Guerra di Secessione). Dopo la vittoria di Bra.ndywine, gli Inglesi, comandati dal gen. H owe, alla dine dell'agosto 1777, occuparono F. donde il Congresso era partito; e, per assicurarsi libere le comunicazioni attraverso il D elaware, cominciarono a munirne le rive di batterie che ne dominavano il corso e a. costruire forti trinceramenti. Sopravvenuta la fregata Americana «Delaware», questa cominciò a fulminare i lavoratori danneggiando le trincee e la città; mal governata, finì però nelle secche e gli Inglesi riuscirono a catturarla sotto il fuoco bene aggi~stato dei propri cannoni, coi qua.li costrinsero anche alla fuga il naviglio minore che l'accompagnava. Nonostante questo successo la situazione loro r imaneva difficile poichè gli Americal1i, per ostacolare i r ifornimenti, avevano costruito due opere fronteggiantesi, l'una su lYiud-Island, basso isolotto alla conflue11za del Schuyl-kill, l'altra sul Red-Hank, entrambe munite di grosse artiglierie e nello stesso letto del .fiume, fra le due r ive, avevano affondato parecchie file di triboli, mentre sulla punta Billing avevano costruito altre t rincee e piazzati altri cannoni. Lungo j J fiume -p oi avevano portalo molte galere munite di pezzi di grosso calibro, due batterie galleggianti e legni minori, fra i quali due brulotti. ,. Gli Inglesi, minacciati nelle comunica.zioni, temendo d i venir tagliati fuori dalle proprie basi mentre i Repubblicani andavano sempre più rafforzandosi d'uomini e d i mezzi, decisero di aprirsi la via al mare, dove era raccoli'o u1; numeroso naviglio comandato dal cap. Hammond. Per suggerimento di quest'ultimo, il gen. Hovc ordinò a.I col. Stirling, con d ue reggimenti, di passa re su lla opposta riva e di attaccare di rovescio le opere della punta Billing. Sorpresi da questa mossa, gli Americani, ritenendo di -non essere in forza bastevole, a b. bandonarono l'opera, dopo aver inchiodato le batterie. Entra tivi gli Inglesi, e distruttene le difese, rimase libera la strada al cap. Hammond per inoltrarsi lungo il corso del fiume. Rimanevano però agli Americani il forte Miffìn, sulla M ud-Island e forte Mercer, sul R edBank, che dominavano . il Deiaware e rendevano d ifficile ogni comunicazione con F. per via d'acqua, mentre, dopo la battaglia di G ermantown, Washington, rinforzato di truppe, dalle posizioni dello Schuyl-Hill impe-


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d iva qualsiasi avprovvigionarnento per via di terra. Il gen. Howe decise quindi di prendere i due forti. La sera del 21 ottobre 1777 con una forte schiera· di T edeschi, il col. Danop varcò il fiume e il gion10 seguente giu nse presso a l Red-Bank. Attaccata l'opera esterna, costituita da un la rgo recinto, resp inse gli Americani in quella più interna, formata da un forte trinceramento munito d i artiglierie. Nell'attaccarlo, il Danop rimase mortalmente ferito e venne fatto prigioniero ; rimasto fe rito anche il col. :Mingerode, che lo aveva sostituito, le truppe ritornarono a F. Intanto con tro la Mud-Island sì erano mosse le navi : l'Augusta, la Vigilante e pareccchi legni minori. Superati gli ostacoli d i cui il Jìun:ie era seminato, mentre si avvicinavano alle opere, la prima {! uno dei legni minori an darono - in secco. Però tanto <!alle navi quanto da una batteria di grossi cannoni disposta sulla riva, fu aperto il bombardamento che durò fino a sera. Il giorno seguénte, incendiatesi le due navi incagliate, gli Inglesi si ritirarono. Il 15 novembre, preparato u n nuovo .piano, questa volta contro il meno difeso fronte di gola del forte Miffin , gli Inglesi rinnovarono l'assalto da quella parte. Battuti dalle navi, bombardati dalle nuove batterie poste sulla terraferma, gli Americani, impossibilitati a resistere, abbandonarom nella notte la posizione riparando a Red-Bank. Anche qui si prepararono ad at taccarli gli Inglesi, comandati dal gen. Cornwallis e, fallito il tentativo d i rinforzarne la guarnigione, fatto dai Repubqlicani comandati dal gen. Grenc, che di fronte alle forze superiori dovette r it irarsi senza combattere, anche la sua guarnigione lo abbandonò. Rimanevano nel fiume le uavi dei R epubblicani ; queste, r iuscite con bella manovra a supera re le batterie e a passare a monte di F., inseguite anche qui dalla preponderante forza nemica, furono arse d ai loro stessi equipaggi. L'anno seguente le vicende di guerra costrinsero gli Inglesi ad abbandonare F iladelfia.

Filangieri (Gaetano). Giurista e scrittore napoletano (Ì752-1788). Se ne fa qui menzione in quanto precursore illuminalo di quella educazione integrale del cittadino, che sta a fondamento della nazione armata. Infatti egli nel libro IV della sua opera : << La Scienza della Legislazione>>, ,fissato il p rincipio che ogni cittadino è « difensore nato della Patria», espone ed illustra un'ordine leg is lativo di educazione pubblica, per il quale tutti i cittadini d'ogni classe sociale, con temporaneamente all'apprendimento della cu ltura generale e pratica. a i fini ' della professione, dell'arte, del mestiere, ecc., devono anche apprendere, mediante opportuni esercizi e lezion i inser iti nei programmi scolastici, tutto quanto di teorico e p ra tico si richiçde per l'adempimento del dovere militare. La « Reale accademia militare>>, già nota sotto l'a ltro nome di « Collegio della Nunziatella » fondata a Napoli nel 1787, ripete le sue orig ini appunto dai concetti e dall'opera legislativa del F ilangieri. Filangieri Carlo, principe di Satriano. Generale borbonico, figlio del precedente, n . a Cava de' T irreni, m. a Portici (1784-1867). Fece le prime armi con Napo leone e combattè ad Ulma e ad Austerlitz; poi fu con Giusepp e B uonaparte nel N apolefano e vi rimase sotto :~,forat, di cui fu aiutante e con cui combattè in Spagna e nella campagna del 1815. Allora comru1dò le truppe che occuparono la Toscana e scesero a Bologna; passato a i Bor boni, nel 1816 fu nom inato Ispettore della Fanteria;

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nel 1821 riorganizzò l'esercito, nel 1848 comandò la spedizione contro la Sicilia, bombardò e p rese Messina; nel 1849 conquis tò Taormina, e fu nominato governatore genera le dell' isola e duca d i Taormina . Nel 1859-60 fu presidente del Ministero a Napoli. Lasciò un volume di · « Memorie ll . - (Alessandro Filangieri, V. Cutò).

Filatelia militare. Da tempo fra i collezionisti di francobolli va p ropagandos i una tendenza a limitare le

Annulli rn ilita ri ilaliilfl!

ricerche ai soli documenti postali che abbiano importanza m ilita re o storica. Moltissimi dei francobolli emessi in tutto il mondo celebrano condottieri illustri, eroi

Francobolli m illuu·1 : elci Boeri (assedio d i Mafeklng), delle t-rnppe l ng-Jesi in nomania; clelle truppe austriache; de lle armale anlibo lsCeYi<;he clella nussia del Surl.

nazionali, memoi:ande battaglie, date· che segnano inizio o fine di ostilità. Questi tipi, raccolti accuratamente in appositi album, possono compendiare la s toria UJ1iver-

FrancoiJouo a ravore dei vrlgionierl d l guerra (Ung-t1e r ia\; M l ,111tilati (Belgio); della Cr oce Rossa (Italia, Francia). sale, fissata nei tratti più sa lient i. Però la ricerca paziente e d iligente dei filatelici n on s'accontenta di questo. Essi vanno rovistando a rchivi e vecchie corrispondenze,

Francobolli (!ella VHtoria: Italia, Nuova Ze landa, Barba()os..

allo scopo di rintracciare le missive spedite, a mezzo degli uf:tìci rnil., dai singoli combattenti ru1che in epoche non recenti. Così son venu ti alla luce i francobolli


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·<li Sardegna annullati con: (( Poste militari sarde n nel 1859, ed a ltre simili timbra.ture delle successive campagne della nostra redenzione. I francoboll i di Umber to I con a nnulli di Cassa la, d ' Adigrat, ecc., quelli d i Vittorio Emanuele III con annulli m ii. delle spedizioni d 'o ltrema re, quelli degli ' uffici alla fronte duran te la guerra contro l'Austria 1915-18, o degli uffici installati sulle navi da guerra, rappresen-

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meritò la med. d i bronzo. D opo aver partecipato a. tu tta la guerra, ritornò col grado di ca.pitano al regg. ;,: izza, divenendo poi maggiore ( 19Z3) e ten. colonnello ( 1925). Ammesso a frequentare i corsi presso la. scuola di guerra, fu nel 1929 promosso colonnello.

F ilibCJ'IO d i Savo ia

1 Capllan; 11P i f'rancobollt : èieJson (Bar liarlo,;} ; D' An-

nunzio (Fiume}: Garibaldi ( lla li a}; San ì·I a l'lin (Arge11 lina); v11 1cn·10 E,rnanuclc ll ( 1t,1Jta); :\"apokone III (F'rancia); Simone Holivar (Venezuela).

tano una inesauribi le e quasi vergine min iera, da.lJa quale solamente oggi si comincia ad attingere una miriade di varietà interessan tissime dal pu nto di vista filatelico e s torico .

File!lenica internazionale ( L egione). Corpo di -:olonmri creato in Grecia con gli elementi stranieri che a flluivano in q llella nazione p er la campagna greco- turca del 1897. La legione era divisa in tante squadre quan te erano le nazionalità, e gradi e stipendi e paghe erano eguali a quelli usati nell'esercito greco. La legione mosse da Atene il 19 aprile, e sbarcò a Volo il 19 per venire subito inviata a lla frontiera (Mali) dove prese s ubito parte a quel comba ttimen to. Si ritirò a Larissa il 24, poi passò per Vclestino, Volo, e Farsala, onde passare in avampost i a Idriskoi (30 maggio). Il 5 maggio la Legione ridotta a 134 u. difende il villaggio di Ta.tari con molto valore; combatte a Domokos, e il 17 maggio p rende posizione a Kasimir . Attacca ta dai T urchi, respinge per tre ore gÌi insis ten ti assalti d'essi, e sta per essere sopra.ffatta, quando viene soccorsa dai bgl. gari ba.ld ini 2° e 3°, coi quali dà l'ultimo assalto contro i Turchi perdendo 63 u . fra morti e ferit i; fra i primi il proprio comandan te capitano greco Varatassi Pericle. F inita la guerra la legione ven ne sciolta, dopo essere stata comandata per qualche tempo d al ten, Mauromichaelis. L a sezione ita liana di CJUesta legione, comandata <la i ten enti del nostro esercito J\fazzara, Guadagnini, Montalto e Alessandri ni (ferito a T ata ri), si fece molto onore durante t\ltta la campagna, e fu degna del p roprio coman dan te. Il tcn. Bar toli, aiutan te magg. della Legione, cadde a Domokos. Filiberto (L u.dov1à, di Savoia-Genova, duca di Pisto-ia). Colonnello di cavalleria n . a Torino n el 1895. Allievo della Scuola lllil. d i 11-f òdena nel 1913 us cì nel 1915 sottot. nel regg. N izza C1tvalleria col quale entrò in guerra. Fece però tosto domanda cli essere addetto ad una compagn ia mitraglicri, e comba ttendo sul M. Stablel s i

fili ppa Alcssamtro

Filibustieri. In origine furono semplici emigra ti, Spagnuoli, Inglesi o Francesi, i quali, capi ta ti nelle isole dell'America centrale cercarono d i esercitare il commercio median te le loro navi, sottraen dosi ai troppo numerosi oneri fisca li che il governo spagnuolo aveni stabilito per dare alle p roprie navi l'esclusività dei traffici. I F ., cacciati da lle autorità spagnuole dai porti più frequentali, f urono costretti a cercare i rifugi nello stesso mare, e divennero ben presto sinonimi di p irati, per le continue lotte che nei secoli XVI e XVIl dovettero ,.astenere con l'autorità cos.tituita. Montando navigli cli picco le d imens ioni, assa livano le n avi mercantili, specialme nte sul far della notte, usando tale audacia d,L incutere ben presto spavento in tu tta la gen te cli mare. T alvolta si appostavano alle foci dei fiumi o alle imboccature dei por ti. I limiti più frequenta ti erano quelli cli Caracas, Cartagen a, Cuba, Honduras. T ra i por ti preferiva.no quelli di lVfaracaibo, Cantuccio e Avana. A bordo delle n avi dei F. la disçip ]ina era sever issima, feroce. Il principale centro di sosta fu stabilito all'isola della T ar taruga ove si r itiravano, dopo fatta la preda, p er d ividers·i il bottino o a riposare. Taluni capitani acquis tarono fama da eroi da romanzi (V. anche ~ucanieri) .

F ilipovic (Djouka). Guerriero serbo ( 1775-1818). E roe della guerra d'indipendenza della Serbia, fu uno de i pr incipali l uogotenenti di Kara.georges durante la lotta contro i Turchi. Fili ppa (A lessandro). :Medaglia d'oro n . e m. a T orino (1799-1871). All ievo della scuola d'art. a 16 a nni, venne nel 18 16 nominato sottot. d'art., nella quale raggiu nse il grado di maggiore nel 1848. In quell'anno e nel seguente comandò 1'11° regg. fanteria, e «per essers, distinto nei fatti d'arme di :Monzambano, Valeggio, R orglietto e Peschiera» fu insiguito della medaglia d'oro. Particolarmente si segna lò nella ricostruzione del ponte sul M incio a Monzambano, dirigendo egli stesso i lavori sotto il f uoco nemico e poi per primo passandolo alla testa delle truppe. Passato a rip oso, fu per q ua lche _tempo sindaco di San Mauro Torinese e comandante della Guardia n azionale di Torino. Filippa Pietro. Generale, n. e m. a Torino ( 18381895). Sottot. di fanteria nel 1858, combaÌtè nel l859 e nel 1866 e divenne colonnello nel l884, a l comando del


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92° fanteria . Nel 1890 passò al comando del distretto mil. di Genova. X el 1893 passò nella riser va col grado cli magg. generale.

Fil-ippa Carlo. Genera le, n . nel 1840, m . a Torino nel 1920. Sotrot. cl i fanteria 11el 1359, pa rtecipò alle guerre cie l 1859 e del 1866 meritandosi la. menzione onorevole. Come maggiore comandante il 1° bgl. fanteria cl' Africa prese par te alla campagna eritrea del 1887. Colonnello nel i89S, comandò il 75° fanteria e n e l 1898 andò in P. A. Nel 1906 raggiunse nella. r iserva il grado cli m aggior genera le e nel 1913 quello d i ten. genernlc. Filippo. Vùtorio. Generale, n. nel 1853, m . a Torino nel 1925. Sottot. nel 1874 percorse tutta la carriera nell'arma del genio meritando la med. d'argento al valor civ ile e d ivenendo colonnello sottodircttore del genio a Bellu no nel 1908. I n P . A. nel 1911, fu promosso maggior genera le nel la riserva nel 1915 e poscia generale di rii visione. Filippi . Ant. città di quella parte della Tracia che è unita con la Macedonia e si chiamò Edonis ; stava. sopra un ripido poggio del monte Pangco, presso a l fiume Ga ngas.

Battaglie d:i Fil·i ppi (Dicembre 42 a. C.). Furono combattute dall'esercito dei triumviri "11:farco Antonio e C. •G iu lio Cesare Ottavia110, forte di 19 legion i e l.'l.000 cavalli, comro i repubblica.ai M . G iunio Bruto e C. Cassio Longino che d isponeva.no d i 30.000 uomini, 12.000 cavalli e del con tingente forni to da. Deiotaro di Galazia, comandato da Ami nta, e composto di fanteria e d i 5000 cavalli. Brut<> e Cassio si accamparono a un miglio di d istanza tra loro sulle alture che si a.lzavano a i fia.nchi d ella via Egna,;ia, che conduceva a Filippi. Cassio s tava a sud. Bruto a nord; ad unire i due accampamen ti co-struirono un nruro~ che tr:1verSava )a via Egnazia~ sulla quale fu lascia ta una p orta. Cass io aveva a i iìanchi delle pa.Judi, che si stendevano fino allo Strimone; Bruto delle foreste iniprnticabi li: a lle spa lle ambed ue i passi dei Sapei, occupa.ti e custoditi ; sotto gli accampamenti, il fiume Ganga, (l'attuale B unar- basci). Cassio era in comunicaz ione d iretta col porto di Xea polis ( l'attuale Ka.vala), ove era. r:aduna.t:t la flotta. che riforniva l'esercito. La pos izione dei repu bblica11i era forte per nat ura e non lasciava a.gio al n emico d i aggirarla. E poichè i l 11ernico era. cost retto ad a.c camparsi nella. pian ura. in terreni paludosi e sforniti cl i acqua potabile, Ilruto e Cass io stabilirono cli tempo reggiare, sperando che le d iffi-col tà dei !uoghi e del vettovagliamento indebolissero i l n emico e lo costringessero a lla r'itirata. Intanto Anton io, accam patosi nella p ianura di fronte a Cassio, costruì fortificazion i e scavò pozzi, mentre Ottaviano giunto qualche tempo dopo, pose i suoi alloggiamenti sulla s inist ra p iù vicino a Bruto. re.r ò date le pos izioni, nè l'uno nè l'a ltro esercito osava assalire cli fronte; qu indi s i avevano soltanto piccole scaramucce, .che finivano sempre col vantaggio dei repubblicani, i cui animi comincia.vano a d isapprovare il sistema di guerra d ifensiva adotta to da Bruto e Cassio. i\ un ce rto pu n to n ell'esercito dei tr iumvir i cominciassi a sentire la. d ifficoltà dei vettovagliamento, per cui An tonio sforzossi con Ja v igoria e Pabi1it~t JJroprie di costringere i l :1cn1ico a un fatto decisivo. Ed :tvendo Antonio tentato di 1,pr ir.si in mezzo alla palude una via contro i l fianco ~ini-

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stro d i Cassio, in modo eia tagliare le comunicazioni lra l'esercito di costui e la. flotta, Cassio chiuse con un muro il breve tratto praticabile che rimaneva fra la palude e la pa rte merid ionale del suo campo. Antonio allora stabilì di costruire una diga a t traverso la palude, e riLtscl a far occupare dalle sue milizie alcun i punti muniti a l d i là di questa. Cassio a sua ;,olta, con una d iga. costruita. fra iJ ma re e il suo accampamento, tag liò quella d i Anton io, il quale investi vigorosamente il muro costruito tra .il m are e l'accampamen to. In quel rnolllcnto Bruto si mosse col suo esercito e assa lì Ottaviano che a.vcva cli f ronte. La battaglia., che d al genera.le Corsi è ch iamata un'ahharuffata, divenne ben p resto generale. Poichè Ottaviano vedeva i suoi accampa.menti invasi da.i repubb licani di Bruto, men tre Antonio conquistava il campo d i Cassio : le milizie repubblicane occupate nella palude cor~ero in aiuto cli quest'ultimo ma furono respinte, e le a ltre, veduto il campo in potere elci nemico, si diedero a lla fuga. In quel frat tempo Cassio, che ,;'era ritirato sull'altura di F ilippi, a due m iglia e mezzo dal campo, prendendo per nem ici i cavalieri di Bruto accorsi con impeto per annu nziargli la vittoria riportata, nella d isperazione del momento si fece uccidere da un suo schiavo fedele. Secondo u n'altra versione si dice che Cassio fosse stato ucciso proditoriamente d al suo liberto, di cui non si ebbe p iù notizia; altri che egli avesse c hiesta la morte per la vergogna della disfatta toccatagli. Le pe rdite dei triumvir i furono il doppio di quelle dei repubblicani ; ma questi avevano perduto il comandante più valente e più esper imen ta to . Inoltre An1inta di Galazia, morto Cassio, abbandonò la ca.usa dei repu bblicani, e mise i l sao contingente a. d isposizione cli Antonio. Tuttavia llru(o riuscì ad occupare l'accampamento cli Cass io, e si attenne vicppiù a l sistema difensivo, date le d ifficoll1 sempre maggiori di vettovagliamento nel campo nemico. Quindi si limitò a mole5tarc il nemico di not te~ senza. i1npcgn:nsi 111aj in u n 1az-ione decisiva. Nfa il tempo si faceva sempre p iù cattivo, e Bruto non ebbe l' autorità necessaria per frenare l' impazienza e l'ardore bellico delle sue truppe. T,a seconda. battaglia, a dispetto del duce repubblicano, si sviluppò da una scaramuccia agli avamposti. Poichè Antonio, per costr ingere il nem ico a venire a. battaglia, r ip rese i l suo primit ivo disegno di interporsi tra il mare e gli accampamenti cli Bruto, e fece qui nd i da quat tro legioni di Ottaviano occupare UJÙ! lt.ura che Cassio a veva precedentemente munita di un p1_-e.sid io, e che Bruto invece aveva lasciata sguernita. Protette d a questo reparto, le altre m iliz ie si sposta rono verso la spiaggia per un chilome tro circa, e due legioni furono collocate più avanti per tagl iare le comunicazioni tra. i l ma re e i.I campo nemico. Costretto a dare battaglia, Br uto al comando dell'ala destra trovossi d i fronte a Ottaviano; le m ilizie cl i Cassio nuovamente ad Antonio. :wa Ottaviano questa. volta costrinse Bruto a ind ietreggiare, tagliando la ritirata ad una paxte delle sue legioni : nel frallcmpo Antonio batteva l'a la sinistra. (Il generale Corsi invece narra che Antonio, d isponend o del supremo comando, poichè era amma lato il , ollega, volse lo ~forzo principale contro la sinistra nemica ove stavano le genti d i Cassio, le quali, sfiduciate per la recente sconfitta, non ressero e sparse ro lo scompiglio fra quelle d ell'altra a la ; e l'Hcnzberg dice che llruto r iniase d i nuovo vittorioso all'ala destra, ma


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gli urti terribili di Antonio contro il suo fianco sm1stro scomp igliarono tutti i suoi progetti). D ei repubblicani parte s i trovò chiusa negli accampamen ti, parte fu spinta sulle alture, parte si salvò verso il mare. I triumviri, temendo che i vari reparti del nemico si r icongiungessero, s i divisero le incombenze : e così Ottaviano rimase a guardia del campo nemico, An tonio tenne dietro a Bruto, e il principe tra ce Rathos ai fuggitivi. Bru to si ritirò nella notte verso i monti del nord con qu attro legioni, e a ll' i11doma1li propose loro di aprirsi la via sino agli accampamenti ; ma essendosi queste rifiuta te di continuare la lotta, imitò l'esempio del cognato Catone, e insieme con lui alcuni dei repubblica.n i del suo seguito si diedero la morte, mentre le sue milizie, col comandante Valerio ll1essala, si arresero ai vincitori. L e due battaglie cli F ilippi tagliarono le radici ad ogni speranza dei repubblicani.

Filipptni Arnaldo

F i scher

Filippi Francesco I gnazio. Generale p iemon tese, m. ad Asti nel 1742. Colonnello nel 1733, comandò il regg. Piemonte Reale cavalleria nella guerra d i Successione cli Polonia partecipan do, fra altro, alle battaglie di Parma e di Guastalla. Promosso brigad iere n el 1738, a ll'in izio del 1742 d ivenne governatore in 2' della provincia d 'Asti. Filippi Ferdinando. Genera le, n. a Torino e m. a Vinadio (1815-1879). Tenente d'art. nel 1836, pa rtecip ò alla campagna del 1848. F u vice-direttore della fonderi-: di T orino e poi direttore della raffineria di Genova. CoJonnello nel 1860, comandò il 1° rcgg. art. Magg. generale nel 1862, tenne il comando d'art. del 6° dipartimento e d ivenne ten. generale nel 1873. Nel 1876 fu collocato a riposo.

Filippine. Arcipelago d i circa 7000 isole, appartenente agli Stati Uniti, posto fra il tropico e l'equatore, nella estrema parte occidentale dell'Oceano P acifico. Hanno una superficie d i 297.204 kmq. e una popolazione, prevaJen teme.n te di malesi e negritos, di 10.800.000 ab. L e isole principali sono: Luçon, ove si t rova la capitale n1anil1a, M indanao, ,Samar , Negros, Palauan, P anay. Il territorio, montuoso, coperto d i fitta vegetazione, paludoso nelle basse p ianure, scarso di viabilità, poco si presta a regolari operazioni militari, e favorisce la guerriglia. Le F ilippine furono scoperte dal Magellano nel 1521. P rima della conquista spagnuola erano divise in numerosissimi sta terell i feuda li dediti alla p irateria ; questa fu d istru_tta completamente solo nel 1876. Nel 1564 M iguel de Legazpi e Andrea de Ui·daneta giunsero nell'arcipelago e lo conquistarono occupando

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nel 1571 Manilla dove fondarono il centro della potenza castigliana. Vinti i pr incipotti del Nord, la Spagna pochi anni dopo occupò le isole princ ipali; ma solo col trattato del 15 agosto 1882 riuscì a ottenere che il sultano di Sulii riconoscesse la sua sovranità su tutto l'arcipelago, mentre il 7 marzo 1885 un altro tratta to colla Germania e l'I nghilterra determinava i confini d elle tre potenze nella grande zona insulare. Il malgoverno della burncrazia spagnuola e l'oppressione del clero fuTono causa di una grave rivoluzione, che, scoppiata nel 1896, ebbe termine cogli accordi del 1897. Successivamente gli Stati Uniti, vinta la guerra colla Spagna nel 1898 proclamarono la propria sovran ità sull'ar cipelago.

Rivol,izione delle · Filippine (1896-97). Precedette di poco la guerra ispano-americana e fu determinata dal malcontento contro il governo spagnuolo, il quale, nel 1896, disponeva nell'isola di circa 1500 << peninsulares JJ, che formavano un regg. d'art. e circa 6000 indigeni, reclutati con estrazione a sorte, che prestavano servizio per otto anni. Talvolta alcune milizie di « cuadrilleros » venivan o chiamate ùt servizio locale. Il governatore, gen. B ianco, all'inizio della r ivolta s i limitò a coprire la capitale, fino all'ottobre, quando gli giunse un rinforzo di 9000 u. dalla Spagna. Allora cominciarono le operazioni contro gli insorti, i quali ammontavano ormai a 15.000. Primo obbiettivo degli Spagnuoli fu quello di rompere la linea di investimen to intorno a Man illa. Assicurata la d ifesa della piazza e acquistata una sufficiente libertà di movimenti, il gen. Bianco preparò l'azione risolutiva, per isola re prima di tutto Ca.vite Viejo, cittadella dell'insur rezione, e Imus, suo quartiere genera le. 'Ma le forze di cui d isponeva non era.no sufficienti, ed. egli dovette rinunciare alla p rogettata avanzata su Silang ed organizzare una serie di linee d ifensive per isolare la provincia di Cavite, centro dell'insurrezione. Nella zona così ci1·coscritta gli insorti a l comando di Emilio Aguinaldo , si proposero di manovrare per linee interne, sia per rom;,ere la linea di blocco, sia per portare la rivoluzione 11elle provincie centrali. Nonostante successi parziali ottenuti dagli Spagnuoli, il movimento si andò estendendo. Giunto intan to, a sostituire il B ianco, il gen. Polavieja, diede alle truppe un nuovo ordinamento. Nelle provù1cie centrali di Luçon il con1ando fu dato al gen. Rios; il gen. Galvis ebbe il mandato di pacificare i distretti d i Morong e d i Manilla; il gen. Lachambre doveva con due brigate mantenere l'investimento della provincia di Ca.vite. Le operazion i furono iniziate da l gen. R ios che sconfisse gli insorti a Malasagui e il 20 e 24 dicembre occupò Ba!inang e prese il convento fortificato di San Josè, sconfiggendo gli insorti a Cacaron e occupando Bustos. L a catiura di Eusebio R oque, il più importante capo della regione, completò il successo e valse a spe11gcrvi quasi del tu tto la ribellione. Più tardi. l'Agu inaldo, profittando dell'indebolimento della linea nemica, varcò il rio Zajon col grosso delle sue forze, e raggiunse il rio Pasig dove, affrontato dal gen. Galvis ,il 6 ge1maio 1897, fu costretto a rientrare nelle sue posizioni. Giun ti nel frattempo nuovi rinforzi, gli Spagnuoli presero decisa.mente l'offensiva ; l'obbiettivo p rescelto fu Imus. Il 15 febbraio il movimento ebbe princip io e dopo violenti comba ttimenti, il 25 marzo successivo, la bandiera spagnuola era im1a lzata s ulle fumanti rovine di Imus che gli insorti avevano incendiato. Finalmente, cadute, còn azione com-

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binata dell'esercito e della marina, comandata d all'ammiraglio Montij, ·Cavite Vejo e Novoleta il 1° aprile, San Francisco il 7, il gen. Lechambre il giorno 11 poteva rientrare a :Man illa, dove assumeva interinalmente le funzioni d i governatore, essendo partito il generale Polavieja e attendendosi il gen. P rimo de Rivera, chiamato a succedergli. La rivolta era ormai ridotta alle montagne di Sibul e sulle pendici settentrionali dei monti Sungay, dove rimanevano in anni poche bande di partigiani. La stagione delle piogge non interruppe le operazioni militari; Aguinaldo, respinto da Naic, dove aveva riunito le forze superstiti, riuscito a.. portarsi con 2000 uomini nel d istretto montano di Morong, dove si er a riunito col Lia.nera, capo della rivolta nel centro, sfuggito alle forze spagnuole, passò nella cord igliera di Sibul, dove rimase bloccato. A questo pun to il gen. De Rivera aprì . trattative di pace con Aguina-ldo e il 15 novembre 1897 venne firmato il trattato di pace, per cui gli insorti si impegna.vano a consegnare le 'armi e a sottomettersi, ottenendo in cambio i diritti d i cittadinanza spagnuola e un indulto generale. Scoppiata nel 1898 la guerra fra la Spagna e gli Stati Uniti, l'Aguinaldo, traendo pretesto dalla mancata esecuzione d i alcune clausole secondarie del trattato, entrò iu trattative col cornmodoro Deivey, concludendo una convenzione per la quale gli Stati Uniti, assumendo il protettorato delle isole, riconoscevano un governo provvjsorio presieduto da Agui.naldo, in attesa della convocazio•· e dell'Assemblea Nazionale. Aguinaldo proclamò la re;iubblica, ma la partenza delle truppe spagnuole, i disordini che ne seguirono, la m inaccia della guerra civile, indussero il Congresso di Washington a proclamare la sovranità degli Stati Uniti sull'arcipelago.

Filippini (Litigi'). Generale, n. nel 1848. Sottot. nel 1866 percorse la carriera in fanteria divenendo colonnello comandan te il 19° regg. nel 1904. In P. A. nel 1906, divenne nella riserva magg. generale nel 1914 e ten. generale nel 1917. Assunse il grado di generale di divis. nel 1923. Filippi,ni P-ietro. Generale, n, a Brescia nel 1861, Sottotenente di cavalleria nel 1882, divenne colonnello nel 1912 e comandò il regg. Savoia cavalleria, col quale nel 1915 entrò in guerra contro l'Austria. Promosso magg. generale nello stesso 1915, tenne dai 1917 a l 1919 il comando della 1" divis. di cavalleria. e cooperò a lla vittoria finale meritandosi la croce d i cav. dell'O. M . S. In P. A. S. nel 1920, assunse nel 1923 il grado di generale di d ivisione e ne l 1925 passò in A R. Q . - Una fondazione Pietro Filipfn:n-i fu eretta in ente morale nel 1927 dietro sua offerta, a favore del regg, Savoia Cavalleria, per assicurare ogni a nno un premio a un militare del detto reggimen to che si d istinJ1.)a per sentimento del dovere, zelo e buona condotta.

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il Grande (383-336 a . C.). Fu a llevato a Tebe, istruito nell'arte militare da Epaminonda. Riprese ai Traci e agli Illirici le città macedoni di cui essi s'erano impadroniti; liberò Aufipoli (357), onde gli Ateniesi mossero contro lui, che li vinse p rendendo loro Potidea (356) cd

F'illppo II (Mec![J.gJic di re Macedoni) Fllippo, V elevando la fortezza di Filippi. Prese parte alla guerra sacra contro la Tracia e fu ancora in lotta contr9 gli Ateniesi che sconfisse a Cheronea (338). Mentre preparava una spedizione contro i Persiani, fu pugnalato per vendetta personale da Pausania, suo ufficia le. F. ideò· la falange e costituì una. vera e propria milizia permanente.

Filippo V. Re di •Macedonia dal 221 al 178 a. C. Appoggiò gli Achei e Ii aiutò a ba.ttere gli Etoli (217). Quindi lottò contro i Romani e ne fu sconfitto ad Apollonia (214) e vinto e sottomesso del tutto dopo la battaglia di Cinocefale ( 197). Filippo Aug-11.sto (II). Re di Francia (1165-1223). Salì al trono nel 1180 e nel 1190 partecipò a lla III crociata. Tornato in patria approfittò dell'assenza di Riccardo per entrate in Normandia; ma del re d'Inghilterra, ritornato a sua volta, fu sconfitto. Combattè poi senza tregua il nuovo re d'Inghilterra, Giovanni Senza Terra, e quando sorse una lega contro di lui dei potentati d'Europa, tenne loro testa arditamente, e con la vittoria di Bouvines ( 1214) ottenne la sicurezza assoluta del potere sui suoi vassalli. A lui si deve la creazione della guar. d ia personale detta dei « sergenti d'arme J> e quella dei marescialli di Francia.

F ili ppo II Augusto

Filippo II di Spagna

Filippo III, l'Ardito. R e di Francia (1245-1285). Partecipò a ll'8' Crociata. Entrato in lotta con gli Aragonesi, la sua flotta fu sconfitta. da Ruggero di Lauria ed egli costretto ad abbandonare il proposito di invadere i dominii degli Aragonesi,

Filippi.ni Arnaldo. Generale, n. a Bosa nel 1866. Sottotenente di cavallerfa nel 1885, entrò in guerra nel 1915 col grado di colonnello e nel 1918 fu promosso magg. generale. J\l comando di una brigata. d i cavalleria partecipò brillantemente a ll'offensiva dell'autunno 1918 meritandosi a Palazzolo la. croce di cav. del!'O. M. S. Generale di d ivis. nel 1923, anelò n el 1924 in P : A. S . e nell'anno seguente passò in A. R. Q.

Filippo VI di Valois. Re di Francia (1293-1350). Fece una spedizione nelle Fiandre, riportando la vittoria di Casse!. Nella lotta contro gli Inglesi, le sue armate subirono la sconfitta dell'Ècluse e quella di Crécy: inoltre, Calais fu presa dagli Inglesi (1347).

Filippo Il. R e di Macedonia, padre di Alessandro

Filippo il Magnanimo. Langravio d' Assia (1504-1567).

Il


~ IL

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Fu capo della lega Smalcalclica ( 1535) con l'Elettore di Sassonia còn tro Carlo V. ma ne fu sconfitto a Mlihlberg (1547). Sottomessosi, fu tenuto prigioniero .fino a l 1552.

Ordine di Filippo il Mag11ani1no. Fu istituito d al granduca Luigi II d'Assia Ducale in onore del principe F il ippo d'Assia, nel 1840. La decorazione consisteva in' una croce portante a l centr o un elisco c irco lare anmro col ritratto del principe, circondato da una fascia_ a fondo bia.n co orlato in oro, col motto: « Si Deus nobiscum, quis contra nos? ii. Comprendeva quat tro classi; fu sopp resso dopo la guerra. Filippo If'. Re di Spagna ( 1527- 1S98). Figlio d i Carlo V, da cu i ebbe nel 155S il lrano della Spagna, con i Pa:Csi Bassi, le colonie e i possedimenti italiani : alleato dell'Inghilterra, vinse i Francesi a San Quintino per merito cli Emanuele Filiberto: tentò d i spegnere il protestante~imo nei Paesi Bassi, ciò che p rovocò la guerra cli Fiandra ; nel 1S81 uni alla Spagna il Poi:togallo : s i a Ileo poi con Cateri1w di Francia contro l'Inghilterra, ma l'(( Invincibile Armad.a )), inviata con t ro essa fu d ispersa. Fondò l'Escuriale e stabilì a Madrid la capitale del Regno.

ì3G -

F IL

nel 1915, collocato in P . A. nel 19 18, promosso ,umnir. di squadra nella Risc!"va nel 1923. Par tecipò all'attacco contro i fo rti c5terni dei Dardanelli e all'occupazione dell'isola cli Cos ( 1911-12). Fu membro del · Consiglio superiore di marina dal 1916 a l 1918.

F-ilipponi di Jl{ombello Carlo. Generale, n. a. Torino nel 1863. Sotto!. di fanteria nel 1882, par tecipò alla guen a eritrea ciel 1895-96 e poi a quella libica, ,neritando a Benina ( 1913) la med d'argento. Colonnello n el 1915, comandò nella guerra cont ro l'Austria il 14° r eggimento fanteria me ritando su l M . Sci B us i ( 19 15) una secon da med. d'argento. Alla fine elci giugno 1916 p er rnerito di guerra fu pron1osso n1agg. generale; nel 1917 c:ornandò la brigata P iacen?~, e nel 1918 la 2" d ivisione. Collocato in .P. A. S . nel 1920, assunse nel 1923 il gr a do cl i genera.le d i d ivis. e nel 1915 passò m A. R. Q.

Filipf,o Corridon.i. 109' Legione della M . V . S. N. (IX Zona, Umbria e Marche). Fu costituita nel febbra io 1923 e formala su 4 Coorti con sede r ispettivamente a l\<Iacerala (sede del Comando). Came rino, Tolentino e Por to Recanati. Successivamente venne formata la S" coorte, con sede a Cingoli. :(el l 926 venne ricostituita su •1 Coort i e un:i. centuria autonoma a Tolentino. Filippo Corrfrloni. Sommergibile di media. crociera, varalo nel c:w1tierc navale Tosi di Taranto nel 1928; lunghezza. m. 70,S0, larghezza 5.65, dislocamento 101111. ll2S; m,1cchinc HP. 1500; armamento cannoni 1 da 102, lanciasilur i 4, lancia torpedini 2.

Fllippon l cli ·Mombcllo Carlo

Or cline di F i lippo il ~lag-nirn imo

Fi lippone. Gmeralc piemontese, a l servizio della Francia napoleonica. ::'\cl 1800 fu . al servizio del generale Colli, poi guer reggiò nelle armate francesi, distin guendos i nella Spagna, i n modo specia lissimo con l'eroica difesa d i Badajor . Alla stessa famiglia a ppartenne ro a ltri ufficiali napoleonici, e il seguente. Filippon(I conte Carlo. Generale del scc, XIX, n. di Tor ino. Ufiì.ciale di fanteria nel J8J5, fu nel 1830 promosso colonnel lo coman dan te il l O regg. della brigala. R egina. l\fagg. gener ale nel 1834, comandò la brigata Pinerolo sino a l 1839, epoca in cui fu collocato in ri tiro.

Filipponi (Ernesto) . Ammiraglio, n . a Torino nel 1861, entrcito in ser vizio nel l8ì6, promosso con tra rnmir.

Filo <11,11 a Tor re

Filzl Fabio_

Filipp01,i di lYlombello Camilla. Genera le, n. a Torino nel 1869. Sotto!. cli cavalleria ne l 1889, partecipò alla guct'ra contro l'Austria, divenendo colonnello ne l 19 16. Comandò il regg. cavalleggeri Lucca che ,Jires.se nell'ottobre 1917 a Pasian Schiavonesco meritandosi la med. d'al'gcnto. Generale di brigata nel 1923, comandò la 3• e poi la 1' brigata d i cavalleria divenuta poi l O comando superiore d i cavalleria , i\ el 1927 venne posto a disposizione,

F ilippopoli. Città de lla Bulgaria, su lla dr. del la Maritza. Fu assediata nel 21 cl. C. dai Traci, i quali furono sconfi tti d a lle truppe dell'imperatore T i berio. Nel 243 p resso la dttà ]'imperatore l\iI. Antonio Gordiano III venne battuto dagli Alani. Xel 250, F . fu assediata d a i Goti e difesa dal legato romano L . Prisco; costretta ad ar rendersi i Goti passarono a fil d i spada d ifensori ccl abitant i, circa 100.000 persone. Nel 551 presso F . Narsete sconfisse un cor po di Unn i. N cl 1189 F ederico I Barbarossa, marciando ve rso Costantinopoli - durante la III Crociata - battè p resso F. un corpo d i bizanti11 i che volevano imped ù·gli i l passo. Nel 1208 F.nrico d i f iandra, sovrano d i R omania, sconfisse presso la città i B ulgari guidati dal loro czar Boris II. Filite. E' detta così la ba listite ti rata in forma di fil i ; è indicata per le cariche cli la ncio elci cannoni cli p iccolo calibro . Filo. Nelle armi bianche è così chiamata la parte dcJla lama che for ma il limite estremo d el taglio . Le lame si dicono a due fili se hanno il taglio per tutta la loro lunghezza d a am bo le pa rti ! ad un filo e mezzo 5C hanno il taglio per tutta la lunghezza d a una pa.rte, e per metà o meno dall'a ltra; a J.lo e costa o ad un filo se


FIL

harn,o il taglio per tutta. la lunghezza da una sola parte. Filo della Tor-re d·i S. Susanna conte Ernesto. ·Generale, n. ad Altamura nel 1869. Sottot. di cavalleria nel 1889, meJ'itò dunnte i moti d i 11'1:ilano del 1898 la medaglia di bronzo. Partecipò a tutta la guerra europea divenendo colonnello comandante i lancieri di Milano nel 1916. In P. A . nel 1918, fu p romosso brigadiere generale nel 1922 e nel 1925 paS$Ò in A. R. Q. Collaborò a Riviste militari.

Filone. :Mecca.nico bizantino del H sec. a. C. Ideò le o-pere cli protez ione davanti alle porte delle città, che furono poi dette rivellini e mezzelun~. Scrisse un trattato di PoliOTCetica, di cui rimangono il IV libro, che tratta delle macchine da. guerra, e il V che tratta delle fortificazioni ·delle città. F ilopemene. Generale greco, n. a Megalopoli, m . a Messene (253-183 a. Cr.). Organizzò l'esercito. ~ fu eletto stratega della lega Achea : n ell'anno 208 sconfisse i Lacedemoni a ì\llontinea. Avendo i :Messeni abbandonata Ja lega, egli mosse contro di loro per punirli: nella. battaglia sotto le mura di 1-Iessene cadde gravemente ferito e fu fatto prigioniero e condannato a. bere la cicuta. Fi Iosa ( Vù,.ccnzo) . Genera.le, n. a Castellammare di Stabia nel 1846. Sotto!. di fanteria. n el 1869, pa rtecipò alla campagna. del 1870. Frequentò la. Scuola di guerra -e fu insegnante aggimlto d i topografi.a e d'arte m ii. alla Scuola mii. Colonnello comandante il 6° regg. fanteria. nel 1902, fu collocato in P. A. nel 1904. :\'ella riserva divenne ten. genera.le nel 1913. F ilosofia militare. Mentre la scienza. mii. si distingue e d ifferenzia in rami o scienze parzia li, la F. M. ricompone in quadro sintetico tutto il sa.pere bellico, al .fine di r ilevare e mantenere l' unità fra tutti g li a.spetti e sviluppi del medesimo, così che ne r isultino in concreta limpidità tutti quei principii e coordinazioni pei quali l'arte dà frutti cospicui. La. cooperazione, della quale è sempre e giustamente un gran djscorrcre, non è altro -e non può essere altro, in sostanza, che l'unità concreta dell.e azioni mentali e istrumentali di molteplici e diversi agenti, ispirata da. un concetto univoco finalistico. Or la F'. Jl;I., come quella. che ricerca. l'unità del ·sa.pere •e i modi sostanzia li per rendere evidente, fattiva. e pratica simile unità, è la vera generau·ice della cooperazione. Invano si domanda coope.razione ove non è conoscenza fondamentale dell'unità delle cose e dei propositi, quindi dei pensieri donde il tutto p rocede. Filottrano. Comune in prov. di Ancona sulle propaggini dell'!\ppennii10 e sulla strada Jesi-Macerata. Pare che il castello sia. stato eretto dai Longobardi, sulle macerie dell'an tica Veragra, distrutta da Alar ico. N ej secolo XI venne saccheggiato e distrutto dal marchese +\'fa.rcualdo di Ancona, ed i cittadini dovettero emigrare in Osimo cui si diedero nel 1200. Durante la lotta fra Guelfi e Ghibellini F. parteggiò per i primi. Nel 1353 fu sa.echeggiata da una compagnia d i ventura; nel_ 1393 s i -pose sotto la protezione cl i Pandolfo J\falatcsta, ma appunto per questo venne stretto d'assedio nel 1416, da llraccio da J\fontonc, e dopo un anno di valida. resiste11Za riuscì ad ottenere pace. Poco dopo F. dovette sostenere con tro Cingoli Ul1a lunga lotta per questione

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Fu,

. di con.fini, che terminò con. tma. pace composta. dal cardinale legato Astorgio. N elio stesso periodo del secolo XV fu preso ed occupato da Francesco Sforza, e n_el 1443 dalle ·truppe di Alfonso d'Aragona guidate dal Piccinino. Poco dopo fu d i nuovo preso da S igismondo 1',falatesta e ci_n to d'assedio da Francesco Sfor7.a, che riuscì a prenderlo solo per fame e mancanza d'acqua. Co111battimc'l1.to di Filottrano (1815). Appartiene alla campagna nell'Italia centra le di M u rat. Dopo la buona giornata sul mon te della Grancia, (3 maggio) Murat, venuto a conoscere che gl i Austriaci, superate le gole di Antrodoco, si dirigevano negli Abruzzi, mentre ·un corpo arrivava su Roma, decise di iniziare la ritirata. Durante questa, che fu disastrosa, a F. rifulse il valore delle truppe italiane. V'era acmntonata la brigata Carafa, con un distaccamento ciel ì" 1·e gg. secondato da. pochi cavalleggeri. Il gen. Ì\eipperg, alla testa. di una forte colonna austriaca, attaccò nel mattino le posizioni, con tale irruenza da r itenere che le deboli for7,e italiane avrebbero in breve ceduto. Ma al contrario non solo la brigata italiana si d ifese eroicamente, bensì, efficacemente coadiuvati dai capitani Scarfora e Zelada, comandanti de I cl ista.ccamen to del 7° fanteria e dal capitano Inca. Idi de i cavalleggeri, riusc\ ad infliggere così forti perdite agli Austriaci, da obbligarli ad arrestarsi. Anzi il Neippng, ritenendo d'avere di fronte truppe molto superiori in - forze, rinunciò ad ogni uHeriore impresa su F. e si diresse su Cingoli per unirsi al Bianchi.

Filtro (di Squadra). Durante la grande guerra, nell'esercito francese fu adottato :per Flll.ro ,di squadra su fascio d'armi misura igienica nelle soste uu F. pieghevole in tela da vela, poco ingombrante e abbastanza pratico, dato in do'tazione ad ogni caposquadra.. Si tratta.va in sostanza di una secchia di tela con ru binetto, che, attraverso ad un tubo, fa passar l'acqua per un apparecchio sterilizzatore e chimicamente purificatore dell'acqua. Il F. v iene attaccato ad un fascio di tre fucili e risolve il problema. cli d a re a.J soldato in poco tempo acqu.a passabilmente potabile. Filzi (F'ab-io). Medaglia d'oro, n. a Pisino d'Istria, a Trento ( 1884-1916). Dalla. natia Pisino, sin da fanciullo, s i era trasferito con la famiglia a Rovereto. D edicatosi con tutto l'ardore della sua giovinezza alla causa della redenzione, divenne p residente dell'Associazione degli studen li trentini; per un rovente discorso, anzi, da lui pronunciato in un congresso goliardico, f~ preso di mira dalla pol izia austriaca e denunciato come irredentista pericoloso. Conseguita. la laurea in giurispru denza, fu dalla implacabile persecuzione dell' Austrja costretto

111.


FIL

-

ad abbandonare il posto di segretario della Società di Navigazione austro-americana, e successivamente quello, guadagnato per concorso, all'avvocatura erariale d i Trieste. Scoppiata. la guerra mondiale, fu chiamato alle armi come semplice soldato, ma, fintosi ammalato, entrò in un ospedale mii. di Bolz.ano; uscitone con una breve licenza di convalescenza, profittò di questa per passare il confine italiano, attraversando, dopo lunga e perigliosa marcia, e con i gendarmi austriaci alle calcagna, il passo della Borcola. Arrnolatosi nel nostro esercito, divenne sottot. d i còmp,lemento negli alpini, assumendo il nome di << Francesco Brusarosco ». Nel bgl. alpini Vicenza si trovò a fianco d i Cesare Battisti, per il quale aveva filiale riverenza; con lui prese parte allo sfortunato combattimento di ;\fonte Como di Vallarsa, il 10 luglio 1916, e caduto prigioniero, subì col suo glorioso maestro l'estremo martirio, dopo aver mantenuto fino all'ultimo un con tegno mirabilmente impavido cd italianamente fiero. Un fratello di lui, Fausto, anch'egli volontario nelle nostre armi, cadde l'anno seguente sul monte Zebio. Alla memoria di F. Filzi, S. M. il Re, dopo la. vittoria, conferì di mot1< proprio la medagl ia d'oro con la seguente motivazione: «Nato e vissuto in terra italiana irredenta., a ll' inizio della guerra fuggì l'oppressore per dare il suo braccio alla Patria, e, seguendo l'esempio del suo grande maestro, Cesare Battisti, combattè da va loroso durante la vittoriosa controffensiva in Vallarsa nel giugno-luglio 1916. Nell'azione per la conquista di monte Corno, comandò con calma, fermezza e coraggio il suo plotone, resistendo fino all'estremo e soccombendo solo quando soverchianti forze nemiche gli preclusero ogni via di scampo. fa.tto prigioniero e riconosciuto, prima di abbandonare i compagni protestò ru,cora contro la brutalità austriaca., e col nome d'Italia sulle labbr~, affrontò eroicamente il patibolo n (Monte Corno di Vallarsa, 10 luglio 1916).

Fimbria (Caio Flavio). Luogotenente romano del console Valerio Flacco in Asia, fu capo d'una rivolta contro di lui e lo uccise a N icomedia (86 a. C.): vinse Mitridate : pa1·tigiano d i Mario, combattè con tro i seguaci di Silla; ma, sconfitto da questi nell'anno 84, fuggi a Pergamo, ove si fece uccidere da. uno schiavo. Fi nalborgo (a11t Finarimn o ad Fiues). Comune in prov. d i Genova, con castello circondato da mura e porte d i remota costruzione. A mezza costa ergesi un forte (S. Giova1mi) convertito in bagno penale, sopra cui, sul culmine -della montagna., stanno le rovine di Castel Govone, già dei marchesi del Carretto, smaJ1tellato dai Genovesi. F. era durante la. dominazione romana il confine fra Sabazi ed Ingauni, che furono spesso fra di loro ù1 conflitto . Nei secoli di meno cadde in potere dei re di Spagna, che lo fortificarono pet· assicurarsi le comunicazion i mii. coi presidi della. Lombard ia, e nel 1709 lo cedettero ai Genovesi. Essendo però malevisa la dominazione di Genova, per ben 19 anni il popolo insorto ma11tcnnc le ostilità contro la Repubblica., ed ottenne alla fine l'ind ipenden7-'l dell'amministrazione municipa le. rei trattato di Worms, dopo la. guerra per la Successione J' Austria, F. fu assegnata ai Savoia ; ma Genova mosse guerra (1746) al re Carlo Emanue le, che lo difese da i reitera ti attacchi dei Genovesi. Col trattato di Acquisgra.na venne nuovamente assegnato a Genova

l<'IN

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(1748). Nel 1796 e nel 1800 fu teatro di sco11tri tra Francesi cd Austriaci, e subì danni gravissimi; dopo la restaurazione fu assegnata. alla Casa di Savoia, e segul

J /antlc,1 ror1ezza. d i F i nale Mar-itla

le sorti del Piemonte. Le fortilìcazioni di F. s,i estcndcva,10 anche a FinaJc ì\•Iru·ina, che ne d ista due chilometri e che ·.1c seguì sempre le sorti.

Finale dell'Emilia. Comune in prov. di Modena, dom inato da aut. castello, la cui torre merla•u., con b'lllatoio a stra.piombo, ·è un interessante esempio della poliorcetica. medioevale. La torre « possente JJ o « r1archesana JJ data dal 425 ; nel 1026 la contes~a Matilde rialzò la Rocca grande, nel 1212 i Modenesi costr uirono la torre detta. poi d ell'orologio, nel 1213 il castello fu distrutto dopo un assedio; nel 1310 il Comun~ 1 ip arò )a torre dei Modenesi, nel 1402 Bertoli110 Pioli novarese,

La nocca (1i Finale Emilia ricostruì le mura e la Rocca, che fu rifatta nel 1425 da._ G iova,mi da Siena e da quel tempo rimase quasi immutata. L e origini di F. si per dono nella notte dei tempi; s.ì trovarono le tracce di a,1tichissimo villaggio aJl'epoc:i: d elle palafitte e po i fu luogo f wte d ei Romani; le prime fortificazion i risalgono a. Teodorico, che le ordinò


' nel 489 per arginare le invasioni barbariche; r.rl 555 cadde nelle mani dei Longobardi, nell'800 in quelle dei Franchi. Libero comune legato a :Modena nel 1222, dopo il 1311 segui le vicende del dominio Estense, fino al 1598, anno in cui tornò allo stato modenese. Nel 1705 se ne impadronì il gen. francese Albergotti; due anni dopo tornò al Duca di Modena, ma dopo la guerra di Parma. i Francesi la ripresero e la. tennero fino a lla. pace de l 1736. Da allora seguì le sorti del ducato di Modena.

Finanza (R. Gttardia di). Speciale Corpo incar icato della vigilanza. ai confin i terrestri e marittimi dello Staio, specialmente per assicurar e l'osservanza delle disposizioni doganali. Durante la guerra esso può concorrere a lle operazioni d ell'esercito; con-' tribuire alla copertura. delb raduna ta; offrire u n valid issimo a iuto, specia lmente per la conoscenza che gli ufficia li ,e la truppa. del cor po possieFregio del berretto dono della zona di confine. Le n. Guarclia cli Finanza prime milizie, che, in Europa, ebbero compiti analoghi vennero costituite verso la fine del secolo XVIII, poichè la vigilanza. a.Ile l rontiere veniva affidata a repa rti dell'esercito, che, con lo stabilire dei ver i e propri cordoni militari, impedivano il contrabbando e serviva.no a chiudere i confini degli Sta.ti anche a. coloro che n e erano stati banditi, ai malviventi, agli inferm i di malattie notoriamente contagiose, ecc. Il p r imo reparto i·cgolare d i doganieri o finanzic1·ì venne istituito in I talia nello Stato pontificio,· con l'Ed itto del Tesoriere Generale .M onsignor Ruffo, in da ta

Romano (1830)

Pinanzicrt Imperlale i'J 808)

FIN

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tuzione venne alJora creata nel Regno italico, con un corpo d i finanzieri forte di 3500 uomini, la cui unifom1e, simile nella foggia a quella francese, era d i colore azzurrognolo. Corpi simili vennero costituiti, per

Unifo rmi dei 1-'inan,ierl de l Rcg·no cli Sar(legna Guardia Ufficiali Brig-acliere 18J9

18•15

1851

1850

garantire il pagarr:rnto dei dazi doganali, anche neg li a ltri S~:i.ti d'ltq;;a. Così in Piemonte, nel Reame d i Napoli, nello Stato pontificio e, dopo il Ì815, nel Lombardo-Veneto, dove l'A ustria istitu ì la << Forza armata d~ !:nanza >>, sostituita poi, nel 1829, dalla. « Guardia d i Confine>> e, hel 1835, dalla. « I. R . Guardia cli Finanza.». Durante l'éra delle cospirazion, e delle associazioni segrete, vi furono numerosi adepti tra i finanzieri, i quali, per le loro particolari attribuzioni, potevano rendere a.Ila. frontiem preziosi servizì, facilitando la fuga dei patriotti persegui tati, la corrispondenza con gli esuli e l'inoltro del materiale d i propaganda. Non è da meraviglia rs i, quindi se molti finanzieri parteciparono poi ai mo. i ..11er il Risorgimento nazionale, d irnost1·ando in molti e gloriosi episodì, quanto fosse profoncl0 in loro il sentimento della. Patria. Così va. ricordata la guardia di finanza toscana, a lla quale, nel 1847, AureliÒ .Saifi consegnò ~ma bar.diera offerta dalle Scuole comunali di Forlì ; le Cinque G iornate di M ilano, d u rante le quali i 6nanzier' 5 J >da.ti cta An ton io Simonclti, fecero fuoco contro gli aTtiglieri aus triaci d al campanile di S . Celso e parteciparono all'eroica lotta dei cittadini milanesi, ottenendo dal Governo provvisorio un elogio spec ia le (I

ll;lllco (1805)

de l 30 aprile 1786. Esso era composto di una sola compagnia, forte però di 496 uomini. Dumnte la Rivolu zio ne, venne formalo in Francia., nel 1791, un corpo di finanzieri, che raggiu11se la. forza di quasi 15.000 uomini; istituzione, questa, che fu imitala. da mol ti Stat i; sol tanto durante il Consolato, il compito di impedire il con trabbando ai confini venne ancora. affidato a reparti dell'esercito. I doganieri francesi presero il nome di « Cbasseurs verls » dal colore della loro uniforme; parteciparono con onore a molti episodi di guerra e vennero riorganizzati per ordine di N apoleone I, dopo che questi, nel 1806, p-r oclamò il blocco con tinentale contro l'Inghilterra : ammontarono allora. a. 40.000. Analoga isti -

~rodcna 1815 - 59

un1rorrni dei .Finanzieri ,1e1 Ducau Parma To,cana 1850- t,9

1848

1818

1851

1857.

aprile 1848) pexchè « nei giorni del pericolo, le Guardie di F inanza non avevano indugiato a ricordarsi di essere I ta liani ed avevano combattuto da prodi per la santa causa >>. I finanzieri diedero poi un concorso 11otevole a


-

FIN

tutte le insurrezioni di quell'anno fatidico, partecipando <:on onore a lh difesa, d i llologna:, di Ancona e d i Venezia,. I,,iziatesi le guerre per l'indipendenza d'Italia. molti fin anzieri vo llero pa rteciparvi come volontari. Quelli, cl.e aveva"10 partecipalo «ll'insurre1.ion!" di )Ii!ano contril>·1ii\>n•> ..t cosft1·11-c il ccrpo dei \'Olontar1 lombardo ·del :Manara posci~ rio,·0"1:iizzato da G iacomo Durando.

710 -

FIN

menti che, con n:>mi ed organizzazioni diverse, avevano adempiuto, nei diversi Stati ita liani, le s tesse attribu,;ioni di tutela fiscale. Si disCu§e a lungo se s i dovesse imp,;ruerc al nuovo Corpo un caratte re esclusi,•amente militare o se non vJlessc meglio un ordinamento amministrativo e s i finì con lo scegliere la via di mezzo, dan- • do al Corpo una costitt>zione mista : civile pe r quanto riguarda\'a la d ipendenia,, la gerarchia nei grad i superiori e .nei rapporti con l'esercito in tempo di pace; militare con !'averne previsto la mobilitazione in caso d; guerra. Così, nel 1866 - mentre alcune centina ia c1· guardie diserta,·ano per arruolarsi nei corpi dei "olontarì - ven nero mobi litati tre distaccan,enti : u no dei quali fece parte del II C. d'A. ' (Cucchia.ri) e due parteciparono coi volontar, alla difesa dei passi dello Stelvio e del Tonnle e si d istinsero a Vezza, (4 lu gl io) e presso Bormio (1 l luglio), oltenendo alcune ricompense al ,·alor militare. Fra il 1866 cd il 1914 la R. Gua.rdia di F inanza rinsaldò a mano a man o la sua compa-

Finunzleri (lei Regno delle Due SICIiie Isprtiore umctah) SottoJ)t'fg-.

Gtuw<llc

Per ii gran<l~ mnn~ro del'e <iomande, il Governo provvisorio di }.l!ilwo Clovette, ,u1zi, costiiuire uno speciale reparto di cacciatori, formato qua.si interamente da Guà.rdic di Finanza volontarie, incaricandolo di difendere i passi della Valtellina e della VaJ Camonica. Posc ia i fìnam:ier i lombardi tornarono a far parte ·del battaglione Manara, col quale - dopo essersi opposti a . La Cava, nel 1849, a l passaggio del Ticino da parte degli Austriaci - accorsero alla difesa di Roma, dislinguendosi ,l V illa S;iada. Ancbc 11!'! 1859. oltre ai finaniieri sardi e piemontesi, prc~ero p~rte alle opcra.1,ioni degli alleati

umi:1011 ctella compagnia del Finamlerl rnob illl all 1,n vc111ern na nel rnGG

nnanzi~ri del negno ct•11alla Guardia Guardia

So1101en. SOIIOLH'i$'. (1862)

(1866)

Tcnt•me

(ISS I)

non poche gu,udie lombarde, che disertarono dal ser vizio del!' Austria per far parte del Corpo del Garibaldi. Ugu almente molti finanzieri en1ilian i e romagnoli si unirono alle divis. Ulloa e Mezzacapo. ~el 1860 e negli anni successiv i non pochi uomini, già appa rtenenti ni d iversi corpi d i F ... parteciparono alla spedizione dei Mille, alle camp~gne nell'Umbria e nelle Marche cd alla repressione del !)rigan taggio. Dopo la costituzione del Regno d'Italia. il Governo iniziò gli studi per fondere in u n solo Corpo gli ele-

g ine, acquistando una nobile tradizione di disciplinato la voro cd un elevato spir ito di corpo. Nel contempo l'or dinamento andò modificandosi, divenendo, attraverso una lunga ~er ie di disposizioni legislative, sempre più m ilitare, come in".ltilmente aveva p roposto il 1'1ingh etti fin dal 18i5. Ottenuta co11 la Legge del 19 luglio 19,06 una costiluzi0ne autonoma con un comando genera le e con la denominazione cli « R. Guardia di Finanza», il corpo' ebbe concessa., con R. D . 2 i;iugno l9ll, la band ier a di combattimento, come tutte le altre forze mii. dello Stato. Nel 1907 era già stato esteso alle Guardie l'uso delle stellett~. Nel 191 1 e nel 1912. la R. G uanlia d i F inanza partecipò alla impresa. libica con un plotone di guardie •.li J'.iare ed una compagnia mobilitala. Questa prese pa.rte ;i.Ila battaglia d i Zanzur, meritandosi l'encomio solenne (R. D. 19 gennaio 1913); encomio tributalo poi (R. D . 29 maggio J.913) a tutta la R . Gu:i.rdia d i F inanza « per le benemerenze acquistate nelle campagne di guerra in Libia 1911-12 ».


FIN

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D uran te la gucr m mondiale, il Corpo si mobilitò raggiungendo la fol'7-a complessi\•a di 32.000 uomini e 700 ufficiali; della qua.le circa w1 terzo partecipò aJle operazioni, costituendo 18 bo ttaglioni e 2 cp. autonome e d istinguendosi sul Podgora (2° battaglione), al Pal p icr.olo (20° batlaglicne). a :\fonte Sei Busi ( 10°), sull'altipiano di /\rsiero (battaglioni S°, 9° e 17°), in val Su gan3, (7°) cd in Albania. N'el 1916 alcuni battaglioni,

Rivista del Capo del Governo, Benito )l11s~o11n1, alle 0 1rn,·clle 111 Finanza nel 1028 data la difficoltà di completarli, vennero sciolti, gli altri, forma ti su 4 cp. ebbero complcssivJ.mente la forza di 8500 uomini e 170 ufficiali, ft continuarono a pa.r tecipare alle operazioni, distinguendosi in diversi fatti d'ar-

1,·1 nanzler<' riel

Gua rdia

Lornba1·do-v en eto (1850)

cli l'l nnnza Alpi na ( 1928)

mi e specialmente alla difesa del Piave (battaglioni 7°, 8° e 20°), dove il 7° battaglione conseguì la mcd. di bronzo al valor militare; mentre la 56" cp. meritava in Alban ia l'encomio solenne. Ben a rag~ne, finita la grande guerra - duran te la quale la R . Gua rdia di Finanza aveva ottenuto ben 4030 ricompense a l valore ed aveva contribu ito alla vittoria comune con la vita di 2000 uo-

741 m in i - venne conferi ta a l Corpo la medaglia d i bronzo « per "il generoso con tributo d i sangue, di valore e di abnegazione dato durante la guerra e per le virtù militari spirgate dai componenti del Corpo e da aJcuni reparti degni compagni, in aspre prove, di quelli dell'esercito» (1915- 1918). La R. Guardi.i di Finanza 'itaJiana ha attualmente i seguenti compiti : imped ire, reprimere e denuncia.re il, contrabbando e qualsiasi contravvenzione e trasgressione alle leggi ed ai regolamenti di .finanza; tutela.re gli uffici esecu tivi della f inanza; vigilare, per con to dello Stato, sulla riscossione dei dazi di consumo, e, inline, concorrere alla difesa dell'ordine e della sicurezza pubblica, nonchè, in caso di guerra, a lle operazioni m il itari. Essa dipende in tempo di vace dal ~Iinistero delle Finanze cd in tempo di guerra dal Ministero della Guerra per quanto riguarda il personale mobilitato ed i reparti territoriali dislocati lungo la frontier-.i. minacciata -e lungo il litorale marittimo. Analogamente, le guardie d i mare dipendono, in tempo d i guerra, dal :M inistero della ]\farina. L'ordinamento attuale delle R. Guardie di Finanza, stabilito con su ccessivi DD. RR., l'u ltimo dei q uali in data del 15 novembre 1928, è il seguente: - 1 Comando Genera.le, retto da un generale di C. d 'A. in servizio permanente effettivo, scelto fra i generali del R. E sercito. - 3 Comandi di Gruppi d i legioni (Genova, Venezia e Roma), retti cla genera.l i di brigata. provenie nti dal Corpo. - 12 Legioni territoriali, le cui sedi sono: Torino, :Milano, T rento, Ud ine, T rieste, Genova, Venezia, Fi-· renze, Roma, è\apoli, Bad, Messina, e che sono al comando di w1 colonnello del Corpo. Ogni Legione territoriale è composta da 3 o p iù circoli, suddivisi, alla loro volta, in compagnie, tenenze, sezioni e brigate. Dell'ordina.mento della R. Guardia diFinanza fanno inoltre pane : 1 legione allievi-guardie: (Roma); 1 scuola allievi ufficia li (Roma); l scuola allievi sottufficiali (Caserta); l scuola d'applicazione per la p olizia Lr ibu tar i,1 con sede in Roma. La forza organ ica del Corpo è attualmen te di 5 genera li, 14 colonnelli, 81 tcn. colonnelli o maggiori; 181 capitani, 328 u fficiali su balterni; l i27 marescinlli, 1724 brigadier i ; 1320 sottobrigadieri, 2035 appuntali, 16.230 guardie e 1560 allievi. L-i festa del Corpo I: fissata nel giorno 5 lu gl io, anniversario del la lotta fra Sile e P iave (1918) e anniversario d i operazion i in Albania (1918) in cui ·reparti della F. guadagnarono mcd. al valore.

C'lrjJO delle Guard-ie di Pin a11za. Costitu ito il 9 maggio 1848 dal Go\'erno pro\·visorio lombardo in :\Iilano. Raggiunse la forza di un bgl. e fu agli ordin i del gcn. D u rando in Va l Sabbia; poi si r itirò in P iemonte : i suoi componenti passarono nei bersaglieri lombardi r dopo la campagna del 1849 si rcrarono a Roma dove presero parte alla difcs,~ d i que!l'anno. Fi11a11::ieri. .1fnbili. V. Bersaglieri del Tebro.

Finardi (Zaccaria). Generale, n . a Como nel 1843. ::S:elle schiere garibaldine partecipò alle campagne del 1859 e 1860- 61. Passato poi ( 1862) ali' Accademia mi!. u e uscì sottoten. ciel genio nel 1864 e due anni dopo combatti: ncll:i. guerra del 1866. Insegnante all'accademia mii. cd alla scuola d'applicazione, clh·ennc colon-


FIN

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nello nel 1896 e comandò il 3° rcgg. genio telegrafisti. Magg, genera le comandante del genio a Torino nel 1901, ispettore delle truppe de! gen io nel 1904, andò ..in P. A. l'anno seguente. Nel la riserva nel 1909, divenne ten . generale nel 1911 e quindi fu collocato a r iposo. Pubblicò un « Manuale di Celer imensura>> e un'opera sul « Passaggio dei corsi d'acqua>>.

Finazzi (Alessandro G . B .). Generale, n . e m . a Villanova Monferrato (1825-1904). Sottot. d i fan teria nel 1844, combatté ne l 1848-49 cd in Crimea. Nel 1859, a S. Martino meritò la mcd. d'argento e neUa campagna del 1860- 61 ebbe la croce d i cav. dell'O. M. S. u Civitella del Tronto. Colonnello comandante il 53° reggimento fanteria, partecipò alla campagna del 1866 e nella repressione dei tumulti di Palermo s i meritò la com1;1enda mauriziana. Poco dopo, nel por tar soccorso ai colpiti del colera, ebbe la med. d'argento dei benemeri ti d~lla salu te pubblica. 1\fagg. generale nel 1875, comandò 1'8' brigata di fanteria e poi la brigata Casale. In P . A. nel 1882 e nella riserva nel 1891, d ivenne ten. generale nel 1893.

742 _

FIN

Sot!ot. di fanteria nel 1882, quale colonneLlo comandante il 31 ° regg_ fanteria entrò in guerra nel 1915 e combattendo a Castelnuovo del Carso rimase ferito ed ebbe la · mcd. d'argento. Nfagg. generale nel 1917, assunse nel 1923 il grado di generale di divis. in P . A. S. e nel 1925 passò in A. ·R. Q. Fine/li Francesco. Generale <lel genio navale, n. a S. Maria Ca1rna Vetere nel 1865, entrato in ser vizio J1el 1889, promosso brigadiere generale del Genio Navale 11el 1919, collocato in P. A . nel 1923, promosso magg. generale nella Riserva nel 1923 e. generale vice ispettore nel 1925. Parteciµò alla guerra 1915-18 e fu d irettore delle costruzion i m,vali di T aranto dal 191S a l 1918.

Fi neschi (Adolfo). Generale, n . e m. a S iena (18381929). Ten . d'art. nel 1859, combatté nel 1366 e guad agnò la med. di bronzo. Colonnello nel 1881, fn direttore d 'ar t. a Bologna e poi comandò il 15° regg. da. campagna. l\fagg, genera.le com,tndan te la briga ta Siena nel 1889, andò in P. A. nel 1895 e divenne ten. generale nel 1896. Nella riserva nel 1909, fu poi collocato a r iposo. Finesch-i Larettzo. Genera le, n . a Siena nel 1874. Sottotenente d i fanteria nel 1893, partecipò alla campagna er itrea ciel 1895-9_6, indi frequentò la scuola. d i guerra. Tornato in Libia, al!e Due Palme si meritò la medaglia d'argento. Prese parte alla guerra contro l' 1\ustria, d ivenendo colonnello nel 1917. L asciato il servizio attivo dopo la guerra, fu promosso nel 1928 generale cli brigata in A. H.. Q .

J'tna.zz; G. B.

Fincati Lulg-1

Fincati (L1tigi). Ammiraglio, n. a Vicenza, m . a Venezia (1813-1893). Entrato in servizio il 1° agosto 1836, f u promosso contrammir. nel 1877, viceammir. nel 1885 e collocato in P . A. nel 1887. PFtecipò :dia campagna del 1860- 61, guadagnando la med. d'argento al -Ga.rigli•ano e a Gaeta, e alla campagna del 1866' in A·driatico al comando della cannoniera Varese. Fu memibro del consiglio superiore d i marina. nel 1877; giudice -supplente del Tribunale supremo m ii. dal 1881 a l 1883, ,:omand,mr e della R . Accademia Navale dal 1883 al 1884. ,Collaborò tl la R ivista Marittima e scrisse le seguenti opere : « La deploxabile battaglia navale del Zonchio »; ,, D izionario cli marina it,tliano-francese l>; « Considerazioni sulla tattica navale l>. Fu deputato di ValclagllO per le legislature dalla IX alla XII. Fincken~tein. Villaggio della Prussia, sul cui castello, il 4 maggio 1807, f u conclusa un'alleanza offensiva e difensiva tra Francia e Persia, per opera di Napoleone I. J,a Francia s'in1pegnava a garantire alla Pe rs ia l'in tegrità ciel suo presente territorio riconoscendole il possesso della Georgia, che s'impegnava d i far sgombrare dalla Russia, e di fornire alla Persia armi ed ufficiali per organi7,zare al l'europea l'esercito. L a Persia s'impegnava a ·romp~r~ ogr;i relazione politica. e commerciale coll'Inghilterra, dichiarando a qu~sta la guerra e cercando di trascinarvi g li Afgani e vicini popoli. Finelli (Antonio). Generale, n . a Cervinara nel 1863.

Finìguerra (Francesco). Generale, JJ . a Lavello, m. a ::Vfontccatini ( 1853- 1918). Sottot. di fanteria nel 1879, passò poi nel l'ar ma dei RR. Carabinieri, meritandosi la med. cli bronzo dei benemeriti della salute pubblica e divenendo colonnello comandante la legione di Cagliari ne l 1905. Promosso magg. generale nel l911, fu addetto a l comando generale dell'arma . Nel 1916 divenne tenc11te generale e passò in P . A. Finìsterre (ca.po). Promontorio della Spagna, in Galizia; costituisce l'estrema punta occidentale della p enisola iberica.

I. Battaglia del Capo Finisterre ( Guena di Success ione d'Austria). Perduta nel 1746 la colonia del ca.po Breton, i Francesi a llestirono nel 1748 una spedizione d i 2 vasce lli e 2 fregate con 40 trasporti che, a l comanòo del Lajonquière, doveva riconquistarla . Movendo contemporaneamen te anche la squadra elci Grol\(, che co n due vascelli, una. fregata e parecchie navi armate in guerra della Compagnia francese delle Indie doveva agire contro le colonie inglesi delle Indie Orientali, le d ue squadre si u nirono per navigare unite fino al capo F . Saputo della ~pedizionc, gli Inglesi incaricarono il vice ammiraglio Anson e il contrammir. Warren di attaccar-· la, for ti di 15 fra vascelli e fregate e 2 legni m inori. JI 14 maggio a mattina i Francesi avvistarono il nem ico presso capo F . ; il convoglio, con una fregata, pr•cse caccia inseguito eia 3 va~celli i nglesi, il cui grosso rimase fronteggiato da otto tra vascelli e fregate e 5 navi della Compag11ia delle Indie. Queste ultime v ista la forza. avversaria, piegarono; le a ltre dovettero imi tai-le, inseguite da vicino dal nemico. Alle 16 ebbe pdncipio il combattimento; 3 navi della Compagnia si arresero per le p rime; lungamente resistettero a ltre quattro, ma infi-


FIN

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ne dovettero ,nch'essc ammaina re band iera ed arrendersi. Col sa.cr incio delle n avi da guerra il con voglio fu salvo. I Francesi perdettero 700 u. fra cui l'ammiraglio, gli Inglesi 500. Il. Battaglia del Capo Ffoisterre (Guerre dell'Impero - Campagna del 1809). Il 22 luglio la flotta francese, a l comando del viceammir. Villeneu ve, e quella spagnuola, al comando del contrammir. Gravina, si trovavano a 25 leghe dal capo .F. qua11do su l mezzogiorno, con tempo n ebbios;;, avvistò la squadra inglese comandata da l vicearnmir. Calder. Era forte la flotta francese di 14 vascelli, la spagnuola di 6; in più . v'erano 7 fregate e 3 brigantini. La squadra inglese constava d i 15 vascelli e 2 fregate. Il Villeneuve, r itenendo che il nemico volesse spuntare la sua retroguardia., dispose che le n avi virassero in poppa per la contromarc ia , Dopo questa evoluzione, per cui le due avanguardie avev'l-llo serrati i contatti, la battaglia ebbe prirtcipio. Poco dopo due vascelli spagnuoli, gravemente danneggiati, dovettero arrendersi, mentre la nebbia diveniva sempre più folta e cadeva la notte, così che le due flotte ruppero il contatto. L'irtdomani le due squadre si avvistarono ancora a 15 miglia; però nè dall'u na nè dall'altra p arte s i voleva combattere, cosicchè finirono col perdei:si di vista.

Finlandia. R epubblica dell'Europa settentriona le, fra la. Svezia, il mar Ilaltico, la Russia. L a sua situazione geografica l'espose molto spesso aJJa guerra. Le tribù n nlandesi, che vennero ad abitare 11el settentrione subito dopo la n ascita di Cristo, fu rono dest inate a. separa re due popoli assai potenti e n umerosi, germani e slavi, e le lotte per il po~sesso d ella F. cominciarono, sin daJla cost iiu~ione dello Stato nella Svezia ed a Novgorocl, e d alla diffusione del CristianesiStemma della mo. G li Svedesi a poco a p oco Finlandia occupa rono parte del paese. La Ca.rel ia fu causa di lotta violenta e lunga. La prima fase si chiuse con la pace di P ahkinasaari ( 1321); la frontiera allora stab ilita tra la Svezia e Novgorod venne a dividere le terre dei popoli finla ndesi ia due Stati e ambienti di cultura differenti: la F. setten trionale e quella. orien tale caddero in potere di Novgorod. Subentra ta l\-1osca a N ovgoro<l, i contrasti di fron tiera. diven taron o sempre p iù forti. L'unica difesa della F in landia contro l'orien te era. allora la fortezza d i Viipuri, ma verso il 1470 Erik Tott, l'uomo più potente della Finlandia, fece· costruire lc1, fortezza di Savonlinna.. I Finlandesi p resero pa.rtc anch e a.Ile guerre della Svezia contro la D animarca . I n questo l)eriodo medievale, tutti gli uomini a.bili alle armi s i riunivano e combattevano in gruppi p iù o meno organizzati. In inverno facevano uso d i sci, nell'estate adoperava.no navi p er spostarsi. Sin o a lungo tempo dopo l'invenzione delle armi da fuoco, continuò l'uso dell'arco con la freccia e della lancia e per la difesa del corpo la corazza e il casco; nel 1550 s i po.riavano ancora scudi di legno. Oltre a questo cosidctto esercito nazion ale cli fanteria, formato da contadini, esisteva in Fi1ilanclia la cavalleria fonnata da nobili. Le lotte armate di frontiera con Mosca raggiunsero la vi,olcnza di una grande guen-a n el secolo XVI. L a

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FIN

guerra combattuta in F inlandia sotto il regno di Gustavo Vasa (1554-57) non mu tò la situazione del paese . La guerra per la signoria ciel mare Ilaltico fu iniziata dalla Svezia òopo che il finlandese K laus Horn ebbe conquistato Reval ( 1561). Nella guerra nordica cli selle anni (1563- 1570) K laus Horn si d istinse come ottimo condottiere in terra e in mare. Appena finita questa guerra, i Russi rovesciarono tu tte le loro forze con tar i Paesi baltici e la Finlandia. Questa nuova g uerra, che durò 25 anni (1570-95) riuscì a far cambiare, con la pace di Tayssina, la frontiera fin landese in una nuova e p iù vantaggiosa. posizione verso l'oriente. F ra i condottieri fin land esi in questa lunga guerra sono d a nominare Klaus Horn e suo figlio Carlo, Klaus Fleming, oltr e a l francese Pontus de la Carclie, il quale ultimo' conquistò Kakisa lmi nel 1580 e rtel febbra io 1581 p ortò l'esercito e le. artiglierie attraverso il golfo finlandese, allora ghiacciato. Nella pace che ne seguì fu dec iso che la frontiera orientale della Finlandia dovesse -finire nel Mare glacia le, e a l su d del golfo finlandese la Svezia, r icevette l'Es tonia. Alla guerra, tra il re di Polonia Sigismondo ed il duca Carlo cli Svezia, s i unì come ep isodio a pa;te la rivolta dei · contadini finlandesi contro Klaus F leming, comanda11te ~up1·emo della Fù1lanclia e dell'Estonia e partigiano cli S ig ismondo, i l quale teneva i contadini' sotto un giogo troppo pesante. Questa rivolta fu nom inata << J ,a guerra delle clave», e fu soffocata nel sangue. Poco dopo il duca Carlo vinse Sigi- · smonclo e castigò duramente i s ignori fin landesi che avcvai10 pa, tecipato sotto F lem ing a11a causa cli SigismC'udo. hrenclone òecar,itare molti. Nell'esercito che Carlo IX -di Svezia, inviò, nella primavera del 1609, con tro la Russia, m ilitavano anche tnippe finlandesi : la pace çli Stolbova (1617) portò la frontiera orien tale della Finlandia fino al Ladoga. Durante la guerra. dei Trenta Anni, nelle truppe svedesi vi erano circa 2/S di Finlandesi. Tra i condottieri finlandesi sono <la ricorda re Gustavo Horn, Torstcn Stalhai1dske, Arvid Wittenberg e E.nrico Slang, cc il L eonida della Svezia. ,i, il qua le d ifese ~roicamente Xeubu rg nel 1641; inoltre K laus Flcming, figlio cli Lars FJcming, il riformatore della marina svedese nel secolo XVII. Anche nelle guerre c1; Carlo X e XI i Finlandesi combatterono accanto agli Svedesi contro la P olonia, contro la Danimarca e contro la Russia . Nel 1650 i Russi invasero la F. ma non poterono prendere Viir,ud. Duran te la guerra Nordica la F. mise in campo circa 40-50.000 uom ini fra truppe permanenti e truppe straordinaa·ie, I Fin landesi s i batterono a N arva, a Polta va e nella cmnpagna norvegese di Ca rlo XII. Q uando I'ietro il G rande ebbe fondata P ietroburgo, ed armata una flotta, con la qua.le finì di ,chiacciare ia Svezi-a, riuscì a prendere anche Viipuri ( 1710), clie per pareccl1i secoli era sta to la difesa della F in landia sulla frontiera orientale, avendo arrestati tutti gli assalti dei moscoviti. Nell'anno 1714 finì l'ultimo esercito rfinlandese, e nel 1716 cap itolò la. fortezza di Kaja.u1i, l'ultima fortezza svedese in F . Dopo la. pace di Uus ikaupunki dell'anno 1721 furono staccate d alla Svezia l'Esfonia, la Livonia, l'Ingria, la Carclia cli L acloga e Viipuri coi dintorn i, e f urono unite alla Russia, e la F. rimase fortemente indebolita. Verso la fihe ciel 1730 il partito francofilo, che odiava i Russi, pervenne al potere, e cominciò a preparare una guerra offensiva contro la R ussia. Nel 1741


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Guarclia Civile <li Flnlanclla (10'18) la Svezia d ichiarò la guerra, s perando d i poter obbligai-e la Russia alla. restituzione dei paesi che a veva dovuto cederle, ma il risultato d i questa guerra fu soltanto il saccheggio della F. ed il ritorno sotto la potenza della Russia. Nel principio della ,;uerra i Russi vinsero la battaglia di Lappeenranta e nell'estate del 1742 l'esercito svedese capitolò davanti a H e lsinki. Quando la pace fu fatta a Turk u nel 1743, la Russia prese di nuovo una parte della F. fino ai laghi di Saima e varie città fra cui Savon-linna. Dopo questa guerra disastrosa, il finlandese A ugustin Ehrensvard iniziò la costruzione della fortezza di Viapori-Suomenlinna, sulle isole, cbialllata « la Gibilterra del Nor d,,; ma, a causa della s ituazione politica, questa opera meravigliosa non fu mai ultimata. Ehrensvard si ded icò anche alla formazione di una flotta. I n questo periodo, Goran Magnus Sprengtporten è da r icordare come agitatore per l'indipendenza finlandese, e come fonda.tare della prima scuola per gli ufficiali in F . In principio egli soleva radunare intorno a sè giovani ufficiali : da .q uesti « co.rsi ,, prese il suo inizio la scuola di guerra d i H aapa11iemi. Nel 1780 la Svezia venne di nuovo in guetTa con la Russia, la quale nel medesimo tempo combatteva anche contro la Turchia. Il re Gustavo III s i recò in persona in F . dove faceva progressi l'idea della sepa razione della F. dalla Svezia. Il malcon ten to contro la Svezia, che nel secolo XVIII si era manifestato in tanti mod i in F., esplose allora nella << congiura di Anjala ». Capo di questa congiura fu Goran, i l quale, dopo essersi messo in urto con Gustavo III, era passa.lo ai servizi della Russia; ma la. con giura fu soffocala e la· guerra contro la Russia iu condotta con maggiore energia . T ra -le vittorie conseguite sono d a nominare quella di rorassalmi nel giugno deÌ 1789 e quelia na.vale di Ruotsinsalmi nel luglio dell'a;mo seguente. La pace di Varala conservò lo « status quo ,,. La F. fu immischiata poi nelle guerre cli Napoleone. Quando il Re di Svezia, Gustavo IV Adolfo, tifi.u tò di obbed ire all'ordine ciel blocco continentale, Napoleone si mise d'accordo con lo czai· Alessandro I d i R ussia affinchè

questi ~i obbligasse Ja Svezia, ricevendone come l'icom-pensa la F., e la guerra scoppiò nel febbraio 1808. La. F . possedeva allora un esercito cli 20.000 uomini, al comando del generale K I,ingspor, il quale, all'avanzarsi: dei Russi, bat tè in riti.rata sino a Siikajcki, dove, il 18 aprile, u n combattimento finì colla sconfittit dei ,Russ-i. Questo fatto cambiò il corso della guerra per .qualche tempo. L'eset·cito tornò verso Sud , ba ttendo ancora i Russi a L apu,a (14 luglio) e ad Alavuus (17 agosto). :iVfa i Russi ricevettero nuove e fresche fone,. mentre i F inlandesi rimasero senza l'aiuto promesso dalla Svezia. L'armata. fu obbligata a ritirarsi. \/on Dobeln riportò una vittor-ia sui nemici a Jt1utas il l3 settembre, ma il giorno dopo, la batta.glia di O ravais; si niulò in m1a sconfitta. Da qui cominciò una rn,picla ritirata : la guerra oramai eia perdu ta . II 19 novembre fu concluso un'annistizio, secondo i-1 qua le tutto l'esercito finlandese doveva r itirarsi ·sull'altra riva ciel fiume Kymi. I Russi nell'inverno attaccarono la Svezia, e il corpo d'a.r mata finlandese cl1e s i trovava a Seivi, capitolò il 25 marzo 1809. La gueua. contin uò ancora qualc11e poco, finchè fu conclusa la p ace a F reclerikshamm il 17 settembre 1809. In questa pace la Sve2Jia lasc iò all'Jn:{pcra tore della Russia la F. fino ai fiumi di Tornio e Muonio, e i F in landesi, al la dieta cli Porvoo, ne lla· primavérà ciel 1809, conclusero un tratta lo con lo czar Alessandro I , in forza della quale lo -accettarono per loro granduca: egli garantì a lla F. l'autonomia. F u organizzalo allora un esercito finlandeSle, costituito ( 1812) da 2 i;egg. di fanteria e uno cli cacciatori, oltre a u n bgl. di tira tod della Guardia dc[ corpo_ Queste truppe presero parte a,lla guerra del 18S41855 (golfo di Doln ia) e a quella contro la Turchia (1877-78). In quest'epoca. si ·istituì il servizio m ilita.re obbligatorio. Nel 1889 l'esercito della F . contava. 5600 uomini. e in caso cli guerra 10.000. Per la creazione degli ufficiali esistevano fin dal 1812 corsi di topografia a- Ham in a, dove fu trasportata nel 1819 anche la scuola d i guerra. d i Haa.paniemi. Quando eia parte della R ussia, negl i ultimi decenni ciel secolo XIX, si cominciò ad assimilue il granducato cli F . più inti-


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FTN

mamente all' impero russo ed il lavoro della russiiìcaz ione della F . f u condotta seriamente, l'eserci to .finlandese fu sciolto (1901-1902) . Allo scoppio della guerra mondiale, una. nuova attività sorse tra. la gioventù finlandese, la quale cominciò a prepararsi alla lotta di liberazi'!ne, appoggiandosi alla Gennania. Nel febbraio 1915 cominciarono quei corsi d i ufficia li sul campo tedesco d i T,ockstedt,. i quali poi, parecchie volte rinnovati, diedero origine al 27° bgl. ca.cciatori prussiani. In questo corpo, composto di finlandesi, si r iunirono giovani d i tutte le classi socia.li, i quali, col pericolo della vifa e rischiando tutto, scapparono dalla patria, dove i l giogo russo d i gio1.110 in giorno d iveniva più insopp or tabile . Quel bgl. e1·a formato quasi di 2.000 uomini, su 4 cp. di fanteria, una di esplora tori, un n ucleo di cavalleria e uno d'artiglieda. Queste truppe p rese ro parte alla guerra nel 1916-1917 sul fronte orientale, e,

'.IJ

D1stln-Livo aeroplani finlandesi:

croce azzurra il'l campo bianco

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Fro,

comprénde 3 divis. costituite su 3 regg. fan teria, uno, d'art. campale, 2 bgl. di cani d'assal to, una cp. autonoma mitraglicri; inoltre una brigata cacciatori, com, posta d i 3 bgl. fanteria, un regg. ar t. campa,le, una cp. autonOn1a milraglicri ,: una brigata cavaHcria, su due

regg.; un bgl. Lclcgrifisti, u n bgl. radiotelegrafisti ; un bgl. p ionieri; un bgl. automobilisti; 1 bgl. ferrovieri ; 3 regg, d 'art. da costa . L 'aeronau tica. mil. è alle dipendenze dirette tl_e l ministero della d.iiesa nazionale ed è ripar tita in brigatt, ciascuna costituita da 3 gruppi. d}aviazione, un bgl. av'iatori1 1 cp. aerostieri.

Tutti i cittadini sono obbligati al servizio mil. da 17 a 52 aim i. L e forze regolari comprendono : la linea

(attiva e riserva) e la landwchr. L 'attiva comJ)rende i militari -di carriera. ed una classe di coscritti con ferma di un anno; i soldati passano per 7 anni nella riserva. La lanclwehr comprende tre classi; appartengono alla 1• gli uomini che hanno terminato il servizio nella riserva (29-52 anni); alla 2" gli esentati dal servi.zio attivo; a lla 3" i giovani da 17- a 21 anni .. Effettivi d i bilancio : uff. 1500, sottufi. cli carriera 4300, truppa 21.000. Esiste inolt..re un corpo cli guardie civiche, p roprietarie delle loro armi e d el loro equipag• giamen to ; è una specie di guardia nazion a le, comprendente 95.000 uomini cii-ca.

Nlar-ina <Zelia Finlandia. Le forze navali si compondopo lo scoppio della rivoluzione in Russia furon.o mangono di appena qua ttro unità da pattugl,ia, due . torpedate a Libau, dove, aspettando il r itorno in patria, fu d iniere, quattro posamine, due d ra.g~ininc, tre sottoo rganizzat[l una scuola più perfetta per uf.ficial·i e sotmar ini. La difesa: costiera è organiz1,ata da l Ministero. tufficia li. Frattanto in F . si cost.ituivano organismi m idella D ifesa in due sezioni': mobile (che è alla dipenlitari portanti le inizial'i A. K., in numero di 2 1, quai1denza del comando della .flotta), e fissa ( che è agli or-ti erano i d istretti deUa F . Alla fme del 1917 l'orga.d ini di un Ispettore della Dìfesa costiera). nizzaz-ione comprendeva già 38.000 volonta ri risoluti, Finto piano. Chiamava.si così una sptcie di mina. che presero il nome di « Guardie civiche della F in la noffensiva, usata nella difesa delle piane e p ratirata dia» e riuscirono a procurarsi sufficiente armamento sul fondo del fosso per mezzo di travicelli r icoperti d i. in Germania. Venne aperta. una. scuola per ufficiali a terra, che s i faceva saltare al momento voluto, incenVimpel i. Il comando del movimento d iretto a dare la d iando con una salsiccia la polvere sparsa al d i sotto_ indipendenza alla F . fu assunto dal gen. Ma1merheim . Di queste rudimentali torpedini terrestri, ideate alcw-1i._ che pose il Q. G. a Vasa e s i <leclicò a costituire l'« aranni prima del 1509, airno della memorabile d ifesa di mata bianca>), per contrapposto a cjuella « s essa» creaPadova, dal Ma.rtini, parla l'~u tore delle memorie di ta dai bolscevichi n el sud della Finlai1dia ed appog'B aiardo relative all'a:;scdio d i Padova. Alla medesim,1. giata dalla Russia. L'indipendenza della F . fu procladisposizione accenna Celio Radigin o, che durante l'asmata il 6 dicembre 1917 e la guerra contro· le truppe sedio trovavasi in P adova, quando descrive un fosso bolsceviche s i iniziò nel gennaio !9 18, svolgendosi conprofondo quattro piedi e spar so di polvere che, l)er· temporaneamente al lavoro di organ izzazione e addealtro, dal detto scrittore, anziché dentro la. breccia., semstramento · dell'esercito . Il felice risultalo di questa brd venga collocato nel pomerio. Qualunque fosse la guerra s~rvì a. costituire una repubblica .ordinata e proposizione della trincea nella qua le furono predispostespcra1 servente crnne diga per arginare, in direzione d ai difensori d i Padovr1 !e suaccennate mine offensidella Sca.ndinàvìa, il movimen to bolscevico. La lotta ve, i: fuori d i dubbio che l'esistenza di queste, nota agli durò sino a tutto maggio: in principio <l'apr ile la assa litori, ebbe talmente ad atterrirli, cbe non si at· Gem1a11ia inviò in soccorso dei Finlandesi un corpo tentarono d i avanza.re; e questa loro r iluttanza fu una di 9000 u., con 18 cannoni, 10 lanc-iabombc e 165 midelle cause che determinarono l'i111J)crnto rc Jviassimiliatragliatrici, al comando del gen. Von dcr Go ltz, e .s,uccessivamente altri 3000 u. Le fazioni salienti di que- 1 no a levare, dopo drca 40 giorni, l'assedio attorno a Padova. (V. Mùia e Torpedin e terrestre) . "sta breve guerra, che terminò il 2 maggio, sono quelle d i Varliaus, Lan./,ipohja, Vilkkilii, K yri!skoskì, TarnF inzi (Engcn·io). Ammit-aglio, n. a Riva r!)lo, m . a nt.erfors, Valkiiirvi, Rautu, B.elsùigfors, V-iborg, Lahti. R çm,a ( 1856- 15)18). Entrato in servizio nel 1872, fu La pace fra il governo rnsso e quello finlandese fu p romosso rnn( rammir. nel 1911 e collocato in .P. A. nel. firmata a D orp3-t nel 1920. 1914. Fu direttore generale del R. Arsenale e comanEsercito della F inlandia. Comandante in capo è il dan te in capo interinale del d ip. marittimo di N,1poli }' residente della Repubbl ica che ha a i suoi ordini il dal 1911 a l 1912 e comandante della p iazza marittima genera.le comandante l'esercito attivo. Il Capo di S . M. della Maddalena dal 1912 al 1913. è subordinato a quest'u ltimo. Il Mini~tro della Difesa Fionda (lat. Fmida). Arma d a lan cio o da gitto,._ assicura il funzionamento dei servizi. L'esercito attivo


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F to

F!On\la dell'epoca romana di ongmc incerta perchè risale alla più lontana antichità. Florio e Vegezio attribuiscono l'invenzione di essa a i popoli Baleari ; P linio, ai Fenici: questi popoli sono r icordati dagli storici come espertissimi frombo-

Fiong Yang. Città deila Corea sul fiume Ta- tong. Du,·ante la guerra cino-giapponese, i ,Cinesi vi avevano costru ito opere di fort ificazione, annate di mitragliatrici Gattling, d i art. Krupp da camp. e da mont. (34 cannoni) guardate d a 16.000 u. Contro q ueste posizioni mo3Se il gen. giapponese Nozu con 13.800 u. e 36 cannoni su tre col~me; doveva la prima d i dr, al comando del gen. Tatsumi, agire d imostrativamente; la seconda al centro col gcn. Oshima attaccare frontalmente, la terza a sr. di cu i Nozu stesso prese il comando, ,con manovra aggirante per Whang-chiu, tagliare a l nemico la ritirata. _.::(~~:. .

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!ieri. L a F. era costruita_ con corda o cuoio, per lanciare i,ietre o pallottole di ferro o d i piombo. A metà della corda o cuoio un apposito ricettacolo o scodellino riceveva il proiettile : per usarla. si faceva roteare col braccio aumentandone gradatamente la velociti,, e a un certo momento il from-_ boliere abbandonava una delle estremità delh corda ed il proietilc sfuggiva dal ricettacolo e veniva lanciato lontano. La F . aveva una gitta ta di m. 375. I Germa.ni, i Cartag,ncsi, i Romani, i Greci, ebbero tutti milizie di frombolieri. Solo n el XVI secolo l'uso della fionda come arma di guerra, scompar·1e dagli eserciti europei: però la F. di quegli u ltimi tempi serviva solo più a lanciar granate, ed era chiamata dai Francesi fusti.baie : si componeva a llora di un bastone lungo Fionda per granate circa un metro, con una F. di cuoio attaccata ad una estremità: il bastone era stretto con ambe le mani e con movimento deciso, dall'indiet~o in avanti si lanciavano pietr e, ma p iù specialmente granate, previa accensione del loro innesco. Tipi di F. con elastico furono adoperat i dagli Spagnuoli nel Marocco per lanciare granate.

La colonna T atsumi giungeva p resso F . il 12 settembre, passava il T a-tong e il 13 si metteva in pos izione; la colonna Oshima vi era arrivata. fino dal 29 agosto, . la colonna Nozu passava anch'essa il fiume il 12 settembre e il 13 era pronta ad agire. I Cines i, avvertiti dell'avanzata nemica si erano preparati a resis tere su una sola direzione, presso il p onte di barche. d i fronte alla città dove maggior i e pitt comp lete ~rano le opere fortificate. Il 12 settembre la. colonna Oshima prese i primi contatti e occupò due fortini dominanti la grande strada di Seul, abbandonati dai Cinesi che si era.no concentrati n elle opere della testa di ponte. I l 15 l'art. giapponese iniziò il bombardamento delle posizioni fortificate agli sbocchi del ponte; le truppe cinesi, caricate alla baionetta, dopo viva. resistenza furono costrette a ripiegare sulla dr. Intanto la coloiina. Tatsumi attaccava. l'estrema dr. delle fortificazioni avversar-i e e dopo violento cannoneggia.mento la prendeva d'assalto e la conquistava.; muoveva quindi contro la parte Nord della piazza.. In tre ore di lotta la prima linea dei fort i era in man o dei Giapponesi, i quali si accinsero ad attaccare le u ltime ope re, che, intensamente bombarda.te, furono poi conquistate alla baionetta; alle 9, i G iapponesi at taccavano la città. · Intanto la colonna Nozu, dopo avere conquistalo le opere fortifica.te e le trincee volte a. S. O ., coperta dalle s ue artiglierie respingeva un attacco della


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cavalleria n1ancese e nel porneriggio in iziava a..nch)essa l'atta cco della p iazza. Nessuna resistenza era più poss ibile, e i Cinesi, nella notte sul 16 seilembrc, si ritiravano insegu iti colla spada alle reni dei vincitori. P erdettero i Cinesi circa 2000 morti, fra cui due genera] i, molti prigionieri, 4 cannoni da camp. 26 da montagna 6 mitrag)ia trici, importanti doctunenti c irca i loro segreti accordi co.i Coreani; i G iapponesi ebbero circa 600 u . fra morti e feriti ; fra gli ultimi il genem ie Oshima.

Fior (Jlfonte). Sull'a ltipiano d i Asiago. Duran te la guerr a italo- austriaca fu posizione molto impor tante, perchè,' insieme col m . Castelgomber to, p roteggeva gli sbocchi ,·erso la Val Brenta. Fu attaccato, la p rima volta, dagli J\usLriaci il 5 giugno 1916, e per più giorni m irabilmente diieso dal ·gruppo alpino Stringa (bgl. :Monviso, Valrnai ra, Argentera e ?vforbegn o) e dalla brigata Sassari. Il giorno 8 le nostre truppe furono costrett e a cedere alla formidabile pressione avversaria, r itirandosi sulla linea monte Spii, monte M iela. Rioccupate dopo il ripiegamento nemico del 25 g iugno, le posi2-ioni di mon te F . e CastelgomLcrto fmono soggette nuovamen te a reiterati e f urio3i attacchi avversari nel n ovembre- dicembre dell'anno seguente, dopo la nostra r itirata sulla linea Piave- Grappa. Dal 12 al 15 n ovembre, il 22 dello stesso mese, ed il 4- 5 dicembre monte F., come m. Castelgomber to, fu sottoposto a bombardamenti di inaudita violenza e ad attacch i poderosi per parte delle truppe del maresciallo Conrad, ma solo dopo circa un mese d i sforzi sanguinosi riuscì ai nemico di impadronirsene: nuclei cl,j nostri a lp ini, benchè onna i isofa ti ed accerchiati sulle sommità per la caduta dell'intero gruppo delle )1elctte, p refer iro,10 all'eventua lità di un incerto ripiegamento, il glor ioso sac rifizio d i una difesa ad oltranza, riconosciuta ed ammirata dal nemico stesso.

l'iora VltlOl'iO

Flnig:ueua Francesco

Fi ora (Vittorio). Generale, n . ad Asti, m. a Torino ( 1840-19 19). Sottot. di fanteria nel 1861, partecipò a lle campagne del 1860-61, a ,quella contro i.I brigantaggio, a ·quella del 1866. Colonnello nel 1896 comandò il 73° regg. fan teria e nel 1898 andò in P. A. N ella riserva d ivenne 111agg. generale nel 1908 e ten. generale nel 19 14.

Fioras i (Gaetano). Geaerale, n. nel 1852. Sottot. del genio nel 1873, dive,me colom1ello nel 1904. Comandò il 1° regg. genio e poi fu sottodi.J:ettorc del genio ad Udine. Magg_ genc:·alc comai1dante le truppe del genio a Pavia nel 1909, andò in P. A. nel 1912 e nel

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1915 fu promosso ten. generale. Nel 1923 assunse il grado di genera le di d ivis . nella r iserva.

Fioravanti Moreschi. Cap itano del sec. XVI , m. a Goito nel 1567; creato cavaliere da Carlo V, cbe

lo ebbe in gr ande stima e l'impiegò in molte difficili imprese. Cormmdò le truppe pontificie sollo i pontificati di Paolo III e Giulio III.

Fiordel isj (baro11e Do1tato). Amm iraglio, n. a Cerii:,'l1ola, m , a ).°apoli (18S8-1920). Entrato in servizio nel 1873, fu promosso contra.mmir. nel 19 13, collocato in P. A. nel 1914. F iord imonte. Comune in p rov. di .Macerata. Dopo 1-a pace di Ferrara (1435) Fortebraccio ne rifi utò i patti e rimase solo in ann i contro h Lega costituita dal Papa, Veneziani e F iorentini. Egli campeggiava presso F ., a llora fortissima rocca, cinta <l'ogni intorno da dirupi. In soccorso agli -assed iat i F rancesco Sforza, capilano generale della Lega, mandò :Manno Barine e T atiano da Forlì, i quali, giunti ,inosservati, sca.Jata di nascosto la cima ov'era situata la rocca forzarono le trincee nemiche, si congiunsero a lla b"Uarnigione e, dopo breve combattimento, volsero in fuga gli assedianti. Nella mischia F ortebracdo rimase ucciso. Fiore (Compag11-ia del). Compagnia d i ventura, composta d i Tedeschi. Si costituì a F irenze nel 1363, sotto la condotta di Ermanno di Vinden e Ugo :Mclichin. Era composta d i 1000 cavalli. Fiore Mario. Medaglia d'oro n . a Napoli cadu to sul M on tello (1866- l918). Ufficiale dì carriera, apparteneva all'arma de l genio. Quale tcn. ciel 3'' rcgg. telegra:fisti, aveva partecipato alla campagna di L ibia, meritandosi un encomio so lenne a H cnni ed A in Za.ra. Rimpatriato dopo sedici mesi cli campagna, passò all'Istituto radiologico d i Roma, donde fu inviato i n Eritrea, per impiantare u na stazione radiotelcgra,Jìca ali' Asma.ra. Iniziata la guerra italo-austriaca col grado di capitano, assolse 'con rara perizia e con costante sprez✓.o del pericolo molteplici e delicati incarich i, finchè, promosso maggiore nel 1917 e posto al comando di un bgl, di zappatori, alla testa -di esso combattè valorosamente durante la grande battaglia del giugno 1918, affrontando i mpavidamente la mor te. Il bgl. del maggiore F iore (il 49°) ottenne l'onore della citazione sul bollett ino del Comando Su premo, ccl alla memoria dell'eroico comandan te fu con fèrita la med. d'oro con questa motiva z ione: cc F ulgida figura d i soldato, ardente di patriottismo, fu costante esemp io di abnegazione ai suoi d ipendenti, sui quali ebbe sempre sicuro a.scendente. Comand an te di un va loroso battaglione zappatori del gen,i o, accorso in linea con le fanter ie in momenti gravi della battaglia, fu du rante tre giorni d i accan iti combattimenti, per serena calma e cosciente sprezzo del pericolo, esemp lare, man tenendo salda ed invitta la resistenza del suo repar to. Ip un pericoloso infiltra.rsi di mitragliatrici nemiche, trascinò a p ronto ed imp etuoso contrattacco qu elli che lo circondava1;0, e cadde colpito al cuore. Ancora nell'ultimo gesto incitava i suoi a quella resi,tenza che fu dalla magni,fica vittoria coron ata >> (San Mauro 2,fon tello 1S-17 giugno 1918), Fiore Edoardo. Genera le, n. nel 1867. Sottot. nel 1886,


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percorse la casr:iera in ar tiglieria . Fu i n E ritrea e combattè nella guerra 1915-1918 d ivenendo co lonnello nel 1916. Comandante d'•un raggruppamento d'assedio, si distinse (19l8) sul lVIonte Tomba ove venne nominato cav. dell'O. 1f. S. Dopo la guerra comandò il 1° regg. art. pesante e fu adde tto a l T ribunale mii. cli Tor ino della qual città fu direttore d'art. In P . A. nel 1926, a lla fine d i detto ~nno fo promosso generale di brigata .

Fiore Basilio. · Generale, n. a Sambiase nel 1872. Sottot. di fanteria nel 1892, par tecipò a lla campagna eritrea del 1895-96 e frequen tò la scuo-la di guerra. Decerato della mcd. d'a,rgento di benemei-c11za per il terremoto ca labro-siculo del 1908, partecipò a tu tta la guerra europea durante la• qua le comandò il 35° reggimento fanteria che guidò a -F Jonclar (25 -5-1917) rimanendo ferito e meritando la mecl. d 'argento . Dopo la guerra comandò il deposito elci 48° regg. fanteria. e poi il 19° regg. fanteria. Generale di brigata nel 1927, d ivenne ispettore d i mobilitazione d ella divis. d i Catanzaro.

Fiore I la (conte Paolo Pasqi.ale). Generale francese, n . e m . ad Aiaccio (1752-1818). Entrò volontario in un regg. d i fanteria. corsa, a derì a lla · R i voluzione e nel 1795 era genera le di brigata, par tec ipando a lla ca.tn" pagna.· 1796-97 nell'alta I taHa e guadagnandovi il grado d i generale cli divisione. Nel 1799 difese la c ittadella. d i. Torino contro gli Austrillci; nel 1803 passò nell'esercito d 'lta.lia : poscia fu nominato conte e senatore. Combattè an.che nel 1809 sotto il Reauharnais. Fiorenza (Gùtseppe). Medaglia d 'oro, n. a Centuripe nel 1900. Diciottenne appena , accorse volontar io nella grande guerra, combattendo nelle file ciel X bgl. d'assa lto e distinguendosi ne ll'offensiva ultima sul Pia.ve. Tornato dalla guerra, p artecipò al movimen to fascista. capeggiandolo nel suo paese, e poi tor nò a d arruolarsi per combattere in Tripo·litan ia, tanto d.i guadagnarvi il grado d i sottotenente e la mass·ima. ricompensa al và lore con questa motivazione : « Già distintosi in p recedenti combattimenti per spiccate qua.liti>, militari, per eccezionale valore e per sprezw del pericolo, fu a tutti mirabi le esempio di alto sentimento del dovere e cli sacrificio, e anima dell'eroica e vittoriosa resistenza, durante u n furioso attacco n emico condotto con forz.e molto prepondera:nti. E en chè ferito, con tin uò a tenere con calma il comando della mezza compagnia e a combattere assai valorosamente, inc itando i dipendenti con l'esempio e con la voce ; f erito di nuovo . e assai più gravemente con l'asportazione di . un occhio -- ferita che gli causò in segui to la perdita anche dell'altro occhio - rimase a.I suo posto di coma.nclo e d cusò ogni aiu to per no n distogliere d al combattimento uomi~i del repa r to già assai r idotto per le ingent i perdite subi te)) (Uadi U if, 11-12 settembre 1923; Tar hu ma- Kussubat, 13- 15 settembre 1923; Zahet F ergiani cl Gattar, 20 settembre 1923; Zuatir, 23 settembre 1923; Scemek, 28 d icembre 1923; Bir T arsin, 26 maggio · 1925). Fiorenzuola d'Arda. Comune in prov. di P iacenza, sulla via Emi lia, sulla dr. dell'Arda . Ha una ant. 'torre medievale. Fu s tazione r omana. Fu tea tro cli battaglia. (19 lugl io 923) fra Berengar io I , re cl'Ita.lia , e l'imperatore Rodolfo II. Sulle p rime le truppe

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di Berengario ebbero il sopravvento, ma, essendosi date a. raccogliere bottino, vennero assalite da un · corpo avversa.rio comanda(o da. u n con te Bonifacio, tenuto in. riser va. Si 1·iru1imarono e ton1arono alla riscossa le truppe tutte di Rodolfo, e Berengario fu sconfitto, la sciando sul campo 1500 cavalieri, e costretto a rif'Ugiarsi a Verona.

Fiorenzuoli ( Francesco). Ingegnere mii del secolo XVI , tosc3 no. fece il progetto della cittadella di F i renze (Fortezza da. Basso), che però · dopo la sua morte venne costruita da Antonio d a Sangallo i I giovane. F iorese (Raffaele). Ammiraglio, n . a Giov in azzo nel. 1872, en trato in ser vizio nel 1887, µromosse> con,t rammir. nel 1924, ammir. di divis. nel 1926. P artecipò alla guerra italo-turca ; comandò il R. Arsenale della Spezia dal 1925 al 1926 e la p iazza marittima d i Pola nel 1926. Fioretta (Pietro). Generale, n. a Vische nel 1857. Sottot. d i fanteria nel 1878, n el 1888 gua,clagnò una med. d 'argento a l va.lor c ivile. Colonnello, nel 1910, comandò il 49° regg. fanteria e poi il 77° col quale fu in I . Libia, ove nel 1913 meritò la med. d'argento per i combatt imenti di Benina e Regima e quella di bro-uw a Sidi Ameda. Magg. generale nel 1914, ebbe i,J comando della br igata Umbria · colla quale entrò in guerra.. nel ·'1915, a lfa fine del qua.I anno passò a l comando del la brigata Brescia. Tenne pure il comando della 2" divi-, s ione. Lasciato poi il servizio attivo, diveime nel 1923 generale di d ivis. in l'. A. e nel 1927 passò nella r iserva. Fioretto. Cosi è chiamata una. sp ada sottile ed clastica. a lama quadrangolare, senza taglio, . che porta in punta. un bottone di pelle o d i gomma, e che ser ve per la scher ma: era a.n chc chiamata « Spada di mar ra>> -

n ornsi Gaetano

Fio re Mar io

Fiori (Cesa.re). Colonnello med ico e scrittore . Per corse la car riera nel corpo sanitario m i!. nel qua.le entrò nel 1860, cli venendo colonnello direttore d i sanità dcll'VIII C. cl' A. ner 1884. Collaborò in r iviste s u argomenti scientifici e medico-m ilitru·i e fra altro pubblicò : « D el metodo s tatistico consic.lerato · specia lmen te nei rapporti colla medicina»; (( La scienn med ica e la fi.losofia contemporonea >l. Fiori Augusto. Generale, m. ad Afragola (1847- 1924). Sottot. di cavalleria. nel 1870, frequentò la Scuola d i guer ra. Nel 1895, ten. colonnello, passò nel personale permanente dei distretti e, p romosso colonnello nel 1900.,


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cornandò quello di :Messina. In P. A. ne l l905, divenne magg. generale n el 1912 e passò nella riserva.

F,'ori Adolfo. Generale, n . e m. a Sarzana. (18671926). Sottot. di fanteria nel 1887, partecipò a tutta la guerra. 1915-19 18. Colonnello nel 1916, comandò il 209° rcgg. che nel maggio 1917 condusse a Castagneviz7~1. meritandosi la med. d'argerrto. Ilrigadiere gen. nel 1918 comandò nel giugno un sottosettore sul med io Piave e venne decorato della croce di eav. dell'O. 211. S. Comandante la brigata Caserta nei giorni della vittoria. fina le, su l T agl iamento ebbe la mcd. d i bronzo. In P. A. S. nel 1920, passò nel 1925 in A. R. Q.

F iorone (Vittorio). Generale, n. e m. a Genova (1861-1920). Sottot. nel 1881, percorse la carriera nei bersaglieri sino a l grado d i colonnello. Colonnello comandante il 61° regg. fanteria nel febbraio 1915, entrò con esso in guerra . .i\fagg. generale alla fine de l 19 15, coma11dò la 62', la 64' e la .SI' divis . e si meritò la. med. d'argento contrastando l'avan:tata nemica sul medio Isonzo (ottobre 1917) e quella di bronzo a B reg. Firenze (ant. Flore11tia). Cillit della. Toscana, sul!'Arno. Luogo dell'Etruria, fondata da coloni Fiesolani scesi al pia,n o, decadde durante la prima dominazione romana e risorse soltanto quando, nella primavera del 42 a. C., vi mandarono una colonia di legion ari ccsariani i triumviri Ottaviano, Antonio e Lepido. Assediata nel 406 da Radagasio. fu libcrnta d a S tilicone; nel 539 l'assediarono e nel 541 la presero Crispino e Giustino, g~ner.i.li dell'Impero d'Oriente. Dura11te le guerre fra la Chiesa e l'Impero, F. partegg iò per l'uno o per l'altra, e nelle contese coi vicini pre<afsero i suoi interessi commerciali. Xel I 116 essa f~ a lleata. d i Pisa, ma poco dopo, sopp\'essi da Federico J molti dei suoi privilegi, si volse contro l'Imperatore e nel 1198, come repubblica, era alla testa della lega

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delle città toscane contro F ilippo d i Svcvia. Sulla fine del 1200 ebbero inizio le fazioni; le famiglie più potenti era.no i Ruondelmonti, gli Obcrti, gli Amidei e i Donati; la città fu teatro spesso di sanguinose risse fra i partigiani delle due opposte fazioni. ~cl 12-16, quando Federico II prese a favorire gli Uberti, questi cacciarono i Buondclmonti e delle due fazioni l'una si chiamò Guelfa, l'altra Ghibellina. P erduta da Federico II la Lombardia, i Guelfi ripresero ardire, cacciarono dalla città gli avversari, e da qu ell'epoca (1250) F. divenne la rocca del guelfismo. La borghesia, trn.tla forza d all' indebolirsi delStcmmti Cl i Firenze la. nobiltà, prese il governo della città; segno di raccolta dei cittadini del << comune» , fu il co.rroccio, sul qua le sventolava la bandiera dellu Repubblica col g iglio, primi, bianco in campo rosso, poi rosso in campo bianco. Fra il 1252 e il 1262 F. estese il proprio domfoio a Pisto ia, Arezzo e Siena. Impadronitosi Manfredi del regno di Napoli, i Ghibellini, guidati &gli Ubcrti, meditarono nel 1253 di impadronirsi della città; fallito il tentativo, si rifugiarono a Sie11a, d'onde sollecitarono l'interven to di Manfred i. Questi inviò truppe e i Guelfi, battuti sull' Arbia, abbandonarono la città, abolendovi la. costituzione repubblicana. Di qui vivissimo malcontento dei cittadini e d isordini, che indussero i ca1,i Ghibellini, raccolti ad Empoli, a prororre la distruzione della città; Farinata degli Ubcrti si oppose e il suo parere prevalse. Inta.nto i Guelfi preparavano la controffensiva chiedendo aiuti a Boloi.na e a Parma, e unendosi al Papa contro 2-Ianfrcdi. Sconfitto que-

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Firen7.l' 1u•Jla prima nw1a ciel se<·. XIX: sono ln<lìcat,• le clue clnu• antiche s ti da Carlo d' Angiò, la par te guelfa tornò a prevalere e il vicario imperia le, Guido Novello, assunta la carica di podestà, aderì alla richiesta di una nuova. costituzione popolare. La città fu divisa in Arti, prima dod ici e poi ventuna, nelle quruli anche i nobili furono costretti ad iscriversi. Il Novello, che sfuggendogli il potere tentò di diminuire le libertà del popolo, fu espulso in una sommossa. Perduravano gli odi e le lotte d i parte fra Guelfi e Gh ibellini, dett i a nche, in F ., Bianchi e . Teri ; i primi, saputo che Corradina d i Svcvia stava giungendo in Italia, invocarono Carlo d' Angiò, prima del cui arrivo i secondi abbandonarono la città. Qu,indo Arezzo rovesciò il governo democratico, i Fiorentini, a preven ire l'eMcndersi del movimento alla loro città, marciarono contro gli Aretini, sostenu!: dai fuorusc iti fiorentini, e li sbaragliarono nella san~ guinosa battaglia di Cam paldino (1289). A rafforzare la. parte del popolo, nel 1293 la costituzione venne riformata pe,· iniziativa di Giano della Bella. Fu istituito un Gonfaloniere di Giustizia che ebbe 2000 cittadini armati ai suoi comandi. I nobili furono esclusi dal governo; un loro tentativo d i ricuperare colla forza gli antichi privilegi, fu sventato dal popolo in anni. Non si placavano però le fazioni; i Bianchi cd i Neri continuavano a lottare in r isse san-

guinosc, e quando Carlo di Valois, nominato principepacificatore Jella Toscana da.I papa Bonifacio VIH, entrò in Firenze, i Bianchi dovettero fuggi~; fra questi Dante Alighieri. Corso Donati twtò allora di farsi signore deila città; il proge tto fu svc.n tato ed egli riuscì a stento a salvarsi colla fuga. ' La calata in Italia di Arrigo VII risoUe,·ò le speranze dei Ghibellini; d~ fro111e al comune per icolo le città 1osca11e e Firenze si un irono in una lega guelfa, auspice Robe1·to di Napoli, il qua le nel 1313 venne nominato signore di Firenze che fino al 1321 fece governare da un proprio vicario. X ci 1326, per le minaccie del ghibellino Castruccio Castracane, il duca Carlo di Calabria, fi.g liuolo del re, ftL mandato a Firenze; la SU.L morte, avvenuta nel 1328, determinò la caduta della signoria straniera. e la restaurazione degli ordinamenti repubblicani. Nella lotta per Lucca, che i Pisani assediavano e i F iorentini volevano comprare, questi ultimi avevano chiamato a l comando delle truppe Gu:ùticro di llricnne, dlica d' Atene, imparentato col re di Napoli. Incoraggiato dai. nobili, egli tentò di insignorirs i de!Ju città ; nonostan-tc l'opposizione della S ignoria, egli riuscì nel 1342 ad ottenere dal popolo il governo d'onde però fu cacciato. dopo un anno. Stabilito un nuovo ordinamento dello, Stato, una legge di~pos e l'esclus ione dei Gh ibellini d a-


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gli impieghi e la parte guelfa giunse ad avere tanta influenza, che i suoi capi tani ebbero l'effettivo governo della città. Nel 1378 ,rnove lotte interne culminarono nel contrasto fra il p opolo basso, i « Ciompi», guidati da Giorgio Scali e Tommaso Strozzi, e i nobili, condotti dagli Albcrti, i R icci ed i Medici; la democrazia trionfò in un primo momento, ma poi Silvestro De Medici riuscì a farsi nominare gonfaloniere di giustizia. Continuava il popolo a tumultuare, e viste che le sue richieste non erano state accolte d al ]\/ledici, si raccolse in armi nella piazza deila Signoria, liberò i prigionieri dalle carceri, saccheggiò parecchi conventi, ~endiò molte ca.se e non si tranquillizzò finchè non ebbe ottenuto una nuova riforma, neila quale, fra l'altro, tutte le leggi contro i Ghibellini fossero abrogate. I disordini ebbero term ine quando Michele di Lando, scardassatore di lana , fu acclamato capo del governo. Egli arrestò il saccheggio, caccio i turbolenti e creò un nuovo governo. Poco dopo anche L a,ndo cadde, i Medici fu_rono richiamati, cacciai-ano gli Albizzi, loro competitori e avversari, e indissero la guerra contro Sien a. Morto Silvestro dei Medici, Vieri non potè reggersi, e fallì anche un tentativo fatto d'accordo cogli Alberti di impaclrorursi colle armi della c ittà (1400) quando il duca di Milano, Gian Galeazzo, ebbe assoggettata parte della Toscana. F inalmente le ambizioni medicee furono coronate d i successo; G iovanni de Medici, detto di Bicci, banch iere del Papa e ricchissimo, ottetu1c che la fallliglia fosse richiamata da l bando, partecipò agli affari dello stato e nel 1421 fu eletto gonfaloniere. Il figlio, Cosimo detto il Vecchio, nel 1429 ebbe il governo, e di fatto divenne signore della c ittà. Nelle successive competizioni contro gli Albizi questi furono sopraffatti e i Medici nel 1465 vedevano saldamente afkrmata la propria preminenza in città. In questo periodo Firenze, alleata di Francesco Sforza e ciel Re di Napoli, fu in lotta contro Venezia. unita a.i signori di Este, Pesaro, Forlì, Faenza. J.\1irandola. Nel 1478, p romossa dalla ricca famiglia Pazzi, fu ordita una congiura contro i :ì\fccLici ; G iu liano fu ucci~ a pugnab.te n1a. Lorclìzo riuscì a salvarsi e il popolo, di cui i congiurati avevano sperato l'aiuto, impiccò alle inferriate del palazzo de lla Signoria l'arcivescovo cli Pisa, Francesco Pazzi e a ltri congiu rati, mentre acclamava i J\•Jeclici. Deluso perchè il colpo era l.allifo, e indignato prr l'uccisione dell'arcivescovo, il P a pa minacciò l'inter detta se entro un mese i lvJcdid n on fossero stati banditi e si strinse in lega contro Firenze, con Napoli e Siena. Nelfa impossibilità di difendersi da solo contro simili avversari, Lorenzo, recatosi d i nascosto a. trattare col re d i Napoli, riuscì a renderse lo favore vole rc·ndud~ndo con Jui pace separala; uno sbarco improvviso dei Tu rchi a Otranto costrin se i p rincipi ita jia11i a \lnirsi contro il maggiore nemico, e cosi Firenze potè ottenere che il Papa rinunciasse ai suoi p iani ostili. Una nuova costituzione fu emanata per organizzare il governo della città; nel consjgJio i Medici avevano la preponderanza e solo in apparenza le forme repubblicane furono conservate. Nel 1482 venne in F . frit Gerolamo Savonarola p riore del convento dei Domenicani, e si schierò contro 'i Medici con prediche infiammate. Ne l frattempo scese in Italia Carlo VIII, che fece il suo solenne ingresso 1

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in F., alla testa di 12.000 u., bene accolto dalla popolazione; ma, qua11do mostrò d i volerla. considerare come terra di conquista, Pier Capponi, rispondendo alle minacce del re con a udace fern1ezza, lo persuase a ridurre le pretese, e col Savonarola, che abilmente seppe destreggiarsi, ottenne che egli partisse senza che la città dovesse fare a.Jcun sacrificio. Il credito del Savonarola crebbe smisuratamente, ma il suo soverchio rigorismo religioso stancò i Fiorentini, mentre il papa Alessandro VI scomunicò il frate, che contro di lui aveva tu01-:alo dal pergamo. I suoi avversari lo assalirono nel convcntc,, lo presero prigione e, impiccatolo con due suoi seguaci, ne bruciarono il corpo in P iazza della Signoria ( 1498). Seguì un breve periodo di tranquillità fino a l 1509, epoca in cui la città, spossata. da una guerra contro Pisa, nella quale era riuscita vittoriosa, non potè opporsi all'avanzare di Cesare Borgia in Romagna; i lV!edici ripresero animo e nel 1512 ebbero nuovamente H governo della città. Nel 1527 Firenze si r ibellò a loro e ristabilì la Repubblica. Ne seguirono la guen-a e l'assedio, dopo d i che, affermatasi nuovamente la preminenza dei Medici, a questi l'Imperatore conferiva ogni potere sulla città col titolo ducale eredita.rio, in persona di Alessandro, sotto l'alta sovranità imperiale. Ales- · sanclro si cii·conclò di una guardia personale di 1000 u., costru ì una nuova fortez.za disarmò i cittadini, ma finì miseramente, assassinato dal cugino Lorenzino. Proclama to duca Cosimo I, questi nel 1555 conquistò Siena, costrul parecchie fortezze, istituì l'ordi;1e dei Cavalieri di Santo Stefano. Nel 1559 la Toscana fu eretta in Granducato da papa Pio V e la città ne seguì le sorti. Proclamata l'unione al regno d'Iu1lia, F. fu per due ann i sede della Capitale, prima della presa di Roma. A F irenze hanno sede il VII C. d' A., la 19" divis. mii. territoria le, un rcgg. fanteria, uno di cavalleria, uno d'art. da campagna; un centro contraereo, uno automobiListico, un regg. genio, uno radiote!egra:fisti, i servizi di C. d' A., l'll O distretto mii., la Scuola di Applicazione di Sanità mil., il comando della 3' Zona e di una legione di RR. CC., il comando dell'VIII Zona della M . V. S. N. e della legione « Francesco Fcrrucci ». Fortif,.caàoni di Ffrenze. La prima cerchia fortificata di F. coincide con la cinta del Val!um Romano e risale al 42 a . C. E sten<lendosi la città, una seconda cerchia venne costruita d urante !a epoca imperiale e durò sino alla caduta dell'Imperc di Occidente. Pii, ristretta fu la terP ianti, clc lla f'or· tezza da Basso za cerchia, perchè la popolazione di F. era d iminuita; la quarta cerchia, iniziata nel 10ì8, durò fino a l tempo cli Dante e la città s i estese anche oltr' Arno; i fossati, alimentati dal ,Mugnone, sfociavano da un lato a l ponte alle Grazie, dall'altro a l ponte a lla Carraia. Finalmente la qu inta cerchia d urò dal 1284 al 1866, e seguiva la linea attuale dei Viali che dal Ponte di fer ro d i San Nicolò, vanno a quello delle Cascine, o O ltr' Arno, quella delle mura


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FIR ,che tuttora rimangono quasi continue, fra Porta San Niccolò e porta San Frediano. Essa fu demolita in parte ne l 1865. Rima.n gono in piedi, avanzo importante delle vecch ie fortificazioni, -la Fortezza da Basso e quella <del Belvedere, innestate nella quinta cerchia al -tempo dei Medici, e destinate sopr attu tto a tenere in ,soggezione la città. Della fortezza d i (< Santa Ma;:ia in J3elvedere·» la prima idea. fu del duca d'Atene; essa

Baluarclo all'i ngresso rlella rortciza da Basso si erge sulle colline di r iva sr. del!' Arno, p resso la porta

:S. G iorgio e fu costruita nel 1590 dal Buontalenti per -ordine del granduca Fer dinando I. D isarmata nel 1859, og-g,i serve d•i caserma. La fortezza di San Giovanni Batt ista, detta fortezza da Basso, fo fatta costruire dal duca Alessandro, _d'accordo con Clemente VII, su disegni di Anton.io eia Sangallo. La costrnzione, iniziata nel 1534 sotto Ja d.ireìionè a1·cl1itettonica di Pier Francesco da Viterbo, e mil. di Alessandro Vitelli, fu compiuta l'anno dopo. F iLlppo Strozzi, che l'aveva consigli~ta, vi fu chiuso nel 1537 e vi morì nel 1538. DeJle mura rimangono alcune porte e torri ben conservate. I . Battaglia presso Firenze ( 405 d. C.). Appartiene alla grande invasione del ca.po ostrogoto Radagasio in Italia, il quale con circa 200.000 u. era partito dal T ibisco -e da l D a nubio, premu to com'era dagli Unni. Il vandalo .Stilic011e, al servizio dell'impera to re Onorio, gli s i fece incon tro e lo affrontò p resso F . e Radagasio fu battuto; parte delle sue truppe furono messe alle strette nei monti di F iesole, e, circondale da ogn,i parte furono comp letamente d istrutte. Iruiumerevoli uomini, fra cui R adagasio stesso, furono uccisi o per irono per la fame; Ja magijio r parte caddero in ischiavitù ; 12.000 nobili Goti furono accettati al servizio romano. P . Orosio c'informa che la moltitudine de.i prigionier i fu tale che s i vendettero un soldo d 'oro l'uno. II. Blocco di Firenze ( 1312). L'imperatore Enrico VII di L ussemburgo, a l:lontanandosi da Roma in seguito· alle minacce dell'esercito del re di X apol i, volse verso la Toscana dove i fuorusciti lo sollecitavano ad intervenire e costri nse le forze di Firenze, che s i trova.vano all'Incisa, a rip iegare precipitosamente. Il 19 settembre giunse sotto le mura della città c vi si accampò mettendo il contado a ferro e fuoco. Nonostante gli aiuti ricevu ti dai loro a1leati, i F iorentin i non. ardirono uscfre dalla cin ta, limit,u1dosi a impedire che l'Imperatore Ja

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sforzasse; questi, visto che non riusc,i va .a. costringere la p-iazza a capitolare e che il suo esercito si esauriva in inu tili sforzi, abbandonò l'impresa. III. G"erra e assedio di Firenze (1529-1S30). :Mentre tu tta Italia piegava sotto l'egemonia di €a.rio V, solo Firenze s i accingeva a resistergl,i ; fino dal dicembre 1527 era stata istituita la « guardia del Palazw e del Gonfaloniere ll, forte di 300 u.; nel novembre 1528 era stata formata la « Guardia Urbana >l, forte di 16 cp., complessivamente forti di 1700 archibugieri, 1000 picchieri e 300 alabardie ri, ottimamente istruiti d a ufficiali che avevano m ilitato nelle Bande Nere di Giovanni De :Medici ; infine, nel 1527, furono radunate le « bande d'ordinanza», costituite daJle genti del contado, circa 10.000 u ., inquadrati da 1000 u. ·di truppe mercenarie, d ivise in 30 bgl. I Dieci della Guerra presiedevano a tutti i preparativi ; Malatesta Baglioni, signore di Perugia, ebbe il titolo di governatore generale. In tanto Carlo V abbandonava Firenze aJJe vendette del Papa e p rometteva di riconsegnarla a i :Med ici; poco dopo Frances.<:o I escludeva. i F iorentini da.Ila pace generale di Ca.mbrai e si impegnava a non s ostenerli. Abbandonati a loro stessi, non piegarono: furono stabilite nuove imposte e requis izioni forzate; gli ot"i delle- chiese furono portati a lla zecca, le pietre preziose furono date in pegno, urt ter~ zo delle proprietà ecclesiast-iche iu venduto. Si ordinò poi che fossero po,rta ti in città tutti i viveri che esistevano nella. campagna, e le fortezze furono p residiate. Sbarcato Carlo V a Genova, i F iorentini tentarono di trattate con lui ; fallito -ogni acco1·do, il principe d'Orange, vicerè di Napoli, ebbe l'incarico di impaclroJ1 irsi della città. L'esercito si radunò fra Foligno e Spello; lo componevano 3500 lanzichenecchi tedeschi, 5000 spagnuoli del marchese del G uasto, numerosi itali ani, fra cui 2000 zappatori e buone ai-tiglierie date daglj Estensi: in tutto circa 15.000 u. T rattenuto per qua lche tempo sotto il castello di Spello, tenuto da gente del Baglioni, e ottenuto per trattative che quest'u ltimo si ritirass.e su Arezzo, il p rincipe il 14 settembre attaccò Cortona. che in 24 ore ottenne per patti. G iunto ad Arezzo, potè senza contrasto occuparla e successivamente cadclcrn in suo potere Ca.slclfiorentino, F irenzuola e Scarperia., mentre .da F. fuggivano tutti cole>ro d1e volevano sottrarsi a i pericoli dell'assedio imminente. Nuove trattative col Papa non ebbern alcu n risultato, pcrchè questi p retendeva la resa a discrezione. I J' 14 ottobre il p rincipe 'd'Orange gi unse in pian di Ripoli e sul principio d i novembre le prime batterie apriron() il fuoco. Era la guarnigione di Firenze costituita eia circa 7000 u. a.I coma ndo d i Malatesta Baglioni; altri 6000 u. erano d ivisi fra Prato, Pistoia, E mpoli, Pisa, Volterra e Montepulc iano. JVIentre intorno a F irenze si riunivano gLi assedianti, Napoleone Orsini, detto l'abate di Fa1fa, capitano a l soldo d i F., era sconfitto da Alessandro ViteJli fra Città di Castello e Borgo San Sepe>lcro, e Francesco Ferrucci, dopo avere messo in istato d i d ifesa Prato ed •E mpoli, teneva con successo Ja campagna danneggiando gravemente, col suo piccolo esercito, le f orze degli Imperiali, di cu i predava i convogli, disturbando con ogni mezze> le comunicazioni. Il 10 novembre il principe d'Orru1ge tentò un'improvvisa. scalata alle mura ; la sorpresa, compiuta dura11te la 11otte, mentre pioveva diro ttamente, fra porta. S. N iccolò e porta. S. Frediano, fallì con grave perdita de_gli assedianti. L' 11 d icembre sue-


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Le milizie fiorentine assaltano in una sorwa (1<>30) le p(>Sizio nt d i R.usciano e di s . Margherita a Monticl. _

•cessivo Stefano Colonna, che comandava la « gu ard ia -urbana>>, fatta preparare u11a. incamiciata, andò ad a ttaccare Jr poBizion i tenute da Sciarra Colonna presso S . i\fargherita a Montici, e sbaragliò ìc truppe che le lenevano; me,ntre il principe e altri capitani correvano .alla riscossa, altre tre colonne uscirono da F. e già stavano per costringere gli assedianti a ritirarsi sconfitti, .quando il Baglioni ordinò la ritirata, dando modo a l J1cmko di rip,·endersi. X uove forze si aggiunsero suc-~essivarocnte all'esercito assediante; 20.000 u. fra Spagnuoli e Tedeschi passarono g li Appennin i e s i accamparo no sulla dr. dcli' Arno, fin'allora. rimasta libera. Il 21 marzo ciel l530 venne effettuata. una nuova incamiciata; cinque colonne uscirono nottetempo da.Ile porte e attaccarm,o gli Imperiali ; la sospresa non riuscì perchè u n diser tore l'aveva poco prima rivelata a l nem ico; .-dopo aspra lotta le truppe rientrarono in città. Il 5 mag_gio successivo, spinto da.i D ieci della Guer ra e da lla Signoda~ il Baglioni ordinò una nuova sortita ; l'attacco, che suìic prime volgeva favore,·ole a i F iorentini, non cb:be alcu n risultato, perchè n on fu sostenuto convenientemente da i necessari rin forzi di truppe fresche. Il IO g iugno una nuova sor tita fu compiuta da Stefano Colonna, d,e riuscì a da1111cggiare gravemente i nemici e a .impad ronirsi di grosso bottino. Continuava intanto il F errucci a combattere in a per.ta campagna., e, rr:ercè sua, parecchi convogli di viveri riuscirono ad entra re in città.. E se varie p ia ne fiorentine si arrendevano agli I mperiali e Volterra a l papa, il fern1cci, eia Empoli ch e aveva potentemente fortificata, provvedeva a mandare agli assediati vettovaglie e mate-ria.li da guerra e ri usciva a riconquistare Volterra. Quin.di s i accingeva alla p itt d ifficile impresa di soccorrere

Le m ilizie fiorentine fanno una sortlla ("l 530) fllOl'l P o r i a a San Pier GaUOllnl : in bHsso, )Jauer.la imperiale. direttamente la città assediata, a ciò sollecitato dai Dieci di Guerra e d alla Signoria. Raccol ti cir ca 3000 u. e 400 caval li, ma rciò da Pisa verso Pistoia, per giungere di qui su F irenze; l'impresa fallì a Gavi·nana, facendo così cadere l'ultima. speranza dei Fiorentini. Costretti a cedere, anche perchè il Ba.glioni, sostenuto da un forte partito, stanco della guerra e favorevole a i :Medic i, non vo leva combat tere più oltre; Baldo Altoviti, Jacopo Morelli, Lorenzo Strozzi e Pier Francesco Port inari furono delegati a tratta re, e il 12 agosto del 1530, a Santa JVIa rgherita. di Mantici, venivano firmati patti della resa. I V. Trattato di Firenze (15 luglio 1731). Convenzione cli fa ,uiglia fra S1,agna e ToscaJia : il granduca. nomina suo successore l'infante don Ca.rio, salva e intatta la costituzione toscana, come ogni diritto, privilegio e prerogativa della ci ttà di F irenze, e salvo per sè l'esercizio della sovranità, sua vita . durante. V. I Francesi a Firenze (Guerre della Rivoluzione francese e del Consolilto). Nel 1799, i Francesi, occupata L ivorno, mossero s u F. al comando ciel gen. Gauthier e il 25 marzo 1799 l'occuparono senza trovare res istrnza; le truppe toscane deposero le armi e i•I Granduca fuggì. Nel :uglio successivo, battuti i Francesi in Alta I talia, il gen. austriaco I<lénau, con ,m forte corpo di Austriaci entrò in Toscana ; il 4 luglio i Fioren tini insorsero contro i Francesi mentre il gen . Gauthicr era costret to a ritirarsi col migliaio di u. che costituivano i resti della s u-i divisione. G li Aretini, insol'ti a.ncl1'cssi, scesero s>.1 F irenze che poco dopo fu consegnata agli Austriaci. Dopo la vitto1·ia d i iVIarengo, è{apoleone ordinò a l governo toscano di d isarmare le bande di Aretini, 1

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rimaste in armi. Non ottenendo soddisfa~ione entrò in Toscana, e il gen. Dupont il 29 ottobre del 1800 occupò nuovamente la cillà.. VI. Trattato di Firenze (28 marzo 1801) . Pace tra Francia e .'.\'apoli. I porti del regno delle Due Sicilie saranno chiusi ad Inglesi e Turchi fino a che la Francia non avrà fatto con questi la pace; si apriranno invee-, ai Rus.;i e a tutti gli Stati compresi nella neutralità marittima del X ord, nonchè alla Francia ed ai suoi alleati. Il re delle Due Sicilie cede alla repubblica francese i suoi possessi n ell'isola d'Elba, lo Stato dei P resid1 e il principato di Piombino. VlI. Trattato di Fire11ze (28 novembre 1844). Fra Austria, Sardegna, Toscana, Lucca e Modena. Riguar dava mu tamenti di. territorio. i n Lun igiana, fra i tre u ltimi Stati, e cambi col ducato di Guastalla, da effettuarsi alla morte di ~faria Luisa duchessa di Parma. Il trattato era segreto, e non fu eseguito.

VIII. Trattato d-i Firenze (4 ottobre 1847). Fra Toscana e Lucca. L'Infante Carlo Luigi ilorbone di Lucca, col consenso del principe ered itario F erd in.ando, abdica la sovranità del suo Stato al granduca di Toscana, al quale dovrebbe àefinitivamente passare nel caso previsto dal trattuto di Vienna de l 9 giugno 18 15. Il granduca di Toscana. accetta. l'antic ipata cessione trasla t iva del duc.a to di Lucca, ed assegna aJ duca di Lucca un appannaggio di 9 mila francescan i mensili (SOAOO lire italiane) che cesserà non appena avrà luogo la r iversione del ducato di Parma. Il granduca cede con temporaneamen te quei terri tori (i paesi della Lun igiana) che, secondo i trattati precedenti, devono pass:ire a i duchi di Parma e ~Iodena.

Firettze. llrigata di fanteria di l inea, costituita per la guerra 1915-19 18, il 1° mar zo 1915, d ai depositi del 69" e 70° fanteria, coi regg. 127° e 128°. Sch ierata inizialmente sul 1'.l. Sabotino, fu nel giugno 1915 inviata nella zona di Plava.; nell'agosto del 1916 la brigata partecipò all'invest imento del campo trincer ato di Gorizia, cad uto il qua le a vanzò verso i l M. Kuk cd il Vodice ; e nei giorn i 15 e 16 m aggio conquistò posizioni nemiche sul ~I. Kuk e !.uJ Vodice prendendo un rilcvame numero

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corse alla batta.glia del Piave, catturando prigionieri e. materiale da guerra. Diede i l suo con tributo anche durante l'offensiva finale, per la quale fu, il 24 ottobre, schierata sul Jl. Grappa; il 27 difese la linea del l\I. Penica dagli accaniti attacchi nemici e conqu,istò, il 31, Col dei Prai. Continuando l'avanzata r aggiunse, il l " novembre, M. Fredina e Col di Baio, il 2 Fonzaso cd il 3 Val :'.'Ju·.•ola. Il contegno tenuto in guerra dalla brigata F. le valse la mcd. d'argento colla seguente m otivazione (ai due reggimen ti): cc Con eroico ardimento e inestinguibile fede vinsero le più aspre battaglie della Bainsizza; arginaJ·ono col pet:o dei loro mirabili fanti il nemico irrompente dal Piave, e ~i coprirono di gloria, con un irresistibile altacco, nell'ora suprema della riscossa» (M. Kuk - Val Rhot, 14-26 maggio 1917; Rutarscc-Bavterca, 19 agosto 2 settembre 1917; Piave, 19-24 giugno 1918 ; G rappa - Col degli Uccelli, 24 ottobre - 4 no,·embrc 19 18). L e mostrine d ella briga ta sono costituite da due strisce longitudinali, n er a quella super iore e color arancione quella inferiore. La festa dei due l'Cgg. è il 16 maggio, anniversario del combattimento di monte Kuk.

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R eggi111c11to Cavalleggeri di Ffre11ze. Xel 1859 il governo toscano costitu\ in luogo dell'antica « d ivisione d i cav,tlleria granducale)), un reggimento dragoni che ebbe nelle, stesso anno la denom inazione d i « r eggimento cavalleggeri di Firenze>>. X ci 1860 fu incorporato nell'esercito italiano fra i lancieri, ed ebbe il nome d i 9° reggimento ca va ller ia (Firen1,c). Successivawente si chfon1ò reggimento cavalleria Firenze (9") e poi lancieri di Firenze (9°); infine, ridotto dopo la gnrnde guerra il numero dei reggimen'.i d i cavalle ria, assunse l\tttuaJe denominazione. Partecipò a lle camStemma dei pagne del 1859, del 1866, mandò in tavalleg-g-crl di :\ fnca ufficiali e gregari durante la Firenze camµagna 189S-1896, interve nne n ella guerra italo-turca del 1911-1912. Nella guerra italoaust;-iaca si d istinse in molte occasioni. L a festa del reggimento si celebra il 30 ottobre, annh·ersario di Vittorio \ 'cneto. Lo stendardo è decorato di due medagl ie di bron1.0; la prima conseguita nella. campagna del 1866

fjg!c;rl 6FtFI Li n1t0rne110 del cava tlegger l tll Firenze

)lcdaglia della brigata Firenze (127° e 128• Fanteria)

di prigionieri e di armi. Le perdite della brigata, per questa azione, an1montarono a 60 ufficiali e 1788 gregari. Nel 1917 partec ipò alla. battaglia della Bainsizza; durante l'offensiva austro-tedesca dell'ottobre 1917, dopo accanita r esistenza prima sulla fronte l\I. Piatto-P asso Zagradan e poi su quella M. La C ima - M. Planina S. Martino, riuscì a portarsi a Rezzano. Nel 1918 con-

colla molivazione: « Si distinse e seppe destare l'ammirazione di tutte le t ruppe nel fatto d'arm i del Ponte d i Ver sa (26 lug lio 1866) )> ; la Reconda consegui ta. durante la guerra italo-austriaca, e così motivata: « In numerosi combat1imenti, tanto nelle azioni di squadroni isolati o di gruppi di squadroni, come in quello a cui prese parte l'intero r eggimento, br illò sempre per slancio, valore ed a lto sp.frito di sacrificio» (Tagliamento, Porto B u ffolè, :.\fonticano (2-9 novembre 1918); :Montello, Giavc ra (15 giugno 1918); Vittorio Veneto (30 ottobre 19 18). Il motto del regg. è : << Con l'3nimo che vince ogni oott:iglia ».

Collegio i\t[ilitare di Ffrenze. Fu ist ituito nel 1849 dal


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governo granduca le col nome di « Liceo mii. Arciduca Ferd inando )l; passò ne l 1859 sotto il governo provvisorio toscano co! medesimo nome, tol ta la pa rola « arciduc.i »; an nessa la T oscana al Regno d' I talia si chia.mò C. M. di Ji., fu ,soppresso nel 1864, r iaperto nel 1874 e chiuso definitivamente nel 1895.

FIU

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vava in F . fini per arrendersi, e il T urenne s'imposscseò di gran quantità di grano e di bestiame.

Firrao (Cesare). Genera-le del sec. XIX. Proveniente dall'esercito delle Due Sicilie, passò in ·quello italiano nel 1861 come coloiu1ello di S. M. Nel 1867 fu promosso magg. generale e passato nella Riserva .

F isso (Ufficiale). Cosi veniva chiamato l'ufficiale d i ruolo e munito di brevetto che nel secolo XVIII veniva assu nto in servizio sulle navi della marina pontificia, in p ianta stabile. T a li ufficiali erano stipendiati in modo permanente, sia che fossero imbarcati come se fossero a terra. T a le trattamento e ta le den ominazione- li distinguevano dai (( venturier i » che ven iva.no stipendiati soltanto quando erano im barcati.

Fisauli (n.ob. D-iego). Co!onnello brigadier e, n . e m. a Randazzo (1862- 1916). Sotto!. d 'art. nel J.881, par tecipò a lla guerra libica e poi a quella contro l'Austr ia col grado d i colo,mello. Comandante d'art. divisionale sull'alti piano carsico, s i meritò la med. d'argento e ven.ne n ominato colonr.ello br igadiere.

F issor e di M o nta lto (Vincen;w). Generale, 11 . di Bra (1789-1861). Sotto!. nella brigata. CuIJeo ne l 1814, partecipò a lla campagna di guerra contro la Francia del 1815. Colonnello nel 1843, comandò il 10° regg, fanteria. ~e! 1848 fu p romosso magg. generale e collocato a r iposo.

F i sher (di Kilverstone, lord Giovanni). Ammiraglio inglese (1841-1920). Salì a grande rinomanza. per l'energia. d el carattere e la capacità eccez ionale. Contrnmm ir . nel 1890, viceammir. nel 1896, ammir. nel 1901, n el novembre 1914 fu nominato P r imo Lord del Mare e inviò alle Fa.kland la. tlolla che vendicò la sconfitta. del Coroncl. Fu contrario all'impresa. dei Dardanelli e in segu ito alla d ecisione di insistervi si dimise dall'alta. car ica. Aveva partecipato alla guerra del 18S5 nel Baltico, a lla spedizione di Cina, al bombarda1J1cnto di Alessandria, e tenuto molt i comandi importanti d urante la sua lunga carr iera. Lasciò un vo lume di (( Memorie >> . Creò la base navale di Scapa F low.

Fium e. Città capoluogo di prov. nell'Istria, sul Quarnaro. Sorge dove fu l'antica Tarsatica romana, distrutta da Carlo :'.VIagno n eir800; s i trov,tva lungo il Vallo costruito dai R omani dopo la conqu ista del.la regione nell'anno 12 a. C. che, par tendo da F iume, munito d i torrioni, d i castella e d i porte, una delle qua.li,

Fiume nel .sec. XV!

norcm " Giuseppe

Fle 11-1·y Emilio

F ismes (ant. Fines Su.cssiom1111)._ Comune del d ip. della . :r,,farna. i n . Francia, sµ_I co.nflue.nte d el Veslc con l'Ardrc . ::sìcl med io evo fu i m panante _piazza forte . Nel 1650 vi s i combat tè un a battaglia che appartiene alle operazioni del cor po dj T uren ne (franco- ispano) comro l'~se rcito del re di F!"ancia . Il m_aresc. d i T urenne, d opo aver marcia to fino a N eu fchatel lungo l' Aisne, saputo che l'armata ,-eale si trovava concentrata a R eims, e che un corpo a l comando d i Hocquincourt si trovava. a Ji., -decise d i far vi una ricogP.iZ'Ìone offensiva. Lasciato il grosso delle sue truppe oltre l'Aisne, -presi 3.000 cavalieri e 500 moschettie ri, mosse verso F. e sep.p e che dietro la Vesle l'Hocquiconu rt s i trovava con 10 regg. di cava lleria e -circa 100 moschettieri erano nella fo r tezza. Passalo a guado la Vesle, dove trovò for te resistenzaJ da pa rte della. cavalleria, r iuscì a sgor.n in.are completamente i regg. nemici che volevano opporsi al suo passaggio, e fatti c irca 500 prigionieri obbligò il Hocquincourt a rit irarsi su Soissons in disordine. La. fante.ria ·che si t ra-

]'Are.o Romano, esiste tutto ra nella città vecchia, corre: ya per 40 1niglia lungo il ciglio <lclle Alpi Giulie pe r d ifenderle dai har bari. Sulle rovine di T arsatica, sorse lentamente l<1- nuova. cjt ti,, çhe nel 1028 fu da Corrado I ,dona ta. a,i patriarch i cli Aquileia e da questi ai vescovi di P ola, tornando nel 136S all'imperatore Federico Hl. .Ebl:ie poi governo autonomo, e rima$e libera in mezzo _ai possedimenti di Venezia, che teneva le i?ole e i ter}'itori circostanti, fJnchè, il 26 magg io 1508, al tempo del la Leg~ cli Cambra i, fu anch'essa occupata. _Appena .un anno dopo i\ ndre Bot, bano di Segna, r ip rese la citt à e dist r u~c le insegne venete m.a. fu cacciato poco clop(J \fai Veneziani, condotti_ eia Angelo T revisa.n, le cui ciurme la misero a. ferrn.,c a fuoco. Seguirono lotte coi p irati U,cocchi, e un saccheggio ( 1614) opera to da i Veneziani. Nei 1700 presso F. sbarcarono i Francesi, che .Iurono a ttaccati e scpnfitti dalle milizie fiumane coman :cl.a te 4a Ottavio de T er zi. :Parte integrante dei territori d i Casa. d'Austria, F. cb_bc insieme a T rieste .la. concessione del pun to fra.neo da pa rte di, C arlo VT. :(e! 1779 F . venne aggiu nta. all'Ungheria, come' << corpus .scpara.tum ll, i suoi commerci pro.sperarono, la. marfoa. meraantile ne ebbe .considerevole _incremento e l'abitato cominciò ad estendersi oltre la _c erchia delle vecçhic mura, Da l 1809 al 1~13 .F . fu nelle 1nani_ dei Francesi; ne) 181.3 gli Inglesi la. bombarda-


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Flt,;

I.a citi;) e il ()OrlO <Il Fi llllle

rono. Partiti i Francesi e scoppiata. la guerra d'indipendenza d'Ungh eria. la ci ttà fu occupata da i Croati, che vi restarono per venti ann i. Tornata dopo molte proteste a ll'Ungheria, fu luminoso faro d'italianità, finchè, il .30 ottobre 1918, il Consiglio ;\'azionale della città dichia.rò l'annes~ione all'Italia. Col trattato di Londra de l !9 l 5 era stato conven uto fra gli Alleati e l'Italia che, terminata. la guerra, F. sar ebbe s tat;L assegnata alla Croazia ; d i q ui sorsero tutte Je difficoltà che dovevano per tanto tempo tenerne in.certe le sorti. Alla fine del 19l8 due era.no i comandi militari in Fiume; uno interalleato, con un generale italiaM , l'a ltro francese. Le discussioni intermin abil i che s i s,·olgevano a P arigi avevano esasperato il pat riottismo d i Fiume; a Par igi fu d eciso che i Carabinieri itaiiani fossero sostituiti ne i servizi d i polizia dalla gcndar11:n eria inglese o americana, che si dovesse eleggere un nuovo governo, che della regolarità delle e lezioni e dell'ordine pul,blico dovesse rispondere una commissione interalleata compos ta d i q uattro generali, uno per cia -scuna delle potenze alleate ed associate. Le truppe italiane, dovevano essere ridotte alla sola brigata Regina, c'he a vrebbc lasciato un solo bgl. in città, con un bgl. francese e uno inglese, mentre i l resto doveva r esta.re sulla linea di armistizio. I ncar icato della esecuzione d i questi ordini, per quanto si riferiva all'Italia, fu il generale Pitta.Juga. La s ituazione alla fin e d i agosto 1919 era difficilissima, la po!')olazi<,ne era decisa a resistere; UJ1 'bgl. d i volontari cm stato formato da l capitano Host Venturi. Le disposizioni energiche date dal gen. italiano valsero pc: qualche g iorno a e,•i lare d irnrdini; sen,za opposizione, ma quasi di nascosto, furono allonta11ate ·Je t ruppe esuberanti, fra cui i Granatieri di Sardegn a.. Sembrava che tutto si dovesse svolgere secondo gli :i.ccord i intervenuti fra i rapprfsentanti delle Grandi Potenze .a. P a.rigi, quando Gabr iele d'Annunzio, d':i.ccordo

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li J)OJ' IO d i Susak col mag~. Reina dei Granatieri, da R oncbi, ove essi erano accampati, ma.rc:ò sulla citcà. Ottenuto dal generale Pittalugo. che qucst i gli r imcw:ssc il Comando, assunse il governo della ciltà, da cui poco dopo partivavano tan to gli Ingles i che i Francesi, avendo il Governo italia:io a.,·ocato a sè la definizione della situa1.ione e garen tito l'osscrva.uza degl i acco rd i che sarebbero sta ti presi in merito a.Ila definiti,a s istemazione di Fiume . 11 25 rliccmbre del 192 l le truppe del gen . Caviglia, vinto un tentativo di resistenza dei volontari, occuparono F i1,11ne in esecuzione degli ordini del Governo italiano, p resieduto a llora da G iovanni G iolitti. F inalmente, dopo laboriose trattative, il 27 gennaio 1924, si firmava a Roma, auspice Benito M ussolini, il patto d i amicizia fra l'Italia e la Jugoslavia, rappresentata dal min istro Nincic, per il qua le, colla « con venzione per Fiume», veniva riconosciuta sulla citlà la sovranità italiana. r imanen do assegnato alla J ugosl,1.via. il p iccolo porto di Susak a. oriente di quello di F iume . Attualtnente F . dipende militarmente da l C. d'A. di Trieste, divis. di Pola, ed è sede d i un regg. fanteria e della Legione « Quarnaro >>, che è la 61" della M. V. S. N. Con decreto del 22 maggio 1924 la tenace italianità di F . ebbe il meritato premio : S. M . il Re, con sovrano « mot u proprio » le concedeva hi medaglia d'oro a t v alor civile, cosl motivata: « P er lunghi anni, attingendo fede e ardore dalla trad i1.ionc della sua schietta origine italica, pose al di sopra di c,vcnti e di uomini la sua incrollabile volontà a congiungersi un giorno all'Ital ia, e, disdegnosa di allettatric i lus inghe, soffocando il dolore di avversità di ogni genere, pur ai limiti ultimi della sua esistenza, non esitò a d affrontare n el nome sacro della patria, le più aspre vicende di sanguinose lotte, ben meritando dall'a mmirazione e d all'amore delle genti d'Italia. il puro nome di Città Olocausta » (24 maggio 19 15 - 22 febbraio 1924).


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Ga tirl~ lç ,:l'An111.inz io e il suo S1a10 :lfagg-lo re a f'll1me (1019)

Fiumefreddo Bruzio. Comune in prov. d i CoS<.n·,:a, sul Jiume omonimo. D'origine antichissima, venne cinto di mura interrotte eia due sole pone, e munito di castello. All'epoca dei Comuni fu ripetutamen te o;:;getto di fatti d'arme. :\'cl 1806 il gen. \'entimille francese allaccò F., ma gli ab itant i, sollevatisi in ,u·m i, si difesero aspramcnle, e dopo vani :is.,alti i Francesi furono cos tretti a ritirars i, molestati ed inseguiti dai difrnsori. Presa rii Fiumrfrcddo lfr:t3io (10 f ebbraio 1807). Appartic11e alle operazioni dell'esercito francese nel );apolctano. P resa i\ma11te<1, il gen Rcynier spedì il 1° regg. di linea contro F. per investirne il castello, difeso d:i :v[ichieli. Il 9 febbraio i Francesi assedianti vcnner0 al• taccati improvvisamente da ogni parte da clistaccamenti di insorti che avevano occupato le alture circostanti. Dopo breve lotta, i Francesi r iuscirono a liberarsi dal!~ strclta, e l'indomani dal gcn. R cynicr ricevevano alcuni cannoni che cominciarono a battere in brecch le due torrette che d ifendeva.no la portn del castello. Michieli voleva resistere, ma i suoi tagliarono le catene del ponte levatoio, che cadendo lasciò libero l'ingresso ai granatieri francesi, i qu a li s'impadronirono elci ças r.cl lo . I cictadinì furono risparmiati, ma }!ichicli e 2-1 altri capi vennero fucilati.

Fiumi Internaziona li. La grand e guerra ha. messo in rii ievo la speciale imporla.nza dei principali F. d'Europa cen trale ed orienta le ( Reno, E lba, Ocler, Vistola, :\"icmen, D anubio) particolarmente dopo lo smembramento dei maggiori Sta ti antichi, e la crel?.io:1e dd nuovi. Per alcuni di essi i F. rapprese11 tano l'unica via per arrivare al mare. X e rnnsegue che. sia per tutelare l:t libertà d i mtv igaiionc cd i commerci. sia per la sin1rez1.n reciproca degli Stati interess:iti dal pun te di vista noliticc,. militare, si è dovuto provvedere con .i•ticoli s:JC~inli del tiattato di Versa illes aila illternazionalizzazionc d i questi F. Con gli articoli dal 331 al 362 cs~i sPno sl:i.ti dichiarati vie internazionali, percorribili dalle navi di tutte le nazioni, in condizioni di perfetta eguagli anza, fino allo sbocco al mare. Nella conferenza. intrrna2im1alc <lei 192 1 a Barcellona, dove convennero quasi tutte le na-

zkmi <lei mondo. fu più chiaramente spiegato tale concetto, e fu deciso <li classificare internazionali <1uei fiumi che, oltre a mettere in comunicazione col mare due o p iù Stati, fossero perfettamen te naviga.bili dall'interno al di là delle frontiere. Perciò ad esempio il Po, navigabile solo in parte, e completame11te in territorio ita·1ia.no, non fu dichiarato internazionale, non ostante i tenllti"i di qualche rappresentante non italiano. F. cosi pure fu per il Roda no. O~ni F. 1. è retto da una Commissione interna.zionaJè;. composta di membri degli Sta ti rivieraschi, e delle potenze europee allea te, che hanno interessi d a salvaguardare. L 'Italia ad esempio è: rappresentata nelle Commissioni per l'Elba, il Reno e il Danubio.

Pi11111i (Passaggio). V. Acque.

Fìurlinas (det to anche Florinas). Villaggio dcUa Sardegna in prov. di Sassari sul vallone di Codrongianos. Ern munito di solido c.istello che fu una delle rocche più tem ute degli Aragona. \iPnne spesso attaçcato, sia per guerre ch·ili sia µrinc ipalmrnte per la lotta d'indipenderm1 dei giudicati di Arborea e di )i"arboua conlro i re d 'Aragona, che resistettero sa lda mente in questa rocc:i. Quando i fratelli Sanna di Figulina, nemio degli .'\ rborea, nel 1368 furono vi111i all'assedio di Oristano, F. venne passata a fil di spada. e la rocca ne ft1 distrutta. Fi ve Ports. V. Cinque Porti. Fivizzano. Comune in prov. d i 11ass,L Car rara, posto sopra un ripiano, e mu ni to di castello (della Vcrrucola) risalente al secolo Xl e appartenente ai ~[alaspina Um1 prim,1 volta fu ocoapato e sacchegg ia to nel 1411 dal Piccinino per il duca di Milano: nel 1494 dai Francesi di Carlo VIII; nel 1496, dai Malaspina; nel 1507 dai Fioren tini; nel 1537 dagli Spagnuoli del marchese del Vasto. Dopo quell'epoca fu, nel 1540, ùa Cosimo I dc M edici cinto di nuove mura e fortificalo. Flagello (lat. Flagrnm). Piccolo mazzafrnsto, composto d i un manico d i legno di 15 cent. circa di lun•


758 ghezza, all'e.<;tremità del quale sta una gl; iera con anello e campanella da cu i pende u na catenella d i ferro cu i è -

appesa. una pallottola di ferro spe;;so con punte.

FLA

Flaminio Tito Quinzio. Generale romano. Fece le sue prirne prove contro Annibale . Nel 199 a . Cr. fu nomin ato console, e, inv.iato in .ìYfacedonia contro F ilippo I, lo sconfisse nell'Epiro, e poi a Cinocefale. Guerreggiò pure vit tor iosa111ente contro gli Spar tani, e si impad ronì di quasi tutt a la G recia, ordina.ndo quella regione con sensi li bera li tanto da ottenere en tus iastico ,,ppoggio d ai Greci stessi.

Flauto. Strumento musicale c-he fu adoperato ins ieme col tamburo negli ant. eserciti, i qu ali avevano i .ftauti.,ti. Nelle mJrine 1iordichc furono d ette rn1.vi « annate a Aauto ». vecchi vasi:clli o fregate scartate d all'uso di gnerra e ridotte a trasporti.

Flag-elll rl'arme (sec. XIH-XI)')

Flagranza di reato (art. 367- 368 C. P . Es., 4134L4 C. P. M . M .). Flagran te è quel reato m ilitàrc che s i commette attua lmen te o è sta to commesso poco prima. La F . importa l'immediato arresto del colpevole, in qua lunque luogo siasi r icoverato, pe r opera. dcll'uffi.cia lc incaricato dell' istruzione prelirnin,ire. Il kgisla,o rc equipara aJla F . il caso in cui :I colpevole s ia insegu ito d>11la parie lesa o dal p ubblico ehm ore e quello in cui sia stato sorpr eso con oggetti o segni tali, d a farlo presumere au tore o complice del reato, pu rchè ciò avvenga in tem po prossimo a l fatto aveme caratte re ci irninoso. ln tempo di guerra, Li colpevole colto in Aagran te per un reato che importi la pena di morte, può esòere giud ica to immediatamente da un Tribuna le m ii. s t raordinario (a~ticolo 559 C. P . Es. - 605 C. P. M. M.). Flahaut (de la Billarderie, A•r,gusto). Genera le francese (1785-1870). Segu ì Napoleone in Italia, e pa rtecipò alla battaglia d i nfarengo. Promosso colonnel!o a Wa.~ ram, divenne generale d i brigata nel 1813, aiu\ante d i cam po deil'Imperatore e generale di d ivis. nel 1814. M inistro plenipc,tenziar io a Ber lino ne l 1831 ed amb~,ciatore in I nghilterra nel 1842, dil'cnnc senat()re nel 1853. Flamì nia ( Via) . Grande s trada romana costruita :sotto la d ire?.ione del tribuno della plebe Cajo Flami:nio (220 a. C.) delta anche << Str ada settentrion1le », che, partendo da Roma {porta Flaminia) ed attraversalo il 'Tevere al J>o1l-S Milvù,s (ponte :Molle), conduceva a Rimini, donde si prosegu iva per Bologna e per Aqu ileia. Fu costru ita per avere u na libera e diretta cumunica?.ione con la Gallia cisalpina, da Fiaminio ,tesso conq,1istata poco pr ima. li p rimo tronco passava e pas;;a tuttora per Foligno ed attraverso al pas,o dt! Furio (do1·e esiste una bella galleria scavata nella r occia) pMta. pe·r la valle del Metauro, e Fano, Pesaro, Rimini. Fu da q.uei tempi la p iù gran de s tr ada mii. che mettesse i l versante T irreno in comunicazione con l'Adriatico. Flaminio (Ca,'o) . Generale r omano. Nel 220 a . C. fu t ribuno della. plebe; sconfisse gli Insu'-ir i; come censore costruì la via che perla i l suo nom~; nel 217 fu eletto conso le: combattè in tak anno contro Annibale a l Trasimeno, ma fu sconfitto e vi perdette la v ita . - Suo figlio, dello stesso nome, combat tè nella Spagna come ctuestor e sotto Scipione (210); nel 1S5 Iu console e ristabilì la· pace nell'Italia settentrionale.

Flnm inio CnJo

Flaulisla francese sec. XVI

Flavigny (sur-Ozerain). Comune della Fra11cia nel dip. della Còte-d'Or. Fu da ant. tempi for tific;ta '. L a presero i Normanni nell'877 e gli Inglesi n el 1359. Caratteristica, da: p un to di vista fortificatorio, è una porta antistan te al perimetro m urale della ci ttà, illustrata da l Rocchi come esempio di costruzione mii. del periodo d i transito, quando gli architetti mii. incomill'cia va no a preoccuparsi dell'azione delle bocche d a fuoco. Flavio. loca li tà imprecisata del Friuli, da l 1'lurntori chiama Po r1a cl i Flav igny ta Fi11.-me, nella. qua le ( 664 o 666) s i svolse un a. battaglia fra il duca Lupo, ribelle al re longobardo Grimoaldo, e gli Avari, chiamati <lai re contro il ribelle. Gli Avari p enetra rono ne[ Friuli con un grande esercito e nella local ità dètta affrontarono il duca; la battaglia durò 4 giorni. Nel primo, secondo il racconto d i Paolo Diacono, Lupo p revalse; nel secondo la lot ta r imase indecisa; nel terzo la st rage d'ambo le parti fu grande, ma g li Avari ebbero la peggio. T u ttavia, iJ quarto giorno, ricevuti ri nforzi, avanzarono in così grande numero che le truppe di Lu po si s bandarono e fuggirono, me ntre egli r imase ucciso combattendo con pocb i fedeli. Gli Avar i sa.e cheggiarono il paese, ma furono persuasi da Grimoalclo a r i tornare nei loro tcrritorii. Flavio Gioia. Incrociatore protetto, varato nel cantic-


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re d i Castellammare di Stabia, ent rato in scrv1z10 nel 1882: lunghezza 111. 88, la rghezza 12,78, dislocamen to tonn. 2859, macchine HP. 3920; armamento cannoni 4

Fr.E

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Assedio di Flessi11ga .(G uerre dell'ImpeJ'O, Campagna del L809J. Allo scopo d i di struggere ht piazz:i. <li F., dove i Fra11cesi a\'cvano stabilito un arsenale e teneva.no una forza na,·alc, gli Inglesi, allestita una spedizione di 39 ,·ascelli, 25 fregate, 31 con·ctte, 169 fra brigantini, barche bombardiere, cannoniere e legni minori, e 4 o 500 trnsporti, a l comando dell'ammir. Straclrnn, la inviarono sulla costa olandese, dove il 30 luglio nell'isola Walcheren sbarcò 18.000 u. :il comando del ten. generale Davis Dundas. Il gcn. Monnet, non appena la flotta nemica fu

-da i6, lancia.silw·i 2, S. M. 16, equipaggio 249. Fu nave .scuola degli Allievi della R. Acca demia ~ava lc.

Flavioli. Denominazione aggiuntiva particolare data da Vespasiano a quelli dei suoi legionari ch'egli diede <Come secondi agli augustali. Flecchia (a.nt. Fclicetrm, Libicomm) . Comune in prov. di Vercelli posto sopra un'altura presso il torrente Sessera. Subì gravissimi da.uni nel secolo XIV per le _guerre religiose; nel 1305 gli abitanti si difesero dagli attacchi dei do lcinian i, ma, dopo lunga ed eroica resistenza, dovettero cedere, e lo stesso Dolcino per vendetla lo f ece incendiare e ne distrusse le opere difensive. Flèche (ant. Flrxia). Città della Francia, nel dip. -della SaJ· the sulla Loira; l'abitato moderno si costituì ver~o :I sec. XI intorno a l castello. D urante le guer ra della rivohzione, nella campagna dc! I i93 in Vandea, il 9 dicembre i ,•andeani giunsero davanti alla pia1,za. Critica era la loro posizione poichè il ponte sulla Loira era stato interrotto, si trovavano di fronte una guarnigione di 4000 u . e alle spalle le tl'llppe ·del Wcstcrmann che li incal?.ava110. Pensò allora il Larochejacquclin di mettere •100 fantaccini in groppa ai carnlli di altrettanti cavalieri, e rnpidamente scendendo il corso del fiume fino a un !(uado, li fece passare sull'opposta riva e attac,:are la piazza che, sorpresa d:tll'impreveduta manovra, cadde n<'lle sue mani. La guarnigione si ritirò, il ponte fu ripristinato e i ,·andeani entrarono in citti,.

Fleetwood (Carlo). Generale inglese m. nel 1692. G overnatore de ll' isoln. d i Wight nel 1649, acco1np~gnò Cromwell in Scozia (1650). Luogotcn. generale di cavalleria vinse a Dunbar e poi a "'orcester. Dal 1652 al 1657 fu governatore dell'Irlanda. Fleg etonte. ~ave cisterna per naftet ine, varata a R iva T rigoso, entrata in ser vizio nel 19 17 ; lunghezza m. 48,50, larghezza 9,32. dislocamento tonn. 11 97. macchine HP. 810; S. l\I. 1, equipaggio 43; armamento cann oni .3 da 76. Fleix (Le). Comune della Francia, nel d ip, della. D ordoene. Vi fu conclusa (26 novembre 1580) una pace fra protestanti e cattolici, che dove,·a porre fine, nelle intenzioni di Enrico llI, di Caterina de' l\fedici, di Enr ico di Navarra, alle guerre di religione, m a non durò clic d11c soli a1111i. Flessinga (oland. Vlessit1gm). Città e forteua. dell'O!anda, nell'isola di \Valchcren, presso la fore della Schclcla.

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iii..., For llllC(IZI0n i d i flcsslnga (sec·. XVII) segnala ta, av~va inviato il gen, Osten per opporsi allo sbi,n:o con 3 bgl. e 4 cannoni; 1200 u. in tutto. Vana però iu la sua ostinata resistenza; sopraffatto dal numero, dovet te ri parare in F., che immediatamen te fu cinta d'assedio da gli Inglesi. TI I O .1gosro la guarnigione fu rinforzata da un bgl., e da altri 3 iJ mattino del 6; la sera dello ste!lSO giorno gli Inglesi serravano la_ linea di investimento, troncando ogni comunicazione della piazza assed iata, la cui d ifesa en diretta ·dal gcn. Monnet con 4000 u. li 9 gli assediati compirono una sortita per distruggere una btr. che faceva gravi danni; dopo un primo successo però do,·et1cro ripiegare sotto la pressione d i su;,eriori forze avversarie. Caddero nella giornata 800 Francesi e 1500 Inglesi. /\ I ma ttino del 13 gli assedianti smascherarono sci btr. amiate di 14 mortai, 16 obici e 10 cannoni da 36, che per -12 ore tennero la piazza sotto il loro fuoco. Intimata e rifiutata la resa, questo riprese ancor p iù violento. 11 16 finalmente, esaurita ogni riso l'sa cd essendo in fiamme parte dell 'abitato, il gener.ilc ?\fon net capitolò; la guarnigione ebbe gli onori militari, ma rimase pri;,;icni.,ra di guerra. Successivamente, nello stesso anno, le truppe del gen. Bernadotte costrinsero gl i Inglesi ad abbandonare l'Olanda. e a rimlnrcarsi.

Fletcher (Fra11s). Ammiraglio nordamericano (18551928). Partecipò all'occupazione di \ ·era Cruz nell'aprile 1914; durante la guerra mondiale fu membro del Consiglio della d ifesa naziona le. Fleurus. Città del Belgio, nell'H ainaut, presso la Sambre.

l. Battaglia di Fleurns (30 agosto 1622). Appartiene alla guerra dei Trenta 1\nni. Don F ilippo de Silva, comandante degli Spagnuoli sulla fine d i agosto del 1622 mosse incontro al conte di :'\Jansfeld, duce dei tedeschi che rnleva sottrarre i Paesi Bassi al dominio della Spagna. Le due armate s i incomrano il 30 agoMo presso F.


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nel momento ci-itico nel quale i tedeschi stavano per passare la Sambre presso il contluente col P ieton. La cavalleria tedesca, con sei successive cariche tentò di scompagina.re le file della fanteria spagnuola; ma questa re· sistette; il combattimento d1'rÒ accanito per sei ore e la fanteria spagnuola mantenne le s ue posizioni, mentre alla fine i Tedeschi si decisero ad abbandonare il campo. Gli Spagnuoli ne approfittano per completare la vittoria, e con accanito inseguimento convertirono in fuga la ritirata tedesca. Oltre a numerosi morti e feriti, i Tedeschi abbandonarono sul campo diversi pezzi cl'a.rtiglieria. II. Battaglia di Fleu.rns (1 ° luglio 1690). Appartiene aUa guerra della Lega cli Augsburg (Augusta), tra la Francia e gli allea li Olanda, Germania, IngbiltcITa, Spagna e Savoia. I Francesi, comandati da conte dì Luxembourg, avevano una forza d i circa 40.000 u. tra cavalleria e fanteria, con 70 pezzi d'art. Gli alleati, agli oc· dini del principe di Waldeck avevano circa 38.000 u. delle due armi, e SO pezzi. Ne! mattino del 1° luglio gli allea ti erano cosl d isposti: ala dr. della prima linea, appoggiata al villaggio di Wagnées (gen. Saa.rbruck, Hubuy e B irkenfeld) ; centro; appoggiato al villaggio di SaintAmand (principe di Nassau) ala sr., appoggiata al villaggio di Wagnelèe (gen. Aylva e Wcbcnum). In seconda linea, il gen. Dalwig; inoltre una riserva, delle due anni. I Francesi hanno all'ala sr. 39 sqdr. (generale Gournay) ; iii centro 18 bgl. (gen. Rubante!) e 30 pezzi ;

760 5 bgl. e 30 pezzi (gen. Mont-Revcl) destinati al centro all'attacco di S. Amand; 41 sqdr., S bgl., 9 pezzi (duca. di Luxembourg), sulla strada fra Wagnelée e Chesseau. Il Luxembourg, viste le difficoltà di un attacco frontale, decide d i girnre l'ala sr. del nemico, e, mantenendolo impegnato con attacco dimostrativo sulla fronte, prenderlo alle spailc. Il Waldeck è fermo nell'idea di attendere sul posto il nemico mantenendosi sulla difensiva. Alle 8 i gen. GQl\lrnay e Rubante] escono dalle loro posizioni d'attesa e per Lambusa.rt e F. avanza.no sulle alture del ruscello di Ligny. La battaglia s'inizia con w1 violento fuoco d'artiglieria. Ne!Jo stesso tempo il Luxcmbourg lancia ad attacco dimostrativo una colonna di 9 bgl. e 31 pezzi, per L igny e S. Amane!; in persona poi si reca alla testa della colonna, per cogliere il nemico alle spalle, mentre l'art. francese dal le alture di S. Amand· b:ctle i:1 p ieno la cava!!eria alleata. Successivamente i Francesi occupano Wagnelée; il Luxembourg, si schiera. su due lince tm Wagnelée e Chesseau. W[1ldeck, veduto.si aggirato, lancia contro il L uxembourg la sua debole riserva, e la cavalleria della seconda linea dell'ala sr. Frattanto il gen. Rubante! s'impadronisce cli S. Amand, passa contemporaneamente al Gournayil ruscello di Ligny, ed avanza di fronte contro gli AJlcati. La cavalleria del Gournay è respinta al di là de[ ruscello, ed il comandante, morto ~"lll campo, viene sostituito da•! gen. Tilladet. La fanteria francese si ti:.ova. così in condi,~ioni critiche, ma il Wa!deck non sa co-

Battaglia di Fleurus ('1690). Allcatl: A, A, destra; n, B, centro; C, e, sinis tra; D, D. seconda linea.; E, E. riserve; F, truppe a s. Amand; O, corpo trntlo clalla i!• linea e dalle riserve. francesi: H, gen. Gournay; I, gen. Rubaotel; K, bauerie; L, gcn. ·~rom Rcvel; lii, movimento aggirante rnmccse

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gliere questo momento di crisi, ed essa s1 mantiene ferma oltre il ruscello. Luxcmbourg intanto sloggia. il nemico dalle posizioni di S. .\man<l, e con violento fuoco d'art. sconquassa la. magg ior parte della fanteria. a lleata. Waldeek, che ha. cercato con le ultime riserve di cavalleria di portare un aiuto alla fanteria, tema di c,·itare un nuovo attacco dei gcn. Tilladet e Rubante!. Questo ultimo r iesce a collegars i col L uxembourg, e, con sangu inoso combattimento di tre ore, gli Alleati sono attaccati da ogni parte. \\'aldcck tenta wi ultimo disperato contrattacco per aprirsi un ,·arco a.Ila. testa di 14 bgl. e 6 sqdr. verso S. F" iacre, ma, assalito d,l tutta la cavalleria e batluto da l violento fuoco dell'artiglieria, per quanto si difenda da eroe, viene sopraffatto e sconfitto completa.mente. I Francesi pe.rdono 4.000 u.; gli Alleati, fra morti e feriti ne perdono 6.000, più 8 .000 p rigionieri e 48 cannoni. L'efficicuza. di fuoco della fanteria in questa battaglia ha avuto una grande importm,z.1.. Per la prima. ,•olta le tre anni sono impiega te con s incronismo di azione; l'azione della cavalleria e della artiglieria sono subordinale e in a.1tsilio a. quella della fanteria, che costituisce l'ossatura. dello schieramento e il perno della battaglia. L a batta.glia d i F. è batta.glia. vinta per manovra, in cui prevale l'azione intelligente e tempestiva di comando d el capo: il che è indice di un reale palese progresso rispetto alle batta.glie dei secoli precedenti. IlI. Battagl·i a di Flwms (26 giugno 1794). Appartiene alle operazioni dell'armata francese della Sambre e :\-Iosa.. Dopo la resa. di Cha.rleroi, il cannone dell'armata. del principe di Coburgo, comandante supremo delle truppe coalizzate, si fece sent ire dalla. pa,tc di F. prossimo agli avamposti francesi; egli s'era deciso ad itbbandonare il campo di Toumay per venire in aiuto del principe d'Orange, che raggiunse a Nivelles. I i movimento però avvenne con estrema. lentezza, cosicchè lasciò ai Francesi il tempo di prepararsi. L'airmata di Jourda.n s'era. posta intorno a Charleroi, con formazione ad arco, della quale le estremità erano appoggiate alla Sambre. Tale ordine di 1.mtla.glia. non era certo, con un fiume a.Ile spalle, il più indicato, se gli Alleati non avessrro avuto il sistema di attacchi- alla spicciolata. Le posizioni francesi erano rafforzate da trinceramenti appoggia.ti a ridotte che d ifendevano la parte fronta le. L'esercito del Coburgo aveva la forza di circa 80.000 u. Egli però, fi.sso nell'idea di far fronte a tutti gli eventuali attacch i, divise le sue forze in 5 corpi, suddivisi in 9 colonne, che ne l mattino ciel 26 avan1.arono a semicerchio col piano di battere i Fn1.11cesi in tutte lè dire;\ion i. La colonna d i estrema dr., forte <li 24 bgl. e 32 sqdr. (principe d'Oran gc, e gen. Latour) doveva dividersi in tre reparti per impadron irsi cli 'T'razcgnies, bosco <li Monceaux, e Fontainc-l'Evèquc. li 2° corp(), di 14 bgl. e 16 sqdr. (Qu.!tsdanow ich) doveva punta.re su Frasnes, per la g1·a ndc strada di Bruxelles. I l 3" corpo (Kaunitz). di 10 bgl. e 10 sqclr., doveva. attaccare tra F . e Mellot, per impadronirsi d 'H eppignics. La riserva d' armata formava la. 2• linea. Il 4° corpo ( Are. Carlo) doveva, d'accordo col 3°, muovere su F. Infine il s• corpo d'est remà sr. (Bea.ulieu) di circa 18.000 u. d iviso in tre colonne, doveva colla p rima rimontare pe r la riva dr. della Samb,·e; con hì seconda. (Zept) p unì are 1,u Lambusart; con la terza (Schmertzing) operare col corpo dell'arciduca Carlo. L e tre colonne, eseguito il movimento, dovevano po i p un-

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tare riunite su Charlcroi (che il Coburgo ri1eneva ancora in mano dei ~uoi. e si era arresa il giorno precedente), entrarvi e veuorngliarne la guarnigione. L a cavalleria al leata, meglio montata e più numerosa della francese, non era tullavia ben coad iuvata dall'artiglieria , rb'era inferiore a que lla francese. All'alba del 26 la battaglia s'inizia con un forte duello d'art. e poco dopo Je co lonne in marcia si trova.no a contatto su tutta la. fron te, facendo d ivampare dovunque la lotta. La prima colonna (Orangc) attacca il gen. Daurier, che resiste da solo fino a.Ile 10, sostenuto alla. fine dalla divis. lVLontaigu. Da quel moment() si delinea un v:unaggio per i F ra.ncèsi da quella parte, e le manovre dell'Orange, e le sue cariche di cavalleria non riescono a. spostare la situazione. Cosicchè dopo ,·ani sforzi supremi, egli deve r ipiegar su Forchies, dopo avere subito sensibili perdite. La dr. del gcn . .Montaigu ha minore fortuna. contro le due colonne del La.tour, che sboccano ml pianoro di Trasegnies. Sorprese dalla cavalleria del Dubois, sono per u ,1 momento rigettale nella vallata del Piéten; ma la riserva d el La.tour, prontamente accorsa, costringe il ì\Jonta.igu alla ritirata, verso le 10, su Marchiennes-au-pont. J ourdan prevedeva tale movimento, e Mon taigu, secondo le istruzioni, rimossi i pontoni, piazzò le btr. sulle alture di riva. dr. per ri~pon<lcrc al La.tour che aveva coronato le alture di J udonsart, e cannoneggiava •.Ma.rchiennes, di cui stava per impadronirs i. In qursto momento però s'iniziò la ritirata del d'Orange, che scoprì il fianco dr. del La.tour, e cambiò la situazione. Klébcr, dopo avere costretto a l silenzio l'art. nemica, con !"aiuto dei forti, sostenne la dr. del ì\font.tigu e s'accorse della crisi del Latour. Egli ne approfittò per lanciare contro la sr. d i lui , la brigata Duhcsme e contro la dr. llcma.dollc. Gli .\usLriaci furono rigettati su Forchies, e ~fontaigu, che ave,·a. assecondato il movimento, r itornò sulle sue posizioni. ).Jcntre ciò avveniva a.Ila sr. francese, anche l'attacco centrnle (Quasdanowich) falliva.: dopo essersi impadronito di Frasnes, e spiegato in a\'anti su Grandchamp, non riuscì a rompere la resistenz:, dei Francesi, e a sera, conosciuto lo sca'"co subito dal Coburgo, si ri tirò o ltre Frnsnes. Gli sfor:ii principali degli :\u$triaci su lla dr. fra.ncese da principio riusciro,10 a far ritirare gli a\'amposti di Championnet, il quale non poté che l.x:rsagliare colla sua arti glieria il Kaunitz. l'o i, staccati 8 sqdr., con manovra • avmlgentc verso \'\"agnelée obbligò la. colonmi K a.un it.: a ritòrarsi: questi però, sostenuto dal lleaulicu. prolungata. la sua dr. onde circuire le a lture di l!eppignics, r iusd ~- portarne v ia al Champio nnet la ridotta. P er fortuna il Jourdan che, a meuo degli aerostati (per la prim:i ,,olia adoperati sul campo di battaglia.) a,·eva ,apulo della situazione, inviò in soccorso del Championnct 6 bgl. c 6 sqtlr., che ripresero le posizioni abbandonate. Gli .\ustl'iaci avc,ano tenta lo di co!pire l'aerostato, che si sottrasse a i tiri dell'artiglieria innalzandosi. Intanto la grande ridotta, ripresa e riarmata, bersagliò violentemente la colonna Kaunitz, costre tta a rip iegare in disordine caricata eia.Ila cavalleria del Dubois, che le tolse 50 pezzi, ripresi poi dai ca.raoinieri e corazzieri imperiali, ultimo disperato sforzo dei coalizzati, sostenuti nella ritirata dal K aun ilz, lasci,ito in retroguardia da l Coburgo. Intanto a F. le trn ppc leggere del Lefebvrc, che dal mattino erano state respinte d all'arciduca Carlo sulle alture retrostanti, venh-aoo sostenute dai grossi

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U,ntag-lla d i F le 111·11s ( 1794). ,\IIP.lli : 1. Q11asllanov tch; 2, Kaun itz ; 3, a re lclu ca Car lo ; 4. Beaulie11; 5, p r in cipe di Orang-e. Fr.incesl: a, :\ torle t; b , c11amp ionne1,; e, Lefebvre ; d, H;itr y ; e, Camplnalre ; f, MonLa ig-u ; g, Klèllc r ; h, Bcrnaùotw; i, Du hcsme francesi che gli Alleati ·ten1arono invano di sloggiare. L efebv1·c con una ri tirata a scaglioni s'era rafforzato nei :trinceramenti, cd a veva collocato un regg. cli cavalleria -ed. i granatieri co11 12 pezzi nel bosco, in at tesa d 'imJiiegarli. :Marceau frattanto era riuscito con 3 bgl., spe,ditigli da Lefebvre, e 3 altri della d ivis. Hau·y, ad ane.s ta re il nemico nei giardini di Lambusart.. Bea ulieu aveva tentato di attaccarvi con manovra aggirante i Fran. ,cesi, e, determinare, con u,n colpo decis ivo, la sconfitta , inviandovi con tro ancl1e le colonne Schrnertzing, e Kaunitz. Ma Jourdan sa.puto di questo tentativo, mru1dò in :soc;corso del Lciebvre la cav:ille ria D ubois, ed il resto -della divis. Hatry, ed il Reaulieu non riuscì che a pren·dere Lambusart; um dovette arrestare ogn i movimento, -e iniziare la r itira!a. Lefèbvre colto il momento favorevole, quando fu a tiro dc!le propr ie artiglierie, lo coprì <li grana te e di mitraglia. Tre volte il Beaulieu ritornò a lla carica per a rresta1·e quel tiro infemale, m,t lasciò il terreno coperto di cada.veri. L a miscbia d ivenne terribile d'ambo le parti pcrchè anche l'artiglieria a lleata , p resa posizione, si cont,r appose a lla francese, e tutte le al'mi erano in azione. Il comandante in capo, J ourdan, animava personalmente i combattenti, e Lefèbvre riprendeva a l Beaulieu Lambusart. F inalmente alle 18 il Bea.ttlieu riceve l'ordine della ritirata che non viene molto .disturbata dai Francesi,' sfiniti anch 'essi dall'accaJ1ita lotta . T ale gran de vi ttoria., che aprì loro le p orte de l Belg io, costò 6.00:J u., e 10.000 agli Alleati.

Fleury (Emilio). GeneraJc francese (1815-1884). Colo,mello del regg. delle guide nel 1352, generale d i bri gata e primo aiut. di campo de ll' imperatore nel 1856, nel 1859 negoziò l'armi-,tizio di Villafra t1ca. Get1erale di d ivis. nel 1863, sen atore n el 1865, nel 1866 fu incaricato di consegnare al R e Vittorio Emanuele II Venezia che era stata da Francesco Giuseppe ceduta a Napoleone III . Ebbe grande pa rte nel colpo d i s ta.to d i N a poleone I II e lasciò tre volumi di ricordi. Flissa. Anna bianca propria degli Arabi ; panedpa tanto della spada quanto della sciabola; la lama, a circa

due terzi da ll' impugnatura, s i rigonfia a lquanto dalla par te del ta,glio. ~on ha guard ia di sorta cd è a un filo e mezzo.

Flìze. Comune delle Ardenne, i11 Francia. Durante la guerra fra.nco- germaJ1ica (1870- 71), mc')tre la 3" annata tedesca si spingeva vci:so ~viézièrcs, per prendere contatto colt'armata fra11ccse di Chàlons, d i cui s i sapevano le mosse intese a soccorrere 11ctz, le p unte della 6" divis.


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di cavalleria a l romaJ1do del gen. v. O bernitz, s i scontrava.n.o il 31 a,;osto 18i 0 presso BoutancouPt con pattuglie di cavalleria francese, e poco dopo segnala.vano numerose t ruppe avversar ie nel bosco di F . Impeg.na losi combattimento con gruppi d i caccia tori francesi, questi furono fermati a cannonate e quindi ri buttati su F . da reparti del 5° r egg. fant. wurtcmberghesc. Intervenuto q uindi uno sqdr. del 1° r egg. cavalleria, questo, superate Ìt! resistenze avversarie p resso Dom-le-·jvfesnil, raggiunse il villaggio che, d i fronte alla minaccia dell' intera divis . che avanzava, venn e anch'esso abbandonato d ai Francesi.

Flobert. Arrnaiuolo francese (1819-1849). Costruì nel 1845 un fucile e p istole da giardin o o da sala, a retrocarica. con un dispositivo semplice che fu imitato

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in rotta i corpi scozzesi de i conti d' Argyle e Lennox; r itornato poi .:;ul grosso nemico, decise anche qui della battaglia. Cadde nella mi.s chia il re Giacomo I V con 10.000 dei suoi; degli I.nglesi rimasero sul campo 5000 i.:omin i. Rimasero a l vinc itore 6000 caval li ; 70 cannoni, molto . bottino.

Fiondar. Località dell'altip iano Carsico, ad est d i Castagnevizza. Fu teatro d i sanguinosi combattimenti nelle bat tagl ie <lei maggio e dell'agosto 1917, ma la linea d i Fiondar, raggiun ta da lle t ruppe clella 3' a.r matt., fu tenacemente manten uta, non ostante tutti i r itorni offensivi dell'avversario. V. Isonzo. Fior (Ruggiero di) . Capitano del scc. XIII-XIV, n . d i Brindisi, ucciso in Adrianopoli nel 1306. Si arruolò giovinetto in una nave dell'ordine dei cavalieri del T emp io e s i d is tinse combatten do cont ro i Turchi. P assato al serviiio del re Feclerigo d'Aragona; ne fu nomina to ammiraglio di Sicilia e si pose a capo degli Almovar·i (V.) che andarono ne ll'impero d 'Orien te combattendo a l servizio dell'im pera tore Andronico.

a nche per le a rmi da guerra. Il cane è m unito d i u na xohust a mol la che resiste a l rincu lo: per &parare non occorre qu indi che alzare il cane, introdmre la car tuc<.ia e premere sul gri lletto: colla caduta del cane si ch iude la cu la tta, si infiai1'ma l' innesco d ella car tuccia .e pa,r te i-1 colpo. Il bossolo v iene estratto rialzando i l .cane, munito di una specie di pinza che afferra l'orlo .del bossolo medesimo.

Flodden (o Flowden) . Localiti, dell'Inghilterra, n el .:-;-or th umber la.nd . ){ent re E nrico VITI re d 'Inghilterra -guerreggia.va. in Francia, G iacorno IV re d i Scozia, ne invase il reame, la cui difesa fu assunta dal conte d i Su rrey. Questi, riunito un esercito di 26.000 u., sui prim i del settembre 1513, attaccò le ·1ruppe scozzes i, tentando di prenderle alle spalle ; il movimen to fu sventato

F I0 1·es VCIHLOZiO

Florcs Edoardo

Flores (Filippo). Generale delle Due S icilie, nel secolo XIX. X el 1860 era comandante territoria le in P u glia e .n on eseguì r.he a1)parcnte111cnte gli ordini pervenutigli dal go,·erno borbonico, abbandonando la causa dei Borboni. Scrisse un opuscolo in difesa della sua condotta in quella circostanza. Flores Carlo. Capita no di vascello de l sec. XIX, nel regno delle D ue Sicilie. Non volle giurare, come qualche altro, fedeltà. a l Re Vittor io Emanuele e G aribaldi lo lasciò in disparte come colu i che aveva bomhardato Palermo. Scr isse w1a cc•~-fcmor ia » in sua difesa e fu posto a riposo da l governo italiano.

Flon's Edoardo. Ammiraglio, n. e m. a Napoli ( 1847190ì). P a rtecipò a lla battaglia di L iss,i e fu poi capo di S . :VL del clip. di Napoli. Plo·rcs Venanzio. Generale uruguaiano del sec. XlX. Comandò le forze dell'Uruguay che partecipa rono a lla guerra del Paraguay.

Ba1.1ag]i ,l d i FIO(l(len ( 1513 )

•e G ia como occupò le a ltu re d i Brankston, dove gli Ing-lesi d ecisero cli attaccarlo. Lord Hume affrontò e respinse, a ll 'inizio, l'avani,FUardia i nglese, 111a Lord Dacrc, alla testa degli Inglesi, ristabilì la s ituazione; nicntre si combatteva fron talmente con incer ta vicenda, la s,r. in-• glese, al comando di Edoardo Stanley, riuscì a mettere

F loresco (Cim1ami-i) . Gene rale rumeno (1819-1893), Nel 1854 forÌdò la sn;ola militare e nel 18:,S com battè in Crimea nell'esercito russo . .M inistro d eUa guerra nel 1889, senatore nel 1890; presidente del consiglio dei ministri nel 1891, scrisse alcune opere di letteratu ra mili ta re. Floriani (P ampeo) . Ingegnere mii., n. di :Macerata (1545-1600). Parttcipò a molte imprese belliche e fra l'altro, combatfr a L epanto. Inven tò una !)arca sco01po•


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Il campo di bai taglia cl i Plondur (6# gi ugno 1917) nibilc in tre part i, ciascuna delle qua li poteva servire come carro da guerra . L asciò il « Discorso de lla Goletta et del forte, di T unisi >) .

Flon'ani Pietro Paolo. Figlio di Pompeo, e come lui ingegnere mii. (ISSS-1638). L avorò a lle fortificazioni d i Vienna, di Salisburgo, di Vercelli e di Malta, comba ttè a Posen, a Viemrn, in Boemia e in Valtellina, e dal 1627 ebbe ii comando di Castel, S . Angelo. lVforì in Ferrara. Lasciò un'opera sulla « Difesa et offesa delle 'Pia.zze >>.

Florida. Nave ' inglese che a.ppartenne ai \\ violatori di blocco ll duran te la guerra di Secessione. Fu cattu rata e affondata d a una nave federale nel porto di lla.hia (Brasile) e ciò diede luogo ad una controvers ia diplomat ica, in seguito a lla quale il governo federale dovette destituire il Collins. Florio (Adolfo). Generale, n . nel 1863. Sottot. di fanter ia nel 1883 fu in Africa nel 1888-89, andò in P. A. nel 1910 e passò poi nella riserva, divenendo generale di brigata nel 1928. Floris d'Arcais (Felice). Generale, m. ad Oristano nel 1857. Volontario nel rcgg. Sardegna nel 1797, passò nel regg. Guardie, capitano, nel 1816. Colonnello nel 1824, fu comanda11tc delle Torri del Regno di Sardegna. e{cl 184.'l Iu promosso magg. genera.le e collocato a riposo. Flotta. L'-insiemc d i tutte le squadre o navi atte a cornbattcre, 4uando siano riunite in n1odo organico, costituisce la F., e lememo ,principale della ciifesa marittima; essa è co3ti t uita eia una o più squadre di nav i d i diverso tipo, poiché è com1) ito clelht F. quello di eseguire in tempo di guerra qualsiasi specie di operazione: offesa del naviglio da guerra nemico, protezione del traJfico, att..cco delle colonne avversa,ric, protezione degli sbarchi in territorio nemico, ecc. La F . si d ice in potenza quando rima.ne a rmata e pronta a prendere il ma re nel più breve tempo possibile stando in una base navale : ad es. durante la guerra russo-giapponese, la F . del Giappone rimaH: quasi sempre in potenza alle isole E liot, a. c irca SO miglia d a Port Arthur; nella guerra mondia le le forze navali delle ma"ggiori p otenze era no costituite dalla Great Fleet (grande F.) per gli Inglesi e dalla lfoc;h See Flotte (F. d'alto mare) per i T ede-

schi. Durante tutta la guerra. la Great Fleet rimase in, potenza a Scapa.-Flo,,,, uscendo però spesso i.n crociera al completo, oppure per squadre, tutte le volte che gJi Inglesi si a ccorsero che la F . tedesca. aveva. lasciato la prop1·ia base. In Inghilterra l'ammir. più elevato, in gra'do prende il nome cli amn1i r. della F. (Ad111iml of Tbe Fleet).

Flotteron (A,;.gusto). Generale, na to a Napoli neL 1864. Sottot. d'a rtiglieria nel 1883, partecipò alla campa1,.>na libica. Colonnello nel 1915 e brigadiere generale· nel 1918, comandò in guerra" l'art. del 26° e del 18° C. d'A., meritandosi la rned. cli bronzo a Cima cli Fonte Asiago (1918), ove rima.se fortemen te contuso. I n P. A. S. nel 1920, passò nel 1925 in A. R. Q. Flottiglia. Nella R. l\farina Italiana si dà. il nome di F. a lla riunione di alcune squadriglie (generahnenteo due) di unità silurant i omogenee. Così vi sono le F . caccia torpediniere, le F, torpediniere, le F. motoscafi antisommergibili CM. l\. S.), le F. sommergibili. Ciascuna Ji di cacciatorpediniere è guidata eia u na. uni tà d i maggior mole, generalmente un esploratore, che prende il nome di condut tore d i F., su cui imbarca il capo F., cioè il comandante superiore d i tutte le unità che la costituisconc I nvece ciascuna. F . di torpediniere o d i sommergibili è guidata. dalla •u niti! della s tessa F. su lla quale è imbarcalo il coma.nda.ntc pi(, anziano. che disimpegna la carica di capo flottiglia. Floyd (Gìovauni) . Uomo di Stato e generale nordamericano (1805-1863) . Fu mmistro della guerra. so!to hL p residenza di Buchanan e ne profittò per favorire il par-" t ito schir,vista , inviando nel T exas o alle frontiere quasi tutto l'esercito rego lare e disponendo le cose in modo che, all'inizio delle ostilità, gli Stati del Sud poterono impad ronirsi di gran par te del materiale da guerra. dislocato negli arsena li di quelle provincie, e affidato a. .elementi loro favorevoli. Scoppiata. la guerra, fu brigadiere generale ma non dette prove molto felici di talento militare. Foca. I mperatore d'Oriente nel 602, eletto dalle miliz ie. Combattè contro Cosroe II re cl i Persia; combattuto <la. Eraclio, esarca d'Africa, per terra e per mare, e sconfitto p res.<;o Cosla,ntinopoli, f u preso e messo a morte.


Foc

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STATI UNITI INGHIL TERSA

·~-· 913

ii li 19.3 111919 ( "919 LTAUA 1'92, •

GIAPPONE

F"RANCIA

U . R. S.S.

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~ ~927

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lncrociator•

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Sottomarini

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Corazzato

Des1royers e torpediniere

Tonnellaggio delle maggiori notte (l913 - 1019 - t 02ì )

Foca Niceforo. Ammiraglio dell' impero d'oriente . Nel '961 ebbe il comando della fl otta di 200 vascelli, galee, bru lotti, che eseguì lo s barco a Candia. L' impresa, data la segretezz,L mantenuta , r iuscì favorevole. N cl 963 fu ,eletto re, e p rogettò una sped izione contro la S ici lia. Ef·fettuato lo sbarco, i Sar aceni si rifugiarono nelle mon ·tagne, e !e truppe di F. non si preoccu parono p iù del 11ernico. Siechè improvvisamente vennero assaliti e d i·sfatti dai Saraceni discesi d alle montagne. F. si ci.fece p r enden do a.i Samcen i Cipro, e deva.stando i loro stabilimenti milita r i in Siria. F oca. Sommergibile, en trato in servizio nel 1900, rad ia to nel 1914. Lunghezza m . 42,80, larghezza m. 4,28.

velocità. nodi 14,6, lanciasiluri 2, stato maggiore 2, equipaggio 15.

Foce. Cisterna per acqua, varata a Riva. Trigoso ed entrata in ser vizio nel 1914; lunghezza. rn. 32,15, la rghezza 5,95, disloca mento t.o nn. 280, macchine HP. 158 . Focea. Antica città della L idia. Nel 190 a. C. subl un assedio che ap par tiene alle guerre dei Romani in Grecia e fu impresa d all'ammiraglio Lucio Emilio Regillo, a cau sa dell'al lean za della città con Antioco III, re di Sir ia. T entati invano g;li animi dei cittadin i, Emilio prese ad assalir li da due parti, una delle quali era poco abitata per i temp li degli dei, cbe vi occupavano alqum,:o spazio. Quivi accostato l'ariete, com inciò a. battere le mura e le to1Ti; posc ia, correndo colà la 'moltitudine a lla difesa, accostò l'ariete anche a l'a lt ra parte, e i n breve le mura crolla rono. T utta via l'assalto dei Ro1na.ni trovò una resistcn7..a s ì osLinata nei Lerrazzan_ji che Emil io, cost retto dal pericolo, fè sanare a raècolta. Cessata la pugna. gli assediati tentarono di rinforzare le mura abbattute, ma, perduta ogni speranza cl i soccorso da par te <li Antioco, scesero a patti e si arresero . Foch (Ferdina,ulo). Maresciallo d i Francia (18511929). Si arruolò volon tario in fine della guerra del


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1870- 71, ed·cra sot tot. d'a r t. nel 1873. Insegnò s trategia a.Ila -Scuola. di Guerra. d a.I 1896 e n e l 1901, promo.,,so gen. di brigata, ne ebbe i l comando sino al 1906, quando fu promosso gen. di d ivis. Nel 1912 era. comandante di C. d' A. ed e:1trò in guerra comandando il 20" corpo ; 11el me<lesimo anno (1914) la bat t. della. ~'Ia.r na lo vedeva capo della 9• a.r mata . Diresse quind i le offènsive d'Artois e di -Champagne, e quindi coma,1dò il gruppo delle a rmate del Xord (1916). Nel 1917 passò a presiedere il Cons iglio Supremo d i guerra. interalleato a

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Facile. Dopochè s i cominciò a ch iama.re l'archibug io dalla sua parte detta facile (V. Acciarino) non si tardò a trasformare questo vocabolo, cosicchè F., preso nel s ignificato d i tutta l'arma, è lo stesso - che f11c-ile. Focione. Genera le a ten iese; co1ubattè dal 350 al 339 a . C. con successo contro Filippo di Macedon ia ; persua.se poi gli Ateniesi a fare la. pace, e perciò fu dal par tito democratico accusato di tradimento e condannato a morte per veleno. Foco (Andrea). Frate del secolo XVI che si oc~upò d i cose mii. e pubblicò nel 1570 << Il Cavaliere», trattato d i fortificazitme e di arte m ii., -clave tratta anche d'or dinamenti e d i armi. Focone. P iccolo foro praticato latera lmente e quasi normalmen te all'asse nella culatta delle antiche anni eia fuoco, s ì portatili, che artig.lierie. Per mezzo di esso si comunicava il fuoco alla cai;ica dell'arma. Negli archibusi maneschi, in principio il F . era praticato nella par te superiore della cula tta, ma poi lo si praticò lateralrnen -

Focll Fe rclinan<lo

FOCII(Jlli Nap~]cone

Scnli;;, e nel marzo 1~ 18, qua.ndo la situazione s i era fat ta critica. per il fronte occi<lenta.le. venne chiamato a l comando supremo, con l' incar ico di coordina re le operazioni degli eserc iti alleati, e ne assumeva la. d irezione come generalissimo del fronte occidenta le. Egl i p reparò e diresse la ba ttag lia. di Francia (V.) e segnò l'armistizio del 19 18 . Fu 11llora nomina to maresciallo di Franc ia. Lasciò due opere molto apprezzate : (( Dei pr incipii della guerr a>) e « Della condot ta della guer ra >> , oltre a minori lavori, fra i quali : « La battaglia cli Laon 1814 », l'« Elog io di Napoleone» , le « Parole d i un so ldato>>.

Focone <ll mortaio, sec. xvu

Floyd Gio vann i B.

Foctdc Francesco

Fochetti (Napoleone) . Generale, n. a Vignanello 11el 1861 . Sotfot. di fanter ia nel 1882, partecipò a lla. guerra libita e nel 1912 meritò la med . di bronzo a Buka mez e quella· d'argento a Sidi Said. Colo1u1ello comandamc il 2° regg. fanteria nel 1915, colonnello brigadiere nel 1916. comandò la brigata. Arezzo divenendo magg_ generale nel 1917 : guadagnò la croce da cav. clell'O. M. S . presso Monfalcone, mentre i due regg. della briga ta (225 e 226) ottenevano .Ja medaglia d'oro. Coma ndò poi ( 1917) la 62• divis. e combat tendo p er proteggere la r itirata del VII C. d 'A. cadde p_r igioniern. T ornato in patr ia ·comandò prima la 12• divis. e poi quella ter ritor iale di Ca tm~aro. ln P . A. ,S. nel 1923, passò nel 1925 generale d i divis . in. A. R. Q.

te e a. destra. Nelle artiglierie, fu sempre nella par te superiore della. culat!tt e durò fin o a l,l'adozione d i quelle a retrocarica.: cli queste qualcuna continuò a p ortarlo. Per evitare iJ co11sumb prodotto da ll' infiammazione deJla· carirn su 1 F., d el quale verrebbe ed ingrandirsi la dimensione, s i app licava il così detto grano di rame. Il F. nelle a rmi por tatili scomparve coll'a.pplicazione della ca psu la fu lminante.

Focsani. Città della Roma-n ia, nella Valacchia, sul Trolas. Il 3(Y luglio · 1 i89, d urante la gue rra della. Russia e dell'Austria con tro la T u rch ia, F ., difesa da tr inceramen ti ai1tistanti, guarniti .d'artiglierie e presidia.ti da 40.000 Turchi, comandati da :Mehcrnot pasc ià, fu ·assalit:L dagli Aust ro-Russi ( 25.000) guida.ti dal duca di Co bu rgo e dal gen. Suwarov. Sconfitta a.I primo urto la numerosa cavalleria turca, la quale si diede a lla fuga, i trin1Cérai11emi furono presi alla baionetta , e le fanterie t urche imitaron o l'esempio della propr ia cavalleria: truppe che r ipararono in due conventi furono circonda.te e massacrate. Oltre alle gravi perdite d 'uomini, i Turch i abbandona rono ai vincitori 26 cannoni e una grande quantità di n1atcriale.


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Fodale (Ricca,rdo). Generale, n. nel 1869. So ttot. cli art. nel 1889, frequentò !a Scuola di guerra e dive1mc co loruwllo nel 1917. Partecipò alla campagna. di guerra del 1918; , fu poi addetto, con mansioni tecniche, all'ispettorato costrn>.ioni d'art. e nel 1924 comandò il 9° regg_ art. pesante campaJc. GcneraJe di briga.ta. nel 1926, fu ispettore di mobilitazione della. divis. mi i. di Ancona sino al 1928.

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federate delle province s i trovavano in questa con.dizione rispetto a. Roma. La stipulazione del F. era accompagnata da solenni cerimonie religiose compiute dai Fecia li. Dopo la lettura, il pater patratus uccideva la vittima con un silex e pronunciava la invocazione a Giove, come descrive Livio a proposito della conclusione dc trattato tra i Romani e gli Alban i.

Fogata. V. Mina.

Fodde (Francesco). Iv!cdaglia d'oro n. a Buddusò ( Cagl ia.ri) nel 1890. Soldato di leva, partecipò al la guerra libica. nella cavalleria indigena. (savari) e già aveNa. dato prove di valore nel combattimento di Suani Osman (19 giugno 1912) , meritando un encomio solenne e la promozione' a sergente. A Bcnina gua;dagnò la medaglia d'oro con questa. motivazione: « Fu sempre esempio di calma e di audacia al suo ploione. Ferito mortalmente, diresse ancora l'azione di fuoco ed al ritirarsi del nemico rimontò ancora a cavallo. Sentendosi venir meno, solo allor a avvertì il comandante ·dello squadrone di essere ferito >J (Benina Libia - 13 aprile 1913).

Foderaro (Gaetano). Generale, n. a Cata nzaw n el 1861. Sottot. di fanteria nel 1882, frequentò la Scuola di guerra. Nel terremoto del 1908 fu decorato della medaglia d'argento d i benemerenza. Colonnello nel 19 13, com,andò il 48° regg_ fanteria. col quale entrò in ~ue rra !iel 1915, Passato poco dopo a l comando della brigata· L igur ia. fu promosso magg. generale nello stesso 1915. In P. A. nel 1919, assunse poi il grado di generale d i divis ione.

Fodero (o G1wina) . E' l'astuccio nel qua.le viene introdotta la lama della spada, sciabola, pugnale, ccc., p er poterla portare indosso senza mole,stia e pericolo proprii ed altrui. è\e i primi tempi fu di cuoio, poi d i ra me, ed infine di ferro. Oggidì, 'negli eserciti, o è d i cuoio, con puntale e cappa, o è <li metallo con cresta e bocchetta. T utti i F . delle spade e sciabole portano una o due fascette con campa.nella, per appenderle a l cinturino. Foedus. Era il trattato di pace o d i amicizia che i R omani stipu lavano con a ltri popoli. Conchiuso dopo una. guerra, o anche senza che questa fosse avvenuta, determi11ava, come foedu's amicitiae causa fa.ctmi,, il moda con il quale dovevano essere protetti gli interessi e la sicurezza dei sudditi di uno degli Stati contraenti quando s i fossero trovati nel territorio dcl l'a.ltro. Il F . sociae, tratta to di alleanza, oltre l'amicitia comprendeva anche clausole speciali, riguardanti l'assistenza. reciproca che i due popoli con.fed erati si assicuravano in caso di guerra, tanto difensiva quanto ofknsiva: tale era, ad esempio, il F . tra i Romani e gli Etoli rico!'dato da T ito L ivio. Distinta dal F. era la sp0nsio ci~ il patto concluso per propria autorità da un ma,g istrato romano con un popolo nemico, patto che non em defini tivo se non dopo la rat ifica da parte del Senato; qualora la, ra tifica fosse stata negata, l'autore de lla sponsìo veniva consegnato al nem ico per dcditionem : esempi di sponsio citati <la. Livio sono il pa,tto che portò i Romani aJle Forche Caudine, e quello che Fabio concluse con gli Etruschi. Il F. era detto ae,zuum quando importata eguaJi obblighi alle due parti contraenti, iniq1mm quando assicura va,, sotto il nome di con.federazione, la dipendenza cl i uno de i contraenti verso l'altro: quasi tutte le città con-

Foggia. Città delle P uglie, capoluogo di prov., sede del 4° distretto mii. e della 148• legione «Tavoliere,, della M : V. S. N . Trae le s ue origin i dall'a,ntichissima Ar pi o Argirippa, colonia ellen ica poten te ,11 tempo della 2" guerra Pun ica, decaduta e -distru tta in epoca non precisata. Seguì le sorti del ducato di Puglia; Federico II di Svevia la cinse di mura; alla sua 'morte Ja, città si ribellò a l fi©lio di lui, Manfredi, e fu soccorsa da truppe pontwicie comand ate da l marchese d i Hornbruch; Manfredi intervenne e r iuscì a riavere la città senza. sforzo (125 1). Sconfitto .Manfredi e ucciso Corradino, Carlo d 'Angiò si impadronì di F. dovo morì nel 1284. :\fot-to anche il figlio e succe~ore Carlo II, la. città fu turbata da lU11ghi e sanguinosi confiifti che i bbero termine col regno di Alfonso I cl' Aragona. S1ernma rll Nella guerra tra F rancesi e SpaFoggia gnuoli per il reame di Napoli, F . sostenne i secondi e fu nel _1301 assediata. dal duca d i N emours; nella guerra tra. Francesco I e Carlo V, fu presa e saccheggiata, nel 1S28, dai Francesi comandati da l Lautrec. Partecipò all'insurrezione di Masaniello, si ribellò nel 1648 al conte <li Mola, governatore della dogana di Puglia, costringendolo a riparare a Manfredonia,

La cillà lii Foggia nel sec'. XVI

a.d erì nel I i 99 a lla Repubblica Partenopea e cadde in po tere delle bande reazionarie del cardinale Ruffo : poi seguì le sorti del Regno delle Due Sicilie. Al tempo dei Borboni era comaJJdo d i provincia e sede di corte militare.

Presa di Foggia (Guerra del re Luigi I di Ungheria nel Reame di Napoli 1347-1348). La. piazza era nel 1348 tenuta per conto del Re di N apoli da w1 N icola calabrese, il quale negò di fornire i viveri che gli aveva chiesto Corrado Lupo, condot tiero tedesco a l serv izio di Luigi d 'Ungheria, che con 1500 cavalli era. giunto sotto la piazza. Il Corrado dec ise di attacca.re la città, e verso ~era, ap_picdati i cavalieri, f ece un . prin10 vano tentativo contro il fossato, d'onde fu respinto dai citta-


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d ini armati. Rientrato negli alloggiamenti dispose un corpo di osse rvazione sulla via di Lucera dove era l'esercito del re d i -1'\i apoli, per impedire il sopraggiungere di even tu ali rinforzi, e, tenuti in ,dlarme i d ifensori con continui attarchi sin1ula ti J' lnclorna.ni rinnovò })assalto. ì'vl en tre durava la resistenza, giunse da Lucera un rncssRggero il quale informò the il re, avvertito nella notte. non poteva mandare alcun soccorso. I difensori si persero d'animo, mol ti s i ritirarono, e i Tedeschi riuscirono a occupare la città. che ve1111e saccheggiata. 1

Foggia. Brigata di fanteria d i linea, costitui ta per la guerra 19 15-1918, il 15 luglio 1917 d ai depos iti del 26° .50° e 53° fanteria, su tre regg.: 280°, 281 ° e 282°. Ebbe, in primo kmpo, i! nome d i brigata. « F » sostituitole con quello d i Foggia I'! I agosto. Fu iniziahn e11 tc schiera ta su l :M . S. Gabriele e sul Veli ki Hrib, ove cornbattè con alterna vicenda pcrden{lo 82 u f6ciali e 2975 militari di ~ruppa. Durante l'offrnsiva austro- ted esca dcll'ollobre,

Ja P. rip iegò, opponendo a l nemico tenace resistenza, e i u concentrata a Vigodarzere. A metà novembre il 282° s i sciolse e la brigata restò, da tale epoca, costituita su due reggimenti, che furono •s chierati nel genna io 1018 i n prin,a linea nel settore d i Brcntonico. Richiamata sul l'iavc pe.r l'offensiva del giugno 1918, il 280° d ifese la fronte fra S. Biagio, Molino Nuovo, Casa 1-lartini, men t re i l 281 ° r ioccupò la linea Casanova, Crosere, Villanova . P er l'offensiva finale la briga ta fu sch ierata, il 14 o ttobre, sul P iave nel tratto Salettuo l, Sette Casoni, .Ma scrada. Il 26 passò il fiume a sud delle Grave di Papa<lopoli e per S. Polo di Piave occupò Ra i e Tempio, catturando gran numero di prigionieri. Il 30, inseguendq il nemico, passò il :Monticano, il 2 novembre la L ivenza ,e si portò sul Tagliamento tra Codroipo, Rivolta e Zomp icch ia. La brigat a , disciolta dopo la guerra, aveva le mostrine costitu ite di tre segment i: il· centrale giallo e i due latera li verdi . L a sua condotta meritò le seguenti r icompense a l vafore : Al regg. 281°, med. d'argento colla seguente rnoti1azione: « Passato a guado il Piave alle Grave di P aP\l-dopoli, sotto il n\icid iale fuoco nemico, ne travolgeva ~on su perbo s lanc io le d ifese de!Ja riva s in istra, e con splendida riusci ta dell'ardu a operazione rendeva possib ili i s uccessivi sbalzi delle nostre truppe sino a l Mon t icano ~d alla Livenza, costringendo l'avversario ad un rapido ripiegamento>> (Piave-L ivenza-Tagliamen to, 24 ottobre - 4 novembre 19 18). Al regg. 280°, med. di bron.zo con la seguente motivazione : « Col sangue dei suoi figli, genero:amente sparso su lle asprissim e e tormentate rupi del S . G· briclc, irraggiò d i p urissima luce gli ini.zi della sua storia. 'si dis tinse in ogni evento, portandosi in ultimo con impeto di valore dal Piave a l Tagliame n-

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to >) (Piave-Tagliamento, 27 ottobre - 4 novembre 1918).

Reggimento Cavalleggeri di Foggia.. Nel 1863 vennero costitu iti due d epositi reggimenta li d i cavalleria, il p rimo dei qua li prese il nome di deposito lanc ier i di F. Xel 1864 tale deposito si trasformò in regg. lancieri d i F. mercè il concor so dei lancieri cli ]\"avara, Milano, F.irenze, Vittorio Eman uele, e dei cavalleggeri d i Alessand ria. Ne! 1871 il regg imento assunse la d enominazione d i 11" regg, di cavalleria (F.) per mutarla, nel 1Sì6, in quella di regg_ cavalle ria F. (11°) e di cavalleggeri d i F ogg ia ( 11") nel 1897. Dopo la guerra mond ia le fu di sciolto (1919). I! suo motto era: « Audaci e vig ili ». I l regg. p rese parte alh1 campagna de l 1866, con corse alla formazione del 1° sqdr. cava lleria d 'Africa e dello sqclr. cacciatori a cavallo, che operarono in Eritrea ne l l88ì-88, e fornì complementi a riparti dell'arma che agirono dmante la campagna eritrea ( 1895-96) e libica (1911-12). Durante la guerra italo-austriaca, operò quale regg. d i truppe suppletive, assegnato a un comando d i grande unità . Nel 1916 un gruppo di sqdr. prese parte a Ila battaglia cli Gorizia; l'anno seguente d is impegnò seJ·vizio di copertura duran te Ja r itirata. Nel giugnù 1918 un gruppo di sqdr. venne impiegato ne.I sc,·vizio d i çolkgamento e di scope rta . I cavalleggeri di

Stemma e Ritor nello elc i cavallegger i Cll Fo ggia

F. p resero info~e par ie a ll'offensiva del 1918 frazionati in due gruppi : il 1 ° dis impegnato il servizio d i collegamento e di esp lorazione s ino a l T agliamento, ven iva lanciato oltre il fiume col compito, assolto combatten do, d i , agg;ungere Udine; il 2° cooperò, a pp ieda to, a vincere le resistenze iungo il :i\fonticano; quindi, giunto a l Ta:;iliamen to, gu adava il fiume e raggiungeva anch'esso Udine combatten do.

Fogliani (G11ido Riccio). Condottiero del secolo XIV, n. 1 R eggio Emilia, m . a Siena, nel 1362. Guidò i Senesi alla presa del castello di Mon temassi ( 1328), poi pa rtecipò alle lo tte d i fa zioni nella su a città natale e, infine, riprese ser vizio a Siena. Fogliani Tan credi. Scrittore mii., n. a Pescarolo, m. a Modena (1829- 19 10). Volonta rio nel 1848, esule in Tostana nel 1849, collaborò a compilare il grande d izion ario del Tommaseo. Soldato n el 1859, venne poco dopo promosso sottot. d i fameria. Nel 1861 insegnò a l collegio di Par ma e nel 1862 alla -scuola di Modena . P ar tecipò a!la. gunra del 1866. Nel 1872 il minis tro R icotti gli affidò il comp ito di com porre il nuovo « Regolamen to d i d isciplina militare ll . Lasc ia to il servizio col grado di maggiore, d iresse poi la « Rivista M ilitare l> . Ritorn a to a Modena, fu p reside del liceo S. Carlo. Pubblicò dotti lavori, fra i quali : « R agione del regolamento di d isciplina del 1872 ll; uno stud io su « Federico il Grande)), e opere di storia e geografia .

Fog liettl ( V.). Chirurgo generale e aTchiatra del R e

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,di Sardegn a, verso il .l 740. Sc risse un (( Manurde di istii uzion i c hirurgiche)>.

Foglio d'ordì ne. Documento quotidiano o perioJico dei comandi mi i. in genere, • che raccoglie e rende noti ai comandi, corpi e reparti d ipendent i gli ordini, le comunica_zion i~ le notizie e g li avvis i che devono essere portati a conoscenza d i tutti, grega r1 comp resi; tutte cioè le comunicazion i che non hanno carattere di riservatezza, mentre d evono avere la massima d iffusione. Presso i r egg. il F. d'ordini prende il nome speciale di « O1·dine del giorno"), pcrchè è quot idiano. Questi documenti devono essere affissi presso le sedi dei var1 comandi, corpi e repar ti, perchè possano essere letti da tutti. Non è ammessa l'ignora nza di ciò che è scritto in essi dopo che siano stati affissi. I comandi in teressati n e p roducono tante copie quan ti sono gli en ti in so ttordine cui il foglio deve essere d istribuito. Foglio di congedo, e matricolare : V. Congedo e Matricola .

1-· oix (Gastone di). V. Nemours. Fojano della Chiana. Comune in prnv. d '·Arczzo, i n collina. Vi esiste una. duplice c inta di ruder i d i mura castellane. La prima, p i(t a lta, forma.va il recinto dell'antico castello di F ., che fu poi forti ficato d alla ReJJub.blica fiorentina. Essa è munita d i torr i altissime, e di tre porte gn1.ndiose. L a seconda cinta ha forma criango!a,·c, e racchiude il soprastante Ca5telvccchio. I Foj anesi nel 1383 si sottomisero a Fi,·enze, e nel J.132 r esis tettero pe r· ben 42 giorn i a un attacco delle truppe d i Alfonso d i ~.ipo1i. A t tiz,;co e Jn·esa rii Fojcmo (luglio 1554): .·\ ppartiern· a lle operazioni in Toscana durante le guerre tra Carlo V e Enrico II. LR rocca d i F. era tenuta eia un grosso p resid io di F ioren tini, par tigian i -dell'impero. Pietro Strozzi, 1naresc. di Francia, accorso aJla difesa. d i S iena saputo che g li I mperia.li erano a Civilella, volle attacnu·li, ma gli si parava. cli fronte F. Egl i allora, fatte piantare le prop rie an iglicric d inanzi a F ., iniziò u n fuoco incessante p er ben d icci ore, C; ri uscito a fa r crollare buona par te della. muraglia cl if cns iva.· esterna, il 28 lug lio, presa una p icca. ad u n soldato, alla testa di una schier a d i gentiluomin i :fioren tini fuorusciti avanzò con Ja prima. schiera degli assa litori. Gravissime furono le per d i!~. ma l'esempio del capitano aveva in.fi ammato, i g regari, che, dopo rei terati sforzi, fina lmente r iuscirono ad cspug1rn re il castello. Le truppe dello Stro7.zi misero a ferro e fuoco il p aese.

F oL

ali in legno J'ivestitc in tel" e compensato; apertura d'ali m . 12,S, lunghczn m . 9,1, a ltezza 3,44, velocità. km. or a. 2ùu, sa.lita a 1000 metri in 2 minuti e 5 secondi. F ,,f,kcr (t-ij,o D . VII) . Apparecchio monoplano da cac. eia in adozione presso l'aviazione mii. tedesca durante h grande guerra. Era muni to di motore della p otenza cl i 250 HP: apert ura d'ali 111. 8,38, lunghezza 111 . 7, altezza 2,82, carico ut ile kg. 172, veloc ità massima km. ora 214, salita a 2000 metri in 4 minu ti, autonomia ore 2.

Fol,ke,· (tipo F. VI). Apparecchio monopla.n o da caccia in adozioHe p resso J'a viazio11e mii. tedesca durante la grande guer ra. ·M unito di motore delhi potenza d i 300 lIP. al'cva spiccate caratteristiche di velocità, salita, nianeggevclczza; era armato di due 1nitragliat.rici a tiro a ttraverso l'elica, Iusolicm in tubi d 'acciaio, a li in legno ricoperte d i compensato. Un tipo s imile d'apparecc hio, de11om ina to D. XIII, con motore da 450 H P ., venne pure usato durante la guerra dai tedeschi nei rep:irti da caccia : rea lizzava. un a velocità ora ria di km. 280 e raggiungeva la quota di m. 5000 in IO minuti.

Folard (Giovanni Cailo). Scrittore mii. fra·nlese (1669-1752). Arruolatosi nel 1687, d ivenne ufficia le. Aiu tante di campo ciel duca cli Vendome (1702) fece con lu i la campagna d 'I talia e rimase ferito a. Cassa.no. )/el 1709 fu cli n uovo ferito a Nfalplaquet. Lasciò varie opere fra cui : cc N uove scope rte sulla guer ra.)); << D ifesa delle p iazze)); cc Commentari su Polibio >), <e Trattato delle colonne».

1

F o kker (tipo C. I V) . i\p11arecchio da ricognizione a cellula biplana in ado;,:icme presso l'aviazione mii. tede-

Focte t·m·o Gaet ano

FOl,ll'CI G. C.

Foldi (A ntonio). Genera le, n . a :,\'[i!ano, m. a S. Lorenzo a. 1'fonte ( 1828-1897). All ievo d ella scuola cadetti di Vienna nel 1842, nel 1848 fu sottot. di fanteria aJ ser viz io del governo p rovvisorio d i Lombardia. E ntrato nell'esercito regola re nel 1849, partecipò a. tutte le campagne cli guerra mer itandosi kc med. d'argemo a. S. l\Iart ino e la croce d i cav. dell'O. l\J . S. nel la lotta cont ro il br igantaggio. Co lonnello nel 1879, comandò il 34" regg. fanteria e nel 1883 anelò in P . A. :\'ella r iserva divenne rnagg. generale nel 1891. Folgaria . Villa1tgio del T renti no, nell'alt ip iano omonimo, a nord del P asso della Bor cola. Dall'altip iano di F ., potentemente fortifica.lo dall'A ustria, par tì l'attacco dcl i' ll' a rmata a ustro-ungarica nella. grande offensiva contro la· fronte della. 1° armata ita liana, n el maggio 19 16 (V. Altipiani).

sca durante la. grande guerra . Fusoliera in tubi d 'acciaio salda ti, rivestimento in alluminio e compensa to,

Folgore. Nave da ba ttaglia di 7" classe (avviso- torpediniere), va.rata nel R. Cantiere cli Castellammare d i Stabia, entrata in ser vizio ne'. 1887, radia ta nel 1900:

100


FOL

-- ì'ìU -

FOL

lunghezza m. 56,70, larghezza 6,31, d islocamento tonnellate 370, macchine HP. 2130; armamento cannoni 2 da 57, 4 da 37, lanciasiluri 3; stato maggiore 3, equipaggio 42.

Foligno (ant. F1dginae) . Città in prov. <li Pcrngia, fondata dai Celti Liguri o d agli Umbri. Nel 275 a. C. se ne impadronirono i Romani, e quando, alleata. colle altre città dell'Umbria., mosse guerra a Roma, fu saccheggiata da Fabio Massimo, e ancora quando si collegò contro Roma coi Galli Senoni ed i Sanniti. Resistette ad Annibale che la smantellò, fu res taurata da Scipione Africano e dal console Caio Flaminio, e• infine Iu saccheggiata da L. P. Catone essendosi schierata co:1tro Roma nella guerra socmlc. Subì ancora devastazioni per opera d i Alarico (412), di Genserico (452), di Attila ( 4S3), di Odoacre ( 4 76). Totila se ne impa<lron\ ull 546, Belisario nel 550; Alboino re dei Longobardi nel S71 la incluse nel ducato di Spoleto. Duran.,e la guerra con Trasmonclo, duca di Spoleto, se ne impossessò e la saccheggiò Luitprando; verso la metà ùell'VIII secolo fu riedificata. Nel IX e X secolo ebbe a pat ire le incursion i dei Sa raceni e degli Ungari, sotto Innocenzo III passò alla Chiesa. Nel 1227 l'occupò

Foligno 11e1 :llcdio Evo

Cor rado Guisca.rdo, capitano di Federico lI, scacciato nel 1228 dal cardinale Colonna, legato di Gregorio IX al comando delle truppe della Chiesa, fra le quali milita\'ano i Guelfi, bandit i dalla città. N•I 1235 Federico II la riprese, ma la dovette abba.n-donarc poco tempo dopo in segu ito a una. ribellione dei Guelfi, che la restituironc al pontefice. Nel 1240 Federico lI rientrò eia padrone in città; i Guelfi riuscirono di nuovo a }Jrevalere sino al 1264, quando tornò in potere dei Ghibellini e venne rimodernata, e f u amph a ta la cinta delle mura. l\"cl 1305 prevalsero anco ra i Guelfi con ia famigl ia Trinci. Nel la metà. del sec. XV Corrado Trinci si schierò contro il papa Eugenio 1 V che gli mandò contro un esercito d i S000 u. a l comando del card. Vitelleschi, il quale, scondìtti i r ibelli, assediò F . e la prese per sµontanea dedizione degli abitanti sta11ehi della t irannide del Trinci. Quest'ultimo, p reso prigioniero, fu decapitato. F. 5eguì poi le sorti dello Stato della Chies,~. X cl li97 l'occuparono i Francesi che vi stabilirono il prop rio Q . G. Tornata alla Chiesa colla restaurazione, nel 1860 si unì all'It alia insieme all'Umbria. Ar111istizio di Foligno. Durante la campagna d'Italia, il 26 gen naio del 1801 venne stabilita, merliatore l'Im peratore di Russia, una tregua d i u n mese fra l'eser-

cito napoletano e le truppe francesi comandale da..J generale Dama, e da G ioachino Mural. Per esso si stabilì che i Napoletani sgombrassero lo Stato Pontificio, i Francesi occupassero Terni e la linea della Nera sino alla confluenza col Tevere, i porti del Napoletano e della Sicilia restassero chiusi ngli Inglesi, cd altre condizioni d i minore importanza.

Fonclulo Gabrlno

FO!cll Antonio

Folla militare. Molteplicità di persone m ii. in comunione spiri tuale, donde la costituzi<me delle medesime, sotto la stimolazione de! comune scopo, in unità psichica (spirito di corpo -· spirito d'arma - spirito delle truppe e simili). In ogni reparto di truppa ben costituito - come in ogni società mii. d ifferenziata - le due condizioni elemen tar i costitutive delle folle : moltep licità delle persone e unità. psichica, si real izzano. J?a ciò trae la sua r agion prima e i moti1·i d i sviluppo la psicologia colletti va militare. Le folle mii. si distinguono in due categorie: A) le omogenee (stabili e differenziate), quali i reparti organici delle diverse anni e dei diversi ordini gerarchici; B) le eterogenee (temporanee e .di formazione eventua le), qua li le uniti miste formate per ragioni d 'ordine pubblico, per manovre, ecc. Entrambe le categorie assumon0, secondo i casi, forme raccolte o sciolte. Le folle omogenee rnccolte si differenziano da ogni altra per il rapporto gerarch ico formale e costaJltc fra i due fattori component,i : i-I corpo délla. folla. e il ca.p o ( conclottiern e potenziatore), il quale non è uno stimolatore accidentale d i a utorità tuttaffatto aleatoria ma è investito legalmente dall'autorità, ch'i esercita esprimendo la sua volontà con i l comando o l'ordine. Nel meccanismo psichico dclh folla mii. tre termini sono fondamentali e ind issolubilmente legati fra loro: la simpatia, la suggestione, l'imitazione. L a simpatia., q consenso psichico vitale fra gli individui a. motivo del·la loro sostanzia le similarità, forma la base della tendenza ad agire con uniformità, a modellarsi in un modo univoco ed a compiere le stesse azioni. La suggestione vale a indirizzare il pensiero, il sent imento e _la volontà d i due o più persone su <li un unico piano d'a• hione. La imitazione è precisamente questa azione uniforme che segue. La suggestione talvolta. resta inavvertita, o ne appare soltanto l'ultima. parte : l'esempio, e hr imitazione relativa.. ,lvia. l'esempio è efficace solamente quando sia preceduto da.gli a.Itri atti della suggestione. Così, un comru1dante è imitato nell'esempio immediato che dà., quasi esclusivamen te in ragione del suo a.scendente o forza suggestiva. conseguente da tutta la sua· opera di prima. L'esempio da solo, qua le a tto sraccato,. può valere talvolta tulta un'opera di suggest ione; rna in,

r_


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via n ormale è da considerarsi l'u ltimo atto, il mezzo conclusivo semplice e immediato perchè alla suggestione segua l'azione che il capo vuole.

Folli (Celeste) . Generale m. a Castelfra nco Veneto (1842-1918). Sottot. di fanteria n el 1860, dopo esser sl&to volon tario nel 1859, part_ecipò alle campagne d i guerra del !859-G0-61-66 meritandosi la menzione onorevole. Colonnello nel 1896, comandò il 46° regg. fanteria e nel 1900 fu collocato in P . A. Nella riserva d ivenne m agg. generaJe nel 1908.

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che 1·iceve la capsu la, la quale, col s uo fondo, non deve sporgere dal piano ciel fondello stesso.

Fondi (ant. F1mda1111s) . Città in ·prov. d i Caserta, fondata dai Volsc i. Ne] 340 a. C., durante la guerra della Lega Latina, rimase fedele a R oma, ottenendo ne in premio la cittadinan1.a. I suoi cittad ini nel 190 a . C. furono aggregati a.Ila l'{ibù Emilia e successivamente Augusto vi inviò una colonia. l\ell'846 fu incendiata dai Saraceni ; poi sofferse per le invasioni dei bar bari e appartenne ai papi a cui la tolse nel 1266 )ifanfredi, in -

Follini ( iifatt co) . Generale, n . a Biel la, rn. a Salen10 ( 1833- l915). Sottot. di fanteria nel 1854, partecipò alla guerra d i Cr imea ccl alle camvagne del 1859 e 1866 meritandosi a S . l\far tino la menzione onorevole. Colonnello nel 1883, comandò i l d istretto mii. d i Salerno. I n l'. A. n el 1894, d ivenne magg. genera le nel 1896 e nel 1898 passò nella riserva. Fombio. Comune in p rov. cli :Milano. Dun;nte le guerre del la R ivoluzione, nel la campagna d'Ita,lia del 1796, gli Austriaci, r ipassato il Po a P iacenza fra il 7 e 1'8 maggio, aveva.no occu palo F. con un d iscaccamento !orte d( 3000 fami e 2000 cava lli, al comando dc! Lip tay. N apoleone decise di a Haccarli immediatamen te per imped ire a l Beaulieu d i accorrere a r in.forzarli e al mattino dell'8, l'ava ngua.rdia condot ta da l D ellamagne, a ttaccò coi granatieri la dr. nemica, il Lanussc il centro, e il L an nes, con movimento avvolgente, la sr. Dopo ~ve re resistito acca.n itamcn te per due o re,· le posizioni furono conquistate e il L iptay fo costretto a ripiegare su Pizzighettone. La. cavalleria napoletana., comandata d al col. Federic i, contenendo i 1°rancesi che incalza vano, evi tò ma.g giori cla.n ni. G li Austriaci perdet tero net cornhatrimento 500 u. fra morti e prigionieri. Fonda. Dicesi anelare alla F. qu ando una nave ò una. squadra si recano a getFonde P<'l' pistol,· tar l'ancora in u n por to o in una rada. Esse re o stare alla F. ~igHifica appunto stare ancorati i n mezzo ad una rada . l fanali di F . sono q uelli che .si a.ccendono in rada per indicare la p ropria p osizione dura nte la notle.

11 castel lo di Fond i

cor porandola nel reame di Napoli: Devastata da i corsari nel 1534, fu r iedifica ta nel 1640. Città cl i confine fra il regno di :'sapoli e lo Stato Pontific io, nel 1849 re Ferdinando II vi ebbe il suo Q. G. duran te le operazioni contro la R epubblica Romana .

I ncend;o d·i Fondi. N d 1534 il corsaro algerino Barbarossa, volendo ravire, per donarla a l sultano Solimano II, la be llissima Giu lia Gonzaga, vedova di Vespas iano Colonna, castellan a d i F. che pa'jSava per essere la più bella donna d'Ital ia, sbarcò nottetempo presso la cit tà, dove en trò di sorpresa. La Gonzaga 1ierò, svegiiala da l rnmore delle arm i, fuggendo dalle finestre della sua camera, ri uscì a mettersi in salvo. Il Barbarossa, deluso e f uribondo, d iede la città a lle fiamme e saccheggiata la ne t rn.ssc schia vi molti degli abitanti.

Fonda dell'arcione. Così fu chiamata la borsa, o astuccio rli pe lle, fatto per cu stod ire la pistola p ortata alla sella. Generalmen te le F . erano due, con una pistola per ciascu na, ed erano c<>lloc:uc a i lati ; su l dinan1.i d ella sella .

Fondùgh ben Gasci r. Località della Tripolitania, teatro di scontro (20 settembre 1917) fra una colonna italiana (gen.. Cassinis) composta di 6 bgl. d i colore, 4 btr., un gruppo Spah is e due bande, e i ri bc.l!i, che ave,ano sede ad Azizia. La colonna, ll.ttaccata sul fianco dr., fu impegnata in aspro combattimento per cinque ore, ma infine scon fisse gli a.rabi, i qual i ripiega rono su Azizia dop,) di avere subì lo gravi perd ite. ,,

Fonda Girolamo. Scrittore mii. del sec. X VI II, n. di Pirano. Pubblicò ( l i64) un « T r attato d'arch itettura civile e· militare».

Fondulo (Cabrino). Condott iero dei se<:. XIV-XV, n . a Crem(HP .• m. a ì\1ilano. F u fa tto generale e ministro da Ugol:110 Cavalcabò signore d i Cremona . Nel 1406

Fondello. La parte posteriore erl oppost a " lh pa llottola, nella cartuccia, appoggiata contr o la testa del con gegno di ot turazione dell'ar ma da fuoco. Nelle prime a rmi a retrocarica, attorno all'orla tura del fondello era vi la materia fu,lminanle per l'accensione della car ica; nelle susseguenti ar mi moderne ed in quelle d'oggi, a retrocarica, al centro ciel fondello è p raticalo un vano

divenne a ~ua volta signore rli questa città facendo ass3ssin a re Cgolino e molti a ltr i cittadini. Nel 1425 Fili ppo .Maria Viscon ti lo fece decapitare.

Fon io (A ngelo). Generale, n . a Ga lliate, m . ad Ar, cev ia (1.839 -1925). Sotto!. dei bersaglieri nel 1858, s i meritò nel 1859 la menzione onorevole a Palestro .e la med . d'argento a S. :i\fartino. Nella campagna del 1860:


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Custcllo Ben ito a Fondùgl1 hen Gasc i r (TripOl ìlanla)

J86l. fu decorato di un'altra menz. onorevole e della croce da cav. dell'O. Ivi. S. Passalo negli a lpini nel 1873, comandò il 1° e po i il 7° bgl. Colonnello nel 1884, ebbe il comando del 6° e poi del 7° regg. a lpi.ni. Magg. genera le cornand2,n te la brigata Marche nel 1892, passò nella riserva nel 1894 d ivenendo ten . generale n el 1900. Pubb licò una « Storia sull'effìcaria del fuoco di fucile.ria >1.

Fonotelemetria. Un astronomo francese, i l Nordman, ebbe la p rima idea d i applicare la F. quale me7,zo .bell ico, e nella ultima grande guerra i Frances i facevano gii n ei p rim ; mesi del 19is determinazioni fonotelemetricbe, applicando da princi pio la segnalazione a mano e successivamen te i ricevitori a utomatici. Pressa tutti gli eserciti belligeranti s i estese man mano l'uso di tali s egn alazioni, s ia con appancch i a nmno, s ia con u n s istema m islo, quale è i n uso presso il nostro servizio

riva al centro in temp o uguale. Nel terreno accidentato, a lle circonferen ze delle curve defini te occorre sostitu ire le così dette fonocirconferenzc, che possono costruirsi soltan to meclia.nte le car te topogra fiche nelle quali si:ano messe in evidenza le linee. <li livello. è'<el terreno montuoso s i fa luogo alle così d ette curve iperboloid iche, che sono la intersezione del terreno con un iperboloide rotondo, che è il luogo dei p un ti dello spazio p ei quali è <:ostante la d ifferenza del le d i-stanze d,c due staz ioni d i segua la zione.

Fons~cu- Pimen1el lé.

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Stazione cli Fono1cl eme1r ia m iliiare

fonotdemc1rico militare. Delw servizio ha la scopo di individuare le batterie nemiche, cioè serve a ind ivi<lualizza~·e una so rge~1tc sonora e I1::i.ggiusta1nento dei tiri de/le p roprie batterie, med iante un metodo acustico. I l proplema fonotelemetrico si presenta in maniera d ifferen te a seconda si !rall i n el piano o nel terreno acc identato o in quello montuoso, Nel p iano una bat teria, ,od un pezzo, è individuata quale centro della circonierenza che passa per un dato punto e tocca due date ·circonferenze. E' da tener presente a tal riguardo che se una . c irconferenza dal punto d i vista geometrico è il luogo dei pun ti equidistanti dal centro, sotto l'aspello fisico è invece quello dei ptmti dai quali il suono ar-

Fon io .~ngelo

Fonseca Chaves (G-iuseppe da). Generale napoletano (1747-1808). Nel 1775 era ten. d',{rt. e due aruli dopo insegnante all'Acca t\,.mia m ilitare. Ebbe nel 1794 da colonnello il comando della for tezza d i .Mess ina , dove si d istinse, come più 1' tardi nella direzione dell'a rsenale militare. F u generale durante il periodo della insurrezione e della guerra contro i Francesi, e n el 1799, quantunque malato, r iprese il comando generale delle artiglierie e partecip ò a quella campagna; nel 1807 si 1<led icò al r iordinamento del.le artiglierie napoletane. Fonseca Pini~ntcl (Eleonora. ma.r,;lwsa. di). Patri-o lla napole tan a, n. e 111. a Napoli (1768-1799). In trodotta alla cor te d i :Maria Caro lina, moglie di Ferd inando IV, n el 1789 abbracciò i p rincipi della r ivoluzione francese, Dopo l'entrala dei Francesi a Napoli (1799) fece propagandista d i teorie repubblicane e riuscì a gu adagnare al.la ca usa molta par te della giover.lù e nob iltà. },fa, rientra,to Ferdinando IV, fu oggetto di gravi rappresaglie, ed infine giustizia ta.

s,

F onseca (E mamiele-Teodo-ra da). Genera le ed uomo di stato brasiliano ( 1827-1892). Figlio d'un colonnello brasiliano, en trò giovanissimo alla scuola militare, e p rese parte alle guerre contro Paraguciy ed Uruguay. Ferito a I tororo, salì rapidamen te nei gradi e nel 1874


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era generale. Org::i.nizzò l'agh.az.io.nr per i diritti politici degli ufficiali. Detta agitazione fallì, ma il F. nel 188ì si schierò contro il governo, si mise a ca po de l movim~nto insurrczioaale che abbattè il governo e fu eletto presidente della repubblica (25 febbr. 1890). Tentò poco dopo un colpo di stato pn assumere più ampi poteri, ma fallì e si ritirò a vita privata. Fonseca. Achilie. Generale, n. a Ba rra nel 186S. Soltot. di fanteria nel 1889, partì per l'Eritrea al principio dc' 1896 ml 34° bgl. d'.'\fr ica. Partecipò poi alle campagne libiche del 1912 e 1913. Nella guerra contro l'Austria. si meritò a Roncbi ( l9l5) la med. di bronzo ed al Veliki Kribach ( 1916) quella d'argento, t'imanendo ferito. Colonnello ne] 1917, rnmandò il Si" regg. fanteri,1 e sul M . H oje ehbc una seconda mcd. d'argento. ln P. A S. nel 1920, divenne nel 1926 generale di brigata in A. R. Q.

Fontainebleau. Comune della Franci:i., nel diputimento Seine-et-1\farne. I. 'Trattato di FontaineUcau (24 settembre 1661). Rinnovamento dell'alleanza fra Svezia e Fra ncia. Scopo ql.\Cllo di difendersi a vicenda, conservare la pace di WcstfaJia e Jlrorogare la. lega Renana, procurandole nuovi aderenti. L'alleanza durerà un decennio. La Francia promette a lla Svezia un sussidio di 480 mila r isdalleri per 12 mila uomini che la Svezia stessa si obbliga di manda,·e in Polonia a sostenervi l'elezione al trono del duca d'Enghien. II. Trattato di Fontainebleau (2 settembre 1679). Pace tra Francia (per sè e per la Svezia) e Dan imarca. Si confe rmano i trattati cl i Rotskild, di Copenaghen e d i Wcstfalia. La Danimarca restituirà alla Svezia tutte 1c conquiste fatte e la Svezia restitu irà. alla Danimarca i luoghi occupati -~ la risarcirà dei danni subi ti in causa degli abusi commessi relativamente ai diritti del Sund, sul giudizio che ne darà una commissione m ista. La Danimarca inoltre ,·ipristinerà il daca d'Holstein-Gottorp né! ducato di Schleswig. III. Trattato di Fontainebleu (12 novembre 1727). Alleanza tra Francia ed Elettore di .Baviera. Si rinnova un patto d'altro tratl,cto segretamente conchiuso nel I 714. La Francia riconosce, contro la prammatica sanzione, i diritti dell'Elettore sopra um, parte (Boemia) del.la monarchia austriaca. IV. Trattato di Font aincbteatt (15 novembre 1733). Conferma il preceden te, ma in questo la Franc·ia.. è più riservala: senza riconoscere esplicimmen te i diritti dell'Elettore alla successione austriaca, promette di soccorrerlo se per tali rivendicazioni avranno a correre per icolo i suoi Sta ti. vi, Trattato di Fontaineblea11 (25 ottobre 1743). /\,lleanza perpetua fra Spagna e Francia. Ganu1zia reciproca dei .rispe ttivi S tati in Europa e fuori . La Francia s'obbliga a d ichiarare la guerra al re d i Sardegna contro il qua le invierà 30 bgl. di truppe regolari,, 5 per b guardia delle p iazze e 30 sqdr., colla necessaria a rtig lieria. L a Spagna fornirà lo stesso numero di truppe; essa trasferisce i suoi d iritti s ul ducato di Mj.Jano a!l'J nfante don F ilippo. che lo riunirà ai ducati d i Parma e P iacenza. Gli a llea ti determineranno in qu~ li circostanze la Francia dovrà. dichiarare la guerra all'In ghilterra. Quando ciò avvenisse, la Fran cia stessa non

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farà pace co ll'Inghilterra, se questa non restituirà. Gibilterra alla Spagna. L a Francia contribuirà anche a.I r iac(]Uisto di lV!inorca. L a Spagna non rinnoverà i] contratto dell'assiento coll'Inghilterra. Vl. Trattato di Fontaùwblea«, detto anche di Versailles (9 novembre 1785). Pace fra Austria e Olanda (mediat rice e garante la Francia), Fu concluso sulla base del trattato cli 1Vfunstcr del 30 gennaio 1648, e rigua rdarn i regolamenti per il commercio, le dogane e i pccla.ggi nei rispettivi Stati. J :Olanda demolirà i forti d i Cruys-Scha.ns e di Federico-Enrico. e ne cederà il terreno all'Imperatore, al quale lascerà pure i forti di L illo e Lie!cnshoek, il hanr.o d'Auln, la. signoria di lllegny, la città d: Dalhcm, ccc. e gli pagherà. nove milioni e mezzo di fiorini, oltre 500 mila ai llrabantcsi qua le riparazion e dei dann i cagionati dalle inondazioni. ]}imperatore rinuncia a i suoi diritti sulla c ittà di 1-,faestricht, sulla contea di Vroenhoven, sui villaggi detti cli I~eclcnzione e cede all'O landa le signorie d i Vieux-Fauqucmo1tt, Schin sur-la -Guele, Strud t, ccc. VH. Trattato di Fo11tai11chteau (10 novembre 1785). Alleanza. difensiva. fra Ola nd;i e Francia, per il mantenimento della pace generale. Garanzia reciproca dei ri~pettivi possessi franchigie e libèrtit. In caso di guerra, e quando fossero tornati senza effetto i buoni uffici per evitarla, la FraJ1cia. fornirà alla rep1.1bblica 12 mila uomin i, 12 vascelli di linea e 6 fregate. Se la guerra sarà marittima l'Olanda soccorr~rà la. Francia con 6 vascelli. di linea e 3 frega.te; nel caso contrario fornirà 8 mila, uomini, o l'equivalente in danaro. I soccorsi potranno, essere aumentati, ove il bisogno lo richieda, ma, in ogni• caso, il contingente dell' Olanda non _sarà mai superiorea 14 mila uomini. Questa alleanz;c fu_ l'opera del partito.. patriottico olandese, o antiorangista, prevalente sotto lo, stato di Guglielmo V; con esso la Francia mirava a, rompere l'amicizia dcll'Olancla coll'Inghilterra e a distruggere, o a-Imeno a bilanciare, la supremazi,1 marittin1a -inglese . VIII. Trattato di Fon.taineblea11. (10 ottobre 1807). Convenzione tra Francia e i\ustria. allo scopo d i completa.re e modifica re il trat ta to di Pcesburgo. Si conviene in una rettificazione d i confin i Ira il regno d'ltalia e l' impero austriaco, per modo che, permutati i piccQli distretti ita,liani posti sulla sr. clell'Isonw coi p iccoli distretti austriaci giacenti su!Ja d r, sponda, il filone dj questo fiume venga a formare la linea di confine fra i due territori. Una via. mii. conti nuerà ad essere apc1·la nell'Istria alle truppe francesi che si recassero in Dalmazia o che di là facessero ritorno. L'Austria promette iorma'.lmcnte ,di chiudere al traffico inglese i lidi dell'Adriatico, ma soltaI\fO ove entro breve termine l'Ir.ghilterra non 1·ispo,1desse a.Ile proposte di pace. IX. Trattato di Fontainebleau (27 ottobre 1807). Convenzione tra F rancia e Spagm, per determina re la sorte del 1-'ortogal lo. l i paese si divide in due lor.ti: il l", composto de,lla reg(one fra il Ducro e il Minho, con la città d i Opcrt.,, è dato al r~ d'Etruria, col titolo di re d ella Lusi ta1> ia setten trionale; il 2°, cioè le provincie d' Alen Leio e Algarve, apparterrà a l p rincipe della Pace, ministro di Spagna, che nt godrà col titolo d i p rincipe degli Algarvi. N ulla si decide fino alla. pace generale rclalivamen!e a: terzo lolto, formato dalle p rovincie di Bcira, Tras-os-!vionte, eri Estremadura. L'even tua le re-


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stituzionc cli queste provincie alla Casa cli Rraganza dovrebbe essere il compenso di Gibilterra, della Trinità e di altre colonie conquista te dagli Inglesi sugli Spagnuoli e loro alleati. Le colonie portoghesi saranno divise in parli uguali f1a Spagna e Francia. Alla pace genera.le, o a l più ta rdi entro tre anni, il governo francese promette di ricono;:cer'! il re d i Spagna come imperatore del.le due Americhe. U n trattato, pure segreto, regola le lx ,si delle operazioni rebri,·e alla wnciuista e all'occupazione del Portogallo.

X. Trattato d-i Fontaineblca11. (3 1 ottobre L80i). Allean za tra Francia e Daniuiarca. L e p,uti contraen ti faranno causa con1unc nella presente guerra 1narittirn3. con tu tte le forze rii terra e cli mare. La Francia gara.ntisct l' integrità e l'incl ipenclcnza assolu ta degli Stati danesi d'ogni specie che saranno necessari al successo delle operazioni in genera le e alla d ifesa dei possessi danesi in particolare. La D an imarca vieterà l'en trata nei Slloi Stati a qualunque· sudd ito inglese e romperà coll'Inghi lte rra ogni relazione comme rcia.le. XI. Trattato cli Fonta.ù,ebleau (11 novembre 1807). Tra· Francia e O landa: il re d'Ola.ncla riunirà a i suoi Stati il princip'!to della F risia orientale, del pa ri che b signoria cli Jev~r cedutagli dalla R ussia nel trat ta to di T ilsi t. Contro h par te settentrionale del territorio di Gerstel ceduto dalla Francia, l'Olan da lascia a questa il territorio di Lcemel e la parte merid ionale ciel territorio di Eertel, più la città e il porto di Flcssinga. con un territorio d i 1800 me tri d i raggio. XII. Trattato di Fontaincbleau ( 25 grnna io 1813). Concordato tra Francia e Santa Sede. Il Papa eserciterà il pontifica to in Ffanc ia e in I ta lia; riceverà ambasciatori delle potenze cristiane; Sitrà rimesso in possesso d i tutti i ben i non vendut i nello Stato 1·omano, e come compenso dei ben i venduti, gli saranno assegnati 3 mi lioni cli rendita..

Fontaine Française. Com une ne l elio. della C:o:sta d'Oro, in Francia. Durante le guerre di religione, 11el 1595 vi s i scontrnrono le iorzc comaudatc <la F.nri·co IV e quelle spagn.uo lc condotte da·l eone.stabile cli Castiglia, a ccorse per sostenere la Lega, ormai ridotta :dle ultime resistenze. Il re, a va.nzar.dosi troppo arditan1en te per sostene.re la propria avanguardia c.ornan -

data d a l maresciallo de Birnn che fuggiva incalzala da numero&, cavalleria, fu attaccato da otto sqdr. nemici e stava per essere sopra ffatto, quando, chiamati a raccolta intorno a. sè coloro che lo avevano seguito, mentre il Biron raccoglieva più indietro i fuggiaschi riuscì a ristabi.lire la. s ituazione. Successivamen te, d isimpegnatosi, J:ortò le sue trnppe a F. dove si accam!)Ò. Gli spagnuoli, supponendo che il i-e stesse per p iombar loro a ddosso colle forze riu nite, abbandonarono i Leghisti e rientra rono nella Franca Contea. 1

Fontana (l11dovico). Genera le, n. a Modena, m. a Genova nel 1378. Cadetto nelle m ilizie estensi e sotto!. nel 1834, combattè nel 1848 e si d istinse a. Governolo qua le maggiore comandante u na coonc avente il suo nome: ebbe la mecl. d'argento e così pure altra mecl. di a rgento si meritò nella cam pagna ciel 1849. T'a.ssato poi nel l'eserci to regolare 1 divenne colon nello corna ruJantc il

43' regg. fanteria nel 1860 e magg. gene ra le co1nanda.ntc la brigata. Puglie nBl 1866. Nel 1871 passò nella riser va.

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Fo11ta.na Giuscf,pc. Generale, n. a. l'doclcna, m. a Firen1,c ( 1813-1890). Compromesso nei moti del 1831, andò a combattere in Ispagna. Nel 1848 fu alla difesa. di Venezia e a ì\,festre rimase gravemen te ferito a l braccio destro che gli fu amputato. lWaggiore ne l 1849 a l comando ,lei predetto bgl., Iu alla d ifesa di Ancona. Nel 1859 passò nell'eserci to regola re divenendo colonnello con1anda111e il 42° regg. fanteria nel 1867. Partecipò anche alla repressione del brigan taggio. ~fagg. generale nel 187 3, fu direttore gen. d i fanteria e cavalleria a l :,Iinistero, e poi anelò a riposo ( 1880). 7

Fon1ana Ang:eJo

Fon1ana l, luscpp e

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Fontana Angelo. Generale, n . Tseo,. m. a S . Giorgio Piacen tino ( 1830-1887). Volontario nel bgl. volontari brescian i nel 18-18, partecipò alle campagne del 1848-1 849. Sotto!. d i fan teria nel 1856, combattendo nel I 859 si meritò la med. d'argento. Nella. ca mpagna del 1860 ebbe la croce da cav. dell'O. 1\1. S . a. S . G iuliano e Gaeta. I'ariccipò anche alle campagne del t866 e 1870. Colonnello nel 1878, comandò il i 1° regg. fanter ia. Jvfagg. genera le nel 18Si, dnrante le manovre dell'agosto dello stesso an no morl in seguito a caduta da cavallo. Fontana Vil'olo. Generale, n . nel 1862. Soltot. di fan.ltria nel 1884, passò nell'arma. dei CC. RR. nel 1390. S i segnalò nel terremoto del 1908 ed ebbe la mcd. cli bronw di benemerenza. Come uff. superiore partecipò a lla guerra contro l'Austr ia . Co lonnello nel 1919 e posto in P . :\., 11el 1928 fu nella riserva. promosso generale di brigata.

Fo-nta.na L·iri. Comune in prov. di Caserta, sop ra un aspro coli,, sulla dr. ciel Liri. Dal 1894 vi fu fondato un polverificio, per opera del gcn. Rober to Bazzichelli, dove si fabbricano k polver i senza Iumo, emancipando così l'I ta lia dal riforn imen to di tali polveri dall'estero. Fontana Santa . Frazione dd comune d 'Arena Po, provincia d i Pavia. Nel 1656 _truppe francesi, venu te in soccorso del ducato di l\lilano, comanda te dal d uca di B iron, allorchè vi giunsero furono at taccate di sor pr esa dagli S pagnuoli che ivi s'erano messi in agguato. Xe nacque una zuffa che terminò con la sconfitta completa dei Francesi, i qua li ,·i perdettero l200 p rigion ier i fra cui Baiardo, ·oltre ad un sensibile numero di mort i e feriti. 11 d uca di B iron riuscì a sottrarsi al combattimento con 600 cava lieri.

Fontanasecca (Monte). Propaggine nord (m. 1608) del massiccio elci Grappa. Fu uno dei capisaldi della nostra improvvisata, ep ica difesa cle·I Grappa nel novembre 19 17. Attaccato p iù vo lte d agli austro-tedeschi dfl


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gruppo K raw,s, resistette per parecchi giorni (fino al 20 n ovembre) dando modo cosi di organizzare la di fesa i-etrostan te (V. Grappa) .

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i;.vanzi s i erano r ipiegati, unendosi alle forze del generale Doya t. Schierate le truppe in battaglia, i Repubbl icani, dopo uno scambio di cannonate, furono a ttaccati dagli insorti i quaì i, superiori in numero, stavano per tra,·olgcrli, quando una impetuos,1 carica di cavalleria ristabilì la lot ta : i Vandeani perdettero ci1·ca 400 u. i bagagli e par te delle artiglierie. Non scoraggiati dall'iusucce%o, i Vandeani decisero cli tentare ancora la sorte, e il 24 mclggio, forti di circ-i. 35.000 u . avanzarono contro i R epubb licani attaccandoli su tre colonne: quella di dr. .comandata dal Bonchamps, qucUa d i sr. dal l .arochejaquelin, (Juella del centro dal T.escure. La mischia che ne seguì fu ~anguinosa, e p~r un istante 8en1brò che i R epubblicani dovessero prcva.lerc, quando un momento d i esitazione nella cavalleria, che doveva carico.re !e linee nemiche, bastò a. gettaJ'C il panico nclh fonteria. Di questa crisi profittarnno i Vandeani, i quali riu5ciro110 a sbaraglia re i Repubblican i la cui rotta fu completa ; cac;de ro nelle ma ni del vinciton: 42 c;;.11non i, lu lti i bagagli, e la cassa. militare con 20.000.000 d i assegnati. 1

La rocca cli Fon1an e ll HIO (,cc. XII)

Fontanellato. Comune in p rov. di Parma, con rocca ben conservata, munita di fosso e di ~o rr ioni merlati, ol-cimo esempio d i costruzione militare del secolo XllI.

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Battaglia d·i Fontenoy (25 giugno 841). Appar tiene a lla guerra tra i figliuoli di Luigi il lluon0 J;Cr la spartizione: dell'I mpero. DR un Jato con1batteva Lotario, da~l'altro i due fratelli d i lu i Carlo il Calvo e L uigi il German ico_ Ciascuno degli eserciti era diviso in t re cor pi, che iniziarono una lotta accani ta corpo a corpo, da lb quale r isu ltò l'enorme percli ta d i circa 40.000 u . rimasti ,mi campo di battaglia. Lotario, rimasto sconfitto, scese a patti coi vincitori e due anni dopo la pace cli Vcrdun div ideva l'impero fra i contendenti.

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Fontenoy- en-Puisaye. Co111u1cc dc!la Francia., nel dip. D cll'Yonne.

FOOIO Anclrca

FontanelJi (conte i !chille) . Generale, n. a :\fodena, a ,filano (\775-1837). Entra to in scl'Vizio nel l i96, fu nel l i97 comandante d i una coor te cli volontari modenesi pe r la c«mpagna delle Romagne. Par tecipò in quell'anno alla spedi ~ione nelle isole J onie. X el 1800 ordinò in Francia un bgl. di fanti leggeri e nel 1801 iu ssotto ispettore rlelle rassegne a :\'filano, po i direttore della clivis . per son ale al :\finistero dclia. guerra. Gcmrale d i briga ta nel 1804 e cli divis. nel 1809, comba ttè nel T r en tino, sulla Raab, a Wagram_ "<e! L8 10 occul)Ò i Canton i svizzeri. Ministro d ella guerra e marina del regno d 'I trdia nel 181 l, partecipò a lla campagna d i Germania del 1813. Alla resta urazione andò a Vienna per rediger e un regolamento per la nuova leva e poi ·andò a riposo. 111.

F ontaneto d'Ago gna. Comune in prov. cli Kornra, in collina. F u antico m unicip-io romano, poi e bbe un forte castello, distrutto n~l 1311 _ Preso da.i Visconti, i u ampliato e completato. Nel 1636, dopo lungo e sanguinoso combattimento nei dintorni, fu assalito e preso da i Francesi condotti dal marcsc. T oiras, che vi lasciò la vi ta combattendo contro gli Spagnuoli. 1 gallo-savÒi:ni, riusciti vincitori, lo devastarono. Fo ntenay-le-Comte . Comune nel clip. della Va.n·dea, in Francia . Dopo la p resa d i Thouars i Vandeani, battuta la divis. Chalbos il 13 maggio presso Chatai:gneraie, il 16 giunsero dinanzi a Fontenay, dove i suoi

Fonteno,· . Comune del Belgio, in prov. d i Hainaut presso l:i Schelda. Battaglia di Fonlenoy ( 11 maggio 1745). Appartiene alla guerra di Successione d'Austria, In esecuzione al 1 p iano ideato d al marcsc. di Sassonia . l'esercito francese è concentrato attorno alla fortezza d i Tourna.i, già cinta d'assedio, p er potere poi, caduta questa p iazza, aver Yia iibera per invadere i Paese Bassi. Saputo che il duca d i Cumberland capo degli eserc iti alleali, si apprestava collo scopo cli sblocca re T ourna i, :\faurizio di Sa ssonia dec ide di schierare l'esercito in posizione d ifens iva, sbarrando le vie cl i accesso alla p iazza assediata. Egli costituisce opere fortifìcative staccate (caposaldi) pres id iate da for ti nuclei di t ruppa, unile f ra lorn da costiere d ifensive debolmente presid ia.te. Il suo piano cli azion e è evidente: rompere la co mpattezza dell'attacco nemico per l'urto contro i punti forti, incanalandolo nelle vie di minor resistenza (cortine); ciò ottenuto agire con le proprie seconde linee e colla r iserva contro i fianchi delle colonne atlacc:anli. La posizione francese forma.va un angolo retto, col vertice qualche , entin aio d i metri ad ovest d i Fontenoy, a ppoggiata da una pa rte a l villaggio di Antoing, e dall'altra a qudlo di Gaurain. Il caposaldo di An1oing era presidiato da 7 hgl. con 6 pezzi, sostenu ti da a ltra btr. d i 6 pezzi collocata sull'altura d i Calonne. Fra Antoing ed il ca posaldo di Fontenoy sorgevano altre 3 ridotte, p residiate ciascuna da un bgl. e negli intervalli fra esse tre regg. d i dragoni appiedali. X el caposaldo di Fontenoy eravi una briga ta . Tra questo e due r idotte cost ruite


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FRANCESI --...J:otJ!rallacco

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- - lit!acco mglese

Battaglia di Fonlenoy (1745). Francesi: 1, .Regg_ Gc1llon; 2, Dragoni; 3, BetLeus; 1 . FIOY; 5, Aube1crre; 5, Guarcllc; 7, Svizzeri; s, Eu; 9, Irlandesi; 10, Va1sseaux; u , Lowendal e i'iorrnan<lia; 12, carab inieri; 1:l, Casa del Re; 14. cavalleria; 15, testa di pont().

all'ala sr., 3 brigate, sostenu te all'ala sr. da una brigata in seconda linea. L'artiglieria era. sµarsa lungo il fronte a btr. di 6 pezzi. In seconda linea, la cava,lleria su ,due schiere. e fra esse 8 bgl. d i fanter ia ed una riserva d'ai;tiglieria. Totale delle forze : 55 bgl. e 101 sqdr., pari a 35.000 fan ti e 14.000 cavalieri. Gli eserciti a lleati si schierarono: quello olandese di fronte rd lato meridionale della posizione francese, su due linee di bgl. e due di sqdr., divisi questi ultimi in due masse, delle quali una ( 12 squadroni) costituiva riserva; forza : 20 bgl. e 51 sqdr. (16.000 Iwti, 7500 cavalieri); quello inglese da Fontenoy alla strada cli R\rry su due schie,:e ; la prima tutta cli fanteria su 3 linee, la seconda tutta di cavalleria anch'essa su 3 linee; un distacca mento di 4 bgl. costituiva l'estrema ala dr . Forza : 25 bgl. e 40 sqdr. (20,000 fanti, 7500 cavalieri). Gli alleati avevano 90 bocche da fuoco, delle quali 69 pezzi reggimentali da 3. Le forze avversarie dunque quasi uguagliavano. La battaglia ha due fasi distinte. La prima dal!e ore 5 alle ore 12; la seconda dalle ore 12 a lle ore 15 circa. Nella p rima ha l'iniziativa delle operazioni il duca di Curnberlancl, che attacca le posizioni francesi; n ella seconda si ha la controffensiva del maresc. di Sassonia a cui resta la v ittoria completa. Alle ore 5, dopo un rumoroso ma inefficace duello di a rtiglierie, il Cumberland a ttacca colle fanterie; otto bgl_ olandesi attaccano le r idotte della dr. iranc'ese, e 12 attaccano Fontenoy. L'intenso fuoco ,proveniente dalle linee francesi, per quanto scarsamente . efficace nei suoi effetti materia li, inchioda al terreno gli Olandesi e ne arresta ogni

slancio. In _questo .settore l'offens iva è arrestat~ fin dalle ore 10: gli O laudesi non partecipano più attivamente alla battaglia. Alle 10 il Curuberland at tacca, dirigendo tutte le truppe cli fa11teria contro la cortina esistente fra il caposaldo di Fontenoy e le r idotte dell'ala sr. francese. Gli Inglesi, preceduti clai pezzi d'art. reggimentale} avanzano in fon:nazioni serrate, ln_t rcpidi, nonostan te le gravi perdite inflitte da l vivissimo fuoco avversario, giungendo a 30 passi dalle linee francesi senza far fuoco. A questo punto i Francesi eseguono tu, contrattacco colla brigata Aubcterre e la Guardia sv iz~era.. Il contrat tacco viene subito respin to: Francesi e ~-vizzeri si r itirano -in grave <lisordinc1 e Jo sfondamentodella cortina ,, compiuto p er parte degl i l nglesi, che lcnt,uuente e in perfe tto ordi!!C avanzano. Il maresciallo,. con la br igata Vaisscau e quella irla ndese, para alla falla e con ri petute cariche di cavalleria contrattacca gli Inglesi, i quali, per fronteggiare i contrattacch i, foi:mano un grosso quadrato aperto, rip iegando le ali in maniera da presentare tre fronti d i tre bgl. ciascuno: uno, in d irezione della propria direttrice d'attacco e gli a ltri due rispe ttivamente fronte a Fontenoy e alle ridotte, della sr. francese. Con ciò l'azione offensiva era sospesa, col pericolo d i dar tempo a.I nemico d i riordinarsi e contrattaccare con niaggiore vigore ; tuttavia i Francesi, per effet to della rottura del fronte cli schieramento, ritengono la battaglia perduta. Si eleva in questo momento la figura elci maresc. <li Sassonia; L uigi XV riun isce sul .campo trn consiglio di: guerra e la sch iera dei suoi cons iglieri, inetti e pavidi, suggerisce la necessità d i una rit irata. I l marescialln

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ron esita a l cospetto del re a ch iama re « vigliacco l> chi osa sostenere una s imile tesi. Il re subisce ìl fascino del maresc. e dispone che la battaglia continui. :l\Iaurizio concepisce l'idea della costituz ione di una forte 1·iserva, colla quale attaccare risolu tamen te la pesante e len ta falange degli iuglesi . Toglie truppe da lle ali app ro.fit tindu dell'arresto deil'attacco degl i Olandesi. e frattanto ord-ina contrattacchi di fa11teria e d i cava lleria contro i fianchi del quadrato in glese, arrest!lndone i progrcs~i. Alle ore 13 la. n1~1ssa. di n1anovrn. è riunita, co:stituita con le brigate )formandie. I rlandese, Eu, Vaisseaux più c}ue bgl. di Guardie, sostenuti da tre regg. d i cavalleria, oltre aÙa brigata Car(lbinieri e alla. J\faison du T<oi. Alle ore Lì. '.\faurizio <lit il $egnalc per l'attacco: i carabinieri e la ::'-.laison caricano• frontalmen te gli Inglesi, la fanteria muove all'assalto; tutta la linea segue il movimento e piomba da tu(te le part i sulla falange ingk5te, che viene sfondata e disorganizzata. La bat taglia è vinta ; il duca J i Cumberland ordina la ri tirata, che s i cmnpic in gran disordine Sll ·v ezon. Contcmporancamcnic i dragm1i appiedati e le truppe del fron te merid ionale· controttaccauo g li Olandesi, che si r it ira110 vc1·so Bourgeon. Le perdite ammontarono a 7500 fra morti e feriti da parte fr:inccse. dei quali 2300 cavalieri; e a 2500 mor ti e 5000 feriti, dei qua li 1500 olandesi. da parte rlegli Alleati. La battaglia çli Fontenoy è un be ll'esempin di battaglia difens i"a controffensiva, in cui è dt:gna di particolare rilievo l'uiilizza.tio ... ne del te~reno e della for tificazione campale ai fìni della n1anovra.

Fontini (Livio) . Capitano d'a r me de l secolo X\"l. di Corinaldo (Ancona) che fu a i fianco di E111am1cle Filiberto in P iemonte cd i11 Francia nelle \'ittor iose battagl ie combattute in que l tempo. Fontrubi. Comu ne in prov. d i 1farcclona, nella Spagna. Ebbe una fortezza araba, che fu ancora, per quanto in rovina, uti!izzata d uran ti: le guerre dell' indipendem:a con tro la Francia, e d urante la prima guer ra Carlista. Nella campagna del 1809, F. era occupata d a due cp. del 4° regg. italiano (brigata ::\Iazzucchclli) dipendente dal gen. Gouvion Sa in t-Cyr che si trovava a Barcellona : le cp. erano comandate dal capitano Benedettini. Il 30 gennaio esse furono assalite d it 600 spagnuoli, i quali, malgntdo ogn i sforzo, non riusc irono a vincere l'er oica res is:enza e dove ttero dopo una giornata di lotta battere in r itira la.

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Fort

barbariche e romane, specie tra i ruderi del castello di. .'\rtcn, dove furono trovati oggetti d i :\la11i e Vandali. ::\'cl medio evo soffr i danni ed incend i duran te la guerra d i Cambrai. Per la sua eroica condotta nel per~odo. della grande guerra fu conferito a F. la croce a l merito. d i guerra.

i='oote (dndrw Hul[). Ammiraglio nordamericano del sec. XIX, m . nel 1863. Succedette a Rodgers nel comando delle navi allesti1c nel medio Mississippi per scendere su Xuova O rléans. e a ttaccò dal .fi\une, cooperando alla lorn caduta, i forti I-l enry e Donelsoo; murL in segui to alle ierite riportale in quest'ultim,t fazione. Era stato in principio della guerra di Secessione a capo del JJipartimento ~"-arnie cli Washington e aveva contri buito con molto talen to alla preparazione cl i adatte cannoniere flu viali. Foraggi mil itari. li ser vizio de i foraggi, 1101\0stanre il fargo i mpiego dei mezzi automob ilistici, riveste sempre ca racterc della maggiore importanza, dato il cospicuo numero cli quadrupedi che l'E $ercito deve mantenere per i suoi svariati bisogni in te 1nµo di pace e che si accrescono <li molto in caso d i guer ra. La meccanizzazione de i trasporti non potrà mai infatti abolire del tutto quelli a trazio11e a.nima,le, che, in determina.te condizioni e per par ticolar i ser vizi, sono assolu tamente insostituib ili. ln generale il servizio dei F. è stato scm-pre affid ato ad imprcs,1; durante la grande guerra, dopo il pr imo anno di essa, fu assun to d i.rettamente dall'ammini~trazione mii. date le necessità _cont ingenti del per iodo che si att nwersa,·a. Senza entrare in merito alla questione, assa i imporlante e che r ichiederebbe una. lunga tratta,ione, del sistema più economico cli gestione del ser vizio, basterà. d ire che anc he aHualmente esso è dis imp egnato <la imprese territoria li, per giurisdizione <li-• visiona le, mediante contrat ti della durala di un anno, rinnovaLili d'accordo fra le parli per uu a ltro anno. Le forn iture sono aggiudica le mediante aste indette dalle d irezioni di commissaria lo mii. p er i F . occorrenti ai quadruped i delle forze a r mate. E' vietato il sub-(lppalto del servizio; la d is tribuzione ai corpi è effettuata di 1·egola nei magazzi ni dell'impresario con mezzi cd a spese dello stesso; speciali norme regolano la costituzione di determina.ti fondi de i generi, pe1r assicurare l'adempimento degli obblighi contrattuali e la continu ità deL servizio.

La fornitura dei F. comprende i generi d i normalecomposizione della razione a limentare dei quadrupedi, ef-'ontvannes. Località de lla Francia , 11cllo Chamcioè il fic110, la pagl ia e l'aven a; i generi d i sostitupagne. Ha dato il nome a un combatti memo (23 febzione (orzo, cn13ca, C(l.rrube, ecc.) che even tualmen te l'ambra io 18 14) che appartiene a lla ultima guerra napoleoministrazione volesse far entra re nella razione sono da nica in Francia con tro gli Alleati. L 'arnnguard ia franessa direttamente forn iti, con l'obbligo d a par te d ell'apcese (Gérard), s i trovò a contatto colla retroguard ia depaltatore del servizio della distribuzione ai corpi gli alleati, e la cavalleria francese (Roussel) caricò a P. qualora l'amminis trazione non r itenesse opportuno di quella del principe d i Lichtenstcin . obbligandola a r iti' eseguirla con i propri 1nezzi - mediante corresponsione rarsi. ::,{elio stesso momento, approfittando della sorpredi un compenso fisso stabil ito nell'avviso d 'asta . sa, d ue sqd.r. del 22° dragoni francesi, spalleggiati dai La r,arte fondamenta.le della razione F., la cui comcavalleggeri del gen. Ameil, s i s lanciarono con tro le liposizione qua ntitativa e qualitativa è stabilita in base· r.ee nemiche e presero 6 ca1rnoni, volgendo in fuga la a l criterio della taglia e del genere di lavoro cui l'aniretroguardia alleata. male è sot toposto, è da ta d al fimo e dall'avena. La som-• Fonzaso ( anl . F ons A.ssium) . Comune in prov. di min istrazione dei surroga ti è fatta in b~ se ad un raBelluno, sulla sr. del Cismone; \'i passava la via m il. z io nale e preciso ragguaglio del valore nutri tivo ccl enerJOrnan a Claudia- i\ ltinate (Aquileia-T rento). li territogetico dei vari generi rjspetto all'avena ed al fieno ; è rio di F . porta visibili tnccié dd passaggio d i truppe tenuto presen k però il criterio di assicurare u n minimo,


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F0R

<li volume delle sostanze per un:t adeguata. a limentazione. Oltre ,ai generi comunemente impiegati quali surrogati, sono distr ibuiti per ragioni d i economia e di fari litit di trasporlo polpe di b:trbabietolc essiccate, panelli melassa t i, ccc. Du rante la grnndc guerra s i è fa tto 110 1evolc uso di ta li generi con evidente vantaggio ccono-

li-om/Ja in fa

®±t:f:j .i;jfjJm-dffi4~00;®1 ~ J1 I .:tft.tj I 'jd Settna lc• dPJl'ince1 1a rorag-gl

:mico. I n determ inate circostanze può d istribu irsi ai quadrupedi il F . verde, cioè erbe fresche dei pra ti di buona qualità, h cu i somminist razione r iesce benefica siccome i-infrcscante, ma deve essere contenu ta. entro opportuni J imit-i pe rchè d i sca rso \'aìorc nutritivo. Incetta del foraggio . Operazione <l i servizio interno, per la provvista de l F. nelle caserme delle anni a cavallo. All'or a fissa ta, il se rgente d i settimana p iù ,U1z iano riunisce il drappello d i fa tica in ogni caser ma e lo conduce a l luogo d i clistribu7,;ionc, in vigilando sul 1icso e caricamento_ Condotto in caserma, il F. viene subito chiuso nei rispettivi magazzini di sqdr. o btr., sollo la vigilanza dell'ufficiale d i settimana. Foraggiare. Indica l'opcra;done del procaccia.re il fo1·aggio per i quadrupedi. Essa diventa impanante quan,<Jo s i tratta in guerra, e specialmente in paese nemico. di a ndare alla ricerca dcll'a!imento necessario per i

Fon

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glia che speciahnente i n passato venivano jstru it i particolanncnte in questo genere d i operazione di r.ue rra. I F. erano per tale operazione munit i ùi r eticelle, o sacchi, che servivano per mettervi e trasportare a cavallo il fieno o paglia requisiti o tolti nelle fattorie. Nella caval leria italia na è stata sostituita alla reticella una se1np lice corda a foraggio, munita d i un traversino ad una estremità, e dall'altro capo munita d i un anello, in modo da poterne fare con facilità un cappio o nodo scorrnio, onde legare il fieno. 1

Plotone in fora.ggeri:: Formaiione a ventaglio che prende un reparto d i cavalleria quando s i stende per procedere alla. r icognizione delle pos izioni avversarie in tei·rcno 3coperto o scmicopcr lo, onde rcndcr,i meno vulnerabile ai tiri del nemico. In ta le forrnazione può anche a n·eni re la carica, che si adopera in genere contro art iglieria, o anche contro fanteria, e che spesso viene seguita da successive cariche di plotone. La fronte che assume il plotone in tale formazione va d ai 50 ai 60 111.

Forarne (l'unta del) . In Cadore, a nord di Cortina d 'Ampezzo (m_ 2566). Occupato dalle truppe del nostro I C. d "A.. nei primi giorni della nost ra guerra, fu riperduto. per un attacco d i sorpresa, il 28 luglio 1915. Più volte, in seguito, la 2" divis ione r ite ntò di impadronirsi de ll' im portante posizione, che dominava la stra.da. di :\lemagna tra Carbollile e I'odestagno. ma. senz.a. r iuscirvi. Particolarmente im portanti per le perdite che costarono f urono i combattimenti protrallisi dall'l 1 al 21 se ttembre 1915, ad opera della brigata Como,.e quell i dal 18 a l 25 ottobre dello s\esso anno. Foraspoletta (o Fora miccia). Così è chiamato un , --· ·····-

arnese a forma d i chia-

vetta (come una T ) cl1e le spolette a "-·; doppio effetto dei proietti i r- -- - o.._,~·,f ........ .. ---- - --·I / da ;Jrtiglie rie. Col ' fora I spoletta, si fora la miccia h • -.:••'f nel punto in cui si vuole . .....> che essa s i acçenda a ll'alto de llo sparo. in modo Fo-ra srolr I la che lo scoppio av,·enf.J nel tempo e momento prestabil ito. .

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Forbach. V. Spicheren. Forbes (Ugo). Colonnello inglese, m . a P isa (18081892) . _c\mantissimo dell'Italia, combattè per essa nel

1848-49 in Sicilia, a Venezia. e a Roma; caduta. la repubb lica romana p r ese parte a ll'eroica r itirata, avc1ìdog l i Garibald i, che lo stimava molto, affidato il cornand o della 2' colonna. Xel 1860 f u d i nuovo in Sicilia co11 Garibaldi, e d ivenne colonnello coma.nda11te la « briga ta Forbes ». costit uita a Resina. ca valie r-e porta ro1:ag,gi (scc. XY llI)

grand i corpi a cavallo. Tale opera zione era. già in uso p resso i R om ani , e vi er ano adibi ti i << Fodrari )), o << Foria ri » <lei basso impero, la. cu i denominazion e si cambiò in Forieri, incar icati in origine d i p rovvedere non solo il for aggio, m a a nche i vi,·er i pe r le trup pe. F oraggiatori, o Foraggeri, f si d issero i solda ti d i cavalleria incaricati di procedere alle tolte di fieno e pa-

F orbice. In fmtificazione si è chiamata cos\ w1a opera ad dizionale a lta, posta innanzi alla cortina, che present a. verso l'attaccan te due punte somiglianti a quelle d i una grande for bice ar,,er ta. F orbice ( Tattica) . Ant. dizione con la qu,ale s i so leva ind ica.re, in linguagg io mii., uno sch ier amento d i trupp e nel quale le ali er ano spinte più avanti del cen tr o e d iver gevano a gu isa d i forbice aper ta, in manie ra d i potere più facilmente avvolgere le schiere nemiche quan-


do o ueste combatteva no in formazione cuneiforme_ Attualmente è comunemente impiegato so:tanto il termine TaMglia (V.) .

Forbici (Passo delle). Sull'Appen nino tosco-emiliano, mette in comunicazione il versante reggiano (valle della Secchia con quel lo della Garfagnana (valle del Serchio). 1-fa importanza militare perchi, mette in relazione ,il versante Adriatico col Tirreno, e le tre prnvinc ie di l~egg io Emilia, Modena e Lucca; vi passa una buona strada rotabile.

Forlaninl Enr ico

Forllill Claudio

Forbin (Claudio, conte d1ì. Ammiraglio francese (J656-173J). Sotto Jan Barl ed a ltri, si segnalò in tutte le sped;zion i nava.li. Fu a :,1essina ( 1675), a lle Ant ille ( 1630) e a d Algeri ( 1682-83). Ebbe po i missioni diplomatiche nel Siam dove fo nomina lo ammiraglio da <JUel mona rca . R ientrato in Francia nel 1689. p rese nuova -mente parte alle imp rese marinare contro gli Inglesi; si distinse 11ella batt. d i L a H ogue, e homhardò Trieste nel 1702_ Nel 1708 fu incar icato di condurre ad Edimburgo il figlio d i Giacomo II, pretenden te a l trono; l'impresa 11011 riuscita gli feée da re le dimiss ioni e si rit irò dal servizio. Lasciò un volume di << ?.femorie >J. For•ca. Patibolo dove s'impiccavano per la gola i con-

ìì9 Patria. L'Austria estese tale pena anche ai militari che 5i fossero res i coipevol( di reat i politici, rnndannandoli-, a lla stregua dei ,·nalfattori comun i, non tenendo alcun conto del sentimento che li aveva s1, inti ad agiré . Così, da l 1821 al 1918, s i usò da.Il' Austr ia la F. contro quella serie cli patr iott i italiani, cecoslovacchi, ung!,cresi, serbi e croati, che tentarono cli scuoterne il giogo, preparando la r iscossa e la redenzione. Ancora durante la grande guerra, alla vigilia <lello sfacelo genera.le dell' Austria, essa mandò alla forca Cesare Battisti, Fabio Filzi, J\aza-r io Sauro, ccl a ltri, che avevano combattuto eroicamente contro il ,;ecola rc nem ico. Forca ,1,: guPrra. S trnme.uto agricolo trasforma lo in anna da guerra, che serviva sia con J.Sl i.t lunghissilna, ad issar scale per assalto alle rnura, come per la d ifesa d 'una fortcv.a. Come str umento di approccio fu a <lor,erata s ia nei combattimenti cli terra come i11 qttclli di mare, ed era in uso ancora nella prima metà :lei. X VII secolo, portandola allora la lvolla i sergent i al po-sto dell'alabarda. La F. fu pure, a quel tcm1,o, usata in Vu r-ii tipi cli rorc11e di g11 errrt

Gcnuania per scavalcare i cavalieri nemic i. E ra molto lun-ga e la.rga e t.ongeg.nata in modo da avvinghiare con denti a molla il cavaliere.

Force. Comune in prov. d i Ascoli Piceno, sopra un colle 1iresso il ton-ente Pallone. Ebbe fo,·te castello rnn torrioni e rocche d i guard ia e nel medio evo anche un monumentale torrione sulla porta S. Francesco. Ne l 124i fu coll<Ju istato dalle forze della Chiesa, a lla quale si ribellò; nel 1276 iu messo a ferro e fuoco da parte di Ascoli P iceno. Ricostruito nel l'a nno seguente, continua-remo le lotte Ira i due paesi, con stragi ed uccisioni, fi.. no a l 1280, quando conc lusero la pace, stipulando nel 1297 un trattato cli a lleanza. N el lJS7 F. ehbe per questione cli confini nuova guerra con ::'l·fontefalconc. lY1emo .. rabile è la valorosa J'Csistc11za del le truppe repuhblica11e, che difesero per parecchi giorn i il paese, assediato dai J)apaiin i nd 1849. Il 18 giugno però, avvicinandosi le truppe austriache, si venne ad u na convenzione onorifica e fa vorevolc a i repubblicani.

Forcella. Diccsi una coppia d i traìel lorie Ira i cui p w1ti di arrivo s i trovl compreso il bersaglio. La d istanza di tali punti, qua le si desume dai dati di puntamento ( in mèlri o in strisce) clicesi << apertura della forcella i). La F. s i fa. normalme11 tc con ordine di fuoco per pezzo, facen.dovi concorrere successivamente i ~pezzi della batteria; eccezionalmente si fa con sa l·,e d i sezione o di batteria; in ogni caso impiegando lo stesso proietto col qu a le s i vuo l prosegu ire il tiro nei periodi di fuoco successivi. (V. Aggiustamento)- Se la F. è ottenuta con due soli colpi, si dice « semplice >l; a ltriment i, con salve, si d ice « a g ruppi di colpi >l . ForeJ1c au st riacl1c in uosn i a ( !Oli)

danna.ti. La pena della F . era inflitta in parecchie na-Lioni ai re i di delitti infamanti ed a.i traditori della

Forcella Bo·is. In Cadore, ad ovest delìa Tofana. p rima. G li Austriaci vi s i erano insediati al principio della. guerra 1915-18, ma ne furono r icacciati e per semp re il 19 lugl io 1915 da un bgl. del 52° fanteria e dal bgl. a lpini Val Chisone.

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.FOR

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Forcella Cùmalot . In Carnia, alla testata di Val Do~ gna, Fu e-'.spugnata durante Ja guerra italo-austriaca con un bell'assa lto del bgl. alpini Gemona (30 luglio 1915).

Forcella Dignas. In Cadore, nell'alta Val Padcla, poco oltre l'antica linea di confine. I u attaccata più volte dalle truppe della JO' divis. nei mesi cli luglio- agosto 1915, ma non iu possibile strapparla all'a,·versario. Forcella Fontana Negra. ln Cadore, tra la 1" e la 2' Tofana. E' tristemente not,l nei fast i della nostra guerra, poichè, il 20 luglio 19 15, vi cadde ucciso da UlHl fu. cilata austriaca il genera le .-\11tonio Cantore. Forcella ,lfagua. In Val Brenta, a nord di Strigno. Importante po:sizione, durante la guerra italo- austriaca fu saldamente occupat:i. dal!c truppe della 15" di vis., in una serie di opera?.ÌOJJi da questa eseguile nella seco,~;la metà' di agosto del 1915, e che condussero appunto alla stabile occuµa_zione d i tut!o i! nodo montano cli C imon Rava, C ima d'Asta e deli'interposta forc.ella. Forut!a Sante Pa,1/0, Generale, n . i! m. a Pontevico (18:;4-1 915). Ten. di cavalleria nel 1860, partecipò alle campagne di guerra del I 860 -6 1 e 1866. Colonnello nel 1S81, comandò i cavalleggeri di Piacenza e nel 1888 arnlò in P. A_ X ella nserva di,·ennc rnagg. generale ne] 1892 e ten . generale nel 1903.

Forcelletto (Osteria del). Sul Grappa, poco a nor d del monte Per t ica. Ricorda lotte accaJ1ite e sanguinose durante 1~ battaglie d~l novembre-dicembre 19 17, del giugno 1918 e dell'ottobre dello stesso anno. Forche (Monte delle F. e j,asso delle Centojorche). Nell'A ppennino Tosco-Rom agnolo, s ull.i JOtabilt che va eia Rocca-S. Casciano a G aleata, mettendo in comunicazione ia va lle del 1\fontone con quella de! Ronco. Non hanno grande importanza m ii., ma dato il fatto che questa s trada cl i a rroccamento per operazioni d i montagna, non ha vicino a ltre- sussidiarie, co,;titu iscono due buoni appigli ialtici p rima e dopo il passaggio d el vallone ciel Rabbi.

Arclli b L1g·ieri ciel sec. XVII , r;on l'orf'lleHa

Batta.glia del ,Wonte delle Forche (14 giugno 1216). Appar tiene alle fazioni comuna,li tra Guelfi e Gh ibellin i, e fu combattuta fra Cesenati e .R iminesi_ La battaglia fu sanguinosissima, giacchè i Cesenati furono assaliti d i sorpresa, m entre par te di essi doveva oppors i in città a lle lot te intestine. I R iminesi erano unit i ai

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Fort

Pesaresi) ai Fanesi, a.i Feretrani, in forze assai superiori a quelk dei Cesenati. Questi combatterono, malgrado l'inferiorità del numero, con segna lato valore, ma: fLtrono sconfitti , la.sciando sul campo molti morti e LSOO· pdgionieri.

Forchetta (o Forcella o Forcina). Così detta una. asta robus ta di legno, con l'estremità sureriorc munita di un pezzo cli f erro bit Iorcato, e l'inferiore mu-.~,X.\c\;•~ ,... nita di un ic rro a punta .. Serviva, piantata sul terreno. per appoggiarvi lo, a rch ibuso, impostarlo e sparare, JJOicbi: il peso, nei p rimi tempi. non poteva essere sostenuto perlo sparo da un solo uomo con u.na mano sola. X cll'epoca nostra è ricomparsa - ad es. nel fucile svizzero Furrer (V.) in a ltra forma_: ed in alt ra forma può cons iderarsi derivato. dalla F. il trepp iede <lella m itragl iatrice. Fo1·clww, cta ci,rnJJer~

Fo,chetta da camt011ci,w. ~el secolo XV era in uso una F. per sostenere p iccoli cannoncini adope rati dagli uomini a cavallo. Q uesta F. era saldata <la apposita cernicrn all'arco anterio re della ,ella, èd il cavcilicrc se ne serviva per appoggiarvi il cannoncino al momen to dello sparo.

Forchheim. Città de l!a Baviera (alla Frantonia) , sulla dr . del Regnitz al confluen te col Wiescnt. Durante la guerra dei Trenta Anni fu difesa vaiorosamcnte dagli stessi abitanti con fortuna . Se) 1802 fu uni ta alla Baviera ,;be completò le antiche fortificnioni, le qual i però nel 1838 vennero smantellate. Combattimento di Forchhcim (i ago~tO li96). Appartiene alle operazioni in Bavier.. dell'annata francese della Sambre e 1\fosa. Il gen. I(lébcr saputo che il gen. austr iaco ,vartenslcucn aveva esegui to un cambiamento d i fronte retrogmdo col suo C. cl'A., or dinò una conver sione a dr., inviando il gen. Col laud da Bambcrg su F., deve si trovava il centro degii imperial i agli ordmi dello stesso \~iartensleben. Ney, che aveva già incomincia to l'a ttacco contro for?,c assai s uperiori, subì qualche scar ica m icidia le. Egli non avcrn che due pP.zzi di artiglieria leggera , ontro una btr . cli 14 pezzi di grosso, calibro. Pron tamente ii Colla ud g li mandò rinforzi, che· gli permisero di manteners i sulle p osizioni, finchè il ì.Yarten$leben, veclenc\csi rninaccia·to sulia dr., si .rit i r& la.,ciando poche truppe a F ., agli ordini del barone di :i\1archal, che capitolò a l primo assalto. Caddero in mano dei Frances i 60 peni d'artigìieria , e molte armi e n1u.nizioni.

Forcite. Esplosivo appartenente al grnppo delle <linanlit i, a base d i nitrate d i ammonio; fu brevetta t a nel 1880 dal capi ta no svedese Lewin. La sua compo sizione centesimale è la seguente : nitroglicer ira p. 64; cotone collodio p _ 3,50; nitrato di ammonio p_ 25; fa. rin a di legno secco p. 6,50; m agnesia p . 1. In seguito si ebbero altr i tipi di F.: sia sost it uendo il r;itrato d i ammonio con quello di potassio o di sodio e variando le quantità dei componenti, sia facendo entrare nella sua composi1,ione anche zolfo, colofonia., destrina, catraf


FoR

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crusca di segala, carbonato di sod io, ccc. E' usata _per la vori <la mina.

J11e,

Forcite antigrisoutosa. E sp los ivo appartenen:e al g!"llpdelle d inamiti a base a t tiva (nitrato). Se, ne cono-

J:'O

scono àuc va rie tà: la prima -

che va sotf.o il J1ome

,di << Grisoutina gomma» e nel Belgio è denominata « Ge1

Jign ite all ammoniaca -

ha la seguen te con1posizione

,centesimale : nitroglicerina p. 29,40; n itrato d i ammonio p. iO; n itrocellulosa _p. 0,60; la seconda, conosciu ia anche col nome di (( Grisoutite di Matagne ll, risponde invece a lla composiz ione centesimale seguen te: nitroglicerina p. 44; cotone nitrato p. 12; solfato di magnesio p. 44. Questi esplosivi sono utilmente impiegati -per favor i da mina, specialmen te nelle .miniere ricch e di •<< grisou >) .

Forcola. Era così chiamata u na forcina. di ferro a -quattro branche in due fi le parallele, che serviva an ti•camen te a reggere le artiglierie sopra il loro <:avalletto. Forcone (o Forca) . Così fu chiamata l'arma in asta -con la sommitiL forn ita di due o t re rebbi (punte) a lla foggia de l1e forche contadinesche. L'uso di quest'arma -com inc;ò vers,1 la fine del secolo X\'.

FoR

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Forestale (Milizia). Specializzazione della )I.ill2ia Vol01rtaria per la Sicu rezza Nazion ale, istituita nel 1926 a llo scopo di da.re allo Stato un organo vitale e d isciplinato per l'attuazione delle d irettive del Governo fascisrn ne l campo della politica forestale. 1 suoi comp iti consistono nel d isimpegno dclk seguenti funzioni : Di fesa. ccl ineremen to del patrimonio bosch ivo nazionale, gest ione raziona le _dei ben i si lvo-pastorali dei Comuni e degli a ltr i En li fra i qua li l'ente autonomo (( AF regio clclla ;1m;zi>1 Fore- zienda Foreste Demaniali », stale: oro pe r g-J ; ufficiali, tll'g"f'I110 P81' 50 1l u lTI~iali su magg ior progresso dell'ecoromlo ue ro IJot·clato (l i verde.

nornia n1on ta11a

iJ1 genera-

le, sorveglianza della caccia,

della pesca, custodia dei regi tratturi e delle trazzere, concorso nella. tutela dell'ordine pubblico, sempre però nell'ambito forestale. Dipende disciplin a i men te dal Co-

Ford. _Gra11de ca,a costruttrice d'au tomobili 11egli Sta-

fiau ,me r!Pl IJa,·ero della )lilizia Fo restale

Carro ci-assalto Ford ti Un iti d'America. Verso la fine della guerra mon<lialc <;ostruì un carro a rmato di scarso valore bellico, perchè pocn protet to, con scarsa potenza di fuoco e l10ll molto veloce (km. 12.S a ll'ora). Era state ordinato da l governo, perchè la Casa si era impegnata a. d~rne 100 al giorno!

mando Generale <lella :\I. V. S. S.; tecnicamente cd amminist.-ativ,,men le dal ::\-Iinistero dell'Ecor.omia Nazionale, Iniz ialmen te il reclutamen to dei mili ti fu effettu ato traendoli dal persona le d i custodia del soppresso Cor po Realo delle Foreste e da quello addetto alla vig ila nza sul!a pesca e aHa custodia de i re~~ i trattu ri, in -

quadrato da ufficia li provenienti in parte da i ruo li tee-

Cuppello dell a Milizia Fore, ta lc

r oresl f ecte,r lco

ror ey Ella

Fores t (Federico) . Generale, n. a Cham béry, m. a Torino (1833-1907). Sottot. di cava lleria nel t856, partecipò a lla battagl ia di Montebello ( 1859) mer itan dosi la med. d'argento ed a quella di Custo1.a ( 1866) ottenendo la menzione onorevole. Colonnello nel 1877, com andò il regg. Savo ia cavalleria . :?\el 1885 fu trasferito n el la riserva e promosso magg_ generale ; nel 1895 vi divenne ten. genera le.

111c1 forestal i e in parte d a ufficiali dell'Esercito e delle a lt re forze a r ma te. P oscia gl i u fficiali furono reclutati fra i laureati in scienze ~tgrarie o in i ngegner ia, che abbiano frequenta to Lm corso speciale d 'istruzione forestale e m ilitare; i sott'.lfficia li e i mi lit i fra coloro che abbiano r ispettiva mente frequentate con buon esito le scuole a lliev i sottufficiali e a llievi m iliti. L a ì\-filizia foresta le è costituita da. un comando' gruppo L egioni, d al qua le dipendono dire ttamente i comandi delle Legioni, da una Coorte Autonoma con sede a Caglia ri, da u n Deposito e dalle due scuole già cita te.


Fon

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FoR

Stno:a a lli<'Vi mil iti Foresrn li In Amelia

Legio~e, coorte, centuria, manipolo, sq uadra e distaccamento costituiscono, in ordine gerarch ico, i reparti d ella M ilizia );azionale F orestale e dal Comando di ciascuna. Legione coortc centuria, nrnn ipolo e squadra, dipendono <lue o più comandi del grado immedia ta.mente inferiore. 1

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ciali della M. N . F . sono armati cli pistola o rivoltella; è in facoltà degli uffic iali d i usar e !;arma au tomatica o

a rotazione. l ma resdall i sono armati di pistola a rotaz ione mod. 89. I brigadieri, m iliti e allievi sono arma ti d i moschetto per a.rrni a ca vallo e cli pistola a rn lazione rr.od . 39. L e legioni sono 7 con sede rispettivamen te: la I a Uùinc, la II a T rento, la lII a T orino, la I V a F irenze, la V a Roma, la VI a Caserta e la VII a R eggio Calabria; le coorti 28, le cen turie 76, i ma.nipoli 201, le squadre 674 e i d istaccameuti 204-\. Tutte le legio'tii sono state costi tuite il 1° set tembre 1926. La Coorte Autonoma i,J 1° ge1maio 1927.

I Legione. Estende la sua giur isdiz ione nelle p rovincie di Belluno, Treviso, Udine, Venezia, Gorizia, Tries te, f iume, Pola e Zara. E' formata su tre Coor ti con sede rispettivamente a Ud ine, T rieste e Belluno. Il Legione. E stende la sua giu risdizione nelle provin cie di Tren to, Bolzano, Sondrio, B rescia, Bergamo, j\,fantova, Cremona, Vicenz;,, Verona e Padova. E' formata. su 5 coort i con sede rispcUivamente a T rento, Bolzano,. Brescia, Bergamo e Vicenza. Ill L egione. [stende la sua giur isdiz ione ndle p rm·inèie di 'rcrino, Aosta) Cuneo, ~rovnra Corr10 Va icse, l\:f i1

1

b no, Vercelli, Alessandria, Imperia, Sa vona, Ce.nova, Spezia e ::\1assa Carrara. E' formata su 4 coorti con sede ri~pet tivamen tc a Torino, Cuneo, Novara e Genova.

IV Legione. Estende la sua giurisdizione n elle provincie di Pavia, P iacenza, Parn1a, Reggio E 1nilia 1 :i\1odena, Bologna, Ferrara, Rovigo, Raven na, Forlì, P istoia , F irenze, Arezzo, Sicn~, Lucca, L ivorno, P isa e. li labaro della ~llll z la Fo r c s 1a 1e alla lOrnJ)a d e l ~-l llilc t g-110 10

I comandi ret1i da u fficiali (da legione a manipolo) hanno compit i tecnici, amministrativi e disciplinui; i repa,ti comandati d a graduati (squadra e distaccamento) p restano p reva.lcn temen te servizio d i polizia . Gli u ffi-

Grosseto. .E' formata su 3 coorti con sede rispettiva ;.t Firenze, i'a rn1a e Bologna .

n1entc

V L egione .. Estende !a sua giurisdizione nelle provincie di Perug ia, Tèrni, P esaro, Urbino, Ancona, ::\1acerata, Ascoli P iceno, Aquila, Teramo, Pescara, Chietì, Campobasso, R ieti, Viterbo, Roma e F rosinone. E' for-


mata su 4 coorti con sede rispettivamente a Perugia, Roma, Aqui-la e Ch ieti.

VI Legio11e. Estende la sua giurisdizione nelle provincie di Napoli, Salerno, Benevento, Avellino, Foggia, Bar;, Brindisi, Lecce, Taramo, :Matera e l'otenza. E' formata su 4 coor t i con sede rispet tivamente a Salerno, Ave llino, Bari e Potenza.

VII. Legione. Estende la sua giurisdizione nelle provincie di Cosenza, Catanzaro, Reggio Calabria, ì\Jessina, Catania, Sirncusa., Agrigento, Enna, Caltanissetta, Ragusa, Trapani e Palermo. E' formata su 4 coorti con sede r ispettivamente a C~scnza, Catanzaro, Reggio Ca la bri.a e :Messina. Coorte A11.tonoma della Sa·rdegna. Estende la sua giu risdizione nelle provincie di Cagliari, Nuoro e Sassari.

Forestier ( Gasj,arc Francesco) . Generale · savoi.ardo, al servizio della Francia (176i-1832). Prese parte a ru!te le guerre della sua epoca; fra le altre, alla campa gna nel N apoktano ( 1806) ; nel 1813 fu in I talia come gen. di brigala e comandò l'avanguardia del Beauharnais, imposscssandesi del villaggio di Pozzolo s ul Mincio, difeso da 6.000 austriaci . Rientrato in Francia (1814) fu nominato ispettore delle truppe d i fanter ia. Forestier Francesco Lttigi. Generale savoiardo al servizio della Fr2ncia. (17i6-1814). Fece le c,impagne d'ftal ia ,, ùel!a Francia meridiona le e iu ferito a Tolone e a Ceva. T'resc parte alle campagne di Roma e Napoli· ferito nuovamente sulla Raab, fu p romosso e nominato barone (1809). Prese parte alla campagna in Russia, e venne ferito ad una gamba a Krasnoe. Generale cli brigata nel 1813 e poco dopo cli d ivis., venne ferito mort almente a Briennc (1814).

F orey (Elia Federico). :.'lfarcsciallo di Francia (18041872). Nel 1830 partecipò alla spedizione in Algeria. Generale di brigata nel 1848, e di divis . ,iel 185 1, partecipò alla guerra cli Crimea ove coma.ndò le truppe all'assedio di Sebastopoli. Nella campagna d'Italia del 1859 comandò la I' divis. );e} 1S62 comandò il corpo di s.peclizione nel l\llessico. Forgeot (Cù,Ho). Generale francese ( 1806-1877) . I'rovenientc cla ll'artiglkria, divenne ,olonnello <lurante la speclizionc in Crimea. J\"clla campagna del 1859 in Italia. corna.nclò l'ar t.' del l O C. cl' A. Generale di d ivis. nel 1861, fu ispettor e generale d'art. e com bactè nel 1870 a R eichshofe n e Sedan. Dal 187 3 al 1875 comandò il !0° C. ù'A.

' cta campagna Antka forgia F,orgia. Locale d ella caserma dove s i ferrano i quadruped i. C hiamasi così tu ttavia anche la fucina eia campagna clic seg\lc le a rmi a cavallo in guerra per fern· re i quadrupedi, durante le man ic e !,· soste.

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Forino. Comune in prov. d'Avellino. Nel 663 fu teatro cli combattimento fra Biz~ntini, comandati da Saburro e Longobardi, comandati dal duca Romualdo, con la peggio déi primi. Forlanini (Enri:w). Ingegnere, n . a M ilano nel 1S48. Giova.nissimo conseguì la laurea d' ingegneria; frequentò quindi la Scuola d i guerra e fu ufficiale del gen io. Abbandonata la carriera. mili.tare, si dedicò a Ile ricerche scientifiche e andò a dirigere le officine meccaniche di Forlì. Nel 1877 iniziò le ~ue esperienze d'aviazione, eseguendo a :VIilano con un elicottero di sua invenzione prove che dettero ottimi risultati. Xe! 1900, in colla borazione col magg. Del Fabbro, iniziò la costruzione del dirigibile « L eonardo da Vinci)) che nel 1909 esegui r iusciti voli su Milano. Costruì quindi il (( Città di M ilano ll, dirigibik de,lla cubatura d i 12.000 metri, che nel 1914 andò distrutto in un disgraziato atterraggio. Allestì allora il << Città cli :.\filano II», con i fondi raccolti per spontanea sottoscrizione popolare; tale dirigibile venne offerto all'Esercito. Le ottime qualità aeronautiche dimostrale dal « C ittà di :.\'lilano Il)), fecero sì che l'ammiragliato inglese ordinasse alla Società presieduta dal F. tre d ir igibili dello stesso tipo,, ma lo scoppio della grande guerra fece aJmu!lare l'ordinativo ed il dir igibile F . 3, primo della serie che doveva essere consegnato all'Inghilterra, venne r equisit o dall'Ita lia.. Successivamente il F. costruì l'F. 4 - F. 5 - F. 6, che vennero largamente usati durante la grande guerra in oper azioni d i ricognizione e bombardamento. Forlì (ant. Forum Liv ii). Città d ella Romagna, ca.poi. d i provincia, tra il Ronco e il )1ontone, forse fondata da Caio Livio Salinatore e divenuta importante mu nicipio ronrnno verso il 187 a. C., quando fu costruita la via Emilia . La sua. posizione l'espose ,i tutte le conseguenze che subì la regione per opera delle invasioni barbari-che. P iù tardi, troviamo F. in lotta con le vicine città, alterna! ivamcnte a lleata con le u ne o con le altr e, a volte vittoriosa, a volte vinca . )fa durante questo periodo F. Stemma ,u Forli si fece rispettare e teme re fmchè, sor tele fazioni Ghibellina e Guelfa, la cit tà si schierò dalla parte dell'Impero, e rappresentò semp re il maggiore ostacolo contro la par te fedele alla Chiesa : ciò che la trascinò spesso ì n mezzo alle con tese e alle guerre tra. i due Partiti; salvo qualche breveperiodo in cui ebbe il sopravvento la. parte guelfa, la cittil fu par tigiana. dell'impero - specia lmente a mezzo. dei suoi signori, gli Ordelaffi - s i.n o al 1504. F. segul da allora le sorti della Romagna.. Le fortificazioni d i F. consistet tero i n una buona cerchia di mu ra, in una forte torre, detta di. Schiavonia,. e, principalmente, nella rocca di Ravaldino, eretta nel 1370, rafforzata dagli O r delaffi dal 1471 a l 1481 e dal Riario nel 1481. Ha forma quadrata, con torr ione circo lare agli angoli delle cortine e un maschio interno aIÌo· 15 metri. F , è sede cli reggilllcn!o di fanteria, del 56° distretto• mii., dell'82' legione della. l\f. V . S. N. I. Guerra G01' Bologna e Firenze (sec. XIII) . f u determin-.ta eia un gruppo di G uelfi , fuoruscit i da F., ì quali ottennero l'appoggio d i Bologna e di F irenze, ol-


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'.POR

·trcchi\ di mi-lizie parmens i c, !llodcnesi. F., che aveva. affidato il comando supremo i, Guido da l\lontefel tro, fu assediata nel 1273 e la difesa attiva del ,·alc:1te capitaJto costrinse gli assedianti ad allontanarsi. ::\fossero i' Forlivesi contro Bologna. ma furono respinti. I Guelfi i1ominarono loro cornancbntc :'I (a la lesta dc' J\Ia latesti <, 11el ) 275 la b:ittnglia al ponte d i San P,ocolo li vide in rotta. Due anni dopo. le milizi~ di F. sconfiggevano i fiorentini presso f'iYitella: nel !~SO venne conclusa la JJaCe. lI Assedio d i r,'or/ì (128 l -83). Fu posto alla cilt!, da i Guelfi, comandati da Giol'anni d'!\ppia, per ordine di papa _::\fartino IV. Una felice sortita dei Forlivesi, .guidati da Guido da .Hontefchro, costrinse i Guelfi alla r itirata : nel 1282, ricevu t i r inforzi di cavalieri francesi, tornarono a ll'assedio, dividendo l'Appiu in due gros.,i campi il suo eserc ito. 11 :'.fontefeltro usci dalla -.cilla e si portò ad assalire uno dei campi, quello della Rovere, sbaragliandone i difensori. Frattanto I':\ppia aveva mosso contro la città con le forze dell'alt ro camJlO, e vi era penet rato, trovandone le porte indifese.

Gli i\llli~n i cl i l' orll (lùnno ur <illlC

a Guiclo eia Nl on 11•re1tro cli rombat1e 1·c I i:1·anccs1 (.\frresco 11PI Palazzo Clelta l 'rOYlncm <Il Forlll

:\la, mentre i suoi soldati inizilvano il S'.lCChcggio, piombò in F . il Montefeltro con le s ue schiere vittoriose, e si app iccò una tremend~ zuffa, nella quale i Guelfi furono massacrati, e a sten to potè salva13i il loru capo . ./\farti.no IV non cedette; radunate JIUO\'e forze con gli aiuti delle città guelfe, le affidò di nuovo all'.\ppia, il quale occupò il contado fo1fr1esc e ~t rinse la città fortemen te <l'assed io. JJ Montefeltro, inferiore di forze, ne era uscito prendendo posizione a l\Celdola . L'.\ppia gli mosse contro, lo sconfisse, e solo allo.a la città si decise ad arrendersi al Papa, cui rimase soggetta sino al 1302, n el quale anno s i ribellò cacciando il lego to po1;r:ficio.

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Fon

scd io sostrnne F . nel 1347 per opera di u n legato del Papa, e cessò per il ritorno di f ranccsco Ordelaffi dal :,fczwgiorno (do,··c:a :inclato ad accompagnare Luiii di L'ngheria): i contendenti ,·ennero a patti e il legaro si ritirò.

V. .4ssedio di Forlì (1.357-S9). Appar tiene alla lotta dclia Chiesa pe r sottomettere la ghibtllina cittil. cent ro di resistenza in Romagna comro i Guelfi. l"n esercito ;Jontificio, guidato dal cardinale .\lbornoz, costituito con le milizie delle città guelfe, dopo di a\'Cr presa Ce!\ena mosse con tro Forlì. F rancesco Orrlclafli avcnt assoklatc !a compagnia di venLUra del conte Lando, ma il car dinale riuscì ad allontanarla corrompendola con dcne1ro: la città fu iin-estita. e resistette sino al 4 luglio 1359. .\llora l'Ordebffi si arrese, ot tenen do la. signoria di For limpopoli e Castrocaro, mentre F. passava sotto il domin io ddla Chiesa, e tornò agli Ordclafiì nel U76. YJ ..Jsscdio di Forlì (1406}. fu posto alla città dai Gue!fi, guidati dal cardinale Cossa (25 aprile) . I.a difesa durò s ino al 19 maggio: allora la città si arrese a co ndizioni d, rimanere libera col solo patto d i pagar tributo alla Chiesa. ]\fa l'anno successivo, con un impron-iso colpo di mano, il cardinale si installa\'a saldamente in città, cacciandone i r,hibellini. Nel 141 I Giortiio e Antonio Ordclaffi riuscivano, con 2000 u ., a r iprendere F. r itornandone padron i.

\'il. Rivolle di Forlì (l.J23 e 1433). Avvenne il 14 maggio, contro Lucrezia degli .\lidosi. tutrice del figliuoktto di Giorgio Ordelaffi. La rivolta fu appoggi:ua dai Visconti d i j\[ilru10, ciò c he d c-ter minò Firen7.e ad intervenire. p,•r il timore che i Visconti allargassero lu. loro signoria in Romagna. Le truppe del \·isconti, comandate da .\ngrlo Della P~rgola, occuparono Forlì. Le fioren tine. al comando <li Car lo ::\Jalatrsta, rnosscro verso la Romagna e, insiclllc con le alleate, assed ia rono P., ma abbe1ndonarono subito l'assedio per muovere su Zagonara. do\'e affrontate dal Della Pergola, furono sconfitte. ln seguito alla pace, F . passò alla Chiesa, ma nel 1-133 si ribellò nuornmen le, cacciò il lega to e r icb iaJnÒ un O rdelaffì, Antonio. I l papa in\'iÒ in R omagna un esercito, al comando di Francesco Sforza; F., assediata, si arrese il 24 luglio 1436. Due anni dopo Antonio O rddaffi r iuscì a riprendere F. e per due volte il Papa tentò ( 1440 e 1·141) di riprende rla, ITI:l invano.

III. Assedio cli Forlì ( 13 16). Fu posto al ln c ittà dallo spagnuolo Diego Ratto, Yicario di Roberto, re di ::--:a-poli, appoggi:Ho dai Malatesta. Il 28 maggio la città venne investila e si difese per due mesi, arrendendosi a buone cond izioni: il potere in città rimase agl i Ordelafiì, che l'a" evano dal princip io del secolo .

\'IH. A.rscdio di Forlì ( 1482). '.'Je! 1480 la cilla era tornata in potere della Chiesa, per opera di un esercito pontificio comandato dal duca d'Urbino, cui gli Ordelaffi. non oµposc ro resistenza. Girobmo Riario, n ipote del papa S isto }V, fu nominato vicario pontificio e prese po~se,;so dc!!a ciltà. Essendo partito per il :'.lczzogiorno, F. fu assediata (1482) da un esercito guida to da Antonio da ::\Iontcfeltro e Antonio Ordela.ffi. :,\,fa dopo van i at tacchi al le mura, gagliardamente d ifese, g li assedianti abbandonarono l'impresa.

IV. Assedio di Forlì (IJ3 1). Fu posto alla città dalle truppe papali de! cardin ale Bertrando del Poggetto, col concorso dei Gu elfi di tutta la Romagna . La città, inves tita nrll'aprile e d ifesa da F rancesco II Ordclaf-fi, r esistette sino a l n ovembre, quando scese a patti. ]\fa due anni dopo, e~,;endo stato il cardinale sconfitto sotto le mura di Ferrara, F . tornò a liberarsi dal dominio della ·Chiesa e riebbe come signore l'Ordelafiì. U n breve as-

IX. Ri;•o/ta di Forlì ( 1488). Scoppiò contro il Vicario, che iu assalito e ucciso nel suo pala1.zo. >la il caste llano della Rocca di Rava ldino non cedette, e insieme con Caterina Sforza, mog,lic dell' ucciso, la difese validamente. a.ncbe contro monsignor Savc!li, legato pontificio, il quale, dopo l'uccisione del R iario sosteneva che F. doveva tornare alla Chiesa. Il duca di Milano mandò soccor si a Caterina, e questo bastò perchè i par tig iani de l-


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Fon

I.a rocea <li navalct ino a Farli

la Chiesa fuggissero dalla città, di cui Caterina rimase .:sig11oro... X. Assedi-i della Rocca di Forll ( 1499- LSOO e 1503). 11 primo fu posto dal llorgia, impadronitosi della città in nome del Papa. Ca terina non volle cedere e si rinch iuse llella Rotea di Ravaldino il 17 rlicembrc 1499. Una grossa batteria aperse il fuoco e fece breccia, sì che ( 12 gennaio lSOOl le truppe <lei Borgia montarono all'as·salto e, sopra ffatti i d ifensori, s' impadronirono della Rocca, 111a11ùando Caterina prigioniera a Ro1na . Tre anni dopo. essendo ruorto Alessandro VI, padre na turale di Cesare JJ01·gia, gli Orclclaffì ne approfittarono - in assenza di Cesare medesimo - µc r assalire •C p rendere la città. La Rocca non volle arrendersi e fu a llora assediata. Ma l'assedio fu reso vano dall'interven to diret to di G iulio II, il qua-le mandò un esercito :agli ordini del duca d'Urbino a prendere possesso della R omagna in nome proprio. E il 7 a prile 1504 F., che ·g!i Ordelaffi abbandonarono clefmitivamente, divenne d iretto possesso de!Ja Chiesa.

XI. Combatti-m ento di Forlì (26 d icembre 1813). Appartiene all'invasione degli .\ustriaci in Halia. Un corpo di costoro, unito a un reparto inglese sbarcato alla foce -del Po, m1rciò su F., difesa eia 500 u. del 1" regg. stra ·niero, 100 del 53° fanter ia e ì6 gendarmi e lìnanzieri, ,çon due cannon i, appartenen ti all'Esercito d'Italia del vicerè Eugenio <li Beauharnais e comanda ti da i colon-· nel.li Arm,J ndi e Scotti. Queste truppe avevano scavalo una trincea sulla s trada di Ravenna, che fu attaccata e p resa dall'avanguardia alle,lla al comando del ten. col. •Gavenda, dopo breve lotta in cui i d ifensori ebbero un ,centinaio di caduti e a ltrettanti p rigion ieri. Pochi colpi di cannone con tro la porta di San Pietro bastarono per ,decidere i d ifensori a fuggire verso l3ologn a. Nel 1815 s i svolgeva presso F . la battaglia del Ronco, ·p~rdut,1 dalle truppe di ì\-fu rat contro gli Austriaci. E la cittit, salvo una breve ribellione ( 183 I) r imase a l ·.P apa s ino a l 1859. B rigata Forlì ( 43° e 44° fanteria). La sua origine nsale al 1859, a llo,-chè, con elernen ti vo iontari d'altre pro-,-inc ie, furono organizzati in Toscana i l 3° ed il 4° regg. <del II C. cl' A. dell'Italia Centrale che, nel giugno sue-

c-:.. ssivo, assunse il nome di 23,; e 24() regg. fanteria e costitt1irono la 13• brigata, al la quale, il 16 .settembre dello stesso anno, fu dato il nome cli «Forlì>>. Nel 1860

i due regg. assunsero i numeri d i 43 e 44 e furono in,;orpora t i nell'eserc ito sardo. Xel 1871, sciolte le brigate pern1ancn t!~ i due regg_ conservarono ll Ioro numero, al qua le fu aggiunta b. inrlicazionc d i Forlì. '.\Te! 1881 furono nuo\'a1uente riuniti in brigata.

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' ~ -~ ~ \-'/ M0,1 a;rlla cl(•lta brig·ata Fo rlì

I.a brigata partecipò alle seguen ti campagne : 1859, 1866. 1887 -33 , 189.5-96, I9 I 1- 12. Inviò in Cin a nel 1900 h 4' cp. de l 43°. Per la guerra italo-austriaca (1915 1918) il deposi to del 43" costi tuì il comando della brigata ::\·f orge ccl il 259° fan teria; il 44" costituì il 260° . Per tale campagna fu in izialmente sul Nl. Sabotino, poi a Plava; nel luglio occupò il costone di Zagora e nell'ottobre concorse alla conquista cli G lobna. Destinata sull'a ltopiano cl i Asia.go per l'offensiva austriaca del maggio 1916, si schierò il 9 giugno sul M. Lemerle, ove re·, istette tenacemente alla pressione nemica perdendo 47 ufficiali e 1308 gregari. Sferrata la con troffensiva italia11a, la brigala vi concorse brillantemente. Ne! maggio 1917 fu dest inata su l }I. San to, e il 20 agosto occupò important i posizion i nella zona d i Zagorje-Dol_ Ritirata a l P iave il 6 novembre, nel 1918 fu prima nelle Giudicarie, nella wna cl i Bezzecca; partecipò poscia alla battaglia di Vittorio Veneto, conquistando il M . Asolone e spinger.do,i fino a T elve d i Pozza, ove giunse il 4 novernbre.

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FOR

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La sua condotta in guerra meritò la concessione delle seguenti ricompense al valore: Al 43° regg., mcd. <l'argen to colla _seguente motivazione : « Ne l settore Plava-Zagora (medio . Iso11zo) in do~ dici mesi di continuate lotte, diede continue prove d i pertinacia. Su l M. Lemerle (Altopiano d i Asiago) seppe, con l'usato valore, arrestare e ricacciare il nemico, di forze superiori, riconquistando definitivamente posizioni già perdute » (maggio 1915-1916; 10-20 giugno 1916). Al 43° e 44°, med. d i bronzo coJ.la seguente motivazione: (( Per l'indomita tenacia, l'abnegazione e il valore onde sanguinosamente pugnarono sulle asprissime rupi del )f. Santo » (agosto 1917). In vir tù della legge 11 marzo 1926, il 10 ottobre d i detto anno la F orll assunse il numero di 13' brigata e fu costituita su tre reggimenti : 37°, 43° e 44°. Mostrine della brigata: fondo bianco, con due righe cobalto in senso orizzontale. Festa del 43° regg. 10 giugno, anniversario del combattimento a mon te Lemerle ; del 44°, 24 agosto, anniversario del combattimento di monte Santo.

ufficio fu dapprima alla dipendenza del Conunissaxiato n:Ìil. di Milano e successivamente (nel ma rzo 1918~ passò a lla dipendenza del R. Commissariato, dei Consumi. Il formaggio requis ito, fu, generalmente, quello denominato «grana», lodigiano e parmigiano, ne>rmalmente impiegato anche in pace. Tuttàvia n on si esclusero alt ri tipi talw10 dei quali fu acquistato all'estero. Apposite commissioni mil; procedevano a l collaudo, col concorso di elementi civili. La quantità del formaggio requisito, dal luglio 1916 al marzo 1918 (ossia durante il tempo che l'Uffic io di requisizione sopra indicato fu alla d ipendenza dell'amministrazione militare) fu d i quintali 619.827. Una limitata parte venne ceduta a pagamento diretto anche ad Enti civili. Nel periodo 1916-1917, allorchè presso le Grandi Unità si a vevano i parchi buoi, il la tte prodotio dalle vacche lattifere veniva giornalmente somministrato ad enti sanitari m ii., e, talvol ta, se ne traevano anche burro e for maggi freschi, in quantità però assai limitata.

Forlimpopoli (ant. Forum Popilii) . Città in prov. di Forlì, sull,L via Emi lia, fonda ta a,ll'epoca romana dal console Marco Popilio Lenate (171 a. C.). Ebhe a soffrire come le altre città vicine p er le incurs ioni barbariche. Grimoa l<lo re dei Longobardi la fece distruggere perchè fedele all'Esarcato d i Ravenna. Nel 997 fu restaurata da Scarpetta degli Ordelaffi. F ederico Barbarossa la fece saccheggiare dalle sue truppe durante l'assedio di Bologna ( 1166). Partecipò a lle lotte comuna li, quasi sempre unitamente a Forlì ghibellina, contro i Guelfi di Romagna , e generalmente seguì le sorti della città detta, di cui ami fu d ipendente. Nel 1354 fu assediata invano dal cardinale Albornoz, il quale r itentò con successo la prova nel Ù60, e dopo avet,la. presa la f ece radere a l s_uolo, abbandonando al saccheggio tulte le abitazioni. Le princi pali famiglie ricostr uirono la città, e nel 1379 Sinibaldo O rdclaffi ricostruì la rocca e le mura d i F ., con 7 torrioni ed altre (>pere militari. Nel 1436 il papa mru1dò contro !'Ordclaf1ì Francesco Sforza, che a ttaccò la rocca di F., e, dopo tre giorni d i v ivo bombardamento, la ebbe. Ma con gli aiuti del Piccinina, nel 1439, l'Ordelaffi, dopo 45 giorni d i assedio, la rip rese. Riavuta l'invest itura dal papa, F. fu dal suo signore rimessa in condizioni .di perfetta difesa, e le sue opere di fortificazione durarono fino a l p rincipio di questo secolo. Cesare Borgia nel 1500 en trò i n F. difesa dalle truppe di Caterin a Sforza. X e! 1504 ancora la ripresero gli Ordelaffi, ma per pochi mesi: quindi passò alla Chiesa e ne seguì le sorti insieme con Forlì e la Romagna.

Formazione. E' la costituzione organica d i u1ia determ inata unità. Per ciascuna arma, specialità e serviz io, esistono F . di pace e di guerra, previs te da appositi docu menti, dei qua li quelli che s i riferiscono alle F . di guerra hanno carattere di riser vatezza. Alcune truppe con compiti di copertura hanno presso tutti gli Stati F . di pace assai vicine a quelle d i guerra, al fine di potersi mobilitare ed esser pronte all' impiego in poche ore. P resso di noi sono in tali condizioni le truppe a lpine, i bersaglieri e la cavalleria. Per la maggior parte 'delle un ità, invece, le F . di pace ha.n no organici notevolmente inferiori a quelle di guerra, e queste hanno perciò necessità di tempo adeguato per completarsi e mobilitarsi. Esse quindi sono generalmente pronte a muovere qua lche giorno dopo le trup pe di copertura. Quanto p iù le F. d i pace si a vvicin ai10 a quelle d i guerra, tanto p iù è celere la mobilitazione dei corpi che 'g ià esistono. Le F. di pace sono in diretta dipendenza d ella forza bilanciata e del n umero complessivo delle W1 ità contemplate dall'ord inamen to dell'esercito. (V. Ordine) .

Formaggio. Il formaggio fa normalmente par te della razione norma le del solcla.to, quale genere di condimento. Può altresì essere impiega.to, in sostituzione di a ltri generi a limenta ri componen ti la razione stessa. Durante ' la grande guerra fu p rovvedu to a lla fornitura con acquisti dai privati: in un p rimo tcmpq mediante con tratti stip ula ti dalle direzioni di commissariato mii. territoria li, e s acressivamente con requisi;r,ioni, per la necessità sor ta di discip linarne l'approvvigion amento, stante la notevole forza. a lle armi e in vista del depauperamento del patrimonio zootecnico nazionale. A tal fine fu costituito un apposito ufficio, con l'incarico precipuo d i requ isire e spedire il forma ggio alle truppe. Detto

Forment.i (Giuseppe). Generale del scc. XIX. P ercorse la carriera nei carabinieri e nel 1860 divenne colonnello com.tn dante la 1' legione (Torino) . }Vfagg, generale nel 1866 fu addct!o a l comitato generale del!' Arma e nel 1869 venne co llocato a riposo. Formentini (Dant e). Generale, ·n . a Campagna, m. a Bergamo (1863-1926). Sotto!. di fanteria nel 1882, in -

segnò leggi polit iche e militari ·alla scuola di Modena e frequento la scuola di guerra . Colo1rnel lo n el 19 14, comandò il 21° regg. fan teria col quale en trò in guerra contro l'Austria divenendo poco dopo (agosto 1915) maggior generale comandante la !:,riga ta Pisa. F u poi addetto al tribunale supremo di guer ra e marina e passò in P. A. assumendo nel 1923 il grado d i generale d i divisione. Pubblicò alcuni studi, fra i qua li: « La Bains izza » e (( Vittorio Veneto».

Formerie. Comune nel dip. dell'Oise, in Francia. Durante la guerra fra nco-germanica ( 1870-71) dopo i combattimenti di Breteuil e di Mon td idier le trnppe francesi formatesi in Piccardia, s i erano raccolte intorno ad Amiens. Nell'ultima settimana dell'ottobre 1870 il comando della d ivis. d i cavaller ia sassone seppe che il

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nemico tendeva a occup are la ferrovia Amiens-Rouen, e cbc i! gel'I. Dourbaki avern assunto il comando delle forze francesi della Francia nord-occidentale. Il 25 ottobre una ricognizione di cavalleria tedesca segnalò numerose guardie mobili e ussari nemici p resso F. contro a cui fu ma nda to il gcn. Scnnft con 3 cp., 5 sqclr. e una btr. su 6 peui. Il 16 mattina un'avanguardia francese fu respinta su F. dalle punte tedesche, e poco dopo, supe ra ndo le vive resistenze avversarie e sotto la. protezione dell'artiglieria, i Tedeschi giunsero fin nella piazza dell'abitato. A questo p unto la. d ifesa. ebbe il r inforzo di 2 bgl. di guardie mobili, di fanteria di marina e d'artiglieria, ciò che indusse i Tedeschi a uscire dal villaggio per meglio poterlo battere coll'artiglieria, mentre una cp, doveva aggirarlo da est. Anche quì però si manifestarono nuove resistenze; allri r inforzi, accorrenti al cannone, già minacciavano la linea di ritirata tedesca. Fu allora. che il gcn. von Senfit decise di ripiegare e di rompere il contatto, ciò che fece, protetto dalla sua retroguardia che dovelle più volte contrattaccare per contenere r inseguimento nemico.

novra scomp igliò la flotta francese, c he fu sconfitta; 15 galee correvano sulla costa e venivano incendiate, e 54 prese dal Lauria: solo 18 navi genovesi riuscivano a scampare. 4000 u. rimasero uccisi e 560 prigionieri.

Formia (ant. Formiae Ma11111Trarum Urbs, poi Jfola di Gaeta} (V.}. Città in prov. di Roma, sul golfo di Gaeta. Fu antico e .fiorente municipio romano, Ebbe una colonia m ii. sotto il secondo triumvirato. Nel IX secolo fu presa. e distrutta dai Saraceni (856). Xel 1527 fu dernSt.lta dai Francesi.

Formiggìni (Carlo). Generale, n. nel 1863. Sottot. nel 1881, percorse la carriera in cavalleria nella quale divenne colonnello nel 1913. Comandò i lancieri d i M ilano e ne l 1915 andò in l '. A. Magg. generale nel 1917, nella riserva assunse nel 1923 il grado di generale di divisione.

For1c Vincenzo F ormicara. Località presso il comune di Alia (Palermo) in val di ;\lazzara. Nel 1300 vi si combattè una. sanguinosa ha ttagli;1 frn le truppe ang ioine, agli ordi11i del p r incipe d i Taranto, e quelle aragonesi comandate da Federico II, C'he vi riportò una segnalala. villoria. Xel 1335 un numeroso esercito di re Roberto di Xapoli, agli ordini dei conti Chiaromonte e Corogliano, vi portò la devastazione e I.1 rovina. Formiche. Scogli sulla costa mediterranea della Spagna nel golfo di Rosas, presso il capo di S. Sebastiano. Il 24 agosto 1258 vi avvenne una battaglia navale fra Aragonesi e Franr.esi. Il re Pietro d 'Aragona, essendo infast idito da una. flotta francese, con navi cli Pisa e Genova, comanclat,i dall'ammir. Guglielmo Lodève, chiamò dalla Sicilia l'ammir. Ruggiero di Lauria, il quale, portatosi a Barcellona con una flotta di 40 galee, e raccolte qu ivi a ltre 1 t n avi aragonesi, il 23 agosto s i appostò presso gli scogl i delle F . a ttendendovi la flotta francese, che comparve la mattina dopo. Ruggiero divise in due squadre le sue navi, e fece investire dalla prima la linea francese sul fianco, verso l'alto mare, mentre la seconda si ins inuò tra la costa e la linea stessa. L a ma-

Formidabile. Nave sussidiaria di 2• c lasse (cor• vetta corazzata}, costruita in Francia ed entrata in scr-, vizio nel 1862; Jw1ghezza m. 63, larghezza 14.44, disio-

camento tonn. 2660, macchine HP. 1080; armamento cannoni 2 da l.'i2, 4 da 149, 6 da 120, stato maggiore 13, equ ipaggio 257.

Formigine (antic. Formidine). Comune in prov. di Modena sulle fa lde delle colline p r~appP.nnini~hc. Già esistente nel X secolo, fu munito d i forte castello fin dal periodo comunale dai :Modenesi, che ne costituirono baluardo conllo i Reggiani, i quali sconfinavano spesso da quella parte. Il castello, munito <li quadrati e massicci torrioni, esiste tuttora. ~ei pressi di F. e precisamente nella località detta « Sanguineto », si svolse una cruenta battaglia tra Modenesi e Reggiani, i primi comandati da ~!anfrcdo Pio, ghibellino, i second i, guelfi (600 cavalli e 400 fanti} invia ti dal ca rdina le Bertrando del Pogget to a impadronirsi d i F.; questi u ltimi furono sconfitti (24 :i.prile 1330), rimanendo quasi tutti uccisi o prigionieri. Formig ny. Comune della Francia nel Calvados (Normandia). Duran te la guerra dei Cento anni, il 16 ap rile 1450 vi s i scontrarono l'esercito inglese al comando di sir. Tommaso Kyriel, forte di circa 6000 u. e quello francese, comandato dal conestabile di Richemont e dal conte di Clermont. Erano gli Inglesi disp osti presso F. in ottima posizione difensiva, quando f urono attaccati dagli scor ridori Francesi, comandati da Goffredo de Couvrans e da Gioachino Rouaumt i ttuali, rapidamente disimµegnatisi, ripiegarono per avvertire il loro grosso. Appena avvistato il nemico, gli Inglesi si schierarono in battaglia e per tre ore fu un continuo scaramucciare, mentre essi con daghe e sciabole scavava.no buche profonde e fossati, perchè i cavalieri nemici, attaccandoli, vi cadessero dentro; alle spalle la loro posizione era protetta da una folta vegetazione arborea e dal piccolo r io Formigny. Intan to giunse al campo francese il conestabile d i Richemont, con circa 300 1:i.ncie e 800 arceri, e i Francesi impegnarono ben presto l'azione. In primo tempo i 1S00 arceri che a,·evano iniziato l'attacco delle posizioni inglesi si trovarono a mal partito; inttrvenute però trup pe fresche, un corpo di


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circa 1000 cavalieri inglesi fuggì verso Bayeux, mentre il r imanente, con sir. Tomaso Kyriel, r ip iegava sull'ab itato cli li . Avanzarono a llora i Francesi, e con doppio movimento avvolgente prima ruppero la sr. avversaria,

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l'armistizio e firmata la pace, il Giappone, a cui ne era stato riconoscimo il possesso, ne stabilì l'esect>zione. A F .. vivo era nell'elemento di raz1~1. cinese, il fennento contro i! trattato, e le popolazjoni si prepara vano a Ha resistenza, con forze rilevanti, for mate da truppe isolane e da r egolari cinesi, noti sotto il nome di « Bandiere nere l> . La speclizio'\e fu affidata . al maresciallo pr in cipe Kitashirakava., col corpo della gt,ardia imperia le giapponese. con1andato da-I gen . T akash irna (S regg. f an teria 2 regg. ar t., servizi) . La flotta concorreva alle operaz ioni. Il 23 marzo l'azione contro le Pesca<lores aveva princip io e, dopo breve scontro coi d ifensori cli :\fakung, centro principale dell' isola di l'ongu, la p rincipale del gruppo, il giorno 25 era vittoriosamente portata a compimento. !manto ia guard ia imperiale sbarcava a. F. occupava i port i d i J-(elung e T amsu i e, vivamente battagliando co,1 i ribelli, si impa droniva cli Tai-pei e delle vicine borgate cli Ba nca e Twatll! ia l:-tabikndovi le prop rie basi di ope razione. l 'roccdendo poi vit toriosamente verso il Nord, giungeva nell'agosto 1895 sotto Taiwan dove si erano riun iti gli insorti, in più cli 80.000, con molta artiglieria, ot t imamen te s it uati su fortissima posi,,ionc trincerata a cui serviva d i fossato il largo e profondo letto ciel Tatoki. I Giapponesi, giudicando difficile l'attacco frontale, cleci~ero di aggirare. la posizione valendosi di un guado incustodito; valicato il fiume con parte del!e loro forze al mattino del 29 agosto 1895, dopo breve 111a accanito combattimento, costringevano il nc:11ico alla iuga . Con questa azione, tutta la parte nord dell'isola e ra conquistata; ri.rna11eva in potere degli i n sort i la parte meridionale, colla sua capita!c, la Vecchia Ta iwan. A questo scopo, scartaUi un'azione <liretta per terra, si predispose un nuovo sba.rco presso il centro d i resistenza ciel ncm iço, sb:1r-:o che venne effettualo a N anK iang e a Takow dalla clivis. d i riserva della gua r d ia imperia:e, che si era frattanto riunita a Pongu ne lle Pesca<lores. Il 21 novembre i Giapponesi attaccavano su tre colonne i r ibelli, c,,nccntra li nelle vicinanze paludose della Vecch ia Taiwan, e li rnèt tevano in rotta, completando cosi la couquista . D u rante lo svolgimento della campagna moriva cli febbre malarica il maresciallo K itash irakava, comandante su premo della spedizione. 1

poi sbaragliarono la dr., costringendo lo stesso Kyriel ad arrendersi con circa 1300 u. In segui to a questa battagl ia l'intera Normandia fu liberata dagli Inglesi.

'F ormosa (Isola di). Nel mare della C ina, sulla co·s ta su<l orientale <lc ll' Asia, da cui è separ ata dallo stret.to di Fo-Kien, domina di qui tulle le vie del l'Estremo Oriente e ha u na impor tanza mii. di primissimo ord ine; superf. 34.5S0 kmq., popo l. 3.300.000 ab. di razza malese. lviontuosa al cen t ro, la percorrono tre c,uene para11ele cli natura vulcanica. F. fu visitata per la prima volta. nel l 590 dagli Spagnuoli e poi dai Portoghesi; nel 1622 gli O landesi si impa droni rono delle vicine isolette -d i Pong-I-Tu e ne l 1642 si s tabilirono a Taiw an, capitale dell'isola, donde però nel 1662 fu rono cacciati. Nel 1683 l'occupar0no i Cinesi, i quali vi restarono nonostante l'ostilità degli abitanti che si ribella rono nel l 788, nel 1832 e nel 1833. Nel 1874 vi sbarcarono i Giapponesi al comando del gen . Sa igo, per punire atti di p irateria, ma vi restarono brevemente. Il 6 agosto 1884 vi giunsero i F rancesi, iniziando con quest'alto e senza p,evia. d ichiarazione di guerra le ostilitit contro la. C ina (V. Franco-Cinese, guerra) a cui la rest ituirono a pace conclusa; dal 1895 .F. a ppar tiene al G iappone.

I. Presa del forte Zela.tula. G li Olandesi, che lino dal 1642 avevano occupata l' isola, nel 1662 giit vi avevano stabilito una fiorente colonia, quando il capo pirata CenCing-Kong, catturato di sorpresa il governatore Hambroeck, lo mandò ad intimare la resa <lei forte di Zelanda, vincolandolo con giuramento a ritornare ove non fosse riusc ito ; se non avesse mantenuto l'impegno gli altri p1igionieri olandesi che erano nelle sue ma n i, saTebhero stati uccisi. E n trato nel forte, l'Hambroeck esortò ia guarnigione a r esistere, affe rmand o che, dinanz i a una resistenza tenace, il pirata avrebbe finito col Tinunciar~ a i suoi dis,:gni ; ritornato che fu al nemico, la gu arnigione oppose una energica difesa, nonostante la ·quale però la piazza finì col cadere nelle mani dei Ci11csi e gli Olandesi dovet tero abbandonare l'isola . II. Conquista di Formosa e delle Pescado·res. Fu decisa dai Giapponesi nel marzo clel 1895, dopo la conq uista -di Port- Arthur e d i Whei-ha i-w hei. Avvenuto

·Fornari (Pietrn). Amm iraglio, n. a V iga!to (Panna) nel 1847, emr ato in servizio nel 1863, collocato in P. A. nel 1902, promosso con tra rnmir. nella Riserva nel 190.S, colloca to a riposo nel 1911 . F ece la campagna di guerr a del 1866. Fornaseri (Angelo). G enerale, n . a Cuneo nel 185 7. Sottor. ri i fanteria nel 1878, nel 1882 passò negli alpini, del quale corpo d ivenne colonnello comandan te il 6° r egg. n el 19 10 . In P . A, nel 1914, fu p romosso brigad iere generale nel 1919 e nel t 92.ì assunse nella riser va il grado d i gener ale di brigata . Forneris (.L11igi). Generale, n. nel 1862, Sottot. d i fanteria nel 1882, divenne colonnel lo nel 1915 ed entr ò in guerra contro l' Austria al comando <le! 28° regg. fanteria . In P. A. nel 1916, fu promosso magg. genera le alla fme del 1917. Collocalo nella r iserva nel 1919, nel 1923 assunse il grado di generale d i divisione. Forni (conte Luigi). Generale austriaco, e scrit tore,

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n . e 111. a Modena (1806-1877). Proveniente d alla cavalleria, passò nel 1848 al seryizio di F rancesco l V di J.\.fodena . R aggiunse il gra.do di generale e maggiordomo maggiore <lei duca Francesco V. Pubblicò nel 1848 uno st udio sui confin i mii. dell'Ungheria e, con Cesare Camµo ri, s crisse un'opera storica: « :Modena. a. tre epoche )J.

Lu igi Olil'o, e Del l\.fonego, sha.rrarono i l passo di Mezzocanale a circa 3000 Austriaci, condotti da.I maresciallo Sturmer. I Zolclani deposero soltanto le armi quando fu occupato t utto il Cadore, ma la maggior parte di essi accorsero a. d ifendere Venezia. L a fierezza dei Zoldani si manifestò anche durante la. grande b'llerra, quando quella ~alle fu invasa. dalle trappe austro-tedesche, sulla fine d'ottobre del 1917. /\Ila bandiera del municipio d i F. fu a5segna ta da l Governo italiano la med. d'oro di bentmerenza pa.triottica, « in ricompensa delle azioni patr iottiche dei suoi abitanti nel periodo del Rismgimentc Nazionale ii .

Fornimenti. Prendono questo nome quelle par ti del l'arma da fuoco porta ti le che collegano la r.:anna alla cassa e r iparano il legno nei punt i pii, esposti a guastarsi per gli urti che può r icevere. Sono F . del fuci le e moschetto moderni : il bocchino, le fascette, le mollette delle fascette, il guardamano, il calciolo, ecc. Fomo militare. Alla. fornitura. del pane occorrente a l)<ella spada, sono F. l'elsa, la guardia, e controgua rclia, , la truppa, l'amministrazione mii. provvede d irettamente l'im p ug,1atura, il pomo. mediante appositi stabilimen ti situa ti nei presidi pili importan ti; in (Juclli minori i l r ifornimento d el pane è Forniture militari. Tut to quan to occorre per il fatto dai pan ifici mi!. vicinior i; dove per la d istanza non sodd isfacimento degli svariati bisogni dell'eserci to, conriesce conven iente ta le forma. di r ifornimento s i provsiderato nei componenti e come organismo (alimentavede con fornitura locale . zione, vcstiru-io ed cqu ipaggia1uentol materiali e mezI F. per la cottura del pane di cui dispone l'amm iz i di carattere pa rticolare alle funzioni çhe debbono essere esplicate, dotaz ioni belliche, ecc.), viene assicurato mediante le così dette F . M., sempre quando l'ammin istrazione non ritenga opport uno per speciali necessità d i provvedervi con meui propri. Le F. sono eseguite sotto l'osservanza della legge per l'amministrazione e la contabili tà genera le de llo Stato. Vi si p rovvede med ian te contratti stipulai i in seguito ad a sta pubblirn, a liciLazione ed a. trattativa privata oppure in pa rticolar i rnsi con la forma così ck:1,1 ad economia, senza cioè forma lità contra ttual i. Alle F . provvedono il Mi nistero Fora i 1rasportab lll wetss della. Guerra, o gli enti periferici dei si ngoli servizi, o anche i corpi e r ipart i sulla base di disposizioni mininistrazione mii. sono a riscaldamento dir etto cd aeroet~ria li d i massima o im parti te · cli volta in vo lta. in retenni; dati i grand i va ntaggi cli questi ultim i (maggior lazione a i bisogni da soddisfare. rendimento, prodotto migliore, economia di tempo e di G li acquisti s i riferiscono a merce nazion ale o di imcom bustibile, ecc) l'uso ne ~ ormai largamen te esteso. portazione; spèciali disposizioni fissano per ò i casi ed Tanto gli uni quanto gli a ltri possono essere in murai limi ti di p referenza d a dare alle merci di produzione n azionale. Le F . possono esplicarsi o sotto la forma dell'appa lto di un determ ina to servizio o d i pane cl i esso per un determinato periodo di tempo, oppu1·c sott.o quelli della semplice somministrazione del genere una. volta. ta.mo, s ia pure con parziali consegne. Forno (Monte) . Sull'altip iano dei Sette Comun i, a sud dell'Ortigara. (111. 19 l2). Durante la nostra offen siva dd g iugno 1917, per la r iconquista dell'Ortigara, e ,fol crinale montano che divide h Val Brenta dall'altipiano, f u occL1pato con un bcll'assalto della 29" divis ione, ma. poi subito rip erduto, n è più r ip reso. Forno cli Zoldo. Comune in prov. di .Belluno, nell'alta valle ciel J'vfae. Impor tan te nodo stra da.le del Cadore perchè -~,. i c;on vergo no sentieri e mulatlie.re che n1ct tono in

comunicazione questa valle con quelle del Corclevolc e ckl Boite . Fu già_ da an tich i temp i un capitanato del Bell unese, f edelissimo alla propria capitale regiona.le in ogni even to di guerr a . Nel 1848 vi si costituì un co n1irn.t<> fr1surrt.ziona.lc~ che organizzò la resistenza e difesa de lla valla ta, d 'accordo con P ietro Fortunato Calvi. P iù volte i Zoldani rigettarono gli /\ustr iaci nei primi giornj <lei maggio. Allora 24 noti cacc iatori di F ., imboscatisi nelle cime d i Colleghe, t rattennero ed obblig;irnn o alla r iti rata 1000 austr iaci. II 27 dello stesso mese ~irca. 400 fra. Zoldani ed Agordi ni, capitanati da P ellegr ino Pellegrini e dai sacerdoti J.\lar zar i Angelo,

cot.t ura , 1c1 pane nei forni militari tu ra, in ferro oppu re in 'm uratura ed in ferro. L a capacità de i forn i comuni m ilitari in m uratura varia da 300 a 450 razion i; essi possono cons idera rsi ormai aboliti, perchè sostituiti dagli aer otermi. Dei F . fissi aeroter mi l'amministrazione mi!., dopo averne SJJcrimentatovari t ipi quali il W ieghost, il Papa, il Canclelo, i l Vir-"


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· gili, il Reali (adottato dalla R. Marina in alcune località), ha. d ato la p referenza al forno Telescocar, già usato presso l'esercito austro-ungarico. E ' questo un F . in muratura ed in ferro, a riscaldamento indiretto, con due p ia ttaforme 111etalliche, rettangolari che possono estrarsi e che corrispondono a due camere di cottura messe l'una. sull'altra ; con,ente di esegu ire praticamente 20 fornate nelle 24 ore, con una produzione giornaliera di circa 15.000 pagnotte da gr. 350 ciascuna. E' adatto anche per la fabbricazione della galletta . Per la panificazione in campagna, panificazione che riveste carattere della maggiore importanza per la necessità di effettuarla a non grande distanza dalle truppe onde assicurare la buona conservazione del pane, l'am-

Fo r·no scompon ibile e ,somegg-lall ile vVOl•ss: ·t, semlcllindro super iore; 2,

semicilinclr·o inferiore; 3, focolare ; 4 , carnera d i volta con tubi da fiamma e da fuoco; 5, camera d i prlma cotura ; 6, carnera dl seconda coltur a ; 7, crunora ,1a turno ; 8, fumaiolo; o, cassetta della cenere .

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mattoni o· su rialzi di pietre o di ter ra ba ttuta. La. parte anteriore è costituita da due lamie re incl1ioda te .J' una s u l'altra, e Ja pa rte posteriore da una lamiera d i forma semiellitt ica nella quale vi sono d ue aperture trapezojda li pel passaggio del fumo; vi sono inoltre il fuma iolo, il c hiusino, ,ecc. ed ogn i forno ha una madia. l i somegg ia to è sim ile al carreggiato, tranne qu alche variante, quali la più piccola dimensione dei voltini, la la miera esterna liscia anzichè ondulata, lo strato d i amia nto ~ornc coibente fra le lamiere dei voltini, ecc. L a produzione giornaliera è p raticamente di 600 razioni d a gr. 700; quella de l forno carreggiato è di 1500. Il F. cbc ha grandemente faci litato la panificazione in campagna è il rotabile Weiss, che nell'ultimo anno d eila guerra fu reso autotrainato. Della for ma di un cilindro, mon ta to su ruote, capace di raggiungere una ,·clocità d i 10 km. all'ora , è a produzione continua e consente di ot tenere p raticamen te oltre 2000 razioni nelle 24 ore; altro importante vantaggio è quello cli poter funzionare nelle immedia te v icinanze della t ruppa, cioè n ella stessa zona d i prima linea. Il F. è composto da1l'appareccl, io di riscaldamen to, da!Ie parti inerenti alla cottura e dalle p ar ti esterne; il ca rro comprende l'avai1treno per l'attacco e un retrotreno su cu i poggia il forno. Sono da ricordare inoltre i così detti F . di çircostan-' za, che sono improvvisati in caso di necessità e costruiti a lla meglio in varie forme a seconda dei mezz i d isponibili : con pietre a muro secco, con una mcz1.a botte, a cono per mezzo di sta.r.gl1e o rami di legna, ccc. Fomo Uvlarina). Le grandi nav i da guerra hanno un impianto completo di pru1ettcria con F ., madie, ecc. L'impif,nto de i F. a bordo ba incontralo gravi d ifficoltà a causa dei movimen ti delle navi. I primi erano a tubi d'acqua cald a e presc:llavano gravi pericoli d'infor tunio, perchè il vapor d'acqua vi raggiungeva pressioni altissime, sino a 400 at mosfere, determ inando ta lvolta lo scoppio dei tubi, come av,-enne s ulla R. Nave Ruggiero di Lauria. Oggi però, s'impiantano F . elettrici che evitano il pericolo d'infor tuni e presentano notevoli vantaggi igien ici. L'ambiente fisico non viene alterato, perchè manca l'irradiazione diretta. della combust ione. L 'aria n0n suhiste alcuna viziazione per l'assenza d i gas della combustione, di pulviscolo e d i ceneri. La ternpe· ratura della cat~cra di cottura s i regola. con la massima facilitò . Ogn i sezione si può metter in ser vizio indipendentemen te da l!c altre. Infine, la cottura del pane richiede un personale meno numeroso dei comu ni' s istemi.

Fornovo di Tal'O (an t. Fomm Nov anormu.) . Comu ne in prov. d i Parma. sulla d r. del T aro. ministraz1one mii. d ispone d i F. così detti mobili o metallic i, cbe sono scomponibili, e locomobili o _ rotabili. Dei primi, sen;:a parlare del mod. 1893 (Rossi) ormai abolito perchè comp licato per i numerosi pezzi di cui era costituito e per le difficoltà che .presentava per l'imp ian to, sono adottati i due tipi carregg ialo e someggiato del mod. 1897. Il carreggiato è stato trasformato i n questi u ltimi tempi a riscaldamento indiretto, cioè in aerotermo. E' composto da quattro vol tini d i lamiera ondula ta, con chiavarde di connettitura perfettamente eguali, che, quando il forno è montato, sono legati fra loro da ferri ad U e che appoggiano su due file d i

Batta.glia di Fornovo (6 luglio 1495). Appartiene alla spedizione d i Carlo VIII in Italia. Firmata la Lega tra Venezia, il Papa, }.filano, la Spagna, l'Impero, Carlo VIII, pa.rtito dal Napoletano, si dire:sse verso ·1a F rancia. La. sera d el 5 luglio marciava verso F ., preceduto da u na avangua rdia, fo rte di 160 a rcieri francesi, 800 ,vizzeri, e qualche pezzo legge1·0 d'artiglieria. Quest'avanguai·dia si urlò con un corpo di stradio tti di Venezia; le informazioni d_ate d agli stessi a l comandante degli alleati, Gianfrancesco Gonzaga, furono così esagerate sulle forze di Carlo VIII , che lo indussero a. d ilazionare il combattimen to. Carlo VIII ne a pprofittò per dc,mandare ìibero il passo a lle sue truppe. Egli non

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f orni da campo italiani (Guerra 1915-19 18) a.vcva che ci rca 9.000 u. con 64 pezzi, di c ui 14 di grosso ca libro, mentre gli allea ti disponevano d i 2 .S00 uomin i d'annc, circa 10 .000 cavalier i, 8.000 fan ti, e 2000 stradiotti. Coi F rancesi erano anche capitani italiani, ira. i ~1uali Gian G iacomo Trivu lzio, che aveva consiglia to Carlo VIII di lasciare i carriaggi senza guardia, onde invogl ia re la cupidigia dei soldat i, specie stradiotti,

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getta rs i su d i essi. Alla domanda di Carlo VIII il ma rchese Gonzaga. di :Mantova rispose negati vamente : egli a veva collocato gli accampamenti s ulla r iva dr. del fiume, organ izzando a difesa con trinceramenti l'alto ,·della valle e !a s ponda. opposta . Gli a llea ti volevano co:i.

prire d irettamente la strada d i Par ma, e battere di fian• co i Francesi · su l centro, parte della cavalleria leggera, passato il fiume, doveva attaccare d i fianco il grosso nemico per tenerlo impegnato; sulla dr. 400 u. d'arme e 2.000 fant i, doveva.no a ttacr.are l'avanguardia, sostenuti da a ltri 200 u. d'arme in riserva sulla dr. del fiume; sulla sr., dove il Gonzaga voleva fare lo sforw maggiore, era.n o 600 u. d'ar me, 5.000 fan ti, e parte degli stradiotti, per attacca.re da tergo i Francesi; i nfine furono la.sc iati a. guard ia del campo 2 sqdr. d i gendarmi e J 000 fanti, e i r imanenti stradiotti furono incaricati di passare il fiume cd impad ron irsi del carreggio francese. La p ioggia, torrenziale caduta nella notte, e continuata nel matt ino, aveva ingrossato il Taro, rendendone dirfficile il guado; ad ogni modo la battaglia. fu in iziata dal Go nzaga con veemenza, e l'azione p rin cipale dapprima s i svolse contro la retroguard ia francese. Carlo VIII vi accorse in persona colle riser ve, e cercò d i farvi a ffuire ie artiglierie e le d iverse colonne. Il ri tardo n ell'in terven to delle r iser ve alleate, deficienza d'ordini, d ifficoltà d i passagg io del fiu me, resero impossibile il colpo decisirn. G li stradiotti, manda ti ad assaltare il carreggio, ricco d'ogni bene, in cominciarono a svaligiare gli equ ipaggi invece d i concor rere a l combattimento; i cavalleggeri, per contagio, fecero altrettanto, mancando d: tenere impegnato il centro nemico. Ne venne immenso disordine, conver tito a lla. fine in panico e fuga generale. Allora la cavalleria della guard ia. francese a· briglia sciolta car icò gli alleati in d iso rdiue. E d i Francesi a vrebbero ottenuta completa vittoria, se avessero ascol· ta to i consigli del T rivulzio, d i Ca millo Vitelli e Francesco Secco, che sollecitavano il re ad attaccare su tu tta la linea vigorosamente. Ma i comandanti francesi,


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preoccupati dnlla superiorità delle forze alleate, abbamalmenali dalla lotta, dal tempo pessimo, sconsigliarono l'operazione. Dal canto loro i collegati, incitati dal conte di P itigliano, ripresero ard ire, respinsero con energia gli attacchi dei Francesi, i quali, soddisfatti di avere evitato una sconfitta che sarebbe stata d isastrosa, facilmente si disimpegnarono dal combattimento. Gli alleati perdettero in q uesta giornata ci rca 3.500 u. e fra questi oltre lo zio del marchese di ;\lantova, Ranuccio Farnese, Giovanni Piccinina, Galeazzo da Correggio, R oberto Strozzi. Alessandro Bcroaldi, llernardino di ;\[ontone. cd altri. I Francesi pare non abbiano perduto che un migliaio d'uomini. Nel di seguente, Carlo VIII, temendo un inseguirnento, avviò trattative di pace coi capi degli alleati. :'Ifa, sia per le reciproche diffidenze, che per la difficoltà delle relazioni ca ueale cl.il T aro . in piena, non fu possibile un accordo. E Carlo VIII, nella notte dal 7 all'S luglio. fatto levare segre tamente il ca mpo, lasciando i fuochi accesi per ingannare il nemico, mosse \'erso Fidenza, onde proseguire la marcia sulla via Em ilia, dove aveva fatto avanzare le ,almerie. Solo a giorno fatto gli alleati s'accorsero della sparizione dell'esercito rranccse, e pensarono all 'inseguimento. :\fa il Taro l'impedì, e solo a sera 200 cavaliel'i italiani col Ga iazzo, uniti a Piacenza a truppe tedesche, poterono molestare in coda l'esercito del re Carlo.

s1a11Za

792 sce che esse fanno più vittime del ferro e del fuoco nemico: egli cita. fr:i. le pii1 comuni la diss<'nteria, lo scorbuto, le malattie ve11erce.

Forte. Opera di limitata estensione, raccbiudcate net suo inte rno soll~nto costruzio11 i milit.u-i, è costruit a per-

Forte <li tipo tedesco

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Forsbery. Sistema di caricamento multiplo per armi da fuoco porlalili, inventato dal meccanico Forsbcry nel !Si9, cd adotta to ncl l"ese rcilo degli Stati Uniti d'Ame•

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Forte di t lpo francese

rirn. Aveva il vantaggio che il caricatore contenente ci1ca 9 cartucrie, pcte,·a essere att3ccato esternamente all'arma al momento del bisogno. La d isposizione delle cartuccie ne l ca ricatoio era fatta a ventaglio.

Forre d i tipo Jielg·11 • I

Fors ith (. !lessa,ulro). Arma iuolo scozzese del XVIII e XIX stcolo. Nd 1807 ottenne in Inghilterra il brevetto d'invenzione per una piastra o cartella a percussione, la quale era una specie d i magazzino che permetteva di sparare 40 colpi uno dietro l'altro. Però, come altri sisremi del gen!'re, non divenne di uso generale per i pericoli che presentava, e principale fra questi, che l'accensione della prima pillola fulminante provocava sovente l'accensione di tutte le altre che erano nel ma• gazzin o. Questo sis tema venne, in tempi passati, attribuito crronearnen!e all'americano Fe rgusson.

Fort (Remy) . M edico del sec. XVII, francese, autore di w1 libro sulle malallie del soldato, nel quale ricono-

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Fortr clf tipo austriaco

guardare un passo od un.i località, oppure come elemento costitu ente d i una pia2za a forti s taccati, di un campo trincerato o di una regione fortificata.


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F OR

Forte. X elle colonie, specialmente inglesi e francesi d el :-S1ord America, s i ch iamavano cos ì i luoghi fort ifi cati dove, in ca.so d i tniHaccie da par te delle popolazioni indigene, si r iunivano i coloni delle zone circosta nti. Constava no d i opere in ter ra e t ronch i d 'albero, talvolta m u nite d i qualche cannone. S pesso si lim itavano a una cinta di tronchi d'alberi, preceduta da un fossato, nella quale ernno praticate feritoie.

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Fort

Forteguerri (Bartolomeo). Generale d i marina napoletano e sc r itt or e n1il., n. a P istoia , m . a Xapoli ( 17511809). I niziò la sua rar:·ier& nella. marina. toscana, ~ prese parte a var ie campagne nel :Mediterraneo contro i p irat i. F ece ser vizio s u navi inglesi, po i passò su n avi da guerra fra ncesi ( 1778) e combattè contro l'Inghilterra. Rientrato carico d'onori nella marina toscana, passò nel l 734 in quella n apo leta na, divenendovi comandante generale ( 1795). P a n ccipò allora alla lotta con tro la Francia r epubblicana. insieme con gli Inglesi, e seguì il re in Sicilia, dO\·e coprì negli ultimi anni la carica di m inistro della guerra e marina. Fra i suoi scritti i, u na « .Proposta d i ca m pagna. marittima" · Fortezza. Chiamasi così una fortificazione d i solito a semplice cim a cont inua, con opere add i1.ionali aderenti od avanza te. :\ lcun i la fanno si nonimo di P1'azza

torH· anw1·1rnno nell'interno cleglì :otatl l'Hili

(,e<-. XVIII-XIX)

F orte. Cosi chiamato i l t ra tto d i lama, cl i spada o sciabola, il quaie parte dal codolo e va per un terzo ,·e rso la p unta.

Forte V,-nce11zo. :Med aglia. d'oro, na to a Spezzano A lbanese nel 1886. Congedatosi dopo il serd1.io di lc,·a col grado di caporale, fu r ichiamato alle armi affatto della mobilitazio ne pe r la guerra contro l' .-\ ustr ia . Si mostrò in ogni occasione un gradu~ to valoroso ed intelligente, fino a quando, nel combat1imento su! monte Valbella del giorno di Xatale del 19 17, ,·en ne gra,·cmentc ferito ad en tram bi gli ar t i inferiori. R imase tu tta da sul campo ancora due giorni, sottraendosi con al,ile accorgimento alla callura per p"nc dcll'av,·ersario. R .•cco lto a lfine da l nem ko e tr aspor ta to in un ospedale, vi subì l'amputazione delle due gambe, e sopranisse a lla gr:wissima operazione cd ai disagi della prigionia. ternando in Italia. Ecco la mot ivazione di medaglia. c1·oro: « Graduato intelligente ed ardimentoso. comandò con rerizia !a propria squadra durante un violento contr3Lt:iccv 11,!mico. Sl'bb<'nc feri to a l graccio dest ro rim ase a l µosto di combat t imento. incitando coll·esemrio e con la parola i propri dipendenti, alla testa dei qu:i.li affrontò poi, corµo a corpo, l'aHcrsar io. ferito uu:i. ~econ<la \'Olta ad entraml,e le gambe, squarciate rl:i una honthct et mano, si oppose ron ogni meao ad cs~re catturato e ron sublime eroismo , i riusri. )Ia, dis~rnguJ.to ed c,;au~to, dopo due g iorn i di inaud ite sofferenze, venne ria l nemico raccol to e trat to in prigionia, O\'C subì i'amputazione di ambedue gli arti» (Monte \ ·albclla, 25 dicembre ·1 i).

Fortebraooi (Nicolò). Condott iero, n ipo te di Braccio eia .\ Iontonc, s ignore d i l'er ugia; comba ttè a \·01terra insorta contro Firenze e la. sottomi,;e ( 1-129); tentò invano la stessa cosa con tro Lucra. X el 1-133 i1wase lo Staio pont ificio e conquistò · Tivoli. ;,fo rl a Ca1Jod imolltt nel 1435 in seguito a ierita, lasciando il comando a ~ icco!ò P iccinino. Forteguerra. Eroi n.i. di Siena del sccok, XVI. ))uran le l'assed io della sua. città da. pa rte di Cosimo dc )fedici, con l'aiuco della Piccolomin i e di Livia. F austa, organizzò ben 3000 donne e le diresse nei lavo r i d'afforzamento mentre g li uomini com batte va no. E sempio di ,·irtù militare e patriot!ica, che r ese quelle mura inaccessibili agli assedianti.

Jorle (\'.).

Coma.ndo d-i f ort ezza. I coman di d i F, ca piluogo d i clivis. ter ri to riale sono rett i da llo stesso coma ndante titolare. L e f. di \ enczia. Spc.tia, :.fadda!ena, Pola e Taran to, dircndono dalle autorità_ m arittime ivi r esiden t i. II coma ndo delle a ltre F . è tenuto norm almen te <lai comandante de l presidio . .\lcuni forti però hanno un comandante speciale. Le attribuzioni dei comandanti di F. e del perscua le addetto sono definite dal R egolam ento delle l'. i,1 tempo d i pace.

Fortificare. ) Iunire di opere d i fortificazione, r iparare, afforzare una local iti,, u na. regione, un corpo di truppe. - Forti ficarsi s ign ifica. munirsi, r ipararsi con oµcrc di fortificazione, con difese d i qualsiasi specie, con armi, in qualche sito. Fortificazione. E' quel r:imo dell'arte m ii. che insegna ad aumentare, mediante appropriati lavori o con apposite costruzioni, il valore naturale delle posizion i, al doppio fine d i favorire l'azione dèlle t ruppe e l'efficacia delle armi impicga!e e <li pronederc alla conser,·azione di tutti i meui di difesa. (uomini, armi, mater ia li, mu ni?.ioni e viveri) sia mentre si p rcpani. l'azione, sia durante i'azionc. Le: costruzion i consigliate dalla F. prendono i! nome di fonificazioni, opere fortificatorie, od anche ,,·mplicrmcnl(: di opere, qua ndo il discorso \'Olgc su argOmtn ti 1uiiit :1.1 i _ Ln. F. insegna inoltre i 1110di di attacc.1:c (F. ojJe111fr·'I) e difendere (F. difr11si.·a} un·opera I l valot·e di una l'. d ipende dalla bo11 t!t della pos i7.ionc e d a q,1clla delle 01x·rc che ,·i si elevano, ossia è la ri~uhante del valore naturale e de! ,·alorc artificiale della posizion.: ~tessa; quindi, in ge11era!c, non con vienefo rt ificar e u na posiz ione chè non sia forte naturahnente. Lo scopo che si vuol raggiungere nel fortificare una po~izione può essere or ~·rn ico. logistico o tattico. L o scop o è o rganico, qua ndo la posiz ione è un µ unto strategico permanente, ossi,l intere~sa la difesa. generale dello Stato. È· logistico quando si tratta di un punto strategico eve1ttu:ile, ossia d i un p unt o che rigua rda la difesa di un ck tcrlJl inato teatro d i operazion i ; deve in questo caso fa,•orire lo stare ed il rnu o,·ersi delle truppe. E' tattic<> allorchè l'i111por1 anza d ella posizione si" m an ifesta solo all'a tto in cui avviene, o s i p revede chedebba i, vvcnire, i'urto fra. i belligeranti, ossia a llorcbè si tratta ò i un punto tattko. Qualunque sia lo scopo d i un a F., QltCSta deve essere st udfata nelle sue form e in


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modo che soddisfi alle esigenze tattiche, poichè, quando essa entra in azione, deve fayoi-ire il combattimento a chi la orcupa. Una F. eretta a scopo organico soddisfa pure allo scopo logistico quando le operazioni di guerra s i svolgono nel teatro in cui essa è collocata. L'e11 tità di un'opera fortificatoria dipende: 1°, dall'importanza dello scopo che si vuole con essa raggiungere; 2°, dai me,-zi e dal tempo disponibili per erigerla; 3°, dalla potenza dei mezzi coi quali il nemico può attaccarla. Avuto specialmente riguardo a i mezzi ed al tempo disponibili per e rigerie, le F. si distinguono in permanenti, e r,asseggere od occasionali. Le F. permanenti .wno quelle erette in tempo di pace, quindi con abbondanza di mezzi e di tempo e che sono capaci di resistere alle offese nemiche, nonchè a lle ingiu1·ie del tempo. Esse sono sempre costru tte a scopo organico e perciò .n ei punti strategici importanti. Le F. passeggere od occasionali sono quelle costruite nell'occasione di una guerra, . prima che questa scoppi, o durante la guerra stessa, e, talrnlta nelle ultime ore precedenti u na battaglia, o anche durante la. battaglia stessa, e perciò con mezzi e tempo limitati, talora limitatissimi, per cui non possono resistere che ad azioni meno potenti e non reggono a l ungo alle ingi•.1rie del tempo; da ciò appunto la de:nom inazione cli passeggere. Le F. passeggere alla loro

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::'l'aturale

Fo 1·tificaz ionl - Arttncl,1l e

volta s i suddividono in provvisorie e campali. Le provvisorie sono fatte in un lasso d i tempo variabile da a l-cuni giorni ad alcune settimane, cogli stessi mezzi im;piegati nel!e opere permanenti, ma col predominio della terra, che è il materiale p rincipa le delle opere campali, e J>erciò diconsi anche F. sem iperma11enti. Esse, in massima, sono crelte a s~opo logistico, e quindi nei punti s trategici eventuali; a lcune però s i fanno in punti straicgici permanenti e c iò quando non si abbiano avuti il tempo o i mezzi di premunire tali punti fin dal tempo di pace. Le F . campali sono costruite in un tempo limitat issimo, tutt'al più in uno o due giorni, e con mezzi pu re molto limitati, per cui sono meno resistent i e ·vengono presto rovina te dall'ingiuria del tempo. Esse ,sorgono quasi sempre a scopo tattico, ossia su punti tattici; tuttavia alcune possono venire erette a scopo lo,gistico, quando non si abbiano avuti i mezz i o il tempo di occupare punti strategici eventuali con opere provvisorie. Le F. campali comunemente si disti~guono in -campali propriamente dette e improvvisate o speditive o del campo d i ba ttaglia. Queste d ifferiscono da quelle in ciò che vengono erette in poche ore, talvolta anche -sotto il fuoco nemico e sempre dalle s tesse truppe che ·devono poi d ifenderle. Quanto a i materiali adoperati nelle opere, si osserva d1e: nella F. permanente essi possono essere cli qual.s iasi genere e forma, e sono maggiormente impiegati la

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Fon.

terra, la muratura, il calcestruzzo ed i metalli, limitandosi l'uso del legname a costruzioni meno importanti e meno esposte agli agenti atmosferici ; nella provviso1·ia s i adoperano gli stessi materiali ora indicati per le opere permanen ti, ma come si possono trovare in commercio o preparare in breve tempo, e preferibilmen te la terra ed i legnami gregg i, limitando il ferro (in travi laminate, in sbarre o in lamiere) e le murature (a se<:co, o con ma lte a lenta presa) a l puro indispensabile; nella campale non si impiegano che i materiali che si trovano sul luogo e quindi in prevalenza terra, legnami greggi e talvolta pietre. Le F . si distinguono anche in: naturali quaJ1do si tratta di luoghi forti d i loro natura; arti,ficiali quando sono costituite eia opere costruite dalla mano del!'uomo; miste quando sono composte in parte da fort ificazioni na turali e in parte da artificiali. F . radente è quella che ha tlll debole comando sopra il terreno circostante; F. ficcante è quella più ele.vata che comanda il terreno su cui viene a trovars i l'attaccante. L' utilità delle fortificazioni, a qua lunque specie appaJ·tengano, risulta dalla considerazione che, se esse s,ono fatte in modo da raggiungere gli scopi per i quali sono costruite, mettono in grado le forze che difendono le posizioni da esse ra·fforzate di resistere a forze numericamente o moralmente superiori. Del resto la storia e gli esempi della grande guerra dimostrano quali vantaggi abbiano offer to in ogni epoca le opere forti.li.ca torie . R ispetto alla posizione che le fortificazioni occupano nel territorio dello Stato, esse d istinguonsi in F. di frontiera (terrestre o marittima) e i n F . interne. Quelle di frontiera marittima· sono elette anche F. marittime, costiere o da costa. Quelle che ad un tempo provvedono a lla difesa verso mare e a quella verso terra, p rendono la denominazione di terrestri-marittime.

Evo antico, Le prime opere di F . usa.le dall'uomo furono ;·udimentali, come rudimentali furono le armi; consistettero in ostacoli natural i, o di materiale posto alla rinfusa; frequentemente erano, e sono anche al presente per mo! te tribù <lell' Africa, zeribe, palifica.te, fossi ed argin i od aggcri. Si aniva così alla fine dell'età della pietra ed a p rincipio cli quella del bronzo: a.bbiamo, dopo gli aggeri, le mura. Le p rime furono fatte con grandi massi di pietre, irregolari, lisciate su una sola faccia, che fu poi l'esterna, grossolanamente spia.nate nelle altre faccie, a forma d i poligono, incastrate fra di loro con ar te. con esclusione d i calce nella compagine deU.a. costruzione; ce ne offrono esempi le così dette mura ciclopiche. Successivamente !e pietre furono rozzamente ~quadrate e rese a forma che s i avvicinava.no alla paral!e!epi])eÒa ed alla cu bica; da ultimo le pietre furono squadrate in modo da costituire blocchi regolari, come ci mostrano le mura. di quasi tutte le città ro111ane, quelle dell'interno dell'Etniria e molte della Magna Grecia. L e mura antiche furono fatte sempre con grande semplicità di linee, tracciate a cor tine con qualche torre di vedetta o cli dominio. Le porte erano, tranne poche eccezioni, molto semplici, ad arco a tutto sesto. Così si a rri va alle mura ed alle porte romane della fine de Ila repubblica e del 'principio dell'impero, di cui si hanno esempi abbondanti. A Roma Aureliano applicò principii di tattica e di arte tanto nelle mura propriamente


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Fort!Ocazione antlc,1 con mura e torn

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Forttncaz.ione irregolare (angoli e !ali disuguali)

dette che nelle porte. Anche nella for tificazione improvvisata si usavano le mura; si può avere u n'idea della grandiosità dei lavori romani in tal genere d i fortificazione r icordando che Cesare nella prima campagna gallica, per impedire al nemico il passaggio del Rodano immediatamente a valle del lago di G inevra fece costruire dalle lruppr un mnro alto 16 piedi (circa metri 4,75) con an tistante fossato, con p iccoli forti (caste!la) intercalati, per la lunghezza di circa 13 o 14 km.

Evo medio. In <JUCsta epoca tutte le arti, e così anche la fortificazione si arrestarono o retrocessero, dando luogo a motivi semplici, ingenui e talvolta privi d i ispirazione e di estetica. Uno dei pochissimi esempi di F. dell'alto medio evo ci è dato dalle mura che Leone IV (a. 849) elevò per difendere dai Saraceni S. P ietro e ]a città. Leon ina: queste mura imitarnno quelle di Aureliano. Dopo le mura leoniane occorre scendere di tre secoli e mezzo o quattm, per trovare costruzioni militari importan ti; cioè le mura com~nali delle città che si costituirono in forma repuhblicana: s i possono citare le mura di Bologna <lei secondo cerchio (metà del 1100) e quelle del terzo çerchio (primi anni del 1300); le mura d i Verona, di Treviso, quelle di Ferrara dei primi E- ' slrnsi e quelle di f ircnze; a tutte erano annesse torri di vedetta e di comando. Occorre inoltre tener conto delle torri nobiliari nelle città, e <lei castelli feudali, poi castcìli baronali, nel contado. Evo moderno 1• periodo (dal 1500 a l 1800). I! passaggio dall'epoca medioevale a quella moderna è speciabnente caratterizzato dalla formazione o dal consolidamento degli Stati, grandi e piccoli. Si continuano ad impiegare per qua lche tempo da alcuni popoli le a rm i delle epoche precedenti, ma la maggior parte degli eserciti, non appena· inventate le a rm i da fuoco, adottarono queste ultime, dapprima tome snssicliarie delle p recedenti, p iù lardi come armi principali, s ia nella guerra campale che in quella d'assedio. E furono appunto queste nuove armi che determinarono radicali moçlificazioni uegli elementi delle opere fortificatorie, nel tempo stesso che le circostanze storico-politiche facevano cambiare la loro forma generale. L a trasformazione radicale delle opere d i F. però non s i ebbe che allorquando le arrn i eia fuoco ebbero superato quel periodo d' incer tezza che seguì alla loro invenzione. Tale periodo abbracciò i secoli XIV e XV e finì quando le bombarde cominciarono a lanciare proietti di fer ro. Frattanto, in quei due secol i, la F. subì modificazioni più o meno impor-

F1m

Forl!Ilcaziono regolare (angoli e Iuli ugua li)

Fo1·trncazlonc con lJastloa l

tanti ; i secoli XIV e XV si considerano come un periodo di transazione. Le principali modificazioni successivamente apportate in questo periodo so110 le seguenti : Per diminuire il bersaglio rispetto a i tiri' si abbassano i muri e le torri, che vengono ad avere la stessa altezza, e si costruisce lo spa;rn al d i là della controscarpa. E per conservare la d ifficoltà della scala ta, il fosso, prima solo conveniente, diviene necessario, e si fa largo e profondo. Perchè le mura possano offrire una maggiore resistenza al tiro in breccia si dà loro esternamente una scarpa assai pronunciata, limitala, per non favorire la scalata, alla parte inferiore e s i inserisce nella parte superiore un cordone sporgente. Vengono soppresse tutte le parti deboli, facilmente demolibili e le pa rti incendiabili. Si migliora la d ifesa fiancheggiante delle torri facendole più ampie e piì1 sporgenti, oppure si collocano qualche metro avanti alla cortina riunendole a questa mediante tratti di muro rettilinei a guisa d i fianchi, e 's i hanno così le rondelle. Altre modificazioni si fanno p er aumentare la resistenza delle mura e per assicurare la difesa radente dei fossi. Pertanto, sullo scorcio del sec. XV, noi trovia mo ch e le fortificazioni, per poter resistere a i nuovi mezzi di attacco, devono subire importanti mutamen ti, $ia n el profilo, sia nel tracciato, sia nei materia li che entrano a formarle. Il profilo presenta maggiore gros.,ezza che non altezza e manca di tutte !e parti deboli che aveva prima; il traccia to è a cor tine e baluard i, i qual i ul timi iniziano il passaggio a.I sistema bastionato; i materiali che entrano a costituire le opere sono la terra e la muratura. Alla stessa epoca, la sostituzione dei proietti di ferro a quelli d i pietra, avendo conferito maggior potenia alle artiglierie, indusse il difensore ad amplia.re i baluardi a scapito delle cortine, a fine di avere un'azione avvolgente sul nemico. Si ebbe così il tracciato a cortine ed ampi baluardi o bastioni, ossia il tracciato bastionato, che fu la principale caratteristica della F. moderna; nello stesso tempo venne ingrossato il ramparo delle mura ten :apienate e alla parte superiore d i esso s i ricavò generalmen te la piattaforma o terrapieno per le bocche da fuoco. Concludendo si può dire che i caratteri generali della F. in questo periodo furono: cinte d i terra con scarpa esten1a rivestita, composte di fronti bastionate, d i sviluppo piuttosto grande per poter contenere gli eserciti destinati a d ifenderle, con i particolari diversi più s tudiati che ne l passato e largo impiego di ape.re addizionali.

Evo moderno 2° periodo (dal 1800 al 1860). L a R ivo-


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luzione francese por tò grandi innovazioni nell'a rte mii. · gli eserciti d ivennero p iù n umerosi perc hè formati per coscrizione; all.a tat tica l ineare si sostitu ì que lla a colonne; la s trategia acquistò sempre magg ior impor tanza. D i conseguenza apparve il bisogno di F. p iù estese, per dare appoggio alle grosse masse, e qu este conferirono alle F. stesse un carattere offensivo, ossia estesero la loro azione a l d i là della portata delle bocche a fuoco d i cui erano ar mate. Ciò perm ise anche di dimin uire il numero d ei pun ti fortifica ti . Anche i miglioramenti delle artiglierie, per quanto ha tratto alla gi ttala, a llo. potenza ed alla p recisione del tiro. dlbcro la loro r ipercussione su lle organizzazion i delle F. E appunto pei- ciò

796 cessità di costru ire t r inceramen ti per rafforzare le località cii tappa e le posizioni nelle quali dovevano res istere. Durante la guerra austro-prussiana del 1866 il generale a ustriaco Pidoll for tificò i l camµo di battaglia di Sadowa, e poscia tracciò le lince d i Flor isdorf, dest inate a coQr ire Vienna contro la marcia de i Prussiani .. Anche durante la guerra fra.neo-prussiana fu largamente usata la F. can1pale per rafforzare posizioni ; i Pruss ia ni specia lmente non lrascurarono ma i cli fortificare,. p r ima di avanzare, i principali punti conquistati al nemico. Cosl misero in istato di d ifesa le loro tappe successive. Fa.u lquemont l'l 1 agosto 1870 e Pont à :Mousson il 12 ; d uran te la stessa battaglia di Sain t Privat fortificarono i villaggi di Gravelotte, Vcrneville e Marcy. La guerra d'Oriente del 1877-78 offre esempio contin uo di impiego di campi fortifica ti; il più importante di essi è quello di Plcwna; uguale esempio offre anche la guerra russo- giapponese. Largo uso venne pure fatto e si fa dei campi fortificati nelle guerre coloniali, per p roteggere truppe in stazione o per difendere dalle incurs ioni nemiche località impor tanti_ Ma. dove l'impiego della fortificazione campale e dei. campi for tificati fu cretto a s istema, fu durante la grande guerra 1914-19 18, per i l carattere di posizione che essa assunse s ubito dopo il su o inizio. Tale impiego andò modificandosi col progred ire delle operazioni, il perfezionarsi dei mezz i d i offesa esistenti e l' introduzione di nuol'i noncbè per l'esperienza che la guerra portava. L'evoluzione s i può r iassumere nel modo seg uente:

1914. Il rafforzamento del le posizion i era attuato su u n'un ica linea cost itu ita da cen tri d i resistem;a, che ass icuravano fuochi co11 Ycrgcnt i incrociati e fiancheggia1:-ti, collegati da tra tti di trincea; questi e quelli erano preceduti <la d ifese ·accessorie. 19 lS. Una organ izzazione di posiz ione comprendeva: a) una linea cli combat timento rafforzata da p unt i d i appoggio e preceduta da una striscia cli reticolati; b) una zona di ricoveri retrostant i e nu111erosi can11nh1a7 menti cli rifornimento e sgombero normali alla fronte. Verso la fine del 1915 alla linea unica difensiva si sostitul una fascia difensiva con un sistema di trinceramente successivi (sino a quattro o c inque) collegati d a camminamenti, mun iti di reticolati e di altri ostacol i e battuti con fuochi fiancheggianti lu ngo tutto i l loro sviluppo da vicino e d a. lontano mediante mitrn~liatr ici -e 1

ArHlc« ro,•li flc•azlon e, n~ll.t con ica (Il Btlllel' (S la li Unil i, IJlllO)

fin dalla seconda metà del secolo XVl lI pr ima si app ortarono modificazioni al fronte bastionato e poscia gli s i sostitu irono il sistema tanagliato ed il po ligona le. 1n que,to periodo pertanto il profi lo è p ressoché uguale a quello usato JH:l!'epoca precedente; s i usano sia il tracciato bastionato, che quello tanagliato e quello pol igonaJc, si curano maggiomentc I pa rticolari e si fa un pii, largo uso cli casamatte; le opere addizionali esterne aderen ti vanno sempre piÌI perdendo di importanza, mentre invece prendono maggiore sviluppo le avanzate e specialmente le staccate. Quan to alla forma complessiva delle F., si hanno ancora fortezze a semplice cinta con tint1a rnn opere an1nzate o staccate solo su i front; di pii, probabile attacco, ma le piazze for ti che caratterizzano questo periodo sono quelle nelle quali le opere staccate dei vari fronti. poste a dista,n za delh cinta continua d i circa m . 2500 ( distanza s ufficiente a llora per so ttrarre il n ucleo abitato dal b0mbardamento) costituiscono nel loro insieme una nuova linea, de tta linea delle opere staccate. L a nuova forma che cosi assumono le p iazze Corti d el per iodo che consideriamo si ch iama .t piccolo campo trincerato. L a F. campa.le assunse u no sviluppo grandissimo dopo il 1860. Nelle guerre d i secessione d' America ( 18601865) ufficiali e soldati i mp rovvisa ti sentirono la ne-

a rtiglierie leggere. Si ebbero così generalmente: a) un.a.

linea cli avampo~ti ; b) una linea principa le di combattimento d i ,uassima resistenza; e) u11a linea cli i-esistenza arre trata pci rincalzi; d) una linea per le r iserve con r icowr i blindati. Tale sis,ema difensivo , ·i,1 rafforzatoda cen tri d i rcsistrnza naturali (villaggi, boschi, a ltu re) o cirtificiali (r idott i e fortini), protetti eia. profondi l'Cticolati. T alvolta per assicurare meglio la resistenza si organizzava no anche due o tre fascic successive di di-

fese. 1916. F urono ovunqu~ mol to s rnd ia ti ed <in parte applicati i metod i in uso nell'esercito tedesco per l'organiuazione delle posizioni, basata essenzia.lmcnte sullo scaglionamento in profondità delle forze e sulla d ifesa clastica per evita.re sfondamenti. Ogn i linea principale di difesa era profonda circa 1 km. e consisteva gene r almen te in un sistema d i tre trincee succ·c ssive (la prima pei tiratori. la seconda pei rincalzi e la terza per le

,;


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Fon

1_,i li nce tra11ci,g-ir11 e elle sono nella parte lnte n1a inclicano m ura me1·1a1e. Ln rete di pu111int irid ica rosso; rli lince1.1e ro~so acrruco . - 1, 2, 3. rol'l ificazionc aru ic.1 e medioevale s ino a lla m etil ciel sec. XV : I, r ecin to p ri · rnil ivo: semplice difesa lineare; 2, mura turrite ; ~. mu ra a pi<;r11ba1oie e to r r i sporg-enLl: I., torr i ; •i , rorl.i llcazione cli transito : ori!(lnl e p ,·11110 sviluppo clul r rontc b as i 1011a10 (sernncla nwtil del X V secolo); r, ronrle l le; T, torrioni; P, piattaforme; v, pu ntoni ; n, ba lu:n•di ; 5. s palto a ni.i stante a l rosso. 6- 17. rort ificazlonc moclcrna : l rnpleg-o delle :H lig-lieric liscle; 0-7, scuola it aliana (Hec . xv e XYJ) ; 8-1 1, sc uola r r an cese (sec. XVTI); 12, sc1101a o lanctcsc, a la r g·o rosso acqueo; 13-15, scuola f'ranrese (scc. XVI II e in izio sec. XIX) : ultimi tentativ i p,'r ra r-

ror-za,·e le cinte lms1io rrn 1e : ri ,•clli n i al p ied i clcllo spaJro . ltnpiego dl 1unc11e , e r e. : 16· 17, s istema poJig·onalc Tll'Oposto d al MontaletnlJe l' I.

:riser ve) ; la distan za fra le due p rime era da 100 a 200 m ., quella fra la seconda e la terza da 600 a 800 m. Cap isald i naturali od ar tiJìcia li completavano il s is tema. A complemento delle linee principali d i d ifesa para lle le a lla fronte i T edeschi s fruttavano i camm ina-men ti trasversali o diagona li alla f ronte come linee d iJcnsi ve sécondarie per eventuali azion i offensive di fian·CO, i n modo da costi tu ire compa rtimenti stagn i. Reticolat i e altre difese a ccessorie rendevano p iù solida la ~lifesa. 19 17. In seguito al crescen te imp iego delle gra ndi n1aRse di ar tiglieria· spec ia lmente sulle linee vis ibili ( reticola ti, trincee, camminame nt i) , si rese a nco,· più n c<eessario d i scagliona re le fo rze in profondità e di evi-

ta ,·e i r ilievi, per sottra,-rc truppe e organizzazioni alla vista cd a l tiro nemico. Per tan to d a ll'esperienza d i guerra s i conc :use che urrn fascia difensiva dovesse compren dere d a ll'avan ti all'indietro : a) una linea d i osservazione con post i d i vedetta. e di ascolto sparpagliati e co llega ti a tergo ; b) u na linea di rcsisteuia (senza ricoveri) a 50-100 m. dalla precedente; e) una linea d i circolazione e di ricovero, con piccoli ricover i alla prova di scheggia a 20-50 m . dalla precedente; d) a 150-200 metri dalla linea d i circo lazione una linea dei rinca lz i, con ricm·eri e post i d i coman do a prova d i granata; e) u na linea p er le r iserve con ricoveri leggeri d istan te 200-300 m. pite indietro. Le varie lfoce erano collegate da cammina men ti. Le trincee preferibilmente erano raiie


FoR

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al suolo per d iminuirne la visibiliià. Reticola ri e altre difese accessorie accompagnavano trincee e camminamenti; inoltre l'organizzazione era completata d a punti di appoggio. 1918. L 'esperienza a veva d imostrato che la d ifesa di una posizione ern basata essenzialmente : sulla resisten za a i bombardam~nti (si otteneva con opere invisibili e poco vulnerabili, e collo scaglionamento in profondità delle forze), sul la potenza del proprio fuoco fiancheggiante, sui contxatta cchi. Perciò una fascia difensiva nelle regioni p ia neggianti comprendeva : a) una linea d i copertura (con nuclei di osservazioni o vigilanza in avamposti) prossima a l n emico ; b) una linea di resistenza p rincip ale ( possibilmente doppia, per avere anche ,111.a tri ncea d i circolazione a 30-40 m. da lla linea cli fuoco) munita di appostamenti dissimu lati e disseminati di mitragliatrici e picco li ricoveri a 200-300 rn . dalia prima; e) una linea dei rincalzi con ricoveri p iù ampi, a 300-400 metri dalla seconda; d) una linea dei capisaldi e delle riserve a S00- 700 m. dalla terza, con centri d i resis tenza d issmrnla ti e in tervallati di 200-300 m. e rico-

798 org,m izzazionc difensiva della frontiera stessa . Nei 1926 essendo stato tolto al genio mil. il compito delia costruzione e ma nutenzione delle caserme e di tutti i fabbricati a d uso militare, e passato a l genio c ivile, ven -

FOl'l illO J)l'esso Bengasi

nero soppresse tutte le direzioni del genio mii. e, p er provvedere esclusivamente ai lavori di d ifesa del territorio e delle coste, fu rono costituiti gli << Uffici delle fortificazioni», uno per ogni corpo d'annata o coman do militare d i isola, rett i da un ufiìciale superiore ciel genio, dipenden ti dai comandi del genio.

Fo-rtin (Monte) . Sulla dr. dell'Isonw, ad est cli Grad isca. Occupato a ll'inizio della guerra italo- austriaca d alle truppe dell'XI corpo d'annata, d ivenne, poi, in nostra mano, un covo di a rtiglierie per le successive operazion i contro l'a ltipiano Carsico. Fortino Spacca mela in acciaio veri a prova di granata . Camminamenti d i r ifornimento e sgombero (normali o d iagonali a lla fronte, con tracciato curvo o a zig-zag e muniti d i ret icolati), a tti alla difesa collegavano le varie linee. Spesso non bastava una sola fasc ia, ma occorreva organizzam" a ltre du~ retrostanti. T ra due fa scie successive ( determina te gen era lmen te nelle regioni p ianeggianti da cors i d i acqua) correva una d istan7A1, di 6-8 km. per obbligare l'avversa.rio a. spostl!'e le grosse artiglierie per procedere a nuovi attacch i. In montagna una posizione d ifensiv, ave va generalmente : a) una linea di copertura; b) una linea di resistenza p rincipale, con piccoli ricoveri in caverna; e) una linea per rin calzi (con grandi caverne) in contropendenza; cl) u na linea dei capisaldi e delle riserve, genera lmente sopra un 'altura retrostan te. Camminamenti o ~barramenti trasversali alla fronte formavano compar timen ti stagni. N cl dopo guerra l'organizzazione di una pos izione difensiva andò evolvendosi in segu ito a llo studio pitt p rofondo degli avvenimenti del la gra.ndc guerra e in base alle nuove idee che ven ivano m anifestandosi. Attua lmente un campo fortifica to in generale comprende: a) una zona d i osser vazione o di siclU'ezza, pe.r nu lla o debolmente fortifica ta, per avvistare il nemico e a ttardarne l'avaJ1zata; b) una p11sizion e di resis tenza con trincee cd opere d isposte in profondità e~ a scacchiera, sulla <Jnale s i combatte; e) linea dei r incalzi e delle riserve non fortificate, con ricoveri . UJ]ici d elle Fortificaz-iotti. Coll'ordinamento del 1910, assunsero tale nome a lcune direzioni de l genio della frontiera orientale, che avevano per scopo p rincipale la

F'ortì no. Si dice genera lmente di forte d i piccole dimensioni. E' elemento che sta tn. la fortificazione permanen te a quella campale, ed è proprio più specialmente della fortificazione coloniale, perchè, d a te le sue dimens ioni ed il suo ar mamento, serve evidentemente solo con tro truppe che combat tono a guerriglia. e non

• !'ort i no presso Derna

sono provviste d i ar tiglie rie in numero e calibri adatti per la distruzione. I F. sono opere chiuse, in m ura tura, in muratura e terra, in cemento a rmato, od anche me tallici; in questo ultimo caso possono essere anchP. mobili. Nella maggior parte dei casi la d ifesa è costituita unicamente da fucilieri e da mitragliat rici; qualche volta p erò si aggiungono anche artig lierie di p iccolo calibro. I F. furono da noi largamente usati in Libia per la difcs.1, delle basi, e se ne costrussero d i tu tti i tipi (per sola fucileria, per fucileria e mitragliatrici, per fucileria e artiglieria) tutti, come difesa accessoria, p er impedire i colp i di mano, a vevano il reticolato.

Fortuna (Orditte. della). Cr~ato in P a lestina nell'anno 1190 d ai differenti capi delle Croc iate riuniti. I cavalieri di tale O rdine a vevano l'a lto onsire di fare la.


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guardia alla croce che serviva di bandiera, all'esercito crociato, e l'accompagnavano con una torcia alla mano. Tale Ordine si spense colla fine delle Crocia te.

Forza. Quantità di soldati. Si riportano qu i di seguito le espressioni più comuni relative alla forza: Forza bilanciata: è data dal quoziente del numero totale delle giornate di presenza, durante l'intero anno finanziar:io, diviso per 365. E', in altri termini, la media delle giornate di presenza nell'anno linà.nziario cd è in relazione con la somma allo scopo stanziata nel bi. lancio annuale. Forza organica: è rappresentata dal numero di uomini necessario per avere tutte le unità con gli organici di pace al completo. In. genere questo non si verifica mai, perchè la forza. bilanciata è di massima inferiore a quella organica. Forza 11omi11a.le : è quella iniziale di ogni contingente prima che abbia subito perdite. Forze a molo: è la forza nominale diminuita del le

perdite. Forza mobilitabile: è la forza a ruolo dimin\) ita degli indiv idui che non si presentano, degli ammalati, ecc., degli individui destinat i a 11011 mobilitarsi (esonerati, addetti a stabilimenti di produzione bellica, ccc.). Forza effettiva : se riferita ad w1 contingente vale forza a ruolo; se riferita ad un'unità è il complesso degli individui organicamente destinati all'unità stessa. Forza massi-ma (Periodo di): è il periodo dell'anno in cui v'è alle arrr.i il massimo numero di uomini (due classi). Forza mimma (Periodo di): è il periodo dell'anno in cui v'è alle armi il mbimo numero di soldati (una sola classe, diminuita degli elementi a ferma minima e riducibile). Forza in congedo: è il complesso delle classi in congedo aventi ancora obblighi di servizio presso l'esercito. Forza irresistibile (Art. 56-57 C. P. Es. - 56-57 C. r .

:vr. M.). E' una forza morale o fisica esterna che costrin-

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ge in senso assol11to o relativo, a commettere un reato. Sostanzialmente è una totale o parziale coartazione della volontà per effetto di un'influenza esteriore, che sopprime o diminuisce la possibilità di agire in modo diverso. Si identifica con lo « stato di necessità », del diritto penale comu·ne e presuppone l'imminenza di un per icolo o di un danno, al quale l'imputato non abbia dato causa. La F. I. assoluta esclude la responsabilità pena-, le; la forza irresistibile relativa la diminuisce. In quest'ultima ipotesi, la pena può andare da un minimo di due mesi di carcere mil. ad un massimo di anni dicci di reclusione mil. Ptr i reat i di tradimento, spionaggio, arruolamento illecito, per quelli in servizio, per la disob, bedienza, l'ammutinamento, la rivolta, l' iJ1subordinazione, la diserzione e la subornazione, la F. I., perchè abbi" influeuza dirimente o diminuente la responsabilit• penale, deve essere fisica e materiale.

Forzamento (dei catmom) . Il cannone di acciaio moderno è costituito da vari tubi conce ntrici sovrapposti. Il numero dei tubi è in generale di tre verso culatta e due per il resto della lunghezza del cannone. I

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diametri dei tuhi hanno valori tal i che il tubo interno non può essere infilato in quello esterno se non con operazioni speciali: a riscaldamento od alto F. Si compone il cannone mediante riscaldamento, facendo dilatare col calore il tubo esterno. Vna ,-olta riscaldato si infila dentro di esso, verticalmente, il tubo interno e si fa raffredd:u·e il tutto. In questo modo si ottiene il F. del tubo estcrao sopra il tubo interno, os.~ia il tubo esterno rimane deformato elasticamente comprimendo il tubo intemo. E' indice del F . la diffcren1,a fra il diametro interno del tubo esterno e il diametro esterno del tubo imterno. Questo F. si dice positivo, nullo o negativo, a sec<mda dei valori dei diametri. Tutti i cannoni sono in generale composti con F. positivo. Soltanto nei più moderni, a camicia sfilabilc, il fqdero interno che costituisce l'anima portarighe rimane infilato nel cannone con F. nullo od anche negativo, cd è tenuto a posto con dispositivi speciali. I valori dei F. sono calcolati seguendo formule speciali, nelle quali si ticn conto della pressione massima delle dimensioni del tubo, del limite di elasticità. del carico di rottura dell'acciaio del tubo stesso, della pressione massima del caunone e di un conveniente margine di sicurezza. Nei cannoni ad a.11toforza111c11to· (V.) i tubi vengono introdot ti a freddo uno entro l'altro e poscia autoforz.ati mediante pre~ione idraulica. Nel F. dei cannoni si tiene conto degli sforzi longitudinali, trasversali e radia.li delle fibre del metallo.

Forzata (Galea) . Era una galea il cui equipaggio era costituito di forzati; la denomiua.zione di F. equivale,·a a quella di Sforzata, secondo il Guglielmott i. I for:.1ati, condannati al remo, furono adib iti all'equipaggio delle galee della. Serenissima dal 1549. Prima di quell'epoca la Repubblica usava galeotti assoldati. I forzati in una galea. a lerzaruoli cli 90 remi e di 30 banchi per banda, erano 180, giacchè sopraccomito, comito, nocchieri, ed altro personale di bordo tecnico, venivano forniti da gente di carricm e professionisti. Forza.ta consegna (Art. 118 C. r . Es. - 139 C. P . .èlf. :M.). E' reato militare di notevole importanza, per rhè concreta una disobb~dicnza. verso l'Autorità. che ha dato la consc1,na e un i111ralcio alla regolare esccuiione àegJi ordini superiori, contenuti nella consegna stessa .. Consiste nel fatto dell'appartenente alla Milizia che contravviene, in un modo qualunque, al divie to o al pre-•cetto espresso del militare inçaricato dell'esecuzione della consegna. r,c penalità vanno da sei mesi di carceremii. ad !llllli tre di reclusione mii. Il reato in esame, assume particolare i;ilevanza ove sia commesso nelle seguemi cu·costanze: a/ in tempo di guerra. e in presenza del nemico; la pena ,,a da tre anni di reclusione mil. alla morte mediante fuci lazione nel petto; b) iJ1 tempo di guerra., ma iuori della presenza det nemico; la pena va da due a sette ann i di reclusione militare; e) in tempo di epidemia o d i incendio, o sopra nave in caso di manovra o di abbordaggio. La pena va. da due a, sette di reclusione militare.

aruy.

Forze Armate (Le). P er iodico bisettimanale, edito per cura del Ministero della Guerra. Iniziò le pubblicazioni nell'aprile 1926, in sostituzione del pe riodico


« Ese rci to e llfaxina », in 8 pagine, illustrato, con articoli vaii, e pubb licazione regolare de i bo llettini mi litari.

Foscagno (Passo). Colle che met te in comunicazione l'a lta Valtellina çoll'Engad ina. 11d occidente del mass iccio dell'On ler. U na buona n,u lat! iera conduce da Borm io a L ivigno, ed J1a im portanz,i mii.. perchè serve di arroccamento fra le rlue grandi anerie cbe percorrono le vall i del!' Adda e dell'Inn. Foscari (Francesco) . 64° Doge di Venezia ( 13721457). Quando fu eletto doge, gli oppositori alla sua elezione dicevano che aveva t roppa iuclina zione a lla gucri·a . D ifatti, appena ele tto, Venezia s i trovò impegnata in azioni mii. che dural'ono circa trent'ann i. Condusse guerra con tro il duca to di :Milano ed allargò il dominio della Repubblica. al Bergamasco, a l B resciano, a l Cremonese, a R a.vcnna. Com battè anche contro i T urchi. Malgrado le su e emi nent i qualità m ii. e politiche, fu negli ultimi s uoi anni persegu ita to. e infine deposto, morendo l'indomani . Nelle guerre condotte dal F . fu p r incipa le inerito suo il saper sceglier e i comandant i delle tru ppe, fra i qual i ebbe il Carmagnola, il marche s e d i ?vfantova, France,co Sforza, M ichele Attendalo, S igismondo 1V1ala testa, Giacomo P iccinina, Bartolomeo Collconi, P ietro Loredano, ecc.

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tecipò alle campagne di Africa del 1895-96-9ì. Froquen tò poi la Scuola d i guerra e meritò la med. d'argento di benemerenza nel terremoto del 1908. I 'artecipò alla guerra italo-turca del 19 11-19 12 e poscia. alla guerra contro l'Aus tria, divenendo nel 1917 colonnello; comandando il 22° fanteria meritò due med. cli bronzo, una a Camporovere ed una. s ulla Bainsizza. Nel l'autunno 1917 fu capo di S. lH. del 27° C. cl' A. e poi addetto all'L1tenclenza, ottenendo la croce di cav. <lcll'O. M. S. Dopo la guena fu rapo di S. 'èl[. dell'Intenden za generale e poi d ir ettore capo divis. allo S. M. centrale. G enerale di brigata nel 1926, comandò la. 20' briga ta di fanteria e nel 1928 passò a l comando designato d 'armata in Sapoli. Ha pubbl icato s t udii su vasie riviste m ilit.tri .

F'os,co lo Ugo

fos,:J1i11i Francesco

Foscar i l'r a11ccsco

Foschini ( Antonio). Amm iraglio, n. ad t;dine nel 1872_. entrato in servizio nel 1886, promosso contramm . nel 1924, ammiraglio di divis. nel 1926. Fece le campagne cl' Africa e dcl!Tstxcmo O riente; guadagnò la c roce d i cav. dell' O. M . S. n el Basso Isonzo (19 15- 16) e quella d i uff. dello stesso ordi11e nel Basso P iave ( I 9171918). Fu poi membro della commissione dei lavori utili alla R. Marina, r amo art iglieria ; coma ndante mii. m ar . d i l'viessina nel 1925, direttore gen era le delle Arm i e Armamen ti navali a l ~1:inistero d ella 'èlfarina dal 1925 al 1928. Foschini Giovanni Battista. Genera le, n . a S ulmona nel 1872. Sottot. d i fanteria nel 1892, frequentò la Scuola di guerra . .J\1cn tre si t rovava. in guer ra contro l'Austria fu promosso colonnello e nel 1917 -19 18 coma11dò il 21 ° regg. fan teria, m er itando la me<l. d'argento a l\fon ticano. Dopo la guerra comandò i l deposito <lei 35° fante ria e poi il 93° rcgg, fanteria. Generale di br iga ta nel 1926, coma ndò la 29• brigata cli fanteria e nel 1923 passò a l comando de lla 20' briga ta . Foschini Francesco. Generale, fratello del preced en te, nato a Napoli nel 1874. S\,t tot. di fanteria nel 1894, par -

Fosso111JJront Vittorio

F oscolo (Ur<o) . Scrittore, n. a Zante, m. a T urnha.m G reen (I 7ì8-1827). Dopo Campoform io s i arruolò nella L egione lombarda comandata da l Lahoz e come ufficiale t ombatt.è a Cen to, ove fu feri to, alla Trebbia, a Novi e a G enova, ove s i segnalò alla r ip resa del for te Due fra t elli, pe r cu i ottenne un elogio da l ,;,,fassena. Fu poi al campo di Bou lognc, capitano di S. )f. llClla division e del gen . .Pino. -:\'cl 1808 lasciò le a rmi per l'insegnamcnt() delreloquenza nell'Un ivers ità di Pavia . Fra le su~ opere: << Sui rntafra.tti >> ; « Sui d ragoni,,; « Sulla battaglia del Sa11 Gotta rdo >>; « S u lla disciplina mili tare»; << Sull'uso degli ,111t ichi libri di guerra»; << Sulle accuse contro il .M ontecuccoli >> . Fosdinovo. Comune 111 prov. d i Massa Ca rrara. Fu ant. castcllù dei ~'.Ca laspina . S ul mont.e Bastione fu costn1 ito un forte che batte la s trada dove s i biforca dalla « Cornice >> il ramo che va a Sarza na da quello che mena a Carrara. Il 12 maggio 1859 vi s i svolgeva u11,1 p iccola azione tra un distaccamen to <li Cacciatori dellc1 :;\.fagr a, comandati dal capitano Cor r ad i, ed u na colonna d i t ruppe del duca d i Modena, agli ordin i del tcn. B ianch i. L'a zione, incominciata a lle 16, con tinuò con fuoco nut rito per quale be ora ; ma gli Estensi, vis ta l'im possibilità d i res istere abbandonarono le posizion i, che furono subito occupate d ai Cacc iatori. I volontai-i in quella occasione furono da l governo di :Modena classifica ti per brigant i. Fosforo. S i presenta in tre mod ificazioni allotropiche, che vengono denomina te : F. bianco o ordinario , F. rosso e F. nero o metallico. Pe r gli usi bellic i in teressa quello bianco, il quale, appena. p reparato, è in crista lli quasi incolori, insolu bile ne ll'acqua, poco solubile nell'alcool; solubilissim o, invece, n ell'etere, ne l solfu ro di carbonio, nel clorofor mio, nel benzene, nel petro lio, nell'ammon iaca, negli 011 grassi e nelle c,;scnzc. E -


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sposto al l'aria, s'infiamma spo·n ta.neamente.· In commercio si trova in cilindretti, conservati sotto l'acqua, aventi asret to e consistenza della cera e che, .col tempo, p rendono colore rarnicino e tr amandano odore agl iaceo . • Fu largamente usato, durante la guerra mondiale, come incendiario· e come fumogeno; è anche dotato di notevole azione tossica. I Tedeschi l'imp iegarono in una loro caratteristica << bomba incend iaria n un itamente a sostante resinose e i Francesi, allo stesso scopo, nelle cariche dei loro proietti speciali, u tilizzandolo tanto in bastoncini immersi in un liquido inerte, quan lo in soluzione di solfuro d i carbonio. con cui si r iempivano adatti cilindri di cel luloide. .Con lo scoppio dei proietti il fosforo veniva nebulizzato in m inutissime goccioline che, per un largo r aggio, si d isperdevano nell' atmosfera, ardendo spontaneamente e gener ando una nube bia nca , persìs!ente~ densissima, di anidride fosforica estrema mente suddivisa, atta a costituire efficaci sbarramenti vis ivi.

Il cas tello cli Foscllnovo ~

Fosgene ,Gas). V. Car bonio ossicloruro. Fossafta. Località presso il Panaro, che ha dato il nome a una ba ttaglia (26 maggio 1249) la quale rappresenta l'u ltimo fa tto d'arme della lotta tra Federico 1I e la second a Le:;a Lombarda. La battaglia fu combattuta dai Bolognesi, guelfi, contro l'esercito gh ibellino dei Modenesi. Il r e di Sardegna. Enzo, vicario imperia le in Lombardia. venuto in soccorso dei l\il odcnesi, raccolse circa 15.000 u . di tru ppe napoletane e tedesche lasciategli dal padre, di fuorusciti del!e città guelfe, di Reggiani e Cremonesi, e campeggiò sulla sr. del Panaro. I Bolognesi, coi loro alleati, passarono il fiume a monte del campo imperia le e s i ?.vanzarono ordina ti su ere sch iere·, con una riser va d'. 900 cavalieri scelti, 900 ar-cieri e l 000 fanti bo lognesi. Enzo ,tra.scurò d i assalirl i -duran te il passaggio del Panaro, e comm ise l'errore d i accettare battaglia dopo, sebbene egli fosse molto inferiore di forze e stretto ai fossi di Modena; sba.ragliato del lutto, fu fatto prigioniero con più d i m ille e seicento ,dei s•Joi, tra i quali Marino di E boii, capitano imperia le, -e Buoso d i Doara, capo dei Cremonesi. Fossalta. 69• Legione della Milizia Volon tar ia Sicu_rezca. J\"azionale (VII Zt>na, Emilia e Romagna} eostitui-ta. il 1° febbraio 1923, formata su 3 coorti, con sede ri spettivamente a Budrio, Galliera., Persiceto, una centu ria mitraglieri e una centuria ciclisti. Comprende anche un grnppo spor ~IO. ·

Fossalunga. Fr ,ione del comune di Vedelago sulla .dr. del Piave, in prov di Treviso.

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Scontri aerei di Fossal·rmga (dicembre 1917). Appartiene a.Ila grande guerra.. Nella mattinata del 25 dicembre 19J.7, favorit i clal!a foschia, apparecchi nemici erano giunti s ul cielo soprastante il nostro campo d'aviazione, ad occidente della città d i Treviso. Ma ba.ttuti da.Ile artiglierie antiaeree cd inseguiti dai nostri e dagli aviatori inglesi, dovettero ripiegare prima di avere compiuto l'operazione. Però 8 velivoli nemici veniva.no abbattuti. P iù lardi, verso le 12,30, una. nuova squadriglia nemica ritentò la. prova. Affrontata nel ciclo di l\fontebelluna, perdette ancora 3 velivol i,_ mentre i nos tri ritornarono tu tti incolumi. K cl mattin◊ del 26 diceipbrc, nel nostro campo di aviazione di F. apparecchi nostri ed inglesi s i apprestavano a prepararsi pe1· partire· in escursione, quando un nugolo di apparecchi nemici comparve improvvisarncn le s ul cielo, e cominciò a gettare bombe e ad aprire un violento e r adente fuoco di mitragliatrici. Parecchi velivoli nostri ed inglesi furono danneggiat i e colpiti gli hangars; ma 15 nostri velivoli { iu;cirono ad innalzarsi e ad attacca.re i velivoli nemic i, dei quali, mentre battevano in ritirata, sette furono abbattuti. Il 6'' gruµp_o d'aviazione gua.daguò in (Juclla circostanza la mcd. di bronzo.

Fossano (An t. Fossanmn) . Città in prov. di· Cuneo sulla sr. delltL Stura, nodo strada.le e ferroviario. D'origine romana, crebbe d'im portanza nel 1230, quando vi si rifugiarono dai castelli vicini, in gran pal'te distrutti per le guerre guelfo-ghibelline, i signori battuti, e rafforzarono qué lla parte del!a ci ttà che fu. chiamata. Romanisio, appunto perchè già vi esisteva una importante colonia m ii. r omana, di cui fa fede l'antica torre. Nel 1240 F., munita di mura e di lal'ghi fossi per opera <lei marchese di Busca, strinse alleanza coi comuni vicini contro la preponderante potenza di Asti. Ma, dopo avere resistilo ag:i attacchi degli Astigiani, dovette colla pace del 1251 sottomettersi ad Asti . Occupata più tardi dal ma rchese del :Monferrato, fu ripresa nel 1265

Castello <lei Prlncl PI D',l ca,ia a Fossano

dagli Astigiani, che poco dopo 11e furono scacciati <la i marchese di Saluzzo, il quale la cedette a quello del :Monferra to. R ipresa dagii Astigiani a lla fine del secolo XIII e cinta di nuove mura, sul principio del secolo XIV ricadde nelle mani del marchese del :Monfcrratç,. Poco dopo venne disputata. da.I marchese d i Saluzw e dai Provenzali, ma finalmente, nel 1314, optò per la signoria 6ei principi d' Acaia, i qua.li dovettero cederla al conte Amedeo di Savoia che l'aveva assedia-

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ta. Estinto il ra mo d 'Acaia, F. godè pace fino al 1536. E quando il Piemonte cadde in potere dei Francesi, F . fu sicuro asilo del duca Emanuele Filiberto (1556). Durante la guerra della reggenza, F . fu mantenuta per opera <lei marchese di Roccavione in pieno assetto di guerra, a disposizione della. duchessa, e verso hi metà del secolo XVII, resis tette agli attacchi dei fautori del pretendente. Nel 1796 F. fu occupata dai Francesi del generale Serurier; ripresa. dagli Austriaci nel 1799, dopo la battaglia d i -M arengo ( 1800) fu restituita a i Francesi.

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che può recar seco una colonna d'assalto; inoltre, se può essere battuto in breccia, deve essere defilato dai tiri d i lancio o da quelli indiretti più :ficcanti che le arti~lierie più potenti possono eseguire dalle distanze massime a cui tali tiri riescono ancora efficaci: a tale scopo bisogna tenere il suo cordone G p iù basso del ciglio coprente L dello spaldo d i 2/5 della distanza orizzontale g L fra i punti G cd L. (2/5 è circa il valore della tangente di un angolo di caduta di 22°). Le dimensioni dei F . asciutti, la rghezza e profondità, sono funzioni

Colla restaurazione venne assegna ta ai Savoia, e seguì

/osso asciatto

ie sort i del P iemonte. Verso il 1860, nelle vicinanze di F. fu costru ito un grande polverif1çio per la fabbricazione delle polveri ner,, che occ~rrevano all'esercito ed alla ma rina . Nel 1894, quando s'isti tuì il polverificio del L iri per la confezione delle polveri bianche, sia per la necessità <li r iformare completamente i diversi reparti, sia per la. sua dislocazione troppo vicina a l confine francese, il polverificio di F. fu soppresso. I. &4 sse1Ho e batt:aglia <li Fossano ( l536). Appartiene a lle guerre tra Carlo V e Francesco l. L'assedio fu posto dal gcn. De Leyva, spagnuolo, mentre la piazza era difesa chti Francesi comandati dal Montpezat. Il bombardamento aprì breccie e demolì parte delle deboli mura, e per 15 giorni gli assediati resistettero facendo anche vigorose sortite ; ma infine si arresero a buone condizioni. II. Combattimento di Fossano (1799). Il 17 settembre, il gen. francese Grenier, assal ito a F. da grosse forze austriache, s i difese per (re ore e poscia abbandonò la città riuscendo a disimpegnarsi e a condurre in salvo le sue truppe.

Fossati (conte Carlo Gi<nmnm). Generale m. a Torino nel 1843. Sottot. di fanteria nei 1817, divenne colonnello nel 1828. .Magg. generale nel 1832, comandò la briga ta Acqui e nel 1835 fu collocato a riposo. Fossè (Ca.,-/o) . Scrittore m ii. francese ( li 34-i812). Raggiunse il grado di ten . colonnello; scrisse numerosi lavori fra cui : << Idee d 'un soldato per la disposizione delle truppe affidate ai giovani ufficiali per la difesa e l'attacco dei posti >> ; « N ozioni sulla difesa relativa al servizio in campagna, ,pe r uso dell'ufficiale di fanteria ll ; << Corso pratico militare l>.

Fosso. Nelle opere di fortificazione lo scavo esis tente a~anti la massa <:Oprente ch iamasi F. e costituisce un'ostacolo per impedire all'attaccante il facile a,c cesso nell'opera . Il F . può essere d i tre specie: asciutto, acqueo

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l'una dell'altra, quando, come avviene generalmente, il muro di scarpa devç avere un certo grado d i <lcfilamento : ogni aumento cli larghezza si tra duce in un au"1nento di profondità; per cui, volendo evitare che i F. asciutti risultino troppo profondi, se ne limita la larghezza, che risulta fra 8 ·e 12 m. Non conviene fare F . larghi meno di 8 m., perchè facilmente superabili con ponticelli volanti o riempibili colla mina. Il fondo dei F, asciutti si fa a d ue piani inc linali dal 3 a l 4% in modo da formare complu via a metà della sua larghezza, ove talvolta si ricava una cunetta. Fossi a.equ e-i. La larghezza minima ammessa per questi F . è q uella d i 15 m . misurata al pelo d'acqua. Le scar pe si fanno inclinate a 45" quando l'acqua è stagnante e ad 1/2 q\ianclo è corrente, a llo scopo d i rendere più d ifficili le corrosioni. La profondità di detti F . è stabilita in modo da non avere mai in essi meno di

:f,~ .: ::E:_;.:: : :Le :_. .•-::· •• ;j: :.::::~·; Fo:;so ooquco e s trada coper t«

a 1nanovra. d'acqua ossia. altcrnativarnente a1

sciutto ed acqueo. In quelli asciutti la scarpa e la controscarpa sono quasi sempre di muratura, mentre in quell i acquei esse sono generalmente di terra, costituendo in questi fossi l'acqua il principa le ostacolo. Fossi asciutti. Un F. asciutto, essendo percorribile sul suo fondo, non costituisce d i per sè un ostacolo rilevante; se ne aumenta quindi il valore col rive'stire le pareti mediante i muri di scarpa e di controscarpa, dei quali questo serve a rendere difficile all'assalitore la. d iscesa nel fosso e quello l'ascesa su i ramparo. Il muro di scarpa deve essere tanto alto ( a lmeno m. 5) da riuscire d ifficilmente scalabile senza scale od altri mezzi

2 111. di acqua. Ai F. acquei s i rimprovera d i rendere JJassiva la d ifesa; di non costituire più ostacolo q\1:tndo l'acqua in essi viene a ge lare; d i produrre, Qu ando l'acqua è stagnante, la malar ia nel le opere cbe proteggono. :'Ifa questi difetti non hanno grande importanza, pcrchè ad essi si può porre rimedio facilmente . Fossi, a ma.navra d'acq1ta. Dovendo essi ad un tempo soddisfare alle co!ldizion i di quelli asciutti e di quelli acquei, hanno dimensioni · intermedie a quelle delle due specie, e le pa reti r ivestite o no di muri, secondo si prevede che debbano servire in prevalenza · come asciutti o come acquei. Quando hanno il muro d i scarpa, a quc-


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sto si assegna nn grado di de filamento di I /6 o di 1/5 affinchè i F. non riescano troppo profond i.

Fosso cieco chiamas i quello che s i copre con legna sottili canne, fasci ne, sonnontate da uno strato di terra, ·p er trarrè in inganno l'attacéante e "farvckl cadere dentr o; è usar.o specialmente nella fortificazione passeggera. (V. anche Ac·a,,josso e Diamante) . 1

Fossombrone (ant. Fornm Sempronù). C ittà dell'Umbria, in prov. d i Pesaro, nella vallata del J\fetauro. Ebbe importanza durante il dominio di R oma, come nodo stradale della via Flamin ia. La città romana era a circa 3 km. dalla attu<1.le; nei suoi pressi A<;druln\e fu sconfitto dalle legion i d i Roma condotte dn. Livio ::a:inatore e Nerone nel 207 a. C. R ima~e fedele a Roma, fino alla caduta dell'Impero d'Occidente, poi fu unit~ militarmente alla Pentapoli ed all'Escreato, subendo il dominio elci Longobardi e dei Franchi: in segui to alle vi ttorie d i questi venne sottoposta alla Chiesa. Nel XII e XIII secolo fu in lo tta con Fano clur a11te i confl it t i intercon1una li, e finì per essere vinta da i Fanesit r;oggioga.ta e. smantellata. Ne l 12 13 passò alle dipendenze degli E stensi ; ot tant'an ni dopo fo liberata colle armi cli Bonifacio VIII. Nel 1295 ven ne assali ta da Pandolfo :'11alatesta, s ignore d i Rimini ed occupata; d,i quell'epoca i cittadini, sia perciiè insofferen ti della tirannia dei Malatesta, sia per m.iggiorc facilità di comunicazioni, ccearono la nuova F. scendendo da lla. parte a lta, àove i :Vla.httesta. ebbero a fortificarsi costruen do la. Rocca . Nel X V secolo le fazioni ci ttadine provocar ono un.i. specie di gu.cr ra civi le che provocò sanguinosi fatti cl'arme. Ne l 1507 · F. si difese, per ope ra delle truppe d i Cesare Tior gia, contro l'esercito del duca d 'Or bino. Cadu ta. nelle mani del duca. Guidobalclo 1, egli fece abbattere h rocca, ma la demolizione JlOll fu completa, perchè Francesco Della Rovere, nella guerra. contro Lorenzo dc' ìlledici (1516), dopo averla ben munita, la. fece d ifendere dal Roveresco che seppe tenerla fu10 a dopo conclu sa la pace, quando fu ceduta al :Medici. Tornata F. alla. Chiesa questa la Ieee abbattere nel 15 19. La citlit nel 1616 venne ancora fatta cingere di m u ra e rimcsb. in eccellente stato cli d ifesa, r iedificandosi anche la r(Jcca, per opera del duca d'Urbino. Quando, per la morte del duca, fu rip resa d a.I la Chiesa, i l vescovo di Senigallia fece subito occupa re dalle sue t ruppe h1 R occa e le porte della città, ccl il 25 maggio 1631 obbligò i maggiorent i a giurare f edeltà. al papa. Seguì da allora le sor t i dell'Umbr ia. l. Combattimento di Fossombrone ( 3 settembre 144i) . Si ricollega a!la guerra in testina scop piata alla proclamazione della repubblica. amhrosia.na. l i con te Federico eia :M on tefelt ro, signore cli Urbino, aveva due anni pri ma comperata. la citlà d i F . e quivi signoreggiava q uale paciifìco possessor e. :Ma il 1° cl i settembre del 1447 il signore di R im ini, Sigis mondo :Malatesta, che aspirava ,il possesso d ella c itlit, entrò dentro pe r tradimento cli alcuni ci ttadin i e pose l'assedio alla rocca . II 3 settembre però sopragg iunse con tutte le sue for ze il con te Fecler-ico, il quale at tacca ta ba ttaglia, vi nse il Ma latesta. Per ca.st igo il ,;ignare cli Urbino mise a s;icco la città e ravvolse nello s tesso eccidio tan to i r ei che. gli innocenti. II. Combattù11e11to di F ossoiubrone (IO e 11 sctlcmbr<; 1860). Appartiene alla cam pagna nelle Marche ·e.

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Unibr ia. N cl corso della giornata elci 10 settembre il niarcbec.c T anari, essendo giunto in U r bino per ùisediare i l n.iovo governo ne lle provincie pontificie, circa 300 volontari romagnoli, agli ordini del magg. Pirazzo li. uniti anche a finanzieri, s i recarono a F. per mutarvi l'ord inamento politico. Allorché tali truppe vi arriva· rono, i gendarmi pontifici si erano già. r it irati vers~ Fano. 1\1a il gen .. Lamorkière, avuta. noti2ia dell arrivo del Pi razzol i, in\' iÒ a F. il gcn. De Cour ten colla sua , briga ta mobile, facendovi convergere anche d a Pergola. altru distaccamen to. I volontar i e finanzieri, poco espert i, non ave,·ano prese m isure d i sicurezza, ed il colonecllo Kanzler vi giunse cli notte fra il 10 e 11, con forze supcr,ori, sorpr endendoli nel sonno, disperdendoli e abbà.nclonando uu morto e parecch i fer iti. Il maggiore .Pirazzoli si ritira,·a ad Urbino: <love intant.o giungeva. Ja 13u divis. ita liana, che il g'.or no 11 n1arcìava su F.r m ettendo in fuga i pontifici, i qual i riparavano in d ioordine su Ancona. 1

Fossombron i. !\nt. h miglìa patr izia che ha dato ad Arezzo l4 Priori del l'opo:o. fra i suoi com ponenti che appa r tennero quali alt i uflicia li alle Bande Toscane sono : A11ton lv/aria, rn. ne!la guerra dell'Impero ( 1573); Vittor·io, m. r,el la, battaglia di S tr igonia; Severino (1'630); Giuseppe (1678) ; Fulvio ( 1690); A uton Giacinto ( 1699); Giov. Batta (1700); inoltre j [ conte senatore v;t. toriq, !CJJ. generale delle truppe toscane (1806), il qua le per incarico del Granduca compi lò un progetto per l'organamen!o delle Milizie e per l'insegnamento delle :Matematiche e F isica agli ufficiaii; e il conte senatore Enrica ( 18ì0), uno dei fondatori della Guardia Nazionale <li F irenze. Fotoelettrica (Stazione) . L a sor veglianza delle coste si esercita durante la notte med iante l'impiego di poten ti proiettori, le cu i clìuarno generatrici sono in genera le alimentate da motor i a scoppio o sono collegate alla linea cli speciali centrali elettr,che condotte da personale militare. Le stazion i dei proiettod chiamansi F. e sono fisse, o a scomparse, o autocarreggia tc. Nelle fisse il p roiet tore è sempre visibile, e soltanto il gruppo ge0

s rnziçme ro1oe 1c1t rica In aeropo1·10

ncrato,,e trovasi protet to da lle offese esterne median te terrapieni o con caverne. In queile a scomparsa i l pr o-ieHot·e può cs, er s[) into da una posizione pr otetta ed ar ~ retrata. verso il fron te a ma re, facendolo scorrer e su carrell i Deca uville, oppure può esser , tra,sporta to in au t'O med.iante- eleva tori ed ascc'i1sor i. ,focendolo .affiora re sulla. mont uosi!ù. a !l'in ter'no della. quale trovasi la caverna che contiene · gli app arecchi; genrrato,ri. L e ,R, car re,;giate so-


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.FoT no montate sopra speciali carri che possono essere a trazione animale oppu re anche automlJbilc (V. Autofotoelettrich~). In generale tutte le batterie costiere sono corredate di wia o p iù F., e cosl dicasi dei passi che servono all'ingresso dei porti mii., e delle località nelle quali debbonsi stab ilire in tempo d i guerra importanti sbarramenti di torpedini o di reti antisommergibili. Moite F. della costa vengono conservate in tempo d i pace in disarmo, ed armale alla mobili tazione con il personale specializzalo.

Fotoelettrico (SerJizio). Riguarda l'organizzazione e l' impiego dei proiettori per scopi militari. Esso compren,de i1ormalmente varie sezioi,i, composte generalmente d i un comando di uno o due gruppi d i due stazion i ciascuno, munite di Proiettore (V.). Le stazioni mobili, a seconda delle lc,ro particolarità specia li possono essere autocarrcggiate, carreggiate o someggiate1 con specchi da

150 cm. da 90 cm. da 73 cm. e eia 50 cm. Si hanno però a ltri tipi p iù potenti per installazioni fisse· da fortezza e da cosfa. Le s tazioni da 90 cm. constano ciascuna cli una autovcttu ra con motore da 20-30 HP. e colla po rtata di T. l J /2 che trasporta tutto il materiale ocr:orrente e i 5 uort1ini necessari a l funzionamento. La d inamo, della porUttll di circa 8 Kw. è azionata dal motore dell'autovellura. Il proiettore consta d i una lampada. ad arco e di uno specchio parabolico del diametro di cm. 90. E ' montotn su una incµstcl latura che mediante w 1 carrel-

diametro de! fascio a tale d istanza è di m. 240. Le osservazioni ut ili di isolati i:: di piccoli ·g ruppi non possono spingersi oltre i 2.000 metri. La velocità di sposta.mento della sezi0ne è di 25 km., su buone strade, alì'ora. Può fun7,ionare una in tera notte coi soli suoi mezzi (benzina e lubrifican te). Le sta7,ioni da 7S cm. sono di vario tipo, Tutto il materia le è trasportato su tre carrette. La intensità luminpsa è di 42 milioni di candele, mentre la d istanza u tile, in buone condizioni cli amb ien te, alla quale può illuminare il terreno, è d i m. 3500. Il d iametro del fascio a taie distanza è di m. 125 . Le osservazioni ut ili _ cli isolati e di piccoli gruppi non possono spingersi oltre i 1.500 metri. L e stazioni cli 50 cm. possono essere trasportate a soma ed a spalla. Visibilità fino a 200 metri, per un soldato isolato; fino a' 500 metri per un gruppo d i persone, oltre i 600 metri i'osse rvazione ut ile è poco efficace

Stazione rowcte tt.l'ica carcggiallile

S tazione fo toelettrica d.a 75 Ì6 a. 2 ruote ·p uò es's ere t rasportato a circa 200 metri <Clàll'autovctturà; un cavo conduttore di 200 met ri ser-vé' iì cl>Ìlegainento. La sezione è inoltre dotata di ac,éé~bti' Ùa cui un coina'ild◊' •èicttrico per la manovra a dìs't!\nil dei"proiettore 'it-2 •mfefo11i con circa 200 metri -:li''t!'ordo1'tc1l10. 'I~!ensità lu't'Hii't°&sa. 60 mi lioni . di can<it1è. ':Là .·èfis'ta~za u iì1_e, in buone condizioni cli ambiente, alì'à ti~à}e 'pi/ii' illumfnare il terreno è di ·circa 5 km. I l

ad occhio nudo; col cannocchia le fino a 1200 m etri, ed oltre fino a 2000 .meiri, non si vedono che discrete masse in mov imento su strada e con atmosfera linipicla. J principali compiti delle s tazioni fotoelettriche sono: riconosc~re ed illuminare il terreno, r icercare gli obbiettivi durante i tiri .ed i bomba;.damenti nottumi clcll'artiglieria, del le m itragliatr ic i r. dei velivoli; ab_bagliare il nemico con fasci intens i d i luce, impedirgli lavori, soprattutto di riattamento di difese, controbattere i proiettori nemici, r,icercare e seguire la rotta di velivoli avversar i, indic:1re punti' di direzione a colonne <li truppe o ad aer_e i ; iliuminare particolari lavori nelle retrov;e, fare segnali telegrafici, ecc. Rela tivamente all'impiego è ncccssaJ·io tener presente che la nebbia, la foschia, "1. p'ioggj,t, la grande um idità e la luçe lunare, specialme1;te se · proviene d i fronte, influiscono da nnosamente su lla visibilità. Particolarmente curato dovrà essere il collciprnento tra proiettore, osservatore e comando. I vari compiti assegnati alle stazion i esigono una rapidità cli puntamento e sovente una sufficiente mobilità a llo scopo di occupare successivamente delle postazioni convenien ti . P ei proiettori queste dovranno essere possib;!mente in a lto e verso le a li della zona da illu111ina.re; per gl i osservatori !aterahnen tt' e davanti ai riflettori.

Su fronti stabilizza te gli osservatori s i piazzano nor-


I malmente nelle posizioni d i prima linea, i proiettor i alquan to p iù ind ietro. Ben precisate dovranno esser e le disposizion i rela tive a i limiti della zona d a illumi na.re, ai punti da sorveg lia re p iù specialnientc, alle c ircosta.nze in c-ui i riflettori debbono en trare in azione. L 'azione dei proie ttori dovr à. sempre essere subordina',a alle esigenu deUa osservazione. Il loro funzionamento s i svolge ad inter valli irregola_ri, avendo cura che i loro fasci d i luce non illuminino mai le proprie truppe_ -" elle specia l i tà controaerei molto importa11tc è l'azione concorde dei proiettori con gli apparecchi d'ascolto. Durante la guerra il servizio F. ebbe largo e prezioso impiego. Alla costruzioue degli svariati mezzi provvide l'inclustr ia nazionale. Complessivamente vennero invia.ti in z-ona. di guerra ben 1S00 appara ti dei vari tipi. Att ua lmente (1929) il servizio per le specialità cont raerei d ipe nde dall'artiglieria.. M olte stazioni F . sono state assegnate alla M . V. S. N. per la d ifesa aerea territoriale, mentre per tu tti gli altr i compiti provvede d irettamente il gen io. Nel raggruppamento genio di un C. d'A. è compresa una cp . di Fotoelettricisti, divisa in tre sezioni (servizio terrestre e costiero - servizio controaerei - servizio d'aeronautica).

Fotografia militare aerea. La fotografia ha trovato u tile applicazione nell'ar te mii. anche p rima che, con la comparsa dei pallon i, degli aer oplan i, dei dii·igibili, -quella aerea fosse d iven ta ta, com'è attualmente, un elemento d i capitale importanza per la condotta d ella guerr a. Nel 18S5 a Parigi, da bordo d i un pallone frena!() il francese N adar ottiene il pr imo negativo aereo con. lastra d agherrotip ica; nel 1862, durante la guerra di Secessione negli S. U. d'America, il gen. ::viac Ciel-

Si, 1emazione cli macchina folograflca su aeroplano a carlinga lan fece fotografare da un pallone, con successo, l'assediata piazzaforte d i R ichmond. Nella guerra del J8i0 abbia.mo altri esempi della fotografia aerea d a palloni per scopi bellici ; pit1 tar<li nel Canadà, in Russia ed in Austria venne , impiegata dai servizi geografici mii. Anche nella campagna. d i Cina nel 1900 gli aerostieri a l-

leal i erano tlut~ li di Iliud é;,lq equipaggiamento aerofotografico; ma la prima utilizzazione razionale di fotografia aerea, per scop! · topografici mii., r isale al 1904 da parte dell'esercito giapponese, durante la guerra russonippcnica. E i Russi a loro volta crearono un loro prop rio servizio fotografico che entrò in funzione al termine dell'ostilità. Frattanto l'applicazione dei ritrovati della fotografia ste1·eoscop ica. alla car tografi1 volgarizzava l'impiego del-

una clcll~ prime l'otog-rane ac,·cc: ar,campamcn Lo d i turco -arabi a sua nl Ben Aden (lll12, Libia) la fotografia terrestre, ri!el'ando l'immensa utilità che il). quel campo era capace d i reca re la fotografia dall'alto, qualora. i meui aeronau tic i si fossero perfeziç>nati. Ner: 190\1 vennero eseguite le prime fotografie eseguite d a. bordo di aeroplani. Nel 19 10 la nostra sezione foto-· .grafica eseguì con macchina fotografica app licata a pal- · lancino frenato senza pilota e scattata elettricamente da. terra, UJl rilievo fotoplanimetrico del fiume Tevere, che: riscosse il plauso mondia le a ll'esposizione inte rnazionale d i Hnixelles de l 1912: per la storia, tale lavord costituì il primo esempio di folocarta d i precisione. La gnerra libica segnò il primo im p iego bellico di fotor,ra!ìa dall'aerop lano ed il merito ne spetta all'allora sottoten. del genio Gavotti, p ilota di un Bleriot, che riuscì ad esegu ire fo tografie di accampamenti turchi usando una macch ina ordinaria. Sul principio della gu erra mondiale la F r ancia aveva soltanto un laboratorio di telefotografia per aerostati frenati e per palloni sonda; l'Inghi lterra era sprovvista cli ser vi?.io fotografico mii.; la Germania a veva invece macchine automatiche per fotugrafia dall'alto. Quando la g.utrra as3un~-e ca rattere di sD.bilità si palesò im111enso 11 va lore dell' informazione fotografica. che assunse importa nz1 e s•·iluppi impensa ti. Entrata in guerra c,,m d ue soli esemp la ri d i macchii,e aei·ofotog ra fiche, !a no~tra av iazione ne possedeva nel 1918 c irca un migliaio, oltre a l macchinar io dei laboratori, con un centinaio di unità fotogra fiche appoggiate ad Enti dell'Aeronautica e dell'Esercito. L'Organizzazione aerofotografica italiana nel 1918 comprendeva una sezinne fotografica territoria le presso il Commissaria to di aeronautica per studio ed approvvigionamento del materiale fotografico, una direzione del servizio fotografico terrestre ed aereo presso i l Comando supremo de ll'esercito, una direzione del servizio fotografico d'aviazione della R. ]\farina .

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Sisw,nazione di macch ine rotogra n.-t,e s11 d il'il!'illite

Si può oggi, - ùopo l'esperienza della grande guer ra, a ffermare che la fotografia aerea, sia nel campo tattico, che in quc)lo stra tegjco, è l,occl:io acuto e v ig ile de l

comando. J .c fo:.ograne dall'aeroplano costituiscono infatti una delle pii1 preziose fonti di informazioni, inquant0ch~ rilevano t utto ciò che riilette la s istemazione d ifensiva del nemico, cd i n1czzi che il nemico sta accumuland<) per operazion i offensive: forniscono cioè gran

J)arte degli elementi che sono indispensabi li allo s tudio, ,a lla pr eparazione, ccl alla condotta delle operazioni d i ,gue.rra. Perchè però p ossano dare tutto questo ycndi111cnto veran1cnte 111era.v.iglioso van no n1ìnutarnente stu -

òiate con un processo d i analisi che tiene conto d i tanrc a ltre fonti di info rmazioni; vrnno cioè assogget-

gno riscomrato nella fotografia il proprio valore, lavoro cbe è il frut to cli un'analisi paz iente che deve tener conto di tante ci rcostanze e che richiede attitudin i no,i comun i. ì'vfenl re l'osservatore da ll'aeroplano può, al ritoruo .da!:c r icogn iz!oni) rintslcciare e fissare

sulle fotografie che ha eseguito le particolarità che più le hanno colp ito durante la ricogn izione, una completa interpretazione de lle fotografie non può essere eseguita che dagli organi ai quali afflu iscono tu t te le info rmazioni che si rossono procurare da a ltre fonti. acl es. gli Uffici informazioni elci Comandi. Anche la fotogrammetria aerea, che permette la ricostruzione della forma ciel terreno in base a lle fotografie ùel medesimo, vènne durante la gue rra, sfruttata per sco_pi bellici; in I talia infatti p,utc della fro11te di gue rl'a, specialmente nella zona mont uosa, per la quale le cane in uso allora non erano sufficientemente esatte, f u r ilevata. con Ja fotogramme tria.

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Bomba1 :t1amcnLO aer-110 della. Fr ankru rt po'r 1C'.,;J)el'iCl1Z!l {Stati Unii i; 1926)

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tate_ a quel proc.edimen_to die .s_i basa .essenzialmente su Ila logica dedu ttiva, che si ·chiama l'interpr~tazione delle iotogra.fie, che consiste ~1ell'a.ssegnare ad ogni se-

Fotogrammetria (Fototopografia) _ E' l'a rte di rilevare il terreno per mezzo della fotografia. In Italia fu applicato la p rima volt': dall'Istituto Geografico :Mili(Jrt. per opera dell'ing: Paganini, verso il 1900, per effctttia.rc rilevamenti in zone montane cd impervie. D a te due fotogra.fie cli uno stesso panorama, prese da due punti d i ~!azione no ti (occorre conoscere la d i.stanza orizzontale fra le due s tazion i, la d istanza di ciascuna di esse d a lla prospettiva fotografica, la d irezione d i presa fotogra.fi.<:a) tra t tasi di determinare su di un piano la proiez ione orizzontale e ver ticale cli tut ti i punti del panorama; quindi, costr uire una car ta topografica, completando graficamente i particolari dedo tti dalle foto grafie s tesse. Lo strumento adoperato è il fototeodolite, combinazione d i teodolite con camera oscura.. Attuai-


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Fotomit.ra1,ll atricc pi~zzata ;n, ,·elivOlo mente, per la ricostruzione del terreno, si adoperano m etod i stereofotogrammetrici; l'I stituto GeograJico militare fa u;o di uno speciale stn1mento, u n po' complicato ma della massima precisione, denominato Steroautografo (V.) do,·uh, a<l un ufficiale au str iaco, von Ord, col quale, automaticamente, s i ottiene la p ianta del terreno d a rilevare, comprese le cu rve d i livello. L'ing_ ~istri nei r ilievi del terreno effettuati dagli aere i, ha un apparecchio denomin a to « F otocartografo )l, che si è dimostrato pratico per semplicità, precisione e speditezza cli la voro. Con un s istema elci tullo p roprio, ottiene una -car ta molto precisa, con errori trascurabili per una scala al d isotto d i 1 :5000 e con una rapidità cinque volte maggiore d i quella occorrente nel 1·ilevamento comune -colla tavoletta o col tacheometro. Il nostro Istitu to Geografico mii. ha i nvece adottato un a ltro appa.rcçchio, idea to dal tcn. aviatore Ermenegildo Santoni, il quale, procedendo con sistema. <liffercnte dagli altri, è r iuscito a d e liminare u no dei tre punt i noti del terreno, necessarii per la restituzione. Ad esso è sufficiente la conoscenza cli d ue soli cli tali punti, servendosi, per l'altro, della direzione del raggio solare nel momento della p resa fotografica.

personale, per met tendo però nel tempo s tesso di determinar con sufficiente esat tezza il grado di precisione raggiunto J1el p untamenro dal personale stesso. A tal fine s i è ricorso a ll'impiego della fo tografia, creando delle ma.cc.h ine fotog rafiche, cli forma convenientemente stud iala cd adattabili a lle mitragliatrici, le quali per mezzo cli fotografie consen tivano cli determina re la posi7.ionc del bersaglio nello spaz io a ll' istante de l fuoco relat ivarnen te a ll'appa recch io che spara va : tale · metodo

F otomitr•agliatrici. P er l'a ddestramen to dei p ilot i e degli osservatori dell'a viazionc mi!. al tiro in volo contro bersagli aerei cd a l çombattimento aereo ove, per ovvie ra.gioni cli sicurezza del bersaglio, che in tal ca.so è costituito da un altro aereo simulante a zione di gucna, non è possibile esegu ire il tiro con ca r tucce a pallottola, si è dovuto r icorrere a dei mezzi che consent issero la riproduzione d el combattimento reale in tutte le fasi evolutive degli appa recchi, senza per questo danneggiare il materia le e mettere comunque a rischio il

però 11011 era scevro cli inconvenienti, in quan to che la macd , ina fotografica consen tiva d i eseguire fotografie solo ad i nterval li ampi ; pertanto tali metodi fotogra.fici sono s tati sostituiti in quest i u ltimi temp i con l'adattamen to della c inematogra.fia a l tiro aereo. La macchina a tale scopo definita ch iamas i foto-1J1itragliatrice, cd è nella sua cssenz,, una m:icchin a cinematografica capace di impressionare successivi fotogra.n1mi colla stessa caden7..a cl i fuoco della mitraglia tr ice, in maniera che <lall'esame compa rativo delle pell icole impres., ionale ri-

FO IOmil ra~•I iatri r•e « Hy tl,e >)


(

Fo-r

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sult i di primo acchi to l'abilità raggiunta dal punta tore. Nel combattimento aereo, oltre al fatto di colpire e~attamen te il bersaglio, ha enorme importanza il fatto d i essere il primo a colpire, e pertanto è necessario introdurre nel congegno u n d ispositivo cronogradico, che · permetta di incidere su l fotogramma l'ora in cui il fotogramma stessò fu impressionato, in maniera che dal-

Fo1ogr;1na esegui ta con ro1omitragliaLrice l'esame comparativo delle pellicole sia possibile determinare l'istante in cu i l'apparecchio risulterebbe colpito, stabilendo quind i la pr iorità dei risultati efficacemente raggiunti. I n tempo di guer ra, nelle scuole di avia:done venne com unemente adoperata la fotomitragliatrice inglese Hythe, che poi è staia però sostituita cvn a ltri tipi più rispondenti quali la Ernemann, la Lewis, la :Messter.

F.o toteodol ite. E' lo strumento di campa.gna atto alla presa delle fotografie, da- servire a l r ilevamento del tcneno, fotogrammetxicamente. Quello del quale s i serve l'Istitu to Geogra fico mii. italiano è s tato costruito dalle Officine Sbisà ed è una derivazione d el teodolite fotografico dell'ing. Paganini, il primo che ideò ed app licò in Italia metodi ed apparecchi per il rilevamento fotogrammetrico terrestre. E' costituito di un teodolite e di una camera. fotografica.

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ra, decise di avvicinarsi all'Oceano, per essere più in g rado <li avere i p romessi soccors i dall'Inghilterra:. Si marciò dunque su Dol per Ernée e F. Difendevano que<;ta terra 4.000 Repubblicani. Il 19° regg, d i fanteria leggera, avvis tato il nemico, si decise ad attaccarlo . Larochejacqueli11, d i, •isa la sua armatella in tre colonne, fece r inculare lentamen te quella del centro in vista dei Repu bblicani. Traspor tati ess i da imprudente valore, finirono per a llontanarsi dai corpi che li dovevano sostenere, e attratti nell'imboscata tesa da l comandante de i Vandean i, furono assaliti di fianco e in coda e fatti a pezzi dai R ealisti. Un terzo d ella forza riuscì a sfuggire riparando a F., dove Tor'l'e del castello l'aiutante gcn. B rière raccold i Fougèrcs (sec. Xli} se le sue forze in tomo a una' btr. p iazzata sulla strada principa.le d i F. La cavalleria .vandeana aggirò il paese, mentr e il grosso attaccò di fronte. I Rep ubblicani d apprima, grazie all'ar tiglieria parig ina, sostennero l' impeto degli assalti ; ma poi vennero sopraffatti e in gran parte massacra ti.

Fouquet (Carlo, duca di Be//e-Isle). Maresc iallo d i Francia ( 1684-1761). Combattè agli ordini del Vendòme e del Villars in Italia ; fu poi luogotenente generale e governatore d i l.Vfctz. Passato al ministero d ella guerra, s i dedicò all'orga11izzazione dell'esercito e creò l'Ordine del Meri to m ilitare. Fou.qu.et (11rmando di Belle-Isle). L uogotenente generale francese ( 1693-1747). Combattè nelle guert'e del suo tempo e morì a lla testa dei suoi soldati attaccando i Piemontesi ali' Assietta.

Fourche (La). Villa~gio della F rancia, nelle vicinanze di Nogent- le-Rotrou nel d ip . del Loir- et-Cher.

Fouquet Carlo

f'our nlcr Francesco

Foucault. (Dwigi, conte di Dagno1~). Maresc iallo d i F rancia ( 1616- 1659). Servì nella marinrc e par tecipò a varie campag11.e, distinguendosi particolaJ-mente nel 1640l 642. Fu poi governatore d i piazze forti ; parteggiò pel Condè ma fu p erdonato dalla Corte e nominato maresciallo di F rancia. Fougères. Comune della Francia nel clip. Ille-etVilaine, fortificato nel sec. XV, completando le opere che s'erano costruite, col castello, fin dal sec. XII. Nel 1372 venne assediato e preso da l Duguesclin. Combattimento di Fougères ( 2 novembre 1793). Appartiene a lla guerra in Vandea, dmaute la rivoluzione. L a maggior parte dei capi dei Van deani passata la Loi-

Combattimen:ti di La Fo.,,rche (5 e 6 genna io 1871). Appartengono alla guerra F ranco-germanica, operazioni intorn_o a L e 1.fans. Il 5 gennaio u na ricognizione tedesca viene spin1a (un regg. d i famcria cd una btr.) fino alle posizion i di La F., tenute dai Francesi, i quali r iescono a respingere gli assalitori con sensibili perdite dopo due ore di comb,utime!lto. Il giorno seguente, i Francesi, che avevano r icevuto r inforzi cd erano agli ordini del gen. Rousseau, f urono nuovamente attaccati dai Tedeschi (14 .000 u . con 3 btr.). F ino alle 14 l'azione: consistette in un vivo duello d'ar tiglieria , senz>t esito decisivo; a quell'ora s i pronunciò un attacco di fanterie p russia ne dalla par te di Condreccau', che venne resp into, ed altro, che riuscì a sloggiare la sr. deI gen. Rouss~au dalle sue posizioni, impadronendosi di tre pezzi. Inva no il gen. Rousseau staccò per riprenderli un bgl. di caccia tori, e successivamente 3 cp. ed anche i fra nchi tira tori: i Francesi, sotto la pressione delle superiori masse tedesche, furono costretti a ritirarsi abbandonando il villaggio, e 130 prigionieri.

Fourichon (Martùw) . Ammiraglio francese ( 180918$4). Governatore della Guyenne n el 1852, divenne con-


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trnmmir. nel 1853 e viceamrnir. nel 1859. Partecipò alle operazioni del 18S5 nel Pacifico contro la Russia asiatica. Nell'autunno del 1870 fu ministro della marina e poi minigtro della guerra. Senatore nel 1875, fu nuovamen te minis tro della mar ina dal 1876 al 1877.

Fournier (Francesco Ernesto). Ammiraglio francese n . nel 1842. Si distinse nella guerra franco-prussiana . del 1870. Nel 1884 in Cina trattò il trattato di pace di T ien-Tsin. Contrammir. nel 1891, comandò la divis. navale dell'Estremo Oriente. Comandante della scuola superiore d i guerra e marina nel 1895, viceammir. nel 1897, fu comandante in ca•po della squadra del ~•l editcrraneo nel 1898. Scienziato e scrittore, fra altro pubblicò una memoria sui « Cicloni e tifoni >) . 1 Fourquevaux (Baro-ne Raimondo di Beccaria di Pavia). Capitano frat1cese del scc. XVI ( 1509-1574). Guerreggiò lungamente in I talia, prendendo ·parte alle campagne di Lombardia e di P iemonte, e nella Savoia. F inì la carriera come ambasciatore nella Spagna e lasciò un'opera.: · « Istruzione sui fatti della guerra D.

Fourragère. Speci:ile distinzione, creata in Francia nel 1916, destinata a ricorda re azioni di guerra meritevoli d'elo, gio, compiute da uni_tà o repar ti. E' assegnata <lai generalissimo dell'esercito e consiste in un cordone a treccia terminante con un aghetto metallico, por tato da tutti gli ufficia li e soldati del corpo o repa1·to . Un tempo era un semplice ornamento di certi corpi a cavallo, come le cordellinc italiane recanti l'aghetto (V.). Foy (Massimiliano). Genera.le francese (1775-1825). Nel 1792 combattè con Dumeuricz, poi partecipò alle campagne di Napoleone in Italia, Germania, Portoga.Jlo e Spagna : si distinse ~pccialmente a Salamanca e fu ferito a Tolosa e V.'aterloo. Alla Restaurazione fu nominato Ispettore dell'esercito e nel 18.19 deputato. Lasciò una pregevole storia (non terminata) delle guerre nella Penisola Iberica.

809 composto solido, che fonde a 24", dotato di odore pungente e di azione irritante per gli occhi, eccitando la lagri.mazione.

Framarin (Pasquale Antonio). Generale, n . a Gambellara., m. a Vicenza ( 1825- 1902). Prese par te alla difesa di Vicenza e di Venezia (1848-49) e nel 1860 a.Ila spedizione Med ici : ebbe a J\,f ilazzo la med. d'argento. Pas,;ato nel 1862 nell'esercito regolare-come maggiore del 62° fanteria, si meritò una seconda med. d'argento nel 1866 a Primolano. Colonnello nel 1877, comandò il 1° rcgg. fanteria e nel 1882 ebbe il comando superiore dei distretti della <livis. mi i. d i Ancona. In P . A. nel 1884, divenne n el 1893 magg. generale nella r iserva. Framarin A lessandro. Gcne1·ale (1855- 1920). Sottot. di cavalleria nel 1874, partecipò alle campagne eritree del 1887-1888 a l comando dello sqclr. cacciatori a cavallo e a quella de l 1893 nella quale si meritò la med. d'argento ad Agordat. Colonnello nel 1905, comandò i cavalleggeri Padova. Magg. generale nel 1911, tenne successivamente i cnmandi dell'8• e della 5" brigata di cavalleria . In P . A. nel 1915, passò nel 1918 nella riserva.

Framea. Anna in asta ( lancia) munita di un ferro corto ed acuto. Fu usata dai Germani. Francavilla di Sicilia. Comune in prov. di :..1essi:na. E' di origine Nor manna; fu feudo di Ruggero di La.uria il quale. lo perdette quando si r ibellò a Federico II. Nel 1719 il conte di Mercy, che aveva avuto l'incarico di scacciare gli Spagnuoli dalla Sicilia, appena vi giunse con notevoli rinforzi, ed ebbe assunto il comand<>, mos~e contro il nemico che, a l comando del conte di Leda, si era trincerato presso F. Il 27 giugno, le posizioni spagnuole furono attaccate e dopo cinque ore d i lotta tutte le truppe avversa rie erano costrette a ripiegare negli alloggiamen ti assicurando al con te di :Mcrcy le proprie comunicazioni col mare. Caddero circa 10.000 u . fra morti e feriti, metà per parte ed entsarnhi gli, avversari nella mancanza di una decisione, si attribuirono la vittoria.

F ra11cavilJa. Tom1Tmso

, Foy Massimiliano

Framarin Alessandro

Fraisnite. i'/ome adottato da.i Francfsi, nel loro codice segreto, per designare un miscugho aggressivo di azione lagrimogtna, da e.;s i adoperato nell'ultima guerra, in seguito agli studi cli ~foureu e D ufraisse, che ne proposero l'imp:ego. Era a base di ioduro d i benzile,

Fl'(tllCCSChl G. B.

Franca.villa Tommaso. Generale, n . a Castellana nel 187 1. Sottot. di fanteria nel 1891, partecipò alla campagna eritrea del 1895-96. frequentò la scuola di guerra e nel maggio 191S entrò in -guerra contro l'Austria, meritando su l Sa.hoti.no la med. d'argento e ripor tando due ferite. Colonnello nel 1917, comandò 1'87° fanteria. Dopo la guerra fu in zona d'armistizio e in Albani.a. a l comando del 95° regg, fanteria e del p residio interalleato di Scutari. T ornato in Italia, coman dò il 72° fan teria; genera.le d i briga ta nel 1927, divenne ispettore di mobilitazione a Trieste.


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Francesca. $cure d 'a rme che fu propria dei Franc hi, con manico cor to. Se con un taglio solo, con occhio pe r imman icarla, era somig liante molto alle scuri dei

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operazioni rischiose ed at,daci, il 23 maggio si slanciò innanzi alla prima ondata. all'assalto di Castagnevizza. Ferito una. prima volta, continuò imperterrito, giungendo rapidamente al l'abitato del paese; ferito una seconda vo lta, non abbandonò il combattimento. E mentre giunto p resso i ruderi della chiesa, voleva consacrare la conquista del villaggio micidiale col segno elci tricolore, cadeva eroicamente, ucciso su l posto da una raffica d i mitraglia(r;ce nemica n . (Castagneviz.za 23-24 maggio 1917).

no,tri giorni; se con due tagli. somigliava a quella che Romani ~issero « bipenne n.

Franceschetti (Do1ne11ico Cesare). Generale corso, n . a Bastia, m. a Vittoria (1776-1816). Entrò nella Leg ione Corsa e combattè in Russia e in Germania. Fu poi al servizio di :Mural, col qua le condusse la spedizione d j P izzo di Calabria. Era stato fatto maresciallo di campo nel 1814, e aveva fatt~ la campagna' del 1815. Morì ·ucciso in duello da Carlo Fi langieri. Lasciò una (( Storia degli avvenimenti che p recedettero la morte di Gioacchino I re del le Due Sicilie n; una (( Corrispondenza colla. regina Carol ina 11; e altre memo.rie. Franceschi- Delonne (Giovann:i Battista) . Generale francese ( 1767-1810). Sottot_ nel 1792, partecipò a lle guerre del suo tempo e divenne generale di brigata n el 1805; l'anno seguente fu destinato all'esercito di ::-,Japoli e partecipò alla spedizione di Calabria; nel 1808 andò in Ispagna . Catturato da una banda di (< guerrillcros ll, morì in p rig ionia a Cartagcna. Francescfri Italo. Generale, m . a Roma. ( 1848-1918). Sottot. di fanteria nel 1866, divenne colonnello nel 1904 e cnmandò il 91 ° regg. fanteria; nel 1906 andò in }'_ A. e nel 1914 fu prornosso n1agg. generale nella riserva . Francese/ii Temistocle. Generale: fratello d i Italo, nato a Cento, m. combattendo sul Vodice (1865-19lì). Sottotenente d i fanteria. nel 1883, passò poi negli alpini. Par tecipò alla campagna libica; colonneilo nel 1915, comandò successivamente il 68° fanteria, un gruppo di bgl. a lpini sul Rornbon ed il 143° fanteria, meritando la medaglia d'argento sul S. l'darco. Al principio de l 19 l 7 fu nominato colon nello brigadiere comanda.nte la brigata Girgenti, che condusse a lla p resa del ::vr. Vodice · ove cadde il l 0 -6-1917 colpito da granata nemica. Alla sua n1cmoria venne assegnata una seconda 1ned. <l'argento. Cinque giorni pri111a di morire era. stato nom inato n1agginr generale per merito di guerra.

Francese/ii Garibaldi. Medaglia d'oro, n . a JVIoden a nel 1897, cad u to nel 19l ì. Volontario ciclista a ll' inizio della guerra italo-austriaca, passò poi, non appena compiuti i diciotto ann i, a frequentare un corso allievi uflìciali, di venendo aspirante ufficiale nel L,8° fanteria . Assunto il comando degli ardi ti reggimentali, s i segnalò tn piit occasioni, meritando due proposte di ricompense al valor mii. Durante la decima battaglia dell'Isonzo, cadde ucciso pre.sso i ruderi della chiesa di Castagnevizza, serrando in mano una bandiera, ch'era destinata a consacraJ·c la conqu ista vittoriosa.. La mot ivazione della medaglia d'oro ricorda così il bell'episodio:

« Giovanissimo, p ieno di fede e di coraggio, già d is tintosi alla testa del suo p lotone ard iti in varie piccole

F1·anccseh i Gn ,·ill,lld i

f'n111ccscl1lni Clemente

Franceschini (Clemen.te). Genera le. n . a i:vfilano, m. a Sarnico (1844-1922). So ttot. d'arl. nel 1863, passò poi nel corpo di S. M. Colonnello nel 1888, comanaò il 46° fan teria. l\lfagg, generale comandante la brigala Roma nel 1895, andò in P . A. nel 1901 e nella riserva nel 1904. Ten. generale nel 1905, durante la guerra contro l'Austria fu riclt'iamato in sei-vizio e conmandò la divisione m ii. territoriale d i Milano.

Francesco I. Re di Francia, n . a Cognac ( 149il1547). Succedette nel 1515 a Luigi XII, e nell'anno stesso vinse a Melegnano lo Sforza e conquistò il iVIilanese. Combattè con tro Carlo V e ne fu sconfitto a lla Bicocca e a Pavia ( 1525), nve fu fatto prigioniero : p rosegtù la lotta 5ino a lla li lierazione della Provenza e della P icca rdia, e con la p:i.ce di Crépy ( i 544) rinunciò a ogni pretes,, suil'ltalia.

Francesco I

o n line di Francesco Oluse_ppc

Francesco rH Sa.vo;a Raccon'igi. Cugino del Duca Emanuele F iliberto. Morì combattendo va lorosamente sotto gli ordini cli Andrea Provana nella battaglia di L epanto ( 1571). Frawcesco GiuseJ,pe ( Ord-ine di) . Creato in Austria nel 1849, dall'imperatore Francesco Gi useppe I, allo scopo di premiare le benemerenz.c per serviz i prestati a llo Sta to. Potevano esserne insign iti an che gli stranieri. Ta le ordine cessò dopo la grande guerra.


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Francesco Ferruccio. 92" legione della M. V . S . N. '(VIII Zona, Toscana), costitu ita il 1° febbraio 1923, col comando a F ir enze; è formata su tre coorti , di cu i l1anno sede la 1" e la 2' a F irenze, la 3' a Prato. Conta inoltre i seguent i r epar ti speciali, lutti con sede in F is enze : coorte u n iversit a ria, coorte D. A. T., battaglione cam icie ne re centuria n1otociclisti centuria ciclisti, centuria m itraglieri, sezione a utoblindate, centuria p ronto ·s occorso, centuria musica, ccntmia deposito . 1

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France,·co Ferrucc-io. Trasporto in legno, costru ito in Inghilterra per la marina delle Due Sicil-ie, d alla quale p as,i:, nel R. :\"aviglio. D islocav:i 269 tonn. cd aveva macchina della forza di 80 cavalli. Fu radiato ne l 1868. Francesco 1\f.oros-i11i. Nave da battaglia, vara ta a Ver1ezia nel 1889, rad ia ta nel 1909; lungheua m. 100, la r-

ghc,:za 19.84. dislocamento tonn . 11 324, macchina HP . 10.000; a rmamento cannon i -+ da 431, 2 da 152, 4 da .120, la nciasilur i 5; staw m aggiore 32, equipaggio 47i.

Francesco Ferruccio. :\"a ve da bat taglia d i 2" classe (incrociator e), ,vara ta a Venezia cd en t rat a in servizio nel 1905; lunghezza m. 104,86, larghezza 18,20, dislocanicnto ton,1. 7350, rnacch inc HP. 13635 ; a.rma mento,

811 Francesco Risn1ondo. 'Torped iniera cx austriaca, che il 5 ottobre 1917, per ini.1,ialiva dell'istriano Francesco Donai, il qua le aveva fatta fervida. propaganda sull'equipaggio, riusc iva a fuggire da Sebenico, e, dopo di avere immobiliz7~,t i gli ufficiali, a raggiungere il porto di Recanati, dove era co11segn.ita alle auto rità ita liane. Nella flotta austriaca era contrassegnala: F. B . 11. Varata nel 1910, lunghezza m. 4.ì,31, lar ghezza 4.36, dislocamento to11n. I IO, macchine H P . 1.338, a rmamen to cannoni 2 da 47.

Francesetti di Mezzenile (Renato). Generale, n. nel 1864. Sottot. degli a lpini nel 188.5, divenne colonnello nel 1916 e coniandò in gn~rra i! I !3° fan teria. In P. /\. nel 19.lS, fu promosso generale di brigata nella r iserva nel 1926. Franchet d'Esperey (Felice) . Maresciallo di Franc ia, n . 1,c! 1856 i.11 Algeria. Dopo aver prestato servizio come m ii. d i truppa, raggiu nse, nel 1876, il grado d i sottot. cli fanter ia; combattè a l T onchino ed in C ina. Nel 1913, già genera le d i divis. operò in 1farocèo agli ordini del Liautey. Iniziò la guerra mondiale [Jua.le comand:u1lc del 1° C. d 'A., combatté s ulla Sambrn (vedi Cha tleroi) e a lla fine del 1914 comandò la 5' a.nnata, distinguendosi 11ella battaglia della l\farna. Nel 1916 ricevette il comando' del gru ppo d'armate francesi dell'Est e poi quello del Nord, che tenne sino a l giugno 1918. A t a le epoca passò in Oriente, capo supremo delle ur mate a lleate operanti nella penisola balcanica; p reparò e d iresse !'offens iva fmale del 1918 ed ottenne la rott ura della fronte tedesco-bulgara il 15 settembre 1918, in segui to al!a quale la Bulgaria fu i ndotta a chiedere la pace. "sei febbraio 1921 fu nominato m arescia llo d i Francia e membro dc! Consig lio superiore di guerra.

canno1,i 1 da 254, 2 d a 203, 14 da L.32, IO da 76, 2 da 75 , 6 da 47, lanciasiluri 4; stato nnggiorc 29, equipaggi(, $20.

Fra11c,,sco Crispi. Cacciatorped iniere, varato n el 1925 a Kapol i ed en trato in servizio nel 1927; lungbc;oza

m . 84,90, larghezza 8,60, d islocamento tonn. l ISO, macchine I-IP . 40.000, velocità 35 mig lia; armamento cannoni 3 da 12_0, lanciasiluri 2.

l' ra11cl1 ct d'Espei-ey I'.

J'ranehi Giu I io

~-:ra nc_ h L P opolazione di razza german ica, alta e fo1·te, dai capel!i rasi, n1eno un Ciuffo a souuno de l cranio: ficran1ente eretto come un pennacchio. Viveva. di guerr a e di µ reda , a rma ia di picche eone e leggere, d al ft:rro aguzzo e tagliente 1 che maneggia va con straordinar,a abi li ti, s ia. d a vicino cbe come arma da. getto ; la ca valleria portava lo scucio, la fanteria numerosi giavellot ti che venivano lancia ti a grande distanza. N udi e disidorni. i Ii. curava110 solo le armi, che tingevano a vivi colo r i; pochi portavano una sorta di corazza ; i più avevano solo un elmo di cuoio o d i ferro. Combatteva.no a masse compatte; i fanti, che correvano a pari dei cava lli e ad essi frammisti, precedevano la ba.traglia, cd andavano riuniti a gruppi di (< cento >l ; l'ordi ne d i com ba ttimento preferito era il ((cuneo» ; ritirandosi porta vano soco i cadaveri dei compagni uccisi; sommo eliso-

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nore era perdere lo scudo, ed escl udeva dal partecipare a i sacrifici ed alle assemb lee. I comandanti erano designati secondo il loro valore. Unica autorità giudiziaria erano i sacerdoti che nei boschi sacri custodivano le insegne, in torno alle quali si riunivano per combattere. Nella battaglia li incoraggiava a vincere la presenza delle donne e · dei bambini, che colle loro grida ne eccitavano il valore, rnen!re nel folto della m ischia portavano acqua e viveri ai combattenti e curavano i feriti. Più tardi i F. aggiunsero al primitivo armamento la scure a due tagli, la « francesca l> che lancia vano addosso al nemico apptna giunti a tiro; la spada, corta e aguzza, a d ue tagli, la lanc ia, l'arco e le frecce, lo scudo; la massa magg iore e la maggior potenza dei loro eserciti fu costituita dalla fanteria, che avanzava compatta a l canto degli inni d i guerra e al suono prodotto da l cozzare delle armi. La nazione era costituita da parecchie tribù, occupanti le terre paludose del basso Reno e del \Neser. Queste si confederarono verso il 244 e frequentemente invasero la Gallia. Battuti dalle truppe romane e fiaccati eia Costantino, che a migliaia ne fece morire i prigionieri negli spettacoli ciel Cù·co a T reviri, invasero ancora la Gallia sotto Costanzo II, e, pur essendo stati ancora sconfitti da Giuiiano e eia Valentiniano I, restarono però sempre minacc iosi e inquieti ai confini dell'Impero, finchè, vinti nel 387 e nel 395 da Stilicone, non ne divennero fedeli ausiliari, contrastando il passaggio a lle orde degli Unni, degli Slavi, dei Vandali e degli Alani. Nella prima metà ciel quarto secolo i Franchi cominciarono a stanziarsi nélla Gallia, la. quale prese il nome cli Francia (V.) ver so la fine del V secolo.

Cacciatori Franchi. V. Compag11ie di disciplina. • 1ldar-i1tai Franchi. I marinai che dopo aver eseguito tutti i loro !«vori non• hanno eia n,ontarc in servizio d i guardia, godono della franch igia e si d icono F. La fra.11chigia si avvicenda con la guardia e con i lavori secondo turni ben stabiliti; l'equipaggio è diviso per questo in guard ie o squadre, delle quali ve ne è una semp re franca di servizio, i componenti della quale hanno diritto a riposo. In navigazione il turno F. dorme o compie esercizi cli carattere generale; il turno cli guard ia esercita la sorveglianza ai pezzi, a l cammino della nave, p resta servizio in caldaia in. macchina, al timone, ecc. In porto la guardia o la squadra. franca scendono a diporto dopo le ore 16 fino a ll'ora delht ritirata. Questo sistema di avvicendamento d i servizio e d i franchigia esiste st:!!e navi ~in da i tempi pii1 remoti , Anche per i rematori delle galere esistevano periodi cli franchigia. Sulle navi a vela il per iodo delle franc~igie era fatto con turno in due in navigazione, e con turno in t re o in qua ttro durante le pé'rma.11enzc nei porti. Questa norma è seguita ancora sulle navi a vapore. Franchi (Ref,art,) . Erano così chiamati tempo addietro speciali reparti d i soldati, a p iedi o a cavallo, format i cli volontari, ad operati in particolari imprese anischiate ed ardite. (V. Compagn;e franche e Corf>i franchi).

Frar.chi-tfrator·i. Corpi volon ta ri creati m Francia durante la guerra del 1870, dopo Sedan, per azioni' di

812 guerrigl ia.. Combattevano per proprio conto, a gruppi della forza cli circa una cp. e talvolht parteciparono ad azioni insieme .con reparti delle armate repubblicane. Il nome cli F . T . non era nuovo, chi; n_cl 1868 era stato adottato da repal'ti cli Guardia nazionale (es. i F. T, dei Vosgi) e ancor prima, nel 1855, significava i soldati che, valenti tiratori, si appostavano per fa.re il loro colpo contro le ~entilielle elci bastioni cli SebastopoJ;

Franco tiratore

Guerr iero Franco

Franchi Giulio. Genera le, n. a M ilano n el 1863. Sottotenente di fanteria nel 1884, fu promosso colonncl:o nel 1915 cd ebbe il comando del 43" fanteria guaclagnai,do sul M . Leinerle ( 1916) la mcd. d'argento. Colonnello brigadiere poco dopo, ebbe successivamente i comandi delle bri,rnte Volturno, Rovigo ed E milia e fu fregia.fij cli U11a seconda med. d'argento (1917) e d ella croce cli ca,,. dell'O. M. S. (1918). Brigadiere genera.le nel 1918, dopo la guerra comandò la brigata. Umbria. I n P. A. nel 1926, fu promosso nello stesso anno gene ra le di d:visione. Franchi Aug1,sto. Generale, n. ad Occimiano nel 1865. Sottot. di fanteria nel 1885, partecipò alla. campag1,a eritrea del 1895-96 ed a quella libica. Entrò in guerra contro l'Austria col 10° faJ1teria. e nel luglio 19 15 si m eritò la mccl. d'argento. Colonnello nel 1916, comandò il 118" fanteria e combattendo a q . 208 ( Carso) ebbe la mecl. cli bronzo. In P . A. nel 19 18, fu promosso generale di \,rigata nel 1926, e andò a riposo nell'anno seguente.

Franch i It.a lo

Franchi Maggi Gi uSC!)Pe

Franchi Italo. Generale, n. a Tempio nel 1866. Sottotenen te di fanteria nel 1885, passò nei 1890 ,1ell'arma


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dei CC. RR. Partecipò ali.i. guerra contro l'Austria. come ut+ic iaJe superiore cd a Gabrje Superio re fu dcco, rato della mcd. d'argento. Colonnello nel 1920, coman• dò la legione cli Napoli. Genera le d i brigata comand. il VI gruppo cli iegioni (Napoli\ nel 1923, passò in A. R. Q. nel 1926 e n ella riserva nel 1928. Franchi M.e,ggi Gius~ppe. '.'-·1 edaglia d 'oro, n. a Pa- . via ne i 1890, cadu to sul l'Aisne (Francia) nel 1918. Va• len te ingegnere ed assistente al Po litecnico di M.ila.no, si a rruolò per la guerra contro l'Austria, quale sottot. da 1° genio "appatori . Nell'agosto del 1916 sull'altip iano di ·Folgaria. riportò tu1a ferita ad un braccio~ che gli rimase anchilosato, e fu decorato di med. di bronzo; benchè non completamente r:uarito, volle r itorna re alla fronte, e combattè va:orosamente in Carnia., sul Carso e sull'a ltip iano della B,tinsizza. Nel 1918 seguì il II C. cl' A. in Francia, addetto a l comando del genio del!'8' divi. s ionc. llfcritù la croce di guerra francese per un'ardita ricognizione nel bosco d i Cou tron, ed una citazione all'ord ine del giorno della 40' d ivi, . f rancese. Al passag_gio dell'Aisnc, mentre da.va, come sempre, esempio d i audacia. ed intrepidezza, venirn fulminato da. una raffica -cl i rn itra.g!iatrici. Venne conferita a lla niemoria ciel prode ufficia.le la medaglia d'oro, di cui ecco la motivazione : « Giò. rimasto mutilato n el coraggioso tentativo di tagliare un reticola to nemico. tornò volontario alle prime linee, dove anche ne!:e più d ifficili s ituazioni fu cos tante esempio di patr iot(isn10 e d i valore. I n una part.icola re circostanza in cui, prima. d i lanciare a ll'inseguim.eulo le truppe della d ivis:one al cui comando egli era addello, urgeva verificare se, come da. voci corse, le fronleg!liate posizioni erano state dalla difesa rea lmen te abbandonate, con impareggiabile seren ità si offrì per esegu ire la pericolosa esplorazione attraverso una larga zoHa comp le tamente scoperta ed esposta alle offese. Raggiunto, alla testa di pochi uomini e senza che il n emico desse segno di v ita, l'argine di un cana le che solo ormai lo sepai'ava dalla linea sospetta, cd accortosi che i suoi uom ini, cl i fron te a l sempre p iù incomben te per icolo esitavano d i avanzare, dopo aver rivolto a d essi p arole incitatrici, con a tto d i fulg ido eroismo si drizzò da solo s ull'argine stesso per trasci narli innanzi con l'esemp io. Investito immediatamente da una scarica di mitr:tgli,itr ici postate a brevissima distanza, svelò col glorioso sacri.licio della vita la p resenza del nemico, s congiurando p er le nostre truppe il rischio cli cadere, n ell'avanzata a llo scoperto, . sotto l' improvvisa azione avversa ria>> (A isnc - Francia - 29 set te mbre 1918).

Franchini ( Vitto-rio) . Generale oriundo italiano, a l servizio della Russia e scri ttore mii., n. a. P ietroburgo, rn. ad Abbazia ( 1821-1892). Di famiglia pistoiese trasferitasi in Russia, entrò in servi.zio nell'esercito russo lJel 1844. D istin tosi per qua lità m ii. e coltu ra, fu per 13 anni addetto a ll'ambasciata russa a Costan tinopoli. Ebbe poi diverrn mi~sioni in oriente, ccl organizzò la p rov. di I<ars qua ndo fu annessa a lla Russia. Fra i suoi -scritti ricordiamo : cc Su lla politica dell'Imperatore Ni-colò I in Oriente»; « Studio sulla guerra turco-rnssa », opera questa che stava ultimando quando morì. Franchini E nrico. Medaglia d'oro, n. e m. ad Alessandria, (1824-188i ). Ufficia le di fanteria de!l'Esercito P iemontese, passò da ten . nei ber~aglieri, con i quali

pres~ parte a lle campagne d i Crimea, del 1859, del 1860, 1561, dt! 1866. in ogni circostanza segnalandosi per coraggio e perizia~ così da inerita.re una menzione onorevo le in Crimea, due mcd. d'argento nel 1859 (una a. 11,fage:ita e l'altm a San M artino), la croce dell'O. ì\1. S. a Spoleto, una seconda me nzione onorevo le a Borgoforte. Durante la campagna contro il br igantaggio ne ll'Italia meridionale, fu insignito della mccl. d'oro al valore ,( per le ottime disposiz ioni d ate e per !'insigne valore d imos tr.ito d urante tutta l'oµerazione che iruttò l'arre,to del capobanda spagnuolo Borjès e dei 22 suoi compagni » (Tagliacozzo, 8 dicembre 1861 ). Venne p romosso, inoltre, maggiore ;->èr merito cli gue rra. Col grado di tenente colonnello nel 29° fanteria, lasciò il servizio nel 1873.

Frnncbin l Enri,•o F,-tw~h.ini Attilio. Generale, fiidio del precedente, n. ad A lessa nel ria nel 1866. Sott. d'art. nel 1885, partecipò a lle campagne d'Africa. del 1889-1890 e poi a quella del 1895-96; combattè ad Adua colla 7' btr. da montagna e si meritò la rned. di bronzo. Fu quindi in L ibia e a lla ridotta. Piemonte (Dcrna 1912) ebbe una seconda med. d i bronzo. Entrato in guerra contro l'Austria col grado d i ten. colonnello, divenne co lon nello nel 19 16 e brigadiere gcnernJ-c nel 1918 . Comandò un gru ppo d'art. da campagna a Santa l\faria e Santa Lucia ( 1915); l'art. divisionale ne!le operazioni dell'alto Cisrnon e del settore di Val Vanoi- Alµ i d i Fass.1. ( 1916-1917); la brigata Cagliari in Macedonia (191i- l918) e la brigata Ahsuzzi in Va l B renta (1918). Per il valore dimostrato durante tutta la guerra fti decorato della croce da cav. delÌ'O. l\lL S. Poco dopo la pace andò in P . A. S. e nel 1926 fu promosso generale di div is. in A. R. Q.

Franchino (Ubertino) . Generale, n . nel 1873. Sottotenente d 'art. nel 1892, dopo aver frequen tato la scuola d i guerra passò nel corpo d i S . M . l'art~cipò a tutta la guerra contro l'Austria. Decorato della mcd. d'argen to di benemerenza della salute pubblica, fu colonnello ne l 1917; capo d i S. M. dell'intendenza della. I annata; capo di S. M. del XXII C. d'A. col quale meritò la croce di cav. dcll'O. M. S. ; capo d i S. M . dell'intendenza generale. D opo J:i. pace fu addetto all' intendenza rlei tr1sport i d'oltrema.re. Nel 1926 fu promosso generale di bdgata comandante d'art. a d Alessand ria . Francia. Dopo l'accavalla rsi e il frammisch iarsi delle diverse genti che, d a lla morte di Commodo fino a lla caduta de ll'impero romano, erano p iombate nella Gall;a (V.) questa regione, a lla fine d el 400 d . C., s i trovav~1 d ivisa tra i Franchi nella Belgica , i Visigoti nella parte sud-occidentale o Aquitania, gli Alemanni e i Burgundi


F RA

nell'orienta le, il regno romano di Siagr io fra Somme e Loire, la confederazione delle città armoricane o Bretagna. Nel 481, Clodoveo, della. fam iglia dei Merovingi, veniva proclamato re da una tribù dei Franch i Salici stanziati nella Belgica. Egli fu il primo fondatore del regno franco ; p oichè, vinti Siagrio a Soissons ( 486), gli Alemanni a Tolbiaco (496), e i Visigoti a Vouillé presso Poticrs (507), si a ssicurò il possesso d i quasi tutta la Gallia. Clodoveo diede prirnamente i l nome d i F. alla Ga ll ia e la çonvertì al cristianesi mo. :'lfor to ltii

Reale (An i. bi,nrltel'e cl! Pran,·taì Ammll'nglia (511), i suoi figli cd credi si d il'isero il regno cd entrarono in loWt fra di loro, finchè il re D agoberto ( 628) riuscì a portare a ll'a pogeo 1a 1uonarchia 1nerovingia, agg iungei ido a i s uoi domin i l'Aqu itan ia, imponendo la sua supremazia a Hrct0ni, Frisoni e Sassoni e affermando infi;1e la sua a u tor ità su un terr itorio che s i stendeva dai Pirenei a I Wcser e nella Baviera . Con la morte di Dagoberto ( 629) ebbe m1z10 la rapida decadenza del regno, che fu diviso n uovamente e 11overò principi im belli i quali lasciarono la somma del potere ai ;\,faggiordomi o ::_\,faestri di palazzo, che finirono con l'avere- in pugno tutti i negozi civili e m ilita ri e col gover.>iarc in nome dei re. Uno di tali :VIaggiordomi, P ip ino d'Héristal, riuscì a str ingere in sua ma no l'effettivo poter e in ambe le par ti del regno Franco. Suo figlio, Carlo Martello, succedutogli (714) nella carica e nella autorità d i maestro cli Palazzo, vinti i Sassoni e i Frisoni, sottomise h Tur ingia e la Baviera e nel 732 riportò fra T ours e Poitiers una. memorabile vittoria sugli Ar a bi, e, ricacciatili oltre i Pirenei, fece salva la cristianità dalla minaccia nrnrnlmana. Alla morte d i Teodorico IV, penultimo dei 11-lero-

Mercan1ile (A nl. bamliere cl i Frnncia) Galer e vingi (7.37), Carlo non volle dar gli alcun successore, e, pur senza a.ssun1ere il tito lo regio, tenne per sè i l ~upremo potere ne llo Stato Franco; e quando nel 741 passò d i vita, s uo figlio P ipino il Breve s' impadronì di tutto lo Stato e, o ttenuta dal papa la facoltà di cin gere la corona, depose e chiuse in un chiostro Chi lderico III ch'egli 3tesso aveva e!evato al soglio nel 742 e s i fece salutare re in un'assemblea (Campo di Maggio) riuni ta a Soissons, e consacrare prima. eia S. Bonifacio (marzo 752) e più tardi da papa S tefano II. Così ebbe in izio la set:onda dinastia francese, che si disse dei Ca-

rolingi. P ip i110, a rassoùa rc ed e-stendere l'usuqnto po·tere, vo lse le armi contro gli Arabi, cui strappò la Settimania · ( 752- 59), contro i Sassoni (757) e contro gli Aquitani, che furono eia lui, dopo lunga ed aspra guerra, domati (759-68). Per la prima volta, tutta la Francia, eccetto la Bretagna, fu riunita i n un solo regno . Più notevoli furono ie imprese di Pipino in Italia, ove ca lò nel 754 e n el 756 in soccorso di papa Stefano II minacciato dai Longobardi, che sconfisse togliendo loro l'Esarcato e la Pentapoli per dona.rii alla Chiesa. Morendo nel 768, il figlio Ca.rio (poi Carlomagno) spoglia.va. gli a ltri eredi della parte loro spettante, e, dopo aver domato una ribellione degli Aquitani (770), solo si assicleva s ul trono di Francia e poneva mente ad a ttu a re il .vasto disegno di r idu rre sotto il suo dominio ed a l cattolicismo tutti i popoli germanic i, ripristinando in occ iden te con u n'opera d'ordine, cli discip lina e di civiltà il ;omano impero. P er condurre a fine la qua le impresa egli dovette trascorrere gran par te della sua vita in guerra . Bei, 32 anni (772- 804) durò la. lotta che silsten;,e p er soggioga.re i S assoni p agani e neJ fra t ten1po ~ dopo

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portò le sue armi s uccessivµmem e : contro Desiderio, re dei Longoba rd i, a cui to lsb il regno ; con tro gli Ara b i d i Spagna che costri nse a r idurs i oltre l'Ebro; co nt ro i B avari, d i cui incorporò il terr itorio nel regno Franco (788); contro gli Avari, che dal 79 1 a l 799 furono eia lu i distrutti; contro gli Slavi che ass oggettò a t r ibuto (806); contro i Danesi che r icacciò oltre l'E ider (810). Tutte quest-: guerre fortuna te avevano posto sotto lo scettro d i Carlomagno la Francia meno l'Armorica, la massima par te d'ltaìia, lutti i popoli germanici, tranne g li anglo-sassoni e gli abi tanti della penisola cimbrica. '.\Tr l Natale dell'800 egli riceveva a R oma da papa L eone III il ti tolo e il diadema imperiale e con lui, p rincipe germanicoi l1 in1pe ro romano d occ idente parve risorgere potente a gloriosa vita. Ma il 28 genna io 814 il grande imperatore moriva e la sua oµera, tutt'affatt-o persona le e però caduca, si disfaceva con lui. Egli la scia.va a l figlio Lodovico, eletto il P io o il Bonario, la corona imper iale ed a l n ipote Bernardo la reggenza d'Italia. Lodovico dapprima assegnò ai figli P ip ino l' Aquitan ia , L u dov ico la Bavie, a, e Lotario I eee suo collega nell'impero (8 i7); poi, avendo Bernardo, per ismania cli 1


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ind ipendenza, tentato di ribellarsi, lo fecè abbacinare e di ede l'Italia a L otario che fo incoronato re dal papa in Roma (823). P iù tardi Ludovico il Pio, che dalla seconda moglie, G iuditt,t di Baviera, aveva avuto un figlio, Carlo soprnnnominaco il Calvo, assegnò a questi

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815 la battaglia d i Fontcnay, in cui tutti i popoli dell'impero stettero gl i u ni di fronte agli altri, lo vinsero (841) e col trattalo d i Verdun (843) lo costrinsero a d accettare· per sua parte l'I talia ed i paesi fra il Rodano, la Saòna, la Mosa, le Alpi e il Reno. Carlo il Calvo tenne per sè la Gallia occidentale che, lim itata ad oriente d alla Schelda, dalla ~lesa, dalla Saona e dal Rodano, fu per la prima volta. chiamata regno cli Francia; e Ludovico (delta il Tedesco) s'ebbe il regno di Germania tra l'Elba e il Reno, compresi l' Alemannia, la B aviera, la Carinzia e i paesi tributari della front iera orientale. I l titolo im periale rimase a Lota rio I , ma senza alcun contenuto effettivo, e l' unità dell'Impero fu compiutamente distrutta, tanto p iù quando a lla sua morte (855) egli spartl il suo dominio tra i figli Lodovico II, cui la.sciò l'Italia, Lotario II, che ebbe quella cl1e fu p oi detta l .otaringia, e Carlo ch'ebbe la 'Provenza. Carlo il Calvo, incapace di scaccia.re con le armi i Xonnanni che già fin dal. tempo cli Carlomagno non avevano ma i cessato dal travagliare le coste dell'impero cd ora cran

Epoca (lella ncs1aurazione Allievo dell:.1 VoJ1r gg-ia1orc Cnccuuo re Gum·cll a Imperlale a plecll l' /\lemannia (Rezia e parte della Borgogna) eret ta a regno (829) ; onde gli a ltri tre figli, di ciò offesi, p resero le anni contro il padre; ma la reciproca gelosia loro ,alvò questi, che, in un'assemblea convocata a ::(imenga (830) riacquistò il trono da cui era stato deposto. B reve tregua; chè, avendo L odovico tolta a Pipino I' Aquitani.a , la guerra. parricida ria rse e il misero imperatore,

codardamente abbandonato dai suoi, fu ba ttuto s ul L \igcnfeld (campo d ella menzogna) presso Colmar e costrelt.o ad umilia rs i ai figli (833). Senonchè il duro -trattamento inflittogli gli ridonò l'affetto dei suo i popoli e

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i due fratelli Pipino e Ludov ico, ora sospettosi di Lotario, rtst ituirono la libertà e la corona al padre (834), il qu a le però con nuove spartizioni dell'impero, fatte a lla morte di P i1,ino (838) e con la sua. preferenza verso Carlo il Calvo riaccese la guerra. civile. L a su a morte (8_40) non fece posar le armi, poichè I .udovico e Car lo si uni-rono contro Lotario I succedu to a l padre, e nel-

Ta111lJuro rn aggiore

Tamburo

:;iuntl fi.no a Parigi, comprò codardamen te da essi per dena ro la pace. Egli poi, per ered ità o per conquista, potè accrescere il regno cl i a ltri ter ritor i e si impadronì della Provenza e di pane della Lotaringia. togliendola ai .figli <li Lotario I , Carlo e Lotario II; sostenne inoltre più guerre, per conservare l'Aquitania contcsagli da u n suo cugino, e infine, nell'875, scacc iò dall'I talia Carlo i l Grosso e Ca.domanno, figli del T edesco, che, alla morte di re Ludovico II, eranvi calati per assumerne l'ered ità ; ma, avendo l'anno dopo tentalo di carpir loro anche il retagg io paterno, fu da essi sconfitto a d i\ ndernach. Carlo il Calvo moriva n ell'8ì7, e nell'881 il potere fu assun to d a Carlo il Grosso, che ebbe in suo d ominio tutti i paesi che avevano obbedito a l suo grande bisavo, salvo la bassa Borgogna., <li cui un duca Bosone a vcva fatto regno proprio; così fu d i nuovo ricostituita. l'unità dell'Imper;, Caroli ngio disfat ta dal tra ttato di Verdun. Il nuovo imperatore, debole di èorpo e d'animo, per la sua codardia e incapacità nel rcsp u1gere la tracotanza de i p irati N ormanni e gli assalt i degli Slavi, si attirò il disprezzo dei sudditi, che ncll'887 lo deposero; l'Impero crollava nuovamente e da.Ile sue rovine ti0rgevano cinque Stati principa li : quello dei F ranch i occidentali


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che acclama vaao loro re Ocldonc conte d i Parigi; quello dei Franr.hi or iental i o germanici unitisi sotto Arnolfo duca di Carinzia; quello d'Italia ove fu eletto re Berengario duc3 del Friuli; e infine quelli dcli' Alta e Bassa Borgogna. La dinastia dei Carolingi volse alla fine e si spense con un oscuro Luig i V, morto ,;cnza lasciare figli. Con Ugo Capeto, proclamato re a Xoyon, aveva nel 987 origine la nuov'l dinastia dei Capetingi, che nei suoi diversi rami (Cape tingi propriamente detti, Valois e Borboni) tenne la corona, sa lvo l'interva llo napoleon ico, fino a l 1848. La Francia, per l'inettitudine e per la debolezza. degli ultimi Carolingi, trovavasi scissa in una quantità di feudi ereditari grandi e piccoli i quali non r iconoscevano altro dovere verso la sovranità regia che quello della prestazione militare in tempo d i guerra. Ugo Capcto padrone d'uno dei feud i maggiori, seppe rinvigorire l'autorità monarchica, si associò al trono il figlio Roberto dando cosi carattere ereditario alla corona che sotto i Carolin~i era diventata elettiva, e imprese a frenare l'indisdplina e ìa riottosità dei grandi feudatari.

FRA

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che gli succedette, agg iunse al dominio regio la contea di Tolosa cd alt;i paesi; guerreggiò poi ( 1282) con Pietro d'Aragona istigatore dei \'espri siciliani, e, morendo, (1285) lasciò la corona al figlio Filippo IV il Bello. Questi conti nuò !a lolla con tro i grand i vassalli per affcnmrc il predominio del potere reg io; terminò nel 1291

Epoca de lla nesrnura1.l011e Fanteria d i llnea UITlrialc: Granatiere la guerra contro l'Aragona col trattato di Tarascona; guerreggiò con fortuna contro Edoardo I d'Inghilterra allea tosi con la F ia ndra e la conquistò, ma poi la perdette 1r1 parte. A Filippo succedette Carlo IV, c he si spense senza prole maschile; la corona allora pas.sò al secondo ramo dei Capetingi con Filippo VI di \"alois ( 1328-50); ma Edoardo III d 'Inghilterra, nato da una figlia di Filippo il Bello, a lleatosi coi Fiamminghi e coi B retoni, g li contese il trono; onde ne venne una guerra che fu detta dei Cento anni (1339-1453) e fu cagione di infinite miserie e rovine e per la monarchia d'indeboli-

Al li ere

Epoca clcllu Restauruz!one fanteria Cli linea Chirurgo Colonnello

Questa lolla. fu proseguita attra.verso enorm i difficoltit dai suoi s uccessori i qua li ebbero a combattere anche contro gli Inglesi, i quali, già padroni della ~ormandia, divennero nel 1152 padroni anche dell'Aquitania e della Guascogna. Le sorti della monarchia francese, che erano andate decadendo, s i risollevarono con F ilippo li Augus to ( 1180-1223) c he, guerreggia ndo cont ro gli Inglesi, tolse lorn molte delle terre che essi possedevano in Francia, e, morendo, lasciò il regno in buone condizioni al figlio Luigi VIII, il quale riuscì a strapp1rc agli Ing lesi il Poitou, il L imosino, il Perigord ed a ltre provinc ie, e, combattendo contro gli Albigesi, sot tomise la Linguadoca.. Gli succedette il figlio Luigi lX ( 1226- 70) che con saggia ed equa amministrazione assise su solide fondamenta la monarchia francese. Combattè anch'egli gli Inglesi con successo, ma la. VII e VIII Crociata ch'egli volk guidare (12J8-12i'0) non gli fruttarono g loria e la seconda gli costò la vita. Tra l'una e l'altra, per assicurar,: la pace c~terna, concluse col re d' .\ragona il trattato di Corbe il ( 1258) e col re d'Inghilterra il trattato di Abbcville (1259). Suo figlio, Filippo I.TI l'A rdito,

Epoca della Rc~taurazlone 7.ap.,atore Vivandiera oranatiere mento, noichè ai danni che ne derivarono si aggiunsero quelli delle sedizioni in terne ~ ribel lion i dei principi a gognan ti alla corona. Solo con Carlo VII ( 1422-61), si riuscì a cacciare dal suolo francese gli Inglesi, cui rimasero solo Calais e breve territorio. Carlo VII istituì un suo esercito stanziale t>Crman entc, combattè gli ultim i- privi legi feudali e comunali


del medio evo. d iede forma assoluta a lla monarchia; a far trionfare questa, provvide suo figlio Lu igi XI succedutogli nel 1461, il quale, dopo aver dominato e vinto i princ ip i del sangue e i grandi feudatari collegatisi comro di lui, entrò in lotta con Carlo i l T emerario duca d i Borgogna che lo fece e lo tenne prigioniero per alcun tempo. Liberatosene, Luigi XI riprese contro lu i la guerra; morto Carlo nel 14ii, volle spogliare la figlia Marfa della r ic,a successione spettantele; e lienchè fos~e sorto a difenderla il marito :VIassimiliano d'Austria

817 1500) ; poi, stretti accordi con Ferdinando re d'Aragona, entrambi volsero alla conquista del regno di Napoli (1S01); ma, venuti a contesa fra loro per la spartizione, i Francesi, battuti d agli Spagnuoli a Seminara e Cerignola (23 e 28 aprile 1503), dovettero ;,gombrare dall'Italia mer idionale. Pocbi anni dopo, Luigi XII partecipò (1508) alla lega di Calnbrai contro i Veneziani e li sconfisse ad Agnadello, ma papa Giulio IL che l'aveva promossa e il cui segreto pensiero era la liberazione d'Ita lia dagli s tran ieri, fu i l primo a staccarsene e si unì con

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Uffici ale

Canbinierl

Uli. Grunaucri

a C'a vaJlo

Secondo Impero SO idato Fanteria rli line·a

e lo.,se da questi bat t uto a Guinegalte ( l~i9), riuscì a.cl impadron irsi della P iccardia, dell'Artois. del D ucato di Borgogna, della Fr anca Contea, ccc., a. cui poco a.ppresso aggiunse la Provenza, il 1Vfaine, l'Anjo,1 cd altre terre. Duran te _il regno d el suo ~uccessore, Carlo VIII, an che il Ducato di Bretagna venne unito a l resto della

Veneziani, Spagna, Svizzera, Inghilterra e Impero (LeI Frauces i, vincitori degli avversari a Ravenna (li aprile 1512), furono però dagli Svi1,zeri battuti in Lombard ia, ma questa fu mantenuta da Luigi XII che intanto s'era accordato coi Veneziani. L'anno successivo fu infausto per il re di Fran-

• l

Secondo I rnpe ro Lancie ri (SOl<JatO)

(soldato)

Francia (1491), e fu compiuta, per istigazione di Ludovico i l Moro, quella spedizione in Italia (1494) che diede a Carlo l'effimero possesso del reame di N a.poli, perduto non appena guadagnato, e segnò per la patria nostra. allora libera, prospera e in pace, ma d ivisa e senz'arm i 1 l'inizio d'un'cra di servaggio che durò quasi quattr o secoli. Luigi XII, successore di Carlo VlII , ( 1498-1515), accampando diritti, oltre che su Napoli, anc be sulla Lomb arù ia, mosse aila conquista d i Questa regione e. con i'aiulo dei Veneziani, l'ebbe senza gran fatica ( 1499-

Tamburo maggiore

ga santa), contro Luigi XII.

secondo Impero Treno llqu ip;,ggi Arligl. Guard ia (Ufficiale)

So lcla10 Vo l1 cgg;a1or1

Zuavi (SOl d:llO)

eia, che, sconfillo a Novara dagli Svizzeri (6 g iugno), a Guinegatte dagli Inglesi ( 16 agosto), e da questi e dagli imperiali a Thérouanne, fu costr etto a sgombraJ· l'Ita lia e a scende re a. patti con i suoi nem ici. Poco dopo, inorì.

Il suo successore Francesco I (151S-47) volle r itenta re la conquista della Lombard ia e battè, con l'a iuto dei Veneziani, gli Svizzeri a l'v lelegnano ( 13 e 14 settembre 1515). L'anno app resso il trattato d i Noyon, poneva fine a lla guerra, rimanendo Francesco I · in possesso del :Milanese, di l'arma e P iacenza. Nel 1S20, es103


sendo Carlo V salito al trono imperiale, Francesco I, che pure vi pretendeva, gli dich iarò guerra; ma i s uoi eserciti furono cacciati d a ll'Italia (1524) e il re stesso, venu to alla riscossa, fu vinto e, fa tto prigione dagli I m periali a Pavia (24 febbraio 1525), per riscattars i dovette nell'anno successivo cedere a Ca.rio V la Borgogna e i diritt i sulla Lombard ia e sul Napoletano. Uscito d i p rig ionia, disdisse i patti e allea tosi coi p rincip i italia n i allora in lotta con l'imperatore, mandò in Ita lia u n esercito; ma il successo anche questa volta non arr ise alle sue armi e do vette segnare il tr a ttato d i Cambrai (1529) pel quale r iottenne la. Borgogna rinunciando però a intromettersi nelle cose d'Italia. Scnonchè. mor to. nel 1536 senza ered i d iretti Francesco S forza duca di :Milano, Francesco volle rivend icare i suo i antichi diritti e con insigne malafede invase la Savoia e il Piemonte spogliandone il duca Carlo III, suo parente e neutrale; ma ne fu scaccialo dagli imperiali ( 1536) i quali, penetra ti nella Provenza, gli imposero la tregu a decenmdc di Nizza (15.38) che però gli lascia.va il possesso deg li Stati del d uca d i Savoia. La tregua durò solo quattro anni, e poi l,1 guerra s i riaccese, ter mina.ndo col tratta to d i C:répy (1544) che lasciò le cose nello statu q<to ante; hL F rancia si ritenne i domini del Duca d i Savoia e Car lo V il M ilanese; l'Inghilterra, non aderendo alla pace, p rese Boulogne, ma s i obbligò a J·csli tuirla dopo otto a1mi. Il successore di F ra ncesco, Enrico 11, riprese la lotta contro gli Imperiali, ma il IO agosto I 557 la battaglia d i San Qu in tino, viuta da E ma nuele Filiberto d i Savoia. face,·a crollare i rnoi p ia ni, e il trattato di Cateau- Cambrésis ( 1559) gli faceva perdere definitivamente la supremazia in Italia . Sol to i successori d i Enrico, si svolsero acerr ime guerre civili e religiose tra fa. rnona.rchia, partcggjan te pcì cattolici, e i princip i d el sangue che, per essere stati d a quel la spogliat i dei loro privilegi feudali e d'ogn i potere, avevano a bbracciata la dottrina lu tenu1a. Caduto assassinato il re Enrico 111, con cui si spegnev,1 la linea capetin gia dei V alois, il d irillo ercdi tarjo designava En-::

rico IV <li Borbone re d i Navarra, a succedergli e questi, assunto il titolo d i re di Francia, dopo alquanto guerreggiare con Ja lega cattolica, per salvare la corona e d ar pace al paese a.b iu rò il protestantesimo, e fu accolto tr1onfalmcntc in P a rigi ( 1593). Res tituita la quiete i nterna, Enrico l'\' dichiarò gu erra a Fi lippo lI di Spagn a e lo costrinse alla pace cli Vervins ( 1598); e poi a l d uca Ca rlo Ema nuele I d i Savoia, con cu i concluse la pace di Lione ( 1601). Vo lendo pacificai-e le in terne contese emanò l'editto d i .Nan tes ; nella politica estera mi rò a stabilire un n uovo equilibrio in Europa, e for mò contro I mpero e Spa.g na. una vasta lega a cui partecipavano i pri ncip i tedeschi, il duca di Sa voia, gli Svizzeri, ·l'Olanda e l'Inghil terra; egli stesso apprestavasi a condurre un esercito in GermaJ1 ia, quando il p ugnale di Francesco Ravaillac lo raggiunse ( 14 maggio 1610) e spense in lui uno dei migliori principi che Ja s!oria regis tri . L uigi XIII suo figlio, cominciò a regnare nel J 615 a qua ttordici a.nni fra i torbid i causati dagli intrighi dei favoriti, dalla riottosi tà dei grand i del reg110, da lla oltracotanza degl i Ugonotti. Ma qu ando il cardinale di R ichclieu fu assun to a l consiglio regio, le cose mu tarono; i gra nd i fu rono costretti a curvarsi a lla corona, e

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FnA

co n la presa della Roccella, ul timo ba luardo de i calvinisti1 qucstì dovettero rinunciare a nuovi priv ilegi. I{ipres:i. la politica d i Enrico l\' contro l' Austria, i l grande ntinistro aiutò la Sv i7.zcra a. riassogge tare la Valtellina ( 1626), con che riuscì a separare i domini au-· striac i d agl i spagnuoli ; quindi, pe r aver mano sulle· cose d'Ita lia, vi accese la guer ra per la Successione di l\'1antova e strappò a I Duca d i Savoia P inerolo e Casa.le (16,'\1). Scoppia ta la guerra dei T renta ;\ ,rn i, favorì dapprima il partito protes tante <li Germania, e infine, quando le sorti d ell'Impero parvero sollevarsi, intervenne d irettamen te n el confl itto, ove rif.ulse la gloria del marescia llo d i Turenne e. del pr)ncipe d i Condè. Duran te il medesime; il H.ichclieu mor irn ( 1642) e l'anno dopo !o seguiva nella tom ba re l:,uigi XIII, lasciando il trono a.I figlio cinquenne Luigi XIV sotto la reggenza della madre Anna d 'Au stria fiancheggiata dall'ab ile card inale ::\fazzari no. i I qua le, continuando con buon successo Ja po litica del R ir.helieu, potè conchiudere la lunga guerra çon la pace d i Westfalia. (1648) Ottenendo per la F r:rncia. il definitivo possesso dei tre Vescovadi e I' Alsazia meno S trasburgo. Tale pace dava eziand io alla F'rancia il p rimato in .Europa a danno della Casa aus tr iaca d i Germania. :!Ifa la Spagna si rifiutò cli sottoscrivere il trattato e proseguì la guer ra. I l :llia.zzarino, .osteggia to a ll' in terno dai _princip i e d ai grandi del regno che· m,cl ne sopportavaJH, il p redominio n ei consig li d-ella corona e sempre agognavan o ai perduti privilegi (V. guerra della Fronda), seppe astutamente sove rchia rli e in 1,ari tempo indusse la Spagna, a cui le sor ti de lla guerra erano. avverse, a.Ila pace de i l' irenei ( 1659) che faceva a cqu ista re alla Francia l'Ar tois ccl altri d istre tti delle Fiandre, il Rossiglione e la Cerdagna. Con ciò l'opera di. Enrico I V e di R ichclieu, in tes., all 'abbassamen to della Casa d'Aus!ria di German ia e di Spagna , era coinpi Lita. .:VIor!o il )>fazzarino ne l 1661, re Lu igi XIV p rese nelle sue salde man i le red ini delìo S tato e, coadiuvato sap ientemen te da valenti min istri quali il Colbcn .~ il Louvois, d iede grande impu lso al la prosper ità. de lla nazione. La guerra di D evoluz ione wn tro la Spagna (1667~ gli fece guadagn are, col trattato cl ' Aqu isgrana r he la concluse ( I 668), p arecchie terre della Fiandra. già. appartenenti a quella potenza. E poichè a quest a s'era un ila l'Olanda timorosa d'un ta l vicino, egli per p unirnela., Ja invase ( 16i2). S'o rsero a dife:xt della p iccola repubblica. l'I mpero, la Spagna, l'E lettore d i Brandeburgo e la Danimarca, onde la guerra d ivenne r.;enerale. Benché i Francesi fossero v ittoriosi per terra e per mare, essen dos i l'Inghilter ra, dapprima am ica, postasi a fianco dei collegati, L uigi XI V offrì · pace che fu segnata a X imega (1678) e diede a lla Francia la. Franca Contea e· terre d ei P aesi Ba.ss i. D ai t.rionfì o ttenuti, Luigi XIV trasse ta le a rgomen to d'orgoglio e cii prepo tenza che· l'Impero, la Spagna, la Svezia. e l'Olanda, a sv entarne.le minacce, fecero con tro d i lui nel 16S6 u na. nuova lega a lla q ua le si associarono p iù tard i l'fo ghilter ra (1689), e il duca d i Savoia (I 690). La gee rra che ne seguì (guerra della. lega d' Augsburg} d iede· certamen te nuovi a.llori alle a nni d i F rancia , ma. esau·rì quçsta in gu isa; c he Lu igi XI V dove tte venfre a patti coi suoi nemici erestituirc, non solo le conqui'ste fatte, ma anche la Loren a. (pace di Rysw ick - 1'697). La quiete non durò• a lungo. Il 1° novembre 1700 moriva re Carlo II di Spagna lasciandoJ la. corona a F ilip -


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Frmu:o - Gcr111<1 11.u ·11. Lo sçhiPtame11"1> ini~iale (3·1 luglio 18ì0). Tc d c5clii : A. 7" co1·po ; B, 8° co r po; e, 10° corpo;

n. 12° ,·o r po; E. G• Clivis. tavo.lle r i:i; F, 3" C(>l'J)O; (), 9° COl'P O : l i, e0l' !J0 d el la Gllal'Cl!a ; I, 4° ('0l'J)0; L, 1°

·11° ('0 11)0; N, 2'-' corpo b avarese ; O, 5° t-0f'JJ0 ; P , cii vis. l>Udt!SC . l·' ntnC'-'Si : a, b . e, 1a, i!-1 (\!,•i~. dd 4° corpo; cl, e , r, g, •ia , 3:. , 111., 2.a (llVi.5 . de l :~ 0 torpo; h, ì, ], ·J,!1., 3a_ 21l (li\'1S. Clel 2° m. n, o, P. :.'11 , :Ja (tiVis. d e.I 5° cor po; p, :3n. cli vis., <1, 2.!t <l ivjs, cc1vn Jl rr i1.1, r, t 1t, ~ 8 , -f:" ctiv !s. ( 19 corpo) .

r·n 1·po Jlafa r i~.::H:'; .\ I , :'} a ,

r-o rp o;

po d'Angiò ni pote di Luigi XTV. La minaccia che ne ven iva all'equ ili hrio europeo cost6nsc l'Impero, l'Inghilter ra , l'Olanda e, più ta,·cli, il Portogallo (l i03) a coalizzarsi con t ro la F rancia (V. Guerra per la Successione cli Spagna.) . l i grande con llitto com bat tuto con a lterne sorti, fu conchiu~o coi trattati d i Utrecht (J 7J 3) e di R asr aclt ( I i14) coi qùali ven ne lasciata a Fi lippo d 'Ang iò la cor ona spagnuola, ma fu s tahili to che m ai per l'avvenire questa e que lla di F r ancia potessero essere uni te- nella stessa persona. Luigi XIV conser vò i guad agn i fai.t i (Alsazia, Artois, Fiandra, Fran ca (or.tea , Cerdagna e Rossigl ione), ma cloveUe cedere all'Inghilterra l'isola d i T e rranova, l'J\cadia. e• la b.!.ia ù'Hudson, e al durn di Savoi.'l le va lli d'Oulx, cli F enestrelle e di Castcldelfmo, ricevendone in cambio quella di Barcellonetta. l l gran re moriva nel 1715. G li succedeva il pronipote c inquenne L uigi XV che ereditava una Francia impover ita, militarmente decaduta e tur bata dai dissens i re ligiosi che Ja r evocazione del 1° Editto cli N antes (1685) e il diffonde rs i delle dottrine gianseniste avevano r infocolati. Pegg iorarono le condiz ioni del paese durante la reggenza elci duca Fi lip po d 'Orleans il qua le, abban-

donando la traccia polit irn dei precedent i regnanti, iece par tecipare la Francia alla quadruplice Alleanza (1 718) che sven tò if colpo tentato da.I cardina le Alberoni, m iJJistro ,li Spagna, pe r res tituire lL questa la p reponderanza perdu ta in Italia col t rattato d'Utrecht. Negl i otto ann i in cui Filippo ehhc il potere egli sconvolse le relazioni estere e condusse a rovina le finanze dello Stato. Solo quando Luigi XV, ne l J ì23 fu dichiarato maggiorenne e fu assunto a I governo il prnclcnte m inistro flc:ù,-y, poti: il r egno riacquistare t ranqu illi tà e un qual che migl iore assetto. Ne! 1733 Luigi X V, a d ifendere il suocero Stanislao Leszczinsky cui era stato tolto il regno di Polonia, mandò eserciti frances i a combattere in I ta lia e sul R eno ( V. guer ra per la. Successione di Polonia) ; ma, bcnchè Ja sorte d elle arm i g li fosse favorevole, i frutti r accolti non furnno cospicu i e con la pace cli Vienna (1735) ottenne solo che il ducato d i Lorena. fosse dato, in compenso della corona di Polonia, a l L eszczinsky con la condizione che alla mor te d i questi, passasse in dominio della F ra ncia . Nella guerra per la s,,ccession e austriaca ( 1740-48), Luigi XV si dichiarò per l'Elettore di Ba-


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50

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r erteschl : I. tu clivls. ; 2 . :?11 CliViS. ; a . 31l lJrig_ cav. G.; 4. '173 d i'ViS.: 5. 15a ùivts.; o. -111. brlg-. C~IV. ; 1 . :~a <Hvis. r ls . ; 8 . 3• ctivis. cav·. ; 9 e IO. 16• clivis . ; 1l. <livts. Lanctw. ct.• G.; 1.2. corpo Clelia Guardia ; 13. 12~ d i.vis . cav.; 11. Xl corpo d'armata; 15. li corpo d'armata JJavarese; 16. VI cor po <l'(1r marn; 17. I co rpo d'armai a bav,u·cse ; 1$. divls. ,,,.; 19. XII eo qJo cl'armata; 20. d is L. Krenski; 20 -b. 4° Land"-:. bal. ; 21. brig-. GO!tz.; 22. -ia cllvi,. ris . ; 23. e 21. 4• dlvls . rls . ; 25. e ~u . rr C>)rpo d'arma i.a; 27. à1vis . bad. 28., 29. e 30. VII corpo d'auoata; 3·1. dis1. fabe-ck; 32. 2 0n brl g.; 33. 1sa e 19 8 lJ r lg. ~ 34 . 1.-1 cli vls . cav. ; 35. Q:'1 d i vi:;. cav . ; :16., 37. e 38. X corpo cl'arnHuu; 39. , •U. e 12. IX. conpo ct•armat,,; 40. 17• IJ rlg·. : 43., 45. e 11;. IV 1:or po c1'armata; 44. 2a cl ivii; . cav. : 17. 1• cl!v is . cav.; 18. 5• di v-JS. cav. - Francesi : a , P, b, 1• e 2" cllvls. del X.Xli corpo d 'armata;·

c . dil'iS. Sauw iel': d, LipowsJ<i; e, ctivls . GO\IJarcl; r. Chare llc ; g, e b , 2• e 3, divis. del X.VJ[ corpo d' ar mata; i, ClHlllleli nau; 1, Béranger; m, dlvi$. Clél'ct; 11, e o , XIX CO l'J)O d'armala; p, q, l', e $ , X.Xl CO l'PO (l'ar mata; 1, "· v, e z, XVI corpo d' armata; a•, XXVI corpo ct'.i r rna1a; IJl, xxv corpo ct•a,·mata; e<, corpo dc Po inI; d •, 3• l>r[g.; e\ 2• IJl'i g. ; ri , 3' brig.; g 1, I' b1•ig.; 111, XXI v l~Jr po cl'anrn,ta in rorm:Jzi<ine. viera contro la fig lia de l morto imperatore, Maria Teresa; ma anche da questo conflitto, in cui le a rm i francesi ebbero propizia fortuna nei Paes i Bassi e avver sa in Gcrmani>t e in Italia , la Francia, col trattalo di Aqu isgrana, che lo conchiuse (J74S), n on trasse a lcun vantaggio ter r itoria le. Il re Lu igi XV, datosi a vita lasciva e schiavo delle sue favorite, si lasciò poi indurre a collegarsi con l'Austria nella guerra mossalc nel 1756 d al re di P r ussia F ederico i l grande (V. guerra dei S ette mwi), dalla quale la Fra ncia uscì gravemente danneggiala, perdendo colonie e riputazione militare; n è gl i acquisti della Lorena, dopo la morte de l Leszczinsky (1766), e della Corsica ceduta dai Genovesi (1768) , valsero a compensamela. A Luigi XV succedeva ( 1774) il n ipote Luigi XVI, il quale trovò le finanze già obera te

d a lle p recedenti guerre, e inferse loro un nuovo co lpo prestando soccorsi ai coloni inglesi d'America contro l 'Inghiltena; t uttavia la pace d i Versailles ( lì83). che a.ssicurò l' indipendenza degli S tati Unit i, diede a lla Franc ia le isole d i T abago e d i S: Lucia nelle Anti lle ed i l Senegal. Ma. ormai nella F rancia il d isagio s'era. fatto lroppo vasto e profondo; onde essa fu travolta. nel caos d'una r ivoluzione che scro llò tutte le a ntiche ist ituzioni e portò lo sfacelo in ttrno e la guerra con l'Austria e con la Prussia eret tesi a protettrici della pericolante monarchia (1792). Il pop olo francese trovò nel suo stesso furore la propria salvezza e, spazzato il vecchio rcg;me, seppe tener fronte ali' Europa collega ta a' suoi danni e imporle col genio di Bonaparte la propria volontà spargendo ovunque n uove idee, nuovi costumi e nuove isti-


-- 821 tuzioni (V.) guen-e della Rivolu.zione, del Consolalo e dell'Impero). :Ma l'abbagliante meteora 11apoleonica presto scomparve e la. Francia, dopo aver raggiunto una potenza pari a quella elci tempi di Carlomagno, ora, spossata dal formidabile sforzo, fu ridotta agli antichi con.fini. Caduto Napoleone, la corona d i Francia, restituita ai Borboni, fu per la morte avvenuta nel 1795 del figlio di Luigi XVI (Luigi XVII), assunta successivamente dai fratelli d i questi, Luigi XVIII ( 1815- 24) e Carlo X (18241830); nel luglio 1830 la dinastia borbonica clel ramo primogenito fu cacciata da una breve rivoluz ione, che

.\le<lag-lia t1e 11a ùuena 1870-i l vi sostituì il ramo secondogenito, nella persona di re Luigi F ilippo d'Orleans. E quest i fu rovesci,Jto da altra breve rivoluzione ( 1848) che proclamò la repubblica. Durante il periodo degl i ultimi Borboni ( 1815-48), gli avvenjmenti militari a cui la Francia partecipò e che son degni cl i menzione furono: la spedizione del duca cl'Ang:ou lèmc, nipotè di Luigi Filippo ( 1823) per riporre sul trono cl i Spagna il re Ferdù1ando Vl1; l'intervento armato a favore de i Greci lottanti per _la propria libertà ( 1827); e, infine, l'impresa d'Algeria, iniziata ne l 1830 eia Carlo X e continuata dal suo successore. La nuova r epubblica ebbe vita effimera e sten ta ta, mina ta dalla demagogia e dalle dottrine comuniste e socialis te miranti a sovvertire l'ordine sociale. Il principe Luigi Napoleone Bonaparte, ~ui era stato conierito il sommo potere, trasse animo dal malcontento e dalla irrequietudine ciel paese per tentar di r iafferrare quel trono che il suo grande zio aveva ricoperto di gloria; e punte) lanciasi sull'esercito, che serbava. vivissimo ricordo degli antichi fasti milita ri, e su l clero che guadagnò a sè a iutan,:Jo con le armi il papa (1849) a spegnere la repubblica romana, riuscì con un colpo di Stato a farsi eleggere imperatore (2 d icembre 1852). :Ma, poichè il consolidame nto della dinastia non poteva ess~re dato che da llo splendore delle arm i e da l riacquisto dell'egemon ia francese. Napoleone III colse ogni occasione per abbattere quelle potenze che a. tale predominio et-a110 d'impeciimcnto. E ia Fra11cia partecipò alla guerra di Cri mea ( 1854-56) a quella del 1859 in I talia (V. 2• guerra d'l'11fl·ipenclenza d'Italia), che le fece guadagnare la Savoia e N izza; nel 1860 portò le anni in S iria senza però trarne alcun sensibile vantaggio; e nello stesso anno, d'accordo con l'Inghilterra, compì una spedizione in Cina; nel 1863 le armi imperiali costrinsero l'Am1am a cedere alla Francia un ampio territorio alle foci del Cambogia (Cocincina.). l',,feno fortunata fu invece la sped izione nel Messico ( 1862); da questo momento e bbe principio quella sequela cl i d isastri dip lomatici che accompagnarono gli ultim i anni di regno di Napoleone III;

iFRA

il quale fu accusato dai partit i a lui avvers i di imprevidenza nella questione del l',1e$Sico e di inabilità nel fronteggiare la P russia durante la lotta da essa sostenuta p el primato ir~ Germania. Anche la sua p olittca nei r iguardi della questione di Roma, traendolo a l fatale errore di .Mentana, g li accrebbe od1 e rancori in Francia e gli alienò gli animi in Italia; e quando, a solleva.re le sorti della d inastia, volle cercar briga con la Prnssia (18ì0) opponendosi a che un Hohenzollern accettasse la corona d i Spagna,, la guen-a che ne seguì (V. guerra Franco-Germanica) segnò con la d isfatta delle armi francesi la sua rovina e la perdita per la Francia dell'Alsazia. e della Lorena. Il 4 settembre 18ì0, clue giorn i dopo la capitolazione d i Seda.n, l'impero crollava e veniva a Parigi proclamata. lit repubbl ica; ma il nuovo governo dovette, p er affermarsi, soffocare nel sangue una insurrezione comunista (18 marzo - 29 maggio 18il). Da indi in poi, benchè i partiti non ccssass,:ro dal combattersi e dal minacciare l'esistenza stessa del regime, questo potè a poco a poco consolidarsi e ridare al paese forza e considerazione, arricchendolo specia lmente d i numerose colonie (protettorati sulla Tunisia, sull'Annam e sul Tonch ino (1883), sul Madagascar (1890), sul Dal1omey ( 1893). :Ma il pensiero delle terre strappate dalla Germania nel 1871 e il rovello della patita sconfitta troppo a li mentavano n ella Francia il desiderio d'una. riv incita, perchè gli animi non vi fossero costantemenic intesi a prepararla. E però essa dapprima, di J!on tc alJa minaccia di isolamento a cui la esponevano la conclusione della allea.nza tra Germania, Austria-Unghe ria e Italia ( 1882) e la riluttanza dell'Inghilteffa a una diretta inframmettenza nelle cose continentali, cercò e trovò appoggio nelh Russia (1894); e appres,o, traendo profitto dal profondo e insanabile dissidio sono JJer l'egemonia navale tra la Germania e l'Inghilterra, seppe am'carsi questa e stringere con es-

lJnifOl'lll l ciel 1!)14 Fnnterìa

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sa quella che fu detta l'Intesa cordiale (1904). Così, quando i due accenna ti raggruppament i interstatali, rappresenta.nti interessi, necessità, tradizioni e menta lità opposte, vennero a I cozzo e scoppiò la guerra Mandiate ( V.) (191 4-18), la Francia fu pron ta a parteciparvi e, uscitane vittoriosà. ins ieme coi s uoi al lea ti (ai quali s'era pu re unita l'Italia) ottenne, co l tranato di Versailles (28 giugno 1919) la restituz'one dcil'Aliazia e della Lorena, colonie in Afr ica, manda to nella Siria, oltre al possesso temporaneo del bac ino carbonifero della Sarre e, a


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P nA

garanzia de i patti segnati, l'occupazione, in concorso co n gli alleat i, cleìla riva sinistra del Reno. D opo d'a llora la F ra nc ia, non osta nte Je clifJìcoltit incontrate nello svolgimen to de lla sua polit ica interna ed estera, intese a rassodare il suo impero colon ia le per trarne sen1pre maggio ri van taggi economic i e largo contribut o d i ma teria le um ano che compensasse nel cam po m ilitare la sua s~arsczza demografica . Per ottenere ta.li scopi, negli ultimi tempi ( 1926- 27) essa dovet te combatter e una dura lotta contro i ribelli s iriaci e, insieme con la Spagna, contro i R iffan i ciel 1\farocc.o, r iuscendo con la forza delle arm i e coi negoziati a domar e quelli e questi.

822 vis ioni d i fanteria, S cli cavalleria, 2 d'aviazione. Ogni divis. d i fanter ia comprende : 3 rcgg. fant. o mezze br igate di cacciato ri, 1 rcgg. are . di 3 grupp i legger i (75 m m .) e 2 g,·_ pesa nt i ( l 55 mm. corti). O gn i d ivis. del-

Ese-rcito francese . S upreme au toeit it mi lit a r i : Pres iden te della Repubblica (d ispone de lle forze armate). Consiglio superiore della difesa ;1aziona le con la Com m issione cli studi (esami na le quest ioni relative :i.Jla difesa n:izionalc che esigono la cooperazione d i var i n1in isteri). Consiglio superiore d i guerra (dà parer i su tulle le q uestioni inerent i alla p reparazione de lla guerra cd alla costi luziane dell'eserci to) _ Comandante super iore (o vicc-prcsidc·nte del Cons fglio su periore cl i guerra, è il

(;nifOl'lll i ciel IU 14 C;irc ia1on ·

l'.\ fr ica cie l N or d ha com posizione spec io le . Ogni d i vis. cli cavalleria comprende : 3 brigate d i 2 regg., un grupi)O cl i 3 sqdr. a uto-mi trag liat r ici, 2 gruppi un. eh 75. uno di cacciatori ciclist i. O gni d ivis. d i a Yiazione ha co,nposizione varia . La Luueria metropolita na com prende 6S rcgg. a 3 bgl. d i 3 cp. fuci lieri e I cp. mit rag licri ; 10 mene bri-

!l""

gate cacc ia to ri ; 6 regg. zuavi a 3 bgl.; 28 rcgg. ti raglia-

t.ori Nord Africa a 3 bg:I.; 3 mezze brigate cl i m itraglieri com prendenti 12 bg l. ; 5 gruppi d i cacciatori ciclisti; 4 regg. della leg ione s traniera ( 1 i bgl.); 6 cp. sahari~ nc; 3 bl;I. d 1'\frica; 18 r~gg_ di ca rri armati di 2 bgl. a 3 cp . ; 1 rcgg. di co.rr i arma ti pesan l i a 3 bgl. La fanteria. colonia le c-om prendc : 7 rcgg. cli fan teria a 3 bg l.; 14 rcgg. di tiraglia.tori a 3 bgl.; 8 bgl. d i mitra•glieri a 4 cp. Q ueste forze sono d isloca te in Fr:i.ncia, n ell'Africa del N o r-cl e nel L evan te. ·v i sono po i 2 regg. di 1

Art ig·iie r c

Un iro rrn i ciel 19 14 Gen io

Dragon e

marescia llo o genera le destin&lo a l comando supremo in g ue rra cd in pace ha com pito d ispe ziùn<~ pern1anente dell'esercito). Ispettor i generali per le d iverse a rmi . S tato lvfaggiore rk ll'esen :ito ( che d ipende da l vice- !)res idente del Consiglio suptr iore ù i guerra ed ha a capo il capo d i S. :.Vl.J. Amm inistrazio,i e centrale del Ministero delh Gue rra, che comprcude lo S. 111. e le varie D irezioni.

fattle ria cok•nja le in Inùucin:l, l regg. in C ina, 2 bgl, in Africa O cciden ta le ed in :\fr ica O r ientale. 3 cp. nel J'a-

1

Ordinamento. E ' basato ( 1929) sulla legge del 1927 messa in app licazione p rogressiva mente . Se,:on clo ta le legge il terr itorio è d iviso in 20 reg ion i (co rpi d'armata) e le for7.e d i JXtce comprendono un'organiaazio11c territoriale e forze pcrmane.n ti div ise i n 3 cat egor ie: forze del te rritorio m etropoli tano; forze d'o ltremare; forze mob ili, r iserve d elle precedenti. Ferma, un a11110. Una delle r egioni (la 9') è l' Algeria . L 'eser ciz io del comando terr itor ia le è separnto da qt1c llQ delle t ruppe. Di queste, Je rolo nia li d ipendono ·dal ?viinistcro della guerra e sono divise fra i tea tri d i operazione estern i. le gu arn igioni d el!' Afr ica del Nord e delle colonie. Quelle che stazionano in Francia fa nno parte delle uni tà met ropolita.ne. Le un ità d is loca te in F rancia comprendono : 30 di-

u nffo 1·m1 <lel ·tDl4 - F urilierl ctell a Ma1' i11a

citìco. nella :i'vfart in ica e Guj ana, 12 r egg_ di tiraglia tori coloniali (5 in In docina, 4 in Africa O cciden tale, uno ne irE qu,Horiale, due nell'Orienta le); inolt re i bgl. t ira gliatori colonia li in Africa O cciden tale. uno nella Equa-


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F RA

toria.le cd lino i11 qllella Orientale. La cavalleria metropolitana comprende 46 regg. di 4 sqdr., ed 1 gruppo d i milraglicri; 14 sqdr. d 'auto-mitragliatrici, 13 gruppi d i cava ller ia di 1·imonta. L a cavalleria coloniale comprende : 5 r cgg. cacciatori d'Africa, 13 spah is, u no della Leg. stran icra, 6 sqd r. di aulo-milraglicri, 8 cp. di cavalleria cl i rimonta. L 'a rtigl ieria comprende (Francia . Africa del Nord e L eva.nte;: 30 regg_ d'a rt. d ivi~ionale di 3 gruppi di ar t. legger a e 2 grnppi d 'art. pesante ; 2 regg. d'art. da n1on tagna di 3 g rup pi d i 2 Utr, ; 2 regg. d 'a rt. pesan te ippomobile a 4 gru ppi d i 2 btr.; 4 regg. <l'art. a J) iedi a 3 gruppi di 2 btr.; 7 regg. <l :1rt. pc~ sa.nk a trat tore a :J gruppi cl i 2 b! r.; 18 rq.g. d'1rt. da c~mpagna po.tata a 3 gruppi di 2 btr.; 2 regg. d art. l)C-=ian te su f1;; r:-0via a 4 gruppi di 2 btr.: S rcgg _ d'·,1rt. 1

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HPgg-im(•nto d ì Pante1·1a rrancl'S~ l" marcia (10 t8) -con troaer ci a 5 grupp i d i 2 bu·.; S regg. d'art. a cavallo a 2 gruppi cli 2 blr . ; tf gruppi autonomi d'art. cl' .-\frica (i\lgeria); 3 regg. d'a rr. :'\'"or <l-.-\frica (2 in Marocco, 1 ia Tun isia.) ; I. reg)\ . d'ar t. coloniale del Marocco, I regg. ò~art. coionia lc cl1..~J Levante e IO cp. au tonome. Inoltre, foori. de l bacin o ciel ì\ fedite rraneo : 2 regg. ar t. coloniale in Indocina ; I regg, in Africa Occiden tale; 2 btr. in Africa E qu atoriale, 1 gruppo cli 3 btr. eù 1 btr. a utonoma in Africa O rien ta le. Il genio ha 15 regg. ed 11 bgl. .L'aeronautica ha d ue divis. ae ree comprenden t i i brigate con 14 regg. e S [(ru p pi: in wtale 132 squad riglie .con 1434 veliv,,li di l' linea, così d ivise : 32 squad riglie -con 334 ve lirnti da caccia; 32 squadrig lie ton 320 ,·eli voli d a Lomba rdamento; 68 squadrig lie con 730 velivoli

823 da osser vazione. V i è po i l'aviazione per la m,a rina., che comprende 16 squadriglie con 249 velivoli, e l'aviazione co lonia le che comprende 3 squadrigl ie con 27 velivoli. La gendarmeria comprende quella dell'in terno (26 legioni) la guardia. repubblicana (3 bgl. di fanteria è 4 sqdr. di cavalleria ) e la genda rmeria. co loniale, dislocata nelle varie colonie. V i sono i noltre i corpi m ilitari dei doganieri e dei cacciatori forestali. R ecfota 11,ento : 1 cittadini francesi sono obbligat i al ser vizio m ii. personale della d urala cli 28 am1 i; servizio attivo un :urno; d isponib ilità d ue anni, 1° riserva. 16 a1111i e mezzo; 2" rise r va 8 annr, Per le truppe colon ia li, gli elemen t i francesi secondo la legge francese; g!i elemcm i indigeni, per estrazione a. sorte (tranne in Indocina/; obb:igo cli f erma 3 anni, e nella riserva durante 11 11 èrmpo tJguale a lla differenza fra 15 anni e la. dura ta de l ser vizio at t ivo prestato. La tota lità del cont ingente no n è inco rpora to. Effe ttivi di bilancio (rvia.drepatr iCJ. e Colonie): Esercito : Uff. 21.000, t ruppa 640.000 ; gendarmeria, uff. 780, trupµ ct 30.000; i1Tegolari. uff. 90, :ruppa 12.000.

i\la,ina francese . La flotta d a battaglia è costituita. (1928) da 6 navi da ba ttaglia cli l " clas., e (Je-1.11 ilar i, Courbet, Paris, B r etagne, L orra ine, Pro,·ence) de l d islocamento d i 23.500 ton nella te circa; d i 3 navi da ·battaglia d i 2" classe (D idero t, Voltaire, Condorcet) del di~locanwnto cl i 18.580 tonnellate ; d i 5 incrocia.to ri corazzat i ( Hllgo, Michclet, R énan, Q u inet, Rousseau); di 3 incrociatori cx-tedesch i ()'Ictz, .Mii lhouse, Strasbourg); di J incr ociatore cx-au&t r iaco (Thio1wille); di uua nave portaerei ( Béarn) cli 21.800 tonnellate. L 'attenzione delh Fra ncia è rivolta, come del resto quella di t ut te le principa li potenze navali. a i nuovi incrociatori di \'Urio t ipo, a lle flottiglie di cacciatorpediniere, a i sommergibili. I l progra.rnnn della. Francia. per il 1929 vedrà. completato un primo gran dioso p rogramma navale. che compren<le 6 incrocia tori eia 10.000 tonnellate, 3 da 7830 (01111. , 21 conduttori cli flottiglia, 36 cacciatorped iniere, e 52 .sommergibili cli tre distinti tipi. La difesa costiera è sotto il cont rollo de lla. Marina e comp rende quaH ro zone; inoltre un congruo numero d: veli voli è assegnato a lla Jlotta. da Lat taglia. Ogni zona

Ar1lgl icria, francese In marcia (19t4)


FRA

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costiera comprende notevoli forze cli caccia tor pediniere, sommergibili e posamine: Le prin cipa li stazioni costiere sono: Dunkerque, Cherbourg, Brest, Rochefort, Tolone, Bizer ta, Ora.no, Algeri e Bona. La marina d ipende da l ministro, che è assistito dal capo di sta lo maggiore; quest'ultimo è responsabile della p reparazione del!'arrnata alla, guerra cd è designalo ad assumerne il comando. Lo coad iuvano due sottocapi di stato maggiore.

F rancia (Battagl-ia di). Col nome ge11erico d i « Battaglia di F rancia)) è orma i comunemente e da ppertulto inteso il èomplesso d'azioni belliche svollcsi sul!a fronte franco- belga-britannica durante la guerra mond ia le, a partire· dal 21 marzo 1918 s ino all'll novembre 1918 (armistizio). D ebbono tali azioni bellich e r appresentare w1 complesso unico, in quanto che in un p rimo tempo (mano-l uglio 1918) attraverso di essç _si manifestò l'ultimo, disperato tentativo tedesco di vincere la guer ra quadriennale in E uropa, infrangendo la potenza milita.re alleata ed associata, median te le offensive sulla Somme (21 marzo 1918); sulla Lys (9 aprile, 2• battaglia delle Fiandre); sull'A isne (27 maggio); su Compiègne (9 giugno); su Chateau-T h ierry ed in Champagne (luglio: quest'ultima offensiva. fa parte de!Ìa 2• battaglia della J\farna). In un secondo tempo (luglio-novembre 1918) s i manifestò la reazione d egli Alleati, i quali, allorcbè videro prossimo . l'esaurimento tedesco, solo allora impiegarono le rispettive riserve d'uom ini, per lo innanzi e duran te le offensive tedesche gelosamente risparm iate, anche a. costo d i cedere terreno. Questa reàzione si ind ividua nella controffensiva francese durante la 2' battaglia. della ì\liarna , nel forzato ri piegamen to dei Tedeschi sulla linea d 'Hindemburg (8 agosto - 25 settembre) e nell'atta cco generale e concen trico di tulle le forze aJJeate (ottobre 1918). Chia ro appare come dal marzo a l novembre 1918 s i sia svolta in Francia un a sola battaglia campale, che fu, per gli Alleati, difensiva- controffensiva, cd impernia ta sul concetto d i obbligare i T ed eschi a logorarsi sino all'estremo nella ricerca del successo, per costringerli a difendersi, quando avessero tutte con suma te le loro risorse in uom ini e mezzi. (Ved i le voci, pe r parti'colari: Doullens, Noyon, Kemmel, Lys, A,niens, Champagne, ChìJ.teat.tThierry, Comp·iègu c, ìl,Jarna, Soissons, Pica.1-dia, Somme, Saint-,vlihiel, A rgonne, Cambra.i, Courtrai, S aintQ•11intin, Hin.demburg (linea di), Montdidier, A ·isne). G uerra franco-cinese ( 1883-1885). Fu <leter minata dalle operazioni dei Francesi n elì'Annam e nel Tonchino, che ledevano i dfritti di sovranità della Cina . Il governo di Pecl,in o, visto che vani erano gli aiuti forniti sottomano a lle forze anna.m itc e tonchinesi, decise d i in viar loro in rincalzo truppe dell 'esercito regolare. D i queste 10.000 u. rinforzavaJ10 la gi1a111igione di Sontai quando i Fr ancesi l'assalirono. F u allora che l'ambascia tore cinese a Parigi, in risposta alle rimostranze del governo . francese, dichiarò che la Cina interveniva nel T onchin o, ciò che determinò lo stato di guerra fra i due paesi. Questi avvenimenti indussero la Fra.n cia a sped ire importanti r inforzi sul teatro di operazione, dove costituì un corpo d i sped izione di 16.000 u . a l comando del genera.le di divis. Millot, formato su due brigate (Brière de l'Isle e de N égrier) e congrue forze navali, agli ordini del viceammir. Cou rbet. G iun to nel Tonchino nel febbraio 1884, il Millot, da

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H anoi, clove aveva concentrato le sue forze, iniziò le operazioni prendendo Bac- Ninh, d 'oncle i Cinesi fuggiasch i, pane ripararono su Lang-Son, pa rte su ThaiXgoycn. Le due locali tà furono anch'esse conquistate da i Francesi che, per tenere in rispetto le « Bandiere nere ,>, inviarono un distaccamento a --ruycn-Qua11g. Dopo cli ciò la Cina, scornggiata per la catt iva prova d ata dalle sue truppe regolari, iniziò cl èrette tratta tive e 1'11 maggio 1884 firmò a T ien-Tsin i preliminari cli un accordo per il quale si impegnava a ritirare le proprie truppe da.I Tonchino e a rimmcia re a qualsiasi ingerenza nelle quest ion i tr u la F rancia e l'An nam. Però nel frattempo a Pekino il partito della guerra riprese Jou,a e in fluenza e la convenzione non fu eseguita; il 23 giugno una colonna franc·ese si scon trù co i Ch1csì 1rinccrat i presso Bac-Le e fu costret ta a r ip iegare con gravi perdite; i C inesi attr ibuirono l'accaduto a un equivoco, i F rances i ci videro u n agguato e chiesero una in dennità di 250 milion i e a ltre riparazion i, Spirato il termine stabili to nell'ultimatum, le ope razione militari vennero rip rese. I l contrammir. L espès p untò su Kelung, nell'isola d i Formosa, mentre il viceammir aglio Co~rbet, risalito il corso del 1->Iin, gettava le anco,·e a F-u.-Ciù ) di fronte ail\i;sena fe militare, ove era riunita oltre metà della flotta cinese. A For mosa i Francesi subirono perd ite im portanti e dovet tero al J)iÙ presto •·i mba rcarsi; a Fu-Ciù invece il Courbel raggiunse completamente i propri obb iett ivi. Dif1i.coltà intcrnaz.i onali consigliarono la Frnncia a li mitarsi a lle operazioni contro For mosa; le coste clell';sola. furono bloccate e il Courbet s i insediò a K elu ng, i cui giacimenti d i carbone costituivano un pegno molto ;mµo r tante . Le operazioni s i svolsero fra grandi difficu:tà; f urono · sba rcati 1500 u. di fanteria marina che non ri usc irono a. rompere il cerch io dei nemic i intorno alla città, mentre erano decimati non solo d ai comba u iment i quotid iani, ma anche d,il colera e d alle febbri. I l 9 ottobre il contr:immir. Lespès tentò inutilmente cli impad ron irsi d i Tamsui. Nuovi rinforzi di truppe d 'Africa furono mandati a F ormosa ma 11011 migliora re-no la situ~zione; sanguinosi com battimenti a forte B ambu e a L uan-Luan ( 4 e i marzo 1885) ebbero esito sfavorevole pe r i Francesi. Tntan to la flotta francese il 15 febbra io aveva affrontalo presso Shei-Poo, una squadra cinese. aifondando due incrociatori, _mentre fra il 29 e lii 31 marzo aveva occupato le isole Pescadores. Alla fine dell'agosto 1884 il gen . Millot era ri.entrato in Francia ed era s tato sostitu ito n el Tonch in o dal Brière de l'Isle, che dovette subito provvedere a parare la minaccia d' invasione de i terri tori occupati. Nell'ottobre fu conquistato il campo trincera to d i Ciù, e la brigata _de Négder f ermava u11 esercito cinese che stava avanz,Lllclo sul I<ep_ Altre truppe nem iche del Yu-Nan, che minacciavano Tuyen-Quang, furono battu te il 18 e 19 novembre. Ottenuti questi r isultati, il generale s i p ropose d i operare sulle retrovie nem iche, punta,~do su LangSon da Ciù , dove r iunì tutti i mezzi logistici necessari a svolgere l'operazione progettata. Sulla fine d i gennaio 1885 i preparativi erano stati comp iu ti; i Francesi disponevano di 7000 u . div isi in due brigate, e altrettanti porta tori. Partiti il 3 febbraio, il 4 trovarono le p rime resistenze del nemico che dal 4 al 12 combattè ostinatamcn1e per sbarrare loro il passo e solo il 13 riuscirono a insediarsi a Long-Son, men tre l'esercito cinese si


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Ot:::::!!!2!!'!:0=0= -=~1~000 Km.

Circo scrizione mi li-l a1·e ;e1TiLOriale (La 19• ct 1·cosc1·1z1onc comprcnct~ l ' Algeria)

era n t,rato ordinatamente fermandosi poi presso DongDang, a breve distanza di lì. In tanto il gen. Brière de l'Isle sbloccava Tuyen Quang, assediata dai Cinesi ( 3 marzo). Ma la br igata de Négricr il 23-24 marzo fu battuta e costretta a ripiegare sulle posizioni di Ki-Lua, davanti a L a ng-Son, dove il 28 marzo i Cines i l'attaccarono, e la volsero in ritirata precipitosa e disordinata; quasi tutto il materia le, i cannoni, la cassa, caddero . nelle mani ·dei C inesi. La notizia del grave insuccesso ebbe una grande r ipercussione in Francia; il min istero Fcrry fu rovesciato e fu deciso l'invio di n uovi r inforzi ; il gcn. Roussel de Courcy fu n ominato comandante in capo del Toncl1ino con p ieni poteri civili e militari. Però la Cina era stanca della guerra, il blocco del riso cominciava a far sentire i suoi effetti sulla cap:tale ove già ~i soffriva la fame, le trattative, segretamente iniziate col governo francese, I urano condotte a buon fine, e, sulle basi della coJ1venzione preceden te, il 4 aprile 1885 furono firmati gli accordi di T ien-Tsin che lasciavano alla F raJ1cia mani libere nel Tonchino.

Guerra franco-germanica (1870-1871). Dopo la guer-

ra del 1866, che aveva portato a lla costituz'ione della Confederazione del J,i, Germania del Nord, sotto l'egemonia d ella Prussia , erano sorti i primi attriti colla Francia, delusa nella speranza di annettersi il Belgio, in compenso della sua neutralità. Nuovi a ttriti si ebbero nel 1867 a causa del Lussemburgo, dove la Prussia ,,•oleva mantenere proprie guarnigioni, mentre la Francia stava trattando col re d'Olanda per annetterselo. Anche que 0 sta ragione di dissid io era stata elimina ta i11 forza degli accordi di Londra, quando nacque la grossa questione del trono di Spagna che, dopo la rivoluzione del 1868, fu offerto a un principe della casa. d i Hohenzollern. L a F rancia temette la possibilità del ricostruirs i della monarchia di Carlo V, e dichiarazioni bellicose fatte in questa oc.:asione a lla Carnera dal deputato de Grammont trovarono l'unanime consenso della nazione. Intanto però il principe di Hoheuzollern aveva rifiutato l'offerta. Non contenta del risultato ottenuto, la diplomazia francese pretese che il re d i Prussia, si impegnasse a negare anche per l'avvenire ogni autorizzazione a qualsiasi membro della sua casa, di accettare la corona di Spaina. Questi non aderì e da Ems inviò al cancelliere, princi-


pc di ·B ismarck, un telegramma nel quale dicl1 iarava chiuso l'incidente. Il tesb d el dispaccio, modificato, sembra ad arte, dal cancelliere tedesco, fu pubblicato in una forma che costituiv<L tm'offesa a ll'a.mbasciawre francese, e il ministro Olliver, forte del consenso della nazione, convinse il 15 luglio 1870 l'lmpera tore Na1io!cone I II a dichiai-are la gucrrn. L a Fr;:incia non aveva un esercito per manen te numeroso, e difettit va d i r iserve istruite. I suoi s9ldati avevano fatto vi ttoriosa1nente le campagne d i Algeria, della Cina, de l ìl.fessico, d 'Ita lia, cd erano condotti da u fficiali p ieni di a rdimen to pe rsona le. ìlfancava però una ben definita dottrina di gu erra, i quad r i non erano colti, fra i generali, t utti noti per i br illanti risu ltat i ottenuti nelle campagne precedenti, esistevallo inv idie, gelosie, gravi motivi cli dissensi personal i. Anche i serviz i

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tiche e per tenere in rispetto l'Austria, nel caso che :wcsse manifestato l'inte n1,ione di intervenire ostilmente. Il p iano frnncesc era viziato dall'attitudine d ifensiva assunta sin dal p r incipio e da llrc mancanza di irlec precise sul da farsi. Una ricognizione offensiva., compiuta soprattutto p er da.re sodd isfazione all'opin ione p ubblica, portò al combattimento. d i Sarrcbruck (2 agosto) impe gna to dal 2° Corpo il qua le, dopo un primo successo,

e rano cmnplctamen te d isorganiz.tati 1 nè s i aveva un'idea

di quello che fosse la guerra di grandi ma sse. Il nuovo armamento. il fucile Chassepot a tiro rapido e le m itrag liatrici; che in questa guerra fecero la loro prinia com parsa1 avevano creato una cccc.ssiva. fiducia nella difen siva; durante tutta la campagna quasi sempre i F ra.11cesi si li mitarono a rl ifendere le propr ie posizioni ; la mam:an7~1 di og11i m;"novra consen tì a i Tedeschi cli operare su lle a li e di trovarvi la dec isione.

l~®-0------=----®I IJ!slin ilvo cl>:t ,·PlivoJI {Di,wo 111I-chi no - Cerclllo r o,;so) L'esercito francese, for t~ d i circa 400.000 u . d ivisi in otto C. d' !\ . ( l " mar esc. 2\Iac Mal1on; 2° gen. frossard; 3° rnaresc. Baz,i,ine; 4° gen. Ladmirault; 5° gcn. de Failly; 6° maresc. Canrobert; 7-:, gcn. Felice Douay; Guardia I mperiale) al supremo comando di è\apoleonc III , ,;i riunl in due masse principal i; l'una di 4 C. d 'i\. (2° 3° 4° e Guardia) in Lorena, l' altra di due C. d'A. (1° e 7°) in Alsazia, collegati dal 5° C. d' A. a Bitche, mentre il 6° si l'iuniva in riserva generale a Ch&lons. I/esercito costituì un'unica insieme che prese i l nome di Arma ta del R en o e per le noti?.ie che si avevano cli grandi radunate prussiane presso ì\,1agonza, fu schierato lungo la fron tiera fra Il itche e la J:-,-f osella, mentre il 1° Corpo, da Strasburgo, ebbe l'ordine di tenere le p osizioni e di r iconoscere il terreno a ntistan te. a X. del la L auter. Da parte germanica, emesso i l 16 luglio l'or d ine di mobilitazione, g li Stati del Sud misero a d isposi,ionc della Prussi,é altr i 3 C. d' A. che, aggiunti agli ll degli Stati del X ord, e a quello SassoHe, porta.rena a 15 i corpi di armata germanici, oltre la Guardia prussiana. Coma,1,clante supremo il re di Prussia; capo d i S. M . Moltke. Queste forze furono raggruppate in tre armate: la p rima (gen. van Steinmez, due C. d'A. e una div. di cavalleria) intorno a Trevi,-i ; la seconda (principe Federico Carlo çli Prussia, tre C. d'A .. Guardia e tr e d ivis. , a valleria) p resso r-lagonza; la terza (principe ereditario d i Prussi"a, cinque C. d' A. e una d i vis. di cav,tl le ria) lungo il R eno, fra Sp1nt, Landa u e Carlsruhe. Altri due C. d'A . rimasero in riserva generale a \Vorms e a :Magonza, ~li ultim i tre rimasero in Germania per pa rare · a lla eventualità di operazioni cli sbarco sulle coste bal-

corazzai a ouulois ripiegò prenclcnclo po~i« ione a Spicheren, col lo scopo d i coprire le basi logist iche d i Forbach e Sar regucrnines. 11 comando tedesco, che voleva dare battaglia generale sulla Sarre, credendo a un'offensiva francese, d ispose che ia I II a rmata v.; rcasse la Lau(er i l 4 agosto, men tre la II doveva trattenere il mov imen to nemico e la I d isturbarlo con azion i su l suo fianco . D a pa rte francese, il 2°, 3", 4° C. d' A. e Guardia rimanevano più o meno dispersi fra la Sarrc e la N ìcd, a ovest d i Sarreguemincs. il 1• aveva le proprie di vis. scaglionate fra Stras burgo e Weissembu rg. In q\lesta sit~az ione la III arma ta lcdesca attaccò i F r ancesi impreparat i, dei qua li una d ivis. a \-\ 'eissernburg fu d isfat ta . La notizia determinò l'Imperatore a disporre u na nuova r ipa rtizione delle forze. Que lle dell'Alsazia furono cost it uite in u n'arma ta sollo il maresc. ì\.1ac ]l'Iahon; una seconda costituirono quelle della Lorena sotto il maresc. Bazainc. R imasero agli ord in i diretti cl i Napoleone ITI ltt Gua rdia _e il 6" C. d'A. Però i d ue nuov i comanda n ti d 'armata conservai·ono anche il coma ndo d el C. d'A. e le loro a l -

corazzata su rrren tribuzioni furono limita te al la condotta delle operazioni militari. A p pen a assunto il nuovo incarico, M.ac :v1al10an d ispose d i r iunire i suoi C. d ' A. intorno a Woerth, col dopp io scopo rli coprire le stra de d i Bitche e d i I-Iaguenau, d'onde attendeva i rinforzi, e d i minacciare la destra de lla l II armata tedesca, in marcia su Strasburgo. In tanto ie truppe della Lo rena erano disposte su una lineo compresa fra Sarreguemines e la N ied. col 2° corpo


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,concentl·ato in avan t i, intorno a Spicheren . ll 6 agoi Francesi fu rono attaccwq e battu t i a Woerth dal.la III arma ta prussiana e a Spichcren d alla IL A questa notizia Napoleone III, che si trovava. a }Vfe t.z, rinuncia.ndo a prendere l'offensiva, d ispose che le t1uppe ripiegassero su qu el campo trincerato e p rendessero posizione a E s t della p iazza, sutl'a lt it:iiano cl i Borny. D a p,nte te<le$Ca Moltke, che coll' Impera tore era a l\Iagon1,a, ordinò alla llI annata cli inseguir e Mac Mahon e a lla II d i marcia re a Sud, verso R ohr bach, per sbarrare la strada affannata francese d '.Alsazia ne1 n1omento in cu i questa fosse giunta agli sbocchi dei \'osgi. 11 13 .agosto la I arma.la giunse sulla Nied francese e la II nella regione di Pont -it-Musson, mentre la III s i affrettava a raggiungerle, nella ten1a che i F'ra11ces i potessero rip rendere l'offensiva e, manovra.n<lQ per linee in terne, a ttaccare success ivamente i due gruppi tedeschi in rnar•Ci ll. Il J 2 agosto, sotto la p ressione de ll'opinione p ubblica, N apole0ne cedette il comando supremo a l mare-sci allo Tlazainc, ordinandogli di riunir e into rno a Chalons l'armata di Lorena . Poco disposto ad obbed ire il 13:lza ine si at tardò in torno a :lvietz dove, battuto il 16 a ga"sto a R czonville e il 18 a Saint- T'rivat, rimase asse<lbto da una annata prus~inua d'invcst irncnto cost jtu ita per la circostanza a l comando del Princiµe F edcr ico Car lo co i corpi de lla J armata, e di parte della TI. Il Testo clelb TT formò, al com:111clo del pr inc ipe e redita-

.sto

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co1·azza1a P arl5 i· io di Sassonia, la I V a rm ata . ( Il 2i ottobre success ivo il maresc. llaza ine firmò la capitolazion e della piazzafotte la cui guarnig ione fu condotta p rigioniera in Germ ania) . L 'indoma n i d i W oer th, il Mac Jvfahon, parte p er via ordinari,, , pa rte per ferrovia , concentrò i suoi tre C. d'A . (I", 5'' e 7°) a Chftlons, t!ove in$iemc a l 12° di nuova form azione, costituì !'armata cli Chfllons. Sorsero a llora -conlrasti fra il comando e il M.inist.ro della Guerra. Voleva il Mac ) iahou porta rsi su .Parigi, r icostituirvi !'esci-cito r infor,andolo cli due C. d'A. di nuova formaz ione che vi si trovavano e attaccare i T'edeschi in condizioni di piena efficienza; una vittoria in queste con d iz ioni sarebbe stata cleci~iva . Voleva invece il l',{inistro de1la Guerra~ gen . Cousin :ò1outauban, c he rnarcia~se subito in soccorso di Mctz. Esitante fra le due decisioni, ::'l.lac .\lahon si spostò in un primo (cmpo a R e ims, d'ondc a vrebbe po tuto, a seconda degli avvenim enti, scegliere l'uno o l'altro dei du e pa rtit i, poi decise cli a nda re in a iuto ciel Bazaine. che aveva a1mun,c i,ita una sortita della guarnigione e gli d ava convegno ne i pressi d i Mon t rnécly. Intanto la III e IV a rmata tedesche, che avevano :avuto il compito di muovere contro l'a rmata di Chalons, m a rciavano verso Ovest, colla III scaglion at a a sinist ra, in avariti 1 a una giornata di n1arcia. I I 25 agosto

827 i due a ,-versa ri avevano Ri~ da parecchi giorn t perduto il contatto, e mçn t rc i T edeschi marciavano verso O vest e aveva no raggiunto a desti-a la regione d i Clérmonten- Argonnc, e a sinistra quella d i Vitry- lc- François,

Caccia 10 1·p tflin!c1·c Sl111oun

Francesi n1a.rciavano verso O\'cst e occupavano la linea dcll' .-\ isne, da R cthel a V ouzières. Un a indiscrezione del g iornale « L e Ternps » t rasm essa da Londra a llo S. )f. tedesco. informò l\Io 1t ke della posizione n crn ica. Q uesti in conseguenz~ dispose di riun ire la I V arn1a ta, pa rtedella H l e de lle truppe d 'assedio di \-[etz, s ulla destra de lla 1fosa, presso il nodo strada le cli D a mville,s, e il 26 agosto co lla propr ia cavalleria r iprese i l conta tto. èlfac l\fahon, che aveva a rnaliucuore preso la ckcis!one di soccorrere Razaine: di fronte aJl,inazione di quest'ultin10 decise d i r inunc iare 1 soccorrer lo e ordiuò che le t ruppe ripiegassero su J\ féz iè rcs. Ii mov irneu to e ra appena inizia to qua ndo un o rdine ciel Consiglio dei Ministri impose che la marcia r iprendesse secondo il p rimitirn d isegno, per sbloccare ~fetz_ Le ma rce fa ticoslssin1c, la evidente incertezza del comando, fiaccaroJ10 le truppe francesi; da parte dei T edeschi, invece, s i completa va la r iun ione de lle forze. Il 29 agosto element i della I\" a.rmat:1 incontrarono r- resp insero presso >,; otturt il 5° C. d'A. francese che fu r espinto su Beaumont ; ch iarita la s ituazi01te nem ica, il }Ioltke ;i rescrissc che il 30 la

III e rv arma ta a vauza~scro Jler att:icc:arc p rima che i Francesi avessero raggiunta la i\.l,.Qsa. A Bcaumont il 5°

corpo francese du l'amente pro\·ato la vigili3, fu nuovamente ,cc.mfttto e r ibutla lo sulla d r. del fiume che. lo 1

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stesso gior no. err1 sta to va rca to dal gr osso francese a

èl{ouzon e a R emilly. èlfa la co11cen traz ionc tedesca. di

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ca,,rJato rpe<li11 ie1·,· TlgTe cu i J\fac } •I ahon aveva avuto or mai sufficienti not izie, rendeva im possibile persistere nel d isegno d i m arciare su l\•I ontmédy ; u11ico pa rt ito da p rendersi sarebbe stato qu,,llo di r ipiegare s u Méz ièrcs, ma le condizioni clell'eser cito, sfin ito dalle lunghe marce e in d isordine, impedì che il movim ento s i compiesse e il 31 i !0 rancesi s i concentr arono intorno a Sedan, dove la battagl ia del


giorno dopo li costrinse alla resa: fra i prigionieri era l'Imperatore. .'\ Ila. notiz;a del disastro di Sedan. a Par igi scoppiò la r ivolnzif,ne; fu proclamata la decadenza <le! governo imperiale, l 'imper atrice Euge11ia fu costretta a fuggire, un g:ovemo d i « Difesa ?-:"azionale>>- assunse il poter e, e si iniziò la seconda parte del la cam pagna . Entrambi gli a vversari si sen tirono a ttrat ti verso Parigi ; se preceden temel'fe i T edeschi lasciata ìVletz assedia ta , s i erano affretta ti a grandi giornate ver so la capitale nemica per battere sotto le sue m ura gli u ltim i resti dell'esercito di N a poleone. e se il ]l'lac l\1aho n vo leva, pur sotto Parigi, rifare le sue forze e affronta re il nemico in una battaglia decisiva, in questa seconda parte della guerra , mentre i Tedeschi riunirono intorno a lla mcl ropoli il meglio dei loro eserciti al fine d i impad ronirsene, i F rancesi raccolsero eccentricamen te nuoYc forze e organizzarono nuovi esercit i. pçr liberarla dall'assedio. Cosi la ca.cluta d i .Parigi segnò la 1,ne de lla resistenza. L' indoman i di Sedan, la Francia non aveva pi(1 esercito; le uniche forze disponibi li craao costituite oltre-

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e il :VIoltkc, a cop rire J" a.rmata d'assedio, cost ituì a. Sud una suddi,· i~ione d 'ar mata, al comando del granduca di l\leck lcm burg" Scln,·erin, prescrivendo poi alla II arrnata <li spingere il movin1ento verso la Loira e di portarsi fra Parigi e Orléans. {jn'offensiva dei Francesi in direzione d i Pa r igi, terminò coll'insuccesso d i Bea un<:la -R olande, il 28 novembre. li 2 dicembre una so rt i ta tenta ta d a lla guarn igione della capitale, si concluse colla vi ttor ia de i Tedeschi a Champigny, men tre a Loigny, lo stesso giorno, era. nuovamente battu_ta l'armala della L,.iira. Dopo quest'u lt imo combat t imento la I l annata tedesca occupò Orléans, tagliando in due le forze fran cesi, e respingendo quelle del gen. Cha nzy verso Ovest e quelle de! ge.n. Bourbaki verso Est, nella reg ione di Bourges. Con tro i l p rimo mosse il granduca dì Meck lcmburg che si scontrò coi Francesi ne lla battaglila d 'esito incerto che si combattè fra il 7 e il 9 dicembre a Beaugency, men tre il secondo r imase fronteggiato dal prin cipe Federico Carlo._Alla fine d i novem bre, ciascuno de i centri di radunata delle truppe frances i aveva d inanzi a sè un esercito tedesco a copertura d i Parigi. Ebbe.ro luogo allora le battaglie cl i l\fans (11 e 12 gennaio 1871) dove lo Chanzy fu messo fuori ca usa, e la ba t taglia di H é ricourt (15-17 gennaio) ne)la quale Bour bak i fu battuto, incalzato verso il territorio 5vizzero e qu ivi, avendo sconfinato. in ternato colle sue t ruppe. Ne i d iparti-

SonJrne rg-ibl le nen(J Andr.v

chè di un C. d'A. (Vinoy) che non a veva fatto in tempo a raggiungere l\1ac Mahon, da reparti disorganizzati sfuggiti a Scdan, da volontari, da guardie nazionali. Gambetta, anima della resistenza, s i accinse a raccogliere e a riorgan izzare ht resistenza e in quatt ro mesi circa n1czzo n1ilionc di umnini fu rne sso in armi. Da par te germa.nica , la III e 1 V a rm a.la mar cia rono su Parigi che alla fine di settem bre era bloccala, superate lievi r esistenze coi combattiment i d i .1fontmesly ( 17 settembre) e di Chatillon (19 settembre). P rima cura ciel 1-.foltke fu quella d i a ssicurare le sue linee d i comunicazione; a questo scopo spinse l'assedio delle p iazzefor t i bloccate, col doppio scopo cli spezza rne la resistenza e di avere la disponibilit/, delle forze di assedio. Così, dopo la cadutél d i Strasburgo (27 settembre) e di Metz (27 ottobre) potè m uovere contro le forze francesi che si stavano organizzando e che giit avevano raggiunta un a sufficiente, consislenza da minacciare le truppe che assediavano la capitale. Il gen. Werder cbhe ordi1~e di combattere le formazion i costituitesi stdl'.?lfa Mcurthe, i l gen. von der Tann di cop rire il corpo di assedio contro i Francesi riunit i nella reg ione di Orléans, e il gcn. :.VIanLeuffel colla I armata, r esa d isponibile dopo la caduta dì l\•I etz. fu m a nda to in Normandia e n e i dl"partimenti del ~ ord. Negoziati di pace, iniziati su lla fine di ottobre non ebbero a lcuna conclusione e, mentre i distaccamenti tedesch i operavano con tro i generali francesi che da varie pa.rti cercava no di soccorrere la cap ita le, a P a r igi la situazione restava stazionaria . l l 9 novembre le trnppe francesi, che si erano organizzate in torno a So logne, r ipor tarono un successo a Coulrn iers

:',ave p ort a aerei Béarn menti del Nord le vicende della guerra r imasero sospese negli scontri in decis i di Pont N oyelle (23 dicembr e), Bapaume (3 gennaio) e Saint Quintin (19 gennaio) e le operazioni ebbero termine coll'armistizio. Intanto la guarnigione della capita le, al comando ciel gen_ Trochu, dopo i combattiment i- di V illcj uif (23 settembre), Chévilly ( 30 se,t tembre), C hatillon ( 1.3 ottobre) impegnati per disturbare i lavori di assedio e impedire che le linee nemiche si portassero troppo vicine alla cinta delle fort ificazioni, dopo aver tentato, di concerto colle truppe che s i stavano riu nendo nei dipa r timenti, d i sfondare le lince di assedio colle sortite che ;:JOr t,u·ono a.i comba tt imenti di Ciiampigny (2 dicem bre) e di B uzenva l (19 gennaio), ridot ta agli estremi dovette capitolare. l i 28 gennaio fu fir mato l'arm isLìzio, il 1~ rnar1.o furono stabiliti i p re limiriari d i pace, e il 10 magg io successivc> ouesta. era conclusa. I I sogno d i Bismarck si era rea lizzato; fino d al 18 gennaio il r e di Prussia, a Versa illes era stato acclam a to dai p r incipi tedesch i, Imperatore d i G erman ia.

Francione (Di Gùruamti Francesco). Ingegnere m ilitare del secol<J XV. Costruì assieme a Francesco d 'Angelo, Domenico cli Francesco e Luca del Capr ino, la cittadella di Sar zana, ed il for te del Sarzanello in Lunigiana. T a li costruzioni rispettivamen te cominciate dal F. nel 1487 e nel [493, furono interrotte d a lle guerre tra


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fiorentin i e genovesi. Ma per quanto termina te dà altri architett i vennero compiute es:ittamente s u i disegni del F .

Francioni (Lionello) . Generale, n. e m. a Prato (1850-1923). Sotto!. di fan teria nel 18, I, frequentò ia Scuola di guerra e partecipò alla campagna eritrea del 1895-9ò. Colonnello nel 1901, comandò il 4° rcgg. fanteria e nel 1907 passò nella. rise.rva d ivenendo 1Haggior

genera le nel 1913.

Franciosi ni ( Umberto). Generale. n. a F irenze nel 1360. Sottot. d i fanteria nel 18i9. passò nel 1883 nell'arma dei CC. RR. Nel 1901 si meritò ad Acerenza la med . d'argento a l valor civile. In P . .-\ . nel 1908, raggi unse nella riserva i gradi d i colonnello nel 1913, di magg. genera.le nel 1917 e d i generale cli cliv is. ne l 192.'l. Franco (P-io). Generale, n. nel 1854. Sotto!. d'artiglieria nel 1875, raggiunse il gra do d i colonnello ne l 190i. Fu direttore d'art. a Madda lena e poi comandò il 4" regg. a rt. d a campagna. lYiagg_ gene rale coma ndante <l'a,rt. a Torino nel 1913, andò in P . A. ne l 19 15.

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fiorini e il JS settembre fu defini-!iva.mente incorpo rata nello Stato prussiano. Nel L920_F ., in seguito alla- sommossa spartachiana nella Ruhr, venne nel febbraio occupata da truppe francesi, che vi rimasero sino a i primi di aprile.

I. Trattato di Francoforte ( 11 agosto 1655). V. Colonia I.

Il. Com:enzione di Francoforte. Tra Francia e Spagna ( 12 dicembre 1660). Fu conseguente alla pace dei Pirenei, per regolare particolarmente i confini dei due Stati. IIl. Trattato di Francoforte (31 agosto 1660, riru10vato il 7 marzo 1663). Tra Francia e i. componenti la Lega di Francoforte; viene rinnovata la Lega renana ( V. tra!ta1 0 di 1vl agonza de l 15 e 15 agosto 165S) alla quale accedono i Duchi di V\irtemberg e di D ue Ponti, l'Elettore di Brandeburgo, il Vescovo di Strasburgo, ecc. Si conviene di rinnovare la «Lega» ogni tr ien nio. Ma, ~ebbene non ne fosse espressan~en te d isposto lo scioglimento, si sciolse d i fatto per dispe rde,·si in particolari trattat i della Francia coi Pr incipi tedeschi. IV. Trattato di Francoforte (19 set.ternb rc 1741). Alleanza fra Baviera e Sassonia : questa accetta) come sua µart e d ; possessi a L1striaci, ht Moravia col distretto di Obennannhartsherg nel!'.'\ ustria inferiore e l'Alta Slesia. Le potenze contraenti non deporran no le armi se prima 11011 saranno occupate le terre che vogliono conquistare. Federico II di P russ ia aderì il 1" novembre l 74 1. verso la garanzia dei due Elettori per lutti i suoi paesi, e specia lmente per la Bassa S lesia e la Contea di Glatz ultimamente conquistate. Da parte sua egli garn n ti a i due Elettori ciò che possedevano o che avrebbero conquistato.

Franco Ugo

FranJcli n Beniam i no

Franco Ugo. Generale, n. a forll ne l 1863. So ttot. dei bersaglieri ne l Ì883, insegnò arte mil itare alla scuola m i i. e frequentò la scuola. d i guerra . .Nel 1901 guadagnò ad Asti la med. d'argento a l valor civ ile. · Colonne llo nel 1915, sul m. Pal P iccolo ( 1916) meritò la medaglia di bronzo. Comandò poi le brigate Ba ri e 1\facerata divenendo magg. generale nel 1917; dal 1923 a l 1926 fu prefetto a Foggia. N'cl 1925 :rndò in P. A. col grado di generale d i divisione.

Francoforte sul Meno. Ci ttà della German ia (Assia ~assau) sc11Ja dr. de l Meno. D i fondazione ant ichissima, ebbe importanza nel l'VIII secolo, quando divenne capitale dell'impe ro germanico, colle p rime d inas tie che succedettero a i Ca rolingi. Venne allora cinta di opere difensive, e fu dichiarata ci ttà libera ed imperiale nel 1254 ; tale rim,\se fino a l 1806, quando ::,.; a po leone I , dopo Jen a, n e fece radere a l suolo bastioni ed ope re d ifensive e l'eresse a granducato . R ipresa. la libertà colla R estaurazione (1815), s i resse con statu to 1>0lit icomilitare mode lla to sull'ant ica cost ituzione repu bblicana; n el 1833 per differenza d i vedute fra governanti fu sconvol ta eia una so llevazione. La Dieta allora chiamò in aiu to truppe austria.cl1e e prussiane dal presid io di Ma gonza, e queste occuparono la città. :\'cl 1848 v i si ra dunò -l'assemblea costituente per dare un assetto politico- m il itare ed uno statuto alla German ia. Q uan do scoppiò la guerra austro-prussiana ( 1866) F. si schierò contro la Pruss ia, ma il 16 luglio il gen. F a lkenstein entrò n~lla città, imponen dole uno multa di 31 milioni di

V. Trattato di Francoforte ( 24 luglio 1744). Trattaw segreto fra l'Imperatore Carlo VII e la Prussia. Poichè la corte d i Vienna non sembra troppo disposta ad accetta re le v ie n1n iclievoli per venire ad un accordo e pare necessario ricorrere a mezzi p iù efficaci, il re cli Prussi,t promette di fare una spedizione nella Boemia per conquistarla e cederla con garan zia all'Imperatore, che riconosce, cede, garantisce alla P russia i suoi diritti su l resto della Slesia (città e circolo di Kon iggratz, distretto d i Bu11tzlau e parte del distret to d i Leitmeritz), più una parte considerevole de lla Boemia settentrionale e orienta!c. La Boemia non dovrà subire ulteriori smembramenti. La P russia garantisce all'Imperatore l'a lta Aust ria, non appena se ne sarà impad roni to. Le pa rti contraenti non trattera.nno se non di comune accordo. Nello stesso giorno la Francia accede a questo nuovo trattato di spartizione del retaggio austriaco, sviluppando quanto avea stab ili to col precedente trattato del 5 giugno. VI. Trattato di Francoforte (22 maggio 1744). Unione fra l'imperatore Carlo VII, il re d i P russia (come Elettore di Brandeburgo) l'Elèttore Palatino e il re d i Svezia (come langravio d'Assia). Scopo d i questa. confederazione è di conservare il Sacro Romano I mpero nella sua costituzione, conforme a l tra ttato di Wesifalia. e a lle a ltre leggi fondamentali dell'I mpero stesso, nonchè d i ristabilire la pace in Germania, stipulandovi intanto un gene ra le armist izio, finchè la q uestic.me del la s uccessione austriaca sia risolta giuridicamente, oppure amichevolmente con la med iazione d i tutti gli Stati dell'Impero; viene affermata la garanzia. reciproca dei rispettivi possedimenti e reciproca assistenza, e la li-


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bcrtà a tutti gli Elett1Jri, Principi e Stati di accedere alla p1esc11 te unione (a q uesto t r:ittato accedette la Yran cia con atto ùcl 6 giugno). L o scopo ù i affrnnar e Ja costituzione e le leggi fondamentali dell'lmpcro non era che apparente. li ,ero obbiettivo dell'Unione, la quale de l resto non ebbe con,cgucnze importa nti, f11 di arresta re i succe.;si della corte di Vitnna, che avrebbe potuto indurre )[aria Teresa a Yiolare i tratta li di llresla via o di Berlino.

colti quanti potè dc' suoi soldat i, riuscì a sfuggire alla cattur:i. o a l m ass:ic ro. riparando nelle lince fra nces i del gen. Custinc.

X. Tra/lato di Frcwcoforlc ( 10 giugno 1796). Tr;illato fra Inghilterra e 1\ ssia-Darmstadt. JI langravio d 'Assb. fom irit all'Ingh ilte rra. un corpo d i 2284 uom1111, verso \Ili sus.siùio annuo di /\O mila corone per 6 anni, oltre 30 corone per ciascu11 uomo.

VIII . P,-csa di Fra.Ileo/orte (23 ottobre J 792). F u operata da d ue corpi francesi, uno (gen. Neuw ingcr, avanguardia del corpo di Cusline, per la dr. del )Icno, e uno (gen. l!oucha r d) per la sr. La piccola guarnigione tentò d i resistere, m a ai pr imi colpi cl i cannone cedett e la piazza in cui fu po~ta guarnigione francese.

XI. Presa d i Fra11cofnrtc ( 1 i96). ,\ppartit nc a !le ~uerrc della Repubblica fra ncese e fu operata nel luglio dal J O corpo (Kléberi dell'armata della Sambra e -'Iosa. I.a piazza era stata dis1>0sta a difesa alla.gandone i fossi, e sch ierando sugli spalti numerose a rtiglierie. Kléber m ise i11 b~tteria le proprie; il duello fra <l i esse f u in tenso, ma infine le art. francesi ebbero il sopravvento, e la c ittà venne duramente prornta con un bombardamento di ùue giorni che incc11diò più di 200 case, e indusse gli Au~tr iac i ad abbandonare la difesa ( 16 luglio) bat tendo in r it ira ta.

IX. Presa di Francoforte ( 1792). L a. guarnigione franCC$e (2000 \I. al comando del gen . Van H elclcn) si trovò la ma ttina del 2 dicembre (]Uasi all'imp rovviso investi ta da un grosso eserc ito prussiano (Hohenlohc) avvicinatosi col favor della nebbia. I corpi di guardia francesi alle porte furono m assacra t i e i l Van lielden, rac-

XII. Co111batti111e11to di Fra11coforte. (Guerre della Repu bblica francese). F u acceso il 2~ apri le 1797, fra le truppe dell'esercito di Samlira e Mosa e ' un corpo au stria.::o, il quale stava per essere sopraffatto, quando, a inter rompere la lotta, giunse la notiz ia dell'arm istizio ù i L eobcn.

V J.I. T r(l /la10 ài Fran coforte ( 13 11ove111b rc l i44). Convenzione ir:L Francia cd Elet tore P alati110, i! qu ale s'impe!!na di mettere al servizio ùell'imperatore Carlo Vi! un corpo di 6 ba ttaglioni.

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Xl l l. Co111botci111e11.to di F ra11cofor/,e (1799), Appartif'ne a Jia ripresa delk ost{it:ì da parte ùegli i mperiali 1

co11t ro l'armata repubblicana della Sambra. e Mosa. J\'lcn tre :siapoleone era trattenuto in Egitto, l' annata imperiale verso i primi di ottobre entrò a F . IJ 5 avvenne un com ba tt imen to sa ngu inosiss im0 davanti alle sue mura: il ponte sul Niclcla era stato tagliato, ccl i F r anccsì p~ssa rono il fiume sollo i l fuoco nemico, Un ponte su l :Meno, d i feso eia p iù cli ,1,000 contadini, fu preso e bruciato. P iù di 3.000 Tedesch i furono poi fatti prigionieri o perirono annegati. 1 Fr ancesi ripr esero la ci ttà, 1111' la loro cavaller ia t,roppo st anca non fu in gradn d i inseguire il nemico.

Xl V. Trattato di Francojorte (23 novembre 1813). F r a Austr ia e il Duca di :\'assau, il quale en tra a fas par te della coa lizione contr o la Francia , XV. Trattato di F rancoforte (24 novembre 1813). Fra Austria e il D uca di Sassoni,i Coburgo- Saafeld, il quale entra a fa r parte de lla coalizione con tro la Franc ia, XVI. Trattato cli Francoforte (iO maggio 18il). S ta bilisce la pace d efinitiva t ra Ja Francia e la G er mania a l termine della guer ra 18i0-7 l, Dopo i prclini in a.ri intervenuti a Versailles fra le due na zioni bell igcrnnti (27 iebbraio 1871) , in causa delle p retese p rogress ivam ent e maggiori dei vincitori sui vin t i, delle m iitaccie del B ismarck, e della guerra civi le scoppiat a in Francia, Thier s fu costretto ad a der ir e alle nuove cond izioni imp oste d a lla G erma11id. li 10 ma ggio 18ì 1 a F. vennero firmati i seguent i patti : 1) La Francia s'impegnava di cedere a lla Germ;1nia la Lo r·cna e la Alsa,ia ( meno B ellori); 2) Doveva pagare alla G e nnania en tro 3 anni S milia rdi ;

3) Tutte Je truppe francesi, meno 80.000 u ., dovevano ri t irarsi d ietro la Loira, 1ìno a lla fir ma e ratifica del t rattato ; , 4) Il terreno lasciato intorno a B elforL alla _Fyancia veniva di poco aumentato; però in cainbio la F.rancìa cedeva alla G cnnania un maggior terri torio nel L u ssemburgo; 5) L 'cvacua,ione delle truppe tedesche d ai dipart imenti dell'E. non doveva avvenire che cl i m a no 111 mano venivano fat ti i pagamenti d a pane della Francia . li Trn[tato di F. ebbe efficac ia de finit iva collo scambio delle ratifiche il 20 maggio 18i I, L a Frnncia, mercè " attività ccl energia de1 T hiers, potè far fronte ai propri impegni prim 11 ancora ciel termine fissato, ed il 15 marzo l8ì3 fu _firma ta la conve nz ione colla qu~le s i st ab iliva che le truppe tedesche a.vrcbbero evacuato in set tembre definitivamente la Francia, come avven ne. La cessione però delle due provincie lasciò viva n el cuore dei fra ncesi la queslione della << revanche ll, non ultima ca u5a della guerra m ondiale. 1

Francoforte sull'Oder. C ittà. della Germa nia, antica pi azza forte contro le invasioni d ei popoli d'oriente. Nel 1348 C arlo I V d i J3oemia vi assediò Lodovico d i Ba viera, m a la for tezza resistette ed anzi Lodovico potè d i là accorrere in soccorso d e l co gnato re di Danin1arca. Kel 1432, durante la guerra contro gli H ussiti, F. venne assediat a invano dai Prussian i.

Assalto di Francoforte (1630). Appar tiene alla gue rra dei Trent 'anni, D i fronte all 'austriaco Tilly che r et ro cedeva, G ustavo Adolfo di Svezia si diresse su F. non bene for t ificata, con un presidio d i 8.000 u , Dopo tr e giorni di attacchi, le fanterie svedesi, riuscirono ad en-

831 tra re in F. 1 d ifensor i a.vevano cercato cli ottenere patti favorevoli per una capi tolazione, ma gli Svedesi, che avevano desiderio d i vc r1dctta per crudeltà. commesse dal Tilly 1 non acceuarono alcuna convenzione e trucidarono o annegarono nell'Odcr quelli del la guarnigione che non eran o r iusciti a fuggire in Slesia. Le artiglieC'Ìe aust!'iachc r imaser o t utte in possesso dei vincitori, che saccheggiarono inolt re la città p er tre ore,

Franco-italiana (Compagnia). Forma la a Pa.rigi a.ll'inizio de lla guerra d 'indipendenza del 1848, a cura cli un com itato, con volont ari italiani, francesi e svizzeri. Prese par te alle operazioni in va l Sabbia e venne ;;e ioh.t, per indisciplina, nel luglio. Frangipane ( L eone lvforcello) , Archit et to m ilitare de l sec. X IL Costruì la torre pentagona d i Astura (lì tora:le del Ne ttuno, R oma), che se rviva, come altre torri haronali dell'agro rama.no, non soltan to a vigilare i l m are, ma a difendere la costa d agli sbarchi, ed a dar e a,ppoggio alle truppe costiere. T ale architetto milit. è considerato come uno dei primi creatori del t ipo d i torre a p ianta. pen tagona, col saliente appuntato a d angolo ret to verso il mare, t ipo che avviò l'a rchitettura milit, a quella forma che assunse nella for tificazione moderna la denom inazione d i baluardo o bastione. Frangipani (o Fm11gipa11e, Cristoforo). Di nobile famiglia ungherese, oriunda ita liana ( da l nome Schinella), che ebbe in feudo l' isola d i Veglia. Combattè con tro i Turch i e li sconfisse a J a itza nel 1525: morì qualche anno dopo all'assed io di Vasadin. - Suo i antenati (Federico e Bartolomeo) sconfissero ne l 1242 presso Grobuìco le a vanguardie 1nongole .

Frangij,a,11: A ntigone. Scr i ttor e rnil. r omano del secolo XVTI. Uifìciate delle guard ie del cor po e poi di marina, fu autore cl i una « Istruzione del l'arte e discip li-

na irdlitare >> in tre volumi,. e di un'opera n1a.dnaresca : cl i navigare e guerreggiare ver 1nare )>.

<< D elr artc

Frank (A ngelo). Ammiraglio, n. a Venezia rn. a Bolog,m (1869-1925). Allievo della R Accademia :2\avalc ne l J 884, fu promosso sottoa.mmir, nel 19 l8, cont rammir. nel 1919 e collocato in P , A. n el l924. Par tec ipò alla. campagna di L ibia, guadagnando ne llo sbarco d i Bengasi, dove fo Icrito, la croce d i cav. de ll'O. M. S., e alla guerra n1011diale, guadagnando la rned. c.l1argcnto nel-

lo scoppio cli munizion i presso La S pezia. Da l 19 19 a l 1923 fu dir cctore gene ra le del P ersona le e ser vizi m ii. a l Yiin islcro della M ar ina.

Frankenhausen. Città del la Germania, su l \Vip pcr. BQ/taglia di Frar.kenhau sen (1525) . Appartiene alla guerra dei Con tad ini. Tomaso :Miinzer, che slava con circa 8000 u. e 8 pezzi d'art. nei p ress i d i F., il 15 maggio fu d al duca Giorgio di Sassonia, da E nrico il Gio-· va.ne d i Brunswick e dal conte F ilippo d 'Assia, con 2600 cavalieri, 6000 fanti, e molte artiglierie, at taccatr; vigorosamente. La cattiva or ganizzazione delle truppe dei contadini non fu in grado di tener testa agli agguerriti caval ieri e fanti de i principi, { quali fecero s trage degli avversar i, di cui p iù della metà fu massacrat a sul posto. Tale bat taglia fu dec is iva per le sorti dei contad ini, che non si trova rono p itl in grado di riorganiz.tarsi.


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Frankenthal. Città della Ger'mania, nella Baviera, di fronte a MannJ1eim. Fu fondata nel 1S62 da sessanta famiglie p rotestanti fiamminghe che sfuggivano la persecuzione spa.gnuola . I. Assedio di Fra,;l,enthal. Conquistata Mannheim, il Delfin o di Francia, dispose di sollecitare l'assedio di F . che già da tempo il maresc. de Duras a veva investito. Giun to il 15 novembre 1688 sotto la p iazza, nella notte sul 17 fece iniziare i lavori di apprnccio che furono spinti a lacremente tanto che fino da l giorno seguen te le batterie poterono aprire il fuoco, costringendo la piazza a capitolare. II. Presa di Franke1ithal. (Guerre della Rivoluzione. Campagna del 1795 in Germania). Il 18 ottobre 1795, d ura nte le guerre della Rivoluzione, il gen. francese D ésaix, dopo avere battuto gli Austriaci infliggendo loro la perd ita di 400 u., riuscì a impadronirsi della città che dovette però abbandon a re poco dopo. III. Combattùnento cli Frankentha.l. (Guerre della Rivoluzione, campagna del 1795 in Germania) . Dopo il combattimento di Pfrim, il Claidayt s i volse contro le forze sconfitte del P ichegru, che avevano preso posizione p resso F. e il 13 novembre Kray in iziò l'azione scaramucci;mdo contro la sr. fra.nccse verso Turkheim, il 14 il centro austriaco s i spinse su Lambsheim e l'occ upò 1nentre una più grossa colonna girava intorno alla piazza, e il Latou~ attaccava l'estrema sr. avversar ia; sulla d r. il dc Werneck si limitò a bombard are il mulino di Arsheim. Attaccato da forze superiori il Pichegrù r iuscì a sfuggire a ll'avvolgimen to e ad occupare le p osizioni lungo la Speyerbach.

832 predilesse le opere 5cientificbe e filosofiche. Pu bblicò del buon Uomo Riccardo»; nel 1746 fece importanti esperien ze di elettricità e n el 1750 inventò il para fulmine. Nel congresso di Albany p ropose l'-u• nione politica di tu tte le colon ie in u na federaz ione soggetta alla corona inglese. X dla guerra d'Indipc11denza com battè alla testa di un piccolo reparto ; più tardi fu inviato in Europa ove conc iliò alla causa americana l'a lleanza france~e, e poi concorse a che intervenissero anche la Spagna e l'Olanda . ~el 1782 negoziò la pa ce coll' Ingh ilterra. sulla base {-:lei riconosc imento dell'indipendenza degli Stati Un iti. Nel 178S fu nominato p,es iden te della Penns ilvania. t< l'Almanacco

Franlill n Giovam1 j

r ransecliy Ect. Federico

Frankt-in Giovanni. Ammirnglio norda merirnr:o {17681847). S: baHè a Trafalgar su nave francese e nella guer rn 1812-15 contro l'Inghilterra. Aiutò la G recia nella sua lotta per l'ind ipendenza. .Esploratore famoso dei mari polari, lasciò varie relazioni sulle sue scoperte.

IV. Combattimento di F,·ankenthal. (Guerre della R ivoluzione, cam pagna del 1796 in German ia) . Sulla fme di giugno gli Austriaci a ve vano sul Reno 10.000 u. che, a l comando del conte Wurmser, occupavano una fortissima posizion e, con la dr. appogg iata a F ., la sr. alla Rehutte, avendo di fron te le sponde paludose di u n canale abbandona to. Di più avevano pro,,vedu to a migliorare le proprie d ifese inonda ndo i territori circonv icin i. Moreau, che comandava i Francesi, decise di attaccare. L a divis. Desaix fu in caricata dell'impresa; il 24 giugno attaccò di p rimo imp eto il campo nemico; una prima colonna conquistò le posizioni di Neuhoffen, la seconda sba.m gliò nel bosco d i Schifferstadt il corpo del G iu lay, lo coslrinse a ripiegare sulla fattoria di Koloff, interamente circondata dalle acque della Rebuttc e lo forzò alla resa dopo un nuovo attacco durante il quale i Francesi mossero contro la posiz ione n em ica attraverso . l' i.nondazione, coll'acqua alle ascelle. La terza colonna1 a l centro, comandata._ direttamente dal Desaix, ebbe il compito più difficile; traversato il terreno allagato, prese d i viva forza gli argini e, appoggiata da ll'artiglieria e da lla cavalleria, giunte dopo perchè costrette a compiere un la rgo giro per evitare le zone coperte d'acqua, ebbe in breve ragione di tutte le posizioni che difendevano le inondaz:on i, costringendo gli Austriaci a rien trare a scaglioni nei propri accampamen ti. ,L'esito fina le della lotta r imase .in deciso, ma i F ra ncesi ne trassero animo a n uovi ardimenti mentre gli Austriaci, dis ani1nati, rinunciarono a ogni altra inizia tiva.

d i cui essa era a..rma.la.; aveva la lama con forma spec iale; per metà o un terzo come lama comune, ma verso la pun ta continuava in forma quadrangolare, a guisa d i lungo ed acu tissimo stile.

Fran kl in (Beniamino). Statista, scienziato, patriotta degli Stati Uniti d'America ( 1706-1790). Autodidatta,

Franzi (A ugusto) . Generale, n. nel 1854. ,Sottot. d'artiglieria, percorse la carriera in quest'arma e divenne co-

Frauldùi Gugl-ielmo. Génerale norda111ericano del se colo XL'{. Yu ufficia le del gen io, fece la campagna del Messico e la guerra di Secessione d ivcnendov( maggior genera le, p oi entrò nella fabbrica d 'anni Colt come agente generale.

_ Fransecky (Edoa.rdo-Federico). Generale p russiano e scrittore m ii. ( 1807- 1890). Nel 1848 si distinse come capo di S. M. nella guerra contro la D anima rca. Fu nel 1860 chiamato al ministero della guerra; nel 1866, come comandante della 7• divis., s i distinse nella guerra in Boemia. Nel 1870-71 ébmaudò il 2° corpo, dist inguendosi a Grnvelotte, Champigny, e n ell'azione contro l'armala del Bourbaki. F ra i suoi scritti, nierita particola.re menzion e lo « Studio sulle re lazioni fra le d iverse a rmi ll . Fu direttore del « lVIilita.ir- Wochenblatt » p ubb licazione ufficiosa del Corpo di S. ]VI. Frantopino (o Frntopino). Sorta d i milizia francese (franc- taupin) venuta in Italia a l tempo di Francesco I. Fu anche chiamata F. quella specie di spada


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lonnello nel 1908. F u d irettore d'art. a Mantova e poi coma ndò il 14'' regg. da campagna. Collocato nel!a r is~rva nel 19 11, fu promosso magg. generale n el 1915.

F'ranzini (conte Antonio). Generale, n. a Casa! Cermcll i, m. a T orino (1788-1860). Arruolatosi nelle armate f rancesi nel 1809, combattè fino a l 1814 in quelle file e p assò nel 1814 a l servizio del Re d i Sardegna divenendo nel 1833 colonnello dello S. ~M. generale. Magg. gener a le nel 1839, il 16 marzo 1848, nel momento in cui l'eserc ito piemon tese stava per ent rare in campagna, fu nominato ministro cli guerra e marina: ten . generale il 10 luglio successivo, il 28 luglio cessò dalla carica di m inistro e fu nominato p residente ciel congresso consultivo permanente della guerrn. Da l 16 a l 2 I agosto 1848 fu n uovamente ministro della guer ra e nel settembre comandante generale del cor po di S. :Y!. Nel 1850 fu collocato a riposo, nel 1854 nominato senatore e sino al 1859 resse la presidenza del congresso consultivo della guerra.

Franz!nt T. Paolo F ranz·ini Gio·imnni . Generale, n. ad Alessandr ia nel 1858. Sottot. d 'art. nel 1876, divenne colonnello ne l 1908. :Fu d irettore del laboratorio pirotecnico di Cap ua e poi passò al comando del 23° regg. art. d a campagna. Partecipò alla guerra libica e nel 1912, combat tendo a Derna, si mer itò la med. cli bronzo. Magg. genera le nel 1913, fu comanda nte d'art. a Bologna e poi della scuola d'applicazione d'art . e genio. Prese parte a lla guerra ,con t ro l' Austria che iniziò al comando d 'art. del VI C. d 'A. T en. generale nel 19 15, comandò la 7" e poi la 26• divis. In P. A. nel 19 18, fu nominato generale di C. d ' A. nel 1924 e t rasferito nella riserva nel 1926.

F.-anzini Tibaldeo con.te P aolo. Generale, med aglia -d'oro, n . e m. ad Alessandria (18 14-1879). Uscito tenen ie d'art. dall'Accademia d i Torino nel 1833, partecipò valorosamente a tutte le campagne d'in dipendenza, segnalandos i sem pre per perizia profession a le e coraggio persona le. D u rante la campagna del 1860, essendo co_manclantc d'art. di C. d'A,_ all'assedio di Ancona gu a<lagnò la med. d'oro « per i l veramen te a mmirabile contegno tenuto al forte Scrima, durante il violento fooco che vi d irigeva il nemico dalla fortezza e per le clispo• s izioni date . all'art. per l'allacco dei bastioni di l'Mta l'ia, ,, (Ancona, 25-28 settembre 1860). Era s ta to già decorato di med. d'argento per un salvataggio operato nellt ,-acque del Po, nel 1846 e della croce d i 11:fi. dt!1'0. M . S . a Gaeta , nel 1860. Mer itò, in fine, r['.1e lh d i commc11datore dello stçsso Ordine, nella campagna contro il brigantaggio. Da generale ebbe successivamente il comando della br iga(a Aosta, della 20• d ivis. (durame

833 la compagna del 1866) " delle divis. territoria'.i cl, M,:,5;na e d i Torino; andò a riposo nel 1877.

Frapoll i (Lodtr<1ico). Ingegnere, patriotta, cospiratore, n-. d i Milano (1815-1878). Prese parte a tutte le campagne dell'indipendenza con Garibaldi, raggiungendo il grado di co lonnello. Nell'inizio della campagna dei Vosgi fu capo di S. M. d i Garibaldi. Fu deputato pe r le lcgislatme VII, IX, X, XI, per i Collegi dt Casalp usterlengo, Genova e Altamura. Lasciò memorie scientifiche di geologia.

Frascarolo (ant. Friscariolum). Comune in prov. di Pa via sulla sr. del Po, quasi di fronte a Valenza. Ebbe importanza mii. come luogo fortificato fino dall'epoca dei com uni _ Vi erano tre castelli, denominati Castclvecchio, Bcretta della Torre e Montalbano. Nel 1404 fu assediato e p reso da F acino Cane. · Vit torio · Amedeo I, mentre il maresciallo cl i Crequi, comandante dei Francesi, iniziava l'assedio di VaJcnza tentò di conqu istare cli so·rpresa. F.; scnonchè, ca usa la lentezza de•I C,·equi, gli Spagnuoli ebbero tempo da M ilano d i sped ire due colonne, l'una cont ro il duca Vittorio Amedeo, l'altra contro gl i assediants. ì\falgrado ciò i P iemontesi non cessarono di dare l'assalto a F., e, per quanto fossero r iusci ti ad ottenere qualche lieve vantagg io, ne uscirono malconci e dovettero rinunciare all' impresa, in causa della tenace resistenza delle trnppe spagnuole. Dopo la pace di Utrcch ( 1713) F. venne in possesso dei Savoia. All 'inizio de lla campagna. del 1859, F . fu uno dei pun ti d i concen tramen to dell'eserc ito austriaco, giacchè il gen. Giu lay, intendeva contrastare co là il passaggio ciel Po agli alleati. Frascata. Comune in prov. d i Alessandria, sul Curone. Nel 1642 fu preso e depredato d ai Francesi, e d ue anni d opo eia un corpo d i Tedeschi. F rascati. Comune in prov. di Roma, su l colle dove sorgeva )'an \ica T 11scolo, che fu mun icipio romano, dopo · di dvere combattuto con tro Roma, nelie guer re latine. Venne fortificata con robusta r occa, distru tta insieme

Frasca ti - no cela scalpellata ne l!' A.:ropoll

con la città per ordine di papa Celestino III, essendo andati i C<1J:1ti d i Tuscolo in lotta contro il Papato. Sorse a llora F. che era un sobborgo <lell'ant. città, e venne for tificato in princip io del sec. XVI. Nel 496 a . C. si co111battè presso F. la battaglia del lago Regillo.

Assedio di Frascati ( 459 a. C.). Fu impreso dal console Q . Fabio Vibulano, accorJ<) in aiuto d el!a città , allora alleata d i R oma, contro gli Equi, i quali s'erano

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impadroniti della , rocca tusculana. Fabio combatteva il campo degli E qui, i ter razzani, co,idiuvati dai Romani, _la rocca. Non s i potè mai penetra rvi den tro d i forza; soltanto la fame ·costrinse gli assed iati ad arrendersi, dopo che il loro campo era s tato preso. dal console.

Frasche (Trincea delle). Fu così denominato dai nostri solda ti un forte trincerone austriaco, appartenente a quel groviglio <li fortificazioni campa li che gli Austriaci aveva no profuso nella. zona tra. Castelnuovo del Carso ed il monte Sci Busi. Insieme con la contigua « trincea dei razz i», fu oggetto di ripetuti, sanguinosi attacc hi delle nostre fanterie, durante la terza e quarta battaglia. dell'Isonzo (ot tobre-novembre 1915). Il 23 ottobre, dopo lunga e dura lotta, il 32° regg. fan ter ia (brigata S iena) del quale faceva.no parte i volon tari milanesi, riuscì a porvi p iede per la p rima volta; nell'impeto di quell'assalto cadde Filippo Corridoni (med aglia d'oro). Per tu tta. la notte successiva i fanti res istettero nella tr incea conquistata. alla furia d ei contrattacchi che il nemico scatenava, ma alla fine, sotto un

Trincea delle Frasche : voloot;iri cli guerra Ins ieme col b(1bbo cli co,•ricJon i

bombardamento in fernale, non giungendo rinforzi, decimati, furono costretti. ad abbandonarla. Fu fatto per tutta la giornata un arm istizio locale, per sgombrare morti e feriti delle due pa rti, ma il corpo d i Corridoni non venne rin traccia to . Anche il 1° rcgg. bersaglieri bis, il giorno 28 dello s tesso mese, riusciva ad occu pare d i slancio la contesa trincea e ad oltrepassarla., ma più tardi, investi to da tutti i lati da fuoco violentissimo era costretto a ripiega.re. L'onore della conqu ista definitiva spettò a lla brigata Sassari (151° e 152° fanteria). I valorosi finti sardi, portatisi, il 12 novembre, fin sotto le linee avversarie, ed occupate due piccole doline ad esse antistanti, mediante il vo'lontario saor ificio di audac i, pattuglie, riuscivano ad aprire dei varch i nei reticolati. Attraverso_ questi, poi, nel pomeriggio del giorno 13, irrompeva.no un bgl. del 1S2° e tre cp. del 151• ed attaccava.no a lla baionetta. i d ifensori d elle « Frasche)), sgominandoli e rimanendo padroni della posizione.

Frasne. Co~une nel clip . del Doubs, in F rancia. Du rame la guerra franco- germanica ( I 870- 7 I) ne lla ~iccrca d i conta.tto colle trupp;: francesi, il g"en. von Fransecky, comandante . il II C.. d' A., ·avendo sen tito qualche cann onata verso F .. dispose che il .30 genna io 1871, a

matt ina, la. sua avanguardia, comandata ~ al gcn. du Trosscl, · si movesse a quella volta, Rilevata la p resenza dei Fra ncesi nel bosco a S. O. d i F., l'ar t. aprì il fuoco mentre un bgl. si spiega.va per attaccare. Questa 1110.:;sa

decise i Francesi a.cl abbandonare la posizione e a rip iegare su F., dove i T edeschi giunsero sull'imbrunire. D urante la notte un at tacco di sorpresa compiuto dai T edeschi con uno sqdr. e una cp, riuscì p ienamente; il villaggio fu occupato e si presero numerosi prigionieri. Un contrattacco ten tato poco dopo dai Francesi non riuscì. >-'elle man i dei Tedeschi caddero 12 ufficia li, 1500 soldati e 2 bandiere.

F rassineto Po (ant. Fraxinetmn ad Padwn). Comune in prov. <li Alessandria., sulla dr. del Po. D'antica fondazione, ebbe già notorietà a.i tempi dei Longobardi . Sotto i principi del :Monferrato ne venne comple tato e rafforzato il castello (1355). Galeazzo Viscont i, nel 137 1, dopo aver battuto il marchese del Monfer rato, si impadronì d i F. e ne rase al suolo la rocca. Nel secolo successivo K icolò P iccinino, capi tano d i Filippo Ma_r ia Visconti, visto che F . era stato ripreso dai J\,Ionferrato, lo assalì e, presolo, l'abbandonò al saccheggie> delle proprie t ruppe, (1431) ne imprigionò i più facoltosi cittadini, imponendo loro una grossa taglia, e solo a pace firmata (1434) restituì il caste llo a l marchese Gian G iacomo. Nel 1446 fu messo a fuoco d al Gonzaga, nemico dei Monferrato. Ricostruito e rafforzatodai pr incipi del :Monferrato, fu, come baluardo d i confine, m uni to di guarnigione .(1485). Frastanz (o Frastenz). Villaggio del Vorarlberg, s ui confwi della Svizzera. Battaglia di Frasta-nz (20 aprile 1499). Appartiene a lla lotta fra l'Austria e i Cantoni Svizzer i. Questi avevano raccolto 7500 u ., agli ordin i d i Ulrico di Hohensa.x e di Enrico Wohlleb; quelli 10.00 u., trincerati (A A), con l'ala dr. all'I ll e la sr. a l m . Roja, p rotetti anche da abbattute (B B ) e da ridotte (C C); 1600 u. sono. situati (D) sul m. Rothewald: un corpo è a Fcldk irch, con 400 cavalli. Gli Svizzeri affrontano le posizioni p rincipali con 5500 u. al comando d i U lr ico, e attaccano con 2000 u. (\Vohlleb) il m. Roja. Mentre il primo -:orpo impegn a le truppe trincerate, il secondo riesce a. s gominare i difensori del R'o ja e li rigetta verso F., o-:cupando una posizione (E E) con cui taglia la ritirata. dcgU Austriad. Questi richiamano a l <li qua dell'Ill le: truppe che era.no a Feldkirch (F F) che attaccano ( da G G) il corpo d el Woh lleb, ma ne sono scon fitte e r icacciate verso il fiume, malgrado che il comandante sviz, zero rimanga ucciso. Frattanto U lrico assalta gli Austr iaci che hR di fronte e li sbaraglia : mol ti di essi trovano la morte cercando d i salvarsi attraverso il fiume. La p erd ita degli Austriaci (3000 u.) è di poco superiore a quella degli Svizzeri, ma i p rimi perdono artiglier ie ebagagli. · Fratelli Ospitalieri di Burgos (Ordine dei)_ Creato d a Alfonso IX di Castiglia per i cavalieri che s' impegnavano cli d ifendere ed assistere i p ellegrini cheandavano a S. Giacomo ed a lla Maçlonna della Gallizia . L 'Ord ine, fonr,lato nel J214 ebbe esistenza, s in o .a.J'. secolo XVI. Fraternità· d'armi. Così venne chiamato un legame speciale che si str ingeva tra guer rieri,- a mezzo di.


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una cerimonia già anlichissimamente adottata presso i popoli scandinavi, che acquistò il carattere rli istituzione politico-u1ilitare, base appunto della potew,a militare d i quel popolo. La cerimonia consiste,va ne Ila associazione del sangue dei guerrieri, e veniva operata nel modo seguentf. Due guerrieri facevano un buco nel terreno col ferro <ldle loro lancie, e versavano nello stesso diverse goccic del loro sangue; ne impastavano ben e la terra, si abbracciavano, e chiudevano il buco con una p ietra, sulla quale venivano inc ise le loro cifre intrecciate. Tale cerimonia non solo 'legava indissolubilmente per la vita i due guerrieri, 1na assicura.va il benessere delle due famig lie, anche dopo la morte d'u no dei con traent i, e vincolava gli atti d ella vita dei contra enti, in modo che essa ed anche gli a vc1·i dovevano essere impiega t i a p ro elci compagno anche quando questi cadesse prigioniero. Scompariva l'interesse personale dell'individuo, cd ogni a lto doveva essere informato all'altruismo. L'en tusiasmo o 1.n eglio ancora il f 311al ismo, spinse talvolta il sacrificio fino a l furore, gia.cchè accadde che non di ra do il superstite si scavò la fossa vicino a queHa del fratello d'armi estin to, dopo averlo vendicato, e s i d iede la morte. Presso i G reci, nei primi sec<Yli dell'era volgare, era pure in uso questa. cerimonia, che fu conservata nella cavalleria del medio evo cd i guerrier i erano stretti sempre da tale- v incolo cli sangue.

Fraters. Era una sorta d i infermieri e barb ieri che si trovavano nell'esercito p iemontese nei sec. XVII XVH I. Eseguivano servizi sanitari cl i poca en tità, corrispondendo agli a ttua li a iutan ti cli sanità. Ve ne era uno rer ogni compagn ia, e sei per ogn i ospedale volan te. Nel 1814, riordin andosi i· servizi sanitari, ebbero il loro pos to nel persona le degli osped ali militari. X cl 1825 ven ne istitu ito un « fratcr -flebotomo )) per ogni divis. dei regg _ cli cava lleria ; col successivo riord inamento d el 1-833 i F. furono soppressi e sostitu iti dagli all ievi in med ic ina, ch irurgia e farmacia. Esistettero a.nche in F ran- , eia, d ove fmono istitu iti nel 1776 e soppressi nel 1790. F r attamaggiore (an t. Fracta). Comune in prov. di Napo!\ la cui fondazione risale al sec. X. Nel 1647, ment re Napoli s i era sollevata. contro gli Spagnuoli an.,_che le campagne s i associarono a l mov imen to; e F., pur essendù sprovv ista cli mura, fu saldamen te sistemata a difesa dai suoi abitan ti. Si p resentò dinanzi all'abitato, intimando la resa, il conte d i Conversano, a lla testa di 1200 u. Dopo vane trattative, rifiutatogli l'accesso a l paese, i I Conversan o ordinò che le posizioni fossero p rese cli viva forza. Ma la ,r esistenza dei terrazzani ebbe il sop ravvento, e il Conversano, che -né! vano tentat ivo ave-

1Ja1tag-lla ,11 Fras1anz ( 149n)

va perduto un figlio r inunciando a portare l'impresa a compimen to continuò nel la s ua marcia verso Aversa.

l'ra.tta Polesine. Comune in prov. di R ovigo. D_i antichissima origine, sui primi del sec. XII il vescovo d' Adria vi fece costruire un castello, migliorato da Guglielmo Marc hesella nel 1142. Occu pato dai Veronesi, fu riconquis tato nel 1188 dai Salingucrra, che lo mun irono di nuove fortificazioni. Lo prese_ Azzolino d'Este nel 1205, e lo riperdette successiva mente. N eJ 1224 Ti solino di Carnposanpictro lo riconquistò per conto cli /\zzo Novello.

Fratte Rosa. Comune in p rov. cli Pesaro, costruito nel sec. IX, sopra un poggio tra Metauro e Cesano. Nel 1213 venne fon ificato ; u n secolo p iù tardi si federò con a ltri c,1stclìi vicin i per muovere contro F ano, e ne cacciò il caµ itano Galeotto 1 1fala testa, contro il qua le insorse anche nel 1354. ?>fa questi r ip rese F. e vi pose u n p residio. :-,:'ci 1387, mentre Pandolfo 1'1alatesta era a Ilologua, i P etrucci d i F . pro vocarono una nuova sommossa, cui partec iparono a ltri castelli vicin i. Ma il fratello di P a ndolfo, Carlo, riunito buon ner bo di truppe-, mosse con tro F . Colto però alle spalle da M artinello P etrucci p resso il castello di F. ven ne sconfitto, e riuscì a sten to a salvarsi colla fuga. Nel 1457 il conte Federico d i Ur bino, ch 'era in gue rra con Sigismondo ::\Ialatesta, occupò F. che passò alla chiesa. nel 1520. Fratti (Antonio). Garibald ino, n. a Fodì, ' 111.· a Domokos (1849-1897). A 1-7 anni prese p arte alla. campagna. contro 'I' Austria, combattendo a Vezza CO-i bersaglieri lombard i ; nel 1867 a lla ca mpagna dell'Agro ro-


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mano e nel 1870-71 a quella dei Vosgi. fu scritlorc di apolitica e nel 1897 fu eletto deputato; partì però subito ,coi garibaldin i d i Ricciotti in difesa d ella Grecia e nello scontro di Domokos fu tra i primi a cadere combat.tendo contro i Turchi.

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Combattimento di Fraue,.fcld (22 maggio 1799). Appartiene alle operazioni dell'armata francese nella Svizzcr.1 con tro gli Austriaci dell'arcid uca Carlo. 11assena attaccò l'avanguardia. nemic,1 (gen. Hotze) p resso F. e ne av,·iluppò la fanteria, stanca per la lunga marcia fatta d i notte e la distrusse quasi tutta. La cavalleria. austriaca si batlè con cariche e appiedata; il combatt imento durò dalle 9 a)le li, quando a rrivarono riserve austriache a proteggere la ritirata. Le conseguenze di que3te giornate furono lo sgombro delle truppe austriache da tu tta la r iva sr. dtlla Thu r, abbandonando a i vincitori 2 cannoni e 2500 p rigionieri. I francesi perdettero 400 u.; gli Austriaci ebbero fra morti e feriti 2000 uomini.

Fraustadt. Comune della P russia in p rov. cl i Posen, alla frontiera della Slesia. FralLi Antonio

Freg-onara Ettore

Fratture. Consistono nella rottura parziale o totale di w1 osso, e sono lesioni frequenti nell'ambiente militare, do,•e si è maggiormente esposti alle violenze trauma tiche. Presentano una gravità molto maggiore le fratt ure esposte, cioè quelle nelle quali si ha, oltre la rottura ossea, lacerazione delle pani molli esterne; ad esse appartengono le ferite-fratture per armi da fuoco, che .sono molto frequenti in ch irurg ia di guerra (ved. Ostcoartico/.ar1). Il processo istopatologico d i guarigione delle fratture è caratterizzato dalla formazione di un tessuto embrionale, il quale si ossifica e finisce col saldare i due segmenti ossici, costituendo il cosidetto callo. Il normale decorso d i una frattura, p erò, può essere turbato per va.rie cause (malattie infeuive, anemia post-emorragàca, alterazione di quelle ghiandole endocrine i cui -0rmoni sono stimolatori dell'os teogènesi, ccc.), donde un i·itardo di consolidazione del cali.o e perfino la mancan.za d efinitiva di esso (pseudartrosi), specie quando coesistano speciali condizioni anatomiche locali (spiccata -0bliquità de lla linea d i frattura e conseguente facile spos tamento dei cap i ossei, notevole diastas i dei frammenJi, interposizione di fasci muscolari, tendini, ecc.). La cura consiste nel riporre i frammenti nella loro ,>osizione norma le e mantenerli me,cè applicazione di apparecchi immobilina.nti per il tempo stre ttamente net:essario per la consolidazione del callo, facendo poi seguire i vari mezzi di terapia fisica (massaggio, ginnastica med ica, ecc.) pe r ridare a ll 'arto la s ua normale funzione. In caso di pscudartrosi è necessario l'intervento chirurg ico (osteosintesi, innesto osseo, ecc.). Dal punto di vista medico-legale, gli esiti di fratture sono causa d i inabilità assoluta a l servizio militare, q uando souo a l grado ta le da d is_turbare notevolmente la funzione della parte (a,t. 24 dell'Elenco A). L'accorciamento di un arto dai J ai 5 cm. è compatibile coi soli .servizi sedentari (art. 10 dell'Elenco B). Gli esiti perma·ncn ti delle fratture di ossa p rincipali ( pscudartros i, calli mollo deform i, ccc.), che ledano notevolmente la funzione di un arto, sono ascrivibili alla quarta categoria •di pensione, quando tr:ittisi di lesioni riconosciute dipendenti da ca use d i servizio. Fraue nfeld. Comune della Svizzera , capo!. del car.-ione d i Turgovia, con vecchio castello dell'XI secolo; la -p iazza è depos ito d i artiglierie e d'armi d ella Confede:razionc elvetica.

Bullaglia di Fraustadt (16 febbraio I 706). Appartiene a ria guerra. tra Pietro il Grande d i Russia, e Carlo XII d i Svezia. I Russi, com11ndati dal gcn. Schullcnburg, erano circa 20.000 ~ompresivi auche reparti sassoni. Gli Svedesi. agli ordini del gen. Rehnschiild, non somma.vano a p iù di 10.000. Al primo a ttacco degli Svedesi, i russo-sassoni cominciarono a sbandarsi, e presto furono in rotta, con gravi perdite, mentre 8000 vennero fatti prigionieri. Gli alleati perdettero inoltre 32 canMni, 8 mortai. 11.000 moschett i, e quasi tutti i loro stendardi e bandiere. Gli Svedesi perdet tero circa 200 uom ini. A que~ta battaglia segui il trattato di pace di Altranstadt.

F reccia. Arma da gitto, composta di un'asticciuola leggera d i. legno, di cannuccia o di hambù; elci ferro,

Punte c'.11 freccia tl\'ll' età rtrlla p ietra

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Pu nte di rrccela <lei 5ec. Xv: 1, semplice; 2, 11allana; 3, a rorma di pernio ; 4, a mezza luna.

i)I F1·cccla e batc31ra del scc. xv che aveva varie forme ad una estremità; dell'impennatura dall'altra, e quest'u ltima p arte provvista d i cocca, o dente, per potere tirare la corda dell'arco. D alla loro forma erano dette: a punta conica; a barbette o alette; amate (come w1 amo); lunate (frane. à lune) ; a lancette, a lancette a compasso che, volendole estra rre dalla


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feri ta, squarciavano la carne, uncinate, dentate, ecc. Le

F. che tiravansi coll'arco dovevano sempre avere la cocca, la quale non era necessaria. per quelle da trars i colla balestra. Non si tiravano mai a mano, ma sempre

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viazionc degli Stati belligeranti fin dai p rimi tempi della grande guerra contro bersagli animati; generalmente formate cli un sol pezzo d'accia.io stampato e pressato, a corpo cilindrn conico, con due a lette posteriori in croce, dello stesso metallo, o di legno aventi funzioni di in1pennaggio stabilizzatore, che permettevano al proiettile d i cadere ver ticalmente con la punta in avanti: talvolta ·1e alette erano disposte elicoidahnente. Le F. in, un primo tempo venivano lanciate dagli aviatori a mano, poi a mezzo di tramoggie il cui fondo mobile permetteva, a coma.nclo del bombardiere, la caduta, di un centinaio per volta delle stesse, che ·SÌ sparpagìiavanc,. nell'aria prima di giu ngere a terra. Si usò anche di far-

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o., P., Q., R., freccic tu rche; X . freccia p er cserclta-

zL011i con bo1Jot1<l ,li legno; 3, freccia 1ncemliaria; H. ,

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freccie pe r bales1ra a s1all'a; ·I, rrccci,L 1·omanog-reca, cot1 1es10. di bronzo.

con arco, con balestra, con macchina di guerra. La forma della F. e la sua dimensione variava.no quindi col varia.re del mezzo che si usava per lanciarla.. L'origine è lega ta con quella dell'arco. Nei secoli XV e seguenti fu-

Pqr1a- l'rccc1c incend iarle pe r aerop'lani

l'rcccia lncenctiaria

Le pr ime rreccte rii acropJano acJopera1c · (HJH) con 1ro 1r uppc

rono anche impiegate ·F. incendiarie, foggiate .in modo che all'atto ciel lancio veniva dato fuoco alle sostanze e mater ie n elle quali erano avvolte le loro aste, per ottenere che ince1Jdiassero i materia li neIUici nei pun ti ove anela vano a cadere o piantarsi (V. Falar-ica). Freccie d'aviazione, P roiettili d i caduta usati cla ll'a.-

Freccia

le cadere legate a mazzi con una miccia ed una carichetta di polvere nel mezzo; a{cesa la miccia e gettato il mazzo, 1irima che questo giungesse a. ter ra. la carichetta di polvere si accendern, spezzava. i legn ami del marzo e d ispe rdeva la1crnlmente le frcccie. Queste, colpendo u n uomo od un quadrupede, producevano f er ite gravissime, il piit delle volte mortali; ma il loro sparpagliamento, che non poteva essere in alcun modo regolato con precisione, la mancaJ1za dell'effetto morale del disordine prodotto dallo scoppio, non conferivano loro grande efficacia, e ben p resto furono sostituite da armi ben più micidia li : le bombe. Freaie i ncmdforie p1r a.eropla110. Vennero usate duran te la grande g_uerra. contro dirigibili e palloni. Siste2 g·.:,~ §-=@...;;;;.+ a-• cw #=f;

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per aeroplani: A, ogiva; B, cannello lncnn<liario; e, pe1,cussore; D, E , ror o cli attacco al por ta-rrcccle ; F, splna cli sicurezza; G. gove rnale.


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m ate a bordo degli aerop lan i su special i postazion i, nel momento del ·d is tacco, comandato da l pi lota o d all'osservatore, la parte incendiaria delle stesse si accendeva e nella loro cad uta , colpendo involucri r ipieni <li idrogeno, provocavano l'accensione o nella. penetrazione o nell'uscita, perchè il cannello incend ia rio durava acceso circa 2 minuti e mezzo (2500 metri di cadu ta circa) e non si estingueva ne ll'attraversare l' atmosfera di idrogeno.

Freccia. Piccola opera esterna, composta di due facce, che wniva ordina.riamenle collocata sugli angoli salienti o r ientranti dello spalto. 11 nome s i at tribuiva alla maggior parte del le opere costruite sullo spa lto o ai pied i del medesimo. Freccia. Cacciatorpediniere, varato nel Cantiere Schichau ad Albing, entra to in servizio n el 1900; lunghezza m. 60, larghezza 6,50, dislocamento tonn . 320, ma~chine HP. 6000 ; armamen to ca nnoni I 76, V 57, lanciasiluri 2; stato maggiore 5, equipaggio 48.

Freddi ( Gaspare). Colonnello d 'art. e scrittore militare, n. nel 1844. Sottot. d'artiglieria nel 1864, s i special izzò nel ramo ternico e p restò a lungo servizio a lla fabbrica d'arm i d i Terni. Ten. Colonnello nel 1895, andò in P . A. nel 1896 e nel 1901 d ivenne, nella riserva, colonnello. Si occupò della questione relativa all'utilizzazione del rinculo nelle armi portatili e fece a11che alcune applicazioni, sulle nostre a rm i, d i un sistema. da lui ideato e che da lui p rese nome. L'arma au tomatica sistema. F. è del la stessa epoca di quella Cei-Rigotti, ma non ebbe app licazione. I l col. F. pubb_licò opere tecn iche, fra le quali : << S tudio sopra u n nuovo sistema d i fucile a ti ro celere e sulla sua applicazione al fucile 1870 >>; « Proposta d i una carabin a a rinculo utilizzato per l'armamento delle truppe d 'Afr ica >l; « Studi e proposte sulle armi da fuoco portatili'>>. Fredericksburg. Città degli Stati Uni li, nella Virginia, sul R appa haunock. Battaglia di Frederichsb·iirg ( 1867.). Appartiene alla guerra. di Secessione e fu combattuta fra i Confederati, comandati dal gen. Lee (armala della Virginia) e i Federali (annata del Potomac) comandati dal gen. Burnside. Questi u ltimi erano divis i in tre a rmate (dette <<grandi divisioni») : un a di destra (gen. Sumner) costituita dal 2° e 9° C. d' A. (gcn. Couch e Willcox) più una divis. di cavalleria; una. del centro ( gen. Hooker) costituita dal 3° e 5° C. d'A. (gen. Stoneman e l3utterfi.eld) più una briga ta di cavalleria; una di sinistra (genera le Franklin) cost ituita dal 1° e 6° C. d' A. (generale Reynolds e Smith) p iù una brigata di cavalleria. Ciascun C. cl' A. era su tre d ivis. I Confederati comandati dal gen. L ee, avevano in linea, a sr .. il 1° C. d'A. (gen. Longstreet) formato dalle d ivis. Anderson, :'.\fac Laws, Ransom, Pickett, Nood; a dr. il 2° C. d'A. (generale Jackson) formato d alle dtvis. Hill Ambrogio, Early, Taliaferro, Hill Daniele: davanti all'estrema destra era la cavalleria (tre brigate) agli ordini del gen. Stuart. Il gen. Burns id e, la sera de l 10 dicembre, decise di attaccare il nemico nelle sue fortissime posizioni, n onostante il parere contra rio ~ei suo i generali. La notte stessa, l'eserc ito federale, forte di 113.000 li. e 150 cannoni, iniziò i suoi moviment i, ostacolato gra.vc1nentc dai tiratori nem ic i appostati nelle case di F. Il g iorno 11 la

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città fu bombai:da ta e occupata da un a br igata che doveva p roteggere la costruzione dei ponti per il pa.ssaggio delle truppe. A sera i ponti erano costruiti. La giornata del 12 passò in preparat ivi pe r l'azione che doveva essere svolta da due colonne; l'una, a dr. (genera le Sumner) l'altra a sr. (gen. Frank lin) rinforzata da uno· dei corpi di H ook er, rimasto in riserva. Liberi i due genera li d i scegliere l'ora e le modalità dell'attacco, nessu n collegamento fra loro, e, pii1 tardi, nessun utile in tervento da par te del comando. I Confedera ti intan to prendevano le proprie dispos izioni1 regolandosi sui 111ovllnenti avversari, che sì svolgevano tutli sol(o il loro diretto controllo. Franklin iniziò l'attacco verso le 10 del giorno 13, protetto sulle p rime da una fitta 11ebbia, scomparsa la quale s i trovò d i fronte una d ivis. avversa ria , le cui artiglie rie apriropo subito il fuoco. La divis . Meade marciò direttamente contro le a lture, ma, giunta indisturbata fino agli 800 m., fu improvvisamente falla segno al tiro p rec iso• di 12 batterie. fermata nel suo slancio, aprì a sua volta fuoco d'artiglieria e po i lanciò le fanterie alla baionetta; esse riuscirono, n onostante perdite enormi, a conquistare la prima linea nem ica. Ma a d r. il combattimento non era condotto con pari energia; le uni tà erano state fermate su l terreno, né il resto della linea era in condizione cli avan zare di un passo. Così il 1vleade alle 13 .30 fu cost retto a cedere a un contrattacco dei Confederati. Più sanguinoso fu l'attacco dei corpi d i Sumner. Varcato il fiume sotto la nebbia, quando essa si dissipò i Confedera.ti aprirono il fuoco sulla città p iena cli .truppe federali, che ricevettero l'ordine di anelare a ll'attacco; no nostante perd ite enormi, esso fu tp1tato, m,t, fulminati dalla linea avversaria., i Federali furono ripetutamente respinti. Burnside a llora. ordinò a l corpo d i Hooker di muovere anch'esso. Invano questi gli fece presente l'evidenza dell'inutile sacrificio; costretto ad obbedire, volle almeno preparare l'azione aprendo una breccia. nel muro che costituiva \a posizione avversaria e In fece battere dalle artiglierie a distanza d i 400 m. Il muro resistet te, e il genera le dovette da re l'ord ine di attacco. I battaglioni a nelarono alla carica, giunsero fino ai p iedi del m uro, ma qui si arrestarono; il Lee aveva rinforzata l'ar tiglieria, r incalzata la fanteria, e an che q uest'u !timo ten ta! ivo te,minò in un sang uinoso in,,uccesso. La notte pose fine , a l combattimento; i F edera li, r imast i sulle posizioni, senza che il Lee, che ne attendeva. l'attacco, si movesse nè durante la notle, nè n ella giornata . de l 14, il 15 ripassa rono il R appahannock e, venuta meno la possibilità di ripren_dere l'azione per la inclemenza del tempo, r ip resero i loro quartieri d'inverno. L a battag lia costò a i Federali 1284 morti, 9600 feri( i, 1769 prigionieri o dispersi; a i Conf ederati 608 mor ti, 4116 feriti, 653 prigion ieri o dispersi.

Frederiks-Hall. Cit tà de lla Norvegia , piazzafor te alla foce del T iste nda ll. Xel dicembre 1718 Carlo XII d i Svezia , nonostante il rigore del cl ima, che produceva g ravi perd ite fra i soldati, vi pose l'assedio con 18.000 uomini. I lavori avanzavano a lacremente quando, la sem del g iorno 11, il re valle recarsi a d ispezionare i la vori di approccio insieme a l 11,:Iégret, ingegnere militare francese che ne aveva la direzione. M entre, app ogg ia to a un parapetto, stava osser vando i lavori, esposto a l f uoco nemico malgrado che i suoi lo pregassero d i ri-

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tirarsi, fu coipito da un p roiettile nemico e rimase ucciso. L'impresa. della conquista della Norvegia, che Carlo aveva con tale assedio iniziata, falliva così per la grave imprudenza che gli costava. la vita.

Frederi kshamn. Cìttà marittima ~della F inlandia li 20 luglio 1855 1il comandante inglese Yelver ton, con tre navi da guerra, la bombardò incendiandola.. Durante l~ guerra d'indipendenza del 1918, occupata rapidamen te Kuvola, sui primi di maggio, il gen. L indet marciò immediatamente colle truppe_ bianche su F. dove i Rossi (bo lscevichi) battuti ovunque, si stavano riunendo, sperando di potere essere raccolti e tratti a salvamento dalla flotta russa che, secondo impegni presi, doveva giungere in loro aiuto. Ad evitare ogni ritardo, il generale ordinò che l'inseguimento avesse inizio per ferrovia; un treno blindato precedeva. l'avanguardia. R iparata_ una interruzione fatta dai Rossi presso Ikeroinen, la linea in breve fu riparara e un primo distaccamento nemico, forte di 2000 u. fu preso prigioniero senza colpo ferire; con esso ca.ddero in potere dei Bianchi 7 cannoni e parecchie decine· d i mitragliatrici. Il 4 ma ttina fu occupata Tava.stila ove si fecero 1000 prigionieri; poche ore dopo anche Kotka fu presa con 4000 Russi, pa.recchi cannoni e molte mitragliatrici. Finalmente anc he F. fu occupata. Caddero nelle mani del vincitore grandi quantità di materiali, 4 mortai, 25 ca.iu10ni, 9 lanciabombe, 50 mitragliatrici e 8000 fucili, oltre a due bastimenti russi carichi di a rmi destinate ai Rossi.

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dletown. Avuta notizia di quesd disposizioni e vedendo che il nemico stava per sfuggirg:i, Washington ordinò a Lee di attacca.i·e subito battaglia, mentre Morgan e Dickinson, che comandavano repai-ti del corpo avanzato,

F regata cteJ sec. xvnr

dovevano trattenere Knyphauscn. Dietro a quest'ultimo già starn ruovendo Clinton, quando gli Americani si mossero per assalta rlo, scendendo dai poggi circostanti. Fatto un immediato voltafaccia e messe in posizione le artiglierie, aprì il fuoco mentre la cavalleria respingeva

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Pace di Frederikshamn ( I 7 settembre 1809). T ra Rus-sia e Svezia; quest'ultimà s'impegna di nulla trascurare per conchiudcre prontamente la pace con Francia e Danimarca e di aderire al sistema continentale; rinunzia in favore della Russia alle isole d'Aland e alla Finla ndia'.; il fiume Tomea, col mare ' d' Aland e il golfo <li Botnia, segneranno il confine fra i due Stati.

Fredericktown. Località della Delaware sulle rive del Sassafras, negli Stati Uniti. Durante la guerra anglo-america.11a, il 6 maggio 1813, vi giunse con 600 u. l'ammir. Cockburn, comandante le forze inglesi. Alcuni militi che difendevano la città al comando del col. Veazi, opposero una prima resistenza fincbè, sopraffatti dal numero, dovettero ritirarsi. Gli Inglesi, avanzatisi, saccheggia.rono l'abitato, fecero scempio della popolazione e si ritirarono dopo averlo incendiato. La stessa sorte subì Georgtown, locali tà posta d i fronte, sulla opposta riva del fiume. Freehold. ·Città degli Stati Uniti nella Nuova J ersey. Durante la guerra. d'Indipendenza d'America il generale Clinton, lasciata Filadelfia (giugno 1778) si era avviato verso la Nuova York per la strada di l\fontmouth, seguito da un inlmenso carreggio. Il Washington, mosso dal campo di Valley-Forge, Io seguiva per attaccarlo in condizioni di favore, e a,·eva spinto a incalzarlo il magg. generale marchese La Faye'tte con truppe leggere d i fanteria e cavalleria, affidando il comando dell'avanguardia al gen. Lec. Nella notte del 27 l'esercito inglese aveva fatto sosta sui poggi di F . e, nell'imminenza dell'attacco nemico, il gen. Clinton, riunite le truppe scelte alla retroguard ia, àispose che queste, comandate da lui e dal Cornwallis, trattenessero gli Amtricani, mentre tutti i bagagli, col Knyphausen, dovevano all'alba affrettarsi verso 1viid -

F rega t-a degli Stat.i Unil i d'Ame,·Jca

cavalleggeri del La Fayette sulla fanteria del L ee, che, attaccato in posizione sfavorevole, CO!J una palude alle spalle, dopo breve 1·esistere ·ripiegò. Sopraggiunse in quel mom,;:nt~ Washington che,, arrestato l'impeto nemico e dato così tempo al grosso 'di intervenire, ristorò le sort i

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della lotta. Così gli Inglesi dovettero cedere alla lor volta, mentre il gr:n. Greene, giunto anch'egli coi suoi, vioorcsamente li attaccava. La posizione occupata dal C~n ton era- forte per natura, appoggiata a paludi e a boschi. VJashington , non credendo prudente attaccarla di fronte, d ispose che il gcn. Poor, con una brigata di Ca.rolinani, l'aggirasse sulla dr., mentre Woodfort doveva

841 Corsa.ri. Nella marina a vapore le F . sono s taté sost itu ite dagli esploratori. Battaglione delle Fregate. Formato nel 1740 con soldati invalidi per i servizi di custodia sulle navi e negli stabilimenti della Marina. Ridotto ad una compagnia nel 1783, questa fu poi incorpora ta nel regg. L a :Marina nel 1786.

Fregonara (Ettore), Generale, n. nel 1859. Sottot. nel 1881, percorse la carriera in artiglieria, d ivenendo colonnello nel 1915. I n P. A. nel 1917, fu promosso generale di brigata nel 1919 e qualche an_no ,d opo p assò nella riserva. Fregoso. V. Campofrego;o, Freguglia (Carlo). Medaglia d'oro, n. ad Ivrea nel 1890, caduto ·a F iondar nel 19 17. Laureato in giurispru-

Fr egata a r uote

attaccarla a sinistra. Gli ostacoli del terreno impedirono che la mossa si compisse in tempo, e,' sopraggiun ta la not te, il co1.11battimento ebbe term ine. Intan to però, richiama te al luogo det combattimento le forze che avevano a.vuto il compito di proteggere la colon na dei bagagli, già arrivata a sa lvamento a Middlctown, Clinton, giudkando inutile attendere un nuovo attacco degli Amc-

denza, s i arruolò in fanteria per la guerra ita lo-austriaca, e, nom inato uffic ia le di M. T.,' prese parte valorosameme, col 7° regg., alle battaglie dell'I sonzo del 1916, rimanendo ferito gravemen te, nell'ottobre, sulla Ve rtoiba : per il suo fermo contegno fu decorato di mcd. d'ar-gemo. L'anno seguente, tra le fila del 90° fanteria, (brigata Salerno) cadeva sulla conquistata linea di F iondar. dopo aver dato le mirabili prove di eroismo, che son così rievocate n ella motivazione, con la q·uale fu conferita alla memoria d i lui la medagl ia d'o·ro a l Yalor militare: « Presso a l termine di ung. laboriosa giornata di bat-taglia, muovendo il battaglione all'arduo attacco di una mw1itissima ed importante posizione nei-nica, sulla quale l'avversario opponeva la più accanita resistenza, e in-totno alla quale le sue artiglierie creavano una potente cortina di f~oco, egli, già leggermen te ferito, alto levava fra i combattenti il tricolore ed a l grido d i « Avant i, Salerno ! », primo fra i_ primi, li trascinava al complete> s~ccesso. N uova mente ferito, non appena toccata la meta, conservava il comando della sua compagnia. Respin to, dal battaglione un contra ttacco nemico ed affermatasi la conquista., egli, che n e era stato l'eroe, cadeva co lpito a morte mentre scendevano a frotte, trofei della v it toria, prigionieri ll (Fiondar 20 agosto 1917).

Fregata a elica ricani superic>n m forze, profittando dell'osCL1rità s i ritirò, riuscendo ad e ludere la vigilanza del nemico. L'indomani Washington, convin to di non potere avere nuove occasioni di successo, per essersi gli Inglesi inoltrati in un terr itorio rotto e difficile, andò ad accamparsi a English town mentre Clinton, coll'aiuto della flotta, giu ngeva a New-York.

Fregata. Nave d i medio tonnellagg io, a tre a lberi, p iù veloce del vascello, che accompagnava le squadre delle n avi a vela e serviva per i servizi di esplorazione. La voce, italiana, fu adottata anche dalle altre nazioni. Le fregate erano meno armate dei vascelli, raggiungendo il massimo di 10 cannoni, disposti su due ponti. Nella marina remica (sul finire) avtvano preso il nome di F. speciali unità veloci, che avevano una dozzina di ba.ncbi per rematori ad un uomo ciascuno, ed una sola vela. Erano veloci e servivano per i trasporti brevi e rapidi <leglÌ , uomini e delle mercanzie. Se ne servivano anche i

freg-uglia Carlo

Pr enct1 Giovanni

Freiberg. Città delia Sassonia, a i p iedi deil'Erzgebirge. Fondata nel 11 75 da Ottone il R icco, divenne importante fortezza nel ::11edio evo, e resistette valorosa.mente agli aitacchi degli Hussiti e poi (1639) agli attacchi degli Svedesi. Battaglia di Freiberg (29 ottobre 1762). Appartienea lla guerra dei ~ette anni. Il princ ipe Enrico di Prussia, avendo deciso d i s loggiare gli Imperiali dalle montagne dell;i Sassonia, marc iò contro F. Nei dintorni del-


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Ja p iazza s'erano pred ispost i a battaglia il principe di .Stolberg e il gcn. Carnpitel!i, fortificati con r idotte. I .Prussiani, arrivati sullo Spitelwal<l, iniziarono un vigo_roso attacco, e fatto prigioniero un bgl. austriaco, vi prc.sero posizione, mentre i granatieri prussian i, sostenuti da dragoni e corazzieri, attaccarono gli Imperiali, e riuc.s cirono a soverchia rli dopo un violen to corpo a cor po, preceduto da nu trito f uoco di a r tiglieria e moschetteria, -che durò circa un'ora e mezza. G li I mperiali lasciarono nelle mani dei Prussiani 4000 u. cd altrettanti_ ne eb.bero t ra in ort i e feriti ; perdettero inoltre 30 cannoni. Da parte dei Pru ssiani non si ebbero che 1000 tra morti e feriti. D eve notarsi che mentre i Prussiani con tavan o in tutto 29 bgl. e 60 sqdr., g li Imperiali ammontavano a 49 bgl. e i 8 sqdr. ed a,·evano inoltre posizioni assai _più favorevoli.

Freikofel (,11onte). In Carnia, alla testata del But,

I l versante, del f'rcikol'e l

tra Pal P iccolo e P al G rande. Fu espugnato, il 6 giugno 1915, con bell'assa lt o di sorpresa, dal battablionc a l·p ini Tolmezzo, e manten uto poi sempre, non ostante i r i pet ut i ten tativi dell'avversario pe r riconquistarlo. L'attacco mosse da l Pal Grande, dopo preparazione d'artiglieria : vennero fatti 200 prigionieri .•

Freilino (o Freylino, de Mcrcadiello). Ingegnere m ilitare, a r tigliere e fond itore di bombarde del sec. XV, n . d i Chieri. Partecipò a lla guerra d i Amedeo VII d i Savoia con tro i Visconti e passò poi al soldo degli Sforza fabbricando per questi pregiate bombarde, fra le qua li u n tipo, detta Perlina da l suo nome, che in quei tempi era una delle migliori. Fréjus (ant. Forum Iuli) . Com une della Francia nel ò ip. de l Varo. F u fondato da Giulio Cesare ; i Romani vi ebbero una stazione navale: nel sec. XIV Enri·CO II ne f ece sede di un ammiragliato e lo fortificò; .ma la sua rada si colmò a p oco a poco per opera del fiume Argcns. Frel ig né. Villaggio della Van dea, sulla sr. della Loira. Nel J794 i repubblicani vi avevano costruito u n campo trincerato, protetto d a fosso e palizzate. Nel settembre, mentre vi erano di guarnigione 2000 u. a l comando dei gen. Pr at e l\.:1ermet, il campo fu attaccato dai Vandeani da tre lat i, agli ordini del gcn. Charettc. Dopo una d isperata d ifesa, essendo i n un contrattacco ·caduti i due generali' repu bblicani, i Vandeani ebbero il soprav,•ento e fecero strage degli avversari, pochi dei -quali riusciror,o a. salvars i. I vincitori perdettero l.200 'Uomini e conquistarono tutte le artiglierie e i bagagli' dei repu bblicani. French (Giovanni De11to1, Pittl~stone, conte di Ypres). Maresciallo i nglese ( 1852- 1923). P restò dapprilna servizio riella. mar ina ( 1866- 18i4) e poscia passò nel-

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Fnr;

le file dell'esercito. Fece le campagne del Sudan; quella contro i Boeri nella quale raggiunse il grado di magg. ge.ncrale, quella mondia le, d ove comandò in capo sino a tutto il 1915 le truppe inglesi sbarcate in Francia. Fu poscia luogotenente del re nell'Irfa nda (1918- 192 1).

Frenchtown. L ocalità degli Stati Uniti, nell'Ohio. Sui primi• d i gennaio del 181:;, d urante la guer ra angloamericana, vi si era rafforzato u n corpo inglese con ausiliari indiani. Il gen. Americano \\iinchcster diede l'a ttacco e dopo viva lotta riuscì a occupare la posizione. Avuta notiz ia di un r itorno nemico, dispose che 600 u. restassero n ell'interno della po&izione, e 15_0 all'esterno in guardia avanzata. Al mattino del 22 circa 1500 u. fra. Inglesi e I n diani a l comando del col. Proctor, atta ccarono improvvisamen te il distaccamento, che parte fu massacra to, par te preso prigion iero. Una colonna cli un· centinaio d i uomini, condotta alla riscossa. dal ge.n. \.V in chester, ebbe la stessa sorte. Le tru ppe che difendevano la posizione, attaccate alla loro volta, tenevano fermo, quando i:-li Inglesi m inacc iarono di far massacrare dagii Indiani i prigionieri fatti, se non s i fossero arrese. Gl i American i, per salvare la vita dei compagni, capitola rono, ma, con tro la promessa data, il col. Proctor consegnò i p rigionie ri ai selvaggi ; quasi tut ti furono massacrati ; pochissimi riuscirono, 9opo lunghe sofferenze) a ottenere mediante riscat to la liber tà . Freno dì bocca. Ch iamato anche deflettore di bocca, fu ideato cd esperimentato per primo dal generale Charbon nier in Francia allo scopo di diminuire se.nsibilmente la forza. viva della massa rincu lante de lle artiglierie e quind i il tor mento dell'affusto. Ciò si ottiene facendo in mod0 di poter d irigere lateralmente e anche ind ietro una notevole porzione àei gas prodotti dallo sparo, dopo aver !oro permesso di espandersi e d i acquistare così la massima velocità. :se consegue che la componente della velocità dei ga:.s secondo l'asse del pezzo, che produce il rincu lo, potrà essere d iminuita e arrivare anche ad essere annullata, perchè una parte dell'ene rgia d ei gas alla bocca è sfruttata per spingere avan ti la bocca da fuoco. L'apparecchio consta d i una specie d i imbuto conico avvitato alla bocca, ch iuso anterionnen te d:1. un diaframma forato per il passaggio del proiet to, e munito cli sfogatoi latera li per la sfuggita dei gas. Freno di sparo. E' sempre un freno idraulico, ed esiste n egli affusti a deformazione; è destinato ad assorbi re ed a disperdere una parte dell'energia dalla massa rinculante. Insieme a l F ., concorre ad assor bire energia della massa rincula.nte e qui11di a. limitare la corsa d i rin.culo, il ricuperatore, il quale ·p erò, a differenza. del F. restituisce in massima parte l'energia assorbita, sviluppando il lavoro necessario per riportare la bocca da fuoco nella posizione d i sparo. Il F. è costituito essenz ialmente da un cilindro ripieno di liquido e munito cli stantuffo con luci d i afflusso . Se il cilindro è unito alla bocca. da fuoco e quindi fa par te della massa rinculante, allora l'asta dello stantuffo è unita alla culla. e rimane fissa; se invece alla bocca da. fuoco è connessa l'asta dello stantuffo. allor:1. è u nito alla culla e 1·imane fermo il cilind ro. Ne consegue quind i che, du rante il rinculo, cilind ro e stat uffo assumono un movimen to relativo, per cu i il liquido che s i trova da una p ar te dello stantuffo v iene comp resso cd è costretto a passare d all'a lt ra pa r te

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attraversando con grande veloci tà le piccole luci di efs flusso. La p ressione che esercita lo stan tuffo sul liquido per obbligarlo a passare attraverso le luci di efflusso costituisce la rcsistenZ,a del freno, cioè quella resistenza che si oppone a l rinculo della bocca <la fuoco e quindi serve a lim itarlo. Il lavoro di questa resistenza s i trasforma in forz<l: viva. che vien~ comunicata al liquido, il quale la disperde nei movimenti vort icosi delle particelle liquide, trasformru1dosi in calore. Fra la massa rinculante e la parte fissa dell'affusto si può avere uno solo o p iù freni; in questo ultimo caso il sistema dei frc.ni deve essere simmetrico rispetto al p iano mediano dell'affusto. Il liquido del F. deve essere di poco costo, di faci le e buona conservazione, non facilmente congelabile; si usano generalmente o g licerina mesco lata con acqua, od altri oli minerali. I n un freno la resistenza (R) varia proporzionalmente al quadrato della ve locità (v) cli rinculo ed inversamente a l quadrato dell'area (A) delle luci; si ha cioè

R == B v'.!... A- - dove B è un coefficiente che dipende da lla densità e dalla viscosi tic del liquido. I freni possono essere : 1° A l·uce d·i e;IJ!usso costante: In essi la velocità e quindi la resistenzr, vanno continuamente diminuendo, ma, teoricamente, non si annu llerebbero che per un rincu lo cli lunghezza infinita. Al pr incip io del rinculo si ha una grande resistenza che decresce poi rapidamente, dimoclochè l'impiego cli questa specie cli freno è poco vantaggioso. 2° A resistenza. costante: In questa specie di luci di e fflusso varia,io <li arca proporziona lmente alla velocità di rinculo, per modo che la resistenza rimanga costante. Caratteristiche di questi freni sono: a.) se la velocità u1iziale di rinculo è differente da quella per cui venne calcolato il freno, varia la resistenza.. del freno ma il funzionamento ha ìuogo ugualmente a resistenza costante; I,) se il rincu lo si inizia mentre lo stantuffo si trova in posizione differente da quella stabilita, il funzionamento del freno ha luogo ugualmente a resistenza costante. I freni a res istenza. costante sono, salvo il caso d i esigenze speciali, quelli di impiego p iù comune e p iù conveniente. Secondo il mode> di far variare le luci di efflusso, abbiamo d iverse specie di freni: A solrnt·nre nel cilindro. Nelle pareti interne del ciJindro sono praticate solcature longitudi1iali il cui fondo ha andamen to parabolko; l'embolo è pieno e ci lindrico; le luci d i efflusso sono cost ituite dal vano che si stabilisce fra l'embolo e il fondo delle solca ture. Di questo tipo era110 i freni degli antichi affusti da d ifesa. A ner-Jat-ure. Xelle pareti del cilindro sono applicate de lle nervature longitudinali d i larghezza costante e di alt,ezza va.ria bile ; nell'embolo' sono praticati degli in.castri nei quali scorrono le nervature.

A ·valvola oscuratrice. Le luci sono praticate nello stantuffo, la cui testa, durante il rinculo, assume un movimento di rotaziol)e essendo folle sull'asta cd essendo munita <li una o più sporgenze che scorrono dentro scan alatlu-e elicoidali pratica te sulla superficie interna del cilindro. Un d isco infilato sull'asta e con essa solidale in modo da non prendere parte a l movimento di rota-

813 zionc ciel-lo stantuffo serve a regola,re l'apertura delle luci. Di questo tipo sono i freni del pezzo eia 75/ 13, dell'obice da 100/17 e d i altri materiali di preda bellica.

A contrasta centrale. La testa dello stantuffo non ha luci ; l'asta è cava ed in essa penetra w1a controasta a sezione va riabile fissata a l fondo del cilindro. Ii liquido, per mezzo d i appositi canali comun ica con l'interno dell'asta ed attraversando la luce a corona circolare che viene a formarsi fra asta e controasta, passa durante il rinculo dalla Qartc opposta all'embolo. Sono a contrasta centrale i freni del cannone da 75/27 mod. 1911, del cannone da 105/28, del cannone da 6S/17. A valvola car·icata. . Le luci di efflusso, praticate nella testa dello stantuffo, sono eh iuse da una. valvola, la qua le è spinta nella sua sede da una robusta molla.; la valvola s i apre durruite il rinculo p iù o meno a seconda della pressione esercitata dal liquido e così varia l'am!lieua delle luci di efflusso. Troviamo un esempio di applicazione della valvola nel cannone <la 75/27 modello 1906. I freni possono essere anche a lunghezza d i rinculo costan te e a lunghezza di r inculo variabile. In questi ultimi la lunghezza del rinculo diminuisce coll'aumenta.re dell'angolo di e levazione per evitare l' inconven iente che nel rinculo la culatta del pezzo vada ad urtare contro le cosce dell'a[fusto o al suolo. Ciò si ottiene mediante un congegno che automaticamente, col varia.re dell'elevazione della bocca da fuoco, fa variare la ampiezza in iziale de lle luci d i efflusso e quindi la resistenza del freno. Noi troviamo tale d ispositivo nel pezzo da 75/13, nell'obice da 100/li ed in altre artiglierie di preda bellica. I freni Jegli affusti a deformazione sono organizzali, oltre che per servire per il rinculo, anche per il conlrorinculo~ cioè per att utire la spinta violenta che riceverebbe la bocca da fuoco, quando, u ltimato il rin culo. viene riportata da ll'azione del ricuperatore nella posizione di sparo. Per a,·ere l'azione di controrinculo i freni sono muniti di apposite luci che sono pure modula.bili.

Frentano-Apula. Ant. via romana ; era un ramo della V,deria; correva da Adria, lungo il mare, verso Sud, per il territor io dei Frenta ni sino a Larino.

Freri Orlando

Freytag- Loringllornn

Fre-ri (Orland(l). Genera le, n. a Crema nel 1869. Sottot. degli Alp ini nel 1S88, frequentò la Scuola di guerra e nel 1911 insegnò arte mii. alla scuola di Modena. :\'e l 1915 come colonnello comandò i,~ guerra il 61 ° regg. fanteria, che guidò a Passo Buolc l'anno seguente. Passò poi a l comando del 4° a!JJini e al 3° C. d 'i\. come capo di S. M. Nel 1917-18, colonnello bri-


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gad,ere, comandò la brigata Marche, quindi la Caglia.ri in :Macedonia, gu adagnando nell'ultima offensiva la croce d i cav. dell'O. :M. S. Aveva già una med. d'argento a l valor civile e una di bronzo al va.lor mii. Xci 1920 il gen. F. fu in Albania al comando del (i0 raggruppamento alpini, poi in I talia a quello della brigata Re e nel 1921 a que llo dell'Accademia di Modena. Collocato a riposo nel 1925, fu nominato console generale della ì'vI. V. S. N. e per qualche mese ( 1927) tenne la carica di vicepresiden te del Tribunale speciale per la d if èsa dello Stato. Come scrittore mii., abbiamo di lui un « Trattato di Organica)) (in collaborazione col Bessone); e poi le seguenti pubblicazioni : « La ferrovia GaressioOneglia )) ; « La ferrovia }.fodena-Lucca-Livomo ,, ; « Il metodo nella compilazione degli ordini d'operazione » ; cc Il metodo nello svolgimento delle manovre coi quadri sul terreno ,, ; « Quattro conferenze su lla fanteria >) ; « Questioni balcaniche e Dodecaneso ,,.

844 Cher. Vi restano gli avanzi di un castello dell'XI sec~lo. l i S luglio 1194 R iccardo Cuor di Leone vi sconfisse Filippo Augusto re di Francia. Durante la guerra francogermanica (1870-7 1) il granduca di Meck lcmburgo, che col suo C. d' A. fiancheggia va la II armata· tedesca, a veva dato ordine alla 17' divis . di portarsi sulla Loira con la dr. per Ecoman a Morée, e colla sr. a sud di F. Il 14 dicembre 1870, a l mattino, la divis. mosse su tre colonne verso la linea della. Loira, presso F.; la. colonna d i dr. giunse indis turbata a Lignèrcs, quelle di centro e di sr. furono fa tte segno a intenso fuoco d i fucileria e d'artiglieria. Due btr. messe in posizione a est di Pa1louet, aprirono il fuoco contro le posizioni nemiche, mentre il 76° rcgg. fant. avanzava. per fronteggiare ·gli attacchi della fanteria francese. La s ituazione si mantenne indecisa. fino a sera; allora si manifestò un ultimo attacco delle forze francesi, le quali, respinte, rip iegarono.

Freudenstadt. Città del Wii r ternberg nel terriFresia (Maurizio). Generale, n. a Saluzzo m. a Pas torio della Selva Nera, sul forbach, fondata dai proterigi (1746- 1826). Dapprima prestò servizio sotto il re di Sardegna, raggiungendo il grado di colom;lio. Nel _ stanti nel 1599. Combattimento d-i Freudenstadt ( 4 luglio 1796). Ap1797 passò sotto le insegne della repubblica fnmcese. Generale d i d ivis. nel 1807, comandò la cavalleria· p iepartiene alle operazioni dell'armata repubblicana del Remontese alia battaglia d i Fricdland. Nel 1808 combatno e 11'Iosella (Moreau). Questi, per assicurare la mai-tè nella Spagna e l'anno seguente fu ambasciatore a lla eia. della sua armata attraverso la Selva Nera, decise di corte di Toscana; quindi comandante la 4• divis. del impadronirs i d i F., importante punto strategico domiregno italico. Par tecipò alla campagna del 1813 in Gernante l'imbocco della Selva stessa. Gli I mperiali avevano mania e n el 1814 difese Genova contro gli Inglesi ; quinoccupato tale p iazza con numerose truppe, al!e qua li si di si ritirò dal servizio attivo. era unito il corpo franc6 d i Leloup, ed erano forniti di molta artigl ieria. Morcau staccò la brigata Laroche il Fresno de la Vega. Comune della Spagna in pro3 luglio con l'ordine d i rimon tllre la va.Ile del Renchen, vincia di Leon. Il 29 novembre 1811, durante le opeed occuparne gli sbocchi; i tiragliatori ed i contadin i arrazioni nella Spagna Orientale, vi si scontrò un corpo mati che la difendevano furono sbaragliati, e cadde una di Spagnuoli, for te di circa 6000 u., coi Francesi del ridotta che essi avevano costruito sull'alto de l I<niebis, gen. Bonnet. Questi, segna la to il nemico, costituita al p resa median te assa,lto alla baionetta. Gli Austriaci moscentro una massa d i 8 cp., si portò con un bgl. a F . le sero contro Laroche con buona parte delle forze d ispocui aJture circostanti furono tosto coronate dagli Spanib ili, in iziando un combattimento che si estese a tutgnuoli. Già questi stavano per sfonda.re il centro della ta la fron te. La pioggia aveva bagnato le polveri eia spalinea ed avvolgerne le ali, quando sopraggiunsero rin ro, e l'azione delle ar mi da fuoco era completamente paforzi francesi a ristabilire la s itu azione. Un movimento ralizzata. Laroche allora rinnovò gli attacchi alla ·baioavvolgente sulla sr. spagnuola la costrinse a ripiegar~ netta; . egli venne gravemente ferito, ma ciò non rallentrascinando poi seco nella ritirata tutto il r imanente. Si tò l'attacco, guidato dal gen. Duhesmc, e gli Austriaci dist insero nell'azione i cacciatori toscani a cavallo del furono costretti acl abbandonare la posizione di F. in 28° regg. che sosten nero valorosamente il combattimento mano ai Frances i. sul fronte; i quali, facendosi critica la situa«ione, cariFreundsberg (o Frnndsberg, Giorgio di). Genecarono le schiere attaccan ti costringendole a r ip iegare, ra le dell'impero (1475- 1523). Comandò gli eserciti cl i e poi, nell'inseguimento, completarono la rotta nemica. Massimiliano I e cli Carlo V, in Italia, e quelli di F erFra i più valorosi s i ricordano gli ufficia li Del Testa, dina;1do I nel Tirolo. Partecipò alla sped izione della P inelli, Crociani, Carniel, Crocini e Stocch i, il sergente Le~a Sveya contro Alber to di Baviera, combattè in Sviz.F ilipperi e il cacciat0re Pettini. zera, in Italia p er soccorrere L odovico il Mo ro, nei raeFresonara (ant. Frlsinaria) . Comune in prov. di si Bassi. Si trovò alla bat taglia d i Pavia e contribuì con Ale'1sandria, presso l'Orba. Già noto a.i tempi dei Co12.000 lanzichenecchi alla spedizione contro Roma. Scrismuni per il suo· castello, divenne nel 1249 uno dei base un'opera sul « Diri tto di guerra,, che fu il p rimo luardi di confine d i Alessandria. Nel 1284, gli Alessancodice degli eserciti ausl,"iaci. - Suo figlio Gaspare F. drini dovettero cederlo a i Dal Pozzo, ma due anni più e suo nipote Gio,·gio F. furono condottieri di lanzichetardi il podestà d i Alessandria., Simon di Nazario, as)lecchi. sediò F . e. lo prese espellendone i signori dal Pozzo, che, Frey (Enrico Nicola.). Generale e scrittore militare conclusa la pace, vi poterono rientrare. Nel 1404 Fafrancese n. nel 1847. Sotto!. di fanteria nel 1868, direscino Cane, vistosi abbandonato dal feudatar io d i F . e se nel 1885 la campagna nell'alto Senegal. Generale nel da Wl\J dc.i suoi luogotenenti, passati a l servizio delle 1893, comandò nel 1900 una brigata in Cina. Scrisse, arm i francesi, p resa d'assalto F ., la fece radere a l suolo, fra a ltro, le seguenti opere : cc Campagna nell'alto Sénégal distruggendone il cas tello. e 11ell'alto N iger J); <e Costa occidentale d'Africa Jl ; e< PiFreteval. Comune della Francia, nel clip . Loire-ct- rati e ribelli nèl Tonchino»; « L'esercito cinese)). I,

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Freyc i net (Lidgi). Ammiraglio francese ( 1777-1840). Partecipò a lle gcterre cont ro gli Inglesi sulla fine del sec. XVIII. Diveru1e contrammir. nel 1826, magg. generale di marina a Tolone nel 1830 e prefetto marittimo a R ochcfort ne l 1834.

FRI

glese, e man dato nella Colonia del Capo. E"aso, ~ipreso ed evaso ancora, p rese parte a tu tte le campagne dell'Impero in Germania, Spagna, Russia. Scrisse le << memorie >J dove racconta gran parte delle sue avventure mi litari.

Freytag-Lori-nghove,i ( Von). Generale tedesco e scrittore mi i. (1858-1924). Sottot. nel 1877, all'inizio della gu erra mondiale era comandante della 22" clivis. (fronte occidcnl'a le), dal qua le comando cessò nel novembre 1914 pcrchè prescelto dal fa lk~uhayn per la carica d i suo (l\lartiennast ro generale. Passò, ind i, a servizi territo ... ria li. Cornc scrittore, ha puhhlicalo, fra l'altro : << :\'"apoleone; Iniziativa, 1809 e 1914 )) ; « Studii sulla condot ta delle operazioni nella guerra di Secessione americana in Virginia >> ; « L a potenza della personalità in guerra : stud ii su Clausewitz >>; « L 'a ttacco della fan ter ia nella prossima guerra >>; « I! regolamento di esercizi della fanteria del 1906 >J ; « Ammaestramenti tratti da Clausewitz: campagna de l 1813-14 >> ; « Politica e condotta della guerra».

Frezza (Marino). Patrizio napoletano del sec. XVIII. Fu sergente maggiore del rcgg. R ea.I I ta liano. Lasciò un'opera intitola ta : \\ Lo squadronist'a-, o s ia tactica militare>>. Freunctsbor g Giorgio

Freycinet Carlo. ::'.1inistro cle,Jla guerra francese ( 18281923). Laureatosi ingegnere nel 1850, dopo la rivoluzio11c d el 1870 fu addetto a l m inistero della guerra e contribuì a riorgan izzare l'eserc ito . Senatore dal 1876, divenne ministro dei lavori pubblici, pitt volte presidente d el consigl io e niinistro degli esteri e per d ieci anni Jninistro della guerra, apportando importanti riforme mii. Fubblicò varie opet'e d 'indole tecnica, storica e scien tilìca, fra cui cc La guerra in p rovincia d urante l'assedio d i J'arigi ,,, e << ~Iemorie )).

Freytag. Scrittore e ing. mii., vissuto tra il secolo X VI e il sec. XVII; ,oppartenne alla souola di fortificaz ione olandese. Nel 1630 pubblicò u n libro nel quale riassunse le norme seguite dagli ingegneri olandesi d i quel-

Front e ciel Frcytag

l'epoca; il fron te d a lui descri tto ha ampi bastionj, fianc h i norma li alla cort ina, un p iccolo rivellino, due specie di c ontrogua rdie che egli chiama mezzelune, la rga strad a coperta con ampie piazze d'armi rient ranti. Freytag G·iova,mi Davide. Generale francese e scrittore ( 1765-1832). Comandato nella Guiana fu fatto p rigionier_o durante il viaggio in B rasile da una nave in-

. Friant (conte l,11-ig,). Generale francese ( 1758-1819). P artecipò alla campa.gna del 1793 nell'esercito de lla Mosella, ali~ spedizioni in Italia e in Egit to, alle ba tta.glie di Austerlitz, Eylau, Eokmlihl ~ Wagram. Nel 1812 fu nominato coma.ndante dei granatieri della guardia, e alla testa cli q uesti fu ferito a Waterloo. N cl 1815 anelò a r iFriburgo. Città della Germania nel gra'nducato di Friant Lu l g-i Badcn, ant. ca.pilale del Brisgau, a lle falde occidentali della Selva Nera . Fu un tem po bene fortificata, con 8 bastioni e mev-e lune coprenti le cortine. Per quanto la p iazza si<1 d ominata dalla mon tagna sovrastante, vi era.no non dimeno 4 forti, che sostenendosi a vicen da, sbarrava no completamen te gli accessi Hnche da quella parte. Il p rimo d i essi anzi era u n'opera poderosa che clomin<1va il cas tello, e successivam.en te gli a ltri p iù alti anelavano fino alla Selva Nera, dove un'opera staccata ( E scargot) era in comunicazione sotterran ea col forte della Stella'. D a ll'altra pa rte della monta.g na , stava una grossa r idotta; altra piccola opera era da lla parte della montagn a d i fronte a l forte della Stella. I. Battaglia di Fribttrgo (3-5 agosto 1644). Appar tiene a lla guerra dei T renta Anni. li Condé, duca d'E-nghicn, viÌ1citore a R ocroi, l'anno preceden te, venne inviato sul Reno a rimettere in onore le armi francesi, e col Turenne s i trovò la sera del 3 agosto con circa 20.000 u . fra. cavaller ia e fanteria, e 28 p ezzi d'artiglieria, d i fronte alle posizioni prese dai bavaresi ( 15.000 u. fra cavalleria e fanteria, e 28 pezzi, agli ordini del feldmarcsc. conte Mercy). L 'armate)la bavarese - occupa le r idotte ecj abbi\ttuie


Fiu

Ballagl ia cti Friburgo: g iornata del 3 ag,osto 1G44

d'a lberi ( aa) che difendono gli approcci di F . fronte aJ nemico : un 'opera chiusa (bb) difesa d a un p residio d i 600 u ., domina la strada d i Breisach ; la fanteria bavarese (cc) in 1" linea, sta die tro le ridotte e le abbattute; la cava lleria bavarese è in 2° linea ( dd) fra Treisam ed i p iedi delle mon ta.g ne. Il Condé decide di impadronii-si con metà delle sue forze delle opere costruite sulla montagna, mentre il Tu renne, con l'altra metà, sboccando dalla boscaglia , attaccherà la. sr. delle posizion i nemiche. La sera d el 3 verso le 17, i Francesi passano il Langenwasser e si d irigono sugli obbiettivi ind ica.ti. La ma.ggior parte della cavalleria elci Condé avanza su lla pianura (ee) verso Weudlingen e S. Giorgio; il resto della cavalleria (if) segue la fanteria , le quali sono a ccolte da nutrite scar iche davan ti alle abbattute, e non r iescono a superarle. I bavaresi, quantunque avessero conserva to le pos izioni, non attendono u n secondo attac~o, ma ripiegan o sul margine del bosco ( kk ) ab,ba.ndommdo le ridotte. In questo mentre il T urenne, in mezzo ad w1 fuoco m IcIcliale, riesce a guadagna.re avanzando coll'ala sr. di fron te ad H aslac il mar gine del bosco. La cavalle ria. francese ten ta più volte di sboccare in pian u ra, ma viene resp inta dalla bavarese. Il Condé si arresta s ulle r idotte conquistate e vi passa la notte, mentre •il Turenne s i ferma a l margine del bosco. Il marcsc. Mcrcy approfitta della notte per ritirarsi su posizione più arretrata. Il 4 agosto viene impiegato dai Francesi per ricono-

scere la dislocazione avversaria e per combinare il piano d'attacco. Il Mercy :nvece si dedica a for tificare le pos izioni di Btu ghalde ( Il) dove dispone tutta la. s ua fanteria e ar tiglieria ; la cavalleria i nvece è disposta su parecchie lince e riemp ie il t r at to tra le fa lde della Eurghalde e Treisam (mm), dove la sua ala sr. è sotto il tiro d i F . I l 5 agosto all'alba l'Enghicn attacca s u 3 colonne le n uove posizioni dei bavaresi. La pr ima (nn) in gran parte çomposta della fanteria del T urenne, avanza contro l'ala s1·. bavarese, la seconda (oo) formata dalla fanteria del duca d'Enghien, attacca al cent ro deÌ la pianura. Tali d ue colonne vengono seguite dalla cavalleria d i vVeiinar, çhe serve d i rincalzo, e riserva . L a ter za (pp) è soltanto destinala ad attacchi dimostrativi su ll'ala dr. nemica. Tutta la cavalleria francese (qq) avanza sulla p ianura per tenere impegna ta quella bava rese. All'alba l'a rm ata fra ncese passa senza diffico ltà, nell'ordine <;opr.: indicato, it ::viuhknbach, a valle cli ::\,ferzhau sen . L e avanguardie (gen. Echelle e E spernon) rovesciano i posti avanzati ( rr) bavaresi e procedono :all'assa lto delle posizioni principa li, prima che i rispettivi grossi possano aiutarle. Ne deriva un contrassalto bavarese che le respinge con gravi per dite, fra, le quali il gen. Echelle. Il Condè allora, fatta una sola. colonn a. della 2• e 3', attacca, con un moYimen to aggirante d,i sr., le abbattute d i S. Lorette, le prende, ma le riper de per un contrattacco avversario.


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All'ala dr. francese Turenne si limita a deboli attacchi : il Condé vede vani gli 1,forzi e decide la. ritirata, che si inizia SL1l far della notte ve rso Langendenzlingen nella vallata <lell'Elz. Perdite francesi circa 6.000 u. tra morti e feriti ; bavaresi 9.000 u. messi fuori di combattimento. II. Presa d·• F riburgo (novembre 167ì). Fu operata <lai Frances i. condotri dal ma.rese. cli Créqu i, il quale iniziò le trincee d'approccio il 10 novembre e malgrado l'intenso freddo riuscì a portarle in due giorni fino a i sobborghi di F .; il 13 diede il seb'Ila.lc dell'assalto. Il marchese di Baden, il con te di Porcia, ed ,il conte d i I<ausnicz, difesero la posizione nel modo più accanito: ma alla fine il sobborgo cadde nelle mani degli assalitori. Si pfazzarono allora subito le btr. che dovevano battere in breccia il mastio del ca.stello. Il governatore delBa ttagli a tll Frlburgo : g ioruatu del 5 ago;;to 164-1 la piazza, gen. Schullz, fece un'ultima d isperata resistenza conlro gli ti a<l abbandonare le trincee piì1 vicine ed allargare ]a, assalitori, nella speranza che il duca di Lorena po cerchia. Il pr inc.ipe Eugen io era intanto arrivato fino a tesse giungere in soccorso della piazza. }fa il Créqui tre leghe da F., ma le sue avanguaJ·die vennero attacincalzò, Jìnchè, il 14, lo Schultz finì per capitolare, otcate d al marchese di 'Vieux Pont, mandalo dal Villars, e· tenendo buone condizioni e gli onor i delle armi. La guarrespin te. I lavor i d'assedio continuarono, accompagnati n igione aveva a ncora 1200 ti. e 400 cavalli. Nell 'assalto d a attacchi tutte le notti, fino a quella dal 31 ottobre al. di F. i Francesi subirono sensibili perdite, fra le quali 1• novembre, 4uanclo il fuoco intenso d i tutte le btr.. h, morte del gen. d 'art. De Courcelles. aveva in gran parte danneggiato la piazza e aperto nuIII. Assedio di Frib1<rgo ( 1713). Appartiene alla guermerose breccie nella. cinta. Il barone Harsch abbandonò ra di Successione d i Spagna. Il maresc. di \i illars, già la città e si r it irò nella cittadella, capitolando solo quanin possesso di Lan<laù, decise d i puntare su F., difesa do ne ebbe l'autorizzaz ione d al p rincipe Eugen io imposda l barone d i H arscb, con una guarnigione cli 15 bgl, e sibilitato a soccorrerlo (8 novembre). 5ù0 cavalli. Occo rsero diversi giorni per l'investimen to IV. Assedio di Friburgo ( 1744). Appartiene alla. guerdella piazza d a parte del Villars, per le difficoltà del ra di successione d'Austria. Il maresc. di Coigny, sulla, t~rreno, e.. per la dislocazione d.ei forti staccati. Le trupfine di settembre, pose l'assedio a F., cd il 30 settembrepe d'investimento constavano d i 84 bgl. e 83 sqdr. più incom inciò i lavori di tr incea, in presenza <li re Lu i!'.artiglieria. NeUa notte dal 30 settembre a l 1° ottobre gi XV. Dopo d iversi attacchi durati quasi due mesi, il fu aperta la prima trincea da parte del conte di Borgo, governa.to_re della piazza, Damitz, s i decise ad arrend er si. e ven ne iniziato un primo a ttacco con due colonne in (25 novembre) oltenendo gli onori delle a nni. direzione della porta d i S. Cr istoforo e d i quella dei P redica tor i. S i spinsero i lavori molto avanti, per qua nto Friburgo, Città della. Svizzera, capo!. del cantonedisturbati da. sortite e da l fuoco dei difensori ; a poco omonimo. a poco incominc iò a fars i più intenso il bombardamenI. Par:e pcrJ,etua- di Friburgo (29 novembre 1516). Già. to con una. btr. d i cannoni e di mortai. )[cl medesimo nel 1474 i Canton i svizzeri avevano firmato un trattato tempo il princ. Eugenio d i Savoia, staccava dalla sua d i pace col re Lu igi XI di Francia, col qua le si obbliarmata un corpo cli cavalleria in soccorso di F. Ma il gavano cl i lasciargli prelevare le trnppe necessarie. contro. V illars coi lavori d i trincea riusciva sempre più ad avi _nemici e di non p rendere le armi contro la F rancia.. v icinarsi alla. piazza, ed a danneggiare i forti di S . Pie~fa successivamente invece, non solo colle vittorie di• tro, e dell'Escargot. Arrivata la notizia che il p rincipe Granson e i\!Iorat ( 1476) avevano imposto la loro supeEugenio era giunto a Wilingen, rianimò i difensor i che r iorità, ma avevano fornito truppe ai nemici della Franrafforzarono la cinta mettendo palizzate dov'erano già cia. In segui to alla vitto ria riportata su di loro a ~Jaintaccate le trincee cli circonvallazione. Dal 10 ottobre rignano d a Francesco I nel 1515, furono costretti a fi rin poi · il Villars ripeteva gli attacchi su diversi p unti, mare la « Pace pe rpetua » che, trattatl). p rima a Gineriuscendo a p rendere qualche opera s taccata, dopo acvra. con 8 Cantoni ( novembre 1515) fu conclusa a F . ,;el canita. lotta. e con sens ibili perdite. I l 16 ottobre il banovembre 1516, con l'intervento degli altri S Cantoni. I patti s tabiliti dalla stessa, fissava.no che la Svizzera non rone d i Harsch r iuscì ad inoriclare i fossi fo10 a quel avrebbe piì1 potuto invia.re truppe ausiliarie o mercenamomento rimasti asciutt i, costringendo così gli assedian-


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:rie in Italia al serv1z10 di Stati nemici della Francia. Vicever,,a la Svizzera si obbligava di fornire alla Fran,cia da i 6 ai 16.000 u. D a parte sua il re Francesco I versava agli Svizzeri i 700.000 scudi che giit aveva promesso di dare prima ' de lla vittoria di :lfarignano. Tale Pace fu ,·eramente perpetua, giacchè durò finchè ebbe , •ila la monarchia francese. II. Presa d·i Frib11rgo (l" marzo 1798). Appartiene alfa campagna francese nella Svizzera. Dopo la presa di Berna, i Francesi marciarono contro F. e nei pressi della città si svolse una sanguinosa battaglia <lo,·e gli S,-i,.,:zeri furono ancora vinti e la città presa d'assalto ; ma, ·dal:. la speciale condizione degli Svizzeri, giii loro al](:a ti, venne risparmiato il saccheggio e furono rispettate persone e cose. IIT. Trattato di Friburgo (27 settembre 1803). Allcan:z,t difensiva tra Francia e Svizzera. E' stipulata sulla :base della « P ace Perpetua )) del 1516. La Francia ga:rantisce alla Svizzera l'indipendenza e la sicurezza. In circostanze straordinarie, oltre i 16 mila uomini convenuti nell'art. I della convenzione mii. conchiusa in pari data, la Svizzer:i promette un soccorso supplementare di .8 m ila uomini, che la Fr,incia terrà in suo servizio con ·1a condizione che queste milizie non si debbano adoperare :se non negli Stati continentali della repubblica francese, e che, in caso d'imminente pericolo, possano essere ri,;hiamati dalla dieta elvetica.

Fridericla . Piazzaforte della Danimarca, sul Baltico, a dominio del canale che divide l'isola di Funen dal continente. Nel 1849 e nel 1864 le opere comprendevano dieci bastioni casamattati, con ~irca 200 bocche da fuo-

co, e sei opere minori; sulla estrema punta verso il mare un castello, presso al quale l'arsenale e una btr. a diretto dominio dello stre tto; un'altra più indietro, presso il porto, e a ltre opere in terra com pleta vano la linea di difesa a cui si appoggiava fin al bosco di Trelde un campo trincerato, munito di bastioni e di saldi trinceramenti. I. A ssedio di Fridc,·icia (G uerra di Danimarca 18481849). I Tedeschi, impadronitisi di Ko lding, si spinsero su F . e nel maggio 1849 l'investirnno dalla parte di terra, r imanendo però libere le comunicazioni dalJa parte del mare, dove le forze navali danesi aveva.no la. prevalenza. I Tedeschi a.I coma,h do del gen. P rittw itz stavano iniziando l'assedio regola re dclJa piazza quando i Danesi, comandati dal gen. Ryc valendosi del dominio del mare, sbarcarono truppe a. S. e a N. della fortena. e co,1 attacco combinato colla. guarn igione, assalirono di sorpresa -le trnppe d'assedio. La vittoria fu completa; caddero nelle man i del vincitore le artiglierie d'assed io e da campagna; 3000 Tedeschi furono uccisi o fatti prigionieri. In conseguenza della. scot11itta subita le truppe tedesche dovettero sgombrare lo J utland e r itirarsi ne Ilo Schleswig. II. Asscd·io di Fridericia (Guerra. di Danimarca, 1864). Le forze alJcate austro-prussiane, iniziata la campagna, invasero lo Jutland e sulla fine di febbraio investirono F. e l'assediarono. Le truppe erano comandate dal principe Federico Carlo di Prussia che spingeva vigorosamente le operazioni contro gli assediati, i quali dal canto loro resistevano valorosamente nonostante l'antiqua. to armamento delle, opere, che dal precedente assedio non erano state rimodernate. Mancava però questa volta


l'a iuto della flotta danese, impegnata altrove, nè l'unica nave presente nelle vicinanze potè efficacemente parte,cipare alle operazioni. Il 20 e 21 marzo 42 pezzi apri.roJ10 il f uoco su lle opere, ma inutilmente; il 21 aprile .le operazioni d'assedio, che avevru10 subito w1a sosta, .ripresero più a ttivamente per arrivo di rinforzi a l corpo <l'assed io che il 23 apr ile comprendeva ben 50.000 u. D a. parre danese invece le perdite dovute a i c·o mbattimenti e alle ma lattie avevano considerevolmente affievolito le for:ze d ella guarnigione a l comando del gen. Lund ig. Questi, ritenendo di non po tere resistere più oltre, nou volendo capitolare, decise l'evacuazione della piazza che

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a l Vorarlberg, in collegamento colle truppe del Tirolo, la dr. (7500 u. al comando di Mercantin) fra Rain e Pesenbrnck e il centro a F. dove rimase egli stesso con 6000 uomini. S i disposero ad attaccarlo i Francesi il 24 agosto, col corpq del gef). FeriHO che doveva avvolgere la sr. nemica, il Saint Cyr a l centro per attaccare frontalmente verso Lechhausen e F., e D esaix, con due brigate, sulla strada d i Neuborg, per tagliargli la ritirata. Il corpo di Ferino, conquistru1do Ottmaring, giunse sul rovescio della sr. a ustriaca ; il Saint Cyr conquistò l'altipiano di F . e vi si affermò, e il Latour, sul pun to di essere sopraffatto, ordinò la r itirata, dopo di avere ten tato invano d i apr irsi il passo verso Ratisbona e Monaco : le sue . truppe si sbandarono per cammini tra versi fra le due· c ittà. Gli Imperiali perdettero nel combattimento 2000 u. fra morti e feriti, e 17 pezzi d 'a rtiglieria. Priedberg. Citlà della Germania nell'alta Assia. Ebbe fino dal medio evo un castello ben mun ito e fortificazion i. D urante la guerra de i Trenta Anni fu presa il 12 dicembre 1634, cd una seconda volta il 13 dicembre 1640 dagli imperia li. Successivamente 1'8 e il 9 ottobre del 1645 fu assalita dagli Assiani.

La fortezza di FriCler icla (1861)

,ebbe principio jl 27. I l giorno 29 vi era rimasto soltanto jl t en. col. ~ ielsen con tre cp., quando gli alleati, avuto sentore di quanto accadeva, attaccarono. Ii resto della g ua rnigione riuscì a salvarsi e gl i austro-tedeschi entrarono nella piazza quando essa ormai ern st;ita a.bbando1iata da tutti i suoi d ifensori . Caddero nelle mani del ~indtore 197 bocche da fuoco, quasi tutte inefficien ti. In .questa occasione si dimosirò definitivamente l'inferiorità delle bocche da fooco ad anima. liscia di fronte a quelle rigate, che d'allora in poi sostituirono con unanime consenso i vecchi materiali. I n conseguenza d ella p res.l di .F., al principio d i maggio tutto lo Jutlancl fu occupato ,dagl i austro- tedeschi.

Fridt ( Reggime1,10). Corpo formato in P iemon te nel 1703 con Tedeschi ed assoldato da V ittorio Amedeo II nel corso della guerra cli Successione di Spagna. Prese nome dal suo comandante Giovaru1i Enrico Friclt; fu sciolto nel 1704. Friedberg. Città dell'alta Baviera. Durante le guerre della Rivoluzione francese, nella campagna d i Gerrnan ia del 1796, il gen. La tour dovendo impedire la r iun ionc delle for?.e francesi condotte da Nioreau e da J ourd an, e coprire il principe Carlo, comandan te in ca-po delle forze austriache, distese le proprie forze a cordone colla sr. (12.000 u.) a l comando del Fr'oelich, fino

Coinbatti·mento di Friedberg ( l O lugl io 1796). Appartiene a lla campagn·a. dell'annata francese della Sambra e .Mesa durante la Rivoluzione. Il grosso delle forze austriache agli ordini del vVar tensle ben pareva. avesse intenzione di tener ferma la. posizione d i F. Il gen. francese Kléber decise di attaccarlo, e d ispose perchè le divis. Collaud e Bonnard, si portassero su Nieder-Weisel, e Butzbach, per appoggiare l'avanguardia che aveva l'inca1·ico di attaccare di fron te. Il gen. Lefebvre che marciava sulla sr. <lei Weltcr, doveva passare tale fiume a Bauern.b.cim e Offenheirn, per girare la. dr. del nemko. II ·wartensleben si era messo in ma rcia per andare ad attaccare K léber; informato della mossa del Lefebvre arrestò la sua avanzata e portò le sue forze per la. dr. del fiume a. Offenheim. Intanto le posizioni d i Oecks tadt, e di F . ven ivano attaccale . dal gen. Ney, mentre il gen. Bonnard s boccava su.lia dr. verso Rosbach. Ne avvenne uno scontro vivissimo; i Francesi, sopraffatto il nem ico, rimasero padroni di F. Il gen. L efebvre per suo conto aveva attaccato il nemico sul :fianco dr. e ciò decise la ritirata degli Austriaci, protetta dalla loro cavalleria. L e perd ite francesi fu rono d i 500 u. tra mor ti e feriti; quelle degli Austriaci passarono i 1200, oltre a 500 prigionieri, 3 cannoni e una bandiera.

Friedland. Città della' Prussia Orientale, sulla sr.· dell' Alle, teatro di ba ttaglia che appart iene a.Ile guerre dell'Impero fra ncese, campagna del 1807 in Germania. Il 13 giugno il gen. Benningsen, comandruite dell'esercito russo, sch ierò davanti a F. il proprio esercito. Egli disponeva di circa 67.000 l i. (161 bgl. fant ., 180 sqdr. cavalleria, 19 regg. cosacchi) su 7 divis., di cui 3 sulla dr. al comando d el principe di Gortschacov, sch ierate dal fosso del Molino fino a ll'a ltezza di Heinrichsdorf, e 4 sulla sr. a l comando ciel p rincipe Bragation, schierate tt s barramento della via di Eylau; la cavalleria era ripart ita fra le due ali, e un corpo di riserva, costituito d a 12 bgl., era sulla dr . dell' Alle. La foresta di Sor tlack fu occupata da un distacca.men to costituito da.i cacciatori della guard ia, da un bgl. di milizie dell'Imperatore e d ai uratori d i tutti 'Ì regg. della Guardia. Contro i Russi a vanza.va Napoleone con circa 70.000 1,1 . ( 42 regg. di fan-

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cen trando i fuochi per appoggia re il tnO\'imento della destra. Alle 17 tre salve d'w1a bat ter ia di 20 pezzi dettero il segnale dell'attacco; ùnmedia tamente il corpo. de l N'ev si mosse sulla direttrice del can;p~nile di F riedland. Appena i Russi si accorsero che la drfrancese avanzava, la caricarono con movimento avvolgen te di 11umcrosi reggimenti di cavalleria., p receduti da n ugoli di cos:icchi ; la cavalleria francese contrattaccò ed essi dovettero r ipiegare su Sortlack. e il fiume, a.vanzò poi Oudinot, preceduto da una batteria di 30 cannoni che aprì Wl fuoco così. violento e bene aggiustato, postandosi nella p iana a, circa 300 m. dal nemico, che impedì lo s,·olgim<:nto di tutte le ::i.zioni che <1uesto abbozzava. per ostacolare l'a-'vanzata del 6° corpo, i cui granat1en , distacca.ii avanti, sulla. dr_ della colonna <l'a tt.'lcco, carica rono i battaglioni nemici che avan7~'\Vano e li rigettarono nell' Alle. La sr. russa ripiega,·a comba ttendo, sotto la spinta della dr. francese, impeflussi: A, Qor1schaco,•; B. Bagratlon. Francesi: 1, '.'iey; 2, Vlctor; 3, Guar<lla; 4, Lanneo; 5, Mor tte r; 6. 01'0 11c hy gnandosi o ltre Fricd land, nel r istretto spazio compreso fra il fiuteria e 40 di cavalleria) divisi in 4 C. d'A. p iù la Guarme e lo s t:1gno; ragg iunta dai Francesi la sponda del dia Imperia le, dei qua li il 1° era comandato dal marcsc. fosso dei mulini, u n contrattacco della guardia impeOudinot, il 5° dal ma.rese. Lannes, il 6° dal maresciallo riale consentì a quelle truppe di d is impegnarsi e cli riN cy, 1'8" dal maresc. ,) forticr. piegare nell'abita to. L a battaglia allora si concentrò su. Era all'aYanguardia il Lannes, che all'alba del 14 Friedland, dove i Russi si difendevano ad oltr anza, rin-· gi,u gno giunse su l campo d i battaglia, seguito dal resto for~ti da sempre nuove truppe di rincalzo, mandate dal delle truppe; appena sboccato dalla foresta -di Sortlack generalissimo che voleva conservare ad ogni costo quelegli ordinò a.Ile proprie a rtiglierie di apt·iTe il fuoco, e, l'importante Cal)o.sa.ldo. In quel punto, in spazio ristrettissimo, 50.000 u . si batp ur sapendosi cli fronte alla massa delle forze nemiche, iniziò l'attacco, proponendosi di tra ttenere l'avversario, e tevano con furore. N apoleonc, in mezzo alla battaglia, seimpedirgli d i sottrarsi alla lotta. D istesi i suoi fra Postheguiva intanto attentamente il suo svolgimento e con ordinen e Heinrichsdorf, abilmente profittando ciel terreno ni ,tp propriati determ inò finalmente la vittoria completa per nascondere la manovra e lo sca rso numero delle fordella propria destra. Intanto il centro e la sinistra franze, riusci a resistere ovunque, a sventare i movimenti cese combattevano temporf ggiando per at tira re il Gortdell'avversario, a mantenerlo in uno s ta to di ansiosa inschacov sulla strada di Konigsberg, dove sarebbe rimacertezza. che fu poi uno degli elementi decisivi nello svolsto preso fra la sr. e la dr. fran cese, quando quest'ulgersi d ell 'azione. I Russi invano ten tarono cli aggira.re i tima, presa F t icdland, fosse piombala alle sue spalle_ fia.nchi del nemico; ovunque furono respinti; i movimenGli incendi in città l'avvertirono di ciò che succedeva; ti verso Konigsbcrg furono ferm a ti dai dragoni d i Grou• preoccupato u nicamen te d i salvare le truppe superstiti, chy e da i corazzieri, che caricarono le teste cli colonna. le diresse su Fricdland, lusingandosi di sfuggire per i Intanto giungeva l' intero esercito francese e si schierapon ti dell 'A lle: vana speranza; Fricclland era già. in mava; a mezzogiorno Napoleone d in1mava l'ord ine di batno dei francesi, il ponte era in fiamme, una s ua divitaglia: doveva N ey costituire la dr. fra P osthenen fin s ione che, entrati in città, credeva di unirsi a i suoi, fu verso Sortlack, appoggiandosi a l corpo dell'Oudinot; il accolta a baionettate e distrutta. Intanto si erano spinti centro doveva essere costituito dal Lannes e giungere fiinnanzi anche i granatieri dell'Oudinot, 1'8° Corpo e i. no a H einrichsdorf, a sr. doveva trova1·si il Mortier che fucilieri della Gua rdia, i qual i avevano attaccato le d ue occupando H einrichsdorf e la strada di Konìgsbcrg, cod ivisioni d ella dr., nemica che non erano r iuscite a e ns tituiva il perno del movimento cli conversione dalla detrare in Fricdla nd e che combattevano d ispe ra tamentestra. L a cavalleria aveva il compilo di determina.re la addossate al fiume, nell'alternativa di arrendersi o di rotta del nemico se questi, sotto la pressione dell'attacco, morire. Una folla <li soldati russi, in preda al panico, avesse inizia la la ritirata; la Guardia a piedi e a cavallo si gettò nel!' A Ile per passarlo a nuoto; l'opposta riva,. rimanevano a disposizione dell'Imperatore. Appena inia lta e scoscesa, fu da podii r~ggiu nta , moltiss imi mor izia tasi l'azione tutta l'artiglieria doveva concorrervi conrono annegati. 1 resti dell'esercito sfuggirono ripassando


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Ba11:1gli1L di Friedlingcn ('1702) il :\'iemen. l Russi ebbero 15.000 morti, fra cui 25 generali, e perdettero 80 cannoni, molte ba.nrlierc e gran qua.ntità. d i mateùali; i F rancesi ebbero circa 4500 u._ fuori combattimento. Nella battaglia s i d istinsero i Pien1ontesi del 1° reggimento dragoni> i cacciatori corsi e del Po, il 31 ° e 32° d i fanteria leggera.

Friedlingen. P ianura s ulla dr. del Reno, nel lladen, d i fronte a Hiiningen. Battaglia di Friedlingen ( 14 ottobre 1702). Appartiene alla guerra p er la Successione di Spagna. Il maresc. di Villar.s, che s i trovava con circa 17.000 fanti francesi 3 .000 cavalieri, e 33 pezzi d'artiglieria, presso Hiiningen, decise il passaggio sul Reno per attaccare gli Imperia li (circa 22.000 u.) comandati da l principe Luigi del Tiaden, in posizione nella pianura di F. in u na linea rafforzata con trinceramenti (PP) appoggia ti a un forte e a ridotte guarnite da ba tteria (QQ). Il Villars sboccò sul far del giorno 14 dalle opere di protezione del ponte sul Reno, e por tandosi sul la sr. con ardita marcia avviò !,t fanter ia sulle a lture di Tu!ica ( CC), mentre colla cava lleria (Ill3) s i dispose a fronteggiare un ev<:n tuale attacco della cavalleria imperiale. Luigi, quando il nemico aveva varcato il Reno, lanciò contro di lui la propria cavalleria, affronta ta vigorosamente e volta in fuga da i fanti e dai cavalieri francesi. I fuggenti lasciarono scope rte le fanterie imperiali, che, travolte in parte dalla cava lleria stessa in fuga, e prese sul fianco dalle fanterie francesi che scendevano dalle alture, per quante) in loro soccorso fossero stati distaccati 6 sqdr., non riuscirono a riordina rs i, e dalle posizioni (NN) furono ricacciale nella vallata de l Candcrne contro le disordinate

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colonne di cava lleria P ·f1-{) in piena ritirata, che al principio della battaglia sommavano a 48 sqdr. Gli Imperiali lasciarono s ul campo d i battaglia 11 pezzi d'artigliecia e molti carri cli munizioni, 900 prigio11ieri, frr,. i quali i generali Konigseck e H ohenloe, e perdettero 3000 u. fra i quali i generali di F iirsternberg, cd Ersa .. Da parte francese, 1150 morti, fra i quali i generali Desbordes e S. :\1.aurice, e 1500 feriti . Il forte, che era rimasto in tllano degli imperia li, fu bombardato dalle artiglierie francesi e il 16 ottobre s'arrese.

Frigerio (Edoardo Nicola). Generale, n. a Milano, m. a Brescia <J!,40-19 16). Nel 1859, s'arruolò volontario in cavalleria. Sottot. nel 1860, combattè nel 1866 enel 1870. Colonnello nel 1889, comandò i lancieri d'Aosta; magg. generale nel 1896, la 6° brigata di c1Lvalleria_ In P . A. nel 1898, passò nella riserva col grado di ten ente genera le nel l 906. Frigcrio Galeazzo. Ammiraglio, n. di ).;Iilano (1841 1906). Entrato· in servizio nel 1853, fu promosso con trammir. nel 1888, vicea.mmir. nel 1894, collocato in P . A. nel 1906. Partecipò alla guerra del 1860- 61 guadagnando due med. d 'argen to (Ancona e Gaeta). Comandò il C. R. Equipaggi dal 1889 al )890; fu aiu tante d i campo generale effettivo di S. ?,,I. il Re dal 1892 al 1896 ;. capo dell'ufficio di S. :rvr. della :O.farina da l 1900 al 1902; p residente del Consiglio Superiore di Marina dal 1904 a l 1906; nel 1904 venne nominato senatore.

Frigido (o Vippacco). Affluen te dell' Isonzo. Sulle · sue rive, nel 394 d . C., si combatté una battaglia fra le truppe dell'imperatore T eodosio I il Grande e quelle de l-l'usurpatore Eugenio, proclama to imperatore d'occidcn--


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t e. Il 5 settembre Teodosio fece an dare all'assalto i suoi .generali Gaina, Saulo e Bacurio con Goti e altre truppe .ausiliarie stran iere. Ma il loro va·lore impetuoso s'infranse contro la resistenza avversaria : completamen te ,sconfitti e con gravi perdite (10.000 Goti con lo· stesso Bacurio erano periti) dovettero sul far della notte ritiral'si, ritornando a.I grosso dell'esercito. La battaglia ,campa le del 6 settembre, che l'imperatore volle r isolutamente impegnare contro il parere del s uo stato maggiore, sembrava si dovesse com battere così sotto i più brutti auspici. Ma menti·e durante la notte le truppe d i Teodosio erano state circondate, uno dei cor pi avversari improvvis::tmentc abbandonò Eugen io e passò a lui p~rmettendogli così d i mutare completamente le cond izioni della lotta, e di battere le truppe avversarie, facendo prigion iero lo stesso Eugen io, che venne messo a morte.

/!rigido. Cisterna per acqua, vara ta ad Osaka (G iappone) ed entrata in servizio nel 1916; lunghezza m. 35,50, larghezza 6,55, dislocamento tonnellate 368, macchine HP. 221.

F rigo riferi. In seguito all'uso d elle polveri senza fumo, che s i decompongono col calore, sulle navi da guerra furono in trodot te le macchine frigorifere per m antenere a bassa temperatura i depositi delle munizioni e sulle grandi unità esistono due impianti comp leti di una potenzia lità complessiva di circa 100.000 F r igorie. P iù tard i, l'impianto fu utilizza to a scopo igieuico, per ·la conservazione dei generi a limentari d eperibili. Le macchine per la produ zione del freddo sulle nawi p iù grandi sono ad a11idride carbonica; sugli incrociatori destinati a campagne tropica]j, ad aria compressa. I depositi per gli a limenti sono suddivisi in due sezioni c on temperature differenti, secondo la qualità dei viveri. Nella prima, con temporatura inferiore a - 5° s i conservano le carni e i pesci cong~lati ; nella seconda, con temperatu ra eia +1° a, +4", il burro, le uova, le frutta e i legumi fresch i. L e macchine frigorifere producono an-che il ghiaccio e rinfrescano l'acqua da bere per l'equipaggio. F rig yesy (G1tstavo) . Colonnello w ,gherese del secolo XIX, m. a M ilano nel 1878. Combattè per la causa italiana con Garibaldi. Nel 1859, sotto!., si d istinse a S . F ermo; nel 1860 f u dei M ille. N cl 1862 fu con Ga ribaldi, ad Aspromonte. Fu uno dei protagonisti deHa cospirazione mazziniana d el 1863-64; nel 1866 si segnalò a Monte Suello; nel 1867 col grado d i colon nello comandò la seconda colonna della spedizione nell'Agro Romano.

Frim ont ( conte Giovanni Maria). Generale austriaco (1759-1831). Partecipò a lle guerre con tro la Francia, e nel 1815 ebbe il comando delle truppe austriache a lleate dei P iemontesi, coi quali cacciò i Francesi da.Jla Savoia; nel 1819 fu comand ante generale a ·venezia; n el 1821 comandò l'esercito in Ita lia, vinse i costituzio1iali di Napoli e ristabilì sul trono Ferdinando I, ottenendo il titolo d i principe d i Antrodoco. Quindi succedette a l Bubna nel comando della Lombardia, e infine fu presidente del Consigliò Supremo di guerra dell'im:pero. Fri neo (ant. Frincmn). Comune in prov. di Alcssan•dria, sulla dr. del Versa. M unito d i castello situato sui

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confini dell'Astigiano, fu oggetto cli parecchie fazioni arma te. Nel 1307, in causa òeH'opzione...dei nobili in favore del marchese del Monferrato, contro il comune d'As ti, il Podestà d i quest'ultimo, mosse guerra a F. Non ri uscì a prenderne il castello; ma l'esercito mon ferrino, ingrossa to dai fuorusciti astigiani, e da quei d i F. comandati da F ilippo Langosco, venne completamente sbaraglia to.

F risia (Ordine della F., o della Corona Reale). Fu i~tituito da Carlo M agno ne ll'802, per compensare i Frison i che avevano combattuto con lui con tro i Sassoni. La decorazione consisteva in una corona sormontata da una croce. Friuli (V. Veneto). Brigata Friuli (87° e 88° fanteria). Nel 1884 si costituirono in Jviilano i regg. 87° ed 88° fanteria, con cp. tratte da preesistenti regg. d i fanteria. La brigata partecipò a lla campagna d'Africa del J 895-96 e pe r quella di L ibia (19 ll-t2) concorse alla mobilitazione di a ltri reggimenti. P er la guerra ita lo-austriaca 1915- 1918, il deposito dell'8i0 costHul il 214° fanteria ; quello dell'88° il comando della brigata Genova cd i reggimenti 97° e 210°. Per tale guerra la brigata operò dall'inizio all'apri-

J3riga ta Frlull, 87° e 88° reg-g-. fanteria

le 1916 a l\fonfalcone poi sul Debeli. Il 12 maggio 1916 fu trasferita nella zona del 1'·L Sci Busi e nel giugno s uccessivo, fatta accorrere in Trentino per l'offensiva. austr iaca, cornbattè in Val Frenzela ccl a M . C atz. In luglio concorse a lle operazioni per la conquista del M. Jvfosch iagh . Destinat~, nel maggio 1917, su l medio Isonzo, fu schierata p rima nelle posizioni fra il Vodice e M. Santo e poi nella conca di P lezzo. Durante l'offensiva austro- tedesca dell'ottobre, la F . c\01)0 aver op-posto una tenace resistenza a ll'in vasore alla stretta di Saga, r ipiegò su 1\1. Sto! e su l Prvi-Hum e poi fu r itirata nei pressi di P arma per riord inarsi. Durante il 1918 f u dislocata allo sbarramento di Serravalle. Per la legge del 1926, il 26 d icembre di detto anno il comando della brigata f u sciolte. L '87° sciolto anch 'esso, il 15 novembre, cedette un bgl. al 91° e l'altro al 92° fanteria. L'88° passò a far parte d ella 20" br igata cli fanteria. La briga ta. aveva mostrine con fondo cobalto e riga nera a l centro in senso orizzontale . Friulano (Battaglion e). Nel 1848, con elementi volonta ri friulani, si fonnò a Venezia un bgl. che ebbe il nome di B. F. e che dopo avere concorso ailla difesa d i Venezia fu il 30 gennaio 1849 incorporato nella 1" brigata italiana comandata dal gen. Rizzardi.


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Frode (Nei lavori o tielle jornit·,,re). (Ar t. 189 C. P. Es. - 211 C. P . .M. :M.). Reato mii. che esercita la sua potenza lesiva sul normale e regolare impiego della milizia, vulncra.ndoiie l'organizzazione e l'efficienza. Consiste nel fatto dell'appartenente alla milizia che usa. frode i n danno dell'Amm inistrazione militare sulla natura , quantità o qualità dei lavori, della mano d'opera o d elle provviste destinate ad uso mii. La F. si concreta nella dolosa somministrazione di cose (lavori, ma.no d'opera., viveri, oggetti) sostanzialmente diverse da quelle convenute, per specie, qualità o quantità. In tempo di guerra, soggetto attivo del reato può essere un fornitore non appartenente alla milizia (art. 545 C. P. Es. - 598 ç. P. M. M.). Penalità: da due anni d i reclusione ~ili tare (nel caso che il danno sia inferiore alle cinquanta lire) ad anni venti di lavori forzati (danno superiore alle cinquemila lire). In tem,po di guerra, si ha l'aumento di un grado. Froeschweiler. Villaggio dell'Alsazia (Francia), con ani. castello.

Combattimento di Froeschweiler (22 dicembre 1792). Appartiene alla. campagna in Alsazia dell'armata repubblicana <lel!a Mosella. Le posizioni di F. e di Worth erano occupate dai Prussiani agl i ordini del gen. Hotze; un triplice ordine d i ridotte vi era disposto a. scaglioni, guernito di numerose artiglierie. Il gen. francese !foche decise, pur c;onoscendo la sua inferiorità di forze, di attaccarle per scacciarne i Prussiani. D ivise le sue truppe in tre colonne; due per attaccare d i fronte, ed una terza per aggirare· dalla parte del bosco la linea delle trincee. Una nebbia spessa. favorì il movimento, e due delle ridotte furono prese prima che la. colonna aggirante arrivasse al suo obbiettivo. Quando comparve anch'essa a tergo dei Prussiani, questi si ritirarono, mentre i soldati di Hoche occupavano anche le altre ridotte e trincee. La cavalleria francese (2 rcgg.) inseguì i Prussiani fino a \Voerù1, dove essi, riusc iti a riordinarsi, opposero una fm·te resistenza, che fu superata coll'arrivo cli u n altro regg. di cavalleria; i Prussiani lasciarono nelle mani dei vincitori 1200 p rigionieri e 6 cannoni. Per la battaglia del 1870, V. Woerth.

Frola (Francesco). Generale, n. a Savona, m. a Tor ino (1831 -1922). Partecipò alle campagne del 1848-49 e nel 1857 fu promosso sottot. di fanteria. Combattendo a S. Martino ebbe la menzione onorevole. P rese poi parte alle campagne ciel 1860-61 e 1866. Colonnello nel 1884, comandò il 23° rcgg. fanteria e poi il distretto m ili ta re di Padova. In P . A. nel 1891, fu promosso n ella r iserva magg. generale nel 1892 e ten. generale nel 1903.

Frombolieri roman i

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Fromboliere. Era detto così il soldato armato di fionda (V.).

Fronda (Gu.erre della). Lo sfondo è dato daJla guerra civile scoppiata in Fr ancia nel 1648. In essa si inserisce ,p erò la, guer ra mossa alla Francia dalla Spagna, che, non esse11do compresa nel tr attato di Westialia, voleva approfittare delle condizioni interne di quel regno per ottenere vantaggi territoria li. Morti Richelieu e Luigi XIII, il governo della Francia restò nelle mani della r egina Anna d'Austria, reggente per Luigi XIV. Era primo ministro l'italiano card. Mazarino, che aveva ripreso l'identico programma di politica interna elci cardimule R ichelieu, e cioè limitase sempre più gli ecF ,·ombolierc cessivi privilegi e la strapotende lle l:lalea ri za. della nobiltà e ciel clero. Nobili e clero, per cO'IltrO, -dopo la morte di Richelieu, credendo che il :Mazarino avesse 'm inore energia e ferme.zza del suo p redecessore, decisero di tentare la riscossa, ma errarono il loro giudizio sul cardinale italiano, che univa la energia del vecchio capitano (era stato capitano, pontificio nelle guerre in Valtellina) a.Ila fine astuzia dell'uomo politico, e con mano f erma seppe accentrare il potere nelle sue mani, deciso ad opporsi a qualunque concessione. Il Parla.mento d i Parigi (specie cli Consiglio di Stato) composto di nobili e clero, aveva la pretesa, respinta già dal Richelieu, di essere partecipe del potere legislativo e finanziario. Il ).1azarino oppose rifiuto e fece arrestare tre dei membri più ribelli del Parlamento. Nobili, clero e popolo, guidati dall'arcivescovo di P arigi Paolo dei Gand i, (fiorentino d i or igine, avversario del Mazarino) insorsero costruendo le barricate nelle, stra.de (26 agosto 1648) e costringendo la cor te a rifugia rsi a San Germain. Scoppiò così la prima Fronda <letta anche vecchia a parlamentare {1648- 49); prendendo tal nome, a quel, che pare, da w1 gioco in uso presso i monelli cl i Parigi, I l Principe tli Condé, capo delle milizie regie, vinse i ri:voluzionari a Charcnton (febbraio 1649) e il 1° aprile 1649 fu st ipulata la pace di Ruel; senonchè l'an1bizioso, Conclé, malcontento della ·Corte perchè non riteneva esser stato rirnuncTato a sufficienza, si unì ai nobili e incominciò la seconda Fronda, detta anche g,:01,ine o dei _signori, sempre con l'appoggio della borghesia, istigatil da Paolo dei Gondi (1651). Anna d'Au stria fa arresta re il Principe di Condé; Turenne entra ora in causa, istigato dalla Spagna, la quale interviene :ne1la guerra mettenda a disposizione del' Turenne, un p iccolo esercito in F iandra, il quale però è battuto e respinto a Rethel. Seb'lle una pace : Anna d'Austria si concilia col Turenne e col Condé e, per conten tarli, licenzia il 1fazarino. Ma i nobili sono ancora malcontenti. L'ambizioso e irrequieto Condé li induce ancora aJ!a sommossa che egli capeggia. Turenne questa volta. non lo seconda . Anna d'Austria richiamò il Mazar ino che giunge alla testa di 6000 uomini assoldati da


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lu i rn Germania a p roprie spese ( dicembre 1651). La .reggente Anna, per fronteggiare gli avversari, a cui s'e.rano uniti a l solito gli Spagnuoli, d ivide l'esercito (ciò lorse anche ,perchè non si fidava troppo del T urenne) .fra il Turenne e il ::Vfarchesc di Hocquincourt e la Corte .s i ritira a Gien s ulla Loira. Segue una serie d i combat.timen ti, dei quali il p iù importante è quello di Bléncau (7 aprile 1652); la Corte si stabilisce a Saint Germain ,e il Turenne assedia E tampes, abba ndonandolo per as-Sediarc Parigi, dove si era chiuso il Condé. Frattanto esercito d i 20.000 spagnuoli entrava da settentrione .nella Picca rd ia a rincalzo dei r ibelli francesi. Turenne -con abi li mosse ottenne che gli Spagnuoli si allon :tanassero ; po i si fortificò a Villeneuve Saint-Georgcs, e 'Vi rimase un mese e mczz.o, senza che i nem ici, per ,quanto p iù forti di lui, osassero assalirlo. I parigini frattanto si scostarono dai ribelli, e richiamarono la corte nell'ottobre; anche le provincie fecero atto di sot tomissione. Rimase in campo per la Fronda solo il Condé, con poche milizie s ue e con quel.le ciel d uca. di Lorena. E già Turenne lo aveva r idotto ,a mal partilo, quando gli venn e un nuovo e più efficace ,,occorso dalla Spagn a. Ne l mese di luglio del 1653 trentamila Spagnuoli enlravanò nella P iccud ia e minacciavano Parigi dall'Oise. Era. con lo ro il Condé. Turenne, che non aveva da opporre loro più di 16.000 uom ini, 10.000 dei quali d i cavalleria, vedendo di non potere con quelle poche forze coprir Parigi sulla. lunga linea dell'O ise, preferì tem~ pareggiare, tenendo il contatto co l nemico, seguendone le mosse e molestandolo, ma senza mai a rr ischiar battaglia; a iutato in questo anche dalla fiacchezza dei capitani spagnuoli. L a guerra continuò ancora per quattro anni. Fu al solito guerra di assed i1 campcggiarnenti, scara1nucce, sorprese : espu gnare o soc:corrcrc fo rtezze, metter campo in forte posiz ione e afforza r visi, far scorrerie colla. caval.leria. Gli eserciti delle due par ti, i mpigliali in quella i·cte d i fortezze che separava la F iandra dalla Francia, ,correvano dall'una all'altra, prendendo questa, liberando ,.quella, ripigliando quell'altra. Se si incontravano in cam:po a perto, il più debole si appoggiava a qualche pun:1:0, for te o per natura o per arte, e l'al tro stava a guardarlo, fu1 a che uno de i d ue se ne andasse. Questo modo d i guerra giovava sopratutto al Turenne che aveva quasi sèmpre minori forze. Gli avvenimenti più importanti Itu-ono quelli cli A ·r ras e Valenciennes (V.) nel 1654 e nel 1656. Nel 1658 la Francia chiese a iu to all'Inghilterra, e questa promise navi e truppe a patto che per lei fosse p rima conquistata D •,.mkerq-ue (V.). L a guerra finl il seguente anno colla pace dei Pirenei, che segnò l'affermazione della preponderanza europea della Francia e l' inizio della decadenza della Spagna . Successivamente i l Conclé si rappacificò colla Corte. Le guerre della Fronda hanno inwortanza poli tica e mii. Dal punto di v ista p olitico esse segnano i prodromi lontani della grande rivoluzione francese, che doveva scoppiare circa un secolo e mezzo dopo. );'el periodo stor ico delle Fronde la lotta ver te essenzialmente fra i nob ili e il potere r egio, il quale trova anzi nel terzo stato un alleato p er frenare lo strapotere della n obiltà e limitarne i privilegi; e coll'alleanza colla borghesia il potere regio, nonostante l'intervento della Spagn a ottiene la vittoria finale, e può avvenire il consolidamento del-

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l'assolutismo nel potere monarchico. Dal punto di vista mil. le guerre della Fronda caratterizzano quel periodo così de tto dei p iccoli eserciti e dei grandi capitani. Troviamo di fronte Turenne e Condé autori di « manovre sapien ti » in cui si cerca la vittoria con una falsa strategia, fatta solo di stratagemmi e di astuzie, e solo raramente, e quando non se ne f>uÒ fare a meno, si ingaggia la battaglia; la quale però non è quasi mai decisiva.

Frontal. Specie di strumento di tortura, adoperato dai soldati francesi nel scc. XVI, per obbligare i contad ini a rivelare dove avevano nascosto il dana ro. Consisteva in una cordicella a nodi, che ven iva stretta g radua lmen te in ton10 al paziente, provocando un dolore -irresistibile. Pare cbc tale strumen to sia rimasto fJ.110 a l secolo XVIII. I soldati della Rivoluzione, per far parlare i prigionieri, stringevano un loro dito fra il cane e il bac inetto del focile. Frontale. Era. Ja par te della barda, che copriva solo anteriormente Ja testa. del ca vallo; poteva essere cieco od a vista; quello cieco non aveva i fori pe r gli occhi

cieco, seç. XVI

Fron tale a vista, scc. Xv 1

e pe r le orecchie . Piuttosto che un'ar ma tura era in pr inc ipio u n ornamen to della par te anteriore della testa del cavallo, e glielo s i metteva ne i giorni di festa o d i parata; era d i bronzo, di cuoio cotto, d'acciaio, di ferro in piastra o in lamelle, unite con a-nell ini ; di rnaglia si~1ilc a, quella adoperata per l'arma.Ima. Fino sul finire del secolo XIII si usò il F. nei tornei, e solo alla ne d i tale secolo il fronta.lc divenne pezza. nccessa.r ia d i guerra ; e durò fincliè fu a dottata dai cavalieri l'armatma compi.uta del cavallo (ba rda) ; ad esso s i sostituì la testiera. :Nel .secolo XVI il F. divenne una parte de lla barda., di Fron tale lusso, e gli artefic i garegg·iaJ·ono a vis ia, sec. XIV nel lavorarli in ogni maniera ed arricchirli d i ornati e d isegni, per imperatori, re, pr in 1

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cipi) gra11di capllani, ccc.

Frontale. Cosi fu anche chiamala quella parte della celata alla borgognona che equivaleva a lla tesa, e che fu detta poi visiera.

Fronte. In for tificazione è il complesso d ì costruzioni, elevate lungo un la to, od una parte di un lato,

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Fronte pollg-onale

Fron te bastionato

del poligono di base, che assicura la difesa completa, cioè tanto lontana che vicina, in corr ispondenza del lato predetto, o di parte di esso, occupato d a lle costruzioni s tesse. Ciascun F. può essere costituito da un sol tratto rett ilineo, o da p iù tratti d isµosti a spezzata, in modo da soddisfare a lle esigenze tattiche e talvolta anche ad esigenze tecn iche. Un F. riesce composto d i faccie e di _fianchi, e, a seconda ciel suo tracciato, può essere: poJigona.le, tanagliato, bastionato. Nel primo il tracciato è costituito eia una sola faccia che si confonde col lato d i hase, quale organo di difesa. lontana e di difesa vicina fronteggia11te, mentre la d ifesa vicina fiancheggiante è data dalla caponiera. Nel secondo il tracciato consta di du-c faccie formanti rientrante, che sono ad un tempo crgani é!i difesa lon tan a avvolgente e di difesa vicina fiancheggiante . Il terzo s i può considerare come una modificazione del p recedente, ottenuto spezzando opportu11a.men te le estremità più interne d elle faccie ùi una tenaglia molto aperta, e ottenendo così due faccie, due fianchi e una cortina.; le faccie provvedono alla difesa avvolgente, la cortina a qucl la fronteggia11 te e i fianchi alla difesa fiancheggiante. In ciascuna opera lo scopo tattico può essere 1·aggiunto adottru1do F. che d ifferiscono fra loro nei particolari o nelle p roporzioni delle varie parti e con varie forme degli altri elementi costitutivi, cioè de l profilo e dei particolari interni, oppure de lle opere aggiun te per conseguire scopi speciali. Queste ,:l ifferenze dipendono cssenziailmente dalle p rop rietà vaTiabili de lle anni impiegate e dalle opinioni o convinzioni degli ingegneri militari che le studiarono, le proposero o le attivarono nelle loro opere.

Fronte tenag-t iat.o F. di una un ità operante assume poi la denominazione d i F . di attacco o F. di difesa, a seconda che l'unità stessa svo lge un'azione offensiva o mantiene attegg ia mento d ifensivo.

Fronte al ·1w1nico. Dopo avvenuta una carica di cavalleria, in genere seguita. dal caraco1lo i cavalieri si trovano sparpagliati e scomposti. Volendo r iordinarli, per ripetere la carica o proseguire ali' inseguimento del ne1

mico in ritirata, i comandanti danno il comando : F. al N., e contemporaneamente fanno esegui re l'apposito segnale d i tromba o suona.no il fischietto, portandos i nella direzione dell'adunata.

Frontiera ( lat. Fines). E' la linea che segna il limite del territorio di uno Stato con ,quello dello Stato vicino. Essa ba dunque cal'attere po litico, ma nello ste:;so tempo interessa particolarmente la stra(egia e la geografia militare. La F . viene materialmente tracciata sul terreno, e la sua dcmarca;,ione dipende da ragioni completamente mii., giac'chè, per quanto essa. segni una barriera fittizia nei rapporti fra due o più nazioni, deve dare almeno una temporanea sicurezza d ifensiva, in modo che non sia facile il violarne i termini. Il primo atto che si compie all'inizio delle ostili tà , è il vaccare la F . Per tali ragion i la F. si sviluppa in genere lungo linee segnate d a ostacoli naturali importan ti, Frnnte. Si usa comunemente per indicare il limite ancome fiumi e· montagne, il cui valore strategico, viene teriore dello schieramento di unità operanti. Così dicesi F. di un esercito il margine anteriore dell'intero suo accresciuto da ll'entità dell'ostacolo, e dalle particolari condizioni difensive cd offensive da esso offerte. N atuschieramento; analogamente viene chiamala F. di una Armata, di un C. d'A. , di una d ivis., di un regg., di un ,,- ralmente, ad accrescere il valore strategico e d ifensivo degli ostacoli naturali, le F . vengono munite di opere 'bgl., sino alle p iit piccole unità, lo spazio occupato fronpermanenti cli fortificazione, giacchè è necessario J.Jretalmente da ciascuna delle unità stesse. La. F. delle univenire sulla F. improvvise operazioni nell' immediata tà varia col variare del compito, del terreno e della even tuale dichiarazione di guerra. Per solito poi la zona presumibile efficienza avver~aria; ad es. quella di una did i F. viene a funzionare da base d'operazione, e da livis. di prima. schiera dai 1500-1800 metri, ip a;,;ione ofnea difensiva o protettiva per la fase di radunata delle fensiva in terreno organizzato ed in zone piane e coltruppe. :Ne nasce che la linea di frontiera mer ita un linose, sale sino ai 4000-5000 metri nella difensiva e atten to esame d a parte del geografo mii. e va studiata pu-ò raggiungere anche limiti superiori in montagna, in in modo particolare, sia nei rapporti di un'azione diragione della impraticabilità di alcuni tratti, talora molfensiva di fronte all'eventuale offensiva dello Stato conto estesi, del terreno da percorrere. Così· pure il bgl. in finante, o dei suoi alleati, sia nell'ipotesi di un piano p rimo scaglione ha una fronte che dai 400--600 metri in offensiva può salire s ino ai 600-1000 in difensiva. La offensivo, o di invasione dello Stato confinante.


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Circa l'andamen to della F., essa può essere considerata: rettilinea, concava, o convessa. La rettilinea, facendo astrazione dalle peculia ri acciden tal ità del terreno, stabilirebbe il perfetto equilibrio fra i due. Stati separati. La concava, com'era quella tra Austria-Ungheria e Italia, anteriormente alla guerra mondiale, assicura una doppia base d'operazione, e rende possibile all'aggressore d i ,p resentarsi su due lati dello scacchiere. Inoltre facilita lo scambio di linea d'operazione e lascia, all'aggressore, due linee di ritirata mentrè rende pericoloso ogni attacco, a chi si trova dalla parte opposta, colla F . a ta.naglia in mano del nemico. Una F. convessa, a meno che no.n sia malamente appoggiata, costituisce una specie d i bastione sporto sul territorio nemico, e divide in d ue parti la difesa avversaria. Però se il nemico ba una salda coesione colla propria base difensiva, può a sua volta compromettere con azioni sui fianchi l'avanzata nemica. Naturalmente in questo caso occorre tener conto delle condizioni essenziali di forza dei due belligeranti, giacchè ,può essere .possibile a l più forte, ciò che ri uscirebbe leta le al p iù debole. Questione importante per una F. è la sicurezza ed ampiezza degli sbocchi, e la possibilità che essi s'irradino sul territorio nemico. Caratteristica. ed immensamente vantaggiosa, al!' Austria-Ungheria., era ad esempio la F. del Trent ino. La definizione del,.i. linea di F . è fatta a mezzo d i apposite c.:immiss ioni internazionali, d i cui devono fal' parte essenzia lmente membri competenti dell'esercito dei due Stati. E talvolta anche membri militari di altri Stati, ai qua li interessi la neutralità di alcun i punti delìa F. come porti, canali, ecc., detta anche internazionalizzazione. Alla F. vengono in genere scagliona te le truppe di uno Stato, in modo che, valendosi degli ostacoli natura li od ar tificiali, esse possano, in caso di apertura d'ostilità, opporre una prima efficace resistenza, e nello stesso tempo servire di copertura alle operazioni di mobilitazione dell'esercito. La. F. costituisce in tempo di pace una barriera intransitabile per i militari sotto le armi. E cli conseguenza il militare cbe passa la F. e rimane all'estero senza far ritorno, entro un dato tempo, al corpo cui è effettivo, viene dichiarato disertore. Una certa striscia di territorio che s i svolge parallela. a lla F . viene chiamata Zona di F. Come pu_re si chiamano piazze di F, o di sbarramento le fortezze che si trovano sul confine o presso di esso per guardare gli accessi allo Stato. Dopo la guerra mondiale, in Italia, ai comandi di p iazze d i F., sono stati sostituiti i comandi di Settori d i F., dipendenti dai rispettivi comandi territoriali di divis. e d i C, d'A., i quali sono incaricati di studiare fino dal tempo d i pace l'organizzazione d ella difesa di F. in base alle dir ettive delle autorità superiori.

Frontiera marittima. Tale espressione ha un carattere assai differente da quello della F. terrestre, giacchè il mare n on può esser e chiuso e limitato da linea di confine. E dal momento che il litorale è esposto ad inva~ ;;ioni d'ogni Stato, non sarebbe esatta la parola F. Però, dal momento che bisogna pur provvedere a lla difesa del litorale, onde prevenirvi sbarchi in caso di guerra, sotto la denominazione di F. M . si comprende tutta la costa aperta ad eventuali operazioni di guerra. La F. M. esige per conseguenza. un apparecch io difensivo assai <lifferente da quello della terrestre, La libertà dei mari

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impone a llo Stato ricco di sviluppo cosi iero, non soltanto difese territoriali in dati posti p iù adatti a sbarchi,. o sedi di stabilimenti m ilitari marittim i, ma richiede pure una d ifeslt mobile, a mezzo cli navi da guerra che esercitino attiva vigilanza sullo specchio territoriale di ma.re della nazione, cd incrociando impediscano o per lo meno prevengano operazioni di sbarco o bombardamenti nelle parli vitali della costa. T a le servizio, di v igilanza a distanza, viene poi comp le tato dalla vigilanza immediata della costa, fatta da speciali truppe costiere.

Frontiere (Battaglia delle). I primi poderosi urti delle opposte forze modernamente a rmate della guerra mondiale 1914- 1918 sulla fronte occidentale d'Europa si ebbero nella 2" e 3" decade del mese d'agosto 1914, lungo la linea di confine franco-belga-tedesca. Tali p rimi mti fmono: Le operazioni p reliminari in Alsazia (V.). L, battaglia. di Lorena (V.). La battaglia delle Ardenne (,V.). La battaglia di Charleroi-Mo11s (V.). Queste quattro grandi battaglie riuscirono nettamente: sfavorevoli pei Francesi, a ca usa. tanto della p reponderanza nemica, quanto della sorpresa ottenuta dai Tedeschi sboccando da.I Belgio ed impiegando nel campo, ta ttico, oltre a. tutti i mezzi più moderni d i combattimento, anche le artiglierie pesanti campali, cosa che i: Francesi avevano fin'allora esclusa coo1e fattibile. Alla battaglia delle F. seguì il ripiegamento dei Francesi verso il centro della F rancia, per guadagnare il tempo e lo spazio nece;;sari onde passare alla controffensiva, cosa che fu possibile fare colla. 1• battaglia della :Marna.. .Le suddette battaglie - costituenti l'unica « battaglia delle frontiere >J, furono conseguenza de i piani di guerra - ambedue offensivi - stillati dagli stati maggiori tedesco e francese. Il .piano tedesco mirava all'aggiramento delle forze francesi mobili p er ambedue le ali di esse, disponendo le armate tedesche in tre gruppi : due al sud, che per Charmes sarebbero sboccate su N eufchateau; tre al centro, fra Verdun e Namur; due al nord ( le più dficienti) operanti per la bassa Mosa e per la Sambra, incar icate dell'a.zione decisiva d'aggiramento, sboccando dal :Belgio : mediante la loro azione, spingentesi all'ovest del1 .la sinistra francese, rige tta re i Francesi da Valenciennes, da Compiègne, da. .Meaux ( est di Parigi) al di là della Marna contro il confine svizzero. Il piano francese ( concretato con utùopposita memoria. intitolata Pla,i XVII, par tiva da ll'idea fondamentale di impegnare battaglia lungo la frontiera, solo dopo aver concentrato tutta la massa disponibile tra Belfort e la frontiera fra.nco·- belga. L'offensiva francese si sarebbe sviluppata. a valle di Toul (Vosgi e r ipian i boscosi della Mosella) e lungo la linea Metz-Verdun, allo scop o di rompere la fronte nemica, incuneandosi in essa e sepa.randola. in due tronconi. All'uopo il piano francese prevedeva. di schierare in prima. linea 4 aimate ed una ( la. S") in r iserva d ietro ed a l centro, pronta a portarsi in linea, qualora i Tedeschi fossero sboccati da l Belgio, non ostante la neutralità d i questo Stato. Come è noto, ben presto, essendosi verificata appunto tale evenienza, le cinque armate francesi furono in linea e mossero all'offensiva . Osservando l'allegalo schizzo appare chiaro come


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Fnu

due opposti eserciti, rno,·enti ambedue all'offensh·a, dovhscro urtarsi lungo la linea d i frontiera, dando luogo a quelle prime battaglie « delle frontiere » che abbiamo esaminato in particolare alle voci su indicate.

F rontini (Cesare). Generale, nato e morto a :Milan o (18-t9-192.3). Sottot. d'art. nel 1868, da 1en. colonnello fu d irettore d'art. ad Ancona e poi passò nel personale delle fortezze e comandò quelle di Fenestrelle e di Cesana, divenendo colonnello nel 1902. Collocato nella rise rva nel 1903, ragg iunse nel 1913 il grado di magg. generale.

From inl Cesare

Frossaro cu1·lo Augus10

Fronti no (Sesto Giulio). Generale e scrittore militare romano del I sec. Fu ,pretore di R oma nel 70, p oi venne mandato in Britannia, dove in tre anni assoggettò i S iluri. Poi fu in Germania, dove comb(lttè contro i Catti. Scrisse diverse opere, fra le quali : « Stratagematicon » in -t libri, in cui tratta dei combattimenti e delle astu i1ie bell iche; gli s i a ttribu iscono anche due opere : « Delle colonie» e « Dei confini».

1875). Partecipò all'assedio di Roma. ::--JeJ 1855, colonnello, fu in Crimea e poi diresse le fortificazioni d i 0rano. Gene ra le di brigata nel 1855, e di d ivis. n el 1858, p:i.rtccipò alla guerra del 1859. s\'ella campagna del 1870 comandò il 2'' cor po e nel 1874 venne nominato presidente del comitato delle fortificazioni, Pubblicò u11 « Rapporto sulle operazioni del 2° corpo deJl'armata del Reno nella campagna del 1870 » .

Froude ~ Vasca di). Serve per misurare la resistenza a l molo della carena tielle nal'i. Venne ideata verso i l 1875 dall'ing. costruttore navale W. FroÙde, per appoggiare la propria teoria, ormai universa!mente riconosciu1a. Es..q d ice che ogn i galleggiante che travisi in m<Xo nell'acqua incontra una resistenza formata da tre principali elementi : attrito dell'acqua. contro i fianchi, resistenza per la formazione dei vortici, resistenza per la formazione delle onde di superficie. Questi tre fattori b;tnno m:iggiore o m inore preponderanza, a second a. dei valo.ri delle velocità. L a vasca è lunga qualche centinaio di metri, larga ,Ja 4 a 5; sulle sponde s i può far scorrere u n ca rrel lo a. 1·elocità be!l determinate e costanti. Al disotto dt'I carrello vien fissato un modellino d i cera di form~ del tutto iden tiche a quelle che dovrà avere la nave (luando s:1rà costruita in grandezza naturale. Il modellino vienetrascinalo da l carrello, , t~ndo alle immersion i ccrrispondeu ti a quelle che avrà la nave in navigaz ione. ccl un apposito congegno elas1ico pcrme!le di , tracciare sul diag ramma la curva de lle rcsistt'nze che il modellino oppone al moto. Si ha così la maniera di correggere spèrimentalmente le linr.e della carena del modellino, fino a far prendere a questo la. forma più idonea allo scopoche si vuol raggiungere, per poscia riport;ire in scala ingrandita le stesse correzioni alle linee in grandezza naturale della nave. Uguale procedimento si segue per misura.re la resistenza dellé elic:he al moto. Ogni Nazione marinara possiede u n laboratorio di studi d i a rchitettura. navale, nel qua le trovasi una vasca F., che serveper il controllo sperimentale delle carene di tutte le navi che si costruiscono in quell a N azione, sia da guerra, sia mercantili.

Fros inone (ant, Frnsino). Città capo!. d i provincia, sui M. Lepini in valle de l Sacco. Fondato d agli Ernici, si trovò in lotta con Roma e r iuscì a resisterle. D uran te la seconda guerra pw1ica, fu presa da 1\rrnibale (21 I a. C.). Divenne sedo di wi..1. colonia di veterani dopo le guerre puniche. Trovandosi sulla Via Latin a, fu spesso occupata Frugarolo (ant. F-ilicariolmn). Comune in p rov. d i. da eserciti opcra.nti i11tomo a. R oAlessandria sulla dr. dell'Orba. Caduto sotto il domima. Quando il Lazio fu deva.;,ca.to nio di Filippo :\!aria Visconti (1441), fu oggetto di conda lle invasioni di Belisario, NarS teinm a cl( tesa colle a rmi d i Frnnc ia, che nel 1447 se ne impadroscte, e ' ' itigc, subì gravi danni Fl'0Sillone nirono a viva forza. l\fa F rancesco Sforza, collegatosi che furono anche maggiori ai temcol marchese del ::VIonferrato, ne contese il possesso a.i pi de i Lon gobardi, durante le in vasio ni dei Saraceni, de i F rances i, e riuscì ad occu parla . Dura nte le guerre fra Xom1anni, degli Svevi e degli Angioini. Nel 1556 venne Carlo \" e Francesco I F . venne nuovamente occupato c:le1•astata ·dalle truppe spagnuole che occupa vano il reame di Xapoli per F ilippo lI. Al tempo della rivoluzione , dai F rancesi ( 1521). Poco dopo gli Spagnuoli riuscirono a ritoglierlo ai Francesi. Nel 1555 que i di F., essendosi f ranccse (2-8-1798) fu presa e incendiata dai Francesi. schierati contro Alessandria, furono attaccati dagli AlesA ssedio rli Frosinone ( 1S26). F u posto alla città t.lagli sandrini e F. venne distrutto. R iedificato, fu sotto la Spagnuoli, in guerra contro la lega a danno di Carlo V, prot~zione 9i Alessandria, di cui seguì le sorti. di cui faceva parte anche il papa. Le truppe ponti.6.cie Frug noni (Ci11111). In Cadore, lungo la linea delerano costituite quasi unicamente da appartenen li a lle l'antico con fine (alta Val Padola). Il 3 giugno 1915, Dande nere di Giovanni De Medici. Il capilano Alessoverchianti forze nemiche obbligavano il nostro presisandro Vitelli eseguì felici sortite, e gli Spagnuoli, dopo dio ad abbandona re la p osiz ione, cd in vano ten tarono a lcun i mesi d i vani sforzi, si trovarò.,,o in tali difficoltà poi le truppe della 10• divis. d i impadronirsene. Imporche abbandonarono l'impresa abbandonando anche le artant i, tra gli .i.Itri, i comba!limenti del 9, 10 luglio e del t iglierie. -- N'ell'anno seguente, gli Spagnuoli tornai-ono 18 luglio dello stesso a nno. a F . e riuscirono a prenderla, dandola a l sacco. Frossard (Carlo Augu sto). Generale francese ( 1807-

Frugoni (Pietro). Gencrnle, n. a Brescia nel 1851-


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F RU

Sottot. nel corpo d i S . l\lL nel 1870, raggiunse il grado d i colonnello nel 1893. Coma ndò successivamente · i l 5° ed il 19° regg. fanteria e poi ( 1895) il 5° bersaglieri, indi fu capo d i S. M. dell'XI ( 1896) e del VI C. d' A. (1898). :.\fagg. generale nel 1900, ebbe i l comando della brigata Brescia e nel 1903 fu nominato ispet tore degli a lpini, divenendo tcn. generale nel 1906. Nel 1907 ebbe il comando della divis. di Sa lerno e nel 1908 quella di Torino. Comandante del IX C. d'A . nel 1910, l'anno seg uente, a ll'in izio della guerra libica, ebbe il comando del 1° C. d' A . speciale d i Tripoli, e per aver diretto le operazion i contro Henni, Ain Zara e la. battaglia. d i Zanzur (8-6- 19l2) ebbe la. commenda dell'O . M. S . D esignato a ll'even tua le comando d i a rmata nel 1914, entrò in guer ra con tro l'Austria a l coman do de lla 2• armata e nel 1916 passò alla 5°. In P . A. nel 191.7, dal 1923 ebbe nella riserva il grado di generale d':ir1.11ata.

Frugoni Pietro

sare, << r e fru meutaria comparata», indica precisamente che prima. di u n'operazione mi litare .s'era provveduto a mezzo dei F . ai generi a limentari necessari per i repar t i. Navi frumentarie, erano dette le onerarie.

Frunse (Mihailov, Nlichele). Generale russo della rivoluzione ( 1885-1926). Fu a lla testa del movimen to r ivoluzionario nelle a.rmate della. regione d i :Minsk e vi divenne capo di S. M. Nel 19 18 ebbe il comando della 4' armata contro Ko!ciak e q uindi il comando del fronte orien tale. Ne l 1920 comandò il fronte m eridionale contro Wrangel e subito dopo le forze della r ep ubblica sovietica dell'Ucraina. Nel 1924 fu nominato vicepresidente del Consiglio suprerno m ii. e nel 1925 sostituì Trotzki nel coman do su premo dell'eserc ito russo. Frusta. Punizione che fu in nso negli eserciti e nelle marine eia guerra dell'epoca. velica. Il paziente veniva legato a una scala, oppure all'a lbero della nave, e rice-

Frunse Mtc11e1e

Fru hw irth. Inventore austriaco <l i u n fucile a n p etizione cbe prese da lui nome e d i cni fu arma ta la gendarmeria in Austria. Jn questo fucile il sistema di chiusura e d i scatto ha m olta ana logia col Gras. Il serbJ.toio è situato ne l fusto e con tiene 6 car tuccie che ten-

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La 1)unizio11e della rn1srn 1/Clla mari na vellca ing·Jese Fuci le f'riihwirth, moct. 1870

d ono con tinuamente ad uscire per effet to di uno sping itoio avvolto d a una molla· spirale. Per ricevere le cartucce dal serbatoio e porta rle in direzione della canna vi è una cucchiaia a cerniera. Il fucile può funziona.re anc he a carica.mento successivo. La r ipetizione è <li otto colpi, dei quali 6 nel serbatoio, u no nella cucchiaia ed u no nella camera.

Frulli (Tancredi). Generale, n. nel 1857. Sotto!. dei ber saglieri nel 1877, divenne n el 1908 colonnello comand ante il 10° regg. bersaglieri. - In P. A. nel 1913 fu nel 1917 promosso magg. generale e nel 1923 ass unse il grado di generale di _divi s. nella. r iserva. Frumentarii. E ra no i mi i. d ell'esercito romano a ddetti a ll'ammin istrazione, e più p recisam en te ai serv izi che attualmente si chiamano del Commissariato. La frase, che spesso s'incontra. nei commentari d i Giulio C e-

veva u n d ato numero di colpi di F ., a seconda dell'entitit del suo fallo.

Fubine. Comune in prov. di Alessandria , nella va llata del Grana. i\' el scc. XIII combattè contro i marchesi de.I :Monferrato. Nel 1316 Ugone Baucio, governatore d 'Asti, dopo aver invaso le terre di Alessandria. si volse contro F . ch e, malgrado la gagl iarda resistenza. dei suoj cittad in i, dovette cedere e fu messa. a sacco. Da.i marchesi del 1vfonfcrrato vennero nella seconda metà. de I sec. XV eseguite n uove for t ificazioni, per cu ra. dell'architetto militare Ber linger io da B usca; e ancora raffo.rzate furono nel sec. XVI, per opera dei marchesi di Mantova. Nel 1629 il castello venne assalito e messo a sacco dagli Spagnuoli. Fucecchio. Comune in prov. di Firenze. Le sue origini rimontano a ll'alto medio evo; e nel 1261 già esistevano la rocca e le mura, e i p rofugh i Guelfi vi sosten-

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-nero un lun11;0 assedio, contro i Ghibellini. Appartenne a Lucca fino a che essa fu Guelfa; passata quindi ai Ghibellini, F. Ri diede a Firenze. X el l 323 la popo la.zione si sollevò contro Castruccio Castracani che ne lla notte precedente aveva occupato il villaggio, e lo costrin.sc a ritirarsi coi suoi. Nel settembre 1324 aprì le porte ai fuggiaschi fiorentini baltuti ad Altopascio dal Ca.st racani e questi non riuscì a penetrarvi. Seguì poi le sorti della repubblica di Firenze.

Fucilazione (Art. 8-29 C. P. Es. - Art. 7-31 C. P. Jl.f. M.). E' la pena più grave comminata d ai Codici )1i-

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e perfezionata, divenne portatile nel vero senso della parola e da una sola persona. Quindi il fucile si staccò nettamente dall'artiglieria e verso In metà del XVII secolo fu d'uso generale. I prim i fuci li ebbero dim~nsio'1i

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litari, e rappresenta l'unico modo contemplato dalla nostra legislazione m ii. per inniggerc la pena di morte. Si -distingue in fucila7.ione nel petlo e fucilazione nella schiena. La prima è comminata per reati gravissimi

rur11e a pir11·a e sc1·penuno Fucilt' a 11ic11·a

Fndl e a piCIJ';L COU IJàlOnclla varie e foggia. diversa, specialmente nella cassa. e nel calcio. A confronto con quelli moderni, avevano la canna. molto più lunga ec.i erano anche più pesanti. Quelli per gli ufficiali erano ornati e p iù o meno r icchi tanto nelle parti metalliche, quanto in quelle di legno. P er molto tempo non si ebbero perfezionamenti notevoli nell'arma. X el I i77 fu adollato in Francia il fucile con cui vennero combattute le guerr~ napoleoniche. Esso l'ucl lnzlonc ,Mll'ammlr. ll_vng ii,/

:ma 11011 disonoranti. E' compiuta da un d r·app~llo cli dodici ~oldati e di un caporale, scell i per anzianità fra 1:utte le compagnie prcsem i :illa sede del Corpo a I quale appart iene il condannato. Per l'esecuzione, l'ufficiale più dcvato in grado schiera le truppe e, fatte presentare le am,i, legge la sentenza. Fa, quindi, avanzare il co11dan11ato, che può essere assis tilo eia un m inistro del culto -e, dopo a,·crlo iatto sedere. gli fa bendare ~li occhi. O,·c

.. fucili aral>I

1-'Lidlaztonc llè l lfcncra lo QL1ijarHJ ul Messico ( t0.~7)

il cond:inna10 lo chieda, J>UÒ essere lasciato in piedi e senza benda. Poi il p lotone cli esecuzione compie la sua :tnissione. L a F . nella schiena è infaman te, e viene comminata per i reati che denotano, nell'individuo, l'estrema igno.minia. Prima della fucila7.ione nella schiena, si compie la degradazione. Poi si passa all'esecuzione : il condan11ato è fatto sedere, benda to, colle spalle rivolte a.I p lotone -di esecuzione. L a differenza Ira le due è notevo le in caso di diminuzione di pena; chè, in tal caso, dalla F. nel petto si passa alla rec lusione ;,-iii., e dalla F. nella sch iena si pas:sa ai lavori forzati a vita.

Fucile. Questo vocabolo sorse a sostituire quello di A,·ch,i /mgio quando fu applicato l'acciarino o foci le in luogo ciel serpentino e della. ruota. L'arma, migliorata

a,·e,·a il calibro di mm. 17,5 e il peso di kg. 5 e !anc:aYa un proietto di 28 gr. colla celerità di 2 a 3 colpi al minuLo . .\"cl 1807 si cominc iò a usare l'acciarino a perc:;ussione con capsula di rame. Gli studi del Pauly e <lei D rcysc, comp iuti dopo il primo decen nio <lei secolo scorso, condussero all'adozione in P r ussia nel 1844 elci fucile liscio a retrocarica sistema Drryse (\..) ..Ma que-

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@a9;•1) Fucile re,·01,·er Clc;l secolo XVII

st'arma. già tamo migliore delle precedenii, non potna dare risultat i pratic i veramente notevoli che colla rigatura, la quale permise d i conferire a l pro ietto stabilità lungo la traiettoria. Il problema, già affrontato dai citati Pauly e Dreyse, fu J"isolto convenientemente solo verso il 1850, allorchè il go,·erno francese, in seguito agli studi del Thèveni11, del l\Iinié e del Tamisier, stabilì di rigare le canne dei fucili in servizio. L'esempio fu ben p r esto seguito dalle altre nazioni, che fra il 1850 e il 1866


Fuc

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Iigarono le proprie a rmi lisce e adottarono nuove armi rigate. Tutte queste armi però, meno il Dreyse, rimasero ad avancarica fino al 1866 e fu solo dopo la campagna d i Boem ia, vittoriosa pei Prussiani, che si provvide ovunq ue alla trasformaz ione a retrocarica delle armi .ad avancarica e, successivamente, alla fabbricazfone di nuove armi a retrocarica. Da noi, per es., si ebbe allora la trasformazione del fucile tipo Carcano.

Fucile della ranterla rrance;,e 1779- 1S00 Fucile !lrlla ra111 erla rrances(l mod. 1822

Fuc) IC <Wp pio (u n a CRT1113 SOl)l"fl l'ultra) ])Ili'

1 11rus·11a1ori t111s 11·1aci, mocl. 1787

Conseguenze delle innovazioni furono il ccntramento e il for,.amenlo regolare d~I proietto nell'anima, la maggiore giustezza di tiro, l'aumen to della gittata massima, la possibil ità d i riduzione. del calibro e l'aumento della celerità di tiro che raggiunse e, poco dopo, superò gli 8 colpi al minuto. Da noi venne adottato nel 18i0 il fuc ile Wettel'ly. I notevoli vantaggi tattici cbe l'aumen to della ce lerità di tiro può produrre servirono di

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Fucile a pte1ra della Guarclla Reale tlel rtegno d'[!al!a

grande impulso all'aHento delle armi a ripetizione. Questo nuovo problema, studiato già da tempo, non s i poti: considera.re risolto• che coi successi ottenuti a Plevna dalla carabina americana a ripetizione Winchester, adoperata dai Turchi, e coll'adozione in Germania, nel 1884, del fucile a ripetizione Ma11scr, in F rancia, nel 1886, del fuc ile a r ipetizione L ebel, in Ital ia (1 887) con la trasformazione a ripetizione (sistema Vitali) del Wellerly modello 1870.

Fucile della ranterra rrancese napoleonica Coll'invenzione della balistite s i ebbero n uovi progressi, che portarono da noi a ll'adozione del fucile modello 1891; i progressi però non si arrestarono, e mirarono alla costruzione di buone e pratiche armi automatiche, le quali cominc iarono ad apparire nel 1907 e furono adottate da tu tte le nazioni, con creazione di nuo'"i fucili o trasformazione (come in Italia col mod. 1891) delle esistenti. Fucile itaUano m od . 1891 (calibro mm. 6.5). Questo

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Fuc:

fucile è il pr imo adottato negli eserciti con calibro cost piccolo: fu studiato in Italia in tulle le sue pani, nelle varie fabbriche d 'a1mi governative. I l sistema di chiusura è sul tipo Carcano (tubetto) e quello di ripetizione è del tipo )fannlicher, avendo però i\ caricatore di. forma rettangolare e non romboidale, perchè la cartuccia del fucile mod. 1891 non ha orlo per la presa dell'estrattore, ma bensì una scanalatura c ircolare r icavata nel massiccio del fondello del bossolo. La scatola di culalla, o culatta mobile, è aperta superiormente per la carica ed inferiormente per comunicare col serbatoio. Entro la scatola scorre il meccan ismo di ollurazione, di percussione e di sicurezza, composto di un cilindro girevole e scorre\'ole a mezzo di apposito manubrio con appoggio anteriore (due alette); d i percussore con moli,, spirale scorrevole entro il cilindro, e del tubetto t~po Carcano per la posizione di sicurezza, che è poi in defi11ith-a la posizione ordinaria dell'arma. Il meccanismo d i ripetizione è a serbatoio fisso centrale posto sotto la cula tta mobile; con e levatore spinto. da una mo lla piatta; a car icamento e scaricamento multiplo a mezzo del caricatore simmetrico, contenente 6 cartucce, tipo )1annlichcr. La scatola-serbatoio fa corpo col ponticello. Il sistema di scatto è u ni to a mezzo d i: cop iglia alla par te inferiore della culatta mobile, dietro al serbatoio. Esso è a bilanciere. che ha alla estremità anteriore l'espulsore ed a quella posteriore il dente di. scatto. Il grilletto è forni to d i due piccole gobbe, cbe, premendo successivamen te contro la cula tta mobile, r endono lo scatto in due tempi. L'alzo è a quadrante. Il fucile ha la sciabola baionetta a lama corta e la baccheua. La canna ha la rigatura parabolica, proposta dal . magg. Garelli e provata dal capitano F ilippini. Questo fucile ancora oggi è uno dei più leggeri cbe si conoscano ( kg. 3 .900 senza sciabola - k. 4,240 con sciabola) non troppo lungo, robusto e semplice in tutte le sue parti, ottimo sistema di sicurezza, ottime qualità. balisticlle. Dato in distribuzione all'esercito italiano nel 1891, vi è mantenuto tutt'ora, a,·endo dato ottimo risultato nella dura e lunga prova della guerra mond ia le 1915-1918. Con lo stesso sistema vennero pure costruitL i Moschetti (V.) mod. 1891

Fucile automatico 1110d. 91, tipo T, 1908. Nel 1909, alla Scuola ~en trale di T iro per la fanteria in P arma, venne esperimentato un fucile automatico italiano chiamato allora mod. 91 A, e tipo T perché costruito alla fabbric:i. d'armi di T ern i, ed ideato dall'allora capitano d'art. R cvell i. Questo fucile era a car icamento multiplo, co l solito caricatore del mod. 91. con ser batoio centrale fisso, otturatore scorrevole e girevole; calibro. forma generale, canna, sciabola baionetta uguali al mod. 1891, del quale poteva dirsi la trasformazione in automatico. l'oichè d urante le esperienze forono notati due spiccati incom·enienti: la durezza dello scatto e la mancanza cli a,,visatore di serbatoio ,•uoto; l'allora tenente Pecbeux A Iberlo, elci 44° faut., comanda to a lle delle esperienze, propose tanto la modificazione per a vere lo sca tto com-

Fucile da ramparo francese a retrocarlco, mod. 1831


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Fucile, moschet.to, mosehello per cavallei-ia (Italia, moct. 1801). A destra: baionetta, caricatore, canuccla

pletamentc raddolcito, quanto l'aggiunta per avere completa garanzia d i avviso di serbatoio vuoto. P er quell'epoca la nuova costruzione auton1atica, malgrado in vari punti ancora difettosa, rappresentò u n reale pro_gre_sso nello studio di un'arma. di tal genere, . tanto più importante, in quanto si poteva trasforma.re il fucile g ià. in servizio, usufruendo anche della cassa e anche perchè la costruzione era. relativamente molto semplice. Per varie ragioni l'arma. non venne adotta ta; non ultima ,·agione di ciò fu anche forse la corrente militare allora c.on traria a dare in mano al soldato un'arma che avrebbe -consumato una grande quantità di munizioni, in breve tempo, senza r.orrispondente utilità e senza che v i fosse la possibilità. di un adeguato rifornimento. Tuttavia gl i studii continuarono, e si giunse ad ottenere una trasformazione che diede buoni risultati, ' con un sistema a canna e ·otturatore rinculante, con appogg io anteriore a un grupp,o d i a lette a snodo destro elicoidale. I gas di esplosione p remono sulla testa dell 'otturatore provocando il movimento di rinculo in modo cJ1e in un centesimo d i secondo l'arma è nuovamente _pronta per lo sparo e si può cosl raggiungere un tiJ-o a,ccelerato d i 60 colpi a l minuto.

Fucile ad aria. Fu inventa to d a Guter di N"uremberg 1560 e s uccessivamente perfezionato da molti a ltri. L'esplosione è p rodotta dalla d ilatazione improvvisa dell' aria compressa per mezzo di una pompa pneumatica . Se ne conoscono due specie : in uno, i I serba toio trovasi nella cassa; nell'altro, l'aria viene compressa in un serbatoio d i forma sferica, fatto di rame o co llocato sopra o sotto la culatta. Questo fucile, l'uso d el quale è p roibito ìr. quasi tutti i paesi civili, il Demmin lo classifica fra le armi a ripetizione; perch.è la sua. canna può ricevere s ino a. 20 palle che permettono d i sparare altrettanti colpi senza. ricorrere al caricamento. Alla fine del XVII s ecolo, il fucile ad aria compressa fu usato come arma da guerra dal!' Austria, che ne aveva armate alcune compagnie specia li. 11 el

F,;cile all'ac-ido carbonico. Fu ideato nel 1915 da un ufficiale svedese; l'elemento propulsore, anzichè dalla polvere, è rappresen ta to d all'acido carbonico, convenientemente immagazzinato in un serba toio, Questo fucile è

stato adottato dall'esercito svedese per gli esecizi preparatori della fanteria.

F1<cilc a11tita11ks. Verso la fine della grande guerra, i T edeschi a vevano inven tato ed adottato un F. antitanks, a ripetizione, d el ca libro d i mm. 13, con proiettile avente tre caratterisfiche: perforante (capace di trapassare una lamiera di 15 mm. a 200 m.), incendiario ; illuminante. La velocità iniziale del proiettile pe rforan te, al-

112,,rn · , •

Fucile anlitanks tooesco 1918

l'uscita dalla bocca, era di 800 m .; la traiettoria molto tesa ; la velocità d i tiro era ~<l i 300 colpi a l minuto; il peso del J)roiet tile perforante era di 50 gr. Non si conosce il peso del F., ma s iccome aveva bisogno di cavalletto, s i ritiene fosse molto grave, e di conseguenza poco pràtico e maneggevole. Tale fucile dopo l'armistizio fu cl istru tto.

Fucile a cam,occh-ia/e. Nei primi mesi del 1916 gli Austriaci adottarono ~n congegno di mira .a cannocchiale per fucili, che consentiva il tiro d i precisione anche a lle ma.ggiori distanze. Tale congegno consisteva in un comune cannocchiale, che porta va· fra l'oculare e l'obbiettivo un micrometro e s i applicava. su i comuni fucili parallelamente a ll'asse dell'arma. Il tira tore, per punta.re a l bersaglio non aveva che da far coincide re il crocicchio del micrometro col punto del bersaglio che voleva colpire e quinqi poteva far partire il colpo sicuro che esso sarebbe arrivato nel segno mirato. Per dare m agg iore precisione ed avere quindi la. massima probabilità d i colpire _il bersaglio, il F, veniva. reso stabile, fissandolo a d appositi cavalletti o appoggi, che consentivano il p untamen to mediante opportuni spostamenti dell'ar ma. Di questo congegno gli A~tstriaci munirono numerosi loro provetti tiratori, i quali, continuamente appostati e pronti ad usare l'arma, facevano partire il colpo non a ppena qua lche nostro combattente en trava nel campo visivo del cannocchiale. L'arma era particolarmente micidiale 11ei passaggi obbligati e giornalmente var1 nostri soldati lasc iavano la vita sotto i colpi infall ibili dei ti-


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ratori nemici. Per rappresaglia analogo congegno fu costruito cd usalo a buon diritto anche da noi nei due ultimi ann i di guerra.

Fucila lanciagranate. Durante la grande guerra, si adoperò, chiamandolo col detto nome, ua fucile comune per il lancio delle granate. A queste ultime VCllne adatta ta tllla aslicciuola di ferro che entra va per alcuni centimetri nella can-

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sta denominazione fu in uso per molto tempo s ino alla_ seconda metà del secolo scanso, per d istingucre, nei bgL di fanteria, i soldati semplici d a qnelli che avevano mans ioni e compit i speciali. Così, pei bgl. d'ordinanza, vi er a una cp_ granatieri e le alt re erano di F. Q uando poi i granatieri e le altre m ilizie leggere scomparvero, dai bgl. d i fanteria e questi rimasero cost ituit i di sol i F., ogni pa1·tic0Iare denon1inazione distintiva cessò di esis tere, e anche la voce F. andò in disuso sino all'inizio del conflitto europeo, durante il qua le riapparve per distinguere nei bgl. i fanti ar mati di solo fucile dai mi-

11a, e la grana ta. rinianeva

in fuo-r i. Si adoperava una cartuccia senza p roiettile. La granata ven iva lanciata a breve d istanza con forte angolo di inclinazione. In ! Francia si adoperò, nelk . :.~ ,; trincee, un cavalletto che • I reggeva parecchi di questi - iI fucili, messi in modo, con ~ un s istema di ganci e d i Fucile Jaoclagrannte fil i, che si poleva far parsu l rronte francese (1014) tire contemporaneamente il colpo da tutto il gruppo dei fudli · cosl sistemati.

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F,.cile mitragliatore. E' stato dato quest.o nome, a tipi di fucili a utomatici pesanti (es. il :Mandsen-Rcxer, peso kg_ 7.500) capaci di sparare sino a 200 colpi per minu to: s i t ra tta addirittura di mitragliatr ici portatili come la Hotchkiss 1912, munite di trepp iede sul quale si ap-

Conges-no dl fucile mitragliatore poggia la canna dell'arma. Vennero adottati dai Russi e da i Danesi per la cavalleria, dagli Inglesi nella colon ia del Capo, dai Francesi e dagli Spagnuoli i n Algeria e nel :\farocco.

Fucile a ripetizione b elga, rnorl. 1886

Fucile silenzioso. fu rono dette così d ue armi, nelle quali un congegno a.ppl icato a lla ' bocca de l fucile ha la fawltà di moderare l'uscita v iolenta de i gas e attu t ire in tal modo il rumore. La prima di tali armi fu costru ita in Francia ( 1902) per opera del col. Humbert : il congegno da applicare alla bocca del fucile è lungo 50 cm. e pesa 500 grammi. La seconda fu costruita neg li SJati Uniti per opera di Maxim figlio (1909): è lunga 15 cm. e pesa 250 grammi. L 'a;pparecch io viene a squilibrare il fucile e a disturbare l'innestamento della baionetta .

Fuciliere. Soldato di fanteria armato di fucile. Que-

Fucil ieri del Re Fr ancia, 1G71

Fucilie1'i cte lla Guard ia Reale t 825

traglieri, da quelli addet t i alle sezioni di lanciabombe,. ccc. Essa, però, non era ancora sanc ita dalla nostra regolamen tazione. Lo fu solo dopo la guerra, per indicare, nella squadr a armi leggere il nucleo di uomini armato di fucile o moschetto e per distinguerlo da quello destinato a Iar funzion are la m itragliatrice leggera. Nel 1928, ricostituito il bgl. di fanteria su le sue basi. uaturali della potenza di fuoco cd u1"to, aumentamlo notevolmente il numero _ç]egli uomini armati d i fucile o moschetto, la voce F . fu confermata nella nostra i-cgolamentazione tattica ufficiale.

Fuciliere. Torpediniera, varata a Sestri Ponente c<f entrata in servizio nel 1910; lunghezza m. 65,75, larghezza 6,11, rl islocamcn!o tonn. 424, macchine HP. 6269; arntamento cannoni 3 da 76, lanciasiluri 3; sta.to rnag-• giare 3, equ ipaggio 47. F ncil·i eri di montagna. Reggimento di fanteria, costituito nel regno delle Due Sicilie n e l 1752, col compi to di man tenere l'ordine pubblico, e costituito di 10 compa_gnie. Nell'ord inamento 1780 questo corpo scompare, ed è sostituito da un Corpo di fucilieri da ca.mpagna., i qua.li facevano ufficio di gendarmeria. X el!'orclinarnenio 1800' non esiste più il corpo suddetto, ed esiste invece, con lo stesso compito, un battaglione fucilier i rii città.

Fucina di Marte. Raccolta di scritti bellici, pubblicata nel scc. XVII, comp rendente le opere m ii. allora in voga. L'editore fu il Giun ta cli Venezia che la mise in vendita. nel 1641. In essa sono compresi: « Carichi m ilitari " (Brancaccio); « Regole della Cavalleria >l (Melzo); << I l Governo della cavalleria leggera>>, e << Il maestro di campo generale >J (G . Basta); « Specchio _e disciplina militare>> (Francesco di Valdcs); << D iscorso intorno al form a re uno squ adrone) (G. B. Gallucci); << Origine, eccellenza e necessità. dell'arte militare>> (G. B .


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Colombina); « J .a militar disciplina» (E. Cervellino) ; " R ~golc dei squadroni di fanteria>> ( f. Gallo); « Lo s-eolaro tiombardicre » ( Chincherni); « Il capo dei bombardieri» (Sardi); « li bombardiere veneto,, (Sciaban). ).

Fu-Ciu. Citt:\ nel Fo-kien, in Cina, presso le foci del )1in. Xell'agosto 1884 l'ammir. Coubert, comandante la squadra francese dell'Estremo Oriente ebbe ordine dal suo governo di affondare la flotta cinese, ancorata in quel porto, e di bombardare i forti e l'arsenale. l i compito era difficile poichè le navi cinesi, che erano pari di forza e di armamento alle francesi, erano appoggiate dalle artiglierie de i forti, dirette da ufficiali tedeschi; tutta\'ia l'a1umir. francese il 23 agosto, affondate a cannonate le navi nemiche, bombardò le opere e distrusse l'a rsenale. I l 25 successivo poi, colle sue 7 nav i sfilò lungo . le sedici m iglia che separano 'la città dalla foce, e bombardò le numerose opere che guernivano le due rive del fiume; q uindi, inviati a terra reparti di sbarco, fece comple tare le distrnzioni, men tre le cannoniere tenevano indietro le forze nemiche che accorre\'ano per impedirlo. Fuengirola. Villaggio sulla costa meridionale della Spagna, presso Malaga. Durante la campagna del 1810 gli Inglesi, per alleggerire la pressione dei Francesi che assediavano Cadige, dec isero di sbarcare a F . e cli occuparne il castello, tenu to da una piccola guarnigione francese, di circa 200 uomini. Si proponevano poi di dare la mano alle popolazioni delle vicine montagne, che ancora resistevano, e in seguito di piombare su ::VIalaga. Una squadra di due rnscelli, quallro fregale e tre brick. giunse il 14 ottobre in vista di F . con quattro trasporti su cui erano imbarcati 4000 u. al comanrlo del gen. B layney. Sbarca ti a Cala-de-Ì\lora, il 15 coronarono le alture circostanti la p iazia e aprirono il fuoco con una btr. di cinque pezzi. l\lentre le navi bombardavano le opere, giunsero 3000 u. al comando del gen. Sebastiani i quali, attaccate di ro,·escio e di sorpresa le posizioni degli I nglesi, ben pre»10 ne ebb<:ro ragione, costr ingendoli con le perdite di 250 u. a r iparare su Ile navi. Contemporaneamente anche la guarnigione operava una sortita, si impadroniva della l,atteria e riusciva, nella mischia, a prendere prigioniero il generale inglese.

I. Assedio di F ucntcrrabia ( 16j8). Un estrcito francese, comandato <lai principe di Condé, composto di 18. mila fanti e 2000 cavalli, appoggiato da una squadra appostata nel seno di F., investì la pia?,za e iniziò un violento bombardamento, tentando per due mesi assalti che furono sanguinosamente respinti dall'eroica guarnigione, comandata da 1-Iichele Perez e da Domenico. Eguia. Ben 16.000 proiettili avevano lanciato i Francesi. contro la piazza, quando giunse a soccorrerla un esercito spagnuolo di 15.000 fanti e 500 ca,·alli, comandati da. Alfonso Enriquez de Cabrera. Il primo assalto alle trincee francesi di circonn llazione fu dato d:i. 2000 uomini scelt i, comauclato <lai marchese Ca rlo Andrea Caracciolo. )'falgrndo la resistenza dei Francesi, le trincee furono, superate, e altre due colonne spagnuole, guidate dal marchese De Jos Velcs e (bi ma.rchese di '.Mortara, irruppero, nelle linee violate, sconfiggendo completamente i Francesi, dei quali parte si salvò attraverso i monti, partesulla flotta, abbandonando tulle le artiglie rie e 2000 prigionieri, e lasciando 1$00 morti sul terreno, dopo cli. averne già perduti 3500 nell'assedio; 2000 perirono annegati mentre tentavano di salire sulle barche. J vincitori ebbero a registra1·e lievi perdite. II. Co111battime11to di Fiie11terrabia (Fonterabie nei testi francesi). Appartiene alla campagna del 1794 nei Pirenei Occiden tali. La piazza era difesa da appena 600 uomini, quando fu attaccata, il mattino del 1° agosto, dai Francesi della divis. 1loncey. ).falgrado un vivo fuo-

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Fuente de Cantos. Borgo della Spagna, nell'Andalusia. Durante la campagna del 18 10, il maresciallo Soult ordinò al marcsc. ::\1orticr di r iunire in El Ronquillo il 5° Corpo per stri ngere gli Spagnuoli ne!J'Estremadura. Il 15 settembre i F ranccsi giunsero a F., ove furono affrontati da 2700 u. di cavalleria, fra i quali l()J)O l'ortoghc$i. La lot ta, breve ma accanita, terlll inò colla vittoria dei Francesi che fecero 500 prigionieri e presero 6 cannoni. Fuenterrabia. Comune della Spagna, in provincia di Guipùzcoa, presso al confine con la Francia e a due km. d,1! mare. Fu colonia. romana. Fu più volte assedia ta dai Francesi, i quali nel 1476 e nel 1513 vennero resp inti, ma riuscirono a prenderla nel 1521. Qui,·i tre ann i dopo furono assediati dagli Spagnuoli e costretti alla r esa. Allora Carlo V fece restaurare le antiche fortificazioni, m unendola fortemente. Fu ancora assediata e presa dai Francesi del duca di Berwick nel 1719 e nel 1794 e dai Carlisti durante la guerra civile.

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La fortezza di Fu entcrrabla

co d'artiglieria, quesll\ si impadronl della ridotta dei: Cappuccini, e la guarn igione, minacciata da forze superiori, si arrese la sera stessa, abbandonando ai vincitori grande quantitit di munizion i e d'approvv igiona-menti, e ducccmo cannoni.

Fuentes (Forte di:) . Sorse sopra l'alto promontorio, di ::\fontecchio, sul lago di Como, presso Colico, ad opera ciel conlc di F uenles, vicerè di Lombardia, a difesa della stretta di Bellano, e a dominio del piano di Spagna e delle provenienze dulia Va ltellina e dai Grigioni. 1 la-


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FuR vori furono iniziati nell'ottobre 1603 su d isegni di Broccardo Bozzone piacentino, e terminati nel 1607: il forte ebbe per quasi due secol i molta importanza d ifensiva, e

zato del conte di ::vfansfeld, e, dopo la morte dell'arciduca Ernesto d ivenne governatore dei Paesi Bassi ( 1595),' segnalandosi alla presa d i Doullens e di Cambrai. Nominato governatore di •M ilano, costruì forti a difesa del lago di Como, per tenere in rispetto, i Gr isoni della \'altelJina.

F,umtes (Pietro Emico d'Aze-~edo de). Generale spagnuolo (1560-1643) e abile d ip lomatico. Comandava le fanterie alla battagli a di Rocroy (1643) dove rimase u cciso essendosi fatto portare sopra una poltrona all'attacco delle linee francesi. Fiwntes d'01ìoro. Borgo della Spagna, in prov. d i Salamanca, ai confini del Portogallo, sul · ruscello Duas Casas.

venne radiato nella seconda metà del secolo XVIII,, e smantellato J1el 1796, per opera del generale francese Rambaud.

Fuente-, Don Pedro

Fug-g·etta Gaetano

Fuetites (Don Pedro E1iriq11ez de Azevedo conte d1). Generale spagnuolo (1535-1610). ,'/ominato generale di cavalleria nel ducato J\!Iilano, fu poco dopo inviato in Portogallo dove d ifese Lisbona dagli Inglesi, e battè il gcn. Norris (1589). In F iandra f u consigliere apprez-

Battagl·ia ài Fuentes d'Oiioro ( 1~11). Appartiene alla guerra deli'esercito franc~se ' in Spagna. Quando il gen. Masscna ritornò dal Por togalJo, il gen. inglese '..Vcllington, bloccò A!meida. La s ua armata aveva la forza di circa 36.000 u. e stava accantonata nei pressi di quella fortezza. M,1.~sena, che d isponeva di circa 40.000 fanti e 5000 cavalièri, il mattino del 3 maggio fece attaccare il villaggio d i F . che sapeva impor tante punto d'appoggio de ll'armata anglo-portoghese. L'attacco avvenne col Il e IX corpo di fronte, mentrè u n a d ivis. dell'VIII cercava di guadagnare la dr. nemica. :Ma gl i accidenti def ter reno, e le d isposizioni del Wel lington riuscirono, pure con g.ravissimc perdite infl itte specialmente dall'ar tiglier ia francese, a far ma11tenerc agli Inglesi dopo alterna vicenda, il villaggio, nella parte superiore, pii1 atta alla d ifesa. Le divis. Ma rchand e Ferrcy dove ttero inoltre ripassare i! :fiumicello Duas Casas, abbandonando anche la parte p iù bassa del villaggio. II gen. Massena non era ·ancora giunto sul campo ne lla sera ciel 3 e solo il 4 mattina, col l3cssières, fece una. ricognizione delle posizioni. Wellington, temendo un attacco verso Navavel, p rolungò la sua fronl'e d i battaglia da. quel lato colla. 7" divis. All'a lba del 5 maggio, il III Cor po, e tu tta la ca valIeria francese si p resentarono dal lato opposto verso Pozovelho, ed il VI (Loison) con parte del IX comparvero sulla. sr. ·wellington rinforzò subi to la 7• divis. (Houscon) co lle fanterie leggere cli Crawford, e colla. cavalleria del centro (Stapleton). Staccò poi s ulla d r. la I" e 3" clivis. tl'a D u as Casas e Tur,;mes. I Francesi died ero l'assalto a I Pozovelho, r espingendo la 7° clivis. inglese, impadronendosi del bosco, e por tando la prop ria cavalleria (Ilfontbrun)- su lla p ianura antistan te. 11 comandante portoghese della cavalleria fece ogn i sforzo per opporsi a ll'avanzata fra'1<:ese, ,11a. dovette ceoere quantunque soccor~0 da repart i inviatigli. dal Wellington. E poco dopo la cavalleria francese, a vvolgendo la 7• d i vis. inglese e la cavaJleria ( Cotton), per quanto battuta dal fuoco anglo-por toghese, wstrinse a lla ritirata a nche l' intera armata del Wellington, che dovette cqncentrarsi intorno a F . con distaccamen ti sul fianco destro per a~sicura rsi u n pas~aggio sul ponte cli Castellobon . Riusciti a collocarsi sulle altu re tra T u rones e il Duas Casas gli anglo-portoghesi, il Wellington mandò u n d istaccamento d i ca valle ria a cercare d i tagliare le cornunicazion i ciel nem ico con Ciudad Rodrigo. Massena s i limi tò a continuare il cannoneggiamen to degli lni:tlesi e ad attaccare con d iverse cariche d i cavalleria le posizioni avanzate di :F. per rompere il centI:o delle posizioni nemiche. F ino a notte i Francesi con tinuarono questo ostinato attacco.


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Battaglia di Fuen1es de onoro (181 I)

VI e IX corpo avevanc da to l'assalto al ce1itro; ma \Velli ngton, p iù tra nquillo de lla situazione sulla dr., rafforzò le d ivis. l' P 3", e man tenne le posiz ion i. Il combattimento sulla d:·. continuò fino al!P 12, e in F . durò tu tto il giomo, fino a q u an do i Francesi passando il Duas Casas, obbligarono gli alleati a ritira rsi sull'a lto. Intanto il II Cor po francese ( R eynier) fece un attacco dimostra tivo alla estrema sr. alleata ( Erskinel che d ifendeva i passi del D u as Casas, il for te Concezione e Aldea: ma, vista la posizione degli Inglesi, non andò a fondo. Anche ad Almeida non avvenne nulla di nptevole, quantunque v i fosse acca mpata la divis. Can1phel!, pronta a d imped ire che il con voglio viveri e mun izioni francese in attesa a Gal Jc-go. tentasse d i penetrare nella p iazza. L a battaglia così r[mase d 'esito pressochè nullo, giaccbè in complesso am bo le par ti mantennero le loro posizioni. Però i risultati furono in fondo vantaggiosi agli anglo-por toghesi : giac-ch è l'obiettivo princ ipa le dei Francesi, d i conser va.re e vettovaglia re Alme·ida (Y.) non fu raggiunto. Le perdi te eia pa rte dei Francesi furono complessivamen te, per J.u tte e due le giorna te, di 2000 u . circa. Da parte alleata , secondo i Francesi sarebbero state doppie; ma pa re invece eh-e si siano limitate a 1500 u . compresi 300 prig ionieri.

<on alter mt sorte. F rattanto il

Fuggetta (Gaetano). Medaglia d'oro, n. e m . a Siracusa ( 1841-1884). Soldato nel 51• regg. fanteria, venne decorato della mcd. d 'oro nelJa battaglia di Custoza (24 giugno 1866) perchè « gravemente f erito ad un braccio, mentre con esso spingeva un cannone che tentava salvare, non volle desistere da,! suo intento, ed incoraggiando i compagni che lo aiutavano, con tinuò a spingere servendosi dell'a ltrq braccio. R imasto anche questo gravemente offeso dal fuoco nemico, il p rode soldato cadde a terra privo di forze e continuò ad an imare i commiliton i, sino a quando venne raccolto dal nemico. Libera to il 24 agosto, S. M. il Re Umberto volle premiarlo, dandogli un impiego nelle ferrovie.

Fulda. Città della Prussia Occidentale, sul .fiume omonimo. 'li 12 novembre 1813 vi f u concl uso un trattato fra Austria e Wiir tembcrg, in seguito al quale il W iirtembcrg entra va a far parte della coalizione contro la Francia. Fulloni (Adeodato). Generale n . nel 1858. Sottot. !nedico nel 1884, par tecipò alle campagn e a'Africa del 1887- 1888. Iniziò la guerra contro l'Austria col grado di colonnello : si meritò la med. di bronzo dei benemeriti della salu te p ubblica e divenne brigad iere genera le nel 1918. I n P . A. S. nel 1920, d ivenn e nel 1926 ten. generale medico in A. R. Q. e nel 1927 passò nella riser va. I

Fulmicotone. V . Coto11,é ful11·oi11ante. Fulminatì. Sono i sali dell'acido fulminico. Si ottengono facendo sciogliere il metallo nell'acido nitrico e aggiungen dovi l'alcool etilico nelle proporzioni itabilite Quell i a<loperati per usi mii. sono i F_. d i mercurio e di rame, adoperati per la prep a razione di. capsule e cli inneschi esplosivi, •canto ailo stato puro, quan to mescolati con sc,sta.nze ricche di ossigeno (clorati, nitrati, acido picrico, ecc.). Fulminatina. D inam ite a base i nerte, per la fabbricazione de lla quale si adoperano ritagli d i tessu ti di lana qua li assorben ti d ella nitrog]jcerina . Fulmine. Cacciatorpediniere, varat o a Sestri Ponente ed en trato in ser vizio nel 1899; lunghezza m. 61, la rghezza m. 41, d islocamento tonn. 298, macchine HP.

4800; arma.mento cannoni 1 da 76, 3 eia 57, lanciasiluri 3; stato maggiore 3, cq uipaggio 40.

F11.lloni Acleoctato

Fmnel Pietro

Fulton (R oberto). Mcucanir;o am ericano (1 765-1815). Fra le s ue numerose invenzion.i interessano la tecnica mi-

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litare la prima nave da guerra a vapore, a ruote, progettata nel 1812·. Era armati di 30 éannoni da 32 c. Il F. inventò pure fin dal 1801 un congegno per pt'ovoca1·e lo scoppio subacqueo di una mirnt, che diede poi origine a lle torpedini. Costruì inoltre il <e Nautilus >> , battdlo-pe$Ce, specie di sottomarino, che tuttavia non ebbe allo ra fortuna.

Fulvio. Nome di pa~ccchi consoli romani, fra i quali : :Marco Fulvio F/a.cco, console nel 125 a . C., morto nel 121 combattendo per i Gracchi ; Qu-into Fulv-io Flucco, console nel 2.37, 224, 212 e 209 a. Cr. che nel 212 vinse i Cartaginesi guidat i da Annone e nel 211 conquistò Capua; Ser.Jio Fulv·io Nobiliare, console nel 189 a . Cr,, vincitore degli Etoli : come pretore nel 196 aveva conquistata 1'oledo. Fumaiuoli. Il fumo che si genera nella cornbustior.e del carbon fos~ile è causa d i distu,·bo negli ambienti abitati, perchè altera la con;iposizionc chim ica dell'aria e insudicia locali ed oggetti; da ciò la necessiià di allontanarlo mediante i fomaiuoli. Sono questi d ei,, g.rossi condotti che, prendendo origine d alle camere delle caldaie, si inalzano sui ponti s uperiori. I l condotto è cir condato da un tubo più largo, detto camicia del fumaiuolo, che ha lo scopo di aumen tare il movimen to ascensionale dei r,rodotti d i combustione. I furnaiuoli debbono aver un'altezza suf.fkiente per scaricare i gas e le sostanze solide del fumo nell'a lta atmosfera, dove si µossono espandere e dilu ire nell'aria,

Fumel (Pietro). Generale, n. a Ivrea, rn. a Mila.no ( 182;1 -1886). Studiò per suo conto materie mi litari ed eseguì lavor.i di fortificaz ione. N cl 1860 ebbe il comando del bgl. di l\lL li'[. d'Ivrea, e poscia ebbe l'incarico, col grad_o d i colonnello, rli organizzare e di istruire le Guardie nazionali nei :Mezzogiorno, lottando ,con energia contro il brigan ta~gio e distruggendo parecchie temute ba11de. La sua dtuèaa e le eseguite fucil azioni ebbero eco a lla Camera, tanto che si d imise ( 1863) per essere però su bito richiamato. Nel 1866 fu nominato generale e nel 1867 s i ritirò dal servizio. Fumo. L'impiego del fumo per scopi bellici è di data antichiss1ma. Nei primi tempi, esso fu usato com? ottimo mezzo d'offesa,; mentre ora, col progresso delle armi, viene adoperato soìo come meno coadiuvante : per uascondere al .nemico spostamenti di repa rti, oppure opernzioni d i appresta.mento; per appesantire gas tossici di facile d ispersione, oppure a scopo di mascheramento; per segnalazioni a distanza; ccc. Nell'assedio di Delio ( 424 a . C.), gli Spartiati usarono miscele accese cli pece, carbone e zolfo, s ia per z.ttaccarc con l'incend io le m ura della città, sia per scacciarne i difensori col calore e co l fumo. Nei 1640 il noto chimico G laubero fornì la formula per la preparazione d i bombe fumogene e incendiarie, da impfogarsi contro i T u rci,i, preparate con trementina e acido nitrico. Leibniz, nel 1670, segnalò un artifi7,io per la produzione abèondante di un fumo· insopportabile. Voltaire riporta l'episodio che Carlo XII fece impiegare, a scopo fumogeno, della paglia bagnata a cui venne dato fuoco. In tal modo, egli potè manovrare il proprio eserçito se11za che gli avv?.rsar1 potessero scorgerne i movimenti e portare le ~ue forze vicino ai Sassoni, mentre questi si trovavano alle p rese col fumo a llo scopo di farlo dile-

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860 guare. Un altro esempio ci è o fferto nella guerra d 'ind ipendenza della ·Grecia (V. Apostolos). Per potersi difendere dalle masse di fumo occorre agire diretta.men te con tro di esse. A tal fine si prestano be.ne le bombe e i proietti, da llo scoppio dei quali e da l q .lore che s i sviluppa_ si ot tiene l'azione necessaria per sollevare ii furno dal terreno. 1 proietti incendiari e gli illuminanti sono i più indicati allo scopo, perchè producono maggior quantità di calore. Se il fumo avanza in posizion i prossime, s i possono utilmente adoperare anche correnti di aria· otte11ute con ve.n tilatori o con getti di aria compressa; e, impiegando simultaneamente i lanc iafiamme, la dispersione r iuscirà più efficace. Si raggiunge a ltresì tale scopo attaccando la nuvola con getti d i acqua e successivamente con licjuidi in fìammati, ' il cui calore serve a va,porizzare l'acqua sparsa sul terreno. Cosicchè, rompendo la compagine de!la massa gassosa con proietti, bombe e petardi, e ottenendo contemporaneamente col c~lore una · d'i minuzionc delh densità d i essa, si determina un moto ascensionale di colonne di .:ria e di vapo,·c che, con la loro corrente, tra se i nano il fumo e ne p rovocano la sollevazione negli strati supc,·iori dell'atmosfera, disperdendolo quindi n~ll'aria, ( V . anche i11aschuamento).

Fumogeni. Sotto tale nome si comprendono parecch i prodotti o mescolanze adatte di speciali sostanze, che banno la proprietà d i generare fumi o nebbie artifidali in ·appropriate circostanze. Questi compost i possono consi<lerarsi, ai fini bellici, come sostanze sussidiarie inquantochè, pur non manifestando talora una

SCOJ>PiO clt llomlla fltrnogena

ve.ra azione offensiva; riescono però di largo aiuto nelle azion i d i offesa e difesa. Nell'ultiimi guerra, per ottenere schermi fumogeni, vennero prat icati, a seconda delle circost~nze, s istemi div;rsi che possono r iferirsi ai seguen ti p rinc ipi o modà:lità fondanien tali: a) Combustione di miscele J1t111ogene, preparate in adatti recipienti con uno speciale dispositivo per l'accensione. Tali miscele era.no per lo più a base di un metallo cli elevato potere elettro- positivo e di tctracloru~o ·d i carbonio. b) Ncbttlizzazù:me., a m ezza 1:1,: csf1/osio11e, di speciali .,ostanze igroscoJJichc: anidride fosforica p roveniente d al fosforo nebulizzato che spontaneamente s'infiamma; cloridrina solforica; cloruro di solfori le; tricloruro d i ru·senico; tetracloruto di stagno, cli titan io, d i · silicio, ccc., rontenute in granate, bombe, ccc. Dette sostanze, all'at!o dello scoppio, si polverizzano nell'atmosfera generando cosi nebbie voluminose.

e) Vaporizzazione di tal1tn-i acidi: oleum, acid o cloridrico, che venivano spruzzati nel tubo di scarico di


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corllnc di rumo prodouc eta aeroplani

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aeroplani, « tanks n. n,otoscafi e anc-hc nelle ciminiere delle navi. a) Reazioni chimiche fra a.ppropria.ti c01npnst-i u eb11liztati, come, ~.rl <:sem;iio, fra il tetracloruro di silicio e l'ammoniJca, sµecic ir prcsernm di abl,ondantr umidita. Tale sistema, clic trovò pe r questo larga applicazione in )farina, fu adoperato anche nella guerra. terrestre; e, all'uopo, speciali reparti furono dotati di za ini a sacco contenenti un apparecchio fumogeno a base di tetraçloruro di silicio e amm<'niaca. Tutti i F . possono d ividersi in tre gruppi µr in cipa li, ,,i quali fauno capo i composti caratt~rizzati da. partic.olari afiinita di con,portamento ed efficacia di azione. Le m iscele fumogcce, che r ich iedon:, unn s;iecia le preparazione, trovano posto, im·ece, in un sottogrupro a !)arte. li primo gruppo comprende i F. atti~-; i quali, o ltre alla. proprie tà d i generare spontanèamcntc fumi, esplicano anche una energica azione fisiologica sull'organismo umano. _I principali_ prodotti d i que9to tipo sono: l'anidride o;olforica, che è irritante; la cloridrina solforica, irritante e caustica; il cloruro di solforile, irritante e caustico; il tr icloruro di a rsenico, tossico; l'opacitc, irritante e soffocante. li secondo gruppo comprende i F. i11cc11diar1, che, a contatto dell'aria, si accendono spontaneamente generando dense nubi opache. Vi appartiene il fosforo, dotato anche di azione tossica, e ritenuto come il fumogeno p:ù efficace. Il terzo gruppo comprende i F. -i->mow-i, i quali producono so ltanto densi fumi, senza. essere dannosi per l'organismo, rnme : il tetracloruro r.li stagno, d i titanio e d i silic io. Le miscele fm•1ogn1r. impiegate durante la ~uerra, pur generando talvolta nebbie con un potere di offuscamen to inferiore a quelle prodotte dal fosforo, a vevano rcrò il vantaggio di essere facilmente maner..;evcli e di non presentare i pericoli che accompagnano d i regola l'uso d el fosforo. I Tede.chi furono i primi a impiegarle e, nella bauag!ia. d ello J u tland, sembra cbe abbia r:o adoprrn to una m iscela d i an idride solforica e di cloridrina so lforica. le quali, a comàtto dell'aria e per azione del vapore acqueo d i qu esta, svilupp~no dens i fumi bianch i. P arecch ie furono le miscele o paste preparate a scopo fumogeno e gli stu di relativi ebbero particolare sviluppo massima-

.t.<icntc in Frar:...ia e in América. La loro compos1z1one era di regola basata sull'impiego delle seguenti sostanze: a) un meta llo in polnrc, o allo s ta~o nasrenre risu lt•1ntc dall'azione di un riduttore sull'ossido corrispondente; b) miscela ter mica per produrre il calore necessn.rio per volatilizzare il metallo; r) sostanza clorurante; d) materie porose assorbenti, per ottenere il necessario impasto. Dette miscele, op portunamente modificate, vennero usate il: proietti vari boml'c, randclc, scatole fumogene, nonchè congegni sJJcciali per segnalazioni

Funck (Carlo). Generale e scrittore militare tcde.;co ( I i61-1828). Proveniente dalla cavalleria, combauè con/ro la Francia e raggiunse il g rado d i tcn. ge11eralc. Fra. altro, scrisse: « Storia dell'imperatore Federico»; « Ricordi della campagna del corpo sassone nel 1812 ». Funen (o Fio11ia). Isola nel mar Baltico, appartenente ali' Arcipelago Danese, frn il Piccolo Belt che la s_epara da ll 'Jmlancl, ed il Gran Belt che la scp~a da l Seeland. Ebbe importanza militare durante la guerra tra 1.1 Germania e la Danimarc1 nel H:48, quCJndo il comandante supremo dei Danesi vi si rifugiò con le sue truppe, promo a prendere l'offensiva. Una seconda voi-. ta tale isola d ivenne il posto di conccntraJ11C11to delle ttuppc danesi nt:I 1864. durante la guerra dello Schleswig-Holstein. <",Ii alleati au~tro-tedeschi stavano per tentare il µassa .ngio del P iccolo Helt per invaderla, ma i Danesi non sostenuti dalla propria flotta impegnala allrove, dovettero arrendersi. Funfkirc hen (o Pecs}. Città dell'Ungheria sul versante meridionale del massiccio di S. Giacomo, presso le sorgentr del T<cnesÌ t. Essa costituiva il baluardo d i frontiera dell'l,:,,r:;hcria verso la Schiwonia. .:,/e! 1543 fu conquistata. da Soli1mu10. Assedio e presa t!i Fii11{krchc,i (1686). Appartiene alla guerra ùell'i111pero d'Austria contro i Turchi. Il duca d i Lorena non avendo potu to p rovocuc a. battaglia. caruì>ale i! Visir tur,o, !)en~ò di porre l'assedio a F. Il p~inc,pe Eugenio fu incaricato dell'impresa. Non trovan dosi la città fortllica tu nè cinta di mul'3, i Turchi non_ vollero organizzarla a difesa, ed appiccalo l'incendio alle case, si rit irarono ne.I castello. I! p rin cipe E ugenio, fatti


s,:enderc da cavallo i suoi dragoni, ordinò loro di smorzare l' incendio, operazione compiuta con non lievi diff,coltà, e s'avviò col resto delle sue truppe all'attacco c'.el castello. :Malgrado il fuoco intmso e continuo dei Turchi, fece r i,mpire il fosso del castello, ~d intasare t•na grossa mina sotto le mura dello stesso. Ma, prima d1e fosse pronta, una bomba fece rovina re il pozzo del castello, cd i Tùrchi, rimasti senz'acqua, s i videro costretti a capitolare, in numero d i 3000. Nella piazzJ gli imperiali trovarono 18 cannoni, enorme quantità di munizioni e numerosi cavalli.

Funicolare. Sistema di trazione med iante il quale wia forza motrice agisce sopra una fune che trascina i

veicoli. Si usa specialmente nei terreni a fortissime pendenze. I sistemi funicolari possono essere automatici o no. Con i primi si adopera come foi·za motrice il peso del veicolo che si trova nella stazione p iù alta; negli altri la forza motrice è procurata da una macch ina a vapore, o da una motr ice idrnulica, o dalla d inamo sec,;mdaria di una t r asmissione di forza. mediante l'elettricità. La puleggia superiore d i rinvio diventa così una puleggia motrice. Allo scopo di accrescere la s icurezza del s is tema, generalmente si collocai10 lungo la linea delle dentiere, ingrananti èon alcune m ote dentate. Q.ueste sono calettate sugli assi dei veicoli e rigida.mente connesse alle puleggie dei freni, sicchè con esse è possibile, anche in ca.so di rottura della fune, regolare la discesa del veicolo. Inoltre si pongono dei freni a mano od a utomat ici per arrestare a piacimento la carrozza la quale si a rresta da sè nel caso di rottura della fune. Alcune volte una disposizione $pecialc automatica impedisce che si o ltrepassi la velocità regolamentare. In Italia si hanno pai·ecchie linee funicolari (Ch iaia- Vomero, Como-Bru•na te, Mon tecatini, Supcrga, del Vesuvio, ecc.) alcune delle quali di tipo speciale. Le funicolaii hanno una grande importanza dal punto di vista militare, specialmente in territorio montai10, 1~a richiedono per la loro costruzione ed esercizio molto tempo e forti spese. Per questo durante la guerra europea si impiantarono numerose teleferiche per il trasporto di mezzi e persone. (V. Teleferiche).

Funzioni amministrative. Le attività che il soggetto ùi ogni azienda (proprietario - amministratore fm:izionari, ecc. a seconda si tratti di azienda pul:,blica o privata) svolge per il raggiungimento degli scopi dell;azienda stessa p rendono il nome di funzioni amn1inistrative. ln relazione ai momenti della vita dell'azienda si suole distinguer le in funzioni iniziali, vitali e finali, a seconda che vengano compiu te al sorgere di un'azienda, durante la sua norn,ale attività e quando questa dovesse provvedere al suo scioglimento. Altra d istinzione delle funzioni amministrative è quella in rapporto agli organi che le compiono, giacchè non potrfbbero esplicarsi fu~1zioni senza l'esistenza di speciali organi che le mettano in atto. Sotto tale rispetto si distinguono in funzioni direttive, esecutive e d i controllo, e consultive. Mentre non in t utte le aziende private coc~istono tali orgai1i, s i r iscontrano invece in tutte le aziende pubbliche nelle quali alcuni degli organi stessi funzionano anche in gerarchia. La necessità dell'esistenza dei detti ore-ani trova fonda mento nella natura stessa cklle funziò; i, nella d iversa capacità e preparazione delle persone chiamate ad esplicarle, nell:i. specializzazione in tm de-

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Fuo,

terminato ramo per ricavarne il m1ssimo rendimento di azione, ccc. Nella vasta azienda militare i ct1versi or;;ani sopra indica ti s i trovano sempre, e taluni suddivisi anche a ~econda della materia ad essi devoluta: tecnko-militar e, legale-amministrat;va, ecc. Gli organi si d isting\lono in centra li e periferic i; i prim i comp1·cnclono o,gani direttivi, consultivi e d i controllo, e nei secondi si aggiungono anche gli esecutivi. Le funzioni amministrative si esplicano mediante i cosi detti atti e fatti amministrativi, e cioè: le funzioni diretti\"e med iante l'ord ine, il visto, il controllo, il .mandato, ccc. ; quelle esecut ive con la. tenuta e la resa dei conti, ecc.; que·lle d i controllo med iante la vc.-ificazione cle1 con ti, l'autoriaazione di carico e di scarico, ecc.; quelle consult ive mediante i l parere sulla com·enienza d i un atto amministr:.tivo, sul!'azione da svolgere nelle controversie, ecc. Vi s-0no organi che sono direttivi e d i controllo nello stesso tempo, ma i direttivi sono sempre distinti da quelli esecutivi.

Fuochi. E' il complesso dei tiri che possono esegu irs i con fucileria, con 1nilragliatrici e anche COH artiglierie di piccolo calibro, per ottenere il Jìanchcggiamcnto dei fossi nelle opere di fortificazione: fianchrngiamento che è importantissimo contro l':tsscdio regolare e contro gli attacchi d i sorpresa e d i viva forz.a, servendo esso a •:ontrastare all'assalitore il passaggio dei fossi e la demoiizione del muro di scarpa. E;so rende perciò attivo l'ostacolo pre.'<Cntato dai fossi, sopprimendo l'angolo morto a cui questi danno luogo. I F. che servono a battere un fosso si d istinguono in normali e pai·alle li, secondo che banno direzione trasversale, o !0;1gitudinalc rispetto a l fosso; i primi poi cliçonsi diretti o d i ronscio, a seconda che provengono dalla scarpa o dalla controscarpa; gli a ltri chiamansi di fianco o cli spalla, secondo che sono forni ti da ope re addossate alla scar pa o da ripiegamenti di questa, oppme da opere di controscarpa. Le parti fiancheggianti destinate a somministrare questi F. sono le gallerie di scarpa (gg) per i fuochi dirett i ; le galler ie di controscarpa (g'g') per quelle di rovescio; le caponiere (-e) ed i fianchi, ottenuti con ripiega men ti della scarpa del fos~o o della linea cli fuoco per quelli di fianco; tratti d i galleria di ccntroscarpa ai salienti (s) per quelli cli spalla. Le proprietà de lle diverse specie di fuochi si possono così riassumere: I F. diretti obbligano alla disp endiosa costruzione d i lunghe gallerie d i scarpa; sono effettuabili eoi soli fucili, dei qual i non s i utilizza clie in parte mi11ima la portata, richiedono molti uomini che possono essere poco sorvegliati e vengono a mancare in corrispondenza a lle brrccie aperte ne l muro di scarpa, là dove appunto sarebbero pii, necessari. I F. di rovescio hanno gl i stessi difetti dei p recedenti; inoltre hanno a11che quello che i difensori che li cseguiscono si trovano in. condizioni morali poco buone, perchè isola ti dall'interno del!'opcr a o in comunicazione con questa mediante µassagg i ristretti, i quali possono essere interrot ti dall'assalitore. I F. d i fianco sono i pii1 convenienti, potendovisi impiegare tutte le arm i e richiedendosi pochi uomini per eseguirli; presentano però lo svantaggio di far sporgere in fuori la controscarpa in corrispondenza delle costruzioni che si effe ttuano e quindi d i d iminuire il grado cli defilamento dei tratti d i muro di scarpa attigui a !ali costruzioni; inoltre qucstt: sono esposte ai t iri che infilano i fossi fiancheggiati. I


F uo

F uoch i no rrnalt dlrett.l

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Fuo

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Fuochi paralleli cli nauco

lctem, cli rovescio

rc1 cm, d i spalla

F . di spalla hanno i vantaggi d i quelli di fianco e il difetto .c;peciale di quelli di rovescio. I F. di fianco e di spalla sono quind i più convenienti per i fossi lunghi e d i maggior importanza, mentre le altre due specie di F . si limitano a fossi di piccola lunghezza o curvilinei, oppu re in qualche caso speciale quando non si possano applicare i due primi.

le macchine (governo dei forni, sgombro delle cen~ri, ecc.), mentre i fuochisti A. s0110 adibiti a lavori di manutenzione e r iparnione. I migliori dei f uochisti A possono, al termine della ferma di leva, chiedere la commutazione nella ferma volontar ia e ot tenere il passaggio in altra categor ia, nella quale possono conseguire i gradi di sottufficiale.

Fuochisti. Costituiscono una delle p iit numerose categorie de l Corpo R eale Equipaggi Marittimi. Sono p relevati tra il persomde d i leva e appena giunti a l Corpo vengono ripartiti in fuochisti O ( ord inar i) e fuochisi i A (artefici). A quest'ultima specialità vengono assegnati coloro che, avendo un certo titolo di studio, hanno particolari cognizioni di mestiere. In genere i fuochisti O sono adibiti alle p iit modeste mansioni d el servi.zio del-

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F1wchisti (Igiene). T r a i lavori dei F., il piit faticoso è il governo dei forni, giaccbè richiede sforzi muscolari forti e ripetuti per introdurr e il cornbustibile, rastrellare il carbone acceso, nettare le griglie; il F. è esposto alle vampate calde che si sprigionano d ai focolari, quando ne vengono aperte le porte. Pure faticoso è il trasporto del combustibile dai carbonili alle caldaie, perchè s i esegue in posiz.ione incomoda, dentro locali angusti, ca ldi e poco aereati, in un'a tmosfera carica di pulviscolo. Per attenuare l'influenza nociva de lle condizioni di lavoro sono disposte adatte provvidenze per quanto riguarda la. .wstruzione dei locali, la somm in istrazione di bevande dissetanti, la nettezza della persona, la tenuta di fatica, la durata e i turn i d i lavoro, ccc. I F . tengono il 4° posto nelle statistiche di morbosità dell'armata. Le malattie a cui vanno più frequentemente soggetti sono: le lesioni violente, a causa del governo e pulizia dei numerosi macchina ri, le a ffezioni cutanee per la irritazione prodotta dalla polvere di carbone, le malattie veneree, poichè sono provvisti di maggiori mezzi economici. Questi fattori morbosi sono più risentiti nei primi mesi d i servizio ; trascorso il periodo d i allenamento, l'organismo s i adatta all'ambiente ed al lavoro, acquis tando una notevole resistenza vci-so gl i agenti fisici e meccanici.

Fuochis ti di Marina: 1, Fuochist i; 2, Fuocllistl ordinari .abilitati condotta rnacChlnar! ; 3, Fuoch1s11 ordinari mo toris ti abilitati; 4., Fuochisti artefici (-OO n l' A, abilitali eonuotta macc111nar1J; 5, Fuochlstl a rtefici motoris ti abilitati; 6, Fuochis ti motoristi m1vau.

Fuoco (Tattica) . Il fuoco e il movimento cost ituiscono le due predominanti forme d i lotta delle truppe combattenti ; la potenza del F., pur essendo sempre più ragguardevole pe r l'incessante perfezionamen to dei mezzi tecnici, non basta da sola a risolvere uo'azio1,c d i guerra, ma dev'essere sempre :iccoppia ta al .movimento, per concentra re, in un tratto ed in un momento determinati, i mezzi occorrenti per ottenervi la superiorità dello sforzo. Queste due forme di azione sono essenzia lmente affidate, in combattimento, alla fanteria ed all'artiglieria: la prima, cbe agisce specia lmen te col movimen to, preparato ed appoggiato dal fuoco; l'artiglie ria che coopera all'azione della fanteria esclusivamen te col fuoco. L'azione di F. della fanteria si esplica efficacemente in una fascia profonda all'incirca dai 1000 ai 1500 metri, distribuen do opportw,amente sul terreno antistante il F. delle .armi portatili (bombe a mano, moschetti o fucili, tromboncini), dei cannoni per fante1·ia e dei carr i armati. L 'artiglirria integra tale azione alle maggiori di-

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slanze mediante il F. di cannoni, obici e mortai d i va.rio calibro. L'organizzazione del fuoco della fanteria dev'essere accuratamcme predisposta, sia in offensiva che in difensiva; nrmnalmente le armi portatili sono capaci d i sviluppare su _qualunque terreno un F. intenso ed efficace sino a i 1000 metri circa; i cannoni per fanteria spingono tale azione sino a i 1500 metri mediante azioni d i accompagnamento ad immediato sostegno di truppe che attaccano, oppure azioni d i arresto tL d iretta protezione di truppe che si difendono; i carri annat i sonq potenti ausiliaJ·i della ·fanteria. che attacca, sostituendo l'azione di appoggio dell'artiglieria nella zona in cui

87(} alle artiglierie divisionali e cli corpo d'armata. L'appoggio è l'x;:ione r ivolta contro gli stessi obiettivi de llo spianamento, ma in connessione diretta con contemporanee azioni offensive o controffensive della fanteria, qualunque sia la fase della battaglia nella quale quest i si svolgono; azione cli f uoco svolta dalle artiglierie divisionali. La protezione è svolta anch'essa dall'artiglieria d ivisionale, in concom itanza col F . organizzato della fanteria, nella d ifesa o ne lle soste dell'azione offensiva, per battere fantede nemiche attaccanti o creare davan ti a lle linee avanzale una zona non sormontabile dal nemico senza gravissime sue perdi te. La Controbatteria (V.) è azione intesa ad a1rnullare od almeno attenua re notevolmente l'a tt ività dell'artiglieria nem ica; l'Interdizione (V.) tende ad i mped ire jl f unzionamento di comandi e di centri di r iforn imento, i movimenti di truppe e i trasporti. Va infine ricordato il concorso di fuoco che può essere dato dal!' Aeronau tica col bombardamento aereo d'importanti obiettivi, o col d iretto in terven to nel combattimento le.uestre, mediante lancio di piccole bombe o raffiche di mitragliatrici contro obbiettivi terrestri animati. Fuoco. Viene così chiamato, in senso generale l 'csccuzione dello sparo di qualsiasi arma eia fuoco, ia qualsiasi posizione e contingenza, di pace e di guerra. Far fuoco: scaricare l'arma d a fqoco, qualunque essa sia. !romba m Si

cannone in attesa del comanclo Fuoco! qucs,t 'arma non può intervenire per ' non colpire i fanti· con la d ispersione elci propri colp i. T ale organizzazione assume particol'!rc importanza in difensiva. Il piano cleila organizzazione dei fuochi costitu isce infatti une dei documenti fondamentali <lei progetti di d ifesa; in esso viene precisata la postazione di ogni a rma e ne vengc)no indicati i settori normali ed eventuali d i azione, cer..:an<lo cli rea lizzare una scacchiera cli centri d i resistenza reciprocamente appoggiantisi con prevalente azione d i F . d'infilata; ogni centro cli resistenza comprende normalri,ente una o due mitragliatrici e da una a tre squa<lre d i fucilieri. L'azione dell'a rtigl ieria è a sua volta basata su un'oppo rtuna manovra del F. delle sue armi. T:tle manovra costituisce un potente strumen to d'aziope nelle mani dei .comandan ti ccl ha per iscopo di •dosa.re a volontà. l'azione delle artiglierie nello spazio e nel tempo, in modo da consegu ire la preponderanza sul nemico nel luogo e ne l momento voluto. Essa si esplica mediante concentramen ti di F. di più batterie o d i più gruppi: concentramenti brevi, intensi e ripetuti che s i scatenano sopra s uccessivi obiettivi a llo scopo cl i distruggerli o, più frequentemente, cli neutralizzarli dim inuendo e disorganizzando la loro capacità reattiva e costringen· d oli sia pur temporaneamen te a ll' inazione. Le azioni di F. d ell'artiglieria assumono importanza, caratteristiche e denominazioni diverse a seconda delle diverse fa.si della lotta. L o spianamento è l'azione svolta in fase cli preparazionè ed ind ipendentemente da ogni contemporanea. azione d i fanteria, allo scopo di eliminare ostacoli materiali, centri di resistenza, a rm i, 1·incalzi ed ogni altro elemen to avversario, all'infuori delle artig lierie, capace di opporsi· direttamente alla susseguente avan,;,;ata della fanteria-i , tale azione è affidata, di massima,

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Fuoco. Così venne chiamata, all'atto delle sue prime applicazioni (Secolo XVI) la carica d i. se.o ppio che si metteva nel proietto del pezzo di artig lieria : proietto che col tempo p rese definitivamente il nome cli granala, e da sferico s i trasformò in c ilindro ogiva.le. F!ioco (Segnale dli). Quando occorre fare rn1ztare il fuoco alle truppe nei poligoni d i tiro, in modo che dell'inizio stesso siano avverti"ti anche clementi collocati a distanza ( vedette, zappatori, ecc.) si dà l'apposito ~egnale di fuoco con la tromba. Non appena suonato il segnale, i tiratori possqno senz'altro principiare il F. che continua sino a -quando è ·preventivamente stabili to. Tempo aclcliclro il segnale di F . era anche suonato in combattimemo. Oggi, per le forme particola ri assunte dalla lotta, l'ordine d'apertura del F. non può essere da to che da i minori comandanti e quindi è indicalo con la voce o con particolari segnali convenzionali a mezzo di fischiett i. P er la cessazione del fuoco, esiste altro sei;,'11ale d i tromba. Fuoco g-reco. E ' conosciu to anche sotto il no-me di di Callinico >> pcrchè la. formula della 111iscela incendia ria - a base d i salnitro e d i resine - fu attribuita a Callinicus, architetto di Eliopoli, il qua.le l'avrebbe portata nel 673 ai Greci del Basso Impero, a B isanzio. I Grec_i ne usarono con ot timi risultati contro la flotta araba che assediava Costan t.inopoli e per lungo tempo in seguito, ciò che assicurò loro la supremazia del ma.re con tro le flotte avversarie. Il F. era lanciato dalle navi per ·mezzo d i grossi tu bi (sifoni), Dalle r icerche e dagli slud1 eseguiti su alcune figurazioni di << Fuoco

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.Fuo

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s cultura del palazzo di Khorsabad e su gli altri più ant ichi bassorilievi assiri che s i c,.moscano, s i è p otuto stab ilire che il F. greco venne anche imp iegato in azioni 'co rp o a corpo, per mezzo di specia li tu bi di metallo, a mano, ada tti per il lancio delle fiamme. I l F. greco rimase misterioso e leggendario per lu ng hi secoli e fu r itenuto persii10 d i cara ttere magico. Es.so ebbe molta influenza nd la guerre marittime e camp ali degli antichi e si otteneva intpiegando miscele d i oli grassi vegetali, di olio di nafta, di resine, di catram e e di a ltre sostanze combustibili sia vegeta li che minera li. Per non svelarne la composizione, Costantino VII

871 In mancanza di locali per magazzino di compagnia, serve a tale uso la s tessa stanza dove è 1'1,1fficio, convenientemen te tramezzata. I n guerra le F. si ad a ttano come è poss ibile, in case, baracche, capanne, ecc.

Pnreria 1n carnpag,na

nalcs1rn per lanciare il fuoco ,rrecò

'Porfirogenito fece intendere al suo popolo superstizioso che la formu la era stata ·suggerita da un angelo a l primo imperatore cristiano, con l'obbligo di valersene esclus ivamente a bcpe-ftcio de i Cristiani senza svelarne l'uso .agli Infedeli; e, per ben quattro secoli infatti, i Greci dell'I mpero cli Bisanzio ne custodirono gelosamente il segre to. Per gli avversari, in vece, il F . greco- fu ritenuto come una invenzione diabolica e nefandi!-, che sopprimesse l'ardimento personale, tanto da far esclamare a d Ardi idarno: « O h Ercole, il valore degli uomini è spento ! ».

Fuori quadro. L'ufficia le in servizio effettivo può essere : nei quadri organici, o F. Q. per incarichi speciali o missioni. L'u.ffìciale in questa posizione è cioè f uori organ ico e può r imanervi p er un p eriodo indeter min ato. Il collocamen to F . Q. e il rientro nei quadri organici avviene in seguito a determ inaz ione ministeriale. Sono cons iderati F. Q. gli ufficiali delle truppe colonial i ; q uelli addetti ai ministeri delle colonie e delle fi.11anze; quelli assegna ti alle scuole come insegnanti, ecc. Annualmente il ministero della guerra stabilisce l'a liquola. d i ufficiall che può essere collocata F . Q. e l'aliquota di quelli eh~ deve rientrare negli organici. Fureria. E' il luogo ove lavora il furiere e sono tenuti t utti i documenti a,;Jministrativi della compagnìa o reparto ~quivalente. P iù propriamente s i chiama ufficio di compagnia. S i compone in genere d i un solo locale a volta due - p rossimo alle camerate della compagnia ~onven ientemcnte ammobiliato ed a rred ato per consentire al comandante del repa rto cd ai suoi scrivani d i a.ttendere ai lavor i ineren ti al comando ed a ll'amministrazione della truppa. Apposito specchio affisso ad un :i. parete indica i mobili e gli a rredi che vi si trovano.

Furia francese. E spressione usata per r icordare la impetuosità colla quale si era.no battuti i Francesi nella battaglia di Fornovo, ma anche per la sintomatica celerità. colla guale n"I giorno seguente s'erano avviati verso la frontiera, per sottrarsi all'inseguimento · delle truppe ita liane coa lizzate. Tale espressione venne poi adoperata da ll'ammir. francese Gouffier de Bonnivet, quando nel 1523 ebbe il comando dell'arma ta <l'Italia come successore del Lautrec. Egli r iteneva di essere un tattico grande e prudente, e d isse che voleva reagire con tro la F. ' F., « so la causa d i tutti i rovesci subiti da i. Francesi in I talia l>; e particolarmente dell' ins uccesso avuto dal L a utrec contro Prospero Col011na nel 1522 in L ombardia .

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Furiere. Fur-iere maggiore. Gradi della gerarchia d ei sottufficiali che furono previsti dai nostri ordinament i m ilitari sino a tutto il 1906, quando fu istituito il g rado cli maresciallo. A,IJora i F. e i F. maggiori che non ave vano i requisiti p er essere promossi marescialli conservarono il grado sino a consumazione. Il F. era il so ttufficiale p iù anziano della compagnia, men tre il F . maggiore era il sottufficiale p'iù a.n1,iano del battaglione. 11 primo era inca ricato della contabilità della com-

2,

Fur lert; 1, Furter; di sussistenza p1arina) : in oro pei sottulTicial i. in rosso peJ sot tocapi e comuni.

pagn ia ed era respon sabile venso il capitano del denaro e d i ogni altra cosa ch e gli era commessa, nonchè de lla esattezza di ogni operazione computistica; vigilava gli altri sottufficiali ncll' istl'Uzio4e del soldato e ragguaglia va gli ufficiali della p ropria cp. di qualsias i cosa fosse avvenuta. II F. maggiore e,:a alle dipendenze particolari dell'aiutante maggiore di bgl. e attendeva alle operazioni di scritturazione, a lla compilazione deI!c carte periodi-


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che, coadiuvava l'aiutante maggiore nelle istruzioni ad esso affidate e lo teneva al corrente di quanto avveniva nella maggiorità. Nell'àntico esercito p iemontese ogni compagnia di fanteria e cavalleria aveva un F. (foriero) che a.pparteneva, però, alla gerarchia degli ufficiali e che era in caricato del funzionamento dei :_.ari servizi, specialmente degli alloggiamenti, dei foraggi e del pane. Il F. delle compagnie faceva capo al F . o maresciallo d'alloggio dei corpi; questi faceva capo al F. maggiore e il F. maggiore dipendeva direttamente dal F. maggiore generale. Quest'ult imo prendeva gli ordini dal generale i,} ca.po e provvedeva agli àlloggiamenti, agli accampamenti ed alla sicurezza in marcia. Era una specie di capo di S. M . logistico. Successiyamente tali gradi furono soppressi e le mansioni relative furono assunte dagli a iutanti maggiori in 1•, in 2• e dagli aiutanti cli campo e capi di stato maggiore, sinchè ricom1)arvcro il F. nelle compaa gnie ed il F. maggiore nel battaglione od unità equivalenti. In Francia, sin dal 1534 s i chiamarono Furieri (Four riers) i sottufficiali incaricati di tutti i dettagli dell'alloggio delle compagnie. S i ebbero poi furieri generali e furieri maggiori d'esercito; queste cariche scomparvero duran te la Rivoluzione francese.

FuR

è possibile il passaggio -

median te esami - a l grado d i ufficiale del C. R. E. M., categoria furieri. Tali ufficiali possono raggiungere il grado massimo di capitano.

Furlani (Giuseppe). Generale, n. nel 1870. Sotto!. dei bersaglieri nel 1891, paxtecipò alla campagna Eritrea del 1895-96. Nel 1898 passò nell'arma dei CC. RR. nella quale acquistò particolari benemerenze. Colonnello nel 1923, comandò la legione di Roma. Nel 1927 fu promosso generale di brigata. Furio (Passo del). Sta nell'Appennino tosco-emil.iano, e mette in comunicazione la valle del Metauro con quel-

la del Candigliano, per una angustissima gola. Ha importanza militare perchè cop re l'accesso a Cagli ed a l passo della Scheggia; fu apeÙo dagli Umbri e dagli

Etruschi, ma divenne comodamente transitabile per le truppe quando vi fu costruita la via Flaminia; dall'impera lore Vespasiano venne fatta perforarf la roccia con una galleria tuttora intat ta. La strada, scoscesa sul fiume, e svolgentesi lungo una spaccatura che continua fino al conflùente del ·Candigliano col Barano, costituisce una difficile stretta. Furlani Giuseppe

r u,sètli Mario

Furieri (o forieri) schizzi. Nell'ant. esercito p iemontese, e precisamente nei regg. svizzeri (sec. XVII) gli aiutant1 dei furieri, <letti- furierschiitzen, attendevano al servizio degli ufficiali. Quell'appellativo, tradotto in for-ieri schizzi, venne applicato, come ricorda il Ilrancacc io, ai servitori m ilitarizzati degli ufficiali p iemontesi, ai quali era stato proibito (1693) di servirsi d i soldati quali servitori. I F. S. furono concessi in numero di due per ogni capitano e di uno per ogni JJogotenente. Ebbero paga e pane ed erano calcolati all'infuori del numero prescritto <lei soldati d 'ogni compagnia , vestendo un'uni-· forme differente da quella dei_ detti soldati. Furieri (Marina). Costituiscono una delle categorie del C. R. E. M. Sono re_çlutati fra gli inscritti di leva e tra i volontari muniti di un certo titolo di studio. La progressione dei gradi è la seguen te: allievo furiere, furiere, sottocapo furiere, secondo capo furiere, capo furiere di 3" classe, di 2" classe e di 1' classe. La categoria F. è ripartita nelle <lue specialità: furieri, e furieri d i sussistenza . I priin i sono normalmente adibiti al servizio di scritturazione, dattilografico e d i amministrazione e contabilità; i secondi al servizio delle sussistenze. Sono generalmen te posti alla dipendenza degli uffi ciali Commissari. Dal grado d i capo furiere di 1• classe

Furnes. Città del Belgio, all'incrocio dei canali che menano a Nieuport, Dunkerque, Bergues, e Ypres, p resso il mare d el Nord. F u piazza forte ed ebbe grande importanza militare. La sua fondazione risale a tempi antichissimi. Fu saccheggia ta dai Va11dali e dai Normanni, e rimessa in valore da Bit!dovino d i F iandra nell'870. Roberto conte cl' Ar tois, alla testa delle truppe di ' Filippo il Bello v i batte nef 1297 G~ido, alleato del re d 'Inghilterra Edoardo I . Durante la rivoluzione francese fu presa d a lla Francia e fece parte del dipartimento del Lys. I. Presa. di F1,rnes (1646). Appartiene alla guerra in· F iandra di· Luigi XIV. Il Condé, puntò su F. coll'intenzione d i at(accarvi il march. d i Caracena che vi s.i era trincerato con 5 o 6000 u ., ma che, non vedendosi in condizioni di oppo rs i a forze molto superiori, s i ritirò a Nieuport,. lasciando a F. sofo w1 piccolo presidio. Il Condé vi giunse il 5 settembre, e circondata la piazza, · intimò la resa, che venne concessa: la guarnigione, composta di 1500 u., fu fatta prigioniera _di guerra. Il duca fece subito restaurare le fortificazioni. IL Presa di Furnes (1648). Appartiene alla guen-a in Fiandra. Il Condé decise d'attaccare F. di cu i s'era impossessato il 2 agosto 1648 il gQvernatorc spagnuo lo di Aire Sigismondo de Sfondrato, e l'investì il 30 agosto.

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FUR

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L'at tività spiegata in questo assedio fu tale che in pochi giorni arrivò i n possesso della piazza ( 10 settembre) rimanendovi però ferito. Srnppiato intanto a Par igi il movimento della Frnnda, egli fu richiamato alla capitale, e lasciò F ., che poco dopo fu abbandonata dai F rru1cesi. lII. Presa di F1mies (1658). Appartiene alla campagna n elle Fiandre, di Luigi XIV. Il maresc. di Turenne, dopo aver preso il 4 luglio la città di Dixmude, marciò direttamente su F. che resistette 3 giorni, ma poi, premuta da forze superiori, dovette arrendersi, torna.11do tuttavia poco dopo nelle ma.iii degli Spagnuoli. IV. Presa tli F11rnes (1667). Appartiene alla campagna nelle fiandre di Luigi XIV dopo la pace di Breda. Appena il ma resc. d 'Àumont ebbe provveduto alla difesa d i Bergues, si diresse all' investimen to d i aprendo subito - nel giugno - le trincee d'approccio. Il goven1atore Don Giovann i di Toledo, spagnuolo, vo lle dap-

F.

Pian ta di Furnes (sec. XVI) p rima d ifendere la piazza in modo attivo con sor tite; ma, quando si accorse che gli attaccanti erano g iunti fino a lla controscarpa, e che stavano già per attaccare una delle opere a mezzaluna, e nel terzo giorno erano ormai in caso di aprire una trincea, chiese di venire a trattative per la resa. Ottenne buone condizioni, e verso la metà di giugno cedette la piazza. Ancora però F. dovette essere abbandonata dai Francesi. V. Assedio di F1,rnes (1675). Appartiene alla campagna nelle Fiandre di Luigi XIV contro gli alleati. L'armata francese, agli 01·din i1 del Condé, entrata nelle F iandre, s'avviò all'assedio di F. Parecchi soldati francesi defezionarono, mentre nei difensori d i F. regnava perfetta discip lina. Il Condé stimolò l'amor p roprio dei suoi più aTditi soldati, proponendo ai volonterosi qualche atto di audacia, mettendosene egli stesso alla testa. In p ochi gi6rni trasformò l'umore dei corntiatten ti, che andavano a gara nell'offrirsi per le imprese più arrischiate. Tale esempio servì ad animare ancl{e i più restii, ed in breve tempo F. fu obbligala ad a.prire le por te a i Fr ancesi, che per le vicende della guerra dovettero riabbandonarla. VI. Assedio di Fumes (1692-1693). Appartiene a lla fine della campagna nelle F iandre da parte di Luigi XIV, cbe fece investire F. da circa 14.000 u . ( 60 bgl. e 82

Fun

sqdr.) agli or dini dei gen. La Vallette e dc Villars, cui vennero aggiunti ancora altri 16 sqdr. e 20 bgl. fatti venire da Dunkerque. Il march. di Boufflers, incaricato delle operazioni d'assedio, fece costruire qualche r idotta per tagliare le comunicazioni con Nieuport. L'Elettore d i Baviera, appena saputo d i queste misure, corse a N ieuport per riunirvi le truppe necessarie onde soccorrere la piazza investita, ma il Boufflers, che aveva iniziato i lavori il 28 dicembre 1692, cominciò l'apertura delle trincee il 5 gennaio 1693, dalla parte delle due, facendo attaccare al tempo stesso quella posizione da 3. battaglioni dei reggimenti Champagne e ~Ionroux. Contemporaneamente l'attacco veniva fatto anche dalla par·t e del canale di Dunkerque. I l governatore della p iazza aveva fatto aprire le chiuse delle acque non solo della piazza ma anche d i Nieuport. in modo che il terreno inondate> tutto in to-1110, rese assai difficile far avanzare le a1i iglierie d' assedio e , si dovette forzatamente ricorrere a barche abbinate per il trasporto di esse. Intanto il marchese de Villars arrivò in appoggio del Boufflers. con 36 sqdr. e 5 bgl. Il conte d'Hom, comandante della piazza, vista l'imponenza delle forze degli assedianti, riunito un consiglio di guerra, e fatta leggere anche una lettera dell'Elettore d i Baviera, che si dichiarava impossibilitato a soccorrere la piazza a causa delle misure .p rese dai Frru1cesi, decise di venire a trattative pe r la resa, onde conservar e in efficienza la guarnigione, composta d i 4000 inglesi ed olandesi. Difatti ottenne che il presidio uscisse con gli onor i delle armi il 6gennaio 1693. Questa capitolazione compromise però la resistenza di Dixmude, che dovette essere abbandonata, e venne subito occupata dal Boufflers, il IO gennaio 1693. F . e D ixmude furono fatte r iordinare nelle for tificazioni e presid ia te dai F rancesi. ' VlI. Presa d·i Fitrnes (li93). /\ppartiene alla campagna della Rivoluzione francese in Fiandra. F. era caduta nelle mani dei coalizzati contro la Francia. Vi era_ una guarnigione di circa 3000 imperiali. II gen. Vandamme, incaricato di r ip1·ender la, divise le sue truppe in. tre ,-'.:v lom1e: la prima proveniente da Dunkerque, le altre lungo l'Estrang. Esse giu nsero contemporaneamente sotto le rnma di F ., mentre il gen. Gougelet si presentava dalla porta ver30 Ypres. I posti d'osservazione au-striaci vennero attaccati ad arma bianca per non destare, col rumore della fuc ileria, i grossi. L'attacco simultaneo delle colonne riuscì a piombare inaspettato a·:gche sulle guardie a.Ile porte della piazza e gli Austriaci fuggirono abbandonando la p iazza e le ar tiglierienelle mani dei Francesi.

Furnò (Giacomo). Generale medico, n. nel 1859. Sot-· totenente medico nel 1886, partecipò alle campagne d ' Africa del 1889 e 1890. Nel 1917 andò 'in P. A. col grado d i ten. colonnello. Colonnello alla fine del 1917, fu promosso nel 1927 magg. generale medico nella riserva. Furore morboso (Art. 56-57 C. P_. E . - 56-57 e P . M . M.). E' una causa che esclude o diminuisce la responsabilità penale; consiste in uno stato patologico, che, agendo su i centri inibitori, elimina o diminuisce la volontà, in modo totale o parziale. Se totale, la responsabilità penale rimane completamen te esclusa ; se· p.u-ziale, rimane scemata e la pena, partendo da un, minimo di mesi due di carcere mii., può estendersi, se--


FUR.

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·condo la gravità dei reati, ad anni dieci di reclusione militare.

Furrer (F1lcilc mitragliatore). Venne inventato dal ten. colonnello F urrer, _e fu adottato dall'esercito sviz_zero coi mo<l. 1924 e 1925. Si tratta di un'a rma auto-

malica, che ha la canna a rinculo utilizzato, con raffreddamento alf aria, e nella quale vengono usate le stes.se munizioni già in dotazione pel fucile svizzero modello 1911 . Il fuc ile mitragliatof·c viene alimen tato con caricatori metallici da 30 colp i c iascuno. TI tiro è a pia•cimcnlc> o :i. raffiche di i a IO colpi, od a serie di 30. -oppure anche a colpo per colpo, come un fucile ordi• nario. Il calih•o della canna è d i mm. 7,45, la. velocità iniziale i40 m. al m. s. Può sparare 480 colpi al minuto, ma praticamente ne spara 300. Lunghezza totale dell'arma m. 1.15, peso kg. 8,2 senza caricatore ; peso del caricatore con 30 colpi kg. 1,250; appoggio ameriore e posteriore kg. I. Fino a 800 m. il tiro è precisissimo, sparando colpo per colpo; con tiro continuo solo fmo a •600 o 700 m. L'arma, da ta la qua lità della polvere a lenta deflagrazione, non subisce grande tormento, e il tiratore non soffre gravi scosse dal rinculo.

Furto. E' considerato nelle disposizioni per i l tempo d i pace ed in quelle per il tempo di guerra. Si con-creta nel fatto ,dell'individuo che si impossessa, a fine ~i t rarne profitto e senza consenso, di w1a cosa mobile altrui. In tempo di pace, perchè il F. sia considerato reato militare, devono aver vita tre requisiti: 1°, che l'autore sia milita re; 2°, che (I reato sia comm~sso i n luogo m il itare; 3°, che il danneggiato sia un mil itare, o l'amministrazione mii., o un corpo mii. o il pubblico erario. Solo n ell'ipotesi ciel F. commesso dal soldato in •danno di un s uperiore a l cui servizio perso11alc si trovi addello, non necessita che il luogo della consumazione sia militare (art. 216 C. P. Es.• 237 -C. P. ::\I. ::VI.). I cod ici pena li mii. fa1mo due distinte ipotesi d i F., e cioè in dan no di militare, quando il soggetto po.ssivo è un militare: la pena va da quattro mesi di carcere mii. ad un anno di reclusione m ii., ·per il F. di valore inferiore a lle 50 lire; da due a cinque a.ani di reclusione m ii. per i l F. di valore inferiore a lle l ire 500; da cinque a dieci anni cli reclusione ordinaria, per il F. di valore superiore a lle lire 500, oppure consunutto in danno di un superiore a l cui ser vizio persona le s ia addetto l'autore del reato, o commesso mediante scalata, rottura., uso di chiave falsa ; ove concorrano due o più delle c ircostanze anzi spec ificate, fino ad anni dieci di lavori forzati. La. seconda ipotesi riguarda il F. in danno dell'Am • ministrazione o di corpo mii. o del p ubblico erario. L a. pena, se il valore della cosa ruba ta non supera le lire S'O, è da uno a tre anni di reclusione mii.; se il valore <della .cosa rubata. non supera. le li.re 500 è da tre a sette

F us

anni d i reclusione mii. ; se i l valore della cosa rubata supera le lire 500 o se il F. fu con,messo med ia nte scalata, rottu ra o uso di .chiave falsa, è da sette ann i cli reclusione ordiuaria a dieci anni di lavori forzati; ove conco rrano du e o più delle circostan ze anzi specificute: da d ieci a qu indici anni di lavori forzat i. Il F. commesso da mii. in danno di altro mii. o cli individuo non appartenente alla Milizia (furti campestri), ove non superi le lire cinque, può essere punito con S..'lnzione disciplinare. Per il Codice penale mii. per la :Z.Iarina esistono altre due ip otesi : il fatto dell'appartenente alla Marina mii. che si impossessa cli carte cli bordo cli un bastimemo catturato o predato, che implica una pena.: per l'individuo di mn rina, da due a cinque anni di reclus ione m ilitare; per l'ufficia le : la destituzione. Oppure q fatto commesso eia un individuo cli marina, che si impossessa di una cosa mobile in un bastimento predato; la pen,t va eia due a cinque anni d i reclusione mii. o la desti tuzione per l'ufficia le. ove il F . sia s ta to consumalo su na\'e non ancora dichiarala preda legittima; e da urJ anno di reclusione mii. ad a nni dicci d i lavori forzal i, ove la nave fosse già stilla dichiarata preda legittima. In tempo di guerra, il F. commesso da militare, in quahmquc luogo e a danno d i qua lunque pe rsona, costituisce reato mili tare. Le pene sono identiche a quelle comminate per il tempo di pace, secondo le diverse ipotesi, aumentate di u n grado. Ino ltre costituiscono F. m ii. quelli commessi da un domestico in danno ciel suo padrone e delle persone con esso conviventi, dagli ospi ti nel luogo ove si r iceva. ospitalità o alloggio o verso g li ospiti da chi dà ospitalità. o da persone cli sua fami• glia o da suoi domestici, da un locandiere, albergatore, oste, vetturale o barcaiolo o da alcuno cli loro famiglia o ser vi o impiegali, su cose ad essi affidate per la loro quali tà; da un operaio od impiegato, nei luogh i ove sono ammessi liberamente a causa dell'impiego o del mest iere. La pena va da sette a dieci anni d i reclusione ord inaria. Le stesse pene sono comminate cont ro cbiunque commetta un furto in occasione di incursioni nemiche, di incendi, di naufragi o cli altra calamità, per introdu rsi di notte in casa. a bitata o in luogo destinato al cullo. Xell'esercito romano il furto si puniva col taglio d ella mano destra al colpevole, e poscia con la pena del Fustuario.

Fusarini (8eniami110). Generale del genio navale, 111 . a Verona nel 1868, entra to in servizio nel 1882 1 col-

locato a riposo nel 1919, inscritto nella R. ~- nel 1920, promosso generale del Genio X avale nella Riserva nel 1925. Magg. generale nel 1926. Partecipò alla. guerra italo-turca e a lla guerra 1915.

Fusco (Alfo11so). Generale, n. a Cittaducale, m. a Roma ( 1857- 1927). Sotto! . .di fanteria n el 1880, partecipò a lla cam pagna d'1~frica del 1895-96 e frequentò la scuola di guerra. Colonnello nel 1905, comandò il .H' regg. fanteria e si meritò la med. d'argento di benemerenza n el terremoto calabro.siculo del 1908. Magg. generale comandante la brigata Marche nel 19 11, andò in P. A. nel 19 15 e poi passò nella riserva. D opo 37 mni d i v ita militare, si diede alla vita sacerdotale.


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Fusetti (Mario) . ìVl.edaglia d'oro, n . a Jvlilano, catluto nel Cadore (1893-1 915). :'.'lominato sotto!. in S . P. E . ncll'87• rcgg. fan teria. nell'agosto del 191 4, partì éon e sso per la. zona. di operazioni, ,dio scoppiare della guer,i:-a contro I'Aµstria . D urante le azioni offen sive autun nali della 4' a rmata, in Cad ore, offe rtosi volontario per

annate tu rche era adib ita al servi zio di vedetta e d i collegamen to tra le unità di linea, come, nelie nostre, le feluche e le ga leotte.

un'ardita i n1presa., vi lasciava e roican1en te la vita . La

motivazione di medaglirc d'oro ricorda così il drammat ico episod io; « Prescelto a capo 1.,;anipolo cli animosi per la occupazione cli un forte baluardo alpino, dal nemico acca1.1ilamente difeso, arditamente ne scalava u na ripida parete, quasi a picco, sorprendendo le vedette nemiche -e conquistandone la. vetta più alta, s ulla qua le piantava i l tricolore. Accerchiato eia p reponderant i forze opponeva eroica resis tenza, cercan do p iù volt~ d i sfondare la l inea nemica, ma rimasto isolalo, esaurite tu tte le m u1,izioni, dopo dodici ore di lot ta "d isperata , colp ito a morte, cadeva da prode sul campo. Eroico esempio delle più alte virtù militari c he, anche al!a vigilia clell'a·zione, presago della sicura morte cui and ava incontro, ·egli a veva voluto consacrare in una nobile let tera d i estremo saluto alla famiglia )l (Sasso cli Stria, 18 ottob re 1915).

Fusetto. Così chiamato una specie di pugnale, che f u semp re considerato come arma insid iosa.. E' della s pecie deg li s tiletti, coi quali ha com uni la forma e le

I

i dimensioni. I bombard ieri venet i portavano il F . anche in città a Venezia, mentre a Verona potevano porta rlo 'SOio in servizio. Su i la ti della lama de l fusetto era.no segnate tan te tacche ( 14 ·generalmente) con n umeri da 1 a 120, che pare servissero per misurare i dia.metri delle palle delle bombarde; il F . quindi ven iva anche ,chiamato Cento71enti, .o Regola, o Stile sagomato.

Fussen. Città della J3aviera, sul L ech. Vi si concluse, il 22 a.prile 1745, una. pace fra l'Austria. e la Ba v iera; la prima restitu'isce a ll'E lettore regnante, 1'Iassim ilian o III, tutti gli sta ti elettorali di Baviera q ua li e rano prima' del 1741, e rin unzia ad ogn i risa rc imen to; l' E lettore rinunzia. ad ogni pretesa alla. successione austriaca, cl,e sia conti·aria alla « pP<1 n1111atica san~ione )) c ome p ure al possesso dei luoghi occupati p resen temente nefi ' Aust ria da i Francesi, da i quali luoghi r itirerà. le p roprie truppe; riconosce il suffragio elettorale del regno d i Boem ia, e voterò. per l'elezione d el granduca di Toscana alla dignità imperiale. Amnistia generale. Fusta, N ave sottile d i p iccole dimension i (circa 300 tonn. a l massimo) prevalen temente rem iera, usata dai Veneziani e dai barbareschi per corseggia re e in guerra. A veva la linea e le caratteristiche clel!a galea, ma era p iù a llunga ta e quindi più veloce. P or tava normalmen te dla 18 a 22 remi per banda e un solo a lbero; era rtrmata da due, tre piccole bocche eia fuoco e da a lc~mi tromb oncini. L'equipaggio era costituito da 50 a 100 uomini, impiegati, senza nette disti nzion i, a.I maneggio d elle arm i e dei rem i. E ra, per la sua veloc ità, il tipo di nave più in uso fra. i pir ati levantin i, e nelle formazioni delle

Fusta del sec. xv

Fusti (J acopo V. Castriotto). Fustigazione. Punizione d isciplin a.re che fu in u so pres;;o quasi tutti gli eserci ti s ino alla prima metà del secolo scorso. o'ggi non è conservata che presso t ruppe colonia li cli colore e q ualche corpo cli punizione di eserciti stranieri. G li eserciti greci e romani fra le altre p unizioni aveva.no anche la F ., che veniva app licata in genere mediaJJte verghe, con u n n umero d i colpi da 10 a J00, a seconda della gravità del reato. Presso di noi, questa forma cli punizione d iscip linare fu istituita nell'esercito piemontese nel 1711, adottando le verghe per gli uomini d i fanter ia e il bastone per gli uomini cli cavaller ia. La p unizione non poteva però essere ord inata dà graduati cli truppa. S i applicava un numero vario d i vergate o d i bastonate o seconda della entità de lla mancanza commessa. Con R. V. del 30 settembre 1814, il castigo della F . venne soppresso nell'esercito, meno che nei reparti cli punizioJJe e per i mii. che s i rendeva.no colpevoli di furto. Questi erano sottoposti alle vergate se cli fanteria, alle nervate se di ca valleria, in fl itte dall'arciere del reggimento ed erano q uindi cacciati ignominiosamen te dal territorio. Nel corpo dei ca.c ciator i franch i le mancanze era.no tutte puni te con bastonate che giu ngevano sino ad un numero massimo d i 120 in due giornate consecutive, a lla p resenza ciel medico a l fine d i evitare sia conseguenze fatali a l pu nito, sia che la punizione fosse infl itta troppo leggermen te. I furti legger i eran o puniti con le corregge. Le vergate erano d a.te con giunchi, le nervate con nerbi d i bue, le corregge con c inghie. L a F. rimase così in vigore presso l'esercito p iemontese lim itatamente ai repa rti di discip lina ed a i m ilitari la dri sino a l 1847. Nel l 848, come già si è eletto, fu totalmente è definitivamente a boli ta per qualsiasi mancanza e presso · ogni reparto dell'Esercito, e sost it.ui ta. dal carcere mliilare esten sibi le eia t re ~ne;;i a tre anni. P oco dopo f urono n atu ra lmen te soppressi nei var1 corpi anche gli arcier i se erano particolarmen te incaricati di infligge.re le p unizioni corpora li e qu indi anche la fustigazione. Fusto (o T en-icre). L'asta. della ba lestra , sulla quale poggia il centro dell'arco e vi è disposto ;1 meccanismo per ten dere l'arco. F 11sto (o T eniere). Così de tta anche la par te allungala della cassa ciel fucile, da ll' impugn atura a lla bocca, e che serve, nel proprio incastro, a sorreggere e ten ere


Fus

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.a posto fissata, a mezzo anche delle fascette, la canna dell'archibugio e del fucile moderno.

Fustua'.rio (Fustuarium). Pena di morte mediante verghe e pietre nell'esercito romano. Il Tribuno toccava con una verga il reo designato, e subito i soldati lo aggredivano con verghe e pietre, percuotendolo sù10 alla morte. Talvolta la pena della F. era più leggera, consistendo in un numero ridotto di colpi; veniva allora inflitta per piccoli furti, per poltroneria, per vanterie, per falsa testimonianza, per negligenza.

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FuT

Futa ( Colle della). Passo sul!' Appennino Toscano detto anche di Pietra.mala che mette in comm1ièazione, per la s trada omonima, la valle del Savena e dell'alto Santemo con quella del Sieve (Mugello). Per il colle della F . passa la più diretta comunicazione tra Ffrcnze e Bologna, e cioè l'antica via Cassia, o, per meglio dire,. la continuazione di essa, per il congiungimento ,olla viaJ Emilia. La posizione del colle della F., a cavallo della cresta principale dell' AppenninQ toscano, costituisce un punto d' importanza geogradì.co-sfrategiea, il cui posse.s.so interessa truppe manovranti in quclla wna.


G . Fu chia mata G, in primo tempo, la. brigata di fanteria Lucca, costituita per la guerra 19 1S-19 J8 coi reggimenti 163° e 164°. Gaba (o Gabea, attualmente Dschebaa). Antica città ,della Palestina, nel territor io d ella. tribù d i llcniami.no, poco lungi d a. Gerusalemme ( 10 km). Battaglia di Gaba ( I 432 a.. C.). G li Israeliti, indignati per un delitto commesso dagli abitanti d i G. contro la donna di uno dei loro leviti, le muovono guerra e dopo sanguinose ba ttaglie G. è assedia ta.: sotto le sue mura si dà l' ultima grande batta.glia nella. quale i Beniamiti sono completamente d isfatti, tan to che non rimangono in vita. che 600 uomini di tulla la. tribù. G., presa. d'as. salto, è incendiata..

cane, per inderogal,ile collegamento <li nostra colo1ma, linchè era costretto ad atterrare in territorio ribelle. Catturato, sopportò con romana nobilta le asprezze di lunga e d u ra prigionia, cui pose fine dopo triplice, infruttuosa. impresa. Nell'ultimo, disperato qua.nto sublime tenta tivo di fuga, ucciso uno dei guardiani, soccombeva, dopo impari cd accan ita lotta, al numero dei vendicatori, gettando generosamente la sua giovane vita in olocausto alla. P atria e gridando: Viva l'Italia». Esempio a.i valorosi. (Socn a, 2 1 luglio 1926, Meddan, 10 gennaio 1927).

Gabardi-Brocchi-Rossi (lsabella). D onna. benemerita del R isorgimento italiano e scrittrice (n. e m . a Firen?.e 1808-1893). Cresciuta in una famiglia d i patriotti publ,licò le « Poesie ~arie >>, isr,,ira te ad antichi fatti storici italiani, incitanti la gioven tù a lla riscossa. X cl 1849 cooperò ad arruolare volontari per la guerra, e a raccogliere fondi, specie per Venezia. assediata, ed andò a rischio di venire fuci lata. Sposa d i Olivo C abardi pa tr iotta modenese int imo di Ciro Mcnolti, nel 1866, fece parte del Com itato d i soccorso per i feriti di guerr.i., e di quello per le famiglie povere dei combattenti.

Gabaleone (di Ande.seno e Baldidi·icri, conte Gio~a""i Battista). Veldore generale della milizia del secolo XVII. Consigliere mastro audilore d i camera nel 1613, fu poi ambasciatore e nel 1616 divenne genera.le delle poste. Sopra i11tenclen te ge11crale cli tutte le finanze del patrimonio Duca le nel 1623, venne n ominato nel 1627 « Veklorc genera.le delle )lilizie e Genti cli Guerra >>, daJ!a qual carica cessò nel 1633 essendo stato eletto a secondo presidente del Consiglio d i Stato. G'abaleo11i: di S al1no11.r Cashniro. Genera le del secolo ?-VIII. L uogoten. d'art. nel 1742, p artecipò alla guerra di Successione <l'Austria. e nel 1774 d iverme colonnello comandante l'art. dei ha.tta.glioni. Brigadiere nello stesso · a1mo 1774, magg. generale nel 1780, nel 1787 fu nomina lo gran mastro <l'artigl ie ria.

G abana (Enrico) . l\fedag) ia d'oro n. a P ordenone nel 1901. ucciso in Libia nel .1927. Sergente avia1ore, catturato dal nemico in ardita operazione d i mio, sa. crifi.cò la g iovane vita in un dispera to tentativo d i foga. L 'episodio è cosl nar rato nella motivazione : « Audacissimo p ilota, già distintosi in precedenti azioni di ricognizione, bombardan1ento e mitragliamento a bassa quota, sorvolava infaticabilmente, in con dizioni : a.tmosferiche d ifficilissime, aspre e desertiche distese a fri-

G31>ardini Giuseppe

Gabana enrteo

Gabardini (Gi·, .scppe) . I n iziò gli studi d'aeronau tica nel l908. N el 19 12 lanciò nel cielo cli Milano i monoplan i <e Gabarde » che, sia a tipo terrestre che come idrovolanti, batterono tra il 1913 e il 19 14 i primi raids aerei. Costruttore cd artista, i.,cr i suoi magnifici appa•·ccchi costruiti in acc iaio, a l,uon di ritto a sè rivend ica. il titolo cli pioniere della costruz ione meta llica nel campo dell'Aeronaut ica da guerra e da tu rismo. Il primo aeroplano che ·sorvolò senza scalo il tragitto MilanoR oma, fu un G:ibardini; i! primo idrovolante a son·olare Sesto Calende-R oma scen dend o nel T evere fu un


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GAB

Gaba.rdini; il primo a sorvolare il tragitto ::vlilano-Venezia con 4 persone a. bordo fu un Gabardini; il primo a. compiere la trasvolat,L delle Alpi con u n p,isseggc.ro Iu pure un Gabardini.

Gabardini (Scuol,a. di pilotaggio). Venne fondata a Cameri nel 1912 dallo stesso comm. Gaba.rdini, ideatore e costruttore degli appareccbi usati nell'istruzione dei piloti ; dalla sua fondazione a l maggio 1915 ebbe grande numero d i allic~-i, fra. i quali moltissimi stranieri. Durante la. guerra prese grandissimo sviluppo producendo oltre 1500 piloti m ii., tra i qua li vari assi della nostra a,•iazione. Dopo la guerra. continuò nella sua attività di istruzione di pilotaggio a militari e civili. Gabardini (Tipo Alpi). Apparecchio scuola, di costruzione metallica, lunghcroni in tubi di acciaio. Rivestimen to a li e fusoliera in tela. Cal'l'e!lo mu.nito d i pattino. ,\ li a svergolamento in luogo degli alettoni. Su di esso è- installato un motore del tipo Le R hone 90 HP. a 1250 gi ri. Le sue ca.ra tteris tichei sono le seguenti : apertura d'ali m. i,20, lunghezza massima m. 5,10, altezza m. 2.20, superficie porta11le mq. 14,82, velocità m.issima km.h 165, autonomi,L ore 3.

878 campagna del 1859 si meri1ò la menzione onorevole. Insegnò costruzioni alla scuola d'applicazione. Colonnollo nèl l884, fu direttore de l genio a. T orino e poi comandò in 2• la scuola d'appticazionc. _\fa.gg. generale nel 1892, fu comandante del genio a. Piacenza e poi a lla Spezia .. Nel 1896 divenne ispettore delle costruzioni del gen io e nel 189i fu promosso ten. ge_ncrale. In P . A. nel 1901 e nella risei-va nel 1907, fu poi ·n om inato presidente d ella Casa Umberto I di Turate. Pubblicò, Ira altro, un l< Corso di costruzioni civili e militari », in 4 volum i, insieme col gen. Caveglia, ed una. « :l\[cmoria scientiJica su talune applicazioni del principio di elasticità del generale )lenabrea ».

Gabba lvfelchiade. Generale, n. a :i.\Iilano nel 1874. Sottotenente d'art. nel 1894, frequentò la scuola di guerra e passò poi n el corpo di S. ~r. Partecipò alla guura contro l'Austria prima come comandante di un gruppo di batterie di medio calibro e poi come ca.po di S. M. della 13" e della 57• divis. Ferito nel giugno 1916, ebbe nell'estate del 1917 la croce da ca.v. ddl'O . :;\L S. sull'altipiano d'Asiago. Colonnello nel 1917, fu addetto a ll'ufficio segreteria del comando supremo e poi fu capo di S. :M. del 29° C. d'A ., meritandosi nel 1918 la croce d 'uff. dell'O. M. S. Dopo la guerra passò a l comando del corpo delle truppe dell'Eritrea. Generale di brigata nel 1926, venne addetto al comando designato d 'r1 rma.ta d i Firenze. F u insignito de lla med. di bronzo dei beneme riti della. salute pubblica.

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,11onop1nno Gabnr·rltn i

Gabardini (Tipo T . 50). Apparecchio scuola, di costn1zionc p reva len temente metallica, cel lu la biplana, munito di motore ad elica trattim del tipo Hispano Suiza 35 della potenza di 200 H P. Ha una velocità d i 200 Km. ora e una a utonomfa di tre ore.

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~rtdMat Gabba Alberto

Dipluno G~barxl llll

Gabaret (Giovanni di). Luogotenente generale delle annate navali francesi (1620-1697). Si segnalò a Sou thwold ove fu ferito e a Walcheren. ·comandò come capo di squadra la. retroguardia nella. campagna. d i Sicilia. del 1676, combatten do a Stromboli, Augusta e Palcnno. S i di.stinse indi a. Tabago ( 1677) e alle batlaglie di Bantry (1689) e di La Hogue (1692); nel 1693 respinse gli Ing lesi dalla Martinica.

Gabba (Alberto). Generale, n. a Lodi, m. a ).f ilano ( 1836-1917). Nel 1859 s'arruolò volontario, divenendo nello stesse anno sottot. del genio. Combattendo nella

Gabbi Umberto

Gabbi (Umbrrto). Generale medico di complemento durante la guerra 1915-1918, professore ordinario di clinica medica nell'università di Pav ia.. Durante la guerra in Tripolitania fu presidente della Commissione di studio per la difesa dalle malattie esotiche; durante la graJ1dc guer ra fu nominalo maggior generale medico di complemento e diresse i servizi sanitari del VII e del IX Cor po d 'A rmata. Gabbia (e Gabbiere). La G. è la piattaforma semicfrcolare che sulle navi a vela. viene pos ta sop ra l'estrem ità superiore di ciascuno degli alberi bassi, per.prestare un punto di appoggio agli alberi superiori e dar modo di tesa.re le sartie degli stessi. Dalle G. hanno avuto origine le coffe. G. si chia ma anche il secondo troncone di a lbero ed il


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G,rn

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secondo pen none, cominciando dal basso, dell'a lbero maestro. Sulle G. prendono ta lvolta posto le vedette ; an ticam ente vi venivano sistemati i migliori fuc ilieri, durante il combattimento, affinchè potessero bersagliare i pOnti scoperti dell'avversario, mirando specialmente agl i ufficiali ed al palco di comando. Molti ammiragli e comandanti della marina velica (compreso ).'elson) rimasero fcrit,i od uccisi per colpi par titi dalle gabbie d ei vascelli avversari, Questo sistema è andato ora completa.mente in disuso e le G . o coffe d elle navi moderne sono impiegate per sostegno di proiettili, stazioni di direzioni del tiro, ecc. Poicbè le mru1ovre degli alberi e delle ve.le dì G. ei,ano le più importanti, si è dato j l nome di Gabb·i eri ai marinmi che eraJ10 destinati a sa lire sugli alberi per la manovra delle vele: si sceglievano uomini particola rmente agili e _pratici.

879 sè. Questa specie d i ga bbione J1on aveva p unte a lle estremità e.cl era a lto 1,50 m . sopra: un d iametro di- l metro..

Gabella. Nelle ant. milizie italiane, era la ritenuta che facevano sulla p aga dei m iliti tanto i capitani cli ventu ra, quanto i feudatari. i'folla R epu bbl ica di Venezia, ven iva chiamata G. o Tansa sul la m iJ.izia., anche la

Gabbìano. Toq:ied-iniera. d i 1• classe, varata alla Spezia ed entrala in servizio nel 1907 ; lunghezza metri 48,50, larghezu1, 5,39, d islocamen to tonn. 162, macchine

GablJionata p<lr cannon i

imposta che si esigeva da i cittadini per il mantenimen to della m ilizia.

Gabet (ba.ran e Alessio). Generale, n . a }1outiers, m. a J acob-Beliecombette (Savoia) ( 1790- 1860). Dopo itver presta to servizio mi lita re in Francia, clive1U1e nel 1814 sottot. di fanteria nella brigata Savoia. Colonnello nel 1843, comandò il 15° regg. fanteria e nel 1846 d ìvern1e· capo di S. M . della d ivis. della Savoia. Magg. generale nel 1849, andò a ripOS<> nel 1851.

HP. 2200; arma mento cannoni 2 da 4 7, lanciasiluri 3; sta to maggiore 2, equipaggio 30.

,Gabbione (e Gabbionata). Specie di cesta, costituita di un certo numero di paletti e intessuta di rami, di figura cilindrica, senza fondo, alta nella parte intessuta d a I metro e 2,50 m. e del diametro da 0,60 m. a 1,80, la quale si riempie cli terra e serve per la costruzione cli pa.rapetti, Ga lJbionata p e r cannoni trinceramenti, spailegg ia menti, traverse e simili, o per r ivestire parapetti, sca.rpe, ecc. Il r iparo costitu ito cli G. d icevasi Gabbionata. Ga.bb·ione di trincea. E' quello che serviva p iù specialmen te per forma.r e il parapetto della medesima. Era alto 1 m ., ncm. contaJ1do le punte dei pa li, sopra un diametro d i 0,45 m . Gabbione fascina.io. Gabbione riempito di fascine, che serviva di riparo a l p iù avanzato degli zappatori eseguent i i lavori cli approccio nell'assedio d i u na p iazza forte ; questi nel procedere lo faceva sempre rotolare avanti a

Gabet Anton-io. Generale, n. a Chambéry, m. a To-r ino (1811-1886). Guardia del corpo di S . J'vI. nel 1831,. divenne so\tot. di fameria nel 1833. Combattendo n el 1848 rimase ferito e si meritò la menzione. onorevole. Partecipò alle campagne del 1849, di Crimea, e dei 1859, durante la quale ebbe la promozione sul campo a ten. colonnello e la ctoce dell'O. lVL S. a :\fadonna. della. Scoperta . Colonnello coma.nda.nte il 14° regg, fanter ia nel. 1860, fu nel 1861 promosso magg. generale : comandò le brigate Sici lia e Caglia ri e nel 1866 vcime collocato a r iposo.

Gabet Gio vanni Claudio

Gabet Antonio

Gabet Gio-.,anni Claudio.' Generale, n. a Chambèry, m. a Messina (1818-1873). Sottot. di fanteria nel 1834, partecipò alle cam pagne d i guerra del 1848 1849 1859 meritandosi a S. Martino e SolferiJ10 la : roce d i cav~


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GAB

dell'O. M. S. e la Legione <l'-Onore. Colonnello nel 1862, comandò il 54° regg. fanteria, Nel 1867 fu promosso magg. generale comandante la brigata. Marche.

Gabetti (Giuseppe). M usicista, del secolo XIX, morto nel 1846. Autore di varie marcie militari, scrisse nel 1834 la « Marcia Reale >>. Gabina. Tratto d i via romana, che, partendo da porta Esquilina in R·o ma, conduceva a Gabii (attuale Ca.stigl1one). Era lunga solo 18 km. e continuava poi col nome di « P1·enestin a )) per Prenestc e Trevi. Ad Anagni ;,i congiungeva con la via Latina.

GAo

880 -

Nel 1920 andò in P, A. In guerra ripor tò due ferite e guadagnò la croce <li oo.v. dell'O. M . S. nel 1917, la medagHa. <li bron.zo (1917) e la medaglia d'argento (SernagJ.ia. 1918).

- Gabutti (di Bestagno, Casimiro). Generale nato nel 1822 a Savigliano. Sottot. di fanteria nel 1841, col grado dì colonnello comandò il 12° fanteria e da generale la brigata Como. Partecipò alle campagne del 1848-49, 1859, 1866, distinguendosi a Confienza e a S . :Martino e guadagnando una menzione onorevole e la. medaglia d'argento.

Gabinio (Aulo) . Console romano; partigiano di Pompeo, da cui ottenne -il comando della guerra c-ontro i Pirati: eletto console nel 58 a . C., nell';mno seguente fu nominato governatore della Siria.. l'vforì nel 47.

GabMelll Alrredo

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Ga.blelll7, Luigi

Gaùrielli noctoU'o

Gablentz (l,u-igi, · ba,·one di). Generale austriaco (1814~1874). Servì prima in. Sassonia; nel 1833 passò al servizio dell'Austria; nel 1848 coI))battè a Custòza e / poi in Ungheria. Nel 1859 difese Cavriana durante la battaglia d i Solferino. Nel 1864 a l comando d'un corpo d'armata conqu istò le Schleswig e f u nominato gover11atore dcll'Holstein. Partecipò alla guerra del 1866 contro i .Prussi-ani. Dal 1869 a l 1871 fu governatore <l'Ungheria. Gabria di Tolmino (Gabrj-ic) , Villaggio sulla sr. del fiume Isonzo, su lla. strada Tolmin.o- Caporctto, alle falde ciel Vo<lil. Vi passa.va la nostra •linea, prima della r it irata. d el novembre 1917, e fu a.ppunto nel tratto Ga.bri,a-Selisce che la 12" divisione germrulica riuscì a sfornJ.are, le nostre d ifese, avanzando pcii con sicurezza. qua.si temeraria pe.r il fondo valle. (V. Capoietto). Gabrielli (di Motz.tevecchio, Rodolfo). Generale n . a nel 1802. Sott<>t. di cavalleria. nel. 1818, raggiunse il grado di colonnello comandante del Piemonte R eale uel 1848 prendendo parte alla. campagna 1848-49. fu promosso generale a l comando della 4" brigata, in Crimea nel 1855. · Meritò una menzione onorevo le il 6 magg io 1848 a S. Lucia.; fu ferito nel 1849 ca.rica,ndo gli AttStriaci a lfa. Sforzesca. e .meritò alla Cern1J.ia la croce di cò"mm. dell'O . M. S. l'ai10

Gabrielli n.,:,b. patrizie di Tmpea Alfredo. Genera le, n. a Monteleone Calabro nel 1867. Sottoten. nel 1887, fu in LilYia dal 1913 a.I 1916 e in tale epoca come ten. colonnello comandò il 114° fanteria, e poi il 67°. Promosso genet1ale di; brigata. ( 1918) ebbe il comando della brigata Messina e poi d i quella Cecoslovacca, e poi della P isa.

Gabutll Casimi ro

Gabutti Aetro. Generale, n. a Doglia.ni nel 1841. Sottotenente di fanteria nel 1865, partecipò alla campaf,'lla del 1866 e poi frequei1tò la scuola d i guerra. Colonnello nel 1S98, comandò il 62° regg. fai1teria. Magg. generale nel 1904, ebbe· il comando délla brigata Aosta. In P. A nel 1909, divenne ten. gen. nel 1912. Nella riserva, ebbe il grndo di gen. cli C. d' A. nel 1924.

Gadàmes (o Gharlames, a.nt. Cyda·m us). Centro abitato e oasi della. Tripolitan ia, a l confine con la Tun isia, nodo carovaniero, cinto di mura. Il 27 a pri le 1913 fu occupata. da. una colonna italiana. ma, ne l d icembre 1914, venne sgombrata, e il presidio, , dopo a vere sconfinato in territorio tunis ino, ripiegò su

11 castello di Gaclitmes Nalut. Dopo la. vittoriosa campagna cli r iconquista della Tripolita.nia. del 1922-23 il territorio di Nalùt venne dapprima percorso a largo r aggio da nuclei di cavalleria. e cli ì\-Ieharisti. Quindi, nel febbraio 1924 partì eia Na.lut agli · ordin i del magg. Volp ini una colonna. formata da un migliaio di arma.ti appiedati, da 240 meharisti e da 70 cavalieri. La colonna senza resistenza occupò Sinàuen, e, la.sciatovi un presidio, dopo aver sosteirnto un breve scontro a Bir e! Uòtia, entrò in Gadàmes i"l 15 febbraio.

Gadebusch. Città del granducato di lvfecklenburgSchwerin. Nel 1283 vi s i combattè um. batta.glia, n ella pianw·a cli Rambeeler, dove i figli cli E11rico I di Brunswick vinsero i Sassoni ed i Brandeburghesi. Battagl-ia di Gadebiisch (20 dicembre 1712). Appartiene alla guc1Ta tra Svezia e Danimarca. Il gen. Steen-


GAD

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bock, coman<lan te degli Svedesi, entra.ndo nel Mecklenburgo con un corpo d i circa 12.000 u., s i trovò presso G., di fronte a 6000 Sassoni, già riw1iti ad u n'armata danese, rinforzata da corp.i russi, situati al di là del fiume \i\i'arnov. I l gen. svedese per attaccare gli avversari doveva attmversare un larghissimo greto di fiume sotto il tiro dell'artigliCl·ia danese. Lo Steenbock, malgrado queste d ifficoltit, attaccò vio!entem.ente il nemico. L a pugna durò per tre ore. e la cavalleria con successive cariche di 32 sqdr. sassoni e russi, non riuscì a trattenere l'irruenz,a degli Svedesi, e gli alleati fu rono obbligati a lla fine a battere in ritira ta, lascirutdo sul campo più di 4000 p rigionieri, 2000 mol'ti, 24 cannoni, e i loro bagagli, munizioni e viveri.

881 sperando, sinchè divenne indipendente quando andò in rovina l'impero d'occidente. Cadde poi in ix:tere dei Norma.m1i (1091) e di Feder;ico II, il quale vi eresse nel 1227 un forte castello, distrutto dalle anni pontificie e da lui rico.struito dopo il 1230, quando riebbe la città. Alfonso d'Aragona dal l 43p in poi fece accrescere considerevohnente le opere di difesa, le quali furono pw-e, sot to la direzione d i Ambrogio Attendolo, aumentate all'epoca. di Carlo V, il quale costruì un altro castello

Gadio (Fi,artolomeo). Inge!èncre militare di Cremona del sec. X V. Restatu·ò le fortificazioni di Cassano d ' Adda ; diresse i lavori del castello di Piacenza, e le fortificazioni di Lecco. Lavorò anche per la Repubblica <li Genova. Gae ta : castelli Ang·iotno ed Arag-onesc

Gaclol!nl Vittorio

Gag-llanl Francesco

Gadolini (Vittodo). Medaglia d'oro, n~ a Casrell'Ar-, quato caduto a Sidi B ila ] ( 1859-1912). 1Jfficiale d i fanteria in servizio attivo, a veva frequentato i corsi della Scuola di guena, guadagnandosi la p romozione a scelta :al grado di capi tano. Fu per qualche tempo in Eritrea, e, rimpatriatone, insegnò per alcuni anni nella Scuola di appl·icazione di fanteria a. Parma. Partito per k-l Libia all'inizio della guerra italo-turca col grado di maggiore, vi fu promosso ten. colonnello, nel 23° fanteria, tre mesi prima di cade re valorosamen te comba.tte.ndo, com'è ri<eordato nella motivazione, con la quale alla memoria di lui fu conferita la medaglia d'oro al va.lor militare: (( B enchè contuso da una palla al fiaJ1co, con m irabile -esempio di valore si s lanciava. per p rimo col suo battaglione al l'assa lto, finchè cadeva ferito morta lmente (Si.d i J3ilal, 20 settembre 1912). Si era comportato con esemp lare coraggio anche nell'attacco del forte di Sidi Messri (26 novem bre 1911) >>.

Gaeta (ant. Caieta). Città marittima del T irreno, in -prov. di Roma, &apra un promontorio costit uito dall'altura detta m. Orlando (m. 167) .e da una più bassa (60 metri) su cui fu costruita la città. Il promon torio è unito aJ la terraferma per mezm deH'istmo di Montesecco, largo 600 m. ; arcua.to com'è, il promonto1·io protegge 1.1n'am1}ia. rada, il golfo d i G . Le sue origini sono oscw·e; certo è che al tempo dell'impero romano era già municipio ragguardevole e porto milita re e mercantile, che l'imperatore Anton ino Pio :ampliò di opportune opere. Successiva.m ente G. andò pro-

presso al primo, tanto che nel sec. XVI la piazzaforte era cons idera ta come una delle migliori del regno di Napo li. Nuove batterie vennero aggiunte alle opere già esistenti, per opera d i Carlo III, verso la metà del secolo XVIII, e per opera di F erdill!a.rido II verso la metà del sec. XIX. La p rima cinta d i mura è dell'820; una seconda fu costru ita nel 920; una terza nel 1234; una quarta nel 15.36. Il cas tello cli Federico ha grosse torri agli angoli e domina la voragine detta (( Fossano>); il cast'!llo di Carlo V (Angioino; è più vasto cd ha. loi:ali per la guarnigione. Verso il mare vennero costruite, corne si è accennato, molte batterie. Sotto i Borboni, fu p:ia.zzaforte cli prima classe ed ebbe una guarnigione d i 2 regg. d i fanterfa e adeguato· numero d'artiglicri. Vi eraJ10 polveriere .e cospicua · armeria. G. è attualn{en te sede <lei 64° distretto m il. e di reclusorio mi'litare. I . Assed1'.o e battaglia di Gaeta (846). Appartengono a ll 'epoca delle invasioni dei Saraceni nel Tirreno. Costoro avevano posto l'assedio a G. quando Guido di Spoleto mandò un e..,ercito a liberarla. Ma. questo, affrontato dai Saraceni nelle m-0ntagne, vem1e ·sconfitto e messo in fuga. Sopraggiunto un corpo di truppe guidate da Cesario, secondogenito cli Sergio I di Napo!~ i Saraceni furono costretti a retrocedere, mentre la flotta di Cesario occu pava il porto d i, G. e teneva a distanza la loro tlotta. Sopnaggiun!o l'inverno, i Sar,aceni abbandonarono l'assedio e si ritirarono.

II. A ssedio di Gaeta ( 1229). Fu posto alra città da. Giova,m i di Brienne, per conto di papa Gregorio IX, in lotta contro Federico II. ,Costretta G. alla resa, Giovanni fece a hbattere ·il castello di cui Federico aveva cominciato la costruzione. Questi potè tcnninarla pi11 ta.rdi, essendo rientrato in possesso della. città nel 1230, con la. pace di Cassino. III. Assedio d·i Gaeta (1289). Appartiene a lla lolta fra Angioini e Aragonesi, e fu i.i~traprcso da Giacomo d'Aragona, re <li Sicilia, per terra e per mar·e : la sua flotta era comandata da Ruggiero di La.uria; la città era. difesa d a l conte d'Avellino. Un esercito angioino avanzò

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882 medesimo. l\Ia il Viscon ti, ,d lora signore di Genova, rimandò libero Alfonso, che, tornato a G., se ne impadron ì il 24 d icembre.

VI. Presa d-i Gaeta ( 1495). F u operafa dall'eserci to di Carlo VIII men tre rrtarciava verso il Napoletano: la città venne posta a s.a.cco. VIl. Assedio di Gaeta (1496). Fu posto da Federico d'Aragona, dopo la ritira:ta d i Carlo VIII, i·I quale vi aveva lasciato un presidio. Questo fu costrct.Lo a cap itolare, e, imbarcato su due navi per essere trasportato in Francia, fi11ì per perire in naufragio davanti a Terracina . La ciità di G. tornò ai Francesi, cui non si provò neppure a resistere, dopo l'assedio e p•·esa d i Capua, nel 1501. VITI. Presa di Gaeta ( 1504). Avvenne il 1° gennaio, per opera dL Consalvo d i CoPdova, il quale, sbara.,;lia,ti in parecchi centri, e spe-I ,-' cia lmente sul Garigliano, i Francesi . del La Trcmouille, ridusse- quelli che s'erano rifu giati in G. ad arrendersi, dopo breve assedio, col. patto d'esser lasciati liberi di tor-~ nare in Francia. ,- .J~ -~ -:::' IX. Assedio di Gaeta (1707). Fu posto dal gen. austriaco Daun, il ~ --~:_ 22 agosto, durante la gue1·ra per . ~...,,.... la Successione di Spagna. " '· --,,,.-.__ > t:l _-;;,-:.. -.e-: _ ~r ....J! y ------L a. piazza, difesa. dal vicerè du----....._ ~ "' .. ca d'Ascalona, C-On 3000 u . di guar~ n ig:ione, appoggiato dallc·galcre spagnuole, resistette tre n1esi, e in-Asscclio cli Oaela (1731) fine, aperta la breccia, il 30 settembre fu presa d'assalto, anche per defezione d i un.. per socconere la città, agli ord·i ni d i Cado d'Angiò, ma regg. ca la.la.no. Il vi.c crè con 1500 u . si ritirò nel castelnon osò affrontare i nemici, i quali, 1utta.via, non riulo, mC11tre la città era abbandonata al sacco, ma. subito scirono a prendere la città e infine, con la mediazione dopo capitolò. del papa, la s ituazione fu r isolta con una tregua di due ann1, ed entJ·ambi , gli eserciti s i allontana.r ono. X. Assedio di Gaet1 (1734). Fu posto da lle truppe dL Carlo III d i Spagna, a.gli ordini del marchese di Mon-IV. Presa di Gaeta ( 1424). AppartiC11e ,alkt lotta fra temar, sulla fine di luglio ( 16.000 u ., Spagnuoli, F ran-GiovaJJ'l1a II cli Napoli, alleata cli F ilippo :'.'.1arh Visconcesi, P iemontesi). Dalla parte d i mare, il blocco enc com. ti, e gli Aragonesi, Il Visconti allestì in Genova ima pletato da navi sp·a gnu ole. Ben 100 cannoni e 24 mortai flotta d i 13 galee cui se ne unirono 7 di L u igi III d'Anfurono posti in opera e bombardarono la piazza pergiò e 2 genovesi. La flotua, a l comando di Guido T oparecchi giorni, lìnchè il 6 agosto il governatore, conte d i rcili, nel dicembre. si presen tò d avanti a lla città, la R.attenbach, con la guarnigione tedesc,1 ( 10 batt-aglioni) quale si a rrese e fu postai a s,tcco. s i arrese. Grande quantità cli munizioni e d i approvviV. Assedio di Gaeta. (1435). Appartiene alla lotta fra gionamenti. cadde n elle ma.ni de~ vincitori, insieme a 140, gli Amgonesi e gli Angioini, dopo la morte d i Giovancannoni. na II e Luigi III d'Angiò. Alfonso V d'Aragona bloccò

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G. nel maggio dalla parte di terra, men tre suo fratello la strinse co.n una flotta dal mare. Furono adopera.le in questo assedio le artiglierie. I Genovesi, cl1e in cillà. aveva.no creato c111pol·ii con1.n1erciaJi1 vi a.vevano n1andato una piccola guarnigione agli ordini di Francesco Spinola (b'Ovemat.ore) e Ottoli110 Zoppo. Questi resistettero strenuamente, s inchè Genova potè spedire una flotta che, nella battaglia di Ponza, fece p rigioniero il re Alfonso

XI. Presa di Gaeta (Gucne della Rivoluzione, carn-pagna del Napoletano 1798-99). Superate le gole di Iu-i~ ostinata.mente difese da una divis. na,poletana, il ge-nera-Je Rcy, che comandava. una colonna. francese, pensò cli ten.- tare con _un colpo d1 ma110 d i impadronirsi della piazza di G. presidiata da 4000 u. con 72 cannoni e 12 mortai, a l comando del vecchio gcn. Tschudy. R espinta sulle prime l'intimazione cli arrendersi, la guan1igione capitolò,


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As,ooto<li Gae1a (1790) (31 luglio 1799), dopo qualche ca11nomtta francese che colpì e incendiò alcuni fabbricati. Oltre alle na,·i ancorale nel porto, ai prigionieri e alle artiglierie, il vincitore prese 20.000 fucili n uqvi e un equipaggio da ponte che in seguito gli servì per passare il Garigliano. Xel

Gaeta nel secolo XIX : A , clllà; u. rom:- San cario

e, I due cas1elli; D, To1-rc <l'Orlando; B. !fr andc polveriera; P, mom e secco ; G, col le To1·tano

medesimo anno C. torno m potere dei Bot'boni in seguito ai ron:s:i èlei Francesi nell'Alta. Jtalia.

XII. Assedio . di Gaeta (Guerre de ll'Impero - Campagna. del Napoleta110 nel 1806). Il 12 febbraio il generale Reynier, giiunto col:e truppe francesi sono C. intimò al p d n cipe Philippsthal d'Assia di cedere la città. Questi, che disponeva di 7000 u. tutti napoletani, con 130 cannoni, rispose che ancbbe resistito fino agli estremi, e le operal!lioni furono iniziate. La rido tta di S. Andrea, armata di 6 cannoni, che diiende,·a gli approcci della c ittà, fu p resa c1·assalto e occu pMa dalle truppe del generale Grigny, che cadde nella lolla. Il 26 febbraio il ma.rese. :'.\fassena, da ); a poli partì p er G., dove diede il comando delle truppe d 'assedio a l gcn. Lacou r, la direzione dei lavori del genio al gen. Camprcdon e al gcn. Dulaloy quella delle artiglierie. Frattanto l'ammir. inglese Sid ney S111 ith sbarcava viveri e rnw1iziotti per soccorrere la piazza e destinava a.Ila. difesa cl.11 mare 12 scialuppe rnnnon iere agli ordini ciel cap. Richardson. Verso la fine di g iugno, poichè la piazza. resisteva. Cl.l1cora, si decise di spingere i lavori d'assedio, e furono inviati a lle truppe francesi rin.forzi importanti, che ne portarono la forza a, 14.000 u. oltre a un corpo di 1500 u. sul Garigli:1110, destinato ad opporsi ad un eventuale ten ta tivo di sbarco d egli Inglesi; 1\fassena assunse personalmente la direzione delle oper:uioni e il 7 luglio all'alba ebbe prindpio un violen to bombardamento; erano 23 mortai e SO cannoni, tutti di grosso calibro, che, battendo sistematicamente le opere, nel primo giorno fecer'O saltare tre p olveriere e un deposito di bombe carie.be. Il terio giorno del bombardamento il principe d 'Assìa, com,Lndan te In piazza, fu gravemente ferito da


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Assedio cli G(leLa ( 1806) una scheggia. di bomba, il sesto giorno il tiro d i demolizione era riuscito ad aprire le prime brecce, ·e il 18 il ma.rese. JYfassena. volle ancora una volta intimare la resa; la guarnigione a lzò bandiera bianca, e il giorno stesso fu firmata la capitola zione. Rimanevano nella p iaz, za 7000 u. che furono a utorizzati a iml;Ìaroa.rsi pe r la Sicilia con anni e bagaglio e 8 ca.nnoni, a condizione d i non combattere per un anno contro i Francesi. Caddei:o nelle man i del vincitore tutte le artiglierie de lla piazza e gnm.<li quantità d i munizioni da guerra e da bocca. Durante l'assedio le perdite fu ron o di circa 1000 uomini per parte. XIII. Assedio di Gaeta ( 1815) . Fu posto nel giugno dagli Austriaci, comanda ti dal barone di L aue.r; fra essi trovavasi anche un bgl. d i oacciatori toscani : dal la parte del mare coopei·;on<> n avi inglesi. Durante l'assedio il 10° di linea n apoletano s i ammutinò e abba~1donò b. piazza, che, ma lgm<lo ciò e malgrado la cadu ta del :Murat e il disastro d i WaJerloo, fu difesa a ttivamente da l gen. Begani, che disponeva appena di 3000 u. Nel mese di giugno p iù volte navi inglesi bombaJ"darono H fronte a mare senza successo; fra il 16 e il 19 luglio quattro batterie bombardarono inutilmente le opere; poi l'assediante s i limitò al blocco, e 1'8 agosto il Begani si arrese ot tenendo onorevolissim i patti p er i suoi: soltanto 800 u. era.no rimasbi dei 3000 : il generale fu costretto all'esilio. Gli assedianti avevano perduto 1400 uomini. La piazza di G. fu l' ~ltima ad abbassare la bandie ra. napoleonica.

XIV. Atto di Gaeta ( 1849). Fu de lta così. una specie d'ultimatum notificato il 4 marzo a l governo rivoluàonario della S ic ilia per opera dell'amrnir. fro11ce.se B audin, a nome anche dell'Inghilterra. Tale atto offriva per conto del. re di Napoli la costituzione del 1812 e amnistia, a patto che i ribelli deponessero le a,r mi e s i rico-

n ascesse la duplice monarchia. I ribelli non accettarono e il r e di Napoli risolse la questione soggiogando l'isola con la foxza. XV. Assedfo di Gaeta· ( 1860-61). Appartiene alla prima guerra per l'unità <l'Italia, e fu iniziato fra il 9 e il 12 novembre 1860, sul' ilo dopo la presa di Capua e ,il combattin1ento d i :Mohi. di Gaeta . La piazza era difesa dai resti dell'eserc ito borbonico rimasti fedeli a F11a.n cesco II ; poco più di 12.000 u., dei qua li 1300 d i .cava lleria e 1000 marinai, in grande parte artiglieri, comandati dal gen. Salz.u1-o, così Ol'dinati.: divis. Marulli ( brigate d'Ogremont e San.chez) ; d i vis. Bo.sco (brigate Paterna e Bosoo); brigata conte d i Tra11i, pre"ale.ntemente composta. <l'a.rt igliu i, con SO cannoni da ·campagna. Il fronte di terra era agli ordini del gcn. De Riedma tteI1; i l fronte di ma.re agli ordini del gen. Sigrist. L e opere erano validissime, non così i cannoni che le guemiv,am.o, in numero di 293, ma tutti Li.sci. D ell 'investimento dalla pa.rte di terra fu incaricato il I V c. d' A. (gen. Ciald.ini) fÒr te <li 808 ufficiali, 15.255 fanti, 1679 cavalli. Le artiglie.rie destinate all'assedio ammontarono a 166 peni, di cui 15 di marina, rigati, sbarcati da alcune delle nostre .u.wi da guerra e serviti da marinai ; gli altri, obici e mortai, oltre a.d alcuni cannoni CavaJ li, a retrocaJ·ica. Il IV C. d'A. era co.stiL'ttito della 4° div is., comandata dal gen. P es di Villamrurina (brigata Regina, gen. Aven a.ti e brigata S a vona, gen. R egis) e <lolla 7' d ivis., coma.ndata dal gen. Leotard i (brigata Como, gei1. Cugia, btiga.ta Rergamo, gen. A,•ogad.ro). Furono eseguiti grandi lavori per batterie, ricoveri, casematte, e strade, ecc., sotto la direzione del gen. del ge.t~io Menabrea: l'artiglieria era agli ordb1i del gen. Y.a.lfrè. F ra il 9 e il 12 novembre, le nostre fo.n.t_crie con qualche scaramuccia. occuparono i mon ti Tar tano, E rto, Cri-


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La rortezza di Gaera n~l t8~0-6J

sto e Colo,ma. Il 12, a.lcuni bgl. borbonici attaccarono le posizioni ita,liane, ma. furono posti in fuga: il 3° bgl. caccia.fori, circondato sul monte dei Cappuccini, fu preso png10niero. Questa sortita. costò ai borbonici 74 morti, 103 feriti e 789 prigionieri; ]e perdite italiane f urono d i 9 morti, 70 feriti, 12 prigionieri. Una seconda. sortita fu eseguila. il 29 novembr e, <liretta dal gen. Bosco che vi rimase leggermente ferito; i Borboni vcru1e.ro respinti dopo combattimento che cagionò lievi perdite a<l ambo le parti. D a lla parte del maa-e, nulla si. poteva fare perchè nel porto era una squadra francese a.gli ordini dell'arnmir. Barbie.r; il mese di d icembre fu d i trattative per ottenerne la partenza, e, frattanto, di prepar azione delle bat te.de _per il bomba.rdamenlo. Solta.nto il 9 gennaio -questo fu eseguilo in in odo intenso con 91 cannoni, come dimostrazione della ferma. volontà degli Italiani di conqu~,ta.re la piazza. E la stessa sera ven iva. fissato un .armistizi.o di 10 giorni, spiratt i quali la. flotta francese si a llontanò. AHora 13 navi e 6 cannon iere italiane pote~•ano comp leta.re il blocco dalla parte elci ma.re, e la sode di G. fu in breve decisa. Il 19 stesso il bombardamento ck1,lla. parte clj, terra veniva. ripreso efficacemente. Il 22, le cannoniere, la « YI:aria. Adelaide >J , la « Ga.riba.Mi >>, la. « Ca~lo Alberto», la « Vittorio Emanuele >J, la. «Costituzione», incomincia:110 a battere le opere verso il mare : d ue ca.nnon icre r imiasero seriamente dannegg.ia.te. La cannoniera Curtatcme (V.) fu trasformata in brulotto, insieme con la <<Confienza>>, ma. la. resa della. piazza impedì ,!'esecuzione del p iaJ10 cl1 fa,r salta.re per mezzo cli essa un'opera a mare: I l bombard amento si intensificò nei p1-imi d i febbraio, e il giorno S saltò in aria la polveriera della cittadella, aprendo una grande breccia. nel bastione d i S. Antonio, verso il mare : la breccia fu efficacemente ba.ttuta dai

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cannoni della Garibaldi. Seguirono 60 ore d i tregua, durante le qua.li Cia!clini. accettò 200 fer-iti borbonici per farli cura.re, e il re Francesco II abbandonò la piazza partendo con la sua. corte sopra una. nave francese. Il gi<;>J"JJ.O 9 il bombardamento fu rip reso d a ma.re e da terra, e il 13 la piazza. era a.gli estremi: scoppiò quel giorno anche la po,Jveriera del bastione Transilvania., e la resa fu decisa : il giorno dopo, la band ie.ra. t1·icolore sventola.va sulla torrè Orlando. I Piemontesi durante l'assedio avevano spa.r ato 56727 colpi di cannone, i Borbonici 35.244; i primi avevano avuto 46 morti e 321 feriti, i secondi 826 morti e 569 feriti. Si arrendeva.no al vincitore circa, 12.000 u. con 25 geJ1erali.

Medaglia d'onore di Gaeta. Venne creata con decreti dd settembre ed ottobre del 1806, per premia.r e i <lifensori della fortezz,1 di Gaeta. Essa era d'oro per gli ufficiali, d'argeri to per i sottuffi-cia;Ji e soldati, e comportava la grati·ficazione di due grani al giomo. La medaglia. eia un lato portava l'effigie sovrana colle parole « Fe,·•dina.ndus IV D. G . Siciliarum Rex » e nell 'esergo la veduta cli G. con le parole in giro: « Merito et _falci Caietae defensorum 1806 » . Gaeta. Brigata. di fanteria di linea, costituita per la gl1erra 1915-1918, il 17 febbraio 1917, dai depositi del 15° e 16° fanteria, coi regg. 263° e 264°. Il 22 maggio 1917 fu schierata sul Debeli ed attaccò le munitissime posizioni avversarie di q _ 144, q_ 92 e del vallone cli Jan1ia.no occupando la linea Komarje, q. 100. Concorse il 25 all'azione contro l'Hermada e, superate le tJri.ncee di Fiondar, raggiunse, dopo a ccanitissima lotta, le doline nemiche a sud-est cli q. 146. Un violento contrattacco austriaco obbligò la brigata a riportarsi a. q. 100 clo;io aver perduto, nella. lotta accanita, 42 ufiìciaJj e 1445


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greg>al'i. Dopo un periodo d i r io rdù1a.me.nto, fu trasfer ita, a metà foglio, nella zona. d i Gorizia. Ridliama.ta in linea per la li• batta.glia dell'Isonzo, ebbe i,] comp,ito di occupare Grazigna ~ di avanza.re su Na Mokrin. Iniziata l'azione, dal 18 al 29 agosto i riparti del la brigata sostennero una cruenta lotta che li por tò r ipcttlte vo,Ite sulle posizioni d i Gmzigrna e di q. 126, oocupate clofinit ivamente il 30. La brigata , che perdet te in questa battaglia 62 uffic iaili e 1492 gregari, restò nella zona di Gor izia fino · all'offern,iva austro-tedesca dell'ot tobre, in seguito alla qmtle ripiegò combattende> ed il 17 novembre fu schie ra ta sul ~1. Grappa e su ìVI. Brenta!. Dopo u•l µeriodo di riposo e di riordinamento, -ti 22 aprile 1918 fu schierata su l .Ylonfenera ed in ta l settore rimase s ino a l l " novembre, allorchè avan?h su Qucro e poi verso Sanzar, S. Vi ttore, Arsié, F altre. La bPiga ~a ,w eva le mostrine a fondo bia.r1co, con settore centra le cremisi. Gaeta. Fregata a vapore con macchine di 450 HP., va.rata. nd 1863 a (',astellanuna1·e di S Lab ia . Par tecipò

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guerra d i Successione d'Austria ebbe vi comando dekl'o-sorcito i11 I talia, ba<ttè gli Austriaci a Camposanto (1743) e s'impadronì di Lodi, Tortona ed Ale.ssaJJ,dria. Nel 1744, costretto a riti.r-arsi a R imini, poi nel Yapoleta.no, si unì oolle tn1ppe d i quel regno e tomò in Piemonte, cooperando a Bassigna.na l 74S) alla vittoria sugli austrosardi. Combattè a P iacenza ed a Rottofreno ( l 746), ma venne oostitu ito 11,el comando dal nuovo re Ferdinando, e terminò la carriera come governatore cleHa N ava..rra.

Gaggio. Soldo, stipendio, emolumento concesso ai mil itari. Voce oggi non più rn uso, d alla quale deriva ing,1ggiare, oioè prendere a soldo. Il gaggie> era. propriamente la. rioompensa che per contratto veniva corrispos ta a i snida.ti che volonta.riamemc si anuolavano presso gli antich i eserc iti. G. passò anche a significare arruolamento nelle forze a rmate di uno Stato. Gagiand!'a (o Ga.jandra) . Galleggiante stazionai,io usato dalla repubblica di Vene-zia, destinato a sostenere un,a g r·ossa. catena d i ferro colla. quaJe si sbarra.va il porto d i S. Nìcolò elci L ido . Era una. speoie di pontone resistente anche durante le burrasche di mare, e capace d i impedire il passaggio a.tu·avcrso ,ù porto. Fu creato per la prima volta. nel 1355 durante la guerra contro Genova. Gagliani (Gi-useppe So.1111,ele). Generale, n. a Lucca, m. a. Rign ano ( 1827- 1905). P,rovcn ien te d:dl'esercito toscano, fece la campagnrc del 1859 ncl'l'csercito ita liano e nel 1860, a. Gaeta, s i lllcritò la. med. d'argento. Colonnello nel 1882, comandò il -13° regg. fanteria e nel 1888 fu collocato in P. A. :'.Jella. riserva nel 1892, fu µ romosso magg. genera.le nel 1895.

alla, 3pcdizionc de l 1866 in Adriatico e a qudla. di Canclia del 1867; fu rad iata nel 1875. Gaeta. Rimorchiatore (ex Guglielmina, già di bandiera olandese). Entrato in ser vizio ne l 1917; lunghezza me. tri 30,65, larghezza 6,13, d islocamento tonn. 250, macchine H.P. 350; a r mamento: l Gurnone d a 76.

Gaetani di Laurenzana (conte Luigi) . Genera.le napo letano, n . nel 17 77. ~ell'esercito napoletano, dopo esser stato nel 1832 promosso ma,resciallo di c,uupo ed aiu tante ge11.e.rale del re delle Due Sicilie, raggiunse il grado d i ten . generale. Gaettone ( G1,gliel1110) . Capitano <li mare, n . a.d Albissola Ma.r•ina, m. verso il 1640. Autore d i u,1 grande Atlante, o Periplo, del rvieclitcrrnneo, Ùl due grossi volumi. Gaffori ( Gùn,amii P-ietro). Patriolla corso ( 17101753); fu a ca.po della ribellione della. Corsica con tro Genova ; venne ucciso a. tra.dimento da.i s uoi nemici poJ.itici e personali. Gafsa (a.n t. Capsà). Città dell'Africa (Tunisia meridiona,lc); fu forte colonia. rom=. Nel 107 a. C. il console Caio ]da.rio p rese di sorpresa la città e la d istrusse: con ciò G iugurta, cont,ro il quale Roma allora combatteva, perde tte · 1a pas te orienta le del suo regno. Gages (Giovanni Bonaventura, Thierry Dwmont conte di'.). Generale spagnuolo (1682-1753). Servì wtto F ilippo V disti'llguendosi a \ ,;illaviciosa (1710). Durante la

Gaglia.n-i Francesco. Generale, n . a R acconigi nel 1862. sottot. di fanteria. nel 1881, partecipò alle campagne d'Africa del 1887-1888. Colonnello 11el 1914, ebbe il comm1.do del 78° regg. fanteria e con esso enLrò in guerra nel L9 15 diver1endo poco dopo magg. generale coma11dante la. brigata Toscana con la quale al Sabotino rimase feri to e si meritò la med. d'argento, e al Veliki , al Faiti vmne decomto della croce d'ufL dcll'O. M . S . ~\fel 19 17 el}be il <:omando della 45' di.vis. e su l Carso ebbe la commenda de!l'O. lvf. S. e la. promo-z ione a ten ente genera.le per meritò d i, guerra. Comandp poi la 7'' e la 10' divisione, ·e, dopo- la guer rn h cl i.vis. m il. di Salerno; poi passò in P. i\ . S.

Gag I iardetto. Era. co~ì chiamata una banderuola tr,iangol,are che le ga lee mette.va.no in cima agli alberi. Gag/.iardetto a doppia coda.. Ba"1deruola d i fon~1a biz· zanra; con vivi colori, che i mar~nai metteva.no in cirna agli a lberi, a.Ile cslt'C!llÌ"tii delle antenne e elci pc1moni. Ga.g/:iardetto è oggidì chia.n,a.ta una p iccola bandiera di speciali armi e corpi: generalmente essa. è triangola re, o rettangolare, a due punte. F u adotta to in guerra dai reparti d'assalto e in seguito <la i Partito e d alla Jl,,I ilizia fascista., nonchè dai nostri batGagliarcleuo taglioni indigen i e dai llCi P r in c ip i Reall


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reparti aernnautic i. Sulle navi da guerra, il gagl iardetto ha sostituito quella che ant icamente chiamavasi la cornetta. Si a lza in testa all'albero di maestra o di tr inchetto, e serve ad indicare i personaggi impor-

887 Gagliardo. Rimorchiatore, in eserc1z10 alle Ferrovie dello Stato, varato ad Arles (Francia) ed entrato in servizio nel 1904; lunghezza m . SO, larghezza 6, dislocamento tonn. 500, macchine HP. 250; armamento 2 cannoni da 76.

Gagliarcli Edoarclo Gag I iarclell l in Libia tanti (ex Sovrani o Princ ipi) che sono imbarcati a bordo, od anche il grado dc:ll'a.mmir, o di un capitano di vascello n elle loro qualità di comandanti d i squadra, d i divis,, ecc. Esistono il G. R eale, il gagliardetto dei Reali

Gal"m'ni Alberto

Gagliardo Antonio. Generale, n. a Genova nel 1864. Sottot. di fa.t1tePia nel 1884, iniziò la guerra contro I' Austria col grado di maggiore. Colpito dai gas nel 1916 sul S. Michele, s i meri tò la' mecl. di bronzo. Nello srcsso 1916 ebbe il comando del 95° regg. fanteria divenendo coloru1eHo e nel 1917 passò al comando del 25 .I " fanteria. Colonnello brigadiere nell'estate 19 17, con1aJ1dò la brigaita P.iceno e i,'llida.ndol'/1, a Selc ven.ne i"nsignito della croce ·di cav. dell'O. ]VI. S. Nel 1920 andò in P. A. S. e nel 1923 assuMe i l grado di genera.le di brigata.

Gagliole. Comune in prov. cli :.Waccrala nella. valle del Potenza, vuolsi C()struito c:!~i G a lli. I Camcrinesi lo p resero nel 12 74 e lo for1jficarono, facendone uno dei siti p it1 forti dell'epoca. I Sa.t1seve.rinesi Jo r ipresero colle armi; 1)erò lo riperdettero, dopo cruenta battaglia. nel sec. XIV. :\lessan.d ro VI lo fece occupare dalle sue truppe col territorio c ircostante. L'abitalo è circondato da murn, t uttora ben conservate.

UaB"liarclC'l li <lell'Acrona,11ica Prmci pi, ,i ga&lia.rdett i dei generali, degli ambasciatori, dei govet·natori delle ,Colonie, ccc. L 'uso dei G . è regolato• da nonne internazionali, affinchè, incontrandosi J1avi d a. gueua. di na;oiomdità diverse, possano rendersi recip.-ocam,mte gli onori dovuti ai per·sonaggi per i quali sono stati alzati.

Gagliardi (Edoardo}. Ammiraglio, nato a Genova, 11101-t-o a Roma ( 1850-1916). Entrnlo in servi,cio nel 1865, fu promoss() contranm1ir. ne.I 1905 e viceammiraglio n.el 19 10; collocato in P. /1. nel 1911. Fece le campagne d'Africa e dell'Est.remo O r i-011te; fu cGma11dante in capo del dip. marittimo di Taranto dal 1910 a l 1911, e diresse i favori per le nuove fortificazioni di Brindisi. Gagliardi 1vfichele. Generale, n. a. Yleta, m . a Roma (1851 -191i). A 16 anni s'arruolò volonta rio e partecipò a lla spedizione ne ll'Agro romano. Passafo poi alla scuola mii., divenne sotto!. nel 1871 in fanteria, nella qua le arma d iv=e colonne llo comandante il 62' regg. nel 1905. I n P. A. nel 1909, fu nom inato ispellore del tiro a segno della provinda di Roma, carica cl1e coprì sino alla promozione a magg. generale, avvenuta nel 1915.

Gaina. Generale del I V secolo cl. C. Comandò le truppe cli Stilicone, sconfisse Rufino e lo massacrò, come rivale di Stilicone. Combattè Eulropio favorito d i Arcadio, poi a Costantinopoli, divenuto generalissimo, s' impose ,ad Arcadio, e dominò coi Goti sulla città. Jvfa questa si ribellò e G. dovette r ipar.tre in Asia, dove fu sconfitto. Coi Goti rimastigli si avviò nel basso Danubio, ma fu preso dagl i U1u1 i e fatto decapitare ( 401). Gajda (Rodolfo) . Generale cecoslovacco n . nd 1892 in ìVIoravia. Disertò nel 1915 clall'cscreito austr iaco dove era sottot. e passò nelle file de ll'eserc ito montenegrino. Invaso questo paese dagli J\ustPi-aci, riparò in Russia dove divenne capitano della Legione C{:cosJovacca e i.n pochi mesi colonnello dd 7° regg. Scoppiat.L la rivoluzione, abbandonò l'esercito russo in sfacelo e passò in SiberitL dove assunse il comando degli antibolscevichi, dominando tulta la, Siberia O~i.cntalc. Nel 1919 partecipò come ten. genera le agli ordini d i Kokiak a!lla lotta contro i Bolscevichi e poi tornò in Cecoslovacchia. Di qui s i recò a Parigi a stuclial'c •a lla Scuola cli guerra, e, tol'11a·lo in patria, fu nominalo comandante di d ivisione ( 1924) e capo cli S, M. dell'esercito ( 1926). Essendosi fatto paladino dei fascisti cecoslovacchi, la democrazia a l potere lo destituì. Gajani-Marconi (conte Emilio). Ten. colonnello e


scrittore miJ., n. a P edaso, n1 . a Perugia ( 1874-1917). Sottot. di fanterfa n el 1895, nel 1902, durante i moti ne Ue Puglie, rimase ferito e si meòtò la mcd. d'argento; poi prestò servizio p resso l'ufficio storico dello S. M . e alla direzione d ella biblioteca mi!. centrale. DuraJ1te la grande guerra ebbe incarichi di fiducia e raggiunse nel 1917 il g rado di ten. colonnello. Pubblicista e scrittore storico e militare, a lui, fra a ltro, si deve : « Questione morale ed economica dell'esercito rispetto a,l socialismo »; « Garibaldini e Cacciatori delle Alpi, 18S91909 )>; « Catalogo bibliografico gariba.ldino >>; « La d isciplina milita.re>>; « La rivolta degli Herrcro ll ; « Q u arto dei M ille, precedenti storici ,, ; « La conquista del!'Algeria».

Gajano (L1tigi). Generale, n . 11el 1859. Sottot. d'art. nel 1879, si segnalò durante il terremoto siculo-calabro del 1908 e venne decorato della. med. di bronzo. P ar tecipò alla guerra libica, d istinguendosi a Bengasi, a.lle Due Palme ed a Psitos ed ebbe la croce da cav. del1'0. M. S. Colonnello nel 1913, fu direttore d 'art. a Napoli e poi comandante il 22° regg. da campagna col quale enu-ò in guerra con tro l' Ausu·ia. :Magg. generale nel 1916, comandò l'art. del 22° C. d'A. I n P . A. nel 1917, fu ' nom inato generale di divis. n el 1923.

888 Galand . Annaiuolo svizzero, costruttore di pistola a rotazione mcd. 1870. Una leva posta. avanti e sotto il castello col suo abbassarsi obblig,.1. ·la. carma ad avanza.reco! cilindro ; continuando l'abbassamento della leva, l'estrattore si ferma, mentre il cilindro e la canna avanzano ancora: -così avviene l'estrazione dei sei bossoli dal cilindro. Carkata l'arma, e ria lzata la leva, tutto il meccanismo retrocede, o il ' cilindro va ad appoggiarsi a l castello, e la p istola è pronta per lo sparo. Galante (Alberto). Generale, n. ad Asti, m . a Tor ino (1848-1929). Sottot. del genio nel 1868, fu freg iato nel 1880 di mcd. al val. c ivile. Colonnello nel 1900, comandò il 4° regg. genio ; nel 1906 andò in P. A. ; )Jcl 1911 a riposo col grado di ma.gg. generale, indi fu promosso generale di divisione. Galante Giulio. Generale commissario delle R. :Marina, n . a Napoli nel 1855. Entrato in servizio nel 1873, fu promosso magg. generale commi&&1.rio nel 1913, ten. genera.le n el 1918, e fu colloca:to in P . A. nel 1920. Fu a capo dell'Ispettorato di Commissariato mH. mar. dal 1912 al 1920.

Gala (di Bandiere). Ornamento di navi con banderucìle fiamme, gagliardetti, d'ogni taglia e colore che viene messo per indicare giornate speciali fesiive, o serve a rendere onori durante particolari cerimanie.

Galante Alber to

Qua,1do i bastimenti sono così ornati si chiamano « Pavesati ». Vi è la P iccola G. e la Grande G. che indica la m~ggiore o minor pompa, fissata da.i regolamenti di ciascw1a nazione, d iversi poi a soconda dei tempi.

Gal ant.1 Um.berlO

Galanti ( Umberto). Generale, n. a Venezia ne l 1864. Sottot. dei gmna.tieri nel 1884, fu in Eritrea nel 1888 e nel 1896 e in Libia nel 1911, p rendendo parte a quelle ca,npagne, e poi a quella 1915-18. Nel 1916 col grado di colonnello ebbe il comando del 26" fanteria, noi 1919 fu promosso generale ,di brigata, nel 1929 andò a r iposo.

Galamini (conte Alberto). Generale, n. nel 1881. Sottot. di fa,1teria nel 1901, par tecipò a lla guerra ita,loturca del 1911-1912, frequentò la scuola d i guerra e pl"ese parte alle ca.nlpagne del 1915-18 contro l'Austria. Passato nel 1920 in P. A. S., venne nel 1926 promosso colonnello in A. R. Q., ed entrò col grado di console generale nella M . V. S. N. Fu giudice effettivo d el Tribunale Speciale per la difesa dello S ta to e cpmanda.nte d i Zona della M ilizia. Ga.lasso MaLt ia

PlsLOla Gal and

Ga.Jasso V ineenzo

Galasso (Conte Mattia) . Genera le trentino del sec. XVII, a l servizio dcli' Austria. Ebbe il comando s up remo dell'esercito austriaco nella guerra. di Mantova (1630); fu alla presa di Gaito e di Mantova e a.M'assedio d i Casale. Cornbattè on Boemia, in Borgogna, in Sassonia, in Pomerania., in D animarca, mosu·andosi dovunque valoroso ed a.bile comrutdantc, ta.nto da venire considerato uno dei migliori capitani del suo se.colo. ~fori ne l 1646 men tre sta.va per p rendere il governo dei Paesi Bassi.


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GAL

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Galasso Vincenzo. Generale, n. ad Apricena., m. a. Cividale (1863-1917) . Sottot. di fanteria nel 1883, partecipò nel 1897 alla spedizione di Candia.. Nel 1915 ontrò in guerra come ten. colonnello al comando del 49° regg. fanteda, meritò la med. di bronzo nel 1916 alla conquista del passo di Rolle. Promosso brigadiere generale ( 1917) ebbe ~I comando della brigata Napoli•, e ri])Ortò sull'Isonzo ferite in eombatthnento, in seguito alle quali moriva in un osp_e&<1le da campo a Cividale.

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ma, timornse di N erO'lle, l'abbandonarono subito dopo ed egli fu trucidato.

Galbiati (Raimondo). Genera.le, n. nel 1861. Sottot. nel connnissariato nel 1886, dal 1912 al 1916 fu in Libia. Colonnello nel 1917, rimpatriò dalla colon.ia e pa.rtccipò alla. guerra contro l'Austria dopo_ la. quale fu direttore <li commissariato ad Ancona e poi a. Firenze. Collocato in riserva nel 1924, fu promosso magg. generale del commissariato nel 1926.

Galateri di Genola (conte Gabriele). Generale (1762-1844). Cornetta nei dragoni d i Piemonte nel 1778, partecipò alla campagna. delle Alpi. Dopo il 1800 passò al servizio della Russia divenendo magg. generale, col qual grado rientrò nell'esercito sardo nel 1816. Comandò la. divis, mii. di Nizza. (1819) e poi fu governatore di . Cuneo (1822) e d i Alessandria ( 1824). Tcn. generale :nel 1830 e generale di cavalleria. nel 1832, Collaxe del!'Annunziata nel 1833, nel 1838 fu nomù1ato ispettore gen. della fanteria e cavalleria. Galate,·i di Genola Pietro. Ufficiale, n. nel 1808. Sottotenente di c-avalleria nel 1827, nel 1848 venne addetto al quartier generale. Maggiore nel 1849, fu coUocato a riposo nel 1857. A lui si deve un album, « An nata saxda: uniformi antiche e moderne».

Galati (Fra1icesco). Generale, n. a Napoli nel 1864. Sottot. d'art. nel 1882, nel 1915 divenne colonnello e n el 19 l 7 colon nello brigadiere, comandando sino a l termine della guerra l'artiglieria d el VI C. d'A. Si meritò la croce di cavaliere dell'O. M. S. nel 1917 combattendo sull'I sonzo e la croce d'uff. dello stesso Ordine sul Gr appa (1918). D opo la 6'llerra. tenne il comando d'art. del C. d'A. di Bari. Nel 1925 fu posto in riserva e nel 1926 p romosso ienera.le di divisione. Ga!,ati Roberto. Generale, n. a. Napoli nel 1866. Sottotenente d'art. nel 1884, entrò i,n guerra nel 1915 col grado di ten. colonnello. Comandante interinale di un regg. di art. da! campagna., meritò la med. d'argento nell'estate del 1915 nella zona di T un-iaco-Ronchi. Colonnello nel novembre 1915 e magg. generale per merito di guerra nel 1917, sino a l marzo 1918 fu comandante dell'art. del 23° C. d'A. e sul Carso e sul Basso Piave guadagnò la croce d i cav. dell'O. M . S. Passato a l romando dell'art. della 4• armata, nel giugno 1918, f u promosso ten. generale per merito di guerra e pex la battaglia. sul Grappa, fu decorato della cl'oce cl'uff. delÌ'O. M. S. Dopo la guerra. comandò la divis. cli P iacenza e, dal 1925, il C. cl'A. di Bari. N cl 1928 venne posto a disposizione.

Galatz. Città della Romania con por to sul Danubio, a l contluente del Sereth. Nel 1789 i Tmch i assediarono la città e la presero d'assalto. Durante la gue.rra. russotluca ( 1877-7$) fin dal principio della campagna i Russi era.no riusciti a sbarra;-e a G . il Danubio, ed a taglia rne fuori h flotta turca. Ne! 1821, allo scoppio del,Ja. ;rivoluzione in Grecia, a G. s i solleva rono i , Greci che vi abitava.no, ma la ribellione venne soffocata nel sangue.

Galilei

Galba

Galdini (Galdino). Amm iraglio, n. nel 1869, entrato• ù1 servizio nel 1884 collocato in P. A. S . nel 1923, promosso con t.r:,mmir. nel 1923, ammir. d i divis. nel 1926, dmm.ir. d i squadra nel J926. Prese parte alle_can1pagne <li guerra 1911-12 e 1915-18. Gaie (Tornaso) . Chirurgo inglese. Fu al serv1z10 di Enrico VIII e di Elisabe tta. .Prese pa,rlc col Pareo alle battaglie di Montreuil e d i Saint Quenti.n, e lasciò un'o~ pera : « Un eccellente trat tamento delle ferite <l'arma da fuoco >>. Galea. Nome generico dato in antico al casco od elmo: Roman i designavano con tale nome ogni sorta di elmi. Galea o Galera. Fu nave lunga e sottile che ebbe origine dalle navi degli antichi, e venne impiegala principalmente nel :Mediterraneo : le prime cita.Galea roman~ zioni d i G . si r iscontrru10 verso 1'8i0 dopo Cristo. F u rona p rinci1:xilrnente a remi e non ebbero "le vele che come sistema ausiliario di p ropulsione. Vi furono G. monorerrìi e biremi, di _lunghezza molto variabile. L e monorcmi si chiamaronoanche sensili. L e galee mercantili erano in generale costruite in modo da poter essere a ttrezzate anch~ in

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Gal ba (Servio Sulpicio). lmpe,r atore romano ( 4 a. C. - 69 d. C.). Fu console sotto T iberio ed ebbe allora il comando clel,le legioni in Germania. Sotto Claudio, Ju governatore dell'Africa e sotto Nerone della. Spagna. In quest'epoca le legioni lo proclamarono imperatore,

Modello cll galera (5ec. XVII)


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guer ra. I rematori erano in numero da 110 a 140, ed era.n o formati da conda.nnati e da buonevoglie ( la m,igg-ior parte di q uesti ultimi erano condan nati che avevano u ltimato la pena). Qua·ndo vennero introdotte le

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mezzania, Sottocomito a p-rora, P iloto con due co.nsiglieri, T imonie-ri (8), Aguzzmo (çan aJmcno 16 compagni o marinai di guardia), Marina.i di parte (numero variabile a .seconda dell,t gn.u1 dezza) , due Genti luomini, un Barbiere, un Flebotomo. Oltre a. ciò vi era la maestraJ-.za, composta. di Maestro d'asci-a, Calafato, Remola,ro, e llarilaro. Su ogni G. i combattooti ernno formati da Bombardieri e da soldati comandati da un colonnello, u 11 alfiere, un sergente e <lue caporali. I capi-tani soprn.comiti erano per lo piit i:,entiifuomini. A seconda delle grandezze dell'impiego, presero diversi: nomi: :i\lfezze galee, quando erano sotLil_issime; Galee basl,tr<le, quelle p iù grandi e più larghe delle solite; Galeazze le galee robw;te d i gra11di dimensioni, Ca-

Galer a cap i t.a11a (scc. XVI I) artiglierie, furono rafforzate le ossature deil lc G . per i·en<lerlc a lte a sostenere le scosse prodolt.e dagli spari. Fmttanto veniva ma.ggìonnemte adoperata la vela, p ur conservandosi il remo, specialmente per il momento del <:ombat timento, oltrccbè per i periodi di bonaccia . Galeazze d i IJOppa e d i fianco leolle quelle p iù p iccole che avevano un solo ponte con un .numero d i ban chi limitato a circa 20. Le Galeotte erano principalmente usa.te dai, Jlarbareschi_ In Oceano vennero adoperate dagli Spagnuoli na vi da guerra tonde, di a lta sponda attrezzate solta11to a vela che serv ivano per caJ"icl1i' più preziosi e più impor-

Galere che auaccano u11 vascello

La G. si d ivideva in quattro pa.rLi principali: camera d i prora; cc,mpagna o dispensa; scandolero; camera di poppa. Sotto la camera di prora si trovava la carnera a po1ver e. L'equipaggio di una G. del secolo XVI era composto come segue: Capitano, Padrone, Comito d i

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Ga leazza ciel sec. XVII

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Mod ello di g-aleone (sec. XVII)

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tanti e furono , chiama Le Galeoni. Portavano fi,no a 70 pezzi di artiglieria. e 500 pa,sseggeri. Era:no p rincipalmente impiegate per il traffico con l'America e le Isole F ilipp ine attraverso il T'acrfico. Cc,mpievano viaggi b en determinati sia come epoche sia come rotte eia percorrere. Le par tenze e gli arrivi dei Galeoni erano ben conosciute dai traffican ti i quali accentravano nei por ti di partenza e d i approdo -le n avi mercantili cli grandezza i nferiore, dalle qua li avveniva il t1'asbordo per la traversata dell'Oceano. I Galeon i erano specia,lmente presi di mira dai Corsari, e per questa ragione furono sempr e potentemente armati, comanda ti da personale militare o scortat i da naviglio da guerra. Le Ga.Ieazze a.ndava110 a remi oltre che a vela; erano- di struttura mo l: to robusta e avevano i remi molto pc-s anti, tan to c he


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per òascun remo vi era no fino a 5 o 6 vogatori. Anche le Ga leazze erano a rmate con 11umero d i cannon i che varÌ!dvano da 36 a d 80. Avevano u.n armamento di p ersonale mi litare e servivano per il traffico col v ic ino Orien te.

Ga/e,i sottile e lunga. Nella marina venezia.u a, fu C . sot,tile verso la fine del scc. XV la. tri reme veneziana m inore : essa reca va a prua uno sperone sporgente. E fu delta G . lunga un legno da guerra velocissimo delrefioca remica, recante a bordo nno a 140 rem iganti. Galeotta da bombe. V . Bombarda.

Galeotti (ZVlarcello) . Generale, m. a Firenze ne l 1886. P roveniente dall'esercito toscano, p assò in quello italiano ne l 1860. Colonne llo nel 18i 5, comandò il regg. cavalleggeri di Roma. 1"1agg. genePale comanclame la 3" brigata cli cavalleria nel 1881, andò in P. A. ne l 1883. Galerata. T ipo cli n.a.vc i11glese ideata cl.a Roberto Dudley, duca cli N ortb umberlaJl(i, con,aso. Era un mis to fra la galera. ed il vascello, a vele quadre. Essa anebbe potuto, secondo lui, naviga.re come galera, calando gli alberi, od anche come n ave a vela, co l solo motore ven to. Doveva. essere armata. con 70 od 80 crumoni. Tal ge11ere cli nave fu proposta. a Cosimo dc' 1-kclici, il qua.le l'accob;e a titolo d 'esp erimento, e verso il 1610 vennero messi in ca:ntierc due di tali n a vigli, che fecero parte della squadra toscana nel 1614. ~\fa, dopo brevi esperimenti diedero cattiva. prova come galere e come vascelli, e vennem -disarma.te ed adibite ad usi mercantili. Gale,·e sforzate o forzate, e libere o di l-ibertù., scu.ole, palatine . Tali dc11om inazioni venivano da.te nel secolo

XVI a seconda d e.I tipo di rernaitor i che facevano scrs vizio nelle stesse. Le j orza.te avevano solo condannati al remo, i cc Ga-leotti l> del ge rgo veneziano. L e seconde avevano 1·cma tori liberi. Le scuole avevano al remo gente delle corporazioni cl'arti e mestieri. L e Palatine ave-

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vano gente della lagu na. L e libere furono mantenu te nelle repubbliche ita liane sino a grande parte del XV secolo; poi da tutti vennero adottate le fo rzate. Ga.lere (Battaglfo11.e deUe). ,Formato n ella marina p iemo11tese nel marzo 1714. Nel febbraio 1717 _fu soppresso ed incorporato nel reggimen to dii n1arina .

Galiani (Aitgusto). Generale, n. a Bologna nel 1841. I'ercorse la carriera in artiglieri.a d.i vcnenclo colonnello comandante il 13° eia camp·a.gm, nel 1895. In P . A. nel 1897 e nella r iserva nel 1899, fu promosso m.a.gg. generale nel 1901. Galilei (Ga.li/co). Scienzi•a to, n. a Pisa. m. ad Arcetri ( 1564-1642). Fra le s ue molteplic i manifestazioni scientifiche s i occupò anche d i fortificazione e sc risse appunto un (( Trattato d i fortificazione,, elevando inoltre a scienza le teorie su lla balistica, e creando, fra. l'alt ro, il compasso geome trico e militare. Gal-ileo Galile·i . Nave sussidiari.a. d i 4• classe (avviso) vaJ·ata a Venezia ccl entrata in servizio nel 1888; lun-

ghezza m. 70, larghezza 8,03, d islocamento tomi. 966, macchine HP. 1384; armamen to cannoni 4 eia 120, 2 da 57 ; stato maggiore 8, equipaggio 101.

Galimberti (Livio). Generale, n. a Crema nel 1768. F ece tutte le campagi1e sotto la F ra:ncia dal 1796 in poi e guadagnò in Russia il grado di generale cli br igata; tornò in Patria nel 1813 malato e mutilato. Galla. Popolazione cieli' Africa, abitante n ell'altipiano cornfinante a N. coll' Abissinia, a E . colla Danka-


-snlia, a S. coi laghi Victoria e Albert :1\ianza, a O. col Nilo Bianco. Ra7,7~1. forte e robusta, piena di spirito guerresco, uscita. nel secolo XVI dall'i11Lemo <lell' Africa, conquistò poco a poco le montuose regioni orientali fino alle giogaie dell'Abissinia., soggiogando le popolazioni primitive ed inoltrandosi fino al mar Rosso. Cozzando però contro gli Abissinj, furono in pa.rtc sottomessi dal re dello Scioa, che li converti al cristianesimo. ).folti rimascrn indipendenti e fccer<> conLinue scorrerie devastando le contra.de <lell' Abissinia. Ottimi cavalieri, costituirono per l'esercito scioa110 una buona cavalleria che combattè nel 1896 contro l'esercito italiano.

Gallabat. Località sull'alto Atbara in ,\bissinia presso Matamma.

BattagHa di Gallabat (8 marzo 1889). Appartiene alla guerra degli Abissini contro i ::O.Iahdisti. Re Giovanni d'Abissinia, volendo vendi=si contro i Mahdisti per l'attacco e saccheggio di Gondar aV\'cnuto nel precedente mrno 1888 (V. Debra Sin), riw1ì le s ue truppe per marciare contro G. Questa località era stata, dopo la morte di Abu Anga, scelta come 1-csidcnza. del comandante Zeki Tame~ che ne aveva fatto fortificare la cinta, ordinando le sue truppe in cinque piccole divis. e una riserva dì 2.500 u. Il re Giovanni aveva. diviso le sue truppe in due parti ; l'una comandata dal ras Alula; l'altra dal ras Barambaras. Essi presero posizione a tiro di ca.11none da G. nella. sera del 7 marzo, ed all'indomani mattina mossero all'assalto e riuscirono ad eillrn):l!_ in G., dove si diedero al saccheggio, ritornando dopo di ciò al loro accampamento. Re Giovanni, dopo ,lverli reclarguit~ voleva spingerli di nuovo all'attacco di G., ma in questo momento i Mahd isti individum·ouo il re G iovanni e concentrarono un fuoco terribile sul gruppo. Fra i colpiti fu a nche -il re, e per quanto la sua energia, e le notizie, fatte spargere ad arte fra i combattenti, che la sua ferita. era lcggerissÌJ.UlL, avessero per w1 momento rianimato le truppe, i combattenti poco dopo si scoraggim·ono e fll1irono per fuggire dal campo. Ras Alula, temendo che la morie del re Giovanni, avvenuta il giorno dopo, potesse portare la rivoluzione ne l Tigrai non si sentl di continuare le operazioni contro G., e cosl i • ::,.,r ahdisti ne conservarono il possesso.

Gallarate (ant. Ara Gallormn oppure Arx Gallorum). Comune in prov. di Va.rese, sulla grande strada del Sempione. D'a,ntichissima. fondazione, appartrneva. ai Galli fino dal 587 a. C., quando vennero sconfitti sul Ticino dagli Etruschi. Più tardi fu certa.mente romana, o per lo meno gallo-romana.. Xel medio evo fu luogo fortificato e munito cli castello, che servì di baluardo a.i :i\Iilanesi, e fu ca.usa di parecchie fazio:ni d'armi, durante il periodo delle guerre comunali. Più tardi fu comcsa tra Visconti e Torriani. I Guelfi mifonesi nel 1462 fie ne impossessarono e smantellarono castello e cinta murata. Nel 1511, durante 1:L gucn·a. tra Francesco I e Carlo V, G. fu presa e devastata dalle truppe svizzero-tedesche, comandate dal cardinale d i Sion, assoldato per conto di papa Giulio II.

Gallarati (Paolo). Generale, n. e m. a Tortona (18311907). Sotlot. dei gnmatieri nel 1857, si meritò due medaglie d'argento: una a S. Martino ed una. a Gaeta. Colonnello nel 1884, comandò il 74° regg. fanteria. Col-

locato ù1 riserva nel 1888, venne promosso magg. generale nel 1895.

Gallardi (Carla) . 1-Jedaglia d'oro, n. a. Vercelli, ca.duto sul Carso (1885-1917). Dopo aver compiuto i suoi obblighi di leva come \'Olontario di un anno, nel 1906 era tornato nella sua Vercell i a gestire una t ip0gra1ìa, assieme col padre suo, col quale dirigeva il giornale « La Sesia )), cui inviò poi, dal fronte, irnprcssion.i di guerra \'Ì\•aci e vibranti di patriottismo. All' inizio della guerra italo-austriaca fu richiamato alle a:imi col grado di sergente, ma nell'estate del 1916, combattendo sulla quota 208 del Carso, con una compagnia mitragliatrici, si distinse tanto per valore cd ardimento, da essere promosso sottot. per merito d i guerra.. L'a.1u10 seguente, tra le file dell'89° regg. fa11teria, incontrò morte gloriosa, come narra Ja motivazione di medaglia d'oro: « Dura11te un contrattacco nemico, in w1 momento di grande pericolo, strappava al capo-arma una. mitragliatr ice e la portava ardita.mente in campo aper to manovrandola egli stesso. ~-Ientre il nemico, specialmente per l'ardito intervento d i lui ripiegava, cadeva. ucciso sull'arma. La sera precedente, avendo riportata una frattura. all'avambracc io destro in seguito a scoppio di proiettile avversario, tenne contegno stoico. Non abbandonò la 1inea, si fece fasciare il braccio da un sergente e stette tutta la notte vigilando, dmdo mira.bile esempio di. alto sentimento di dovere e di abnegazione» ( Carso,. Quota Alberata, 21-22 agosto 1917).

Galleant o~azlo

Gallarci! cario

Gallaudet. Aeroplano francese triDOsto da bombard amento diurno, con fusoliera in alluminio. Aperturad'ali m. 19,60, lunghezza 10,50, altezza 3,25. Velocità-

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kmh. 170. autonomia ore 6. La stessa ditta ha. pure costruito un idrovolante con mitragliera a poppa.

Galleani (Jlarca11to11io). Ammiraglio nizzardo (1525-


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GAL

1574). Partecipò nel 1543 a ll'assedio di N iz,¼l durante il qua,le rimase ferito. Nel L567 fu nominato luogotenente delle galere del Duca di Savoia.; nel 1569 divenne capitano e govem<Uore di Sospello e nel 1570 a.ndò con due galere in aiuto della Spagna. A Lepanto (1571) si disti.i1sc cori Andrea l'rovaruo sulla « Oapita.na ». Nel 1573, vice ammiraglio, comandò le galere mauriziane destinate a servizio e difesa della Santa Sede.

Galleant Marcantonio

Galleanl Lcontero

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GAL

1886, coma.ndò l'art. del C. d'A. d, Roma; ten. genera le nel 1891, fu ispettore delle esperienze e comandante la scuola centrale di tiro d'ar\iglieria. In P. A. nel 1895, passò qualche anno dopo nella. riserva.

Galleau.i di S. Awbroisc Carlo. Ammirnglio, n. a Mentone (Francia) nel 18,19, entrato i.il servizio nel 1853, collocato in P. A. nel 1894, promosso comrammir. nella R. X. nel 1904. Fece le campagne di guerra 1859 e 18601861 ; ottenne una me<l. d'argento 1>er essersi distinto nella repressione dei moti sediziosi di Palermo del 1866. Gallea1ii Le01,icro. Ammiragiio, n . a Teano, m. a. Taranto (1869-1925). Allievo della R. Accademia ]\"a.vale nel 1882, fu promosso comrammir. nel 1917 e viceammiraglio d i squadra. nel 1923. Partecipò alla. guerra itaJoturca e a q uella 1915-18; fu insegnante all'Accademia Navale; ottenne una. mcd. d'argento per opere di soccorso nel terremoto del 1908; dires.ie, al comando della divis. Navi Scuola, lo sbarco a 11isunta. nel 1920; fu vicepresidente del Consiglio Superiore di ::-.1.arina dal 1922 al 1924, e comandante in ca.po del d ip. mar. di Taranto nel 1924.

Galleani di Cluitea,meuf ,UarceU.o. Ammiraglio nizzardo (1540-1581). Nel 156-1, all'im presa. di Pefion di Vclcz, Iu luogo tenente gener~.lc delle galere di Gian Andrea Doria; alla battaglia d i Lepanto ( 1571) fu gravemente ferito.

Ga llenga (Carlo). Generale, n. nel 1863. Sottotenente nel 1882, percorse la carr iera in fanteria divenendo colonnello nel 1915. Comandò in guerra il 77° reggimento fanteria. Collocato in riserva. nel 1916, nel 1928 venne promosso gene_rale di brigata.

Ga/leani d'Aglia110 conte Gaspare. Generale e scrittore mii., n . a Caraglio, m. a Torino (1718-1788). Laureato in giurisprude~, all'i•nizio della. guerra per la Successione d'Austria entrò nei Dragoni come cornetta e vi -divenne colonnello comandante nel 1774, di,·enne brigadiere nel 1781 e magg. generale nel J 785 ed ispettore della cavalleria. e dragoni nel li 88. Scrisse : « Memorie stodche sulle guerre <lei P iemonte dal 1741 a.J 1747 ».

Ga lleria (Fortificazione). Passaggio coperto destinato a v,lri scopi. S i hanno vade specie di gallerie.

GaU~atti d'Aglia110 conte Giuseppe li/aria . Generale, n. di Saluzzo (1762-1838). Cornetta nel regg imento P iemonte Reale nel 1780, partecipò alle campagne conLro la Francia del 1793-94-95-96. Rientrato a.I servizio nel 1814. fu nomiIKLto comandante delle truppe in Savoia. l\f.agg. generale nel 1815, 1>artecipò alla campagna di guerra contro l'Austria e dal 1815 a.I 1816 resse la carica d i Contadore generale. Nel 1822 fu promosso luogotenente generale d'armata e vicerè di Sardegna e nel 1824 divenne go\'ernatore e comandante generale deHa divis. di :--l'ovara. :--Jel 1831 ebbe il Collare dcll"Annunziata ed il grado di generale di cavalleria.

Gallerie di scarpa. Sono praticate ai piedi della scarpa del fosso per poter batlcre questo con fuochi normali (perchè diretti nom1almcnte al fosso) e diretti (perchè provenienti dalla scarpa). Gallerie di controscarpa. Sono praticate ai piedi della controscarp:t e sen·ono a battere il fosso con fuochi nor-

Galleria normale

e

··-·

· - --- -

~

-,Pian/a-

Calleani (Dc') Nicolò. Ccncrale, n. a. Ventimiglia, m. a Firenze (1824-1900). Sottotcn. dei granatieri nel 1848, coml>attè anche nel 1849, in Crimea, nel 1859, nel 1866, e Iu decorato della menzione onorevole a ~ovara ed a S. Martino e della mcd. <l'argento a Custoza. Colonnello nel 1874, comandò il 33° rcgg. fanteri.1.. Nel 1880 passò nella risen·a e nel 1895 fu promo.sso magg. ge1tcrale. Galleani di Saint-Ambroise Orazio. Generale, n. a :Mento11c, m. a T orino (1835-1908). Sottot. d'an. nel 1855, si meritò due med. d'argento: una a S. l\'[artino cd u11a nella campagna della Bassa. Italia. Colonnello nel 187b, fu direttore della fabbrica d'ann i di Brescia. e poi dell'arsenale di costruzione di Torino. Magg. generale nel

mali e di rovescio (perchè ,p rovenienti dalla cont.ro.sc.:t.rpa). Vi sono anche G. di controscarpa costruite ai sa,lienti per eseguire fuochi ,p aralleli (cioè con direzione longitudinale rispetto al fosso) e di spalla. (perchè provenienti dalla. controscarpa). Le G. di scarpa e di controscarpa si distinguono in para.licie e in perpendicolari. Le prime


sc:mo coper te da una sola volta cilindrica a generatrici partùlele al muro che le limita verso il fosso, la quale volta si appoggia da w1a par te su questo muro e d all'aJtra su un piedritto ad, esso parallelo. La larghezza varia fra m. 1,20 e rn. 3; i'l pavimento deve essere a non meno di m. 0,70 sul fondo del fosso e le genera.trici d' imposta a circa m. 2,50 sul p,wimen to affinchè si possaJ10 ricavare nel piedritto esterno le feritoie. Le G. perpCJ1dicola ri sono costituite da tanti loncli, divisi da muri o da piedritti, perpendiGOla.ri alla scarpa ed alla contro-

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GAL-

a.i 120° bisogna modificare l'a11damen to della. controscar-pa in modo da ottenere i due tratt i cli G. perpendicolari, o quasi, alla direzione dei fossi da battere. In entrambi suddetti casi, davanti alle G. s i ricava il fosso dia-

Galleria di Zappa mante a fine di rendere difficile l'ostruzione e l'imboccamento delle ferito:ric, che si fa.m)o colla soglia a metri 0,50 a l di sopra de l fondo ciel fosso genera le . Alle G. di scarpa si perviene dall'interno \1.:Jl'opera o pe.r mezzo

) •

Osserva/or/o

O

(annone

_

Milra5'/, a/rir e

G-allerla pa r«valang·he (guena mondiale) delle stesse poterne che mettono alle ca•ponie re o per mezzo d i altre poterne speciiuli sotto il 1·a.,11paro; a quelle di con troscarpa s i giw1ge o direttamente dal fonda del fosso, o median te poterne passant i sotto il fosso. G,J!leriu Vittorio Emanuele III sul Grappa scarpa e 1·icoperti da volte cilindriche a gene,·atrici nor mali a,l!a. d irezione cli detti muri. Esse resistono meglio di quelle parallele all'uxto dei proietti ; quindi le perpendicolari sono le sole impiegate nei muri di scarpa, mentre n ei muri di con troscarpa possono anche applicarsi quelle parallele. Quando le G. si collocano nei salienti di controscarpa per avere fuochi d i spaJla, se detti salienti hanno w1'aperlura minore di 120° non occorre alcwia. disposizione speciale; se invece taJe a.pertw-a. è superiore

Ga.lleria da mina. E' la galleria che mette in comun icazione l'estefoo con la camera da mina (V. Mina). Galleriç d'ascolto. Si chiamavano così rami secondarii delle G. p ri.ncipa.li nei lavori di mina e contromina. Ven ivano scavate in numero sufficiente e a convCJ1ien ti distanze fra di lai·o, allo scopo -d i sorvegliare i lavori nemici di G., diretti a contrasta re le proprie.

Galleria d'armi. Viene così chiamato il locaJe pubblico o privato ove sono conservate ed esposte. collezioni d'armi di ogni specie, di ogni nazione e· di ogni epoca. E' come un- Museo d'armi. Genera lmente sono locali


molto spaziosi. ed erroneamente vengono chiamate anche armerie, poi che in queste u ltime le anni si tengono p ronte, efficienti rd in 11umer0' p er l'armamento de ll 'esercito in caso di mobili tazione.

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GAL

teponi e di 1fonte,·ecchio. ~el 1861 tornò a Bologna ove copri cariche pubbliche. Xel 1866 fu eletto deputato per il collegio di Poggio :\Iineto. L asciò u na "Memo1·ia intorno a' fatti accaduti in Roma nel 1846 e 1849 ».

Galletta. E' u na specie di biscot to p iatto e rotondo,

Gallctli Bart o ,om<'o

GaJlèttl Ange lo

l'T'CJ),ll"a2i011C <le i l a g a llC IIII m iJl ln rc

con numerosi buclti che vengono eseguiti durante la lavorazione per facilitare l'essiccamento. Q uando è condita con olio, aceto ed a rom i vari prende il nome cli p,mzanella, cibo molto usato dai marinai. (\". Bùcotto).

Galletta.. Con tale nome viene designa to il prodotto grezzo otte1rnto nel processo di gelat inizzazione della. n itroglicerina col cotone collodio, per la preparazione delle p olveri infum i (balistite). L 'opcrazion r v iene effettuata in u n cili ndro d i lastra di piombo, o di alluminio, in presenza. di acqua, che non scioglie nessuno dei due componenti e ser ve a favorir<: h formazion e cli una massa t)lastica omogenea. T a lvolta s i aggiu nge 0,5-1% di anilina, o cli fcnilamina, oppure, secondo la proposta cl i G. Spica, d i fenantrene, allo ~topo di fissare gli a c idi n itrosi che eventualmente si liberassero e che sarebbero causa di alterazione e di instabilità del prodotto fin a le: la balistite. :\Tcl c ilindro, contenente l'acqua. riscalda ta a 60°, s'introduce - agitando co11t inuamcntc a mezzo getti di aria compressa - il cotone collodio polpa to, così come viene cl:1 lle centrifughe e che racchiude an co ra circa il 30% d i acqua. V i si versa. poi la n itroglicerina. finamentc suddivisa, e si continua ad agitare, :finchè questai s ia tutta incorporala col roton e collod io. La massa cosi ottenuta, priva ta dcll'a.oqua - p rima cli passare a.Ila prima e seconda. la111i,wzio11c e alle successive lavorazioni - si lascia stagiona re in ada tti loca.li d i deposito p er un periodo di 10-15 giorni, affinchè s i completi il processo di gelatinizzazione (galktta).

Galletti (Girtseppe). Patriotta, n. e rn . a Bologna ( li98-187J). Fu u no dei promotori dei mot i rivoluzionari del 1831 : capi tano della guardia. civica, combattè con tro gli Austriaci. R estau ra to il governo pontiftcio fu a capo di una nuova cospirazione, ma, scoperto, fu arrestato nel 1843, tradotto a Roma e condannato a vita . N cl 1846 beneficiò dell'amnis tia accordata da Pio IX, e nel 1848 fu ministro della polizia nel primo m in istero laico forma to da Pio IX. F u poi comandante del corJ)O d ei Cara binieri e s i deve in gran parte a lu i se, fuggi to il P a pa, le persone e le cose della Cor te pontificia furono rispettate. Quindi fu capo di S . :i\J. della. Repubblica, p rima del Pisacane, e presidente della Costituente Romana. Combattè valorosa.men te a Velletri contro i )." apoletani e a R oma contro i Francesi. Caduta la. repubblica romana esulò in Sardegna dirige.ndo le mi niere cli Mon-

Galletti Bartolomeo. Generale. n. a Torre S. Patrizio, m. a Roma ( 181J-188i). :-;'el 18~8 combau.è a Vicenza ed a Roma, meri tandos i il grJ <lo di colonnello e poi quello d i genernle, col qua le comandò una brigata nella breYe campagna contro il re cli Napoli. Ritornato a Roma col Corpo di spedizione, fu ferito nella gio111ata del 3 giugno ed esulò in Inghilterra quando entrarono i Francesi in Roma. Tornato in Italia nel 1859 fu ammesso nell'esercito regolare come tcn. colonnello, d i fanteria e combattè con tro il brigantaggio. Colonnello nel 1868, fu comandante mi!. di ReneYento e poi prtsidente <lei T r ibuna le m ilitare tli Milano. );el 18i 6 fu collocato nella. rise rva. col grado cli magg. generale.

Gallelll GIIISCJ)pe

Galli .\ nnmate

Galletti A ngelo. Gen erale, n. a Cw1ico, m. a Piossasco ( 1818-1886). Sottot. di fanteria nel 1841, J>artccipò a lla c.1.mpagna. ciel 1848 meritandosi la med. d'a rgento. Nel 1859 coi bersaglieri si distinse a S, ~fartir10 : rimase gravemente ferito ed ebbe la croce dell"O. ~I. S. Guadagnò una. menzione onorevole nella. lotta contro i briganti (1861). Colonne llo nel 1863, comandò il 1° reggimento bersaglieri e nella guerra del 1866 la risen·a dei bersaglieri addetta nl 1° C. d ' A. : s i meritò una secon da menzione onorevole. N el 1868 f u nom inato a iutante cfi campo del Re e nel 18ii passò nella riserva col grado di magg. generale.

Galli ( Filippo). Scrittore m ii. del scc. XVIII, romano. :Nelle sue « Istruzion i mil itari», trattò di tattica, artiglieria, a1·chitettura m ii. e na utica . Galli della Loggia .ln11ibale Paolino. Generale, m. a L a Loggia. n el 1879. Sotto!. dei grana tieri nel 1829, da l 1841 fu addetto al ministero della guerra e nel 1859 di-


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venn.e colonne llo. lv[agg. genera.le nel 1861, comandò la piazza di Torino e n el 1867 fu collocato a riposo.

Galli della Loggia Gustavo. Generale, n. a Torino, m. a L entate sul Seveso (1811 - 1894). En trato in servizio militare nel 1831 nei granatieri, combattè nel 1848-49. Colonnello comandante militare della ,prov"incia di Salerno nel 1867. passò al comando d i quella d i Brescia nel 1868. Collocato ne lla riserva nèl 1875, divenne magg. generale nel 1877.

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1847, si meritò la med. d'argento nella campagna. del 1848 ed altra' pure d'argento nel 1849 alla Sforzesca. Partecipò ill seguito alle campagne del 1859, 1S60-61, 1866, 1870 cd a. quella deilla. Crimea. Colonnello 11el 18.72, comandò i la ncieri Milano. Collocato in riserva nel 1879, divenne magg. generale nel 1896.

Galli della !Vlantica co11;te _Edoardo. Generale, nato a Cherasco, m. a Torino (1828- 1910) . Sottot. d'ilrt . nel 1850, partecipò alla campagna del 1859. Fu direttore <l'art. ad Alessandria nel 1872 e poi comandante il distretto m ii. di P avia; colonnello nel 1882, comandò il distretto di Napoli e poco dopo andò in P. A. Nella riserva divenne magg. generale n el 1895.

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Galli Gustavo

Ga lli llaldassar re

Galli Della Mantica Baldassare. Ammiraglio, medaglia, d'oro, n. e m. a Cherasco (1815-1870) . Guardia.mar ina. della R . ]\farina Sarda nel 1831, durante la campagna del 1848-49, col grado di luogotenente di vascello, era imbarcato sulla Regia Nave << Amora » . Nel 1852, passò a prestar servizio al Ministet'O della ì\lia.rina., e poi fu mandato a Londra per curare la costruzione e l'allestimento della R egia Nave « Carlo Alberto», al comando della quale si segnalò in tal modo, durante la campagna del 1860. da merita.re la suprema ricompeJ1sa al valore. La. motivazione d i medaglia d'oro dice semplicemente: a Pel modo ardito e sotto ogni aspetto commendevole con cui si comportò nell'assedio di Ancona»; ma, dai documenti relativi all'azione, si rileva che egli portò a tutto vapore la sua na.ve in a iuto del << Governolo >> e della a Costituzione)), ch'erano alle prese con le artiglierie della p iazza, forti ,di oltre 80 bocche da f'-!oco, tutte in a zione. La << Ca.rio Alberto», accostatasi a soli 200 metri dal molo, continuò impavidamente il suò fuoco, lanciando in meno d i tre ore più di 1600 proiettili, distruggendo uno dei forti più importanti, e co◄ stringendo l'avversario ad ina lzare la band iera b ianca (28 settembre). Il Galli si era già d istinto nella campa~a cli Crimea, a l comando della fregata « De Geneys >> tanto n eJlc ope1·a.zioni militari, quan to in quelle di vettovagliamento. Nel 1860 stess6 fu promosso contramm. e nominato membro del Consiglio di Ammiragliato. A soli 45 anni egli chiese il collocamento a r iposo, ritiran dosi a vita privata nella. n,atia Cherasco. Galli della Mantica Ferdinando. Generale, n. a Cherasco nel 1820. Sottot. del genio nel 1840, prese parte a lle ca.mpa.gne ,p er l' indipendenza del 1848-49, meritando la med. d'argento a Novara; alla spedizione d i Crimea n el 1855; a lla campagna del 1859 ; a lla· campagna del 1860, meritandovi la mcnziolJe on.orevòlc. Fu p oi direttore del genio mii. a Brescia, cd a Verona, comandante del gen io del 7° dip. e membro elci comitato dell'arnia del gen io. Galli della Loggia Alessandro Filippo. Generale, n. a T orino, m . •a Roma ( 1826- 1897). Sottot. di cavalleria. nel

G,tlli F ili l,PO

Galli E<Joardo

Galli della M antfra Casimiro. Gene.raie, n . e m. a Cherasco ( 1830- 1890). Sottot. di fanteria. nel 1848, partecipò a tutte le guerre dell'indipende~1za meritandosi la mcd. d'argento a S. Martino e la croce d a cav. dell'O. M. S. nelia campagna dell'Umbria. e Marche. Colom1eJlo nel 1877 coman.dò il 72° regg. fanteria . Magg. generale nel 1884, ebbe il comando della brigata Forlì e nel 1887 fu collocato a r iposo. Galli della Loggia Alfonso. Genera.le, n. a. Torino, m. a M ilano (1833-1885). Sottot. di cavalleria nel 1840, partecipò alle campagne del 1848, 1849 e 1859, nella quale si meritò la· med. d'argento. Colonnello nel 1863, comandò il rcgg. Piemonte Reale cav,alleria e nel 1871 fu col locato a r iposo col grado d i magg. generale.

Ga lli Alfonso

Galll Muzio

Gal/,: Ben--uenuto. Generale, n, nel 1843, m. a Firenze nel 1922. Sotto commissario di guerra aggiunto nel 1866, partecipò alla campagna <l.i detto anno ed a quella de l 1870. Nel corpo di comn1issa1·iato mi litare raggiunse il grado di colonnello direttore d ell'VI II C. d' A. nel 1897. In P . A. nel 1899, d iven ne nella riserva. magg. generale nel 1911. '

Galli Giovanni Domenico. Generale, n. nel 1857. Sot-


GA.L

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totc.nente · medico nel 1881, mggiunse nel corpo sanitario il grado d i colonnello medico direttore dell'ospedale m i•litare di Ancona nel 1915. Partecipò a tutta la guerra contro !'.Austria d ivenendo briga,diere genera.le nel 1918 e magg. genera le medico nel 1919. In P. A. S. nel 1920, e b_be nel 1923 il grado d i ten. generale medico in A. R. Q. Per azioni d i valore e fi.lantrop>a si meritò la medaglia d'a.r gento d i benemerenza del terremoto e due medaglie. d i bronzo dei benemerit i della salute pubblica. Galli Giovanni. Generale, n. nel 1859. Sot tot. di fanteria nel 1882, dal 1888 a l 1895 fu in Eritrea, dove mer itò la med. d'argento a Coatit. Rimpatriato e passato nei bersaglie ri, nel 1912 andò in P. A. raggiu ngendo i _gradi d i ten. colonnello e colonnello. Nella riserva ebbe JJel 1927 il grado d i generale d i brigata. _ Galli ]lifoz-io . ,Generale, n. a Cesena, m. a Parma (18601928). Sotto!. di fanteria nel 1881, passò poi negli al-

pini. I nsegnò arm i portatiii e tiro alla scuola militare. Colonnello nel 1915, entrò in guerra al comando del 43° regg. fanteria che condusse a Plava meritandosi la medaglia. d'argen to e quella d i bronzo: nello stesso 191S rimase ferito e dovette rimpatria re. Comandò in 2• le scuole d'a,pplicazione di fanteria, divenendo ma.gg. generale nel 1917. Comandato poi al ministero per le armi e munizioni ed all'ispettorato delle costruzioni d'art. quale p residente della. commissione permanente per le a rmi portatili, no] 1920 passò in P. A. S. e venne nomi.nato genera'le d i d ivis. in A. R . Q .

Gallia. Con questo nome i Romani designarono il terr itorio abitato dai Galli, ristretto in primo tempo a i paesi dell'alta Italia e della valle de l Danubio, esteso poi alle popolazioni ad Ovest delle Alpi, da cui successivamente la divisione della G. in Cisalpina e Transalpina, compresa quest'u ltima fra il Reno, le Alpi, il 1'Iediterraneo, i P i,renei e l' Atlantico. La sua parte meridionale. caduta verso il 118 a. Cr. in possesso di Roma pres~ poi il nome pitt definito di « provincia ro~1ana 11 'da cui il nome « Provenza 11 . Il resto del paese, detto cc Gallia cornata >> fu assoggettalo da Cesare fra il 58 e il 51 <a . Cr. Le gen ti che l'abitavano non erano di una sola razza e non avevano a comune nè lingua nè leggi; quelle del Sud erano molto affini agli Iberi, quelle del Nord tenevano mo lto dei Germani, quelle del centro erano divise rn trihù discordi, sempre in lotta fra loro. La viabilità della G. era· sca.rsissi1na; essa seguiva in genere i fiumi. Nella popolazione si d istinguevano due_ classi dominanti : i druidi e i Casco gallico cavalieri ; i primi erano giudici, maestri, s:ice rdoti, e andavano esen ti da .ogni obbligo militare; i secondi in taso di' guerra dovevano accorrere agli ordini dei capi, accompaf,'llati da servi e da clienti, ta11to più ' numerosi quan to maggiore era la potenza d i ciascuno. La costituzione pol itica dei Galli si fondava sulla t ribù, \alune a regime monarchico, a ltre a regime repubblicano, le quali poi si ri1.mivano in federazio1ri e leghe. Fra queste furono importan ti queHe degli Edu i e degli Arverni. Si costi tuivano alleanze milibari, ma era difficile mantenerne la coesione. Negli eserciti la cava i-

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leria aveva la maggiore importanza; secondaria era quella della fanteria, che, armata di scudi e di lancia, combatteva in profonde masse, prive di ordini tattici determinai.i. O ltre alla cavalleria esistevano i carri, i quali portava.no guerrieri che lanciavano dardi e pof scendevano a combattere a piedi ; si schieravano in genere su una linea sola, coi carri a l centro e la cavalleria sui fi.~chi ; talvolta assicurava.no i campi con fosse e steccati, e avevano città fortissime con mura di pietre r{Lfforzate da robuste travi. Negli spostament i' i carriaggi seguivano gli eserciti e nelle soste erano messi in giro a protezione dei campi. F ino dal tempo dei Re alcune tribù galliche erano scese in Italia e si erano stabilite nella vallata del Po ; nel 391 a. Cr. i Senoni vennero a guerra con Roma, e l'assediarono. Nella terza guerra · sannit ica tr ibù galliche erano collegate, contro Roma, coi Sanniti, gli Etruschi e gli Umbri (battaglia di Setltino, 295 a. Cr.). Nel 284 il console Lucio Cornelio fu sconfitto sotto Arezzo dagli Umbr i e dagli Etruschi ribelli con cui combattevano bande mercena,rie d i Ga ll i Senoni, ma ·nel 283 il console Publio Cornelio D olabella invase il paese dei Senoni, li sconfisse e li cacciò dall'Italia. Temendo ugua l sorte, i Galli Boi, che oa:upavano la pianura oggi compresa fra l'arma e Bologna, si un irono agli Etrnschi con cui marc iarono su Roma. Attaccati presso Viterbo, furono pienan1ente sconfitti. Nel 282 i gallo-etruscbi furono nuovamente sconfitti presso Populonia; i primi ebbero pace separata, i secondi continuai:ono fiacc:amente la guerra. Finalmente nel 222 a. Cr. i Romani estendevano il prop r io dominio a tutta la Gallja cisaJpina, fondando, per assicurarne il possesso, le colonie di Piacenza e Cremona. P iù tardi i Romani intervennero al di là delle Alpi, e nel 123 il proconsole Caio Sestio Calvinio fondava la prima colonia della Gallia: Aquae Sextiae, nella valle del Rodano. Fattisi amici degli Edui, i Romani estesero la propria influenza e le proprie conquiste; nel 122 Cneo Domizio Enobarbo battè gli Allobrogi e gli Arverni, 11el 121 Quinto Fapio Massimo- sconfisse ancora i primi, portai;tdo il dominio d i Roma fino al lago d i G inevra. Nel 118 il console Quinto Marcio R e, f~e a ltre conquiste verso occiden te e fondò la colonia di Narbona, a protezione della strada per la Spagna. Nel 113 Cneo P apirio Carb011e fu battuto ·d ai Teutoni e dai Cimbri; nel 107 i Tiguri11i, d i stirpe elvetica, d istrussero un esercito comandato da C. Cassio Longino, porta.r,do le loro scouer ie .fino alla Garonna. Co lle vittorie d i « Aqua.e Sextiae >> e dei Campi Raudii, nel L03- 102, Mario rimosse il pericolo dei Cimbri e dei Teutoni, ma nel 61 gl i Alk,brogi si ribellarono; il pretore Pontino riuscì a domarii in parte, ma g{à il fuoco della rivolta covava nelle regioni soggette, mentre ai confini premevano le popolazioni ancora ind ipendenti, desiderose cli procacciarsi terre m igliori. Successero le guerre galliche, d i cu i d iciamo più avan ti. D opo la conquista, i Romai1 i, sotto Augusto, modificarono la r ipartizione territoriale della G. che r imase d ivisa in nove circoscrizioni fino al IV e V secolo, nei quali divcnner:o diciassette. Cominciò allora la decàdenza ed ebbero p rinòpio le invasioni de i· barbari; i Borgognoni si stabilirono nella vallata del R odano, i Got i in quella della; Garonna, da Sud avanzarono i Vasconi cÌÌe p resero dimora fra i Pirenei e l' Adour, d 'on<le il nome di Guascogna dato a que l paese; drt N ord Est i B rettoni, caccia ti da lla Gran. 1'.l$


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:-c;~"' ':.C--: --~~~ La Gallia ai ,empi di Giulio C~sarc

B retagna dalle invasioni dei. Sassoni e degli Irlandesi, d a Est e da N orci i Germani ; Svevi nella valle dell'Ill e in parte dell'Elvezia, franchi lungo il corso inferiore deJ la Mosa e della Mosella. Questi ultimi finfrono coll'avere la pre\>alenza, e tm la. fine del V secolo e durante tulio il V.I riuscirono a. imporre iJ proprio dominio ai Roma.ni rimasti indipendenti, ai Goti, a i Bretoni, ai Borgognoni e agli Ala.ma,mi, fondando un unico stato potent~; .il r egno cli Franci'.a (V.). G,ierrc GaUi.che (58-51 a. C.). Quando Giulio Cesare ebbe il proconsolato della G. Cisalpi.na. e della Nru·boncsc, era già evidente la necessità per la R epubbl ica d i portare la guerra in G . per impadronirsene ; l'imponeva una ragione di difesa, poichè si deli.neava già chiaramente •il pericolo 'd i un'occupazione genna.nica, che avrebbe potuto i.n seguito costituire una grave e diretta minaccia ai confini di Roma, perchè, in luogo delle popolazioni divise e d iscordi che ab ita.vano la G., questa srurebbe stata doniinio di un popolo unito, forte e guerriero. Nelle interne discordie s i ebbe la scintilla èhc detem1inò la conquista; nelle lotte fra Ed11i e Sequani,

questi ultim i avevano invocato l'intervento di Oriovislore dei Germani; egli accolse l'invito e, passato il Reno, sconfisse, nel 61 a. C., gli Edui e impose loro un tributo, La notizia turbò profondamente il governo di Roma, memore dell'invasione barbarica di lre · •secoli prima, e la cosa sembrò a.ncora pit1 grave quando si seppe che gli E lvezi si disponevano a la.sciare i p ropr i pae'SÌ e a scendere verso mezzogiorno. Pri.ma guerra gallica: Cesare, che era in quell'epoca ancora a R oma, saputo che il 28 p1a.rzo del 58 g li Elvczi si sa,·ebbero radunati sulle rive del Rodano per passare, sui p rimi cli aprile, nella Provù1cia Romana, con una legione e con pochi aus iliari corse rapida.mente a Gi.nevra, do,·'essi s i erano· raccolti in numero di 370 mila_ fra cui 92.000 guerrieri, ruppe il ponte sul Rodano, e. mentre discu.t eva le doma.ncle dei barbru·i i.ntese ad ottenere il passaggio at trnverso la Provincia per andare nel paese dei Santoni sull'Ocea,10, sbarrò il passaggio con un trinceramento cli 16 piedi d i altezza, guemito di ca.stelli e presidi, lungo 19. miglia e quindi, sicuro del fatto suo, ruppe le trattative e resph1sc le r ichieste. Dopo


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avere invano tentalo di fori:ai·e il passaggio, gl i Elvczi volsero a Occidente 1":·so gli Edui, ma, inseguit i e attaccati sulla Saona , fu ono sbai·agliati e ricacciati in parte nei pa.esi d 'onde p .-JV~ni~·ano, in parte, d i-s arrnati, lasciati nella Gallia. M ~sso poi contro Ariovisto che, stabilitosi nelle Gallic, tiraimeggia va gli Edui che aveva sconfitto e i Sequani ed Arverni che erai10 stati suoi alleati, ·Cesare in p ximo tempo tentò negoziando d i indurre i Germani a tornare nel proprio paese ; fallite le tratta tive mosse rni:>i-damente verso Besanzone, dov'era riunito l'esercito di Ar iovis to, il quale, rifiuta.ndo la battaglia.. se ne .allontanò accampandosi a due miglia di distainm. P er qua lche giorno Cesare lo provocò inutilmente, q uind i, la,,ciato un p resid io -nel proprio campo saldamente rafforza lo, un al tro ne staliilì in fone posizione sulle comunicazioni a vversarie. Costretto così il nemico a.cl attaccare, lui stesso lo contrattaccò, lo sconfisse in .p ie.no e lo costrinse a ripas.saJ"e il Reno. Seconda guerra gallica. I Belgi, p reoocu pati dall'estendersi della dominazione romana, a prevenirn e il pericolo n el 57 si w1irono in 280.000; intan to i R emi, loro nemic i, chiesero la protezione d i R oma. Cesare, ord ina to agli Eclu i cli invadere il paese elci Bcllovac i che forma vano la tribù p iù potente d ei .Belgi, con otto legioni (cirta 40.000 u.) molta cavalleria e fanteria leggera, S'J)intosi fu10 ali' Aisne, lo attraversò e si accampò in forte pOsizione sulla riva dr. I llelgi, non osando attaccai·lo direttamen te, dopo qualche scontro d i cavalleria, passarono sulla sr. per prendere al le spalle il ponte fortiiì.cato costruito da Cesare e taglia rgli la via di ritirata. Ccs.a.re, accorso, li fronteggiò in modo che, scarseggian do di v iveri, furono coslrctLi a sbondarsi. Inseguiti e attaccati alla spicciolata, moltissimi furono uccisi o fatti prigionieri, gli altri, ee,cetto la tribù dei N ervii, si sottomisero. :Mosse Cesare contro qu esti u ltimi ; il loro paese, intersecato da alte siepi vive, mal si prestava alla manovra di masse ordinate e i Nervi i, saputo c he i carreggi romani marciavano fran1ezzati alle legioni, pen-

sarono cli attaccare le forze nemiche in ma.rcia, per p rofittare della grande diffic_oltà che queste avrebbero incon trato per assumere regolari formazioni d i battaglia. Cesare, saputolo, formò la pl'Opria colom1a di marcia con sei legioni in testa, le impeclimenta al centro e due legioni in coda. Attaccato riuscì, dopo breve crisi, a schierare tu Ha le p roprie truppe e a sbaragliare le orde avversarie stcnninanclole. Quind i prese Bolcluc, capitale ne,nica, traendone in ischiav it~1 gli abitanti, e l'occHpazione della Belgica fu completata dalla ra-piclissima ,LZione cli una so,la leg.ionc, che sottom ise i paesi conosciuti oggi coi nomi di Normandia e cli Bretagna . T erza gu.erra gaUica. Nel 56 i Veneti si r ibellarono; Cesa.re, temendo l'estendersi del movimento, spe<lì tre grossi cor p i di truppa nel Belgio, nelb Celtica e n ell'Aquitania, per contenere quelle popolazioni, e mosse contro d i loro. Lw1ga e in certa. si svolgeva · la guerra poid 1è gli insort i, a vendo il dominio del mare, riusciva.n o sempre a sfuggi re a w1'azione decisiva. Fina lmen te i Romani, decisi a chiudere fa p1trtita, r iw1 irono una flotta poderosa e con G3sa li sconfo;.sero in battaglia nava.le, costringendoli a sottomettersi. Mo,-so quindi contro i :Morini G i :Mena.pii, cl1e, rifugiatisi nelle loro profonde boscaglie, credevano -d'e.o.serc al s icuro, Cesare s i inoltrò nel loro p aese aprendosi una; strada fra i boschi e pro-

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tcggcnclola sui fiai,ch.i col tronco degli a lber i d 1e abbatteva; la stagione delle piogge sopravvenne senza una conclusione clec;is iva, e Cesare, facendo il deserto dietro a sè, prese i quartieri d'inverno. Q11a.ria gu«rra galifra. N cl 54 scadeva il governo d i Cesai·e nelle Gallie ; secondo i preceden ti >LCcordi, stabiliti a Lucca n el 56 con Pompeo e Crasso, gli venne riconformato ed egli s i d ispose a completare la conq uista. Nel SS mosse con tro un 'orda d i 40.000 germani, i quali, traversato il R eno, erano passat i ne lla Bclgica, in segreto accordo con que lle popolazioni. Giunto rap idamente colle legioni, nei pressi del nemico, mentre questi ten tava, di guadagnare Lcmpn in vane tr a ttative, presa a p retesto una scaramuccia cli ca vallcria, lo attaccò e lo d istntSse. Costruito poi un ponte s ul Reno, passò sulla riva dr. e per 18 giorn i come il paese nemico, tut to in cendiando e devastando. Tornato sulla sr. ciel fiume, dis trusse il ponte. Poichè le ribellioni dei Galli trovavano aiu ti e incot•aggiamemi nelle popolazioni della Brilann ia., occorreva. impedirlo; e Cesare, fattene esplorare le coste meridionali, riu nì le navi con c ui aveva com battuto i Veneti, e, st>1biliti accordi con alctmi popoli dell'isola, i cui rappresentan ti erano giunt i i:L fa.re· atto di sottomissione, fa tta la pace coi .M'orini, per lasciare tranquillo il pa.ese alle p roprie spalle, con due legioni e parte c!C'lla c.tvalleri,a scese nell'iso la dopo avere con abile stratagcnuna eluso le d isposizioni che i nemici ave\•ano preso p er ostacolarne lo sbarco. I n un primo momento i Br itanni, i1n1)attriti. ch ieRero la pace; incoraggiati ì:,erò dal fatto che mia improvvisa tempesta aveva ribu ttato sul continente le navi che portavano la cavalleria, assalirono una dcJle legion i uscite dal ca mpo per foraggiare. Cesa re, i-nformatone, a ccorse e la. t rasse di pericolo ; as~alito nuovamente sconfi~se il nemico, lo costrinse alla

pace e, cogli ostaggi avuti: ripassò nel le Gallie. Qui11ta gtterrn galticc;. Nell' inverno del 54, men tre fervevano i preparativi per u na più vasta spedizione in Britannia, scoppiò una solievc,zione fra i Trcviri, condotti da Induciomaro, e in breve r iusé\ a domarla inducendo poi i principali fra i Ga lli ad accollll,l"1gmu·lo. Sicuro nelle sue comtwicazioni, Cesa re, imba.rca tosi a Cala is, dove lasciò T~1.bieno, suo legato, con 3 legioni e alquanta cavalleria, per ga.rentirgli la r itirata, sbarcò nell'isola, for tificò il tratto di spiaggia ov'c.rano r iuniti i suoi vascelli lascia ndovi forte p residio, e s i inoltrò Jtel paese. Cassivel!auno, capo sur,,remo dei Britanni, non e ::c"::lo atta cc.tre il campo, assa lì le legioni che e ra.no uscite per foraggia re e dal lega.lo C. Trcbouio, che aveva seco 3 legioni e ,utta la cavalleria, f u assalito e sconfitto. V into il grosso del nemico, Cesare si spinse fin p resso il T,1m igi, ne forzò il pao5so e i"nscguì (',assi v~lla uno, il qua le, s tretto da o_,71i parte, chiese pace e diede ostaggi. Avvicinandosi la cattiva stagione, Cesare xipresc il ma re e tornò n elle Gallie p er prendere i quartieri d'inverno. Q u i inta11to i raccolti erano sta.ti scarsi, le vettovaglie difettava no e Cesare dovette suo malgrado divid ere le proprie forze per meglio app·rovv ig ionarle, clisponendo però i vari ca111pi in man iera. da appoggiars i a. · vicenda. Sperando cli battere i Romani separatamen te, alcu ni cap i Galli, fra i quali I nclucioma ro, attaccarono con temporaneamen te le legioni. Sabino e Cotta, legati di Cesare, accerchiati nel loro campo con 15 coorti, furono trucida ti d agl i Eburoni insorti men tre erano usciti per-


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raggiungere Cesare; mentre Quinto Cic,;!one, altro le~ gato, riusci a difendersi nonostante il numero soverchiante dei nemici, fino all'anivo di Cesare, che, accorso ra pidamente attaccò i ribelli ,; li sconfisse p ienamente. An-· che Labieno, attaccato da Induciomaro, dopo avere res i•stito 1,i suoi atta.e chi cd averne così logorale le forze, uscì a sua volta e lo sconfisse. -

Sesta guerra gal/fra. Nel 53, avuta notizia che nuove rivolte si trama,vano, a capo deUe quali erano i Treviri, governali_ dai parenti del morto Induciomar o, e Ambiorige influente capo degli Eburoni, Cesare, rafforzatosi d i 3 legioni romane e del maggior numero possibile di ausiliari, nel cuore dell'inverno attaccò d i sorpresa e disperse con 4 legioni i N ervii, venuta la primavera convocò in Parigi l'assemblea de_i Galli per studiarne le intenzioni; improvvisamente si gettò sui Senoni che, sorp resi, cedettero le ar111i insieme ai -Carnuti e, mandate a Labieno, che si trovava n el paese dei Treviri, due legioni di r infor zo e tutte le impedimenta, col resto dell'esercito, diviso in tre par ti, corse i l paese dei :Nienapi, mettendolo a ferro e fuoco e raccogliendo ostaggi. Intanto Labieno, a ttaccalo dai Treviri, riuscì con uno s tratagemma a sbaraglia rli, conquistando le loro città. Saputo poi che g li Svevi s tavano preparandosi a passare il Reno -per andare in a.iuto alle popolazcioni r ibelli, Cesare decise di preven irli. Costruito un ponte sul Reno p resso l'at tuale Colonia, passò i l fiume provocando a battaglia i l nemico, e, poichè questo voleva a ttirarlo nelle sue vaste foreste, tornò su lla r iva sr. distruggendo solo 20 pied i del ponte, e guarnendone l'estremità con una salda torre, mentre dal lato della Gallia vi costruiva una robusta e più importante opera forti-ficata. Lasciate a guardia d elle oper e 12 coor ti, andò ad inseguire Ambiorige; durante la sua assenza a vvenne lo scontro di Adua-. t1tca (V.), e continuò il va.no inseguimento di Ambior ige e il saccheggio del paese finchè, venuta la cattiva stagione, non si posero i quartieri d'inverno . Settima guerra gallica. Dopo tanti disastri i Galli a veva.no capilo che per battere i Romani dovevano mu • tare s istemi di guerra; la loro fanteria non reggeva all'urto delle legioni rnmanc e invece Cesare scarseggiava della cava·lleria, di cui essi d isponeva.no larga.mente. Era quindi su •quest'ultima che si doveva fare i l maggiore assegnamento, colpendo le com1micazioni del nem ico. Vercingetorige, arverno, cr 3. l'anima del complotto e senza tregua lavorava a un ire .i Galli per com battere i l comun e nemico. Intanto correva l' inverno del 52, Cesare era a Roma, e le legion i erano spa.rse sul territorio occupato: 2 nel paese dei L ingoni, 2 sui confini dei T reviri, le altre .6 nel paese dei Senon i. Il segno della rivolta fu dato dai Carnuti, i qua li presso Orléa.ns massacrarono tutti i Romani ; intanto Vercingelorige, sollevata Gergovia, chiama,•a a raccolta i ribelli fra i monti dell'Alvcrnia e le Cevenne, co l disegno di chiudere le vie della Provenza, base di operazione del nemico, ,tttaccare le legioni sparse, impedire a Cesare d i raggiungede, trarre d alla sua gli Edu i e le altre genti amiche d i Roma o 'incerte. Ma Cesare non .si sgomentò ; fra ghiacci e nevi, per strade ritenute impraticabili] agli eserciti, piombò improvviso sugli Arvern i colle for ze della Provenza, e ·ne mise il paese_ a ferro e a fuoco. ]VIentre Vcrcingctorige accorreva per difenderlo, egli vi lasciava Bruto con. numerosa cavalléria. e col 1mmdato di non dar tregua a l

900 nemico, e, por tatosi a Vienne s ul Rodano, dove si stavano riuninendo nuove forze di cavalleria, corse con queste attraver~o il paese degli Edui, ancora fede li, in quello dei Lingoni, riunì le 2 legioni che vi si -trovavano con le 2 che erano· ai con,fini dei Trcviri e, for te di 50.000 legion ari, 20.000 arceii N umid i e Cretesi, e 600(; cavalieri, dei quali 2000 Germa11i, mosse verso Gergobina, dove i Boi, a lleati di Roma, erano stat i assediat i da Vercingetorige. Quest'ul!imo, saputo l'avvicinarsi del nemico, levò l'assedio e gli andò incontro; la sua ca valleria fu sconfitta in un primo scontro, ed egli credet te più conveniente r inunciare a.Ila battaglia . Salvata Gergovia, Cesare andò ad assediare Avaricum ( Bourges); per combatte11lo Vercingetorige pensò allora di affamarlo, creando il deserto intorno a lui. Più di 20 città furono incend·iate in w1 sol giorno ; solo J3ourges rimase salva, avendo p romesso di resistere ad oltranza. Dopo 25 giorni i Roma;,; vi penetravano e la di.struggevano facendo strage degli abitanti. R ifornitosi d i viveri, affida ta la sicurezza dèlle linee di operazione agli Ed ui. manda to Labi~no con 4 legion i contro i Paris ii che s i erano uniti ai ribelli, Cesare con altre 6 leg ioni mosse verso Gergovia, centro d ella resistenza nemica, marciando sulla sponda dr. dell"Al'lier, mentre Verc ingetorige accorreva, procedendo su lla sr., a di fenderla; i I fiume non era guadabile in quella stagione, e i Ga Il i avevano d istrutto il ponte, non tan to però da non potersi rapida mente r iat tare. Lo notò Cesare che, fatte nascondere ne; boschi due legioni, a llungò l'ordine d i ma rcia delle a ltre in maniera tale che da ll'opposta riva la . forza non appa ri·sse diminu ita; mentre le forze nemiche, senza nulla sospetta.re, continuavano la ma rcia, le due legioni na• scoste riattarono il ponte, passarono il fiume e si ra fforzarono sull'opposta riva, men t re Cesare, tornato indietro, rapidamente le seguiva . I Galli non al'dirono venire a battaglia e raggiunta Gergovia vi si chiusero. I Romani stavano per iniziare le operazioni di assedio quando si seppe che gli Edui, inganna.ti da false voci. s tava no pe r unirs i agli Arvemi. Lasciate 2 legioni nei ca.tr>pi, Cesare, colle a lt re e con lulta la caval leria., mosse loro incontro, chiarì la s ituazione e tornò sulle posizioni che nel frattempo Vcrcinget.orige aveva inva no a t taccato. Ma la r iv'olta prendeva sempt:e maggiore estensione, ed era pericoloso immobilizzare la massa d elle truppe; tentato invano di prendere la. piazza di viva forza, i Romani levarono l'assedio e r ipassarono l'Allier. Ne trassero incoraggiamento i rivoltosi a cui si unirotì o anche gli Edui, che, sor preso il presidio romano d,i Noviodunum, lo massacrarono impadronendosi ,della cit tà. La situazione era critica; Cesa re, loniann da Labieno, era c ircondato da ogni pa r te da genti nemiche e non aveva viver i. Scnl'n~ scompors i, sorprendendo colla rapidità del- , le sue mosse Il\ vigilanza. degl i avversa ri, corse alla Loi-· ra, la passò a guado e mosse pe.r unirsi a Lab:eno. Ques ti, intanto, avanza ndosi su Parigi, lu ngo la sr. del la Senna, aveva trovato sbarrata la via da Canulogeno, comandante un grosso corpo nemico, e, passato• il fiume a .Mclodunum, era passato sulla d r. mentre l'avversario, dato fuoco a.I.la città , s i era a ccampalo sulla sr. Saputo poi che Cesare •aveva levato l'assedio di Gergovia, e cbe g li Edui s i craJ10 r ibellati, aveva deciso d i tornare ad Agendicum. Varcata la Senna, aveva sbaragliato il n emico, che aveva diviso le proprie forze per cont.J<astargliene il. passo, e ucciso lo stesso Canuleno. Ad Agen-


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dicum avvenne Ja riunione dclJc forze romane e Cesare, avu ti r inforzi di cavalleria da.i Germani suoi amici, s i volse verso 13csançon, per riavvinarsi alla Provenza dove le 22 coorti che vi erano rimaste erano riuscite a impedire ai Galli di invaderne il tenitorio. Intanto Vercingctorigc, aumentato l'esercito, susci tando nai Galli l'odio per i Romani, tentava di riunire tutte Je sue forze in un tentativo supremo, ostacolato però dalle discordie fra i suoi e dalle invidie degli Edui. Messosi a campo a mezza giornata da Besançon egli divise i suoi in tre corpi per attaccare Cesare cli. fronte e sui fianchi colla propria p ii1 nwnerosa cavalleria. Il tentativo fallì per la vigilanza e pel Je buone disposizioni cli marcia. dei Romani, e Vercingetorige dovette ritirarsi in Alesia. dove fu fatto prigione dopo lungo assedio.

Ottm;a gu..-·rra gallica. Spent-a. la rivoluzione suscitata da Vercingetorige, ogni speranza. fu perduta per i Galli; ne1 5 1-50 e;'Si fecero gli u'ltimi tentativi per liberarsi dal domin io d i R oma; i Bcllovaci, che si era.no ribella.ti furono domati e severamente puniti, la loro capitale, -uxellodunum, fu presa dopo lungo assedio. Fu l'ultimo tentativo d i rtrs'stenza; la Gall ia, in saldo possesso d i Roma costituiva onna.i parte integrante dell'Impero.

Galliano (G·iuseJ,pe) . Medaglia d'oro, n. a Vicoforte Mondovì, caduto ad Adua (1846-1896). E' m10 degli eroi più fu lgidi deile nostre campagne coloniali ; decorato di ben due medaglie d'oro (l'unico, prima dell'ultimi grande guerra) ·e di una medaglia d'argento, e promosso da maggio re a tcn _ colonnello per merito cli guerra. Provenieritc dai sott'ufficiali, egli aveva ot tenuto la nomina. ad ufficiale d i fanteria poco prima che s' iniziasse la campà gna del 1866, alla quale pi:ese parte. Da tenen te, nel 1883, passò negli àlpini, ma, promosso capitano, tornò in fanteria. l\" cl 1887 andò in Eritrea, dove rimase salvo un periodo di circa. due anni, trascorso in Ita lia fino alla sua morte gloriosa. Combatté valorosamente ad Agorclat, a Coa tit, a Macallè, ad Adua. Al comando del 3° bgl. indigeni eritrei, nella giornata cl i Agorclat, guadagnò la prima medaglia d'oro, come dice la motivazione : « D i resse con ener gia, coraggiq e slancio cscmpJaJ'i, in occasione del combattimento contro i Dervisci, l'attacco delle q uattro compagnie che era.no ai suoi ordini ; respinto, Jé riordinò sollecitamente e le ricondusse all'atta.eco, metlendc in fuga il nemice .e riprendendo quattro pezzi di artiglieria.)> (Agordat, 21 dicembre 1893). Difese poi eroicamente il forte dj.. Nfakallè, cedendo solo dopo la p iù m irabile delle resisterue. Nell' in fausta. ba.ttagli:1 d i Adua, sempre comandante il 3° bgL indigeni. cadde, dopo essersi strenuamente e fino a ll'estremo battuto, ma il suo corpo !lOn fu ma i potuto ri nvenire. Alla memoria di questo nostro leggendario eroe coloniale, iu eonier ita. una seconda medaglia d; oro con .q uesta motivazione: « Impegnatosi col suo battaglione su l :Monte R ajo, nel momento più cri vico· della lotta, combattè valorosamente. Quando le sorti della pugna precipitarono, perdurò n ella resistenza con pochi r ima.stigli a fianco, quantunque già ferito, e col moschetto alla mano, incitando

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gli altri a fmir bene, si difese disperatamente finchè fuucciso >J {1° tnarzo 1896),

Galliate. Comune in prov. di :'.'<ovara, a cavallo cle,1lc stra.dc Novara-Turbigo- Gallarate, e Novara.-Gall iateTrecatc. Già noto come castello impor tante nell',840, nel J\1eclio evo s i resse in forma popola.re, quantunque dipendes3e da Novara. Nel 1154 fu attaccato e preso da F eclerico Barbarossa, che 11e fece d istruggere il castello. >fa i Milanesi, che riguardava.no G. come una delle chiavi del X ovarese, lo fecero subito riedificare. Gallìbier. Passo intorno al M. Tabor, all'estremità S-0. delle Alpi Graie, che mette in comunicazione l'alta valle del Clarct (Durancc) con quella della Dora Ri-

paria. Ha importa.n.za strategica perchè, 'facendo sistema con i ·passi de la. Roue e des Echelles, pennette a chi ne .~ia in possesso di- opera.re sulle valli che nienano dalla. z011a del DeJfinato alla pianura padana. Esso è sussidiario, cogli a ltri sunnomivari, del Monginevra.

Gallicano nel Laz io (ant. Pedo). Comune in provincia di Roma sulla via Labicana.

I. Battaglia di Gallican.o (358 a. C.). Si ricollegia, alla terza. invasione gallica, c fu combattuta. e vinta dal dittatore Caio Sulp izio contro alcune ba11de di Galli accampatisi nei dintorni. I l. Battaglia di Gallicano (339 a. C.) . E' uno degli ultimi fatti d'a.rme della così detta guerra romano-latina, e fu combattuta ~ vinta da l console T. Emilio Mamercino contro le truppe di Pedo, d i T ivoli, d i Preneste e cli Velitemo, popoli ribellatisi a i Romani per ira delle terre perdute dopo la disfatta d i T rifa,w. III. Battaglia di Gallicano (338 a. C.). E' uno dei fatti d 'acme della così detta. guerra romano-latina e fu combattuta e vinta dal console L. Furio Camillo, figlio del D ittatore, contro i Latini, e propriamente contro i ·T iburt~1 i che si preparavano alla r iscossa. Nel calor della mischia i Pedan i fecero una sortita contro i Romani, ma. Ca.milio, staccato una parte dell'esercito, non solo li respinse dentro le mura, ma. il giorno stesso, battuti essi e quell i che erano in loro aiuto, scalò la terra. fo seguito a questa battaglia Roma, elle dopo la. vittoria cl i Trifa110 (339) s i era limi ta ta a torre ai Latini e ai Campani l'agro pubblico, orn tolse loro la indipendenza e la liber tà. Gall-icano Comune in pro.v. di Lucca, presso la strada p rov irn::ia le di Garfagnana, poco lungi dal Serchio. Assedio di Gallfrm,o (giugno 1613). Appartiene alle lotte fra la Repubblica di Lucca e il duca di Modena.. Le Repubblica di Lucca, raccolte alcune migliaia cli arma.ti (circa. 10.000) -in iziò operazioni d i piccola guerra, e contemporaneamente mu nì di forlilìca;,;ioni il poggio di Pcrpoli, presso G. Ciò provocò con i posti di confine del ducato di Garfagnana. pareccl1i scontri. Il duca., irritato ,per tali provocazioni, mandò agli ordini del conte Bentivoglio un'arma tella della quale facevano parte anche i figliuoli Alfonso e Luigi (generale quest'ultimo dei Veneziani) con intenzione d i punire gli irrequieti vicini. Il principe Luigi in iziò le operazioni cingendo d'assedio G., presid iato da g!'ossa. guarnigione lucchese. Appena s i presentarono !e truppe del principe, il presidio, uscito dal paese, marciò loro incontro ed avvennero va.rie scaramuccie, senza vantaggio sensibile da una delle parti. Ma


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Gall latf: cas1e110 e monumento ai ca-cluli in guer1\1 quai1do, in a iuto dei repubblicani, giunsero 400 fanti freschi, le t ruppe del pr incipe dovettero ritirarsi. Sopraggiunti nella sera vari rinforzi agli Estensi, questi ripresero l'offensiva e r icacciar ono nelle m ura d i G. i repubblica,1i Occupato il Pian dei T ermini, dominante da N .-E . G., resero pericoloso ai difensori il presentarsi da quella parte, ed anche il pe.r correre alcune stra,:Je. Chiusi poi gli accessi sulla strada costeggiante il Serchi.;, tolsero la possibilità agli assediati di vettovagliai·e la gu arnigione, la quale, tempestata da i co lpi degli assedianti, do,•ette fuggire da.ll'asscdiato castello, abbandonandolo agl i Estensi.

Ga llichi (Raffaele). Generale, n. a Spigno nel 1864. Sottot. di fanteria nel 1883, nel 1914 passò in P. A. col gra,do di maggiore. R ichiamato in servizio nel 1915 per la guerra e promosso ten . colonnello, iu ~t'i trasferito nella riserva divenendovi colonnello, e, n el 1927, generale di brigata.

ria, e nell'aprile 1921 lo elevava alla dignità di Ylaresciallo d i Franc ia cc a t itolo postu mo n.

Galliera. C(irnune in prov. di Bologna, sulla dr. de! Reno e sulla rotabile e ferrovia Bologna-Ferrara-Venezia E' di origini antichissime e si ritiene che il suo nome venoa. dalla batt. avvenuta.vi nei tempi della conquista ro1:ana contro i Galli, i quali disfatti vi lasciarono la denominazione, data da!' gran numero di morti r imasti sul terreno. Durante il med io evo, munita d i for tissima rocca, fu teatr o d i fatti d'am1e l ra Bologn a ed a ltri Comw1i. Nell'epoca n apoleonica la zon a inlorno a G. fu. costituita in ducato da.Ilo stesso Xapoleone I per le figlie di Eu_genio di lleauharnais, Giuseppina e A.malia.

Gallie (Via delle). Fu. chia mata. così l'ant. via. rom,u1a che d aHa Ligusia si inolt ra.va. nella Ga.llia lungo la costa della Provenza, quando i l nome A,,relia rimase a i ndicare soltanto il tratto che giungeva sino a tutto il litorale tosca.no. Gallieni (Giusnppe). Gmcra le francese oriundo di famiglia lombarda (1849 -1916). Sottol. nel 1870, la guerra mondiale lo trovò 11ei quadri dell'esercito, ma senza impiego, data la sua età avanzata.. Il suo nome era noto, sia pèr il brillante inizio della sua lunga carriera a Sed an, sia per i servizi resi nelle Colonie e principa.1mcnte nel Madagascar , da lui cO!l{]u istato cd organi,z zato. Il 29 agosto 1914 fu nomb1ato governatore d i Parigi, ed in quel criticissimo momento, in cui la capita le, insufficientemente difesa, sta.va per cadere i.11 mano de i Tedeschi, egli seppe non soltanto organizzare la di fesa del grande carnpo trincerato, ma, con intuizione gen ia le, comprendere l'idea diret trice della. manovra german ica e consef uen tement: suggerir~ a l J o~re la ne~e-S-9ità di passare alla offensiva, 1)artec1pandov1 con la 6 Armata, posta ai s uoi o,,dini. La F r ancia giu;/amente assegna a.! Gallieni uno dei pos ti p iè, a lti fra i fattori della vitto-

Gallieni Giuscpp~

Gallif~ t GasLOne

Gal I i nari. Società anonima, costruttrice <l'idrovolant i F. R. A. dura,nte la gue rra.. Creò a nche alcuni tipi p ropri, l'idrovolante l\-1. G. l , trimotore a nalogo al trimotore Bresciani cd i l monomotore ]',,[. G. 2. Fece -pure tentativi per trasformare gli idrovola,1ti F . B. A. i n anfibi, tentativi in parte r iuscit i, ma senza alcun seguito. . Alla fine della guerra la Società fu posta in liquidat ione. Ga llio (Francesco). Generale del sec. XVII, n . a Como, m. a Napoli. A capo delle milizie d i Como, combattè nel 1600 nelle guerre di P iemonte e di Valtellina : d ifese con molto valore la J"iva d i Varenna contro i Francesi; fu ambasciatore di Spagna alle corti d i Sa.voia e di Modena ,:, poi del Consiglio Segreto dello Stato di Mi lano.


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Gallipoli: il castello e li ponte

Gallipoli (ant. Catlipolis). Città in prov. di L ecce, -con porlo, costruita sopra.· w1 isolotto di tufo d a. antichissima colonia greca nel secolo IV a. C. con l'aiuto cli T aran to. Nel 450 fu saccheggiata dai Vandali ; resis tette qualche secolo dopo eroicamente ai N ormanni, ai q ua li si sottomise per ultima, sopraffatta dalle loro preponderanti forze. Carlo I d'Angiò in torno a l 1269 vi f e• ce costruire u n ·poderoso castello, quale residenza del suo governatore. Nel 1284, essendosi i baroni ciel silo rifiutati di riconoscere l'autorità degli Angioini, il re cloH tte porvi l'assedio, e, impadronitosi dopo lunga lotta d elfrc città, la distrusse e solo con G iovanna I potè risorgere. Sofferse nel 1430 , per uno sbarco de·i 'l'urchi, , quali trascinarono seco come schiavi molti ciltadini. Durante le guerre ciel sec. XVI tra. Spagna. e F rancia, G. venne assediata dai Francesi_ Gli abitant i OJ>posero viva resistenza, e ne ebbero a lte lodi dal comandante spagnuolo Consalvo ( 1501). E nel 1528, 600 soli cittadini di C. assa lirono alla Madonna della Vittoria, presso G., un corpo francese, che scorrazzava per la. campagùa., e rimase parte distrutto, pane prigioniero. Poi G. orga,n izzò un corpo più numeroso, che espulse dalla penisola Salentina .cfrca 4000 fanti francesi e 300 cavalieri, co stringendoli a r iparare a Squinzano. Nel 1544, temen-' do che la squadra turca. dovesse fare uno sbarco cd attacco, G. si premunì con organizzazione difensiva tale. e.be i Turchi non a zzardarono di attaccarla e l'equipagg_io di uùa loro nave che aveva. dato in secco ncll'isolntto di S. Andrea veniva assa·lito e fatto prigioniero. ~el 1809 C . fu a.ssalita. da una piccola squadra. ing lese sulla fine <li a.gosto, e anche questa volta, quanLwiq ue muni«t di poche truppe e scarsa a rtiglieria, seppe o pporsi valoros amente agli assalitori che dovettero r itirarsi malconc i, dopo a.vere sparato circa settecento cannona te. G. si distinse pure durante i primi moli liberali del 1820 e 1821, cui parteciparono· i due capitan i Sebastiano e Francesco P atitari. Così pure avvenne da l 1848 a l 1860, nelle quali epoche molti furono i . cittadini che insorsero contro i Borboni, rischiru1do il capestro, e molti er;nigrarono, per combattere o sotto G aribaldi o nell'esercito naziona le. Assedio di Gallipol-i (1484). Appartiene alla guerra tra Sisto IV e Venezia., Rlleati, contro Ferdinando di Napoli. Sui primi di maggio del 14g4, Venezia, vedendo che F erdinando aveva con le sue truppe invaso gli Sta ti della Chiesa, pensò d i obbligar.lo a ritirarle facendo m1a spedizione contro G., a l comando di G iacomo Marcello, il quale, giunto a G. pose a. terra le truppe da sbru-co nei primi di maggio e cominciò colle artiglierie ad apr ire il fuoco contro le mura per farvi la brec-cia. L 'eccessiva fretta nel dare l'assalto a lle mura non a.bba~tanza rovi-

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nate, fece sì che gli 'assalitori vennero r igettati dai cittadini. L'8 maggio temendo i Venezian i che G. potesse essere soccorsa dalle truppe inviate da Lecce e da altri luoghi, rinnm•arono l'assalto con maggior veemenza., ma, dopo S ore di lotta accanita., dovettero di nuovo ritirarsi. L' impellente necessità di riuscire presto nell'impresa prima cl1c arrivassero i rinforzi, e le perdite subìte, accesero magg iormente gli an imi dei comandanti e del.le truppe, ta11tocbè \lll terzo e più furioso assa.lto fu ripetu to nel giorno seguente. Un colpo di colubrina uccideva 1Vfarcello, la cui morte venne tenu ta celata dal suo aiutante, che lo fece surrogare da l vicecomandan.te

DE

:rALIPOLI

J Ga.lhpoli n e.I sec. XVll

Angelo Ma.lipiero. L'assalto riuscì e G. cadde nelle mani dei Venez iani che 1a. diedero a.i saccheggio. Le perdite dei Veneziani furono di circa 500 u., quelle dei difensori di circa 200, fra cui 40 donne. Ferdinando si decise a. ritorna re ve1·so G. con buon nerbo d i truppe, ma in ta..lllo si concluse la pace e la restituzione della presa ciità. Gallipoli. Città della Turchia. sulla riva. europea dello stretto dei Dardanelli, e sulla penisola omonima, l'antica Chersoneso di Tracia. S trategicamente è punto im-

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-- 9011 portantissimo, g iacchè difende dalla sponda europea l'accesso ai D ardanelli. Ebbe nel Medio evo un for te castello. Vi si ;;tabilirono per un certo tempo, in principio del sec. XIV, gli Alm01Jari (V.). Nel 1356 cadde in mano dei Turchi, i qua li vi fondarono . un importante arsenale, e ne curarono in ogni tempo le fortificazioni. I. Battag1ia navale presso Gallij,ol·i (323 d. C .). Appartiene alla guerra fra l'imperatore d'occiden te C. Flavio Valerio Aurelia.no Claudio Costan tino e l'imperatore d'oriente C. Flavio Valerio Licinia.no Licinio. Il secondo, vinto nella batÌaglia d i Adrianopoli, si rinchiuse in Cotantinopoli, mentre il suo a111111iraglio Amando (o Abando) con 350 navi (secondo altri 200) fronteggiava 200 navi da guerra_e 2000 da trasporto comandate da F IRvio Giulio C:!ispo, figlio di Costantino, per impe-

taccò le navi turche, r imanendo ferito nella lo(ta, ma sconfìggendolc completamen te dopo una lotta durata dal mattino a metà del pomeriggio. Parecch ie navi turche caddero nelle mani dei vincitori, a ltre furono cola te a fondo, altre si gettarono alla costa. I prigionieri, fra cui erano a nche molti cristiani r innegati, vennero uccisi col feno o impiccati. l i Loredano, nella sua relazione, ricorda uno d i essi", Giorgio Ca lergi: « il quale a grandissimo onore feci tagliare a pezzi a poppa della mia galera ll e commenta nel senso che questa punizione « sarà cagione che a lcun i cattivi cristiani non oseranno d 'andare a l soldo di questi inf~eli_ >l .

Gall itelli (Domenicangelo). Generale, n. a Berna lda nel 1865. Sottot. d i fanteria nel 1888, frequentò la scuola di guerra, insegnò storia alla scuola mii. cd entrò in guerra contro l'Austria a l conv,mdo del 2" bgl. del 27° fan teria. Nel 1916 tenne successivamente i comandi_ del 90° e del .14° regg. fanteria divenendo colonnello. Nel 1927 fu promosso, nella riserva, generale di brigata . Gallo (Fabio). Scrittore mii. del sec. XVI. Oriundo di Carpi, buon capitano, Jjberatore del principe Antonio De :VIcdici da i T urchi, cadde a T rieste combatteIJdO contro i Boemi. Lasciò le « Regole di squadroni d i fanteria)). GaUo RZ:ccardo. Ammiraglio, n. nel 1875, entrato in servizio nel 1889, promosso contrammir. nel 1928. Prese parte alla campagna di guerra 191S-L8, guadagnandovi una med. d i bronzo e la croce di cav. dell'O. M. S. per essere riusc ito ad occupare le isole Curzola11e prinla "d ell'en tra la in vigore dell'armistizio.

Gnll\poJi nel sec. xvm dire che 'quest'armata nemica fosse venuta a contat to cogli assed iant i. La battaglia fra le due flotte rimase indecisa; ma il giorno seguente, levatosi un forte vento meridionale, Crispo ne profìttò e v inse facilmente Abando, le, cui navi era.no sta'le da quello stesso vento disordinate o gittate alla costa. Dicesi che :t30 cli esse e 5000 uomini perirono. D istrutta la sua flotta, Licinio non potè piìt sostenersi in Costantinopoli e si r itirò a Calcedone. II. Presa di Gallipoli ( 1366). Appa rt iene alla spedizione -di Amedeo VI di Savoia in Oriente, in aiuto dell'impèratore Giovanni V Pa.leol~go. Da d ieci anni la fortezza apparteneva ai Turchi. La squadra d i· Amedeo VI, di cui facevano parte Genovesi e Veneziani, appròdò presso G. e la prese ardit;mentc d'assalto. III. Battaglia navale di Gallipoli ( 1416). Appartiene -aìla lotta fra Veneziani e Turchi. Questi ultimi erano a lla fonda a G., quando comparve davanti a l porto una squadra veneta di 15 galee, agli ordini di P ietro Loredano. Non eravi guerra dichiamta in quel momento, ma un incidente r iguardo a una nave genovese inseguita da galee veneziane, mentre tale nave riteQevano i Turchi che loro appartenesse, fece senz'altro iniziare le ostilità. Il Loredano lasciò tre havi in riserva e con le a ltre at-

Gallotti (Antonio). Generale, n. a Pavia, m. a Milano (1818-1900). Laureatosi ingegnere nel 1842 a Pavia, vi esercitò la professione sino al 1848, nel quale anno accorse a )..filano per partecipare alle « Gnque giornate>>. Tornato a Pavia, ebbe i_! comando di una compagnia di volonta ri Pavesi colla quale fece tutta la cam pagna del 1848 in aggregazione alla brigata Piemonte, meritandosi a Calmasi.no la med. d'argento. Nello stesso anno pa·ssò nell'esercito regolare come capitano del genio nella quale arma d ivenne colonnello nel 1867; fu per _sette anni d iret lore del gen io a Venezia e poi passò in disponibililà. Collocato n~lla rise rva nel 1889, venne p romosso magg. generale nel 1893. · Galluccio. Comune in prov. di Caserta. D'origine romana, ebbe nel medio ev~ un castello, feudo della famiglia Velluti fiorentina, che lo fece fortificare ed armare assai accuratamente. AsJedio di Gallu.ccio (1139). Ruggero I re di Sicilia ebbe col papa I nnocenzo II una guerra che conta · fra gli altri episodi l'assedio d i G. Questo comune parteggiava per Ruggero I ed il papa Io fece investire d alle sue truppe, disponendosi ad attaccarlo dopo avervi fatto portare le macchine da guerra. Ma Ruggero I si p resentò nei pressi di G. con poderoso esercito, e il papa battè in ritirata, cadendo però prigioniero in un'imboscata d~llc truppe avversarie, ne lla quale la sua scorta fu · in parte massacrata e in parte messa in fuga. Per tal p r igion ia, il pa,pa dovette rassegnarsi alla pace e a riconoscere a Ruggero l'investitura rega le -già fattagli da papa Anacleto.

Galoppo (lat. Gradarius c1.1.rs<,s). Andatura rapida

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del cavallo, usata ne-Ile evoluzioni cd csercizoi mii. t1nto dalla cavalleria come dall'artiglieria; si distingue in G. ordinario, o d i manovra, che ha la cadenza d i 330 m . al minu.to, e in G. all1111gato, che arriva fino ai 550. Vi sono poi i G. difettosi, come il (< falso ll, cioè inverso ri• spetto alla parte dalla q1nle gira il cavallo; «•disunito ll . cioè quando il cavallo galoppa davanti a dr. e dietro pure a dr. ; ed il << travargo l1 ossia quando il nvallo galoppa con l'anteriore, e trotta col posteriore. T ali andature difettose per il cavallo mii. so:10 assolu tan,cntc da evitarsi, giacchè non solo rovinano il cavallo, ma stancano enormemen te il cavaliere. Per quanto il G. sia un'andatura natura.le cbe il cavallo prende spontaneamente quando si trova all'aper to, pure, per poterne usare con sicurezza nelle diverse contingenze della vita mii. i- necessario sia oggetto di par ticolare istruzione, tanto -per il cavallo come per il cavaliere mii. E'· per questo che , '! G. viene insegnato dapprima nelle cavallerizze coperte, e su(ècessivamente all'aperto, con una lenta progressione, nella quale il cavallo giovap;: a poco a poco viene ad armonizzare i suoi scomposti movimenti, così da comprendere l'azione del cavaliere, prima con una istruzione in cui è guidato col filetto, a due mani, poi col morso anche a d una sola mano, e sempre naturalmen te coll'azione concomitan te ed• armonica delle gab1bc e del peso del corpo <lei cavaliere. Per far passare il cavallo dal G. ordinario a l G. allungato, l'istruzione mili tare si vale della scuola delle .4 ndatiire (V.). Le evoluzioni della cavalleria in Italia vengono fatte generalmente tutte a l G. Fa p arte delle istruzioni complementari per le armi a cavallo il G. da corsa, usato nelle compet izioni militari sportive.

Gì\M

dovet te cedere 1~!i Aragonesi, ma poi resistette ai numèrosi ass:ilti claligli d ai Galluresi e dai Genovesi, condotti dal Daria. Fa tto fortificare più saldamente da re Pietro, fu ritolto a lu_i d alle a rmi del Giudicato d' Arborea . ~el 1390 Brancaleone Daria, rotta la pace con g;li. Aragona, lo conquistò, ma nel 1431 il re lo riprese in feudandolo a Ferdinando di Almanza.

Galvagni di Bubbio (Giuseppe). Generale, nato aBubbio nel 1777. Volontario nel regg. di Acqui nel 1794, par tecipò alla guerra contro la Francia dal 1794 al 1796.. Passato nel 1800 al scrvi«io della Francia, pervenne a l. grado di capo di bgl. nella Gua rdia. Imperiale e partecipò alle campagne dal 1806 ,ù 1813, rimanendo ferito• alla Corufla ( 1809) e ' a Lipsia (1813). Riammesso nell'esercito sardo dopo la restaurazione col grado di cap itano, divenne nel 1830 colonnello comandante la bi-igata Aosta. Nel 1832 fu collocato a riposo col grado di magg. generale. Ebbe la croce dell'O . :VI. S. in c·o mmutazione della lcgion d'onore guadagnata nella Spagna, a San Felin. Galvagno (E,-nesto). Generale med ico, n . a Perosanel 1861. Sottot. medico nel 1887, partecipò alla guerra d'Africa del 1890 e J 891, e a tutta la guerra contro1'Austria divenendo coloJ1Jìello nel 1918. Dopo fu direttore dell'ospedale cli Cr_emona e nel 1920 passò in P. A. S . Promosso magg. generale medico in A. R. Q. nel 1924, fu trasferito nella r iserva nel 1927. Galvani. Somrner·gibile da crociera, varato nel R. Arsenale della Spezia ed entrato in servizio nel 1918; lunghezza m . 63,24 Jarg)1cu.a 6,20, dislocamento tonn. 842 in emersione e 1244 in immersione; macchine HP. 2600; annam~nto cannoni 2 da 76, lanciasiluri 6.

Galoppo! ( Comando). Per fa, prendere ad un reparto a cavallo l'andatura del G., il comandan te dà, con voce squillante e pronuncia allungata, questo comando, avendo l'avvertenza cli far passare i cavalli a questa andatura eia quell<! del trotto, onde evitare movimenti scomposti e diffcJ·cnze troppo sensibili di velocità. Al comando G. i cavalieri, premendo il cavallo colla gan1ba opposta a quella verso cui si vuol galoppare, e voltando la testa del quadrup·ede lcggennentc dalla parte opposta a quella del G., nonchè , Portando il peso del corpo indietro sempre

Galvani Vittorio. Generale macchinista della R. Madna, n. a Venezia nel 1864, entrai.o in servizio nel 1879, collocato in P . A. nel 1919, promosso brigadiere generale macchinista nella R. N . nel 1920, magg. generale nel 1923, ten. generale nel 1926, collocato a riposo nel 1927_ Partecipò alla guerra d'Africa del 1894 ~ fu decoratodi med. d i bronzo nel terremoto del 1908.

da lla parte opposta, invi tano il cavallo a prendere l'andatura desiderata. Il moderno regolamen to d'esercizi per la cavalleria i taliana ha prescritto che in campagna s ia aboJ,ito qualsiasi comando, e che i-! comandante, alla testa del reparto, faccia prendere l'andatura del G . per imitazione, mettendosi egli stesso a tale andatura. Per i grandi reparti e nei comandi a distanza si usa il segnale di tromba apposito.

Presa di Galway {1691). Appartiene alla guerra civile- , in Inghilterra per la deposizione di Giacomo IL Dopo la sconfitta subita dagli Irlan~esi ad Aghrim (V.) i resti dell'esercito si portarono su G., tenuta dal D'Hu sson , con 7 regg. disord inati, scoraggiati e decima ti. Sola speranza dei difensori, e dei cittadini cattolici, era l'aiu to di O' Donne!. ma qu esti, sedotto dall'oro e dalle promesse elci gen. Ginkell, passò al ser viz io d i Guglielmo III. Allora il presidio venne a patti ed ottenn~ d i ritirarsi a Lim.merik (V.) cogli onori d i guerra. F u con cessa amnistia/ completa a tutti i cittadini e venne stabilito che i preti cattolici romani potessero entro le ·a mra della città celebrare in privato i riti della propria religione.

Gattelli. Comune marittimo in prov. di Nuoro (Sardegna), posto sulla montagna omonima sulla dr. del Cedrino. Ebbe nel medio evo un ben muni.to castello, che fu oggetto di fatti d'arme durante i çonflitti nella Gallura. F ond ato assieme a qu ello di Urise (Orosei) nel secolo XI, oppose valida resistenza nel 1324 al re Alfonso d'Aragona, il quale venne con poderosa flotta nelle acque di G., e varie volte ten tò d'impadronirsene. Nel 1333

Galway. Città marittima dell'Irlanda, nel golfo omonimo, in prov. di Connaught.

Gamala. (Ant. fortezza ifl Palestina ad est del lagodi Genesareth). Nel settembre del 67 d. C. fu investita dai Romani condotti da T i to F lavio Vespasian.o, e le· mura furono at taccate con macchine ed arieti: la breccia fu aperta in tre punti, .ma la lotta d ivenne diffici-


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iissima nelle strade tortuose ed anguste della città. I Romani da ultimo si ridussero in massa sui tetti delle •case a.ssa i basse, ma queste, non potendone sostenere il peso, rovinarono e ne seppellirono . molti fra le macerie ; ·gli a ltri si ritirarono. Vespasiano allora mandò un di·staccamenlo sul m. Ta.bor, dove si era trincerata una -quantità di nemici. Placido che corna.J1dava il distac,camento, seppe attirare i nemici nella pianura, e ne fece macello. Frattanto da G. fuggirono moll'i indivi-dui perchè la. p ostura della città rendeva impossibile l'assediarla da ogni parte. Anche la fame cominciò a ,decimare gli assediati. In quel frattempo giunse Tito, .figlio d i Vespasiano, che era stato mandato ad a ltra impresa, e unì le sue con le truppe del padre. Era già passato un mese dàll'arrivo dei Romani, quando, nell'ottobre del 67, tre coraggiosi soldati della XV legione .si acc insero all'a rduo tentativo d i scalzare Wla torre, lavorando di notte inosservati a smuovere cinque delle _p ietre principali che la sostenevano in guisa che es.sa .rovinò con i1runenso fracasso. Ciò rese possibile un nuovo decisivo assalto, contro il qua.le i Romani trovarono ,un'accanita per quanto vana resistenza, supera.la col .massacro completo dei difensori e della. popolazione.

Gamba (Lu.ig,). Generale, n. nel 1858. Sottot. del ;geni.o nel 1877, partecipò aJ.la. campagna eri,trea del 1887, ·Co lonnello nel 1910, fu prima capo dell'ufficio forti-fica:.zioni a Messina e poi a Belluno, ed entrò in guerra ,contro l'Austria quale comanda.nle del genio del I C. .d' A. Magg. genera.le in P. A. nel 1916, ebbe il grado di _generale di divis. nel 1923 e nel 1925 fu collocaio nella .riserva.

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Ga rnbaeona. Gerardo

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Gambi Enrico

Gambacorta (dei duchi di Limatola, Gerardo}. Gelllera.le napoletano al servizio della Spagna, di fa.miglia ,oriunda pisana, 11. a Napoli, m. a Torna.vento (15861636). Partecipò alle guerre del suo tempo in Lombar,dia., nelle Fiandre, in Germania , distinguendosi per coraggio e valore. Servì qua.si tempre nell'arma di cavalleria, finchè salì ai più alti gradi. Morì eroicamente alla batt. d i Torna.vento (23 ·giugno 1636) mentre saltava .col proprio cavallo nelle trincee francesi, alla testa delle sue truppe. L asciò W1 lavoro in versi: « La guerra in Lombardia)).

Gambale. Oggi si porta.no negli eserciti i C . d i .cuoio di foggie va.rie e poco dissimili fra loro, neri o d i colore natura le, indossati da tutti gli ufficia li, dai cSOttufficiali, e truppe di armi a cava.Ilo, e da qualche :arma speciale (V. mche Gambiera). Gambara (Alessandro). Generale, n. a G ibello, m. a :Bologna (1848-1923). Sottot. di fanteria 11el 1886, ebbe

nel 1902, col grado di ten. colonnello di fanteria, il comando del distacca.mento delle truppe italiane a La Canea. Colonnello nel 1904, comandò il 32° regg. fanteria e nel 1907 andò in P . A. Ne l 1914 venne promosso magg. generale e passò nella riserva.

GamtJale ino d e llo q

Arùito »

Pan taloni con g-am.h ali

c,1010 per cavalle r ia

Gambardella (Fa.i,sto). Ammiraglio, n. a Na,poli nel 1868. i\llievo deqa R. Accademia Navale nel 1887, fu promÒsso sottoa.mmiraglio nel 1921, contrammir. di divis ione nel 1923, .ammiraglio di squadra nel 1926. Guadagnò la medaglia d'argento alla Spezia. in occas:one di w10. scoppio d 'csplosivi ( l9 I <i) e una med. d i bronzo nello stesso anno e nella stessa città in occasione d i incendio sv iluppatosi in una polveriera. Fu al ministero della marina come d irettore generale delle Armi ed Ar mamenti navali, e nel 1926 vice presiden te del Consiglio Superiore della Marina. Gambassi. Comune jn prov. d i Firenze, presso la strada tra F iesole e Volterra, sopra una colli na. Fu munito di ant. castello, cui Gn.rnbara Alessandr o nell'epoca comunale se n e aggiunse w1 a ltro, dove esisteva il vecchio Borgo. Appartenne a.i conti di Catignano, che furono ih guerra col vescovo d i Volterra (1037). Nel 1188 il vescovo Ildebrando, fattasi riconoscere la signoria s11 G. da Arrigo VI e dal coruW1e di S. Gemignano, l'assalì e lo danneggiò. 11 paese fu coinvolto nelle guerre tra Firenze e Siena, e finì per rima.nere sottomesso a lla prima. T eatro di nuove azioni di guerra durante la lotta dei Guelfi contro Arrigo VII, da questi venne assalito in vano. Poi nuovamente da parte delle soldatesche di Uguccione della F aggiola, e nella guerra tra Castruccio Ca.sb·acane e Carlo d'Angiò. Nuove ingiurie di guerra subì nel 1432 da Francesco Sforza. e Niccolò Pic.cinino, venuti ad invadere per conto del duca di Mi!ano il


territorio fiorentino. La Repubblica inviò il suo esercito contro di loro, cd a G. avvenne uno scontro dov'cssa fu battuta. Contrario a Siena., fu ancora. tonncnta.to dalle incursioni di Bernardino della Carda, a capo di truppe senesi e ungheresi. Ed altro sanguinoso scontro ,(i queste t ruppe coi F ioren tini, comandat i da N iccolò l:'iS'.lno, avvenne nei pressi di G., dove l'intervento in favore dei Senesi di Lodo-Aco Colonna diede il tra.collo alla bilancia, cd i primi rimasero scon.filti. Nel 1479 G. seppe resistere al duca d i Calabria, che dovette cetrocedere. l\el 1501 Cesare Borgia, colle sue milizie, ne devastò il territorio. Col 1530 passò alle dipendenze dei :Medici. Del castello comunale, dichiarato ai tempi .medioc\'a.li quasi inespugnabile, non rimangono che ruderi.

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a l mal leolo, ossia quando non ,•i era unita la scarpa cli lamine, cui si suppliva colla scarpa di ma.glia.. Le G. 1mtevano essere in due pezzi, w10 avanti e l'altro dietro la gamba; oppure erano in un pezzo solo, e cioè quello anteriore. Erano anche ch iamate Schiniere. \ Gambiera fu anche chiamata l'armatura che si po• ncva alle gambe a.nterii;ri del cavallo. Essa venne in uso col sorgere del1'am1atura per l'uomo e della barda per il ca ,·allo.

Gambigliani-Zoccolì (E 111Ir11io). Generale,

Ga mberi ni (conte Armando). C,~nerale, n. ne l 1861. Souot. d'a;rtiglieria nel 1880 pervenne a.I grado di colonnello nel 1914 e comandò il 4° regg. da campagna. Xel 1916 fu promosso magg. generale ed in guerra comandò l'art. del 16° e poi del 5° C. d'A. Passato in P. A., ebbe nel 1923 il grado di genera le di d ivisione.

Gambet ta (Leone). Uomo di Stato francese ( 1838 1883). Atlivo repubblicano sotto l'Impero, deputato di .Marsiglia nel 1869, come ministro della guetTa organ izzò nel l 870 la resis tenza dopo Sedan. Fu Presidente del Consiglio dei :Ministri nel 1881. Gambi (Bartoùm1co). Generale, n. nel 1862. Sotto!. nei 1882, percorse quasi tutta la carriera nel 6° regg. a lpini del quale comandò il bgl. Verona nella guerra italo-turca. Colonnello ne l 1915, comandò 1'8° rcgg. a lpini. Magg. generale nel 1916, fu comandante dell'8° raggruppamento alpini. Collocato in P. A., ebbe nel 1923 il grado di generale di divisione. C:ambi F.mico. Generale, 11. a Rovigo nel 1867. Come sottuff. di fanteria p:t.rtecipò aUe campagne dell'Eritrea del 1887-88. Sotto!. di fanteria nel 1891, ritornò in Eritrea nel 1895. Dopo la battaglia di :\mba Alagi cadde prigioniero; ebbe la mcd. d'argento. Fu in Libia nel 191 1- 19 12, e pa rtecipò a tutta la guerra con tro l'Austria; nel 1916 rimase gravemente ferito e si meritò la mcd. di bronzo. Colonnello nel 1917, comandò il 135° regg, fanteria e poi il 3-1° regg. cecoslo\'acco. Dopo la g\terra fu presidente del Tribunale mii. di Verona e n el 192.1 ebbe il comando della scuob a llievi ufficiali del C. d'A. di Verona. In P. A. nel 1925, fu J>romosso generale di brigata nel 192 7.

Gambia. Piccola colonia ing lese nell'Africa Occidenta le, detta prim;i Scnegambia foglesc. Fu occupata nel f821 da compagnie commercia li e pas;;ò alla corona nel 1889. Ca.poi. Bashurst. Ha. una guarn igione di una -cp. indigena, 1 cp. di riserva, 1 cp. di polizia. Gambiera. Arma tura che r ipar:i.va la gamba dal malleolo a.I ginocchio e anticamente anche lo oltrepassava. Le prime G. sembra fossero di cuoio, e generalmente ne era portata solo una, quella di destra; raramente quella di sinistra.; Omero narra. però cbe i suoi -eroi ne portavano due. La G. an tiche, dal cuoio passarono ad essere costruite in bronzo e poi in ferro e in acciaio. Gambiera sa11a o i11tiera era detta quando armava ~utta la g:unba ed il piede; e mozza quando tenninava

nato nel 1855. Sottotenen te nel 1878. percorse la carriera nel commissariato militare divenendo coGarnbtcrc nnt lche lon ne llo d irettore ciel HI C. <l'A. nel 1912. Collocato in P. A. nel 1916, fu promosso brigadiere generale nel 19 19 e magg. generale nel 1923. Xclla riserva divenne ten. generale nel 1927.

Ga mbini (L11ig-i.). Patriolta, n. a Bald ichieri d'Ast i, m. a Londra (l 794-1852). Ufficiale del l'esercito p iemontese e insegnante di tattica, nel 1821 prese parte ai moti costituzionali mentr'era comandante della cittadella di Torino. Riuscito a. riparare all'estero, venne condanna to a morte in contwna.cia; graziato nel 1848, fu collocato a riposo col grado di tcn. colonnello. - Un fratello, Cari-O Filippo, n. e m. a Raldichieri d'Asti ( 1789-1830 ?) fece le campagne napoleoniche ed entrato nell'esercito p iemontese fu come Luigi compromesso nei moti del 1821, venendo destituito e condanna.lo ad a lcun i mesi di ca ree re.

Ca1rtllig ll ~t1 i- 7.0 ,-t'Oli

Eul)'elllO

Ganw l'l'a Olovanu i

Gambini Ernesto. Generale, 11. a Baldicbieri d'Asti, m. alla Spezia (182-1-1900). Laureatosi ingegnere idraulico a Torino nel 1847, entrò nell'esercito nel 1848 come ten. del genio, prese parte alle campagne 1848-49, 1855. 1859 e 1870, divenendo colonnello nel 1867. Fu direttore del genio a )fanto,·a ed a Firenze, comandò il genio alla presa di Roma e nel 1870 fu collocato nella riScl'va; fu promoSSQ magg. genera.le nel l880 e tenente generale nel 1895.

Gambino (Gaeta1w). Generale medico, n. nel 1852. Sottot. nel 1879, per-corse la carl'iera nel corpo sanitario, divenendo ten. colonnello dirnttore dell'ospedale d i


Brescia. nel 1908. Colloca to in r. !\ . nel 1910 e poco dopo nella riserva, dnl 19 15 al 19li, in occas ione dell.t guerra, venne richiamato in servizio. Brigadiere gene_rale nel 1919, fu promosso magg. generale nel 1923 e posto a riposo nel 1927.

Gamella. V. Gavetta. Gemenario. Castello già esistente in prov. di Torino, presso Chieri, sulle colline del )fon.ferrato tra Santena e Villastellonc.

Hattaglia di Ce111c11nrio (23 apri le 1345). Appartiene alla guerra contro Giovanni II Paleologo. da parte di Giovanna I di X apoli. Comandava le truppe Jtapoletane il siniscalco Rinforzato d'Agout, patrono dei Guelfi del Piemonte; egli sui primi d'apri:e dd 1345 investì il cas1ello d i G., difeso dai Ghibellini, i qua li resistettero per diversi giorni a furiosi attacchi. In loro soccorso avanzò il marchese Gio,·a.nni TI del )lonfcrrato, ma frattanto il siniscalco era riuscito a colmare il fossato e a. penetrare nel castello. Il marchese allora mosse a 1l'attacco, e dopo breve lotta: il s iniscalco cadde fer :10 e le sue truppe si scoraggiaròno e si diedero alla fuga, mentre il marchese riprendeva. possesso del castello.

Gamerra (Giovamii Battista). Genera.le 11. e m. a L ivorno ( 1848-1915). Sol tot. de i bersaglieri nel 1867, partecipò alla campagna del )870 e poi a quella del 1887 in Eritrea, O\'C ritornò nel 1895 di\'enendo poco dopo comandante dell'8° bgl. indigeni, col quale combattè valorosamente ad Adua, cadendo prigioniero e me.ritallClo l'O. M. S. Colonnello nel 1901, comandò il 40° regg. fanteria. e poi il 5° bersaglieri. ~fagg. generale nel 1905, comandò successivamente le brigate Pinerolo cd Ancona e nel 1910 andò in P. A. divenendo ten . .,,cneraJe nel 1913. Come scrittore, lasciò « Fra gli ascari cl'T ta lia » e « Ricordi di un prigioniero d i guerra ». Gamma e lnfanger. Armaiuoli Svizzeri che ad Altorf cost ruirono un fucile col loro .nome (mod. 1868) a 1sipetizione ed a retrocarica. Essi cercarono d i riunire la chiusum a. cilindro con una Jc,·a mobile del ponti-

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Ganachab. Fiume cieli' Africa, nel paese degli Ot-tentotli. Sulle sue rive, 1'8 maggio 1905, si svolse un combattio1cnto fra una colonna tedesca, comandata dal magg. Buchholtz, e gli Ottentott i, comanda li da Cornelius. Quest'ultimo ebbe il sopravvento, ma i Tedeschi riuscirono a. disimpegnarsi. Ganassi n i (Oddone). Generale, n. ad Occhiobellonel 186~. Sottot. del genio nel 1883, partecipò alla guerra ita.lo- turca ciel 1911-1912 ed a quella contro l'Austria all'inizio della. qua.le, colonnello comandante dcL genio dell'XI C. d'A., si meritò la med. d'argen to a Gradisca. Brigadiere generale nel 1918, ebbe la croce da. cav. dell'O. M. S. nel passaggio del Pia,·e. In P. A ..S, nel ·1920, passò nel 1928 nella riserva divenendo genera le di divisione

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Ganasslnl Od/Ione

Garn101n .\1110 1110

Gancio d'as:.:idio. Così chiamate tutte q uelle armi in asta, la cui forma serviva per qualcbe determinato ;;copo negli assedi; ad es. quello con lunghissima asta, fatto per afferrare e strappare le freccic incendiarie, quello a foggia cli una mano articolala di fer-

Gancio <l'asscctio ro, ecc. Tutte queste anni erano sempre con lunghe aste; cranò adoperate da chi stava sulla. difensiva, e non avevano a ltro scopo che di affcrrai·e le armi .nemiche per renderle innocue, od i nemici stessi per arrestarli nelle loro mosse.

Gancio rompùpada.

rucllc Gamma

e rnrang-cr cello, e ,·i riuscirono. I meccanismi di chiusura e di percussione sono dentro una scatola di culatta (analoga a quella del Vetterly) la quale riunisce e trattiene canna, fusto e calcio in un sol tutto. La costruzione era semplice e la chiusu_ra solida, ma il movimento della leva del ponticello era troppo esteso e, per conseguenza poco pratico.

Così chiamato una specie di chiodo a forma di gancio, che usava.si mettere da un lato del piano della targhetta da pugno. Chi impugna.va tale ta rghctla, cerca va di pren dc re la lama della spada avvcrsaria tra il. pia.no della targhetta stessa cd il G.; piegando il braccio poi verso il corpo, cerGanc io roinplspada c,wa di rompe re la knia In targlJCllll cln pugno così infilata.

Gand (Ant. Castrim, Gandav1<111). Città. del Belgio, capo!. della prov. delle Fiandre orientali, al confluente della Schelda col Lys. E' formata da 26, isole riunite


:a mczZò cli ponti come Venezia. Non ebbe grande importanza militare fino all'868, quando Baldovino Braccio di Ferro, primo conte cli Fiandra, volle difenderla contro i Normanni, costruen<lovi un.a. fortez1,a che ven ne chiamata il « Castello del Conte )>. l\"' el X scc. il ,conte Fili,ppo ne ingrandl le fortificazioni. Nel secolo XIII ne vcm1e ancora allargata la cinta, e completata la difesa. AJl' ini,:io della guerra dei Cento Anni, G. si -dichiarò n eutrale, e durante tale guerra venne nominato .capitano cli G. l'Artevelde. Nel 1539 C:u·lo V, mentre G. era ca.pita le della Fiandra austriaca, essendosi es.5a :ribellata e levata in anni, con minaccia di darsi a fran-cesco I; fece severamente reprimere dalle truppe la ribellione, e, per dominarla meglio, affidò al duca Alessandro Medici di Marignano, !'-incarico d i fa.me fortificare con cura la cittadella, _in modo da renderla inespugnabile, cosa che questi fece con grande perizia tecnica.

J. Assedio di Ga,ui ( 1382). Appartiene alla solleva.zione delle Fiaadre contro il conte Luigi II di Fiandra, il quale con numeroso esercito cinse d'assedio la pia.z.za. Sarebbero occorsi per l'investimento completo della città alme,10 200.000 u., ma il conte non poteva disporre, ancl1c impiegando tre quarti del suo esercito. di s'mi li forze, e fu costretto a lasciar scopert i alcuni lati -della cerchia, dai quali gli assediati potevano ricevere viveri e munizioni. Capitano dei difensori era Filippo -d' Artevelde, che sconfisse le truppe di Luigi a Brnges (V.). Il conte Luigi ottenne l'aiuto del re di Francia, -Ca.rio VI, che alla testa di un'armata intervenne, e ne derivò la battaglia di Rosebèq11e (V.) dopo la qua.le, essendo i Francesi tornati a Courtrai invece di marciare subito su G., l'ima-sta S!Wernita, la città ebbe il tempo di riordi11arsi e chiudere le porte. L' inverno imminente sconsigliò il re Luigi di iniziarne l'assedio, e nel 1383 .rientrò a Parigi. IT. PaciJicazionc di Ga11d. Dopo l'eccidio di Anversa (4-11-1576) in cui diti soldati spagnuoli furono truci<lati circa. 5000 uomini e la citt/t, rimasta in balia della soldatesca, veniva saccheggiata e incendiata ; tutte le regioni della Fiandra, indignate per l'in iquo procedere degli Spagnuoli, inviarono, senza distinzione di fede, 1 1010 raporesentan ti a Ga.n d . per venire ad un accordo circa il piano di difesa comtrne. Pochi giorni dopo (1'8 nov~bre) tutt i gli inviati, ad eccezione di quello del Lussemburgo, sottoscrissero un concordato -che fu detto della « Pacificazione di Gand )>. In con-formità. di questo accordo, le provincie dovevano unire le loro forze per cacciare le truppe spagnuole dai P aesi J3assi e quindi, per mezzo degli Stati Genera.li, ripris~inarc l'antica libertà costituzionale. I protestanti delle provincie settentrionali non dovevano essere molestati, e, di massima, tutte le decisioni relative alle leggi politico-religiose dovevano essere riservate alle deliberazioni · degli Sta.ti Generali. Infi.ne, l'Orru1gc veniva -confermato nella carica, che già rivestiva, d i governatore dell'Olanda e della Seela.ndia. III. Assedio di Gan4 (1576). Appartiene alla guerra d'indipendenza dei Paesi Bassi contro la Spagna. G. era tenuta dagli Spagnuoli con forte presidio. Giovanni di Croy la cinse d'assedio, ment.re il comandante della p iaz.za, 1',,Iondragone, era assente. Ne approfittò il gen. olandese per aprire celermente le trincee d'approccio. ed iniziare il tiro delle artiglierie, poste sopra un~ piattaforma.

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GAN

che, dominando perfettamente il castello e la cittadella della piazza, ne sbarrava completamente gli accessi cos\ da impedirle ogni approvvigionamento dall'esterno. Nell'a,ssenza. del lY!ondragone, la moglie ne assunse le veci, e con singolare valore tecnico e morale sostenne l'assedio per d iverso tempo, d'istingucndosi e riscuotendo i più vivi elogi per la sua. energia. e capacità. Ma purtroppo i soccorsi esterni non vennero ad aiutarla nell'a;u<laee impresa, tantochè dovette alla fine cedere alle preponderanti forze nemiche . IV. Assed.i-0 d.i Gand (1678). Appa1·tiene alla. gue rra di Luigi XIV in Fiandra. Il duca di Villahennosa, sapendo che il re di F rancia aveva fatto ne llo stesso tempo investire Ypres, Nruuur, iUons e Lussemburgo, fece sorti re d,1. G. una parte della guarnigione per andare a rinfo1"?.1re quella cl'Ypres. Ma. era precisamente a C. che teneva il re, ed il ma1·esc. cl'Humières vi arrivò il .3 marzo alla testa di un grosso reparto di truppe, col quale investì subito la città, tagliandone le comunicazioni. Egli aveva 62 bgl. e 85 sqcl.r, oltre ad a Itri SO che s i trovavano sul Lys, e sulla Schelda. Il ma.rese. cominciò a far costruire una quantità di ponti sui canali per assicurare le comunicazioni fra le truppe. Il re all'alba del 4 giw,se a G. e fece attaccare la sera stessa uno dei sobborghi cd una delle opere staccate da un distaccamento che arrivò ad impadronirsene. Don Francesco dc Pardo, governatore di G. fece aprire le chiuse dei canali ed inondare la campagna nei dintorni, costringendo le truppe del re ad a lla.rgare d i molto la linea d'investimento. Tuttavia nella notte dal 5 al 6 ,marzo, il re tece aprire le trincee e costruire due btr. che nel mattino del 6 iniziarono il tiro; vennero sviluppate intanto le trincee d'a.pproccio, così che nella notte dall'8 a l 9 erano complete le misure per un assalto alla piazza. Il duca di Villeroy ebbe la direzione generale di questa oper.a.zione, e nel mattino del 9, con violentissim_a azione, le truppe sferrarono il loro assa-1.t o. Il camm ino coperto e tre opere staccate caddero subito nelle mani dei Francesi, e i difensori si rit ira,rono nella cittadella. Il re, fatta occupare la piazza, dispose subito i suoi cannoni contro la cittadella, eù il 10 vennero aperte anche le trincee di fronte ad essa. La sera del 10 stesso e tutto 1'11 le artiglierie francesi bombardarono la città cosicchè il de Pardo trovò impossibile una u lteriore resistenza 'e il 12 capitolò. V. Presa di Gand ( luglio 1708). Appartiene alla guerra di Successione di Spagna. G., che s'era a rresa ;1el 1706 al gen. Marlborough, era però rimasta senza guarn igione. Il duca di Borgogna. saputo ciò, decise d i impadronirsene, e vi mandò il gen. marchese Grimaldi, che il 5 luglio riuscì per sopresa ad en trare con le sue truppe nella piazza, inizku1do il fuoco contro la c ittadella, dove si era rifugiata la guarnigione, la quale capitolò il giorno 7. VI. P resa di Gand (dicembre l708). Appartiene al la guerra per la Successione di Spagna. App<aia gli Alleati r iuscirono ad impadronirsi di Lilla, decisero di riprendere G. ·e vi destinarono grandi forze (102 bgl. e l20 sqdr). La stagione esseDdo molto avanzata, gli Allea.ti impiegarono a l più presto 150 pcz1,i. fra cannoni e mortai, per ottenere rapido risultato. Comandava il presidio il conte dc La :M otte con ci rca 15.000 u., ed aveva l'ordine di resistere finchè non fossero state of-


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OlO -

I.a for1ezza Cli Gand n01 sPe. X VII J

ferte condizioni di rc~a. vantaggiose. :!\fa quando in Francia si seppe che i;li alleati volevano prendere la guarn1g1ouc prigioniera a discrez ione, il re vi mandò il m1resc. Je J3ouftlcrs che arr ivò il 26 dicembre con un grosso corpo e munerosa. artiglieria a Douay. La presenz1 di queste truppe decise gli Alleati ad accordare ottime condizioni per la resa. li dc La J:vfotte, 11011 sa.pendo della vicinaiµa dei soccorsi, s'indusse ad accettare gli articoli della. capitolazione il 30 dicembre, ed il 31 lasciò agli alleai i la piazza, con gli onori cJclfc anni. \ 'TT. Battaglia e presa di Ca,ul (11 luglio 1745}. Appartiene alla guerra per la Successione d'Austria. Il marcsc. di Sassonia, dopo la giornatrr cli Fontenoi, si portò su G. do,·é i nemici' ave,·ano posto i loro magazzini, mentre erano accampati a Bruxelles. li conte di Lowenthal cd il march. di Chayla. doveva no trovars i alla stessa. ora. davanti alla città. Gli inglesi, vinti ma non disfatti, s'accorsero del pericolo che correva G. e fecero marcia.re 6000 l i . in soccorso cl i quella guarn igione, che non contava più di 600 u. Tale colonna di soccorso s'avanzava sulla stessa. strada d' /\lost sulla quale il marchese di Chayla veniva con 5 brigare di cav-Jlleria e fru1kria, 20 cannoni e d iversi pontoni. E ra notte, e nel buio più intenso i 6000 inglesi s'imbatterono sull'avanguardia, attaccandola violentemente e catturandone l'artiglieria. :Ma il marchese di Crillon, arriva sul posto, riprende i cannoni e mette in fuga gli Inglesi. i quali abbandonano G. nelle mani dei Francesi, che s'impadroniscono dei ricchi magau.ini ivi esistent i.

VIII. Attacco di Gand (16 novembre 1789). Appartiene ai moti rivoluzionari dei Paesi, come ripercussione della rivolu,:ione francese. La popolazione di G. aiu-

tata dai v'icini paesi, attaccò la. cittadella di G. difesa dalle truppe imperiali, le quali vi si erano rifugiate dopo

di essere ;;l~te sbaragliate in citi~., las~iando molti morti nelle vie. Di 3000 u. del regg. cli Render non rimanevano più che 600 u. Dopo breve resistenza, anche la. cirtadella fu abbandonata ai Gandcsi, i (]Uali 11e smJ.ntella.rono le opere d ifcnsive, r·i.ordamlo che css:1 era stata costruita. da Carlo V per dominarli. lX. Pre.,a di Gand (1792), Appartiene alle opcra✓,ioni dell'armata repu bbJicnna del Nord, nel l.lelgio. 11 generale Lal>ourdonuayc prese ù'a=lto G. il 12 no,·embre, dopo debole difesa delle 1rup;,e imperiali. );ella prima.vera de l l 793 la città ricadeva in possesso delle truppe austriache, ma il 13 luglio del I i9.J. fu da esse abbandonata, all'avvicinarsi dell'armata repubblicana dell,1 Sambra e Mosa.

X. Pace di Gand (24 dicembre 1814). Fra lngh(lterra e Stati Uniti d'America (mediatrice l'Olanda). Restituzione reciproca elci territori e possed:mcnti occupati durante la guerra, eccetto le isole s ituate nelh baia di l'assamaquoddi, per le quali deciderà una comn1issionc mista. Ccsscra.imo le ostilit~ colle tribù indiane. Le due parti s'adoprera nno per ottenere l'abolizione della tratta dei negri. Questo trattato ristabiliva i rapporti d'amicizia fra l'Inghilterra e gli Stati Uniti; ma le due questioni che avevano accesa. la guerra - quella, cioè, relativa al diritto che s'arrogavano g l'lnglesi di impadronirsi dei marinai connazionali sui vasceni amcrica.i1i, e la. massima che gli Americani riguardavano di diritto pubblico - che la bandiera copre la merce - non furono nemmeno discusse. Fu pure differita la soluz•one di altre gmvi difficoltà., come quella della delimitv.ione della front iera canadese.


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GÀN

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Ganda (o Cande). Borgata del Sudan centràlc, occupata nel 1878 da Romolo Gessi, i n servizio dell'Inghilterra, durante la campagna contro Soliman Zobeir. Questi attaccò p iù volte G., ma ne fu sempre respinto per le ottime difese approntate dal Gessi. Gandini (U-mbe·r to). Generale, n . e m. a Modena ( 1861- 1929). Sottot. dei granatieri nel 1880, meritò nel 1883 la mcd . di bronzo in coraggiosa azione compiuta a Lugo. Pa11ecipò alle campagne d 'Africa del 1895- 96-97; nel terremoto del dicembre 1908 meritò la med. d i br onzo di benemerenza e fu in Libia nel 1911- 12. Colonnello nel 1913, coma.ndò il 1 ° regg. fanteria e poi il 1 ° granatieri col quale entrò·in guerra cont ro l'Austria, guadagnando a ivionfakone la med. d 'argento. I n P. A. nel 1916, fo promosso brigadiere generale nel 1920 e passò nella r iserva divenendovi nel 1927 gen. di brigata. Fu anche presidente della 1• sezione del Tribunale <li guerra a Roma, e, negli ultimi anni, resse la Giu dicatu ra civile a Rodi. Gan,Hni G1tido. Generale, n. nel 1865. Sottot. degli alpin i nel 1887, passò nel 1893 nei Carabinieri Reali, della quale arma s i rese benemerito compiendo varie missioni di fiducia. Nel terremoto calabro-siculo del 1908 meritò la med. d'argento cli benemerenza. Partecipò alle guerre lihica ed europea. Colonnello nel 1920, andò in P. A. nel .1923 e nel 1927 fu promosso ~encrale di brigata.

Ga nd olfì (di Melazzo e Rit;af.done, Gù1sePf1e). Generale del sec. XVTI-XVIH. Apprese la carriera d elle arnl.i dallo z io o padre Ca.rio Ga.ncloliì. prendendo par te giovanetto alla guerra in Fiandra.. Alfiere nel rcgg. fucilieri d'Aosta nel 1692, vi percorse tutta la sua carriera fino a l gradò di colonnello (1707) partecipando a tutte le guerre di quell'epoca. Fu ferito a lvrea · e cadde prigioniero. Prnmosso gen. d i battaglia nel 171 9, ebbe il gove rno di Cuneo.

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9H Gandolfi Antonio. Generale e scrittore mii., n . a Ca.rpi, m. a Bologna ( 1835- 1902). Ca.detto nella R. Acca.demia Estense nel 1853, divenne sottot. nel gen io modenese e parrnense nel 1859, dopo aver· preso la laurea in ingegneria. Entrato nel 1860 nell'eserci to sa.rdo, comba.ttè nella campagna del 1860-61 meritando la med. d'argento a lla p resa di Civitella del Tronto. Passato . nel corpo di S . M., prese parte alla guerra del 1866 ed a quella del 1870. Colonnello comandante i l .3° rcgg. fanteria nel 1880, ebbe n el 1887 il comando della br igata. Parma divenendo magg. generale nel 1888. Dal 1890 al 1892 fu governatore civile e m ilitare d ella Co.Ionia Eritrea .riordinando con n uovi criteri le t ruppe indigene che portò a circa 9000 uomini, occupando e for tificando Adigrat. Pass:,to al coman do della brigata Friuli (1892), nel 1895 fu p romosso ten. generale coman dante la divis . d i Gen-0va e poi d i Bologna. Nel 1898 ebbe il comando ciel XII C. d'A. e nel 1899 del VI C. d'A. Deputato cli Carpi n ella XII-XIIIcXIV legis latura e di :'.\fodena nella XV-XVI-XVII legislatura;. fu nomina!() senatore nel 1901. P ubblicò vari lavori fra cui : « Bologna e l'Appennino nella d ifesa d 'Italia>); « Alessandria nella difesa occidentale d'Italia >J; « La nostra rete ferroviario. e la d ifesa dello Stato»; << La d ifesa interna d'Italia >>; << Ricordi di un ex funzionario del la Colonia Et·itrca. Nel 1888 fece parte di una Commissione incaricata dell,i revisione dei codici tattici.

Ga.n.dolfi Nicolò. Ge,:crale medico, n. ad Oneglia nel 1858,, entrato in servizio nel 1880, collocato in r. A. nel 1917, promoss" brigad iere generale medico nel 1919, magg. genera.le n l'I 1923, tc.n. generale nel 1923. G<mdolfi Virgilio. Generale, n . nel 1861. So(lot. d'artiglieria nel 18S3, frequentò la scuola di guerra e poi passò nel rnolo tecn ico. Colonnel lo nel 1915 e brigad iere genera.le i,el 1918, andò in P . A. nel 1921 e poi passò in A. R. Q.


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