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ENCICLOPEDIA MILITARE VOL I (AAA A BAI)

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· ENCICLOPEDIA- \\ MILITARE[§] §J , ·ARTE~ BIOGRAFIA [§] [§] GEOGRAFIA~ STORIA §1 TECNICA MILITARE

VOLUME PRIMO

.PU"BllLIOA.ZIONI DELLA CASA EDlTRIOE

Il Popolo d'Italia MILANO


---PROPRIETÀ RISERVATA

. ...


P R EFAZI O NE

Casa Ed'itrice del « Popolo d'Italico) si è assunta l'onere e l'onore di preparare e presentare quest'Opera non solo col _proposito di riuscire ~i utilità a coloro i quali si avviano alla carriera dei/e anni, o in qu,esta carriem occupano i vart gradi ,della gerarchia, ma col proposito di riuscire di utilità a tutte le persone colte. Il formidabile avvenimento della Guerra _Mondiale ha a,r mato le Nazioni intere, e fatto partecipare diretta-m ente ed effettivmnente al conflitto, sui fronti o nelle retrovie, la massima parte dei cittadini, così che i problenii 1nilitari non sono più soltanto il patrinionio di una ristretta cerchia di persone, ma appassionano ortnai le molt-itudini. Il piano della nostra Opera comprende Arte, Biografia, Geografia, Storia, Tecnica militare. Competentissinii collaboratori, opportunamente scelti, tratte-ramno tutte le parti rie/lo scibile militare: Amministrazione, Colonie, Comunicazioni, Diritto bellico, Fortificazioni, Logistica, J.vledicina, Chirurgia, Veterinària, JJ-1obilitazione, Organica, Regolamenti, Strategia, Tattica, Topografia, ecc. Inoltre gli strwmenti bellici d'ogni tempo. Nella parte storica., non mancheranno, oltre alle descrizioni genera.li delle guerre e alle descrizi01ii particola,r-i dei f atti d'a,r me di terra e d·i mare, notizie sui paesi che han1io o ebbero importanza militare, trattati di pace, e storie speciali delle varie armi: Aeronautica, Artiglieria, Bersaglieri, Ca·valleria, Fanteria, Genio, .lvfarina, ecc. La parte Biografica conterrà qiografie e ritratti dei personagqi e degli scrittori militari d'ogni epoca e nazione; e, del tempo nostro, quelli delle Medagl(e d'oro e dei Generali italiani. t Tutto questo m ateriale scwà ampiamente illwtrato, essendosi affidata ad artisti speciali,z zati , l' esec-uzione di disegni freschi e omogenei, mentre A


per la. parte fotografica uou è stata 1·isparmiata alcuna cura affinchè riuscisse degna. dell'Opera. N ell'illustrazic11c {leogra-fica si è voluto e,.lilare la carta pletorica cli voci, essendosi im.'cce preferito di mettere i11 riliirc10 i particolari che presentano speciale interesse militare, tanto dal punto di vista geografico quanto dal punto di ·,:ista storico. U11a Reda:::io11e allenata a questa speciale f a!iw del lavoro d'enciclopedia. coordinerà e completerà il materiale e le ill11stra:::iori-i, ed eseguirà il più scnt/Joloso esame di tutto il 11oti::iario, 1wn ricorrendo a,l vecchio n.oti::iario enciclopedico se non per controllarlo nei testi originali. Ciira particolare della Reda60,,1e fu au:::itutto quellri di creare u11 copiosissimo schedario, il quale, raccolto in grandissima parte diretta111e11tc nei testi d'indole militare, continze migliaia e migliaia di -;•oci, così che no11· poche di esse giungeranno assolutamente num•c per i lettori delle comuni Enciclopedie. L'Editore e il Direttore di quest'OpPra confidano. a.vendo fatto og11i sfor::o tanto per la forma che per fa sostai,za. di essere riusciti a creare cosa degna dell'Italia mwm e i,ittoriosa, sì da mcritari' il fa·iJorc e la si111patia di httti coloro che si interessau o alla sana difesa ar111ata della Patria.

IL DIRETTORE.

r.

L. EDITORE.


ABBREVIAZIONI

A. ,4(1.

,1. c. Aer. .-t(fl. ,lgg.

.-tip. .4/t. Amm. Am.m:i1'.

-~nt. .'11'{/.

A rm. .-tr.t .

.Hs.

Avt. .-1.,m. .-111.::. Halt.

JJei·s. Bgl. Br. Brig. Dl1'. Caim . Cop. Capot.

ca.i·c. Cav.

CC. RR. C. a' A.

Anno. Abit,ant1. - Avanti Cr lSto. - Aeronautica, Aeroplano. - Amuente. Agget.tlvo. Al pini. Altezza. Ammtntstl'azione. Ammi r aglio. - Antico, Anticamente. Argento. - Armamenro, Armata. - Arttglierta. - Assedio. Avlato r•i. Avvocato. - Aviazione. Battag,Jta,. Bersaglieri. Battaglione. - Bronzo. - Brigata, Brigadiere. B•atterJa. - Ca nnone. capitano. - Capoluogo. Carcere. Cavalleria, Cavalli. Carabinerl r ea.IL Corpo d'Ar·o,a.ta. Con fronta. c avalleggeri.

Dolt. Dr. B. E.M. E.P. Eqll.tp. Es. Ett. H . V. Fant. Ferr. Fig.

~·ort. F1•eg .

Gen . Geogr.

Gov . Gr. Gran.

Do.ttore. - Destra. Est. Evo ìll-Od•crno. EseN:ilO Pcrmanent0 . - Equtpa.irgtamento. - Es empio. Ettometro . Era volgare. Fantilrta. Ferro;ieri, Ferrovia. - Figurato, Flgurativament.e. - Fortiflcaro, FortH\.cazionc. - Fregata. Generale. Geo grana. - oovern<llwre. Greco, Gruppo,

lncr. Jng. lnt. I{m. L. Lane. L~t. L. :ren:

M. JJàg{J.

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:liar. :liares. Jl. E. )lefl. .11. Gen.

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Circ.

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C1n. Col. Com. Comll. Co1'.

Miri.

C/1·. Cgg. Ch li'.

Clllrurr,-ia.

Ctroondarìo. CeJ1t.imetro. Colonnello. Comando, comanda.nte. combatttro.ento. corazzata. Corvett,a. COl"V. Compa.gnta. Cp. C. P . E . c ocllce Penale Esercito. Codice Penale Militare ~lai•itt'. T'••U. M. tlmo. Di,s,locamento. D. Dopo Cr isto. D. C. Deposit.:. JJep. - Dipartimento. Dtp. - Direzion e. Dit. Distretto. DiStr. Dtvlsfone. Div.

.ll itr. .li. ili. .l lm.

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Oranatìer!. Incrootatore. rngcg·nere. Intendenza, lnLendente. Chilometro. Luogo, Localit11. Lancieri. Latino. Luogotenente. Mont-e, Met.ro, Mila, Morto. Maggiore. Marina, Mariner ia. .llaresç1allo. ~le<t':o Evo. Medaglia, .\ IC(liCina. ~laggior Generale. MIUtare. "finatori. Mit.raglicre, Mitrag,lia.tl'ice. Milizia mobile. ìlllllimetr i.

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Ovest. Ordine, Orctinameifto.

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Porto, l'ez.zo. Posizione Ausiliaria Speciale. Penisola. Per esempio.

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Pontieri. Potenza. Proressore. - Provincia. nactiotclegr,afia. - Ragioniere. ncgio Escrdto. Reclusione. - neirolnmento. Reggimento.

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- Sinistra.

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- Streuo.

Pot. Prof.

Proo. [ladt. R/lg. Il. E. necl11s. lleg. negg. n1s. n. M

s. Sa11. S. A.I'. Sec.

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J\lservn. Regia )farina. Suù, Santo. Sanità. Serzlvlo Alllvo Permanente.

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Terni. Terr. T. Gen. Tonn. Top. Torp.

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Sergente. - sen·lzlo. Sezione.

Sim.

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S.M.

Stato -l\lagA·lore. SOlda1O. Specinl!Sll.

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Sussistenza. Teneute coonneuo. 1'eicrono. Tele~raro. Tenente. Termine (,·oce). 'rerrltorlo. Tenente Generale. Tonnellata. Topografia, Topogranco. TorpNline. 'l'orpedlnlera. Tra..,port:. uomini. umdale. Vedl, Velocità. Valore. Vascello. Yeterln&rla. \ etto,•agllamen1O

:.\clic biografie, le due date rra parentesi (l?s. 1565-1629) lndl<"ano rispettivamente la da1a della nascita e della morte. Nell'armament-0 di navi {la gucf'ra, 1l numero 1·omano e Il numero arabo subito segurnte 111 primo lndirano rlspett!l'3mente Il numero del çannon1 e Il loro calibro In mi!Umetr! (es. IV 305, x11 7~ = 4 cannoni da 305 e 1~ cannoni da 75 mm.). Nella descrizione del ratti crarmc, Il numero romano e u numero arn.oo che lo seirue, Indicano 1·!,pNtinmente baltag-lion~ e reggl1ncnto. Es. !11/82-= 3° battaglione cleJl'S~• reggimento.

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Corpv d'Armata A. Negli anni immediatamente prccct:lenti al 1911, presso l'esercito itailiano era prev ista la formazione• di due tipi di Corp i di Armata : Tipo A, su due divisioni e truppe suppieth·e; tipo B, ,su tre divis1011 i e l ruppe &u_ppletive. Per ciascuno dei <lue tipi erano anche previste propor' T.ionate aliquote dei va·ri ser,·iz1. Dopo i! 1911. tale distinzione cessò di esistere. A. ( Tipo di sotto111ari110 trasJ1ortabilc). ::-;real p,·imo anno della guerra mondi:tle si ritenne necessario disporre, per b difesa costicn ravvicinala, di piccoli sottomarinL trasportabili per ferrovia. ;:-e furono costruiti 6 del tipo <(A)> e 3 elci tipo ,, B )). - I sottomarini tipo «i\ )) d i

10 si riferisce al corredo: vestiario e materie prime per

confezionarlo, ,E' tu lto elencato nel,la Ca.I. 1• del Nomenclatc>re del Materiale dei Servizi Logistici (ristampa 1924) cd è suddiv iso in 8 sezioni: a) oggclli comuni; b) distintivi e fregi; e) ogget6 di panno grigio verde; d) oggetti dtt CA-ira binieri Reali; e) oggetti da collegi militari; f) oggetti da truppe' colonia li ; g) oggetti speciali (da automobilisti, da fcrro1•i~ri, da truppe di sussistenza, pel servizio sanitario, ecc.) ; h) panni, tele ed accessori per costruzioni. Gr·1tfJpo A. Ad esso appartengono tutti gl'impiegati di Suto. qu:i.lunque sia il ::\Iinistcro da1 qua'1e dipendono, che sono provvisti di diploma di laurea e ricoprono impiego pd quale il d iploma medesimo è cond izione ntces~aria per conseguirlo. Al clc:tto gruppo corrispondono 11 distinti gradi ragguagliati, agli effetti gerard1ic i e <li si ipendio, alla gerarchia milimre, che è la più numerosa e che comprende con tutti i suo i gradi, <lai Genera le d'Esercito al sottotenente, precisamente l'intero numero di quelli in cui /; suddiviso il Gruppo.

Aachen. V. Aqui:;grana. Aagesen (Svell/l) . (In lat. S11rno Ago11is). Storico d~nese del secolo XII, autore di una traduzione latina delle leggi militari di Canuto il Grande: « Historia legmu castre11si11111 )>. Aalborg. Città della Danimarca, nello Jutlancl, con

,1) Torretta cli comanclO; o) Periscop io; e) Sovrastrut-

wra di coperta: o) Cappello del tullo dt Jancto;

E) Cbiglia: F Ellcbe; G) Timone di direzione ; ll) TllllOni po'teriorl di proronctflli; 1) Boccaporto di r·esso ; L) Timoni ante riori ct l pl'Oroncliti1.

ac-

circa 30 ronne:late, a1•mati di 2 lanciasiluri a gabbia, vennero dotati <li w1 a-ppar.alo -motore esclusivamente elettrico di 50 cavalli per la ve!. di nodi 6 e mezzo sopracqua e <li S soltacq ua, con autonomia d i 2 ore d i moto a tuu1 forza: il primo fu co•truito in soli 120 g ion1i.

A . (Ama1. 1. Uno dei tre gruppi m cui viene suddi\'iso tutto ]"arredo mil ,tare. E,so comprende tutto quan-

30 m. ab. - ::(cl 1534 venne presa d'as&a lto da i danesi. - Nel 1627, dopo di aver subìto alcuni rovesci per opera dcp:li impe ria li, i d a nesi si r ifugiavano in A., e quivi. raggiunti e assaliti dal generale Schlich, erano costretti a capitolare, il 17 ottobre del detto anno. ;s'el J 643 A. venne presa dagli svedesi; tornò alla Danimarca nel 1660, in seguito alla pace di Rocskildc.

Aar. Fiume de!Lt Svizzern, affi. del Reno: nasce ndlc :\]pi B:!!'nesi. Geogr. mil. La regione dell'A. medio e inferiore è atta a grandi operazioni; essa è situata fra le Alpi, il lago cli Ginena, il Giura, il Reno, il lago di Costanza, ed ha una direzione da sud-ovest a nord -est. Trattasi di una specie di altipiano, abbistanza accessibile, ondulalo da monti non elevati e da colline, intersecato eia.gli affluenti dell' A. Al di là del R eno e de' monti d i Costan7.a si sbocca ndla ,·alle del Danubio; verso il la.go


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BACINO DELL" AAR

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(SVIZZERA)

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di Ginevra si continua nelle valli del Rodano prima e dopo il detto lago; per mezzo della depressione del Giura che conduce a Belfort si sbocca nella Yallc della Saonc. La lunghezza della regione dell',L è di 350 km.; la larghezza è molto variabile. Il fronte settentrionale della regione dell'.4. è rappresentato dal Reno e dal lago di Costanza ; il fronte orientale, esteso per 50 km., ancora dad Reno, fra il detto lago e il passo di Sa rgans; il fronte meridionale è costitui to dalla regione delle Alpi e dal lago di Ginevra; il fronte occidentale è formato dal C•iura. Lo sClacchicrc dell'A . ha notevole importanza stra1cgka: verso oriente, permettendo di aggirare la Selva ~ •era e d i penetrare netl<a valle d(!J Da•nuibio; e pel'lnettendo di sboccare pt"r le Alpi Penniire e CentraQi nella ,·alle media d-él Po; verso occidente, conducendo così .,Ile Yalli della Saéme e della Senna come alla \'allata media e i~feTiore del Rodaoo. -· L'A . ha una Jar,ghezza di circa 60 m., che giunge .fino a 150; è ricco d'acque, nadgabiile fino al lago di Thun; ha sipondc s,pesso dirupate, qua e fa paludose. Costituisce un ostacolo mii. abbastanza considerevo1c.

Storia mi!. - Passaggio dcll'A. Xel 1799 il generale Masscna ricevette drul D irettor io il compito di occupare la Svizzera, per ' tenere disgiunti gli è,erciti della seconda coalizione operanti in Germania e irt I tal ia. Il generale francese si collocò nel bacino del!' .t ., e l'arciduca Ca rlo concepÌ il piano di tagliare a.l !lfasscna le comunicaiioni con Basilea e il Bas,o Reno, co~tringcndolo cosi ad abbandonare la Sviz7,era. A t~lè scopo, radunò 40 m. uomini, e si aV\'iÒ all'.-J. presso Di.ittingcn, col ,proposito di passarvi il fiume. La notte ,1ul 16 agosto 1799, l'arciduca cotlocò sulla rit-a destra dill fiume una ba'tteria di lS pezzi di grosso calibro, colb quale potcva._qj battere una spia,nata sulla rh·a opposta dove egJi aveva divisato di far pass.irc il suo esercito. Quinrli fece iniziare la costruzione di due ponti di barche, sen7,a che i francesi. i qua.li avevano piccole pattuglie sulla sponda opposta, se ne avveclt:,ssero. n mattino del 17, alle ore 9, i francesi si accorsero del kntativo, essendosi dissipata la nebbia che coprh·a il fiume. In quell'ora, uno dei ponti era appena a met:l d ·lb sua costruzione, ,per causa della difficoltà tro\':tt;i ndl'assicurare


9-

AAR

!e ancore, le quali stentavano a far presa; l'altro ponte non era ancora comincialo. Dato !"allarme da parte francese, r·ius<:irono a pon arsi s ul poslo sollecitamente i generaii Ney e Heudelet con circa 12 m. uomini, i quali Yennero opportunamenle collocati di fronte al pu11to nel quale avrebbero dovuto sbarcare gli austrorussi dell'arciduca. E questi comprese che il suo tentati1·0 era ormai sYentato, e si rassegnò a ritirare i ponti, a smontare la batte ria, e a rinunziare all'impresa.

Aarau. Città della Sviucra, capo!. del cantone di Argovia, con 190 m. ab. Antica fonderia cli cannoni. Se<le del Tiro a segno federale. - Nel 1529, dopo la battaglia di Ca,ppel, vi fu concliiusa la pace fra cantoni ,protesta'llti e cantoni cauo!ici. - Xel l 712 (9- ll agosto) vi Iu cond usa la pace che pose fine aHa guerra di Toggenburg. Aarburg. Borgo della $l'izzera, nel cantone di Argo\>ia, con 2500 ab. Piazza forte. D eposito d'arm i e di munizioni. Aarhus. Città della Danimarca, con 2-1.000 ab., sulla costa orientale dello J u tl:tnd. - Il 31 maggio 1849 il generale Hirscbfdd, prussiano, vi sconJì.ggC\•a un corpo di danesi comandati dal generale Rye. Aaroesund. Stretto fra l' isola Aaroe, del Piccolo Belt, e il continente. - ::-Jel 1848 vi ebbe luogo uno EcOnlro fra navi danesi e navi tedesche, queste ultime al comando d i von der T ann.

Aaron. v. Abbassidi. A ba (o Owon). Re d'Ungheria nel secolo XI ; tolse il tTono a Pietro, detto l' Alemanno, nd 1041 ; ma, tre anni dopo, fu assalito a Gyor presso Raab dalle truppe dell'imperatore Enrico III, il quale lo sconfisse e lo fece ucc idere. Abab. A11t. );Tome del marinaio rematore in Turchia,

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ABA

destinato alle navi quando mancava il numero di schiavi necessario pci remi.

Abaca (o .4 baka). Ottavo imperatore mongolo d iscendente da Gengis Khan; loltò contro il re di Boccara; inviò una spedizione contro la Siria e l"Egiuo, ·ma le sue truppe furono battute da Calaava, sultano d'Egitto. Partecipò anche alh lotta contro i cristiani. Era stato assunto al trono nel 1265; morì: a Ramadan nel 1282. Abaceno (Abacoenum). Città della Sicilia. le cu i rovine sono forse quelle che trovansi presso Tripi. Fu alleata di Cartagine contro i Siracusani. Dopo la domina2,ia11<e romana A. aJ1dò h1 cle.adenza e a poco a poco il suo nome si e<"lissò. Abach. Stretta sulia riva destra del Danubio, sulla ·strada dà Neustadt a Ratisbona. E' costituita da alture bo~cose, e rappresenta un punto di grande importanza mrl. per le operazion,i fra Danu bio e Iser. Abaco. A 11t. Il fregio che ciascun fonditore (secolo XYI) poneva sulla gioia o sulla culatta dei cannoni che fond eva. Abaco (o Abòaco). Con questa generica denominazione vengono indicati taluni particolari mezz.i cartografici atti a semplificare le opera;,,ioni per la preparrazione e per l'esecuzione del tiro di artiglieri:\. Mcrilano speciale menzione l'abaco del tiro e l'abaco balistico; l'abaco « per profilamenti >) e l'abaco << per il calcolo delle componenti verticale e orizzontale della forza viva residua ». a) A baco del tiro e A baco balistico . Sono basati sul seguente principio <li .iomograiia: Sia data una equazione di tre variabili:

F (x y z) == O e un si,lema di assi ortogonali piani. In uno degli assi ~ V • i:11.)

M g. ~ - -- - - - - - - - - - - - - - ~ 6 5 0

po:,, 1360

f .330

- - - - -- - -- - -- ---J 670

1330

/J/0

690

1310

710

;-10

1290

1270

730

7.30

l,?70

!250

750

1250

1230

77 0:

1230

fèlO

7 90

f2/0

1190

6'10

117 0

6'Jo

1'170

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~50

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/090

1070

930

1070

1050

950

1050

1'0 30

970

l010

9901_ __

1000

(030

-:iJO 1010 1000

A ABACO

per profilamentt


-

ABA

riportiamo i valori d i x come ascissa, sull'altro i valori di y come ordinata, e consideriamo i va.lori di F che s i 11icaver(:):,bero nell'equazion e F (x y z) O qualora Z =0. AHemo cosi la possibilità di !Tacciare una curva che rappresrnta

=

F (x y)

=

=O

Considcri:imo or.i Z I e valendoci degli stessi a:;.si, trnccia,mo ìa curva corri;pondcnle a

f (x, y. I)= O

=

=

poniamo poi Z 2, Z 3 ccc.; aucmo una serie, o fascio. di cun·e meàiante le quali, da ti d ue dei valori, x y. ~ppure x 1,, oµµurc r z, è facile trovare graficamente il terzo va lore z, y, x . Qualora le equazioni siano fra quattro var iabili, come ad e~empio:

tp 1 tz) <P, (u,

= F (y x) 1

= F, (y x)

si sonappongono le due curve t ed u sullo stesso piano ,·altndosi d gli a.:ssi x y. ed in tal modo è sempre po~:;.ibik, !\r~ficamcnte, tro,·arc i valori di due delle quattro ,ariabili: x, y. z, u, conoscen do le a ltre d ue. $i può inlme tracciare la scala delle x ed y in modo

ilr ,oo-v-

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z-:-~ 6S' 611?,$•

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1ie1· il CfJlnllO delle compo11e11ti uerticale e ori;;o11 tare della fo1·za ul-

ABACO ~-·, -o

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A B.\

lati sep:iratamcnte per una grun<lc quantità d i valori delle variabili, ed i ri:;.ultati numerici vengono raccolti in tabeile. Con l'ausilio di tali risultati numerici sono preparati gli abbachi (a.ll'uw ~ei quali è soltanto necessaPio una regola d i allineamento) e che risolvono naturalmente un numero limitato d i casi, ossia quelli che si presentano µiù comunement,: nella pratica. b) :l &aco pa proJiiamenti (,·. figura) . E' un foglio di carta lucida, resistente, sul quale sono tracciate lunJ:lO i ma rg,ni laterali due scale, gradu:ite in millesimi. o in gradi sessagèsimali degli angoli Zenitali, entro le quali è riportato un fa:;.cio di cun·e di eguale quota, di 25 in 25 111., cakolatc nella ,cala l :25.000. Ciascum. curva rappresenta la r iuni()1~e dei punti d i egua le quota rispetto all'osser\'atorio (asse di rotazione dell'eclimet ro) . Il lrnccianwnto delle curve si ottiene med ia nte la riunione delle p1·oiczioni ori.i:zomali dei punti d i in1crsc✓.ione (di eguale quota) delle nuic visuali partenti dall'osservatoaio, ed incl inate d i un determinato a ngolo, coi piani orizzomali passanti J>er le ,·a.rie quote. Può scr,ire a molt'!pHci usi, ma la sua funzione principale è quella di rendere possibile, in terreni montani. la determinazione deila posizione dei bersagli da w1 ·unica stazione, quando n on si disponga dei punti a curve i,ogo.ne. ln tal caso si procede come segue: I) si fa stazione col goniometro nel punto q, indiv iduato sulla cnrla nl 25.000, e s i orienta lo strumento; indi si collima al bersaglio e si leggono i relativi :u1goli azimuta le e ie11ital-c; 2) si scrfrono sull' r,baco, in mat ita, i valori q o o - 2ù0 ecc.. corrispondentemente alle - 100. q curve quotut,: 100, 200, ecc., prendendo il segno o secondo che il hcrsagl io è sopra o sotto il punto di stazione; 3) si cltteru, inn, sulla base dell'ango lo azimutale lét10, e valenciosi del rapportatore, la direzione stazionebersaglio <' si tracci.1 la retta corrispondente; 4) si trac-eia sull'abaco la orizzonta le corrispondente all'angolo c:nitalc letto sul goniometro, indi si piega l'1baco stc,;so JUngo que&ta orizzontale; 5) s i di.sponc bbaco sulla carta topografica, faccndo coincidere i! punto in cui la de11a piegatura interseca la l'Ctta AB (v. figura) col punto di stazione, ~ la piega1ura stessa con la d irezione del bersaglio tra cciata i.ulla carta; 6) si cerca lungo questa di rc1.ione il pun to d i ugu:tle quota ne'.l'abaco e nella carta, interpolando, se occorre. Questo punto rapprcs<:nta la posizione del bersaglio.

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che i se.:mn:i si:ino proporzionali ai numeri, ed allora le linee della z e della u saranno delle cu rve, ma si po~,ono :inche alterare !e lunghezze dei segmenti che corri6pondano a i ,·alori di x cd y, in modo che la curva della z ed u divent ino d clle rette, ed in ta l modo i grafici de~!i .tbbacl:i rin,angono semplificati. Come -i hanno gli abba-chi Cartesiani si possono aYcrc quelli Polar i. In ba'listica, e per il tiro, s i fa u n notnole 11,n di tali ahb:ichi che semplificano e abbre,·ian(• molto le opcrozion i numeriche nei calcoli dei vari elementi. Lè ior:nule chs servono a calcc,lare gli clementi, come ad esempio: a11golo d i elevazione del pezzo, gittata, ordinala ma~sima, durata de'! tragitto, ecc., vengono messi sono forma di termini algebrici che sonnnati danno la possibilità d i ricavare gli element i che s i cercano. I rnri ;c,rmini delle formule sono a loro volta ' calco-

+

e) Abaco per -il calcalo delle comf,one11ti ,,crticale e orizzo,.talc dc/la forza d ,:a residua. Sen·e per risolvere celermente le formule

1 2

r D -

g

1000

(forz..1 viv.i res idua verticale)

1

p

1•' sen- (90° - - r,,)

2

g

1000

(forza ,·iva residua oriaon tale)

allorchè d,·nsi procedere, nella determinazione d ei dati d i tiro, alla scelta della carica più conveniente p~r battere un determinato bersaglio. 'E' un foglio di carta (ordinariamente millimetrata, per faoil itare le operazioni grnfiche) stul quale. sopr:>. una rett1 orizzontalz sono segnati, in sca.la, i valori di


AB.\

-

11 -

p u' (in diuamodi) e sopra una verticale i valori di 2 g 0° a 90° dell'angolo di caduta (ù>) II punto di origine Jella prima (zero dù1amodi) e quelio estremo della seconda (90°) sono collegati da un'inclinata portante i valori delle componenti della forza viva residua (diriamodi). Per l'impiego d i que5to abaco basta innalzare h verticale dal pu nto ldella retta orizzontale corrispondente al

valore di

1

2

~ u' (fot nirn dalle tavole di tiro) sino al-

g l'incontro (,·. figura) delle inclinate indicanti i va lori degli angoli di cad uta ( ro e 90° - w ). Dai due punti così determinati si seguono le orizzontali sino all'incontro con la Scah delle componen ti ; i d ue ,·:dori che su questa si leggeranno saranno quelli delle componenti verticale e orizzorl'lalc della for~a viva residua .

Abadia (Fraucesco Sai•crio). Generale spagnuolo, n. di Valenza ( 1744-1830? ). Durante l'invasione francc~e della penisola ciberica, riusci a raccogliere n Cadice un corpo di truppe, e ·venne nominato maresciallo di campo; per breve tempo fu a.nche ministro della guerra. Nel 181? organ izzò l'esercito dclh ·Galizia, dando disciplina mrlitare.,il,lle bande irregolari dei gueri/leros . .Preso il comando clcll'esercito da lui organizzato, contribui efficacemente alla cacciata dei francesi dalla Spagna, e ne fu Ticompensato, da Ferdinando VIT, col grado di luogotenente generale. Orga.nizzò in seguito le truppe spagnuole a Caclice, per le sped izioni nell'America del Sud. Abaditi (o Abadidi). D inasnia di re mori, una delle più potenti della Spagna mu;;ulmana dopo la c--1duta del Califfato di Con:lova. I principali de' suoi membri sono: Ab11 Al C:ase111 .Uohu111111cd br,. Abad, usurpatore del !crr. di Siviglia nel 1023. Sconfisse il califfo Yahia al ::.\Jotabi nel 1026, e occupò tutto il mezzogiorn o della Spagna. Mori .nel 1042. A lw A.,11ru ben Abad, figlio e successore del precedente, occupò Cordova nel 1060, guerreggiò wntro i re di Granata e d i ::.\falaga. :\[ori nel 1069. Ab11 Al Cascm Molta111111cd II, figlio e successore del prcced~ntc, si alleò a I <:onte di Darccllona contro il re di T oledo. ma gli alleati furono sconfitti presso )Iurcia, e Ahu vide ca.dcrc nelle man i del suo rivale la propria capitale. Siviglia, e do,·ette assedia rla, ,·iusccndo ad averla ,olta.nto dopo la morte del re d i Tolosa, nel 10i7. C'onquis;ò il regno di )furcia nel 1079 e quello di ::.\falaga nel 1081. fu anche alleato di Alfonso VI re di Castiglia, ma nel 1086 entrò n ella lega delle dinastie mussulmane contro i cristiani e partecipò alla battaglia di Zala ka. La lega poscia si sfasciò, cd Ab·1i venne assediato a Siviglia nel 1091 dagli altri principi mn~u lmani. costretto a capitola re, e condotto png10 n iero in .-\frica, dove poco dopo morì: con lui finì In dinastia dc-gli A.

A baffi. Jl1 iclt c/e A. I, principe di T ransilvania, eletto nel 1661 coll'appoggio della Turchia. :N"el 1681 si alkò agli ungheresi contro l' Austria; la pace fu conclusa nel 16.57, dopo l'assedio di Vienna. :,\f. nel 1690. Il principato, trasmesso al figlio ,"\!lichele A . Il {n . 1682 111 . 1713) fu assorbirn dall'Austria. la qua le passò al principe una pensione.

Al3 \

Abakanskoi. forte della Siberia, alla confluenza dcli' Abakan collo Jenissei; venn ~ fatto costruire da Pietro il Grande nel 1 iOi. Abancourt (Carlo Sa.•erio G111sef,J>e di Frà11q11c~•il/e e d'A .). Ministro della guerra negli ultimi tempi di Luigi XVI, n . a Douai, 111. a Versailles (1758- li92). E ra nipote del ministro Calonne. ~ el li92, in età di 34 anni, otteneva il grado d i luogotenente gen erale, e il 2 l luglio dello stc.sso anno ,·eni,·a nominato ministro della guerra. Presentò allora a l!' Assemblea legislativa un rapporto sullo staio delle frontiere del Xord e sull'organizzazione de l campo trincerato di Soissons. Il 10 agosto, caduto il mini:;tcro, A . tentò di orga· nizzarc la d ifesa delle T uileries, facendo giungere a Parigi, dalle loro sedi di Courbe,•oie e d i Rueil, due reggimenti di Svizzeri. Xon esegui l'ordine di allontanarli, datogli dall\\ssemblea; dopo lo scontro delle Tuikrics, fatto 'prigion iero, venne massacrato dai ri,·oJuzionari a Versailles insieme Jd altri prigionieri. Carlo Frerot d' I!. Aiu tante generale nelle armate della repubblic;i francese, risiedette per lungo tempo i:i, Turchi.t, donde r itornò con una r icca collezione di <:antJe e di pia.ii militari. In seguito fu a capo dell' arch ivio carte e piani della commissione dei hvori pubblici per la pJrte militare. Infine fu nominato capo uflicio topografico dell'esercito del Danubio e qui compilò una apprezzatissima carta generale della Svizz~ra. i\!. a Monaco nel 1801. Aba no, Comune in pro,•. e distr. di Pado,·a. a circa 10 km. da qucst.~ <:ittà, - Durante la guerra mondiale vi risiedette il Comando Supremo italiano dopo Caporetto ( 1917- 19 18). tlba110 Bag11i. Queste terme celebrate e frequentatissime giù c1ai Romani, reutaura1c. da T eodorico, distrutte da Agilulfo, furono ripri.,;tina1e nel XTil secd.o. La sorgente cabboni<:lantissima, ernMlantc grande quantità. cli vapori e di gas, di odore caratteristico (acido solfidrico e icl rocaTburi) della temper.a ~una med ia di 87°, sgorga dal piccolo poggio di Montirone. E' un'acqua cloruro j O<;l ica, con irilevant-c ,presenza di bromo, jodio e litio. Le applicazioni sono per bevanda, doccia, bagno, ma specialmente per cura .particolare di malattie reumatiche e di postumi di traumatismi mediante fangal ure. Appunto ,p er queste .proprietà tera,poutiche ' fin dai tompi <li )-"erone, il quale ,·i risiedctt~ colla 'pro. pl'Ì:t co1·te, vi fù isti,uito. una colonia militare di cura, che diede il nome alb vicina :Montegrotto (Mons Aegrotorun1). Da quell"·upoca non risultò che vi sia.no stat,e colonie militari di cum. fino ai secoli XVII e XVIII qurundo la ropubbl,ica Ve,neta vi tenne i soldati bisognevoli di quelle cure speci:ili. Il breve domu1io Kar,olconico, çd il successh-o austro-ungarico, :fino nl 1866, mantennero in Aùano non un vero sta'bilunento mil•b~re <li cure balneo-tevrnali, ma ,u na specie di pension,1to di favore, pre&;o taluni stabilimenti civili, per uffici:tli e ·truppa. Dall'annessione del Veneto all'ultima gucrm, Abano noo figura p iù tra i siti di cma militari goYernativi, i quali sono oggi solla.nto Acqui ed Ischia. l'erò dall'epoca della •grrunde guen-a a tutt'oggi, l'Ente Xazionale dei Combattenti, e più specbJmente quC!llo degìi lnvalidi e ::.\fotilati di guerra, conclu~uo particolari fa,·ore,·oli conYenzioni coi principali stabilimenti d i cum, per in,·iarvi, a prezzi ri• àotti, i propri associati.


• \ O,\

-

Abante (oggi: Alasan). Fiume della Georgia. sulle cui rÌ\·e Pompeo, nel 65 a . C., sconfisse gli Albani. E rano questi 60 mi la a pie<li e 12 mila a cavallo, e con loro gli amatori di cose meravigliose narrarono che combattessero le amazzoni. Abante. Ammiragl io dell'imperatore Licinio, per ordine del quale riunì una flotta di 345 na,i, sconfitta dalla flotta di Crispo, ammiraglio di Costantino, , nclrEllesponto (a. 323 d. C.).

Abarrà. De~iacc, ca:i>o deg}i Azrbo e di falda }lakonni in Abissinia. Durante la battaglia di Quoram :iccorse con Ras S<:bhat e i Ga.lla a rinforzare la posi1.ione di Abatè. Q uesti rinfori:i riuscirono a sgominare degiacc Abrabà che già era s icuro della vittoria. Abas. V. Bagratidi. Abasa (o AbÒza) . Generale turco, n. verso la fine del socolo XVI, m . nel 1634. Alla morte del sultano Osman, era pascià di Erzerum, e si rifiutò di riconoscere il successore I\fostafà. Raccolto un esercito, si impadro!Ù di parte dcli' Anatolia, facendo mettere a mor te quanti ,'giannizzeri potè catturare . N cl 1628, salito al trono }iurad, lo riconobbe come sultano e ne ricevette il titolo di pascià della Bosnia. Assunse i! comando delle truppe raccolte a Oczakow ed a Silistria per la guerra di Polonia, ma l\Iurad si insospetù di lui e lo fece mettere a morte. Abascal (Don Josè Femando). Generale spagnuolo n. a Oviedo. m. a Madrid (1743-182 1). Entrò giovanissimo nen·esercito, e nel 1775, col grado di colonnello, fu inviato in Africa, dove partecipò alla battaglia di Algeri, servendo contro i francesi. ~el 1796 Carlo VI lo promosse generale •b rigadiere e lo inviò a Cuba. Qui,·i A. tro,•ò le fortificazioni di Avana invecchiate e r u inale, e le restaurò e rimodernò. Assalito dagli inglesi, difese con fortunata energia l'isola. NominMo v icerè dtl P.erù, si imbarcò sopra unn nave spagnuola, ma fu catturato dagli inglesi incrodanti in mare. Riuscito a sfuggire alla prigionia ed a raggiungere Rio J anciro, compi la ti-a.versala. del continente americano e arri,·ò a Lima in un momento critico, menrtre 30 m. indirun,i sta,vano a,-"Sal,lando da varie pani il Perù. Operando con un corpo centrale contro i vart corpi indiani separati e convergenti verso Lima, A. li battè uno a<l uno, e fece massacrare quanti più insorti potè, soffocando il ,movimento nel sangue. Conservò in tal modo il P erù alla Spagna, e ne ottenne il grado di maresciallo di campo. Xci 1808 i peruviani d i origine spagnuola alzaron o la bandiera cleil'indipendenza dalla madre patria e intorno ai sollevati accorse100 in buon numero gli indiani . A . s i pose personalmente alla testa delle truppe spagnuole e in va.rii combatt iment i sconfisse e disper;;e gli insorti. Creò in quell'epoca un corpo di volontari detli dcll'!.i11io11e Spng11110/a del PcrÙ,. Frattanto la Spagna vcni,·a im·asa dai francesi di N'apolcone I, e questi colloca,·a il fratello Giuseppe sul trono iberico. ::'.I a .4 . rifiutò cli riconoscere il nuovo re, s i dichiarò partigiano dclfantica monarchia, e, con un talento militare ben notevole per quei tempi, creò fabbriche di munizioni, per in,;arnc. insieme con tutto il denaro che potè raccogiierc, alle truppe anglo-spagnuole che combattevano contro i francesi. D ella sua devozione fu premiato dal-

12 -

ABA

le Cortcs spagnuole nel 1812 col titolo d i marchese. Egli armò anche una flotta e sconfisse quella comandata dal capitano inglese Brown sulla. costa dell'Equatore. Poco dopo però terminò la sua brillante caniera ,militare con un insuccesso. Essendo Buenos Aires minacciata dagli inglesi, ogli d ivise le sue truppe in due p arti; assunse il comando di una, proponendosi di recarsi nell'.\rgentina , e d iede il comando dell'altro corpo, destinato a rimanere nel Perù, al suo luogotenente Pezuela. Gli insorti, non mai domi del tutto, approfittarono di ciò per riunirsi, piombare sui due corpi e s configgerli. A. dopo questo insuccesso, vc.nne da Ferdinando \ 'Il privato drlla carica di vicerè, rich ia mato in patria e posto in ritiro.

Abate (Gug/i,:/1110) . Genera le, n. a Capua nel 1840. Sottotenente d'artiglieria nel 1861, prese pane col grado di Luogotenente alla can1pagna del 1860 e prestò servizio fino al grado di Ten. Colonnello. Collocato a riposo per anzianatà d i servizie ( 1901) ed inscritto ne.ila riser,·a col grado di Colonnello, ebbe nel 1906 la nomina a :Maggior Generale e quind i (1913) a Ten. Generale nella riserva stessa. Abatr L 1,;g; Caru1i11e Fdice. Gu1,ernle, n, ad Aquila, m. a ::,J'apoli (lf:36-19Gù). N"ominato Alunno Alfiere nel Genio militare dell'Esercito delle Due Sicilie, passò (1861) col grado di L uogotenente nello Stato Maggiore del Genio <lell'Esercito I taliano e ne llo ste..so anno fu ammesso col grado di Capitano nel Corpo di Stato :Ma.ggiore. Promosso ::\laggiore (1869) prestò per due anni servizio presso 1'11° hntcria e ri tornò quind i n el corpo <li Stato )Iaggiore dove rima.se sino al gr:1.do di Colonnello. •Magg. Ge nerale nel 1885 ebbe prima (1885 1690) il Comando della .Brigata Napoli, po..cia ( 18861390) 11a carica di Aiutante di Campo Generale di S. ::'.I. :\'el 1891. promosso Ten. gen., ebbe successivamente il Comando della Divisione )(ilitarc di ::\fe3,;;ina e del VI r XIII Corpo <l' A11nata, s ino a che ( 1898) fu collocato in posizione di servizio ausiliario a sua dom:inda. Prese pule ~.Ila campagna della Jlassa I talia ( 1860-61) e'CI a quella del 1866 per l'ind ipendenza d'Italh. Abatè. Ras. Nato a Mens. I ntelligente e notevolmente modernizzato. Era dagli Scìoani chi:i.mato « teecagn » che vuol dire crudele. li Negus ;\len.,lik lo teneva in grande estimazione, e lo inviò nel 1009 come suo diretto rappresentante nel T igri\ in sostituzione d el D cgiace Abrahà il quale con atti di mal gowrno provo· cav:, sovente torbidi e ribellioni. Costui, non tollerando la decisione del Negus, mosse con un esercito contro A. Ebbe cosi luogo il 9 011obre la bauag:ia di Quoram, do,,e l'A. ottcn.ne completa vittoria. Duranl<! la b;1ttaglia di Adua (1896) comanda,a l'artiglieria ab~ina. Abati (Emilio). Genera le, n. a Prato Toscana. nèl 1864. Sottotenente d el genio n el lSS5, entrò ( 1896) col grado di Capitano nel Corpo di Stato Maggiore, partecipando alia rnmpagna d' Africa del 189i. do.-e si dis l insc nella campa,gna contro i Dervis0i. ì\laggiore a scelta nel 1905 ed as;aegnato all'S0° fanteriJ. rientrò quind i (1907) nel Corpo di Srato M aggiore, ricoprendo cariche ,·arie presso comandi territoriali ;;ino al grado di Tenente Colom,e llo. Partecipò col grado di Colonnello alle campagne d i guerra 19l 5-1916-19 li; Maggior generai~ nel dicembre 1917 ebbe dal giugno 1918 all'ar:osto 1919 l'a lta d irezione <lcll'escrci1.io delle ferrovie


-13 con<:c~..e ::,,Ila Compagnia Reale per le ferrovie Sarde e nel 1920 ìu iscritto nella riserva. Rl)cca degli Abati. Fiorentino; partecipò alla battaglia di )lontape_rti (-1 sellembrc 1260) Corrotto dai ghib~llini. troncò con la ~pad:i la mano di Iacopo Paai, con cui questi reggc,·a lo ~1enclardo della repubblica fiorentina. La caduta dc!lo stend:udo fece credere perduta la battaglia ai fiorentini, i quali si sbandarono.

Abat on. Famoso monum~nto commcmorati,·o cretto da Artemisia nell'isola di Rodi, dopo la conquista che la della regina avc\'a fallo ddl'iso b. Gli abitanti, ricuverata Ja libcrti1, lo circondarono di un alto muro µcrchè nessuno lo ,·eclesse. ma non osarono di distruggerlo. Abatuccì. V. Abbat11cci. Abba (Giuseppe Cesare) . Patriotta e scrittorè, n . a Cairo >fontenolle, m. a Brescia ( I SJS-1910). Partecipò alla guerra del 1859 come volontario d i cavalleria. Nel111.n.no seguente, ascoltò l'appelllo di Gadhaldi per la spedizione che fu detta « dei i\Iille "; si imbarcò a Quarto, panecipò al!n !,attaglia di Calatafimi, guadagnò i galloni ài uifici-a.le in quella di Palermo, comba,ttè al Faro e al Volturno, Nel 1866 accorse aincor:t nelle fil~ garibaldine e fece la campagna del Trentino col grado di capitano, combattendo a ::Mon,te Suello ed a Bezzecca. Poi lasciò le armi e si diede all'insegnamento. Xel 1910 venne nominato senatore. Fra. le sue opere, lasciò una narrazione colorita e ai.Ida della spedizione dei ).fille : « Da Quarto al Yolturno »; una e< Storia dei M ille»; una· « V ita di Nino Bixio >); e « Cose Garibaldine», « Uomini e solda1i "• ecc. Abba. Esploratore: v. Gfoscppe .lbba.

Abba Carima. V. Aduà. Abbacinare (Acciecare) . 1\ntiehissim~ fonm:i. di supplizio adoperata specialmente contro pr igionieri di guerra: consis,teva nel passat·e davanti agli oochi del paziente un bacino metallico, conca.Yo, arroventalo. - Si è ,fotto A. il conceutrar.nt)ato di fasci d i ,luce contro nemico a.van.tante, in terra e in mare, allo scopo di ofiusoarne la vista. V . Radiationi. Abbad ia. Rorgo in prov. di Como, circ. di Lecco, con 750 ab. - :-Jel 1620, il generale Collalto, diretto 31!' cspugna.1ionc d i :Mantova, si fem1ò ad A . che le sue truppe misero a sacco. Abbandonare. Il comandante che giudica inutile, o non conveniente, o comunque inopportuno tenere una posizione, dispone per il suo abbandono, il quale può :i.vvenire in vicinanza od in lontananza del nemico. ~el primo caso, si OJJera generalmente di notte, di sorprc:,a, senza che il nemico se ne avveda, spiegando per ciò metodi. astuzie e cautele che l'esperienza suggeri~ce. Nel!' or<line di operazione viene disposto: per i reparti di protezione che temporaneamente rimangono

ABB

sul luogo e che a momento opportuno seguono il mo'imenio; per le misure di protezione e sicurezza sui fianchi; per i reparti e mezzi di protczioll'C su posizione arretrata; per l'ordin e di successione dei reparti nel lasciare la posizione; per i collegamenti. F.' precisata a ciascun reparto la via che deve percorrere e il punto di concentrarncnto o di incolonnamento e sono date le norme e diretth·e circa l'azione e<I il contegno dei reparti in caso di attacco e per la disciplina nel movimento. )l'e! caso che ad occupare la posizione arretrata sia destinato lo sbesso reputo che abbandona la posizione a.rnnzata, ciò che possibilmente è da evitarsi, è nell'ordine di operazione fissato il tratto di linea che dc,·e ocruparc dascun reparto, indicato il suo cont.egno, conu·o ogni eveni~11.a, appena giunto sul posto, e i lavori di rafforza:l)cnto se non fossero stati preventivamente eseguiti. Infme sono prescritti i lavori di distruzione di opere da compiersi sulla posizione da abbandonare, prima che il ripiegamento abbia inizio, ed eventualme11te il collocamento di mine od altro a danno del nemico. Se del caso, l'operazione viene facili tata da azioni dill10$trati\'e in iocalità laterali opportunamente scelte, e ~cmprc ne viene dato avviso agli altri reparti laterali ed arretrati, per norma e p~r l'appoggio che possano C\'cntualmente prtslare. Ne! caso che l'abbandono :I\'• venga in lonta.nanza tic! nemico, è sempre utile che 1! mo,·imcnto si compia di notte onde sottrarre la truppa cfalla , ista ~ dal tiro di artiglieria. Tutta, ia è utile tenere occupata, fino a che è possibile, la J>osizione con pMtuglic, prndispon·i insidie a danno dcli' avversario che roccupa.,.,;e. e di.;porre per l'aggiustam<:nto del tiro su rJ i cs,m <lall,1 nuo\'a rosi1.ione. - V. Ritùata, Ripiegamento 0

. lbbu11d,mo (di posto o <l-i co111a11do). Il Comandante che, senza motivo, in faccia al nemico, o comunque in circostanze <la compromettere la sicurezza cleU'cscrcito, o di una parte di esso, abbandona il comando, è punito di morte, e con da reclusione m,lit:lre in qualsiasi altra circostanza di pericolo. Ii militare che abbandoni il posto è pun ito d i morte se ,in faòcia al nem iico, se la sicurezza del ,posto ne sia stata comp,·omes.sa, e se, in v=n.1,a do! nemico, i,l '!)Osto a.v-O\'a per og~etto la sicurezza d'una pia.zza o di militari esposti agli attacchi del nemico. E' punito con la reclusione se la sicurezza non sia stata <:ompromessa, se il posto era per la guardia di pa:rchi di artiglieria. di convogli o magaZlltlThi di munizioni da guerra, arredi, ,·iveri, foraggi, ed anche con la reclusione militare s.e in tempo di guena e fuori della ,presenza dc'l nemico. E' punito con àl carcere militare colui cl:~, in tempo di pace, abbandona il posto di i;_'l.ianlia o di servizio. (Art. de1 C . P. M. n . $892-9-1-95-96-9S-99).

Abba11dono d.cila te1·icz cifl'a dcdma/e (Amn1.). Nei {:Onlcggi di matel'iale di minimo mlore o di materiali che provengono dalla scomposizione di a ltri, possono risultare delle frazioni di aent.:simo di lira. Tali frazioni per semplifi_cazione vanno poi abbandonate; tale opera1,ione \'knc integrata e completata coll'arrotond3men10 di cifra (v . . irrotondamc11to). Abbanrlono ,li crediti, quando il crcòitorc per pl'opria volontà o per efietlo di di.sposizioni di legge non esige quanto gli spetta (v. Prescrizione) . In questi casi si posso,1O produrre due conseguenze: un versa.mento in 'ì'Noreria a favore dell'E ra rio della somma già spesata,


ABB

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oppure un minore pagamen to di quanto non r ichiesto, se la somma non fu già spesata. Abbandono di 111.ateriali. I ma1'eria li rinvenuti come ~bbandonati, u na volta riconosciuto che sono d i pertinenza del/lo Stato, vanno assunti regolarmente nel carico, compilando appo.,ito verbale per fare constare le circqs.tanzc del rinvenimMto, le cru:atteristicbe del materiale,' lo stato <i'uso ed il prezzo presumi bile da attribuirgli.

Abbarbicarsi. Dicesi d i fanteria che, giunta in 'prossimità della trincea avversaria, s i attacca tenace-mente al terreno ed ai suoi appigli per sostare, in attesa di r inforzi o del momen to opportuno per l'assalto. Di fru1teria che, raggiunta una posizione, vi si aggrappa, prima ancora d i consolidarla e d i affermarvis i con lavori di fort ificazione, in modo da resistere agli assalti e a l fuoco di r epressione. Di fanteria che, costretta ~retrocedere brevemente dalla posizione, s i appiglia al. terreno disperatamente per affermarvis i, o in a ttesa d1 rinforzi e d i altri ausilii o del momento opportuno per muovere alla xiconquista, ecc.

Abbarrare. Ant. Chiudere il passo con barre, c1oe con legnami, botti, pali, tronchi d'albero, ecc., così in terra, come in m;ue. - Forte di Abbarrame.11-to, v. Sbarramento. Abbas. A . I -il Grande, seuimo shah (scià, re) di Persia, della dinastia dei Sofi o Sefi (1558-1629). Salì al trono nel 1585. R iprese Ormuz a i Portoghesi, coll'aiuto del'l'inglese Compagnia delle 1ndie; sconfisse gli Usbecchi, i qual i occupavano il Khorosan, in una battaglia combattutasi presso Hera.r nel 159i; battè più volre d Tu,rchi, togliendo ,lo,·o l' Azerb~jan e parte del1'A,rmìèllia e della Georgia. I turch i e i tartari si allearono contro d i lui e gl.i mossero ,g u erra; n<e~ 1618 le forze opposte vennero a battaglia campale fra 'l'ebriz e Sultania, e A. vi i'iportò una battaglia decisiva. )fori a Casvin. E' considerato come il più grande re · che abbia avuto la Persia. .4. Mirza, principe reale d i l?orsia, terzo figlio d i Feth

Alì e suo generale ( I i83-J833). Combattè contro i Russ i nel I 801, ma non riuscì ad impedire l'occupazione del'l:t Georgia da parte dei suoi avversari. Nel 1812, mentre :'.\Tapoleone avanzava verso il cuor-e della Russia, A . riprese le armi, e dapprima costrinse i Russ_i a ripiegare. )fa essi, giunta loro la notizia della sconfitta della Grande Armata, si arrestarono sulle rive dell' Arasse, dove A . li assalì. La battagiia terminò colla completa sconfitta dei persiani, i quali si sbandarono e lasciarono sul campo tutto il loro materiale da guerra. A. combatté ancora i Russi, con avversa fortuna nel 1826; quçst'ulti.ma guerra si chiudeva col trattato di Turkmanciai. Abbas (o Abas). Zio di Maometto d a,pprima avversario del Profeta, eonuo il qua le combati~ nei! 623 alla battaglia <li Beder, in cui fu vinto e fatto prigioniero. Dopo di avere abbracciata ìa religione del nipote, ne divenne un o d ei Jnigliori generai i, e, subito dopo la cun-quista della :Mecca, nella battaglia di H onain contro i Tachesiti, salvò la vita a Maome'tto. M . ne'.! 652.

Abbassamento. Ant. Ma·r. Tffmine con cui si in<li-ca.va,n,o alcuni trinc~,ramenti fatti s u lla parte pifa alta della poppa d i un vascello, per adattarvi i moschettieri.

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Abbassare il padigho11e. Ant. Mar. Gesto di saluto, d i r ispetto, d i so!tomis,ione, spomm1eo o forzato, col quale si riconosceva la superiorità di a ltro vascello. Abbassidi. Dinastia a r,a,ba, fondata nelfa metà del secolo VIII da Abu/ Abbas, soprannominato El saffah, o cc spargitore di sangue Jl, riconosciuto come califfo a Kufa. Tale dinastia entrò in lotta con quella degli Ommi-adi, e la sconfisse nel 750 suì'le rive del fiume Zab, pre.,so ·M osul. Abdul morì nel 753. A b,1 Giafar Al Mo11s11r, fratello del precedente, cui succedette nel 753. Sconfìs..--e 1.m pretendente al trono. Lottò cogli Ommiadi, ma a questi rimase la Spagna, td egli rivolse a ltrove le sue mire. Conquistò l'Armenia, :,. Cilicia e la Cappadocia e prese M itilenc, lottando contro i turcomann i " con tro i greci dell'Asia M inore . Essendo s tato assediato da ribelli nella sua capitale, H achç;,1ia, riuscì a sconfiggerli, ma I-asciò la città, fondando Ba,gdacl, e facendone la sua nuov-a: capitale. Morì nèl 775. I{anm Al Rascid (o Aa.aron), nipote del precedente, (i62-80ì) sali al califfato nel 786. Jnvase r ipetutamente l'impero greco d'Asia )fi.nore e ragg;unse col suo esercito le rive dcl!'Ellesponto. ~ el!'802 sconfisse l'imperatore .Niceforo e l'obbligò a pagargli tribu to, e a non r iedi:ficare le città di frontiera distrutte dalla guerra. :l.forì a Tus men-tre si accingeya ad una spedizione d iretta a reprimere u11'insurrezione scoppiata al di là dell'Oxo. La dinastia degli A . si indebolr per interne discord ie dalle qua li nacquero principati indtpcndemi e r ivali, così che non fu difficile ai tanari di Gengis Kan, di spingers i Jìno a Bagdad e a bbattere, nel 1242, quel califfato.

Abbasso! Mar. T ermine di comando, <lfretto agli nomm1 situati sugli alberi dei bastimenti a vela, aJ-finchè ne discendano. Es. A. ; gabbieri!, A . tutti! Il comar.(]o può essere daw anche riguardo a cose, come. A . le ancore!, A . i pennoni/, e sim. - Port·ezza d'A ., v. Basso.

Abbattere. Ant. Diccvasi cli bandiere, o armi, le quali venivano abbassate in segno di r ispetto verso capi d'esercito o p rincipi o ambasciatori. - D icesi di uomini, es. cavalieri, o di cose, es. fortificazioni ; e in ques te caso è sinonimo d i gettare a terra, smantellare, e simili. Abbattimento. Ant. Zuffa improvvisa, generalmente di una piccola _p arte di due eserciti o due arma te. Combattimento in campo chiuso, fra un determinalo numero di guerrieri. L 'A . si mantenne in uso negli escrcit.;._ fin verso la fine del secolo XVI; le due parti avverse sceglievano a tal uopo i loro soldati m igliori. E ' ri-rnasto famoso queilo di Barletta. - Depressione morale da cui cwpi di trlliPIPe possono essere presi, p er rovesci, c!isctgi, perdite, e s imili. Abbatti mento (d; q•u adru.perl1) . Voce veterinaria tecnica che indica tanto: a) il gettare a tor-ra un qu adroupc<le per medicarlo od operar lo, quanto b) l'a,mmazzarlo in caso di gravi lesioni traumatiche ingua-ribil~ ,o in caso d i malattie incurabil-i e terribilmente contagios,e come il moccio o morva. Nel caso cii dover gettare a terra un cavaJlo o mulo, si adoperano le ,balze, specie di legacci di ,pelle imbottita,


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- 15 in dotazione a ciasctm reparto a cava•llo, che vengooo allacdate ai quattro i])astorali del quadrupede, cd a mezzo di corda, pass.,ta negli aiwositi anelli in metallo, riunendo le est'l"ei11it à del quakbu])(:l<k questo viene a perdere l'equiHbrio, ed adagiato s,u apposito letto di paglia . Nelle infermerie ca,valli presidiarii esistono _sistemi più p<;;11fezioniati, fr.a i riuali (}rimeggia l'a.ppa.recchio Da,~au. L'a-bba.ttimento per a,mmazzare il qua'<lru(}Cde viene fatto generalmente in IJ)resenza d el veterinario da un maniscalco. LI quadrupe,de viene ,b endato e poi colpito con una mazza di ferro e con forza alla nuca, in modo da produr,gli la frattura dell'occipite così da farlo stran1aua,re morto a tena. N aturalmrote, p rima d i sopprimere un cavallo occo;rrono le formalità am niinistrntive, pres,critte dal Reg. <l'Amministrazione, p er garantire la necessità della soppressione. Abbattiment o quadmpcdi (Anzm.) . I quadrupedi affetti da morbo o lesione incura bile vengono, per d eterminazione d el Consiglio d'Amministrazione dei Cor pi, su prop-osta dell' ufficia le veterinario, al:ibattuti. L'A . può portare o all'internunento òel 'lua<lrupe<le la ddove il giudizio del sa.nitario si pronunci per l'incommcstibil!ità o alla vendita del quadrupede medesimo per uso alimen·t are se ,l e cause c,he determina rono l'A . non portano pregiudizio alcuno s ulla salubrità d elle carni. J. quad ruped i morti in seguito a malattia di qua lsiasi natura

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mon ta; è invece, interamente e i,arziaJmen1e ve rsato a ll'amministrazione •1.ilìtare se esiste debito verso il conto rimonta, sino a ll'~tin,z ionc od a parziale sconto del debito medesimo se d'importo infeTiore . Laddove il Consiglio d'Amminist,razionc ravvisasse ed il l\1inistero confermasse la causuale del serv izio .nel motivo dell'A ., l'ufficiale ha anche d iritl'o al risa.rcimento del danno pat ito Hmitatame:ntc a determin ate norme e condizioni. ( V. Cavallij .

Abbattuta. File di alberi rovesciati in modo èhe i rami risulti:ruo nivooti verso la proven-icnza ddl nemico.

Le A. si distinguono in nat11ra.z.i se gli a,l qeri rimangono su l posto, e art;ji,ciali se gli alberi tagliati vengono tra, portati nel luogo dove occorre l'ostac.olo. Nel primo caso gli alberi si tagliano a un me tro circa d'altezza e,

APPAHECCHl'O DAVL\U (Abbattimento quadrupedi)

e quelli abbattut-i pe<rchè affetti da mallattia cronica incurabile o contagioSa, non potranno essere mai ceduti a i ma-ce.lii di carne equin a ma dovranno es~cre bensì interrati con tutte le oa utele per evitare la loro c1ande3tina sottrazione. L 'abbattimento e la morte dei quadrupedi deve essere constatata sempre , a mezzo di apposito processo vcPba le sottoscPilto d all'intero Consiglio e trascritto sul R egis tro degl'i atti d'amministrazione e sussi<lia to d a una relazione veterinaria comprovante i fatti e I.J. loro origine. l i ricavato d a lla eventuale vendita di quadrupedi così eliminati dal servizio, costituisce un vero e proprio _provento a beneficio dell'Erario e come ta le deve essere integralmente versato in Tesoreria.. A . ca•iJalli di sirviz-io degli 11.friciah. Per que lli per i quali venisse accerta ta la necessità del loro A., indip en<lentcmen te o meno dal r ico11oscimento o meno de lila. causa di servizio, motivo dell'A . stesso, l'e ventuale ricavato dalla vendita a.i macelli è sempre a beneficio dell'ufficiale che possiede il cavaHo. Questo beneficio è percctto e goduto direttamente e personalmente dall'int eressMo se 11 cava,llo è di proprietà assoluta o, se vincolato d'agevolezza, non ba debito ~erso il conto ri-

poi-cbè sono facilmente visibili e d istruggibili dall'artiglieria, se ne interrano i tronchi ove possibile . Servono per fermare il nemico sotto il fuoco efficace. ostacolare l'avanza ta e l'assalto. Possibilmente, dinanzi alle trin-

cee, debbono essere a lmeno su tre ordir.i. I n 2-3 ore, tre squa dre di 10 uomini ciascuna compiono le abbattute su 1S 111. d i fronte in tre ordini. P erchè non siano facilmente r imosse, si fermano i tronchi a paletti e si 1legano Ira.. loro i ran1i e i tronchi s tessi. Debbono essere costruite in modo ,c he ,n on impediscano vista, tiro e atti controffensivi. Pos;o.no essere distrutte dall'artiglieri.a, bruciate, •rimosse d a pattuglie. Vi si a:prono breccie med iante gelatina esplosiva. Due cariche ,lunghe 3 m . d i 6 kg. di gelatina, aprono una breccia la rga circa 6 m. r.ei tre ordini di tronchi di cm. 0.22 . - Prima di sca-

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var terra e im,alzare parapetti, l'uomo si r iparò dietro ostacoli delle foreste, e ro,·esciò alberi a protezione da gli assalti. ::\1ilziade, a ::',faratona, si servì di una A. per .coprire la destra del suo schieramento. I Lat ini e i Volsci adoperarono questo sistema per proteggersi; e così i >fcrrii, de' quali Giulio Cesare dice che, essendo deboli in cavallcria, riuscivano a fare A . così fitte, che non lasciavano passare neppure lo sguardo. E Cesare st<:sso, quando si battè coi Nienapii, •e i '.Morinri, si valse

d elle A. peT garantirsi da sorprese. Germanico, apertosi un passaggio a traverso della foresta di Cecia, s i forli:ficò nel suo -campo co,n al beri abbattuti. )l'e! 1644, :i\llercy le impiegò p er rafforzare le sue posi:doni presso Friburgo. Nel 1811 a ll'assedio d i F iguières il Maresciallo Macdonald, duca di T aranto, se ne valse efficacemente per consolida.re i punti dove il suolo era difficile a scavarsi e per ostacolare gli assalti ,della guarnigione, dirett i contro la linea di circonvallazione.

Abbatucci (o A batucci). - Giacomo Pietro A ., geuerale francese, n . e m. in Corsica ( 1726- 1812). Fece gli studi a Padova e, ritornato in patria, intraprese la carriera militare. Combattè tutta la guerra contro i Ge.novesi e dopo l'invasione della Corsica sotto Luigi XV, A . .fu l'ulfrmo dei comanda1111:i che si sottorrnisero al Gove,rno francese. Tale sottomissione, franca e leale, gli fece ottenere il grado d i luogotenente-colonnello. Nato repubblicano, per i suoi principii d'indipendenza fu dal conte :Marboeuf, governatore dell'isola, accusato di grave reato e condannato a pena infamante. Dietro vivissima istanza degli lsolan i, che lo amavano, fu rinviato a secondo giudizio presso il Parlamento d i Provenza dal quale venne assolto e da Luigi XVI reintegrato nel grado e n=inato cavaliere di S . Luigi e in seguito maresciallo di campo. Nel 1793, ,:lifese l'isola d i Corsica contro Paoli e gli Inglesi e dopo la pretsa di Tolone si trasferì in Francia dove fu nominato generale di divis ione; ma le sue in fermità gli impedirono di servire con tale grado. Nel 1796 avendo gli iuglesi sgombrata l'isola, ritornò al focolare domestico amato dagli isolani dei quali divenne il benefattore. Ca·rlo A., generale francese, n. a Zicavo in Corsica e m . a Huningue (1771-1796). Figlio di Giacomo Pietro, a quindici anni entrò alla scuola militaxe d i Metz. Luogotenente nel 1789, capitano nel 1792, servì ~ell'artiglieria a piedi dell'eserci~o del R eno e ~u luogotenentecolonnello a 2J a.nni. Un suo atto di valore e d i genia.lità entusiasmò i soldati che lo accla,marono genera le ma egli rifiutò. Tre anni dopo, entrò nell'artiglieria a cavallo appena orga.nizzata e meritò l'ammirazione d el generale Pichegru <:he lo nominò suo aiutante di campo, nel 1794. Si d istinse al primo passaggio del Reno col grado <li aiutante-generale e ben presto si guadagnò il grado di generale di brigata. Incaricato dal generale Moreau di preparare il passaggio del Reno a Kehl, si

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impossessò di varie posizioni per facilitarne l'esecuzione e il 27 giugno compì il passaggio del Lech <love die<ile alt•r e prove di valore e di perizia. La violenta rnpidifa del :fiume inghiottÌ i l primo bgl., e l'A. si p recipitò alla testa d'un secondo, eseguì il passaggio e non diresse 1'a,t~acco eont.ro il forte <li Kehl se non dopo di avere i·icLisceso il fi-urne a nuoto e salvato molti soldati, ciò che non gli impedì di battere due volle il nemico durante la giornata. Fu ricom- . pensato colla promozione a generale di d ivisione. :)[el 1796, CO!Ill!,ndante della città e del porne di Huningue fu attaccato dagli austriaci nella notte suQ 2 dicembre, sui qual~ mediante una sortita alla testa dei suoi grana tieri, riportò una notevole vittoria. :Mentre era nel grande isolotto che fronteggia la città, fu· gra venJeitte ferito al fianco da un proiettile e morì qualche giorno dopo prommciando questa frase: Per la patria. Nel lS03, il generale Moreau gl'ùrnalzò sul luogo dove fu ferito, un modesto rn<;>numento, d istrutto dagli alleati durante la seconda· invasione, nel 1815.

A bbazia. ' <:;raz.ione c!imlt-ioa dell'Istria, nei! comu11c d1 Volosca, presso Fiume, a tta a,d ogni speoie di aura idroterap ica, Ò'aoqua dotce ,e sa.lata. L'Austria vi teneva w1 a,lloggio graluito pet' un determinato nwuero d i ufficia li. Abbazia. Rimorohiatorc, varato :nel 1916, in servizio dal 1917 (ex <<Susanna»). D . 188 tonn.; pot. 400 cav.; arm. I 76/40.

Abbé (Barone). Generale na•poleonico, n. a T répail m. a Chalo11JS (1764-1837). Iniziò la carrieni.. come semplice soldato e raggiunse nel 1807, dopo la battaglia di Eylau, dove si distinse, il grado di generale di brigata. Inviato nella Spagna, partecipò a vari combatt imenti; vinse gli spagnuoli a T ivisar e a Bruch. Ebbe da Sottlt il comando della piazza di Baiona e la tenne energicamente contro Wellington. Partecipò anche alla guerra contro la Russia ( 1812) col gudo di generale di divis ione. Dopo la seconda restaurazione venne messo in disponi bilità; nel 1830 ebbe il comando della guardia nazionale dì Cbal.ons. Abbertescare. Ant. fortificare -con bertesche (v.). Abbeverare. Dicesi .p ropriamente di cavalli e muli cui s i dà da bere, o che si conducono a bere. - Ant. Dicevasi delle fornaci di fonderie militari che, nuove o rifatte, assorbivano 1 ~ % del metallo che potevano fondere, e ciò per la prima volta che si accendeva il forno. - Così pure dicevasi del vascello, tiralo in s ecco, nel quale si metteva acqua, per riconoscere se era stato calafat:ito bene. Abbeverata. Operazione d el condurre a bere i quadrupedi. I n guarnigione si fa due volte al giorno, sotto la sorveglianza _del sergente d i settima.na che avrà stabilito il turno dei quadrupedi e fatto preparare l'acqua dalle guardie 9Cudc.ria. II turno degli ·squadroni o batterie, è stabilito dall'Ufficiale di settimana più anziano quando varii di d etti reparti dovessero fare l' A.


17 in uno stesso abbeveratoio. In campagna, per evidenti Fagioni d'igiene, il luogo della A ., nei co~si d'acqua, è sra.bilito a valle della Z$)na :fissa.ta per l'acqua potab ile e ad uso cucina, ed a monte d i ·quella per uso pulizia e lavatura . Quando più i,eparti sono dislocati lun go la stessa corren te, si effettua a cominciare dr, queÙi a valle. Uu ufficia le subalterno per squadrone o batttll"ia, in campagna, è d esignato giorn'a lmentc per turno, ad invigilan: l'A ., coaidiuvato · dal gra·d uato d i truppa di giomat,a. L'abbeverata dev'esser fatta pri,ma de lle prnTROMBA IN FA

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fende, e non dopo che il quadrupede a;bbia maa11giato. I quaidr~~i, specie cavalli, devono essere accompagnlalti muniti del p rescritto filetto abbevera toio, • onde poter ~sere ben ~enuti a mano e fa'cnati n oll'avidità de l bere acqua troppo focldda, o mentre sono ancorà in traapi:razione per ritorno <lai lavoro. Abbeverata in bù.nco: una bevam<la a sCQpo nutTitivo e rin frescan te che s i dà poriodica,mente ai quadrupedi spocic s,e giovani, giem,mlmente d urante i forti oolori estemi, od i lavc,ri p.iù faticosi, pcr un periodo

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retto a lto circa cm. 40. L'acqua :filtrerà nell'A. innalzandosi a livello d i quel la del canale; e per d~ il fondo del fosso sarà circa 50 opp. 60 cm. sotto il livello dell'açqua . In tali condizion.~ ad -un cavali;, per ·bere, occorre circa m. 1,20 di spa'zio. - In marcia · ed in ca1npagna le truW)e a caval<Jo usano generalmente portare attaccàti alle fiancate estern•e dei carri-foraggio, appositi a:bbeveratoi in tela olona, con · fusto di legno pieghevole. Ciò non solo per semplificrure ed a.ccele!'M'e l'operazione ·delll'A ., :ma per o evitare il diffonders i di o mal 4ttie contagiose, fa____tI _' cCJ1<lo bere i quadrupedi negli ahbev,erntoi dell'accantonamento. I cavalli sospetti di maJatlie contagiose (tlOrvo-farcino&e, devono fare l' aibbe,,emtà in a:bbeveratoi separati, od in apposita secchia di tela, che "iene cpoi d istrutlta. Per tutte le contingenze <li marcia e <li guerra, riforontesi a ll'abbeverata, i solda•ti di cava!leria ed i J'qparti di artiglieria sono dotati di sec-

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a) Rampa d'accesso; b) Acqua ftltrat.a; e) Ciot-t.oll per

filtro.; d) Corso d'-a cqua. chie di tcla, che servono -per abbevera~·e :isohta;rnente o 1ri-empire gli a:bbcvern.toi; in mancanza d'altri sist~ iù cdmodi e ra.piidi. -- A11t. Termine speciale d'~t - ~ indicare ll difetto di ,legname che si 1rova alla, riunione ,dei ram~ ove .si ;pacca, e così penetra acqua. e lo putrefà sino alla ratlice.

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<li 15 o 20 giorn i. Essa è composta di 200 o 250 gr-. di fa.ri na di segai" o d'orzo, o irumrnio, diluita ill 1ma s~ohia di a.equa. Abbeverata dei Ca.mmelri. P er ben con~crvarè il cammeiIn l'al;lbevera ta deve essere fatta a giorni a lternati, e con una qua.n tità <l'acqua d 1e varia dai SO ai 60 li~ri. E' bene s ia fatta nelle o.r e calde, e può arn;he, in caso di bisogno, venire prot-ratta s ino a i 3 o 5 giorni. Il ca•mmdlo s i accontenta anche di acqua salmastra.

Abbeveratoio. Vasca dove si abbeverano i quadrupedi. In campagna, quando l'abbeverata non si può fare in un corso d'acqua, si costruiscono vassche di legno, elevate su ça.v<i!l't etti, muriccioli, ,b anchi d i terra. In caso di lunga sosta presso un corso d'acqua d ove l'acqua sia torbida, si p repà)'a l'A . scavando un fosso, a. poca d i:staJ1za dal canale, di cui si riv.estono le sca.r pc con pietre o zolle; s i in taglia una ramprt d'accesso e, per imped ire la caduta nel f9sso, s i costruisce un mu-

Abbeville. Città della Francia, nel dip. della Somme. Fu ,;cde di rinomate fabhdche _d'arm:i nella seconda metà <lell'E,••o modcrn~,. Venne fortificata dal 'Ì/au,ban. - T ra!ttato di • pace fil, gJ'ingtesi e il re .San Luigi d i Francia (1259). - Alleanza offensiva e difensiva franco-inglese, disc~ssa e st:ibilila tra Francesco I e l' inglese Wolsey, ministro d i Enrico VIII (1529) ; questo trattato fu però -f umato a Parigi. - Nel 1567 F ilippo Strozz~ che recava a l'arigi dieci insegne <li a-rchibu1 gier i (circa 500 ·u .) fu assa.Iito, presso A . da 1200 cava lieri comandati da Mouy S aint Paul. Lo Strozzi serrò la sua p iccola truppa -fr.~ due file d i carri, e r iuscì a r..iarciarc per otto giorni, senza che il Jv[ouy riuscisse mai a r~mpcme 'l'ordinanza., tanto che s i risolvette ad aib!:>andonarè l'impre:.a, lasc.i ando libero lo Strozzi di ragg iungere Parigi. Conferenza ·i11trralleilta di A. (2 m:.1.ggio 1918). I rapprc~.entanti <lei Governi dell'Intesa d i comune accordo deliberarono che il gen.e ra le Foch, già nominato comandante in cavo delle arma te britanniche, americane e francesi sul fronte occidentale, esf.endcsse i proprì po:eri di coordinatore a.i fronti belga ed italiano. Abbiategrasso. Comune della Lonìba.rdia, in pro1·.

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d i Pavia. Fu uno de' pjù considerevoli luoghi murati del Medio Evo. Fu messo a sacco da Federico Barba rossa nel 1167, da Federico II ne l 1245. - Nel L313, Ugo di Ba lzo, ge1)erale di Roberto re di Napoli, a capo dei Guelfi lombardi, avanzò con 2000 cavalli e 10.000 pedon i contro le forze ghlbcHine di Matteo Visconti. La bat<taglia avvenne ,presso A . il 24 <licembre e i ghibellini furono battuta, ma di5cordic nel campo guelfo e ost;Jità del pa= cosl11inscr\:> Ugo a ritirairsi dal te1Titorio milanese malgrax:ki la v ittoria otìenuta. - Nel 1524 Francesco Sforza, <luca di :MHano, fece assediare A. dal suo generalé Giovanni De' :Medici. Comandava la terra un Ca-racciolo, napoletano, il quale s i difese fino agli estremi; A., battuta aspramente dalle artiglierie, fu presa d'assalto.

Abbiate Guazzone. Borgo della Lombardia, nella prov. di Como. Possedeva un castello, che i m ilanesi distrussero nel 1071, mentre si recavano all'assedio d~ Castiglione. Abbiettare. Alzare o fermare con bktta, come negli alheri de' bastimenti, ne' ponti militari, e simili.

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dare all'abbordaggio. - I R omani, va-lorosi e abili soldati, ma ·meno che me<liocri ma-rinai di fronte ai Cartaginesi, dai qua1i subiremo gravi scon.futè mwali, dc-cisero le sorti ·e la vittoria definitiva della loro Patnia mediante !'A., trasfom1ando CC>n esso te piattaforme delle navi, salda,n1{m1e unite mediante i corvi, in ristretto campo di battaglia immobile. Esempio c-la5'!·ico chi rbat1aglia. vinta rncdian1te l'A . è quella <lat.i da Duilio ai Cartaginesi presso le isole Lipari. Devono r itenersi ordegni di a!bbardaggio te fu:1i munite di ,falce con cui k navi di Brnlo ebbero r ag,ione di quelie d ei J3ri tanni, nella ca.mpagn-a di Ce$are nelle Gallie. Durante il M. E. e l'E. M ., l'A.. fu adoperato su vasta scala, malgrado .l'invenzione d-elle armi da fuoco; soltanto la navigazione a vap ore lo foce scompasire . .\: ei vascelli, ne!Je fregate, nelle corvette ,a vela, tcnevansi pronti i j>lotoni d'A., e, ad comando dato, da;Jle manovre, daUle batterie, daii vaxi servizl di bordo, accorrcva110 g1i uon1ini designa.ti a correre all'A. o a respingere quello nem ico. ).le i combatti1neJ1ti ,nnva!i del giomo d'oggi è difficilissi(mo, 1na

Abbigliamento (Ufficiale di) . L'ufficiale che ave-

va il <:arieo speciale di tutto ciò che serve al vestire, che egli comprava, custodiva, trasportava, a seconda delle esigenze e dei regdlamenti. V. 1ìfagazzino v estiario.

Abboccamento. A nt . Zuffa improvvisa fra due corpi nemici che s'incontrano. Abboccarsi. A,n.t. Diccvasi del pezzo d'artiglieria, che, per difetto degli 01-<ecchion~ o per a.lira cagione, a!bbassiava la bocca verso l'erra. Abbonamento a.<l una pubblicazione periodica con pagamento di una determinMa somma quale prezzo annuo delle pun tate di volta in volta Jmbbtimte. Gli a.bbonawenti per le sale convegno e ci-rcoli Ufficiali e sottufficiali sono fatte a carico dei frcquen ta tori sulle quolt ,.h'essi veBano come associati ane sale s tesse. I coman<la,1ti di presidio per i circoli di p r~ idio, quelli di eorpo per i reggimenti, e gli aiutart'li maggiori in prima per i sottufficia!.i, in.vigilano pe:rchè le pubblicazioni siano atre a1lo scopo per cui i circoli vennero istitui ti. Pe-t· le sale ritrovo d ei caporali e sold~ti nei reggimenti, . gli a-bbonam:enti sono pa-gati a carico del bilancio (assistenza morale delle truppe) in base alle somme s tanz.iat•e annualmente a tale scopo e impiega-te s&ondo ·1e direttive date ogni anno dal Ministero dcli-a. Guerra con I apposita circolare. Per gli a'bboname.nti ohe eventualmente gti Ufficiali credan o _d i fare con ri-v iste militari per migliorare la propria -cullura il Ministero può concedere che la sl)"...sa totale occorr,e.nlte sia momentaneamente pa.gMa a carico del Fondo Scorta delle Amm inistrazioni che se ne possono rivalerc mediante ritenute mensili sullo 'stipendio degli UfficiaJli stessi. Abbona-mento tele/ottico: le spese relative vanno pagate a ca.rioo dell'assegno d elle spese di Ufficio fa11o ai Coma!ìdi, corpi od enti c he fruiscono del servizio . A carico di tali spese 'Vanno posti anohe i pa.gamenti per conversazioni internr bane e per Io spostamento degli apparati.

Abbondanziere. A nt . Nome che si dava a colu i che assumevasi l'incarico di fornire i viveri all'eserc ito. Abbordare. }.1a/j Accostarsi a una nave, per combatterla da tolda.~folda, d a vicino. Dicesi anche an-

non ìmp~ssibile, che due unità pos,sano venire all'abbord:\ggio. I l fatto !YùÒ verif)f"'.'·si specialmente nei com!. battimenti no'.turni elci navigli o leggero. Se ne ha un esempio ndla ree-ente grande guerra., quando i due conduttori dj flottiglia i11glesi « Swift >> e << B roke », in una notte sul finire del 19J i , incontrando nei p ressi dello ~trelto ci i Dover w1a squadriglia di cacciatorpodiniere tedeschi ch,c compieva.no una scorreria, vi posero lo scompiglio, affondando <iue unità appunto con manovra di a bbordaggio, in cui i marinai di ambo i lati comba•tterono con rivoltelle e anni ·biand1e. - Lo. voce, ant., fu usata -a,nd1e nogli eseroivi, n"fll senso di accostarsi da vicino •e ri,:olu tamcnte ad un luogo o a<l un 001,po di sdlda,tn che s i voleva assalire . - Sfoonàm:i: A . s ignifica J'acco.starnen lo; investire, l'urlo; afferrare, il legno; arrembare, l'assaìto. - Abborda! termine di com,·mdo dat~ .a,l altra nave a ffiirchè si a.ocosti. - All'abbordo! termine cli comando per d irigere la nave al I bordo di nave nemica.

Abbottinare. Ant. Saccbeggiare. -

Ammutinars i.

Abbreviazioni. ~.lodo conv-cnzionalc per ridurre tipograilìcatncnte i tenllini più. comun.i e facilmente riconoscibili, oppure previamente indicati per spiegazione a chi legge. Per la cl1iarezza che s i r ichiede nei documenti e nelle pubblicazioni che sono ,;;tampate per i servizi dipendenti dall'amministrazione delht Guerra., poche e perciò ridotte solo ai termini ben noti, sono le wbbreviazioni tipografiche o comunque trascritte. Le abbreviazioni di


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parola vengono altresì usate _nell'uso d ei cifra.ri, quando tale a,bbreviazionc non sia d i prcgiu<lizio alla chiarezza delle comunicazioni. Abbre11iazio1'i di ferma - Consentite nell'interesse generale per esigenze d i caratrere finanziario, oppure nell'interesse individua le in alcuni casi. Le prime non sono previslé da speciali disposi~ioni di carattere conitinuativo, ma vengono orclù,atc di volta in volta se ne senta la necessità, per insufficienza del fondi stanziati in bilancio, a far fronl'e alle spese occorrenti per tutta la forza alle anni. Tali abbrevi.azioni si ris-Olvono nel oongedamento anticipalo di tu tta o parte ddla dru,se p iù 11.uziana alle armi. Le s&o1l>'ic, previste <lalle leggi e regolamenti vigc-nti, consentono ad una parte del contingeme di con~,:<larsi dalle anni prima del tempo stabilito, per determinate condizioni d i famiglia e di Qavoro. (v. Rid11zione). Abbreviazioni (Radtg.). Nei servizi telegrnfico e radiote!,cgrafico si fa uso di abbreviazioni pcr le indicazioni di scn<izio. Ancloe le indicazioni evtc'Iltuali po;sono essere da,I mittente dél telegramma o dcl l'ldioteleg.ramma scritte con aibbrevia½ioni. Nella rorrisponden.za. fra due sta.zioni militari si impiegano ahbrovia.zion i che vengono di tanto in tanto mo<lifì.<:ate a soconda de!lc esigenze del s~izio; nella. corrispondei17,a internazioll'~le è obbligatorio l'impiego ddlle abbreviazio,ni fissa.te dalla Conferenza Radiotlelcgrafica .inoornaiiionalc di Lo11dr'a. (5 luglio 1912).

Abbriccare. ,!111. L'inerpicarsi <li assalitori sui muri, o sulle navi. 'Più particolarment.c si disse di gente in batia,glia n:walc. •- Secondo il Guglielmotti, A . alle cime significa « l'atto st•uclioso di caccirure e di '])ercuotere quailche nem ic-c eh<: sovrastasse dall'alto impunclllt'l'l.le ». Abbr iva! Voce di comando in mar., per spù1gere alla ma.,."Sima velocità la nave. Abbrivo. La spinta acquista·~1. dal bast,imcnto, dopo !',impulso dato dalla forza motrice. Pamticolarmente, la velocità che re;ta a.I bastimento dopo cessato l'impulso della forza motrice. Dic.esi prendere, perdere. spegnere 1' A . per acquistare, diminuire, c=rc la velocità. Abbruéiapolvere. At.t. Chi sparava armi da fuo-

co inutilmente, senza colpire nel segno, o per troppa lontananza dal b;:n.aglio, o per imperizia, o simili.

Abbrunatura. E' quell'operazione chimico-meccanica, cui si sottopongono le canne, le culatle mobili ed i sc1·b:1toi delle armi portatili da fuoco per sottrarle al facile arruggina.mento, e, con il sopprimere i fenomeni di rifrazione, renderle invisibili da lontano e da. vicù10. La abbrun.atura co11s i., te nel produ <Tc omeopa'li.camente mm oss ida.ziorn:: arti-fidale a mezzo di acìdi (spirito d i vino 41,10 - spirito di nitro-aci<lo, nitrico, alcoolico, 41,10 tintura c i acciaio - cloruro di ferro secco 54,80 : acido n itrico 27,40 - vetriolo blcu - solfato di rame 13,80 - a.equa distillata 1000 per mille). Identico scopo s i raggiunge pcr i fornimenti deile dette anni a mezzo della ricoloritu·ra, che consiste pirimcnti in. una os;,-idazione artificiale, conseguer.te dall'azione sui metal.ti, prima convenientem=te levigati e digrassati con ca.Ice viva, del calore moderalo di ca,rlx.mella. Abbrutimento. Dicevas i, durante la Guerra Mondiale ( 1914- 1918), del tiro di grandi masse di aTtiglicria, concontrato, per preparare l'attacco della fanteria, sulla

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posizione da. conquistare, con estrema violenza e per un tempo relativamen te lungo, in modo che riusciva ad atterrir.e i d ifensori a l 1punto da sopprimerne ogni volontà e capacità di r-OSistenza, o da ridurli in dominio del più bru'.ale istinto di ..:,::nservazione. :\ questo tiro intenso, l'assalitore, qua11do giudica.va. raggiunto lo S<:OJ)O, fiC<:.va seguire l'att!l•cco ddle fantor.ie per occupa.re le posizioni battute.

Abbuono (Amm.). Provv-edimento conseguente da una contestazione, adoua.to da una commissione di collaudo o di ~ppcllo dopo un collau<lo, per d ichiarai:e ac.. cettabili, con una riduzione <li preZ?.o su quello stabilito, materiali o provviste che, .pur avendo i requisiti principali, mancano di alcw10 di quelli secondari previsti <lai c-apito!ati o dalle convenzioni e che sono perciò giudi~iti ugu, lmc.nte idonei pc! serv.izio cu i sono destinati, senza preg iudizio alcll1lo sulla economia della provvista o della fornitura. Tale abbuono ·espres.~o ù1 u11a percentuale di riduzione del prezzo, per essere va.lido, deve =-ere accettato dal provveditore in cui da.11no è pronunc;ato. L' abbu ono proposto oo accettato deve risultare in modo cv identc nei verbali dì collaudo o di dcfiniti\'a accettazione (rer le commissioni di appeilo) da unirsi a corredo dei cont i di liquidazio~~ per I., e-:nissionc dei mandati. : l bbu<>no di addebiti. (V. Condono). I A bdàlla (Cot11battime11!0 di Sidi A. - 3 marzo 1912). (G11erra Italo-T1:rrn). Duiante i lavori per la cwtruzionc dc-i forti mtorno a Derna, e prèCisamente per prot.cgv.ere i kwori cklla definitiva sistemazione del For tino Lomba rdia, venivano i1:1picgati giornalmente un battaglione cd una stzione art. mont. che si disponevan<l fra i valioni del :ilu .\l~fer e del Giaràba. li 3 marzo era destin:llo a l servizio <lì protezione il I / 26° che do-vc,·a dare il cair,bio a l Tl/35''. Alle orr. 7 il J/26° usci da Dcrna il'l'ad ian<lo le ~ue compa1,'TiiC. Le pattuglie di t>sploraz.ione, giunte alla testata dell'Uitdi Omboth e al ).farabutto di Sidi Abdàlla, furono accolte dal fuoco <li alcu11i gruppi aral,o-turchi appostati sul ciglio sinistro del vallon.é <li Sldi Abdàlla, afll\lente del Bu Msilfer. Il battaglione s i spiegò per controbatterli col con,corso della sez. mont. Il fuoco nemico aumentò ben presto di intensil~ per il sopraggiungere di nuovi gruppi cbe coronarono il ciglio destro del vallone S. Abdàlla, mentl'e a ltri apparivano mcl lcrren~ a I di là del vallone. A rincalzo àei reparti impegnati, si approntarono altri elementi del 26° ed il 1Iì35°. Alle 8,30 sembrava che l'azione dei turc<>-arabi andasse scemando, ma poco dopo si videro nuove forze avanzare da. sud: contro ta li forze aprì il fuoco anche la sezione 75-A del fortù10 Piemonte: alle 9 il nemico attaccava su tutto il fronte dal vallone Giaràba al l\Iarabul'To. Fu allora fatto avanzare il II/JS• e<l inviato sull'altipiano da Derna, il bgl. al]'ini Edolo cd una btr. mont. Dopo le 11, l'azione andò intensi.ficandosi; iJ generale Cappello comandante il settore occiden tale d i Derna, che aveva preso fin dal principio la direzione del combattimento, richiese l'invio dei rimanenti reparti del suo settore (Regg_irnenti 26° e 35°) e di una sezione mont. in riserva a D<'rna. Alle 11,JO forti gruppi rdi arabi, guidati da regolari turchi, approfi11ando <lei valloncelli affluenti nel S. Abdàlla, tentarono un violento attacco avvolgente sulla de-


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stra italiana: l'a ttacco, giunto al cigl io del vallone, fu ributta1o co11 r ipetuti assalti alla •baionetta. I gruppi respinti rafforzati da a.Itri elementi, si appostarono sul margine del Sicl.i Alxl/1,lia e r ipresero un fuoco violento; le truppe italiane, no.n intendendo cacciarsi nel profondo e ripidissimo burrone, ripiegarono protette dalla btr. mont. che do,-ette a tal uopo esporsi tanto da sarrificave gran parte <lei suo personale. Frattanto l'ari iglieria turca, comprendente una btr ., cominciò il fuoco, mantenendosi perfettamente al coperto. A rinforzo delle trnppe italiane, giungevano successivamente sull'altipiano i richiesti reparti d el 26° e del 35°. ed inoltre, i reparti disponibili dei lbgl. alpini I vrea, Veroni e Saluz.zo (2 comp. ciascuno) il 1/ 40° ed infine, il 1/22°. Alle 12,J0 rattacco dei turco-arabi si rinnovò con violenza, ma gli itaJliani lo sostennero vittoriosamente. Alle JS l'aiiom: durava ancor.a intensa : ht situazione a quell'ora era la seguente: ala destra - Bgl. alpini Verona. 2 tbgl. del 26°. 3 del 35°, Bgl. alpin i I vrea, 3 sez. mitragliatr. in prima linea: un bgl. 26° in seconda linea, appoggiati da una htr .

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imont. ; ta·l i truppe controbattevano i forti gmppi nemici su ambe le sponde del ,·allonc S . Abdàlla; ala si11istra - .Bgl. alpini Edolo e Saluzro con frazioni del 26° e del 35°; 2 sezioni mitragliatrici in prima linea : Bgl. 1/22° e I/40° in seconda linea co.n una btr., combaitova.no contro truppe nemiche, compo.sle in gran parte da regolari turchi, prm·enicnti da Sud e da Ovest ; ri,er.•a - costituita daq II/22° giunto alle 15,30 chiamato da l comanda nte della D ivisione Genc;rale Trombi che era salito sull'altipia.no verso le 14 e ohe lo faceva disporre presso il fortino Lombardia. AppWlto verso le 15,.30 le ali turco-arabe cominciarono a cedere, segui te immediata1nen'te da.gli italiani. 1\ lle 1.5,45 il generale T rombi ordinava al bgl. Sa1uzzo di convergere ad occidente per cercare di tagliar fuori la sinistra nemica: il movimento ,·enfra eseguito, prntelto a tergo <lai I/40° il quale, procedendo a scaglion i a.vanzati verso sinistrn, ricacciava alcuni gruppi che tentavano di salire dai vaHonrelli del Giaràba, Ma i turco-arabi ripiegarono rapidamente, coprendosi con rad i veli di tiratori, e poco dopo le 16 a:bbandona,vano il campo del comba ttimento. Alle 16,30 l'a.van2ata italiana. fu sospesa, non convenendo coll'avvicinarsi della notte procedere oltre in quel terreno aspro ed insidio-

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s,ss1mo. Dopc avc.r inseguito col fuoco i nen1 tc1 in ritirata, i reparti italiani rientrarono nelle linee fortificate. Il Ct)mhattimcnto di Sidi ,\bclàlla. ha particolare• importanz~ fra tutte le operazioni italian•e in Cirena ic-.I, perchi: fu dato in condizioni assai sfavorevoli. I turcoarabi, i;uic!ati dal colonnello Enver bey, avenno spiegato tutte le loxo forz.e, imp iegan-do!c in condizioni d i terreno veramen te buone per l'attacco, e con enorme impie1J:o di munizionamento. Tuttavia vennero respinti e costretti alla ritirata nonostante avessero anche uita notevdlc superiorita numerica, disponendo di circa 9000 a . dei qual'i 1000 circa turch i, me,nt rc gli Italicrni non poterono mettere in linea più di 6000 fucili. - Le per• dite dei turco-uabi ammomarono a circa 200 morii, quelle italiane ad 8 ufficiali morti e 14 feriti, 35 u. di truppct morti e 18~ feriti.

Abdallah. Generale airaoo, figlio di Abd-El-Mclek Ben Omar. Conquistò Gerona e Narbona, e si spinse fin o a Carcassona. Nel 785 soffocò una rivolta nel1' Andalusia, scoppia la con tro il re di Cordova. Abdallah Ben. Zobain. Califfo della Mecca nel 680. Fu lUJ1gammitc in lotta con Abdul :::.Ialik, califfo di Damasco, e nel 689 ne ,·enne sconfitto e privato del Califfato. Abdallah. V . Almoadi. Abdallah. V . Wahabiti. A bdal/ah-ben -Said Ca,po arabo che nel 64 7 a v;rnzò con 40.ù00 u. dall'Egitto nella N umid ia e sconfis.o;c ,1r, esercito di 120.000 tt., comandui dai patrizio Gregorio, il quale rimase .icciso nella battaglia. A . si impadronì di Tripoli, ma poco dopo, essendo l'esercito spossato da cridcmie,, dovette rito.ma re in Egitto. Abdallah Ibn I smail. Imperatore dcl :Marocco dal 1729 a.i lì57. Pc-r diminuire i privilegi e infrenare gli wbusi della « G·uardia nera» chi=ò tribù montanare a oombaitterla e r,uscì cosl nel suo intento. Abd-AI-Mallk (o Mu/ey-Abd-El-Melek, o Abdemelecco). Re di Fez e del Marocco nel secolo XVI. Essendo stato <la.l 111•ipote .Muley )fohammcd cacciato dal trono, chiese soccorso all' imperatore tt1rco S-e1im, il quale gli mandò truppe, e gli permise cost di rioccupare il regno. l\lohammcd allora si recò in Portogallo, e strinse a lieanza con quel re, Sebastiano II, inducendolo a muovere •guerra ad A . Sebastiano e Mohannmed sba.r oarono presso Tangeri con un esercito portoghese, al quale si aggiunsero ; ,partigiani ciel secondo. A. marciò contro di loro, e si venne a battaglia pr,csso Alcazar, il 4 agos to 1578. Le tru ppe di A . rimasero vittoriose, e fecero a pezzi l'esercito avversario: Sebastiano, Mohammed, e lo stesso A. perirono nella lotta. Abd- EI-Aziz. Figlio di M uza ; generale arabo sotto Walid I. Nei primi anni del secolo. VIII contribuì a disperdere le ultime resistenze dei Goti e ad ampliare le conquiste degli arabi nel mezzogiorno della Spagna. Nel 714 marciò contro i Goti di T eodomiro, li scon.fisse a Lorca e li ass.cdiò a Orihuela, c he prese dopo breve assedio. Quindi sottomise tutta, la Lusitania fino alle rive dell'Oceano. )fa, essendo stato sospettato di volersi creare re, appoggiandosi anche ai Goti superstiti, ed avc.nrdo da to di ciò sospetto anche il ~uo ma tr imon io colla vedova ciel re Rodrigo, per ord ine del Califfo di Damasco venne fatto assassinare, nell'anno 715.


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Abd-El-Aziz. Ultimo emiro <li Cveta. Nei 961 fu preso prigion iero a Candia, q uando la città fu assediata e <.ostr;:tta a:tla resa da Kkleforo Fica. Morì a Costan ti.nop0li. ,, Abd-El-Aziz. Sultano del Marocco, n. nel 1880, deu·onizzato dal fra~ello lVIulai-Hafid nel 1908, come sospetto d i conn<ivenza coi francesi. A. tentò di rioccupare il prQprio trono e marciò con tmppe a lui fode'li ver~o )'vfarrakech, ,ma, prima di giungervi, venne a urtare contro i Zemrar., tribù a lui avversa, il l9 agosto 1908. La sua avanguardia fu presa da panico, e fuggendo lo trasmise a l corpo principaJle, che i1wano A. ren'.Ò di riannodare. In un momento l'esercito Gi d isperse e l'imperatore detroninato si rifugiò a Casablanca fra le 1ru1~pe. francesi, rinun;Ziamdo al trono.

Abd-EI-Ge lil (Co1nbattimi nto di Sid-i A . el G . o ,i; Zmtzùr I) - 8 giugno 1912. -

Ai prirui di giugno 1912 il C'oma.ndante de l Corpo di Spedizione Italiano in L iibia, Gcnorale Can,eva, ritenne giunto ;1 momento di infliggere un serio cÒlpo alle for?,c turco-arabe che s i erano raccolte intorno a Tripoli. La d islocazione di taH forze risultava la seguente : Zanzùr, 3000 armati circa; Suàni Ben A<lèm, 5000; F◊ndugli hen Gascir 2000; Suàni l!n Gamgia 3000; llir T obràz 300; Gefàra 600. La <lislocazione dei campi appairiva propizia alla tattica coosueta dei turco-ara bi, di resistere frontalmente con poche forze e<l agire col maggior numero contro i fianchi e le spalle. I trinceramenti costruiti innanzi all'oasi d i Za:nzùr agevolavano la resistenza frontale, mentre la vicinaa1za di Suàni Ben Adem faceva prevedere il pronto accorrere de lle forze colà a,cC"dJJnpate sul fianco sinistro delle nostre coloru1~ che avessero attaccato i trincerameiui sles,;,i. A tergo poi avreDbcro potuto convergere .gli armati più lontani dei campi di Fondugh Ren Ga.scir, Suàni Bu Gam-

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composta: 3;• Faoit. (2 ugL); Brigata Cavalleria (Regg. Firenze, Regg. Speciale misto (C:i:vadleggeri Lodi e Guide); 5° Bgl. Eritréo; 1 Btr, rnont, della 37° D iv:; Servizi. Avrebbero concor,s o a!l'avione anche le ai'1:igfierie di Gargàresch: Batterie da 75 A1 una btr. can.n . 149, una sezione morta-i 210. La dire2ione della d ifesa di Tripoli duranle <l'azione vcnÌlva affidata al caman<laJ1le la 3• D iv. Gen. D c Chauramd a lla dipendenza del quale restavano tutte le a,ltre tru)'.Ype dislocate in T.ripoli e nelle opere staccate. Il comandante <idla 1' Divis ione costituì la colonna cJ,i destra (Gen. Giardina) con la 2" Brigata, i! gruppo a•r t. 1110.11.t. e la comp. genio; quella di sinistra (Gen. Rainruldi) con la 1• Brigata meno I bgl., e tenne come p ropria riserva detto bgl. e il gruppo art , campagna 75/1906. A sua volta il Comanàant•e la 3• Divisione, dopo aver provve<luto col minimo di truppe indispensrubili alla sicurezza d elle opere, costituì di propria iniziativa u11 gruppo di riserva composto d i 2 bgl, d el 50° fant. uno de l 23°, uno misto <lel 18° e 93", cu i aggiunse poi 1 b~I. de! 63" fant. ed u.na btr. mont. Tali trnppe s i raccolsero _ attorno a Bu n'leliàna. C'osÌ

gia, e-cc.

Fu deciso di attaccare i •trinceramenti e d i occupa,r e stabilmcnt-e l'a!\ura di Sìdi Abd-el-Gclil ohe domina l'oasi di Zanzùr: l'attacco. doveva essere eseguito da due colonne; una, con d irettrke di ma;rcia parallela a l mare ed appoggiata <lai fuoco delle navi, doveva agire jn direzione della collina di Sìdi Abd-el-G,c!il, in\pa<lroniTsene rapidamente e prendere a lle spalle i •tirincera1111en,t i ; l'altra ·doveva marciare p-iù a Sud paJrallelam(mtc a,lla pn:crdente ma tenendosi alquanto arretrata per proteggerne il fianco sinistro. T rupp<: di ùscrva dovevano guardare ìe spalle <le lle due colonne dall'accorrere di a rmati s ituacti nei camp:i a Sud <li Tripoli. Il C'om1:1dan tc del I Corpo d'Armata speciale, Gcn. F rugon:i, fece eseguire 111ci giorni 6 e 7 gli spostamenti di truppe nece"'l"r1 e organizzò i servizi. L 'eseeuzione dell'attacco frontale fu affidata •a l Comandante la I Divisione speciale, Gen. Camerana : a sua disposizione furono me,;<>e le seguenti truppe : I ' Brigata (82° c 84° fa~t. , 1 comp. Guardie F inanza); 2• Brigata ( 6° e 40° fant.) ; G1mppo 3 btr. art. camp, 75/1906; Gruppo art. mc:at. de lla 1• Divisione; Comp. zappatori ge:1io della l " Divis. ; Scrnizi. - Le RR. Navi « Carlo Alberto>>, « C itti, di Siracusa >> cd « Ardea» dovevano sostenere col fuoco l'azione di dette tr uppe ndh loro avanzata in d i~ezione d i Sidi Abd cl-Gelìl. - Una r iserva, d is locata a sud de i trinceramenti ita lia11i d i Gargàrcsc r imaneva aqla d iretta d ipend-e.nza del Comandante del Corpo d'An nata: essa era

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\ Alle 4 <lei matti.io delJ'S giugno, le truppe era.no disloca.te nei pu.nti prcsta.biliti e si in.iziava il movimento; a'J!e 4,40 il nemico ap!'iva il fuoco contro il fronte della brigata Giardina ed aveva inizio· il combattimento che, con aJternat iva di ))cl t1se e <li azion i violente, doveva continuare ,fino a.Ile l ò. L"avanza.ta della colonna G iardina, immediatamente contrastata dal fuoco ncm:co, venne sostenuta ·dal iiro delle navi e delle batterie di Gargà'!"esc che battev·ano metodicamente il settore a Sud Est del mara'butto di Sidi Abd-el-Ge1ìl. L'a.vamguar<l.ia c!~lla colonna, resp,nte le succcss.ive resistenze dei turcoaraibi, avanzò. ra;.,idarnente ve\:so i trinceramenti incontrnndo resistenza. semµre più viva, : essa venm: rafforzata successivanwnte da tutta la fanteria della brigata strettamente coadiuva ta dalle ba·. da montagna, e il com'battimc.n to divenne genera le. Il gen. Raù.naldi, viste in1pcgnate le truppe del Geu. G iardina, foce ava.nzare ~o!lecitamente la destra della s ua colonna (I e Il/82° fant. e 2 l:Ìtr . camp.) che si impegnò anch'essa contro i tu rco-arabi appostati nei trinceramenti. Il resto ddla J' ,brigwta segui il movimento restando scaglionato indietro sulla sin1stra a protezione da un preveduto attacco dal Sud. Appunto da quella parte com~1c iavano 1


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a<l apparire forze arvversarie che, in numero sempre crescente, si dirigevano rapi<laimenk contro il _fianco sinistro della D ivisione Camevana. Il Comandante del Cor,po d'Armata inviò a .fronteggiarla la propria 11iserva a l comando dd gen. D i Carpenetto, rinforzata poi dal llI/81" fan I. ri-chiesto ed ottenu to dal .gcn,. Rainalldi. Frattanto il fuoco nemico prO\'enientc da:i trinceramenti c.~e.,,ava {li intemriti, : il gen. G iardina risolveva a llora di spin.g<:rc iru1anzi rnpida,mentc il proprio centro per da,- modo alla estrema destra, prooedente lungo il mare (1 Il/ 40° ed l co.t,p. zappat. gen io) di cadere sull'altura eld muaibutlo rii Sidi Abd-el-Gelil, donde a1Te bbe potuto concor rere in modo decisivo a far crollan, le difese nem iche. L e truppe del centro della brigala s i ayanzarono infatti con grande slancio, validamente appoggiate dalla CO$lante cooperazione dell'art. da mont. che segu iva il movimento: il primo sistema di trincee venne brillantcmen'te occupato a Ila ba,ionetta ; gran·d e numero d i a rmati che non aveva potuto fuggire, venne uccisa n,cgli stessi ripari. L 'ala destra deHa. brigata, sempre sostenuta dal fuoco delle na~i, occupava l'aJtura del mara.b]!tto alk ore 7,20. Al centro però i turco-ar,-.bi resistcrn..no ancora jn un secondo sistema di trincee. Chiamate in linea le proprie <riserve, la -brigata Giardina proseguiva viva-ccmente l'attacco e con ripetuti assalti conquistava tutto i! sistema, coad iuva.la. alla propria sinistra da reparti d-elila colonna Raina l<l i. I tur-co- arabi superstiti fuggiYano nel!'o::isi cli Zanzùr. Il coma.nda,nt-e la I" Divis ione rilcrine :tI!ora opportuno raccogliere le I-ruppe della 1" brigata. tul le ad o,·cst e su<l deHc a!tu1,e conquismte, a ptotczionc dei lavori di rafforzamento, che intanto si erano rapidamente iniziati da par ie della bdgata G ia1·d ina. ~fa l'avanz.ita aveva determinato un certo distacco fra l':tzio111e della Divisione e qllella che stava svolgen<ìq la riserva ciel C. ci' Arma·la, impegnatasi s,eriamente con1ro le for7,e avversarie provenient i da sud. Dì ciò apprnfithruno alcuni nuclei, per cercare di sopraffare il Il /82°, solo re1)arlo rimasto a prntezione del fianco , del tergo della 1• brigata. l"u sospeso il progettato spostamento e la Brigata Rainaldi fu impicga'.a, dr..pprima in parte, poi con t•utte k: sue forze, sos1cnute c!a-1 Liro di una btr. iS/1906, a ll'attacco delh collina cli e1-.:vfa'a;mùra (<la,gli itailiani detta « dei 39 Ettometri ii) sulla quale i nemici avevano occupato un !ungo trinceramento. :\Ile 12,30 i battaglioni Ill/ 84" e I /82° seguiti subito çlopo dal lI/84° prendevano d'assaùto .le trince,; di E l-1'famnù ra : L (1 if.enso-ri si ;;bandavano vc,-so sud. I.a· riserva ciel C. <l'Armata, Paccolta a Gargà..i'C.Sc, agli ordini elci ,gen.. D i Ca.r pooeto, avDva inviato, fin da,Ue ore S,20, la br-i gata <li cavalleria e il bgl. eritreo verso S\Id a protezione del fianco s inistro della colonnC1 Rainaldi contro gli a·rmati neo1ici prov•enienti d a l deserto. In pari tempo, il Coma.1danit-c del Corpo d ' A;rmata invia.va ordine a.Ifa riserva costituita dalla 3" Divisione alla Bu lV[eliana, d i ava,n zare per 3 km. sulla carovaniera d i Fòndugh e.t-Tugàr, in mo<lo da trovarsi p iù a portata· per ogni even ienza , Alle 7, gli asca!ri e la cavalleria si impegnavano in un vivace combattimento a sud d, Carhà,resc; il reggimento misto cava!~ leggeri appie-dava, 111en trc il regg. F ircnze r imaneva a -cavallo in riser va. I l grur>po veniva Din.for.iato dal JII/8-1 inviato, come· si è visto, dal gen. R ainald i. Il com. del

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Corpo -<l'armata, non potendo, a causa òdla confor mazione del terreno, appoggiare il combattimento col fuoco <lellc ,batterie di Gargàresc, e intendendo attira.re i turco-arabi sotto ,il ca.nnone delle opere ed a ttaccarli d i fianco con la riserva dd gen. Di Chaura.n<l, opportunamente preavvisa.la, ordinò al gen. Di Carpenetto di rip iegare lentamente verso N orci e .gli inviò in rinforzo, per facilita.re ìl movimento, dapprima ,il I/37° e la btL mont., e succ<cssivame,1tc anche il JI/37°. Il progetto d~l Gen . Frugon,i ebbe piena attuazione. 11 gruppo Di Carp«nct to, vivrucemente al.taccato, eseguì il difficile movimento con calma ed abilità . AlJ.e 11,30 il nemico avanzante, dopo essere ca.<luto sotto l'azione delle artiglierie -delle opere, venava sorpreso dall'ava:nzata del De Chaurand sulla sua desira . Il momenl'O era propizio per il contrattacco, che ve.mi~ eseguito da due compagnie eribree con l'a loro caratteristica furia. Fu il segnale della r,itirata p er le truppe turco-arabe : per comµletare h ,-ittoria ,il gen. De Chaurand chiese '1'invio delia Brigata di cava l\e,:ia la quale, a lk 14,30, giungova a l!a eslrema s inistra dello sc.hieramc.,to, pron'.a a cadere sul fianrn del nemico. ';\Ifa i turco-arabi, sor pJ·esi d,.ll'a ppa,ri,·e d i quella massa d i _cavalleria e impressionati dalle gravi perdite subire, si ritirarono con la consueta ra .. p kl'ità! sfuggendo all'inscguin1ento. Alle l3 il Comanda1..te del Cor po d 'Armata, accertata la ritirah del Jlcmico sulla fronte dclh 1• Divisione, <la,va ord~t1e a quelle truppe di rientra.e in Tripoli, ad eccc7-ionc dei reparti (5 bgl., 3 btr. 75/906, 1 comp. genio, l .sezione sanità) <lesti.nati a .g11ernirc Ila. 1=izione di Sidi hbd-el-Gelil, che 11el fratten,po era stata ra-fforzafa. /\Ile 16 a.nche le truppe della 3• D ivisione rientravano jn T ripoli. A l combattimento presero part,e, degli Halia,n.i, 13.500 fucili, 12 mitra.gliatrici, 50 cannon i. Le perd ite furOlllo d l u fficiale mor to e 13 feriti, 39 u . di truppa morti e 278 feriti . Da parte dei turco- ara:bi, presero parte :.ll!'azione, oltre le forze cli Zanzùr, le mehalle di Suà.ni Hen Adem. di Fòndugh Ben Gascir e di B ir Tobràz, in tut~o oltre 14.000 fucili.' A Zanzitr erano circa 3.500 armati fra tmcbi ed indigeni (Gar-iàn, Ursccifàna, G,ebèl); più tardi accorsero -da ov,cst nucld di :Nuàil e d elle altre tribù occi<lentali, al comando <li Schech Sofì. li cam1one destò le meihalle cli Suàni Ren Aden; -c!,c ve.irneTo subito inviate sul fianco si nistro ita liano. Anche a Fòn<lugh B en Gascìr il cannone dette l'al'larme, I e, secondo gli ordin,i ricevuti, le mehallc .furono invì,I te a G argàresc. Ultimi a partÌI'e furono gl,i armati di nir Tobràz i quali giunsero quru1do la ri,i,rva de!.Ja 3• Divisio,ie si impegna.va contro il fianco dei primi accorsi: temendo di essere tagliati fuori si ritirarono rapiòamente. Le perclil'e de i tw·co-11:ra.bi furono gra.vi: indubbia.mente superarono il m igliaio di mort i. SolamCJ1te nelle lrin<:ee pvese dalla bnigata Giair • dina venntro trovati 545 cadaveri. L'oasi d i ZaJ1zù•r fu immcdìatarnen-te a'bbandonata d:agìi armati e la popolazicn,e fu fatta sgombrare dai turchi.

Abd-EI-Kader, Picwla penisola che limita a nord la baia di ATchico. V,i fu costruato, a ll'epoca dell'occupazione di M.assa.ua, un for,tino cli,e ne prese i;l nome; esso difendeva l' accesso a,ì la penisola, nella qua'te vennero eretti alcuni stabilimenti ml,l<itari, fm cu,i anche u.n piccolo a rsenale della R . Marina (v. 1),fassau a). Abd-El-Ka.der. Emiro arabo, n . a 1V!asca ra, m . a


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Damasco (1807- 1883). All'epoca dell'invasione francese in Algeria, si ,pose a capo degli ia:bitmti occi~ando il loro patriottismo. Nel 1832 iniziò le operazioni, assed iando, invano, la d ttà. di Orano, d ifesa. dal generale francese Boycr. Nel 1834 battè il generale Trezel a 1facta. Successivamente bloccò Tlemcen , ma il generale Clauzcl riuscì a sblocNel 18.37 il gem:rale concluse un caria, ·a prmdere Ma• a Tacna, scara ed a sconfiggere per mezzo del qua le A. A., il quale a ~-ua volsi ritenne come sovrata battè a Sidi Yacub no dell'interno dell'Alil generale d' Arlange.,.

Il fortino di A RD-EL·KADE.H

geria. E per ol'tre due :umi s i dedicò all'amrninistrazionc del suo effimero Stato, pa,rticola.nncnte curando l'efficienza militare . Istitu ì falbbric.he d'am1i, ancl1e di cannoni, e di polvere, a Tlen·.cen, a 111.;saam, a M iliana, persino d<:<:or1ziru1i militaTi. Il nucleo dell'esercito era costituito da truppe regolari, composte di 8000 u. d i fanteria, 2000 u. di cavalieri-a, 240 u. d i a rtiglieria, oltre alle banide <li in,egolar.i. Fortificò a lcune località. Nel 1840 si riaccese la guorra. e i. fra11cesi, comandati dal generale .B ugeaud, ottennero note,·oli successi, obbligando pa.Pecchic tribù arabe a far atto <li sottomissione. Nel 1843 il maresciallo duca di Aumale sorpren;cl,eva J'accMl'pamento di A. a Taguin, e gli ,cattura va 3000

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prigionier i e tutti i ba.ga.g1i e salmerie . A . si r ifugiò allora nel ::lfarocco e r.iuscì a indurre il Suita.no a muovere guerra a lla Francia ; ma in breve il Sultano s i penti e chiese la pace. A . rimas.e in armi, ma ridotto a una semplice guerriglia deHa quale i p unti cul'minan1i furono neU11 sorpresa. e d,isitruz;ione di una colonna fra,ncese cruna.nd a ta d al ccilo1u1ello D.c I\fontagnac e nella presa, dqpo breve assedio, d i Ain Tomuchent. Ma., sconfitto d a!! Bugeaud a Isly, stretto da ogn i par-te, privo d i speranze, il 23 d icembre 1843 A . si sottometteva al generale Lamoricière. L'emiro aveva tenu to il campo p er ouindici anni contro i francesi, dimostrando in telli~enza e talento milita,re. Condotto prigioniero in Francia, vi rimase fino al 1852, epoca in cui Napoleone 111 io fece liberare e gli assegnò una pensione di 100 m ila lire. A. si ritirò a Damasco, dove visse i suoi u ltimi anni d edicandosi a studii cli filosofia . Abd-EI-Krim, Ca.po tribù de l Riff, generalissimo dei riffani in Ibtla contro gli spagnuoli a l Marocco (anni 1921-24... ). Mentre era impegnato in questa lotta, una parte delle tribù, guidata da Abd-E I-Ma.lck, n i:pote <li Abd-El- Kader, gli si ribellò, ma A . maTc iò coll'tro i ribelli, e il 7 agosto 1924 li sconnsse u ccidendOlle il

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capo; dopo d i ohe ,iordinò i r iffani e continuò la lotta çon1ro gli spagnuoli. Il ,prQgrarnma di A . COllsisteva nella indipendenza del Riff, Jascia,n<lo agli spagnuoli soltanto i ,possedimenti che avevano prima della guerra mondiale.

Abd-EI-Melek. V. Ommiadi. Abd-El-Melek Ben Omar. Generale arabo del secolo VIII (718-788). F u vizir d i Abderaano I, Califfo di Cordova, e contr ibuì efficacemente a m~nten erc sul trono -il ,proprio sovrano, sconfiggendone r ipetutamente i n umerosi nemici. Fra questi, era Jussuf, che morì comba ttendo <:oniro A., e fu sostituito dai suoi figli, anch'essi sconfitti dal medesimo generale. Essendo sbarcato nella,, Spagna un corpo <li Africa11i avvi':rsari di Abderamo, A . li assaltò e li sbaragliò completamen te. In ·p rentio dei suoi servigi, Abderamo lo nominò nel 759 governa tore d i Siviglia, e, nel 772, governatore di Sai·agozza e d i tutta la Spagna orientale.

Abd- EI- Melik. F iglio di Almanzor, succedutogli nel tr ono arabo di Cordova nel 1002. Combatlè contro i cristiani e costrinse la reggenza d i Laon a chied ere una ·tregua di d ue anni ( 1005- 1007) dopo d i a vere preso Lcrida e Laon. ::-,re) 1007 A . r iprese le armi, penetxò n el Portogallo, prese e rovinò Avila e Salamanca. A . creò un corpo di cavalleria pesante, ad imitazione d i quelli cristiani, con u omini armati d i corazza e cavali-i proietti d a stoffe robuste e imbottite. Mori, dicesi di veleno, nel 1007. Abd-EI-Mumin. V . Almoadi. Abdera. Città. n1arittima d ella Tracia, presso la foce del fiume Nesso. - Nel 171 a . C. la prese e la saccheggiò Lucio Ortensio, comandante di una flotta romiuta.

Abderamo (o Abd-El-Raltman) Generale ara,bo del f,c,colo VIII, sot,io il califfo Hixem, eletto emiro dopo la battaglia d i Tòlosa, perdu ta dagli a,rabi nel 721. In quell'occasione, riuscì a rannodare le truppe disperse e a ricondurle fino a Narbona. Due anni dopo, intrighi di Ambisa gli tolsero il comando, ma lo r iotteneva nel 728. Riordinata l'amministrazione della Spagna, ideò allora <li invadere la FraJJcia, e a tal uoj}(> raccolse un 11m11eroso esercito, e<l ebbe aiu ti anche dall'emiro di Africa. Nel 731 A . sboccava dai P irenei e scendeva verso le valli e le pianu re francesi, impadronendosi di tutta 'l ' Aquita,n;ia e sco.nfiggcndonc il duca, Eude, al J>a.<;.50 della Dol'dogna. Bordeaux fu presa d'assalto dopo viva resistenza, ,c: sa•ccheggiata., e cosi i centri minori: gJi a ra.bi corsero 1utlo il pa,ese fino a:lla Loira.. A. pooe l'assedio a Tours, 1t11el rncn t!le Carlo Mar tello stava rhmendo il suo •esereifo. La città si arrese e fu ·poota a sacco quasi sotto gli occhi <lbl re di Fra.noia, il quale p,r ese una terribile r i-v inoila poco dopo, sconfiggendo, u.clla pianura fra To u·rs e I>oitien;, nel 732, l'escroito aro.bo. A . 'lasoiò ·la vita. in questa famosa batt.aglia. Abder(l'Jno I, II, ecc. V. Onm,iadi.

Abd-er-Rahman. Impera,tore del Marocco, n. nel 1778. Salì a l trono nel 1823. Avendo l'Austria rifiutato di p agargli il tributo che esigevasi da tempo dai sultani marocch ini come t< premio di assicurazione l) contro la piratefia, i inarncchini catturarono una nave veneziana. L'Austria mandò una p iccola flotta, comandata dall'amm ir . Ban(liernj la na ve veneziana venne liberata, e del


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tl"ibuto non ~i parlò, più. A . fu aUeaito d i Ab<l-El-Kadcr, ma una . <liinÌostrazione ,;avallc frarrces1e, fxtta dall'uimmi-, r.aglio J~in ville, e .Ja •• sco_ndì.tta · d'I sly, lo focero quasi subito abbandonare l'al]canza. 0

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A bd-er-Rahmatt Iim Mohammed. Generale anl'bo d~I secolo VÌI, m. verso il 702. Si d istinse in varie i1nprese guerr;,sd1e sotto Y ezid. Sconfisse il governatore di Kufa in una battaglia - a Dair-el-Giamaicn, presso J3asra (luglio 701), battaglia che gli storici arabi dicono che sia d urata cinque giorni. Pòi venne sconfitJ!'<i ·d a •irin.fonoi giunti all'avversaPio: A . morì- assassinato.

Abd Es-Samad (Combattimento di Sidi A., o Regdali1t) 15 agosto 1912 . - Dopo l'ocoupa.zione d i Zuara d a ,p.artc d ell'a s• D ivisione, le forze nJemiche avevano pneso stanza nelle oasi d i R>cgda!li.n, al-Gemi! e<l el1'1'fo1'\Scia, le quali forma,n o come thl'la fasoia continua,

lu1iga circa 15 k m., svolgentesi a<l arco '<:la S .0 . a S.E ., ad 11 km. .:iirea da Zua:ra. F41a èsso e Zuara s i ergono due gruppi ca,ra tberistici di a ltu.re indii,viduate ;;Ì.<;,pettivauncn,tc da'i 1nar,ebutti d i Sidi Milàd e Sidi Alxl esSamà.d. Qu,est' ultimo, s ituato ai! centro dlelJ'a.rco, a:bba.stan2x'l. v,ici.no a Zuam, Ja <lamii,a, e perciò fu p reso come ohhietbivo pri:ncipaJe dell'avanzata, appena, per la s'Carsezza. dei risultati ottenuti coJ1 l'azianie ,politica, s,i rese mani festa la mxessità dii 'LITI nuovo colpo contro gli armati ambo-turchi che fronteggia'V'ano Ja Divisione. -- Lasciati a ?reisi<lia,re Zua,ra.: l bgl. di fant., uno di hersaiglicrL uno d'i a lpini, ed l btr. monl. furono cosl,1tuiti con le aJltre forze : un corpo di attacco (gen. L equio) forte d i 10 bgl., 2 sq., 4 btr ., 1 comp. genio, <,d una r·iser;;a. dù:i'.s-i01tale forte d i 4 bgl., 1 bt,r. mont., 1 htr. 149, 1 p l'oton.e ca.v. - Le trnppe .furono raccolte alle 5 ,n ella sebcha a. S . dell'oasi di Zuaxa : il corpo d'a.tta.oco dove'\"I\ a:"anzare su Sidi Abel es-Samà,d, e la Tiserva verso S.O. per fronteggiare le provenienze <la Sidi :MiJà.d a gananz.ia delle spal le e de1l fianco del fll10s.<;O. A,lle 5,15 il co17Po dii attaicco muoveva su 2 srn,glion~, a d istanza di 6-700 m . l'q,ino dal!'alt,ro, formati, H primo da 2 bgl. dell'llO fanteria, 2 b~. detl'84° fant., 1 bt,r. d a camp. 1906 od u1111a <la mont.: il secondo, da 1 bgl. d~ll'84° fant., dall'U O Regg. ·bersa.glieri e due batterie rome il •~imo. Iù cor,p o di attacco era 1preceduto da i ooe sq. e fian-

cheggia:to a sk,istra (-est) eia 2 bgl. enitrçi. Alle 7,. sorpassalll:do dicvi rcs_isren ze, esso ,git111Jgeva al maraibutlto <li Sidi Abel es-Samà<l. I crepairti nemici si raccoglievano sul margine .d eile oasi ,di Regdaili.1 ed el-GemiL Fmttamto sulla smis!Ta la colonna eritrea e gli squadroni trovavano viva Tesistenza : essi awainzaNano verso l'oasi cli e1-Gomil sott'O A•ivo ·fuoc,o nemico ma, essendosi manifostruta su,] loro fianco si.n.ist·ro la mina,ocia d i una forte -colonna, dovettero fe111ua.rsi e far fron t'C da quei.a pa11t'e. A loro sostegno furono da;] a:>rpo di attacco invia.ti 2 bgl. detl'll O faJilt. Il Comanda•1te ila Division-e gem.. Garioni era frattanto giun to a Sicli Abel es-Samàd ·e, visto che il oornbaittimen.to .pr~tleva COlljlo sempre maggiore sulla sinistra., inv.iava il gen. Tarnoni con tre batta-gTiolllÌ dellla .r iserv-a (57° fant., 34° fant., alpini Fenestrelle),. una btr. 1110111. cd l plotone cav,~,lleggeri sul!a .-inistra .degli as.:airi per sostenerli e possihilinoiHe p rendere m fia.nco 1a colonna. avv>ersaria. I-1 resto del corpo cli attacco, con, 3 bgl., f01,mava una J'lJUOVa J'Ìserva, mentr-e ,gli . aJtri lavoravacr!'o atti-va.mente per rafforzare c-011 lavori campa,l,i l'elltma d i Sidò A•b<l es-Saanàd. / I.ile 9,25 la rolonna Taissoni, raggiunte le a lture di foo:nte aJl'-oasi d i el-G emil,- si a coingeva a conNer,gere a sinistra dogli asca.ni q,uaru:lo veniva colta s ul proprio fiaa100 sinistro da un fuoco nudlrito. Il combatt-in1e11io durò circa ,clrue ore: allkt fine •il n emico ven;ne resp;mo co'n gravi -perdite ncll'oas-i di el-Menscia.. I l gen. Tassemi, che nel d'-ra.t.tempo e.ra stato r infor7..a,tx, da 2 l;;gl. dell'll 0 ,bersaglieri e<l l iba tt>eria mont. della nuova riserva divisiona,le, potè i.n.vfare il gross-o <le-Ile su-e forze ad a.ppoggio di!retto degli ascari, a.ncora impegmati verso e l-G,e,inil. Nèl pomer•i,ggio l'avversario, sopraffatto a,nche in qu esta dh,ezione, ripie~a verso Sud. Sull'a1llU-ra d i Sid1 .Nbd es-Samàd, bactuta d.a qu-alche proi-ettile di art iglieria ncmka, i lav'ori di rafforzamentJo erano intrun-to giunti a bu on punto: v i f,u installata la bt:r. ca.n,noni da 149 destiam,t.1. a presidio strubile d el la IPOsizio:ne unitame,rll'e ad 1 btr. da campa,gna 1906, a 2 •bgl. di fa.nl'etia ed a l VI bgl. er,itreo : tru,.ppe che furono ~nesse a,gli ordini del gen. Caivaciocohi. Q uesti po[Jè inqll,re dispon,c, finchè la situazione non fosse c hia1:ita e 1-a sistemaz.ione difensiva ultimata, di u n bgl. di 'bersaglieri e <li una btr. mont. Al rimanentJe delle truppe il ge,,1. Ga•rioni dett-e ordìnc alle ore 17 di nientr.arc a Zuara.: il movimento s i compì quasi indisturba.to. LI combaHim,ento, svo1tosi sotto u n ca,1ore tor-rido, {;()111,formò Je altissime qualità delle truppe della 5• Divisione e l'ottmna. or-gm,izzaziion,e dei serviz i. li nemico sgombrò d6.lì.ruitivamente le r icche oasi zua•r:i.ne e s'i ritirò ,più a Sud, a i po?..Zi <li el-Agarbia e Zerir. P-erdite complessive italiane: morbi tmppa 12; fer iti ufficial i S; tPup•p a 110.

Abdì (Pascià). Generale turco, gi~ capo di circassi_. Prese il comando dell'esercito turco iii Asia ne-I 1854, e iniziò la campagna contro i Russi con .un p iccolo successo a Baya11dir n ella Georgia russa, segu ito subito da varie sconfilte, tanto che nel d icembre dolio stesso anno veniva destituito. Abdicazione. Dioesi particolarmente ratto d i rin,unzia a ll'autonità 60Vrana. Può esscre volonta.-ia o forzatia. L'A. forzata si riscontra p er lo più ~i'i stati retti da governo ai;soluto, e infatti ia stoda degl'i impere.1Jori romani, d ei s ultani turchi, degl'i czar· della Rus~ia, 11c- prc$enta con~i<lerevole 11umero d i esempi, 'c!ie


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iill-vece sono meno frequenti là dove il potere fu esercitato senza a:buso. H 1° maggio 305 l'imperatore Dioctlezia;no "àlxlicò dichiarando che a ciò si era deciso a ca'llsa delle infennità dclla vecchia-ia e per affidare le s orlli dellimiJ:><:ro a -manii più for (i; cd è questo ~I p rimo esemp io di A. volon1aria che la storia regjstri. Fra le alltre sono· notevoli l'A . della regina CPistina di Svezia ~lel 1654 ; quella, dei re di Spa,grra Carlo V e Fili})p o V, <rispeaivaa:ncn~,c nel 1S56 e 1724; del duca di Savoia Amedeo I 11cl 1440; dei re d i Sardegna Vittonio Amed~ II nel li30 e Vittorio Emanuele I nel 182 1, ccc. L'A. forzata ,può anche avven-ire perchè impo:,"ta dal vindtore '<'. l sovr,ano $Confitto in guena o come inclubta.bile -conse.guenz,a della sconfitta stessa : Gu~tavo IV re di Svezia nel 1809; Napoleone nel 1814; Carlo A<lberto d i ' Sa,voia nel 1849; Nicdla lI, cz.ar deHa Russia nd 1917; Carlo I, imperatore d 'Austria, Gug)iclm-0 TI imperatore di Genna nia, Ferdinando czar d i Hulgaria nel 1918.

Abdioti. Popolazione dell' isola di Candia, discendente dai saraceni che occuparono l' isola nell'anno 825. Abi tava.no una ventina d i villaggi a l sud del monte Ida, cd erano dediti alla pirateria, che esercitarono fino al secolo X\'III. Abdul Hamid I . Sultano turco, figlio di Achmet III (1725-1789). Sa'lì a l trono nel 1774 e fu continuamente in guerra coi Russi. Durante il suo regno, la Turchia subì parecchie sconfitte, come quelle ·di Scittmla, di Ocza.kow, di Kin-burn, e perdette la Crimea. Abdul Iiamid II. -Sultano turco, figlio di Abdul Me..gi<l, n . nel 1842, s,ilito al trono nel 1876. Sotto il suo regno si combattè la guerra del 1877 con la Russia, che termino -col trattato di S . Stefano ( v .). Nel 1881 era cosltetto a cedere ia Tessaglia e l'Epiro meridionale aJ:a Grecia. Nd 1885, a sanzionare gli effetti d ella rivoluzioire di Filippopo1~ ,per cui 'la Rumelia orientaile s.i univa alla Bulgaria. Nel 1909 venne destituito per opera rlei Giovani Turchi.

Abdul Kerim (Pascià). Generale turco, n. della Rumelia, m. a Rodi (1811-1885). Fece i suoi studi militari a Vienna. Durante la guerra di Crimea, fu inviato nel!' Anatç,lia a istruirvi e addestrarvi le truppe di nuova fonnazi-OnJe. Quesh missione fo da lui compiuta -con diligenza, intel!igenz:1 e fervore, t.an• to che ne ebbe in premio la carica di ministro della guerra, cMica che occupò più volte. Si distinse n ella guerriglia contro i Serbi e Montenegrini. Scoppiata la guorrn del 137i contro la R ussia, as-• sunse il ccma.ndo supremo dell',e,;,ercito turco, ma, acousato di non aver saputo impedire a ; Russi di valicare il Danubio, venne dfititwto e inviato in esilio a R odi. Abdullah Ben Mohammed. V. Mad Mullà. Abdullahl El TeascL Califfo . dei dervisci, di

stirpe Baggara, n. del Darfur (1850?-1899). Fu· gene:: raie del :MaJ1di e suo successore nel 188S, anno in cui i dervisci s' irnpaùronirono di Chartum. Comba.ttè huìgamenle contro i ribelli alla sua potenza, e si dinÌostrò spietato distruttore delle tribù che gli era.no ostili. Nel ' 1899 attaccò batta,glia a Gelid con. le truppe inglesi di Lord K itchencr, e ne fu sconfitto, lasciando la vita s~l campo.

Abdu llah (Pasc-ià). Generale turco, che e,bbe il comando, nella prima g>1erra balcanica (1912) del e< Gruppo dell'Est», destina to a combattere in Tracia. In real11' l'cc Armata del!' Arda.», sotto Jave r Pascià, e il presidio di Adriar,opoli, sotto Schlikri Pascià, operarono indipen<lentemenle, s icchè .4 . effettivamente T'imase a capo della sola e< Ar mata di Tracio.», detta a11che «· Armata -<k·ll'Est ». •- A . e ra contrario a ll'offonsiva, imposta dai politicanti <li Costa,ntinopoli, offonsiva cui il paese, P specialmente l'çsercito, non era.no affatto preparati. Tut'ta\'ia òovetk sottomettersi al volere del Comandr::t ntie in capo, Nazim Pascià} e-d avrul~ue contro i_ Bulgari, malgrado che l'esercitQ Turco no,n avesse ancora compiuto la sua radunata. Sconfieto a Kink Kiìi=, il generale A ., .-iusci a ra.fforzarsi dietro li Karageac, nove fu costretto ad a,c:ccttarn bat taglia per volere del Comando supremo. Sconfitto ancora (batta.g lia di Lnlc Burgas) si ritirò nel'lc. posizioni d i Cia·talgia, dove i Turchi riuscirono a resistere agli attacchi dei l3ulgari. Abdul Malik. V . Saman;di. Abd-UI-Megid. Sult~no turco (1823-1861), sal\ito a1 trono ~llC! 1839. Solto il ,mo ,regno avvennero Ja guerra -contro la Russia del 1828-29, e ,1,i spedi;,ione chi Crimea. A. . dedicò grnndi CUJ'C a9l'eser<:ito, prcocrupan<losi d<ll suo ordinamento e <lella sua efficienza .

Abd-Ur-Rahman. Emiro dal!' Afga,n istan (18301901). Nel 1866 s'impadronì di Cabul e rovesciò l'emiro Schfr-Alì, ma due anni dopo questi sconfisse il rivale •e Ti-salì sul troao. A. riuscì a riparare in Russia, e tornò a Cabul allorchè gli inglesi se ne impadronirono (1879) per castigare !'Afganistan in segu ito al massa•Cro della legazione britannica. E A. riottenne l'emirato, coll'appoggio degli inglesi, nel 1880, e dedicò tutte le sue energie a ottenere l'unità del suo stato e la sottomissione delle tribù. Ab~cca Kan. V. Gasnavidi. Abel (Federico Augusto - Sir). Ch imico inglese. n. di Londra ( 1827-1902). Si dedicò agli studi degli esplosivi, e ùdeò una grarraita che portò il suo nome. PuLblicò vairie opere s ull'argomento, fra le quali: cc Il co(one fu lminante»; « Storia moderna. della polvere da cannQne >> ; cc Degli agenti esplosivi n ; « Ricerche sugli esplos1v1 >>; « L 'elettri~ità a;i:>plicata nell'uso degli esplosivi >J; -ccc. Fu capos,cuola nella chimica e ne lla tecnica <lcgli esplosivi, Ideò (1865) un proce.sso di nitraz.ione della cellulosa. Nei primi wmpl della fa.bbrisazione del fuimicoton<e, ~llorahè si cl,be>r~ a 1:imentare scoppi disastros,i in Inghrliterra, Austria, Russia, provò oom,e talli smiS'tri fossero dovuti a lla impedetta preparazione della uit,roceJ;Ju,J= perchè m!I coton~ rèstrtvano 1,esldui <li acidi che detonuinava110 la <lecomp~izione della cellu'losa. Introdusse quin<lò nella la.vor.azione d€!1le n:it,roceUu!ose macchine speciali chiamate Ho;liindcrs


( olandesi) che avevaino 'lo soop o d i romperne le fibre in m odo <la <leteru:nina.re 1'usc;ta degli aci<li (polpaggio). Ideò n el 1889 una polvere Slenza fumo, prepa:rata in filamenti s imili a coroe d i v iol'ino, detta cordite. E' la polvere seruza fumo regolamentare de;ll'C6etrcifo inglese. Propose un anctodo pra,tico al calore per determina,r e la stablJ.ità -degli esplosiv.; a base di ni&ocelluiose e d-i niLroglÌ<Jeri-na, metodo ,ml(Jlto important>e, denominato « Saggio Aibel », il quale consiste nd ,ri'lèv'are se 'la cellulosa o la nitroglicerina s,i decompongono sotto l'azione del calore sv:lluppando vapori nitro<;i (v. Acidità degli esplosivi).

Abele. R e di D animarca nel 12S0, figlio cli Valdemaro ·I I il ViHorioso. 1fori combattendo nella guerra di Fdsia, nel 1252. Abella (Nicolò) . Partigiano d i re Atfonso V d'Arng-011a in Sa:rdegna, durante la lotta che quesl'i sostenne con'!u·o i Doria. Era nato ad Alghero da fan111gLia oriunda <leehla 'Catalogna. Pa.rtooi,pò sotto il comam.do di Giacomo Besora all'ass.."<Lio d i Monteleone e Born•hei, castdl:li <lifesi da N icolò Do1iia, il quale iresistette tre anni (1433-1436) prima cli arrendersi. A. si distinse gramkmel1Jte :in qu<!9to assedio, tanto che A'lfonso gli offrì terre deì D011ia <.ame Ticompensa ; eg<li però generosal:00!1,te le .r ifiutò. Abensberg. V. Regensb11.rg. Abeocrito. Gene r•a le dei Boozi, sco~1,.6tto dagli E td~i presso Choronea nie'l 242 a . C. e uociso nel comba.1tirn.ento.

\ Aberconway. V. Conway. Abercrombie. Gèucraile inglese, che comandò nel 1758 una spedizione vc:rso d'lilto Canadà. Con L6.000 uomini 111.1a.rdò da. Québec verso il For te Ticonderoga, fra il 1ago George e il lago Cham.p la.in a nord dell'attuale Stato di New York. In seguito allo sbarco sulla coot,a <lei] primo dei due laghi. nominaxi, Lor'd Howe, un favorito di BiH e 'l!a v~ ed u<nica anima <lclla. spc'Clizione, caò<le u cciso 1'8 l~1glio ~n u n combwttiuuento coi francesi, ed Abcrcrombie, che si cra comportruto ocm una grnn,de 1kggerezza, fu costretto a r ipiegaire con la. perdita. di 2000 uomini. Ln segu'ito a dò gli fu •tolto il comando. Abercromby (Sir Raoul) . Gc.norale inglese, n. a l\foustry 111.ella Scozia, m . iin ma,r.e (1734-1801). Entrò giovanissimo nell'esercito, e fece le campagne d i Fiand ra e d'Olanda (1 794-1795-1796-1799). O ttenne il grado di luogotenente generale nel l i96. Partecipò brevemente, con avversa for tuna, nel 1798, alla guerriglia irlande-,.~. Ne) 1801 sbarcò iai Egitto con 16.000 u . e prese Abukfr, donde mosse verso Alessandria. Scontratosi con un corpo francese coman dato dal generale Menou, lo sconfisse, ma r'imase ferito gravemente n ella mischia, e spirò a bordo della nave che lo trasportava a Malta, dove venne sepolto. Sir Giova,.ni Roberto A . Generale inglese: servi nelle Indie, <love con quis tò i regni d i Cananore e d i Misore, e la ,regione del Gange ; strappò agli olandec~i i !oro possedimenti sulla costa del Malabar . Fu anche governatore di Bombay e d i Madras. Morì a :via.rsiglia nel 1817. P <1trfaio A . Stoirko scozzese, n . di

Forfar

( 1656-

26 1716?). Au tore cli un'opera intJttola,t a: « Avveniment,i militari della Nazione Scou.ese >>.

Aberdeen. Città della Scozia, a:lL<t foce della Dee. An.t. c hiama-la DevMla o Denana. Nel settembre 1645 fu ,p1--esa e sa«hegg·i ata da Montrnse, gen. d i Carlo I n~lla gu<:lrra contro i P.urita1Ji. Aberrazione (cromatica e di figura) . (Top.). A causa <lella. incgua,!e rifrang~bilità dei colori e d~!Ja forma sforiea de'lle lenti, i ni.gsi d i luce birunca che ÌJ1contrn.no una 'N'll>te s i scompongon-0 n,:,i colc;n-i ddlfiride, ed emergendo n.on incon,trano n,:,l'to stiesso letn;P(> e nello stesso punto l'asse della l011te. Da. ciò deriva che Ue immagini degli oggetti e11Ydll111J1ti :luce bianta, in pre- , sonza d i una lenbe, appa,riscano conlf= e cont:amaJ1:e da~ colori dell'iride. Qucsti:i difett<i dioonsi rispettivamente A. cromatica e d i fi.g1tra; le looti cmrette lie'l p.l'llllo difetto dico11<>i -0cromat'Ìche e que:lrle corrette di e ntrambi d icOll'Si aplan.atiche. Abersaque. Nome dato a una sorta di zaino m ilita re della fanteria piemon tese, a ll'ep oca di Vittorio Amedeo li (1666-J 732). - Questa vooe derivava drul francese I-lavre-sac (detto Ml.che Abresac) derivate a loro volta dal tedesco. I francasi <l1adottarnno ufficiaJ!mente ndl J 768 per ,indicare ,il sacco (zaino) che i solda,ti portavano in campagna. Abe rvraoh. Estua.-io di un p iccolo fiume de lla co.sta fra'l1cese della. Manica, nel Finistère, lungo circa 12 km. e -largo alarne centinaia di metri. E' protetto dal fortlC Cézon, eretto soµra uoo scoglio a difeniòeme q':i.ngresso. E' atto a ricevere anche le grandi navi, data la stia profondità, ma pericoloso per gli scogli e gli isolotti che vi bono disseminati. Abetella (o Antennellaì. Fusli naturali, dritti, scortecciati e moiodat-i dai rami. Possono essere di aibete, di lar.ice o di castagno. )1:isuran,o cfrca 8 a. 10 ocn'timet:ri d i diametro aU'e;tremità più piccola; la loro lunghezza. varia eia 6 a 12 metri. Sono generalmente impiegati nella costruzione di pcmti militari di c ircostanza e nelle armature di cgn.i genere. Abetone. Passo dcli' Apennino tosca.no (alt. m. 1388) sulfa s:rada che da Modena conduce a. Pistoia. E' posto fra P ievepcla.go (versante modenese) e Cutigliimo (versante p istoiese). L'occupazione di questo passo, pèr imp0dirc uno shocco dal Modenese a.I Pistoiese, esige che siano occupati altri tre piccoli passi (Acqtta Marci:a, Calane:,, Cala11chetta) pci quali pa.~sano stra.de muiattiere provenient i da Pavullo (versante modenese) per Sestola e Fanano, e conducenti a.Ile spalle del passo delì'A . Da Pievepelago altJ•a strada conduce a Castelnuovo d i G ariagnana verso il basso Scrchio e Lucca. Nel ,giugno 1799 passò .p,er 1'A . ,:li genero.le francese M,wcdonald provennente dal! N,;wolotano, oon fa ooloalil'1a principa1e delJe sue tru1p,pe, e si •diresse a 11:odena, mentre aLtre colonne a,i suoi wdini sboccavano <lai passi de!La Cisa, di C-ei,reto, della Porrenta, VCTSO la va:lle del Po. :Ndl.la :])rimaa,•era. del I 800 presso 'I' A . si riun,rono bande antifrancesi, antiropubbli1::a.ne, le quali però si dispersero dopo breve tel'l'\PO. Ne1l'ottobre d i qucil'anno arttraversò quel a:,asoo il gen. Pino con un corpo di Cisalpini, diretti al!'occup'<IJZione della Tos,c:am1. - Nel 1848 il •pas.so, per ordine del Governo del.la Toscana, venne fortifi~a,to d all'in.g. Cas tinelli, e ·n ello s tesso aamo


- · 2ì -

AB!

PASSO DELL,ABETONE

89 lo attraversò il 1·eggimcnto :napoletamo Abruzzi, in due srn~ ioni, d ircno nel'la va,lle del Po. - Nel maggio del .1859 l'A . fu occupato p11i.ma <klil cc~l. :Muss i, tosca.no, e poco dopo dalla 'br,igata francese d el gen. Ca11 vin <Ìc Bourget, per ordine del P.rincipc Na;pol-e<one, sbarca to a Livorno <'On una d ivisiQfle. Nello stesso :umo, il 20 giugno, passò per fA . la d ivisione toscana, coman<lata da l gen. Ulloa, d iretta a Reggio Emilia. ,

Abgersate, Ant. Cillà fortificata della ::\frsopotamia, assediata, n<':l 531 a.. C. an cbe con lavori di mina, dai Pcrsiru1~ cu i g li assediati con trapposero lavori di contromina . Fu presa infine per assalto, e gli abitanti passati a fil di ..spada o ridotti •in schiavitù. Abid, T ribù d cli' Alti pia.no C ircnaico, fra i Dorsa, i Braa.sa e gl i Aua.ghir, i qua li ultimi ne d ividono il terr itorio da Hengasi. I l ter ritorio degli A. fu oggetto,

1~-ella primavera d el 1924 ( 15 marzo-8 ap·rile) di una opera.tione rn ili.ta.re cÒn tro centri a r mati senussiti che vi si erano organizzati. Durante l'operai:ione avvennero .l2 s<:onir i <li varia importru1za tutti favorevoli a lle armi italia.ne Maraua ( 1i ma•rzo) ; R idotta Ciglione a Za11ia Gsur (19 marzo) ; El :\1esd (20 marzo); Umm el Giuabi e Alem el H a..ser (21 marzo); El Heira ul Ugaba e Gasr Bcnie (26 marzo); Bu Scmah (28 marzo); Sidi Ru Zeid (30 marzo); Sidi Selim (2 aprile); e Bu Gezzal <i a.prile). F ra questi pa rticolarmen te ù:nporta11te è il combattimento d i Sidi Selirn del 2 aprile, nel quale u n fortissimo nucleo d i regolarizzati sen11ssiti di scorta a una ,ca1·ova11a , sorpr('SO da un batt.a.gl ione eritreo appoggiato da uno squadrone di savari e da una batteria di eritrei, fu battuto, sopra ffatto e quasi distrutto, abbandonando l'intera carovana in nostre mani. In tutti questi scontri e combattimenti l'avversario ha lasciato wmplessiva mente s ul terreno ci.rea 150 morti e nelle

mani delle truppe italiane quasi 10.000 o vin i, un centinaio d i cammelli, armi, materiale vario e denate. Da pa.rt e ila.liana, 8 ~1 itrci morti e 42 fniti Abi<i-Bokaris. Fanteria negra dcli' impero marocchino, a,ppa.rtenente alfa Guardia imperiale (sec. XIX) .

Abido. Antica città d ell'Ellesponto, sulla costa asiatica, 1eatr-0 rii vad avvenim.:nti milita.ri. Le sue rovin-~ sono a.ncora vi.,ibili. s ituate fra gli atl11àli villaggi di K hePbeh e di Arabut La d istrunza. fra le due ~onde dei Dardanelli, in quel punto, è d i 1960 m . I. Nd 490 a . C. fo presa e ·inoen<Liata da Drurio.

II. Nel 481. ,presso A ., Serse ge:ttò il ponte di barche sul quale foce passare l'esercito destinato a combattere i greci. III. N'el 411 , davanti ad A . s i combwttè u:rw. ha.tt.ag;Na navalle fra aten'ie.si e s.pwta.ni. Comandavano i primi Trasillo e T rasibulo; i secondi, Minda.ro. Durnnte la batta.glia, giunse Aìcibiade con 22 triremi e gli spartani furono sconfi tti, riuscendo a salvarsi soltanto in par te unercè l'aiuto del satra!)O persiru10 Farnabazo loro nlleato, schiera to col suo cs.:rcito sulla ,iva. IV. J'\d 390 ·10 st:i,a.1lega a.tm1ti,ese Ifina.t,e vì,ge ad A. lo spa.rta no Anassibio. ,. V. Nel 201 a . C., A . voone assediata da Filippo V di :Ma,cedonia, p~r punirla di essersi alleata ai Rodian i, coi quali egli era in guerra. Gli abitanti, ridotti all'e~tremo da ll'assedio, e viste crollare le mura 'Per le mine scavate da i l\1acedon i, si d ifesero lino all'ultimo ~ulla breccia, e poi d ie dero la città alle fiamme, morendo quasi tutti insieme alle loro donne e ai loro bimbi. VI. L a. località su c ui sorgeva A'bido chiamasi oggi N a gara Bourow1. La sporgenza roc<:iosa della parte nord si suole chiam:u-c promontorio di N a.gara. Lo


ABT

28 specch io acqueo <li i\1'agara. costituisce il punto più s icuro pel r-i1Jaro <li una: flotta , che abbia il compito di gaira.ntire Costantin-0poli da una . inyasion.e J1avale <la l Mwiterrameo. Ed appunt,o a- Nagara trov,avasi la flotta turca quando il Milio, èolla sua flottiglia. di torpediniere, il 18 lugrio 1912, forzò il passaggio dei Dardanelli, spingendos i fu10 a Kilid Bar, c he trovasi sulla sponda e,uopea, di fronte a Cianak, nella strozzatura. che precede a breve d istanza quèlla d i Abido.

Abile. Ji cittadino che, chiamato afla leva al compimento dell'età p rescritta, vien giud icato, in seguilo ad apposita visita, rispondente ai requ isi[i fisici e psichici voluti, è dichiarato .4 . al servizio militare e assegnato1 in base ai .detti ,r equisi,t i, a.i va-rii corpi, anni e servizi. In caso d i rich iamo per mobilitazi-one è rivisitato onde giudioo•re sulla sua idoneità alle fatiche d i gu-er m, o ai soli servfaii sedcnta rii, o r iformarlo. In ogni condi;,ione o posizione il milihu-e che per imperfezioni o inf.ermi[à s ia impedito IC}i ademp-iere ai suoi do"cri, domanda, per la pt•escritta via gerarchica, d i essc,·e sottopos.to a spcciaJ.e visita sanita>ria, onde stabilire la sua a ttitud ine o men-0 a l servizio. A . nlla leva. Chi ha i •requisiti vdluti dalla legge per essere dichiaxa1o ~doneo alfa lec7~ (,,.). A . alle fatfrltc di g«erra. Chi è fisicamente atto a s-0pporta,pc 'le fatkhe della guerra e può, q,1,indi, essere destinato aJl'ese-rc,ìto di campagna . A. a.i soi1 servizi sedetrta.rì. C'hi, per deficienti o menomate quaijità fisiche è tempora.t-.ea,mente o pemnamJJ1tan:1ente in gra'<fo d i presta1-e servizio solo presso uffici e Comandi. Largo ~.viiluppo a l servizio se!dentario si d iede dma~Jte l'u1tiima guerra inlJ}iega111Clo ne i depositi, negl!ì uffici e nei ComaS1<l i lillTitorial~ su fa base del sano concet,to che tutti i cittaidini hanno iJ do~·e.re di servire ra patria scconl<:lo le loro attitudù1 i, gli eleme,nti meno validi, tyer rendere d isponibiJ.i quelli idonei a'CI incondizionato servizio. Abispal (Leopoldo) . :\farescia llo spagnuolo, n . a Santa Cruz di Tencrifa, :m. a Biarritz (1809-186i). Ottenne il titolo d i duca. di Tetuan per avere sconfitto in ta le località i marocchini nel 1860. Abissinia. Regione all'est del!' Africa, confinante, prima dell'occupazione ,lta,1iana, ad or-iemc col ?-far R osso, a settentrione col Sennaar, a occidcnte e a mezzogiorno col Seunaar e col Cordofan. Altipiani a terrazza, gole profonde ed a lte catene, eleva ti p iani sulle montagne, caratterizza no la regione. F ino alla seconda ,netà del secolo XVI non ebbe storia militare e gli sca rs i avvooimenti son o ~eggen.<Jarì e ,p rivi d ' interesse, come le. tampagne che, nel 530, il re Caleb o E lesbaan, alleato <li Giustiniano, fece wntro i Tmchi, ecc. I vari ca.pi oJoca:li (Ras) per le continue ù1sun1ei,i01ii d ei Gallas, r azza di origine straniera e a:>iù che ogni -antra. selva,ggia, e per controversie religiose, s i resero man mano ind ip endenti; sorsero così varii stati, a regime feuda,le come il T igri!", il Gondar, lo Scioa. Nel 1516, Elena, reggente, implorò la protezione dei portoghesi per D avide II, negus minorenne, e ,1el 1520 approdò alla costa abissina una flotta di portoghesi, accompagnati da missionari, che aiutarono l'esercito di Elena a sconfiggore i Tmchi e •i Ga:llas. Nel 1852 il Ras K asa, 1i Gondar, conquistò una gran par te della regione, scon fisse il re Ubbié del Tigrè, e salì al trono il 9 febbraio 1855, cdl nonu, di Teodoro II.

Spcdù.ionc brit.111mca i11 A . (1867-68). Cause della spedizio11r. L'esploratore inglese ca•pitano Cameron, nominato console in 1\.t.issin ia, dopo la morte del predecessore Plew<l,-.n, giungemfo a desi inazione nel J86J 1 trovò nel Paese numerosi missionari, maestri ed aa: tigiani europei chiamat ivi da l re <li allora, Teodoro, che intendeva 'in iziare così la europeizzazione del paese. N«lla speranza di -cattivarsi il favore ddll'Ingbilterra e di otteno.me a,ppoggio contro i turco-egiziani che minacciavM10 cantinuamente i con-fini settentriona!li ed occidentali dell'Abissinia, 1'eodaro sorisse alla R egina Vittoria offiren<:lole am1icizia ed alleanza ed espresse a Camerun il desiderio che portasse la leHera egli stesso. :\nzi.chè aderire a ta le desiderio, Cam1eron partì per Chércn <londe poj si diresse a Càssala, allo,·a capoluogo del Sudan egizia.no, o,·e p rese corut,a,lto con ile autorità turche, e stt<Ccessivamente a ::\ietemma suHa. frontiera occirlent1 1,~ al;is~inc-cgi1,ia1ia., don<le rientrò nei Goggiann. Il re, già assa;i >n sospetto per ii soggiorno di Cameron ai confini dell'Egitto e per i s uoi contatti c011 i T urchi, que•n<lo .sep.pc che era ritornato senza 1·isp0$ta della Re.gina, ordinò che fosse trattenu to in osta,ggio sino a quando la risposta 410i11 f<JSsc giunta. Successivamente, fac,:.va incatenare Ca,meron e i missionari e li inviava n ella fortezza d i Magdalà sui confi,ni dei GaJ1a. Gli a,vvenimenti politici e<>ntribuivaJl-0 a,d inasprii-e il re, ll)okbè i s.u-0i nemici -rialzavano fa testa, in varie provi!lJcie : 11'CI 1865, Mcne.lik, fuggito -da :Magdalà ove era ten uto prigioniero, si '!)r<>Clamava re -indipendente dello Scioa: il nuovo impero Ìll!somma si anda,va rapidamente sgretofaa1<lo. li governo ·brita:ru1ix:o, appena conosciuta 1a sorte toccata a l suo con;,-ole, ùwiò a,mbascia t<Jre aJ re il s ignor Ormuz R assam, già addetto politico a,l consolato di Aden, aèe-0mpagna-io dal dottor Thla11·c e 'Clal ten~nte P,rideaux dell'esercito <lelle Indie con l'incarico di -portare a,J re una le ttera della regina cli Inghilterra e di negoziare il rilascio del oonsolc. Ma il -sospottoso r,e T eodoro, <lc,po lunghe esitazi-0ni e trattative finì per fare imprigionare anche la missione ed i,nvial'ht a Ma,gclaJà con gli altri (febbraio 1866). L'fogbiltcrra p rotestò, ma inutilmente : in fine si decise nel 1867 per Ja guen-a. A questo annuncio il re, dal contro dell'.-\hissin-ia dove si lr'Ovava, rpensò di 6un.ire il suo escrcii'o a Magdalà. ove ~iteneva sarebbe s tata d iretta l'offensiva inglese, ma, circon<l.ato da ribelli, con mezzi limitati e, d()lyendo traspor tare a -braccia d'uomo i 9uoi p·esanti cannoni sulla strada che .in pari tempo veniva costru ita, non poteva giungere a Magdalà che dopo tre o qua t~ro mesi. Gli iru~lesi cc1,carono perciò d i ia ffre\tare i p repanttivi d i gue rra sperando di p1-evooirlo. F..t scelto per Ila s1Jed iz ione J'jtinerario che dalla spiaggia di Zula sale i.1 mnediatamente sugli ah i-p iami e proseguèndo su quelli in direzione di mezzogiorno giunge a ~1agdalà passando per An.talo ed il lago Ascia.nghi : esso pr-esent:wa il vanta1,1gio di trasporta.t·e subito il corpo di spedizione in climi temperati e sa,lubri, in terroni facili a percorrersi ed in posizioni m ilitanneinte dominanti. :\ifassa.ua si doveHe escludc,re come base della spedizione ,p er evi-tare co,ruplicazioni d i:plomaticbc con l'Egitto .

fa-r

Composizione del Corpo di sped·izione. - L'ordina mento · d ella spedizione fu af:fidat-0 a l govern-0 In.diano


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ABl

.ABI

accumularsi dei rifornimenti alle spa·lle d elle truppe, e il qual<l forni !e trnµpe, oo al ~oma,ndo fo destinato che il servizio dei trasporti fosse così bene ord inato da il tenente generale s ir R o bert Naipier comandante l' Arpoter mamtenere eomunicazioni ininterroHe e sempre ma-ta di Bombay. L e truppe carru>ren•ckvano: più estese tra la ,base ed il Corpo -cl i spedizione. Ora, · 4 reggimenti d i fa01teria ~rrglese; 10 ;reggimenti di il movimento comin,ciò a . metà <gennaio: cinque mesi fanteria ind iana; 2 squaclr. cavaHeria inglese (Dradopo a,l più tardi, e cio'è ai primi di giu,gno era negoon Guards); 4 re-gg,men ti di cavalleria indiana; 1 cess.trio che Je truppe fossero di ri1orno alla base, poibatteria o n noni A,rmstron,g da 12; 1 di mortai da 8 pollici ; 2 b tr. mont. da 7, 1·igate, I batteria mont. lichè appw1:to verso la fine di maggio, comincia in Abisscia ; l compagnia Ingegneri (Ro yal Engeenering) per s inia la s tr,gio1,e del.le p io~ge ed il corpo· di spedizione La direzione dei fa,,ori -e servizi dèl ,g enio; 9 companon avrebbe potuto farsi sorprendere da essa ·s<l1gli algnie :ta.ppatori-mu1atoi:i inldiani; ba ltc<r-ia racohet1e • tipian i sonia espòrsi al Tischio <li rimanere p rivo di su 12 pezzi servita eia marinai. - l•1 tutto, 14.000 u., rifornimenti o per lo -men'O d i essere condannato per ai qu.i:li s i aggiu nsero 27 .000 non combaMen ti, ossia il cinque o sei mesi a lla immobilità. Al-la metà d i -0orpo <lel creno, il pé'rsonale a mministra,two ed i doin.irzo, v:ile a d ire dopo due mesi di inaircia, la testa mestici (camr.-followers), oosicchè la forza tota,le de l!a della colonna non era antora che a mezza via tra i:I spedizione raggiu·nse i 41.000 u. Al loto seguito mare e Mmgdalà, e la necessità. di affretta.rsì a,ppariva iurono sbarcati: 2500 cava.lli da sella e t iro per artiogni ,g iorno p iù -evidente . Ma se le tru ppe potevano glieria e cava!!'l cria; 32.000 quaclnu.p~di circa da bas1o spingersi colcrcmente avanti, non ,p otevano cerro farsi o da r,ro ripartiti in 16.000 mul~ 6000 camelli, 1600 precedere n è fa:rsi seg1.1ire costant emente da colonne di cavalli, 1800 asimi, 7000 asinelli, 44 elefant i. muli .abba>stanza ll'umerose per trasportare tutli i rifornimenti ,per il resto della campagna. Quando anche Costit11zio11e della f,ase. Al principio d i ottdbr e ciò fos.se s ta to p ossib i•le, l'or<linamento <lel servizio tra1867, il CoionneYlo Mere wether, incaricato dei primi sport i - -cli -cu-i appresso - vi s i lavori -di l'icogn izione, e11,liraiva n ella baia cli Annes-ley, sarcboe opposto. 1' u pere iò deciso sbarcava con pota tmppa sulla spia,.ggia di Zula, pr-esso le rovu1e idell'a.ntich issima colania greca di Adulis che avrebl>ern con tinuato la maTcia Magdalà ·duc sole ,b,,igate (5000 e stabiliv:1 il punto cli sbarco della sped1zione nella localit/1 di M ulk,utto, effettuando poi w,a llunga ricognicombattenti circa) e che queste zione ver detenn ina1·e il miglior p w1to di accesso ailtruppe, seguile ·da limita.ti mezzi d i trn.sporto e con impedimenta e non 1' alLipiano. :'\òl novernbre cominciò lo sbarco delle truppe €'Ci il tra ffico <lei trasporti ma;r:ittimi che dO'Veva : ombaHentì ridotti, ,w rcbbcro visdurare fino al giugno 1868 e 11el quale iurono impiegati su to sulle risorse del pa,e,.-e. In ta l modo, a misura che la marcia s i ,n viaiggi ira la baia p i An,nesley, 1l'Eg;tto e le Indie, 29 1. grossi bastimenti eia carico noleggiati i quali, olfaceva più celere , sà d ovcttier-0 ditre gli uomini. i quadt'lllJ)~i ed i r ifomimenti della mi111uire dapprima i d omestioi, poi spedizione, sbar,carnno i 01,ateriali decorrenti alla coi baga,g li, poi i viveri, s inché in ulstitu;,,ione d i wia. base ed il ma,t-eriale fisso e rotabi,'.e timo si fu ridottiad una tenda con.ica ogni LO ufficiali, a ll'abolizione pc1- 19 km. d i fe rro-via. Per facilita:r,e I.o s•barco vendel •bagaglio personale e ad una ranero ,costl'Uice due gettate di 250 m. neWintemo delle quruli fu sistemato il p onto di a pprodo: su ciascuna zione VÌV'Cri composta -di sola carne e farina. T a lè vettoVlllgliamento era Sol dato abissino delle d ue ,gittate fu s trubilito un binario che portava assicurato esse112ia.hnente a mezzo agli stabil ,men!ti della base e alla ,linea ferroviaria di armato d1 lancia cui era stata immediatamente iniziata Ja CO$tt'Uzione e.i i a cquiisti d iretti fatti dal oonm1isrnria to presso gl1 indigen i, pstga ti in talleri di Maria fra Zula ed i.I campo di Comailo, alla base dell'a'tiTe resa, che il governo britannico aveva fatto appopiano. Questo provvedimento si 1·ivelò <li particolare s 'tamente coniare a Vitnna . Tale p roced,mento fu posutilvtà, sia ni!ll'avanzata, s ia a11'atto del rimpatrio d el·~ibile sol-o perchc la avveduti condotta politica della spoclizion e, poi.chè le trup.pe furono fermate a Cola spedizione aveva fatto s ì che il paese non era ostile . mailo e rimpat1·iatc a SCu®lioni appena giuJ1Jgevano in Nella marcia d i ritorno le truppe trovarono v ia via porto. i ,piroscaJfi, evi!rundo così ad ·e sse i1 soggiorno s ulla torrida spia,ggia del J',far Rosso. A Zula mancava sempre maggio.re aibbon-clanza: il corpo dei trasporti era acqua pota,bile: ve1mero sta:bilit i su ak:uni bastiment i staio r i·ordina~o e si erano ,potuti forma-re lWligo la via ed a terra, oonàonsa tori per la p roduzione di acqua. dinu1mer0:,i d<;positi, costr-uiti fomi e sca-yati ,p ozzi : presst illa,ta: la produzione totale nel ,corso deHa spedizione so la ,ba<se cli Zula si era poi costituito un bazar tenuto fu di 37 m ilioni d i Mri an costo di c irca L. it. 0,30 da 111crcanti <li o gni razza, il quale dispqne va di ogni a,! lit,r o. geneTe di c onforto. - Il Cor,po dei trasporti (Lanci Organizzazi<me dei servizi. - Se.:on1o ìl progetto di Transp-0M C011ps) ,posto aHa dipen'clenza del con,missaria.to e organizzato dml governo in:diano era staito forsir Napier, la, s ta zio.ne di sbarco doveva essere, come m ato con e lementi arruolati aicl Alessa,ndria, Cairo, fu di fatto, la lbase logisti,ca: lun,go la lineà d i operaSuez, ooc., - e conlprendeva un p ersonak eterogeneo e zione si sarebbero stabiliti tre o quattro gr-andi depos iti d i viveri, mun:izioni, oggetti di vestiario ed equi- d i dubbia fede, non inquadrato militarmcn,tc, che, appena sba.rx:ato, d ette luogo a gravissimi inconvenienti : paggia mento, e fina-lme11te in ogni località di tappa si pa11tc cli esso si dette [Perfino a l brigantaggio. Si dosarebbe lasciata una piccola ;riserva di soli viv-eri e di vct,tero congedare t,utti i conducenti reclutati in Egitto foraggio per 1-e t>ruppe di passa•ggio. Per 1(1. esecuzione e sosti~uirli con inrcliani, inJqua;drati da graduati di trupd i taJle prngellto occorreva che il movimento verso l'inp a. Ma tale Tionganizzazi(llle richiese tenlQ)o ed intanterno fosse così lento da ,pe1,mettere il contemporaneo

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to, s ia per colpa <lei comfocenti, s ia per la quasi tota•le assenza di s ervi.:io veterinario, sia -perchè '!)arte dei muli vennero sbarcati prima che funzionassero i dist illatori, si verificarono perdite d i qu adrupedi in proporzioni grav.i. I:I i,un=o d i 32.000 quadrupedi che il servizio trasporti ·usò e<.l in gran parte consumò, rappresenta infatti quasi il dop,pio di quw1to era stato ;previsto. A.nchc :Ja. organizzazione del servizio sanitario lasciò a desidera.re. Nella baia di A,mc;sley erano ancorati 4 bas,'imenti attrezzali ad ospedali; alla base e p resso ogni stazione ,principale d i a,pprovvig,onamento vi era un ospooa.le sotto tende: vi erano inoltre le infer mcr'c dei ,corpi uguall]lente sotto tende: quando poi un cor,po si metteva in ma.PCia, ,gli ammalati leggeri seguivano in lettiga o a dorso d i mu lo e quelli gravi veniya,no sgomhra ti sulle stazion i ;pr i·n cipali: acrndeva ,per ta·nto che app'll!]to gli ammalati gravi dovevano fare 4 o S tappe senza a•lcuna cura, pi:in1a di giungcr,e ad un iposto dotato d i un medico. Tutta,via, c:;a'USa il clima salubre dell'alt ip,iano, lo sta,to <lelle truppe fu sempre eccellente: là mor-taJità fu m inima: 156 u., ossia mer.o d el quattro per m il le. - L'.t strada pe.rcors.a dal corpo di spedizione veniva giornain1en te costrru ita. datgli zap1patori, h1 modo da '])Crmettcr~ il t-raino delle art;glierie : particolannente -è-Jfìcile fu la salita all'altipiano attraverso il passo di Sena:fè o stretta d i Sulu, lunga ci;.ca 100 km . Ad Aruta,lo, e cioè a circa 300 km . dal mare, vis ta la necessità <l i fare p resto, ·il progetto di continuare la strada rotabile fu messo da ,pa:rtc : i CRnnoni furono earicati sU1gli elefam:ti (carico lordo di ogni defante circa 8 quintali) cd i ,pochi lavori :per il pas~aggio delle truppe fw-ono affidat·i alla fanteria della terza brigata.

Conrlotta della spedùione. Quando s i ini,iò la ma.rcia nell'interno, ai prim i d el febbra i-0 1867, la situazione politica di re T codorò era grave: la ribellione trionfava, il potere del Negu5 non oltrepassava i limiti d el terri tonio occupa.Lo dai suoi soldati. D elle tre grandi provincie del!' t\bilssinia, il Tigrai obbediva ad un prÌocÌ<]Je Kassa, lo Scioa a i\fenelik, l'Amh:i.ra era solo in part,e o~oupata da.Ile truppe reali, p er il resto era coi-so da11Ie barnlc armat.c di vari Tas, concon:l i solamente nel combattere il Negus. Tale si,t'llazione fa,:ilitò di me>lto l'open <iegli ù1glesi e sir Robert Napier la mise subito a p rofitto. I suoi .prdclami a lle ,popola zioni, i suoi ordini alle t.ru p,pe, le sue confc,enze con i capi dei villagg i e con i ras ribell i ùl"ear0110 ben pres10 la certezza ohe gli inglesi alt-ro no·n voJeva110 che abbattere il re Teodoro, che sarebbero rimast i cstra11~i alle lotte sociaìi, avrnbbero ril,pettato ,pr oprietà, re' i f;!:ione e persone e c!,e, a,ppena ottenuta la liberazione dei prigion ieri, s i sarebbero 1·itirati. Questo programma, fc<l'elmenle seguito in ogni circostanza, a ttirò al conpo di spedizione le simpatie del paese : i capi indigeni accorsero a r endere onore a,l generale inglese e a,d accettare i suoi doni, e s p insero Ue ,popolazion i a facrlitare il vettovaglia.mento delle truppe. Fu così ohe le trnppe foglesi IJ)oterono spingersi a 600 km .. dalla costa, ciò che sarebbe stato im.possìbile senza le risorse locati e soprattutto se lw,go la linea d'operazione fossero s6r te bande di partigiani anche a.ssa.i piccole, che avesscro ostacolato i rifornimenti. La con\:iotta poli tka della spedizione ebbe na turalmcnte grande influenza sulla Condotta militare. Le operazioni di sbarco, le ri'cognizioni del '!erreno, le raccolte di viveri ,poterono ef-

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fettua•nsi ·con la massima calma e senza preoccupazioni dt sorta. La marcia .nell'interno presentò problemi essenzia lmente logìsti'Ci. Solo ad Anta,lo s i <:ominciò a preparare unità di - guerra e le truppe destinate a portarsi fu10 a 1'Iagdalà furono fon111ate in una divisione di 2 bPigate e'd un'avangua.Tdia, Più tardi, il 22 marzo, alla tappa <li L a t, crescendo il bisogno d i affrettarsi, la divisione fu composta, come s i è "<detto, su 3 brigate, due delle qua li dovevano procedere rnµ ida.me,nte e la t~rza soguire a (\ualchc dista nza, a:tten.<lcn<lo in paTi tempo ad ultimare i lavori s tra dali fino a Lat, sistemare la stra,da d.t Lat a Magdalà 'Jl.Cl' il passaggio ~li elefam ti e<l assicuracrc la raccolta dei \'i,·eri e delle munizion i. Le rnis,urc di sicurezza. n on n:nnero p rese che a brevissima d istanza da .:\,la.gda là, in ,·ista ddla quale la 1' brigata inglese giunse il 10 aprile <lopo 32 tappe, avendo percorso da Zula 580 ktn., con una media di km1. 18 per tappa.

Combattiment-i rii Arnghiè e di Magdaià ( !O e 13 a:prile). - Le a.lturc d i )[agdaià formano quasi u.n'o'()Cra naturale a saliente, •col ver tice all'a ltura di Salassiè e le ml i a :\fagrlalà ed a.Ila r occia di Fala . Magdafa è un masso roccioso la c-u i facci~, ,uperiore costituisce un quadrilatern lungo 2 km . e lrurgo 800 m . ; le fa.cci;:· laterali <:a<lOJ1'0 a p icco, ma quella che sowasta verso Kord il :piano di Islamghiè (fra }fa,gdalà e Salassiè) è intcrrot'ta circa a me tà da un grad ino naturale: inron,o al ciglio di questo come in!Orno a l cigd,io suiieriore correva un muro sormontaco da siepe. Una scala scavata nella roccia conduceva dal!a ·pianura al gra,lino e da qur.sto a l r ip istno superiore, attraversando i due muri in a·pposite aperture. Tali muri, formanti due didtinte . lù1ee di difesa erano le sole opere d•i fortificazione aggiunte alla forza naturale del luogo. La str:a<la costru ita da Teodoro pass:wa il torre-nte Basdlo e per il suo afflu~nte Aroghiè sali,·a a Fala indi a Salassiè e l\i[agdalà : essa costituiva la sola linea d i attacco p raticabile. A mene.giorno <lel 10 aprile, la -prima brigata (Regg;mento ,cav. Siixl }forse, 1 htr. mont., 2 comp. del Regg. Punjab P ioneers, 1 reparto genio, 5 comp. del 33° rcggimen,to fanteria, 4 comp. del i'e ggimento fa.nt. Be,Joochce) in lutto 1400 t t., 'J)assava il Ba.scilo e s i incamminava '!)eT la. strada <li Teodoro ,·erso Fala, .per occupare una buona posizione ed attendere l'arrivo della 2' ,b11igata e precedere insieme all'attacco la mattina seg.uentc. La forza a:.bis-sina che la fronteggiava con1pr-en<leva circa 3-4/JOO c0mha:tteHti, i qua li, giw1li con re T eodoro nei prioni giorn i ·d i aprile, se,guiti da quasi 20.000 .persone -cost;tuenli le frumiglie, avevano preso posir.ione a Salassiè ed a Fala . •-\>J~pcnJ il movimento c:k lla l" briga ta fu scorto, .g ii am1at, a bissi,ni, in mas.~e con fuse, le s i 1precipitarono ,contro. La •bri:gata fu quasi sorpresa, ma presto provvide a fronteggiare gli avve~sa ri . l:l fuoco m icid iale del fucile Snider ebbe presto ra.gionc dell'eroiffino selvaggio degli abissini i quali si dettero all:t fiu.g a. Giunte sul l uogo 1 'btr. da mont. ed una cli Tacchctte, apdrono il fuoco drupi}rima cootro i fuggiaschi, poi coruho il campo ncrni>eo. L'artiglicria d i Teodoro r ispb-~e con 7' pezzi dwll'altura c:ti Fala con un f.uoco innoouo s ia per .portata che per d irezione, 11 comba1t imento durò fino alle 18, d opo d i che le poche truppe abissine che non si erano dis,perse rientrarono ai loro campi e le truppe inglesi presero posi-


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:zione ai ,piedi di Fala. Esse avt-vano pellduto· solamente 19 feriti, mentre gli abissini avc,·ano a farnentaTc 370 . morti, 150 feriti e 2 prigionieri. L'effotto morale di tali elcva!lc perdite! prodotte dal fucile Snider e daU-e granate da mont. fu enorme: i superstiti si rifiutarono di ,continua,rc In. lotta. ::S-eUa noue giungeva la seconda brigata (3° Cavaileggcri, l b!Jr. mont., 9 comp. reggim. ·fant. King's own, 4 comp. 33° fant., 4 comp. 23° l'unjah pionti!l'S, Brigata na,•alc racchette) in tutto 16)1) u. oltre l'rurtiglieria pesante (4 pezzi da 12 e 2 mortai da 8 po'.llici). ALle 5 del mattino le trnp.pe si dispone, ano in ondine di a1tacco quando giungevano a Sir N apier due parlamentari : il tenente Prideaux e un altro europeo, invia.ti da:l re 1)Cr conoscer e le condizioni di pace. Il generale inglese chiese la resa a discrezione dando tempo fino a mezzogiorno del _13. Il re tentò <li 'J)lm.:are gli inglesi rilasciando sulbito liberi tutti i prigionieri eu·r~ei ( 61 persone) e<l inivirundo in dono 1500 caipi di bestiame in segno di amicizia. ::\fa ta.le dono fu rifiutato, ed allora Teodoro dichiarò ai pochi soldati rimastigli., che quelli che non CTano pronti a morire con lui potevano andarsene. Poco più di cento vollero dividere la sorte del re, gli altri scesero la mattina del 13 al cwmpo inglese ove furono disarn1ati. A mezzogiorno la fanteria inglese a,vnnzò su F:i.la e prese i cannoni degli abissini dopo breve corrlbaittimento. Dopo due ore di preparazione di artiglieria l'atta<.:co fu proseguito su Ma·g dalà ed in breve superò la prima e la seconda linea d i difesa. Sull'altipiano di Magdalà fu trovato il <.:orpo di re Teodoro il quale, già ferito, dopo aver assistito fino a'll' ultimo al combattimento, si era suicidato con un colpo di pisto1a. Alle 19 cE sr.ra., tutto era finito : il suocesso non era costato alle truppe britanniche che lO feriti. Nei giorni seguent i ven,nero liberati i capi rubissini prigionieri del rc a ~faf(dalà. sgombrate le famiglie dei guerrieri di Teodoro, che vennero rinviate ai loro paesi, distrutti i camnoni abissini in numero di 37 e raccolto il bottino utilizza.bi-le. li 17 febbraio Sir Robert Napier fece demolire le mura che raffor7,avano Magda.là, ed incendiare il paese: il giorno segucn le consoi:nò la. o cgione alla. regina dei Galla. Le truppe inglesi ripassarono suibito il Bascilo conducendo seco la vedova e il figlio di re T eodoro: 'la. prima mori a:lcuni giorni dopo: il secondo chiamato f\:lamayn, nato nel 1861, fu educato a SJX-sc della regina Vittoria e morì in Inghilterra nel 1879. Le operazioni di rimpatrio delle truppe inglesi terminarono ai pl"imi di giugno 1868. Ne! luglio 1924, R e Giorgio d'Inghilterra, ricevendo in udienza a Londra il R-0ggentc d' A . Ras Tafari :\Iakonnou, -gli affidò fa corona ciel Re Teodoro, venuta in possesso degli inglesi 01el 1863 a Magdalà e consegnala dal DucJ. Argyll :ti musco « Victoria an<l Albcrt ». A Teodoro succedette Giovanni II il quale venne incorona.lo ad Akswn. Giova:nn i ricacciò w1 esercito egiziano clM! era profondamente penetrato nel suo territorio. La battaglia decisiva avvenne nella ,p iana di Cura, con la ·p iena sconfitta degli eg iz;ia.ni (apri.le 18i6). Sempre impermdo ,-e Qiovanni, ed essendo Ras Alula governatore di Asmar:i, nel 1885 l'Italia (suggerita dall'Inghilterra che nell'amno •medesimo esogu iva la sped izione nei Sud:rn) fece s barcare a :Massau:i., il S febbraio, poco dopo che era stata sgombrata dagli egiziani,

un piccolo conpo di s-peclizionc comandalo da'! colonnello Saletta, che estese l'occupazione ad .\rafal~ Moncullo, Saati, Uà-a. Nel gennaio 1887, ras Alula, sceso a Ghinda, domandò, a nome del ::-srcg,.as ;:,,reghesti, lo sgombero di Saati e di Uà-a, e, non otten•Jtolo, il 25 gennaio attaocò Saati senza suocesso, ma sorprese il 26 gennaio " distrusse la colonna del Tenente colonnello De Cristoforis a Dogali, composta di 500 ilalia<1i, partita da Moncullo per approvvigionare Saati. Allora il presidio di Saati ripiegò abilmente di .notte su Massaua, e Uà-a fu abbandonata. Le trattative di pace iniziate anche con l'intervento inglese, fallirono, e quindi scoppiò la guerra fra ritalia e d' A., e nel novembre 1887 sbarcaro,10 a }.;I'\o.;saua 13.000 italia.n:, comandrunti da.I generale Asinari di S. Marzano, che, avanzando di conserva con la costruzione della (errovia, il l • febbraio 188S rioccuparono Saati. Il 24 marzo, il Negus, con numerose forze, eJ'asi portato vicino a Saatì, ma, falli.te nuove tratta~ tive di .pace, si ritirò il 3 aprile per difficoltà d'attaccar<! i rafforzamenti italiani, e sciolse l'esercito per mancanza di viveri e di acqua. Il corpo d i spedizione italiano rimpatriò nell'aprile e maggio. Menelik, re dello Scioa, potè succedere, anche con l'appoggio dell'Italia, a Re Giovarufi, ucciso a Mctemma in uno scontro coi Dervisci e il 2 maggio 1889, firmò il trattato di Ucciatli (v.). Il 2i febbraio 1893, Menelik, consolidato il potere e non avendo più bisogno dell'appoggio italiano, denunciò alle potwzc il trattato di Uccialli, e, non essendo ancora preparato egli stesso a muovere guerra contro l'Italia, aiuò contro di essa ".\Iang,ascià, Ras del Tigra-i. mun to, dal 1890 al 1894, gli italian~ procedendo sistcmat icamcnte nelle successive occupazioni, ebbero anche a sostenere lotte contro i D ervisci (v:).

Ca111pag11e italia11c iii Abi.ssi11ia.

1° Operazio11i del ·1894-95 contro Mangascià, Ras del Tigrè (o Tigra,). - Nel frattempo, Manga.scii, figlio del defunto imperatore Giovan-ni e ras del Tigrè. che fino allora si era mostrato ribelle al Negus Menelik e a,pp1rentemente Jigio agli italiani, faceva atto di sottomissione all'imperatore ad Adis Abeba, e mentre cerrnva di suscitare la ribellione di alcuni capi fedeli all'Ital ia, mirava ad impadronirsi di tu1a parte dell'Eritrea mediante truppe che raccoglieva col pretesto di volerle impiegare a fianco delle forze eritree con:ro i dervisci. Il 15 dicembre Bàtha Agòs, nostro ca.po dell'Aochelè Guzài arrestava il resi<lootc italiano di Saganeiti e raccoglieva annati a nome proprio e di Man gasciiL. Il 16 giungeva rapidamente a Saganeiti il I'i bgl. (Tosclli) il quale, dopo trattative con il ca.po ribelle, decideva di a !laccarlo : quegli però si sottraeva durante la notte ciel 17, e il giorno seguente portat06-i a<l Halai attaccava con 1500 u. la compa,gnia indigena Castellazzi ohe teneva quel fortino. Alle 16 del pomeriggio la colonna Toselli sorprendeva alle spalle gli attaccanti che venivano dispersi subendo gravi perdite fra le quali quella. del capo ribelle. - Perdite italiane: 11 morti e 22 feriti. La rivolta cieli' Acchelè Guzli fu così troncata sul nascere: il paese \'enne disarmato. Domata la rivolta, il gen. Rarctfieri decideva di prevenire su]la frontiera sud il tradimento cli Mangascià marciando rapidamente su A<lua. Raccoglieva per il 25 dicen1brc ad Adi Qualà un corpo di operazioni di circa 3800 uomini con 66 uffichtli così composto: Bg. indigeni 11 (Hidalgo); 3° (Gallia.no); 4° (To.selli); 1


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bn:. mon i. indigena; 1 p-1.- cav. indigena ; Bande delrAcohclè Guzài e del Seraè. Coma,ndante in seconda ·era j,] gen. Arimondi, capo di Stato Maggiore il mag-• gior~ SaJsa. 11 28 il gen. Bm·atieri entra ii, A<lua ove è ricevu to daJlla popolazione con segni di pauroso ri5d)etto. R as 1\Iangascià si sottrae, e i car,i m inori tigrini tengono contegno incerto. EJfett·u at a la dimostrazione su Adua, il Corpo d i -spedizione ne esce il qua.rto giorno dall'anivo, ritornando ad A<li Ugri. Mangascià si concentra ~llora a Debra Damò e verso 1'8 genna io avvic ina ,la su a' avanguardia al Belèsa, n ostro confine meridionale~ il 12 gennaio scorulin,a entrando neJI' Acchdè Guzài. Lo stesso giorno il gen. Baraitieri, partito eia Adi l)grj, ,passa il Mareb e si dirige J">er A<ll:iisc Add ì su Coa.tit, deciso ad attacca.re <li fia:nco il Ras. Da questa manovra derivano i conrbattirmenli di Coatit e di Senafè· (v ), dopo i quaJii il governo centrale manifestò !.'intendimento di u na ulteriore espansione d ell'Eritrea verso il Tigrè; i~1-tanto Manga.scià, r ifugia tosi ndl' Agn:mè soJ.leciiav,c a iuti dal Negus contro gli italiani e non solo no:n ll!bbidiva a lle intimazioni italiane di d isanno, 01-,a raccoglieva nuovi armati ,>er tentare la ri, ·incita. Il _gen. Baratieri decideva p ertanto di passare il conJin~ ed occupare A<ligrat (25 marzo 189-5) ed :\dua (1 a,prile).

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2° Campag11a del 1895-96 contro l!impe-ro etiopico. Tali av,"()l)!Ì1nenti facevano prevedere prossimo l' intervento dell'imperatore Menelik per restaura-r e il dominio ael suo gran de fe;udatario -Manga.scià: il generale Ba.ra,tieri prev-~leva infatti la guerra per l'ottobre. Il governo centrale, incerto fra il desiderio di risolverè cpn un_ succes.so decisi-vo. la situazione in Af.rjça e l'e <lifficohà .lìnanzia ric conseguenti a<l un ,programma di espans}one, mentre ,;pingeva il governatore a nuove occ1.1pazioni territor-iali, esita<va a qmcedcrgli le forze ed i mezzi da lu i richiesti in previsione dei gravi avvenimen-ti che s i prepa,·avano: ne respiageva le offerte dimissioni·· ed intanto lo chiamava a conferire a R oma ( luglio · 1895). Il governa tore ottenne a Roma. qua111to aveva ch;esto ,c ome necessit à immediata. e,d inoltre la promessa dell'invio di nuove forre bianche in caso di neassit~ ; il governo però sembra non ten= presente che un cor_po di spedizione bianco rper le colonie non si imprnvvisa, e cl1e oltre le forre è necessa.-io predisporre larga.m ente i mezzi ad esse adeguati. Alla .metà- del settem bre 1895, mentre il gen. Baratieti era in ·via,ggio di r itorno ~r l'Eritrea, la situ azione si aggr a,vava. JJ ,gen. Ar imondi, governatore interinale e coma.n<la,nfe delle truppe, comunicava che 1-Ic.nelik avcYa respinto le .proposte d i pace, fattegli a mezzo di R as ~Iacònncn, _governa tore dell'Harrar con il quale sia il governo cdloniale CO'me qu ello centra le erano in relazione - e <-.he Ras Manga.'>'Cià, con le forze riunite terso Antalò, aocennava a riaprire le ostilità . Questo s;ato . d i c-ose indu ceva il governatore, al suo a-rrivo a ?.fassaua, a chiamare a,lle an11i la milizia mdbile indigena ed a muovere con le forze cr,itree già raocolte ad Ad~grat, contro il Ras che occupava la posizione di Debra A·ilà. Il 7 ottobre H cor,po di operazione italiano composto di 4 ba.t1ag'lioni indigeni, l di cattia tori italiani e 2 btr. da m ontagna · indigene, p receduto dal I V bgl. indigeni (T oselli) marcia da Adigrat per Maca!lè su Antaolò. Caanrnin facendo, viene -raffòrzato dalle t ru-p-

pe provenienti da Adua, e - doè il bgl. indigeni /\meglio (V) e le b,m<le d el Seraè. ·n 9 ottobre, 6rca 1300 tigrini, avanzo delle truppe d i Mam.gascià, VC'.lligOIJo attaccate a De bra Ailà da,IJ'avanguardia itaJiana (Bgl. IV e 1 b!:r. mont.) rincaJza'la. dal 2° ind. e dal bgl. Caociatori. L e tT1.1Jppc ita•liane ricacciano vittor iosamente il nemico, il quale il.ascia 20 morti e vari ·p rigionieri. Nostre perdite: 11 morti e 30 feriti. :Manga.scià fugge verso Sud. Nei gior-n i 12 e 13, tre rbgl. ed una btr. moat. agli ordini d el gm. Arimom.l i, si spingono fino ali' Amba Alà.gi per liberare R as Sebàth, già signore d ell' AgRmè, fatto prigioniero. da Mangascià. D corpo di operazioni ritorna. a Nord: si è ottenuto lo scopo d i cacciare Manga.scià oltre •i confini dd Tigrè, ma non qu ello d i annientarne le forze residue e di catturarlo. Viene congedata la milizia mabHe ma s i inizia l'arrnolamento d i due nuovi bgl. indigeni ( 7° ed 8°). Concetto del governatore era di fare ,perno della difesa contro l'avanza!~ etiopica che si prepamva, il forte di Ardigrat con !a posizione a.vanzata d i Edagà A,mùs, ma dopo '1a dispersione delle forze d i Mangascià parve necessario affermarsi più a sud. e f.u deciso di occu.pare e fortificare la -posizione di E-nlda Jesus p resso Ma.callè, a 115 km. da Adigret, col pr6posit9 però, chia.i:a.mente comunicato al gene<rale ATimom:li, di abbandonare quella posizione e d i ripiegare su Adigrat in caso premessero d a vicino forze ,>r@onderanti dello Scioa. Sempre nel con<:etto di fare pemo della d i.fesa AdigrnJ, parve tuttavia utile estendere il raggio d i osservazione più a sud d i Macallè, specialmente .pm- ragioni politiche, e fu disposto di spingere una co!01U1a vo)ante, c.he comprese da,i>prima una comp., poi un bgl. con una btr. mont.) fino aì pas5o d i Amba A.!à,gi 74 km. a sud di Makallè, località cl1e segnava il limite meridionrule dei domini di R as· Mangascià (novembre 1895). Avanzati, dell'esercito etiopico. - Nel frattempo, concord i 11otiz ie accertavano la partenza dallo Scioa di J'-.1enelil<, ,wvenuta a metà di ottobre, e la sua avanzata verso il Tigrai, preceduto da R a:s M aconnen. Questi che da tempo era in relazio11e con gli italiani quale interme<li,crio .p er indunc Menelik ad un accomodamento / sulle -basi . dei confini a sud di M acà,!lè e del protettorato itRliano sull'Etiopia, alla fine del novembre ,g i'Ullse con circa 30 m ila u. a nord ·d el lago Ascianghi, offrendos·i, in accordo con l' imperatore, med iatore <li ,pace e clii~·en<lo, come già aveva chiesto con altra lettera tarr-di pervenuta a destinazione, un colloquio wn il govei-11atore. Questi alderì inviando -la risposta affel'mativa mediante un messo, ma J)l·ima che questi giU'llgesse a l can1po abissino, M,cconncn aveva n otificato al maggiore Tosclli, coma,nda.nt'e le forze di Amba Alàgi 1 di non •p oter oltre indugiare e di essere costretto ad a ttaccare per ap rire la via a.I grosso dell'esercito imperiale. E ' da notare che le trattative con Maco1u1en venner~ complicate e forse antla.rono · fallite per il fatto già aocennato che il gove,mo cenkale, ind ipendentemente dal governatore, trattava per proprin conto col Maconnen, don;de, ritardi c'd C{JUivoci. Ai primi g iorni di d icembre, all'annuncio dell'avvicinMsi degli abissin~ il gen. Arrmondi, che aveva assunto il comando delle trup,pe deJla colonia d islocate a Sud del Jvfareb-Jlelesa, ordina va il. concentramento a Macallè dell'e fori.e dipendenti ed il governatore d a. Massaua

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Alàgi, raccolse i supersti ti e tenne testa :igli abissin i :nobilita.va •la milizia mobile, e ie bande, r infor zava inseguenti, dopo d i che ]a,_ notte stessa del 7 ripiegò pr esid i meridio nali e ord ina va il concentramento ad s u Macallè: il giorno segu<mte poi, non reputando più Adigra t d elle t ruppe di Chèren ed Asmara, in guisa d a possi bile effettua.re il concentramento di tutte k fon;e riunire colà. a l suo arrivo 5 bgl. cd 1 btr. mont. L a situàzione e ra ìa seguente: a,bissini, in due massu _Macallè, si ritirò ad Eda,gà Amùs, d ,wanti ad Adigrat, lasciando, contrariamen t'c agli intendimenti del se, -una a Nord del Lago Ascianghi con Ras Macongove11natorc, un presid io nel for tino improvvisa((> e in nei1 (30 .000 u .) u na a Su<l con Menelik ( 70-80.000 u.). completo d i Enda J eisùs (:Macallè), •comanda to dal ltalia.n.i i n t re nuclei prin,cipa]i : a) a<l Amba Ala gi (magg. To,eJlli) IV bgl. inà. J comp. del 3°, una cen magg. Calliano. turia <lei 6°, 2 sez. a.rt. mont., bande, total'e 2300 fucili La situazione p olitica, spetia lmente nel T igrai, d i4 pezzi; b) a Maca.llè (gen. Arimond i) 2 comp. del 3'', vem1e subito cattiva . I capi incerti fino allora, porta3 comp. del 5°, 3 comp. del 6", 1 sez. art. rnont., banrono i loro co:ntingenti al campo del Negus, nel q uale de, totale 2600 u ., 2 p. ; e) ad A<ligrat in corso di cor,il partito della pa:ce perdette la :prevalenza. Il govercenJrarrnenuo, 5000 uomini. natore, giunto il 10 ad Adi grat, d ispo5e iper il r itiro cli t utti i presidi più esposti e il concentra.mento ai 1l 1° d icembre il magg. Toselli segnala.va al gcn. suoi ordin i d iretti di tutte le forze della coloni-a . qua-;;i Arimondi l'ingrossa•re del le - forze nemiche e il loro ch iaJO mila u., com]}rese le bande. Ras ?vfaconnen aveva ro in tendimento di a,van,,,-i,·e s~ Am ba Alàgi . Il 4 avriaperto trnt-~a tiv-c <l i pace, ma. esse non ap,proda.rono . venne uno scambio d i fucilate a ·sud del passo ed il S Gli a.bissini avanzarono le:ntanrnntc: solo a metà diil .magg. Tosdl i, constatando la ,grande forza del necembre le forze che avevano attaccato A-!J1'ba Alagi inm ico, chiese -rin.forzi a l gen, Arimondi. Q uesti nel povestirono lYiacallè e i-I 22. genna io i l presidio ne usc iva. me;iggio' dello stesso giorno g li comunicò che la mailibero, co1l'onorc _ dcli-e armi, ·dopo strenua difesa (v. l ina seguen te s i sarebbe avanzato su /\làgi. Ma i l gen. Baratieri; considerando che tale mossa era con tra r ia àl !11acallè). ' Fratt-anto il governatore no!' si mosse <!a lfa forte p,,concetto <li base del concell· tramento su Auigrat ( co:1- sizione d i Adigrat- Eda.ga Amus, essendo suo scopo pre oetto che I' Arimond i int ima- cipuo guadagmtre tempo in attesa dei rinforzi che pa~mente n".>ll condiv.iclcva r.•r'Jtivano dall'Italia e che non sarebbero giunti prima pendoendo hwecc per l'offe.'l- della fine <li gennaio. E 1\·l en elik, non osando attaccare siva. a lrurgo raggio) telegra- -di fronte la ,p osizione assunta dal corpo d i operazioni fò da Asma:r.a ohe fo,,se soita.lia·no, decise d i aggirnorla e, fatto pro-leggere lo s pospesa e che Toselli ripie - stamento da una a.vanguamdia che s i spinse su D o,igasse mamt,enendo il contatto. gollo e poi p iegò ad ovest, sfilò con i l gr osso per HauTalle ordine, !)ervenuto als ièn ove giunse i l 29, ·p roseguendo poi sµ -Adua, IJ.i' Arimondi (l.lle t 9 d el S discian do R as 1\fangascii\. con · 12.000 u . a protezione ocmbre e inviato ad Amba verso :Entisciò. Le truppe del maggiore Calliano, che A-làgi solamente alle 7 d el ina-rcia.vano con l'avanguardia vennero messe in libertà g iomo 6, Tl.QJt giunse a dead H aiusièn e raggiunsero il ,g rosso iralfano. Co-mc ristinazione, cosicchè Toscll i sposta al ,n1ovin1ento aibissino che 1ninacciava d)inva•restò nel convincime nto che. sione la colon ia per le vie d i Godofelassi e d el Belesa, sa.rnbbe stato soccorso quanil 31 gennaio il gen. Bara.tieri :porta.v a il corpo di opeto prima. ra;,;ionri, front.: ad ovest, a l µasso cli Alequà . Il matti.n o del 6 giungenAvvcn,ut0 il corncentramento del ,grosso abissino neldo da Amba A!à,gi notizie •la conca di A,dua, il gru.ppo J\fangascià d i copertura, Guerrier o allissino sempre p iù gravi su lla forz~ mantenutosi fino allora sulla <lorsale di alture di Saue le intenziorui <lei nemico, i•I gen. A-rim,on<li nqn, rite11r ià, si ritirava a lquanto verso ovest, Il gcn. Ba ra.ticri ne di potier •restare inatti, ,o a 15 ore d i dista,nza d al occupava allora la solida linea Zalà-A.:li Dicchi-Saurià T ose.lii, e decise ~1JU<>vatnen te di a,'a!ll7..lLre avvertendone abbandonata ,dagli à:bissini e vi si foTtificava. Ad Adìil governato.re il qua le autorizzò il movime11to, sempre gra,t r iman<'-va il bgl. caccia,tori (Prestinas·i) ed altri però. aitlo scopo di sostenere il r ip iegamento de l To- . piccoli reparti icon la forza conwlessiva di 2000 u. sell-i, <la farsi appena questi si vedesse minacciato da L'in tendenza d el co11po d i o.peraiione riceveva ordine forz,e superiori. d i ripiegare ·d a Adigrat su Adi Caiè: il movimento, iniIl gen. Arimondi s i d ispose ad avanzare il 7 mattina z1a.tosi il l.7, non poteva compiersi cl1e il 23 febbraio . con 6 compagoie ascari, 1 se;:;. a·rt., ed una banda, In quei giorn i le bande indigen e -di Ras Sebath e d-i mandando di .ciò avviso al magg. T osclli, avviso che Agòs Tafari, il primo che aveva.mo liberato <la.li<> 110n -giunse a destinazione .perchè la mattina. del 7 gli prigionia <li 1-Iangascià, il secondo che era stato inabissi.ni avevano già attacca to la posizi()Tle cli Amba n alzato a ca.1)0 dell' Agamè, tradivano defezionando con Alàgi. i loro s~guaci : in co11seguenza i l tcrret\o stesso, su l quale icccampa,va il ,corpo di operazioni d iveniva infido; Verso le 6,30 infatti si iniziò l'avanzala dell'esercito si dovctte-ro soffoca.re r ivolte presso Adìgrat, aii passi comandato da ì\faconnen e comprendente, oltre le tru ppe di lui, quelle d:ei R as Oliè, )1icaèl, Alùla e :\fanga- d i Scctà e d i Alequà cd a ]\,fai ì\faret. :\1ent-re si provve-clcva alla sicurezza delle retrov ie ove 1'cstò dis locato s,cià. LI ma-gg. Tose!li, attaccato, re$istette fino alle 13 il 7° RoggiUJcnto d i fanter ia d' Africa ( 4 1bgl.) fu anche confidando nei 'finforzi, ma fu sopraffatto e ucciso nel presa in esan1e la soluzione d i spostare indietro, verso cmn_!:>attÌt!1lento (v . Amba A lagi ). Il gen. Arimond i, Adi Caiè, l'intero Corpo <li operazioni, ma poic,hè le giunto frattanto atl A<leri., 20 km . a )<orci di Amba

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Bain<la abi,sina (S{l{'O nda mr,ta sM0!o XIX) conseguenze delle r ibellion i non si accen~uavano, fu deciso, anche P.er. ragioni morali, di non a;bba.ndonure la posizione di Saurià. -:Vfenelik frattanto, considerato il 1iericolo di- attaccare una posizione ,afforzata, tenuto conio della diffi-coltà d i far vivere più a lungo nella sfrutta ta conca di A<lua le sue forze, e visto che il nemico non si lasciava indurre ad attaccare, richiedeva che gli fosse inviato un delegato per venire a trattative, ma poichè il govemo ceni raie insisteva nel. voler riunovato il trattalo di protet tora to di Uocial!i e nel dbie<ler<: ,la cessione del 'J.'igrai, punti sui quali Mcnelik era intransigente, le trattative condotte da l magg . Salsa non approdarono . E rano g~unti dall'Italia e continuavano a giungere battaglioni di rinforzo, e, rper quanto costitu iti con unità tratte promiscurumente da vari cor.p~ p resentavano mora.le notevohnente elevato. G ravissima era invece la s ituazione logistica, specie ri,g uardo alle salme_rie: i quadrupedi morivano a cen tin aia, sia per sovcrcnio lavoro, sia ,per il forte squ ilibrio d i clima fra la pia,nura e l'alta m ontagna . L'intendenza d imostrò chiaramen te ohe non era più •possibile rifornire le truppe se il Corpo di operazione non s i decideva a r itirarsi d i J-4 tappe almeno. Ù ,gen . .Baratieri si convinse della necessi(à <lei ripiegamento ,per avvicù1arsi alle basi. - D 'alt-ra parte, il 22 fobbraio, pure per ragion i logistiche, i} corpo di Ras Ma.ngascià che fronteggiava le :for71; eritree, riceveva. dal Negus l'ordine di r itirarsi ancora più ad occi:dcnte, per non gravare più oltre sul povero ed esaus-to paese del Gandap,ta . Il movimento ven iva immediatamente segnalato al nost~o , comando.

rerduta la speranza che il nemico lo attaccasse sulle forll pos1zion i p,;;scclte e premuto dalle necessità. logistiche, il gen. Baratieri ,fava ordine d i r ipiegare: il movimento s i iniziava il 23 febbraio in direzione di Mai .i\farèt. },fa tale decisione contra riava i progetti del Negus il quale a,veva lo _stesso interesse e gli stessi propositi -ùel gen . Buatier i: quello cioè di provocare !·avversario_ a·<l attaccaTlo ne lle sue posizioni, e non voleva essere costretto a seguirci nella ritirata aggra van-clo le sue già gravi condizioni logistiche. Pertanto l\fenC"lik, subito i11formato dell'ord ine d i ripiegamento, Ja,nciava !a notte sul 24, 10.000 scioan i agli ordini d i Ras Gabeiù 1'cl Sarae merid ionale coll' incarico di fare una diversione infestando le nostre retrovie e l'altipiano a sud di Asmara. Avvertito <li ciò.., il ,ge,1. llaratieri a rna volta spediva il bgl. ind igeno AmegHo (S 0 ) COJI ie bi!n<le del Scraè ed Ltna sezione rnonL ad occupare il ciglione del lèlfareb, con l'incacrìco di prevenire Ras Gabei(, verso Adi Qualà, ed intanto, sospc.nden, l'or d ine <li ripiegamento. La ritira ta fu ripresa il 25, poi di n-uovo sospesa it 26 per la notizia di un probmbile attacco nemico recata da infonnacori malfidi. Ma il giorno 28 l'idea della r itirata fu ripresa e il comando di ta-ppa ne iniziò l'a ttuazione. Senon,chè, il 29 febbraio, il gen. BaTatieri, riun iti i brigadieri esponeva loro la situazione e domandava il loro ,parere sulla quistione se contiTIUare la ritir.ata o avanzare in direzione. del nemico. Tutti furono concordi nd dichiarare che, d a to il morale elevato delle tnq:>,pe, conveni,,a a.ffrontare la batta.glia. Il gen . .Baratieri si riserbò d_i <lclrbcrare e decise subito dopo d i -compiere una uhe0


-- 36 riore ava,ntata che costituisse una suprema provocazione per il nemico: il Col'.'J)o di operazione avrebbe do,·uto cioè con marcia notturna portarsi verso Adua, sulla forte linea fra i Monti Semaiata ed Esciasciò e stabilirvisi fortemente: egli intendeva che la marcia in avanu dovesse condurre al combattimento solamente se il nemico si fosse indotto finahnente ad attaccare. Per contro, in seguito ad una serie di sfortunate combinazioni, il movimento provocò la battaglia, non progettata, di Adua (v.) nella quale le forze it.allia,ne vennero accerchiate e annientare da.Ile forze .rbissine. Il magg. Prestinari col presidio di Adigrat, avuta notizia della sconfitta, rifiutò di muovers i e si chiuse in quel fortino.

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di · operazioni così composto: Comandante geu. Baldisscra. Capo S. M. col. Valenzano, sottoc,q>o S. M. il Magg. Salsa. Uff. 572, sold. 16.200, così ripartiti:

l • Divi~ione ge11. Del Maino : 1• brigata fanteria, 2• brigata fanteria, 1• brigata, artiglic-ria, 5° . bgl. indigeni; 2• comp. genio, l sez. sanità. 2• Divisione ge:n . H eusch: 3' brigata fanteria, S' brigai,'\ fanteria, 2" brigala a rtiglieria, 1 ° bgl. indigeni ; J' comp. ,genio, 1 sez. sanità. La scarsità di acqua, data anche la siccità eccezionale, e altre difficoltà logistiche, obbligarono a proced ere con lentezza ed a fare una sosta ad Adi Caiè; dopo la. quale l'avanzata -v,erso Adigrat fu ripresa e ra.ggiunse lo scopo voluto, poichè all'ap.pressarsi dell'aC,:mtroffe11si11a del gc11. BalcHsscra. - li 4 marzo ,-a:nguar<lia italiar.a gli abissini tolsero il blocco e si ritirarono. La liberazione d i Adigrat ( 4 maggio) segnò sbarcava a ~Iassaua il gen. Antonio .Baldissera gjà inla fine della con troffensiva intrapresa, poichè il gcn, caricato dal governo d i s ostituire nel comando supeBaldisscra·, in seguilo ad ordini del governo, dovette riore e nel govcmo della ~Ionia il gcn. Baratieri ru1a bbandonare il forte liberato e ritirarsi negli antichi che perchè questi era generale di divisione mentre con confini dell'Eritrea. Il corpo di spedizione rimpatriò i nuovi rinforzi le truppe in Eritrea avrebbero avuto nel giugno ad eccezione d i 3 battaglioni, 2 btr. mont. forza superiore ad un Gorpo d'ATJ11ata. Il nuovo goe una corop. genio che furono trattenuti ,per la sicuvernatore rnccolS<> tutte le rezza dell'Eritrea durante l'estate. fou..e subito disponibili (circa 18.000 u.) fra Dopo lunghe trattative, alla a11età. di ottobre furono Ghinda cd Asmara e segna.te le condizioni di pace fra Italia cd A'bissin.ia, provvide al riordinamencondizioni che derivarono in gra,n parte dall'aver dato to dei superstiti di Adua: all'episodio di A<lua una esa,gerata importanza. Esse con gli avanzi delle brupcomprendevano: abol i1.ione de! trattato <li Ucci:ùn e pe itaJia.ne vennero ricoquindi indipendenza assoluta de ll'Etiopia, confine delstituiti 5 battaglioni, 4 · l'Eritlea - da stabilire esattamente in seguito - sulla d-i fanteria con i quali linea Mareb-Belesa-Mai Muna, e liberazione dei priTen<l.a tll ras Manll'ascilt venne formato il 6° reggioni~ri italiani ancora nello Scioa dietro intclennizzo di gimento, e 1 di bersa- 10 milioni al Negus. glieri che venne destinato far parte del I O regg. borNel 1909, M enelik, stanco del mal.governo esersaglicri. I superstiti di art. furono adibiti dapprima 11 citato nel Tigrai dal Degiacc Abrahà, il quale sovente servizio dei forti e più tardi incorporati nelle nuove provoca.va ribellioni le qua!'i richiedevano poi l'mt.e.rbu. giunte dall'Italia. Quoo to alle truppe indigcn,e, s i venrto dc.i ~oldrui'i del Negus, deci~e di man,darvi Uag1 ricostituirono i battag,lion i s tessi, trn,1ne queHo <li mii. scium Aibatè, suo diretto e fidato rappresentante. Il mob. che fu disciolto e ripartito fra gli altri bgl.; coi D egiacc Abra.hà, che vooeva tramontare improvvisasuperstiti di art. fu costituita una nuova btr. indigena mente l'assolu.ta sua padronanza sopra umi. vasta resu 6 pezzi. gione, agitò fra il popo1o l'irlea dell'ir!d,perulenza e Frattanto il nemico, che il giomo 8 marzo era giunto mosse 'COn l'esucito ad inCOI1tra1re Abatè. La batta~hla t·on 20.000 u. ad Entisciò e col ,grosso trovavasi a Mai :ivverme a Quoram il 9 otfobre 1909 con la comCioò, non aveva spinto oltre l'iniziato movimento ofpleta sconfitta d i A·brahà che fu fatto prigioniero con fen!sivo, an.zi, il 12 tutto l'esercito si concentrava in quasi tulli i capi suoi dipen<lenci. ) 1eneHk prirna Faras Mai donde verso il 20 iniziava lentamente la d, morire 1ksignò a sucoedergli al trono suo niprQpria ritirata in direzione dello Scioa lasciando nel po1e Ligg fass11, figlio della sua primoge nita ScioT igrai i soli ca,pi tigrini che vi si trovavano prima gasc e <l,c,I Ras Mic-Jel, ili caipo ,pii1 po1Jente in A. della guerra, con 10-12.000 u., i quali investir ono Adidopo l'imp&atore. Infatti Ligg lassù nel dicembre grat, sempre tenuta dal Magg. Prestinari. Le ragioni 1910 salì al trono e il Ras :Micael fu nominato reggente di tale ritirata debbono ricercarsi nelle notizie, forse lino a che l'erede non avesse raggiunto la maggiore età. ampliate, ciTca innumerevoli rinforzi giunti dall'Italia, Di carattere debole e malaccorto, d urante la guerra eue nelle difficoltà. logistiche insonnontabili per una masropea s i lasciò attrarre nell'orbita degli imperi centrali sa di quasi 100.000 u. Alla metà di marzo tutti i rinche intendevano per mezzo suo di creare agl'i Alleati forzi inviati dall'Italia erano giunti portando le forze forti imbarazzi in Africa, per cui essi fossero costretti in Eritrea. alla cifra di circa 41.000 u. ad una distrazione d i forze dall'Europa verso le coloDalla part.c di Càssala intanto la s ituazione ' si agn ie. J1) li marzo 1916 <furono s parati alcun,j colpi d i gravava; i Dervisci, imbaklanziti àel successo scioano, fuòle con tro ie finestre dell'abitazione del Minis tro d'lavevano s tretto da.ppresso il forte, a I soccorso del quale tali;t in Addis Abeba, conte Colli, e contro l'ingresso fu inviata una colonna comandata dal col. Stevani della Legazione, e il :Negus Ligg lassù si recò in pcr(v. Dervisci). SOlla ad esprimere il suo rincrnscimento al Ministro e a fare dichiarazioni d i simpatia per l'Italia. H . 27 setL iberata Cassala, il gcn. Baldissera decise di avantembre 1916, Ligg Iassù, mentre s i t~ovava nell'Harrar, zare verso il Tigrè. Riattate le strade e dopo una micentro musulmano· doli' Etiopia. mal tollerato, sia pernuziosa preparazione logistica, venne formato un corpo

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chè, seguendo l'istigazione degli emissari d egli imperi centrali, favoriva l' elemento musulmano, e sia perd1è il di lui padre e reggente si era acquista to inimicizie e antipatie, venne dichiarato deposto dal trO!lo e fu eletta imperatrice Zeoditù, figlia di Menelik, moglie di Gagsa Oliè, simpatizzante per àa causa dell'Intesa. Erede a l trono e reggente fu prodamaito il d egiac 1•a,fari M akonnen, figlio d-i Ras Makonnen. Qu~o colpo di stato fu preparato ed eseguito dai maggiori capi abissini in una apposita assemblea, dove l'abuna Mathirus dichia-r ò i ras 'e il Jfopolo sciolti dal g iuTamento di fedeltà e di. sudditanza. Ras Micael, che aveva le sue forze nel paese dei Wollo, a nord est dello Scioa e la capitale nella c~nca di Dessiè, rad unò un forte esercito composto in gran parte di elementi Galla, e si diresse verso Addis Abeba.. Presso Ankober si scomrò con le 'forze del nuovo governo che furonò sccmfitte e lo stesso oomanid:m te Lu! Seghed morì sul campo. Questo avvenimento fece seriamente temere una vittoria definitiva dei ribelli. Ma il Governo a;Hestì un nuovo eserdto ché il 27 e>ttobre 1916 d iede battaglia a Ras M icael, lo s,oon,fisse e lo fuce prigioniero. Dapprima l'esito <l'"l combattimento era inoorlo, ma un at tacoo risolutivo sul ,fianco determinò la ,vitto:r ia dell'esercito della figtia '<li Menelik, la quale l'll febbraio 1917 fu solennernentc incoronata. Ligg Jassù fuggì negfi antichi <lom in ii con i resti dell',esercito e gli furono inviati con tro Stemma dell'Abisslnla Woldè Gheorghis e <legiacc Ba!1tcia, i qua.li furono vittoriosi a Wollo· e ad 1\rusi, e nella prima. metà cli maao 1917 Ligg Ias,;ù fu relegato nella fortezza di Magda. Woldè Georghis fo n ominato re di Wollo, Gondair e Beghemder. Riuscito ad evadere, Ligg Iassù ~ell'agosto 1917 fu raggiun to presso Dessiè daHe forze d ella imperatl'iee Zcoditù, sconfitto in un sanguinoso coi;nbattimento =I qull!le fu ucciso col suo comandante in capo Ras Emmar e i suoi m igliori generali.

L'A., o « Impero Etiopico» è retto a monarchia assoluta, ]a. qua le è ancora a t{po feudale, con un N e, gus-m:ghesti (re dei re) cristiano, d a l quale dipendono re dei sei regrui (Scioà, Goggiam, Caffa, VaJamo, Gimma, Afar di Aussa.) e :i ras d elle pro.,m1cie Tigrè, Ha1111hruna, La.sta, Harrar, Aga,den, e :provioce equatoria1i Ga:lla. Super.fide 900.000 kmq., pcwofazione 8 miii01,1 i d'a:bitanti circa., retigione Cristi'<ln a. copta oon gran n umero di musulmani e pagana, capitalre Addi:,; A.beha con sn mila abitanti, ferrovia Gibuti~Addis ·Al:icba km. 789, capo d ello sta to l'imperallrice Zeo<litù, figlia d i Menel·ik, nata. nel 1876, maritata in seconde nozze nel 1901 con Ras Gugsa., incoronata 1'11 fe'bbmio 1917. E rede ~l trono e reggente R as Tafari, figlio di Ras Makonnen. Stemma il leone della tribù di Giulda •che tiene in una zampa uno scettro sormqntato dalla crooe.

Esercito. La pr.rma onganizzazio111c mil-it1u:e che menti considerazione è quella apparsa a,! principio del 1800, migliorata d<i molto, >n quam to ad a,nn1~ a:!,l'epoca della pxeparazione kiella. guerra oonitro 1'foùia. L 'esercito era ctxrnpost,o <li icavalieri armati di giavellotto, scia.boia e

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A.BI

scudo; di fuci.Jier,i arn1ati d i focili di vario modello ed a,nchc a miccia; ciacun armato doveva ccmfeziomw:si· le polveri e fondere i proiietti"l'i di p iombo peiichè n(Xll esisteva una rngolare forn.ituaia. òi munizioni; di fun taocini armati ùi scimitarra.. co1ita, dancia e 13ia.velldtto. Servi e sen·e erll!J>O al seguito, incaricati dei var'! servizi. In testa alle tr uppe andavano suonatori d i <cneganit >> e dan zatrici, per esaltare i combattenti. Seguivano i fucilieri e quindi il Capo su cavallo bianco. Veniva qu indi il grosso dell'esercito e in coda i servi d'ambo i sessi. Ciò fino a che non furono introdotte, in quantità apprezzabile, le armi europee che influirono sulla trasformazione dell'arte Jella guerra.. Lo Stato era sotto un unico sowa.uo (Negus), dal quak dipendevano i goyernatori delle provincie (Ras). Costoro e i capi dei villaggi conducevano alla guerra i propri contingenti e vi furono anche specie di condottieri e capitani di ventura che vendevan o i loro servigi a p rincipi belligerant i: Per rnd unare l'esercito, il capo fac-eva battere i « negarit » sulle piazze e gli arald i bandiva.no il giorno e il luogo della radunata. L 'esercito vivcl'a d i sacd1eggio e quindi, mancando i servizi di vettovagliamento, nelle regioni devastate o povere, facilmente si sbandava. Il solda to abissino è sob!"io, resistentissimo, valoroso, disciplinato, abile nel valersi d el \'erreno, irruento nell'assatlto . - I combatrenti di ogn,i regio11e sono di tre rutegor,ic: soldati regolani coola11temenle a:] sòrvizio del capo; volontari che posseden<lo UJl fucile offrono il loro i'iervizio al goven1atore u1 caso d i bisogno; gente armata venuta da altre règiQni in aiuto di un capo. Il soldato regCilare cLiede verba.hncnte di essere a:rn1olato e presenta un uomo che risportda del'la sua fetleltà giurata r. ,clclla su; buona condotta. Se un Ras non è sicuro nel .pa,ese che go,,crna, r ecluta i11 a ltre 1·e,gion.i la sua gu'ardia pen,01~le. L'a,rmarnento è composto in prevalenza <li moschetti, Gras, Remington, \Vetterly; scarsi sono i fuoili italiani mod . 1891. Tutti i greg.u·i porta,no il colteHo, pochi la lancia, lo scudo; i ca1)i ha~mo anni mO'dern e .a,.-u Le in regalo. L'armamento de lta cavalle· ria dov-rebbe essere il moschetto ; ma ordinariamente essa porta tlo scudo, la lancia e la sciaibo'la. I gra,nd i caip-i hanno cau1,1l.()11 i e quasi tu tti posseggono mitraglia trioi GartITer. 1'l muniziom,,mento a,bbonda presso il N-e:gus, è scairso pres.so i capi provincia, e i gregarii ha:nno una Cfa.rtu,ccera c01111:en,ente una qu arantina di cartucce. La paga del soldato regdlare consiste in wrn certa qua,ntità d i misure d i grama~~c. Le punizioni consistono nel ,Jioenziamento, .~mprov,oro, çaliena, al piede ed a'lla mano, e rarnanentc colpi d i curibasc. La. mobilitazione è a.ninunziata sui merw•i dai ba.uditori che gridamo Jil giorno e i,! luogo d~lla rad\llnata. In marcia il soldato possiede un asinello, gu-ida'to da una schiava o da nn pairen/te o da:tla moglie, sul q uale ca11ica hi tenda e \l'Cttova.glie. I più agiati posseggono var-ii servi e v,i,r1 quadrupedi. Si rpossono ca.lcola:re rul se.gt,,to di ogni so1àato, in media, due persone e due quadr upedi La ,1nobilrtazicme s.i completa in ma,rcia, che è lentissima, durante 1a quale sqpravvengonJO i ritardata.rii. ::-1ell'accan:npamen to i capi minori si orientam.1:J sulla renda <lei Ras e si dis~ri'buiscono 111 qu attro nude.i; ,mo di a vangua.Pdia, d ue ai fi=hi e uno di r etroguarJia . F,un.ziona. un &eI'Vlizio di informazioni mOl!to rudimentale che <là 1Puo.go a inesattezze e rud equivooi. I ,r,eni di segnall~one consistono normalmente in fuoci1i . L·abito di g{ierra c0011pmlde segni vis tosi del valore per-


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sonate, ma. essi vam10 scompaTe.rndo dopo l' introcl.1;,10ne del1e anni <la ìuoco, perchè ta li segni re-id o110 ;:,iù visibile il bersaglio. Pr,irna <lei combaitimcnto si t:iene il consiglio di guerra. 11 c oma1nda01te dà ai sottocapi ist.r u zfon i d i massima, e cos,toTo dura,nte 'la brutta.glia agiscono di 'iniziati,-a propr ia, tenen,do però presenti le d isposfaioni de l ca;p6. Alla battaglia rn.rumente ségu,:: ]"ins eguimen to ; p iù spesso iiwece il saiocheggio d,ol!'a,ccamparmen to · nem ico · e la spogha•zione d ei caJdut i. L e ri<:ompcnse consi.;;ton:o i1, c,:mcessione d i comand i o governi di provincie e paesi, di terren,i, e in regali d i oggetti preziosi o a111mi . I feriti s ono cuniti somrnariamcnre dopo :l-,1 lotta. I ,prigionieri r-in1a.n gon-0 tli p roprietà cld capo per sette anni, ed a liJe volte per sempre, d·onde ~•origine della schia~itù , che fo poi vietata. da ),{e,n el ik con a pposiito editto.

Abitacolo. Qu.e,ta voce, che in lin.guaggio ordinario, secondo i! ;,ocabolario della Crusca , può d irs i i.inonimo di a·bituro, con sign ificato di u~ia costmzione o riparo rudimenude u sa to a m o' cli abitazione, ncl ,l inguaggio militai-e è adoperato invece per inrlica•re i'alloga1nen-

to degli speciar1i lum i destinati .i r ischia rare i loca li iri cui s i custodisco.no o s i 111aneggiarno polve ri ed esplosivi in genere. L' abita.colo normalmente ha forma di nicchia scavata nelle pareti,

ùon l'apertura verso il locale da risch ia~ra.re,

n1unita

di vetro, d iet,ro il quale si colloca una p iccola la mpada a rìflettore: e perchè la lampacl,, pOSsit essere messa, tolta o a zionaita senza che occorra e11trare nel locale, la. nicd1ia non è post.erionnent,c cieca, ma bensì mun ita di uno sportell,o ,a cerniera. L a immis~ione :aell'abilacolo de !J'a·rla necessaria alla coinbus tione <lei lu me è a%icu rnk1 median te un.a coppia di tubi conrnnicanti con l'e.,,terno. La. eletta s istemazione, che era u n tempo ,Ji uso normale, è andata facen dosi sempre meno frcrp1ente in seguito a.lI'adozionie delle lampade elctniche anohe per i lluminar.e i loca._ii adibiti a depos iti d i espl0<,-ivi. I .a. instailazione dell e lampade elettriche n..:-n richiede la prepavrazione dell'a,bi,tac-ol=o : esse ·, ,;ngGno -semplicemente applicate al le p rllfeti o a.Ila volto in appositi incàvi, pratica ti nello spessore dei muri e protetti da ~rossi Ol'istta lli riflettori a forma di occhio cli bue 'Nel linguagg io lYta rinares co s i c hia:tna. a.n.che abi ta colo il piccolo stipo ,n"C! qua.le s ulla nave vie·n,;: custod il,i la b us.sola.

Abitat.i. Costituiscono importa.ntissimo elemento della lotta tattica e d i var ie operazioni logist iche. Per queste ultime v. Alloggiamenti . Duran1tc le guerre passa le la lotta p er l a <:onquista degli A . fu s-cmpre carntk r izzata. cln s in golar,:: accan imen to e la dif<::sa degli A .

ABI

riuscì s emp1,e a Lra!lene re p e.r lungo tempo forze 11ot:evo[.. men te superiori. Infatt i, indipen dcn tement,e da ll'effic aci:i elci mezzi cli offesa, gli A . sono un importante ostacolo, aumcn:ta,no la forza d i rcsis te nzi anche se in numero lim ita.lo, rompono la coesione fra. i repa rti a ttaccaTiti, offrono a l difensore d i poter estend ere la propl'Ìa. fronte cli comba1tiipen to, cos tringono l'attaccante, a second ;i, dei cas i, a rallentare la m ar·cia, ad arrcsba rsi, a sosta.r~, a. schierarsi innanzi tempo, a<l impegna rs i o a d is tmrr,i una pa rbe dei.le sue forze per esplorarl i, per debe'llarne la d ifesa, o a lar ghi spostamenti per evita;r,li. ~ ne tra-e profitto come punti di ap poggio o capisaldi d i una linea, come contri di parziali azion i cli a tt'ucco e di d i·fesa. come . p osti di oss,ervazio.ne, cli oc-cupa.zicnw avanzata, co me luoghi a:tt i all'insid ia, alle &orp11CS<! e a ll'aggu a,to, per tenere truppe cela te a lfa v ista e mascherarne i movimenti e come r ipari per avanzare a.I coperto. L'importa.nza degli A . è rimasta 11otevolissima anche dopo i l progr,esso ~lei mezzi d i offesa, siano essi case isolate o gruppi d i case, donde la opportunità tli tenerne buo n conto per fissare i mod i e i mezzi <li valersene , sia n ell'offensiva e sia nella difesa., modificandoli artificialmente per aumentarne •i vantaggi e d imin u irne gli incon-(,cnicnt i. Localizzano Ja. 'lotta, renden.dol'a accan ita, \-a ria 1 sanguinosa 1 e può a.cèaider•c · c he gli. episod ii che si svolgono in torno a.d essi influiscano sull'esito genera le del comba,tt imento. Sono oggetto d i pa.rticolarc osservazione delle avanguardie e dei fianchcggi<!.tori d i reparti in marcia, i quali li es1)lorano, ad evi.tart o prevenil'e sor prese. molestie al grosso ; ed eventualmenre, potendolo, d i per sè soli, soffocan o le resisten ze in e.,si annidate, con azione r apida e 1·isoluta o UJediante aggiramento. Gli ufficia:li che e:.-plorano gli A.. a scopo dfen.sivo, portano la loro particola.re osservazic;me sui seguenti dementi : fronte, fianchi, i:nterno, rovescio; su i vantaggi che il nem ico potrebbe tra rre dagli osta<:oli esistenti nel terreno di attacco; s ui lavor i possibili per avvalornrne la dif,es.a; sulle condizioni cbe agevolano il servizio d i esplorazione e di sicurezza, ecc. A ],òOOpo offens ivo inveoc ne studia1io il valore come appigl i tattici, ed i vantaggi di copertura, per a vanzare e p 2r tenere i i,inca:lzi, in forme con1pattc e a lla mano, in vicinanza d el luogo d ove debbon o essere impiegati. La importanza degli A. è subordinata alla. situaz,ione, a Ilo scopo cui si mira, a lla. quantità e specie delle truppe <:ontrap posre, alla ubicazione rispetto a lla lint!a di resistenza. e a:I terreno d i attacco, a lla con figuraz ione del t•erreno circost!tn te, a·llo sviluppo del ma.rgin,e, alla <lisposizio11e degli accessi, a.Ha rete delle s trade inte m e, alla for ma, solidità, raggruppamento delle ca.se. Le d isposi7,ioni per apprestare a cl i f.esa gli A. ne r>iguo rdan o il margine esterno e la parte ònterna. P er il marg ine esterno va,lgono le norme stabilite p er !'affoaamento <li una. posizione qua ls iasi, tenuto p resen te, per il caso pa rticolare; che j lavor i ,t endono so- , prattu tto ad u1t.el1Sificarc gl'i e ffe tti del fuoco. P erciò si approfitta. degli ostacoli d iv isor i, quali muretti, ca11cellatc. star_ciona"te, fossi esistent i poco d istan,ti dai caseggia ti est•ern i, r ia lzi, siepi, cunette, rafforn ndoli opportuna men te e racCÒrdan cloli fra -loro 1nedia.nte deme nti d i trincea. Le case che rimangono s ulla linea marg:ina'l e di r esis tenza vengono sistemate con opportun i sbarramen ti a li-e .finesh'c e a'11e porte e aprendo fer itoie. Nel comp lesso •la linea. d i resist<:.nza deve 11isultare r obusta, poichè è su cl i essa che occorre comp iere la di0


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fesa pr incipale ; essa deve essere si'Stemata in modo da oerm<:11terc fuochi i.ncrociati. D inanzi si sgombra quanto ~ iù poss;bile il campo cE tiro e s i predispongono ins idie e molestie . S i provvede alfa difesa interna ban·ican<lo Je s trade, sistemando a difesa fabbrica ti particoìarm,cnte so lidi e ben situati, sfrnttando fos;;,i e canali, rafforzando ripa,i,i per rincalzi, apprestando sbocchi per contrattacd ,i, e possibilmenre rafforzaJ11<lo un case ggìato a mo' d i ridotto, per l'estrema difesa, irt luogo cenlrak rispetto alle s t rade che vi co1wergono, o dominante . F ina:lmente sono ne<:essarii ìaror.i su buona posiz;i-0ne arretr ata, domina.nite gli sbocchi del paese, e dovranno essere prese p recauzioni cont ro gli in cendi, e predisposti a bbondanti · rifornimenili d i munizioni. La d if<'s~ <leglj A. è fat ta ·lungo il margine, coordinata con razione a1tiva dei repar ti d islocati aU'esterno," alle a!i, <":•c. Il perimetro, quando mqlto sviluppato, ;,iene d ivi.oc in settori a c iascuno dei quali si assegnano p iccole un.ità ta ttiche d i fanteria. L'ar tiglieria si colloca a i salie-nti per aveice vasto ca:mpo <li t iro e le mitragliatrici i,::;r;umo efficacissime per la d iie.sa d iretta degli ucc~~i <lei salienti e per il fia.ncheggiamemto dei p1111ti ni ù cl , boii. N id i di mit ragl,i-'dtrici, quan do i l t•crren'O lo avori:c-c;,. sollo ogni aspetto, e la sit uazione lo consenta, .,arà utile distribuirli, ben for tificati, n el terreno entif,1a1,·!e al maq,;inc . Bisogna, per r iuscire ne ll'intento, svilUJJf.>Hre la ,massimci intensità <li fuoco ( neHa bactae.li a di Se<lan. 1 settembre 18i 0, i francesi, lungo il ~,argine d i 1laieilles, trattennero per dive~ ore i due corpi ba,·,ncsi che a ttaccava,no) e poter passare facilmen tt al contra,ttacco. I rincailzi sono dislocati a!l i-iparo a breve distanza dalla lù1ea d i fuoco, e la riserva viene ò su·ibuita in parre nèlla ·località d alla guaJ.e possa a cco rrer,- presso i purnti della d i[e&'t pe1,icolant i e in pane nel ri<lotlo, clo,·e oppo1're l'estrema t'Cs<istenia. Le n t ri.e fa si sucocss ive d i difesa interna ve ngono regolate a ~-ce<q1<la. de lle c ircostanze, cd hanno notevole imporlaJJza. (,\ Ligny 1815 - - la resistenza successiva lungo il ruscello ch e a,tl-raversa l'abitato fermò p er parecchia.J ie1npo i progressi dc ll'atta.ccaJ1te; a Loigny e a Beaugen cy - 18i0 - i ridotti furono t'lemenli di gr a.n <l~ l"C.-sis tenza). Il fu.oco delle val"ic armi v-icne aper1o a 6r ancle ·distanza contro la fanieria, e l'artiglieria cerca ,li ost:t.cola ne a que lla avversaria il col locamento su ~li una buorna posizione. Se opportu ni, co1wengc,no gli atti controffens ivi delle truppe ma rginali e se i:! nemico ~ rt-spinto fa d ifesa lo insegue col fuoco e con le trup~. J criteri informatori <lell'a t tacco sono: i ar ca,dcrc la difesa p ref•<>ribilmente col solo •impi.ego del fuocÒ, p remunirsi contTo eventuali a t1·i contr offensivi all'este:-no, r iconere all'espugnazione d iretta. nel solo caso in cui si,a indispensabile, e i n questo caso agire con rapid ità ccl energia impegnando le sàle forze strettamem -:; necess.1s·ie e -tene ndo le altre a:lla mano con le q u,i;li ,J rntla•re. i,] s uccesso o pro\.eggere e ra ccogliere quelle impegnate in caso di ·insuccesso. Il comba ttimento ·acqu ista una fìsoncmia speciale s ia per h sua forza d i rosi~ler>za e s ia per •le speciali a2i9ni intese a r idurre n:l 1nirjin10 l vantaggi del <lifensor-c: avvdlgimenti 1 aggira □m-::i, r>r epa razione di fuoco d i ;trtiglieria in p1'Cvaleaz.1, t~1ctativ i di incend io, sorprese, impiego cli, forze di mo!:o s uperior i a quelle della· difesa, azion i 11ottu1·11e, e-:c. ; mentre la difesa sfrutta ,j vantaggi intr inseci della località . avvalorati d ai rafforzament i a~tificia'li, e svolge ;nione violenta, di fuoco. Jnolt•re i.[ combat<tii-

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mento assume caratteristiche particola:ri rulle singole armi. N ell'atta.cco ha ,importanza. l'art;glieria che, impiega bocche da fuoco pesanti e proiettil-i specian (granatemina, torped ini incendiarie, ecc.). La fanteria compie l'atto r isolutivo. Le mitra,gl'ia t r ici tr ovano rmp,ieghi particolarmente vantaggiosi sia ndll'atta,cco che nella difesa.. L'aittacc-0 costa sacr ifici quando la manovra sia limitat.t da~ terreno, l'artiglieria non JJossa avere grand e efiica~ia e il terreno non presenti rip~·i. L'111tacco è preceduto ,da una r icognizione che determina esattamente i l valore difensivo ,natura le e artificiale dcll'A ., i punti deboli, i l'ipari meno . resistenti ai cdlpi d'ar tiglieria, il terreno più ad aitto ~r l'avanzata, la posizione d~bl'artiglieria avV(!rsaria, l'ubicazione delle riserve, ecc. L 'a;rtiglieria p repara l'at;tacco facendo tacere quella nemica, battendo in brèccia la cinta e gli , accessi sbar rati, concent rando il fltoco su i pun ti scelti per la irruzione, -cerca:1<lo d i incendiare gl'i edifici interni: L'attacco è vibrato cont ro i salaenli, contro gli accessi aper1.i o meno <lifesi. La fante1,ia prooede risodu tamente sotto la protezione dell'a·rliglieria che bat te il ma rgine e che clirige ·i>l fuoco all'interno, o sul rovescio per imped<i•r e l'accon,ere de i r i1rforzi, g uan<lo la fantcr,ia sia per passare all'assalto. Adotta forme rade, avanza sfruttando i r ipa.r i ma in modo che ,l'a 1·iecrea ddla copertura n on pregiudichi l'andamen to prestabiHto deill'avanza ta, ed è prooc-duta da pattuglie incar icate d i rimuov-01-c ostacoli. L'Msalto deve avere cam-ttere d i celer ità e di violenza, e r iuscirà tanto p iù facile ed efficace se sarà sla.to cl'foetto con temporaneamen te in p iù punli · a gcopo climostra ti,·o e •con preponder anza di forze nel tratto scelto per 1a irruzione. Sfondato par zialmente il margine, una parte dellJa fanteria con a2lione late-raie ne sgombra prontamente tutto il resto per isolare il caseggiato e far fronte ai p ossi bili contras;;alt,i; una pane procede subito nell'interno fino a raggiungere il margine opposto e affermarvisj. Le tru ppe che vengono dietro, conquistano le singole ca.s e del'l'intemo che a.n cora r e.-;i;tessero, ·e per ciò 1·icorro110 a,rn:be alà'incendio. Se il nemico ha p reparato suwessive · linee netl'intemo, qu est•e vengono battute dalle mi~ragHatrici ed eventualmente da qualche pezzo di ar tiglieria, mentre la fanteria prooode di ca$a in casa e cerca d i giral'le. Se è organ:iz~ato un ridotto, questo è attaocat·o qua.ndo gra01 parte del!' A . s ia in ·possesso ddl'aggressore. Le truppe si r iordinano no;t a ppen a il nemico aibbia a l~b:111'd on a to l'A ., p r onte a proseguixe l'a1,i·one a M'cstemo e a opporsi a r it.or.ni oHensivi. L e trupp e rimaste f uori s i lanciano a ll'inseguimento al qua le partecipa il f uoco di quasi tutta l'artiglieria disponibile. (V. come es. il comootti mento d i Le Bourget).

Abiti Civili (deUc reclute e d ei richiamati) . Per r,gcvolarc le reclu te {)d i r ichiamali per mobilit.1zionc 11clla spedizione de i propr,i oggett i d i vestiario che volessero fare alle fam i•g'-ie, i Coman<li di Corpo ed i Centri di mobilitazione ponanno a loro d ispos izione un loc'.ble e ll'occorrente ·per fare i pacchi (tela da imballo, cart,t. ~pago, ceralacç:•l 1 -ccc.) 1• e li fa.ranno altresì cons igliare €cl a iutare dai graduati. l'rima delh1 sped izione gli oggetti ,Ji biancheria dovra,n,10 €Ssiere lavali e gli a,1tri -indumenti, che fossero r iconosciutj sudici, dovr;unno essere d isin,fettati. La disinfozione dovrà sempre fa1·si q.ua ndo gli in<li;-i<lui 'P'rovengono da C->muni .. '? località, in cu i c.sista qualche malat tia iniet tiva. La spe-


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d izione a completo e lotaìe carico clci1'amminisixaz.ione dovrà essere fatta o co:n pM-chi •pOStali - del peso sino a S kg. a tariffa speciale· ridotta o a mezzo fen-ovia, i,; Conto Corrente, 4uan<lo riunend o in una sola spedi,.ione più pacchi, si vada im;on,tro, Con l'unica spediziòn.e ad m m spesa minore di que lla che s i so;;terrebbe con la spooizione a niezzo ,posta. I rl"Clami nel caso. cl i ava,ria o <li sruarriniento de i ,pt1<;cbi, sara,rmo fatt•i al :Ministero delle Poste <lai Corpi speditori, ai quali gli ir:teressa'ti· do,·ranno rivolgersi. Gli a biti c ivili dei richiamati pe:r istruzione vengono ilwcec convenientemente allogati in apr,osito J,oca lc per css,we poi restit•.titi ai singoli interessaLi ad istruzione ultin1ata.

Abito. In materia disciplinare, dicesi della tendenza spontanea all'adempimento di ogni dovere, che ncl militare si manifesti come una seconda natura. L'az-ionc educativa che i comandanti sv<ilgono con speciale cura, mira appunto a questo massimo risultato, che a ll'esercito conferisce effiçienza morale, compattezza organica, prontezza, agilità e precisione di funzionamento. Abito civile (Uso dell'). Possono vestire l'A. C.: a) gli ufficiali ge.nera1i e<l i colonne!l:i in~ricat i d elle funzion4 del grado superiore o d i direttore ·gen,eraile presso il M inisooro detla Guerra, dopo le ore 13 di ogni giorno salvo che siano ai carn,p,i o man-0vre, o che si p resentino ;ille t ruppe o in· 'locali o~pati da trup.pa, •·iceva,~ o facciano visite di dov,e;,~,. r icevano uffic iali riuniti per servimo; b) gli ufficia1i medici e veterinari fuor i servillio, od a,m:he in sorviz>io qoondo deibbono fr spandere a chiamata urgente, e comu.nquc e<mllf.)fore servizi non p revisti in precedenza; e) gli ufficia·li medici addetti a stabilimen1>i sa1ritarì anche nell'interno dc~li st>ibilimenti stessi (esclusi .p erò g li a'iutantri maggiori e g'n uffic.iali di ,guù.ixlia) durante la visi<ta. de l pomeriggio; à) i maestri direttoni di~ ban'da. fuori servizio; e) gli ufficialli di qua'lsiasi grado che si.,no in licenza, aspettativa, disponibilità, od m rni:ssionie a'll'estero o che a,ppa:rtxmen,do a-1 Pa:rJ;imeruto N11.zioo.ale in1ervengono alle sedu1e; f) tutti g1i ufficia.l<i - kii massima. nei magg iori centri a birati - secondo le disposizioni che debbono da:re di volta in volta i s igg. Com,rndant i di presidio - nd veglfioni, n-eg1i ulti.nti giorni di carnevak e,d in circostanze oonsimi!li; g) i sottufficia:li (escluso il vjaggio d i andata e ritorno) che fruiscono della licenza fuori del luogo di residenza d el Corpo, o ilipendenti d istaccaanent~ a.I quale a ~part•en,gono; h) i ma,rescialli in viaggio s u ite ferrovie o su1 mare durante la licenza; i) i milita:ri <H truppa. iin 1licema che ne abbiano ottenuta. regolare a utorizzazione. Ess~ però, devono sempre vestire fa ,divisa m~lita.re, tu tte le vdlte che abbiano a presentarsi ad lll11 Comando milita.re; l) i ca.pi fan.fara ed i cmusicanti effetti'V'j fuori servizio ( quando ne albbia.110 autorizzazione dal ,proprio comandante di corpo), ovvero quando si rechino a suon,;w:e mdiv-i<lua1mente in o-rchestra di serio spettacolo da>to in sale di musica od in prima.ri t;eat:ri; i capi operai, ove siano àru.iorizza:ti da1 coma11dan:te del ()(UJ)o, trrun.rne in occas ione di 1:iviste, a i campi, a:1le manovre o quaru:lo sia.no addetti a trn.ppe mobilita.te; m) gli a.treru<lenti. degli ufficiali gemira,li in seg,J;Ìlto a<d autorizzazione da:ilo stesso ufficia.le g(.".nerale concessa e comunicata a'l. Corpo interessato, e gli attend enti degli ufficiali ammog'llia,t~ in seguito ad a utoriz7.azione del Comamd~te del corpo, se <pexnottano fuori casenrna. e non convivon-o a'1 rancio.

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ABO

- Dernno vestiirc l'A . C.: a) i ma;;-stri dit.-ettori d i •banda, i capi fanfara ed i nmsica:rrti effett,vi dei l'eggimenti qua'll'<lo si rechino a dfr~g6re od a suona.re in luoghi di pu'bb'!i<:o spettaco1o e non siano in corpo-; ad eocez:ionie degli spettacoli ser1 dati in sale , d,i muska o nei teatri -prinoipali, nd quai oa.so . possono anche vestire la divisa; b) i m ili-tari di tr-uppa in Jia:uza d i convalescenza, in_ sog,uito a. ra,ssogna, e que11.i che essendo in licenza, attendono ai iJavori dei campi cd a!lll'=ci~ro di quahiasi a lko mesbiere; e) i milita.ri all'estero (salvo in ca.,;o di presen"ta7,ioni, inv iti, cerirno11,ie di cau:a.ntierc ufficia,le, nei quali si usi inte,,'et,ic·e in uniforme) . - E' proibito l'uso delf A . C. : a) a tutti i milita.11i -0he non si t rovino in qua lcuno dei casi sopra in<li,ca,ti, qu11lunque s ia il servizio cui sono addetti, e qualunque iJH;airico essi abbiamo, sa.Ivo speciale autorizzazione da oonoe<lerrsi, caso per caso, dal Ministe:.c,, della guen·a; b) a,g li impiega.ti con assiwila.zion.: d-i rango ed autorizzati a ,'eStire l'uniforme m i'rita<re quando sono in campa.g1Ja, a carmpi, manov.·e,r etc. ; e) a.ile musid1e militar i che inten·engono in corpo a. suo:nare in luogo pu'bbtico. Il milita.re che ha facoltà di vestire l'a,bito c ivile, non può portar-e con questo alcw1 oggetto d i t1t1iforrne milital-e. Quando ,,este l'abito civl!c il millita.rc no,t1 è p un to sciolto <lai dovei'i disciplina.ri e deve in ogni luogo, in ogn,i tempo ed in qua:lunque occasione serbare jl con tegno che gli è imposto dal rispetto al proprio grarlo. L'infieniore deve a.I su!)ellùore ·i n· .4 . C. che sia da h, i personalme.nie cono;,cì,Jto, la stessa. obbe<licn"'"- e subo'.l"dinazione com e se il superiore indossa&se l'un,for me militare (v. anche Divi.sa).

Ablecti. Ant. Conpo soelto di trup1>c ro11wie, forn ito dai soldati che si chiamava.no extraordinarl ( truppe con.fc'<lci-a.ie). Gin cMraordinari ei·ano a. oa:va!Lo (eq11ites) e a. piie<li (pedites) . Tanto quelli a ca.vallo die que-lli a piedi costituivano a. parte torme d i equites .'1 . e di pcdites ./ , cosiochè ; 'erano e,ttraordi~.ar'ì e A. a cavatlo, e d extra.oràinarì ed A . a piedi. I primi costituivano la terza ,parle d e11a ca,valleia; i secoJ1di la quinta parte della fanteria. Abnegazione. La r inuncia all'eserc izio ind ipendente della prop,rfa volontà per s ottometterla a _quelìa dei capi, e s ubÒrdina rla alle esigenze del sel"\•izio e delle finalità ,111 ogni drcosta.nza, costituisce u•10 dei fondamentali doveri morali del n\rlitare. L'alta concezione d,el dovere 1 verso l'impor!Xl!nza dcl fi.ne che il m ilitare s i propo ne, di consacrare, c ioè, tutte ·le proprie forze di cor[)O, d'.intelletto e di cuore alla d i.fesa del Re, della P.<Ltria, de1Jle leggi, c1,ea e sviluppa lo spirito d i abnegazione, per i.! quale la disciplina, il cameratismo, ia cooperazione, il valore, sempre si manifestano con carattere detra più squisita nobilità, e quind i con r isulta.ti brillanti. 11 milita re rinunc ia volonterosamente a certi diritti ed a certe li-bertà a ffinchè siano gli stessi meglio ga,narutiti a tut ti gli ,altri cittadini, sopporta disagi e privazi011J~ è -intrepido nei pericoli, generoso in ogni occorrenza, ubbidìent·c fino all'estremo sacrificio, ed è così, per questo suo fecondo spirito d i a hne!f<!zione, che la ' s ua funzione eccelle nell'ambito morale della nazione. Abo. Antica capitale della Finlandia, con citu,della e arsenale-.

Pace d,i .4 !>o. Conclusa il 17 agosto lì4J

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-4.1Russia e la Svezia; questa rinnovò a:11a prima la cessione dell'Ingr.ia, della Livonia e deU'Estonia, già cedute col trattato di N ydstadt; le cedette inoltre una zona orientale delk-t Finlandia, fissandosi il c<mfine a l fiume Kymmene. Altre parti del -territorio che la Russia aveva occupato col'la guerrn, come ila Botnia arienta1e, ve,nnero restitu ite alla Svezia. L a quale inoltre dovette rinunciare al proposito d i oftirire il tremo svedese al princ ipe rea.le di Danima,rca, offrendolo invece a:I principe Adolfo Federico di Ho-lstein Gottorp, come successore <lei ·r egnante Federico, rl qua,le era senza prole.

Abolizione (Amm.). Arniu1lamento degH effetti di una disposizione, di un regolamento, che perciò non dovrà più osservarsi. L' autorità militaTe a bolisoe tutto quanto non può più ·trovarsi in. armonia cogli ordi,iamenti cl1e mrun mano vengono adotta~i, e per ma,ggiòre ;;enwlicità si limita a far r itenere come abolito tutto ciò che contrasta colle d isposizioni più recenti. Nell'ordinare o comunicare l'a'bolizione di una di.~p0&izione, occorre pei; pa,rte dell'ordinatore la maggiore anenzione ed ·esattezza, pen:hè ohi lcg©C ed è incaricato di curare •a esecuzione, comprenda facilmente ciò che rimane in vigore e ciò che. deve intenidlersi a:boli!'o. Spesso per la poca chiarezza, molte a,l:,olizioni riescono d ifficili a compn~ndersi e dàn,no luogo ad equivoche interpretazioni. Materiali aboliti. Varu10 tenuti in ca:rico dai consconatari lin,o a qua.ndo il Ministero o l'autorità a ciò delcga,ta non abbfa dato l'ordine di aliena,rli. Regolamenti ed istr1tzunii aboliti. Devono es.sere ver-sati agli :t.'rchivi del Ministero della Guerra, e le Amministrazioni interessate devono accompagnare ta,li pubblica.zion,i con un elenco dewr:ittivo di quanto viene versato.

Abolizionisti. I sostenitori òell' abolizione della ;;chiavitù negli Stati Uniti d' Amer:ica (secolo XIX): tale tesi diede origine alla. « Guerra di Secessione>) (v.) fr(l. gli Stati dd Nord e quelli del Sud. Abolla. ,Sortic di' a,mpio mantello, foderato, che portavano i sokìati romani, specialmente quelli delle prime milizie. Sernbra che se ne servissero però soltanto quando entrava1ro in campagna. I civili l'a•• dotta,rono n<;t!Vepoca imperiale . Aboville. - Francesco Maria, conte di A. Maresciallo france.<;e, n. di Brest (1730- 1819). Entrò nell'artiglieria, e servì <..--ol grado di colomiello d i qu,est'anna, sottJO Rocha.mbe.au, netla campagna d' America, dove contribuÌ alla presa di Yark town. Toma-to in F.rancia, vi ebbe, nel 1789, il grado di maTC.-- • s-ciallo di ·crunpo. Fece la cruupagna del 1792 con Dmnouriez e conAuoLu tribu ì a,lla vittoria di Valmy ; poi ,,enme nominato ispettore ge'Illerale dell'artiglieria. S.i deve a lui J'invenziollle del mozzo di bronzo per le ar-tiglierie. Durante le campagne ,na,po.leoni<:ihe ebbe comam.di a,ell'intemo, e fu anche g=tore di Brest. Nel 1814 si schierò da.Ila pa,rtie dei B611boni e !aro rimase fedele, ricevendone il titolo di Pari di Frruncia.

ABR

Augusto Gabriele conte d' A. Figlio del precedente, n. di La Fère (1773- 1820). Sen-ì nell'artiglforia e pa:r,tecipò alle campagne della Rivoluzione e alle guerre napoleoniche. Raggiunse i,} grado di generale di ·briga'ta nel 1809 e <lai 1810 al 1813 combattè nella Spagna, do»e si dis-rinse alla bat:tag.Jia di Talavera. A 11.gusto Maria caute d' A . Fjglio di ·Francesco :.\!aria, n . d i La Fère (1776-1843). E11trò n-el corp0 ddl'artig1ieria a 16 anni, :Partecipò a:Lle campagne napoleoniche -e venn~ nominato generale di brigata nei. 1809, sub~to ·dopo la battaglia di Wagra.m, dove perdette un braccio. 'rornato in patria, ebbe il coma,ndo della scuola d'artiglieria d i La Fèrec Nel 1815 impe,clì: a l maresciallo Lefévre di intoadron irsi di La Fère per cooto dell'imperatore, e tornato Luigi XVIII ne ebbe una commenda e una pensione.

L1,igi d'A ., Ammiraglio frnncesc n. a V.:nezitl. nel 1810; m . m:l 1895. Pa·rtecipò alla 6'11-erra di Crimea (1855) e, due anni dopo, a,vendo il comando delle navi destinate a fare una dimostrazione contro la Cina, si impadronì di Canton.

Abradate. Re della Susiana., di cui si parla nella Cù-oped,ia. Fu dapprima nemico, poi aolleato <li Ci.rq. ~fori in combattimento contro gli Egizi, rovescia~o dal suo carro di guerra. · Abrahà. Degiacc, capo di Macadlè, governatore del Tigrè, rproprieta:rio dl!Ha ricca dogana del sale. A causa dci suo ma.I governo \I Negus Mene1ik inviò Ras Abatè a sostituirlo, come suo diretto rappre,,-_,nta;nte. .4. si ribellò a questo prov,·edimento e mosse con u n escncito ad inoontrare Aba,tè. Il 9 ottobre l909 ebbe luogo .Ja battaglia di Quora,m d ove fu sccmdìtto e fa!l'to prigioniero. In questa occasione A. s i dimostrò dotalÌ'O <li buon intuito tattko e buon manowurorc: infatti la sua scon.fitta va aHribuita esclu&ivamente a numerosi rinforzi giur•ti aN\wversan-io, che . muta.i:ono re sorti della ba'ttaglia qua,ndo ormai egli potev:.i. ritenersi vitto.nioso. Abraham. Altura presso la città di Quebec, nel Canadà, che ha dato il nome a una battaglia decisiva tra francesi e inglesi per il possesso di quella colonia. Nel 1759, gli inglesi, al comando del generale Wolff, asse'<liarO'.llO Québec con 18.000 u. fornili di numeros:i artnglieda. La città era difesa d a l geoora,le francese MontçaJm, il qua:le ave,·a ai suoi ordini poco piu di 5000 u., fra i qua4i ci.rea . 1500 indiani. Avendo il ge'neral;e inglese occupato le alture di A. con circa 6000 u ., •i francesi mossero all'assalto, cercando di aggirare la sinistra inglese, a lla quale il generale Wolff prestò immediato appoggio con tre battaglioni della riserva. Mentre ferveva la mischia, il generale inglooe cadeva colpito a morte, e il comando veniva assunto dal geneJ:a:le Monldon, •il quafo contratta.rava vivamenite i francesi. Ferito an<:he qu~to generale, l'azione proseguiva sotto il comando de1 generale Townoond. [ fra11.-· c-esi rc.sistettero energicamente, ma, essendo stato oolpito mortalmente i,i generale Montcahn, il .Joro centro e la loro ala sinistra incominciarono a piegare, e ben presto si sbandarono, inS>eguiti da presso dagli inglesi. La sorte del Canadà fu decisa con questa battaglia, e fu sainzioniata ncl 1763 con un traltato fra le due Potenze, per mezzo del qutle la colonia veniva in possesso dell' Inghilterra.


ABR

ABR Ahra k . .Località dell'Anatolia, dove, ne.I 632 d. C., .', bt1

1leh

scon,lisse i ri-hcll i •dclk tribii araibc.

A b_r antès. Città fortificata del Portogallo, in collina, aJt. 2 13 -m. sulla destra del fiume Tago, di cui comanda la bassa valle. Dista 110 km. da L isibona. Fu assedi.ala invano nd medio evo dal figlio d i 1\1:iramolino, sultano de! ;\farocco. ::\'el 1807 Junot l'occupò sen7a colpo ferire, e ne ricevetlie da Napoleone il titolo di Duca "<l'A .

Abrì (Jieteorolog-iaJ. T ermine fran:ccse i-ndica.nte un riparo. Oggi e111rruto nell'uso per denon1ina,re la. gabbia o capaima meteorica che protegge gli strumenti metcon :ilogid . E " una pi'c cola stazione d i osservazione ove gen;>ro]ont,ntc sono installat i i tcrm()metTi a massima cd a mir,ima, Ù ba.rograio e l'igromenro. A.hr iani (J"\,Jai·ia) <li Ala. maestra elementare, fregiata {li mcd . d'arg. a.I val. mii., ,pcrchè i l 27 maggio 1915, all'ing=so delle tru<ppe italiane .nella sua c-ittà soHo ~] fuoco nenlico acco1npagnò le lruppe, cmnanda-te tla! generale Ca11tton:, in~licando loro le vie per le quali attacca,·e efficacemente il nem ico. 1

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Abr iès (Calle N-11,,v o d i) . Detto anche d i Prati, o d i Sa11 ·J!nrtino . -- Varco alpino, ira J'a1ta va lle <l-el Guil e la val le di Pra·li, o d clJa Germagnas,ca . ln quest.a va,lle scende un,1. mu lattiera che valica. il colle.

Abrile (Ra.(faclc). Gmerale, nato a Casale :.\fonferra:o nel J 860. Promosso sottotenente ,cli fanteria nel I 8 79, entrò nel 1884, col gra.:lo cli tenente nell'Arma dei R R. CC .. n.clla qua le percorse brillantemente tutti i gradi della. sua carriera . Durante ht guerra 19 15- l9 l8 ebbe ,la carica d i Segreta.rio presso il Co,n1ando G en eralè <ldl'Arma prima 1ml grado d i Colonnello, poi (1918) in quei!o di Maggior Generale . Nel 1919 fu colloca to in P . A . S. per motivi di salu_te. Nel 1922 ml r ò a far parte dclJa r iserva e 01el l 924 ''.i fu p,ron1osso ten . ge.11er.al1e.

Abrito (o Foro di Trebouio). Localitit della Dobruggia ndla quale (25 1 cl. C.) l'imperato1'c D ecio, combatt•endo contro . i Goti, fu ucciso. I G oti si ritirava.no dava nti all' incalzare dei Roma ni, finchè questi si trovar ono in mezzo a una palude, Quivi r imasero quasi L'Ompìetamcm_e d istrutti da u n ,·itorno offensivo nemico. Abrogazione (A ,,11-,, _) L'a bolizione e qui,ndi la cessazione degli ,effetti d i leggi e d i ·decreti. (~•- Aboiiziou.é). L'abrogazione vi-ene ordinata da llo stesS-O potere (legislati,'O od esecu ti"o) che ma.rnciò in vigor ~ ìa d is posizione eh~ viene a brogata., tenuto conto che per mod ificare uno legge occor,re tm'altra legge. Coll'adozione dc:-i decret i-legge tak norma non è p iù assoluta; ma poiché tutti i decreti~legge diebbono p resenta•rsi_ al! Parlamen to per ·la loro c:o.nversione in l-egg,c, la doroga alla 110r m a comun,; è solo temporanea e d erivante da pot,eri ecceziom l m~nle confe riti,

Abruzzi. Regione dell'Italia. merid ion aJe, disti n ta in Abruzzo oiterior c e Abruzzo u lteriore I. e IL, i cui capo!, sono .rispett'ivmnmte Chieti, Teramo,. Aqui la. G li A . costituiscono cornc un antemurale per 'la difesa de! N a poletano. Sono attraversati dagli Ape nn in i che quivi raggiu ngc-JlO le massime a ltezze, col Gran Sasso d'I ta lia (2914 m.), colli :\fajella (2495), col Velino (2487 ). [ con trafforti del]' Apennino rendono mon t uosr , e solcata da gra·nd,e nu mero d i vall i, t utta la regione . Verso l' Ad riati<:o, le valli principali sono que lle d e.I Tronto, d el Vorrra1no, della Pescara, dell San.gro, del Trigno. Verso il Tirreno, quelle del V-elin.o e del Sa llo. Foreste fol te e muucrose. La costa non possied e porli at ti a r.iceverc navi da guerra. Gli A . sono aura,·cr,,ati da una rete ferroviaria che fa capo, quasi nel cen tro ,de lla Regione, a SulmQna. Di qu i partono q,K,ttro linee : Una scende per Chie ti alla r iva ddl' Adria tico, presso Pescara e Castellammare Adriatico, dove s'inserisce alla linea del litorale. Una , per Aqu ila e Cittaducale, raggiw,ge l' U1n br ia. Una per Avezzano e T agliacozzo, conduce a R oma. Una si dirige a me nodì e-cl entra n el Mohise, dove si d irama verso Campobasso, verso Beneven~o, v,crso Napoli. Da Avezzano si clistaooa un a. linea che presso Sora entra nella Campan ia. Un breve t ronco· ferrovia.I.io unisce T eramo alla linea costiera presso Giulianova, Le strade seguono queste ferrovie, tiltre alle seguenti: D a Teramo si distaccano t>re strade : una pe.r Ascoli n>elle Marche; una per A,quifa, una r,er Chiebi. Ad Aqu ila giunge pure W111 strada dal P asso d i Toa·rita ( 1093 m.), nclJe Marche'. dove se ne riunis<oono du e, una proveni-ente dalle M,arche e una proveniente dall' Umbria, Da Cittaduca.k ad Avezzano . Da Aquifa a. Ce1runo. Da Chieti a Lanciano, e a Iser-1,.ia nel llfolise. Da Vasto, su,11' Adriatico, pure a lsern-ia. Gli A ., pe r la loro posizione, son-0 stati teatro di op;;razioni m ilita.r i quasi sempre connesse colla conquista e kt <lifesa del .reame di Napoli. Corradino di .Svevb in v,i.n.to a Tagliacozzo. .>\l'fonso d'Aragona, sostenuto dagli Abruzzesi, si sostenne per a lcun i anni negli A ., !ìnd1i: potè cacciare Renato, ultimo degli Angioini, da Xa·poii (1442). Nel 1798 i Fra ncesi che si a vanzavan o verso ~I regno di Napoli, fur-0110 assa.l iti dagli Abruzzesi levatis i in ar mi, e pcr'Clet t<ero n eHe misch ie fu-Pibonde fra le montagne, il gcne r,d e iHila.rion-Poin t e non poohi soldati. TI gencra'!.e Rusca rfu fatto pr igionei,'O, Il generale Duhcsmc ebbe grandissime d ifficoltà nella sua marcia. Tuttavia. questa guerr iglia non pr odusse alcun frutto, poi che i f ra ncesi sco,~fissero •l'ese1,çito n apoleta,n-o. X el 1815 il fallito tcn t.ati,vo di re Murat lo cond'-!Sse, dopo la battaglia d i Tolen tino, verso -gli A ., e i soldati d i questa regione, &frduciati, lasciarono le :bandiere e ·si ;·if•ugiaror\Q 11ci loro paesi, r-endendo così agevole l'a - , vanzata dcgii austriaci. :\'el l.82 l il generale n apoletruno Pepe a va:.nzò negli A . p,er ostacofa r e il 1)asso al generale austriac o Gepper t, 1 ma un movimento a'gJllirante d i un repar to avversa~io, e i'avan:mta d ella d ivis-ione austriaca \Va lmoden , gli fcc-ero sgombrare da regione . Nel 1860, una paTte del oòTpo d i sped izione nella Bassa Ita lia a t b:aversò gli A ., in due colonne, l'una. per la ,·ia d i Spoleto-Riieti, 1\altra .per la via di Asco~i, Chieti, Sulmona; con questa colonna marciò lo Stato '.!l!a g-

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ABRUZZI MOLISE E

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giore, d i cui era oapo il geaenrlc Fanii, e il Quar tier •generale d i S . M. Vittorio Emanuele II. L'urtico fatto d'a.rmi che avvenne negli >1. <lurnntc qi1esta marcia, Iu -quedlo del ::\Iaceronc presso Isernia.

Abrnzzi (Brigata). Costituita il 16 aiprile 1861, colla <:reazione d ei suoi due reggimenti (57 e 58 Fant.). Il p rimo ebbe trt: bg'L, fonli-ti rispettivamente dai l'egg. 7°, 8°, 51°; il secondo ebbe pure tre bgl., fornnti rispettiva,'11ente dai ' rcgg. 13", 14", 19°. La br. A . p3 rt•ecipò a lla gucPra d~I 1866 fa;ccnclo parre ciel Il Co11po d' .'\.1111mla /gen. Cuech ia-r i), 10" Div. (gen. ,\11gio1efti); essendo stata dislocala verso ::\1a~1tova, non pane.:ipò alla battagl ia d i Custoza. - !\el'la spe<liziOHe d i Roma -del 1870, la br. al comando ded gN1. Bes>0ne, fece pa rre della 13" D iv. (gen. Ferrero) . Alb guerra cJ' AJrica del 1895-96 ,l a bi'. fornì 4 uff. e 131 solda1i.

l':u,no LS>egucntc durante l'epidemia colerica. Nel 1369 era a Pisà, e portò valido e apprezzato aiu(o aNa citta-

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li 5i° regg. fu invia t'O nel 1862 Ji,el ~fozzogiorno, per impedir e la spedizione. ( ii Gan·ibaldi su R oma, e due rnmp. del r-e-gg. partoc.iparono ail do loros<J scontro <li Aspromon'le. Poscia cont r ibuì efficaccmcn,te a'bla rep ressione del brigant agg io nelle prov. m erid Ì<l<l'lali. Dopo la gncrrn del J866, f u a I'.:il<::nno per reprimervi i m oti d i qud•l'an no, ,eò ebbe quiv i occasione dii distinguersi

di.na11za clura,ue \' inon.<la,,ione causata <la.Il' Arno. F u chiamat-0 al!'~poca del la guerra Libica. cc R eg)?iÌJUento d i Sa:n :1larco" e costituì col 79° regg. la 7" br. di Fan-t. (4" D iv., ien . -gon . Briecola). S,ba,·cato a Bengasi il .30 nm,emb,·e t91 I, par t!'.cipò a va·ri sc_ontri, men tre presid iava le i·ine-e inforno alla città, e alla battaglòa de lle Due Pa1mc. Coinddc coll'annivers.ar.i-0 di questa batta-g lia ( 12 maJ·;io 1912) ,]a festa del r eggi.men to . Nell'apl"Ì'k del 1913 -partecipò a1:Ja spediziOJJ'e di Rodi e al comb. di Psitos, e nel luglio era a Zua,ra, dove µren dewi. p~ r tc a vari fatti d'a,nne, fra i quali que;llo di Ettm1gi. Il 58° Fant. non parvedpò alla guecn_ di L ibia, ma fornì al 57° e ad altri r•egg . 18 uff. e 531 so!d. Durante la ,grande ,guerra, la bi·. A . occupò sU!bito la zona rnontagn-0sa bre1'1'tina d'oltre c-0n.fi.n-c ii:t va<lle C ismon, e 01el gen-na io 1916 pa,,-sa~a nol settor e di Os'a,•ia e •partec;i,pava oltre ,çhe a m inori oo.rri/oa:tt imenti, alla batt. di Gorizia. Seguirono dure lotte in quel-la zon<t, e segui fu batt. de lla 1lains izza cu i tutta ·Ja br. prtse parte. Poscia veniva inviata nelfa J'JOOO del Sa.n Gabriele, ,dove rim<>Jneva fino a l-la rotta d i Ca,poretlo. Durante la a·itirata, il 5 7° J:>ei-delle \ma pa,r te dei suoi e ffettivi. -che aon r iuscirnno a passa.re i-n te mpo il 'l'a-


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glia.mcrnto ; il 58° feoe ancora fronte a·J nemico a Co· droìpo, ma. lo -s forzo fu va.no. La br., ricostituita, fu mandata nella·• regione del Gra'Ppa, e si battè con ostinazione e risolutezza intorno a Col Caprile, Col Beretta, Col Mosçhin; il 57° perd~va in ootnJb. il propriio colonne!lo, cav. Lamberto Chisina. L'offensiva austriua del giugno 1918 riusciva ad occupa.re le posÌllioni ava.n'zate della br., ma veniva pro.ntamentte cont-Onuta e respinta. .L\,ltima lotta, quolla deWottobre 1918, trovava m1eora 1:a ibr. in prima linea., e la vedeva, cbpo _duro

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quindi, mentre l'esçx-Oito <li re Carlo Alberto ritiravasi verso Milano, H detto regg. si dl·igeva a Ven,ezia, ·e !)1-en<leva parl'e alla memorabile_difesa della oittà. contro gli austriaci.

Abn,.zz·i (Dnca de gli A.) . V. L11igi Amedeo di Savoia

Abruzzo. Nome dato ,l un regg. provim:iale napoleta.no, costi tuito nel 1752; ne fu col. proprietario il duca d i Ca.nzano. Abruzzo. Ko.tue dato a un regg. d i fant. napoletana , nel 1799; fu costituito da un Veniti. Abr11zzo. Nome dato a due regg. di cav. na.poletana, ordinati a s,pese del e-0I. Gerolamo Pignatel'l i, p.rincipe di :i\foliremo. 11 primo fu costituito nel 1797, il secondo nel 1800.

Absalon. V. Axel. Absburgo. V . Asburgo. Absìmaro (Tiberio) . Gonerale bizantino, in1via(o dall'imperatore Leonzio contro i Saraceni, da-i ·quali venne ·sconiìlto. Sollevò allora l'esercito, e si fece nel 698 µr:odamare imperatore, depo.nen<lo Leonzio. 1-fa Giustiniano lI, otto111to l'appogg,io dei bulga,ri, assalì e sconfi;sse A., gli fece tagHare la tiesta, e occupò il trono. Abu. V. AbaJ.iti, Abbassiài, Hafsidi. Abu Bekr. Primo Califfo, successore di Maometto, del quale era stato vicario; n. a lla :Wiecca · verso la fine del VI secolo, salito al Califfato nel 632, n1. n el 633. Dopo lunga lotta, sconfisse i « falsi proteti ,, sorti dopo la morte d i :Maomen:o e 11e sterminò i segua-ci. Portò quinòi vittoniosc <le bandiere del Profeta StJJ!le frontiere della S iria e della Baib-ilonia. Entrato ·in lotta coll'imperator-e Eraclio di Costantinopoli, sba,ragLiò gli eserciti bizan·ti-ni, C(Hnan<lati <la Teodoro Baghero, fratello ddlr irnperato:rc (634, babt. di Ai1Jna.'<:li:n). Le .banct iel'e rlella Brigata decorate da Polncar6 a]Ja ore.senza <Il S. M. 11 Re

sforz.o, irrompere nelle linee nemiche e travolgerne le estromc resistenze.

Onorificenze. 51° rcgg. fa1tt .; Med. d'arg. al val. mi.J. per la splendida condotta tenuta ·n el camù. delle Due Palme; rutra d'a,i,g. per l'energica e va'lorosa condotia (bgl. 1° e 3°) nell'a1tacco e conquista dei 11·inceramenti di Carnporosso-R,ccin:to ( comb. di Ettarngi); altra. <l'ar-g. per l'in-domito coraggio con cui spezzò l'accanita rcsist<:nza avversaria a Oslavia . La bandiera del regg. è pure fregiata della croce <lelJ/Ordi-n e mi1. di Savoia e di qu'dlla fra,ncese a:! merito cli guerrn. - 58° -regg. fant. : Oltre allla croce dell'Ordin,e mii. di Sa'Voia, rulla crooe di gu erra, a qudfa ·f.ran<:ese a1 merito Idi guer ra, 'la bandiera del regg. è fregiata di med. d'a,rg. per le batt. di Gorizia e <!ella Bainsizza. Mostr;ne della Brigata: Verdi, attraversate orizzontalmente al centro da Ulla riga nera. Abrnzzi. Denominazione data a l 10° regg. <li linea 11apoletano, 'Ìlwiaio nel 1848 da Ferdina.nd-0 II re di Napo!~ nell'Alta Ita:l ia, in appoggio ai toscani, per la prima guerra d'i'll<lipendenza. Ne aveva il comando il colonniello Rodriguez. l i regg. pa:rtccipò con onore alle gionnate del 13, 29 e 30 maggio di QU,e'll'a.nno a San Silvestro, Curtatonc-?-.fontanara, Le Grazie, Goito, e

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Abu Girgeh. Località deH'Egitto, assalita., presa e i111ce.n<liata dal generale Davoust nel 1799. Abu Haraz. Località del N i:Jo Bia.n(-o. - Essendosi ri-beflata nel 1882, per iiltigazionc del Mahdi, ai! Governo Egiziano, G iegler pascià, governatore a Ca.rtum, Ja assalì <:en un corpo di truppe regaiall'i e la prese, dopo aicc-mito combattimento nel quade trovò la morte il d·ifensore di A., il capo unahdista Ahmed Tahir . Abukir. Rada ,e forte sulla •Costa mediterra,ica dell'Egitto, presso I' lnt. vtilla,ggio di Canopo, a 16 km. a oriente di Alessaindria, <la cui prendono ci,I nome tre bat1-'tglie; una navade e due terresLri. I. Battaglia di A., <letta aru:he del Nito. 1-2 agosto 1798. - L'ammiraglio franoesc B-rueys trova.vasi con b sua 0ott,a neHa rada di A ., aHorchè comparve la flotta ingle,s-e a l comando dell'ammiraglio- Nelson . I francesi, avevano 13 vascell( quattro fregate e due brigantini, ' o,·meggiati in una sola dinea, presso la costa, a 20 km. di distan:oa dal fondo della baia, ed avevano armato con pochi cannon.i un isolotto sulla sinistra deHa loro linea. Le navi erano distam~i circa 130 m. l'una dall'altra. Nelson, esami.nata. fa posizione dell'avversa1-io, ordinò a sei c!,èi :suoi 14 vascelli <li oltrepass.:.re 1a testa della linea fra,ncese, fra la. linea stessa e .J' isolotto, e di schieraTSi aile sue spa:lle, dietro a,i primi sette vascelli awersa.ri, mentre eghi con a ltri sette vas<:elli, si sare'bbe schierato di fronte a i medesimi, i qual'i sarebbero rimasti così


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presi fra <lue fuochi. Fra -la ·sesta -·e· •la settima na,•e della ~inca fran,oese, si cacciò airditamente e si stabilì un Yasoello ingfose. La manovra fu eseguita col solo inconvennentie dell'incaglio d i uno -dei sei vascelli de<::i /\l&'vl /rances l 4 o lngles1

stu,at i a<l eseguire l'avvolgimento, e. la baUaglia s'iniziò. in qudle co.ndizioni, clie poneva.no una parte della flotta francese, comandata daUo stesso ammiraglio in ca.po, in condiziorni d i grande inferiorità. Verso le 18 della sera (1 agosto) s'ingaggiò il duello delle artigli-0rie, e poche ore dopo, a notte, il vascello ammiragl-io fra,ncese, .J'Orie11t, avendo preso fuoco, saltò in rui:ia, ;,,enwe già l'amm iraglio Bruye; vi era stato uc.ciso da una palla di cannone. l'fe!la notte la battaiglia langui, _ma all'ailba riprese, e· sei vascelli franée;i, disalberati e fracas.sati, si, arresero.-L'altra parte della flotta francese, che era rimasta su~i armeggi senza tentare alcuna manovra per porgere soccorso ai vascelli avviluppati e attaccati, solo allora, quando si vide a sua volta m inacciata, tag1iò le foni ·e cercò scampo. Tre vascelli s i gettarono verso il fondo de hla bana, ma Iuron-o catturati dagli inglesi; d.n_sieme e-on due fregate; llll vascello fu abbainKlonato dall'equipa·ggio e incendia,to. Due soltant<>, comandati dall'ammiraglio Villeneuve, riusòrono a fuggire intatti con due fregate, senza che gli inglesi, tu tti p'ÌÙ o meno da,nneggiati 'da,l combattimento, potessero ,i nseguirli. Mille morti e 1800 feriti contarono gli inglesi; tra •i ferita :,dson, il quale lasciò le sue nav-i meno maltrattate a bloccare rii porto di Alessandria, e condus.se in Sioilia le altxe pe1· ripara:rle. Le perdite fra11cesi ammonta.-ono a 3500 uomini. II. ·Battaglia di A. 25 luglio 1799. - Una flotta turoa; scor taJta da navi inglesi, si presentava il giorno 11 luglio 1799 rnella rada di A ., e sbarcava <il giorn-o segu,cnte· sulla penisola omonima, un primo contingente di 3000 u., ii quali, dopo breve sca'!"arrruccia, s'impadronivano <le) forte d-i A ., dif-eso da un'esile gua'l'n,igione fra,n;cese. ·Subito dopo sbarcavano altre tmp,pe turche, in tùtto· 15-18.000 u., al comando di Musta.fà Pascià. Napoleone, subito anertito, lasciò Desa.ix verso l'Alto E.~it'to e Reynier VeI'So la S.i'l'ia; in-_;iò M<:)llou -ve~

Rosetta, suLla sinistra delle posizioni' turche; si mosse con le d ivisioni Lannes, Lanusse e l'v!urat, che gli r imanevano disponibili, circa 6000 u., conl1"o Musta.fà. Il quale in,tmtio tninceravasi fortemente ad A ., raceogliendo -a,nche arabi del paese che occorrevano sotto le sue bandiere. I Turchi si erano schiera.ti nella pei-i,isoletta dove trovas i il forte d i A ., con due ,linee fortificate, una delle quali situwta a poco più di un km. dal forte . Era essa costituita da llll vtlHaggio posto al centro, e difeso <la 1200 u. e 4 cannon_i; sulla destrn e più avanti era un montkello di sabbia dove stavano trincerati :un migliaio d i u.; sulla sin istra, pure p iù avanti, 1000 u ., con 6 cannoni occupavano altri monticelli rli sabbia. Tra la prima e la seconda linea, i TuI'Chi contavano sul fuoco di a lcune scialuppe can11oniere, 'le quali ave vaùo ~otuto a-,,-vioinrursi a,lla spiaggia, mentre la floua, a causa dei bassifon<li, stava a.ncorafa -nella baia, a _p,a,rccchl ch-rlometri d i distanza. L a seconda linea turca era costituita da Wla Piclotta centrale, daHa quale, verso destra, pa,-tiva \ l!ll trinceramen~o cbe giWJgeva a•l ma,re; sulla &Ìl1istra, erano mmtticelli <li salbbia. con trmcee: il tutto, guardato <la 7000 u. con 12 oonnom. Fra k due tinee correva una d istanza <li circa ·600 m. Piiù indietro della seconda linea, era il forte <li A., custodito d a 1500 -u .. p,esso il villaggio omonimo. Appena i francesi, il 25 luglio, ,g iunsero in vista della: prima l'inca I.urca, N"poleone ordinò un ass:a:lto per le due ali, i,nvian<lo Lan.nes cont-ro la sinistra ture-a, e i:l generale d'Estaing contro la destra. Il centrq francese, costituito dalla cavalleria di Murat, rimaneva in oss,ervaziQne davanti a.'1 villaggio; la d ivisione Lanusse in ri-

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se,·va. I due attacchi sulle a.1i ri'll9Cirono completamente. Tanto sull'una che sull'aJtira, i Turch~ assaliti con es nergia, si sbandano e cerca.no d i r ifugiai-si nd villa,g gio o nel'la seconda 1-inea, ma akuni squa.dron i. di -ca-


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vatleria, appositamente predisposti, li caricano, ragliano loro la r itirata, ·li fanmo a pezzi, o li forzano a gettarsi -~n mare. R imaneva il villaggio, i l qua le, assaJ.ito d i fronte dalla. 32• rilezza brigata, e aggirato da. d'Es mirig, ,;i difendeva con ostinatezza. Da!lla ,;.econda linea turca, Mustafa inviava una colonna per soccorrer'lo, ma ;\rapoleonc scagliavalc contro la cavalleria di Mura!, e i soldati turch i, irt gra11de parte gettavansi in maire per sbggirc a lle sciabole fra.nccsi. Subito dop o il vil laggio èra preso, e i diknsor i massacrati. Immediatamen te i francesi a vanzano contro la seconda li-nea turca .. Laun,es ne attacca la sin is tra, Fugièr es la destra; il generale d'Estaing rimane al centro in attesa. Ma. la resiSteina è -a-ccanita, ·specialmen te n elfa r idotta, e la cavalleria fraiicese soffre pel fooco <klle scialuppe cannoniere . Ad un certo momento, uno s quadrone, per ordine di Mur at, attraversa la s i.mistra turca e g,iunge alle spaille clella rido tta, mentre essa è attaccata di fronrte. I turchi s i sban<lano; poch i riescono a •·ipar a•re nicl forte, rnoltj s i gettano in mare, molti sono •uccisi; :Mustafà Pascià, wn 200 <lei suoi, è fatto prigioniero. In tutto, fra morti in ba.I-taglia o armegati, i tur ch i avevano perduto oltre 12 .000 u . R imaneva il forte, al quale i fra& cesi pos.ero subito l'assedio, mentre il genreralc Bonapa•rte ritornava ad ,\'lcssandria. Lan[]es, che ,weva il tomanc!o del!'assedio, r>mase . ferito, e cedette il_comando al generale :Menou . Dopo otto giorni di ,bombardamento, -cbe lo r idusse in rovina, il forte di A. si arrese. Aveva aNu to 1800 morti e 300 feriti, e rimanevano 2-000 pr igion>er,i vali<li. I Turchi pcrdèttèro circa 15.000 u ., i frrun.cesi poche centin aia .

IJI. Battaglia d'A. 7 marzo 1801-. Una flotta inglese d i 1.30 m.11j giunge a<i A . e sbarca con una moltitudin•e di sciailuppe, malgnado il fuoao del forte, circa 6000 u., i quali vengono affrontati dal generale F r iant, subito accorso con 1200 u. che soli aveva dispon ib ili. Malgrado ogni sforzo, sopraggiungendo sempre nuovi inglesi dal mare, ~l generale franoesc, dopo di aver perdu !lo circa un terzo dei suoi sol<lat:i, fu costretto a l.Ja r it ira,ta. Il fol'le ,invicstito dagli ingl~i, dopo st·r en,ua diifesa dovette arre ndersi . Dopo di oiò, gli inglesi ma,rcia.rono su Alessandria (~.) .

Abu Klea. Localhà. <iclla Nubia. a 23 miglfa da ~[etemmeh. - li 17 gennaio 1885, il generale inglese ~ir H erhert StewaTt, con 1500 u., vi fu a,;.salito da 10.000 ara,bi. Le truµpe inglesi fom1arono un quadrato, che tutti gli sforzi degli avversa.ci non •·i-u scirono a sbaragliare. Gli inglesi perdettero meno cl i ~00 u . gli arabi 1200. Abul. V . Abbassid·i. Abul Cacem. Generale t:ur co dol ~colo XI; fu in guerra coll'imperatore Alessio Conmeno, e s i impadronì di Nioea, giungendo fino alla Propontidc, dalla quale lo respinse il generale greco Tat•i cio . Si recò 'q uindi a co111battore Melik I , scià di Persia, ma ne fu sconfitto, e rimase u.:ciso combattcri<lo. Abulia (Med. ~nil.). Indebolimento della volontà, che può giu ngere fino alla sua completa scomparsa. S'inizia -con un certo torpore, che impt'<:lis-cc l'applicazione 1mche a problemi interessa,nti e urgenti per l' ind iv iduo, ed è questo il periodo in cui p uò avere effièada la terapia, specialmente quella psicl1ica. L' in dividuo affet to da A ., ha la coscienza d el suo staw, ma non trova l'e-

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.nergia per agire; le esigenze della ra-g ione sono presemi nel suo spirito, ma r imangono a.Ilo stato in tenzionale . Se il fenomeno è l ieve, il medico mil. potrà tentare di curarlo - speciaJmente nelle Accademie mii. p ro-ponendo opportuni prov,vedimcnti disciplinari ed educativi. Se il fenorneno è serio, potrà proporsi r ina•biliti tcmpora,nea,' o addir ittura l.t r iforma.

Abulubud Mehemet. Pascià. t ur,co di Saloaicco, nominato genera le nel 1821 contro la Grecia, •in sostituzioni= d i Jussuf. Era un CPÌ.Stiano della Georgia catturato <lai Turchi a ll'età di 18 a,nni e fatto.-,i rnUS5uJmano. Cacciò i greci . dalla penisola <li Cassan,dria e fece capitolare i religiosi del monte Athos offrendo loro la pace. Abulustei17 (ant. Conraua Aurea). Vallata della Cappadoccia, teatro di urn1 battaglia data. dal sultano cl'Egitto .- lldbars E l Melik El Za.hir (il « re vittorioso>)) coetro i ~,fongoli. Quesii ultimi f fu-ono sc001,fttti, ma poco dopo, d i fronte al!' ;ri.grossa,re dei 1Vfongoli, Beibars dovette ritirarsi. Abumana. Vi llaggio ddl'Alto Egi-tto, s ulla dest ra del Ni lo. Co,,,battime11,/o di A . (19 marzo 1799). Una coloru1a ff.ancese, 1coman,cfata 9wl genera1e F•riant, trova davant, a l ·villaggio cli A. un corpo .di arabi guridati dal bey Yambo, schierati in ba1taglia in-sieme a cavalleria. ed jrr{1golari. Friant mancia :all'assalto frontalmen te i granat1en in cdlonne d i battaglioni: gli irrcgola1;i e i cavalieri nemici si danno alla fuga, gli a.Itri resistono. f-riant ù-1tanto con,rric un doppio movimento avvolgeI\te intorno ad A . ; gli arabi vaicillano, si sbandano, si Pifugiano nel ,"illaggio, dove oono in,;,egu iti e fatti a pezzi. Un reggimento francese: comandato cla'i generale Silly, inseguendo i fuggiaschi, si imr>adro1~isc-e ·d el· campo di Yambo, orma.i irrdiI-eso.

Abu Moslem. G;:nerale arabo, goves natore diel Khorasan, a l servizio di /\,bui Abbas, fondatore della dtnastia degli A:bbassidi. Conu:ibuì nel 746 a•l tr,ion,fo di questa dinastia scollJfiggendone ,i nemici, ma Abul lo fece metter-e à. morte. Abu Obeida. Generale arabo, i nviato nel 636 da Omar a <."Oll quistare la Siria.. Espugnò molte citi.i., e fm.alrnent.e D ama.sco, capita-le deila Siria. Abu Said Mirza. Ultimo imperatore mongolo della Persia, discen,dente d i Tamerlano; n . nel ·1427, salito al irono nel 1449, m . nel 1.469. Conquistò i1l Turkestan e il Khorasan . Avendo t•entato di occupa-re l' ln.tk e l'Azerbeìan, fu vinto da Ussun Cassan e d,LI medesimo fatto u-ccidere'. Abuso (d; m1tor1:tà) . Commettono il reato di abuso d i a.utorità: il milita.re che senza autor izzazione e sen.zq leg it timo mot ivo assuma un comando o ordin i un mo- , vimcnto d i truppa; il militare che, senza giustifimto motiv-0, userà v,ie di fallo contro il suo intforiore o con-.ro un prigion iero <li guerra ; i militaci che in numero cli due o p iù rila-scieranno attestazioni o dichiarazioni senza richiesta o dell'au tcirità superiore; il militare che senza autorizza.2Jione o necessità, leva impos iziorni di guer ra o prestazioni forzate, od eccede la d'atagl-i facoltà.. (Art. 166, 167, 168, 208, 290, 277, 37, C. P : E .). - ).Te! primo caso la <pena è ,estensibile fino a cinque ann i di reclus . cmii. e s e il rnrilitare ricl1iamato

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all'ordine nt1enc ugua lmente il comando, la pena. è da cinque a quindici anni. Nel secondo caso (vie d i· faito) !a pena è ,Ja due a cin<J\le anni, e fino a due a1J11 i se non avrà fagioliato lesion i. X el terzo caso la pena è di due "a sei mesi di ca.re. mii. Xel quar to caso (;mposizioni di guerra) la ·pena è fino a cinque m111i di rcclus. milita.re In mar., il comandante d i navi da guerra che pro lunghi le ostili tà oltre l'annuncio di J)ace o tregua o armistizio, è punito coUa pena d i morte. H comandamte che esponga con atti ostili non autorizzati lo ·Stato a dichiarazione di guerra è pU!11ito con n,nti anni di ,·eclus. mil. Se però avrà esegu ito attacchi seguit i da devastazioni e uccisioni, la pena sarà d i morte . I-n altri casi di ostilità, la pena può essere della ciestituzìone. Qualora il conm1dan(e con suoi atti abbia esposto sudditi dello Stato, pur sèmm· aver compiuto atti diretti d i osailità, a rappresaglie, subirà la. •pena deila redus. o:nil. non minore di cinque armi, d iminutta fino ~ sempli-0e carcere militare se le ra,pprcsaglie non avranno a.vuto luogo (Art. 125, 126, J27 C. P. M. 1\L). - ,Chi asstuna. comandi senza auto- . rizzazione i: punito' colla reclus. m il. da quindici a venti ann,i ;1 se ritiene det'.o coma'1ldo contro ordine de i capi, la pena è di mort~. Quanto al caso delle vie di fatto, esposto sopra ,per l'Esercito, le pene sono in mar. simili a queJ:le <lette per l'Esercito stesso. (A1·t. 128, 129 C. P. M. :W.).

già

Abuso (di coufidenza) . Reato consistente nel convertire in uso ·,proprio, <len,1:r-0 avuto m con.segna da altri, per ragioni d ' ufficio, o effetti di corredo o anedo mii.. Tale reato è affine ( art. 220 C. P. _E.) a quelli di app ropriazione in,debit,<t e di truffa. QuaJndo sia commesso da un m ilitare a danno di un altro militare, viene punito: 1" col carcere militare, se li danno non eccede le lire oinquanta; 2° colla reclusione milita re estensi•bile ad a,rmi cinque, se il danno è maggiore delle lire cin.q uanta e non. supera le dnqu<lcento; 3° colla roclusione militare non minore <li cinque anni, estensibile a dieci, qualora il danno e'OCeda !e dire c inquecento. - Le pern: sudd ette sono a umenta te di u n grado quaJn.i o il reato sia commesso a dann-0 delle ammin istrazion,i o dei corpi mii. (art. 221).

Abusf;ach ili. V. Gasnavidi. Acabià. Soldato del Medio Evo armato di . ronca. Acaia. Regione del PL1loponneso, sede della Lega Achea. (v.). Fu occupa,ta dai Romani dopo 1a battaglia d i Leucopetra, e cosii1'Ulit.a in P,rovinda; poi aggregata alla MaiOOdonia, comprendendo tutta la Grecia propria mente ·d etta. Durante -l' impero d'Or:ientie fu governata d:, un ·Proconsole . :\'el Medio Evo, dop-0 i'in<lebol,imen1'0 dell'impero, prodotto <lalle Crociale, d ivenn,e Principato. Di questo, nel 130 1, fu a capo F i1ippo di Savoia, prindpe del Piemonte da l 1282, capostip ite ddla Casa Savoia Acaia, est inta nel 1418, colla morte di Lodovico, ulti.n,-0 ,prmcMpe d i Savoia Acaia. Acanto. Ant. città <lella peni.sola Calcidica, presa da Bra.si<la nel 424 a . C ., da i Romani nel 200 a. C. Acarnania. Regione delh Grecia, a1 sud dell'Epiro, ant. ca,pol. Stratos. Fu ·lungamente in guetTa coll'Et~lia. Nel 225 fu soltomc:,.,a dai MaC'C'doni; dopo la. vittoria del Con.sole flarilinio su Filippo V di Macedonia, ( 197 a . C.) '"enne in potere dei Romani .

Ace

Acarne. -Borgo cie li' Attica, p1•esso il quale TTasibulo, n1el 4-03 a . C., sconfisse i w ldati clei, « Trenta tir:urni ». Acazio ( lat. Aca.tium). A nt . P iccola na,·e a vela quadra e a remi, sùni!e all',attuà.r.i<J. I remi emno 20 o 30, in una, sola fila. Aveva fa poppa arcua.tà in d entro, e la •prora munita di robusta punta s-poq?;c<l1CC. I

greci fadoperarono special men te per fa pira tt·ria. Fu adoperata tinto per commercio che in guerra. Durò fino al S<X:olo XV. - 1 1 medesimo vocabolo -se.:vi url inàicare a,n che l'attrezza<tura <ii una nave. e le \'elc, e l'wlbcro uuaiestro.

Accademia (MiJita,e). (Vedi anche: CoUegio Mj)itare e S .cuola Militai-e). - Tstiluto militare dotVe i gio~r::trui avviati _.alla -earrie-ra delle arn1i, veu.g~n,o istrui.ti cd c<lucil.ti per renderl i idonei .a conseguire il t;rado di ufficiali d fJl'esercit<J e della marina da guerra. I Greci ebbero campi dove s·i impartiva 1<!,, istruz ione pratica, ma anche SCU_<J'.le pubbliche dove profe::-.&>ti eccellenti, de nominati Tattici, insegnava.no l"art-e delia gu1erra e tutte 'i-e sue parti che concernevano il comandante d'esercito. 1 Roma,n i costitui1"0no il loro Ca·mpo di Marte dove s i impa-rtiva la sola is\ruzio11e pr;c.tica, alla qua.le. si aggiun.gcva l'imitazione ( lei .gra.ndi uo1mn1 che servivano <l'esempio. Fino al 1700 nott si risc-0111.,:t·.an-0 in Ew·opa vene e p roprie scuole m il itati per b. propara.zionre dei giovani a diven-ire de.stri ufficiati nélk milizie, tuttavia . è degna d i nota quella isti{Ì,ita nel S()C()lo XVIII dal m[nistr1J ::-.razarino, denominata « Collège des q11-atre Nqtions >>, dove particofarmen.te si istruivano giovani di n obi·k famiglia appartenenti alle provincie conquistate. Il movimento intellettuale, iniz,iatosi durante l'epopea no.poleoruica, si intensificò dopo .il 1815, sotto l'it)flu.,nza {asciata d,ihle gmndii campagne, e la scienza della guerra si sviluppò rapidamenic ,in tutti i suoi rami. Ed è così che •la Kr-iegs Akade.m ie (Acça,demia di gue-rr,t). is~it·uita. da Fcdcri<:o II nel 1756, ta quale nel 1804 prese nome <!'i « Accademia. Mi./itare de( Nobili», ch iusa nel 1806, r-iapeiia nd 1810 col nome di Scuola. G enP,1·a.l,; della Guena., riprendendo nd 1859 l'antica denominazione , •r iuscì in fine a dare gli -in gegneri. militn,ri che ressero le sorti dell'esercito prussia110 e divenne In. base del Corpo di ·Stai'◊ :Maggiore, tant<o _saggiamen1~ or.ganizzato e prepamto da contribuine ,in preva•lenza a fare acquistare alla P.r=i,c il primato dumn te l'apogeo dell'arte milit.are moderna. A ccaden1ia },,filitarç di Torino. La Casa S~vo ia uon fu seconda ad a ltri nell'organiu:-,1>.rc sapientemetl(è g!i

stud i militari e<l è perciò che le Scuole, da ess:t ist i-

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tuite han-no nobilissime tradiiion.i e pregi non comuni. Nel 1669 il T>uoa Carro Emanuele II, vo1endo provn,clere pérchè in apposito istiruto fossero anunaestnti i paggi suoi e i nobili di Corte, co11)metreya i:l disegno dell'edificio all'architetto cont,e Amedeo cli Castellamonte. li palazzo detl'A. fu ultimato nel 1677 e nel 1678 si apriva l'istituto ai giovani di nobile famiglia, ai ( 1uali ;,i in.s<:gnava « a montare a cavallo, correre al «saracino, all'anello et alle teste dei mostri, la danza, « l'arm<:!ggia.re, il volteg,g:iare, il maneggio delle armi, « gli oserciiii milita,ri, la matematica e il disegno». Non

Cortile dell'Accac1em1a rti Torino aveva quincli ancora carattere Yero e proprio di istituto milita.re pel roclutamento degli ufficiali. Chtiuso per vicende rii guerra, qut-sto istituto di educazione ,·rnne riaper10 il 28 agosto 1730 da Vitlorio Ame<leo II <•o! nome di Reale Convitto di TlJrino, e tale r.imase fino a,ll'epoca della occupazione francese ( 1798) che ne cancellava perfo10 i•l nome. Il 6 JlOVcmbre 1804 N ap-0lcone vi inaugurò il Liceo dipmtimentale che durò una diocina di a.n.ni. Vittorio Emanuele I, ricuperati gli stati continenlali, e ben con-OScendo la cura dei suoi avi per la mil1,na, della quale, perciò, rista.bili se111t'ahro gli antichi ordinamomi, inH:se di inquadrarla con "buoni uflkiaJ~ e, con R.R. P atenti 2 novembre 1815 or<linò la istituzione della R. Militare Accademia. Il 1° febbraio 1816 fu a,pprovato il regolrumenito deH'is1;1uto, clie il 1° aprile 1816 stesso veniva aperto nell'edificio sede cleli'ant>ica A., a! comando ciel Maggior Gen,er:ù,e Conte Giov. Batt. NicoHs di Robila.nt, men• tre alla direzione degli studi veniva preposto il Cav. Cesàre Sàluzio cli M<>ue.;iglio. L'A. aveva per iscopo <li cr&re ufficiali di Fanteria, Cav:ù1cria, Artiglieria, Gen!io e Stato Maggiore. Ammissione senza esame, durata degli studi 9 anni e gli allievi, che vi entravano all'età fra i 9 e i 12 anrni, ricevevano ·l' istruzione necessavia per riuscire ufficiad'i, e<l erano « educati ai 1< sentimenti <li reliE,•ione, di onore, di fedele at1ncca<1 mento al loro Sovrano, nonchè all'amore <ldla. virtù « è al desi<lerio della gtoria D . Gli aspiranti ai'e armi sp:e;cia.li cd a,J corpo di Stato MagE,oiore, d~ mano in ma,no che 6Uperavano gli esami dei col'Si superiori di matematica, venivano successivamente normn.."tti cadetti, sotto1JCn1enti, e Juogotenent•i delle :umi speciali stesse; gli aspiranti alle anni cli fanteria e cavalleria venfoano nomi.nati ca<letH all'età di 18 anni e a I 9 usciv,IJlO dall'A. col grado cli sottotenenti. IJ 26 novembre 1817 !urano promoosi i prnmi caclctti e il 23 dicembre 1818 i primi ufficiali. L'A. ebbe sempre le premurose

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cure di tutti i suooessori del fondatore, e specialmente Carlo Aibcrto e · v;uorio Eman uele II vi apportarono notevoli miglioramenti. fuiaiti, Carlo A-lberto il 4 mag1-,,io 1839 approvò i Provvedimenti che dovevano andare in vigore il 1° luglio successivo, che stabilivano la ammissione aJl'A ., previo un esame, dei giovani di età fra i 14 e i 16 anni e la durata deglli studi d i cinque anni per gli a-ll'ie.vi destinati a1la fanteria e cavallerna e di sei per quelli destinali all'artriglieria, gemo e stato maggiore. Nel quinto a.nino gli a!Hevi erruno cadetti; a lla fine del quinto anno i promossi acquista-vano il grado e -la anzianità di sottotenenti e alla fme d~l sesto erano promOSl!i luogotenenti quelli avviati alle a.mi speciali e allo stato maggiore. Nel 1840 Ca11lo Alberto donava all'A. una bandiera ri.camata da:lla Regina Maria Teresa. Il 14 gem1aio 1857 Vnttorio Ema~uele II emanò i provve<limenDi che estendevano i programmi <l'esa.me per l'ammissione, )imit.tvano il corso a tre anni per g-li aspirant•i alla fan1eria e cavalleria, e a quattro per gLi aspiranti a:lle armi speciaili e stato maggiore. Il pnimo :uino e.ra ccn11une a tutti gli a llievi che, superati gli esami del terzo anno, ,-e-nivano nominati sottotenenti irr un reg~imen1o d'i fanteria e cavalleria, mentre gli a ltri rimanevano noll'A. per compiervi i:I quarto anno. La legge 19 luglio 1857 co.ncesse la pensione gral'Uita agli ufficiali alliev'i dell'ul6mo anno. LI R . D. 25 febbraio 1858 scioglieva l'A. e l'altro <le1 6 aprile successivo la riapriva, prescrivendo l'obbliga1orietà ddl' amiolamen to a l compimento del dioiasseltesimo anno di età. Di\'elluta J.nsufficien1e ai bisogni dell'esercito, ingrandito per l'ampliamento del regno, e ricxinosci:uta qu indi la n-ecessdtit di aprire nuove scuole percllè I('A . non c:ra ormai ,più sufficiente aJla preparazione degl4 ufficiali per tutte le armn, con R. D . 13 1narzo 1860 fu creata la scuola sep~ata per soli ufficiali di artiglieria, genio e stato maggiore, nello

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vecchio unirorml dell'Aooademta di Torino

steoso ccli.ficio della ,precedente, dalla quale ereditò la bandiera e le tradizioni, menlre per gli ufficiali di fanteria e c:av:uìlema for=o rispettiv,amen te istituite le scuole ,di Ivrea e di Pinerolo. Il R. D. 6 aprile 1862 stabiliva il nuovo ordinamento che riduceva il corso di studi a tre anni, e prescriveva che gli allievi, all'.atto dell'ammissione, clo"essero avere da.i sedici ai venti e che al passaMÌ-0 dai secondo aJI terzo anno di OOl'So ricevessero il grado d,j sottotenente dì fanteria. La legge 4 maggio 1865 stabilì la promozione a sottot-enentc ru1l'uscita <lall'A., che all'atto deila appro•

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L' uni forme cteU'Accad<•mia di 'l'ori no nuo al 1923

vazione all'es-ame fina,le del secondo a nno di corso decon=c l'anzianità di tale grado, e che la pensione ,d urante il t-crzo anno d i corso atrda__,;sc a carico dd1',era r io. ] l regolamento s ugli ist~tuti militari, appro·va to con R. D . 3 aprile 18i0, diff,erì all'enltra4-:c a l secondo anno d i corso d'obbligo dell'auuolamen to, stabilì che b pensione durante •il icrzo anno fosse nuavamtnt,e a cari<:o degl i aJlie" i, e che la data di a.nziandtà <l& grado <li sottoccnen te fosse quella del R. D . di nomina. Queste disposizioni vennero confermate dallp. logge 28 maggio 18il cd annullate drulfa su-0ces.~iva 20 marzo 1873. Istituita la scuo la di guerra, e riordinato il ,corpo •di Stato 1\taggior-e, con R. D . 24 dicembre 1870. che sopprimeva il gra•clo di subrulterno n~1ll-0 stesso corpo, f A . incomiaciò a fo1nù-,e solamente ufficiali dii a rtiglieda e genio, e fa legge 30 settembn, 1873 ne stabilì l'organico del personal,c d ir'igente e insegno.ntc. Il regolamento d i ,cui il R. D. 24 dicembre 1870, approvato con R . D . 18 genna,io 1872, prescrisse l'aggiunta di un anno di •corso rulla scuola militare che servisse a preparare anche gli a.!li,evi aspiranti a.Il'A . Questa d isposizione fu abrogata col -R . D . 30 novembre 1876 e sostituita da•ll'alllra con>tenuta nel R . D. 21 gem1aio 1877 che sta bilì che all'ammissione potessero conçor.rere oltre che gli a,llie,,.i dei w llegi mi·litari anche i giovani p roven ienti ùalle scuole ci-vili, tra i sed ici e i ve ntidue ann i d i età . Con R . D. 26 ma§Jio 1887 ru data facoltà agl'i a tlievi d ell'A . che avesscrn compiuto il p,-imo o sç;condo anno di corso d i poter entrare rispettivamente al primo o M secondo anno di unlveraità di mabematiche, e ali l)rimo am10 d i scuola di applicazione per gLi i·ngegner-i, a qu elli die a \"cssero superali gli •esa mi ,del terzo a.imo . Il regolamento 22 ge.-i11aio 1888 pi,escrisse che potessero èon.corrcre a lla a mmiss;one nell'A . i promossi del 'qu into anno dei

collegi militari e ciel pri-ino anno d ella scuola m ili tare e tutti gli studenti muniti d i licenza liceale o d' istitu to tecnico. Soppr,esso con regolamento 4 diçemb~e 1891 il primo corso de:lla scuola miilitare, fu stabilito, con ,lo stesso decreto, chic potessero concorrere a ll'amnl'issiMe <ll.elt'A. tutti qudli specificati dal prroedente decret-0., esclusi i p rovenienti <da lla scuola militare, ed inoltre tutti coh:iro che, s,uperato -l'es.a-me d'ammissione alla s-cuola milita1'e, avessero i-ipor taoto itlmeno 14/20 nel:l'esame di matema tica.. Q uesta d isposizione fu annullata dia.I regolamento 10 marzo 1898 che prescrisse cJ1e i posti <lisponibili ali' A . venissero concessi agli a.spiranti m uniti cl-i licenza liiceale o d'i,tiruto tecnico, che avessero s uperato gli esa.mi scritti clel concorso, ecl -inoltre un ,csa.mc pa,rticolare d i matcma.hca secondo le nor.mc allltlcedenti. A questo estme potevano qu·in <li •concorrer-e i p romossi <l~I quar to anno dei collegi militari, ed i giovan<i licenziJti dai licei od istituti t ccnki che, .superati gli esan1i scritti, a"~es...<:.ero sod<lisfatlo alle condi7,ionii pr,escritte per l' idoneità fis ica e che al l O agosto •dclPanno di annnissione avessero compi•ut-o il diciassettesimo ,anno di età e non olu-epas.,ato ill ventiduesimo. Infine i•I R . D . 26 novembre 1899 che rupprovò •il regolamento organico per !-e scuole mil-it~ ri, ritoccò i programm i ,d'esame e con,fe11mò Le altre norme di cu i il R. D . d-e!l'am10 precedent-c. Per sopperire a bL~ogui straorclina..ri d i ,aumenti d>i qua.d r.i nel Regio Esernito, epperò anche nel!' Ar tigl•ie ria e n~I Gen io, e per colmare dcficienize p iù '(]'una volta vcriJìcat:esi, il :\iin-is,tro de,J.la Guerra <lovctte, .negli a,nB1i 1888-89-909 i-99-900-901-903-907-908-915, far attivare dei corsi accelerali straot'f)inari e concedere delle ammissioni straord ina,r,ie a.I ter zo corso. -- Il nome degli u fficiali che tennero ìl comando dcli',1. dalla sua origine ad oggJ, il nome degl1i insegnanLi, e g li allievi che conseguirnno


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poi Ja più alta estimazione nell'esercito, nollc soienze,

nelle let1ere, nel governo della cosa pubblica, dicono l'elovateu.a d-egli studi coltivati in questo istituto. Accademia Militare. Istituita in N0ll)oli da re Carlo III nel 1744, ebbe le assidue cure di F-Ordinando IV, che, allo scopo di renderla SC'lllJ)Tc migliore, le diede successivi ordinamenti. Nel 1823 assunse il nome di Collegio M ·ilitare. (v.).

A ccad~m-ia Nobiliare Estense <li fanteria e cavalleria. Restaurata la <!ominazione estense nel Ducato di l\fo<lena, Francesco IV isritui con atto 24 dicembre 1821 l'A ., affida.n<lone !'attuazione a,ll' Arciduca :Vlassimifiano. Inaugurata nel gennaio 1822, ebbe d:ipprima

Accadcrnta cu Modena - Facciata principale

la 9 ua sede nel 1',ùauo Vaccari, e nel 1824 venne trasferita nella odierna Caserma Fanni. F;i sciolta nel 1848 in seguito ai moti che allontanarono da Modena il Duca Francesco V. Tornato questi nel suo Stato, con atto 16 a.-gosto 1853 ristabm J'A . che, a differenza di quella istituita dal padre, era accessibile a,n che a chi non possedeva il ,pr ivilegio del titolo nobiliare. Nel novembre tlello stesso anno fu aperta e visse sten1ata.mcntc Imo al 4 maggio 1859, quan<lo Francesco V ne decretò la chiusura.

Aecademia Militare di Fanteria e Cavalleria. Modena. (V. Accademia Militare di Torino). Con R. D. 27 febbraio 1859 si istituiva in Ivrea un , Corso sr,ppletivo a quelli <lell'A di Tori.no, indipendente da qu-csta. E.\l~o <loveva abilitare giovani d i conveniente coltura a coprire, principalmente nelk fanteria, i posti di sottotenenti vacanti. Il 13 marzo 1860 )fanfr<.'dc Fanti, :Ministro della Guerra, sottoponcv-i alla sanzione reale un decreto e.ne istituiva due scuo'.e distinte per iornirt rispettivamente ufficiali alla f~nteria e alla cavalleria. con sede in luea e a Pinerolo, mentre l'A . di Torino rimaneva per fornire ufficiali alle sole armi di artiglieria e genio. C.u cstt disposizioni erano adatte per l'urgCJ11.a del momen to e non erano ancora l'assetto definitivo degli istituti. Con R. D. 9 maggio 1860 Vittorio En,anuele II ordinava che fosse istituita una. Scuola Militare 1708 di fan teria, a<l identico scopo e n elAllievo la stessa locaiità di queUa or<lin:ita Ace. Modena

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da'] Generale Fan,i. ll R. D. 8 febbraio 1861 pona,•a il corso defle armi di linea da uno a due ann.i e stabiliva che gli ufficiali per l'arma. di fanteria venissero reclutati esclusivamente dalla Scuola _di Modena, già ideata ncl 1859 dal Coma.ndo generale d-clle trurppe dell'Emilia. Il l O gennaio 1863, percbè la Scuola a.,·esse più ampia e degna sede, venne trasportata nel palozzo R ea.le che S. M. Vittorio Emanuele II aveva, fin dal 1860, donato per questo scopo allo s tato . I due istituti superiori ()1oriena t P inerolo) furono, con R. D. 18 Seaembre 1865, riuniti in uno solo d1e aESunse il nome di Scuola )1iìi1a,·c di Fanteria e Cavalleria che, in preYisione della guerra, dall'8 maggio a l 20 ottobre 1866, tra sferì la propria se-.le in Torino. Il R. D. J a pri le i8i0 i;ortò a tre gli annt di corso; il R. D. 30 novembre 1876 ridusse il corso ,i due anni, e il R. D. 25 dicembre 1387 lo man-tenne a due anni per i p1ovcaienti dai collegi militari provvisti <li licenza liceale o d'i1860•71 stituto tecnico, e lo portò a tre per Allievo Ace. Moclt>na quelli a mmessi alla Scuola con es.-uue. Con D. M. 1869 fu istituito un corso speciale per so!tufficiaE di famcria e cavalleria, e R\lCcessivamcnte per quelli <lclle a ltre arm i, allo scopo di abilitarli alla nomina a sottotcne111i. Questo corso, della durata di due anni, el>be come prima sede la cascrm.1 S . Chiara, e ne l novembre 18i5 tu trr,sporta~ ncll'odicr0 OJ. casenna l\fontecuccoli. Con JJ. )f. } giugno 1888 fu istituita a Casena la scuola dei sottufficiali aspiranti a divl'llire ufficiali tanto nell'arma propria, quanto nel corpo contabile, e a, ! essa fecero quindi ,~ ~ passagg io i scttuft,cia li de lla Scuola di )lodena. 11 R. D. 10 settembre 1894, f abolita la scuola di Caserta, istitul nuovamente a Modena il corso speciale dei sotlufnciah. Il regolamento 4 d icembre 1891 p rescrisse che la durnta del corso della Scuola di Fanteria e Cavalleria fosse per tutti di due anni e che fosse concessa l'ammissione sen za esame ai i;iovani provenienti dalle sc-uo le S&.ondan e ~uperiori, e previo esame a quelli sprovvisti del titolo di studio prescritto. Il Regolamento 10 marw 1896 !:tabili che l' amm issione Ace. ~Joctena fosse concessa sob.mente ai provenienAllievo ciclista ti dai collegi militari e ai licenziati da.Ile scuole ,econrìa rie, e a questi u ltimi previo esame di concorw. li regolamento organico approvato con R. D. 26 novr :nbre 1899 confcnuò queste ultinic norme. Succes.~ivamcnte, dall'anno 191 I al 1918 l'andamento <lei corsi sul>l profondi mu!amenti sia per la duran.~, che per lo svolgimento di essi, in <lii)e:n<lcnza del!~ esigenze create rispettivamente dalla guerra ,libica e da.Ila. guerra mondiale . Dal 1915 a l 1918 si sussegu.irono ininterrottamente 13 corsi accclorati per la nomina a sottotenc-nte od aspirante nell'arma .di fonteria e cavaJleria. All'u ltimo d i tali corsi furono rummessi 143 militari del COl1J)O Cz.eco-Slova.cco in Ita.lia, aspirami i al.La nomina di ufficiale. Dal 1918 a.i maggio 1920 l'A ccadem ia rimase inat-


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tiva e quindi fu r ia,pe.r ta per •lo svolgimento dei corsi ste pi,ime disposizioni a,bbian-0 carattere d i tra:nsiloneta <li perfeziona;nent-0 a-i qua li afiluilrono 594 Capi-ta.ni e e che W'la riforma generale debba. venire a stabrlire là 447 Tenenti tralSf>er iti ••n S. A. P. durante i-J pe,,iodo 11uova e definiti~,a OTgan izzazione degli •is tifu ti s-cola.stici bellico. Tali corsi furono S e s i svolmilitari . sero dal 19 20 al 1923. Accademia dei guarda stcudard; (gw1rdias estendart.es Nel ma rzo 1923 l'Accademia è stata de las galcras). I stituita da re Ca:rro III con dispaccio finalmente restit uita alla sua antica funzione di reclutare degli ufficiali in 5 dicembre 1735 ii; Napoli, per la educazione mii.la.r e S. A . P . con la differenza che mentre dei giovani aspi-ra111ti alla carriera nella marina da guerfino al 1915 gli a llievi venivano am~ ra. Ebbe fa sua prima s~-de n ella d a rsena, e fra i mimessi subito <lo1io u ltimali gli studi gli-0ri insegnanti, vi primeggiarono il ca.pitano Giovanni Est,obaii de' Ferrari per la navigazi-One, e PictTo de :,farliceali e tecnici e compievano un cor.ti.no per Je matematiche. Il 23 fe'bbraio 1736, per ordine so bknnalc per la p r omozione a Sotdel Re, l'A . si trasferì -n el ,p alazzo Totti, a cçanto ~alla totenente in ::i . •'\. P ., a ttualmente eschiesa d i S. Spirito, e .ne assunse il comando àl capitano si allievi sono reclutati fra ,g li ufficiali G iovam1i Filangieri. Nel J 752, non essendo p iù suffidi complemento c he hanno prestato un serv izio al reggimento almeno di ci-enti i locali pcr !'aumentato nu~nero degli a1Ilicvi, l'istituto si tra.sferì alla Annunziatclla, e il 4 maggio 1755 tre mesi, e seguono un corso trien assu nse nuovamente la sua sede in darse.na che appos inale dal quale vengono dimessi col tamer1te ei·à stata aumentata di locali. L'A., in questo grado di Teneate in S. A. P . - I n frattempo, aCqU!istò notevole ~m:gio, specie per merito n umerevole è l'eroica schiera degli ufdei suoi eccellenti insegnanti: Michele de Leooardis, N ificiali quivi educati, che diedero la locola de ì\1:artino, che con diploma 19 febbraio ro ,,ita per la Pat ria : durai11754 ne fu nominato ,!iretture flcgli studi ed te la guerra mondiale ne moesamir.atore, Vito Carovelh professore cli marirono gloriosainen te 3000. tematica che nel 1759 pubblicò in o rto volumi L'.4. conta ben 135 mc-daglie l'insegnamento per la. marineria ; - Benedetto d'oro . . Allievo :Maurizio Colonna, comandante, ,·i si dedicò Nel 1905 venne ina uguraAce. Modena con pa.r ticolare perizi.i od amore. :'.\fo la sua to ncli'A. cli Modena, per O · S. A. R. maggiore notorietà la raggiunse quando nel Duca dJ Pistoia pera ùel generale Barbieri, 1779 fu riordinata in Por tici, essendo stato inun "Museo ,Storico », a.invitato dalla t ·oscana Giovanni Edoardo Acton pliato s,1ccdssivamente da i generali Morra e a sovr aintendere a lia màrina come an~mi'ra-glio Frcri. Esso ·consta di mw rnezza dozzina d i e com e minisu·"· è\'el 1799, essendo stato il resa le, adornate di fotog,afic, di cimelì, cli r icorgno inva.so dai france.si, e F erdi nando I V ridi pregevoli, di armi, ecc una delle sale è detù·a(osi ir. Sicilia, questa ,1 . dicata alle Meda-glie d'Or o, una alle guerre .:ocessò di esistere. loniali, una a lla guerra. mond ia le, una all'aviazione, ecc. - Nel 19.!0 venne eretto nel giarAccadcn,ia di Mari11.a. Istidino çleirA . un « 1v!onume11to della Vi ttoria», tuita. in ;-;; apoh il 30 giugno opera pregevole dello scultore Ripamonti. Una 1806, e cioè subito dopo che bella statua della « Vi ttoria ii, .fusa c.o l bronAllievo G iuseppe Bonaparte con dezo dei cannoni austriaci, poggia sopra un pieMc. Modena creto 24 giugno avev-a dato S. A. R . d istallo a piramide, composto d i massi d el Du{'.a dJ Bergamo nuovo ordinamento a lla mariG ra ppa e del Pasubio. na. E bbe la sua prima sede a Accadc111ic Militàri d i T orino e di l'vfoclena. L 'A . di Pizz-0fa!cone, al -co:mando del capi tan o d i fregata Emanu ele Diez. DuranToriJ10 e la Scuola 'Militare d i Modena, d-0po ta recente guer-m , furono, come sono t utt'ora , oggetto di s tudi tente i quattro anni <li corso si insegnaden ti a concr..:tare le provv idenze che ri~,p.onda:n-0 a.Ile. vano le matematiche, la manovra, le csigenz,e nuove. Si è ancomin>Ciato per tanto ad apporcostruzioni, l' id raulica, l'artiglieria. l i r..l're 'le seguent i mo<lificazioo.i: due A. M H-itari - A. 1° dicem bre 1816, Ferdinando IV, tr:i.Militare d•,: fanteria e cava.lleria di ,'\,fodena per il rcs corso un anno da.Ila ristaurazionc, cluta.n;c11to degli uffic·iaLi in S . A . P . di fanteria., cadecretò l'istituzione della R eale A . d i valieri.a e se Fuizii; A . 1'\,filitare di artiglieria e genin di marina, cl,e compr endeva un collegio Torino per il reclutamento degli u.f.ficia.li d i artiglieria degli aspiranti cÌi marina, w10 d egli e genio. Fri na;lit~ : forma;-c ·gli uffrciaihi in S . A. P . e alunni marina ri, e le scuole di appliper oiò impar tire la oult ura. -necessaa,ia a dare la capacità cazione. N el primo collegio, e poscia per il disimpegno de lle fwwioni ine ren ti al grado cli u fanche nelle scuole d i a,pplicazione, si Allievo fici'il•le in-feriore. Corsi : ~re anni per -la fanteria, cavalinsegnavano la matematica applica, a Ace. :IIOdena leria e comm issar iat-0; due anni per l'am11nin,istrazionc all'arte mar ittima, le belle lettere, le S. A. R. e la sussisienza; quattr-0 per l'ar tiglieria e genio. A I terDuca cli Pistota scienze filosofiche, .._ tutte le altre ine-mine de i çorsi gli allievi son-0 promoss·i teine:nti in S. A. r en ti a lla navigazione e costruzione P. Ammissione : grado di sottoten ente cli comp4e-rnento .navale, onde formare allievi istru iti ed atti a d ivee l icenza Hceale o d'1stitut-o tecnico o _titolo equipollente, ·n ire ufficiali della marina d a g-Jcrra, del genio milie avere supemJ o apposito corn::orso, E ' ovvio che quetare marittimo, del genio mi litare ìclraulico, e clcll'ar-


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Ac1•a(l1•u11a 111 :11or1ena - Allievi (tenuta r1I ratll'a) tigheria d i marina. :-:cl secondo ~i svolgevano corsi di prept!r:11.ione allo studio della navigazione, ultimati i riuali !!li a lunni rna rinar i ~rano incorporati ncEa Reale )farina, o entravano nella :.\Iarina l\Iercantile, per abil itar~i al grado di ca.pilar.o, p ilola e no~tromo del'e mil·i nwrcantili. Il primo agosto l822 tutte queste scuole ebl,ero altro ordinamento, e così fu istituita una R eale A. di ~farina divisa in due collegi, uno per gli aspiranti gua,ù iama rina e uno ,per gli alunni marinari. Questa, nel 1835 fu scioha. ~ell'aprile 1838 fu riordina.la I'A. ,mariti ima, ma non sotto il mC'de,;imo nome, b~nsì d is11nta nei singoli istituii d i ed ucazione pc! rn,ruo d i marina, e cioè: collr,;io degli a.~p-ira11ti guardamari11a, e sc,:o/a di nl111111 i J/Wt-ùzari. Tanto gli aspiranti quanto gli a lunni dovevano rimanere sem1>rc " bordo d w-antc la loro ed1,cazione la quale era ripartita in sei ,umi pei primi e i·n c inque per i secondi. In seguito. il primo dei due tistituti ,·enne unito al collegio m ilita re, ma, rkonosciuto non com·cnicnte educare alla stessa maniera giovan i destinati ad arm i d iverse. il 26 agosto 1844. si riordinò il collegio negli aspiranti guard ia,rnarina. Vi erano ammessi gio,·:.ni <lcll'età dai dieci agli undici ana i. I l corso teorico durava sei ar:ni, .finito il quale gli alHevi passavano al corso pratico, cbe durava tre anni, imbarcati s u nav i mercantili dello stato, prima come selllplici ma rin~i e poscia come p ilot i. Ultim:tlo il corso

Ar<·ad,·mta rii Mocl<•nn - ~101111men10 nll a ViL101·1a

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pratico e supera to un ultimo esper imento, gli a llievi passa,·ano nella •marina da guerra col grado cli t~"fzi piloti Questa A. rnaritllima, insieme con· la Scuola di ma rina di Grno;•a (v.) entra nel!~ prima organizzazion~ data ,per le scuo!e di marina da guerra alla cost ituzione del regno d'Italia con R. D. 21 febbraio 186l. A . Navale di Lii•omo. Vin dal 1860 esis~cvano <lu~ scuole per la educazione di giovani destinati a divenire ufficia li cli marina: una. a N a poli per il regno delle due Sicilie, cd una a Gtmova per il regno d i Sa1xJ.egna. Alla co.,,tituziont d~I regno d'Italia le due scuole rimasero auron-0mc ed ebbero regdlamc.nto comune a pprovato con R. D. 21 febbraio IS6l. Per essere ammessi, gli aspiran ti dovc,•ano aYer compiuto il 13" e non oltrepassate il 16° anno di eta; essere r icon osciuti fis icamootc idonei;

A<·c·adi>mia ,11 \lodena - )lusco Sto1•ico (Salu c1,,11c o\ledal!'lle cl' Oro)

aver superato l'apposito esame. L'istruzione t=ica e pratica vi s i com p,ieva in quattro ann i di corso, l'ultimo dei quali chiamavasi corso complementare. Alla fine d i c iascun anno di corso, l'a:llil-vo che non era approvato a:ll'esame ripet<:va il corso s tesso, e, se d isappro,·ato por la seconda volta, cessava 11i far ,pane ddla scuola. Gli all ievi cLe pa.rtecipavano al corso complem~'lltare col grn<lo d i guardiamarina di secon'd a classe, dopo il primo semestre del detto corso, s ubivano la prova nelle 111a1crie sciei~tifichc, e, compiuti i sei mesi di imbarco, subivano l'esame d i ,prat ica. K on riportando h. sufficienza. nel primo esperimento semcstra1c, lo ripetevano, un itamer~tc all'altro, in tìn d',wno. Ottenendo l'approvazione in quest'ultimo, veni\'a.no proposti per il . grado <li guardiamarina di 1• classe e passavano a far serv izio attivo 1,clk1. flotta; in caso contrar io dovevano ripe tere il cor~o, qualora. però non foss~ro già s tati rimandaH in altro dei prece-clemi, chè atlora, sarebbero stati esclus i d alla scu ola, con f:tcdltà di far passaggio nella Fanteria di )farina o :in qualche corpo del R. Esercito. L'allievo che <limo;;tra\'a di non avere altitudine pér iJa carriera di ufficiale d i vascello, potev:i, dopo la sua nomina a guardiamarina di 2• dasse, dedicarsi ad a.llro r,1•mo del servizio marittimo, o far passaggio in uno degli altri istitu ti militairi e in quella classe che conw,ni,·a alla sua capacità . •\Ila fine del 1867 le d ue scucile fu rono unifica~e, assumendo quella tLi :'.\ apoli la denominazione di 1• Divisione ( 1• e 2' olasse) e di 2' divisione quella di Genova o• e 4• classe). Xe'! 1873 i l n ulllcro delle class i fll portato a c inque: le pl'imc tre


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a Napoli e le altre due a Genova, e furono resi p iù facili gli esami di ammissione. :!'k1 1878 f u pronmlgara la lei;ige per la fondazione dcll'A . Na,vale, e il 6 nov,mbr~ 1881 fu inaugurato in Livorno il nuovo istitu--

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tre anni , A qµesti, con R. D. 14 giugho 1908, fu aggiunto un Corso di perfezionamento per i sottufficia li macchinisti che aspiravano al gm<lo di sottotenente, corso che cessò d i esistere nei 1917. I corsi 2, 3, e 4 si aprivano solo per

Accademia cli i'\-f13,rlna (Livorno)

to alla presenza d i S. A. R. il Duca di Genova Tommaso di Savoia. Vi iecer o pas,,aggio gli alli~vi della. l' d ivisione, insieme .con i gìo-vau, riusciti nel conAce. lllarina corso aperto in quello Divisa cli fa tica stesso a11110. Per regoestiva lamtnto ebbe quello ,della soppressa scuola ~li marina. N cl novembre 1886 ebbero inizio i corsi di studi superiori per i sotlotene-nti di vascello che, al termine di essi, er,rno sottoposti all'esame per l' a vanzamento al grado superiore . Con R . D. 28 gennaic- 1894-, 17 dicembre 1896, 1 i febbraio 1905, l'ordinwmento venne a comprendere : un Corso Normale, della dur ata di tr e anni, al quale potevano concorrere, mediante e-

Ace. Marina Divisa orclinaria

tnve rnaJ<:i

o;dine del ~'finistcro . Con R. D . 2 luglio 1911 la d urata del corso nor male fu portata a quattso anni e venne stabilito che vi potes~ero essere ammessi, Divisa ù l fat ica pr?vio esame, i giovani tnvernale muniti di licenza tecn ica, o di ginnasio ink,·iorc. La legge 29 giugno 1913 e il R. D . pari data, prescrissero che gli ufficia li del Cor po di S. 2-1. G. d i Vascello e ìHacchimst i fossero formati in un solo Istit uto, che prendeva la d enominazione di « Accadc•11ia Navale>>. Con disposizione ministeriale dell i 9 giugno 1914 la cit1rata del corso normale fu por tata a cinque anni, e il R. D in data 14 marzo 1915 n e stabilì il nuo,·o ordinamento. Col l O ottobre I 9 I 9 hanno san1i, i giovani n1uniti ricominciato ad aver Gran rlivlsa cl i 1icenza liceale o di luogo i corsi complesot.to le arm-1 istit uto tecnico, sezi_omentari, ora denominc fisico-matematica, i nat1 Corsi Superior i licenziati <lai collegi mi litas i, ed per i Tenenti e Sottotenenti di Vai sottu fficia li dei C. R . E . in spescello ( e dal 1920 anche quelli -per ciali cou<li~ioni -cii servizio; un Cori Tenenti ma.:chinisti), corsi che so Cornpkmentare diviso in due era.no stati interrotti fin da ll'anno scolastico 1913-J4. A cominciare reparti : Stato Maggiore Generale, ~I qua le erano ammessi i sottotedall'anno scolastico 1920-21 .è stato nenti -di vascd'.o per conseguire la stabiiit<) cbe potessero concorrere idonei tà <' ,definire la graduatoria per l'amm1ssione a l corso normale di promozione a tenente di vascelsolamente i giovani munit i <li licenza ginnasia le o del passaggio al lo; ufficiali macchinisti, per gli u fficiali macchinisti che aspiravano 3° anno dell'isl'i Luto tecnico o naua conseguire l'idonei tà a maggiotico, che non avessero con1piuto il 17° anno di c1à, e che gli allievi re, corso soppresso con R . D . deldel quinto c01·so avessero il grado li 3 maggio 1915 ; Cors i Specialisti. ai quali potevano essere amdi aspira.ntc. Con l'anno scolastico 1921-22 •h an11.o avuto inizio i cors i messi i sottoten enti di vascel!.o d i Specializzazione Superiore teoche avevano superato il corso comAce. Marina r ico-scient ,fica. In fine, in conseplementare, ed i tenenti di vascelDivisa ordì nari a guenza del nuovo or-dinamento dello con anzianii:\ non superiore ai estiva


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ADCarlPm.ia A~l'Oll(LIIIÌCa - Le

l'istruzione meciia, ~ stato stabilito che a partire dall'anno iaccolastico 192-1-25 il titolo di studio per d'ammissione a•I corso normale sia: opprovazione nell'esame di ammissione al liceo classico; ,promozioJ1c da'ila l" alla 2" classe ciel liceo scientifico; promozion,;: dalla 1• a1h 2" classe dol corso superiore dell'istituto reonico (sezione agrimensura o sez.ione commercio e ragioneTia); promozione dalla 2• alla 3• classe dell'istituto nautico (3ezione ca,pi tani, macc:h inist~ costruttori). R. A ccad-emia Acrona11tica, Is~ituita con Decreto del Commissarialo d'Aeronautica il 5 ~o,·embre 1823, è provvisoria mcnt,c sistemata !l1eila sede della R. A. na,·ale in Livorno, ma in a~•venirc avrà un a sede propria in una città marittima da destinarsi: Pronede alla sceHa, alla educazione e alla istruzione teorica e pratica dei gio,·ani che aspirano a diventare ufficia.li in S. A. P. e nello S. M. della R. Aeronautica ruolo naviganni. E' un Istituto basa:to su principii edu,cativi e <li,dattici moderni, tendenti a sviluppare le attitudin i per assolvere a l nobilissimo compito, non scevro di rischi che debbono essere affrontati con perfetta chiaroveggenza tecnica, con Iermv.za ed educazione di carattere e d i spirito. - Gli allievi che 110n risultino in definitiva adatti a.I volo con la perfezione che la speciale missione r ichil'de, e che, anche divenuti 111fficiali dello S. :M. G . dell'aeronautica nel ruolo na.dganti, risultino menomati nelle loro condizioni psicofisiche, possono essere trasferiti nella categoria degli aeroporti. La preparazione culturale e 1ec.-1ica non è inferiore a quella degli ufficiali della R. ~farina. dell'Artiglieria e del Genio, con speciali app licazioni alle materie siréttamentc profes,,ionali. I progrronmi scolastici, che si svolgono in tre anni di corso, J1am10 carattere universitario e sono taLi da essere ;,,ffrontati da giovani licenziati dal Liceo classico e sciei1t i_fico, nonchè, con una convcni,cnte preparazione, n.n.che da giovani licenziati dell'Istituto ~autico. Condizion i per l'ammissione alla R. Accademia Aeronautica sono: ottima cootituzione e ped czionc psico-fisiologica; licenza delle scuole medie superiori o assimilo.te; aver superato gli esami complementari di concorso risultando nella graduatoria non dopo il numero stabilito di posti disponibili. Ammissioni straordinarie alla 2• e 3' classe di giovani che abbiano frequentato qualche anno 'UJ1iversitario nella fowlt:ì di matcanatica e fisica e av,,,.iamento all'in,gegneria, servono a rimpiazzare quelli c he ,possono essere l'irnasti indietro o aver lasda,o l'Istituto. L'arruolaanento nel covpo della R. Aeronautica avviene, per obbligo, alla fine del primo anno

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vule (IIV!Stl C!Ci,li allievi

per gli allievi che hanno superato il passaggio dalla prima aila ser,on<la classe; durante la seconda classe per quelli che "i sono entrati con ammissione straordinaria. La ferma da contrarsi è di quattro anni a decorrere dalla nomina ad ufficiale. Il corso ,intensivo d' istruzioni tecniche e pratiche impartito nella R . Accadem ia Aeronautica agli allievi. il periodico controllo e la cura della loro co.~tituzionc fisica ed il continuo addestrruiucnto in tutte le esercitazioni non solo aeree, ma anche mM'ittime e ierrestri, faranno loro acquistare quelle attitudini e conoscenze che trnva'llo ,rer l'aeronautica milita re la rga applicazione nella guerra terrestre e maritt ima, permettendo alla Patria d i avere, in avvenire, dei combattenti dell'aria di qualità veramente ooce1,iona.li. Accanto al suddetto « corso normale » che si svolge e;;clusivamente per In fomiazione dei sotto tenenti in S. :\. P. dello S . ::u. G. deila R. Aeronautic.i, molo naviganti, a.Itri corsi <li specializiazione e perfezionamento potranno in seguito s,volgcrsi nello stesso Istituto, come pure corsi d'integrazione per ufficiali di complcmen,t-0.

Accadia. :Borgo <lelle Puglie, prov. d i Avellino. I! suo castelllo. nel 1-165 fu preso <l'assa-ho dal re Ferdinando I n,illa guerra col duca d'Angiò. Accampamento. V . Allogg·ia111enti, A:te11da111c11to. Campo. L'accampamen to offre sufficienti comodità e ,tiene I-e truppe alla m:ino dei com:indanti. S-i scelgono per ciò, terreni pro,simi alle direttrici di marcia, raocordati con la rete strada1e o che facflrnentc permetta.no 'la costruzion,c; degli accessi ad e=; asciutti, mdi, non polverosi, pianeggia11ti o lcggernuente ondula1i, possibilmente alberati. rnn facili scoli ,per le acque, µ,rovvisti <li acqua buona, sufficiente, a non grande di_q!anza (6 litri per uomo e 25 J)OI' quadruped e) . S01110 a<la.tti i campi di stoppia, gerbidi, boschi : sconvenienti i terreni acquitrinosi, soggetti a:<l inondazioni, prati ar:ifi01ali e quelli cspogt i a forti venti. Per le nm1i a cavallo e il car-reggio occorre terreno ,-esistente. Le strade debbono essere lasciate completamente sgombre. Possibihnenl.e si escludono i terroni scoperti, facilmente scrutabili dal{li areomobili, avendo cura. nei te,-reni albea-o.ti, di disporre le tende nei fiktri o comunque al corerto. Xon la s>mmetria <leve consiglia>re la dis,posizione delle truppe ,n ei campi, bensì .Ja con.figurazione del terreno disponi,bile. Il battaglione s i acca,mpa con !~ compagnie in linea, una dietro l'altra, o nella formazione imposta dallo spazio, lasciando sufficiente distanza ( 15-20 passi circa) trn le linee e conveniente in-


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ten ·allo ( ! {J pas,; circ:i.) tra. le colonne con tiga e. I so'.tufficiali e i gradua,1'i staru10 coi loro ,:i parti. Dietro le te-nde <lélk compagnie ~guano, in diverse ~inee, a dis taJ1za crnwenien!e (15-20 passi) quelle della truppa

Accampamento romano deHo stato m:iggiore, le ten.<le degli ufficia;!~ Je quali possono anche collocarsi a fia01co dei ri~ett>i,vi rip:uti, e in fine que-He <lei -conducenti accan•to a i r ispettivi carr eggi e quadrupedi. La batteria si a.:caanpa deisponendo i'I mate riale in Jinca &errata, con interva-tli ridotti secondo lo spaz io, e pi:eferibilmente d i fronte a'lla via di uscita. Le bocche da fuoco delle batterie da montagna si disp0ngono in batteria, coi cofan i ooca:tastati dietro ciascuna bocca da fuoco . I fmimenti appesi ai timoni o su'l!e pedane dei rnn-i ; i bast-i acca1astati per pezzo dietro ai cofani e ricoperti coi cqpertoni >mpem1eabi!i. I quadrupedi, d>etro il materia!k o a fiam:o, disposti in c ircoli -o a filari. Le tende della tr-u.p;pa, più in<lietro; quindi seguono quelle degli ufficial i ; per ultimo le fucine e le tend e <lei maniscalchi. Le dista.n~ fra d i si tryr~ono di 15- 20 ,passi circa. Le fucine, cucine, latrine vanno sotto vento, in luogo adatto. Lo spazio occor.rentte a i varii reparti ,per accamparsi, si cailrola moltipJkaQJdo lo spaz,io di 15 mq. occorrente ad un militare di fanteria, compresa a liquota servizi, per il n ume ro dei m ilita:ri e mo1•tip1icando fo spazio d i mq. 300 ci.rrn occorrente alla vettura o carro d'artiglieria, comp resa l'aliqu-ota ,personxle, quadrupedi, cucine, latrine, ecc., per il rn.rmero ddlc vetture o carri ; e per i servÌ2>i moltiplicJ.n<lo lo s-µazio <li 300- 250-200 mq. occorrente a ciascuna vetiura o carro a seconxla. se a 3- 2-1 pariglie, por il numero delle vetture o carri. La sist.e,mazione degli A. ebbe p rogre.,sive trasformazioni <per ·risp0n<lcre aHe esigenze sorte cO'I progresso delle anni da fuoco che a loro volta infiu trono sulla condotta delle opemz.ioni. -Cosi ne1 modio evo e in prin cipio <lcll'evo moderno le truppe accampavano rispetiiva,men.te a.nche in faccia alle p iazze ea· a•I nemico c<l a llora .l'A . a"eva c~ertu re e !in{)(! ,fort~ficate e h, disposizione delle truppe o coma111Cli era adatta ta alla par-

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ticolare cventua.Jità <li impiego per offesa, d ifo:,a e sicurev..a.. E le norme e i sistemi per g li A. . si modificarono via ,-ia, col progres,o dei mezzi di guenra (armi, mezzi .per l'osservazione, mezzi celeri per trasporto truppe) fino ,a.I peri.odo della recente guerra curopro, durante la qua.le ·le tru.w:>e non si alloggiairono in faiccia al n emico, e quelle accampa te o accantonate in prossimità del i1emlco (r,ipa,rate d a!lila 'Vista e possibilmente da-! tiro) ebbero S(l.mpre dinanzi a sè una o più linee di r,esistenza permanente. - Fin Ida tempi antichissimi si riscontra una -part.icol:a.re cur:i. ndla proparazione e nel perfezion,Hnento d cli' A . Gli Egizi furono forse maestri a,gl-i Ebrei, che, uscendo da ll'Egitto con oltre 600.000 combait tent i, ebbero un modo particolall'C di acc,1mparsi nei tcorrcni deil-la Terra promessa. L a forma ciel ca,mpo adottata da Mosè era rettangolare, e ne!l centro sta va il tab:;rnacolo. 1 Greci, n eùòe spedizioni d 'dltre ma,re, ponevano fo secco i vasce-lli; ad es., 1reHa guerra di T ,·o ia, Agamennone dispose i suoi mille vascc'lli su due linee para1lcle, l'una •p-rossima a,! mare, l'al-tra più enti:o terra , dirimpctto a Pe-r gamo; e ira queste si drizzarono le tCil1de in mezzo alle quati s-taYano le vettovaglie, gli spazii p,e,r le niunioni e le sta1ue degli dei. U q1Ja1iiere era mun,ilo d i porte e di fossi. L iou,:go, in terreno piano, aveva prescritto la forma ci1·c<i1'a-r e a mc,10 che non fosse il ca1npo p1·oretto da ostacoli naturali (fiume, .monte, ecc.), e adottò tale forma :per evitare i punti debdli cOS'llituiti dag-li a,ngoli. Le strade mettevano capo a l centro dove s tava jl gen1'ralc e alle volte il camp o era civconda.to da -pa.ra,petto e fosso. G·li sprurta.n-i si distinsero nell'arte di apprestare a difesa .il campo del quale mutarono la forma a seconda del tcJTeno. Un A. che segna un note vO'le ,progr-esso in quest'arte fu que'Uo di Cleomcne, re di Sparta, a Eia.sia. I Romani ecceJse,r-0 in quest'arte fin lda.<i loro pr-ìmi tempi, tanto che Filippo di Macedonia stupì vedendo l'ordine dei loro campi (200 a. C.). Si distinguevano in A. <l'estate e <l'inverno (castra aesl-iva et hyberna) e in quelli dest1nati a protegger>e l'esercito pey breve tempo e gli altri che si ocrn pavallo pitt Iu,nga·men,te e venivano detti castra stat-i-ua . L a differenza consisteva nella maniera d i fortifica1·li e neUc maggiori dì,mensioni dei

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AccR!llJ}amento germaniCD de' tempi di cesar e camp i temporan ei che dovev,tno racchi,udere tutto l'esercito, mentre gli ,1 . d i maggior,e perman enza erano costn.riti per kaz:ioni d'esc.ocito. I · Romm~ nei pnnu \empi dellla loro storia, guerreggiarono coi popoli vi-


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cini per 'lo più d'estate, e per ciò I' A. d' inverno non

cm in uso. Quando estesero le conqu iste e le guerre durarono per parecchi anni, si do\'eUero adottare i riuartic,ri d' im•erno. C iuhio Cesa•re, nelle Gallie, ru·ganizzò quartieri così ben fortificati che mai cedettero ;igli attacch i ,nemici. Scelto il campo opportuno per l'.4. \"CnÌ\·a anzitutto pianta-to un vessillo n el luogo più adatto per '1a sorveglianza e per In trasmissione degli ordini; a l centro di un quadrato di 200 pit'di d i lato, riservato a1 quartiere genera-le: Prt1!tori11m (A.). L'eseròto quin.di s i accampaiva dalla parte di queslo quadrato che offriva più rubbondamc acqua e foraggio, e questa parte di pretorio col corrispondente lato del campo, costituiva il fro11tc·. Sul f ronte del pretorio e alla distanza di SO -piedi, lungo una l!inoa c he ~traversava il rampo, erano disposte le tende e i bagagli dei tribun i logionari ( R D), e arie due estremità de lla stessa linea erano poste le tende dei prefotti (prefrecti) (CC). Dinanzi a t'Utta questa lln,ca era lasciato uno spazio del-la larghezza di 100 p iedi detto principia, ossi11 via prùi-

Accampamento mediocv>alc cipalc (D D), sul 1-imite superiore della quale cominoiava <l'A. d ei sdkl:,ti disposto in linee ,·erticali, e diviso in due rparti da un 1)3ssaggio bwgo 50 piedi (E) che partendo dal <pretorio arrivava alla fronte del campo. A destra e a s ii>istra d i que.sto passa•ggio si disponeva la ca-vallcria romana al fianco esterno delfu, quale stava,no i tl'iarii, Separ:.ti da questi da due passaggi larghi SO piedi (F F F F), veniva.no i principes e gli hastati. L e tende <li ciascun riputo erano orientate verso il passaggio a ttiguo, d i onodo che quan\:lo 'le tende d i due riparti, come quelle ddla cava,lleria e triarii, e quelle dei pri11cipcs e degli hastati, non erano separate da ipassaiggio, ~isultav.mo con 'le parli poste'J'iori fra loro contraf,lpostc, e quindi orientati in fuori. Ogni legione comprendev.t 10 t·onme (t11rm111) d i cavalleria e rispettivamente 10 manipoli (111anipt1li) d i triarii, pr-incipes, hastati, accampati singolarmente sulla stessa linea hmgo 1 passa,ggi, A ciascuna torma di cav,~lleria e a ciascun manipolo di pri1icipes e d i /tosta.ti ero riservato uno spaz io quodra.ngdlare di 100 piedi di lato, mentre ad ogni manipolo di triari,:, era assei,'llato uno gpazio rettangolare di 100X50 piedi. Lateralmente alle tende degli a.stati e in fuori rispetto al passaggio longitudinale ccntra·le, da ciascuna parte, era lasciaito un altr o passagg io d ella klll·ghezz.a di SO p iedi (G G G G), dopo il quale erano •posti i quartiei i della cavalleria al-

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lea:a, e, quindi, sen7,a altro passaggio, quelli della fan ter ia alleata uc ci.: i tende guardavano \'erso i ripari dei fianchi dell'A . Il campa dei soldati era ancor diviso tra.s\'crsalmente in due parti eguaii da un passaggio cli 50 piedi chiamato quintana (H I-i), parallelo alla \'ia prì11cipia. Sul lato destro del pretorio stava.no il questore (qurestor) ( K) coi magazzini militari, e sul sinistro (:\1) era il Foro (iorrwz), luogo da tenervi mercato e attendere a r.egozi. Quindi. da c;ascun lato, seguivano i quartieri (N' NJ delle truppe scelte della cavalleria straordinaria. degli alleati, che servivano nelle guardie. con.solari, e dei volontari i l O O) che ave,·ano a.s~unto servizio per ~pecialic attaccamento al console. Le tende di costoro erano orientate ,·erso quelle del questore e del foro, e sul fianco di queste. iii sistemavamo con le tende rivolte verso i ripari la1erali del ~mpo, le truppe scelte dalla fanteria straordinaria degli atlcati (Q Q), ch e facevano parte della guardia consolare. Dictrò questa linea correva un passa-ggio largo 100 .piedi (P P ), e dietro e parallolamente a'd esso venivano disposti i qua•rtic~i dei'la cavafrleria straordinaria degli alleati (R R) seguiti da quelli della fanteria s t,ra.or><:lina.ria degli alleati (S S), rivolti verso il rovescio dell'A. Lo spazio vacante ai lati dei quartieri R RS S, era destinato ai forestieri o ai rinforzi temporo.nei "' dcl!e truppe degli a lleati chp s i rrova,ascro nel campo CI T). x'on risulta che ai ~•rlite.,, soldati armati n~'.a le{lgera, fosse as.5egna to uno spazio. Tutto l'A. formava un quadrato, 1ir:1rtato immediatamente ai quat rro lat i eslrt'llli delle tende. da uno spazio largo 200 piedi, che serviva a d iversi us i, come a deporvi il bottino. a schierarvi le truppe, ad agevolare l'entrata e la uscita delle ~ru,ppe dai rispettivi alloggia,menti, e ad aume.111:rrc la d istanza fra le rende e gli evon,:uali n emici che fos..s ero andati a m'.'>lcstare o aggredire con lancio di ma,terie incendiarie o di a ltr•c' a,rmi di offesa. TI quadrato -era poi circomh,o da ,.in riparo (,,all11m) e da un fosso (fossa) nei quali erano pratirnte quattro porte od ingressi; la prretoria illa metà <lei limite estremo superiore in faccia al ,pretorio, la dcc11111a11.a alla metà del lm, ;te oppos1o, e le due porte laterruli ,ille estremità della 1•ia principale. Se due eserciti consolari erano insieme, a llora s i dis'locavano l'uno dietro 'l'altro senz1 alcun elemento d i separazione fra di loro e •l'A. ass'llmeva la forma d i un rettangolo, limitato da un unico riparo e da m1 'unic.'t fo.5sa. Il va//11111 era composto di terra e zolle, talrnha di pietre o d i legname, txl era sormo•n tato da una palizzata. Per le stazioni di carattere permanen:e ir, paesi ostili, le opere s i con,pivano con stn1orcl-i11a ria cura .per modo -che «ncor oggi ne esist'Ono avanzi, fra i qua.li i migliori in Halia sono quelli del campo d i Roma fatto costruire da Tiberio, e del campo di Albano costruito per ordine del Senato nella seconda guerra punica. Ve nre sono dei notevoli in Franoia nel dipartimento della Somme, presso Limes in Nonma.11dia e presso Nancy. Ma il ma.ggior numero trovasi in Ungheria e nella Transilva,n,ia, a Jesharna, P a laukutza, Gradisca, Rama vecchia, alle due Orsowe. ccc. Talvolta i romani costruivano, fuori dcll'A. e a ,breve d istanza da. esso, opere staccate, che chiamavano Costello .

I popoli distruttori dcli' impero romano non adottarono, per i loro campi, lo s tesso sist~ua. d i sicurezza e di r~ istenza, servondosi invece dei mezzi che il luogo otìriva, come a1Jbe11i, coi qua1i costiruiva110 abbauute, ecc.


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Arcampamcnw nu·co· (secolo ~,vlfl) A) Tenc!a cH,t Gran V isi,•; I) Tcntla clclla. Giustizia ìlfilit·arc; 2) TencJe per il Tesoro; B) e D) cavallet•ia e carri; C) carri tli mun i zioni e approvvig-i ona.nwnt i ; E) Arliglic rla ~ Gianni zzcr1.

Nel l\.'le<lio Evo l'accampamento si rizza,va iii forn1a circola.re, in0-,rno 11.llà tenda del comandante dell'eser-' cit-0; rarannente aveva forma quadrata, e mai cin gevasi con mura o mezzi di difesa robusti. Tutt'al p iù, cingevasi -con una barricata di carri. Presso gli Ottomani il eoentro dell'A. era costituito da,ILa tenda del capo · dell'esercito, accanto ahla quale si trovavano la tenda per la giustizia mii. e quelle del T esoro. L 'A. era circolare o poligonale, munito di circonvallazione in caso di permanenza. A~li atta,mpa.rnenti fortificati non si ritorna, dopo l'epoca tomana, se non nel secolo XVI. Ne'l-le guerre di Fia.n<lra, il du-r:a d'A1ba, il Farnese e il Nassau ne ri-pres,:ro l' uso, costruendone dei notevolissim i per mezzi cli resistenza e per ampiezza, e c!Qpo il regno d i Luigi XVI quest'a r te andò sempre più, perfezionandosi, fino a che nella prima metà d~l se,colo XIX abbiamo forme e sistemi cli accampamen ti con cri terii che mol·to b~,e risponéevano alle esigenze organiche, logistiche, igieniche e tatlkhe di quegli escrci~i, sia per istruzione in tempo d i pac,e, che per .le operazioni di guerra. 'Per ovvie ragi-0ni dip,mclenti dal perfezionaanento delle mi da_ fuoco, fu abbandonata la fonna quadrala degli

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aocannpamcnti primitivi, sostituita con que·!la di lince est-cse nel senso de1la fronte e poco profonde, con razionale a,c!atta mento ivi terreno. Nell'orga,nizuire. l'.4. si av-eva cura che la linea del fronte corresse presso a poco parallelamente a quella lungo la quale le truppe avrebbero dovuto schiei-a.rsi per combaUere; era peroiò staibilito cl\,e ·il terreno occupato dalle tende d i un battaglione o· squadrone non superasse in estensione il t•ra,tto cli linea d i difesa a lui as.9egnato in oaoo cli all'a.,~ni. Le diverse am1i e corpi si d isponevano nell'A-. nel lo stesso ordine col qua le avrebbero d-0vuto eventualmente dislocarsi o susseguirsi per il comba,ttimento. Le t•ende o baracche si disponevano in file per pem:licdla.ri alla d irezione del fronte, mentre ta. • profondità era in Telazione a·lla forza delle compagnie, ailla estensione della linea d i <lifesa, avvertendo d i conservare fra i va-r i i elementi gli iruterv_a!li necessarii a!I'agev<Yle e pronto movil!nento ddle trup,pe e <lei repa,·ti. Un grosso e-011po d"esercito. si accampa<va per lo più su due linee, fra di loro paraJlele, intervaillate l'una dall'aJlra da uno spazio di circa 300 m ., e cliebro 1,a seconda linea si acca,mpava una riserva c-0mposta d i solda,ti scdti. La cava.lleria s i disponeva. s u,i fianchi delle due liinee e


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Ace

l'artiglieria, divi..-a per b.ittc,ie, sui fianchi dd c:ur,po o indietm. presso la riserva. L'~amonto della linea diFensiva del fron te fu ;l(.ktrtata a:llc caratteristiche to• pografi<:he e tattiche del t=eno, e la sicurezza dalle sorpl'o!Se s i otten11c sfruttan<lo ostacoli naturali; come oorsi d'acqua, paludi, località di difficile aoccsso, e me• dianoo l'ianpiego ,di posti aNanzati, r.11,ionalmcnte distri• buiti. Nel costruire le or,ere difen~ive inerenti all'A., i comandanti tenevano conto della situazione, dol numero e della effìcien7,a delle propttie forze, in confronto con quelle del ncrnico; in conformità facevano costrui·

Accampamento In Val Cordel'O!c (10 10) re linee discontinue, resistenti qu,U1to p•iù possibile; oppure si fonitavano ad apprestare ridotti, quaii capisaldi, sulle posizi,mi adatte per l'anigneria. E questo sccon<lo sistema veniva adottato quando si intendeva per la superiorità de1le prQpPic foru, aspettare· il momenrto favorevole per prendere l'offensiva; oppure quan1 do ora ,previsto che in caso di attacco nemico le truppe. in preponderante efticien7,ll1 avrebbero facilmente potuto re;;[stere su'l fronte coll'ausilio dei capisaldi sopradett~ ed anch-e, se del caso, passare alla controffensiva. Questo pllinòpio non pare che sia stato ben compreso durainte le guerre precedenti la rivoluzione francese, il cui ardi.i11emoso andamento contrastava in modo spiccato con la SOYerchia cautela che ca.ratterizzò le ca,mpagne del secolo XVIII. Così il marescia·l'!o D aun, con un ~ercito superiore di forze a quello prussiano, si preoccupò soverch iamente delle opere di afforzam::nto, e nel 1759, presa posizianc presso Dresda, quantunque il re di I'russia fosse stato battuto a Kunersdorf, si fortificò con opere t:i,lmente resistenti e così complete di paPticolari, che esistevano ancora dopo qua,lche decina di anni. F:ra i più ce'lobri di questi campi, fu quello fatto costruire nel 1760 dal re di Prussia a J:lunt zelwitz per coprire Breslavia. E conviem: notare che fin daPla prima metà del secolo XIX gli esperti di arte militare si erano pcrsua.~i che ta,H afforza,menti erano veramente utili solo quando la condotta delle operazioni fosse nelle mani di un coma.ndante di gen io e hene agguerrite le sue truppe. Così il campo dei francesi a Ma.lplaquet, nel 1709, sebbene fortifica,to con una tTiplice ,linea di para'])Ctti, palizzate e abbattute, fu facilmente conquistato, senza gravi perdite, dal duca di Mi.wlborough. Con Napdleone e dQ])o, la guerra di mo· vimento, gli enormi progressi della scienza che fornì agli esarciti mezzi ~ mpre più complessi e formidabili, la generalizzazione della cultura. la educazione socia-

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k, ecc., furono progressiva.mente causa e fattore dèilc modern,e II10l1lllC e dei moderni criteri che prasiodono agli· attuali sislen\i di A., sia in tempo di pace, sia in tempo di guerra. Le no.me per •l'A . di una grande unità non possono essere che di carattere generico, a mus1 della preponderante e specifica influenza che ia v.u-iabilità delle situazioni, òeHc forze, degli scopi, dei terroni esercitano su di esse, in una con le esigenze di oomando, logistiche e disciplinari. Ed è 'J)Crciò che i comandi superiori non dettano al riguardo prescri.oioni tassativ-e a i coma11di in sottòrdin,c, ma lasciano a<l essi una certa libertà d'azione per un raziona,le adattamento. Infatti, una divisione di fa11teria può trovarsi ad acca.mpa?:e isolata, inquadrata, vicina al nemico o da. esso lontana. Le divisioni di -\Jll corpo d'armata staziona.no normalmente attergate, i.i, lontann.nza del nemico. per ri,,-par.miare fa!iChe e offrire maggiori comodità alle t1,up:pe; in vicinan1,a del nemico accampano affiancate, se sono due, e se sono tre con la terza attergata, ciò rispondendo il foro pronto e razionale intcn·ento all'azione Le truppe suppletive di corpo d'a.t'mata sono distribuite fra le divisioni o accampano diott•o. L'A. d i una divisione di fanteria si suddivide in campi di corpo, gruppo di batterie, servizi, ecc., ciascu.no dei quali provvede a sè. Una gua.rdia al campo, ufficiali, gra<luaii di truppa, gregarii, comandati per tum,o, sono i.J1caritca:li d el servi~io in1erno di ciascun cOJ11)o, e delle altre operazioni; mentre una guard·a principale, in luogo centrale, ,p resta s,ervizio per tutta la divisione. In ,-icinanza del nemico, uomini, quadrupedi, carr;,>ggio, debbono es.,;cre som;pre pronti ad opera.re e muo,,ere. Dietro gli elementi di sicurezza, sono dislocate 1e at1Jni combattenti e i servizi: il c:irreggio e gl i ailtri servizi stM1no più indietro. Gli zain i sono •sempre affarddlati, i carreggi carichi, potendosi da q uesti togliere solo l'indispcn$abile; i fiinime.nti ç le barèature sono sistemati vicino ai quadrupedi. Ciascuno deve conoscere il ,luogo di adunala del rispettivo reparto o servizio e sono fissati anehe quctli di adunata del!' inter~ divisione. Acca111pame11to (.4111111.). L'.4. non richiede per pane dei Comuni la sommin istrazione degli a lloggi; dà luogo ao un traltam1nto economico differente da quello normale, tanto per gli ufficiai i che per la truppa. I reparti accampati hanno diritto alla indennità di marcia per tutto il tempo 111 cui rimangono in tale posizione; inoltre è concesso talle truppe un miglior:1mento vitto varia.bile e proporzionato ai disagio ed alle fatiche, stabili to da specia li <li!lposizioni o <la determinazione pres t ,•olta per ,·olta dal .~l'linistero o da autorità da esso delegata; possono essere fatte alla truppa, a presta:biliti intcr\'alli, distribuzioni di caffè o vino (v. Somm-inistra.zumi stra11rdi11arie e Razione v,:~•en). Le truppe alpine accampate hanno dirilio ad un aumento <li pane. La indennità cli marcia viene erogata, a giudizio ciel comandan te, per metà o per intero a favore del miglioramento 1ancio. Come corretti,·o del!'acqua può essere distribuito l'anice, seguendo le norme a ll'uopo stabilite. (v. Acqua). Gli ufficiali, durante il periodo in cui la truppa è accampata, s9no tenuti a convivere a<l una mensa collettiva versando una quota base comune a tutti i gradi, ed una quota suppletiva proponionata a lla indennità di marcia del ,grado. I sottufficiali possono convh·ere al rancio, pagando l'importo dei generi pre-


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Accampamento in montagna ( 'I 918) Jevati a prezzo di cessione~ tale importo viene versato in tesoreria. (v. lVlen.se) . I furieri •d i a!loggiamento prendono colle autorità lo.cali gli opportuni accordi per l'occupazione delle. a:,ce in cui la truwa dovrà siste,uarsi, per gli impianti dell'a<Jqua, per le località dove st<1bilire le latrine, ecc. I ,danni <c:lerivami dalla occupazione della truppa sono liquidati da ragion ieri del Genio ali' uopo designati. (v.

ProlungaJ1dosi [!li accantonaanenti, gli uff1cia1li medici vi faranno frcqueJ1ti visite per quei consigli e miglioramenti igienici ritenuti del caso. Gli aoca.ntonamcnti debbono r i'òpondere a lle seguenti esigenze:

Accampare. Complesso delle operazioni tseguite dall'e sercito o da frazion-e di esso per costr uire l'accampamento e prendervi stanza. - Ant. O-ocuparc p0$izioni stra,tegiche.

I) che siano m,..ntenuti i vin-coli or-ganici; 2) che alla fant~ria sia assegn>l!la la zona p iù r icca •di abitazioni; alle ann i a cavaillo (]udla più piana e più for,nila d'acqua, di sta.Ile e portici; a.gli ufficiali, alloggi prossimi a quelli dei rispettivi comandi, riparli e servizi; 3) cbé il ca n,eggio parchi i uori del!.e strade, su fondo solido e con frucili accessi ; che i singdli elementi del medesimo s iano ,possiLHmen t•e prossimi ai riparti cLi trnppa di cui fanno par[e; che le vetture con munizioni siano ]onta.ne dJ..s,gli abitati e da eve,ntuaLi ca-use di scoppio; 4) cl,c ogni eorpo -~bbia una locaJità dove radunarsi e <la cui pos,;a ,tocedere 1tgel'Oìmente e in<li pendentem~n,te alla direttrice di marcia od a lla pos,izione da occu1)arsi in caso di a~lanni;

Accantonamento. _V . Alloggia111e.nti. -rn genere è cla p1deri•rsi a ll'accampamento perchè meglio a"5icura il bene'òserc del le truppe. Ha l' inconven iente che i rni_ht:iri e j reparti non sono aiià ma'llo come negli accampasnenti. Quando tale difetto sta soverchiame.'lte accentuato a da,n.no della di_s ciplina, e d el pronto cd on:lina.to adunarsi- in caso dall'armi, viene preferito l'ac crumpa!mento. In vicinanza de'! nemico è d'uç,po provveder<:: per gli sbocchi. Ln ogni caso si pren<lono misure prec.uuzionali con(ro gli incendi. Ogni disposizione per l'A. dipende dal numero, distribuzione, capacità dei locali e dalla s ituazione. Sono utili tutti i locali che alle truppe offrono riparo. Nel cailcolare la cn pacità si deve tener conto che in media occorl'e uno spazio minimo di 111. 0,60X l ,90 per uomo e di m . 0,90X2,90 per quadrupede. Nella scelta dei locali occor re osservare la resistenza dei pavimenti e tene1; conto de lla cubatura e, se questa. è insufficiente, far togliere i vetri.

A.ccampament.o lo Cadore ( t 9·15)

Damn). Material·i da accampamento, sono: le tende della h·uppa (mod. Buccianlini), tende per gli ufficiali, tende per Ticovero di m ateriali, tende da comandi di cor po, co'fani, casse scrittoio, lante rne, sedie ,Picghevdli, botti per l'acqua, insegne di comando, funi per a ttaccare ca.va lli, cu-cine per uffi::iali e materia le di cucina per la tr-u ppa.


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5) che i cornan<!i delle grandi un ità siano possibilmente posti in località centra le rJspetto a,l!a zona occupata <!alle truppe d ipendemi, pur risultando alquanto appartati ; che i comarudi minori, di brigata e d i reggimento, sianc vicini alle prQPriie l'I"uppe;

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a canton i. Torre accantonata, cioè a faccia e ad angoli,

e non rotonda.

Accappato. V. Cappato.

Accasermamento. E' il pre,ufore caserma, l'accastr111arsi. Grande impor ta.11.Za ha il modo di accasermaprovviste <J"wcqua e con buone comunicazioni. mento sulla vita in genere del soldato. Le caserme <leb 0 bono ess~re sane, bene esposte, con locali ampi, aerat i, 7) che le sezioni sussistenze siano possibilmonte in asciutti, fornite a'bocnda,n temente di acqua potabile e posizione ccntrak rispetto a,lle truppe cui sono addeteia lavare, cli corrili spaziosi, d i por ticati, tali cioè da te, e coLlega;tc da buone comunicazion i s ia con le direttrici di marcia, sia con le tmppe st•es..<oc. I locali adjsoddisfare a tutte le esigenze dclTigiene, dcll'ist•r uzionc rlci reparti che vi a·lloggiano, del decoro. Pane intebiti a,d uso <ldle sezioni sussistenze dovranno permet~rante delle cas,enne ·per le arm i a cavaJJo, sono le scutere le d istribuzioni senza anecare ingombro, ed essere provveduti abbondantemente di acqua per la macelJa- • cierie che - per ovvie ragioni di igiene - dovrebbero zione, evimn.do l'inqu in,1011cnto deHe acque per truppa. ·es.sere separate dalle ca merate in cui dorme ,la truppa, La capacità, cl i A. cli un a,bìtato è in relazione alla somnè ma i a.cl esse sottoposte. Le casenme inoltre debbono avere iocali per sale convegno ufficia li, sottufficiali, cama ilella popola,z ìone. Infatti, come norma generale, il numero <li militari, coi rispett ivi quadrupedi e carreggio, porali e soldàti; sale di schcPma, infermerie, mense, rnoinc, ,pa!estre ginnastiche co,per,te e scoperte, arlll€rie, laboratori, magazzini, scuole, locali di punizione. 11 ministero della guerra -s tabilisce l'uso a l qua~e debbono ser vire g-Ji iJUJJl<Jbili mì!,itari. I com. delle Div. in base al!a destinazione dei singoli immobili, ripa rtiscono con .J'mpprovazione dei com. cli C. cl'A. quelli destinati per l'alloggiamento delle trn1)pe fra i vari corpi. Normairnente i com. delle Div, stabiliscono anche l'uso a cui debbono servire i vari locali cli' una caserma, su - prciposta del!'utente e pare-re della Direzione <le! Gen io. G li utenti possono, però, dopo sei mesi, proporre quei ca mbiamenti nell'uso dei locali, che la pratica avesse dimostrati ncc~ari. Quando un oo,,po subentra ad un altro nella occupazione d i u.na caserma, deve conservare pei singoli locali l'uso già staJhllito per essi. La conseg,:ia delle ca,SEll'lJJe è fatta dalle Dir. <lei Genio agli utenti, o da uno ad altro utente o dall'utente aHa Dir. del Genio (restituzione). Accantonarnemo d'artiglieria Le c;nsc.gn~ vengono 01xlinate <lal com. de!Ja D iv., il che ,possono accantonarsi, corrisponde axl una volta e quale convoca ·Je commis9ioni che dehbonQ effetruarle . mezza il nwnero degli abitanti, e nei paesi agricoli e Gli atti di consegna debbono essere con)p i!ati in dun<"li grand i centri la capacità dì A . può giungere fino al p!i,ie originale, eia servire U110 per ciascuno dei due ìntTiplo de!ia popolazione. ternssaiti. Pe1· l'esecuzione dei lavori cli non gnande entità - riparaz.ion ij rinnovazioni, ecc.~ - atti a manAccantonamento (Am111.). I locali per l'.4. delle truptenere '1a caserma in buone condizioni d i co,,scrvazione pe sono forni ti dai Comuni in base a deter minate congli utenti d is,pongono di un assegno, concesso annualven;ioni i11 cui sono stabilite ìe tarifk da corrisponders i mente <la! :Ministero, che dicesi « d i mirnuto manteper tale sommin,istrazione. (V. Alloggi). Ai reparti acnimento>). Le quote per il m>J}uto ma.n:~nimento degli cantonati spetta l' indennità cl i marcia, salvo non sia diimmobili occupa,ti dai conpi, sono in massima staJbiversamente d isposto. J,' indenn ità di accantonamento, lite in ragione de'lla forza d i ciascun corpo, tenute preinferiore a quella di marcia, è •dovuta alle truppe disenti le col'!d izioni d i conservazione degli immobili stcsstaccate in località di alta mun t:i.gna designate dal :Mi,i. In ogni :caserma, i ideali dispon ibili J)e1· l'alnistero, in considerazione delle maggiori spese e elci diloggiaimento delle truppe, vengono ripa,rwiti dal com: sagi derivanti <lalla permaucn,:a in esse, ed alle truppe del Corpo fr,a i batta.glioni (od unità corrispOilldenti); alle quali venga concessa. dal ì\{in.istuo medesimo in vista d i speciali condizioni di locali e d'igiene. P er le • i com. cli battaglione fanno analoga dpaarrizione fra le compagnie. Ciaocun com. di comp. a=gna i locali a i truppe d istaccate in località ,cli alta 111ontagna, la inp lotoni. I com. d i questi assegnano i posti n eille cadennità continua per tu tto i l tempo di pe11manenza in merate. l marescialli hanno, possibilmente, una camedistaccamento, sa.Ivo i giorn i m cui aUe truppe spettino ra per ciascuno. I sergenti maggiori ed i sergenti sono indennità maggiori. Negii altri casi la decorrenza e la a lloggiati in ca,rnere a pane, in ,prossimità di quelle contin ua;,.ionc della indennità e stabilita dal Ministero oocupate ,:la,lle rispettive cornpa,gnie; in mancanza d i al l'atto della concessione. tali camer,e, s i provvede con t,raimezzi ne-ile camerate. I Accantonare. V. Accantonameuto. caporali 111aggio,ri ed i caiporal i s tanno nelle camerate Ant. Colloca,re milizie in qualche a'llgol~ appartato. coi soldati delle rispettive squadre. I muskanti prime parti, sono pQ/;Sibrlmente a·!loggia ti i,n camere separate Accantonato. V. Accacnto,ia1nc·" to. - Ant. Voce d,a quelle del rimanonrt,e deìla truppa . Può esser !OTo in uso ne ll'arte del fortificare. Baluardo acca.nto1ta'.o, cioè concessa la facoltà di dom1ire fuori di caserma. I coc 6) clic le sezioni saa1 itit siano in rlocalità riparate,

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mandanti di cucina, oYe le condizioni della caserma lo consentano, .ono t\lloggiat i in un lo~ale a p:irte. allo scopo di non <.Hstu·r ba•re a li.a svcgl-ia gli a,llri soldati. I musicailti eff.cttivi E.d i sottufficiali di ca rriera ammogliali o vcdoYi con prole, sono alloggiati in camere ,Ì,pparlate, e - quando pos,ibile - fuori d~ll:t caserma in locali de111,1ni,di a ciò destinati. :\d eccezione degli ind i,vidui suaccennati e di qualche a llendente, nessun militare di truppa deve alloggia.re fuori della ca-~enna. a m!'llo che ciò non sia imposto da s;>eciali esigcn7r. di ser\'izio. Oltre ai dormitorii, ciascuna comµagn ia (od unità corris po11dente), ove sia possihile. deve aYcrc u n loc:d.: ad uso larntoio per la truppa. l'd uno con panche e taYole ove i sol-dati pu~~ano mang ia re il ra11cio. llna stanza è adibita ad ufficio di compagnia; un locale a11iguo a detto ufficio è d<.stinato come magazzino. - J .e scu<leri<! sono ripartite dal com. del Regg. con norme ,maloghe a quelle sopra espo:\a1·1• accastellata 1n!4'1<'se (secolo Xlii ) ste; i comandanti d i r t PMlo fissano la posta <l i ogni quadrupede in quell'online che stimano p iù conveniente. Le scuderie per i cavalli degli ufficiali (O\'C que~ti non desiderino tener fuori i loro carn.Ili) devono essere possibilmente separate <la quelle dell:i truppa. TI coni. del Rcgg fissa le località ove devono essere disposti il materiale, i magazzini per la selleria, per il materiale minuto. Sopra la porla di ogni locale. dev'essere apposta. da chi lo l1a in çonsegna, una i,;crizione che indich i l'uso al qu.ik è rlcsti nato.

Accastellare. A 111. Fortificare con castell,i. - In mar., dicevasi accastellato un vascello munito di castellò a .prua e a poppa. Accattino (Fnmccsco). Generale commissa rio, n a• 10 a Torino nel 1854. l'romos'<.> Sottotenente CommisS'.lriu nel l8i8, prc5e parte col grado di Capitano Commis;ario alle campag1,c d'A frica del 1887-8~, e del 1895-96. Tmscorsc i gradi di èllaggiore e d i Ttn. Colonnello ( 18'.ìì1906) p resso Direzioni e Sezioni varie <li Commissariato e nel 1906 fu collocato in posizione di servizio ausiliario a sua doma nda . N'omimtlO Colon 11cllo Commissario nella riserva ( 19 11) Iu con t ~-le grado richiamato in servizio nell'agosto 191-1 presso la Direzione di Commis&'lria lo <lcl IX Corpo cl' Armata Territoria le, dove rimase durante il periodo di guerra l\)15-1918 s ino a che promosso :\Jaggior Generale Commissario - venne ricollocato in congedo ( IQl8).

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Accecare. In opere di fortificazione, per difesa o per offesa. come cannonien\ fossi, 1ninc1 gallerie, e sin1., ck:stinat~ a r illlan.erc apCJ·te, dicevas i A. il riempirle tutte con materie gett:itevi da:ll'assalitorc o fattevi roYinare dentro; sia per diminuire i m~zzi d'offesa o di difesa <lei nemico. sia ptr interrompcr1tli comunicazioni, ~ia per ai;pvola re il pas50 e l'as.s:.lto. - A . le falle d i un.a nave, per ch iu<l-erlc, impedendo l'cntra;tu dell'acqua. ,l . un .porto: aITonrlarc una o p iù navi all'ingresso del jJOrto. Ol!~i dice~i: Imbottigliare (v.). Acceglio. r:orgo in µrov. e circ. di Cuneo nell'alta valle Ilfair,1. Fu consideralo wmc punto militarmente importante fin dai tcm1,i dì R oma. Accelerare. Affrettare, intensificare; dicesi principalmente, nel primo scrn,o, dul passo (passo accelerato) e nel secondo senso del fuoco (iuoco accelerato). Corso accelerato . Di~csi d i qualsiasi corso {li stud i o <li istruzione la cui durata - per c-s igcnzc di cara1 lei·e contingtutc - è inferiore a quella normale deiennin:1ta r,cr lcgg.! o regolamento. Durante la guerra Libica e la guerra I talo-.\ustTiaca (sino al 19 1i ) si svolsero Corsi , I. 1;-~r il reclu tamento · ,li sottol cncnti in S. A. P. d elle \"trie anmi, J)res.so l'Accademia d i Artiglieria e Gen io e presso la Scuo!a :.lilitare di :\Iodena, ora :\,ccademia di rant.:ri:i e la,·:ùleria. Treno militare acceleralo. -

Negli ordinari traspor-

I i del tempo di pace il treno accelerato è quello che,

rure avendo \'Clocità di marcia non dissimile dal treno diretto. de,•c fcrmar~i in quasi t•1tie le stazioni del percorso e ragg iunge quindi in definitiva una velocità orari,t . notevolmen te inferiore. ~ci trnsporti 111ilita ri del tempo di guerra invece, a scopo cli semplicità e di megl io garamita regolarità del serdzio, si usa un tipo unico di u-cno, che marcia con tu!1a la celerità consentita Jalle condizioni del materiale rotabile e dell'armamento clclht linea, ma che ha fermale p iù o meno frequenti a seconda delle esigenze e d elle d,·costanze : questo un ico tipo d i treno <licesi appunto treno accelera.lo militare.

Accenditoio. G li a11t. artiglieri dicc,-:ino Butta.fuoco ( v.) .

Accenditore. Il pad re Gue:liclmott i (« Vocabolario ;\!arino e :\Iilitarc l>) riporta dai Fanfani la definizione di « strumc1110 atto ad accendere il fuoco. \'oce dell'uso. formata secondo l'indole della nostr~ lingua, e nome colle ttivo cl i pi ù s trumenti, poni,1mo dcli' i\cciarino, l\1 ireio, Fosforo, Cappellozzo, Cannclliuo, a s tropiccia 111(;11 10. a percussione, a frattura. a platino spugnoso, e simili». - Gli accenditori si aòop<.-rano per provocare I:, decompo;,izione eleYando la temperatura d i una parte d i essi, cosa che si ottiene: I ) inlhmmandone u n p unto; 21 per urto meccanico o per la esplosione d i a ltro

ei;plosi,·o in coutatto. La forza \'i,·a gc,terata nell'urto determina una violen tissima c.omp11-ssione che è traKformata in <·alore. Di conseguenza s i dist in~uonu dut categorie di ac.. ccndi tori: Appartengon? alla prima categoria gli accenditori ci1imici, bas:1t i sulla uliliuazione di diverse reaz ioni chim iche a grande sviluppo <li calore od a produ zione <l iretta di Jian1ma, quali l'azione dell'acido solforico sul dora.lo di potassio, del sodio sull'acqua (v. Jli11e s11bac-


qure), clelridrogeno sul platino spugnoso. ccc. (v. ac-

cenditore d i D iibcreincr) . E' <'Omp reso in ta le classe anche l'impiego diretto d i mia:ic ordinarie a lenta od a ra pida combus tione per l'accensiom della polvere nera e d i stoppini per innescare artifizi da segnalazione od illumin:mti . .\ppartengon;, alla seconda categoria: a) i cannelli fulminanti: apparecchi formati da due tubett i con centrici di 1ame o di o!tone ; in quello centrale trova sede la mi::<eela fulmina1lle (clorato d i potassio e solfuro d ,i an timonio); l' intervallo fra i d ue tubi contiene polvere nera a gra11a fina, costituente la carica d i trasmissione. Un frega toio d i rame a seghetta e fibbia è affogato nella massa <"entrale e la sua brusca uscita per s trap pamento pr ovoca l'infiam!llazione della mì..,cela fulmininte che comumca il fuoco alla polvere e quù1di alla. carica . S i han no cannelli fulminanti orèinari per artiglierie di piccolo calibro e cannelli a dte or.-lin ar i per a rtiglierie d i medio e gr06so calibro. b) i pistoletti d i innescamento. , qua li servono per sostituire i cannelli a vite che hanno prodotto uno scatto a vuoto. e) gli inneschi per bossoli, che hanno una capsula d i rame con miscela folminan Le e s i impiegano colle artiglierie facenti uso di bossolo.

d) le capsule fulminant i, piccoJ; tubt:LL i di rame carichi d i una llliscela fulminante, atti a ricevere miccie, stopp ini, ecc.. o muniti dei con duttor i elettrici. La miscela per le capsule da fucile, o di piccole arr:glieric a tiro rapirlo, è composta <li clorato di potassio e solfuro di antimon io; per i cannon i. clora to di polassio, soJrt>r o di antimonio e fu lmicotone; per le capsule da mina : folminaio d i mercurio puro in . varie dosi da gramm i 0,3 fino a grammi 3 (scala di Sellici-Bellot) od altt , innescanti primari quali gh azoturi ( vedi Azotidrat1), ccc. Le capsule con comluttori cìettrici sono più propriamente definite col nome d i inneschi elettrici e ve ne sono d i due tipi : ad incandescenza o a bassa tensione ; a scintilla o ad a lta tens ione, Nelle p rime i fili conduttori della corrente entrane, nella. cassula incastrati in un nucleo di m a terie isolan ti, cd I.anno i loro estremi riuniti da un esilissimo fllo di platmo che di,·enta incandescen te a l passaggio della corrente cd accende un fiocchetto di fulmicotonç col quale è a contatto; questo comunica il fuoco ad una piccola carica di polvc,e. Nei secondi le estremità dei fili terminano ad una distanza dctcrmina!a in modo che chiudcnd0 il circuito scocca una scintilla clic incendia la miscela fulminante interposta (ved i Esploditori). L e cassule elettriche possono essere sostitu ite da cassu le ordin arie che innescano miccic detonan ti (vedi Miccie) .

e) iJ1neschi per spolette (vedi S polett e).

A ccensl (lat . A.cce11ses). Solcfa.ti romani il cu i ufficio è varirumcn te indicato dai di\'ersi a'lltori a socon-cla delle epoche di Roma e della sua organizzazione m ilita.re. Nei p rimi tempi della Repubblica, erano adoperati pd varii serviz i de l campo, dove e come me~lio occorreva. P iù oltre, v<)l'livano J..dOperati alla 9Picciolata, per sottentra.re a i feriti e agli uccisi d elle prime lin ee. Se n e formarono ancbe corpi speciali leggeri, sui quali, secondo T ito L ivio, faoevasi scarso assegnamen to, tan to che venivano collocati in coda all'esercito, dietro i R orar i. Erano scelt i d a lla quinta classe del censo d i ser-

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vizio; non portavan o armatura difensiva e si a,~na vano come meglio pote\'ano. Sul campo di battaglia venivano collocati alla r etroguardia, d ietro i J'orarii. - I n epoche posteriori, s i dissero A . quei sottufficia li delle legion i che servirono come aiu tanti dei legati, dei tribun i, d ei cen Lurioni. E tale nome e tale ufficio appartennero anche a lle legion i d ell 'Impero di Or iente.

Accensione. Della carica r.i mi11;i, v. Jdi11a . gli c~plos iv i. v. Esplosivi.

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Accentramento. Tendenza che a volte si verifica nel 5\Jperiore di invadere la sfera di competenza o di respon:sabll ità dei grad i in feriori. L 'accen tramento di Comando è, per \'arii aspetti, assai nocivo ad un ben i.ntéso funzionamento gerarchico. Genera nell'animo dell'inferiore che si vede privato della propria libertà d'az ione, s.ticiucia in sè e nel.~ sue forze, lo rende t itubantc dinnanzi ad una decisione da prendere in ma ncanm di ordini superiori, timoroso detJa responsabilità, non abituato ad agire d'iniziati\'a. Fa perdere d i vista a l superiore - p reoccupato di scendere ai particolari - il lato vera,mcote importante delle varie questio ni e lo scopo finale, lo porta ad intralci1Te cd a turbare il regolare funzionamento della ger.,_rchia, a svisare la prop~ia. azione coordinatrice. JI nostro regolamen:o ·di istruzione al N . 12 dice: « Siano agli inifer iori ben d efiniti gli scopi da conseguire e si prenda norma dai risu luui per giudicare della capacità d i essi e del buon uso fatto della libertà d'azione loro concessa... »; cd al N . 13 : (< La libertà d'a zione cd il scn Limen to della responsabilità e ddla lodevole cmulabione che ne eonsegu~. sono d i grande indtannen to a far porre tutta l'a-t:ività, di cui si è capaci, nell'adempi.mento dei propri i doveri... )J. II n•gola,men to di disciplina, dopo aver detto che è stretto dovere del su1>eriorc d i vegl iare affinchè gl i ufficiali ed i graduati da lui dipendent i tengano gelo5amente il proJ)rio gra'(.lo e la propria autorità, soggiu nge : « Ciò ottiene prat icando egli per p rimo i giu· sti principi della gerarchia, !a.sciando cioè a ciascuno l'autorità e la liberti\ d'azione che gli competono e che detenmnano il grado della sua responsa:bilità, ed aste nend osi dall'esercita.re, per u n eccessivo amore del bene del S<:rvi.zio, Ile attribuzioni prapric dei gradi mferiori, salvo che circostan1,e eccezionali non richieggano l'opera su1 d irettamrme 1); vale a d ire qu ando s i verifichino n1anca,r,ze, errori, omissioni, od occorra richiama.re n.lla osserv,mza dei regolamenti. « Se si opera dìn:rsamente, si reca s icuro pregiudizio aJl'istruzione e si spostano e si cor11ondono le attribuzion i e le respon sabilita ». - In senso più ampio, e riferito alle attribuzioni proprie dell'organo cent rale a,ven te giu.risd iziane su tulle le ccsc della guerra. per A . s'intende quel s istema di d irez ione un ica per c ui l'O'rgano centrrule avoca a sè la m.lggior parte delle docisioni riflettenti i par ticol;iri d el servizi-o. C' il si,;tema. tuttora p1-eva lentc in Italia ove è necessuio fu capo a:l :\[iniste ro della Guerra per moltoplici questio.ni inerent i all'addestramento, alla di<;eiplina, alla dislocazione, eoc., delle truppe, e la cu i d ecisione è presso a1ltre Nazioni devoluta al potere discrezionale dei COllll. di C. d'A. Deriva d a l ~istema vi~He m Francia e che risale ai tempi del 1.ouvois qua11<10 i \'ari rcggim,:nti facevano c.1.·po d irct· tamente al M in is tero della Guerra. La tradizione italiana ebbe splendide manifestazioni d i a'Utonamia locale, ancora abbastanza radicate, tanto


A<.:C

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che si impose, il1 un primo tempo, l'accentramento, sino all'esagerazione, per subordil1arc la ,parte al tutto, per l' importante e imprescindibile necessità di ricostruire 11nità d'indirizw e d'azione. Del decentramento che in un secondo tempo s i a.ffaccciò come necessario, si hanno già i segni. !'iell' Amministrazione mii., dopo un periodo di preparazione d'iniziativa ministeriale (.1921-1924) si giunse alla concretazione con veste legale, di w1 tangibile passo in questo nuovo campo dell'attività amministrativa, con la creazione d i appositi uffici locali ( v. Uffici di Contabilità e di Re'ltisione di Corpo d'Armata) sui quali s'impernia ed ai quali fa ca.po questo decentramento. Centro e periferia, qualunque sia. la branca dell'an1ministràzione, devono :i.vere costanti ed inintenotti rapporti fra loro perchè unico ed uguale è lo scopo da raggi1,111gere e quindi la necessità che il « volere J> deciso d a l rotere dei'iberante - Legislativo - s ia pel s110 n aturale tramite - :Potere Esecutivo - trasmesso alle d i-· verse amministrazioni sparse nel Regno per ottenere immediata, rapida ed unifom1e l'attuazione e l'esplicazione di quella ,•olontà. Da çiò l'origine di uno stretto contatto e d 'una colleganza di rclazio11i attraverso una fitta rete di organi uno all'altro su•bordiuati (v. Gerarchia A,mministra.tivn) c:he emergono in tutte le manifestazioni dell'attività amm inistrativa; rapporti che possono lilni-

ta.r si al solo insieme, vale a dire al concetto genera.le d'indirizzo, lasciando all'organo immediatamente subordinato lai,go marb>ine di facoltà e d'iniziativc, opp11re possono estendersi anche al dettaglio esecutivo, interpretativo ed applicativo.

Accerchiamento. Forma di offensiva tattica con la q.uah:: si tende ad attomia-re il nemico, senza soluzione di continuità nel fronte di attaoco. Occorre, per compiere questa speciale manovra, disporre di •una notevole superiorità di forze nei confronti di quelle avversarie. J,n.fatti, l'A. s i effettua estendondo m fuori, :rispeHo alle ali 'd ella linea d i di1f'€Sa, i d11c fa,ti estremi del fronte di attacco, i quali co1wergono ad a~co Jino a congi\l:llgcrsi al tergo del nemico, oppUTe fa.rendo affluire ,più colonne in senso convergente ili modo che, a manovra ultimata, vengono a cingere lutw mtorno il dispositivo nemico. La scelta dell'wio o dell'altro sistema d ipende dal camp les.,<;0 d,el:Ja situazione. L'A. ha ca!faHere risolutivo perchè, riuocen<lo, togùie a1 nemko qualunque via di s.campo, e, come tutte le minaccie sui fian'Chi e sul tergo, determina nella massa a·vversaria la demoraliuazione che agevola enormemente, quando non lo provoca <li per sè sola, il successo dell'attaccante. Se mvece J'A . fosse tentato senza adeguata d isponibilità <li forze, il fronte d'at-

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SifuwiJne al mattino del 29 agosto 1914 e movimenti ordinali

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tacco risuhcrcbbe indobolilo, circostanza. dalla quale ìl difensore potrebbe trar partito per sferrare la controffensi,·a al centro. Quc.sta riuscendo, le due ali e la stessa linea di ritirata dell'attaccanlc risulterebbero seriamente minacciate. E' quindi eviden te che quest:t fovma di offensiva tattica sia raramtnte usata 11ella guerra in campo aperto (se ne ha un esempio ,nella balta-glia di Sédan, 1870 - v. anche fig. clclla pag. precedente) mentre ~ proprio della guerra d i fortezza (v. l1tvesti111c11to). L',I. è la forma <li atta«o frequentemente adottata da piccoli rcpa.rti inca.ricali di eseguire colpi d i mano contro posti avanzati allo scopo s,pcciahnenLc di fare prigionieri. E in genere viene praticata contro tulli gli elt,menti di un dispositivo nemico, particolannente appresta li a difesa, che continuasse ro ad oppon,c tenace res istenza, dopo che il d ispositivo stesso fosse stato invaso dall'attaccante. Si tratta più che altro di episodii ai qua H specialmente cli luogo la tallic·1 moderna di infi ltrazione. Infalti, i nuclei della fascia di ossen·Azione che ancora re~istono dopo cbe la fascia stcs..a sia stata attraversata dallo scaglione di fuoco, vengono accerchiat i ,: sommersi •dalle squadre dello scaglione <lei rim:alzi che segue. e g li clementi della striscia di combattimento che ancora pci~istar.o nella difesa ad oltran1.a, dopo che nella striscia stessa sia in tutti i sensi dilagato lo scaglione di fuoco e di rincalzo. vengono attaccati di fronte. ;,ul fianco e da tergo dagli elementi fonda.menta li del combattimento. Questi, per effetto ruppunto del nuovo procedimento tattico, vengono a trovarsi dispost i tutto intorno a tali isolotti d i maggior resistenza cbe, possedendo le caratteristiche di capisaldi, di tutta la striscia di combattimento sono gl i ultimi ~d essere sommersi.

mento ha immediato corso per la compelen7.a insindacabile dell'autorità che lo emette; oppure. in via amministrativa, e cioè in sede cli prima revisione - a mezzo di or,gani locali clclcgati - per noi m il itari : il Consiglio d'amministrazione e gli Uffici di Conta•bilitil e di Revisione di Corpo d ..\rmata - ed allora il provvedimento può avere sanzione esecu tiva. essendo in facollit dell'amminis trazione di assogcttarc a ritenuta gli stipendi cd altri emolumenti goduti dai funzionari ed agenti responsabili, senza con ciò menomare o distruggere il diritto di ricorso. ,f . delle perdite per ca11sa di forza maggiore. Cessa o si attenua la responsabilità e la rcfusione laddove possa comprovarsi non essere il ·danno imputabile nè a negligenza nè ad indugio frapposto nel richiedere i provYcdimenti necessari per la conservazione del danaro o delle robe avute in consrgn~, nè vi sia irregolarità o trascuratezza nella tenuta delle scritture e nella spedi1.ionc e ricevimento de! danaro e delle cose mobili. Queste condizion i devono emergere da una inchiesta p romossa da colui o coloro cl\\, hanno in consegna danaro o robe e condotta o dal Comandan te del Corpo o da apposita commissione da lui stesso presieduta e nominata a seconda che il danno conseguente dalle mancanze, deterioramenti e \.liminuzioni di danaro o robe è inferiore o superiore alle L. 500. Quando viene accordato il discarico. questo <leve risultare da un decreto del M inistro da cui l'agente dipende o da una i\utorità a ll'uopo delegata.. Tale decreto, però, vale a porre in I regola la gestione contabile nei rapporti amministrativi, ma non produce alcun effetto di legale liberazione, rimanendo integro e non pregiudicato il giudizio della Corte dei Conti sulla responsabilità dell'agente.

Accerta mento. La prima delle tre fasi attraverso le quali passano tutte te entrale 'Clelio Stato. Essa consiste nell'ap purare da pa rte dcl\'amminislrazionc competente la ragione del cre<lito e la persona che ne i, debitrice, onde poter inscrivere. come competenza dell'anno frnanziario l'ammontare del credito medesimo. (V. Bilancio) . Comu nemente, nel linguaggio dei nostri uffici militari. all'.J . si dà un significato tecnicamente inesatto, inquantochè lo riferiamo sempre a spesa e non ad entrala, non solo, ma gli si attribuisce a,1chc un sign ificato più vasto, yolendo con esso intenzionalmente individuare e precisare una somma gia liquidata e pagata. E ' invee~ molt•> necessario portare aitcnzionr sulla terminologia burocratica e sul significato intr inseco 'llella parola, poiohè, in effetto. l'entrata e· la spesa faranno sentire la loro tangibile ripercussione sul bilancio solo quando siano riscosse e versate o liquidate e pagate, non bastando allo scopo il solo accertamento od impegno, giaccbè l'assenza d i questi due importantissimi stadi porta alla creazione dei « residui attivi» (entrata accertata rna non riscossa o versata) o << residui passivi » (spesa impegnata rna non pa1;ata) i quali hanno tanta importan✓a nei bilanci dello Stato. (V. Residui).

A. riel/e 111a.11ca11zf e rlei da'll11i nellr sf>rdi?Jilmi di materiali. In tutti i rnsi di a,·aria o di perdita totale o parziale delle cose affidate per il trasporto, all'amministr:,zione fenoviaria, i destinatari, dopo lo svincolo, ma pr ima del ritiro della spcdi1.ione. chiederanno che venga proceduto all'A. del fatto mediante \'crhalc Processo Verbale d i Sta1,ione - ~rrie H. mod. 100 g. da ·compilarsi dalla stazione di arrivo alla presen1.a dc·l destinatario stesso, di testimoni idonei ccl. occorrendo, con J' intcr\'ento <li periti. L'entità del danno deve essere accertata seduta stante cd ove ciò non fosse possibile il destinata.rio farà riserva di specificarlo successi,•amcnte con lettera al Capo Stazione. chiedendone poi rin1borso a ll'amm.ne delle FF. SS. Trascorse quattro se ttimane , lnl giorno in cui, a ,calcolo a pprossimativo, una data spedizione avrebbe dovuto giungere, senza. che ciò sia an-enuto. la spedizione medesima si considera come per dula e l'a mm .ne ferroviaria deve corrisponderne il valore, calcolato sulla base del pre~zo corrente della merce della stes.,;a natura e qualità al luogo e nel tempo dell'accettazione del trasporto.

,I. delle pcrrlite. In materia di responsabilità e conseguente risarcimento di danni, Legge e Regolamento sulla Contabilità Gen. di Stato, si preoccupano in modo .prevalente della r eiusione del danno comunque e dovunque a'libi.\ l'origine coinvolgendov i ordinatori. esecutori e còntrollori. L'A . del danno può verificarsi in sede giu1·isdizionale, e cioè nel ,giudizio d i con to presso la Corte dei Conti - nel qual caso il provvedi-

A . delle lrsioni e ferite . Pc1· le conseguenze che possono derivare da infortuni di qualsiasi natura e specie occorsi a militar i od impiegati, il Consiglio d'amrn. dei ('orpi è chinmato a. compiere un A . lutto d i fallo ed ~ fo,,mulare un giudizio non sulla conseguenza, ma unicamente sulla sussistenza o mtno dei fatti stessi e di tutte le ci rcostanze che li accompagnano, traendo <la essi la conclusione se la lesione. inferm ità. ferita od al-


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tro abbia avuto origine da cause di ser vizio c<l avvenuta per servizio.

Accertamen.to sanitario. Quel complesso d i provvedimenti medico- legali atti a determinare con sicur ezza il grado ·di idoneità al servizio, o il grado di infer mi tà de i militari d i ogni grado, e degli impiegati civili addetti all'amri1inistrazione rnihtare.

Accessi. I l luogo o la l!)arte per i quali è possibile raggiungere · una posizione, un a,bi-tato, un campo, una s trada ccc. G li A. <li una posizione difensiva costituisccmo· norinalmen te altreHanti suoi punti deboli. l'erciò' vengono rafforzati con specia li opere di difesa, part icola,11rnenle presidia ti e vig ilati, e s i provvede in modo che il terreno antistante ad essi sia, a momento op. por tuno, battuto da fuochi incrociati o conver genli . Per Jo stesso mot ivo la manovra dcll'atlac1,ante generalmente t'Cnòe a svolgere cont ro di essi il suo atto conclusivo, e su d i ,essi il fuoco ed ogni a.ltra po?5ibile oJfes.t si ac~aniscono durante la fase che prepara l'assalto. Sul r ovescio delle posizioni le strade d'accesso ham10 grande importanza, e sono adeguatamente curate, · pe•rc"i1è è !ungh'esse che accoiirono i rinforz i e si ~volgono i servi-ii logistici. G li A . degli accannpamen ti ,iengono adattati a l!c varie -armi ed ai va.ri serviz i, in modo che il .transito risulti agevole e spedito.

sistenza. dkon,;;i accessori. come : sgombro delc campo di tiro, d istr uzione ponti, sbarra,menti per provoca.re inond2-zioni, palancate d i J.cgno, palizzate, steccate, cava:li d i frisia di legno, abbattute, pa letti, reticolati e gabbioni di filo di ferro., buch;a, da lupo, fogate, m ine, torpedini terrestri, lacci alla gia1)ponese, ecc. - Sono a.cces..,sor , d i un' opera di fortificazione permanente, con la qua.le s0110 in stretta 1,elazion1e, sì da farn e par te integrante, 1c ostr-uzioni, i cc:impì ininati, gli sbarramenti <l'ogni genere, le casematte, i rico,vcri, i magazzini diversi, le caserme, i corpi di, guardia, i blockhaus, le bat.teric blindate, i ponti e le porle, ecc.

Accetta. Ar ma ta,glicntc, simi le alla scure, ma più p iccola, usata fin dalle cpod1e IJ)tdeolitiche e neolitiche, e cli cui erano annate in antico speciali milizie. Sembra che i! suo nome crer ivi dal latino /J cieYis, piccola scure d i ra me. Le accette figurarono ·nei var1 eserciti s ino al se<::olo XVIII, ma pitt che arm i « da botta >l erano considerate come attrezzi. Ne erano muniti i falegnami elci reggiment i di fanteria . Presentemente l'A.. fa parte dd carica.mento dei carreggi. - Le p iù antiche era1,o fatte ,con selce lavorata a scheggia; poi vennero quelle di pietra leviga1a e infi.ne quelle d i bron- . zo, di rame, di ferro.

Accessi ep-i!e'tfri e isterici. V . Epilessia, I steria.

Accessibile. D icesi cli luogo, obbiettivo di un atto qu3lsiasi, !ogistiè~ o tattico, che può essere ragg,unto per l'esistenza di strade d1e vi adducono, d i tei,reno pra cicabile, di accessi, ecc. Accessibilità. Cara t teristica d i un luogo, obbiet.tivo di un atto io"istico o tattico. Influiscono sulla A . la p,c.ndenza, la n,it:,ra e l·a pla.stica del terreno, la vegetazione, la pioggia, la ncv•e. il ,t iro d i sbanamen to fisso e mobile, ccc. Un luogo ·può essere accessibile ad una data specie di eÌ•ement i e non ad altra, ragione per la quale le ooerazioni tattiche e ·logistiche sono subord inate all<1. c;rattcti;;tica della A . O p portuni lavori, a sé<:onda del caso1 serrono u ,diminu~re o a<:1 aggravare !'-inconven iente.

dell'1naccessib,li tà. Xello scci:ìiere 11na posizione dife11sh-.a, come pure nc!lo assegnare ai n~varti il terreno di atta-eco, si tiene ,con to -<lei , isultatì della ricognizione, eseguila prcventiva'lllente anche nei riguardi della A . che influisce &ul,le operazioni tattiohe e logistid1e. I soldati italiani, che ,Jurantf: la guerra ctu'Opea combatterono quasi esdusiv-an'.lcntc in l11ontagna, tenaci e gen ia1i 1 si dimostrarono abiliss im i nel vincere l'asperità d el tcrrcno1 aggra,·1ta dal tiro micid iale . - V. P raticabt'.lità 1 e Pendeuza.

Accessorio. T utto ciò che, senza essere inseparabile dal soggel to, serve, a. seconda dei casi, a completarne la costituzione, e a dare a lla sua funmonc la maggiore e m igliore efficienza ed efficacia. Ad es., nelle armi portatili sono parti al-:cssorie : la bacchetta, i fol'nimenti {bncchino, fascette, coprica'llna, calciolo, J)iast:irette. ma,glicttc traver.sll10, t•ubici.ni pall"a 1uirino), e gli accessorii propriamente detti (funicella per pulitura, ca,ocia vite, ~\.mpollino per ol-io, scovolino, ba<:chetta d'ot tone). - T mezzi ed i lavo.ri che, nella organizzazione d ifcnsi•va del t~rreno, insieme coi ripari, tendono . u porre le ~ruppe nc.lle migliori ·c ondizioni d i re1

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.\ccrrr.1: •I) ~lei.lie w1,W ; 2), 3), 6) F.poca del rerro;

4), 5) Epoca della pietra

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Accettazione (A-mm.). L'operazione mediante la quale s i riconosce che u n determinato materiale ha tutti i requisiti voluti (mercantili, commerci:ili, contrattuali, convenuti o precedentemente stabiliti) e che perc iò può d ichiarars i atto a l servizio per cu i fu . acquistato o requisito. L':icx:ettazione è operazione precedente e necessaria al pagamento della provvista. (V. Acquisti). L 'accettazione può essere totale o parziale; può dar luogo :i rfrluzioni o a sconti (v. Abb,wno) può infine essere pronunciata con riserva. TI personale incaricato di pronunciare l'acçettazione può procedere od in base alle cognizioni personali (tecnici) o in base ai campioni precedentemente accettati dal provveditore, o in base ai requisiti già stabiliti e convenuti, oppure in base a quelli accettati dal comune commercio. La dichiarazione conseguente dall'accettazione è costituita. da un verbale controfirmato dalle parii: questo costituisce la prova indiscutibile e definitiva. Può il provveditore sollevare eccezioni e ricorrere all'appello facendone anche menzione nello stesso verbale. L 'accettazione in dctermin:i.te circost:i.nze può essere provvisor ia ( quando è .pronunciata dal consegnatario dei materiali); sarà poi definitiva quando prommciata dall:i. Commissione regolarmente costituita. (v. Collaudo) . A ccettazioue di materiali Pr01Jenienti da altri cuti. Viene fatla constare anche questa mediante la compilazione di >tpposito processo verbale compilato con l' intervento di un Ufficiale nell'interesse della parte mittente. L'Ufficiale così designato dal Comando di Presidio non può essere scelto fra quelli facenti parte del corpo ohe riceve il materiale. (V. Cessioni).

Acoettella (Ettore) . Gcnerak, n. a Chieti nel 1869; ua sottotenente nel 1889. Dal 1895 al 1899 fu insegnante alla Scuola Militare di )Iodcna; dal 1906 al 1911 a lla Scuola centrale di Tiro a 1>anna. Fu quindi nella Lìbia. Dur:i.nte la Gucrrri. Mondiale comandò il 2/)3 Fant. e nel 1917 passò al Corpo d'Armata di Verona. Ottenne il grado di gcn. di brig. nel 1920, con anzianità. dal 1918, e fu collocato in P. A. S. dietro sua domanda. Acciaiare. Inserire accia io su ferro, ad es., sulla punta o sul taglio di un'arma.

:\CCETTELLA

Acciaio. Voce del 1basso latino « aciarurn » che s:gnilica propriamente: « ferro temperato per fare la punt:i. e il filo tagliente agli arnesi ». - Fig. Arma bianC,l di qualunque genere, e anche di difesa, come lo scudo. - Ant. si usò anche per acciarino. L'acciaio è un prodotto siderurgico cl1c trae origine dai minerali di ferro. Differisce dalla ghisa e dal ferro per la quantità di carbonio ( tenore) che contiene, rispetto agli a ltri due p rodott i. l.a ghisa è il più carbu-· rato ; il ferro è il meno; l'acciaio ha una ca.rburaz:one intermedia. P recisando, l'accia io contiell'c dal 0.25% al 2% di carbonio, è fucinabilc, saldabile, malleabile .a caldo, prende tempera per eccellenza e può giun-

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gere ad elevatissima resisten,.a. se opponun:unentc carburato e se allegato a speciali sostanze. Fonde a circa 1600°. Oggi i progressi della chimica hanno messo in rilievo la possibilità di conferire alla combinazione ferro-carbonio a ltre preziose qualità mediante l'aggiunta di altri cor.pi. Di qui la grande differenziazione che si è venuta determinando nei processi di fabbricazione dell'acciaio e la grande varietà di acciai c,he oggi l'industria produce. Gli acciai sogliono distinguersi in co11111ni (o al carbonio) e speciali. I primi risultano dalla semplice combinazione del ferro col carbonio; i secondi, che sono Yeri 1irodotti della moderna s iderurgia, si ottengono u:m1do al ferro e al carbonio altri elementi destinati a fornire alla lega particolari caratteri e attitudini, circa la resistenza, la durezza, la fragil ità, la duttilità, ecc.

Acciai com,mi. Questi acciai, a seconda del tenore di carbonio che contengono e conscgucnt~"lnml1e in relazione al loro grado di durezza naturale, sono detti: dolci, wezzi duri, duri, extra-duri, durissimi. I primi hanno un tenore di carbonio compreso tra il 0.25% •: il 0,35% e sono specialmente adatti per la fabbricazione d i organi di macchine non sottoposti a notevole hvoro di attrito, per assi, pezzi da fucina, ccc. Nei secondi il tenore di caroonio varia tra il 0,35% e il 0,50(/o. Ordinariamen te sono impiegati nella fabbricazione di utensili da lavoro, di organi di macchina soggetti a la,·oro di attrito, di armi, ccc. Gli acci:i.i du,·i contengono carbonio in ragione dd 0,50-0,70% e ser,·0110 per confezionare coltelli, molle, cavi metallici, utensili duri da lavoro, ecc. Gli ertra<J..uri e i d1trissi111i contengono r,arbonio dal 0,70 a più del 0,85%, e son') consi<lerevolmente fragili. Acçia,: speciali. - G li clementi aggiuntivi i•ntro<lotti ,oella combinazione ferro-carbonio, allo scopo di conferire al prodotto risultante spedali caratteristiche, so110 pr incipalmente: il ma1'ga11ese, il cromo, il tiichel, il •1mgste110, il vanadio, il molibde110, il silicio, il tantalio, ecc. Gli acciai speciali si disti11guono in ternari, quaternari, e<)c ., seco~dochè contengono come clementi ~ssenziali, oltre il ferro e il carbonio, uno, due o più degli altri clcmen ti sopra indicati. Parecchi d i questi -acciai sono preparati dalle case produttrici con particolari accorgimenti tenuti sogreti. Acciai al 11ichel. - La µresenza del nichel, io cene oroµorz.ioni. dà in generale aH'acciaio una grande resistenza e una esigua fragilità , rendendolo un metaUo o tt:mo e perfettamente rispondente alle esigenze delle moderne industrie. Gli acciai al n ichel si distinguono in perlitid, marte11sitici e potiedrici, a seconda del tenon: di nichel. I perlitici sono considerati i più importanti degli acciai speciali e sono i più usati in pratica per la fabbricazione d i artiglierie, di corazze per navi, per alcune parti delle automobili. I 111ar1ensilia sono durissimi, fragili e difficilissimi da la vor:i.re, cosicchè son o scarsamente impiegati. Gli . aociai poliedrici sono assai "teneri e hanno buona resistLnza. Loro caratteristica è I'asse11za q uasi assoluta d i fragilità e pertanto, nonostante l'alto prezzo e le difficoltà di lavorazione, sono preziosi per alcuni usi particolari. Ad es., l'invar (36% di nichel) adottato per la fabbr icazione di strumenti d i precisione. Aggiungcn<lo al nichel una percentuale d i cromo si ottiene un aumento di resistenza


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e di elast icità del metallo; r isultante, il quale è particolarmente a ito alla fabbricazione dei pezzi soggetti a sforzi di fiessi=e e di ti>rsùme, couie assi d i macchine, alberi a manovelle, lamiere resistenti, filo per-cavi e cannoni di piccolo calibro a tiro rapido. In generale gli acciai al nichel sono di una composizione complesEa, vale a di,-e si allega sempre il wichel con il cra1110, manganese, silicio, i quali ord inariamente cn,trano n ella lega nelle stesse proporzioni del carbonio; il loro uso è assai vasto, adoperandosi questi acciai per la fabbricazione <li corazze, di cannoni, di proiettili, d i r ipari per affusti, ecc. Acci.ai al manganese. - Il manganese si trova in tutti gli acciai, raramen te meno del 0,20%. Solo quan~o il tenore in manganese supera. l'Io/e l'acciaio si dice al manganese. Questo :metallo in fluisce sull'açciaio nello stesso modo del n ichel. Acciai al vanad;o. - L a presenza del vanadio nell'acciaio aumenta la resistenza, Tendendola quasi doppia di quella degli accia i ordinari, migliora i limiti di elasticità e diminuisce la fragilità del metallo. Il vanadio si allega facilmonte nell'acciaio col cromo 'c-<l anche col n ichel, migliorando ancora Je proprietà del prodotto risull:tnte. Gli acciai al vanadio trovano ottimo impiego nella f.a,bbricazione d i_matériali d'artiglieria e specialniente nella confezione degli utensili da lavoro.

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per lo stato 1)astoso nè p er lo stato liquido e si ott•eJ1gon-0 carbura11do il ferro fino con polvere di carbone in comuni forni di risca ldamento, a<l una temperatura che consenta al ferro d i conserva re il suo stato solido. L 'apparecchio Martin-Siemens consta di due parti distinte, connesse tra di loro: superiormcn_te il forno con la platea, suJJa cui suola si pone a fondere la ghisa; in ferionmente i rù;uperntori del calore Siemens. L'operazione di produzione dell'acciaio al forno MartinSiemens ha una durata approssimativa di sette ore.

Acciaio al crogiuolo. L'acciaio ottenuto con uno dei metodi indicati non è completamente purgato cli sostanze nocive alle qualità che si esigono in tale metalJo. P er puri-fica.rio e per renderlo omogeneo si ricorre alla operazione detta _fos,:one al crogi11olo. Il p rocesso con-

Acciai rapidi. - Grande importanza nel campo della pratica a,pplicazione ha•rmo oggi acquistato gli accjai quaternari al tungsteno e cromo. E ssi sopportano temperature elevate (sino a 600°) senza s temperarsi e vengono pecciò impiegati nella fabbricazione di utensili e di macchine a rap ido lavoro. D i qui il loro nome di acciai rnp-id·i. La loro composiziOJ1e è assai varia, poichè ogni casa produttrice segue criteri d iversi nel dosan1ento della lega, in relazione allo specia.Je uso al qua le l'acciaio è destinato. Contengono dal 7 al 18% di tungsteno, d al 3 all'8% di cromo ed in media 0,5 % di carbonio. Frequentemente vi si uniscono piccole quantità di molibdeno e di van,idio. Caratteristica s ingola re degli acciai rap id i è il modo di temperarli: si scaldano gradatamente s ino a 1200° circa e si lasciano semplicemente raffreddare all'aria. Per un tal fatto questi acciai sono anche detti a1,tote111perati. Preparazione dell'acciaio. - I vari sistemi d i produzione conducono alla seguente s ommatja classificazione degli acciai; a) acciai saldati; 1,) acciai per fusione ; c) a.cciai d i cementazione. La d enominaziol)e di acciai saldati trova ragione n el fatto che il meta.Ilo" è prodotto allo s tato pas,oso ed è composto di tan te piccole ~nasse che vengono poi saldate fra di loro lavorando il ,blocco a l ma,glio o alla pressa. In a ltri termini il metallo è .p rodotto a<l una tem.peratura in<feriorc a quella di fusioJle. A questa categoria si ascri'Vono gili acciai ,prodotti con il sistema diretto o catalatto e quelli di scudcllatura. Gli acciai della categoria b) s<mo prodotti alla temperatura di fo, sionc vale a dire che passano per lo stato liquido. F anno parte di questa categoria ' gli acciai ottenuti con i proccilimenti Bcssemer, Mart,itt-S;emens, quelli ottenuti al crogiuolo, al forno elettrico e tutti gli acci.ai speciali. Gli acciai _dell',ultima categoria non passano invece nè

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ACCI.<10 •

Forno M(U't i ll

siste ne l fon dere e mantenere fuso per qualçhe tempo in crogiuolo di terra refrattaria mescolata con grafite .)'acciaio prodotto con uno dei procedimenti <lesn itli._ L'acciaio al crogiuolo è il più pregiato, ma è anche il • p iù costoso. Viene soprattutto impiegato nella fa:bbricazione degli utensili duri d a lavoro dei metalli a f.reddo (lime, frese, utensili d a tornio, bulini, cesoie, pullzoni, ecc.). Anche il n1etallo impiegato nella fabbricazione dei proiettili è in gran parte ottenuto a l crogiuolo. Dalle officine di Ess.-n, sono stati prodotti così i pr;mi grossi cannoni.

Tempera e ricott ura. - Le proprietà. meocanichc delì'acciaio sono sin golarmente modificate dalla tempera, c ioè da un raffreddamento rapidissimo, dop o riscaldo


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al rosso vivo. L"effetto della tempera è analogo a quello che produrrebbe un'aggiwita di cavbonio, cioè aumenta la d urezza dell'acciaio. L'effetto della tempera dipende principalmente ~alla temperatura e dalla vischiosità del bagno di tempera. Si distinguono perciò tempere fortissime, fori i, dolci c dolcissime. L'acqua produce una tempera forte quando si impiega alla temperatura ordinaria. fortissima se raffreddata con ghiaccio, dolce se scaldata a 70°, dolcissima se bollente. Temperature fortissime si ottengono col mercurio e con soluzioni di soda, sale, acido solforico; dolci in vario grado sono im·ecè quelle che si fanno in olio, sego, acqua &1.ponata, latte di calce, piombo fuso, ccc. L'acqua e l'olio sono i liquidi più usati per le tempere. Con bagno d'olio si temprano le cam1c dei fucili. i tubi dei cannoni. E anche il corpo del proiettile, di cui precedentemente si è temprata l'ogiva coll' acqua. Ricott11ra . A sopprimere o per lo meno ad ottenere le tensioni dannose alla resistenza dell'acciaio, e soprattutto a moderare gli effetti della tempera, diminuendo nello stesse tempo l'indurimento e la fragilità acquistate dall'acciaio, serve la ricott11ra, la quale çonsiste nel riscaldare l'acciaio ad una temperatura tanto più elevata q uanto più si vogliono attenuare gli effetti dcl!a tempera. In ,p ratica l'acciaio temperato si suole ricuocere fra i 200" e i 400° in bagno d'olio, o di grasso bollente, o di piombo fuso.

Produzione dell'ucciaio. L:i produzione mondiale ~ sfata cli 63.098.000 tonn. nel 1922 e d i 72.573.000 t0n 11. nel 1923, contro 75.019.000 tonn. prodotte nel 1913. li primo posto è tenuto dagli S ta ti U nil i, le cui officine hanno lanciato sui mercati 44.400.000 toon. di acciaio nel 1923, vale a d ire assai p iù della metà della produzione mondiale. Seguono in ord ine d i importanza l'Inghilterra, la Germania, la Francia e il Belgio; viene poi l'Italia, con una :produzione di circa 1.000.000 di toun. annue. In mar., si è adoperato •l'A. dolce per la costruzione delle caldaie delle navi nel 1873; l'anno seguente si sono incominciati a costruire scafi d'A .; ucl 1890 sono compar,;e le prime corazze d'A ., le quali sono andate ~empre più pcrft>zionandosi (v. Corazze) . I pr imi ~nnoni d'A . sono comparsi nel 1870 ma il principio che 1' A. poteva C'Ssere ottimo met.ailo pei ca11noni era stato affermato fin dal 185-1 dal francese Tcuillé di lleaulicu, c.-0111<:1n\poranca,111en te o q\1asi ai tentativi dell'inglese Armstrong.

Acclaiuoli (Ra11ieri) . Fiorentino del secalo XIV, nipote ed erede di !\icola, siniscalco d i Giovanna I l'Cgina di Xapoli. J.c ricchezze ereditate gli pennisero di a,cquist.arc, nel 1364, le signor ie di Vootr itza e di Corinto da ~!aria di Borbone, imperatrice latina di Costantinopoli. Quind i si impadronì <l i parte considereYOle della Grecia meridionale, · con Atene, Tebe, Argo, Mcgara. Spa rta, togliendola ad avvent111·ier i catalani che ,·i si erano insediati. Prese il titolo di duç.a d' Atme. Dopo la sua morte ( l 39~) il principato degli Acciaiuoli wdò frazionandosi e indebolendosi. :Maometto lI lo wboli del tutto nel 1456, e l'ultimo duca, Francesco JT, fu da quel sultano relegato a Tebe e fatto strangolare nel 1458. Acciaiuolo. Pezzo di acciaio rotondo, in Io1·ma di

caivicch io, per affila re aroni corte; si chiamò a nc he acciariuo. I

Accianico (o Accinico). (Mo11te A.). Collina in Val di Sieve, fortificata dal cardinale O ttaviano degli Ubaldini verso la metà del Xlll secolo. Egli vi cres.<;e una rocca. protetta da d uplice cinta murata, la quale nel 1305' fu occupata da profughi fiorentini del partito ghibellino. Quivi essi vennero assediati da un corpo di guelfi spedito di Firenze, e sostennero lungamente l'assedio. Dopo ln. loro resa, Firenze fece completament~ smantellare le fortificazioni. Acciarini. A"t. art. Perni di ferro infilati nelle sale delle carrette o affusti da cannoni, per evitare che il mozzo delle ruote uscisse dalla sala. DiceYansi :iltresì anccrrini e chiat•ettc. (V. Accia.rino). Acciarino. Congegno adattato alla cassa delle vecchjc armi da fuoco portatili, col quale si sostituì la miccia a sc,·pentino o d1 a.ghetto per comunicare il fuoco alla carica. l>er un certo tempo venne cbiamato acciafoolo, acciaio e focilr. L'arma in segu ito, prendendo il nOl!l(. di qaclla sua parte essen.i;iale, venne chiamata fucile . L 'A . a ruota è il primo tipo fra quelli comunemente usati. Era C03tituito da un tamburello d'acciaio,

A'ceiarlno a ruota

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munito di una molla interna che si tendeva per mezzo di una chiave. Il tamburello era sostenuto da ùue colonn ine, e trattenuto da un dente che il grilletto faceva scat:arc. Liberato dal dtnte il tamburello girava rapidamente intorno a se stesso, fregando la pietra focaia, tenuta ferma da un cane fisso, àbbassato in mezzo allo scodellino o bacinetto. Lo strofinio dava luogo a scintiHe che a.ccendc,vano la polvere. L'invenzione dell'A . a ~uota è generalmente attribuita a un orologiaio di Nor imbc.rga e falla risalire al 1517. Q uesta ipotesi è però messa in dubbio dal fatto che una grida del duca di ferrara, in data 15 13, proibiva 'l'uso di archibusi <e non a miccia», e questo divieto è ancora ricordato in un altro bando dello stesso duca che porta la data del 1522. E' lecito quindi dedurre che l'invenzione d~ll'A. a ruoia sia anteriore al 1517, e d'altra parte non è da stupire che autori stranieri, con scarsa conoscenza degli a rc hivi italian i, a:bbiano da to consistenza a notizie che i documenti hanno poi smentito. Tuttavia, ' qualunque sia s ta to l'anno e il luogo dell'invenzione dell'A . a ruota, è certo che il costo della sua fabbricazione ne deve avere limitato l'rmpiego alle armi di lusso e a quelle da guerra, d i cui era armata la cavalleria, dato chç per il servizio d i quest'arma poco si adattava 1'arch.ibuso a serpentino. A . a pietra e a 111artc/lùw. In questo tipo di accia.-


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rino il cane che reggeva la p ietra d ivenne · mobile, scattando per mezzo d i un gri!letto. L a pietra....b~tcva contro u na p iastrina di ferro s-postàndola e mettendo a,1lo scoperto il bacinetto con la polvere. Nel contempo l'urto sulla lastr ina (martellùta) -dava .luogo a scintilie che

d) Il :1tlo/lone, o moHa maestra np1egata a V. che serve ad imprimere il movimento a.I cane. ~) La Noce, pezzo interno dell'a.cciarino, fatto a mezza luna, nella cui parte concava ,preme il mollone; in essa s i notan o il quadrante, p arte a gambo quadrangolare, e le tacche o punti che servono a fissare il cane nelle posizioni di rip oso, o mezzopunto, e d i scatto.

f) Lo S catto, p iastrella d i ferro, alqu anto curva, i111pern iata con vite verso il mezzo. L a &ua estremità anteriore, p iù sottile, entra nelle tacche della noce. e la posteriore, dett.a gambetto, riceve la pressione del so/toscatto. Quest' ultimo è anch'esso una piastrella di ferro impernia ta a modo d i leva curva, la cui parte anteriore preme contro il gambetto dello scatto, quando la parte po~tt,riore, cioè il gr-iÙetto, è compressa dal dito . La coda del grilletto sporge sotto la cassa dell'arme, mentre il rimanente del congegno è interno. Acciarino a pietra A) cane; B) Car tella; C) Martellina; D) :llollone; E) Noce ; F) Scatlo; O) P iet.ra focaia.

comunicavano il fuoco alla polvere. :N'ci tipi pii, co1uuni le parti principali di tali acciarin i erano le seguenti : a) Il Cane, specie di ferro ad S, che teneva infissa, a mezzo di apposite mascelle o garzasse foderate dal cofetto ( di cuoio, di pannolana, d i p iombo), una scheggia di pietra focaia. I l cane aveva n ena curva superiore una cresta o cocfatta, che servl,va <l'aippoggio a l pollice destro per armarlo, facendolo rotare sulla vi1e--perMO, detta botton e. X ell;,, parte superiore, detta ganchelto, i.I cane port,wa. delle ta·cche cbc servivano per fermarlo dar;.1, te la rotazione sul perno a mezzop1,nto o a t11ttopu.nlo. b) La Cartella, piastra di ferro incastrata e .fissata. çon viti· nella cassa, che serviva a. collegare le diverse parti dell'ac-ciarino. Nella parte anteriore della cartella, di fronte al p os to d ove va a battere la p ietra focaia. era un padellino destinato a contenere l'innescatura, coperta a sua volta dalla tavo'l;,, della martel!ina. e) La 1\iartel/i11-a, piastrella. di acciaio temperato, ripiegata a squadra, -che percossa dalla pietra focaia produce scintille e rovesciandosi scopre l'innéscatura e

consen te l'accensione della •carica. In essa di d isting110n o il dosso, parte opposta alla faccia., contro cui batte la pietra ; la gambetta o pedina e la ,tavola che copre l' innescatura collocata nella pad ellina.

g) Il T,ramolle, piccola ,parte in ferro, con la quale a mezzo di vite a pressione, si comprimono le branche del mollone quando si vuole smon tarlo. h) L'Esca, ma.te.ria vegetale (del fungo ,, 'Boletus Tynarius ))) che s'accende, battendo la .pietra focaia. sul ferro. i) La P.ielrn focaia, selce ( materia le di roccia si-

o _\ cciarlno a percussione

licca conten ente quarzo e feldspato) che battuta daì ferro dà la scintilla. Il tipo più u sato era la Piromaca.. Dalla maggior parte degli autori stranieri è manifes ta.la l'opin ion e che l'A . a pietra n on sia stato conosciuto anteriormente a i primi anni del XVII secolo, cd alcun i anzi sostengono che soltanto nel ì640 esso s ia diventato di uso comun e. Alcuni autor i ita liani confutano tal~ .opin ione con la scorta di documenti. Infatti, viene ricord a ta un'ordinanza del duce di Firenze in d:i.la .i: giugno 15 47, ove si parla di archibusi da mota o da facile 0V1,·e,·o da p-ietra o da acciaiuolo: e il pagamento fatto a S i111011-~ R oberto da Torino, nel 157.'i, dal Tesoriere Gcheralc Fauu,ne, per pistole od archibi.gi e facili j,er q1, esti e j,er quelle, provv isti a S. A. il duca di Savoia per arma.rnc le sue guardie. Tuttavia r uso della piastra a pietra foca ia nelle armi da guerra, specialmente delle truppe a piedi, non ~os tituì subito quello de l serpentino ; verso la fine del XVII secolo questo era ancora impiegato, tanto a ll'estero quanto in I talia. Risulta infatti che quantunque Vittorio Amedeo II avesse fatto distribuire nel 1690 (anno in cu i fu crnato i'I reggrmen to fuciUeri:) ·a tutti i comuni, in ragione degli u omini che essi avevano inscritti nei mdli, i f11ciii tutti di- u n cali bro, gli ·a rchibugi a serpentino erano ancora in servizio nel 1706 du rante l'assedio di T orino, e anche p iù tardi per buona


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parte delle milizie. In -quanto alla repubblica veneta fu soltanto nel 1703 che essa adottò il fucìle a pietra per tutti i suoi soldati. L'A. a pietra che rappresenta un buon perfezionamento rispetto ai più vecchi sistemi d1 accensione della carica, rimase in uso fin verso la metà del secolo XIX. Con esso venne aumentata la sicurezza della mira, ma non furono eliminati gli inconvenienti provocati dall'umidità penetrata nel bacinetto (mancata accensione della polvere) o dallo spostamento o rottura della pietra focaia . Anche ai cannoni d i marim venne applicato questo tipo di acciarino verso la metà del secolo XVIII. A. a percussione. L'idea di. utilizzare per l'accensione della carica del fucile il fulminato di mercurio, scoperto dal savoia rdo Berthollct ne'! 1788, fu ;presentata la prima ,·oha dallo scozzese Forsyt nel 1807; venne perfeziona ta in Francia dal Pauli fra il 1808 e il 1812, ma non fo ,wviata a pratica soluzione che in seguito all'invenzione della casrnla metallica e del lumil,cllo, dovut:i. a Egg nel 1813. Prima di essere introdotta nelle armi da guerra, la piastra a percussione fu applicata alle armi da caccii e da bersaglio. La cassula (o capsula) si investiva sopra il luminello e il cane. fatl9 s~attarc dal grilletto, la 1.ercuoteva, determinando la deflagrazione del fulminato contenuto nella medesima e conseguentemente I' accensione della carica attraverso il luminello, fornto per 1utta la sua lunghezza. Gli inconvenienti lamentati con l'acciarino a pietra erano cosl eliminati, ma il frequente otturarsi del luminello ne creava uno nuovo ed assai g rave, in seguito a sua volta eliminato dai moderni sistemi di accensione. A ma!grado della in<liscutibile superiorità su quello a pietra. l'introduzione dell'acciarino a perçussione presso gli eserciti non avvenne che pi_ù tarcli; fu iniziata dalla Francia ,iel 1840, dall'Austria nel 1854 e succcssi,amente dagli a ltri stati. Acciarino (parte di ruota). - Pane met,dlica acccssori:i della s:i.la, che serve ad impedir" h sfuggita defla ruota dal fuso di sala. Ha forma diversa 11ei varii tipi di carreggio: a spra11gltet!a con coreggiolo, oppure con anello (è il tiµo orclinari,unenle usato nel carreggio civile); a spra11ghe:ta co11 chiavetta e coreggiolo; :>.d archetto (nostro affusto da iS B anont.); a prede/lilla ( nostro affusto da 75 i\); a forchetta con coperchietto (parte del noslro carreggio regolamentare - affusto 1906); a molla (nostro affusto da 70 A mont.). Fra la parte esterna del mouo e i'acciarino si colloca qualche volta ul+a rosetta di ferro o di acc iaio, detta Piatti110, eh~ i.crve ad e,·itare il logoramento del fuso nel continuo sfregamento co11tro l'acciarino.

Aooidentalità (topografiche). Elementi, naturali eò artificiil~ che alla forma del terreno danno svariatisstmi aspetti e caratteristiche: depressioni, ria·lzi, strette, coli~ 111acchie, siepi, fossi, ca.i,ali,_argini, ponti, strade, caseggiati, recinti, ecc. Tali elementi influiscono sullo svolgimento della l0tt.1 tattica e concor,rono a lUodificarne i caratteri generali, in quanto favoriocono o meno •l'esplicazione d i ciascun mezzo della lotta stessa: fuoco, movimento, -urto. La loro importanza ne impone lo studio, e in pratica, l'attento esame caso per caso, onde poteme trarre il massimo profitto coll'aumentarne ì ,·antaggi e col neutralizzarne gli inconven~nti. Le con,iderazioni tattiche, in genere, nei lo ro riguard i, 11011

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possono essere assolute. I · comandanti debbono essere preparati ed atti ad apprezzarli rapiclamCllJte, nelle varie condi:doni atmosferiche e di stagione, in relazione :dia situazione e agli scopi da raggiungere. In ogni caso, r esa;me deve essere ,portate su quelle A . che loca1izzano e rendono accanito e vario il con1battimento, che influiscono sulla praticabilità, che favor,iscono od ostacolano la vista, il tim, il movi.n~nto, i.n relazione con Je azioni che •le lrllippc possono csplicaxe, e con la facilità e tempo per i lavori di adauamcnto. Può accadere che le A. del tePreno contribuiscano a.<l affievolire lo spirito aggrcs.~ivo delle truppe, quando invece sarebbe necessaria la mobilità inca.Jzante, l'audacia risolutiva, il contrattacco pronto e simultaneo. E' qui.ndi d'importanza esscnzialr il saper misuratamente conci-

Fl(;'. 1

Iiarc i ,·anta.ggi che esse offrono oon questa eventualiù d:1e. aJ suo primo manifestarsi, deve essere evitata rinunziando senz'altro, od al mornenlo opportt."!10, all'uso dei ,r ipari. L'adozione de)Ie armi dà fuoco ed il loro continuo perfezionamento eò aumento di potenza; l'adozio.ne di mezzi rapidi cd efficacissimi di osservazione e di collegamento, c~ntribuiscono a far modificare le esigenze d'impiego dei mezzi di azione, le formazioni, i caratteri e;encrali del combattimento rispetto nl terreno. Per ,iò aumentò straordinariame:nte l'importanza delle A., che la tattica apprese a sfruttare ~,cl miglior modo col sussidio della fortificazione campale, escogitando mezzi e sistemi ndalli per accrescerne i vantaggi e per climi·

Fl,r. 2

nuirne i danni. Durante la guerra mondiale, a causa della strapotenza dei meui di distruzione, il soldato noruna!rnente sapeva applicarsi alle A. :.n modo da formare con esse un sol tu tto: le animava addirittura della propria vitalità offensiva e da esse riceveva la solidità cli r•esistcnza tenace, pronlo ad abbandon;nle (]uando occorreva il suo scatto. Ed ecco, ,per esempio, come la fortificazione campale insegna a modificare vantaggiosamente airone A . a scopo difensivo: Strade incassate, fossati, depressioni: si sistema un piano, che pwmetta rul tiratore l'CS<.'Cuzione agevol'! del fuoco, sul ciglio esterno della depressione, adat tando con lavoro cli scavo la sca·rpata corrispondente (fig. 1) oppure sul ciglio interno, scavando una piccola trinoea ad un metro indietro. Nell'uno e nel-


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t•a~tro caso, le l'erre si disperdono nella depressione a.ffincbè il riparo risult i pressochè. invisibile (fig. 2). Strade in rialzo, argini, e rilevati in genere; se di pooa altezza, si sca·va su1 rove-s<.·.io una piccola tr~na>a, quan-

Flg. 3

do non convenga disporre senza alcun lavoro i tiratori dìetro U rilevato; se <l i altezza superiore a•lila posiiione dei tiratori in p iedi, s i occupa il rilevato dalla parte opposta aJ ra,·,-ersario, in tagliando una banchina ad al-

Flg. 4

tezza conv~ni~11t,::, od in qu~to caso è importan te tener conto dell'angolo morto, per ovviar-e aH'irn;onvenientc, mediante lavori d i aclattamCJlto (fig. 3) . . In mancanza di tempo si costruisce un arginello al margine ester.r.o.

-- Strade a th•elio: di massima s,e ne occupa la cunetta anteriore, opportunament•e adatta ta (fig. 4). ~ Siepi: si ;;cava dietro ad esse una trincea, addossandovi contro la terra ricavata; se le ~iepi sovrastano l'altezza del ,, l

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si ve1.'ifichir.o drcosta.nze favorevoli alla oocupazione. Il recinto di un gia rdino, d;i un parco, di un cimitero ecc., è sornpre un ottimo appi,glio ta ttico, dal quale la fortificazione può trarre notevoli vanta[(gi. La .sistemaz.ione dipende dalla s truttura, dall'altezza, dallo spessore del muro, e caso per caso s_i cercherà di ricava,rne, per l'occupaaione. il massimo vantaggio, eliminandone gli inc0,11,venie-J1ti. E' scmp1,e utile addossarvi, nella parte interna, un terrapieno, e c iò sai-à indispensabile quando lo spessore s ia 1menore ai cm. 0,25, cbè in tal caso sarebbe attraversato dai proiettili di fucileria (fig. 6).

Accidenti geog'r afici. Se ne distinrguono d ue spede : naturali e artificial-i. I primi sono coslltuiti da ca.lene di montagne, <la valli, da fiumi, da mari, da -la,gbi, da palu<l,i, da foreste, eia grandi pianure. I secondi da città, fortez2e, vie di comunicazione, coltivazion-i del H>olo. I p rim i sono fissi, costanti, -immutabili; gli a ltri sono susce>ttibili cli modificazioni. Gli A . g . hanno una grande importanza, costituendo linee o pu,nti strat<lgici; s'intende che la rloro entità dev'esser,e ta~e eh-:: non si possa fa re a meno <li -tenerne conto in un ,p;ian-0 d'operazion i. Quelli che non hanno dimension:i sensibili, sono a,ccidenti piutto.~to d'in<lole topografica. La stessa importanza pa,rticoiare di u n a-0cidcn:te geograSco, o, per meglio dire, il suo valore militare, dcv'cssore sempre messa in rapporto cogl•i a lui, che possono a,umen-tarla o diminuirla. In altri termini, più eh<:: il valore assoluto di un solo !!~dente geografico, è da tenersi in considera2ione il suo valore relativo, ,poi che questo tiene conto della ,presenza di altr,i A. g . che sono in nla,zione più o meno stretta -col ,primo. - Degli ,I. g . tien. conto la stratcg~. Acciecamento. - Tiro d'artiglieria contro gli osscrvatorii d ell'artiglieria ne.mica, che sono gli occhi delle batterie (C:ontro/,a.ttnia . ll.) al.lo scopo di neutralizzarne il fun0ionamento. (Neutra!-izzazio,,c. V .) . E' eseguito con raffiohe di granate di piccolo =libro contro osservatorii anche se non perfettamente individuati, essendo così proba!bilc <li i'mboccar,c qualche feritoia . Ma, per tendere in genere allo scç,po d i neu tralizzare l'osseJ:vazione del ncmi<:o. giovano tiri sp,i,rsi e ad intwmitten.za éon pezzi di me<lio e grosso calibro contro ,punti d ove sia la n1aggiòre oppor;unità, prdba,bihi tà e possibilità di raggiun1gere l'e ffetto clie si ,·uolre oUenere : interrompere linee telefoniche; offusca.re col fumo e, meglio ancora, creare con proiehLli fumogeni u na nube cbe nasconda il panorama; influire moralmente sul personale e con proiettili a gas cosb~i:ngerlo a-li'uso spos.-;ante della maschera; tlist-ruggere blindamenti ecc. - Tmto ciò s i rifrri~ce e si applica anche contro gli cs~ervator1 dei comandi. Acciglionare Ant. }.,!_unire con ciglioni; fare il ciglione a11o spailto, a l fossato, e sin1. Accinct us. Nei!'ant. Ronia, d icevasi del soldato in ordine, provvisto cl i spada alla c in tola; egli doveva, al ca,mpo, non abbandonarla mai.

Fig

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tiratore, si praticano in t:SS>C delle aperture a g11isa di feritoie (fig. 5). - R ecinti: in genere non conviene occupare recinti mura ti, in consideraiione, degli effetti de'<:teri delle granate torpedini. Tuttavia non è escluso che

Accinni (E111'ico). Auuniraglio, n . a Nrupoli, m. a Roma ( 1838-1904). Av,eva fatto gli stud1 ndla scuola navale d i Napoli. Fece h campagna del 1860-61, essendosi, nel 1860, dimesso da l .g rado di alfiere della. marina napoletana ,: posto a disposizione d el governo provvisor io della Sioilia. Nel 1893 era vice ammiraglio, e assurrteVl'. ti comando· i;, capò deLl<t squadra navale ( 1893-

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1896) e ,]a ca vica d i P residente de l Consiglio superiore di !-.farina (1893-1902). Comandò una squadra di cinque ,navi invia ta n ei ma,ri <l'Oriente a ll'epoca ddle stragi degli Anneni (1895). Fu deputato per G rosseto e Gaeta ( Legis latu,rc XVII e XIX), e vem1e nominato senatore nel 1898.

Acciurmare. A11t. ::\lunire di ciurma un bastimento da remo. Generalmente trattavas i (li schitwi o galeott i. Acclimatamento (o Acclh11annnto, o Acclvmazio11e). Lo sforzo fisiologico che è compiuto da esseri organici per abitua,r si a v iv-erc in un clima diverso da c1uello loro d"originc e a., bituale. li problema detr A. si presentò agli eserciti durante le guerre e le conquiste coloniali, le quali logorarono una quantità d i truppe, appunto per l'impossibilità di adattarsi fisiologicamente a lrambientc. A cclimazio11e ( dei cavalli di nuov,i rimonta). Termine tecnico veterinario, ,che significa adattamento del quadrnpede, progressivamente, a l clima od alle abitudini del cor])O a cavallo cui è destinalo. I cavalli di rimonta possono giunger·c ai corpi da tre provenienze:

11) cfai depositi <l'allcYa.mento militari;

b, dalle commi:;,ioni d'acq uisto cavalli di p ronto servizio nell'interno del Regno; e) da lle Commissioni d 'acquis to al l'eslcro. Si comprende subito che ben differente è il genere d'acclimazione neccssai-io nei tre d ifferenti casi: u) Il regm,e di lavoro e quello dietetico, sono as~ai d ificren: i tra <l~positi e corpi delle armi a cavallo; cositd1è :inchc in q•1esto primo caso è necessario far passa.re i cavalli giovani attraverso a un periodo cl'acclimazione. Difatti il rcgol. d'Ippologia, prescrive che nei primi JO o 15 giorni <li permanen?~'t al Reggimento, mezza. un terze,, un quarto della normale razione di avena venga sostituita con crusca o farina di segala, ippurc orzo, o, se ~ possibile per la stagione, con erba verde A quelli troppo corpu:enti si d ovrit diminctirc progressivamente il fieno. I•\ 1 cavalli acriuistati dal commcrdo, nell'interno ècl regno, <lovr:mno essere oggetto di speciali r iguardi con uno studio intelligente, non solo sulle loro provenienze, ma sul loro modo di allevamento; ad es., quelli a llevati a llo stato brado (all'aperto) oltre a sottoporli a regime dietetico progressivo, è 11ecessario a,bituarli alla vita stallina. P er evitare loro di andare incontro a corizze ( infrc-dcia(ure) e conseguenti parotiti, sarà utile tenerli in scuderie molto arieggiate, e non per lunghe ore, abituandoli progressivamente all'ambtente chiuso. Anche in questo caso com·errà procedere ad una razione rinfrcs~ante e meno nutriente, sottoponendoii con moJ.ta lentezza ai lavoro metodico della vita militare. e~ P er le rimonte provenien ti dall'es tero, e specie

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per quelle dai paesi nordici (Brettagna, Trlanda, Olanda, :\Jeclemburgo, ecc.) la gral'ità e la d u.rata dei fenomeni di acciimazionc è molto accentuata: come dice il R~licr, si constata una vera lotta fra Jlorganismo dell'animale importato ed il clima <lei paese, in cui è costretto a vivere. I cavalli importali dall'estero in verità ammalano quasi tutti i,iù o meno gravemente, prima di acclimatarsi. Ilisogna dunque acquistarli nella stagione più favorevo:e I p1ima1·era) e prestar loro le cure nelle scuderie che s01;0 usa te nei paesi d'origine: guardarsi da I sommin istrai e loro nei pr imi giorni eccessi,·a quantità di elementi sostanziosi; dar loro invece pastoni fatti con crusca, o meglio ancora con ,wuch (miscuglio di -..liment-i coni: tre quarti litro di avena; un quarto <li litro di semi di lino; chaff un quarto di litro; un pugno di sale da cucina; si fascia raf/reJclare e ~ ne dà al carnllo ' un terzo di secchia). li clta1J è un miscuglio di fieno e paglia frinciati, con pisdli e fave. Sarà bene poi somministrare qualche leggero ptll'ganle, senza però prostrare l'animale; generalmrnte si usano 5 gr. <li aloe con 100 gr. di solfato di , od io. per 3-4 giorni. I cavalli abituati a tener la coperta nella scuderia, de,·ono mantenerla, specialmente quando rientrano dal lavoro, e di notte.

Accoccare. Ant. Aggiusta.re la corda dell'arco aìla tacca, o cocca della freccia . Accollo. Voce del linguaggio militare riferentesi ai trasporti a salma. E' quella parte del carico, trasportato dal quadrupede sonriero, che eccede l'ampiezza del basto in avant i e che viene quasi a cadere sul collo della bestia, :-Jel linguaggio marinaro si chiama accollo anche la parte delle vele che cade addosso aili alberi, con effetto d i rallentamento della ma1'Cia del veliero; oppure la stessa l'ela quando prende il vento a rovescio. Accolti (Benedetto). Storico italiano, n. di Arezzo (1415-1466). Autore di un,a storia delle Crociate, intitolata: « Dc bello a christianis contra barbaros gesto pro Ch ri.sti sepulcro J>. Accomandigia. Ant. L'atto dt'I Comune o Signore ohe s i commetteva alla fede di Comune o Signore di maggiore ,pot>en1.a, affinchè lo proteggesse e lo d ifendesse, restando tuttavia in sua libertà e stato. Accomandita. Società in A. è quella in cui concorrono due distinte categorie di soci con differente grado cli responsabilità: una illimitata e solidale (soci « accom:i.ndatari »); l'a ltra limitata a i capitali sottoscritti (soci « accomandanti >i). Quando i capitali sono rapprcsentat i da azion i si ba la S<_?_cic tà in A. per azioni. - :'.\"ci rapporti che queste Società possono eventualmente avere con le amministrazioni militari. è necessario che le persone all'uopo legalmente autorizzate ad ag ire in nome e per conto della Società medesima siano tratte dagli « accoman datari » . - P er gli atti di p rocura necessari a contrarre e sciogliere obbligazioni e per esigere crediti, v. Asta - Atti. Accompagnamento. Fonmc tattica di ii.loco di artigl icri:t che ha lo scopo di sostenere e proteggere la fanteria, du ran-te l'avanzata, con una m:r.ssa d i iuoco che neutralizzi, a seguito e a complemento della preparrv,ionc d'artiglieria, la capacità reattiva dei difensore. Infatti, il magl(iore ostacolo che la fanteria incontra nr:l mLovere ;.ll'attacco è costituito dalla fan-


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tcria avversaria, la· quale, uscendo al momento opportuno, dai ripar i e sfruttando il terreno e giovandosi degli e!emmti c.leila propria organizzazione non distrutti ùal bombaPdomtnto, contrasta il progredire dell'azione offensiva e cerca di annullarne l' impulso mediante rimpiogo d i t 1tti i n,ezzi dei quali dispone: fucili, • mitragliatrici, lanr,i"bo·11he, bombe a mano, lanciafiamme, ecc. ?er u~utra i1.ozarc <,_ue&ta potenziali tà <li resistenza (reazione di fuoco e d i movimento) residuata dopo la preparazioi,e, l'artiglieria compie il t iro di A. :1atteudo gli elementi dife:1sivi che sì trovano immèdia !:u11ente avanli e vicinìs,;ìmi ai primi gru ppi d i at:acco, rhe scatlano all'as,,a lto del luogo batt\lto, appena il tiro di A ., realizzati gli effetti voluti, si sposta sulla successiva linea d1 res istenza. E questo fuoco precede la fanteria che da. e.s.;o s i ma11lieue alla minima distanza d i sicurezza. I valori di, tale d ista.nza, da lasciarsi fra le proprie truppe ed il centro dei tiri; sono compresi fra i seguenti limiti : tiro front.aie a grana,t a = piccoli calibri m. 150 a 200, cannoPe da 105 m . 250 a 300, obice da 149 A. m. 350 a 400, med ii calibri pesanti 1'.ll. '100 a 500, gro:;si calibri m. 600 a 800; tiro <l'infilata a grana ta = picc0li ca libri m . 50 a 70, cannone da 105 m. 100 a 150, obice da 1~9 A., m. 250 a 300. Per il tiro a shrapnel (a tempo) dei piccoli calibri: nel tiro fronta l-e m 200 circa ; nei tiro d' infilata m. SO. Questi dati valgono nel caso in cui il terreno sia uniforme, phno, orizzontale. o con leggiera pendenza. In terreno di notevole j)en<lenza ri~petto aHa linea d i sito. k distanze ,Ii sicurezza si possono r idurre se il terreno ;;aie, cd aumentare notevolmente se ii terr eno d iscende. Per nonna, ne l primo caso, una pen denza relativa di 300° pennette d i ridurre la distanza di sicurezza a i due ,erzi; nd seco;ido caso, con la s lessa prudenza, tali distanze debbono aumenJarsi lino a 3 o 4 volte. Si trat ta ,,~rtanto d i una forma di fuoco in timamente legata a lraz.ione d ella fanteria, così da -influc11zame talvolta persino i procedimenti cli attacco. Fuoco d'a rtigiieria e manovra delle fanterie devono q uinJi armonizza rsi fr:1 Joro ed insieme adaHarsi alle mutevoli vioen<le elci combattimer,to. 11 tiro di A. è quind i e soprattutto un p roblema Ji cooperazione fra fanteria e artiglieria, campo, questo, troppo am1Jio per consentire regole tassative. l! tiro <li A . si classifica in tiro d ì A . vicino e tiro eh .4 . lontano. D eve essere controllato da osservatori terrestri ed aerei, e per il suo efficace s volgimen to devono es.sere assicurati i collegamenti con le fanterie avanzanti. N on a ppena l'attacco sosti, sia sugli obiettivi raggiun ti, sia sulla linea imposta dalle vicende del combattimento, spetta all'ar tigl ieria di costituire immed iatamente davanti alle posizioni occupate una prima e d iretta difesa, fissando e trasformando l'azione di A. vicino e lontano in une sbarramento fisso e i11 una interdizione lontana. A. vicino. Si pro;ione d i immed ia lament{' p recedere e fiancheggiare la fa11ter ia at taccaute per favorirne il movimento. Può essere attuato col modo di A . diretto, :td orario, a sbalzi. Col tiro d i A . diretto gli spostamen ti di fuoco , ,cn.11ono eseguiti in relazione agli spostaine.nti della . fanteria, osscrvaLi o segnalati. E' il pi ù proficuo pcrdhè !JUÒ p rocedere in perifet>ta armonia con le azioni della fanteria che accompagna. E ' il più particolarmente proprio delle fasi dì ·l:ta ttaglia improvvisata, nelle quali l' artiglieria segue l' azione della fan-

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teria agendo per conce11trame.nti o per cortine, sugli obbiettivi che costitui&cono, volta a volta, il maggiore ostacolo a ll'avanza ta della fante.ria. Durante l'azione, p uò essere oppor tuno e spesso necessario che le batterie cambino ,posizione per ragione di solidarietà morale e per essere in condizione. di sostenere con'Venientcrncn te la fante.ria. Gli spostamenti per scaglioni di i;atteria o di gruppo avvengono d i massima per ordine dei comandanti le tnippe eia cui le unità d'artiglieria d ipendono.; ma anche per iniziativa d ei comandanti d i gruppo o di l;atteria, se la situazione lo suggerisce. Col tiro d i A. ad orario gli spostamenti di fuoco avvengono secondo un piano presta,bilito. E' .effettua to dalle arti6lierie leggere con una cortina di fuoco a granata a ,percussior,e con spoletta ista11lanea; cortina s-postantcsi con piccole variazioni d'i11clina1,ionc, ed occorren do di direzione, parallelamente alla fronte di attacco, in modo da spazzar,; il ten'Cno che deve essere percorso dalla fant•cria, che seguirà la cortina di fuoco alla minima distanza d i s icurezza. Dei due modi: diretto e· ad ora rio, questo è il meno redditizio, perchè, a parità di risultati, richiede un màggior numero di colpi del primo, e presenta inoltre maggiori d ifficoltà d i esecuzione. La cortina è sussidia la da tiri di -fiancheggiamento a i

mar.gini esterni della fronte d'atta cco per cost i tu ire fianchi difensivi d i fuotù, e da una cortina di tiri a tempo compcnctrantèsì con la corti11a a granata. La cortin:a. deve principalmente avere u1ia densitit per cui tutta la zona da pe,·c~-rersi dalle fanterie sia comp resa nel raggio d'azione degli scoppi• delle granate (300 mq. per ogni gra nata con spoletta istantanea). Con artiglierie di calibro iS s i raggiunge una dens ità soddisfacente con le seguenti con<lizioni: ampiezza di fronte per batteria = m . 100; c-clcrità d i tiro + 4 colpi p,)r peno a.I minuto; spQsta met1to della cor tina+ 4 str iscie ogni due rniau ri. T uttavia conviene tenere presente, a l caso pratico, che la celerità di 4 colpì al minuto per peno s i pnò sostenere al massimo per una d iccina di min uti consecut ivi, e ciò per ragioni di conservazione del mate riale e <lì aggiustatezz.a del tiro; e ohe lo spostamento deve e..scre in relazione alla presunta velocità di ava niata d ella fanteria. La linea di partenza della cortina a granata è stalbilita di massima davanti a lla prima linea della fascia d ifensiva avve rsa ria,, ed il tiro deve iniziarsi prima che cessi quello d i preparazione, sÌ <la confonders i con esso nella sua u !lima fase. La cortina dei tiri a tempo ( in genere a shrapnel) si svolge cor, andamento analogo alla cortina a granata, sfasata -però rispetto a questa, nel verso dei-


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l'avanzata, d i quattro striscie e ron densità di fuoco di mezzo o un 1erzo rispetto al tiro a granata. I successivi spostamenti della cortina a tempo si effettuano di 4 in 4 striscie, simultaneamente agli spostamenti della cortina a granata. L'A . ad orario, quindi, rappresenta un congegno alquanto rigido. Ha il ,·antaggio di eludere io parte le difficoltà dei collcgamen,ti, ma con la sua rigidezza può costituire un ostacolo ad un più ampio sfruttamento del successo d a parte della fanteria, oppure una protezione inefficace. Le segnalazioni di cstccnia semplicità e ben note a t'utti, da stabilirsi voJ.ta a volta, ~ono ovviare a tali inconvenienti, come pure, durante le soste, si possono, mediante i collegamenti, introdurre le varianti' del caso al sistema di progressione dell'attacco. Coli' A . a sbalzi, come con quello ad orario, gli spostamenti di fuoco avvengono secondo un piano prcstahilito. A!l'inizio ha carattere analogo all'A . a progrçssione continua. L! cortine mobili a granata e a tempo però si spostano e si flSsano su lin~e succe!;Sive alle quali presumibilmente pot ranno corrispondere altrettante distinte fasi dell'attacco. Durante le soste della fanteria, il tiro di A. a sbalzi si fissa immediatamente davanti alle posizioni raggiunte, assumendo c1raltere di sban,1mento. Lo spostamcn•to della cortina da una linc.i all'altra può avvenire dietro segnalazioni delle unità di attacco, o entro i limiti di tempo fissati a priori in relazione alla pres\lmibilc velocità d i avanzata della fan teria. I tre sistemi di I.!. vicino rappre3entano c1si tipici. In pratica conviene applicare un sistema misto, che razionalmente si adatti al termw ed alla situaziom:. li prog<!llo di A . è compilato dal coinando di d ivisione sulla base delle direttive 4!el corr.ando di cori,o d'armata. Contiene: l'indicazione d~llc artiglierie i:npicgale a quello scopo; l'indicazione rlella lin.-a di partenza e delle successive linee di attes tamento; le modal itò del tiro, l'ora dell'inizio, la zona della prima cortina, l'ora delriniz.io detraHacco; i successivi allungamenti e la durata delle soste sulle sing,lle linee; rintensità dei tiri; l'organ izzazione dei collegamenti; i segnali per eventuali modificazioni; gra<luale spostamento dd!c batterie e c.lellc munizio:ii. A. /01110110. Pr~ccdc e fiancheggia l'attacco, cot co:npito d i neutralizzare le posizioni di presumibile magp.iorc capacità reattÌ\•a susseguenti alle zone battute dell'A . vicino. I suoi compiti sono : annientamento o neutraliu.azionc della fanteria avversaria nelle successive fascie di difesa; progressivo isolamento del settore di attacco con tiri d i interdiiione sulle vie di accesso frontali e di fianco; acrecamento di osservatori. Si tratta quindi di una manovra di fuoco, attuata con sbalzi più o meno ampi di t iro, secondo un progetto di mas~ima, in relazione alrandamento dell'attacco. In terreno orizzontale, il tiro di .4 . lontano deve essere eseguilo ad almeno 400 m. oltre la fanteria avanzante. E' effettuato da tutte le al'tii(licrie disponibili; più particolarmente idonee sono c;uelle pesanti campali e pesanti con proiettili scoppianti. sussidiati in circostanze speciali da proietti fumogen i o tossici. L'A. lo11tau.o fa sistema col tiro di .4. vicino e :,er ciò nel progetto d'impiego di artiglieria, le due forme sono accuratamente coordinate. A. immci:iaio. H a lo scopo di completare i risultati della manovra di fuoco dell' artiglieria divisionale dove qu~sta non abbia potuto o si presume che non potrebbe intervenire per ragione di d istanza, per difficoltà. di col-

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lega mento, d i individuazione di bersagli, ccc. La sua azione è intermedia fra quella normale dell'artiglieria divisionalè e quella cbe la fanteria deve essere in grado di :1SSOlvere. L e batterie in A. immediato sono poste alla dipendenza dei comandanti delle unità di fanteri:l. Ciò presuppone un più intimo contatto con le un ità di lanteria, più facili collrgamenti. quando terreno e situazione limitano !:t manovra divisionale del fuoco; ma noi, richiede che le batterie in A . immediato, per seguire l'avanzata della fanteria, si spostino continuamen te. Tutt~via queste non esiteranno a portarsi ancl:c sulle lince di fuoco della fanter ia, µur di assolvere al proprio compito. In A. imrnccliato possono essere destinai(' batterie l<>ggicre, ripartite per interi gruppi fra le varie colonne di attacco, essendo tuttavia consentito ur: maggiore decentr:,,mcnto, che solo eccezionalmente potrà scendere a Wlità minori della hatter'ia. A . innneòiato dei c<l1iiiimci>Li e delle mitragliatrici pesa11ti. Può accadere che l'artiglieria in A. immediato, ad un determinato momen to dell'azione, debba effettuare sbalzi a scaglicni, o comunque non sia in gra<lo di rimuov-,rc ostacoli che dovrebbero perciò essere battuti da più breve distanza. In pre\'Ì~,ione di tale c:vc11icnza la fanteria deve essere messa in condizione di progredire da sè, affinchè i_l combattimento non sia interrotto, il che agevolerebbe il ~1cmico nel fare affluire rincalzi e riserve, muoverç al contrat1acco. ccc. Il battaglione « X uovo Tipo>' ha, appunto, una compagnia di armi pesanti <li A. (mitragliatl'ici e cannoncini), ohe integrano e perfezionano gli rffclli del tiro di .4. dell'artiglieria e permettono l'effettuarsi contemporaneo del fuoco e movimento alle minime distanze, fino al momento in cui si irrompe all'assalto. Le am1i pesanti di A. vengono ripartite fra le compagnie armi leggere, rimanendone un'aliquota alla riserva; eccezionalmente agiscono riunite alla diretta dipendenza del comandante d i battaglione. Per il lllodo come procCT!e la tattica di infiltrazione, do,·e il fuoco si compenetra col movimento nel senso che gli obbiettivi, verso i quali la fanteria avanza, debbono essere battuti costantemente, fino a che la fanteria stessa, senza soluzione di continuità, sostituisca, al tiro eseguito da lontano, il lancio della bomba a mano e l'urto, si può considerare il fuoco del cannone, del cannoncino, della mitragliatrice, del fucile, come tutto un A., perchè appunto non ha altro scopo l'he quello di agevolare l'avanzata della fanreria fino all'urto. Acco,)1pagna1ncnto (v. Scorte). Qurundo devono partire da un presidio più uomini non costituenti reparto ori;anico: congedati, 1°cclutc, r ichiamali ecc., il colllando del presidio dispone per il loro accompagnamento, stabilendo gli itinerarii, le ore di partenza, la formazione dei drappell~ il personale che si deve accompagnare. I partenti di uno stesso corpo e eh~ via,ggiano per una medesima direzione formano, a seconda del numero, una squadra o un drappello di più squadre, tranne il caso che siano meno di nove, chè allora viaggiano isolatamente. Quando non vi sia uno speciale comandante, il capo squadra più anziano ha il comaudc. . e la NSponsabilità di tutto rl drappello, ccl è munito, dal comando del presidio, di uno « stato dimostrativo >l della composizione del drappello. Ad ogni squadra di 20 uomin i è designato un caporale, ogn i 40 uomini un sorgente o caporale maggiore. ogni 80 uomini un uffi-


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ciale subalterno che avrà scco un trombettiere, ogni 300 uomini un capitano. I quadri · d' A. sono armati quando le squadre sono a r mate, o se cosi ordù1ato da~ Coman<lo del presidio. Trattandosi di uomini di più corpi viaggianti insieme, il comando di presidio preavvisa le autorità militari e i sindaci d ei comun i dove il d rapp ello d eve sostare e provvedersi di alimen ti od alcro. Il preavviso a i cor pi è dato dai corpi d ai quali i drappclfi par tono. Durante il trasferimento, i capi squadra fanno la paga e tengono la contabilità. I qua<lri d'A . rientrano per cura dei corpi che hanno ricevuto gli uomini accompagnati, e compiuto il servizio, ne riferiscono per iscritto all'au torità che lo ha ordinato. Accompa.g11a.inento _(A mm .). Nel linguaggio comune a ll'ambiente m ilitare, ser ve quando si vuole a•ccennare al vrincipio che il militare che s i trovi insieme ad a ltr i i.n un d eter minato ser vizio o in una posizione fruisce dello stesso trattamento economico per quelli stabÙito . Così per: esempio: gli ufficiali in accompagna mento di truppa hanno d iritto alla stessa indennità p revista per la truppa stessa, fa tte poche eccezioni; gli Ufficia li che a ccompagnano U fficia li generali possono viaggiare cogli stessi treni e nella stes~a classe cui hanno <;liritto i Generali, ccc. Gli uomin i d i truppa possono trovars i in a ccompagna mento d i cavalli di ufJ:ì ciali, o di t ruppa, i n accompag,w.inento di reciute, di ammalati, ecc., sempre con diritto a indennità d i trasfer ta, considerandosi i militari stessi in ser vizio isolato. Accomj1ag11amento di quadrupedi. In tempo di pace 1'accompagnamento <li qu_adrupe<li (cavalli, muli) può avvenire per motivi d iversi. a) Per rifornimento di qu adrupedi di r imonta, ogni anno, in genere nell'autunno, v ien e dai Depositi allevamento cavalli fornito a i reggimenti il contingente destinato a riempire i vuoti p,;pdotti.;;i durante l'a\lllO. I cavalli vengono spediti per ferrovia in vagoni bestiame, n.ccompagna'ti da u n buttero, responsabile della loro consegna ai corpi. Egli è munito non soltanto della bolletta di spedizione, ma anche d i apposi to elenco dei cavalli. Se fra di essi vi è .qualche cavallo di razza spec ia le, ne consegna p ure il relativo pedigrée (certi,ficato di nascita e discendenza). Il ,buttero, od i but-teri se i cavalli sono molti, consegnat i i pul«lri e documenti, ,-itornano al proprio deposito , bj Per passeggiate, i q ltadrupedi vengono costituiti in colonne. e so-tto la àirezione e comando di un ufficiale o sottufficiale, a sec<'nda della c11tità della culonna, sono condotti sottomano, c iascuno da un soldato montato. Il cavallo sottomano è muniro d i filetto abbeveratoio, e condotto sulla destra de l cavallo montato dal cavaliere, che ì1e tiene le redini colla mano destra, mentre gu ida il p roprio colla sinistra. Yelle lunghe passeggiate, o nelle marcie, è ,bene che il cavallo accompagnato sottoman o, aibbia un soprafascio al dorso, per attaccarvi fa red ine destra del filetto, mentre la s inistra v ien e tenuta da l cava liere . In !al modo il cavallo accmnpagnato, cammina direttamentc, e n on si bastona le nocche, a ndando di traverso. e) L'accou:pagnamento d i cavalli per trasferimento d i corpo, genera lmente si fa per :fen ovia, e per cavalli d i truppa è staibilito che in ogni carro vi s ia un soldato d i guard ia . Per cavalli cli ufficia li di solito l'accompagnator<: è "!'attend ente . d) P er i cavalli d iretti alle infermerie, od alle ba -

racche d'isolamento, l'accompagnamento dei quadrupedi viene affidato a i soklaii ch e li hanno in consegna, che padano seco anche gli oggetti di governo assegnati ai singoli quadrupedi. I cavalli affett i da moccio, acco,npagnati al sito di abbattimento, devono essere muniti d i taschctto d i tela applicato a l muso, affinchè non semin.ino p<:r la strada lo scolo nasale, di ter ribile contagio per uomini e cavalli.

In ,guerra parecchie sono le contingenze nelle quali o~corre accompagnare quadrupedi ; ,ia per il rifornimento delie perdite di prima linea; sia per lo sgombero dei malati e feri.ti. Le prescrizioni regolamentari date per il tempo di pace in genere ' valgono anche per la guerra, c irca il personale ed i sistemi adottati per l'accompagnamento. Data l'impor tanza speciale del riforrtimenlo dei quadru pedi presso reparti e servizi d i p rima linea, le colonne quadruped i destinate alla fronte vengono semp re a ffidate ad uffidali. I quadru.pedi incamminati p er la sost ituzione di altri, da sella o da tiro, messi fuori <li combattimen to, devono essere muni ti delle necessarie -bardature o finimenti , per il loro ::,ronto impiego.

Acconcio (G--iacowo). Da alcuni scrittor i è chiamato Acconcio o Accontio o Contio. F ilosofo del secolo XVI. era parroco di Trento; ma, .p rofessando la nuova rtforma <li Calvino, fuggì nella Svizzera, poù a Strasburgo e qu indi in Inghilterra d ove morì verso il 1535. Scrisse un'opera sulla << Ar te di munire le città» (Ginevra, 1582; Bassano 1796) che durante la sua permanenza in Inghilterra tradusse in latino col titolo Ars m~miendornm Oj,pidorum (Genevae 1583). Il D'Ayala è d'opinione cJ1e questa traduzione non sia mai stata pubblicata pe-rchè, per qua.nte ricerche ne a bbia. fatto, non riuscì a l.rova•rn.e traccia nè a· Trento nè altrove. Acconto. Pagamento in acconto di quanto dovuto; nel lingu:tggio comtm" dell'amministrazione militare è sinonimo di anticipo, ma differisce da anticipazione, in quanto questa r iieriscesi alla somministrazione di somme a persone od enti per dar loro modo di provvedere a pagamenti vari. Inoltre l'accon to od anticipo, a d ifferenza dell'antici pazione,. non richiede akuna presentazione cli rendicon to, ma solo la restituzione integrale della somma avuta. Ai ,p rovvedito1·i ed agli appaltator i <l i la rnri possono darsi acconti nella misura e con le modalità previste da ciascun contratto o nei ca.pitali <l'oneri, mai però in misura superiore a quanto essi h a.11110 già consegnato all'amministrazione, o al vaiore d i quella parte di lavoro da essi già compiuto; il pagamento dell'aoconto d eve essere preceduto dal collaudo di quanto già consegnato. In genere a i capi operai dei corpi ,per le lavorazioni ordinarie. non sono consentiti n.cconti, n eanche se la lavorazione richieda un certo periodo di t'empo. Acconto sli[,endio gio (v. A n ticipo) .

Acconto sul certifi.cato di viag-

Accordonare. Ant. S tende re un cord one di truppa. Accortinare. Ant. Guarn ire un'opera di fortificazione con cortine. Accozzarsi Ant. Attaccare combattii:ne.ito.

Accredito. E' la -conseguenza d i un credito. Pei militari l'accredito può dipendere da varie ragioni come: assegni percepiti in meno, somme versate in più in ,conseguenza: di addebiti. o come tasse ; e quindi il


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significato di addebito che per gli istituti bancari e commerciali è consegu ente dulln effettuazione d i un deposito in denaro o in merci, pci militari dc,•e intendersi come la corresponsione d i somme non percepite trmpcstivarncnte o ve rsate in meno. !vfa un'altra <liffe1 enza si riscontra in tale significato: della somma accreditata (presso banche o privati), l'individuo d ispone nella man ieca che crede e quando crede; di quella accreditatagli il militare riscuote subito l'ammont.,1.re. senza la fncolti, d i lascinrn: accantonata ukunn parte. Accredito è anche l'operaz ione per la quale gli lfffici periferici (Comandi d i Corpo d'Armata) incaricati della somminisiraz ione d i fond i a lle amministrazion i di Corpi, si uttl'ibuiscono sulle Tesorerie Pro,•inciali le somme che il ?.Iinistero della Guerra ha loro concesS<' per i bisogni delle tru ppe (assegni, acquisti per somministrazioni in natura, provviste di materiali vari). ~ella restituzione di cnvalli di agevolezza all'Amministrazione Mi litare, all'Uffic ia le o agli credi è fatto accredito del prezzo di stima del ca,·allo, sotto deduzione -di quanto può essere rimasto da pagare come debito verso il conto rimonta.

Accusa. L 'atto ,he la. commissione d'inchiesta forn,ula quando riconosca che tm fatto cos,tituiscn reato, che sia di competenza d.,l tribunale a cui essa appartiene, che vi con.:orrano sufficienti indi?li d i reit à . La commis,;inne ordina il rim·io della causa c dell'imputato allo stesso tribunale, rilascia ordinanza di cattura ove l'imputato non s i trovi in st:i-to di a rresto, e se trattasi di rrato per cui l'imputato sia stato sentito a piede libero, gli farà obbligo, nella sentenza, d i presentarsi al prcsidrntc entro tre giorni. coll'aumento di un giorno ogn i tre miriametri di distanza. In tempo rii guerra non v·i! commissione d'inchi-esta, e l'atto <l"accusa è forn1\1lato da ll"a vvoca to li~cale ,mil itare. 11 condannato in contumacia che comunque pervenga in potere della giustizia prima che la 'l}Cila sia prcscrj\t.a, sarà sonti w c.omc se non fosse st,l\O contumace; l'ulteriore procedimento avvcrri nella formn ordinaria; la sentenza sarà considerata come non avvernuta; la sentenza d'accusa e gli atti anteriori, conserveranno tulto il loro effetto. (Art. 426-544-430517 C. P . )1.). Accu sani (Gfoseppe. barone ,.j_ di R etorto) . Genera.le, n. ad Acqui, m. a Torino (1832-1920). Si d istinse come tenente d'artiglieria nel 1859, rimanendo ferito in combattimento fr:i Lonato e Pontice llo, il 21 giugno. :S:ell"asse<lio di Ancona del 1860 era. capi tano, e \'i guadagnò una :neri. d'arg. E una seconda ottenne a Borgofor te, il S lu glio 1866. Dal 18i7 al 188~ col grado d i colonnello co mandò il 3° regg. d 'art.. e quindi, promosso generale, la brigata Granatier i. Da.I 1889 al 1802 ebbe il coman· do del!' .\ccademia 1Iilitare d i Tor ino, e n el frattempo ( 18<>0) la p romozione a ten. gen. L asciata l'Accademia tenne ( 1892- 1893) il comando della Divisione di )filano, r poi passò alla R iserva .

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Accusato. L'imputa to che è prcsen-tato all"istrut· tore, e che dcv-e essere interi-ogato nelle ventiqua.ttro ore. J;;' \'Ìe1ato di deferirgli il giaramento anche in ciò che concerne il fatto altru i. Se r.J. r icusa d i rispomlere a ll'ufficia le isLrut1ore, intendendo d i avere motivo contro tli lui, ne ia dichiarazione all'awocato fiscale che ne riferisce, alla commissione d ' inch iesta, come p ure gli è concesso atto delle opposizioni circa l'incompetenza, la reità del fatto, la prescrizione o estinzione dell'azione pena le. Ove l'imputato sia a piede libero e risu ltino prove o indizii sufficienti di reità. l'ufficiaJe istruttore rilascia mandato di ca.ttura. purc hè Yi conconrano conclusioni conro rmi del pubblico ministero. Se il titolo del reato non importa che la pena del carcer•· militare . o quella della d:missione, rrimo1.ione dal gra.do, sospcnsio.ne dall'impiego. e ,·i concorrano condusion i conformi del pubblico ministero, l'ufficiale istruttore può rilasciare semplice mand a,to cli ccmparizione, che si converte in mandato d i cattura se ,l'imputato, senza giustificato motivo, non si pr~senta nel termine di tempo prcscr,itto, o se dopo aver ocnt,to l' imputato eil il ,pubblico ministero emergono circostanze che dimostrino la necessità della detenzione. Il segretario nel dare copia ali'A. della sentenza d'accusa, lo invita a scegliersi il difensore e lo avverte che, in caso di rifiuto, gli ~arà nominato <lai presidente. Il verbale <lclla nobificanza dell'atto di accusa <le,•e e=rc sottoscritto dall'A. e dal segretario. Se rA. fu sentito a piede libero, ~a notifìcanza e le altre d ichiara~ion i gli sara,mo fatte dal p residente assistito dal segretario che ne compila il ,·erbale che donà essere sottoscritto da tutti tre . L 'A. ha facoltà di presen tare motivato ricorso per far prorogare ,l'udienza; può farsi rappresentare nell'atto dell'esame del wstimonio che, trovandosi nella impossibilità di ,cornpa1·ir,e ,per infer.mità. od altro grave motivo, sia, per delega, interrogato in altra sede; ha facoltà di ricorrere al tribunale di guerra e marina, in nullità contro la sen1cnza di condanna, il giorno dopo che Ja sentenza è stata pronunziata. L·.1. riceve notilkazione ùe,l'ordin;u1za che fissa il gio1·no del d ibattimento, ventiquailro ore prima del giorno stabilito; se in istato di arresto comparira custodito <lalla forza pubblica ma sen7.a ferri, e per mezzo ,del p resick.nte può r ivolgere domande ai testimoni. Se durante il giudizio profferisce ingiurie, o turba in qualche modo l'ordine, può essere fatto riconclt1rre in c:1.rcere, continuandosi il giudizio con la sola a~sistenza del difensore; quaiora sia a piede libero, può csscre fa 1to allontana re o posle in .uri·esto fino a l termine del giudizio. L',-1. cl,e, tenuto in arresto ha ricu.,;:uo di comparire, non ubbidendo al! intimazione fattagii. per 01xli11c dei presidente, dall''agen te della forza pu bblica, può, in seguito all'ordine del presidente stesso, essere tradotto dal!n forza pubblica innanzi a l t•ribu1rnle . N..-i casi in cu i il dibattimento sia seguito in assenza <lell'.·l., il segretario. terminata ciascuna udienza, dà all'A. comu:1icazione del verbale, e gli notifica co•pia <lel!e requisitorie e delle s~ntcnze. Se l'.'!. detenuto non è comparso per giustificato motivo, udita la lettura del ,·erbale, può nelle ventiqua ttro ore coonun icare al tr ib unale le sue osscrvazion~ e la sentenza non potrà essere pronunziata prima della scadenza di tal termine. ( Art. 37 3, .N 1 392 393 394 395, 406 408 430 432 433 4-10 445 463 -!55 491. 507 a 518, 426 439, 521 533 535, 485 a -187, 522 a 52-l, C. P . l\f.).


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Acerbi ((;io-1-'amll) . Generale garibaldino, n. a Castelgoffredo, m. a Fi ren,,e ( 1825-1869). 1.a rivoluzione del 1848 'lo trova in carcere come cospiratol'e e lo libera; accorre a iV[ilano in tompo por combattere nella 4° e 5" giornata. Pa.rtecipa alla difesa di Venezia del 1849 e vi ra.ggiunge ~I grado d i capitano; poi va in esilio nella Svizzera. ~el f· 1859 accetta il grado cli luogotenente dei volontari. Partecipa a lla spedizione <lei Mille assumendovi la ca~ica di Intendente generale, e colla stessa carica fa la campagna elci 1866. Nel 186i ottenne il comando di ,,Ha delle colonne garibald ine. la quale, raccolta.si in Orvieto, ca-cciò i papalini da S:in Lorenzo, marciò su Viterbo con circa 5000 u . e l' occupò il 26 ottobre. Quivi l'A. p romosse u;, plebiscito favorevo!-c all'aimessic,ne. Ricevette li 29 dello stesso mese da Garibaldi l'ordine di raggiungerlo a Monterotondo entro il 2 novembre, ma non riuscì ad escgui,·lo, cosÌ che le sue forze non pa1·tecipairono a lla battaglia d i :\'Icnta.na . Dnrante fa X legislatura fu dermtalo <li Gonza_ga. Acerbo (Tito) . lvfedaglia ,l'oro. N . a Loreto Aprutino nel J890, m. sul campo nel 1918. Era dottore in scicn,,e socia li, e sottotenente d i complemento; còn questo grado venne ricl1iamato alle a r mi nel 1914, e nel!' armo seguente entrava in guerra come 'Ufficiale dei mitraglieri de lla br igata Sassari. Nel 1916 dal marzo al novembre fu insegn,ant.-, d'organ ica alla scuola Allievi Ufficiali della ni; f\ rmata; poi tornò alla sua brigata, dove eobc il comando di una -compagnia. Nel 191 i era capitano, ,.., net giugno 1918 comandava un battaglione, a lla te-

sta del quale cadde combattendo. Fu sepolto là dove cadde, e il cimitero quivi stabili~? porta il suo nome. Aveva già ottenuto due mcd. d'arg., una sull'altipiano della Bainsizza e una al Col del Rosso. La moti,·azione con cui gli veniva asscgmlta la medaglia d'o~o è così formulata: « V.uloroso fra i v:dorosi di una gloriosa Brigata, a ni matore inwarcggiabiie, ftdgido esempio d i bravura, cli abnega;,ione e d i fede incrollabile, eccezionalmente dotata di -c apacità e d i slancio, sempre e dovunque eroicamente condusse il suo repa·r to nefle p iù s,angu inose az ioni, sul Carso, sugli Altipiani e ~u l Pfave . Qwivi nella turbinosa battagìia, benchè ferito. ·alla lesta dei ;uoi reparti proseguil'a nel v iolento at tacco contro prcponderantri forze avnll'&'llr.ie. I mpegnato in lln'accan itissin1a ,1nischia, (lnina<'ciato di .accerd1ia,n1cnto, con impeto travo·Jgente r iuscirn a<l aprirsi un . varco. liberandosi dalla stretta nemica e trascinando seco Jlllmcrosi pri-

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gionieri. Poco dopo, colpito a morte da proiettile nemico, incitav,a ancora i dipendenti a ,persistere nella lotta e .<,pira.va sul ca,mpo <inneggiando aUa Patria. Croce di Piave, 16 giugno 1918 ».

Acerenza (lat. Acher11ntii1111). Borgo de.Ila Basilicat'a, sopra un altipiano, considerato dai Romani come punto strategico importante, .antemurale della Puglia e c!,!lla Lm;ania. Vi si for tificò il console Livino ai tempi della guerra contro Pirro. Nell'epoca di Giustiniano venne presa da Totila che ne fece una delle sue fortezze pr incipa li. Carlo i\fagno, dopo a,·er sconfitto Desiderio, re elci Lo,1gobardi, la fece incendiare e radere al suolo. Acerra. Città della G·unpania. - Durante la seconda g uel'l'a Punica, nel 216 a. C., fu assediata da :\nnibale, presa, messa a sacco, e incendiata. Dopo alcuni anni vcn~1-c riedificata, •e invano assediata dal ge-

nerale sannita Papio dllrante la guerra sociale . - Sot1 to Augusto. ,J . divenne una delle 28 colonie mii. dei Romani. ·. ,cll'a nno 834 il duca Buono d i Napoli l'a.,salì e la d istrusse, e ancora gli abitanti la riedifi•Carono. - Durante la guerra fra Alfonso V e Luigi cl' Angiò (se~olo XV), .4 . fu nel 1421 assediata da Alfonso, il qtmle aveva a la to Andrea Braccio da }.,fontone. I c~ttaclini vennero aiutati validamen te da u11 centinaio di cavalieri 1handati dallo :5forza, e resistettero anche a l tiro delle bombarde. Alfonso dovette ritirarsi, e, per salvare la propria d ignità, trovò il ripiego che gli assediati alzassero la band iera papale, che i mpone~asi al suo rispetto. Batta.glia di r1 . (90 a . C.). Il console rolllano Lucio Giulio Cesare, <lur,~rne fa guerra socia le, venne -posto al comando delì'~ercito della Campania, destinato ad \ operare contro Sam,iti e Lucani guidati da Papio Mutilo. Dopo aver su,bito alcuni rovesci, il generale romano s1abì1ì il suo campo presso A., la quale era assediata da Pa-pio. Questi abbandonò l'assedio e venne ad assalire i i·omani. Lucio lasciò nel ca-mpo la fanteria, la quafo si difese -energicamente dall'assalto, e con ua largo giro inavvertito dai nemici riuscì a portarsi ::i.i'e loro spalle coò la ca,·alleria. U d isordine si p rodusse tosto nelle file dei ribelli. i quali si sbandarono. Seimila ne rimasero ucci.<;i sul caa11po.

Acerra (Riccardo, conte d') . Seguace del Normanno Tano,edi di Lecce, lo accompagnò in Grecia nel I J85 e fu fatto p rigionie!'o da Alessio Brana a,d Anfipoli. L iberato, tornò in Puglia ed ebbe il suo quartier generale ad Ariano di .Puglia. Acetati. Sono i sali formati <ìrull' acido aceti·c o. Quelli degli atcali e d i molti metalli sono solubili e largamente imp iegati ucll' indusu-ia: l'acetato di ·p iombo, I' acchto d i rame, d i ammonio, di potassiù, di calcio e di sodio, sono fra i più importan ti. L'acetato d i sodio hu. un'applicazione inte ressante nei termofori e quindi comè mezzo di riscaldamento, perchè fondendo nella sua ncqlla d i cristailizzazione assor be una g.ra1Jde quantità di calore che poi rende lentamente passando da liquido a solid o. Si sostitu isce all'acqua calda nelle cassette scaldapiedi, scaldapetto, ecc. Acetii cell<ilosa - Acdato d,i cellulosa. (Esattamente Tr-iacetato di cel/11/osa) . Di fabbricazione recenlc, tale prodotto si ottiene dalla cellulosa trattata con acido aceti<:o ecl anidride acetica in presenza di u n cata-


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lizzatore speciale (Acido solforico, Bisolfato, Cloruro di zinco, ecc.). Ha molti impieghi. giacché costituisce un succedaneo do'lla celluloide per rispetto alla quale ha la grande superiorità di essere pochissimo infiammabile. Perciò le acetii t-ellulosc sono impiegate nell'industria delle pe,llico'e cinematografiche, per coprire aperture negli a.crei, per vorn ioi, tele impenm:abilé, Seta a.-1ifiriale, mater.i.ile isolante per elettricità, ccc. Per- le celluloidi non infiammabili si impiegano generalmente 15 par~i di nitroccllulo,;a, 7 di acetato e 12 di caJl'f ora . G li occhial-i delle maschere antigas: tedesca., francese ~12 ed italiana primo tipo, furono di acetilcellulosa. Gli in~esi impiegarono la celluloide pcrchè 1>iù robus ta. Una modificazione della prin1a, la celophane, fu in seguito applicata nelle maschere antigas 112 secondo tipo ed A.R.S. frances i, pcrchè ha la proprietà di assorbire acqua. Pecò si rannnollisce e si arriccia diventando meno resistente agli uri i ed agli sfregamen1i.

A CI\

~o<la cristallinato. La miscela è messa costantemente in 1110,·imento con un agita tor-e automatico. L'acqua di cri~t.dlizza7.ione del carbonat.o cli .soda è assorbita dal cari.uro di calcio e genera acetilene. • L'acet,ikne, per la fiarmma bianca e luminos1Ssima che produce aflorchè è acceso all'aria (ha un potere illuminante circa l 2 volt;; quello del gas lu ce) ha larga applica~ionc come ilhuninanle, ma pcrchè abbruci beire occorrono b~cchi speciali, i quali dcbDollo produrre un -getto di ·gas che vcn,ga in con-tatto con la maggiore quantità d i aria possibile. Perciò si hanno boochi coniu-gaoi per poter determinare una fiamma a farfalla. Per fari e proiettori si hanno becchi mulbipli d is,posti a gruppi. I becchi sono di steatite (siljcato doppio di calcio e magnesio). ~oslan7.a rcsisten,tc a lle alte tempe-

Acetìco (Acido) (o Eta,wi<o). (CH. CO, H). Si può considerai-e come un deriva.nte déll'acido formico H CO, 11 in oui un :i,tomo d i idrogeno è sostituito con un gruppo metile CH2 • L'acido acetico puro si ottiene dall'acetato di sodio ,;on acido solforico concentrato. Si ottiene anche s inteticamente dal l'acetilene. In grande, la fabbricazione dell'acido acetico si fa mediante l'ossidazione dell'alcool etilico o distìllando il kgno . L 'acido acetico puro, privo d , acqua, cristallizza; diccsi allora << acido acetico glaciale» perchè ha l'aspetto del ghia()Cio. E' liquido alla tempera tura 01-tl inaria; è senza colore e di odore penetrante. Bolle a 118°. Si m<:srola all'acqua in ogni proporzione. E' un· acido monobas ico e fom1a <lei sali ben definiti d etti acetati ed w1a lunga serie di derivati organici tra cui il jo<lo acetato di etile ( CH,- J-CO OC, H) prodotto di forte nzio11e lacrin1ogena impiegato in guerra dagli inglesi. Produce anche irritazioll<? alla laringe ed ai broru::hi. Per la sua debole tensione d i vapore persiste su:l terreno per molte ore (di massima un giorno). Bolle a 180° ed il peso di un litro di vapore è di 9,553 grammi. Acetilene (ctùw). -

C, R,. I<lwcarburo tipo del-

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All~//ro ,,//~I/ore

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la serie a triplo -legame HC=CH (serie dell'acetilene). Scoperto nel 1830 dal Chimi<:o inglese D avy, studiato nel 1662 dal \\"ohler, fu ottenuto per sintesi da Bcrthelot. Cominciò ad usarsi come gas illuminante verso i-1 1894 dopo che il Wilson in America ed iJ :'.\foissa.n in Francia t l868) prepararono il carburo di calcio (carbile) Ca C.) che serve aJlla ,;ua p roduzione industriale.. Si ottiene d·alla reazione dell'acqua sul ca.rburo di calcio.

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Ca C, 2 H, O= Ca (OH)+ C2 H, Contiene: 92,3 di carbonio e 7,7 d i idrogeno . E ' un gas incolore, di forte odore agliaceo, un po' meno denso dell'aria (densità= 0 ,92). Si scioglie in un volume di acqua circa, ma è pochissimo solubile nell'acqua satura di sale marino. - Per la sua lJrodu;,;ione s i impiegano apparecch i fissi o portatili. Nei primi e5istc un serbatoio ove il gas va a raccogliersi; nei secondi il ~sogeno è generalmente situato nella base della lampada <.'Cl /1 ga.s s i cons uma a maaio a ma.no. che s i svolge. Gli apparecchi fissi possono essere automatici o non a'llt0matici. I portatili, impiegali nelle applicazioni militari, s ono sempre automatici. Vi sono ar1che generatori di acetilene per via secca, nei quali avviene la caduta· del carburo di calcio su carbonato di

Flg.

r:uure, e portano un:i guarmz1one filettai~ di ottone per avvitamli a lle lampade ed una reticella metalli.ca. fin,issima per impodire che l'acconsione si comunichi alle rondulture ed al gasogeno. Il m iglior rapporto di acetile ne cd aria p-cr ottcn~e la mru;sima 1uminosità è d; tre volumi do acetilene e due di aria. In alcune lampade militari è di massima applicato il sistema dello sgocciolan1ento dell':wqua che si può rcgdlare con appOSito rubinetto a spina. L'acetilene contiene impurità che ne scemano il potere illuminante . Perciò negli impia:nti industriali viene de-purato facendolo passare prima. in acqua e poscia att raverso a polvc,ri speciali ossidanti forma te spe-


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A CE

cia:lmen,te di terra iniusoria con aicido cromico (Heratolo) oppure con ossicloruro ferrico e saJ.i d i rame (cata.lisolo'). li de,puratore è costituito da wna semplice cassa metallica con falso fondo perforato ricoperto di feltro su oo,i viene · posato il prodotto depurante pcr uno strato cli 30 a 40 cm. ~ci b'11sogeni militari il depu-ratore è cootituito da cotone idrofilo. Le Compagnie d i Sanità posseggono fanali ad acetile.ne .per la ricerca dei feriti sul ca.m1,o di ba-ttaglia. I !J)aTchi forrovieri del Genio sono dotati di Lampada-faro por ta,tile a,d a<--etilene tipo Wakefielçì (fìg. 1). La luce che si ottiene da questa hmpo.<la-faro è ,bianic:a, senza fumo, non rumorosa e .resistente a l ve'l'lllo. La sua intensità è regola.bile da 500 a 5000 candele mediante specia•le dispositivo. Il peso della lampada- faro vuota è <li kg. 40 e di kg. 90 quando è completamente ca;rica. Essa può venire carica·ta ed accesa Ja un soldato in 3 minuti primi quando disponga sul si to di ac.qua e <li ca!'buro di cakio. Il consumo di carburo e la durata. d i illuminazione risultano dalla sogucn (e dimostrazione : J ntcnsità della luce in candele . 500 Consumo orario <li carburo in kg. . 0,250 Durata <l i illuminazione in ore 36

2000 1,000 9

soco 2,501) Jl;

ACE

bu~o sotto l'azione dell'aria atmosferica e di far sì cl1e i .frammenti di -carburo 11i~"llltino più scorrevoli nei passaggi da. un recipiente a ll'a1tm. Recentissimamente è stato adottato -per i coHegameI]ùi della fanteriia il Faro D iana, tipo Ccrretti, a luce acetilen,ira. Comprende il generatore del gas ed il fanaJle riunitri da un tubo di gomma con palloncino. Il generatore <lei ga.s ha nella. parte inferiore il carburatore, aliloggiamento e ilin<lriC-O orizzont'.i.ic in cui si alloga il serbatoio del oa·r,buro. ]I fanale ha l'apertura d i cm. 11 e consente di effettuare segnala.z,ionri sia d i ll,'iorno che dii notte a distanze che in con<liziolbi nonnali di at<mosfora ra,ggiungono km. 15 di notte e km. 3 d i giorno; con la carica normale di kg. 0,500 d i carburo è consentita la segnala~ionc per c irca 12 ore consecutive. Come dato pratico si fa notare che un kg. di ca.l'buro d i calcio si combina oon poco più di me✓-zo litro di acqua per p rodurre da 280 a 300 litri di gas acetilene alla. pressione ordinaria. L'acetilene compresso a 2 kg. si decompone con esplosione sotto 'l'influenza d i urti o di d ebolic r iscaldamento. Non è quindi previdtmte di trasportarlo liquefatto in bombole di acciaio come si fa. per la anidride car·bo-

La pressione normale interna del gas è d i circa l /7 d i atmosfera. Esis te anche una lam pada -faro del medesimo tipo più picrnla . Per accendere la lampada-faro a gas acetilene, occorre (fig. 1): 1) vc.r,i!ìcare che le luci di spurgo siatt10 chiuse; 2) regolare il becco secondo I-a luce che si vuole avere;

3) aprire Ip. portella à i chiusura della finestra di cani<)amento del gasogeno ed estrarre il cestello por ta carb,~ro; . 4) riempire il serba,toio delil'acqua F; aprire il tubo ddi'acqua H fino a eh,:: questa corni11ci a zampillare nell' interno ,del gasogeno S e chiuderlo di nuovo;

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5) awi.care di carbu·ro i tre scomp3Jl'timenbi del ces:dlo Q porta ca-rburo, ,non oltre la metà della foro altezza e quindi collocar-e questo a parre nel gasogeno S; 6) chiudere crmetkamcntc la portella

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7) apPi1~ .il tubo do!l'aoqua H ed appena l'aria è espu l~a dal gasogeno aocen<lcre il bocco A. Durn.nte ·i l fonz.ionamcnto de11a ,lampada osservare che il serbatoio dd l'a'Cqua F, risulti pieno. Nessun inconveniente è dH temere dall'acqua che event ualmente trabocchi dal sciiba-toio per un aumento repentino di pressione del gas a:li'intcrno del gasogeno. Per spegnere la lampad a -faro a gas acetile.ne fa d'uopo chiudere il tubo dell'a<Xjua H e contemporaneamente aprire i tubi di spurgo G ed N per evitare u lteriore svrluppo di gas. Quando la la.11wada s1 spegne da sè s i chiude il becco A. I parohi dei pontieri del Genio sono dotati di un piiccolo .faro. (Vedi fig. 2 con la relativa leggenda). G li -app.arecch i d,j telegrafi.a ot tica, sia da 10 che da 8 e 4, 5 cm., sono a semplice .luoe acetilenica. od a luce ossiacetilen,jca. In entrambi i oasi il gas è prodotto in un genomto.re ·di 1uetallo contenente ac,qua ,per poco più dclla metà de'! suo volume. I1 .carb1Mo. di calcio che s i impiega in tekgrafia ottica è preparato in pezzi trattati con l)3Jl'affu1a e petrolio. Mentre la pr>ma sostwrzca serve a r endere mono tu,multuoso lo svoJ.girrnen_ro dcl gas, il petrolio ha gl.i scopi di impedire la decomposizione del car-

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E

\ Fig. 2 A) serbatolo dell'a•;qua; Bl Carburator i; C) Innesto clelia •lampada; D) Regolatore dell'acqua; E) Valvola immtsstono acqua; F) Foro per l'introduzione 001l'acqua; H) Depuratori a cotone.

nica, o 'C-Ompresso come l'idrogeno. Si utilizza quindi la sua solubilità noll'acetone ed all'uopo, raffreddato iu precedenza in u n gasometro, viene compresso nei cilindri metallici contenenti una mat-cria porosa inerte, impregnata <li acetone, la quale deve essere fina ed uniformemente ,ripartita. Essa non deve attaccare le pareti meta"lliche nè dar luogo a r eazioni col solvente o ,con l'acetilene . Con 1'uso -prolungato e con le scos.<re clie le bombole poo.sono subire non deve lasciare com unque spazii vuoti. La quan1ità d i solvente da ve.saTe nd recipienti è calcolata in modo che l'aumento d el suo volume provoca1o per l'assorbimento dell'acetilene e per la dilatazione dovuta ad una elevaziooe di tempera tura fi.no a 50°, non faccia accrescere la ,pressione interna a più d i 25 kg. per centimetro quadrato. L'acetone deve avere un grado di purezza del 99%.

D ato •pratico : Un litro d i materia porosa int-rodotta


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sotto forma pastosa e seccala lentamente, trattiene, alla ,pres..sione di 10 kg., circa litri 100 di acetilen e. L'acetilene disciolto è ammesso a i trasporti compresso colla mass ima pressione <l i ca,rico di 15 kg. per cm'. L'acetile.ne compresso· è impiegalo in telegrafia. ottica e nell'indus tria por la saldatura ossiacetilenica. Nei recipienti per acetilene e soluzioni d i acetilene non vi devono essere va:lvole di rame o fatte con leghe di rame. Immettendo ossigeno nella 'fiamma acetilenica questa perde la sua luminosità ma d iventa fortemente caiorifica. In tal modo con il così detto dardo ossiact,t•ilenico si otticns: la fusione del cromo e del quarzo, 1:>erchè l:l fiamma può raggiungere i 2200°. Dato pratico: Un volume di acetilene riohiede volumi 1, 7 <li ossigeno. Si hanno oggi<ll dardi ossiacetilenici che funzionano a press ion i da 3 a 5 m., da ·I a 2 m., e da 10 a 25 cm. di acqua.

La .rn/dat,wa autogena si impiega per il ferro, gli ac-

Fig. 3

dai dolci, la ghis.1,- il rame, l'alluminio, il bronzo e le ieghc d i ferro anche se s ono pezzi d i grandi d imensioni. In guerra si seno impiegati apparecchi portatili a zaiino per ca,nn ello ossiacctilonico ,i qua'l i servirono per tagliare fili di ferro, reticobti, piccheiti metallici, reti mcta llir.he, allo scopo di praiicare 'breccie in tali osta.çoli. Lo zaino .per cannello ossfacetileni(;o era <:OSÌ compos lu : (ved i fig. 3) : un cannello A con 3 rubinetti l , 2, 3 e cogli attacchi 4 (aectrlcne) e 5 (ossigeno) collegati r ispettivamcnt~ •cor; tul>i di gomma a rmata (6), ai manometri 7 (acetilene) ed 8 (ossigeno) fissa.ti su una tavoletta, (zaino) rhunita d i spallacci d i sospensione (10) .per 1POr tarc l'apparecchio sulla sch iena . Questa ta.vok:tta è provvista d i collari (11. 11, 11, 11), suscettib ili d i essere stretti me<linn tc galletti a farfalla. (12) nei qua'li s i infilano le bombole, quella con acetilene ( 13) coll~g.i.ta al m:i.110111etro 7, e quella con oss igeno (15)

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collegata al manometro 8 mediante speciali a ttacchi, 14 e 16. 11 peso totale dell'apparecchio è d i 18 kg. Un posto completo ossiacetilenico c omprende : a.) Un apparcccl,io portatile come " stato descritto sopra; b) cinque bombole con ossigeno compr•esso a 150 a tmosfere; e) due bombole con acetilene disciolto in acetone. Mescolato con a ria, l'acetilene (1 d i acetilene e 12 d i aria; I di acetilene e 40 di aria) forma miscugli che sono esplosivi per avvicinamentJo di corpi rucccsi. Perciò non si dovranno mai esplorare con fiamme le possibi1'i fughe d i apparecchi nd a-cetilenc. La forza 'CieHe miscele tonanti anzidette fu usata in guerra per lanciare ùo1111be da speciali bombarde. P oco dopo l' inizio della nostra guerra vennero impiegate le così dette « Bombarde )la.ggiora » munite d i speciali gasometri sferici ove si accendeva la miscela. aoetilenc ed a ria, e sui quali era inne;ta-to il lungo tubo d i lancio. La carica di scoppio delle bombe era a base di clorato d i potassio. N11<n•i tipi di esplosi.Ji derivati dall'acetilc11e. - Braun ing e Wehl d i Danzica, studiando l'azione dell'acelilene su certi composti metallici a temperature elevate e sotto l' influenza (li scariche elettriche silenziose, ottennero prodotti in.solubili ad alto peso molecolare. Così l'ossido di rame. agendo s ull'acctHenic vcrso i 230°-260° con reazioni ripetute dà prodotti che contengono soltanto dal 0,2 al 0,3% d i rame, a condizione che la reazione abbia luogo in uno spazio mollo grande per pcrmelltcrc la forniazione <li prodotti di polimerizzazione con libera espansi,)ne. Xon è quin di un composto definito d i rame, che si ott iene, ma una miscela di prodotti di polimerizzazione d i acetilene con quantità varia bili d i rame. Q ueste sostau,.e sono state designate col 11ome generico di « Cupreni )> e costituiscono esplosivi mo'lto interessant i. I coFpi designati col nome generico di cllpren; si presentano solto due forme cornpl·etamente different i : o in masse fine e fioccose, oppure in pez1.i grossolani. Quest'ultima forma si ba parlicolormente quando la reazione viene condotta sotto debolissima pressione. -l kg. di carburo d i calcio dànMJ 1 kg. di cuprene. Opportune miscele di nitroglicerina e cuprcnc, od acetilene polimerizza,to, d ànno esplosivi superiori al'la dinamite, pcrd1è il supporto della nitroglicerina non è un corpo inerte, ma corrcorre alJ,!a reazione dell'esplosivo. II cuprene può essere impiegato anche in sostituzione di materie finemente polvcriz7,ate, quali s i usano negli esplosivi al nitrato od al perclorato di aimn1on io , Può anche Gervirc al'l'assorbimento di ossigeno liquido. La grande superficie che presenta il cu prenc fa si che .l'ossigeno liquido è assorbito molto più facilmente da esso che non dalle materie organiche di r iempimen to u~ua lmen te adoperate fii, qui. Inoltre la perdita di e,·apora✓.ione per uni1à di tempo viene d iminuita ed in ,più la forza di scopp-io delr esplosh-o è maggiore.

Aceto fanone (Metit fe11il cheto11e=ip1w11e) . - Liquido oleoso, giallas tro, <ii odore aromait ico. Bolle a 200°. E' usato in mcdi<:ina come ipnotico. Trattando l"acc:o f.onoJlJC rbollente con dor-0 s i ottiene il cloro aceto feno11c che cristallizza in prismi trimetrici fusibili a 59°, bollenti a 259~. I suo i vapori sono irr ita nti per gli occhi e l,e prime v ie respiratorie. E' un aggressivo che rapidamente s i d issipa nell'a ria . II servizio chim ico milita re degli Sta.1i t:niti, che lo ha preparalo, se ne vale per l'adtlest.ra.tncnto delle truppe chim iche e come sfollagente ne-

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gli asseinbraimenbi mina,ociosi, ,perchè fa lacrimare soltanto; ~,a è senza conseguenze.

Acetone ( CH•-CO-CH•) o Di111etilacetone ( Acetone ordinario) L iquido in<:oloro, di odore gradevole etereo, molto combustibile, di densi tà 0,814. Solubile in acqua, alcool, etere. Bolle a 56°. E impiegato come solvente nella {abbricazione delle pc:ilveri senza fumo, come solvente <li vernic i e della celluloide . - Lo s i ha d alla d istìl'laz ionc del legno e generalmente per rnlcinazion,e a 300° dall'acetato di c.tlcio. Si ottiene pure facendo passrure dd vapori di acid-0 acetico sul'l'alluminio scaldato a 400° «J a ltresì per fermemazione (processo biologico) partendo d a idrati di car bonio, come farina idi pMate, mais, gluçosio e facendovi agire un lievito speciale con trattamoroto al va,por d 'acqua e<l un fermento del tipo del bacillo bu1ilico. Si opera fra 30 e 35° al r ipa,·o ool'l'aria e s i ottiene una part,e di acetone per 2 di altool butilico. Derivati dall:acetoue -imJ,iegati nella chimù:a di g11errn come aggressivi: Bromo acetone (CH,,-CO-CH,-Br.)

e· Hromometiletilch etoue (CH,- CO -C2 C,-Br.) . Sono entrambi liQuidi, di colore giallognolo e lacrimogeni-soff ocan,,t i. Questi due .composti si preparano con metodi identici, trattando una soluzione a,cquosa di dorato di potassio o di sodio con acetorne, o cm1 metilctilchetone. Quest'ultimò si ha tpUJ'C fra i p rodotti selcondari della -distillazion e del legno. Poscia si aggim1ge len'taan ente la q uantità d i Bromo nccess.uia .

CH, CO CH, acetone

+ 2Br = CH, CO CH, Br + HBr. Bromo

Rromoacetone

addo bromidrico

li bromoa,ccwne ed ,il bromometild ilchctone, furono impiegati dai t-edeschi col nome d i B-Stoff. - Gli austriaci usarono il Bromoarcetone contro di noi su !a.rga scala il 15 gitLgno 19 18 nella gran.de loro offensiva, mediante p:roictti dipinh in rosso e distinti colla lettera B e 1colle lettcPC l\. C. I !ì questi ultimi era associa.lo a l bromuro d i cianogeno, e la )11iscela ve1me da noi denomina ta. « CampicU ite )) pcrchè i ,prim i proieui di tak tipo furono rinvenuti a Campiello (Val Canaglia - Altipiano <li Asiag-0) . - I fm11eesi, c he pure lo lliarono in mùscela. col Cloroacctone, lo ichiama rono nel loro codi'ce segreto « 1via,ionite )) (80 % di Bromoa.cetone e 20% di Cloroacefone). Il b romoacet'One ha un peso molecola1'C d i 137; p e~o di un lit.rn idi va'()Ore 6,11, bolle a 31°,. 4 a 8 ,mm . di pressione. Purn, è instabiJe e _più ore dopo la <list,Uazione s i trasforma in un liqu ido <pesa,n te e scuro d1e ha 1la consistenza della gl:i·cerina. I l bromoa,cetone determina la.crimazione a lla con r,entrazione d i 1 su 2 .000.000 d'aria (0,00305 mgm. per Et.o d'aria) .

g,:.

Br0111ot·ileti:lcheto11e· (dai Franoesi distinto con il nome d i Homoniarton ite . - Il contenuto d i a lcu ni proietti tedeschi B -S toff era fatto con m iscele di cheton i b1·oma ti le quali producono lacrimazione nell'uomo a lla concentrazione d i •u na parte su S.000.000 di aria (0,00 16 mgm. d i Ìniscela per li tro d'aria). Gravissime azioni s ugli ocohi determinano le concentrnzioni di una parte della m i5<.'Cla sicssa su 1.000.000 d'aria (0,008 mgm. per litro). I Chetoni Croma ti anzidetti ham10 una debole tensione d i vapòre e .perciò persistono alquan to sul ter reno . Oltre a ll'azione preva lentemente lacrimogena sono pure soffocant i ed il loro effetto è rapidissi'mo, sì che il sol~

AOH

dato colpito è messo fuori comba ltimemo alle prime inspirazioni. Il hevi5siino numero dei colpiti che si ebbe in occasione della. offensiva austriaca dèl 15 giugno J 918 fu dovuto alla perfetta neutralizzazione d ei Bromoacetoni ottenuta col respiratore autigas a filtro. I F ra.m:es-i e.,pe.rimentarono anche il I o<loacetone da essi ch iamato « .Bretoni te n da.I nome <li 13reton sottosegrerndo alle I,wenzioni durante la guerra. Ma tale prodotto non ebbe seguito. Soluzione ace/ onica. Per pulire pezzi metallici cl i struttura 1co1111p.Jicata infettati da sostanze vescicatorie ! ipo solfuro di etile biclorurn.to (Iprite = M usta,r d-ga.s) può "&ervire v1.u1 taggiosa11ncnte un a soluzione acetonica «<:icla <li penmanganato d i potassio, corrispondente al'la. foianola: Permanganato di potassio (K Mn O,) 10 grammi Acetone ,p urificato , . 90 centimetri cubi Acido acetico . . 10 (.'C!1'~imet.ri cubi S i immergono gli o~g0ìti in talle soluz ione per un tempo mollo breve (2 a 3 minu ti p rimi) poi si risciacquano con acqua . Ri~orrendo a -tale p rovvedimento non devesi ilimenticare che l'acetone è u n liquido molto vola tile (punto di ebdllizione 56°) per cui si verifica forte d isperdimen-lo di esso nel caso d i uso ripetuto; inoltre è infiarrmnabilc e perciò richiçdc precauzioni . La soluzione acetonica deve essere prepair,ata estem.poranea.mcntc, giacchè l'acetone pur ificato d el K:ommcrcio .riduce alla lunga il pcrn1anga11ato che trova discicnto.

Acevedo (FeHce Alz·arez). Patriotta spagnuolo n . .di Ohro in ,prov. d i Leon. :-Sel 1808 costituÌ un corpo di volontari de lla provincia di Leon e ne assunse il comando, coin batlendo valorosa,mente contro i fra'!lccsi inva.,01 i. Si distim,e col grado di colonnello al1'ass,edio d i Astorga. Nel 1820 (Prese J>ane alla r h•oluzio;,c a favore della Costituz ione, e, al comando di uu esercito costituzionale, ottenne successi contro le tr uppe di Ferdinando VIT comandate dal generale San Roman. Ma, durante una fazione, cssen.closi spinto solo in mezzo ai nemici per a,r-ringa-rli, fu da essi uoci.so. Achalzik. V. Ak,tlzik. Achard (Giacomo ,V[ichele Francesco, bar01ie). Generale francese, n. alle Antille (17i8-1865) dove entrò ù1 ,;ervizio e dove ra,ggiunse il gra,d-0 d i ca<piLlÌno. Venne ù 1 f'ran:cia, fece col grado d i ~olon.nello la campagna di Russ ia, e raggiunse dopo l'epoca. napoleon ica .il gra,do di gencra1e di divisione. Nel 1830 prese paPte attiva a lla spedizione di Algeri. A l!ledeo Achard. Scri ttore irancese, n. a :Marsiglia, m . a Pru;,ig i ( 1814-1875). E' n<ito· princi-palmente come romanziere. Datosi al giornalismo p,rima nella città natale, poi a Padgii seguì l'e.&cPcito f ranrccse, come corrispondente <li gu;;rra d i un gioma.le parigino, nella campagna dd 18S9. in I talia. R iunì le sue conrisponden ze in un volume col titolo : Jvloutcbc//o, Magenta, Melegtiana . Aché (Conte d') . Ammira:glio .francese (1710?-li75). Nel 1i57 era al rnmando delle for7,e francesi nell'India; non ,c.iw;çì a impedi!re che gli inglesi s i impadronissero <ledlc colo1ùe della Fran,cia su lla ,:;osta del Coromandel e de l ::\falabàr. Roberto Francesca, v·isco11/c d'A ., figlio de l p recedente ( 1757-1809). Scoppiata la r ivoluzione fran{:ese, pre~e il


Acu

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conrJndo di un <:orpo di cho11ans, e combattè fino a quando la controrivoluzione in Breta.gna e regioni ad:acenti fu soffocata. Cond(l.llnato a morte da,1 tribunale 11ivoluziona.v:io, rru~-cì a fuggire, riparando in Inghilterra. Nel 1809, preparò un moto in Bretagna, dove sbarcò ed accese una breve gut"uiglia nella quale lasciò la vita.

Achea (Lega). Costituita da dodici òllà dell'Acaia, ncl 280 a. C., scuotendo il giogo macedone. Fu in guerra contro Spana dal 226 al 213 a . C. ed ottenne a llorn l'appoggio <lei :'.\1acedoni, i quali però acquistarono padronanza nel Paese. Tuttavia gli Achei godettero, per mezzo del•la loro Lega, l'indi{)endenza per 138 a.nrui e fondarono colonie nella ~lagna Grecia, fra cui quelle di Cotronc e di Sibari. La lega possedeva un esercito comune, cui ciascuna città. forniva un comingente proporzionato alla sua. popafazione. Il comando ne era affidato a un solo stratega, nominato nell'assemblea generale. I d ue strateghi più noti e più abili forono Arato e Filopemene. Il movimento ~pan.sionista romano a un certo momento dil::igò antbe nella Grecia, e la lega A., in odio ai Maoodoni, s i alleò col console Fla~11inio. Nel 197 a. C., un esercito della Lega batteva. a Corinto le truppe di Fili-ppo V <li Macedon<ia. Nel 191, gli /\chei respinsero un ass..lto tentato <la Antioco su Pergamo. Nel 171 parteciparono come alleati dei Romani alla guerra contro Perseo, ul'timo re macedone. Quindi andarono in rotta con Roma, poi che questa ,;egu iva ,la sua ,politica. di assorbimento e di dominazione, e tentarono la sorte delle armi. Metello li vinse a Scarfea nella Looridc, e il console Mummio annientò delìnt~ivrumente l'ultimo esercito della Lega A ., comandato <lai console Dico, n,clla battaglia di Lcucopetra (146 a. C.). A·chelandia (o Chc/a,r.dia, Chclandria, Chelindra). Nave lunga de i secoli Vlll e IX, a vela e a remo, con

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al 330 a. C., raggiunse la massima potenza sollo Ciro II, e m<ldc per opera d,i Aless:mdro il Grrunde, il quale vinse Dario III, l'ultimo degli A.

Achen (Passo d,). Alt. 111. 941. Trova.si al confu,e fra la Da.vicra e l'Austl'ia, sulla strada che da Monaco, per Hdfachirchen, raggiw,ge la va.Ile dcll'I ru1, a circa 30 km. a valle di Innslm1ck. Acheo. Re delh Siria (270-215 a. C.). Aiutò Seleuco JlI, di cui fu generale, a riconquistare le provincie asiatiche toltegli dai re di Perg:uuo. Nd 219 si dichiarò re della Siria prima provincia dei Selcuci<li. Antioco III lo assediò in Sardi, lo prese e lo kce mettere a morte. Acheronte. Fiume del Bruzio, sulle rh·c <lei quale i · Sabclli sconfissero e uccisero Al~san<lro d'Epiro, allealo cli Tamnto, nd 330 a. C. Acheronte. Nave sussidiaa-ia; cisterna capace <li SCO ton.n.; automotrice .per naftetinc; varata 11('] 1016. D. 1166 101111.; v. 10.02 nodi; pot. lAO cav.

Achiardi (Cosimo), Generale, n. a Firc·nz.e. m. ad Aquila (1840-1910). Bersagliere volontario dell'Esercito Toscano ( 1858) partecipò col grad~ di sottuffidale alle campagne del 1859. Promosso sottotenente nel 1860, passò nello stesso anno nel Corpo dei Bersaglieri dell'Esercito Xazionale, cd in tale Corpo prestò servizio sino al grado d i l\,[aggiore. Prese parte alla c.1,mpagna d'Africa del 189 l a l Comando del 4° Battaglione fanteria indigena. Dal 1895 a l 1898 col grado di Colonnello ebbe prima il Comando del secondo Reggimento Fanteria, poi del Distretto di Firenze. lnscritto alla r iserva nel 1901, fu promosso :Maggior Generale nella riscn·a stessa nel 1906. Achlelii (Michele). Nobile cretense, autore di un opuscolo sulla ll Architettura militare offensiva n stampalo a Venezia nel 1725 coi tipi di Ila:rtoli Antouio. E ' Wl<> scritto di poco valore, non contenendo che una semplrce esposizio.ne sarnmaria delle Qpei-Mioni <l':i=dio. Achllleo (Lu~..o Elpidfo). Generale romano, nel 293 creato imperatore dai suoi sokia,ti ù1 Aless.1.ndTia d'Egitto. Contro di lui marciò l'imperatore Diocleziano, il quale si recò (296) a porre l'assedio alla città, e la prese dopo otto mesi d"assedio, facendo mettere a morte l'usurpatore.

poppa rialza,ta, ta,1volta munita di castello nel mezzo. Le sue dimensioni erano minori del Dromone.

Acheloo (oggi, Aspropotamo). Fiume dell'Epico, sulle rive del quale i macedoni sconfissero e uccisero Eacida, principe dei Molossi, nel 313 a. C. Achem (o Achfo, Atchin). Regno dell'isola di Sumatra, neUa. regione settentrionale. Fu potentissimo nel secolo XVI, epoca in cui occupava quasi la metà dell' isola, e possedeva anche w1a temu-ta marina da guerra. Poi andò decadendo e riducendosi a poco a poco, e dopo una t,'Uerra di difesa contro l'in'Vasionc degli olandesi ( 1873-1879) fini per diventare una provincia dei possedimenti di costoro nell'isola. La capitale, che ha Io stesso nome, possedette una fonderia. di cannoni. Vi mori 1-lino Bixio nel 1873. Achemenldi. Dinastia persiana che regnò dal 688

Achino (Secondo). Generale, n. e m. a Cairo Montenotte ( 1862- 1918). Sottotenente di fanteria nel 1882, partecipò col grado di Tenente alle campagne d'Africa del 1887 e 1886 e col grado d i Colonnello alla guerra del 1915 e 1916, meritandosi la medaglia d'argento al valore sull'Altipiano del Carso. F u promosso Maggior Generale nel 1917. Achissar. Località. dell'Asia Minore, <love il bey Chalil, nel l 425, alla lesta di 50.000 u., sconfisse Ciumeid, governatore di Aidin, rìbclla tosi al sultano, e atteggiatosi a principe indipendente. Achmet (o A hmcd) (v.): nelle ant. cronache ilo.liane Acamet o Acmetto). - A. I., imperatore ottomano, n. nel 1588, m. nel 1617. Sai! al trono nel 1603; sotto il suo regno i Turchi sottomisero ,]'Anatolia; aiutarono con qualche successo gli ungheresi coptro l'imperatore Rodolfo II; furono vinti <lai Persiani a Bassora, e dalla flotta spagnuola a Ca.po Corvo (1614).


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Achmet II, imperatore ottomano ; regnò da '1 1691 al 1695; le sue truppe perdet tero la battaglia di Salankamen contro gli imperia li (1691) e i l gran visir Kupruli vi ,rimase ucoiso; i Veneziani ottenne ro successi con,tro i suoi g,,ner~li a 0 1io e in Dalmazia.

Acino. Voce degli ani. a.rmaiuoli, i quali chiamavano «iar l'A. nuovo>> la pictofa operazione con la quale, mediante l'aggiu11ta di ·u n tubetto di metallo, si rendeva p iù stretto ii piccolo foro d'arma da f,uoco a 111"110, divenu.to t roppo ampio per il lun go uso.

A chmet III, imperatore ottomano, n . nel 1662; salì a l trono nel 1703, fu d eposto dai giannizzeri nel 1730, mori in caroere nel 1736. Osp itò Carlo XlI di Svezia dopo la battaglia d i Pulta-v a; ckccmdò ,]'esercito di Pietro il Grande ,,u] Pntth ( 1 i 11) e lo cost,·insc a chieder pace; conqu-i stò la Mor<:a togliendola ai Venezia.ni; fu sconfitto da E ugenio di Siwoia a Peterva1·adino ( 1 716) e costretto a Jirmare .la p.tce di Passarowitz (1 ì18). Lottò m1che con varia fortuna contro i pers iani.

Acireale. Città capo!. d i circ. in prov. di Catania. - Ant. fu d etta Aci Aquileia percbè il console romano Aquilio durante la guerra servile vi sconfisse i ribelli.

,4.ch111et (Pascià). Generale turco, capo degli « ingegner.i>> nella esì)ugnazicme di Rodi ( 1522).

Achorion. V. Tigna favosa. Achraf (o E chref) . i\nt. città persiana presso la riv.a meridionale d-el mar Caspio, nella qua.le Ahbas il Grande stabilì i suoi cantieri militru·i marittimi. Acichoriu s. Uno dei capi Galli ohe fece.re scorrerie n~lla Tira.eia, nella ~facedonia, nella Grecia (280 a . C.) Acies. Voce lat. che ebbe vari s ignifict1ti, data I.a scairsità di tcm1in.i mii. in detta lingua. S ignificò esen::ito, a rmata, corpo di truppa, oe.ntro, atla, gtuppo di due coorti, c,;c.; ed a.niche fatto d 'airl)lle. Nelle baita glie navali, la med-i.a aciçs era il centro, .fiancheggiato da due aJi: dcxtrum et sinistrmn cornu. N eùl'esercito, a. pedestris erano le tirlt1)p~ a p iedi ; prima a., l'avanguardia; secunda a., i l cor po di battaglia; postrema o -novissima a., la retroguardia. Acilio. A. Caio, soldato <li Cesare, r imasto famoso perchè - quantunque ne avesse troncata la mano dct.tra -- fu il primo all'assa,lto d i una nave nemica presso Ma<rsigLia, combattendo colla ma,no sirusu a finchè i suoi compagi1-i s i -i:mpadronirono della nave modcsima. Aci/io Glabr·i o Man-io. T ribuno detla p lebe in Roma, nel 201 a. C . Ebbe il coman<lo di una legione, colla quale represse una rivolta di schiavi neU'Etrnr ia. Nel 191 era. console, e gli veniva affidato il comando d i un corpo di 22.000 u ., per combattere Antioco re della Siria, il quale ave,va invaso la Gr~ria. A. r iprese le città già perdute i n T essaglia e assall Antioco alle T ermopili, sconfiggendolo completamente e costringeu<lolo a riparare in Asia.

Acinace. Ant. Pugnale corto e dir i tto, in uso presso alcuni popoli orientalj. ACIN,ICE specia lmente i Persiani e gli Scit i Veniva portato a ppeso a una. cintura dal lato destro d el corpo. Gli Sciti, che lo consideravano come arma nazionaie. solcvano legarlo a un'asta, per rappresentare con ciò il dio della guerra . ·venne usato anche dai Greci.

Ackermann (Giovan11,i Cr,"stiano T eofilo), \frdico tedesco nato a Zeulcnroda (Vogtland) nel 1756, moi-to a Altdorf n,:,I 1801. Si occupò di .c hlmica, patologia e tora peutica. Compilò un Man-uale di medicina militare. Aclide. Ant . Sorta di mazza, corta e grossa, munita di punte, e di corda p iuttosto lunga, per sospender la a1 hraccio, e per non p erderla nella. lotta, dopo d i averla Jan ci,ita contro i l nemico . .L'adoperarono sp~cia lmcntc gli Osci. A ., specie di giavcllo1to sottile e cilinclrico, adoperalo d a varì popol i antichi, lungo circa d ue p iedi, legato a una fune per dtirJrlo a sè dopo i l lancio; simile a l pilum romano ed all'angone dei Franchi . I so!dat i greci ne tenevano uno o due .

Acolutos_. Ant. "(ifficialc del!' impero bizantino. coma..nda.n te della. guardia del palazzo impe-

.-1.CLIDE

ria le . ./

Acominato (Mic!telcì. Arcivescovo greco del 12°130 secolo. Nel 1203 difese ero-icamente l' Ac-ropoli di At~-:ne cont ro Leone S~uro. Nel 1204 essendo stata Atene :presa. dai Frn,1d1i di re Bonifacio di Tessalonica, fuggì a Ceo dove morì dopo il 121S. Acone (Hakon) . Nome di vari re di Norvegia, fra i quali: A. I il Buono, m. n el 961 combattendo contrn i suoi -nipoti; A. 111 (C dalle larghe spalle», m . nel 1162, ucciso in ,batta.glia; A . V il Vecchio, m . nel 1263; acquistò l'Islanda e la Groenfandia, Aconìti. Popolazione rude e semiselvaggia del-la. zo.na montuosa della Sarde gna., sottomessa dai Romani dopo ostin ata guerriglia. Avevano per arma d'offesa una piccola spada, e per arma d i difesa uno scudo; per vestimenti, pelli d-i montone. Aconito. .-l conitmn napcl/1<s, pianta col succo velenoso della quale alcuni popori dell'a,r11ichifà avvelenavano le Joro freccie. Aconzio. Ant. Sorta <li arma da lancio, munita di fune; ern d'orig ine greca, e aveva qualche somiglianza col << p ilo» romano. Acqua. V. Alloggia111e11ti, Abbeura.ta, Acq1<e, Acquata (per ìe navi) . 1'l servizio id r ico ,per le truppe in campagna è di estirema importanza. Dalla insufficienza del rifornimento e dalla deficienza igienica derivano gravissime conseguenze ins:ne<liate che intluiscono in modo deleter io sul corso e sul risultato delle opcra.zion,i, Per ogni sol<lato occorre un minimo d i sei litri al giorno d' A . e per ogni quadrupede un minimo d i litri venticinque. L'uffic iaJle dei ri-


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forni.menti presso i corpi provvede per il regolare. funzionamento di tale scrrizio e perciò digpone di salmerie e d i l'ifornitor i. I mezzi per i quali il gervizio si effettua ad immc-cliato conlallo delle truppe consistono in: botti, barilotti. ghirbe, bidoni, borra.ccie; autobotti, autocarri

\'ilegiaii che ave,·ano l'aulorizz.uione di Ja,·arsi con acqua dolce). In molte antiche relazioni si legge, che in fine delle lunghe navigazioni, le ciurme erano costrette a bere acqua putrida e piena di vermi e-on consc1,'llentc sviluppo di malattie. ln tal modo le crociere si p rotraevano anche per p iù mesi. e la prima preoccupazione degli ammiragli, nel toccare terra. era quella di scei.:liere ancornggi i1l cui si potesse fare l' « acc1uata ». Le moderne navi da guerra sono un po' più indipendenti dalla tirannia dell'acqua. avendo la pos.qibilit:1 cli distillare quella del mare, ma evidentemente questa possibilità d ipende a ,s ua volta da quella d i adoperare il carbone che forma la dotazione di bordo. Per facilitare il consumo ed il riforn imento, l'acqua viene distinta i11 tre qualità; acqua da macchina, da lavanda. da bere. I termini stessi ne spiegano !'uso; la distinzione è necessaria perche. per preparare l'acqua d i macchina . e talvolta m cbe da lavanda, bastano dei semplici e,·aporatori, mentre per quella da bere occorrono distillatori perfezionati, muniti di buoni filtri e di ozo11izzatori per dare al liquido tulle le volute qualità. igitniche. Riportiamo alcuni dati sulla capacità e sui consumi :

<:arri-botte fer1-01·lari attrez1,ati, salme.rie, portatori (questi per il solo tra~port.o) e carri-botte che serrnno per trasporto ed alle volte anche ,per deposito; impiant i e depositi aJl'immedìato tergo, come pozz: Northon, pompe Excelsior, botti, casse. cisrernr, ecc. L 'A . deve essere fatta arri,•are alle truppe anche nelle zone inte nsamente battute dal fuoco nem ico. Per ciò si approfitta. della notte e delle ~oste del combattimento, e si sfruttano abilmente i rnutaggi cli coper tura che il terreno offre. Il funzionamento del servizio è anche assicw·ato dail ·111o<lo come sono stati scaglionati in profondità e dal modo come vengono adoperati i me1,zi inerenti, e dalla disciplina <:on !-a quale si opera. Nonne di u~ìle previdenz:i. consistono: nell'acoertare che all'inizio del <»mbattimento la truppa a!)bia le borraccie p iene; ne11'~wor provveduto J)er un p1·\mo rifomimento a portata imrnedia-ta d ei re;,:u-ti (bidoni e ghirbe ripieni); nell'avere ad imme-tliata disposizione un 'l'I li quota ,anmenie por far riempire i bidoni e le ghirbe durant,c H momento favorevole. attin gendo ai depositi fis~i o ai carrit>ottc o autobotti inoltrabi dal Comando di Divisione. Caso per e.a.so, la genialità d i ch i d ~vc provvedere sa11rà inoltre esl•o,g,tare l'rmpiego dei meni in raipporto con la situazione, in modo da trarne il massfono profitto ed ovviare a possibili inconvenienti. Acqua (,\lfar.). E' un importante fattore dell'autonomia. delJa nave, e dall'autonomia dipende csse11zia lmcnt;, la poss ibilità cli impiego della nave ne! campo strategico. Fino dai tempi del periodo ,·clico la capacità a rimanere in navigazione dei vascelli, delle fregate. ecc., d ipendeva dalla quantità d i aoqua <:ihe potevano portare a bordo. F u Lord Jervis, in Inghilterra, ebe, migliorando le condi;doni di vita di bordo, pose molta cura nello stabilire la quantità d i acqua da trasporta re e quella da consumare giornalmente. ::S-ei tempi pre-X elsoniani si può dire che l'acqua. a bordo delle navi a vela fosse adoperata qua~i esclus ivamen te per bere (erano pochi i p r i-

Una nave da battaglia. moderna può portare, come dotazione normale, in media: Acqua di maccliù,e tonnellate I 80; da /ava11da, da 100 a 250; da bere. 70. E può produr.re in media: con gli evaporai ori to1111. 5 orarie; co,o ; distillatori 5 orarie. D'altra. parie consuma: Acqua da b1·re to1111. 5 al i::iorno; da la~•anda 60 a l giorno; cli 111acchine 15, in porto. al giorno. I! consumo di acqua di macchina, in navigazione, aumenta grnndemcnte e dipende dalla velocità dl andatura.

Gli stessi dati per un esploratore sono: acqua di ma.ccltim?: tonn. 75; da lavanda, 30; da bere, 15. Capacità di' produzione: evn.pnrotori: 0,5 tonn. orarie: distillatori: 0,4. - Co11sumo giornaliero: acqua da bere: Tonn. 3; du l.a~·a11da 4; di 111acchù1a, S in porto. Per un caociatorpcdinicre si ha: Cap,icità dei depos it i : acq11a di macchùia: tonn. SO; da lavatida 24; da

nirorn1mcnto acqua eia autobotti bere 11 . Capacità cl i produzione evaporatori: 0,5 to1rn. orarie; di.<tillatori: 0,5. - Consumo giornaliero : acqua da bere: tonn . 1,5; da la:·a11da 3; da macchina 5, in porto. I sommergibi li non hanno, in generale, d istillatore,


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e la loro a utonomia d ipende qu indi esclusivamenie dalle dotàzioni. Un sommergibile di medio tonnellaggio, porta circa 10 tomo. d i acqua fra potabile e ,per altri usi, e con questa può rimanere in croci.e ra 15 giorni ; per uno di grosso tonnellaggio i dati vengono raddopp iati ossia 20 toun., e 30 giorni di autonomia. Acqua (Amrn.) . L'acqua potabile nelle caserme e nei locali comun que occupati dalla truppa, come pure il no lo dei contatori .r elativi, viene fornita per cura ed a carico ,degl i stanziamenti speciali, dal Genio Militare . Dove occorra pel sollevamento dell'acqua una pompa ed un motore p er azionare la pompa., sarà fatto dal competente Ufficio del Genio M ilitare u n congruo assegno pc! s.uo funzionamento. Le r iparazion i e l'ordinaria manu tenzione dd motor e, della pompa e dei rubinetti sono invece a carico dell'assegno d i minuto mantenimento del Cor po. Al servizio dell'acqua dnrnn te i campi si provvede mediante apposite tubazion i che giunga.no fin dent ro l'acc:impamento, o mediante apposite boùi. Correttivo dell'acqua è l'anice, che viene acqu istalo dalle d irezioni <li Commjssar iato :Milita.re per essere d:st,ribuito soltanto nella stagione estiva; con autor izzazione del .n1in istero della G uerra, su proposta dei Comandi di Corpo di Armata; tale distribuzione viene fatta in misura d i un centilitro per ind ividuo di determinati reparti è. per approvate ragioni igieniche. I contrn.tti per l'acqua occorrente ,p er le caserm~ e per gli a.Itri ed ific i militar i, in segui to ad accordi presi col Ministero delle F ina.nzç, non sono soggelli alle tasse di r e-gistro ed a. quelle cli ·bollo.

Acqualunga. Località in Val di Sercbio, dove, nel t:)04, avvenne una battaglia fra Luccbesi e Pis(lni. E' (]Uesto uno dei primi ,f att i d'ar me. e forse a<l·rlirittur:i. il primo, fra armali delle repubbliche italiane. Acquanegra Cremonese. J3orgo in prov. e circ. di Cremon a p resso il quale, nell'agosto del l 160, Cremonesi e Lodigiani furono sconfitti dai l\filanesi. Aoquapendente. Horgo della prov i11cia di R oma, ci,rconda.rio di Viterbo, cintato da antiche mura, situato su d i una collina sulla destra del PagHa, lun;g o il quale correva il confine fra lo Stato Pont ificio e il regno d'Ib1· lia verso la provincia cl i Orvieto. L iberata Vènezia., gli iita.Ha11 i ini:omirn;iarono a rivolge.re il loro pensiero a R oma, e, .tìn d a l g iugno 1867, nuclei d i volonhlri s i 'J)reparavano impazientemente all'a;oione che s i r itene,,.,, prossima ed inevita b ile. Il 30 sellemhre 1867, i.l tnm tino Luig i Fontana., già tenente d 'rurtig,lieria nell'ese1;cito Icclerale d'Ame,ùca, p r ese il coma.ndo di 150 gariba l<lin i che, nella macchia detta « La Bandita >> lungo il confine v iter bese, da va:rii giorni J'attcn<levaa,o per sconfmare, incoraggiati dalla voce insistente che Roma in quei giorn i sarebbe i.n sorta , E, verso le due pomerid iane deEo stesso g iorno, questo nudeo si diresse s u A., presidiata da .16 gendaPmi a~i ordin i de l luogotenente Settimy, i qua li, avvertiti, s i barricarono nolla. casem1a . Il F ontana, eseguito infrnttuosannen1e 1.1 11 primo a,(tacco, durante i l quale cadde uno dei suoi uomini, riuscì a catturare il presid-io appi.ccando il fuoco all'edificio, a iutato neilla impresa da un gim·aneltÒ di li anni, Pietro Leahi. fi~lio del colonnello Leali, esilia to rla;J Pontefice. Il Luogotenente Settimy, dopo di essersi a,1'.reso col presidio, diede per iscritto ·la parola d 'onore che, per tre mesi,

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nè l ui, nè akuno dei suoi uomin i, avrobbero p rese le am1i contrn gli insorgenti, impegno d'onore che non fu mantenuto; infatti g l,i stessi genda.imci do,po pochi giorni combattovano a S. Lornnzo. Qua;to episooio, giud ica.lo severamente ,dai capi del movimen to generale, nel senso cioè che precipitava gli eventi a danno della. prqpar azione per l'entrata :in campagna e a vantaggio del governo di Roma, ,del quale era così de.sta la l'attenzione; servi però a por fine alle titubanze dei capi stessi, i quali si convi nsero che ormai non era più possibiile fardare o contrastare l'azione. E fortuna volle che questo pr-imo attacco avvenisse dalla parte che rag ioni politiche e ~nilitari fecero subito dopo ritenere come la p iù opportuna e kt più vantaggiosa.

Acquarone (Gerolamo). Generale, nato a Oneglia n el 1860. Sottotenente d'artiglier ia nel 1883, entrò nel 1911 col grado di maggiore n el molo tecnico d'artiglieria e fu assegnato ali' Arsenale • <li costruzioni d 'artiglieria di Torino dove rimase - quasi ininterrottamente -- s ino al grado di Colonnello, assumendovi dal 1916 a l 1918 la carica di Di rettore in 2". P romosso Generale ebbe dal 1919 al 192.3 la Direzione dcll'OIfi.cina. d i costr uzioni d'artiglieria di Genova s ino · a che f u collocato in posizione ausiliaria speciale per r iduzione d i r uoli organici. Acquartieramento. Jl metlere l'esercito a. q11artiere (V.), l'accaSCl'Il1a.rsi (,v. Accasermamento). Acquata. Operazione ormai caduta in d isuso. E ra ùi nocessità ndb. ma r ina velica. Quando le navi arri•va vano all' ancoraggio, per prima operazione 1na.n<la•• vano le imbarcazioni a fare l'acquata. Il p iù delle v olte non s i hnp iegavano neppure barili o alt:.ri recipienti, riempiendo di acqua dolce a lcune delle imbarcazion i, opportunamente preparate allo ~copo, e portale a rimorchio dalle altre. :\Telle regioni inosp itali la acquetta veniva fatta direttamente alle fod dei fiumi e <lei torrenti. Acquaviva. Fa1111iglia abruuese, fe udataria di Arri-go VI, spin.gente i suoi domini fino alla marca d' A.ncona e •PO'Ssedenle vad castell i sulla riva dcli' Adria tico. I suoi capitani p iù illustri furono: Andrea J,fotteo A ., duca d' Atri e signore di Tera.mo. Aiutò i ghibellin i fuornscit>i da Ascoli a r ient.ra,re n,e,1la lor'◊ città e se ne rese padrone, ma per breve tempo (.1396). Nel 1406 ebbe il coma.n,d,o delle truppe d i re Ladislao all'assddio d i Otranto. Morì assassinalo a Teram o l'anno segu-on·le.

Giulio A 11to11.io A ., nipote del precedente. Combattè a favore di Renato d'Angiò. Prese parte a.Ha con.giura. dei Pa.zzi e rimase ferito all'assedio di Col.le . Come luogotenente geùerale del reame d i Kapoli, nel 1480 comandò le truppe inviate a combattere ,i T urchi ad Otmnto, e i·imasc ucciso in uno scont ro notturno dopo 7 mesi d i a5se<lio. Egli aveva r imesso in onore la fortifica.zione ,campale, creando a 10 miglia da Otranto un. accampamento con trincea, fosso, argine, t-errapieni baslionati, e con 3000 uomini ·potè rendei·e va no u n assalto turco in forze molto superiori.

Belisario ,1., figlio del ,prcce<lent·e. Difese le Puglie c0.!1tro i Veneziani (1488). Combattè a favore deg'li aragonesi contro i fra,ncesi di Carlo VIII e fu amico di Consalvo, col qua le mil,itò Uungamenle.


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A11drca Matteo A., fratello del precedente, n. nel 1456, m. ne l 1529. Pamecipò alla guerra. di Toscana (1478) e a quella d'Otranto (1481). L'anno seguente verwe nominato luogorenente generale del rea.me di Xapoli, e incaTicato di c ustodir-e le coste deHe Puglie contro i Saraceni. Nel 1495 p rese le parti di Carlo VITI. ~ el 1502 comba.ttè contro gli spagnuoli, dai qua.li venne fatto prigioni<:ro e tratten uto per tre a nni. Poi lasciò le armi per le lettere.

Gian Girolamo A. Va loroso capitano, n. nel 1521, m. nel 1592. Si distinse sotto Carlo V nelle guerre di religione in Germania e contro le incurs ioni turche in Sicilia. Coonbattè va lorosamen1tc a Lepanto (1571) e poscia partecipò alle guerre d'Ungheria, a.vendo soUo le sue bandiere il Duca d'Urbino e Alessandro Farnese. Giangerola,110 II A. n. d i Giulia.nova ( 1663-1709). Fu partigiano di Filippo V. Nel 1707 venne assediato in P csrarn dal genera le V/etzcl, luogotenente del conte D au n, e dopo ost inata. difesa fu costretto ad arren • dersi. Condotto prigioniero nella Spagna, vi mori.

Acquaviva delle Font i. Borgo in pro,•. e circ. di Bari. Nel 1799 i suoi a.bitant i ~i schierarono dalla parte de i repubblicani e ven nero assaliti da una banda comandata. dal ca.po borbonico D e Cesare. Per tre giorni i c ittadini resistettero, ma poi dovettero cedere. E A .. iiwasa da i borbonici, vrnnc saccheggiata. Acqua viva Picena . Hori,;o in prov. e cù·c. d i Ascoli Piceno. - Fu saccheggiata dalle truppe di Luigi, re dTngberfa, nel 1341. - Nel H36 Luigi Guicciard ini, podestà di Fermo, a ttaccò .f . con 3000 u., ma non riuscì a occupa.re il castdlo, ciò che riuscì di fare due anni dopo a Francesco Sforz.a. - Nel 1447, A . cadde di sorpresa in potere dei ;;;gnori <l i Fermo, i quali vi po.~cro guarnigion~. - Xci 1799 (6 luglio) vi scoppiarono torbidi per opera dt repubblicani, assaliti poi da sanfed isti. Circa 40 g iacobini rinchiu~isi nella rocca, dovettero arrendcr.;i . Acque. Hnnno divcrs.i importanza., funzione cd influenza sulle opcrazio1li militari. a seconda della loro entità, del loro regime, del loro ,·a lor;: :issoluto ( larghezza, profond it,1, velociti1, natura dell'alveÒ e delle sponde), dei punti di a.ppoggio che offrono, della natura del te.m!no ci1,cos1ante, della s ituaziom:, de lla specie e scopo delle operazioni che si srnlgono nel loro campo di influen7~1. e dei mezzi dispon_ibili per utilizzarle o per passarle, della. 6pecie cd en titil. dei reparti che debbono adattare la •propria azione al caso s,peciale. Le A. imposero la co,,tituziou<' di reparri speciali, e · la organ.i7,zazione dei mci;,,i d i p3ssaggio e di ru:a sporto. Nel campo strategico sono oggetto di part icolare studio in quanto po&~ono costituire appoggio d'ala, ITinee ~li d,jfesa, <li invasione, d i separazione delle for7..C. nel qual caso è resa difficile la riw1ione d elle forze -che o,pc-rano sulle due rive, e dannoso il cone<:ntrnni.,nto pern1anente di tutte le truf)J)C su di una ri,·a sola; inoltre contribuiscono ad aumentare il numero di comb,inazioni e manovre s trategiche. Nel campo logistico 1,e.ndono necessari speciali pr0Hedi1nenti per il passaggio, e _influiscono sulle operazioni logistiche e tattiche qu.a11do il •loro cot~'IO deve essere difeso o passato di v iva forza. Le A . hanno differen ti q.ratteristiche a seconda se

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in regioni montan(', collinose, pi;\neggianti, e quindi rispetLiva,mentc influis.cono in modo particola.re, a vantaggio o a sfavore, sulle operazioni, che, per il migliore adattamento e sfruttamento, richiedono l'adozione di sistemi metodi e Q11ezzi spccia'li. In fatti nelle regioni mont:1J1c i corsi d'acqua hanno carattere perenne, spo11de ù1cassa1e e rocciose, fondo sassoso e massima velocità della co~rente. Sono distribuiti in Wla estesa. ramificazione che va da un corso principale a.1 più piccolo Q"iga.gnolo . V.i si incontra110 hi,ghi d'ogni dimensione, i quali r icevono l'affluenza d elle A., che a valle defluiscono con un solo emissario. Nelle ceilline isolate s i inco1i trano pochi corsi d 'acqua, e tuWi a regime torreru:ialc; nelle colline pedemontane, i corsi d'acqua sono numerosi. In pianura. llJlnno scarsa velocità, tracciato serpeggiante, largo letto, sponde basse, fon.do e sponde melmose o sabbiose. Scorrono sovente fra arg ini arllifi<:iali e vi si incontrano facili guarli. N umerosi canali di irrig1zione s i dipartono da essi, diramantisi in una vasta rete a traverso della campagna c ircostante. Anche le palud i. gli acqu itrini, i laghi che di frequente si incontrano in pianura, hanno notevole importan7,a militare. La vegetazione prossima a Ile A., la cui specie e sviluppo sono con esse in i;tretta relazione, merita particolat-e r ilievo, in quanto presenta, nelle varie rogion i, specialli influenti caratteristiche. Offre mezzi occasionali a.daui ai più i.variati scopi, più o meno abbondanti a seconda se in montagna, in collina. in pia.11ura. come lcgnarrnc e ramaglie da costruzione, foraggi, pascoli ccc., e permette la copertura alle tn,Lppe in sta7.ione o in movim~to.

I corsi d'acqua: rusc<-lli, torrenti, .fiumi, fiwni-tor:cn ti, canali, ~ono drp1i di paTticohu-e studio a seconda delle -loro caratt('ristiche poste in relazione con le operazioni le quali vi si debbono adattare. P resentano v::i,rie specie di opere artificia li, le qu~li costrù,gono i mezzi 1ni!it;11·i ad un comportamento s peciale per valersene, e che alle ,volte conviene distruggere o modificare . .J.n assen,:a d i tali opere e nella necessità di costruirne, in Yicinanza od in lontananza do! nemico, conviene tl"ner conto delle particolari caratteristiche dei corsi d'acqua nel r,umo scelto per opera.re: a.h•eo, sponde, velocità, portata, modulo, regime; d6l terreno circostanle; dei mezzi occasionali che è ipossibik trovare sul posto. Le A . agevolano il servizio trasporti, quando possibile cd opporbuno; IJ)Osso110 servi11c come ostacolo dinanzi ad una. posizione sistemata a dik;a, e come appoggio di ala d i un reparto che manona o che s i mantiene in posiz io!1e diie11si va; e gli atti ed il contegno delle truppe nelie singole situazioni assumono caratteristiche particolari cd in,plicano speciali Iavmi d i coslli.rnione, o di dist,ru1ione. Per i•I partito che si rii ira, le A. rnpprcsentano u n deleterio ostacolo da su-perare che può pregiudi.:are l'es ito del .Pipiegamento qaando J'altro partito incalzi; sono invece un vantaggioso osla.colo, del quale si aumenta l'efficacia distruggendone le opere artificiali per il transito, se interposte fra i due partit i. Nelle ma.ree, il ponte costringe la colon na a modi.ficare la celerità o a restringere la fronte dclle truppe in movimento, Per ridurre questo inconvcn•iente, s i utilizzano passaggi vicini, o ee ne costruiscono altri, e riuscendo ciò impossibile, gli scaglioni si a mmassano all'imbocco e sfilano successiva-


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Ponte d'equipaggio sul Pla1·e, a Vldor

mente. Mancando pomi stabili, si costruisco110 ponti militari ùi baird,e, ponti .s ,u cavalletti, metall,ici e scomponi bili ecc., e ponti di c.iTcosta.nza fatti con bacrche, botti, zattere, e altri mezzi req11isiti o prepa-rati sul posto. Si supplisce an<:he con gaMeggianti sciolti, con il passaggio a nuoto, a guado o sul ghiaccio. La scelta e l'impiego <li qUt--sti mezzi sono subordinati alla natura del corso d':ocqua., alla situazione, a.I materia.le d isponiibile, a ~la stagione. e le tnippe v-i effettuano il passaggio a seconda delle iscruzioni date <li volta in volta. ~ell'esta(e i cam11li e 'i fossi sono in magra ed anche asciutti, e le zone pal-udo,;,e e melmose possono essere in parte pratica;bili. In pr_imayera cd ·in autmmo i corsi d'acqua sono in piena •e<l i terreni ,paludosi inaccessibili. D'4,werno, il forte gelo rende pratica.bili i frum i, i piccoli laghi e le pa,ludn. I corsi d'acqua hanno importanza strategica. Favor iscooo la ..esistenza devia ìinea di d ifesa strategica, le manov,r e e gli avvolgimooti . Le truppe che dùbbono passa-re un corso d'acqua debbono dividersi, sono in istato di crisi durante l'operazione, e, effettuato i l passa,ggio, ha.:nno a]lc spalle un ostacolo che costituisce un non lieve inconvenie.11te. Per contro, un corso d'acqua, all'inizio della guerra, scl'Vc per proteggere le operazioni di mobilitazione, di radunata e di schieramento, per gua<lagnare tempo e •come linea difensi,,a o a'J)poggio d'ala. La difesa stn:atcgica diretta di un corso d'acqua, che è fatta sulla sponda verso la quale si dirige l'offensore, richiede la padironanza delle due r ive, ed è avvalorata da punti di appoggio :nalura~i ed artificiali in tutta il a zona di influenza. d.el!'ostiawlo. TuttaYia mette Ic tru:ppe nd rischio di ess,ere tagli-ate fuori ·d alle lince d i ritirata, e, in caso d'insu-ocesso, di dover ripassare l'ostacolo sotto la pressione nemica. L'offensiva strategica contro un corso d'acqua difeso direttamente deve p1icfe.ribilmente vendere a r iuscire nell'intento con a1.ione di sorpresa. Il suo piano ~omprende la ricogn.izione ax:icurata della sponda per individ-uare e sfrbìlìre i punti (Più adatti per l'azione dimostrativa e •per l'operazione di passaggio; la cost-ruzione di batterie da ,posizione sia per a-endere efficaci le d imoslrazioi1i, che per appoggiare il passaggio di viva forza; gli attn intesi a distirairre e inganna.re il nemico; la occupaziooe celere e di sorpresa d\:i poni-i; la dislocazione di riserye che eventualmente affronti.no la possibile controffensiva. L'avanzata della ;,.,assa avviene di

sorpresa, con n10vimcnto celere e deciso, in modo da riuscire a,d occupare la r iva nemica prima che l'avversario pos,sa accorrere in forze. Le truppe sono tuttavia pronte all'aHrucco 'd i viva forza, e ogni atto parziale dell'azione gencra,le si svolge, impronlMo agi,i s tessi caratteri, per conseguire prontamente l'esito prefisso a yantaggio della riuscita dell'azione principale, s ia che l,r att.isi di passaggio a vi.va forza che di passaggio di sorpresa, li passaggio si effettua dopo che il difensore sia stato battuto o respinto sulla op-posta spo-nda. La difesa s,trategica immediata di un corso d'acqua, che è fati a sulla sponda oproota a quella verso )a quale si dirige l'avversario, tonde -p11mòpalmente ad impedire il passa,ggio deH'ostacQ!o con azim1e di viva forza. Serve anche per guadagmi.re tempo, attaccare il nei, ,ico durante l'operazione di passaggio, fase assai critica, o mentre una parte deile truppe è già. passata. N orm.e speciali regolano la difesa, che abbisogna anche d i ricognizioni al di là del fiwne, degli sboocbi '!)Or la controffesa e dei mezzi ad essa inierenti, di difese ac<',..ssorie, dei -lavori di afforzMnento. Le opere che favoriscono .il nemico vanno dist<rutte e quando è ,possibile ed opportuno si impiega.no anche piccole navi per trasporbi di tru_p.pe, per la soryeglian!la e per ['azione distruttiva. Lungo la sponda occupata è disposto un servizio di sicUJrezza sia per la sorveglianza che per una prima Pesistenza. RiSe1-Ye tattiche e strategiche, opportun..~men~e distribuite in profondità, sono pronte alla difesa ed a passare alin. controffensiva. Mezzi di collegairnento e di trasporto servono a fa.e affluire in teinpo le riserve ove esse O<Xorrono. Nella difonsiva strategica indiretta, ossia quando il difensore svolge un'azione controffensiva veTSO il nemico che ha già. superato l'ostacolo in tutto o con ,parte <de.ne truppe, ò.J corso d'acqua sePve sola~nente a facilitare la manovra, che cerca d i sfruttaTe la. speciale situazione in cui l'avver&ario è venuto a trovarsi : tvuppe divise, non bene ancora affermatesi sul terreno -occupato che eventualmente pot,·ebbe anche essere 'loro sfavoPevole, con un osta.colo a~le spa,lle, e in presenza d i difficoltà ayverse al funzionamento dci servuii ecc. Ne avviene per cont>ro che- l'offensore ,debba celerme,'1!-C ed a.1 comp!~o guadagnare la opposta sponda, eseguire il riordinan1ellllo ed il concentrrume11to dc:!l·le forze e dei servizi, r-irrforzare le posizion,i, g~rentirs i i fianchi e le spalle. La difesa tattica contro


lI nemico che ICJHi di passare a viva forza \111 corso d'acqua, è rcgofata da'lle norme che nlgo110 pc,r la dife.sa delle strellc (v.)." La sua azione tende a impedire il passaggio di sorpresa, mediante sorveglianza a ttiva è completa, intensificata di notte e nei giorni nebbiosi, avvantaggiata da mc;.zi di illuminnionc, Ja mezzi automatici d i segnalazione, ecc. J .e ,truppe debbono essere in grado di sviluppare la ni.l.ssima intens ità di fuoco dalla posizfone, cor.venitntemcnte rafforzata a-Ilo scopo di impedire l'avvicina.rsi del n,m1ioo, il passaggio dell'ava.nguanlia, la costrnzione di poni i. Le rbcrve tatti2he debbono essere

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i ponti, e c iò sarà quam.lo note,·oli forze d'a.tt.a.cco si troveranno ormai affermate sulla opposta sponda, si effettuerà i1 passaggio delle truppe restanti del grosso, nell'ordim: d i &uccessionc suggerito dalle esigenze del momento tattico. li carreggio di combatlimemo segue unmediatamente le truppe, e il grosso carreggio effettua il passaggio qllando il possesso della sponda nemica s ia consolidato. 11 passaggio di u11 corso d'acqua, in r itirata, ~otto la pressione nemica, ha gcner,almente conseguenze disastrose, attenuate da·! valore della retroguardia dalla quaJc unicamente dipende l'esito della operazione. il. di un luogo; i tratti di mar.e nei -p ressi del luogo stesso. A , di una ua ve; il tratto d i mare dove la na~·c stessa n:tviga.

Acque terril<Jriali. - Cmi questa locuzione dovrebbero intendersi pi(1 propriamente le acqu~ dei canali, dei lagbi, rlci mari interni, cioè quelle acque che appartengono allo S ta to a.Ilo stesso titoio che una qualsiasi parte del territvrio: tuttavia nella consuetudine b. dizione « acque tc,riloria!i ,, è usata come corrispondente all'altra « mare territoriale» ritenendosi per territo riale la zona di mare adiacente alla costa su cui lo Stato rivil!ra3co può c:scrcitare il proprio potere. Secondo il concetto moc!èmCI, derivato dalla teoria che si è venuta lentamente P•asserelln sul P la ve evolvendo dai primi interna1ionalisti - Grozio, Selden, Freitas, Loccennio, ecc. - ai scttecer.ti,,ti i quali meglio mes~c in grado di ,omrattattare le prime truppe avvern~ precisarono la dottrina - principalmente Garcia de sarie che riuscissero ad an-iva•re su di un tratto della Saa,·edra e Cornelio van Bynkersùock - uno Stato basponda difesa. Farnriscono il difensore, il dominio sulla gn;ito dal mare esteu~lc la sua sovnu1 ità anche sulla zona sponda nemica; Ja possib;lità <li fare acconme pronta;irossi111a alla costa, per l)rovvedere alla propria conscrmente le riserve tattiche e s trategiche ovuuque necessiti vazi1me e sicurezza nei riguardi militari, sanitari, fiscali il loro inkrvcmo; la inesistenza. di appigli tattici e coe d i polizia; e quù1cli, in virtù della propria sovran ità, per ture dinanzi alla li.nea d i rcsisteJiza. vi esercita il diritto di legislazione, il diritto di giuriL e :1ormc per il passaggio di viva forza di un corso sdizione, ii dititto cli riservarvi ai propri cittadini la d'acqua sono diversisgimc a seconda degli ekmcnli cui µesca e ii cabotaggio, e la. facoltà di impedirvi il transono su bordinate : c,1,ratteri del corso d'acqua; mezzi dei sito o il soggiorno :i.Ile navi straniere che non osserl'ino quali gli a,·vc1-sarii dispongono; entità e specie dei redeterminate condizioni p1e;tabili1t Soprattutto, lo Stato parti impegnati; natura c caratteri del terreno ofrco,rimasto neutrale in un conflitto armato lra altre Potenstan te; lavori eseguiti; stagione; ubicazione del punto ze, può imporre c> e i belligeranti si astengano dal scelto per il passaggio rispclto alla difesa e alle lince di compiere alti oslili nelle proprie acque territoriali. E' aiflui,nza e di attacco; mezzo e sistema cii pas.saggio, ccc. perciò di somma i:nportanza ddcr:ninarc i limiti di P rec~,dc la esplorazione e ricog11izione del fiume per intale zona, determinazione per la quale molti e èispadi,•iduarc la situazione, i punti do\'c gettare i ponti o imbarca1·c .le truppe. Queste e i mezzi sono raduna tJÌ a l rati criteri furono adottati nel passato; nè attualmente, coperto in vicinanza del luogo di azione. L'av.unata delle sia nella dottrina e nella giurispru.den?.a, sia nel diritto positi,·o, s i è potuto rag:giungF.re l'uniformità. l criteri ,ruppe e dei ma!eriali dal luogo di radunala al luogo di piì1 noti furono qu~lli òel \ a l in (No11.:,eaii roJ11•11c11tuirc :1~ionc :wvicne cele1111'-'11te, al coperto, al s icuro, nclil'or~ dine di successione secondo il quale debbono essere imsur l'Ordo1111a11ce dc la marine, 1i66) cioè la distanza dalla costa in cm la ,omfa cessa di toccare il fondo; piegati, e tutto deve essere regolato in modo e in cirdel de Rayneva: (h1;tit 111io11s d11 droit dc la nature e/ costanzir. -tali · da •riuscire d i soqprcsa. Intanto repar ti speciali e scelti cercano di guadagnare l'op])OSta sponda drs gc11s, 18•J.Ìl, cioè il limit e dell'orizzonte visi bile dal su imbarcazion,i, a nuoto, a guado, ccc., operando prelido r del Godey (Lcs liwilcs de /ci mer territoriale), cioè la distanza corrispondente alla port:i.ta media delfcribilmcn te di notte, con lo scopo di impressionare la difesa, della (luale cercano di distrarre l'attenzione e l'ala vista ur;ana, quindi a circa 6 miglia dal lido; del ~ione in modo che riesca agevolata la cost:ruzioo1e del Grozio (De jure belli ac pacis, J 625) e del 1.lynkershoei-: ponte. Tali roparti si a'Cloprano per affermarsi sulla • (De 1/o111inio maris dissertai io, I i02) cioè la porla!a sponda guadagnata. dove, per assicurare fa riuscita delmedia delle a.rtiglicrie. Quest'ultimo criterio, che si le succcs,;ive operazion i del grosso, costituiscono tes'.e riassume n elb massima del Bynker~hock « Terrac dod i ponte. :\ilo stesso scopo vengono rafforzati quanto più 111i1iiu111 ]Ìtiitur 11bi ormorum -Z."'is », è stato il più ...opossibile da elementi· delle ,·arie a.rmi. ~folla imposs,ibimunemcnte accettato, dati i no_n lievi incon,venienti soprattutto d' incertezza che gli altri presentavano; ccl :m!ità. di far pass:>rc d i sorpvc-sa questi reparti di a,·anguardia, l'artiglieria e la fanteria del grosso oc appoggia che oggi è seguito da molti Stati, come quello che ha I avanzata di viva forza mediante fuoco in tenso. Costn.1iti :ond;i mcnto lo~ico nel fatto che le acque tcrritodali

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debbono giunger e Jìn dove lo Stato può estendere 1.kdla co,ta la sua sovranità, facendo s~mirc il suo potere a mezzo delle armi. .E ;>0ichi: la portata delle artiglierie corrispondeva ll!l te111po a tre miglia marine, tale limite fu accolto per lungo tempo nella doltrina, nella giurisprudenza. e anche nel diritto positivo. Ma, essendo poi assai aum<,ntata la potenzialità delle artiglierie, questo limite appan-e insufficiente, così che ormai, sia nella dottrina. che nella p ratica, si è generalmente manifestala la tendenza a raddoppiarlo. ),fanC,l per altro un accordo positivo. a.:cettato dalla collctti,·ità degli Stati. che determini comunque il limite del mar" territori,dc, e solo esistono convenzioni fra due o più S ta ti, soprattutto pc.r regolare i l diritto di pesca e il regime dei canaii. Il limite resta quindi fissato da ci,tscuno sullo, coa atto int(-rno, magari 1·iconosciu to, agli effetti intcr:iazionali, dagli altri Stati; e spesso in misur3. r!i vcrs:1. a 5cconda che si rifer,sce al diritto di giurisdizio11e in generale, o al diritto di pcoca, o all'applicazione delle Jr•isurc doganali e di polizia. marittima. Gli St1ti che hanno fissato il lim ite delle loro acque tenitNia li , agli effett i della neu tralità e del dirillo di gue,ra, oltre le tre miglia dalla cosi~ sono i , ~guenti: Frai;cia, Grecia, Italia, Portogallo. Spagna, l'urchia e uruguar a 6 mig:li-t ; Danimarca a 4; Svc·,da a 4 e nelle vicinanic di una fortezza alla portala dei cannoni di essa, •crnpre a partire dagli isolotti p iù lontani dal!a costa c!le non siano costantemente som1;;ersi dalle acque; Russia alla portata del cannone e l\el Mar Bi:tn~o .c 3 rni,:ilia a l largo clclln congiungente ~viatoi l'<oss-Kannin Noss; Xor\'Cgia a una lega nor..~ese, a partire dall'isolotto, 11011 sommerso, più lontano dalla e,o3ta. L,t lega nor,·cgese misura 111. 7-120 ; il 1\iiglio ma r ino m. 18~2. Le A. di un ma,c presso le coste hanno importanza milit~re in rlllazione alle coste stesse: conseguenti, inconseguen1 i, unite, incise, fra.stagliate, articolate, fornite di capi, promontorii, penisole, baie, seni, golfi, basse, elevate, munite di opere militari di difesa e di difese artificiali contro :le acque, componenti stretti, canali, e<:C., e ciò tanto per l'azione d ifensiva delle coste e per l'offonsiva conlro d i ess-c, quanto per le opcra1,ioni di sbarco.

Acquedotto. Opere costruite pu lo più con tubi di metallo o di cemento che servono a condurre rac-

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qua potabil-c du luogo a luogo, ,incanal::tre quella d c5ti• nata alla produzione <l i energia elettrica, o quella per a1,io11arc opifici. ccc. Possono essere in sopra.ele,·azione, paggiate sul terreno o sotterrate. Durante h guerra conviene. romperle. a mont e, ri~petto alla <li.'51ocazione dcll'escrdto nemico. me{liamc impiego di gdatina. od altro mezzo, oppure a valle mediante l'a.:tione degli aeroplani, a.ffinchè non sen-ano, a Yantaggio d~ll"esercito o del paese nemico, al fine per il quale ìurono costruite.

A. a sifone. Opera co.struita sotto il piano stra.da!e, o sotto l'ah·eo di altro corso d'acqua. nella quale ~ fatta ·paS;;(L!rc l'acqua di un ca.n,tlc che n el punto d'in("Ontro ha direzione trasvci·salc. Si presta, a seconda <lei casi. per le interru1-ioni .stradali, o per l'interruzione o dcvia~ionc del!"1cqua del canale.

Acquee (Vie di 11a:·igazio11e) . Le vie d'acqua (lìumi, t·anali e Jagunc) offrono gcnerahncnLC un buon n1ez✓A> di trasporlo . di cui gli eserciti si souo S('lllpre gio\'ati e si giovano in misura piìt o meno larga a seconda delle circostante I t r asporti vi si cffrll uano a mezzo di natanti ( barc.he, b:irconi. i.at tere, ecc.) azionat i anticamente a ,cola for✓a di brarcia ed ora a prckrt>n1.a da motori. :--i r icorre ron ,·antaggiu alle vir acquee per tra.sporti di 110tcvok en ti tà e per lunghi percorsi : e tanto µiù i t ra~portì lluvia li convengono qu:11110 maggiore ~ la capienza dei galleg,::ianti che si adoperano. I con,·oglì acquei a t razione meccanica si ~ogliono for!llare con più ga lleggianti, tra loro uniti 8 segu ito di t111 solo r imorch io; l'esperienza ha però dìmoslré,,(O che non conviene unire! più di quattro o cin'}UC elementi. Dato che ;;oµra una linea f!u\'iale i conYogli possono seguirsi a brc,·e distanza in modo qua5i continuo c che il carico e scorÌ~Q possono aver luogo non solo nei punii all'uopo prepa rati e predisposti a gu isa di stazione, ma, se pure C"on qualche maggiore dif!ic<>!!à, anch~ in moltissimi altri punti delk r ive. si ritiene teoricamente che una via acquea abbia potenzi,tlit:ì di trasporto ill imitata. Jn pratica però tale potenzialità tro,·a una limitazione nella quanliù di materiali naviganti e di rimorchio dei quali si può dispor re, nond1è nrlla frequenza delle opere d'arte rhc esistono lungo la li1v:a ,cqul'a e che i con,•ogli de,·ono attraversare (ponti, sostegni, ecc.). In consegucn7.,l di <-iò non si ricorre. in ma.ssima, a i trasporti per via ac-

C0IH"0glio lllll'lalc sul PJa,·e


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quca, se non quando es.•i si possono a ttuare in condizioni di tale efficienza da prod~rre un sensibile e reale a.lle~erimento del movimento ferroviario. L'impiego delle vie acquee risulta più conveniente per trasportare materiali che uomini· e, fra i materiali. p iù particolarmente è ind icato per l'a fflusso dei generi d i vettovagliamen:o, dato ,c he i treni [erroYinr i di derrate, per l'inevitabile lentezza di carico e scarico, riescono di grave intraki.> a l servizio, ingombran do le stizioni e im111obiiizzanclo per maggior t~mpo il mareriale rotabile.

Acqui. Ant. ci ttà in p rov. di -Alcssa.ndri11, sulla s inistra della Bormida. Forse è l'antica Caristo. distrutta <la Jviarco Popi•l io. Divenu ta mu.n icipio romano, costituì un importante nodo stradale, poi che qui,; biforcavasi la via mili1arc proveniente dalla Trebbia'. da un

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A cqui (Ba,gni). Le Aq11ae Statiellae dei R omani, che nel 172 a. C . tolsero Acqui a i Liguri Stazielli, erano ben note per le loro sorgenti termali solfo.-cloro-jodicbe che in numero di 7, sulla destra deila 'Bormida, si concentrano in serbatoi sul fondo dei quali si depositano i fanghi, efficaci p er le cui~ di forme -rcwnatiche o de1 i vanti da traumi. Vicino alle vecchie terme, fondate sul 1687 dal :\larchese Ferdinando Carlo del Monfcrraito, il Re Carlo Felice nel 1826 adattò un grand e stabilimento militare di cura. In esso, rimasto dopo la grande guc1,·a il solo e ve ro stabili.mento te rmale mi-' litare dell'alta I talia, vengono ricoverati ufficiali e militari d i tn1ppa., bisognosi d i cure per malattie o lesioni traumatJiclw, intcressan-ti gl i ani. La cura ha la d urata di circa 15 giorni. <.-d è fatta nel periodo estivo; ma per avere la possi,b ili tit di inv.iarvi il maggior numero di soffer""1ti, lo stabilimento militare resta aperto dal 15 aprile al 15 ottobre. -- Per esservi ammessi, in principio di ciascu1\ anno, i militari ne fanno domanda per ,·ia gerarchica. alle Direzion i di Sanità del ri,spettivo Corpo d' Arma·ta. ~'i"cl giorno prescelto dalla Direzione, i militari \lmgono visitati da apposita Commissione sanitaria. Il verdetto della Commissione viene poi inviato al Ministero, <love si fissano i vari turni (mute) di cura presso gli stabilimenti, e l'ordine di precedc:nza., tcner,do per ·base la seguente graduatoria : 1) l!ff. e mii. in sen·izio; 2) Uff. in Jspetta livr. e posizione ausiliaria; .1) Uff. e mt!. in congedo con pensione permanente; 4) :\Iii. f,,riti ed invalidi; 5) lvLil. collocati a riposo per infermità.

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Ln ro n ~zza cli .\ cqni nel sr•cr.<'to XY III

Nello stabilimento d i :\equi sono ammessi in cura militari (in genere ufficiali) anche ~stem~ ossia che a,bbirnno riconosciute nCL'«SSità <li abitare fuori dallo stabilimento. Sono µoi ammcs.,;i alla cura, in qualunque epoca, i militari r ico\"erati in ospedali, che ne abbisognino d' m gcnza.

bto proseguiYa verso l-a costa ligure fino a Vado, clali'altro. per )a va lle Stura, raggiungeva il colle dell' Argenti<"ra, ncl?c _.\Jpi, e di qui se1:ndeva in Provenza. Fu occua,ata dai ba,rbairi a ll'epoca de lle loro invasioni, ed obbe JXr un certo tempo w1 presidio di truppe sarmal~, poi si av"icendarono a l suo governo marchesi, conti, ciuchi di varie famiglie. ~cl secolo Xll fece pane <le!la Lega. Lombarda, ma, fondata Alessandria, fu spesso in lot ta colla 11ucwa c ittà. pe.r ragioni d i SUIJ'l"etUazia sul territorio..-1. venne presa da Carlo d'Angiò nel 1273; dal marchese Guglielmo III ciel ~fon fcrrato nel 1277; da Roberto d'Angiò nel J.313; dagli Sforza nel 1431; dal generale Bris$aC ,~cl 1551. E ancora, a.ltèmativamentc, da fraocesi e da spagnuoli fra il 1625 e il 164$ . .:-iel 1708 t'ntrò a far parte dei domini di Casa Savoia, e nel 1745 il ca.pitano piemontese Valfrè difese cne11g:ica.111cnte il castello di .4. contro i Gallo-Ispan i, ma dovette infine arrendersi. L 'anno seguente i Piemontesi ripresero A. Il li marzo li99 contad ini e c ittadin~ J·ibellatisi contro i franre,,-i. occupavano la città, sulla quale IYiombò tosto il generale G rouchy, j ] quale soffocava la riibcllione uccidendo 600 a=ali, e disperdendo i rimanenti. Nel 1800 il generale Allegri, con 700 francesi, sorpreso da un corpo d i 7000 austriac i, r ima.se ucciso con buon numero dei suoi soldati mentre tent:wa una disperata difesa .

li" e 18° Fant. - L'origine d i origata r isale al 1703, quando si formò un reggimento di stranieri a l servizio del Piemonte (rcgg. [?esf,orlcs). Nel 1739 s i chiamò regg. A11dibert, nel 1746 ,\!on/ori. Xci li52 fu antorizzato ad arruolare soldati italia.11,i non sudditi del Re di Sudegn,a. Prese il n ome cli D,i Sury nel li69 e di Chablais nel 1774. Nel 1794 fu considerato nazionale, e composto di sudditi del regno; n oi 1796 si diiamò regg. A lessa11dria. Nel 1798, insieme coi regg. Jlonfcrrato e Safozzo costituì la 2• mezza brigata di linea piemontes,c, scio1ta nel!'a11no seguente. Xel 1814 il regg. riprese il nome di Alessa11drio e l'anno seguen te costituì la brigata A lessa114ria (v.) che nel 18.21 prendeva "il nome di br. Acq1,i. Questa nel 1831 \"en iva fom1atl di due regg. i o_uali nel 1839 p-rcndevaJlO i n. 17 e 18. La br. A . foce la campagna. del 1848 nella 2• dfr. comandata da i gene~ale Di Ferrere ( 1° Corpo, gen. Bava). Cornbattè a Santa Lu;;ia e a Milano. li 17° regg. parteci-pò anche a l comb. di Volta e a lla ba-tt. di Goito. Nel 1849 lo stesso regg. prese ,parte a l comi:>. "d'ella Sforzesca e alla batt. di Xomra, facendo pa..-te della 2• div. coma11<l~ta d a;! generane Bes. La br. ..4. fornì due battaglioni a l corpo di spedizione in Orimea (1855) i quali presero parte alla balt. della Cernaia. - Nella campo.-

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g.na del 1859, fu -incor.porata nella s• div. comandata dal generale Cucchiai·i e partecipò alla halt. di San Martino. - Nella ca.mpa.gna del 1866 Qa br. A. 0;pparteneva alla 6" <liv. comandata dal gen. Cosenz (6° Corpo, gen. Cucchiari). Destinata a osservare Mantova, non partecipò alla batt. di Custoza. - Partecipò con 7 uff. e 234 gregari ,del l i0 e con 9 uff. e 305 gregari del 18° regg. alla campagna d'Africa del 1895-96. - Nel 1911- 12,

M<>dagll11 eommemorath·a brigata Acqui

duranl<' la guerra ltalo-Turca, il 17° .regg. concorse alla formazione dei regg. 18°, 35° e 82°, fornelldo complessi,·amente 20 uff. e 1203 gregari, e il 18° regg. partecipò alla stessa guerra. - Durante la grande guerra, il 17° r~g. 1Jartecipò a.i fa tti d'armc cli S. Elia., Vcrmegliano, S<·lz, Monte Sei Busi (l915J; di Selz, A•ltipia.110 dà Asia:;,, ?-f~!e Zebio (l916J; di Huèli Log, Pod Koriti, Castagneviz.za, Pia,·c (1917); di \'al d'.\stico e Valle Lagarina (1918). dopo di che entrò a Trento. - Il 18° regg. ,partecipò ai fall i d'runme di Ve~meglia,io (1915); Selz (1915-16); Altipiano di Asiago, Pocl Korili, Castagncvfaza, Tagliamento, Pia.ve (1917): Val Posina. (1918), dopo di che entrò a Trento. 01umficenzc. 17° regg. : ~fod. d 'arg. 1849 (Sforze&:a

e :'\fovam); Mcd. d'aTg. 1859 (San Ma11tino); Med. e.li hr. 1915-16 (Sei Busi; Scl1., Gallio). - 18° regg. Med. d'arg. 18$9 (San :',Iartino) ; )!cd. d'arg. e mcd . di br. 1915-16 (Ve=gliano, Selz, .\[onte Catz). Festa dei due r~g.: 24 giugno, ann iversario di San )fa.rtino. .11ostrinc della Brign.ta. : G ialle, attraversatr or izzontalmente al centro da una riga nera. Rcggimrn!<• prcr.:incialc di Acqui. Costituito nel 1786, sciolto durante l'occupazione fra11cesc, ricostituito nel 1814, incorpm·a to :nella ,brigata Alcssa.n,dria nel 1815. Part.ooipò a.lla guerra contro la Francia. (1792-1800), prendendo parte ai seguenti fotti d'arrne: Authion (1793); Ceva ( I i96}; !'-o,·i ( 1799).

Acquia (Crcck). Fiume della Virginia, negli Stati liniti d'Americ:,. Sbocca nel Potomac. Durante la guerra. d i secessione vi fu rreata dai confederati una base navale. Acquisti. Oi.;ni . l. dal commercio, sia cs,o di carattere continuativo che period ico od eccezionale, deve es~re sottoposto ~ ll'approv;v.ionr del Consiglio e per esso del suo Relatore, nei limili delle facoltà che all'uno ed all'altro Yengono conferite dalle ,·igenti disposizioni. F. qucst'l deve .avvenire sempre: per qualunque genere, pe•· q ua lunqne qt1antità, per qualunriue imporlo. J bisogni quindi di ogni servizio debbono essere prospettati in tempo utile. perchi·, o,·e oc.::orra, l'amministrazione dei Cor-

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Acn

r.1. mcaricata cli effettuarli, possa compiere le pratiche che devono precedere e seguire gli acquisti in materia di procedura contrattua le . (V. Contratti). Per tutli gli A. dovrà essere sempre stimolata la concorrenza, indicendo aste pubbliche o licitazioni o trattatiYe private, a seconda dei casi, su vasta scala, invitmdo esclusivamente le ditte produttrici per ottenere condizioni più convenienti, inviti ai qu ali dovrà essere data la ma.ggiorc diffusione estendendoli a nche fuori presidio l,,ddove ne fosse il ca:<a. l'! Consi!!lio, o chi per esso, esaminata, tecnicamente cd economicamente, la opportunità dcll'aoquisto che gli viene proposto o dic di propria ini1.iativa ritiene dover effettuare, decide in merito o autorizzandolo direttamente o richiedendo la necessaria autorizzazione a chi di ragione; dà ai suoi organi le modalità. da seguirsi per la loro auuazione e delega chi dovrà in suo nome e per conto dell'amministraz ione mi litare procedere a i necessari impegni quale parte contraente. Tutti gli acquisti, qualunque sia la loro natura, ;1 sistema seguito oer la loro attuazione, il ~ -vizio al quale devono prov,·e<.lerc, siano cs.5i per materie. generi o robe d'immediato consumo o di deposito per rostituire. aumentare, modificare dotazioni, devono es~crc sempre seguiti da rigoroso collaudo. (V. Colkmdiì. Acquisti d<lle Dirczio11i di Con,111issariato. Le Dire;!:ioni di Commissariato, in materi:i. di acquist~ ·assumono particolare e spiccata importanza inquantocbè è ad esse af:fidata, sotto l'alta autorità dei Comandi di Col'po fii Armata e di Divisione, la direzione, sorveglianza e controllo <li tutti i servizi delle sussistenze, del casermaggio, del vestiario cd rquipaggiamento, fatta eccezione di quella limitala parte dei servizi stessi che speciali dispo~iz ioni assegna no o nol'malmente od in determinate circostanze, ai corpi o ai coma1Jdanti di Presidio. Questi acquisti fanno capo ad una particolare amministrazione e contabilità - seconda serie - tutta distinta da quella che le modcsime Direzioni hanno pc! loro norma.le funz;ionamcnt.o come Corpo. Per essi vengono seguite, di massima, tutte le formalità stabilite per le altre amministrazioni statali. Fanno eccezione gli acquisti del grano, i quali possono cs.,;ere fatti ad economia, vale a dire direttamente dai produttori e gros.,isti, prescindendo dalla gara pubblica o privala, ma con l'osservanza di ui1 complegso di cautele e garanzie a tut~la e salvaguardia clegli interes,i dell'erario. Acquisto q11adr11pdi. V. Rimonta.

Aera. Ant. voce dei popoli del Mediterraneo orientale, signific:lllte altura, donde venne la voce Acropoli. Significò il colle o la semplice altura, fortificata, presso le ani. città. Corrisponde alla voce arx, aree, dei latini. Acri (S . Giovanni d'A ., detta a.nt. A eco e poi Tolemaid€). Città della Siria. sulla costa del Meditcrra11eo, al N. del golfo omonimo, formato da un promontorio

del monte C,,umclo, distante 122 km. da Ger=lemmc. Ebbe un .porto rinomato, ora ingombro di sabbia. Venne fortilìc.1.ta fin da anl. tempi. Fu colonia romana, e i maomettan1i la pr€Sero nel 636. Cadde in potere dei Crociati J1el 1104 ma. fu loro ritolta da Safa'Clino. I. ::-iel 1189 Guido di Lusignano, re di Gerusalemme, pose l'assedio a San Giovanni d'Acr,i, difesa da forte guarnigion e, e soooorsa dall'esercito di Soli.mano. Cro• ciati di ogni nazionalità accorsero in aiuto di Guido, e fra es.5i moltissimi italiani, in 'Particolar modo Siciliani,


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Genovesi) Veneziani, Pi~ani. Durante l'assedio, due YoJte

i Pisani scon1issero la flotta mussulmama . G -enovesi e Pisani e bbero la d irezione delle macchine di guerra e l' in,ca,rico d elle mine. L a città resi-stetbe ga,gliardamente, e il blooco stretto non tPOtè dagli assedianti ess.ere eseguito se non ,verso la fme del 1190, allorcbè giunsero al campo cristiano i l re <li Francia Filippo Augusto e il re d1 Inghiherra R iccardo (,rispettivamente n ell'agosto e nell'ottobre di quell' anno) . Il porto venn,e bloccMo da n avi delle repubbliche italiane e da na,v i d'altre nazioni, cosicchè gli ass,edia ti non poterono ricever<: p iù soccorsi per via di mare. Dalla parte d i terra, gli asseclia nti, per impedire i soccorsi provenicnt,i da Solinnai,o, cosoruirono un ampio t r incernmr.nto verso l'esterno, i,el mentr e lavoravano cli tr incea, d i m ina, e con macchine da guerra, verso le mura. E' fama che gli asse<liafi, per la ,prima volta nella storia, si s iano ser viti

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sa n Gio 1·fu111i cL~crl (SE.'CO!ì Xl l -X IJT)

d i piccioni v iaggiatori, per comunicare Con Solimano. Intanto si difem.levano med iante sor tite e con tromine e -fuoco greco che la n'Ciava.-10 sulle macchine dei cris ~ia.ni. Parecchi assalti ali-e mura furono re!>pinti, e così parecchi assalti cl i Salaclino ai trincera.ment i esterni. Nove battagl ie, se.'l'lpre senza successo, die'Cle questo sultano 1)(:r aprirsi il passo fino alla città. F i11a:lme11te una de lle torri della cillà, contro la quale pavticolaa·mente .si ost•inavano i Fra,ncesi ohe l'ave\'aJ10 chian1ata ,e torre maledetta)), rovinò, e una la rga breccia fu a perta, nel luglio 1191. H 12 d i detto 411e,;c, gl i · assediati, :impossi bi li tati orma·i a resistere, capitolava110. II. Nel secolo seguen te, ill seguito a contesa fra i \iene2liani e Genovesi per l'amministrazione di una chiesa, in San Giovanni <l'A ., i secondi occupa rono e fortifica,r0110 la chi-csa. Giun te 13 ga1'cc veneziane, assaTirono nel porto e affondarono 2 galee- genovesi, p redando 23 navi mer,ca.ntil i; quindi assalirono e presern la chi<.'S,,, (1257). Le due R epubbl-iche armarono due flotte; <li 75 navi Venezia, di 82 Geno'l'a : si vern1e a battaglia prcs.30 il golfo ; i -genovesi r imaseTo sconfitti e pei<letrero, affondate o •prese, la maggior par te delle navi.

III. Dopo la caduta d i Gerusalemme, tutti i Cristiani rimasti i:n T erra Santa si ricovem:rono ad A., dividen<l~ in qllam·tieri a seconda della naziona liià. L e forti-

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fi,cazion i erano s tate a urnentatc . Verso terra esisteva u.n a doppia cinta.. Port>e turrite, be,:teschc, castelli rnfforza vano le munt. &i costruirono le torri st.1,c.c.1te, preCOl'r itrici dei r ivellini e delle mezzdtmc. )fa ciò non i mpedì ai turchi di assali•r c quc~t'ultfouo baluardo cristiai10. Nel mairw 1291, un eser,cito di 160.000 faJ1ti e 6000 cavalieri, •comandato dal sultaino Kalii 1\skraf, pose l'assedio alla -città, a<lop,erando 11uove macchine da guerrn per baU,er-e le mura ( carabaghe e bacchieri), lavor~-ndo d i mina, da,n,do vigorosi assalti. li 19 maggio 1291 u n assalto generale decisivo superava le mura dopo a.per la la breccia, e i difonsor i supeJ·stiti ;i imbarcava;no e si ,-ifugiava.no a Cipro. Nel secolo XV i t urchi occuparono A ., che era molto decaduta, e n e ristorarooo le fortificaion i. IV. Nel 1799 il genera le Bonaparte, ormai solida.mente stabilito q1ell'Egitto, decideva d i avaazare con 10.000 u., n ella Sir ia, dove si stavamo preparando forze turche contro d i lui I n poche settima.ne prese Gaza e Giaffa, battè due corpi turchi, e s i pre;;ei11ò <lavanti ad A ., d ifesa dal pasicià Ahmet G iezzar, e ,;ostenuta e a!J)pi-ovvigionata dalla flotta inglese, aJ comando doll'amoniraglio Sridncy Sm ith, padrona ,del mare. Il 20 marzo i francesi apr iva.no la prima Lr incca. a 300 metri d alla pia.u,a, la quale e~a <protetta da cortine fiaocheggiate d a torri quadre. Il 28 irncom ind,a il iuoco con soli cannoni da campagna, e una m ina Yienc. fatta brilla i-e nella conl'rosca1'pa. Si dà l'attacco, ma. fallisce. Intanto nei dintorni s i raccolgono forze turche. Il ge11,era.le V,ial è inviato da :\'apolcone a<l occupare T iro. Il ge1)":ralc Junot batte , turd1i a. Nazareth. E tulli tornano all'assedio, dove in tanto t-r ovava la morie il generale fra,nce.se Caffarelli. Aln:i assalti non riescono, le so1i ile degli as,;edianti sono respinte; cadono i generali Bon e Rambau<l e<l è fer ito Lai;ncs. Il 20 ma~io Napoleone leva l'assed io e torna in LgiLto: (]UCsta im· presa falli ta gli era costata 3000 uomini. V. l\"eJI' autunno del 1831, 1-bra·h irn Pascià, tig! io lii M chcmct Alì:, vic<:'rè dell'Egi tto, arnm,ò nella Siria con 40.000 u. e i,ose l'asse<lio ad A . I turchi non a,vevano più flotta, essendo stata <listrutta a N avari.no, e non poterono soccorrere gli assedia.1i. I quali resistettero pe1· ,più cli d11quc mesi, e si arresero nclh p1;mavera ,clcl 1832. Gli egiziani tennero A . fino al 1840; in quell'a,nno s i verificò l' i11tcrvento dell'Inghi lterra a favore della Turcl1ia, e tma flotta inglese coman<lata da ll'ammiraglio Na,pier, cui si er ano unite alcune n avi austriache, compar iva. davanti alla forteua. la bombarclaw·a per d ue giorn i, e Ja costr ingeva a lla resa . L 'ammir ruglio in,g-lese aveva anche eseguito uno sbarco e trup,pe · inglesi e austr iache cooperarono d a Ilo. pa rte cl i terra a lla ra.pidissima oad,tta d ella pia1,za. la quale ven iva riconsegnata alla 1 'urchia.

Acri. Borgo in prov. e c iK. cli Cosenza, su l 1\'laconc. , Parteggiò per gli Angioini (secolo XV) e ne fu puni'.o da Fcrd inai1do I, il qu a le lo prese o lo pose a sacco.

Acrida. Località della )facedonia, teatro cli una ba ltagìia nel 1330, nella quale i serbi vcrmcro sconfitti dall'impcrat0re bizantino; e di una ·battaglia uel 1458. nella quale lo Scanderbeg, alleato di Venezia, sconfisse i turch i del sultano Maometto II, guidati eia Scheremetheg. Acrobaticon. Specie d i pako sopra.elentto che gli ant ichi costru ivano <lhianzi alle città assediate. in lo-


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c:ilità fa,orc,·o!e. per dominare il complesso delle opere os,irlionali e per seguire lo svolgimento delle opernzioni. C'orrispcnde a quella forma di osservatorio artificiale che noi oggi chiamerrmmo ((altana».

Acrobazie aeree. Le acrobaz ie, effettuate alla debita ah,,zza dal suolo, per dare in ogni e\'enienza sufncicnl<' spa1io e tcm)Jo all'aviatore di r,imeLters.i ;n litica normale di volo, e su apparecchi adatti, cioè della necei'S3ria mane!tgevolczza e resistenza. percbè in tali manovre l'appar~cchio trovasi soggetto a fortissimi sforzi, fanno ::,ggi pane dell'ordinario allenamento dei piloti da cacda, per i quali costituiscono indispensabili imnm re nctlla lotta aerea, e dei piloti da ricognizione. per nl<."ltcrli in grado di potersi sottrarre alla. caccia. avversaria. - Nelle acrobazie aeree occoi,re distinguere queilc costituemi ,·ere e proprie figure di volo e quelle cost ituenti invece figltre nelle quali l'apparecchio non vola. ma cade. Fra le prime vi sono la « vite orizzon1·:i'le >>. nota col nomè francese di (( tonneau » e il (( cerchio della morte», no!o col nome inglese di «looping», e col nom~· tedesco ùi (, Schlcinfen Elug l> (vo lo a nodo). Ti volo a 1:odo è una spirale compiuta intorno ad un

asse prcss'a poco oriuomale. La scJ·ic dei mO'Vimenti, e delle posizioni è In seguente: L'apparecchio è messo in curva, ad b., ,·erso <lL·stra, molto stretta, e jnclinato tutto sull'afa intenn: quindi all'improvviso la sua curva ,•iene mutata da destra in sinistra. L'inclinazione dc.Ile ali passa in senso con-trario, corrispondentemente alla nuova cun·a, e, raddrizzando allora l'apparecchio. questo viene '.i trov:in,i rovesciato. Le ali lo sostengono col dorso; I' aviatoré vola capovolto. Proseguendo la successione dei movimenti, I' apparecchio r itorna iu posizione 11orm3 l<:, donde può seguitare, avanzando a spiraìc. Fvrti cin.ghiz che pas.sano sulle spalle dell'aviatore (kbbono in questa e nelk a ltre figure tenerlo saldammtc assicuratv al seggiolino. percbè la forza di gravità ndla posi.,ioue di volo row,sciato e la forza ccnu·ifuga nrlla curv,t rovesciata, non lo sbalzino via. Per eseguire il looping l'apparecchio, che trova,;i jn linea di volo orizzonta le, viene prima inclinato avanti (picchiata), per fargli acquistare velocità, quindi ra1,idamcnte impennato (richiamafa o ca,brata). L'appar .r.chio sai~. Quando trovasi ,i11 posizione perpe.n dicolare, in alcuni motori viene a mancare il gas. ma !',~pp:u·ecchio prosegue il suo percorso. Ké! tratto inferiore del cerchio aYanza in posizione ro\'Csciata, e quind i compi,• .il giro, calando capo all'ingiù, con successh·o acquisto cli velocità. l! motore riprende e l'aviatore richiama l'apparecchio, r imettendolo in linea di volo \ tìg. 1).

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'CJn macchine di speciallc legger•czza e con speciali motori il looping può effettuarsi a pieno gas, anche nel sommo della curva e nel tratto di vC1Jo rovesciato. Da questo fotto scaturisce una profonda differenza fra i due looping, riguardo agli effetti risentiti dall'avi:t.tol'è. Ne l secondo ,caso infatti, l'apparecchio, anche in quei punti in cui si tro,·a sul dorso. o sulla coda o sul

capo. vola sempre premendo sull'aria col Yentrc, qu indi i: sempre ,1pinto clalìa forza ccntrifui;a verso l'esterno, cosircbè le aòUC ali sono sollecitate alla stessa maniera come n(ll volo diritto. Ne consegue che l'aviatore non è, come nel caso pre~edente, tirato fuori dalla gravità. ma si sente scmp1'C spinto cont ro il scg~io!ino, come se ~•i 5tesse, seduto in posizione normale. D a ques1e due figure o da tratti di queste, variamente combinati, 1,i possono formare figure varie, ma che non aggiungono nulla di nuo,·o. In particolare pos.;ono farsi tratti più o mc110 lunghi d i volo rovesciato, par.~n<lo da un mez,:o Jooping (a ,pieno motore) o da .in mezzo tonneau, e r imettc·ndosi poi in volo norn1a'le, compiendo l'altro mezzo looping o mezzo tonneau. In questi ultimi tempi in alcune aviazioni militari ;1 volo ,rovesciato è -0ggeLto di intenso allenamento, e in µarticolare fonna oggetto di studio l'esecuzione del looping rove,,ciato, del l0-0ping, cioè, 11011 eseguito come il precedente (tìg. I) col carrello verso l'esterno del cerchio, bensì verso l'interno. Si parte da volo rovesciato

e richiamando l'apparecchio ( lig 2), oppure da ,·olo normale e picchiando (ftg. 3). La manovm <iella fig. 3 ,tvrebbe g.-ande importanza dal punto cli vista deih caccia aerea, gi:icchè un apparecchio, dopo aver attaccato d i fronte col fuoco un avversario che vola sotto di lui in direzione conlrarb, potrebbe ron un giro di looping rovesciato e mezzo tonneau per raddrizzars i, riat-


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taccarlo n uovamente e i naspettatamente alle spalle. Finora però il looping rovesciato non i, riuscito : l'appa rccchic, com<c mostrano le figure, nel ramo asa:ndentc acl cerch io perde rapida mente velocità ed esce dal c-ercbio stesso. Acrobazie nelle quali O'apparccchio non vola, ma cade, sono la vite vè'l'ticale, la scivolata d'ala e la scivolata d i coda. ~ella prima l'apparecchio cade ,·crticailmente col motore in basso e ruo ta ndo int<omo ad un asse veri ica le. Essa si può csegu ire in due modi, a perdita d i velocità. o a p ieno :motore : q uesto secondo modo es.,en,lo quello praticato in combatci,nento. Anche in questo modo pc· rò, ct,me nd p, imo, dopo hrevc temP<•, l'e lica non esercita. più trazione, ma freno. La scivolata d'ala s i ottiene inclinando l'apparecchio da un lato cd impedendogli nello stesso tempo di itirare dal lato mede:;imo: l'apparecchio a llora scivola sull'ala inclinata. Per la scivolata d i coda. occorre ca,brn.re l'apparecch io, il quale perde velociti fino a fenuarsi : impedendogli allora di srivolare sopra un'ala, ind ictreggia, scivolan do di coda.

Acrobollst.i. ;sonv, dato dagli anticl,i a quei guerrieri or ientali a caYallll, come Parti e Armeni, che erano abili nel lancio di dardi e di frcçcie. Tal n ome fu dato più gene· ricamente ai cavalieri non « cataf r:illi », n on mu niti <li corazze. Acrocoro. Al tipiano o p ianoro molto elevato sul livello del mare e ricinto per solito da un orlo di montagne, che presentano generalmente il fianco esterno assai più ripido dcll'intcm o. Si hanno a.cl'Ocor i d i altitudine media molto elt.vat:i, come p . es., l'acrocoro T ibetano che supera in molti punti i 4000 metri Tipici in Ita lia, fra gli altri, l'acrocoro Abruz7~se e l'acrocoro d ella Sila.

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litro) produce lacrimazione cd irritazione n asa le sull'uomo, ma non lo rende incapace a. combattere. U,11. parte d i essa in 200.000 di aria. (0,012 mgr. per litro) produce nell'uomo lacrimazione ed irritazione, rendendolo in.capace d i combattere dopo due minuti circa. Una parte di essa su 100.000 di aria (0,025 mgr. per litro) è in tollerabile, Fu usata dai Francesi sotto il nome di « Papitc J) por ,il r iempimento di bombe a mano. Non si può impiegare in proietti da cannone o in bombe per aMJi do. trine~ 1pe.-chè si incendia. L'ACROPOLI )H ATENE

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Acroleina (Aldeide allilica) (CH

= CH. Cl!O). P eso molecolare 56. P eso d'un litro di vapore=2,5 gram mi. E' liqu ida, senza colore e molto mobilt'. E' <li odore pungente. P un to di eholfaione: 52°. E' solubile in a<"qua e si polimerizza in una massa amorfa, b ianca ed im,olubile. Si ot· tiene d isidratando la glicer ina a cui ven~ono sottratte due molecole d'ac• q•ia. Tttle prodotto è lacrimogeno e soffocall te. Sugli occhi e sulle prime vie respiratorie ha azione analoga alla cloropicrina (ved i Cloroformio n itrato=A q11in~c) . Una parte di essa in 250.000 di a.ria (0,01 mgr. per

A"- Al se.n~tero condnoentc alla eittatleJJa; 8) colonnato dei propilei; C) Parte del propilei gi,\ occupata <fa, batte rle turcbe; D) Avanzi 1lel templo della Vlltorln: Bl Pa rtenone; F) Templi ; O) Teatro; H) OdCO d i PCl'lclll; I/ MOllU· men t,0 <li Tra;;lbuto: K) Colle tlell'.\reopagO; L) La citùi df At<mP.


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ACR

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Acromioi pertonia (Chir. mii.). Stato di contrazione muscolare ri-bclle, irriducibile, che permane negli nrti anciie dopo la completa guarigione delle ferite. ,Acronio. Località della Frigia (oggi Esckiscer), teatro di una battaglia combattuta dall'imperatore bizantino Leone lII Isaurico, coadiuvato da suo figlio Costantino, contro il generale Sid-al-Battal-el-Gazi, uno dei guerrieri più celebri e cavallereschi dei mussulm ani. Gli arabi furono completamente sconfitti, e il loro generale iu ucciso combattendo. Acropoli. ,lnt·. Nome che s.i dava alla cittadella fortificata, costruita in pùnt.o ek-vato della città .per sua di!fesa. En indura nel perimetro del!-e mura, e conteneva, oltre a edifici d'indole religiosa, edifici d 'indole mii., come caserme, depositi d'armi, occ. _:__ Fra le A. fa,mose rico.rder>éllno quella di Cartagin.e, difesa da. tripl'iloe recinto, presa e distrutta dai Rornasti; quella di

L'Acropoli cli Atene 2\-{essene; queile -italiane di Agrigento, SclinuJll-e, T oscolo, Fiesole, P-reneste, A·npino, ecc. Più ,particolrurrnent,:: s i è chiamata A. quella d' Atene, cost>ruita nel VII s-ecolo a. C., lunga 300 m . e larga 130, alta 50 m . sul piaa10. Essa ra,ppresentò seitljpre una pa>rte nol'evolissima in tut-te le vicende militari di Atene, <la! 480 a. C., epoca in cui l'A. fu presa dai Pers-ian.i, fino a,lla lotta per J' in<lipendenza della Grecia. - Durante l'assedio di Ate ne del 1687, posto dai veJV.!ziami comandati dal K oe.nigsmaTk, una bomba degli ass-cdianti cadde sul Partenone, e foce soc,ppia,re !a polveriera che i Turchi avevano collocato in quel magnmco te,rnpio, sì che esw, che si era conservato quasi intàt1o fino a quell'epoca, ne rimase gravemente danneggiato. - Nel 1821 i Greci vi assediarono i Turchi e nell'anno seguente questi si a.rrendeva:no. Ma sul pi,i:nci,pio del 1827 i Tul'Chi assediavamo a loro volta i Greci ncll'A ., e uel maggio d ello stesso anno ti costringevàno alla resa. La ,pace d 1e donò l'indipen<lenza alla Grecia !l'CStitul loro anche !'A .

~crotato. Genera.le spartano, che oombattè per -gli agrigentini contro Agatocle (III secolo a . C.). Acs. Vìllaggio dell1Ungheria, teatro di vari scontri du rante la guerra del 1849. -- Il 26 a'Prile 1849, l'ala destra dell'esercito rivoluzionario ungherese vi otteneva un tenue succ'"esso contro gli aust:T,i aci in ritirata da Bu<la,pest. - li 2 luglio dello stesso anno, battagl-i.a di A ., fra austro- russi da una parte, e ungheresi dall'altra. Dopo 1a 'Pll"...Sa di Raaib, rl · Con>an.da.nte austriaco Haynau marciò verso Komom, e si trovò di

ACT

fronte a truppe ungheresi, comandale dal generale Gcorgey, schieratè sulla destra del Danubio fra A . e Kon•orn. LI I e il IV corpo austria:ci avanzarono fronta.lmente, il co;r,po di ris,erva e tma divisione di cavalleria avanzarono sulla destra, per aggirare il fianco sinistro degli ungheresi, seguiti da una . divisione russa e da-ll'artiglie.ria. di riser-va. Georgey pose sul fronte una grossa bat teria d i 60 cannoni, facendola _sostenere eia 20 squadroni. di ussari. P-oi, voocndo ohe dopo qua lche s,caramuccia gli austriaci rifiutava.n o la. battaglia, mirando a =cent..rarsi sulle alture ,presso A., prese risolutamente l'offensiva, getta.ndOS>i con 12 baJtaglioni, 40 squadroni e abme batterie, sopra w1a d ivisione del I CotlJ)o, che si era imprudentemente avanzata suna si11/Ìstra. Erano le 7 pomeridiane quru1do il generale ungherese iniziava l'atta<Jco, e riusci-va in breve a cacoiaire gli imperiali fin dentro A . medesima. Durante questo movimento, le batterie w1gheresi si (Portaaono al galop,p o su posizioni a.vanzate e fulminarono con tiri incrocia ti gli austI:faci a·etrocedenti. Tn SOCCOJ'SO della malcapitata <li.visione austriaca, che era comandata. da Schlick, accorsero i russi al comando del generale Panjutine. Questi attaccarono all'improvviso gli ungheresi sul fianco sini.~tro, rnn intenso f'lloco di artiglieria.. Georgey ra,c,colc.e subito i suoi squadroni a'I centro e si slanciò sui rus.si, ma fu a. sua volta attaocato dalla cavalleria austriaca, sopragg iunta agli ordini del generale Simbochen. Do(Po accanita lotta, Georgey cade fe~ito, e gli ungheresi oedooo, ri1irandosi sotio la protezione della fortezza di Komom. Sull'ala sinistra., dove coma.n.<lava Kla.pka, gli ungheres~ -protetti dai cannoni di Komom, Ca{'ciava.no, dopo va.;ìi assalti, gli austriaci dal viJ.laggio di Oszony, di cui ernnsi impadroniti aJ.l'mizio deH'azione. l'·erdevano 1100 uomini gli ungheresi, oltre 700 gli a lleati, i qua li restavano padroni di A. e delle sue colline, indispenswbili per il progettato blocco della fortezza di Komorn.

Acta militaria. I registri ddle legioni romane, ne' quali tC'Ilevasi uola dei soldati effettivi, dei congedati ecc., nonchè dei conti S'ingoli riguarda11li il «peculio castrense» d i ciascun m~litc. Tali registri era.no tenuti dal « libraTius ,,. Actls Pietro. GeneraJe, n . a Casta,gnerto, m. a Torino ( 1799-J 865). Entrò nell'artiglieria., dove fece la sua carriera. Nel 1821 con le truppe del Re combattè contro· i costituzionali. Nel 1848 era colonnello <l' artiglieria; partecipò all'assedio d i Peschiera ed ebbe il comando dell'artiglieria della p iazza dopo 7a resa. N cl 1855 veniva nominato ma,ggior gen. e nel 1859 assumeva il comando dcli' Accademia Militare di Torino. Nel 1860 era pro.mosso tenente generale conservando il detto comando fino a lla morte. Aoton. -

Giovanni Eduardo Actoit di Aldenlumi

(SfrJ. Ammiraglio, n. nel 1735 a B-esa.nçon, di fa.miglia oriun<la irlandese, ·m . a Palermo 11el 1811. Fece i i;uoi


pr i111i ~tu<li iu Francia, poi seguì suo zio Giovanni .-\cton che comanda"a la ::\[arina Tos~n.a, presso Ja qua le egli prese sen;zio nel li56, e della quale il granduca Leopoldo I, Jtel I 770, lo fece comandante. In questa sua ca1•ica, si distinse gran.demente nel dar la caccia ai corsari barbareschi; nel 1773, colla fregata Etruria, osò di ca<:eiarsi nella Goletta di Tunisi e di abbruciarvi alcuni hastimcnti; prese e affondò in altre fazioni varie navi corsare. :!\fa l'impresa che gli diede ,maggior lustro f u quella di Algeri, nel 111;;, do,·'era stato inviato dal Granduca in a,ppoggio alle truppe di Carlo III d i Spagna, le quali tentavano di conquistare ,la città. Uno sbarco mal calcolato di 4000 spagnuoli li aveva esposti a inevitabile strage, dalla quale l'A . li scampò, a\'vicinandosi rapidame:n le a terra colle fregate Etruria e A 11stria e proteggendone rimbal'co colle artiglieirie. Gli spagnuoli espressero all'ammiraglio vi\'a gratitudine, ma il Granduca non gli fece le accoglienze c h'egli moritava ed a tte11d,·va. '.e! 1779. avendo rjcevuto invito da Ferdinan<lo 1 delle Due S icilie di passare al comando della marina napoletana, accettò senz'altro. E a Napoli l'A. divenne ministro della. Marin a, della Guerra , delle Fin(l.!17,e, e fu1almen1e ( 1785) I'rimo Ministro, e C.tpitano di terra e di •mare. :--:cl 1780 trasportò da :--:apoli a Portici l'antico Collegi9 della marina, chiamandolo « Accademia di m,trina ». Ord inò u.11 corpo di « fanteria di marina» e uno d i ~ cannonieri di marina». Fondò il cantiere d i Castcllamare chiamando a dirigerlo l'ingt'gllore francese Imoort. Costituì un « Parco d elle anigli crie di marin a ii. Comprò e fece costruire vasc-elli, frogate e legni minori. Scoppia ta la rivoluzione francese, J'A . sottoscrisse in Xa poli (12 luglio 1793) un trattato d i a lleanza con lord Hamil ton, pc! quale ::.i fanpegn:i.va ad arma.1'C la Jlo tta napoletana e ad unirla a quella inglese, chiudendo i porti alle na,·i francesi. )[a qua'lldo i frances~ nel 1799, cn tra.rpno nel ~apoletano, A. si ritirò in Sic il ia col R e ; caduta la ,-epubblica pa,rtenopca tomò per breV<: tempo a :-Ja.poli; nel 1803 fu licenziato, e, Cll"ÌCO di ricchezze e di onori. si stabili a Palermo dov.: 'IllOTÌ. L'A . fu u omo di ,guerra n ella p rim:i. parte della sua esis tenza., dimostnrndosi valoroso ed intrepido marinaio. Fu organizzatore infaticabile ed efficace delle ).farine Toscana e :':\apoletana; quest'ultima in breve portò ad un alto grado di efficienza. F u uomo politico e come Ministro degli Esttri e• Primo ::\Ijnistro sostenne la completa indipcndent.. <le! Reame di Napoli dalla Spagna che voleva <:onscrvare uua certa in,gcreuza negli aHari, data la siretta parcme!a delle due Corti. Appoggiò l'alleanza con rrnghilterra con la quale il Reame a,-c...,·a uguali interessi. Giuseppe Eduardo .·l cto11 ( B aro11e) . T e nente Ge:nc rale ne ll'esercito del R e di Napoli n. a Besançon nel 17.li m. a Xapo]i nel 1830 . Era irat1lllo di Sir Giovanni Eduardo Acton. Molto giova ne si dedicò a lle arm i ed a 14 anni era g i/1. in un reggimento di cavalleria in Francia; guerreggiò durante In guerra dei 7 a11J1i e 6i trovò alla battagtia di Rossbach, dove il suo reggimento si distinse pmteggendo la ritirata deHa fanteria francese. Nel 1784 ebbe la C,oce di S . Luigi. Comandò al p,:incipio della rivoluzione di Francia il reggimento Ussa1·i di Saxe conducc-ndolo f uori delle frontiorc d i quel Regno al!' Armata dei P.rù1 cipi, comando che egli tenne d uranl!C tutto il corso della guerra. In Olanda eblx: sotto i s uoi ordini la retroguardia d ell'cseroito del Duca d i York. N-el 1 795 entrò al serv izio della corte cli );apoli

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,\CT

col grado d i colonne llo d i Cava l•leria. ~J ilitò co l grado di Brigadiere a l comando della cavall.iria napoletana nello Stato Pontificio od in Toscana nel I800 contro le tmp,pc fran«:si e venne sostituito a suo C0!,'11.ato il Principe di Philipstahl, per le gravi ferite da costui riportate, nel comando dolb Piazza di Gaeta.

Ca.rio Acton (Baroue) . Brigad iere gcn<.-ralc della Ma,·in.1 del R egno d i 'X:tpoli, 11. u el 1786 ad H emmersbach (Germania). m. a ):apoli nel 1863. Era nipote di Sir Giova.nni Eduardo Act"on. Fece i suoi primi studi nella

Ua.rina eia ,guerra ù1glese e poi entrò in servizio nellu _\farina napoletana, prendendo p,,rre ai combatlimenti naxali contro la )farina france~c repubblicana, essendo allora le navi napoletane alleate delle brita ru1iche. Fu nomo c0ltiss imo e au tore delle « ::\lisceHanee Marittime» una <lclle più complete ,pubblicazioni sull'arte navale del periodo \'elico. Fu Consultore di Sta to e Gentiluomo di Camera con ese rcizio presso la Corte del Re d i poli.

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Guglielmo Actoll. Ammiraglio. figlio di Carlo A., n. a Cnstellarnarc di Sta.bia, m . a Napoli (1825-1896). Fu educato n el Collegio d'i i\la ri,ia di N a,poli ed entrò in servizio nel 1841 come guai-diamarù1a. Prese pane alla rep ression e dei moti in S icilia nel l/l~9. >i el 1860, imbarcato sul \"ascello « 11 :Monarca» (J)Oi << Re Galantuomo ») come uffic iale in 2", in a~~cnza del Cùmandante. 1<:spin,,e vigorosamen te l' a1tacco del pi· roscafo « T uckcry » che tentava di prendere possesso d el vuscello . ln tale ci rcostanza !'A., che dall a plancia dirigeva il combatt imento. ,•ennL ferito da un colpo <li pistola a l ventre tiratogli d alla nave avversaria. Il « Tuckery » dol'ctte abbandonare I' imprcs.'1.. L ',J. venne in tale drcosrn,v~, promosso Capitano di vascello dopo soli W •Il'c~i d i gr,1Clo d i Capitano d i frei;ata. e dccor.itc della Croce di Cavaliere d i S. Ferdi· nando e del Merito. Dc,po l'anneseione del Regno <li Napoli comandò la F regata « P . Umberto >l ; nel 1865 66 fece una brillt.ntc campagna nelle Americhe e fu il primo che traversò, al comando di un?. na,·e italiana il canale <li ::\fagella no. Di r itorno aq)prese in rna,r e la ~licl1iara~ionc d i gu•C.Na con !"Austria e giunse nei pressi di Lissa il giorno avanti della ùattaglia navale, e in eS!'a si distin.se, guadagnandosi la med. d'arg. al val. mii. Riusc,i a. s~.lva.re in que ll:i. giornata una parte dei naufraghi de l « R e d'Itailia », Nel 1868 raggiungeva il grado di contrammiraglio, e nel 1879 quello di viocarnmiraglio. fu deputato dei Collegi di DcJluno e Bovino, per le legislature X r XI. Nel 1868 ebbe il comando d,el Diparti:mento marittimo della Spezia, dov'era sorto il grande arsenale. F u minis tro della :'\farina nel 1870·7 l; appartenne a l Gabinetto che portò l'Italia alla presa di Roma . Nel 1871 venne nomin:i.to senatore. Ferdinando Acton. Ammiraglio, n . a Napoli, m. a Roma (1832-1891). Fratello di Guglie1mo, e come lui di.scendente d:d la famiglia d i G io\'anni Edoardo. Usci


gua1·d iamarina dalla Scuola di marina cli Napoli nel 1849, e nd 1860 passò nella marina italiana col grado d i capitano di fregata. Partecipò a ll'assedio di l1J1cona con onore, guada,gnan<losi una med. d 'arg. a l val. mil. 1866 fu in servizio di crocien nel canale d 'Otr:mto. "Kel 1877 venne promosso contrammiraglio, e nel 1883 viceammiraglio . l'u prescelto frnque.nternenle come capo di stato maggiore, dagli ammiragli comanda1cti d i squad ra, per la sua r icvnosòuta c,ompct,enza nella ·tattica na,,al<-. Nel 1878 venne chiamato al :M inistero della )\far ina come segretar io generale, e nel 1879 nominato Mi.nistro, carica che tenne fino al 1833. Commd0 vad <l~pa.rtimcnti n1arittimi ; organizzò la difesa della piazzaforte della. Spezia. Ali' epoca improvvisa sua morte per mala t tia, era P residente ,::lei Consiglio S,1pcriore della :Marina e capo d i Stato Maggiore . Era stato depu tato <li Amalfi (Legislatu re X, XI) . e nel 1880 nominato senatore . Le sue s picca.te qu;,.lità d i organizzatore e d i Comanclante d i $quadra i nfor maron o e caratterizzarono tuttit la sùa azione nei non breve p~r iodo in, cui fe<:e parte dell'Annata ; las<::iò traccia dell'oper:1 propria in tulti i ram i dello scibile marinaro; fece con~erge.rc i suoi stud i e la genialità dei suoi metodi, non soltanto a conseguire o a raggiu ngere, ma. prevenire e pax:lroneggia,re le finalità supreme della guerra 11avalc. Per tal ~isa iri tutti gl i s~udi che ebbero per obbietto l'im-picgo utile delle navi in guerra, egl i portò un con tributo notevolissimo materiato di idee nuove e d i pratica del mestiere. :Ministro della ::\iarina ritenne che, quwlc chè fosse la potenzialità di u na marina da guerra, era mc&tieri, per ottene.re _il massimo tendwento, che ess:i. traesse alilllento da una forte e salda orga11izzazione, fondata sul concetto <li sostituire l'opera illuminata ed obbiettiva de.Me b uone leggi a quella saltuaria e mutevole d egli uomini. Frutto di un s iffatto ordine di idee furono i numerosi provvedimen ti legisla tivi e decretùi emanati sotto i l suo ~1inistero. L'avere egli patrocinato la tesi del.le navi p iccole e numerose, contro la tesi dei:c gran<li unità sostenuta dal Ilrin, (u causa del la sua uscita dal M inistero.

f'el

Emer·i ch Acton. Ammira.glio, Medaglia d'oro, 1ìglio d i Car lo, 11. e m. a Napoli (1834- 1901). Uscì guarcliama.rina da l Collegio d i Napoli nel 1851. Nel 1860 ora lenente di vas-cello della marù1a napoletana, e fu dest itui to dal grado per-chè partig;a.no dell'unità d'Italia sotto Vittorio Emanuele IL Caduti i Bor boni, conservò i l suo grado nella marina italiana; fu promosso contrammfo-aglio nel 1885, viceammiraglio nel 189 1. Comandò vari Dipartimenti marittim i. e navi e squadre n avali . Partecipò alla battaglia d i Lissa come u fficia-le in 2" del « Re d i Portogallo », e an-che, colla. stessa nave, al bombardamento ,delle batterie di S . Giorgio, ottenendo una onorificcm,a ~ r essere r ima.5to, sebt>ene ferito, a l s40 posto. I n occas ion e dei moti sediziosi cli Palermo (settembre 1866)

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AJJ'l'

assunse il co1uaJ1do di una compagnia di sbarco, e gli fu conferita la medaglia <l'oro al valo,· militate per essersi distinto nella repressione. 11 rappor to del generale Angio'lctti così r iferisce il fatto: « l'assalto condotto con intelligenza, eseguito con brav'1.tra, riuscì dovunque a malgrado d'una feroce resistenza. l i Comandan te Acton coi suoi di marina oltropassava il lin1it~ assegnatogli e si spingeva in direzione d i Porto Carini, ove conquistava l' una dopo l'altra due barricale difese con grande accanimento )>

Giovanni Emcrich, E Acton Ernc r tch doa1·do Acton (Barone). Uomo politico e scrittore inglese, nato e 1:1. a Napoli ( 1834-1902). F u successivamente membro della Camera dd Comw1i per Charbour ( 1865), membro della Camera Alta (1869), professore di storia moderna atl'universiù di Cambr idge (1895). Tra le opere stor iche da !ui pubblica.te è notevole « La gHerra <lel 1870 » ( t87 l ). Aljredo Acton. An)miraglio, figfio d i Ferdinando, n . a Castelfama.re d i Stabia nel 1867. G uardiamarina 11el 1884, contr.1mmiraglio nel 1916, viceamm iraglio nel 1918. T'res,e parte all'-occupazione di .l\lassaua, alJa spedizione i:n tc.rnazionalc d i Creta, alla campagna <ldl'Estremo Oriente. Eb~ i l comando della ocr. « Vittorio Emanuele l> durante la gn<-rra libici, e part,:,ci,pò alla p1,esa di Bengasi, allo sbarco della G iuliana., alla presa di Tobruk, ali' occupazione <lei Do· dccaneso, al bCYlllba.r<lamento dei forti <le i Dardanelli. Scoppiata la guerra mondiale, appen a promosso contrammiraglio, venne destin ato a l comando della bril·J ante D ivisione Esploratori in Brindis i ed in seguito divenne anche Comandante Super iore Navale a Brind isi avi:ndo sot to i suoi ordini gli E "U)lorator i, i Caccia torpediniere c-d i Sommergibili a lleati del Basso Adriatico e le forze navali distac,:ate in Albania, e t~n ne contemporaneamente il comando della Piazza di Brindisi. AI comando della forza navale leggera Italo-Inglese, prese parlc al combattimento navale del 15 maggio 1917, a t taccando una. D ivisione d i tre E splora tor i nemici -che s'era.no spinti al sud r.el Canale ùi Otranto per eseguire u n rai<l contro i drifter., inglesi. Le oppor tune rotte scgu i\e pem1iscro d'incontrare le forze nemiche e d i sviluppare un violento combattimento pr ima cti incrocio e 1JOi in caccia,,, durato circa tre ore, prolun ga to sino nelle a,cque di Catt.'lro, durante il quale !'incrociatore austr iaco « N'ovara )) venne fortemente a-


ACT

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variato. L'incrociatore inglese « Da.rtmouth », su cui era imbarcato l'ammiraglio, nella rolla del rit01110 venne siluralo da sommergi,bile n emico ma ,potè rientrare a Brindisi a rimorchio. Tutte le na\'i uscite da Brindi.si rientrarono ,n ella base ed in questa occasione i•I contrammiraglio ,\cton "enne ir.signito della Croce di Ufficiale dell'Ordine M ilit~re di Savoia, <iella decorazione inglese d i Gr. Uff. dell'Ordine militare del Bagno e della Croce di Guerra fnmcese con pa lma. Promosso Vice Ammiraglio ebbe il Comando della pianafone di Taranto in stato di resis1rnza con pi~:1i poteri civili e militari. Da questa destinazione assun~e h carica d i Capo di Stato maggiore della }farina, da cui si dimise nel 19'.!I. riassumc11do il comando in capo del Dipartimento :tlfarittimo di Taranto; poi quello del Basso Tirreno, infine il rnma ndo in capo dc:l'a rni.1 ta navale.

Amedeo dc/011, ammiraglio, fr:uello di Alfredo, n . a Na,pe1li nel 1871. PercoPsc la carri-era militare nel la marina. da guardiamarina (18\/0) a con:ramm1iraglio (1919). :-;" clia grande ,guerra c-0manclò l'esploratore « Agordai J> che per lungo tempo tenne la difficile crociera nel Canale di Otranto contro i sommergi•hili nemici; quindi l'esploratore « L iaia J>. Con questa unità prese parte alrazio»e navale di Durau,0 nel 1916 durante la quale protsesse efficacemente col tiro clclle sue an,glieric l' im!)arco <folle ne.sire truppe cbc c,.icu:isano quella base. Ebbe in que~ta òrcostan1.a la medaglia d 'argento a l valor militare. Fu poi comandante della coraz7,ata « Saint llon >> e con CJUesta n ave entrò, insiome all' ammiraglio Cagni, nella Piazza di l'ola il 3 novembre 1918, allra,·ersando gli sbarrame..--iti nemici senza pilota e occupand o il pos to as~ègna!ogLi malgrado il fuoco nemico, guadagnando per questo un'alt-ra med. d'arg. Ebbe quindi il Comando militare ma,rittimo della Sicilia.

ACU

ghiltcrra e Francia, e, do;,o il trauato òi Hrétigny ( 1350J divenne capo di una r,ompagnia di ventura, detta I.a ,e Compagnia Bianca». Fino al maggio 1361 si trallcnnc in Francia, taglieggiando e saccheggiando, poscia passò in Italia, <lO\·c ope rò per circa 30 anni. Fu per breve temJ>O al servizio del marchese di j\fonferra to contro i Visconti cli Milano; poscia passò al servizio di questi ultimi e vi rimase fino al 13i2. I Visconti adoperarono la sua compagnia specialmente in To~-ca.na, contro i Fiorentini, ,passandolo al soldo d i Pisa che guerreggiava con Firenze. P itt volte J'A. si aocostò a F irenze, e i territori toscani furono da lui lunga.mente saccfieggiaci. ".\Te! 136 1 fu battuto d a un esercito fiorentino presso Cascina. Quindi tentò invano di prendere di sorprc~a L ucca e P isa ; d uscl inve<:c a, p rendere e a s:i.ccheggiare il castello di Livorno. Nel J:169 si vendicò a Cascina della sconfitta p recedente, battendovi i F iorcn-

Acunha. - Don Carillo d'A ., a1•civc$Covo di T o · ledo. Sos1enne i diritti della principe;;sa Giovanna contro la Regina Isabella; prese <parte alle battaglie di Medina del Campo ( 1467) e d i Toro ( 1476). Ottenne la grazia nel 14i8, cedendo alla regina tutte le sue fo1tezze. ]\fori nel 1482. Don Antonio Osorio d"A. Vescovo di Zamora, parti~iano <lei « comuneros >) spag:iuoli contro Carlo V; costi,uì w1 reggimento di preti, combattendo con accan:mcnto a lla lo.ro testa. Dopo la sco.rufitta del Padilla ( 15 21) fu preso e fatto giustizia.re da Carlo V. N,mo d"A. Figlio del fa.moso na'Vigatore Tristano d'A. Fu nominalo vicere delle Indie Portoghesi nel 1528. Sostenn e una guerra fortunata contro il sultano di Camhayc Radur, il quale era il nemico più formidabile de: Portoghesi. Ciò malgrad o, ca,ddc in disgra zia pre~so il re del Portogallo, Giovanni III. e morì nel 1539 nella nave che lo trnsnortava inc:itenato in Europa.

Do,i Pedro Bra~·o de A., generale gpagnuolo che fo governatore delle -Filippine da.! 1601 a l 1606, aru,o della ma morte. Si cm distinto nella battaglia di Lepanto. Drm Francisco A . de F igucroa . r octa sud americano, n. di Montevideo (1790- 1S62); aucore di un «Giomale ~torico deffasscdio di ~Iontevideo J> ( t 1H2- 18 1•1) in vcr;;i.

Acuto (Gio'1aml1). Nome italiano di un ccmdottiero inglese, sir lohn H awk wood, n. a Sibtle vnso il 1320, m. a Firenze nel 139·1. Prese parte alle guerre fra In-

tini. Xci 1372, licenziato dal Visconti, passò al servizio del carclinale legato di Bologna, e sconfisse, l'armo seguente, le truppe \"iscontce al passo del Panaro e sul Chiese. Fra le atroci imprese della « Compagnia bianc,i >, tristemente famose sono la strage e il sacco d i Faenza (29 mar1.o 1376) e quella di Cesena, compiuta insieme colla compagnia dei Bretoni. ~cl 1377 passò al soldo dei Fiorentini, coi quali rimase fino alla morte. ~cl 13S7 vinse la ,battaglia <le! Castagnaro, combattendo pei Carraresi oli Pado,·a contro gli Scaligeri di Verona. Nel J 389 fu a Napoli, a l servi1,io d ella regina .\farghcrita contro Lodovico d'Angiò. ~el 1391 com;:>ì la sua più chfa.ra impresa militare. Partito da Firenze con un corpo di ll'\lppe della rt."J}ubblica, si recò a Bologna od a Padova, dove ingrossò il suo esercito, e mosse contro :'-filano, avendo con sè 6600 corazzieri, 1200 arcieri, e un corpo cl i fanteria. Raggiunta la ghiara d'Adda si


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fermò ad attendervi il francese D ' Armagna,, alleato dei Fiorentini, ma questi ri tardò a giungere in I ta lia . e fu po i scon.fìtto ad Alessandria da G iacomo Dal Verme, capitano al servii,jo dei Visconti. L'A. allora si rit irò .presso Crmnona, dove, assalito da c,,stui, lo respinse, e con tinuò ordinatamente la rit u·a tà vcl'So Pado,·a. Ruppe il Dal Verme gli argini dell'Adi ge e inon;:lò la pianura, e credeac d i avere ormai l' A . \ discrezione; l'na questi attraversò la p-iailw·a inondata e giunse ::i. sa)vamento, con una ritirata che rima.se famosa ..1 due ese1:cit i si recarono quindi in Toscana, e senza c!tc ~i venisse a batt<4;lia ,campale l'.1. sta.ncheggiò il Dal Verme in tal modo, cbc gli assottigliò l'esercito e lo co strinse ad à.bbandonare la Toscana (1391). Giovann·i A ., aveva sposalo una figlia d i Berna•bò VisconU. Ebbe nelle sue file come allievo Allw..rico da Ba r biano. ~forì ricchissimo, e venne seppellito in Santa :CVlaria del Fiore.

"Adachev (Danfrle) . Generale russo del se-colo XVI n ell'tsercito d i Ivan TV « il terribi?e J>. Si dist inse nè:la guerra di Cri1:,.,ea e di Livonia, ma, coinvolto nella <.i(sgrazia sovramt col -proprio fratello Alessio, ciamoel•• !ano di corte, fu giustiziato a Mosca nel 1561. Ada-Kaleh. I sola del Danubio, nel comitato cl i Krasso rS7,0erenj, presso le go.le di Orsova. Vi si trovano le rovine delle antiche fortificazioni dette <l i Nuova. Orsova, erette dai Turchi. F\l lunga:mente disputata fra essi e gli Austriaci; il trattato di S istova ( 1791) l'assegnò a i ,primi. '.M a poi fu occupata ·c1all' Austria, alla, quale il possesso dell'isola venne assicurato col trJ t t ato di Berlino ( 1378).

Adalberone. .Marchese della Carinzia, dell'Istria e di Verona, con nomina di Arrigo TI, nel 1012. Entrò in lotta con Corra.do, '-figlio di altro Corrado già marchese dei territot'Ì detti. La lolla terminò con una bat · taglia presso Ulma in Germania, nel 1019, in cui A . fu scon fitto. L'imperatore Corrado IT gli tolse il trono e lo mandò in esilio n el 1035. Adalberto I. Marchese di Lucca e duca di Toscana, figlio di Bonifazio II; mori verso 1'890. "lell'847 r ientrato in possesso dei .feudi to lti a suo padre dall' impe rator<.! Lotario I, portò a grande potenza il ducato di T oscana, f acendolo salire, al primo posto i ra i principati italiani. Nella lotta per l'impero· fu soste.nitore d i Ca1·lomanno contro Carlo il Calvo e per impc-dire che quest'ultimo fosse r iconosciuto dal pontefice C iovanni VIII, nell'873 unitosi a suo cognato Latnberto. duca di Spoleto, ma r ciò contro Roma, costrinse il papa a rifugiarsi nella b:tsilica. di S. P ietro e impose ai romani di prestar ,giurrumento a Carloma.nno. .-\Ila sua morte, do;,o un regno lungo e glorioso, el>be per successore suo figlio, dello stesso nome .

Adalberto II, figlio ciel precedente, morto nel 917, regnò all'epoca in cui la casa Carolingia. stava per entinguersi, ed i principi italiani si disputavano le due cor one d i Lombarrlia e dell'I mpero. Essendo allora .-\dalber to. il più potente dei feudatari, avrebbe potuto aspirare a lla corona, egualmente che Guid o duca di Spoleto e Jlcrengario duca del Friuli; ma preferì assicurare l' indi pendenza e ht pr9spcri tà dei suoi stati ereditari mantenendosi in cquili,brio fra tiuei princip i rivali. Questa irresolutezza d i carattere e. l' ù1eos1anza

A.DA

nelle sue alleanze, lo rnsero inviso ad am1c1 e nem1c1 e gli ca.usarono grav i disgrazie. Arnolfo re d' Alemagna lo fece arrestare ,quaJ1do nc1J'894 Adalberto era andato a rendergli omaggio; Lamber to, figlio di Guido imperatore, lo battè nell'898 vicino a S. Donnino e lo fece prigioniero, e Luigi di Pro\'enza, che egli nel 900 aveva chiamato in Ita lia per ahi'to, lo costrinse a rimandarlo per le angherie che gl i usava, nonostante i tanti benefizi ricevuti. Gli ultimi anni della sua vita sono avvolti nella più completa oscurità. Secondo il ?vluratori, Adalberto sarebbe il caJJO stipite deHa casa Estense. Adalberto. ~farchcse di lvr,ea, morto nel 925. Fu uno dei feudatari più potenti d'Italia, comprendendo il marchesato d'Ivrea quasi tutto il Piemonte. P er impossessarsi della corona d'Italia, tc,1uta da Berengario I suo suocero, eh iamò due volte i francesi in suo aiuto, ma a mbedue i tcnta.ti,·i (899 e 921) fallirono; tuttavia riuscì sompJ·c a<l ottenere il perdono da Berengario. A dalberto. Re d'Italia, fu associato al trono nel 950 dal padre Berengario II. Quando Ottone I intraprese la conquista d'Italia. Adalberto gli mosse contro con un escr.c ito di 60 mi la uomin i, ma i suoi feudatari rifiutarono di combattere e l'abbandonarono. Adalberto fu costretto a fuggire trave&tito e nel 968 si rifugiò a Co~tantinopoli, dove sembra sia morto nel 974. Adalberto, principe di Prussia, figlio di Federico Òuglielmo, n. a Berlino nel 1811, m. a Karlsbad nel 1873. Entr ò, come tut,ti i principi prussiani, a far parte dell'eser cito e servì in var ie specialità ed armi. Dal 1832 a l 1854 fu nell'artiglieria, della quale fu ispettore generale per un certo numero d i anni. Le sue prefercn,ze ·però, fino ,fa Ila prima. gioventi.1. i:rano per la marina , specialmente dopo aver compiuto viaggi in ·vari stati d'Europa

ed in A1neJ.·jca,

a

bor do della fregata. sarda San Miciieh . All'inizio del suo 40° anno, ebbe la soddisfazione d i ve-c!er compiuta sotto la sua direzione persona le, la costruzione di mn p iccola corvetta a vela, denominat,t (C Alnazzonc )). Quando nel 1848. dopo l'imrurrezione tedesca e nella guerra contro la Danimarca. il pensiero dcli,; Ì\ azione tedesca fu quello di formare una flotta a<leguata alle necessità del tempo, i l P r incipe Adalberto fu di questa i<lea uno dei p iù arden ti propugnatori con la parola e con gli scritti. Nel 1854 venne nomin ato ammiraglio in capo, e nel 186L, dopo la soppressione de Il' Ammiragliato, serbò il comando in ·capo della l\1arina per dieci anni, dopo di che tutti i comandi, col Ministero della Marina, furono nuova.me.n te riuniti in una sola. autorità centrale. In questo tempo .4 . ripe.tè i suoi viaggi a bordo d i navi <la guerra. '\" cl 1856 egli fu fer ito non lungi da Ca.po Tre Forche mentre infl iggeva una grave sconfitta ai pirati che volc1,ano ad ogni costo sbarcare nel territorio .


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,\dalbcrto partecipò :tlla guerra contro i danesi nel 186-t quale comandante di una nave da guerra e sci anni dopo ebbe il comando della prima corazzata tedesca. P artec ipò pure a lle due guerre del 1866 e 1870-7 1. Quando lasciò il comando cli unità navali, continuò a servire nella 1,farina come generale ispettore, adoperandosi infaticabilmen te per l'incremento della flotta. Il 6 g iugno 18iJ lo colse improvvisamente la morte sulla piazza cli K1rlsbad. li principe A., che fu il primo ammiraglio prussiano, è considerato anche il fondatore della :tvfar in:t tedesca. Lasciò due opere: « Il mio d iario di viaggio >>, e « :\fcmoria per la formazione di una flotta tedesca>> (Post<lam 1848). Adalberto di Savoia-Cc11ova, duca d i Ec,·gamo, figlio òcl principe Tomaso, n. a Torino nel 1898. Entrò nella Scuola militare d i :\lodena nel 19 l 5 e ne uscì sollol•~ncntc d i Cavalleria nel 1916 ; venne inc9rpo.,·a to nel ,·cgg. Lancieri d i Novara. Nel 1916 era tenen te, nel 1918 capitano. X ci 1924 veniva trasferito nel reggimento Savoia cavallcri:i. Fece le c.impagnc d i guerra l9t6-191i-1918, iniziandole il 20 maggio del 1916 col suo reggimento a Zagora, e passando poscia a Selz, a ]{occa di Monfalcone, a Mon te Cosich, ecc., concorrendo ai vari servizi coi subalterni d i pari grado. Fu de-coralo d i mcd. di br. colla seguente motivazione: « Trova ndosi col p roprio s qua•• drone in trincea di prima linea, durante un fuoco d'artiglieria nemica che sconvolgeva con grossi calibri uri tratto d i trincea stessa, r ima neva sereno e<l impavido a l suo posto, fm i s uoi soldati, dando nobilis.-,imo esempio di calma, di ardimento e di alte virtù militari>> . (Valle Mucile, 25 l.lttobre 1915). - N ell'agosto 19 17 rispose primissimo al l'appe llo, volontario, per i cors i di mitragliere, e in ottobre chiese di essere rimandato in linea col suo reparto: venne assegna to a l :Mon tello, donde, n el fobbraio 1918, passò in Val L agarina ; qu ivi partecipò a varie azioni nelle linee del \'ignolo e d i Malga Lorenzini. Entrò il 4 novembre di quell'anno a T ren to con la sua comp agnia. - E' in signito d i Croce a l merito di guerra, e delle me<l. Interalleata, Commemorntiva. dell'Uniti d'Italia.

Ada lia. Città e regione sulle coste meridion ali dell'Anatolia, in fondo all'ampio golfo omonimo, delimitato ad ovest dal Capo di Chelidonia e a I est dal Capo Anamur. Corrisponde all' antico golfo d i P a mfilia ; è fron teggiato dall'Isola di Cipro. In fondo al golfo si apre il piccolo porto di A., i cu i fondali, d i 12-14 metri, sono resi incerti da sabb ie mob ili e sorge la c ittà (i n turco A11talij a o Anda lia), già fiorente emporio romano conosciuto sotto il nome di Coracesium (Candcloro degli antichi navigant i, Satalia delle cronache medioevali). L a città conta oggi una popolazione fissa di 10-12.000 abitan ti.

AU.\

Due ampi terrai.ti rocciosi che ricu1gono a nord la città. costituiscono rinnesto della regione di A. alle estr~me propaggin i del Tauro. Free parle già della provincia di Conia; dal 19 13 è stata erella in s:mgiaccato indipendente sotto il nome di Tekké, con una popolazione totale di 250.000 abitanti, di cui forse 30.000 greci. E' una delle porte di accCK~o p iù importanti dell'acrocoro da sud. Da essa dipartono: l'crso o~•est: la carrareccia di Istano7., cbe si collega alla rotabile che sale da su d, dalla baia di Fincc:t (ad ovest del Capo Chclidonia) toccando Elmalj (o E lmah) e si prolunga ancora ,•erse ovest con la mulattiera che 1·a~giunge :\Iacrì, di frome a Rodi; l' erso •~ord : la r"tabile d i Buldur, che prosegue a nord fino ad A.fiun Kara Ilissar, percorrendo cosl tutto l'altopiano. Si collega ad est J)Cr !sparta ad Eghcdir, stazione tel'm in a le della ferrovia Smirne Aidin, a meno di 80 km. dalla grande ferrovia transanatolica. L a stazione di Buldur è Baladiz, che si tro,•a sull'arteria Duldur Afiun Kara H issar. J'aràllela a lla- p rcce<len te si svolge la carovan iera A daÌia Isparta che risale il corso dell' Ak Su ( Ccstro). un'altra carovaniera unisce A. a Conia. Essa doveva

,I -.........::1 essere trasformata in rotabile, ma il lavoro s i arrestò a 1furtana, 20 km. a nord est di A . Una comunicazione liuoranea congiunge A. con Eski Adalia, Alaia e le altre località costiere orientali. Le op inioni sulla esatta classificazione d i tutte queste comunicazioni, per r ispetto alla loro attitudine a l movimen to dei veicoli, non sono concorù i e si può r itenere che esse, anche quelle che abb iam o indicato co me carrarecce o r otabil~ r ichiedano tulle molt i lavori f,Cr po:er sopportare un trnffico intenso ed ordinato, tan to p iù tenendo conto dcll'aspren a della regione e dell'elevatezza d ei rilievi da at tra versare, che suµera spesso i 2000 metri. T'lltto questo n on cambia però la qualifica che abbiamo dato ad A ., di porta meridionale d c li' Ana tolia.

I. Battaglia navale presso A . -

X cl 792. u na flotta

greca. comandata dall'anm1iraglio biza ntino Teofilo fu

sconfitta d n. una flotta musullnana comanda ta da Har un-al-R ascid. L' a.mmir. T eofilo, rimasto pr igion iero, fu messo a morte da Harun pcrchè si rifiutò di convertirsi all'Is lamismo e d i en trare al servizio del califfato . IL Kel 1472 Adalia f!' presa e saccheggiata dai crisliani, i quali giunsero d avanti alla cillà con una grossa flotta comanda ta da M ocenigo pei venezian i, da R equenscns per gli Aragona di Xapoli, dal cardinale Oliviero Carafa per il Papa. La flotta era costituita di 46 galere e 6 n a vi venezian e, 17 galere e 3 11avi degli Aragona; 31 galere e 6 navi del P apa; v'erano inoltre


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due galere dei Cavalieri d i :Malta. Tutte queste navi portavano 15 .300 soldati, altrettanti rematori, 5100 marinai, 505 cavalli, ed erano an nate con 714 pezzi di artiglieria. A . fu dal trattato di Sèvres dell'agosto 1920 assegnata all'Italia, con tutto il suo « l1 interland >> e con mandato « economico >> . Truppe italiane v i furono perciò inviate, ma ne ri,partirono il 6 giugno !921. Nella breve permanenza, le nostre truppe costruirono strade •: {POllti .

Adàlidi. Ufficia li di giust1z1a preposti a materie riguar.:lanti gli eserciti spagnuol i dell'epoca · di Carlo V . Sembra che dir igessero ie marcie degli eserciti e regolassero Ja d i\'isione del bottino. Adam (Federico) (Sir). Generale inglese, n . nel 1781, m. a Greenwich nel 1853. Percorse racpidarncnte i gradi ,della carriera ,m ilitare. Nel 1799 combattè in Egitto; dal 1805 al 1813 fu_ in Sicilia; .par tecipò alla spedizione di Calabria del 1806 e alla battaglia di :Vfaicla. Nel 1S13 andò nella Spagna al comando d i una brigata e nell'agosto, p resso Biar, fu battuto da truppe di Suchet. Il 12 set wnbre J 8 1~, ferito presso Ordalc, abbandonò il comando. Nel 1815, ancora comandante cli brigata agli ordini. <li WeBington, partecipò alla ·batt. <li Waterloo dove si distinse; promosso gen. di div., venne destinato a Malta, e poi (182.3-1832) fu ,i Corfù, Alto Commissario delle !sole Ioniche. Raggiunse il grado dj generale nel 1846.

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sanella (m. 3564), il quale racchiude la val cli Genova (alto Sarca) e s'interpone fra. questa e la val di Sole (alto Noce), dominando le comunicazioni della val Renclena fra Tione e Malè . Si rompe verso sud nei contrafforti Crozton cli La.res (m. 3354), Corno Cavento (metri 340!), M. Carè Alto (m. 3465), Dozzon di Genova (metri 3358), M . Fumo (rn. 3,118), Cima Buciaga (m. 2790), fra i quali ha origine il ·Chiese (viti di Fumo) e offre verso ovest e verso nord !'a.spetto di una vera raggiera, rappresentata da lle valli m inori di Adamè, Salamo, Remicla, Avio, Narcane, tutte affluenti di sinistra clell'Oglio (val Camonica). Deriva la sua. imporlam,a militase oltre che dalla posizione centrale per rispetto alle quattro principali valli nominate, anche dalle sue relazioni con il Pas,;o del Tonale (m. 1884) del quale l'A. sorveglia le comunicazioni clfrettamente per mezzo della catena M . Castel!a,ccio}lfonticelli ed indirettamente .ttlraver;,o i passi che incidono ii con trafforte M. Castellaccio-Cima Presa.nella. Il sistema è quasi completamenre ricoperto di ghiac· ciai cd è soggetto a temperature bassissime ( - -12° nell'inverno 1916). Operazùmi sult'Adamello. Sulle cime impervie di questo massiccio e sulle a,11,>ic distc,,e di ghi3cci che lo

Alberto Adam. Pittore di battaglie, n. a Nordlingen in Baviera ( 1786-1862). Seguì Eu_genio di Ileauliarnais prima, e Radetzky poi; lasciò fra l'altro un Album sulla guerra del 1848-49. Fra i suoi quadri è: « La battaglia di Novara)>. Carlo A.da.in Uffa:iale francese, su,tlorc militare a,pprezzato, autore di diverse opere sull'arte m ilitare, e di una storia completa d egli avvenimenti militari ciel 1859 in Italia, rigu:u·danrc principalmente l~ -0perazioni dell'estrcito francese : e, La guerre d'Italic » (Pal'igi, 1859). Francesco Adam. Pittore di haltaglic, figlio di Alberto, n. a Milano, m . o :lfonaco ( 1815- 188)). I suoi quadri si trovano nelle ,principali gallerie di lfonaeo, Berlino, Dresùa, Vienna e Pictrngrado. 'L·a essi sono prin<iipalrncnte apprezzati <( La battagli,t di Sédan », « L'.1. battaglia <li Solierino >>, « La pr~sa d'Orléàns ,1 . Fu an che buon soldato e parteci pò a lla guer ra ciel iS48-49 e del 1870.

Adamello. lmpo11ente gruppo montano di natura cristallina, che si collega mercè i monti pure cristallini del T onale all'Onler e forma con questi e con le diramazfoni meridionali uno sprone che costituisce mµraglia divisoria fra il b.icino dell'Adige e quell i ciel!' Adda e dell'Oglio. Dirama in direzione dapprima nord est e poi decisa.mente ovest est un asprissimo con trafforte contrassegnato dalle vette ~li M . Mandrone (~1. 3236), :\1. Castellaccio (m. 3166). M. Presena (m. 3069), Cima Prc·

in terseca110, le nostre magnifiche truppe eia montagna svolsero, nel l915-191iL oper:izioni militari che son forse uniche nella storia, per le eccezionali caratteristi.che cli altitudine e di clima della regione. La serie più importante d i operazioni è quella compiuta dalla V d ivisione (Gen. Cavaciocchi) nell'aprile-maggio 1916, per la conquista della cresta Lobbia alta-Dozzon cli Genova-Ìlfonte Fumo e delle posizioni nemiche alfa testata di val Genova, che domi nano la sottostante conca di Presena. L'azione fu preccdu ta da una lunga, accw.·ata ed ardua preparazione tecnica e logistica, tra difficoltà senza precedenii: basti d ire che artiglierie- di ruedio ca libro vennero issate a braccia fino al passo di Venere-ccolo, a 3100 metri sopra il live Ilo del mare' Le operazioni, ini-


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Croz7.rm <llLa ,·r~

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Coruo cli cavemo Yeclrctt.a di Fargoritla

7in.tc la notte d<'I 12 aprii~, sotto una fitta tonnc•11t3,, condussero alla rapida conquista di tutte le più importanti posizioni nemiche. Solo sul ~Io11le Fumo una p:ut11glia nemica riusci a tllantenersi fìno a l giorno li, ma infine fu cosu·etca a sgomberare. li giorno 29 le operazioni vennero riprese per · la conquista della s,-conda linea Crozzon di Fargori<la·Passo di Cavcnto. Con magnifico slancio fUl'ono occupati nelle prime ore del mattino il Crozwn di J.ares ed i passi di Larcs e

La raz101w di romo rii Cal'ento

di Cavento. Più valida resistenza s'incontrò, invece. al p::isso di Fargorida, contro cui !;'infransero reiterati nostri attacchi. 1Ia, dopo alcuni giorni. dmante i quali, con mos~c ardite e tenaci, no,tri nuclei si portarono in posizioni tali da costituire u11a seria minaccia di aggiramento per il nemico. questi si vide co,t.rctto a sgomberare non solo i pa,si di Fargorida e d i Tòpc tc 111:i. :mchc tutte le creste che separano la testata di ,·al Genova dalla conca di Presena. Il complesso delle opcra1.ioni c i frutti, In cattura d i o ltre 200 prigion ic ,·i cd un ricco lx>ttino di armi r munizioni. Fino alla priman·r1 elci l()ti 11ulla d'importante :11·-

AD.\ Lu !lobbia ,\Ila

Cresta Croce

venne tra le 11e\'i de\l'Adan,ello, ma il JS giugno di quell'anno, con una rapida e decisa azione. le trupp~ dc·lla stc~sa V divisione (Gcn. ,\lbricci) conquistarono l'i111por tantc posizione del Corno di Cavento (m. 3400) L'opera7.ionc fu c.-;eguita <fai bgl. alp. Val Balte:i. c1iviso in tre colonne. per il ghiacriaio dclb Lobbia, e dagli sk iatori, per il ghiacciaio dc·! Larcs. Vennero calturati prigionieri e presi due cannoni mentre i fan6 nemici snpcrstiti ripiegavano verso monte Folletto. ì-:el maggio 19 18, sotto la direzione· dr! nuovo co mandante la di,·isione, gen. Piccione, fu iniziata una complessa azione per la conquista della conca di Prescna e della eresia dei è.fonticelli. TI giorno 25 maggio i nostri alpini piantarono la bandiera sui p:L-.si del Marorcaro e di Prescna. nonchè sulla cima Prescna (metri 3069) e su quella dello Zigolon (m. 3040). Il giom:i 26, fu atta«ata ed espugnata la cresta dei ~font icclli. mrno l'l'strema quota 2432 che, forte per natura .-.J .,pprestamcnti <:l ifr ns ivi, poti; resistere. La bella azione d~tte in nostra mano ollre 800 prigionieri, 14 cannoni e gran copia di mitragliatrici, fucili, munizioni. e valse a liberare l'alta Val Camon ica d,dl'incubo di quei dominanti osservatori nemici, che spiavano ogni nostro n20,•imento. _ TI 15 gil1g,10, in iziandosi la grande offensiva del Pia\ 'C. gli austriaci sfcrra,·ano un attacco diversivo (che n<'I piano di attacco austriaco era denominato « attacco Yalanga ))\ nella zona del passo del Tonale e contro il Cl'lrno di Cavento. Respinti ovunque, riuscirono a slog· giarci da quest'ultima posi;,;ionc, ma il 19 luglio do,·cttcro nuovamente cedere all'audacia cd all'impeto dei t1ostri alpin i. Il 1° agosto. infine, fu tentata una nuova operazione ver completare i risult.ui delle azioni del maggio; ma, salvo la conquista della punta S . :Mat-teo, che fu poi riperduta, in seguito ad un contrattacco nemico. il .~ settembre, non si couscguirono risultati di imnor!anza. Tre mesi dopo, però, le nostre truppe scendtnno 1·ittorioso.: dalle vette dell'.\<lam~llo e del Tonale l'd irrompevano in \"al di Sole.

.lda111el/o (Balla1<lioM alpino Monte A.). Costitui to nel 1916 colle comp. 90. !05. 138 pr.:sso il centro di mou. eh Edolo (:-0 regg. Alpini). Duranlc la c~mpagna it:t!o-:w~triaca 1915·19 18 fn


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sull'.\ltopiano dei Sette Comuni fino all'agosto 1916, passando poi nella zona del Pasubio; nel novembre fu trasferito nella zona del Garda ove sostenne numerosi combatfimenti nelle G iudicarie; duran te la battaglia di Vittorio Veneto avanzò da Vidor sul P iave e, per Ponte nelle Alpi e Pieve di Cat!orc, raggiunse Cortina d i Ampezzo e quindi Toblak e il Brennero. Nel marzo 1919 venne sciolto.

Adami. Ant. nobile famiglia <li Fermo che diede nel secolo X VI c.ipitani all"annata veneziana. Fra essi sono i·icordati Annibale, Bonifac-io, Ot1avia1to A . Luig·i Adan,i. Generale.. n. a T orino, m. a 11urazzano ( 1834-1913). Era figlio di Francesco G iuliano A., capitàno <.li fanteria nel 1849, caduto a .No,•a ra. Sottotenente d'arliglicr;a nel 1854, partecipò alle ca,mpagne del 1859 e del 1866, guadagnandosi a S . Martino la medaglia ~r n.rgento. Quindi fu insegnante nella souola complementare d'artiglieria e genio, e v icedirc!lore della Fonderia di Torino. Partecipò col grado di maggiore alla guerra del 1866; poi tornò alla. Fonderia d i Tori.no, <li cui <live1tne direttore nd 1883. Promosso Maggior Generale ( 1886) ebbe il comando territoriale di artiglieria a :\'a,poli.- e quello d' artigìieria. <!:1 campagna a Roma e nel 1889 fu nominato Ai utante di Campo Generale di S. M . Raggiuhse il gra<lo d i Tenente Cen tra le nel 1892, e coprì le cariche di ispettore d'art iglieria da campagna, bpettore delle costruzioni ,:li artiglieria cd i nfine quella d'ispettore generale dell'arma. Nel 1899 lasciò il servizio at1ivo. Fu anche deputato di Cuneo per le legislature XVI e XVII. Come scrittore mii., lasciò p ubblicazioni d'indole storica e tecnica, fra le quali r icorderemo: ,1 Sulla fabbricazione dei cerchi d'artiglieria o .(1873); « Cenni storici sulla fo11deria d'artiglieria d i Torino >, ( 1886); << Cenni storic; i sull' or<lir,amento dell' ariiglier ia italiana )l ( 1889ì ; « Sulla classificazione t, collau<lazione dei ferri e degl i acciai>>; e varii altri.

Vittorio Adami. Scrittore militare, colonnello degli a lpini, n. a Torino nel 1869. Uscì ne l 1838 col ·grado di sott()tenentc dalla Scuola 11-1ilitaTe d i :-fodena e percorse tutta la sua carriera militare negli a lpini raggiun gendovi il g:·ado d i colonnello nel febbJ·aio 191i: Primn. <lello scoppio della conflagrazione ouropca f,u per mo:ti a;111i membro della

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Commissione .per la delimitazione del confine italp-austriaco; ora (1925) è presidente della Delegn.zione italia.1a per la delimitazione <lei confine i talo- svizze1·0. Ha pubblicato moltissimi lavori (citca cinquanta) di caratte1·e prevalen(emente storico e militare. Lo spionaggio militare, il problema dei sottufficiali, la delimitazione dei confini di Stato nella legislazione internazionale ed i problemi che ne derivano, sono i soggetti d ei vri11cipali suoi scritti. ma l'opera p iù impor tante su~ è una « Storia documentata dei confini del regno d'Italia>) .

Adamo (Due.,. del Wiirte111berg). Tenente generale <lell'escrcito russo nel secolo XIX, autore di un'opera intitola ta : « La •battaglia di Ostrolenka combattuta nel maggio 18.31. Descritta su documenti originali da un testimonio ocula re». (:\ordhausen, 1842). Adamoli (Giulio) . Ingegnere, viaggin.tore, patJ·iotta. n. a Va rese nel 1840. 2\"el 1869 si arruo lò nei gran:i. ticri e 'Combatti: a San J\1artino e a Peschiera. Nel 1860 partecipò a lh spedizione di Sicilia e vi 1·aggiunse il grado di ca-pilano. Fu a-cl A,5promontc; ,prese paite alla gucna del 1866 con \'olontarii Garibaldini, d istinguendosi a Vezza; ind i si battè a Menta""· Viaggiò in America e in Asia, e, n1cnrre percorreva il Marocco, nel l876, fu eletto deputato di Gavira.te (legis lature dalla XII alla XIX). Fu sottosegretario all'Agricoltura indi agli Esteri. D isimpegnò missioni all'Estero Nel 1898 fu eletto Senatore. Fu Presidente della Commissione incaricata dello studio delle Ferrovie di accesso al Porto di Genova. P•ubbli,cò « da San :Mar tino a ìV(entana » e ai·ticoli sul!:,._ 1\i,w,·a A11tolog-ia, tra i quali u Una spe<lfaione militare in Asia centrale >). Nel 190i fu scelto a Delegato per l'Italia a lta Cassa del Debito h ,bblico Egizin.i,o Adams (Roberto). ;\i-çhi tetto e incisore i n rame, n . a Londra nel 1550, m . nel 1591, intendente delle fabbfr che della regina E lisa,belta, In una serie di incisioni. Dggi rnrissima, rappresentò gli scontri seguiti fra il naviglio inglese e. la celebre << Armada >> . A ,foms. Chimico americano. Propose alcuni esplosivi a base di nitrati <lì potassio, -con lievi tenori di acido picrico, che µor tano il suo nome; cd un composto che ebbe impiego quale aggressivo d i guerra e fu detto <' ,\rla msite >'· E' u11a sostanza irritante-stei·nutatoria usata in guerra <lagli Inglesi. Chimicamente: « Difenila, mina Cloroarsina) (V. Arsine) .

Adana (V. A11atolia). (Atù . A<lana Bathnae). Città cli 30.000 abitanti, capoluogo del vilajet omonimo corrispondente alla Cilicia •campestre o Sissuan degl( Armeni. una del le regioni piit fertili dell' Anatolia in grano, zucchero, cotone. ecc. E ' a 25 km. dal mare . S i


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serve del porlo di :'Ifcrsina., col qua le si collega mercè un tronco della ferrovia. transan a.tolica. Posta a sud delle e< Port e Cil'icic Jl (Gu lc;,; Bogaz), passo di 1000 metri <li altitudine che si apre fra il Bulgar Dag (mc• tri 3560) e l' Ala Dag (m. 2600), unica porta. dell'Anatolia verso la Siria e la ("ilicia, oggi attraversata da rotabile e dalla ferrovia transa.natolica, dccve da questa sua posizione alto interesse militare oltre che econom ico. Nel sec. XIX il possesso di A. fu vfra.mcnte disputato fra. il Sultano di Costantinopoli e il Pascià dell'Egitto: A . fu presa dalle I ruppe di Mch,'mct Alì nel )832 e restituita per trallato alla Turchia nel 18-t0.

rimediare :Hcdia.nlc scambi fra militari dello stesso reparto o mcdian1e cambio presso il magazzino d el corpo. E' vietato a l militare d i apportare agli oggetti di corredo etc ha in consegna. adattamenti o modificazioni che non siano stati preventivamente autorizzati. Gli c,<.l:lttamcnli ,f atti con alterazione della foggia sono da considerarsi ,·ero e proprio sciupio del corredo, e danno luogo a sanzioni pecuniarie e discip lin ari .

Adarga. Scudo o targa, ovale o cuòri forme, <l'origine moresca. Fu in uso particolarmeme nella Spagna, nei secoli XI\', X\", X\'l, E ra fotto in teramen te d i cuoio pieghevole. La forma O\':tle, non molto allungat,1 , aveva due rientranze, u na superiore cd una inferiore. In maggior pregio erano tenute Je adarghc di cuoio di v,1cca, dette da.gli spagnuoli cc vacaries ». Quelle non fatte di cuoio di vacca dicevansi « de ante J>, o «dan te» o « dargadantc >>. I n genere 111isurarnno circa 75 centim. di larghezza per 95 di a!te21.a.

n1a$sim3 nitidezza.

Adasa, Locali tà. della Siria, teatro di battaglia frJ. le truppe di Demetrio I re di S iria, comandate da Nicanore e le truppe di Giuda ),facca.bco (162 a. C.). :S:icanore fu ~-confitto e uc-ciso. Adaspiani. Ant. abitanti della regione montagnosa del Caucaso. Furono soUomessi d a Alessand ro il Grande .

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Adattamento (Amm.). 1\Iodificazione della linea di un abito costruito a. taglie, in modo che si adatti alla persona cui è destinato. Operazione questa. che viene esegu ita generalmente al giungere delle reclute ai rcggime111i. - Gli oggetti del corredo militare sono costruiti secondo ,·a rie m isure prestabilite, rispcttlvamen· te basate sulla. media di differenti s,·i!uppi scheletrici e muscolari degli uomini che giungono alle armi. Tali misure, <-hian,ate taglie, se generalmente rispondono allo scopo per cui vennero adottate, in molti casi particolari non sono perfettamente adatte alla persona. Donde, per questi casi. la opportunità dell'A. Tale operazione. che è e,·identemente di carattere eccez-ionale pcrch~ le taglie debbono rispondere - allo scopo per cu i vennero ist itu ite, viene fatta escgllirc previa a.utod.z zazionc del Relatore. e la ~pesa viene posta sul conto della gestione del corredo del reparto cui il militare appartiene . l.'adattamenlo, da affida rs i sempre a l capo operaio del corpo, deve farsi in modo che non resti alterata. la. foggia regol2mentare dell'oggetto, e perciò l'operazione dcirA. si limita a con-cggere i d ifetti di lunghezza e cli I~rghezz,a rispetto al militare che dev.: indossare l'oggetto stesso, nè può essere J'A. autorizzato prima che non sia stata accerta ta la possi·bililà d i

Adattamc11ta del ca1111orchialc (top.) . E' l'aggiustamento della distanza fra l'oculare e t'obbietti\'O del cannocchiale. in rclabiune a lla vista clcll'osservatore ed alla distanza. tra quest'ultimo e l'oggetto miralo, a. ciò che l'immagine dell'ogi,;etto stesso venga perc<-pi1a con la

a) adattamento alla i·i,ta: si ottiene muoven<lo l'ont!are sinchì: i fil i del micrometro si vedano ben di,;t inti (eseguire l'operaz,ionc rivolgendo il cannocchiale vcrs,J il c ielo). b) adattamento olla di.<la11za: ~i ottiene coffan·ic in arc od ;illontana re, si!llultanc:11nentc, ocu lare e micrometro, dall'obbiettivo, per modo che l'immagine dell'oggetto mirato ,·eng-.i a formarsi sul ,pia.no dt:I micrometro. E seguito i11 p recedenza J'atbtlamento a.Ila vist a, si ,·cdra.nno egualmente l>cn distinti fili dl'I m icrometro e l'immagine dell'oggetto.

Adatta111c11to di Opc,·e, d i Strade, v. a quc~te voti.

Adda. E' il maggiore afOuente del Po, ed ha, e più ebbe in passato. interesse militare. Nasce n elle /\ lp i R etiche ad un'altitudine <li circa 2000 metri da un pic· colo lag'J di \"al d'.\.lpisella, ad o,·cst del Colle di San Giacomo d1 Fraclc. G iunge alla Con ca di Jlormio ingrossato da parecchi torrenlrlli fra cui notc,•ole il Braulio. che raccoglie le acque dei Gioghi di S . :Mari.t e dello Stelvio. Qui entra nella Valtellina, tipica valle longitudiMlc, larga in med ia dai 2 ai 3 km., circoscritta a ~- dalla Catena. principale delle .\!pi Retiche ed a, S. dalle Aìpi Orobie, ent rambe elevate cJ impervie, che presentano pc1·ò qua e fa. sui ,·crsanti rivolti verso il :fiume, dei tcrr:i.zzi alluYiona li aventi qualche ,·alo!'C tattico. L'rl. clila~a a valle d i Morbegno in una zona acquitrinosa e com·oglia tutta,·ia ingent i quantità d i materiali. coi quali ha costitu ito, nei pressi di Coli,co, il Piano d i Colico cd il Pian di Spagna, e-ti ha iuterccttato la lacinia sar<'riorc del Lago di Como (Lago di è\lc;,;zola) •. \ T irano ricc,·e /;ulla su:i destra il Poschiav ino, clic ~ccndc dal Passo <li Bernina, M'Orrendo in una valle che appartiene quasi per intero, polit icamente, alla Svinera. X cl bacino superiore <lcll'A. .. va nno incluse anche la va lle del Liro o valle di S . Giacomo che ha. origine al Passo dello Spluga e la va!!e ddla. r.Jcra o Bregaglia che conduce a l l'asso .M aloja e che appartiene anche, p.trziahncntc, ndla sua parte sL1peri•,rc, alh. $,•izzcra. li Lago di Como raccoglie l'A . in una stretta che si ste10de J)<'r quasi 40 km. fra fa Ca· te na :'.\Iesolcin a ccl i contraffor ti sud occicicntali delle .'\!pi Orobi<', con µna. larghezza. ,·a.ria dai 2 ai 4 km. L'A . esce <la i Lago di Como a Lccro <' dopo c,;scrsi ancora alla rgata a for marr i laghetti di Pe,;carcnico, di Olginate e di Brivio. corre in piano 1x-r altri 100 chilometri, dirigendosi dapprima in dirc~ione Nord Sud fino a Lodi e poi in direzione di Est fino a llo


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sbocco ne l Po. che aniene a circa 10 km. ad occidente di Cremona. A Vaprio si stacca il Naviglio della ).fartesa r1n che scende di conserva con l' Adig..: fino a Cassano e poi si volge decisamente ad ovest in d irezione di ~lìlanc. congiungendo fluvialmentc questa città col lago di Como. T,e Alpi Re tirhc sono composte da una zona mediana cr istal lina, fasciata a nord cd a sud da zone essenzialmente calcaree, nelle quali sono incisi i solchi longitudinali esterno ed interno che a..compagnano il si~tcma a lpino in quasi tulio il suo sviluppo (,·. Alpi) determ inando delle linee longitudinali di comunicazio· ne nell' interno drlla massa alp ina. Il solco trasversale che dal Lago di Costariza, lungo il Reno, per' il Passo dello Spluga e la ,·alle di S. Giacomo giunge al L ago d i Como. costitui,rc Ja Yia più breve fra i due laghi e fornisce a ltrrsi un primo coll<lgan1cnto meridiano fr.t le a nzidette lince· longitudinali, le quali ~i possono co~l idcnt i fìcarc: l O Soko Engadina-Bregaglia. 2° Solco Reno Poslcriorc-Rodano. La 7.-0na cris ta llina mediana è costituita da allineament i di rilievi o duomi o<l e lissoid i, poggianti su un:i. base di epoca pi11 recente, composta. d i c.-ilcari comµatti, i quali hanno subito maggiormente l'azione ero-

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siva delle acque e si sono incisi µiù profond:uncnlc. I duomi pertanto hanno conservato forme imponenti eci .tltitudini e levate (il Bern ina tocca i 4050 metri) menlJ·e la pia tta forma o grondaia calcare che Ii circon<l,1, interpone fr,t duomo e duomo dei valirbi ele,·ati ma abhaslam:a agevoli, e fn allineamento cd allineamento (,, valli lon:,:itudinali, ampie e comodamente percorribili. Le operazioni militari trovcrJnno 1icrciò le ma3si111c lim itazioni sull'alto e cercheranno invece possibilit:ì di :nanon-a nelle grondaie e nei solchi principali. I valichi princip:1li cli questa zona sono: 1° :'.'<cl ~oleo della Ya ltellim: ad E. il Giogo dello Stelvio r<l il ,Giogo cl i S. ) •faria; a N . il P asso di Ofen ed il Passo d i Bernina; a S . i Passi di \ prka e del ).fortirolo. 2° ).cl solco Engadina-Brcgaglia: ad E. la port.1 d i Finstcnmmz o d i ~auders, 11ella quale l'Inn scorre verso est ; :i N . i P assi Scptimer. J ulicr, Albula, Fluela. a S. i Passi d i Ofcn e del Berninn; ad O. il Passo di )Ialoja. ,\ltraverso a questi valichi, pc11Corsi lutti d.1 buon.: rnmunicazio11i stradali (qualcuno aJ1che da ferrovia), si · :illacciano, in territorio nostro, il b:\cino dcli' 11 . con quello dell'.\ d ige e, oltre confine, si stabiliscono l" relazioni fra questi ed i bacini medio-europei. miliur-


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Romani: 2) rarallerin: 3) Fanteria lerge1·a: :,) Triari: 6) Pl'l.n<:ip, ; 7) .\ ,tat,; li!Sllhl"i: 8) ca,•aJIPrla: 9) Fantf'l"ifl.

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mcnlc importa.ntissimi. del Rodano, del Reno e del Dasu"- asprezza. rappresenta un ostacolo tli considerevole nubio (fon). Lungo il cor:;o monta110 <lcll'rl. sono pa:-valore. ticolarn'ente note,·oli, nel fondo ,·alle, le seguenti lo-· Il corso in pia.no dell'.1. per la qu::wtità delle acque calit;\: Bormio, centro delle comunicazioni che afOui· e la velocità della corrente. e per il dominio quasi coscono <lallo ~teh-io e dal Giogo di S. )Iaria; Tirano, stante della sponda destra sulla sinistra, potè costituire a cui fan capo le strndr del Poscb iavo, dcli' Aprica e buon osta-colo come linea d i difesa per gli eserciti che del ~lortirolo; In. regione di Colico. domi1uta dalle aveYano la loro linea naturale di ritirata verso occipiccole· alture del )lont~cchio <· di Fucntes; Chiavenden te (Francia e Casa rii Savoia). L e mutate condi· na, centro delle co,nunicazioni che scen<lono <l;tllo Spluzioni politich~ hanno tolto importanza militare anche ga e <lai )laloja e, nella stessa \"alle di S. Giacomo. a questo tratto del corso dell' ,1., il qua le potrebb~ tutla stretta di Rivµ. o di Vcrccja o di Mezzola, a s ud ta. via, nel tra l!o tra P izaighettone e lo sbocco nel l'o, della qual.: la valle è completamente ostruita dal Lago esercitare ancora una. funzione temporanea di coperdi )Jczz.ola. La grande strada rostruita dagli .\ustriaci tura p,, r ,·ispcllo a l Po, facilitando la manovra sulle fra il 1821 cd il 1825 attraverso lo Sldvio (m. 2iS0). due spcmde di eletto fiume. Ciò spiega pc-rchè Pizzighetche < la rotabile più ahl esistente in Europa, acrrcbtone al,bia conservato le sue opere fortificate fino a be sin1(olarmcnte il valore mii itare della lh1ea d'operano!I molti anni addietro. zioni del'"- i. a "amaggio <lell' Austria. la quale di cs.s1 l. Batta,rlfo sull'Adda. Comba.ttuta. nel 222 a. C. fr:1 intendeYa servirsi per ,~sicura1·c le · sue co1uunica/4ioni i Romani, in~icme con gli alleati Ccnomani. al comancon la Lombardi, cd inflt1enzare le operazioni S\'OI• do dei <"onsoli C. Fbminio e P. Furio, cd i Galli Ingenti~i nt:l!:i pianura lombardo-veneta. La nostra consubri, i quali ammontava no a SO m ila. I Romani si quista della Valle Vcnosta ha camb-iat<> la iunzione deltrovavano sulla rh·a sinistra: i Galli sulla destra. I lo Stelvio cd ha limitato assai anche il ,·alorc della re<"onsoli eseguiscono il passaggio del fiume schierando stante hnea dell'A. nei Jiguardì di 11n'offe11siva proc<'dent<' da nord attraverso le Alpi Centrali. in quanto- le loro legioni sulla riva destra, e lasciano sulla sinistra gli alleati dei quali non si fidav,mo soverchiamente. I quc•ta. eliminata la minaccia sul fianco rappresentata ~1alli non contra.stano il passaggio nè lo schieramento, dallo Stelvio, noa troverebbe ulteriore sfogo verso i,-ud che nelle due strette rappresentate <lai Lago di Como e muo,·ono all'attacco quando questo è avvenuto. 1'1a non resistono alle anni rom,Ule, e vanno in rotta, la(stri-tta di Bellano) lunga in complesso una trentina sciando sul terreno 8000 morti e 16 mila prigionieri: cli km .. e dalla Valcamonica, attraverw l'angusta gola RomaJ1i si impadroniscono inoltre del campo nemico. dell'.\prka, lunga non meno di 12 km. od il passo, anche meno agevole, del 1lortirolo. Le due strette sono separate dalla displuvialt! delle .\lpi Orobie che per la

Il. Battaglia sull' Jéàa, Combattuta nel 490 fra Teodorico re degli Ostrogoti. e Odoacre, il quale capita-

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nava Eruli. Rugi, Tu.reilingi. Il primo rimase ,·itt<.lriosp. r Odoacre. che era riuscito a sfuggire alla strag~ lasciando prrò su l ca:mpo il fiore delle sue mili.<ie, si rifugiò in l{:tvenna.

lII. Rattaglia sull'..JJda. Combaltuta il 25 febbraio 1323 fra 1larco e Luchino \·isront i. capitani di Galeazz.o \ i,;conti. con 6U00 fanti e 1000 cava lli, <: S imone Crivello e Francesco da Garbagnate. i quali avevau0

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Tlauoglia Sllll'Mlda (222 a. C.)

pas,ato il fiume pres,m 1 rezzo. e facevan0 parte della lega contro i Visconti. 1 due avver sari dei Visconti furono battuti; caduti p rigionieri nelle mani di Marco, questi li uccise di propria mano

I\". ?\el 143i, al ipasso dell'A ., il Piccinina. comanclando i ,m ilanesi, inflisse una dura sconfitta a/ veneziani. i quali prrd~tlcro ,'lO00 11. fra prigiouieri e mor!i. \'. :s;eJ 1705. gli I mperiali, con{Ìotti dal principe Eul(Cnio. si avviarono a Conces~ per tentarvi il passaggio dell' .~ .. la linea del quale era guardata dai francesi tli Venclome. l i principe disponeva di 11 ba1·d1c soltanto, e la -rorrcn!c rra talmente forte che non permetteva la collocazione dei cavalletti. ":\'('I frattempo, il Vcndomc anl-rlito della mossa an·ersaria. accorreva con quante truppe poteva raccogliere, port~ndosi a Cassano, nel n1cntrç s ulla destra dell'd. d isseminava a ltri corpi, pronti a raccogliersi fa dove Eugenio av rebbe 1c11lalo il passa~io. 11 principe allora abbandonò il tentativo pre,so Con~c;;a. e si diresse di fronte a Villa Paradiso, presso Co111a11,, dove i francesi ave,·ano un solo battaglione. Piazzati alcuni cannon i per battere la V illa, e obbligare il battaglione framesc a ritirarsi, il principe fece gettar<.' il ponte. ciò che richiese tutto il porr.eri~io ( del 14 agosto) e parte della notte successiva. i\ppc,ia pronto, truppe imperiali lo varcarono. e crearono una testa. cli ponte sulla riva destra; ma i fran cesi intanto avevano il tempo di concentra rs i e lo stesso \ 'end;Jme giunse ,ul posto con vari reggimenti di cavalleria. Eugenio allora lasciò incarico al suo generale Stille cli sgombrare nella notte la testa di ponte, di disfare questo, ù i raµgiun.gerc il grosso imperia le, che intanto si concentrava a Brembate, preparandosi così la battaglia òi Cafsa110 (,·.).

YI. ):cl li96, sulle rh•e dell'.1. si combaltè tra aust riaci e francesi (V. Lodr). Adda. Cannonie ra, in legno. proveniente dalla iVhrina sarda, in ser viz.io nella flottiglia del lago di Garda. radiata nel 1S67 : potenza 55 ca mlii.

.tdda. Cisterna per acqua, varata nel 1913, in ser,·it. io dal 1914 : tonnellate 120 d i portata e 280,6 di d i~1o~amento, vcl. 8,66 nodi. potenza 165 cavalli.

Addebito (.-1 mm.). E' conscgucnzl di un dt-bito. Termine usato per esprinwrc la conscgucn~1 economica di una responsabilità anuninistrativa. Si ripercuote d irettamente sugli assegn i che sono dovuti a chi vi è stato assoggettato, e pub essere tota!(• " parziale, a seconda che ,·ada ad c~tinguere in tulio o in partl' il <lanno risentito dallo Stato in conse~ucnza rii quella responsab iliti,. Si fanno ·.ti. anche pe r ricuperare somme percepite in più sotto forma di assegni. indennità o compctenz<' o dovute JJCr tasse erroneamente non \'ersate. Tali addebiti do\'rcbbero colpire l'assegno dell'interessato f ino all.i sua conccrrenza. 1wrchè chi ha p~rcepito imlebitamen te ~ tenuto ad effettuare ~ubito, o nel p iù brc,·e tempo poq~ibile. la restituzione. Può tuttavia consentirsi, tenuto conto delle speciali condizioni economiche del debitore, il ,·ersamcnto rateale, che in ogni caso 11011 sarà mai inferiore ad un quinto dello s tipendio ot! assegno normale. li dubito segue l'individuo anche nei passaggi ad a ltre an1111irtislra1,ioni e per questo sono fatte le necessarie comunicazioni. (Pci debiti che gli ufficiali impiegati e 1!1arescialli possono contrarre e pei dèbiti di coloro che cessano dal servizio, v . Drb-iti). Allorquando un A. ~ conseguenza d i una responsahilità ammini.strativa, può il }linistcro. nello stabilire prima del giudizio della Corte dei C'onti, l'l'ntità del danno, ridurne la m.isura, lenendo conto di speciali circostanze o del ,-a lorc che i materiali avevano a ll'ittto della perdita. Se tale detcrmina1.io11e pres:i. in via ~mministratirn \'iene accettata dal responsabile, egli sar:, subito a,;wggettato alle rclath·c ritenute, salvo il giudizio definitivo della Corte dei Conti, che. ndl'adot1a re la decis ione definitiva, terrà n el dovuto conto quanto fu corwcnuto fra l'amministrazione interess:i.ta e il re3ponsabilc. Chi riceve la notificazione di un .4 ., conseguenza di una respons.1.bil ità amministrativa. potri ,.ollcvarc le eccezioni che crede nel J'l'Oprio in tcrc$~e, presentando le a ll'Autor ità che gli ha far to' 13 notifirn· zione. conseguendone la sospensione delle ritenute. Tale sospensione invece non potrà farsi se l'addebito ' conseguente da assc!Jni percepiti in più. Chi t• stato assoggettalo ad addebito pe r fatto <li negligenza altl'ui, pu~ su questo valersi. s~nza però l'inge renza dell'amministrazione. ( \ ·. Ri.•<i/,,11). Gli acide-biti della trupp:i Yanno distinti pt-r dchiti verso lo Stato e verso la cassa. Sono debiti ,·cr~o lo !:ìt.ito que lli per sciupio Jel corredo e di materia li d i casermaggio; sono verso la cassa quell i per aswgni erroneamente percepiti. Gli addebiti per sciupio del corredo gono ordir.ali dal ,ornando di reparto, tcnenrlo con to della mi nor durata d i -ciascun oggetto. La so:1,ma addebitata va annotata nel Giornale di Contabiliù sul q:ialc \'iene preso nota dei versamenti cinqu inali. pari alla r>wt,i del soldo. La somma complessiva ,·a dc-


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dotta sul foglin paga in d iminuzione del dovu to alla tr~ppa. Gli addebiti per sciupio o smarrimento di materiale d i cascr:11agg io, sono comu nicati a l rep:trto dalfUfficio Comando; il Comandante di compagnia individu~ i rcspo11sahili e li sottopone a riten ul,t. And1c c;uestc ritenute ,·anno diminuite come Wpra è detto. Gli addebiti wr~o la cassa per assegni percep iti in p iù, vengono romunicati all'l"fficio Amministrazione. Que~ti non yanno in diminuzione sul foglio paga, ma sonn è imostrati a parte nel con to gcstiont mensile dc-I reparto per e.<,.,ere Yersati in Te~oreria. a cura dcffl"fficio Amministrnzionc J?Cr pareggiare le part ile del fond1 , scorta.

Addeby. Località dello Jutland, don· nel 10-1-1, .\lagno, re di X orvegia e Danimarc:1.) sconfisse g11 !;)a /Ì che avevano invaso il paese. Addeoinare. An i. voce: pisana, pn· significare la divisione dei balc.stri~ri in ckcinc. Addestramento. E ' ramo importantissimo dcllt{ preparazione milita.re. ~lira a <"onferirc al soldato la mas~ima rrsistcnza a lle fatiche. l'agilità fisica, l':ttti tudine a sopportare i disagi, l'abilità ncll'ònpicgo delle proprie arm i, il colpo d'occhio pronto e sicuro per utilizzare il terreno. l'altitudine a manttnersi sempre e 1.-erfcttamcn1c nella mano dt'i capi. E~so porta ef-ficace contributo anchc all'educazione mentale. perchè fa\'Ori~ce direttamente lo sviluppo degli organi dove ha sede l'intclligem13, infonde r,ducia in sè e nelle proprie forze, cont.rihnisce allo sviluppo dell'energia morale, confer isce ard imènlo nell'affron ta re i pericoli, rende il so!dato capace di conscn•arsi calmo mantenendo sempre , ivo lo spirito :iggressivo. Sono mezzi d i A . gli cser· cizi fisici in genere, la ginn:istica, la scherma, l'equitazione, il nuoto, la \'Oga, lo ski, il cicli.smo. la corsa, la marcia e tutte le istruzioni che mirano allo !ffiluppo delle facoltà fisiche ed intellettuali. L'A . concorre anche, un itamente all'e<lucazione militare. a :sviluppare in ciascun individuo. lo spirito militare, il sentimento della disciplina r del ,cameratismo, l' abitudine dell'ordine . .Base delLl. è l'istruzione individuale, come quclh che dà la prima impronta milita.re al cittadino chiamato alle armi: « Soltanto con soldati indiddualmente bene addestrati si può o!lcne rc an11onia di atti I.! intcn· s ità di sfoni nell'azione collettiva l> . A . elci Cani, elc i Cm•alli. delle Rimo11tc, v. alle dette \'OCÌ.

l1ddestra111ento lattico. - L'addcslranwnto tal! i~o si propone di abilitare: I) i ~ingoli indi,·idui a bene impiegare le proprie armi a vantab,gio dell'azione collettiva (adclcstramtnto imli,·iduale): 2) ; ,·ari reparti e le d iverse ,um i ad armoniz?arc il loro sforzo per raggiungere lo scopo comunl': bai/ere il 11c111ico (addcstramrn• to collettivo); 3) i quadri a bene impiegare i rispettivi reparti. in armonica corn:omitanza coi reparti contigui e colle alt,·t.! armi (addestramen to dei quadri). L 'addestramento indiviùualc è in gran parte comune a tutte le armi, poichè vi sono armi comuni a tlttt i i soldati, qualunque sia J' Arma alla quale appartengo· no: quelle infatt: che costituiscono l'arman1cnto dclh fante ria sono a nd ,e, in varia misuxa. in dotazione a tutte le anni. Così anche è comune a tutte le .\rmi la

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parte dclJ' istruzione militare che conferis<:c al cittadino le attitudini morali, fisiche e tecniche in genere, Jndispcn.sabili per farne un efficiente elemento costitutivo di qualsiasi reparto. L·:iddestramento indivi<luale com• prende l'istruzio11c senz'armi (posizioni, modmcnti, c~crci:ti); l'islrnzio11e co1' le ar,m (posizioni, mo\·imenti); l'add('stramrnt o tecnico con fo armi (descrizioni, nomenclatura, impiego tecnico); J'addcstra111c11to al combat-· time11to, a l ser~•izio di pattuglia e d'osscri•azio,w; l'addestra111c11to a/J.'imp-icgo dei mc~zi di seg11a!acio11c e di t.-as111issio111•; l'addestramento alla stin1a delle 1listrmzc: all'i111Piego degli attrez~i icggai e pesa11ti da :;appator,

, quello relati\'O alla difesa indfri(lua.!c contro lossici.

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L'addestramento colldtivo r iguarda prima ogni arma. e pni le Yaric armi che debbono tutte agire con azione concomitante. Pt•r la fanteria, s'inizia con l'addcstrnmcnto d i squadra e. a mano a mano, prorede con l'ac!d<'stramcnto di plotone, di compagnia e di battaglione, ecc. E' opera complessa che richiede tempo e mezzi disponibili (campi d'istruzione perm:inenti) tanto più oggigiorno p oichè la fan tcria ha ora clementi essenzialmente di fuoco (mitr::igliatrici. cannoncini, obici leggeri, ecc.), ed clementi essenzialmente d i n1ovimento (fucilieri): si tratta, e di far manona.re i fucilieri in una zona bene e3plorata e con collegamenti efficienti - scmpr~ sotto l'appoggio permanente delle mitragliatrici, dei cannoncini ccc.. e d'cffottuarc improvvisi e poten ti concentramenti di fuoco sugli obbictti,·i più importanti. Per J'artiglicrja, si tratta d i addestrare batterie o gruppi, ccc., a prendere posta~onc, a preparare i pezzi ed i dati di tiro e ad eseguire il fuoco; di addestra re le pattuglie ad osservare e riferire sui varii bersagli da ba.ttcn:. sulle correzioni di tiro, e<:c. Per la cavall&ria, ad esplora re, riferire, ad impiegare rapidamente le propr ie mitragliatrici per controbattere il fuoro nemico, e poi a caricare, o ad appiedare combattendo come fanteria, a rimontare ccleremente in sella per portarsi rapidam~nte altrove e ricom inciare l'attacco, ecc. Per il genio. a stendere collegamenti, a gittare ponti, a rafionarc il terreno, ad impieg~rc i v:iri mezzi tecnici di cui è pro\'visto, ccc. Per l'av iazione, a pilotare apparecchi, acl ossen·arc terreno, truppe, ecc .. e poi :i manovrare in ~']uadriglic, o storm i, ccc., con -::oncctti tal!ici di comhattimcnto aereo. <li bom5arda:11cnto, TiCO,b~1izionc·, oii;srrva7.,ione, ecc.

Le varie arnti rosi singolarmente addestrate, debbono poi 111:monare in,ieme per aiutar~i recip rocamente nello srnpo cr,munc: infi,iggr.re al nemico le maggiori perdite prr disorganizzar/o; i11srx11irlo senza dargli treg11a prr impedire che si riordini; occupare i cc,itri pri11cipali di ~ifomi111rnto; separarlo dalle sue com11nicazio11i, cioè dai suoi cc,.tri di <Jita.

L'arma rhe col suo mo,·inlento segna l'esito del com· ba ttimrnto, è la fante.r ia : si vince quando essa nvanza; s i perde quando essa rctroe!.'de: pertanto, l'addestr:irnento collcttil-o relativo ad ogni arma, 8i deve orien • t:irc secondo ii seguente criterio: impiegarr. t11tti i pro• f,•i 111<'~,:,i prr snpraJJarc il •11,:n,fr:o con acion!' coordi11ata ro11 le altre armi. t·d essn1,:,ia/;11c11tc ro,r la fa11teria, re11dc11tlo .;icuri i .moì 11,o-;_•imcnti ed aprendole la via nell'attacco e nel contrai tacco. ed agc-;;olr111donc la rcsi.<rc11-::11 11clfo tlifc11si.1a,


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L'a<l<lcstraniento dei quadri è svill! ppato mediante e· sercita.tioni con la truppa, ma novre coi quadri (v. Ma• 11,n•re), conferenze e lavori scritti. Poichi· gli eserciti odierni si mobilitano con un gran numero di ufficiali in coug~do, occorre oggigiorno Cl!rarc in mo<lo particolare l'a<ldcstra.mento di questi ufficiali. In Frand1, ad esempio, in ogni corpo d'armata. esistono Scuoi,, per 1t/ficiali di comp/r111e11to. Da tempo alcuni illllminati innovatori, propugnano gillstamentc l'istituzione di corsi <li C('lltura milit:1re. presso le scuole superiori ~ le l;niver~iù eh-ili.

Addestramento al tiro. - Ha lo scopo di addestrare a servii i,i tccnicamentti delle varie armi da fuoco, in modo da ottenere da esse il massimo rendimento. Incomincia con la pmtica Jdle armi, intesa a far conoscere le arn1i dal pun to <li vista meccanico: prosegue con 1., scuola di puntainento, e pet' l'art iglieria anche con la pratica nell'impiego degli istrumenti di tiro, cd è poi completalo con le esercitazioni di tiro. Per le armi portatili (mitragliatrici, fucili, cannon· c in i, ecc.), dopo la pratica d':umi e dopo inizia ta In scuola di punta.mento. si eseguono lezioni di tiro ind ividuale con difficoltà a mano a mano crescenti, tendenti ad OLtencre ottimi tiratori. Per le artiglierie di terra e di ma re, si eseguono t iri d i pezzi, d i batterie, r di gru ppo (scuole di tiro) . La fanteria completa il suo addestramento al tiro, con tiri tallici. che mirano a perfezionare la capacit:1 tattica d egli ufficiali e della trup pa, abituandoli ad impiegar e ed a d iscip li nare il fuoco in armonia con il movimento. con tutte le possibili caratteristiche di guerra. L'artiglieria anch'essa completa il suo ad<lestramcnto a l t irn, con tiri tattici, eseguiti p:radualmente per gruppo, per reggimento, e per raggruppamento (due o più gruppi in,ieme). Questi tiri devono, come quelli delh fanteria, a,·ere tutte le possibili caratteristiche di gucr· ra, per quanto concerne: l'inquadramento tattico dei tiri, la organiu:a.z ionc dei bersagli; lo schieramento; la organizzazione in genere, e la difeAA vicina ed antiaerea delle batterie; l'impianto e il funzionamento di pos ti di coma.ndo, osservatori ' e collegamenti ; la diramazione degli ordini; il funzionamento dei servizi ; la 1,rcparazione e la esecuzione dei tiri. L'addestramento al tiro è tra i p iù impottant~ poichè il fuoco oggigiorno ha, sul campo cl i battaglia, un ~randissimo valore: i· il fuoco infatti cbe rende possibile il movimento il quale decide della vittoria. Tate' addestramento, per essere efficace, richiede per le trup· pc ,di terra, numeros i e adatti poligoni di tiro.

Adàestra111e11to (Ma,-ina) . I tre aspetti sotto i qua• li una nave esplica la propria efficienza sono: rapidi:à e precisione di tiro col cannone e nel lancio dei siluri. velocità, resistenza alle offese nemiche. Ognum. di queste qualità. è ottenuta. mediante diuturno assidu o lavoro di r,ddestmmento sulle varie categorie di persona le . JI persoua!e , ~nnonierc· viene ogni giorno esercitato al tiro a bersaglio me-cl i:u1le congegni speciali interni della na v~ d.< <Jbbligaiw a<l eseguire con i cannoni e con gh impianti tutte le m1novre del tiro vero, e permet• toi.o in u~al tempo di vedère e controllare con sempl;ri dispositivi la cura me&sa dai ptmtatori nel $C· guir,;: e colpire il segno. Fra questo .tiro di esercizio ,; quello vero di guerra, esiste un esercizio intermedio che

si , lii.una : « tiro ridotto» i11 cui il fl!OCo viene eseguito mediante s:1eciali cannoncini del calibro <la 25 millimetri clte si introducono nell'anima dei pezzi e con i quali si esegue il fuoco contro bersagli rimorchiati a distanza di 2000 metri circa ddla 1~avc. Ai caru1oni di grosso calibro (305, 381, ..\06) vengono collegati, con sistemi rigidi a par:11lelogramma, dei cannoni da 76 mm. Si c;q;uc la punteria a tl1stan&a con i cannoni delle torri come nel combattimcmo, si fann,l defilare i bcrsa,gli opportuna.mtnte r imorchiati a dist:111za da 6-7 mila metri dalla naxe, la quale è anche essa in moto, e s: es..gue il tiro con i 76, ripetendo tutte le possibili fasi del combattimento. Si f:-tnno infine tiri normali <l carica ridotta (due k rzi dd vero), o a piena carica, conl.J·o bcrsa~li approntali con vecchi scafi di navi radiate. Le esercituioni s\·oltc nella maniera detta sopra, oltre a rappresenta re un gmdualc crescendo, danno il modo d i addestrare il personale econom icamente, potendosi fase il tiro simulato e controllato tutti i giorni, il tiro da. 25 o da 76 parecchie volte in un mese, e il tiro a carica normale soltanto 5 o 6 volte in un armo. n siluro non si presta ugualmente bene, come il cannone, alle esercitazioni in scala ridotta. l'er addestrarsi al lancio bisogm1 lauciari- effettivamente, cd è que 1!u che fannn le varie uniti il più sovente possibile compatibilmente con le altre esercitazioni. Per difendersi infine dalle offese, e imparare a mettervi ripa ro quando la mtvc è ,colpita, s i addestra il personale periodicamente agli esercizi d i incen<lio, ,;; allagamento dei locali per controbilanciare il peso pro,·ocato d,111' inrnsione dell' aC']ua attr:l\'erso ipotetiche:

falle, ccc. Un apposito orario stabilisce in quali giorn i della settimana debbono farsi gli c-sercizi g('Jlerali di combattimento, quelli marinareschi, quelli della forza -da sbarco (os:sia <lei <lra,µpel li 'C'lie d evono sbarca re per operazioni da compiersi sulla spiaggia) quelli di incendio, di allagamento, ecc. Una volta all'anno tulle :e navi armate entrano in competizioni con le gare annua li di tiro, d i lancio e di velocità. Le navi che raggiungono i migliori r isultati vengono premiate con coppe, gli ufficiali che SO\'raintendono ai ,·ari sen·izi mediante doni o decorazioni, il personale di bassa forza delle unità vincitrici è ricompensato con danaro. Con l'addestramento si cerca d i ripetere naturalmente. nella maniera più fedele possibile, tutti i probabili casi di guerra. (; li individui vengono esercitati dapprima singolarmente e i>Oi nelle operazioni <li insieme ancbe per i scrvi:<i ac<;Css:.>ri ( ma però sempre molto impo1 tanti) quali il rifornimento munizioni, i segnali ottici e radiotelegrafici, il servizio di scoperta con proiettori, il trasporto <lei feriti, ecc. L e esercitazioni culminano poi con le grandi manovre navali che si svolgono ogi1i anno dopo le gare di tiro e lancio. A bordo della nave, il cannoniere, il s ilurista, il ' uochista, l'elet tricista, non sono che piccole rotelle di un poderoso e complesso meccanismo che funzionerebbe male o addirittura si fennerebbe se una sola di queste rotelle venisse a mancare. Tut ti i scn-izi sono stret ta.mente concatenati ed è per questo che l'aidclestramento Slllla nave <la guerra è di capita.le i.mpona111~1..


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Addetti ( .\iilitarr). Sono ufficiali di grado normalmente n on infcriorn a quello di capitano e non superior<: a quello di colonnello, destinati presso le rappresentanze diplomatiche all'estero, con lo scopo precipuo di seguire da vicino le trasformazioni ed i progressi relati,·i all'armamento c<l all'ordinamento delle ist.itu.tioni militar i dello S calo in cui risiedono. L'Italia 11e ha 14, WlO presso ciascuna delle Amhasciate di Parig i, Bruxelles, Londra. Berlino, Vienna. J.fadrid, Costanti• n opoli, Pragn, Jklgrado, Tokio e \.VashiJ1gto11 ed uno presso ciascun:i. delle Legazioni di Berna, Sofia e Bukarest. G li A . AL. dipendono direttamente da.Ilo S. }1. G. e con esso solo banno corrisponden za. d'ufiìcio. Sono cl)l11presi fra gli ufficiali fuori quadro. Addiaccio (o 1:Jirnrrn). Truppe che sosta.no in campagna. a c iclo scoperto. pronte a combattere o a muO\'cre al primo crnno, diconsi all'addiaccio. E sse si trovano alla mano. raccolte ed anche in oroine di con,battimcnto; si ha Jibenil di scelta drl terreno che fa-vorisca la sicurezza, l'azione tattica, l'incolonnamento e la àislocazionc delle truppe quando r iprrndono la marcia o arrirnno; è facilitato il celere funzionamen to dei scr vi1.i, e il mantenimento dell'ordine e della disciplina. E questi sono i vantaggi. Coll'A ., gli uom ini, quadrupedi e materia li soffrono degli effetti delle intemperie cui sono esposti; il riposo non è riparatore e facili sono le malattie per gli uomini, i quadru pedi deperiscono, i ma ter ia li s i deteriorano; si ha maggiore difficoltà a Yaler:si <lcllc risorse locali, a conservare v iveri e foraggi; i fuochi e i lumi rivelano la dislocaiione del rep,ino, e, come p uò darsi anche, la sua entiù. Questi gli inconvenienti, piu :iccemuati e a lle volte pregiud izievoli du rante la cattiva stagione e in periodi di intemperie, lievi durante la s tagion e estiva. l.c norme per gli accampamenti valgono per la cavalleria che si pone al l'.4 . Gli squadroni s i dispongono come è, imposto dal terreno e dalld. si· tuazione; di regola. i ca,•alli di ciascuna riga di p lotone sono disposti agli anelli e formano un circolo; eccezionalmente ,ono disposti in filari. Bardature. selle ed armi sono sistemate a 15-20 passi d ietro i cava.Bi. Gli uomini piu indietro, all',1., riuniti per plotone; quindi ven r:ono gli ufficiali e per ultimo il carreggio. An-

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che alle altre a.r:mi può occon erc di porsi a ll'ad·liaccio per far riposare le truppe sul terreno d i combattimento, per averle rìunite in vicinanza. <lei nemico, per farle arrivare in tempo sul campo <li battaglia. Allora, la scel ta del luogo e la. disposizione <lelle truppe sono subordina.te alle esigenze di pronto sp iegamento (qualora le truppe non bivacchino già spiegate) e di facile rip resa d ella rmarcia. Gli uomin~ per riparti. convcnienlt'meutc intervollati e distanziati, riposa no a terra con le armi a portata di mano; i quadrupt'<!i in circolo; le vetture di artiglier ia. e carreggio, col carico completo. sono disposti in modo di poter prontamente nrnoverr. G li addiacci dell'artiglieria sono coperti da quelli di fanteria. Gli abitali conviene sfrllll,1rli anche per una. ~ola parte della truppa, tenendo conto delle esigenze tattiche e disciplinari. Per truppe all'addiaccio i servizi funzionano co11 no rme analogi1e a quelle stabilite per truppe accampate o .iccantonatc; è- però intu itiva la specia le i111portan.ta. che assume, ad esempio, il servizio di ,•cttovagli:unenlo nei riguardi d i truppe che trovansi esposte a disagi particolarmente gravi e che .sostano per poclic ore, talvolta. fra. un combat1.imcnto e l'altro. Comandi cd organ i d i cornllJ issariato devono quindi spiegare la. massima cura. affinchè tale servizio per le truppe all'add iaccio sia assicurato con tutta. prontezza e pre<:isionc e perch~, ad integrare la normale razione <li v iver i e pane. esse riccrnno opportune distribuzioni di generi di conforto.

Addis Abebà (o Aba/Ja - nuovo fiore). Capila.le dell'Etiopia, sorta nel secolo XIX, sollo il regno di Menclik. E' centro stradale importante dello Scioa meridiona le e ad essa fa capo la ferrovia di Gibuti, che la. collega al mare. Ila circa 10.000 abitanti quando vi ,. la corte, ma si fa deS1;rta. quando essa manca. Trnttato di A . A . ( 1896). R iconduce l'E ritrea nei confini del tra11a10 di Uccialli ( l 889).

Addiscombe. Località. della contea d i Surrey nella. Gran Bretagna. Vi esistette per lungo tempo una scuola militare, la quale dapp rima ser vi a preparare u ffiriali del genio e dell"artiglieria per la Compagnia del-

Addiaccio


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le I ndie, e, <lopo l'abolizione di questa, per l'eserc ito inglese. Tale scuola m ii. cessò di esistere nel 1861.

Additi. Soldati <;<>prannumerari romani, sul tipo degli accensi. Gli A . ne1;li ult imi tempi dell'impero prc· stavano servizio alle macchine balistiche. Erano armati alla leggera, di fionda. o semplicemente addetti al se,·. vizio delle macchine da guerra. Compaiono solo nel IH secolo. Addominali. (Chir. mii.). Vennero così in<li.:ati du rante la guerra mon<liale i feriti all'addome. QueMi presentarono lesion i ancor più gravi di quelle osservate nelle guerre precedent i a causa del !urgo impiego d i armi da fuoco aventi una cospicua azione vu lnerante: grossi proietti esplodenti (artiglirrie di tutli i calibri, bombe di ogni foggia e grandezza, lanciate con la mano, c,11t lanciahombe e bombarde, lanciate d all'alto dei velivoli), mitragliatr ici in numero inverosimile, costituenti i cosiddetli 11idi, donde frequenti le ìerite multiple sullo stesso individuo (ferite ad alveare), pallottole dumd u mizzate, pàllottole rovesciate nel bosso lo (1'ufficr, A· lcssandri) e perfino YCrc e p roprie pallottole esplosive,

o F"er,Fà 6n/erlore

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JJ0.1/tr/ore

usate barbaramente <lai nemi<'o ( Ferra.rin i, :Monti, G ironi). !\ggiungasi ,:hc, a,·endo assunto il conniuo il carattere di guerra di po~izione, erano tutt'altro che rari i colpi ùi fucili a hr~l'C <listan:m, e per conseguen za »i osservavano spe$..SO lesioni gravissime con fenomeni di scoppio di organi interni. Frequenti infine erano pur:: i colpi di r;mba]7,0 nei quali la pallottola, perduta la sua posizione bal ist ica, colpisce eventualmente d i lato e per lo piì1 anche deformata, donde lesioni sempre più o meno ampie, lacero-contuse e. qud ch'è peggio, inquinate da. un:i. ricca nora batterica. T.e ferite addom inali <.l i guerra, e propriamen te quel le p rodotte dalle amni <.la fuoco, presentano d i solito cospicue ksioni degli organi contenuti nell'addome (or· gani cavi ccl organi />art 11chi111al1), e talvolta si associano pure a lesioni rachi-mid ollari e toraciche (lerite loraco-ad<lominali), risultando lesioni complesse le quali, come si comprenderà di leggieri. rendono la prognosi sempre più grave. l."n fatto degno di rilic,'o. con· troll:i.to a.Ila biopsia operatoria ne ll'ultima gucn-a, è la <:ventualità di ferite « trasfosse », cioè attraversami da parte a parte l'addome e quindi la cavità peritoneale,

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senza lesione degli organi conlc nu ti in essa; però tali casi sono tutt'altro che frequent i e quindi r imane pur sempre, quale carattere generale delle ferite belliche addominali. penetranti in cavità, la concomitante lesione d i or gani interni, dei quali, tenuto con to dei loro rapporti topografici, sono colpiti d iversi dallo stesso proietto. donde frequenti le lesioni pluriviscerali. Infine s i possono avere ferite interessanti le sole pareti addomina!i, e mer ita.no speciale menzione i tragitti « paradoss,ili » o «contornanti» , nei quali il proietto seE,'Ue una linea curva. come accade,·a non di rado colle antichb pallottole sferiche dei vecchi fucili, le quali erano facilmente deviate da pareti muscolari tese o da robuste fasce aponeurotiche; in ta li ferite il tramite virtua le. indicato dalla linea retta che riw1isca i due orifici cutanei, può far pensare erroneamente ad una lesione pt.netrante in cavità. Tra le ferite viscerali sono gravissime quelle dcll" intestino, p rincipalmente per il suo contenuto .settico. Le lesioni anatomiche sono spesso multiple e consistono in ferite tangen ziali, perfora.<ioui, ferite con fenomeni , li scoppio e perfino sez ioni 'complete. Le grn· vissimc lesioni intestinali suddette possono essere prodotte non solo da grosse schegge di proietti esplodenti. ma ancora dalla. minuscola. pallottola camicia.la, quando colp i~ca nella cosiddetta « zon:i. esplosiva», cioè in quella delle brevi distanze, l'intestino ripieno di sostanze liquide o molli. Lesioni gravi si possono avere altresì ne i colp i di rimbalzo. Similmente lo stomaco può esser se<le di gra" i lesion i, che culminano nello scoppio dell'organo. T.o stesso dicasi della. "escica urinaria. Nelle lesioni degli organi parenchimali (fegato, mil;m. ccc.) il maggior pericolo sta principalmente nel!:, concomitante emorragia. più o meno grave. >,clic fe· rite epatiche gli orifici. scolpiti dalla pallottola mmiciata, presentano fessu re raggiate più o meno e.ste ,,;- ;: profonde, spec ie l'ori!ìcio di entrata. Ne lla 1.0na espio• siva si producono tramiti enorm~ con fessure estesissime, fino ad a versi un vero e proprio scoppio dell'organo. Lr schegge d i granala e d i ,bomba, a seconda ,!ella loro forma e grandezza, determinano lesion i varie ed atipiche. le quali culminano nell'asportazione ùi una parte più o meno estesa del fegato; ciò può osservarsi ancora nelle ferite prodotte da pallottole di fucile. Le ferite della mil1-a p resentano caratteri identici a quelli delle lesioni epatiche; si accompagnano di solito a gravissima emorragia. Le lesioni dei reni, 'l causa dcll:1 maggior consistenza del parenchima d i tali org.u1i, sono in gcnrrn!e più limitate, rispetto a. quelle epatiche e spleniche; s i possono però osservare anche vere e ;>roprie lesioni con fenomeni esplosivi. )tell'ultima guerra furono osservate ferite gravissime prodotte da grosse scheg,:;c d i grana ta, cd associate a lesioni 1>luriviscerali, nonchè ad ampio squarcio della parete addominale con fuoruscita d i an5c intestin'.lli. lese in v:trii pun ti. Gii A . p resentano <li solito sintomi generali gravi, dovnti allo « skock » cd alla eventuale emoraggia. cavitaria. A volte si ha sin da principio vomito, il quaie. insir.mc col singhiozzo, assume una particolare import:tnza diagnostica in secondo tempo. quale segno di flogosi peritoneale. .\ltri sintomi sono: dolore sponta-


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neo con esacerbazione ad ogni movimento del ferito; contrattura della parete anteriore dell'addome, cbc a volte presenta ,iddirit tura una durezza lignea, donde il no· me di « ventre d e bois » ; ottusità mobile n elle parli declivi dell'addome, ecc. Riguardo al -dolore cd alla conI rattilra a<ldòminale, è degno d i rilievo il fatto che tali sintomi, pur avendo la loro importanza nel quadro cl-inico generale, sono ben lungi dall'essere patognomonici d i ferita penetr an te in cavità poritoneale, poichè pos·sono osservarsi and1c in quel le ferite parietali, nelle quali il proietto passi in immediata vicinanza della s ierosa, nonchè in lesioni del segmento dorsale della ra· chiclc con interessamento di radici nervose, cd i nfine nelle lesioni basse del torace, penetranti od anche semplicemente parieta li (sindrome pseudo-peritoneale). Però in questi casi, d istinti dal Duplay col nome di « falsi addominali )), la contrattura è <l'ordinar io meno a ccentuata e non raggiunge mai il grado di « ven tre ligneo)). S i hanno poi i sin tomi propr i dell'organo leso: gastro1·ragia.: eventuale emissiònc di ·sostanze alimentari attraverso la ferita par ietale, nelle lesioni dello stomaco; pneumoperi toneo : eventuale fuoruscita di contenuto en-

Tt'rnt.to cl i intestino tonne rcse.cato con 6 lunghe rerltc (Da Giannettas1.o ì

terico attraverso gli orifici cutanei, nelle ferite intestinali. In quelle epatiche, oltre il versa mento d i bile a ll'esterno, si possono avere irradiazioni dolorose a lla spalla destra o alla regione ombelicale, secondo che la ferita abbia sede sulla convessità ovvero sulla superficie inferiore del fegato, nonc:hè ittero, emor r agia., ecc. Nelle ferite spleniche s i può aver dolore all'ipocondrio sinistro, associato spesso ad irrad ia.z,ioni al torace ed alla spa lla sinist ra, nonchè emorragia grave. Infine ne lle ferite rena li si ha ematu r ia, eventuale fuoi·uscita d i urù1a attraverso la ferita parietale, ecc., ed in quelle vescicali i sintomi p iù froquenti sono: tcne,,1110, oliguria, emat1t1ria ed eventuale scolo cli urina d alla ferita cutanea. I n quei casi, nei qual i. ma.nchino s in tomi eviden ti. un buon criterio d iagnostico è q uello anatomo-topogralico, basalo sulla r icostruzione ciel tragit to percorso dal proietto e conseguente identificaz ione degli or gani even tualmente attraversati. A tal uopo furono fatti schemi del cor po umano, sui qua li veniva d isegnato il percorso seguito dal p roietto in base a lla sede degli orifici cutanei, e tale percorso era poi riportato su tavole anatomiche rappresentanti serie d i sezioni sagihali ed orizzon tali del troncò. B isogna, però, tener conto di alcun e cause di errore: Pa&sibi lità di t ram iti parietali con tornanti (tragit-

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ti parados.~ali) e di quelli transperiloneali non associati a lesioni viscerali, dei quali s i è fatto cenli.o; eventuale ptosi degli organi ad<lo;ninali. ecc. L a diagnosi riesce ancora più ardua nelle fei"ite con solo foro di entra.la : in queste è molto utile l'indagine radiologica. con la qua.le s'identifica la sede del proietto e si può quinòi rproce;:lere a l criterio anatorno-topogra6co, detenninr, r,_do il tragitto percorso e le probabili lesioni v is~era li. Un problema di logistica sanitaria della più a lta irnportan?.a è quello che r iguarda l'or ganizzazione dei ser•vizi chirurgici per la cura delle ferite cavitarie in genere.. e sp~cialmente d i quelle addomina li, tenuto conto dei nuovi c riteri che regolano oggi il tr,tltamento d i ta li les ioni. E' noto come, ù t base all'esper ienza desunta da lle guerre precedenti, ,dominasse all'inizio del confli tto mon.d ia le i l pn,cetto del « n on intervento)> nella cura delle ferite belliche dell'addome. Sonncnblicli e Logaskin, riguardo a lla laparatom ia immediata, d icevano : cc on ne peut y songcr, Jaute de temps; Ics conseils d'intervenir dans çes cas n e sont que pour théorie )) . Jn base agl'insegnamenti della guerra del Transvaal, ].\,fo,c Corma,c non esi tava a di.re che cc un ferito all'addome guarisce ~e non si opera e si lascia in riposo; muore, se si opera)>. :Ma, eviden temente, gl'insuccessi dell'intervento, constatati per lo passato, erano dovuti alle grandi difficoltà nelle quali si svolgeva allora la c hirurgia di guerra: mancavano i mezzi ù1dispensa1bili per praticare con t u tta coscienza un a lapa rotomia e poi n on era possibile, a. causa dell'insufficie.nte servizio di sgombero, un. precoce intervl:n · to ; aggiungasi infine il traspor to lun go, penoso, traumatizzante a cui era sottoposto il f erito; prima che giungesse alla sala operatoria. La guerra. mondiale; d'altt·:1 parte, dimostrò subi to l'impossibilità di guarigioni spontanee nelle .,,,-avi feri te addominali, specialmente in quelle con lesioni intesti nali, prodotte dai terribili mezzi d i offesa impiegati: infatti col non intervento Quénu ebbe 1'80% di morti, Sauc rbruch il 94%, v. Boh!er il 95 % e Kraske add irittura il 100% . Oggi pertanto è ammesso che, anche in guerra, r ichied ono la laparotomia immediata moltissime fe.rite dell'acklomc, e propria mente quel-le a$Sociatc a lesione di organi ca,vi e quelle complica te da emorragia interna di una cer ta entità . L' in tervento de.v'essere praticato il più p recocement~ pos.5ibile, avendo carat tere di estrema urgenza , poichè es,;o ha principalmente i l duplice scopo di arrestare una eventuale emo rragia e d i esplicare u11ia vera e propria azione profilattica con tro l'infezione peri ton ~IP.. che è la causa pres-sochè unica d i morte in periodo secondario. Anche nei casi dubbi è indicata la lap:irotomia, la quale in tali c ircostanze ha scopo esplorativo, a meno che non vi siano altre ferite concomitanti, le qua li verrebbero aggravate dall'anestesia genera le o dal trauma opera.tor io. u -n ica controindic...1.zione in ogni caso è i l g!·ave shoc!.. traumatico, poichè esso, sommandosi a llo shock opera-· torio, ucciderebbe fatalmente il ferito. Gli addominali, dw1que, devono essere ,pron tas:ncnte r icovera.ti in ospedali ch irurgici; se non che il trasporto, specie se lungo e fatto in condizioni disagia te, è assolutamente nocivo . Esso in fatti aggrava lo shock, che è u n sin tomo costante delle ferite addominali associate a lesioni viscèrali ; aggrava una eventuale en1orragia interna ovvero provoca la ricomparsa d i una emo.ragia spontane:imente arrestatasi; in.fine favorisce lo &Pandirncn to di c9ntenuto


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enterico, ricco di una Bora batterica ,·irulentissirna, nd ca,vo per iumeale, in caso d i concomitante lesione dell'intestino. T enuto conto dei migliorati mezzi di traspo;·to, gra1.i,· alla trazione meccanica (autoambulanze, velivoli sanitari, teleferiche), non è d ifficile effettuare p ront:,mente l'ospitali7.zazione de i feriti addominali : nell'ulti· ma guerra infatti l'intervento laparotomico potè effettuars i anche poche ore dopo che il paziente era stato colp ilo. Però lo sgombero, effettua to rapidamen te, è tut . t'altro che innocuo per un ferito con lesioni viscerali dell'addome, tenutp conto degli scotimenti e dei traballii, provoca ti a nche dai moderni nwzzi d i trasporto, donde lt• necessità d i abbreviare scm:pre più, per quanto sia possibile, la dis:an.1.a tra il ca:npo d i battaglia cd il luogo dove il scopp io {le! ren<' ctasehcggia ferito possa trovare il nedi grauarn {Da Glm111ettfl11io) cessario soccorso chirurgico. Sin dall' inizio dell' ullima guerra, pertanto, fo proposto d i mettere in vicinarnm ~lcll:i Sezione di Sanità un ospedaletto da campo, forni10 di pcl'SOnalc chirurgico specializzato, avente il compito d i procedere agli interventi operatori d'urgenza, compresa la laparotomia. Ciò fu altuato con immenso vantaggio; cosl, ad es., alouni ospcdaletli da can1po, dislocati in wna molto avanzata, r icevevano fc-• riti cav_i1ari p rovenienti -perfino direttamente dalla line,1 del fuoco . In seguito vcan ero istituiti a sussid io de lle 'ìezioni cli Saniti1 i « gruppi chirurgici 1), aventi completa autonomia tecnica, e furono inoltre allestiti gli (( ospcda li chi;urgici mobili » della Croce Ros.....~ I ta liana e le (( :unbulanz~ chirurgiche cli armata " · magnifiche un ità, r icca • mente fornite cli mezzi tec111c1 e cl i persona le ~e- rr:unmento <lrl marg-Ine ctN ff'g-310 111,port ato <IA ])nlLOIIOla ciali.?.1,ato. Esse a\'eva.no ~•- .ili ruelle. ro1ogra.rata sotto il n a aliquota avanzata. la mp(!Csl1110 {Oa GiO/IIIPllas!a) quale poteva. impiantarsi e funzionare, indipendentemente dalla grande unità. in tutta vicinan za della linea ai fuoco. Così ad <,s., dalla I V Ambulanza chirurgica ,·enne dislocata, durante le due ultime avanzate sul Carso, l'a111bulanzetta a D cvetaki u cl Yallon~ e impiantata. in due lunghe grotte. E l'ospedale ch irurgico mobile « Città. d i Milano>> org:tninò seziot1 i a,·anzate, aelle qual i una sulle rive <lell'Isonzo, ai piedi del Monte Santo, nella galleria ferroviaria cli Za.g ora . ~cll'ultimo conllitto, dunque, fu raggiunta una magnifica organizzazione dei scn.,zi chirurgici cli prima. line:t, organizzazione facilitata indu,bbiamcnte dal ca.ratiere di guerra. di posizione, ass:!nto ben presto da rsso; ma n on bisogna dimenticare che la forma ordina ria di combaltirncnto rimane pur sempre la guerra di movimento colle sue incerlez~e, coi suoi rapidi spost:tmenti, coli' impossibilità di fare installazioni chirurgiche complete, e quindi in una guerra futura le d ifficoltà potrebbero essere molto n1aggiori. J\falgrado la prccocit:1 dell'inten·cnto laparotomico, e-

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l><:guito .:on iarghczza <li mezzi e con teorica perfetta J a valorosi chirurghi, la mortalità operatoria, specie m:ile lesioni in test in ali, s i mantenne elevata, sebbene inferiore a quella delic guerre precedenti. Ciò è dovuto indubbi:lmente a i fattori già descrit ti, a i qua li !bisogna. aggiungl:re alcune condizioni che d iminuiscono la resistenza 01ganir a del combatten te : disagi e stra.paz1.i fisici, 11011 sempre alternati da un conven iente riposo, che valga a d isiutOssicarc l'organismo; disturbi gastro-enterici r,i quali vanno frequentemente soggett i i militari di 1• !inea per eventua le incongrua alimentazione, donde iermentazioni inte3tina1 i e maggiore tossicità del contenuto enterico; infine la tensione nervosa, che si esalta sotto la minaccia continua d el d)Cricolo, a cui è espo$ta. la vita, determinando uno stato di facile esauribilità nervosa, la qua le pn.-dispon~ il combattente a.Ilo shock.

Addoppiare. A ni. voce mii. c he corrisponde alla moderna. «raddopp iare » (V.). Addosso! I ncitamen to p er accostarsi risolutamente a una nave nemi-::a. o a un corpo di truppe. Ade ! o Adii. R e di Svezia, il qua le regnò nel VI secolo. Considerando come suo do,·ere persona.le di vend icare la morte del padre avvenuta in ba ttaglia contro i danesi, attaccò il loro paese per mare. D opo una battaglia sanguinosa d urata tre giorni, Jarmerick, re di D animarca, ottenne la pace sposando la principessa Swavilda, sorella di /\del; ma questo matrimonio anzichè cementare l'unione fra i due popoli fa causa di una gl1e rra ancora più terribile. Swa.vilda, aocusata di ille· citi rapporti col figliastro Broder. lu condannata ad ess~·re squartata per mezzo di ca,•alli selvaggi. Saputa. la morte orrenda d ella sorella, Ade! invase la Danimarca, e fatto prigioniero Jarmcric.k lo spogliò dei suoi tesori, " lo fece Jllorire tra atroci supplizi. Smembrò la Danimarca di parecchie provincie che assegnò alla Gotia, poi lasciato il res to del regno a Ilroder, figlio di Jarrncrick, l'obbligò a pagare un tributo annuale alla Svezia. Ritornalo dall:t spedizione, morì cadendo da cavallo, durante le cerimonie per la celebrazione d el suo trionfo. Adelaer (o A àclaar). Amm iraglio del secolo XVI I, il cui vero nome <'ra Curt Sivertsen. \"enne anche chiamato Curzio Sifri'<.lo Adelborst, specialm en te in J tali;i.. :'\acque nel 1622 a Brcvig in Non·egia, e morì a Copenaghen nel 1675. In età cli 15 anni fu mandato in Olanda per studia.-e la matematica e l'a1·te della navigazione; in breve tempo d ivenne sottocoma11dante della flot:,1 olandese. Partecipò. alle di1)cndcnze dell'ammiraglio Tromp, a l combattimento navale di Ouyns contro una ;•arte della notta. spagnuola; compì in seguito parecch i viaggi in Italia, e nel I 641 passò al servizio della marina venezi:rna. Dal 1651 a l 1660 ebbe il comando delln flotta. veneta, cd acquistò notorietà per a,·er preso parte lodevolmente a i -cominui comballimenti contro i T urchi. Nella. battaglia d i Teneclo, nel 165-t, la nave che Adclacr coma nd a va fu circondata dalle galee turche; cionondimeno Adcla.er si battè coraggiosamente cd accanitamente fino a che la nave ammiraglia turca, comandata. da Ibrahim Pascià, lo inseguì e raggiunse. I turchi abbordarono la nave di Adelaer, ma questi in w1 due llo con Jlbrahim uccise il suo avversario. X el 1660 Adelaer venne nominato c:i.po di tutta la 0otta vene-


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ziana. Il suo nome era cosi temuto dai turchi. eh~ questi non si arrischiarono più ad avventurarsi in campo aperto. Il governo della R<;pubblica ricompensò il servizio di Aclelaer con larga generosità e quando ..\dcla<.'r nel 1660 chies(' il suo congedo, glielo :i,ccordò a rn:tlincuore.

Ritornato in Olanda, o,·e condusse per pochi anai un'esistenza. appartata, fu nel 1663 chiamato dal re cli Danimarca Federico lU come generale ammiraglio e vice ·presidente dcli' ;\mmiraglia.to. Fu anche incluso nella nobiltà danese. La sua capacità era tale che la flot ta danese, la quale si trow,va prima d isorga.niz1.:1.ta e insufficiente, fu in hrcve tempo portata alla massima efficienza. Per far ciò ..\dclaer compì viaggi in =" orvegia e in O la nda, onde procurarsi il materiale necessario alla costruzione della flotta, che modellò su quella. olandese. Ebbe competitore l'Ammiraglio ~iels Jucl, energico ma molto mediocre ispettore del materiale della. l\farina. il quale, anzichè chiamare in Danimarca, come fece Adelaer, uomini di altri paesi noti per le loro eccellenti qualit:1, preferiva servirsi delle poche per sone reputate utili, nati: in :patria. Xon fu concesso ad Adelaer di provare la sua. flolla. contro il nemic,1, poicbè nel 1675 egli mori, poco dopo lo scoJ)pio della guerra con la. Svezia.

Adelaide. Marchesa di Susa, vedova del duca di Svevia., nel XI secolo. Assalì Asti nel 1070 e se ne impadronì dandola alle fiamme. Adelardi (Gi.gUelmo Marchese/li degli). Capo della fazione guelfa di Ferrara, divise il dominio della citti con Guido di Sassonia detto Sali11g11crra I, e morto questi con Torillo suo figlio. All'epoca della guerra. di Federico Barbarossa. contro la prima Lega. Lombarda, gl i abitanti di Ancona. assediati nel 117-t dall'arcivescovo Cdstiano, luogoten<.'nte d i Federico, avendo implorato soccorso a lui ed a Aldrude, · contessa di Bertinoro, Guglichno si mise subito ad arruola.re soldati, impiegandovi quasi ogni suo a.vere, intanto che Aldrude riusciva a persuadere tutti i cavalieri, ohe numeroS'i convenivano alla sua. corte, ad unirsi a Guglielmo. Radunato in tale mo<lo un esercito di 10.000 fanti e 2400 cavalli, Guglidmo marciò su A11cona e costrinse l'arcivescovo Cristiano a leva.re l'assedio da quella città, nel momento che gli abitanti emno ridotti, per la penuria dei viveri, alle più orribili estremità. Adelborst. V . . ldelcer. Adelchi (o Adc/.11isio). Re longobardo, associato al trono da suo padre Desiderio. Dopo l'invasione dclk truppe di Carlomagno, s i ridusse a Verona, e, appresa la notizia della cattura d i Desiderio, si rifugiò in G reeia per cercare aiuto presso l'imperatore Costantino. Qu,:sti cd ì suoi successori lo lusingarono per parecchi anni con vane µromessc; a lla fine Costantino VlI figlio di Leone, nel i88 lo inviò in Sicilia con w1'armata, ma A. sharca.to in Calabria, toccò una gravissima. sconfitta, nella (]ua.le p,u·c che egli stesso lo.sciasse la vita. 8.:condo alcuni storici, dopo la disfatta avrebbe potuto rifugia rsi ancc>ra a Costantinopoli ; ma nessuna. notizia esatta. hanno g li storici sui.la sua fine. Adelglsio. Principe di Benevento, successo al fra-· tcllo Radclgario nell'854. Durante t-itto il suo regno do·

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n-ttc comba1tcre contro i saraceni che dc,•a.sta.,·ano l'Italia meridionale. $confitto da essi. "crso l'anno 856, nelle vicinanze d i Rari di dove aveva voluto cacciarli, do,·ettc assistere. impotente a frenarli, alla devastazione dei suoi Stati per sei anni interi, lìnchè ncll'862 fu costretto a con1i,rarc la pace media.nte un tributo. Questa umiliazione però non ,·alsc a. dargli la tranquillitl r·crchè i saraceni, avidi di bottino, mal sopportando la pace conclusa dal loro p1 incipe, si staccarono da que· sti e si unirono ad un altro ca.po che li condusse di nuovo alla guerra. Allora .\delgisio ricorse per aiuto a ll'imper,ttorc Luigi H, il qua.le s i portò con un esercito nell'Italia. 111cridionalc dove cran giunti soccorsi anche d:1.gli imperatori greci Costantino e Jla.silio e dal rn Lotario d i Lorena fraLcllo di Luigi. Con tali aiuti .\ddgisio neU'871 pose l'assedio a !lari ed espugnandola costrinse il sultano saraceno a. darsi prigioniero. Dopo questa. vittoria l'imperatore L\ligi non acccn1Hwa affollo a ricondurre le sue soldatesche. e il lungo :.o,;gi,.,rno dell'imperatore e delle sue truppe nel ducato di Benevento, avevano ridotto questo ad un vero sta.lo di servaggio. Adelgisio finalmente, stanco dei contjnui so· prusi a. cui la. popolazione ed egli stesso dovevano sottostare, si armò segretamente contro Luigi e, fattolo prigioniero di sorpresa, non gli restituì la libertà se non dopo averne an1to il giuramento di evacuare il ducato con le sue truppe e d i non r imetter\'i più piede. L' imperatore mal sopportò l'affronto ricevuto e fattosi prosciogliere dal giuramento da papa. Adria.no JT, mise in r.icdi un esercito e lo spedì contro Benevento sotto il comando di Ermengarda sua moglie. ~el frattempo anche i saraceni erano sbarcati a Salerno e Adelgisio si difese con cgna le bravura contro i due eserciti che gli stavano di fronte; ma. ripct<.'n<losi ogni tanto gli attaçchì dei saraceni, dopo due gravi sconfitte subite negli anni 875 e 876, stremalo di forze e abhandon,tto da tutti, iu costretto a comprare la pace a condizioni umilianti. )Iorì di morte \'iolenta nell'Si8 oò 879, assassinato dai snoi familiari.

Adelige Leibgarde. Guardia del Corpo ungherese, · che venne soppressa nel 1868. Adèlsborg. (V. Postumia). Adelstano (o Ate/stano). 8° Re d'Inghilterra, figlio naturale di Edoardo il vecchio, nato nell'895, morto nel 940. Salito al trono nel 925, do,·ette combattere contro i danesi ribellatisi alla dominazione inglese e contro gli scozzesi, il cui re Costantino, dimentico dell'alleanza con Adelstano, a\'e,·a accolto i danesi ribelli e alla loro testa. marcia,·a. contro l'Inghilterra. .\delstano r iuscì a. vincere i suoi nernki e <.lopo assicurato il regno· s i dedicò a ll'ordina.mento dello Stato. Adema rio. Principe cli Salerno nel sec. TX, morto ncll'863. Nc11'853 s'impadron\ del potere a danno del principe Siconc ancora. banlbino di cui suo padre Pietro era. stato fatto tutore. Unitosi a Sergio duca di Napoli, mosse guerra a l princ ipe d i Capua, ma, sconfitto. seampò con la. fuga. Alcuni nobili salernitan~ mal sop· portando il dominio di Adcma.rio, nell'861 01<lirono una rongiura, e impadron itisi. tli sorpresa di lu·i, lo consegnarono al duca di Capua., che lo dichiarò decaduto, e dopo di averlo tfatto a.cciecare lo chiuse in una. prigione, <love morl due ann i dopo.


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Ademaro. V. Adhé,,,ar. Ademollo (A lessandro) . S torico fiorentino, 11 . e m. F irenze (1826-1891). Pubblicò varie opere allo s~opo di far la luce su alcuni punti oscuri e contro,·ersi de!l:L storia. Ha scr itto ancÌ1c su « La guerra d'oriente alla metà del secolo XVIII JJ. a

Ca.do A de1llollo. Pittore e patriota fiOl'entino na ,o n el 1826, morto nel 1911 . Nel '59 seguì lo staio ma~ giore di Vi.Ho.rio Emanuele TI nella cam pagna d i Lornl;ardia ,;ome p ittore d i corte e dipinse: (\ L'ultimQ assalto di S. Martino >J; cc Vinorio E manuele che visita il campo di battaglia»; «Morte di Ernesto Cairoli a Vare..oe >> . Nel 1860 seguì Vittorio Emanue le ncll'Itali-1. meri{liona le e dipinse (< L ' incontro di Garilbal<li e di Vittorio E1nanucle al Volturno Jl; poi << La breccia d i Porta, l'ia Jl; << J,a mor ie dei fratelli Cai.roli », e vari i altri. Claudio Ademollo . Generale, n. a 1fon tepulciano, 111. a Firenze ( 1831-1922). Appena diciassettenne, si arruo· Jò nei « civici ii toscani prendendo parte alla campagnn del 1848; rimase quindi nei « veliti », e vi raggiunse nel I859 il grado d i sottotenente; partecipò alla campagna di quell'an nr., e successiva1ne.ntc a l:a repressione del brigantaggi.o nel!' Italia meridionale. Nd L866, col gnrdo d i capitano dei bersaglieri, si d istinse :: Monte C roce, guada gnandovi una mcd. cli br . a l valo re . Xel 18ì8 fu ancora in Sicilia per la repressione del bri.ganta&gio. Ne! I885 r a:;giungeva il grado di colonnello, comandando dapprima il 60° .Fanl., e poscia il distretto di Ar ezzo. Nel 189, veniva collocato in P . A. e passato alla riserva col grado di Maggiore Generale; 1>el 1903 era nomina to tenente generale.

Aden. Città e possedimento inglese nello J~men, a sud della Penisola Ara:bica . Si stende ad ovest fino a l Capo Dab e! Jvfandeb e si prolunga in mare i:on l' isoletta fortificata d i Per i111, alri11gresso del } far Rosso . J.,, ,r -i.ccole penisole d i Gebel H asan ad ovest e Gebel Shamshan (,p ron. Scia.rn- sciarn) ad est racchiudono u n magnifico bacino detto anche retrohaia cli A<len la r go una quindicina di km ., in terna i-8 km. e con fondali di profondità ,·ariabile, all'in~esso, dai 5 ai 7 metri. Sul roccioso e fortificatissimo pr omontorio ,·ulcaniéo di Shamshan, che si eleva poco meno di 600 metri e s i p rotende in mare per oltre 6 km., unito alla terra da un istmo di sa:bbia della lar gheaa massi.ma. d i 1500 metri, nel fondo di un cratere, sorge l' an tica Aden (Aden Camp) sede de lle ahita.zioni civili e de1le caser,me, che domina. la città nuova, ma.ritti.ma (steamer point) d all'alto, a.cl una distanza di 6 km. L'aspetto esteriore di questa penisola, il suo assetto militare e sopratt utto la sua f W1Zione strategica, le danno molte analogie con Gibilterra, tanto cl1c fu <letta << la Gibilterra del 11·!a.r Rosso». Ad est d i Shamshan

e della città marittima si apre un altro porto anch'esso rnsto e comodo, ma soggett.0 ad ù1sa bbiarsi facilmeilte. )1 ei mesi invernali in genere dall'ottobre-novembre al giugno, nei quali soffiano i monsoni or ientali, le na,·i preferiscono ancorarsi nel porto occide1Jtale; da giugno ad agosto-setten1ibre, in cui soffiano i 1nonsoni d i sud ovest (che elev,mo la temperatura .fino oltre 40") cd in1perversa da ovest lo <e sciumal i> particolarmente tempestoso in ,orrispondenza d i Bab e! :Mande b, l'ancoraggio p referito è quello orientale. .\den, che sorge. in regione quanto mai sterile e priva d'acqua ( la città è alimentata d a c isterne e da distillatori) fu tuttavia fino dal!'antièhità emporio fiorentissimo. Fanno fede della sua g1·andena. passata le immense cis terne venute allà luce dopo l'occupazione inglese ed attrib uite da lla legg(;nda a Salomone. - Nel 1S38 Solimano il Magnifico imiò un esercito n ello Yemen, -ch e si spinse fmo ad A .. occupandola con fadlitit. 1 Turchi rafforzit'rono le fonificazioni della citt~, la auale de<:adde per effetto della scoper ta del Capo di Buona S,peranza, che apri.va una n uova v ia ai commerci verso le I ndie. - X ci 1630 i Turchi furono cac:cia ti dallo Yemen per opera delle tribù a rabe, e perclettero anche A ., la qua.le, quando vi sbarcarono gl i Juglesi, n el 1838, conta.va poche centinaia di a,bitan(i. Ne ha ora circa 40.000 di tutte le razze riel mondo . Deve il suo sviluppo oltre che all'importanza militare, all'iimporlanza che ha quale sbocco dei prodotti. dcl i' Arabia - e punto <li partenza dei commerci verso le lnd ie, l'Egitto e la. c osta or ientale dell'Africa equ atoriak C{l all'i mporta•.iza grandissima che le è derivata d all'apertura del Canale cli Suez e che fa ,cli A . un centro di traffico di pdmo ordine, soprattutto per il commercio del caffè e del carbone. E' porto franco, per il commercio, lino dal 1850. A dcn ( Golfo cli). Prende questo nome l'estremità nord occidentale dell'Oceano Indiano compresa fra la co,;hL somala e la costa meridiona le del!' Arabia, fra il Capo Guardafui ed il Capo Bab e! ::\Iandeb. I venti vi sof-

Aden ( 1838)

fiano con molta violenza. specialmente in prossimit.\ dei due cap i nominati. Vi si aprono numerosi golfi e. baie, fra cui p iù n oti sono quelli di Tagiura (Tadjurn) che racchiude la baia minore d i Gibuti dalla quale ha inizio la ferrovia francese che con duce ad Addis Abeba; quello di Zcila, del quale si è mollo parlato dLtrante la nostra guerra con l' Albissin ia, quale via di più rap ido accesso verso l'interno dell' A bissinia; i due golfi. già descr itti di ., \den.


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Assalto di A . ( 151 3). 11 Capitano generale dell'India portoghese, AUonso d' Albuquerque, con venti navi, 1700 soldati portoghesi e 800 indiani, si avviò in direzione del :Mar Rosso, in zone ancora sconosciute ai navigatori europei. G iunto davanti ad Aden, risolse di impadronirsene. A. era giit allora cinta d i mura, e comandata >dall'emiro Ibn-Alxl- El-vVahab, il quale r ifiutò <li arrendersi. Albuqucrque sbarcò i portoghesi e 400 indiani e li mandò all'assalto delle mura, al comando d i Garcia de Lonsa. Una porta e un tratto di mura furono prese, ma un ritorno offensivo degli arabi respinse gli assalitori, i quali vi perdet tero il loro capo. E l' Albuquerque fu costretto a rinunciare all'impresa.

Adenite. E' l' infia.mmazione dei gangl i linfatici <: si osserva con frequenza nell'ambiente militare. L e linfoghiandole esplicano una importante azione difensiY.t dell'orga nismo, poichè il tessuto reticola to, d i cui esse son formate, costituisce un ~·ero filtro <love i germi patogeni, penetrati nei vasi lil)fatici attraverso una soluzione di <'Ontim10 della pelle o delle mucose, vengono trattenuti ed eventualmente inglobati e d istrutti dai leucociti mononucleari e dalle cellule endoteliali, evitandosi così la ,ulteriore d iffus ione dei germi stessi. Si svolge perranto nelle linfoghiandole un processo flogistico, il quale può essere acuto o cronico. L'adenite acuta ,può ,Jipcndere da qualsivoglia lesione della pelle o delle mucose, di origine traumatica o patologica. E' noto come i g iovani soldati vadano soggetti a lesioni cutanee dei piedi (bolle, flittene, escoriazioni), facili a formarsi .per la confrica7.ione delia calzatura nelle lunghe marcic, nonchè ad mighia i iiranzata 'J)Cr taglio incongruo delle unghie dei piedi, ccc. Ql'bene, ta li lesioni, se 11011 sono ,curate conveniente• mente e. soprattutto, se il soldato, come purtroppo ac.cade spesso, non usa una sufficiente nettezza della pro,pria persona, rappresentano la porta d'ingresso -dei germ i, che si arrestano nelle linfoghiandole crural~ donde un'adenite aouta, la quale pub ,tssociarsi o no a flogosi dei vasi linfatici :ifferenti (lin/angioitc) e per lo più dà luogo ad una raccolta purulenta. Similmente, in seguito ad una ostco-pcrio~tite da carie dentaria, ad una angina, ecc., si può avere l'ingorgo dei gangl i sottomascellari. Infine una fom1a frequente d i adenite acu,a nei militari è quelia venerea, il cosiddetto bubbone, che ha sede nella regione inguino-crurale cd è prodotto dall'ulcera semplice contagiosa (ulcera molle, 11/.cera venerea); anche la sifilo-sclerosi iniziale (1ùccra d1tra) dà luogo ad un in~orgo gangliare, il quale però non ha tcnde1m1, come quello precedente, a produrre flogosi s uppurativa. Una. importanza. molto maggiore, sia <lai punto ò i vista clinico, s ia. da que llo della :Med icina lcgàle militare, hanno le ad=iti cro11frlu:. Queste risiedono per lo più al collo e per mollo tempo furono ritenute tutte d i o rigine tubercola re. Oggi invece si a.nunette la esistcn1::1 di adeniti croniche le qu:ili possono assumere il tipo di gangli ipcrtrnfìci, ovvero quello d i flogosi gangliar i suppurative col decorso proprio degli ascessi freddi, presentando ,però il reperto istologico della comime infiammazione cronica. [n tali casi danno risulta to negat ivo le inoculazioni dell'essudato in cavie, le quali. com'è noto, si possono considerare il reattivo pitt scn-

sibiic p~r la tubèrcolosi. N el pus di queste adenit i si trovano solo comw1i piogeni (stafilococch i, streptococchi). "fa, oltre questa forn1a d i adenite cronica banale, esiste indubbia.mente una vera e propria. infezione tu1-ercolarc dell'apparecch io linfatico, la. quaie può avere una triplice etiogcnesi : 1° infezione secondaria, in seguito a. tubercolosi cutanea, ossea, ecc.; 2° turbecoliz.zazione d i linfoghiandole cronicamen te infounmate, nelle quali la flogosi banale prepara il terreno ai bacilli di Koch su individui org:inicamenle predisposti, e sopratllltto su individui scrofolosi; 3° infezione tubercolare p rimitiva delle linfoghiandole in seguito alla dirett:i penetrazione dei germi spccifiti. Le adeniti tllbcrcola,i vanno soggette a rammollimento ed a fusione caseosa, e consegu~.nti ulcerazioni, donde le ben note cicatrici deturpan ti della .1crofolos i la quale, nella maggioranza dei casi. consiste appunto in una forma di tubercolosi ghiandolare, ereditaria o acquts1ta, accompagnata a tutta una sindrome multiforme, dovuta a lesioni s,•ariatissi:me che si svolgono nei diversi tessuti cd organi : cute, mucose, ossa, articolazioni, coc. (dermatiti eczema.tosc, congiunti\'iti e cberatiti, riniti, otiti, osteo-artriti. ecc.). L e adeniti croniche inoltre possono aven' ancora. un'origine sifilitica ereditaria. Infine l'ingrossamento delle ghiandole linfatiche può rientrare nel qua dro clinico di una gravissima fonua morbosa, indicata col nome di li11fadc-nfo o li11fo-mielo-ade11ia, la quale consiste in una profonda. alterazione della parte leucopoietica dei tessuti de~t inati alla formazione del sangue, nella cui c tiogencsi a volte si riscontrano, quali ca.use della grave malattia, la sifilide, la malaria o la tubercolosi, ma spesso la causa è ignota. Le adci1iti acu te rid1 iedono il ricovero dell'infermo in un ospedale militare per l'opportuno trattamento curat ivo; quelle croniche i11"ece d~nno luogo a provvedimenti medico-lega.li. riguardanti inabilità tempora11ea ovvero quella as.wluta al servizio militare, donde rived ibilit/, ncgl'iscri1ti di leva e lunga licenza di convalc·scenza nei militari, quando trattasi di adeniti croniche non ctssocia tc a manifesta.zioni gravi d i scrofolosi, nè d i•pendenti da linfo-miclo-atlcnia; in caso contrario, s; tmetteri sin da principio il giudizio d i inabilità assoluta al servizio m ilitare.

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Adenite Equina. (Vet.) . ~Ialattia infcttiYa detta. pure stranguglioni, piccionara, barbone: colpisce a preferenza i cavalli giovani. e più specialmente quelli giunti colle nuove rimonte ai Corpi d'armi a ca.vallo. E' una infezione acuta, molto contagiosa, caratterizzata da un catarro della .mucosa delle cavitit nasali, e elci p rincipio dell'apparato respiratorio, complicato a<l infiammazione suppurante dei gangli intermascellari. L' agente specifico ne ~ lo « streptococcus equi» di Schiitz. La malauia si d iffonde con grande facilità e rapiditiL e non presenta carntteristiche d i regolarità nel decorso; in talun i casi assume svariate complicazioni, e talvolta -caratte re maligno, setticemico e letale. Un primo attacco non conferisce che una immunità parziale e temporanea ; la malattia può ripetersi più volte sor,ra uno stesso individuo ad interva!li più o meno lontani. Sono sintomi principali d i questa malattia : fohbre


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a lta, inappetenza, abbattimen to; iperemia della mucosa nasale, scolo di muco dalle n asici, pr ima scarso e liquidò, poi a,bbondante, bianco uniforme, pesante, formato di grossi grum i, che si distaccano dalle apertu,·~ nasali ed in parte cadono an cbc <la lla bocca; tosse più '0 meno forte e ripetuta; tumefazione dolorosa e llcmmonosa da uno o da ambedue i lati dello spazio intermascellare, d iffusa ta lvolta alle par otidi ed alle sa•:coccc gutturali; tumefazione calda dolente, progrcssiva,rnente crescente, ch'.J al 10- 12° giorno ter m ina colla suppurazione. Evacuato l'ascesso, · per lo più tutti i f~nomen i tendono a <liminu ire progressivamente ed il cavallo riprende vivacità ed appetito, rimettendosi presto in salute. Talvolta la tumefazione è piccola e poco dolente, ma la r isoluzione si fa a ttendere lungamente. Altre ~olte s i formano ascess i superficiali e profond i dopo la risolu?.ione del primo, e si sviluppa l'adenite equ·ina fmr·11lcnta, con nuove reazioni febbrili, sconcert i nelle p rin cip ali funzioni, oltre a quella del respiro; mel.istasi, o per la via dei_ lù1fatici, o, p eggio a.n<:ora, per la via del sangue; e intervengono bronchiti, polmo111t1, artriti p uru lente, congestioni, emorragie ecc. Quando si verificano casi di A . E., è ind ispensabile prendere tutte le misure profilattiche intese ad evitare la diffusione <lei morbo . Come misura preventiva, ~ bene tenere per un dato temp o i nuovi cavalli acquistati in osservaz ion e, appartati, periodi camente disinfetiando gli arnesi <li scuderia, la lettiera, e gli oggetti <li governo in consegna a i militari d i anni a cavallo. Le spugne J)rin cipalmente sono veicolo d'infezione e devono essere ten ute separate per ciascun cavallo, neile apposite taschette; e l'abbeverala deve esser fatta in secchie a parte. I.a cura dell'adenite dev'essere r ivolta essenzia lmen te a favor ire il get to copioso dello scolo nasale, e la suppu razione, mediante temperatura tiepida, o anche calda, degli ambienti. I puledr i devono essere riparati con <Coperte d i lana. durante i l periodo critico; si applicano catap lasmi tiepidi di seme · di lino, avvolti in •pannilani, o si applicano pelli di montone al canale delle ganasce. Reghne interno Iinfrc~ scantc, segala cotta, orzo, carote; bevande bianche, nitrato, solfato d i soda, ecc. Per far suppurare i gangli, lino, pane lat te e cipolle; unguento populco ; più ta,·d i fon<lcnti, unguento mercuriale, blis ter (bijoduro d i mercurio, oppure ioduro d i potassio gr. 5, iodio cgr. 50, adipe suino gr. 25; pornata per frizioni ai gangli in-• <luri ti); si aprono gli ascessi in caso di tr oppo lenta risoluzione. Le com,plicazioni s ì curano secondo la var ia 11atura; secondo lo stato dell'animale : toni ci, fer· ruginosi, china, e fieno molto huono.

Adenoidi tVegetazioni). Consistono n ella ipertr ofia della tonsilla faringea (organo linfoide imp ar i sit uaw sulla volta della rino-fariuge), nonchè in una cÒsp iètH infiltra,,ionc adenoidea della mucosa circostante. Vien~ per conseguenza ostacolata la. re,:,pirazione nasale, don de ii:npcrfetta ossigenazione <lel sangue, azione i rritante dell'aria inspirata dalla bocca, i nsufficiente funzione difensiva del naso, ccc. Si determina cosi una sindrome cara.tteri.stica : a.&petto speciale del viso (focies ade.noidea), ca ra tter izzato da una espressione triste, con manifesta · ottusi ti! psichi ca, con boc;ca semiapei:ta, con occhi ,penti, con n ari irnmobili, ecc..; deformità dd palato duro e denti accavallati (atassia dentaria); cris i

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ricorren ti di soffocazione durante il sonno e disturbi della fonazione; a ffezioni secondar ie aur icolari e con• ~eguente sordità, ecc. I n base alle a t tuali prcs',rr izioni regolamen tari, è causa di i nabilit à assoluta a l servizio milita.re « l'ipertrofia. considerevole della tonsilla faringea (vegetazioni adenoidi), quando produca notevoli d istuPb i respiratori o si atcompa-gn i a risentim~nto dell'orecchio medio, d opo osservazione in un osped,,le militare e trascorso il periodo della riYedi bilità ;i.

Ader (G ios•anni Giuseppe) . Letterato francese na to a Baiona nel 1796, morto a Bassussary n el 1859. Scrisse la << Storia della spedizione d'Egitto e d i Si.ria ,, ( 17901801), riveduta per i dettagli strategici dal genera le Bcauvais. Ader (Clement e). Ingegnere francese, n. a Murct ud 18-11, a utore di un'opera int itolata: « La prima tappa dell'aviazione milita re in .Francia >> .

Aderat (Co111bat tùnenlo eh). (V. Abissinia) . 7 cl icemb re 1895. La sera del 6 d icembre le tru ppe del M aggiore Toselli si preparavano ad impegnarsi il giorno seguente ad Amb<t Alagi, sicure d i essere sostenute da notevoli r infor zi nel corso della giornata. Frattanto il Generaic Arimondi, ottenuta l'autorizzazione telegrafica di avan-

zare da l gen, Baratieri, par tiva <la Macallè alle ore 23 del 6 -dicembre e con celere marcia si portava nella p ianura a Sucl d i Afgòl ove giungeva alle ore 10 del 7. J ,a colonna e1·a cornpo~ta di 2 comp. del IIT Bgl. ind igeni, di tre <lei V, cl i una del VI, di una sezione de lla l • Btr. montagna, e della banda cli Degiacc Panta ; in totale, circa 1500 uomini. .\d Afgòl, non giunsero a lht colonna notizie precise c irca la situazione <lei . maggiore Tosclli, ma correvano già voci di attacchi avvenuti e a qualcuno sembrò cli sentire i l cannone sull'Amba Alagi. Alle 14 la marcia della colonna fa ripresa in direzione di A<ler~l, ove ii gen. Arimondi in tendeva fermarsi, raccogliere in quel la.


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forte posi7,ione le truppe di Tose lli, e manovrare in seguito a norma delle circostanze. Alle ore 16 la colonna aveva oltrepassato l'altura. d i Aderàt e prendeva d isposizioni per occuparla, qua11<lo si rivelò la vera cond izione del gruppo Toselli. G iungevaJ10 in fatti due biglietti del maggiore scritti nella mattina, annuncianti l'inizio di u11 gravissimo combattimento contrn forze soverchianti; subito dopo appariva110 e si ingrossavano nuclei nemici provenjenti tanto dal vallone di Alagi, come dai laterali. I l TU bgl. (Calliano) che era in avanguard·ia, spinse 1·eparti in avanti per riconoscere 'la situazione·: frattanto il grosso si disponeva sull'alto della posizione. Alle ore l6,30 il contatto era preso su tutto il fronte, e la fucilata s i era i-mpegnata. Frattanto dal vallone di Alagi spuntava una piocola colonna serrata: ern composta cki superstiti d i Amba. Alagi a.gli ordini del Tenente Bodrero, aiutante maggiore dèl IV bgl. indige ni. Il generale Ariniondi, raccolti gli avanzi del gruppo Toselli, s i t·ese conto come non gli rimanesse a ltro che r ipiegare lentamente su J.\;Iacallè, d isimpegnandosi. Tale manovra non si presentava però n è facile, nè hreve. Il III bgl. cominciò a ripiegare sulla sinistra della. posizione, mentre il V (Ameglio} e la. compagnia del VI ricacciavano l'attacco deg li abissini, m irante ad aggirare la destra. Approfittando della sosta seguita al contratta.eco italiano, il generale Arimondi fece iniziare la ritirata, che fu sostenuta dal V battaglione. Alle ore l.8,15 il fuoco cessava. e la colonna fila va rapidamente per Afgòl e Scelicòt a poca distaru:a dai fuochi di tbivacco d i gruppi n emici. Alle 4,30 del giorno 8, le lJ'uppe rientra.vano a Macallè. Perdite italiane nel combattimento: · 1 morto e 15 feriti di truppa. Al 111.attin<l dell'8 il gen. Arimond i, non reputando più possibile effettuare il concentramen to progettato su Macallè, dec ideva di ritirarsi su Adagamus (Adigri,t) lasci~ndo nel fortino d i Enda J esùs, costruito :presso ì.lfacrrllè, un presidio di 4 compagnie a.gli 01,Jini del l\'1-aggiore Gallia.no (v. Macallè). La partenza del rimanente -delle u·uppe si effettuò alle 16 del giorno 8 ;1cr Ghemàt, ì\fai Nlegbeltà ed Ada.ga1111us ove la colon na giunse alle 9 del giorno J.O, attraversando- un paese già in d'lolta.

Aderbale. R e di Xumidia dal 118 al 113 a. C. Era. figlio d i M icipsa al quale succedette nel trono unitamente al fra tello Hiempsale e al cugino Giugurta . Questi, desideroso d i regnare da solo, ,fece assassinare Hiempsale e dichiarò guerra ad Adeicbale, il quale assediato in Cirta , sua capitale, dovette arrenders i e quindi fu ucciso per ordine del vincitore. A dcrbale. Genera le cartaginese che durante la prima guerra punica aveva il comando delle forze della Sicilia . Nel 249 a. C. vistosi i11 pericolo di esser bloccato nel po,:to di Drcpano dalla flotta rnmana comandata da Claudio Publio Pulcher, l'attaccò risolutamente prima che essa avesse il tempo di porsi in ortline cl i batta.glia e ne riportò la vittoria navale più grandiosa di cui si sian<;> ·potuti vantare i canagincsi. QIJ.u1di ritornò a Cartagine dove ricevet te gli onori e le r icompense dovuti alla sua abilità e al suo coraggio.

Aderenze, (cicatriziah) . V. Cicatric-i. Adhad-eddanlah (Fana -Kosru, conosciuto sotto il nome di) . Sultano persiano della dinastia dei Buidi,

nato a hpahan nel 936, morto nel 983. Le sue vittorie lo re..sero ,padrone di quasi tutto l'Irak -Ara-bl e del T~baristan. Protesse lè lettere e le scienze.

Adhémar de Monteil (Lamberto d'). (Nelle cronaçhc italiane, Ademaro e Aldemaro). Principe d'Orange, ritenuto come il capo stipite di questa ·antica e illustre fa.~niglia. Ne11'800 Carlomagno lo nominò duca di Genova, in ricompensa dei servizi resi durante le guerre sostenute dall' imperatore contro i Saraceni che infestavano le coste d'Italia. Larnhen0 li scacciò da.Ila Liguria, li inseguì in Corsica dove si erano rifugiati, e, dopo averli battuti per terra e per ,mare, si impadronì dell'isola catturando tutti i loro vascelli, 14 dei quaJi colò a picco. In questa spedizione fu seguito da tre giovani nipoti, figli di Ugo, barone di Ìfambert nel!' Albigese, 11eriti tutti, insieme con A. stesso, nei diversi combattimenti con i saraceni. Adkémar de ,l1onteil. Vescovo <li Puy, prelato guerriero e briUante oratol·e, morto d i peste in Antiochia l'anno 1098. Nel concilio d i Clcrmont d imostrò uno .zelo così viYo che il papa Urbano II lo nominò delegato apostolico per la prima ,crociata, ne Ila qua.le si distinse per il suo valore, specialllJente nella batta.giia di N icea e sotto le murn di Antiochia. Il Tasso lo a11 novera (Ademaro) fra i grandi personaggi nella « Gc· rusalemme liberata.>> . Jn memoria d i questo prelato i vescovi d i Puy, nei loro stemmi, por tano una spada incrociata col bastone pastorale.

Adhémar de Panat (Fra11-cesco Conte della Serre). Maresciallo tli campo francese. Era sottotenente n.tl

reggimento del re quando prese parte, nel dicembre 1711, alla battaglia di Denai.n. Percorse tutti i gradi m ilitari e fu creato maresciallo di campo il 1° gennaio 1748 dopo aver .fatto tutte le campagne d i Alema.gna, d i Fiandra. e <l'Italia sotto Villa,·s e il maresciallo d i Sassonia. Nomi.nato nel 1753 governatore degli Invalid i, nel 1758 divenne luogotenente generale degli e serciti del re . Morì verso il 1770. Adhémar de Panat (Francesco Luig,). l\'(a.resciallo d: campo, nipote del precedente. nato nel 1715 a Panat. morto nel 1791 . Eutrnto nella grande scuderia nel 17 32 come paggio deT re, fu nominato -cornetta nel reggimento Re11le-Navarra nel 1735. Raggiunto il grado di brigadiere d i caval1leria nel 1767, 13 anni dopo, n el 1780, fo nominato 111a1·esciallo di ca1npo.

Adh erbaidscìan

(o Aderbigjan o Adzerbegiah1.

(V. Azerbaigian).

· Adiatunno. Prin cipe galileo i'che nel 2° anno dclh guerra di Giulio Cesa.rc in Gallia (Si a.. C.) si opppse gaglia rdamente all'esercito romano, eoma.n dato da Pu- ' · blio Crasso, luogotenente di Cesa,·e. Costretto a r in chiudersi in un rampo fortificato, Adiatunno tentò una sortita çon 600 <e sol<lurii >>, - ma sopraffatto dai romani , perdette la vita con tutti i suoi. Adige, E' il massimo fiume dell'Italia dopo il Po. E' lungo 410 km. Nasce nelle Alpi Retiche da.i laghetti di Rezia (Reschen) a sud del Colle omonimo, ad 'Un'altitudine 'di m. 1470. La giunzione del sistema alpino con il sistema orienta.le o Dina.rico, che ·avvien,; appunto in corrispoJldenza dell'alto bacino dell'.4 . e


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Km. l' immenso lavoro di er0sionc, accentuatosi con lo sprofondamento della fossa adriatica (v. Adriatico) da l quale si sono meglio difesi gli elissoi<li cristallin i dell.i catena mediana, delle .-\lpi Camoniche (Adamello), (Ìi C ima d'Asta e delle Dolomit i, hanno originato, a ;,ud della disp!u\'ia le alpina princip:ile, una regione tormentata nella quale si arresta l'andamento pi,•ghe dei r ilievi e si interrompe la continuità del solco sinclinale \'al Vigezzo e Valtellina, il quale riprende il suo andamento longitudinale nel cana le Ricnza-D ra,·a, solo dopo aver girato le Alpi Sa rcntine. Anche qui, come nel resto delle Alpi Retiche (v. Adda) i gruppi più an• tichi (cristallini) appoggiano su una piattaforma o grondaia di calcari compatti. che ha maggiormeme •·t• cluto all'azione dell'erosione, dando luogo fra run gruppo e l'altro a prnfonde incisioni cd a v:i.lli ancl1e profonde, che danno quasi sempre ricetlo a. buon~ CO'lll'I· nicazioni, mcmrc i rilie,•i ha,1110 conscn·ato forme a-

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sprissimc cd altitudini imponenti o sono ricoperti di ghiacciai e d i nevai perenni. Il valico d i R ezia (m. 1510) e quello del Brennero (m. 1370) sono i più depressi di tutto il sistema alpino. Atu·averso ad essi. seguendo nel versante meridionale la valle d cll'Isarco e la Val Venos ta., e n el vcrs:uitc settentrionale, le valli dcll'Tnn e dello $pili, si stabilisce un ,·ero anello di ottime comunicazioni rotabili cd in gran parte anche ferrovia.rie che circonda i massicci dell'Oetz e dello -Stubaj ( fra l'uno e l'altro si a pre il Passo elci Rombo o Timmel Joch) e mette in rcia 2ione i due bacini dell'A. e dell'Inn. Queste caratteristiche geografiche s'impongono anche alle operazi,)lli militari. le quali, mentre avranno poco sviluppo sull"a.llo, troveram10 le maggiori facilitazioni e gli obbiettivi più redditizi in b~sso, lungo le comuni<:azioni vallive. Assai diverso è il carattere morfologico del terreno


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a sud rlclla catena mediana. I rilievi antichi delle Al p i Camonie e dell'allineamento Cima d'Asta-Alpi Dolomitiche, caratterizzati aneh'<'ssi da asprezza di forme r d ifficoità d i accessi, racchiudono a trian golo u na regione di calcari più recen ti, inframmezzati da ampie emissioni vulcaniche (montagne porfiriche di Bolzano) sulla qua le l'erosione ha agito fortemente, modellandola secondo la form:1. tabulare. Si hanno cioè valli generalmente ristrette e montagne con fianchi ripidi e dorsali ampie e perciò l_)iù facilmente percorribili sull'alto cd :1.tte al movimento . Qlicsta car:ltteristica si acce11tua man mano rhe si scende verso sud, dove abbiamo sull'alto ampi terreni di mano,·ra, come quelli ben noti sui CJU:l.li l'Austria aveva apprestato gran parte delle sue difese contro d i noi e che furono in parte teatro rii operazioni durante la passata guerra. Acque e comunicazion i di fondo Yalle s ì svolgono, nel hac1no monta no dell',1 .. secondo linee di .frattura trasvers.1li press'a poco normali alla catena alpina, fral · ture che possono oggi ident ificarsi nei solchi; Chiese1.ago d'Tdro ( frattura delle G iudicarie), Noce-SarcaLago <li Garda; Isarco (Eisach) Adige; Avisio. Il solco Rien1.a-Drava, nel quale affluiscono, per mezzo ciel corridoio Adige-Isarco, le comunicazioni di Val Ve nosta (Stelvio) e di Val d i Sole (Tonale), raccoglie le princip:iJi comunicazioni longitudinali e collega il b:1cino dell'.4. con quelli della Dra,·a, dell'Adda e dell'Oglio. Si hanno ìnolu·c comunicMioni assai buone <: redditiz ie sull'alto e segnatamente sugli altipiani che s'interpongono fra A., Piave e Brenta. Il bacino montano dell' .\ d ige deriva la sua in1portanza m ilitare appunto da queste sue molteplici relazioni con i .bacini contigui e soprattutto per quelle col Danubio e quindi con la regione germanica a ttravcr;o l'Inn e i suoi affluenti, o col med io Danubio e quind i con i bassopiani austro-ungheresi attraverso alla Drava. L'alto A. si presenta come un bastione proteso Yerw nord con delle usci le di manovra a i fianchi, verso la Drnrn e verso la regione Svizzera. Ove però s i tenga presente la profondità. della massa alpina a nord dell,t catena principale o ad e~t della soglia di Dobbiaco (Toblach) o a<l ovest del Giogo di S. )fari:., si ve<l,. come l':1zione offensi\•a fuori del bacino superiore dell'.-1 . richieda larghe disponibilità, mentre assai più vantaggi trovi• la difensiva. s ia nello ~~arso numero e nella facile difcndibi lità dei colli di confine, che nelle pos~ibilità di manona insite nella configurazione della r~gionc e nella n:ttura dei luoghi posti a sud della catena a lpina. Se ne .può dedurre che l'alto .4. p1·cso in sè è più atto alla difensiva. che all'offensiva, e considerato nelle sue relazioni con gli altri teatri di guern medio europei può servire. secondo l'opiniouc del Siron ì, a collegare operazioni svolgentisi contcmporancamcme nei bacini del Danubio e del Po.

L'A. scrnde <lai colle di Resia in direzione dapprima nord sud lino a Glorenza (Glurns) dove riceve sulla destra le acque del Munstcr, la cu i valle i, acco,upag:nata dalla rotabile che srende dal Giogo di S . 11:Jria . A Spondig n,1 (Spondining) si rnccolgono le acqu e che scrndono dal Giogo dello Stelvio e dal grnpp,, Ortler-Ce\'edalc e la rotabile del fondo valle si alla.cci.i con quella dello Stelvio . Da questa loca lità l'A. pro~cgue lungo la Val Venosta o Vintsohgau in un cor-

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ridoio longitudinale abbastan7,a ampio ma profond:i, che offre Yarie località atte ad efficace difesa ed urt:1. poi contro il gruppo delle Alpi Sarentine di cui !ambe il piede s u<l occirlentale fino a Bolzano. A :\forano coufluiscc nell'A. sulla sua sinistra, il tom:nte Pa5!iiria (Passaier) che p<•rcorre la ,·alle omonima o di S. Leonardo, ben not0, nei fasti locali per le imp!'ese di ,\ndrea Jiofer. cd è ora rimontata da w1a buona ro1a.bilc che ptr il .Passo di Giovo o Zo,·o (Jaufen Pass) conduce a Vipitrno (Slerzing), formando con la rotabile del Brennero llll anello stradak che ricinge il gruppo delle Sarentinr . .\ BoJ7,ano l'A. imbocca il lungo corridoio che viene dal Brennero e vi riceYe l'I ~arco ( Eisack) d 1c lo pe rcorre, ingrossato a sua volta dalla Rie11 za (Rienz) che scende dal colle <li Cimabanche, udlc Alpi Dolomitiche, lambendo il versante occi<lei,tale del colle d i Dobbiaco. .Mernno è il centro delle comunicazioni che vengono dall'Tnn at1ra,•erso i colli di Rezia (sussidiato cvcntuahncntc dal Giogo di S . :\Jaria) e dal nrcnnero (pc:· la congiungeJHe del Pa~so di Zovo); Forltzza (Fran7,enft"~te) è il punto d'incontro delle comunicazioni che ,·engono dall'lnn per il Brennero e dalla Dra,·a~ per la sella d i Dobbiaco; Eol1.ano, situa ta nel centro di unrt vasta conca, riunisce tutte queste comunicazioni e rice,·e inoltre la strada delle Dolomiti che la collega cvn l'alto Piave. la strada cli val Sarentina, quella del paòso della lVIendola, che la collega con la val di Noce e per essa con il Tonale (Oglio) cd infine la doppia strada che risale l'A. da Trento. Fl·a Bolzano e Trento l'A. scorre in una valle la.r1;a 2-4 km., fiancheggiata da due catene di monti che la separano a destra dal Noce cd a sinistra dall' AYi.iCI. Questi due torrenti sboccano C]uasi d irimpetto l'llno a ll'altro a sud della stretta di Salorno o di Cadin o di S. :\Iichelc e dete~minano la ridente conca di Mezolombardo, centro delle comunicazioni che affluisco:10 app u1,to dalla valle del Noçe_ e clall'Avisio (Valli Cembra, Fiemme e di Fassa) e cui essa apre l'accesso a Trento. La Yallc del Xoce (val di Sole nella sua parte più alla, val di Non nella sua parte inferiore) limitata sulla sua destra dagli aspri pendi, della Presanclla e <lei Gruppo di Brenta, ha la forma di un arco che racchiude nella concaYità le valli minori del Sarca e del Chiese, con le Quali comunica per le faci lì depressioni della l\Iadonna di Campiglio e di l\Iolwno. che a loro rnlta si collegano a sud rispettivamente al Lago di Garda. cd a l Lago d'Idro. La va lle dcli' Avisio d.i. origine sulla sinistra a buoni collegamenti con il J3oitc, la val di Zoldo, il Cordernlc e la \'al Cismon, mc111re com•tn ica. sulla destra con la Rienza al.traverso il passo di Campolungo e con !'Isarco inferiore per val Gardena. e per il passo di Costa lunga. L',.J. us::ito dalla conca di Trento si restringe nella gola <li Calliano dalla quali! passrt nella <:onra di Rovereto, e si restringe poi nuovamente a Serravalle, dO\•c entra nella luaga gola <'h,, ha tc~mine a sud di Rivoli, chiudendo così con una strozzatura il suo corso montano, lungo in complcs., o 110 km. In qucst'ullimo tratto (val L agarina) le comunicazioni con la pianura lombardo-,·encta si fauno sempre più abbondanti. Da Trento per il colle di Pcrgine e da :ìVIatarello per Vigolo \ 'altaro (m. 728) e per altre comunicazioni minori, si passa in \'al Sugana


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(Bassano) e da questa per la depressione d i Fonzaso (Feltre) (m. 480) si può comunicare col Piave; da Calliano si sale agli altipiani di Folgaria e L avaronc e da questi si passa in val d' Assa ( Asiago) c<l in V,ti d'Astico (Arsiero); da Rovereto p er la val del Leno o Vallarsa, ed il Piano d elle Fugazze (m. 115i) si scende a Schio. Solo la passata situazione politica, probabilmente, ha impedito alle numerose e buone comunicazioni cl1e risa lgono le valli dei Lcssini ( Valdagno, val d'lllesi, val Pantena, ccc.), d i trovare il loro prolun · ga:mento attraverso l'an tico confine politico con I' Austria fino a, l Ala. Sulla dest ra dell'.4 . T rento si colkga per Vezzano ~l Sa.1-.ca cd alle Giudicarie, Rovere to comunica per la depressione di Loppio con l'estremità settentrionale del lago di Garda e con la val di Ledro e per questa con le Giudicarie. L' A . sbocca in piano poco a nord d i I'astrcngo, a soli 6 km. dalla sponda orientale del lago d i Garda. Si lascia sulla destra le storiche alture di Pastrengo, Som. e Somniaca.mpagna,. che prolungano a sud l'anfiteatro morenico di Rivoli che ne corona lo sbocco e si a ,·vicina alle falde s~d occidentali dei M. Lessi.ni con andamento· generale da nord ovest a sud est fino ad Albaredo, mantenendosi per buon tratto, dopo Verona, quasi parallelo alla strada Verona Vicenza e racchiudendo fra questa ed il torrente Alpone una ,·cgionc paludosa, ora in par te prosciugata, nota soprattutto per la battaglia combattuta da Napoleone a l ponte di Arcole. L'A. scorre in seguito fortemente arginato, dapprima in d irezione nord-sud 6.no a Legnago e descrive poi •un"amplissi.ma curva che ha te rmine a Badia Polesine, lasèÌando sulla sua destra la regione paludosa delle Valli Grandi Verones i e ciel Poles ine. Si dispone quindi parallelo al corso del Po, ·col qual.e comunica per mezzo del cana le Adigetto e del Canale di Loreo. I collega1J11cnti flu viali dell'A . sono completati dai canali d i Valle e della Busiola che lo mettono in relazione col Brenta. L'ampiezza del letto, che qualclic volta supera i 200 metri, la ripidità. della corrente, lo sviluppo rela.tivamen le breve del tronco Verona-Legnago, che si appoggia da una parte ai M. Lcssini ed eventualmen te ai Col li Berici ed Euganei e dall'altra a lla zona Polesi.ne-Valli Veronesi, la quale si presta con facilità a.cl essere inondata ef:ficacernen te, danno all'.-l un buon valore d ifensivo per r ispetto alle linee del Mincio e del Po. Questo spiega i frequen ti fatti d'arme che si sono verificati anche nel corso inferiore delr .4. e l'importa.nza cbe l'Austria altribuiva al s istema di forti6cazioni noto sotto il nome d i « qua-drilatero i,. che faceva della regione compresa fra A . e 11incio, una gnmdiosa e formidabile piazza d'armi. Adige (Battaglie .mll'A .).

I. Nel 102 a . C. i Cimbri s i affacciarono m inaccios i dal le A·lpi, e Rmna inviò a fronteggia.rii un e~ercito a l comando di QL1into Lutazio Catulo, il quale prese posizione sull'.4. a l disotto di Trento. Collocato il cam-po sulla riva sinistra, costruì un ponte e pose un corpo d i truppe sulla riva destra. Quivi fu :).Ssalito dai Cimbri, i quali lancia rono nel fiume tron chi d 'albero, :ilio scopo di distruggere il ponte. Nelle file romane, impressionate per il n umero <lei nenJici, nacque il panico, e Catulo passò sulla r iva destra, lasciando un~ so la legione sulla s inistra. Subito dopo il ponte fa

rotto, e Ca.Iulo si pose in r it ii-ata, mentre la legione rimasta isolata veniva salvata per opera \ii Gnco P ctTeio, semplice centurione; il quale, avendo il tribunri accennato a volersi a rrendere, l' uccise di prCYpria mano, assunse il comando delle truppe, e disimpegnatosi dal nen,ico le condusse ai' çampo, dove fu onoralo colla << corona grarnin.ea )> . II. Comb,tltuta presso Verona, nell'estate del 403 fra i Visigoti di Alarico e i Romani dcll'imper'aton: Onorio, con<lotti da Stiliconc. I Visigoti, già indeboliti dalle privazion i e dalle malattie, furono sconfitti. e cos tretti a sgombrare l'I tali.L. A Stilicone s i r improverò d'essersi lasciato ·sfuggire Alar ico, ma il genera le rnmano con tutta probabilità , 1011 volle aniscb ia re di me ttere alla disperazio11e il suo valoroso avversario e lasciò che ripassasse le J\lpi. UI. Combattuta n el 563 fra i Romani condotti da N arsetc, e i Goti guida.ti da Widdino, ,uno dei loro conti, aiutato <la un corpo d i Franohi condotti d, Aming. è'farsetc sconfisse gli avversari e mandò \\' idd ino prigione a Costantinopoli.

lV. Camj,agna i11 Italia del li99 ( 26 marzo li99). ·E' designato comunemen te col nome di Battaglia dell'A. l'insieme dei -comballimemi dati dal Gen. Sc.hérer il 26 marzo l i99 contro le truppe de l ge11 . Kray, comandante interinale delle forze austriache in Italia in attesa del comandante titolare ma.rcsciallo Suwarov. Tali combattimenti ebbero luogo in realtà a Pastrengo. Verona. e Legnago. Schércr arrivò l' t l_ marzo a. l\lihno e il 21 a Mantova, e ord inò di aprire le ostili1it in ;Jasr al proge!to dircLlNialc che prescriveva a ll·arma ta d"Ita lia cli passare l'Adige presso Verona, _impadrnnirsi di questa fortezza e respingere gli austriaci verso il Pia,·c inenu-e un distacca,mcnto si sarebhe avanzato su Trento. Il 24 egli Ieee passare il rviincio al suo esercito e prese posizione sulla sinistra d i qllesto fiume, fra Peschiera e Sauguinetto. Egli d isponeva delle seguenti forze: D ivisioni Montrichard (9500 u.); Victor (8200) ; Grcnier (7400); Séruricr (7300); Dclmas (7i00) ; Hatry ( 6300); in tutto 46.400 uomini. Il generale Kray aveva ricevuto il 21. all'arrivo cìcJ suo capo di S . J\f. Gen. Chas1cler, il piano di operazioni combinato dal consigl io aulico per l'armata d 'Italia, p ia.no che comportava l'avanzata dell'esercito r iunito attraverso il Mincio su Brescia e Bergamo a llo scopo d i prendere d i rovescio le v,illi conducenti a l rolo, a i Grigioni ed a lla Valtellina « in moclo da liberare il T irolo senza fare guerra di moiuagnil ,, . Le sue forze il 25 marzo erano ancorn in via di concentrazione. e comprendevano le c.livisioni Kaim ( 15.800 u. fra Pastrengo e Verona): Hohcnzollcrn (12.000 \t. a Verona); Frohlich e Mcrcantin (20.000 u . a Bevilacqua); Zoph ( l0 .200 u. sul l'iave); Ott (Riserva ,:a valleria, 4500 u . sul Tagliamento). Un corpo comandato dal Klena.u. staccato <!alla div. :.\'krcantin, era a·l Açqua di Rovigo ( 4500 u.) . A Pastrengo si stava costruendo un campo trincerato allo scopo di facilitare ivi il passaggio dcll'.-\dige a lle truppe ausu-iache, impedirlo ai Francesi ed assicurare le comunicazioni col Tii:olo. I l generale Schérer sapeva che una parte notevole delle tr.uppe austriache era ancora indietro. per- ,, ciò r itenne necessario procedere subito all'attacco pr i-

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ma cl1e le forze avversarie fossero divenute preponde-

ranti. Co11Jbattù11e·i llo di Pastrengo. Tl generale francese r j. teneva che il campo di Pastrengo fosse occupato da forze assai più impor tanti che in realtà. non fossero, e ritene,·a inoltre che tali forze costituissero una avan guardia <li· cui il · grosso fosse a Rivoli. Decise di occupare quest'ultima posizione e d i passare in seguito l' 1\.dige a monte di Verona. Dispose perciò che le divisioni Grenier, Sérurier e Delmas ai suoi diretti ordini attaccassero Pastrengo; che le divisioni Victor e Hafry al comando d i :i\lioreau attaccassero le posizioni da,·anti a Verona, vi si stabilisserò fortemente e, in caso favorevole, cercassero di penetrare nella piaz,ca; che la <livis. :Montrichard avanzasse su Legnago, nsservasse questa città e s i tenesse pronta a gettare un ponte sull'Adige. La Div.- Sérurier avanzò su R ivoli per Lazise, lungo il lago di Garda, la Div. Delmas su Pastrengo e 1.J. Div. Grénier Bussolengo, per riunirsi poi a Delmas al momento dell'attacco. II gen. Séruricr non trovò innanzi a sè che avamposti, che respinse facilmente, ment.re la flottiglia austriaca del Garda -era respinta verso Nord dalla flottiglia francese superiore di forze. L a D iv. Dehnas, ].>resso la quale si trovava Schérer, si impadronì delle ridotte incomplete cli Pastrengo, ma trovò poco a :N"ord di questo a•bitato, una viva resistenza. La Div. Grénier, che frattanto aveva respinto

su

il posto austciaco di Bussolengo, arrh·ò in tempo a sù· stencrla. Gli austriaci, dopo vivo. combattimento, si r i tiraron o in disordine sui due ponti che in precedenza avevan© gettato a Polo, dei quali non petorono fare in tempo che distruggerne uno. Il generale E lsnitz che aveva p reso il comando, ripiegò su Parona a meua strada di Vero,,a. Gli austr iaci perdettero 2000 morti e feriti e 1500 prigionieri, oltre · a 12 cannoni. Essi àovetlero l' insuccesso a l fatto cl i essersi disseminati su tutta la vasta posizione, così che non poterono opporre in nessun luogo una resistenza veramente efficace. Selvi . rer non fece in'seguire: si limitò a coprire il ponte sulla riva sinist1'a con qualche ba.ttaglione, e restò con hs Div. Sérurier ,presso Rivoli, Delmas a Polo, presso il ponte, e Grenier p resso Pastrengo. Combattimento di Tierona. Gli austriaci tenevano sulla destra <lei!' Adige davanti a Verona, una linea di posti sulla linea. Tomba-S. Lucia-San Massimo- Chievo ,·a 2 km . c irca dalla città. Essa comprendeva 3 bgl. ed i squadrnnc, sostenuti da a ltri 2 bgl. e 2 sq. al coma.a· do del gen. Liptay. Il resto delle truppe delle Div. Hohe117,ollcrn e Kaim, al comando di quest'ultimo generale, era in riserva. ~,f oreau attaccò all'alba S . Lucia con la Div. Victor, e S . Massimo con la Div. Hatry. Victor s i impegnò per primo e r espinse Liptay fin sol· to gli spalti di Verona. Ma, giunte le riserve a ustriache, dovette indietreggiare e il combattimento si stabilizzò attorno a S. Lucia che restò ai francesi. L« div.


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IIatry aveva avanzato verso S. 1I assimo, ma Kaim la contrattaccò vivamente. I l combattimento divenne accan ito come a S . Lucia: alla fine S. Massimo rest,j agli austr iaci. Alla sera, questi ulti111i avevano perd u to 1500 uccisi e feriti e un migliaio di prigionieri : i Francesi a vevano a\-uto all'incirca pari perdite. Il comb..1.tti111cnto era rima sto indeciso.

Cumbatt i111('1ito di T,egnago. )fon tric hard si era portato rnrso Legnago e. secondo gli ordin i, a\·eva impegna to una parte della s ua avanguard ia in una azio)1~ a fuoco con la guarn igione ddla p iazza, men tre la brigata \'ignc era stata inviata ad Angiari cd ossermn l'Adige fino ad Albaredo. Il gen. ~Iontr ichard rest,wa con la brigata Gar da11ne in riserva a S. P ietro a 2 k m. da Legnago sulla strada d i :.\Iantova. Il gen. Kra:,·, con le div. Frol ich e :.\'Iercantin, era al campo di Bevilacqua. Verso mezzogiorno, le •m ise in marcia su Legnago; lasciata poi la div. ). rercantin in riserva dietro quella piaua, verso le 16 sboccò verso O vest con la d iv. Frolich s u tre colon ne : la .prima e p iù forte contro S. Pietro, la seconda su Gallo, a d estra della p rima , e la terza su .-\.ngiari. Le due prime respinsero Gdrclanne; la terza sor prese la brigata Vigne e la d isperse; il gen . Vigne restò ucciso. M ontrichard avendo p er duto quasi 2000 u . e 14 cannoni, ri piegò verso Mantova . l.e perdite totali dei d ue a\•versari nei tre combattimenti che costituiscono la battaglia dell'A . furono : Austria ci, 4300 morti e feriti, 2600 prigion ieri, 12 cannon i. Francesi: 3000 morti e ferit i. 1000 prigionieri e 15 cannoni.

Adige (Battaglio11r Alpi1to Val d' ). Costituito n el 19 15 prima dell'inizio clcllc ostiliti, con le comp. 256-25;253 presso il Dep. del 6° regg. a lpini in Verona; fino al scuembre 19 16 operò ne.Ila zona monta na fra il Garda e la V. d'Adige e fra questa e la Vallarsa; nell'ottobre 1916 passò in V. Posina e sull'Altipiano d i Tonez.za. rimanen dovi .fino a ll'a,gosto l 9 17, allorchè fu chio.mato a prendere parte a ll'offens iva sulla Ba insizza ; sopra\'venuta l'offensiva austro-tedesca dell'ottobre 1917. si ritirò combattendo dalla Bainsizza sul U. Jeza, e di là, a ltraverso la pianu ,·::,. Vcnctct, a Rassano, donde fu indato sul Gra.ppa prima, poi in Va l Brenta; ivi si d istinse nell'mtacco della Chiesa d i S. Francesco, meritando la cito.zione nel bollettino del 30 gennaio 1913. Nel giugno 1918 passò h"Ull'allipiano dei Sette Comuni finchè, durante la battaglia di Vittorio Veneto, pass.'i il P iave a Vidor il 30 ottobre, puntando su Villanova d i Valdobbi.i dene e po i su F cltre. Nel 19 l9 venne d isciolto. Adige . Cisterna per acqua, in ferro, varata nel 1888, radia la nel 1921: tonnella te SO d i portata e 78 di d islocamcmo, velocità 6 nodi, potenza 35 cavalli.

Adigetto. Can ale dcll'.\d ige lungo 72 km., largo da 6 a 15 met ri. con profondità varia bile a secon da della stagione eia un minimo di un metro a 5-6 metri. Tocca R ovigo, Lendinara. Yillanova e gettasi nel Caual Bianco a R endinella . Comunic,i col Po per mezzo dei cana li B ianco, d i Scortico e <.lclla P olesella, costituendo una via llu\·iale <li qualche importanza anche per ;i.;i militari. Adigrat. Capoluogo dell' Agamè. nell'Abissin ia, oc-

cupato dalle nostre truppe il 2 I marzo 1895 ed or,\ fuori dei confini della Colonia Eritrea. T rovasi a 2S•l,l metri <li altitrn:line sulla dorsale principale dell'altipiano etiop ico, sulla strada che, seguendo appunto <letta d orsale, conduce attraverso J'Enderta ed il Lai;;ta allo Scioa, tocca11do )lacallè, Born1icda, Addis .\bcbà. La eone.i è ampia e saluibre, dotata di acqua buona e sufficienl!: Legname abbondante. Buoni pascoli.

Assedio di Adigrat, 1896. (Y. Abissinia). Airindomani della vittoria d i Coatit (13-14 gennaio l89S) fu deciso di rendere stabile l'occupazione della parte settentrionale dei domini di Ras )fangascià. occupando e presidiando A<lua, capoluogo del Tigrai, e Adigrat, capoluogo dcli' Agamè. Quest'u ltima località fu occupa ta il 25 marzo 1895 da una colonna indigena di cir_ca 4000 uomini gi,idata dal governatore gen. Baratieri.

Quasi :il centro drlla conca d i A ., sopra un'altura, fu sub ito iniziata la costruzione d i un forte assai ben nmnito, il quale venne presid ia to d a l I V battaglione indigeno, il cui comandante maggiore Toselli, era incarica to d i funzion i politiche e milita ri ,per l' Agamè. Successivamente Adigrat costituì la base per l'opera zione di Debr:t .\ilà. ed infine, in quella conca si raccolse e costitul nel gennaio 1896 il cor po di operazioni destinato a d ifendere la Colonia E ritrea contro l'ava)1za1a dell'esercito etiopico. Spostatosi tale Corpo \'Crso O,·est, Adigrat diyeirn~ sede d ell'Inten<lenza . Alla metà d i febbraio, in seguito aIla defezione dei capi tigrini Ras Sebath e Degiacc Agos Tafari. i quali si gettarono sulle retroYie del corro di operazione nell'intento di reca.re molestia alle carovane. ·di riforni,ncnto, le comu ni_ca1.ioni fra l' in tendenza e le truppe venivano seriamente minacciate e ci<', da,-a luogo a i p iccoli scontri d i Saeti1 ed Alequà fn il p residio d i Ad igra.t e i ribelli. Questi erano inf:nc battuti il 25 a ::\fai l\faret dal Colonnello Stevan i. L'fotendcnza si era frattanto trasferita fin dal 18 in quest'ultima località e successivamente (2-l febbraio) si spostava ad Adì Caiè. Il 19 febbraio giungeva a presidio del forte il battaglione Cacciatori al comando dd :.\faggiore P restinari. Fra il 23 ed il 2-l il forte venfr.1 sgomb ralo da i materia li di intendenza ancora rimasti, ma per deficien za di mezzi di trasporto non potevano


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essere sgombrat i lutti gli ammalati della loc:tle in fe,·. meria prcsidiaria, che rimasero ù1 numero di 2ì6. Il 2 marzo, alle 11.30, il comandante <lei forte riccYCva noti7,ia dal comamfo.11tc di Mai Marcl, Colonnello Di Boccard, della sconfitta <li ..\dua toccata al cor[)<J cli spedizione. e contemporaneamente l'an-iso che le truppe a i suoi ordini (\'TI reggimento) si s«rcbbcrc> ritirnte immed iatamente vc,·so è-l'ord. Il maggiore I'r~st inari, considerata la necessità di non abbandonare gli ammalati, e la difficoltà d i portarli appresso in un:1 marcia di ripiegamento in paese osti le, deciclevn d i restare. li presidio era costituito dai scguemi reparti ; Battaglione Cacciatori (circa 500 u.); Compagnia pre~idiaria (circa 1000 u. fra biancl1i t\ indigeni); Compagnia cannonieri (200 u.); Compagnia genio (200 u.): Sezione sussistenza; sezion.: sanità; Stazione CC. RR.; Infermeria presicliaria con circa 270 degenti. Gli elementi che componevano la comp. presidiaric't e quella cannonier i erano i meno idonei fisicamente o moralmente di tulio il corpo di operazioni. lasciati indietro perchè ammalati, pigri o comunque invalid i. I l maggiore T'restina ri provv ide ad inquadrare i bian,;hi nel battaglione Cacciatori cli cui le compagnie furoao portate a 6, ed a selezionare rigorosamente i 500 indigeni rimasti, al1011tànandonc molti sotw lo specioso pretesto di licenze per convalescenza, così che il reparto indigeno fu ridotto a 100 u. bene inquadrati. In par; tompo, avendo rassicttrnte con un bando le popolazioni locali, potè eia queste r ifornirsi suffkicntenwnte di Yi • \'eri. Più tardi però. nella seconda decade di marzo, I isolamemo del forte, bloccato da lontano da 10-12 ,000 ribelli, d ivenne quasi completo. li Comanda nte aveva la s icurr1,za che, data la precedente provata resistentcl di Macallè. la disponibilit:I di acqua, e la buona sistemazione difensiva del for lr, non s i sarebbero verificati "!tacchi cli viva forza: que llo che pi(1 do,·evano temere i difensori era l'esaurimento delle \'Cllovaglie. Il fort<' potè sola mcn!e impiegaJ·e le sue artiglierie ( 4 pezzi da camp.) con tiri lunghi contro gruppi d i arma ti lont:u,i. li 2 maggio giungern notizia che il Corpo di opera1ioni italia.110 agli ordmi del go\'ernatorc, generale .Baldiss~rP.. ,tvrebbe ava nzato nella giomata stess:i. da Scnafi: su Adigrat. l i -!, la i" Divisione giunge,·a infatti presso il forte. .\ norma delle trattative di pace, il forte fu sgombralo e le opere distrutte.

Adimanto. Stra tega dei Corinzi nella 2" guer.-a persiana. Fu a Salamina (-180 a. C.) ma si ritirò con le ,ue na\'i prima dell' inizio della lotta. Adi111a11to. Genera le aten iese ckl ~ccolo \' ~- C., il quale, durante la guerra del Pelo;xmncso, fu l'unico ateniese che 5i opponesse energicamente alla barbara proposta, fatta. eia F iloc lc e a ccettata da lla popolazione, di tagliare il pollice destro ai prigionieri lacedemoni p•!r impedire loro di maneggiare più la lancia. Nella batt:,glia di Egospotamos (405 a . C ,) rimasti soccombenti gli ateniesi, anche :\dim,llllos fu fatto ,prigion iero m.i \'enne risparmiato dagli spartani vincitori che miser.> a morte tutti i prigionieri. In srgu ito Conone l'accusò di U\'CI' tradito, in quel la ci rcostanza, gli ateniesi, m:i Senofonte mostra d i non prestar fede a quel!' accusa.

Adimari (Foresc degli). Della famigli a ,\d imari cli f irc117.e, una delle piii a ntiche e illustri del partilo guelfo d i quella città. Dopo la disfatta toccata dai fiorentini nel 1260 nella battaglia di 1-lont:tpcrti prc,so l'Arbkt, Forese degli .\d imari, rathmali i fuggitivi, JIC formò una compagnia con cui giovò molto a l partito guelfo prhna in Lombardia poi nel regno di '-<apoli. Adls (Battaglia di), l'vfarco ,\ttilio R egolo, durante la prima guerra punica. pose l'assedio alla città munit:i. di .\dis (oggi: Rl,ades) nc:1 255 a. C. I Cartaginesi, co11dot1i da A1niJca.re. Bo3tnro e ~\sdrubalc, mossci-o con

un esercito IJ<'r liberare la citti, assediata. e si accamparono presso alla medesima, sopra una collina oogcosa. Qu ivi lasciarono gli ek-fanti e ha cavalleria, e scesero a l piano con la sola fanteria, mentre Regolo, il qu,1!e


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disponc,·a di 15.000 u., li d ivise in due corpi. ass;tlendo con temporaneamen te la fan teria. cartaginese nel p ian o, e la collina occupata dalla cavalleria e dagl i elefanti. La fanter ia cartaginese, che comµrendeva Galli e Spa.gnuoli, mer cenaii, s i d ifese bravamente, e mise in pericolq p er un momento la. prima legione romana; sçnonchè, ess.;ndo s lat;i attaccata alle spa1lc da un corpo di truppe ronmne, mentre avveniva lo sbandamen to della propr ia cavaller ia, si demoralizzò e venne tagliala a pezzi. Intanto er:t pien amente e prontamente riuscito l'assalto dato dai romani al ca;mpo cartaginese: la; cavalleria e gli elefanti, quasi inutilizzati in mezzo a,gli alberi, non avevano r esisti to, e si erano s bandati salvandosi colla fuga.. I n potere cli Regolo rimaser o 5000 pd,,;ionieri con 18 elefanti, e poco dopo A. s i a rrendeva. Conseguenza di questa battaglia fu J'occu pazionc cli molte città cartàginesi, fra le qua li T ,unisi.

A<!ito. A nt. P assaggio tra i banchi, per e gli ageatori délle polin,mi (v. Agea).

rematori

Adler (in ceco Orlice) . Affluente di sinistra del corso su perior e <lell'Elb,t, for mato da .due rami p rincipali: la Wilde Adler o Erlitz che separa gli A<ller gebirge dai Ricsengebirge. e la Stille Adler._ Si getta nell'Elba a J(oniggraetz dopo aver 'percorso circa. 95 chilometri. Adlerberg (Vladimiro Teodorovich) . Generaie ed - uomo di stato russo, nato a Viborg (Finl>in<lia) nel l i90, morto nel 1884. Fece le campa,g nc del 1812, 1813 e 1814, poi fu a iutante di campo del granduca; Nicola, r imanendo a corte a.nchc quando questi divc1u1e i mperatore. Nel 1828 par tecipò alla guer ra. contro i Turchi col grado di magg. genera le. Nel 1833 era ten. genera.le, nel l843 genei:ale di fanteria . Nel 1852 fu noaninato ministro della Casa imperiale, carica d1c cedette nel 1870 al figlio maggiore Alessa.idro. Adl erfeld ( G1,st·a-z,,o d' ). Storico svedese, nato a Stoccolma -1\el 1671, morto in guerra alla battaglia di Polta.va nel I 709. Gentiluomo d i carnera. di Carlo- XH lo se&'llì in tutte le sue campagne e fu testimone dei suoi successi e delle sue disgrazie. Redasse il giornale delle operazioni militari dell'eserci to svedese fino Clila battaglia <l i Poltava. dove rimase ucciso da un1. palla. di cannone. I l giornale pervenuto nelle man i del .figlio fu tradotto in francese e quindi pubblicato acl Amsterdam nel 1740 col titolo : « Storia. militare d i Carlo XII )J. La moglie dell' Adlerfeld fece in tedesco un est ratto di quest'opera fino all'epoc:a dell'ent rata d ell'esercito svedese in Sassonia e lo fece stampare a W ismar nel 1707. Il giornale dell'Ad lerfel<l è un racconto fedele e imparziale delle campagne <le!l'eroe svedese e d i parecchi avvenimenti politici. Adlerskreutz (Carlo Gio,,am,i Coni.e d') . Genera· le svedese nato in Finland ia nel 1757, morto nel l815. Si distinse nella guerra di Finlandia e nella; batta-glia cli Sikajocki r iportò sui russi una splend ida. vit toria.. Era pieno di coraggio e di temerità, generale p i(t fortunato che abile, senza cognizioni teor iche e privo cli ogni istruzione letteraria. Fu il capo n otorio della cuspirazione, <liretta segretamente dal duca cli Suderma;nia, cbe preparò la; r ivoluzione del 180,9 in seguito alla qua le salì sul tr ono di Svezia Carlo XI1I. Dopo l'e-

ADO

lezione di questo principe, A<llerskreutz ebbe molta influenza. nei lavori della costituzione e fu il capo d i un par tito avverso a quello del ,g enerale Adler;;;parre, col quale aveva operato per la riuscita della r ivoluzione. La gelosia di riuesti due uomini valorosi fu nociva al paese. Dopo le d imissioni del suo rivale Adlerkreutz rimase ancora .presso Car lo XIII, ma le c ircostanze non gl i offrirono p iù occasione di segnalarsi. Morì poco dopo che la Jinastia d i Ponte Cor vo era salita .;.I trono.

Adlersparre (Giorgio). Generale svedese, nato nel 1760 nella provincia. di Iamtla.nd, morto nel 1835. Fu uno dei princiµali attori della r ivoluzione del 1809 che mise sul trono d i Svezia Carlo XIII. E nt r ato giovanissimo nell'esercito col modesto grado di caporale, n ella guerra che allora la. Svezia sosteneva contro la Russia, s i gua<lagnò le spalline da ,ufficia le, intanto che coltivava le lettere e pubblicava. un volume di poesie. Otten u ta la confidenza di Gustavo I II, r icevette il com•p ito d i selle-va.re in Norvegia i partigiani con tr o la domin azione danese e <li preparare l'unione di questo paese alla. Svezia. Ma sopra.ggiunta la morte di Gl)stavo III. Adler~parre non volendo serv ire sott~ un governo che non stimava, lasciò l'esercito col grado cli comanda.ate d i squadrone e rip rese i suoi studi letterari. Scrisse di politica;, <li storia, d i arte militare. Scoppiata nuovamente la guerra con la Russia, Adlersparre riprese il ser vizio cd ebbe il comando di una divisione dell'esercito dell'ovest. Ad aggravare la s ituazione della Svezia an<:!hc la Danimar ca le mosse ·guerra per la questione della )[orvegia; allo ra Adlersparre ,passò nella provincia di \Vernsland e riordinato l'esercito lo mise in grado di far fronte a l nemico. Assicuratosi l'ap(>oggio incond izionato <lelle truppe a i suoi ordini, mise in esecuzione il piano d i rivolta che non aveva potuto mettere in opera a l tempo di Gustavo III. La cospirazion~ preparata a. Stoccolma, aveva per capo notorio Adlerskreutz, ma era d iretta segretamente dal duca di Sudermania. Frattantot concluso un armistizio -col cmnandantc in capo dell'esercito danese, p rincipe cl' Augusternburg - i l quale era a parte della cospirazione. e condivideva le speranze del duca d i Sudermania, se non iorse aspirava esso stesso a lla. c orona di Svezia. - Adlersparre alla testa delle sue truppe marciò su Stoccolma, dove, scoppia.la la. rivoluzione, il re fece appc~1a in tempo a rifugiarsi all'estero. l i duca di Suclennauia eletto re col nome di Carlo XIII, colmò d'onori l' Adlersparrc che fu fatto consigliere di stato, a iu tante di campo generale, barone. Dopo alcuni am1i di lotta col suo r ivale, il conte cl' Acllcrskreutz, Adlersparre si r itirò sdegnosan1entc a vita privata. Admagetobriga (Battaglia d1) . Nel 61 a. C., p re~so A., città gallica. sull'Arar, il cui luogo è ignoto. vennero a battaglia. Sequani e Arverni da un lato e<l Edui dall'altro. I primi furo1io soccorsi da un corpo di 15.000 Svevi, condotti dal capo germanico Ariovisto. Gli Edui, che avevano fino allora ves.5ato e taglieggiato i Scquani e gli Arverni, furono sconfi tti. Adolescenti (Battaglione degli A .). Costitu itosi a Biella n_el 1859, con un migliaio di giovani Volontari, per ,prendere parte alla guerra contro l'Austria; passò poi integralmente nel corpo dei Cacciatori delle Alp i


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al comando del generale Garib:il<l i ; fu ricostituito l'anno dopo col nome originario di Battaglione degli .-\dolescenti con 120 figli di mi li tari, g iovani dai 16 a i 17 anni, v incolati da lla ferm,t di un anno, ma perdette il carattere d i corpo volontario di guerra cd ebbe un:i divi!<a simile a quella dell'altro battaglione <l'istruzione per figli di m ilitari istituito a Racconigi. Venne sciolto dcfi.nitivamen te ,il 1° gen naio 186 1..

Adolfo di Nassau. Imperatore d i Germania, nato nel 125Ò o 1255. Eletto re dei romani nel 1292 ed inco-

ron:i.to ad Aquisgrana, ebbe per competitore Alber to d'Austria. Costretto dalle circostanze a mettcr~i al soldo de l Re d'Inghiltrm,. impose ai suoi sudd iti tali balzelli da indurli alla ribellione. X el 1298 fu deposto da imperatore cd allora per d ifendere i propri dirit.ti arruolò un esercito poderoso, di molto superiore a quello d i Al· berlo, ma ingannato eia false informazioni fu circondato dalle truppe del suo nem ico che l'uccise di propria mano a Gollheim, tra \Yorms e )fagonza il giorno 2 luglio I 298. ,

Adolfo I . Duca cl i Cleves, detto il V ittorioso a caus,I delle molte vittorie r iportate, nato nel 13i I. morto nel 1448; era figlio d i .\dolfo X, conte di Cleves e della Marca. Fu creato duca e principe dell' impero dall'imperatore Sigismon do nel 1417 in riconoscimento dei grandi serviz i pn•statigli. Dovette sostenere una guerra lunghissima contro il .proprio fratello Gerardo che s i era opposto alla riunione d e i due paesi di Clcves e della Mru·ca. F inalmente, dopo dieci anni d i lotte si venne ad un accomodamento cd i due fratelli si riconciliarono. Adolfo. F iglio unico d i Arnoldo, duca d i G ueldria, na to nel 1438, morto nel 1477. Per ùnpadronirs i <lei dominio mos.."C !,'1.lrrra al padre e fu talmente ostinato in questo suo proposito che tutti gl i uffici del Duca Ji Borgogna r iuscirono vani. }.-l o)'Ì in una scnramuccia, sot to le mura di Doornick. Adolfo I. D uca di Holstein, figlio di Federico I. re d i Danimarca, nato nel 1526, morto nel 1586. Fu il caµo stipite dei duchi d i Holstein-Gottorp ; passò tul!a la vita a fare la guerra. Nel 1548 si portò a lla eone di Carlo V e seguì l' imperatore all'assedio di Mctz. Dopo d i aver preso parte a parecchie contese fra principi alemanni. si mise al soldo di Filippo II e combattè con-tro gli olandesi. JnJìne, stanco di guerre e di vittorie s i ritirò nei suoi stati. Adolfo (Gio;·a11111). Duca di Sassonia, nato nel 1635. ser\'Ì parecchj anni fra le truppe di Hessc e divenne tenente generale. :--:et 1710 passò a l servizio di Augusto II elettore di Sassonia e R e di Polonia, il quale lo nominò maggior generale del suo esercito. Ottenne moa i successi sui generali <li Carlo XII. pacificò la LiLuania e la Polonia e prese D ru1zica sono il regno di Augu~to l 11. Passò quas i tutta la vita sui campi <li b:utaglia; morì nel 1744 in un combalti111cnto presso Wildorf. Adolfo Federico, principe inglese. Duca d i Cam bridge, maresciallo deli'csercito inglese, nato nel 17ì-l morto nel 1850. Ancora giovanissimo comhallè contro i francesi, comandando nel 111a1·1.o 1793, due colonne degli alleati anglo-a nnoveresi. :-Sella ritirata del 6 settembre J i93, rimasto ferito alla testa, fu fatto prigioniero

dalle truppe francesi. ma poco dopo wnnc liberato da un drappello d i aru10,·~re~i, i quali, ~ma rrita la s.r,tda. erano cap itati nel villaggio dove appunto era custodito il principe Adolfo.

Ordi11c mii. di AJoljo di Sassa11. Istituito nel l 8'i8 nel Grandura10 di L1t,scmbÙrgo. La <lernrazione ~ sospesa a nastro azzurro con striscie laterali di colore arancione. Com• prende cinque classi : Gran Croce; Conunen<latori di 1• classe; id. di 2• clasi;e; Ca,·alieri croce d'or<>; Cavalieri croce d'argento.

A d o m é . Negro di Caien.rta, elci secolo XVT l I, ideatore e capo di un,t congiura che a,·ern lo scopo di liberare i negri dalla sch iavitù. ;>;ella none dal 4 al .5 febbra io 1794, fissata pn l:i. insurr~zionc, a llo spa r·o d i un colpo di cannone tutti i negri della campagna dove\'ano accorrere e riunitisi a quelli della città massacrare tutti i bianchi e rendersi indipendenti. Al momento opportuno i n egri della campagna mancarono a ll'appello, forse ,perchè non sent irono il segna le, ,-d .\domé, privo del loro a iuto, sopraffallo dai bianch i corsi alle armi, fu fucilato innne<liatamcnte sul posto dove era caduto nelle loro mani.

Adon i (o Ad11an-i) . CitLà dell'Iuclosta u, presi<lenta di ~Iadras. Nel 1787 il principe indiano Ti900 Saib la prese dopo aspro combat1imento agli inglesi, i quali la rioccuparono nel 1800. dopo la morte di questo principe. Adorea. Ricompensa militare in uso presso i romani nei primi tempi della repubblica. Consiste,·a in una certa quantità di frumento. Adorni (Ignazio) . Generale, n . a Panna. m . a t>:tn Remo ( 1820-1903) . .Ca<lcllo nelle truppe Parmensi ( 18,ì·)l passò col grado di Capitano ( 18-18) al servizio dell'Esercito Sardo, partecipa11<lo ;i,lle canipagnc del 184S e 18 49 e d is tinguendosi nei fatti d'armi della Sforzesca e di Xovara. Fc:c da MaggilJrc le c,Lmpa,gne del 1859 e 1860, guadagnandosi la medaglia di bronzo all'attacco di PortlJ Farin:t e quella d'argento a ll'assedio di Capua. Nel!~ campagna del 1866 cblx: - col grado di :\fa.ggiore Generale - il comando <ldla Brigata Caiabria. Lasciò il servizio attivo nel 187 l e raggiLrn~c il grado cli Tenente Generale nella riserva nel 1893. Adorno. Antichissima famiglia geno\'cse della fa-


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z ione popolare d i parte ghibellina, la quak, dopo la lc-gge emanata nel 1340 che escludeva la no biltà da tulle le cariche della repubblica, s i innalzò a grande potenza e lottò lungamente contro la famiglia riv,J le dei Fregos~ d i parte guelfa per il domin io della città ed i l possesso deJ)a suprema autorità dello stato: il Dogato. I me:llbri d i questa famiglia che maggiormente s i disti nsera dal punto di vista milita.re sono :

Adozione. Istituzione mii. degli antichi popoli della Scandin avia, corrisponden te alla medievale " fraternità d'ar mi)>. Per mcuo dell'A ., due guerrieri divenivano st retti da un patto per la vita e per la morte ed erano pronti a l sacrificio l'uno per l'altro. La cer imonia dell'A. consisteva nel fare un buco in terra con la landa, nel versarvi un pol del sangue dei due contrac11ti . n.cl mescolarlo con la terra, nel porvi sopra i1na p ietra.

A11toniotto I . E letto doge nel 1384, fu innalzato quattro yoile alla dignità ducale. Univa ad insaziabile ambizione, ingegno vasto e .profon<lo, era cl i cuore. generoso, di nobili maniere ed il suo nome era sti111ato d a tutti i principi d' Europa. l'vlai come nel corso della sua vita le fazion i di par te in Genova era no state a ccanite nel combattersi a vicenda ed egli fu più volte obbligato a fuggire 'Per dar luogo a Leonardo ed Antonio Mon taldo, a Pietro e J acopo Fregoso; ad Antonio Gucrco e ad altri che gli f-urono opposti successivamente. Sotto il suo p rincipato la repubblica genovese si acquistò grand i benemerenze e accrebbe d i molto la sua 'p otenza. N e.I 1335, inviata una flotta poderosa nelle ac• qlée di Napoli, riuscì a liberare il ponte fice Urbano VI assediato nel castello di Nocera -da Carlo III <l' Ang:ò; d i ,poi per rendere libero il Mediterraneo daJle piraterie dei saraceni, rivolse contro questi le forze armate della repubblica è nel 1388 prese loro l' isola cli Ge,:,bi e li a$Sediò in Tunisi, conducendo persouahn en te un eser cito contro quella città . A questa s pedizione presero parte il Duca di Borbone e gran numero d i gentiluomini inglesi e francesi, come ad una crociata . Il re d i Tunisi fu obbligato a rendere la libertà a tutti gli schial'i cristiani, a pagare un tributo ai genovesi e a p romettere che in avvenir e i suoi sudditi s i asterrebbero datle p iraterie.

Adra. I' iccola ciLlà marittima e p iazza forte spagnuola, nell'antico i·egno di Granata .

Prospero A. Sesto doge della stessa famiglia, nel secolo XV. Con l'aiuto di Francesco Sforza, d uca di ~Iiiano, cacciò i francesi da G cl1(1va nel )461 e si rico11ciliò con i F r egoso. Ingelositosi però della glor ia d i cui si copriva Paolo Fr egoso nella guerra contro i francesi, gl i pro ibì d i entrare solennemente in città dopo una vittoria r ipor tata su R enato d'Angiò. Il F regoso. sdegnato per ques\a proibizione entrò i n Genova a viva forza e ne scacciò l'Adorno e quelli del suo partito. Caduta la città in mano d ei ·milanesi, Prospero fu messo il1 prig ione nel castello d i Cremona di dove fu tratto <la Gian Caleazzo Sforza n el 14i7 che lo nominò governatore di Genova . Valendosi aJlom dell'opera dei rnila11esi Prospero a bbattè la potenza delle fazioni nemiche e quando ebbe rista bilito l'ordine n ella città ne scaociò i suoi pericolosi ausiliari. Dattute il 7 agosto 1478 le truppe d i G ian Ga leazzo, e assicurata con t:tle vittoda la libertà della patria, una sedizione dei Fr,:• goso Jo costrinse a fuggire e a ripararsi a nuoto sopra un vascello di N a,poli, che lo condusse in quella città, -;:Jove mori nel 1486. A ntoniotto II. Doge di Genova (secolo XVI). Subì l'entrata dei soldati del marchese d i Pescara in Genova, e il saccheggio che essi commisero. :'\e! 1S27 l' Adorno fo assed iato d ai francesi coman dati da Andrea Dor ia, e dovette arrendersi a l suo r ivale. Gerolàmo A dorno. Fratello d i Antoniotto II. F u generale di Carlo V . :Morì a Venezia nei' 1523.

Adraman. Più conosciuto sotto i l nome d i "Figlio della macellaia di ::\fars iglia " · Preso dai turchi quand ·era ancora bambino, diveru1e pascià d i Rodi, grande ammirag lio e genera le delle galere . E ra ama to e stimato <la i soldati per la sua giustizia cd il suo disinteresse, m;i . accusato dai s1.1oi nem ici di avere provocato 'un incendio a Costantinopoli, fu stra ngolato nel gennaio del 1706. Qualche tempo dopo, r iconosciutane l'innocenza, i suoi accusatori furono tutti puniti <:on l'estremo supplizio. Adramiti. Citli, della M isia, nell' A.sia M inore, sul golfo omonimo (a.n t. Ad,-amytt·i um). II 19 marzo 1205 presso A . vennero a battaglia l'esercito .d el conte Enr ico di F iandra , principe d i A ., e quello guidato da Teodoro :Maucafa, pretendente al trono d i Bisanzio, e da Costantino, fratello di Teodoro Lascaris, u ltimo im. peralore dei Romei. G li alleati furono completamente sconfitt i. Adrana. Ant. nome clell'Eder, fiume della Germania. Sulle sue rive Germanico sconfisse i Germani. oppor,en<Jo a l loro numer o la ferrea disc iplina e il superiore a rmamento delle legioni romane. Dopo la battaglia. Ge1,nanico devastò il pa.ese e vi lasciò il- suo luogotenente Cecina per ten er sottomesse le popolazioni an~· lanti alla riscossa. Adrano. D io della guer ra e del fuoco, venerato nell'ant. Sicilia. Aveva un fa,moso tèmpio nell'a nt.. Adrano (oggi Adcrnò), p resa dai Romani all' inizio della guerra punica. Adrara. Borgo in prov. e circ. di lkt!(a'lllo. Nel 1393 a.ppartencva alla fazione G uclfa e venne -assediata dai Ghibellini cli Bergamo e di Brescia, comandati rh Scipione Sua rdi e ç risto foro d'Iseo . Al suo socco,·.;o venne un corpo guelfo ca pitanato da G iacomo .-\vo:;adrio e Tonino Colino. I Ghibellini affrontarono in cam po aperto presso l'Oglio i guelfi sopraggiunti (circa 2000 u. per parte) e li batter ono, ma non I u rono più in grado di porre di nuovo l'assedio alla terra . A d re t s (France:;r.o Beamnont, ba.ro11. des A.). Valorosissimo ca pitano del secolo XVI , nato uel Delfinato n el 1513, morto nel 1586. Fattosi ugonotto in odio a l Duca dL Guisa, conquistò molte ci ttà a i cattoli.ci e si rese cclchre, tanto ,p er il sno valore di


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combattente quanto per le crudeltà che commetteva nelle vittorie. Esasperato rper non avere ottenuto il governo del Lionese, abbarnionò i j'rotcstanti e ritornò fra i cattolici. Quando militava ancora fra gli ugonotti, perdette il figlio :primogenito nella strage della Notte di San Bartolomeo ed il secondo nell'assedio d ella Rochelle. L'A. visse fra cont inue battaglie, disprezzato, ma temuto dalle due fazion i.

Adria. Ant. città del Polesine, posta tra le foci del T0 o e quelle cieli' Adige. La sua fondazione è attribuita a i Pclasgi che furono poi scacciati dagli Etruschi, dei quali divenne fiorentissima città marittima. Nel VII secolo a . c." cadde in. potere d ei Galli, e nel 213 se ne impossessarono i Romani che la costituirnno in città confederata e munic ipio, e ne fecero importante stazione navale per le loro flotte. Oggi però d ista dal mare oltre 20 c hilometri. Subì successivamente le vicende del territorio in cui è posta e vide i Goti, gli Ostrogoti, i Bizantini, i Longoban.li; e -poi gli Estensi, i Carrara. Gli Estensi la tennero fino_ al 1529. Nel 1483, durante la guerra contro il duca di Ferrara, i veneziani assediarono A ., e, dopo d i averla presa, la saccheggiarono e incendiarono. Riedificata, si sottomise spontaneamente alla repùbblica veneta della quale seguì le sorti.

Adriani (Marcello Virgilio) . Letterato fiorentino, nato nel 1464, morto nel 1521. Fu professore di umanità i,ella città natale e poi cancelliere della repubblica Fiorentina. Pubblicò una « Oratio de militiac laudibus publica ha,bita, aum Laurentio Medki juniori militaris imperi i insigna tradcrentur ». Basilea, 1518. Gi:o,,ann, Battista Adriani. Patriotta e scrittore fiorentino, n . nel 1513, m. nel 1579. Si d istinse nell'assedio d i Firenze; scrisse una « Storia» in continuazione di quella del Guicciardini. Giova1111·i Battista Adr-iani. Scrittore cd ecclesiastico, nato a Cherasco nel 1823. Ha qrnbblicato una serie di stud i storici apprezzatiss;mi e dotati di ricca documentazione, dei quali ricorderemo : « Giornale del congresso della pace di Chèrasco (1863) )> e « Campagne e dominazione francese in P iemonte dal 1536 al 1539 ( 1867) » .

Adriano (Publio Elio). Im peratore romano nato a Roma nell'anno 76 dell'era presente, morto a Baia nel 138. Sin da giovanetto fece ,p arte dell'armata e bc11 presto fu nominato tribuno di una legione. Si segnalò per va.!ore straordinario nella seconda guerra contro i Daci e gli fu affidato il comando d ell'esercito, vivente ancora l'imperatore Traiano che lo aveva adottato e che Adriano aveva seguito ne lla maggior parte delle sue spedizioni. P·rocla!mato imperatore nel 117, visitò tutte le provincie dell'impero cost1,ucndovi fortificazioni e p ubblici cdifid; soggiogò i Caledoni della Bretagna e per assicurare quella provincia da lle loro scorrerie, fece costruire fra la Scozia e l'Inghilterra, la famosa muraglia che porta ancora il suo nome. An~he in Germania lavorò a fortificazioni dello s tesso genere e rafforzò il Vallo fatto costruire da Traiano. Fu uomo <li grande talento e d i indiscusso valore. Persegu itò

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cristiani ed ebrei, i quali ultimi disperse per il mondo, distrnggendo Gerusalemme ed il suo tempio. Durante il suo regno le invasioni barbariche cominciavaao già ad abbattersi sull'Italia ed il terrore che incuteva la cavalleri1t dei barbari mosse l' imperatore Adriano a studiare e concretare un sistema d i valida difesa. Scrisse perciò le sue « Istituzioni militari», nelle quali d isegnò vari tipi di combattimento di fanti contro cavalieri. Qucst'oper;, fu in seguito attribuita ad Urbicio, console romano, che la rn ise a lla . lu-ce verso il 500, essendo stata smarrit,~. e, fino ai tempi di Anastasio I, non. avendosene a vuta pii, notizia. Anche fra i manoscritti della Reale di Parigi figura sotto la d icitura : « U rbicium - Castrum imobilc » . La sua identificazione è dovuta al generale Cauion N isas che ne stese pure una minuta ana lisi. A . aveva segui to T ra iano in tutte le sue imprese, e<l era stato valoroso combattente. D ivenuto imperatore, d iede grandi cure all'esercito, che volle fosse sempr~ p reparato a combattere. Ristorò la d isciplina fra le truppe, distribuendo prem\ e castighi con a lto senso d i g iustizia, e dando esempio pel primo di resistenza alle fatiche e di abnegazione, marciando a piedi fra i suoi sold,ui. Aveva cura egli medesimo della vigila..n,-:a negli accampamenti ; si occupava dei viveri, delle paghe, delle macchine ; teneva in esercizio le truppe con un allenamento razionale e continuo. Si occupò intensamente dei problemi di fo1·tificazione. Sull'avanzamento degli ufficiali dispose perchè i gradi di centurione, e, più, quello d i tribuno, fossero assunti da persone veramente capaci. D i!1J)ose p e r e h è n on fossero nelie legioni i giovani al d i sotto dei 17 ann i, e gli uorni~1i

a l di sopra dei trenta. Ord-inanza di Adria,.o. Costit1Jita ~u l O coorti, una delle quali, con J 200 uomini J in vece d i 600,. era L apldi del Val lo ùi A<lriano. formata d i uomini scelti, e <letta « <-OOl'te miliare». Le altre nove coorti costituiva.no tre colonne affiancate, d i tre coorti ciasetma; sul fronte di esse si schiernva la coorte miliare.

Mole Adria1ta . V. Castel Sant'Angelo. Vallo di Adriano (Vallmn Adriam). Barriera costi-

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tuita da muro e fosso, lunga 73,5 miglia inglesi, fatta erigere dall'impera tore Adriano t ra la foce della Tyn-~ e quella del Solway per arginare le incursioni degli abitanti della Scozia nella B ritannia romana. Era composta di un « aggcre >> o terrapieno, sormontato da un moro <l i 1)ictra, rinforzato da 80 castelli posti a nn miglio d i <listanza l'uno dall'altro e da 320 piccole torr,· di guardia. Lungo il Vallo correva una strada militare, la quale collegava, oltre a i castelli e alle torri,

R11Cle1'l cli castello Uel va no

17 campi militari. L'aggere e ra costituito d i terra <; pietre: il muro fabbricato con grosse pietre quadrate: il fosso profondo dieci p iedi inglesi e largo trenta. D e l muro rimangono ancora visibili in var1 punti i ruderi. Dei 17 campi pure r imangono le tracce. Erano fort ificati con muro e fosso. I castelli avevano forma quadran-gola.re arrotondata agli angoli. Lavorarono a lla costtuzione d i quest'opera gigantesca i soldati delle legioni II, VI, XX, oltre a varie coorti e centmie aus iliarie. Più a nord di questo vallo, altro ne costrussc l' imperatore Antoni110 (v.).

Alfonso Adriano. Scrittore militare del secolo XVI. Di l ui non si sa altro che ·cominciò a servire nelle milizie ·del marchese di Pescara verso l'anno 1S19 e che in seguito fu ca,pitano di · Aurelio Cicuta, morto nel 15il nella guerra contro i turchi. Secondo qualche stor ico era della famiglia fiorentina degli A<lriani. Pare che a·bbia scritto altre opere, ma !\mica Timasta, o almèno ora conosci uta, è la << Disciplina. militare di visa in tre Hb,_-i » (-Vcnezii, 1572). Adrfono (Generale bizantino). V . Adrianopoli (3°).

Adrianopoli. E' la città p iù importante della Turchia <l'Europa dbpo Costantinopoli, tornata ai Tui·chi -coJ trat!ato d i Losanna ( 1923) che chiuse l'ultima guerra greco-turc,i (1921-22). E' situata nella Rumclia, a 160 km. a nord-ovest di Costantinopoli. Ant. era detta Usc,,dama, e il nuovo· nome le venne dall'averla ampliata e ahbelli ta l'iinperatore Adriano. Aveva p r ima delle ultime guerre circa 150.000 abitanti, dei quali 45.000 turchi ; il resto in maggioranza greci e bulgari e . a<l essi frammisti armeni cd ebrei. F u già residenza dei Sultani dal 1362 al 1453, l'anno della presa di Costantinopoli. Fu occU'pata dai Russi temporaneamente nel 1829 e diede nome· al trattato col quale · la Russia aèqu istava la parte della Do'brugia che, include il delta del D anubio, e la Grecia vedeva riconosciuta la sua

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indipendenza. (La. Dobrugia · r itornò poi alla Romania col trattato di Parigi del 1856). Pd.ma della guerra monc1iale A . era capoluogo di provincia e da essa d ipendevano i sangiaccati di Adriano-poli, Rodosto e Gallipoli. E' bagnata dal)a Marit,:a, importante fiume che raccoglie a Sofia (Bulgar ia) le -comunicazioni provenienti dalla Serbia. Ad essa fan ca,po allresì 'fra So.Jìa- cd A. le con1unic;zioni che scendono <lai Danubio attraverso la catena dei Balcani. Ad A. la Ma.ritza riceve la Tungia (Tundja), anch'e~so importante co1lettore delle comun icazioni che· attraversano i Balcani nel loro estremo settore orientale (Piccoli Balcani). Si accentrano inoltre ad A. le comunicazioni provenienti da sud, e d i cui le più importanti sono quella che prnviène da Dede Agatch r isalendo i l co1·so della Maritza e quella d i Costantinopoli che segue il çorso dell'Ergc1ie in corrispondei,za d i Burgas, dove si allaccia alla preceden te. A . è quindi un centro strategico di prim'ordiJ,c, e costituì in passato uno dei punti fortifLcati principali della Tur-chia. Il trattato di Losanna ha disposto che esso, come il r esto del territorio r i~uistato dalla Turcbia in Europa, debba essere demilitùizzato.

Battaglie e~ Assedi di A . I. Nel 373 i Goti, condo.tti da Fritigerno, avevano assediato in A . le milizie di Valente, imperatore di Costantinopoli. Comandava la piazza il suo generale Sebastiano, il quale riusci a rompere l'assedio mediante una vigorosa sorti ta, battendo completamente gli assedianti, che abb,mdonarono l'impresa. II. Nello stesso anno, Fri tiger,'.,o rkomparve davanti ad A ., dc,ve intanto era g iunto con rinforzi l'imperatore Valente. Il parere dei suoi miglfori ufficiali era che s i attendesse l'arrivo di C raziano, ,mperalore d'occidente. Ma Sebastiano consigliò Valente ad accettare la lotta, che avvenne il 3 o i l 9 agosto del 378. Le truj'.>pe d i Valente marciarono per quattro ore sotto ir ·sole e si sch ierarono in 'battaglia davanti all'ordinanza dei Got i. Un assalto {]ella cavalle.ria di costoro conti-o le truppe leg!alcrc latine avanzate per attaocar battaglia, riuscì p ienamente, e subito dopo i cavalieri Goti si slanciarono contro le schiere dei Romani . Per un momento sembrò •che questi avessero la prevalcnw., tanto che la loro a la sinistra, respinti gli assalti della cavalleria nemica, g iunse fino ai carri di Fritigcrno; ma a questo· pw1to una nuova carica d i cava lleria ruppe le irn.ppe x:.he si er ano avanzate;, e s i rovesciò im',)etuosamente sul centro di Valente, avvolgendolo e caric.ar1.dolo. dopo di aver battuta la cavalleria romana.: Le legioni· dei pedon i s i difesero strenuamente e lungamente fino a sera inoltra.la, ma alla fine furono tagliate a. pezzi. Scba"tiano cadde combattendo, e così l'imperatore Valente me\:lesimo. Una .parte dell'ala destra si salvò avviandosi verso la Mesia; molti dei superstiti poterono chiudersi i n Adrianopoli. Dopo questa sconfitta, i Goti si ~esero 1iadroni d i tutto i l paese, e a i Romani non r imasero altro che ·le ,piazze forti.

IlI. Nel 958 gli Ungari tentarono, dopo di e3serc stati respinti dalla Germania, l'impresa verso sud, marciando su Costantinopoli : non· 1·iusciron o però a p ren-. derc A., essendo sta ti respinti d ai bizantini pq\sso quc'sta città. IV. A . fu presa nel 1002 ( 15 agosto) da Samuek, re

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dei Ilulgari, e saccheggiata. Jlasilio II, imperatore di Costantinopoli, riuscì però a sconfiggere Samuele e 'l ritoglierli le conquiste fatte a danno dei b izan tini. V. Battaglia j,resso A. (S giugno )OSO). Appartiene a lla sollevazione di Peceneghi. Il loro gran Khan, T ir aco, rompendo il giuramento di fedeltà prestato all'imperatore bizantin o Costantino X _M onomaco, si pose a càpo dei temuti [)rc<loni . Contro di lui furono mandate for ti schiere di combat ten ti, ma l'eser cito greco, con<lotto da Costantino Arianite, malgrado un sopraggiuntogli rinforzo di reggirnenti asiatic i, venne sconfitto nelle vicinanze della città.

VI. Battaglia presso A. ( 1101). Ap,partieù e alla prima Crociàta; fu combattuta dai Crociati cont ro milizie composte di Peceneghi a l servizio d i Alessio Comneno. I sobbor ghi di A. andarono in fiamme. Causa dell'urto fu !'indisc ipl inatezza delle schiere dei Crociati, per cui i soldati di !\lessio intervennero a d ifendere le popolazioni bizantine vessate e maltrattate. VII. Battaglia di A. (15 aprile 1205). Verso la fine di febbraio 1205 Adr ianopoli e altre città della Tracia s i ribellarono a Baldovino I , imperatore di Costantinopoli. A p unire i ribelli avanzò l'imperatore, insieme con Enrico Dandolo, doge di Venezia e pose l'assedio alla città. In soccorso di A. comparve i l 18 aprile 1205 Giovanni (Ioanniscia) czar dei Bulgari, con un eser cito molto numeroso e COlllJ)osto in gran parte di cavalleria leggera. Un corpo d i cavalieri pesanti, guìdato dal Conte Luigi di BJois, avanzò contro i Bulgari, ma venne circondato e fatto a pezzi. Quindi i cavalieri d i Giovanni s i slanciarono sull'esercito di Baldovino, e lo sconfissero, e fecero prigioniero lo s tesso imperatore, mentre i superstiti si misero in ritirata verso la Prop ontide, inseguiti dai Bulgari. Enrico Dandolo sostenne la dura r itirata, e riuscì a condurre in salvo t utti quelli che potè, rifugiandosi a Rodosto, tenuta da.i Ve neziani: quivi il vecchio doge veneto, affranto dalle faticl1e, venne a morte. I Bulgari invasero tutto il paese, distruggendo e saccheggiando, e fecero l)Crire il loro P:igioniero Baldovin o, dopo avergli infl itto la tortura. VIII. Battaglia di .1. ( 1361). Appartiene all'invasiune ottomana nella Penisola Balcanica, sotto la condotta d el sultano Amurat (o :Murad) I. Comandava i greci il generale bizantino Adriano, il quale aff~ontò con forze inferiori il combattimen to contro i 'Burchi, ma, dopo lunghe ore di sanguinosa. lotta, venne sopraifatto, e A . fu presa. li sultano n e fece la sua r esidenza e vi ueò la b ase m ilitare per tutte le altre operazioni militari, fino a lla caduta d i Costantinopoli. IX. Battaglia f•rcsso A . ( 1421). Combattuta fra Mus tafa e Ba ia.zet Pascià. D urante la lotta, una. p arte delle truppe di quest'ultimo de;.9'z ionò, così che Ba iazct Timase sconfitto e prigioniero ; M•ustafà lo mandò al supplizio. X. Presa di A. ( Guerra rùsso-t1trca del 1828- 29). II 18 agosto 1829, quattro settimane dopo il passaggio dei Balcani, l'esercito russo del generale Diebitsch arrivò in vista di Adr ianopoli. Le truppe accamparono su tre linee, con la destra a,ppoggia ta al fiume Tundgia. L'esercito comprendeva. in quel :momento truppe dei seguenti corp i d'armata: II Corpo d' Amiata (Pa.hlen): VI Corpo cl' Armata (Roth) ; VII Corpo d' Armata (}?.u-

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dige.r); Artiglier ia del Don ; Artiglieria Cosaccbi .. .In tutto 30 bgl., 40 sqd r ., 96 .pezzi. G li uomini valid i er ano circa 20.000, poichè la. forza organica dei reparti era estremamente ridotta a causa delle p erdite e d elle malattie. D avanti ad Adrianopoli, in p rima linea si schierò il II Corpo che ebbe il VI in soconda linea ed il VII in terza. Appena le truppe ebbero preso posizione, il generale D iebitsch cd il suo capo d i S . M. gen. Toll si avanzarono per r iconoscere la. città e le s ue difese. In quell'epoca, la parte più antica di AdrianopoÌ i era tuttora circondata da m uraglie, coperte però da abitazioni successivamente costruite . La. ci ttà era dominata dalle colline cir costanti, ma solamente a distanze troppo grandi per la gittala delle artiglier ie dell'epoca. Numerosi burroni, fossati e mura di orti e di case nei sobborghi erano favore,•oli f ila. difesa cd i tre fiumi presen tavano inoltre buoni punti di appoggio. I _ trinceramenti apprestati dai Turchi com prendevano un semplice fossato fra Tundgia e l\faritza, fiancheggiato da bat(erie non ancora completate. Tu ttavia la posizione del genera le Diebitsch era estremamente arrischiata poichè, se i turchi avessero voluto d ifendersi seriamente, avrebbero pobuto opporgli quasi for7,e pari d i a biÌanti armati, poichè la città comprendeva oltre 80.000 abitanti. D'altra parte, i resti dei d iversi corpi tu rchi dispersi a 1fonasiirkioi, a Aidos, Jamboli, K arna bat e ' Slivno si erano quasi tutti e senza gravi perdite diretti su Adrianopoli e formavano un corpo di J0-12.000 u. e 2000 cavalieri a l comando dei generali Halil e Jbrahim pascià. II ,generale Die'bitsch, il (]ualc aveva veduto fondersi il s110 esercito nella marcia attraverso i Balcani, giu dicò che in questa situazione cr itica la p iù grande ten~erità era a l tempo stesso la più grande prudenza e cercò d i ottenere -van taggi tali da evitare ad ogni costo una terza campagna . Approfittando dello straordinario scoraggiamento dei t-urchi e dell' invio d i parlamentari inviati dai due Pascià, impose la consegna della città, permettendone l'uscita alle truppe turche, non però i n di,:czione di Costantinopoli, e previa consegna delle a1·n1i, artiglierie, bandicrc1 vi-veri e munizioni. In compenso, prometteva agli abitanti la sicurezza delle persone e dei beni ed il libero esercizio del loro culto. Diede 14 ore d i tempo per rispondere . Ma i generali turchi non attesero 1iemmeno la scadenza del termine fissato: due ore prima. i loro inviati apparvero al campo russo cer<:an<lo <li ottenere una mitigazione delle cond izioni. P er tutta risposta, il gen. D ieb,tsch elette ordine alle colonne d i mettersi in marcia. Quando esse si furono a vvicina te a lle t r ince_ç avanzate, g!i abitanti disarmati uscirono confusamente da.Ile porte per fare dimostrazioni amidicvoli, allo scopo d i ev itare il temuto saccheggio. I soldati turchi abbandonarono allora le trincee e gettarono le armi. li generale r usso fece il suo ingresso in Adrianopoli come se s i fosse trattato semplicemente d i un ca,n'bio di gua rnigione. Nei magazzini m ilitari della città furono r invenute numerosissime tende e p rovvigion i considerevoli in materia.le da guerra e munizion i. Furono inoltre consegna ti dai turchi 56 cannoni e d iverse migliaia di fucili.

XI. Presa. di A . (Gu.erra balca11ica del 187ì- 78). Ai · primi di gennaio 1878, l'ala destra dell'armata russa di Rumelia era a F ilippopoli, il centro ad Eski-Saara, la.


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sinistra a Ja.mboli, mentre l'armala turca di Suleima.n Pascià era tuttora a Tschirpan. L'ala sinistra russa avanzò con grande rapidità discendendo il co rso della Tundgia per raggiungere Adrianopoli, il centro avanzò da parte sua lungo il corso d el Jasoly per impadronirsi del nodo ferroviario di Hcrmanli, mentre la destra discendeva il corso della Maritza a sud di Filippopoli. Suleiman Pascià, che era stato nel frattempo raggiunto dalla Divis ione cli Fuad pascià venuta dalla Bulgaria Oriemale, correva perciò il pericolo di essere completamente avviluppalo. L 'entrata della sinistra russa ad Adrianopoli il giorno 20 lo tagliò completament~ da Costantinopoli. L'occupazione <lel!a città avvenne senza combattimento, per quanto essa fosse circon clata d a una doppia linea cli opere esterne da campagna cosu-uite allo scopo di metterla al sicuro da un colpo di mano o da un bombardamento. Per la sua grande importanza politica e militare, era s ta to anzi deciso d i difenderla seriaimentc, anche per dare tempo ad org:tnizzare la difesa d i Costantinopoli. Ma il movimento dei russi ad Est di Adrianopoli fu così pronto che la loro s inistra era già stahilita solidamente ed in forze fra la posizione di Sulciman Pascià e quella che Mehcmet Alì Pascià aveva presa a Kirk Kilisse, con le truppe attive destinate alla difesa del quadrilatero bulgaro, prima che i due generali turcl1i 1><;>tcsscro concertare una qualsiasi operazione. L'accerchiamento di Adrianopoli era quas i completo e pertanto una seria resistenza. appariva impossibile. 11 governatore della piazza, Gemi! Pascià, ne ordinò la evacuazione, che, del resto, era stata chiesta dal granduca Xicola come prima condizione di trattative per !"armistizio già richiesto dai Turchi. L'entrata dei russi ad Adrianopoli apriva loro la via per Costantinopoli e separa.va le truppe che resistevano ancora in Bulgaria e Rumelia Orientale da quelle che, s0110 gli ordini d i Suleiman Pascià, tenevano la campagna a · sud d ella Mar itza e cioi, sui monti Rodope, e che cercavano di raggiungere il porto di Cava lla dove il generale turco sperava di far imbarcare la sua a.i·mata per portarla a difesa di Enos, Gallipoli e Costantinopoli.

Pace di Adrianopoli ( 14 set tembre 1829). l i sultano Mahmud II cede alla Russia le bocche del Danubio e una zona di territorio nel Caucaso ; riconosce l'indipendenza della Grecia ; il libero passaggio ne i Dardanelli e la l~bera navigazione nel mar Nero e nel Danubio. Xll. Assedio e J,resa di .4. (Guerra balcanica del 1912-1913). (~ovembre 19 12-Marzo 1913). J) Sistemazione difensiva della piazza. Dopo la guerra del 1877-78 er(l. apparsa ancora una volta al governo turco la necessità di forti ficare Adrianopoli e vi era stato creato un vero campo trincerato. ?.<fa le opere di esso non potevano più resistere alle artiglierie modemr., e ne venne iniziala la completa trasformazione. La n uo-• va sistemazione d ifensiva, a l momen to dell'aper tura cieli~ ostilità, e ra a buon punto nel settore Ovest, p resunto fronte d i attacco secondo le idee classiche, pcrchè servito dalla sola ferrovia utilizza'bilc dall'avversario. Anche una pa.r te del fronte Nord era stata organizzata, cd a.I Nord Est erano ancora cons ider ate opere p rincipali quelle costruite dopo la guerra con i russi, e si poterono sola-

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mente organizzare meglio gli intervalli. Il concetto che aveva presieduto alla riorganizzazione sembra fosse stato quello d i proporzionare l'armamento della piazza a l parco d 'assedio di cui poteva d isporre la Bulgaria nella proporzione di 3 cannoni turchi per uno bulgaro, senza però preoccuparsi molto di proporzionare il valore dei punti di appoggio della fanteria alla capacità offensiva dell'esercito bulgaro, capacità che non era forse molto apprezzata. Il p rogetto definitivo fu compi la to nel 1910 sulla ba;;e di indicazioni che il marescia llo Von dcr Goltz a,·eva personalmente dato in un viaggio di studio compiuto nell'anno precedente a nord di Adrianopoli. I lavori (urano eseguiti len tamente e p iuttosto male, anche percbè in quel momento preva levano nel G rande Stat•J M aggiorc turco conceIli <l i offensiva secondo i quali Adrianopoli non era più considerata che come un punto d i appoggio per l'offensiva generale. Ali' apertura delle ostili tà, pertanto, l'organizzazione della piazza era lungi dall'essere termi11ata. La Maritza e la Tundgia dividevano naturalmente il can1po trincerato in tre settori : o,,est, Est e Sud. Inoltre, il terre110 compreso fra M:aritza e Arda formava un settore speciale (I. S . O. detto anche settore di Papas-Te,pé. Non es isteva nucleo centrale fortifi cato. Il settore Ovest comprendev:i. tre posizioni avanzate, due con fronte ad OYest a ::.foghila ed a Ekmektchikeui cd una con fronte a Nord :i. Autch Tepeler. Ogni posizione era composta da gruppi di trillccc per fan teria e mitragliatrici circondate da retico lato, e da pos tazioni per artiglieria. La zona principale di questo settore comprendeva poi gruppi fortificati composti di ridotte per fanteria a scavo profondo e senza parapetto, e da batterie con ,piattaforme in cemento o calcestruzzo, opere protette da una, vas ta zona con tinua e profonda di reticolati. li settore S. O. o di P apas Tepé traeva importanza dalla conformazione della cresta ele,·ata che si protende fra i due fiumi; l'occupazione di essa da parte del nemico gli a,·rebbc permesso infatti di prend ere di infilata i due settori Ovest e Sud. Il settore S.O. aveva una posizione avanzata cd una principale, organizzate come le precedenti. Il settore Sud, fra Arda. e 1-Iaritza. comprendeva la posizione arnnzata di Kartal Tepé che, malgrado la distanza, era indispensabile tenere essendo un osservatorio di prim'ordine, cd una posizione principale immediatamente a sud della stazione ferroviaria di Karagatch. Tre gruppi fortificati, simili a quelli del settore O. erano stati quivi progettati, ma i lavori erano ancora all'inizio. Il settore Est è caratterizzalo dalla forma del terreno. A Nord corre il rio Provadinska, il quale per 7 km. forma un vallone ripido e utilizzabile per la difesa. Ad Est invece si presenta una serie d i creste parallele fra loro e perpendicolari al Provad inska. I.a sponda sinistra d i ta le rio e la cresta <li riva destra del rio Kanalu D eré formano due lince ad angolo retto sulle quali era la posizione principale del settore. Tale posizione era formata da una serie di forti del tipo ben noto, in uso fra il 1875 cd il 1880, con traverse in terra e muratura separanti le piazzuolc dei pc~zi, con ricoveri coperti di volte in muratura incffic:i.ci contro i proiettili odierni, con scarpe a pendenza naturale, senza organ i di fiancheggiamento e senza banchine per fanteria. G li intervalli fra i forti erano stati organizzati con linee di trincee. T utto l'insieme aveva il gr:.tve difetto d i presentare un dispositivo puramente lineare

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senza a lcuna profondità. Negli a ltri settori i forti di tale tipo erano r imasti anetrati r ispetto · alle nuove posizioni principali, ma i l settore E st era tuttora organizzato come tren ta anni prima . La par te ).' ord del settore non aveva posiJ<ioni avan.zatc, esse.ndo coperta dal Provadin • ska, la parte Est invece -era _coperta d alla lunga cresta ì\ifaslak, ì\fa! · Tcpé, :.'.11:ezar Tepé organizzata come le altre posizioni avanzate. L 'annamento del campo trincerato comp rendeva 6l2 1)ezzi e 20 mitrngliat rici. I ,pezzi erano Krnpp, le mitragliatrici, quasi tutte N ordenfeld da. campagna o d a posizione ( 11 m m. e 2S mm.). Notevole il gran numero òi pezzi d a campagna e la scarsezza di bocche da fuoco a tiro curvo. Il mu nizionamento era larghissimo. La costruzione e !'organizzazione delle batterie era bene stud iata, i rifornimenti assicurati dovunque da linee D ecauville a t razione meccanica od anima le. La guarnigione compr endeva originariamente 60 .000 u. e cioè: 10" Divisione N izam (attiva), 11.000 u.; 11" Div. n i1.arn, 8000 u.; 4° reggimento cacdatori, 2000 u . ; T re Divisioni redif, 22.500 <U.; 3 bgl. red if, 2000 u.; 5 reggimenti artiglieria. <la for tezza. 11.000 u .; Genio 2500 u ; 5 comp. mitl•aglia.t rici (20 p .) 300 u.; Cavalleria 500 ,t. ; Ser vizi della piazzaforte 200 u. Comandante era il ge n ent!e Sciukri Pascià, ufficiale d istinto e colto, piuttosto anziano, che godeva d i buona fama milila.re ed aveva saputo inspirare una grande fiducia alli; truppe col ,u:J coraggio, col suo ·patriottismo e dando l'esempio della semplicità e del dovere . In complesso, la s ituazione d i Adrianopoli era la segu en te: forte guarnigione ben comandata : truppa solida ma poco istruita. Armamento considerevole in gran parte composto d i pezzi moderni con a.bbon<lante mun izionamento. Viveri per oltre sei mesi. Fortificazioni in complete, integrate da elementi ca:npali.

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2) L'Armata assediante. All' in izio delle operazioni, mentre le tre armate bulgare si avanzava,no impetuosamente verso Sud Est, Sciu kri Pa,~cià aveva impiegato k sue -divisioni a notevole· distanza da lla piazz,t, in collcga1rnento con le tru:ppe dell'armata principale d i Abdullah Pàscià.. La sconfitta d i quest'ultima ·obbl igò la guarnigione ad indietreggiare. I l movimento avviluppante comiociò a pronunciarsi il 22 ottobre. La 8" D i visione butgara si aval)zava fra Arda e Tundgia avendo la 9a in seconda linea, mentre la Cavalleria d ella Guardia. passata· l'Aixla, fronteggiava il settore S ud . Queste fo:-ze componevano la lI ,\rrnata. bu lgarn, la. quale resta.va a fronteg;giare Adrianopoli mentre la l' e la 3• proccd~ vano verso Bunar H issar · e Lulè B urgas tagliando b piazza dalle sue comunicazioni con l'Est. I l 28, d ue brigate· della 8' Divisi one passavano l'Arda e, malgrado un violen to atta cco della guarnigione turca alle truppe r imaste fra Arda ·e Tundgia, alla seta del 29 anche l'investimento (]cl settore sud era compiuto. Il 30 s i inizia va la '-battaglia ùecisiva di Lulè Burgas; il comando bulgaro chiamava a sè la 9" Divisione, sostituendola con la 11' (elementi d i r iserva) men tre la 8" ripassa va l'Arda disponendosi fra Ar da e ì\Iaritza e lasciando nuovamente la sola cavaller ia nel se tto1°e sud. :"J'el suo rno,·i1ncnto circola.re attorno alla piazza per recars i verso l'Est la 9" Di v. f u a ttacca ta vivalnente eia.Ile t ruppe della guarn igione, ma ,potè disimpegnarsi. I l 1° novembre l'investimento della p iazza era com•

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pleto; le tru,ppe della I Armata, agli ordini del generale I va.noff; comprendevano:· 2 :Brigate tlella 8' Div. n el settore S .O . ; la 11' D iv. nel settore Ovesl ; la 3" Briga t.:i. della 8' e la .3" d ella 9" nel settore Est; la cavalleria nel settore Sud. In tutto 45.000 u., che s i ven ivano perciò a trovare in una situazione pericolosa davanti a circa 58 .000 d ifensori. Fu r ichiesto l'appoggio di 2 D ivisioni serbe d ivenu te disponibili in seguito alla sconfitta :foi T urchi in Macedonia. Fr attanto, per mascherare la s•ia debolezza., il Gen. I vanoff ordinò per la none sul 7 novembre l'attacco delle pos iz ioni di K a r tal Tepé e Papcts Tepé. 11 ,pri mo attacco riuscì, il secondo venne respinto con gravi perdite. 11 giorno stesso giungeva la Div. serba <lei Timok, che r ilevava la 11" destinata al settore Est. Il 13 i turchi r iprendono and1e Kart.al Tepé ; finalmente, il 14 giungeva la D ivisione serba D-mubio II (secondo bando) che r ilevava n el settore S. O . la s• che passava a sua volta al settore Sud. La cava lleria, g irando a Nord della p iazza, chiuse l'investimento, d isponendosi all'estremità mer idionale del settore Est. In questo settore, il l3 nov. le truppe dell' ll' <liv., appoggiate da una brigata della 9' ed una della 8", ten tavano l'attacco <l i viva forza d elle posizioni di ]v!aslak e Mal Tepé, ma venivano respinte . Il 16 J'accerchi':mento era completo ed effettivo: l'artiglieria di assedio era quasi tutta giunta per ferrovia d a Mustafà Pascià. L' assedio può essere diviso in tre fasi: l' fase . :Mentre l'a,tiglieria d'assedio '@ulgara. s1 mstalla a N .0. e N .E. della piazza, il gen. Ivanoff ordina la presa dell'altura di Kartal T epé d ominante completamente il settore Sud. L'attacco condotto (b ila 8" Divis ione (l' Br igata in prima linea, 3° in seconda linea, si sviluppa attraverso varie a lternaiive ne i giorni 20, 2 1; le alture rimangono ài B ul.gari. L'artiglieria d'assedio inizia -a gran~le distanza " continua metod icamente il bombardamento della città con carattere di intimid azione più che di distruzione . Le truppe compiono lavori di for tificazione campale, costruendo una robusta lioea d i investimento. tssendo scarso il materiale per i reticolati, per evitare _sorprese, furono costruite parecchie l_inee successive, delle quali, la ·princ;pa1e formata da ridot te chiuse a profilo rinforzato. Le t ruppe vennero riparate in r ict>veri blin<làti : quelle più. lontane in capanne o ri: pari scavati s ui fianchi (!elle a lture. 2" fase. In previsione dell' imminen te armistizio, i Bulgari che ben conoscevano le clausole che essi avevano accorda.to, CC'rcarono previamente cli assicurarsi vantagg i spingendo avanti k lince di avamposti dietro le quali i due a vversar i dovevano restare liberi d i lavorare. Nel:a notte dal 3 al 4 d:ceml.irc sul fronte dei set tori S., S .O. ed Est, a ttaccarono gli avamposti turchi, e, ~specia lmcn te nel settore Est, ottenner o notevoli va,1taggi. L 'armistizio entrò in vigore il giorno seguente. Esso comp ortava il libero riforni mento delle truppe bulgare attraverso la ferrovia <li Adrianopoli, mentre era escluso il r ifornimento della pi~zza. D opo il 20 novembre, qua ndo fu chiaro che le armate bulgare non potevano entrare in Costa.ntinopoli, s ia per non aver.e mezii adeguati per forzare le linee d i Ciati lgia, sia per ragioni politiche, la quistione d i Adr ianopolì era d ivenuta di i mportanza fondamentale. P erciò il comando bu lgaro iniziò vasti preparati vi, in previsione del fallimento delle trattative in corso a Londra, ·per avere nelle ,proprie mani la fortezza all'atto d~l-


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J, TI, l ii) 1·, brlgats'L <leJ:l'Xf d il'is ione : [V) 2' bi'. d ell'VIII {liv.; V} 3• hl'. clc lla JX cl!v.; VI} 2• b l'. rlcn a Xl Cli v. ; C«villlJe ria b u lgara ; V III) cavalle ria serba; IX) J• e 3° br. ct el l'V IU div.; X) Di vis io n e d e l Danubio (du e br.); Xl) Di vision e del Timo k (due br. meno un r egg-tmen t{)).

V I I)

le negoziazion i defin itive. E sso decise <l i in tra prend ere un a azione di viva. fo rza un attacco per sorpresa che lo 1

rendesse pad rone <lel!a fortezza. L t scelta del punto d i attacco era d i ca,pitalé impor tanza, dovendo ben rispon dere ad esigenze tattiche e tecniche. Venne deciso d i a ttaccare il sa lien te N .E . formato d al forte d i Aivas Baba, poco lu ngi d al cuore del la p iazza, che faceva parte del fronte la cu i organ izzazion e era r ima sta p iit 'a rretra ta . Avendo · a bban donato i vantaggi d ella ferrovia, il coma.11do bulga ro dovette d estinare diverse migliaia di carri tra tti da buoi e da bufali per trasporta re l'ar t. da assedio di fron te al sa liente anzide tto. Una parte dell' artiglieria inviata a Ciatalgia , rifece il p enoso ca~1rnino gic\ compiuto. L ' artiglieria serba trasportata p er ferrovia a Mustafà Pascià., fu inoltra'ta nel settore sud. Tu tti q u~sti tr aspo rti si fecero d i notte. Concetto direttivo era, compiuto lo sch ieramento delle arrigliérie, di attaccare la p iazza su tu tto il per imetro per i'ngannare il d ifen -

sore sul vero ,pun to decisivo. I l settore Est sare bbe poi d i\'enuto il d ecisivo . L 'artiglieria doveva d issimulare per quan to possibile, il suo vero schieramento ed aprire il fuoco di sorpresa solo al momento decisivo. I collegamenti, molto studia ti, tra fan teria, art. d'accompagnamento e art. d 'assedio, dovevano permettere d i perseguire lln'azione s imulttmea cli grande violenza senza in-terruzione fino al s uccesso finale. I t urchi cercavano, cla parte loro, <Ii rafforzare le opere, ma sembra senza gran-de convinzion e poichè il loro comando contava sopra una pace imminente. Gli assediati, secon do le cla usole dcll'arn1istizio, non vennero riforniti ; essi soffrivano già. di qu alche limitazione nei consumi e n on , r icevevano comunicazion i che per via ufficiale e per radio, o d al nemico, che tra versava. la zona fortificata con i suoi treni Yiver i e d iffondeva g iornali a bilmen te scelti, pien i di notizie <lei r ipetu ti disastri turchi. L o spirito della gua rnigione ne fu notcvol•nente d epresso.


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3" fase. Qualche giorno dopo h rottura dell'armistizio, il 6 febbraio 19 13, il comando d el settore Est venne aifidato al generale Vasoff, già ispettore generale del genio, che aveva ripreso servizio ed aveva fino allora r icoperto la carica di governatore d i Kirk K ilisse. Assumendo i1 comando, egli provvi<le anzitutto a rilevare il morale delle trup<pe, intorpi<lito dal lungo blocco senza risultati. Le trupl?e d e l settore, comprendent i sempre la 2• Brigata della s• Divisione. la 3• Br igata d ella 94, le due brig:11~ della 11• d i riser va, furono d isposte in modo che, al momento dell'attacco decisivo, ·potessero far inserire fra loro le truppe che verrebbero trasportate a rinforzo a ll'ultimo momen to da Ciatalgia e .precisamente la 3' Divisione su 2 brigate, e la 3• brigata della 4° divisione. Il parco di artiglieria fu d iviso in due Divisioni, delle quali la pr ima sch ierata a Nord-Est, la seconda ad E s t deila piaz1,a. Due gmppi restarono alla diretta dipendenza ciel comandante l'art. d 'assedio. L 'a rtiglier ia serba, comprendente 20 obici da 12 e da 15 e 8 canno,;i d\l 12, era schierata nel settore sud. I turchi, non vedendo chiaro 11ella calma dei loro avversari, cercarono di co1npierc ricognizioni offensive in forza che -dettero luogo a combattimenti nelle notti del 9, 12 e 14, le prime due volte nel settore Est, l'ultima nel settore Sud. ~falgrado l'interLso freddo della fine d i febbraio (19° sotto sero) i pre,paralivi per l'at tacco vennero por tati ra picla,mcnle a termine e l'operazione f u decisa per rl 24 marzo. Il concetto del gen. Savoff, comandante supremo bulga ro, era il seguente : Attaccare dappertutto contemporaneamente. Ingannare il d ifensore facendogli credere che lo sforzo principale era sul settore Sud, e s orprendere, con l'appoggio d i tu tta l'artiglieria de.I settore Est, fino a llora silenziosa e quasi ignorata, il saliente N ord Est segnato dal forte cli Aivas Baba. L 'ordine scritto d iramato ai rep,Lrti, s i limitava solamente a prescrivere d i impadronirsi delle posizioni avanzate turche in tutti i settori: ciò rispondeva ancJ1e al giusto con vincimento che nei settori sprovvisti di artiglieria da ass edio, non si poteva prevedere un successo maggiore, appunto, della occupazione delle posizioni a.vanza tc.

L'attacco decisivo - I l 24 marzo, alle 13, tutta l'artiglieria da caimpagna e .p arte d ell'art. d'assedio aprirollo il fuoco sugli obbiett ivi ,prefissa ti. La maggiore intensità cli tiro si rivelava nel set tore sue!, e parecchie circostanze inducevano Sciukri P ascià a. credere che appunto in quel settore si preparasse Io sforzo maggiore degli assedianti. Egli nulla sapeva dell'arrivo d i reparti della 3' e 4• Divisione. Il fuoco durò fino a lle 6,30. Una par te d elle riserve turche fu spostata verso il Sud. Nelle prime ore del 25, dovunque la fanteria a llea ta avanzò uscendo dalle proprie trincee e portandosi avanti senza rumore alla baionetta. Era stato calcola to che l'assalto non potrebbe aver luogo prima della 4,30: per quell'ora l'artiglieria aveva ordine d i riaprire il fuoco e di mantenerlo con la mass~ 1a vidlenza per tùtta la giornata ciel 25, sa~vo n uovi oroini. Nella notte ed in !l)arte della giornata d el 25, la lotta fu continua su tutto il fronte. Le posizioni avanza te furono conquistate quasi dovunque. All' Est le importan ti organizza,7,ioni di Masl~k, Mal Tepé e Mezar Tepé caddero nelle mani dei bulga-ri, a ll'Ovest quelle d i Ekmekchikeui e Moghila vennero prese dai serbi. I bulgari nella parte Nord ciel settore Est e nel settore Sud, e i serbi nel settore S.O. non avevano potu to progredire

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sufficientemente clav,mti a.Ila abile e manovriera a ttitudine del d ifensore, ma la loro ' posizione non era cattiv1. : essi stringevano -l'avversario sempre più eia presso. Un incidente notevole si produsse a lla 2' -brigata d ella 8' Div. nel settore Est. I due reggimen ti che la componeva.no, 10° e 23°, avendo preso brillantemente le posizioni avanzate, erano scesi nel vallone d el Kanalu Deré e si trovavano a contatto con le rposizioni principali. Le truppe, entusiasmate, d omandavano di proseguire l'attacco. Il gen. Vasoff, comandante il settore, preferiva attendere la notte, tanto più che la 2• brigata, che costituiva la ùestm, era in aJJticipo sulla sin istra che non aveva ancora raggiunta la cresta delle posizioni avanzate. 1.1a questa cresta, essendo stata p resa alle 1 p~m.; e il tiro <lell' artiglieria eia assedio continuan<lo sulla posizione rprincipalc, l'a ttacco fu autorizzato. Esso fallì. Non sob meute la !brigata fu respinta, ma perdette una parte del terreno con{tuistato il mattino. Durante il giorno, i turchi erano sta ti vivamente sor·p res i dallo smascherars i degli 84 pezzi ,pesanti in batteria a Nord e ad Est del saliente di Aivas Baba. Verso la metà della giornata Sciukri Pascià comprese interamente la situazione. U rgevano rinforzi a l settore Est, ma le sue risorse erano molto limitate. Nel pomeriggio egli fece avanzare verso quel settore due dei bgl. della riserva generale eù uno o due dei bgl. della riserva del settore Ovest. Verso le 6,30 pensò d i approfittare della notte e dell'i nterruzione del tiro per organizza.re 1.111a linea di d ifesa sulla serie di piccole alture che circonda Adrianopoli immediatamente a Nord Est dell'abitato. Era evidente la iropossibilità di organizzare una linea in poche ore. M a si tr attava proba bilmente nel suo pensiero, di far marcare ai 'bulgari un tempo sufficiente per negoziare a lla !l)eg,gio la resa. D el resto la linea in parola era stata. giit sommariamen te apprestata a difesa dal Tenente Colonnello Nuri bey, comandante !'·a rtiglieria del settore, e fu appunto da que!Je posizioni che vennero poi tirati ,g li ultimi colp i di ,cannone. Nella notte dal 25 a l 26 marzo, l'attacco fu continua to e condusse gli alleati a l completo successo. N cl settore Est il gen. Vasoff ordinava ,,!l'artiglieria cli riprendere il fuoco fino al levar de lla luna ( v~rso ·1c 23) !battendo il terreno d ietro i forti. Al levare della luna, fuoco intenso d i 15 minuti sui forti; quind i, interruzione , di 10 minuti che costituirà per la fanteria l'ordine cli avanzare, infine, ripresa del tiro sul rovescio dei forti. Oc<:upati i forti, l'artiglier ia da campagna s i porterà. avanti, I ret icolati delle opere principali vennero guastati clagl i zappatori, coperti da ai,positi scucii. L e co1onne d i fanteria s i slanciarono a ll'assalto appena intcnot~o il fuoco di artiglieria. Ogni reggimento sca,glionato in p rofondità, si portò a~,anti direttamente sull'obbiettivo. Dopo tre ore di lotta, il 10° fanter4t ocrnpava il forte d i Aiji Yolu. Erano le 1,30 di matt ina . L a breccia fu immediatamente a.llargata con la conquista delle 1batterie adia<:en ti. Alle 6,15 il 23° reggimento prendeva il for'te cli Aivas Ba:ba e vi issava. la band iera bulgara, la quale, vista <la tutta la linea, produceva grande entus iasmo fra le trnppe, Alle 7 cadevano i forti più meridiona li <lei fronte Est. Alle 8 le riserve turche tentavano un con trattacco ma erano respinte. Il tentativo di resisten7,a, sulla aocenna ta p iccola linea di alture del N'ord Est, fù imniediatarnentc soffocato. Nel settore Sud· le tr11ppe si erano prepa ra te a vendicare l'insu<:ce,;so in-

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tlitto alla loro sinistra nella mattinata del 25. Il 26 alle 4, un battaglione riusciva a sfondare il centro della grande trincea avanzata turca che copriva quasi tutto il settore, ed a prende rla di rovescio. 700 1:'Urchi vi restav'lnll uccisi alla baionetta. Tutta la linea si portava allora avan ti: mentre le opere principali stavano per essere attaccate, su esse comparve la bandiera bianca. Kei settori Ovest e SUJd Ovest i serbi, non di9P<>nendo di artiglieria da assedio, 110•1 potevano pretende.r e a grandi successi, tuttavia ocouparono le opere avanzate: alle S i turchi innalzavano davanti sui loro forti il se.gnale della resa e si ritiravano verso la città, tagliando le comunicazioni e distruggendo le opere. Nella parte meridionale del scuore Est, presso la strada di Costantinopoli, era raccolta la cavalleria della G uardia bulgara (3 sqdr.) con 4 sqdr. serb~ tutti al comando del colonnello 'bulgaro MarkolcfI. All':,dba del 26 essa era giunta cosl vicino alla linea fortificata, non ancora presa dalla fanteria, che si trovava nell'alternatirn o di retrocedere per 4-5 km. per mettersi fuori tiro o di cercare <li forzare il passaggfo approfittando del principio del panico. li Col. Markoleff scelse quest'ultimo •partito e formati gli squadroni in colonna, forzat:i un'apertura del reticolato, dopo aver sofferto qualche perdita, riuscì a precipitarsi in città terrorizzando gli ultin~i reparti turohi ancora dotati d i coesione. G li squadroni vennero inviati ad occupare i punti principali della città e<l i ponti : il colonnello si portò personalmente con uno squadrone al Go,·ernatorato, poi al vecchio fori'! di Haiderlk i, sede del Comando, ove si trovava il generale Sciukri Pascià, il quale si arrendeva al comandanl<: della II Armata, gen. Ivanoff. Nella giornata, le trupp~ alleate entrava.no nella città. Le pel'Clitc turche nell'assedio non sono note. Le pe,dit<: bulgare furono ufficialmente riconosciute in 11.000 u. quelle serbe in 2500 circa. Vennero presi 50.000 prigionieri circa , di cui J>00 ufficiali, 10 generali, tutta l'artiglieria della ipiazza, per la maggior parte imatta, molte munizioni, grandi qu.mti!~ di effetti di vestiario, equipaggiamehto e vettovagliamento. I'er il conccllo e per l'esecuzione, la presa di Mrianopoli è uno dei più bei fatti d'arme della storia militare moderna.

Adriatico (Geogr. m;/.). L'antico « Mare Superum ». Si pri:scnta come un corridoio lungo circa 900 km., larg,:, in media 200, racchiuso per tutta la sua lunghez-za fra il sistema A,penninico cd il sistem.i. D inarico, collegato a nord ed a nord ovest col bassopiano padano, col quale costituisce una, sola unità geografica, poichè è, come esso, conseguenza. dello sprofondamento delle aree medilcrrnnee al quale si fa risalire l'origine dei due sistemi montani in parola. Enlrambi questi sollevamenti. pur avendo assunto ·nel corso dei secoli caratteri assai diversi, si affacciano al mare con coste ristrette e con rilievi accentuati che non agevolano gli accessi a Ile terre retrostanti. Lungo la costa apenninica, incominciando da surl, non si trovano valichi di una <".erta importanza fino agli Abruzzi, ma solo una zona di relativa facili tazione per essere la più depressa di tutto Appennino e cioè l'altopiano Irpino, per il quale passava la via Appia, che univa Roma a Brindisi e che raccoglie oggi, nella valle dell'Ofanto, il fascio di lince ferroviarie che

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irradia poi su Potenza, Barletta, Bari, Taranto, Brir.disi. Negli A•brm,zi si hanno la valle del Pescara (gola di Popoli, alt. m. 250). e la valle del Tronto (gola d i Arquata, alt. m. 700) ma esse immettono in u,1-1 regione aspra, la quale più che unire, divide le popolazioni adr iatiche da quelle tirrene. Infine più a nord si aprono i valichi di Fossato (m. 740), della Scheggia (m. 575) e di Bocca Seriola (m. 730) che collegano h valle del Tevere con l'A. cd i valichi dei Mandrioli (m. 1173) e di S. Godenzo (m. 907) che collegano il bacino dell'Amo con la spittggia adriatica fra Rimini e Ravenna. La costa D inarica è anche ,più inospite. Ove se n~ eccettui l'alto bacino del Kulpa (affluente della Sa,·a) che spingendo molto addentro nelJa catena dei Kapela i suoi primi affluenti di destra, viene ad avvicinare alquanto il suo corso alla costa fiumana, creando un:i. zona di facilitazione 1pcr le comunicazioni con l'.4., nella regione di Jelenie (m. 882), non si trovano varchi di una certa importanza fino alla depressione esistente fra il Piccolo Kapcla ed il Dinara, in corrispondenza del Bjokovo (Bukovi vbr m . 1401) nodo idrografico che dà origine alla valle dell'Qna (.Bosnia) ed alle valli della Zcrmagna, del Kcrka e del Cetina, che irradiano in Dalmazia, costituendone gli allacciamenti migliori con il retroten·a D anubiano. Si ha poi la Narenta, che unisce l'Erzegovina all'A ., attraverso un canale tortuoso e malagevole cl infine la regione ·Alba.r,ese, la quale, pur essendo montuosa cd inospite, è il punto di parten7,a naturale delle vie di accesso alla Penisola Balcanica e che vide già nella via Aegnatia. che si staccava da Durazzo, il prolungame.nto della via Appia attraverso i Balcani. Il tratto di costa che è a contatto con il corridoio pad=o è i111'CCe in relazioni assai migliori col resto dell'Europa. A ,prescindere dai valichi che incidono le Alpi occidentali e centrali, i 4uali per un complesso di circostanze naturali ed artificiali (v. Appe-,mini) trovano più redd iti1-io sfogo nel mare L igure, interessano particolarmente l'A. il valico del Brennero, attravrrso il quale passa la comunicazione migliore fra l'Europ,l centrale e l'Italia, il valico <li Tarvis e specialmente lJ. ampiu depressione esistente fra le Alpi Giulie ed il Carso (valichi di Postumia, d i N'au-porto e di Idria) che è la vera <])Orta orientale dell'Italia, per la quale passarono le ariuile romane alla conquista dei paesi danubiani ed entrarono in folla i Rarbari. Fa duopo altresì ricordare l'importanza che può a vere in qursto campo l'allacciamt>nto Om·iale della Lombatdia con il mare, allacciamento che, 'attraverso i laghi lomba1ùi, gioverebbe anch'esso al più diretto sbocco delle merd provenienti dalla Svizzera. Si <può dire .perciò che l'..J. è soprattutto una via di comunicazione, cli importanza prevalentemente economica, che attraverso il Canale di Otranto incanala il commercio dell'Europa media verso il Mediterraneo e l'Oriente. Le pa.ss.1.tc lotte di Vene.zia ebbero precrp11a01ente di mira la si~rczza della navigazione e quindi il libero transito dei commerci in questo mare. Le condizioni politiche odierne ranno di Venezia e di Trieste e di F iume i principali empori dell'Europa media \'erso l'Oriente. Questa funzione cli via di transito verso l' Oriente ha anche maggiore importanza che non il


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traffico fra le due sponde. Ad ogni modo Brindisi e Bari, ed in genere i porti prospicienti la costa albanese, sono destinati ad essere ,punti da• partenza delle future linee trasversali della penisola Balcanica, mentre non è da prevedersi che assurgano ad importanza di veri sbocchi commercia li i porti, nautica.mente ,issai migliori, che si aprono sulla costa Jugoslavo-albanese. Ncll'A. si possono riscontrare tre bacini distinti: il settentrionale, che ha per porta la linea che corre [ra il M. Concro e ]'estremità meridionale dell'Istria, <.love il Carso e l'Appennino sembrano protendersi incontro nel mare; il centrale, che va da questa fino alla linea Gargano J'v!elcda, cd infine il me ridionale che comprende il C.tnale di Otranto, cd è il più angusto ,Ji tutti, misurando [ra Otranto ed il Capo Linguetta sol,, una set!antina di km. t:"n potenti~simo lavoro di eros ione ha colmalo co111plctamentc h parte del corridoio p.tdano-adriatico corrispondente al bassopiano padano cd ha fatto sentire la sua inAuen1.a anche nel bacino ~cttentrionale, sia restringendone il perimetro costi~rll (è noto che Aq uileia. Ravenna e Rimini [urono r,iiL porti militari sotto l'Impero Romano) sia rialzandone i fondali. Dalla costa acquitrinosa del Veneto, che • · va lentamente colmando, occorre infatti addentrar.;i molto nel mare per raggiungere l'isobata di m . 20; fra il Delta del Po e la costa Tstriana non si arriva a i SO metri, mentre si scende a m. 250 fra la costa Abnuzcsc e la Dalmazia, si risale a m. 170 in corrispondenza dcJ.lc isole Tremiti e di Pclagosa (soglia. d i Pclagosa), si sprofonda a m. 1250 fra Bari e Cattaro ed a m. 1590 fra Brindi~i e Durau.o, per risalire a 80(,1000 metri nel mezzo del Canale di Otranto. Si gettano nell' A,driatico : a) lu11go !a costa appe,rni11ica: J'Ofanto, l'unico corso perenne della Puglia, che sbocca in mare fra Barletta cd il lago di Salpi, nel quale ultimo immette part~ delle sue acque mcrcè il canale ,detto Conlrofa.nto. Ifa un corso di 160 km. Tocca Canne. celebre per la battaglia ivi combattutasi fra Annibale ed i Romani nel 216 a. C. TI Carapella, il Cervaro, il Candelaro, che \' il collettore più importante del la Ca,pita.nata, il Fortore ed altri minor i completano la scarsa rete idro• grafica della Puglia. - Il Biferno, il Trigno, il Sangro, il Pescara ed il Tronto sono i p rincipali corsi di acqua dell'Abruzzo e del Molise. Particolarmente notevole fra quest i il Pescara che ha un corso di 140 km. cd è costituito dalle minori correnti dcli' Aterno, del Gizio e del Sagittario. Assume il suo nome definitivo solo a Popoli. Dopo la gola ,d i questo nome riceve ancora !'Orte. Per la valle òcl Pescara s'inc.tnalano l.1 strada ordinaria e la ferrovia per Aquila, Rieti e Roma. - Il Chicnti, il Potenza ed il 1\[cta·uro sono i fiumi di maggior importanza delle 11a,x:he. Il Meta\lro raccoglie le acque del Meta e del!' Auro, che si uniscono a Borgo Pace, fondendo anche i loro nomi, del Biscuvio e del Burano e con essi le comunicazioni che vengono dalla valle del Tevere per i colli di Bocca Trabaria, di Docca Seriola e d i Scheggia. Acque e comunicazioni provenienti dagli ultimi due colli si riuniscono poi n<:1la strettissima gola del Fumo. L'antica Via Flaminia che toccava Terni, Spoleto cd il colle della Scheggia, attraversava il F urlo (Foru lus) in una galleria fatta

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scavare nella roccia dall'Imperatore Vespasiano e proseguiva ,poi su Fano. b) l111,go la co.,ta padana: alcuni torrenti costieri cbe sboocano in mare fra Cesenatico e Porto Cors ini, importanti .perchè ospitano delle buone romunicazioni provenienti dalla. Valle dcli ' Arno. Sono essi la Marccchia, il Savio, il Montone cd il Lamonc. qucst'ultim<> seguilo dalla ferrovia Borgo S. Lorenzo-Faenza. Il Reno è il principale collettore delle comunicazioni rotabili e ferroviarie fra il bacino del!' Arno e la rcgion•! .Emiliana. Si hanno poi i maggiori fiumi del!' Italia Settentrionale: Po, Adige, Brenta, Piavr, Livenza, Taglian1cnto, Isonzo, dei quali si ricorda qui solo il potente lavoro di colmataggio che compiono nella Jarg,1 cimosa lagunare litoranea dcli' Alto A. c) /1111go la costa Dinarù:a: le piccole correnti ddl'lstria e cibi;: il Timavo, che esce alla luce a s'. G io1·anni di Duino dopo un percorso ;;ottcrraneo di 33 km., poichè esso nasce con tutta probabilità a Trcpiciano (Trepic) a nord est di Trieste; ha tal copia di acque nel suo brevissimo percorso sopra.terrestre (2 chilomet,·i) da essere navigabile. Termina con un piccolo porto. Il Dragogna si versa nella rada di Pirano; il Quieto forma il porto omonimo a sud d i Cittanuov:i; il Lcme nasce sotto il nome di Foiba, si inabissa due volte nel terreno carsico che attraversa, e sfocia nell'ampio canale d i Leme, lungo circa 9 km.; infine l'Ar.!>a che attinge probabilmente al lagheHo omonimo o di Cepic per emissario sotterraneo, sbocca nel Carnarn, formando anch'esso un canale lungo 17 km. e largo 600 m. Nel resto della costa Dinarica, procedendo verso Sud, non si hanno correnti <li qualche importanza, fino a quelle del la Dalmazia gi11 citate: Zcrmagna, Kcrka e Cetina. Viene poi la Narenta, nav igabile dalla foce Jino a Mctkovic; la Bojana ed il Drin, che fan•• no sistema, confluendo ora entrambi nel lago di Scutari. La Bojana ne esce navigabile fino al mare, mmtre parte delle acque ,del Drin, sotto il nome di Drin \'ecchio, raggiunge il mare ad Alessio. ln Albania sono da ricordare lo Skumbi e la Vojussa. La costa Dinarica, tipica costa di immcr3ione, alla quale, a differenza di quanto si è verificalo per la costa Tirrenica. è m.u1cato quasi completamente il lavoro di colmataggio dei fiumi, ha conservalo mollo e,idente la confonnaz.ione a pieghe parallele anche là dove queste s i sono in parte spro[ondatc i11 m:ire, come ~ il caso, per es.. <lelle isole di Cherso, Lussin, P remuda, lncoronata, Zuri. La ripidità dei versami ri,·olti a! mare e la natura carsica dei rilievi, che ha grandemente [adlita.to il frantumarsi cd il frastagliarsi de lle catene, rendono questa costa alta, scoscesa, ricca <l i anfrattuosità, di canali, che alle volte, come alle Bocche di Cattaro o nel Golfo d i Sebenico, assumono l'aspetto di veri fjords con improvvisi cd imponenti :dlargamenti capaci di dar ricetto ad intere flotte. Il lungo canale <li Sebenico si allarga successh·amentc nel porto omonimo, indi nei laghi di Proklian e di Scardona, nel quale ultimo si getta il Kcrka. I mari. intern i di Karin e di Novegradi ricevono la Zcrrnagna ed immettono nello streuo corridoio della 1\forlacca o ne!le ;;elvaggie anfratluosità. marine che separano l'isola di Pas? dal resto della Dalmazia.. Per contro la costa appenninica, costa cl, emersione,

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ADRIATICO f. O'lu.bio

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Kilo m ~ tri oltre ad essere genera lmen te più ampia, presenta qua~i ornnque delle isobate molto pi<.'Cole, obbligando i piroscafi di maggior pc~caygio a tenersi lontani dalla costa (jualchc ohilomctro, ccl ha andamento molto pii, regolare. I no ltre la fo rte corrente c he risale lungo la costa Dinarica e scende lungo la costa Appenninica, porta con sè molto del materiale ohe asporta alle foci dei fiumi padani e contribuisce ad interrare i pochi buon; porti che v i si a,prono, come succede per es .. a Venezia, Ancona e .Bari. Le consid erazioni militari che scaturiscono da.I:e d iverse condizioni delle due opposte sponde sono e,·i-

denti e da nno alla costa Dinarica qucll' importall7A1 eh~ le sole condizion i di geografia umana le avrebbero altrimenti negato. 1 migliori ,porti dell'A . ne i riguardi militari sono: a) luni;o la costa Di11ar·ica : Va lona, le Bex,'Chc di Cattaro perfettamen te attrezzate e fortificate già dall'ex Impero Austro- Ungarico ed ora principale 1>ort<> militare del Regno S .H.S. ; l'ampia e sicurissima. bai.i dei Castelli, in prossimità di Spalato; il Golfo di Sebenico, il porto d i Buccari; i porti di Pola, d i· Parcnzo, d i Ca.po d'Istria. l'ampia rada delle Rose in prossimi!\ di Pirano, Trieste. :'.\"ell'arcipclago Dalmatino e nei ca-


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nali che l'intersecano si trovano buoni ancoraggi ad ogni passo:b) Z..mgo la costa Appenninica: oltre Venezia, Ancona e Bari, porti assai importanti ed in via d i crescente sviluppo nonostl).nte l'ingente opera di manutenzione che richiedono, si hanno Brindisi, che è il vero porto · militare del basso A ., e gli ancora,ggi minori di :Manfredonia, con annessa laguna d i Salpi cd porticanali degli Abruzzi.

Adriatico (St. mii.). I Greci non d istinsero il Mare Adriatico ùall'Jonio. Lo consideravano come una ignota propai,,,gine dello stesso Jonio, ed esitarono in t,n p rimo tempo ad avventurarvisi, ciò che p uò spiegarsi s ia per la grande d ifficoltà della navigazione, allora p revalentemente di ca;botaggio, in paraggi così disseminati di scogliere e d i anfrattuosità, quale appunto la sponda orientale adriatica, sia per i p ericoli degli assalti da parte d i genti -bar-bare, che, annidate in quelle anfrattuosità, potevano fa:cihnente piomba.re sugli incauti na,•igli e .p redarli. I Lat ini lo chiamarono Mare I-Iadriaticmn o Ad,riaticu.m.. Il nome deriva certamente dalla città di Hadri:i, oggi città interna, ma un tcmJ)o città costiera tra Il' foci dell'A<lige e del Po. Altri, con minoré probabilità. lo fa dcdvare da Adria Picena. Si è in seguito verific«to un fatto meritevole di considerazione. }.f.entre il nome di mare J onio era stato dai Greci esteso, come accennan1mo, al!' Adriatico, il nòme d i Adriatico si è ·invece poi esteso all'Jonio: e non solo all'Jonio, ma anche al Golfo di Taranto, al mare d i Sicilia, al Collo di Corinto e perfino a l tratto di mare t ra Creta e Malta. E' stato infine c hiamato <e Golfo d i Venezia JJ, volendosi comprendere con tale denominazione tutto intero il ·mare Adriatico, e, a volte, ancl1e il mare Jonio. I Corinti ed i Corciresi furono forse i pruni, fra i Greci, che spingessero la nav igazione a nord del Canale d'Otranto e si inoltrassero in Adriatico (VII Secolo a. C.). Essi dovettero però lottare contro le aecennate difficoltà della navigazione costiera lungo la frastagJliata riva orientale, ricca. 'Cli scogli e d i genti dedite alla ,p irateria. Per opera <lei Corinti sorsero le colonie <li Epi<lamno (Dmazzo) e di Apollonia (Valona?). I Focesi (,popoli dell'Asia minore) sarebbero invece stati i primi a tentare approdi lungo la sponda itaJiana dell'Adriatico. Nel VI e nel V secolo sono i Taran!'ini, che, preso il sopra,,vento sui Corinti e Corciresi, popolano d i navi l' Adriatico. Ai Tarantini seguono nel IV secolo i Siracusani, ai quali Plinio attribuisce la fondazione di Ancona e di N-umana. E che il traffico nel Nfare Adriatico avesse acquistato grande importanza lo dimostra quel lungo e micidiale contrasto fra le gen ti greche, che fu la. guerra. del Pelopouneso, la quale fo originata wppunto dalla reciproca gelosia fra Corinti e Corciresi per la supremazia su Epidamno. Fu <lopo le guerre Sannitiche e la guerra di Pirro, che Roma, liberatasi da. molesti nemici, potè estendere la sua dominazione anche sulla riva adriatica della penisola, fondandovi nuove colonie e rafforzando con p roprie genti quelle già esistenti. L 'occupazione di Brindis i (244 a . C.) rese necessario il collegamento fra. Roma e quell' importante centro di convergenza del traffico navale; che si svolgeva dall'Oriente. Così la via

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Appia, che giungeva allora fino a Capua, fu completata del secondo tratto Capua-Brindisi e divenne ms:: r itamente cc regina viannu J). Ciò detctminava anche pe r i Romani la necessità d i rendere sicura la navigazione adriatica. Sappiaino che nel 229 a. C. una grossa armata venne inviata dai Romani <:ontro i pirati delh costa illirica e che D emetrio di Faro, signore di Corfù, non trovò migliore soluzione che appoggiare i romani in quella impresa, .ricevendone in cambio l'investitura, tome governatore, di tu(ta la costa illirica. Il pas.;o verso l'altra sponda era fatto e l'Adriatico diveniva già lago Romano. Sorvoliamo sulla ribellione d i questo Demetrio, sulla guerra annibalica, sull'azione svolt, da F ilippo di :VIacedonia a favore di Annibale, per ricordare solamente che i ·Romani inviarono da Brindis i alla costa epirota una numerosa flotta., che d istrusse quella di Filippo, togliendo a questi ogni possibilità t.:i portare aiuti ad Annibale attraverso l'Adriatico. A rafforzare la s ignoria su questo mare il Senato Romano nel 1S3 a. C. fondava a nord una nuova colon ia, Aquileia, punto strategko di p rim' ordine, che apriv;;, la strada al transito terrestre dalle r ive oriental i della penisola italiana a quelle occidentali della penisola balcanica. In seguito, dopo le vittorie su Cartagine ed il crollo del R egno :Macedone, i Romani gettarono sulla penisola Balcani-ca la via Egnazia, la grande strada c iot, che da Durazzo giungeva fino a Salo1lkco e poi fino a Bisanzio e che costituiva 'Perciò il naturale prolungamento della via Ap,pia . La seconda ,guerra. civile non poteva lascia re indifferenti gli a bitatori della costiera orien tale, i quali :\pprofittarono naturalmente delle lotte intestine di Roma. per riprendere le fruttuose pratiche d i pirateria, tan to ·p iù che le necessità della stessa guerra civile, erano causa di particolari traffici dall'un.a al1' altra sponda. }.,fa Ottavia.no mise agevolmente a do vere quei pirati e .potè rendere la na.vigazione a<lriatica nuovamente sicura e rapida. Da allora in ·poi, e per buona parte dell'epoca imperiale, l'Adriatico restò lago romano e via breve di passaggio fra l'occidente e l'oriente. All'indebolimen to del• la compagine romana, conseguenza e causa ad un tempo della divisione dell'Impero in orienta le e occidentale, si accompagna un illanguidimen to del traffico navale in Adria.tico, che d ivenne ,per così <:lire zona neutra fra le due penisole mediterranee, il che porta alla ripresa della corsa delle navi piratiche, che nelle coste dalmate ritrova.vano le vecchie basi navali e i vecchi rifugi. Nè a doma.re quei corsari erano valse le forze d ella « classis 1·evennas )>, nè la squadra di Aquileia, le quali erans i ta.lmen te burocratizzate da perdere gran ,parte dc! loro carattere bellico e marinaresco. Ma ciò non impediva nè poteva impedire •Un fatto naturale : lo sbocco dei Barbari in Adriatico, che sempre p iù si dimostrava l'unica via marittima di collegamento fra l'Europa centrale e il Mediterraneo. Questo affacciarsi del popolo germanico a.Il' Adriatico fu favorito d alle stesse condizion i del Roma.no Impero, che avevano reso necessario il tracciamento delle due grandi strade, che collegavano il bacino Adriatico col!~ valli del Danubio e del Reno: la prima, che, per !a valle della Drava, giungeva fmo ad Aquileia, la secon • da, che dalla valle dell'Eisach, passava nel primo tratto di Val d 'Adige, e, successivau:nen te, attraverso il Ve-


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neto, giungeva alle foci della Piave. Così il popolo germanico g iungeva su s Lrade romane a l lvfare Adriatico, dove Odoacre, riuscito ad essere di fatto padrone di ambedue le sponde, riprist inò temporaneamente w1 quel mare l'unità. di dominio, ch'era venuta meno con la d ivisione dell'impero. In Adriatico si svolse poi um lotta navale fra Odoacre e T eodorico, che attaocò Ravenna dal mare. Ciò dimostra che questi possedeva già una certa flotta. Del pari si svolsero in Adriatico v.irie azioni navali nella guerra fra Goti e Greci. fini::1 colla vittoria di questi ultimi e coll'affermttzione dt'! dominio bizantino in I talia. '.\fa non era aJ>pena trttmontttto il dominio ostrogoto, che già sorge,·a in Italia quello longobardo (568-774), il qua le, peraltro, 11011 riuscì mai ad affermarsi su tutta la penisola. I Lo:1goba.rdi non furono popolo navigatore. Si curarono an-zi ben poco della marineria: e questa circostanza non fu forse l'ultima causa, che rese possibile lo sviluppo dei primi germi di una nuova forza navale Ad riatica. vogliamo dire della potrnza navale veneta. Caduto il dominio longobardo e suben trato il dominio franco (774-888), continuò lo sviluppo di Venezia. nonostante il desider io di P ipino di assoggettare quel gruppo <li isolette della Laguna, che già da tempo si erano costituite indipendenti. Infatti, a parte le vari" lc-ggcnde sull'origine di Venezia, è certo eh~ essa, o, 1:·er meglio dire. le numerose isolette che la costituiscono, erano rimaste nel fatto indipendenti dai dominatori venuti d'oltralpe. Solo nominalmente, dopo la caduta del regno gotico vennero a dipendere dai G reci. Ma anche questa nominale dipendenza venne a cessare, quando, sulla fine del VII secolo. la popolazione, riuni.lasi ad Eraclea, che era u na. iseletta oggi non più esistente, elesse un ,proprio capo col titolo di duca o doge. il qua le fu Paolo Luca Anafesto (697). Incominciò così la serie dei Dogi, che durerà ininterrotta fino alla caduta della Repubblica per opera d i )[apoleone nel 1797. Xon lardarono certo a scoppiare dissid i fra il popolo lagunare per la gelosia delle singole isolette verso Eraclea. ciò che portò alla scelta di una nuova capitale, che fu Mala.mocco. Fu appunto d i tali discordie che tentò di approfittare Pipino, desideroso, come abbiamo detto, di assoggettare quelle isole. E grave fu il ~cricolo che derivò all'indipendenza. veneta dalla. guerra che Pipino, sobillato certo anche dai Greci. ingaggiò nell'810. Ma i Franchi, maldestri delle difficoltà di una lotta sulla Laguna, finirono col perire numerosi in seguito al riflusso della marea, che colà è fortissima. Rialto, dove gli abitanti si erano ritirati in quella guerra, rimase sede del governo: e fu in questa isoletta e nelle viciniori che sorse gradatamente la meravigliosa città di Venezia. L a navigazione dei Veneti, già prima di allora sv:lup,pata, fece subito passi giganteschi. furono navi venete quelle che nell'anno 828, per opera di due c ittadini, uno di Torcello, l'altro di ::lfalamocco, trasportarono a Venezia, d a lla lontana Alessandria, le spoglie di San Marco. Fu Venezia che nel sec. IX incomi,1ciò a purgare l'Adriatico delle scorrerie dei pirati saraceni e slavi. Ciò le valse ad ottenere facilmente privilegi non solo dai Bizantini ma anche da quei franchi, che avevano voluto assoggettarla. Intanto le città daimarc, che non avevano perduto le \'estigia della latinità, premute

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dagli Sla,·i e lasciate in abbandono da Bisanzio, invoca.rono l'aiuto di Venezia, che, nel 998, con un naviglio numerosissimo allestito dal doge Pietro Orseolo Il, domò completamente i '!)irati slavi, che avevano costituito la loro base navale a lla foce della N arenta. Così agli albori dell'anno 1000 poteva salutare l'Adriatico come mru:e Veneto e proclamarsene Regina. Il mare Adriatico diveniva perciò veramente il Golfo di Venezia. Ed all'incirca in sul 1000 incominciò a celebrarsi, come commemorazione del raggiunto dominio aJr iatico, la cerimonia in forma sptendida dello « Sposalizio del Mare >), così denominata pel fatto che il Doge lasciava ca-clcre in mare un anello dicendo : << desponsamus t e mare, in s ign um ver i perpetuiquc dominii » . Vrnczia era dunque lo sposo e il mare la spos:i. D:i questa opoca in poi la storia del mare Adriatico è la storia stessa d i Venezia. L e p rime crociate contribuirono potentemente all'ulteriore sviluppo commercia:'! d i Venezia, che potè avere quart ieri e fattorie in varie città dell'Oriente: a Caifa. ad Antiochia, a Sidone, a 1-'iladelfia, ad Abido, a Rodosto, a Salonicco e perfino nel!' interno della Tracia, ad Adrianopoli e Filippopnli. /\ccennian10 di volo alla prima guerra con Genova {1351J135S), alla vana congiu ra di 2'farin Fitliero contro il regime aristocratico, alla seconda guerra con Geno, a. (che era alleata coi Carraresi di Padova e con gli Ungheresi) finita per mediazione di Amedeo VI di Savoia, e alle lotte con i Visconti, che finirono con la delimitazione del conii ne veneto a li' /\<lda. Tanto per continuità dello svolgimento dei fatti ricordiamo che Venezia entrò nella lega contro Carlo VHI {1495), a iutò Luigi XII per la conquista. del Mi lanese {1500), dovette cedere alla forza della lega d i Cambrai ( 1508-)510), ed entrò nell.i. lega «S-anta» contro Carlo \ ' ( 1526). I Veneziani considerarono l'A. come un mare loro proprio. Ma, dopo la loro lotta con pa.pa Giulio lì. venuti alle trattative d i -pace, essi riconobbero (1510) il diritto ai sudditi della Chiesa di navigare « libera• men te e speditamente, senza niuna gabella, pedaggio, imposizione, spesa, estorsione, o pagamenti ... senza ma i mettere impedimento alle persone, alle merci, alle sostanze, in niun modo, n ~ sotto alcun colore o causa. nè anche sotto il pretesto della guardia e custodia del mare, alla quale hanno speciahnentc ccl espressamente rinunciato; nè pu1·e sotto -pretesto di visitare le navi, o d i rivedere i registri e le scritture in qualunque modo esistenti ne i ,predeui navigli o presso gli stessi nav iganti J) , Al tempo della terza e quarta guerra tra Carlo V e Francesco I, Venezia dovette sostenere a Corfù l'assalto dei 'l•urchi ( 1537), che riuscirono a strapparle gli acquisti da le i fatti in precedenza. Perdette infatti a lcune isole del '.\fare Egeo, Malvasia in ::lforea e Nap oli <li R'llmenia. Nè la Francia, nè Andrea D oria, che era allora al servizio di Carlo V. fecero nulla per agevolare le trattati,•e fra Venezia e il Turco. I Turchi occuparono nel 1570 Cip ro, che Venezia possedeva da oltre un secolo, e solo allora le potenze cristiane, per iniziativa d el Pontefice P io V, s i mossero, salvo la Francia, e, nella grande battaglia navale di Lepanto, sconfissero la flotta Turca (1S71). Ma la vittoria non ebbe quel risulta to che ben si sarebbe potuto ottenere.


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ove Andrea Doria, geloso di Venezia, non fosse rimasto inerte. Il risultato fu che Venezia non potè riavere Cipro e <lovelle pagare una indennità al Turco, ~oJc, conservando i vec.ch i privilegi, che già. aveva ottenu , i su lle sp iaggic d'Oriente. Seguono le contese fra Venezia e Paolo V, che le lanriò l'interdett<> ( 1606), e la guerra cogli l'scocch i, pirati dalmati spalleggia ti dall'arciduca d'Austria (1614-1617). N cl l MS si iniziano le grandi lotte fra Venezia e l:t Turchia, lotte che finirono con J' indebolire la R egina dcli' Adriatico e con p reluderne I.i. finale caduta. Ruppesi appunto in quell'anno la pace col Turco (la quale durava dal 1573), pel fatto che alcune navi dei Cavalieri <li Malta, le quali avev:rno assalito navi turche, si erano riparate nei pori i della Rept1bblica. Scoppiò C<>tiÌ una lunga guerra durata ventiquattro anni ( 1645- 166?; che fece perdere a Venezia l'isola di Candia. ·Quindi.:i ann i dopo Venc:sia si alleò coll'impera tore Leopoldo I nella guerra contro la Ture.Ha ( 1634-1699). Per Venezia brillarono in q uesta guerra le ult ime glorie: c.s.,a potè acquistare con la pace di Carlovitz la )forca, le isole <li Egina e <li Santa Maur a e alcu ni punti lungo la )forca la costa <lalmata e alle Rocche di Cattaro. non restò in dominio d i Venezia che soli 19 anni, da l 1699 aJ Ii 18, finche cioè non ritornò sotto la Turchi:i. per il Trattato d i Passarovirz, che sacrificò Venezia a i vantaggi dell'.-\ustria.

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La s ituazione territ<>ria le dei paesi e .dei possed iment i veneti, <lopo la perdita della l\Iorca. rimase inalterata per tutto il periodo che giunge fino alla spog liazione di Campoformio, per un periodo cioè di 79 anni dal 1718 al 1797. Il territorio veneto comprendeva lutto il paese di tcrrafevrna fino a 1.lcri;amo, e la zona costiera fino a 'l\!onfakone, le due città comprese. Dopo una solu?.ione d i con tinuità, il territorio veneto ricominciava da Trieste e finiva a Fiume, esclusa però tanto l'una che l'altra città. Seguiva altra soluzio11e di continuità, rappresentata da terra ungherese, e ;.,oi incominciava di nuovo il territorio Yeneto lungo la costa dalmata, comprese le isole, dalla porzione inferion: del canale della 2-forlacca fino alla. Repubblica di Ragus~ . Dopo questa terza solt1zione di continuità, seguiva altro territorio veneto comprendente le Bocche di Catta ro e le zone immediatamCJ1te circostanti. Erano veneti inoltre alcuni 1ptmti della costa dell'.\lbania, e p recisamente Bu trin to, Parga, Prcvesa e Vonizza. Jnfrne Venezia possedeva le isole Jonie (Corfù. Pa.xo. Santa Maura, Ccfalonia, Tcaki, Zante e AssÒ), le Strofadi e l' isola d i Cerigo a sud della Morca. Xulla. quindi possedeva più nel mare ;Egeo. La politica estera, in gra11de deca<lenza, s i riassunse tutta, in questo ultimo periodo, nella cc neutralità d isarmata», pessima politica, ohe trasse la R opu bblica a lla rovina. Così non partecipò alle grandi guerre di successione, che tante variazioni porta rono sulla s ituazione territoria le della penisola. L'unico atto di vitalità bellica fu la campagna contro i Barba reschi sulle coste della T unisia ( 1784-1786), compiuta sotto la guida di Angelo Erno. La decaden za veneta portò di conseguenza un accrescimento d i traffici e d i importanze per i porti d i Trieste e di F iume. Il primo era stato dichiarato dal1'Aus tria porto franco nel 1717, il secondo assegnato all'Ungheria nel 1776, dapprima come corpo unito a lh

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Croazia, poi, anllo riguardo alle protc,te fiumane, come corpo separalo. Così .Fiume fu il porto dell'Unghe ria come Trieste era già il ,porto dell'Austria. Inutile ilh1strare qui le condizioni d i decadenza della Repubblica veneta in questo periodo; inutile ricordare le parole di rammarico del penultimo doge Paolo Renir.r. Anche nel 1794, quando l'orizzonte si illuminava in ogni sua parte di fuoch i di guerra, Yenczia decise la neutralità: e intanto dava ricetto al conte <li Provenza, figlio di Luigi XVI. Nella campagna d'Italia ciel 1796, N' apo leonc. conquistata la Lombardia, violò la neutralità \'enela: e quale -ragione avrebbe potuto trattenerlo? Così pure le due s uccessive c.i.mpagnc contro il \\'urmser (luglio-settembre 1796) e le due contro l'Alvin~i (n <>vcmbre 1796-2 fcbbr'.lio 1797, data de lla prc&'l di Manto,,a) non furono che una ininterrotta viola7.ione cli quella sciagurata neutra li ti, . Dopç, la pace d i Tolent ino con Pio \'T ( 19 fcl>braio 1i'>7l, Ronapart,-, risoluto di marciare tontro Vienna., !:.ii !.e:·, l ~.t;._o:·::i Ui.l,l volta del territorio veneto per la bre\'e c:.mpa1,'l1a, che, iniziata il 12 marzo 1797, si chiudeva il 18 aprile li'?7 con i prelim inari <li Leoben, I tumulti di Verona ( 17 aprile 1797) furono gradito pretesto a ]';apoleone per sacrificare la Repubblica Veneta all'Austri'.l, quale compenso per va.sie rinuncie. Così col trattalo di Campoformio (li ottobre 1797) l' ,\ustria occupava tutto il Veneto fino ali' Adige (non oltre, perchè il resto ven iva aggrega lo alla Lomharcli,1;, l'Istria, la Dalmazia con le isole, e le bocche di Cattaro. Alla Francia passarono i possedimemi ,·cncti Jel1' Albania. e le Isole Jonie. Venezia fu inoltre spogliata e derubata di molti tesori e di sacri ricordi, quali i Cavalli di Dan dolo e il Leone di S. Marco. La pace di Luneville (9 febbraio 1301) non mutò, per riguardo ali' Adriatico, l'assetto stabilito a Campoformio , La paçe di Amiens (27 marzo 1802) non mutò neppure l'assetto dell'Adriatico: sole, vennero costituite le Isole Jorlic in Repubblica indipendente. Esse per altro 11011 appartengono ali' Ad riatico. Con la pace d i Prcsburgo invece. (26 dicembre 1805) il Veneto e la Dalmazu propr: t rnno unite al Regno d'Italia. Con la pace di Schoembrunn ( l4 ottdbrc 1809) l'Austria cede alla Francia tutto il litorale ungherese della Croazia e l'Istria con T rieste e Gorizia. La Dalmazia, che apparteneva gia al Regno d'Italia per la pace di l'rcsburgo, viene ora, con le p rovin cie anzidette, passata alla Francia. Tutti questi territori ,passarono poi ali' Austria con la caduta di Na,poleone (Lombardo-Veneto, Istria, Croazia e Dalmazia). Nessuna variazione subì la dominazione Austriaca in A<lria tico fino al 1866, fino a quanòo cioè il Veneto fu ceduto. pcl tramite di Xapoleone Tlf, all'Italia. I n quell'anno l' Adriatico fu teatro delle tragiche vicende navali (20 luglio) per cui il nome d i Lissa resterà u na dolorosa pagina della nostra SlCJn a. Resteranno peraltro nella nostra memoria anche gli atti di sublime eroismo del Saint Bon, dd Faà di llrun<>, di Alfredo Capp ellin i ed a ltri eroi. Le nostre vittorie ,{ella grande guerra ( 1915-1918), che portarono alla redenzione <lel le terre italiane fino al Q uarnaro, hanno segnato le ultime variazioni deli'a,petto Adriatico: la s toria futura potrà d ire se questo assetto sarà stato il migliore possibile. Qui diamo solo un cenno dell'opera svolta in questo mare dalla :\farina I taliana


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<lurante la h'Uerra mondiale: opera c.he non solo portò al grandioso salvataggio dell'esercito serbo ( ISO mila uomini), ma che si esplicò del '])ari in operazioni belliche di primissimo ordine, Fra le prim:ipali azioni di navi maggiori notiamo quella contro la costa nemica (fronte da Lissa a Ragusa) dal 5 maggio 1915 in cui operarono la Divisione del Contrammiraglio Trifari: ( « Pi.~ani ». "Garibaldi», <e Varese», cc Ferrucc io», con quattro cacciatorpedinicri francesi) e tre gruppi di na,•i al comando del Contrammiraglio Milio (1°: esp loratore « Quarto l> e i cac-ciatorpedinicri « Animoso», ,e ,',.rdcntc », «Audace». «Ardito»; 2°: esploratore « Ri• xio » e i ca-ciatorpcdiniere «!'sullo», «Irrequieto». « Bory » e « Protet »; .3°: esploratore « Dublin » e i cacciatoDpcdiniere «Impavido», «Indomito», « Insidioso>), « ln tropido » e «Impetuoso»). E' del pari da ricordare, fra le azioni di navi maggiori, il bombardamento di Durazzo operato il 2 ottobre 191S. - Dcli,) azioni di esploratlJri vanno particolarmente ricordate: quelle del 29 rlicembre I 915 ( con uscita delle nostrz navi da Bi in elisi verso Cattaro per impedire il congiu ngimento di navi nemiche) e quella del 15 maggio 1917, che diede un grave colpo alle forze navali Austro-ungariche. Vi si di~tinsi:_ po.rticolar,mcnte l'esplora tore <<A quila>>. •- Delle azi0t1i di s iluranti rico,rderen10 quella del forzamen to del Porto d i Tr ieste, operato dalla Torpediniera « 24 O.S. » il 28 maggio 1916 (Tenente. d i Vascello Gra,·i.na); quella contro l'hangar di Parenzo, operata dal Cacciatorpediniere «Zeffiro» il 12 ,gitigno 1916 .(Comandante Capitano di Corvetta Costanzo Ci\lno, pilota N a.zar io Sauro~; quella del!'af fondamento <lei sommergibile austriaco « U. 23 », operato dalla Torped iniera «Airone,, il 21 febbraio 191S Cfrncnte di Vascello Zunino). - Delle azioni di sommergibili ricorderemo: l'affondamento del piroscafo « Albanien >>, operato dal sommergibile « Atropo» il 4 giugno 1916 (Comandante Tenente di \:ascello Maraghini, pilota Nazario Sauro); il siluramento del C. T. « !\fa.gnet », operato dal sommergibile <<Talpa» il 3 agosto 1916 (comandante Tenente di Vascello Perricone); il siluro.mento del sommergibile austriaco cc U. 20 », operato dal sommergibile «F. 12» il 3 luglio 1918 (Comandante Tenente di Vascello J\farendo di J\Ioriondo). - Delle azioni dei ) fAS ricorderemo: lJ forzamento del c:inale d i Fasana, operato il 1° novembre 1917 <!alla torpc<lin icra « 9 P.>f. >> (Comandante Capitano di Corvetta Cavagnari) e dal « Mr\S 20 » (Comandante Tenente di \'asccllo Goiran); 11 forzamento d i Pola, operato nella notte stLl 14 maggio 19 1S dall:L spl'Ciale imbarcazione <<G rillo» (Comandante Cap itano di fregata Pellegrini); affondarrncnto dei piroscafo << Breghenz o, operato da una sezione di )1AS il 13 maggio 1918 (Tc11ct11e <li Vascello Pagano d i Melito e Azzi); affon<l~mcnto della corazzata austriaca <e Santo Stefano», opera ta il 10 giugno 1918 dal i\fAS « 15 >) (Comandante Ca:pitano di Corvetta Rii:zo); forzamento del Porto di Pola, organizzato dal Comandante Costanzù Ciano ed operato il 1° novembre 1918 con uno special~ congegno dal maggiore del Genio Navale Rossetti e d~l Tenente .Medico Paolucci. Etnografia. Italiano è il territorio costiero che ti.i Monfalcone ra.ggiunge Trieste : l'interno è sloveno. l ta• liana è la costa e buona parte del territorio interno

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Istriano, che da Trieste scende al sud fino a Pola e che <la Pola risale a ponente ,della penisola istriana Jì1,o al 14" grado di longitudine Est di Greenwich. Il resto della costiera occidentale istriana è abitata da popob.zione mista di italiani e croati. fiume è invece comp letamente italiana. Dopo Fiume incomi11cia la zo:1a slava, che scende fino a l confine nord Albanese ( lai::o di Scutari). Questa zona costiera ·peraltro è disseminata. di città e cittadine italiane, che rcx:ano p_rofonda l' impronta dei monument i e della lingua d i ·venezin. Le popolazioni slave della costa orientale adrialic.i non sono omogenee. La parte settentrionale lungo il Canale della Morlaeca è abitata da croati, la parte meridionale, cioè a Sud <l i quel Canale, da Serbi pro1iriamente detti: gli uni e gli altri diversi non tanto per lingua quanto per tradizioni, per aspi.razioni e per religione. L'unione de i Croati e dei Serbi nell'odierno stato S.ll.S. è dunque p iù politica. che nar.ipnale. Tan:,i gli uni che gli altri scesero nella ,penisola balcanica. soffermandosi sul versante Adriatico nel VII secolo e ~pingendo a sud le antiche popolazioni illiriche, che ripararono nel paese dei monti Acrocerauni e che sa'. rebbero rappresentate dai moderni albanesi, i quali sa• rebbero i discendenti dei macedoni di Filippo.

Adria Werke. Con questo nome è conosciuto il complesso dei cantieri e delle costruzioni della compagnia «Adria» presso 1'.Ionfalcone. Le nostre truppe vi si installarono nei primi giorni della nostra guerra e lo sca.fo di una nave in costruzione divenne, an.z i, sede dei nostri co1nandi ed osservatorio d'artiglieria. Più ,,ol1e nei· nostri bollettini di guerra ricorse il no~~ dcli'« Adria Wcrke » a. proposito di bombardamenti e d i atiacchi a,•versari. D i questi il più importante [11 quello con cui gli Austriaci riuscirono, il matti.no del

15 màggio 1916, a scacciare dalle posizioni del!'« Adria Wcrke » le truppe della 4• divisione di cavalleria appiedata; ma :per breve ora, che un brillante contrat tacco della brigai'!. Cr=ona. e del Nizza Cavalleria, poco dopo rkonquistava piena.mente le posi~ioni perdute.

Adrumeto (Hadmmetum). Ant. città della Tunisia, presso Susa, già colonia fenicia. Nel 47 a . C. vi sbarcò Giulio Cesare. - Nel I O secolo dell'Era Volgare Traiano , i pose una colonia romana che divenne fiorente. - è\el VI secolo. i ~fori la tolsero ai romani, ma questi (anno 543) la ,presero nuovamente, massacrando la guarnigione d 1e quelli vi avevano posto. l'o0 scia A. se1,'Uì le sorti della Tunisia, e d~adde conwlctamcnte Adsohnadeìn (Battaglia di) . Appartiene al .per,iodo delle grandi conquiste musulmane; fu combattuta il


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30 luglio del 634, nella località di A ., a breve d istan.w. d a Gerusalemme, fra Chalid, detto « La spada di Dio " " T eodoco, fratello dell'imperatore bizantino Eraclio. I bizantini furono sconfitti, e , s i ritirarono a Damasco.

Adua. Capitale del Tigrai, nell'Abissinia, ora fuori dei confini della Colonia Eritrea. Sorge a quasi 2000 metri di altitudine, circondata da un'aspra corona di monti. Conta oggi 6-7000 abitanti. Sostituì l'antic,i Axum. già capitale di un impero etiopico fiorente. I~' principale centro delle comunicazioni fra la costa e l' in terno. Dista da Massaua 244 km. e dallo Scioa circa 700 km. Nonostante l'apertura della ferrovia Addis Abeba-Gibuti, le provincie del Tigra~ Lasta, Amhar•t e Goggiam troveranno semp re maggior convenienza a seJ"V irsi per i loro commerci della strada i\fassua-Adua ed oltre. A. fu occupata nel gennaio del 1890 per pochi giorni dal generale Orero, con una ,colonna di 6000 u. e 8 p.; nel forte venne trovata la miu·agliatrice presa da ras Alula a Dogali. Battaglia. di Adua. (V. Abissinfo). 1° ma.rzo 1896. Negli ultimi giorni del febbraio 1896, la situazione logistica del col'l)o di operazioni italiano, il quale, dalla posizione di fianco di Saurià copriva la Colonia Eritrea dalla minacciata ill'Vasione <lellc ingenti forze etiopiche raccolte attorno ad Adua, era assai grave. Xon erano disponibili viveri che per poch i giorni ancora, e l'intendenza, 4ier deficie111~1. di quadru pedi, non poteva. più garantire i rifornimenti. Si imponeva perciò la necessità di decidere o la ritirata, od una avanzata. sn Adua in modo da a,prirsi la più breve e comoda vi::t di rifornimento sui magazzini di Adi Ugri f di Asmara. Il governatore Gen . .Baratieri si rendeva conto delle gravi conseguenze morali e p revedibilmente anche m:iteriali di una ritirata s\1 Adi Caiè, e d'altra parte cr:i convinto che non fosse consigliabile dare una battaglia offensiva alle masse ù1digene straordinariamente sup<irio1·i d i numero che avevi, d i fronte. Egli cercava di provocarle invece ad attaccare: in una battaglia difensiva le truppe italiane avrebbero potuto far valere la superiorità della disciplina e dell'annamcnto, specialmente in arliglicria. Ma il nemico aveva ri petutamente rifiutato di mwegna.rsi offensivamente contro le posizioni prese successivamente dal Corpo di operazioni. La sera del 27 il gcn. Baral icri riunì a rap porto i comandanti d i brigata; lutti, interpellati. espress..:r\l senza riserve il parere di risolvere la situazione con una ardita avanzata, poiché restare sul posto non si po • teva :più, e d'altra parte non er:i. possibile rafforzare ultP.riormente il conpo di spedizione con i rinforzi gi:, giunti in Colonia o ancora in viaggio, a,ppunto perchi: le condizioni logisHche lo avrobbero impe<lito. Il Daraticri, sentite ulteriori infomiazioni, le quali confermavano che nel ca"/po scioano vi era deficien7,a cii viveri e che ,perciò grande n umero d i indigeni cm stato mandato a razziare nello Scirè, constatato l'elevato morale e il vivo desiderio •<li combattere delle proprie truppe, decideva nella n otte fra il 28 e il 29 di avanzare la n otte successiva fino all'altra forte posizione verso Adua, costituita dal l\I. Semaiata e dal M. Esciasciò, attraverso la dorsale e le vie che mettono dalla posizione di Saurià alla capitale del Tigrai.

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Il terreno. Le due strade che, in direzione gencr:il·~ O.S.O. da Eiltisciò menano ad Adua, corrono qua.si parallelamente ad una distanza variabile da due a cinque chilometri l'una dall'altra, lungo la displuviale tra le valli del Maréb e dcll'Urei, affluente del T acazzé. Questa linea di creste, a Xord e a Sud della quale si profilano gli affluenti di sinistra del Marèb e di destra dell 'Urei, è irrcgolarissmia ed accidentata: qui infatti l'altipiano etiopico è attraversato da grandi pieghe di terreno sua:essh·e, in direzione generale Sud-Nord e cioè per,pen<licolari alla direttrice della marcia che il corpo <li QJ)erazione italiano si accingeva a ·comp iere. Tale è la serie di alture Zalà-Adi Dicchi-Saurià sulh quale il col"J)o stesso si era acca.mpato e r:i fforzato nella seconda metà di febbra io e dalla quale si dipartiva. Tali sono le altre serie di alture che si incontrano nella marcia verso occidente: dapprima i monti Ganda,ptaAdi Cheiràs-Zattà, poi M. Esciasciò-M. Raiò-M. Semaiata, in u ltimo la serie Mari/un Sè:iavitù, Amba Scellodà-Abba Carhna 'Che forma baluardo alla eone! cli Adua e sulla quale si tenevano gli avamposti dell'esercito abissùio. Fra tutte queste alture, i colli sono elevati, impervi, <li difficile accesso. Si aggiunga che contrafforti e speroni si staccano perpendicolarmente o trasversalmente dalle . alture principali, cosicchè il terreno, ,p reso nel suo assicme, appare come diviso in grandi comparlimenti stagni separati gli uni dagli dltri da catene di alture d i difficilissima percorribilità. Da questo cenno generale del terreno risulta come la. marcia progettata del corpo di operazioni verso ovest fosse non agevole, e come soprattutto dovesse rendersi difficile il collegamento laterale fra le colonne . L'orditte di operazio11i. La decisione del Generale B:lratieri .derivava, non solo dai moti,•i di ordine mi;;. tare anzidetti, ma da pressioni politkhc esercitate da 1 Ministero, il quale aveva interesse a cbe la guerra si decidesse rapidamente e con un grande successo. ln queste condizioni, la semplice ritirata verso Adi Caii-, partito verso il qua le il Governatore intimamente propendeva, sarebbe a.-pparsa inescusabile a Roma. Il governatore decideva ,pertanto di avanzare sulla forte li11ea M . Semaiata-M . Esciasciò, prevedendo tre i po•• tesi: o il nemico attaccava, ed egli riteneva di potei lo respingere avendo i fianchi forti, una tri,plice linea di ritirata e l'azione abbastanza libera sul dinanzi; o ii nemico non attaiccava. ed il corpo di operazione avrebbe ripiegato la notte suoccssi,·a di nuovo su Saurià ed oltre, col suc.::esrn morale di aver osato un'altra volta. una manovra offensiva e d i aver sfidato a battaglia invano il nwnero imponente <lei nemici ; o il nemirn porgC\~a il destro di attaccare il campo avanzato di circa JS .000 u. che si sa,peva dislocato nel vallone di Mari/tm Sciavitù, e quel successo par;,iale avrebbe potuto probabilmente determinare il disgregamento delle intere forze nemiche, disgregamento di cui si vedevano già i sin tomi e che doveva infatti verificarsi pochi g iorni dopo la !battaglia. L',J.\'anzata del Corpo di occupazione italiano in una posizione così vicina alla linea di ritirala degli scioai.i poteva, più facilmente che le volte precedenti, indurre il nemico a trova.re nell'attacco una via di uscita. L1. marcia in avanti, nel pensiero del generale Baraticri, n on doveva perciò con<lurre n ecessariamente ad ua com-


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L'antico rortc di Adua battimento se non quando gli ab issi ni avessero preso l'offensiva contro le posizioni prescelte. Per attua.i-e questo concetto, era indispensabile che tali posizioni fossero occupate di sorpresa, e mentre erano assoluta mente sgombre da l nemico. Perciò non sarebbe stato prudente il movimento di giorno, quando il nemico, avvalendosi della sua grande mobilità, avrebbe potuto avanz.ue ed attaccare in marcia le colonne allungate per sentieri tortuosi ed angusti. Fu dunque decisa la marcia notturna, favor ita dalla Jw1a . Alle 17 del 2?, il Gen. Baratieri ch iamò i generali a rapporto e comunicò il seguente ordine di operazioni:

« Le colonne DaboI>mida, Arimondi, Albertone, alle ore 21 muoveranno dai rispettivi accampamenti: la riserva (Ellen a) muoverà un'ora dopo la coda della colonna centrale. La colonna di destra (Dabormida) segue la strada Colle Za!à, colle Guidam, colle Rebbi Arienni; la colonna centrale ( Arimondi) e la riserva, la strada Adi Dicchi, Gundapta, colle Robbi Arienni; la colonn a di sinistra (Alber tone) la strada Suarià., Adì Cheiràs, colle Chidane Merèt: il Quartier Generale marcia in testa alla riserva. « Primo obbiettivo: la -posizione formata dai colli ~lai Merct e Rebbi Arienni fra M. Semaiàta e M. Esciasciò, la cui occupazione verrà fatta dalla colonna Albcr tonc a sinistra, dalla colonna Arimondi al centro e dalla colonna Dabormida a destra. La colonna. i\rimondi però ove sieno sufficienti le colonne Albcrtone e Dabormida, prenderà posizione di aspetto dietro le due br:ga le proccdent i », ecc. A ciascuna colonna italiana era stato assegnato un reparto indigeno, il quale doveva essenzialmente servire alla sicure?.za od al collegamento. Nella giornata era stato spedito ordine telegrafico al maggiore Arnr-• glio, il quale con il V battaglione, una scz. montagna e le bande del Sera.è era stato distaccato alcuni giorni prima al ciglione del .Mareb perchè coprisse direttamente la strada di Adi Ugrì dalle minacciate incursioni scioane, pcrchè con rutte le sue forze ( 1300 u.\ s i trovasse il 1° mano all'alba a Yehà, sul fianco destro della brigata Dabormida. Ma, per confusione di nomi dapprima. per interruzione telegrafica poi, l'ordine non fu inteso, e le t ruppe del magg. Ameglio non presero parte all'azione.

Le forze contrapposte. Il corpo d i operazione italiano

al momento d i in izia re la marcia in direzione di Ovest metteva in linea le seguenti forze:

Brigata l11digeiii {Albcrtone): I bgl. ind. {Turitto; fucili 950; VI bgl. ind. (Cossù), fudli 850; VH bgl. in,d. (Vall i) fucili 950; VIII bgl. ind. (Ga.rnerra) fu-• ciii 950; Dande Acchclè Guzai (Sa;pelli) foci li 376; 1• •btr. ind. mont. (Henry), cannoni 4; 1• sezione 2' mont. (Vibil, cann. 2; 3• btr. mont. (Bianchini) can•noni 4 ; 4• btr. mont. (1fasottCl) cann. 4. Totale fucili 4076; cannoni 14. 1• B rigata Fanteria (Arimondi) : 1° Reggim. (St< vani): I bgl. bersa.gl. (De St~ano) fucili 423; II id. (Compiano) id. 350; 2° Rcggim. (Drusa.ti): II bgl. fant. (Viancini) fucili 450; IV id. (De Amicis) id. 500; IX id. (Bau<loin) id. 550; 1• comp. indig. del V bgl. (Pavesi) id. 220; 8° btr. mont. (Loffredo) cannoni 6: 11 • btr. mont. (Franzini) id. 6. Tota.le: fucili 24?3; cannoni 12.

2" brignta l'anteria (Dabormida): 3° reggim. (Ragni) : V bgl. (Giordano) fucili 430; VI (Prato) id. 430: X (De Fonscca) id. 450; 6° reggim. (Airaghi): III bgl. (Branchi) fucili 430; XIII (Rayneri) id. 450; XIV (Solaro) id. 450; Bgl. Milizia Mobile indig. (De Vito) id. 950; Chitet <li Asmara (Ser masi) id. 218; 2·' brigata btr. mont. (Zola): 5• btr. (Motti110) cannon i 6: 6° btr. (Regazzi) id. 6; 7• btr. (Gisla) id. 6 Totale· fucili 3800; cannoni 18. 3' br·igatn Fanteria ( Ellcna): 4° rcggim. (Romeroì: VII bgl. (Montcochi) fucili 450 ; VIII (Violante) id , 450; XI (~fanfredi) id. 480; 5° rcggim. (Kava) : .13gl. Alpini (1\fenini) fucili 550; XV bgl. fa.ili. {Ferrarol id. 500; XVI (Vandiol) id. 500; III bgl. indigeni (Calliano) id. 150; Brigata btr. a tiro rapido (De Rosa): l" btr. (Aragno) cannoni ·6; 2° btr. (:Mangia) id. 6; ).feua. comp. genio fucili 70. Totale fucili 4 150. cann. 12 Tota/P, generale: Fucili 1-1.519, cannoni 56. Rrrnancvano a Saurii e ad Enti.sciò, una compagni.l di fanteria, \llla di •bersaglieri, conducenti italiani cd indigeni, servizi, ecc., in tutto 2735 u. dei quali 2290 armati. Dal canto loro gli abissini schieravano in campo esattamente le segu ent i forze: Ras 1vfaconnen (Harm r e Aussa) fucili 15.000, cannoni 4; Ne1:,'Us Menelich (Scioa e Goggiam) fucili


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ABBA GARIMA

33.000, cavalli ~600, cannoni 32; Ras Mangasciit (Tigrai meridionale), fuci li 12.000, cannoni 6; Ras :Micaèl (Uollo-Calla), fucili 6000, cavalli 5000; Ras :Mangascià. Atiohim (Amhàra) fu<:ili 6000; Ras Alùla (Ifamasèn ~ vari), fucili 3000; Ras Sebàt (Agamè, Tigrai settentrionale) fucili 5000. Totalè rucili 80.000; cavalli 8600 ;· cannoni 42. Alla battaglia non presero parte CÌI'Ca 10.000 armali •rtello Scioa a l comando di Ras Gabeitt, che erano stati im·ia ti_ prcrndentcmente a minacciare la colonia in direzione di Cundct. La ·m arcia nottu.r.na, In obbedienza all'ordine di operazioni, le tre co1onne d i ,pr iina linea mossero clal!a pos izione Zalà- Adi D icchi-Saurià tra le ore 2 1 e le 21,:;:; dd 29 febbraio. La ma.rcia si svolse dapprima col favore della none !.;mare, abbastanza regolare e rapida. Il tempo •destinato al percorso, p iù di otto ore per un,t d istanza. d i cir~a 15 km., cm. largamente calcolato per p rovvedere a.cl ogni necessità della marcia: la veloç it:'i c1,a stata espressa.mente. sacrificata .per" ottenere l'ordine ed il collega.mento. y[a appunto i collegamenti latei·ali vennero assai trascurati. Verso le 2,30 si produceva un primo, ';neonveniente : in prossimità del colle fr~ i monti Gundrupta e Adì Cheiras la colonna Albertonc che, pe, essere composta esclusi vamente dr indigeni marciava assai -più rapida delle a ltre, avendo deviato dalla propria direttiva <li marcia, era p~ss~ta a nord del massiccio di Ad ì Cheiras anziché a s11d comt avrèbbe do· vu to, cosicchè venne a tagliare la marcia delle co1onw· del centro ad est d i detto ·colle. L'i nconven iente fu r iparato · facendo arrestare le colonne centrali per permettere lo sfilamento degli indigeni. Usci ta dal colic, la colom1a Albertone puntò direttamente a sud ove ,t

verso il colle Chidane Meret ove, mer,cè la. sua grande rapiditit, potè giungere · con la testa poco do.po le 3,30. La colonna Drubormicla aveva frattanto effettuato sen za inconvenienti la propria marcia ed alle ore 5, 15 giungeva al colle di Rebbi Arienni1 ove, a seconda degli ordini rièevuti, si arrestava, dandone notizia al coma.ridante in capo. L a colonna Arimondi, r ipresa ì.t marcia ,,erso le ,1,30, giungeva alle ore 6 a ci.rea 1500 rnctri ad est dell'imboccatura ·del colle Rebbi Arìenni, tuttora occupato dalla colonna. D abor mida, e qui.vi si fermava per ordine del comandante in capo, in aLtes,-, deglj ulterio~i avvenimenti. La colonna di riserva E llena alle ore 7 giungeva a due chilometri a<l est della colonna Arimondi cd anch'essa aveva ordine d i fèrJnarsi. li primo obbietti vq indicato nell'ordine cli operazioni era raggiunto: la posizione for mata dai colli di Rebbi Arienni ed Chidane :Meret, Ira i i\1. ,Semaiata ed Escia, sciò, era sgombra dal nemico, cosa della quale, del resto, il comando in capo em stato àvvertito · finÒ dalle ore 4 da i nformatori d i ritorno.

Azione ,della br1:gata Albertone. La. colonna Alber-. tone sostò solamente un'ora al colle Chi.dane Meret, sul quale, i.n base all'ordine di operazion i, avrebbe dovuto invece strobilirsi all'alba e ' cercare sulla destra il contatto con le colonne Da.bonnida o Ari.mondi. Sembra che il gcn. Albertone, probabilmente sulla base d i i!S· serzioni di .guide del !Paese che accompagnavano la colonna, ri'tc,nesse che il colle Chidane Meret indicato nell'ord ine e nello schizzo distribuiti dal comando in capo, fosse invece q uello d i Enda Ch i<lane '.M eret, il quale tro,·asi fra l'Amba Scellodà e l'Abba C.irì m:1, circa 7 chilometri più a sud ovest e quindi nelle i.mmc-


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diate vicinanze di Adua e degli accampamenti abissini. l\fa ciò non è sicuro, poichè tanto l'ordine c01ne lo schizzo del comando indicavano quale scopo dell'operazione l'occupa7,ione sµnultanea della posizione fra M. Semaiata e M. Esciasciò ed in ciò non poteva esservi alcun equivoco. E' probabile pertanto che l'ordine, emanato dal gen. Albertone alle ore 4,30 circa, di riprendere la mal'Cia ,p untando decisamente sul colle di Enda Chidane Meret, sia dovuto ad una sua iniziativa. Sta di fatto che la brigata, senza cercare collegamento con le altre colonne, riprendeva la marcia facendosi precedere <lai 1° bgl. indigeni in avanguardia, al quale era assegnato il mandato di occupare l' insellatura fra

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sizioni il combattiment9 diventò generale ed accanito. Gli abissini attaccarono quattro volte frontalmente I.i. br-igata ma vennero respinti, ,particolarmente dal preciso fuoco delle btr. da montagna. Ma poco dopo le Q, mentre una parte insisteva nell'attacco frontale, u11a:. grossa colonna, scesa per le falde meri~ionali dell' Ab-ba Gari,na, si dirigeva verso il Semaiata avviluppando i difensori che continuavano tuttavia ad .opporsi validamente agli attacchi. Avanzata della brigat a Dabormida. Il generale B:iratieri, giunto col comando sul colle di Re,bbi Arienni alle ore 6,30, udì il rumore del combattimento lontano che si svolgeva nelle gole dell'Enda Chidane Mere! e suppose in un'avanzata troppo rapida e sconnessa de~li esplora tori e for,;c dell'avanguardia della colonna A!bertone, senza tuttavia ritenere la brigata impegnata così innanzi a.gli - obbiettivi prefissati. Egli riconobbe personalmente la posizione M. Raiò - M. Belah - $perone Belah con l'intendimento di far occupai:e la destra Ji. quella forte .posizione dalla brigata Dabormi<la e la ~•nistra da quella Arimond i, tenendo la brigata Ellentr

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L'azione della Brigata Albertone (ocre 9) (I ·numeri romani corr!spondono ai baitoa,gliont eritrei}

Amba Scellodà cd Abba Garìma in attesa del grosso della brigata. Il 1° bgl. giungeva al colle Enda Chidane Meret verso le 5,30 ed a sua volta, di propria iniziativa, anzichè sostare, si lanciava contro gli avan1posti scioani _che si trovavano forse ad un chilometro o due di lit de! colle. Era dato così l'allarme al campo nemico che•·si destava tutto, ,prendeva le armi ed una massa valutata 5-6000 scioani si a,·ventava contro il 1° indigeni (ore 6-630). Questo, ritirato~i mano mano, r iusciva a resistere per più di m:~'ora, ma poi veniva rovesciato e costretto . a ripassare l'insellatura di Enda Chidane Meret, illSeguito alle 'cakagna. Ne.I fratt_,mpo, il grosso della brigata giungeva nella corica antistante ad Amba ' Scello<là-Abba Gà.rlma. Il generale Albertone, sorp reso di non vedere in posizione il 1° bgl., ne mandava_ alla ricerca ed intanto facern a mmassare le trUIJJpe ;jwiando parte del 6° bgl. sulle alture verso Adi Veoci <perehè si collegasse con la brigata Da.bormjda che egli riteneva non dovesse tardare a giungere da quella parte. Ma gli abissini, in numero or.mai d i circa 15, 000, comprendenti un corpo m isto agli ordini di Ras Micaèl con , genti degli .Uollo-Galla, degli Amhà ra di Ras Mangascià Atchim, le gellti dell'Ha masèn guidate <la Ras Alµla., dopo aver distrutt-o il battaglione di avanguardia comparvero sulle _ pendb dell' Abba Garìma e su quelle, gi,u dicate impraticabili, dello Scello<là. Di fronte a q uesta grave minaccia la r,okmna Albertone, si spiegò su di una serie d.i piccolç alh!re ad arco di cerchio fronteggianti il col!e, appoggiando la propria destra ad Adi Veoci. Su queste po-

'L'azione della Brigata Da.bormld-a (ore 10,30) (I numeri romani lndl=o l battaglioni)

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in riserva al colle di Rebbi Ar,ienni. Continuando il combattimento verso Enda Chidane Merct, il Generale

Baratier i sollecitò l'avanzata della ·b rigata Daibormiçla prescrivendogli d i occupare ruppunto le alture Colle e Sperone Belah, di schierarvi l'artiglieria e di dare !a; mano . sinistra alla brigata indigeni. La. 2•. brigata infatt( sboccò da Rebbi Ari~nni e si diresse alle p·osizioni intistanti sfuggendo, per _·le pieghe . del terri:m~ accidentato, alla vista del Gen. Baratieri. Questi, poc; dopo, si trasferiva 'alle falde del M. Esciasciò, nella assolut~ sic,urezza: ~ ch,e gli orçlini dati verbalmente al .&~~D_abormida guardando insieme il terreno, erano _in cor~<> d i esecuzione. Invece, la ,brigata, preceduta dal bgl. · ·di Milizia Mobile . indige1;0, veniva attra tta, per r~gio11'i non chiarite, ~,cl vallone . d i Mariàm . Sciavitù e dive/~ gcya rapid"?'entc verso destra del fronte. principaie, mentre avrebbe dovuto <.l irigersi a sinistra per appog~ giare l'azione della._ briga.ta Albertone. ··'

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Sc}iieramento P,(lla brig~ta e distruz-io11-e de.Ila l!ri:_ gata indigeni. Poco dopo le 7, il_, comandante in ~a.po era S!llle falde del M . Esc/a$ciò donde .poteva v(,_\iere _


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' di lontano !;accorrere -é!i folti gruppi indigeni verso lo· all'avanzata. degli Amhara, contrattaccando da varie sbooco occidentale ode) vallone di Mariàm S-ciavitù. Reparti alla baionetta. Ma frattanto l'a vvolgimento era putando oramai sgombrato il colle di Rebbi Arienni d ivenuto quasi completo ed i reparti venivano colpiti dalla brigata Dabonnida, circa le ore 8, secondo il prodal fuoco nemico sul fronte, sui fianchi ed alle spalle. getto già a,ccennato, ordinava alla Brigata Arimonùi Le truppe indigene cominciarono pertan to a ritirarsi, che aveva seguito il movimento della 2' br igata, cli prima alla spicciolata, poi ad interi reparti. Rimasero sboccare a sua volta dal passo di Rebbi Arienni e d i ultime in posizione le !>àtterie le quali alle 11,15 a"cprendere posizione sul M. Belah e suoi contrafforti, vano consumato tutte le loro m uni.ìioni (90 colpi per p.). davanti cioè al M. Raiò. Ooctl\()ando lo sperone ed il .Merci opporbuno contrattacco alla baionetta di u.na colle di Belah con la brigata Dabormida alq,uanto comp. de! VII bgl., si poterono ancora salvare tre pez·avanti sulla destra e schierando la brigata Arrmondi zi, ma anche questi, dopo mezz'ora di r it irata, cadesul Monte BeJah alquanto indietro a sinistra, si potev.1 vano in mano degli scioani. Le truppe indigene, estresperare, avendo ancora più a sinistra la b_rigata indimamente logore e scosse, prive di rn"olti ufficiali, rimageni, di Qpporre una seria resistenza e magari cl i prenste senza comandante poichè il gen. Alocrtone dopo le de.re a rovescio il n=ico che si fosse avanzato fra il J 1 era scomparso nella confusa battaglia, non poterono Scmaiata e l\f.. Raiò, m·antenendo sempre sicura la via più in alcun modo riordinarsi. Tutto fu alfme travolto di ritirata pcl fascio di strade le quali per Rebbi Ariened i superstiti, per div~rsi sentieri ed alla spicciolata, ni e Gundapta vanno a Saurià. Il comandante in capo si diressero su Sa.urià e di là verso il nord. giudicava d'altra par te che in quel momento sarebbe Combattimento di M . Raiò-Rebbi Arienni. Già po~o stato dannoso spingere availli successivamente le tre dopo le 9, quando la brigata indigeni aveva perduto brigale bianche sulla linea di quella indigena, sia perl'altura di Adì Veoci, a nord di questa era sfilato il chè il movimento sarebbe stato lentis.;;imo, non dispogrosso delle truppe a:bissine, e cioè i 33.000 armati dello nendosi che di uno -o due sentier~ sia perchè le truppe Scioa e del Goggiam e i 3600 cavalieri di Menelich, sarebbero entrate stanche in azione e magari sarebbero preceduti dai 12 .000 tigrini di Mangascià, i quali si state avviluppate e travolte durante la marcia o 11el -dirigevano a stormi verso il fronte delle colonne cenlento spiegamento, sia perchè sola,mente alle 8,30 s i trali lasciando alla loro destra le forze abissine già ac-ebbe certezza che la brigata indigeni era effettivamente cennate in precedenza in lotta contro la brigata Albertutta impegnata a fondo in località così lontana da tone. D'altra parte, verso le 9,30, grossi nuclei Galla, quelh prescritta. In quel momento infatti, tutto il grossfilando sulla sinistra della brigata stessa, venivano ad so della brigata apparve cbiaramente, spiegato ed impegnato nel' respingere un atta·cco abissino proveniente .dal colle Enda Chidane Meret. Il comandante in ca.po ,decise di persistere nel disegno già concepito, cioè •)c,cupa;e monte, colle e sperone Belah con le brigate l' -e.• 2•, nell'intendimento di sostenere a tergo la brigata :indigeni e di attrarre, schierati in località dominante ,e con le artiglierie ben postate, gran parte delle forze 'inemkhe. Alle· 9 circa il gen. Baratieri era sul M. Raiò col gen. Arimondi e vedeva chiaramente la brigata indigeni lottare con svantaggio perohè attaccata di fronte, aggirata sul fianco destro per aver perduto l'altura di Acii ·vècci, e s~ q~ello sinistro per l'a\•anzata di masse abi:;\;' sine nell'ampia insenatura di Abba Garlma. Alle 9,30 ~,pertanto, mentre la brigata Arimondi si schierava nelle ·~ posizioni prescritte, veniva inviato al gen. Alberton~ l'ordine di 1·itirarsi verso le posizioni che avrebbe doo .. vuto occupare la mattina, e cioè il colle di Chidane Meret. Ma quest'ordi~e non potè giungere alla brigata inL'azione dell~ Brig,ate Arimondi ed Ellena. -digeni. Contemporaneamente venivano inviati vari 11i(I numc1' i 1,1ma.ni corrL~pondono ai battag-llo·n f. ficiali a cercare la brigala Daibormi<la che era scomLo schier ament-0 dt queUl deJla. Brigata Arlmondl è delle ore 9,30; di quelli della Brigata E!lena parsa, ed era dato ordine alla 'brigata di riserva di :nè delle ore 11 ). \'iare il 3° bgl. ind. e le 2 btr. a tiro r apido a rinforzo

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dclii!. sinistra. -della brigata Arimondi che cominciava ad essere minacciata. Alle 10 il combattimento fra la brigato. indigeni e gli a,bissini continuava açcanito sul Ycrsante' di Abba Gartma verso Adi Vccci. L'artiglieÌ·ia continuava il tiro con ;buon esito: alle 10, 15 i resti élclla brigata contrattaccavano ancora verso Ovest. Ma in quel momento, una parte della grossa colonna scioana ·scesa per le falde -meridionali di Abba Gacìma attaccava furiosa.m énte la sinistra del gen. Albertone. rer un'ora circa le truppe dcli; brigata si opposero ancora

attaccare sul dinanzi d i M. Raiò la sin.istra della brigata Arimondi, la quale veniva in conseguenza r inforzata, come già è stato detto, col 3° ind. e 2 btr. dell;, r iserva. Pertanto, fu quasi ai sorpresa che, verso le ore 10,30, i primi nuclei dei tigrini di Ras Mangascià, precedendo l'attacco principale, si inerpicavano sullo sperone di M . Belah e lo occwpavano. La minaccia. era gravissima ed impreveduta perchè qnella posizione avrebbe dovuto essere occupata, o almeno CQperta dalla brigata Dabornnida la quale, , non solamente era scom-


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parsa, ma aveva inoltre trascinato con sè .il battaglione te far sosta. 1V[a dopo le 13, assalita anche a tergo ·ne Amicis e la comp. indigena Pavesi della · brigata dalle forze che avevano sopraffatto le 1brigatc Arimondi Arimondi, destinati a,ppunto al colleg:u:nento. Il Cood Ellena, venne a trovarsi in posizione disperata. Esmandante in capo inviò allora ordine alla brigata E lsa tentò a llora di sforzare il destino, lanciandosi a d un lena di avanzare celcremente oltre il Rebbi Arienni sulle attacco generale in d irezione di Ovest. Questo atta.c,o posizioni antistanti a l ,passo. Scnoncbè, il grosso degii respinse di fatto il nemico oltre lo sbocco occidentale ;;cioan i puntava appunto più a N ord del M . Belah, in del vallone, infliggendogli gravissime p erdite. Ma tale direzione del colle, onde su questo ed anche più ad es!, successo J1on poteva essere che cffunero. A quell'ora 1~ si scontrarono le teste cl\ colonne del Negus con queile brigate del centro avevano già a1bbandonato le loro podel gen. Ellena, e la brigata di riserva si tr_ovò cosi ..__ sizioni, in rotta completa, e la 2' brigata era rima,;ta impegnata quasi tutta, e quasi nello stesso tempo, della isolata. Nel fondo della valle e nella parte più orienibrigata Arimondi. tale d i questa i resti della ·brigata, tra.scinati un'ult.inu Si svolse allora la fase più di$eratà della battaglia. volta dal loro stesso generale all'assalto, riuscivano ad Le due brigate erano quasi completamente circondate, allargare il cerchio che li chiudeva. cd a guadagnare poichè i Galla e gli Amhara, fino allora trattenuti dalcon grandi sanifici il colle . nord orientale del vallone., I nemici eorona,'ano tutte le altw-e circostanti onde ai la tenace resistenza della brigata indigena, dopo averla ,travolta, si avanzarono non solamente in direz ione ùi superstiti, privati del loro generale e del colonnello Ai•• M. Raiò, ma alle spalle di quello, ed attaccarono la brigata di riserva sulla sua sinistra nella piana stessi -di Gundapta. Im:possib,litate perciò a manovrare comunque, minacciate di continue infiltrazion i, le du~ .brigale A.rimondi cd Ellena gli ordini diretti de) co111andante in capo, lottarono per oltre due · ore contro

Tumulo ai caduti .a,1 Monte flai-0 -ìl nemico sette volte superiore in numero, sinchè dovettero cedere ed iniziare dovunque la . ritirata; in direzione dei Gundrupta occidentali. Era!\o le 12,30. Il generale Arimondi era morto sul cam,po, !e artiglierie. erano tutte cadute in mano al nemico.

Combattimento di Mariàm Sciavitù. Fino dalle 8, h 'brigata Dabormida si era ingolfata i1cl profondo vallone di Mariàm Sciavitù d irigendosi verso occidente ed allontanandosi dal campo di battaglia principale. Il b,;:l. di M. M. ind igeno che la precedeva, giunto allo sbocco del vallone, si scontrava con gli avamposti del campo <li Ras Mwconnen comprendente circa 15 .000 armati e veniva attaccato a brev.issima distanza e rovesciato sul ;grosso. L' inter a colonna doveva ben presto trovarsi coinvolta nell' azione, in condizion i oltremodo difncili, in uno stretto fondo di valle, incassato e circon-d~to qua.s i completamente da alture dominanti, ben presto occt:pate da un nemico <li forze quattro volte superiori. Tuttavia essa riusciva nella mattinata a respin gere tutti gli attacchi avversari, e nelle ore pomeridiane, combattendo offensivamente · sul dinanzi, ad avanzare fino allo sbocco della conca di Mariàm Sciavitù. Per ben sei volte i battaglioni f.urono condotti all'assalto <lai colonnello Aira,ghi, ,present<; il generale Da-· bormida, con slancio e vigore tali che il nemico dovet-

M-0n,ume-nt0 alle Batterle siciliane (Messina - Scultore Bueml)

raghi, caduti all'inizio d ella ritirata, e guidaii dal Col. Ragni, non restò che aprirsi un var.co lungo la strada. che contorna a nord il M. Escìasciò.

La ritirata. La ritirnta avrebbe dovuto riormalmeutc compiersi in direzione di Sa.urià ove era la base presso la quale trova.vasi il 7° reggimento 1'anteria dislocato a lvfai M arei a p rotezione delle retrovie. ]\fa l'avvolgimento della cavalleria galla spinse necessariamente i su,perstiti del corpo <li operazioni verso il Nord . .Solo una. ,parte della brigata indigeni si ritirò verso Saurià, <londe per Debra Da.mò e Mai Maret affluì su Adi Caiè. Gli avanzi delle •brigate centrali, accanitaanente inseguiti per una quindicina ·di chilometri, volgevano pure a N or<l : con essi era ·pure il comandante in capo il quale, .giunto nella vallata superiore dell'Uguià, piegava a nord-est, e dopo quarantaquattro ore raggiungeva Adi Caiè alle 9 del giorno 3. Nello stesso momento giungeva pure ad Adi Caiè il 7° reg:gimento it


ADl.J quale, rimasto pri,vo di ord ini e di notizie, dopo essersi tratten uto in ,posizione fino alle 12 del giorno 2 a Mai Marci, q,reoccupato della sua situazione di fronte a tutto l'esercito abissino, aveva deciso di ritirarsi. Contemporaneamente, altri nuclei delle brigate centrali afflu iva.no dal fn.lll)JC Ma.reb su Adi Ugrì. Quanto ai resti gloriosi della brigata Dabormida, essi, dopo aver girato a N . ,di M. Esciasciò, si diressero sul colle di Zalà ed oltre, per Mai Gabetà su Mai Maret ed Adi Caiè, salvo una piccola parte che seguendo la vallata dell'Nnguià volse su Adi Ugrì e J'As1Uara. - II Maggiore Prcstinari col presidio di Adigrat, rifiutò di nmovcrsi e si chiuse in quel fortino. L'ins0oauimento dogli abissini, a parte quello immediato, terminato con la sera della battaglia, mancò. L'esercito abissino accennò dapprima a muovere con le avanguardie verso il Belesa e Gundet, ma, sµbito dopo, questo movimento venne interrotto e il Negus fece iniziare la ritirata verso Macallè e lo Scioa. Le perdite nella battaglia furono gravi. Il cor.p o di operazioni <lella colonia E ritrea perdette circa il 50% delle sue forze ; ebbe infatti circa 6600 morti, fra i quali quasi 5000 italiani, di cui 2 generali e 266 ufficiali ; 500 feriti, 1700 prigionieri. Gli abissini sembra avessero circa 7000 morti e 10.000 feriti.

Aduatici. Popolazione dell'ant. Gallia l3e)gica nel territorio di Namur. F urono sconfitti da Cesare, rimanendone uccisi 4000_; Cesare ne vendette schiavi 53.000. Aduatuca. Castello dell'ant. Gallia Belgiéa, a noniovest di Liegi, sul luogo dell'odierna Tongres, o Tongern, quasi al -èentro del paese degli Eburo!li, situato in gran iparte fra la Mosa e il Reno. Battaglie di A . I. (54 a . C.). Gi,u lio Ce'sare, tornato dalla Gran Brctagpa nelle Galli~ e stabilitosi ad Amiens, fu costretto a distribuire le sue truppe, per far loro prendere i quartie~i d'inve;.,,o,' in· varie provincie, poic.hè in quelJ'ant)Q il ·raccolto· era stato poco abbondante. Una legione che :aveva d·~ rpoco tempo reclutata al d i là del Po, insieme con cinque coorti, al coman<lo èii Q. Titir io Saibino , ~ di L . Arnncoleio Cotta, la inviò nel paese degli Eburoni, governato da Ambiori,ge e da · Catevulco, i quali, instigati, avevano preparata la sollevazione nel pa,ese. Dopo quindici giorni che il distaccaJmento romano- si era s tabilito in Aduatuca, essi, radunate se·• greta~ente le loro truppe, piombarono di sorpre~a sui soldati di Sabino che, senza alcuna m isura precauzionale, si erano allontanati per fa_r pr~vvista d i le,gnrune, e dopo di averli facilmenté dispersi, mossero all'attacco <lei campo. La cavaller ia rom<J.na uscì senz'altro alb carica e rovesciò quella del nc~ico cl1e,. disperando nella riuscita della irrq)resa, si ritirò gridando, secondo il · sU:o · costume, che qualcuno uscisse a conferire, onde por termine ad ogni d issidio. F urono infatti inviati C. Arpinio, ca;aliere Romano, e un certo Q . Giunio, spagn:uolo. Ambiorigc, fo~gendo sentimenti amichevoli, inf~rmò che' tutto il Belgio era in moto e che un fortissimo numero di Germani, passato il R eno, sarebbero giunti entro due giorni. Consiglia.va quindi insidiosamente Sabino, per mezzo d~i legati, a .iitirare le truppe e a ra.ggiungere il campo di Cicerone o quello di. La-

Aou bieno. S iffatte not!Zle dèterminarono i R omani a usciredal campo, e all'alba del giorno seguente le truppe si misero in marcia, senza misure di sicurezza e nell'ordine il meno adatto per sostenere un eventuale attacco di sorpresa. Caddero così nella imboscata di Ambiorige. Infatti, la colonna, mentre attraversava un profonclo, avallamento, fu improvvisamente attaccata alla· testa e in .::oda dagli Eburoni ap.postati in agguato. Cotta, eh~ aveva previsto il tradimento, ed invano si era opposto alla decisione di lasciare il coman.do, riunì le coorti e· le dispose in circolo. Il combattimento, iniziatosi all'alba, durava ancora accanito dopo il mezzogiorno, e fu allora che Sabino, 1ecatosi, contrariamente al volere di Cotta, presso Ambiorige pe~ trattare la resa, fu circondato e ucciso (Per ordine di Ambiorige stesso_ Cotta decise allora d i ripiegare nel campo e sempre combattendo riuscl a ripararvisi con i superstiti. Quivi· resistettero Jìno a mezzanotte, e poscia, vedendo prossima la sconfitta, a preferenza di cadere nelle inani del nemico si uccisero fra di loro. I pochi che rius,cirono, a scampare, raggitmsero il campo di L atbieno. II. (53 a, C.). Appartiene all'ottava guerra del proconsole G. Cesare in Gallia ed ebbe luogo dopo la vittoria di T. Labieno sulla Mosclla . Cesare aveva stabilito di sterminare gli,_,_Eburoni. Lasciati i bagagli di tutte le sue legioni nel castello d i A. sotto la custodiJ. della quattordicesima legione, da poco· reclutata in I talia e comandata da Q. Tullio Ciceronè, al quale ave\'a lasciato duecento cavalli, e mentre inviava T. La·bieno· con tre legioni nei paesi confinanti• coi Mena,pii, e Trc-bonio con un egual numero di armati nélle provincie,confinanti con gli Aduatic~ egli stesso, con le tre legioni restanti, si ·p ortò sulla Schelda per portarsi po~ all'estremità delle Ardenne dove, come·- da informazioni ricevute, si era r itirato Ambiorige con poca cavalleria . Partendo assìcurò Cicerone che sarebbe ritornato dopo· sette giorni. R egione boscosa era quella nella quale sì era r ifugiato Ambiorige, poco nota, quasi impraticabile. adattatissima per le insidie, e perciò Cesare stimò pru-dente di non esporre le sue truppe. T utta via si era inderogabilmente -proposto lo sterminio d i quella r azza e ,p er ottenere questo scopo inviò dei corrieri in tu'.tii gli stati vicini ad invitarne le popolazioni a saccheggiare il paese degli Eburoni. E cosl la notizia del saccheggio pervenne ai S icam bri ohe, radunati d uemila. cavalieri, passarono il Reno e penetrarono profondamente nel territorio messo a sacco. Quivi appresero· che Cesare si era allontanato con tutte le sue forze, ed, un Eburone li instigò a recarsi ad attaccare il campo d i A ., d istante ormai appena tre ore di marcia, dove· era.no ra;dunate tutte le ricchczzé cd i bagagÌi de i roJ mani. E i Sicambri si ,posero in ca1mnino, guidati dallostesso che Ìi aveva informati e consigliati. Cicerone· che, seguendo gli ordini ricevuti, non aveva mai permesso ad alcuno di allontanarsi dai tdnceramenti, non sperando o;mai ,più, il settimo giorno, nell'arrivo ,jj, Cesare, inviò cinque coorti a tagliare del grano in un luogo lontano tre miglia e separato <la! campo da un,. collina. In questo mentre giunse la cav~lleria dei Germani che senz'altro ten tò di ix:ro111pere nel ·campo .per la porta Decuma.na, e la carica fu tanto improv.:isa, e.be la coorte d i guardia a stento potè arginar la. I nemici si ag,girarono . quin<:li iritornQ per cercare un facile-

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Batta8'lla di Adnatuca (54 a. C.)

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A) I romani In rormazlone circolare; B) Bagagli; C) Truppe d1 Arablortge, accesso, e i romani, sapendo che la posizione era robustissima '!)er 11att11·a e per le opere di afforzamento costruite, si diedero a difendere le porte. M a si spar~e la voce che l'esercito d i Cesare era stato distrutto e Cesare stesso ucciso, e ciò servi a gettare disordine I! sçonforto fra i difensori. Fu allpra che Publio Sestio Bacolo, da varii giorni gravemente ammalato, vista la graviti ddla situazione, 'USCÌ dalla tenda, e accorse a difendere una porta che sta,·a per essere superata, seguito dai centurioni di guardia; e insieme con costoro, combnttcndo eroicamente, sostenne l'attacco per qualcht tempo. Bacolo fu gravemente ferito, ma ormai il suo atto aveva rianimato un numero di soldati sufficiente per difendere e tenere i trinceramenti. t'rattanto le truppe che attendevano a.I taglio del grano udirono il frast'Uono della batt;i,glia e risalirono la collina, ma, raggiuma.ne la sommità rimasero indc-cisi. I veteran ~ esperti e valoros~ guidati da C. Trebonio loro comandante. si apersero un varco fra le file nemiche e senza perdite condussero nel campo tutti coloro che li sc~uirono; la parte invece che era restata sull'altma .fu sterminata, mentre cercava per altra via <li guadagnare il campo. I Germani, non sperando ormai più di riuscire nel-

l'impresa, giacchè la difesa si era consolidata, ripa.ss.-irono il Reno col bottino fatto nel paese degli Ebmoni.

Adula. Elissoide gneissica delle Alpi Lepontine, racchiusa fra la Val Blegno e la Val :Mesocco, confluenti entrambe nel Ticino. Culmina. nella vetta del Reinwaldhnrn ·(rn. 3.198). E' limitata aJ est dal Passo del San Bernardino (m. 2062) e ad ovest dal Passo del Lukmanier (m. 1917) o Lucomagno, entrambi percorsi da strada rotabile, rnercè le quali il bacino del Ticino comunica con la valle del Reno ,posteriore, che appunto ncll'A. trova le sue sorgent'i, e con la valle del Rene> Anter iore. Adulterazione (Degli alimenti e bevande del soldato). E' l'alterazione prodotta artificiosamente a scopo di illecito lucro. I « capitolati d'oneri per la fornitura. dei viveri alle trup pe>> precisano i requisiti o c1rattcri che devono presentare i generi per essere ritenuti genuini cd accettabili. Per la constatazione di ta.:i c.aratteri bastano le ordinarie nozioni che l'ufficiale di vettovagliamento dei cor,pi e l'ufficiale d i sussistenza o di commissariato acquistano mediante speciali corsi d i preparazione e a ttraverso la pratica quotidiana. Ma. vi hanno sofisticazioni che non modificano i caratteri e-


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steriori dei generi e che non sono quindi rilevabili col semplice esa,me visi_vo e tattile, nè col sussidio dell'odorato. Allora s i rende necessario l'intervento dell'ufficiale medico o chimico-farmacista, i quali sottopon~ gano i generi a riceoche >bromatologiche basate specialmente sulla chimica analitica. Solo in. casi e-ocezionali ()cl in forma elementare possono tali ricerche essere eseguite dallo stesso uffidale .medico dei corpi, dati gli scarsi e inadeguati mezzi di cui egli dispone : normalmente. esse vengono compiute '!)resso le fonnaz..ioni sanitarie e gli stabilimenti che hanno in dotazim}e gli strumenti e rerugenti necessari (u ffi.cio d i sanità divisionale, direzione di sanità di corpo d'annata, depç,sito avanzato di materiale sanitario). Presso le u nità mobilitate. gli ordinari accertamenti contro le adulterazioni si eseguono se.r vendosi dell'a,riposita Cassetta regolamentare per l'analisi deU'acqwz e del vino, di cui talune formazioni sanitarie sono provviste. Sono d.t temersi le adulterazioni nei soli casi eccezionali ù1 cui si debba ricorre~e ad acquisti da l commercio. L'adulterazione dei generi ,·a riconosciuta all'atto del loro ricevimento per la d istr,buzione e per l'introduzione Ì1l ma.gazzmo.

Adunata. Operazione che serve a riunire i militari J1ei reparti ovganici elementa.r i cui sono rispettivamen te assegnati, e a compo;,.e, con quest~ le unità d i ordme successivamente superiore delle quali smgolarmente i reparti. minori sono parte organica costitutiva, affi.ncM la tru,ppa, raggruppata nella formazione e nell'ordine voluti, sia pronta ad eseguire i comandi e gli ordini dei Ca!pi. L'A ., a seconda dei cas i, v iene ordinata con segnale d i tromba, con comando a voce o con cenno, o con un ordine scritto il quale '!)rncisa l'ora, il luogo, i TROMBA IN SI

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raparti, le formazioni, il .fronte. L'A. si compie, a seconda che è opportuno, in marcia o da fermi. I militari debbono essere abituati a riun irsi celermente cd in s ilenzio affinchè, al più presto possibile, i capi abbiano i rispettivi reparti alla mano, nella formazione prescritta, pronti ad es·e guire senz'altro gli ~r<lin i ed i comandi. L 'ufficia le che assume il comando del reparto riceve d all'uffidale immediatamente inferiore d i grado e, a sua volta, .più anziano fra i pari grado presenti, il rapporto della forzt,, la quale, in que l mentre, a comando di questi, rende gli onori .prescritti. All'uffic ia le subalterno, unico uffi.ciale che ·intenenga, la truppa e il rapporto vengono presentati dal graduato più elevato in grado o p iù anziano. In ogni caso si deve evitare che le truppe adunate rimangano in attesa, nei ranghi, p ià del necessario, e che più <del necessario siano tenute sull'attenti. Il segn a le di tromba per l'adLU1ata è iden tico per l'Esercito e la Marina.

Ad1mata ( tattica). V. Annnassamen.to.

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Advisard (D'). Ma~esciallo di campo francese, m. nel 1782. Cominciò la carriera militare nel « Reggimento di Piemonte>>, dove era tenente quando fu ferito alla battaglia d i Rossbach nel mese di novembre l i57. Fu nominato brigadiere di ca\'alleria nel 1761 e nel 17 67 ebbe la promozione a maresciallo di campo. Adye (Guglielmo). Scrittore militare mglese del secolo XIX. ·si conoscono di lui le 1)Ubblicazioni : « Tr:i.ttato sulle .corti m arzia li >> (Londra, 1799 : ristampa: 1805). « Manuale deÌ cannoniere>> (Londra, 1802). « I! bombardiere e il cannoniere tascabile >) (Londra 1813). Acl,ye (sir Jolm-Miller). Generale e scrittore militare inglese, nato _a Sevenoaks (Kent) nel 1819. Fu allievo della scuola a11ilitare di Woolwich e entrò nell'artiglier ia nel 1836; fece le campa,gne, di Crimea e dell'India e nel 18?5 fu ,promosso •brigadiere generale. Dal luglio 1875 a l 1880 fu governatore dell'Accademia m jlitare e poi ispettore generale d'artiglieria. Come ca.po di stato maggiore e comandante in 2• fece parte, nel 1882, della spedizione d'Egitto sotto gli ordini di Sir Game! \Volscley, ottenendo dal Parlamento l'encomio solerme per i servizi resi. L'anno seguente suocede.ttc a lord Napier nel governatorato di Gibilterra, carica che occl.tpò fino al novembre del 1886. Del generale A<lye si ha· « La difesa di Cawnpore per opera del maggior generale sir C. A. Windham nel novembre 1857 >) (Lond ra , 185S) ; << Relazione della guerra di Crimea» (Londra, 1860) ; << Sitana : Campagna nelle montagne delle frontiere dell' Afganistan l) (Londra,. 1867).

Aeneatores. Suonatori d' istrumenti metallici a· fiato, nell' esercito romano.' Con,prendcvaJ10 i b-uccinatores, i cornicines, i t1ibici1tes, i litici1ws. Aerar i um militàre. La cassa deWesercito nel!'ant. Roma, Fu istituito da Augusto· in" principio dell'èra volga.re, per i 'bisogni delle truwe, le paghe dei soldati, ecc., scparan<leilo dal resto dell'erario, e nutrendolo per mezzo di inwoste speciali e per mezzo del bottino (« praecla ») di guerra. Si noti però che le truppe <listaocate nelle provinde erano mantenute possibilmente a spese delle provincie stesse. Il denaro dell'A . m. era. a ffidato a prefetti o pretori dell'erario militare, nomùiati per tre anni. Più ta1i<li, e per un certo tempo, 1'A . m . si confuse coll'aerarium comune; ma sotto Co·stantiiio venne istituito nuovamente col nome di cc Arca ('V.) pru:fect-urre >>. Aerea guerra. V. Guerra aerea. Aereazione. L'aereazione degli alloggiamenti mii. forma oggetto di attenta cura da parte dei Comandi di tnq,pa e ddle autorità sanitarie, data la necessità d i avere suf1ìciente A. per i looali destinati ad alloggiare· le truppe (casepme, baraccamenti ecc.), poi che in e,;si-' devono trova.r posto molti uomini Ìll spazio relativamrnte ristretto. I fabbr i-cati, •p ermanenti o provvisori, in cui devonc> alloggiare truppe, debbono sorgere in località adatte, ben e~poste e lontane da centri di esalazioni miasmatiche; la disposizione e distribuzione degli ambienti interni debbono essere studiate in modo da ottenere la naturale circolazione dell'aria mediaJ1te il semplice .funzionamento di porte e finestre; infine gli ambienti stessi debbono avere a:inpiezza o cu-batura pro·


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AlillEAZIONE def !ocaH rii pl'Ora (parte s in!st1•a) In una nave da g'\Wrra I) Estrazione aria deposit◊ biscotto; 2) Mandai:& aria deposito viveri e·quJpagg!o, vino, biscotto; 3) Estrozlone aria deposito vino; 4) Mandata aria t·r1gorifero; 5) Ma11data aria arg,ano e frigorifero; 6) Aspirazione ven,tilazlone argano e rrigorlfero; 7) Manriat« aria deposito rarina; 8) Mandata aria locale munizioni; 9) Mandata aria locale tubi di. 1,aooio; 1 O) Estrazione aria locale tubi di lancio; 11) Estrazione aria camePa subacquea.

porilionata al numero d i UOIJ)Ìni che devono alloggiarvi. appositi yentil_atori elettrici (i.Rsuffiatori ed estrattori) Le norme igieniche militari strubiliscono un minimo d i che creano corren ti artificiali d'aria e comunicano con cubatura di mc. 12 per ogni soldato nelle qtsenne di prese e sboochi situati nei punti più appropriati del fanteria ed un minimo di mc. 13 per ogni soldato nel- . ponte di coperta.. Questa aereazione è naturalmente com-• le caserme di -cava:Heria. Nei casi eccezio.nali di -insufpletata (ove i locali lo permettono) con la· ventilazione fiden te aereazione natura:-lc, s i r icorre al sussidio <li na~.11;ale data da apposite maniche a vento ed osterjggi. speciruli ventilatori che atrivano l'immissione nei locali I ventilatori elettrici prendono la corrente dalla linea dell' aria esterna, senza peraltro determinare corren ti principa,le ed hanno ciasc..iF10 il comando proprio di troppo vive o violente cJ1e possano costituire altrimenti avviamento in modo da utilizzarli soltanto quando neun ·pericolo per la salute d egli uomini in essi alloggiati; cessario. Le condotte di aria dei ponti inferiori sono ad andamento verticale e vengono ~nvogliate attraverso questi impianti sono i ·ventifatori. Speciale vigilan za s i esercita nelle casei-me sull'aereazione dei locali adibiti a'Ppositc. aperture del po1tte corazzato, ri,.pettando in a prigione - stante il soggiorno talvolta prolungato tal modo l'integrità delle paratie stagne. Vengono soprattutto ve.ntil-a.ti accuratamente, oltre ai locali delle che i puniti v i debbono fare - e di quelli i·n cui si attiva il r iscaldamento a stufa, causa bene spesso d i in-. motri,ci, dei depositi munizioni e dei depositi viverj, tossicazioni dell'aria interna e qualche volta persino di anche tutti i locali che· contengono forti sorgenti di caasfissie leta li. I corpi di guardia cd i ristretti dormitori lore ( d inamo, servomotrici dei timoni, pompe delle ard elle opere di fortificazione in montagna sono i magtig lierie, d istillatori, ecc.). g io=ente esposti agli inconvenienti originati dai mezzi L 'aria, presa dall'esterno, viene assorbita attraverso di riscaldiamento. La buona aereazione assume partile condotte sino a i refrigeratori (air cooler) i quaìli alcolare importanza nei locali delle infermerie, degli ospetro non sono cbe enormi cassoni, posti, per necessità. dali, e dei luoghi di cura in genere. Quivi, in aggiunL1 tecniche, pre..sso le macchine frigoritcrc, contenenti lunalle norme e provvidenze ordinarie intese a ta le scopo, ghe serpentine all'interno delle quali è fatta circolare. si suole adottare un tipo speciale di porte a listelli mola miscela refrigerante. L'aria, lambendo queste ser- . bili. che favorisce la circolazione dell'aria in terna. pemine, viene raffreddata e !P(lscia mandata con ventilatori nelle condotte -;irincipali che la diramano nei vari Aereazi01,e (Mar.) V. anche Ventilazione, Refrigeloca.li. Dopo aver circolato nei locali viene estratta e:! · razione) . Per i locali in terni di una quaJsiasi nave moavviata in altre condotte fino all'esterno·. Questo sistederna non è sufficieute il ricambio di aria con le corma di aereazion~ si chiama << a condotte aperte l> e si renti die si formano naturalmente a ttraverso le apèrd istingue da quello « a circolazione d'aria con condotte ~ure, il più delle volte strette cd anguste. In u na nave chiuse», che si · adopera per la refrigerazione delle da guerra poi la necessità della ven tilazione forzata è «.S ante Barbare"· Le condotte d'aria nei punti di a nco1,a, maggiormente sentila ed è di vitale importanza: sbocco dei vani loca.li, sono fornite di apposite valvole, 1) P erchè i 1ìanchi d ella nave sono per necessita\ sara.cinesf'lic o -portelli, in modo da impedire, all'occorp rotettive senza apertura (se si eccettuano le estremità renzà, il propagars i degli allagamenti attraverso le medi prora e poppa); òesime. Specia li cure sono poste per la aereazione del2) Perchè gli organi dÌ vitale importanza si trole motrici principali e delle caldaie. Gli apparati moWIJlO al d isotto del ponte corazzato sul qun.lc le apertori sono per ragioni d i sicurezza situati in più loca.li . ture sono ovviamente ridotte al minimo; suddivisi da paratie stagne. In ogni locale sbocca una ' 3) Perchè la compartimentazione è fatta, per r acondotta con un ventilatore, clic, sulle grandi navi, ha gioni di sicurezza, con grande numero di paratie stala potenza di non meno di 30.000 metri cubi d'aria algne, le quali sono ancb'es.,e munite delle aperture stretl'ora ed è completato con altro estrattore calcolato di ta.mente occorrenti alla indispensabile circolazione del conseguenza.. Indipendentemente da questa ventilazione personale. -principale, l'aereazione d elle motrici è assicurata anche L'aercazione d i tutti i locali interni è perciò otteda condotte ~peciali costituite con tubola ture cora.zza:e nuta mediante una serie di condotte di aria, munite di· indipendenti dalle .prime, ta lchè in ca.so d i scoppio d i


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granate nei ponti sovrastanti, mediante manovra pronAereo. In una stazione , radiotelegrafica, complesso ta e facile di previste- sèrrandole SI possano chiudere .di. w10 o piu fili tesi fra due o più sostegni e collegati le ·condotte ,n·inòpali e affidare l'aercazione a Quelle agli apparecchi trasmittenti o riceventi. L'A. viene imcorazzatè. Analogo d ispo3itivo viene studiato per i de- . piegato per rpro,durre nell'etere quelle speciali perturpositi muni?.ioni, i locali delle dinamo, della centrale bazioni che vengono chiamate onde elettrntnagneÌiche d'ordini e quelli delle caldaie. Per quest'ultimi poi, so.. · ( v.); esso , serve anche per -raccogliere tali onde,- conmno stu,<Jiati due tipi di ventilazio;e: uno a vapore -per nica.ndolc agli speciali ' apparecchi rivelatori; da questi facilitare la. coml,ustionc interna nei forni ,de-Ile caldai.e, ed uno elettrico, con piccoli e· numerosi insufflatori per refrigerare il locale fuochisti. Naturalmente h mandala dei ventilatori elettrici è superiore a quella dei ventilatori a vapore, per in1pcdire il rovesciament,, delle' fia.mme all'est~rno ogni volta che si aprono le porte dei forni. Questa doppia ventilazione è creata da necessità teq1ichc, inqua.n tochè nei forni si ha la conven ienza. di insufflare al'ia ca lda e pèr questa ra.gione il ;fluido viene fatto drcolare intorno alle superfici di riscaldamento della caldaia stessa prima di essere immesso nei forni; per il personale invece, è ovvia la conveuienza di avere sempre ar-ia fresca . •, Il nwnero delle condotte protette o corazzate, in una -grande. nave da battaglia, non è inferiore a 50 ed il ·diametro s i aggira sui 30-40 cm.; lo spessore varia dai 15 a i 25 mm., men tre fJUeJlo delle cònqotte · ordinarie moll è •mai inferiore ai 4 mm. Una buona aereazione ~ I'\. è auche assicurata per i locali ia ·c ui l'aria è più s03:getta a viziars i : latrìne, dispense, cucine, infermerie e po·s ti di soccorso. Anche i doppi fondi devono es.sere wetiodicamcnte aerea.ti e si d ispone per questi di un certo . numero di ventilatori portatili, corredati di apposite n,anichette di tela con accoppiatoio che ne permettono il collegamento alle condotte di estrazione d i aria·. I ventilatori sono centrifughi cd hanno in generale• la portata d i 20 mc. al min1tto primo. Quando '.i' con<lotte di mandata d'aria passano per necessità in vicinanza dei locali che hanno forti sorgenti di calon·, , sono protelle con strati esterni d i materiale coibente (in _generale; d'.i:mianto). Apposite norme regolano la a~«-eà.iione de i denositi munizioni. In questi locali la . soi·-,eglianza è- na.tura,lmcute accu~atissima, perchè, o lt:e, Simboli usau neg-ll schemi di 1rnpiai1tl radiotcJegraflci :alla ·necessità di mante.nere la temperatura sempre com-J)er rappre'sen tare l'aereo: a) e b) aereo ad amenna; rpTesa ·fra i 10° e 25° (qualunque s ia la temperatura e) aereo a telaio; d) aereo a telaio doppio (JXJr rad.logonfometrla). estema) vi è quella di .estrarre periodicamente l'aria vizia·t a dai • vapori nitrosi .che, sia pure in quantità minime, continuamen te si sviluppano dall,e polveri a ba·, e le onde, dopo esser passate per uno o più stadi di amdi! -n itro-cellulosa. plifi.c azione, vanno ad influenzare i telefoni ·dcli.i. cufIl problema della. aereaziorie è diivenuto d i · capitale fia. Un solo A. non può servire nel medesimo tempo importa117.a con ·la adozione dei })roiettili a. gas. Questo per la trasmissione e I per la ricezione. Nelle stazioni ra<liotelegr. di grande potenza, vi sono A. per la- tranu-◊vo mezzo di offesa ha costretto ad aumentare gran.deri1ente il numero delle condotte d'aria corazz.1.te e di smissione e a ltri per la ricezione, tenuti a conveniente -sièurezza e la potenza di· a lC'll.ni ven tilatori, in modo che distanza, come a ,iistanza sono impiantati gli a,ppareca mei locali 1)iù importanti l'aria ;possa essere rapidamente chi riéevent i e quolli trasmittenti, perchè possano fun~ cambiata -con la certezza d i aspirare dall'esterno, e non ziònare simultaneamente; i due impianti so.no collegati •da ·locali contigui che :potrebbero a loro volta coritecon ila linea telefonica o telegrafica. N elle stazion i di ,nete ·,gas velenosi. piocola potenza, e particolarmente in quelle militari da cattnpo, l'A . è unico e viene collegato, per mczzò di apMalgrado l'accuratezza dei dispositivi, tutto il perpositi commutatori, all'apparato trasmittente o a quel-soiia.le ,che sta nei locali interni viene obbligato, duranlo ri<'cvcnte, poichè le due operazioni d i trasmissione e ·te 'il' combattimento, a tenere sul viso la maschera andi r icezione non vengono fatte simultaneamente, ma: in ·ti:gas : l'esperiel17.a ha dimostrato, durante la ba tta.glia successione. ·dello :fut'land, come questa disposizione sia assolutamènte •nocessai·ia. L'aereo comune ad antenna (v.) è il tipo che è stato : fi usato, quasi esclusiYarrcnte, fino al pru1cipio de!la · Aerei. T ermine usato per indicare genericamente grande guerra, per tutte le stazioni radiotelegrafiche. La gli --« aeromobili». Così un A . è, senza distinzione, uu invenzione della valvola termoion ica e l'impiego di queq ualsiasi ,\teicolo .desti.na to ' ad operare nell' atmosfera. · sta. per l'amplificazione d elle onde elettromagnetiche, ha

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reso ,possibiìe _l'u,;o · di , un A. speciale per la so-la riccz,igne, conosciuto· col. nome ·d i « A. a telaio>> o · (( A. a (]uadro » . Que.sto consiste in un conduttore avvolto in numero p iù o rrtcno gra:rrde d i spire, attorno ad un telaio d i ,legno oµµortunamen,te isolato e di forma ge11er-alment~ quadrata; i due capi del filo conduttore. .$0IlO coUegati aU'apparecchio ricevente. L'A. a quad.t•o ,o a telaio forma pePciò un circuito oscillante chiuso, ;ménu·e l'A. ad antenna co•• ,stiLt1iscc, con la p resa di <terra, un circuito oscillante ,aperto; il ,primo u tilizza il ·campo magnetico delle on• d e elettromagnet iche, me.nµ-e l'altro ne utilizza il .campo elettrico. L' A. a tcllaio ha una proprietà d i:r-ettiva che viene utilizzat.l ,nella .radiogoniometria ,

~ero. Sorta <li cesto ro :tondo, <li vimini o di giun .co, di cui il soldato rom:,,. no si serviva per traspor- L..::ii~=-_,~ Aero ,tare la terra nei lavori di fortificazione · campale.

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zioni di osservazione d egli elementi . meteorici ed aerologici; e stazioni di lancio. Queste u ltime; a mezzo di lanci giornalieri di palloni p iloti, provvedono a segnala.re la direzione e la velocità del vento alle varie quotc..

Aerologico · (Servizio) . Costitui&-ce, presso tutte le Nazion i civili, uno dei servizi ausiliari dell'Aeronautica . In ItaJia è alle dirette d ipendenze della D irezione Superiore del Traffico Aereo e della ·Istruzione; ed è costituito da un Ufficio centrale nell'Aeropor to F. Baracca (Centocelle) a Roma e da una rete di Stazioni Aerologichc d i~locate presso i vari Aeroporti e I<lroscal~ sussidia te da stazioni radiotelegrafiche. Aerologista. M ilitare o impiegato addetto al servizio a crologico.

Aeromeccanica. (Voce poco usata). Dinamica delle macchine aeree, la quale si distingue in d inamica d el vcli-,·olo e in dinamica del dirigibile. Aeromobile. Termine generale sotto il quale sòno compresi tutti i mezzi ,1.tti a trasportare per aria cose e persone da un luogo acl un altro . Tali mezzi sono i (( palloni » frenati o liberi che si

Aerochiro, Tem11ine· adoper ato in Francia, da taJ uno, per indicare l'aeroplano sanitario; non è però com;Preso n ell'elenco de,i term ini adottati dalla Commissione internazionale per la navigazione aerea (Parigi, 1924). Aerodromo. V. Aeroporto. Aerofotografia. V . Fotografi~ aerea. Aerologia. E' lo studio degli elementi meteorici { pressione, tempuatura, umi.ditàJ nell'abmosfera. Si di.stini;ue dalh 111etcorologia, in quanto spinge le sue os.servazioni fino agli a lti strati d ell'atmosfera, Suo scopo procipuo è quello d i -conoscere e scandaglia re i fenomeni atmosferici, con uno studio continuo tendente n poter esprimere in leggi ana litiche le càuse e gli ef • fetti dei' fcnOJneni stessi. Risulta di efficacissimo aiuto tilla n avigazione aere,t in genere, poichè permette con un buon grado di approssimazione, •di giudicare, in base a.Ile condizion i del , f.e»:J,o presente, C]'Uello che potrà avvenire in un seguito ihunediato. Il valore pratico ~iella aeròlogia si avvan ·taggia enonnomente dall'uso della radiotelegrafia, per cui ogni aereo in n avigazione può conoscere esatta-n1t!Iltc le Condizioni mcteorologi<;he cui va incontro. Gli . strua1enti e<l apparati di cu i si serve. la Aerologia per le sue ossen azioni s perimentali periodiche, sono prin. cipalmente : il meteorografo, il l)allonc sonda, il pal • loncino pilota, i ba.romctri e tenuometr i a massima e minima, sia indieatori 'Che registratori; l'anemometro . e l'anemoscopio, l' igrometrq, lo psicrometro, la bussola, ecc. (V. voci rispettive). Aerolog ica (Sezione). Provvede alla pubblieazione . giornaliera dél bollettino aerologico, comprendente i qati relativi alla -pressione atmo~feridi., vento ·al suolo, car-J.ttere del tempo, nòulo~tà, temperatura mc<lia; 1nassima e n1ini1na, Ul}1idità, pioggia, ecc. Aerologica (Stazione). Le Stazion i aerologiche fann.i parte d;l servizio aerologico. Sono cli · due specie; sta-

St.aiione ae rotogica sostengono con gas .p iù leggero dell'aria, i « dirigibili » che s i sostengono ,pure con gas p iù leggero d ell'aria. ma h anno organi <li propuls ione propri cd i <( velivoli » (aero])lani, idrovolanti) ohe sono p iù pesanti dell'aria cd hanno organi propri di propulsione . Gli aeromobili si distinguono in « aeromobili di Stato » che sono quelli esercita.ti da Amministrazioni Statali (militari e civili) ed (< aeromobili ,privati ii ohe sono tutti ,g li a ltri,

Aeronauta. Voce sor·ta insieme con quella di ac·· ronauti-ca ai nàrni tempi della na/\'igazione aerea. in 'pallone libero; n;ll'uso corrente coloro che compiono ascensioni in pallone lib~ro si chiamano rispettivamente <( pilota » chi ha la direzione del pallone, e gli altri « pa.sseggcr i ». Aerona uti (Male degli). V. 1\fontagna (Mal d i). Aerona1,1tìca.. Termine genera le ,per designare l' iJ:\•


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sie.me delle questioni coru:ementi ·la navigazione aerra (la definizione è stata adottata dalla « Commissione Internazionale per la navigazione aerea>> Parigi, 1924). V. Ar.rostato. A ervn011.tica (Accademia A.). V. Accademia.

Aerotumtica (Comando Ce11eralc dcll'A.) . E' costituito da : un Ufficìo Ord inamento; un Ufficio Addestramento Operazioni ; un Ufficio Informazioni; un Ufficio Personale; un Uffido Tec11ico e del M :1.tcriale. Il suo compito è di recluta.re, addestra.re ed impiegare tutte le forze della R, Aeronautica, sovraintendere insomma alla complessa organizzazione aerea militare. Ha alle

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Aero11autica (Commissariato di A .). E' sta.lo costituito nei primi mesi del 1923 col compito di esercitare « tutte le attribuzioni del Governo per quanto concerne l'aeronautica così civile come militare». Tutto il prolilema aereo nelle sue rnolteplid interferenze militari, politiche e industriali, venne quindi a formare la competenza assoluta Òcl autonoma del Commissariato per J' Aeronautica. In questa innovazione, gli Aerostieri passarono all'Arma del Genio Militare e la Difesa Aerea terrestre rimase alle dipendenze del Ministero dell,~ Guerra. L'ordinamenfo attuale delle foi;ze aeree dell'It,ilia adunquc considera solamente l'a'Viazione terrestre, l'idroaviazionc e i dirigibili, sia nelle colonie che in Patria. Il concetto principale di tutto l'ordinamento aeronautico attuale è staio quello di solle,·are il Reparto di volo dalle preoccu,pazioni e mansioni inerenti all'amm inistrazione del personale e del materiale, al reclutamento cd istruzione del personale ed a tutte le incombenze d i carattere territoriale, allo scopo di raggiungere due distinte finalità: I: permettere ai rep:l.fti attivi di dedicarsi completamente all'allenamento, al volo e all'addestramento professionale del personale, con eviden te vantaggio dello sviluoo>a e del mantenimento dell'efficienza bellica; 2) ottenere la maggiore possibile mobi lità dei reparti di volo, riducendo il personale ad essi addetto cd il materiale in carico al imini.mo ind i;ipcnsabile per il loro impiego.

Tutti i servizi staibili necessari a:.! funzionamento dei campi d'aviazione, dove la ipermanenza delle squadriglie ha carattere rclati,vo e dipendente da cause disue dipendenze Comandi di Squadra aerea e di Diviverse d'impiego, fanno -parte della competenza dei Cosione Aerea, che comprendono: Stormi di aeroplani da mandi di Aeroporto. Per alleviare il bilancio, promuocaccia; Stormi di aeroplani da. bombardamento notvere le iniziati'Ve 'Privat'e nel campo a.eronautico, crean • turno; Stoi·mi di aeroplani da bombardai,;ento diurno; do così nel Paese una struttura aeronautica ed una riStormi di aeroplani da ricogni1-ione; Stormi di idrovoserva d i competenze e di tecnki per un'eventuale molanti. Dispone inoltre di un Groppo Dirig~bili e di una bilitazione, si è affidata la prima istruzione di piloScuola della R. Aeronautica costituita da un' Accad,;ta'[lgio a.Ile Scuole Cirvili, lasda.ndo beninteso alle Scuoie mia della R. Aeronautica e da una Scuola di a,pplica:Militari il compito d i specializzare i nuovi piloti nelle zione alle specialità. nonchè di Centri (Dopositi di Aevarie mansioni specifiche d'impiego bellico. ronautica) e Servizi. G li Stomni alla lo,·o volta si sudIl Commissariato, ,per il raggiungimento dei nuovi dividono in GrUQ)pi (riunione d i più Squadriglie) e in scopi militari, ha alle sue dipendenze il Comando GeSquadriglie. nerale della R . Aeronarutica, Jnentr e per i servizi t;cAeronautica (Comitato Superiore deii!A.). Discute e. nici e amministrativi ha alle sue dipendenze tre Didelibera tutti i provvedimenti relati'Vi ai iprogramani delrezioni Su periori : la Direzione Suveriore del Genio e l'aeronautica, alle forniture varie e ai relativi contraldelle Costruzioni Aeronautiche; la D ire.zione Superioti, ai tipi di apparecchi, alle rotte aeree e alle relativ~ re del Traffico e dcll'ls\ruzione; la Direzione Su,perior~ concessioni, all'organizzazione degli Enti e dei servizi, dei servizi Amministrativi e del Personale. alle alienazioni di materiali, nonchè a tutte le altre qucCompito delle. tre Direzioni Superiori è di esplicare stion i di carattere generale e di massima, r iguardanti il se~vizio tecnk o d'aeronautica, provvedere alle esperienze, cogtruzioni, approvvigionrumenti, riparazioni per l'Aeronautica Nazionale. Di esso fanno parte il Commis• sario, il Vice Commissario, il Comandante Generale, e la R. Aeronautica; a,mrn inistrare tutti gli immobili, gli il Ca.po cli Gabinetto del Commissariato, con funzio11i Aeroporti, e organizzare il servizio aero!ogico; far opera di prap'nganda aerea nel cam po civile e turistico; amdi segretario. oagliarctctto del 6° Gr uppo <la carcia

Sllta1a dell'Aeronautica con bandiera a Roma


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ministrare tutto il personale dv ile e militare dcli' Aeron;,.utica, emanare le no11me p er la gestione amministrativa contabile degli Enti diJ>endent~ concordare e sta,bilire il bilancio dell'Aeronautica, seguire e controllarne la gestione; coordinare l'istruzione d el pilotaggio impartito dalle Scuole civili agli allievi piloti. La Direzione Su.pcriore del Genio e delle Costruzioni Acronauti<:bc comprende: una Sezione sperimentale; due Sezioni .,produzio11e aeroplani ed idrovolanti; una Sezione produzione motori e servizio automobilistico; un"Sczicne am1amcnto ; 11na Sezione ottico fotog,afica; una Sezione servizi elettrici e radio; una Sezione informazioni e mobilitazione industriale; una Sottodirczione del Demanio e d elle Costruzioni Edilizie; uno Sta.bilimento di Costruzioni Aeronautiche. La Direzione Su periore del Traffico e dell'lstrutione comprende: un Ufficio del Traffico Aereo; un Ufficio dell'Istruzione; una Sezione Aerologica. La Direzione Superiore dei servizi amministrativi I" del personale comprende: un Ufficio 1\,mrninistrativo; un Ufficio Assegni e competenze varie; un Ufficio Personale militare e civile; un Ufficio contabilità e re,·isione. A ero11a11tica ( Perso11ale Militare e Civile della A.). E ' d iviso, secondo le mansioni, in Corpi, per c iascuno dei quali è costituito un Ruolo. Essi sono: Corpo ài Stato Maggiore della R. Aerona:utica; ·Corpo del Genio Aeronautico; Corpo di Commissariato Militare dcli' Aeronautica; Corpo degli Aeroporti. Il Personale di truppa della R. Aeronautica costituisce il Corpo Equipaggi d ella R. Aeronautica. Il personale civile è costituito in r uoli: Amministrativo: Ragionieri d'aeronautica; Civile, T ecnico d' Aeronautica; del personale d'orcline; del personale su!Jalten10. Aeronautica ( Regia A.). E' l'ente cui è affid:1ta la difesa a~rea della Nazione, in collaborazione con le forze armale dell'Esercito e della Marina. - Militarmente parlando oggi si comprendono nella voce « acron;,.utica » solo i mezzi dotati d i g:n.1Q)pi rhoto-p rop11lsori, e cioè capaci, per quanto riguarda l'azione movimento n ell' aria, di governarsi diretlrumente. R estano perciò esclusi da tale voce gli areostati liiberi (che non e@' trovano owdl impiego i:l. guerra) e gli arcoslati frenati ( che vengono consid~rati come osserva.tori). Nei rispetti dell' i!T\J)icgo militare, i mezzi aeronautici componen ti la R. Aeronautica si suddividono in Dirigibili e A eroPkrni. Queste due grandi categorie e le loro suddivisioni, dànno luogo agli aggregati militari dei mezzi che sono raggruppati nelle u11i1à -minori per C( Specialità»: Stormi Aeroplani, Stormi Idrovolanti, Gnrppi D irigibili, Gruppi e Squadriglie aeroplani e idrovolanti, e nelle ·unità maggiori a seconda delle atlitu<lini che detti anezzi hanno a,d agira in collaborazione e reciproco appoggio. Cosl, ad es, !a «Di visione Aerea ». L'Aeronautica può d•·lìnirsi l'arma dell'aria, poichè infatti è quella che C<:n1rprende tutti i mezzi capa.ci d i combattere nel terzo elemento e con azione indipendente dall'elemento terra e dall'elemento acqua. E' ar-

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ma che oltre ad avere <possibilità di iniziare, svolgere e condurre a. tem1ine di per si: sola un'azione di guerra aerea, intogra nella battaglia sulla terra o sul mare l'azione dei mezzi terrestri o marillim~ poichè può giungere là ove non giun gono le forze belliche di terra e di mare, la cui azione è limitata dagli stessi limiti dell'e-

Aeronave- che rientra nell'hang,ar lemcnto in cui dette fo.rze operano. Caratteristiche principali dcli' Anna aerea : ha. raggio d'azione assai grande, solo limitato dall'autonomia dei suoi mezzi; è rapidissima, quindi difficilmente prevenibile nel tempo e nello spazio; è ultra potente per i grandiosi effetti distruttivi di vita e di cose; ha effetti morali depriment i che possono anche determinare crisi irrimediabili e decisive. Aero,uwtica (Sc1tolc di A.). V. Scuole. Per la corrispondenza iJ1 gra<lo fra il personale della R. Aeronautica e ()'t!Cllo del R. Esercito e della R . Mar ina, v. Grado .

Aeronave. Usata come sinonimo di dirigibile. Occorre -p render nota che aeronave non è la traduzione del francese aero11ef, ohe in italiano si traduce aeromobile. Aeronave traduce invece ringlcse airship e il tedesco L11ft.schiff, s ignificanti tutte Di1-igibilc (v.). Aeronavigazione. V . Navigazione aerea. Aeroplano. Militarmente con tale voce si intende il mezzo aereo normalmente destinato ad operare sulla

terra e dislocato in 1bas i terrestri (aeroporti); ciò per distinguerlo dal mezzo aereo (idrovolante) normalmente destinalo ad o.pera.re sul mare e dislocato in basi marittime (idroscali). Con tale dh•isione si distinguono,

Aeroplano ltallo.no e aeroplano ausirlaco fra le varietà del mezzo aeroplano, quelle che per quai1to si riferisce alle operazioni di partenza e ritorno sono legate aN'clemento terra, e all'elemento aoqua. (V. Parte11za, Atterraggio, Ammarraggio). Nei rispetti dell'im•piego militare l'aeroplano assume varie caratteristiche che dànno luogo a tipi vari :


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" tJe~opla110 · da. ru:Pgnfrione. - Il primo impiego militare che ebbe l'aeroplano fu quello di portare l'occhio del combattente a vedere lontano, là dove nè gli osservatori terrestri nè le pattuglie e6-ploranti potevano giungere. Da questo concetto nacque l'aeroplano da ricognizione, che nella guerra Italo-turca (1911 - 1912) fece la prima apparizione nel campo della guerra, affermandosi per il sµo pratico rendimento. All'inizio della sra.n<le guerra tutte le nazion i possedevano squadriglie a~ropla.ni da. ricognizione il <.-ui numero aumentò notevolmente. Gli apparccehi da ricognizione disimpegnan,> varii compiti di ricognizione vicina e lontana, collaborazione CC\n le truppe di fanteria, osscrva"Zione del tiro <l'artiglieria, rilievi fotografici, collcgaruenti, ccc. Per l'assolvimento di tali co1~piti tutti gli appa.recchi sono muniti di macchina fotografica e apparato R. T.; pe;

tcgica è in corso -di costruzione un nuovo tipo di aeropla.no. Arroplano da bombarda111e1ito. Uno dei pnm1ssm11 compiti che si sclllì la necessità e la possibilità di affidare r,g:; aeroplani in -guerra, fu quello del bombardamento dall'aJto. L'aeroplano <loveva costituire cioè un mcz.zo di trasporto di proiettili esplosivi da lanciare sul nemico. Per ottenere tale seopo furono successivamente

Aeropl auo eia rico1,nl1.lone Ansaldo A 300·4

co,truiti apparecchi capaci di grande carico utile e quindi di grande mole e p01cnza motrice. L'Italia fu la prima ad impiegare l'aeroplano come apparecchio d.t bombarda.mento nella guerm I talo-Turca ( 1911- 1912,, ma tale impiego fu del tutto rudimentale c<l occasio-

Aeroplnno da ricognizione strat('ttk~1 n:1,ic. Durante la gucrm Europea ( 1914-1918) si ebbero invece veri e propri aeroplani da bombn.roamento impiegati in azioni diume e notturne. Caratteristiche dell'aeroplano da bombardamento sono la potenza motrice, il carico utile, l'autono111ia. E'

rntemo aeroplano da rlcognl1,tone la prop,ria difesa e per l'offesa sono ,pure armati di mitragliatrici. Possono essere biposti e triposti, monoplani e biplani. Debbono essere veloci e maneggevoli, per sfuggire ad attacchi di aerei da caccia. · Durante la. guerra Italo-Austriaca 1915-1918, furono impiegati nella ricognizione i seguenti tipi di appar ecchi: Farman 14 - Blériot - Aviatik - Voisin - Caudron - Savoia - Pomilio - S.A.~f.L. - SVA. Gli apparecchi da ricogni1,ione si dividono in due tipi: Da ricog11izio11c tattica e da ricog,iizione strategica. Per la prima furono impiegali sii apparecchi elencati; per la seconda fu impiegato lo S VA 5, monoposto, dotato di macchine fotografiche, veloce e maneggevole. Attualmente (1925) in Italia è in uso per la ricognizione tattica l'apparecchio Ansaldo 4 con motore Fiat A-12 bis - 300 HP. e per la ricognizione stra-

Aeroptano da rle0gnl1.lono con ml1rag-J1a1rlce e plst.ola-mltrag-llat.rlce e Flat,.

sempre quindi di grandi dimension~ pluriposto, con mitragliatrici an1eriori e posteriori ,p er la difesa contro gli aeroplani da caccia, ed è fornito di lancia bombe. Esso ha lo scopo di trasportare a distanza proiettili esplosivi ed eseguire quindi bombarda.menti su bers-lgli normalmente posti fuori del raggio d'azione delle artiglierie tcncstri o marittime. E' quindi l'arma delle offese aeree contro obbiettivi della terra e del mare.


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Gli aeroplani attuahncntc in uso si suddividono in due grandi categorie: da bombardamento di,.mo e da bo111bardamc11-to 1iott11r1to. Tale d isti nzione è dovuta al. lo sviluppo dell'aviazione da caccia e <lella difesa terrestre contro aerea. Gli aeroplani della prima catego-

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prigioniero il pilota che al tempo stesso ne era staio l'ideatore (Garros) ogni progresso si arrestò. Si arrivò così al ma.ggio 1915. I Tedeschi lanciarono allora. l'apparecchio 1-'okker - copia del Morane - che se non aveva. i pregi di volo di questo apparecchio, aveva. però una mitragliatrice ollima.mente sincronizzata e capace di 500 colpi al minuto. I primi Fokker riportarono grandi successi, e si dovette pensare a controbatterli. Ad essi fu allora contrapposto il Nieuport: da allora

Aeroplano caproni da bombardamento nouurno ria sono caratterizzati da grande velocità di traslazione ed ascensionale, grande potenza motrice, forte autonomia e considerevole carico utile. Gli aeroplan i da bombardamento notturno sono caratterizzati da grandissima autonomia e da considerevole carico utile. La velocità di traslazione cd ascensionale è invece ridotta, per consentire agli aerei una maggior sicurezza di volo e manovra. I primi bombardamenti furono eseguiti con apparecchi comuni Farman e Illériot (guerra Italo-Tura:, 1911-1912); nella guerra Italo-Austriaca. (1915 -1918) l'Italia usò i tip i Caproni 300-450-600 HP. Attualmente gli appareci:hi in uso :!Ono i BR con motore Fia.t da 700 HP per il bombardamento diurno cd il Caproni con tre motori Isotta-Fraschini da 150 HP ciascuno per il bombard:unento nottiurno. Aeroplano da caccia. - L'aeroplano da ca.ccia nacque dalla necessità di combattere quelli da. ricogm z1one e da bombardamento. Già si pensava nei mesi che precedettero la guerra 1914-1918, di usare tali apparecchi, ma quando essa obbe inizio, solo i francesi possedevano tre aeroplani attrezzati allo scopo: un D eperdussin, uu Nieuport, un Blériot. Q uesti apparecchi llOll dellero però alcun pratico risultato e nei primi mesi della guerra. europea i combattimenti aerei furono pezciò solo occasionali e nacquCTo non dalla rdca d i ricercare un nemico per combatterlo, m~ daJ.l'incontro fort'llito di apparcx,chi da ricognizione o bombarda,mento. Fino al gennaio 1915 non vi fu pe,ciò aviazione da.

Aerop looo da caocia data, può dirsi, la vera e propria aviazione da caccia. Caratteristiche degli a,pparccchi da caccia sono la velocità, la maneggevolezza, la rapiditi1 d i salita, fa grande esuberanza. di potenza motrice. Normalmen te sono di piccole dimensioni, monopost~ con mitragliatrici anteriori fisse C-On tiro attraverso l'elica. Essi hanno lo scopo di proteggere gli aeroplani da bombardamento e da. ricognizione, d urante le loro azioni, dagli attacchi degli aeroplani nemici, e di ricercare le forze aeree del nemico nel cielo per combatterle e distruggerle, o per lo meno impedire la buona riuscita. delle loro missioni. Gli aeroplani da caccia attualmente in uso sono del ti-

Aeropla no da caccia con m ltrogll!ltr lcl adattate pel Idro attrover.so l'clioo

Nieuport da caccia

caccia. Solo nel febbraio . un monoplano Morane-Saunicr, costr11ito a,ppositamente cd armato di mitragliatrice sistemai.a nel perno dell'elica, r,iuscl ad abbattere tre apparecchi pµr 1,on essendo ;,tal,!. indovina_ta la sincronicità tra mitrl4!lia.trice cd elica. Essendo .stato f;itto

po monoposto, e posson6 essere monoplani, bipJani, triplani, quadriplani. L'armamento è dato da una o due m itrnglia tr ici sinc~onizzate col movimento dell 'elica, in mo<lo da 11ermettere il tiro a ttr~verso la medesima. I nuovi tipi sperimentali sono armati con più di 2 mitragliatrici. Si possono distinguere in : Legger-i: Per la crociera vicina e la caccia. per allarme, dotati di grande ma.neggevolezza e velctci_tiL ascensionale e caratterizzati da messa in moto rapidissima. Pesanti: Per la crociera lontana e per la protezione


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a distanza, dotati di grande velocità, ampio raggio di azione e grande autonomia. In I talia, durante la guerra Italo-Austriaca, furono impiegati i seguenti appareochi, quasi tutti stranieri, ma costruiti in serie dalle fabbriche nazionali: Nieuport con motore Gnome 80 e 110 HP.; Henriot con motore Le R hònc 80 e 140 HP.; SPAD con motore Rispano-Suiza 140 e 200 HP. Sono da noi attualmente (1925) in uso aeroplani Spad e N icuport 29. Sono in esperimento apparecchi prettamente itailia.ni. ,l eropla110 t!a combatti>uento. - Sul finire della. f:uerra 1914-1918 si sentì la necessità di potei· disporre. nel campo di battaglia di speciali apparcccbi per l'intervento diretto nel èOlnbattimento delle fanterie in concorso <lellc azioni da esse svolte. Questi apparecchi dovrebbero costituire una riserva di f,uoco a disposizione. dt,i Comandi di grande unità. I Tedeschi el,Perimentarono per primi questa nuov,, for ma di attività bellica aerea ma usarono comuni apparecchi da r icognizione. L'aeroplano da combattimento i cui tipi sono oggi allo studio, deve invece possedere come caratteristiche fondamentali quelle d i un fonnidarbile armamento e di una grandissima protezione difensiva. Esso dovrebbe essere una ~ iecola Tank aerea. I tipi attualmente in studio portano oltre a buoni sistemi di proiezione (corazze) un anna.mento poderoso che comprende fino a 50 mitragliatrici. Acropla?I.O Sa11itario. - I primi ad affacciare l'idea di trarre profitto dall'aviazione anche per SCOipi umanitarii furono il francese Prof. Charles Richet ed il medico olandese ?-Ioy. Si comprende agevolmente com,· il mezzo aereo per trasportare malati e feriti, sh dal punto di vista sanitario, il più dolce e il più perfetto. Esso evita le scosse e i sobbalzi dolorosi che inevitabilmente si verificano nei trasporti a trazione animale o meccanica o per ferrovia: è iinoltre rapidissimo e consente di superare in breve tempo considerevoli distanze. Si richiedono peraltro accurata prodisposiLione delle stazioni di atterramento e speciale valentia dei piloti affinchè tale operazione possa compiersi senza urti violenti, tanto ,più pericolosi agli ammalati e feriti: n è sempre le condizioni atmosferiche consentono l'effettuazione del volo, per quanto il trasporto del ferito r isu-lti invece urgente. E' certo in ogni modo che i vantaggi d'impiego dell'aeroplano sanitario superano decisamente gli svantaggi e che perciò largo uso n~ sarà fatto in avvenire .per il servizio sanitario d i guerra, ~ specialmente ,per le 1-0nc prive di strade o avent: comunicazioni difficili, ove le operazioni guerresche creano situazioni particolanmente delicate per il servizio di sanità. Ivi infatti le colonne e Je unità che hanno le giornate di viveri contate, inconlrano grave in,tralcio all'adempimento dei loro compiti tattici se obbligate a rallentare la m arcia o peggio a fem1a.rsi per garant ire la sicurezza e la cura dei loro feriti. Liberate invece da questa preoctupazione mediante lo sgombero dei feriti eseguito da squadriglie 'd i aeroplani sanitari, esse riacquistano la loro piena mobilità, aumentata ancora dalla possibilità di alleggerire notevolmente il materiale medico-chirurgico che le ambulanze devono attua.hnentc trasportare. N on solo dunque si avranno numerosi trasporti isolati che, grazie alla ma.ggiore rapid it~ del mezzo aereo, potranno salvare da proba,bile morte molti

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feriti gravi, ma si potranno effettuare altresì con l'aeroplano sru1itario veri sgomberi collettivi. Tutti i principali eserciti sono ormai venuti all'adozione dell'aeroplano sanitario. L 'esercito francese ha. preceduto gli altri con l'introduzione dell'aeroplano sanitario Brcguet, tipo Chassaing, concretato nel 1917 ed entrato in squadriglia nella primavera del 1921; a questo tipo è poi stato sostituito quello Brcguet-limousine, che segna, sul primo, un notevole miglioramento. L'esercito italiano, in atte.sa di procedere alla costruzione di un tipo apposito già messo a concorso, ha provveduto intanto alla trasformazione di a.ereoplani di tipo già esistenti, ma bene rispondenti allo scopo. Esteriormente l'aeroplano sanitario non di fferi.9Cc in modo sensibile da quello comune ;>er trasporti; una speciale disposizione interna. consente la più opportuna. giacenza del malato o ferito, adagiato in barella.: reca inoltre quanto più indispensabile per intervento di pronto soccorso a cura del medico o dell'infermiere insieme viaggiante. La croce rossa di neutralità dipin ta sulle ali, o in altro punto

Aeroplano sanitario esteriore bene a.p.parisccnte, serve a fan1e conoscere a distanza Ja speciale qualifica e serve - o almeno è ovrebbe servire - a proservarlo dalle offese nemiche. Sebbene l'impiego dell'aeroplano sanitario sia ancora nella fase ohe può dirsi iniziale, esso ha già reso importanti servizi specialmente all'esercito francese nelle piit recenti (][.lerazioni al Marocco, in Siria od i-n Cilicia, e all'esercito italiano nelle ultin1e azioni in L ibia. 'Del resto trasport i aerei di ammala.li e feriti, senza che ancora si fossero predisposti aeroplani di vero tipo sanitario, ebbero luogo anche durante la grande guena mondiale, usando gli stcki aeroplani da ricognizione e da combattimento, sgombra ti dalle niitragliatri,ci e dagli strumenti di morte per conv«tirli in mezzi preservatori della vita.

Aeroporti (Corpo degli). V. Stato Maggiore ( di Aeronautica).

Aeroporto. Località. <lella terra o dell'acqua (mare, lago) che è preparata o destinala alla partenza, all'approdo, ed allo stazionan1ento di aeromobili. N el linguaggio comune, corrente, si usa la parola Aeroporto ,per indicare queHe località destinate più propriamente alla partenza, atterraggio e stazionamento di aeroplani; la parola Idroscalo per ind icare invece que lle lor.a lità destinate alla partenza, ammara,ggio e stazionamento di idrovolanti, ed Aeroscalo per i_ndica.re quella loca.lità destinata alla partenza, atterraggio e stazionamento di di-

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Aeroporto di Ciampino 1·igibili. Gli aeroporti armati della R. Aeron autica sono .suddivisi in sei categorie : a) Aeroporto di 6'' categoria: sede permanente cli una o p iù sqnadrigilie, d i forza COllliPlessiva non supc1·iore ad un gruppo; b) Aeroporto di s• categoria: sede permanentt" d: una forza a erea superiore a quella massima d i un aeroporto d i 6n categoria, ma. non superiore ai due gruppi,; e) Aeroporto di 4• categoria: sede permanente di una forza aerea super'iore a quella di un aeroporto di s• categoria, ma non superiore a tre gl'tlp,pi; d) Aeroporto d i 3" categoria: sede perman ente di una f~rza a,ere~ superiore a quella massima d i u11 aeroporto di 4" categoria, ma non superiore a quattro :gru,ppi; e) Aeroporto di 2• categoria: sede permanente di \\lna forz,; aerea superiore a quella massima di un ac.roporto d i 3• categoria, ma non su,periore a 5 gruppi;

i) Aerqporto d i 1" categoria: sede permanente d •; , ma forza aerea ~iore a quella massima di un ae:roporto di 2• categoria. Gli aeroporti, sodi permanenti di dirigibili o di a ltri ,enti aeronautici che non sono di impiego lattico come -centr~ scuole od altro, vanno parimenti classificati nel·1e sei ca tegode anzidette, a seconda della loro impor'tanza. T a.lc cl,assificazione ha scopo pratico unicamente .agli effetti della forza da a.ssognarsi per il funzion:.imento dei servizi fissi di ogni singolo aeroporto. Presso ogni aeroporto, sode pennanente di almeno un reparto <li impiego o di un centro o di una scuola di aviazione, è costi tuito un Comando di Aeropor,to, c~e è assunto dal Comandante dello S . M . G. della R. A.,

più eleva to in grado o più anziano fra quelli degli enti che hanno sede permanente ·nell'aeroporto stesso. P er il funzionamento de 1J \1eroporto, il Comando dell' Aerqporto ha u.lle sue dipen denze un reparto stazionario d i forza adegua ta a:lla cat~oria dell'aeroporto. I Comandi di aeroporto, dipendono disdplinarmente e d irettamente da l Comando Generale, il qu;i.le _ordi,11a le ispezioni necessarie p er l'esercizio di tale autorità disciplinare, a!J'Ispettorato dei Centi:i e dogli Aeroporti. I Comandi di Aerqporto, fanno capo di.r ettamente: a) Al Comando Generale per le questioni di ordinarn~nto e df indole generale; b) Alla Direzio,ie Supe;iore del Genio e delle Costr uzion i Aerona,utic<be per quanto concerne il rifornimento dei uarburanti e dei lubrificanti,. nonchè le armi portati.li, e relativo munizionamento e buffetterìa, gli automezz;i, le imbarcazioni, le fotoelettriche ed il materiale fotografico del gabinetto fotogra.fi.co fissò dell'aernpor to secondo le tabelle d i dotazione stabilite dal Comando Gener;ile ; e) alla D irezione Superiore dei Servizi Amministrativi e del P ersonale pe.r quanto concerne i servizi amministrativi (cassa, viveri, mense e cucine; caserrr,agg io ed effetti lctterccci), secondo quelle disposizioni che essa emanerà in iproposito d'accordo col Comando Generale d ella R _ Aeronautica; d) All'Ufficio Sanitario ·p er quanto concerne il servizio sanitario;

e) All'Ufficio Traffico (sezione aerologica.) per quru1to concerne il servfaio ra'dio- aerologico, secondo queLle speciali norme the -verranno emanate .a parte. f) Al corrispondente centro per quanto riguarda il personale del proprio reparto stazionario;


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g) Alle competenti sez.ioni del Genio Aeronautico, per quanto concenie le pi<:cole rwarazioni ed il minuto

mantenimento dei fabbricati. T •u tte le pratiche relative al materia:le aeronautico dei reparti d'impiego çontinuano, invece, ad essere svolte fra le competenti autorità ed il C =ndo Generale (ufficio materiale). Le dotazioni fisse degli a.e roporti sono stalbilite dal Comando Generale, previi açcordi con le competenti Direzioni Superioi:i. Gl\ aeroporti che non sono sede di alcun ente aero-

AOroscalo di Ferr•ara (R. Mario.a,) nautico assumono la denominazione di « aeroporto di .tappa » e sono retti da un custode di aeroporto. G li Aeroporti sono forniti, in modo corrispondente alla loro importanza e al loro impiego d i : 1) Ricovero per aeromobili (hangars). 2) Officine dotate di tutto l'occorrente per le ri-

parazioni u1,genti agli aipparecch i e ai motori. 3) Magazzini di materiale diverso di r icambio

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di uso corrente. 4) Stazioni radiotelegrafiche e telefoniche di collegamento con i cen tri abitati viciniori . 5) Allòggi per truppa, per Ufficiali e Uffici. 6) Impianti moderni per la conservazione e la distribuzione dei comibustiibili liquidi ;

7) Generatori di gas H. 8) ·RaccoJidi ferroviari.

Tutti gl-i Aeroporti inoltre sono dotati d i stazioni aerologiche e di un esteso servizio di segnalazioni diurn<: e n?ttume. (V. Segnalazioni).

· Aeros ca lo. V. A•eroporto. Aero~t,atlca. E: la scienza che studia la statica degli aeriformi in genere, e più in particolare, P,er .quanto concerne la n avigazione a mezz-0 del più leg·gero, le leggi che governano l'equilibrio degli aerostati.

Un a_erostato si .sostiene néll'abnosfera in virtù del noto, principio d i Archimede che, nel caso p.uticolare, puòcosì enunciarsi: « Urr aerostato immerso nell'aria riceve una spinta dal basso in alto >pari a l peso dell'aria sposta ta >>. Per-oh è vi sia il sostentamento è necessarie> che tale spinta uguaigli o su-peri il p<;so di tutto il comp lesso ·costituente· l'aerostato (compreso quindi a.nrhe il peso del gas di gonfiamento). Nel primo caso l'aerostato starà in equilibrio ; nel secondo caso sarà invece· sollecitato a salire nell'atmosfera per effetto della propria forza ascensionale o rottura di equilibrio. Questa. , non r ima.ne però costante, giacchè, diminuendo con l'altezza la densità. e quindi il peso deli'ar-ia, diminuisce· anche, mano a mano ché l'aerostato si solleva, il va-· !ore della spinta dovuta all'aria. nella quale è immerso. Verrà quindi un momento in cui vi sarà equilibrio fra. questa e il peso dell'aerostato, il quale pertanto s i arresterà. Allùrquando un aerostato si innalza, il gas im esso contenuto tende a dilatarsi per effetto d ella mÙ).orc pressione atmosferica, donde fa necessità di munire gli: aerostati di arppositi organi (valvole e maniche di appendice) che consentano il libero efflusso del gas, senza. ili che sarebbe in ,breve raggiunto il limite di resistenza. dell'involucro. L'altezza della zona nella qu~le l'aerostato si equilfbrerà dipende, per un dato aerostato, dall'entità della rottura di equilibrio che ha determin~to, -la salita. Raggiunta la zona di equilibrio l'aerostato dovrebbe teorica.mente mantenervisi fino a che non intervenga l'opera dell'aeronauta il qua le ha modo di rom.pere l'equilibrio, fra i.Pinta dell'aria. è peso dell'aerostato, o mediante gettito di zavorra (allèggcrimento) o, mediante fuoruscita di gas da.Ila valvola (appesantimcntoi. In pratica avviene p erò che, per cause va.rie, principalmente do\1ute ad effetti termici, l'equilibrio momentaneamente raggiunto, viene ben, presto rotto e l'aerostato inizia una nuova salita o, il p iù sovente, un4. discesa. Al r iguardo si nota poi che mentre un aerostato in salita deve necessariamente arrestars i quando. ha raggiunta w1a certa altezza, non altrettanto avvieneinvece per un aerostato che discenda, il qua.l e non può, teoricamente -fermarsi che al suolo, salvo il caso, s'intende, che intervenga l' aeronauta che, con gettito di zu.vorra, può opporsi alla discesa. Ciò è dovuto a.I seguente fatto: a man'o a mano che l'aerostato si abbassa, viene a trovarsi fra strati d'aria p iù densi e quindi più portanti, ma esso, per effetto della contrazione det gas, doyuta alla ma,ggiore pressione atmosferica, sposta un minore volume <li aria. E poichè fra i due fenomeni, vi è perfetta corrispondenza, rimane -invariato il valore· della. rottura di eq11ilibrio, negativa, che ha determinato-

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Aeroscafo e · a,,roport-0 (Ciampino)

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la. d iscesa dell'aerostato e . q11csto non può pertanto arrestarsi d a sè. Pei· tale motivo si suol d ire che un .al'1·ost ato ha equilibrio stwbile nel senso della salita, e<l instabile nella d iscesa. Aerostati,ca (Sezione). Unità tattica degli aerostieri. E ' ooman<lata da un Capitano coadi'uvato da due o -p iù subalterni. e corrisponde quindi alla c01npagnia. In Francia chiamasi senz'altro Compagnia Aerostieri. Il

Sezione Aerosw.tica sopra un ponwnc a Barbarana (Grado) nel ·1915- 16 nome pr imitivo, ora in disuso tanto i.n I ta.lia che iu Franrcia, era queMo d i « Parco Aerostat ico ll. La Sezione Aerostatica comprende : Un carro per invol11cri: con u n <lraclien ballon da 630 mc. e materiale per il suo attrezza.mento (crociera, funi, ecc.), naNicclla e materiali per il suo caricamento ( baràmetro, binoccoli, telefoni, ecc.), materia li di gonfiamento, materiali per ripa razioni e materiali aerostatici minuti. Peso mas.<;imo kg. 2000. Un carro mar.o.·ra: -con ·verricello a motore e cavo (i;

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Utt carro di trasporto: con materiali aerostatici di riserva e materiali di equ ipa,ggia.mento. Peso massimo kg. 1200. Una carretta per Sezione Aerqstatica, con materia le aerostatico e materia.li vari. Peso massimo kg. 850.

D,,e biciclette. J,n.p,iego: I draçhen-brullon presentano il vantaggio, rispetto a i paUoni sferici frenati, di aNere una grande sta1bilità rispetto alle variazioni d'intensità del vento, e mentre lo sferico s i abbassa tanto di p iù quanto è ma.ggiore l'intensità. del vento, [Juesta tende invece a rialzare il drachen, e ciò in conseguenza della sua forma e dei suoi ongani speciali. I drachen ballon impiegati per le sezioni aerostatiohe . oda campa,i:,,na hanno la. cubatunt di 630 mc. e possono sollevarsi fino a 500-600 metri <li quota sul livello d el mare con due p ersone, e fino a 900-950 con un a sola persona. li materiale di un <lracben è cakolato per resistere ad tma velocità odi vento massima., di m. 18 al minuw ~eccndo. l!I gonfiamento ,può essere effettuato in 50 minuti e il pallone può rimanere gonfi.o per 30 o 40 giorni, con rifornimenti di gas giowalieri di circa. il 5% del suo volume. Jl d rachen può spostarsi senza essere sgonfiato, a brattia, mediante gli uomini, oppure a r imorchio d el carro manovra trainato. Tra il carro manovra e la navicella esiste una comunicazione telefonica a mezzo del cavo <li ritegno (sistema Bardelloni). La 01 igliore alltezza. ,di r icognizione è tra i 400 ed i 70') metri dal suolo . )...e sezioni aerostatiche da c3,mpa,gna non hanno ha.n {;ar ; possono però essere provviste di questo ricovero per il 1)allone allorchè il loro in~iego acquisti un certo carattere di stabilità. Un hangar smonta,bile per d1·achen è costitu ito da u n'ossatur a metallica, una copertura in tela, materia;l i va.ri -per l'ancoraggio e per il montaggio; p,uò essere caricato su due carri ferroviari scoper ti a sp onde alte della portata di T onn. 18, ~p1'.)llrc su 12 carri trasporto regolamentari, oppure su 9 autocarri m il itari.

Aerostatieri o Aerostieri. V . Aerostato. Aerostato. Nel suo p iù genera le significato, un A. è un apparecchio capa.ce di sosteners i nell' atmosfera in

sezion e Aerostatica a Sdraussina (Ca1~50) nel 1Ut6 ritegno, mate.riali di manovra e di ripa.razioni. Peso , massimo: avantreno kg. 1125, r etrotreno kg. 1945; tot,, le k g. 3070. · Otto carr·i per cilindri : con idrogeno compresso. Trnspor tano ;::o~lessivamente 112 c ilindri di acciaio al nichelio contenent i ciascuno circa 10 mc. d i gas alla p ressione d i 150 atmosfere. Peso massimo di ciascun carrc, kg . 2600.

virtù della sua maggio, e leggerezza rispetto a l volume <l'aria spostata . Qua.i1do però un. tale apparecob io è provvisto d i organi propulsori (motori cd eliche) e d i orga.rii <li xlirezione ( timoni) esso prende più propria mente il nome <li dirigibile. Gli a~rostati propriamente detti s i possono divide.re in due categorie: aerostati l iberi e aerostati frenati. I primi sono lasciati liberamente flt>t tuare n ell'atmosfera e vengono trasportati ,perciò dalle correnti aeree; i secondi sono invoce vincolati al suolo .' a mezzo di a;))posito caivo. De1l punto <li v ista militare gli aerostati liberi, ,dati i pi-o-


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gressi della na.vi-ga.zione aerea, non hanno oggi p1u lmportanz,a. Es.si sono tutta,via impiegati per !'istruzione del ,persona.le. Molta importanza rivestono invece gli aerostati f.renati i quali vengouo inwiegati per il servià, di osservazione. L'aerostatb è cosl it,ui to da un involucro formato da fusi di seta o di ,cotone gommato, c,1citi tra cli loro, in modo da avere la forma sferica..Termina inferiormente con un'U1)pendice a forma d i manica, da cui si introduce l' idrogeno a l inomento del gonfia.mento. Tutto il pallone è r icoperto da tuia rete di canape, la quale inferiormente termina con maglie più lunghe formanti le p iccole e le grandi zampe d'oca a cui si attacca.no le corde di sospensione. Queste sorreggono il ccr-0hio di sospensione a cui, per mezzo di corde più grosse, solita,mentc otto, delte grossi copiglioni, è sospesa la nav i-cella, costrui ta con vimini a forma <li cesta. Al cerch io sono -so~pesi gli strumenti, la cor,da dell'ancoxa, cd il ,, guide-rope ,, : è questa una çorda lunga una cinquantina di metri, lenu t-i. arrotolata e assicurata di fianco a lla navicella per mezzo di una cordicella, Quando il pallone. scendendo, è arrivato vicino a terra, con un temperino s i ta,,;ilia questa cordicell.L; la << guide r◊J)e ,, ~i svolge r· toccando per la p rim<!c la terra, alleggerisce il -;,allo,ic e ne rallenta la xliscesa. Inoltre, chi si trova p resent< a terra in quel momento, afferrando tale corda, rende più facile la discesa. La valvola superinre ~ un <.l isca <ii stoffa, ii nforzara di legno, del diametro di una c iuquautina di c:,•n timetri e protetta. dalla pioggia da un cappelletto: si :J;pre tirando una corda, che. sceudendn ver ticalmente secondo l'asse del p:tllone, passa per l'a·ppend ice sempre a per,ci e viene sulla navicella a portata di mano. Quèsta corda è biar,ca per distinguerh-... d<L quella cl i squarciamento che è dipim:, d i rosso. l;uori dclht nav icella sono sospesi i sacchi di z,n1 orra. L'ùnpicgo degli aero~tati a scopi mili,ari si presenta appen:, dieci anni <lopo i feii• ci e.,;perime.nti fatti dai fratelli Mongolfier (1783). i quali ne furono ~li in·· ventori. Il ,primo a pro,porre .di servirsi di aerost«ti,. per mezzo cli palloni frenati, come osservatori 1nilitari, fu 11 p~Lmo ne ros~ato militare Guyton :Morveau, il qua(Batt. di Vleurns, 17U4) le nel 1793 riuscì a fa!· a;pprovarc a Parigi la :im. propost~ - Superate le .difficoi'tà della produzione in grande <lei!' idrogeno da l Coutellc, superate da l Conté e da a ltri le d ifficoltà per il trasporto di tutti gli apparecchi .necessarii e per l' impermea bilità della. tela del pallone, il 2 ap:rile 1794 la Conv-:nzione deliberava di crease una « Compagnia di A~rostier i militari ,, <li cui ehbc il comando il fisico Couteile. Nel maggio di q~ell'anno, la compagnia era g ià" in fu nzione a Ma1.1beuge assediata. dagli au·striaci. Ii Coutelle eseguì ascensioni frenate a 500 m. d'alt. dando le indkazioni a tcr.ra con segn ali convenzionali. Lo stes-• so Coutelle si servì del paHone n ell'attacco d i Charlerni, e riuscì nella batta,g!ia <li Fleurus ( 1.794) a r imanere pe,: otto ore in aria sempre trasmettendo le s1;e

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osservazioni a terra . La compagnia seguì l'esercito di Sambra e Mosa. e finì per essere catturata con tutto il suo 011ateriale a WA.1.rtzburg il 3 settembre 1796. Nel frattempo il Coutellc, richiamato a P arigi, ·vi ave,·a crea to una seconda compagnia di aerostieri. Essa entrò utilmente in funzione nel 1795 all'assedio di Magonza. La prima, ricostituita,. sbarcò in Egitto con N apolco11e J3uonaparte, m:1 il suo materiale fu catturato d agli inglesi. E Napoleone, divenuto p rimo console, sciolse gli aerostieri e chiuse la Souola aerostatica che il Com:tato di Salute Pubblica aveva creato a Meudon. Da allora in poi, fino all'a.vi,µi one moderna, non si hamw che scarse a;pplicazioni: ad Anve.rsa, nel 1815, ver opera <li Carnot, comandante della città assed-iata; e durante la guerra. di secessione in America per opera <lei F ederaii. · Q uesti. ultimi mw1irono la navicella di fì.ki

TI « ì\'<'()1 111,e » a Montmartre (Piazza San Pietro)

(Misedio d1 Parit:i, 1870-71) telegrafico e si servirono della fotogr;i,fia. Nel 1859 Napoleone III aveva incarit~.to l'aeronauta Godar d di p reparare aerostati allo scopo d i servirsene durante la guerri, ma questa terminò prima che gli aerostati potcs~ero essere impiegati. Durante l'assedio del 18i0-7l a I'a.rigi, -64 palloni liberi lasciarono la città. per co;mmicare col Governo francese allora a · Iloideaux. Ne: a11da.rono perduti 2 e 9 vennero catturati d ai tcdcsohi. No.n· diedero risulta ti durante la guerra Francoprussìana i tentativi francesi nella Loira e quelli tedescbi all'assedio di Strnsburg~ e all'assedio di Parigi. F01 propr io durante l'assecli"o di Parigi che Dupuy <le Lomc presentò all'Accademia delle Scienze un progetto di aviazione ad elica mossa a braccia . L'esperienza fu fatta nel 1872, ~na troppo debole era la forza di propulsione perchè se ne avessero risultati apprezza.bili. La Germania iniziò n el 1876 gli studii mediante una Commissione aerostatica militare, e creò nel 1884 il primo distaccament_o di aerostier i milit<Lri. L'Inghilterra creò ·nel 1878 uno stabilimento aeronautico militare a Woolwich e un co;po di aerostieri. I l Giappone p-c<Ì u.n Parco aerostatico mil. nel 1889. I :pr;mi aero9tati frenati, al p~ri di quelli impie-


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gati per le ascensioni libere, ebbero forma sferica e tale forma inantennero fino a:! 1897, epoca in oui fu idcaio ed adottato in Germania un aerostato frenato a forma. allungata, ,provvisto d i i,peciali or.gani stabilizzatori, capa,ce d i una maggiore stabilità. al vento rispetto agli aerosta ti sferici precedentemente tisati. Un tale aerostato, detto « drachen ballon » (pallone cervo volan te), fu adottato succes~ivamente da quasi tu tti glì altri eserdti, compreso quello i taliano. Appunto col drnchen ballon tedesco noi s iamo entrati in guerra, n e l 1915, usandolo fino al principio del 1918, anno in cui i l « dra-chen )) venne da noi sostituito con 'a ltro tiJlO di aerostato frenato, del tutto· itali.mo, che denominiamo « pallone osservatorio italia110 ll, od anche « pallone tipo A. P . J>, da·!le i niziali dei nomi degli inventori : l\faggiore -dei Genio Avorio e Ing. P r assone. Il nostro pallone osservator io A. P. ha una capacità d i 1100 mc.; sul tipo tedesco ( t.lrachen) prima in uso da noi, e su quello francese (Caquot) tutt'ora. usato dalla Francia, Belgio e InghilteITa, il nostro pallone A. P. ha in<luibbiaruente su.periorità <li requisi ti, specie nei r iguardi della sta bilità aJ vento, i l che dai punto di vista dell'osservazione è <li essenzia le importanza . L'ae . rostato frenato, mJlgrado l'avvento dell'aeroplano, ha nella recente guerra a fier mato la propria grande utilità, ed in molti casi, specie in pianura, la p ropria ind ispensabilità . P er rendersi Sllbito ragione dell'impor tanza di tale mezzo di osservazione basta r iflettere che esso costituisce un osservatorio a ltissimo (la quot,t d i osser vazione può superare i 1500 111.), che può sorgere proprio là ove più fanno d ifetto gli osservatorii terrestri o sono in.rdeguati ai loro compiti. Nè l'osservazione dall'aeroplano esclude quella d all'aerostato, ché anzi esse si completano e s' integrano a vicenda. L'aei:oplano vede infatti mol to bene, ma la sua osservazione è fugace e saltuaria; inoltre le sue comunicazioni i,1 volo, quali sono oggi, non sono ,1è sicure nè segrete L'aerostato invece, data la. distanza di osservazione, vede meno bene <lell'acroplano. ma ha a suo vantaggio la continuità dell'osservazione nonchè la facilità e la sicurezza de lle comunicazioni mercè l'uso del telefono . I compiti c.hc possono essere assolti dall'aerostat" frenato in guerra, possono così riassumersi: Stndio e sorveglianza generale del campo d i battaglia, pe.r segna lare tempestivamen te tutti i movime",,ti ed i lavori del nem ico. Osservazione dei tiri delle propr ie artiglierie . Colleg-.i,rnen ti ottici in genere, e più particolarmente con le fanterie in linea, e per questo servizio giova il fatto di essere l'aerostato ben visib ile d a qua lsiasi p u :1to del terreno. Altri servi,i sper.iali, quali l'aerologico, i l fotogrn..iìco, ecc.

Aerostazione. Branca <lcll'acronautica concernente la sostentazione statica . Aerotecnica. Tecnica della navigazione <1erea e ::!elle tosuuzioni dei velivoli. Aerotonon. Sorta cl i macchina da guerra per il lancio <li -pietre, nella quale si adoperò la for za clastica dcli' a ria compress2, inven tata da Ctesi6 nel 120 a . C. Non sembra che fosse molto pr atiea, tanto che fu abbandonata ben .p resto. Questa sorta di macchine è citata da Filone alessandrino e d a Vitruvio.

Aerotrasporto. V. Trasporto aereo. Aerschot (o A-arsckot). (Filippo de Troy Duca di). D i nobile famiglia del B rabante, n. nel 1526 ad Acrschot, m. n el 1595. Pe.r la sua fedeltà alla causa spagnuQ!a, nel 1526 Filippo II gli affidò un comando nell'arma ta e lo nominò membro del Consiglio di Sta to. In seguito ebbe la direzione generale della .guerra, ma gl i riuscirono vani gli sforzi per arrestare i p rogressi del partito della Casa d i O ranges. Andato a Gand in qualità di Statholder di Fiandra, gli ora.ngisti armatisi, lo assediarono e fecero cpr igionero n el suo stesso palazzo, ma fu p oi rimesso in libertà p er ordine della assemblea dogli Stati. Nominato Stantholder di Bniges, ,~cl 1588 fu deputato alla Dieta dcll}mpero, ma <lato il suo rango e la s ua religione, sentendosi a disa,gio nell'Olanda protestante, si r i tirò a Venezia. Aerumna. Sorta di forca di legno alla quale i viaggiatori a,ppendevano i loro bagagli, introdotta da Mar io nell'esercito r omano. Aes militare. La paga d ei soldati nell'ant. Roma, detta anche <l stipen<lium n . A ciò generalmente provvedeva I'« aera.ri um militare

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Aezio (Aetius) . V. Ezio. Afabuar. Alfiere delle navi da guerra dell'antica Islanda. Veniva scelto fra i più valorosi ed eloquenti soldati, ed era incaricato delle concioni ai propri uo111i.ni) e, occorrcndo1 ai netnici. Afachia. V. Vista . Afan de Rivera (Pietro) dtica di Alcalà. Vicerè di Napoli nel 1559. Creò, con m1a -p ramrnatica ll de militibn.s l), contenente 28 ca,pitoli, nuove m'ilizie nazionali a ,piedi, or<linan<lolc per la prima volta in (( battaglioni». Ne facevru10 p>t.r te, per ogni cento fuochi, cinque -cittadini fra i 18 e i 40 ann i, p urchè possedessero il censo di cento dacati. Gaetano Afa1t dc Rh·ull1a1·csciallo 11ap oletano che comandava a Girgcmi a li' epoca della spedizione dei ::\lille; avvenuto lo sbarco d i Garibaldi, si ritirò a Catania, poi a Messina, donde fu richi,~nrnto a Napoli ; incarica to del comando delle truppr: napole tane a Salerno, cerAchille Atan dc Rivera cò di rialzarne il depresso spirito e ini1,iò lavori d i forti-fìcazione; ma, deciso l'abbandono della città, con<l~1ssc le truµpe a Capua, dove assun.s c il comando della 2" D i visione e combaltè contro i Garibaldini . Un R odr·igo Afan de Rivera fa pure nella stessa epoca genera le dell'esercito bo11bonico. ra..

Achille A.fan de Rivera (Marchese). G enerale, 11. a S. Maria Capua \!etere, m . a N apoli ( 1842-1904) . Alunno Alfiere d ' artiglieria nell'esercito delle Due Sici lie ( 1856), si d istinse col graòo di Cap itano alla d i-


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:fesa di Gaeta (1860-61). Entrato a. far parte dell'Eziaria. In caso di operazioni militari assumono il cosercito Italiano (1861), partecipò alla campagna del mando della milizia locale chiamata gomn . (V. Go-u1866 affc~1Ìlando ilei fatti d'al'Ìne di Gargnano e di mier). Condino la propria perizia artiglieresca e il proprio vaAfferrare. Tener fermo con ferri di vai:ia sorta m1 lore ,p ersonale, e ottenendone la Croce dell'Ordine Mibastimento nemico per arrembarlo. litare di Savoia. Promosso Colonnello nel 1883, ricoprì la carica d i Segretario Capo del Comitato d' Artiglieri:,. Affiancare. :Passare dalle formazioni ,,. co/011/na o e Genio e quella di Direttore [)resso la Direzione di i,i lin,ea di fronte, alla formazione coi reparti affù,n.,O,.rtiglieria di Napoli. Maggior Generale nel 1891, ebcati. I reparti così affiancati, p ossono essere compabe il Comando d 'Artiglieria da fortezza di Torino è gnie, plotoni, sq_,;ad.-e, pezzi d'artigl·ieria QOll il rela tivo nel 1899, nel grado d i Tenente Generale, raggiunse cassone, sq_uaàroni, plotoni di cavalleria. l'alta carica d'Ispettore Generale d'Artiglieria., carica Le formazioni affiancate, si ,prestano, dal punto <li che consei-vò sino a che nel J 902 fu collocato a sua dovista tattico, a. percorrere terreni rotti e coperti, pur manda in posizipne ausiliaria. Fu Deputato al Parlaessendo nelle mani dei rispettivi comandanti e presen • ' mento Nazionale per il collegio d i Na,poli dalla li' alla 21 • legislatura ed in tale iperiodo fu Sottosegreia- · rio di Stato -p er gli Affari della Guerra ( 1896-1898) e Ministro dei Lavori Pubblici (giugno 1898). Nel 1898 ottenne d i motu proprio d i S . :M. il titolo di Marchese, trasmissibile ai discendenti maschi primogeniti.

Afdeeling. Unità m ganica dell'esercito dei Paesi Bassi, appartenente a.ll'ordinarrnento del 1817, tru,ppe '.l ,piedi (granatieri e raccb.tori 1 A.; ianteria 17 e poi 18 A.). CiascW10 d egli Afdeeli-ngen comprendeva, nel 1828, 3 bgl. attivi, men tre nel 1817 era stato costituito con 1 ·bgl. d i linea e .3 bgl. d i milizia. Nel 1839 la dc1aominazione fu sostituita con quella cli «reggimento >>. Affamare. D icesi di una città o fortezza. assediata, quando l'assediante, o per la natura estremamente forte del sito, o per altre ragi(),Ili, si risolve a circondarla. strettamente, in modo che non vi enu-ino soccorsi, e gli assediati debbano arrendersi ,per mancanza di vettovaglie. V. Assedio, Blocco.

Affardellamento. E' il modo regolamentare ed uniforme d i disporre nello zaino (per le truppe a piooi) e nella sella (per le truppe a cavallo) gli oggetti del corredo individuale che ciascun soldato porta seco per gli innnedia.ti bisogni alimentari ed igienici. Scopo de!l'affardcllamento è quello di ottenere che tali oggetti occupino il minor spazio po~srbile e che fonnino nell'insieme un carico equilibrato, valevole a ridurre al minimo l' impaccio procurato a chi lo trasporta, prc'serva.ndo nello stesso tempo gli oggetti da eccessiva deformazione o logoramento. V . Bagaglio, Sella e Zai-Jto. Affari indigeni. Nome dato all'insieme dell'Amministrazione francese dei territori militari in Algeria, nel sud Tunisino e . nel Marocco. Gli affari indigeni comprendono i « bureaux ara.bes >J e i '< conunand~ments dc cercle >>. Il territorio militare di ogni divisione· è ripartito in suddivisioni al comando di un genera.le <li brigata o colonnello. Le suddivisioni sono a lla loro volta divise in «cercles et aru1cxcs ». In ciascuna l'amministrazione, che ripete la sua autorità dal comando della divis ione, è esercitata da ufficiali dei << bureaux arabes >> e da funzionari francesi o indigeni (kalifa, a,gà, kaid e scék). I « bureaux arabes >> furono fondati n el 1832, in Algeria, d al gen. Lamoricière. La loro competenza vene sui mercati, sulla. giustizia a mministrata. dai kaicl,, sulle imposte -speciali. G li u fficia li dei << bureaux anbes » sono uffidali di polizia giud i-

Plotoni affia,nc1tt.i alla Lobbia Alt,a (1916)

tando una. vulnerabilità molto relàti.va : questa dim,nuisçe, quanto ll)ÌÙ le s ingol~ unità affiancale sono pi•> cole ( in ordine cle<:rescente d i vulJ1embilità: compa• gnie, o squadroni, plotoni, squadre) e quanto p iù grande è l'intervallo tra un elemento e il contiguo affianca.lo. Come intervallo medio tra i va.ri clementi affiancai:, si assume qu ello di 40-50 metri, superiore cioè alla zo.. na baJttuta nel senso della fronte, da un proietto d'artiglieria, Ù\ modo che esso, scoppiando, avvolga un solo elemento, senza toccare l'ekmento affiancato contiguo.

Affiatamento. Dice.si la. vicendevole intesa, il ;·c-cip roco accordo fra i quadri e fra questi e i gregari, circa quanto rigua.r<la gli ordini e la lor o C$CCuzione, intesa · e accorcio che dMU10 luogo all'uniformità d i con-celti e <li voleri rivolti ad Wl fine comune. L'A . quindi è fattore es;;enziale ~li una intellvgcnte cooperazione P di •una sana iniziativa e crea nell'inferiore l'attitudine ad intenpretare rapidamente ed esattamente r intento e la volontà che il superiore, alle volte, può manifestare soltanto mediante un sempli<:e ce1mo. Condizione principalissima. perchè Wl organismo <:osi poderoso e complesso quale è un esercito moderno possa funziona.~ cff'i<:acemente, è che esso sia bene a r ticolato nelle sue parti, e c he ciascuna. di queste sia non , solo conven ientemente apparecchiata a compiere il proprio tcificio, <bensì anche affiatata colle altre, in modo che, pure agendo ognuna col maggior vigore e con -la maggiore effi_cacia possibile, nell'insieme Uell'azione delle varie ,part i si abbia una giusta armonia. J.'utto questv si acquis isce con la. conoscenza dell'impiego tattico della propria e delle altre armi, in modo eia sapere bem di quali aiuti ogni arma. a•bbisogni e come, a sua. volta, ogni arma p ossa aiutare. rnn l'cserciziq in comune.


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Affilare. Dare il fi lo, il taglio alle armi bianche. Affilarsi. Ant. Il mettersi dei soldati in fila uno . dopo l'altro.

Affissioni. Sono p rescritte nelle Caserme, le seguenti affissioni : a) Sulla l!)Or(a di ogni locale è apposta, da chi rha in consegna} un'iscrizione che indichi J'uso al quile è dcsigna.to;

b) All'i ngresso della Ca~erma, per cura dell'ufficio Maggiorità, sono affissi: l'ora.rio reggi,nen tale; l'ordine del giorno; la nota delle abitazioni degli ufficiali e dei marescia lli che ,cl loggiano fuori della Caserma; .lici sottuffic ia li con ,permesso d'uscita ·permanente; una tabella indicante gli uffici e comandi mi litari della guarnigione, e quelle altre indicazioni che possono essere utili al comandante della guardia ed al ser gente d' ispezione nel loro servizio; e) Ncll'intc.rno della Caserma, in luogo ben visibile, viene affissa la nota d e i soldati puniti di consegna e prigione ;

vasi che a veva la batteria affogata, quando Cr<J, cosi vicina alla linea d'immersione, da doversi tenet chiusi portelli .

Affondare (Ma.r.). :\'.fandare a fondo, sommergere, tanto coll'urto che col cannone. A . Per occhio, quando la nave imbarca acqua, e questa, gravitando verso la prua, fa alzare la ,Poppa, e la nave a ffonda diritta per gli occhi d elle gomene. Affondatoio (Mar.) . Ord igno a scatto, iìsso alla murata, atto a per-mettere di dar fondo all'àncora impr ovvisamen te, senza operazioni prQParatorie. Consi5t,· in una barra a due rampe, in fuori, e in una leva di scapprumento in d en tro della murata . Affondamine (V. anche «Sbarramenti di torpedini", Mine (Guerra e campo di mine, ccc.). Nave destinata ad ancorare tor,pe.dini per costituire uno sbar•• r amento. La nave p uò essere sopracquea e subacquea. Nel •p rimo caso si ha l'affondamine chiamato « offdasivo » se destinato ad operare <J)resso le coste dell'avversario e nei bracci di mare che costituiscono un pas -

a) Per cura della Maggiorità, vengono affissi n el!a camera del maresciallo di picchetto, i ~itolati d'onere e contratti per le varie incette; una p ianta della caserma con l'indicazione dell'uso dei singoli locali; le prescrizioni.ja seguii-e in caso d'incendio; uno s,pecchio dei lumi assegnati J)Cr i var1 locali; n el Corpo 'di guardia, la ,co11segna generale fumata dal Comandante del Corpo; e) Oltre alle affissioni prescritte dagli altri regolamenti, il Com. délla compagnia fa affiggere in ca.m~rata uno specohio confonne ai modelli inseriti alla fine del regolarrnento di servizio interno, come il seguente,

s• REGGI1v1ENTO 4• COMPAGNB

Comandante... Tabella nominativa della suddetta Compagnia, ripar.tita per plotoni o squadre.

12° REGG. ARTIGLIERIA DA CAMPAGNA 2• BATTERIA Comandante... Twbella nominativa ripllirtita per sezioni, pezzi e ris,erva.

REGG. CAVALLt.GGERI DI SALUZZO (12°) 3° SQUADRONE

Comandante ... Ta!bella nominativa ripartita per p lotoni e squadre. Il Com. della compagnia, sulla :porta di ogni camerata fa affiggere una nota degli uomiiii cbe vi sono a lloggiati; i n tale nota i graduati sono_ descritti per grado e per anzittnità, ed i soldati divisi per classi .' i l~va. Sulla porta di ogni swderia si fa pure affigger·, uno spe,x:hio numerico dd cavalli che vi sono r icoverati, e nell'interno di esso, per ogni cavalio, un CiLtellino· col rispettivo nome e numero .di matricola. Inol• tre in ogni locale di compagnia si fa tenere affisso une, ~cchio dei mobili e degli arredi che vi si trovano.

Affogare. Mar. Dicesi di un bastimento quando è immerso oltre il normale. Del Yascello di linea dice••

saggio obbligato per. le navi nemiche; cc difensivo )> .se costruito invece per a.n corare le torpedini presso le proprie b asi o innanzi alle coste nazionali per difende, le dalle navi d ell'avversario. L.affondamine offensivo e m generale di 3-4000 .toru1. di dislocamento e può portare fino a 7-800 torpedini·. Ha circa 500 uomini di equipaggio cd è attrezzato in modo da anc•? rare lut• .1 i l suo carico di torpedini in quattro ore circa. Le pr;,)cipali ,caratteristiche di un affondamine offensivo sor·,,.; le se,iuenti: Forte velociià e notevole autonomia, aspet to esterno ·o er qua,1(0 possibile simile a quello delle navi da carico per poter eventualmente t r arre in mganno l'avversario, grande capacità di s ii ve per potervi sistemare le torped ini . La conformazione d elle sflve è à piani, con binari Decauville, sui quali scorrono le torpe~ini unite alle r ispettive ancore che portano apposite rotelline dello scartamento dei binari. Attraversc i Doccapor ti delle stive sboccano in coperta potei:iti elevatori che permettono il ra pido inna lzamento dell<: ,orpedini. Queste,, giunte in coperta vengono, con sem.•. p!icc manovra. travasate su a ltri binari Decauville che cor rono longitudinalmente lungo la n ave fino all'est.rema .poppo., ove terminano su di un p iano inclinato eh~ serve per il gettito delle torpedini a ma.re ( le m ini! sono ad ancoramento automatico). L'affonda,mine offensivo è Jirmato -con artig lierie dt medio calibro ed · antiaei"ee:


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(possibilmente in sistemazioni .mascherate) per difen-• dersi da eventuali attacchi òell'avversario. L'affondamine difensivo è più piccolo del prece<lcnte e non !la bisogno di grande velociÌà e di forte autonomia. :il dislocamento si aggira sulle 500 tonn. e p•i.u., portare :fino a 100 torpedini. Ha una cinquantina ct· uomini di equipaggio . In esso sono ripr odotte, in scala minore, le sistemazioni dell'affondami.ne offensivo, con raggiunta di a,pposite grue ed apparecchi a poppi che gli permettono non solo di ancora-re, ma anche di

Atrond.amine difensivo salpare le mine, per la 1.., rio<lica verifica e manu ttnzione, ed anche per cambiare d i posizione agli sbarrament_i quando ciò sia creato d a ·necessità guerresche. Oltre agli affondamine propriamente detti, in tutti: le marine vengonq muniti di speciale at trezzamento gli incrociatori, i c.u:ciatorpc<linie're è i ma.<;, per impiegarli, quando occorre, nella guerr ~ di mine. - T:ali adattamenti consistono essenzialmenté in •binari Decau vilh amovibili che_ vengono sistcruati al -~cimento oppòrt~o in coperta, e su cui si appoggianò tutt~ le tor~edini che fonnano la momentanea dotazione delle navi. Queste unità non possono -portare torpedini all'interno. OÌtre a li~ navi di su,perficie esistono gli affondamine subacq;,ei, 'ossia sommer,gibili affondamine. Furono creati dai tedeschi durante la ·grande guerra essendo h Germania spinta a questa necessità dalla interdizione èell'uso delle navi d i superficie creata dalle forze avversarie. Questi t ipi di sommergibil i vennero durante la guerra Stl!$Sa copia ti da altre nazioni ed anche in Italia ne furono costruiti diversi co!l)iandoli da un sommer-gibiJe germanico, l'« U . C. 12 >l; affondato, -per eifetto di una f])ropria mina, ' nel golio di Taranto, mentre stava costituendo uno sbarramento innanzi a quel p orto.

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sommergìbile, , ripescato, venne riattato e poscia da esso furono ricavati i pbni in linea generale, dei primi sommergibili affond arnine ita lian i. Un sommergibile d i tal genere è lungo circa 45 metri, largo 5,50, alto 4,50 cd ha uno spostamento in emersione di 450 tonn , circa. E ' muriit.o òi sei o nove pozzi sub- inclinati, posti' nella metà anteriore dello scafo e capaci ciascu no di 3 torpedini di tipo speciale . La velocità è •1 2 miglia in emersione e 8 miglia in immersione ed è data da 2 motori a combustione interna, reversibili, della potenza di 600 HP ciascuno, per la navigazione in superficie, e da due motori elettrici d a 150 HP per quella subacquea. La corrente per i motori elettrici è fornita da batterie di accumulatori. Lo scafo può resistere alla pressione di profondità d i 80 metri circa e il battello può passare dalla. posizione d i emersione a quella di i mmersione in poco t) iù .cli un minuto. Il sommergibile è armato anche con due lanciasiluri ed un cann one antiaereo. Tutti i di~ositivi, eccettuati i pozzi delle mine, sono simili a quelli di· un comune sommergibile. Le mine sono Jìssate nei pozzi rncdian!c a pposit i gan<si e scontri che sono manovra ti con aria compressa dalla torretta di comando. Le torpedin~ liberate dagli apparecchi <li ritegno, cadono sul fondo e possiedono speciali disposi tivi che non permettono loro di risalfrc alla distanza prestabilita dalla superficie s~ non dopo qualche ora, lasciando così al sommergibile il tempo di allontan arsi. Altri sommergibili p iù moderni hanno delle spec ie di tubi di lancio da cui posgoi\o espellere le torpedini con aria com(Pressa come si espell'e il siluro. J n tal modo la struttura dello scafo vi'ene ad essere di poco differente da quella dei comuni sommergihili con grnn<le vantaggio di manutenzione e <li impiego. (Per le operazioni di affonda;mento vedere la voce S ba-r·r amenti1. li

Affondatore. Ariete corazzato; nave da battaglia in ferro; va.rato nel 1865, radiato nel 1907 mentre era .deposito munizioni a Taranto, lunghezza m. 89,5, la rghezza m . 12,2, dislocamento 3913 tonnellate, potenza 3300 cavalli, stato maggiore 11, equipaggio 273. Nel giugno 1866, mentre era in a11estimento a Lond ra, al comando di Federico Martini, venne ch iama to <l'urgenza. in Adr iatico dove giungeva il 19 luglio; v i prcs~ imbarco l'ammir. Persa.no, t.rasbor-chtndo dal << Re d'Italia>>, e vi m:u1tcnne t l'insegna di comando nella battaglia di L issa, dove si scontrò co.l vascello a ustriaco «Kaiser " . & Nel 1877 ebbe inca rico, a l comando di G. Ru-g giero, della v igil:u1za sugli inter essi nazionali negli scali d'Or iente, durante il

SommergibUe affondamine - SeziOne 1ongltucHnahi a) Torrctt.a di comando; b) Per!.scopto; e) Mo tori termici; cJ) J\1o11)l'i elettri,n; e) A•ccumulat-Ori; f) Eli<:a; g) Timone vertioale; b) Cannone'; 1) Manovra perlsoopio; I) Manovra affondamento; m) Scontri sostegni mine; n ) Torr,cdini;

• ì Pozzi delle torpoqlni ~n comunicazione COii'acqua; p) Cas.~e rl'acqua; q) Doppi f OTHhl; r) At1co1·ouo; s) casse d'acqua di coinpensazlone.


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confl itto rus so-turco; nel 1881, al coman:clo del De Negri, e nel 1882, al cdman<lo del Manfredi, durante la insurrezione egiziana, fu ad Alessandria ed a Porto Said; nel 1887, al comando del Romano, durante l'insttrrezione marocchina, navigò lungo le coste dell' Atlantico. N"cl 1888 venne rimodernato; fu munito di due tu~i

A!Tondator e

lanciasiluri e <li ca1111oncin i a tiro rapido; inoltre, nelle due torri corazrn\9, i due voccùi cannoni da 20 ad avanca6ca furono -sostituiti con due cannoni <la 25 a Tetro, cariCa.

Afforcare (Mar.) . Assicurare la n ave con due àncore a .prua, le cui gomene si incrocino sulla prua me-desima. A. alla vela, quando l'operazione è eseguita manovrando o.pportunamente con vele ancòra spiegate. A . colla barca, quando le ·ancore sono affondate per rne,,20 d i una barca che le colloca nel pun to volu to. Afforzare. V . Fortificare . Affossare (A1tt .) . Far fosse intorno ad un campo o a u na fortificazione qualsiasi. Munire una terra di fossa. Affrancazione. Era uno dei l)]odi di . esenzione d al servizio militare obbliga torio che f.urono in vigore presso qua si tutti gli eserciti - meno il prussiano sino ad una trentina d'anni fa . Quasi tutte le leggi ,ul recl utamento contemplavano - sino a non molti ann i addietro - la d ispensa tota le da l servizio militare; ;i che poteva ottenersi in due n,odi: o facen dosi .sostituire, a -pagamen to, da a ltro indi\·iduo, nella prestazione del servizio; ovvero corrispon<len<lo allo Sta to ·una certa somma h quale •serviva poi o ,per arruola.re un volon tario o per riassol<lare un individuo già alle armi. L a prima fonna d i esenzione era detta surrogazione ordinaria (per disting:ierla dalla surrogazione (v.) d i fratello) e da.va or igine ad una categoria. di mestieranti che forniva a ll'esercito clementi per la rnaggi,;r parte viziosi, .indisciplina.ti, t urbolenti. L a seconda fonina di esenzione era d etta. A ., e come la. prima riusciva d i d anno, sia ma terialmente che moralmente, alla buona costituzione dell'esercilo. T ali dispense dal servizio, che ebbero origine in Francia .pochi anni dopo la pubblicazione della legge Jourdan , influivano anche in modo deleter io sullo spirito militare d el popolo, il quale giustamente notava come le classi ,p iù abbien ti cercassero con ogni mezzo di sottra.rsi al compimento_ di un servizi" che ad esso veniva indicato come un sa,cros:mto dovere . Poichè la surrogazione ordinaria e l'A . erano istituzioni create pei ricch i, è fac ile comprendere come - non ostante le loro dannose conseguenze - esse avessero fautori e sostenitori autor~voli anche fra gli uomini di Sta to ; basti ci-

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tare per tutti il Thicrs ed il nostro Lamarmora. Fu n ecessa.rio che le i-dee di uguaglianza fossero assai progredite e più ancora che ven issero poste chiaramente in luce le gravissime conseguenze che <la. ta li privilegi derivavano a lla •Compagine morale dell'esercito, p erchè essi ven issero finalmen te cancellat i dalle legislazioni militari. Fu il 1870 che richiamò sulla retta via gli Stati cb~ avevano trascura to d i esigere d ai p ropri cittadini il servizio person ale e che a 1·cvano fatto luogo a troppe cd i11giustificatc eccezioni. In Italia l'A . venne definitivamente abolita nel 187.'i (la legge 19 luglio 11'71 l'amme,teva come passagg.io alla secon da categoria); nell'ex impero russo nel 1874 ; nell'ex impero a ustro- ungarico nel 1866. Tu }'rancia tale istituzione ebbe ma.,simo sviluppo e vita tenacissima, i l che è s tr,u10, aven do Na,po leone I II scritto sino dà! 1843 essere as~olutamente necessario sopprimere questi p rivilegi che potevansi rias,,umere nd seguen te concetto: « Comprare u n uomo quando si . è r icchj per sottrarsi a l servizic, militare e mandarlo a far,,; i uccidere in propria. vece>> . N cl 1868 veni ,•a presentato alla Camera el~ttiva francese u n progetto d i legge clir. fra numerose altre riforme alla legge sul reclutamen to, contemplava anche l'abolizione della surrogazio ne e dcll'A . Gli ant in1ilitaristi~ però, s i scagliarono accanitan1ente contro tale p rogetto che mirava - seconrlo essi - a trasformare la Francia in una casern1al ed il governo, perchè il progetto stesso non naufragasse completamente, dovette scendere a patti. Venne aibolita !'A . ma fu conservata la s urrogazione. Nel 1869, sopra. 75.000 uomini chiama.ti a lle amni, ·ben 42.00(1 si fecero surrogare! Solo con la légge del 1872, dopo la triste esperienza della guerra franco~prussia11a, venne in Francia adottato il senizio persona le obbliga,torio senza eccezioni.

Affrica. V . Afrodisio. Affrontare. Assalire il nen;ico di fronte . Afjrotttarsi, assalirsi. Assalto affrontato, improvviso. Battaglia affrontata, giornata -ca,mpale. (Modi d i dire a ntiquati). Affry (L11igi, A11gusto, Agostino d'). Maresciallo di campo francese, n ato a Versailles nel 171.3, morto n el 1793. Era figlio d i Francesco d't>ffry luogo:enentc generale al servizio de lla Francia. ?s el 1734 si trovò alla battaglia d i Guasta lla, dove fu ucciso suo padre, col grado d i capitano della gu ardia. P er la. su a condotta valo• rosa dnran te le campagne del l 746-4i-48, fu in quest'ultimo anno promosso maresc ial lo di campo. Dal 1755 al 1762 rivestì la ca rica d i ambasciatore, in di fu inviato all'arma ta di Hesse ,col grado di luogotenente generale . Al p rinci,pio della rivoluzion.e francese, messo alla testa dei reggiment i destina ti a lla p rotezione d i Luig i XVI, servì questo principe con zelo durante le giornate 5 e 6 ottobre 1789, conservando la disciplina fra i soldati in mez7,o ai tentativi d i subornazione . D opo la parten.z1 del re per Varennes, si offrl per ser vire all'assero blea nazionale, ma arrestato 1'8 agosto 1792, e scampato ai 1nassacri d e l settembre, posto ,poco dopo in libertà ~i ritirò nel suo castello d i S. Bartolomeo n el Cantone di Vaud, dove mori inconsolabile per la perdita di un figlio ucciso alle Tuileries il giorno in cui egli era stato arrestato. L1,igi Agostino Filippo, conte d'Afjry . Generale e magistrato svizzero, figlio del precedente, nato a Friburgo



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f\FFU_STI DEI SECOLI XVI e XVII

Affus to per morta.!o

Alfll$IQ d CILO « di contro~car:pa » per pezzo cla

All'usto da cwmpagna (pezz.o dia 24)

All'usto da piaz,,a (pc·zzo dà IO) -

Arrusto da montagna

en p rimo, lcleato ct.a. Fa.ure, roncti:tore ,, Perp ignano)

=.a,~

-- ...~

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Il mode.s imo, perfezionato

·Arrusto ln ferro per mor.taio

Affust-0 eta costa ·(pezzo eta 36) Affusto da costa

Aff·nsta di raJconetto

Affuslo da campagna· (pezzo da 12¼


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nel 1743, morto a Berna nel 1810. Comandò l'armata del Reno fino a l 1792. Dopo il licenziamento delle truppe sdzzere da parte della Francia, si ritirò nella sua p·11ria. Fu nominato comandante generale delle forze militari svizzere, e nel 1802 k'<:C parte ,.lella deputazione che la Svizzera m:mdò a Parigi presso il primo console. Nel 1803 fu nominato landammano con poteri straordinari fino alla riunione della Dieta. In seguito fu inca, icato di parecchie missioni importaiiti presso Napoleone.

Affusto. Chiamasi affusto l'a.p_parecchio che sostiene la bocca da. fuoco e che permette l'esecuzione comoda e

rapida ciel puntamento e del tiro. L'etimologia del vocabolo è incerta. Secondo gli autori più accreditati, deriverebbe dal latino fustis (bastone); ad ogni modo essa era già di uso generale nel secolo XVII, in sostituzione delle voci cassa o letto, con le quali veniva in origine indicato il sostegno della bocca da fuoco. Cen110 storico. Il progresso nella forma e nella costruzione degli affusti ha seguito .passo passo l'evoluzione dcll'artii;licria. L'affusto rudimentale sul quale posavano le prime bocche da fuoco era costituito da un troncone di legno scavato a guisa d i trogolo, oppure da un ceppo •> da un tavolone, sul quale l'arma era poggiata e fissata mediante corde o ritegni metallici . Il tutto era tenuto fermo da paletti conficcati nel terreno, in modo da sopprimere il rinculo. Per dare l'elevazione si collocavano cunei di differ;etlle m isura sotto la parte anteriore del :ronco o della tavola. Tale sistema manca assolutamente di mobilità e durante il tiro non er.i consentito alcun cambiamento cli direzione. Superflua sar ebbe la descrizione partirnlareggiata dei primi affusti: i tipi riprodotti in figura, scelti tra i 1Jiù caratteristici, sono su ificienti a dare a l riguardo un'idea chiara e completa. Il rapido generalizzarsi delle bocéhe da fuoco in tutti i paesi d'Europa, i nu111erosi tip i ,Ii artiglierie fus i presso i va.ri e3erciti e l~ prime nozioni concrete acquisite

Affusto di C,1rlo Il TNner arlo (sec. XV) nella tecnica del tiro, ebbero naturalmente ripercussioni notevoli sulla costruzione degli affusti. Ben p resto, infatti, ai primi sostegni rudimentali, i quali, più che altro, rappresentavano mezzi di aippoggio o di trasporto della -bocca d a fuoco, subentravano rupparecchi p iù complessi, studiati e definiti in rapporto all'arma che dovevano sostenere e al tiro che con essa volevasi eseguire. Verso la metà del secolo XV s i hanno già. affusti costituiti da due parti: una poggiava direttamente sul suolo e serviva d i base a tutto il sistema; l'altra faceva corpo

con la bocca da fuoco ed era mobile nel piano verticale. Alla '!)arte inferiore erano collegate due robuste coppie di ritti, muniti di fori equidistanti. Due sbarre d i ferro, fatte passare attraverso fori simmetrici dei ritti, servivano di app9ggio alla parte superiore dell'affusto e consentivano le varia;;ioni in elevazione. In segui to gli affusti vennero resi mobili mediante l'applicazione delle ruote e l'adozione della coda. Carlo il Temerario adottò per primo un tipo di affusto a. ruote, a I quale le artiglir.rie, tuttora prive di o,:ecchioni, erano collegate con fasciature. Un cseinplare interessante, riprodotto in figura, è conser,·ato ne l mllseo d i Berlino. Esso cadde in mano degli svizzeri alla battaglia di Morat, perduta da Carlo ( l 476). L 'esame della figura mostra come già quel pr imitivo esemplare degli affusti a ru!)te, per quanto rozzo, si avvicini alla linea degli affusti moderni. Ma progressi più notevoli vennero fatti in Francia e in Germa:1ia durante

Affusto del secolo XV-XVI

i regni di Luigi XI e di Carlo VIII. Gli affusti a ruote, costruiti secondo tipi ben definiti, vennero resi in quell'epoca più leggeri e ,più solidi me<lianle una sempre più larga applicazione di parti in ferro. La bocca da fuoco non era piì1 un ita ad essi mediante fasciature, ma per rneu.o di orecchio"i, sporgenti lateralmente, che, impegnandosi in adatte orecchioniere, ricavate nella parte Sll!Periore delle coscic dell'affosto, rendevano p iù facile e spedito il puntamento in elevazione. Per mezzo di un carretto a due ruote, ll)iù tardi chiamato « avantreno ll, quegli affusti vennero adattati al traino mediante l'u nione della coda al carrello stesso. I due elementi (affusto e ,Lva,1treno) venivano così a costitu ire u n unico carro a 4 ruote. Infine, nel secolo XVIII e nella prima metà del secolo seguente, segnatamente in F rancia per opera del Gribeauval, e in Piemonte per quella del generale Cavalli, gli affusti delle ·,arie spedalità d'artiglieria conseguirono m iglioramenti ,:osì notevoli da farli considerare come gli esemplari dai quali vennero ricavati i tipi ancora og'(i usati. Qui giov:, ricordare che con i ma;teriali del tipo Gribeauv:il vennero combattute le lunghe guerre del primo impero, mentre con i materiali Cavalli vennero combattute s ino a l 1866 le guerre del nostro risorgimento. Afj11:ti moderni. L'affusto moderno ha per caratteristiche principali quelle di tpermettere con facilità e speditezza le operazioni relative al caricamento, al ,p untamento e allo sparo. Per talune specialità deve essere adatto al traino ad andature r,iù o meno veloc i e iu terreni più o meno varì e rotti. In relazione a questa cond izione di mobilità gli a ffusti si distinguon o in: Affusti mobili: quelli che permettono il trasporto della bocca da fuoco incava!catn, senza che occorra alcun~ trasformazione o manopera d i forza . Saram10 q uindi per-


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manentemente muniti di ruote, atte al traino in terreni più o meno vari (affusti da canwagna, a cavallo, da montagna e d'assedio) ; Aff11sti an~ìbili: quelli che possono essere adattati facilmente al traino e che posseggono quindi gli orga:1i per l'applicazione di ruote che ne permettono il traino su strade (gli affusti da difesa in genere); Aff11sti fissi: quelli che, non dovendo per il loro impiego essere mai mossi dalla loro posizione primitiva, sono organizzati in modo da poter essere scomposti e smontali per un eventuale trasporto. Possono distin-

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culo. Questo risultato è stato ottenuto mediante l'adozione di uno speciale organo elastico, il cui compito i, quello di assorbire in un primo tem!)O la maggior parte dell'energia di rinculo e di consentire poi il ritorno automatico del peuo nella posizione di sparo. Gli affusti rigidi moderni comprendono le seguemi categorie: Affusti a ruote (mobili)

da campagna (e a cavallo) da montagna d'assedio

l

Affusti a cassa ) (a.movibili e fusi)

J nstallazioni (fissi)

AIIusto eia montagna della vecchia artis-licria piemontese (scc. XVII). Fra le cosce dell'alTus10 è una cassetta che si riempie <Il sassi o terra, per cllmlnare U rinculo.

guersi iu affusti propriamente detti quando non richiedono per essere piazzati uua speciale opera muraria (taluni affusti per cannoni da costa), e in ùistgllazioni o impianti quando una speciale opera muraria costituisce invece un elemento necessario d i sostegno, ùi protezione e di funzionamento del materiale (installazioni in pozzi, impianti costieri, ea:.). Un'altra distinzione fra i vari tipi di affusti è riferita a l :modo col quale la bocca da fuoco è collegata all'affusto. Questa unione può essere rigida o elastica, e gli affusti relativi prendono il nome di rigidi o elastici o a deformazione. La bocca da fuoco dei prhni è incavalcala rigidamente sulle orecchioniere dell'affusto mediante gli orecchioni. L 'affusto porta tutti gli organi :ii puntamento e r incula .con la bocca da fuoco. Invc<:c con gli affusti elastici o a deformazione si tende ad ottenere la immobilità assoluta dell'affusto durante l'azione di rin-

da difesa <la costa per mortai

affusti corazzati » a sfera

l

l

a rinculo libero, limitato o soppresso. a rinculo limitato

(

a r inculo limitato o soppresso.

~ a rinculo soppresso

» a canno- ~ niera mininla ~ a rinculo limitato

Affusti a r1wtc. La caratteristica comune e principalissima di questi affusti è quella di poter essere rapidamente trasformati in un carro trainabile mediante l" ausilio d i un avantreno (v.) o di un timone o timonella. Gli affusti da montagna haimo inoltre la caratteristica di essere rapidamente scomponibili in parti di 1>eso non rilevante e tali da consentire il someggio ( 100120 kg.). Gli affusti rigidi a ruote comprendono le i:e- ' gucnti parti principali: 1) Corpo d'affusto: composto di due cosci~ (o di una lunga caua) convenientemente sagomate, di lamiera metallica, generalmente parallele in testata e convergenti alla coda e collegate da calastrell~ traverse e chiavar<.le. La parte anteriore delle coscic costituisce la testata dell'affusto; la parte posteriore tennina con la coda, alla quale sono applicati i dispositivi per l'unione all'avantreno o al timone. La testata dell'affusto poggia sulle ruote per mezzo della sala. Questa è di :i.<:ciaio, a sezione circolare o rettangolare e termina ali~ estremità coi due fusi di sala (su cui si innestano i mozzi delle ruote) e nei quali ~ono praticati i fori o le scanalature per gli a&ciarini. Nella parte superiore del-

PMma dolio SJ)aro Dopo Jo sparo . Affusto Chasseloup a e<:J.isse dNermloota dal rirM:ulo (sec. XIX)


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AFFUSTI DI ARTIGLIERIE MODERNE

A tTusLO s (Ans a ldo) per m ori alo da 260

AITusto per obice d.a 205

.uruslO Franchl--Gregorlni per cannoni di medio r.allbro

AITnsto per obice iwsantc campale

AITust o Ansaldo p~•· obice aa. 105

A0'11s10 Ansaldo per obtcr (la 140

Affusto por- OlOl't aio da 305


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AFFUSTI DI ARTIGLIERIE MODERNE

AITU.SI() a culla <' a piedistallo l)l'r cannoni cli medio calibro AITu,to p ~r ('!lnnonc!no eia 37 (n. M.)

AITU-5to p er c.wrnoncìno Flat

Affusto An;;,iJcto per mortaio (111 260

AfT11J110 Ansaldo per cannone da t05 campale

Alf11s10 per cannone eia mon1a.gna (Llliìa)


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la testata sono 1ricavate le orecchio11iere, rinforzate da sotto- orccchioniere, e chiuse dai sopraorecc/iùmi. 2) R1tote. Sono campanatc per renderle più elastiche. Hanno mozzo metallico, munito internamente di b,·onzina. Dal mozzo partono le razze, che vengono fissa.le ai gavelli con va ri sistemi. Anche i gavelli sono uniti tra loro e al cerchione in vari modi, secondo il tipo di affusto. 3) Congeg11i vari applicat'i. Congegni di Punteria : Sono generalmente a vite doppia con chiocciola fissa oppure osçillan te. La .d etta chiocciola è sostenuta da ral/c, fissate alle coscie dell'affusto o a qualche traversa o calastrello. Freni di via: sono tutti. ad attrito e generalmente costituiti da una sta.•1ga di legno o di ferro, scorrevole sotto le coscie entro due staffe che la sorreggono, che porta alle estremità le sttole d'attrito, destinate a comprimere i cerchioni delle ruote. Lo scorrimento della stanga è ottenuto median te un congegno di vite e chiocciola, mosso dal ma,mbrio del fre110, o.])µurc per mezzo di leve. N'egli a ffnsti rigidi da montagna si hanno anche freni a corda o a staffa (v. freno).

.~ ff«st,j a cuna. Sono costituiti da due elementi prin• cipali, e cioè: l'aJj usto propriamente detto e il sottaff11sto'. Il primo, provvisto del congegno di punteria..

AITusto por mortaio, moct, 1850 ai MH•llo rer11,a,.orce('hlonc; o) Braoctuoli; C) • Chloc·

t·1ola: ,.) Catl'IIC; fl) Bastone scorrevole: F) Fianchi del 1·rppu: ({) Gr·ap l: g') Gancio; M) MMslccio centrale; l') l'Ulll(''IIO; t ) Accial'lno; V) Vite.

rincula su l secondo, che costituisce un organo socon<fario di sostegno dell'affusto, e e.be è girevole a ttorno ad un perno verticale per il puntamento in direzione. L'a.ffusto è costituito da due fianchi paralleli, di forma generalmente triangolnre, collegati da un !omio, da ca lastrelli e traverse . .S uperiormente nei fianchi s:iuo ricavate le orecchioniere. :\lancano talvolta i sopraorecchfrmi e h ,b occa .da fuoco i: tenuta collegata all'affusto con altri dispositivi. L'affusto può essere munito di una o due coppie d i rotelle, montate su sale d i ferro, destinate a. facilitare il movimento d i ritorno in batteria; porta inoltre due guide, che lo dirigono nei s uoi movimenli lungo il sottaffus to, e organi di aggrappamento, per opporsi al sollevamento o all'impenna:mento dell'affusto duranie il rinculo. All'affusto è a.pplicato il congegno cli punteria in elevazione, che può essere a vite o a dentiera : in generale è a vite per i cannoni; a dentiera per gli obici e per i mortai. Il sottaff,tsto è costituito da d ue ,fianchi, i quali portano superiormente le liscie con orli sporgenti. sulle

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quali appoggia e scorre l'affusto nel rinculo e nel ritorno in batteria. Le liscie sono inclinate iu avanti per favorire quest'ultimo movimcnio e costituire freno al rinculo. Per poter puntare con celerità in direzion e, il sottaffusto è girevole attorno un perno. costituito ria un maschio sostenuto da un rocchio facente parte del JPaiuolo o della installazione. I! perno può essere situato anteriomiente al sottaffusto, o al centro, oppure essere disposto avanti al sotlaffusto. Si h anno quindi sotta ffusti a perno centrale, o anteriore, o asanza 10. Le diverse disposizion i del perno dipendono dal genere della batteria: si ha il perno avanzato nelle battl'rie in casama tta per r idurre a l minimo hi cannonicrn; il perno anteriore o centrale nelle batterie allo scoperto. li sottaffusto è munito di congegni di direzione, più o meno complicati a seconda del peso da spostare; <li congegni di sollevamento d6 proietti, quando il peso de i proietti è tale da non consentire il sollevamento a mano. Il r inculo dell'affusto sul sotlaffusto è: limimto dal la inclinazione >de lle liscic e da /re11i; in generale si usano freni idraulici; gli altri tipi d i freno (a striscio o ad a ttrito) sono ormai abbandon.iti. C li affu,,ti ed i sottaffusti sono poi muniti cli pedane, predellini, sGLlctte, balconate, sui qu ali montano i serventi per il !'Crvizio; di ganci. nottolini, sostegni per sorn,ggerc g,i a11111amenti e gli accessori occorrenti. Taluno i: ::wchc munito di swdi o ripari per la proteziouc <lei ser\'cnti. Gli affusti per morloi ~i scostano alquanto da quc,k caratteristiche · generali. E ssi sono per lo più s;,rnv,·isti di' sottaffusto perchè, dato il tiro fortemente curvo a l quale sono destinati, q uella ,JJJ rte verrebbe a subire un tormento ecce~ivo. D'aliia parte il tiro areato permette senza alcun inconveniente <li tenere il ginocchiello molto basso, il che consente di tenere il parapetto dell'opera o del rtparo di propor1. ioni limitate .

Installazioni o affusti di costruzione speciale. Rispondono a particolari esigenze rii terreno e di impiego delle bocche da fuoco. I tipi più caratteristici sono: Afj,u!i ad cclissc: consentono grande prote1.ionc del 11crsonalc nelle installa;;ioni in barbetta, congiunta alla facilit:'1 delle varie operazioni della carica e del puntamento. Sono cost ituiti in modo che la bocca da fuoco ì: riparata dalla v ista e dal tiro avversario dietro un alto p arapetto durante le operaz ion i della car ica e del puntamento, e solo si solleva. sporgendo dal parapetto, all':ttto dello sparo, il) i qursto genere sono oggi gl i affusti a scompa rsa iclropneumatici, nei quali la bocca da fuoco è imperniata a due a loni. che sono essi stessi im,perniati ad una specie di sottaffusto collegato a lh piattaforma. I due alon i, mediante l'asta di ttn cilindro-freno, possono essere disposti nella posizione verticale e 'l)assare poi nella posizione orizzontale o per l'a;,;ione d el rinculo o per l'azioné di una pompa. Affusti i,, casamatta a cannoniera minima. Hanno lo scQPo di ridurre le dimension i della cannoniera, da cui p assa la volata del p ezzo, a proporzioni minori di quelle che si hanno con le costruzioni ordina.rie. alln scopo di dùninu ire il pericolo d ell' imbocco d ella rannonicra <la ,p arte d ei proietti o delle schegge nemiche. lmt a/lai:i011i a sfera. In questo tipo il ca nnone è imprigionato, med iante una sfera. n ella coraua della casari1atta, cò è sostenuto verso la culatta da un seni-


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p ii.ce cavalletto c he serve unicamente di sostegno . La sfera trasmette tutta l'energia di r inculo alla corazza della ·batteria, elle la. disperde nella sua grande massa . A{jllsti a deforma1<ione. I mezzi studiati per elimi,:iare, o almeno r_e ndcre minimo il rinculo, nei materiali <la cam,pa.gna, d à ~nontagn>L e a ca.va llo, sono numerosi, e tra essi si ,possono d tare : i l vomcro di coda, costi tu ii( da una robusta p iastra metallica sporgen te in basso presse la coda, e destinata, interrandosi sempre p iù dopo ognj colpo, a· contrastare l'azione del r inculo; i fr~ni a nastro sui tnozzi, i freni a calzatoia, le funi di . ritegno, ccc. lVIa tutti questi mezzi sono sta ti completamen te a bbandonati in seguito all'adozione <lcg"li a_ij11sti a deformazione, la cui caratteristica è quella <li rimanere im mobili durante il tiro, mentre alcune sole par ti seguono il cannone nel rinculo e ritornano poi auto:natica.inente nella posizione primitiva per !';a zione di uu ricuperatore. E. superfluo mettere in r ilievo come sia r eso in ta l modo possibile di tirare più colpi d i segu ito senza ripun tare la bocca da fuoco e senza perde re in precisione di tiro . li sistema a <lcfoni.az ionc è stato na'turahncnte esteso ai materiali di assedio. da difesa e da costa. Il ricuperat ore è in .generale l'organo elastico del quale già. si è fatto cenno n el porre in r ilievo le ca1·attc1--istiche essenzia li degli affust i elastic, ; ma può esser,c a11chc costit\lito ,fa altre .forme , li <l i;ipositivi che non. subi~cono azione di compressione durante il i-in~ulo. Così, ad esen,pio, i l r itorno nella posizione inizia le è p r ovocato in alcu ni ~ffusti a cassa da lla semplice inclinazione di liscie, su c;.ii s corrano le parti che r incu lano col ca11noue. In a ltri i nve-ce è !:i pressione idraulica..p rodotta d a sist,'!nazion i speciali nell'irn,pianto. che, agendo opportuioamente sulle pa r ti che hanno r inculato. Jç respinge in ttva nti. Gli affusti a clcfonmazionc s i po;;sono quind i •uddividere in queste categorie: I• affusti elastici;

2" affusti idraulici ;

3' affusti a l iscie e freni laterali.

Secondo poi la confonnazione speciale dipendente dall'impiego a.I quale sono destinati o secondo il tipo d i inst:i llazione, gli affusti " dcfor.mazione si posson o a nche distinguere nel seguenk modo : a) affusti a ruote; b) a ffusti a pieùesta llo o a candeliere : e) a ffusti a piattaforma; d) impia n ti o installazioni in torre o in pozzo ; e) affusti articolati. Gli , a ffusti a deformaz ione a ruote sono tutt i eh. slici. Essen,lo destinati acl essere mobili, essi hanno i caratteri genera li clc~li a ffusti a mote, che già sono stati espos ti per gli a ffusti rigidi. E' da notarsi p erò che, data la cond izione della assoluta. immobilità dell'affusto durante il tiro, si rende necessaria. una lunghezza d i coda notevole, che raggiunge in ogni caso il massimo ammissibile con la maneggevolezza dell'afft1sto. Sono muniti anche (li vomero rigido per aumentare la stabilità. In genere sono tutti a culla. Il primo tentativo d i a ffusto elastico esperimentato e adottato in lta.Ii.i. è quello del cannone da 57. Il genera le fra ncese Langla.is ne l 1892 costruì un materiale a deformazione che la Francia, per la prima, adottò per la propria artiglieri:t da campagna, seguìta a in-

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tervalli di tempo più o meno lunghi, da tutti gli a ltri stati. E nel volgere, di pochi anni l'adozione del nuovo materiale venne estesa a tutte le altre specialità. L'Italia fissò dapprima (1906) la sua scelta sul materiale a deformazione costruito dalla Casa Krupp, ma in seguito (19 J 1) pxeferl p er le batterie da campagna l'affusto costruito e ,proposto d al generale francese D éport. T a le affusto prese il nome di « affusto per cannone da 7S M. 1911 >>. E' a grandi settori d i tiro, a coscie diYaricabi li e a freni coniugati. In esso le coscie sono u\lite a snodo alla sala, che appoggia a lle estrem ità sulle ruote . In ttn telaio disposto sulla parte mediana della sa.la è imperniata su u n asse verUcale· la cuifo d'affusto. L ungo questa scorre una slitta con d ue aloni arcuati posteriori sui quali è incavalcata, mediante orecchioni, la culla dr/ cannone, foggiata a manicotto. cn t.ro la quale è scorrovolc i l cannone. La culla d ell'affusto contiene un freno a debole res istenza e u n ricuperatore, che regolano il movimento della sli tta rispetto alla culla., e le permettono il rinculo <li UJJ metro . La ç ulla del cannone contiene un freno a grande resistenza e un Tiouperatore, che permettono ci.I rnnnone un r inculo di 36 <:m. Le coscie si riuniscono per la marcia, e s i divaricano quando si mette il pezzo in batteria, i n modo da formare trn di loro un angolo massimo di 54° ; esse sono assicurate al terreno per 11nez.zo di v<Jmed, infissi a terra a t:olpi di mazza. La pos izione della sa la e della cu lh rispetto alle coscie i: regola ta da d ue settar-i di p11ntamcnt(, a vitd, u no per coscia, ind ipendenti imo duiraltro. La cu lla d ·a ffusto può r uot are or izzontalmente r ispr,tto a lla sa!:i per un settore di t il-o orizzon tale di SO gr;,di a coscie aperte e d i 6° a coscie chiuse, e il movimento è effettuato per mcz?.o d i un congegno dì dir,·zionr, che aP,isce tra tlllla. e ,,ala . La culla del c:innonc può assumere rispe tto a quella d 'affusto inclinazioni fino a 50°, per ruezzo cli ur, congegno di ele~·a;iionc. agente tra la cu lla del cam10nr· e la slitta. Il rinculo avviene in modo tale che con piccoli angoli di elevazione non si ha impennata, mentre con angoli grandi il cannone non va ad urtare con tro terra. (PClr la descrizione <lei freni, dei ricuperatori e delle :tltre par ti -che costit uiscono un affusto ;1 de(otrnazionc, ved i voci relative). Affusti elastici a picrlestallo . I n questi affusti i l piedcstallo o sostegno è fissato a l terreno con d1iavar<lc an corate a piastre d i forro o ad aneli i collocati nella rnassa del calcestruzzo. Sul pic-cleslallo è imperniahl, girevole attorno ad u n a sse, un afi·ustino a forchet ta o a cassa, che sorregge la culla mediante 01:ecch ioniere. Il puntamento in direzion e è sempre ottenuto con congegni p ortàti dall'affustino che agj~--cono sul sostegno. I congegni d i elevazione agiscono tra affustino e culla o tra · affustino e cannone. D a noi si hann o affusti a picdestallo e culla per il cannone da 57 H (tipo Am1sfrong); per il caJmone da 75 A in casamatta; per i l cannone da 152 R. M.; e aff,usti a p ie,Ìésta.llo a çandelicre (o a liscic) per il cannone d a 42, da 57, da .ì7 H, d a 75 B (R. M .) . ln1j;ùmti e i,ist.allazioni a piatt aforma. Sono cosdtui ti da u n affusto a cassa composto di due .fianchi o aloni paralleli fissati su un>t piattaforn1a circolare, la


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quale appoggia rnc<liantc una controrotaia su una corona di rulli, scorrevoli su una rotaia fiss:ita al terreno mediante lunghe chiavarde, ancorate inferiormente a piastre o a grandi anelli d'acciaio compresi nella massa cementizia della pia.uuola. L'affusto porta incavalcata la culla in cui scorre la bocca da luoco, oppure è foggiato superiormente a liscie i)(!r lo scorrimento del blocco porta bocca da fuoco. Alla piattaforma è unito il congegno di direzione, ohe agisce tra la piattaforma e una dentiera fissa alla rotaia dei rulli. La piatta.forma ,porta pure la copertura o la corazza quando esiste, e gli organi per il sollevaJt1cnto dei 'Proietti e per il carica.mento. Appartengono a questo tipo di impianti l'affusto a blocco per obice da 280 con sottaffusto idropneumat ico; l'installazione i,er cannone da t49 tipo A. M. e l'impianto per obice da 305.

J.111pia11ti e i1tstallazio1ti i,, pozzo. In questi impianti il materiale è protetto da un parapetto avvolgente che forma un poZ7.o, le cui parti concorrono a sostenere il materiale ori organi di puntamento o d i difesa. Quest i ultimi constano di una cupola che chiude completamente l'apertura del IJ)Ozzo, munita di una cannoniera minima da cui sporge la sola volata del cannone, oppure d i una copertura a unghia di cavallo che protegge le ,parti del materiale non riparate dalla muratura. L'affusto può essere sul tipo d i quelli già descritti, a piatta.fonna o a piedcstallo. In generale si hanno affusti a piattaforma poggianti sul fondo o su un gradino delle pareti ve rticali del pozzo. A questo tipo di impianti appartengono le installazioni per cannoni da 75 A e da 87 )1. 88; per cannoni da 149- S. e per cannoni da 305. (Per altre i11cisio11i di affusti, v. alle <1oci: Bombarda, Cannone, },1ortaio, Obice. Installazioni ferroviari,,, Controaerei, ecc.). Affusti per artiglierie navali (V. anche Torre com•zata, Artiglieri.e 1uz-vali). Sulle navi a vela gli affusti erano a ruota e non diffcdvano molto da quelli rigidi terrestri; erano però più corti e più robusti; aYevano quattro ruote di legno piene. Tutti i cannoni stavano allineati a d istanza convenien te nelle batterie con le bocche sporgenti dagli sportelloni, e assicurati alla murata mediante iparanchi in carn. Dopo ogni colpo era necessario far forza su i paranch i per r iportare il cannone nella linea di tiro. La punteria in elevazione si ottenova mediante un cuneo che veniva ficcato al d i sollo d ella cula tta. Af]u!li a telaio. Nella metà del secolo scorso vennero creati gli affusti a telaio, i quali consistevano essenzia lmente in un robusto tela io di legno duro, ricoperto di .piastre metalliche, con una lunga fenditura nel mezzo, sul quale telaio veniva fissata, -mediante appositi blocch i a pressione, la parte inferiore della forchetta che sosteneva gli orecchioni del cannone. Al momento dello sparo il canno1,e e la forchetta rinculavano strisciando sul lungo telaio e per mezzo dell'attrito assorbivano l'energia di rinculo. Ii telaio era fissato al ponte con un perno anteriore e intorno a questo girava per la 'J)unteria in direzione. Affusti a freni e lisce laterali. Con la invenzione dei torchi :id raul ici, gli affusti presero la forma di quelli a

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freni e liscie laterali. Ii torchio di rinculo. che esiste tuttora, consiste in uno stantuffo che può scorrere in •.m cilindro ripieno di liquido viscoso. La testa deìlo ~tantuffo presenta dei laschi che possono essere ridotti di dimensione, durante il rinculo, mediante apposik valvole, oppure la testa stessa presenta da una park un incavo praticato lungo una generatrice, neJ quale incavo scorre durante il rinculo un oscuratore che i: fissato al c ilindro e presenta una maggiore o minore. sezione a seconda della posizione dello stantuffo nella sua corsa. Lo stantuffo è fisgato rigidamente al cannoné e viene trascinato nel movimento di r inculo; i-I cilindro è fisso con l'affusto. Il liquido per passare da ,lll'l parte all'altra dello stantuffo offre tma resistenza che, essendo inversamente proporzionale alla velocità. di rinculo ed alla viscosità del liquido, offre un freno graduale. I primi torchi di rinculo vennero ideati a Woolwick e poi ne furnno costruiti da Vavasscw· (a va!vole). Gli affusti a freni e lisce laterali avevano appunto due cilindri freni, uno da ciascun lato, e posti in ,posizione inrl inata sull'orizzonte in modo che il cannone, nello stesso tempo che rinculava, era costrett.c ;i. salire, ottenendosi cosi automaticamente il ritorno in b:i.tteria per effetto della gravità. Anche questa disposizione venne ideata dal Vavasseur, come pure allo stesso sono dovuti i primi congegni di punteria di elevazione ad arco dentato. .4fju.sti a ca.sso11e e a piedistallo. I primi affusti a freno e lisce laterali furono a « cassone » e vennero poscia sostituiti da quelli a perno centr:i.lc, in cui il cannone è sostenuto da una robusta forchetta che pesca, con un perno cen trale, in una campana al trettanto robusta che viene inchiav:udata al ponte della nave. Gli affusti a perno centrale, o a piedistallo, o a candelliere, sono r imasti in uso per i p iccoli p l ibri anche co~ l'avvento della culla, la quale può dirsi il secondo importante ritrovato dopo il cilindro freno degli organi dell'affusto. La cu lla è una robusta manica di acciaio o di bronzo che fascia buona parte della culatta del cannone. li cannone non porta orecchioni ma li porta la culla. Il cannone ba una o p iù appendici nella sua parte posteriore con cui viene collegato agli stantuffi dei freni e dei ricuoeratori. mentre i cilindri degli stessi fren i e r icuperatori sono d i corpo con la culla. I movimenti di elevazione sono dati in tal modo alla culla, ed il ca1mone, rinculando, si sfila, per SO60 cm. dalla cu lla, ritornando ,poscia ad infilarsi per la spinta che· riceve da apposita molla sistemata in d lindri ricuperatoci, oppure per effetto di energia idraulica, od infine ancora per una ben s tudhtta com binazione di cilindri idropneumatici a tenuta stagna d'aria. in cui l'aria immagazzina l'energia di rinculo comprimendosi, e restituendola poscia per ri portare il pezzo in batteria. Grande vantaggio della culla è che i.I cannone, dopo lo sparo, r itorna ad avere la stessa elcv,\zione che aveva p rima, trovandosi cosl a utomatic-amente molto prossimo alla nuova posizione di fuoco. La prima idea dei ricuperatori ad aria compressa ~ partita nel 1871 dal Generale italiano Biancard~ ma soltanto recentemente ha trovato pratica applicazione. per le difficoltà. che si incontravano nella tenuta i.tagna ~lcll'aria attraverso gli stnntuffi .


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AFFUSTI DI ARTIGLIERIE MODERNE

AfTusto per

c:annone <l,t rnon1ag-no cta %

.-:<>mpleto con soua1

Aff11s10 per cannone ct1 7;;;13 M. 1~15

AlTusto per cannone do campagna da 75

Arrusto per cannone da campag-na aa 75

AITU,SIO per oble-O da 100/ I 7 M. 1914

Affusto per mortaio da 305/10 M. 16

Affusto per mortaio da 210

(materiale austriaco)


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Affusti n linea d-i mira indipe11de11te. I moderni affusti hanno un altro particolare importantissimo, e cioè la linea dì mira indipendente. Per tutte le operazioni di carkamcnto quando si deve portare il cannone dalla ~levazione ~Ila posizj~ne orizzontale, si manovra una leva mediante la quale il pezzo viene svincolato dnJl'alzo. In tal modo il puntatore continua a traguard.u-e 'il bersaglio senza preoccuparsi di altro e non appena il ~annone è riportato in clevttzione torna nella posizione in cui si sarebbe trovato se non fosse mai stato svinrolato, · anche se. nel frattc-m1>0 il puntatore ha mosso ;l':ilw. Questo sistema di svincolo cm necessario soprat~utlo nei cannoni antiaerei: ma è utile anche nei cannoni navali a grande portata, che non si possono caricare ad elevazioni superiori ai 5° e che sparano iuvece, in generale, ad elevazioni di almeno 15°-20°. Nelle ' artiglierie antiaeree infine, dovendosi dare ai cannoni ' delle elevazioni che arrivano ai 90°, è stato necessario '.abbandonare nuovamente l'affusto a perno centrale per : tornare all'affusto a piattaforma, dove culla e cannon.! sono sostenuti da d ue robusti aloni laterali, i quali aloni sono collegati in basso mediante una corona circolare che può ruotare a vol,>nt.à e con poca fatica scJ'. pra altra corona d i accia io d\lro, del pari circol11re, ;mediante l'interposizione di rulli a sfere di acciaio. Gli affusti moderni fino al calibro da 120, antiaer,!i ;e<I antisiluranti, hanno dispositivi automatici per l'apertura, il caricamento e la chiusura dcli' otturatore. Quando l'affusto diventa di grossl mole si sostituisce alla forza dell'uomo l'energia idraulica o elettrica per i movimenti di elevazione e di brandeggio, mediante -<!PPOrtuni motori ad asservimento . . Lo sforzo d i rinculo che un grosso cannone eserciti ~ull'affusto può arrivare a 500.000 kg., energia che viene assorbita in parte .dai freni e in parte dalle sottostrutture dell'affusto. Una formula Ansa ldo, sempli;e ed abbastanza esatta per calcolare detto sforzo (misure in chilogrammi e metri) è:

Vm

= pXVi : 1500 w p

dove: Vm è la velocità di rinculo; P peso del proirt. tile; Vi= velocità iniziale del pr0iettile; J 500 fat• tore pratico; w peso della carica; P peso delh massa rinculante. · Ricavato Vm, si rica,·a 2' dalla formula :

=

=

T=

P

=

X Vni

2 g qove: Tè la forza del rinculo; P:::: peso della massa l'accclera1ionr delb gravità, V!11 la 1>/nculante ; g velocità di ripculo; I= lunghe1.za del rinculo.

=

=

Afganistan (Geogr. mil.). (Superf. kmq. 500.000; Popolazione S-6 milioni di abitanti). E' l'antica « Arac'os ia », ponte di passaggio fra l' Asil orientale e l' A~ia <>eeidentale, interrposta fra due antichissimi ed importanti focolari di civiltà: l'Indo e rEufrate. E' inclusa nell'acrocoro dell'Iran del quale forma l'estremo orien~iile ; confina a nord con il TurCM>lan russo, con la ccpubblica di Bochara e con il Pamir; ad est con l'Ind ia; ad ovest con la Persia. L'orlo settentrionale de!-

l'acrocoro fa parte della gigantesca fascia di alteterre che percorre il continente asiatico in tutta la sua lunghezza. N cli',l. orientale esso prende anche il nome di Caucaso Afgano. C2sca a nord sulla bassura Caspica e sui bassopiani turanici separando l'A. transcaucasico, che ha comuni i caratteri geografici ed antropogeogra Jici con il Turchestan russo. dal!'A. meridionale che è regione di transizione fra l'India e l'Iran. La separazione geografica fra queste àue regioni è data dall'orlo orientale dell'acrocoro, costituito da una serie di catene « scagliona!~ militarmente» dice Rcclus, che degradano sul bacino dell'Indo. L'orlo settentrionale è r:wpresentato da un sistema continuo di montagne, che il corso dell'Heri !Iud separa .dai mon ti del Corasta;1 (Persia) e che va successiva.mente aumentando di compatteu.a e di imponenza man mano che procede verso oriente, fino a culminare nell'asprissima catena dcll'Tndu K usch merci: la quale si salda all'acrocoro del Pamir. La giunzione avviene al passo Baroghil (rn. 3790) che collega la valle del Pangi, uno <lei primi affluenti dell' Amudaria ( tributaria del Lago Arai) cori l;l valle del Citral, affluente di sinistra del Cabùl, che a sua volta confluisce nell'Indo, e continua serrata, incisa <l:i po-, chi passaggi elevatissimi fino al Passo Damian (m~tri -1349). Di ques ta catena, il Tirac Mir, che si erge a nord di Citra~ raggiungendo i 7740 metri, è la vetta più elevata. Il passo <li )/ucsan che si apre ad occidente di questo colosso, mettendo in comunicazione i due centri abitati di Sebak e di Citr:tl, è allo piit d i 5000 metri cd è praticabile sola.mente per qualche settimana <l'estate. Altri valichi importanti sono il Passo Dora, i passi Cavack, Scihr, H agi I-Jack, Cuscian. L 'i111-poncnte catena del Paropamiso, la quale si stende ad occidente dell'Indo Kusch, ha una larghezza media di 300 chilometri, ed è raddoppiata a nord da una sorie <li rili~vi chr si originano anch'essi nel Parnir e si prolungano ad ovest, allargandosi disordinatamente nell'A. tran,caucasico cd interponendosi fra i numerosi affluenti di sinistra del!' Amudaria e del M urgab. A sud del sist•> ma principale si stende un insieme di alteterre anche più caotico cbe orienta le sue catene grossolanamente in d irezione nord est-sud ovest, verso la pianura desertica e verso la depressione paludosa di Seistan alh quale affluiscono qi1asi tutte le correnti fluviali del paese. L'A. ha pertanto, nel suo insieme, l'aspetto di nn piano inclinato a sud ovest, dall'angolo nord orientale del Cafiristan alla depressione anzidetta. Dal Koh-iBaba (m. 5175), centro idrografico importantissimn, scendono il Cabùl, che si ali<menta d i due correnti che gl i affluiscono d:i d irezioni diametralmente opposte : il Corband cd il Pagir; si dirige ad oriente aprendosi il passo fra profondi anfratti, e si getta nell'Indus do,>o avere a ttraversalo le selvaggie gole di Kaibcr (v.). Dalle montagne del Koh-i-Baba scende l'Helmend. il corso d'acqua 1>iù importante dell'A. (1000 km.) ; si perde nelle paludi d i Seistan (Hamun). Le porte '!)rincipali per le quali si entra in questo paese che l'asprezza dei luoghi e la selvaggia natura degli ab itanti hanno reso cosl difficilmente accessibile. sono : I passi altraverso l'Indu Kush (Paropamiso) che confluiscono tutti a Cabùl; il Passo di I·Iasret-i-Daba, che si apre comodissimo nel Koh-i-Baba occidentale e


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AFFUSTI° DI .Mf\RINF\

A!Tusti dl marìrta (secoli XVIII-XIX)

AffU.SIO di marina (Sec. XVI)

AJTusto di marinru (SCC. XVI- XVll)

[ Atrusto di marina (scc. XVI)

~

Anti.co affus1-0 n.avaie a cassone, a freni e li.<;ee fator.a.!i

AJTusto A.nsaJdo per cannone ùa 102 da coperta

Antico a1Tth5to navale a piedist.allo, a fremi e lisce laterali

AlTusto a culla e p iodist.allo per cannoni di piccolo calibro

Aff.usto Ansaldo per cannone da 70/17 cl.a sbarco


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AFGANISTAN

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Kilometri

collega con una comunicazione che potrebbe facilmente diventare una grande via di traffico la regione russa di ::Vl.erv e la regione <li Hcrat; infine i valichi già nominati che dall'Indo adducono all'A. settentrionale ed a quello meridionale. Le località di Cabùl, d i Herat e di Candahar, l:J. quale ultima allaccia le comunicazioni che vengono dalle due prime, sono centri di grande importanza mili • tare, tanto che vennero definite le chiavi dell'India. Oggi una ferrovia russa ,giunge da Merv fino ad un centinaio di km. da Hernt. Da questa località la strada carovaniera prosegue su Kandahar, donde risale a Cabùl, seguendo l'antica strada regia di Alessandro oppure per Quetta ed il Passo Bolan giunge all'Indo. A Cabùl convergono tutte le comunicazioni che conducono al Pengiab. Nel Belucistan, a non molta dista117,a dal confine afgano, corre una ferrovia inglese che, unita a quella dell'Indo, circonda da due lati !'A., ma questo veicolo di civiltà è per ora inesorabilmente fermo alle porte. di accesso a questo paese che ha visto in utilmente rifluire sulle sue terre i gonfi marosi di due diverse civiltà e continua a vivere in un superbo isolamento, fiero della sua indipendenza e geloso delle ricchezze che le sue aspre montagne pare racchiudano in .!.bbondanza. Afga1'ista11, (Storia). L'A . confina con la Persia, con la Russia, con l' India, col nolucistan. Si ~stendeva

300 =-

·100

un tempo, all'ovest fino ad Herat, al di là della foce de!l'Helmand, a nord fino a Kashgar, comprendendo quindi il l3o!;thara, a sud fino all'oceano Indiano, e ad est penetrava per un buon tratto nel territorio attuale dell'India. Il paese conta nove razze distinte; Afgaru, Tadgik, Kizil-Ba.sd, Hesar~ Husbek, Indù, Giat, Kalir ed Arabi. Gli Afgani, che forma.no la. razza dominante, sono in numero di tre milioni circa e si suddivi~lono in cinque grandi tr_ibù; Batanai, Ghilza~ Gurgisclitai, Sarabanai e Karanalai. I membri di quest'ultima tribù, che è la. più -potente, si attribuiscono il nome di Pathan, mentre .Je altre quattro comprendono !!li Afgani propr iamente detti. Afgani e Pa.tha11 si vantano d iscendenti dalle dieci tribù d i Isr~elc, ma qutsta origine ebrea non è affatto provata; tuttavia, si tra!ta indubbiamente di el0menti semiti. Essi sono spars i in tutto il territorio, ma. particolarmente nelle provincie >dell'Est e del Nord-Est. I Tadgik sono la razza più numerosa degli Afgani e costituiscono nelle pro,,incie dell' Ovest l' elemento autoctono. Il loro nome, che significa « contadino n è stato loro dato in contrapposto di quello di « Turk » o guerriero. Sono in maggior •parte sedentari, in piccola parte, nomadi. 1 Kizil Bascl sono sl:tti introdotti nel l 737 da Nadir, Scià di Persia, e sono un miscugilo di Persiani e di Turchi parlanti persiano: essi formano a Càbul una colonia influente per ricchezza e per cultura. G li Hesarl costituiscono un forte ,gruppo nomade e bellicoso


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e discendono, secondo 3l!cuni, dai l\fongoli portati da Gengis Kan, secondo altri, dai Turcomanni Usbek della tribù dei Berlas inviati da Tamerlano nel 799 del1'Egira nella nllc di Badgis suU'ailto Murgheb, d01~dc essi si sarebbero estesi fino a Càbul all'est e fino ad H ari l<.ood all'ovest. Gli Usbek della tribù di Kutagan, sono i discendenti <lei Turcomanni che conquistarono I' i\fganistan: essi costituiscono l'elemento dominante nei Kanati del Nord. Gli Indù dell'Afganistan appartengono alla casta -dei guerrieri e vivono principalmente nelle ciuà. I G iat sono probabilmente popolazioni autoctone: vivono sparsi in tutto il paese. I Kafir sono stabiliti sulle montagne doll'Indokusc, a nord del Cabu listan: e.'ISi appartengono alla razza caucasica. Gli Arabi formano una massa con.patta nel distretto di Konar, nel Cal>'ulistan settentrionale, e si trovano inoltre spàrsi negli a.Itri d istretti, come, del resto, gli A1111eni e gli Ebrei. Le tribù afgane che compongono le dette razze si mescolano sovente fra loro e si accrescono in seguito ad alleanze contratte o sciolte tra le famiglie ed i dan. Xelle città, la separazione fra tribù e tribù è meno sentita; in alcune, gli Afgani non formano che una mino ranza: il r esto è formito da Ta.gik, Indù, E brej, Persiani, ecc. Le lotte fra la rv.za degli Afgani e le altre razze e fra le varie tribù c<l i conquistatori stranieri, sono numerosissime. Nel XII sec., sul trono d i Delhi che fu fondato in India dalla dina.~lia dei Patl1an, si insediò come successore l'afgano Jl'[alunùd, nativo di Guznee. D opo Gengis Kan, tutto l' Afganistan divenne dominio di quella dinastia mongoiica. All'inizio del XVI scc.. signoreggiava in Ca.bui il Gran Sultano Biber, alla cui mo1·tc gli Afgani si liberarono dalla dominazione mongolica, per cadere ,però sotto i Persiani. F a il 1727 1:d il J 747, il Persiano Nadir Scià intervenne negli affari dcli' Afga11istan, conquistò Can<lahar e Delhi e si incoronò Re. E gli chiamò la sua. dinastia « perla del tempo >> e riusci a con ferire al regno stabi lità. ed unità. Il suo successore Timur fu meno fortunato e peroette akune p rovincie : morì nel 1793 la.sciando 22 figli. Di questi, prima Siman, poi Ma.hrnùd, poi Sudscia, ed infine nuovamente Mahmù:d, con l'a1)])0ggio di Dost Moha.mmed, potente ca.po della tribù Barechsai degli Af. gani dell'Ovest, ebbero il trono. Aliine, quest'ultimo -ca.po si impadronì di Cahul e assunse il titolo di Scià. Egli cercò, avvalendosi dell'aiuto della. Russia e della :Persia, di unificare l' Afganistan, comprendendovi anche il regno dei S ikb, fino illom indipendenti. L ' Ingh ilterra, che frattanto si era affermata nell'In<lia., temendo uni eccessiva C9Pansione della Russia nel!' Asia Centrale, riusci con abile lavorio diplomatico ad isolare l' Afganistan, con il .proposito di installarvi uni dinastia favorevole al protettorato inglese. Anima. di questa politica fu il grande viaggiatore inglese Sir Alessandro Burnes il quale, inviato fin claJ 1837 a Cabul per con1robilancian·i l'influenza dell'inviato russo capitano Vikovitch, aveva ~ isti to vivamente sul pericolo rappresentato dall'estendersi dell'influenza. russa in Persia e nell' Afganistan. L ord Auckland, allora governatore generale delle Indie britanniche,- decise di detronizzare Dost Mohammed. e sostituirlo con il veccliio Sci/t Sudscia, che si era appunto rifugialo in India. Concluse ,perciò un'alleanza con Rundschid S igh, prine>_pe dei S ikh, lasciò che Sudscia arruolasse un proprio contingente :umato, che fu compooto di 5 reggi-

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menti di fanteria. e 2 di cavalleria, e nell'autunno del 1838 mobilitò tre d ivision i di fanteria anglo-indian,l è due brigate di cavalleria, dirigendole alla. frontiera af-gana.. Tali truppe, insieme a quelle dello Scià Sudscia. e dei ,Sikh, formavano un totale di 50-60 m ila uomini. Prima g11erra afgana ( 1838-1842). Il 10 ottobre 18.J8 scoppiò la guerra. L'armata bengalese e quella degli Indù, al comando d'èl gen. W. Cotton, mossero coatcmporaneamente il 10 dicembre dalla locatità di radunata, Firuzpur sul fiume .Sutlege, e si congiunsero presso Quctta con la Divisione d i Bombay c.:omandata da Sir John Keane. A<l essi si unì l'arinatella dello Scià Sudsdi, forte ICli circa 6000 u . che s'era raccolta a Shikail)ur mentre i Sikh avanzavano per un'altra direttrice, e.la Pcshawe.r verso Cabul. Le truppe anglo-indiane dovettero sopportare gravi disagi e subirono perdite note,·o!i per le difficoltà logistiche dell'avanzata: dal nemico non venne quasi alcuna molestia. Candahar fu occupata alla fine di aprile 1839 senza combattimento, ed ivi Sudscia fu proclamato Scià. Alla fine di giugno, dopo aver lasciato a Ca.nd~har una 'J)iccola guarnigione, le truppe britanni<:°he avanzarono su Cabul. La notte del 23 luglio, Guznee, fortezza r itenuti imprendibile, difesa eia 3000 afgani- agli ord ini di Hydcr, uno dei figli di Dost :M:oh:w1mcd, ìu presa: il 7 agosto Cabul dovette aprire le sue porre allo Scià ed ai suoi alleati. Dost Mohammod, temò qu,, !ohe resistenza, ma poi, ~lopo aver a,bba.ndonato le sue a rtiglierie e le impedimenta, si ritirò in fretta verso TJamian ove più tardi, in seguito ad un nuovo combattimento sfavorevole avvenuto il 3 novembre 1840, dovette arrendersi agli Inglesi. Ottenuto tale successo, gran G)arte delle truppe inglesi fu ritira.la e rinviat1. nell'Indostan, per la via di Peshawar. Apparve chia ro però al più p resto come imprudente fosse stata questa. decisione. Il nuovo sovrano non poteva mantenersi che con l'appoggio d i una grande forza militare, dato lo stato di crescente effervescenza del paese. Continue spcdiz.ioni si rendevano necess,u ie per combattere le tribù dissident i, cd i 5UOCcssi non assicurivano nemmeno una tranquillità momentanea, tanto era violento in tutta la ·popolazione l'odio per lo straniero. I rinforzi inglesi, chiesti dai r appresentanti britannici a Ca.bui, Mac Naghten e Sir Alessandro Burnes, non poterono essere raccolti in tempo. Apparve chiiro che la frolltiera del fiume Sutlej era. troppo lontana da.li' Afga.nistan per poter esercitare su quel paese una effetti\'a inAuenza militire. Il 2 dicembre 1841 scoppiò la rivoluz ione a. Ca,b•1l, favorita dai reggime~tf afgani al soldo inglese. Sir Alessandro Bumes fu ucciso. Le truJ>pc inglesi d isloca!.! nella capitale e fuori, senza rifomiment~ ed avendo esaurito le munizion~ dovettero arrendersi il 24 dicem.ibre al vincitore, Akbar I<an, figlio di Dost l.\Iohammed. Sir :Mac Naghten fu ucciso dallo s tesso Akbar: a lle truppe che com:prendevano 5500 combattenti, oltre a.


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12.000 portatori e molte donne e fanciulli, fu concesso di ritirarsi in India. La ritirata cominciò, agli ordini del vecchio generale Sir Elphinstone, ma nel terreno montuoso ad est di Cabul venne attirato in una serie di imboscate. Il 4 gennaio l'intero contingente fu circondalo [ll(l le montagne e in 4 giorni completamente d istn1tto: una piccola parte di superstiti fu fatta prigioniera. Solamente UJl medico militare, il Dr. Rrydon, riuscì a scampare ferito, cd a portare a J alalahad b. notizia <:lei disast ro e confermare la voce già. corsa della uccis ione dello Sdà Sudscia. F rattando, le due guarnigioni britanniche di Candahar e di Guznee, ciascuna di 1000 u., subivano la stessa sorte di quella di Cabul. Il ,presidio di Jalalabad, forte di 2000 u., riconosciuta impossibile la ritirata attraverso il p:isso di Khyber. tenuto dalle tribù insorte. si chiuse nella città in attesa di rinforzi e resi.stette valorosamente agli attacchi afgani. Finalmente. il 7 aprile, le truppe del generale Pollock, in mai•cia eia Peshawar, attaccarono e presero il passo cli Kaiber e si con giunsero al presidio di J alalabad. Lord Elleborough, succeduto come goyernatorc a Lord . Auck land, credette ron questo successo di aver salvato l'onore delle arm i britanniche ccl iniziò le trattath·e con gli Afgani arrestando l'avanzata delle truppe. Ma in seguito alla disapprovazione del Parla1nento per questa politica remissiv:t, fu dato ordine d i conL;nuarc le operazioni. Il generale K ott, il quale marciava da sud su Cabul. occupò Guznee e la incendiò. TI generale Pollock, dopo avere battuto le forze di Akhar Khan e valicato i passi da J alalabad a Ca,bul, entrava trionfalmente · in questa citt!t il 16 settembre : tre giorn i dopo vi era raggiunto dal gen. Xott. I prigionieri ancora viventi Yenncro liberati e sulle città del territorio conquistato fur<1no esercitate gravi rappresaglie. Un cong iunto di D osl Mohammccl, Siman, assunse per volontà. degli inglesi, il potere nel!' Afganistan. Le truppe si ritirarono in ottobre dopo a vcr raso al suolo le principu li fortezze e bruciato il Bala-Hissar (,palazzo reale e cittadella) di Cabul. A-.n-c11imellti fra le due g1terre afgano-inglesi. -Dost Mohammed al quale, crune a tutti gli altri 11 i gionieri afgani era stata restituita la libertà dopo l'evacuazione del territorio, cominciò a riaffermare gradatamente il proprio potere. e cercò di rendersi utile appoggiando gli Inglesi nelle loro successive CatUJ)agnc ,contro i Sikh. I l 2 l febbraio 1849, questi ultim i cranc.i battuti a Guzcratc e pochi mesi dopo, nel 1850, il runjab era annesso definitivamente ai domini inglesi. Contcmporaneameate, Dost !-.[ohamrned risaliva col titolo di Em iro sul trono di Cabul, le cui frontiere ora coniìnavano con i possessi britannici. Egli seguì una politica anglofila e nel 1854 stipulava con l'incaricato i.'1gl.-sc Sir John Lawrence un trattato per il quale l'Inghilterra -prometteva d i rispettare l'integrità. del suo tt.r· ritorio mentre e.gli ed i suoi successori prendevano an1.logo in1pegno nei riguardi dei possedimenti britannici. P iit tardi, nella. guerra che l'Emiro sostenne con la Persia, il governo indiano gli fornì un sussidio annuo. Ques te buone relazioni ,port:trono per risultato che nel 1857, durante la terribile insurrezione indiana, Dosi Mohammcd restò fedele all'alleanza contra} :t e non dette il menomo fastidio ai posti di frontiera britannici. Alla sua morte, avvenuta nel 1863, la guerra civile

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per la successione, scoppiò fra i suoi figli Shere Ali, A1.im e Afzal, e desolò per 5 anni il paese. Sir John Lawrence, <livcnuto in quel periodo appunto governatore dell'India. si astenne dall'intervenire, affermando che il governo britannico avrebbe riconosciuto come padrone del paese il pri ncipe che lo diverrebbe di fotto. Shere :\li riuscì dapprima à tenere il trono per un paio d i anni, ma poi venne rovesciato da Alzai, il qua.le però poco dopo moriva (1867). Suo figlio maggiore Abd-ur-Rahmàn, avrebbe voluto succedergli, ma fu prevenuto dallo zio A;dm, onde pensò che migliore politica era quella di fargli omaggio, e rinunciò alla &\ICCessione. La sorte intanto cominciava a diventare favorevole a Shere Ali, il ciuale nel marzo 1868 r,presc Oanda.har e nel mese di settembre r ientrò a Cabul m~utrc i suoi avve:sari si ritiravano a Nord verso Ilalkh. L'Emiro affermò subito il suo intendimento di seguire la politica anglofila ciel padre e ne ebbe in compenso immediati appoggi fina.1»iari con i quali potè definitivamente sopraffare i rivali. Lord Mayo, clie succedette poco dopo a Lawrcnce, reguì la stessa politica ed ebbe nel marzo 1869 un convei;no solenn r. con l'Emiro. Quc~t i propose un trattato rli alleanza completo che il Vicerè fu costretto a respingere poichè non era nelle vedute del Governo Centrale. Egli ebbe solamente premesse d i appoggio morale e di sussidio. Pocc dopo, il governo britannico concludeva un accordo con la Russia, nel quale veniva stabilito che il confine settentrionale del!' Afganistan era il fiume Oxus e che la Russia :1vrcbl.,e rispettalo l' integrità di quello stato, esigendone però il disinteressamento in ogni quistione riguardant~ il Tiokhara. Nel 1872 Lord ~Iayo fu assassinato da un fanatico 111entre visitava le isole Andaman, e gli successe Lor<l N'orthl.,rook. Le relazioni di quest'ultimo con l'Emiro non furono così buone come quel le de i suoi predecessori. La Russia face,·a rapidi progressi nell'Asia Centrale e Shcre Ali ne era allarmato, specialmente dopo la occupazione di Khiva, avvenuta nel g iug,10 1873: egli desiderava vivamente concludere con l'Inghilterra un trattato che lo protcggcs..•e completamente dalle miro, russe. :'Ifa il Governo centrale, temendo di impcgnar~i, rifiutò nuovamente ,ii concludorc un'alleanza e non accordò che promesse vaghe. Shere Ali ne fu amaramente disilluso, e cominciò a cercare dalla parte della Russia l'amicizia che gli era stata negata dall'Inghilterra. Ali.\ salita al potere di Disraeli, il governo britannico, divenuto a sua vqlta timoroso di una eccessiva avanzata dei Russi, e temendo che corressero intelligenze fra Cabul e Pietroburgo,. spinse il Vicerè a richiedere ii:. ammissione di un Rcsiclr.nte britannico nella sua ca .. p ilale. Il governo inel iano ce1-cò di opporsi a questa politica, per cui si ricercava di ottenere per forza una alleanza che già era stata due volte respinta, a.ggravat:i da condizioni, quali la permanenza di funzionari inglesi neil'Afganistan. che rra ripetu tamente stata d ichiarata inammissibile dall'Emiro. Impotente a convincere il go,·crno centrale, Lord Kotbbrook si dimise. Gli verme dato come successore Lord L ytton il qual.e cercò di attuare la politica imperiale cd accedette alle domande che Shere Ali aveva fatto nel 1373, ma l'Emiro fu intrattabile sulla quistione del Residente i.1glcse, affermando che egli sarebbe stato impotente a difenderlo dal fanatismo dei suoi sudditi e che d'altr:i. parte la presenza di un rappresentante inglese lo avreb-


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be costretto ad ammettere quella d i u n rappresentante russo. Il Vicerè ritenne allora che l'Emiro fosse definitivamente compromesso <:on i Russi, e diresse la sua poliÌi~a 'in conseguenza. La occupazione d i Quetta nel 1876 accrehbc le preoccu;pazioni d i Shere Ali, ed un convegno che ebbe luogo a Peshawer fra i rappreser.tanti dei due governi, non approdò a nulla. Quando, poco dopo, l'inviato Afgano presso il Vi<:erè, Syed Nur Moh.ammed, lll1orì, Lord Lytton ri-fhllò di ricevere il successore, rompendo così le ·r elazioni con Shere Alì, il quale si vide costretto a gettarsi dec isamente dalla. parte della Russia. Fra ttanto, in Europa, la fine della guerra turco-rus~.1. era stata sul pun to cli provocare una nuova guerra rm .. so-inglese, la quale venne solamente evitata dal con·• gresso cli fierlino, e la Russia n aturalmente cer<:ava di creare una diversione nell'Asia Centrale. Il 13 giugno , 1878, menu·e aveva luogo la p rima seduta del Congresso, una missione russa al comando del generale Stoletov partiva da Tashkent diretta a Cabul. Shere Alì cercò di temporeggiare, ma i Russi fecero a,bilù1entt valere la ,possibilità di far rientrare in iscena suo nipote Abd-ur-.Rahmàn, che era rifugiato 11el loro terri.. torio, cd egli fu quindi obbligato ad accettare la missione, primo passo per addivenire alla firma d i un trattato col governo Russo·. Seconda guerra afgana (1878-1880). Il vicerè Lord Lytton, saputa la n otizia dell'arriv_o elci Russi a Cabul, decise di agire vigorosamente e fece annunziare all"Emiro. l' intendimento di inviare a Cabul una missione con a ca.po il generale Sir Ncville Chamberlain, conw.n<lantc dcli' Armata di Madras. Stoletof, a questa notizia, lasciò Cabul; il 30 settembre l'avanguard ia della missione, al comando d el maggiore Ca vagnari residente .politico a Peshawar, fu arrestata al forte di frontiera di Ali Musjid che sbarra il ·passo di Khyber. L a missione fu allora sciolta e la guerra venne dichiarata il 2Ì novemlbrc 1878. L'Afganistan fu invaso da tre colonne britanniche: Sir Samuele Browne marciò attraverso il passo di Khyb!'Jl' su Jelalabacl, Sir Federico Roberts eseguì la sua famosa aYanzata attraverso il passo di Kuram e prese d'assaltn le alture d i Peiwal ( 1-2 dicembre) e Sir Dona Id Stewart marciò da Quctta su Candahar. Shcre Al, si rifug iò nel Turkcstan, lasciando il figlio Yakub Kan per trattare con l'invasore, e, respinto dal generale russo Kauffanann governatore d el Turkestan, morì nel febbraio 1879. I l Vicerè avrebbe preferito procedere allo smembramento <lell' Afganistan, ma il governo imperi:tle volle '])ersistcre nella politica del protettorato e conclu,e nel magg:io, con l'Emiro Yakub J<an il trattato d i Gun<jamuk, per il quale l'Emiro si impegnava cli seguire nella politica estera le d irettive del governo inglese, di ricev~rc un Residente br itannico a Ca;bul .e cli cedere all'amm inistrazione inglese i distretti di frontiera di Kuram;- Pishin. e S~hi, con i passi cli Khyber e M ichni. In cambio, l'Emiro era .protetto con armi, sussidi e truprpe, da ogni minaccia straniera e r iceveva un forte sussidio annuo in danaro. L'oggetto pr incipale ciel trai.. lato di Gundamuk era l'installazione cli un Residente inglese a Cwbul: in conseguenza, il maggiore Luigi Cavagnari che aveva principalmente contr ibuito alla stip ulazione del. trattato, fu nomina to Lord e incaricato delle funzioni d i Residente a Cabul. E gli giunse nella ca!pit~le afgana il 24 lug,lio 1879 con una scorta d'o-

nore d i 25 cavalieri e 50 spahis delle Guide. Pochi gion-i ni dopo, alcuni reggimenìi afgani che rientrava.no ,tda Hcrat, ,cominciarono ad ammutinarsi• nelle vie 'di· ,Ga~ bul per l])rotesta contro la presenza del .rap,p resentantè inglese . Cavagna.ri fu prevenuto della tempesta die• si -addensava, ma si rifiutò dapprima di credervi: poi, quando si convinse della realtà del pericolo esclamò: « Essi possono ucc idere qualcuno di noi, ma la nostra morte sarà vendicata)>. Il 2 settembre man,dò un messaggio al Viccrè, affermando che tutto andava bene 1 il giorno seguente egli e l'intera missione, nessuno· ee,• cettuato, fur.on o massacrati. L'Emiro, incerto e timoroso, r inchiuso nel suo palazzo, non ebbe il coraggio d i impedire gli ocx:essi delle tru'!)pe e della popolazion~: La notizia dell'eccidio raggiunse Sir Federico Ro~ berts a Simla, presso il Governo Indiano, a mezzanotte del 4 settembre. Egli ricevette il comando del Cor po d i truppe destinato a ma.dare su Cabul, che comprendeva circa 6000 u., cd iniziò subito l'avanzata( 11 2i settembre l'Emiro arrivò al campo britannico· fu 'ben trattato e gli fu daltt una scorta d'onore. Il suo arrivo provava come egli avesse perduto ogni autorità ~ulla ca·pitale e come sperasse che il governo ingle~, vèndkato il massacro, lo riponesse sul trono. Il 6 otto-, bre, le truppe afgane furono att,wcate a Charasiah, ove aveva.no .preso posizione per coprire la capitale, e vennero comp letamente battute. Il 12 ottobre il gen-. Roberts p rese possesso formalmente del Bala Hissar di Cabul ed emanò le disposizioni concernenti la punizione del massacro. Tutti gli edifici della città che po.. tevano disturbare la ocoup~zione militare del Bala Hissar o turbare la sicu rezza o la comoda installazione delle truppe britanniche, vennero rasi al suolo: la città pa.g ò una grossa taglia e fu posta sotto un governo militare e sottoposta alla legge marziale. Fu iniziata una inchiesta sull'insurrezione del settembre. D opo alcuni giorni, alcune formiclab_ili esplosioni ebbero luogo nell'arsenale del Bala Hissa.r: esse erano state provocate dolosamente da indi~cni c<mtrari alla occupazione inglese. Al momento dell'occupazione clelfa città, l'Emiro Yakub Kan aveva ,abdicato: il Vicerè accettò tale de., cisionc e il gcn. Roberts assunse d iretta.mente il gov~rs no del paese in attesa della decisione che il governo britannico avrebbe preso al termine delle operazioni. L'inchiesta sul massauo della ambasciata britannic,; f.t,~ condotta a termine rapidan,cnte e 87 indigeni furOI),Q condannati a morte dal tr ibunale militare. Al.l'inizio · <H novembre. com incianclo i frndcli del rigido inverno. _afgano, il corpo di occupazione britannico si acc,i.ntonè nel campo tr i.nccrato cli Sherpur presso la città, , ed il, Raia HissaJ·, d ,,nneggiato dalle esplosioni, fu sma.nteb_ lato. Gli Afgani ritenevano che, dopo le misure puniti'\!<:'. p rese a carico della città, gli Inglesi si sarebbero riti; rati; perciò la loro installazione negli aocantonarnent~ preparali da Shere Ali per il proprio esercito, la cattura d i tutto il ma ter iale da guerra a[gano, la d istru.~ zione del Baia Bissar, l'esilio dell'Emiro, fecero. divampare in essi un odio profondo contro l'invasore. Questo.• sentimento divenne p iù profondo per le prcdicazio.nt d i un mara,butto esaltato: Mushk-i-Alam, in tutto _ili paese, cosicchè il movimento assunse rapidamente. il C..t~ r a tterc di guerra religiosa. Durante l'inverno, vari sco'.'l~ tri ebbero luogo nelle vicinanze di Cabul, e fu . solamente a prezzo cli aspri combattimenti che il gen. RQ,--


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berts potè mantenere aperte le proprie comunicazioni di servizio alla retroguardia, servizio che era assai fa. l'India. Con grande abilità, egli seppe prevenire ic ticoso, perchè le truppe giungeva.no alla tappa molto va.rie frazioni nemiohe le quali si concentravano su tardi, qualche volta dopo le 19. Uno dei loro più faticosi doveri era quello di impedire a i servi e portatori Cabul. All"inizio del 1880, Robcrts considerava la situazione di restare indietro, poichè era certa In morte di chiuncome soddisfacente. Il paese si andava trauquiUizzando qne s1 allontanasse dalla. colonna: i predoni afgani si sÙl nella. regione di Candahar, ove era stata compiuta aggiravano attorno ad essa in cerca di bottino e con la le preparazione politica per l'avanzata di nuove forze speranza appunto di massacrare i ritardatari. Le percomandate da Sir Donakl Stewa.rt nel!' Afganistan med ite che la colonna subl per tale motivo furono però ridiona le. Era tuttavia necessario che il govenio brilimitate a. 20 portatori e 4 soldati indigeni. Le truppe tannko decidesse le future sorti dcli' Afganistan, dandovettero soffrire molto per gli sbalzi della tempera.dogli un capo capace di reggersi con le proprie forze. tura che andava. da. zero a 41 gradi, per la. assoluta deSi pensò ad Abd-ur-Rahmàn Kan, il quale era fino alficienza. di legna da. ardere in tutto il percorso, in un lora vissuto in esilio sull' Oxus e si era rifiutato di paese di steppe, e per le tempeste di sabbia . A Charmarciare contro .gli Inglesi. Sir Donal<l Stewart aveva den la colonna se,ppe che Canda.bar era. stretta.mente_ fasciato Candahar il 30 marzo, a.,,eva battuto i ribelli investita, ma aveva ancora viveri pe1• due mesi. Il 2: nell'aprile e raggiunta Cabul il 5 ma.ggio. Lo stesso agosto le comunicazioni eliografiche furono aperte con ·giorno, giungeva a Cabul la notizia <folla caduta del ln città. Il 25 agosto fu concessa. una giornata di riMinistero conservatore Beaconsfiekl e della salita al poso dopo un percorso di 275 miglia inglesi. Il 31, Ropotere di Gladstonc, delle dimissioni del Viccrè Lord berts entrò in Cnndal1ar, cui i ribelli avevano to lto Lytton e della sua sostituzione con Lord Ripon. Le dil'assedio, - dopo aver percorso da Cabul 313 migl ia in r ettive date a quest'ultimo portavano ad una sistcma.20 giorni d i marcia. effettiva. L a guarnigione era assai .zionc pacifica del!' Afganistan, ristabilendo per quanto abbattuta., ma l'arrivo della colonna, il cui morale era vossibile lo stato di cooe esistente prima. <lei 1786. In elevatissimo. ne sollevò gli spiriti. Roberts, per quanto conseguenza., 11 22 giugno, Abd-ur-Rahmàn fu proprostrato dalle febbri, cercò immediatamente la ba.tt1clamato Emiro, con l'intesa che egli non avrebbe rela glia decisiva, temendo che Ayub Kan gli sfuggisse rizioni estere che col governo britannico: in compenso, tirandosi a l l'\ or<l verso I-Ierat. Il 1° settembre, la bategli sarebbe stato difeso da ogni a~ressione suaniera: ta.glia di Candahar segnò il completo trionfo delle arnon gli era fatto l'obbligo di ammettere un R csidcnlc mi britanniche: ,g li a.fg,mi subirono perdite gravi <li inglese. La regione di Candabar sarebbe stata affidata uomini, oltre a tutta h loro artiglieria. cd i loro acw un principe indipendente cd IIcrat sarebbe intanlo campa.menti al completo. L'arma ta. di Ayu-b Ka.n fo li•n~st.a in pos<;e.«so di Ayub Kan, uno dei figli di Shere di,pcrs,t e !'Afganistan meridionale liberato da. ogni Ali. ultcriorr. turbamento. Subito dopo tali decisioni, le truppe avrebbero doLa politica d i porre Canda.hai· sotto_ un principe inv11to ritirarsi. Scnonchè, il 30 luglio giungeva notizia. dipendente era. fallita, cd il governo inglese giudicava, cbe Ayub Kan, messosi a crupo dei .ribelli ncll'Afganipur dopo una così segnalata. vittoria, che non fosse posstan meridionale, avc,·a. quasi distrutta. una brigata. sibile annettersi una. provincia. che costituiva. parte c:osì :inglese a Maiwand il 27 luglio. Questo fatto poteva importante dello stato Afgano, mentre si ricercava. la avere una ripercussione enorme sulla situazione che era amicizia rpcf1])etua. dell'Emiro. Fu deciso quin<li lo sgomstata pcnosament.e ristabilita: Roberts decise perciò di bro d i tutto il paese, a.d eocezione delle zone di fronagire con la massima rapidità e propose al governo tiera. già annesse ai do111ini indiani in seguito al tratindiano di marciare su Candahar con la parte migliore tato di Gw1dama.k ed il movimento fu compiuto nel delle truppe che era quella riunita a. Ca.bui. Il governo 1881. Questa. linea <li condotta si dimostrò buona: è .rra. dapprima favorevole alla organizzazione di una vero che Ayub Kan, avanzandosi da Herat riusci a nuova spedizione d a Quetta, mobilitando le truppe di rioccupare Candahar per qualche mese, ma l'Emiro Uombay, ma. infine Lord Ripon accettò il punto di mosse con le s ue forze da Cabul e lo disfece definitivista· del gcn. Roberts. Il corpo di spedizione comprc~c vamente, riuscendo cosl a raccogliere e consolidare nelcirca 10.000 uomini e 18 cannon~ divisi in tre brigate le sue mani quasi tutti gli antichi domini di Dosi Modi fanteria, una di cavalleria e tre batterie da montahammed. Nel 1883 ' il sussidio corrisposto dal governo gna su 6 pezzi. La brigata di fanteria comprendeva 4 india110 all'Emiro fu ancora. awncntato, ed egli osservò battaglioni dei quali 3 indigeni ed uno inglese, con una sempre fedelmente il s~o compito di sentinella avanforza media di 2400 u. ; la brigata d i cavalleria comzata clelle frontiere settentrionali indiane. pronden 3 reggimenti indigeni ed uno inglese, con un Determinazione e sistemazione delle fro11tiere afgane. totaJe di 1600 u. La w lonna. era seguita da 8000 quaA Lord Ripon suocedette il Vicerè Lord Dufferin. La drupedi, e circa 5000 servi e portatori. La memora-bile marcia su · Canda.bar cominciò il 6 occupazione di 1'lcry da. parte dei Russi nel 1884 fece appa.rirc una volta di più la necessità di delimita.re deai:;osto. Il Corpo d i spedizione ordinariamente aveva la f.nitivameme la frontiera a.fgano-russa. La difficoltà. sveglia alle '.!,45 e partiva alle 4 facendo alt orari. Alle principale riguardava la città di Penjdeh che era stata 8, ~nti minuti erano concessi per la colazione. La oc~upata dagli Afgani ma che, nel marzo 1885, fu a tmarcia · era protetta. dalla cavalleria che marciava. r, taccata e presa dai Russi. Un conflitto fra russ i ed iudr-ca 6 km . avanti ed ai lati della colonna. Quesla ,glesi fu allora evitato soltanto grazie al grande tatto comprendeva un grosso di 2 brigate di fanteria ciadiplomatico dell'Emiro cd all'abilità di Lord Duffcrin. scuna èon una. btr. mont.: seguiva.no i servizi ed i parL' Afganistan cedette Pcnj<lch e si fece riconoscere il chi: l~ retroguardia era. formata dalla terza brigata. possesso di Zulfika.r: una. commissione mista per i concon la terza batteria. Ogni ibrigata aveva il suo turno 0)0


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fini Afgani lavorò intensamente negli anni 1885 e 1886 l'esercito pcrnlanente deve aggiungersi la milizia irrele sue 1'.0nclus ioni vennero ratificate dall'aocordo di golare, la quale però è in via di abolizione. La ,m agP ietroburgo del 1887. Una linea di f.rontiera definitiva giore Grande Unità è la Divisione, composta di 2-3 fu tracciata fra l'Heri Rua e l'Oxus. Frattanto l'Emiro brigate di fanteria e 1 reggimen to di artiglieria. A sua Iimaneva fedele alla politica britannica, ma le sue revolta la brigata. comprende 2 o 3 reggime.nti di fant<:lazioni personali con i successivi governatori naturalri11. su 3 battaglioni. I.a Divisione di cavalleria commen te variavano col carattere d ella loro politica. Lord prende 2 briga te su 2-3 reggirnenti di 3 battaglioni d i Lansdowne, che succedette a Lord Dufferin, non fu :3 squadroni Il reggimento di artiglieria ha 54 pezzi così strettamente amico dell'Emiro come il suo pred~su 3 gruppi di 3 batterie su 6 pezzi. Secondo progt lti .cessore, e iniziò una nu0va politica di frontiera. Fra non ancora però attuati, l'esercito, riorganivrl1.to, dol'India e l' Afganistan si estendeva infatti una zona ocvrebbe comprendere 8 Divisioni d i fanteria. cupata da tribù scmiselvaggie che il governo indiano Afiun Ka r a Hissar. Città della Turchia d'Asia, riteneva suo dovere tenere a freno, e c he era facile incon circa 30.00() ab., nel!' Ana tolia, sul Kuq Arslan, coraggiare da Cabul alle consuete scorrerie e depre:i aaffl. -dcli' Akar. F;bbriche d'armi e 9i munizioni. Fer1doni. Sorse in India una scuola di amministratori in rovia per Smirne. favore della cosidetta « politica dell'a,·anzata »; essa prc.conizzava una rettifica di frontiera, lo sviluppo delle Battaglia di Afimi .ECa.ra Bissar (26 agosto-20 scttent-:ferrovie <li penetrazione e la r iduzione all'o,'<line d cli,: bre 1922). tribù semi indipendenti. Da parte sua, l'Emiro ,·edeva La sit11azi<mc prima dc/là battaglia. con gelosia l'amministrazione inglese avvicinarsi ~Ile a) Greci. Dopo la ba llaglia cli Sakaria (otte>bre 1921) frontiere <lei suo stato e desiderava che le tribù m1Js: si erano sisteanati a difesa tra il }far d i Marmara erJ sulmane di cui in cena guisa si sentiva capo spirituak, il )lare Egeo, lungo un fronte convesso che al centro si :fossero lasciate indipendenti. Egli reclamò contro atti spingeva oitre Eski-Chéhir e Afiun Kara Hissar, aveva <li aggressione avvenuti da parte degli Inglesi nel Pala s inistra in corrispondenza del golfo di Mudan ia, e mir, è si dichi,uò inquieto per l'avvicinarsi delle ferla destra corrente lungo il fiume 'l\feandro fu10 alla. sua rovie britanniche a Candahar. Un accordo soddisfafoce nell'Egeo. Tale fronte, che misurava circa 600 chicente fu con cluso nel 1893; fu stabilito che tanto le lometri, aveva Ii sua sporgenza centrale compresa fra frontiere inglesi, come quelle russe, sarebbero slate orla grande ansa del fiwne Sakaria e le sorgenti del fmganizzate al più presto. l I sussidio annuo all'Emiro fu me Meandro, e si svolgeva attraverso un paese molto portalo da SO mila a 120.000 sterline, e gli vennero accidentato e boschivo, 1>0vero <li buone strade. Le diconcessi ulteriori sussid i in armi e munizioni. Fino ,ill:1 fese greche non erano continue: ge.i1CTalmentc comsua morte, av,·enu ta nel 1901, le relazioni rumichevoli prendevano due o tre linee di trincee, con relativi redi Abd-ur- RaJuuan con l'Inghilterra, rimasero inaheticolati più o meno solidi. Punti di particolare imporrate. tanza immediat:uncnte a tergo della linea d i difesa, le La difficile qu ist.ione della. politica di frontiera fu località. di Uchak, Dumlu-Bunar, i\ltuntash, Kutahia, risolta da Lord Curzon di Kedleston successo nel 1899 dove avevano i maggiori comandi ed i magazzini. a Lord Elgin. Avendo compiuto studi speciali sulla Il generale Hagiadesti comandava i greci, che dispoquistionc delle frontiere prima di assumere la carica n evano <li 12 divisioni <l i fanteria ed una di cava lleria : <li Vicerè, Lord Curzon sostenne cd applicò un criterio div.ision i con forti organici, ammontando complessivaintermedio fra i sostenitori dell'avanzata e quelli del mente a 180.000 uomini. Con li divisioni (J corpi di mantenimento dello stati, quo. Egli mantenne l'ammiarmata) i Greci tenevano tuMa h1 parte centrale del nistrazione diretta in@le.sc l'ei punti raggiunti recentefronte <la Seugud (nord ovest <li Eski-Chéhir a Gouné mente, Chitral, Quetta, ecc. Per il rimanente, l'ordine (60 km. a sud ovest di Uchak) cioè lungo 250 km. <li fu mantenuto, non da trùppe regolari anglo-indiane, ma sviluppo del fronte: una divisione di fanteria copri\•~ da contingenti defle stesse tribù, addestrati e comanil fianco settentrionale (regione di Brussa-Diledjik) ; dati da ufficiali inglesi. Le tribù ven nero ass icurate che qualche reuimento il fia nco -merid ionale, lungo il basnessuna interferenza sarebbe stata rf. rmessa nei riguarso Meandro. di d ella loro religione e della loro indipendenza, ma fuPel loro vettovagliamento i Greci disponevano d'\lna rono d'altra paxlt diffidate a mantenere rigorosamente sola ferrovia - quella da Smimc-Afiun K:u-ahissar-El'ordine nella. zona dei confini, sotto la loro responsa.ski Chéhir - che correva lungo tutto il fronte a. breve bilità. Le forze britanniche nella zona regolarmente amdistanza da esso, specialmente nei pressi di AJj.un. Se ministrata vennero aumentate, il traffico ed il contral.Jciò agcvohva i rifornimenti, rapp resentava però l'eviban,<lo di armi, severamente repressi e le ferrovie stra • dente pericolo che potessero venire interrotti in caso tegiche spinte più avanti 1>ossibile . Questa. linea di con<:l'al tacco turco. (Il gruppo nord doveva utilizzare soldotta portò un'era <li pace e di ordine su lle irrequi~ce tanto le strade ordinarie (strada da Eski-Chéhir a Brus regioni della frontiera no1-d occidentale dell'India. sa per Ainegucl da una p arte e per B ilcdj ik e Ye11iEsercito. Gli Emiri afgani hanno sempre cercato di Chéhir dall'altra). costituirsi un esercito all'europea, ma difficoltà finanIl lungo périodo d' inazione e gli inevitabili disagi cui z iarie e di ,politica interna lo hanno finora in parte imera.no sottoposte le truppe, avevano pcnmcsso il diffonpedito. Attualmente, vige teorica.mente la coscrizione obdersi del malcontento e dell'indisciplina, cui non sar:, bligatoria; le condizioni della chiamata e del ser·i.zio stata estranea anche la propaganda bolscevica, certaa,lle armi sono però sconosciute. L 'esercito permanente mente favorita dai kernalisti che allora erano in buon" comprende c irca 73.000 u, di fanteria, 1200 sciabole, relazioni ce>l governo bolscevico; però assa i più che la JOO pezz.i leggeri e 200 pesanti, 200 mitragliatrici. Al1)ropaganda bolscevica influi a. d eprimere lo spirito d el,e


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le trup,pe lo stato quasi d'abbandono in cui erano lascia te, il senso d i stanchez;-,a ed il desi<lerio <li ritornare in patria. Aggiungasi a tutto ciò il continuo prelevamento cli forze dal fronte d'Anatolia per mandarle in T racia; conseguenze immediate di quesLo stato d i cose: lavori trascurati, servizio d i sicurezza mal fatto. b)

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T11rchi (kemalisti).

Alla fine d i luglio 1922, le forze turche Ironteggianti greci in Anatolia, erano sotto il comando d i hmet P ascià col Q. G. ad Ak-Chlhir. Mustafà Kemal Pasc;à s'era .p orò riservrtto, oltre il governo polit ico, anche la direzione delle operazioni militari. Le forze turche comprendevano 2 1 divisioni di fanteria e 5 divisioni d i cavalleria; in tu tto circa 120 m ila uomin i, cioè un terzo meno dei greci. :\"ell'agosto del 1922 una nuova div'.sionc venne invia ta all'armata operante in Anatolia, oltre a tutti i disponibili dei d epositi, d i guisa che la forza sali a 1~0 mila uomini. }.forale eccellente; grande il desiderio d i misurarsi col nemico tradizionale, tan,o più in seguito a l rifiuto delta G rccia di sgombrare I' As ia :t.finore od al proposito di formarne invece uno stato :iutonmno; od anche in seguito all'ostilità inglese, di cui il rifiuto d i ricevere Fethy bcy era stato una offensiva ma nifestazione. Il piano d'operazione t11rco.

Perfettamente a giorno <lclla s ituazione materia le e morale dell'avversario, il generalissimo ).Justa.fà- Kemal Pascià, che il 16 aveva raggiunto il G. Q. G., col capo di S. ~1. Fevzi Pascià, s i propose di attacca,·e i greci con la quasi totalità delle forze nella regione d i Afiun, facendo cadere questo saliente con attacchi convergenti. Padrone <l i Afiun, avrebbe isolato le forze greche scbi,:rate a. nor-cl, le qua4i non avrebbero più avuto a.lcuna ferrovia per rifornirsi, od avrebbe avuto buon giuoco per superare, girandole <l11. nord, lè d ifese greche lungo il ]l.:feandro. L'attacco decisivo doveva essere prccedut•l da a tta cchi secondari verso le a li intesi a minacciarn • le comunicazioni con Brussa e con Smirne . Per conseguenza d urante l'agosto s i eseguirono rimaneggiamenti intesi a ridurre le forze in prima linea per fon,1are a sud-est d i Afiun una riserva, capace di funzionare da massa di manovra, e si eseguirono le finte sop:-:i indicate: N ella notte dal 18 a l 19, all'ala sud, nel settor~ D enizli-Xazili, distaccamenti p:issarono il 2.leandr..>, sorpresero dei posti greci, interruppero la ferrov ia di Ai.d in e fecero <lei prigion ieri; all'ala settentriona le, nella regione d i Biledjik, il 24 una divisione turca attaccò, ma dovette ben presto ripiegare perchè i greci reagirono energica.mente. E ssi infatti avevano prestato orecchio alle insistenti voci fatte correre dalla stampa turca, d i r infoni impor tanti mandati d a llo stato magg iore turco a nord dove volevasi operare in forze, pe rciò erano sull'avviso. Nelle ultime notti immediatamente precedenti la batta-glia, si eseguì poi una serie di marcie e di trasport i avent_i per scopo di far gravitare 1,t 2' e 1•· Ar-mata attorno ad Afiun. La sera del 25 agosto l'esercito kemalista era così d islocato : - Il gruppo di Kodja, portato a 4 divisioni di fan• teria ed '.lilla di cava ller ia - circa 20.000 uo~ini rimaneva d i fronte a Brussa-Bilc<ljik. - La. 2' e la l ' Annata, che nello insieme contavano 18 divisioni d i fanteria e 4 di cavalleria, dovevano operare nella regione d i Afrun gravitando perciò con le loro forze intorno al saliente. 5 divisioni di fanteria

della 2• annata (Ilf e VI Corpo d'annata meno una divisione) a nord della ferrovia Afiun-Ak-Chéhir; 10 divis ion i di fanteritL (IV, II e I. C. d ' A.) a sud della. suddetta ferrovia.; una divisione d i fanteria del VI Corpo con una di cavalleria pr-olungava la destra delh 2• Armata a sud-est d i E ski Chéhir ; due divisioni dì ca\'alleria sostenute da distaccamenti di fanteria prolungavano la sinistra della l • Armata lungo la riva sinistra dd Meandro: il V C'or,po, forte di due d ivisioni, con una dil-isione di ca,·alleria, costituiva la rise.rv:t (massa di nnanovra) a n. o. cli Ak Chéhi.r (G. Q. G. K emalista). :\1 cemro d ello schieramento turco si a\'Cva la massima densità - 10 divisioni (VI , IV e II. C. A.) su un fronte cli 80 km., che potevano vc-n ire presto rincalzate da altre 2 divisioni d i fanteria ed I di cavalleria ( riserva). Queste forze, in virtù della · segretc1.7,a. con la quale si erano es~iti tutti i movimenti, norr troveranno cl i fronte a loro che 3-4 di,·isioni elleniche. A datare du.lla mezzanotte ~ul 26 agosto il governo na:.donale kemalista ch iudeva la frontiera e soppnmeva ogni comunicazione con l'estero, tanto per terra quanto per mare.

La battaglia. 11 26 all'alba cominciò da parte dei turchi l'atta.eco del punto decisivo: .\fiun. Precedute dal tiro violento e preciso ,delle artiglierie conccr1tralc intorno a l saliente, che ben prrsto fecero tacere le batterie della difesa ed aprirono larghi varchi attraverso a i reticolati, sconvolgendo le trincee retrostanti, le fanterie della 1• e 2• Armata sferrarono i loro attacchi. In breve quelle del VI Corpo riuscivano ad attraversare tutte le successive diksc nemiche, e quelle del Il Corpo, a conquista r·e Aka r Dagh non ostante la tenace difesa di una divis ione ellenica: la cavalleria del C . d' A. raggiungeva )d ferrO\·ia verso Kutch Keni. .;\,l centro, il IV C. d' A., o_pcrando tra il VI e II Corpo, f'\lStrellava i difensori di Afiun, g irati alle a li, e faceva prigioniera un'intera divisione. A sera il VI C. d'A. aveva. ra.ggiunto il fronte Gazli-Cueu l-Hanuua n, mentre la I" Armata raggiungeva ed oltrepassava la ierrovia Sm irnc- Af1un. Ornn< il fronte greco era rotto, la ferrovia tagliata. Il 28 fo imµie..ga to dai turchi per riordinarsi e per preparare la ulteriore avnnza ta , ~fentre la.li risultati erano stati ottenuti nella r~gione di Afiun . le ali, le quali non si erano impegnate a fondo, p erohè non <;e n'era bisogno in quanto i successi al centro avrebbero determinato egualmente il J5j·ocipitoso 1·ipicgamcn to delle ali greche per non essere tagliate fuori, avevano p rococluto meno : qualche progresso avevano fatto le due divisioni del III Corpo nella regione cli Gumbe L; quasi nessuno la terza divisione di questo corpo e la d ivisione di cavalleria versi) Esk i-Chéhir. A sud il I Corpo, che avrebbe dovuto o pera.re nella di rezione generale di Uchak, non aveva potuto fare che scarsi progressi. Nei g iorni scgucnt~. 29-JI agosto, si è operato per shuttare i conseguiti successi. P rimi obbiettivi fu rono: per la 1• anuata, il tratto di linea ferroviaria Uchak-Dumlu-Bunar per poter p rendere di rovescio l.e unitit greche fronteggianti il I Corpo d'Armata (I C. cl' A. ellenico) ; per la 2• Armata, Kutahia, nodo d i co1UJunicazioni <li particolare importanza. Contro Uchak doveva dunque operare il I C. d' A. da Sud, il II, se-


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guito dal IV, a cavallo ,Jella ferrovia, fron te ad ovest. Contro Kutahia dovevano operare le due divisioni del III C. A. da Gumbet, e tutto il VI C. A. da Afi,.111. Ne succedettero i combattimenti di D.wnlu e Bunar a sud (29 e 30 agosto) e di Kutahia a nord (30 -31). Onorevole fu la resistenza dei grc-ci, però essa venne su.perata dai K emalisti c he alla sera del 31 tenevano il fronte T<:kivril- Banaz (est d i Uchak)- Guediz-Kutahia -Eski Chéhir sgombrato esso pure dai greci. L ungo il ~VIeai1dro, la :;• e 14' d ivisione d i cavalleria kemalista, appoggiate da un reggimento di fanteria, a veva.no superate le difese avversa.rie e ragg innto il 28 la ferrovia Smirne-Aiiun, verso Ala,chchir ed Alvanla r. Re,1pinte, riuscirono a sostenersi a breve distanza, ad Ain.egueun, continuando cosl a minacciare la linea di rit irata del 11emico. A nord il gruppo Kodja Ili fin dal 26 p ronunciava attaochi intesi ad interdire a i greci l'uso delle d ue strade che da Eski-Cbéhir conducono a Brussa. Sor prese nel i,rimo momento, (J)Oi le divis ion i .greche reagirono e r iuscirono a liberare la strad a meri<lionale. M in acciato però di fronte dal gruppo di Kod ja e d i rovescio d al llI e VI Corpo turco che ma..ciavano ;per Ku ta:h ia, il cornan,da.nte greco il 29 in izi,', il suo ripiegamento su Brussa. Il 1" settembre - sci giorni dopo iniziata la batta glia i turchi si era.no resi padroni d 'una grande a nsa profonda un centinaio d i chilometri; ma il risultato maggiore della loro offensiva cons isteva nella comp leta disfatta dell'esercito nem ièo: Rotto al centro, i ' due tronconi risultanti dovettero cercare scampo . da una parte (III C. d' A.) verso Brussa e dall'altra (I e II C. A.) verso Smirne; ma se l'ala nord potè ritirars i in d i&erete condizioni, il centro e l' afa sud, battuti e

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tagliati fuori dalla ferrovia e spin t i nella parte montagnosa ed i,mpervia del paese, ed ivi inseguiti, lasciarono in mano ai turch i quasi tutto il loro materiale da guerra., e fini rono per d issolversi interamente. Ad chak il 2 settembre vcni·va catturato il nuovo generalissimo greco.

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L'i,i.1eg11ù11ento. Il comando Kemalista dispose che. tutta la cavaller ia, co'lnpresa la 2• divisione, ed il V C. A., che ancora n on era.no stati i mpegnati, procedessero in d irezione di Smirne a cavallo della ferrovia : iungo la ferrovia doveva proce-dcrc il grosso d e!Ja 1• Armata. In di rezione d i i\k-Hissar e Balikesri (sulla ferrovia da ·Smirne a. Pai1derma), per t_agliare ogni comunicazione fra le due masse in cui era stata rotta l' a1·mata greca, fu avviato il VI Corpo. Finalmen te in d irezione gene• ra'lc d i Brussa, il 3° C. A. proveniente da Kutahia e da Eski-Chéhir, r.d il gruppo Kodja-1li. Ne,! suo inseguimento, specialmente attraverso la regione montana, la cavalleria od il VI Corpo furono aiutati d alle p opolazioni formatesi in bande d'irregolari, perciò la resistenza incontra ti d a parte dei greci fu pressochè nulla. E così 1'8 settembre la cavalleria kemalista era alle porte d i Smirne, d ove entra.va il 9 . L e .truppe greche, completamente sbandate, facevano calca a l porto d i Smir ne, dove gli u ltimi imbarchi eb'Jjjro . luogo il 7 : soltanto qualche unità, p iù cnergicaJ ,ente comanda ta, si Titirò in ordine, con le proprie armi ed i propri bagagli, rifugiandosi a sud di Smirne, nella ,penisola d i Tchesmé, dove quelle unità ulti• 1narono il loro imb arco il 16, .protette da una retroguardia situata sull' istmo di V_urla. N e lla regione di


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Brussa, la 11 • Divis. ed il III C. A. ellenici opposero ai Turchi una rcsistenZ'.l onorevole: Brussa fu occupata dai Turchi soltanto il 10 a sera, dopo un combattimento sull'Ak-Su (corso d'acqua ad est di Brussa). Il 12 i turchi entravano a Mudania, e, ritardata la loro avanzata dalla distruzione del ponte di Mikalich, non arrivarono .a Pandenna che il 17. Da questa parte gli ultimi hnbarohi greci si eseguirono nella penisola di Artaki sotto la protezione delle tprpedinicre, che col fuoco dei loro cannon~ interdicevano ai turchi il passaggio dell'istmo. Il 20 settembre non si avevano più truppe greche nel!' Asia Minore. Olt.re che alle diverse condizioni di spirito dei due eserciti <::ontrapposti, la grande vittoria turca deve ascriversi aHa incontestata superiorità, non solamente per capacità, ma anche per vigore, del Comando turco. Razionale il concqpimento <:le.Ila manovra basata sulkt perfetta conoscenza, oltre che del terreno, anche· della dislocazione 'Clel nemico; impeccabile la sua esecuzione, facilitata però in modo forse superiore alla stessa aspett.ath-a del vincitore, dalla scarsa resistenza opposta, in generale, da parte dei greci, completamente sorpresi, e dalla mancanza assoluta. di ogni contromanovra da parte loro, cui sarebbero, del resto, mancate le basi essenziali: informazioni sul nemico e riserve adeguate; ottimamente date cd ottimamente eseguite le disposizioni per l'inseguimento. Una forte riserva ad est di Uchak. che fosse stata impiegata tempestivamente come massa di manovra, contro il fianco sinistro del II Corpo di armata turco, forse avrebbe potuto salvare la situaziO!lC o quanto meno ridurre la portata del disastro greco.

Afonia. E' la ,perdita completa. della voce, il cui suono fondamcnLale si forma nella laringe, che è ;,ppunto l'organo essenziale della fonazione. In conJizioni di riposo fonatorio le corde vocali vere, dette anche labbra -vocali, restano abdotte, cioè lllontanate l'una dall'altra, dsultandone uno spazio triangolare, la cui ampiezza è massima nella respirazione profonda. Durante la fonazione, invece, le labbra vocali si ad:.l11co110, cioè si affrontano esatta.mente in tutta la loro lunghezza e vengono tese in modo da vibra.re per il pa.ssa,ggio dell' aria e da produrre conseguentemente il suono. Orbene, tutte le condizioni morbose, le quali alterino o addirittura impediscano i norma.ii movimenti delle corde vocali, e per conseguenza attenuino o rendano impossibile la loro vibrazione, determinano distu.-bi della fonazione, che dalla dùfo11ia nelle sue moltep lici varietà ( mogi fonia o stanchezza della voce per facile esa.uribilità dei muscoli laringei; diplofo11ia o voce avente due toni fondamer..tali diversi; raucedine ecc.) cul'Illinano nell'afonia. Questa, per conseguenza, è un sintomo che può aversi in scgu ito alle più svariate affe1.ioni della. laringe (processi ulcerativi, ncoformazio • n i, anchilosi crico-aritenoidca, ecc.), in seguito a paralisi bila.tera.le dei muscoli adduttori (f.aringoplegia) di origine nervosa. o m iopatica, ed infine può rientrare nella complessa e multiforme s indrome dell'isterismo (paralisi funzionale degli 11dd11ttorÌ). D egna di speciale menzione, da.I punto di vista medico-legale militare, è l'afonia. tossica, cioè quella prodotta da alcune sostanze (oppio, belladonna, giusquiamo, haschich, ccc.), poichl! potrebbe essere provocata ad arte, il che però è un evento rarissimo. D'altra ,parte tale forma. per lo più,

\ ien facilmente riconosciuta, accompagnandosi alla sindrome tossica genera.le. Del resto, sottoponendo l'individuo ad opportunò trattamento curativo, rivolto principalmente contro I' intossicazione genera.le, l'afonia scompare. Più frequente della Pro-vocazione è nella pratica militare la. simulazio·rie dell'afonia, come attestano gli esempi rcgi~trati nella letteratura (Derblich, Sidlo, ccc.) e come risulta pure dalla pratica giornaliera negli ospedali militari, poichè non presenta notevoli difficoltà, nè richiede profonda conoscenza del meccanismo fisiologico della voce. Infatti, siccome i muscoli costrittori della glottide sono sottoposti a l dominio della rnlontà, basta che il simulatore tenga volontariamente le corde voc:ili abdotte cd immobili durante l'esame laringoscopico. Le cause, più frequentemente invocate dall'individuo p<!r spiegare la perdita. della voce, sono: malattie pregresse della laringe, infezioni contratte nell'età infantile, forti emozion~ ecc., cause che saranno vagliate dal perito, in ba.se alle odierne conosccn7.e et iogcneticl1e dell'afonia, ricercando altresl eventuali reliquati delle affezioni pregresse."L'csame laringoscopico è della massima impor tanza, poichè mette in evidenza a ffezioni organ iche delle \·arie parti del!a laringe e lo stato delle corde vo cali. Giov:i. notare, però, che, pur mancando lesioni

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GJOltl(le In riposo; D) OIOtlld0 In !nsp!raz!ono rorzalll; C) Glottide ln atto di fonazione e di sforzo. (Da Chavasse e TouJ>ert) ' A)

organiche endolaringcc, non si può concludere seiu:i altro cl1e si tra tti di a.fonia simulata, potendo ht perdita della voce, come si è detto, essere un fenomeno isterico d i acinesi. In tali casi, quindi, non sarti mai trascurato l'esame del sistema. uen-oso, ricercando cvc11tuali zone anestesiche, specialmente nella. regione ant~riore del collo (anestesia prelaringea), no;1cbè evcntua.ìi disturbi sensitivi della farii,gc e dell'aditus ad laryn gem (anestesie funzionali). Circa la diagnosi differenziale tra le paraÌisi funzionali e quelle organiche, si terrà presente che queste ultime raramente sono bilaterali, ,poichè solo in casi eccezionali i due riervi ricorrenti sono ugualmente colpiti, dando luogo a laringoplegia totale; aggiungasi ipoi che, in generale, le paralisi funzionali riguarda.no solo i movimenti di addlizione, mentre negli atti respiratori profondi, con un esame accurat~, si può sempre rilevare il mov imento abduttorio delle corde vocali. Per quanto riguaroa h simulazione dell' a.fonia, la diagnosi d ifferenziale fra questa e l'afonia funzionale non presenta di soli_to grandi difficoltà, poichè basta di sorpresa costringer,, l' individuo a fa.re quo.lche tentativo di fonazione per accorgersi che· l'adduzione delle corde vocali si compie realmente, malgrado il paziente cerchi evitare la fonazioùe stessa. I movimenti adduttori dunque, sempre apprezzabili anche se l'individuo sia in mala fede, o la ostinata. posizione delle code vocali in abduzione .sveleranno la frode (Ostino). Nei casi di simulazione fat-


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ta tenacemente e con :!'olla avvedutezza, si può ricorrere a quak,uno dei moìtissimi ll)ezzi consigliati per smascherare il simulatore. Cosl, ad es., si suol provocare lo stan1uto ovvero eccitare la tosse, introducendo improvvisamente, <l.u rante l'esame laringoscopico, un:i. sonda nel tanale aereo, <!onde un grido di rivolta dd paziente in seguito alla sorpresa ed al dolore; bisogna però teuer conto che, essendo in dipendenza della corteccia cerebrale la sola attività fonetica, mentre la voce ~iflessa è in dipendenza del bulbo, nell'afonia isterica si possono, con i colpi di tosse e con lo sternuto, emettere dei suoni. Gna volta s: ricorreva a,ll'inalazione di vapori irritanti (ammoniaca, cloro, ecc.), ma tale pratka è pericolosissima, potendo provocare gravi pr ocessi bronco-polmonari, come accadde in un caso illustrato dal Eoisseau. Un buon metodo di sorpresa i: quello consigliato da Chavasse e da Toubert, consi .. stenie nell'applicare gli elettrodi ai lati della laringe e nel far passare una coqcnte elettr ica ~ moderata, inv1t;mdo in ,pari tempo l'i.ndividuo a pronunziare la lettera E, e sospendendo di tanto iu tanto la corrente; se l'individuo pronunzia la lettera durante un' interruzione; appare evidente la simuJazione. Un· altro metodo è quello <li fare stilllolazioni el~ttriche improvvise ed energiche, provocando l'eventurde protesta da parte del si mulatore. Vi sono poi i co,nuni mezzi di sorpresa, quali ad es., svegliare l'individuo di soprassalto, fargli annunziare dal postino ,una lettera, ecc. Si consiglia infine <li sottoporre l'individuo all'anestesia generale, ma questa non è scevra d i pericoli e quindi va evitata. La diagnosi di natura dell'afonia, dunque, richiede tempo e adatti mezzi d'indagine, nonchè una speciale epmpetenza laringologica da parte del perito; epperò -molto· opportunamente le vigenti disposizioni regolamentari prescrivono che tanto gl' iscritti di leva quanto i militari, affetti da paralisi delle corde vocali e conseguente .perdita della voce, debbano essere inviati in osservazione presso un ospedale militare. L'afoni:, è causa d'inabilità assoluta at· servizio militare solo quando sia determinata da cause morbose inamovibili o r ichiedenti un intervento chirurgico, al quale l'individuo dichiara di non volersi sottoporre, ovvero da quelle che, ,p ur essendo suscetttbili di mo<lifi<;azion~ ,persistano oltre il per iodoli della rivedrbilità ( iscritti di leva) o una lunga •licenza di convalescenz.a (militari),

Afragola. P iccola città a breve d istanza da Napoli sulla strada per Caserta. Sembra che sia sta ta fondata da alcuni militi, per concessione di re Ruggiero, nel 1140. II suo castello, fatto costruire dalla regina Giovanna li, venne ])reso dai francesi nel 1495. Af rancesados. Nome dato dai patriotti spagnuoli a coloro che, d urante l'oc<:u1>azione francese nella Spagna all'epoca napoleonica, prestarono giuramento al re Giuseppe Buonaparte e servirono i francesi. Vcnnerù detti. anche losephinos. Dopo la caduta di Napoleone:, in parte emigrarono, in ,parte furono proscritti. Afranio (Lucio) . Console romano del I secolo a. C. Fu uno dei legati <li Pompeo nelle sue guerre e ne ebbe vari incarichi, specialmente neU' Armenia, nella Siria,

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nella Palestina, dove dette prova di- talento militare. Poscia ebbe il comando, insieme con Petreio, di cinque legioni pompeiane nella Spagna, ma la ca,mpagna di Cesare ebbe felice esito e A. si arrese a. lui, che lo rimandò libero. Nel 46 fu presente alla battaglia di Tap• so nella quale furono disfatti i pompeiani; mentre cercava scampo dopo la rotta, cadde nelle mani di 'Sizzio, ammiraglio <li Cesare, e fu ucciso per ordine di costui.

Afràtto. Ant. Nome di una piccola nave greca senza ·c operta, usata specialmente dagli antichissimi abitanti di Rodi. Talvolta era munita di rostro, e d i tavolato a prora e a poppa. Africa. Questa parte del Continente antico, ha tuttora con esso stretti 'legami fisici. A Nord il Mediterraneo ·unisce l'Europa e I' A . assai più di quel che non li sQpari : le coste dell'Egitto comunicano con quelle della Siria, oltre che per l' istmo di Suez, per una soglia sottomarina ohe collega la regione del Nilo con Ci,pro e con la Palestina. Lo stesso dicasi per la Tunisia e per la Sicilia: le isole Maltesi sono frnmmenti dell'antico legame continentale che continuava ininterrotto fino alla Grecia. Lo stesso stretto di Gibilterra non è che una frattura apertasi fra Spagna e :Marocco con lo sprofondamento della Tirrenide. II Mar Rosso non è che una fossa che l'Oceano Indiano ha colrnato attraverso la spa<:catura d i ::Bab El Mandcb. L'A . m isura rpress'a poco 30.000 kmq. di swperfu:ie (tre volte l'Eurnpa). Fra il Caipo bianco (Tunisia) ed 11 Capo di Buona Speranza corrono circa 8000 knn.; fra il Capo Verde (Senega.mbia) ed ìl Capo Guardafui (Som alia) 7500 km. L'A. può definirsi un immane altip iano a 1bordi rialza ti, composto in genere di roccie antiche, çristalline, con forme preva,lentemente tabulari (tavolati) il quale si spezza in altipiani minori o, se si vuole, si suddivide -in grandi bacini, fluvi~Ù o lacustri (Congo, Zambesi Lago Cia<l o Tschad, ecc.). Non vi sono pianure alluvionali importanti e >vi sono pochi veri bassopiani: il p iù notevole è quello situato all'orlo occidentale del Saharn, fra le foci del D raa e quelle del Senegal. Ad esso possiamo aggiungere quello a sud del Golfo delle Sirti e, nell'interno dell'A. Settentrionale, il Giuf e ·u Ciad. Sono invece più frequenfi le depressioni assolute che raggiungono quote al disotto del livello del mare come negli sciott (laghi sala ti) della regione algero-tunisina, nella <parte settentrionale del deser to di Lrbia ed infine nella più depressa di tutte -che si trova a,ppu n to nella gran fossa siro-africana, la quale scende nel Lago Tanganika a -650 e a -cc174 in corrispondenza del Lago Assai. Un orlo montuoso accompagna assai da.presso il peri.;1etro costie;o dcli'A. e giunge al mare con una cintura terrazzata i cui versanti marini sono generalmente assai r ipidi. Manca lungo il perimetro costiero la piattafonna sottomar ina dalla quale emergono le molte isole che f.umo corona agli altri continent i e sono fonte di vita e d i r icchezza per essi, per l'attività degli scambi cui danno luogo. VA . ha solo 12.000 kmq. d i isole sul totale della sua superficie ed esse sono per lo più assai lontane dalle coste e sperdute nell'Oceano, come le iSÒJette di Ascensione e <li S. Elena, o separate da correnti insidiose ed impetuose come Ma,dagascar. Non si hanno vere penisole, non mari che - s'addentrino nel continente · a portarvi refri-


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Kil o metri

gerio. I lidi sono prevalentemente importuosi e flagellati senza alcun riparo dai flutti degli Oceani che li bagnano. Marinelli calco,la che vi sia in A. un solo km. di costa ogni 1126 lun. d i superficie; R eclus porta questa cifra a 1420, il che « mette l' ,1 . al più basso grado di sociabilità marittùna ». Oltre a ciò, sia per la. natura geologica che per le forme del ten eno ( terrazzi), insufficientemente modellate dagli agenti estcm~ i

grandi fiumi sono interrotti da cascate, da rapide, cd ostruiti lungo il corso cd alla foce da scogli, da barre sabbiose che li impaludano, e rendono la navib'aZione difficile e l'aria pestilenziale. T'lltti i fattori naturali, hanno contribuito a rendere scarsamente accessibile questo continente, che ancora oggi che la ferrovia, l'aeroplano e I' a,utomobile si apprestano a solcarlo in ogai senso, costituisce per immense distese « la Sfinge Nera ;, .


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Le Coste. L 'intero perimetro costiero miswa chilo- · :metri 24.640 (Marinelli). le coste del Mediterraneo vi :figurano per km. 4200. Esse sono basse e sabbiose i.ii .corrisponden;,;a delle due soglie stese fra l'Egitto, Ci,pro ,e Ja Siria e fra Tunis ia e Sicilia. In tutto questo trat{o, interrotto solo dalla quasi penisola di Barca (Cirenaica) che scende al mare con coste rrpide, non s i hanno .che ;( Golfo della Gran S irte - I-u ngo 900 k m. e la rgo JGO km. - il Golfo di Gabès e quello di Hammamet, -_tutti t1,e, ma speciahnènte i due primi, pieni .di bassi' fondi e resi ,pericolosi alla navigazione ,lalle dune che si avanzano sempre più nel mare per effetto delle sabb ie portate dal deserto. I porti di Sfax e di Susa (Sous-se) che si aprono nei golfi d i Gat,ès e d i H ammamct, .sono stati creati a <prezzo di lavor i grandiosi ed esi.gono tuttora una manutenzione laboriosa. Piit a nord Tunisi occu,pa il fo11do d i un golfo C'he le a lluvioni va1ino len tamen te colmando, mentre Biscrta s i trova in una magnitica posizione; a ll'entrata d i un lago prnfondo, Lungo il resto del Nord Africa e fino a Gibilterra, in corrispondenza della gran fossa determinatasi con lo sprofondamento della Tirrenide, le coste sono :generalmente alte e d irupate, con fascie Iittoranee star.se e ristrette. Ad o:,est del Ca'l)o Spartcl incomim;ia la costa i\tla,1tica (km. 10.300) la quale si mantiene bassa, sabbiosa, p iena <li insidie. e di bassifondi, ,Percorsa da forti corcenti che con tribuiscono a rendere estremamente diffic ile la navigazione di cabotaggio, fmo al Caipo Verde. Essa si rialza s,)lo in corrispondenza ciel Capo '.\' un. dove l'Atlante s i avvicina al mare. Notevole in questo trattQ il Banco di Arguine che s i adden tra tanto nel mare da sp'ingere ad oltre 100 km . dalla r iva l'isobata di 10 metri. Fra la foce del Senegal cd il Capo. Palmas le costa è fra.stagliata. d agli estuari dei numerosi corsi d'acqua che scendono da.I F uta Djalon, è ricca di isolette (Bissagos), si fa più ospitale, ed è infatti spezzettata in n umerose e fiorenti colonie francesi, inglesi e portoghesi. Solo le immense ricchezze naturali, dalle .quali anzi hanno p reso ·il nome le coste che vanno da Capo Pahmas alle foci · del N igcr ('Costa: del pepe, Costa d'oro, d'avorio, degli schiavi, ecc.), hanno potuto •chiamare in folla gli Europei che trovano d ifficoltà ai -commerci nell'importuosità de~ lidi quasi sempre molio bassi e nel clima mi,cidia le che insid-ia la vita del ibian co. Fenomeno caratteristi~o delle coste della Guinea ,è la « barra ll; le onde si accavallano senza interruzione, .rompendosi con violenza su i bassifond i della costa cd ,ostacolano seriamente gli approdi. Il largo e sabbioso ·delta del Niger s i protende assai avant i nell'Oceano, :ammantato di magnifiche foreste, frazionando l'anipia insenatura del golfo di Guinea nelle _due Baie di Benin e di Bia frà . In fondo alla ;Baia cli Biafrà torreggia il gigan tesco massiccio vulcanico del Camerun, col quale ba inizio una costa che si mantiene abbastanza alta, .fino al Ca.po Lopcz., racchiudendo il la rgo estuario del Gabon che dà origine a lla bella baia d i Librev ille, ed il delta dell'Ogouè che termina nella baia d i Lopez. Nume;osi frammenti continentàli si àllineano in mare, ,e fra essi più notevoli le isole Fern;,_do Po, Principe ·s. Tommaso. Dopo i l Capo Lopez la co.sta. si fa bassa ed acquitrinosa, inospite, interrotta nella sua d esolante

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monotonia dall'estuario del Congo e dalle piccole baie di L~an<la, di Benguela, di Mossamedes, della Tigre. L' A , Australe, fra il Capo d i Buona Speranza e la Baia di Delagoa., ha costa a lta e frastagliata. Con l'allon tanarsi cla.J J'Oceano dell'orlo costiero montano, il che avviene poco prÌima d ella foce del Lm,popo, torna a farsi bassa, paludosa, esiziale- agli Europei. Lungo il Canale d i Mozambico il commercio cerca i suoi porti nelle isolette costiere q ua li Mozambico, Mana, Zanzibar. La costa orientale <le'll'A. fino al Bena,dir ha carattere aspro è brullo; è interrotta da coni eru ttivi 1~ dove i monti non giungono al mare, od è _dovuta· a<l emersione marina, avvenuta dopo il pliocene ; oltre la foce del Giuba, la costa, sempre a.rid a e sabbiosa presenta t_ratti rocciosi nei qua.li si apre qualche porto : Mogadiscio, Merca, Brava; donde il nome dato alla regione di Bar el Benadir o paese dei porti. La lunghezza totale delle coste <leirOceano Ind iano è di km. 7700 (Marinelli), Nel Golfo <li Aden si aprono insenature discrete· Gibuti, Zeila, Bei,bera. Le coste del Mar Rosso hanno uno sviluppo di 2100 km . ; sono essenzialmente coralline, e quind i frastagliate e r icche di scogli e d i secche; non offrono con<lizioni d i a•pprodo molto buone. E' da ricordarsi la baia. di A<lulis ccl i porti d i Massaua e di Suakim, frutto di molti lavori moderni. Orografi.a . Per descrivere l'orografia dcll'A ., in mancanza d i quei grandiosi corrugamen ti a pieghe t1p1c1 degli altri continenti, occorre attenersi a quell'insieme di alte terre che delimitano i <liversi altipiani e si succ'cdono con or<:linata continuità lungo la maggior parte delle coste. Fr a esse ha J.)articolar importanza la fas~ia che s i affaccia sull' Oceano Indiano e si prolunga, nonostante le breccie apertevi da.I L impopo, dallo Zambesi e dal Giuba, fino all'altopiano E tiopico, racchiudendo lungo gÌi orli delle due grandi fosse vulcanico lacustri dell'altopiano Orienta le gli elevatissimi vulcani spenti Kenia (m. 5200) Kilimangiaro (6010) Ruwenzo• ri (5126), che si identificano forse con i monti della Luna degli a nti-chissimi geografi. Il Reclus vorrel:>be vedervi, se non proprio un s istema centrale, per- lo meno gli avanzi d i un antico « t~tto l> continentale, A<l esso si appoggiano l'altopiano meridionale, l'altopiano -centrale, l'altop iano dei laghi od altopiano orientale e l'a ltopiano etiopico. L'altopiano meridionale, emerso fin dall'era primaria, ha una piattaforma granitica ricoperta da tmo strato non molto spesso <li detriti. Il centro è sprofondato in una depressione relativa, d i a ltitudine varia da 750 a 900 metri, ohe comprende il bacino chiuso del Lago Ngami e le paludi salate cli Macaricari. Gli orli invece s ono rialzati e costituiti da scoscese terrazze parallele, gradatamente crescenti d'altitu<l_ine col p rogredire verso l'in terno. L'orlo più elevato è quello verso l'Oceano Indiano, il che dà a ll'intero a ltopiano un'inclinazione g<!nerale verso ovest e nord ovest. La terrazza litoranea australe ha un'altezza. media di 80-100 metri ; la seconda e la terza terrazza dette anche rispettivamente Carroo ( d uro) e Gran Carroo, racchiudon.o fra aspre muraglie marginali degli altopiani stepposi che si amma,1· ta.:no d i verde solo all'epoca delle pioggie e che sono


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larghi: il primo circa 60 km. ed il secondo ben 120 km. ad occidente e 60 km. nella parte centrale. Sul versante atlantico la terrazza litoranea va crescendo man mano d'ampiezza da sud verso nord, oscillan<lo fra un minimo di 15 ed un massimo di 60 km. A questa si aggiungono una seconda ed w1a terza terrazza interne (monti dell'Elefante, monti Karree, monlt Kamics) le quali perdono alquanto di quota con J'avvkinarsi all'Ornnge, ma risalgono subito dopo itelh montuosa regione del Mamara e del Kaoko, cubninando 1;el gruppo dcll'Omatako (m. 2380). Tulle queste alteterre hanno in comune ,parecchi caratteri: esse sono tutte sormontale da alture tabulari, che si elevano con dislivelli abbastanza sentiti; la più caratteristicamente tipica è forse quella che prende appunto il nome di M. della Tavola (Tafelber,g - m. 1082) e che sorge nei pressi della Città del Capo. Sono incise da spaccature tettoniche o di erosione piu ttosto p rofonde (kloofs) attraverso le quali s i aprono stentatamente lo sbocco ;;I mare, i .fiumi e le comunicazioni dell'interno. I successivi pianori ( Carroo nella Colonia del Capo; Veld nell'Orange e nel T ransv;t,11) sono quasi sempre sterili, ondulati con p iccole guglie granitiche (kopje) e assai poveri d'acqua, tanto che quelle poche località che ne sono bene provviste aggiungono spesso al loro nome l'appellativo di « fontein » per ricordarne la presen1,a. L'interno è occupato dal Calhari, VMta pianura calcare impropria.mente chiamata deserto, in quanto essa. alterna strisce di steppa a dune sabbiose, cd ospita una vegetazione poverissima, sufficiente però a nutrire giraffe ed antilopi. Ha un'altitudine media di 1200 metri, è movimentata da ondulazioni abbastanza numerose ed è incisa <lai bacini del Cunene e dell'Orangc col suo affluente Vaal (Oceano Atlantico), del Limpopo e dello Zambesi (Oceano Indi'ano). Dopo la depressione Nga;mi-Macaricari si rialza in una si;,glia tondeggiante e.Ila 1000-1200 metri che serve d i transizione alle monta1,'Tle del Bihé, del Lunda e Mtop<po che separano i due bacini del Congo e dello Zambesi. I M. )Itoppo collegano l'altipiano meridionale con l'allipiano dei Laghi od altipùino Orientale. In esso sono soprattutto notevoli due immense fratture vulcanico-lacustri: b prima lunga oltre 5000 km. che abbiamo già chiamato fossa siro-africana, sul cui fondo si succedono i laghi Niassa, Natron, Baringo, Rodolfo, quasi tutti bacini chiusi; ed è limitata ad oriente da veri colos.5i montani come il Kenia (m. 5200) che annovera ben 15

grandi ghiacciai, il Kili.mangiaro, che oltrepassa i 6000 metri; il Ruwenzori, la cui altitudine è stata aoccrtata da S. A. R. il Duca degli Abruzzi in 5025 m. tutti vulcani Sl)Cnti; la seconda che ra.cchh1de i laghi Tanganika, Kfru, Alberto Edoardo, Alberto e prosegue per l'alto Nilo, segnando, con la sua cresta marginale occidentale, la separazione fra l'alto Nilo e gli affluenti del Congo. Essa annovera anche un grandioso gruppo vulcanico tuttbra in atti,·ità: il Kirunga, ohe s'interpone fra i laghi Kivu ed Alberto Edoardo con vette fra i 3 ed i 4000 metri. Fra l'wta e l'altra fossa si stende l'altopiano che include il Lago Vittoria, a 114-0 metri di a ltitudine cd il cui perimetro fu stabilito do. Stanley nel 18i5. I :vr. Mitumba allacciano l' altopiano Orientale aI meridionale ed al bacino del Congo od Altopiano Centrale. La regione equatoriale del Congo è fatta di terrazze sovrapposte clic i M. Cristallo ad Ovcsete cd i M. Mitumba ad Est separano in tre distinte zone. I ::),{_ Cristallo si stendono dal Bihé ali' A<lamua e si presentano come un baluardo dt rilievi dell'altezza media di 6-700 metri, largo 550 km. con vette massime di 1500 metri. Il Bihé, detto anche a ltipiano delle sorgenti, raccoglie le piogge del versante atlantico e costituisce centrn idrografico importante poichè ad esso attingono e il Congo e lo Zambesi. L' Adamua è una. regione di alte terre vulcaniche che tocca spesso i 3000 metri, -culmina nel gruppo del Camerun, imponente massiccio che occupa ben 2000 kmq., e si prolunga nell'Oceano con le isole Fernando Po, Principe, S. Tommaso, Annobon. Abbiamo cioè runa wna Atlantica relativame1ttc ristretta, una zona centrale che è la piì1 vasta e la più depressa ed una zona orienta.le più alta delle precedenti, dominata a<l est dalle alte vette dell'altipiano dei Laghi. Il centro della conca si presenta come un bassopiano di forma elittica, vasto circa 680.000 kmq., con a ltitudine med ia sui 3-400 metri, molto piovoso, ricoperto di fittissime foreste, cosparso di laghi e di paludi a contorno variabile e spesso in comunicazione fra loro durante l'epoca delle forti precipitazioni. L'altopiano Etiopico, col quale ha termine la striscia di alteterre che abbiamo seguito nel suo sviluppo, comprende l'Etiopia e la Somalia. Le due terre sono divise dalla gran fossa orientale, il cui fondo è tutto occupato da laghi, che cos\ itu iscono rper lo più bacini chiusi, e da lla valle dell'IIauasch, che si perde nel deserto assa.i

Baia dt nordla nella Cirenaica

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prima di ghmgcre al mare, nella depressione occupata <lal Lago Assai e <la l Piano del Sale (D.anak i]}. La faglia occidenta le s i eleva bruscamente dal solco con una mura.glia erta ed unita, incisa <la pochi passi molto elevati, lunga oltre 1000 km., che giunge subito a notevoli a ltezze ( 3000 m .) ed orla ad orien te il tavolato etiopico, a:inpia reg ione terrazzata che in un caotico ammasso di rilievi grandiosi (M . Dascian m. 4620), conformati a p icchi ed a tavole (ambe) separati da burroni e da valli molto profonde, ha tuttavia ,.in'inclinazione prob'Tessiva ve~so ovest e s i abbassa a l centro, nel Lago Ta:11a, che sorge a soii li 75 metri d i altitudin e, e dà origine al N ilo Azzurro. La faglia orienta le

O&si e d ese-r·~c, ( Zanzur)

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s , m1z1a coi M . degli Acussi ( 4000 m .), si svolge a tt raverso al paese degli B arrar fino al Capo Guardafui e si prolunga ne-ll'Oceano con l'isola Socotra, quasi a<l a lla.criars i con 1c alte terre dell'Arabia. (Del S"dan t:ratterorno a parte). Il Sah ara o << g rande deser to )>, è la regione- che s i stende a sud del!' Atlan te e del Mediterraneo, fra !'Oceano /\tlantico ed il Nilo, occ-upando quasi u n ter zo dell' in tera A. (9 milioni d i Kmq.). Si divide in Sahara occidenta le. o Sahel e Sahara orientale o deserto libico. Vi si trovano t'lltte le forme: dalla pianura alla montagna, con p redominio dell'a lt ipiano e tutte le formazioni geologiche. dal granito al 'Cakare ed alle terre

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vulcanich~. La sua a ltezza media è di 450 metri, assai superiore doè a quella dell'Europa che è" di soli 330 metri. Gli Arabi ohiamano « eng )> ed i Berberi « iguid i >) la regione delle dune. Queste hanno altezza relativa di 100-200 metri ma arrivano a 400 e 800 m., specialmente nella ,parte p iù occidentale del deserto, qu~lla -che si affaccia al!'Atlanticò fra lo sboc-co del Draa ed il Capo Bianco. Chiamansi « hammada )> o « serir ,> gli altopiani, i quali sono se1npre ,:-icoperti di ciottoli e spesso incisi da uadi, fiumi temporanei, od anche solo traccie di anticlli corsi d'a,cqua disseccatisi _ricopert i oggi da tutto lo sfasciume detritico che non ha ;potuto essere convogliato più lontano, i cosidetti :fiumi fossili, sotto i quali scorre ancora _spesso, a p-rofondità più o meno notevoli, la linfa ben efi-ca e -lungo i quali si a llineano i .pozzi o le oasi. Essi servono generalmente da vie ca.rovaniere. T ra questi, parti<:olarmente importanti l'uadi Saour a, che scende in direzione nord sud dal Marocco a l Tuat e l'uadi lghargar, orientato da sud a nor d, che collega la regione degli /\haggar con gli schott algerini. Il Sahara ,presenta in ditezione nord ovest-sud est, dal Marocco al Darfur, un a llineamento di rilievi molto antichi che giungono anche a grande a ltezza; Abaggar ricco di sorgenti ( 3000 m.), Tummo, Ttbesti (Emi Cuss~ 3415 rn .). A sud ovi::st di questa sorgono l' Ackar e I' Air; a nord est l'Hammada el Homra, tavola to di oltre 100.000 k.mq. di superficie, orlato dal Gebel Tripolino e dal Gebel es Soda, riunisce il deserto libico a lla. Tr>politania ed alla [)ianura Sirtico- Marmar ica, sulla qua le s i eleva ]'_a ltipiano calcareo del Ba.rea (•Cirenaica) che culmina nel icosi<letto Gebel Achdar, con quote di poco i nferiori ai 900 m.

L'Atlante o Africa minore è u·n a gra:11.<le regione naturale che appartiene geneticamente all'Europa sud occ iden tale. ' Essa ha gli stessi cornugamenti della Cordigliera Ret ica. I paesi <lei litorale marocchino differi-• scono meno da q uelli della Provenza. che da quelli dr.I Sudan, da cui li separa il Sahara (Reclus). Fra il Cap') T re Forche e la Punta d i Ceuta si stende il Riff, il quale sale r ipidamente dal Mediterraneo gi,ungendo molto presto ai 3000 metri. Esso scende assai più dolcemente verso sud, inciso dai numerosi affluenti dell'Uadi Sus, la grande ivia storica d i Fez p er T aza verso Tlemcen e l'Algeria. A sud si eleva.no l' Atlante cd il piccolo Atlante o Antiatlante : il ,primo tocca nel Gebel Ajaki l'altitudine massima di 4500 m ., il secondo raggiw1ge solo i 2000 e s i allarga in un a ltopiano i cu i orli esterni molto ondulati, annui-iziano già. la struttura dell' Atlante Algerin o . (V. Algeria). ' I d-rogrnfia. Anche l'idrogra.fia, come l'orogra.fia, ha linee mals ic ure; caratteristiche generali sono la scarsezza d i acque della parte settentrionale in contrapposto a lla re!atiYa. abbondanza della parte meridiona le, la frequenza di ,potenti masse lacustri nella zona tropicale, ampi e pia:tti collettori di acque p iovane, i quali, secondo le stagioni, si trasfor:rnano da territori paludo.si i.n stag11i o laghi dalle r ive incerte, e l'esteso sviluppo dei bacini continentali, i quali coprono circa un terzo d i tutta l'area del continente . La maggior parte dei fiumi africani sboccano n ell'Atlantico. I fiwni litoranei h anno scarsa impor tanza. Nei paesi deser tici vi sono uadi temporanei torrentizi, -che resta.no asciutti


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magari per diversi anni. I bacini maggiori sono per Io più immense condtc terrazznte ~ es., Congo, Zambe~i - in cui i fiumi passano di terrazzo in terrazzo con cascate imponenti, cateratte, rapi<le, impaludandosi talvolta nei singoli terrazzi o d ila,gando in veri serbatoi naturali come è lo Stanley Pool al Congo. I letti sono generalmente tortuosi, spesso incassati fra sponde n1olto alte e ripide, e quasi tutti convoglia.no grandi quantità di materiali, per cui sono frequenti le « ,barre di foce >>. T utto questo fa sì che rara1111ente i fiumi africani, anche se abbiano corso assai sviluppato e volume d'acqua imponente, r,ostituiscono buone vie di comunicazione, e priva !'A . di un elemento essenziale di vita. La regione idrograficamente più importante è l'Altopiano dei Laghi che alimenta i tre maggiori fiumi: il Nilo, il Congo e lo Zambesi. Abbiamo quivi, fra i maggiori, il lago Vittoria o Ukerewe, il terzo della terra per dimensioni, che misura 70.000 kmq. di superficie, con una -profondita di 200 m . ed ha isole, golfi ed anche tempeste come un mare; il lago Tanganica, anche esso famoso per le tempeste violente ed impro,,·ise, che misura 36.000 kmq. cd ha una profondità di ben 1435 metri, ~cendendo a 650 me tri sotto il livello del mare; il lago )/"iassa che ha una superficie di 27 .000 kmq., è lungo oltre 550 km., largo 50- 100 km . e giunge anch'esso a 200 metri sotto il livello dc! mare. ::-=ell'A . meridionale occupa il primo posto fra i fiumi atlantici, l' Ornngc, originalo dal l\,I. delle Sorgenti, nodo id ro·• grafico molto impol'lante, ohe manda acque tanto ali' Oceano Aclantico che al!' Indiano. L' Orange ha un corso d i quasi 2000 km. ma, come anche il Va.al, corre per quasi due terzi fra le steppe desertiche del Calahari, le qu.i.li lo impoveriscono talmente, ohe duranlP la stagione secca è spesso guadabile. L 'epoca delle pioggie lo trova per contro gonfio ed impetuoso. Nel suo corso inferiore sono notevol i le 100 cascate o cascate ùi Angrabies o di Giorgio IV, che si susseguono su w,a profondità di 25 km. Termina con una barra di foce. A sud cd a nord dcll'Orange non si trovano altri corsi d'acqua perenni fino al Cunene, il quale ha però anch'esso un regime incostan te. Scende dai monti del B ihé. li suo bacino medio ha cosi poca pendenza che spesso le acque non riescono a defluire e s'impaludano evaporando poi sul posto o va11no ad alimentare le paludi r.alate oi Etocha. Ha un co1Sò di 1200 km., ma nclb zona litoranea è quasi sempre asciutto. Tra i fiumi che immettono nell'Oceano Indiano, oltre· al Tugela, ch•i scende dal mon!e delie Sorgenti attraverso una serie di strettissimi corridoi diru,pati ed è famoso soprat tutto per i numerosi combattimenti di cui è stato teatro durante la guerra anglo-boera, vi è il Limpopo od lnhampura, o fau11e dei coccodrilli, il quale nasce nel !erri• torio di Pretoria dall'unione di parecchi fiumi di sorgente e dopo un lungo giro in una pianura malsana, n~ esce raccogl irndo quo.s i t u ltc le acque del Transvaal e della Rodesia del sud e termina in mare a nord-est della baia di D elagoa, attraverso una p ianura paludosa, dopo un corso di J 600 km. interrotto da rapide e da cascale. Lo Zambesi è il più importante dei fiumi che si gettano nell'Oceano Tn<liano cd ocCJ[)a. il quarto posto fra i fiumi africani, con un percorso di I i SO km ed un bacino di 1.500 .000 kmq. :'.\lasce nei J\Ionti Caomba, dc.

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una dorsale .a declivio così incerta che si può quas i dire che i torrentelli ohe per primi lo compongono abbia,io comwii le origini con i primi tributari del Congo. Le vallate <li questa regione hanno pendenze insensibili e si riempiono <l'acqua con facilità, tanto che Livingstone, clic per primo le percorse fiss3Jldo appunto le sorgenti dei <lue grandi dium i, le definì « vall:tte spugna». Lo Zambesi al.,bandona il terraz2-0 superiore con le cascate di Gonje (Rodesia del nord) ed entra in una pianura estremamente piatta, nella quale le :i.eque si impaludano. Attraverso le paludi di Linianti conAuisce sulla destra il Cuanclo, importan te affluente, lungo 90•) km., quasi sempre navigabile, ed un braccio dell'Ok~ vango (Kubango). Questo fiume scende come il Cunene dal Bihé, ma a differenza del primo, le sue acque giunte alla pianura non ri~cono a trovare il deflusso e parte s i scaricano nelle pn ludi Linianti, impiegando ben due mesi a ra,ggiungerlc, parte si perdono nel bacino dello X garni e nelle paludi Macaricari. La pia. nura così acquitrinosa è tcrribihncnte malsana. e da essa l'uomo rifugge, mentre vi a:bbondano ippopotami

e coccodrilli. L6 Zambesi esce da questa pianura 111orlifera con le famosissime c~~cate Vittoria che co.;tringono il fiume da un letto di 1600 metri ad uno stretto profondissimo c ana le largo soli 75 metri con un dislivello di 140 metri. Nuove cascate, nuo,·e rapide ed altri strozzamenti attendono il fiume prima della foce, e fra essi le cascate di Kcbrabassa e le gole d i Lupata, larghe 200 metri, dopo le quali riceve il Chiré o Seiré emissario del La.go Niassa.. Questo affluente, pu r essendo soggetto alle variazioni di regime del lago, ;. quasi sempre naviga.bile, come lo è lo Zambesi, da quando lo riceve fmo a llo sbocco ne ll'Oceano. Questa c.:imunicazione fluviale costituisce una. delle migliori vi-:: d i ,penetrazione ver5o l'interno dell'A . Anche lo Zambesi è soggetto a. periodi d i piena fra l'inverno e la. pri•• ma,·cra. L ' A. centrale annovera il cen tro di dispersione maggiore del continente, costituito come si e visto dall'a•-· topiano dei Laghi Cfl il Congo, il secondo fiume del mondo per grandiosità di bacino e per Yolume d'acqua Le acque che defluiscono al.,bondanti dalla regione del Rihé percorrono dapprima la regione_..d el Kassongo, còe si potrebbe quasi dcfmire essa stessa una << regione spu gna.», solcata da una. quantità di corsi d'acqua che ora s i allargano in laghi gl'ancl iosi, come il ll:1ng,.1colo ccl il


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l\Ioero, ampie distese poco profon<lc, aventi carattere ben diverso òa quello dei laghi equatoriali, ora s i pe.cdono in mille acquitrin i, in stagni di contorno sempre mutevole, ora scorrono in letti ben defmit~ aventi massa d'acqua ragguardevole e con direzione preva lente su 1 nord. In questo intrico non è agevole fissare il vero corso del Congo ed i pareri dei geografi sono infati i discordi. Il Luapula è il principale canale di drenaggio di questa regione così ricca d'a:oqua, ed ha i 1naggiori t itoli per essere considerato come l'origine del Congo. I l lago Tanganica, ohe a sua volta, per mezzo deì Russisi, rkeve le acque del K ivu, gli manda l'eccedenza de lle sue acque con il Lukuga. La variabilità di regime del Tanganica ren de mutevole anc he questo a pporto, ma esso è a,d ogni modo sempre importante eù in certe epoche ne fa una via navigabile che colleg,1 l'a lto Congo con il Tanganica. Il Congo da lle sorgen ti al mare <lescrive una grande curva car:iueristica di molti <lei principali tìurni africani, perfettamen te simmet rica, come s i è visto, ma diametralmente opposta :1 quella descritta dallo Zambe~i. Il Congo p resen ta gran diose cascate fra terrazzo e terrazzo. Dopo le cascate di Stanl~y, con le quali passa l'equatore, si allarga man mano fino a rag?iungere i 45 km., rompendosi in una quantità d i filoni intrammezzati d a un vero dedalo cli isole, descrive un'ampia cul'Va e ripassa nuovamente l'equa tore allargandosi anche maggiormente, p oco dopo, nello Stanley Pool, vasto bacino che copre una sl!perficie di 450 kmq. Il Congo attraversa la fa.scia dei monti Cristallo con una serie di 32 cascate dette di Livingstone, nelle qua li il larghissimo letto si restringe a soli 400 metr i, raggiungendo una profoadità di 'JO nietri. Esse terminano a }.1atac1i, donde comincia il cor$o inferiore del Congo ( ISO km .), il quale è orn tutto n avigaibile e sfocia n ell'Oceano con un la rgo estuario. Nel lunghiss imo percQrso ( 4200 km.) il Congo riceve molti affluenti hnportan ti e fra questi, a destra, l'Ubangi che '!'asce ·c ol nome di Uel\e a nord ovest del1'Altipiano dei Laghi, ha un corso di 2400 km . ed arriva ad una la.rghezza d i 2-3 km.; cd a sinistra il Loma11i, navigabile in tutte le stagioni e per u n a latitu d ine anche più meridionale d el Congo stesso, cd il Kas.,;ai ( lungo 1900 km.), il tributa rio maggiore, che misura in certi tratti ben 10 k m. di larghcua, e con il suo affluente il Sankuru, lungo 1400 km ., apre una buona via naviga.bi le verso l'interno del bacino. Con questo ;mponente concorso d i acque il Congo ha una pwta ta m c.dia d i 4.000.000 d i mc. Gli affluenti di s in istra d imin uiscono di volu me quan do il soic guada-

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gna l'emisfero settentrionale ed a,umentano per cont:·o queUi di destra. L'inverso avviene nella stagion~ successi"a, e questo concorre acl assicurare la costanza del regime. I l Congo offre complessivamente nel suo bacino 18 .000 km. di vie n avig,rbili. Fifa i fiumi dell'A . centrale che a ffluiscono ali' Atlantico si devono ricordare l'Ogoué, clie sfocia con un vastissimo delta a nord-ovest d i Capo Lopez ed il Cuanza che lia. un corso d i 1200 km. e scende da l Bihé impetuoso e l'Otto d a molte cascate. Dall'altipiano dei L;,,ghi scendono verso l'Oceano Indiano una quantità di correnti n on tutte ancora perfettamente conosciute e fra esse sono degne di menzione il Rowuma, che nasce ad est del Lago Niassa e nel st?O corso in feriore segna il confine fra il possedimen to portoghese di .I\Iozambico cd il territor io ex tedesco di Tanganica, ora inglese; il Ru:(ìgi, che nasce a nord dello stesso lago T ~11ganica cd il Tana che scende d a l K en ia. Più a nord sbocca n el-. l'Oceano Indiano il Giuba che scende dall'altopiano somalo, e s i .perde nelle sabbie costiere il Uebi S.cebeli. Ne parleremo n ella Somalia. I cors i d'acqua del lvfar Rosso non h anno hnportan.za. l i Nilo è l'un ico g rande fiume che si getti n el Medite rraneo. Gli viene attribuita una lunghezza da 6170 ( Chavanne) a 6470 km ., il che lo mette subito dopo il ~1 ississipì-M.issouri che ne misura 6530, cd è il più lungo fiume del mondo. H a dapprima carattere equltoriale, trova nei laghi i suoi immensi serbatoi, e<l è come questi soggetto a •p eriodi di piena e cli magra D iventato fiume tropicale, si impoverisce considerevolmente nel suo •Corso medio fino a che non lo raggiungono a sinistra le ;;eque che vengono dal Sudan ed a destra quelle che scen dono dall'I::tiopia e che sono a loro volta anch'esse grandiosi serbatoi del fiume per il suo corso med Lo cd inferiore e presiedono alle piene che benefica.no l'Egitto. Ii ::S: ilo finisce come fiume desertico, senza r icevere più a/fluenti d i qualche importanza, ,per c ui s i :può dire che nel corso inferiore vivi solo d elle r iserve del corso superiore e medio e <leve alla natura roociosa ~lei suo letto, che gli impedisce di dilagare troppo facilmen te sr giunge a l mare con un volume <l'acqua d iscreto (2 milioni di m . c.), anche se non p roporzionato all'importanza de l suo corso e del s,10 ba<:ino (circa 3.000.000 di kmq.). Il Nilo nasce ne lla regione <lei Laghi. Dal Lago Vittoria esce il Kivira, il quale a lterna la.ghi e palud i a cascate ed a rapide, inframmezzate da tratti p iani n ei quali alte erbe ingombrano il letto de l fiume fino a qua si nascon derlo. Entra ,poi nel lago Alberto, il quale r iceve col Semliki

Cav,1l ierl 110I deserto


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le acque . del Lago Alberto. Edoardo e lascia.. US{:Ì(e il diventa .fiume desértico e s'impigrisce in ,m letto largu Nilo sotto il nome di N ilo Bianco (Bahr el Gebel) già 2 km., dilagando spesso in paduli ed in laghi che funlargo 1500 metr i ed impetuoso. S i mantiene tale fino a zionano da se1'batoi naturali come il Debo e<l il Fagui'La<lo dove entra nella p ianura sudanese, la cui penbin, moltiplicando i suoi braoci in una specie di delta denza è così insensibile che non riesce a regolarne il formato da rami numerosi, a limentati anch e da un corso ,per modo ci1e il Nilo dilaga e si impoverisce man grosso afflu~te di destra, il Bani. E' soggetto dal magma.no che procede fino a che non riceve nuovo aligio all'ottobre a periodi di p iena ohe lo rendono navimento a sinistra dal Bahr el Gaza! (fiume delle Gazgabile a natanti di 30 tonu.; le cannoniere francesi lo zelle) ed a destra dal Sobat. Il primo è lungo 1200 k.m. risalgono fino a Baumaco. Dopo T imbuctu le rapide di ed ha un ampio bacino che s i sviluppa in prevalenza Ansongo, che non sono però del tutto insormontab-ili, a sud sulla ,groppa equatoriale divisoria dei bacini del interrompono la navigazione, la quale trova poi un osta.Congo e del Nilo, poi~hè i corsi d'acqua del Cordofan colo anche maggiore nelle rapide di Bussa che si svie quelli del Darfur hanno regime desertico e solo salh.1ppano su una profondità di 200 km. Torna ad essere tuariamente arrivano a confluire nel Bahr el Gaza!. :-lelnavigabile 1)ermanentemente subito dopo queste rapide l'acquitrinosa pianura <dove il N ilo cd il Bruhr el Gaza! fino alla foce, ossia per 750 km. In questo tratto ~ confondono le loro acque, si distacca verso N . N . E. largo oltre 1 km. ed arri<ra ad una profondità di 20 meun braccio lungo p iù di 200 km1. che for ma col ramo tri. Il suo affluente -principale è il Benuè che si apre principale un delta largo da 10 ad 80 km., am,piamenle la strada fra i monti del I:auci e dell' Adamaua arrireticolato e r icoperto anch'esso quasi senwre di al!,i vando nel suo corso inferiore alla larghez;,,.'t di 1500 m .. erbe che ostacola no gravemente la navigazione. Do-po quasi sempre navigabile ed in qualche periodo di piem, che i due braoci s i sono riuniti, perviene sulla destra come si è già detto, collegato con il Logone e n a vigail Sobat che sce1Jde molto ricco d'aoqua dalla Etiopia. bile anc.:.ie in questo tratto, ottima via di penetrazione meridionale. Il maggior contributo è dato però dal Nilo verso il Ciad. E' lungo 1400 km. Il delta del Niger è Azzurro o Bahr cl Azrak ohe confluisce a Cartum. Nasce largo 350 · km. e rnnta 16 \bracci principali, mutcv0in Etiopia. col nome di A:bbai e dopo '!)iu di 100 km. si lissi mi, dei quali due soli sono navigabili.• getta nel Lago Tana, pittoresco lago vulcanico che ha Il Senegal ha. un corso di 1430 km. Corre dapprima una superficie "d i 3000 kmq., dal quale l'Abbai esce impetuoso fra rapide e cascate. Ha regime incostante chiarificato ed attraversa con una gran curva il paese per cui i limrti della su;t navigabilità sono variabili e dei Goggia, scavandosi un letto profondissimo fra erte 50l0 si può dire che durante la stagione della piena, ria pareti 'basaltiche ed anicd1endosi delle acque del Giamgiugno a settembre, si può risa.lire senliJ)re fino a :M ema e' del Didessa. Si fa navigabile da. Famaca a Cardina, che si trova. a 1000 km. dall'Oceano. tum per circa 650 km. Ha w1 corso di 1490 km. DalIl più i mportante dei bacini interni è quello del lago l'altopiano Etiopico scende al Nilo anche l'Atbara, che Ciad, ,che sorge nel cuore del Sudan a poco più di 25') è lungo 1120 km. ed è formato dell'At ba.ra propriametri sul livello del mare ed occupa una. superficie di mente detto, del Takazzé e del Mareb. E' in questo 27.000 kmq., con una larghezza massima di 240 km , tratto, da Ca.rlum a . Uadi Haifa, che il Nilo ha il maglarghezza però varirubilissima che si riduce a.Ila quinta gior volume d 'acqua. Dopo queste località non riceve parte durante la stagione seooa. La riva orientale si ,più che uadi di car,i.ttere desertico torrentizio. spezzetta ÌJ1 una immensa quantità di piccole isole, che Il N ilo è soggetto a piene annuali che per il Sudan scompaiono quasi del tutto durante le piene. egiziauo e 1JCr l'Egitto si iniziano nei mesi estivi e culCli'.ma. L'A. è compresa per i quattro quinti nella mi,1ano in autunno - frutto delle p iene etiopiche estive zona calda. Essa sola ra.:chiucie l' isoterma di 30° (equa- pùichè le piene rlcll'equatore si perdono nella. deprestore termico), la quale non corrisponde però all'equatore sione per-corsa dal Bahr e l Gaza! e non arrivano a far geografico, ma bensì corre sinuosa come un'eliSsi schiacsentire la lorq, influenza sul corso inferiore. Dopo Carciata attraverso la parte più estesa in larghezza del.tum il Nilo desçrive due ampie curve ed è interrotto I'A ., mantenendosi fra i 10° t-d i 20° di lat. nord, sfiora d>t ra-pide e da cateratte che rendono i1npossibile la nal'altopiano etiopico ed arriva all'Oceano Indiano con il vigazione fra Bcrbcr e Uadi Hai.fa. Le catera-tte sono Capo Gua.rdafui. 1-::• caratteristica nei riguardi del cli-sei: la prima situata la confluenza dell' Atbara e ma l'uniformità delle zone corrispondenti dei due enJÌ• Ber ber, l'ultima ·,poco a monte di Assuan. Il Delta copre sferì, ben(:hè i fenomeni climatici siano m;;no acre1;quasi 23.000 kmq., è lungo 175 km. e largo 207 km. I tuati nell'emisfero 1J.1e.ridionale, nel quale la parte co~1due bracci 'Principali fra i quali è r acchiuso prendono tinentalc è più stretta e le correnti aeree che vengon-:, rispettivamente il n ome di Rosetta e Damietta. dall'Oceano possono per conseguenza far senti.re più Dall'Atlante scendono al Mediterraneo dei fiumi lifacilmente la loro influenza moderatrice. Perciò nel Catoranei <li non grande importanza; i fi.umi dell'interno la.b ari non si raggiungono i •m assimi di caldo e di sechanno in genere sviluppo continentale. Solo il Draa si chezza che sono propri del Sahara. Data la monotonia apre il passo fino all'Oceano Atlantico. del rilievo alricano, è principalmente 'i Ì sole che regoh Del ì\farooco, Algeria, Tunisia, Libia, diremo a parte. la temperatura. All'equatore - ed a nord ed a sud di N ell' A. occidentale sono da ricordare solo iL Niger o esso si stende una zona calda a condizioni termiche Quorra cd il Senegal, che n ascono entram:bi dal Futa quasi costanti: ivi l'atmosfera è molto umida per le G ia lon. Il primo ha un corso d i 4500 km. circa, deabbondan tissime -prcdpitazion~ che non ha11,no qua.si soscrive una gran ourva verso nord, mantenendo il casta nel cor~o dell'a.1i'!10. Le p iogi,,ie sono pi'.1 abbondanti rattere di fiume tropica le •di a ltipiano fu10 a Se;::ù. Dopo all'epoca del passaggio del sole allo 7..e.nit. Si hanno due

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stagioni di pioggie abbondanti, ma. non v i è mese che ne sia del tutto privo. I paesi siruati in questa zona sono gCJ1cralmente caratterizzati dal rigoglio delle foreste e da una. fauna assai r icca, ma sono esiziali agli E uropei poichè il ci.Ido umido, ohe ostacola anche la traspirazione della pelle, è il meno sopportabile e, unito alla mancanza di una slagicne fresca che dia un po' di ristoro, ;provoca facilmente la còsidetta anemia tro ,picale. Sono frequenti le dissenterie e le febbri per maJaria, che hanno una violenza terribile. Il massimo di precipitazioni si riscontra in corrispondenza del Golfo di Guinea: sul Camerun s i superano i 10 metri all'anno; intorno al La.go N iassa si hanno 3-4 metri. Le pioggie torrenziali durnno anche sette od otto giorni. Le zone a. cavallo dei tropici sono anch'esse calde, ma a temperature varia!bilissime L 'escursione annua vi è molto accentµata eà anche p iù forte è l'escursione diurna ( in qualche punto del Sa hara. si ,passa d a 50° a 0°

un aadi ed anche sotto zero. A Saint Louis (Senega.mbia) si sono registrali nella stagione seoca +45° e -8°. I deserti -corrispondono esattamente ai tropici; in essi ~i ha un cielo quasi sempre sereno ed un massimo di secch.ezza, poich~ le precipitazic,ni annue sono inferiori a 250 mm. Vi sono due sole ~tagioni, la stagione secca e la. slail"ione umida. (estate). Man mano cb·e ci si allontana dai tropici per av,vicinarsi all'equatore le pn..'t:tpitazioni vanno aumentando e s i entra. nelle zone subeqaatoriali, nelle quali stei:ipc e savane (regioni di al!.~ erbe) si sostituiscono man mano al deserto. Le porzion i estreme dell'A. settentrionale e merid:onalc hanno clima subtropi-cale e sono regioni di un calrlo temperato con scarsa escursione annua, siocità estil"a e ,pioggie invernali (Africa. Ucl Nord - Colonia del Capo). Ad infl uenza re il clima contribuiscono i vent i e le correnti marine. Le regioni interne dell'equatore sono contrassegnate dalle calme equatoriali; l'aria surriscaldata tende a sali re verticalmente. Gli a lisei spiran" in direzione d i sud est nell'emisfero merid ionale ed in d irezione nord est nell'emisfero settmtrionalc. Duran te l' estate l' a liseo ncll' attraversare l' equatore termico · si trasforma in monsone; i.J suolo roccioso e sabbio_so del Sa:hara irradia. una. tale quantità di calore da p rovocare ,u n r ichiamo d'aria dal Golfo d i Guinea originando così il monsone di sud ovest cl1e arriva dal!' Atlantico carico di umidità e se ne scarica. nel Sudan, causando la sta.gione delle pioggie. Fenomeno analogo

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avviene sulle coste della Somalia (monsoni di S. E .) le quali appunto in questo periodo sono flagella.te dall'Oceano, J1Jentre l'interno è soggetto alle grandi pioggie. N ell' A. australe, sulla costa. occidentale p redominano i venti di S. O. e la corrente fredda oceanica priva la costa quasi completamente di pioggia., mCJ1tre questa abbonda. sulla costa orientale che è sotto l'influsso della corrente calda <li Mozambi'c o e dell'aliseo di S. E . larga,mente ·p rovveduto di vapori d'a<iqua. dei quali si spoglia a.1 contatto dell'alto orlo montano. Esistono perciò nei riguardi della distribuzione annua. e della. quantità. di pioggia grandi differenze fra le due coste: tutta la parte oi-ienta4e ha. pioggie nell'estate mentre sulla costa occiden tale ie pioggie cadono assai scarse e solo durant" l'inverno. L ungo le coste somale da d icembre a. maggio predominano i monsoni di N . E. apportatori di frescw-a e <la giugno a. novembre quelli d i S. O . più caldi. Verso i\ Giuba la sta,gione delle g.randi pioggie si verifica. nell'esta te e la stagione asciutta incomincia ad ottobre e dura. fino a marw; sull'Uebi Scebeli le grandi pioggie dura.no invece da marzo ad agosto quasi ininterrotte. Sull'altopiano etiopico la stagione umida comincia ad aprile nei paesi meridiona.li e dura fino a l settembre con u11 periodo di maggior intensità nell'estate quando cioè si hanno contemporaneamente le grandi pioggie anche sulle parli più elevate dell'altopiano; quivi si hanno due invern i, l'uno dal luglio a settembre e l'altro assai più corto nel gennaio o nel febbraio. Non è rara la neve sugli a lti monti.

Popolazione - Razze. Le cifre che più comunemente s i fanno per la popolazione d ell'A . variano da 135 a 165 milioni d i aibitanti, che vivono inegualmente ri.partiti, accentrandosi specialmente J.ungo i corsi d'acqua maggiori e sulle coste. La razza p iù numerosa è la negra (90-95 milioni) ; essa vive abbastanza compatta. in un'area. clic va dall'Atlantico a.I ~ ilo ( Sudanesi) e fin qua.si a l Caipo (Bantù) inframmezzata. tla· piocole isole d i una. popolazione nera, forse più a.n ti<:a, <li piccola statura (massimo m. 1,40) che vive spal\paglia.ta soprattutto nelle grandi foreste equatoriali. T anto i negri del Sudan quanto i Bantù hanno invece statura elevata (media. m. 1, 70). Questi ultimi p rendono anohe il nome di Caifri, da. « kafir » infedeli, e furono così battezzati dai musulmani, per la. loro refrattarietà all'islamismo. Nel nord dell'A . ha il predominio la razza bianca o sem ito-camitica che occupa i paesi mediterranei. Nell'A . a11.stra.le sono i resti di due razze nomadi affini, anch'esse nane, gli Ottentotti o Koin Koin cd i Boscimani, o Buhsmen, ai quali si è sovrapposta verso il litorale una ;popolazione mista., di importazione, composta soprattutto di olandesi, di inglesi e d i francesi. I Negri, i quali nella maggior parte, trovano migliori condizioni di vita neJ.le regioni da essi abitate, sono generalmente « sedentari ", mentre sono generalmente nomadi gli Hamiti, gli Arabi ed i Pigmei. Vi sono però d ifferenze sostanziali fra il noma.<lismo degli a,bitatori del deserto e quello degli abitanti delle steppe; il primo tende all'indwidua.lismo annientatore dei freni imposti dalla convivenza. s()(,-ialc, e s i es.plica con le razzie e con il b rigantaggio; il secondo, proprio delle trihù di pastori, trova in sè le ragioni d i un'esistenza sociale


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D1J,ne di sa.bliia

più OHlinala e <là a i suoi trasferimenti il cara ttere di m igrazioni collettive dalle quali talvolta possono sorgere stati temporanei n,a non del lu tto effi meri e capaci di salire ad una certa gran<lezza, co1ne si è verj~ ficato per es., nel Sudan oocidenta le e forse anche nella lfodesia. Vie d·" ,·01J1•1m,'.,;az-ione. Il problema delle con11rnicazioni è in via di promettente svi luppo. Il formarsi dei grandi im peri colo:iiali che s i stendono da ll'un capo a ll'altro del I' A . dà a lle P otenze che ne sono padrone hi possibilitit d i programmi organici grandiosi. Il p rimo problema che s'impose in ordine d i tempo fu e resta tuttora per molte region i quello della penetrazione verso l'inte;·no. T r ov ialllo infatti una vera raggiera, i11 continuo aumento, di ferrovie che irradiano daÙa costa verso l'interno. Il secondo prdblema, quello di attraversare l'intero continente, è stato facilitato, oltre che <lal progredire incessante della tecnica, la quale affron ta con sempre n uovi mezz i gli ostacoli naturali cbe finora s i sono oppost i più duramen te al cammino della civiltà, anche dalle conseguenze politiche della guerra mond iale, che ha r imosso resistenze politiche che forse sarebbero rimaste insormontaibili. I n questa gara si utilizzano tanto le grandi correnti acquee cd i laghi, là do,·e questo è possibile, quanto le Jerrovie, ed oggi anche l'aeroplano e l'automobile. Quasi ogni colonia h:1 le sue ferrovie di penetrazione, delle quali si d irà nelle voci rispettive. L e grandi ierrovie del continente sono quelle trasversali e quelle longibudinaii. I.e prime sono rnppresen tate dalla linea ohe dalla. baia di Li.ideritz, capolin ea della ferrovia del ?\amaland, risalendo l'Ornnge, s i d i-r ige a Johannesburg e d i qui per Pretoria a L orenzo 1'farqucz, oppure sale a Buluwajo, Salisbur j e Beira, r iunendo i due Oceani. Se i progetti _anglo~belga~portoghesi avranno attuazione, la ·f errovia del l\ a maland e del Daimara dovl'à prolm,garsi attraverso l'Angola fino ad a.llacciarsi con la rete belga del Congo, e si avrà così una n uova linea trasversale che potrii segnare come suoi estremi _la ,baia d i U ideritz e Beira. Ben altrimenti grandiosa sarà la linea, ideata per primo e.la Cccii Rodhes, ohe dovrit unire la Colonia del Capo con l'Egitto su u n tragitto di 11-1 2.000 km . in

p arte u tilizzando le vie d'acqua offe rte <lai grand i la ghi e dal Nilo e cper la parte maggiore per ferrcr,ia. D i essa sono g-ià in attività 6800 km. 1l prolungamento della ferrovia che penetra nel Katz.nga e -Ohe ha oggi come scopo specifico l'accaparramento delle ricchezze d i quella regione alla q uale il Belgio, ·come abbiamo visto, non ar riva ohe stentatamente, dovrebbe farsi o scendend o il Congo fino a Stan leyville e poi d irigen dosi con un tronco ferro\•iario da questa città al Lago Alberto e .d i qui àl N ilo Bianco accompagnando il corso d i questo •f iume fino a Ca.rtum, o con un tronco che staccandosi dalla Rodesia settentriona le coste.ggiassc ad est il lago Tanganica e ad ovest il lago Vittoria ed entrasse nell' Ugand a per coincidere con il p rogetto p recedente lit dove il Nilo esce dal lago Alberto. P otrebbero forse diventare sussidiarie a q ueste le linee c11e sono progettate ne lla colonia portoghese <li :'lfozambico da Ohilimanc e da Porto Amelia a l lago Niassa. Ajrica Propria lo t err~torio. di Cartagine). Nome dato dai Romani a lla regione che corrisponde aJl'incirca a lla attuale Tunisia. Africa. (Prov-incia romana d') . Dopo la caduta d i Cartagine, l'Africa conquista ta venne costituita p rovincia con questi limiti : dal fitune T usca (Uadi Zain opp ure Uadi Rei<ber) d i ~·impetto alla Sicilia, fino alla citt~ di T henae (Fina) <li fronte all'isola di Kerkinna, a nord del Golfo di Ga bes. Q uesta sottile striscia d i terrd ricevi> il nome d i ·prov incia romana cl' Africa ed ebbe un go•;ernatorc residente ad Utica. Africa 1wc·a . Dopo la morte d i G iuiba, u lt imo re d i Numid ia, la parte orien tale d i quel regno fu da Cesare r idotta a provincia romana (a. 46 a . C.) sotto il nome <li « Africa nova ll o « Nuova Numidia n, a capo della qua le fu posto Sallustio, col titolo d i proconsole. .-1.frica (PrO'"Jincia proconsolare d'). Nel!' anno 42 d. C., per or dine >di Claudio, verm e fatta una nuova r ipartizione <lelle provincie afrkru1e . Le an tiche rimasero sot lo l'a u torità del Sena to . La nuova ripartizione fu la seguente :

Cirena ica ; Provincia proconsolare d ' Africa, divi~n. in llizacena e Zengitana costituite dall'a ttuale T r ipoli-


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tania e Tunisia; :Numiòia; Maurètania Cesarense e lviauretania Tingitana. Africa (D·ioces·i d') . Sotto il regno di Diocleziano le circo&-<:rizioni dell'Impero furono sensibilmente modificate, -, in modo speciale quelle d'Africa. La Numidia venne divisa in territorio m ilitare e territor io civile. facendo cessare inconvenienti d1e, in un'epoca di tanti to.cbid i, era nsi rivelati pregiudizievoli. La Mauritania o rientale ebbe Sitifis coJlle capo luogo ; quella dell'ovest conservò Cesarea come sede del governatore. L'Africa ri,Ìiase allora (a. 19i) divisa come segue: 1) Cirena.ic°', con governatore proprio, facente parte della diocesi d'Oriente; 2) La diocesi d'A frica, comprendente : La Tripolitania dalla Cirenaica fino al Tritone; la Bisacena, dal Tritone ad Horrca; l'Africa propria, da Horrca a Tabarka; la Num idia, d ivisa in Corsica (ton Cirte) e N umidia militare (con Lambesc come capita le) da Tabarka allo Amsaga; la Mauretan.ia setifiana, dall' Amsaga a Saldae. La Mauretania cesarense da Saldae a lla; :i',Ialua (Mu lina). Queste provincie erano a mministrate civilmente Ja « pncses >> che dipendevano da l « Vicario cl' Africa )>. li comando mi litare era affìcla.to al « Conte d' A irica >>, avente ai suoi ordini dei « pnepositi li111itu1n ». 3) La :i\I,mritania Tingitana, facente parte della Diocesi di Spagna, dipendente d irettamente dal « Magister pedituon >/ d i Roma . La sua amm inistrazione civile era affidata a dei « ,prreses >> dipendenti dà.I Vicario di Spagna. Africa (Prefett·,ira d') . );el!'anno 323 l'imperatore Costantino, dopò <li avere sconfitto e fatto mettere a morte il suo rivale Licinio, imperatore d'Oriente, volle ristabilire l'unità d i comando e riorganizzare l'amministrazione delle provincie; dividendo l'Impero in quattJ·o grandi prefctLurc. Di esse, l'Africa, comprendente la Tripolitania, la Bizacena., la N•umidia e k due Mauritanie, Setifiana e Cesarensc, foce parte della prefettu ra d'Ttalia e fu posta, per l'amministrazione civile, sotto l'autorità del « Prefetto del pretorio >> di quel~ p refetrnra. La T ingitana, annessa alla Preftttura delle Gallie, <lrpendeva per mezzo di un << pnescs >> dall'autorità del « Prefetto <lei Pretorio,, delle Ga llie. La Cirenaica dipendeva dalla Prefettura. d'Oriente. I l Prefetto del Pretorio d'Italia era rnµprcsentato in Africa: 1) Da un « Proconsole d. Africa.» clte amministrava la Proconsolare ·p c,· mezzo di due ; Legati J> ; 2) Dal « Vicario d'Africa» che per mezzo di du~ << Consola ri Jl amministrava la Biza-cena e la ); umid ia, e mediante tre << prreses >) la Tri,politania, la 1faurita.nia Setifiana e l,a :Mauritania Cesarense. L'armata e g li affari militari dipendevano <lai << l'lfagister ·pe<litum >> spocie ,di m inist1·0 della gue1-ra, residente a Roma e rappresentato in Africa · da due << duchi >l e due «con ti» : i duchi della lvfauritania. cesarense e della Tripolitania e i Conti d 'Africa e della Tingitana, li Conte d'Africa ave,,, a ai suoi ocdi.ni scdid « preposti ai confini » cbe comandavano le truppe d i frontiera e quelle mobili; il Con te della Tingitana aveva sotto il proprio comando un « Prefetto d i ca val-

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leria >> e cinque « Trilmni delle coor'ti° ll p iù corpi . mobili; il Duca della Cesarc;nse aveva Mto « p reposti ai confini)); il Duca della Tripolitania aveva dodici preposti ai camp i di truppe mobili. Africa tedesca del sud ovest. Colonia tedesca, fondata nel 1383. coll'occupazione d i Angra Pequena e -territorio circostante, e poi estesa fino a confutare. coli' Angola a l N or,d .e coi possedimenti inglesi a su.cl e a est. Rimaneva incluso nella colonia il piccolo · possedimento inglese di WaHish Bay, sull'Oceano.

Operazioni militari nel 1914-15. Poco dopo l' inizio della guerra. europea i Tedeschi, che nel!' Africa del Sud ovest avevano forze abbastanza rilevanti (2 reggimen ti di fanteria monta>t:t; 4 compagnie di riserva; 2 grup,p i <l'artiglieria ·montata e 2 compagnie mitragliatrici con servizi adeguali, compresi i mezzi e gli uomini necessari IJ)er l'cseoci;cio delle ferrovie) presero l'offensiva occupan<lo l'l I settembre 1914 la base britannica di Walfish Bay e invadendo il 19, il territorio dell'Unione Sud Africana fra Nakob e Upington. Il 19 stesso le forze inglesi, condotte per mare d inanzi a Ludcritzbucht ( Angra Pequena) o ttenevano la capitolazione de lla città e la oco,~pavano senza colpo ferire. I tedeschi si riLiravano nell'interno e le operazioni subivano wm in terruzione fino al dicembre. Senonchè la politica tedesca, ,per p rovocare disord ini nelle <:olonic inglesi, eccitò il sentimento d i avversione degli A,frika.nders verso la P otcnz,t cJ,e dodici anni prima aveva occupato le due repubbliche sud africane; e la situazione ne r isultava 1Perciò deli·catissima, giacchè mentre le truppe dell'Unione non potevano esse.re .mdbi,litate se non per ordine del governo locale, una parte dei Boeri, ,oon a capo Hertzog e D e Wct, era risolutamente contraria ad agire contro i Tedesch i. I quali r iuscir ono a far defezionare (9 ottobre) il tenente colonnello Maritz, comandante delle forze dcli' Un ione Sud Africana (:1Jaritz aveva combattuto per gli Inglesi nella guerra boera e pei tede.scl,i contro g li Herrero) . :Poco di rpoi, il 24, De Wet insorgeva ncll'Orange occupando Heilbronn e il gcn. Beyers n ell'ovest del T ranswaal occupando Rustenburg. l\'1aritz, d i cui Botha, rimasto fedele agli in glesi, aveva intanto ordinato l'arresto, tenta,·a con l'aiuto tedesco di penetrare nella Colonia del Caipo dal n ord ovest, ma in ot-tobrc veniva battuto dal colonnello van Deventer, con una campagna di quindici giorni. Il generale Botha, nel ,frattempo, messosi (: capo delle truppe dell'Unione e fatto appello · a i Boeri fedeli, raccolse un corpo d i 30 mila uomini; e, operando con notevole rapidità, d isperse il 27 ottobre a Kem]) le truppe d i Beyers. Il 7 novembre il Generale Smuts poteva annunciare ,che i ribelli nel T ranswaal erano stati ridotti a pochi gruppi isola ti. De Wet resistè p iù · 1ungamente; ma le truppe dell'Unione, mercè i la rghi ,nczzi automobilistici di cui <li;,ponevano, riuscirbno a<l impedirgli di r ipetere le gesta del 1900-902. Alla test:t <ii 2000 uomini De Wet potè ottenere dapprfaua un lieve successo a Doornber,g (7 nov .); ma Boù1a, pene.. trato nello Stato libero d ell' Orange, lo sconfisse il giorno li ad est di Winburg. Dc vVett tentò di congiungersi a nord con Beyers, ma respinto verso ovest, nel


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deserto di Calahari, fu quivi raggiW1to e catturato dall'autocolonna <lei colonnello Joorda n, a un centinaio di miglia ad ovest d i Mafeking, 11ella fattoria di Waterburg (Beciuanala.nd) dove s'era rifugiato con una cinquantina d i fedeli. Beycrs, addossato al Waal, ne tentava a nuoto la traversata (8 dic.) e vi periva annegato. Pochi giorni dopo la ri..-oka era domata. 7000 ribelli erano presi o costretti a,d arrendersi. Frattanto la campagna contro le truppe tedesche veniva energicamente proseguita. La distruzione dcll'Em dett (9 novembre) e l' irrnbottigliamento del Kocn·igsberg, (ottobre) nell'estuario del Rufigi avevano fatto cader<! le ultime speranze dei Tedeschi di poter essere riforniti dal mare. Il 29 dic. Wal_fish Day. era r ioccupata dagli Inglesi e il 14 gennaio 1915 le truppe britanniche occupavano anche Swakopmund dal mare (era stata abbandonata dai Tedeschi contemporaneamente a Ludcritzbucht). Nel frattenwo il comandante van Zyl si impadroniva, il 12, di Ra.ma.n's Drift, il principale passaggio dall'Orange al territorio tedesco, e ne scacciava 'le resistenze. Il 3 febbraio gli u ltimi resti dei ribelli condotti da :Maritz e dal capo boero K emp venivano dispersi a Upington. L'attacco contro i Tedeschi 1>ro-

cedeva quindi da due parti: a nord un corpo di spe,dizionc con Botha, sbarcato a Wal-fish Bny ed occupata Swakopmun<I, in febbraio si metteva in marcia e risalendo il fiume Swakop e la ferrovia, cacciava innanzi a sè le fon:e nemiche, le quali r ipiegavano ve rso la capitale Windhock, a 250 km. circa dalla costa. Il gen. Smuts avanz:i.va dal sud con tre colonne operanti: la prima, comandata <la Sir Dunkan Makenzie, sba,cata a Luderit2Jbucht seguh·a la ferrovia della costa verso Keetmanshoop principale città, della regione merid ionale. L a seconda, partendo <la Schu itdrifi, su I fiume Orange, invadeva la colonia dal sud. Essa, al comando del Colonnello van Devcnter ebbe il compito r,iù arduo. La terZca al comando del colonnello Bcrrange, invadeva il territorio tedesco dall'est, tra\•ersando con un magnifico raid il deserto di Calahari, 150 km. ,più a- nord del fiu11;e Orange. La colonna del sud, dopo alcuni vittoriosi scontri coi tedeschi, occupava Warmbad (3 aprile). Successivamente si impadroniva di Kalkfontein, Kamas, Seehcim, cd infine, il 20 aprile, di Keetmanshoop. TI 6 maggio Dotha occupava l'importante diramazione dclh ferrovia d i Caribib e il 12 maggio entrava. senza in-


-- 201 contra,re resistenza, in W indhock, capitale della Coionia. Le forze tedesche ripiegavano verso il nord nel d istretto di Grootfontein. L'occupazione. di Windhock aveva una importanza rilevante anche pel fatto che i Tedeschi vi avevano installato una stazione r adiotelegrafrca ult ra,potente, la quale, comunicando in condizioni favorevoli con Berlino. era divenuta intermediaria fra l'Ammiraglia!"!> tedesco e gli inc,rociatori corsari operanti nel!' Atlantico e nell'Oceano Indiano. Do;po la presa di W indhoek l'esito della campagna era fatale pei Tedeschi, i quali continuarono a combattere solo per l'onore de)le armi. H 22 -maggio il Gen. Botha oocupava Omaruru sulla ferrovia di Swakopmund a Groetfontein; il 24 Kalkfeld; il 28 O tjivarango, Okanyande e Waterberg, ipozzi situati ad un cen tinaio di miglia da Groctfontein. JI 1° luglio entrava in Otavi. L'8 luglio annunciava che il Colonnello 1\il.ybargh era arrivato a Tsumeb, punto impor tante nel Damaralan<l, e che il Colonnello Brits aveva con largo giro verso ovest compiuto una fortunata ricognizione. Il 9 luglio Botha accettava la capitolazione di tutte le for7.e tedesche del Sud ovest africano, comprendenti 204 ufficiali e 200 uomini, con 37 cannoni da caa:npagna e 22 mitragliatrici. Un ,comuni<:ato inglese illustrante questa guerra, dice-: « La caratteristica principale delle ultime opera« zioui ba consistito nelle maTcc continue, d i giorno e tt di notte, su grandi distanze e a notevole celerità, con « mancanza d'acqua. Queste marce sono perciò da conte si-derarsi come .gesta militari molto notevoli)> . Con la conquista di questa Colonia cessava anche la minaccia verso la colonia -p ortoghese di Angola. In applicazione del Trattato di Versailles l'A. tedesca del sud ovest veniva assegnata sotto la forma del mandato all'Unione Sud-Africana.. Secondo il censimento del 1921 la pQPolazionc eurC\I)ea della Colonia ammonta a 19 .432 a bitanti, d i cui 7855 tedesahi, il resto sudafricani, i:1 mai~ioranza coloni. Gli indigeni sommano a 208.000. Africa tedesca orientale. Colonia tedesca, fondata nel 1884, ufficialmente annunciata l'anno seguente nel Parlarnento -germanico, mentre intervenivano accordi fra il governo tedesco e q uello inglese per la concessione ad una compagnia britannka della zona fra la Cost:t d i Mombasa e il Lago Victoria Nyanza; al sultano di Zanzibar rimaneva 'Una striscia costiera di circa 10 miglia di profondità, estesa fra la Soma.lia inglese e Capo Del.gado. Il 7 agosto l 885 una squadra tedesca ~ettò le ancore dinanzi a Zanzibar e mandò a quel Sultano un ultimatum per imporgli le prell:!se p roprie sul territorio di Vitu, e 1quclle inglesi anzidette; e il S ttllano dovè cedere. Nello stesso ru1110 veniva limitato da una commissione internazionale il dominio del Sultano d i Zanzibar; ed entro i nuovi confini gli veniva riconosciuta la indipendenza. Nel 1886 fra Inghilterra e Germania venivano delimiiate le r ispettive sfere d'inll'llenza mediante una linea retta che, partendo da.Ila. costa, a Ua.nga, giunge alla sponda nord orienta le del Lago Victoria Nyanza. Il limite nord della sfera britannica {u il fiume Tru1a, conservando la Gel"illania il territorio di Vitu. Suocessivamente la Germania strinse col Portogallo un adcordo per effetto del quale le

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due ,p otenze potovano estendere parallelamente i rispettivi territori fino alla riva orientale del Lago N yassa. N ell'a.nno 1888 la Società tedesca dell'Africa orientale, leg.ilmente costituita con patente- governativa, otteneva dal Sultano di Zanzibar l'affitto di tutta la zona costiera del Sultanato, compresa fra i fiumi Rovuma e Umba. Rivò/ta del 1888. L'orgru1izzazione tedesca seguì alacremente, ma a.vendo proceduto con <poca cautela nel sostituire le autorità del Sultanato, scontentò gravemente le popolazioni. Il 21 agosto 1888, cinque giorni cioè dopo assunta. la amministrazione diretta, scoppiarono sommosse per opera degli arrubi e dei suaheli; e i tedeschi perdettero in breve tutti i loro domini, mentre la situazione si aggrava,va notevolmente nei riguardi degli europei_ in genere. Nel 1889 fu nominato commissario imperiale rper l'Africa orientale il capitano Hcnnanu Wissmann, il quale, con 60 fra ufficiali e sottufficiali tedeschi, 200 marinai e un migliaio di indigeni sudanesi reclutati colJ'appoooio britannico, iniziò una repressione severa, ri,uscendo (8 anaggio) a distruggere il campo <lei ca.p o ribelle Busciri, presso Bagamojo. La squadra navale tedesca a sua volta bombardò a p rese Saadani (6 giugno) e occupò Pangani tre giorni dopo. Il 16 dicembre Busciri, catt'urato, era fucilato; lo sostituiva un altro capo, Buana H iri, il quale ottenne un su<:cesso contro i tedeschi il 25 dicembre, ma ne ~'eniva sconfitto definitivamente nel marzo 1890. Cosi veniva rkondotto l'ordine nei distretti dell'interno. Verso la metà del 1890 la Germania sgombrava i possedimenti propri a nord del fiu-m c Umba, lin;iite della zona britannka, e riconosceva ii p rotettorato inglese sullo Zanzibar; e in compenso portava il limite occidentale della '}Jropria zona fino al Congo. A .p artire dal 1890 (nel quale anno la striscia costiera presa in affitto dal Sultano dello Zanzìbar fu detinitivarmente acquistata) l'intera Africa orienta.le germanica passava sotto l'Amministrazione imperia le. Aveva nel 1912 un'area di 384.000 miglia quadrate con una popolazione di •circa 10 m ilioni di anime, in massima. negri Bantu. I coloni asiatici erano 7000 e gli Europei, princi;palmcnte tedeschi, 3800. Rivolte àci llahehe e dei Va-ngoii-i. Dal 1891 al 1893 la Germania dovè .guerreggiare -con le popolazioni Vahebe dimoranti sugli a ltipiani a sud del fiume Rufi,gi . Segui un periodo di ;pace fu1'0 al 1895 nel quale a nno scoppiò una gravistiima rivolta indigena nei distretti meridionali della Colonfa, fra il Niassa settentrionaic e la costa d i Kilua. Tribù musulmane e pagane, u nite nel p roposito di sca,0ciare i tedesohi, trucidarono funzionari, coloni, commercianti e religiosi. Occorse un anno e •mezzo di aspra repressione; e la cam;pagna di guerra fu wndotta eia un [Piccolo corpo di ufficia li e sottufficiali tedeschi e di indigeni Su-danesi, Massài e perfino della Nuova Guinea. 1 ribelli Va-ngoni forono quasi sterminati, sia dalla {,'1.lerra c he dalla carestia e dalle epidemie. Nel 1907 il Ministro delle Colonie germanico D en1pur.g si recò sul luogo per compiere una inchiesta, !J)Oichè sembrò che le rivolle fossero state originate da 1111algoverno. Le disposizioni a llora date


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ristabilirono la tranquillitit in tutta l'Africa orientale tedesca.

Opcrozio11i militari 11el 191 4-15. All'inizio delle ostilità in Europa l'Africa tedesca orientale si trovava in condizioni di forza superiori del doppio a quelle delh vicina Africa orientale inglese e R odesia, con una decis,1 prevalenza d i a rtiglier ia da campagn:i. G li Inglesi dappr ima bombardarono Dar es Salam; ma in sel,'Uito l'inizia tiva delle operazioni passò e rimase ai Tedeschi, i quali cbbe.ro come obbiett ivo l'oct"\!Nzione di Mombasa, per tagliare la. ferro\'Ìa ::\Coinba.-,a-Lago Vittoria, importantissima comunicizionc d i 584 miglia di sviluppo, distante in media una cinquant ina di m iglia dai territorio tedesco, nella parte p iù vicina alla costa. Altro obbiettivo tedesco fu quel lo di invadere a sud la Rodesia. T aveta. p iccolo ,posto di polizia presso il Kilimangiaro, fu occupato dai Tedeschi senza resistenza, e d i lit un distaccamento fu inviato a M aungu per occupare la ferro"ia; ma questo distaccamento, disorientatosi, e andato verso il territorio desertico di Screngeti, fu costretto alla resa con armi e bagagli, da forze inglesi sopragf(iunte. Altro tentativo te<lesco, respinto con gravi -perd ite, ebbe luogo il 6 settembre presso il fiume Tsa,•o. li 9 seaembre una colonna tedesca forte d i -100 uomini occupò senza resistenza Carungu sul lago Victoria '.:\'y:mza, e l'indomani procedette p er Kisu cbe occupò 1'11. L o stesso giorno una forza britannica odi 2ì0 uomini sbarcò a Kcn<lu Bay. I tedesch i a llora a,bbandonarono in frella Kisu lasciandovi 4 m itragliatdci e munizioni, nonchè i loro feriti, clic gli Inglesi trovarono due giorni dopo. I tedesc hi, ritirandosi s.u Karungu, respinsero vittoriosamente forze nemiche che tentavano sbarcar~ per tagliar loro la ritirata ; iua subi-lo dopo abbandonarono K arnngu e ripiegarono nel loro territorio. Il movimento decis ivo su :M ombasa non ebbe luogo che nella prima setti.mana di settembre . Ad esso doYe1·a cooperare. l' incrociatore tedesco (< Koenigsberg 1), invialo in quei mari, assieme ali' « Em<len » in .appoggio della Colonia e per insid iare il commercio britann ico nell'Oceano Indiano. l\fa l'azione combinata 110n riusci perché l'incrociatore inglese « Chatam >i sorprende,·a alla fonda entro lo sbocco fortificato del Rungi il (( Koenigsbc rg J> e lo imbotliglial'a. L'azione tedesca terrestre, avanzatasi lungo la costa fino a Cazi, fu r;:s;,inta nella prrma settimana <li ottobre e ricacciata oltre ·confine. Lo scaccv su .\lfombasa fu seguito da alcune settimane d i tranquìllità relativa, mentre intanto afflui\'ano i rinforzi inglesi dall'India. Già l'avanguardia di q uesti, rappresentata. dal 29° R eggimento del T'undjab. era giunta in settembre. Seguì un corpo di spedizione <li 2 brigale (composte del 2° battaglione ciel Loyal North J.ancashire Rgt., di cinque reggimemi di fanteria indigena e di 2 R eggimenti dell'Imperia ! Service) sotto il comando del :Rrigadiere -Generale A. E. Aitken. Si imbarcò a Bornbay a metà ottobre, per sba.-care a Tanga e impatdronirs i della ferrovia che \':l da Tanga a ~foski, ai p iedi del Kilimangiaro. Il -4 novembre le uuppc britanniche erano tutte sbarcate, e poiahè il comando tedesco d i TaJ1ga aveva dsposto negati,·amcnte all'ordine d i resa, la marcia di aYvicinamento ebbe inizio; m,t le gravi difficoltà del terreno e

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la organizzazione diiensiva tedesca, stWeriore a quan:o gli I nglesi non avessero previsto, espose questi a un grave scacco che costò loro 800 uomini di perd ite e li obbligò a reimharcar~i. Altre colonne inglesi secondarie, mentre avveniva lo sbarco a T anga, dovevano traversare la frontiera a nord ovest e a sud est del Kilimangiaro. Ebbe luogo cosl l'attacco <li Longido, il 2 noYcmbrc, che, sgombrata dai Tedeschi due giorni dopo, rimase in posse~so britannico. Il 15 <lic. le uniti, navali inglesi ~ Fox » e « Goliath l> rinnol'avano il bombardamento di Dar es Salam. distru ggendo tutte le navi nemiche rifugiate in quel porto. Il lQ ·g ennaio gli Inglesi subivano uno scacco a Jassin. Il 28 febbr . 1915 il Governo britannico dichia rava il blocco sulla costa dcli' Africa tedesca orientai':, mentre fm dal!' li <li gennaio aYeva occupato l'isola di Mafia, a sud d i Zanzibar. Durante l'anno 1915 le truppe briianniche aveYano sgombrato l'Africa orienta.le tedesca, men tre i Ted,;schi 1·iuscivano a mantene1·e vari distaecamenti oltre confine. Il governo britannico si era reso conto della sr.rietà della ,preparazione germanica. nell'Africa orien tale, e non voleva impegnarsi seriamente prima che non fosse ristabilita la compagine nell'unione sudafricana e debelli\ ta la resistenza n emica nel!' Africa tedesca sud occidentale. Le forze germaniche, al comando del generale von Let.tow Vorbeck, erano valutate a circa 4000 europei e 40.000 indigeni, ed erano situate in posizione centrale molto favorevole; sicché la lotta contro <li esse si :presentava assai ardua <<non ta nto per l'ostacolo degli uomini quanto per quelli della natura. Il clima tropicale, le 11iogge torrenziali, che rendevano quasi imposs ibili i trasporli, la mosca tsè-lsè cbe uccideva gli animali da carico a migliaia e migliaia, le rmpenetrabili foreste, le ,paludi non transitabili, le masse 011011tagnose immense, e la vastità del l'arca, am,pia almeno cruanto l'Europa centrale, rappresentavano un ,problema formidabile q uanto q uello della grande b'Uerra boer:i, e d i soluzione più difficile per il fatto che le forze di von L cttow· n on erano paragona• bili a quelle dei nosiri rpassat i avversari e attuali al-lcati. Esse erano anzi assai più pericolose di quame mai ne avessimo in cont.ra.te nella lotta contro popobzioni indigene, chè erano state istrui te da ufficiali germanici, nell'impiego delle m itragliatrici e degli altri mezzi scien tifici della guerra mode ma; e almeno tre navi erano sfuggite al blocco e assicura,·ano al von Lettow il tPiÙ u rgente rifornimento -delle munizion i. l i Comando tedesco a\·ev:i. inoltre scelto le sue truppe di colore fra le tribù più temprate e più bellicose. Col cor.corso d i ta li tntppe esso aveva assiourato fino a l 191:'i l'iniegrità della Cvlonia germanica ed anzi ave,·a conservato, a Taveta, il dominio su un angolo dell'Africa orientale britannica» . (A. F. PoLLAJW : A Sltort hislory o/ thc Grcot IVar). L 'anno 1915 tra.scorse senza operazioni importanti e sebbene nel maggio le truppe belghe entrassero a prender parte n ella lotta, questa si ridusse a (< raids » re• ciproci, che non conrlussero a n otevoli r isultati. All'inizio del 1916 la dislocazione tedesca era la seguente: un gruppo 4lrincipalc (circa 15 mila u omini)


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nella regione del I<ili man giaro per fronteggiare le forze dell' .'\ frica orien tale inglese; un gru:ppo seconda.rio ( cir • ca_ S mila uomini) nella regione d el R uanda e dell'Urun di, contro le forze anglobelghe dell'Uganda e del Congo; d istaccamenti vari nei porti de li' Oceano In·diano e- sulle frontiere d el'la R odesi,i e del 1fozambico (Africa orientale rportoghcse). Il gen. Smith-Do,1 ien, designato nell' autunn o del 191 5 al comando dcl;e forze bri tann iche, non '!)otè 'Per ragion i d i sa lute assu mere il comando, e fu, n el fobbraio del 1916, sostituito dal generale Smuts, il vincitore dei tedes<:hi nel sud ovest. Questi, anzichè r icorrere a,gli sbarchi, che gli r.vrebbero assicura to vie d i comm~icazione più breve ma che risultavano di incer to esito, p referì assu mere come base d i operazione l'Africa orientale ·britannica, con il van taggio della ferrovia trasversale i\Iombas a -La,go Victoria. D i là egli si p roponeva di g irare da nord il Kiliman giaro, ment re forze second ar ie britanniche e belg he avrebbero opera to negli a ltTi scacchieri. Le operazion i ebbero inizio il 5 marzo. Il 10 fu ocCl1pata Ta,·eta. Van D cventer, gira ndo il K iliman giaro ·con una colonna raggiunse J\foski, · tagliando la r i-

ti rata verso sud ove5t a i Tedeschi, i quali furono costretti a retrocedere verso sud-est. Sniuts stabilì il suo qu ar tier generale a 1Iosk i e formò il suo cor po su 3 d ivision i : 1• Hoskins; 2' Van Deven tcr; 3• Brits. Alla seconda aftìdò il comp ito d i puntare s ulla ferrovi.t Dar e$ Sala.m-Cgigi; alla 1ll e 3 8 cli ~acciare i Tedeschi d ai :C-I. C sambara e ,poscia pun tare sulla fe,·rovia parallelamente alla 2" d ivisione. Van Devente,· 0 ,prococlctte con estremo v igore: par tito da Arusha il I aprile, raggi ungeva Kond oa Frangi il 19, dopo avere percorso 100 miglia; e d i qu i procedeva verso la ferr ovia; le altre <li visioni assolvevano i loro compiti e nel giugno era no a su d di Kanga ta; poi nel luglio, col concorso delle navi, occup avano i ,porti di T an ga, Pan gan i, Sadany e Bagamoyo. A nord ovest intanto j Relgi avevano oc·cu.pato l{igali e gli Inglesi ':vevano ricaccia to le (rUJppc tedesche dalle sponde del Lago Victor ia Von L ettow Vorbeck, costret to ad abbandonare la parte nord ovest della Colonia, concentrò le sue forze sulh fer rov ia centrak per opporsi a lla avanzata d i Van D eventes . Ma questi procedeva vigorosamen te : occupata


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Singida, riusciva il 14 luglio a ,portarsi a cavallo della ferrovia centrale, e avanzando ancora verso est giungeva il 22 agosto a Kilossa, e premeva sulle forze tedesche che il gen. Smuts :weva, verso la metà dello stesso .mese, attaccate da Nord e scacciate dalle montagne dello N guru, e che pertaJl\o ripiegavano verso Mrogoro in direzione sud est. Smuts attaccò nuovamente tentando di girare il .fianco delle truppe tcdc:;che, E.xi ebbe il 6 settembre un momentaneo scacco a Kissaki a sud della ferrovia. :Ma la ritirata dei Tedeschi a sud della ferrovia centrale aveva .già <compromes.,a questa vitalissima loro comunicazione; mentre Dar es !:'alam, testa di linea e capitale della Colonia, si era arresa fino dal 6 scttemb1 c. I Dclgi, comandati dal generale Tombeur avevano proseguito lungo la ferrovia centrale e il 19 settembre entravano a Tabora. Il generale inglese Northey avanzando dal Lago Nyassa aveva nell'agosto raggiunto Tringa; forze portoghesi, :muovendo dal )fozambico, avevano passato il Rovuma e si disponevano a ma·rciarc verso nor<l. Verso la fine di settembre le forze germaniche si trovavano ridotte nell'estremo sud orientale della Colonia, e iprive di comun icazioni marittime. Nel territorio paludoso ove erano ridotti, l'unico punto cì1c consentisse la vita alle truppe bianche era l'altipiano del Mahenghc. Seguirono tre mesi di sosta, dura.nte i quali le truwie ·britanniche. fortemente provate. pMv\'idcro a riorganiuarsi. La campagna fu ripresa al principio del 1917, coll'intento di forzare alla resa le truppe tcdesclie ormai luttc riunite sull'altipiano di :\lahcnghe. A tale scopo mossero concentricamente le colonne: Hoskins, partendo da Kilva sulla costa; N 0 1·lhey, da Lupcmbe; Van Devcnter da Iringa; Beves. da nord del Rufigi. Intanto Smuts, chiamato alla conf,;renza imperiale di Londra, lasciava il comando ad IIoskins. Sopraggiunta la stagione delle piogge le operazioni procedettero con estrt"ma lentezza. Nel maggio Hoskins fu sostituito dal van Devcnter, e l'offensiva fu r ipresa, ma non ottenne notevoli risultati, data b disperata difesa dei Tedeschi, e si risolse in reciproco logoramento. In ottobre sollanto, le truppe di Northey col "Concorso dei l,clgi, occuparono l'altipiano del Mahenghe. Il 26 nov., meli, delle forze germaniche, sorpresa fra Ma11enghe e Rovuma (frontiera portoghese) fu costretta ad arrendersi. L'alt·ra ,parte col von Lettow riusci a sfuggire oltre la frontiera del Mozambico, entrando in territorio portoghese e quivi si sostenne contro forze portoghesi ecl inglesi fino al termine della guerra. Nel 1918 von Lettow marciò attraverso il Mozambico fino allo Zambesi, indi penetrò nella Rodesia, dove lo colse l'armistizio. Egli si arrese il 14 novembre alle for~ britanniche avendo ai suoi ordini 3000 eur(JJ)Ci e I 000 indigeni. In a pplicazione del trattato di Versailles l'Africa Orientale ex ,germanica venne assegnata, sotto la forma del mandato, alla G ran Bretagna, salvo una piccola parte, presso la frontiera elci Congo, che fu ceduta al Belgio. Il territorio assegnato alla Gran Bretagna ha preso nome « Territorio del Ta.nganica >>; ca pitale Dar es Salam; esso misura 365.000 miglia quadrate, con una ,popolazione di 4.124.000 abitanti. Con questi po.~scy:limenti, in gran parte appartenenti

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già al_l'A. orientale tedesca, l' Inghilterra salda le sue colonie del Sud A. a quelle deU'A. settentrionale e con l'altipiano dell'Uganda ed i grandi laghi equatoriali, ha in mano le sorgenti del Nilo, affacciandosi all'orlo meridionale dell'altipiano etiopico che circonda altresì ad ovest, dal Sudan e ad est dalla Somalia inglese, comandando quindi anche alle seconde riserve del !'Jilo - le più importanti per l'Egitto - tenendo in sua mano lo sbocco del Nilo Azzurro.

Africa Occidentale Francese. Comprende il Senegal, il Sudan, la Guinea, la Costa <l'avorio, il , Dahomej, l'alto Volta, la Mauritania ed il Territorio del Niger. Per tutti questi paesi, che hanno una superficie di 4.665.000 kmq., e contano una popolazione di 12.283.156 abitanti, vi è un Governatore Generale che risiede a D:ikar, nel Senegal. Ciascuna colonia gode però di autonomia amministrativa e finanzia.ria. Città pl'i.ncipali: Saint L ouis e Dakar (Senegal), Konakri (Guinea>. Ringc1·vil!e (Costa d'avorio), Porto '.\!uovo (Dahomei), Uaga<lugu (Alta Volta), Zin<ier (Niger). Dakar, Slaiione navale fortificata, ha notevole importanza, e ad essa fanno scalo parecchie lince di navigazione per l'A. 111cridionalc e per l'America <lei Sud. Il suo svHuppo è andato tutto a detrimento di S. Vincenzo, il porto più importante delle isole del Capo Ver<lc, possedimento portoghese. Conta 25.000 ab., dei quali 2500 europei. E' unito con ferrovia a Saint I.ouis, l'antica capitale della Colonia, ohe sorge su <li un'isola nell'estuario elci Senegal a 16 km. dal mare. Nel' interno, a 1550 km. da S. Louis ed a 15 km. dal Niger, sorge Timbuctù, antico fiorentissimo centro ca.Tovaniero per il commercio dal :}Ieditcrraneo alla Guinea ed ancor oggi importante emporio commerciale e ricchissimo di miniere di sale. Recentemente la Francia ha acquistato parte del Togo, l'antica colonia tedesca arresasi alle forze francoinglesi nell'a,gosto I914, ed oggi ripartita fra le due Potenze. La Francia vi ha un Commissario della Repubblica assistito da un Consiglio d'amministrazione. La parte francese ha una superficie di 52.000 kmq. ed una popolazione di 700.ù00 ab. Africa Equatoriale Fra11cese. Comprende il Gabon, capoluogo L ibrevìlle, ,por to abbastanza importante; il Med io Congo, capoluogo Brazzaville, ohe sorge nello Stanley Poo~ di fronte a Leopoldvillc, punto di partenza della navigazione del med io Congo; l'UbangiChari, capoluogo Bangui, cd il Tsa<l, ca,poluogo Fort Lamy, il Camerun. Come per l'Africa oooidentale, tutte •queste terre sono riunite in un solo Governatornto Generale che J1a sede a Brazzaville e conservano la loro autonom ia amministrativa e finanziaria. La superfide contplessiva è di kmq. 2.505.870 con una popol,izione cli 9.153.032 abitanti. La Francia provvede all?. sicurezza di queste colonie con truppe coloniali, ù1 scarsissima mis ura, e con t~ur,pc indigene. 11 reclutamento degli ù1digcni dell' A. 0cc. Francese e dcli' A. equatoriale è regolato dal decreto 30 lui;clio 1919 . Ha luogo per chiamata, per arruolamento volontario, per rafferme. La durata complessiva del servizio è di 15 anni, dei quali 3 nell'esercito attivo e 12 nella r iserva. Per facilitare le ope-


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razioni di chiamata il territorio è diviso in circoscrizioni di reclutamento. Ogni anno i Governatori Generali fissano la data ,p er la compilazione delle tabelle di censimento per i giovani che hanno compiuto i l? anni di età, il contingente da chiamare e la ripartizione del contingente fra le varie circoscrizioni. li contingente è diviso in due ,p arti: la prima comprend~ gli indigt!ni da incorporarsi, la cui designazione viene fatta per estrazione a sorte; la seconda gli indigeni a tti al servizio non inco.11Porati, m.i che tPCr tre anni devono tenersi a disposizione dell'autorità militare. Gli arruolamenti son di 4, S, 6 anni, con rafferme rinnova.bili di 3, 4, 5 anni. I giovani chiamati alle armi ricevono un p remio d'inconporazione. I volontari hanno in più un premio annuale di SO franchi. I rafferm:iti hanno diritto, a cominciare eia! 4° anno, ad un soprasJ soldo di anzianità.. Sono stabilite d elle pensioni propo:·zionali dopo i 15 anni e delle pensioni di ritiro dopo i 2S anni di servizio. Le truppe dell'esercito coloniale !francese nell'Afr·ica Occidc11!ale Francese sono ra'.P[lresentate da: Un Comando Superiore delle truppe delrA. O. F'; 2 Comandi di Brigata; 4 Reggimenti di Tiragliatori Senegalesi; 7 Battaglioni nutonooni di tira.gliatori Senegalesi; 1 Compagnia indigena del Genio; 1 Squa.drone òi Spahis Senegalesi. Inoltre: 1 battaglione di fanteria coloniale dell'A. O. F . ; 1 Reggimento d i arliglieria coloniale (6°). 0

N ell'A. Equatoriale Fra11cese si ha: un Comando St~pcrior<t delle truppe; 1 Regg. Tiu-agliatori Senegalesi del Tscba<l (3 battaglioni); 1 Rcgg. Tiragliatori Ser,egalcsi del Camerun (2 battaglioni); 1 Battaglione autonomo tirag!iatori Senegalesi ( 4 compagnie) ; 4 Se;doni d'artiglieria, di cui una nel Camerun.

Afrioa na (Guerra). Poiché Cesare ebbe sconfitto Pompeo a Farsaglia, molti dei partigiani di quest'ultimo ripararono nella provincia d 'Africa, ch'era occupata da Atto Varo. In Africa fu radunato, SOito il comando di Metello Scipione, un esercito ragguardevole. composto di 10 legioni e di molti cavalieri, cbe con la alleanza e l'aiuto del re di ::\"umidia Giuba, divenne ;:ier Cesare una seria minaccia. E Cesare, che era ritorna to per 01xli11e della Repubblica a Roma, risolse di marciare verso l'Africa per annientaré l'esercito ·avversario. Il 30 scltcmbre (secondo altri il 19 dicem1,re), dell'anno 47 a. C., egli giunse al Capo Lilibeo in Sicilia, dove raccolse l'esercito necessario alla guerra r..h'egli stava '!)er intraprendere. L'8 ottobre con 6 lel(ion i e 2000 cavalieri si pose in mare, ma una ~empt:-~ta disperse la flotta e soltanto con pochi vasce lli e con 3000 uomini e 150 cavalli .fu costretto a sbarcare ,d Adrwneto, a sud del Capo ~Iercurio, sulla cosla ,fricana, che in quel punto non era occupata dal nemico. La situazione dapprima pericolosa fu migliorata ~e"r Cesare poichè numerose città africane gli manitestarono la loro devozione e gli promisero il loro apooggio, cominciando col provvederlo di mezzi di sussistenza. r:esarc occupò le città di Leptis e Ruspina, mentre 'Metello Scipione se ne stava inoperoso in Utica. A poco' a poco l'esercito e la flotta di Ccsa.i:c si consolida-

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~ono e rafforzarono ed il grande condottiero, con un '!sercito forte di 10 legioni, iniziò l'offensiva. In primo ;uogo egli sconfisse il sottocomandante Labieno e poi 'l.nche lo stesso Scipione presso Ruspina. Il re di N umidia, che disponeva di forze rilevanti e di nwnerosi elefanti, ac-correndo in aiuto di Scipione, fu, per for~una di Cesa"re, trattenuto e distratto dal combattimento a causa della ri·bellione (e passaggio al partito di Giulio Cesare), dell'altro re della Mauretania Bocco. Ma ugualmente, il 6 febbraio dcli' anno 46, ebbe luogo la battaglia di Tapso, in cui i Pompeiani e Giuba furono sconfitti; Scipione si uccise pel dolore e così pure Giuba, Catone, Afranio. Gli altri comandanti, con i loro soldati, ripararono in gran parte nella Spagna. Nel giugno Cesare, dopo aver proclamato la Numidia provincia romana, fece ritorno a Roma, ove fu accolto trionfannente. Africana (Legione). Corpo volontario che doveva costituirsi a Milano nel 1848, al comando del Bava, con lo Chrzanowski come capo di stato maggiore, con italiani provenienti dalla legione francese d 'Algeria; ma essendo i volontari sbarcati a Tolone soltanto nell'ottobre, non poterono prendere parte alla campagna del 1848; essendo poi non più di 180, f,urono riun iti in una compagnia, detta dei « Bersaglieri d'Africa», a l comando del luogotenente conte Zucch~ che li condus.~ ad Alessandria; fecero la campagna del 1849 fino a Novara.

Africanders. Originaria.mente indicava i discendenti di Olandesi, Tedeschi o Francesi, che al principio . del secolo scorso si unirono nelle regioni del Sud Africa (Colonia del Capo, Transwaal e Stato libero di Orange) formando un solo popolo con una sola lingua affine all'olandese. In un p iù vasto significato politico A. vuol indica.re gli abitanti del Sud Africa, in genere, senza riguardo alla loro origine e qualità etnica, i quali acconsentirono, anzi procurarono di essere uniti sotto una sola reggenza o dominio. La denominazione di: « Bur » o 11. Boer », corrisponde invece al nome di una colleltività, la quale in !emp; posteriori costituì le rept,bbliche <lei Transwaa! e del!'Orange, sconfitte dall'Jn.ghiltcrra n ella guerra Anglo-boera. (V.). Afrldl. Tribù bellicosa di montanari indian~ post,\ fra l' Afganistan, il Turkestan e le Indie. In pochi giorni può mettere sul piede di guerra duecentomila combattenti di ogni età, addestrati fin dall'infanzia ali.i guerriglia. Gli inglesi ebbero aspre lotte con gli A., spcdalmcnte nel 1842 e nel 1878, e finirono col venire a patti con es.si, nel 1882 e nel 1900, stabilendo che gli A. avrebbero garantito il libero transito delle carovane ed esegu ita la polizia dei valich~ dietro pagamento di una forte indennità annua <la parte <lei governo delle Indie. Una parte dei montanari fu arruolata e costituisce una brigata di <( Kaiber-rifles », a -custod ia del u Kaiberpass JJ (V.). Truppe inglesi, disseminate in cc blockhouscs » lungo le vie princrpal~ hanno la loro base :i Jamrud.

Afrodisio. Ani. città forte marit tima della Tunisia, detta anche Afjrica, e dagli arabi Mabdia o Mehed ia. Era situata sopra una penisoletta unita al continente da sott ile istmo. Venne fortificata con torri dai musulmani nell'VITI secolo e munita di cittadella; es-


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sa divenne centro di pirateria temutissimo. munita di ma.g:v.zini e di arsenali, 1. Nel 1088, allo scopo di porre freno alle incursioiti dei pirati che in A. avevano la loro base navale, per iniziativa di papa Vittore si radunò sulla spiaggia roman a una grande flotta, composta di galere del Papa, di GenO\·a, d i Pisa, d i Amalfi e di altre parti d'Italia. Trecento vele t rano destinate in tutto all' impresa di A .. la quale fu precedu ta da quella di Pcmtelleria e di Za· -.:i/la (v.). Da questo luogo, cacciati i saraceni, mossero le truppe cristiane per terra contro ,J .; la città fu pre• sa a.I primo furioso assalto; !'arsenale e i magazzini devastati, le navi nemiche abbruciate. Vista però la difficoltà enorme dell'espugnazione della c ittadella, si venne a patti con Ti.mino, il quale acconsen tì a liberare tutti gli schiavi cristiani, a pagare tributo al Papa, a smantellare i forti. Così terminò questa impresa di cui il Gugliebnotti dice: cc questa spedizione di italiani contro i pirati dcli' Africa è il primo esempio d i popoli cristiani collegati a ,propria d ifesa per la guerra contro gli in fedeli ». 11. Nel 1550 una seconda spedizione cristiana fu a llestita. cont ro A., di cu i aveva fatto la sua base navale il famoso corsaro Dragut. L'iniziativa dell'impresa è dovuta all'imperatore Carlo V, il quale chiamò varii principi a.cl aiutarlo; si costituì una flotta di 20 galere genovesi, 20 d i Ka'POli, tre fiorentine, tre pontificie, due di Malta. Giovanni di Vega, vicerè d i Sicilia, era il comandante supremo; Garzia di T oledo il capo delle truppe di sba rco; Andrea Doria il generale dell'armata. 11 20 maggio questa giungeva davanti ad k; una flotta musulmana, inferiore alla cristiana, a,·c,·a sloggiato per iem;po. La flotta cristiana prese terra presso un castello chiamato l'vlon.1stcro, a 20 miglia da A. (forse l'ant. Adrumeto). I · saraceni vi si difesero bravamente, ma, battuto d al mare e da terra, fu p reso, e i rlifcnsori passati per le arm i, e le mura smantellate. Due galere andarono perdute nella fazione. Ricevuti rinforzi, che 7>ortarono a 40.000 u. le tru,ppe da sbarco, il 26 giugno si iniziava l'in\'CStimcnto di A . L 'istmo che òifendeva la piazza verso terra era sbarrato da gros.s:i. muraglia con sette torri; verso mare a ltre mura si appoggiavano alle scogliere; il tutto coronato di artiglierie. Comandava la p iazza Assan- rais, nipote di Dragut, ( il quale corsoggiava nel :\feditcrraneo) e aveva 1700 u. con sè. Il Fcrramolino fece i ,piani p er l'investimento e diresse i lavori: il 1° luglio, 26 pe,.zi di cannone battevano da terra le opere dell'istmo. Dieci giorni dopo si tentava il primo assalto, ohe andava fallito. Si r iprese il bombarda!lllento, fra. continue scaramucce; intanto Dragut dusciva a far penetrare nella piazza 800 u. di rinforzo. Caduto il Fcrran1olino, gli sottentrò u n al!\o ingegnere, l' Arduino, il quale i-d eò d i battere in breccia l'estremità della muraglia verso il mare, così con le baitterie d i ter ra, come con una grossa batteria galleggiante. Essa venne costituita con due navigli incatena:i in un sol corpo, ed armata con nove grossi cannoni posti su ca rro. D opo d ue giorni di fuoco ù1crociato, l:L brecc ia fu :unpiamcntc a perta il 10 settembre, e tre cocolonnc diodcro l'assalto, delle quali una composta di italian i. La disperata difesa dei saraceni fu annientata dall'impeto cristiano; sulla breccia cadde lo stesso Assan. Presa la città . vi s i m ise u n ,presidio, e venne posi;i, sotto il dominio del re di Tunis i, tributario del 1·c ,li

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Spagna, a patto che egli non tollerasse che A. diventasse di nuovo un centro di 'J)irateria. Si pensò dapprima d i rimodernare le fortificazioni d i A .. e I' incariC() fu dato all'ingegnere Prato. che era stato agli ordini d e'II' Arduù10; ma qualche anno dopo Ca rlo V fece sman . tcllare tutto e ritirare il presidio.

Aftasidi. Dinastia araba che regnò in Spagna e P ortogallo n cll'XI secolo, e<l ebbe per capitale Badajor.. Venne fondata da Abdallah-ben-al-Ahas. ii quale i;i ri bellò al califfo di Cordova, Uno dei discendenti di lui fu Omar Abu Mohamme<l, a lleato con Jussuf e altri principi musulmani, ciò che gli permise di riportare con loro la vittoria d i Zalaka (1085) contro i principi \ cristiani. ]Ifa poscia gli alleati lo assalirono, gli occuparono lo Stato e lo costrinsero a rinchiudersi in Badajoz. Quindi ve Io assediarono e nel 1094, costrettoìo ad arrendersi, lo decapitarono insie1111c co i suoi due figli, annienlando così la dinastia degli Aftasidi. Afzel io (Afzeli11s) (Pietro) . ~fcdico svedese nato a Larf nel 1760, morto a Upsala nel 1843. Studiò a Parigi e a Edimburgo. Xtl liS~ fu direttore dei servizi san itar i dell'esercito svede~c nella spedizione in finJandia. ~ cl 1801 fu fatto professore dell'Università di Upsala. e nel 18 12, d ivenuto medico del principe reale Carlo-Giovanni, fo nom in ato ispettore generale dei scr' 1z 1 sanitari dell' csc~cito e p residente dcli' Accà.demi:l -delle scien.i:e d i Stoccolma.

Agà. Voce tul'c:1, cqui~,alcnte all~l gen erica di «comandante». L'A. <lei ,giannizzeri era il capo d i questo corpo; il 1;cneralc di cavalleria chiamavasi pure con quel titolo. Nella organizzazione cbe i Turchi. conquistata l' .•Urica settentrionale nel 1569, d iedero alle loro milizie (« yoklasc », oppure « gianniz1,eri ») il titolo d i « Agit >l appure _« Uasc' Agi, », equi va lente :i. Quello di generale, competeva a l comandante delle for.i:c regolari e delle tdbù u maghzen » cioè ausiliarie. I l nome A. ebbe ,però, in quell'epoca. stessa, significati vari e generici, potendo designare sia quel comandante che per u1\ dato ,periodo assume,,a le funzioni di generale; sia il conll(U1dante di squadra ( « seffàr >l ), componente assieme ad a ltre squadre un posto fisso o presidio ( « nuba »ì. Agadìr (in arabo: castello, fortezza). llaia e borg,1ta sulla costa m:1rocchina dell'J\tlantirn, a sud delle montagne dcli' Atlante, di fronte al paese d i Sus e allo sbocc.o <lei fiume Sus. Fu chiama to <lai Portoghesi Sa111a Croce, e re ~fanuele del Portogallo vi [a,bbricò uua cittadella. c0n(Juistata da i mori nel 1536. Il sult~no Sic!i :Mohammed, nel 1773 distrusse la c ittadella temendo ,che ca<lcs.se nelle m.i.n i dogli spagnuoli, menu·~ si d isponeva a:d assooiarc '.Melill:i. Xcll"epoca nostra, la Germania aveva in<liri,;zato co• là iniziative commercia li e commissioni per ricerche sc ien tifiche, le quali celavano però il proposito di stabilirsi con una propria colonia nel!' Africa settentriona le, poi c he il porlo <li A. è ott;mo e ben riparato dai ,·enti <le! nord . Già nel 1905 la Germania. per controbilanciare l'importanza degli accor<li fra Inghilterra c. Fr:u1cia {1890-1898-1904) mediante i quali a l!,, Franc ia Yeniva ricono;;ciuta l'esclusiva con1µclcmza negli affari del ~Iarocco. a,·eva dal canto proprio riconosciuta con ostentazione l'indiprr\denza ciel ~larocco. :!\'el 1007 funzionari francesi ed inglesi in l\Tarocco furono uccisi clu-


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rante dei torbidi, e la Francia per ra'J)presaglia occupò la città costiera. di Ugida e il fiume l\folnia. Poco dopo le tri'bù circostanti a Casablanca. uccisero alcuni operni europei impiegati nei lavori del porto e saccheggiarono la città. La Francia. sbarcò un corpo d i 15.000 uomini e oocupò il territorio della tribù colpevole. quella degli

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Sciauia. Altre spedizioni francesi ebbero luogo nel ~fa. rocco meri<lionale nel 1907-08 (v. Sciaù·i a) . Nel 1903, scappiat.i la guerra fr:.1. i s ultani Abd e! Aziz e M ulai Hafi.d, la Germania sembrò appoggiare ,il primo, mei,tre l'Inghilterra aiutava l'altro. Però l' abdica.z ionc di Abel el Aziz e il riconoscimento di l\Iulai Hafid da parte de lla Francia e delle ,a!t,r e Potenze firmatarie del trattMo di Al,gcs i.ras evitò le complicaz.ioni. Nel 1909, essendosi Yerificati disordini a Fez contro il Sultano )[ula.i H afid, la Francia inviò un corpo di t.ruppe pt'r proteggere il Sovrano e<l il l\laghzen (Governo) nonchè gli europei ~esidcnti a Fez. E i fra.nces.i s i ,mpegna.rnno ,a fondo in q11esta lotta contro i ribelli del Suita.no. Ma intanto la Germania si dimostra.va turbata. dalla poli1ic.'l francese e nel luglio 1911 invia,·a ad .\gadir la nave « Panther Jl per « proteggcrv,i gli interessi tedeschi»; in realtà per fare atto d i i ntimidazione, nel presuppos to ch e la Francia. non a.ncbbc fatto oJ>posizione ad un fatto compiuto, 'l)Ur di ricevere in iscambio il riconoscimento gennanico della propria sitU12Jione ma.rocchina, e che la Gran Bretagn a, impreparata ad una guerra pel M arocco, avrebbe anch'cs.,,L c eduto . Ma a.vendo la Germania. urta to con tro forti resistenze diplomatiche rin unziò a l possesso di Sus e si contentò di compensi nell'Africa cemra.lc, dopo di che riconobbe anoli ·essa il protettorato france ;e sul Marocco.

Agaguir (o Agaija). (Combattimen to). V. Barm,i. A gal. Più che il villaggmo di Agai, ai pill<li del Col di Lam (Alto Cordevole). è degno di ricordo nella sioria della nostra guerra. il costone del coNc che scende Costone cl,At,;at'

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La sommità. di dello costone era stata dagli Austriaci fortemente apprestata a difesa, ed a.Ila posiz ione, rnè ta. di reiterati sanguinosi sforzi, i n ostri solòati a veva.-io dato per la sua conformazione il nome di « Ca.wollo di Napoleone n. :'lfemorabili gli attacchi delle tr:.:ppc della 1s• divisione (Gen. Carpi), nel luglio f' nell'agosto del 1915 ; il 26 ottobre dello stesso anno, infine, dop() nuovi, d urissiUli combattimenti, una c0lonna, com posta. d i due battaglioni <lei 59° fanteria. ed uno del 51°, a.I comando del Ten. Colonnello Giuseppe Gariha!di, espugna.va la temuta posizione e la sella tra il « Cappello>> e la cima del I~ma. su Aga.i.

Agalàr. A 11t . Sol<lato o rie ntale a cavallo; sorta rii guardia del corpo di Emiri, o Pascià, o sim. Aga-Mohammed. Imperatore <li Persia. nato nel 1 i 34, morto nel 179i. Scampato per la trn~ra età all:L ..:tmge della. sua fami,gli:t avvenuta nel 17 38 per ordine

<ii Tham.a.s-Kuli- Ka,1 e raggiunta l'eti, maggiore, con J'1bilità, con l'astuzia, con l'inganno, si liberò un poco .illa ,·olla di tutti i suoi nemici. )fa i suoi sforzi magt: iori furono rivolti contro la R ussia, nella quale sentiva un n emico formid:tbile e ir riducibile. Vinse in battaglia il fra1cllastro MurL11zza che aveva chiamato i russ i in soccorso, distrusse il suo esercito e gli tolse parcc,hie citti. Con abile giuoco costrinse l'ammiraglio russo Woine- Witsk a distruggere una fortezza che aveva costruita su l Mar Caspio e ad a,bbandonare la. costa . Con la corruzione guadagnò gl i ufficiali d i Ghedebad suo pericoloso competitore, al quale, avutolo per mezzo di <.ssi nelle mani, fece taglia.re la testa. La sua aspirazione era quella di riunire l'Astrakan alla Per s ia, ma la morte lo co lse p rima <li aver realizza lo il s uo sogno.

Agarena. Ca.pitale degli agare11ì, o agrei, ant. popolo arabo. La ci1ti fu assooia.ta da.i romani all'epoca di Traiano, ma resistette così validamente, che gli asset i ia nti dovettero ritirarsi. Agatarch ida. V. Corinto (Batt. navale). Agatergoi. Fra i giovani spartani che si distin~uevano per eocezionale valore in guerra, gli Efori elcF;geva.no i tre più for ti e prodi, che solcvano nominare tµpa.grcti. A ciascuno di questi era ipoi accor'Clato di presceglicrsi cento fra i suoi coetanei, che do\'cva.no con lui essere destinati a. condividere gli onori della guerra e <lella scorta al R e. l trecento guorrieri si chi,lmarono Ri tti e fra d i essi gli Efori ogni anno ekiggcn no cinque giovani <le.stina ti a par lcciparc alle spc<li1.ioni più pericolose e difficili. I cinque eletti veniva110 chiamati « :\ga.tergoi ». Di essi \'i è un accenno in Erodoto. Agatia. S to rico greco, 11ato a Miriua nell'Asia Minore nel secolo VI. Scris,e la « Stori:L delle guerre d i Giustiniano contro Vandali e Goti», nella quale narra itli an'enimcmi S\"oltisi dal 553 al 559, e può conside1 :trs i come il continuatore dell'opera d i Procopio. d,c nvr,vu scritto la. (< Storia della guerra dei Goti » . Amoedue le storie sono opera di cortigiani, ma abbast:u,1,.1 precise. sebbene prolisse. Ad ogn i modo sono per noi due autori preziosi, perchè senza di essi sarenuno comµletamen tc a 1 buio su quella interessante epoca. Dell'ot' Cra d i Agatia e Procopio se ne sta-m parono traduz ioni n Vrne,iia nel 1544 e 154 7, a P aJ·igi nel 1587, a Lcida ,,cl 159-1, ancora a Parigi nel 1662-63, a Londra nel 16Sl.


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Agatocle, Tiranno di Siracusa, nato a Reggio Cadivisò di partire cela:tamente. l:nfatti, nonostante che ia.bria verso il 361 a. C., morto nel 289. Da giova.ne fosse sorvegliato dai suoi che si erano accorti delle sue appartenne ad una banda di masna<lieri, poi entrò nelintenzion i, riuscì a fuggire durante un assalto ne:mir.o, l'esercito come semplke soldato. Per la sua- bravura lasciando i figli Arcagato oo Eraclide in p reda dei solnoÌJ.e imprese coll'!ro gli etnei ed i campani si attir6 dati che li uccisero e c.he poscia pa,tteggiarono con l'attenzione <li Damaso, generale degli agrigentù1i, e Cartagine· la lipe1ià, che ottennero, d:i rimpatriare o di con fa sua p rotezione sa,lì in breve tempo ai più alti incorporarsi nella milizia cartaginese. A ., giunto in Sigradi della milizia. Impadroni1osi de.I_G)0tere nella citti, cilia, ,in11.anzi tutto si vendicò ferocemente contro i padi Siracu sa, sottomise tutta la Sicilia, tranne quella renti dei sC)]dati d'Africa, foce pace coi cartaginesi ai parte che era posse,cluta dai cartaginesi. Per contro i quali lasciò ciò ohe possedevano nell'isola p rima della ca-rtagiucsi tentarono di a;bbatterlo. Sconfitto con gravi guerra, e quindi mosse contro ai fuorusciti siracusa11i per-dite a l monte Ecnomo, presso Gela, circondato <la che, vinti con. arte e col tr~dimento, furono da lui. fatti sudditi ribellabisi, si dliuse den tro Siracusa; ma quan$terminare. Assi~'llratasi cosi }a sicure7-Za nell'isola, voldo Amikare, generale di Carta,gine, strinse d 'assedio la le a,mpliare il suo regno verso l'Itailia. Passò più volte città bloccandone anche il porto, egli concepì il <lise• lo stretto, l{)rese e .saccheggiò Cotrone, lottò coi Bruzi, gno di una controffensiva d i sommo ard;mcnto: cace si impadronì di lpponio. Ma i Brozi, appena partito ciare di Sicilia i nemici, col [Portare a casa loro la il ti.ranno, ripresero Lppon io ed uo:isero ~ -i uomini ivi guerra. AffÒrzò Sira-cusa pcrchè potesse resistere all'a5lasciati a presidio. meditava nuovi p i<IJ!i contro Carscdio, ne nominò governatore il fratello Antandro, pretagine, oo ambiva a fare della Sicilia una grande pose con sè 'llonùni di ogni fami-g!ia ,p erohè gli fossero tenza marhtima, quando mori d i veleno propinatogli da maMcvadori d ella fedeltà dei cittadini, imbarcò nel porun suo nipote, dopo 28 anni di regno. to siracusano 12.000 dei suoi migliori soldati sopra sesAgba ( Uadi el Agba). Località della_ Cirenaica, ue; san ta triere, e uscì, inr,•,mnando la- squadra bloccante Gebel Au aghir. Ndl'a.gosto 1914, essen.dosi' r inforza.tu con abilissimo stratagemma, d irigendosi verso il lido il caimpo r ibelle dell'Uadi Gamra, il Governatore Ameafrit.-ano. I nseguito dalle grosse quinquer:mii p unichP, glio inviò contro d i es.so una colonna delle tre armi, meno maneggevoli delle tr iere, fu raggiunto presso t~rconu,osta <di 2 hg!. eritrei (UI-XV), I bgl. metropolira, e, attaccata battaglia., riuscì vittorioso. Così pot~ tano (-del 16° fa.nt.), l squadrone, l btr., bande irregoeffettuare Io. sbarco in un seno chirumato Latomie, non lari e servizi, al comando d el colonnello Mola Ferru.clungi dal ca.po Bon e da Cartagine. Tirate in terra le cio, a.ccompagnato dal Capo dell'Ufficio ·politico milinavi, le incendiò affinchè i saldati comprendessero che tare tenente colonnello di S . M . Vàccari Giuseppe. La l'unka salvez.z a po teva consistere nella vittoria. Avanzò colonna, ,partita da Bengasi, risa:lì il Gebel e marciò quindi fu1mineamente, prese e distrusse MegaJe, Alboverso ,i ,pozzi di El Aghcifat. I! 27 agosto all' alba la Tuneta, e si diresse verso Cartagine, dalla quale uscicolonna Ju improvvisamente attaccata nel suo a,;camparono a'Ci im:on trarlo Annone e Bomikare con 40.000 mento, ma l'Ì'tllmediato contra ttacco d i 2 comp. eritree, fanti, 1000 cavalli e 2000 carri. R iuscito vittorioso, A., guida.te dal T en . Col. Va,qcari, m ise in fuga il nemico. già padrone ddlla campagn a, andò sottomettendo le caL' indomani la co1011na procedeva verso ·il campo delstella intorno a Ca.rtagine ; e de,Jle città, '])arte si 1rl'{Jadi Ga,mra. Una ,prima resistenza dei ribelli ebbe rcsero e :parte si unirono a lui -contro i cartaginesi. S i luogo a Sira G maisil, poi accanitamente aU'altezza del ,m,padronì <li Neapoli, di Adrumeto, di Ta.p so, e circa campo, p resso all'u adi e! Agba. Le forze rìbelli, valuduecento c ittà iurono da lui conquistate. Sconfisse due tate ad un miglia io di uomù1i, accolsero la colonna sui volte i cartaginesi asse<liati a T uneta, e vinse il re fronte <:on vivo fuoco d i fucileria e l'attaccarono sul E;fìma. Ideò la fondazione d i un impero greco a Carfianco sinistro; ma, dopo aspro combattimento, in cui tagine, e lo offerse ad Ofe:lla, princip e di C i,-ene, a pat• la colonna spiegò tu tte le -sue forze con l'efficace apto che a lui si fosse unito onde condurrre p iù ageyo!poggio della propria artiglieria, vennero volte in fuga mente a tennine fa conquista. Ofelia aoccttò, e andò e lùngamente inseguite dal XV Eritreo dell'ala s inistra. con 10.000 uomini a raggiungere A . che, ,pentitosi della Il nemico ·lasciò sul terreno 52 morti ; noi avemmo ua offerta, lo fece trucichre, trattenendosi l'esercito che gli ascaro morto e 13 ascari e un soldato di sanità feriti. era stato condotto. Continuò la guerra cou successo e Qu indi, foI1J11atasi di nuovo, la colonna ,proseguiv:.i prese Ut ica e Biserta. Dalla Sicilia intanto, gli giunper l'Uadi Magur, dove sostava e incendiava un campo gevano buone notizie e gli fu anche inviata la testa di ·d i ribelli. Da questa posizione il 30 agosto una colonna Amikare, ucciso durante un assalto a Sira,eusa. M a leggera, comandata dal Ten. Col. Vaocari, si spingeva poscia le cose incominciarnno a volgere a male. Agr ifino a Bir el-Gàus, inseguendo gli ultimi nuclei. Ed gento e Gela si sollevarono trascinando alla rivolta ogni in.fine la colonna, con ampio giro verso' El A!biar, rienparte de:hl'isola. A. allora, lasciato il figlio Arcagato 3 I trava a l3engasi. L'effetto di ta·le operazione, _oltre le comando -dell'esercito d'Africa, accorse con parte dei numerose sottomissioni d i ailet ribella tesi, ,produsse lo suoi, sbarcò a Selinun.te, e si rivolse alle città r ibelli, spostamen to dc! campo di Ahmed esc-Scerif da B ir spiegando ,la p iù cru<lele ferocia 0\'1111que trovò resiBàla,eh a Uadi d -Gid àra. fo. terr itorio di E l Abiar ri~ stenza. Intanto i fuorusciti siracusan i ral:lunarono conma.se il XV bgl. eritreo con uua sezionè da montagni tro d i lui un escmito di 20.000 uomini ohe egli, meno e in vari scontr i Yi ttoriosi sgominò i n uclei d i mohruf-dia forte, seppe rubi1mente evitare, ma al momento oppor(regolarizzati) comandat i dall'ufficiale turco Ncgib eftuno, a<l Agrigento, yin se i nemici interni oo ·esterni in fendi, che r imase ucciso in uno dei combattimenti. una battaglia <lecisiva, R itornò quindi in Africa donde

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gli e.ra pervenuta la notizia c he suo fÌl§lio aveva tocc,ito una sconfitta. Battuto a Cartagine, i libici passa,·ono al nemico ed i suoi s i fecero sediziosi; ragione per_ oui

Agde. (Ant Agatha). Città e porto della F rancia, uel dipartimento d ell'Hér,1ult.. Il porto comunica cori il ma re per mezzo dj un canatle, pro letto da.I forte Brcscou


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e da batterie tagliate nella roccia. A . venne fondata probalbilmen te dai ,g reci Ma.ssalioti; fu poi colonia romana, presa dai Visigoti e poi da.gli Ara.bi e poi dai Franchi. \'enne devastata da C:'.lrlo :\fartello nel 737 e da Amaury d i Monlfort nel 1216. Nel 1286 fu presa d'assalto da Ru,ggiero 'Cii Lauria, il quale camba.~tcva •per gli Aragonesi contro F ilippo il Bello. Gli abitanti furono i11 parte passati a nl di spada. Subito dopo compan•cro presso la città 4000 u., inviruti da Filippo il Bello, ma 1·:urumira.glio italiano li assalì e li sconfisse.

Agèa. ,fot. sorta. di corsia lungo la quale l'aguzzino son·egliava la ciunna delle poliremi. Ageatorr, V . Ag11zzi1io.

Agedinco (Agedi11cu111) . Capitale del paese dei Senoni (oggi Sens) sulla Yonne. Qu1vi nel 357 di C. !'imperatore G iuliano (Flavio Claudio) venne assediato da u110 stuolo di Germani, i quali, dopo trenta giorni, non essendo riusciti a prendere <il campo romano, sebbene Giuliano disponesse di scarse truppe, tolsero l'assedio. Agedabia. Antica città della Sirtica orientale a circa 180 km. a S. <li J~cngasi, nel territorio della Cabila dei )fogarba. E' ricordata da quasi tutti gli scrittori arabi che parlarono dell'Africa settentrionale e della Libfa, siccome s ituata sulla via. seguita dai peHegrini musulman i ~ell' Africa Oocidentale, diretti a lla Mecca.

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il II Eritreo, a destra il III, in coda il IX ed i zappatori; artiglieria dietro l'avanguard ia, servizi e salmerie a l centro) mosse verso le 6 del on.attino su A. e, dopo scambio di fucilate a Sidi Faràg e un tentativo di atta.eco sul fianco destro immediatamente sventato, alle ore 13,30 giunse ad A . ove aocampò. Il giorno 17, dis trutto l'abitato, meno Ja moschea, la colonna rientrò a Zuetina ove venne disciolta, rientrando le truppe a Ilcngasi, meno quelle lasciate di presidio a Zuetina.

I I. AHa fine d i marzo i r i'belli Mogarba affluirono di nuovo attorno alla distrutta città, e vi si trasferì lo stesso gran Senusso Ahmed Scerif. Cosicchè, non appena il presidio di Zuctina fu convenientemente sistemato, si ritenne opportuno ,procedere alla occurpa2Jione definitiva d i A . Ne venne incaricato il Gcn. Cantore, nuovo comandante della zona di Bengasi, e gli vennero all'uopo dati i seguenti reparti: 1 batt. 43° fanteria, III Eritreo, 1° sqdr. Piacenza, S0 sqdr. $avari, sqdr. M eharisti, l ·blr. 75 camp., servizi ( 47 autocarri). Queste truppe dovevano concentrarsi a Ghemìnes donde trasferirsi a Zuetìno.. Quivi si trovavano le seguenti altre truppe: Bgl. Benadir, Centuria Amhara, Sez. 7S mobile, 1 comp.

Combattimr11ti di Agedabia. T. Durante la guerra. libia, il Governo della Ciren aica (gen. Ameglio) <kcise, nel marzo 1914, di occupa.l'la, poi che, dopo le operazioni contro la Zau!a. di 2.Isus (23 febbraio - 4 marzo), i ribell~ <istigati e guid a ti dai Senussiti, si erano in gran parte concentrati ad A., che d ivenne così il centro principale della resistenza nel sud Bengasino. Esclusa runa spedizione in grande stile per via di terra, per le difficoltà logisticlie (specie la ma.nca.nz.-i d'acqua), si risolse di inviare per via di terra. solo ,parte <lolle forze, e l'altra per mare . I l generale Latini ebbe il comando delle · trUG){le, costituite dai bgl. eritrei II. III, IX, dal bgl. Benadir, dal l 0 Sqdr. Piacenza, dal 5° Sqdr. Sa.vari, dallo Sqdr. Meharisti, dalla III btr. eritrea, da 2 btr. <la ca.mp. (8 pezzi), da l cp. zapp., J c,p. te!., 1 sez. radio, l sez. San., 1 sez. Suss, 1 drappello zaptiè. La colonna, che doveva occupare le località costie~e a S. d i Ghemines fino a Z·uctina, quindi Agedabia, p ercorse fra il 5 e l'll marzo, il seguente itinera rio: Cardasi, Solùch, Tilimùn, Carcùra, Suàni el Bcdìn, Ma.rs.-i {;asili, prendendo contatto con le navi; ivi la notte stessa la colonna a<,--campata venne attaccata violentemente d a sud, ovest e nord da nunnerose forze n emiche, in maggioranza. 1foga.rba, c)le, dopo u n'ora e mezza di combattimento acca.nito, vennero respinte. Noi perdemmo 2 ufficiali e 61 uomini di ·t ruppa morti, 9 uff. e 151 uomin i feriti, e molbi quadrupedi. Il nemico lasciò sul terreno 263 morti contati. Intanto si andava effettuando lo sbarco d elle forze da mare e dei rifornimenti alla base di Zuctina. Dato l'atteggiamento decisamente ostile dei Mogarba, la marcia progettata per il 12, fo rimandata a dopo la sistemazione della base, limitando l'azione a.Ila distruzione della città. Questo avvenne il 16 marzo . La colonnl L a tini, preceduta <da.Ha cavaller ia, e m,trciando in formazione a losanga (in testa il htg. Bena<lir, n s inistra

za:ppatori, I plotone CC. RR. e zarptiè. In tota le, combattenti: 83 <ufficiali, 2472 uomini di truppa e sm quadrupedi. La colonna partì d a Ghomines 1'11 aprile e giunse il 13 a Zuetina. Il 14 sbarcavano a Zuetina. 2 comp. granai. (daJla Tripolitania), derrate e materiali. Il 15 la colonna d'attacco, in formazione molto profonda (su 3 schiere, a 300 m. l'una. dall'altra: una scz.. art. con la 1• sch iera e I btr. colla 2'; sul fronte lo sqdr. Piacenza e lo , qdr. zaptiè) protetta sulla destra dallo sqdr. meharisti, rinforzato da 1 op. eritrea, e segu:ta a 4-5 k m. di <Ji., tanz..-i dal convoglio salmerie e carreggio, scortato da 2 , 16" fanteria, d agli 1,appatori e da IO cavalleggeri. n ,, se per $idi Faràg su Agc-dabia. 1• fase. G ·unta la colonna senza molestie. salvo incontri di p:11 tuglie a cavallo, con l'avangu:u'<lia presso le alture di Greiàt cl Hadid (Colline d el ferro) si sma-


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scherarono ivi 2 o 300 ·cavalieri e c irca un m,igliaio d i beduini a piedi che avanzarono celer01nente. Secondo le istruzioni ricevute la cavalleria ripiegò sui fianchi, lasciando sgombro il fronte d i combattimento; fu fatto qua,lohe colpo d i cannone centro il nemico. 2• fase. Allle 10,30 la colonna avanzò con un primo sbalzo nella formazione di marcia; la batteria fece '\1110 sbalzo in ava,1t.i, men tre ,la cavalleria manovrava su!la sinistra; dopo il primo sbalzo la ,prima schiera, tutta spiegata, aprì il fuoco, appoggiata dall'artiglieria, contro il nemico giù. in vista su tutta 1a fron.tc; esso teneva fortemente le alture Greià t el Hadid, che costituivano il -perno della difesa, e nuclei apparvero sui fianchi della prima schiera; sembrava determinato arl una rcsistenr..a a:ccanita. L,L sua ca vallcria , scomparsa dal fronte, si era diretta verso lo squadrone meharisti, poi sul convoglio che, come si è detto, marciava a 4-5 km. a tergo della colonna: fu mandata la cavalleria a proteggerlo. 3' fase. Dopo una breve sosta la l' scbiera avan,ò energicamente sotto il fuoco micidiale dei bedu ini, d ir,igea<lo 2 cp, !L s inistra, ccmtro le ,Colline del fen o, e le a ltre 2 cp. lievemente verso destra, sempre con l'appoggio dell'artiglieria. L'intervallo fra i <lue tratti fu colmato con 3 op. IC!el btg. Benadir (2° schiera); alt1~1 op. Bena:di,· e centuria Am hara furono inviate a prolungare la <lestra della I ' schiera. 4• fase . R,jnforzata così la linea -di combattimento, fu ordina to l'attacco generale, fo,cendo convergere l'estrema destra (cp. Bcnadir) -a s inistra in modo da avvolgere la sinistra >clell'anersario p~r ta.gliargli la via di A. Il movimento, esegui to impetuosamemc, mentre anche il bgl. del 43" serrava <li corsa sull-a 1° linea, scos-,e il nemico che si ritirò .precipitosamente, inseguito dal fuoco dell'artiglieria. L ' intera linea spiegala avanzò celermente fin su lle alture Esc-Scellelii:t, su l ciglio della conca di A., spazzando i ribelli rita1'<latari. I vi l'artiglieria prese posi~ionc battendo grossi nuclei beduini in fuga da ,1 . e l'intera linea si gettò sull'abitato, mentre lo squadrone meharisti veniva lanoiato ali' inseguimento della ,destra. Dura.nte la 2• fase la cp. fiancheggiante del btg. Benadir e lo squa<lrone 011eharisti, a ttaccati dalla cavalleria nemica che tendeva al convoglio. l'avevano respinta infliggendole perdite. Essa allora, girando a.I largo, si portò sul ,convoglio, .ma venne fronteggiata dalla fucileria della ,;eorta, quindi caricata e (lispe rsa da.Ila r.avalle11ia colà inviata ali' uopo. li convoglio così potè giungere arj Agcdabia, la. quale venne trovata deserla, con tracce di accampa.mento e tende ancora intatte . ll senusso Ahmod esc Sccrif as.5istcttc al combattimento.

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o'SServan<lo col ·binoccolo <lalle alture di Esc-Sccllclàt, dandosi poi alla fuga alle 11, quando ,·ide ogni spera.n,a pc1ùu1a. Il nomico lasciò 120 morti sul terreno. Noi avem,mo un ufficiale e 6 ascari morti, p iù 32 feriti e 2 dispersi '((i truppa. I giorni seguenti vennero fatte ricognizion~ indi la colonna, lasciato un presidio ad Agedabia al comando del Col. 11eomartini, rientrò a Bengasi. Il!. Nell'estate del 1915, mentre l'Italia era g1a nnpcgnat1 nella grande guerra, scoppiata la rivolta in Tripolitan.ia, si dovettero abbandonar e coliL tutti i presidi interni e ritirarsi alla costa.. Anche in Cirenaica, in conseguenza degli avvenimenti della Tripolitania, furono dovuti a.bba1tdona.rc i presid i ,più esposti alle insidie nemiche, fra <Jui Ageda;bia. Seguì 11ogli aru1i successivi -una politica di a.ccol'di con la Senussia, allo scopo di assicurare la pace ,in Gircn.aica men.tre l'Italia era occupata nel conflitto mondiale . A b'7.lerra finita si stipularono i trattati di Er-Rògima e di Bu Mària.m, ma l'inadempienza <lei Senussi ai ,pa.tti convenuti indusse, nel 1923, il governo nazionale alla denuncia dd trattati stessi ed a.Ha rottura degli a-0co1,cli. Iniziate le ostilità, il Go,·erno della Colonia (gen. Dongiovanni) opportunamente ,olle colpire il centro della resistenza senussita rioccupando Ageclabia. I l giorno 16 aprile furono dunque concentrate a Carcura e Scleidr.na, scelte come base di partenza delle co!o,me operanti, ,Je truppe destinate alla impresa, agli ordini dolio stesso coma11dante delle truppe della Cirenaioa. generale <li brigata Oreste De Gasperi. Dette forze erano approssimativamente così costituite: 7 battaglioni di fanteria, S sqm,dron i, 3 batterie, oltre ad ·al-aune a utoblindate, servizi, sa lmerie, ccc. Il giomo lS una ,grossa colonna delle tre armi, con automezzi, mosse da SclcMìma su Anlelàt che occupò senza incontra.:·c resistenza.. li ,g iorno 19 quattro colonne delle tre armi con automeni mossero rispettivamente: una da Carcùra., uni! d,, Scleidìma e due '<fa Antelàt; la prima lungo l,L carovaniera costiera, su Suani ol-Rendin che occupò, dopo aver fugato w1 nucleo di l\lohafdia, infliggendo loro qualche perdita. e catturando numeroso bestiame; la soconda ,e la terza, da Scleidìma e An telàt r,,unta,·onc, sulla zàuia di Be<la Fom, occupandola senza resistenza.; si fusero poscia in una sola colonna; la quarta ragghmse ed O'OCupò senza contrasti Su:L11i el-G,dà. Alla sera del 19 si a,•evano 3 colonne: una occidentale, co1manda1a dail tcn. col. Salomone; una centrale, comandata. dal col. Ronchetti; una orientale comandata dal magg. .Melelli. 11 giorno 20, la prima colonna. sempre lungo la ca -

Ag-ec1,1111a alla vigilia cleil'oc-cupazlo1w, Sl'Cl1ill la ancorn la b andiera dell'Emiro


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rovan<iera costier a., ed appoggiata dal mare da due. unit~ leggere d ella R. ~farina, ragghmse ed OCOL'JJÒ Zuetina, trovata sgombra. La seconda avanzò fino a Sidi Faràg- el-Fars i senza opposizioni. L a terza, da Sua1~i el-Gùà. raggiunse seJ1za contrasti SEibica. Abla sera ùel 20 apr i·le le nostre forze si t.n :>vavano scl1ieratc ad arco a t torno ad A ., aid ,u n a distanza media di 15 km. Lo ste= giorl'o, 1Jer coprire le proven.ie1ne d al.i' altopiano, una colonna di cavalleria. in~ligena. era stata avviata. da Ant~là:t wd occttpare la zàuia di rv1sus. Il giorno 21, all'alba, le t re colona(>, muovendo dalle r ispettive posizioni, -convcrscro ad A . ·da N ., N . E., e da. E.; la colonna cent rale, giunta nei pressi -di A . fu a.e-colta dal fuoco d i nu clei nemici a p-i edi e montati, appoggiati d a artiglieria; come nel 1914, alla nostra prinut occu -

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mere che quella. traJlquillità non ~arcbbe durata . In.fatti, nella notte d a ll'ulti'lllo d i febbraio al pr imo d i marzo, uuemila ru·a•bi, guidati, sembra, da Scek Sof, attaçca vano r isolutamente le nostre ,posizioni di ~ela-t. 1-1 nemico però fu costretto alla r itirata alle ore l l del mattino d el 1° marzo, mediante u n vigoroso con,traltacco del presidio, ·c omp osto di n ove compagnie di fanteria e mezzo squadrone di cava.llcria. Per consolidare l'esi to e prevenire qualsiasi altr o tentativo nemico, il Governo della Colonia inviò subito, a rinforzo, quattro rompagnie di fanteria, uno squadrone ed una batteria da moutagna, <la Zuara, oltre a due compa.g nie eritree giunte d a.Ila Sirti·ca. Noi avemmo lievi perdite; il nemico 41 mor ti ,!asciati sul terreno. Sul finire dell'anno 1916 e pnimi del 1917, Suleim an el Baruni, senatore ottomano, investito, con firmano imperiale, de l titolo <li Governatore della Tripolita.nia, dopo avere organizzato i·I territorio da noi sgomberalo all'epoca del ripiegrumento dei ,presidi (anctà 1915), aveva effettuato un minac-c ioso concent.n umento di forze contro i l presidio d i Zuara. P er sventare i disegni degli ar a bo-turchi, il Governatore generale Ameglia decise -di at taccare le meha lle <li Eil Baroni coiacentrate nelle oasi d i E l Ge<lid,t ecl El Agclàt. Il 14 gennaio 1917 p artirono da Tripoli, via mare, il II bgl. del 35° fant eria e la Banda Hussein, assieme al generale Latini, destinato al comando dell'operazione, e al suo .stato 111aggiore.

La bandiera ciel Scnusso pre sa ,eia! no.stl'i

pazione di A ., i Senussit i si erano collocati sulle cosi elet te (( colline del ferro il, mentre le nostre fanterie si spiegavano per rispondere al fuoco, e si iimpegna.va un breve duello -cli ar tiglier ia. Il nem ico tentò un attac1:o generale ma, contrattaccato cnergicamcnlc, si <lispers~. Sopraggiunta. intanto <da est la ·c olonna orientale, questa ten tò cli avvolgere l'ala destra avversaria, ma., attaccata essa stessa sul fianco sin istr o da circa 300 cavalieri nemici, xlovette ipcnsare a difendersi e fu soltanto con la ritirata generale dell'avversario che p,,t ~ avanzare; così •il grosso dei senussiti si ritirò s~~nza gro.n danno, riuscendo a portar scco anche a lcun i ca,1noni, meno tre che rimasero abbru1donati p;·CJuabihnenl,; p er mancanza di mezzi di trasporto. Noi avemmo circa 30 uomini fuori com.battimento e il nemico circa 300.

Agelat (El) (o Ag-i lah) . Località sulla costa occidenta le d ella T ripolitania, nel-l'oasi omon ima. D ista <la Zuara -ci,,ca 40 km., da. Tripoli ci,,ca 90. Nel dicembre 19 12 il Governo, cedendo a lle ins isten,-c <lei ca.pi delle popolazioni di Agelat e <li Zavia che er ano angustiale dal,le continue scorrerie dei predoni, autorinava l'occupazion e di quelle due loca.liti<. Le t ru pipe del gen. Tassoni ·partite d a Zu ara i l 2 d :c~..m bre, dopo ntpida marcia, si impossessarono il successivo giorno 3 di Agclat, accolte siirnpatkam~ntc da lla popolazione, m entre la colonna d el Gcn. Lcqu io, partita da Zammr, ocoupaiva il giorno 4, in circostanze analoghe, ·l' oasi d i Zavia. Seguì la sottomissione dcll~ cabile delle due oasi occupale, onde convenne pensare a proteggerle dalle razzie, provvedendo a ripu lire il terri tor io dalle bande <lei preùoni. Dopo l'QJ)erazione descTitta, per a.lcuni mes~ la traJHJui,lli,tà della zona _non fu disturbata in modo. grave. CoHcvano lu tta·v ia voci d i attacchi, provenienti da varie font i, lasc iando prcsu-

Nella notte sul fu genn aio il Gen. Latini, con le truppe ,mobi li del presidio di Zuara _(un .g ruppo di batta glioni eritrei e somali, 1° gru,P'J)o guardie d i frontiern, bande Hussein, di :Fassato, di Zuam, di E l Agelàt, 14 _pezzi e ser v~zi) partiva contro le forze d i El Bru-uni. Il combattimento, iniziatosi alle ore 9,30, du1·ò vivace fino alle 14,30, finchè l'avvolgimento dell'ala sinistra nemica non decise la nostra vittoria s ul terreno di El Ged ida . L'iooomani 17 le truppe del gen. Latini, lanc iate all'insegu imento, r aggiungevano l'avversario che s i era disposto a difesa innanzi a'<.! El Agclàt. Ni:mos tru1tc ,un forte uragano di sabbia, si im pegnò il combattimento che durò <lalle 12 alle 15; il nemico fu obbligato a ripiegare verso su-cl e verso est. La colonna L a tini, raggiunto il suo scopo, rientrava il 18 a Zuarn. Nell'esta.te dello stesso anno si r i nnovava il tentativo di a,ggrcssione contro la zon:t di Zuara, che per la ~ua vasta estensione, e per la discontinuità delle opere fortificatoric era giudi-cala d ai ribelli meno d ifficilmente vulnerabile. 11 GÒvernatore generale Ameglia <lecisc quindi d-i <lisperdcre il concentramento nemico fol'm3tosi nell'oasi di Umm cl Halluf e, procedcndq n ella marcia da Zua.ra fino a Tripoli, r ioCCll>p are permanentemente fa costiera occiden tale. Una c olonna al com.anelo del m<1ggior generale Cassinis, composta de i seguen ti repar ti: carab inier i e za:pti-è; II, III, VI, XIII, XV Eritrei, TII Bcnadir Bande H usscin, Fa:ssato, Zuara ; l O grup-po gi.1arcl ic d i fron tiera (spahis) cavalieri .\foail, Agelat, Z,w.r ini, servizi vari, della forza d i circa 800() U<>ntin i, con 16 pezzi d'artiglier ia, partiva la mattina del 3 settembre 1917 per a l tac-ca.re e clisper<lere le m ehalle r ibelli <li Umm cl Halluf. L a colonna, giunta a Gedida v i pernottava, mentre le ricognizion i segna .. bvaJ\O il nemico in posiiione fortificata fra Kars T cllil ed El A,gefat. Alì'alba. ,del 4 le nostre truppe, divise in due colonne, rispettivamen te comandate da·1 Colonnello G ianninazzi e dal Tenente Col. Bardi, muovevano al-


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l'attacco. L'azione, iniziatasi a.Ile ore 8, e contraddistinta da numerosi attacchi alla baionetta e da violento fuoco di fudJcria, mitragliatrici e artiglieria, si risolveva alle 1 L <:on la ritirata e fuga. dei ribelli, insegu iti per una. diecina di chilometri dai nostri. Al nemico, che s11bi gravi perdite, furono anche cattura.ti due cannoni e copioso bottino. Il giorno S la colonna Cassinis sostava a Sabràtha (V. Fond1ìg ben Gasclr).

Agema. Corpo d i tru ppe scelte, Hipaspisti e Sa·rissifori (V.) dell'esercito m~edonico, costituente una specie di guardia reale. Si componeva dei p iù valorosi figli delle famiglie nobili della Macooonia, i quali nella loro <prima gioventù _erano stati paggi nel palazw del re. Questo COl1J)o fu tenuto in grande conto da Filippo e da Alessandro Magno. La sua forza fu varia secondo i tempi; nelle ,guerre d i i\ntioco l'A. era d i mille armat i.

Agen (Ant. Aginn1w1). Città della F rancia sulla Garonna. Era la capitale dei Xitiobrigi. Fu presa dai Romani, dai Visigoti, dai Franchi di Clodoveo, dai Normnnni, ·i quali la distrussero, e dagli inglesi, ai quali la Francia la tolse definitivamente nel 1453. Nel 1569, <lurante le guerre <li religione, l',fontluc, luogotenente d i Carlo IX, fu assediato in A. da ll'ammiraglio di Coligny, ma riuscì a d iìenderc la ci11à e l'ammiraglio tolse l'assedio. Agenore. Generale d'Alessandro il Grande. Alla morte di questi ebbe le colonie dell'India. Agente d-i Polizia Gittdiziaria (C. P. E .). Nell' istru ttoria <li qualunque reato milita.re, se viene a mancare, 11ell'istante d i procedere, l[)er ""aalsiasi ragione, l'istruttore, esso può essere su pplito, in base al Codice i i procedura penale militare, in nssenza <li altre 3 categorie di ufficiali più elemti, an che da un agente di µo liiia giudiziaria. Com'è noto l'art. 164 del nuovo Codice di procedura penale dà la qualifica di ufficiali di polizia giudiziaria agli: Ufficiali dei Carabinieri; Commissari e Vice Commissari di P. S. e delegati ; ì/fficia.li delle guardie d i città; sottufficiali dei RR. CC. e delle guardie di città; e nei Comuni dove non vi sia. un UfJÌcialc .<li P. S . il Sindaco, o chi ne fa le veci. Sono pure agenti di Poi. Giud.: i RR. CC. e le guardie di città; gli ufficiali e sottuff. delle guardie di Finanza, ? sotll\.lff, delle guardie forcstf li ; le gu ardie carcerarie e agenti daziari: guardie c;unpestri e le altre guardie delle Provincie e dei Comuni costituite in forza di regola.menti deliberati ed approvati in forma. di legge. Sono pure ufficiali cd a.genti di Polizia Giudiziaria nei limiti del proprio servizio, tutte le altre persone incaricate di r icercare ed a.ocextare determinate specie Ji reati. Agenti atmosferici. Sono le svariate manifestazion i 1~eteorologiche che si producono nella massa d'aria avvolgente tutta la terra e seco lei moventesi. ossia nell'atmosfera: manifestazioni npprcsentatc iondam.:ntalmente dalla tempera:bura (caldo, froodo, gelo), da lla p ressione (correnti aeree, venti) e dalle precipitazioni (umidità, nebbia, pioggia, neve). AERONAUTICA. L'influenza dogli agenti atmosferici sugli apparecchi aerei. anche i più perfezionati, è talmente considerevole che la prima cura di un pilota che desid~ra intraprendere un lungo viaggio, clcv'csser quei-

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la di infor-marsi suHe condizioni atmosforiche. L'influenza dell'a tmosfcra è tanto più grande quanto più il viaiggio è lungo e l'apparecchio lento. Poichè i viagç;i aerei comporteranno sovente lunghi percorsi e e.vichi assai grandi, importa al più alto punto di preoccuparsi delil'aiuto o dell'ostJacolo a'[.lportato dall'atmosfera. Se si parte alla cieca, sénza alcuna preoccupazione del tempo che fa nelle regioni che si vogliono attraversare, si l'iscliia d"andarc sistmna1 icamentc verso l'insue<X!sso e forse verso la catastrofe, mentre le osservazioni e studi fatti. sul comportamento degli agenti atmosferici · permettono di dctermin.1,re, sebbene 3(!)prossi.mativ:lllncnte, le cause delle probahili variazioni e pert,w,bazioni atmosferit.he. 1• Il vc,ito al s11-0lo. In vicinanza del suolo la forma (' le asperità <lei terreno (vaJlate, colline, foreste, altipiani ecc.), dànno la. 'dirc:,;ione e la velocità media dei vcn ti ; essi ilivc11gono irre:gola.ri e prdducono dei risucchi più o meno violenti, secondo la loro velocità. Questi r isucchi si fanno. sentire, per venti mcdii, a J o '1 volte l'altezza. ,clcgH ostacoli ohe li generano. N ci terreni leggermente a.ccidenk'lti essi cessano d i essere .p ercepibili generalmente a 300 m. Il p ilota deve lascia.re queste regioni turbate, e r icercare. l'altezza. alla quale le variazioni di direzione e di velocità del vento sonù poco sensibili ; ruttavia ad ogni altezza, nell'incroci<> delle correnti aeree di velocità e direzioni differenti, si producono risucchi sovente >violenti. Occorre Junque ricerare una wna c.-i.lma, zona che dev'essere compatibile con la. massima altezza che la lunghezza del viaggio pennette, con l'altezza del p lafond, con la visibilità. Non è che dopo una lunga. pratic..1. di a via.zione che un pilota vola in tempo a,gitato, senza apprensione. Durante siffatti voli il pilota può çorreggcre incessantemente i m ovimenti di beccheggio e di rullio presi dalJ"a,ppare<x·.hio, o lasoiar fare. I n ogni ciroost.a.nz-1. bisogna tenere il motore un po' lontano dal suo regime massimo. 2• Il t•cnto in q<i.ota. Le <r.,servazioni riguarda.n ti il vento al suolo, non sono sufficienti alle esigenze della navigazione aerea, poichè è necessario conoscere il vento alle migliori e più alte quote d i volo. Le OS$ervnzioni più precise sui vcnt·i di quota sono fornite dalle stazioni aerologichc che si servono di sondaggi a mezzo èi palloncini p iloti, cervi volanti, ooc. Si ooserva in linea generale che il vento aumenta assai rapidamente di ,·elocità tra O e 1000 metri, varia poco tra 1000 e 2000 metri e ricomincia ad aumentare al disopra dei 2()()0 metri. Si può anche ammettere, in seguito a dati statiotici e os.~crvazioni di lunghi anni, che la velocità del vento ai 500 e 1000 metri è, in media, doppia di quella a terra. I n rnare invece la velocità oc! vento non au menta che d i 1/ 4 o 1/ S da O a 500 metri.

3° I « remot1.s ». Durante i mesi d'estate il sole n scalda fortemente l'aria. attraverso il suolo che irradia il suo calore; gli strati immediatamente a contatto oon il suolo si d ilatano verso l'alto, mentre quelli superiori piii freddi premono sui primi. I vortici cosi formati hanno un'influenza molto grande, sia che turbino l'equ ilibrio longitudiRale o trasversale dcli' apparecchio, sia che lo sollevino o lo faccia.no precipitare verticalmente, senza . modificare la sua orizzontalità. Le d iscese si effettuano talvolta più ra<pida1mente che se fossero pro1•oca tc dai co1111andi. Questi (I rennous » sono tanto

...


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più violenti quanto più il sole è caldo e il ciclo chiaro; essi si fanno sentire alle grandi altezze (2500 m.) in m odo altrettanto sensibile che a ten-a, ma tuttavia essi ten!dono a diminuire gradualmente d'intensità con l'altczzl. Si attenuano e scompaiono dopo due o tre ore dal momento che l'intensità del calore solare d iminuisce, cioè verso le 4 o le S del l!)Omeriggio. Il mattino appaiono dopo le nove. 4° J temporali. Essi sono accompagnati sovente da piogge torrenziali, grandine e movimenti disordinati dell'atmosfera. Le nuvole che producono i temporali si fo!'ITlano alla cfine <!elle ,giornate calde d'estate. Certi temporali scoppiano nel medes-imo 1mnto dove nascono, altri dilagano in una zona abbastanza lontana. Bisogna notare che l'atmosfera è agitata almeno un'ora prin1a dell'uragano; il ,pilota percepisce nettamente dei « remous », ~reavvisatori secchi e corti della iprossima bufera. Siccome la ?.<ma temporalesca non è mai cousi-

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deve atterrare o sorvolare, se gli è possibile, le nm•ole di grandine, a grande altezza. 6" Le mwole. P rima di intraJJ)rendere <un volo, l'aviatore deve esaJJninarc la Iorima delle nuvole e apprezzare rapidamente l'altezza approssimativa. del cielo sottostante, ,pcrchè secondo le regioni che deve attra,·ersare, egli è obbligato a volare a un'altezza minima che ,uev'esserc compatibi'le col plafond ossct·vato. Ai limi!i inlmediati delle n\l!vole, l'awarcechio subisce spesso delle scosse; il pilota ne risente una certa apprensione accentuata dalla sensazione d1e !J)rova di trovare un ostacolo al momento di :Penetrare nelle nuvole stesse. li volo attraverso le nuvole è aòcorr~agnato da risucchi qualche volta violenti; ~ difficile in simili casi, poter seguire una rotta regolare, perchè sotto l'azione dei risucchi i movimenti dell'aipparecchio sono rapidi e la sua inélinazionc ,JJ'UÒ essere sufficiente pcrchè la rosa della bussola. ne sia in fliue.nza.ta. Il pilota deve allora sforzarsi di uscire ai! più ;presto da queste nuvole, sia. risalendole che picchiando. Se i « remous » non sono troppo violenti si può navigare con l'aiuto della bussola, ma difficilmente seguendo una rotta prestabili•a., perchè il [Pilota. non ha. più punti d i riferimento, essendo nelle nuvole assai limitata la. visibilità; egli igno • ra la posizione di volo del suo apparecchio; gli equilibri longitudinali, traversali e verticali sono in tali •condizioni difficili a conservarsi e deve confidare solamente negli strumenti di bordo.

7° La pwggia e la neve. La p ioggia re11de il pilotaggio molto difficile; essa percuote il viso con forza a causa della grande velocità relativa dell'apparecchio cd è particolarmontc spiacevole agli occhi; gli occhiali danno uim ,protezione efficace, ma i vetri bagnati d'acqua irnpc<liscono la ,•isibilità (vi si rimedia. in certo modo ungendoii <li gl-icerina); senza occhiali il volo nella pioggia è quasi inwossibilc. Tnoltre la necessità di naviga.re a bassa quota od a.nci1e di fermarsi (se la pioggia forma un impedimento poco trasparente che ostacola la. vi.sibilità) impediscono il volo. La neve, m<ll10 penosa per gli oochj, forma una cortina ancora più opaca, ru()9esantisce considerevolmente l'apparecchio e rende il volo p rossochè impossibile.

Batuagitone che sale rra la neve ,d,u rante la s-uc rra italo-austi·l.aca, (1915-1018) derevolc, r aviatore avvertito può aggirarla, astenendosi di passare al disopra o al diso1to delle nuvole temporalesche, pei risucchi particolarmente violenti e pericolosi. D'altra parte la pioggia che perouotç il viso e acceca, rende ancora più difficile il volo e l'atte rraggio. Bisogna evitare di volare durante l'uragano ed a1>pena se ne percepiscono le prime manifestazioni è prudente ricercare il terreno propizio per atterrare. 5° La gra,idinc. La grand ine precc,cle o accompagna le pioggie temporalesche; le nuvole che la portano distendono in generale una. certa oscurità; esse sono d'un colore grigio o rossastro e si spostano rapid3;Jllente. Sono ,precedute da un vento di grande violenza; tuoni ed alLri fenomeni atmosferici le accompagnano di frequente. Il pilota, sollo alcun pretesto, non deve prendere il volo allorchè prevede la grandine; se egli è in volo

8° La nebbia. Bisogna astenersi dal volare quando c'è nebbia; il pilota non può dirigersi che servendosi della bussola, essendo i punti d i riferimento limitati a.Ile sommità che emergono dalla medesima; la marcia del motore è fati.cosa. pePChi: la Q)roporzionc del vapore di acqua contem1ta nell'atmosfera aumenta. Non bisogna avventurarsi al disotto di una regione coperta per lungo tratto di nebbia ma aggirarla; un pilota sorpreso dalla nebbia durante un volo. deve ,prendere quota per non r ischiare d i incontrare degli osta,coli e per cercaJ·e una regione libera e dù·igervisi. Un atterraggio con :a nebbia è sempre disastroso; se è assolutamente obbligato, bisogna mettere il motore al minimo, discendere a.Ila minor velocità pratica e teners i pronto a rip;irtire in caso di necessità. ARTIGLIERIA. Gli agenti atmosferioi (pressione, temperatura e umidità) hanno grande influenza nel tiro delle artiglierie, specialmente per quanto riguarda la resistenza dell'aria. all'avan7.amento del proietto. La •e• sistenza è proporzionale alla densi tà dell'aria . JI peso specifico dell'aria d ipende dalla pressione atmosferica, dalla temperatura e dello stato igrometrico. Per l'aria


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perfettamente secca, a lfa temperatura t, H peso specifico si ottiene dall'equazione dei gas perfetti: p v R T ove .p è la pressione, v è il volume del gas considemto, R è la costante caratteristica <lei gas ecl è per l'aria

=

po vo

= - - - (in cu i p 0 è la pressione d i 760 mm. di mer273 curio e v è il volume alla pressione d i 760 mm. ed alla temperatw·a O'"). 27.l t (T temperatura assoluta). T 1 Per l'aria 1.293 kg. (1,293 rappresenta in v• kg. il peso d i un mc. di aria secca alla temperatura d i 0° e la pressione di 760 mm.) e quindi 760 I i) V= - - - - (273 273 . 1,293 0

=

+

=

+ (}

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da cui:

/'J.

= peso spec. dell'aria=- =

1,293.273

p

V 760 relazione che ci dà il peso !;pecitico dcli' aria in funzione della pressione atmosferica p e la temperatura t. Se inrnce l'aria contiene v,wor aicqueo, chiamando con f la sua tens ione, la formula vien modificata in questo modo: p - 0,377 f /'J. peso spec. = 0,4645 V 27J+t La temperatura ha influenza sul tiro di un'artiglied a anche per le varia1.ioni d i velocità. iniziale del p roietto dovute alla temperatura dell'esplosivo costituente la carica di lancio. Di ciò si tiene conto nelle correzioni ai dati iniziali del t iro. Inoltre la temperatura influisce sulln conscrv:12Jione dogli esplosivi in modo notcvoìc, specialmente per le polveri infumi.

=

= --

Grafico per lo. detennitio.;:ione delle componenti del/11 vPlocilà det vento, po.raUetame11te al plano clet til'O (componente JongltudlnaJe) e normalmente. at 1>10110 di tiro (componente normale). Lo cc'ml>OllOJlli 1ong1 t11<1i1iale e 1l()nnale <lei vento st ottengono riportando sul g-ranco In g-rande1.za e <li· rezlone Il vento comunicato aarkl S·tazlone areologfea. La dlre,;ione' è clc!l nlta in mlllos lmi 11t1 O a 6400 rispetto aJ plainO' ,(1t tiro ; la ,grancte--vLa In metri (la ·1 a 20 (mecllante le c111colìfere11ie cc.ncc.nu·tchle se-

gnate <lii I u 20.


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11 vento ha pure influenza nel tiro e bisogna consi<leram e le due conwonenti: longitudinale (secondo il piano d i tiro) e trasversale (secondo il piano normai\! rul p ia110 di tiro) . La cornponent.: longiwdinale aumenta o dimi.nuh,ce l:l resistenza dell'aria all'avanzamento del proietto ~econdo c he la direzione di essa è in senso inverso o nello stesso senso del tiro, e quindi si ha una diminuzione o un a umento della gittata. La componente trasversale invece ha influenza sulla direzione, e precisamente sposta il tiro nel suo stesso

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moltiplica, in una ,parola, le ,difficoltà d i condotta e di impiego delle truppe, In casi eccezional~ tutta.Yia, da condizioni atmosferiche a,ltcrate possono SC-dturire elementi di probabi l~ buon ~uccesso : così, acl esempio, può essere favorita J'esecurione di spostarmonti di sorpres.'I, che in condizion i ord inarie ~arebbero cond:i.nna ti a sicuro fallimento. Per attenuare, l'influsso degl i agenti aunosferic~

(b ) Componente longil/Jd

scuso.

Per csc,mpio (v. figura) se il vento spira secondo la

-e_-_-~ :-

lJ,i-ezt'on è del l /r o

direzione c!el!a freocia (a), le due componenti avranno approssimativamente la -dire,,ione (b) e (c). E se il punto d'anivo fosse in A senza vento, si avrel:ibe : µcr effetto ddla. componente (b) una dflllinurione di gittata, ed il ptm lo d'arrivo sarebbe in B; rper effetto delht componente (c) uno spostamento in direzione che porterebbe il punto d'arrivo in C. Bisogna quindi, se il bersaglio è in A, dare le correzioni ai dati in modo cla riportare iI tiro da C in A, Per la deternii na.zione delle componenti è utile l'uso del « Grafico per la <lctcrmina.zione delle componenti della ,·elocità del ,·ento ». (V. fig. pagina preceden1c1. Alt ri agenti atmosferici quali la nebbia, la neve, la piog_~ia, hanno influenza sul lii-o dell'artiglieria. Con la nebbi.1 si ha per esempio difficoltà cli osserva;e,ionc del tiro, e quin di diftkile r icsc~ l'aggiustamento. Difficile riesce anche il ipu.ntarnento del pezzo, per la minore visibilità del •punto di riferimento o falsoscopo, che gencr.ihnoote si t iene <l istant.e per rendere m igliore la ,precisione del tiro. :\ questo inconveniente si ovvia con un falsoscopo molto vicino e luminoso. A,1che la neve può rendere difficile l'aggiustamento, spcoiabncnte se è alta e caduta d i recente: lo scoppio del pro ietto nel la neve è poco o ,per niente visihih- : inoltre il proietto può lnche non scoppia re. I noitre l:i. neve rende difficili gli sposta.menti delle artiglierie e d ifficile il riforn im ento delle munizion i. La pioi;gia ha gli stessi inconvenienti della nebbia, circa l'esccu,iione ciel tiro: d i ipiù presenta l'inconv~nicnte <li deteriora re le muni1,ioni, specia,lmente se con• tengono della polvere nera (spolette da shrapnel, petardetti d' innesc:vmento, ecc.), q uindi necessità di costruire dei locali appositi ( chialltlati riservette, riserve di batterie, d<.'lpositi munizioni, e<:c., a seconda della loro capacità e 'Clelia loc:ilità in cui essi sono s itua.ti) al riparo dalla pioggia. l.OGIST'lCA. Le svariate m anifestazion i meteoro logiche SOJJr a dette assumono particolare importa nza. per l' influenza che possono esercita.re sull'efficien?,a dell'elemento uomo e suHo svolgimento delle azioni ·belliche in genere. E ' intuitiYO che lo stato atmosferico normale crea. le condizioni d'ambiente più favorevoli per la ,-ita e p,:r l'azione <legli eserciti, m entre t,utte le pc rturba;e,ioni aereoclimat iehe costituiscono 'll1l fattore più o meno prc• g iudizievple che a umenta le fatiche e i pericoli del combattente, che intralcia e ritarda ·i movimcmti, eh(,

in quanto dannoso, sulle marce e sui servizi logistici, si hanno •avvertenze e 1provvido.nzc speciali delle quali si farà cenno nella trattazione delle singole voci. TATTICA . Le condizioni met~.,riche hanno acquistato una grnnde i,mportanza nella guerra moderna, dove il f111Jco ha valore spesso capitale, per rendere possibile il 1J1ovi111culo. La potenza di fuoco che de\'e sviluppar~i in stretto accordo col moV>men to, trova infatti una limitazione notc,-o!e nella visibilità che. a sua volta, dipende dalle cond iz ioni meteoriche: così allche il movimento trova limitazioni nelle condizioni del suolo, Ed ancora, lo spirito delle truppe ha ,·alorc diverso secondo le ,different i r.on<lizioni d i calma e di burrasca, d i sereno e di pioggia. Pcl' lutto questo, durante la guc,T:.L mondiale, la me•eorologia si è imposta come scienza ausiliaria <li guC!'ra. In-fatti -p resso i comandi Supremi e ,presso le varie armate, furono costituiti uffici meteorologici, con l'incarico di compiere gli studi necessad per a nt ivcdere le future condizioni di tempo, ,1 distanza di qualche giorno. Le condizioni meteoriche influiscono in var-io modo s ulle operazioni di guerra. La pioggia e la nebbia. diminuiscono la visibilità, e, su terreno moHe, la. pioggia ostacola ,j movin1cnti drlle truppe, in ,p articolar modo qucil! i <lell'artiglicria. L a cl;minuzionc della. visibilità. porta ad tma diminuzion~ n~gl i effeui <lei fuoco dei due a.,·,·ersari contrapposti, per l'impossibilità <li fuMionrumcnto dogli osscr-v atod e ,per l'impossibilità. di volo degli aeroplani che <lebbon,> osservare e regolare il t iro: i \'a.ntruggi e gli SYantaggi sono in relazione al-l'importanza che l'azione a fuoco ha in ogni caso particolare. Contro un nemico ben sis temato a d ifes:l, l'atta·ccante, dovendo preparare con il fuoco l'attacco, è in svantaggio nolle condiz.ioni metc<>riche accennate; contro nemico non bene sistemato, è invece iJI vantaggio perchè può serrasglisi addosso cli so1,prcsa, e senza temere un fuoco molto efficace. Quando l'attaccante deve, invece, per giu.ngcre sul nemico, pcl'Correrc un lungo trntto, le condizioni meteoriche irt parola. ·possono nuocere, perchè, con visibilità molto ridotta, è faci le che i vari reparti perdano la giusta dirett rice <l'attacco, e si disorienti.no. Ciò s'aggrava in terreno difficile, e, quindi, particola11D1cnte in montagn:i.; nè è facile pon oi riparo, poichè non possono funzionare i collegamenti ottici ; · e quelli elettrici, quando la truppa è in movimento, non sono sompre in grado d i funzionare .immedia ta mente a contatto dei reparti.


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:Nello svilUJ>po del conibauimento e nell'inseguimento, la pioggia e la nebbia sono a svantaggio dell'attaccante, appunto per la difficoltà d i orientamento e di collegamento, per l'impossibilità di ottenere efficace concorso dell'aviazione, a meno che il primo assalto sia riuscito a sconvolgere completa.mente la difesa, e l'attaccante debba inseguire se<:ondo linee ben definite del terreno : vallate, strade, ecc. E le condizioni ora dett.: s'aggravano in anontagna, ove le difficoltà del terreno, giil. notevoli in condizioni meteori'Che buone, si aggravano, con la pioggia e con la nebbia, più che in pianura. G li sv:intaggi ed i vantaggi della difesa dipendeati dalla pioggia e dalla nebbia sono impliciti in ciò che :;i è detto circa l'attacco. Tutto ciò che diminuisce il campo di vista, e quindi il campo di tiro, va a ~-vantaggio della difesa. Questa, in caso d'attacco, nelle condizioni meteoriche in parola, deve fondare essenzialmente il successo sui contr1ttacch i: deve, pertanto, tener riuniti adeguati reparti, in corrispondenza del.le vie più facili <l'a,ccesso da parte del nemico, e contrattacc:u·e, decisamente, non appena si sferra l'attacco avversari•). La nebbia favorisce il gittamento dei ponti e, in genere, ogni 1Prc.parativo necessario per predisporre il passaggio dei ~rsi d'acqua: la 4>ioggia, invece, quando è prolungata e spocialmcnte per i corsi d'acqua a regime torrentizio, nuoce in modo notevole, pcrchè fa. ccndo aumentare il volume dell'acqua, e la rapidità della corrente, rende difficile prima il gittamcnto dei ponti1 e, dopo, la loro conservazione in buona efficienza. E' da ricordare, ad esempio, la p iena dol P iave, dovuta a pioggie torren;,iali dal 25 al 28 ottobre 1918, p iena che ostacolò grandomcntc ai nostri il gittamento dei ponti, e che, nella giornata del 27 concorse, insieme ,con il fuoco dell'artiglieria nemica, a travolgerli, sicchè fino al mattino del 28 le nostre truppe che aveva.no oltrepassato il fiume nella notte sul 27, rimasero isolate, esposte ad accaniti attacchi dell'avversario. La nc,•e è un elemento che ha maggior valore in montagna, perchè vi cade più abbondantemente e vi permane p iù a lungo, che non in pianura. )/elle Alpi sono ordinariamente sgombri dalle nevi, per circa sei mesi dell'anno, i soli va)ic-bi inferiori ~i 1800 metri ; i valichi fra i 1800 ed i 1900 metri sono ingombri per 7 mesi, quelli tra i 1900 ed i 2300 metri t)er 8 mesi; tra i 2300 e 2400 ~er nove mesi; tra i 2400 ed i 2800 per 10 mesi. Al disopra di 2800 metri, si hanno le nevi persistenti. La neve quando cade limita la visibilità.: gli effetti tattici d i questa limitazione della distanza visiva, si avvicinano 'J)iù o meno a quelli derivanti dalla pioggia e dalla nebbia, a seconda del grado deilla diminuzione della visibilità. ora detta. La neve, inoltre, rende difficili i movimenti che, quando la nçvc è molto alta, rimangono limitati a truppe munite di racchette ed a. reparti di sciatori. La neve, oltre che a concorrere con l'incle.mcnza del clima. a. rendere 1>iù prnosa la pc~manenza in montagna, rende impossibi:c W1'azione offensiva in grande stile; pertanto le operazioni militari, durante la neve alta (a meno che non sia molto ghiacciata) rimangono limitale a piccoli colpi di reparti audaci, muniti <li racchette e di sky, ad avanzate in gallerie scavate nella neve, a lotte a corpo a corpo nell'interno di queste gallerie, con le caratteristiche della guerra sotterranea. La neve ,limita gli effctii dell'artiglieria c he deve ,più che altro impiegare

216 nel tiro gli shra,pnels, poichè le granate a percussione s'affondano 111clla neve, spesso senza scoppiare. Ed in sostanza, è favorevole alla diiensiva, quando il difensore sappia opportunamente orga.nii,zarsi e sia vigile e; pronto al contrattacco con ,piccoli reparti, cd in mo,1ta.gna in maggior misura che non in pianura. Nella guerra çontro l'Austria, le truppe alpine noslrc, e tutte le altre truppe delle varie armi. se.ppero vivere e combattere in .pieno inverno anche sulle .più alte vett~ delle Alpi, offrendo così un illlagnifico esempio che la storia non aveva ancora potuto registrare in modo tanto grandioso. La neve in montagna è causa di ,pericoli, di cui il maggiore e più frequente, è costituito dalle valanghe che d istruggono quanto trovano sul ,loro cammino, ostruendo pos.<;aggi, seppellendo ricoveri, ecc. Le valanghe si producono per diverse cause: ,per lo staccarsi di strati sporgenti <li neve· detti comici, le quali si formano lungo la cresta delle montagne a fianchi molto ripidi, <love la neve ammucchiata.vi da.I vento, si congela, costituendo una specie di tettoia suJla quale è pericoloso camminare; si producono anche per il peso proprio della massa nevosa; ,per la tormenta; per :a <:.a duta <li ,pietre, per ~era cl'esseri viventi che camminano sullo strato nevoso, ecc. I pendii ripidi (con inclinazione ,s uperiore ai 25 gradi), specie quando sono relativamente lisci, Wlifonui, ugual~ favoriscono la fo:mazione delle valanghe, perchè poco tra ttengono la neve cl1e li ricopre. 11 maggiore ;per itolo è dato <la.Ile valanghe di neve nuova o di neve asciutta, perchè rlifficilmentc si può presumere quando e dove esse possono ,p rodursi. Il pericolo delle valanghe a umenta col crescere della quantità di neve: è perciò piccolo all'inizio <lcll'inverno, ed aumenta ·fino alla [)rimavera, per d iminuire dopo. Quando si percorrono pendii ripidi, fondo valli su cui souastano altre pareti rocciose facili alle vaktnghe, e quando la neve sia alta, occorre procedere a gran<lc distanza l'uno dall'altro, in modo eh~ non ,più di uno sia esposto ad essere travolto da una eventuale valanga. E, quando sia 4JOssibile, è meglio non addentrarsi in canaloni e valloni, ma percorrere i costoni relativi ed i traiti pianeggianti. Quando si debba salire un . pendio esposto a valanghe, occol"l"e a<:cclerare la marcia quanto più IP()ssibile, scegliendo il tratto <lella montagna clic p resenti in alto ostacoli e ripari atti a tra ttenere la neve (alberi, spuntoni di roccia ecc.). Chi è preso da 'U.Jla valanga, deve procurare di tenersi alla superficie della neve, muovendo bracci:\ e ,gan1be come durante il nuoto: cerchi di togliersi, se li ha, gli sky dai piedi, tagliando occorrendo le cinghie d'attaéco, ma non abbandoni mai il bastone. Per salvare chi ,è stato travolto <la Wla valanga, occorre ù111anzifu tto esplorare la superficie della neve; se non si riesce a trovare alcun segno (co1'Cle, ba.~loni, ecc.), bisogna sondare con le piccozze al di sotto, senza stancarsi, perchè spesso si possono trovare, in condizioni da ,poter essere salvati, i travolti anche molte ore dopo avvenuto il disastro. Le valanghe <possono essere procurate ad arte a scopo <li d ifesa : sono ada tti i rip idi pendi~ i ripidi canaloni, ecc. In tali condizioni è sufficiente la più piccola causa esterna per mettere in moto la neve (legnami lanciati dall'alto dei pendii, un po' d i neve smossa, ecc.). X elle regioni delle nevi persistenti, e dove i.I terreno s i presenta a forma di conca, la neve, accu.mulandos!,


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si trasfonma in ghiaccio, dando origme ai gbiacci;i.i. Questi, pc,· quanto non rappresentino ostacoli insuperabili sicchè non costit-uiscono sicure fronti difensive e siouri a,pq:>oggi d'ala, pur tuttavia non sono zone di manovre per truppe ordinarie e numerose. La marcia attraverso i ghiacciai richiede molte preveggenze e particolari attitudini. Prima di portarsi su di un ghiacciaio, occorre orientarsi sulila forma del ghiacciaio st~sso, e sulle .posizioni ove possono trovarsi i crepacci. Questi nell'inverno sono, di massima, completamente o in parte mascherati da strati <li neve disposti su cii essi a guisa di ponti. Devesi !Perciò tener sempre ben presente che, se il ghiacoiaio non è coperto da neve, i crepacci oono visibili, ma quando la neve lo ricopre, essi sono difficilmente riconoscibili. Gli strati di neve che da poco tempo hani10 coperto un crepaccio, pre~-cntano una colorazione oscura; quelli vecchi, presentano ,una colorazione p iù chiara. Tali strati formano sui ·crepacci come dei 1)0nti di neve, i quali hanno ,maggior resistenza quando so1)0 su pendii ripidi. Tale res,istenza al iprincipio dcli' inverno è IJ)iccola; poi, fino a primavera avanzata aumenta sempre; il sole e i ven t i cald i <la rendono minore. Ponti di' neve che a l mattino posson@ essere passati senza pericolo, a mezzogiorno diventano pericolosi. ,Sulle super,fici concave dei ghiacciai, •i ponti sono ,p iù resistenti cli.e su quelle convesse. L a resistenza <lei ponte si esamina con la piccozza o con la punta del bastone. In genera:le, il percorso sul ghiaccio va fatto sulla ~ arte ,più ,p iana e più compatta, cioè su quella che ha meno crepacci. Ponti, pilastri, di ghiaccio (seracchi), pendii ripidi, debbono, per quanto è possibile, essere evitati. TI margine SU,periore dei crepacci e <lelle 51paccature è sempre più pericoloso d i quello inferiore; ,per conseguenza, dovendo passare fra due crepacci, ,conviene tenersi dalla parte del crepaccio più a lto, e camminare lungo i,] margine inferiore di esso Gli avvallamenti tra il ghiacciaio e le morene che lo, fiàncheggiano, sono i p iù s icuri perchè in e3Si lo strato di neve ha .maggiore altezza. Prima di salire sul ghiaccia io occorre su<ldividere gli uomini in varie corda te. Occorre esa,minare bene ogni corda. Chi la porta deve ·conoscerne molto bene l'uso .ed ,i l maneggio. Tra uomini legali alla stessa cordata, deve esservi una distanza minuna di 6-8 metr i. La lunghezza totale può essere anche aumentata aggiungen<lo a lla corda 2-3 o più funicelle da valanga (funicelle .c o lorate, per renderle più visibili in caso di un disastro). Occorre osservare che la corda rimanga sempre tesa. Per regolare com,enientm11ente le distanze tra u n uomo e l'altro, e la tensione della c01'C!a, occorre che ognuno trattenga con le mani alcune spire libere, le quali a ll'occorrenza possono essere r ilassate. f,i badi che la corda non tocchi mai terra. Nel caso che le funicelle da Yalanga vengano usate come covda, e le cor date siano pa.rcochie, bisogna distribuire almeno U11a corda d i riserva e una '.Piccozza rper ogni cordata o, in ogni modo, almeno alla p rima e all'ultima cordata. Ta.Je distribuzione deve essere >mantenuta <durante tutta la marcia. La guida <leve andare con la prima cordata. I crepci~ci vengono sempre superati att1'aversandoli in direzione noprnale al loro andamen to. Quando i ponti di neve sembrano 1poco resistenti, -bisogna assiourarsi alla corda. Sui ponti idi neve non deve mai passare più di un uomo per volta. Nelle soste sui ghiacciai, le cordate çlevono divi<lersi a gruppi, e tenersi alcuni passi di-

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stanti le une <ladle a ltre; anzi converrà sempre, sui glliacciai, tenere la debita distanza, sia o no impiegata la cordata. Nel salvataggio di uomini caduti nei crepacci, si deve p rocedere con calma. Se l'individuo ca<luto non è legato alla corda, oc-corre su-bito a<loperare tutte le corde d isponibili 'Per lega.r io a qualche p unto sicuro ed evitare che prccwiti più in fondo. Per tirarlo su, bisogna servirsi di una corda indipendente da quella che lo tiene assicurato. Ad un capo d i essa si Ifa un la.ccio, 11el quale <il caduto deve introdurre· il p iede. Poi si tira la corda in modo da far piegare completamente la gamba al caduto, cosi-0chè egli, distenden<lola, possa sollevarsi sul cor,po. Si tira quindi su con l'altra corda. Perohè nell'operazione la corda non s i tagli, bisognerà che si Jllettano .sotto di essa dei bastoni in corrispondenza dell'orlo del crepaccio. Il ghiacdo prodottosi con il çongelamento delle acque dei fiumi, laghi, paludi, quando abbia sufficiente sp~,;sore, può rendere questi ultimi abbastanza facilmente transita,bili. Difficilmente 1però, nei nostri paesi, il ghiaccio dei corsi <l'acqua, dei laghi e delle paludi prende tale consistenza da reggere a passaggi di truippa. Condi1.ione prima per questo passa:;igio, è che il ghia.ccio riposi sull'acqua, quasi fosse un 1POnte galleggiante; dQPo, che abbia a lmeno uno spessore d i ar1. 0,08 per il passaggio d i fanteria per uno, di m. O,11 per il passaggio ,della cavalleria, e di m. 0,20 per ;i passaggio dell'artiglieria leggera e per il carreggio. Per far passare i carri, •conviene collocare due file di travicellc, uso rotaie, e condurre i cavalli a mano, distanziando i carri l'uno dall'altro. Quan<lo H gelo .continua, si può accrescere prontamente la forui del ghiaccio, coprendolo con ,paglia o con fascine, che debbono essere frequentemente bagna.te finchè tutto sia convenientemente gelato. Il ghiaccio può essere rotto per evitare il passaggio a l namico, o per rista,bilire la naviga.zione, con esplosivi, e anche con tiri d i -artiglier ia, ma questi diwno ,poco rend imento, perchè richiedono m1a grande quantità di ipro-iettili. Il pericolo ipii1 grave in montagna, dopo la neve, i:: rappresen tato dalla tormenta, che ha diverse gradazioni d'intensità. E' causata da event o molto freddo e turbinoso che scuote e solleva la neve in ghiacciuoli minutissi1~1i, scaglia ndoli impetuosamente sul viso, facendo'.:i penetrare anche a.ttraverso il vestiario quando non sia perfettrumente chiuso, ed oscurando l'aria. Sorpresi dalla tormenta, occorre ,c ontinuare a marciare: chi si ferma è per-duto, rpoichè u1on :Potrà 1·esistere al freddo e rimarrà assiderato ~"lll posto, senza speranza di sal vez,,a. Con forte tormenta è impossibile ogni azione tattka. Le condizioni meteoriche hanno notevole influenza sul tiro : si ,cerca di calcolare gli effetti di questa influenza con vari anezzi (v. Tiro) nell'intenta di ottenere tiri che abbiano una sufficiente regolarità., anche in condizioni meteoriche poco propizie. 0

TBLEGRAl'IA e 'fELEFO::-n A. Gli A. A . possono ostacolare più. o meno gravemente o ·addiTittura, in certi casi, impe<lire i servizi elettrici (telegrafia, telefonia, radiotdografia). In ,tutti questi servizi si verificano soven!c disturbi dovuti a ,perturbazioni dello stato elettro-magnetico della superficie terrestre e dell'atmosfera, oltre che a scariche elettriche temporalesche fra le nubi. Spesso per 1.111 fenomeno di induzione elettrostatica nel


fi.lo cond uttore di u na linea telegrafica o telefonica si determ ina una certa car ica elett r ica che •potrebbe danneggiare gli ap µar ati ricevitor i; gli effetti della carica elettrostatica sono maggiormente notevoli nei c-ircuiti i nteramente metalli.ci (qua-l i .si usano per le comunicazion i m ilitari d i ,una certa importanza in località dove per la relativa vicinan za alle linee nemiche è neces sario elimi na.re •l'impie.g o ,di cirrniti misti che si prestano a lla intercet tazione). Per eliminare questi disturbi si in,piegano appositi or gan i di protezione (scar icator i comuni, scaricatori a cuiboni nel vuoto, valvole: a filo fusibile e valvole termiche, che possono es.sere anche riuniti nei così detti << gruppi d i protettori comb inati»). Questi speoia.Ji apparecchi di protezione vengono anche impiegat i per impedire che le se.ari-che elettriche temporalesche possano rni!Jgiungere glj organi elettrnmagnetici dei telefoni e dei telegrafi. rendendoli i nservi bili ; ma per maggiore garanzia, in caso d i forte e vicino temporale, è necessario escludere gli appa.recchi dal circuito, mettendo direttament<: alla terra i fili della linea per mezzo di appositi commutatori. Le scariche a tmosferiche e altri A. A. (vento, p ioggia., n eve) possono inolt re causare interruzioni di linee e dispers ioni •più o meno fort i di corrente. ,Questi danni s i prevengono e in parte si evitano con adeguate ourc rli sor veglianza e di manutenzione <leNe linee. Jn caso d i interruzioni si cerca di localizzare il gaa.sto, con opportun i esperimenti e con adatti strumenti, e s i provvede a inviare sul posto una squadra di guardafili. T ELEGRAFIA OTTICA. L' agen te atmosferico t hc può ostacolare le ·comunicazioni per mezzo di apparecchi ottici è la ne,l)bia; accaklc talvolta che una leggerissima ne,1:Jbia (o foschia) rende d ifficili, invisibili o poco chiari i segnali di una stazione che 1101.nalrnente impiega ua diottrico (v.) ,con luce aceti lenica, ed è aHora m olto proba.bile ,che si ,possa r imediare all'inconveniente 1·icorrendo a ,una sorgente luminosa di maggiore potrnzialità, e ci,>è alla luce ossi-acetilenica. L'impiego di questo mezzo è spesso utile anche d•i giorno, quando le nubi coprono il sole i,n.pedendo i l funzionamento dell'el-iogrc,fo (v.).

RADIOTF.LEGRA.HA. I distlu·bi atmosferici nella rice;,;ionc ra,diotelegrafica sono dovuti a :per turbazioni non comp let,unentc note <!e lio stato elett romagnetico della atmosfera e •della superficie terrestre, oltre èhc a scariche temporalesche fra. le nub i. I rumor i che tali disturbi provocano al telefono '<lell'a,pparecc:bio ricevitore sono spesso tanto forti e p r olungati che ostacolano e non d, ra.do impediscono la ricezione dei segnali, spe.cialmentc se questi vengono t rasmessi col sistema della così detta « scin1illa rada· »; i-l r icuvimento d i segnali ,, cc scin tilla fonica ll è un po' meno influerizato da tali disturbi, e , ,antaig.gi ancora..,1pìù notevoli si ottengono con J'.itnpiego di onde « continue >> quando per il ricevimento si usano apparecchi a valvole ter moioniche. Per man tenere le com u nicazioni nei limiti del ,possibile, in caso d i <listur<bi atmosferici, i anezzi [Più adatti sono ò seguenti : a) amc-1ent11.re la potenza <lella trasmission e cd attenuare nello stesso tempo la sens ibilità t:lell' appar ato r iocvente d iminuendo l'accoppiamento, sregolando il potenziometro, ecc. ; b) aumentare l' induttanza e diminu ire la capacità sul circui to dell'aereo nell'a,pparato r iceven te; e) fare deriva.zioni alla ,terra. sull'aereo, se per la ricezione si impiegano apparecchi a cristallo ; d) <limi-

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nuirc per quanto è ;possibHc l'alteiza dell'aereo di ricezione; e) imp iegare, con awarecchi r iceventi a valvole termoioniche, aerei interni a telaio. Per proteggere gli apparcechi r iceventi da guasti che potre,bbcro verificarsi per la carica elettrostatica dell'aereo si impiegan o gli scaricatori micrometrici o, con maggiore s icurezza, quelli a ,carbone nel . vuoto . Durante i temporali violenti e vicini è necessario prendere la p recauzione <li mettere l'aereo alla terra; per comµ ie re quc-,t'o.pcrnzione occorre evitare d i toccare p r ima il ·conduttore <l'aereo, onde premunirsi contro ogni p~r icolo; s i avrà invece ,cura d i met tere prima il conduttore di terra con quello d'aereo e ,poi, mantenendo sempre i l contatto, si procederà alla messa a terra definitiva.

Agenti rprincipali. (C. P. E.). Nel ca.so che p iil persone concorrano al-l'esecuzione di un reato, sono .1. princiJiali : coloro ,che avranno dato mandato per com•· mettere un reato; coloro i quali, con <loni, con promesse, con m inaoce, .con aibuso di ,potere o di autorità o con arti-fi.zi colpevoli, avranno indotto taluno a commet terlo ; color o che ,conconeranno i:mmed iata,mcnte con l'opera loro all'esecuzione del reato, o che nell'atto istesso in cui ,si csegu isce ,presteranno aiuto efficace a c.onsu-marfo. Gli A. principali soggiaceranno a.Jla pena ord inaria. ~lei reato, Nei reati conteanplati negli artico)i 92, 114, 115, 116, 118, 119, 120; 154; 269; 275; 291 il gr a;duato o se vi sono fra i colpevoli più graduati, il p iù eleva to in grado fra i medesimi, o a grado ugua le, colui che è superiore n el comando, o che è anziano, soggiacerà alle stesse 'J)ene d ovute ai veri A. pr-inciPali, siano o non siano -gli stessi riconosciuti, purchè abbia preso parte al fatto o non siasi <la ,Jui adoperato ogni mezzo ,p ossihilc ,per impedirlo. In mancanza d i gradu(lti, incorrerà in detta pena il soldato che fosse investito di u n comando. Agenzia i nt er naz ionale prigionier i di guer•ra. (La Croce Rossa si occupò, fino da l 1907, ancl1c dei rapporti in ternazionali fra i prigionieri di guerra. e le rispettive famiglie. A ta le scopo, 11cl Congresso tenuto a Washington n el 19 12, su proposta della Croce Rossa Francese, venne tlcliberata l' or g,mizzazionc, fino d al tempo di ,pace, di Commissioni speciali incaricate di raccogliere in tempo d i guerra i soccorsi destina.ti a i prigionieri, facendoli giungere a destinazione pel tra•mite <l i delegati neut r i a ccredi tati p resso i Governi interessati. Il Comitaio Internazionale della Cr oce Rossa doveva fon<lare, pu-r e a G inevra., cc L'Agenzia Internazionale PTigionicri <l'i ,guerra» . Allo scopp io della conffagra,,ione Europea, le varie commissioni speciali, ed i diversi membd della Croce Rossa, p rov~idero alla istituzione del!' Agenzia nel modo più ipratico. Essa incominciò a fum,ionare nel 21 a,gosto 19 14 in un modesto locale cli via del!' Ateneo a Ginevra. :Vfa l'ingente lavoro che abbracciava, non solo l' invio <lella corrispondenza, ma quello del pane ccl alimenti d i conforto, richiese subito l'assegnazione degh splendidi locali del Musco R atl1. L'Agenzia, fedele 11 pr ogramnia, tentò d i fare da intermediaria per le informazioni chieste da tutti gli Stati ,belligeranti, ma dato il numero complesso di n azioni -in lotta s i venne alla d ivisione in grupp i. Il lavoro fu enovmc, tantochè giii al l 0 ,gennaio 1916 aveva adoperato 5 .530.000 c ircola r i ed al tri s tampati del costo di Fr. svizzeri 39.000.


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L'Agenzia esplicò la propria opera anche per i cittadini internati (quantunque non militari) nei paesi nemici, o t rattenuti n ei terreni invasi. Si occupò pure dello scambio de.i prigionieri ,pe,i11l1anentemente invalidi, e delle .par tecipnioni di mor te ai ,parenti lontani. Nel gennaio 1916 iniziò la pubblicazione di un bollettino set timanale in francese : « Les Nouvelles de l' Ag~ncc I11ternationale òes prisonnicrs <le guerre», nel quale erano raggnippate per nazionalità le notizie piì1 in.ter essant i ,per le famiglie dei p rigionieri; vcni'lano pubblicate perfino fotograJie e cartoline i llustrate dei can1pi di concentrazione. L'Agenzia cessò <li funziona• re qualche tempo dopo la cessazione della guerra. Allorquando fu deciso il nost ro intervento nel confl itto europeo, l'Agenzia era ·sovraccarica di lavoro, e ritenne quindi oppor!Juno consiglia.re la Cammissk,nc Prigionier i . ,d i guerra della Croce Rossa Italiana, " quelle di Vienna e Huda,pest, <li corrispondere diret-

<:orrespondonce des Prlsonnlers de Gue·rre CARTE POSTALE In Franchigia Porto/rei

Edita dal Comità"Ui di A&6l&tenza al Pclglonlert dl Guerra Italiani VIA PALERft'10 N. 8 - Mllano Vlirto11.r lit Norod11ilona

Pr~ut): 3 ~, ee11,. 10

tamcntc. Con c10 si facilitavano le lunghe operazioni, e si rendeva p iì1 -pra,tica e spiccia la. trasmissione delle notizie . I primi ,·apporti fra le due nazioni nemiche s i iniziarono nell'agosto 1915, e continuarono sempre in modo corretto, çon lo scambio delle liste dei prigion ieri e degli internati civili, e loro notizie; nonchè <li sovvenzioni ' " mezzo di pacchi, in n atura . La. Croce Rossa ·fu coadiuvata. in ta le opera anche dalle istilli· zioni Vaticane, e dall'Opera. Pia Bonomelli, che contribt1irono a rendere meno penose le gravi sofferenze <lei <Pr igionieri, e quelle delle rispet tive famiglie. Si stabilirono d i comune a ccordo, per la via della Svizzera. comunicazioni tra ,pr igionieri e famiglie, a mezzo di speciali cartoline. La corri~pondenza natmalmente era !imitata all-e strettamente necessarie informazioni famigliari, e sottoposta. a censura delle autorità mi litari . Questo ser vizio si estese in seguito ai prigionieri in Germania.

Agerola. Piccola terra della provincia. di Napoli sul r ipiano del monte che sta a cavaliere della penisola sorr en tina. E' tra-diiione che Narsete. generale dell'imperatore G iustiniano, vi sconfig,g esse i Goti, dopo averne u cciso il r e Teja. Ageron (Bcrtrand o). Filibustiere francese. Nel .l66S occupò S . Domingo. Agesilao. Re <li Sparta, fu uno dei più grandi capitani dell'ant ichità. Rognò dal 397 a l 360 o 358 a. C. Alla morte di suo fratello maggiore Agide I, con l'aiuto di Lisandro si fece eleggere re . Il fatto cuhnina.nte, della sua vita militare è -l a spedizione che in trnprese

nel 395 in Asia contro i persiani, dopo la quale si prqparava a .penetrare nel cuore stesso dell' impero, allorquando fu richiamato in 1Patr·ia per soccorrere Sparta, minacciala dalla. coalizione dei greci continentali e di parte d e i peloponnesiaci. Agesila.o battè i confederati a Coronca (394). Dopo -la battaglia di i\fa:ntinea salvò Sparta minacciata <lai tebani, ma non potè renderle l' ege,mon ia orma,i perduta, ed allora. si pose a l sol-do di Takhos, re degli egiziani insorti. Dopo poco tempo detronizzò questo monarca sostituendogli N éctanabis, quindi riprese la via del xitorno. Durante questo viaggio, in età 1p iù che ot tuagenaria, ·perì in una tempesta. Cornelio N~otc e Plutal'Co scrissero la sua v.;LL e Senofonte ne tessè l'elogio.

Agesipoli I, R e <li Spar ta dal 397 al 380 a. C. Regnò insieme ad A,gesilao. N-el 385 p rese e distrusse lYlantinea e -mor ì dopo aver diretta la guerra contrr Olinto. Aggattonare. Ant. Accostarsi lentamen te e di nascosto al nemico, strisciando a tcrrat con1e1 ad es.} facevano i :::vfamma lucch i in Egilto c-0n tro i Francesi, per tmgliar le gambe e rompere i quadrati. Aggere (lat. Agger). Sorta d i rialto <li terra o di muro o anche di leg,mme, <par ticolarmente eretto pe, d ifesa <li acoarn.pamenti o di fortiiicazioni, o per la espugnazione d i luoghi fortificati. L'A . era già in uso nei popoli asiatici, come Assiri e Pers iani, i quali s~ ne servi vano, nell'e~pugna.zione delle fortezze, a·llo se,,-· po <li -coll-0carvi sqpra le loro macchine <li guerra. I Greci fl/pprcscro quest'art-e; wd esem,pio, nell'assedio d i Pia.tea i Lacedemoni costrui rono un A. d i terra e pie-

'R.icosLrnzlone <li Aggerc romano

(}lusco rlel GC'11io ~Ullia,re, noma) tra e legname. Alessandro il Grande, nell'assedio di Gaza, fece -costruire tutto i ntorno alla città un A . alto 250 p iedi e lungo d'lle stadii (370 m.), e su q uesto pose le macchine. Così lo stesso guerriero fece a Tiro. I Romaf".i generalmente co~truivano il loro A. per espugna.iioni elevandolo all'al tezza. del muro da espugnare, ed anche oltre; l'A. classico romano era normalmentè rivestito di. ,gratitti e frequentemente munito di « cervis >>, t ronchi d'a~bcr i <lcstinati a im.pe6ire l'arrampicata. Talvolta il para petto era costitui to òa graticciate a merlatura, dette « iJJi1mc >> _ Il co11po dell'A. era costiluito da un r interro, comunque eseguito, sia. per creare una .piattaforma atta a dominare, s·i a per preparare viadotti destinali a condurre le elepoli e le a lt re macchine in .prossimità delle mura, quando i d intorni della for tezza. da espugnare presentavano difficili pendenze. l.J materiale dell'A . serviva talvolta ,per colmare il fosso.


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A Banco Grande, in S icilia, il prof. Orsi ha trovato traccie evidentissime di A. margina.le dell'età neoliti-::a, Celebre l' A . di Servio Tullio, completa to da Tarqui_nio ·Prisco, condotto fra i sette colli della Roma rea le, i cui magnifici avanzi di macigni e di ,p orte s i arm1•irano ancora sull'.'l.ven tino, a Mrugnana,poli, nei pressi

220 r icurrn, -era necessario di gua,dagnare con esso una differenza d i liYello d i SO piedi, dei quali 30 soltanto rapp,·csentavano l'a ltezza delle m ura. E lo stesso Cesare iecc costruire un A. per espugna.re Marsiglia, molto simile a l precedente. Dapprima quest'ultimo era stato costruito anche con legname; ma, a,vf pdolo gli assediat i incendiato, Cesare lo fece ricostruire -con un sistorna << novi generis >J, e cioè con m uri di p ietra nei quali lasciava.usi intervalli c0tperti da travi e terra, come una sorta di gallerie in cui ,gli assedianti trovavano riparo. A ggere. La parte d i mezzo di una strada mil. ria 1zata al centro e d igradante ai lati per lo s.c0l0 delle acque. La voce A . adoperata dagli antichi scrittori, ind icò anche tu tta la strada.

A) Agger communls - B) Àg-g-cr Caesaris di via Volturno, nell'internò della stazione ferroviaria d i Tennin i. Era alto circa 10 metri. L'A . del vallo· d i Adriano era composto di tre bastioni d i terra e pietre ; la fossa che lo accompagna,-a era hr-ga ·c irca 10 metri e profonda tre. Nella stor ia militare dell'antichità è rnemora,hile quello cbe Giulio Cesare fece costrurrc sotto Avaricum. 1

2 , 00

I ✓ 3,50

I

0

.o.

Aggere tdl Banoo Grande ln Sicilia N ell'·u nico tratto attacca.bile del recinto, lungo non più di 300 a 400 piedi -romani (poco più di 100 m.), la sommità del muro dominava di 80 ,p iedi (24 metri) il terreno "'ntistante. I Romani, per !Poter dare l'assalto, f urono costretti ad erigere un A. deH'altezza di 80 p iedi Tale a ltezza fu creduta esagerata, ma siccome il terrazzo sorgeva sopra una depressione d i terreno, l'unico potuto utilizzare nei dintorni, a!lora paludosi, d i Ava-

Aggio. E' il plus va lore di una moneta in confronto di un'altra. I Co11Pi, che per 'la loro dislocazione debbono esegui.re qJromiscuaouente pagamenti in valute dlver3c, tengono come base contabile H valore n ominale della valuta estera in <:onfron to d i quella. nazionale a pal'ità monetaria. Ma ;poichè questo non è mai un valore costante, ed oscilla in ragione delle oscillazion i del cambio, nei riguardi dei terzi, il rngg;uaglio dovrà. essere fatto sempre a,I catmbio reale della giornata. l n al-tri termini il cambio fisso, riferito alla Jlarità. monetaria, non serve ad altro che a tradu rre con".enzionalmenle in valuta italiana i movimenti di cassa effettuati in valuta estera onde poter esporre la conta,bilità -s emp re sulla base della lira nazionale. L 'osciHazione dell'A. poi, non ha ripercussione sui cont i del corpo o reparto, perchè sono vietati gli acquisti di valute estere sul posto òa ù)arte dei corpi stessi, i quali se ne riforniscono nella misura del p resumibile fabbisogno col normale mezzo di anticipazione. Aggiogare. .411t. :Mettere al giogo i vinti nemm, facendoli passare sotto n: lande incrociate in figura d\ giogo. V. Forche Caudine. Aggirament o (tattica). Atto ta ttico con il quale si tende a far pervenire un;t truppa su d i u n fianco o a l tergo dell'a,vversario, con lo scopo di colpirlo di sorpresa ove egli non sia .praparato o lo sia insufficientemente. L'A. quindi facilita la vittoria. R ende inoltr,~ d ifficile, se non iaupossibile, la ritirata e perciò faci1ita ,)'ann ientamento del nemico, così che la vittoria in tal caso r isulta completa. L 'aggiramento può essere p reparato a distanza, prima ,df iniziare il comJbattimento, oppure può svilupparsi d urante il combattimfnto. A d istanza, prima di in iziare il combattimento, può

Solcbati romani che costrul.Scono un Ag-gere


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221 -

e,;sere preparato solo quando l'esercito av"1ersario sia relativa:nente p iccolo, ri~pelto a l teatro d'operazione; quan-no cio,, l'avversario Jlresenti i fianchi od il tergo non ,p rotetti da ostacoli naturali o da territori neutrali. In questi casi la forma ,dell'aggiramento stLbì un'evolttzionc nella storia del!' arte della ,guerra. Qua.ne.lo gli eserciti erano ll)oco manovrieri sicchè impiegavano molte ore a schkrarsi in battagl,ia e, dopo schierati linear·mentc e senza riserve notevoli, difficilmente e solo a prezzo d i gra,ve disordine, riusoivano a cambiare fronte, ba.stava ad un avversario manovriero, p resentar·si a ba ttaglia su un fianco avversar io per aggirarlo e rendere ,così più facile e completa la vittoria. La batta glia di Lcuthen rappresenta un modello del genere (15 dicembre 1757). Contro una manovra simile a queiìa di Leuthen lo stesso Federi<:◊ II insegnò a Rossbach (5 nov. 1757) la risposta, ciò che prova come non ·s ia una <letenminata manovra (l'aggiramento in questo caso) che, <li per se stessa, dà la v,ittoria, ma ohe invee.~ la vittoria sia la conseguenza della sorpresa che una deter•minata rria.novra reca sull'avversario. Quando !l)erÒ gli eserciti d ivennero tutti più manovrieri (XIX socolo) non fu più conveniente la manovra sul fianco quasi in un solo blocco dell'intero esercito, come a l tempo di Federico II, poichè l'avvers,uio a,vrebbe potuto manovrare come era avvenuto a Rossbaèh. Fu necessario, ,pertanto, con una massa impegnare .fortemente in combattimento il nemico d i fron•e, rnentre ,un'altra massa ten tava aggirare sul _fianco od a tergo. Ad esc:npio v. la battaglia con~battuta -da N a•p olcone a Castiglione (S agosto 1796) nella quale a,bbiamo la d~pia azione tattica: frontale ed a tergo, che si sviluppa con azione concomitan te, doppia azione ,he permane in tutti gli attatc'hi <li fianco del XI X secolo. La necessità d'attaocare il nemico d i fronte e <li fia.n,o contemporaneamente, o quasi, per le ragioni già det,te, porta a s~amre o ·a distendere su aro.pia fronte le forze prima della battaglia (aggiramento p reparato a distanza): in questo caso, colui che, aggira s i espon~ al risohio d i vede rsi sconfitta o la massa destinata a ~olpire l'avversario sul fianco e sul tergo, o la massa destiJ1ata ad agire frontalmente per impegnare e trattenere l'avve1'$ario, oppure lasciare il tempo a l nemico di sottrarsi alla stretta · ripiegando. In questa manovra d'attaccare separatamente le masse che tendono ad im1,)egnare di fronte e di fianco, sta la (Parata d i chi è •ninacciato di aggi ramento. La campa1,'lla na,poleonica del 1814 in Francia, è un esempio magistrale di questa para1a. li pecicolo per chi aggira, con front~ a,mpia e con masse separate, d' essere attaccato sepa ratamente da forze superiori è oggigiorno aumentato, poichè l'aviaiione, od i mezzi celeri <li trasmissione delle notizie, dànno modo a chi sta per essere aggi.rato, di conoscere in tempo il pericolo che gli sovrasta. La battaglia della Marna nel 1914 è aipJ>unto avvenuta, perchè i frances>Ì, avvistato in tempo il pericolo dell'aggiramento, si ripiegarono celePmente, presentando, alla Marna, un ·fronte <continuo, appoggiato a destra alla fortezza d i Metz, ed a sin istra a Pari.gi. L'aggirwnento oggigiorno vien.: cioè facilmente a mancare della sua principale condizione già accennata per riusç_ire : <lifficiln1entc1 cu;-11 •, può sorprendere l'avversario. Convienç aggiungere che i mezzi moderni celer i e relativamente sicuri di sco-

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perta e quelli d i trasmissione delle not1z1e, avvantaggi:rno in ,u n certo senso e .per quanto riguarda la separazione delle forze, ch i tenta l'aggiramento a masse sepa1·ate, pePchè gli consente d i conoscere la situazio:1e della massa ·attaccata da forze ll)reponderar1ti nemiche e, quindi, di ,p rovvedere adeguatamente, col fare assumere un atteggiamento temporoggiante (difensivo) alht mass,i sopraddetta, spingen<lo avanti inveçe l'altra massa nella direzione più opportuna. per avvicinare le ,.lue masse e stringere il nemi<:o <li fianco e <li fronte. La guerra è •u.n'arte essenzialmente d' esec1•zione ha de tlo Napoleone I , od anche 11el caso accennato, la vittona sarà d el più abile, del p iù lena>ce nel resistere, e del più audace nell'attaccare opportunamente. L ' aggira mento durante il ccnnbattimento ha akunc caratteristiche sue ,proprie. Esso si svilup,pa durante l'azione frontale, con truppe tenute in riserva e che si portano oltre il J;·onte del combattimento sul franco e sul tergo 'del nemico. La battaglia di Saint P rivat ( 18 agosto 1870) ne è un esen\pio. Contro un ag1gi.ramento durante la battaglia, la .p arata consiste o eol fronteggiare, con truppe tenute in riser"'a, la massa aggirante, oppure, e in modo ancor più decisivo, nel p ren · dere d i fianco, a sua volta, sempre con trupa,e tenute in riserva, la massa: aggirante. In quest'ultimo caso può favorire ,l'azione della massa che contromanovra, u11 ri,piega,mento dell'ala minaccia ta d' aggiramento. I due metodi ,possono essere combinati insieme, come è avvenuto nel combattimento <li Abd E l Geli! (8 giugno 19 l2). L'aggiramento durante là battaglia può svilupparsi anche contro un saliente determinatosi con un:i avanzata parziale del nemico: classica, è aJ riguardo, la battaglia di Canne. E un esempio di aggiramento contro un incunea.mento avversario, s i è avuto alla battaglia del Piave ( 15-23 giu,gno 1918) durante la quale -contro i fiandhi del saliente austriaeo prodottosi 5ul ·Montello, furono <li.retti i nostri conpi d'annata XXII e XXX, e la 48" d ivisione. E' da notare che con gli eserciti odiemi i qual~ per la loro immensa mo1e, saturano spesso le frontiere pùlitichc, costituendo fronti continue ap1poggiate ad ostacoli naturali (ad esempio il mare) e a te.nitori naturali, COlll1e è avvenuto nella guerra ultima, gli aggiramenti non sono possibili che d11ra11te la battaglia; o contro un ~aliente come s'è visto ora, oppure do.po avere aperto un corridoio attraverso la s istemazione nemica: per questo corridoio avanza la massa di manovra destinata a battere le eventuali riserve ncm icllc accorrenti, e a<I aggirare i tronconi dell'esercito avversario, che ,·isultano dopo l'apertura del corridoio ac<:ennato : Questo non è quindi lo scopo, ma il mezzo per ren · dere de,cisiva la battaglia con l'aggira.mento: VittOJ'io Veneto 'ci offre un esempio d i questo tipo di battagli.a, che s i inizia e si sV'iluppa con un'azione frontale e che si risolve con l'aggirainento dei tronconi dell'eserci to nemico, dc,po l'apertura d i un ampio corridoio nella s istemazione difensiva avversaria . S'è detto che percht l'a,ggira,mento riesc;a, occorre che esso avvenga d i wrpresa, o nel te11'})0, o come dfrezione, o come con,istcnza di mezzi assai superiori a quelli avversari. Pertanto una delle condizioni per ottenere la. sor(lresa, è che l'aggiramento sia eseguito còn celerità e, quindi, almeno in un primo tempo, con armi celeri, cioè con cavalleria, ciclist~ automitragliatrici, motomit1.<1<gliatrici, artiglieria autotrainata, carri <l'assalto, ecc. L'tmna più


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sicllra per J'aggù·,unento è l'aviazione, imp iegata a massa, e ma,gari trasportan te tru ppe d a mettere a terra, slli tergo dell'avversario. · L'aviazione apre u n campo nuov(1 nell'arte milita re, a1tche r iguardo agli a.g girament i. F ino a qui s'è parlato. di a.ggiramen to con nottvoii -masse, e s 'è visto che quando gli eserciti saturano le frontiere politich e, a meno d 'impiega.re l'aviazione, l'aggiramento deve svilupparsi d opo u na battaglia frontale. M a se in ta li çondizioni l'a,igiramento diventa difficile per le grandi c111asse, si hanno invece, og~igiorno, per I~: minori unità, con dizioni p iù propizie d i p rima, percl·è l'azione loro si s vil'llppi con aggiramen ti sllccessivi : esse debbono neu tralizzare col fuoco (a rtiglierie e m itragliatr ici) i centri d i resisten za. avversari, per aggirarli, altaocandoli d i fianco o d i rove9eio, coi fucilieri e co., le m itragliatrici leggere. L'armamento principale odierne;, delja fanter ia, costituito eia irnitragliatri<:i, rende possibile ottenere ,barr iere cont inue di fuoco, con u n 'occupazione d iscontinua del terreno, occupa zione d iscontinua che ha il va ntaggio d , d im inuire gli effetti di d istruzione del tiro <lell'arlig!icria a vversaria . Con u1u occupazione a p iccoli ca:pisaldi ciel terreno, si rendono possibili questi ,;uccessivi aggiramen ti, che pcr<:iò sono assai consigliabili per evitare cli lanciare uomini (fllcilieri) d irettamente con tro le -macchine (mitragliatrici) : contro qllesti p iccoli e molteplici aggiramenti, la d ifesa deve opporre moltep lici contra ttaochi, con truppe con · vcnien temen te appostate per sottrarle, prima di ess~rc iwpicga te, agli effetti d istruttori del fuoco neniico. E clcl}l>o no essere resi ipossi·bili i contrattaa:h i anche ni minori reparti (ploton i) ;mpcgna ti con le mitra,gliatrici e perciò il comandante <li p lotone ogni qua lvolta n e ravvisi l'oppo,r tunità ed il terreno ne consenta l'utile imp iego, .può tenere a s ua ·d iret ta disposizione, con funzione d i rincalzo, un nucleo costituito da fucilieri d i una delle squadre ocl an che d i en tran1be.

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messo a milita re in ua corpo senza farne parte, in soprannumero.

Aggiunto del Genio (Adjoint d11 Génie). Nell'esercito francese, grado m ilitare istit>uito ne l 1875, come au s iliario dell' ufficia le del Genio. Gli agg-iunli vennero re•clu•ta ti fra i -sottufficiali, con rango <li ufficiale, pur.e non essendo assimilat i a gradi détl;esercito. Aggìmito carabiniere. V. Cn.rabù,ierc:

Aggiust amento (art.) . Ch iamasi il r,rimo iper iodo del tiro cli una -balleria ed 11a lo scopo di determinare i <lati di tiro più convenienti per l'esecuzione dell'altro periodo, chiamato ij'leriodo d'efficacia. L 'aggiustamento è, fatto per mezzo d i Sllcccssive correl!ioni a i dati inizia li. Le regole con cui si ottengono· queste correzioni possono essere basate semplicementr sul senso delle deviazioni ( corti o lunghi, a destra o sinistra) oppure .sulla mistira delle deviaziowi osservale.

-_~-J.~ ~r

~ i : : :A= :>-.-=.,c:-:.,.. ~ ::-.___ -__-__-__-___-__-.-__ -___

A) Artiglieri.a - B) Bersaglio - C) P u-nto d',arrivo del OO!po (Il colpo è < l ungo a destra)

L 'aggiustamento viene effettuato s ia ù, gittata sia in di,·ezionc, e se il tiro è a tempo, anche Ì1t altezza di scoppio. 1) Aggùi.stamento m gittata. E' fatto generalmente basan<losi su i solo senso delle deviazioni, per la dif¾ coltà dell11. misllrazione d i esse, che richìederebbc una particolare organizzazione degl i osservator i (rilievo per in tersezione), od il sussidio dell'osservazione aerea, o della fonotelemetria, e non sérnpre ,può essere effettuata con quef:la p recisione necessaria ,per ottenere dal met<>do llll soddisfacente r isultato.

A ggiudicazione (a111111 .) . E' l' atto i n forza del quale colui che è rimasto u ltimo ob lato re o ma.g gior offe rente ad un pubblico incanto o gara privata { V. Contratti) viene riconosciu to deliberatario dell'oggetto clell'incà nlo o gara medesima : esecuzione d'un lavoro, di un appalto, d'una forn itura, proprietà. d'un a cosa, ecc.). L' A . -può essere provviso ria o definitiva, L' A . provvisoria si ha quando ne.ll'av,viso d'asta che convoca i concorrenti è fatta es;,licita menzione che sulla base cieli.i migl iore offerta r isultante dal primo esperimen to, verranno r ichieste offerte di miglioramento; quella defin itiva, invece, quan do la d eterminazione dell'A . è conseguen te dal secondo esperimen to, o comunqlle è assolu to. e finale indipendentemente anche da questa seconda prova. Infatti non sempre. e non in lllt te le gare od incanti si hanno due A . L'A . può essere clefiriic;v., anche a.I primo esper imento, 1Pllrnhè •l'asta s i11. tenu1a con il sistcnna d e ll'offerta segreta e purchè questa importante cond izione s ia men zionata nell'avviso cl':i,;t:'l. E' ipoi sempre definitiva al pr imo incanto quando l'ast:t sia fatta a mezzo di pubblico banditore. L'A. qua!unquc essa sia, vinco la a tutti gli effetti le parli contraenti. L'A., sia -ess11. prowisor ia o definiti va, è sempre ac;;ompagna ta da ~--peci:ili Prncessi Verbali, i quali prendono a ppunto il nome d i Processo Verbale d i prov visorio o definitivo cleliberwmento.

somplicc, :ma può J·iuscire talvolta molto laboriosa, ed anche impossibile, in terreni molto rote i o fittamente coperti.

Aggi unto. Quell'ufficiale cli staio maggiore che è

a telllpo, cioè facendo scoppia re il proietto in un certo ,pun to ,della traiettoria, ,prima di arrivare sul ter-·

A) Aggiusta.mento in gillata in base a l senso de i colpi. Comprende generalmen te l'esecuzione: a) d i un a forcella ; 1,) d i uno o p-iù gruppi d i ,prova.

Dicesi di aver fatto forcella quando si sono determinali due a lzi ta li che le corri$pondenti traiettorie comprenclan() sicu ramente il bersaglio (una lu nga ed una cor t11.). L 'apertura della forcella, cioè la clifferen,.a fra i d ue alzi, non deve essere mai in fe riore a due striscie. L a forceJla può essere ottenuta : a pere11ssionc, cioè facendo in modo che il proietto scoppi urtando il terreno; essa è d i esecuz ione pii1

Forcella a per cu.s.sione


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·AGG

reno. A <:ausa d ella notevole d ispersione dei colpi non è di facile escouzione, e di massima r ich iede un mag·· gior numero di colpi. Q uesto sistema viene adottato contro bersagli situa ti in terreno rotto o fittamen te coperto.

Foi,cella a tempo La forcel·la può essere <leterminata con una delle seguenti modalità:

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AGG

mcntare l'alzo di 12°0 , cioè si dovrà tirare con l'alzo <li 225°0 • Supponiamo che così: il ·colpo sia lungo (2): diminuiamo <li due slriscic, cioè spariamo con l'alzo 219° 0 , c<l il colpo risulti corto (3°) . Possia.rno ritenere quindi di aver determinato la ioccclla con i colp i (2°) e (3') (alzi 22S-219). B isogna ora verificarla: -se i due çolpi <li veriiica ( 4°) e (5') con questi alzi -r isulta110 dello stesso d i prima, cioè rispettivamente lungo e ,;orto, la forcella è verificata e l'alzo di prova saq·à l' i.nterme'Clio, cioè d i 222°•. (V. fì.g. a) . . S~ invece risultano per esempio tutti e <Lue lunghi, s1 ripete per tre volte l'alzo 219°0 , che pr ima è risultato in senso diverso, òoè corto. Il gru,ppo di quattro colpi, tutti con al7,0 219, (S 0 , 6°, 7° cd 8°) possono risll'lta.re a caval!ù del bersaglio, cioè alcuni possono essere lunghi ed altri corti, c<l allora si ritiene qu esto alzo come a lzo <li prova. ( Vedi fig. b).

1) wl concorso di più pezzi, generalmente quando si conoscono le d ifferenze di regime (ossia le differenze di g ittata do\,ute a l logoramento, ccc., delle bocche da fuoco) tra i pezzi della batteria . 2) con un sol pezzo, quando pur essendo note le d iiicrcnzc d i regime frn i pezzi, non si ritiene opportuno l'impiego di 1Più .pezzi; o quando si eseguiscono tiri di inquadra.mento; o, in ogni caso, quando non si conoscono le d ifferenze <li regime. I dati che risultano scrva110 di base pel tiro degli a ltr i pezzi ;

3) separata~ente per pezzo, qua11clo, nel caso di notevole discontinuità. o irregolarità nella d isposizione dei d iversi elementi dell'obbiettivo, s i r it•iene opportuno attribuire ad ogni J)'ezzo un pa rticolare elemento come bersaglio. La forcdla col concorso di •più pezzi può essere determinata per colpi singoli su·cocessivi o per gruppi di colpi s imultanei. l i procedimento per colpi singoli successivi rkhicdc la possib ilità di osservare s icuramente il risultato dei colpi isolati. La forcella deve essere verificata : ciò si fa ripetendo i due alzi in due colpi successivi ; se risultaJJO dello stesso senso d i prima, essa è verificata . Se uno dei due alzi risu.lta d i senso contrar io al r isultato precedente, si ripetono a ltri tre colp.i con lo stesso dato : se questi quattro colpi risu ltano a cavallo del <bersaglio, l'a lw impiegato si può ,prendere come alzo d i prova, cioè come a lzo per il periodo cli efficacia. Se r isultano invece tutti nel lo stesso senso rispet to al bersaglio devesi ritenere errata Ia forcella, e rifarla partendo da quei dat i. Per esempio, si debba iniziùe il tiro con una batteria, e si d ebba battere un elemen to di trincea, alla distanza ,d:i S000 -metri. Dalle tavole di tiro si r icava che l'a lz.o per quello a <listan;m è d i 213° 0 , su ppo11endo che le condizioni d i altitudine, :pressione atmosferica, tempcrat:ura , ~cc., s iano normali (ossia siano eguali alle çondizioni in cui sono state fatte le tavole di tiro). Con questo a lzo il colpo r i1lu lti corto ( I ) . La striscia del 50% dei colpi a quella distanza è di 42 metri. Al -• lunghiamo quindi il tiro d i 4 st.riscie, c ioè d i 42X4=163 metri ; dalle tavole cli tiro si riea va che bisogna au-

~

~-~------------•j-

---\-{-~f-----··

Se invece risultano tutti e quattro lunghi, bisogna rite11cre errata la forcclh priima determinata e r icomincia.re da capo I' a,ggiustamcnto, p rendenclo l' a lzo 219'" come alzo della traie.ttor ia lunga della forcella. (V. fi,g. e).

' b) Gruppi di prova. Determinata la forcella e verificatala, si eseguiscono uno o più gruppi d i prov;L con l'alzo intermedio a i due che d eterminano la forcella (alzo d i prova). T .grup,pi sono di quattro colpi. Se in -un primo grll~po si osserva110 colpi cli senso opposto, si ritiene l'aggiustamento conseguito. Se tutti e quattro i colpi si osservano nello stc,so senso, si corregge di una. striscia e s i esegue un alt.ro gruppo di quattro col.pi: in questo secondo gruppo possono verificarsi tre casi : 1° I colpi risultano in senso opposto fra loro; i.i r itiene l'aggiustamen to -conseguito con quest i da ti. 2" I colpi risultano tutti nello stesso senso ma opposto al .primo gru:ppo; si ritiene 1' aggiustamento consegui to con i dati intermed i ira quelli dei due gruppi,

3° I colpi risultano tutti aello stesso senso del pri-• mo de l primo gruppo : si <leve ritenere la forcella erronea e clctc1•minarla nuova,m ente partendo dagli ultimi d::i.ti osservati. · Il) Aggiusta;mento in gittata basato sulla misura delle deviazioni osservate. Si ap;plka il seguente procedimento: si variano i dati di tiro <lei valore corrispondeHte al la deviazione del colpo ,precedente, clivi,~ per il numero d'ordine <lei col,po stesso (senza tena conto del primo), fino ad o ttenere una d eviazione m inore -d i due striscic. A questo punto, median te altri tre colpi cogli ultimi dati, si completa un gruppo d i quattro colp•i ; rpoi, variando i <lati da gru]J'Pù a gruppo di una quantità corri9pon<lente alle de,·iazioni med ie del gruppo p recedente, s i eseguono succcssi\'i gruppi <li quattro colpi, fiirn ad ottenere un gruppo a cavallo del segno; e si ritiene l' aggiustamento co,lseguito con


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i <lati di quest'ultimo gruppo, corretti della deviazione media del gruppo stesso. Per esempio nella. .fig. d s ia A la batteria e B la posizione del bersaglio. Un rprimo colpo con l'alzo 400°0 cada in a, risultando lungo rispetto a:l bersaglio di 400 metri: si corregge l'a lzo di una quantità corrispondente a ta~e .deviazione, ,p er esempio di 60°0 ; il secondo colpo

Iuta, e si assume la stessa graduazione risultaùte dal tiro precedente. Quando invece l'alzo di base (eia:: quello relativo alla traiettoria media per cui si vuol aggiustare l'altezza di scoµp io) deriva da un tiro a percussione, i datt di aggiustamento in altezza di scoppio debbono determinarsi col tiro.

Aggiustare. A. il colpo, dirigere bep.e il tiro al segno.

si tirerà con alzo 420° 0 • Supponianno che questo colpo cada in b, lu ngo cioè 150 metri. La variazione di a.lzo cornispondente è dì 22°0 : la correzione da. da.si è di 22°0 diviso 2, poichè si tratta del 2° co'lpo (non tonendo conto de l 1°) ; cioè si tirerà con l'a lzo 40900 • Supponiaa:no che anche questo colpo risult i lungo, e sia ia deviazione di 25 metri, minore quindi di due striscie (circa 44 metri). Ripetiamo quindi questo colpo altre volte, con seguenti risultati : 0

alzo 409° 40900 )) ))

40900

17 metri

risultato

lungo

))

))

20

))

))

))

18

))

La deviazione media <lei 4 colpi con alzo 409°0 è di 20 metri lungo. Correggiamo quindi l'alzo di 3°0 in meno e facciamo un gruppo di 4 colpi, con i seguenti risultati: alzo 406°0 risultato lungo 5 metri )) 406°0 )) )) )) 7 )) 406°0 )) )) corto 6 )) )) 406°0 h.1ngo 10 » Dal risulta to si vode che l'aggiustamento è stato conseguito percl1è nel gJ:Uppo i colpi sono a cavallo del

bersaglio. II) Aggi11stamento in direzione. L'a,ggiustamento in direzione viene generahnente effett-uato in base alla misura delle deviazioni. Se la deviazione di un colpo supera il doppio delìa striscia laterale, si corregge la direz>ione della deviazione misurata; a ltrimenti la direzione s i corregge soltanto se le deviazioni laterali di. più èolpi successivi (alrncno tre o qua,ttro) si manifestan? con lo stesso segno. La correzione allora ·eguaglia la media delle devia• zioni misurate.

III) Aggiustamenti in a ltezza di scoppio, L'aggiustaniento in altezza d i scorppio presuP'Pone già conseguito l'aggiusta mento Ìll1 gitta~a, e quindi già determinato l'alzo. Quando detto alzo deriva d a un tiro a tempo i da ti di aggiustamento in a ltezza d i scoppio possono ricavarsi dircuwmente dai dati finali del precedente tiro, nel modo seguente: tiro a shrapnel : si modi.fica l'alzo della quantità. ne cessa.J·ia per portare gli scoppi sulla linea di sito, e si diminuisce la gradu azione d i spoletta della quantità necessaria per ottenere l'altezza media voluta; tiro a granata: s i modifica l'alzo de lla quantità ne-ccs,,aria per ottenere l'altezza mcd,ia d i scowio vo-

Aggomitolarsi. Poco 1tsato e ant. Raocogliersi insieme: detto di milizie che combattono alla spicciolata, e che si raccolgono ad es., per fronteggiare una carica di cavalleria. Aggrappare. Con uncini, o sim., un bastimento, per assalirlo a.ll'aremba~gio. Aggrapparsi (Tattfra) . Aggrapparsi al terre11q, tenersi fortemente su <l'una dctemnin;i.ta posizione, a malgrado <lei iuoco più intenso nemico, sfruttando tutte le coperture naturali del terreno e CFeandone delle artifìcia::i, con la più fer:ma volontit d,i resistere sul posto, fino all'ultima cartuccia ed all'ultimo uomo. Dopo un attacco non r.iuscito, la fanteria invece d i ripie.gare, deve « aggrapparsi al- terreno », per resistere tenacemente ad eventuali contrattacchi nemic~ e daretempo a•i ,·incalzi, alle ,·iserve ed all'artiglieria, di intervenire efficacemente, per riprende.re l'azione offensiva. I reparti più avanzati, durante l'offensiva, se con trattaccati in forze dal nemico, debbono " aggr apparsi a l terreno », ,p er resistere, e dar ,tempo a n-fove truppe <li accorrere per ,;stabHire, a proprio vantaggio, la situa.mone temporaneamente compromessa. (V. Abbarbicarsi). Magnifico esempio dcli'« aggrapparsi a l ter:r:eno » · clinanzi a forze grandemente superiori, l'hanno dato le truppe della nostra g• annata che, passate sulla sinistra del P iave il 27 ottobre 191~, v i si mantennero, isolate, sotto 'Un fuoco infernale <le],l'avversario, resp,ingendo gli atta<.--chi nemici, fino al mattino del 28, quando n uove trUippe nostre, ricostruiti i ,p onti sul P iave, riuscirono a passare ed a r iprendere l'azione offensiva che cond'II.SSC a Vittorio Veneto, con la completa sconfitta dell'esercito nemico. Aggredire. Nel senso di muovere pel primo incontro a l nemico a.cl offesa, meglio: assa lire.

Aggregato. L'ufficiale o militare d i truppa o quadrupede cl1e <pur continuando a far parte della forza. cffet~iva del proprio co,-,po o rQParto, passa temporaneamente o per un periodo di tempo indeterminato a far parte di un altro corpo o reparto. L'ufficiale n ella posizione di A, può essere considerato «assegnato» o (< 'Co:tnan<lato >>. Nell'uno e nell'altro caso agli effetti matricolari, ri<Jnani sempre in forza a·l corpo di provenienza; amministrati<Vamente invece, varia la sua situazione a seconda della posizi01ie. (V. Assegnato e Comandato). La truppa ed i quadrnpocli sono sempre amministrati in tutto crune gli effettivi del corpo o reparto dove prestano servizio. G li uomini di truppa A . mandati in licenza straordinaria od inviati in congedo, cess,,no dall'aggregazione e sono ripassati al corpo cui appartcngoJlo dal giorno successivo a quello della loro


AGG partenza.. Uguale sor ie seguono gli A. che passano A. ad a-Itr o cor po od entrano a li' ospeda le.

Aggressività. Man ifestazione d e llo spirito che, in particolari circosianze d i fa.tt i e d i ambienti, assume uno 9Pccialc atteggia.mento e crea ne l mil itare la volontà I-rcpensa all'azione offensiva. E' qualità innata nei popoli p rirni~ivi, e dote nei popoli dvihmmte progrc<liti ,krivantc dalla oduca:done. Indi.pendentemente d a ciò, lo spirito d i A. varia fra le diverse razze a ~ecornla deila loro natura e dei ·loro preceden ti storici. Dipende inoltre da• circostanze e condizioni del momento oh~ influiscono in vario modo, quali ad escm-· p io: l'i1nportanra degl i in teressi che si difendono e si rivwdica.no; la durata della guerra; il luogo e la stag ione , i onezzi d i sussistenza, d i d ifesa e di offesa che possono essere forniti; la fiduJcia nei capi ; i successi, e, in determina.ti casi, g li stessi parzia li insuccessi capaci di svilu,ppare lo spirito <li A. per la r iconosciutcl necessità d i reazione, ecc. L'A. è dote indispensabile per ogni esercito, giacchè senza d i essa è vano sperare nella vittoria, e deve b sere caratteristica spiccata. dell'attaccante. L'azione tatt ica moderna che, per le accresciute d ifficoltà del su0 compito, La dovuto assumere i l carattere d i azione lattica di infiltr azione, richied_c questa dote come fattore p redominante. Aggressore. Colu i che aggredisce, che inizia le offese. contro il nemico. Nella V Assemblea della Società. delle Nazionj (Ginevra., settembre 1924) s i è cercato di dctc.rminare quale s ia, in un confl itto, lo St,tto aggrcswrc. E la definizione è stata data (art. 10 del Protocollo) in questi termini : « E' aggressore quello_ Stato che r irnne alla guerra violando gli impegni previsti dal Patto o da.I presente Protocollo. La viobzione dello statuto di una zona smilitarizzata è assimilata al ricorso alìa guerra)). 1n caso di ostilità inizia te, si prest11me aggressore quell_o Stato .:he avrà rifiu·tato ù i sottomettersi a,lla procednra per gli accorci i pacifici giit s tabilita nel J>atto; a una eventuale decisione giudizia,r ia o arbitrale; a una raccon1anclazionc unaniJ11c dei Consi,gHo _d elle N:izioni. Inoltre, ogni Stato che 11011 avr:1 sottomesso pr-2ven tiva1nrnte Ja questione alla Società delle · Nazioni quando tale questione sia lasciata dal d ir itto internazionale alla comµetenz'.I. es<:lusiva di q11esw Stato. Infine, og, ,i Stato che avsà violato u na delle m isure provvisorie presc ritte dal Consiglio d urante il periodo della vrocodura. Se il Consigl io non avril pot uto determino.re in -breve tempo chi sia l'aggrcssor<:>, dovrà. prescrivere u n arm istizio;· il riì,uto e la violazione. dell'armistizio sono ~onsidera ti come atto di aggressione. Le sanzioni contro f aggressore sono previste nc1l'art. l l dd Protocollo. Esse so1to · d i indole economica (blooco) e finanzia.ria, oltrechè m ilitar i. Per ciueste ul-· ti.me, il Consigl io della Società. delle Nazioni ind icherà ~ i G overni interessati gli effettivi terrestri, nava li cd aerei per mezzo dei quali i membri della Società contrìbuii-a1rno a cost iu,ire le forze destinate a far rispettare il Patto. L'interven to delle forze militari è però subordinalo alle sovran ità 11azionali.

Agguatarc. :C-Iettere insid ie di soi·p rcsa contro i l nemico, per offenderlo con minor pericolo e più facil-

mente opprimerlo alla sprovveduta. Agguato, l'atto del-

rA., e il luogo acconcio alle insid ie. Agguato. Operazione affidata. ad una truppa che si apposta. in luogo adatto e prossimo alla direttrice di marcia del nemico, rimanendovi in attesa di aggredirlo con azione di sor p,rcsa, semplke e sbrigativa. L' A. è proprio della piccola gu~rrn, e i11 genere è compiuto da reparti .piccoli. Normalmente si tende A . contro pattuglie allo scopo d i fare prigionieri che sono buona fonte di i nformazioni, e cont ro colonne di sa lmerie e carreggio. L a riuscita dell'A . dipende da talune circostanze : 1) terreno che offra la necessaria copertura e consenta. a.I repar to lo svolgimento d i azione .rar>idissima ~d d ticace da una distanza m inima ;

2) nen1ico che a.va.:nzì senza.. le necessarie precauzion i, e che venga, a trovarsi nel raggio d'azione efficace del repar to ali' A . in cond izion i da non poter celef'<Uente combattere nè sottrarsi all'atta.eco; 3) astuzia e colpo <l'occhio n el comandante della ~ruppa a ll'A .; sangue freddo cd energico slancio negli es,c cutori.

I terreni copert i, i caseggiati, le strette, i burroni, ecc., offrono con<lizioni favorevoli alla riuscita dcll'A ., per !a qua.le operazione è efficace l'azione della fanter ia, ed in casi specia1li quella della cavalleria. Questa però ha bisogno di un terreno che le consenta di eseguir e efficacemente la carica a breve d istanza. La t ruppa vie.ne a,ppostala in modo da poter agire d 'improvviso e con impeto violento, al primo cenno <lei comandante. Si mantiene assoluta1111ente immobi le e s ilenziosa, con poche vedet te, ben colloca.te, per la sic11rezza. Quando il nemico avanzi -preceduto da clementi di sicurezz3., conviene lasciar passare questi per agire di sorpresa contro il grosso. Se h sorpresa viene a mancare, il coman<la11te, valutata a corpo d'occhio fa situazione, de,·e rapidamente deci<lere se convenga attaocarc, ciò nonostante, a fondo, oppure se la migliore soluzione consi · sta nel ,ipiegarc. Nell'azione d i A . contro pattuglie con-viene ,che si scatti alle loro spalle in modo da sbarrar~ ad esse la st rada del r i torno (V. Sorpresa) . P er il caso in cui il nemico sia attirato all'A. da un reparto che attacchi e poscia ripieghi verso il luogo dove. l'A. è predisposto, v. Imboscata. Alle rnotom itragliatrici, a lle autoblinde, che si avanza.no su st raide, s i tende A . sgombrando celermente la strada, lasciandole penetrare, e •Poi sbarrando la strada stessa carri od altri mezzi, per impedire loro di tornare indietro, ed attaoca.n<lo1e con m itragliatrici cd artiglier ie. I n d i.fensi•va. si può tendere A . gua.rnenòo d<:Jbolmente al•cun i tratti della fronte, in modo da inca nala.re J irruzione dell'avversario in direzione dove sia predisposto l'A. Questa è una modalità che può essere facilmrntc e frequentemente . applicata nella guerra mo·•

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derna. Batte,·ia in agg11a/o. E' la batteria appostata in modo da essere sottratta all'osservazione ,n emica e ~he entra in azione solo in determina ti casi, <per sorpren dere l'a,,. ,·crsario. Contro a ttacco d i carri armati, si dispongono in ,posi:tioni adatte, ben çoperte, a rtiglierie leggere irr A., che debbono apr ire rl fuoco, di-,.sorpresa., soliamo aJl'avvicinarsi dei carr i stessi.

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Agguerrire. Assuefare sold:iti e marinai ai pericoli, alle fatiche e ai disagi della guerra; renderli piì1 resistenti, più coraggiosi, più decisi. Aghà Liman. Ani. forte,:za su lla costa della Cilicia, che 1I comandante toscano Inghirami, nel 1613. capitatovi con sci galere, assalì, prese e saccheggiò, perd endovi 60 u. L'Inghirami inoltre catturò n el porto due galere e otto navi mercantili.

n izzato, sbarcato nell'Irlanda con l'appoggio di Luigi XI, il quale gli aveva dato un corpo di ;oo:i france_;i, ripar: titi in 10 bgl., con,andati dal conte ùi Lauwn. A questi si aggiunsero ,15.000 irlandes i partig:an i d i G iaco••

Aghefàt (El). )<e! marzo 1915, essendosi costituito un ca.ir.po r ibelle d i n otevole con$istenza n ell'Uad i Gamra (Sud bengasino) f,u inviata una colonna delle tre armi al comando del Colonnello :Mola per disperderlo. Essa inconi-rò e sconfisse i dbcll i a El Aghefà.t (9 marzo) e a Sira G maisil ( 11 marzo). ( V . Circ11aica - Operazfrmi nel sud bengasù,o). Aghetto (o Cordclli,ie) . D ecorazion e per gli u fficiai~ i sottufficia li e ,gli uom in i d i truppa dei carabinieri reali. E' un cordone di filo d'argento per gli ufficiali e i sottufficiali, çi lana bianca pe. i carabinieri sern-

Generale Piemontese con• Aglletto (E' Il g-en. Grlffint Savcr•!o, me·ctag:la d'Orl>)

pl ici. Si porta, ad uso <li spalline, su lla spalla destra, intrecciando i capi, che sono guarniti di un _puntale metallico, negli occbielii dellt: bottoniere davanti al petto. Per l'add ietro l'A ., d'oro o <l'a·rgcn to, a seconda <lei!' arma, serviva <li distintivo agli ufficia.li generali e veniva portato anche dagli aiut:ulti <li can,po. Divenne comune negl i eserciti sul prindpio del secolo XIX. 1n Francia lo porta,·ano i militari della casa reale, della guardia del re, -di tutti i corpi a cavallo. I rit,ralti d i molti iUustri cap itani sono rn,pprescntati distinti con un semplice A. e con rica,mi. L'A . tenne per molto tempo il posto del!c spalline. Anticamente era insegna cavalleresca, cd ogni cavaliere ,presccglieva i.I colore voluto d a lb. sua da111a . Ultimamente, nel nostro esePCito, ,parve che l'A. dovesse ritornare in uso 4>er tutti gli ufficiali quale gucrnizionc per la grande uniforme; vennero, invece, adottate le attuali spalline.

mo, guidati dal duca di Tyrconnel. Gli inglesi, 35.000 uomini, erano comandati dal maresciallo duca di Schoenberg, dai generali Ginkell e K irke e dal <.Lu.ca del Wurtenberg. I franco-irlandesi, d1e aveva preso !)osi~iom., furono assaliti dagli avversari; durante la lotta il duca di Schoenberg fu ucciso per errore dai propr1 soldati, e questo avveni mento d isordinò rulquan to le truppe ù i Guglielmo. .Ma gli altri genera.li riuscirono a rianimarle. e a Tistorare il combattimento. Gli irlandes~ truppe poco istru ite e anale armate, non resistettero e andarono in rotta; i francesi che avevano seguito Giacomo, ne protessero la ritirata, od egli riu,;cì a imbarcarsi, abbandonando l'Irlanda insieme coi suoi alleati. Solo un corpo francese, com3 n<lalù da Firz- Jamcs, figlio naturale di Giacomo II, e che divenne poi il maresciallo <li Bcrwick, rimase nell'Irlanda e si chiuse col I'yn:onnd in Limmerick, resistendo ancora por 22 giorn i all'assodio che G·uglielmo •pose a quella tena.

Ag hrim. Borgo dell'Irlanda, sulla Iloyle. Il 12 lu glio 1691 vi si scontrarono le truppe di Guglielmo III re d'T'ltghilterra, e quelle di G iacomo II, sovrano detro-

Aghuat. Località dcli' Algeria ai confini àel Sahara. Fu presa d'assalto <la i Francesi nel 1851 e vi fu creato un posto mil itare di frontiera.


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Agiadi o Agidi. Dinastia reale di Sparta, discendente da Agide, figlio di E uristcne, u no degli Eraclidi che invasero il Peloponneso nel XII secolo a. C. D i essi ricorderemo : Agide II, figlio e successore di Archidamo : r egnò dal 426 al 397 a. C. CombaÙè con succes$0 contro gli ateniesi e g li argivi durante la. guerra del Peloponn·! so e, dopo -la ba ttaglia di Egos P ota mos, concor;,,e insieme a Pausania e Li;;andro aUa. presa di Atene eh~ egli assediò dal la parte d i te,:ra.

A ~idc III, fi&lio d i Arch ida.mo III, re di Spart_a d al 338 a l 330 a. C . Era contemporaneo di Alessandro. Durante la spedizione in Asia di quest'ultimo tentò di sottr arre il <proprio paese dalla. d o:ninazionc macedone, ma fu vinto ed ucciso d-a Anlipatro, governatore dell:t :Macedonia, davanti a )\.fogalòpoli. Agila. Re dei Visigoti di Spagna. P ort1to sul trono da una congiura. d i s ignori senz:t i l consenso della na zione, i visigoti, -fieramente gelosi delle loro prer ogative. gii s i n1Q::;trarono irridu cthibncnte contrari e s i accc:o;c la g'ller r a civile. Agila con l'aiuto dei suoi par tigiani, ra-ccollo in fretta un cse,·cito, pose l'assed io a Cordova, focolare della insurre7,ion~, ma fu costr etto a r itirars i d qpo aver subi te gravissime perdite nelle frequen ti sor tite degli asse,-liati, in una delle quali r imase ucciso anche uno dei suo i figli . I n tanto, cstesasi la r ivolt.1, tu tta l'.\ndah~ ia sorse in armi contro di lu i, proclJ mando re A tanagi!do, che, in una grande bat tagli'.\ presso Siviglia, battè completamen te l'esercito di Agii.\. Le disfat te subite, la sua pe.-f1dia e la tirann ia dimostrata nel governo, finirono per alienar gli il cuore dei suoi par tigian i, i quali, per in.graziarsi l'animo del vin ci tore, lo massacrarollO nel 554, dopo t re a,rni di regno. Agilolfingi. Discendenti da Agilolfo , ·guerriero ba\'arese o franco, i l quale, secondo la trad izione, nel 533 rese ind i1iendente la Baviera dagli ostrogoti. In segu ito i bava resi forono ,governati da un membro d i questa fau;iglia, l'ultimo dei quali fu Tassil'lo 11, genero di Des,dèrio, re dei longobardi, vin to e d eposto da Carlomagno. D,.,_ allora la Baviera fu incorporata alla monaròia dei franchi.

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Agira. (Ant. Ag,-ri11 n1) . Città della Sicilia, di cui era a capo Agiride, anùco e alleato d i Dionisio d i Siracusa, e ,potente per avere esteso il proprio d ominio su ,:arie cillrl e fortezze. Agiride prestò valido ailtto a D io:1,sio contro il gcner:tle cartaginese lviagone, n el 392 a. C. . Divenne poscia municipio romano . Aglabiti (o Aghlabiti) . Dina.stia ara.ba. dcli' Africa setten trionale, il cui fondatore è I brahim Ibn-et-Agh/,,1;, figlio di Ibn-Salim-al Aghla.b, morto in combattin1ento con tro i ber beri rivoltatisi ( 768). Discendeva da un capo arabo che aveva seconda.to i primi tentativi degli Abbassidi nel Khorazan. Dall'S00 al 909 questa dinastia, d1c aveva s·tabiti ta la sua residenza a Kairvan, regnò sotto la sovraniti degli A bba.ssi<li, sulla ma;;igior parte dell'Africa settentrionale e foce la conquista della Sicilia (82.'i) . .!\e! 909 fu abbattuta dai Fati.miti. Agliano. Borgo nel drc. d'Asti, fra i torrenti Ni::za e T ignone. 1 1 suo antico cas tello, che verso occidente avcv11 un ord ine d i bastion i d i forma circolare, venn e assediato nel 1637 ,!agli Spa,gnuoli. Questi aveva110 p(,rtato le loro ba tterie sulla piccola co,llina <li San Zenone, di fron te aJ castello, e lo espugnarono dopo l\mga iot ta. e replical i assalti. I n A . tennero essi •p residio pe:r tre ann i, ,Lvendo prima d istrutto il castello conquistato . Aglia·l!o (Gaspare Gatlcm,i, conte cl') . GeneraJc t!i cavalleria dell'esercito _piemontese, nato a Caraglio nel i 718, mor to a Torino nel 1 i88 . Si distinse specialmem ~ nella guerra· del li 44 contro 111 coali7-ione iranco-spa-r gnuola.. Mentre l'eser cito nemico, sboccando dalla valle ,cli Stura, s i a~>tinge,va ad assedia re C uneo, il conte di Agliano, trovandosi i11 qua lità d i semplice tenente d~i dragoni, aila testa <li pochi soldati, assa lì d i sorprcs3 alcuni squadroni di cavaller ia spagnuola che tentavano di impadronirsi d i Dronero, ne scompigliò l'ordine e fallonc prigion ier o il coma ndante costrinse gli a ltri alla fuga. Per questa impresa ardimenlos11 Dro~ero fu salva. L a lunga .pa,ce che succedette a questa guerra, non la.sciò inoperoso il d' Agliano. R aggiun to il grado di ispettore generale della cavaller ia, si applicò con vero a rcJore a perfezionarne l'organ isrno, di n1anicra eh~ la caval'leria. piemontese dovctlc a lui 111 fama che a:qu istò, aci1che ~lopo 111 morte ckl d' Agliano, nelle guerre successive. Lasciò scritta -cli ,suo pugn o una estesa relazione sulla guerra del 1744, a cu i aveva preso p arte, s tampata poi a Torino nel 1840 dal Cav. Cibrar;o con il titolo: « ìVlcmor ie storiche su lla guerra del - Pi-smon te daJ li41 a l 1747 ».

Agilulfo (o A gilolfo). Du·ca d i T or ino, re dei Longobardi pel suo matr imonio con Teodo linda, da.I 590 a l 61 5. Sot.t<,><rnise con le anni varì principi che n on vo!eva!lo prcstargii obbedienza. Nel 601 ent.rò in lotta con l'impero greco; assediò P11<lov·a tenuta dagli i,m per iali e la costrinse alla resa; las<:iata libera la guarniGi11scppe Maria Ga/leani conte d'Agliano. Generale gione, abbandonò la città a,I saccheggio e all ' in cendio e p iomontese, ftglio d el preceden te, mor to nel 1838. Si ne fece spiana.re le mura. N cl 603 assediò Cremona pusegnalò per numerose prove <li c ora.ggio e d i abilÙà re tenuta dagli imper iali, e dopo d i a.veda costretta ,Llb nelle ça,mpagne degli ultimi anni de l secolo XVIII. Nelresa le fr,e subire lo stesso trat tamento di Padov:1. la giornata dell'S -g iugno 1793, quando i francesi, coNello s tes.so anno <pose l'assedio a "Mantova, pure t ssu e lla la sinistra dei p iemontesi ad abbandonare le P.t.Ut dagli imperiali; rotte le 1nura con gli ariet i, an- .... forti posizioni del colle d i Brauis min11cciava.no di sconc l,e ~-fa.ntov,i si a rre~e . La campagna. del 603 teni.inò fitta tutto l'esePcito, i l con te d' i\gliano, a<:·cortosi d~l C',n la p resa d i Ravenna . Seguì una t regua che fu rÌ\I· per tcolo, raccolse i di;,persi, e, postosi d i sua iniziativa. novata. A . ,por tò le :,ue armi a nche in T o-;,,eana e nel alla tesla cli essi r iconquistò le 1)0sizioni perdu te e<l La110 con successo, tan to c be estese arn,piamcnte il r::obbli gò i nemici alla fuga . Promosso per questo fatto e,110 longobardo. F u il pr imo a c ingere la « corona. fermagg iore, si dist inse nell'oMobre e nel novembre dello rea». :Mor ì a. Pavi11, dopo 25 anni d i regno . stesso anno per a lt r i episodi di bravura, arrestando l'im Agincourt. V. Azinc01,rt: Aginno. V . Garonna.

peto travolgente <lei francesi e <proteggendo la. riti rata dei piemontesi impegna ti nella vàlle dell11 Vesubia. Nel 1794 s,·en tò la minaccia dei francesi di tagliare la ri-


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tira ta ali'ese.t-c-ito p iemontese c he ripiegava sul ·Colle di Tcn<la, occupando con trecento ,uomini le alture di B riga ove sostenne t re furiosi assalti d i duemila nemici coniam:lati dai generali Rusca e J\fasscna. Dopo, incaricato d i coprire la marcia del grosso a l d i · qua del Tenda, alla testa della retroguardia oppose una vigorosa resistenza ai francesi ; ma infine, per le grandi perdite sub i te, s t remato <li forze, .cadde in rr.ano dei nemic i, che lo fecero pr igioniero. Dopo u n anno, rioupera ta la libertà, r iprese ser vi.zio nell'esercito e nclh1 batta,Jlia di Montenotte, essendo c aduto il brigadiere Dichat, assunse il comando del l3richetto tanto con trastato, dal quale fu l'ultimo a r itirarsi quando fu perdu ta ogn i spera11za di u na ulteriore resistenza. I l conte d' Agliano fu uno dei ,primi ad essere annoverato fra i cavalieri <lc<ll'Ordi11e M iJ;tare d i Savoia. Dopo la caduta d i Nrupoleone, al r itorno d el re di Sar<legna , fu nominato ,comandante generale della Savoia e i ncar icato ( 1815) d ella reggenza del ministero d ella guerra. N cl 1822_ fu creato viccr~ di Sardegna e d ue anni dopo governator e di N ovara.

Agliardi Luigi. Generale, n. a Mantova n el 1858. Sottotenente dei bersaglier i nel 1877, par tecipò come capitano a lla ,ca~pagna d'Afr ica ( 1895-1896) guadagn,uodos i una mcd . di -br. nel fatto d'ar.mc di Mai Maret, e come M aggiore alla CaJ.n p agna. dell'Estremo O riente ( 1900-1902), ottenendo u na mcd . d'a,,g. a CunanSien. Co lonnello nel 1909, comandò il 29° Reggimento Fanteria ed il 3° Bersaglieri ; nel 19 11 ebbe il comando dcH' 11° Bersa-• glieri, •con li qua le prese parte alla c a mpagna italo- turca (1911-1913), guadagnando la Croce di Cavalie~e e poi di ufficiale dell'Ordine M•il. d i Savoia, nei comiya.ttiment i di Sidi-Said e di Assab'.t. Promosso a !\I a.ggior Generale nel 1914, fu collocato a r iposo; ma, r ichiamato in servizio l'anno seguen te, partcci,pò a lla campagna italo-austriaca ( 191 5- 1.8) mer itandosi •ma s&onda rne<L d'a1·g. nella difesa della lesta d i pon te d i Codroipo. Gu r icollocato in congedo .nel i918, e da.J 1923 ha assunto il grado di Generale d i Div·ìsionc nella. riserva. Agli ate. Borgo n el ci1,c. di Nionza, anl. fortificato con ca<;tello. 11 ·21 gennaio 1277 i'arcivescovo O ttone Vi~conti sconlisse i Torriani presso A., assic urandosi w s; il possesso della s ignoria di .l\'filano. Agliè. Borgo ciel circ . d 'I vrea a nt. fortificato. Venn~ ~spugnato nel 1536 <la Cesare d i S apo li, i l quale vi pe rdette 2000 uo,11in i.

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AGN

Agmen (Clr. A cics). Voce latina, che s,gnificò cor·po di truppa, esercito, eoc. L a distinzione fra A. e Acies •co,nsiste in questo : cire la prima voce i.ndicav:i p iuttosto un esercitò o ima ,colonna ' in ' ordine d i mar da; la seconda voce un escrci'to o una colonna i n ordine ,cli battn,glia. << OPC!o agminis » era l'ordine di marcia. A . quadrMum . Quest'ordine di m~r cia, co11 le lruvpe i11 quadrato, venne adottato <la vari generali romani per misura di p rudenza_ in paese rremico; mà non pare che si trattasse d i vero e proprio « quad ràto " n el senso che intend iamo oggi. Prim11,n,. A ., era l'avanguard ia; ex tnJ1>1u1u (o nov issim1t1n) .4 ., Ja retroguardia ; A. gravì1ts erano i bagagli. V. Ma.-cia, Q11adra.to. ' Agminalis. D icevasi nelle a11t. milizie romane equu.s agmi11alis il cavallo da ,sc)'!na, che si adoperava per il trasporto di bagagli, di armi, d i arnesi aJ segui:o dell'esercito. Agnadello. Borgo nel cii-e. d i Crema., celebre per la bat taglia d el 1-1 maggio 1509, detta anche d i Vailate, o <lella G h iara<la<lda, la quale appartiene alla lotta impegnata, per opera spcci,dmentc di Papa Giulio II, contro la repu bblica di Venezia . Luigi XII di Francia, dopo d i a vere r aduna to a Mi- • !ano un esci-cito <li 37 m ila u., di cui 15 mi la cavalieri, 14 mila fanti francesi e 8000 fanti svizzer i, marc iò

-fi-ancesiemalr!nedani O

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abbondan temente nelle amiate r omane, di terra e cli mare, r it,'ncndosi che avesse virtù d i sanare le acque in,fctte e le arie ma lsane. Si ,portrwa i11 cestini d i v im ini o g iunchi. Ciò dette luo_go ai proverbio « n on mangiar aglio" per s ignificare lo starsene lontano dalla milizia.

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'/r///OLTA o:4ooA

A) (',-0 rpo veneziano dcJl'Alv iano - 0) Col']lo veneziano del Pitigliano - C) Francesi.

verso l' A.<Lda, l'attraversò p resso Bassano su d ue ponti di •batte lli, e s i d iresse per Rivolta• su Pandino. I Ven r;ziani intanto, d ivisi in due colonnc n1uovcvaino pure Yerso P andino . l!na delle colonne, forte di 15 mila fan ti e 3 m ila ,cavalli, era , a l comando detl'Alviano e da Trevigl io, per Casira.tc, aveva mosso direttamente s u Agnadello; l'altra., comandata dal P it igliano, marci,\va, pure da Trevig lio, verso Vailate. Scopo ~lcll'eser<:i to francese era quello di stabilirsi 1

Aglio. Il Rasd 1ini ricord a che l'A. era p rovveduto

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fra T reviglio d a uJ1a parte, e Crema e Lodi dal'l'altra, poi che in questi due centri era la base <l'operazione dei Venezian i. I l \Senato di Venezia aveva ord inato ai propri generali di evitare la battaglia. La colonna (lell' Alviano, appena oltrepassalo 'il villaggio d i A., s i trovò innnediatarnente alle prese rnn l'avanguaroia francese. Il generale venezimo si affrettò ad avvi~are il Vitigliano della :sua intenzione di ruccetta1· battaglia, e spiegò un co,,po <li t rnr>pe con 6 cannoni sopra una robusta diga a sinistra della strada per Vaib.te. Dietro questa diga, in mezzo a vigne, collocò 1~

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guardia francese, si metteva~ in man:ia verso :Brescia, abba.ndonando l' Alviano alla sua sorte. Questi, fatte uscire le fanterie dalla diga, le lanciava sugli Svizzer i e li faceva r icacciare al di là della stna<la. In questo momen to sopra,ggiungeva il grosso dei francesi. Laigi XII faceva piazzare le artiglierie contro la diga, se. stenendole con fanteria francese. Nel frattempo la sua relroguar<lia, composta d i guasconi condotti da Baiardo, giunla sul campo, veniva lanciata contro la destra veneziana sulla collina della 2" •linea. L-i cavalleria veneziana non resse aH'urto e si sbandò, così che i fra r,cesi si impa,clron irono delle artiglierie lascia.te alla s•.1a cu~todia. Anche una parte delle lrnppe dcll' 1\lviano, bersagliale <li fronte <lall'artiglieria francese, e alle spalla dai propri ·cannoni caduti in potere del nemico, si sbai1dò e ccr<:ò scampo come potè. Rimasero sul posto i romagnoli, <:irca 4000, ai quali inutilmente Luigi fece i11timare ia rèsa. E s.si ,preferi rono farsi uccidere su l posto, e per tre ore lottarono strenuamente contro tut to l'esercito francese, cadendo con le armi in pugno e irnpo .. n enclo un rispetto così pieno all'avversario, che gli storici francesi hanno concorcle!rncnte esaltalo l'er oismo di quella fanteria italiana, nuova alla guerra o quasi, in confronto delle agguerrite miilizie francesi e svizzere. L'Alviano ,r;maneva ferito eia un ço lpo di lancia e preso prigioniero insieme con alcune migliaia dei suoi. 6000 veneziani •erano r imasti uccisi sul ca,mpo e tutte le artiglierie dell' Alviano calturate. Le p eroi le francesi ve11nero varia.n1entc cako'late, ùna pare s i siano a.ggirat~ intorno ai 4000 uomini. La battaglia <li Agnadello faceYa •S Ì che . i venezian i aihbandonassero tutto il paese fra Adda e :--1incio.

Agnani (Trattato d·i pace di). 129.S. Concluso tra la Francia e l'Aragona, a conferma <lei trattato di Tarascona.

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fra17cesi ~ /leneziam},

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Km. A A) Diga - B) Fanteria venczia-na - C C') cavalleria.

.rran<oe.<;,e del D'Arnboise - D} CavallCl'ia vcne,1aa1a E E') Svizzeri del Trivul zio - F) Fant,eri.> rrancuse -

G) fletro g-uaròia rranceso - H) Cavalleri,~ francese (!(li gfosso.

sue fan terie migliori, composte ,cli r oma,gnoli. Ancora pm ind ietr o, coronò con 14 pezzi d'artiglieria una collinc:,tta, e vi collocò la ma cava lleria., a protezione dei pezzi. In prilll1a lin ea sulla diga I' A!Lviano pose piccoli gruppi di archibugieri. L'avan guardia francese, con la quale marcia,vano G ian G iacomo Trivulzio e Carlo d' Amboise, ,comprendeva 6000 svizzeri e SUO cavalier i e<l àveva con sè 20 cannoni. L' Arnboise si m ise alla testa della cacvalJeria. ed assaltò la diga, ma, mitragliato da presso, venne respinto e dovette ricomporsi fuori del tiro. Il Trivulzio allora ,wanzò a sua volta con tro la d iga, ma subl a.I µa r i dell' An,,boise il fuoco 111icidiale dei veneziani e fu anch'egli costretto a indietreggi,u e. Il Pitigliano aveva ricevu to in tompo l'avviso dcli ' Alviano, ma a•v eva r isposto invitandolo a disimpegnarsi e a ripiegare su Vailate; frattanto egli, invece d i accorrere al cannone e completare la d isfatta dcll'avan-

Ag nella (Passo dell'). Importante passo nel crinale montano, ,cl,e divide la Val Brenta dal!' Altip iano dei Selle Comuni. Occupalo senza lotta nei primi g iorni della nostra guerra, fu dovuto sgomberare durante la offensiva auslria.ca nel niaggio del 1916. Venne. poi ~r,pugnato, coa aspro comba tt imen to, durante l'offensiva dcll' Ort igara, il 10 giugno 1917, d a l Battaglione Alpini Bassano, del 9" grnp,po alpino, ma dopo qualche gior110 fu n uovamente r iperduto, nè piì, r ipreso sino alla fine della guerra. Agnelli (Arnaldo) . Avvocato, n. a Soma.glia, m. a Roana ( 1876- 1921 ) . Fu sottoscgrct,uio alla !,"lterra nel 1920 per breve tempo. H a lasciato un libro in titolato : « Gli czeco-slovaccl, i al fronte italiano ». Agnelli (Cesare) . Ammiraiglio, n. a Milano nel 185i. rn. a Venezia n el 19 23. Allievo della S.:uola di :Marina nel 1865, guard iamarina nel 1868, contrammiraglio nel 1906. Collocalo in P . A. ne l 1909, 'veniva promosso viceamrnira,glio nelJa R . N . :Mentr'cra Capitai10 <li Vascello comandò le RR . :::-JN. « Garibaldi ll e cc Duilio)), e in seguito fn Direttore Generale dcli' Arsenale di Venez.ia.

Agnello. Colle delle Alpi :Marittime, sul fianco me· riclionale del )fonviso, fra Q ueyras e Casteldelfino, alt. m. 324.S. ì\"el JS 15 fu attraversato dall'esercito francese conuotto <la Francesco I . Nel luglio ciel 1628 altro esercito francese, condot to dal marchese d'Uxelles, en-


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trava per il •colle <lell'A. in Va'I Vra ita, ma veniva scon • fit to <la Carlo Emanuele l e costret to a ripassare le Alpi. Nel 1702 attraversò il colle, per entra.re in P iemon te, il maresc_iaMo di Berwick con i l suo esc,•cito. Nel lì43 un corpo ,gallo-ispano di 31 battaglioni, a l comando dell' infante Don F ilippo, !passò per il colle dell' A ., <lave invano un manipolo d i piomon tesi comandato dal luo gotenente De Luces tentò d i opporsi, e scese a farsi battere da Carlo Emanuele III a Casteldelfino, co~l che fu costretto a ripassare per il colle in disordine, lasciandç in mano a i nostri :parte del!e artiglierie.

Agnello di Dio (Ordine del/') . Ol'd inc cavalleres,:o creato a Upsala nel 1S74 •da Giovann i il Grande, J'C di Svezia, nel giorno della sua incoronazione. Ebbe cort~ durata. Agnesina Enrico. Generale, n. e m. a Milano (1844-1914). Sottotenente d i fanteria nel 1865, p rese 'Parte con tale grad(, alla -c ampa.gna del 1866. Pron1osso Colonnello nel 1893 e bbe succcss.ivamente il comando del 2° Reggimento A,Jpini e del Distretto ,di l\.iilano. Collocato a riposo nel 1904, conseguì nel 19 10 il grado <li maggior Generale n ella r iserYa.

A g netta (Cartt1eiu) . Garibaldino, siciliano, ca.po . <lclla spedizione dctea « R.etroguaroia dei Mille )) composta di 69 uomini e 1700 fucili. Sbarcato a .:Vfarsala con i suoi, vestiti dell'u niforme della Guardia nazionale, si diresse subito su Palermo e partecipò a tutta l,1 campagna. Quindi entrò nell'amministrazione statale e fu prefetto <li Massa prima, e <li Messina. poi, dcwc morì nel 1889.

230 goli oriuontaJi (o di <lire?.ione), concorrendo, in tale 011000, alle operazioni di rilevamento del te1Teno. Ago Pietro. Generale, n . a Girgenti nel 1872. Sottotenente d'artiglieria nel 1893 e Capit"ano a scelta nel 1906, ent rò nel 1908 nel Corpo d i &tato Maggiore e rimase ,p resso il Comando dcJ .eorpci stesso sino al 1915, disùmpegnando import:mti fun,;ioni e rlistin guen,dosi in seguito, d urante la campagna di guer•· ra 1915-lS, s ia. 'come Comand:a.nte di truppe, s ia come Ufficia le di Stato :iVIaggiorc. Part icola.re menzione merita la sua opera duran te la guerra, quale Colonnello comandante del 10° Reggimento Artiglieria da Can1pa,g na e specia lmente come Capo di Stato Maggiore di Corpo di i\rmata, distinguendosi nelle operazioni per la conquista del Kuk e del Vodice (,maggio 1917). Ottenne la med. d'ari;. al valore n el ripiegamen to ~la.Ila Bainsizza. al Piave (ottobre 1917). Anelò quindi in F ra1ncia <love s i distinse nell' azionQ doll'Ar<lre del luglio 1918. Fu promosso Generale <li llrigata nel 1918 e, <lQPo aver ricoperto la carica di. Ca.p0 Réparto presso· lo Stato. ]vfa,ggiore Centrale, l1a dall'a prile 1924 il Comando della. Brigata Cagliar i.

Agocc'hie (Giovan11;i dell') <la llolog,m; autore di un Ebro intitolato : « Dell'arte d i scr imia, libri tre, nei quali si tratta dello •schern;irc, della giostra e dell'ord inar battaglie>). (Venetia, 1572). Agoni.c he (linee) .· (Top.) . Quelle che uniscono punt i del terreno ove il valore della dedinazione mé4snctica i: nullo.

ferro appuntato con cui p ul.ivano il focone dei pezzi e foravano il cartoccio. (V. Car:i co per l'ahbcro o ago d i carico, e F1,cile, ,per il fucile ad ago).

Agone. N ell'ant. Grecia, . em il ca:mpo dove si comuattcva o gareggiava, e talora, per traslato, a nche la lotta o la gara -medesima. Ma. la voce lia più della . gara, che d ella battaglia, cd è rinrn.sta prevalentemente n ell'uso poetico.

A go magnetico. E ' costitui to, quello p it1 comunemente in uso, da una sottile lamina di aoc iaio ma.gnetizza!a, molto · a llungata e a forma di losansa. Messo in conrlizi011e di ruotare 1lrbcramen tc in un p iano o,rizzonta le, dopo di avere oscillato, s i ferma, disponendos i, con il proprio asse longitudinale, nella <lirczione del merid iano magnetic0. Tale direzione, quasi dappertutto, fom1a un angolo a cuto col meridiano geografico ( linea nord-sud), angolo detto di dccl inaz ione ma..gneti<:a. Esso, per u.no ·stesso luogo ed entro certi ltmiti di tempo, è d a riteners i costru1tc. L'A. 111., già conosciuto fin dai tempi p iù remoti, diven tò elemento ,prezioso pe1· la na'Viga,done, quando, ,per la prima vol ta, '1'amalfitano Flavio Gioia (scc. XIII), unendolo alla rosa dei venti, ne formò quello st1'Ul.ncnto che ,•em1e den o.mina to bussola (V.). Pos teriormente, Cristoforo Colombo scoprì le variazioni ,clclb. doclina.zione nei varii punti della terra. L'A. nz. trov-asi, oggi, unito ,a qua.si tutti gli strumenti topografi.ci, ,po tendo sorvire, o ltre che alla determinazione deH'orientan1ento, a n-:he alla. misura di a n -

Agordat. (V. Dervisci). Loealità dell'Eritrea, sulla r iva sin . del torrente lla.r<:a, in posizione dominante, per una serie <li alture che agevola.no la d ifesa, vicino ai poni scavati nel letto d,1:l torrente . E' a due brevi giorn ate d a -Chercn. T a le posizione fu scelta n el 1890 da l gen. Baratieri e venne fortificata a g uardia della strad<L per Cassala ed a difesa contro eventuali scorrerie <li der visci, essendo pun to d i obbligato p assaggio per ch i voglia procedere su Cheren. Ad Ago«lat s i r iuniscono infatt i le <lue p dnc,pa.li comunicazioni tra Cheren e Cassala, quella meridionale che vi mena. ])er· Biscia e per i monti <lell'Algheden e d ~ Saibdcrat, e quella setten tr ion ale per D ighè e J'Ausciai, en trambe relativamente facili_ e fornite d i a,oqua. Le d ue vie, n el tratto parallelo, comunicano tra loro con !J)arec,çhie traverse. D :1 Agor<lat si d ikndono agovolmcnte le vie di comunic1zioni con Cheren ed i·l Barca, e cioè: 'la 1/Ìa che p er i torrenti Sa,br e T ascorum sale ~ Ila:b Ghenghcrem; la via che ,per la. cvalle <lei Megilel, d ell'Afui e dell'Alfa rom conduce nella conca di Cheren; la via princi?ale

Ago. G li ant. a.r ti~lieri chiamavano così il sottile


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cammelliera che per Adar tè va anche verso Chercn; la via •del Barc:a nicr Damba, Mansura e lo Sciotcl. 1° Combattimento di Agordat (27 gi11gno 1890). In scgu it., alla sottomissione degli I-Iab1b e alla protezione estesa eia! governo italiano a i Beni Amer, s i verificarono nu:'ncrosc r azzie nel nostro territorio da f)arte dei J)cr:.isci (\'.). A protezione dei Beni Amer il governo di )1assaua ordinò pertanto d i occupare la località oi Bif}Cia. ,\ consegui re ta le scopo fu destinata una compagnia e mrzza d i ascari al comando del capitano Fara, in tutto, 230 uomini e 6 ufficiali, la quale, durante I:\ marci:i, ()bbc J!Otizia che una colonna di dervisci, torte di GO) fucili, con 150 cavalli e 2-300 laucie avc•:a a,salito la J)cga (capo luogo) dei Beni Amcr, saccheggiato il vill;1i::gio e tratta prigioniera la popolazione. L:i. colC'nna si :1:,postò al!or.i presso i pozzi di Agordat, donde i raz1,iatorì dovevano presumibilmente ripassare a l ritorno. fnf:t~ti, a l mattino del 27 giugno, i der visci

li rortc di Agorda1

furono scgn:tlati suila coll ina <li Itaber ré, elevante.i sulla riva <lcstra del Barca. quasi in faccia ad ,\gordat. La compagni., allaccò .tbilmente ed im;ietuo,;:unente i den isci, i quali, dopo qualche alternativa, furono messi in fuga, ahbandonando ol tre 200 morti, 7 bandiere e trofPi <li 01,ni genere, <Xl i -IOO Beni Amer gi:\ fatti prigionieri. Questo IJrillante fatto d'a11111i rese guardinghi i dervisci così che per circa due anni non furono p iù tentate i11cursioni nei nostri territori, i quali era.no ora stabilmente guardai i dal presidio stabilito nel fortino costru ito appunto -a tal uopo ad Agordat. Nel giugno 1892 ebbe luogo um razzia a danno dr.i Ilarh1 Eghir; la compagnia di presidio ad Agordat e le bande del Rarca raggiunsero i dervisci a Sarobcti (16 giugno), li batterono e li d ispersero, Questo nuo,·o scontro .tSSicurò la tranqu illitl per un anno e mctzo, e l'avrobbc mantenuta ,per un tempo maggiore, se le con-dizioni i nterne drl Sud:rn non avessero spinto il }.faJ,di a tentare un colpo contro le tribù da noi protette. Il mahdismo com inciava i n fa tt i la sru:t mpida decadenza, derivante 110?1 solo dall'azione politica e militare degl i anglo-egiziani, ma d.t discordie interne cbe scuotevano il dominio del :'.fah<li. Proba~>i!mentc questa situazione consigliò i dervisci a tentare un -grosso colpo verso l'Er itroa per rialY-ttrc le proprie con<lizioni materiali e morali, Fino a l novembre 189J nulla però poteva rivelare tale intendimento. Xon solo il governatore mahdista di Cassab, li I usa id Gaiu,n. aveva f.tvorito il com mercio tra S11cbn cd E ritrea, lita • il corpo .trinato posto a guard ia dei confini eritrei ed etiopici del :'lfahdi, detto cor;io del

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Ghe<laref, che comprendeva 8000 annati di remington <:giziani, o ltre a q·ualcbe migliaio d i armati d i la.ncie al comando dell'Emiro Ahmed Alì, sembrava dovesse es,eere inviato ad operare nell'interno del Su<hn. Tullavia a.i primj d i dicembre si incominciarono ad avere informazioni circa prcp.trativi iatti dal corpo del Ghedaref per entrare invece in Eritrea. Il governo della Colonia ,pro\'vide subito a rinforzare la compa,,,"llia di presidio ad Agordat con un'altra compagnia e con :~ bande dol Barca, ponendo tutte queste tnippe al comando del Ten. col. Cortese comandante della zona di Chcren. Giunta poi l;L notizia che l'emiro Ahme<l Ali er.t giunto a Cassala e che il corpo del Ghedaref rebbe immediatamente par ti to per l.t regione del Ilarca, fu disposto perchè in meno <li tre giorni si potessero rhmire a<l Agordal l\Clle compagnie di fanteria indigena, due squadrcni, due batterie e le tre bande dc! Bar<:a, e c iò mentre i Dervisci per recarsi <la Cassal.t ad Agordat dovevano i011piega re cinque giorni. Il cor•• po del Ghcclaref era valutato a circa 10 mila armati; si t~,11eva inoltre che anche Q».man Digma avanzassr. con a ltri a.rmati su Cheren da Adaramat sull' Atbara ove tro,ava~i. I l gio:·no 13, gente proveniente da Cas .. sala annunciò che la partenza degli armati d'i Ahmed Alì era stat.t .fissata per il 12. 11 concentramento del!c forze eri tree su Agordat fu accclemto e il colonnello Arimondi, comandante le trumic e. governatore interinale della Colonia nell'asscnz:i del gcn, Baratieri in quel rn(>lnento in Italia, partì il 14 sera da )fass.,ua per a ssumere il comando <lei gruppo opcrati,·o e la direzione <kl le operazioni. TI mattino del 16, la situazion~ era la seguente : Posti di osservazione, a due giornate da Agordat verso Ovest e X ord; grossi delle bande e squadrone Chercn, sulla linea Mogolo-Sciaglet-Digghè; Il bgl. indigeni e I btr. morll. ad Agordat; 2 comp. ind igene, It btr. .monl. 1 comp. cacciatori, distaccamenti di arti• glieria, genio, servizi, a Cheren; Comando delle truppr. in ma rcia da Asmam su Az-Teclesà.n. Inoltre, due con:JP. indigene e lo squadrone A~mara, di cui era stat.\ ordinata la partenza il giorno 14, in marcia da Asmara per la testata del ferfer su Adigrat, ove dovevano giungere il m.tttino del 1.7. I posti sul Ras.so Rarca e sull' Anseba continuava.110 a segnalare sul loro fronte completa tranquillità: l'avanzata di Osman ])igma dall' Atbara sembrava quindi non confci,mata; pertanto, il Colonnello Ari,mondi, giunto il 17 a Chercn, giudicò pote.si sguernire quell,L iocalità e partì per :\gord:it con una compagnia. lasciando ordine all'altra compagnia ed alla II btr. di star pron•e a partire ancl1'cssc per Agordat a l primo cenno. Per via ricevette avviso che alle 4 ant, l'aivanguardia dei dcrvi.'<(':i era giunta a. Daura e che si vedevano ancbe fuochi nella valle dell' Andellait..\ppariva evidente che c,;si marciav:1110 sqpra '\ma sola colonna e che anche dalla parte <lei Case non vi era nulla o temere. F u ord inato perciò :ilio squadrone Cheren ed alle bande di molestare le marcia del nemico senza impegnarsi a fondo e man tenendo il con tatto, ed alle truppe d i Chcren di partire per Agordat: inoltre, fu telegrnfato a Saganciti, perchè quel residente partisse subito per Agordat con le bande <lell' Acchelè Guzai, le quali, pass1ndo per ,\smara, si sarebbero unite anche ad una comp. del III indigeni. Questo grnpr,o sa rebhe giun to nel po;neriggic del 21 :-Jella giornata del 19, il capitano Carchi.dio,

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comandante lo squadrone e le tru ppe avanzate verso CuJìt, comunicò che i d ervisci, girata la posizione di Biscia con la cavalleria, erano giunti a · Cufit: le bande e lo squad rone si manteneva.no verso Sciaglct. 2° Comhattimcnto di Agordat. Il mattino del 20 i Dervisci avanzano lentamente da Sciaglct: la cavaileria e le bande ripiega.no sulla linea del torrente A:be:·nlannà; nel •p orncriggio 1 avanzano verso E la Sciai. Ali~ 9 d el 21, i dervisci, per la <lestra del Barca, s i d irigono ad Eia G iaghe: alle 10, una colonna, passando a tre chilometri a nord <lei forte ,p unta alla confluenza del Ca.robe! nel Barca e rompe la linea telegrafica AgordatCheren. L a II btr. ,postata nel forte, a,pre il fuoco contro i dervisci fi.nchè questi, passa to il Barca, si r iparano d ietro il villaggio <li Alghe.den ad est del forte. Durante il passaggio del Barca, concorre col -suo fuoco a.nche la 1" btr. postata sulle falde d ell'ahura. 1 sud del forte. La posizione occupata dalle 11ostre trtLppe era costituita dal forte co11 una piccola. e levazione anli-• stanle, e daJl'a!Lu ra a sud separata da una inselilalura cli ci:ca 250 metri. 11 fronte natu rale della posizione è rivolto ad ovest, ma era stato preparato in modo ci1e a ll'even ienza, le tntppe ,potessero far fronte anche all'est, come infatti avvenne quando si vide che i dervisci si <lirigcvano a;ppunto a i <villaggi Mgheden e Sabderat a:d est idei forte . Alle 11,30 le nostre truPJPe erano così dislocate: Ala des!ra sul!'allura a sud : Battaglione Calliano ( 1• e 3' comp. del III, 1• e 3" comp. del IV); I btr. monta,gna.; Centro, n el forte, la com.p. 3• del II e la IT btr. mont .; Ala sinistra, a guard ia dei pozzi sul fiume,

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la comp. 4" del !I; Risorva, p resso l'insellatura vicin0 a l forte, comp. 1• e 2• <lei II, bande del Barca, 2 squadroni indigeni. I d ervisci, dopo aver tentato d i recars i a i pozzi di Sa.bderat, disturbati dal nostro fuoco -di artiglieria, ~i ~par.pag iiarono nei <lue villaggi senza aco,:;1rnare ad avanza:·e verso il forte. li Colonn. Arimon<li non intendeva :11tu1 l<,n~rsi sulla difensiva che nel caso i dervisci attaccassero: ora questa eventualità non si i11a.ni.fcsta.va, ed era a temersi che l'rwvcrsario attendesse la notte per attaccart in condizioni tali da 11eutralizzare la superioritic dd no, tro fuoco. Fu perciò deciso di prendere d'offensiva, p er quanto 1ion fosse ancora giunta la colonna composta delle bande dell'Aochelè Guzai e delia compagn ia del III, la quale, al wmando del ca,p. P ersico, non doveva però tardare. A Ile 12,30 il colonne Ilo Arimondi inviò ordine :i.i ten. col. Cortese comandantG dell'ala <lestra, di muovere all'a tta'Cco in direzione di S:i:b_derat con le 4 còmp_ e la I btr., le quali venivano sostituite nella posizione dalla comp. l' del I I. Iniziato tale ·,rnovimento, ordinò al maggiore Fadda con le comp . 2·' e 4' <lei II d i procedere frontalment" fra Barca ed ala destra e concorrere all'attacco di questa, appoggia,to dal fuoco della JT btr. dal forte. L'ala d·> stra avanzò in linea ~li colo1rne di compagnia con .'ì comp. in ·prima linea, avendo c irca 300 metri più indietro la I btr. scortati dall\dtima con>,pa.guia. Fatta una 1brt've sosta al torrente Damtai, la linea proseguì tino al torren te Inchierai ove s i spiegò a 700 m. dal ,n emico, a·pren<lo il fuoco. TI movimento era stato seguito parnllelr,mcn tc <lall'ala sinistra che anch'essa, trovatisi


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d i fronte i dervisci, apriva il fuoco. TI nemico, dopo a ver per quakhe tempo risposto energicamente, cominciò ad avanzare in massa, risolutamente e celermente, dirigendo l'urto 1>rinclpalc verso l'ala destra e h batteria e mirando ad aggirare. <specialmente con la ca, J.lleria, il nosuo fianco destro. L'impetuoso assalto fa per qua lche tempo sostenuto dalle trnppe eritree, k quali però vennero costrette a piegare di fronte alla enorme preponderanza numerica del nemico. tentando invano, con vigorosi con trassa lt i, di dar tempo alla batteria d i ritirarsi. L'attacco fu tanto ra,pido e violento che questa, dop0 aver fatto quattro salve a mitraglia, <li cui l'ultima a 50 .metri, aveva caricato i pezzi sui mu li, allorchè ques ti furono uccisi, così che i 11ezzi si dovettero ;;.bbandonarc sul terreno (ore 12,S0). L 'a la destra, .ebbene incalzata da vicino, prosegui la sua ritirata lentamente per scaglioni, continuando a far.: un iuoco micidiale, 6ncJ1è giunse sulla riva s inistni del Damtai. Anche le due comp. dell'ala s inistra, dopo aver sostenuto un violento combattimento. avendo visto ripiegare la d estra, aveva.no dovu to retrocedere, pure continuando a com'ba.tterc. Yerso le 13, visto che l'impeto dd nomico si andava affievolendo, apparve al comando italiano cbe to&.c giunto il momento favorevo le per lanciare le i-iserv1c alla riscossa. All'ala. destra fu spinta innanz i la comp. 1•/ II seguita da 2 squadroni appiedati. non prestandosi il terreno all'azione a cavallo. L'arrivo di quesh: truppe fresche r ianimò i nostri e dièdc nuovo vigor~ al combattimento. Due volte fu tentalo il passaggio <l~I Damtai, ed alla seconda volta i nostri riuscirono a stabilirsi s ulla sponda destra, da dove iniziarono un '.110vimento continuo d i avanzata, dapprima lento, poi se:npre più accelerato. In sostegno <lell'ala sinistra fu manda ta la comp. 3• / Jl con l'incarico di appoggiare ver~:i l'ala destra e sostenerla. Dietro ad essa s i rior<"linaro1l') le due comp. del maggiore Fadda di cui una si schierava poco dopo a. fianco della 3• / II, e l'altra rimaneva in r ise1-va. Anche l'ala destra elci dervisci, al nuovo attacco <lei nostri cominciò a cedere. In breve i pezzi della I btr. furono ripresi, dando di nuovo animo alle tru-p,pe eritree: queste, farendq perno sull'ala sinistr:i ed incitl zando , la presso il nemico, lo rica;;cia rono nel Uarca obbligandolo a riipassarlo in piena rott..1. e a darsi a fuga pn.'Cipitosa ( ore 1-1.20). Tuua questa seconda parte ~lcll'azione fu appoggiat:i dal tiro bene ,tggiustnto della II btr. Il T en. Col. Cortese riord inò subito le sue trt>J}pe e con sci compagnie insegui vigoro.s:unente il nemico fino alle ore 17,30. Al tramonto giungeva anche la colonna Persico, che in 40 ore aveva pc1x:o rso cir~it 150 km . L e truppe erano stanchissime, sia per le marcie dei giorni prt-<:edenti, sia per l'aspro combattimento sostenuto: 11011 era quindi 11ossihile comincia1·e I' inseguimento prima dell'indomani. I den•isci nel ritirarsi avcrnno perduto la loro lù1ea naturale d i comunicazio1w, e per r ipren<lerc la via di Cassai;;. sarebbero stati costretti o d i fare il cammino della mattina, cou il pericolo di essere schiacciati contro le ·alture dcll'Itabcni: o di COil'Ilpiere u11 lungo g iro dietro queste alture per portarsi sull'Adendomè e di là ad A,u sciait. Questa era. l' ipotesi più probabile, di cu i si ebbe conferma nelh notte. Poichè si era sicuri che per recarsi a Cassala i r·esti de i dervisci doveva.no necessaria:n1ente pa.-;.sare per Aucsdait, il col. Ari.mond i pensò d i dirigere le sue

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trnppc direttarmcn te su ta le loca.litii. Il mattino del 22 fu dato ordine ,per la partenza. Precedevano le truppe di avanguardia composte dalle bande del Barca e dc:1' A<lchclè Guzai e da mezza comp,i,gnia d el III; alla sera, il grosso era a Biscia, la sera successiva a D aura, con l'avanguardia sul :'l[oguol. Ivi le noti?.ie raccolte confermavano bensì la piena rotta. dei dervisci, completata. dalla caccia ,loro data dalle popolazioni locali, mtt da,·ano per certo che il grosso i<lella loro colonna in ritirata, aveva oltri;passa1o nella giornata stessa i po1.zi di Aucscia it. L ' avangua rdia, spinta nell,t notte su tale località, confc,,rnò la notizi:1.. li col. Arimondi decise allora di sospendere l'inseguimento ed ordinò il ritorno delle trnppe ad Agordat e a Cheren. L a vittoria di Agorxlal è uno splendi<lo fatto d'armi che torna a grande onore delle truppe colon ia li italiane. li loro numero totale in quella giornata era csatt.'.lmen tc di 42 uf1ici:ali, 33 bianchi, 2106 indigeni, con 8 pczbi. [! Conpo mahd ista del Ghedarcf. da esse battute) e quasi distru:to, già per più anni comandato òaii'.:-

L'O,SDl'IO

dei C3-lhlli

miro El Zach i Tamel, era ben disciplinato, bene armato e.xl aveva avuto oocasione d i agguerr,irs i combattendo dapprima contro gli Abissini e poi, per qua.,i due anni, contro gli Scilluchi. Comprendeva circa 10.000 uomini (4000 armati di lancia, 4500 d i fuo ile, il resto cavalleria. Fra. essi erano in buon numero i veteran i delle guerre ù1 Egitto. Aveva per ca;pi gli emiri più reputati fra i quali Abdalla 1'brahim, già colonnello nc!l'esercito egiziano ·d el Su<lan e /\,bel el-Rasùl, già ma g giore nelle stesse truppe. Quest'ultimo, scampalo a l disastro, guidò i superstiti nella ritirnta. Il comandanti! supremo, emiro Ahmecl Alì, con quasi tutti i comandanti ·cli grado rpiù eleva to e oltre m ille dei suoi, restò ucciso sul campo. Le por<lite totali d ei dervisci fra morti, prigionieri e dispcrs~ uccisi 'POi dalle popolazioni, ammontit rono a c ir<:a 3200 uomini. Questo risult ato fu q)otuto ottenere pc,·chè le forze nemiche erano siate b1ttute in un sol colpo, lontane 150 km. dalla loro base di operazione, Cassa.la, per ritornare alla quale i superstiti J urono costrelt i a su pera;·c: precipitosamente un territorio da loro poco conosciuto, scarso d i acque, mancante assoluta,mente di bestia.mc e di viveri, <;cl abitato da tribù ostilissime. l i nostro successo trUtico fu dovuto a1lle formazioni sollili, elastiche,


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atte all'impiego efficace del fuoco, prese dalle n ostre trnppc erit,rcc, Ioi,mazioni !ben diverse da quelle pes anti abituali degli anglo-egiziani che i dervÙ!Ci credevano di ritrovare. }.fa il successo tattico fu COIIYpletato da altre circostanze J>articolari. I trofei raocolti su l campo somn,arono a 72 band iere, un a mitragliatrice cd oltre 700 fucili. Le tPerdite italiane furono d i 3 ufficia li morti ,. 2 feriti, I italiano di truppa morto, 104 indigeni morti e 121 feriti. Agordat. TncrociaJo rc torpediniere (esp loratore), varato _nel 1899, in servizio nel 1900; lungh. m. 87,60; largh. m. 9,32; dislocamento 1530 tonnellate, velocità 22 nodi, potenza 8 129 cavalli, armamento 12 cannoni da 76 e 2 tu,b i làncias iluri ; stato maggiore 9, equipaggio 1i5. Attualmente ( 1925) cannoniera.

Agordo. Comune in prov. di Belluno, sulla sin . del Cordcvole, alt. 61 3 ,m. I nsorse nel 1848 cacciando gli impiegati austriaci, organizzò guardia civica e volontari, fabbricò munizioni, respinse nel maggio un corpo di austriaci. :\fa avendo l'.\ustria battuto il Piemonte, anche A . fu dagli austria,ci r ioccupato. 11 comune di A . è fregiato d i med. d'oro, con Regio Decreto 4 agosto 1906. il quale reca questa moti,·azione: « In ricomjlcnsa dollc azioni patriottiche compiute d:ùla cittacH• nanza nel periodo del Risor gimento N azionale» .

Corpo Franco rii Agordo. Si costituì nel maggio 184S con volonta1·i della disciolta « Crociata bellune,,e »; pane del corpo rimase ad Agordo, parte fu im-iato il.l con fine per la d ifesa de l tratto da Circoi a V ison e. Agostina di Saragozza. Eroina spagnuola che fece prodigi di valore servendo nell'artiglieria. durante l'assedio della c ittà per opera dei francesi (1808). Le sue gesta f urono cantate dal Byrnn. Conservò fino a lla morte, a,·venuta a Ceuta nel 1826, il suo posto d i artigliere dell'esercito spagnuolo. Agostino Barbarigo. Avv iso ( nave sussidia1·ia), ,·arato nel 1875, radiato nel 1913; lungh. m. 66, larghezza m. 7,84; dislocamento 818 tonnellate, potenza 1827 cavalli, armamento 5 cannoni da 57 e 2 m itrag lia tr ic i; stato maggiore 8, equipaggio 74. F u in Grecia nel 18c0 pei noti avven i:mcnti politici; in L evante nel 1882, 1887. 1889; in .'.\far Rosso a. varie riprese. dove il 5 ottobre I 902 p rese ,parte, con altre navi, ad un'azio ne m ilitare con tro la costu araiba. Agosti110 Barbarigo. Sommergibile da crociera varato nel 1918, in sen-izio nel 1919; dislocamento 735 tonncll:i.te, velocità subacquea 9,8 nodi, armamento 2 cannon i d a 76/40 e · 6 tub i lanc ias ilu ri. Agou lt (A nto-11io Giova11ni. visconte di). Generale francese, nato a Grenoble nel 1750, morto a Parigi ne} 1828. D edicatos i giovan issimo alla carriera delle airmi, fece la campagna del 1792 con tro i repubb.licani, e q uindi, raggiunto Luigi XVIII a Verona, lo accompagnò nei suoi viaggi in Germania, in Russia ed in Inghilterra, rien trando in Francia con lu i n el 1814 . Venne a llora norninuto lu ogotenen te genera le e, nel 1821, governatore del castello di St. Cloud. Xci 1S23 fu nominato Pari di Francia. Agra. Ci ttà fortificata, capoluogo del d istretto omon imo <lcll'Iooia inglese. E posta sulla G iamna, a ffiucnl"

234 del Gangc. L e fortificazion i venn ero erette da Ak ba r, a ppogg1ntc a una robusta cittadella. N cl 1803 il genera le inglese lord Lakc la assediò e la ~rese, dopo strc-nua difesa del capo mahratto )fadagi Scindia. Durante la rivolta dei Cipai ( 1857-1859) la guarn;gione indiana si rib ellò, e gli europei furono costretti a ch iudersi nel forte di A. dove ln_ truppa, un migliaio di u., e.ra al comando del Brigadiere Polvhele. Sebbene questi in una sort ita (luglio 1857) avesse ingaggiato UJ1 combattimento sfortunato a Sissi•ah, pu re potè tenere n on solo il forte, ma in sogg,•zionc la ciWt. li 10 ottobre, una coloruu mobile ingl~,c. comandata dal colonnello Greatheil g iunse e s i aoca,11pò nella piazza d'armi di A . Quivi fu assaJita subito <l'1 un co,ìpo d i insorti, il quale, con il concorso della g1.1arn igione del forte, venne sconfitto.

Agr ain (Er,s/acl,io) detto d' Agrain. Uomo d'armi fra.n cesc mon o nel 112.'l. Or igina rio della L inguadoca, si d ist inse alla prima crociata, e d iventò n(lJ l 102 ,prinòpe di Sidone, poi connestabile od infine, nel 112.l, reg_~cnte del regno di Gerusalt."ffilne. Per i suoi successi riportati su l sultano d i Egitto venne soprannominato « La ,1pada e lo ~cudo della P nlcstina Jl. Agraria milita r e. L'istruzione agricola per militari ba lo scopo di far acquistare ai giovani lavoratori dei campi ch iamat i alle armi, qua lche utile cog11 iz io11c e a tenerli maggiormente attaccati alla terra dalla qual,: si può attendere ricchezza e prosperità vera. Serve inoltre a fonnàre in ogni classe di cittadini qucila coscienza àgricola cbe a ll'I talia p otrebbe assicurare la libertà economica. L 'istrnz.ionc agricola per i m ilitari f.u istituita in Italia sui <primi del nostro secolo. Fino a quei tempi c'era stato qua e là, in Italia, qualche esempio di insegnan1cnto agrario per m ilitari, !lla solo nel 1898- 1899, ne i preskli di Roma e di Napoli furono regolarmente tenute le pl'in1e conferenze. « Tali conferenze - scriveva rallora capitano d'artiglieria ì\f. T. Dott. Vittorio Xazar i, uno dei pionieri dell'insegnan1cnto agrario ai militari - in-contrarono subito il 1picno godimen to de i soldati, che nelle poche ore d i libera. uscita dai più lontani quartieri volonterosi vi accorsero in numero superiore µ.cl ogni aspettativa; vennero sorrette di continuo dalle cortesi •premure <lei sup eriori e deg li ufficial i <li ogni grado, che le frequentarono numerosi; cd ebbero la ,·entura che vi prendessero grande interessa.mento le LL. EE. il Ministro della Guerra e il Minis tro d ella istruzione pubblica, i qua li a ll'u ltima voller:i assistere di i)er~onJ, e cbe gli stessi nostri augusti Sovrani ne .-olcssero essere ragguagliati cd esprimessero il loro alto compiacimento pel numero veramente grande d ei soldati ohe vi assistettero >>. Nel p residio di Na•poli, l'attuale R e Vittorio Emanuele II r, allora Principe ereditario, dimostrando di in teressarsi assai a questo insegnamento impartito a.i soklati, molto con tribu ì a farne generalmente r iconoscere l'importanz:i. che ver amente esso ha. Infatti S. A. R. onorò di sua presenza alcune delle conferenze tenute a i soldati cd anche alcune delle esercitazioni pratiche fatte in q11cll'anno . U n gioi ,,:tle francese, commentando le conferenze agricole tenute ne l presìdio di R oma nel 1898-99, venendo a discorrere del corso speciale fallo per gli allievi carabinieri, cosi s i esprimeva: « A coté rles cours p raticrues fa its· a ux soldats des d iffércn te~ ,irmes, on à organisé des confércnces faitcs i, une armée spécialc, à la gendarmerie, et en dirigeant l'enseignement

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de cc coté, le conféren cicr a eu pour hut dc faire dcs carabiniers, ou gendarme<;, des monitcurs agricoles. Eu effet, rette idée quc j c n'hésitc p:i.s à appeler génialc, peut fa.ire be:i.ucottp pour l'enscignemcnt agricole dc,; populations rurales ,,. ba oircobre minisLerialc del 30 settembre 1904 ~. 220 aveva. lo scopo di far impartire, da competenti, a i giovani clic si trovavano sotto le armi, d i mestiere agricoltori, le p-rincipalì nozioni di agronomia e le pratichr. ramonali di agricoltura per stimolarli a,d emanciparsi da inveterate abitudini troppo spesso om.piriche e contrarie ad ogni buon criterio tecnico. Perchè l'istruzione agricola 1Jotcsse sortire gli effe1ti ripromessi dalla circolare citata, cioè riuscire veramente proficua., furono i~tit.uili a sus.,i<lio e conipl~mento di essa un certo numero di ca.mpi sperimentali, che dovcvsano servire rii esempio ai militari cd invogliarli - una volta congedati - a<l aµpl icarc le nonne rationa li, apprese sotto le armi, ai terreni e.la loro coltivati. "!')ella primavera e.lei 1915, nell'imminenza <lcll'cntrata in guerra da pane dc!l'ltalia, l'istruzione agraria nell'Esercito fu dovuta so spendrre. Sospesa l'istruzione agraria ,·enne meno la

s. M. li Re d'ltalla

visita un campo spcrtmcn~ale cli pre,;ic.llo ragione di essere dei campi sperimentali di presidio. Durante la ,guerra, però, tali campi sperimentali continuarono di fatto a esistere trasformati nelle aziende :,gricolc m ilitari so rte in molti presi:di, per disposizione ministeriale, _allo socopo di ven ire in aiuto, ncU'occezionale ·momento, alla grande penuria dcj generi alimen. ta ri_ Il 25 settembre 1919 la circolare ministeria le 1267 1 )J_ V. I. sopprime,•a <lette aziende perchè non più in relazione con il graduale r itorno :ti regime normale dell'economia ordinaria militare e civile. Dalle nominate aziende agricole, di cui furono ·ridotte e ordina te le co lture, facendo <li esse un tipo quasi unico, sono sorte delle piccole ,coltivazioni ortive, con o seni.a animali da. cortile e ta li che possano essere condotte da due o tre soldati addettivi, sen?.a 1lregiudizio akuno per l'istruz ione ,militare. Tali coltu re d ipendono <lirettrumente dalle commissioni di sorvegl ianza degli spttcci cooperat ivi e debbono fornire essenzialmente ortaglie, a scopo esclusivo d i 011i15liorrumcnto e.lei rancio per la truppa e, secondo le disposizioni della circolare 371 :r.1.C.D.G.S. LA., hanno ragione e funzione d i aziende di corpo e non di presidio. L'istruz ione agricola ai mi litari non fu ripresa al termine del conflitto mondiale, come S."\rebbe staJo opportuno, e ciò perchè fu ritenuto che la

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brev ità della. fcnn.."\ Jasciava a·l soklato appena il tempo necessario per l'istruzione militare e per l'addcstrrumento alle varie esercitazioni. Il 19 febbraio 1923, il Ministero della Guci-ra (S.M1C.) invia.va ai Comandi ùi Cor,po cl' Annata una circolare ù, cui era detto: cc Allo scopo di svolgere anche fra i soklati opera di propag:rn<la intesa. a diffondere la cono9Ccnza di buone norme per b. coltivazione dol grano, opera necessaria in tutto il paese di fronte alla gravità del problema granario, S. E. il Mini,mo -per l'agricoltura ha ideato e proposto che siano orgnnizz1tc -con ferenze da tenersi ai sokhui, nelle do meniche, in tutti i presidi <lei Regno. sul tema: cc Dopo h ,,ittoria delle arm i, la v ittoria del grano ii. Dato l':,.Jto interesse nazionale di tale i niziativa, il Ministero ha. n<:olto ben ,·olcntieri la proposta, e ne forma oggetto della )lrescnte comunicazione, ,pregando d i vol<'r autorizzare, con l'urgenza del caso, i Comandi e.li Presidio a prendere accordi coi dirigenti d i Cattedre /\mbula,11 i o di scuole agrarie, che si metteranno a loro disposi1.ione per tenni-e le conferenze di cui trattasi, ove non sianvi uflic iali che assumons i volontariamrntc tale incarico >). In considerazione dell'alto interesse della questione agricola e particolarmente di quella granaria. l'espressione « Dopo la. Vittoriit delle Anni l:t Vittoria del Grano ,1 è staia intc rprc t,a ta dal maggior numero di Corpi d'.\rmata in 5el130 lato, dando alla parola gra110 s ignifica,,ione t}ic, comprensiva, cstrsa cioè a tuai i prodotti agricoli, e riferendola alle molteplic-i fonne di intdligentc attività, per le quali è po,;sibile trarre dal suolo il massimo di beneficio e di ricchezza. E in quas i tutti i presidi. per poter meglio ottcmpcmrc alla circt•Jnrc sop nt citatat si sono ,µresi accordi con ì dirigent i di Cattedre Ambulanti di Agi,icoltura o coi reggenti di sezione; questi o ufficiali competenti appositamente c.lelcga ti, svoli;ono ogni anno <:orsi <li ~onferen1.e completate ccl illustrate da ,·isite a campi sperimentali e a stabilimenti agricoli vicini. L'istruzione agricola viene impartita non solo ai militari <li truppa del R. Ese,·cito, ,ma anche agli allievi sottufficiali dei RR. CC. della Scuola d i Firenze. Infatti fra le m aterie e.l'insegnamento del corso su cui gli allievi debbono sostenere l'esame, figura a nche J'agrai:-ia. I sott'Uificiali dcli' :\runa nei centri rurali, una volta ::vppresc le principali cognizioni tecniche da mettere in pratica nella coltivazione <lei campi, IJ)otrel:,bcro veramente giovare all'economia nazionale integrando l'opera de i Direttori d i Crut tedre, a con tatto come sono con 1,1 popolazione della campagna, che per il loro servizio debbono quasi g iornalmente percorrere. Ciò, inoltre, servirebbe a facilita re il compito del ,giovane sottufficiale, a creare intorno a lui un"atmosfera di ancora maggio re fiducia. P er qua,nto riguarda l'istruzione agricola, non s i è ancora addh·enu ti, però, a una decisione concreta e ·precisa. nelle ,d isposizioni post- belliche riflettenti l'argomento. Il 1v1inis tero competente si è riservato di decidere in merito.

Agria. V. Eger. Agri decumates. T erritorio fra alto Reno e a'to Danubio, ,protello dal « limes ,, (v.), che R oma nel I secolo dell'era volgare assegnò a veterani. ctl anche a coloni, i qua li vi s i stabiliron o. In com,penso di questa concessione, veterani e coloni, oltre a pagare un cer:..i canone allo Stato, erano tenuti a ,prestar servizio mi-


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litare come guardie della frontiera che appunto il <' Jimes » sei.'Ilava.

Agriani. Popoli della Macedonia che lottarono contro Alessandro il Grande dal quale poi furono sottomessi. Agricola (Cneo Giulio) . Generale romano, nato a Forum Julii (oggi Frcjus) verso )'anno 37 dell'era presente, morto nel 93, celebre per la conquista completa c h'egli foce della Gran Bretagna, <l i oui fu governatore dal 78 all'85, succedendo a F rontino. Egli ,riuscì a cattivarsi la simpatia di molti capi bretoni, ciò che gli pcMnisc di combattere con s icurezza e con successo gli a ltri. Intanto r ipris tinò la d isc iplinn d elle m ilizie. Avauzò a poco a poco, ma consolidando man mano le conquiste, verso il settcntdone, e giunse sulle rivè ciel Forth. Qu ivi le tribù della Caledonia, guidate da un loro capo chia ma to Galga.co, gli s i fecero incontro, ma su birono l:lla grande sconfitta. A. tuttavia limitò la sua conqui~ta al Forth e alla Clyde, e fece (Jui,·i costruire una linea di fortezze, precorrendo con esse i celebri valli di A,clria no e <li An toni no. costJ·u ili successivamen te in quella regione, Amm inistrò saggiamente la regione conquistata, fino '.l che fu richiam:ito a Roma dall'imperatore_ Domiziano, gclo.;o della gloria da lui conquistata. T acito ne scrisse la vita. Agrigento. Antica città della Sicilia, di cui una parte del sito dove sorgeva è occupato dalla città cl i G irgcntL Secondo gli antichi scrittori, Dedalo venne a rift,gi:u-si in questa località dove fwbhricò merav i•gliosi c<lifizi per Cocalo, re dell'isola. :S:el 584 a. C. una colonia dorica ,·enuta da Gela fondò .\era.gas, dal nome di una vicina corrente; nome che i Romani, dopo che la città f•i lo ro consegna ta 'da ..Mutine, nel 2 12 a. C., 1rnsfor marono in A,grigentum. I coloni greci convertirono l'antica stanza dei siculi in una citta.della per la difesa della città che avevano costru ita sulle sollostanti collinet te. L a natura vantaggiosa drl suolo, u11 buon f(,J·· verno democratico, e una in tensa attività commerciai~, ,·alsero ad elevare la rerubblica ad un gra.do d i riccheue e di potere preminente. ~fa questo stato d i prosperità fu presto annienta to da Fala rid e che la riduss~ in schiavitù. Dopo la morte di questo tiranno, gl i agriglntini tornarono a godere della libertà per circa 150 anni, fino a quando Tcronc si impossessò del potere. Eidi s i t inl a Gelone suo gcr.ero, re d i Sinicusa, in u na guerra contro i ca rtaginesi, dalla quale uscì vittorioso, cosicchè la Sicilia. per qualche tempo, fu liberata dagli inva$Ori africani. A Terone succedette il figlio T risadco r.he in breve fu spodestato e A . ritornò alla sua a nti-ca foMna di go,·erno democratico. D ucezio, capo dei n,ontanari <liscendenti dei siculi, venne ,poscia a tt.rbare il nuovo staio d i tranquillità : fu oppressore implaica bile degli a!;rigcntin i fu10 a che costoro si a llP.arono con i s iracusani. 111a alcuni dissapori sciols~ro ·;ucsta unione e cagionarono inoltre una guerra rh~ finì con la peggio deg'.i agrigentini i quali dovetten, soao1:1ettcrsi a u~11ilianti condizioni <li pace. Sdegna t i com'erano p~r la recen te sconfitta, s i w1irono agli aten iesi contro i siracusani; ma avendo ben presto_comprcso che la protezione sarebbe costata loro la perdita della li!Jerta e d elle sostanze, tornarono ali' an tica alleanza. Qucst,t r iconci Hazione suscitò fatalmente l' in imicizia dei cartaginesi, i quali assalirono, presero "

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d is trussero la ci ttà . Cinquant'anni dopo, T imoleone, tr ionfato de i car taginesi, e 1l'idonata la libertà alla S icilia, ral'Colse i discendenti degli agrigentini e li man li, a ricostruire la città. E così la città risorta si trovò ben 1,resto in condizione <li prosperità e cli forza d a. potersi a rroga.re la supremazia sopra tutte le altre r~;iubbliche, traendo partito dall'indebolimento di Sirn-· cusa, cagionato a questa da Agatocle e da Cartagine. Lenodico fu ele110 capo dell' impresa: la sua prima campagna ebbe esito favorevole; ma poscia tocci> un grav issimo rovescio per cui gli agrigentini, sfiduciati '! discordi, supplicarono la pace da Agatocle. La repubblica si accostò quindi a Pirro, e quando quest i aibbandonò la S icilia, .si d iede ai cartagines i. Durante la prima guerra punica A. dh·cnne il quartiere princi;,alc '1ei cartaginesi, e fu assediata dai consoli roma,1i c-he dopo otto mesi la presero d'assalto. Ca.mbiò più vo lte pad rone durante le guerre fra le d ue nazioni riYali e ne ebbe sempre gravissimi danni. Fu avvolta nella generale caduta della libertà greca; i pochi avanli della sua popolazione, sopravissut i a tante calamità, furono facilmente opp,·cssi da i Saraceni ; A. fu anzi una delle ,prime cittiL siciliane che vennero in loro possesso. Xel 1086 ai Saraceni la tolsero i Xormanni guidati d:L Ruggero Gu iscardo.

I. Assedio e battaglia di A. (Fine maggio 262 a. C.\. Appartiene alla prima guen·a punica e fu portato :1 tertmine dai consoli romani L. Postumio Mcgello e Q. J\Iamilo \;itulo co11tro 50.000 cartaginesi, ch iusi in A. e conianda[~ da An niba le, figlio d i Giscone. I rom:mi costruirono il campo a sud-est ad un miglio della città . ..\,·venne che memre i soldati romani foraggia.vano, sparsi nella campagna circostante, i cartaginesi trassero p,utito da questa imprn clcnza. Sortiro110 improvvisamente, dispersero i foraggiatori, e poscia, divisi in due squadre, attaccarono il campo, avventandosi una. parte contro lo s teccato, ed una p:trtc con tro i ,posti avanzati. ll'Ia i n>mani seppero OJ)por,;i valorosamente: respinsero i nemici sebbene assai superiori. uccidendone gran numero, cosicchè i cartaginesi divennero più timidi nell'attaccare. T consoli allorn, approfittando dei benefici del la vittoria, di,viso l'esercito in d ue pa rti, posero un secondo ca.mpo a sud-ovest della città. verso Eraclea. Minoa. Rafforzarono lo spazio fra gli alloggiamenti da ambedue le pa,-ti della c itt;",, vi costJTU i1·ono da vant i u n fosso interno pe r resistore alle sorti te. ed uno esterno a sicurezza degli assalti di fuori, e per impedire il furtivo ingresso di gente. Gli intervalli tra i fossi e gli alloggiamenti furono occupati da guardie; a lcun i tratti, dove opportu110, furono particolarmente forti fu:ati. I siculi, alleatisi di recenti coi romani, e specialmen!C Gerone re d i Sir:tcusa, prestarono la loro valida opera per questa s istemazione di fens iva e concorsero a p rovvedere le vettovaglie che d eposita.vano in Erbesso donde i consoli provvedevano a farle ritirare, di mano in mano che occorrevano. Dopo cinque mesi di assedio, .\nnibale ormai sprovvisto -delle ve ttovaglie oocorren li agl i uomini che in numero non in feriore a i 50.000 era no cb.iusi nella città, disperando di poter oltre resistere, inviava frequenti messi a Cartagine ,per chiedere socc orso. Quel senato inviò allorn 50.000 fanti, 600 cavalli, 50 elefanti a l comando di Annone il Seniore, il (Juale, accampatosi ad E raclea Minoa, riuscì ad impa-

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dronirsi di Erbcsso, dove i romani tenevano le loro vctlov,tglie. Questa operazione avrebbe senza dubbin co~t rctto i due consoli a levare l'assedio se Cerone, re di Siracusa, tentando ogni via, non fosse rius,cito a mandar.: grano e.xl altro, onde ovviare alle necessità <pm pressanti. Annone, giudicando l'esercito promo alla battaglia, <locisc d i ·t entare ht sonc delle armi. ,\ que6to scopo partì da Eraclea, facendosi precedere dalla cavalleria numidi,ca alla quale d ie-clc l'ordine di c:==::,carhfpne;;i

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tartllgi11esi: .\ B) ran1eria •· o C) cavallHia • E) l>le • rami e f romboll1•rl. • Rnmtln'i: f) Fannerin ICgg-era (; ,J) r-an1.erl:1 p<•,.antC' • K) Trlar,f ,- Il) cav,111erla • L ) T11uppe <l'n.sse1110.

portarsi pres.so lo stcocato nemico e di provocare cosi la -ca,•alleria in modo da attirarla negli agguati predisposti. Avvenne infatti che fa. cavalleri,t romana si lanciò contro i caval ieri numidii, che, secondo cornt• era stato ordinato, ripiegarono, sempre inseguiti, fino a raggiungere le milizie di Annone, e allora. rivoltatisi e aiutati da bande espressamente inviate, avvolsero i cavalieri romani, ne uccisero gr:tn nu•mero, e in~cguirono i !.u<f)Cl'stiti fino a ll'accampamento. Annone, imbaJclan-

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zito per il su::cesso, andò ad accamparsi a circa mille e: cinquecento pa3si dai romani sul colle denominato Toro, hloccanùol i a sua volta. :Ma, prudentemente, temendo s ia i romani che i carta.ginesi di affidare la sorte decisiva ad un solo combattimento, b. situazione rimase stazionaria per altri due mesi, fino a che Annibale, insistendo nel comu11icare con S<'gnalazioni e con messi d1c la sua gente non avrebbe Jlotuto più o ltre resistere per la fame e che molti d iscrtavano, indusse ,\nnone a dar battaglia. La prima. linea dei cartaginesi era. costituita dai mercenari; veniva insieme la linc.t degli elefanti, e quindi seguivano i falangiti d ' Africa. I l console L ucio Postumio, dispose tacitamente tulli i ~uoi in ordine d i combattimento nel recinto, pronti ad uscir fuori, valendosi di pochi solamente ,per respin-· gcre e tenere impegnati i cartaginesi. La scaramuccia durò così da.I levar del sole lino all'or:i. sesta del giorni>; allora sola-mente uscì fuori con le sue legioni e le sc:i.gliò sul nemico. Annone, costretto suo ma lgrado a comballere, ,protrasse incerta sempre la battaglia fino a sera inoltrata. All'incontro decisivo i romani erano ri• posati con il corpo ,diligentemente curato; irtvecc i cartaginesi si trova-vano stanch i e tra.vagliati dal caldo e d,Llla sete. Fu allora che i soldati merccn.u·ii, non potendo più reggere, prima cedettero terreno, e poscia .,,i rovesciarono precipitosamente sugli elefanti che, ccci• t:iti, contribuirono ·con i mcrccna.ri a scompigliare tutto l'esercito, costringendolo a volgere in r itirata inc;d1.ato dal nemico. Intanto Annibale, .fatta una sortita, fu ricacdato in citta con gravi 1)crdite. li campo cartaginese fu occupato; trenta elefanti rimasero uccisi ed undic i caddero in potere dei romani. Dell'esercito cart:tgincsc, pochi ragg iunsero E:ra,clea insieme con lo stesro comandante. Sopra.ggiunta. la notte, Ann ibale, af)pro• filtando della n egligente sorveglianza. delle guardie romane, uscì inosservato dalla città insi~me con le for1.e straniere. Se ne avvidero all'alba i ro mani che, dat.t alquanto ne>ia a·lle retrogu.irdic di Ann ibale, andarono

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Batl,ag-l\a ti\ Agr igcn10 ~) F:m1,•ria 1·ar1agincsc • 3) Cavalleria rarl.ig-inese ~) E lefanti • r,) Fanteria rom:111a . G) Ri serva Cli triari 7, 8) ca,·a11crta • O) Fanteria l<'igna.


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a pren<lerc -possesso della città che misero a sacco, tracndon~ 25.000 uomini come sohiavi. Durante i sette mesi <li assodio, e nel com'battimento, perirono fra ro1:nani e a.u,;iliar-ii s ic i1iani, circa 30.000 uomini. N cl 252 A . rica<k!e in potere dei cartaginesi per opern d i Carta.Ione.

II. Presa di A. (210 a . C.). Appartiene alla secon cl:.i. guerra punica. A . .fu <litfesa 9a Annone, dal siracusano E,.pi•oi<lc e da .M-u-tinc, invia io espressamente da : Annibale. 111utine, con le sue scorrerie e con le sue prede ~i era acquistata grande fama di valoroso, il che ingenerò una forte gelosia in An;1one, vi quale Jìnì col togliergli il coma ndo. 1lfuti1ie, a.flora, -per ve,ldcita, sp,xlì segre ti mes;;i a l console ì.\{. Valerio Levino, e o~cupata coi nu m id i una porta, introdu sse i Romani in città. Q uest'atto d i t rarlm1ento gli vaJse, come JPremio <l'altra parte, ìa citta<linanza romana. Epici'd~ e Annone ebbero appena il tempo di salvaTsi con la fuga; il -p resi<lio cartaginese fu •IX\SSato a fil di spada; la c ittà spogliala dei suvi tesori e la .popolazione ri<lotta in schiavi tù . III. Battaglia pres,o A . (456 d. C .) . F u combat!tJla

e vinta da Rioin1cro, a l servizio <loll'impcra tore <l'occidente Avito, cont ro le ·milizie vandaliche di Genserico, re dell'Africa.

Agrigento (Reggimento). Fondato nel 1762 nel Regno deHc D ue S ic ilie . P rese '])arte alla guerra del 179;, a l comando del colonne llo lVfcnsingher.

Agrippa (Menenio Lmrato). Console di Roma nell'anno 503 a . C. -con Publio Postumio T wberto . Esscrldo questi stato battuto dai saibini, Agrippa andò in suo soccocso e diede tal rotta ai nemici che gl.i fu decr etato il tr io1Jfo . •Era la prima volta che, dopo l' is!it uzione del consola to, s i acc@rdava questo onore a<l ,m generwle. Dieci anni dopo, scoppiati aspri dissidi fra popolo e senato, i plebdcomponen ti •l'esercito s i ritirarono sul mon le detto poi Sacro. Menenio Agrip pa, ·inviato ad essi dal senato, I-i persua:se con i l famoso apologo dei mem1.>ri del <:oopo, e acco1xlato loro in parte quanto chiedevano, li .fece r ientrare · in città. Marco Vipsanio Agrip pa. Generale e a mmiraglio romano, n. nel 64, m. nel 12 a . C. ; fu uno dei p iù grandi uomini del te.rr\JlO di Augusto. Esordì 11elle a,rmi comandan<lo una parte <leilc forze di O ttaviai:io n eHa guerr a per ttgina contro L. Antonio, segnalandosi per la su a abilità d i manovr a . I n segu ito ebbe più volte il comando in (Ma1,co V ip,sa.nJ-0) capo <li eserciti. Si · impa droni ·<li Peru:gia e r iconqu istò Siponto Ja quale era ca(ju ta in poter e di M . Antonio . Due anni dopo otten ne n uove vittorie nella Gallia, penet rò in German ia e portò la guer ra contro gli Aquita1ti che si ernno r ibellati. In-

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caricato da O t taviano ,<li costrui.J:c una flotta, creò i[ por lo m ilitare Gi11lio (v.), <love addestrò i marinai fmohè li ioomlusse contro la flotta <li Pompeo, che egli sconfisse presso le coste della Sicilia . Nell'anno 35 comandò la .guerra in IHiria. Nella lotta fra M . Antonio e Ottaviano si impadronì di 11etone, di Leucade, d i Pat rasso e <l-i Corihto; nella famosa bat taglia di Azio la , vittor ia s i dovette a lla sua peri2Jia. Nel 25 acconwagr.ò l'imperatore nella guer ra contro i Canta,~fi; nel 19 fondò la colonia .militare di Ileynut e 'procedé ' fino al Pon to Eusino, <love •costr inse i Ilosforani atl a:ccettare per loro Re l'olernone ed a resti tuire le aquile romane conquistate dal re Mitridaté .

Camillo Agrippa.. Architetto milanese del sewlo XV[, r inomato $Otto il ponti-fkato di Gregorio XII. Pubblicò var ie o,rere tra le quali : « Trattato di scienza d'a,-me con dialogo di filosofta ,,, Roma, 1563, ristampata .c Venezia nel 1568 e nel 1604.

Agrola. Località. <lei Pal'mense citata nelle <( Chron kac p!a,c entine >l e r icor,data dal !11urator i come teatro di sanguinosa battag!ia, combattuta il 18 agosto 1250, fra Cromonesi e Pam1!'nsi. Conduceva i primi il loro ·podestà mare,'iese Oberto (o Uberto) Pallavicini, ghibellino, desideroso di vend icarsi di una sconfitta patita due anni pi•ima '])cr opera degli stessi avversari. Ai ,:rcmonesi si erano unit i i <par mensi ghibellini fuor usciti. Da rar ma, col loro carroccio det to « Iliancardo ,> usc irono i guelfi, e lo scon tr o avvenne presso la città in loca1'ità d etta A. Men tre la battaglia si svolgeva, i fuor usciti alzarono il grido : << alla città! >l, e allora i parmensi gueli~ temendo per le loro case, s i sbandarono 1 per correre a -difendere le mura. Di ciò al)profittarono i Cremonesi, i quali incalzarono gli avversari e molti ne uccisero e oltre tremila ne catt urarono insieme coli il carroccio. Nel frattempo, i q)armensi incalzati si pigiavano p resso all'unko ponte della citti. e questo si ru,ppc, consentendosi così a i soldati ciel PaHavicino di catt urare tanta gente. I cremonesi tornar ono t.rionfan!i iii patria col carroccio e con i prigionieri pa..nhensi, mentre a Parma questa infelice giorna.ta p rendeva il nome, e lo serbava per lungo tempo, <li << la mala zobia i> ( il cattivo giovedì). Agron. Re d'Illiria del secolo JII a. C. morto nel 229. Conquistò e sa,ccbeggiò l' isola di Lesina, sottomi5e una· parte clell'EpiI-o e fu partigiano di Demetrio II d i Macedonia contro gli Etoli. Morì in scgl/iito alle sue sregolatezze. Agropoli. Ilo,:go in !]lrov. <li Salerno, circ. di Vallo della Lucania, sopra un promontorio "alto i0 m. sul mci,· Tirreno. Fu città forte, munita d; castello ancora esistente. Sofferse più volte ])CJ le incursioni dei Sara.cen i. i quali la sa ccheggiarono e incendiarono nell'879 e >1.cl 1630 (29 giugno\. Ebbe d ue fo.i:ti (di Sant'Elcina e d i T ,wricllo) sulla p u nta del Fortino, atterrati nella seconda metà del secolo XIX. D urante la spedizione inglese nelle Cahtbrie ( 1806) due navi da guerra di quclìa nazione assalirono A ., ma vennero re;,.pinti dal fuoco dei detti forti. Agua Prieto. Località del 111cssico, teatro d i un1 battaglia in cui le truppe federali, comandate da Rina ldo Diaz, vennero sconfitte dai ribelli, il I ì aprile 1911.


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Aguìlar ·(Duca. d'). Generale spag11110!0, <::.i.po della ,ipc<:lizionc ne ll'Irl.Ulda, dove sba ,-cò con 4000 u ., cercando di solleva re gli iso lani contJ"o la regina E lisabetta (1601). Egli c reò la p ropria ba.se a K insa.le e tentò di ai utare il conte di Tyrone, ma lord Jviountjoy lo prevenne, battè i l Tyrone p rima , e dopo poco costrinse A . a capitolare a K insale. con-cedendogli però di imba.roars i e r itirarsi con tutti i suoi uomini. Agui naldo (Emilio). Ca.po degli .insor ti delle Isole Filip.pine, me ticcio, n. a !nous (prov. di Cavite) nel 187 1. Studiò n ell'università d i j\lfan illa, quindi si affiliò alla massoneria. Avendo avuti d egli attriti con le autorità del suo p aese, si recò a Hong-K çng dove s tudiò r ar te militare sotto gli inglesi. R itornato alle Filippine prese parte ai preparativi che le società segrete fa- f cevano ,per l'insurrezione, .. '."1, • -, . e quando questa ncl)'agosto del 1896 scoppiò, Aguinaldo ne fu il capo. L a · ,.'~lòtta durò più d i un anno; gli spagnuoli, malgrado i loro successi, tenta<rono di negozia re, e .f \guinaldo, i l 15 novemhre 1897 consentì a tratta.re; quindi si ritil'ò a H on g Kong. :Ma, scoppiata la guerra tra la Spagna e gli Stati Uniti, egli conclu,:e con quest'ultima potenza ,un vero tmltato di a lleanza, co,1 il quale si obbligava a sollevare n uovamente l'i,1surrezione contro gli spagnuoli; e gli Stati Uniti da l canto loro dove-v ano garantire ,J'indupendenza del paese,· a.ssicura,ndogli un governo nazion ale . Scoza ccs.,,,ire d i combattere e di dare aiuto agli americani, A-,41,llilal<lo ave·va organiuato intorno a s~ una si,ecie di governo rivoluzionario e il 23 giugno 1893 si fe,ce proC:,vma.re gener~lissimo e presiden te. 1•f a quando gli .americani reclamarono per sè l'arcipelago, Aguina!do ,protest.'> energicamente contro la v iolazione delle loro p romesse. e si mi.se in lotta contro d i loro. La res istenza fu vivissima, m a infine Aguinaklo, battuto dal generale Ut;,,, dovette ripiegare all' in terno. Il 23 ma.rzo 1çoo fu fatto 1-,rigione d a un piccolo reparto d i truppe a,meric.a.ne che I iuscirono a penetrare di sor.presa fmo a lu~ in seguitu al trad imento di w1 suo ufficiale. Obbligato a sottou,cttersi, p restò· giuramento d i l'iconoscere la sovranita degli Stati Uniti. ~

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elle rn.pprcsen tavano i tre gradi della pena che infliggcv,1 ai rematori rccalcitra11ti, ed aveva ai suoi ordini un numero vario d i sotto-a~uzzini. I Romani ne ebbero di cit1que sort1 : Cele11ste, che inci tava i mai·inai con il cani o; Ortatore, che li arringava; Ageatore, che li esortava; Iussore, che li comandava con ordini perentori; Portisculo, che li frustava.. Il medesimo ordimunento, o pres.s 1 a tpo·co, avevano avu to i greci. Verso la fine de l XV e il -prindpio del XVI secolo, la voce A . in I talia indicò una specie di Bargel'lo, di Concsta.bile, incaricato di ma ntenere la d isci,plu1a nelle mil-izie delle repubbliche italiane, quando erano in camp,J.

A ha nta. R egione della Costa d'Oro ( Africa Occidentale). "Notevoli i forti <li Axhn, P ri nces, Ako<la, Discove, Secondi e Thama costr-u iti dagli Inglesi a difesa òcl territorio. Presso il capo Three Poù1ts esistono i ruderi del forte Bran<lenbourg, costruito ne,! XVII secolo dal G-rande E-lettore Luigi Bougier. A hm-adabad. Importan te c ittà. d ell'India sul-la s inistra del Sabarnati, fondata da l s ultano Ahrnecl-Sci:i nel 1426. Nel 1755 fu presa dai Mahratti, e dagli frglesi nel 1785. A hm adnagar. Città. capoluogo -ciel distrètto omonimo nell'.Indostan, fondata nel 1494 da Ahme<l-NizarScià, sul · si to d cli' antica B ingar . N el 1636 passò in potere <lei Gran Mogol Au reng Zeb e, nello s membramento d1e si ,•erifi-cò alla di J-ui morte (1707), fu presa dai Mahratti . Cambiò '])Ostia varie volte padrone. Nel 1803 il generale Wellesley mosse contro A ., che era allora il prin~ipa.le arsenale del p rincipe Sindia, e che gli Indù ri tenevaJ10 :im.prendibilc. Gli inglesi L presero per scalata, T-Cl'<len <lov i aJ)])ena una. cinqua,1lina di uomù1i. Resa a11cora a i Mahratti, passò nel 1817 defrniti-vamentc ai;,li Inglesi. Ahmadon-Cheikhon. Profeta senegalese morto nel 1875. Nel 1869 volle sollevare gli indigeni senegalesi contro la Francia e proclamò la guerra santa, ma dopo un,i disfatta subita fu ucciso dalle sue lru:ppc. A hmed (Cara»1cwli, Eyub, Giedich, Kaiserlj, Kiuprili, M ·r atar : V . a queste voci). P er Ahmc<l P ascià con--te di Bonnev-al, v. a Bom,eva.l. Per Ahmed Diesair. v . Ilca11ia11i. P er Abmcd All, v . Agordat. Per gli impera.lori tu.rchi di que·;to nome ( I, II, IIl), v. Ach-met.

Aguyar (o Aghiar) (Andrea), cc il moro di Garibaldi», nato da genitori africani presso Montevideo, e morto nella. d ift,a <li · Roma il 30 g-i ugno 1849 . Già domatore d i cavali, in u na esta.ncia, segul Ca.riba ld i nelle ~ampagne <li Am~, ica e -d'Italia, simile -i n t-utto ad w1a sou,diero d'antico sii:,•nore ; quantunque fosse analfabeta., il 1° maggiv 1849 fu nominato tenente d i sta,o maggiore; due meJi dopo cadeva c_o lpito morta lmente d a una- scheggia di bomba. Aveva salvato 'Pjù volie la vita a Gar ibaldi. Fu _il p r imo fra i garibaldini che, nati in alµa terra, d ied>:!ro la vita per l'Italia.

Ahmed. Figlie primogenito di Baiazct II, mor to nel 1512. E ra governatore d'lconio, a llorohè il suita.no suo padre, volendo a bdica re ù1 suo favore, - lo invitò a venire a Costantinòpoli ,per salire sul trono. Questa decisione -dispiacr1ue ai pascià ed ai giannizzeri ch e prediligevano il secondogenito Selù11. Il sultano, veccbio ed infermo, per -far r iconoocere la sua s:celta fu cosu-etto a muover guerra a Seli.m, il qua le, vinto e messo in f.uga, s i r ifugiò in Cr i,rnea . Poco dopo però, radunato un 11uovo eseix:ito, p rese Cos_ta11tinopoli e fatto uccidere il padre si foce p.rocla-rnare imperatore. Ahmcd passò il Bosforo e marciò contro d; lu i, ma il suo esercito -r imase completamente distrutto ed egli, ferito e -fatto 1,r igionièro, fu condotto <la, ,anti a.I fratello eh.-, lo fec~ Sll'angolare sollo i suoi occhi.

Aguzzino (lat. .Ageator\ . A11t . L'ufficia le inferiore de lle ga le;e d 1e aveva il compito -di sorvegliare e d irigere le ciu rme. Era armato d i nerbo, squarcina, p istola,

Ahmed 1 (M11ley) . Nato nella p rovincia cli Dara, morto a Marocco n el 1556. I nsieme con il fratello Mo1,a,mrned, avvelenò -il governatore d i l\•f arocco e sì im-


•p aùronÌ della città. D ivenutone il re, prudentemente s i ric<;m obbe vassallo del re d i Fez; ma, dopo di aver sottomesse var ie provincie, si liberç, da ogni sudditan~a e divise i suoi Stati con il fratello che fu re di T arudante. E si aiutarono vicendevolmente contro i portoghesi, padroni di lma gran parte delle coste del Magreb, e con tro il re d i Fez che li aveva assediati in :Marocco e cl1e costrinsero a levar l'assedio. Battuto una seconda volta quel principe, conquista rono il regno di Tafilet e tolsero· Agad ir ai portoghesi nel 1536. Tale aUJmento <li potere suscitò fra i due fratelli odio e r;r,losia, e s i fecero guerra.. A . fu sco1ùfitto e fatto pxigiouiero; liber ato pe1· intel'Cessione dei figli e ritornato nei suo-i sta ti, àprcse le a,pmi, ma fu nuovamente sco11fit.to ( 1544) presso Marooco, fatto prigion iero e condotto p rima a Tafilet e poscia nel deserto . R iuscì a riprendere ,per ,una terza volta le anni contro il fratello, si impa,dron ì cli Tafikt, ~love fu sub ito assediato e costretto a·lla resa. .J\IIoharnmcd fece trucidare i clu•~ .lì.gli e,d inviò lui a J\farocco prigioniero, dove quel governatore lo fece mor ire quando Moha;mmed fu assassinato in una spedizione contro i :Berber i, temen do eh,, quest'uomo irrequieto e audace potesse dar luogo .i. nuove perturbazioni.

Ahmed II Labass-a.l-Mansur (M1tlay) . Sesto imperatore d i Fez e di Marocco del'la prima dinastia degli sceriffi. Succedette al frate llo Abd-;\l-11alik, morto ad Alcazar Quivir nel 1578 dopo la vittoria riportata sul nipote Moha<nnned e su Sebastiano re del Portogallo. A . oppor tunamente mantenne la pace con F ilippo Il a l quale inviò la salma. del re Scbasti·ano insieme con i ca valieri che erano stati fatti prigionieri nella battaglia <li Alcazar Quivir. Nel 1589 penetrò nell'in terno òd l'Africa, detroniz7;ò il re d i Timbuctu, e sottomise parecchie altre prov incie. Il s uo regno durò 25 anni in p rosperità imperturbata. Unrco atto d i sibcllione fu compi•uto nel 1595 da•I nipote Nasser. Costui tentò di impadronirsi d i Fez, nm fu due volte battu to dall'erede presu ntivo e <:osì furono an nien tate le speranze cli quel p rincipe. A . morì nel 1603 compi•anto dai s uoi popoli, che egli aveva governati sa.ggiaaucutc. Ah111ed ben Omar ben E l Aglcb. Generale, sul finire della dominazione Aglrebita. Dalla S ic ilia moss-~ contro ~falta e la occupò, nell'a nno 689. A hméd el-1,fréied. Capo tripolita.no, a ppartenente a famiglia nobile di T a rhuna; dopo la pace d i L osanna f u tra i capi ohe .propugnarono l'a,ccctta~ione del fatto compiuto. Venne qu ind i nominato caimacan di Tarh·.1na. Non p rese parte a ttiva alla r ivolta del 1915. Sotto il governatorato del Gcn. Amcglio fu nomin ato consigliere d i governo e quind i inviato in missione segreta. nel-l'interno ribelle. Affcrmata la propria influenza fra le pQpolazioni del suo territorio, il Mréied fece opera di modera7. ione, cont.ribucn clo alla liberazione del gruj)po prigionicd italiani <l'i Tarhuna, avvenuta nel luglio 1916. Dopo la concessione dello statuto l.ibico il J'Y{n: icd nel convegno di capi av,·enuto ad Azizia del 1921, si schierò fra gli oppositori d i Ramadan Sceteuj; ma rimasto u<Jciso quest'ultimo in lotte interne, e divenuto i l l,[reied l'esponente maggiore del dissidentismo tripolitano, capeggiò quel Comitato delle riforme, altrimenti detto comitato di Garian, le cui r ichieste d i autonomia furono <lai GoYerno ritenute inaccettabili. Dopo la rioccupazione d i .l\'1isurata, avvenuta nei primi

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del 1922, il con tegno del Mréied fu di aperta ribellione a•I Governo, contro cui armò e guidò la su a gente fino a che non f.u scattiato dal ,prQJ)l'Ìo territorio per effetto della riconquis~a italiana.

Ahmed Pascià . Generale tur<:o del secolo XVI , sotto Solimano T, corrrnn<lante dcll'a.rma1a ottomana nell'assedio di Rod i del 1522. Dopo eroica rcsistcma il gran maestro dei cavalie ri di S. G iovanni di Gerusalemme, ViUiers de l'Ile- A,:lam, costretto a ca;pi~are ottenne buone cond izioni da Ahmed-Pascià il quale in seguilo, ribellatosi a l sultano, trattò con i cavalieri la restituzione dell'isola. Scoperto il suo gh1oço, il pascià Ibnthim lo uccise e ne spedì la testa _a Costantinopoli. Ahmed esc S cerif (Ben J.iohàmnied es - Senùsi es Sa.ied), volgarun~nte indicato con la quali,fica. di « Gran Senusso ,,. Capo della Confraternita - Senusia, nato ml 1872, succeduto nel 1902 nell'alta direzione della Coe1fraternita allo zio Sidi el Màhdi, ohe lo aveva desi gnato, causa la minore età dei p ropri figli Odris e ErR idà. A l momento ill cu i Ahmed esc Scerif assunse la guida della Confraternita, questa poteva considerars i all'apogeo della -propria potenza. In Africa dominava su tutto il Sahara dalle oasi del Tuat al deserto libico, dal Fezzan e da.Ha Cirenaic« al llorcu , tenendo nelle SllC man i tutto il ccmunercio tra il F ezzan e il , Ciàd e particolarmente quello fri la Cirenaica e il Uàdai. Le zauic scnussite si estendevano nel Marocco, in AJ.geria, in T unisia e in T ripolitania, e a sud fino nel Uadà i e nel Dar Fttr. La su a influenza auivava nell'Hegiàz e nello Yomcn e le sue relazioni si estendevano aU'Irak, alla Persia e all'India . Ahmed esc Scerif, continuando l'opera del predecessore, dalla rproprial.·,..sede 'Cli G hiru, nel Borcu, si preoccupò d i opporsi a lla s is tema.ti1:a se pure lenta avanzata francese, e d iede perc iò nuovo impulso alla guerra nel Cassem. Il marocchino Sidi A'hmed Abù Aghila, da lui posto a capo delle bande senussile, riorganinati i fanali-ci Tuaregh ricominciò la guerr iglia con tro i fran cesi, ma il 2 ,dìcenibrc 1902 a B ir Alali veniva sconfitt,1 ed ucciso. Dopo questo insucce&so Ahmed esc Sceril abl,andonava il Borcu e Ghiru e s i ritirava a Cufra, dove fa<:eva erigere u n ,grande mausoleo come tom!Ja dd Màhdi, la cui salma era stata ivi trasportata. Però la guerra contro i fran<:esi, ,p er opera dei suoi luogotenent i, continuò nel Casscm, nel Tibesti, nel Borcu, nel Uadai nel l3aghirrn-i e nel Ca:uàr, fino al 1914, epoca n ella quale le vittorie fnmcDsi mettevano fine all'effettivo dominio dei Scm1ssiti su c1ue lle r~gion i. F rattanto, avvenuta l'occupazione italiana della L ib ia, !;attenzione della Confraternita s i volgeva: verso il nuovo pericolo, e più particolarmente verso la Cirenaica, . dove l'inHucn;,a d i essa era preponderante. l'erò <lu-rantc la guerra italo-turca Ahrned èsc Sccrif non prese,, pa rte at tiva alle operazioni. Partiti i Turchi, l'iruervento senussita avvenne subito. Nel maggio· 1913, Ahmed ese Scer if giungeva in Cirenaica, . verso Ain Mara, e ,p retendeva cli dare al proprio dominio il ca.ratiere di ve,·a sovran iti intitolandola e< Sublime governo senussita >l . Le operazioni ,militari della 4' Div., lo obbligarono però, nel settembre 1913, a spoS:arsi verso occid ente, andando prima a porre il suo cam{lo ad E l Argùb, poi alla Zauia senussita cli el Msm, . Nel febbraio 1914 si trovò ad ostacola re la no'stra azione of · fcn.siva su. esc-Scleicll!ma e pare fosse presente al com-


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battimento. Nel marzo successivo ,gli armati senussiti venivano sconfitti 11ella. detta locaJlità e ad Ageda:bia. Nel giugno gli armati scnussiti e lo stesso Ahmed esc Sccrif combatterono contro la. colon na Cantore. Verso i primi <li ottobre il Senusso ini,,ia.va una marcia verso l'est, con lunghe soste nei vari campi, raccogliendo armati, e,ortando i capi a lla resistenza, e i-adunando i figli dei ca.p i per condurl i con sè ed educarli. Sul finire dell'anno 1914 il Senusso s i sta.biHva ad Amsea.t sul golfo ~li es-Sallù,m, e il suo <'.ampo anda va aumentando di forza. raggiungendo nel successivo anno parecchie migliaia di armali. Nel n ove,nbre 19L5, in soguiito ad a,ccordi coi Turcotedesch i, Ahmed esc SceriJ', pur continuando a fronteggiare i nostri presid i in Cirenaica, si rivolgev:i, contro gl-i Inglesi. attaccando i loro posti stri confine egiziane. e obbliga11doli a s~ombrare es-Sallùm. Nel gennaio e ma rzo 1916 gli Jn~lcsi, coi due forttLnati combattimen ti di es-Sallùm e cli 1"1arsa Mat-r ich, 1battevano i senussiti e li obbliga vano a riparare nelle oasi egiziane di El Chàrgia, cd-Dàkla, et-Farà.fra ed ElBaharia, ove es.si tentarono di collegarsi con il S'lllt~no Alì D inar, del Dar Fm, a:ibclla.tosi agli Inglesi. :Ma, vinto e ucciso Alì, essi furono costretti a sgomberare le oasi del medio Egitto cù a. ritirarsi ad E l Girughbùb ccl a ,Siùa. Nel ,febb raio del 1917, le 'brillanti incursioni delle aruA11merl rs Sale.cl Idriss toblinclate inglesi· costr ingevano Abmed esc Scerif a fuggire da Siua ed a .riparare ad El Giagb1bùb, e d i là in Cirenaica.. Parve, nel momento fo cui la Senussia era ovunque battuta., che Ahmed esc Scerif volesse lasciare al cugino Ahmed esSaiecl l<lris, -g iunto 1dalla. 1focca nei primi del 1915, la d irezione della Confraternita, ma quella più c]le una abdicazione fu una delega. cli poteri per superare la cr is i. D,fatti I tal.i a ed Ingh ilterra conclusero con Idris, dopo la'boriose trattative, un « modus vivendi-» (primavera del 1917) per il qua:le quegli si impegnava. a mantenere l'ord ine nell' iMc.rno, a procedere al disarmo delle ,popolazioni e all'airesto <legli a,gitatori turchi, ed a sciogliere i Ca,J\i;pi armati senussiti che· r imanevano ccrme res iduo dello stato di ribellione. In cambio otteneva armi, viveri e denaro . Sulla fine <l'agosto del 1918, Abmed csc Scerif s' imbarcava su un sommergibile e si recava in Turchia, dove ven iva onorevolmente accolto e r imaneva per qualche an no come uno dei più venerati campioni, dell'I slam;smo, svolgendo anche una in tensa propagaJ1da a favore della ,guerra, a llorchè KcJna,l Pascià combatte\"a. i G-reci~ Passò ' in Mesopotamia ,pàl:tecipan<lo attivai.- • mente alle oper'<1zioni contro gli in glesi, ·dopo aver fatto ribellare ' m ili.cie .al loro servizio. Frattanto Ìl « modus vivendi >l c iren aico, trasformatosi in Patto d i · R egima /25 o't t. 1920), 1;nentre assicur ava nuovi ,v antaggi a lla . Senussia. non veniva d a · questa. ·applicato p er la parte d ei suoi impegni verso di noi. Siochè ]!alleanza ven iva nel 1923 denunciata, e ricominciava in Cirenaica lo sta.-

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to d i ostilità man ifesta. L a figura dli 1'clr~s passava in seconda .Jinea e r iappariva come anima del movÌJJ11ento a noi ostile l'antico a,vversario A'111ued esc Scerif. Ahmed (Scià-et-Abdali): Nato nel 1724, m. a Canclahar nel 1771. Apparteneva alla tribù degli Albclali (Afganistan), sotto11Jessa allo sciah Nadir. Costui nei 1746 fu assassinate nel Curdisra11 e g li Afgani, unitamente con gli Usbelck, avutone sentore, attaccarono i Persiani in battaglia che e,bbe esito incerto, dopo !a quale, però, A . eon i cava:licri Arbdali, attraversato il Chorassan, si diresse su Cand,uhar. Quivi giunse prop rio in tempo a fermare un convo~lio che portava a Na<lir i tribut i <leH'India. In b reve t01.npo r iunì sotto il suo potere tutte le famiglie afgane e così creò il regno e fondò la monarchia dell'Af,g anistan. Allo scop,J cli assicurare allo Stato una forza efficiente favorì la propr ia tribù riconfermandone i membri nel .p ossess·ò delle loro terre col salo obbligp d i fornire un contingente •p ermanente di cavalleria. ' E per gatantire- !'indi, pendenza del nuovo regno, mosse guerra ai popoli ostili, O ltre a varie lotte con le tribù dci'la regione, condusse varie spedizioni çontro gli Stati indiani. Nel 1747, du-rànte la prima d i esse, veniva arrestato e respinto nella pia-nura d i Sìrhind da un esercito mongolo, ma quattro anni dopo, tornato ndl'Inclia con maggiori forze, si impadroniva di Lahorc. Una terza spedizione A. eseguì nel 1756 e p rese Delhi; l'anno seguente _però, mentr'egli era tornato nell' Afganist.aJl, suo figlio T imu~ veniva sconfitto 11resso Lahorc. E infine, nel 1759, 4 .. r itornato nell"Incli,1, sc01fggeva i Mahratti presso Paniput. Queste conquiste furono però effimere chè i successori cl i A. non ,poterono mantenerle.

Ah u itzol. Ottavo imperatore degli Atzechi, antichi a,bitan.ti del Messico, eletto nel 1477. Per adempiere alla condizione imposta ai nuovi eletti, Ahuitzol mosse gue,·• ra ai vicini e vintili in battaglia conquistò una nuova provincia. ohe aggiunse al suo impero. Allora deposte le armi si d iede ad incora.ggia.re le industrie cd impiegò somme )ngenti per l'abbel'limento della capitale. Tenth pure <l i aboHre il iba~baro costume di sacrificare a.gli dèi i prigionieri di ,guerra e se non riu scì a sradicare cornpictamente quell'uso, ottenne tuttavia. che il mimero delle vittime d iminuisse considerevobnente. Alla morte lasciò il regno a Montezuma. II, sotto il quale i! Messico fu .conquistato dagli spagnuoli. Ahumada ( Don Pedro G,iron . diu;a d'A .). Generale spai;_'lluolo n. a S. Sebastiano, m-. a Madrid · (1788-1842). Durante la guerra d 'ins;lipendenro, contro la.· Fra,ncia, in qu alità d i _Cap~ idi S . :M., rese grandi servigi <; fu nominato membro d el Consiglio di Reggeina. Nol 1820, e 1poi nel 1835, 'DU nominato min istro della guerra, ma nell'anno dopo, rin seguito a lotte politiche, si ritirò a Bordearux, a vi1'a. ~dvruta. Aia. Fiumicello della Sa1bina, nelle cui v icinanze nel 390 a . C. i Galli con dotti d a Brenno sconfissero i RÒ-

mani. A-ia (o Aja}. Città cap. ,<lell'Ola,nda, p_res_,o la costa del mare del Nord, dal q uale distà circa 5 km . Nel secok> IX non era che un casale, convegno di cacda dei conti d ' Olanda.. Nel 1250 Guglielmo II d'Olanda. vi fece costruire un palazzo, e ne! 1527 l' A . d ivenné la sede del governo.

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242 Nel 1609 lo Spinola. vi conchiuse con gli Olandes·i 11na. tregua d i dodici anni; nel 1630 v i fu s tipulato il trattato d'a,lleanza f;.a O landa e Francia; nel 1658 F rancia è O landa vj firmarono con l'Inghilterra. un tratta:to p er il mantenimento dell'equilibrio degli Sta.ti

La casa del Bosco d el Nbrd; e nel 1666 O landa e Danimarca \li stipularono un trattato d'allcanz.1. contro l' I nghilterra. Nel 1668 vi fu stabilila una fonderia di cannoni. Nel 1672, il d um ~i L usscmb,urg9' ocrnpa.to l'Utrecht, approfittando della favorevole cirCo$tanza che il gelo aveva reso praticabile il tcn;iorio inondato intorno all'A .. alla testa <li 12.000 fan ti, forni~i di pattini, si onisc in marcia verso la citti. l\fa, sopra',cven11to improvvisa,mente il disgelo, l'esercito, circondato dall'acqua, ve,me a trovarsi in una s ituazion e perico-losiss irna. Urgeva, quin d i, ritirarsi, e l'unica via d i sa 1vczza era data da , un diga stretta e fangosa, per ragb'Ìungere la quale, però, •sarebbe occorso <li conquistare un -forte che ne sbarra.va !'a.e-cesso e che sembrava imprendibile senza l' ausilio dcli' àrtiglicria. Ma, alla stessa -g uisa che il puro caso salvò !'A., la fortuna salvò l'esercito del duca d i L ussemburgo. Infatti, il comandante del forte, senza motivo giustificato, abbandonò il posto, e il duca potè .raggiungere la diga e ritornare così ad Utrecht. Il 20 settembre 1697, nel castello d i Ryswyk, situato a sud-est -della città, fu conclusa la pace ohe pose fine alla •guerira ,cM Palatinato., l:,,V. R ysw,•k) . I•l 7 settembre 1701 fu conclusa all'A . la grande lega

contro il re di Francia Luigi XIV, fra Ingh ilterra , Olanda, Pl'llssiii e Austria, alle q u:ali si unirono poi anche jl Portogallo e la Casa Savoia, e, nel 1710, la nuovà lega, con tro lo stesso Luigi XIV, fri Aust;·ia, Tnghilterra, Olanda, Portogallo, Prussia. E il 4 ge1u1aio 1 ìl 7 'la triplice a!Iea11m contro Ja Spagna tra F rancia, Ingniltcrra e Olanda, -aJl-0 scopo di garantire l'wservanza. dei trabtati di Utrecht, e il 17 fcbbraiio l 720 Inghilterra, A'LiStr irL, Francia, Olanda, re Vittorio Amedeo di Savoia e SJ)~gna v,i firmarono il trattato <l'i ,,ia.cc cbe pose fine alla guerra ,contro la. Spa.gna. e <;he ·sa,11zio1uwa il bamt>to di Sici lia e Sa.r<kgna. fra le coni d'Austria e di Savoia. I l 19 aprile li94 l'Inghilterra, vi concluse; in proprio non1t, e in nome dell'Olanda, un trattato con la Prussia, per il quale quest'ultima s i imy,egnava di fornire 62.400 uomini alla coalizione dietro pa,gamento, <la µa rte delle due prime, di 50.000 ste rline a l mese, oltre al pane e foraggio, e ol!re a 4na somma <li 300.000 sterline ÌJer le p rime spese e 100.000 per ii 1·ito1'no delle truppe negli stat i prus3ian i. li 24 gennaio 1795 l'A.

l"asoiotti Dlanco Bruno Al'tom ?Ja.nn ini Gen. Zuocairl Delegati itallani alla seconaa conferenza <lolla Pace fu occupata dalla divisione Ìlonnaud,. e il 16 maggio v i fu firmata la p:l.'ce, fra Olanda e Francia., aJ le seguenti coooizioni: 1a Francia riconosceva la reipuhblica d elle Provincie U nite come pote'iiza libera e indipendente, e le gara ntiva l'indipen<lenza e l'aibolizione de llo Statoi-

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Rovescio Plsccheutia e.ommemorativia della conrerenza, modellata dallo sçultore Szima'i cli Parigi


dr:ralo. Fra le due repuhbliche veniva strefta a lleanza offensiva e difensiva per t utta la d urata. della guerra, alica.nza che doveva invece non a·v ere scadenza ~n ogni caso di guerra contro l'Inghilterra.. Le Provincie Unite mettevano senz'altro a disposizione della Francia 12 va.sce!Ji di linea, 18 fregate da. impiegarsi specialmente nel mare del Nord e nel mar Baltico, e concedeva, inoltre, alla Francia, mct/t del proprio esercito. I confini te rritoriali frtrono così staJbiliti : la Francia conservava tu tta la F iandra olandese, e d a lla parte della :ì\fosa e del Reno otteneva Venloo e l'vfaestricht e tutti i territorii a mezzodì di Vcnloo dall'una e dall'altra par te della Mosa, r intÌ ncian<lo cosi, in questo pun to, ad estendersi fino a l Reno. Inoltre, la F rancia. s i riserva,va la facoltà, in caso di guerra verso il Reno· o ve1cso 1ft Zelanda, di occupare le piazzeforti di Grave, .Bois-icDuc, Berg-op-Zoom. Il porto di Fle:,singa restava i n com une. La na,vigazione del Reno, della J\Iosa, dcll:t Schelda, dell'Hondt e d i tutti i loro affluenti, era d;chiarata. Hbera per sempre. Oltre a ciò l'Olanda pagava 100 milion i di _fiori ni. Infine, la Francia, per compen-

Pialazzo c:le1la Pace sarc l'O landa dei sacrifi.ci compiuti, le promet teva, alla conclusion e della pace generale, la concessione di territorii tolti ai nemici, e nelle località più· propizie a l:a vantaggiosa. delimitazione d ei confini comuni. Nel 1806, r icostituito da Napo1eone il ,egno di O landa, e deliberatane la co1;ona. a l fratello L uigi, la sede del governo fu trasferita. da.Il' A . ad Amsterdam, e ritornò all' ,l. nel 1814.

La ConferMza dell'Aia. L a forza milita.re d ella. Germania, in continuo au1t11ento per impulso d ell'imperatore Gugliel;no, i l qua le era assecondato e seguito nello stesso cammino dallo Sta to a ustro-ungar ico, a t trasse, nel 1898, la considerazione dello Zar Nicola II, quando appunto la polit,c,t militare degli i mperi cent rali assunse carattere minaccioso. Infatti, la. tendenza d ella Gem1ania costringev:i. gli altri Stati ad una gara d i armamenti pericolosissima, così che i ~ ma n tenimento della pace d ipendeva e~clt1s1,vamen tc daH'equilibrio di due grupp i rivali di n azioni : Germania, Austria, Italia da una parte; Russia e F rancia dall'altra. E Nicola II, a mezzo d el manifesto del ministr.:, degli e., teri, conte Mura.viev, in data 28 agosto 1898, diretto ai rappresentan ti degli Stati accredita.t i p resso lo Zar, propose la r iunione di una confer enza ,.che avrebbe dovuto occuparsi del p robl~ma

243 del mantenimento della pace ,g enerale, e della r iduzione, per quanto possibile, <legii armamen ti eccessivi, gravant i su t-utte le nazioni. li 18 maggio 1899, la C0'.1ferenza si radunò all'A ., nella « Casa del Bosco i>, fatta r.ostruice da Federico Enrico d'Orange, partecipanti 2~ Stati, sotto la presidenza del barone Staal, capo della. deleg,1zione r ussa, e si chiuse il 29 luglio. Fra i pcrscnag,gi p iù im portanti che vi presero parte, seno da n1enzionarsi : i l conte Nigra e i l .conte Zannini per f I talia; il conte d i ::11'.unster per la Ger mania. ; i l conte Beaufort per l'Olanda ( vice presidente della conferenza.) ; sir Ju lian }'auncefote per l'Inghilterra; Leon Bourgeois per la Francia; <lon Ca.rlos O' Don nel duca di Tctuan per la Spagna; i l barone Bildt per la Svezia e N orvegia ; Benaert per il Belgio; Dc :llfier p er il :Messico (il solo paese d'America che, oltre agli Stati Uni ti, sia stato invitato dallo Zar); il cap itano Ma.han e il capitano Crozier per gli S. U. d'A. La conferenza non riuscì ad a lcun Tisultato prat ico. Stabill la formazione d i un 'superfluo ed ù1efficace 1rrbuna!c d i permanente, (1,11bitralo, e fomnl'!ò una Convenzione ·o irca le leggi e usi d i guer ra. Il 15 luglio 1907 fu inaugurata. all'A. l,L sernnda cÒnferenza in ternazionale per la pace, alla qual!! parteciparono i ntppresentanti d i 47 Sta.ti. Lo scopo era quello d i stabilire tassativamente un limite all'aumento degli arma.menti, a rgomento, questo, sommerso al primo inizio della conferenza. precedente. I l risultato, nella sostanza concreta, non fu d issimile a quello del 1899. Nel 1907 stesso, l'a.mbasciatote russo .Nelidoff, in 1,ome <lello Zar, pose solennemen te la prima pietra dell"edificio destinato ad ospitare il tribunale a r bitra!e in ternaz ionale, e nel 1913 il palazzo Iu inaugurato daìla regin a Guglielmina. :,.wentre s i cost ru iva questo edificio avvennero la guerra italo- t urca e le due guen-e ba.J.caniche, e un a nno dopo la costruzione, sc6pp iaqi. la guerra mondiale. Fu allora che, avendo lo Zar Nicola telegrafato a ll' imperatore Guglielmo, pregandolo d i trattenere l'Austria dall'aggred,ire la Serbia, e di adop erarsi affinchè la questione fosse definita dal tribunale del!' Aia, i l K a iser ann otò sul telegramma: « escluso >J, e la guerra passò senza che il Tribuna le del!' Aia, creato con lo scopo di impedirla, potesse interveni..re. Il ,più recen te ,trattato ~lei!'A . è qucllo <lei 3 aprile 1925, fra Belgio e O'lan<la, trattato che modifica le cla:usole del traòtato di Londra del 1839. Con quello del 1925 l' Olanda riconosce l'aboli,ionc deU,i neutralità belga e l'..1.'b olizione d ella olausola. concernente il carattere esclusivamente commcrdale ·d el porlo d i Anversa. Di questi nuovi a,ccordi HcJ,gio e O!a.n<la hanno informato la Francia e ['Inghilterra , le quali due N a7,ioni si er ano rese ,g aranti -del tm tta to <lei 1839; e>d esse hanno consentito negli accordi medesimi, oiò che implica. il completo a.nnull,1.mento del trattato d i L ondra sopra citato, ed un·p lica. sopra,trt,utto la oancellazione <leilla dicitu ra cli ·« stato penpctuamente n eu trale >i appli<:ata a l Belgio con l'art. VII del trat tato <li Lon<lra.

Aiaccio (o A jacc·io). Città capo!. della Corsica, nel golfo dello stesso nome. P atria d i Na.poleol).C I . E pbe questo nome dal secolo IX, quando la. preser o i mo,·i e la chiamarono Alj_az, come si chia.mas:a il loro duce. Sulla fine del secolo XIV i genovesi, padroni almeno nominalmente dell'isola, fÒrti,ficarono A. e quivi poco dopo i corsi vennero ,id assedia.rii, li costrinsero alht resa, e ru!Jbattcrono le fortifo;azioni.


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N cl 1553 il corso Sampiero, per ordine del ge11erale De Thermes, ;prese la città e la 5,-accheggiò. Il generale allora ricostrui le for tificazioni c<l eresse la cittadella, e i francesi la tennero fino al 1559 quando l'isola, pc! trattato idi Gateau Cambrésis, tornò alla repubblica d i Genova. E questa accrebbe le fortificazioni, munendole di vasto fosso, e ingrandì la cittadella; tanto che, avendo il Sampiero tentato di -prendere la città, non vi riusci, e lasciò la vita nel tentativo. Altre volte, in seguito, gli :isolani -cercarono, ma sempre invano, di impadronirsi di A iaccio fu10 al 1729, anno nel quale, durante l'insurrezione 6enerale contro il damin io ~enovese, i du"! corsi Ceccaldi e G iaffcri, alla testa degli insorti, cac-

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Aider Alì. V. Hyder Alì. Aidùco. Ant. Soldato di fanteria ungherese ar mato e vestito alla maniera na7.ionale, come sono- per la cavalleria .gli Ussari. Questi soldat i derivavano da una j)opolazione che nel Medio Evo lasciò la pastorizia per darsi al mestiere delle aPmi, e contese per un certo tempo la frontiem meridionale dell'Ungheria ai Turchi. I n seguito si sbandarono sotto la pressione di costoro e si diedero al ,b rigantaggio (secolo XVI); in principio del XVlT secolo furono r ior.ganizzatl da S tefano Bocskay contro gli austriaci. Gli .Aidùchi furono dal 13ocskay ·r icompensati per il loro valore in tale occasione, mediante la concessione di un territorio c-he formò poi il Comitato di Haidù nell'Ungheria.. Aùiùchi. Nome dato a certi soldati della Guardia speciale del Grand-uc:i. di Toscana nel 1776.

Aigremont (barone i). Maresciallo di campo francese morto nel 1827. Era ritenuto per uno dei l'Jiù valorosi ufficiali di caivalleria. Alla testa dei suoi corazzieri, nella ·batta.glia d i Wagram (1809) si meritò i l titolo di ufficia.le della Legion d'onore e in Spa.gna !a promozione a generale. ~el 1814, passato all'obbedienza del Duca <li Berry, fu nominato maresciallo di campo. Aigrette. Voce francese corrispondertte a Pennacchio (v.).

cia.rono da A . le truppe della repu.l:,bli-ca. A. passò alla F rancia, insieme con 11'isola, in seguito a.I trattato di Versailles del 1768. Sul principio del marzo 1815, N a poleone, mentre veleggiava <!all'isola d'Elba per la Francia, spe<lì in Corsica alcuni enùssari, ohe riusci~ono a raccogliere circa quattromila uomini nelle qnontagne, con i quali tentarono di prendere A. La città era. difesa dal colonnello Vrcler, partigiano di Luigi XVIII, il quale aveva ai suoi o rdin i un reggimento di fanteria. e un tlistaccamento d'artiglieria. II Vicler oppose energica resistenza agli. assalitori eseguendo anche va.rie sortite e si difese fino al 26 aprile, giorno nel quale fu costretto a capitoiare.

Aibeck. V . Mammal1.,.cchi. Aicardi (o Aicardo) (Ia.copo o Gim1an-G-iaco1110) da Cuneo, nato verso il 1580, m . nel 1650. Ingegnere militare al ser-vizio della repubblica d i Genova, il quale ,concorse a.ll'erezione della cinta ,bastionata che i genovesi, ·in seguito alla controversia insorta con la Cor:e d i T orino, <livisa.rono rdi costruire nel 1625, in modo da collegare le creste dei monti che circondano la città e la dividono dalle valli del Risagno e del Pokevera. Egli etJbe ila k:lirezione <li ,quella ,parte delle mura che dalla Darsena vanno alla punta del lvfolo. Aicmofore. I Greci così c hiamavano le ,guardie del re di Pe;rs.ia, perchè armate di una lancia. I monu': menti antic-hi rappresentano sovente questi guernen presso alla persona Idei re, forniti di uno scudo rotondo e d i un casco, e am1ati di una 1ancia innestata su <li un'àsta lunga cÙ'ca due metri.

Aiguebelle. Borgo della Sa,voia, già forte nel V secolo, nella quale epoca fu distrutto dai borgognoni. Riedilì-cato,. venne ancora distrutto ~'erso la metà de:I secolo IX da.i Saraceni. e ricostruito nel 998. I conti cii Savoia, <::he lo a:bitarc1"&>, lo circondarono di mura e di fossato, eld eressero un robusto ca.stello in posizione élevata.. Nel 1536, le truppe di F ra ncesco I presero la città dappri1;,a e poscia il ca.stello, e lutto smantellarono. Emanuele F iliberto ripristinò le fortifica.7Joni. A . f.u presa nel 159 7 dal maresciallo Les<liguièrcs e dopo ostinato assedio ripresa l'an no seguente da Carlo Emanuele I. Nel 1600 A. fu ancora assediata dai francesi di Enr ico IV, condotti da.I duca d i Sully, il quale riuscì a costringere alla -resa i savoiardi che d ifendevano il castello, collocando artiglierie in posizioni dominanti e battendolo ei:ergicamente, fmo a provocare lo scoppio del .magazzino delle polveri. La guarnigione del castello, per l'eroica. resistenza, ottenne dal duca onorevoli condizioni. Nel 1742 A . ven iva presa dopo breve resistenza d ai gallo-ispani comanda.ti da Filippo di Parma. N cl 1590 Ca.rio Emanuele l;. aveva eretto A . (Acquabella) in baronia a favore di Amedeo Gerbaix de Sonnaz, generale della s ua ca,valleria. Paolo N eveue d: Aiguebelle. Ammir~lio cinese, n. in Francia nel 1831, m . a Parigi nel 1875. Servì dapprima nella marina francese, e vi raggiunse il grado di lu~otenente d i vascello. D al 1862 al 1864 partecipò alla guerra contro i Tai-Pings nella provincia del CeKiang. Avuto il comando in capo delle truppe, assaltò e prese Hang-Cen, nel 1864. P oscia abbandonò la marina. francese ed entrò al servizio del Governo cinese. dove organizzò l'arsenale militare d i Fu~Cen-F u, met: tendolo in gra<lo <li -costruire navi da guerra, nel 1869. con il concorso d i altro ufficia.le ·-francese, Giqucl. Il governo cinese diede al D'A. il rango d i mandarino d i prima .classe e lo nominò grande ammira,glio della flotta.


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Aigues Mortes. Città della Francia meridiona!e, circondata da saline e paludi, a 8 km. dal mare con cui comunica per mezzo di un canale. Venne fortHicata nel secolo XIII per opera dei re di F rancia e su disegni di G uglielmo Boccancgra. Luigi IX fece scavare il porto allo scopo di servirsene come 1base per le spedizioni in Terra.santa, e da A. lvi. partì infatti per le due crocia te del 1248 e del 12i0. Le fortifica:.ioni di A. M. sa rebbero state modellate

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Aigulllon. Città della Francia, già mumc1p10 romano (Acilio) (nel ·) 1cdio Evo piazza forte), alla confluenza d el Lot •con ila Garonne. Asscclfo di A. Nel 1345 Giovanni di Buono, duca di Normandia (e poi re d i Francia) ,,i assediò un corpo di inglesi che se ne erano impadroniti, e stavano sotto il comando del conte di P embroke. Le robuste mura di A. resistevano ottimamente alle varie m acobin e 'di guerra adoperate d ai .fran-. cesi; quak he autore sostiene che si s iano adoperati pe1 la prima volta i cannoni in questo assedio. Gli assediati distrussero per quattro mite i ponti gettati dagli assedianti sulla Garonna per giungere alle mura. UHa serie cli assalti 'fu energicamente resp inta. P er qua~tordici mesi Giovanni si ostinò invano contrn la piazza, finchè. essendo sbarcato in Francia Edoardo IV di Inghilterra, fu costretto a togliere !'assedio, nel 1346. Aigun (Trattato cJ.i). Stipula to nel 1S58 ad A .. citt:i. della :M anciur ia sull'Amur, tra la Russia e la Cina. Questa cedeva a quella. il territorio della sinistra del1'Amur, 'Cla A. fino al mare. Tale trattato fu confermato nello stesso anno ( 13 giugno) a. Tien 'tsin, e il l4 novembre 1860 a Pechino.

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Torri n:mcbeggianll una porta in seguito su que lle di Damietta, offrendo Lm moc.lel!o di fonilkazion i medieval i rimasto ancora intatto. Han no la forma di un parallelogramma rettangolare, con 546 m. di lunghezza per 332 di larghezza. Le mu~a hanno due metri e mezzo d i spessore alla base e l'altezza d i lJ metri. Nell'in terno della c in t~, si acced~ alla sommità per mezzo d i larghe scale scoperte. Le mura sono coronate da una linea di merli con strette feritoie, e recano una serie di vedette e ballatoi, men-

La porta delle corcHgliero

tre quindici torri sono scaglionate sugli angoli, di fia::co :lJlle !Vorte e lungo le mura. Nel 1286 l':immiraglio Ruggero d i Lauria, a l servizio degli Aragonesi, dopo l'impresa e.li Agde eseipì quella di A . M., forzandone il porto ed impadronendosi delle navi francesi che vi s i erano r ifugiate. Un ultimo a.vven imento m ii. registra la storia d i .4. M., nel 142 1, quando un corpo d i borgognoni, -durante la guerra degli Anmagnac, vi fu com,pletamente distrutto da questi avvcrsarii.

Ailly (Pietro d'). Chirurgo francese del secolo X Vll, morto a Parigi nel 1684. Esercitò con molto successo la chirurgia e fu ritenuto l'autore d i un « Trattato s ulla cura delle ferite di armi d a fuoco» . Quest'opera però non è altro che la traduzione dal lati no di un trattato sullo stesso argomento scritto dal P a lizzoni professore allTniversità di Pado,·a, al quale trattato il D' Ailly non fece che delle aggiunte. Aimere (o A dshmcl') . Città dell'India inglese nel R.ajputana, su i monti /\rava.lii. Antiche fortificazioni. Durante la ribellione dei Cipai, sul principio d el 1857, era ad A. un grande arsenale mii., contenente artiglierie, armi, '!l1u11izioni, drnaro. Due cornµagnie di cipai, favorevol i , i ri•voltos i, lo cust<1d;vano. li.fa. il tcn. coi. D ixon potè in tempo inviare ad A. un bgl. di :'.\Cair, i quali, eseguita. una rapida marcia di 60 km., riuscirono ad occupare l'arsenale, la cui perdita avrebbe rappresen tato per gli inglesi un avvenimen to mol to grave. Aimone, :'.\'ome cli uno dei figli d i T omaso I d i Savoia, all'epoca di Amedeo IV, pure figlio <li T omaso I e dopo di lu i salito a l trono, nel 1233. Il fratello Aimone, d'aocordo con un a ltro frarcllo, Pietro, si ribel lò a<l Amedeo IV e ,gli mosse g Lierra, radunando t1,uppe e invadendo la valle d' Aosta , L'A. voleva una pane <lell'eroclità paterna. La guerra durò un anno circa, e il 23 luglio 1234 si firmava la pace fra Amed.:o e A ., nel castello ~!i Ch:iUon sul lago d i Ginevra . A , ebbe in fe,1<10 la pante bassa -del canton Va llcsc, ma non stette qu.ieto verso i feudatari vicini, contro quali prese spesso le armi. Morì ne] 1237, d i lebbra. Ai11ume (detto Il Pacifico). D ecimosesto conte d i Savoia, n. a Bourget ne lla Bressa il 15 dicembre 1291, m. nel Castello d i Monmeliano il 24 giugno 1343. Era figlio -di .-\medeo V e, come cadetto, secondo l'uso del tempo, fu destinato alla carriera ecclesiastica. Essendo però morto il fratello Edoardo, senza discendenza maschile, fu di ia,mato a succedergli, e sebbene a malincuore dovette accondis-:endcre alle prc,ghiera degli amba.sciatori e del papa Giovanni XXIT, presso il quale viven tranquillamente in A,rignone. Sua prima cura,


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Aimone il Pacinco

appena ebbe le reclini dello Stato ( 1329) fu q uella <lei rior.dinamento della sua amministra,,ione, e la restaurazione <lclle finanze esaruste per ,J'ec.ccssiva liberalità del p atire e clcl fratello. Ingrandì i suoi posses.5i diante il matrimonio con Violan te, figlia del 1n archese 'Jìcodoro Pa.leologo di Jl,fonkrra.to, ma per àssicmarc una pace stabile rui suoi possedimen ti dovette sostenere u na guerra 'Cli quattro arn1i con Guido VI H il D elfino dj Vieru1e, con la <famiglia de l quale i Savoia eran o da lunghi amni in 1g,ueu a . Egli lo sconfisse •a Monthoux nd luglio 1332. Dopo di d ò, si dedicò t,utto al miglioramento dei suoi Stati, che portò a -grande 1nosperitlt. Tuttavia riprese talvolta -brevemente le armi per rld urr~ a lla ;agione qualche signore· ribelle, e durante la guerra tra Fili~ VI d i Va:lcis e Odoardo III d'Inghilterra . / i\.ljbracciaita allora la causa <lei primo, gli SIJ)edì 11cl 13-33 un <eot;po <li truppe, e l'anno s<:>guen te s i recò eg,Ii stesso "in Francia conducen do seco rinforzi e partecipando d irett.a,nente all'assedio di Tournai. R iuscito a comporre il dissi,tio .fra i due mona~ohi tomò in Savoia e aiutò con proprie milizie Azzo contro Lodrisio Viscon ti ; per merito dei savoiardi fu deci~ a Para.biago la vittoria a favore del p rimo.

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Aimone di Smwia-Aosta, ckica di Spoleto, n. a T orino nel · 1900. Allievo nelJ.a R. Accademia Nava le nel 1912 ; promosso Guardiamarina nel 1916; Sottotenente d i vasce'llo ne l 1917; T enente d i Vascello ne,! 1918. Crumpagna d i guerra Italo-Tw,ca 1911--12; Medaglia ,commemorativa della Gu erra Italo-T w-ca 1911-12; Campagne . di guerra 1916, 1917, 1918; Medagl ia commemora~va della ,guerra 1915-18; Medaglia di bron zo a l valor m ilitare 'J)er Decreto Luogoteaenziale 27 gennaio 1918: « I n un corniba,ttimento notturno, sotto intenso fuoco nemico, ,dimostrava sernno a1xl'imen to e coadiuvava. il Comanda nte n e lla condotta della n a ve con esemplare -prontezza e perizia» ( !Vlto Adria.ti'co, 29 settembre 1917); Medaglia. d'ar,ge.llto al va.lor militare per Decreto lmogotencnzi,1le 22 dicembre 1918: << Capo Ji squadriglia di ilirovolanti, in numerose azioni di bombardamento, sia <liUTn e <èhe notturne, su impor tanti obbiettivi nemici, guidò ;brillantemente la sua squadriglia. Costante esempio ai l!)ropr i d ipendenti di ardimento e generoso ent'Usiasmo, affrontò r isolutamente l' intenso

fu(}CO ne mico ohe colpì ,più volte il suo aJ>pa1·<:>echio JJ . (Alto Adriatico ·maggio-settembre 1918); Croce al mc;·ito di g uerra : « P ortava bri'llant<:>mente la sua squadriglia ·a bomba.rda re la Stazione Idrovolan ti d i P ola <lam1cggiando gravemente 1' obbiettivo 1.n algrado l' i11te1Jso fuoco nemico» . (Or <line <lei giorno 23 dicembre 1918 delle Forze Navali del ~ edit'tiÌ-,-aneo) ; Medagiia di bronzo al valor m il itare per Decreto Luogotenenziale del 29 .giugno 1?19: « Osservatore aereo d i un iclro;,olante, eolto da turb;nc di eccezionale violenza, veniva ,sbalzato fuori ciel gal'lcggiante . Nella .gi;avc circostanza serba.va ccmtegno calmo e sereno dando prova di amn1irevoli qualità di freddezza d' animo e d isprezzo del pericolo». (,Cielo di T r ieste, l i marw 1919); Medaglia ricordo dell' unità <l'Italia; Meda.glia intera lleata d ella V ittoria ; l\fo<laglia di benemere.n za p er i volon tari de.Ila Guerra I talo- Austriaca 1915-18; Gra1,de ,cordone dell'ordine di Carlo III d i Spagna.

Ai n. In ~rabo, sorgente, ;p lur. ai11un , di\ninutivo auèna. Nome che m@lto frequentemente r icorre nella toponomastica. 'aràba. Ain'is Nicola . Generale, n . e m . a Napoli (18401921). Alu111w Alfiere d'artiglieria nell'Esercito delle Dtte SiciVie (1859), passò nel 1361 nell'Esercito italia no, ,p artecipa,1do, n el grado d i Cap itano, al la cam.pagrn1 del 1866. Ebbe da Coloru1ello (J.889) il comando <lei 20" R egg. Artiglieria e resse quindi I.a D irezione d 'Artiglieria d i Ta.ran to (1895). Promosso Maggior Gen.c-ra.lc nel· 1897, fu Comand ante d'Artigl ieria in Roma. sino a che nel 1899 fu collocato a sua domanda in pos izione ausiliaria . Raggiunse nel 1905 il grado d i tenente genera'le nella r iserva . Aln-Kebira. Colle per il quale si accede alla re-


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gione montana d'Algeria, compresa fra Lalla-)faghrnia, Tjcmma-Ghozonot, e l'»nhoccatura della T afna. Il i3 ottabre 1844 il dc La.rnoricière, con 4500 baionette, 600 cavalieri e IO cannoni d a mon tagna, fronteggiava questa località, dove i nemici si erano riuniti. La posizione, che il generale a,·e,·a il giorno innanzi riconosciuta, poteva e~scrc attaccata a destra per un sentiero abbastanza coperto. e a sinistra, ma con maggiore difficoltà, per fesistenza di pendii scoperti al tiro di fuc i!Peria. Al centro una dorsale ripidissima. costituiva un elemen to d i separ:,zione fra due colonne che avessero attaccato ai due lati. Il dc Lamoricière formò, quindi, tre colonne d'auacco: una, comandata dal generale Cavaignac, compo~la del 41° di linea e di una sezione d1 montagna, fu avviata a sinistra; 1 bgl. del 20° leggern, romandato dal colonnelìo Gacbot, fu destinato ad operare lungo la giogaia del centro; il de Lamoricière stesso si diJ"csse per il sentiero d i d estra. Le tre colonne mossero alla sle5sa ora, e furono subito accolte d1. nutritissima fucileria. Quella di sinistra, nonostante le perdite sensibili e la difficoltà del terreno scoperto, i•~ brove tempo, media11te un superbo sl:u1cio del 4 1", co11·• quistò la posizione, mentre le altre due colonne riuscivano anch'esse a raggiungere l'obbiettivo. Così rìmportante colle <li i\in-Kebira restò in potere ,lei Lamuricière. Questa vittoria rese possibile a.Ile tre colonne <.!i operare ra;,idamente in modo da chiudere lé stradr ddl'owst e cacciare verso il mare le popolazioni ribelli clic s i trovaJ"Ono costrette ad arrendersi.

Ain Ma hdi. Località dell'.\lgeria, assediata nel lS.,S <la Abd-cl-Ka<ler. Aveva allora una cinta di mura merlate, d i <lue m . di spe3sorc e otto d'altezza, e torri a protezione delle <lue porle. Difendeva la città il marocchino Tegini, che ne era signore. Abd-el-Kader si impauron\ con ing,lnno di A. M . e ne fece smantellare le mura. Ma Tcgini, raccolti i suoi, costrinse l'Emiro a ritirarsi e riedificò le iorti1kazioni. Ain- Mara. 1.oça!ità a Sud Ovest d i Derm, in fertile· vallata. Fu campo di Sidi Ahmed esc Scerif, ne1kt primavera del 1913. quando questi intctvennc direttimente in Cirenaica. L'IJ e 12 aprile 1913, u na colonna d i truppe al co-

mando del Gen. Tassoni, sbarcava a Tolmetta. e conquistato El ' )Jcr.; procedeva villorios1mcnte ver3o oriCJ1!c. Occupata .\in )bra che rimaneva presidiata. s1 collegarn il 19 giugno · con una colonna comandata dal generale Salsa sul campo arabo di Euangi, teatro un mesè p.-i:na cli un nostro sfortunato tentativo. Ncll"ottobre 1915 Ain-Mara, in s~guito alla peggiorata si-

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tuaz ione coloniale, sia per la ripercussione della rivolta tripolitana come l)cr le condizioni generali politiche in di-pendenza dal conflitto europeo, veniva sgombrata; il ripiegamento per0 si effettuava senza pre~sione da parte dei ribelli.

Ain slie (Giorgio Roberto). Tenente generale inglese, n. nel 1776 m . a Edimbur-go nel 1339. Fu governatore della Dominica, nella qual carica si acquistò grandi benemerenze per i servizi prestati. Abbandonato l'esercito ~i dedicò alla numismatica e raocolse una preziosa collezione di medaglie e monete anglo- normanne. Ain-Taguin. Località del piccolo deserto presso la sorgente del Taguin, nella provincia di Algeri. Vi fu distrutta la « smalah " di A<b<l,-cl-Kader, dal d uca di Aumalc, il 16 maggio 1843. Gli arabi chiama,·ano s:nalah la riunione delle tende d'un capo potente dove erano depositate le sue riçchezze e i suoi rifornimenti. Era come una città ambulante, difesa da un cor po di truppe scelte. L'accampamento di Abd-el-Kadcr era cos ì composto e disposto: presso la sorgente del Taguin stava la tenda <lcl l'emiro, puntò centrale del campo, circondata -dalle tende dei suoi parenti e dei suoi serv i, raggruppati in cinque villaggi cbe costituivano il primo recinto. li secondo recinto era composto di 10 villaggi, e il terzo ,di 207. TI quarto, più o meno prossimo ai villaggi · principali. sistemato subordinatamente alla fonna del terreno e alle risorse che offriva (acqua, legna, pascoli), cr:1. costitu ito da sette tribù noma<li, distribuite in 146 villaggi. Si valutava a 20.000 individui la popolazione di quella città errante, a 5000 il numero degli armaci di fucile, dei quali 500 fanti regolari e 2000 cavalieri. Il 10 maggio, il duca d' Atunale era partito da Boghar .con 1500 baionette del 33• e 64° di linea e de i zuavi; 600 cavalieri fra spahis, cacciatori, e gendarmi; una sezione di artiglieria da montagna. Srgu iva una colonna di 800 fra cammelli e muli con 20 giornate di vh•eri e orzo. Il principe si era proposto cli raggiungere la sma lah cli .i\ibd-el-K:1.Cler che, allora, come d a notizie degne di fede, doveva. trovarsi nei pressi di Gugilah. e di opera.re coordinando la propria 1zione con quella del generale de Lamoricière, o indipendentemente nel ca.so d1e circostanze imprevedibili avessero trattenuto quel generale nella provincia d i ),!askara. Urgeva quindi anzitutto dirigersi al piccolo ,,iJlaggio che il 1-1 maggio ragg iunse e circondò. Dagli abitanti seppe che Abd-el-I<ader si tJ'Ovava accampato a circa quattordici leghe verso sud, e, quindi, nella notte sul 15 la colonna si diresse verso quel punto indicato. Ma, da alcuni ind ividui sorpresi nei boschi, il duca d'Aumale apprese che il nemico ave,·a levato il campo ia sera innanzi e che si era diretto ver.so Ain-Taguin, con lo scopo di arrivare da quella parte al Gebel-i\mllir, nnonlagna. che gli offriva ruhbondanti messi mature. Sc;,pe -pure da costoro che il generale de Lan10ricièrc era di~tantc alcune legbe \'Crso S. O., e che la sua presenza. aveva appunto dctcnninato il movimento di Abd-el-Kadcr. In talè situazione non restava al duca d'.\umale che una sola decisione: raggiungere AinTaguin per attendervi Abcl-el- Kader, qualora non '"i fosse ancora. giunto, e, t rovandovelo acca1npato, precludergli la strada dell'e.,t e cacciarlo sul Gebel-Amur dm·c, stretto fra due fuochi, difficilmente avrebbe trovata una via d i ~campo. Per attuare questo piano occorreva percorrere in una sola tappa una d istanza di


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oltre veuli leghe, a traverso <li una regione priva d'acqua; tuttavia. confidò di poter superare tale d ifficoltà facendo assegnamento sull'energia e sul morale elevato delle truppe. Divise, perciò, le sue forze in due colonne; una, !Jiù celere, composta tiella cavalleria., dell'artiglieria, dei zuavi, ai quali assegnò anohe ISO muli per il trasporto dei bagagli e degli uomini stanchi; l'altra. composta. di due battaglioni d i fa1;leria e di cinquanta cavalieri, agli ordini del luogotenente colonnel lo Chadcysson che avn~bbe dovuto scorta re le salmerie. E, dopo un riposo di circa tre ore, le due colonne partirono. Verso le ore ll del giorno 16 il duca. d. Aumale giungeva con la cavalleria a circa 1000 metri dalla sorgente del Taguin, al d isopra della quale stava la s malah di Abd-el-I<ader che, non informato dc! movtmcnlo del principe, si era assentato con i principali suoi comandanti dipendenti. In quel momento la maggior parte <legli uomini, che Rveva.no appena finito di rizzare le tende, pascolavano il bestiaime nella piana. Per non lasciar tempo ai combattenti nemici di riordinarsi, e per trarre da.Ila sorpresa tutti i vantaggi, non ostante che gli zuavi e l'art iglieria fossero ancom di~tanti circa due ore di marcia e m algrado la impressionante superiorità del numero dei nemici, il duc:1 d' .\umale ordinò senz'altro l'attacco. La cavalleria. si avventò in una carica travolgente; a sinistra gli spahi., assalirono il villaggio centrale d i Ab~l-el-Ka.der sbaragliando la. fanteria regolare che si difese disperata-

mente ; sulla dest ra i ca.cciatori, rovesciando ogni resistenza, attraversarono t\ltte le tende e giunsero ad dl'restare la testa della colonna dei fuggiaschi. D opo un'ora e r.1czza la vittoria era completa.. Circa 300 arahi giacevano al suolo, e restava no in potere del duca di Aumale circa 5000 prigionieri, 20.000 crupi d i bestiame. i! tesoro di Abd-el-Kader, gli avanzi della sua artiglieria, e quattro bandiere. Il 18 maggio, la colonna. prima di lasciare ciucl campo di battaglia, diede alle fiamme l'accampamento e la par ie del bottino che non era possibile trasportare.

Aìn Z àra (1° Combatti111r11to di). (G11erra Italo-T11•·ca - 4 dicemb,-c 1911). Dopq il combattimento d i Hcnni del 26 novembre, il Comandante del Corpo d i spedizione decideva di procedere senza indugio alla occupazione di Ain Zina, località indispensabile al ncmic0 come base secondaria fra l'oasi di Tripo li, teatro della guerriglia, cd i suoi centri di raccolta e rifomimcnto: perduta Ain Zàra. gli arabo-turchi non a.ncbbero più potuto tenere l'oasi, data la minaccia di fianco che da quella pQs izionc si poteva esercitare in d irezione di Sugh cl-Giùmaa e di Ta,giura. Il comando confidava poi che :e popolazioni del Sahel e di Tagiura. liberatesi, con l'allontanamento dei Turchi, dalla diretta soggezione alla loro temuta a utorità, si sarebbero decise a.Ila sollo111issionc.

Ordi11c di operazio11e. Dopo aver eseguiti nella gior-

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nata del 3 dicembre gli spostamenti necessari per i: concentramento delle forze e dei mezzi, nel · pomeriggio dello stesso giorno il gcn. Frugoni, comandante del Corpo d'Armata speciale, emanò l'oroine di operazione, con il q11a le, manifestato l'intendimento d i attaccare l'indomani il nucleo principale nemico ,per impossessarsi di Ain Zara e tagliarne le comunicazioni con l'oasi di Tripoli, disponeva che si sarebbe operato su tre colonne: - La ·colonna di destra, agli ordini del Gen. PecoriGiraldi, for te di 2 briga te di fanteria: Br igata mista Lequio (2 bgl. granatieri, bgl. alpini Fenestrelle, 11 ° Regg. Bersaglieri); Brigata G ia rdina ( 6° e 40° fant. ~u 2 bgl. dascuno); in tutto 10 ,bgl.; 2 squa,droni Cavalleggeri Lodi, 4 btr. mont., 2 comp. zappatori genio; uscendo alle 6 dai trinceramenti meridionali presso la casa di Q iamil 'bey e procedendo per la si nistra dell'Uadi Migen in, doveva impadronirsi di Ain Zara. La col. centrale, a.gli ordin i del gen. Rainal di, composta della 1• brigata (82° e 84° fant., su 2 bgl. ciascuno) ed una btr. mon t., doveva attaccare le forze nemiche tra Ain Zara e l'oasi per agevolare l'azione della colonna di destra sulla quale dovova regolare il proprio movimento, procedendo per la sinistra dell'Uadi Migenin. - La col. <li sinistra, al comando del Colonn. Amar i, oompoota di 2 1bgl. •del 52° fant., .doveva mettersi in posizione d i attesa dietrn l'altma di $idi Hassàn per irrompere al momen to che sarebbe stato indicato ,i:, l comando del Corpo d'Armata, su l fianco destro e sul ter go delle posizioni nem iche d i quota 38 (altura fornaci). - Riser va, presso fa Caserma di Cavalleria: un bgl. del 23° fant. ed uno del 37°. L'avanzata del!e colonne doveva essere sostenuta dalle artiglierie IC!ella Jinea d i difesa che potevano co.icorrervi dalle proprie posizioni, ed inoltre da i tiri dell~ navi da guena. Le forze arabo-turche, secondo le u l1ime notizie por tate dagli informatori e dagli aviatori, ammontavano a 7-8000 u., con 8 cannoni da campagna: i l nucleo principale ad Ain Zara, campi secondari, nell'oasi di T ripoli e tra Fòndugh et-Tugàr e Suani Beni Adèm.

Avanzata delle colonne di dest·ra e di centro. Per adempiere a l mandato r icevuto, il gen. Pecori-G iraldi dispose d i marcia1·e dappr ima verso Sud, e poi convergere su Ain Zara per cadere sul fianco sinist ro degli arabo-turchi. Divise perciò le sue forze in due colon ne: Brigata Giardina a destra ed alquanto avanti, colonna Lequio a sinistra:- r iserva a disposizione del comando -di d ivisione, 1 bgl. del 6° fant., l bgl. granatieri, il bgl. alpini Fenestrelle. I due squadroni cavalleggeri Lodi dovevano esplorare la fronte d i marcia e gar antire il fianco destro della D ivisione. Nel pomeriggio <lei 3 e d urante la notte, aveva p iovigginato : a l mattino del 4 la p ioggia d ivenne forte e la v is_i,bilità del campo d i battaglia rimase per qualche tempo molto ridotta. Alle ore 6 circa, la colonna G iardina iniziava il movimento uscendo dalle trincee d i Bu Meliana, e ,poco dopo partiva da quelle della casa di G ia mil Bey la colonna Lequio. Esse incontrarono dapprima deboli avamposti nemici che r espinsero agevolmente : a quattro chilometri però dalle trincee araboturche -di Ain Zara, le avmguarxiie tro\'aJ"Ono maggiore

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resistenza da parte di nemici appostali in ripari improvvisati. Erano le 8,30: uno dei due bgl. bersaglieri delia col. Lequio si spiegò, e alla sua sinistra prese ,posizione una btr, d a mont. ConterÌ1poraneamenle d spiegava anche il bgl. del 40° fant. dell'avanguardia della colonna Giar dina, sostenuto da 2 btr. da mont. della colonna medesima, che s i portarono sulla linea di fuoco, ciò che del resto, fu imposto in t utta la giornata all'artiglieria di accompagnamento, sia dalla configl!raz,one speciale del terreno, tutto a dune sabbiose, si:1 dalla tattica dell'avversario, il quale non si impegnava che alle ,grandi e medie distanze d i tiro di fucileria. Le resistenze nemiche furono in breve ora viJ1te ; tuttavia l'avanzata su bì una sosta, essendo le truppe della brigata Rainaldi ( colonna centrale) rimaste arretrate per la maggiore resistenza incontrata. Questa colom~a era infatti verso le 7,20 uscita dalla linea. di difesa ad est della çasa di Giamil Tiey, divisa in due colonne: quella di destra costitu ita da 6 comp, de!l'82° faut. e quella di sinistra composta di 6 r-omp. del1'84° fant., d ella btr. da mont. e dalla. r iser va che il gcn . Rainaldi si era formata con 2 comp. dell'82° e 2 dell'84°. Oltrepa.ssata <li 500 111. la linea delle trincee, 1e due colonne

Cannoni vresi ai tn1·eo -arabi furono fatte segno a l. tiro dell'art. n emica e dovet tero spiegarsi. Tale a r tiglieria venne prontamente controbattuta dalle •btr. da 75 A. e da 75 - 1906 in posizione tra Bu Meliana e Sidi J\fesri, e da 2 mor tai d a 210 e 2 btr. cannoni 149 G. La brigata Rainaldi, dopo breve sosta, polè riprendere ad avanzare, ostacolata però anche ,Jag!i acquitrini çhe s i erano formati nella zona a sud d i Sidi Mesri dopo le ult ime p ioggie. .Superato quel passo d ifficile, l'avanzata proseguì decisamente. Verso le 10, essendosi abbastanza ravvicinata la brigata Rainaldi, la D ivisione Pecari riprese l'attacco. Respinto un tentativo d i aggiramento sulla destra della colonna Giardina, la d ivisione cominciò ad impegnarsi seriamen te sul fronte, talchè verso le ore - 11, il genera le Lequio faceva entrare in azione un altro bgl. bersaglieri e le btr. d ella sua colonna non ancora impegnate . A questo punto, raggiuntosi lo stretto collega,mento co•1 h colonna Rainaldi, l'azione potè avviarsi alla risoluzione. Fra le 14 e le 14,30, la colonna Rainaldi attaccava la posizione centrale avversaria segnata da alcuni •pez-z i della sua artiglieria, irnpa,dronendosi dei primi trincemmeati. I.,a divisione Peconi eseguiva la progettata conversione a sinistra, la quale r iusciva con piena sor• presa degli arabo-turchi i qua li s i attendevano invece


l'attacco principale in direzione dell'altura delle Fornaci. Essi tentarono tutta via d i opporre nuove resistenze successive, sfruttando a,bilmenle il terreno e continuando il ffuoco di artiglieria. Dei loro pezzi, quattro erano largamente intervalla ti sulle dune, fra il quartiere degli operai e l'uadi Migenin, e tre, riuniti sulla quota 38 (Forna,ciJ. Essi caddero tutti, dopo breve combattimento, nelle mani delle avanguard ie della colonna Ra.inaldi. Frattanto la D ivisione Pccori sovcrchiv va le ultime resistenze nemiche ~u1 suo !fronte e verso le 16 si affe11mava su l ciglio dcll'a ltipia.no dunoso che sovrasta h conca di Ain Zara. Di là, mentre pochi nuclei ~vversari r esistevano apcora, si videro fuggire lunghe colonne : poco dopo gli aviatori, passando su quella zona, segnalavano i nfatti lrc lunghe file disordinate di fuggenti, -che ve.nnero inseguite con tiri lunghi di artiglieria.. L'aJ>prossimarsi d ella notte e la stanchezza della cavalleria., che tutto il giorno aveva fronteggia to i nuclei •provenienti da ovest, in~pcdirono di procedere a ll'inseguimento immedia to . . Il gen . I'ecori fece pertanto sostare sulla posizione occupata la sua Divisione e !a brigata Rainaldi, posta da ultrmo anch'essa a i suoi ordini. Le fan terie s i rafforzarono tracciando un grande campo poligonale chiuso, ne ll'interno del quale vennero a disporsi 1e riser ve ed i servizi.

Azione della colomia di sinistra. Verso le 7,30, appena delineatasi l'avanzata del!e co!onne cli destr-a e del centro, un nucleo cli 2-300 arabò-turchi tentava con grande audacia di crea.re un diversivo, · attaccando il fortino :Mesri : l'attacco veniva sanguinosamente respinto. Alle 9, 15 la colonna Amari riceveva ordine di agu-e secondo il piano prestabilito, e. perc iò, dopo breve prepa.ra.zjone di fuoco delle -vicine artiglierie, usciva da.Ile trincee e si internava nell'oasi venendo subito a contatto con nuclei n emici fortemen te asserraglia ti nelht / moschea di Ilen Sa ad e n ei fabbricati adiacenti. A;:,:: 9,30, l'assalto fu ordinato, ma, superate le p rime case, dopo ui1a lotta vivacissima apparve chiara la .impossibilità di procedere con i soli mezzi disponibili. Da que!le improvvisate fortezze quasi sottratte al tiro cli a rtiglieria per la fitta vegetazione che le .na;;condeva, il nemiéo faceva un fuoco vio lento,, mentre al di fuor i, giovandosi del terreno, tutto a muretti e giardini, tentava d i agire sulle a li. La lotta era impari, tuttavia i due battagliOJ1i ,mantem1ero le posizion i r aggiunte. Alle ore 16, essendosi delineato l'esito della giornata, il ccmandante elci Corpo d'armata che già aveva fatto, per ogni eventualità, avvicina.re a Skli Ha.ssàn un bg). della riserva generale, ordinò al 52° Iant. d i non insistere u:-

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teriormente, e di ritorna.re alle trincee, operazione che s i ,compi regolam1ente, sotto la protezione di una btr. da camp. post~ all'estrema linea dell'occupazione dell'oasi. ~ Anche le a ltre tr-u ppe della fronte orientale concor• sero, per ifJiziativa del gen. Di Chaurand che comandava quel settore, n ell'i11tento <li attira.re I' avversario nell'oasi per distoglierlo dall'azione principak Un bgl. del 93° con 2 comp. ciel 18° e 2 comp. zappatori genio a l comando <del ten. col. De J\·f aria uscì infatti dalle lince di Reba!b e puntò su Amrùs, appogg iato dal fuoco d i una btr. della linea di d ifesa. L'avanzata procedette · fino a<l Amri1s e Sugh el- Giùmaa, ove si accese un breve combattimento di fuci'leria. Ottenuto lo scopo d i distrane forze nemiche dal ·còmbattimento principale, la co lonna rientrò lentamente e sempre combattendo ne;le lince difensive. · 1 Le perd ite totali nelln. giornata furono da parte deg]i Italiani, 1 ufficiale morto e 8 feriti, 16 mili tari morti e 163 ferit i. Furono presi, oltre a tutta l'artiglieria nemica., molti fudli e quantità ingenti dj munizioni. Le perdite dei turchi, da informazìoni, risultarono essere s uperiori a SO morti .fra cui 2 ufficiali, ed altrettanti feriti: quelle degli arabi oltrepassarono il centinaio <li morti. -i L' inseguimento fu r ipreso a.Il' alba del S dicembre, procedendo con· le tre brigate di fanteria, fino a 6 k m. ad Est di , Ain Zara, e con la cavalleria, l_)er le sue carovaniere cli Tarhuna e di Azizia. Le brigate, respinti piccoli gruppi di retroguardia, raggiunsero ed occuparono 4 grandi ca,npi ove fu catturnto ingente bottino di armi, nnmiz.ioni, tende, n1atcria~e sanitario, viveri e bestiame, oltre ad un cannone e materiale d i artiglieria vario. La ca valle ria catturò alcune carovane che per,, ' correvano lé due strade. Il giorno seguente 6 dicembre, avendo reparti di cavalleria t rovata resistenza verso B ir cl-Turchi, fu inviato in quella direzione il bgl. a lpi.ni Fenestrelle con 2 comp. ~ersaglier i ed una sez. art. montagna; questo distaccamento si impadronì di un nuovo cmnpo con grandi quantità, di bottino. Il vitiorioso combattimento raggiunse l'effetto voluto da l comando italiano : l'oasi di Tripoli fu completamente sgombrat:t e potè essere occupata senza d ifficoltà; facendosi così cessare la sanguinosa guerriglia che era re.sa possibile appunto dall'insidioso terreno dell'oasi ; le forze avversarie rimase ro complcta,men te fuori del raggio d'azione della p iazza di Tripoli. 2° ·combatt-imento di Ain-Zara. (Gu erra Italo-Turca 23 gennaio 19 12) . Al principio del gennaio 1912, i cam-

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p i turèo-arabi erano stati riordinati e rafforzati e, disposti in la rghis;,;imo cerchio intorno alla p iazza di Tripoli, comprendevan o un totale superiore ai 16.000 u. Le' condizioni d i tali ·a rmati erano complessiva-men t,:; buone, poichè il ser vizio d ei rifornimenti era stato bene, organizzato attraverso l,i Tunis ia, ed inolt,·e .notevoli -;.isorse veni1,ano tratte -dall-a Tripolitania OTien talc, dalle ricche regioni di Zlitcn e }\,f isurata, non ancora occupa.te dagli I taliani. In tali condizioni, il comando turco ritenne probabitmcnte che operazione di grande 1·cndime nto morale e materiale sa:·ebbc stata la r iconqu ista del-la posizione <l i Ain Zara, giit pCl0 uta il 4 d icembre. I1 25 gennaio il Conìan<lo Italia110 venne avvert ito di un grosso a ttacco che si p reparava per l' indomani, ma a ll'infuori d i scaramuccie isolrute, nulla avvenne. T uttavia, furono prese tu ttc 1c misure del •caso per far fronte ai progetti dèi turco-arabi. La grancle ridotta d i Ain Zara era presidiata da.i reggimenti 6°, 40°, 50°, e d ai battaglioni lI G ranatieri e Alp ini Mondovì, ed inoltre, da 1 btr. d a 149, 1 da 75 A e tre btr. da montagna . Il 27 gennai<:> , s i scorsero in direzione est e sud est di Ain Zara delle f umate : erano segnali convenuti. Poco pri111a della rncz7.a.notte apparvero davanti a Gargaresc a lcuni gruppi che tentarono runa diversione : furono ,respinti. Verso le 3 d~l 28, a ltri si r ivelarono sulla fron te sud est cl i Ain Zara l!)resso la posizione della S'· bu·. mon t. P oco ,dopo, d all'altura denominata « cli quota 49 » partì un fuoco violentissimo e l'attacco si pronunciò vivacemente: era in tendimento del J1emico teuta.re con un nucleo d i a:uclaci l'irruzi9ne nell'interno dr ll'opern. Le: truppe ,presero i post i di combattimento, 1ua verso le 4 !'azione lc~sò. Alle 6 ricominciò il fuo-

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co, cd in pari tempo fu iniziato decisamente l'Mtacco mirante alla fronte occidentale rlel campo e ad un aggira_mento da nord. Una parte delle artigrierie ita liane aprì a,Jlora il fuoco, e, quando i ,gruppi avversari furono giunti a 600 m. aprirono il fuoco anche i fcucilieri del 40° rfa.nt. e· le ·m itragliatrici. Mentre in tal ~uisa l'azione si intensi.fica:va. ad ovest, apparivano sulle dune a s ud dinanzi a.Ile trincee del II granatieri, altri numerosi n uclei ,d i arabi e di regolar i turchi su la.r.g a fronte. Era l'a la <lcslra ·dello schieramento n emico ohe procedeva quale scaglione arretra to. Il combattimento si estese in conseguenza. Alle 8, la. sinistra n emica, arr estata. dal fuoco delle linee occidentali italiane, cominc i.ò a cedere. e u.n'ora <lopo era in piena ritirata. La destra invece continuò l'avanzata cercando di avvolgere il lato orientale dél nostro cair.,ipo, ma sotto il fuoco di fanteria e di a,i:tiglieria d ella di.fesa, dovette a.nohe essa ind ietreggiare. Alle 10 la ritirata era. completa su tutta la fronte. Le forze attaccanti ammontavano a 4000 u ., fra cui 500 regolari turch i. Le perdite italian e furono di 3 militari d i truppa morti e 15 feriti; quelle a..raJbo-turche rimasero imprecisate.

Aione. P r incipe d i Benevento nel secolo IX. Nell' ann o 886, per istigazione degli acbita,nti d i Capua, Guido -di Spoleto lo fece imprigionare -in questa città. e poscia lo condus;;e a Benevento, che tolse al principe stesso. Recatosi a Siponto lo condusse seco prigioniero. ma quegli abitan~i liberarono A. e costrinsero Gu ido ad abbandonare il territorio. Nell'anno 888 A . fece ribellare il popolo <li Bari a i Greci ohe quivi comandavano, e il p residio gre.:o fu massacrato, e la città cadde in potere -di A . medesimo. Ma sopraggiunti rinforzi ai


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Greci, A. venne assediato nella conquistala Dari da un. loro generale, il patrizio Costantino, e costretto ad arrendersi a patti : ottenne di ritirarsi a Benevento, dove mori d ue ann i dopo (890).

Aira ghi (Cesare). Colonnello, ::.\ledaglia d'oro; n. il 4 ottobre 1840 a ::,\fi,lano, 1111. il 1° marzo 1896 ad Adua. Bella e nobile figura di soldato, colto e valoroso. Ancora studente di matematica nell'Ateneo di Pavia, nel 1859 fu dei primi ad accorrere sotto le bandiere sarde e, coane semplice soldato volonta rio <lei 9° fanteria, prese pa.rte ali' intera campagna, (listinguendosi particolarmente nella. giornata. di Paiestro, ove la. bandiera del suo reggimento guadagnò la. medaglia d'oro al ' vaior militare. Finita la guerra, s'inserisse acl uno d t i corsi speciali allora istituiti e ne usci sottotenente nel 17° fanteria . Quale tenente, poi, ne l 28° reggimento, partecipò alla campagna del 1866 seguendo la di·,isione :.\ledici in Val Sugana. Frequentò 1uindi i corsi clclla Scuola J i G uerra, e ascese i vari gradi della ca.riera, segnalandosi sempre per ingegno, <lo tlxina, sent i1nento altissimo del doYerc. Laureato in ingegneria, invenlò non pochi congegni di uso m ilitare; ebbe perfetta conoscenza delle lingue e lcueramre latina, francese, spagnola, porloghese, tedesca cd inglese, ed a 40 a11ni t rovò modo d i ·porsi n studiare la lingu:i 1111ssa ccl a parlarla correntemente. Fu insegnante cli tattica alla Scuola di Guerra 'Cial 18S3 al 1888, anno nel quale iu promos..,o colonnello e destinato al comando del 77° fanteria. L'armo successivo partì per l' Africa, dove comandò il reggimento Cacciatori d'Africa e acquistò singolare e perfetta conoscenza della Colonia Eritrea. Tor11ato in Italia, ebbe il comando del 36° fanleria. Il 17 luglio 1893 fu collocato in posizione ausiliaria a sua domanda ma allo scoppio tlella guerra col Xegus di Abissinia chiese cd ottenne di riprendere servizio ed ebbe il comando ciel 6° reggitmcnlo fanteria cl' Africa. Nella tragica giornata di Adua dopo esser rimasto fino all'ultimo a ca\'allo, percorren<lo instancabile la fronte di battaglia e quasi sfid:mdo la morte, cadde sollo il ferro abissino, mentre con la parola, più che col braccio, tentava di difendere un suo inferiore dall'estremo oltrnggio nemico. La motivazione con la quale alla memoria d i lui fo decretata la suprema r icompensa ttl valore, così si esprime: « Condusse replioate volte al• l'assalto il suo reggimento, dando splendido esempio di slancio e d i cora ggio; cadde eroicamente sul campo di battaglia ». Di Lui resta un volume di « Scritti var1 » amoros.'lmente raccolti e pubblicali dal ten. col. Pezzini e dal ten. D i Giorgio (che divenne poi Generale e Min istro della Guerra). A iraldi Giovanni. Generale, n. a Cuneo ( 1856). Sotto tenente di fanteria nel 1875, raggiunse il grado d i Co• lonnello nel 1902 ed ebbe dal .1902 al 1908 il Comando

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del 64" Reggimento Fanteria. Insegnò storia politicomilitare alla Scuola di :Modena. )!aggioc Generale nel !908, comandò la Brigata Valtellina; promosso Tenente Generale (1913) fu nominato Comandante della Didsione territoriale di Palermo. Partecipò alla cam,pagna di guerra del 1915 al comando della 23' Divisione di Fanteria e dal 1923 ha assunto il grado d i Generale <li Divisione nella rjser,,a.

Aire. Città sulla Ly~, nel d ipartimento di Pasde-Calais. Si formò intorno ad un castello co~truito nel 630 <hl Licledco, Gran Forestiere <li Fiandra, e d',pese dalla casa cli Borgogna . Divenne ,p iazAi t·a!CII G. z~fortc cli notevole importanza, mw1ita di dicci bastioni, e poi difesa anche dal forte regolare di Saint François. Fu presa dai normann i nell' 881, e nel 1482 dal maresciallo Dcsquerdcs e dc Gié. >fel 1641 fu occupata, dopo due mesi di assedio, dal Dc La .\Icillcraie, e nello stesso anno, assediata dagli &pagnoli, capitolò il 7 dicembre. La pa.cc dei P irenei la lasciò alla Spagna ( 1659). Il maresciallo Humièrcs il 19 lu~lio 1676 la in,·cst\ e la prese il 31, dopo di averla bombardata con 32 cannoni di grosso calibro c 10 mortai. II Vauhan, :tllora, d ircsse l'attacco e poscia esegui la trasformazione dcli~ fortificazioni. Con il trattato di Nimcga ( 1678), A. rimase alla Francia, che dovette renderla ai Paesi Bassi !lei 1710, per riacquistacla definitivamente nel 1713 con la pace di Utrecht. Assedio di Aire (1710). P resa Réthune gli alleati divi,mrono di conquistare A . e Saint-Venant pe,· ap rirsi così la via alla conquista di Saint Omer. Perciò il 2 settembre 1710 le,·arono il ca.inpo ,per andarsi a collocare sulla riva destra della Lys, ,in vicinanza delle dJe fortezze da assediarsi. Aill'alba <lei giorno 4 il g~ncrale Lagnasco con 6 battaglioni e 2000 ca ,·alli passò la Lys presso Haverskerque schierandosi sulla riv:i. sinistr~, e l'armata entrò nel nuovo campo: il Principe E ugen io con la destra appoggiruta alla Lys presso Thérouanne (quartier generale a 131essy); ::.\Iarlborough con la sinistra alla Nawe p resso L illcrs (quartier generale nell'abazia d i Saint-André sulla Laquctte). l due corpi di assedio erano già designati e composti, e il giorno 6. mentre i: principe Nassau-Orangc, conformemente 1I piano prestabilito, in izio.va l'assedio d i Saint-Vena11t, il principe di i\nhalt-Dessau investì A. con 26 battaglioni dell'esercito del ::.\Iarlborough, 14 di quello del Principe E ugenio, e 40 squadroni del conte di Mbcmarle. T luogòtcncnti gencrnli Von ,B ettendorf e Von Gere-òorf 'con 20 battaglioni si dislocarono sulle alture a norJ della città; i luogotenent i generali Vori Baut:ien e duca di Argyll con gli altr i 20 battaglioni si schierarono sulla destra d cHa Lys tra il fiume e la strada d i Bétuunc; i 40 squadroni furono dislocati a nord est della fortezza: 26 squadroni sulla r iva sinistra e 14 sulla destra. Il cor po principale dcHa fortezza, situato sulla destra della L ys, consisteva in un ottagono bastionato irrego-


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Plano della c1tt11 <l'Aire: A, I} t:lllesa e conventi oe11a clUà; !.) Basllone' di ReauJleu; M) HlliStlODC di M0lll0t'Cllcy : ~ ) ll.L>lionc di s. Omer; O} Bastione de L1' Porte: P) Bas11onc dl S. Pie1ro; Ql Bastione di Thiene ; Hl Bastione O'Arras; S} JJ1,st1011t- Verde; T} Corno dcJla Po1·ta di Notre Dame. - All~ll'A'O di destra: A) Ponte sull"avanrosso; B) Trincee e (1)loggilur1emi sullo sp,all,0; C) Stratta coperta; 0) Hal:l.('rla di 7 cannoni e 3 mortai; F.) Alloggiamento sulla ~tratta copert,a; F ) !'onte sul ros,;o, al rivellino; O} Ponte swl rosso, a.I co r'po oontralc dclba plaiza; M) Grnmclc brecc;.ta a1 bas tione; I ) Grandi• breccia alla cortina: K ) Orantlc brecrla del rlvemno; L) C'1nale 1icr prelldrre l'acqua dal gran rosso. - 'l'erro nttacco: A) Ponte s11ll'ava,nrosso; B) Alloggtarnt1nto al pll'de dello spalto; C) Trincee; O) Allogg1am (mU cont1'0 J,u, 1"1llz1.1Lu1; E ) l'recria; F) Fosso p er prendM' acqua clall'avanrosso; G) Breocia sul bastione; Hl JJreccln al rivellino.

lare ed oblungo; dinanzi aHe- cortine stavano dieci rivellini. Il fosso, molto largo e colmo d'acqua, era circondato da una spaziosa strada coperta munita di traverse e piaz~e d'armi Tientranti, contornata a sua volta da bassure inondate eccetto che verso sud e verso es•. ì\,fa verso sud ,rn a van fosso acqueo ~ i prati paludosi della Laqucl!e formavano ostacolo d ifficilmente superabile, e \"CFSO est esisteva una poderosa opera a corna r infor;,ata da appcn,clid esterne, contornata da strada coperta. Altra opera consimile era sulla fronte settcn.. trionale cli lit della Lys. Al nord est della piazzaforte a circa 800 passi, sulla riva sinistra dcllu Lys, stava il forte Saint François, pentagono murale bastionato, fornilo d i fosso e avanfosso acquei, strada coperta con traverse, due mezzelune e un ridotto d'ala. Il presiJio di A. si componeva <di 15 battaglioni e di tre reggimenti <li dragoni, con aliquota di cannonieri, bombardieri, minatori e zappatori. Il forte di Saint-François era presichato da 4 compa.gnie. Dirigeva la difesa il luogotenente generale marchese dc Goesbriant, e a suo

lato stavano il De Jay, il <J. Lieutcnant du Roi » locale, de Capestan, il conte cl'Estrades, e selle brigadieri. I minatori erano comandati dal capitano de Vallière e gli altri repart i t~cnici erano agli ordini dell'ingeg.nere di Alvcmont e del marchese de Tirboutot. Cannoni, munizioni, armi e viveri erano in quantità sufficiente. Il principe di Anl1alt, effettuato l'investimento, diede subito principio ai lavori di deviazione delle acque; fece costruire una linea di oircorwallazione sulle altur~ della sponda sinisLra della Lys contro eventuali sorprese da Saint-Omer, e w10 spaJleggiamcnto presso Téronne per coprire gl i usseri appootati aH'ala destra del Principe Eu,genio. Il 12 settembre tali la.vari erano a buon punto e il principe di Anhalt non volle più oltre ,::itardarc l'apertura della trincea dei d ue attacchi prestabiliti: w10 dalle truppe anglo-olandesi da sud est contro il bastione di Thiene le opere esterne dello stesso e il prossimo rivellino; l'altro dalle truppe imperiali tra la Lys e la Laquette contro il fronte ovest do,·e era.no il vecchio oastello e i 'bastioni 13eaulicu e Verde. Nella notte sul 13


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fu iniziata a,ppunto questa operazione. La direzione tecnica dei due wttaochi fu affidata all'ingegnere capo de Rosqucs, e furono preposti l'ingegnere Swandenbolsch aJl'attacco di destra e l'ingegnere J a.5sat a quello di sinistra. A ciascun attacco furono assegnati 2500 lavoratori e LUHl scorta di 5 batta,glioni e 5 compagnie di granatieri. Durante la prima notte i lavori procedettero indisturbati c si apcr,;ero circa. 2000 passi di trincea. Jl J 7 l'assediante aveva condotte le 1~1ppe sino alla J,n~a dd!a seconda <parallela e .ravc,·a tracciata. In questo mentre l'ingegnere direttore era Stato ucciso da un,\ palla di cannone. X ci due attacchi furono costruite le batterie armate con le artiglierie di mano i.n ma.no che le J) iatta.for111c erano ultimate, co.:;icchè il 19 all'atta.ero di destra dietro la seconda. parallela sta,·a una batteria di 30 cannmli d i gros.,;o cali bro ai lati della (t-lale ne erano preparate d ue 1;cr 1nortai ( i-6 pezzi), e all'attacco di s inis ti-a erano prOJ1te due batterie d i cannoni dietro la prima paraUcla e due d i carmoni e due di mortai ndilt seconda.: 18 cannoni e 14 mortai in t11llo. 1l giorno stesso t-ali artiglierie o.prirono il fuoco. Le trincee d~II' .Lttaoco sud-orientale erano orma i in pro,;simità ddl'avanfosso, e quelle dell'a ltro attacco presso il ridotto, cosicché! l'a.s.,;ediante, per pro,;eguirc, dovette conquistare il terreno pa.ln:no a palmo, sol!o il fuoco incessante, e con una serie d i cornl;)attirncnti Chf: :::Li cagionnono sempre sensibili ,perdite. Nella notte sul 22, mentre l'a.ss<.'Clia.ntc, 5011✓,a costruire una tena parallela ove collocare la iruppa di scorta a i lavoratori, era inte nto a condurre gli approcci all'orlo deLl'ava nfos,:.o, il brigadiere francese D c Flavacourt, con 400 ,g ranatieri e 300 ìavo1,a1ori. piombò impro"·visamentc sui lavoratòri nemici e li sbaragliò procurando foro gravi perdite.

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La scorta, -co1locata n ella seconda .p arallela, non giun~c in tempo, e i francesi rientrarono ne!la fortezza sen-• za molesLia alcuna. Il solo Dc Flava.ncoun fu ferito gravemente da uno dei pochi corpi sparati dall'avversario. ;\Te'I pomer iggio del 22, l'asscdiant<: conqu istò il ridotto. e gli accaniti conu·assalti ,per riprenderlo, tentati succ~ssivamemc d1l luogotenente generale dc Listcnois. dal co!onncllo Hotel I-in, e dal colonnello D' Audancourt, riuscirono infruttuosi. Il Dc Listcnois fu colp itÒ a morte, l'l lottclin, gr:ivemente ferito, rima.se p rigioniero, il D' Audancoun fu pur e3So gra.vemente ferito. U 27 era stato <lispo:,to da.! principe di AJ1halt per l'attacco <li sinistr:i. contro il ridotto sulla sinistr:i. delJa, Ly~ e contro la 'linea che lo collegava a:Jla fortezza.. ma un tcolpo di morta io guastò i due ponti alla Colhaxd, rnsicohè l'assalto fu rimandato. Il principe foce ripetere il teut.ativo, ma \ma voltu. i due ponti s i spezzarono, cd <tm'altra volta furono incèndiati dal n C·· rnico non appena gittali. Qui:sta azione Yo!uta ostinatamente dall' Anhalt non dava spcranz.... di successo a caus-1 della ,inondazione. Nella notte sul 29 -l'a ttacco meridiona,lc tcr111imi.v<a il coronamento dcli' a vanfosso, dopo la sortita cli 1200 uomini conlro i la.rnratori, ricacciati con gra\'i perdite dalla Guardia prussiana e da alu·e truppe al comando del gc1;1cralc Gnuubkow, e furono incominciate le ga,lleric cli discesa, terminale n ella notte seguente. L'attacco occidentale, a causa sompre della inondazione, non progrcdh·a affatto, e, su proposta degli -ingegneri, vi s i rinunciò; nella notte sul 1" ottobr0 se ne intraprese invccé un al tro p iù vic ino a que llo d i destra, e con esso collegato, contro la parte occidentale della lunga fronte meridionale della fortezza. )<elle notti suocessrvt:, l'assediante fece qualcl\c

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progresso aill'attacco di destra, costruì n uove batterie e scavò un canade più gi,ande d i deviazione delle acque ; e, nella notte ,sul! 15 ottobte, due grosse colonne, con i granatieri alla testa, dettero l'assalto a i d,uc denti d1e fiaJ1cheggiavano fa strada coperta. Fu preso solo quello di destra e fai.lì :pu,-e il tentativo ripet11.1to il giorno dopo per completare il risultato. Questa operùione costò aJ !'a ttaccante gravissime ,p erdite. Intanto i'l terzo att,icco aveva fatto n~tevol<i progressi : s i Cl'aJ10 costruite batterie, si era devfata l'acqua, e ,le za,ppe s i erano ava,nzate t ra -il ,bastione d i A.rras e {l <prossimo r ivellino, verso est. Nella notte sul 12, l'attacco giunse vicino a ll'avanfosso e furono aPmate batterie con 28 cannoni e 10 mort'1.i il di cu i fuoco, subilo apertosi, continuò con buoni risultati fmo a l gior.no 16, e :fino a l giorno 20 l'attacco . s i distese sul margine dell'a vanfosso, vi aprlcinque sbocchi, cominciò a costruire i ponti, e si munì d i lma nuova batteria di 5 mortai e 3 obici. Era genende il convincimento negli• assedian ti che. proseguendosi con tale ener.c:ia, la fortezza sarebbe stata presto ridotta alla resa. Jil 22 ottobr e, termin a ti i pon ti, il pri11cipe di Anhalt emai,ò 1'01,çline per l'assalto che disd i,se pos.cia per lieve motivo, e il 24 d'assaltQ fu' definitivamente ,sospeso con grave malcontento delle truppe. },,fa l'attacco <li destra, ,preferi to d al!' AnhaJt, ' non dava speranza di riuscita, e perciò convenne riprendere i lavori del terzo. A causa delle p ioggie persi.stenti, il te~rcno :molrmoso renrdeva quasi jmpossibil i i davod di assedio; il vettov!Lgliamento era divenuto difficiljssimo; gli uomini restavano irmmersi neH'acqua e n ell fango; le peIXhle quoti<liane erano sproporzionate ai lievi risulta.ti. Tutto oiò deprimeva gli spiriti. Così il 28 ottobTe, fu convocato un consiglio di guerra nel quartier genende del Principe E,ugenio. I genera.li ge1:manici, inglesi e olandesi si pronum,iarono · per la levata del.J' assedio, in considerazione <lclla pert inace resistenza; H Principe Eugenio, appoggiato d al M arlborough, insistè con fermev..a. sulla owortunità d i continuare, e riuscirono .; due ca-p itani a prevalere. Chiamati a. consulto anohe ,gli ingegneri direttori degli attacchi, ques,i si 'dichiararono convin ti cli.e fa fortezza sa.re·bbe certamente stat,a presa con un assa'lto gencra'le. F urono, quindi, irnp,a.rtit i ~li or<l.ini per la preparazione di un grande assalto c on temporaneo dai · due attacchi, a l quale avrebbero dov,uto assistere tutti i generali. E per prima. cosa fo ordina to ili prose~iane.n:to d~IJ'attacco d i destra. K e! •terzo attatX:o, durante -la notte sul 30, fu varcato !'avanfossò e ,preso pie<le di là di esso, ma gli assedianti furono costretti a ritirarsi con perdite sens ibili. Nel ,giorno successivo fu r ipreso il lavoro di za,ppa con,lto il dente e . la strada c operta; la sera del 5 novembre- le zappe erano giunte alle ' palizzate e all'alba del giorno successivo gli assalitori avevano occupato e<l assettato tutto il oiglio dell'1. stra'<ia ,coperta sul fronte d'attacco. Qui le truppe a ttesero invano, d:i parte di' Anha-lt, l'ordine per l'assa1to, che tutti ritenevano di certa riuscita. Nelle notti sul 7 e sul'l'8 s i aila:rgarono le zappe, si colldcarono due batterie d i cannoni contro le bre~ie d el ·bastione e del rivellino, se ne costru\ un'altrn. di mortai, si era falla breccia nel rivellino e nel bastione di kras, ed erano stati ,ulti.maiti i ponti. M ia stessa data, l'attacco di destra aveva. fatto qualche progresso nei favori sul cig:l io del fosso e ai ponti. T reponti conducevano· a ·tre breccie : una nella facèi.a destra d el ·basti~ne di T hiene, un'altra nella cortina tra il

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bastione e i l rivellino, cd una terza nella faccia. sinistra elci rivelliùo. L a si~uazione cm dunque favorevolis, ima all'assa.:to. '.\1a il re L u igi, rispondendo, verso la fine di ottob1c, a l Gocsbriant che aveva esp resso il proposito di difendersi sino agli estremi, 'lo aveva ,tutorizzato a capitolare, quando i fossi fossero ponteggiati e le breccie praticab ili. Tali condizion i si erano orma;i ad esube:ranza verificate, e Goesbriant, anche per 110n esporre i cittadini e la città d i .4 . ai danni d i una presa d'assalto, l'S novembre, con sorpresa d egli assedi>inti, mandò a l quartier g-enern,le del P rincipe Eugenio, un plenipotenziario con la proposta della resa. La ca•pitolazione fu conclusa la sera del 9, e concedeva li bera u s<:ita al presidio con armi e ba,gaglio, 6 cannoni, 2 mortai, le bandiere, è tutti gli onori militari e prescriveva che il presidio pa,·tisse il 12 11ovcmbre per Sain t-Omer, accompagnato da un cor po di truppe a lleate . In questo assedio i francesi ebbero quasi 3000 fra morti e feriti, e gli a:llea.t i, senza conta.re - le numerose perdite per malattia. sacrificarono in tu tto, fra morti e Ieri ti, 6568 uomini. li giorno in cui partirono i francesi, il l,t0gotcne.nte generale }\fa.urizio di N assau- Wandcnbcrg entrò in t1. in qualità di comandante. Airc-s111·-l'Adour. Città della }'rancia nel dipartimento detlc Landes. Vi si stabilì Alarico, re dei Visigoti, e fu devastata dai mori' di ALderamo. Nel 1418, i signori feudali del mezzogiorno, fra i q~>ali i d' Armagnac, e i De Foix ed a ltri, cost.ituirono una lega, chia,rrnata «Lega cl'Aire ». Durante le. guei:re di relig-ione nel 1S69, A . fu presa e saccheggiata dalle Ù"-11)pe cli :'.\fontgomluery.

Airenti L 1tigi. Generale, n. a Genova. ( 1859). Sottoten ente <li Fa11Jteria n el 1879, pa.rtecipà" alla campagna it,~lo-turca (1911-12) prima wme Colonnello Coma.,dante del 63° R eggimento Fameria., p oi (19 12) nel grado di lVfa.ggior Generale a l Comando della B1·igata Ravenna. Prese anche parte alla campagna di guerra del 1915 d istinguend~si quale comandante cli Brigata nel fatto d'anne di Fla va e dal 1917 al 1919 ebbe il Comando Ter ritoriale ddla Divis ione :Militare di Akssa.n<lPia . H a assun to d a l 1923 il grado di Generale di D ivisione in posizione ausiliaria. Airey (s ir Riccardo). -Gen era,le inglese, n . a Newcasùe nel 1803, m . nel 1881. Era fi-glio del tenen te generale Giorgio è fu educato nel collegio militare r~ale. Comù1ciò la su a carriera nel 1821 come insegna n el 34° regg. ,f anteria e ne: 1830 andò al Canadà. quale ai:1tanti: <li campo del Governatore generale. R itornato in Inghilterra e passato nello Stato maggiore, prese parte alla spe.dizione ,di Crimea con la carica cl: quarticrn:astro generale . L'abilità con cui d is impc6 ,:ò le difficili m ansioni del suo ufficio gli valsero la nomina. a tenente .generale. D,tf 1865 a:I 1870 fu governatore di Gibilterra. Nel 1860 era stato creato colonnello r>roprieta.rio <lel 17° •r eggimento fanteria. - Il padre di Sir R·iccand o, ,generale Giorgio A., p artecipò, in Italia, come colonnello a va.r,ie fazioni durante l'a ssedio d i Portoferraio (1801). Airola. Cittadina d ella provincia .di Benevento nella valle Caudina. _ Si ·crede ohe ncilla. ·g ola formata dalle monta.-gnc vi-cine i Sanniti vittoriosi facessero passare i Romani sotto Ù gi.;go (le Forche Càuciine).


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Airolo (Combattimento di). (Campagna di Italia e di Si·izzera - 24 settembre 1799). N el settembre 1799, Su warov, coman<lante delle forze rulleate austro-ru!;Se in Italia é Svizzera, d ecide, in esecuzione del piano di campagna combinato dai due Governi, di porta re in Svizzera le sue forze già vittoriose alla Trebbia, passando attraverso li S. Gottardo, e di riunirsi all'austriaco Hotze fr,a il lago dei Quattro cantoni e quello d i Zurigo. Se quosto progetto fosse stato compktamcnte in eseouzionc, s i sarebbe avuta la situazione seg,µ ente : i 20.000 u. di Suwarov si sarebbero un iti ai 30.000 di Hotze, formando una sola massa, mentre il russo Korsakov con a ltrj 20.000 u. restava sulla L immath. Massena, il qua,le non aveva che 60.00,1 u. fra il s;n G otta.1,clo ed il Reno, à ifficilrnente avrnb-

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u. della sua brigata. L a brigata d'ala d estra, sotto Gud in, forte di 3500 u . si teneva sul San Gottardo; ia brigata Loison, forte di 6000 u. era ne l'l a vallata della Reuss presso il Comando d i Divis ione che Lecourbe aveva , sta:bilito ad Altidorf. Quest' ultima !brigata avev=i occupato i'l 1\!Iaderanerthal e lo Schooohenthal e ser-. viva così di collegamento ira Guàin e Molitor, p ronta a servire da riserva sia per -l'uno che per l'altro. All;i brigata Gudin si collega.va la divisione Thurean che occupava il Vallesc e ne te;,eva i passi fronteggiando l' a·ustriaco Hrud<lick. Gudin difendeva direttame.ntc il San Gottardo -con 3 battaglioni ; aveva inoltre 1 ba tta,glione a'ila F urca e un dis taccamento d i 2 bgl. sui Crispa;lt. Il grosso delle forze che difendevano il San Gottardo era presso Airolo, poichè tale posizione cop re le provenrenze dalla Val Vadrctto e d alla Val Canaria e lascia d ietro a sè la parte più difficile della strada del Gotbardo, <permettendo q uind i d i difenderla passo a .passo. ~pO'=)'Suwarov avanzò su due col01me: un a ai suoi ord:ni d iretti, ed ,una, d i 6000 u., agli ordini del gen. R,osemffospenlhal berg, per la 'Val B legno ed il Reno Medio, verso il R eo no a•ntcriore. Questa ,colonna doveva ,collegars i con un gruppo ,di 2400 austria<.:i che si radunavano presso Disentis agli ordin i d'e l gen. Auffember,g. I due gruppi doo vevano poi penetrare ,nella vallata della Reuss, il pris.Maria mo per l'Oberalp Sec, il secondo •per il l',1wderaner thal, il giorno stesso in cui Suwarov, con il grosso, attaccherebbe il San Gottardo dal Sud. La divisione LacouPbe sarebbe sta ta così attaccata su tre punti contemporaneamente. L'attacco per il lVIaç!eranerthal costituiva u na d imostrazione m irante ad indebolire ·l;J, difesa <lei Gottardo, ed in pari tempo a sbarrare la stra da alle ' truppe francesi p rovenienti da Altdorf cd a o 2 3 4 quelle che si r itircr.e'bbero dal Passo, Il 23 settembre Suwarov fu raggiunto d aVa brigata del colonnello / be potuto r iunire forze suffi<.Jienti fra i due laghi per Stra'll-ch, forte di 4000 u ., che veniva dalla Val Magma:n tenere la conquista de'lla Svizzera . gia; e Rosc.m,berg entrò in collegamento con AuffemSuwa.rov partì l' ll settembre dalla regione di Asti berg, che aveva raccolto i suoL 2400 u. a Disentis. Il cd Alessandria e, ipassando per Valenzà e Varese, giun24, Suwarov, forte orm..1.i_ d i 18.000 u., marciò d iretse a Taverna il 15. Da Varese, l'a r.ti'glieria era già tamente s ul P·asso del Gottardo, e cioè sulla posizione partita con una scorta· d i Cosacchi verso il lago d i presa da Gu,din .presso Airolo. Egli fonnò tre coloruie: la ,principale che mancia,va .per la rota:bile e che attaccò Como per essere ivi imbarcata ed inviata nei Grigioni di fron te, 3 battaglioni agli ordini del colo1inel'lo per Chiavenna e lo Sph.tga. I grossi bagagli erano stati inviati verso la val d ' Adige per passare per il Tirolo: Stmuoh i qual i dovevano aggirare il fiaru:o de$tro frannon restavano alle truppe di S-uwarov che pezzi éa cese, e 8 battaglion i con il generale Schveikovski, ,i mon tagna someggia ti (pezzi d a 2 libbre). Tali t rup pe quali <loveva.no aggirare il fia nco sinistro, ammontavano esattamente a 16.000 u . di fanteria e 3000 La posizione scelta da Gudin, s ituata poco indietro cosacchi : ,contando i non combattenti, il totale ragall'abitato di Ari'o'lo, in località Alcimo del Bosco, fu attaccata di fronte e a1,Jgirata ,falla colomia Strauch, giungeva i 23.000 uomini. A T averna, le truppe dovema i francesi si ritirar ono len ta,mente lungo la rotavano essere fornite di muli per il someggio dd cannon i, delle munizioni e dei viver.i per otto o dieci giorbile ed opposero, fra Ai.rolo e ]'Q,-pizio, una resistenza accanita, sfruttando a bilmente il terreno con stormi di ni, ma. in segu.ito alla imprevidenza dell'amministrazione austriaca, tali muli g iunsero in r itardo e in numero tiratori appostati d ietro le roccie e fra i burroni. La insuffir.;cn(e. Suwarov dovette pertanto smontare la tnaglotta durò fino a lle 16 e c ostò a i russi 1200 u . fra morti e feriti, <pr inci.palmente perchè Suw</-rov, troppo impa~ior pMle dei suoi Cos<!,Cchi e 11tilizzarne i cavaNi per ziente per a ttendere l'effetto d ei movimenti aggiranti, il trasnorto <lei viver.i. I Cosa,cchi appiedati furono adospinse vivanien te l'azione frontale nella quale i Franperati come fanteria leggera. Jl 21, Suwarov partì con le sue ·truppe per BeUincesi e bbero buon gruoco. Fu invece di completa sorp resa •p er i Francesi l' avanzata del gen~rale .Schveizona·. Al momento dell'arrivo d ei Russi a i piedi del S'1.ll Gottardo, la situazione delle forze francesi in quel- .. kovski l sulla loro s inistra . Il movimento aggirante. eseguito da questa c olonna non mira.va sola,mep.te alia la zona, costituite dalla D iv-is. Lacourbe, era la seguen te: posizione ,d i Airolo, ma abbracciava tutta l'a lta Val Dopo i combattimenti degli u-ltimi giorni. di agosto che T remola e ,per ,conseguenza tutta 'la difesa del Gottarlo avevano reso <padrone ,;!ella vallata della Lin th, ·il gen. Molitor occupava fortemen te tale va lle _con i 3000 do. La ,co1onna riuscl a scavalcare la cresta principale

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alpina nel suo versante più r ipido, cioè senza utilizza.re testate di valli, aggirò la Val Sorecia, lasciò alla sua destra il Lago Sella e pun tò direttamente su Hospental lasciando la rotabile sulla ,;inistra. Il movimento di Schveikovski, a ttraverso una regione ritenuta assolutamente impraticabile, r ichiese natura hnente del tempo, e c iò indusse appun to Suwarov ad attaccare di fronte viva,cemenle. Contemporaneamente, il generale Rosemberg urtava verso il passo dell'Oberalp con il d istaocamcnto fra.ncese che già ocetupa'\-a iI Crispalt, e che comprendeva la 67" mezza bògata su due batta,glion i. La resistenza dei Francesi fu tenace : il combattimento, . iniziatosi alle tre del pomeriggio, si protrasse fino a sera, finchè la superiorità numerica dell'attaocaJltc ebbe il sopravvento ed i francesi furono respinti verso la valle d i Urseren ove Rosemberg li inseguì. N cl frattempo, S,uwa.ro" riuniva le sue t ruppe di fronte all'Hospenthal ove ern a ccorso da parte sua = che L acour!Jc con il ,grosso della brigala Loison. Alle 9 d i sera Rosombe1'g atta-ccò vivamente i Francesi presso Urseren, obbligandoli a ripiegare verso il Ponte. cltl Diavolo. Era ,n otte completa: un ulteriore inseguimento era impossrbile. I Russi s i fermarono p resso Ursercn. A sua ,,olta Lrucoui1be, saputo dell'arrivo d i una for te colonna nem ica presso Ursercn, vide che ll!na ulteriore resistenza sulla ,posizione del!'Hospenthal poteva essergli · fata le, ,prese perciò la risoluzione di far d istuuggere ,:!alle sue truppe il Ponte d e l Diavolo e d i ritirarsi da Zum Dorf a ttraverso la <:resta verso la conca d i Gocschenen. S iccome l'a.rtiglieria non poteva se~ire tale via·, egli la fece gettare nei precipizi dcl'la Reuss. Così terminò la giornata del 24 settembre. I Francesi, al l'infuori della loro -artiglir,z·ia, n on avev.ino subito ahe perdile insignificanti : i Russi avevano invece perduto circa 2000 uomini.

Air'one. Torpediniera, varata nel 1907; dis!oca,mento 216,5 tonnellate, velocità 25,2 nodf, potenza 3255 ca,,alli ; armamento 2 cannoni da 76, 1 mitragliatr ice,

2 tubi lanciasil'llri ; sta to maggiore 3, equipaggio 32. Durante la guerra 19 15- 18 operò sempre nel Tia.$.50 - Adrfa:t,co; ba al suo attivo l'affondamento del sommergibile austriaco v: 23, compiuto il 21 febbraio 1918.

Airuno. Villaggio della provincia di çomo, situa to su i mon ti della Brianza. Anticamente vi sorgeva una fortezza posseduta dai Veneziani, a i qua li Fr ancesco Sforza la tolse nel 1450. Aisne. Fiume della ·Francia; nasce nelle Argonne; riceve 'I' Aire e la Vesle e si getta ncll'Oise p resso a Com'Piègnc, dopo 160 km. di corso. I. Battaglia dell' Aisne (57 a . C.). Apprutienc <1ìle operazioni di G iulio Cesare contro i Belgi. Aveva egli ai s~oi ordini otto legioni, ·circa 60 mila uomini, di

fronte ai quali stavano circa 300.000 am1ati, agli ordini d i Galba, capitano dei Bellovaci, i quali, per questa guerra, s i erano levati in 1nassa. Gettato un ponte .presso l'attuale localilà cl i Berry au Ba,c, e fortificata ja. testa. <lei medesimo, •Cesa.re vi collocò T iblu·io Salino con sei coorti ; quindi egli stesso, con tutto l'esercito, occupò una collina, sulla destra del

fiume e vi s i trincerò fortemente con un cam po, che era p rotetto, da:! lato op-posto a quello del!'A ., d a un ruscello paludoso, h1 Mietle. Nel frattempo Cesru-e aveva ùwiato un conpo di alleati (Edui) a l comando di Diviziaco, nel -paese dei Bellovaci, a saccheggiare e devastare. Il 'Primo scontro a.vvmme sul letto dell'A., dove la -cavalleria romana a lta.ocò e massacrò una co lonna di Ilel lova.ci, gettando lo scompiglio nel loro eseocito. Sopraggiunto a questo la notizia delle deyasta3ioni ohe a\,venivano per opera d i Diviziaco, incominc iò a riti•r-aJ"si, e Cesare la111ciò le sue truppe all'assalto, =nientan<lo completamente gli avversari, la ma,ggiw strage dei quali avven ne durante la ritirata e per opci-a della cavaHeria romru1a. I I . B attaglie detl'Aisne appartenenti alla G11erra Mondiale. La prima battaglia dell'Aime fu combattuta d a l 13 a l 21 settembre 1914. In una prima fase, dal 13 a l 16, i Franco-Britanni attaccarono i Tedeschi nelle posizioni suJ!c quali questi tendevano .td a.-restarsi dopo Ja ritirata dalla Marna ; nella seconda, dal 17 al 21, i Tedesch i -:ontrattac-carono gli avversari, · senz.i ohe fo9se raggiunto da u n la to e dall'altro un risultato definitivo. Si trovarono di fronfe, in questa batta.glia, k seguen ti fou ,e '. la 5• armata francese, l'annata britannica e la 6'' arma ta francese, su c irca cento chilometr i d i fronte da oriente di Reims ad occidente d i Compiègne; e le -armate tedesche J•, 2" e 1•, rinforza.te il 12 sette mbre d a l VII ·c orpo di r iserva, p roveniente da,ll;asseclio <li :Mau beuge, e il giorno 13 <;laHa i" amnata' proveniente dà Est. · Il 13 la 5° armata ( Franche! ù'Espérey) passò con il XVIII corpo l'Aisne a Pontavert e s'impadronì di primo lancio <li Co.l'bény, Craonne e di I-Ieurtebise, mentre il rimanente dell'armata attaccava invano ad oriente di Reims sul fronte Bri:mont-Nogent-1' Abbesse.

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■ r"rances/ e Brilannicl Prima batl.ag·lia dcll'Alsne (13-21 sett'embre 1014)

Il X VITI COl'po, rimasto isolato in posizione avanzata, fu a sua volta contrattaccato, e pcrdetite successivanncntc Cor bény e Craonne. L'am1ata britannica (French), impedita per due giorni dal gellar ponti sul!' Aisnc a causa del violen to fuoco dell'artiglieria anersaria, raggiunse il 15 ,con il l c orpo d'am1ata. lo « Cbem in cles Dam:.:s >l, ma non fece altri 1>rogrcssi, aspettando che le arma.te laterali agevolassero la sua avanzata. La 6· armata (:\Iaunoury), trornndosi all'estrema ala sinistrtl dell'eserc ito franceRc, sperava ancora di poter a.vvol-gere, mediante il concorso de i XIII corpo che marciava da Crei! verso Noyon, a.cl oocideme dell'Oise, la destra nemica; ,ma la resistenza del II corpo tedesco col concorso d i qua.Liro d ivisioni di cavalleria, nonchè l'arrivo ·del IX cor po di riserva, mandarono a vuoto questo tentativo, alto stesso modo che era fallito quello inizialmente tentato dal corpo di cavalleria Bridou1' d i p untare alle sp:tl le della l' armata tedesca per tagliare la ferrovia ~oyon-Saint · QucnliJT, La reciproca stanchezza e la scarsità delle munizioni fecero sì che nessuno dei due avversari insistesse in azioni decisi,·c; da un lato e dall'altro s i scavarono trinceé e cominciò l.1 guerra <li 'J)osizione. I Tedesch i peraltro fino a l 21 settembre s ferrarono contrattacchi locali per mascherare il movimento laterale delle loro a rmate 6" e 7•; movimento cui dal lato opposto corrispose quello deUa 2• armata fra:ncese (dc Castelna.u) dando origine alla « Corsa al mare JJ .

La seco11da battaglia dell'Aimc fu comballuta dal 16 a,prilc al 5 maggio 19 17 cd ebbe importanza e sviluppo assai maggiori della prima. Lo scopo che s i proponeva il coniando supremo francese (gen. Nivelle) era quello di sfondare per un tratto di 60 km. la linea nemica, aprendo una 1breocia attraverso la quale gettare potenti riserve e riprendere al di là dell'u ltima trincea nemica la guerra d i movimento e d i manovra. Aveva l!)Crtanto conceutrotc sul fronte Vauxaòllon-Bri-

mont il gruppo di amiate di riser,·a (G.:\.R.) agli ord ini del gencrule Michclor, comprc·ndente d ue armate ( 6" e S') destinate all'assalto e due armate (10" e l') in riserva, iironte a sfruttare il succes.so e a spiegarsi a ventaglio nell'intervallo che lascerebbero fr:i loro le armate ct'assalto, ,procedendo in direzione ,.livergcnte. In complesso, una massa di circa l.400.00ù uomini, con 1800 pezJJi d:L campagna, 1700 pesanti, con abbondanti munizioni e 200 carri armati. La preparazione era stata. accurat~ e n1inu~ios--a. : erano stati costru iti Jin 250 km . d i ferrovie. M a tutto ciò non era stato fatto a.bb:istanza segretamente e il nemico n e a,•eva avuto sentore, anche ,perchè a <lue riprese, il 13 febbt·aio e il 5 aprile, aveva cattu,·ato sul corpo di uffidali f.rancesi uccisi •i piani della offensiva p rogettata contro gli altipiani di Vauclerc e di Craonne; sicchi: a,•eva. avuto molto tempo per prepararsi e n wvere l'attacco. \ L e ,posizioni che le al'lliate francesi stavano per a ttaccare, erano naturalmente forti, essendo costitu ite ,la colline a fianchi scoscesi, avent i sull' Aisne un dominio di {:irca cento metri, e traforate a cagione della loro .porosità da numerosissime cavcn1c (creutes), le quali offrivano ai difénsori ricoveri sicuri contro il bombardamento e si prcsta,·ano ad essere tramutate in nidi insidiosi d i mit ragliatrici, vantaggi che i Tedeschi avevano sapu to rn,picntcmentc sfruttare, mol,iplica.ndone il valore dal momento in cui avevano ritenuto probabile un attacco su quel tratto di fronte, fermamente determinati a non cedere pos izioni di tanta importanza. All'ala sinistra la 6• armata (-g enerale l\Iangin), forte di 14 d ivisioni di cui 8 in <prima. linea, doveva atta,ccarc da ovest e da est il grande saliente d i Vaiily e del forte Condé, mentre una divisi()ne territoriale lo avrebbe guar<la.to <la. Sl.ld; e IJlrecisa,mente i l I corpo d'armala coloniale avrebbe puntato in direzione dei


:\Iulino cli Laffaux, mentre i corpi VT, XX e H colonia le avrobbero cozzalo contro il t ra t to Soupi.r-Hemtebise. All'ala dest ra la s• annata (generale Mazd) forte essa pure cli 14 d ivisioni, ,cli cui 10 in pr ima linea, aveva assegnalo come obbiettiv i al II corpo colonia le l'altipiano cli Craonne, al V cor po la Vi!Je-au Bois e Juvincourt, a! XXII Neufchatel per le due rive dell' -~isnc, al Vll le posizion i del cana le tra Sapigneul e Courcy e le ahurc ad oriente (Sa,pigneu l, Spin e Brimont). Avvenu to Io sfondamen to, la 6" armata e la 5", obliquando rispettivamente a d ovest e ad est dovevano aprire il passo alla 10' armata (generale Duchesnc), forte di 12 d ivisioni (-corpi d'arma la XVIII, II, IIL I X e T corpo di ca.valleria), fin dal 15 aprile ammassata tra I' Aisne e la Vcsle ed aven te per compito <.! i procedere clirettall11ente verso nord fino alla SeITe. Frattanto la 1• ar mata (genera le l•ayolle), forte di 12 d ivisioni (wrpi d'armata Xl , XIV, X e XXI) , s1 radunava nella regione Chat.catt-Thierry, Epernay e a sud, tenendosi p ronta a r incalzare sia la 10' armata, s ia la 4'' (generale An tboine), fa.centc ,parte del gru_ppo

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di armate del centro (generale Pétain) e inca.ricala di a ttaccare, il 17 aprile, k a lture di ì\loronvillers ad oriente di R eims . Secondo i <:alcol i <lei comando su premo, ohe aveva precisato sulla carta le pos izioni che dovevano fsserc sue<:essiv-amentc raggiunte 3, 6, 7 ore dopo l'inizio dell'attacco, si presumeva che potessero essere superate di pr imo lancio in tempo sì breve quattro linee di clife:;a nemiohe, in m1odo che la 10" arma ta s i sarebbe spicii;-ata fin dalla sera del 16 aprile sul fronte Laon,\.111:fontainc e la sera del 1_7 su "quella PierrepontBucy fa P ierrepont, con la cavalleria sp inta ancora piit innanzi, sulla Serre da :'.llarles e Montcornel. D i fronte allo schieramento francese nel tratto considerato, stavano dodici div isioni della 7' armat,1 tedesca (generale von Rochm) , a,ppartcnente al gruppo del Kronprinz i mperia le . La preparazione d'arti glieria ca·a cominciata fm dal 6 aprile, ·contemporanea.men te all'at· lacco de!l'eser-cito brita1m ico sul fronte di Vimy, quando alle 6 d el 16 aprile venne sferrata l'offensiva. li' tempo pessimo, con tempesta <i i neve, rendeva impo.,-· si bile l'aggiustamento del tiro delle artiglierie, stempe-

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rava il terreno e diminuiva grandemente la capacita combattiva de.Ile truppe nere. Non ostante lo slancic, con il quale i F rances i s i av-ventarono con,tro le tr incee nemiche, il resultato rimase lungi dalle speranze. Sul fronte della 6' armata, il I corpo d'armata coloniale riuscì solbanto ad impadronirsi d i Laffaux e di Moisy, mentre il VI ed il XX co1,po non conquistavano che la prima posizione avversaria cd il II corpo d'annata còlo11ia.le riusciva ,penosam~n te a ràggiungere la cresta dello Chemin des Darmcs da Heu'rtebise ad occidente. Sul fron te della 5' armata, il I corpo d'armata subì uno scaoco completo di ifronte all'altipiano di Craon11e e vivamente -con trattaocato f.u respinto sulle trincee d; partenza.. A destra <li esso, favol·ito d al teneno meHo difficile, il VII <:o.tpo prese Councy e Bennéricourt, ed occu pò u n tratto della seconda posizione avversaria: ma i carri d'assalto, sui quali i F rancesi facevano un grande assegnamento, chiamati verso mezzogiorno a sostegno <lelle famerie ormai esauste, per procedere verso J uvincourt, non ,consewuirono lo scopo : dopo appen a -due ore, sopra centotTendadue, cinquantasette erano distrutti e sessauraquattro immobili per guasti r iportati. Energici ,contrattacchi tedeschi smorzarono anche qui la foga francese e rip.resero anzi llennér icourt nonchè una parte del terreno che i Francesi avevano a caro prezzo conquistato. Ben chè il primo urto fosse stato tale da deprimere le fanterie in modo che non sarebbero più state capaci di u n serio sforzo, il comando supremo francese credette opportu no <l'insistere, ordinando che la 6" a rmata s i limitasse a completare la conquista delle a lture tra Aisne ed Ailette e che il gruJ>po delle annate di r iserva -p untasse nella direzione nord-e5t, partendo d al teneno che la 5° armata a veva guadagnato. La lotta, accanitissima, sebbene ridotta a p iù modesti obbie ttivi, s i prolu)lgÒ in tal modo. dal 17 al 25 aprile e il 1T si estese s ulla destra per l'offensiva s ferrata dalla 4" armata ,contro le alture d i :MoronviHers (v.). L'azione della 6" armata, passata agli ordini del generale Maistre, esercitata sulle due faccie del saliente Vai!Jy-Condè, specialmente dal 18 a l 20, ebbe per effetto <l'indurre i T edesdli a.cl ev.a,cuarlo ,preàpitosamente, per modo che il 2 1 esso cadeva completame.nt~ da Laffaux a nor d di Bray, nelle mani dei Francesi. Più limitati furono invece i rpmgressi conseg•uiti sullo Chemin <les Da.mes <lai pressi di Coui,tençon ad Beurtebise e sul margine setten trionale dell'altipiano d i Ailles, domu1ante la valle della Ailettc; e pal'ticolannente dolenti fUJrono i contratta,cchi teldeschi il 18 presso J.uvincourt, il 19 su H eurtelbise e il mulino di Vauclcrc, il 25 ancora sul :mulino m.!ldesimo e pxesso Cerny._ Frattanto fin <la:! 22 aprile il generale Nivelle aveva impartito nuovi ordini, •s econdo i qual~ ' abbam.donato il d isegno di sfondare la linea nemica, vi sostituiva quello p iù modesto di qua ttro operazioni parzia li, da s vilup.par e successivwmentc d aHa fine di apTile in poi. A tale scopo, poichè era venuto meno alla 10" armata il compito di manovra ,che in precedenza era stato ad essa a~segnato, fo intercalata in linea tra la 6' e la s• armata sul tratto corrispondente allo Chemin des Dames, riducendo il settoice d ella s• a rmata a1 tra tto d a B erry-au-Ba c a R eims. I n tal modo -la 6" e la 10" arma ta ebbero rper obbiettivo 'lo Cbemin des Dames wen ti-e la s• ar mata ebbe queUo d elle alture di Sa pigneu le e d i Spin, in con corso con le operazion i della 4• ar-

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mata. In conformità di queste direttive il 4 maggio la 10• armata lanciò il XVIII corpo all'attacco d i Craon-

ne, addossato alla rupe e d ominato dall~ parete a picco dell'altipiano di California: posizione formidaib ik, che il nemico aveva saldamente forti-ficata . Con il sussidio d i un intenso bon1bar<lamento, la 36" divisiorv~ occupò in <lieci minuti il villaggio e v i si mantenne a malgrado dei reit_crati ed accaniti contrattacchi ,;ferrati •dai Tedesohi durante la notte. Il giorno success ivo, snediante un a tta-0co generale, k-i 6" e la 10° a'rmata conquista.vano all'ala sinistra il mulino di Laffaux, ,che ,costituiva un saliente della linea di Hinde1,burg, ,tl ,centro la cresta dello Chemin dcs Dames, a ll'ala desti·a l'altipiano d i Craonne o di Californ:ia: perdita, questa, che fu assa~ sensi bile al nemico a cagione del dominio che, cli •là si aveva sulla regione circostante, tanto che '))Cr tre .giorni tentò invano con furiosi contrassalti d i riprenderlo. Con. c iò e con le opexazioni concomitanti della 1" armala sulle alture di Moronvillcrs (v.) , ebbe termine la seconda battaglia dcli' Aisne. Da parte tedesca, le perdite erano state gravi, tanto che i Francesi avevano tolto loro 22.000 prigionieri e i83 cannoni; oltre a ciò, qu alche divisione n on avev:t op-posto la presumibile resistenza, J'i,ntervento delole riserve appa.reocbia te per i contrassalti n on sempre erJ. stato tempestivo; ma nel complesso la .resistenza era stata tenace e l' irruzione nemica era stata arginata con u na relativmnente .p iccola perdita di terreno . Da parte francese le peroitc erano state molto più gmvi, am1nontando <lai 16 aprile al 10 maggio, a 15.589 morti, 60.036 •feriti, 20.500 <li;,persi : totale 96.125 uomu1i. Ma la brevità del t<'lmpo e la r isnrettezza dello spazio entro cui avvennero le ,per<lite ,della p r ima giornata ~16 apriile) e l'effetto di sorpresa prodotto dalle micidiali mitragliatrici appostate al sicuro nelle cave.me, le fe.cero a,pparire, dal pun to di vista morale, assai maggio.ri ed ebbero una òperoussione -deleteria sullo spirito dell'esercito, dinanzi al quale il lumitato successo localmente ,conseguito, in paragone del gran<lioso progetto iniziale, dette l' innrpressione di u no scacco in'Vece che di un a vittoria.

La terza. battaglia deU' Aisne fo comlbatbula dal 2i ma.gf;io a11'8 giugno 1918 ed è p iù comunemente conosciuta sotto il nome <li ,batt~lia dello Clwmù, dcs Ddmes. (V.).

A isovizza (A·isovica) . Looalità a.cl est di Gorizia, dove gli Austriaci avevano impiru1tatp uno dei · loro più ìrnportanti campi ,di aviazione, p iù volte bombardato dalle nostre squafuiglie da lb ombarcìamento. Memo,·a bili specialmente i ·boni'bardamcnti <lei 14 gennaio e 13 febbraio 1916, d urante la quale u ltima incursione, spinta.si frho a LUJbiana, avvenne il tragico e glorioso episodio del- Capitano Salomon e. Aiton. Borgo della Savoia, su'il' Ar{:, presso il suo sbocco n ell'Isère . Punto militarmente importru1te e fortifi.cato. Nel 1814 ve1me occll!P.a to da t.rtUppe au stviache e vi ebbe luogo un breve scontro con urn p,iccolo corpo fran.ccsc. Aitos (Co-mba\tìmrnto di). ( 25 luglio 1829). Appartiene a lla .guerr-a russo- tunca del 1828-29. Dopo o ttenuto il successo d el rpassaggio dei Balcani, le OJ>inioni circa il p roseS!1imento de lle operazioni non erano con-

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cordi al Quartier Generale Russo. P iù d i una voce in'fl,uente domandava infatti che l'esercito non abba.n<lonasse le proprie comunicazioni e tornasse col grosso a S·òumla per prendere questa piazzaforte prima di avvenit,rarsi nell'interno del paese. Altri, nel consigli•) di -guerra, sostenevano al contrario ·che, dopo aver oltrepassato ,i Balcani, non era possibile arrestarsi a· metà. Le vittor ie già r iportate, lo sparpagliamento delle forze ne:rniche, assai scoraggiate, e le tli!\J)osizioni amichevoli de-Ile ipopolazioni cristiane delle quali gli atti alle am1i accorrevano solto le bandiere russe, costituivano un compenso alla <lebolczza numerica de!l'escr,cito. Si sapeva poi che Adrianopoli non aveva una guanligione cons,iderevole : una ulteriore esitazione -avrebbe dato ai Tw,chi il tempo di rinforzarla e di fortificare questa importante città, seconda capitale dell'Impen?, Tuttavia, i successi fino allora riportati co»ì facilmente avevano inspirato a.i Russi una certa i11quietudine: essi avevano trovato tanta poèa resistem,a nei punt i stessi in cui i l nemico avrebbe poluto avere buon giuo:co, che riteneva.no <li non av~r avuto finora a che fare che con avanguardie dell'esercito prinòpak. Questo, secondo of!Ili rprobalbilità, doveva essere conc~ntrato ad Aitos. Da questo IJ)Unto fino a Burgas si stende una vasta p ianura ondulata fra le montagne dei Bai-cani e la catena dell'Istrangia. Aitos, città importante e non fortifica.tu, d i 25.000 aib., è sull'orlo settentrionale d i la.le pianura, ai pie<l i stessi dei Balcani. I l 25 luglio, il 7° Corpo r usso, comandato dal generale R,udiger, fu diretto sulla città: 'i 1Cosacohi d ell'avan(,,"llaYdia arrivarono fin presso le porte, ma il generale aveva ordiJ1e d_i evitare una azione generale. In realtà, ad Ai tos non s i trovava ohe un Cor.po turco staccato. di 10- 12.000 u ., ohe il gran Visir Osman Pa scià, inquieto dei progressi russi, aveva distaccato da Sciumla, Queste truppe fecero fronte al gen. Rudiger sulle a lture ad est della città, ove erano stati iniziati alcuni frettolosi lavori di trinceramento. I Russi aprirono dapprima il fuoco di tutta la loro artiglieria sulh posizione. I n seguilo, una 1brigata d i u lani della -4 " Divisione s i ~vanzò· ,per caricare, ma aip.pena i fiancheggiatori farono respmti dalla caval'lcria, i Turchi si r i tirarono nella c ittà. Il 37° regg, Cacciatori marciò allora · risolutamente su A1tos senza tirare un colpo di fucile . I Tcurchi s i dettero alla fuga: molti fra es,l vennero uvcisi nell' inseguimento : le loro perdite forano <li 125 prigionieri e 3 pezzi di artiglieria. I Russi trovaroJ10 nella città 6000 tende, 500 barili di polvere, 3000 ca;ppotti militari e notevoli quantità d i armi e di munizioni. All"Mdoma,ni, men tre i l comandante in capo generale Diebitscli stava per ordinare l'avanzata di nuove forze su Aitos, r icevette -la notizia che questa città era già presa. Allora il 2° Corpo s i concentr ò a Rumelikjoi, il 6° Corpo raggiunse il 7° a,d Aitos ove fu trasportato il Quartier Generale. I vi vennero anche concentratt nei giorni seguenti tutte le truppe disponibili per il proseguimento delle operazioni, all'iJ1fuori ci~è d i quelle impegnate sotto il comando del gen, Krassowski at• torno a Sciumla, Esse consistev-ano in un totale di 41 battaglioni e 52 squadroni con rmmerosa artiglieria : 25.000 11. e 96 pezzi. Con tali forze fu iniziat,a la mar•• e ia su Adrianopoli.

Aitzema (Lume van), Storico olandese del secolo

AIU XVlI, morto nel 1669. E' autore di una « Storia delle cose di Stato e delle l'Jllerre seguite 'd al 1621 al 1668 )). Opera molto importante per la quantità gran9e di documenti che vi sono riportati.

Aiubiti. D inastia musulmana, succeduta nel 1171 a quella fatimita dell'Egitto. Venne fondata da Salahaddin-Yusuf (Saladino) nglio di Aiuh e si d ivise iu quattro rami, quasi sempre in lotta fra loro, che regnarono sull'Egitto, la -Siria, l'Yemen e la !vfesopotamia. Il rnmo principale, quello d'Egitto, conta otto principi e conservò il ,potere dal 1171 al 1250, ,1el quale aru10 ,fu abbattuto dai mannnialucchi d i Turchia; il rnmo dello Y emcn regnò dal 1173 al 1229; quello cli Damasco dal 1174 al 1250 e q,1ello di Aleppo dal 1183 a l 1260, I personaggi p iù irmpor tanti degli aiubiti sono: Aiub-ben-Scùuìy (Ncgim-Eddin), curdo <.li origine, capostipite della dinastia, morto nel 1173. Succeduto al pa<lre nel governatorato cli Tekryt, dovette ben presto abbandonarlo e rifugiars i presso Zenky, re d' Aleppo, che lo nominò governatore cli Babek. :Ma l'atabek di Dmmasco ve lo assediò e -lo costrinse a. cedergli la città , Allora Aiub s i rifugiò presso i l figlio Saladino, visir del califfo Adhad d'Egitto. Saladino, figlio del precedente, fondatore della dinastia, n, a Tekryt su l Tigri nel 1137, m . a Damasco nel 1193. -E .n trò al servizio d i Nul·ecldino, atabek di Aleppo e cli Damasco e ottenne il comando di 1,111 esercito con il quale si recò presso il califfo fatimita dell'Egitto. Dopo nmnerosc vittorie ripor tate su i nemici del califfo, ne f 11 creato visir. Poco dopo, attaccato dalla _.llotta del!' impera tore greco e da li' esercito di Amalr ico I ,-e di Gerusalemme, dopo inflitta una grave d isfatta all'esercito cristiano, si 1·ivolse con le sue truppe ve,·so la SiJ·ia e ne ultraprese la conquista. Ritornato in Egitto volle rovescia.re il trono dei 1-'atimiti e fece imprigionare il califfo con la sua famiglia. Allora Nure<ldino gli intimò di fare ritorno in Si.ria; SaladiJ10 vi si rifiutò, e }\Ture<ldino gli marciò contro con un esercito, ma essendo sta,to colto dalla morte in Damasco (1174) Saladino si impadronì del potere. Frattanto aveva inviato il proprio fra tello Saif-cl-Tslam ad impadronirsi dello Yemen ed egli stesso prendeva Aleppo e Mossui scacciando dai loro possedi'tnenti i cristiani. · Nel 1187 il suo esercito disfece a T iberi.ade l'armata dei franchi e si impaclroni cl i Gerusalemme che i cristiani non r iuscirono più a riprendergli. Nel 1192 concluse ~m armistizio coi prmcipi c r istia.n i e cominciava allora a godere un po' di tranquillità dopo trenta anni di lotte, quando fu sorpreso dalla morte. S1ladino lasciò nella storia una traccia notevole e tanto presso gli or ientali quanto presso gli occidentali ebbe fama di uomo valoroso, generoso e cavalleresco, Fece costru ir e al Cairo la fortezza della M ontagna- e cinse la città d i soli-de mura,


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Salad·ino Il. Ultimo <legli a.iubiti d'Aleppo, n . nel 1229 on. nel 1260. S ucceduto al ipadre Melik -el-AzizMohammed, alla caduta degli Aiu!biti d'Egitto fu r icoconosciuto sovr ano della .Siria, ma avvenuta poco dopo l'invasione <le i Mongoli d'U lagu, Safadino si chiuse in D,unasco. Fidando nella generosità del nemico, gli si d iede .pri-gionicro, ma iu ucòso d i propr,ia. mano d a Ulagu. Con lui s'ostinse la d in astia Aiubita d i Aleppo. Melik-el- Adel, fratello di Sa.l~dino n. a Baalbek n el 1139, morto nel 1218. R itmì sotto la s ua. dominazione l'impero del fondatore della dinastia. degli Aiubiti. Fu suocessivamen te governatore d i Aleppo, di Damasco e ,dell'Egitto. P rese -parte alla guer ra contr o i cristian i della terza crociata ( l 188) e negoziò la pa.ce fra Saladino e R iccar do Cuor i;li Leone. Si d istinse p r incipalmente dttrante la <1ttinta e la sesta crociata. Avendo saputo che i francesi assedia vano Da..mietla, si m·osse con un esevcito dalla Siria ,i n suo soccorso, ma fu sorpreso dalla morte memre era in viaggio . Melik-el-Ka;n.el, figlio del precedente, n . e m. a l Cairo ( 1168-1238). Successe al padre durante l'assedi,, di D amieua, la quale fu presa d ai cristiani n el 121') ; ma egli la r itolse loro nel 122 l. In seguito avendo suo fratel lo Melik-el-ìVIoazzem tentato di impadronirsi de ll'Egitto, el-Kamel fece una alleanz.1, difensiva con F eder ico II imperatore di Germania., a l quale cedette Ger usalemme; e alla morte di cl-Moazzem ( 1227) occupò dapprima i suoi Stati con Dam,16-co ca1Yitale e poi tutta la Siria. Durante il suo regno gli A iu·b.iti deHo Yemen perdettero il trono. Questo principe coltivò con suecasso le belic lettere e la filosofia. Melik- el-A fdal, fì;glio p ri,mogcnito di Saladino, n . a l Ca.>ro nel 1170 lll. a Samosata. nel 1225. Nel 1187 r ip ortò la vit toria <li T iberiade su i templari e sui cavalie,·i d i S . Giovanni di Gei·usa lemme. Dal fratello el-Aziz e <la llo zio ?11elik-el- Adcl fu spogliato dei suoi possessi che egli invano tentò pii1 volte di riCU,f.lerare . 1\1elik- el-J\l[oa,/ha1n o Melik-el-Moazz1m1., sultano d i Siria, n . a l Cairo nel 1180, 111. a D,unasco nel 1227. Fu governatore della •Siria durante i l regno del padre Melik- cl- Aùel e,d a lla a1·1orte di esso ne divenne Sultano. P assò la m aggior parte della sua vita in gue,.ra con tro i crociati. ?s(el 1220 tolse Ce.5arca a i Cr istiani e nel 1221 aiutò i l fratello l\'Ielik-el-K amcl a riprendere Da.mietta. Gli stor ici occiden tali lo ohiamano Coradino .

Melik-el-Saleh. Su ltano d'Egitto, di Siria e di Mesopotamitt, n. a l Cairo n el 1205, m. a. }iansu r a.h nel 1250. S' im padronì del potere a danno d i suo fratello dello stesso nome (1240). Rip rese Gerusalemme, Dam asco e le fortezze 'Clelia costa ( 1244-1246). Poco do.po e bbe a sostener e una fiera lotta contro cinqua ntam ila crociati condotti da Luigi IX <li Francia. Sebbene eroicamente d ifesa, Damietta cadde i n mano d ei francesi. JI corpo dei manunalucchi, r iorgan izzato d a lui, contitl!uÒ la resistenza e nella battaglia d i faraskor, vinti i croti<Lti, fece p.rigionie ro lo stesso re Luigi. Allora fu resa pubblica la 1nortc d i Melik, avvenuta qualche tempo pr ima, e gli succedette Melik-el-lVIoahdam, u ltimo sultano aiubita <li Egitto e cli Siria morto nel 1250. R egnò solo <Jualche settimana, percllè i primipali capi rnusulman i d ' Egitto, irr itati dalle sue cradcltà, lo fecero massacrare chi mammalucchi.

Aiutante. Quegli che ha .per ufficio -d i a iutare nel-

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l'esercizio delle sue mansioni un ufficiale di grado su per iore al su9. ( Carbone, Dizionario H1ilitare).

Aiutante. (Ani .). A . d·i piazz(J.. Quell' ufficia le prJ.• tico ciel luogo che aiutava il comand ante nel governo militare ,;el posto cli pr es id io. A. Gc-11eral e. Così d1iamavasi in alcuni eserciti l'ufficiale s~1per iore il cui grado era tra quello del colonnello e quello del maresciallo di campo, cui s'affidavano per lo più funzioni part icola r i. A . Sott,,ff-iciale. L'ufficiale vcternno. p ro veniente per lo più d alla bassa forza, che assisteva e sorveglia va il modo d i comportarsi dei sergenti, caporali e guide di linea. A. maresciallo. In Francia, il solda,to c he stava alle dipendenze <lirette del m:i.resciallo <l'alloggio. Aùttanti in genere i soldati d ' artiglier ia, che manovm.vano il pezzo in a iuta- d.t,l capo bampardicre, quelli che furono poi denominati sem:enti. Il ùitante d i batta.gl·ia. Grado istituito nel settembre ciel 1916 nella cn.tcgoria elci sottufficiali. G li corr ispor- deva il comando or ganico di plotone o di riparto equivalente e, nella progres;;ione dei gradi de lla gerarchia militare, era intc11rnedio fra il ma resciallo ma.ggiore è l'aspira nte ufficiale di complemento . (Decreto Luogotenenziale ~ . 1191) . Il gnsclo d i Il . di ba.ttaglit: veniva c onferito con d e termin azione dei comanclant.i <li Corpo d'Ar mata, esclusivamente per merit-0 cli guerra ai militar i d i trup pa e sottufficiali delle armi combat tenti. Nei r iguardi degli assegni, delle indennità e delle pensioni prÈvilegiate di guerra, agli A . d i battaglia era fatto lo stesso t rattamento sta bili to per i marescialli ,maggiori. Tnol,tre, alla. fme della guerra, vennt a. -ciascuno <li essi corrisposta, a titolo di p remio, una som;m~ pari a tante volte <lue<ento lire quanti erano i -mes i <li servizio ,prestati in •guerra col grado di A . In ogni caso, però, tale somma, non doveva superare il anassimo cli lire millequattrocento. Il d istint ivo d i grado sulle manopole era, durante la guerra~ queHo del .ntaresciallo 1na:ggiorc, sormontato da un occhiello d i circa 5 cm. d i diametro, fatto con la s te3sa trecciola ondula ta di lana nera. Il dist intivo sul berretto era <pure quello da ma resciallo con l'aggiunta d i tre t ratti di filetto cli lana nera, posti sim-

metricamente ai lati e nella par te posteriore del berretto, perpen d ico l,•.nnen te a lla Lreccioia ondul,,ta. Dopo la guerra, gli A . di battaglia, p roven ienti dai sot t uffic iali d i carriera, co11serrnrono il grado. rima nendo equiparati a.i marescialli maggiori, con sola p r•> cc<lenza ,di anzia.n ità d i servizio. Essi, quindi, hanno gli stessi lor o assegni, indennità e competenze . I distintivi cli grndo attua li degli A . di battaglia differiscono <la quelli dei marescialli 1naggior i solo per l'aggiunta -cl.i t r e tratti di filet to d'argento a i d istintivi s u l berretto, posti in maniera identica a quella sopra in-


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d icata pei filetti di lana. Gli A . di battaglia sono inoltre autorizzat i a fregiarsi del <!istintivo d'onore della promozione per merito d i guerra. •11i11tante di campo di brigata. Ad ogni Comando di brigata d i fanteria o di cavalleria è organicamente asseg11a to un aiutan te <li campo, scelto e nominato dal Ministero della guerra fra i capitani dell'arma rispettiva., che ne faccia.no domanda, abbiano comandato per un anno consecutivo la compagnia o lo squadrone, P,d abbiano frequentato con esito favorevole i corsi della Scuola di guerra . In deficienza di . ca,pitani, in possesso dei requisiti suddett i, l'A. di campo e scelto fra i capitani ritenu ti a tti a ricopr ire tale carica, dando la preferenza a quelli promossi a scelta, a quelli che abbiano compiuto due od un corso deJ-la scuola di guerra, cd iniinc :i. que lli richiesti nominativamente da! genemle comanda.mc della brigata. L'A . di campo r ima.ne in carica ,per 5 anni, e non può essere rinomi11ito se non dopo aver cessato da.Ila carica stessa da due anni od aver prestato servizio per detto periodo di tempo nei reggimenti della propria arma. In caso di mobilitazione può r imanere in carka sen• za limite di tempo. L'A. -d i campo di.pende d irettamen te cd esdusiva,men tc dall'ufficiale generale cui è addetto. Quando occorre, comunica verbalmente gli ord ini del p rqprio generale a i comandanti delle truppe, i qUali devono u b'bi<lirli, come se fossero dati p ersonalmente <lai gencmle. E' suo dovere, pertanto, di rendersi esatto conto clegii ·intend imenti del proprio generale, per poterne trasmettere <:on esattezza gli ordini. N" cl comunica.re vcrba,lmente u n ordine, deve sempre p remettere: D'ordine del Generale (tale). L'A. d i campo 11011 accompagna il generi'!c cui è addetto quando questi si reca f<uori dell'ord inaria resklenza. Quando il coma ndante ·della brigata s i assenta per p iù di 7 giorni, o quando il comando d ella 'brigata è. vacante, ·l' A . cli campo, ove non fruisca di licenza, presta servizio presso il comando deUa D rvisione se il comando deila br igata hi sede ne!Ja medesima località in cui tronsi quello della Div is ione, a ltrimenti al -comando del presidio. /\t.tuatmente ( 192.5). in via ,provvisoria, per la gra'IT<lc esuberanza d i ufficiali super iori, gli A. d i campo d i briga ta possono essere anche maggiori. Aiutante di caJ11po di S . M . il Re e dei Principi, (V. Case Militari di S. M. il R e e dei R R . P rincip,). Aiutante màgg·iore in l' ed in. 2'' . Ad ogni Comando di Reggimento, cli L egione CC. RR., Direzione d'ospedale, è addetto un· A . maggiore in I" scelto dal coo1andan,te del Rcgg. o della Legione o dal direttore delfospedale, tra i capitani p iù d istinti t])er fermezza d i carattere, per buona condo tta, per operosità, is(ru,oione e ,conoscenza <lei servizio e che a·bbiano coman dato se .d'arma combattente - il reparto corrispondente i l p roprio grado almeno per un anno consecutivo. L'11. maggiore in l '' dirige l'ufficio maggiorità del regg. cd h a sullo St1to i\Ja.ggiore di cor:po au torità e dove ri cli comanda11te d i compagnia . P•uò r ima.nere in carica indefinitamente . Comunica al deposito ed a i bat taglioni o repa rti equiva lenti 'presenti alla sede, gli ordin i d el comandante del Re,gg., cui fa <la segretario se a taìc ufficio non è prescelto un A . maggiore in 2". D irige !a mensi dei sot~ufficia li, o personalmente o a mezzo degli A. m~ggim i in 2• qua,ndo i battaglioni o reparti equivalent i siano dista,ccati. Sor veglia la condotta <lei

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sottufficiali; esercita assidua -vigilanza sulla caserma tenendosi informa.to d i quanto vi a.Yviene, per essere in grndo d i fornire agii ufficiali superiori i chiarimenti d i cui fosse richiesto. Sorveglia lo spa,ocio cooperativo, che i pesi e le m isure adoperati da r ivenclitori ammessi nelle caserme siano esatti, che il vino ed i commestibili siano di buona qualità . F a da A. di campo a l comandante di Regg. nelle esercitazioni e in tutte le oc-casioni in cui la tnnppa prenda le anni sotto al comando del colonnello o ,di chi . ne fa le veci. L, assenza ed in mancanza del!' A . rnaggiore in 1• ne spettano le veci a.Il' A . maggiore in 2• .più anziano fra i p resanti alla sede del cor po. Negli ospedali in cui trovasi anche il comando della compagnii di sanità, l'A . maggiore in 1" è coadiuvato anche dal sergente maggiore o ona.rnsciallo di compagnia e dal graduato di contaibilità. Attualmente, in via provvisoria, data l'esuberanza di ufficiali supe riori, possono ricoprire la carica di A . maggiore in 1• anche i maggiori. L' ,1 . maggiore in 1• è u n importante agente <lei Consiglio <li amministm2lione, sia per la sua qualità ;ii comandante di r~;parto che come capo dell'ufficio maggiorità e gestore diretto del materiale di casermaggio e delle ca.rtuoce. R ihscia i buoni collettivi pel prelevaanento del pane e viveri per ,la truppa,, dei · foraggi pei quadrupedi ; gestisce ~on l'ausilio d ella commissione del rancio, la quota destinata alla parte completi-va del rancio dei caporali e soldati ; regola i movimenti .di materiali di casenna~gio, sia nei r iguardi· interni <lei c.onpo c he quale anello di congiunzione fra rep_a rti e Tna.gazzino; paga gli àssegni di viaggio dovuti a.Ili truppi che comu nque si assenta dal corpo pe r servizio; ha sulla gestione <lelle cartucce una particolare jngerenza tecnica ed an111ninistrativa. Ad ogn i battaglione o reparto equivalente, divisione CC. RR ., ospedale rmilitare è assegnato 'llll A. maggiore in 2" scelto fra i tenenti <lei -corpo ('Pei CC. RR. la scelta -può aver luogo anche fra i sottotenenti) che abbiano almeno quattro anni 'Cli servizio da ufficia le e posseggano le medesime qualità richieste per l' A. maggiore in 1". P er gli ufficiali effettivi airovenienti da quelli <li complemento, -deve computarsi il servizio ,la essi prestato in tale qualità prima. di o ttenere la nomina ad ufficiale in s. a. p. L'A. maggiore in 2• fa ria segretasio a l comandante del battaglione o reparto equ ivalente e coa,cli,uva l'A. maggiore in 1• in ogni parte dei servizio del!' istJ·-uzione; esercita presso lo S tato Maggiore di corpo le /,u nzioni di uffìaiale subilterno d i compagnia. D irige ,la maggiorità del battaglione o reparto equ ivalente cui è addetto e con esso interviene alle varie istruzioni. R in1ane in carica cinque anni

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non ,può essere nomi.nato se n on dopo averne cessato da -due anni. Se allo scadere dei cinque a1rni si trova in d istaccamento, cessa dalla. carica a d istaccamento u ltimato . ln ca.so di mobilitazione p uò rimnnere in car ica senza limite d i tempo. Se fa da segretario a l Comandante del Regg., p uò essere dispensalo d a alcuni servi1,i e da alcune ese1·citazioni. In caso d'assenza ne fa le veci un ufficia.le s uba,lterno di compagnia o repa rto equivalente designato dal comandante del corpo. ln via provvis:ir ia, possono essere attualmente impiegati nella carica di A . ma~iore in 2" a nche i capitani. A·i11ta11ti rl-i sanità. Sono graduati (cap. magg. o cap.·• appartenenti al persona le d i assistenza addetto agii osp edali rnilit:1,r i, alle infermerie di ipresidio, al!e in-


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ferrncrie di rcorpo, ecc. Quelli facenti -p arte d elle com.pagi:iie d i sanità, vengono generalmente scelti ' fra i la'llrea,li o ,gli studenti in medicina e farmacia e fra gli ecclesiastici. Gli A .. d i sanità. dçì corp i sono scelti fra i sold a ti c.he abbiano i requisiti per essere nominati caporali cd abbiano compiuto con buon esito l'apposito corso, delh durata di due mesi, presso un ospeda le ,principale. Agli A . d i sanità sono affidate le mans ioni più dedimte relative a.gli infermi, ci<X: : segnare le temperature, SGrivere sull'a,P'Posito r egistro le p-resc1·izioni medicinali e degli alimenti, distribuire i medicina li e invigilare sulla loro so1m11inistrazionc; eseguire, sotto la sorveglianza dei medici, medicazioni ed operazioni d i secondaria in1portanza (iniezioni ipodermiche, massaggi, fasciatw-e, ecc.).

Aiutanti telemetristi. (V. TeleJ1U!trùt-t) . Aùitante ài 13a1tdicra. (Mar.). Chiamasi in tal modo l'Uff1cia'le di Vascello della R. ;\farina destinato alla persona di un Ammiragl.io . .Ln genenale ha il grado di ten. di Va.se. e porta come distin~ivo una stolletta. d'a..rgento ricamata n ell' interno dell'occhio del gallone superiore tdella manica. In grande uniforme 'l'A. di band iera, ,come gli a ltri Ufficiali che fanno parte dello St1to Maggiore del!' i\Jmmiraglio, porta le << cordelline >) . Il nome è dovuto al fatto che l'Uffida le Ammiraglio, quando è imba1x:ato, ha diritto a inalberare una speciale baJtdiera distinti.va all'albero di maestra della na ve, L'A . idi Ban diera ha mansioni d i segreta.rio per tutte le pratiche di caratter e u fficioso e .persona le. E' incarioa.to anche dell'ordine e della disciplina del personale di bassa forza c he trovasi a l servizio dell'Ammiraglio, e talvolta fa anche da segretario tci;nico in tu1ione all' Uffic-ia.l; che ricQ])re ta,le carica. H anno <li:nitto ali' Aiu ta11te di Bandiera, gli Ufficiali Ammiragli Comandanti in Capo doi D ipartimen ti, i Comandanti d i Squadra e di Divisione mentre sono imbarcati, e il Comandante de/Ila R. Accademia Navale.

Aiuti. (Lat. A-u.xiJ.ia.). (V. Rinforzi) . Nell'an t. R oma, chiamavansi •così le soldatesche inviate ad aoc.rescerc il numero degli eseroiti romani dal"le città d'Ita lia, prima che i loro a-lii.tanti godessero d ella cittadinanza roman a. E cosl ch iamaronsi fPOSCÌ.a tutti i corpi di m ilizia straniera. che militavano per la R eJ'.)llbblica. Si levavano nel tempo stesso in cui si faceva in Roma il deletto ( v .), e con le stesse n orme : erano a.Pmati e p.igat i d a.Ile foro c ittà, e dai romani riceveva.no, in campagna, solamente il grano ed una parte del bottino . Con l'andar del tempo si presero per A. soldati ispe1ni, galli, e genmani, e questi era.no [Pagati. G li A. non erano ma.i ordina.ti Ìl1 legione, m a per aie, torme e per coorti. (V. Ai,siliarii). Aiuti. In ,genere, quei corpi di milizia che andava.no ad unirsi a.<l un esercito ed a milita.re con esso per ra gione di lega, d'amiciz ia, o <li speciale convenzione.

Aiuto col fuoco. Può accadere che un ostacolo del terreno, d i va.ria natura ( fiume inguada,blle, paJu(ic, burrone, vallone intransitabile, ecc.), impedisca ad· un reparto di -portarsi materialmente in soccorso d i truppe impegnate con il nemi,co. In tale situazione, il repa.rtò può ugualmente 'J)artecipare intervenendo, qualora la distanza. lo consenta, con azione d i fuoco. L'A.

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siffatto, (Per quanto genera-lmentc non possa r iuscire altrettanto ·efficace come quello .portato d irettamente,' tuttavia ipotrà conseguire ,,anta,ggiosi rhmlt.ati se sar'i. improntato a vivace e pers istente energia., se il fuoco sa.rà p reciso e avvantaggiato dalla <lirezioi,e rispetto a'lle lince avversarie. (V. Appoggio).

Aivazovskì (Giova.n.ni). P ittore armeno, n. a Teo dosia in Crimea n el 1817. All'età. d i 16 anni, ammesso per or.di.ue dello Zar Nicola come pcnsiona1o a li' Acca demia. impe.ria le <li belle uti <li P ietroburgo, si fec,~ subito distinguere ,per la sua abilità. nel d ipingere mar ine. :::-iel · 1848 fu nominato membro dell'Accademia. di belle arti d i Amsterdam e •poi professore dell'Accadem ia d i P ietroburgo. Ha lasciato gran. numero di quaclri ;per la maggior p arte ra.pprésentanti battaglie n·avali della s toria russa, e vedute d i mari.ne.

Aix. Piccola isola nell'Oceano Atlantico a circa set~ te chilometri dalla foce d ella Charcnte. Per la sua situazione e confomnazione, e per la natura rocc iosa dei suoi •bordi, costitu isce un efficace sba.rra,mento a lla baia che è fra di essa e la c~sta e nella quale, per ciò, le na.v,i trova.no -un eccellente r ifugio. Gli Inglesi attaccarono l'isola d i A ., la presero nel 1797_, l'mbbandona.rono dopo di averne fatto saltare i forti. Ne! 1809 l'Inghilterm, allo scopo d i ,parare alla eventualità che, dopo Trafalgar, la F rancia in iziasse la guerra di corsa (come Luigi XIV Jiegli anni successivi al disastro delle Hoguc) aveva d ivisato d i blocca.re le coste francesi e di <listrugghe le piccole divisioni che <li mano in ma.no vi fossero poste in a llestimento. F u appun to conformemente a tale d ivisamento che néll'aprile 1809 l'Ammiragliato inglese inviò Ga:mbie;· a. b loccare Rochefort, dove l'a,mmiraglio Allemand sovraintendeva all'armamento di 11 vascelli e di 4 fregate ,presso l' isola di Aix nella [)aTtc in terna della rada des 13a.sques e destinate ad una scorribanda nelle Antille britanniche, mentre lord J\1u lgrave, pr imo Loro dell'ufficio, a ffidò a l01'Cl Tommaso Cochrane l' incarico di distruggere quelle navi . Questo çapjtano, per compiere ta,le azione, r ichiese ed ottenne che gli fossero messe a disposizione <lue navi-mine, un trasporto, un a fregat:i. e ventitrè na-vi incendiarie n1inori a 111i:ccia, e il 3 aoprile giunse sul!'(< Imperiouse" nella rada des Basques, male a<;cetto al Ga.mbier che aveva persona lmente tentato d i dì,,.suade1·e l'Ammi.rag-liat o dall' impresa. Le opere deH'isola di Aix fiancheggianti la linea di a.ncoramento, erano munite di circa trenta qmnoni in buon e condizioni, e la guarnigione era composta di duemila soldati, in gran parte reclute. Uno sban amento gallegl,Jiante ad angolo oituso, fatto d i travi, proteggeva. da qualunque attacco improvviso i vascelli d i . Allemand, i quali ben provvisti di viver.i e d i mlmizioni, stavano ancora ti d ietro d i esso. Il giorno 10 aprile Gambier e Cochrane concer tarono il piano d i attacco, da effettuarsi nella notte sull' 11. Anzitutto sarebbero state lanciate le d ue n a vi-mine contro la travata, e queste scc,ppiate, il grosso trasporto << J\ie<liator 11 avreb.k urtato con il tlglia.mare lo spigolo dello sbarra.mento, e s,nebbe stato seguito d a lle lancie armate che avrebbero r imorch iàtc le navi incendiarie contro a.i vascelli ancorati. Alle otto e me7..za cli sera, loro Cochrane in persona guidò una d elle mine ' galleggianti contro lo spigolo della tra,•ata e alle nove e tre quarti il « lYiediator », che aveva seguito a.Ilo scopo di entrare a mo-


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mento opport'llno in azione, aprì, wl tagliama-r e, il varco alle incendiarie ahe si affiancarono a l « Ré&Jllus ,, e a ll'« Océan i>. Cochm.ne, che non aveva av,uta libertà di scelta dell'ora dell'attacco, dovendo approfittare della marea favorevole, cm1dizione questa che si verificò alle oito d i sera, non potè rendersi conto, nella notte, della c.ntità dei r isu!ltati e, solo all'alba, constatò che i francesi, tagliate le gomene, si eraJ10 buttati alla costa. Cosicchè, alle sette del mattino, dall'« I mpcrieuse », sul quale era risalito, s€".gnalò a l Ga,nibier che, fatta eccezione di due navi, la flotta era in costa. Dopo circa un'ora e mezza, non scorgendo a l<:un movimento da parte del grosso, necessario per sfruttare il primo successo, segnalò che metà delle forze sarebbero bastate per distruggere il nemico, e, poco più tar<li, assicurò al Gambier, con altro segna le, che sarebbero state sufficienti le sole fregale. Intanto i nemici, riavutisi dalla sorpresa, si alleggerivano, ed a lcuni, d isi11cagliatisi, entrav~no nella Charente. Allora, 1ier fç1.r decidere il Gambicr alzò il segnale : « Imperieuse in pericolo i>. fu solo ,per questo che dne vascelli ed una fregata lo raggiunsero, e così potè· iniziare l'opera d i d istruzione. Tre vascelli cd un grosso trasporto (il « Varsavie )) 1 l'« A quilon ll, il cc Tom1erre », il « Calcutta ll) furono incendiati, mentre altre cinque navi . di linea, investite all'imbocco della Charcnle, rcstaJVano da catturare. A mezza,n otte sul 12 le incendiarie entrarono in azione, ma senza risultato ,perchè il vento si era sfavorevolmente anutato, e al ma ttino del 13 il Ga.mbier richiamò Cochrane a l 'largo. La distruzione <li· sci n avi francesi costò due na'Vi-mine e 'Ventitrè incendiarie.

Aix. V. Aquae Sextiae. A ·i x- /.(1,-Chapelle. V. Aquisgra11a. A ix-les-Ba.i,is. E' l'aJlt. Aquae Allobrog11.m (o Dòmitiann,e o Crat·ianae), nella Savoia, già. municipio romano. I principi d i Ca.sa Savoia la d iedero in ba.roab alla fa.miglia Seyssel <:l' Ai.x, in -premio della sua devozione alla detta Casa. IJ possesso di .4 ., che era cinl,t di •mu ra rinforzate da torri, fu disp.utato Ira i Savoi,i e gli :1bitanti di 'Ginevra. N"el febbra io del 1814, un corpo di a.ustriaci aveva ocotnpato A., ma· il generale :Marchand marciò sul borgo e l'occupò cacciandone gli austriaci medesimi.

Aizenai. Borgo dell'Angiò (Francia) dove nel maggio 1815 avvenne un combai.tiunento fra v,mdcani comandati da La.rocheja.que'l in e il genera-le francese T r avot, inviato da N a,poeone nella Vandea. I realisti, dopo breve resistenza, avendo veduto cadere uno dei loro ca,pi, il Beau~egard, si sbandarono e il generale fran • ccse occupò il borgo. Aja, (e Ajaccio). V . Aia (e Aiaccio). Ajello. Borgo della Calabr ia. Nell'anno 981 fu p reso, sacchegigiato, incend iato dai Saraceni. Ai tempi del normanno Ruggiero I, sostenne un lw1go assedio .

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Ajello o d'Ayelo (Sa1tte) . Insegnante neJla scuola milita.re d i artiglieria di PalePmo, nel secolo XVII. Scrisse una « Istruttione d'artiglieri, <love si contiene l'essamin a usata n el regno di Sfoilia lL (Palermo 1610). Q uest'opera. fu r istampata nel 1669, dopo la morte del]' Aiello, con· aggiunte d i G irolan10 Qrland~ ed ebbe , alcune a-ltrc risfannpe .

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Ajò Umberto. Generale, 11. a Gubbio nel 1861. Sottotenente del Genio nel 1883, partecipò alla campagna di guerra 1915-1918 ricoprendo come Ten. Colonnello, e dal gennaio 1916 come Colonnello, la carica d i Ca.po dell'Ufficio L avori Ferroviari presso l'Intendenza Genera le dell"Esercito e quella d i Comandante le truppe del « Genio Ferrovieri ll .mobilitate. Fu pro.mosso Brigadiere Generale per mei,ito ecècziona,le ne l 1919 e r!al 1923 ha as.,unto i, ,g rado <ii Generale di ÒTigata nella riserva. Ajola. Forte castello turrito della Toscana, protetto da fosso profondo e da alte murn, s ituato su di un poggio che scende a dira.1.po sul I' Arbia, a poche migli:i a valle della sorgente del fiume stesso. E' memorabile per l'a1-dita c1;fesa fattavi nel 1554 dal capitano :Mino · da Siena, a l soldo della repubblica, con pochi soldati, co.nt.ro Rodolfo Baglioni dipendente dal marchese d i 1\1arignano. Il 27 febbrario, il carp·itano M ino uscì con la propriJ.

conwagnia dal castelllo e, piombato <l'i sorpresa sul villaggio di S . Sano lo diede aùle fiàmme dopo d i averlo saccheggiato. Il march ese di :::V[arignano, avutane notizia, volle trarre vendetta dell'atto sleale di guerra compiuto dai franco-senesi, e, perciò il 4 marzo, inviò contro A . Rodolfo .Baglioni con duemila fanti, cinquanta cavall!i e tre cannoni. Costui, ap[l)ena giunto, circondò il ca.stello ed iniziò il tiro d i artiglieria. Il )tino che s i difendeva con pochissimi se1ldat~ giacohè la mai:,gior 1iarte degli uomini della compa!,'Tlia' si era recata a Siena., il giorno 6, dopo accanita resistenz~, si an ese a discrezione e fu i1npiocato ·a i merli. Dopo cli ohe, Gian Giacomo de' Medici marchese di :t'viarignano cunmonì, mediante un bando, che egual sorte sartbbe toccata a tutti coloro che avessero resist ito n~i castelli e avessero molestMi i villaggi o le sue trupp~ .

Ajroldi (di Robbiate, Barone don Luig·i). Gen~rale, n . a Paderno d'Acida (1868). Sottotenente di ca valleria nel 1888, ,pa.rteoipò col grado di Capitano alh campagna di guer ra italoturca (19 11-1912), guadag9andosi una mcd . d' arg. nel combattimento <li K ocfia · ( 1911) ·cd una di br. nell'azione ,delle Due Pa:me (1912). Prese parte alla campagna d i guerra del 1915-191~, distinguendosj quale comandante del R e,;gimento dei Cavallegg,·ri <li Saluzzo, e, quale Generale comandante di una Brigata <.li ·Cavalleria, nell'azi,one svolta n elle opc . razioni clel giugno 1918 sul Basso Piave. Nel 1920 fu nominato Ispettor e del SerYizio 'fppico presso il Ministero della Guerra e m 1 1923 ebbe il Coniando della 3" :Brigata di Ca.valleri'a. Akademie (Accademia). Nome delle vaJ·ie scuoie mii. della Germania e dell'Austria-Ungheria. Nella p rima d i -queste n azioni s i notano le seguenti : Accademia d i Guerra (Berlino); Aocademia Real Bavarese (Monaco); Accademia tecnica militare (Eevlino); Accademia cc Kaiser Guglielmo » per -gli allievi ufficiali de-


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stinati a l serv1z10 sanitario dell'esercito (Berlino); Accademia veterinaria militare (Berlino) ; Ac-cademia navale (Eiel); Accademia militare di Musica (Berlino). Nell'Austria-Ungheria. vi erano le seguenti Accademie : Accademia m ilitare di M aria Teresa (Vienna); Accademia tecnica mi'litare (Moeclling); Adademia Ludovika per la Lan-dwehr (Budapest); Accademia navale (Fiume) .

Akademiepfarrer

(Elemosiniere d'Accademia) . Sorta di ca,ppellano mi i. de!le Accademie m ililRri a,1stro- ungariche, spesso avente com,piti d'insegnante oltre ,a quello della cura d'unirne.

Akademiker (Ac,caden,ico). Nelli'esertcito austrounga rico era l'ufficiale uscito daJl'Aùcademia militaTc cli ?Ilaria Teresa o da u na qualunque delle superior i scuo le militari e si distingueva dal resto dell'ufficialità per il suo elevato grado di cultura. Nei quadri dell'esercito austro-u n gar ico il 17 per cento degli ufficiali era rappresentato da giovani provenien ti dalle Accademie militari, dalle qua'li uscivano, a stu<li ult imat i, con il grado di tenente. Akalkalaki. Bo1•go fortificato ciel Cau caso fra /1..kalzik e Aie,,a,n<!ropol. Durante la guerra Russo-TUl'ca del 1828 il Generale Paschevk, conte cli Eri•van, comandan te dei Russi, dopo conquistàta la città di Kars, decise d i marcìare su Aka l1,ik, ma occorreva p rima espugnare AkaJkalak i, situ ata lungo la direttrice di marcia. I l 2 l i

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luglio, dopo aver su perato gravi d ifficoltà logistiche per la mancanza d i s trade, il corpo d'esercito russo, forte di 7 bgl. cli fanteria, 2 re.gg. di cavalleria regolare, •l d i cosacchi e 48 cannoni, giun geva in vista d i Akrdkalaki, e il 23 accampava presso il fiume Ghendara. r\ ven<lo gli abitan t i rifiuta to d i arrendersi, cominciarono le ostilità contro la città che, situata in posi2,ione favorevoliiesima, era difesa da 1000 uomini con 14 cannom. Costruita nella 11<,tte una batteria, il mattino i Ru~si cominciarono il bom'bard_amento, r iducendo tosto al s ilenzio i cannoni avversari. D opo ,poche ore i d ifensori, ridotti a mal partito, tentarono la fuga, scen-

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dendo con corde dai bastioni. Allora i R ussi <.lettero l'assalto penetrando in città; solta nto 'Un centinaio di Turchi s i salvarono con la fuga; 14 cannoni, 21 bandiere1 arm i, n1.unizioni e 300 pri-gionicri rin1asero neHe rnan·i dei R ussi. Circi 600 Turchi erano caduti e fr.c essi il comandan te la piazza, Tendak bey. L a presa di Akalka laki a;priva a i R ussi la strada su 'Akalzik .

Akalzik (o Akha.ltsikh). Città fortiii<:a~a del Caucaso fra Ratum e T ifl is, Venne presa d ai Turchi nel 1625, Nel 1810 fu attaccata invano dai Russi, e nel 1853 invano rda,i Tui<chi, mentre la. ,p iazi,a era comandata dal genera.le russo Andronikov. - Fino alla guerra Mondi,ile, A. fu ·Centro m ii. importante, sede di una d i vis. di fant . e di 11ma brigata d'artiglieria n issa. Durante la •guerra Russo-Turca dell'anno 1828 il generale russo Paschevic, dopo avere conqu istato Kars e Akalka laki, mosse su Akalzik con wi'a colonna coriposta di i bg,I. -di fanteria, 2 regg. di cav. rcgòlare, -1 regg. d i cosacchi è 48 cannon i. I R·ussi, dopo aver preso Hertuiz, for tezza posta fra Aka:lkalaki e Aka l1,ik, e ricevuto un rinforzo di 2300 u ., fra il lil luglio e il .3 agosto, sUJperando .gm.,,i d ifficoltà logistiche pel terreno mont,uoso e fa man canza d i strade, s i trasferirono da Aknilkalaki nei rpressi d i Akalz ik, accam pando alla -confluenza d ella Dalka con la Kura. Intanto 3S.000 Turchi, comandati da Kiossa Mehemed Pascià e da Mustafà Pascià, partiti il 1° agosto <l_a Ardagan, accorsero a difendere Aka'lzik, giun~ndovi il 4. Bcnchè in feriori di n u mero i RUJSsi avanzarono il 4 su Akaìzik, sen1,a ;.spettare i rinforzi attesi, per non sveia,·e la rpropri:i. inferioriià e perdere il vantaggio dC'll'offe.nsiva. Il S agosto, gua'd ata la :Kura, avanzarono lungo la riva destra della Dalka in ordine d i hattaglia., sc-hiera ti su 3 finee, dopo aver lasciato il convoglio sulla rivu destra della K ura sotto scorta. li nemico, dopo un tentativo d'a ttacco contro il fianco sinistro, retrocedette; e i R ussi, fatta una sosta per r iposare, avanzarono e aprirono il fuoco coi ,pezzi defla t' linea ( 16 can noni) obbligando il nemico a ritirarsi, parte n ella cittiL. p arte sull'a'ltra riva della Dallka. L a cavalleria, lanc ia ta all'insegui.mento, occu,p ò l'altura di Tauscian Pascià, che domina il lato orien tale della fortezza, ove fu cosÙu ita una ridotta. Il campo fu stabili to sulla riva sinistra della Dalka. Per protegge re il fianco sinistro fu inviata la -cavalleria s ulla riva destra. Verso sera, mentre i parchi raggiungevano il nuovo campo, la cavalleria turca, aggirando i fianchi dei Russi, ten tò p iom-• bare su i convogli, ma fu respinta dopo aspro combatr;mento. I R'll.SSi poternno così accampare. I Turchi, con 10.000 fant i e 15.000 cavai-li, occupaYUJIO 4 campi trincerati attorno alla città: uno su ll'altura a. Nere!, u no al ponte su1lla Dalka, presso la Moschea di T iba ; uno al villaggio cli Su Kil isse, allo sbocCQ <della strada -di Ardagan, nel quale si trovavat!O anche i convogli dei T urchi; e uno ad Ascia ja pascià, a qualche· chilometro sulla strada d i Ardaga11. I R,ussi, -data la superiorità del nemico, costruirono due camp·i fortifioati, uno a T auscian ,pascià, alturn di riv:t sinistra -della Dalka, e uno su d i u110 sperone elevato sulla sponda. ,dcstm, a sud della città, presso il villagg io d i 1VIa1'Cla. l<.iossa :Mchemed Pasc ià; invece di valersi •della sua ,,avaller ia inviando la verso Borgiom per tagliare la <linea d i r[forn rmento <lei


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Russi, rimase inattivo, ritenendo l'attacco della piazza imminente, come era in ten,:ione del gene.raie russo d i fargli -credere. Così i Russi poterono essere raggiunti dai rinforzi del Gen. Popof (1800 u .) il quale, passalo sotto jl cannone d i Azkur, gi-unse indistu!'ba to al campo il mattino del 7 agosto.

Battaglia. di Akalzik, Con tutto ciò la s ituazione dei Russi era anischiata, ,giacchè un attacco alla città era destinato a fallire in presenza 'dei forti cainJJi fortificati dei t'llrchi, ai quali stavano per giungere- numerosi r inforzi. Allora il Gen. Pa.scbevic concepl l'ardito clisegno d i impadronirsi <li sorpresa. di questi ca,mp i. specie quello sull'altura settentriona·le, e ributtare · i

Turchi verso Ar<lagan, isolando così la città . Il i e l'!l furono fatti a;pprocci da Tauscian Pascià. verso la città per far credere imminente l'inizio delle operaziod d i assedio; e<l infatt i il nemico concentrò su quc,l pu11to un ma.g gìore nun1ero d ì artiglierie . 1,,fa nella notte sul 9 agosto, la.scbti S battaglioni e 3 cp. p ionier i a guardia del c-ampo, il resto ,.lelle forze russe (8 bgl. e lutta la cava lleria), in tutto 6550 combattenti con 25 cannon i, mos.,e verso il villaggio di Zk rut, girando al largo a Kord ddla. città; un ritardo cagionato d a lla retroguandia, che s i era sma rrita nel buio, fece fallire la so1°presa, tuttavia il generale russo, anzichè rctroc·edere, preferì dare battaglia . Con la loro manovra aggira:1tc a ~ord della città i Russi erano venuti a porsi in 1)0sizione -centrnle rispetto ai .campi turchi in modo da minacciare sia quello di Su Kilisse, sia quello dell'altura setten tr ionaie. P resa posizione su un'allura fronteggiante le difese della città, coprendo la destra con 2 bgl. e 4 pezzi, essi ftirono ben presto attaccati sul fianco s inist1·0 da cavalleria. sostenuta da fan teria nemica, che, awog;giata dal fuoco della piazza, tentò di tagliarli fuor i del loro campo; ma questo p rimo attacco venne resp in to. Il genera!le russo, lungi dal pro-

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fittare tcmpesti,,amente di questo IJ)rimo successo, volle attendere sulla !buona posizione occupata, ritenendo che le forze bmche sarobbero venute ad infran gersi a spizzico contro la ,posizione; perciò, ,guemita l'altura con le artiglierie, appostò <lietro di essa le truppe. Infatti i Turohi, alle 7, vedendo l'inazione dei Russi e credendola <lovuta al loro scarso numero, focero avanzare la fanteria ; ma anche questo attacco venne a ifrontato e respinto ,dalla fanteria russa che riuscì anzi ad oocu,pare il ponte. · P er il grande calore il combattimento c:bbe una sosta e i Russi ne .JJpprofittarono per riordinarsi e riposar~. Alle 2 fu ri•preso: la fanteria turca atta-0cò il centro russo. I Tur.chi avevano il vantaggio della destra appoggiata alla fortezza. Il Generale Paschevic, per ingannare 'il nemico, radu nò tutta la cava.lleriic alla su:, estrema destra minacciando Su Kilisse ed indu,cendo così i Tw-chi a sguernirc la loro desLra per -iccor rere da quella 1p:1rte. Allora il generale russo, visto indebolito il campo dclì'al~ura ~ord, decise d i attaccare quella importantissima posizione con ·una forte co•lonna di fanteria e artiglieria, men tre un'alÌra colonna, composta ·di tutta la cavalleria e d i un contingente d i fante ria, per disorientare il nemico avrebbe puntato verso Su Kilisse . La nmnovra riuscì a,ppicno. La pri111a c·olonna1 dopo u n cruen to attacco, si ;mpadroni dell'a ltura N or<l, obhligando i d ifensori supersti ti a rifugiarsi in c1tt~. Ciò decise le sorti della giornata. Il centro della linea turca, sotto la minaccia d i essere tagliato fuori dalla città, vi si ritirò pre~ipitosa-men te, compreso Kiossa Mehemed Pascià; il resto della linea si sban<lò, cosi-cchè i cosacchi ,poterono entrare alle calcagna dei fuggiaschi nel secondo campo turco, presso la moschea di Tiba, mentre la cavalleria, inseguendo l'ala sm1stra turca, si gettò sul terzo -ca;mpo turco di Su !Glisse conquistandolo. I tur-cbi, respinti sulla riva opposta della Dalka, si gettarono ,sulla strada d i Ardagan, inseguiti dalla cava.1le11ia che conquistò così anche il 4'' campo, d i Asciaga Pascià. Alla sera tutto l'esercito Turco era. in p iena rotta, <lopo aver perduto circa 2000 uomini, 10 cannoni, 10 bandiere, e tu tto il car• reggio. I russi avevano perduto nella giornata 7 ufficiali e i 3 uomini morti e 24 uff. e 377 soldati feti ti.

Investimento e presa. d·i A kalzik. La •battaglia di Akalzik, oltre ad an nientare le for~c mobili turche, dava in m3no a i Russi la posizione più favorevole per l'attacco della città, l'aJ tura Nord. I vi i Russi costruirono nella nott-, una potente batteria ( 46 ira cannoni d'ogn i caiibro e mortai). Riusciti van i i tentativi di trattat ive pacifiche con la città, ove r imanevano 15.000 uomini con i 0 ca.n noni, i Russi il mattino del 10 aprirono il fuoco, con tali effetti che, dopo mezr,'ora, una delegazione di a.bitanti venne a chiedere un armistizio ,per indurre il Pascià a cedere. i\>Ia ave:1do K iossa pascià rifiutato, il fuoco fu r ipreso e du;.'., tutto il giorno; i giorni seguenti furono costruite al~ tre ·batterie , •per d isorientare gli assediati circa il pu nto d'attacco e d isseminarne 1c forze, e fu completato l'investimento della ,piazza. Nel ,pomeriggio del 15 fu sferrato l'assa,lto con tro il lato Nord <lella città e, dopo una lotta accanita nell'abitato, durata tutta la notte, i difensori ridotti nella cittadella senza speranza cli salvezza. si arresero dopo aver perduto 5000 uo-


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min i. I Russi ebbero 10 ufficiali e 118 soldati morti, 52 ufficiali e 439 soldati ,feriti. Il bottino fu di 67 cannoni, 52 bandiere e tutto il matcriàlc da guerra. Un terzo della città rimase distrutta dalle fiamme. La guarnigione turca .p otè u~cire con le armi. Assedio di Akalzil,. L'anno seguente, 1829, i Turchi fecero gran di .preparativi per tornare alla riscossa contro il iPiccolo esercito russo del Caucaso. Furono all'uopo concentrati circa 80.000 uom ini con 66 cannoni a l comando <li Osman Pascià e Bairam pascià, ::he dovevano penetrare <per Kars nel territorio russo,. mentre un a/ltro esercito turco di 50.000 uomini con SO ca:nnoni avrebbe operato contro -Baiazet e l'Armenia. Ma sopr:i.ttu lto i T ,udhi si preocrupa.rono di ripren de.re Akalzik, considerata come il baluardo dell'Islam ismo in quelle regioni. L'impresa s i presentava ab bastanza agevole, data la difficoltà delle comunicazioni pei Russi, spocie <l'inverno. Ne fu inC-ò.ricato il principe Ahmecl bek, fiero montana ro dei dintorni di Akalzik, fornendogli armi e denaro .per l'arruolamento di un esercito fra le ~)opolazioni d i queUe montagne e nominandolo ']lasaià della città e regione. Intanto i Russi, avuto sentore del vericolo che cor·reva Akalzik, · la cui caduta avrebbe avuto per conseguenza la rivolta di tutte le popolazioni musulmane del Caucaso, che già in alcuni punti s i erano r ibellate, ne rinforzarono Ja guarnigione, mentre ht disposto d1e un corpo russo si preparasse a ananovrare ali,: spa:lle dei Turchi, qua.lora assediassero la piazza. La guarnigione di Akalzik, comandata dal Gcn. Principe Beibutoff, avuta temp estivamente notizia del concentramento delle forze di Ahrned .bck, s i preparava ad una resistenza ostinata. Essa con~ponevasi -di alcune compagnie dc! regg. d i Kerson e del regg. <li Sciruan. 11 18 e il 19 febbraio l'eserc ito "d i Abmed bek, forte d i io o 25.000 uomini, dopo aver sollevato le popolazioni, si concentrò ad una quindicina di km. da Akalzik "

nella notte sul 20 muoveva sulla città sperando d i atta<:,casla d i sor,prcsa. Ma il Gen. Bebutoff, avutane notizia, potè r inchiudersi a tempo nella fortezza, in sieme con gli a bitanti <:ristian i. Il mattino de! 20 le truppe d i Ahmed bck penetrarono in città e si lanciarono furiosa,mente al!'assa:lto della cittadella, tentaJJdo scaJ.ar;,e i bastioni, ma il fermo contegno della guarnig,ione li respinse. Fallito l'atta<:co di viva forza gli assedianti tentarono colloca.re una batteria sull'altura settentrionale, ma questa fu ridotta al s ilenzio d a i cannoni russi. Tentarono anche di impedire il rifornimento <lell'a-cqua, ma vi riuscfrono solo in parte. Intanto il corpo russo destinato a soccocrere la città, a;l comando èel Gen. Burtzoff, mosse da Suram e, prevenuto un distaccamento turco al p as$a ggio d ella Kura, alla str etta d i Bor,giom, lo battè il 28 febbraio, muovendo poi a"i soccorso d i Akalzik. Ciò scosse il morale <;!egli assedianti, tanto che il mattino del -I marzo una vigorosa sor tita dei Russi li m ise in fug 1 d iso1x!inata dQpo una disoi-dinata quanto vana resistenza. Nel pomeriggio apparve l'avan;,'lla,xlia del generale Burtzoff che, manovrando abilmente, era ri.,soito a mettere in. ,fuga il cor po turco che assediava Azkur e ad aprirsi così il passo su Akalzik·. I Turchi avevano pcrouto da 3 a 4000 uomini. I Russi ebbero in tutto 100 •uomini foori combattimento. I

Akamagaseki. V. Simonosaki. Akashi·. Generale gia,pponese, inviato in Europa come addetto 11l1ilitare a Parigi prima, e poi a Pietrobur go, dove rimas(! ,fino a l 1904 e donde passò a Stoccolma e a Berlino. Nel 1907 venne inviato in Corea come comau<lante della gendarmeria. Akbar (Il Grande) . Lm.peratore dell'India, della dinastia dei Mongoli, d iscendenti d i Tamerlano, n. ad Amerkot, m , ad Agra (1542- 1605). Succedette a l padre


A1rn

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Hu.magun in età ,di 14 anni, nel momento in cui il generale Bahram, vincendo la batta~lia .d i P anipul contro gli usu11patori ibengalesi, assicura.v~.g li il ,possesso del Punja,b e d i tutto il territorio di Agra e d i Delhi. llehram quattro anni dopo si rivoltò con tro A., ma. questi rapidamente lo v inse; aveva allora 18 a.nni, e prese le redini del govct·no. Fu grande guerr iero e grande legislatore, così cl:t meritare il soprannome di « Carlo Magllo dell'Oriente » ; le s11e riforme danno '1 principio di un'èra; l'èra d·i A kbar. Con le sue im;pre;~ allargò •considerevolmente i confini dell'impero. Riprese ;,gli afgani i territori indmni di cui eransi in1pa.<lron iti ; conquistò il Guguat (1573); compi dal 1575 ,~t 15 77 la ,grande impresa della conquista del Bengala : conquistò il Cachemir (1586); affermò la sua dominazione nel haoino dell'Indo e del!' Afganistan meridionale (1587-1592); conquistò grande parte del Dd-kan (1595-1601). In mezzo a questo fervore d i armi, lavorò appassionatamente all'interno ordinamento <lei suoi S tati, m irando sempre e con successo alla conciliazione coi v inti. Akbar (Afgano). V . Afganistan.

A kbeh-ben-Nafy. Governatore d'Africa per il califfo Moaviya:h, morto nel 682. Fece una guerra spietata. ai cristiani, sottomise le tribù elci Berberi e con le sue vittorie p reparò J'occu,pazione della Spagna. Fu valorosiss imo ma animato da un fanatismo crudele; spinse le sue conquiste fino rull'cstromità dell'Afrim ocaidei1talc, distruggendo tutto ciò che si opponesse, uomini e cose, alla propagaziqne dell'islamismo. Dvpo qualche tempo, i popoli vin ti, approfittando della circostanza d1e Akibeh doveva tenere le sue forze dil,per;;e in varie località, misero in p i-ddi un esercito numeroso e ,battutolo lo costrinsero a rifugiarsi sulle montagne d i Uras dove fu assassinato. A keci. Generale giaJ)'J)(>ne~e del secolo XVI, agli Qrd ini <li Nobunaga, dal quale ebbe il comando di un eseccito, cJ1e egli condusse contro Nobunaga medesimo nel 1582, assalendolo all'improvviso a K ioto. Nob11naga si suicidò. per non cadergli vivo nelle mani, ma A . non godé lungamente della sua vittoria, poichè un altro generale, Hideyosci, accorso .:rapidamente con numerose truppe, attaccò battaglia e lo sconfisse; A. perì nella lotta. Ak Hissar. Città dell'Anatolia, nel vilajet d i Aid in . L 'imperatore Valente ,ri sconfisse nel 336 l'usu rpatore P rocopio. Amurat I la prese nel 1382. Akiba. RaJJ:Jbino ebreo, de' tempi dell' imperat0re Adriano. Fu l'anima, il ca,po LSpi.rituaile della rivoluzione soqppiata nella Giudea nel 132 d . C. con tro i Ro;nani. Preso ;prigioniero a Bitter (v.) :fu d a G iulio Severo mandaito al st1,pplizio. Akiyama. Generale g;ap ponese il quale comandò

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la prima brigata <li cavalleria durante la guerra russogiapponese. Diresse tu tte '1e azioni della sua brigata presso Wa-fang-ku, Liao- Yang e Mukden, Dopo quest'ultima battaglia ,gli liu affidato l!)ure il comando ,della 2" Brigata di cavalleria,

Akker man (o Bielgorodok: l'Alba Julia dell'epoca romana). Città della Dessara,bia, SO'j:)ra w1 promontorio roocioso alla foce del Dniester a 17 km. dal mare. I Turchi l'occuparono ,.;el 150.3 e la fortificarono. Fu ·p resa <la.i R L1ssi nel 1 i70, e ancora (geii. Suwarov) ne: 1789. Con iJ trattato <li Bukarest ( 1812) fu ced;ita. a lla Rus:;ia. Convenzione di A . Venne fu1mata il 7 ottobre 1826 fra T urchia e Russia, a conferma della pace di Bukarest . Vi s i stalbiliva che gli ospodari di Moldavia e Valacl1ia. dovevano essere scelti fra i -boiari indigeni e conformati d al -Sultano, e non potevano essere deposti senza il consenso de lla Russia ; che alla Serbia sarebbe stata data libertà di coscic1V-a e d i commercio e d'elezione <le' suoi principi, nè musulmani quivi avrebbero p onuto ,più stabilirsi. La violazione de:lle cla'llSOle di questa Convenzione rappresentò per la Russia pretesto o motivo di muovere (1828) guerra alla Turchia.

Aklat. Piccola città della -:Guochia asiatica, situata sulla riva nord-ovest del la.go di Van. Fu presa da Eddin nel 1228, d a Azzedin nel 1248 e da,~Li ottomani r.eJ XIV secolo. Akr abia (o Akreba). Località dell'Arabia, teatro di urm battaglia combattuta nel 630 tra il generale musulmano Chalid e la tribù dei Beni Hanifa, guidata dal •<e ,f also ,profeta » Mossdi11Da. I ribelli, respinti; si rifugi:i.rono in un grande giardino cintato, che fu preso d' assalto da Chali<l, . il qua.le vi compì una grande strage d i nemici, fra i quali cadde lo stesso Mosselima, Il giardino ebbe per questo fatto il nome di « giardino <lclla morte». La vittoria ebbe effetto decisivo di fronte alle ribellioni suscitate dai cosiddetti « falsi profeti l>. A krell (Carlo Federico) . Generale e topografo svtdese, ~- nel ·1779, m . a Stoccolma nel 1868. Cominciò la sua. canicra come ufficiale nel cor po degli agrimensori passando quindi in quello dei geometri. Dal 1807 a l 1827 coprì' la carica di Ufficiale istruttore d i fortificazione alla Scuola M ilitare di Carlberg. Le sue lcz.ioni furono tradotte i n russo per uso delle Scuole Militari ,dell'impero moscovita. Col grado d i aiutante maggiore prese ,parte, ne l 1813, alla ca.mpagna contro la Francia e a L i psia fu ferito a l petto. S i guadagnò la :rrm<laglia a l valer militare e la promo71ione per me.rito <li guerra a tenente colonnello. Nel 1819 fu fatto nobile e poscia promosso colonnello e generale. Nel 1831 d ivenne capo d d cor,p o topogmlko dello Stato i\fa,jgiore ·ohe nel 1840 cominciò la pubblicazione della « Carta di Svezia l>. Aveva già pubblicato per p roprio conto varie carle topograiliche. l':< el 1858 !J)'Ubblicò la « Carta stradale di Svezia il. Ha lasciato u na. ,1 Relazione della battaglia di Lipsia» (Stoccolma 1814, con car ta), un'opera su lle fort ificazioni, e scritti minori. Akroinon. Località della F rigia in cui, nel 740, sotto L eone III, i Bizantini s<.-onfissero i Saraceni in


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mocio così decisivo, -che non furono viù jn grado di r iaversi se non a l tempo -degli Abbassi<li.

Akrotiri. Convento fortificato •presso il villaggio omonimo de ll'isola d i Can<lia, frn ii' golfo della Canr:a e su questo versante, e la baia d i Suda, nel la ,pen isola di Akroliri. D urante la rivoluzione <li èand ia era stato oa:u,pato <la.gli insorti che vi si erano trincerati. Il 21 febbraio 1897 s' iniziò fra insorti e truppe turche u n combattimento -che le intima.zioni degli ammiragli della flotta irl!cn{azionale non riuscirono a far cessare . Allora navi delle varie nazioni europee aprirono il fuoco su A., danne-g.gian:do il convento e il villaggio : tutt1via gli insorti non li a.hbiu1donarono. Le nav-i italiant,

in armonia con l'opinione pubblica della loro Nazione, iavorevo!e ag li insorti e a lla Grecia che li appoggia va,

non presero parte al bomba,,d,am~nlo.

Aksamit (Pietro). Guerriero ceco del secolo XV. ::\'el 1453 invase con w1 esercito l'Ungheria e mise a mal ·partilo le forze di re La-dislao, il quale comprò da lui la pace, a ccordandogli ,fcu,d.i nel suo regno . A . fu poi in lotta con j\.latlco Corvino e venne ucciso nel l 45f Aksilar. V. Ksila,, . Aktschai. Località dell'Asia M inore, in cui, nel 1392, Alì Beg. emiro di Cara-mania, veruie sconfitto da Bajazet I, fatto prigioniero e messo a morte per mano di T inrnrtasc, emiro ,del detto Sultano. Akuba. Località dell'Africa, n el territorio di Cartagine. Duran te il ,periodo delle grandi conqu iste mu;,ulmane nel~Africa, il generale Ibn Aba. l sarch, al comando di 20.000 musulmani, diede battaglia presso A. al patr izio Gregorio, ,g overnatore del territorio di Cartagine in nome dell'imperatore b izan ti no Costante II. Di Gregorio, bauuto, .più nulla• si seppe ; gli indigen i vennero a patti coi mussulman i, a i quali si sottomisero. AkuL Generale cinese sot to l' imperatore Kìon Long, n. verso il 1730, ,morto verso la' fine d i quel secolo. Gucrregg,iò con forluna contro i Tartari. Inviato contro la Biriman ia con un grosso csercito vi fu ripetuta1

men te battuto, e soltanto per mezzo di un trattalo (1769) riuscì a r iportare indietro . gli avanzi del stw esercito. Tuttavia non 'Perdètte il favore dell'imperatore, e ne ebbe, nel 1772, il comarrdo d i un esercito de~tina to a operare contro le trìbù bellicose e rnontan:ire dei Miao Tsen, ori,~i11arie del T ibet. L a spedizione compiuta da A. nelle montagne, dov'egli portò a gran fatica a rtiglierie, fu d urissima, ma il generale riuscì a condurla fdi-cemente a COll'\p-imen to. costrin gendo alla resa ·m ediante il fuoco delle a rtiglierie, la capit,ile dei ribeni, K,in Ciua.n, ritenuta. .fino a quel -t empo-· inac·cessibile e imprendi,bile. In seguito A. represse una ribollionc intern:i di maomettani.

A ku Iis. Città del!' Armenia., nella Russia asiatica. Fu sovente devasta-ta da i persiani e dai tu rchi. Il gener_?.le persìar,o Aza:d-Khan se ne impadronì nel 1752 e foce passare a lii d i spa,cla la ma~gior parte dei suoi a,bita nti. Ala (Org.). Reparto di cavalli o cli fanti forni ti d:ii popoli cc socii » che n ello schieramento della legione romana si d isponeva a•llc due estremità della legione stessa. Ogni A. era ordinariamente d i quattrocento ca-

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valli o fant i, ma venne, a s~concla delle necessità, accresciuta e fu talvolta d i m ille. )folle ant. milizie italiane (sec. XVI e XVII) 1'1la era la terza parte del 1hgl. Ogni rda <llvidevasi in due squadre, ogni ,squadra era cost•ituita di quattro !ile di sc i uomù,i ci:i.scuna. L'A . aveva dunque 48 uomini.

A la . (Tattica) . Con tal nome vengono s-pesso indicate le parti estreme del fronte cli ,in Esercito o di uu reparto. Si d ice: reparto C( d'ala destra)) (,:, sinistra) per indicare il reparto c·h c è all'estrema desrra ( o sin istra) d i un ·dato fronte: ed ancora « attacco sull'al,t ùestra » (o s inistra) per indicare un attacco contro la es1rem,1 destra (o s inistra) di u.n dato reparto. La parola ala nel scn5o accenn.:to, è !'Jla1a usata anche nell'anticl1ità . Nella falange greca'. ad es., ùt movimento verso il nom ico, l'ala destra, dove si metteva il comandante in capo, tendeva a d iveritare la tcst:i. della fot'mazione, e l'ala sinistra la coda, poichè ogn i soldato, secondo quanto ha scritto Tucidide, per coprirsi dietro lo scudo del vicino, avU!llzava obliquando un po' a dest ra . L'ala destra così, dopo un po', s i trovav,c· p iù innanzi del centro e dell'a la sinistra.. Questo modo d i ma.rcia.re., ha dato origine all'ord ine obliquo, 11sato dai generali Greoi. Con 'l'ordinanza obliqua,. si urtava il nemico in un punto, ove dall'a\ta-ccrnte si rillnivano le forze migliori; rotto questo pu nto, cadevano andie gli allri, presi .d i fianco o dì rovescio d1llc tru.ppe vincit rici che erano penetrate nell'ordinanza ne • m ica. La stessa t,attica fu usata altTcsì dai roma•1i; Vegezio, tra le setk maniere di battaglie che descrive. parla anche della battaglia obliqua, che consist'eva nell'avviçin are a l nemico l'ala destra, tenendo indietro la sinistra, in n1odo da non es.sere impegnata: l'ala destra

doveva cercare d i avvibu.ppare la si nistra del nemico e minacciarne il tergo . L'ala s inistra costit·u iva la riscrv.t per intervenire nel co1Ìlbatti-menlo, in modo decis ivo. Inrnce d i avvicinare l'ala <lestra, si poteva avvicina.re l'ala sinistra, -ma Vcgezio giudica questa seconda man iel'a meno opportuna della prima, forse perchè era consuetudine ai suo i tempi, <li costituire l'ala destra p iù forte della sinistra. La tatt ica in ordine obliquo di Federico II, tanto celebrata, derivava da l concetto greco e romano, ora acCe1>nato, poiohè consisteva in sostanza nell' assalire con la propria ala più fot'te, la _.p iù debole a la dcll'avversaPio .

Negli cscrcltl ,romani schiemti in batta,glh quasi sempre le legioni costituivano il ,contro; alle ,rii s tava la c.tvalkria, e questo tipo di schiera mento durò per molti sernli. L e truppe sch ierate alle ali, avevano particolare importanza, perché erano destin ate ad avvolgere .J'cser,cito ruvversa.rio, od -a para.re gli ,wvolgi:menti cbe questo potesse tentare. Data l' importanza ora accennata delle ali di un esercito schierato, ad esse venivan.o sempre assegnate truppe scelte e n'lllmerosc, -con i capi n1ig liori : i.n fatti spes..r;o l'esito del combattimento di pendeva dall'azione delle truppe in pa.r ola. Nel 1914, ad es., la Germania ha att-atcato ,l'esercito francese whiorando a,ll'ala destra una forte massa ( 4 A~mate su un totale 'd i 7 Armate) destinata ad ottenere la risoluzione della battaglia, getta11dosi con tro, o s ul rovescio, d ell'ala sinistra fra11cese. La manovra, come è noto, è fallita per il ripiegamento dei francesi a lla :Marna. In seguito, con l'au-


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tnentare degli esc:-c1t 1, du..rante 1a guerra n1ond ialc fu possibile saturare completamente le front~ere politiche a,ppoggiando le ali degli eserciti ad ostacoli naturali (mare del Nord ad es., n e'Ho scacchiere francese, mare Adriatico nel nost ro scacchiere) od a frontiere di Stati neutrali (ad es. la Svizzera). Le ali degli eserciti ven nero così a perdere un po' dell'importanza primitiva. All'i.ni?.io di una guerra. però, quando gli eserciti non ~iano ancora completamente mobilitati, s icchè le frontiere politiche non poss.:rno subito essere saturate, ic ali di un esercito o di •una part·e di esso, riacquisterebber o la loro primitiva importanza. Schieramento p,,r ala. (v. Schieramento). Attacco d'ala (v. Atta,cco). 1

A la. Q,tel lato di muro o -bastione che si distende per lungo, come accessorio d i opem di fortificazione. A. d'mwre: quel'ia li nea >di solda,ti o .m:i.r,inai che si spiega <l innanzi a un persona·ggio mentre passa: far ala. A . <l i c-arrette in un parco. .4. dc/I.a lancia : quel risalto d i legno che era a l di sopra dell'irnpugnatun, dove si appoggia.vano l'indice e il pollice ch iuso della mano . A. della freccia: la .penna adat tata all'asta d i una freccia ,p er guidarne la . corsa. A. dello spallaccio e del gi11occhiello: v. a queste voci. In mar ., A. era lct linea d i navi <la .guerra, <li scorta a un convoglio di navi onerarie . A. di navi in andana: la parte estrema della fila. A . di bandiere aì segnali.

ALA

Ala cli San 1ì1ichele. Online militare del Po1·togallo, istituito da re Alfonso nel 1165, in memoria della !c~errda dol Santo apparso tra le schiere dei portogiiesi a. sostenerne il coraggio durante u11a battaglia. contro i ;inori. I cavalieri vcstlva.no abito bianco su! quale era una croce rossa. in fom1a di spada.

Alabama. Cannoniera armata in corsa, durante lrt guerra <li Secessiooe, nei ,porti inglesi, in v-iolazione del principio idi <li.ritto intemaziona;Je pel qua.le lo Stato neutrale deve impedire d1e, en-tro i limiti in cui si esercita la sua ,giurisdizionc s i allestiscano o si armino navi 'da guerra o da corsa per uno dei belligeranti; violazione che determinò un grave c011flitto tra l'Tnglù lterra e , gli Stati Uniti, rimasto celebre nel la stor ia del diritto internazionale e conosciuto a,ppunto con il nome di « Ala.bama. claims >l . Durante la guerra prC'detta, gli Sta.ti con federati del Sud, avendo i loro ,porti bloccati, pensar ono <li fare costruòre ed arma te in Europa, precisamente in Inghilterra cd in Francia, navi destinate ad esercita.re •la corsa sulle marine mercantili d egli Stati ,fedeli all'Unione. In seguito ai reclami cli Washington la Francia provvide ad impedire la cors'.l nei suoi porti ; non .così fJ nghiherra, pur 1

Ala. Città. del T1·entino, alla confl-uenz.a de l tone11t,~ omonimo ·nell' A,c!ige. Al tcrnpo dei Romani, A. fu una loro importaJ1tc stazione n1ilitare.

Co111batti111enti di A la:

I. Nel gennaio 1801, un cor,po francese, costituente l'estrema sin istra <lc ll'esc.rcito d'Italia, dopo di a,·ere respinto avamposti austriaci davanti a Bo rghetto, giunse ad .4. e vi si scontrò il giorno 30 con 3500 austr iaci i quali avevano cinque cannoni in posizione, cd occup\\vano la/ città e le alture. I l gcn. Mcrle, francese, si lanc,iò èon la 112" mezza brigata in A. e attaccò combattimento nelle vie, mentre gli altri rc,par ti Jrance.~i evn il gen. Bou<let si impegna.va.no contro gli at,s lriaci padroni <le lle altu1·e, e mettevano in buona posizione quattro ,cannoni . Un tentativo austriaco, di aggirare la sinistra francese, fu sventato dalla 60" rnezz,t brigattt con due cannoni ; dopo d i che gli austriaci si d tiravano su tutta la linea, abbandonando i feriti, e la.sciando nel le mani degli avversari 680 prigionieri. II. Nel 1915 A . venne ocoupata il mattino del 26 maggio dalle truppe della ,br. l'vfantova, alla quale era.no sla,ti aggiu nti n uclei <li ~!pin i, d i bersaglieri, di volon tar i ciclisti. Tulle le truppe erano agli ordini del valoroso gen. Can tore. Retr oguardie nemiche, abilmente appostate, tenta rono d i impedire l'avanzata dei nostri con vivissimo fuoco. G li austriaci furono rapida;mente scacciati da.i loro a1lpost>1menti, e giovò assai in ta le occasione, p er la sua conoscen7,a dei luoghi, l'intcn·ento efficace della s ignorina Abriani (v.). Da quel giorno. A. rimase nelle nostre mani, e divenne la soglia fervida ed operosa d ella nostra zona d i operazion i in Val Lagai-ina. Un tentativo nemico, nello sresso mese d i maggio 1915, di scendere ad A . attaccando il Passo di Buole, venne sventato dalla magnifica. resistenza dei nostri, che tenne il nemico p er semp,e lon tano da Ala.

essendo sanziona ta la regola nel!'« act >> di Giorgio III del 3 luglio 1819. Vennero qu indi armate ne' suoi !JOrti varie navi corsare, «Florida», «Geor gia», cc Shenandoah >>, e più celebre di tutte l'« Alabama» la quille, partita. , da :t)fersey il 29 luglio 1862, cd anmata a Ter-c eirn, ini7'iò, comandata dal -ca;pilano Semmes, ,u1a crociera disastrosa per la marina mercantile degli Sta ti del Nord. La crociera durò fino al 19 giugno 136-1, giorno i n cui fu incontrata davanti a Cher.bour,g dalla nave federale Kcarsagc, comandata dal cap. \V instow e colata a ,pi-oco a cannonate, dopo di~perata difesa. G li Stati Un iti r ich iesero pei d anni patiti dalla loro bandiera mercanti le un indenniuo d i 19 milioni di dolla ,·i all' Lnghil terra, la quale •il 30 gc;u,aio l 867 n ominò ·una com111issione d i giur isti, composta da Cranwùrlh, Ila.ring, Vcmon HaPcourt, 1'hillimore, Twiss ecc., incaricata di rivedere, pel fatto specil'u;o, l'<c act » del 1819. Fu cosl ,dopo lunghe di~ussioni, votato il nuovo « act » del 9 agosto 1870, che Calvo chiama la <e Carta di neutral ità ù1glese ». l n segu ito a ciò, si addi,,enne all'a.ccor do tra le due Potenze in contesa di deferire In controversia ad 'lm tr ih un alc arbitrale, chiamato a risol,v ere la. contestazione ispirandosi a t re regole staibilite da un trat talo concluso tra l'Inghilterra e gli Stati Uniti, 1'8 maggio 1871, le quali regole. vanno sotto il n ome di « ~ egole di Washington>>. Con la p rima d i esse si dichiar ava che un Governo neutrale è obbligato ad usare tutte le <possibili d iligenze per impedire che,


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entro i lim;ti in au i si esercita la sua sovranità, si1 equipaggiata od ·armata runa n ave da ,g uerra o da corsa, c he si <lebba considerare con fondamento destinata alle ostihtà contro una potenza rumica. Con la seconda si dichia1·ava c he un Governo neutra le è tenuto a non pe rmettere o tollerare che uno dei belligeranti faccia u so dei suoi porti o <lelle sue acque come base d l oper az ioni contro l'altro belligerante, nè -per r in novare o a umentare la sua efficienza bellica. E con t! terza si dichiarava clie un governo neutrnle è obbliga.lo ad eserc ita re le dovute di ligenze '1Ci suoi porti e nelle sue ·acque, ,per impedire da -parte d i qualsiasi persona; entro i suoi limiti' territoria:li , la ~•iolazione dei doveri pre~nunciati, I•J· Collegio a1•bitrale, r iunitosi a Ginevra, ,:mise ii 14 settembre 18 72 -sentenza di condanna per l'Ingh ilte rra al pagamento d i un indennizzo d i 15 mi. !ioni e rnezzo <li dollari. Il collegio a rbitra le era composto di t rç membri ; !' ita liano conte senatore Federico S,ciopis, •]),l'esidente, e lo svizz.cro Starn-pfl•i e il brasiliano I tajuba, membri. Il principio d i cui trattasi è stato cosi fom1ulato nell'art. 8 della Convenzione de l!' Aia 18 ottc;;bre 190i, s ui d irit ti e dover i dei neutrali: « Un gouvetnement neutre est tenu d'user des moyens dont il d ispose pou:· empccher d ans sa j uriciiction l'équipement ou· l'a.r memenl dc · tout navire, qu ' il a dcs opérations hostiles con tre .une ,p uissance a;vec laquç-l le il est en paix. Il est a ussi tcnu d 'user de la memc survcillance pou r empecl1c r le départ 11ors de sa juridiction de tout navirc destiné à croiser oru à co1i.couJ"ir à des opérations h osti.les et qui oru,rait été, d ans la. d ite j uri<liction , adapté cn tout ou en par tie à des usages de guen-e » .

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figura. L'ala,barda era p iù leggera e più corta della picca.. N ci ,paesi scarn:linavi ed in Germani[\ essa era già

1) AlabaPda Le.desca a martell o- for ca, cle l pl'inclpio ctca x VI ,s ecolo ; 2) A . te.\lesoo del XVI seco10 ; 3, 4) A. tedesche 001 XIV secolo.

Alabanda. Ant. città dcli' Asia M inore, n ella Caria . I. Battaglia del 499 a. C. Fu combattuta e vinta dai Persiani agli ordin i del generale Daurise cont ro i G reci <l'Asia , i ·quali si erano sollevati contro Dario [ re di Persia. D ei greci i vincitori fecero grande strage.

II. Batt aglia del 191 a. C. .Si r iconnette a i fatti della seconda guerra macedonica e f u combattuta dai R odii agli oPd ini de l loro pretore Pausistrato con tro Dinocrate, prefetto d i Filippo V, r e di Macedonia . App iccata la zuffa, l'ala destra dei Rodi i mise in fuga la s inist ra nemi<."a ;' la falange macedone, eh 'era sull'ala destra, r esistette lungamente, ma, attaccata di Jìanco, si scompi,gliò e fu messa 111 p iena rotta, trascinando seco nella d isfatta anche il centr o.

1) Alabarda svizzer a del secolo XIV ; 2) A. tecle-5ca idei ,s ecolo XV; 3) A. veineziana dellia fl ne rtel s,i,coJo xv; 4) A. da umc1a,1e dellr, g-uapdta r eale dt ~arlo l')man uele III, &ecolo xvm.

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III. ~1 el 38 a . C. il console Labieno prese e distrusse Alabanda la quale non risorse più. Proba,bilmente essa era sul luogo dell'attuale Ara,b R issar .

Alabarda. Arme in asta da punta e da taglio. S i compone <li 1.m'asta di legno fovte, lunga circa m . 1,70 all'estremità d ella quale è investita una ,parte rnctallica, ordinariasn ente costituita <la una lama larga , acuta e tagli.ente, gu;u-nita nella sua .parte inferiore d i un ferro foggiato a ,g uisa di soure lunata, col taglio s porgente, <la un lato, e a punta uncinata dall'altr.o . L 'alabarda serviva per cari<:are di punta il nemico e p er ar restarne l'impeto . Inoltre essa era usata come arma da fendente. P articolarmente fu (a<l es. n el se-. colo XVI) l'arma dei sottufficiali. La forma or iginaria della pal'te metallica sopra d ~scritta subì numerose trasfonmazioni in ogni tempo e nei vari paesi, come è dimostrato dai tipi riprodotti -in

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Altre rorme di alà.bar.de in uso nei primi secoli dell'èra volgare. Più tardi venne adottata d,tHe fanterie svizzere che l'intr odussero in Francia ed in Italia intorno a.I 1420. Fu poi adope-


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rata e ·per lungo tempo d ai lanzi. Infine rimase i.u uso nelle anticamere dei · Prinòpi, in mano ·alle loro guardie : gli Svizzeri della Guardia Ponti.licia la por tano ancora con l'antico equipaggiamento. L'alaJbarda era distin ta con varie denominazioni a seconda delle funzioni alle quali era destinata o .del milite che ne era a rmato. Infatti si avevano:

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muni italiani <l'el p rincrp10 dell'evo moderno, generalmente, ognj quartiere costituiva un co.t1po scelto d i A . Nel 1561 Emanuele filiberto istibUl una coonpagnia 1 di alaba dieri d i quella nazione, che, insieme con una. 'compagnia di ar-cieri ed una cli archibugieri, era addetta alla guard ia personale del Duca e della. di lui famiglia. Nel 1564

Alabarde da parata, p iù lunghe e più r icche di quelle ol'Cl·inarie 'Cla guerra; alabarde da ufficiale, fine.mente lavorate nella <parte metallica e q:>orlan li in genere lo stemma e la s igla del sovrano; alabarde da sott1<ff'iciale, alabarde cleUa guardia svizzera, e<:c. Nella marina velica, I'A . faceva parte dell'armamento delle galere (secolo XVI). Atl es. l' inventario di una galer~ ponòificia, . ricordato dal Gugliehmotti. comprendeva trentatre a labarde.

Alabardieri. Soldati armati di alabarda., per lo più destina ti a guard ia del Principe. In quasi tutti gli eserciti europe i esistettero reparti d i A ., che scomparvero quando le fanterie furono '<lotate d i armi da fuoSer g-ente alaba.rcueve clcl 000010 XVII

Ala.b1lll'd1ere ciel secolo XVI

fu destinata al principe Carlo Emanuele una guardia particola.re di A. che si chiamò : cc guardia alwbardieri del Serenissimo Principe>> e che fu abolita nel 1580. La compagnia d i A. nel 1566 fom1ò con quella di archibugieri una sola compagnia detta di archibugieri a p iedi ed a cava1Jo. Gli A., portavano anche, come i p ic-cbicri, il mor ione, il corsaletto e sovente anche un9 scudo tondo <letto rotella. Nel 1722 fo ricostituita una piccola. compagnia d i A . a ,g uardia del vicerè di Sar • <legna, che fu mantenuta fino al 1798. Carlo Emanuele, con R. Viglietto 22 agosto 1799, istituì in Sardegna una compagnia di A. reali a guardia degli appartamenti interni in sostituzione degli archibugieri. Il 18 giugno 1814, sotto Vittorio Emanuele, venne riordinala la com pagnia 'Cli A. svizzeri cbe fu poi sciolta definitivamente il 17 dicembre 1831. Nella marina. velica gli A. costituivano la guar<lia del conpo dei coman danti. In uno specchio degli armamen ti <li galere .pontificie del 1645 sono annoverati 24 a labard ieri.

A,laba1•dleri dcJ secolo xv

co. I « lanzi >> non erano che degli A . I n Francia Francesco I li introdusse nelle sue leg ioni; ma alla fine del secolo XVI er;;.no r idott i ad un n umero r i$trettissi,no, e facevano pai·te de lla guardia del sovrano. Furono a-boliti nel 1756, ad eccezion e degli svizz.:ri inca.rica ti della guardia a lla residem,a r-ealc, ohe conser varono la a la.bai'Cla lino al 1789 . Ricomparvero alcuni A . durante la restaurazione; ma Carlo X li a.bolì definitivamente. I n I talia comparvero .gli A . con la pri,na calata degli svizzeri ( 1422), ap punto armati di alabarda. Nei co-

Alachi. Duca <li Tren to e di Brescia nel se<:. VII. Sconfisse nel territorio di Bolzano il <luca d i Bavicrn, poi s i ribellò a'I re longobardo Berta.rido e si fo1,ti6.cò a TTen to, '11ove il r e lo assediò. Alachi riuscì a batter~ l'esercito cli Bertarido ma poi venne faHa la p ace p er intercessione di C1miberto, .figlio del re. 11:a A. ripre•;e le armi quando Cuniberto salì al trono, e radunato un esercito marciò s u Pa~•ia mentre il re era assente, e ~i fece proclamare in sua ·v ece. Il suo governo creò u 11 vasto ma lcontento, così che Cuniberto, il quale si er:t rifugia to a Como, non d urò fatica a r accogliere un e5erci10 fra i sudditi che invoca.vano .il r itorno, e venne a •bat taglia n el 690 con il suo rivale p resso Cornate. sull'Adda.; A. fu -pienamente sconfitto e rima.se ucciso.

suo

Aladino. V. Selgi,tcidi e Assassini. Alaggio. Operazione clte si {:Ompie facondo forza ad un canapo per tirare galleggianti contro corrente.


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Si usa anche per definire la strada percorsa dagli uom i.ni o dai cavalli nel tiro. (V. Alare) .

Alagi (Amba Alagl). Fortissima posizione s itua:.i ad oltre 3400 m. di altitudine sul ciglio orientale dcll'allipia.no et iopico, a sbarramento della strada Asciangh i-Antalò che passa lungo il lianco orientale dcl1' Amba. Due stmde la girano: quella. che per il colle di Felagà, a<l est, scende a llct }.fariàm e quella che pel colle di Togorà, ad ovest, porta. a. ::\luggià. e Anta.lò. Fra il 13 e il 16 novembre 1895 il gen. Arimondi foce occupare con una comp. (cap. Persico) 1':mb:i i\ lagi, nell' intento di trarre partito dai capi d'oltre frontiera che s i d ichiaravano per gli Ita liani. Il 2 1 novembre, in seguito a nuo,·i ordini, partiva da. }.fa. callè \!Ila colonna coman<l:i.ta. dal ma.gg. Piero To~elli (IV Ilgl. indigeni su 3 op., 1 btr. su 2 scz., Bande dcli' Aochelè Guzai e banda di ras Sebàt), non solo per rafforzare il nuovo presidio di Amba Alagi, ma per assicurare gli abitanti circa l'occupazione da parte noSII a delle nuove pro,·incie. Il 25 la colonna. giunse ad Amba Alagi cd il 26 si spinse a Belagò (Enda l\Ioeni) ove ,cominciarono a giungere notizie 8ull'arrivQ di tmppc scioanc con molti ras; a confem1a di ciò la notte del 28 si scorsero fra Aià e J\scia.nghi molti fuochi che si seppe poi appartenere all'avanguardia dell'escrcit'l etiopico comandata. da Ras ::\licaèl. Cortfcrrnate, da info11matori invia! i, le n otizie che tra i\ ià, Ascianghi e Tobbò trovavansi i ras Mangascià, Alula, Oliè e Mica,èl, il magg. Toselli ordinò di levare il campo e di ripiegare su Amba Alagi, ove la colonna giunse il 29. Il 30 il maggiore, con !a comp. Ricci, si ~-pinsc a riconoscere la str·ada -clel Vogcràt, ritenendo egli clic gli scioa.ni avrebbero allaa:aro l'Amba con azione frontale dimosu-ativa, aggirandola nel contempo pc: le due stra· dc di Vogeràt (est) e di Bori (ove,;t). Dal 29 novembre a l S d icembre si apprestarono febbrilmente difese, che r i\enevansi suffi.cicnti, sia perchi; si riteneva ricevere r inbrzi, sia. .perohè non si crcde•:a che gli scioa.ni attaCC1SSCro in ,missa l'Amba. Il magg. Toselli rimase sul posto convinto di essere raggiunto d:iJ gen. Admondi (v. 11bissfoia, !i}ag. 33 e 34). Frattanto era. s tato raggiunto dalla cen turia Pagella (della I ' comp. del VI indigeni) e driJla comp. J.>ersico del III indigeni. li magg. Toselli, che aveva cosi a.i suoi ordini 1800 uomini, diede la sera del 6 le seguenti disposizioni : « Le bande di ras Sebàt e degiàl:lc Alì (350 fucili) occuv -ino le :tltw,e che sovrastano a l d il'fk ilc sen tiero di Felegà (estrema sinistra). La comp. Issei si tenga S\llla destra cli ras Sebàt per sostenerlo. La comp. Canovetti si spinga innanzi con una centu11ia fin ,·erso Atzal:1 e con due più indietro, con ord ine tassativo di ripiegare sulla dc3tra, comp. Issei, appena attaoo1ta da forze preponderanti. Al cemro e sullo spia.nato sotto l' Amba, la batteria. scortata dalla comp. Persico. A destra sccch Thala (350 fucili) tenga la fortissima posizione del colle di Togori, (ovest Amba). II ten. Vo\picclli con le ban<le Aoehelè Guzai (300 Jiucili) si spinga sullè propaggin i dell'Amba., che sovrastano il sentiero che ~11iezza. costa si inerpica. al colle per Togorà, per prevenire e trattenere un attacco da quella parte. Le compagnie Ricci, Bruzzi e la centuria Pagella stiano in riserva ad est e sotto l'Amba., ,presso la. e h iesa, ove è stabilito il posto di medicazione. Il oomando sta con la. ba ttcria. ».

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La battaglia. Il giorno 7 dicembre, ve,·,o le 7, i picu,li posti segnalarono gruppi di fanteria e cavalleria nemica che s i spingevano vc1'so Atzalà; la centuria della comp. •Canovctti (Ten. Mazzci) li respinse. Subito dapo si notò movimento al colle Bootà e gli informatori segnalarono il mo,·imcnto di una grossa. colonna. ( ras Oliè) verso Felugà. Essa a,•anzò celere verso la nostra sinistra, la imprgnò con attacco frontale cd avvolgente, <per cui ms Scbàt, aivendo avuto gravi perdite e temendo essere aggirato, ripicgò sulla compagnia. Isscl. La comp. Cano,·etti intanto si portò ma.no,· rando a.I suo posto (destra cli Issei), non senza avere inflitto ,perdite ·gra.~•i!;S irne agli scioani, fatti segno anche a l fuoco della batteria. l\fa la massa era imponente. fasci e Canovetti la fronteggia.va.no da oltre un'ora, senza ,perdere un solo palmo di terreno, allorcbè dal colle llootà a vanro imponente una. cdlonna con le forze d i ras M icaèl e ras .Maconncn (circa t S.000 fu. ciii), ohe ,puntò dirottamente contro il centro della. posizione. La sinistra tene,'a fcnno, pur a,·endo subìto perdite gravi (era. morto il lcn.. l\folina.ri e ferito il tcn. Mazzei). Al maggiore Tosclli .premeva rna.ntencre qucll.i posizione, che proteggeva la strada diretta da Amba Alagi a :0.facaNè, donde sperava veder giungere da un momento all'altro la testa. della colonna Arimondi. Alle nove, vedendo l.i sinistra stremata, lanciò da quella ,parte la comp. Ricci, della riserva; Ricci avanzò arditamente e si impegnò a fondo, obbligando il nemico a ripiega.re. Intanto sulla fronte la. batteria. a.priva squarci nella. pesante colonna scioan.a, ma questa si riol'(linava c continuava a.<l avanzare lentamente. Alk 9,45 giungeva avviso dal tcn. Volpi.cclii ohe un'altra colonna., con le forze di ras Alula e ras :M angascià, tendeva. ad aggirare la nostra destra, 41untando al colle di Togorà; anche da quella parte cominciò una vi,·a fucilata. Allora il rna,ggior~ Tosclli decise di restringere la difesa ritraendo le aJi attorno all'Amba e mandò 01'Clint: a Ricc~ Ca.novctti ed Issei <li fare un ultimo contrai.. tacco e ritiran;i souo l'Amba, sotto la protezione del:a sezione Z..fanfrcdini spostata. da 11udlla parte. Intanto la colon na p rincipale scioana avanzava contro la comp~ Persico e la batteria. che non potevano più sostenersi. Il maggiore ordinò allora. di incolonnare le salmerie sulla. strada. di Togorà, movimento che avvenne lentamente ed in disordine per il fra.mmischiamento cli dc,n ne della cornp. Pe r,sico e conseguente a.ffollrumento sl1l sentiero dif'ficile e strettissimo. A proteggere l'incolonn:uncnto fu mandata la centuria. Pagella, con ordine di sostenere da.I colle le bande dcli' Aochelè G-u7.ai cbe s i vedevano ripiega.re; a.ncl1e la sezione Manfrcdini doYCVa portarsi al colle. Le trruppe erano sempre in pugno a i Comandanti, i movimenti si facevano ancora nel massimo ordine, il ripiegamento della sinistra en già effettuato. Alle 12,40 il magg. Tosclli, perduta ogni speranza di soccorso, ordinò la r itirata a scaglioni, a protezione della quale fu d istesa kt comp. lln1zzi ad est dell'Amba. :Ma. non appena cessò il fuoco <l'artiglieria. gli scioa.ni, che avanzaxano ,guardinghi irruppero sullo spian ato dcli' Amba: Bnrzzi e l\fola.zzani caddero alla testa della. loro compagnia. Il momento era ,grave. H sentiero strettissimo, sovrastante a. un ,precipizio di 400 metri, era ingombro


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Amb(l Alagì I) Ras Sebat e Deglac Ml; ll) Compa!infa Issei: 3) Compa~nla Ca,novc-tli; 4) Cornl)!agn la Prrslco: 5) Compa,gn!a Ricel; 6) Compagnia Bruzzl; 7) cemurla P1agc1ta; 8) BaLlt!rla Anghcr-à; 9) S<•1•·h Thata; 10) Bando Vio)JJlcelll.

di muletti, di carichi, di feriti . Ma.nfredini riuscì a mettersi in batteria, Pagella si distese a protezione della colonna, ma Scech Tha,ia aveva ripiegato in disordine, e le bande Volpicelli erano disfatte. Il colle era occupato dalle genti di Alula e l'altura stessa, a mezz~. costa della qua le correva il sentiero, era invasa daJ nemico che da meno di 50 passi infliggé-va perdite e1,ormi. Invano la centuria Pagella, facendo fuoco nel ritirarsi, cercò t.raltenere l'onda incalzante: la comp, B-ruzz i non potè far ar'gine e gli uomini di ~faconnèn pervennero alle spalle. La ritirata cominciò a divCJù,e disor,:linata, la sezione :Manfrcdini tirava. a miìragli;t sulle masse compatte, ma vc:nne sopraffatta e catturata, Il capitrulo Anghcrà e il ten. Scala, che aveva.no i peai montati, piuttosto che cederli fecero rovesciare muli e cannoni nel preciPizio. Tutti si precipitarono alla strada d i Togorà per tentare d i raggiungere la valle profonda di Bet Mariàm, donde raggiungere la colonua Arimondi che il ma.gg. Toselli, non avendo ricev,ito nessun contrordine, riteneva ritardata da qualche colonna girata al largo. Ultimo a scender dal colle, fu i: magg. Toselli, incalzato da p resso e bersagliato da ogni pa rte, impartendo ordini _perchè il d isastro riuscisac minore. Erano rimasti <X>n lu i pochi ufficiali ; i capitani Canovetti, Angherà, Persico ( ferito), il tenente Pagella e l' A. M. tenente Bodrcro, coi più fidi soldati. Tutti erano esausti e la piocola schiera andò assottiglia.ndroi: cacl<lero Angherà e Persico. Giunti pres-

so la çhiesa di Bet Mariàm il maggiore ordinò al tcn. Bodrero di portarsi alla testa della colonna, cercare il gen. Arimondi e pregarlo di prendere posizione a nord della stretta, riunire gli ascari e -impedire un'ulteriore avanzata. 11 m.agg. Tos,clli era slr<lmato <li forze e rimase, incontrando la morte degli eroi. La colonna dei su,persliti, coi tmcnti Pagella e Bodrero, Sèmpre inseg-.iita dalla cavalleria Scioana, dopo una sosta a Mai l\(e$ghì raggiunse alfinc il gen. Arimondi che, ignaro del disastro, ,p rendeva posizione in Aderàt, dove raccolse fino a sera dispersi e feriti. (V. Adcrat).

Alagia Dagh. Massiccio mont,1110 · della. Transeat!• oasia., alto circa. 2000 m., a 15 km. a E. di Ka.rs. Nei pressi e sulle pendici di questi monti, il 15 ottob. e 187i, durante la guerra Russo-Turca., ebbe luogo una sangiuinos.1. batta.glia fra Russi, comanda.ti da.I gen. Boris l\Ielikoff, e Turchi, comandat i da )1uktàr pascià. Ai primi di agosto del 18i7 la situazione dell'eser<:ito russo d el Caucaso era la seguente : Cor.po di Rion, davanti a Batum (20.000 uomini); Corpo di Alessa.i!• dropoli, collegato con un distaccamento ad Ardaban, àavanti a Kars ( 100.000 uomini); Corpo di Erivan, ,~ Igdir (30.000 uom ini), cl:1va.nti al corpo turco del Cur• dista.t1; eranvi inoltre, sparsi nel territorio ,per sedar.: la rivolta ùellc pqpolazioni, 50.000 uomini. In totale: 1 i 1 •,b atlagl-ioni, 190 squ(\.(}roni, 80 battCJ·ie , Il 1• settembre il Gran<luca )1ichele assunse il co-


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mando · diretto del cO!]f>o di Alexandropol, dhe era già stato comp1etamente riorganizzato e , inforzato e compren deva 80 battaglioni di fan teria, 35 squa<lroni di ca vaJ!er.ia. e ,circa· 300 -cannoni. Er,a qu indi in grado d i prendere l'offcnsh•a. R icognizioni ~•cnivano fatte di frequente per ,disorienta re i Turahi circa il punto d e!l'atta«:o '])l'i'l1c~prulc. Dopo aJC'Uni rnmbattiment-i sfavorevoli a i Turchi, questi si r itirarono su-Ile posizioni d elr Alagia Dagh. La &ituazione d i M uktar pascià. era critica; mentre l'ala destra russa. gli intercettava ormai le comunicazioni con K rurs, l'aila s in istra cercava di avanzare per ta,g liargli le comunicazio_n'i çol corpo del Cur<listan, che era sempre ad I.gdir. Egli pertan to avrebbe dovuto subito abbandona.re ì<.ars, che era sufficientemen te a p provvigionata e fortificata ,Per -resistere ad un asse<:l io, e r itirarsi rul più pr esto sul Sogauli D agh, chiamandovi a raccolta il cor,po del Cu rd istan e le forze che operavano verso A,'Clahan. Ciò non. solo per la sua inforiorifa numerica, -che gli impeidiva di tentare qualsia. i azione in ca.mpo aperto, ma a nche •pe11chè i suoi soldati erano sfiniti e la loro resistenz.1. monde era alla s tregua del primo insu<:cesso. Invece volle resistere. li 9 i T urohi si era.no ritirati con la sinistrn sulle falde settentr ionali del! Alagia Dagh, con UJl d is taceamento Sili! picco.lo Yagn,i. Il 10 i Russi ocouparono il grande' Yagni. Atl'allba dcl 13 i T uKh.i attaccarono all'improvviso la· ridotta costruita <lai Russi sul grande Yag:i:, ma l'attacco fallì. Cominciò cosf la ,batta.glia d i Alagia D agh. Vi presero 1)arte le ·seguenti tr u.'J)pe ~·usse : D ue divis, granatieri del •Caucaso, 4 divis. fant.; 1rna brigata caociatori a piedi <lei Ca.u,caso; in tu,t to 72 'bgl. d i fa.nt. Una d ivis ione dragoni del Caucaso su 12 squadroni, e 24 sotnie di cavalleria irregolare; 5 •br ig. di a rt. mont. e 4 <li ar t. a cavaillo : in tutto ,34 'batterie (70.000 fant i, 4000 cavalli, 270 cannoni) sotto il comando diretto ,del gen. Lor is Melikoil: e sotto l'a lta d irezione del Gra.n duca :Michele. Q.ueste forze Yennero ripartite in 3 colonne:

Colonna d·i sinistra (gen. Lazareff): 40" D iv. Fa1,t.

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e battaglioni de lla 19• e 39" Div. Fan! . (27 battaglioni e 40 ca1moni) ;

Colonna del centro (gen. Heima.nn) : 20" D iv. F ant. e D iv. Granatieri <lei Caucaso (32 -battaglioni e l0U cann oni);

Colon1ia di . destra (,gen. Roo,p): 1" D iv. G ranatieri ( 16 battaglioni). La colonna. <li s inistra. fin (la i 9 aveva iniziato larogo onav-irnento aggirante verso le a lture d'Orlok, dietro l' Alagia Dagh, e<l il 14 mattina vi era già giunta, ·venendo ,çosl a trov-arsi, fin <lall\nizio della batt;;.glia, -sulla linea d i ritirata di parte <leU'csercito Turto. L a colonna ,del centro il mattino del lS cominciò ·.111 violento .cannoneggiamento della posizione turca di Avliar Dagli e nel pomeri~gio, dopo che il fuoco d'artiglieria -ebbe ,fortemente scosso il nemico, i granatieri si 1ancia.rono all'assaÌto dell'altura e se aie impadronirono, malgrado l'energica resistenza <lei T w-chi, la cui fronte rima.se così tagliata in due ,parti. L'esito d ella battaglia fu deciso dall'azione della colonna di sini~tra, dopo <.:1he quella -del centro, lSboocando d a Hagg Vali ebbe conquistato I' Avliar Da.gh. L 'ala sinistra T·urca, soparata <lall 1·esto, si ritirò su K ars, inseguita da Heimann e L a zareff, e vi giunse <Jopo aver ~u,bito gravi perdite. I R ussi inviarono subito forze su fficienti :i:er investire la p iazza. L'ala dcstl.'a. turca venne completa:me.nte c ircondata sull' A,la,gia Da.gh e cadde in gran parte in potere dei R ussi ohe catturarono 7 genera.li, 20 battag!Ìoni e 30 ,cannoni; il resto J.)Otè sfuggire durante la notte. I Russi perdettero 250 morti, dei quali 7 ufficiali e 1211 feriti <lei quali 9(!) ufficiali. L e loro scar·se ,pc~dite dipesero dal ifelice esito della manovra aggirante, combinata. con fattacco centrale. 1 T'l!rchi, che erano 40.000, presi fra due fuochi, 110n po(erono resis tere, nonostante il vantaggi6 delle posizioni, alla schiacciante su periorità numerica dei Russi, assecondata da un'abile manovra. P rima .conseguenza della <batta.glia. fu di permettere ai Russi l' investimento di Kars e l:ii rigettare :Muktar .pascià coi pochi superstiti sul .Soganli D agh. I n se-

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condo lµogo il corpo rurco del! Curdistan si trovò del tutto isolato.

Alagon. Ndbile famiglia sarda, di ooi si distinsero per virtù militari molti de' suoi componenti. Leonardo Alagon, marob.ese di Oristano e conte di Gocea.110, n. a Oristano, m. a Barcellona. (1423-1490). Fu d apprhna. alla corte -degli Aragones\ e, da.tosi alla carriera ,delle armi, pa rtecipò a varie guerre pei suoi sovrani, creandosi 1mona riputazione milita.re. Tornato in Sardegna nel 1470, andò in urto con gli Aragonesi, e N icola Carroz, vicerè <li Sardegna per costoro, prese le armi con tro di lui, ma ne fu battuto a Uras, e l' Alagon pose l'assedio a Cagliari. I regi vennero a patti e fu fumato un trattato di pace (1Jscellcs, 1474). Ma la rpace fu di breve c<:hirata, chè l'anno seguente i due avversarì erano di nuovo in armi. A. prcsé :Monreale. ma poi fo sconfitto a "'-'fa.corner, dove perdette uno dei Ire figli. Riuscito a imbarcarsi con gli a ltri due, il capitano della nave, Giovanni Saragozza, :Ji tradì e li consegnò a Palermo all'anuniraglio aragonese Giovanni vrnamari.n., che fece trasportare i ,prigionieri a Barcellona. A. morì quivi 1i11 ,prigi!:mia.. Divisero le sorti di Leonardo parecchi altri membri della famiglia, -così nei combattimenti in Sardegna, co111e in prigionh: Così il fratello Salvatore, liberato n el 1493 e confinato in Catalogna dove morì. L'a:ltro fratello L«igi che nel 1518 ottenne la restituzione dei beni ddla famiglia, j quali erano stati · confiscati nel 1477 dagii Aragonesi. L'altro fratello Giovanni, dichiarato innoccritc nel 1497 e ,pertanto llbemto daùla prigionia, morì poco dopo a. Saragozza. Giovanni A., figlio di Leo11ardo; nel 1497 divenne membro della << Camera Alta» e morì nel 1499 a ·S aragozza. L'altro figlio Antonio, erede '<li Leonardo; ottenne la libertà nel 1499; militò con gli · Aragonesi e si distinse a Granata e in Catalogna combattendo contro i france.si; morì a J\1e<lina n el 1504. Artaldo Alagon. Altro figlio di L eonardo, primogen ito, e suo ,braccio ckstro in tutta la lotta combattuta contro gli Aragonesi. In ,p rimo tempo aveva servito per g li Aragonesi. Contribui effica-cemente alla presa di Monreale . T entò invano di prendere il castello d i Ardara. Venne sconfitto a 1\fores nel 1478 da Angelo Maronzio e doveue r ifugiarsi nel ca-stello di Goceano. Morì nella lbatt. di Macomer. Biagio Alagon, cottte di Villasor. Discendente di Leonar,do. :Militò sotto Carlo V, segnala.ndo,;i specialmente a~la Goletta e a Tw1isi. Nel 1527 ebbe il comando <li u11a spedizione inviata a Sassari, assediata da.i francesi e invasa; ,m a .gli a:bitanti, prima del suo arrivo, erano riusciti a cacciare 'gli invasori. Nel 1544, a lh testa <li un 'Corpo di cavalleria, fo destina to a oustodire le coste della Sarde,gna dalle invasioni ha:rbaresche. Un a ltro Biagio Alagon, nipote del ,precedente, nel 1643 armò a sue spese -un piccolo corpo di cavalieri e di fanti e si recò in Cata:logna dove contàbuì a reprfauere una r i•bellione. El:>be quindi col grado di lenente .generale il comando delle truppe de1 Ca.gliaritano. Arta/do Alagon, marchese di Villasor e conte di l"1011tcsanto. S i diede alla carriera delle amni e d ivenne gene.ra ie della c avalle.ria nazionaìe di Sardegna verso la fine <lei secolo XVII. Congiurò per dare la Sardegna agli austriaci, contro Filippo V di Spagna, e riuscì

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nel suo intento nel 1708. Ma nel 1717, essendo stata l'isola rioccupata daigli spagnuoli, A.,' temendone le vendette, riparò in Francia dove morì. Nella stessa epoca, Carlo Alagon, parente del precedente, fu ufiiciale di Carlo V segnalando!!i pel suo valore.

Alahur. Emiro araibo nella SiPa.gna, giunto all'Em irato nel ilS, dc:posto nel 721. Compì una spedizione al 'Cli là dei P irenei saccheggiando la Gallia Narbonese e braendonc bottino e schiavi. ~:fentr'era occupato in questa spcd_izione, i ,Cristiani riparati fra le montagne delle Asturie ,proclamarono re Pela.gio, e iniziarono il movimento di r iscossa anvimusulmano. A. inviò un suo utlìciale, Alxaman, a soffocare la ribellione, ma questi venne sconfitto e ucciso, e 'J'Bmiro stesso, me11tre ·s ta va prepa.ranòo nuove trUjppe, venne deposto dall'Bmiro -d' Afri-ca, suo superiore, per disposizione del Califfo Omar. A lai. Reggimento (Turehh). Alai bcy, comanda11te del reggi.ment9, e anche comandante del distretto milita,re : il grado corrisponde a quello di colonnello. Alaix. Generale spa.gnuolo del secolo XIX di fa.miglia oriunda francese: Fu al servizio di Ferdinando VII e dopo la morte di questi della regina Cris-tina; comandò in quest'epoca -una divisione contro i ;partigiani di Don Caa:los. Nel 1838 rimase ferito in una fazione. Nello stesso anno venne nominato Ministro della ~ uerra, e tenne la carica fi.110 a.I termine dell'anno seguente; quindi andò a riposo. Alais. Città fortificata della Franc ia, sul Gardon. Appartenne ai IPr◊testanti durante le guerre di- reli gione. Nel 1575 se ne .impa'd.ronì, con tru,µpe <lei protestanti, il maresciallo Idi Damville. Resistette alle truppe del R e d i Francia anche d opo la caduta della R ochelle, fino al giorno 8 ,giugno 1629, quando Luigi XIII si p resentò da.vanti ad A. -con una parte dell'esercito che aveva in c ampo, e intimò la resa a l ma.estro <li campo La Blacquière, il quale comandava la p iazza e rifiutò di arrendersi. Ak:uni forti staccati furono presi d a.I MonM1orcncy. Le truppe del re respinsero assalti dei <lifen..sori e 1d i piccoli corpi di trUIJ)pe che tentavru.10 d i soccorrere ,gli assediati e :tnisero in posizione i cannoni per ,battere le anw-a. Ciò veduto, La B lacquière, d1c aveva. scarse e piccdle -artiglierie, si arrese (16 giugno). Nello stesso aiu10, il 27 giugnò, vi fu fiT·mata la pace ( o cc Editto di grazia ))) fra il re e gli" ugonotti, ai quali era concessa .piena amnistia; esgi anebbero goduto liber tà d i culto ma con inte1,clizione di arma.mento e di occupazione d i piazzeforti. Inspiratore <li questa pace. fu il cardinale di Richelieu. Nel 1702 presso A., il capo <lei Camisa.1'<li, Cavalier, distrusse la guarnigione della città, cl1e era uscita ad affrontarlo. Alalà! Ant. ,grido <li guerra tanto dei Latini quanto dei Greci. V. Eja! Alalia (o Aleria) . Ant. c ittà della Corsica, fonda ta dai Focesi e a questi to"h,a d~J.i Ètruschi, in una battaglia navale combattuta nel,le sue acque. Gli E truschi, alleati coi Cartaginesi, avevano 60 nmi; a ltrettante i F ocesi, i qua.li vennero sconfitti. Successìvàlmente il consdle Lucio Cornelio Scipione conquistò A. ohe d ivenne -oolonia romana.


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Ala manni. V. Alemanni. Niccolò Alamanni. Capitano ita liano al serv1z10 della Francia ,verso la metà del secolo XVI. M ilitò a.gli ordini di Pietro Strozzi fino alla morte di questi (1588) ma Timacse sotto le bandiere francesi anche d_opo. Alamamw di Gu·itelmo. Ingegnere milita<re del secolo XII, 11. di Milano e costruttore de"llc tombe e delle mura di Piacenza. Egli fu fl primo che prese H nome di inge.gnere: « encigneri:us >>. Prestò opera attivissima ed imi!)o1 tante nelle guerre della sua epoca. Visse fino a l 1196.

A lamari. Orna,menti di passamani, o di fila-grana, o di ,cordelline di seta, -cucite a mbeschi, fornite di ca.w1, bottoni, ulivette, ghiandoline, e sim., usate da certe m ilizie e da oerti ufficiali, secondo i regolamenti. Da noi questi fregi sono distintivi dell'a rma dei CC. RR. e della .Brigata Granatieri di Sartlegna, ricamati in argento o tesimti in filo d i cotone bianco lucido. Sono applicati al colletto delle giub'be, delle mantelline e .dei ca,ppotti <legili ufficiali dei granatieri, delle giubbe grigio verdi e delle mantelline degli uomini di truppa <lei granatieri, delle giubbe nere e delle ma rsine degli uomin i dei •ca.raibinieri (le giu•bbe e ,le marsine degli ufficia li dei qrabiuieri hanno invece ricami in argento) . G li A . erano a.nche applicati alle manopole della giubba dei çara,biniori aggiunti. A. è detta anche !'abbottonatura, con pa,;salll1an i e olivette, degli spencer. A lamir. Califfo del IX secolo, in lotta contro gli imperatori d'Oriente. .Postosi a capo di numeroso ese~cito di saraceni, devastò ,gli Stati bizantini <lell' Asia minore, finchè il ·governatore del Levante, Andrea, gli si fece incontro con buon nerbo di truJPpe, e, venuto a battaglia con lui, lo sconfisse, lo qirese prigioniero e lo fece decapitare. Alamut. Fortez~a del1a Persia, costruita nel ,I X secolo e rafforzata con grandi lavori, sì da .renderla, per quei tempi, inespugnabile. Divenne .Ja sode principale della setta degli Assassini; fu ,pr~sa e distrutta. da Hulagu. Aland. .A.r,cipela,go del Mar Baltico, in posmonc marittill)a d i grande impo11tanza, all'ingresso del Golfo d i Botnia. E' costitu ito di 200 isolotti, <lei quali circa 80 sono abitati. Supe,,f.' 1442 kmq., a•b. 270.000. f.u ind ipendente :lino a l XIV secolo; poi apparte1me a,gli Svedesi fino a l 1809, anno nel quale passò alla Russia pel trattato <li Frederikshamm; infine ( 1921) a-Lia Finlandia..

I. Lo Czar P ietro ìl Grande, il quale aveva cominciato a crearsi una prqpria marina <la guerra, ideò sul pr incipio e condusse a compimento l'impresa delle isoie Aland. E per questo nel 1714, adunò a Cronstad t 16 vascelli d i linea e 180 ·legni ohe andavano a vela ed a remi, cost1ruiti a,p,posta per na"Vigare e 1nanovrare agevolmen te sui .bassifondi e tra g li scogli, mirando soprattutto ad impadronirsi 'dell'isola. Alan.d; la maggiorG del gmppo che, sul 60° parallelo, ohiude qua,si il golfo di Botnia.. Affidò il comando d i quella squadra nominalmente al Dcnerale Aitmniraglio Apraxine, prcnderido egli imbarco come Contrammiraglio in sottordine, e il 25 lttglio (a ltri dice 1'8 di agosto) condusse l'armat;;: all'a.;;scdio dell'isola di Aland, antemurale di Stoooolma e

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chiave insieme del golfo di Bo.•nia e del Baltico centrale. Pietro, che aveva assunto , di fatto il comando della forza navale, la.sciati. i suoi vascelli dietro la pw1ta <li Hango, o'ltrepassò questa •c oi l~ni sottili e si cacciò tra le isole. Al <li là dalla punta era la squadra svedese comandata dal Contranuniraglio Erenschi'ld, il qua.i<: aprì sttbito il fuoco sui Russi; poi, vedendo che esso r iusciva. poco efficace, li attaccò con flottiglie d i navicelli e di lancie armate, ma fo respinto con gravi pe.rdite, ferito e fatto ,p rigioniero. Nelle confuse narrazioni Òhe gli storici fanno di questo combattimento, dice il Ra.ndaccio, rimane ignota l'azione dei vascelli delle due ipa.rti : verisimile però ohe .gìi Svedesi, indeboliti da.Ile perdite fatte sui navicelli e privi del!' Ammiraglio, sia.usi r itirnti senza combattere i vascelli d i !\;praxine. ,... Presa èd ocou,pata l'isola di Ala.nd Pietro tornò trionfalmente a Pietrdburgo. Il vice czar Romanodoski conferì a ciresoun 'Ufficiale una medaglia d'oro, a ciaSC1m marinaio e soldato quella di argen to, ed a Pietro la promozione a Vice Annmiraglio in ricompensa. dei servigi ,resi e della importante vittoria sul ma.re. II. Il giorno 27 marzo 1854, a S'J)ithead, il V. Amm. inglese Sir Cado N apier alzò alla inaestra della Capitana i l seguente segnale : « Ragazzi, la guerra. è dichiarata. Affilate le sciaibole d'arrembaggio, la giornata sarà nostra >> . La squadra, composta di 13 vascelli e di 12 fregate ad elica, di 15 corvette a ruote, di 6 vascelli e d i 1 fregata a vela, salutò con g;ande entusiasmo il segnale e, sotto i lllligliori ausp1c1, cui non er,t estranea la fama del condottiero, lasciato l'ancoraggio, imboccò -il Baltico nell'aprile del 1854. I ghiacci no n era.no per a.neo disciolti e le o.perazioni contro la Russia cominciarono il is maggio. Gli Inglesi avevano con loro il vàscello francese A uster/;.tz; però sta.va.si allestendo a Brest e a Cherlbourg, sotto il comando del V. Annn. Pa.rseva.l Deschenes una squadra di 8 navi a vapore e <li 14 tra vascelli e f.regate veliere, mentre lù mila uomini dell'esercito erano in attesa di piroscafi. v1ercantili inglesi .p er essere t,ra.sportati sullo scacchiere strategico. Dopo lunga e· la:boriosa traversata. i Francesi 4·a,ggrunsero a Ba.rosund i loro alleati. N apier e Parse.val suddivisero le loro forze in divisioni d i blocco le quali clri:usero ogni comunicazione acquea tra i porti russi della Finlandia., della Livonia e dell'Estonia, minacciando Cronstaclt e bloccando la 'squadra mosco~ ita. Ma Cronstadt, obbiett ivo <lei collegati, era orlata di castelli r ivestiti <li granito e .non era piazza. agevolmente conquistalbile, anche per Il p reoocupanti difficoltà che presentava la navigazione del Baltico cospa-rso di secche e di rpericoli .nautici; ifu deciso allora d i assalta.re la fortezza secondar ia di Bomarsund, costru-i ta in una delle maggiori isole del gruppo Aland, già conquistate dai R'llssi alla Svezia. La fortezza era s tata. ap,pena terminata . I due rummiragli sin dai primi giorni <li giugno si erano trasferiti nena baia di Ledsund, sita .a rnezzogiomo della rpiù vasta isola d~ll' Arcipelago A!and . l vi i 10 mila ruomini del ge1ìera!le francese Bara,.guay d'Hilliers li avevano ra,ggiunti. Il colera infieriva sulle navi delle due squadre; ma. intanto i legni minori, spediti in ricognizione, avevano studiato i luoghi e .provveduto ,al sognala.mento delle numerose secche di cui era disseminato il teatro delle operazioni. Il ,5 di agosto gli ult,mi battaglioni di Ba.ra,guay giun-

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sero a Ledsun<l e<l il ,g iorno 8 le schiere francesi, sotto la protezione <lei vascello inglese Edimboro,tgh e del francese Ditperré, sban::arono senza incontrare resistenza, mentre contemporaneamen te il generale inglese H arry Jones metteva a ~el'ra a nord dell'isola 800 suoi uomini ed un reggimento di fanteria colonia le francese, protetti <la una piccola divisione inglese con due corvette francesi. 11 ,generale Baraguay or.ganizzò un regolare -assedio e, validamente a iutato dalla flotta, piantò le batterie. II 15 agosto Bomarsund fu colpita dalle artiglierie di terra e da quelle <li due divisioni navali inibozzate a 2 mila metri dalle fortificazioni. Invest ita altresì d a l ftl()co curvo dei mortai, la fortezza resi,;tett.e fino al mezzodì tl'e ll'in<lomani, e gi/, la breccia era praticabile, quando il generale Bodioco , comandante d ella p iazza, ·si arrese, consegnando 2400 uomini, 180 cannoni e ricchi magazzini agli avversari che, dopo la magnificata impresa, rivolsero le ostilità contro le piaz7,e d i Reval e d i Sveaiborg sulle •r ive de] golfo di Finlandia. III. Dopo la guerra di Crimea, fece parte integrante del Trattato di Parigi una « Convenzione d i Alane! >l ( marzo 1356) tra Inghilterra, F rancia, Russia, nella quale era sancito il divieto d i fortifi,cazione delle isole A., e di creazione nelle medesime di s.tabilimcnti e d i basi navali e mi] ilari. La Russia tenne conto d4 questa convenzione fino all'autunno del 191S, epoca in cui, essendo a lleata delle altre tlue nazioni con traenti, f01·tificò le isole A. ,p er servirsene come base contro la Germania, e per mwedire eventualmente una occu pazione da parte di navi di questa nazione. D a ciò nacque un dissenso tra Russia e Svezia, poi che quest'u ltima si QPponeva alle fortificazioni; essa cedette solo per l'intervento amichevole dell'Inghilterra. e della Francia. Durante la Guerra Mondiale, nel p rincipio del 1918, i tedeschi eseguirono una spedizione alle isole A . e occuparono l'isola di Eckeroe pr;ma, e altre p oi, approfittando della d isorganizzazione che la Rivoluzione russa a veva prodotto nella Marina. E si servi-

rono delle isole come tappa per i soccorsi che reca.vano alle truppe cc 'bianche ll, antibolsceviche della F inlandia. Le i-sole vennero abbandonate dai tedeschi dopo la guerra, e il 2 gennaio 1919 venne decisa tra Gern1ania e Svezia la. demolizione delle fortitica.zioni. Sorse ,quindi una ,controversia. tra Svezia e Finland ia circa la posizione giuridica delle isole Aland ; la questione fu porta ta. innanzi alla Società delle Nazioni, la qua le nella se,duta del Consiglio 25 ,g iugno 1921 riconobbe la sovranità delle isole come appar tenente alla F in landia con alcune garanzie per le popolazioni e la conclusione di un accordo internazionale per la neutral.izzazione del territorio d i esse. TnJe accordo, che integra Ja Convenzione del 1856, è stato firmato a Ginevra il 20 ottobre 1921 daMa Germania, la Danimarca, l'Estonia., la Fin landia, la. Francia, l'Ingbilterra, l'Ita lia, la L ettonia, la Polonia e la Svezia. Jn esso sono precisate le modalità d ell'obbligo '<:li non fortificare le isole, sia in tempo di pace che in tempo d i guerra, e viene -istituita una procedura per la. quale, col concorso del Consiglio della Società delle Nazioni, la neutralità delle isole viene garantita da.Ile P otenze firmatarie : è il primo accordo che comporti, per un territorio, una garanzia d i neutralità da. parte degli Stati in qualità di Membri della Società delle Nazioni. Alani. Popolo guern·iero, di origine s lava, stabilito, nei tempi più a·emo ti, - ai piedi del Caucaso, fra il mar Nero ed il -mar Caspio. Valorosi ed a:bili cava lieri, paragonabili a.i Cosacchi, gli A . concorsero aJlo smem·bramento d ell' impero rnmano d'occidente. E rano allettati <lai pericoli del combattimento; rendevano parti• colare ommggio a l Dio della guerra del paese che attraversavano; consideravano come buona sorte il m orire in battaglia. Avvicinatisi ai Goti, li assalirono, e s i stesero da] mare <l' Azof fin o a l fiume Dnieper, e invano tentarono di intacca.re da oriente l'impero 1-0mano. Furono fuatmrti ad Alazon.io (v.) nell'Asia Minore; invasero e devastarono l'Armenia e la Cappadocia, ma Arriano, a,ocorso con \ln poderoso esercito,


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li sconiìsse e li ~icacc-iò alle loro. monta,gne. Al seguito degli Unni, <lai quali erano stati sottomessi, s i gettarono all'occidente, verso Ja Germania che devastar0110. Si trasferirono poscia da.I Danu'bio al Reno e, d'accordo coi Vandali, effettuarono .Ja grande invasione ne-Ile Gallie (406-410). Penetrarono quindi ne!Jg_ Spagna_ e nella. Lusitania, e furono arrestati nel· 418 d a Vallia, re <lei Visigoti, che ]j sconfisse e li disperse. La maggior parte s i •diresse verSo la Scandinavia e altri si r ifogiarono nelle montagne del Caucaso. (V. Aba1tte).

Alano (Co1u:a di) . Si estende tra le estr~uie pen<lici orientali del Graippa ed il Piave. Vi s i svolsero importanti conibattimenli durante le giornate della battaglia di Vittorio Veneto. (24 ottobre-3 novembi-e 1918). La conquista d ella conca era affidata al le truppe della 70" divisione (comandante il Generale R.a imondo) del 1° Corpo <l'Armata (gen. Etna), il qua.le, insieme con tre divisioni francesi, costituiva la 12• Armata italofrancese, a l comando 'Ciel Genenule francese Graziani. La brigata Re, fin d a l primo gioi·nò dell'offeosiva, si spinse "."erso Alano ed attaccò il Col '.\fadal, tenacemente d ifeso dall'avversario; fatta segno a ripetuti contrattacchi, verso sera fu costretta a ripiegare alquanto. Nei g iorni su·c cessivi, ·f ino al 28, l'azione si ridusse a scontri d i pattuglie, m a il giorno 28 le nostre truppe ripresero con vigore gli attaochi e vincendo la dura resiste= a della 20" d ivisione Honved s'imp~,dronirono di Alano._ li ,giorno successivo la brigata Re progrediva ol~·c Alano e Col Madal, mentre l'altra br,gata della 70' divisione (la Trnpani) entrava in Quero. Il 30, fin,dmente, pronunciatasi ormai i.rrnp_arabile la rotta nemica, il ,posto della 70" divis ione fu ,preso dalla 2-1• (Gen. Tiscornia) rnn l'ordi11e di puntare r isolutal}1ei,te su F~tre che veniva infatti occupata il giorno seguente. Alarcon (Pedro Antonio de). Sorittore e 1.101110 iJOlitico spagnuolo, n . a Gu-adix n el 1833, .morto nel 189~. Abbandonò fa vita ecclesiastic,a. cui era stato destinato, seguì ,gli studi un iversita.ri ed entrò nel giornalismo. kcquistò nome e influenza dopo la Tivoluzione del 1854 a <Jlli ,prese parte. Nel 1859 seguì fesercito spagnuolo al .Marocco come corrispondente d i guerra del giornale « La Ibcrii, >l. Nel 1868 prese parte alla r ivoluzione. f 1,a gli a ltri scritti ,p ubblicò ;,1 « Giornale di ,m testimone della guerra d'Africa » clic ottenne notevole successo.

Ala rcos. Borgo ide!Ja Spagna, in prov. d i Ciuùad Real (Nuova Castiglia). Nel 1195 vi fu combattuta una battaglia fra Cristiani e lYiusulmani ; i p ri'.lni comandati <la Alfonso IX re di Castiglia, i secondi d ,t Ya.owb Al Mansur, Califfo degli Almoadi. I Cristiani vennero scon.fitti e una parte dell'Estremadura fu occupata dai vincitori. Alardo di ~aint Valery. Cavaliere francese del secolo XIII. 1viilitò per 20 anni in Terra Santa contro i Saraceni, e p oi fu consigliere di Ca:r lo d'Angiò nella battaglia d i Tagliacozzo ; suggerì allora rul re lo stratagemma che lo condus.~e alla \'ittoria. S,ocon<lo alcuni autori l'A. sarnl:Jbc italiano (A. di Valdieri) . Alare. Tirare con forza una fone, che nel caso dell'alaggio si -chiama fune alzaia, ed è fissata a poppa di ciascun galleggiante con un cap o, mentre l'altro vien lasciato a riva per applicarvi in forza gli uomini o i

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cavalli. Presso la pr.ora verso r lva, con una ,briglia <li fune avvolgen te ]',alzaia si regola ,la distanza del ga.1leggiante dalla riva stessa ,m ediante l'aiuio del pilota . QuaJora debbansi fare dei treni di grulleggianti per percorrere canali stretti e tortuosi, si congiunge con .breve alzaia 1-a prora di 'Ciascuno• -con la poppa del seguente r~golando la prora del secondo, da mettersi all'esterno del primo a mezzo di ,briglia. Nel caso' di r ive molto .alte o tali che richiedano alz,1ie lunghe s i ,drizzerà verso prora dei galleggian ti un a lbero p ronisorio di navigazione con false travers~ o coppie di· mezu tavole, o travetti, o travicelli a secon da della grandezza d el galleggiante, i quali saranno fissa:ti a l p iede sul fondo del gal leggiante e superiormente con venti d'a assicura,'SÌ ai bordi. L'alzaia presso ,la cima dell'a,lbeJ·o d i navi-gazcione passeri in uni corona d i co.t<da od in una carrucola semplice. Al.are (Mar.). Significa tirare orizzontalmente una nave,~na imbarcazione, un oggetto, inediante una fune legata agli stessi. Si ala.no gli ormaggi (a braccia o con i veri-i.:<olli) IJ)er aiecosta.re la na,ve alla banchina ; si a lano le d r izze <lei pennoni e dctle yele, ecc. La parata è una eredità. <lolla marina dei _11011Jna.nni, perc.b.è in tale lin~ua « hala » signifioa tirare. Si chia mano Scàti , d,i afoggù,, gli sca.1-i sui quali vengono tirate in sec,o le navi e le i•nbarc.azion i per la pulizia della carena ~ le riparazioni a:ll'opcr-a viva. (V. Scalo).

Alari. Erano chirumati A . i soldati alleati, a piedi e a cavallo, forniti da ogni · popolo « socius » di Roma , che militavano nell'ala, fuori della legione RomanR. Alario era il capitano dell'ala volante, :,peciahnente di cavalleria. (V. Ala). Alarico I. Re dei Visigoti, m . nel 412 a Cosema. La storia comi>l1cia a p arlare di '-lui solo ve1'So l'anno 395 quando i Goti s i riunirono all'esercito di Teodosio il Grande per comba1tere gli Unni. I Coli, comandati da Ala.rico, resero all'impero grandi servizi .ma s i mostrarono 1ben presto ospiti incomodi e protettori pe~icolosi. Infatti Alarico, poco dopo la morte d i Teodosio (395) presa occasione <la.Ila r ivalità sorta fra i •generali Stilicone e Rufo10, tutori dei principi Onorio ed Arcadio ancor giovanetti, in nome <lei quali ciascuno voleva il comando, si pone a lla testa -delle sue truppe, invadç la Tracia, m inaccia Costantinopoli, e, passate le Termopili, occupa la Grecia fino al Pelopo1111eso, mettendo quelle regioni a ferro e a -fuoco. Respinto una prima volta da Sti.Jicone si ritira ndla. Pannonia di dove poco <lopo si muove per invadere ritalia. Vinto nuovamen~e da Stili conc a I'aJlcnzo e a Verona 11el 403, si ;porta in Iilliria dove rimane per qualche anno per preparare Ull nuovo esercito, e nel 408, 1uorto Stilicone, ritorna in I ta lia. Non contrastato, avanza su Roma che ottiene di essere liberata dall'assedio mediante un forte r iscatto. Inor goglito 1Per questo successo Alarico chic. de a ll'imperatore Onorio il grado di maestro della m ilizia dell'impero <l'occidente. Avutone un rifiuto, atta.oca una socond,1 volta Roma e da Attalo, elevato alla d~gnità jmpetiale, ottiene il titolo desiderato. Nato però un dissidio fra Attalo e A1a.-ico, questi pose per la terza volta l'as.,cd io a Roo:na, l'espugnò e l'abbandonò per a lcuni giorn i a l saccheggio più orrendo. Passato poi nell' I talia meridi<:male, s i preparava a conquistare -la Sitilia, quando ,fu colto ~:lai!~ :morte. Per ren.dere


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la sua tomba inviola,bilc, le sue truppe lo seppell irono nel leno d el frun1e Busento, momentaneamen te deviato .

Ala.ri.co II. Ottavo re dei Vis igoti, mor to nel 507. Su0cesse a l ,padre Enrico nel 484, nel momento in cui il regno ·d ei visigoti era giunto alla massima potenza, estendendo -Ja sua 'Clominazione su quasi tutta la Spag na e nella Gallia fino ai! Rodano. Tanta potenza eccitò la gelosia di Clodoveo re dei Franchi, ~l qua le con la SOU&'l d i portaJ·e -la vera fede fra i Co.ti, che avevano abbraociato J'aria.nes,mo, con un poderoso eser,cito mosse contro Alarico e scontratolo nella pianura d i Vou1il•~ nelle vicinanze d i Poiticrs, lo vinse ed uccise di sua mano. Dopo la _mor te .<li AlaJ·ico la potenza dei visigoti andò ,prccipitosa'!ne.nte decadendo.

A lascer (o Alacheir). Città della Turchia d'Asia, nel distr. di Ai<lin, l'ant. Phila<lelphia dei Greci. Fu Pultima città che ca.clde in potere dei T urchi, dopo cii avere .ad essi hmga.mente resistito. Venne presa: da Baiazet nel 1390.

Afasia (Guglielmo). Genera.le, n. e m. a Torino ( 1826-1912). PaJ·tecipò da sottotenente di fanteria alla campagna del 1849 od alla spedizione d i Crimea (18S.5'56) e come Capita.no dei bersaglieri alla campagna del 1859. E ntrò nel Corpo di Stato Maggiore m;l 1860 e prese parte da maggiore alla campagne del 1866 e del 1870. Fu professore di topografia alla Scuola di guerra di Torino. Ricop rì nel grado ~i Colonnello la. carica <li Direttore Capo di Divis ione presso il Ministero della Guerra e quella di Aiutante di Campo onorario cl i S. :;vr. (1877-1881) ed ebbe in seguito il Comando del 25° R eggimento di Milizia. Mobile e del 59° R eggimento Fanteria. Fu collocato a riposo ne l 1885 e ra,ggiunse nel 1895 il grado <li Tenente Generale nella r iserva. Tan credi A lasia. Tenente di artiglieria, soldato di voochio stampo. p iemon tese. 'E' rimasto mcmorabi1e per l'atto <li eroismo che il 19 luglio 1866 dcte11minò la resa del fort i.no d'Ampola, il quale contrastava il passo ai ga.rrbaklini diretti su Bezzecca per la val ·di Ledro. l i fortino, drcondato ~l giorno 17, l'esisteva accanitameJJte 2neora il 19, mentre era necessario avere li:bero il ca:mmino per il giorno 20. li tenente Alas.ia p iazzò un cannone sulla strnda, completamen te a!llo scoperto, sotto il t iro pr.eciso del forte, e iniziò il fuoco. Al secondo -colpo spezzò l'asta del la bandiera., e r iuscì a sparare a ltri sedici colp i che tutti rnggi·unsero il bePsaglio. Jl,,fenlre si aeeinge-va a proseguire, cadde con il petto squar<:ia1o d a un rproiettile. In tanto il ca,pitano Elenio, <la solo, si era portato fin p resso il forte, e, subito dapo rJ1c I' Ala.'3ia e ra ca.~l uto, p enetrò improvvisa.mente nelrin temo intimando od ottenemio la resa. Il tenente Alasia fu sepolto nel cimitero d i Storo, presente Garibaldi, il quale, prima di allontana rsi, d isse in segno di estremo sa.lu1o: Raro valore!

Alassio. Città n ella ri viera ligure di Ponente, sul

golio omonimo, con buon ancqra.ggio. Vi s i svolse una breve fazione nel 1808. LI 6 scttcttribre di quell'aJmo, un vasce llo e un brigantino inglesi si a,ccostarono alla spiaggia e presero a bambar<lare le due batterie che difendevano il porto, in cui erai10 ormeggiate navi mc!·ca.ntili, ,di cui gli Inglesi mira.vano a:d impa.dronit-si. Subito dopo gli a,ggressori inviavano verso terra quat.tro grossr scia.luJ)pe armate, ma queste, malgrallo b irotezione d el fuoco delle navi, le qua.li wararono ci.rc3 300 cannonate, non poterono avvic inarsi alla spiaggia, pe.r l'ene:ngica dvfesa fatta dai cannoniePi delle batlc1·ie, d a guard ie nazionali, da finanzieri delle brigate di Alassio e La.igueglia, da pochi gendarmi.

Alateo (o Adoteo). Condotliero dogli Ostrogoti del seco'lo IV. Dopo la morte di Vitimiro,' divenuto tutore del rprincipe. Viterico unitamente a SaJrace, d'accordo con questi riunì l'esercito ostrogoto a. queBo di Fril igerno re dei visi-goti per muovere guerra ai romani. N'el 378 fu con l"ritigerno alla battaglia. di Adrianopoli in cui fu ucciso l'impera!lore Valente, e comaJJdav:1. la ea-valleria ostrogota la quale, in sieme con quella. degli .\,lani, decise della vittoria. Nel 386 le orde ostrc ,gote, al comando di Alateo e di Safrace fecero un nuovo ten.tativo -<li invadere le p rovince romane, ma furono Te.-.-pinte e Alateo morì in seguito a ferite riportate in combattimento. Alatri. (Ant. Alatrimn). Fu a11tiebbsirna città. degli Emici, e poi colon ia mii. e municipio romano, che i Goti ,presero e <levasta.rono. Gli abitanti la riedificarono nell'a cropoli battezzandola Ci-i;itàs Nova. Nel 1136

Porta CIIClopioa ad Alat ru fu assediata p er nove giorn i, da Enrico, figlio di Fed erico Ba~ba.rossa, il qualle <dovette togliere l'assedio; nel 1243 l'im peratore Federico l'assediò pure i nvano. Dumnle il medio evo eibbc i.nnn.nnerevofi guerre coi .v icini paesi ; n el 1326 i-1 rettore della Campagna faceva.


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distruggere la Civuas Nova per sottrarre A. dall'influenza dei nobili. Degne di e,sere ricordate sono le -mura ciclopiche dell'epoca pelasgica, <elclLa cittadella di Alatri, e la por~a inferiore d i questa, il cu_{ architrave è costituito <la un ,blocco colossale che presenta analogia con quello della porta dei leoni di Micene. La cittadella continuava con u n recinto inferiore, rpu re ciclopico, di 4 km. <li sviluppe, sul quale vennero costru ite mura medievali e moderne.

Alauda. L egione di soldati sceiti, creata da Giulio Cesare nella Gallia con elementi g iovani indigeni. Ehbe il nome da -u na allodola (alauda) ohe portavano n el casco, e fu equi·p aggiata alla romana. Fu <la -Ces;ire condotta al di là delle 1Alp i, e fino a Farsaglia contro k legioni .pompeiane, e infine a Roma a partecipare al trionfo di Cesare dopo la guerra civile. Al ava (Diego di A . e Beamnont). Scrittore militare spa;giruolo, n. a Madrid verso il 1560, figlio di un Francesco d'A. che ifu gran maestro d'artiglier ia. Pu·i:>blicò nel 1590: « Il J)erfetto capitano, istruito nella disciplina mil itare e nella nuova scienza dell'artiglieria), . Ignazio Maria di Alava. Ammiraglio spagnuolo, n. a Vittoria, m. nel 1817 a ,Chiclana. Entrò nella marina da .g uerra nel 1766; comandò una divisione alla battagli.a. d i Trafalgar, neHa quale rimase ferito. D opo la batta glia, assunse il gra:do di Grande ammiraglio, ed ebbe il comantlo dehla squa'c!ra spagnuola. Michele Riccardo d·i Alava. Generale e u omo d i St,Lto spagnuolo, n . a Vittoria, m. a Barcges (1771-1843j. Fu dapprirna .neHa marin a <la guerra, dove raggiunse il ,gra;do <li capitano di fregata; quindi passò nell'esercito. Nel 1807 attettò la <:ostituzione data alla Spagna da Napoleone e accompwgnò a Maklrid il re Giuseppe, ma nel 1811 ,gli si r;beBò e fu uno degli aiuM;nti <l{ campo d i Wellilllgton, ottenendo il grado <li generale. Ferdinando VII lo inviò ambasciatore nei Paesi Bassi. Dopo la rivoluzione del 1820 divenne pres idente delle Cortes. In:caricato nel 1823 di trattare la pace col duca d' Angçiulème, non r iuscì e passò in Inghilterra. Alla morte d i Ferdinando VII rien trò in Spagna e fu nominato amba.sciatore prima a Londra poi a Parigi.

Alavino. Condottiero dei Goti all'epoca dell'imperatore Valente (IV socolo), dal quale etbe il permesso di stanziare, con le _sue trlbì1, sulle rive del Dan-u bia. Avendo però voluto spingersi verso Costantinopoli, venne affrontato dai Bizantini, sconfitto, u-cciso nella battaglia, non lungi da Adrianopoli. Alazonio. F iume <lell' Asia Minore, oggi Alasan. Sulle sue rive s i combattè una battaglia che appartiene alla terza gue;a mitridatica. Comandava i Romani il console Cnco Po~peo l\1agno; comandava gli Alan i i•l loro capo ·Cose, <,he aveva ai suoi ordini 60 m ila fanti e 12 m ila cavalli. Le legioni ramane sconfissero completa.mente gli Alani. Alba (Monte). Sulla c intura montana, lungo la linea Pasubio, Colle Xomo (m. AJ.ba.), Colle di Posina, m. Novegno, m. Ara lta, m . Cengio, che chiude il bacino Posina - Astico e la conca ,di Arsiero. Durante la nostra ritirata del maggio 1916 fu tea-

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tr o d i aspra lotta, perClhè il nemico tentò a più r·iprese <li infra.,,gere l'ultimo diaframma ru~ntano che_ lo separava dall'agognata rpianura.. Nella notte del 21 ma.;gio, mentre la 35' divisione compiva 'le ultime opera7.ioni di riPiegamento, la :7" divisione (comandante Gen. Coco) proveniente dal Tagliamento, occupava con le brigate Sele (201-202 fanteria) Sesia. ( 219 e 220 fanteria) e,d il 2 17° re,ig. <lella rbrigata Volturno la linea anzidetta, fino al irnontc Aralta. compreso ; collegata a sinistra con la 44• divisione ed a destra con la 9'. La fronte dai Sogli <li Campcglia (contrafforte del I'asubio) al Colle di Posina compreso venne assegnata a l 219° reggimento fanteria, della <brigata Sele, sostenuto dal 31° reggimento cli artiglieria da campagna ( tre •batterie a Sogli di Campi-glia, Colle Xomo e Colle <li Posina) e due a monte Alba.. Dqpo aver scatenato sulle nostre posizioni un nudrito ,bomba,'Clamento, il giorno 19 il nemico le a ttaccò violentemente, riuscendo però ad occull...axe sola:men te alcuni elementi della nostra linea a vaìl'za.ta a Sogli <li Campiglia. Dopo un'alterna vicenda ù·i attac-0hi e contrattaccl1i,' la nostra linea, in questo tratto, ,-imase a lquanto arretra.fa. Sulla destra. il nemico ve1me ovunque ricacciato. Il nemico seguitò, r.ei giorni successivi, a tenere k nostre posizioni sotto un iiuoco violentissimo di a•r tiglieria, cd ai primi di giugno rinnovò g li attaoohi delle fanterie; il 1° e 2 giugno al Colle d i Posina, il 3 e 4 a monte Alba e a 11;onte Spin, m a questi a tta.colli vennero tutti contenuti t re~inti dai fanti della brigata Sesia; rimase in mano al nemico solo qualche elemento di crincea. Il giorno 16 dello stesso mese, poi, le nostre truppe iniziarono il movimento controffensivo, aocentu·ando sempre più la !Pressione sul nemico, che il giorno 25 fu alfine obbligato alla ritirata. Alba. L'ant. Alba Po-mpcia, <:apol. delle Alte Langhe (Monferr,a,to). Già municipio rO'IJla.no, d istrutta d a i Bar bari, ricostr uita ai tempi di uu·lomagno. Nel 1264 si schierò coi Guelfi, e i GhvbeHini la p resero e devastarono. Passata iai marchesi d i Monferrato, nel 1345 fu assalita e presa e ,devasta ta !dai ,guelfi. Nel 1552 fu presa a.ll'i:mprovviso, nottetempo, da ,m coJ1Po francese -costituito di 14 insegne di fanteria. Governava la ciMà un Forna.ri, genovese, il quale rima.se ferito nel tentativo che foce di cacciare gli invasori. Nel 1613, il. 22 aprile, il capitano Alessandro Guerrino, ufficiale <lei Duca <li Savoia, si impadronl cleìla ;città nottetempo e di so1•presa. C()l!l1andava in A. il capitano Silvio Ghio per il Duca di Mantova; egli ·si <:biuse nel ro.stdlo con lo scarso presi<lio, ma. dopo pochi giorni dovette arrendersi a discrezione. A. vassò alla Casa Savoia nel 1631, per il trattato di Cherasco. E' sempre stata considerata ottimo p u nto strategico ,del settore fra Po e T anaro, come posizione cen hiale, insieme con Bra, dietro l'arco della cresta delle A\pi Co.zie e Marittime.

Alba de Ti:nmes. Località presso Salamanca, nella Spa;gna. Il 28 ottobre del 1809, il duca Dclparque, coman dante di un co11po spa.gm1olo, vi aveva p reso posizione, e v i fu attaocato dai francesi comandati da Kellennann. La battaglia lfu decisa mediante un risoluto attacco alla baionetta d a parte dei francesi; gli spa,gniuoli furono sbaraglia.ti e s i ritirarono in d isor.<linc, perdendo tutta fa lorn artiglieria; .Kdlermann sUJbito dopo potè - occu,pare Sala:manca, non p iù mole-


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stato per allora, ,p oichè ·le truppe spagnuole del Delparque si dispersero del tutto.

Alba F11eentia. Ant. città nel paese dei 1-farsi, sul lago Fucino. Nel 303 a. C. se ne impadronirono i romani e ne frcero una loro piazza forte. Avevano le sue mura tre miglia <li cin::uito, ed erano munite di merli, e rinforzate con torri. Tre arei erano state costruite nei µ·w,ti p iù alti. In akuni punti la cerchia delle mura era triplice e nella campagna era.vi un aggcre a caval-iere di due grandi fossati. Duran te la guerra sociale A. venne investita <la gli ins6rti. lvfosse a soccorrerla il ·legato romano C. Per. penna, ma -rimase battuto ,presso la c ittà e non r iu3cl nel suo inlelllo. Tredici anni ·dopo, s i rifugiava in A. Scipione Capitolino, ,figlio d i M. E . Lepido Capitolino, dapo che questi era stato sconfitto a l Campo di 1\'Iarte. Il proconsole Q, Lutazio Catu'lo battè dapprima a Cosa le truppe che erano rimaste con Lepido, e poscia cin5e d'assedio Alba, costringendola alla resa e facendo mettere a mor te Scipione. Alba Longa. Ant. città <lei Lazio fra il monte e il lago Albano. Fu a ,capo dei paesi vicini ; venne presa e ,distrutta dai ·Romani sotto Tullo Ostilio, verso il 666 a. C. La leggenda. narra ohe A. sarebbe stata teatro <icl con1battimcnto fra i tre Orazi e i tre Curia-,i ; i" primi per Roma, i secon<li contro; e che in seguito mila sconfitta <li questi Tullo Ostilio occupasse e <listruggesse la città. Alba reale. V. St1,hlweissemburg. Ferdinando Alvarez di Toledo, duca d'Alba. Gen~rale e min i•s tro di Sta1o spagnuolo, discendente da una delle più illustri famiglie castigliane, . n. ad Alva nel 1508 m. a Tamar nel 1582. Perduto il padre Garcia, comandante de'-lla flotta di Spagna, in combattimento contro ,i saraceni, quando contava appena due anni, il nonno Federico <li Toledo prese sopra di sè la cura del p iccolo Ferdinando e s i occupò con ogni d iligenza della sua c<lucazione, insegnandogli personalmen te l'a,·te militare e la politica. Ferdinando Alvarez era ancora g iovanetto quando fece le sue :prime armi alla battaglia <li Pavia. Da allora in poi prese parte a tutte le guerre che s i svolsero sotto Carlo V, e, quantunque si distinguesse in Ungheria, all'assedio di Tunisi,nella !jpcdizione d i Algeri, nella >di.fesa di Perpignano contro il delfino <li F rancia e nei fatti <l'armi <li N a-. varra e della Catalogna, ,il suo carattere circospetto e la sua inclinazione per la politica, avevano radicata l'opinione che egli man<'.lasse d i genio militare; tanto che lo stesso Carlo V, ritenendolo incapace di esercitare un grande ccmwndo, ·non gli accordava. ,g li alti gradi della gera rchia militare ,che a titolo di favore. Quando il prestigio dell'autorità imperia le parve scosso fra i principi germanic i a causa della rivalità fra i vari Stati e delle lotte religiose che dilaniava.n o quelle :popolazioni, l' imperatore Carlo <lecise di recars i in Alemagna per ristabilirvi a sua !.'llpremazia, ed affidò a l duca d'Alba l'incarico di dirigere il giqvane principe Filip po, a l quale aveva lasciata 'la reggenza di Spagna. In quella occasione si fecero note le sue grand i qualità. di politico e la ferrea ene1·gia del suo carattere, per cui volendo Carlo V impiegare provvedimenti di ,r igore contro taluni principi dell'impero, lo ch iamò a sè in Germania e lo nominò genera·lissimo

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di tutte le forze imperiali. Scoppiata la gue.rra di Smalkalda, nel 1547 il duca <l'Alba., .con una manovra sapiente, battè completamente a Muhlberg -l'esercito dell'elettore di Sassonia Giovann i Federico, i l quale fu fatto prigioniero. Questa vittoria gli acquistò fama di valente capitano e gli fornl l'occasione per dimostrare tutto il suo o:dio contro i protestanti. I l consiglio di guerra <la lui stesso presieduto condannò a morte il principe prigioniero, ma la sentenza no11 fu eseguita, perchè vi si era opposto ene1,girnmente Car-lo V presso il quale il duca d' Alba aveva insistito perchè non fosse fa tla la grazia . Allorchè ,cario V volle riprendere :tvfetz occupata dai francesi, chiamò il duca d'Alba, il quale, visto cl:e l'assedio della c ittà non riusciva a nulla., si affrettò a. raggiungere il reggente, in favore del quale Carlo V, ormai vecchio ed a mma lato, abdicò .nel 1526. Al momento d ella abd icazione il duca <l' Alba si trovava in I talia per fare la. guerra contro Paolo I V e contro i francesi, alleati del papa, comanda ti dal duca Francesco di Guisa. Dopo la vittoria di Sa!l Quintino ( 1557) minacciando gli eserciti di F iliP,po II la stessa città di Parigi, H Guisa dovette correre in Francia e il Duca d" Alba si rese padrnne d ella situazione in Italia . Allora, · pentitosi d i aver guerreggiato contro il papa, si affrettò a<l accettare la pace offerta. da Padlo IV, g li restituì quanto gli aveva tolto e corse a Roma a domandargli perdono. I n tanto il 3 a,prile 1559 s i fir mava a Ca.tea,u •Cambrésis la pace fra la Spa,gna e la Francia e il duca d'Alba .tornò in Spagna dove d iresse gli affari dello Stato ·fino alla. insurrezione dei Paesi Bassi, Da questo momento comincia un nuovo periodo del!a sua vita, quello che lo illuminò di fosca luce per le sue crudeltà. Egli indusse Filip po II a muover guerra ai ribelli, ed il re ,g li affidò un forte esercito e lo nominò governatore generale dei Paesi Bassi con potere illimitato. Iii <luca d'Alba giunse nelle F iandre nell'agosto del 1567 ; divise le sue tru,ppe fra Je città principali; istituì 'UJ1 tribunale di dodici giudici, presieduto da G iovanni de Vargas, suo degno favorito. L e atrocità commesse d a questo tribunale gli vafsero il nome ·di « Tribuna le di sangue >> da 1)a.rte dei fiamminghi. Fra le prime sue vittime furono i conti di Egmont e <l i Hoorne, mentre il ,principe d'Orangc si salvò con la foga e p iù di 100.000 abitanti erano fuggiti in Inghilterra. Disfatto -l'esercito del .p rincipe L uigi d i Nassau alla battaglia di Jemingen (1568) la sottomissione -dei paese fu completa e il ,:luca <l'Alba fece il suo ingresso trionfale a Bruxelles dove ricevette da un legato pontificio una. spa<la ed un cappello benedetti. )ion contento di queste distinzion i riscrhate a i sovrani, ad An versa si fece erigere una statua di bronzo c he lo ra,pprescntava in atto di calpestare due figure allegoriche, la nobiltà cd il popolo dei Paesi Bassi. Ma dopo brevissimo periodo di calma, la popolazione angariata. da imposte esagerate e vessator ie si ribellò nuovamente e il duca d' Alba, mal-


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grado riuscisse ancora vittorioso, vide crescersi attorno le difficoltà e temendo che la s ua re,putazione prese so la corte di Spagna venisse intacca1a dai suoi ne • miei, vide con gioia giunger~li l'ordine di ritornare a Madrid. Nel 1573 lasciò le F iandre e fu sostituito nell'amministrazione d i quelle provincie da Don Luigi de Reque.nsens molto più umano di lui. Poco d opo che era tornato alla corte Filippo II cadde in disgra~ia e fu esiliato nel suo castello di Uzeda per due anni, in ca,po ai qua li, SCOJ)J)iata una rivol-uzione nc:I Portogallo, fu richiamato òàl re che aveva bisogno di lu i per sedarla . Tre settimane bastarono al duca per sconfi~gere e -punire i ribelli, i quali vennero battuti nella battaglia di Alcàntara; ma, accusato di avere nel saccheggio di Li->:>bona conYertito in suo utile somme considerevoli, fo citato a discolparsi. Questa volta, c.,a~perato senza dubbio dal lungo esilio, il duca non mostrò -più la sdlita sottomissione, ma rispose con tanta alterigia che il re 11ori osò piµ insistere. Poco dopo moriva in età di 74 anni. Si ricordano di lui le numerose fortezze conquistate e le battaglie guadagnate; dal :punto d i vista logistico rimase famosa la sua m arcia con l'esercito di repressione, che condusse dall' Italia alle F iandre.

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284 liano a Vallona, in pai-te r imasero neutrali, in parte si sc.hiera..rono coi nostri; qu;,Jcùna rimase al servizio dell'Italia fino a.I 1920.

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Albanesi ( Caccw.tori). Nome dato a battaglione di albanesi al servizio <lel R egno delle Due Sicilie: durò fino al 1806.

Albani. Ant. pqpoli del Caucaso, vinti da Pompeo nel 65 a. C. sulle r ive del ,Jìum~ Abant.e (v.). Dopo qutsta villoria -scmb>i:ò che tutte le genti <lei Caucaso fossero sottomesse alla domi,nazione di Ron1a. Nel 36 · a . C. erano però ancora in -armi, e furono in lotta con legioni rnmane comand:i.te cl~! co;1sole Canidio, rimane11done sconfitti.

Albacete. Città della Spagna (]'vluscia). Fu no'.a per le sue fabbriche d'armi bianche. Nel 1146 Alfonso VilI d i Castiglia vi sconfisse i Mor i. Albairate. Borgo -della Lombardia in -p rovin cia di M ilano. Nel 1245 i M ilanesi vi tennero il campo contro Federico II e Michele Torriani vi sopraffece e uccise il marchese d i J\fonierrato. Albanese. Milite armato alla leggera . V. Stradiotto. Enrico Albanese. l'vlcdico chisurgo, patriolta, n . a Palermo, m. a Napoli (1834-1889). Prese parte alle cospirazioni icontro i Bo1·boni e si trovò presente alla fazione del convento dei!a Gancia in P alermo. Riuscito a scampare all'arresto, 1·iparò a Genova e nel 1860 segut la spedizione dei Mille come ten . medico distinguendosi nel cmubattimento di ]\1l ilazzo. Nel 1862 fu ad Aspromonte e seguì Garibald i al V-arignano e a Pisa, ·c urandone la feritl!, del pic<le finc.hè venne estratta la palla dal chirurgo Za.nnctti. K el 1867 ascoltò anrora l'appello di Garibaldi e par tecipò alla campagna nel Trentino, distinguendosi a Bezzecca, chè egli spesso lasciava i ferci del chirur go per imlbra.cciue il fucile. I.n:fine partecipò, ancora nelle .file Gariba!<li.ne, alla campagna del 1870 in Francia. Raggiunse il grado di magg. medico; ter:minate le campagne, si dedicò aJ.l'insegnamcnto n ella u nivcrsiti di Palermo.

Albanesi (bande). Si costituirono durante la g>ticrra balcanica per difendere il loro paese così dai Turchi come dai Greci. Amebe dopo la ,guerra balcanica, rimasero in armi, e n el 1916, a ll'epoca dello sbarco ita-

Tipi di greg-ari clelle bande ia[banesi

Carlo Albani. Medaglia d'oro, n . nel 1843 a S. Marli:i10 Siccon1ario (Pavia). Come caporale nel 68" reggimento fanteria p rese parte alla campagna del 1866, e l'anno dopo, durante l'epidemia. colerica <fel 1867 in Calabria e le ribellioni cl1e ne furono detenni.nate, si guadagnò la medaglia d 'oro al valor militare « per l'eroico coraggio d i-mostrato, dopo riusciti vani i ten ta\ivi JJCr salvare il suo sUljJeriore sottotenente Ga.1-zone, 11el sostenere la difesa contro i r ivoltosi entro la caserma. dei RR . CaJ'abinieri, cd aprirsi in seguito il varco a.I grido di Savoia!, traendo in sa,lvo feriti, <lonJ1e e ragazzi )L (A1,dore cli Gera.cc 4-5 settembre 1867). L'episodio è ricordato dal De Amicis nélla « Vita Militare JJ. Prima ,d i andare in congedo, questo valoroso ca.parale f-u UJ10 dd primi ad essere insignito ,delh croce d i cavaliere della Corona <l'Italia, a4lora istituita.

Albania. (Geogr. mit.). L'A. si stende fra 39° e 43° all'incirca d i •l atitudine nord, allw1gandosi fra l'Adriatico ed ll rilievo D inarico. Può raffiguraTSi ad 1.111 trapezio molto al!uJ1gato nel senso dei meridiani, cl1e ha p er vertice le foci <le'lla Boj·a na, il Mokra Gora, il Golfo ,cl' Arta è<l il Capo I;inguetita: esso ha una. super.licie totale cl-i circa 40.000 kJnq ., m a quella del !,!rritorio compz·eso nei cònfini •fissali dalle Grandi Potenze nel 1913, è <li appena 28.000 kmq. nei quali sono r acchiusi 850.000 abitanti . Dei 750 km. circa d i frontiere, 352 sono con la Jugoslavia, 160 con la Grecia e 230 mari~time. Orografi.a . L'A . s i può considerare costituita. di du~ zone alpine: una settentrionale, che all;nea i suoi rilievi in un fascio serrato di catene aspre e mala_gevoli,


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una meridionale, compo»ta di una_ serie di pieghe parallele o rienta te da nord-ovest a sud-est, d ifficili a valicarsi, ma inframmezzate da corridoi d i comoda prat ica1bilità.; entrambe queste zone, sa1date a,d oriente a<l un a ltopiàno centrale, comune ali' A . ed alla Macedon ia e colleg:ite verso il mare da una zona d i colline e d i terre piatte. L'altopiano centrale, dal quale si alimenta.no i ,grandi la.ghi ma'cedoni, ll Vardar e, in ter ritorio albanese, i l Drin Bianco, lo Skumbi ed il Dcvoli (affluente del Se-meni) è un allineamento d i pieghe di diversa età e natura, ohe ,h a un'ossatura di roc-cie antiche. In corrispondenza <lei laghi il fascio si disloca forterncnlc, addentrandosi fra Ocrida e Prespo, w1legandosi p9i a Sud Ovest coi monti di Cor itza ai G r amos (Smoliko'-m . 2574) e per mezzo d i questo a l P i ndo, mentre a sud est si ,prolunga con i rilievi cristaliini del Ba.ba e del P "e risteri, costituendo linea d ivisoria molto n1arcatJa. fra A. e :Macedonia. La zona alpina della regione settentrionale si raggruppa tutta attor no alle Alpi Albanesi, ohe torreggiano da u na parte s ul lago di Scutari col Veleeiko (tJJ. 1792) e s i affacciano d a ll'altr a col gruppo del Mokra Gora (m. 1500. alla valle (polje) di Cossovo percorsa dalia S itnica (affluente del Var dar). La zona a lp i1,a meridionale s i stende fra i l corso del Semeni e quello dell'Art.a e comprende un s istema di pieghe parnllcle d i t ipo a;pcnnini-co nelle quali ~i aprono lunghi ed ampi corridoi, generalmente fer t i•Ji, vere lince di facititazione 4ier gli sca_n,,bi fra l'Ep iro e l' A . meridionale. Queste p ieghe si affacciano ali' Adria tico con una bru5".a linea d i frattura or lata ad oriente d a i M . Acrocerauni e dai Kimara, che cascano ass-1i bruscamente sulla costa alta ed importuosa. La zona -collinosa centrale si stende fra il corso ,bi .Mati e quello del Semeni e si orienta intorno a due tortuose dir éttr id di rilievi, l'una setten trionale, attorno alla q uale s i adagiano a ventagl io le a lture fra Skumbi, Ismi e Mati e l'altra, allineala da sud-est a nord-ovest : M . Danghi-Skra-pari Sinj a, fra le quali d irettrici s'interpone ;1 corso -dello Skumbi e l'aJiincamento Dusku-Spatit. La conca di Elbassan, circoscritta in ampia circonferenza d ai M . Krabc (alt. .n1assim1 m . 1000), Spatit (m. 1600) Dliskli (m. 1600) è il vero centro di figura d i questa regione ed è uno dei cen tri di comunicazioni piit importanti di tut ta l'A.

Le coste. Le coste dell'A ., dalle foci della Ilojana a l G olfo ·d i Ar ta, hanno u no sviluppo d i circa 500 Km. e d1 questj i lre quinti -appartengono all'Açlriatico ed il resto è d iviso in parti quasi uguali fra il Mare Jonio ed il Canale di Corfù. F ra Dulcigno ed il Capo Linguetta s i hanno c oste generalmente ,basse e paludose, dalle quali s i aocede senza difficdltà all'interno ; dopo il Capo L inguetfa le coste sono alte, rocciose, difficilmen te accessibili fuori degli ancornggi. G li sbocch i marittimi dell'A . vanno CeJ~ati essenzia lmente a nordovest, a Valor,a e D urazzo, ed a sud-est, nel Golfo di Arta. Da q ueste circostanze assumono maggior valore, come n(X"essari pun ti d'a,ppoggio per operazioni mil:tari nel basso Adria tico, le isole Ionie e speçialmente Corfù, Zante e S . Maura. Lungò le coste settentrior:a li sono particolarmen te n otevoli il Golfo del D rin , il p orto di S. G iovanni d i Medua, i l- mi gliore di questo trat to d i litorale, con fondali di 7 meitri ; la baia di Rodon i con fond a li d i 20 metxi e l'ampia baia d i Du-

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razzo, già scalo della via .t<,gnatia, accessirbile solo a naviglio leggero. P ii1 a sud si ha la ·baia di Valon,1 il cùi ingresso è dominato dall' isolotto di Sa.seno, che la ,protegge dai venti di ponente, lasciandola però a!perta ai venli ,di maestro, che spira eia/la primavera a ll'autunno. Fra il Capo L ingueita ed i l Canale d i Coriù si trovano solo il porto Palen)1o o Fa.normo, profondo 40 m. e ben riparato dai venti, ma appoggiato a doc-sali aspre ed elevate, e ·l'ampia e ben riparata baja d i Santi Quara,nta che ha, attraverso la depressione di Delvino, accesso assai p iù facile alla fertile conca <li Argi rocastro, nodo s tradale iml)lortame e centro d i afflusso <lei commerci della valle del Zrinos. La baia di Santi Quaranta ·d ista dall'isola CorHi soli 30 km. e può far sL;tema , per o,peraz.ioni di sbarco, con la baja <li Bulrinto, che si apre circa 8 miglia p iù a sud, sul canale '<:li Corfù, profonda circa 30· metri e ripa.rata da t utti i venti. Una qrnu1tità di piacole baie e cli porti, \\liii buoni e sufficientemente oapaci 'c ome aucoraggi, n1a quasi a viuls i dal rispettivo retroterra, incidono le co\(c ioniche dell'A . :fino a l vastissimo Golfo d i Arta, il quale ;pat.rebbe dare r icetto a qualunq.ie flotta se non lo impedisse la s~rozzatma di Prevesa, ostr uita <la una barra alluviona!le che vieta l'accesso alle navi di pescaggio super iore ai 3-4 metri. idrografia. I cors-i ,cl'àcqua albanesi hanno tutti quak p.iù e q1.tale meno, regiir,e torrentizio. Verso lo sbocco in mare e durante -le pione, IJ)er la mancanza di ripari rompono in acquitrini, fomite di malaria la quale si può -d ir e imperversi lungo tutta la costa settentrionale - ed ostacolo gra.ve al ·movimento, che deve arrestars i di fronte alle alluvioni che hanno ricoperte Ie p ianure e sommerso le poche mulaitt iere che le solcano. I laghi, tanto quelli d i Ocrida, Prespa e Malik, come quello d i Scutari, hanno regime assai mutevole. La 13ojana i: l'emissario del lago di Scutari. E' la.rga normalmente l0U-200 metri ma va soggetta a repentù1e variazioni di regime. E ' navigabile per naviglio leggicro fino ad Oboti e .per p iccoli navicelli a fondo p iatto da questa località lino a l lago. Costituisce una delle migliori v ie di accesso al Mon tenegro. Il Drin è il fiume più impor tante ddl'A . E' formato da due correnti : il D r in Nero (Drini-zi) emissar io lei lago d i Ocrida e<l il Drin Bianco (Drini. barz) che confluisce c_o l primo nella conca di Klihis o Rug()va o Hasi, dopo un a.'lllJ)io ba'cino montano che include la Metoja e le conche di Giaceva e d i P rihen . Il Drin rompe in due r ami : l'uno che prende il nome di Drinassa e si versa nella Bojana presso Scutari, l' altro che _prose,g.1e fino a l ma re attraverso la fertile piana della Zadri.n\ e sfocia con piti bocche i11 un la r go delta paludoso. Il 11fati raccoglie in un unico corso che ha soli 25 km. d i sviluppo tu tte le acque ohe scenc!ono a venta.ghio da.Ila Mir<;lizia e dalla Matia, segnando i soli accessi ai mon t i Duk agini e Miroiti ; scorre in piano per le paludi cli Bregu Ma ti•t e d i G ursi. L'Ismi e J'Arzen segnano due linee di facilitazione verso Tirana. Lo Skumbi scorre in una valle la.r ga e fer tile al cui centro sorge Elbassan , . si restringe a lquanto al termine del medio corso, in corrispondenza d i Pekini, p er a11argarsi nuovnmeme nel suo .brcv~, c9rso inferiore, attraverso ad una. piana litoranea pia ttà e paludosa. Il Semeni a'l!accia le due popolose e fertili conche d i Ilerat e d i Koritza e si attarda, prima d ello sbocco, neila pianura pa)udo~a

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La g-r•a>nctc rota,blle i:nterna costn11t,a cta-1 nosLro Genio

della Jviuzakja <::he attraversa pigramen te con un letto tortuoso e mutevole. La Vojrussa ( Vjosa) è il collettore più importan te <le<ll'.4 . mc,,idionale. Si alimenta essenzialmente con le acque della Vojussa propria,11ente detta, del Zrinos e della Suzica, che scorrono tutte in valli longitudinali nelle quali amp ie e· ,pop9lose conche si a lterna.no a strette anguste e profonde. F ra le prime particolarmente notevoli quelle di T epeleni, ct"i Argirocastro: tra le seconde la gola di Chissura (Klisura), l'antica Fauces Antigoniae. Strade. T}esposizione precedente ci lascia facilmente deichirre quale debba essere la povertà della rete stracale d~II'A . Essa si può raggruppa.re in tre· fasci: un fascio scttentriom.le, di smrsissirno rendimento logisti-lo; un fascio centrale, più ri<::co, che comprende le vie di accesso migliori e più brevi all'interno della Balcania, ed un fasçio meridionale aibbastanza ricco s.peda,lrnente per i lavori fatti da noi durante la guerra - che per l'eccentricità della sua direzione generale serve assai pii1 a.gli scambi per 1'.4 . meridionai/) -e fa, Grecia che come via di penetrazione verso le terre -danubiane. Il fa.soio settentrionale comprende le strade che d a l Golfo del Drin tendono all'alto Drin ed alla vecchia Serbia . I confini politici obbligano queste comunicazioni a svolgersi faticosamente, dopo lasciata la pia,rwra della Zadrima, attraverso le Alpi settentriona li ccl i mon ti dei Dukagini e- dei Mirditi, ert i di pendici e rotti, come abbiamo visto, da bu rroni e da gole, vera zona di ostacolo a i commerei ed alle operazioni militari, origine naturale e ragione stor iw dell'individualismo etnico ,che caratterizza questa regione.

Fra il Goofo del D r in e Durazzo, lungo i bastioni d ciH'Ismi e de-!l'Arzen e fra Valona e Durazzo attraverso la p ia,nura costiera e le linee di facilitazione segnate dal Scrneni e dal Devol i tendono a Tirana, E!bassan , e Berat due fasci d i comunicazioni, oggi solo in piccola parte carrereccie ma suscettibili d-i facili m iglioramenti, entrambi confluenti sulla grande arteria romana, l'E)gnatia che risale lo Skumbi, ora ridotta a m ulattiera, e attraverso i :M. Mokra a l valico d i Sape (Ciafa Sape m. 1096), scende Jungo il lago di Ocrida a Struga d'onde -per Ocrida a Monastir in breve tempo. Il tr iangolo Tirana EJ.bassan Berat e l'arco costiero Va-

lona Ba.ja di Rodon i che circoscrivono questo fascio centra le d i comunicazioni delimitano altresì la zona m ilitarmente più irnporta,n te dcf!'A . Infine attraverso i corridoi calcari del!' A. mcridiona,le si ha un <buon fascio di strade qhe da Vafona e da Berat s i dirigono al Golfo d'Arta, còn diramazioni minori verso l'altipiano Centrale e ,•erso la Tessaglia. Il genio ed il lavnro ita liani' <lurante la ,passata guerra hanno costruito quasi ex n-0-vo le seguenti strade camionabili: Valona, D ukati, Sant e Quaranta, opera meraviglio~a di audacia che ha rotto l'isolamento di Porto Palem,o, mettendone in valore l'rupprodo, ed ha dato ben maggiore importanza a l p orto {ii Santi Quaranta. Valona, medio corso del Suzica, monti Kulzit, Tcpeleni, val le del Zrinos. Berai, K li_,ura, Alta Vojussa fino all'incontro dell'arteria Koritza-Melisopetra, che col!ega i laghi macedoni con la Vojussa, anch'essa in gran parte rifatta. Tronco Tepelen i-Klisura, aHravcrso la gola. omonima. Tronco Santi Quaranta Delvino fino all'incontro con la strata di Giannina. Tronco Valona- Fieri, per Mifoli, che evita i p eriodici straripam·e nti d-ella laguna. d i Valona, che isola va.no spesso le due loca:lità. I nfo;c' dev' essere ricor,data, per fa sua importanz:t m ilitare, la strada, in gmn parte mulattiera, che segue la linea. di faglia segnata dal Drin ="ero e dai la;,ihi d i Ocrida e ::\'fali~, vera strada coperta che mette in comunicazione l'A . meridionale con l'A. del nord. Durante la nostra occupazione erano stati condotti a termine gli stu<li e s i erano ancù1e iniziati i lavori per u n breve tratto (18 k•m.) per un.t ferrovia Valo11aMonastir, la quale avrebbe dovuto iniziarsi a Valona e per Mifoli, F ieri, il Semeni ed il Devo'li giungere alla p ianura d i Koritza cd al lago di Ocrida, attraversal'c in galleria il tratto interposto fra questo ed i.I P respa, sottopassa.re la sella d i G iavat ed innestarsi a :Monastir alla nota arteria di grande traffico: Serajevo-Salon ioco. Il tragitto dall'Italia a Va lona avrebbe dovuto compiersi per mezzo d i feITy-'boats attraverso il .Canale d'Otranto. L 'unica linea ferroviaria esistente oggi in A. è quella Durazzo-Tirana, a scartamento ridotto, la quale ha w 10 sviluppo di 35 km.

Popolazioni. Le genti d i stirpe ~ba.nese o Schipe-


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no, li tennero lontani dalla costa adriatica; i Liburni, una <lélle popolazioni illiri-Cihe, si rif.ugiarono nelle isole da1mat-e e di là ,passarono compatti in, Alba.Jlia, dove d iedero v ita ad un impero che ebbe Sctttari (Scodraj per capitale e Lissus - la modernà Al<t,;sio - per base marittima, -da dove molestavano !a navigazione greca. Il massimo splendore di questo impero fu raggiuntq_ nel IV secolo a. C., ed allora si stendeva da Trieste ( Tergeste) allo Skumbi, quando Filippo, padre d i Alc.,s,Uidro Magno, vin-ti che obbc gli Ateniesi (359 a . C.), mosse guerra agli lillirioi, che con grandi forze sb:u-ra.vano la via dei laghi d i Ocrida e <li Prespa, obbligandoli a rifugi:u·si fra le mootagne. Alla morte di Alessandro, gli Illirici vollero vendicare le patite scon fitte ,~ulle rive dei grandi laghi, e mentre nuove incursioni di Galli, che •per tre seco~i ·si erano soffermati in Pa.n nonia, procedevano devastando lungo il bacino del Vardar fino alle 'l'em10pili, gli lllirici, condotti da re Glauco, conquistavano tutta l'Albania meridiona le e con essa si assicurava~ al possesso <l'i, ottime basi marittime (Durazzo, Alessio e Corfù) per continua.re la loro a;done <la p irati a danno dei · greci. Avendo ,p erò pc,sto a morte 1'am9a.sciatore romano Strada da Valona a Fieri Lucio Cornuconio, Roma mosse loro ,g uerra per vendicare l'affronto e per libera.re la naviga?.ionc fra I' Aldi tribù cattdlkhe, or-dinate patriarcalmente, rette nd bania e Brindisi. · Anzitutto si impossessò deWisola di reciproci rapporti <la U!)a amichissima legge medioeCorfù e ,poscia di Apollonia (Pojani) e Durano. le vale, la Lex Dukagini, ohe ha come caposaldo della due teste di tappa del bransito militare e commerciale . convivenza sociale la v-encletta ,del sangue e salvaguard-.1. illirico-romano; e di Issa (Lissa); di guisa che si era con rigide leggi e consuetudini l'omogeneità della stirvc.nuta formando una magnifica base marittima ed una pe. Le tribù rpiù numero.se e meglio organizzate sono te~ta di sbocco entro terra, per tenere in soggezione ad quelle d ei Mirditi (circa 30.000), dei Dukagini (10 o un tempo le vie marittime e 'le terrestri ccl assicurarsi 12.000) e della Ma.lissia: o Malzia (8000) che _abita.J10 la strada d ei gra.J1di laghi e di T cssalonica. Non tranla part~ ,più alta ddla provi11cia. (Si noti però che l'apquillamente i nativi, e specialmente i Sch»petari (popellativo :Malissori non è limitato solo agli abitanti delpolazioni Illiriche dell'interno), sopportavano il giogù la Malissia ma indica tutti gli abitanti della zona mon- ·di Roma, onde frequenti le ribellioni e le resistenze locali. Luosa). Al centro, nelle fcbbrose pianure della Muzakya, nei Le guerre j\,facedm,-iche (v.), ebbero per teatro in dintorni d i VaJlona, come pure ad ooci<lente di Monaparte l'Albania, e fu in se:,,'llito a quelle che l'I llirio dist ir, sui monti Gramo e sul P,indo, vivono .le oasi rn-mene le quali non Inumo a.lcun peso nella bilancia politka. Nelle ricche. colline della regione centrale, fino 'all'altipiano, predomipa l'elemento musulmano, venuto lungo lo Skumbi al seguito della dominazione tu.ca. I cosidetti « bey ll detengono la grande 4rroprietà fondiaria alla quale è legata, con vincoli di subordinazione indisoussa, la numerosa, maestra1iza agricoia. Questa classe feudale dei « bey )> è la sola ohe in A. abbia vero senso politico e caipacità d i comando, ,~erivat-a come tra.dizione dai tu,·chi. Kruja, Tirana, Elbassan, Berat sono le sue cittadelle. A sud della valle del Seineni sono manifeste le influenze òcll'e llenismo, il qua:le .guadagna terreno og:,i giorno.

tara, giungono ad oriente fino al Var<lar e .s'infiltrano anche nell'alta Morava, a sud toccano il Calamas, a nord si r inserra110 contro la barriera delle Al:p-i Albanesi, raggiungendo un totale certrumente superiore ai 2.000.000 dei quali solo 850.000 come aibbiamo visto, sono inclusi negli attuali confini politici. Al Nord, attorno a Scutari, vivono sulle -montagne una quarantina

Alba.nia, (Storia militare). A) Epoca. illirico-roniatt-a .

L'A'lbani11, trovandosi in corrispondenza delle vie naturali tm la Balcania e le coste del bacino adriatico, ed essendo, fin dalla p iù remota antichità, abitata <la popolazioni belligcre, fu teatro <l'aspre lotte dei nativi che si opponevano alla traversata della lo-ro regione. Nel 604 a . C. i Galli oocupa.rono '1a Pannon ia, e ',per la Ser bia si spinsero in Macedonia . I Veneti, avanguardia degli Illirici, contesero loro il passo o, quanto me-

v,aiue de1l'Ossurn ventò -prov.incia romana e fu >diviso in tre repubblichette COll Durazzo, :Xutari e Dukigno per capoluoghi. ~ania meridionale, e cioè quella a sud della grande via dei laghi, ebbe, f!n qu i, storia indipendente dal!'Albania Setten trionale. Ivi il territorio era spezzettato a cantoni e repubblichette aristocratiche con tendenza spiccata all' indivi<lualism,o, Riusci a Re Pù:ro, uno dei


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prin cipotti . dc,11' Albania meridionale, dopo fortunose vi. cmdc nell'Egitto e,d in Macedonia, di vincere ta le tendcn1.a indiddualista; ma. rotta la potel17.:J. unitaria epirota con la sua morte, il mezzogiorno albanese ritornò alle antiche autonomie cantonali: all'epoca d elle guerre macedoni gli epiroti a'Cccttarono la protezione t·omana; ,porò di fronte alle loro costanti tendenze individualistiche, il Senato romano ordinò al console Paolo Enùlio d i rovesciare tutte le mura delle ciltà fortificate, e di sottomettere completamente quelle terre. Tutta l'Alb.uiia dunque, verso il 150 a. C .. diventò provincia romana ed accentuò il suo carattere di via di transito tra il bacino inferiore dcli' Adriatico e le provincie del l'O rien te, cos icchè •mentre le -terre più lontaae dalle grandi strade (terre alte dei Malissori} più agevolmeme poterono riacquistare le vec-..--hie autonomie cantonaii e conservare tra i monti la propria <Jrigina lità etnografica, la regione litoranea e le ad iaccn~c de-lb « via Egn:iti.i » andavano romanizzandosi con progresso lento ma costante. I porti di Apollonia e di Durazzo diventarono le ordinarie stazioni navali dei Romani. L'Albania vide quindi l'urto della guerra Civile (v.} fra Cesare e Pompeo; dopo di che, alla fine dell"impero di Augusto, fiacc:ita la resistenza degli llliri, un'era. nuova cominciò per le provincie della cimosa dalnw.tica e dell'Albania, d'intensa vita commerciale, durante la quale i mercatanti greci consolidarono sem;>re più i loro traffici d i cui erano grandi empori Durazzo e Apollonia . Grande via di tra ffico l'« E,gnatia » (v.}. 'b} Epoca Bizantina.

E' contraddistinta dal costituirsi dei principati aatonomi e delle libere repubblichette CO'm'rncrciali in corrispolldcnza •con gli scali del Lcvamc, quali Scu·tari, Durazzo. Corfù cd Arta; dalle im·asioni banbariche di Goti, Avari, Serbi, Croati e Bulgari che andarono a gara nel disertare queUe rprovincie, in seguito dall'•invasionc nom1anna che s'intreocia con l'a.ccc:ntuarsi dello spiri to feudale, spiccatamente individualista neli-J:.piro, più portato all'azione comune nella parte settentrionale dell'Albania, ,principalmente per il prestigio per3onalc dello Scanderbeg. Venezia, con abile politica, si assicurò il possesso dei iprincipali porti ( Cattaro, Scutari, Alessio e Durazzo} od un controllo sulle cose c!i Albania, senza però impegnarvisi oltre il suo stretto interesse. In questo fratte mpo s i ebbe l'avventura Ang ioina, miseramente csaurita;:i, e nel XV secolo cominciarono quelle incessanti im·asioni turche che genia!mcnte contenute prima dallo Scanderbcg, finirono peri, con ridurre l'Albania sollo il giogo mussulmano. I pri11ci•pali a vveni,ncnti <li quest"cpoca si possono così riassumere: Nel 395, alla divisionr dcll"impero romano, l'Albania <j;>assò sotto Bisarnzfo. Dopo le a ltre invasioni barbariche che avevano disertato la regione, gli Za.r bulgari Boris e Simeone occuparono e tennero fra 1'859 cd il 927 i due vpiri, assumendo il titolo di imperatori cd autocrat i di tutbi i Bulgari e Greci; e COI} essi penetrò in Abbania l'clemento cd anche molt i termini slavi. Un « bojaro » bulgaro riuscì a spingersi fino a Scutari ed Alessio, stabilendo la sua capitale ad Ocrida, d,l\'c fu ,pure stabilito il patriarcato bulgaro, che riuscì a mantoncrsi in vita, ·fino a,l XVIII se-colo . l\'Ia frattanto maturava la potenza anche d elle genti

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serbe, che cominciarono a discendere a l mare in corrispondenza della Na.renta, occupando il Monten~gro e spingendosi fino a Durav.o. Alla fine dell'XI secol.:> ; Xormanni, provenienti dalla costa Pugiiese, pongono assedio a Corfù cd a Dura7,zo: accorrono i Veneziar, i sotto il doge Domenico Selvo in a iuto delle milizie di Bisanzio che tengono quelle piazze, ma ciò nulla ostant<: Durazzo cade in potere dei X ormanni che rstesero bito il loro dominio fino ad Ocrida (1082), tlskub, Giannina, Castoria e Tricala. Anche Arta cadde in loro mano. TI successo normanno però fu effimero, poichè, aiutati dai Veneziani t,'Uidnti da.I doge Faliero, i b izantii:i ~confisscro 1·ipetubwnc11tc l'avversario e lo caccia ron:i dall'Albania: i Veneziani ne ebbero in compenso quartieri distinoi a Costantinopoli, libero approdo e privilegi nei porti dell'impero bizantino e fra.nch igie, chr destarono invid ie e gelosie d a .pa rte <li Genova e dt Pisa. Riten tarono, pochi anni appresso, i Normanni. l'impresa d'i\ibania e di Grecia, conseguendo in sulle prime brillanti suocessi. Occuparono Corfù, l'Ellade e: le isole dcli' Arcipelago Egeo; ma. attacèati dai Vene?.Ìani, essendo <logc Francesco )1orosini, furono carciati prima da Cor,fù, poscia dalle altre terre occupate. L'na terza. volta essi ritentarono l' impresa ma ancora. dopo conseguito qualche successo, vennero cacciati e per sempre. Al tcntaLÌ\·o ="<ormanno di stabilirsi sulle coste Jlbanesi, ne ~uccedctte un secondo bulgaro, quindi uno angioino e finalmente quello serbo, prima che avessero principio le invasioni musulmane. Lo Zar bulgaro G,ornnni Alx-n II, a!lle:uosi coi francesi di Costanti:wpoli, sconfisse gli Albanesi-Epiroti, guidati da Teod,,-o Angeli, su lle rive dcll,L Maritza, estendendo poi i l suo dominio fLno all"A,ariatico, <love però non pote soste1:crsi, pcrchè attaccato dai figli e dai nipoti di Teodoro ; egli perdette tutto ciò che ave,•a conqui~tato: l' Alb:-.nia fu a,ilora divisa. fra i vincitori sorgcn<lo così le 1,rime s ignorie SC'hipcLarie indipendenti da Bisanzìo. Caduta la n1onarchia s,·c,·a a Benevento (1266), il vincitore Carlo d" A1lgiÒ, quale successore del re s,·evo, volle rivendicare diritti anche sulla corona albanese; occupò Durazzo e Berat, estendendo il suo dominio su ·tutto l'vpiro e concependo ambiziosi d-iscgt! ; sull'Oriente. Le continue incursioni serbe non solamente sventarono t:.ili dise!,'lli, ma. ben presto fecero declinare <' sc~mparirc il dom inio angio~oo da!J'AJ!n.nia nel girò cli pochi anni. Stefano Duscian, detto Silni (il forte}, eroe leggendario serbo, che regnò dal 1331 al 1395, dopo d'aver guerreggiato con tro i Ma,p;i~ri, i Bizantini, i JJulgari ed i lll'us,nlmani, s'impadronì della Caramania, de lla :Yiacedonia e della Tessaglia, fece riconoscere la sua potestà dalle città di Arta e di Giannina e assunse il titolo di Z11r di R11111dìa, di S /a,1onia e d'Albania; una la sua successione fu sfortunata e nclb fatale giornata cli Cos,:o,•o-Polic la '!)Otenza serba riceve,·a un colpo morta 1c. Jn Albania l'eredità di Stefano Duscian fu raccolta dalla famiglia dei Haiscia, .-itcnuti oriundi provenzali. Un Balscia I , con i suoi tre figli, estese il suo impero dall'avito dominio della Zeta (~fontenegro) a tutta la 1\lba.nia settentrionale; Ralscia II, suo figlio, nel 1384 oncupò Durazzo e Valona, ma la prima fu in seguito presa dal Turco e quindi riscattata con danaro e rivenduta alla repubblica di Venezia. .'\i Balscia succe-

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290 dP.vano i Tobia; ma d i questo scheggiarsi degli ordin;1mcnti feud a li, nC'I 1432 approfittava :Murad II, i;,:1 padrone della Tr:icia, che s i avanzò verso l'Alb:inia, obbligando i prinoipotbi che la dominavano a ripararh fra i monti. Giovanni Castriota, uno di tali principotli, per conservare il suo feudo di Croia, riconobbe senz'a ltro il dominio turco e diede in ostaggio al Sultano i suoi qiiattro figli, tra cui quel Giorgio - detto poi lo Scanderbeg - I' eroe leggendario albanese. Essendo stata concessa ila signoria di Croja nd un favorito d el Su ltano, anzichè a fui, non ostaJ1te i gra.,d i servi,,i che aveva reso ai Ture.bi, gli Albanesi in<l ignati ed offesi, lo spingevano alla vendetta. Lo Scand eribcg la covò per undici anni, ma finalmente, gim1to il momento favorevole, e c ioè nel 1443, qu:i.ndo il Sultano ~-forad fu battuto presso Nisoh da )fattia Corvi.no, Re d'Ungheria e di Polonia, l'attuò: ab!xmdon:i.to il cani,po tu rco ed impossessatosi d i Croja con uno strata!Jcmma, proclama,·a l'i'1dipendenza dell'Albania, cor.seguendola effett ivamente nello spazio di pochi mesi. N el 1444 formava la « Lega delle genti d'Albania >l e raduna,-a un esercito con gente ancora novizia per i combattimenti Oll'dinati; tuttavia fu con tale esercito che vinse u na .prima volta il Tul'Co a Torviolo, cd unJ. seconda, nell'anno seguenle, sotto a i monti Mocri. Si trova quindi impegnato in guerra contro i Veneziani, favoriti dagli Scutarini a tutela dei loro commerci, ma non si viene ad azioni decisive. Frattanto un alfro esercito Turco scende in Albania; il Castriota leva l'assed io a Dagno, castello dei Veneziani, per accorrere alla parata, batte i Turchi, ma per assicurarsi la amicizia dei Veneziani, fa loro dono di Dagno. Morto il Sultano M u rad U e ~uccedutogli Maometto suo figlio, senza tregua si succedettero le spedizioni rontro l'Albania. Un esercito turco era sbaragliato presso le solite posizicmi doi M onti Mocri nel 1453; un altro presso D ibra alta nel 1461. Xon avendo acrettal•J lo Scanderbcg le offerte di pace di Maometto, questi due volte gli mandò contro un forte eserdto, guidato <la un rinn egato albanese, per costringerlo a piegarsi, m~ invano, cM entrambe le volte egli lo sconfisse. Morto lo Scanderbcg la L oga Albanese si sciolse. c) L'Albania sotto il dominio 11111s,,lmano ed i pri"cipati indipende;tti.

L'Albania settentrionale fu a,Horo, occupata dai Veneziani, ai quali corse voce che segretamente lo Scand e~beg ne avesse fatto dono ; ma ne l 1474 Scutari venne assalita dai Turchi di Sulciman Pascià. Veneziani e Allxmesi, insieme collegati, r iuscirono a respingere gli ~-~.sa lti e la squadra di Triadano Gritti a di.1.-perdere il naviglio turco alla foce d ella Bojana. Quattro anni dopo Soulari era nuovamente cinta d'assedio e finalmente presa, comp letandosi così per parte dei Turchi la conqui~ta di tutta l' Albania. Alla Veneta Signoria p iù ncin rimanevano che l'isola di Corfù, gli scali di Prevesa, Pa.rga e Butrinto: 'J)er mezzo d-i questi rpunti d'appoggio, pore però mantenere fiorenti i suoi scambi con la Grecia e con l'Oriente ; ed il ricordo della Veneta Signoria rimase sempre caro fra quelle popolazioni, R;pctutamente i Dukagini cd i Mirditi rivolsero domande di soccor:;.i a Venezia, ma questa, impegna ta aJlora nella guerra contro gli Uscocchi e nella difesa del Friuli contro gli imperiali, non poteva dare ascolto :i.l d isperato appello d ei Schipeta.ri. Come non lo poterono dare nè

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Carlo Emanuele I d i Sa,·oia, nì; Rodolfo II d'Ahsburgo, nè Ranuccio Farn(!Se, duca. <lì Parma, cui pure si erano 1,ivolti. Abbandonati a sè medesimi, dovettero gli Aìbanesi rassegnarsi alla dominazione musu lmana, con akunc libertà autonomis tiche alle P\--,polazioni montane del settentrione e de l anezzogion10. Le città e le tribù, composte in altrettante repubbliche, o in piccoli p~incèpati mi litar i vassalli della Porta, governati da bey guerrieri p repotenti, si clllaniarono a vicenda fino a cade.re nelle mani del più audace, o del pi(1 fortunato fra essi. Complicarono que$te lotte intestin e le r ivalità •rel,igio~c e le lotte d i questi principi con la Porla, terminate con la sottomissione all'Impero ottomano di tutte le signorie indigene. Verso il 1835 lo spirito guerriero d i quelle indomite popolaz ioni si risvegliò '1uova:mentc e si rivolse contro i Trurd1i, contro i Greci, in gare intestine. La Porta u-asse abi lmente l))artito <lo. qt1estc scissure, per m:i.nle-· nere sull'Albania il suo dominio. Nel 1865, la règione merid ionale fu spartita tra i vilayet di Monastir, di Giannina e <li Scuta.ri .._ la pai·te settentrionale andò smembrata Ira i vilayet di Cossovo, di 1\-Ionastir e di N isch. Soltanto le tribù malissore conser\"arono, per •I momento, le antiche autonom ie feudali, cd a l loro ca-

Monti Tomor po («l<apudan>l) fu confermata la dignità di vass.11lo della Porta.. 1\Ia essendo morto nel 1868 il « Kapudan >• Ilìb-Doba d ei Mirditi e la&Cia.ndo un figlio '"((i otto a,1ni, i turch i ne approfittarono per dich iarare decadute le libertà di quelle genti: nella Mirdizia venne applica ta la legge comune cd ogni vestigia delle antiche autonomie aristocratiche, scompane. Durante la guerra d "Oriente del 7i-78, mentre rìfiC'rivano in tutta la J3aka:nia le spcl'anze dei popoli oppres,i, anche l'Albania sembrò scuotersi. Il prin cì;,e Nicola I del ::\Iontcnegro fece allora appello a i Mirditi nelle st,·cnuc lotte ch'c,gli soslenev{l. contro i Turchi, ma i 1\iirdit i, ch"crano stati assoldali dalla Porta, non vollero disertarne le bandiere e furono travolti nc'.ia sconfitta. Q uando s i decisero ad accettaJ·e le proposte del Principe Nicola, furono sorpresi dai Turchi nel cuore delle loro montagne, e finirono col fare nuov:irncnte e definitivamente ritorno alla causa musulmana, pagando la.rgo contributo di sangue nelle gloriose gio rnate ,di Plewna e di Scipca. Al termine della grande guerra di lrbera.zione, la Serbia od il :Montenegro ottennero il riconoscimento della propria indipendenza.

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Entrambi questi Stati, Òltre alla Grecia, dove,·ano ,•cnu-e aocrcsciuti d i nuove terre a spese della integrità del suolo aJbancse. La Serbia doveva avere i territori di Kurscinlje e Yranja; il ~Iontcnegro il litorale di An tivari, le alte terre di Gussinje, di Pia va e Tr icpshi; la Grecia doveva estendersi nei circondari di Giannina, di Prevesa. e di Arta. Nel 1878 - in segno di protesta contro siffatte r,pogliazioni che si dovevano comp iere a danno della nazione albanese - si costituì una « Lega Centrale per la d ifesa dei diritti della n azionalità schipetara ». Questa. lega ebbe per centro Prizrend per la Albania settentrionale, Argirocastro per b. meridionale. Punto comune pc.r fa. pro,1aganda nazionale sohipetara, Elbassan. Nel 1879 la Lega prescnta-..-a al Comitato in• ternazionalc - occupato ndla del1iimita1.ionc delle frontiere. del ~lontcnegro una protesta contro l'anne,;sione di territori albanesi n. quel ,p rincipato ; e gli abitanti delle terre a lte concesse al :Montenegro, aiutati dagli Aibanc.si di Jpek, di Diacova, di Prizrend e cii D ibra, .accanitamente resis tettero a i MOtltcnegrini clH: ne rcolanr::ivano il possesso. La Porta mandò :\1uktir Pascià d::t. :.\lon.istir in aiuto dei :Montenegrini, ma neppure quemo aiuto :i.ppari\'::t. sufficiente per otlrnere 11. sollecitn. sottomissione di 1quellc tribù. In quei frallgenti, il govemo italiano p rendeva l' iniziativ[i d i una mediazione, proµonendo uno scambio di tcrritorii. scambio che fu accettato dalla Turchia e dal :\fontene,gro, ma non dagli Albanesi che si opposero per mezzo cli un cot'j)O di 8000 :;\lalissori. ::--uovc 1>ro;:,os1e inglesi vennero rifiuta te dagli Albanesi, ma finalmen te la dimostrazione nava'.e della di ])ulcigno, vinse le ultime riluttanze della nazionalità sch \pet:JJ'a. '.'iel luglio 1~81 I., G rccia occupava il cont.ado di Arta, tra il fiume omonimo cd il rilievo del Pindo; Giannina, Paramiphia, }\fargariti, L cros e l'rwes.'l furono ,però conSC(vati al dominio macedone e la Grecia ebbe compensi in Tessaglia. Do?o u·no strascico sangu inoso di rivolte e di reazioni, l' A-lb:rnia ~ettcntr iona!e fu pacificata da Dervisch pascià,' che ,·insc le forze della lega sotto S;iv.:V<J, <Xl a lla fine occ,u,pò l'rizrend e D iacova. I conati della « 1--<'ga Nazionale Albanese» si ritlllOvarono nel 1897, all'epoca della guerra G reco-Turca, e più recememcn te ancora nel 1903 nei circonda.ri rli Prizrend e Diacova e sui confini della Vecchia Serbia. La Lega, mentre cercava <li ravvivare in tulli il sentimento ,patrioti ico, tende\'a ad affratellare salda.mente i diverst grup·pi etnici e religiosi cd attenuare nelle forme le m;nifcstazioni particolariste tradizionali, pu:·e mantenendo quegli statuti autonomistici che rispondevano a lk trad izioni locali. Scopo della L ega era detto nei suoi statuti - quello di provvedere alla difesa ed alla rivenclicazionc del territorio della palri.1. Ogni albanese appartenente alla Lega, che s i rendesse reo di tradimento, doveva venire ucciso.

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lona e il suo territorio, e a!cunc zone di montagna, rimanevano agli Albanesi, ma quivi si accumulrwano i profughi deìle altre regioni e scOJ)piavano epidemie. 11 30 ottobre 191-1, l'Italia, che aveva sempre d imostrato il suo intcrcs.s,tmcnto per la regione a lbanese, evi tand<> sul terreno diplomatico che essa potesse venire nelle mani d i altre potenze e sostenen done l'autonomia e h indipendenza, sbarca\'a a Valona una missione sanitaria, e nel >dicembre 1914 faceva ocC'llpare dalla Regia .Marina l'isolotto di .Sascno e dal 10° bersaglieri. con una batteria, al comando del tolonnello :Mosca, la baia e la. cittiL di Valona.

2. L'ai:iio dato dall'Italia ai Serbi.

Il 9 ot(ob.rc 19 lS gli austro-tede~chi iniziavano l'offensiva col passaggio della Sava e del Danubio, l'occupazione e l'incendio di Belgrado: anche ; Bulgari s i muovevano. Il Comando it:iliano aveva preso le sue precauzioni, e qualche rinforzo era anche stato inviato d a ll'I talia; però fu soltanto dopo la rotta serba eh:: prontan1cn1e vennero adottati pro,·vt.-dimenti adatti alla gravità della s ituazione. Su bito era apparsa l'impossibilità di servirsi della ferrovia che da Salonicco per Nisch conduce nella valle Morava .p er il riforn imento de lle truppe serbe, pcrchè esposta al!e offese dei bulgari; venne perciò deciso d' organizzare un sen•izio <li rirurn i111cn ti per l' Adriatico, attraverso l'Alban ia, non oMa nte le difficoltà ed i pericoli che i trasporti in qud mare presentavano; e poichè le marine francese cd inglese, impegnate in quel momento nell'Egeo e nel Mediterraneo occidentale, non disponevano di navi da carico e d i naviglio da guerra leggero p er scor tare qu•~stc ultime, fu l'Italia 'Che, posponendo ad <><',.ni altra considerazione, il dovere di soccorrere la nazione alleata in quel difficile frangente, assunse il gravoso e pericolosissimo incariro ,di trasportare con propri pirnsca.fi i rifornimen ti ,per i serbi da Brind isi a i por ri dcli' Albania : a sovraintendere alla complessa. opcrJzione venne creata a Roma 'llna commission e compos ta d i ufficiali de l R. E sercito e della R . :'.\farina, dcli:\ quale facC\·ano ancbe parte gli addeui militari inglesi>, francese e serbo. I rifornimenti dovevano essere sba.rcati nella piccola e difficile rada di S. Giovanni di Medua, in ,prossimità della fo.trnida'bile base navale austriaca d i Cattaro, <la cui distava solt:i.nto 58 miglia. A prote;done del movimento dei piroscafi, oltre del nvstro na viglio da guerra :l eggero, concorsero la Francia con 12 cacciator pediniere e l'Inghilterra con quak:11c sommergi bile. Dolorose perdite subì la nostra marin~ in questo servi1. io : una nave da guerra e sei piroscafi dei quarantacinque impiegati. Per mezzo di essi !'es,·rcito serbo ricevette ben 29 .000 tonnellate di der rate varie sbar>eate in ,parte a S. Giovanni di Medua cd in parte a D urazzo. La ro tta dei Serbi, che attraverso la mon tagna ved ) Principali a,n:e11i111e11ti 111ilitari fo Albania d11nivano dal nemico sospinti verso la costa albanese, e ~a11te la guerra mondiale. che alla loro volta sospingevano a vanti a lo ro i prigionieri austriaci c atturati nella loro vit1oriosa ripres:1 1. Lo sbarco degli Italia11i a Valona. Il governo del offensiva contro Potioreck, nell'autunno del 1914, renprincipe d i \Vied, che era stato creato a Londra n el devano questo servizio di rifornimento ancora più ur1913, dopo la secon~a guerra Balcanica, ed aveva vis gente, ma anche più difficile, tanto più avuto riguardo suto ,precariamente senza dare unità spirituale e matea lla. stagione, ordinariamente tempestosa. Kon si t,·a lria le alle tribù Albanesi, veniva travolto all'inizio della. ta,·a soltanto di vettovagliare questa massa di affa.guerra: il :Montenegro, la Serbia, la Grecia, s i gettavano sul nuovo Stato e ciascuno ne occupava una pari~, • rr,ati che sommavano a circa 180.000 serbi ed a 20.000 prigionieri austriaci, ma si trattava di salvarne i resti infrangendo ogn i resistenza delle popolazioni. Solo V1-


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che tumultua.riamente marciavano verso la costa adriatica, e con essi il •Governo del regno distrutto ed il suo vecchio e malato re P ietro. Svanita la speranza elle l'esercito serbo avesse potuto ritirarsi s u Salonicco, i Governi !dell'Intesa, esaminata la situazione, avevano ù1fatti stabilito che l'Italia si assumesse l'incarico cii raccogliere e di riordinare quelle truppe in Albania; e l'Italia di buon grado accettò. Rù1forzi \·ennero pron· tamen!e invi:tti in Albania 4>erchè le forze austro-ungariche già stavano attaccando il ì\lontcnegro, minacciando così il fianco dcsu·o dei serbi affluenti ve rso l\fedua e Durazzo Si costituì alloro il <( Corp,J spcciak d'Albania». l\ir ebbe il comando il ,generale Bertotti. li 2 dicembre i rinforzi inviati aveva.no giit ultin10.to lo sbarco a. Va• 10111: li costituivano I~ seguenti unità: il com:rndo della hri_gata Sa.vona cd il 15° fanteria (il 16° giunse più tardi, il 15 gennaio 1916), il comando della brigata Verona e 1"85° reg~imento hntc, ia; i rc~imenti -I/' e 48° di :H. T., uno squadrone di cavallc.ia, 3 ballerie d:L montagna, 2 da campagna, i batterie -da posizion<:, re1>arti del genio e scn-izi varii. Per co,prire il fianco destro dell'eserc ito serbo venne dec iso d'occupare Durazzo: spingere truppe fino a S. Giovanni di )fedua

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sferiti a Il' Asinara : durante la. traversata, ben 1300 morirono di colera. Nella Relazione della R. ::-.farina si legge : << Era impossibile evitare l'epidemia, dato lo stato di eçcezionale deperimento fi~ico dei prigionieri, ombre mogi io che uomini, sohe letri ~)iù che esseri vi\"Cllti. Estenuati dalla farne. dalla corsa, di settimaue, ca'l.'C iati avant i dall'esercito serbo in rotta fra mon ti e regioni impervie, laceri e seminudi sotto la neve, con piaghe inciprignite, febbricitanti, si erano nutriti di carogne di ca,·alli e d i cani. dissetati in sozze pozzallghcre ed ave,•ano il germe del male che doveva poi mietere tante vittime... In mezzo a cosi dolorosa ecatomb~ riful~e il sentimento di pietà di nostra gente ... J\!la scienza sanitaria indissolubilmente s i unì lo spirito <li 5:1c1·ificio: ne.,su1ia cura ru ammessa, tutto venne fatto per strapp1re alla morte quelle villime in nome d~lla legge eterna della fratellanza nella sventura>>. Ai prigionieri :iustro-ungarici ed alla loro scorta, seguì uno scaglione di reclute ~ePbe condotte dal colonche parnello Ristic - giova.netti su i sed ici ann i

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Trasporto ve1101·agllc durame la iruerra mondiale non conveniva pcrchè località· troppo lontana ed esposta. Per difficolt/1 di va.rio genere, prospettate dallr, l\larina, si dovetlcro mandare le truppe a Durazzo ( Comando della brigata Savona, 15° fanteria e 2 batterie da rnontacgna) per terra, lungo quella zona Jl.lludosa e deserta, 8cnza risorse e senza stra,dc, r idotta quasi impraticabile òalla stagione. Superando ogn i difficoltà, soffrendo ogni priva.1,ion~. la colonna comandata dal generale Domenico Guerrini, il 20 dicembre 1915 giungeva a Durnzzo in ordine petfetto e con il morale elevato. Già i primi nuclei di pr:gionieri wustro-ungarici, scortati da truppe serbe, giunge\"ano al fiume S~meni; gli uni e gli altri, ma, natt1ralmcnte, piit ancora i pr igionieri, seminudi, scheletriti, lottando con la febbre, inebetiti dalla fume prolungata, avev:1.110 seminato la via di ,rno_rcnti e di morti. Il nostro Comando d i Valona stabili un campo di con<:entra.rncnto sulle rive della Voj us.sa e vi fece affluire in grande quantità viver~ medicinali, indumenti, ment,·c approntava ricovori e tende, superando difficoltà di ogni genere, s,pecialmente per insufficienza di mezzi di trasporlo. Altamente benemerita fu l'opera dei nostri medici che, sfidando ogni pericolo, primi fra tuui il t ifo csenternatico rd il colera, sah-arono da certa mort.! 22.000 soldali e 800 ufficia li ausu·o-u11garici, dei 50.000 partiti dalla Serbia. Da Valona e da Durazzo, esclusivamente su navi italilne, i •prigionieri vennero tra-

I.o vallaw albanest

titi dal paese in trenta.mila, ,giunsero sulla costa. alb:Lnesc appena. in dodicimila. Le epidemie, il freddo e le p tivazioni avevano fat i-:, stra!!e <li quelta falange ,11 giovani vite. Curati 1m-0rosamc11tc da.gli italituli, ven nero .poi inviati a Bise11a, Bastia e Marsiglia gli ottomila che sopravvissero. Finalmentt: giun!(eva l'csePcito sePbo, ridotto u 151) n1ila uomin i. La fiuma1:a. serba si era divisa in due parti: la parte più numerosa, 100.000 uomini circa. in testa a i quali Re Pietro veniva •trasportato su un carro tirato da bu0i e ~eguito da 8-9000 persone d<'lla popolazione civile, si era diretta verso Tirana ed E lbassan. L'altra parte: 50.000 uomini circa. con il principe Alessandro, si d irigeva su Scutari cd /\ lessio. Al momento in cui entrarono ù1 :\lb:rnia i Serbi avevano con loro 50.000 quadrupedi e 30.000 buoi, un centinato di cannoni c,,n rclath·o munizionamento e rel.itiva.mcntc abbondante carreggio, ma nella ' traver,ata di quell'impervio e difficile terreno, con popolazioni ostili, abili nelle insid ie e sanguina rie, lasciarono p~r ,·ia oltre a molti dei loro, quasi tutti i quadrupedi, i cannoni e le impedimenta. Non e ra più un esercito battuto che si ritirava, ma una folla incomposta di_ fuggia~clti, scalzi, senz'a rmi, affan1a-ti, febbricitanti. Il di-


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La rit11·ata dei serbi aura,·er~o l'Albania

sls!ro era irre;iarabilc. Soltanto <lopo due buon i mes\ ,,crso la fo,c d i dicembre, le colonne arrivarono allo Skumbi, e nei •pressi <li Durazzo, Il S gennaio 1910 fra .\lessio e S. Gio\"anni di )ledua erauo concentrati 60.000 uomini e 10.000 animali; nella regione di Durazzo-Tirana 80.000 e 2(>.000 animali. Di artiglierie una vent ina <li cannoni in tutto. Il nostro Comando di \"alona, presi accordi col Comando serbo, ~d in base a comunicazioni venutegli da Roma d1e le forze serbe avrebbero dovuto i•i,costitui..rsi in 1\1!:>ania, 'J)C r ripr~ndcre posc i:L le operazioni, aveva stabilito come 7.ona di riordinamento il territorio a nord dello Skumbi compreso tra questo fiume, Elbassan, Tirana e Dura1.zo, e vi aveva fatto afflu ire una grandissima quantità di derrate, quasi i due terzi di quelle raccolte a \'alona per i bisogni del nostro corpo <li occupazione. Vi si aggiunsero, verso la fine di gennaio, un'ingente quan1i1il <li viveri di riserva, avena e foraggi, sbarcat i da u11 ,piroscafo inglese. Per provvedere ai bisogni urgenti dell'alleato, non solamente vennero imposti alle nostre truppe disagi e fatiche grandissime, ma anche vere ,privazioni del n ecessario . Ma nel frattempo l'avvenuta conqu ista del Montenegro da ,p:u-tc degli Austro-Ungarici rende,•a pericolosa la permanenz:i. delle forze serbe tra S. Giovanni di Medua e Durazzo; d'altra parte colonne bulgare si affacciavano sull'alto D evoti e ad est d i E lbasS,lll; inoltre 1~ condizioni igieniche della zona e le enormi difficoltà -per rifornire ivi così grande agglomeramento cii gente, consigliarono di &postarla verso sud allontanaJ1do la IJ)er le vie del ma1'C <lall' Albania , dovendo escludersi la possibilità di un sollecito riordinamento su l pl)sto, di quella rnoltiruclinc; aggiungasi la propaganda antiserba fra. le -popolazioni albanesi, propaganda eh,! s i !llaJ1ifcstava a nche contro le nostre truppe e contro Essa.cl Pascià. ;'Jcl primo momento le P otenze avevano deciso il trasporto dei Serbi a Biscrta: il generale franocsc De Mondésir, in pieno contrasto con gli ammiragli inglese cd italiano ed anche con il comando serbo, avrebbe voluto che lo scaglione raccolto p resso S . G iovanni -di Mcdua, prendesse ivi imbarco; ma la Commissione di Roma sta;bilì che ivi cd a Durazzo prendessero imbarco soltanto gli inferm i, le missioni estere, i -principali personaggi, le donne ed ·i bambini; tutto il resto a Valona, che doveva essere raggiunta per via di terra. Il riordinamento deU'esercito serbo doveva poi venire compiuto non più a. Biserta ma a Corfù. I grandi pirosca:fi (( Principe Umberto », « Dante Alighieri ", <t Re Vittori_o », q Duca d i Genova», « R egina Elena i,,

« Cordova», oltre a 12 altri p iroscafi minori, crupaci comp lcssivarnente d i trasportare in un solo v iaggio 25.000 uomini, s i tennero ,p romi ad iniziare l'imbarco. Il 20 gennaio )Iedua, gi:i minacciata da vioino, venne abbandonata. A Feras, presso la foce della Vojussa, il generale .Bertotti stab ilì un campo d i concentramento capace di 100.000 uomini, impiantando forni sulla Vojussa: un campo di sosL1. fu impiantato ad ..\rta, a pochi chilometri da Valona. Il Coma ndo del presidio cl i Durazzo p~cnclc,·a, ~la parte sua, i provvedimenti necessari ,per proteggere i Serbi, oltre che dall'azione nemica, anche dalle ire albaJ1esi, e ,>er rendere sollecito l'in,barco. Il trasferimento <lc ll'cscrcito serbo da Valona e da Durazzo 11. Corfù venne eseguito quasi esclusivamente con mezzi italiani, soltanto col sussidio di un piroscafo francese, di due inglesi e di poch i caccia1orpediniere alleati: in meno di ~111 mese vi furono trn.sportati senza. incidenti di sorta, 156.000 persone e 10.000 quadrupedi. 1• soli incidenti, e gravi. li subì la nostra marina da guerr:l che per ,proteggere quel trasporto, nelle azioni navali avute con la Nfari.na austro-ungarica, e,bbc gravemente daru1eggiato un incrociatore e affonda! i due nuoviss1m1 e potenti cacciatorpediniere. Sgombrati i Serbi, la permanenza a Durazzo delia brigata Savona, il cui comando era. -passalo dal generale Guerrini a l ,gcn. Ferrcro Giacinto, e la. cu i forza era stata completata. dal 16° fanteria, e successivamente portata a circa 9000 uomini mediante l'invio dcl 159° battaglione <li M. T., d 'un ba tta~ione dell'86° fanteria, di un rplotone c.avalleggcri, di 3 batterie da 70, di u M batteria. <la 120 B e <li 14 cannoni da 87, poteva ritenersi inutile, e_ pericolosa per I' avvicinarsi di forze nemiche molto rpiù numerose - crr:-ca un corpo d'arma~a che moveva110 concentricamente su Durau-.1 da nord dal fiume Arzen, e da sud da Kavaja. Considerazioni varie, pare prevalentemente politiche, indussero il Comando di Valona arl ordinare che il presidio di Durazw restasse, li 23 febbraio 1916 ~li Austria.ci, passato I' Arzen, attacoa.vano da sud e da est le alture so,•raslanti la citti1. Dopo energica. resistenza, con frequenti atti controffensivi, le truppe italiane ripiegavano \'erso la costa, mettendosi sotto la p rotezione dei cannoni delle navi ancorate nella baja. Anche la colonna nemica. proveniente da Kavaja si era. avvicinata a Durazzo, minacciando cosi la. ritirata 1)er la via ,li terra. In quelle ,condizion i altro non rimaneva cbe procedere sollecitamente allo sgombero ed atl trasporto cli tutto ciò ch'era trasportabile, per la via di mare. L'im-


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Concentramento d<)ll'escrcilO serbO SllpensUt.e in Albania

ba.reo ebbe luogo in perfetto ordine, benchè seriamente disturbato dal fuoco nemico e con mare teinpcstoso, il 26 febbraio su 14 piroscafi. Per la impossibilità di procedere al loro imba!rco, 900 quadrupedi dovettero essere uccisi pcr<:ihè non cadessero nelle mani d el nemico. :MagnJfico fu iii contegno della retroguardia <lolla 1brigata Savona che, a Kletta stessa del nemico, lo tenne a d istanza, con il concorso natu ralmente. del t iro delle a rtiglierie da terra e da mare. A Valona vennero riunite così tutte le forze del Corpo speciale, che guernirono le posizion i dei monti della ?dalacastra; ma il nemico rinunciò ad attaccare. Tuttavia in q uel 1pri.tno momento quel corpo fu notevolmente ririfo1·zato e ne tfu dato il comando a l gener a.le cli Cor,po d':mnata. Settimio Piacxmtini, con l'incarico d i procedere n.lacremente nell'organizzazione del campo trincerato che era a,ppena imbastito. Le forze raccolte inton10 a Valona ,costituirono un corpo d'armata su tre d ivisioni, che p rese il n umero XVI e che passò a lla d ireHa d ipendenza àel Comando S-u,premo. Il genera.le P iacentini pose subito ,mano a i lavori del campo trincerato, la ,cui linea esterna. doveva seguire il corso della Vojussa, da.Ila foce fino alla stretta. di Dorza, gli alti rilievi del mon te Gr iba e l'.1on te I<jore, con uno sviluppo di trincee e di reticolati multipli per ben 160 km. Mentre tali lavori erano in IJ)reno sv il·ulj)po, venne la o ffensiva austriaca <lei T.-en1ino nel maggio 1916; e <lue div is ioni ,furono a ffrettatamente fatte partire per l'I ta lia. Tuttavia cont inuò, sebbene con uno spiegabile rallentamento, il lavoro del campo tr inceralo, e nell'estate e nei primi giorni ddl'a.u bunno d i q uell'anno avvennero k occupazion i del!' Albania. meridionale e la éostituzione della nuova base d i Santi Quar anta, base che r iuscì <poi d 'ù1estimabile vantaggio a ll' Annata di Or iente.

.3. L'azione politico-mil-itare dell'Italia Ì1t Albania. Con nota. ,.,.ltimatmn dell'agosto 1916 gli Alleati imponevano a.Ma G recia lo sgombero dell'Albania meridionale. I Greci però tergiversarono ad evacua.re quelle looalità che considera.vano q iiali .pegni ipreziosi per la annessione alla G recia dell'intera regione aH'atto della pace; inoltre il governo di Atene, or:mai tedescofilo, tendeva a mantene.re u n piede in quelle regioni per poter dar la mano agli austro-tedeschi gi1t giunti nella regione oocidentale del lago d i Okrida, Si dovette procedere qui-ndi con -le a rmi : D elvino, Prcmeli, Argirocastro, Lj askoviki furono ocoupat i dalle nostre tru ppe, e ·c ome immediata conseguenza, gli italian i a.equi-

starono il possesso di Porto Palermo e di tutta la costa Albanese fra questo punto e Santi Quaranta, da dove aveva princip io la· grande via. di comuniqzione che per I<alibaki, Kalisopetra, Ljaskovik i, Ersek, Koritza conduce a F.lorina ed a Salonicco. Il 24 agosto la regione della Chi.tnara veniva occupata ed una settimana dopo le nostre truppe prendeva.no possesso del.le vrincipaJi focalità tl\!ll'a.lta Vojus,1, fra ,cui la ,principale è Tepeleni: i1I 2 ottobre la nostra bandiera sventola,va a Santi Quaranta e ad Argirocast.ro. Kel dicembre del 1916 il generale Ferrero - il difensore di Durazzo - sostituiva il genera.le Settimio Pia,cen tini nel comando d e<! XVI Corpo d'Armata : contimmva i la.Yori del campo trincerato, costituiva un gruppo di forze mobi.li in Valle Dasnica, per operare sia verso Bernt, sia verso orien te in direzione della va lle dell'Ossunn a protezione del fronte orientale del campo tr incerato; faceva procedere a lavori nel porto d i Santi Q ua ranta per aumentarne la potenzialità, e lung0 la s trada Santi Q uaran ta-Koritza, r idotta in pessime condizioni, convenendo con gli alleati tehe i riattamenti sarebbero stati compiuti dagli italiani fino Melisopetra, e di là a Kori-tza a cura del Co9!ando d ell'esercito d'Oriente. Si <pensò ' ,anche <li a,pprofittarc della completa calma esistente in quel momento nei due settori - il macedone e 'l'alba11esc - .per saldare i d ue fron ti e si prese anche in esame la convenienza d i formarne ' uno solo, tanto p iù che era a,ppun to in corrispondenza del iloro pnnto di giunzione - ;Ja r· ~ e dei Laghi , 1are più peche un'offensiva nemioa. avrebbe po ricolosa, speciahncnte per l'escn:ito d ente, cbc avreboc potuto esserci g·i rato sulla sua s inistra. Inoltre tale offensiva. avrebbe minacciato la gran,de via. Santi Quara.nta-Koritza, d' importanza essenzia le per i .rifornimenti della suddetta armata. Nel vuoto fra i due · fron ti - quello al!Janese e quello macedone - scoraz·· zavano ahlora -le bande -greche e quelle alibanesi di Essad Pascià fra loro nemiche, e Kor itza ne era il centro d'azion~, Nell'agosto del 1916 i F rancesi avevano oc-:upato il d istretto cli Koritza con truppe <li cavalleria, ma non riuscirono a por fi-cno all'azione delle bande. In seguito vi giunse u n em issario <li Ven izelos, poi il colonnello francese D~scoins il qua.le assu nse il goYerno del d istretto afficlandone l'amministrazione a funzionari indigeni, •o pportunamente scelti sotto l'aspetto rpolilico, e costit'llendo u na specie d i repu bblichetta. indipenden te sotto il protettorato a.Beato. li 24 ottobre i nostri reparti di cavalleria ;prendevano con1atto con la

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cavalleria francese sulla strada di Koritza ad Ersek. }.fa evidentemen te i ,provvedimenti presi non poteva.no ritenersi sufftcient i per assicurare Ja saldatura dei due fronti e la rprotezione della. via di Santi Quaranta-Koritza. Quattro mesi dopo ( il 12 febbraio 1917), per ottenere tale intento, E rsck veniva occupata da w1 dista.ocamento halinno agli ord ini del colonnello Rossi e nello stesso giorno giungeva in quella località anche un reggimento francese, distaccato da.Ila 76" divisione che era stata concentrata a Koritza in vista d i operazioni offensive che il generale Sarrail, comandante dcli' Armata d'Oriente, aveva concepito, con il concor.;o di forze nostre d'Alb~n ia , ad ovest dei laghi, ma che n on ebbero •luogo. Da quel momento però il fronte unico era costitu ito e chiuso il pericaloso corridoio fra. Albania e Macedonia. :\'cl frattempo il generale Ferrero, 'J)ef ordine del governo, aveva proclamato ad Argirocastro l'indipendenza. albanese (3 giugno 1917) sotto il protettorato dell'Ita lia , ciò che s:il i aveva. fatto affluire volonte rose bande per combattere il comune nemico: il contegno ambiguo della Grecia aveva indotto il µ;overno ad ordinare l'occupazione della valle del K~la mas, de l distretto <li Giannina, dell'alto O ssum e del Pindo. Si continuarono i lavori del campo trincerato, specialmente intesi ad a ccrescerne l'rfficienza in corrispondenza. del fronte orientaJe, a lla confluenza <folla. Sciusciza con la Vojussa, ma soprattutto il nostro Comando svolse una magnifica e complessa opera di c iviltà fra Jc popolazion i che s i trovavano nella sfera 'Clelia nostra azione. Strade camionana,bili vennero aperte, cd a. Valona. vennero costruiLi pontil i, e s tabilita una. centrale elettrica. 4. L'offensiva (lell'eslate 1918.

In seguito alle vicende dell'aut\1/lno 1917 sul fron te giulio, la calma che aveva durato inalterata fino aJllora, cominciò ad essere turbata fin dall'inverno 1917-18. II nemico tentò di sollevare contro di n oi le tri-bù a lba.ne~i per indurle ad attaccare il campo trincerato di Valona.. Anche i nazionalisti greci andavano sobillando le popolazioni do! mezzogiorno del!' Albania, facendo

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apparire l'Italia come in preda all'anarchia. e sull'orlo di una sconfitta. irrnparabile. Bande ostili nella regione di Ersek operavano di conserva, nel novembre e n el successivo dicembre, con a ttacchi austriaci a Cafa Kicok, a Ciflik ldris sulla \'ojussa e da Sciarnva nella valle dell' Ossum . Per un momento sembrò d1e l'Aust~ia prepara~sc un'azione con grandi mezzi per separo.re il XVI corpo italiano d all' Aima.ta <l' Oriente. A fronteggiare tale G)ericolo il generale Sa.rrail avrebbe voluto -pro,·vc-<lere con truppe greche e bande essadi;;tc, ma molto g iustamente, e per ovvie considerazioni, si oppose il comando italiano, ohe propose invece che la salda.tura frn il fronte albanese e il fronte maced one fosse affidata alla forte e provala 35• divisione italiana. Sebbene il gencrnle Sarrail fosse sta to sostituito da.I generale Guillaumat che sembrava meno irreducibilmente :i.vverso del suo predece5sore a tale destinazione, tuttav ia, in definitiva, non se ne fece nulla, e la 35• divisione rimase clov·era. La prevista grande azione austro-tedesca. non si avverò, ma sempre ,più intensa fu la propaganda nazionalista greca contro la occupazioae it-aliana. La inattesa pubblicazione del patto d i Londra aV\'enuta nei primi mesi del 1918, favorì tale p ropaganda. ai nostri danni, perchi: d alle popolazion i, specia lmente del centro orientale a.lbanese, considerato in contrasto con il -proclama di Argirocastro. Gli Austriaci, i Croci cd Essad Pascià spargevano voci tendenziose a i nostri danni; tuttavia la nostra conlropropaga.nda ed il corretto contegno dei nostri funzionari e delle nostre truppe, contribuirono ad avere, in gran parte, ragione di tutte quelle mene. Frattanto il nostro Comando completava i lavori rlcl campo trincerato e prendeva. accordi con quello della Armata d'Oriente per una eventuale azione in comune n ella regione dell'Ossum, intesa a portare il fronte fino ai monti dell'Ostrovitza «I a saldare meglio le due parti del comune fronte sostituendo una retta tr:i. il lago di Ocrida ed i monti della M ahcastrn. al sentito rientrante che i due front i formavano in corrispondenza d i Ersek. L'azione si compì verso la metà di maggio 1918, col

Ponto d i barche s u lla Voinssa


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concorso di, truppe francesi (tre battaglioni d i fant., ban<le irregolari albanesi, 3° regg. Spahis e tre batterie da monla-gna) e dopo tre giornate di vivaci çombattimenti, ie nostre tru'J)pe ricacciava no oltre il va,l]one d ella Cerevocla sulle balze <lei M. Tamor le truppe n emiche. Pare che alla fine il nemì<:o disponesse d.i 5 battaglioni dì regolari e circa 1500 irregolari. /1. detta ;,zione concorsero molto efficacemente 1c bande albanesi al servizio ddl'Italia. Una colonna dì 2 battaglioni di miliz ia in<ligen a appoggiata da un gru·ppo dì artiglieria da montagna ital iano, operò per il ponte Capani, preceduta <la due gruppi di bande; un'altra. colonna, composta d i sole bande, occupò i monti di Bacika sino a l Cerevoda. Furono .awunto queste bande che sta:bilirono il collegamento materiale con il fronte francese di i.\1acedonia. alla testata. della Tomor ica e

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quanti ne disponevano gli italiani per la progettata offcnsiya - era disteso dal 1111are, per ·Ciafa Vìsìt ed i l Giava :lino alle pendici dell'Ostrovìca, oltre I' Ossum - poco meno <li 100 chilometri. - La d estr'lt era appoggiata alle ,palu<li ed al mare; la sinistrD. al ?11:. Tomor, alto più dì 2400 m. Lo schieramento, troppo esteso in r-elazionc <:on le forze disponibili, non aveva riserve. D ecise il genera.le Fcrrero di trarne profitto attaccandolo contemporaneamente aile d,1e ali, avendo gii, come si è detto, assicurato il concorso dt>ll'arma,ta d i Oriente. .'\Ila ,mezzanotte <lei 6 luglio la colo1u1a d'estrema destra (Treboldi) passò il Cerevoda cd all'al ba a ttaccò il nemico sul Tomor, dove oppo'se forte resistenza. Essendo ,mancato il concorso dei Francesi, da cui d ipendeva la riuscita dell'attacco, le nostre iruppe furono obbligate a sostare. Al centro,' invece, ì bersaglie1·i passavano la Vojussa e si preparavano a puntare su Zabiochica, mentre alla sinìs~ra lungo il mare, la colonn a Nigra una intera divisione oocupava ;1 bosco d i Feras a nord della Vojussa. Di questa colonna

Posto (li guarò.ia su,W0s,;;um

Albanesi in ricognizione sun•ossum sull'Ostrovica, ove trova.vasi il 3° reggimento spahis. La nostra nuova linea passava, ad operazione ultimata, sulle alture di Carcnisti, Toga.se, Bolen, Ciafa Podum sino a Bisarca e la presid ia vano oltre a tre battaglioni di fanteria e reparti di guardie d i finanza, le milizie a lbanegi con avamposti forniti dali!e bande irregolari. Ma occorreva integrare questa operazione con il p ieno possesso della Malacastra, minaccia perenne ed immanente che pesava sul campo trincerato d i. Valona e sul suo .porto il oui movimento era costantemente controllato. D'altra parte la linea della Vojussa risultava troppo arretrata •r i,,-petto alle occupazioni fatte alla testata dcll'Ossum. La necessità d i spingere innanzi la nostra sinistra . fu sentita anche <lai Coma·ndo dell'ar~ mata <l'Oriente, col quale venne <:onccrtata. un'operazione offensiva d'insieme su l Tomor verso K a:fa Devris, operazione che <loveva venile integrata da un'az ione genemle del XVI ,cor po ol t~e la Vojussa mirante a lla conqui3ta di tutto il territorio compreso fra questo fiume e<l il Semeni da,] mare -ai Mo,ntì Mali Slovcs. Tah• operazione era anche consigliata dal fatto che la sinistra francese (57• divisione) si era spinta più verso nord per circa 8 km. lungo la cresta di Kamia verso Kukri fino alla quota 2150. D'accordo coi -francesi, il 6 luglio si de>veva iniziare l'azione· sul Tomor, H 7 sulla .Malacastra. L'avversario, forte d i 23 battaglioni - precisamente

faceva parte tutta la cavalle.ria, alla quale, come dire .. mo, era stato affidato un comp ito d i capitale importanza. Lungo la costa monitori inglesi e navi italiane da guerra s·i tenevano in misura d i appoggiare le nootre truppe. All'alba del 7, appoggiato dall'arlìglìeria delle navi, il generale N igra attacca· a fondo Levani, mentre la colonna Trebòldi sul Tomor riru10va i suoi attacchi, ma anche questa ·volta senza il concorso francese. Al centro i -bersaglieri nonostante le difficoltà del terreno procedono spediti su Izvarì e la fanteria do! generale Rossi s'impegna sulle posizioni avanzate di Kafa G iava. La decisione della battaglia è alla sinistra: con gr ande slancio vengono superate le difese nemiche, e gli squadroni dei re_ggimenti Palermo e Catania s i lanciano nella ,pianura d i Fieri per aggirare le difese della l\falakastra e vi riescono. Essi sorprendono un campo d i aviazione austriaco dislocato a nord <li Fieri e lo catturano, anivano a Fieri, in -parte v i appiedano con~ro i <lifensori del luogo, in parte galoppano verso il ponte sul Semeni sotto un grandinare di colpi d'ogni arma. Carica di allori e spingendosi avanti numerosi prìgioniçri, la cavalleria ritorna verso Levanì. La giornata è <lovu.nqùc per noi vittoriosa, tranne sul T ornar dove, pel mancato concorso francese, la situazione è stazionaria. E ciò in conseguenza 'del fatto chè il 6 la colonna francese (alcuni battaglioni e 4 squadron i Spahis) era stata respinta, cd il 7 paralizzata d avanti a Kafa Becit da forze nemic he. Ma il su<:eesso tra -il mare ·e l'Ossum fa sentire la sua ripercussione nel settore del Tomor : la colonna Treboldi ha finalmente ragione del·1a tenace resistenza n emica ed occupa il fronte Terbuhova-Selletta di Costanza.


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L"S luglio fu giornara decisiva della battaglia in_gaggiaita d al XVT corpo d'armata; il 9 la vittoria conseguita yenne completata cd il ~uccesso ~fruttato. L 'aYiazione ita liana ed inglese vi concorrono, bomua.rdanc'c, le v ie di ritirata dell'avversario e distruggendo il ponti: di Kuci sul Semeni. Il generale Xigra arriva al ponte di ?llfctali sul Scincni, d1c il nemico fa saltare, men tre la cavalleria piomb1 su quello di Iagodima e se nt impadronisce. Il generale Rossi entra a Rcrat; i bersaglieri sono a quota 1197; le truppe d i T rehold i concinuano a lottare tra le balze asprissime del Kafa G lunka e lentamente prncedono verso nord. La battaglia ,. finita: essa ,costò a noi 150 morti e 700 feriti, e le perdite relativamente lievi devono attribuirsi alla manovra genialmente concepita e felicemente attuat:i. R ilevante fu il bottino e ben 2000 prigioni~ri il trofeo della vittoria. L'insperato successo conseguito dal XVI co1•po <l'a r-

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(a la situazione g~nerale e .Ja grande offensiva oltre al P iave che slam maturando. La situazione del XVI corpo, in quelle condizioni e d i fronte ad una sessant ina di ba ttaglioni ,austriaci, c hè tanti ormai e rano, comincia\'a a farsi critica. Ben 19.000 erano i ricoverati in luoghi di cura! Venne pertanto deciso il ripiegamento sui monti della Malac:istrn, e<l eventualmente anche sulla Vojussa, per avere fronte più ristretto. Nel ripiCJ:lamemo il solleone a lbanese, che sostencva110 meglio le nostre truppe clic quelle nemiche, meno abituate ai forti calori, fu il nostro alleato. Alla fine di agosto le nostre (ru,ppc, non 'Premute dall'avversario, erano state ripiegate su una linea difensiva che <la: mare, .per i monti ddla )lalacastra, giungeva al Tomor. Ivi s i riordinarono, si rafforzarono ed attesero - ma per breve ora - il momento di riprendere l'oITensiYa i)Cr la vittoria finale. S. La vittoriosa ofje,.siva finale i" Albania.

R ipo,atc, riordinate e rinforzate dalla 13• divi,ior.e e da una briga ta, ritorna ti nelle file molti ammalati, a

Mltraglleli italiani mala ital iano, fece concepire nel generale Franchct <f t::spcrcy. che aveva sostituito il Guillaumat nel comando d ell'Armata d i Oriente, il proposito di manovrare -ii conserva con gli italiani per separare defin itivamente gli Austriaci -dai Bulgari mediante un'operazione per il Gora Zop. Avrebbe perciò voluto che gli ita liani s i spingessero fino a llo Skumbi. Il generale F crrero era in massi1mt disposto ad entrare nell'ordine d i vedute del generale fran cese, ma era giustamente p reoccupat~ per le difficoltà logistiche, dati i limitati mezzi di cui disponeva, 'J)er allontana rs i <li tanto dalla. prop ria base abtravcrso un p:i.ese quas i sprovvisto d i strade. Anche la stagione caldissima lo preoccupava; tu11a,·ia, per sodd isfare, almeno in parte, a l desiderio del generale Franchct d'Espcrey, ordinò di proseguire l'avanzata in direzione di )fali S loves, rimontando il DevoJi e spingendo la cavall~ria sulla destra <lei Scmcni. Ndlo svolgere le operazioni, le preoccupnioni del generale Ferrcro si tro,·,\'rono anohe troppo giustificate: alle diilicoltà logistiche ed ai forti calori si a.ggiunse la resistenza del nemico, facilitata da spostamenti di forze bulgare verso l'Albania. Il 23 tuglio ebbe inizio una poderosa controffensiva nemica con forze fresche giunr~ dalla Dalmazia, dalla Bosnia e d:ùla )facedonia. Aumentavano le 'Perd ite -per i disagi e la malaria, tanto più fra le truppe costrette ad operare nelle regioni più malsane lungo la costa. Rinforzi non giungevano, nè potevano giungere, d:-.-

metà di settembre, quando l'armata alleata d'Oriente stava sferrando la sua vittoriosa offensiva, il XVI corpo era nuovamente in efficienza materiale, ma specialmente morale, per concorrervi nel .modo il più efficace. Il nemico, imbaldanzito da,I nostro volontario regresso sulla :i:',falaoostra, rime~o in breve per i rinforzi sopraggiunti, il 10 settembre ave,·a ripreso l'offensiva nel settore del Tomor all'estrema destra del nostro fronte e lungo la zona costiera, ma era stato arrestato dall'energica resisten1,a dei nostri. Il comando italiano però non tanto si preobeupava di d ifendersi, quanto di preparare i mezzi adatti per spingere l'offensiva. non solamente a l di là del Scmeni, ma anche a l di là. dello Skumbi, per cui sarebbe stato necessario essere largamente provvisti di salmerie e di materiale per passare i corsi d'aoqua. Nm1 c'era però da pensare di poter ricevere salmerie dall'Italia in quel momento, in cui si stava preparando Vittorio Veneto. Iniziatasi l'offensiva dell'eseecito <l' Oriente cd avvenuta la rottura del fronte bulgaro con la conseguente mpida avanzata delle truppe a lleate verso la vecchi:i Serbia, e pronunciatasi la minacciosa avanzata della 35• d ivisione sul Ba:ba Planina, che permetteva alla 5;• divisic,ne francese, d i est.rema sinistm, d i procedere ad ovest del la,:o di Ocrida verso Elbassan, il generale F crrero si rese subito conio come per alti interessi politici occorreva c he a,ltri non c i prevenisse nè iv i nè a Durazzo, nè a Scutari; senza a ltro mosse quindi alle offese. Era fronteggia.lo dal corpo d'armata a ustro-ungarico con pari n umero. Questo, temendo d'essere aggirato sulla. sua sinistra dalle truppe a lleate operanti a nord del laigo d i Ocrida, aveva iniziato il rip iegamento. Il 30 settembre le nostre pat1uglie di cavalleria giungevano allo Skumbi, là ove la rotabile lkrat-Kavaja Io attraversa e trovarono il ,pon te distrutto. Colonne leggere <li fanteria e di cavalleria, il 7 ottobre erano già. su quel corso d 'acqua, e quella di estrema destra ( della brigaita Palermo). dando bella prova di resistenza alle faticbe e d i forte volere, superando ogni difficoltà eh terreno, compiva per p iù giorni mMcic lunghe e faticosissime, ma riusciva a prevenire a<l Elbassan, di due ore, l'avanguardia. della 57• divisione francese. Giunta sullo Skumhi, la 'brigata T anaro doveva superarlo di


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Difesa italia.na sulJa Vojussa viva forza contro .forte relroguar•dia nemica cl1e ne d ifendeva i pass i: proseguiva quindi su Kavaja e Durazzo, mentre la 1brigata Palermo, da E lbassan puntava su T irana ,p el passo d i Gra:be (1640 m.). II 14 le fanterie, dopo aspro corri'battimento, s'impadronivano d i D urazzo, che era st:tto dato a.Jle fiamme; navi da guenra nost·r e e britanniche, forzando lo sbarramento del porto d i Durazzo, bombardavano gli impianti di quella base navale. Ormai la distanza che separava le . nostre truppe operanti da,lla base d i Valona era. troppo grande, tanto ,più che sul servizio per mezzo di atttocarri non c'era da. pensare: tutto o quasi tutto doveva essere traspor tato a salma. Oc<:orreva quind i sostare per organizzare una. nuova base. D'a ltra parte occorreva anche far presto, s ia per raggiungere gli austriaci in ritirata, sia, ed ancor più, per le necessità politiche sopramenzionate. In quel a.nomento le t,)iù sfrenate ambizioni locali ed internazionali avevano libero sfogo: Essad Pa,,cià premeva sul generale Franchet d'Esperey perchè Io appoggiasse in modo tangibile nel suo sogno di dominazimie a lbanese, e 500 gentlarmi essadisti, provenienti da Salonicco, ~I 17 ottobre giungevano ad E lbassan diretti ad Alessio per prenderne possesso in nome d i Essad. Il Comando delle truppe italiane li fermò e li disarmò. La <:orsa dei Serbi a Tirana e verso Scutari, segnalata a Valona, faceva ,chia,ramente comprender,: come i vari p retendenti alla conquista del!' Albania facevano ogni sforzo per p rocurarsi ,I 'uti possidetis da esibire al Congresso della 'J)ace. Per evita.re complicaz ioni d ' indole interna ed inevitabili sollevazioni da parte degli Albanesi, la cui ostilità. irreducibile contro i Serbi s i era manifestata durante .te dolorose giornate del gennaio 1916, e per non compromettere le sorti avvenire del popolo ,tlb,rnesc, occorreva che tu tto ;1 territorio rimanesse sotto la bandiera d'Italia, la qua le, non avendo mire d i conquista, aveva prima della guerra sostenuto l'indipendenza a lbanese, e, durante la guerra, proclamato ad Argirocastro l'indipendenza e la integrità. albanese sotto il protettorato dell'Italia. II -g enerale Piacentini, assunto il comando di tutte le forze italiane nei Balcani il 25 ottobre, clava. vigo-

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roso impulso all'inseguimento del nemico. Le nostre truppe, che erano già sulla riva sinistra del 1Yiathi, e che aveva.no rial.Jacciate le proprie comuni,cazioni con Valona, valendosi anche della via di mare, forzarono il passaggio del fiufne alle retroguardie austr iache, e ,per la grande strada di Alessio, superando le successive resistenze opposte dal nemico, e dalle frequenti i.nte:ruzioni st•·adali -da esso praticate, il 3 I ottobre, superata la forte d istanza che le separava da Scutari, arrivavano davanti a questa città, intin1ando la resa alle truppe austriache -che ne difendevano gli accessi. Analoga in timazione veniva fatta <lai comandant,e di un reggimento jugoslavo, proveniente dal Montenegro, che aveva p reso posizione ad est d ella città.. In seguito al rifiuto nemico, l'artiglieria italiana aprì il fuoco sul Tarabosc (coll ina che domina Scutari e 1~ difende d a ovest a sud) e cosrrinse le iruppe , austriache a sgomberarlo. P er effetto cl i tale sgombero il reggimento ser bo penetrava in c ittà ; a ltrettanto non potè far<: la nostra fanteria impcxlcndolo la p iena clella Drinassa, suJ.la quale il ,ponte era stato distrutto. Gettato un ponte di ci.r,costanza, le nostre truppe il 1• novembre entravano esse pure in Scutari, mentre la cavalleria, <:ontinuando l'avanzata verso nord, si spingeva celeremente, seguita da colonne leggere di fanteria, su Vfr Bazar, Dukigno, An tivari che occupavano il 3 novembre, vigilia ddl l' a.rmist izio di Villa Giusti. II Comando del XVI Corpo giungeva in tanto a Scuta.ri, dove riceveva lo spon taneo omaggio della popolazione e delle autorità. Il 4 novembre il reggimento jugoslavo, in seguito a richiesta fatta d a l nostro governo a quello se!'bo, c,vacuava dalla c ittà. L'ulteriore avanzata lungo la costa venne compiuta con il sussidfo d ella R. Marina, mentre il nemico, in i,iena dissoluzione, si d irigeva su Caitaro, ove a l momento dell'armistizio erano ammassa.ti 100.000 austro-u ngarici. I l genera le Pflanzer Baltin che Ii comanclava, di fronte a i violenti atti di indisciplina commessi da _quelle truppe, r ichiese, all'a,tto della cessazione delle ostilità, .protezione per sè e per gli ufficiali, ormai esautorati e minacciat i dalle soldatesche e da l contegno ostiilissimo della popolazione. L a brigai.a


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Barletta venne sollecitamente sbarcata a Cattaro, mentre la R. :Marina sbarcava distaccarrnenti di marinai, che p rendevano ,possesso di quella importante e potente base navale. 6. L o sgombero dall' Albania. Durante il 1919 l'Albania r imase occu pata esclusivamente dalle truppe ita lian e, tra nne che a Scutar i, dove insieme çon gli italiani c'erano reparti francesi, cd a Koritza <love c'erano soltanto questi ultimi. Il fatto ohe men t.re i francesi se ne andar ono da Scutari e da Koritza, noi invece rimanevamo a Scutari, sia pure per mandato delle Potenze, e p iù ancora il fatto che nella Conferenza per la pace a Versailles, ci era stato conferma to il d iritto di conservare Valona. mentre poi si di~.poneva iri favore della Sc1·bia e deHa Grecia di parti d el territorio a lbanese, e tutto c iò in aperto contrasto con il p rochma di Argirocastro nel quale era sta ta promessa tutta l' AJ:bania indipendente sotto l'egida del Go\'erno ita,lian o, d iedero nuova vita a quelle dif-fidenze ccl a quelle animosità nei nostri riguardi che erano state suscitate da lla IJ)Ubblicazione del trattato di Londra, avvenuta fin dal maggio 1918 e riru1ovate in segui to, perchè in quel trattato men tre si concedeva l'occupazione del territorio di Va lona a ll'Italia, si ammetteva che se q uesta conseguiva i suoi confini istriani e dalmati ivi contemplati, avrebbe p oi concesso la cessione alla Serbia e<l a-Ila Grecia rispettivamente <li territori a nord ed a sud cieli' Albania . Tali diffidenze erano state in par te dissupate dal nostro proclama d i Argirocastro, ma ora i pro,pagandisti a i nostri danni avevano Luon gioco per fa,,Je risorgere. Cer to è che quella corrente d i simpatie che quattro

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anni di governo saggio, operoso e civile avevano deti::rminato, andava Fman ma no inaridendo ; e ciò pirinci,palmente per effetto della nostra politica incoerente. Il 10 maggio 1920 l'« Agenzia Volta» pubblicava che « negli ambien ti politi-ci s i assicurava avere il Governo italiano pred isposto lo sgombero <lell' Albania meno la zona di Valomt », notizia confe1'll1ata e di cui si dava la spiegazione il 21 d tdla medesima Agenzia con la seguen te pubblicazione, che rivestiva cara't tcre di comun icato: « L e nostre truppe restano soltanto nel campo trincera to di Valona.. Attualmente esse sono anche a Scutari ma vi sono per delegazione deiHe Potenze alleate cd irl rapprcscntama dell'Italia. A Valona invece restano per chè il possesso d i quella zona, assicuratoci da l trattato di Londra e riconosciutoci a nche nella r iu n ione interalleata del 9 marzo u. s ., è un elemento della ,lifcsa d el!' Adria tico, tan to più indispensabile in quanto è noto <:he le trattative per la soluzione del p rqblema. adriatico ci porteranno sacrifici dolorosi. La nostra ,politica ha per cardi ne che si costituisca una Albania indipenden te, e quindi diretta a favore d i tutti quegli clemen ti albanesi che renden dosi .padroni della situazione, sappiano costituire un Governo che dia anche affidamento di a micizia verso di n oi, Quindi noi noJJ abbiamo interesse ad una occupazione diretta, ma interesse ad impedire cbe altri costituiscano un Governo che .potr ebbe cost itu ire minaccia per noi. Procedendo in quest'omine d'idee, abbiamo cominciato con il favorire gli Albanesi cedendo lor.o l'amministrazione d el P aese. Ed ora ci ri tiriamo da ll' Albania. Per quanto la nostra ocCUJpa.zione permanga in a lcune parti, ciò n on ha in a lcun modo cara ttere di coazione per quel Governo e per -quelle p opolazioni, m irando soltanto a pr·,-


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sidiare gli interessi che noi colà abbiamo svi luppato e che vanno sempre più maturandosi, ed a salvaguardia del territorio albanese da cu pidigie a-ltrui. Il ritiro delle nostre truppe è stato anche consigliato da ragioni finanziarie. Infatti ,la 11ostra occupazione in Albania d è costata qualche miliardo durante la guerra ed imponeva tuttora una somma ingente, la quale potrebbe. più utilmen te essere spesa per sviluqJpare con ,gli a lbanesi i nostri rapporti c0111mcrciali in a11o<lo da avere un sicuro sbocco <l'esportazione dei nostri prodotti ed un campo a;perto alle nostre iniziative ».

Lo sgombro dai vari presidi <lell' Albania, ou, s1 procedette durante il mese di maggio ed a i p rimi giorni di giugno, d iede · occasione a frequenti aggressioni dei nostri soklati isolati ed anche a quebla d-i interi reparti <la parte degli insorti albanesi. Le stesse bande che tan to fedehnente c i avevano servito fino allora e che naturalmente noi avevamo annate, passavano ora con gli insorti. Erano .parecchie migliaia e bene armati, muniti d i .mitragliatrici : essi infestavano lutto il paese, ma gravita.vano verso J'.l:ipiro settentrionale e l'a lt a valle della Vojussa. Il forte di Tepeleni, presidiato dJ.


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/ Rada e l) ase D(IVOlC d .i Valon a

un battaglione dell'86° fanteria co11 a lcuni cannon i, era stato investito da un paio di migliaia di insorti; ed il capo di questi alle rimostranze del maggiore italiano cui ave\·a imposto di sgombrare il pos to, rispondeva che anch'esso obbediva agli ordini « <lei suo Go,·erno » . A Desciai gli insorti catturavano una batteria da montagna; dopo fiera lotta essi s'impadronivano di quo ta 115 e di Giormi, catturandone i p residi; facevano saltare il p onte di K imara, isolando sull' altra sponda un battaglione di bersaglieri che pure cadeva prigioniero; invece il presidio d i Lagora, di cui facern parte u n centinaio d i operai a rmati, s i batteva eroii:amcnte, contcnrlendo il 1)asso, quindi ordinatamente s i ritirava su Canina dove s i disponeva a difesa d i quel posto impor•tante, aiutato anche da alcune decine di detenu ti che invocarono l'onore d i partecipare essi pure alla lotta. Nella notte sul 6 giugno gli insorti si avvicinavano di sorpresa a Valona, occuipando i viUaggi di Bestrova e di Sclice a pochi chilometri dalla città: venivano contenu ti d alle nostre tvuppc con il concorso del cannone della totpcdiniera « A·lc ione » p rontamente accorsa n ella rada. Vi arriva\•ano pure altre navi con l'ammiraglio De Lorenzi da lirindisi, fra cui il cacciatorpediniere << San 1\Jarco >> che efficacemente bomba rd:tvano i r i•bclli obbli g:llldoli a ritirarsi sulle montagne, dm·e però essi si fortificavano. Frattanto rinforzi ,·enivanc mandati a Valona ma m tenue misura. ,\ ssai più importante per la forza impegnata, 5-6000 uomini, e per l'organizzazione de l.l' impresa, fu l'attacco che si sferrò a ll'a lba dell' 11, tanto più 1perchè combinato con la. solle,·azione dell'elemento JUusulmano che doveva. attaccare le nostre truppe alle spalle, ed anche perché Osman Effend if ex prefetto d i Va lona, che comandava i ribelli, disponeva di moltt mitragliatrici e di artiglierie prese a noi. Gli insorti mossero da sud con due colonne, la minore su Canina, b ma,ggiore su CiaJ-el-Balises : @ccialmentc quest'ultima agì con molto vigore !ipingendos i fino a lle porre della città. Contemporaneamente scoppiava nel quartiere musulmano la. rivolta, fucilando dalle case i nostri alltsp,~lle. Con prontezza fulminea e coi, grande energia la rivolta interna venne so ffocata. D alla ra<la i cacciatorpe_., àiniére « S. )farco », «Quarto», (( Riboty >,, «Sirtor i »,

« Falco » e numerose s iluranti, con nutrito e bene aggiustato tiro, appoggiavano le nostre truppe nel magnifico contrattacco, sferrato da alpini e da ardili che .olscro senz'altro in foga l'at tacca.n(e, il qua le lasciò sul terren o circa. duC{:enlo uccisi, molti prigion ieri in nostra mano, oltre ad una 'balleria da. 149 di cui si era impadronito. Si r:dusse10 però gli insorti n elle loro forti posizioni s11i <mon ti, d ove si an<larono semp re ,µi ù rafforzando, come poterono constatare ricognizioni offen3h·c· nootre esegu ite nei giorni seguenti. Contemporanea.mente a Valona, era stato attaccato Tepeleni. E nergicamente resistettero ivi le 1,ostre tnr!l)pC, ma venuti loro meno i mezzi e pri ncipalmente essendo stata loro tagliata la conduttura che porta,·a l'acqua, dopo alcuni giorn i, dovettero arrendersi. Argirocastro, Santi Quaranta, Porto P a lermo, ecc., erano gil s tate ggombrate ; rimaneva.no in mano nostra, oltre Valona. Sc•Jta.ri, per delegazione delle Potenze e Durazzo. L'occupazione di Valona era ristretta ad un arco d i cerchi,) che comprendeva le seguen ti località: Anta, Baciardhac. Ciaf-el-Balibes, Can ina e Crioncro. Evidentomente però rimanere a Valona in quelle condizion~ e cioè col nemico che ci serra,·a. da p resso e c he faceva ,giungere i proiettili <lel'le sue. artiglieri.e leggere fin nel cuore de lla c ittà, nè con ven iva mii ita, mente, nè sarebbe stato politicamente opportuno. Insieme con un'abile, ma ferma e dignitosa azione diplllmatica che avesse ~n chiarito i nostri modesti propositi ·- rimanere nel campo trincerato d i Valona e nulla più - sarebbe stato con\'cnieme S\'Olgere un'azi-ne militare ,·igorosa; perciò occorreva mandare a Valona le forze al!'.uo,po n ecessarie. } fa a mandan·ele si era r iluttanti ,p rincipalmente per il :movimento bolscevico che allora s i svolgeva in Italia. Dove\'a. partire per l'Albania un battaglione dcli' I I• Bersaglieri da Ancona, ma nella noue sul 26 giugno 1920, in quel reggimento, con l'a<Jcordo d i elementi sedizios i della cittii che avevano c oncorso a pre.parar lo, scoppiava un mu tinamento. Se questo veni\'a abbastanza ,presto domàto, però torbidi s i mantenevano gli spiriti n ella citlà. r.d in t utta la regione. Con temporaneamente in Parlamento i socialist i reclama\·ano lo sgombero dell'Albania e !'on. Giolitti da-

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va assicurazioni che si sarebbe manten uto il possesso di Valona soltanto temporaneamente, fino a che lo- Staio Mbanese fosse in éon<lizioni · di garantirne a sè il possesso. Pochi giorni dopo (il 29 giugno) l'on. Giolitti annunciava che erano iniziate le trattative per lo sgombero delle trnppe ita·liane dall'Albania, col Governo di Tirana il quale intanto vehiva riconosciuto di fatto. L'accordo vcnn.c firmato il 3 agosto a Durazzo, e sanzionava da parte dcli' Italia la piena indipendenza del Governo Albanese ; solo l'isolotto <li Saseno rimaneva all'Italia. L-0 sgombero delle tmppe si iniziò 1'11 a,gosto 1920 e fu compiuto in poco tempo. 7. Gli ultimi ·avvenùnenti. Partiti gli italiani, gli albanesi non s i accordarono fra di loro ,per la costiLuzionc <li tm Governo stabile, e 1ic derivò un periodo d i lotte intestine non ancora tem1inate. I confini dcll'A. vennero determinati dalla Conferenza degli Ambasciatori (Pa.r,gi, luglio 1922) e sono iJ1dicati nella carta annessa in principio. Si cost ituì nell'A . un Governo composto <l i un Cons iglio d .i tre membri, fino a l 1923; in quest'anno fu di qua ttro membri ; nel mano 1924 venne .p roclamala la repubblica e Ab med Zogu n e assunse la presidenza. Seguirono d ue guerre <li partigiani nel 192-1. La prima, diretta a<l abbattere Ahmed Zogu e in;;pirata e diretta da fan Noli, si svolse nel ma,ggio-giugno; dopo t:tla serie d i combattimenti favorevoli ai ribeìli, la capitale, Tirana, a prì loro le porte il IO giu.gno e Ab:med Zogu riuscì a riparare in J ugosla'lia. La seconda rapp resentò la rivincita del presiden te sconti Ho; il quale, n el dicembre 1924, raccolti nelle mon tagne i suoi partigiani, anarc•ÌÒ con \·arie colonne çonccntrica.mente su Tirama, mentre a poco a ,poco passavano a lui, owure offrivano scarsa resistenza, le tr'll'ppe d i Fan Noli. TI quale, quando vide la capitale minacciata da vicino, la abbandonò riparando in Italia, e Ahmeid Zogu riprese così il potere, il 24 dicembre 1924.

Albania. ReggiJnento di fanteria delle D u é Sicilie, composto di albanesi. •P re se parte, a l comando del col Caudrian, alla spedizione delle truppe napoletane a ll')ma n el 1801 e di qui in Toscana. Il regg. durò fino al 1806.

Albano. Comune del L azio. - Battaglia &i Monte A. Combattuta e vin ta da Ma.reo Furio Camillo (367 a. C.) contro i Celti ,che si er ano avanzati nel Lazio . I vinti su,perstiti si diressero verso le Pu~lie. Nel 1798, S\~bito dopo la sollovazionc d i Roma contro le tn1ppe francesi, gli abitanti si sollevarono a loro volta e di:strnssero gli emblemi .rnpubblica.ni. 11 generale 1Iurat mo3Se contro Albano con un migliaio di -uomini e gli a bitant i del paese e di alcuni vicini uscirono a crro11tcggia1,lo. Ma H Mural li b;ttè e disperse facilmente ooMa stra.da d i Marino (2S febbraio). Albano. Borgo del Vercellese, sulla dr. della Sesia. Il 21 maggio 1859 un distacoarncnlo italiano, comandato d a l ten. col. R eccagni, eseguì quivi per il primo il passaggio della Se!>ia come a van~uaroia ddla IV D ivis ione (Cialdini). Ne se- "1.lirono p iccoli scontri con posti avanzat i a,ustriaci sulla sin. <lei fiume. 0

Albany. Città degli Stati Uniti, sulla dr. dell'Hudson. Sorse presso un forte, cos truito dagli O landesi nel 1623 e ,p reso da.gli inglesi nel 1664. Il 4 hi~io 1754

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venne fondata quivi la Jega delle tJ·e<lici coloT)ie inglesi <lell' America settenu·ionale, contro riughiltarra, che dic-de origine a l pr imo nucleo degli Stati Un it i d'America.

Giovmcni St1..art duca d'Albany. Generale di origine ssozzese al servizio di Francia, nel secolo XVI. Accompagnò Luigi XII a Genova e fu nominato governatore ·cle.l Dorbor.(-se e dell' A,lvef\gna. Seguì in Italia Francesco I che gli ~iedc un esercito di 10.000 uO'lnini per conquista;·e il reame d i N apoH ; ona, giunto a Firenze, cb:ie 1,l notizia ,della disfa.Ha ,di Pavia e delb cal'tura ,del re. Allora a' Albany foce ritorno in Francia e poco ùoµo morì. è\ el viaggio <li ritorno accompagnò Caterina de' Medici destinata sposa al. duca d'Orléans, poi re Enrico II.

Albarracin (Santiago) . Ufiicia le argentino ( 180é1868). E ra figlio <li don Josè A ., il quale morì difendendo Buenos Aires. Santiago A. si gettò ancor giova.ne nelle lotte tra le 'la.rie fazioni, contro Dorrego e oontro Rosas. Seguì il gcncra!e Paz e poi il generale Oriba, e poi il generale Urquiza. Si trovò a difend~re Montev ideo du.ra.nte l'assedio del 1843-1845. Nel 1853 fu nominato commissario di guerra e marina e nel 1868 si ritirò <a vita ,p rivata. G iuseppe Garib:tldi che lo :,,veva trovato nell'Urng,uay nelle lotte fra · il 1844 e H Hl4S, mandò nel 1868 un caldo elogio alla sua me:noria.

Albasine (o Albazi1te). Ant. città costrnita dai Russi sulla J'iva s in. dell' A.mur nel 1651. Pe,· mezzo d i a.gr,coltori venuti dalla madre ,patt,ia si popolò rapidamente. Nel 1685 i Cines~ allarmati e ingelositi, inviarono contro A . un eserci to di 15 .000 u. e 200 pezzi di artig,lic_ria. I n1ssi non avevano che 450 u . e 3 cannon i, ,,1 com,mdo di certo Tolbuzinc, e dovettero anendersi, ottenendo di anda;1·seue liberamen te, mentre i Cinesi incendiavano A . e pos-Cia si aritiravano. L 'anno seguente Tolbuzine tornava ad occupa.rJa con 200 cosacchi e i Cinesi ricomparivano in numero di 8000 con 40 cannon~ JJonendo J'assedio a.<l A. nel luglio. Duran te l'assedio T olbuzinc fu ucciso da una palla di cannone e so~tituito nel comando da Beiton, d'origine tedesc:i Nell'agosto 1687 l'assedio venne tolto in seguito a trattative fra Cina e R<Ussia, :ma nel trattalo di N ertchiIL,k (27 a,gosto 1689) veniva st.rbil ito cbe i Russi avrebbero a.bba1\donato A. e la regione, e la città sarebbe stata distrutta. H ,che fu fatto, mentre .gli a:bitanti r ientr;.vano in Siberia. Atbatros. T orpediniera di alto mare, in acc1a.10, vara ta il 22 gennaio 1907 ; dislocamento 216,S tom1., macchina. 3249 HF., velocità 27 nodi. Ha prestato utile sen •izio in Egeo <l~trante la ,guerra Ila-lo-Turca ( 191 1~ '12) e nella grande guerra ha eseguito numerosissime missioni d i scm,ta nel Mediterraneo p er la d ifesa contro i sommergibili. Albatros. Trpo d i aeroplano mono,plano da caccia, largamente usato dalla Germania durante la guerra. lfa elica trattiva e motore del tipo Siemens. Caratteristiche: Alt. m . 2,65; Lungh. S,40; Apertura aJi m . 10,3: Superficie p ortante mq. 10,5; J'eso a Yuoto kg. 303; Carico utille kg. 132; Autonomia ore 3/4 S' ; Velocità massictna a 1000 m. km.h. 140; Salita a 1000 m . 9'.

Albe (Federico Adolfo vo1t cler A.). Colonnello prus-

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siano ,del secolo XVHI. Pubblicò un'opera sulla fortificaz,ione ;per.manente <:ol titolo: «Nuovo sistema cli fortificazione, con il quale sono poste egualmente in stai.o di dìfesa le città, i ca.stelli, ecc., s ia regolari come irregolari; sis:1'!'na completamente diverso da quello usato fino1,a " · L 'opera pubbhc;~ta a Francoforte nei 1749 , fu ristat)\Data a L ipsia nel 1753 e a Hablc nel 1767.

Al bear y Lara. GencraJe spagnuolo dei secolo XIX, n. di iwana. Era direttore del Gcr.-io Militare a Cub1. ed aveva eseguito molte opere di fortificazione ncll'i-

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riparare a.H'errore d i Mur at, e Werneck è battuto dai 1·infor;,i 6QJ)ravvenuti e· ricacciato verso Ulma.

Albedyll (Emilio). Geuenule prussiano, n . a L ibcnow neJ 1824, m . a Potsciam nel 1897. ,Sottoie:nente nel 184J prese parte a.Ile operazion i militari del 1848, 1864, 1866. Diu-anlc la ,guerra 'd el 1870 era .colonnello, e ca.po di g<1,binolto di re G-ugliehno. Nel 1873 raggiunse il grado di ,generale e rimase rome a iutante di camp o presso ,J'imperatoré Guglielmo; a lh morte del quale passò a comamlare il 7° CQJ']JO d'a..nmata. (Westfalia). Albemarle. Vasta laguna nella Carolina del Nord, Sl:•ll' !\tiant,co, nogl i Stati Uniti d'America.. E' acces.;;ibile a navi d i ,pi-ccoia ,pe..,s.cag ionc. Della laguna, durame la gllerra di Sece~sionc, divennero pa<lroni i Fedcrali, csp11gmmdo i l forte H atteras tenuto dai Con federati. Ciò ponnì,-e ai primi di esegu ire sba..rc.hi su varii punti deila Carolina del Nord, costringendo i secondi ad abbandonare Norfo.lk, -:love avov:i.no H loro unico ar senale -da guerra (1862). Albemarle. Ariete confederato durante la guerra di SeceèSioue. La notte dd 27 ottobre 1864 era ancorato nctl1L rada çli P lymouth (Carolina dei Nord) quando fu assalito da. ~na bai·ca a vapore munita di tor,pedine ad asta sul-la ,prora e guidata. da i ten. di vascello Cusb.i.ng della 1ia'rina feder.alé. DaJla nave avvistarono la imbarcazione quando que-;ta era molto vicina ed apr i0

sola e nc:lla Spagna. A,,ana, in segno di r iconoscenzl per il grandioso acquedot to d ella città, da lui ideato e costruito, eresse nel 1896 un monu mento. alla sua mem oria, opera dello scultore Vilalta dc Saavedra.

Albéca (Alessandro d'A .\. Viaggia1ore e amministratore fraJH;csc, n. nel 1858, m. nel IJahomey nel · 1896. Nel 1889 esplorò una par te della Cmùt deg.li 's.chiavi, e 'Poi, nel 1892, seguì il generale_ Dodds n ella campagna del D ahomey. S-crisse d iverse opere sui paosi visitati e una relazione della ca!lllpagna cu i pr ese< .par te con il titolo: « Le D ahomcy en 1894" ( 1895).

.Albeck. V illaggio del Wurtcmbeng, :presw Uim:i. Nell'ottobre del 1805, mentre i! generale :.\fack concentra va ad Ulma le sue truppe, il gener ale D upont vel' lliva lasciato solo con la s ua divisione, circa 6000 u., sulla ~in istr a del Dan uJbio, per ordine di M ura l, il quale faceva passar e Ney sulla destra. Mack, i.n luogo cli a vanzar~ con tutto l'esercito contro D u pont e sfuggine , <.osì all'ctccerchfrtmcnto, ,nanda contro la d ivision e fra.i1 ccse 25.000 u., comandati da Werneck. Malgrado la s,proporzione delle forz<::, .i francesi dei Dupon t r esisl:H10 energicamente : s,pe-cialmente notev<1li ripetute cariche de lla cavalleria fra ncese comand ata d a i generai~ Sahuc. Costretto a ritirarsi su Guntzburg, il generale DUù)Ont ha però dato modo e tempo a Napoleone I a i

rono il faioco, ma B C-ush.ing riu.'ltì ad abbassare l'asta e a lanciare la tor,pcdi11e contro lo scafo. L 'A. affondò in pod1i minu ti e la sciah4;:ipa potè mettersi in salvo.

Arnoldo di K ef,pcl conte d'Albemarle. Generale olandese al servizio de ll'Inghilterra, n. nel 1669, m. ne: 1718. Co,nballè contro la F r ancia verso la fine de·J regno di Luigi XIV,. Nei 17i o par tecipò all'assedio di Aire. Nel 1112 perdette la battaglia di Denain, neil:, qua:le fu fatto p rigioniero. .4.lbcmarle. Generale inglese del scco!o XVIII. E bbe il comando delle trnppc per l' impresa <li Cuba, im barcate su 36 navi e protette da una flotta a l comando <leli'a,mmir<tglio P ocock. Erano 15 mila u., coi quali l'A . -sbarcava a sei miglia dal·l'Avana. Quindi muoveva verso questa c it tà e v i poneva l'assedio dalia par te òi tcn-a, dopo d i aNer battuto truppe spagnuole che gli ostacohcvano il passaggio d e\ Coscima·r. L'A. contribuì a,Jia presa , icli' Avana che dalla parte del mare era battuta. dalia flot ta (1762) . Cim·gio T o,,imaso Keppel conte d'Albemarle. Generale inglese, Par i d'Inghilterra., n.. e m . a L ondra (179?1891). E nt rato neli'cseroito nel 1815, prese parte alla battaglia <li Waterloo ; fece poscia d iverse campagne nci!'In clia. Raggiunse il grado <li ma,ggior gcner-ale n el 1858. F u ufficia:le d'ordin anza d ella Regina, e dcpll-


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tato a.Ila Ca,rnera de i Comuni e dei Lordi. Lasciò diverse rc laz,ioni <lei suoi viaggi. Albeinarle (Am.111rragl·: ). V. K cj,pel, con il quale noP er il genera.le in-

me sono comunemen te indicati. glese duca d ' Al bemarle, v. Monk.

Albenga. Anticaimente chi,uuata Albi,,m, era la. capitailc degli Inga;u.ni. L 'alleanza c;hc contrasse con Cart agine per m ezzo <li ::VIagone, fratello d i Annibale, la rninvolse per -ci.rea. ottant'arnli nelle guerre puniche, pe r terra e per ma.re, durinte i quali meritano essere ricordate le battaglie contro Al'lJ)io Cla,udio, L. Emilio Paolo e Gnco Fa1bricio ; e le oocupazioni delle coste della Sarde-gna, Corsica, Gallia ed Africa. fatta dalle flotte ,che in A. avev,rno la base. D ivenne poscia 11unicJpio romano e si go\·ernò abbastanza, li bcra mentc, fornendo truppe a Roma. All'epoca delle incursion,i bar~ ba.ri<ihe fu assediata dai Goti, ai quali oppo.<;e fier issima resistenza. E•d essi se ne vendicarono <lqpo la re~ sa, a,bbattendone le fortificazion i e le mura. Costa.rizo la riprese ai Goti e ,la fortificò nuovamente, ma. venne assediata ,poscia dal longobar<lo Lotario e nuovamente d istrut ta.. Nel med io evo A., che era stata un'alln volta fortifiçata e fortemente turrita, s i dichiarò pe r i ghibellipi. D·urante le ,guf>rre di quell'epoca, fu assalita da una Jlotta Pisana. di 31 galee, e incendiata. Nel 1436 fu ass<;;d;ata da Niocdlò Picoinino, per co11to dei V isconti. L 'assedio dwrò fino a l 1438 e il valore dei cit• tadini riuscì a salvare la oittà, la dtfesa della quale era. stata. affidata a. Tommaso Daria che vi r~ma.se u cciso. G li Alben~1esi concorsero ; Ila. d ifesa d i Famagoota nel 1390 e alla. battagli.c di Lepanto nel 1571, dove li loro concittad ino Gregorio d' Aste comandava d ieci galee. I Sa,voia presero A. n el 1625 sotto Vittorio AJnedeo I ; la. ,città rima.se pochi mesi in loro pote re, chè fu liberata mc,,cè il soccorso <li 42 galee gen ovesi. E la .presero ,Utcora. nel 1746 sotto Carlo Emanuele TTI, tenendola fino a l 1749, aJUlO rin cui la sgomberarono. '.forna.ta in possesso della repu!tlblica. di Genova, ;J. vide nel 1794 giungere i francesi di Kellerma.nn prima e del B-uona;parte poi., i quali fortifaarono la linea d i Santo S,pirito e fecero della città ba.se per le loro operazioni n elle Alpi maritt;me. Dopo i rovesci del 1799, i francesi s i .ritirarono sa.Ila. linea di _ Santo Spiri to, ma dovettero a.bbandonarJa il 3 maggio 1800 insieme alla c ittà, e ritirarsi a:I Varo. In seguito A. seguì le sorti della Liguria . 1

Albera (Enr·ico) . Generale, n . a Cagliari nel 1859. Use\ dalla Scuoi~ mi i. d i Moden a nel 1874 col gr·aùo <li sotloten. e fu d estinato a'i l O • Bersaglieri dal quale passò nel J 881 rol gra'clo di tenente· nei Carabinieri· Reali, dove riana-se fino al grado d i colonnello ( 1913). Nel 1904 fu destinato capo della M i~sione italiana in l\foce<lonia per la riorganizzazione della gendarmeria.. Ne.I 1909 passò a. prestare servizio nella gen <la.nneria ottoman1 con il grado d i genera le d i bri-

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gal.a dell'esercito turco e .fu inviato .i n Siria. Richiamato in patria. nel 1911 partecipò alla campagna. d i guerra italo-tu1,ca. •Collocato in posizione a'llsiliaria. per ragioni d 'età nel 1913 e richiamato in Stlt•vizio nel 1915 col gra<lo di Maggior Generale, fu dal 1915 a l 19 19 addetto al Comando dell'VIlI Corpo d' Armata. Collocato a riposo nel 1919, ba. as...unto dal 1923 il grado di Generale d i D ivisione nella riser-v a.

Alberatura mìlitare. (V. anche Velatm·a) . Le antiche marine del Mediterraneo (Greca, Romana, ccc.) adoperavano per le loro navi da guerra, la cui propulsione era quasi esclus ivamente a remi, delle vele triangolari fissate con il lato superiore ad ,ma lunga e leggera antenna., la quale veniva. issata ì:s <:ima ad un albero relativamente basso, ohe si ergeva a. metà dell'i111bal'Ca.zione. SoAl:berat ura ,cli nave an t.Eirlor e no queste Je vele che all'èra cri_stiana tuttora -conservano il nome di « ve'le latine >>-. Questo tipo d i aJ.beratura era creato dalla necessità di a.vere grande spazio disponibile •per i vogatori. N elio stesso tempo, quando le vele erano ammainale, I' albero d1e rimaneva., e:;sen .. do basso e senza sartie, offriva· poca. resistenza al moto ed c.-a in molti casi ab•batbibile . Tale sistema, mentre si adattava assai bene per la. naviga.zione relativamente facile del Aèberatora <Il nave anter1oré l\foditerr,tneo. non e • all' èra cristiana l·a. prati<:aibile per l'Oceano, e se n e a~corse Cesare, nella sua spedizione con tro l'Inghilterra, quando le navi romane furono messe a dura prova dal cattivo tempo in confronto a. quelle usa\.. te dai Bretoni. L'alberatura. e Ja. vela latina vennero tutt a.via riprodotte qualche vo lta an che nelle galere oceaniche della n1a rincria fran cese . Si ha cos\ notizia <li una sped izione di galere attrezza.te in tal modo, nel XVI sec., Alberat ura di nave autel'iore con'.tro le I sole Anorall'èm cr L~tlana te, a.i tempi d i Caterina d ei Medici. Il tentativo venne imitato sotto Luig i XIV, nel XVII sec. fa<:en'do trnsferire delle galere d\l,


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Marsiglia a lla Manica 1per opera.re contro l'imboccatura del Tamigi e nello sbarrco dèlil'a,rmata francese a Tymmouth che <devastò la. costa inglese. Malgrado gli sporadici successi si può affermare però che il tipo di vela latini con alhero tozzo e basso è rimasto una p reroga.tiva della marina med iterranea, dove poteva essere im-

ncllaggio relativa,ncnte modesto ad uno pii1 forte e si abbandona quasi ,completamente il remo per la n avigazione a lturiera, non è più possibile ~ iegare la vela latina, che, essendo fa.Ua. con una rilevante superficie d i tela, rende la manovra oltre.modo difficile e perko• Iosa. &co sorgere qu in<li l'albero a lto e fisso che so-

Alllcra'turo di rn avj delle g-mndi isol e ctell'Occano Pacifico piegato soprattutto perchi:, a vendo il centro di resistenza velica. molto in alto, offriva la maniera di utilizzare :e deboli br(!zzc frequenti nella navigazione est iva con<lotta in prescm;a d i coste ,molto frastaglia.te. Con lo stesso tipo cli alberatura, ma con due o tre alberi, erano costrwiti gli (( sciabecchi )> e le « felucl1e » della marina Sipagnuola e Pro\'enzale, e poscia. quelli dei p irati barbaireschi de i bey <di T ripoli, A·lgcri e Tunis i. Atberntura molto s imile tro,·ò Cook nelle imbarcazioni da guerra dei popoli delle isole della Polinesia, nelle sue crlebri spedizioni n el Pacifico. Quando, rol procedere degli (IJ'lni, si passa d al ton-

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Alberatura di vascello dC'I XVI I secolo

stiene nella sua. parte inferiore una specie di vela latina e nella parte super iore una vela qWldrata inserita ad un pennone di ,più facile maneggio. Dalla nave completa.mente a vela latina, si passa a quella mista con vela latina e quadra comemporaneamente, e infine a quella a. tutte vele quadre che rimarrà per molti anni la sola nave -da ,b'I.ICna di altura. I l nwnero d egli alberi aumenta fino a quattro dei qu ali tre vertic-ali cd uno inclinato prodiero (il bompresso). L'albero talvolta ha una note\'ole pendenza verso l'avanti e ciò non è senza importa.n.za pe.rchè quando il tempo è calt ivo e s i serrano le vele alte, il centro velico viene por-

.,.

Albe 1·at11ra ctl vcc1·11la nave eia guerra


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tafo automa ticaJmente p iù verso popJ)a e in tal modo il bastimen to d iventa p iù « a.,·dente », ossia può ma.novrare p iù faci1nlf. nte. Il tipo di alberatura è quello che viene a dare il nome alla nave e s i avranno così, per le unità da gucr-

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essere molto veloce per compiere le ope_razioni rapi<le della guerra d i corsa.. E' un miglioramento deUe galeotte, rimaste in vigore fino alla metà del XVIII se• colo e porta 20 cannoni d i viccolo calibro . La fregata e il yascello, quantunque siano d i dimensioni n otevol-

\ -.i · -~-':'.::

Alb eratura di v.a,sceuo del XVIII s.e'colo 1) Al bero di t ri nchetto ; 2) Albero di m a,es;tra; 3) Albero ,di mezzana ; 4) Albero di ·pa.roochetto; 5) Alber o di gabbia; 6) Albero <li cont romezzana ; 7) A1ber-o (I! vel acct no; 8) Albero di velaccio ; 9) Albero d i htllvoo.er e; 1 O) l'Cll'IlOne di trinchetto ; 11 ) Pennone di rnaestra; 12) Pennone <11 mezza.na; 13) Pennone d! paroochett.o; 14) Pennoue di g,ahblla·; 15) Pennone di controme1r zana; 16) Pennone di velaccln-0; 17) Pennone di vf!flaccio; 18) Pennone dl b el vedere; 19) Bompre&;o; 20) Asta di fiocco; 21) Penn(l()(;ino; A, B, C) Coffe di .tr inchetto, maestra, mezzana; D, E, F) Barr e di trin chetto, maestra, mezzan a.

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39 36 27 22

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velaiccio

))

parocchetto 'belvedere

21 16 15

Pennone maestro )) 11,ezzana )) trinchetto )) bompresso gabbia » velaccio » )) -pa.rocchetto )) velaccino

35 32 3l 22 26 24 16 14

,i ..:i

F R EGATA

da 74 cann.

da 54 cann .

lungll. m. 6;l lung-h. m. 58 1ung-h. m. 55 lungll. m. 45 Jargh. m. 18 largh. m. 15 ,l a rgh. m. 14 la.rgh. m. 11 pescag. m. 8 pescag. rn . 7 pescag. m. 7 f)CSOOg. m . 6 lungh. !111 . lungh. Ul. lungh. :m. l ungh. crn.

))

))

da 80 cann.

-

Albero maestro )) mezzana )) trinchetto )) bompresso )) ga.bbia

.

mente -diverse ( 400 tonnellate l'una, 1000 tonnellate l'altro), hanno gli a lberi d ella stessa grandezza perd 1è la fregata ha il compito d ell'esplorazione in ma.re e deve essere più veloce <lella squadra che aiccompa.gna. L a nomenclatura. degli a.Iberi è quella che si rileva d all'acclusa figura. Anche i marini del ,per iodo velico si preoocupitrono della facilità delle riIJarazioni e dei r icambi e ver:so il 1760 ved iamo pU'bblicare in F rancia delle n orme tassat ive che prescrivono le dimensioni dei s ingoli pezzi, non solo per renderli facilmente intcréaun biabili su lla stessa nave, -bensì anche fra navi diverse. L e d imensioni dell'alberatura. <lei due p rincipali ti-pi di n ave son o indi•ca.te nel quadro seguen te:

VASCELLO

DIMENSIONI

---.......~.. - 'u

All>eratura clè.lie navi de! XV-XVI secolo

ra, lo sloop e il cutter (un albero), la goletta e il brigan tino (due a lberi), la fregata e il vascello ( tre alberi). L' a l>bero del oultca· (con vela aiur ica) è altissimo, quasi 30 metr i p er u no scafo di 28 metri d i lunghezza e 9 <li la1·ghezza, come si' ad<lke ad u na nave che deve

da 120 cann.

,,.. .

-

37 34

34 -

24 21 22 20 16 14

23 20 21 19 15 13

32 29 29 21 24 24 15 13

29 27 27 19 22 20 14 12

31

29 25 20 16 18

17 14 25 22 13 17 18

16 12 10

--

da 54 cann.

lungll. m . 44 Jargh. m. 11

pesea.g-. m.

lungh. .m.

27 24 l9 16 16 16 11

24 22 13 17 17 16 11

10

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Verso la metà del XVllI secolo furono falli dei tcnAlberi ddlc navi da g1«·rra a vnpore. tativi, ~-pecialmente da i corsari, per adottare navi con Gli scopi principa.li ddl'albero della nave da guerra quattro alberi verticali. Si constatò pemoderna sono i seguenti: rò ben presto che le navi corsare, mal1) Sostenere il padig!ione della Ra,. grado l'inno,•azione, erano spesso ragdiotelegrafia; giunte e c:itturate dalle frcgnle; l'in2) Servire alle scgnala;:ioni con n ovazione ven ne abbandonata. Le quabandiere; lità del legno con cui erano fatti gli 3) Sostenere la coffa che contiene alberi erano di preferenza il pino, l'ala stazione ,principale di dirc,done d el bete, il larice. 1\fa la mar-ina spagnuola tiro; usava legno di Cuba speciale e molto 4) Sostenere i proiettori di scoleggero a parità di resistenz:i, con gli perta; altri, il che era molto invidiato d agli 5) na,rc com·c,, icnte apvoggio ai inglesi-:- I tronchi maggiori degli a lpicchi cii carico. beri e--ano in più pezzi, r iunii i fra loro Lo scopo di cui al è\. 3 è senza dubmediante i!mpalettaturc e cerchi di fer• bio il pili importante ed è quello che ro. L e -coffe erano molto spaziose per obbliga a <lare agii alberi la pa.rtico• cla•re alloggio a fucilieri che dall'alto lare struttura che risponda a requisiti mitragliavano il ponte delle navi neAlbc;ra~ura di solidit:t e ùi ,poca sensibilità alle miche. dello scii,be(·(,O ))J"OV('llZ8 1<1 vibrazioni dello scafo, Fino ai 1907 Nel pcrioùo d i transazione dalla: l'albero era stato -cli struttura massicvela al vapore vediamo ancora delle cia e 1oz~a essendo sormontato da un na,vi attrezza.te con grandi alberature, lcg,g ero alberetto, ma con l'avvento dele con le vele, m algrado abbiano già la « Dreadnou.ght ii ha assunto la fornei loro fi:mchi le rnotrici e si valgano ma moderna che quella di un tripode della propulsione a elica. Verso il ISSO o qua<lripodc per le navi europee e di la vela viene definitivamente a,bbandoun trali()Cio per le navi americane. In nata nelle na.vi da guerra e l'albero si ] talia si prcierisce il quadripode; in riduce man mano a forme scheletriIn!!hihcrra si preferisce il tripode; neche sui na,·igli mercantili, mentre sulle gli Stati Uniti si preferisce il u·aliccio. n~,i da guerra acquista una struttura Quest'ultimo si è ritenuto finora il mespeciale per rispon<lcrc a nuovi requ ino vulnerabile alle offese esterne. In siti. Alberawra di nave Ol:,'lli caso l'albero prodiero è sempn~ dei pruni secoli d~ ra cristiana

LA 6.Al.. ERA. G ENEMI: DE A.LU BASCIA. . ' .L .

9-l.E EY <;APFI'.AN GE,N, N.ELL~ ROI"l'~ D EL M · D• LXXI•- J>l Vl.l OTT•

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.. ~~~Allleralura di nave da guerra turca del XVI secolo

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Ame..·atura ® quadripode cLi na,•·c da battaglia ltalian,1

A1ber,ltura a trallccio dl nave da llat.taglia arrtericana

AJJicr:Hul'a a tripode cli nave da llatt.1glia inglese

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Albe,·atu ra d i nave giapponese ctel secolo xvn

Alberatura di rreg:1La clei. primi anni (lei XIX s~cO I()

Albcrntura Cll ga~eotta da bom.oe ciel XVI! secolo

Nave porta aeroplani

Allie,·awra della nave da guerra nel peri{)dO 1li tran,slzlone v('l;1-vapore (1845)

Alberatura ctl corvetta del secolo xrx (E' l a « Caracciolo », llrta de'lle ult ime navi a vela della Marina italiirn a).

Alberatura cli galea dei bassi secoìii (XII-XIII)


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Al.beraL11 ra dello sloop da guerra del xv111 setolo

A1lieratura. delle navi del croci,Hi

Alberaitura .<lei vas-ceno del secolo xvnr

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A.r;B

posto avanti ai fumaiuoli perdhè il compito principale di coloro che stanno nella coffa del ti;·<:> è d i '/)edere il nemico e non devono 'J)er conseguenza essere d isturbati dal fu.mo. Un a lbero militare pesa in meldia dalle 40 alle SO tonnellate ed è costituito essenzialmente da tubi di ferro a sezione resistente. Dovrobbe essere tale da 1·imane1:c in piedi ancl1e se vengono asportate a colpi di cannone una. o due gambe laterluli del tripode o q11adripode. Le n avi porta-aerei hanno l' albero sistemato JatcraLmente rispetto alla sezione longitudinale dello scafo, per utilizzare tu tta. la lunghezza della. coperta nello s lancio degli aer_oplani che partono o arrivano sulla. n ave. {V. Nave, e le singole: Brigant-ino, Corvetta, Galera, Vascello, Corazzata, Incrodatore, ecc.).

Albères (Jiont·i A .). Ca,ten a ~non tana bo;:cosa e qua s i i.mpralicabile, all'estremità orientale dei Pirenei, che dom ina il colle <li Ilanyul, uno dei ,poohi passaggi fra la ,Spagna e la ·F rancia merid ionale. P er questa. sua con-figurazione la catena degli Albères fu in tutti i tempi, fm dalla p iù remota antichità, teatro di guerre e p unto di transito dagli eserciti marcianti datla penisola Iberica in F rancia e viceversa. E' quasi certo che An nibale la attraversò allorchè mosse contro Roma. V1

passarono Cesare e Pompeo, Visigoti, gli Arabi, e così via fino all'epoca moderna. Durante le guerre della Rivoluzione F.rancesc e precisamente nef 1793-94 e 95 (c:11npa,gna nei Pirenei Orientali), sui mont i Albères ebbero luogo n umerosi combattimen ti tra F ranccsi e Spagnuoli. Nel novembre-dicembre 1793, le tru ppe francesi che operavano nei Pirenei Orientali tenevano sulla cresta degli Albères un dista.ccame1110 d i 2 bgl. {2000 uomini) acca,upati di h;onte al 'Picco Saint Christc,,p,hc. All'a lrba del 6 dicembre questo distaccamento venne attaccato da una forte colonn a spa,g,111ola. I l"rancesi, ohe da due giorni mancavano d i v iveri, vedendosi aibbandonati ed avendo es.l.\lrite le munizioni s i ri:tira.rono su Villelonguc. Alla sera gli spagnuoli, pa<l roni d ella cresta degli Alb èrcs, per celebrare il -successo del mattino, accesero dei grandi fuochi ove prim a era il bivacco dei Francesi. Quest i, a llorohè ciò videro da Villelongue, e rj tenendolo come u na sfu::la, g,.iiclati dal gct1erale Bernède contrattaccarono gli Sprugnuoli rioC'CUpando la posizione. I l giorn o dopo, però, 7 dicembre, essendo stati i Francesi . sorpresi e battuti a Vi11eilongue, irl dista<:camento degli Albères dovette ritirar-',i, riuscendo ,a ma lapena a mettersi in sa:lvo. R ip resa dai francesi l'offensiva l'anno seguente, il 23 aprile I i94 fu attra verso gli Albères che il Gen. Martin aggirò e sorpre,e gli Spagnuoli, mo-


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vimen to c he .per.mise la conqu ista di Montesquieu e la ,·ittoria di Boulou. (V. Pirenei Ori1mtalt).

Albergarla. Diceva~i nei seçoli XVI e XVII l'obbtigo d i a lbergare gratu itamente le •milizie. Albergaria Nova. Villaggio portoghese, situato a ·15 km. a su<l di Oporto. Il IO maggio 1809 vi ebbe luogo un combauim.ento fra la retroguardia della divisione F ranceschi e una brigata d i dragoni inglesi comandata da Cotton. T francesi non poterono arrestare il violento urt" avver:.ario, e abba.ndonarono il ,;llaggio.

Alberghetti.

Celebre fon.d itore d i ar~iglicria sul volgere ciel secolo XV. '.\' el 1437 gettò in l'irenze ie meravigliose « p:\SSa,·olanti », artiglierie cogli orecchioni per « incarr:u-le a mo' d i quelle del Francese invasore» (Ca:-lo VIII). 11 figlio di Alberghetti, Sig1smonc!o, nel mcdcs\j;no annc,, fondeva. anch'egli a Venczi:t alcune "passavolanti » e nel 14\)7 sempre per la repubblica veneta, due magnifiche colubrine che, indipendentemente dalla squisitezza artistica dell;orna men taz ione, stanno per ,proporzioni e per linee, a petto cli un cannone del secolo XlX. Giusto Emiho A lberghctti. Generale veneziano e scrittore militare del secolo XVII, morto in combattimento presso Gradisca n el 1616. In un ritratto antico conser,·ato presso i suoi discendenti si legge: « Justus Aemilius l\lbcrg. terra marique bellicis tormentis pr:cpositus, ,per vencta.s Lornbai-dire civitates bombardar iornm delcctum amplissima auctorita te scnatu m issus, demum in bello ad 'Gradiscum mililiarum prn:posilus generali-:1 occubuito anno ).IDCX \'I. Scrisse: « Compendio delh fortificazione scritto per comando del cap itano delle galeazze Sebastia no Moccnigo J> . Venrz ia, 1695; « Esame et istrutioni del capo maggiore alli scolari bombardieri». Venetia, 1718. Sig·ismo-11do Alberghetti. Inventore e scrittore m ili tare del secolo XVII, Ycncziano, morto nel 1702. Di lui si hanno: u Esame de' bombisti» Venezia, 1685; « Il direttore delle proiettioni orizontali: instromento inventato ,per il miglior uso cie li' art ig lia ria JJ. Venez ia, l li91 ; « Nova artilleria veneta ictibus p r.cpollens, u sn facillima et proiectionibus theorire tabularwn universalium e iusdem respondens: opus posthumum » ( latino e ita liano). Venezia, 1699, 1703. Q uest'ult ima ope:·a 1,rovocò quella d i Vincenz.o Polizzy in Napoli, intorno alle palle cilindriche; la quale però non è altro che un:t collezione di incisioni in rame.

Alberp·an. ~ onte della zona a lp in a, nella vallatJ. de l Ohiso e; costituisce un alto tnassicdo attorno ali.: cui falde settentrionali si a\'\'Olge la strada che rimont:i. lungo il Chisone. Esso domina questa valle e quella del · la Germagnasca. Battagli011 c Alpino Monte Albergian. Costituito nell'aprile 1916 e per la sola· durata della guerra presso il centro di mob. d i Fencstrel'lc (3° Regg. Alpini) con le ,compagn ie 83, 127, 128. D a ll'aprile 1916 fino a l luglio 1917 rimase in Cadore e nel successivo mese di agosto fu chiamato sull'altipiano della llainsiua. ove prese parte alla grande offensiva italiana dell'agosto 1917. Passato in ot tobre nella zona <lei M . Nero, durante il dis.-i,;trn d i Caporetto faceva · guadagnare a l labaro d el 3• regg. Alpini una mcd. d'arg., con la se-

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guentc motivazione: « Il rbatt. Albergian, rimaslb completa.mente isolato in grave situazione, pur intuendo di essere IJ)CJ'duto, persisteva per due giorni nella più fiera cd ostinata difesa delle importan ti posizioni ad esso affidate. R ibuttava vigorosairnente p iù volte il nemico preponderante di forze e di mezzi, finchè, in procinto di essere sopraffatto, con disperata energia tentava eroicamente di aprirsi un va.neo con le armi per raggiungere la nuova linea di difesa >J. (M. P leka, 24- 25 ottobre 1917).

Albergo. Ant. Tra le milizie cavalleresche, era la cas:l convc1Jtu ale dove i capi delle diverse lingue mantenevano, a spese dell'Ordine militare, i cavalieri semplici della loro na.1ione. Ad es. l'A. di Rodi, di ).fa:lta. Albergotti (conte Francc,çco). Generale italiano :i.I servizio della F rancia, discendente da nobile famiglia aretina (1654- lili). Prese parte a quasi tutte le campagne di Luigi XIV. Comandava una brigata di fant. nella batt. d i l:leurus del 1° luglio 1690. Q uindi comhatlè in Tta lia sotto il duca cli Vendome e s i distinse nella sorpresa di Cremona e nella battaglia di Luzzara ( 1702). Inviato, ancora col Vendòme, nelle Fiandre, .partecipò con onc,rc a ll'asseclio e battaglia cli Ouclcnarde ( 1708), alla batt. di Malplaqu et ( l 709) a quclh d i Dcnain ( 17 12). Le due imprese salienti dell'A. sono la .difesa di Douai presso Lilla. (1710) contro gli imperiali del Marlborough e del principe Eugenio; l' A. si arrese, ot tenen do ,patti onorevoli, dapo 52 giorni di d isperata difesa durante la quale fece 30 sortite; e l'assedio di Dué, IJ)resso Saumur (1712) che condusse felicemente a compimento catturandovi 5000 uomini. Albergotti. ·Colonnello, di Arezzo. è\Te l maggio 1799, alla notizia dei disastri toccati agli eserciti francesi ncl1'Alta Italia, si pose a ca.po degli insorti aretini e assumeva, insieme con un Brozzi, il potere nella città e nel contado, in nome d el Granduca, facendo pr igioniera l'esile guarnigione francese. Col grado di colonnello assunse nel luglio dello stc.<;SO anno il comanrlo <li u n corpo d i tru.ppe costituite in Arezzo, e mentre Ancona era assedia ta per mare e iper terra d agli alleati contro la Francia, si portò con tale truppa per 1:t valle del Tevere fino al forte di San Leo, del qua!~ ri,uscì a in'\padronirsi il giorno 13. Compì per conto del G overno provvisorio di Arezzo a ltre operazioni di cattura. <li oiccole guarnigioni repubblicane, finchè, il 15 settembre 1799, il detto Governo si sciolse e fu rista,bilita l'autorità del Granduca.

Alberi ( E «ge11io). Letterato del secolo XlX, nato a Padova nel 1817, morto nel 1880. Fece gli studi universitari nella dttà nata.le. Pubblicò parecchie opere storiche 1pcr le qu ali si conquistò una buona fama. Noi ricorderemo soltanto: « L e guerre d'I talia del P r incipe Eugenio d i Savoia» (1839). Al berico I. Nobile toscano, morto verso il 925. Abb racciò il ,partito d i llerengario I che lo fece marchese d i Camerino. Nel 916 a lla testa delle truppe di par,a Giovanni X combauè e vinse i saraceni stabilitisi sul Garigliano, ma poi esiliato dal paipa .fu m:tssacrato dai ramani. Alberico Il di Camerin o. Figlio del precedente, morto nel 954. Costrinse ligo di Provenza, terzo marito di


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l\'1a.rozia sua madre e re d 'Italia a rinchi,u dcrsi in Ca• stel San l'Angclo; <l<ivenne .signore di Roma e governò questa città ,per 23 ann i col tito'lo -di << Gran Console». Alberico da Barbia110. V. Barbiano. P1'.ano Alberù:o. F,i1 ·così chiamato il ·p iano di guerra dei tedeschi nella r egione fra Arras e Sois3ons, allorchè, nel fe bbra io 1917, ne eseguirono lo sgombero per rettificare la loro linea, mirando a « creare il vuoto )l fra essi e .gl1 avversar i. Il ;piano fu preparnto con tutta segretezza ed eseguito sopra un fron te di 100 k m., con una profondità d i indietre~giamcnlo sulla « linea di Hinden!burg ll, d i 12 a 45 km. I lavori com\nciarono il 9 fe'bbraio e consi>;tettero nella d istruzione sistematica - · in tutta la zona da abbandonare - delle città, dei vill11.~gi, dei ponti, delle strade. Il mese di marzo fu quasi tutto impiegato ad eseguire l'indietrèggiamento -delle truppe su'lla nuova linea, men tre gli alleati trovavano il vuoto e la d istruzione davanti ,t loro, •e dovevano provvedere ad avanzare fino a costitu'ire 1.ma nuova · linea ;propria d_i fronte a quella de tta « di Hindenbu rg ll.

Alberoni Giulio. Cardinale, Uomo di Stato, n. a Firenwola d'Arda, m. a P iacenza (1664- 1752). Avviato alla carriera ec,clesiastica, era curato in un paese di ça,mpagna quando ebbe occasione di rendersi utile a l Duca di Vendòmc, comandante dell'esercito francese in Italia, e il Vendòme lo condusse seco in Francia ~ nella &pa,gna, <love la regina Elisa,betta lo fece nominare vescovo di Malaga e primo mù1istro d i Spagna . N èl 1716 fu eletto ca.rdinalc. Creò un esercit o <pron to ed agguerri to ed un.a. flotta potente, e con opportune riforme, compì la rigenerazione in terna dello Stato. Si a-doprò quindi in modo che la Spagna as· sumessc una parte p rincipale nelle vicende politiche d'E uropa, e a dò n on si d imostrò scru:poloso circa i mezzi e s istemi. Invase, improvv.isa·men te, nel!' agosto 1717 la Sa rdegna che era. st ata assiourMa all'impero d'Austria, ·violando c osì il trattato di Utrecht, e nel tempo stesso incoraggiava la Turchia e l'Un.gberia contro Culo VI, i giacobiti contro Gior.gio I, Carlo XII contro l'Inghilterra, e 1.ma congiura ·éontro il re@gentc di F rancia . N ell'estate del 17 l 8 inviò un esercito in Sicilia per toglierla alla casa di S(Lvoia, nonostante ch e questa fosse in pare con la Spagna. Ma contro i 'Piani d i A. avvenne che la Porta c oncluse con l'imperatore la pace d i Passaro· witz, e in Londra f,u conclusa 1a quad.ru.p!ice alleanza tra Inghiìterra, Olanda, Francia e Austria , alle cui d ecisioni ·d iede forza una flotta inglese nel Med iterra• neo. L'A. respinse <Un ultimatn.un inglese; ina la flotta di questa n azione d ist11usse la flotta spagnuola press<> il capo Passero; in pari tempo fu scoperta la congima d i Parigi, raigione per q,i il reggente d ichiarò guerra alla S pagna. M entre i francesi a,v anzava.n o ol tre i P ixenei, il cardinale A ., con abili intrighi dip lomatici,

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sperava ancora d i dividere gli alleati, ma questi r ichiesero unanimemente il suo !icenziarnC<J1.to e il 5 dicembre 1719 il re g li ordinò di lasciare la Spagna. L'A . fece quindi ritorno in I talia <lave riuscì a sfu,ggire all'ordine d i a rresto emesso <la pa.pa Clemen te XI, e a pro• trarre un processo istituito contro d i lui. Innocenzo XHJ nel 1723 annullò ìl processo, e qualche tempo dopo lo inviò in Roma,gna quale legato. Qui, nel 1729, ,entrò nella 1·e1mbblica di .S. ,J \farino, col pretesto d i appiana re a lcuni 111alumori, e, contrarian1entc alle. istruzioni del pontefi.ce, costrinse gli abitanti a giurare fedeltà al pa.p a. Innocenzo XIII d isapprovò, e sostituì l'A . con altro legato che r ipristinò la repubblica in S . Marino. VA. quindi, si ritirò a P iacenza <love morì . i11 età <li 88 anni.

Albert (Giuscpj,e). Genexale francese, n. a Giuilkstre, m. a Offenbach ( 1771-1822). Si arruolò volonta• rio nel 1791 e Jece tulle le campagne n apoleoniche, r~ggiungcndo il grado <li generai.e d i brigata nel 1807 e ,di d ivisione nella campagna di Russia. Accetto la restaurazione Bor,bonica, tornò co11 Napoleone durante i Cento giorni, e ne ebbe il comando di unae- D ivisione nell'Alsazia; tornò ancora a servire i Borboni dopo hl dcfiniti'Va caduta clell'iniperatore. Albertazzi (Giulio) . Patriota O3solano n. a Vogogna, un. fucilato a Pallanza ( 17ì6-l798). Nel 1798 militava nell'esercito piemontese, che abbandonò per entrare nelle file rep<U'bblicane. Venne nominato ca,po di battaglione e comandante del!' Ossola s ,1periore e inferiore, partecipando col generale Léotau<l alla fazione d i Domodossola . Ord inò la Guardia Nazionale. Si trovò alla battaglia d i Grave!lona; d opo la sconfitta ven e(: arrestato a Beura, condotto a Casale, condanna t'o a morte dal tribunale di guerra, e riportato a Pallarz,1 per esservi fucilato ( 19 maggio). Questa fine tragica è in p ieno contrasto con dicer ie d i trad imento della c;i.usa repu bblicana, sparse a suo danno in quel tempo. Giouanni Albe1-tazzi. Generale, n . a . Castel S . Pietro (Imo la.) nel !864. Sottotenente_ di fanteria nel 1883, p:u• tecipò alla campagna di guerra ( l915-J8) d istinguendosi come Colonnello comandante del 1° Regg. Granatieri nel combattim ento -d i Monte Cengio, dove fu ferito e si 1\1eritò la medaglia. d 'argen to. P r omosso Colonnello Brigadi·> re e :JJOÌ Maiggiorc Gen erale, nel giui,,'llo dello s tesso anno, al coman do deila Brigata Grana tiP.ri, partec ipò al la contro ffensiva contro l'Herrnacla nella quale i due reggimenti da lui comandati ottennero la med. d'oro al val m ilitare. H a assunto dal 1923 il grado d i Generale d ìf Div-i.sione nella riserva.

Albertelli (Ciro) . Generale, n. a Langhirano (Parma) m . a Vergato (Bologna) (1 840-1902). Prese parte da sottoten en te d i artiglieria alla campagna n el 1859, distinguendosi a S. l\far tino, e come Capitano alla c~ pa,gna del 1866. Fu promosso Colonnello nel 1887 ed


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ebbe in ta.le grado il · comando dei Distretti militari di Trnpani e di Ravenna. Collocato in posizione ausilia.rìa nel 1898, raggiunse nel 1901 il grado d i Maggiore Generale nella riserva. Orazio Albertelli. Generale, n. e ,n. a . P arma (18311901). Sottotenente di Fanteria nelle truppe parmensi nel 1850, passò nell'Esercito ita liano e prese parte come capitano alla. campagna d i Ancona ( 1860-61) d istinguendosi nel fatto d'anne di M. Pelago e M. Palito; pa.rtecipò quindi a lla occupazione di R~ma (18i0). Promosso Colonnello nel 1882, ebbe il comando del 9° Regg. Fanteria.. Collocato a riposo a sua domanda nel 1890, ra.ggiunse n ello stesso anno il gra,do d i Maggior Generale nella Riserva.

Alberti (Leone Batt·ista.). Architetto n. e m . a F irenze (1398-1484). Trnttò d i architettura m ilitare, ma non partita.mente. Ne parla no! suo libro << De re aediJicaloria » (Firenze 1484). ]iforio degli A/berti. Impiegalo all'Archivio d i Sta to di -Tor ino, m. n el 19 l8 , Erede d egli archivi Lamar-

mora, pubbl-icò, · fra l'altro : « Alcun i ep isodi del risorgimento italiano iHustrnti -con lettere e memorie ined ite de l generale marchese C. E. Ferrere della Marmara » ; cc Per fa storia dell'alleanza e della campagna in Crimea 1855-56. Lettere e documenti )). Adriano Albe1·t-i . Generale, n . a Milano nel 1870. Ott imo soldato, appassionato cultore di studi storico- militari. Sottotenente del Genio nel 1890, Iu 1ir01nosso Cap ita.no a scelta nel 1903 ed entrato nel corpo di Stato lVfaggiore ebbe ì,mportanti fw1zioni presso il Coma.11<lo del Corpo e p resso i Comandi Territoriali. Partecipò alla campa[,'!1a. di guena (1915-18) pTi.ma come T en. Colonnello Commissario M ilitare per le st.i:ade ferrate, poi da Colonnello (1916) come Ca.po di Sta1o Ma.ggiore della 46° Divisione d i Fanteria e del V 1 c X Coppo d i Armata. Comandò in operazioni di guerra (agostonovembre 1918) '1a Brigata P istoia e, concluso l'aru-i.)tizio, fece parte della M issione ita liana a Vienna. Chia,mato a reggere nel 1920 l'Ufficio Storico dello Stato Maggiore Centrale, egli mise in nuova luce le sue eccezionali doti d i coftura e seppe dare un magnifico impulso al proprio Ufficio raccogliendo e vivifo:ando un a copia rikvante di materiali storici e pubblicando pregevoli s tudi storici-militari, che hanno riscosso plauso in Italia ed all'Este:ro e che han no -contribuito a porre ne1 dovuto r ilievo l'opera compiuta d:iJl'Esercito ita:lia.no nella grande guerra. Pro-

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mosso ì\faggior Generale nel 1924, regge attua,lmen le ( 1925) il Comando dc!l~ Brigata Pavia. Egli ha pubblicato: « La battaglia dell' Assiet.ta )) ; (1902); cc Le .malattie d ella carriera nell'esercito ;> (1908 ;) « L 'impor tanza dell'azione militare italiana nella ,guerra mondiale» (1924) ; «L'armistizio di Vil'a Gh,sti )) ( 192.3) ; « Esame di aloune manovre accerc hianti )) (1924); « Il Generale Falckenhayn >) (1924); « li maresci:tl lo H indenl,urg » ( 1924) ; <( L'Italia e la fine della Guerra mondiale)); ( 1924); "Vittor io Veneto » (1924). Gaetano Albert·i. •M edaglia d'oro, n . a Normanno (Cosenza) nel 1878, m. sul carmpo il 26 luglio 1915. Appartenente a {listinta famiglia, coinpì gli studi secondar i a Castrov illari cd a Cosenza e quindi gli universi tari a N a,poli. L aureatosi in giurisprudenza, esercitò la professione di legale, pur attendendo, però, alla d irezione di una. va.sta azienda agricola. Dopo aver compiuto il sen•izio d i leva ne11'85° reggimento fanteria ed a ver conseguito la nomina ad ufficiale d i -complemento, ,prese ;parte attiva an• che alla vita ammin istra tiva del paese natio, e .ne fu nomina to SiJ1daco. Scoppiata. la guerra, venne riohiamato a lle armi ed ai primi <lel giugno 1915 era g ià alla fronte, cor1 il 142'' reggimento fanteria. In u no <lei •primi combatt imenti sul Carso, nella zona di Castelnuovo, circondato <la! n emico col proprio plotone, rifiutò d i arrendersi e seguitò a -combattere -finchè cad de colpito a morte . Il glorioso C\PiSO'dio è -consacrato nella motivazione, con la quale venne decretata alla J11emoria di lu i, la medaglia d'oro : « ,Circondato col proprio p lotone da preponderanti forZè nemiche, essendogli stato intirna·.o di arrendersi, r ifiutò di darsi prigioniero trascinand o, anzi, i superstiti del suo reparto all' assalto e continuando a combattere Jìnchè cadde colp ito a morte. La sua ero ica condotta. determinò n el Battaglione quel moYimento di contrassalto çhe valse a ,fugare l'a,,,,,·er~;vio e ad assicurare la vittoria». (Castelnuovo 26-i-1915;. Gio.co-,.,,o }v.lau.riz·i o A/berti. Generale, n. e m. a P. riga. Marittima (1804-1S87). Sottotenente del genio nel 1822, fu ·promosso Colo1U1ello p er merito d i guerra nd 1848, ,p er· l'azione esplicata. all' assedio di Peschi~..ra,. Partecipò alla campagna del 1849 e comandò d a ;\faggior ·generale ( 1859) la sottodivisione l\•f ilitare di Nizza. Promosso T en. Generale, ebbe dal 1861 al 1866 !:i. ca rica di Presidente del Comitato del Genio.

Eugenio A lberti di P essinetto. Generale, n. a Savigliano uel 1812. Sottotenente d i Fanterià nel 1833, p:v:lec\pò da Capitano alle campagne del 1848 e 49 meritandosi la medaglia d'argen to alla. battaglia d i Novar~. Promosso Maggiore ( 1852), fece parte <lei Corpo d i Spedizione <li Crimea, ,m er itan dosi la Croce di Cavaliere dell'Ordine Militare di Sa voi a nel fatto d'armi della Cernaja (16 agosto 1855), e partecipò quale Ten. Colonnello Comandante il 7° Regg. Fanter ia alla campagna del 1859, ottenendo una seconda meda.glia d':cr-


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genio nella batt~lia d i S. Martino. Colonnello nel 1360 e .Maggior Generale ne l 1862, e!Ybe in quest'ultimo grado il Comarrdo della Brigata Ancona, prendcn<lo parte a lla campagna del 1866. F'U collocalo a r iposo nel 1867.

Albertirii (Giuseppe). Medaglia d'oro, nato a Mila.no nel 1892, vivente. Conseguita la licenza tccnic», s i era dedicato a.Ila modesta professione di corrisponden te presso aziende private. Arruolato semplice sol.dato n el 159° reggimento fanteria, prese parte con e-;.;o a.Ile operazioni sull'.'\:ltip iano d i Asiago nel giugno 1916 e vi fu promosso caporale per merito di guerra. Sul ;\fonte Zobio, il 6 luglio dello stesso anno, guadagnò _, tilla medaglia d i bronzo :d valor militare, per esseni più volte offerto a por tare ordini in zone intensamente b,tttute, d ando prova di int r<;pido -corn&gio. Dopo i combattimenti del maggio 19 I 7 nel la zona Goriziana, ove l' Albertini dimostrò siwgo1ari attitudini a l comando, fu prescelto per un corso Allievi Ufficiali Mitraglieri; no1ninato sotto-

tenente, -chiese di essere as .. $egnato ad un r eparto di lì!Ssalto. Sull'.tltipiano di Asiago, durante la epica difesa dopo Caporetto, guadagnò una: seconda medaglia d i bronzo il 10 novembre 191 i, per aver contri-bu it::, validamente, con la su-a sezione rnitragliatrit i (XVI R eparto d'assa,lto) a contenere ii" nemico, ncfla zona di Gallio. Il 5 dicembre 1917, f,i ferito per la prima volta, sulle Melettc; n on aµpena guarito, tornò su,bito alla .fronte e sul };fonte Val'bella, il 29 , gennaio 1918, ancora <:on 'Ì>l XVI Reprurto d'assalto, guadaf,'!1Ò una terza medaglia al valore, e d'a,·gento, per l'iiidomito valore, ancora una volta fulgidarnenìe dimostrato. Sul medio Piave, infine, 1;1el ~i.ugna, col XXV Rcp. di a·s sa'lto, ven ne nuovamente ferito e guadagnò la massima delle ricompense a l valore, con la seguen te, superba mptivàzione: « :Ma.gnifica figura d i Ufficiale, in camp:,gna fin da l suo inizio, provato in numerosi combattimenti in cui lbrillarono costruntemente il suo folgido eroismo ed il suo altissimo spirito di sacri:ficio, co~ mandante d i una sezione di m itraglia trici d 'a,;salto, con irresist,bile slancio, alla testa dei suoi uomini, moveva all'atta<:co di u na ben munita posizione n emica e vi arrivaiva per JJrimo, distruggendone il presidio. Concentratosi sulla linea conquistata il fuoco di 4 m itragliafri,ci avversarie ~he ca:gionavano forti perdite, porta~•a le ,p ro,prie amni in s ito sprovvisto di riparo, e, manovrandone una personafmente le controbatteva efficacemente, ri<luccndÒle a l silenzio. Contra ttaccato da forti m asse n emiche, unico u fficia.le in linea e con la sezione ri'Clolta a 'Pochi uomini, persisteva con disperata ten acia ,per oltre '<lue ore, infliggendo forti per dite all'a<vversario e dan'<:lo agio ai rincalzi di sopraggiungere. li giorno dopo, costret ta la linea a r ip iegare per uno sfondamento laterale, di propria iniziativa proteggeva il movimento d i ritirata con le proprie armi, infliggendo al nemico nuov~ ,fortissime perdite e contrastandone per lungo tempo l'avanzata. Esaurite le

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munizioni ed accerch iato, all'avversario che gli intima<va la resa, risponqeva fieramente (( no, son fiamma n era! J> ed a colpi di bombe si apriva la strada ponendosi in salvo con le armi. Incontra.ti i rincalzi, tornava. con essi al contrattacco, ,gitmgendo tra i p rim i sulla posizione, contribuendo validamente a riconqu istailla e respù1,gendo poi i furiosi contrattacchi ; ferito, non abband,,nava il suo posto di combattimento; ed in un'azione di pattuglia distruggeva a colpi di bombe una mitragliatrice nem i-ca, mettendone fuori combattimento i serventi. Fulgido esenii,ryio d i tenacia e va.lore » . (San Pietro Novello - Fosso Palumbo, 17-19 giugno 1918). T erminata la guerra, l'A. s i stabill a Mila.no, a.gente di una Casa commerciale.

Alberto I. Duca d'Austria e imperatore di Germania, figlio primogenito di Rodolfo, capo sti pite della Casa cl' Asburgo, n . nel 1248 m . nel 1308. Ebbe a competitore nell' impero Adolfo di Nassa'll, che ne l 1292 divenne ,p referito, ,na poi gli elettori si dimosu:a rono poco contenti della scelta e nominarono lui imperatore. I du e rivali r ièorsero alle a Pmi e Adolfo d i Nassau fu vinto a Gol!heim e ucoiso d i propria ma.no da Alberto che rimase così padrone della corona imperia le. Però i suoi metod i tirannìd di governo gli !iena rono molte simpatiè e gli ,crearono parecchi nemici fra -cui la città di Vienna e l'arcivescovo d i Salzburg; fu perfino accusato idi aver fatto assassin.a,·e Vasclavo Ili re cli Boemia per mettere su quel trono il . proprio figlio Rodolfo. Si sforzò <li s tabilire la dominazione della sua. famiglia. anche in Turingia, nella. Misnia, in Alsazia e nella Svizzera, ma una congiura orditagli contro dal nÌ'jlotc Giovanni d i Svevia, il qua.le r iteneva di essere stato defraudato dei propri drritti, lo sor,prèse aJl passa,ggio della R euss men tre s i recava nella Svizzera a raprimere una r ibellione d i quel popolo, e ·Giovanni stesso lo colpì a morte passandolo da par te a par-te con la propria spald'a.. ~l ...

Alberto I. Duca elettore di Sassonia dal 1212, m. ne: 1260. Fece la guerra a Valdemaro II re d i Danimarca ed accompagnò in oriente !',imperatore Federico II. Alberto di 1'1ecklemb«rgo. R e di Svezia, ·n. verso il 1338, rn. nel 1412. Eletto nel 1363, iniziò il suo regno con u na guerra fortunata contro il suo predecessore e competitore l\1a,gno II, ,na le sue r iforme politiche interne furono ca,usa d i gnwc malcontento fra la nobilt/, gelosa delle sue prerogative, la quale, sollevatasi contro di lui, r icorse per aiuto a Margherita regina di Dani.mar<:a che a,pprofittò d ell'occasione per togliergli la co·r~na (1388!" Battu to e fatto yrigionier_o ~:lla pianura d1 Falkoepmg, .Alberto non ncl:Jbe la lib ct a ohe dopo sette anni, dietro versamento d i una forfissima cai•zione.

Alberto di Brandeburgo. U ltimo gran maestro dell'ordine Teutonico e primo duca cre(iitario di Prussia, n. nel 149_0, nn . nel 1568. Appena elettp gran maestTo


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( 15 11) dovette sostenere gravi lotte contro la Polonia non volend o r it:onoscer la sovranità. d i Sigismondo a cui doveva rendere omaggio. DichiMJata la guer ra, Alberto fece ogni sforzo per sostenerla ,con vigore, ma ~bbam:Jonato a se stesso dovette concludere a Cracovia, nel 1525, un trattato mediante i•l quale r inunziava al titolo di gran maestro e riceveva dalla Polon ia in qu alità di feudo ereditario per sè e ,per i suoi discendenti la Prussia inferiore. Introdusse il luteranismo nei suoi Stati e diede grande svilùp,po a ll' istruzione fondando l'Università Albertina <li Koe.nigsberg.

Alberto il bellicoso. Margravio d i Brandebm:go-Cuhnbach , sopra1rnominato l'Alcibiade della Germania>>, n. nel 1522, m. nel 1558. Prese ,par te alle guerre del secolo XVI a servizio ·p rima d i Carlo V, poi della Fr ancia, iniìne ancru·a nell'esercito imperiale; qJUivi s i ab ..

bandonò a tali eccessi d i cr udeltà e d i depredazioni, che s i rese odioso a tut ta la Germania . formatasi allora una lega contro di lu i fra i <Principi tedesohi, Alberto fu vinto in una sangui nosa battaglia e messo a l bando dell' impero (1553) .. Si c rede che morisse qualche anno dopo in seguito a:d eccessi di intemperanza.

Alberto. At•ciduca d'Aust r ia, sesto figlio dell' imperatore Massimiliano II, nato nel J.559, morto nel I 621. Allevato al]Ja cor te di Filip,po II re d i Spa;gna, fu ir.nalzato giovanissimo alla d igni tà. cardinalizia e nomina10~ arcivescovo di To ledo. Indi fu vicere del Portogallo e in questa sua q uaJ.ità, comandando a Lisbon,1, battè presso. la città il conte d'Essex, che era s barcato in Portogallo con truppe inglesi, costringendolo a im1:,arcarsi n uova.mente. Nel 1595 -p assò a governare i Paesi Bassi. Co:mbattè ,c on successo cont ro E n rico lì' fino a l t rattato d i Ver vins del 1S98. Dopo aver rinunzia<to alle sue digni tà ecclesias~iohe sposò una .figlia di Filippo II che g li diede i Patsi Bassi e la Franca Con tea. Tentò inut ilmente cli r iconquistare l'Olanda ; \"into dal p rincipe !Maurizio d i Nassau a Nicuport ( 1600) non r iuscì ad impadronirsi <li Ostenda che dopo ,111 assedio durato p iù d i tre anni ( 1604), dopo il qual~ t ra ttò con gli olandesi e fur ono iITtavolati negoziati che ter m inarono con la tt-egu a d ei dod ici anni. Conclusa qu esta, A,lbcrto si doclicò all'a mministrazione dei suoi Sta ti, facendo ogni sforzo ,per r iparare i dann i causat i dalla guerra . Di questo pr incipe si ha un << G iornale dell'"ì\edio d i O stenda», p u bbli-cato nel I 604 . Alberto Casimiro. D u ca di Sasson ia-Teschen , n . n el 1738 m. nel 1822. Era il secondo figlio di Augusto .III re di Polonia cd elettore d i Sassonia. Nel 1792 prese parte a lla guerra cont ro la F r ancia; ma dopo la ba tta,glia di Jemmapes in aui er a stato !battuto (1794), s i ritiro a Vienna dedicandosi esclus ivamente a lle le ttere ed alle a r ti. A lberto Federù;o Rodolfo. Arciduca d' Austr ia, fi.gli0 dell'ar ciduca Car lo, .n . a Vienna m. ad Arco (1817-

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1895). Entrato giovanissimo nell'esercito s i distinse :ome genera le di cavalleria. Nel 1849 comandava una d ivisione 1tc lla guerra contro l'Ita lia ed influl notevol- •·mente sull'esito de1la battaglia d i Novara, Dopo questa •campagna fu nomi1iato comandahte del 3° C<Yrpo d'armata e poi governatore gene.raie <lcH'ungheria, nella quale carica • r imase fino al 1860. Nel 1855 comandò il corpo dì r!

os.se:rvazione a l confine tu rco-r usso. N cl 1860 venne

inviato a Vi-cen7~, come com. <lell'VIII Corpo d'Armata, e ranno seguente collla'l'.ldò tempornneamentc le truppe do! R egno Lombardo-Veneto durante l' asse."1za del marescia~lo Benedock. Nel 1866 venne nomin ato Feldmaresciallo. L'arciduca Alberto ebbe una parie i mpor tante nagli avvenimenti d'Italia e di Germania del 1866. :Nominalo comandante dell'armata del sud operan te contro l'Italia, vinse la ·battaglia di Custoza, ma le vittorie dei pr-ussiani sugli austriaci, lo fecero richiamare in tutta fretta per 1)rendere il comando ,.lelle truppe del maresciallo Benedek disfatto a. Sadowa. Subito dopo questa battaglia -si intavolarono negoziati cli p ace ed il nuovo -generalissimo non ebbe più modo di r ialzare le sorti dell'esercito. D a a_llora in poi ebbe la CR.fica cli Ispettore generale dell' esercito a•ustriaco. N d 1869 pu,bblicò sugli awenimenti <lei 1'866 lo scritto tradotto poi in altre lingue « Della rcsponsaibilità della guerra>>, che fece qualche rumore.

Alberto (Federico Aug1<sto), R e di Sassonia, n. a D rescja, m. a S-ibillcnhort ( 1828-1902). Era figlio primogenito ,del re Giovann i. R icevette una educazione accuratissima sotto la direzione dello storico Langcnn. L'arte militare·, per la quale dimostra.va inclina,7,ione, gli fu insegnata dal tene11 te gene11alc sassone Mongoklt e ·all'età di 15 anni entrò nell'eser.oito regolare col g;·a.do d i sottotenente. Nel 1848, lascia ta r università, andò a prender .parte con le tt1.Jo)pe sassoni alla guerra contro ila Danhn arca; col grax:!o d i caipitano fu agli oroi.11i de.I generale ,pr ussiano P r ittw itz nello Sohleswig ed alla fine della campagna fu insignito <li d iverse decorazioni militari. Quando' i l 'Padre suo ne<I 1854 salì al trono, i l pr incipe Alberto a\"eva già il comando d ella faruter ia. sassone con · il gra,do di tenente generale, con il (fllale grado fece la campagna aust ro-germanica d'el 1866, nella quale la Sassonia era ~a lleata d el!' Aiustria; il .principe si distinse per a ttività e valore specialmente nelle battaglie d i 1'fonchengraetz, d i Gitschin e d i Sadowa. Entrala. la Sasson ià a far parte d ella Con.federazione german i-


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ca, il princiipe Alber to ebbe il comando generale dell'esercito sassone -divenuto l 2° Cor.po d'arma ta <.:c,nfederale. E' appunto a,lla testa d i questo corpo <l'armata, facente par te della seconda annata tedesca comandata dal IJ)rincip e F e<lcrico Carlo, che il p rincipe Alberto fece la guerra con tro la Francia. Entrato in campagna nel luglio del 1870, f.u uno dei primi ad essere impegnato nehla lotta e contribu ì moltissimo ad ottenere i vantaggi, così caramente pagati, <li . Gravelotte e i.ii Saint- Privai. Durante l'investimento d i :Metz ebbe il comando dell'annata ,.!ella lvfosa con la missione ~li operal'e contro il maresciallo i\lfac-11:ahon verso Parigi. unitamente ali' Armata ciel principe ereditario di Pru~sia. Il corpo 1<1'armata sassone costituiva il perno della famosa conversione c he portò ,g li eserciti dei due p rincipi reali a Sédan. Subito dopo i due princi,pi reali ripresero la marcia su Parigi ; il principe Al,bcrto investì la città d alla riva destra, ponendo il suo qu,irtier generale al Gra•nd-Tremblay : dovette sostenere q,iasi totalmente lo sforzo della battaglia di Champi(,,'l1y. Appena concluso l'ann istizio lasciò il comando delle tru1)pe al gener ale de Fabrice m inistro della guerra di Sassonia e r itornò in Germania. Dopo la pace il nuovo imperatore di Gcnn::cnia lo non1inò ispettore generale dell'esercito e mare.5cial10 d i canwo generale. Il principe Alberto successe a l padre G iovanni sul trono di Sassonia il 29 ottobre 187 3.

Alberto Federico Enr·ico, prinòpe prussiano, figlio di Guglielmo lll, n . nel 1809, .m. nel 1872. D,vanne gen. d i cavalleria e partecipò alla guerra del 1866 contro I' Austria comandando la cavalleria della I 3.I'mata ; si t rovi) alle 1battaglie d i Mùnehen,gratz, di G itsohin e Sadowa. Al principio della guerra contro la Francia nel 1870, egli ona.ntenne il comando della 4" divisione d i cavalleria appartenente alla 3• armata; fu a Worth, a Sé'dan, all'a'Ssed io d i Parigi. Le sue t ruppe protessen l'armata assed iante contro i moviment i dell'armata fra ncese <lella Loira. Il p,·indpc (Pa.rtecipò a tutta la campagna della Loi.ra assieme al generale von der Tann, al ,granduca d i Meklenburgo ed al p rinc.pe Feder ico Carlo. Dopo la guerra fu nomìnato tenente ge!'\erale. A lbe1·to Federico Gitglielmo Nicola, figlio del principe Federico Enrico, n. a Berlino, m. a Ca:menz (18371906). Nel 1864 partecipò all.a guerra contro la D an ima,-ca; ,n el 1866 a qttella contro l'Austr ia, e nel 1870 a quella contro la Francia, tenendo comandi nella cavalleria, della quale arn,a divenne generale come suo padre. Nel 187071 combattè a G r avelotte, a Séùan, a San Quintino. Conclusa la pace, ebbe i l grado <li tenente genei;rule e varii com!tndi ne:l'intcrno. Nel 1884 fu eletto Reggente del duca to d i Br unswkk. Nel 1888 venn e nominato maresciallo e i~eltoTe della 1• arma,ta.

A //.,erto I, re dei Belgi, duca di Sassonia, principe di Sassonia-Coburgo e Gotha, n ato a BruxeJles 1'8 aprik

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1875, salito a l trono cper la morte dello zio Leopoldo II

il 6 d iccnl bre 1909. Allo scoppia re della guer ra mond iale,. tenne fede a i patti di neu tra]ità del piccolo Stato e s i oppose con le armi all'invasione tedesca. Coslretlo a riiugiarsi in Anver,a (v.), prolungò la difesa fi. no agli est remi e rpoi raccc !se sulJ'Yser i resti delle propr ie truppe, ,ponendosi spontaneamente agli 01<lini del generale Joffre e combaUendo stJ·c1)uamente a fianco degli alleati

dell'Intesa la lunga guerra . ~, ,,1 1918 rientrò vittorioso alla k s t.a d el!' esercito n el propr io Stato riconqu istalo. (i lberto l'Orso (Ordine di Cavalleria). Creato <lai Duchi di Anhalt nel 1836 per ripristinare l'ordine dello stesso nome, costit,uito nel 1382 dal duca Sigismondo. Comprende Gran Cr oce, Conm1endatore di I e II classe, .Ca- I valiere.

Albertone Matteo. Generale, n. ad Alessandria, m. a Roma ( 1840-1919) . Si distinse già nel grado di Sottotencnlè <lei bersaglier i nella reipressione del brigantagg io nelle provincie meridional i guada gnandosi la med~lia di bron zo (1862) e quella d'argento (1864ì. Promosso Tenente (1866) p artec\pò alle campagne del 18Q6 e <lei 18i0, ed entrò d a Cs,pitano (18i3) nel corpo <li Stato lvfaggiore, disimpegnando fino al gr ado di Colonnello (1888) impor tanti ,funz ion i presso il Comando del Corpo d i Stato :Maggiore e p resso la Scuola di Guerra, nella qual(; fu insegnante. Partecipò da Colonr,ello a,lle campa.gne d'Africa d el 1888°89, prima a l Coman1do del 1° Regg. cacciator i poi come Comanda.u.te in 2• del Corpo di speklizione e comandante della Pi,azza di Massaua. Promosso Maggior Genc11ale riconfermò il suo valore .néHa cannpagna d 'Afrk.a ciel 1896 guadagnandosi la medaglia d'argento nella bal taglia d' Adua, dove cadde prigioniero degli 'Scioan i. Ritornato nel 1897 dalla ,prigionia di guerra, ehbe per breve tempo il comando della Bri.gata Re e nello stesso anno fu collocato in posizione ausrliar ia a sua <lomanda. Raggiunse nel 1905 ·\ grad o di Ten. Generale nella r iserva. Lasciò gli « Appunti di Logistica ll ( 1880),


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Albertville. 11orgo della Sa.voia a 38 km. d a Charn- Francia a recarsi p resso l' esercito, e Raimondo VII, bér y . P,unto mil'Plann. importante, fortificato all'e;poca . conte di Tolosa, con chiuse con esso la pace nel 1229. della s ua appartenenz·, alla casa Savoia. A . venne fortifiQuesto ruvvento fu mor tale p er g li A . L'in quisizione fu cata iper <:hiudere la valle ornon ima e l'altra tlell'Isère, permanentemente stabilita a Tolosa; Raimondo VII detta ano.he T arantasia, in p unti estremamente favoremorì alcuni anni dopo e i suoi territorii tornarono alla coron3 di Fra nci., non avendo lasciati eredi, e ·così la voli, sì da costituire dei veri sbarramenti. Sul contrafestirpazione de.gli A. nel mezzogiorno della Francia poforte sopra le confluenze dell' Isère, <lell' Arly e del Dotè essere completa. Inseguiti -da ogni parte, cacciati dal ron, a est, a 2,5 km. da Albertville ifu costruito il forte mezzodì, ·J )assarono in Spagna nel 1234, dove le popodel lVfonte. Varie !batterie, sullo stesso versante e sullazioni sollevate con tro di essi · finirono d i annientarii. l'opposto, vennero erette per fron teggiare la vallata del2

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l'Isère. Il sistema fu completato con forti più lontani, come Tamié e Villard. Nel 1845 le due frazioni di A . foron9 r iunite sotto il nome attuale in onore del Re Carlo Alber to. Nel 1814 vi fu un breve combattimento fra. il colon nello Bugeaud e un corpo d i truppe austriache, durante la guerra <li )fa-poleone I contro gli alleati.

Albesia. Specie d i scudo gnU1dissimo usato dai Ma.rsii.

Albicante (Gim1armi Alberto). Poeta milanese del secolo XVI , au tore di un poema italiano in 277 ottà~•c, senza ,div~, ionc d i canti, in titolato « Storia della .,,,_,eri a del _Piotnonte » stampato a Venezia nel 1539; un altro sull'« Entrata <li Carlo V a Milano >J ed uno su << Le gesta gloriose <li Carlo V ll stampato a Roma nel 1567. Alb_ i gesi. Setta religiosa comparsa nella Francia meridionale nel 1100 occupando principalmente Albi ( donde g li A . presero ii nome), Bézicrs, Cai:cJ.Ssonne, Tolosa, :Montauban , Avignone. Paipa Innocenzo IH a veva inviati in Francia -due mona-ci, Pietro d i Castclnau e un certo Rainiero, o R~ul, con incar ico di soffocue ogni pratica o<l a ttività della setta. Costoro condannavano a morte gli cr·etici che non ascoltavano l'esortazione di convertirsi. Nel 1208 Castelnau fa ucc iso presso Tolosa e Innocenzo III proclamò -u na cwciata conUo gl i A . e contro il loro protettore Raimondo VI, conte di Tolosa. Un escrd to si radu nò a Lione a l comando <li S imone conte <li Montfort il qua le aveva a lato il Duca d i :Borgogna e il Conte <li N cvers. La guerra cominciò 1209, ,caratterizzata da ogni sorta d i crudeltà. Alla p resa <li l3éziers (22 luglio 1209), gli abitan ti furono quasi tutti ~ ccisi. L 'assedio di Ca.rcassonne, la batta,glia di Muret e le numerose altre micidiali furono il seguito di questa crociata. M orto Simone di Montfort nel 1218 all'assedio di Tolosa e morto Raimo:ndo nel 1222 la guerra continuò p er parte dei loro figli, finchè Onorio III indusse Luigi VIII Ji

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Albignac (L,dgi Alessandro barone d'). Maresciallo di campo francese, n ato a i\rr igas nel 1739, morto nel 1820. Entrato nell'esercito all'età di 16 anni con il grado d i sottotenente di fanteria, s·i trovò l'anno seguente all'assedio di S. FiliJ->PO nell' isola cli M inorca. Dopo la g,J erra dei sette anni passò il America dove ebbe il comando <li -u na comp3gnia nel reggimcn'to d i Boul-'.l, . nais . .Più tardi chiamato al comando di P ieve d'Istria in Corsi-ca la difese valorosamente conlro gl i inglesi da.i qua li ottenne una c:r,-:tolazione onor~vole. Nominato coloiu1el lo e poi brigadiere di fanter ia andò a lle Indk e; nel 1873 Yi sostenne un fiero combattimento a sud cl i Cuddalore, ,costr ingendo gli inglesi a r itirarsi e conservan do a lla F rancia questa località, l'unica che an·<.:ora rim:1.r.ev1 ai fran~csi sul continente indbno. Ritornato in patria. nel 1788 fu nominato maresciallo d i campo. Nel 1793 comandò l'eser-cito delle Alpi per qua!che mese in assenza del generale in capo Kellerman e passò poi all'cseN:ito del Reno. Nell'anno 1798 s i ritirò com1plctaunente dal servizio . Filippo Francesco Ma11-rizio conte -d'A /1.,ignac. Generale francese n. a Milhaud nel 1775 m . nel 1824. Nel 1792 em igrò col padre e raggiunse l'esercito dei princiJpi, dove servì come aiutante di ca.mpo d i suo zio materno il conte d i lVfontlboissier comandante delle con1 pagnic rosse ; p oi passò a l servizio dell'Austria . Rientrato in F rancia dopo il 18 brumaio prese servizio nell'esercito imperiale e nel 1808 andò in \Vestfalia col re Gerolamo Bonapar te che lo nominò generale di brigata e ministro d ella guerra. ,]:V!a, ca<lu to in disgrazia, tornò in Francia e fu impiegato come capo di stato maggiore del 6° corpo della grande arami.la, sotto gli ordini del maresciallo Gouvion-St. Cyr, col quale fece la campab'lla di Russia. Dopo la cadu ta d i Napoleone s i mise a l ser vizio dei BoPboni e fu nominato direttore della Scuola m ilitare d i Sa.int Cyr. Il Barone d'A lb·igttac. J\lfaresciallo di campo francese, n . a Bay_cux m. a Ma<lri<l ( 1782- 1823). Entralo nel,J'esercito arrivò al grado di ufficiale, passando per tutti i grncli, nella campagn a del 1805. Il suo valore l'aveva fatto notare al maresciflllo Ncy che lo p rese come a iutan te cli campo. Fece con lu i. le campagne di Spa gna e di Rrussia, n ella quale ultima. condivise col maresciallo tutti i pericoli e lR gloria della ritirata. Combatt.è a L ips ia col grado d i .colonnello_ e prese par te alla memorabile campagna fra la Senna e la Marna. Quando vide perduta ogni speranz,i per la causa cli N a.po leone feu atto di sottomissione a re Luigi XVIII, il· quale n el 1814 lo promosse maresciallo Idi caimpo. Nel 1820 fu nomina to ispettore generale d ella fanteria e nel 1823 ebbe il comando di una brigata dell'armata che agli ordini d el duca di Angouleme partiva per la campa.g na <li Spagna. Dopo aver ,preso parte all'assedio d i


318 S. Sebastiano si diresse con la sua brigata verso 1c Astu ric e a Fuente de Tierras r i•portò u11a bella vitto-. ria sul .generale spa,gnuolo Palarca. Contribuì alla presa <lella Corogna e sott6mise la Galizia, ma, ammalatosi gravemente in seguito agli straipazzi délla campagna, appena gi•unto a Madri<l cessò di vivere.

Albin ì. F a.migiia ligure che tl1a d a to va.ri alti ufficiali di :Marina · alla Patria. Giovanni Batti'.sta Albini, n . d i Villafranca, fu uffì.ciale della :111:arina Sarda e partecipò alla guerra del 1794 ; venne catturato con Ja nave « Alceste » che oppose invano strenua difesa alla flotta dell'am mir. fran cese :Ma·rtin . Liberato, ébbe comando d i nave in Sardegna, sotto Carlo Felice, vicerè ,per conto di Vittor io Ernan,ucle I, ed ebbe occasione varie volte di distinguers i in ,piccole fazioni. Giuseppe. ,.J/bini, ammiraglio, figlio del precedente, n . a Villa.franca nel 1782, m. nel 1859. Giunse al grado di contrammintglio nella M ar. Sa.i'da nel 1838, e nel 1848 otteneva il -comando della flotta destinata ad operare nell'Adriatico. Tale cornan<lo gli fu tolto dopo la battaglia <li ?\'ovara, per_ la sua irresolutezza fra gli ordini ,della Corte di Tor ino, d i ritirarsi, e le preghier e d ei Veneziani, di rimanere a Venezia. Nel 1849 ' era ~tato nominato senatore . Fu marinaro espertissimo, come dimostrò con la sua opera « Portolano della L iguria.» .

Gio-;:a.nni Battista Albini. Ammiraglio, figlio di Giuseppe, Med. <l'oro, n. alla Maddalena, m. a Cassano Spinola ( 1812-1876). Entrato in serv izio nella R . Jvia r ina a 14 a.imi, pa.rtecw ò alla campagna nel!' Adria t ico del 1848 agli ordini <lei padre, l'Ammiraglio G iuseppe A,Jbini. Nel I 859, ,;apitano d i vasc-ello e già in fama di ardito cd esperto uomo di m are, ebbe i1 comando deJia fregata « Vit torio Emanuele » e lo :enne sia durante la breve, per-quanio infrut tuosa, campagin dei Frnnco-Sasdi j11 Adriatico, sia J'anno su<.'Cessivo, neHe operazioni contro Ancona. Nel Consiglio di_Guerra del 28 settem bre 1860, fu -l'unico comandante che sostenne l'ard,rnentoso i-partito d i attaccare j forti a specchio <lei mare . E quando l'atta cco fu dedso, fu la « Vittorio Emanuele » Òhe s i portò il 3 ottobre animosa111cnte a tiro <li p istola d al la La.nte.ma e fece saltare in -aria la poiveriera, cagionando così la resa della piazza. Per quest'azione f Albini fu decorato di rnc<la.glia <l'oro a l valor m ilitare. E poco dopo, sotto Gaeta, fu insignito dell'ordine militare d i Savoia e promosso contrammira,glio ,per merito di guerra.. ,Quattro anni -dopo l' Albini, già vice-a.nJ>miraglio, comandava la squadr a. italiana ohe, ÌJ1sieme c01i una squadra. francese, eb•be l'incarico d i proteggere il Bey nei moti r ivoluzionari <li Tuni·s i. Nella campa,gna del 186<5 venne destinato al Coman do delle navi di legno, ma, o che fosse l'esitazione a m isurarsi con navi d i ta l genere contro na vi corazzate o che l'azione si fosse svo!-

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ta con un'eccezionale rapidità, I' Albini 11011. trovò niodo ' <li esplicare la sua a·z ione nella tragica giornata di Lissa. Qualcuno volle attribuire l'inazione cli lu i anche a mal volere verso il Pcrsano. Comunque, il giudizio sull'azione del!' Albini in quell'infausta battaglia fu coùcoroemente se,,cro, e nel settem:bre del 1867 egli fu collocato a riposo. E <l'allora, fino a lla morte, l' Ammiraglio visse chiuso i11 un austero silenzio.

À'!l-gu.sto Albini, ammiraglio, figlio d i G iu seppe, n . a Genova m . a R oma (1830-1909). Fu allievo del Collegio di Marina <li Genova, e r agcgiunse i l gr ado d i contrammiraglio nel 1881 . Prese pa r te alla sµe,:Jizio ne

Cannone AJ!bini di Crimea e alla guerra del 1859-61; du rante l'asse<lio di Gaeta comandava la << Confienza v, trasformata in bnilotto ma non in tem.po per agire, d1è sopravvenne la resa della piazza. Nel 1866 era a Londra come ad~ detto n a,va!c, qu indi fu pe.r dicci anni 'Clirettore genera!~ del.l'Artiglieria e T orpedini al Ministe.r ò della i\'farina. F u deputa.lo JPCr i CoHegi d i Spez ia e Genova (Legisla ture XIV e XVI) e tiel 1891 venne nominato senaotore. _' e! l<\.':\6 era stato collocato a ·,iposo; assunse. allora lrµresidenza della società Ansaldo - Armstrong e C. Aveva tre med. cl' arg. a l va.lore e la croce dell'Ordine Mii. d i Savoia. A lui ~i deve il primo cannone incava lcato su affusto idraulico, che la marina ù1glcse adottò ma ntenenrlogli i"I nome del l'inventore. Nel 186-7 ideò un focile che venne premiato a un concorso inglese a W oolwic h e fu adottato ,n quai-

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Fucllo A.l,blul

che colonia inglese, nel Belgio, nella Baviera, nel W1.1rtemberg e nella_nostra marina (ça,ra:bina Albini). Lasciò aloune op-ere : cc Su lle caralbine caricantisi dalla -oulatta" (1 865); e< Affusto Albi~i a freni idraulk i )) (18i6);


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«L'artiglieria delle navi moderne»; e, Cons iderazioni su,l caricamento <lei grandi cannoni delle corazzate moderne»; « Uno sguardo all'avvenire navale» ( 1837), breve e succoso studio, qucst'-ultimo, che fu tradotto in varie 1ingue.

Giacinto Albini, Palriolta, n. a .:-.fontemurro, -m. a P otem.a nel 1884 ; fu l'anima della rivoluzione della Basilicata nel 1860 e di quella regione fu il prodittatore, i;clla qual carica rprockunò l'unità del1la Basilicata all'Italia sotto la Casa Savoia. Venne eletto deputato l'anno seguente, ma la Camera annullò l'elezione per incompatibilità. Gfolio .1lbi1ii. Generale, 11. a Vigevano, m. a L ivorno (1824-188 1). Sottotenente di fanteria nel 1848, partecipò alle campagne del 1848-49-591 meritando~i la medaglia d 'argento alla battaglia di S. :Martino come Capitano cli Stato }.faggiore addetto al Comando d ella Brigata Cuneo. 11,faggiore nel 1861, prese parte alla campagna del 1866 in qualità di Capo di Stato Maggiore della 1.:• Divisione. Comandò da Colonnello ll873) il 78° Re~. Fanteria e da Maggior Generale ( 1881) la Brigata Calabria.

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modo ebbe un comando nelle Gallie e in Drctagna e nel 193, alla morte di l'ertinac.e, fu acclamato imperatore dalle legioni ai suoi ordini. Settimio Se,·cro proclamalo anch'egli imperatÒre, gli mosse contro con un esercito <li 150.000 uomi.ni, · ed incontratolo a Trévoux gli diede battaglia, nel la qua le ,pa.re rimanesse ferito lo stesso Severo, ma l'esercito avversario fu disfatto e Albino, preso prigioniero, venne ucoiso. G·iusappc Albino. Medaglia. d'oro, n. a Campobasso il 23 (c•bbra io 1866, ,m. nella battaglia di .\dua, il 1 • marzo 1S\16. Ufficiale in servizio attivo perm:mente, era. nel 1896 tenente nel 7° batlaglione in<l igeni. Xella t1l!gica ,giorna ta di Aùua si -battè valorosameHLe cadendo da eroe. Alla memoria d i lui fu decretata la m. d'oro al valor militare con la seguente motivazione: « Combatfr con fermezza e coraggio degni del maggiore encom io. D eciso a morire, p iuttosto che a ritirarsi, raccolti <l. attorno a sè pochi valorosi, lottò corpo a corpo col nemico irrompente; ed esempio di nobile indomita. fierezza e <i i su bi ime abnegazione, cercò ed ebbe gloriosa lJ1orte, eccitando i colleghi ad imitarlo».

Albiol. Piccolo borgo della Catalogn:1, in posizione elevata, fra dirupi. Durante la campagna del 1S09, venne occu-pato da circa 200 fucilieri italiani del l" 1 I .cggcro, i quali vi sostennero un ,brillante scontro con fon,..: spagnuole mollo superiori, dal!e quali essend,, stati quasi circondati, riuscirono valorosamente a. ,li5impegnar,i.

Carlo Felice Albi,ii. Generale, n. a S. Remo m. ad Alba (1824-1905). Seguì i cor~i dell'Accademia .Militare d i Torino e ne uscì nel 1845 col grado d i sotto• tenente. Partecipò da Tenente d'artiglieria nlle campagne del 1848-49 distingurndosi nei fatti d'nrme di Sommacampagna, della llcrettara e d i }fova.ra e si mcritò la mNlaglia d' argemo nel fatto d'arme del 4 agosto 1848 sotto le mu• 1. ' ra <li Mila'llo. P<romosso Capitano nel lSSl, prese parte alla campagna cli Crimea e a quella del 1859 e d« Colonnello :tlh campagna de'I 1866. Maggio1 genera'le nel 1873, ebbe successivamente il comando della 1', 2", 18" e 19' llt igate di Fanteria e della Brigata Pistoia e nel 1881 rnggiunse il grado di Ten. Generale ricoprendo ( 18811884) le a lte cariche d i Membro del comi-Lato delle Armi d i linea e di Giudice del Tribunale Supremo ,ii Guerra e :\farina. Fu collocato a riposo per anzian ità d i servizio nel 189 1.

Albis Rleden (Si·izzera). Catena alpestre che separa il L ago di 2iurigo d::tl!a \"alle della Rcuss. ):-:I 1799 i francc,;i, comandati da :'.lassena, occuparono quelle alture il 6 giugno, subito . dapo di a.vere abbandonato Zurigo, appoggiando la dcsua ve rso il lago di Zug e la sinistra verso il R eno. TI 9 gli austriaci \'ennero ad attaccarli e malgrado una difesa ostinala riuscirono ad impadronirsi di ,.J. R . Il generale Soull che comanda va in 'que l settore, no11 .i.vcva allora sottomano altra truppa fre;;ca che il 1T: bgl. della 116' mezza. brigata, composto di giovani reclute. E qur.sto battaglione egli lanciò sul nemico che non si tittcndcva un pron to contrattacco, e che ne fu fgominato e respinto. Il bgl. francese riprcfe A. R. <! le alture vicine, facendo 150 prigionieri. e co~tringend'> gli austriaci a ridiscendere verso Zurigo.

Albino (Decimo Clnt,dio). Gent"rale romano del secolo 11, n. ad Adrumc:p in Africa d,L illustre famiglia romana, rn. presso Lione nel 197. Segn.ilatosi n el 175 nella. repression,· d ella. ·nibellionc d i Av idio Cassio per il suo valore e la sua fennczza di cara:tere si meritò gli elogi del1' imperatore :M arco Amelio che in ricompensa lo nominò console. Sotto Co:n-

Al bi t e. E,;plosivo costituito da nitrato di ammonio, nitrato di guanidina e nitroguanidina. Sebbene contengn una qJcrccntualc rchuivamcnte alta di nit rato d',Lnlmouio, tenuto conto che il nitrato di guan iclina e I.i. nitroguanidina sono prodott: organici fortemente a,otati, dotati <li sp~ciaJi caratteristiche e1plosive, esso dove le principali vroprietà p iù alla guan idina che non al nitra lo d'ammonio. Ha la seguente composizione: è\itrato di ammonio 58.60%; Xitrato di guanidina 22,30%; ::-;'itroguanidina 19,10</4. E' così ch iamato <h l suo colore bianco candido. F:' duro, compatto ed omogeneo, pochissimo fragile. E' completamente solubile in acqua bollente. Per la pro-

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Albi ssola S1tpcriorc. Borgo della Riviera Lib•11re di Ponente, sopra una collina. ro., seùcva un ant. cas:cllo tbc i Genovc~i costrin:;ero alla resa. nel 1227 dopc, cinque giorni d'assedio; il ca1tcllo {u difeso da un S:mone Ddla Stella.


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pneta d i fondere senza decomposizione a tempera tura relativamente bassa (ugnale a quella della Pertite) si 1.-resta come la Pcrtite c<l il Tri1olo a l confezionamento di cariobe di scoppio colate in custodie o direttamente nei oroiettili e nelle born1be. Non ,presenta in quest~ oper~zioni gli inconvenienti di tali espllosivi, dovuti O alle •p ossi bili forrnazi,oni cli .pi-crati metallici, o alla facile infiammabilità di nitroderivati perchè allo staw secco non attacca i metalli, è insensibile agli urti e qu indi alla frizione, e non è infiamma,bilc, ma può detonlre soltanto sotto l'influenza di un detonatore. Il nitra to <li .g uanidina e la nitroguanidina non sono igroscopici e quindi !'A., sebbene còntenga una dose relativamente alta <li nitralo di a mmonio, ha proprietà igroscopiche minori delle mescolanze meccaniche ai nitrato di a.imnimio. T ,uttav ia deve essere preservata dall"umidità c3clu:;ivamentc per la possibile corrosione degli imbaJN i. L'albite detona anche in grandi masse con grande facilità sotto l'azione dei comuni detonatori (a,J· est>mpio capsule al fulminante del N 8 gr. 2 di fulminaM) quando è in pol,vere non compressa fortemente; allo ,s tato compatto (fuso) ha bisogno di Llll dctonatòrc di rinforzo (cilindretto dello stesso esplosivo polve.:-ulento). L' A. allo stato fuso è ind icata ,per la carica interna di proietti; quella polverulenta per la carita di bom be e lavori di m ina. Se ben secco e ben im balla to, l'esplosivo può essere tenuto con sicurezza sotto qualsia.si riparo, poiahè lo.mpera.ture non suq:>eriori a 120° non hanno azione chimica su d i esso. Il tra,;porto d i esso non desta preoccupazioni di sorta.

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Alboino. Re dei Longobaroi, n~pote del gran Teodorko, m. a Pavia nel Si.3. Regnava su l Norico e sulla Pannonia (A.ustr'ia e .Ungheria) quando, invitato da N arscte, che vdleva. vendicarsi delle offese r icevute dn.)la corte di Giustiniano, al quale aveva sottomesso l'Italia calò con esercito poderoso in Italia (568) inva • den do la Venezia, il Friuli e la Liguria. S'impadronì di :Milano e vi s i fece proclamare re d'Italia; sottomise quasi tutta la Toscana spingendosi fino alle porte d i Roma, quind i si recò a Pavia che p rese per fame dopo tre aùni. di assedio (572). Quivi Alboino stabilì la sede del nuovo regno sorto dalle sue conquiste. Mori assassinato- d'ordine di sua moglie R osmunda per averla cosll'etta, durante un festino, a bere in u na coppa formata col cranio di Cunimondo suo pa,dre, re dei Gepidi, che Alboino aveva vinto e _ucciso in combattimento, prima <l i invadere l'Italia. Fu valoroso guerriero e lasciò un nome glorioso fra i barbari conquistator i ma esecra.bile per le sue crudeltà fra le popolazioni <la iui assoggettate.

Albona. Borgo dell' Istria p resso l'Arsa, già municip io romano . Fu terra fortificata fino ai tempi nostri. Nel 1420 si sottomise al d<>minio veneto, ::-;cl 1599 vtnne assalito dagli Uscocchi, ma gli abitanti si difesero enePgica.iucnte, e riuscir,,,ono a. salvare il borgo. A/bona. Affondamine, varato il 20 lug lio 1918: d isloc,,,ncnto 130 tonnellate.

A lbonico (Lnigi). Generale, n . a Grandate, m. a Monza ( 1846-1905). Prese parte come Sottotenente ò i fan teria alla campagna del 1866 <Xl ebbe da Colonnello (1898-1904) il Comando del 13° R egg. Fanteria. Promosso Maggior Generale 11el 19_04, coma11dò per pochi

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mesi la brigata .Marche e nello stesso anno 1u collocato a riposo a sua -domanda ed -inscritto nella r iserva.

Alborghetti (Colonna ·mobii.e). Una ~!elle tre colomie formate in Alessand ria (le altre due erano quelle dei bersaglieri Valtellinesi e quelle dei bersaglieri. Comaschi) coi volontari lombardi ivi concentratisi nd gennaio 1849, costituita di elementi berga:maschi a l coma11do del Capitano Lodovico Alborghctti. Fece la campa,gna del 1849, con la, d ivisione lombarda. Dopo il suo ~cioglimento, a canrpa.g na finita, gli e lementi rimasti vennero fusi il 7 aprile coi bersaglieri valtellinesi. Albori (Eugenio). Generale di fanteria dell'Esercito austro-ungarico, nato nel 1838. Entrò nel 1857 n el reggimento Kaiserj ager del Tirolo; parteçipò alla campagna del 1859 in I talia e nel 1864 fu chiamato al Qu°Atic.i· generx!e. Durante la ca111pagna del 1866 fu nom inato ufficia le dello Stato Maggiore. Combattè come Ten. col. nella guerra d'occupallione della J3osnia ( 1878) e qua.Jc capo di stMo magg iore della i" Divisione · di fanteria, comandata. dal duca di W,urtemberg, partecipò agli scontr i d i Rogolje-Sat1el e di J aju. .\'elio stesso anno fu promosso al grado di ca'Po di stato maggiore del XIII Corpo e combattè , a Kljuc e par tecipò alla presa di Livno. :Nel 18S0 divc,me ca,po dell'Ufficio Operazioni, nel 1882 maggior genera.le d i brigata, nel 1884 maresciallo comandante d i divisione, nel 1893 coma:,dante di Corpo d'Armata, nel 1903 ispettore generale <;!elle truppe. Albornoz (Gilles Alvarez Carillo) . A,·civescovo ed ,u omo di Stato alla corte di Alfonso XI, re di Castiglia, nel secolo Xl V. E ra nato verso il 1300 a Cucnca; mori a V iterbo nel 1367, Partecipò alle imprese militari di Alfonso, e combattè a T ar ifa, nella qual battaglia salvò la vita al suo re. Ma, caduto in disgrazJa quando j •· ad Alfonso successe Pietro il crudele, si r ifugiò a,lla corte p apale di Avi,g none. Di qui Innocenzo IV i1el 1353 lo inviò in Ita lia in qualHà di legato. L' A . ra,;colse un esercito <li francesi, di tedeschi e di 'Ungheresi, ottenne l'appoggio di Cola da R ienzi, t ribuno d i Roma, e l'appoggio d i Fù·enze e di Sien a. S'impadronì di Viterbo, d i Orvieto e d 'altri luoghi, cacòò gli Or<lelaffi da Forlì, ottenne Bolo;::m da Giovanni d 'Oleggio, ridusse all'obbedienza i Malatesta dt Rimini. La mone lo colse mentre accompagnava Ur bano V a Roma. Albret (Carlo d'A., conte di Dreux). Connesta1b ik <li Francia nef 1402, m . nel 14 15. Nel 1390 par tecipò alla spedizione d'Africa comandata dal D u ca di Borbone. Nel 1405-406 ebbe il comando delle u·up.pe francesi •contro gli inglesi nella Guienna. Parteggiò 'per gli Amna,gnacs, quindi riprese il suo rango d i Conn-cstabile. I nfine comandò le truwe franaesi contro Enrico V re d'Inghilterra, e attaccò l'in felice battaglia di Azincourt, nella qual battaglia rimase ucciso.


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Cesare Febo d'Albret, cont'e di Miossa,ns. Marescia llo di Frainoia, n. nel 1614, m-. nel 1676. Fece le sue prime aPmi in Olanda sotto :Maurizio d i Nassau; poscia sersvì in Frnncia, dove r a.ggiunse il gra<lo di maresciallo eh campo nel 1646. Partecipò agli assedii di M a rdick e di Dunquerque.

Al bricci (conte A Iberico). Generale, n. a Gallarate nel 1864. Sottotenente <l''ar·tiglier ia nel 1886, partedpò da Tenente alle campagne d ' Afri-ca del 1888 e '89, e da caipitano quaile d istinto Ufficiale d i Stato Maggiore addetto a l Comando del 1° Cor>po d'Armata ed al Comando d i Corpo di Stato Maggime. Promosso maggiore a scelta nel J 907, prestò opera di soccorso nd terremoto cala,bro-siculo del 1908 al comando di un ba\taglione del 1° Reggimento Granatieri, e nel 1910 fu nominato Aiu tan te di Campo Onorario di S. lv[. il Re, d is inllJ)ognanclo con ta tto e con perizia la caric:id i Addet to Militare a Vienn a in un pexiodo particola rmente d ifficile e delicato della politica c,u;ropea e specia!lmente balcanica (1910- 1915). Scoppiata la G uerra Mondiale, prestò dapprima 1a sua opera presso un importa,nte Ufficio dèl Comando Supremo (1915), e dopo aver r etto per breve p eriodo il Comando cl8l1a Brigata Basllica ta fu nominato (maxzo 1916) Capo d i Stato :Ma,ggiore della I Annata, Call'ica nella quale si mer itò la Croce <li Ufficiale dell'Ordine Militare di Savoia per a<ver efficacemente con tribuito a l successo della l ' Armata nell'arrestare e poi r icacciare il nemico duran te le opcraz:ioni del magg io,giu,gno 1916 nel Trentino. Nel 1917 al comando della s• Divisione fu sull'Adamel lo, e diresse la conquista del Corno d i Cavento e la tenace resistenza contro le baldanzose in<:-urs ioni nemiche ohe in quel ,perioldo si verificarono in quella zona. Comandan t,!! del II Corpo cl' Armata, nella ritirata <li Ca'!)Oretto, dal :.Vfonte San to ra,ggiunse il Montello con il ·Co r-po d'Armata ancor saldo e comibattivo in modo da poter sostenere con le sole sue truppe ancora per parecchi ,giorni la difesa d i quelle posizioni. Venne in t ale ci rcostanza decorato d i .medaglia d'a.rgento a l valor militan . .Si rivelò condottiero b r illante e fortunato sulla fronte Francese dove il II Corpo <l' Armata che egli comandava si coperse d i gloria nelle sanguinose giornate cli Bligny; in ta le occasione il gen. Albricci aveva a l suo <'omando anche due Divisioni fran cesi; ott;nne la nomina a « Defenseur » della Citt_à di E'Pernay. Jn seguito, si distinse nella conquista. d ello ,Chemin des Da-, mes e nell'inseguimento <lei nemico s ino alla lvfosa. Nel dopo guerra (giugno 1919- marzo 1920) fu Min istro della Guerra, nella difficile- e spesso incresciosa opera della smobilitazione. Nel luglio 1919 fu nominato Senatore del Regno e nel 1920 ebbe il Comando del Corpo d'Armata di ::"\' apoli. Albrione di Rorà (ivlau.r;zio). Generale p iemontese che servì nei reggimen ti d'Aosta, di Lombardia, di

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Oneglia, nel qua.le rruggiu nse il grado di maggiore. Fece le campagne degli ultimi anni del XVIU secolo con• tro la Francia e si trovò a Tolone (1793) dove rimase ferito. Nel 1814 - fu nominato Colonnello del regg. Aosta ma l'anno dopo lasciò il comando per motivi d i ~alule, fu -promosso maggior generale, nominato governatore della città e provincif, cli :IVIondovì.

Albuera (e Allmhera). Villaggio della Estrema.dura nella Spagna, sul fiume omonimo, d istante circa 25 km. da Badajoz, sulla strada che da questa fortezza conduce a Siviglia, Il_ 16 maggio 1811 le truppe francesi, a l comando del i\llaresciallo Soult, mossero contro l'esercito alleato anglo- ispa,no-portoghese, IJ)er costringerlo a levare l'asstdio di Badajoz, e lo irn:ontra.rono_ ad Albuera. Forze dei francesi : 19.000 uomini di !fanteria, 4000 di cavalleria e 50 cannoni; forze degli alleati : 30.000 uomini di fanteria (dei qua li 10.000 inglesi), circa 3000 cavalli e 38 ca1111oni. Gli alleati avevano una brigata ·di fanteria della legione, tedesca, comandata dal igen. d' Alten; due divisioni inglesi (Steward e Lowry Cole) una portoghese (comandata dal! ' in.glese Hamilton); ire divis. spagnucle (gen. Blake); tre. brigate di cavalleria, 38 cannoni. Comandante in capo, il maresciallo Ber·esdori, il quale dispose i suoi sopra una serie d i alture sulla

I) t..arcliza,Oal e Ballestreros; Il) Steward: lii ) Cole; IV) Ham ilton; V) AILen; VI) GOdinOL; VII) Glrard ; VIII) LaLour-,Mau-bourg.

$mistra de l fiume Albuera, coprendo Badajoz. Collocò gli spagnuoli sulla drstra; la <li vis. Steward d ietro il villruggio di A. ;, la divis. Cole in riserva; la divis. Hamilton a sinistra ; il gcn. Alten ad Albuera, avendo a sinistra la cav. in,glese del gen. E rsk ine, Soult cominciò a-d affida re a l .g cn. Godinot un attacco dianostrativo fron tale e sulh, sinistra nemica, come se vo·lesse forzare il pon te che adduceva a l villaggio, •~cl intanto, ifatto pass,rre il fi-umc a 15.000 uomini e 40 c;annoni, comandati dal generale Gfrar-d, oltre la destra degli Spagnuoli, iniziò personalmente una manovra avvolgen te che minacciava il fianco destro e la stessa. linea di r itirata degli -alleati. Questa massa di manovra aveva a ll'estrema sinistra la cavalleria francese <lei Latour-Ma.ubourg . Cosi il Beresford fu obbligato, mentre già la battaglia era incominciata, a cambiar completamen te lo schieramento iniziale per •far fronte a destra contrn la quale erano d irette quasi t'lltte le forze francesi, mentre non vi era un solo ii\glese. Non avendo voluto gl i Spa.- · gnuoli avanzare, la .prima divisione inglese, d iretta nel


,ALB pun,to• m inacciato contro i francesi del gen . G irard, ne r imase gravemente scossa, tant.o che il Beresford stava per or<lina.re la ritirata. Senonchè il ColonncJ!o Hardinge, di propria inizia tiva, fece avan za.re in quella d irezione la restante fanteria inglese. Il movimento, tempestivawcnte eseguito quando la vittoria già sembrava arridere ai Francesi, che imprudentemente avanzavano 1 in colonne serrate, permise. agli Inglesi di accogliere i nemici con violen tissime scariche, che ne falciarono te folte masse; e di respingerli dopo aver loro inflitto gr,i.vi perdite. Q uesta mossa decise della giornata. 1 Francesi, protetti dalla superiorità della loro ca,valleria., ripassarono il fiume, lasciando gli Allea-ti padroni del clmpo. Perdite: Francesi 6000 fra mort i e feriti; Alléati 7000 fra morti e feriti, p iù 500 .pr igionieri fatti dai Francesi. Di questi restarono ucèisi due generali di bri.gata: Werlé e Pep in; due generali inglesi : Houghton .e lVIiers, e uno spagn'Uolo c addero pure sul campo. Tutto il peso della 1battaglia fu sostenuto dagli Inglesi dei qua li, di 6000 che erano, non ne rimasero tpiù di 1500, ma lo scacco avuto esercitò sul mora le del soldato · francese una influenza funesta. Se i l Soult avessè·• ritentato l'attacco il rgiorno seguente, gli Alleat i rfot? 'salebbero certo stati iri grado di a rrestarlo, come éoh.fess6 poi lo stesso Beresdorf. Invece il giorno 17 i due eserciti r imasero di fronte· inattivi. I Fr ancesi, ingannati dali'artlito contegno di Beresdar.f, iniziarono la .ti.tirata il 18 abbandonando- anche .par,tc _ dei feriti alla_ generosità del nemico. La battaglia d i Albuera fu 1-rna !11agni,!ica prova dell'ostinalo coraggio della fanter ia inglesé. Badajoz cadde dopo pochi giorni in potere de~li Alleati.

Albufera. Laguna •lw1ga 18 km . e larga 3, a 7 od 8 km. a sud della città_ di Valenza, in Spagna; uno stretto cordone litoraneo la separa dal mare, con il quale comunica per una piccola aperl'Ura. Il 1S maggio 1811, sulle r ive della laguna, vennero a battaglia i francesi comandati 'dal gen. Suchet e gli Alleati çis _mila inglesi, 3000 spagnuoli e 8000 portoghesi, comandati dal -generale Btake). I francesi batterono compffetamente · gli avversari prendendo· foro 6 cannoni, 6 ;bandiere e 2000 uomini. Perdettero 2800 u. i · francesi ; 5000 gli inglesi, 1100 gli sp.tgnuoli, 800 i portoghesi. R /rnasero uccisi due genera li inglesi e uno spagnuolo. J l generale francese Suchet dbbe il titolo di d uca di Albu.fcra, così per la vittoria, conie per la conseguen m, che fu quella di costringere il generale Blake a chiuders i in Valenza e dopo non molto tempo a capitolare. Albula. Passo nelle Alpi Retiche, cantone dei Grigioni, fra il ghiacciaio e il monte omonimi, alt. m. 2313. La strada -che lo a ttraversa venne costr-uita nel 1866. La ferrovia fra Coir a e l'Alta Engadina passa sotto l';l. con una galleria ohiamata con tal nome, lunga metri 5868. Album. E cioè «catalogo,> o « indice» dei soklati, come d ice Vegczio, nell'a nt. Roma: voce aidopcrata i11 luogo d i « matricula >J. Album,ìnuria. Si designa con tale nome la comparsa d i albumina nelle urine, le quali in condizioni fisiologiche non ne contengono, ;poichè la d etta sostanza, che si trova in unione colloidale nel sangue, non passa attraverso il filtro renale integro. Infatti tra le

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funzioni -più importanti del rene vi è p1111to quella d i trattenere l'albmn ina; epperò, quando esso perdo: tale capacità, si ha l'albuminuria, la quale per conseguenza indica sempre uno stato anormale del rene. ·L'albuminuria va considerata come la conse<6uenza di uno stato morboso, il quale può consistere o in les ioni anatomiche bene apprezza.bili dei reni (nefriti, degenerazioni r enali, ccc.), ovvero in alterazioni semplicemente ,fu nzionali, caratterizzate con ogni probabilità da una insufficienza dell'apparato glomerulare, attraverso cu i, secondo la ma,ggiora.11za degli autori, avviene appunto la eliminazione dell'albumina. Le cosiddet,te •« albuminur ie innocue>>, c ioè quelle non ~c;fritiche, sarel:Jbero delle vere e propr ie « albuminurie f.unzionali » . La presenza di albumina nelle urine è il sintomo precipuo dclie nefriti e delle varie affezioni organiche dei reni. Inoltre si può avere un'aibuminuria tr-ansitoria, cioè senza lesioni anatomiche permanenti <lei rene, ·ù1 seguito ad irritazione renale prodotta <la tossine~'batteriche net decorso di processi infettivi a.cuti o cronici (influenza, scarlattina, vaiu.olo, sifilide, malaria, ecc.), o da veleni ( fosforo, cantaride, piombo, 111erC',1rio, écc.), o da p.rodolti d i autointo~.sfcaziocii! ( consecutivj a disturbi gastro-enterici, epatici, artr it ici, ecc.). ·Le for.me or,ganiche e funzionali descritte costituiscono le << a lbumine vere»; da queste vanno distin te quelle « false >l, doè le «pseudo-albuminurie>>. nelle quali la presenza' d i albumina è dovuta a sostanle albuminqse esistent'i nelle u rine (sangue, muco, pus, sperma, ecc.). Nelle « -pseudo-albuminurie» la quan tità. di albumina risulta molto minore nelle, urine decantale e filtrate, anzichè in. quelle che non· lo sono; e, d'altra parte, illumina la diagnosi l'esame microscopico del seàimen to. Riesce quindi a'bbasÌanza facile diagnosticare le albuminurie false ; se non che, a volte, le due forme, qnella vera' e q uella falsa, appaiono sullo stesso individuo, donde una « albuminur ia combinata», nella quale l'indagine clinica ed urologica è molto più delicata e rutt'altro che facile. Dal punto d i v ista med ico-legale m ilitare, ha la ;, itt grande importanza la diagnosi d ifferenziale tra le varie forme di a lbuminuria . Nelle v igenti disposizioni regolamentari ,g iustamente non è fatto cenno dell'albu1i1ina, la quale, in realtà, è u n sin tomo, il cui significato naturalmente varia a seconda dei casi e delle cause che la provocano. N el!'« E lenco A delle impe1fezion i e delle infe!1Illi tà. riguardanti" l'attitud ine :fisic:1 àl servi~::-:; militare 1> l'art. 86 considera quali _cause d'inabilità assoluta « te nefriti c le a ltre malattie croniche dei reni éd i loro esiti, accertate con osservazione in un ospedale militare e persistenti oltre il periodo della rivedibilitil ». Sono comprese, quindi, le forme ne fritiche di atbmninuria, e propriamente quelle sostenute da lesio:1i rena li croniche. I n ogni caso di a lbuminuria allegati d all'iscritto a l Consiglio di leva o, eventualmente, constatata dall'ufficiale medico in m ilitar i già arruolati, è indispensabile il 1·icovero in u n ospedale militare, dove s i hanno i mezzi adatti per fon nulare la diagnosi delle varie forme d i albuminuria, e ciò grazie all'esame dell'urina, raccolta varie volte ncl1e ventiquattro ore. Nei processi renali cronici l'albumina, pur presenta nd o eventuali oscillaz.ioni quantitative, non presenta intermittenze, come accade nelle albu minurie fo.nzionali. Queste ultime, in generale, sono compatibili col servizio militare.


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Albuquerque. Piccola città fortificata d ella Spagna, nell'Estremadura, p rovincia di Daditjoz, a pochi chilometri dal con.fine portoghese. Yi esiste i l vecchio castello dacak. Durante la ·campa,gna del li05 dclh guerra di successione d i Spagna, gli alleati, avendo t ra·6curato di marciare rapidamente da. Valenza ad Alcantara, dove quindi furono prevenu ti da.! Tessé, il quale sapeva. com,pensa.re la inferiorità delle forze mediante la c~lerità delle mosse, dovettero rinunciare a questo obiettivo che faceva parte del lor o disegno cli campagna. Tale p iano consisteva ncll'impa<lronirsi anzictutto delle fortezze di frontiera spagnuole: SalvateiTa., Alcantara e Valenza; ed a,ppoggiandosi a queste procedere su Madrid per la valle de) Tago. D i fronte alla situazione imprevista, gli alleati esanninarono se fosse più conveniente assedia.re Badajoz oppure Albuqucrque e decisero per quest'ultima perché così l'armata sarebbe venuta a !rova.rsi meno lontana dalla :F nea prefissa d i operazione, e perchè dalla conquista di questa citt~ sa.rnbbe derivata maggiore libertà e maggior vantaggio per attacca.re ~oscia o Alcantara o Baclajoz. 11 1-1 maggio 1705 gli alleali giunsero davanti ad Albuquerque e il 17 la cinsero e comincia rono il fuoco. l i 2 l ebbero inizio le trattative per la capitolazione che durarono fino al 25, nel qual giorno la fortezza si arrese a condizione che il presidio cli 1000 uomini << palla in ,bocca>> e con un cannone si ritirasse a Mcrida con l'obbligo d i n on combattere, per i l periodo di un anno, contro il re del Portogallo, nè contro i suoi a lleati, e che i cittadini e gli abitant i dei d in torni fosser o liberi di ,p artire, _perdendo però in questo caso i loro beni immobili. Il 15 marzo 181 1 A. fu presa. dal generale LatourMaubourg. G-iovanni Alfo1tSo d'Alb11querq11e. Fu ministro e favorito di Pietro il crudele re di Cas.tiglia (1350). Ca.duto in disgrazia, prese le armi contro il sovrano insieme con i grandi de l regno malcontenti. . Alfo11,o d·uca d'Alb11querq11e. Grande n avigatore, soprannominato << Il Marte portoghese >l e in3igne fr1 i conquistadores » portoghesi de l secolo XVI. Nacque nel 1453 ad Alha.ndra, p resso L is bona, e mor ì a Goa ne:l'India il 16 dicembre 1515. Discendente di una antica famiglia che traeva la sua origine dai re del Portogallo, fu educato alla corte d i Alfonso V ed entrò poscia nella marina sotto Giovanni II. N el 1503 coma11d ava una delle tre sq uadre che raggiunsero sulle coste del :tvlalabar Vasco -de Garna, il quale l'anno prima era stato colà inviato, per la seconda volta, con 20 navi. Contribuì quindi con gli altri tre ammiragli a pia1,tare le assise <lell' rmpero i n-do-portoghese aiutando l! re di ,Cochin con tro lo Sannudrì di Calicut. Devastò, insieme col d'ratello Fr ancesco, le coste nemiche, e, caricate merci preziose, fece vela per Lisbona. N ell'estat~ dd 1507 prese O rmuz, fabbricata su d i un isolotto all'entrata. d el gt,IEo Persico, scalo importan tissimo del commercio orienta le: lJ)er la via di Ormuz Venezia r iceveva i prodotti dall'India. F u costret to ad abba11<lon arla per volere dei comandanti di tre delle sue navi. Nel 1509 fu dal re E manuele nominato vicere delle Indie succedendo ad Ahncìda. . rei 1510 conq uistò Goa dove trasferl la capitale, riten_e.n do quella sede più oppor tuna che Cochin. Ben presto, per opera sua, i l commercio e le conqu istc <lei ,portoghesi si estesero a-Jla

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Cocincina e nella Malesia. Nel 1511 terminò d i sottomencrc i l ~falabar e si impossessò di Ceylan, sottomise qui;1di le isole d e lla Sonda, le Molucche, e la penisola di Malacca. Nel 1514 si impadronì di Onnuz, e il r~ di Persia gli inviò un ambasciatore a domandargli un tributo gjacchè la c ittà e tutta l'isola erano sue tributar ie. Fu allora che A., fatte portare innanzi al-l'ambasciatore gran numero di scimitarre, palle e granate <la cannone, <lisse: « eccovi la moneta con la quale paga i tr ibuti il m io Signore>>. Divenne tanto poten te ed esercitò ta le infhtenza, che i re d i Pegù, <ld Siam, d i Sumatra e di G iava gli chieser.o l'alleanza e la protezione del Po,:tGga!llo. Men tre trattava col negus di Abissinia per atiua.re un vasto d isegno :u danni cieli' E-gitto, consi• stente nel fa.r deviare nel mar Rosso i,J corso del Nilo, e .mentre attendeva, nello stesso tempo, a rim;di.nare le colonie ed a rioi:ganiumr e le forze armate onde consolidare e valorizzare i suoi grandiosi succesgi, il· re Emanuele, ascoltando accuse i.nfon<late a car ico dell'A ., lo destituì e gli d iede a succ,::ssore Lopez-So,1rez suo nemico personale. Tale immeritata umiliazione addolorò cosi profonda.mente J',1 . che ne mori a Goa a: bordo d ella n'.l.ve che doveva rimpatriarlo. Il re, ricredutosi, g1i aveva bensì spedita una lettera d i riconferma nella carica, ma questa non giunse in tempo. Oltre alle qualità che d i lui fecer o un g rande uomo di guerra, fu so1n1nanvi~ntc a.ttiivo, pr,cvig,g ente, sa.ggio, giusto e di.s interessato. Fu sepolto in ·Goa e la sua. tomoa d ivenne scopo d i pellegr inaggio per gli indiani e per ,maomettani, t;ant.o bene aveva saputo governa.rii .

Giorgio rl'Allmquerq1,e. Guerriero portoghese del secolo XVI , morto verso il 1530. Succedette a Rodr ig0 Hrito nel governatorato <li Malacca e per proteggersi contro le conti:111e molest ie dei nemici ottenne da;J re di Cambay il permesso d i fabbriçare una fortezza a Surate in territorio soggetto a quel re. In moltissim<J imprese, sem-r,rc fortunate, dimostrò valore e coraggio ecc,::ziona.le. Rimise sul trono di Pacem il legittimo soH ano cacciatone da un usurpatore e sostenne una lunga lott1 contro il re cli Rintam il quale, sebbene pa·rccchie volte sconfit to, rinnova,va ogni tanto gli audacissimi attacchi. J\forì dopo averne trionfato compl<-namente e dopo aver consolidato la potenza. coloniale portoghese. Francesco Fernm,.dez de la C1un;a, d1tca d'Albuquerque . Generale cli cavalleria nell'esercito spagnuolo cm1tro la F ranc ia nel 1643. C<'.1mandò dapprima un corpò di 12 reggimenti, dei quali tre italiani (Strozzi, Viscon ti, Ponti) e quindi un cor-:po di 15 squadroni spagnuoli e .fianuninghi, coi quali costituì l'ala sinistra. dello schieramento s1;1agn uolo a Rocroy. Assalito all'improv,·iso dalla caJVallcria francese del maresciallo <li Gassion a ll'inizio della ,b attaglia, le truppe dcll' A. vennero sbaraglia te e cacciate lungi <lai campo di bat~aglia .


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Mattia d: A lb1<querq11e, co,Jle di A /egrette. Generai.: portoghese del secolo XVll, morto a Lisbona nel 16~6. Nel 1628 fu inviato al Brasile per difendere la prov inci,L d i P ernarnbuco contro g li olandesi di cui r iusci .: respingere g li attacchi. Richia:mato in Europa nel 1635 ebbe una parte note,·olissima nella rivoluzio11è che pose sul trono del Portogallo la casa di Bra.ga.n1:a. E levato al comando dell'esercito portogbese nel _1643 fece la guerra contro gli spagirnoli, tolse loro parecchie città e nell'anno seguente li sconfisse nella battaglia di Campo .\fayor caricandoli egli stesso alla. testa d~i suoi soldati. Giovanni IV in ricompensa lo fece conte d'Alegrette e lo creò Grande di Portogallo. Nel 1645 i' Alburiuerque cominciò la campagna per la presa di Tclena, ma contrariato da molti ufficiali gelosi della sua gloria, si portò alla corte per la.n1cntarsenc. Il re, prevenuto contro di lui, lo ricevette freddamente ed egli ritiratosi immedia tamente da.I comando, mori poco dopo \:li d olore. Edoardo d'illb11q11e·rq11e-Coclho, marchese di Basto, co11te di Pcrnambuco. Generale portoghese del secolo XVll, m. a Ma.drid nel 1658. Si segnalò nella !,'1.lerr:i. del Brasile sotto suo zio Mattia d'A., contro gli olandesi e particolarmente a San Salvador de Bahia. Quando tutto il Portogallo tornò sotto la corona della Casi di Braganza, l' Albuquerque cont inuò a parteggiare p.:r gli spa,gnuoli e si ritirò a :IIadrid dove scrisse il (< Giorna le della guerra del Brasile>> cominciando dal 1630.

TI duca d' Alb11q11crq11e. Genera le e grande d i Spagna. Sori ito da una delle più illustri famiglie spagnuole, era tenuto in alta considerazione presso la corte di :?.Iad rid quando le truppe francesi invasero la penisola a el 1808. Prese poi partito per le « cortes ,, agendo in no· me di Ferdinando VII. Ebbe il comando di uno dei corpi sotto gli ordini del duca d'Infantado, e partecipò alla battaglia di ::\Iedellino, ove s i distinse per valore personale . Quando il maresciallo Victor Perrin avanz& -contro Ca.dice, il duca d'A. s i ritirò nell' isola di Leon con la sua divisione, e Ca.dice, che stava per arrendersi, incoraggiata dalb. sua presenza resistette lungamente a lutti gli sforzi delle armale Ira11cesi. Qualche tempo dopo il gove,·no, per sottrarsi alla di lui influenza, lo inviò ambasciatore a Londra dove morl ne l 1811.

Alcabon. Località della Spagna, fra 1V!adrid e Tala,•era. ::S:el luglio 1809, durante la. guerra di Spagna, il re G iuseppe ~a,poleone avendo saputo che le truppe inglesi del Gen. WeUc-sley e quelle spagnuole del Gen. Cucsta, r iunitesi fra il T ago e il Tietar, risalivano il Tago marciando su T oledo, mentre un dislaccamento (Gen. Wilson) era. in marcia su Escalona, mandò ordini al Soult, a Salamanca, di marciare su l Tago, per tagliare la r itirnta al nemico, cd al corpo del Sehastiani di d irigers i a marce forzate su Toledo. Egli stesso, con le truppe che aveva sottomano, mosse da :Madrid in direzione di Escalona per arrestare la marcia di Wilson e riunirsi quindi a.gli altri corpi francesi. Il 25 lu glio Giuseppe Napoleone era a Ra>'r.:as, gli Inglesi erano a Tala vera, Jncntre Cuesta marciava su Tokdo e \Vilson era giunto a Xavalcarnero. li mattino del 26 i fr:mccsi attraversarono il Guadarrama e marciarono ~u Torrijos, che sorpa.ssaronci ~boccando nella piana d i Alcabon. ove trovarono schierata l'avanguardia degli Spagnuoli, forte di 4000 fant i, 2000 cavalli e 6 pezzi. 11 re Giuseppe, che a,·e,•a con

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sé il gen. Dessoles, disponeva della Guardi.:. reale, dd 51° di linea. del 27° cacciatori a cavallo: La cavalleria [raucesc, agli ordini del generale Latour-Ma.ubourg. sc,hiera tasi di fronte a l nemico, lo attaccò; gli Spab'Tluoli dapprima. resistettero, ana al sopraggiungere della fanteria francese iniziarono il ripiegamento sotto la protezione de!la loro cavalleria comandata dal Villaviciosa; questa però, alla stretta di Alcabon, venne ca-

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ricata e tr:i.volta dalla cavalleria francese, sicchè gli spaw,uoli, colti dal panico, si ritirarono precipitosamente. li terreno molto difficile peraltro ostacolò l'inseguimento, e la. fanteria spagnuola riuscì a passare sulla destra dc li' Alberchc per ricongiungersi con gli In,;le,;i a. Ta lavera. L'avanguardia inglese ( 10.000 u.) eh~ si era portata a Casalegas per proteggere la ritirata cli Cuesta, ripiegò al primo apparire della cavalleria francese. Due giorni dopo ebbe luogo la battaglia d i Talavera.

Alcaini. Generale, veneziano di ongme, al servizio clell'.\ustria (scc. XVIII-XIX). Nel 1799 fece parte dell'esercito austro-russo che r iconquistò l'Italia sui francesi e si trovò alla ba ttaglia d i Novi agli ordin i ciel Kray. Quindi ebbe l'incar ico cli assedia re la cittadella cli T ortona e l' 11 settembre ne otlenne la resa. L 11igi Alcai11i. Generale macchinista, nato a. Pola nci 1866. Fu ammesso alla Scuola Allievi :vfaccbinist i della R. )f. nel 1881; capo macchinista nel 189?, ,bdga.diere generale nell'anno 19 19, collocato in posizione a us ilia r ia nel 1922, rprornosso nella R. :N. maggior gcnorale e Vice Ispettore Macchinista nel 1923. P rese lodevolmente pa1·tc alla cmnpagna ita lo-turca a bor<lo della R. X. « A~ malli,,, cd alla guerra ciel 1915-1918.

Alcalà Real. Città della Spa,gna nell' Andalusi:t, non lungi da Cordova, teatro di combattimento fra spagnuoli e francesi, il 28 gennaio 1810. Il generale Se-


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bastiani, partito da Cordova verso Granata col IV corpo, si imbattè p resso .-1. R. con 3000 ·cavalieri e 700 fanti spagnuoli, comandati da Frairc. Egli lanciò contro costoro la propria cavalleria, guidata dal gcn. Corbineau: in breve gli spagnuoli furono sopraffatti e dispersi, la.sciando in mano alle truppe del Scbastiani 214 prigionieri e alcuni cannoni, e su l tcrxeno 200 morti. Contemporaneamente un'altra co lonna <lei corpo di Sebastiani, comandata dal gen. Peyrcimont, incontrava un altro corpo spagnuolo e lo batteva. prendendogli 32.. cannoni. Con queste operazioni, il Sebastiani impediva agli spagnuoli di concentra rsi ·in Gr anata per sollern.r la e d if<:nderla e il 29 gennaio occupava senza contrasto la città.

Aloal i. Corpi axcnti proprietà. opposte a quelle degli acidi ..Fin dai tempi antichi se ne conoscevano trr, due fissi, la .p otassa e la. soda, ed uno volatile, l'ammoniaca. Gli alcali caustici con definizione più precisa sono gli idrati dei metalli alcalini. Questo gruppo comprende il Litio, il Sodio, il Potassio, il Rubid io ed il Cesio, i mcm lii cioè più clettroposilivi. I più importanti fra i metalli alcalini sono il sodio cd il potassio. Essi entrano molto facilmente in combinazione diretta con gli alogeni e con l'ossigeno con forte sviluppo di calore. Decompongono l'acqua anche a freddo formando id rat i che sono solubilissim i nell'acqua, reagiscono energicamente con gli acidi e sono inalterabili anche a temperature elevatissime. Sostan1,e a loaline sono state in~picgate per neutra.li~zare i gas <l-i combattimento d i natum acida, o costituiti da alogeni (Cloro, Ilrorno, Iod io, ecc.). Le prime maschere antigas confezionate dopo l'aggressione tedesca del 22 aprile 1915 contrv il settore Bischoote-Langemark (Ypres) furono trattate con sostanze alcaline: iposolfiti d i sodio e carbona to d i sodio a protezione degli effetti del cloro. Acuitasi lla guerra chimica. ed impiegato il fosgene (dicembre 1915) gli alleati trattarono le loro protezioni con solfofenato tli sodfo e poscia con solfoanilato di SQC!io. I te<lcsohi nel loro respiratore a .6.1tro oltre al mrbone assorbente posero uno strato di carbonato di potassjo, e nel respiratore inglese (aprile-novembre 1916), uno strato di neutralizzanti em cost itu,ito di permanganati d i potassio sostitu•it i poscia da. permanganato d i sodio. li permanganato <li potassio nootralizza anche l' iprite (solfuro di etile biclorurato). La soda caustica in soluzione ~cquosa al 5¼ è impiegata per nautra.lizzare la lew is iie, arsina vinilica ben nota per l'interesse , che ovunque sta destando. Soda o potassa. cnustica sono impiagate negli autoprotot!ori ad ossigeno per assorbire il viapore d'acqua o l'anidride carbonica. (Apparecchi Draeper, autopr:.otettore della. Stanseatisc.he di Kiel, della Liebc e Sorman di Londra; tipo Gibbs Americano, ecc.). l'eroosidi alcalani (,peros&idi di sodio o di potassio) sono impiagati per fornire ossigeno ad un'altra classe di a!.1toprotettori : Tipi Pneumatogeno, ecc. La reazione avviene mcrcè r a.nidride carbonic1i cd il vapore d'acqua nella fase di es.ph·azione. In fatti

K, O, + H, Perossidi di potassio

Ko H (,potassa caustica)

+ O ossigen-J

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K,

O,

+ CO,

+

K, C03 O Carbonato di ossigeno potassio Pratica.mente si iw.piega una miscela di perossido di potassio e di sodio. Queste miscele sono impiegate a01che nei ricoveri sotterranei e nei locali chius i doi sottomarini per ravvivare faria ambiente, sQpprirnendo l'anidride carbonica cd il ,·apore d'acqua ed emettendo per contro ossigeno. Il perossido d i sodio (ox-Llitc) è impiegato anche negli apparati di telegrafia ottica per generare ossigeno e fopmarc così la luce ossiaeetilcnica. che, molto caforif1ca, vie.ne •proiottata su una pastiglia di sa.li Ji torio e di zirconio ( terre rare) in modo da renderli incandescenti. anid ride carbonica

Aloangl. Nelle ,provincie turohe, era una sorta di milizia. a cavallo, a' tipo gendarmeria, ,µcr il servizio d'ordine interno. In tempo di guerra le provincie dovevano inviarla all'esercito in campo e veniva. a.doper:ita come cavalleria leggera. Aloaniz. Borp:o della Spagna, nell'Aragona. Durant~ la guerra. di Spagna, nel IQ09 venne occupato da 3000 fanti e 600 cavalli spagnuoli agli ordini del generale J::schaveria, oltre a un migliaio di uomini che avevano preso posizione nelle vicine montagne. I l gen. Saintc C.:roix, francese, il 7 g iugno 18 10 comparve davanti ad A . .con un buon nerbo di truppe. Egli destinò un reggimento a frontrggiare gli spagnuoli situaii sui monti, ~ avanzò su Alcaniz col rimanente ; postosi a capo dei suoi dragoni, caricò il nemico asserraglialo e barricato nd le vie, e lo sconfisse completamente. Gli spagnuoli perdettero 700 u. e altrettanti ne lasciarono prigionieri. 11 generale francese rimase ferito nell'azione. Aloàntara. (Ant. Norl>a Cwsarca). <Citt?t della Spagna, prov. di Caceres. Era giit nota. nell'epoca. romana; venne fortifica.t:i d:ti mori. Alfonso IX l'assalì e la prese loro nel 1218. Nel 1706 Galloway, generale delle truppe in Portogallo, riuscì a prenderla corrompendone il governa tore. Nel 1809, il 10 giugno, un distaccamento inglese che guardava. il magn ifico ponte quivi costruito sul Tago dall'imperatore Traiano, temendo l'avvicinarsi di un distaccamento francese, in base agli ordini ricevuti fece saltare il ponte, che aveva sfidato per diciassette secoli le ingiurie del tempo. Ordine d' A lcànlara . Ordine cavalleresco, crealo nel 11 i6 da Ferdinando II, re <li

Leon e di Galizia. Ebbe come pri•ma. denominazione quello d i « San G iuliano di Perci ro »; ma, dopo Ja presa di Alcànlara, essendo stata destinata ai cavalieri -dell'ordine la sede della ~resa città, :issunsero questo nome. Iii nastro e la c.roce sono 'd i colore vende, menu·e quelli dell'ordine di Calatrava, che hanno la stessa forma, sono d i color rosso. A l-càntara. Località a.Ile porte di Lisbona, tieatro di una ,ba.1taglia. fra spagnuoli e portoghesi (25 agosto 1580). Re Filippo II di Spagna aveva ordinato a l duca


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Pa,nte cli Alcan,rarn prima della Sl\la ctistr11zione. (-Costn1!to da Trnia,no) d'Alba d i occupare il Portogallo ed il duca, a capo d i un esercito di 20 mila u., dopo vari scontri favorevoli alle sue armi, g iunse a Setubal, dove trovò ad attenderlo la flotta spagnuola, mentre quella portoghese si era rifugiata, perchè inferiore a ll'avversaria, nel Tago. I l duca in"ibarcò le sue truppe e andò a sbarcarle sulla destra del Tago, p resso Lisbona. ,Comandava i Portoghesi don Antonio de Crato, il quale aveva d isposto il s uo esercito dietro il ruscello d i Alcan tara, che oggi scorre in un sobborgo d i L isbona, e allora distava dalle mura circa 4 km . La flotta spagnuola rimon tò il Tago e venne a prendere po,;izìone p resso lo sbocco del-

arn:massava truppe verso il ponte e il molino. Il duca cl' Alba onlinò allora alla propria, cavalleria, circa 2000 cavalli, comandati da d on Ferna.Ìido di Toledo, suo figlio, d i risalire la sponda destra dei ruscello, di varcarlo a monte, insieme con 2000 fanti coma11<lati da àon Sancio · <l'Avila, e di ·p iombare sul fianco destro dei Portoghesi. Contemporaneamente la marea saliva, e permetteva alla flotta spagnuola di avvicinarsi alla sponda del fiume e d i battere la sinistra dello schieramen to avversario. C h iusi da tre lati e fuhminati e attaccati energicamente, i Portoghesi non poterono resistere, e andarono completamente in rotta, inseguiti fin dentro Lisbona. La battaglia fu decisiva, nel senso che il Portogallo vi perdette il suo u nico esercito, e dovette acconciarsi a riconoscere, per allora, la sovranità della Spagna sul proprio territorio.

Alcàraz. Città <lella Spagna, nella Nuova Castiglia. Nel 1096, Pietro I, re d'Aragona, avanzò ad A. con 30 mila u., contro un esercito d i mori schierato presso la c ittà. I mori vennero sconfitti, e la battaglia che da A . prese il nome assicurò alla Spagna il possesso di grande parte della penisola, dalle foci dell'Ebro alle foci d el Tago.

l' Alcàntara nel fiume, fra la foce del ruscello e L isbona.. Don Antonio, che aveva 25 m ila u., fece occupare con due. distacca.menti il ponte sul!' Alcànta.ra. e un mol ino alla sua foce, disponendo il ,grosso i.n un bosco d'o!ivi posto dietro il ruscello, a.vendo alle spalle la. c ittà di L isbona. Il d uca d'Alba prese posizione sulla destra del ruscello, e lanciò con tro il ponte e il molino una colon na <;li italiani, coman<lati da don Prospero ColonnJ.; questa colonna trovò viva resistenza, e s'impadronì dei d ue obbiettivi con l'aus ilio di un corpo spagnuolo agli ordini di don Luigi cli Guz01a.t1. Frattanto la flotta spa.gnuola cannoneggiava quella portoghese, e don Antonio

Alcazar do Sai (o Alcace~ do Sal). F ortezza del Portogallo, nell'Estremadura, a sud est d i L isbona. Battaglia dell'll nov1Nnbre 1217 : Appartiene al tempo della V ·crociata. Una parte della ciur ma della flotta ,composta di iRen a.ni e Frisi, diretta in Terrasanta e giunta sul Trugo, accettò di coadiuvare Alfòn.so II del Portogallo nella conquista <li A. tenuta dai mori. I,i'soocorso della fortezza l'emiro della Spagna meridionale. inviò un forte esercito. Presso la for tezza si venne a -battaglia Ira i 1ùori da un lato e gli alleati dall'altro. I mod furono completamente sconfitti. La fortezza si d ifese eroicamente, ma il 21 ottobre cadde in potere degli alleati. Alcazar Quivfr o Alcazar Kebir. Città del Marocco, sul Lucos. Il 24 giugno 1578 il re Sebastia110 del P ortog-<1.llo si imbarcava col fiore della sua nobiltà e del suo esercito, per recarsi al }V[arocco a sostenervi la


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causa di )[uley Mohammed contro Abd-al-Malik. Sbarcato sulla costa del :Marocco, venne raggiunto dall'alleato <'On un esercito che gli stor ici fmrno ascendere a 100.000 uomini, mentre Sebastiano ne aveva circa 20.000. Il 4 agosto le truppe allea.te, che avevano di poco avanzato vérso l'interno, vennero a ,battaglia nella pianura di A. Q. con un grande esercito comandato da Abd-al)Ialik. Le truppe cristiane attaccarono decisamente, e rovesciarono le prime lince avvers-irie; ma subito dopo vennero da ogni parte avviluppa.le. Malgrado la loro accanita difesa, rutti i portoghesi rimasero massacrati, compreso il loro re. Intanto i marocchini di 1'Culey .\Iohammc<l venivano assaliti e facilmente dispersi. e lo stesso ì\Iuley ucciso; perdeva pure la vita nella lotta l'altro capo, Abd-:tl-l\lalik. Alca-:ar Srghir. Fortezza del Ma.rocco fra Tangeri e Ceuta. Xc! 1-ISi Alfonso V del Portogallo decise di to• glicrla agli infedeli, e mosse da Setubal con una flotta di 200 navi e 20.000 uomini di truppa. A. fu assed iata, in bre,·e, dopo ripetuti as,;alti, cadde nelle mani dei l 'o rto.ri;hesi.

Alce. Ant. città della Spagna tarragonc,-:ic (anL :err itorio dei Ccltibcri); non se ne conosce l'esatta ubicazione. - Batta.glia di 1llcc ( 179 a. C.). fu combattuta dal -propretore T. Sempronio Gracco contro i Cclt ibcri. li propretore, che era accampato, fece uscire i Yeliti a scaramucciare col nemico, il quale a poco a poco fu trascinato nella pugna. Secondo gli ordini ricevuti, i veliti si misero in fuga verso il campo romano, nel quale il propretore teneva pronte 'le sue legioni. Colto il momento favorevole, mentre i ·celtiberi cransi disordinati nell'inseguire i veliti, le legioni, uscite dal ·campo, li assaliro no e sbaragliarono completamente, uccidendone 9000. Sempronio inoltre prese il campo avH:rsario e poco dopo la città d i Alce, vicina al medesimo. Alcester (Barm,~, A111111iraglio). V. Seymour. Alciati (A ,klun). Sc rittore militare del secolo XVI; lasciò un ·01,era dal titolo : « De rebus bellicis », stampata a Basilea nel 1552. Probabilmente questo autore è il famoso giureconsulto Andrea Alciati, n. a :Milano nel 1492 e m. a Pavia nel 1550, il quale scrisse opere su i più s,·ariati argomenti. A lcibi'ade. ·Generale, oratore e uomo di Stato greco, della. illustre famiglia degli Alcmeonidi, n. ad Atene l'Crso il 450 a. C., m. in Ritinia nel 404. Rin1a.;10 odano in tenera età, fo educato dallo zio l'cr iclc, mostrando fin dalla giovinezza la sua natura. imperiosa. Fin da. gio\'ane si distinse in diversi combattimenti, principalmente a Potidea e ,L Delio. Ritornato ad Atene fu causa di continui scandali per la sregolatezza della vita. \'erso il 420 entrò nella vita. pubblica e s; trovò su'bito in rivalità co.n Nicia il quale aveva in quel tempo conclusa una tregua. con i Lacedemoni. Alcibiade fece rompere quella tregua cd ottenuto il comando <li una parte dell'esercito si spinse fino alle coste del P eloponneso e infine nel 415 riusci a indurre i suoi cittadini a quella guerra. disastrosa di Sicilia chr. fu il principio e una delle cause delle sventure che piombarono poi sugli a teniesi. Incaricato del comando della flotta con X icia e Lamaco quando stava per partire t u accusato di sacrilegio pe, ::trc:e, in una notte

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di orgia, mutilate le em1c di Mercurio erette nei luoghi pubblici e di aver messo in derisione i misteri eleusini. S'imbarcò sotto il peso d i questa accusa ed appena giunto in Sicilia, dove aveva già riportato alcuni brillanti succcss~ giunse la nave sacra spedita da Atene con l'incarico d i ricondurlo in patria essendo stato condannato a morte per il delitto commesso. Durante il ritorno riuscì a fu&,nire, e

per vendicru:si degli ateniesi offri i suoi sen ·igi agi i ~partani e li spinse a devastare l' Attica; sollevò contro gli ateniesi l' isola cl i Chio e la maggior parte delle città ioniohe. Ma le ! ue vittorie suscitarono la invidia dei generali spartani, che !o CO<'ltrinscro a rifugiarsi pres.<;0 Tisaferne, satrapo del re di Persia, a I quale i',,pù-ò la po1i! ica d i esaurire le forze . greche, favorendo ora una. parte, ora l'altra, senza permettere mai a nessuno dei contendonti una. vibtoria dofmitiva. Cont~nporaneamcnte ull'rigava per rientra.re in Atene, e, riuscito nell'intento, ebbe daJ popolo una accoglienza entusiastica.. ~omi na to generailissimo degli atemcs1, ri'portò sugli s,pa.rtani le viittoric navali d i Abido ( 411) e <1; Cizico ( 419) e potè rientrare in Atene trionfalmente. L a disfatta del suo luogotenente Antioco per opera di Lisa.ndro, lo costrinse nuovamente all'esilio, ed allora, postosi a capo di mercenari, andò per proprio conto a combattere da avventuriero in Tracia.. Dopo il d isastro di Egospotamos temendo la potenza spartana, si ritirò presso il satrapo Fa.mabazo, nella Bitinia, ed accorto,i finalmente dei mali cagionati alla patria si dispose a servirla. Ma i Lacedemoni, che non ritenevano di aver completamente abbattuta la potenza d i Atene finchè fos,;e vivo Alcibiade, negoziarono b sua morte col satrapo, il quale lo fece uccidere fra le braccia di una cortigiana in mezzo alle fiamme del suo palazzo a cui era stato appiccato il fuoco. <e Alcione». Torpediniera. d'alto mare-, in acC'la10, varata il 2J settembre 1906: dislocamento 216,5 T onn., macch ina .3252 HP., velocità 27 nodi. Dopo la guerra radiata dal R. Naviglio. Utilizzata in Egeo durante la. guerra italo-turca; nella scorta dei piroscafi per la <Ffesa contro i sommergibili in .Mediterraneo durante :a guerrn mondiale; in Albania, a protezione del presidio <li Valona. durante le operazioni anilitari del 1910.

Alcmar. V. Alk11iaar. A lcolea del Rio. Città dell',\ndalusia, sul Guadalquivir, presso Cordov'l.. 1. Il 27 giugno 1808, il generale Dupont, con, la sua cavalleria e la di,•isione Barbou (12.000 u.), attraversata la :\'[anche, si portò ad Andujar per minacciare Siviglia e liberare una squadra francese ohe era trattenuta nel porto di Cadicc. Giunto al Guadalquivir riceve tte l'ordine di spingersi avanti. Uscì da Andujar ,p er la strada di S iviglia che costogg ia la· r iva sinistra del ijumc, fino ad Alcolea, dove ripassa momentanea.mente sulla sponda destra, per attraversare Cordo,·a. La


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testa di ponte di Alcolca era d ifesa da 3000 u. di truppe regola/i e 12 cannoni. Dopo due ore di combattimento questa posizione fu conqui8tata e la divisione spagnuola si ritirò al di là di Cordova. II. JJ 28 luglio 1868, il generale Serrano, ca.po <lcgli

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DlviSione Bnrbou: O) Marinai doli a Guardia lmpt•riale; H) Brigata svlz;,,era -<1e1 g-on. Rouyer; I-') cavalleria (gen. Fresia).

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insor1i contro il governo della regina Isabella, sconfisse quivi il generale governativo Moliches, inviato contro gli insorti dal gen. Concha, caipo del Governo.

Alcool. L'alcool denaturato ~ impiegato largamente nella chirurgia mii., per la pulizia dei feriti e per la disinfezione delle mani e degli oggetti. Nei posti <li medicazione di linea e nelle sezioni di sanità con tar.to maggiore frequen7,a, in quanto che quivi mancano mezzi di sterilizzazione che si possono avere negli ospedali. Uno dei primi chirurghi che intravidero l'utilità dell'alcool nella detersione delle ferite d'arma da fuoco, specialmente quando d ivenivano purulente, fu Ambrogio Parè (secolo XVI). Nelle sue opere sovente egH cita guarigioni o ttenute mediante lavaggi e siringazioni abbondami, fatte con vino e acqua.vite. Bevande alcooliche alle truppe. Il problema. della somministrazione di bevande alcooliche alle truppe è ancora in grande parte in discussione. Contrari alla somministrazione si sono dimostrati molti medici cd igienisti. E gli effetti di questo modo <l i giudicare sono stati tali, che non mancarono di essere presi provvedimenti. Il primo esempio di soppressione totale di bc\'ande alcoolrche nella razione delle truppe ce lo offrono l'Olanda e l' Inghilterra, nei r iguardi delle loro truppe coloniali; cM venne dimostrato essere molto gravi i danni prodotti dall'a)cool nelforganisrno costretto a. ,.,i,vere nei climi trop•icali o subtropicali. I nordamericani, anche prima. di adottare iJ « regime secco» per la loro Nazione, avevano a bolito completamente vino, birra, liquori dalla razione del soldato e si preparavano a proibirlo anche per i sottuffi ciali e gli ufficiali. Il ministro della marina degli Stati Unit i, Daniels, arrivò a dire che « il naufragio di una corazzJta, la perdita di una battaglia importante, l'onore e la di-

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gnità del Paese, possono derivare d:i.. qualche bicchiere di più bevuto da uno degli uomini che lo Stato pag,t perchè di fenda la Patria >). In Francia., nell'enumerare i <lanni prodotti dall'alcoolismo nella. popolazione, il direttore della R evuc, Jean Finot, rilevava che si era creduto utile dare dell'acquavite, contenente spesso .miscugli pericolosi, ai combattenti, e si era riusciti così ad alcoolizzare i giovani delle classi ;:iiù fresche, che costituivano la sana riserva della nazione. La Guerra ::'.fondiale ha. dato grande sviluppo a questo mo<lo di giudicare. TI Governo russo, il quale ric:1.va,·a annualmente circa due miliardi dallo smercio sotto il regime monopolistico dcli' a,cq11avilc ((C vodca ,,), appena scoppiata la guerra ne abolì completamente la produzione e la vendita; Nella Gran Bretagna, parallelamente agli inviti solenni rivolti da Lord Kitchener alle reclute pcrchè si astenessero dal bere, vennero p,·e.;i provved imenti restrittivi, specialmente d'indole fiscale. Xella Francia e in Italia non vennero presi provvedimenti speciali. Nella. Germania si abolirono le bevaJ\<Ìe alcooliche nella razione delle truppe, e nei posti di ristoro privati o ufficiali vennero d istribuite bevande igieniche senz'alcool. Rin1ase in detta nazione eccezionalmente e per certe condizioni climateriche o di ri,;hi~sta di s·forzo immediato - ,;ome per certi casi arnmcs~i nell'alpinismo -· in facoltà dei Comandi, sentito il parere delle autorità mediche militari - di dar~ facoltà al soldato di scegliere fra mezzo quinto di grJ!)· pa e un~ doppia dose di caffè. Nei climi freddi e temperati la rigorosità degli igienisti $i attenua; cer to i, che nelle zone calde tutti sono concordi a dichiarare il danno prodotto •dall'alcool. ).°ella. Colonia Eritrea, rammenta il generale med ico d.~1la R. :Marina dolt. Filippo Rho, una breve spcdizion•! coman<lata dal colonnello Albertone ebbe un numrro grande d i grruvi e mortali colpi di sole. Si fece l'autopsia dei morti, e nello stomaco di tutti si ,·erificò ancora la presenza di liquori. che i soldati colpiti avevano comperato da rivenditori ambulanti. Poco dopo, il generale O rero compiva una rapida marcia fino a;.I i\dua; ma allora egli prese misure rigorose contro i greci vivandieri o venditori ambulanti, i quali, se venivano sorpresi a spacciare liquori, erano senz'altro incalenati e imprigionati, e la loro merce distrutta. Cosi il numero di ammalati e di r itardatari, durante venti giorni di faticosa e rapida spedizione fino ad Adua, fu sorprendentemente esiguo, e si ridusse add irittura. a zero il numero dei morti per insolazione. In Libia, nella presa di Zuara vi furono ad un lratlo ISO casi d i insola~ione, ed i colpiti erano soldati che a,·evano saccheggiato certe provviste di marsala e d i cognac, eh., la Croce Rossa non aveva a sufficienza potuto custodire. La conclusione cui viene il dott. Rho - in rapporto alle operazioni nelle Colonie, è questa: « Bando all'alcool: il caffè e il the, molto allungati e z11cchera,i, sono le migliori bevande eccitanti e rinfrcscan1i, e le sole che dovrebbero essere messe nelle borraccie per il consumo in marcia e durante la giornata >l . Riguardo alla « psicopatologia dell'emozione in guerra"• il Danco in Libia ha verificato che la ingestione di piccole quantità di alcoolici, in seguito a fatiche protratte, in individui di temperamento nervoso, occasiona spesso uno slato allucinatorio a contenuto terrifico, con conseguenze che in persone armate p,nsono

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talora dar luogo ad incidenti spiacevoli, ad a llarmi i,, . giustifi.cati, ecc. A lcoo/-isnio acu.to. Si manifesta quando avvien e una ingestione d i alcool in m is ura tale, d a pr od urre frenopatia . Si svo lge con un periodo ·d i eccitazione il qua le agisce sui centl'i inibitor i in modo da condurre l'in d ividuo a'CI azioni a normali, che da quelle ridicole o repugnanti p ossono spingersi fino a qucJle crimin a li; t ,c on un periodo di pa.ralisi, in cu i l' individuo perde :a coscienza.. Se esis tono tare psi•chic he nell'ind ividuo, l'alcoolismo acuto può determinar-ne l'esplosione (es. l'epilessia). V. Ubbriachczza.

Alc'oolismo cr,mico. E' raro nei militari, poi che e:;so appar tien e generalmente a individui adulti, divenuti alcoolinati per lunga abitud i11e di bere ,ilcoolici in forte quan tità. Conduce a forme mor bose svariatiss ime : n el campo d ell'in telligenza si va da fenomeni abbastanza, lievi ( diminuzione della capaciti d el lavorn, della memoria, <le i raziocinio) a fenomeni gravi, come il delirio di peJ:Secuzione. E' assai d ifficile stabilire il cJ"iterio di imputabilità ai soggetti ad alcoolismo crnnico. )Ifa è. ,erto che i l caso che si presenti detcrminel'à la rifornn de ll'in d ividuo.

Alcoy. Ci.ttà della S,pag:na, a l nord di Alicante. Essendosi riuniti ad Alcoy 1500 spagnuoli delle u·uppc dei gen. Rosch, il gen. Ha ber t mosse il 16 novembre 1912 da Albaida su Akoy, ove il nemico at tendeva d i p iè fermo. L 'avanguardia francese atta'rcò rius cendo ad oc .. rnpare alcune posizion i: allora il gcn. H abert wrdini} l'attacco su tutta la linea riuscendo a respinglfre gli Spagnuoli, che si ritirarono. Il gen . Habert r ientrò a llora ad Albaida {18 dicembre 18 12) . A•v en<lo gli Spagnuoli r ioccupato con un m igliaio di uomin i Alcoy, il generale francese ve li attaccò n uovan1ente 1 scacciandoli ancora \llla volt.a.

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me semplice soldato . !\ bbandonaia allora la veste talare, ottenne il grado di tenente e si d isti11sc a Chaeabuco ( 181ì) e a >faipù ( 1818). P rese quind i parte alla &pedizionc diretta a liberare il Perù ( 1820) e sotto jl generale Ga:n1arra raggiunse n1ediante ripetuti atti_

d i n lcre il grado d i colonnello e poi di brigadiere generah Pa.rtecipò alle lotte civ ili successive; combatté a lla r ablada nel 1829; f u sconfitto ad Angaco nel 18 41; partigiano del dittatore Rosas, ne fu nominato Governatoro: d i Mendoza , dove morì nel 1845.

Aldea del Ponte, Località d ella Spagna, teatro di· com battimento (27 settembre 1811) tra francesi e inglesi. Questi erano in r,iti ra.ta.. inseguiti dalle truppe ciel duca <li , R agusa; la loro for te retroguardia s i era stabilita ad A. con 15.000 fanti, 3000 cavall i e 14 cannoni per trattenere gli inseguitori. Il ge11. francese Wathier, comandante cieli' avanguard ia, giunto sul posto, f ece carica.re e sbaragliare la cavalleria inglese, ment re il gen. T hiéba,ut, messa in posizione numerosa artiglieria, sulla strada di Alfaya tes, batteva energicamen:e l'avversario. Fra t tanto il generale Soul1am con u n corpo di fanter ia attacca va la fanteria inglese n el v illaggio e la metteva a sua volta in rotta, costringendola a r ifugiarsi al di là della Coa. Aldenhoven. V illruggio della P russia R enana, frJ JuEers ed Aquisgra11a, situato sul M erzback, affluente della Roer. I. Combattimento di Aldenhm,en (l" marzo 1793). :!\"cl febbra io 1793 gli au,st riaci, a.pprottancio del fatto ch~i francesi, occu pati nella spedizione d 'O lan<la (Dumouriez) e nel blocco d i J\,f aestricht, maJ1tenevano le loro forze sparse, e sapendo che le truppe d el Miranda erano sparpagliate negli accantonamen ti davant i ad Aquisgrana, riunirono fra il R eno e J' Erft w1 esercito di 50

Aldao. Famiglia ar gentina, d i Mendoza, che ha dato alle guerre per l'ind ipendenza valorosi soldati, nel principio del secolo XI)I:. F rancesco Aldao. Parteciipò alla campagna delle Ande sotto il generale San Martin e s i distinse a Chacabuc-0 ; fu a lla bat taglia di Ayac uoho agli ordini d i Bolivar e raiggiunse il grado d i colonnello nell'esercito dell'in dipen<le1:za.

Aldenhoven Jlfaedricbt

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Gi·u sepf>e Fra.n ccsco Al.dao. Nel 1813 entrò col grado di tenente n ella d ivisione degli « Auxiliadores de Chi• le >> agli ordini del generale Las H eras; battuto .questo a Ran cagua, .passò nell'esercito che stava creando nel Cile il gen . San Mar tin. Comandò l'avanguardia di questo esercito e atta ccò i p r imi combattirnenti (Juncalillo e Po11ttllo) con le truppe d i :.\farcò del P onte; dopo la battaglia. d i Chacabuco inseguì Marcò e lo prese ~>rigionier o. Nel 18 17 raggiunse il gr ado d i sergente-maggiore; ritiratosi dall'esercito e stabilitosi ·, Ivf endoza, partecipò alle lotte ohe insanguinarono la provincia e venne ucciso nei camp i del Chacai p er opera delle orde inùigene d el ca:cico Coleto.

G-i1tseppe Felice A ldao. Entrò nclla carricl'a ecclesiastica, e si inserisse come cappellano n ell'esercito organ izzato a :Yiendoza per libera;re il Cile, sotto il gen . San Martin . Nei iprimi scontri, a lla Guardia V ieja, nella Cord igliera, ,prese la sciabola e corse a batter si co-

AQ.UISGRASA

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mila uomini, al comando del principe di Sassonia-Coburgo, e sn arciarono contro i francesi. Altra.versata la R oer senza che 'M iranda si opponesse, all'a lba del 1° marzo, avanzando su 3 -coloni.e, attaccarono le posizioni avanzate france~i e se ne impadronirono_; procedettero quindi contro i trinceramenti di Alderihoven, che furono 'Presi <l'assalto dagli usscri u ngheresi; il gen. Sterigel, che tentò cont ra.ttac-care, fu respin to . In brev~ i rrancesi furono disfat ti e poterono solo mercè la protezione. della lorò cavalleria, comandata dal colcmncllo degli ussari Lcfort, ritira.rsi su AquisgraJ1a. Ma avendo il principe di Wur tembe1:g aggirato i tr in ccratneni i d i Eschwciler, •davant i ad Aquisgrana, i francesi dovettero evacuare anche la città. Intanto una colonna


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austi·iaca si era por tata s u l\liaestricht costr ingendo i francesi a togliere i l -blocco.. L'eserci to francese, dopo tanti insuCA:essi, davette I sgombra.re il Belgio. II. Battaglia di Al.den,', oven (2 ottobre J 794). Impadronitosi di Aquisgrana, il gen . J ot1rdan, volendo occupare anche L innich e Juliers, avanzò v.erso Aldenhoven appoggiando la sinistra alla Roer e la destra a Sceeville. Gli Austria<::i, che erano <:omandati dal generale Clairfayt, non dubitando che egli in tendesse di passare la Roer, p resero t-t tte le pre<:a uzioni per c0111ender gli il passaggio e conservare le comuni-cazioni con 11acslrid1t, e si tr incerarono p erta,1to in forte posizione fra Ak!enho\,en e J uliers, dopo aver resi impraticabili i guadi, rolli tutti i pon ti ed apprestale a d ifesa tutte k: alture su lla destra. del fiume con line~ di ridotte munite d i potenti artiglierie. Oiò nonostante i) J ourd an, fiidando nella 1bontà delle sue truppe, non desistette d al1'imprcsa. Egli formò 4 colo1me. Quella di destra (S<.:iii: -

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rer) doveva forz:u-e i l passaggio d i D uaren; quella d i sinistra. (Kléber) doveva attaccare a Heinsberg; l'avanguardia (Lefcbvre) doveva puntare su Linnich; il grosso (Jourdan) avrebbe pun tato direttamente su Juliers. Alle 5 del matt ino del 2 ottobre 1794 tutte le wlonne erano a l posto assegnato éd atta-<:ca.rono vigorosamente. L'avanguardia, senza attendere il getta.mento del ponte, trave1\<lÒ b. Rocr a nuoto e conquistò le posizioni nemiche alla baionet ta. Dopo due ore d i combattimen to anche le posizioni davan ti a Juliers era no conquistate.

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La fanteria austr iaca tentò di oppors i a ll'avanzata, ma venne incalzata f in sotto i cam10ni della pia_;i;a di Juliers. Le colonne laterali superar ono pure le gr,wi difficoltà incon tra te: la colonna Lefobvre gettò velocemente i ponti e, sotto la protezione dell'artiglieria, avanzò 2u Linnich che trovò incendiati. 1\lla s&ra il combattimento •cessò, e durante la notte gli Austrt'!:ci, approfittando d i una fitta n ebbia, si r itirarono, dopo aver perd u to nella battaglia 5000 -uomini fra morti e feriti. Il giorno dopo Juliers si arrese a i primi •colpi d i can none e la guarnigione (800 uomini) venne catturata insieme con 60 cannoni e u n ben provvisto arsenale.

Aldershot Camp. Campo m ilitare permanente dell'Ingh ilterra, nella Hampshire, presso i con.fini delle contee di Berks e d i Surrey, a una trentina di chilometri a S. O. di Londra. Il canale d i Basingstoke divide il C'dlnpo in due ,parti ( campo settent rionale e campo merid ionale). L' A . C. venne inaugurato nel 1855; gli- ufficiali e la truppa vi avevano per ricovcrn baracche d i legno che vennero poi a mano a mano sostituite -con edifici in muratura provvisti di ogni necessario impianto per la vi ta di caserma. Il campo di manovra è situato in posizione favorevole per il rapido spostamento <li tru-ppe su qualsiasi pun to della costa inglese meridiona le; esso dispone di facili mezzi ·di comunicazione ,per ~ie ordinarie e ferroviarie e po$siede una s tazione radiotelegrafica (G G B) d i notevole .p otenza. I l terreno circostante all'A. C . è molto Rdat lo per -concentrament-i <li truppe e p er lo s1•olgimen to di manovre, e ciò rende questo grande campo particola rmente utile per le esercitazioni dell'esercito britannico. Ne l cen tro della piazza fu eretta. w1a gra11de stat ua equestre al Duca di ·wellington. Aldionario. Sorta <li scudiero <lei signori vassalli,, nell'epoca feudale. Aldobrandeschi (Ald-Obrandino) . Comandante delle truppe senesi nella battaglia d i Montaperti ( 1260). Aldobrandi (Ulisse) . Umanista bolognese del secolo X V. Scrisse i11 lat ino un << ).-lethodus de re militari >l, breve, limpido, interessan te. Se ne trova una cop ia manoscr itta nella Bil:Ylioteca ducale d i Torino. Né! poscritto l'Aldo brandi proclama la necessità dell'esercì-

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Il campo di Aldershot


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zio assiduo, mercè il quale i romani poterono trioafarc di tutto: della moltitudine (Gallia), della protervia (Germania), dell'inganno (Africa), dell'arte (Grecia). Se è mollo discutibi'le la preferenza che egli <fa ai tyro11es o soldati novelli, sui veterani, in cambio è fautore convinto dell'arruolamento fra i contadini, specie delle regioni settentrionali, rotti a rudi mc-stic ri, per poi esercitarli al nuoto, al maneggio delle anni, alla castrimetazioue.

Al dobrandini (A/dobranàino}. Cavaliere romano del secolo XVII, daµprima al servizio dcli' Or<line d i l\falta come generale delle galere; in tale carica si distinse per imprese navali contro i saraceni. Pas.-.ò poscia al servizio di papa Gregorio XV, il qua'le lo nominò generale delle galere pontificie. Navigò nello J onio ( 1622) costringendo i Turch i a rifugiarsi nei Dardanelli; quindi a iutò il re di Francia Mila sua lot\a contro gli Ugonotti. Succeduto Urbano VIII a papa Grcgo,io, l'A. si licenziò e si recò in Gennania a combattere contro gli Svedesi. ::Vforì nella ballagli.a di Nordlingcn ( 1634). Aldorfit. Esplosivo da mine usato dai T edeschi durante la guerra. E' composto di ~ l,itrato d i ammonio 81%; Tritolo (Trinitrotolucne=T. ":t-,r_ T.) 17% e farina di segala 2%. Aldringer (Giova11ni). Feldmaresciallo sotto il regno dell'imperatore Ferdinando II, n. a Thionville nel 1584, m. a Landshut nel 1634. Di oscura e povera famiglia -del Lussemburgo, si arruolò semplice soldato e in 'breve tempo con l' intelligenza e il valore raggiunse il grado di colonnello. L'imperatore gli affidò parecchie cariche importanti: nel 1625 fu fatto signore di Roscl1itz e commissario generale all'armata di Wallenstcin nella bassa Sassonia; nel 1629 prese parte ai negoziati di Lubecca col titolo d'ambasciatore. Passato in Italia per la guerra contro il duca di :Mantova, si arricchì col bottino fatto nel 1630 nel saccheggio di questa città. Ritornato in Germania fu agli ordini di Tilly e di Wallenstein e dura_nte la campagna contro Gusta\'o Adotfo di Svezia, r imase ferito al passaggio ciel J.:,-ch. Creato feldmaresciallo ebbe il comando generale dell'esercito. Alla difesa del passaggio dell'Iser presso Landshut, dopo la caduta di questa città, le truppe imperiali pr esero ilt fuga, e l' Aldringer rimase an negato nel fiume. Aldudes (Les) . Villaggio ai piedi de' monti omonimi nei Rassi P irenei, presso rn1 passo che l'ammiraglio Bonnivet aveva forzato nel 1531 e il maresciallo di J3crwick nel 1719. Tale passo è importante, in quanto conduce alla valle del Bastan e alla strada di Pamplona. Il .3 giugno 1794 il ~c;t. francese M iillcr assalì le posizioni degli A. con 1500 u. appartenenti all'esercito dei Pirenei occidentali. Il maggior ostacolo era <lato d:t u na ridotta costruita sulla strada verso la valle cli l3erdaritz, guarnit.11. di tre cannoni. Xell'atlacco alla ridotta. i francesi ebbero ucciso il generale Lavictoire d1e comandava la colonna incarkata di impadron irsene, ma riuscirono ugualmente, dopo dura lotta, a occupa.re passi e la ridotta, facendo circa 300 prigionieri. Alea jacta est. l\Iotto latino attribuito a Giulio Cesare allorchè d ecise di passare il Rubicone, contro il ,·olere del Senato. I! dado è trotto: ossia, la decisio-

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ne è presa irrevocabilmente, in modo da i1on recedere più dalla medesima.

Alègre (d'). >fomc d i una fami!jlia della Alvemia che rimonta al secolo XIII. I membri -più conosciuti di questa. famiglia sono: Ivo, barone d' A., generale; segui •Carlo VI II nel regno di Napoli; divenne allora governatore della Basilicata; poi fu governatore di Milano sollo Luigi Xll; guerreggiò contro Giulio II; morì nel 1512 alla batta~l ia. di Ravenna, dove ,pc1'dettc un figlio. L11igi, marchese d'A . ~Iaresciallo di campo francese, n. nel 1617, m. nel 1654. Xel 1643 era capitano del reggin1énlo di Normandia ed in tale qualità p rese parte all'assedio di Orbetello cè alla presa di Porlo Longone ( 1646), all'assedio di Cremona ( 1647) e alla presa dell'isola d i Procida (1648). Negli armi 1649 e 1650 .ima:se in Italia con l'esercito francese che stava sulla difensiva. Nell'ottobre <lei 1650, avendo avuto la fortuna <li hattere un coppo di 800 uomini, fu creato maresciaillo d i campo. )l'e] J6S1 1,rese 'l)arlc alla difcs,L d.i Barcellona, e nel settembre dello stesso anno, nominato comandante della cavalleria dell'esercito d'Italia, vi rimase fino all'epoca della morte avvenuta tre anni dopo. Ivo L«igi, marchese d' A., maresciallo di Francia, n . nel 1653, m. a Parigi nel 1733. Combattè e fu ferito a Flcurus (1690) e a Steeukerquc dove comandava una brigata di cavalleria; foce le guerre <l'Alema.gna e c1; Fiandra distinguendosi particolarmente nell'assedio di Ximcga e nella difesa di Bonn, assediata dal l\Iarlboro11g'h . Oa.ch:to prigioniero, fu condotto in Inghilterra, e tornò per prender parte all'assedio di Douay. NC'I l i l2 prese Douchain. Quindi fu a Friburgo, dove contdbuì alla vittoria del Villars sopra gli Imperiali. Infine, ebbe il comando in capo delle truppe della Bretagna.

Alemagna. Nome di w1 regg. <li fanteria dc! reguo delle Due S icilie, crea.lo nel 1800 con olementi tedeschi. Part'ecipò, al comando del col. De Ga.mbs, alla spedizione di Roma e Toscana del 1801. Alemanni. Popolo <l'origine incerta o mista, cli stirpe tedesca, che abitò sulle due rive del R eno dalle sorgenti fino al :i\-Icno. i:\el III secolo dell'èra volgare cc)Slituirono una Confederazione cd entrarono in lo:ta con Roma, riuscendo a tener testa all' imperatore Caracalla. :\fossero contro di loro Alessandro Severo pri11111, e ::\1assimino poi: quest'ultimo invase vittoriosamente il loro territorio, ma poi gli A . ripresero le scorrerie nella Gallia, cui miravano da molto tempo, sempre, fino allora, contenuti. Nel 257 il generale romano Postumo, per ordin,: dell'impe ratore Valeria.no, provvide a contenere le scorrerie, e costruì varie fortifica:>.ioni per impedirle. Gli A. distrussero qua e là le fortificazioni lottando con tro Claudio il Gotico e contw Probo; finalmente riuscirono, nel 282, ad acbbatterle tutte. Diocleziano e Massùniano combatterono anch'essi, alla loro volta, in difesa dei confini dclla Gallia, e Costantino sconfisse gli .4 . nella piana di Langrcs. G iu1:àno li battè e ricacciò oltre il Reno, sconfiggendoli a Strasburgo nel 357. Due anni dopo, marciò sul Reno che gli A. difesero strenuamente; ma invano, chè Giu liano pas~ò e d evastò il paese fino a l Danubio, così che gli A. vennero a patti e la pace fu firmata a )fa-


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gonza. Ancora a Valentiniano e a Graziano toccò di lottare contro gli .4 . e G razia no nel 377 li vinse a Horburg. :Ma poi non furono più contenuti, e si sp,irsero lungo il Reno, nell'Alsazia e nella Svizzera : la loro avanzata verso la Francia. fu però arrestata da Clodoveo, il quale li ,batti.: <lelinirivamcnte a Tolbiaco nel 496. Xci VI secolo si U11Ìrono cogli Svevi costituendo il ducato d i AlcmagmL c da allora la loro particolare storia si confuse con la storia della. Germania. 1 primi tivi A. erano d i1•isi in tribù indipendenti, le quali si uni,·ano soltanto in caso di guerra eleggendo un solo comai1dante. Essi faceva no molto assegna.mento sulla loro cavalleria.

Al ençon. Città francese, capol. di dipartimento (Orne) sulla Sarthe. Venne fortificata nel X secolo. Fu parecchie volte assediata e presa durante il )feclio E,o. Xel 1417, dopo la batta.glia di Azincourt , venne presa dagli inglesi, i quali ne furono cacciati definitivamente nel 1449. Conobbe i torbidi delle guerre di religione e passò a lternativamente nelle ma.ni delle due fazioni, caltolica e protestante. I•I 16 genna.io 1871, dopo vivo combattimento cui gli abitanti parteciparono, A. venne presa dal granduca di )Iecklemburgo.

dcndovi 3000 u., e poscia si chiusero nella cittadella, dove vennero assaliti. La lotta si svolse senz1 quartiere, con sortite d ispera.le e sanguinoJc degli assediat i i quali resistettero per quattro mesi; finalmente una. sorpresa notturna eseguita d,t una. trentina d'uo1ùini risoluti diede il castello in mano ai Saraceni. Dda guarnigione furono ·passati a lii di spada. quell i che ,.on passarono alla religione maomettana. II. X el 1080 A. venne assediata e presa da ::\fuslim, generale di )Ielik scià, sultano dei Sclgiucidi. III. :,;'el 1086, ad A. fu cornbatlul'a una battaglia fra due generali del detto )(clik. Era.no Tutusa e lsuleiman, inviai i ad A . dal ~ultano, ma ent,·a.ti in lotta fra di loro perchè entrainbi agognavano alla signoria della rittà. Isuleiman rimase sconfi tto e ucciso. 1V. ){cl 112-l la città fu attaccata. da.i Crociati, ma dopo vani assalti alla cittadella, a.vendo i difensori, comanda.ti da un Timur, rice·,uto rinforzi, i Crociati dovettero r itirarsi. V Nel 12S9. il principe mongolo Ulagu pose l'assedio ad A . La città fu va loros,unente difesa d:i. Melik

Al1mço11. Famiglia. nobile francese (conti e duchi), ra.ino dei Valois, di cui parecchi membri presero parte aJ!e Crociate. Un Carlo lI d'A. fu ucciso a Crecy nel 1346. Un Carlo IV d'A . partecipò alla spedizione d'ltaJia con Francesco I e comandò la retroguardia dell'esercito francese nel passaggio delle Alpi. Combattè a. Marigna.no; tenne un pessimo contegno nella battaglia di l'avia, dove occupava col suo corpo il pare:, di Mirabcllo, in cui si fece sorprendere dag.li imperiali: allora, disperando della giorna.ta, si r itirò con la sua cavalleria leggera ancora intatta verso ~'fi'lano. Mor: nel 152S ( 11 aprile).

Al enquer. Piccolo fiume del Portogallo presso Lisbo11a, .di cui fonrna una buona li nea d i difesa insieme col Tago e coi monti. Masscna nel 1811 ,·i prese posizione davanti alle linee di T orrcs Vedrns. Aleotti (Giovan11i Battista.). Ingegnere mii., n. nei 1546 a~ Argenta, m. nel 1636. F u al servizio deg li Estensi, i qua.li app~icarono la fortificazione bastiona!..: per m unire Fe.rra.ra. Opere di difesa., secondo la nuo1·a maniera, furono erette sui confini montani, ai passi del Po, alla lag\Urn. di Comacchio cd agli sbocchi nel mate. In tutti questi lavori emerse l'opera de.ll'Aleotti che Ju a.ncl1e peritissimo in a.r-0!1itettura idraulica. Sotto .Ufonso TI egli diresse la costruzione del baluardo di Ferrara e d ella cittadella penta.gona che venne a. ~ostituirsi al castello estense del Bertolino. )(cl 159 7 passò al servizio di Clemente VIII e poi di altri principi italiani.

Alep·po. Città della Siria, presso il fiume Cuaik, ant. detta Bcroca. o Clz.alybon, venuta in possesso di Roma, insieme con tu tta la Siria, nel 64 a. C. Cittadella nel centro dell'abitato, alta 60 m. dal p ia.no, con torri quad re o rettangolari, danneggiata da. terremoti. I. Xel 636, i Saraceni, già padroni d i parte della S iria, marciarono su A. condotti da Ahu Obeida. La città era difesa da 12.000 u. comandati da Yukinna. i::eneralc bizantino. All'avvicinarsi di Abu, i bizantini sostennero alcuni scontri nella pia.nura e nelle vie, per-

;\foazzem, ma -dovette cedere all'impeto dei mongoli, che la espugnarono e devasta rono nel 1260. VI. Nel 1400 (o 1402) fu combattuta ad rl. una battaglia fra Tamerlano e il su ltano d'Egitto l'aracl.5C, al quale eransi uniti gli Emiri della Siria . Tamerla.no sconfisse gli avversari e si impadronì della città. VII. Nel 1517, si combattè presso A. (24 agosto) una l:Yattaglia fra Osmani e Mammalucchi. Comandava i i::rimi il sultano Selim I; i secondi K ansù, sultano d i Egitto, il quale aveva 50.000 u. La ·battaglia fu decisa in favore di Selim per due fattori: la potenza della ~ua artiglie1·ia, e un tra,dimcnto veriliC'Rtosi nel campo avverso, <love l'Emiro Cheir Bey abbandonò improvvisa.mente la pug111i coi suoi. L'esercito egizia:10 rimase quasi co:nplctamente distrutto, e Kansù perì nella mischia. Questa batta.glia fu decisiva per la conqu ise.'!. della Siria. da parte di Sclim, al quale non poterono piit essere opposte forze mifaa.ri; anzi i signori clella regione si affrettarono a. sottomettersi al vincitore. Que~ta battaglia fu anahc detta di f'1argi-Dabek, dal nome della pianura presso A. in aui l'azione si s,·olse. VIII. Nel 1832 A . fu il centro di radunala dell'e-

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serdto del S·u ltano di Costantinopoli- contro I brahim pascià, i l quale però, pa,drone òel mare, potè battere in vari scontri le t ruppe avversarie e cost r ingerle a sgomberare A., impadronendosi cosl, con questo impor fante centro, di tutta la Sir ia, la quale venne rcstitu ita al Sultano nel 1841.

Alere Fla mmam (lat. : tener dest,i la fiamma). Ri,·ista mensile militare della << Scuo la d i Guerra» di Torino. Rappresenta il motto adottato. dalla Scuola medesima, ed era stato assunto ad insegna del « Gabi11ctto d i cultura della Scuola di Guerra>) all'atto della •s•.ia fondazione, in r,rinci-pio <lei 1922. A. F. fu, pertanto, il titolo che i l Gabinetto medesimo imp'Ose, quale indicazione programmatica sintetica, al «Bollettino» che, in forma di R ivista mensile, subito istitu iva a i suoi .f111i. L a Rivista .4. F. mù-a con i suoi fascicoli mensil i a costituire UJ1 campo aperto di idee e di dib:tttit i sereni intorno ai temi meno semplici e meno facil i dell'arte militare odierna e de[ suo ordinamento sc ientifico, allo scopo cli contr ibuire via via alla soluzione pratica dei tanti problemi della forza ar mata dello Stato, soprattutto a quel p roblema di avvicinamento e d i cooi'Clinazionc della vita militare alla. civile, dal qu~ oggidì dipende, in definitiva, la realtà viva ed agente della forza medesima. Rivista, insomma, precipuamente di cultura militare genera le, p iù che tecnica., nel quadro della cu ltura nazio_nale, d i.retta oramai agli ampi orizzonti della nostra tradizione culturale del Rir.ascimen to per una maggiore grandezza di opere i talia.ne nel mondo che si va r innovellando. li motto /1. F. è stato a nche adottato dal « Museo dei .Bersaglieri» d i Roma. Alerheim (o Allerhcim) . V. Nord~ingen. Aleria. V. Ala.lia. Alesia. Fortissim1 città nella Gallia Lug<lunensis; è l'od ierna Alisc-Saint-Reine p r esso Sémur nel dipartimento della Còte <l'Or ad ovest delle sor genti delìa Senna fra Digfone e. Charillon. Assedio e battaglia (52 a. C) . .Mentre G iulio Cesare, lasciata Agecl incum, era in marcia con tu tte le sue forze per raggiungere, a t1-a,,erso del paese dei Lingoni rimastigli' feclel_i, Veson tio, che si offriva a i Romani come una fortez-za di grande importanza perchè, mentre presentava buone condizioni d ifensive, li metteva in comunicazione per la s inistra dell' Arari con gl i Allobrogi · e li a<vvicinava alla Germania dà.Ila quale s i attendevano rinforzi e appoggio, fu attaccato da Vercingetorige sulla via che da Langr cs conduce a Digione presso le sorgenti del Vingeanne, dove lo aveva a t teso per chiudergli la . via di . r it ù-ata e trattenerlo nel paese devastato. Verci.n,getorige fu sconfitto e si ritirò sopra Alesia, inseguito -da Cesare che il giorno dopo accampava d inanzi alla. città. Quest i, dopo di aver r·iconosciuta la posizione, esor tò le s ue truppe al lavoro e incominciò a costruire un vallo intorno :i.Ila fortezza. Alesia era situata su lla sommità d i u11a a.lt ura (oggi monte Auxois) perfettamente isdlata, formante supe• r iormente un rpiano elittico di circa 2400 metri d i maggior <liametro, tutto dirupato all'intorno; cosicohè Cesare giudicò che potesse essere presa solamente mediante un assedio regolare. Due fiumi .(Oze ,e Ozerain, amuent,i di destra della Brenne) bagnava.110· lungo . dut

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lati i piedi del colle fo,rmando così un fosso natura le, e una piana lunga circa tremila passi si stendeva dinànZi alla c ittà, che da tutti gli altri lati era circo,1da ta, a breve distanza, da a ltri colli alti come quello' su i quale essa era sihtata. Sotto le 111ura, i Galli avevano occupato tutto il fianco orientale e dinanzi avevano scavato un fosso e costruito un muro a secco a lto circa sei p iedi. ,Il vallo che veniva costruito dai i·ornani misurava undici mi la passi di circonferenza.. Gli accampamenti erano stati posti in luoghi adatti e vi erano state costruite ventitre ridotte, che, di giorno, erano occupa-te da corpi cli guardia i quali esercitavano un a rigorosa vigilanza, onde segnalare in tempo improvvise sortite e . di notte erano presidiate da forti reparti. Terminati questi primi lavori, c,bbe luogo un combattimento cii cavalleria nella piana d inanzi alla città . La lotta era accanita <i'l ambo le par ti, e, quando i roma.ni incominciarono a dar segno di stanchezza, Cesare lanciò in loro soccorso la cavalleria germanica, e nello stesso tempo dispose le legioni d inanzi agli accampamenti, onde esser pronto ad opporsi ad una event uale improvvisa irruzione della fanteria nen1ica. Questcl intervento <dr Cesare fu -senz'a-Jtr o risolutivo. Infat ti, aggiun tasi la protezione delle ,legioni, i reparti impegnati nell'azione riprendono animo. I nemici, mess i in fuga, si impacciano fra loro e s i ,a gglomerano alle porte troppo strette. I German i li inse-guono con impeto fino _ alle · forti'ficazioni, facendone strage, Alcuni, abbandonata la ca,•akatura, tentano di passare il fosso e d i scalare il muro. Cesare, allora, ordina alle legiO'lli di avanzare alquanto, rnov imento _che provoca il pa11ico e lo scompiglio nelle truppe che · stavano fra le fortificazioni, e molti -fu ggqno in c ittà, tutti convinti che le legioni procedessero ali' assalto. Vercingerorige orctina quind i che si chiudano le porte per impedire che gli accampamènti r imangano. indifesi, e, valutata in tutta la sua grav ità la pericolosa situazione in cui egli si trovava, decide , di far partire tutta la cavaller ia prima che le opere dell'investimento fossero cond otte a compimen to. Radunati, per ciò, i cavalieri, ordinò che ognuno andasse a l proprio paese e obbligasse a. partecipare alla guerra tut ti gli idonei a portare le armi, scongiurandò di non lasciarlo in ,))alia del nemico dopo che egli s i era tutto dcdjcato alla conquista della comune liber-tà. Ammonì che, se gli a iuti avessero tardato ad arrivare, sarebbero periti con lui 80.000 uomini dei migl iori. E per nonna spiegò come g li r imanesscrn i viveri sufficienti per resistere ,poco più d i trenta giorni usand one con gnmde parsimonia. Dopo di aver impartite queste istruzioni, alle ore nove circa di sera li fece passare per i tratti non ancora - fortificati della linea romana. Quindi diede ordine che s i imma,gazzin assc presso di lui tutto il frumento; stahill la pena d i morte per coloro che n on avessero ubbidito ai suoi ordini'; divise· fra i soldati i cap i di ·bèstiame requis ito in gran numero dai w!anu,bii ; r·egolò la d istribuzione -del frw11ento i ii modo che i l _consumo à.vvenisse a poco à poco e con parsimonia, e r itirò nella. c ittà. le truppe che erano accampate davanti ad essa. Questi i provvedimenti presi per esse1:e meglio in grado d i resistece. in attesa d ei soccorsi della Gallia. Cesare, informato del pia.no di Vcrcingeto"rige da prj-gionieri e •d a d isertori, progettò la costruzione delle seguenti opere nell' in tento , di chiµdere completa mente


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la piazza con uJ1a controvallazione e premunirsi d agli attacchi esterni mediante una c irconvallazione: fece scava.re anzitu1to un fosso largo e p rofondo venti piedi a '!):trcti verticali, che insieme coi due torrenti di cui si è fatto cenno chiudeva.no pel momento 1:i piazza verso la pianura, e a 400 passi <li distanza da quésto, cos4-uì tutte le a ltre opere. Fece scava.re poi altri due foss i larghi e profondi quindici p iedi, dei qua li uno, quello interno, fu riempito d'acqua facendola derivare dal fiume. Dietro d i questi ·fu costruito un terrnpicno con palizzata anteriore di dodici pied i, munito d i parapetto e merli, e di grossi alberi forcuti a guisa di corna di cervo, conficcati lungo la linea di connessur.1 fra il terrap ieno e il parapetto; i quali, con le bn\.nch~ sporgent<Ì, dovevano ostacolare a l nemico la scab.ta.. Lungo tutta la linea vennero erette delle torri ad intervallo ùi ottanta piedi !'·una da.ll'a'ltra.. Le d ifese accessorie completavano la linea di _resistenza. Queste consisteva.no in cinque ordini di abbattute, otto ordini d i buche da lupo ,ben mascherate, dinanzi alle quali, più verso la città, eran o ovunque disseminati degli a.mi di ferro fermati a p icchetti d e lla lunghezza di un pi'ede, conficcati, questi, nel terreno, in modo che sporgesse la sola parte uncinata dell'amo. Terminati questi lavori verso la città, Cesare, per garantirsi dagli attacchi esterni. fece costruire la circonvallazione che misura.va 14.000 passi d i circonferenza e cl1e era in tutto simile alla controvallazionc. E,- dopo che tu tta l'opera f.u ultimata, dispose perch~ .fossero raduna.ti foraggi e viveri sufù. cienti per trenta giorni. Mentre ciò avveniva presso Alesia, capi dei Galli, riunitisi a consiglio, stabilirono che, invece di far prendere le armi a tutti gli idonei come aveva ordinato Vercingetorige, ogni popolazione ne fornisse un certo

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numero, e ciò per evitare confusione, perchè -la d isciplina é i vincoli organici 'POlessero essere p iù agevolmente mantenuti e il rifornimento dei viveri riuscisse piit facile. Fu stabililo perciò che gli Edui e i loro tributarii n e fornissero 35.000; 35.000 gli Arverni insieme con gli Eleuteti, i Ca,durci, i Ga.bali, i Vellavi; J2.000 per ognu no i Sequani, i Senoni, i Bitur,gi, i Santoni, i Ruteni, i Carnuti; 10.000 i Bellovaci; 10.000 i Lemovici; 8000 ,per ognuno -i Pitfoni, i Turoni, i Parisi, gli E!vezi; 6000, per c iascuna gente, gli And i, gli Ambiani, i Mediomatrici, i l'ctracori, i Nervi, i Morini, i Ni tiobrogi; 5000 g l_i Aule.rei Cenoman i; altrettanti gli Atrebati; 4000 i Veliocassi, i Lcssovi, gli Eburoni, i Rauraci, i Boi; 3000 tu tte le popolazion i confinanti con l' Oceano,' chiamate Aremoriche, fra le quali erano j Coriosoliti, i Redoni, gli Amb ibari, i Cate ti, gli Osismi, i Veneti, gli Eburovici, i Venelli. I Bellovaci, che fac.evano parte delle stesse popolazioni, non vollero a tu tta pi,ima fornire il n umero stabilito d i uomini, giacchè essi, come dissero, intendeva.no di far guerra ai R omani per conto proprio, senza essere sottoposti agli ordini d i· alcuno. Tuttavia, esortati da Co:nrnio, al qurule erano uniti da vincoli di ospitalità, si 0 0cise.ro ad inviare 2000 uomini. Questo Commio aveva - servito Cesare fedelmente nella guerra in Brettagna, ràgione per la quale Cesare aveva esentato il suo popolo da tutti i tributi, gli aveva rest ituito i suoi diritti e le sue leggi, e gli aveva assegnato i Marini come tributa.rii. Ma fu così concorde nella Gnllia il desiderio d i riconq11ista.re la 4ibertà e d i ricuperare la ant ica gloria militare, che anche Commio, nonostante i benefici ricevuti e il ricordo d ell'am icizia, si dedicò alla guerra con entusiasmo. .Fu così composto u n eser-cito di 8 mila cavalieri e


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di circa 250 111ila fanti, che si radunò nel paese degli Edui, dove fu passato in rassegna, e si · procedette a li' inquadr amento dei r eparti. Il comando supremo fu affidato -all'ittroba'te Còmmiò, agli edu i . V-iridomaro !!cl Eporedor.ige e all'arverno Ver-cassiv.ellauno, pa..rente di ·vercingetorige. · Questi quattro generali dovevano giovarsi, iiel condurre le operazioni, del cons iglio d i persone 'f ra le p iù esperte delle città, appositamente scelte e poste a loro fianco. Quindi .]'esercito mosse alla volta di Alesia animato da a ltissimo entusiasmo e da una Jìd uaia tassativa' nella vittoria. Frattanto in Alcsia, consumate ormai tutte le vettovaglie ed essendo trascorso il lil!'ite di tempo durante il qua le i soccors i avrebbero dovuto giungere, si tenne consigliò. Tutt i · furono concord i n ella decisione d i resistere a qualuÌ1que costo, e fu sta.bi-lito che d ovessero lasciare la ci ttà i ì\fanubii coi loro figli e le loro donne, i quali vi erano stati accolt i, anzichè se. gu,irc il consigl io di Cr itognato -il quale aveva p roposto ohe 1 'esercito dovesse, per r esistere, cibarsi delle carni · <l i coloro che per età erano i meno a tti a portare le armi. I lvfanubii, in fatti, si presentarono a lle fornifica;doni dei R omani ma Cesare impedl il · passaggio. Intan to Commio e gli a ltri comandanti in <:apo giun g~vano p resso Alesia con tutto• l'esercito,, e si accan1pavano a circa mille passi dalle fortificaz,ioni romane·' sulle alture ad oc-ciden te d ella città. /Vmmesso che ili _luogo dove era cost1iuita Alesia fos se quello dove sorge A1 ise.,Sàint~Re ine, come è indicato <:l alla maggiomnza dogi-i scrittovi, le posizioni occupate dall'-esercito di soccorso sarebbero queùle presso Mussy.Ja - F osse, e che si estendono .fino a Lentilly e G.rii,rnon.

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Il giorno dopo sch ierarono in b a ttaglia la loro ca,:i.1leria ndla piana fra .ò1ussy.la-Fosse e Menestreux le P itois, avendo cu ra di c ollocare a sostegno, fra gli squad ron-i, Jmclci di arcieri e di fanteria leggera per frenare !'-impeto della cavalleria romana. Nello stess9 temrpo la fantcnia a veva occupate le alture poco distanti. Quei di Alesia, rin-cuorati allà. vista dei soccorsi, uscirono davanti alla c ittà, colmarono con fascine il primo fosso e si t-enn ero pronti a.Ila sor tita e ad ogni evento. Cesare, . da parte sua, distribuite le fanterie sui due fronti, in modo c he .-ciascu no avesse il proprio posto e lo potesse r iconoscerè, ùrdinò alla cava'lleria di uscil'e dal canJpo e d i attaccare quella avversaria. Il combattimento, inizia tosi a mezzogiorno, durava ancora a l trarnonto --con esito ,incerto. Fu allora che i German i, con le loro torme serrate, irru ppero con tro il nemico e lo volsero in foga. Gli a rcieri, circondati sul campo, furon o tutti uccisi. I r omani, dopo d i aver inseguito i Galli fino ai piedi delle a lture, rientrarono vittoriosi nelle -loro linee. Gli assediati, ch e erano usciti dalla città, v i riéntra.rono non spcrnndo ormai più· n ena:· vittoria. Il giorno •s eguente fu impiegato dai Galli nel p reparare un gran numero di fascin e, d i scale, d i ramponi, occorrenti per un assalto generale e a mezzanotte, silenziosamente, lasciarono gli accampamenti dirigendosi alle opere della piana, che subito in comi_ncia.rono ad assrulire con ogni mezzo adatto: Verc ingctorigc contemporaneamente con-cluceva i suoi hwr i delle mura. I romani, accorsi p.r ontamente ad occupare i posti, come per ciascuno era stato prestabilito, p rendono a scompaginare i Galli con frontbole, pertiche e palle d i ,piombo. Molti sono i caduti da a:mbo le par;ti.


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Dì T Ga111 fll l'a11acco nall'rstcmo; C) L'attacco clall'lnte1'11,1 di V,e,rcingcto1'lge; D} Ponte del Galli ; E) I Galli r11 Commio Inatti vi.


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L e macchine lanciano una grande quantità d i st.ra!:. I luogotenenti ::--farco Antonio e Caio Trebonio, a i qua.li era s tata affidata la difesa appun to di questo tratto di ciJ,c011,val'lazionc, provvedono a rinforzare i pun ti p iù minacdati _con reparti ,che tol-gono dalle opere p iù lontane. I Galli, finchè si manteneva.no in posizioni u n po' distan ti dagli a fforzamenti, ottenevano una certa superiorità sui d ifensori per il maggior n umero d i anni da getto delle quali disponevano; ma quando avai1zavano più sotto, o incappavano inavvertitamen te fra i tri>boli, o si trarnggevano caden do n elle buche da lupo, o erano colpiti <làlle anni lanciate dalle torri e dal bastione. Dopo di aver subite molte percfac senza essere riusciti a daru1eggiare alcuna delle fortificazioni, decisero· ·prudentemente di ripiegare, ~1el timore d i essere assaliti sul.fianco scoperto e circondati da un contrassalto che fosse partito dai campi posti su1le a'lture. r,:euo stesso tempo gli assediati, essendosi indugiati soverch iamente i1ei ,prepa.ranivi per l'assalto ord inato da Vcrcingetorige, e nel1'operazione imesa a colmare il p r imo fosso, saputo c he gli a ttaccanti all'esterno avevano ripiegato, si dnirarono pur essi in città senza aver n ulla ottenuto. Infatti, J'.assa'lto era stato condotto dalle due parti contro ·i t•mtti p iù resistenti delle fort ificazioni. Cosicchè i Galli, sconfitti due volte con graivi perdite, deliberarono d i a.ssalire le due Jcgion i comanòate cl.ai luogotenenti Caio Ant.istio Regjno e Caio Cal1inio R eb-i·lo, le quali, come era stato r iferito da uomini -pratici del luogo, erano accampale in posizione svan taggiç,sa ~-ul pend io d i un colle situ~to a settentrione che, per la sua gmnde estensione e per 1~ la .s u a d istanza da Alcsia, non era stato possibile chiudere nella linea d i d ifesa (la dorsale fra M enetrcux le P itois e Bussy le Grarrd). E ra intuitivo che essi, ,,iuscenclo a raggiungere la sommità, si sarebbero trovati n el ca.so enorme mente vantaggioso di attaccare d all'alto in basso. Indiv iduala la s ituazione e riconosciuto il terreno per mezzo di C9plora1ori, i comandan ti scelsero 60 unila uomini dei p iù ardimen tosi e concretaron o il piano dell'atta cco, ohe si stabilì dovesse iniziarsi a m,:-zzogiorno. L a direzion e di questa operazione fu affidata all'arverno Vercassi~•ella uno, uno dei

quattro comandami in ca,po dell'ese,,cito. Costui, u scito daH'accampamento al tramonto, g iw1gcva aJll'alba al rovescio del monte, in luogo -adatto per l'inizio delf:utacco, <love sostò per fare riposare le truppe. Esami-na ndo la ca.-ta vien fatto di r itenere che il luogo scelt0 per la sosta sia stato il va~lone p resso Eringe, essend,J il più indicato per mantenere gli uomini a l coperto " il più vantaggiosp. come base <li· partenza, r ispetto al pr imo obbiettivo da ra,ggiungerc, c he era la sommità dom inante le fortifi<Y<1zioni. Verse mezzogiorno, com1,iiita la marcia di avvicinamento, l'atta.eco ebbe inizio come era stato stabilito, mentre la cavalleria si dirigeva verso la linea d el piano e le a ltre truppe s i presentavano sch ierate in battagli_a dinanzi ai loro accampamenti. \'c rcingc torigc, vi$ lO l'inizio dell'azione, scese senz'a-ltro dalla cilti con k truppe munite di tutti i mezzi necessar i per l'assalto. l i combattimento accendesi accai1ito e da parte dei difensori si accorre nei punt i che sembrano 1neno resisten ti. I Romani non possono tenere in intcrrnttamen:e guarnita tutta Ja linea, data Ja s\la enorme estensione) mentre le alte grida aMe spalle deprimono l'animo d~i. comba.ttenti. Cesare, •cla uai posto elevato, segue le fasi clell'.azionc e invia rinforzi d ove occorrono . La lotta appare spociaJmente a9pra sulle alture dove era stato inviato Verca.ssivellauno e dove i Ga lli avevano il vantaggio d i trovarsi in ,p osizione dominante. Q Llivi , una parte elci. nemici lanciavano dardi mentre a-Itri, formata la testuggine, avanzavano : truppe fresche soòtit uivano quelle spossate . Col materiale del terrapieno colt11ano il fosso e coprono le d ifese insidiose d isseminate sul terreno e così hanno libero il passo. Ai romani ornrn i non bastano p iù le armi e le forze e Ce3are co-nosciuto ciò, vi manda La·bieno in soccorso, con l' ord ine di contrattacca.re. mediante una irruzione qualora risultasse impossibile ogni ulteriore resistenza, ed egii stesso si porta ad esortare gli altri a persistere ·nella d ifesa. Vercingetorige, essendosi convinto della impossibilità di forzare le opere del p iano a causa della loro ampiezza., d ecide di assa lire il tratto della controvallazione che si svolgeva sulle alture (il tratto fra Sauvigny e Darccy che Cesare indica con la frase « loca

una parte della circonvallazione co n il fossato ea a vanrossu

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T'l'OOH <!Cile -lin<:e d i Ce;a1·e

pracru pta i,) . Le sue trnppc rnccia,]o difensor i chlk torri con largo get to di dardi, colmano le fosse con terr a· e fa.,ci,ne, e con le falci ten ta110 d i far breccia nel bastione e nel parapetto. Cesare, avver t ito d el pericolo che colà si correva, vi manda prima il giovane,, llruto con le sue coort i, poi il luogotenente Caio Fabio con altr e, cd infine, nel illlomento in cui la battaglia era m aggiormente a ccanita, egli s,tesso vi con duce un rinforzo di truppe fresche. Ristabilita la s ituazione in qu el punto, e respint i i n emici, a ccorre dove a veva invia to Labicno, conduce fuori dal p iù vicinrJ fortilizio qL1attro coorti, ed ordina che una parte della cavalleria lo segua, e che l'a ltra parte, girando intorno

permise di lasci.are il loro posto per r ecars i in soccorso di Labieno) decise d i uscire a,l contrattacco e informò Ccs,u e <li c iò che r iteneva opportuno di compier e. Cesare si affrettò, vo lendo partecipare a quella azione d ecis iva . I n emlci, ra~-visatolo da l mantello rosso <li porpora, che soleva. indossare in combattimento, , segu ito dalle coorti e <lal;le tonne d i cavalle ria, muovono all' a., salto. I romani, rian ima ti dal sopraggiungere del loro generale, la.scia ti i giavéllotti, contrattaccano con la spada.. ::Vla non è ciò che principa lmen te ha deciso dell'es ito deHa giorna.ta. J nfatti, m entre si avanzano le coor t i <li rinforzo, si vede improvvisamente la cava:lcria arrivar e a.Ile spaJle del nem ico. E s i determina cosi l'in izi<;> d el!a sua d isfatta, I Galli s i ab bandon a1K, alla fuga, m a incontro a<l essi s i lancia la cavalleria çhe ne fa strage. Sedulio, comanda nte dei Lemovici, è ucciso; Vercassivellauno è preso prigioniero mentre fuggiva; ·settantaquattro insegne milita ri sono por tate a Cesare ; pochi soltan to <li un così gran numero di ne1nici giungono sa.lvi negli accan1pa111cnti. Intanto da,tla città si era notata la disfatta e perciò furono r it irate le trup·pe, prese ormai dalla d isperazione di salvar si, e i Galli, conosciuto questo particolare, abbandona1·ono fuggendo gli accampamenti. Se i romani non fossero sta ti esausti per la fatica de!ltt giornata, avrebber o. pot uto in quel momento annienta.r e del tulio quell'esercito. La caval leria, lanciata dopo la 1nezzanotte a:Irinseguì mento 1 raggiunta la re troguard ia,

fa un gr a.n m t1nero cl i prigionieri e uccide ancora molti P rofilo del f•OSS·ILLO a -iOO p assi clalla linea di con1rov11l !azione all.t li nea esterna, ,piombi improvvisamente alle spalle del n emico. Esaminando la carta si p uò s upporre che b cavalleria. inca.r io.:1. ta delr aggirarncn to, sia 1.1scita nel val!0'11C presso Sauv igny per gua!Ciagn arc le alture d a.Ila parte <li Bussy le Grand e prender e così i Galli alle spa Ile.

Labieno, a sua volta, quan<lo nè il bastione nè k altre difese non valevano più ad arrestare l'impeto de• gli assalitori, r aduna te undici coor t i provenienti da i v i• cini presidii (alcuni testi dicono 38 coorti e s i tratt1 m olto pro babilmen te d i r epe.r ti d is locati lungo le fortificazion i della piana, a i qua.li l'inazione d i Commio

nemici. I super stiti si ritirano nelle loro città. I l giorno dopo, Cesare, come aveva ordinato agli am bascia tor i invia tigli d a Ales ia , riceve dal,la popolazione all' ingresso del campo, Vcrcingetorige, ~li altri caµi <lell'esercito e le arm i. Riser vat i per si: gli Edui e gli Arverni, contan<lo , di ricuper are per mezzo loro quelle due n azion i, r ipartisce fra. i su oi soldati g!i al tri p rigionieri come bottino di guerra . Compiu ta questa oper azione, Cesar e parte a-lla. volta. degli Edui eh,, a lui nuovamente si sottomettono, e qui riceve ambasciatori inviatigli dagli Arverni ai quali impone la consegna <li gran numero <li ostaggi. R estituisce poscia agili E du i e agli Arvemi circa 20.000 p rigionieri e manda le legioni ai quartieri d 'inverno. O r d ina a Tito Labieno di recarsi n el paese <lei Sequani con due legioai e con la cavaller ia comandata <la :Marco Sempronio


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A) Fossato d i 20 p ietll; D) Spa1.-io <1i 400 piedi con 1ril1o ll; C) Dor.,che da lupo ; D) Abbattute d'Alberi E) Palizzate cli tronchi d'alberi.

Rutilo. bista.cca i luogotenenti Caio Fabio e Luci,, M inucio Ila,;ilo c on due legioni nel paese dei Remi per proteggerli da eventuali molestie dei Bcllovaci confinanti, e invia, con una 'legione per ciascuno, T ito Sest io fra i Biturigi, Caio Canin.io Rcbi'1o fra i Ruteni, e, per assicurarsi la provvista d i frumento, d istaoca Qu into Tullio Cicerone e Publio Sulp icio rispettivamente a · Cavillano e a Ma tiscono fra gli Edui presso il fiume Arari. Bgli, a sua volta, stabilisce di svernare a Ilibra!tc. A Roma, conosciuti i successi <l i Cesare, per venti giorni si celebrarono funzioni religiose d i ringrazia,mento. -Giulio Cesa..r e ,dovette ia.• sua vittoria. oltre che al valore dei suoi uom;,,i, e aHa resistenza delle fortµi.ca z ioni, :1! fatto d i essersi mantenuto in ogni istante esatta.mente in fqrmato <lella. s ituazione, all'abilità con la qua.le manovrò le sue r iserve p roiettandole tempestivamente e opportuna.mente dove si mani festava. il bisogno d i riruor,;i, al modo come seppe a pprofittare degl-i errori d i Commio, e infine a l suo geniale intervento ne l punto e n el momento decisivo. dc'H'azione, intervent<> consistente nel movimento aggirante della cavalleria che doveva riuscire alle spalle dehl'a.ttacca.utc r;ua.n<lo ,i.ppunlo egli stesso giungeva. a portare truppe fresche a rinvigorixe il contrassalto cli La.bieno. Infatti, Comrnio rimase con cir-ca '180.000 uomini sen1plice spettatore e non tentò neppure u n Mlo diversivo pe.r distrarre una par te d elle for7,e nemiche. Se invece egli ave_sse disposto per un atta-eco dalla. parte <lei monte Druaux come qu ello effettuato eia Verca.ssivellauno, cd avesse destinato un contingente di truppe all'-a.ssa.lto dd!e fortificazioni de'lla piana, avrebbe costretto Cesare a frazion are le sue truppe per far fron te su tutti i pun ti <love egl i, Commio, avrebbe sempre avuta b. su-

periorità <lei numero. Invece la sua inazione permise a Cesare, pr ima di inviare La.b ieno in afoto di Caio Antistio Regino e di Caio Can inio Rebilo, poscia d i inviate a r inforzo della linea a.tta·ccata da Vercangetorige suc·cessivamcnte Bruto e Caio Fabio e accorrer'vi poi egli stesso in persona con al tre truppe fresche; infine di compiere nel punto decisivo- il mass,mo sforzo che gli d iedc la v;ttoria.

Alessandretta. Città marittima. della Sir ia. Presso A., il 13 aprile 1832 Mchcmet Alì, egizia.no, sconfisse un cor po turco. Alessandri (Giovanm) . Scr ittore del secolo XVII. Pubblicò nel! 1683 a Venezia Wl « Compen'Clio delle più utili d imostra.7,ioui sopra il governo e d ifesa. cli piazza)>. Nel 1669 aveva già fatto stampare in Amheim: « .Esall11e <!ell'a,chitet llll'a m ilitare di Frey;,g >> . Antonio Art11.ro Alessa1tdri. Gcmcmle Commi,sario, n . a Fi;·enzc nel 1846. Partecipò alla campagna de,J 18615 c<l a quelle d'Africa del 1895-96-97 e raggiunse nel 1901 il grado di Co'lonnel'lo Commissario, ricoprendo s ucce~sivamen te (1901 -1906) le <:ariche d i direttore di Cornm issar,ia.to dell'VITI e del I Corpo cl' Annata. Ra.ggiunsc nel 1912 il gvaido di Maggior Genera!le Commissario nella r isem"a.

Gùr~am,i Alessandr·i. Generale, •11. a Venezia nel 1827 . Sottot. <li fant. nell'Esercito austriaco (1847), passò nel marzo 1848, al servizio del Governo Provvisorio di Venezia, partecipando alle campa.gne del 1848 e 1849 nel Veneto. Entrò nel 1860 a far parte dell'Esercito dell'Italia Meridionale partecipando alle campagne dell'Italia Meridionale, e ottenendo la Croce d:i Cavaliere clell'Ordine ::vfilitare di Savoia. Passò nel 1862 col g1·a-


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do di Tenente Colonnello ne l Co rpo d i Stato Maggiore dell'Esercito l ta liàno e fu Capo d i Stato Maggiore ~ del:e Divis ioni militari territoriali d i Catanzaro, <li Ca.gli ari e d i Salerno. P romosso Colonne!Jo nel 186$, fu Comandante Militare della Provincia di Salerno ( 1868-70) e comandò i distretti militari <li Salerno, Venezia, Avellino, :\JlCCna; e successivamente ebbe i l Comando Supe'riore dei distretti m ilitari delle D ivis ioni <li Catanzaro e di Alcssanclria. Fu collocato a · riposo nel 1887, col A'lltonio Arturo Al éSsanùr l grado di Maggior Gener,ile nella riserva.

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Alessandri a d'Eg itto. Città. marittima <lei basso Egitto, fondata no] 332 ,i. C. da AlessandTO i'I Grande. Venne for tifioa.t,a, con mura che ebbero parecchi r ifacimenti, dei quali, dal ptmto d i vista mil, i piì1 importanti furono quelli eseguiti dagli arabi. Le mura divennero allora doppie, ·•con alte torri in te1,calate ne l perimetro e di fianco alle porte . A. frppartenne successiv,amente ai varii dominatori ·dell'Egitto, ai Tolomei e ai R omani, sotto i quali fu capitale dell'Egitto. Allora ern la seconda metropo li dell'impero, sede di forte -presid io militare e d i flotta. Per brevissimo tempo ( 61 d . C.), fu prc.~a dai Persiani d i Cosroe, poi appartenne a i musulmani (dal 641) sotto i q uali decadde. G li av,venimcnti m iL pi,, importanti che riguardano Alessan<clria , l'Egitto sono i seguenti :

· Battaglie di Alessandria (48-47 a. C.). V. Alessandrina (G uerra) . Assedio di Alessm,dria (295 d. C.), Appartiene all'epoca della tetrarch ia <leWbnpcro romano. In Alessandria, era. scOJJ!Piata una rivdluzione, a capo della quale si mL5e un li berto, un certo A,chillco, che si fece proclamare imperatore. A domare la sommossa acco~se l'imperatore di Oriente D iocleziano, iii quale assediò Alessandria e sul prinoipio del 296 d . C. la prese dopo otlo mesi d'assedio, tagliandone gli acquedotti: i soldati poi la saccheggiarono e la empirono di stragi, mentre Achilleo veniva mandato a morte.

Assedio di Alessandria (639-640 d. C.). Appartiene a.I periodo delle -g rand i conquiste musulmane, dù·ette contJ·o •l 'impero bizantino, e prapria1nente contro l'Egitto. Fu inlra,preso nell'autunno del 640 da Amrù-ibncl-Assi, ,genera.le musulmano, contro .il p iù forte baJ.uardo dei Greci n el delta del Nilo. L 'icnpern.tore Eradio atten deva con tutta energia a:lla. d ifesa della città. mù,acciata,' ma il 10 febbraio del 641 ve,nne a morire. Ciò determinò a Costanti nopoli torbidi peJ· la successione, togliendo quindi, in quc!J'ora suvrema e pericolosa, ,]a forza al, Governo cenu·a le di agire, con la prontezza e la larghezza che occon-evano, in difesa della città assediata. E q uando nell'ottobre del 641 fu ionailzato al trono d i :Bisa,nzio il dodicenne Costante II, le strettezze di Alessandria erano giunte ai limiti del possi bile. Verso la fine di quell'anno la capitolazione fu necessu:ria, e li presid io, insieme coi cittadini p iù w spicui, a bbandonò la città . L 'assedio, durruto 14 mesi, era cestato agli assedianti 23.000 uomini. I Romei tentarono di riparare a q uesta gravissima perdita, ma i tentativi, , compreso l'ultimo del 646, furono yani. Essi

Alt;S.s3ndr !a ncll'!c'poca romana


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ebbero anzi ,per -conseguenza la cacciata di tutta la popofazione greca. Asscd;o d·i Alessandria (919 d . C.). Appartiene alle guerre fra le dinastie dei Fatimiti e degli Abbassi<li. f u intrapreso da Abù-el-Kassirn, figlio del califio fatimita Obeida- Allah-ek\lahd i, contro le truppe del califfo abbasside Sciafàr-el-Muktadir. Il 10 luglio 919 !a città fo presa e sacc.heggiata, mentre i vincitori si spandevano nella regione del delta. Assedio di Alessandria. (1167). Fu intrapreso da A111alrico, re cli Gerusalemme, e dal v isir d'Egitto, Sciaver , alleati, contro Scirka, generale di Nora.di.no emiro d i Aleppo, i'l quale aveva occupato la città quasi di soPpresa. Scirka dopo ostinata d ifesa venne a patti, cd o ttenne, rendendo A., di ,p otersene tornare in Siria con le sue truppe. Assalto di Alessandria ( 1365). Appartiene a lla fine della signoria dei Cristiani in Oriente e fu tentato felicemente da. Pietro J, re cristiano d i Cipro, contro i 1Vfusulmani d'Egitto. Pietro erasi imbarcato a Venezia con 10.000 combattelìti e 1500 cavai-li. La città, presa con improvviso assalto, venne saccheggiata, e il bott ino fu cosi ricco, che i soldati, maJgrado che Io scop0 della spedizione fosse .una vera e propria crociata, forzarono Pietro a ritornare indietro col fatto bottino. P resa. di .4. lessandrfo (2 luglio li9S) . Il 1° luglio la squadra navale francese, sulla quale era imbarcato Bonapa rte col suo esercito, ,giunse in vista d i Alessandria. Il generale_ cercò subito d i intavolal'e tra ttative amichevoli inviando lettere Xl comandante della nave turca che stazionava nel porto ed al Pascià del Cairo; in tanto la fregata « Junon ll aveva preceduto la flotta per sapere dò che avveniva in A•lessandria e per imbarcare il console di Francia Mag~llon; questi awen:i

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giuato presso Bonrupartc, lo avve rti che la squadra ,5_; ~e'lson, forte di 14 vascelli di 'linea, era. comparsa davanti ad Alessandria due giorn i prirna e che a vcva in--

viato a terra due ttfficiali per sapere se si aveva notizia dei Francesi ; aggiunse che, dopo l'aP11arizione degli Inglesi. tu tto il paese si a rmava e che la città ed i forti di /\lessanclria s i preparavano a resistere. Allori Bona.parte, ·dato d1e la squadra inglese poteva ricomparire da un momento all'altro, sentì che non v-i era tempo da perdere ed ordinò di sbarcare al µ iù presto l'esercito e d i prendere tutte le disposizioni atte a ,upcrare l'ostilità degli abitanti. La squadra ebbe ordine d i avvicinarsi il più possibile alla punta del Marabutto men tre akun i bas:imcmi dovevano incrociare davanti a•! Porto Nuovo e a l Porto Vecchio di Alessandria . Data la poca sicurezza dei foicdali e ,la presenza. cli s,cogli, 'le nav i si ancorarono a circa 3 leghe da terra. I l mare era molto agitato .ed, in cit·costanze ordinarie, lo s barco sarebbe stato differito, specie su una costa 01'lata di scogli come quella di Alessandria; ma il successo d ipendeva dalla cdcrità e Bon.i.pa.rte ordin ò egualrnente lo sbarco. Dura nte la noi te un p ilota indigeno venuto col console, condusse le scialuppe car-iche di soldati alla. spi·aggia del lviarobullo ove sb1rca.rono felicemente. La nave su cui era Bonct, parte col suo stato ma.g,giore r iuscì ad avvicinarsi i.nsie,me con 'le barche fino a mezza lega da terra; quindi tu tti si imbarcarono sui cano tti ed alle una antimer idiana <lei 2 luglio il generale era a terra, alla spiaggia del Nfaiabutto, a 4 ·leghe da. Alessandria, in mezzo a i suoi soldati ; nè artiglierie nè ,:ava.Ili si erano potut i sba.rcare. Nessuno del paese s i era fatto vivo. Bonaparte passò la rivista alle truppe cd ocdinò di avan 7.a.re su 3 colonne : a destra. la <livisione del gen. Brm ( 1500 uomi ni), a:I cen tro la divisione del gen. K-léber (1000 uomini), a si-nistra la divisione del gen. Meao:i


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(2500 uomini). La di\'isioi,e Reynier che era sbarcat.: solo in parte, rimase a protezione del punto di sbarcn e le na~'i del convoglio e<bbcrn or<line d i ancorarsi al'l'alba nella baia del Marabutto, ove doveva impiegarsi ogni mezzo {'CI sbarcare il resto delle d ivisioni. Alle 2,30 circa ciel mattino le truppe si misero in marcia; Bonaparte, con tmtto lo stato m aggiore, camminava a pied i .c;on l':wanguardia; la sabbia rendeva la marcia assai fatkosa . G iunti ad una mézza lega d a Alessandria, apparvero circa 300 ca,~<11ieri indigeni che presero la via del Cairo; pattuglie d i c.;;si apparvero poi a minaccia del fianco destro. La dàvisione Menou marciava su·\Je piccole dune lungo il m are verso le murc1 occiclentaJ.i <lclla ,città , L:i. div isione K lébcr p untava verso la porta situata davanti alla << colonna di PomJ;eo ». La. d ivisione Bon gira,'a verso il lato Est d ella città, in direzfone deilla Porta d i Rosetta. Tutte le divisioni si arrestarono a t iro d i fucile da.Ile mura, in attesa di ordiQi. nona.parte si ,portò celcr,m ente nella « colonna di Pon"f)eo » inviando ufficia:li a riconoscere la c inta delle nmra. Queste e le torri che la guarnivano a pparvero ripara te d i recente; d ietro d i esse vigilavano in a rmi gli abitanti della. c ittà, dei quali si udivano le grida. Alcune cannonate ,partirono dalle mura, svebndo la presenz:t d i due o tre oauivi pezzi. Bonaparte

giu<llcò che le mura si [J)Otevano scalare: d'altra parte, non avendo artiglieria, non vi era. altro 1nezzo.

Dopo aycr tentato invano <li parlamentare fu ordinato l'attacco e le tre div isioni contet1l'poraneamente si la nciarono aH'assalto. Nonostante il fuoco nutrito <lei d ifcnsotii, k truppe scalarono le mura mettendoli in fuga; quC'lli ohe presid iavano le torri resistettero accanitamente. Impadronitosi delle mura Bonapa rte foce convocare i notabili della città rassicura.ndoli ed ott~• nendone la sottomissione; il disarmo avvenne tosto senza resistenza. In giiornara i Fnmce.si erano completamente padroni dello. città, -de l forte c dei due porti di Alessandria. I F rancesi ebbero 6 ufiìcia:li e 15 soldati morti e 2 ufficia-Ii (uno <lei quali K,léber) e 60 soldati f<'riti dura nte 'l'assalto ; ebbero inoltn, una ventina di a1111egati durame lo sbarco. BattagHa di Alessandria ( 12 marzo 1801). D opo lo sb,u-co degli Inglesi ad Abukir, avvenuto il 7 marzo, il gcn. Friant, che comandaYa la p iazza di Alessandria, avendo im ·ano tentato di imped ire lo sbarco e sentendosi troppo debole per opporsi, con le poche forze rimastegli, a l nemico, che era molto ,p iù n umeroso ( 12 .000 u. comandati dal gen. Abercromby), ripiegèl su lle a lture di Alessandria, d1I lato <li Rosetta., per coprire la città, alla cui d ifesa non erano rimasti che

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ILanusse. II- fr-/anl ~ l'rances/ ◄ I Inglesi

LAGO =MAREOTlDE ·MARlUT B,&Ltaglia di Alessandria (U m arzo 1801)

marina i invalidi. Gli Inglesi vollero tosto approfittare della loro SUJJeriorità numerica per inseguire ed allacca,·e i l7 rancesi. Es3i avanzarono il 12 marzo su tre colonne: quella di destra lungo la costa; quella del centro fra la costa e il lago Mebedia ; quella di siuistr,t hmgo la r iva del lago Mehedia. Il gen. Friant, intuendo che scopo degli Inglesi era <li taglia.rgl i le comunicazioni con Birket, prese le disposizioni ,per impedirlo, ,benchè la sua d ivisione, rinforzata d alle forze del Gcn. Lanusse, ohe :Mcnou avev:t finalmente inviate in suo aiuto, 11011 disponesse che d i 5000 uoHJini. Abbandon ate le a lture immodiatamen tc antistanti ad Alessandria, egli -prese posizione fra l'estremità d el lago :Mebodia e il mare, collocando la sua cavalleria dietro le alture che coprivano la destra della sua linea ,p er darle il modo d i distendersi in caso di bisogno. L'l l marzo gli Inglesi avai1za.rono a due tiri d i cannone d ai Francesi. La giornata p:i,ssò tranquillaunente . L' indomani gli Inglesi proseguirono l'avanzata sotto la 'Protezione d i barche cannoniere; il gen. Lanussc, anzichè a ttendere su lla difetisiva., come era stato staibilito, lanciò improvvisamente all'attacco la quar ta mezza brigata <li fanteria lcg_',era, sostenuta da qualche pezzo <li artiglieria. La colonna inglese cl i destra, sorpresa d a questo attacco improvviso, vacillò e il gen. francese ne approfi ttò per f,u·la caricare da due reggimenti di cavalleria che sfondarono e respinsero la prima linea; ma la seconda linea .inglese e parte della colonna del centro contrattaccarono, obbligan do i Fra,1cesi a ripiegare sulle alture, sotto la ,protezione - delht loro artiglieria. Gli , Inglesi atlacrarouo alla lor volta e s i im pegnò ,in combattimento accanito; avendo il gen. F riant inviato a l L anusse dei rinforzi, questi riu -

sci affine a disimpegnarsi, Allora il gen. Fria11t ordinò la ritirata. Gli Inglesi, r icostituite le loro colonne, continuarono la. m-u·cia verso le alture di A lessandria ove Friai1! era anda to a prendere posi1.ione dal mare a l canal,', aJ)poggiando la destra a l cana le e la sinistra (LanusseJ sulle dune, mentre aveva inviato la caval leria di cui d isponeva (2 regg,) incontro a M enou. Disegno degli Inglesi era di attaccare fronta lmente col centro schierato su due· linee, cd avanzare per le ali per impadronirs i, .sulla s inistra, del ,ponte su l canale e per avvolgere con la destra la sinistra del gen, Lairnsse. Già la colonna inglese di sinistra aveva preso il ponte, no1:ostante il terri bile fuoco dell'artiglieria francese, a llorchè lo stesso gen. Frian t contrattaccò alla tesla d i u11a mezza brigat~. con qualche cannone, e r ,prese il '(,onte ·obbligando il nemico a r itirarsi. D urante la gio:·nata i Francesi .perdettero oltre 70(1 uomini cd ebber0 molti ufficiali 1eriti. Gli Inglesi ebbero p ure perd ite gravissime, tanto che r inuncia rono, rper il momento, all'offensiva, ' in attesa cli essersi convenientemente trincerati e di aver ricevuto rinforzi.

Battaglia di A lessandria detta anohe cli Canopo (21 marzo 1801/. Ricevuta. la ina ttesa notizia d ello ~barco òegli lagle,si, soltan to il 12 marzo il gen. Menou si decise a m uovere dal Cairo, ove lasciò 850 uomin i col gcn. llelliard. Altri 600 uomini restavano nell'alto E gitto. Le tnqJpe francesi, non avendo potuto i-iunirsi ad Alessan dria, giacchè gli Ingles i era.no padroni delh diga fra il lago :i\'fehcdia e il lago Mareotide, riuscirono alfine a congiungers i, •l .20 marzo, sotto il con1a11do del gen, ::1-fenou, percorrendo una lingua di


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J\J)ercrom!Jy ferit:o a mo rte presso Alessanàrla

' (Mariut), sulla quale terra in mezzo al lago lviareoti<lc riuscirono a far passare la loro artiglieria. Occorreva attaccare senza indugio, giacchè ogni rit.i.rdo avrebbe permesso agli inglesi <li fortifi.cars-i maggio11men tc e d i ricevere nuovi rinforzi. Solo una vitloriis comp leta avrebbe potuto arrestare la marcia del gran Visir, che avanzava attraverso la Siria, e del corpo di spedizionè ingle~ che stava giungendo dall'India . L a linea inglese, raffornata con trinceramenti, era protetta sulla destra da barche cannoniere che le fian-Inglesi

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chcggiavano dal mare e sulla sinistra. da altre · cannon iere entra.te n el !,a.go ·l'vfo11edia. !.,'ala des11·a era rafforzata da una ridotta costrnita a lato d ell'antico camJ)O dei Romani. Un a ttacco s i presentava possibile contro la destra, avvolta la qua.le si poteva. agire contro il cen tro· con speranza di buon esito . . I Francesi in numero di 12.000 erano cosi d isposti: Sinistra: Di-,is. Lanussc e regg. <lromedasi ; Centro: -Div. Frjant; Dc-

s tra : Div. Reynier. In r iserva, d ietro il centro, la cavalleria (gen. Roize). All'alba del 21 marzo il regg. dromedari inizòò l'a zione dimostrativa. su.Ila sinistra, ,precedendo lungo il mare, piede a terra, la d iv. Lanusse; parte di quest1 (gen. Desta:ing) in iziò l'attacco impadronendosi di un,1 ridotta, ma l'azione, non sostenuta dai rincalzi, fu,ì in uu disastro: feriti molti ufficiali, fra i quali, mortalmen te il Lanusse, le truppe ripiegarono in disordine <l<ietro :doune collinette. Il gcn. Roize, allora, per un ordine intempestivo d i nifenou, caricò furiosamen te ;;li Inglesi aitla testa della sua ca\"a.lleria, penetrando proi-n,lamen tc nelle lince ncmiohe ; ma egli stesso cadde e i p ochi superstiti, rimasti senza comandante, s.i ritira rono in disordine. L'insuccesso della sinistn1. scosse tutte le truppe; invano il gen. Reynier iniziò l'attacco per ristabilire la situazione; sarebbe stato opportw10 a questo punto d i ritirarsi; Menou volle invece tentare . un n uovo sforzo, ma quest0, non sostenuto dalle seconde linee, fallì. Le truppe francesi, dopo esser state per quattro ore sotto il fuaco dell'artiglieria e <le lla fucileria , dovettero ritirars i am:lan<lo a prender posizion~ davanti alla città, fra il mare cd il can a le . Esse avevano perduto quasi 2000 uomini fra morti, feriti e p rigionieri. Lo scacco avrebbe potuto trasformarsi in di,;astro se anche gli Inglesi non avessero avuto peròilc altrettanto gra;vi, compresi cinq ue generali; fra ques! i i•l gcn. in ca.po Abercromby ferito mortalmente .

Blocco d·i Alessandria ( luglio-agosto 1801). Dopo !a. battaglia del 21 m arzo l'escrdto francese, molto indebolito, non s-olo si trovava ne lla impossibilità di a ttaccare con successo gli Inglesi, p adron i or:mai di p ercorrere a loro agio tu tto l'Egitto, ma aveva a ma,Ja pena i mezzi cli tenersi sulla difensiva. L e tnippe francesi ammontavano a circa 10.000 uomini così ripartiti: 3500 in Alessand ria di fron te a 12.000 inglesi; 3900 a Rosetta <li fronte a 13.000 inglesi; 2S00- al Cairo, oircon<lati da. un esercito di 25.000 uomini del Gran Vis ir. G li Inglesi, dopo a,ver ·costretta la ~arnigione del


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Cairo a capitolare, proposero le stesse condizioni per resa. d i Alessandria, ma il gen. Ylcnou, che la occupava, non solo rifiutò d i sottoscrivere la capitolazione del Cairo, •ma· volle continuare a resistere in Alessandria. La città ven ne dunque l:Jlocca ta e ben presto sca~seggiò ,d'acqua e di ·v iveri; la razione dei soldat i venne r idotta a poche once di pessimo pane e ad un po' di carne cli cavallo; oltre 2000 maiali ingomb,·arnno gli ospedali, sicchè n on rimanevano che a mala pena 3000 uomini in grado d i bartersi ; Queste condizioni andarono peggiorando al punto che Menou, vedc11<,!o immancabile un a pross ima resa a d iscrezione, il 27 agosto scese a ·patti con gli Inglesi, ottenendo un.i c11pitolazione onorevole, con la qua'1e terminò la spedizione francese d i Egitto. la,

Bombardamento di Alessandria ( 1882). :folla p r ima.vera e nell'estafe del 1882 scoppia rono torbidi minacciosi in E-gitto, a domare i qua.li il governo inglese àesignò la squa<lra <lei l'l'Ieditcrraneo, composta complc;siq.mente di 34 unità, le quali furono sca,glionaté nei poni di :Malta, Cipro, Suez, Porto Said , Ismaifot ed Alessan<lria. Le comandava Sii: Beauchamp Scymour che a cose ult innte fu elevato alla dignità ù i Lor d sot to il presidio di Alcester. Gli si u nirono h. ~quJdra della l\Ianica del V. A,mm. Dowel e la Divisione del contrarnrni raglio Hcwet. .); el campo opposto gli Egiziani opponevano l'armamento di forti, guarniti d i cC\.nnoni <li ,antico e nuovo tipo e di mortai, ripartiti nel numero qUJi indicato fra 'le opere più importanti clcl fronte a ma.re : « R as-el-Tin », 46 bocche <la fuoco; «Ada>> 21; << P>haros ll 55; << Mcks >> 22; et :vrarn,but >> 38. L' intero a.rm,a.mento di tutte le opere d i Alessandria amrnont&va a 250 bocahe da fuoco, t ra. cannon i lisci e rigati e morta i, d istribuiti in 11 opere , l i fortificazioni, con una 19Uarnigione di circa 700:l uomin i. Alle 9 di ser a del lunedì IO lughio 1882 l'<<Invinc ible >> cd il << ~:lonarch ,, mossero verso il forte Meks. A flc 4,30 le a ltre navi della squadra salp11rono r i,ceven<lo l'o11dine d i ·prepararsi al combattimen to . L'(( Invi11cible >J, nave a,nm1irn,glia, e la « Penelo,pe », avendo le

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batterie laterali, si disposero per ancorare, mentre il « ?v[ouarc-h ,1 essendo nave a torri, doveva combat,e,·e sotto vapore. A giorno chiaro l' « Alexandra >>, ii" ,.e Supcr h >> cd il « Sulta.u l> erano a llinea.ti da.vauti a 1 bn i Ada, Pharos e Ras- el-T in, che dovevano r idurre a l s ilenzio; mentre il « T cmerairc Jl e l'(( lnflexihlc ,, avauza,vano verso il gruppo « Invinc1ble- Penelope >> per rafforza.re l'attacco contro il forte J\leks e le batterie contigue. Alle 6,20 le navi della squadra se1,'l1alarono il << ·pronti » ed. alle 6,30 _I' Ammira,glio tra.smise l'o,·dinc d i carica.re i pezzi ·c on granata ordinaria; a lle ; l'« Alexan<lra » ebbe ordine d i aprire il fuoco con llll colpo d i mnnone, a.Ma cui detonazione segui un momento di ansioso silenzio, non sa;pendosi se gli Egizia.ai a vrebbero risposto o avrebbero sgombrato i forti. Fu ordinato subito do;:,o il fuoco a volontà e l'inizi,, dell'attacco su tut ta. la linea; a.llorchè tutte le navi eb,bero aperto il bomb,u·da,mento, lo stre,pito d ivenne assordante, e la barriera di fumo addensatasi tolse pc:mdlto t.,mpo ogn i vista ai combat tenti. Frattanto i tiri del nemico, che h11piegava ncHa 11nagg-ior parte palle piene, erano divenuti ,più intensi e più rapidi e pren devano p,·ii::i,cipalmente d i m irn I' « In.flexible » e ht cc Penelope>). Le cannoniere entrar ono presto ·a nch'e;se i n azione. Alle 1 l il forte :\1cks era rovi,-1ato e tutti i suoi cannoni tace-vano, ·quando venne segnalato al << l\fonarch Jl di avvicinarsi ad esso per demolirlo dd tutto a tiro corto. AH'una pom. furono chiamati sul ponte de l!' « Invindi:lle" 1t1omi:ni di buona volontà per recarsi a terra ad inchiodare quei cannoni del forte !\fcks -che non era.no stati smontati dai tir i delle navi; operazione rilSchiosa, potendosi ì d ifensor i t rovare in .igguato dietro le rovine dell'opera . F~trono scelti solo 12 fra i molti volonteros i accorsi all'invito, cd essi, pr,1tct ti <la.l « Condor », 1pcr raggiungere Ja spiaggia dovettero but tarsi a nuoto e superare i ma,·osi della forte risacca. Tre cannoni furono lat ti scoppia re con fuln,icotone, altri sei furono inchiodati. Furono tirat i di quam<lo in quando altri colpi fino alle 5 <lei pomeriggio, ma i forti tacquero su t utta la linea. Gli a r tiglieri Egi;ciani manovra rono con am mirato fervore i lor o pezzi finchè le o;:iere non divennero mucchi di rovù1c, e


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danni più notevoli avrel,bero inflitti alle navi se iro essi non vi fosse s ta to difetto di esperti puntator i. Le lorn perdite f.urono gravi. In quella giornata d i pieno s uc{:esso fu comp iuta la distruzione d i tu tte le batte1·ic esterne al porto d i Alessandria. L ' « I nvincible » ebbe un colpo sll'lla prua; il « Supcrb" fo colp ito diverse volte; I'« Alex•andra" riportò ava.rie nello scafo ed ebbe 2 cannoni inuÌFlizzati ; li cc Sult~ n >) ebbe l'albero d i maestra spezzato ed il fumaialo poppiero forato 'n tre punti; l' « Inflexible », che aveva so3tenuto per ·; ore e mena tutto il fuoco del forte Ras-ol-Tin s inchè !o ridus.;e a l s i'lenzio, obbe avarie multi ple ed una imba rcaz ione inut ~! i,zata; la ,cannoniera « Condor )) ,,lJ.. be una pa lla nello scafo e dan neggiate le imbarcazioni. Le ,perd ite umane degli inglesi furon o 5 morti, 9 feriti grav i e 19 feriti leggermente. Alle 8 ant. del mercoledì l'Ammiraglio ing:ese convocò tutt i i Coman<la,nti della squa,dra a bordo del!'« Invincible », i quali convennero che il mare era tr oppo grosso pc1· intra•pre ndere u na ser ia cperazione,

JI forte Pbaros di AL~;;san dria rendendo il rollio incer to, e difficile 1-i. .punteria, e la c ittà che era diet1·0 i forti a vrebbe potuto esserne grave1nente danneggiata. Fu quind i d ifferito l'atta.eco che l' Amrn. Seymour voleva. a ttuare contro il Marabut, ma furono distaccati il « T emeraire )) e l'« InJlex ible >> per sorvegliare ,i forti R as-el-T in e Ada. Il con.sumo cle:Je munizion i durante le otto ore d i battaglia a,mrnontò per i cannoni (li grosso calibro a 3198 granate perforanti e -comuni ; ·Ja polvere consumata ammontò a libbre 131.896 di oui 39.900 bruciate dal!'« Inf.lexib!c >> e 22.897 dal « Superb >> . Occu pata la città con le divisioJ1i di sbarco, p rovveduto alla d ifesa della cinta esteriore ·pel' respingere un even tua le r itorno offens ivo cli Ara-bì Pascià che, uscito da Alessandria incendiatd., camp eggiaYa fuori e minacciava, toccò al le forze na vali britanniche di premun irs i, occupando il ca nale d i Suez. Si d istinse in quella contingen za pe r a rd imento, sangue freddo e braNu ra. marinaresca il Comandante Q u igini Puliga del R . Avviso ita li,rno « lvfarcanton io Colonna J> che, trovan dosi oon la coraa a ta << Castclfida rd c >) nei!le acque cli !\1]essanclria, assolse brill,antementc l' incarico <li porre in sa lvo, rimorchiandole fuori del porlo interno, le 1iavi mer<:ant ili su cu.i s i erano r ifugiati moltissi mi 'J)rofughi, anche ita liani, ed a lle q uali l' Ammiraglio inglese aveva il 9 luglio accorciate 24 ore di tempo -per salva rsi, trascorse le quali avrel:ibe aperto il fuoco.

Alessandria (della Paglia ). Città capo!. di p ro\'Ìncia, nell'Ita lia settentrionale. Nodo stradale e ferro-

viario importa nte, a tergo delle colline del 1\fon le rralo, nel la breve pian ura ohe s'appoggia da una parte a li' Appennino e dall'a ltra a l Po, ed a cui convergono il Tanaro cd i suoi principali affluenti. Lungo le loro valli scendono :,.l l'o, convergendo per la maggior parte ~d A., le seguent i ottime comunica21ioni che attraversano •i colli ,p rincipali , delle Alpi èlfaritt ime ed i primi colli del!' Appennino L igure : T anaro-Roia, attraverso i colli de.l Tana rello e ùei Signori ; Tanairo-Taiggia per il Colle della Garlenda; Tanar0-Arroscia a ttraverso i du~ colli di Nava e ·d i S. Bernardo; Tanaro-Pesi o per il Colle delle Carsene, ed infine Tanaro- Pesio a ttraverso il Passa delle Saline. Storia di Alessandria:

I. ::-Son a,ppcna che F ederico Barbarossa lasciò l'Italia ( mairzo I I 63), i confederati a.ssalirono e distrnsse ro il caste llo <l i Riandratc, <lopo d i che gli abita nti d i Novara, Vercelli. Como, i feudatari di Belfortc e del Seprio abbandonarono il prurtito imperiale per entrare ne lla leg'.t lombaPda. Asti, Tortona, e il march= Ohizzo }.fola.spina ne seguirono l'esempio. Non rimasero fede!i che PaNill ed il marchese C,tajlielmo di nfonforrato. 1 co.nfoderati, anziché sot tometterli con la forza, decisero <lt ridurli in istato ,di non poter nuocere, costruendo una c ittà. fra i due territorii che ser visse di elemento di sepa.razione. E allo scopo di esegu ire questo disegno, le m ilizie di C ,·emona, Milano e P iacenza si radunarono a,i confini dei d ue Stati fra,. l'alto Monferrato e il territo:rio ,pavese, oltre il P o, e in quella vasta pianu ra scelsero il 1luogo dove la oittit doYCva sorgere alh i:ont1ucnza ciel Tanaro e Bot>mida.. I due fiumi costituivano d i per sè una notevole difesa. natu raile, specie duran te il 'Periodo clcll' in!jrossamento de lle aoque. I noltre, duran te la cattiva stagione, il terreno mdlmoso del terr itorio ostwcolava la marcia. delle truppe e il collocamento . dei campi, e, nc]:l'estatc, i vasti greti dei due fiumi non offriva.no a:lcuna coper uura alle truppe che muovessero all'assalto, estenuate d a un calore eccessivo. (lu i, ,appunto, f.u fondata la città che <la.I nom~ del pontefice Alessandro III , capo della tlega, fu chiamata Alessandria. Fu circondata da u11 lango fosso, colma to d'acqua fatta deriva re dai fiurni vicini, e vi furono trasferiti gli abitanti d i Ylatrengo, Gann onclio, Borgoglio, UmòlJa e Solestia . CO'storo ebbero i l permesso di crearsi un governo libero repubblicano e lttrono ammessi a 1godere dei privilegi per i q uali i Lombard i avevano p rese le at111i. Nel termine di un an no g.Ji aiessand rini erano in g;rado di mettere i•n campo 1 S.000 comb,tttcnti delle varie armi. Ebbero la p rima guerra contro il marchese di .J:-,1on>fet'1'a to c he si sforzava di O'stacolarne la crescente prosperità, e ·con .g li aiut i d i P iacenza, Asti, lHilano, Vercelli e N ovara lo assalirono a M ombello e lo sconfissero . Nell'oHobrc 1174 F dder.ico Barbarossa scese IÌ.11 I ta:lia. p er ,l Cenisio . Ln cendiata Susa, e pr-2sa Asti dopo otto giorn i d i assedio, m osse contro Alessand ria ove d ovevano raggiungerlo le ,milizie pavesi e quelle dC'l marchese <li ì\.fonferrato. Il 4 novembre p rese ad a-'5Sediarìa, dopo che er-a stato vigorosamente respint,J un assalto tentato per cou quistatrla. L e ope~e di difesa (.Ons isteva110 :in un largo .fosso e :in un terra,pieno. L'inverno fu rigid issimo, e non ostante che le diserzio ni aumentassero ogni giorno e ,Jc .p ecd ite <li uomini e di quad rupec.li s i facessero sompre più gra vi a causa delle ,i ntemperie e della penuria d i ogni cosa necessaria, Fe-


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d erico insistette nell'impresa e nessun mezzo fu trascarato per iriusòre nel!' intento. Infme, incominciò a far scavare un'ampia galleria sottei:rnnea che avrebbe dovuto riuscire 1>11 città, lavoro assai malagevole nella stagione ,piovosa in un terreno di p er se stesso pantanoso. Nel marzo 1175, ment,r e la. ·c ittà ,·esisteva ancora. strenuamen te, si r iunì a Pia.cenzit un formidabile esercito di soccorso, conwosto d i :Milanesi, Bresòa.ni, Veronesi, Novaresi, Ver<:ellesi, Trevisani, Pa-

e

èovani~ Vicentin i, ~faniovan-i1 Bergrumaschi, Piacentini,

Parmigiani, Reggiani, Modenesi e Ferraresi. Questo esercito, dopo di aver prese e distrntte le terre· d i Broni e d•i S . Nau.ar.io, il 6 aprile giungeva. presso Tortona. do1·e si accampa.va . F ederico. inforn:nato, non si sgo1nentò~ pcrchè riteneva immincme b caduta. d i Alessandria. E per acquistare il tempo che gli occorreva per valersi della ga lleria sotterntnca, ricorse al tra-

A.LE

faceva dono al marchese Bonifaoio dei luoghi di Gamondio, ?vfarcngo e Foro con rulcuui caste11i di minor j,1rq:,ortanza. Per quest'atto d i ostilità gli alessandrini, atteso il momento opportuno, assal-irono H territorio del ,marchese e si spinsero fino a Ca.sale che misero a ferro e a sacco, :}fa mentre, sicur i di sè, s i erano dispersi nelle -ca,e per far bottino, i casa.lesi ebbero campo di riaversi dalla ,s orpresa, e di 1iunirsi, e, piombati sui nemici, ii costrinsero a ritÌlrarsi in fliggendo loro gravi perdite. Per quest'atto di rappre$aglia cormuesso dagli Alessa ndrini, Arrigo VI il 4 dicembre 1193 concedeva 1a c ittà in feudo a Bonifacio e al figlio Guglielmo. Gli Alessandrin i, già vincitori d i un formi dat,ile esercito, non si adattarono alla. a r bitraria scate:nza. e, d'a.ccoJ'do co11 le città amiche, radunato un f orte esercito, invasero -n uovamente il :iYionfcrrato. Ii! mar chese Bonifacio ottenne allorn. la. pace a condizione che egli rinunzierebbe ad ogni d iritto sulla c ittà e darebbe come indennità. <li guerra alcuni luoghi che presta.cono giuraunento di sottormissionc. Le leghe coi fori.i e la concessa prote;o;ione verso i deboli avevano re-.,a. po tente Alessandria: più di trenta. popolazioni si erano su-ette a. lei e disponeva deil!e- forze d i esse in tutto od in parte. Nel 1189 lo stendardo ales<;andrino, congiunto a quello ~li Vene>.ia, sventolava in Terrasanta, e i suoi guerrieri si coprivano di g,lorict all'assedio d i San Gievonni d'Acri. 11 3 novembre 1197 fu r innovata la lega fra. Asti ed Alessandria, e l'anno seguente ; due eserciti muovevano all'assalto del castello di Castagnole e del contado d i Loreto, posseduti dal marchese Federico :Mal<ISJ)ina. Rimasero vittoriosi, facendo prigioniero lo stesso marchese e il 16 aprile 1198 i po<les:à delle due repubb1iche stipul_avano la convenzione per la quale i due castell i rimanevano in comune, il marchese sarebbe stato <:ustodito in Asti · e i suoi uomini in Alessandria. L'l l a.p ri.Jc 1209 Acqui e Ajessandria stipula1·ono il trattato di Alba, che poneva tennine a[,Je asp re contese sorte fra. <le <lue città per la creazione dell'episcopato a'l essandrino. Veniva cioè stabilito che i consoli e i podestà d i Alessandria fossero r itenuti come consoli e ,podestà di Acqui e v iceversa; che chi fosse nel consiglio di Alessand1·ia si tenesse come membro , del consiglio di Acqui e viceversa; che gli acquisti ohe potessero aver luogo in guerra <lo,•essero essere cons idera ti fatti in conrune; che 1c due popolazioni dovessero prestarsi vicendevole aiuto cont·ro chiunque.

di1uento . Fece, cioè, il 14 aprile saper agli alessandrini che, r i · correndo il giovedì santo con~edeva loro una trogua fino a! lunedì di Pasqua, cosicchè esStemma cli Alcssanctr' i,t si non ritennero necessaria, per quel tempo, la consueta vigilanza. AJlorn Feclerico, verso mezzanotte, fece passare per la galleria duecento dei suoi migliori soldati mentre egli radunò fa sua gente p resso la porta della citt:i in attesa che quelli, uscendo improvvisannente, dessero a lui la possibi1iti, di entrare. Ma il tr adimento fu senz'altro scope,rto. La. popolazione uscita prontamente da.lk case soffocò vrima l' incursione e poscia, a,pertc le por te, s i gettò furiosa,mcnte s ul nemico infl iggendogli una. sanguinosa sconfitta. Federico, mina.ccia to dall'esercito di soccorso, e disperando ormai di conquistare Alessandria, la notte seguente fece mettere fooco al campo e il giorno di Pasqua si ritirò verso Pavia; ma vistosi sbarrato il oiasso da,i confederati, si fermò nella vllJa detta Gu ignella. A,ppro.fi.ttando dell'indecisione manifestata.si <la ambo le parti, alcuni nota.bili si interposero affinch:è si aprissero trattative d,i pace. Feder-ico aocondioce~-e pu,'Chè restasse salvo il diritto deU'lmpero, e i lombardi accettarono .pw:cbè fosse salva Ja loro libertà e q,ualla deUa. chiesa romana. S i deferì quindi la. quest ione a sci arbitro che su di quesia IT. Nel 1215 gli a,lessandrini, insieme con l milanesi, base conctluse<ro tm compromesso. Da ambo le parti si i vercellesi, i tortonesi, . e le truppe con<lotte dal conte decise di licenziare le truppe .e Federico si r:itirò col Tomo11aso d i Savoia, p rendono pane all'assedio di Casegu ito de'llk sole guardie in P avfa. Nel USO AlessaJ1sale che il 20 .agosto cadde in potere dei collegati. Nel dria aprì le ostilità contro i-I march~e Guglielmo d i 1217 Alessandria inviava le sue forze in ai,uto di MiMonferrato. Le sue milizie ne invasero le tene porlano che s i a,pprcstava a<l attacoa..re Pavia devota alla tando •lo storminio fino a. Casalle, costringendo il marcausa. dell'imperatore. I collegati s i incontrarono preschese a -r konooccre la md:iipendenza della. ropu bb1ica. so Bottesina con l'esercito -d i Cremona che andava ad e a. promettere di ottenere lo stesso r iconosc imento da unirsi a quello di Pavia, e furono ,,confitti. L'Jmno separte dell 'imperatore. X el marzo 1182 A,lessa.11d ria si guente, gli aJessa,nclrini per IJ)rendersi una rivincita ina.ccor<lava -con l'imperatore Federico Banba.rossa, ed il vasero il c remonese e sconfissero il nemico. Atlora Onotrattato conahiuso per il q uaJe, fra l'-a.ltro, la città asr io ITI inviò in Lombardia il cardinale Ugolino j ] sumeva il nome <li Cesa,r ea, ·che conservò fino alla quale stip ulò in .Lodi la pace fra i bel!-i.gera.nti. morte d i Arrigo VI, è importa.ntc in quanto da esso prendevasi ,poi norma per querllo d i Costanza e in quanllI. ]\Te,[ 1224, i genovesi, vantando certi d ir itti sui to Ior.mò la ,base del governo alessandrino di allora. luoghi cli Capriata e di Arquata,' li occuparono impro,·Arrigo VI, mal comportando la calma che regnava fra visamcnte. Gli alessandrin i, con ,gli a iuti d i Tortona e Alessan<ln-ia e il marchese, e volendo rende,rs i ligio il di Mi-Iano, mossero su -Ca-priata che assalìrono in fru tfi!ylio come lo era stato rn padre, 1'8 d icembre 1191 tuosamente . Genova a sua volta, per ra'J)p1,esa.glia, in-


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viò nell'alessandrino le sue milizie che incendiarono Montebcllo. A'llora ,l'esercito di Alessandria, con i collegati, mosse .su Ta.s.~arolo che prese e devastò, e si apparecchiava ad attaccare Arquata, quando troYandosi di fronte ad un esercito assai più numeroso dovette rctrocede.-e. I· collegati si rivolsero quindi contro Gavi il Clii castellano era d i,;posto a cedere il forte, ma i genovesi, d i ciò accortisi in tempo, invasero il territorio di Tortona devastandolo. I tortonesi e gli alc3sandrini tesero un agguato nel quale i genovesi caddero. Furono fatti 400 prigionieri che tutti furono uccisi, e i superstiti si t'Ìtirarono su Gavi. Intanto a!ll'esercito dei collegati si era.no uniti i rinforzi di Vercelli e di a.Jtre città della Lombardia, e Genova., sola contro forze superiori. seppe, l'anno seguente, indurre Asti a muovere guerra contro Alessandria. La battaglia ebbe luogo ne l giugno a Qllattordio, combattuta con bravura. e con ostinazione da ambo le 11x1.rt~ per varie ore di esito incerto. Infine, l'ardore degli Alessandrini prevalse. e gli astigiani, in$Ch>uiti nella fug..,, ripararono a Quattordio, dove •accennarono a difendeBi. Gli Alessandri.n i p.resero ad -:tssediarli, ma i milanesi si interpo~ero <\1me _pacieri. Si stabi,lì che gli astigiani sarebbero liberi dando cinquanta dei loro più distinti cittadini in ostaggio. I prigionieri, condotti ad Alessandria. ottennero la. libertà mediante il pagamento cli un oneroso riscatto. Asti to111ò alla 1·iscossa, ma le sue milizie furono nuovamen te battute 1)resso Calamandrana il 7 settembre dalle milizie di Alessandria unite a quelle di Tortona, lasciando nelle mani del nemico 800 prigionieri. In seguito gli alessandrini invasero l'astigiano portandovi rovina. e devastazione. IV. Il 2 marzo 1226 Alessandria entrava nella lega stipuhta in )fantova contro Federico II. Nel 1229, mal sopportando che Genova, in virtù della sentenza pronunzi:i.ta dai Tctori della ilega, prendesse possesso delle te1,re che le dovevano essere restituite, inviò una scelta milfaia ad impadronirsi di Capr-iata d1e, sempre secondo la sentenza stessa, doveva per cinque anni rimanere neutrale. I pochi scampati altoocidio si ritirarono su GaYi. Genova non rriotè aprire ostilità e nel 1230 gli arbitri eletti da nmho le pan.i d caiscro che Capriata dovesse m-imanere a Genova cd ebbe c, sì ter• mine Ja guerra fra le due republ>liehe. Noi 1229 stesso il marchese Bonifacio di Monferrato, nonostante la. parola chta alla Ioga di :Mantova, sollecitava se.grctamente l' imperatore Fe<le11ico a muovere contrn la Lomhar<li.i. per ridurre al dovere specialmente ~lilano ed Alessandria. Di ciò awcniti gli alessandrin~ unitamente ai rinforzi del.le città amiche, entrarono nel )Ionrcrrato e ne1 maggio, presso Vignale, sconfissero le milizie del marchese e queJ.le d i Asti che a lu i si erano w1ite. L'anno dopo 4000 fanti e 700 ca.,·a.Jieri al comando d i Uberto Ozùno sconfissero nuo,•amente il marchese di Monferrato costringendolo a giurare fedeltà a. Milano. L'~ct'Cito 'Prese quindi a saccheggiare l'astigiano e infine mosse contro il te,,ritorio del conte di Savoia. che parteggiava per l'imperatore. }\fa mentre milanesi e a lessandrini, dato il guasto a Cuneo, occupavano Savigliano e Borgo S. Dalmazzo, il conte Tommaso piombò loro addosso e J,i sco11fisse. U berto Ozimo rimase ucciso sul campo. Nella. primavera del 1231 la cavalleria alessandrina concorre nelle operazioni che Mila.no aveva intraprese contro il marchese di )fonferrato e par-

A.LE

tecipa alla. battaglia vittoriosa. sul Po e all'insuccesso toccato a Chivasso. Il 9 maggio 1236 ad Alessandria. 8i a.g~regano Cuneo, Sav\gli-an.o, lVIondo,,ì, !lene e Busca, e il l.'i maggio 1237 s(i,pu la.va la pace con Cassine. Net I 233 le sch ierc di .-\lessandria prendevano parte a.Ua battaglia di Co~tcnO\·a. do,•e i confederati furono sconfitti da Federico II. In quest'anno si ora ina~"J)rita la lotta di parte fra guelfi e gh ibellini i qu:di ulti:rni, avu• ta la. peggio. indussero Federico II ad inviare contro di .\les.sa.ndria una parte del suo esercito. La città fu as• sediata e bcnchè priva di aiuti, fuorchè di alcune milizie di S:mthi/l, seppe resistere. Gli assedianti, dopo v:mi sforzi e dopo una guena di d istrui:ione nel contado, furono costretti a ritirarsi. Nd 1239 i ghibellini posero un'altra volta J'.a.ssedio alla città e dopo un as• salto sanguinoso furono di nuovo costretti ad abl>ando• nare l'impres:i.. Nel 1246 le migliori milizie alless:i.n• drine aocorrono iii di.fesa. <l i Parma che fu tenuta assediata dall'imperatore Federico II per due anni, e nel febbraio 1248 '!)rendono ])arte a.Ila famosa. sortita che diede Ja. vittoria ai collQg".i.ti. In quest'anno stesso i lllhibellini di Alessandria., 'I.mite le .Joro armi a. quelle del marchese di MonJcrr.a,to, entrarono nel territorio della patria. portandovi la strage, e gli alcss:rndrini, ocr ~appresa.glia, UòCiti dalla città. devastarono Lu, Paci• liano, Conzano, Sangiorgio, TorceUo, Cuniolo, Sa.nnl• vMore, a.-ppartenenti al marchese cli Monferrato. ::\"cl 1250, venuta a 111ancare la ,potenz.a e l':1ppoggio di Federico, i ghibellini chiesero IJ).'1.Ce e così furono riam• :11essi in città dopo più di quindici anni di esilio. V. :\'cl 1252 Alessandria. è in ,guerra col marchese di :Monfcffato. Occupa e dì,;trugge Terruggia., Paciliano, Sangiorgio, Conzano, ·cuniolo, Torcelio. Bonilacio, im• potente da solo a resistere, si allea coi pavesi, e i due eserciti caccia.no gli alessandrini da. quelle terre. :-Set 1255 i ghibellini, risultati an minoranza nella distribuzione delle cariche rp1.tbbliche, ripresero le armi. So• praffatti <la.i guelfi uscirono dalla città e s i allearono con il mard1ese di ~fonferrato. Per dicci anni comòa.ttcrono per assoggettare la repubblica alla loro fazione, ma, 110n sostenuti da alcun imperatore, il 31 marzo 1266 ottennero nuovamente la. pace. Alessandria, cittii. guelfa per tradizione e per indole, era fedele all'amicizia di Carlo d' .\.ngiò, per quanto nel convt1,'llO da lui indetto a Cremona essa non avesse , ·oluto riconoscere il suo supremo dominio. Questa amicizia s,piaceva agli ast igiani e al marchese Gllgliclmo di lv[onferrato, il quale particolarmente odiava Ca.rio d'Angiò che gli aveva presa. Acqui e gli ave,·a. imprigionato e fatto morire nelle carceri <li Alcss:rndria lo zio Rainero. Per ciò Guglielmo, <l'accordo con gli açques i, attira.te nell,i lega. Pavia e Genova, e con l'aiu to d i 300 ~-pagnuc,li fatti "Venire dalla Castiglia., assa.ll il territorio di Ales• sandria, .Ja quale, IJ)resa alla sprovvista, do,·ettc accet• tare l'imposizione fattale cli rinunziare all'amicizia di Cai,lo. Due anni dopo il marchese di Monferrato e gli astigiani invasero nuovamente l' alessand rino rinnovando eccidi e rovÌJ1e. Alessandria, l'anno dopo, J2i4, raccolte tutte le compagnie distaccate nei vari presidii, le pose ag!i ordini <li Alberto Guasco che invadeva !'asti• glano e ne tormtva vinoitorc con ricco bottino e gr:1.n numero di prig ionieri. Gli :is1igia11i tentarono la rivin• cita, ma, nonostante gli aiuti d i Genova e del mard1esc di )Ionfcrrato, furono battuti con gravissime per•


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<lite . Alessandr ia, ahllo sentore d i mene condo: te in P avia d a i nem ici di Carlo d 'Angiò, sempre fedele alle sue arnkiz:ie e tena.ce nei suoi propositi, deicise di sventarle. G li alessan<lrù1i, al comaJl'do d i Guglielmo Piet r a, vennero a baua.glia co11tr o i p avesi sui confini ael :sfonforrato e li misero in fuga. Dal canto loro i con fcdera,ti ùwasero i territori d i Tortona CO<Sicchè i tortonesi si unirono agti a lessan rlrini. Dopo vari i combattimenti gli astigiani furono arbitri nella contesa e ,i addivenne cosi ad una t regua genera le. Q uindi, )1el !).O~•em bre 1277, fu •conchiusa in Voghera la pace, in s~guito alla. quale i ghibelli:ni d i Tontona, P-a via, Alessan dria, po terono ritorna re nelle rispettive città . Il con-

tim10 stato d i osti!~tà nuoceva g ra ndemente. L'arnkizia -cli •Carlo d'Angiò ,più che un vantaggio r;us~iva di pe;o a lla città, d 'a lt~onde la potenza del rna.rc;hese di )fonfcrra,to andava crescendo d i mano in mano che diniinuiva. il prcs( igio dell'angioino. E Alessandria s i avvide d i n on potersi p iù mantenere i n quella posizione che gli avven imenti 11c a vev,a1J10 creata. Circondata d,i oµ:ni parte <la nemici, J)l'i,ma di lasciarsi togl iere la s;1a libertà, ·risCJlse d i trattare col muchese di Monferrato in modo di -conser,..are la possi,bilità di risorgere in tempi più favorevoli. E il 2 n1aggio 1278 s :.! gnava in

Moncal"o il trattato di pace. G li Alessandrini, COll esso trattato, volevano nel marcl1ese di lvfonfcr-rato un

RGOGLIO

ALBSSANDR rA

Fortillcazionl ,di AlCS5and r!a nella JH·inra n retil ,del secolo XVIJ Baratt.a; 2) Ba~tìo n c (l i S. 1\1 art mo ; ~) v 111Tc1tone idei Cappu,:-,e ini; 4) Lu ne tti, {li P o na tieno nt; 51 Bastione <lì Porta G;:'llova; 6) uarreia -0n e s . ìlarnalJa d:i Gamo n c!io; 7) (1ar ,·e1e,011e <tOJla, ~larl(lale'n a; 8) Torrione de,na Cluai:lflla: 9) Bastione clella Cltiadella; 10) Ba,;ttonc S. Bemanrlino; 11) Luneua d i Por1,1 Rezo lla ; 12) ìl~11onc ( s. Frances.co; ·13) P o r ta clegli o r1.1 ; 14) Po1·1a Sottella; 15) lla;;tlone s . Banclolino. i\letri : i o i 500 i 1000

·I) TOl'l'ione


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an1ico e f10J1 un tiranno, un di:fc:nsore e non un padrone. Era un magistrato di più che creavano nei snpr<'Jni pericoli <lerna r c.pubbli<:a. Questo il vero senso del trattato d i J\'Contalvo, por cui Alessandria rimaneva ciò che era stata e 110n comprometteva la sua liber tà d'azione avvenire. Da.I canto suo il marchese d i :ì\fonferraw aveva in animo di impossessarsi di Alessandr ia alla prima occasione, violando il trattato di J\loncalvo. I nfatti, cacciatone facilmente i l presidio angioino, già si accingeva. a compiere il suo disegno, quando fu chiamato da Ottone a par\oci"parc agli avvenimenti nella rc1':,ubbli·ca. milanese. Pensarono i ghibellini della cittil a.d asseconda.re l' ambizione del ma,r chcse Guglielmo. Costoro, infatti, seppero convincere i cit tadini dei b.:nefizi che sarel:i;bcro derivati dalla decl izione a l ]l'lonferra.to, e il 26 ,genna,io 1280, convocato il consiglio della re'pubblica, fu dehberata la completa sottomissione. D opo quest'atto, Alessandria dovet te concorrere con denaro e con uomini a forma.re gli eserciti d i Guglielmo. Così gli Alessandrini combatterono presso Lodi cont,o i Torr-iani e una vittoria r ipor tarono sui pavesi che ins~"Uirono .fin dentro la loro città. I guelfi uscirono da Alessandria e. andavano rafforzandosi nel distretto e nelle terre vidne. G li uomini del Bosco ne avevano a1bbra.cciata. la causa e Casrcllazzo, luogo mun itissimo, ne aveva se.g,uito l'esempio. Allor a i Ghibellini sollecitarono Guglielmo, che venne a cingere d'assed io Ca.stcllazzo e dopo rnolti giorni se ne impadroniva e r inviava in Alessandria. i guelfi . Costoro si ad0prarono pe1· far trionfare la propria par te. Dopo di aver soccorsa Tortona. con_ uomini e denaro, s i fortificarono J1el Bosco onde avere un rpumo d'appoggio alla loro resistenza. E Guglielmo, assogeilata Tortona, condusse l'esercito contro il Bosco che si difese cfficaccn,ente. Gu,glicl mo allora ripiegò su Alessandria, vi entrò con l'appog,g io dei Ghibellini e ne ottenne la sottomissione ( 1289). )Ientre il marchese di :M onferrato era impegnato nella guerm contro Asti, i guelfi Ale$sandrini si tenevano pron ti ad insorgere, mentre i Ghibellini erano insoddisfatti del 'l oro protettore, che, impegnato in gue1-.-e d i conquiste e di interessi d inastici, logor ava le loro forze, <lissipava i loro averi e li la.sciava. soli nel pericolo d i una sopraffazione. I l terreno quin di era favorevole per scuotere il giogo. Gli Asti,giani, che non vedevano l)n'ausi liaria p iù potente di Alessandria, ad essa si rivdlsoro, e segretamente nel l 290 in sieme s i a.c cordarono. Asti awcbbe sborsato 80.000 fiorini d'oro, e Alessandria., correndo alle armi, e d ichiarando il mard1ese scadu to. avrebbe a t tirato verso d i .è le ·sue iruppe che gli astigian i awcbbero, a momen to oppor tuno, attaccate alle spalle. Alberto Guasco d' Ali-cc fu nominato comandll.nte <lell'escrcito alessandrino. Egli scelse i s uoi subalterni e riordinò le m ilizie, alie quali si aggiu nsero i rinforzi d i fanteria e cavalleria inviati dai confedera.ti. E invase il J\fonferra.to devastandolo. Il marchese Guglielmo a sua volta mosse con il suo esercito verso Alessandria. Lo scontro decisivo avvenne il 10 settembre 1290 ,presso Sa11saJvawre. \} li a le.ssandrini si i•rnpcgnarono .con impeto tra.volgente e

dopo qualche ora i l nemico era rnesso in rotta. I l marchese Guglielmo tentò di salvrursi con la fuga. ma accortasene A•iberto G uasc,a, lo inseguì con uno sq.uadrnne d i cavalleria e, ra.ggiuntolo, lo fece prigioniero, e lo condusse in Alessandr ia dove morì fo carcere i l 6 febbraio 1292. Alessandria occupò Sansalvatore e Viarisio,

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e Mi'lano, in segno d i grntirudine, pubblicò un ectitto per· cu i era p roibi to, sotto pene gravissime, di dar molestia a.gli alessandrini. Giovann i II di Monferrato, per ycndicare il padre, muoveva contro Alessandria ; ma fu battuto e fatto prigioniero, e 1)0tè r iacquista,·e la iibertà pagando una for.tc somma. di da,naro. Kel 1301 fu ricostituita in Akssandria la << compagnia. della Giustizia.)). Il numero dei militi ascritti a lla compagnia non 'JlOleva essere maggiore di ott-ocento. Nei •P'()ricoli gravi ed imminen ti, occorrendo un nu1ncro <l',uon1ini mag,giore

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ogni ·cittadino atto aUe ar-

mi a-ve,;a r obbligo di fa,·si inscr ivere nei regL5tri clelh compagnia, con giu ramento d i servire e di obbedire agli ordini ,dei capi. Chi r icusa.va. o si allontanava senza pe.rrnesso veniva spogliato d'ogni gnWo, dignità rd on o.re. Il comando supremo, in . ta,l caso, spettava al podestà. VI. Il IO agosto 13 10 Roberto di Provenza entrò in Alcs.5andria e -cacciac.i i ghibellini si faceva dare dai guelfi la signoria d'e□a c ittà. Nel 1316 Matteo Visconti, già padrone di Tortona e Pavia1 invitato dai ghibellini foornsciti, inviò akune compagnie d i truppe scelte ohe ,unite , ai ,ghibellini tentarono u n colpo di mano su Alessandria . Occwpa.rono. Borgoglio facendo Jn sternn inio dei cittadini, e i ,g ucl6, disperando di pctersi opporre con successo, decisero d i accettare la protc~ione del Vis<:onti. llgo del ]hlzo, con il suo presi dio, fu obbliga.-to a partire d alla città ritirandosi in Asti, e fu nomina to podestà 1,er queJ.l'anno :'.11arco Visconti, foglio di .Matteo. :\'cll'ottobre 1319, mentre Marco Visconti trov,wasi impegnat<J con l-lllle le sue forze contro Genova, i guelfi a'lessandrini entrar·ono con gli astigiani nel territorio della repu bblica e si spinsero fino alle ponte della città. Avvenne un combattim?nto sangu inosissimo, sf.avo,·evole ai ghibellini, che dovettero cede.re torrcno lasciando sul campo numerosi ,morti e molti prigionieri nelle mani del nemico. Ugo del Balzo, a questa notizia, accorse da Annone, e si im ,pa-dronì di Bor,goglio dove si fortificò saldamente. Allora Matteo Visconti inviò il fi.glio Luchino in aiuto di Alessandria . Questi atfiaccò Ugo del Balzo mentre si 1}reparava a<l assalire la città e lo sconfisse. Il 2 a pri-le 1323, mentre i ViscoMi, assalit i in casa loro, erano nella. im,possi·bilità di soccorrere A'lessandria che i·i.ma.11eva fuori <lella linea -delle loro operazioni, e d'altra parte i ghibellini non avrbbero potuto oltre resistere aii f,"Uelfi ·c he erano rimasti padroni di Borgoglio nono~iante la sconfitta d i Ugo del Balzo, la cittit ~• sottomise alla santa sede. "\." el 1348 Alessandria ricadde ,in potere d i Luohino V isconti, signore di Milano.

VII. Nel 139 1 G iovanni III d'Ar magnac, instigat::, dal ,cogna to Carlo Visconti che cercava ogni mezzo ,:li Ycndicarc il pa<lre Bernab ~ e di ricupera.re il ducato <li l\Iila.no, e incoraggiato .dai fiorentini, giunse ai _primi di luglio in J_omb-ardia con un -n umeroso esercito d i fant i e cavalieri. I due ambasciatori fiorentini Rinaldo G ianfigliazzi e Giovann i de R icci ohe sc,gu1vano fcsercit0, a"Vevano l'ordine, secondo il p iano d ivisato dai Dieci della guerra di F irenze, di condurlo sulla destra del Po e d i fargli J)assare i l 6ume a ;;ud di Favi" oltre h confluem.a col Ticino e quindi gui<larlo ad unirs i, cviia11do ogni scontro, all'esercito di Giovann i Acuto che attendeva all'Adda. Se il d' Armagnac avesse seguito questo d isegao, molto ,probabilmente b.


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campagna avrebbe avu to buon esito; ma ne fu distolto dalla sua smodata a,mbizione e da'lla eprata presunzione nel valore del valore dei soldati italiani. Infatti, mentre assediava Castellazzo, il 25 luglio volle r ecrursi ad attaccare Giacomo Dal Verme, messogli contro da Giovanni Galeazzo, e che si era chiuso in Alessandrh ro11 duemi'la cavalieri e quattromila fanti. Condu sse seco solo una 1)arte dell'esercito, e cioè 500 d ei suoi nobili e mig1iori ca'lalieri, affmchè il vinto non pote.,,c attr ibuire la sconfitta alla preponderanza del numero. Sbaragliò due .-eparti di cavalleria che successivamente incontrò durante la marcia ed avanzò verso le porte della c ittà. Il Dal Venne, saputo che la cavalleria ì:!i d'Armagnac n on era appoggiata da a ltre trup pe al seguito, fece senz'a ltro uscire da altra porta trecento la ncier i rnn J'ordline di prenderla alle spalle, mentre si proponeva egli stesso d_i a ttaiccarla di fron te con il resto delle sue forze. A mezzogiorno, d' Armagnac vederido uscire il Dal Venne ad incontrarlo, ipoichè i cava-Il i erano ol'mai affaticati per le d ue soara:rnuccie precedenti, fece appic<larc i Ca'lalieri, e serratili in fafange mosse contro il 1<emico. 11 Dal Vernie evitava il COlll1batt imento ritirandosi gra<latamente con Io scopo d i fa.. re, affaticare i nemici sotto il peso delle corazze, trarli in luogo lontano dai 'loro ca'lalli, dar tempo alla ca·,alleria a.ggirànte d i ari;vare. Questa giunse improvvisamente alle spalle dei nemici, che allora il Da-I Verme assalì. furio5amente d i fron te. I ca'la1ieri francesi, uomini d i esperimentato valore, si difoserò strenuamente per due ore subendo perdite grav issime, e infine s i arresero. D'Armngna,c fu raccolto ferito e condotto nella città dove poco tempo dopo morl. VIII. Alla :mor te d i G iovanni Galeazzo, Alessandria s i sollevò <lichfarandosi libera dalla soggezione ai Visconti . Ne conseguì che i guelfi e ghibellini si assalirono e mentre i secondi cercavano l'appogg io del marchese di Monferrato, i ,primi si diedero a Carlo re di Francia . Tntanro il presidio sotto gli o tx!ini di Zavotto Viscon ti s i era ch iuso nC'lla cit tadella, <love, nonostante che lo Za votto v-i fosse sUJbito morto, resistette alle in timazioni <lei po.polo . Allora Gabr iello Guasco, che con i guelfi si era reso 'J)ijdrone deHa città, oircondò la cittade lla e prese a bombatxlarla. Gli assediati chiesero l'aiuto di Fucino Cane, il qu.a'le, aumentate le propr ie forze con i gh lbellini, con le m ilizie del :Monferrato, e con ,,oldati -pa1•esi inviatigli <lai llcc-caria, il 21 settem bre 1403 giunse presso la ciltadella che gli aprì le porte. Facino Cane, riunite tutte le forze, uscì ad atta<:icare i gue lfi. II Guà.sco, non ostante il valore s uo e dei ·suoi uomirui, f u battuto e si r itirò in Borgog,io. Facino non gli d iede txogua e sch ierate le tl•uppe p resso le fortificazioni, incominciò il bombardamento. Guasco, dispe·ra.ndo d i poter oltre resistere a quell'a ttacco, il 27 sertembre si a1Tese a. condimoni onorevol,i. Così la città -p assava sotto la dominazione d i FacÌ.110 Ca.ne. Il 2'1 maggio 1412 Filippo Ma11ia Visconti sposava Beatrice, vedO'va d i Facino Cane~ e così Alessandria passava sotto il s uo ·d ominio . Nel 14 15 i ghibellini d i Aledsandria si ribellarono e diedero la città in mano a Teo· doro warchose di lvfonferrato. A-0co.rse F rancesco Ca:-ma.,gnola, ,generale di Filip,po llfaria Visconti, e pio n bato i-mp,rovvisan1ente a,d'dosso al marchese, lo costrinse a ritira-rsi ricuperan do così la cit1à. I X. Morto F ilippo }.lfaria, Alessandria aderì alla re-

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pub'blica milanese e nel 1447 invia.'la in soccwso dd Roseo, assediato dal france.se D udresnay, genela lc di Carlo duca di Orleans, 1500 .funti e 600 cavalli comandati questi da Giovam1i Trotti e quelli da Pietro Pusterla. I nsieme con i 3500 icava,lli ù1viati da Milano, a'l · comando <li Ba,rtolomeo Col'leoni, il 16 ottobre· da- . vano battaglia. 1-f.entre si combatteva con grande accanin1ento e sempre con esito incerto, gli assediati operarono una furiosa sortita alle spalle del nemico che rimase sconfitto con ,gravissime pcruite. Lo stesso" Dudresnay rima.se .prigioniero. II 1° no'lembre 1448 Francesco Sforza cedeva Alessandria a Gug1ie1mo VIII marchese di ì\fonferrn to come prezzo del'Ia sua cooperazione -conko Venezia, e quando questi, per rassodarsi nel nuovo possodùnento, inviava il fratello Bonifacio ad assediare -il Bosco che non voleva sottomettersi, Francesco Sforza, che non a'IC'la rpiù .bisogno di lui, lo im'J)rigionò in Pavia e lo >costrinse a rinunziare formabnente al dominio a lessandrino. Con tale rinuncia i'l marohese s i conservava la hbertà.. II 13 a,gosto 1499 G ian Gfacomo Trivulzio, al comando dell'esercito fr.i.n ·ccse, si mi.se il mavcia con tro l'alessandrino e Ludovico Sf.orza, duca di Milano, mandava quindi ad Alcssa.nch·ia Galeazzo Sanse'leri:no cou 1200 armati e altretta.nbi cava.lieri, nonchè un considerevole conLingente di fanti -ital iani e tedeschi e molte antrgliorie. L'esercito faancesc si componeva di 600 Ia.ncie, 5000 · svizzeri, 4000 guascon i, del .altrettanti francesi . Cadde subito Annone, sulla resistenza del quaile il San.severi.no contava molto, e successiva,mente furono occupate dal Trivulzio Quargnento, Solero, Valenza, P iovera, Sa.le, Castelnuovo, Tortona, Voghera e No'li. Il Trivulzio, quindi, s i di.resse su Alessan dria presso la quale si accM~pò. ·Ludovico Sforza, a quoHa notii,ia, in'liò verso Alessandria u.n conti.11gcnte di r inforzo al comando del fratello <li San severino. Mentre ~l Tcivulzio ,passa.va il Tanaro, iu sorpreso daHe p ioggie che ingrossarono il fiume, ra.g ione ,per cui ,u na sola parte delle forze potè in 1m ,primo tempo raggiungere l'opposta sponda. Sarebbe stato agevole a l Sansever,ino assalire e sbaragliare successiYMnente le due parti nelle ' quTuli l'ese1x:ito awersario si era trovato d iviso, ma n on si mosse. Cosl pure il Sanscvcrù10 non tentò riunimi coi soccorsi condotti dal fratel"lo e quind i dar battaglia a'i Trivulz io . Alfrn,~, il Sansevcrino f.uggì <la Alessandr ia con, w1a parte della sua gen te, lasciando la città in balia dei francesi, che l'occupavano -senza ostacolo dopo quattro giorni d i assedio, con l'aiuto dei guelfi. X . Nel 1512 il :presidio frarn:esc sgombrò da Alc~sandria per seguire J;ese1'cito costretto a fasci.a re l'I talia . Kel 1513 il T.-ivu lzio l'ocoupa in noine d-i Luigi XII, ma dopo la sColl'fitta lcli Novara A . ritorna sotto la dominazione di ]VIassin~ilia.no Sforza che viene ln p-ersona a prenderne vossesso, e a far -1mm ire i punti militari de'l,la oiHà, AJ.la notizia ~be ·Francesco d i Valois, cm sceso cin Italia, p retenden'te al ducato d i Milano, i l car<lina'lc Sedun man\:Ja,•a a r'i nforzare il pres idio d i Alessandria . Dal canto loro i guelfi alessan drini, ca.cci'ati in e..'lilio da Massimiliano Sforza, capitanati 'Cla Guarnero G uasco, tlllihunente ad un corpo francese ottenuto ad Asti da 1-·[ar-c o de Pr.ie coman<lante del-la caNahleria, nel 15 15 mossero su Alessandria ·c he il con te Da.I Verme abbandonò all'approssimar$i del nemico. Così Fmn c-esco I si trovò pardrone della


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Qn~1•tiere !lo,rg-og-llo (secolo XVII) 1) u asl!onc S. ,lichel<l ; 2) n,~ttone s. Ginl ituio; :l) !la.-;•uone S . Barnaba; 4) Basti01l!J s. Alessi-O; 3) Bastione s. catc-· rlna; 6) Bastione s. Tcoa-0r o; 7) •BtL:;t1one s . Antonio; 8) Porta Borgoglio.

c ittà che vcuiva occupata ,da:] p residio francese. Appena pn,mulgata la Lega santa, Alessandria, mal sopport,mdo iì g iogo del Lautrnc, si a,ppresta.va a ribe!larsi. NeJ novembre 1521 alcune compagnie <lolla lega, comandate dal gen.orale G iovann,i Sassatclli, oocu.µavano il Bosco, Ca;te'llazzo, F11ugarolo ed Oviglio e la notte del 1 <febbraio 1522 un colpo <li mano operato da ,pocl1i a-r dimentosi su Ua cittadella, induceva il goven,aitorc B iragh i ad abbandonare la città che veniv:i oooupata daille m ilizie deLla lega. Nel 1523 /\ lessan dx ia veniva facilmente occupat,a d ,dl' ammira,glio Bonnivet, che vi lasciava il signor di Bo;ssy a governatore con buon prcsidlio . Sconfitto il Bonnivet sulla Sesia, il mard iese di Pescara, generale <lell'esercito imperia le, nel 1524 anelava ad asse'd'ia re Alessand ria. Il Boissy s i difese ,valorosamente per akuni giorni, -ma dovette poi cedere a.I numero. Il 111arohese d i Pesca:ra entrò i11 Alessandria incom inciando st~bito a ;p rovvooerla d i armi e di ,uomini e d i comandan ti esperti, prev'C!dendo una

nuova invasione, e vi lasciava co1ne governatore Ca.spare del l\<faino. X el 1527, Francesco Guasco, comaudàntc <li una compa,gnia di fuorusciti alessan<lr,ni, invitaV'a il Lautrcc, che si trovava in A.st'i con m ille lance e 25 m ila. fanti, ad ocou,pare Alessandria. I l Lautrec destinava una parte dell'esercito a quella s,pedizione ed egli stesso n v~n1ngeva quelle cfor~e •presso il Bosco, difeso dal conte Battista Lod.roni. Presa questa fortezza, i francesi s i r ivo1sorn conLro Alessandria che era prc · sidiiata dalla compagn ia d i Girolamo Pecd1io, da quella d i Pietro Bira~i e d a 500 ca"ali<>1'i condotti d a Alberico da Bar biano. V•i pose·ro l'assedio, e dovo varii giorni di os1inat.a <lifcsa, scarsegg iando · le vettovngiie e le muni;,,ioni, cd anche perchè a l L autrec erano giunti rinforzi speciaihnente d i a rtiglie ria, dovette ca:pitolare, e il 16 ·settembre :il Lau lrec si impossessava delh città in nome d i Francesco I, ma in segu ito alle· pro teste d1 Fi lippo Sa;Jchi, ambasciatore dello Sforza, l'abbandonò <lirogen<losi a P-av.ia. Il p ossesso di Alcssan-

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cl.ria a Francesco II Sforza fu ancora confermato da Carlo V il 23 dicembre 1S29, quando a Bologna gli concesse l' investitura del duca,to di Milano. Il 9 d icembre 1535 1-') lcssandria giurava fedeltà ad Antonio de Lcyva che in seE,'1.lito alla ,m orte di Francesco Il Sforza era stato i nviato d a Carlo V a prendere in suo nome possesso elci ducato di 1\-[ilano.

buon ordine della popolazione e per il vettovagliamento d i eo;-sa. l\fa se l'a:bbonda:nza dei ,,iveri lasciava p ienamente tranquilli i comand anti, l'esiguità \-lei nuanero dei combattenti in r apporto con l'enorme sviluppo delle fort ifica..moni era impressionante. E :il difetto di uomini era .p rovenuto da.! fatto che mentre il duca d i Y.fode,1a, iJ}artendo da Castelnuovo, a vcva proceduto all'assc<lio, i citla<lù1i che in grru1 numero s i trovava.no Xi. li 22 luglio 1643 fu assediata dal Visconte d i in vampagn a per t,rasportare in città la par te resta.,1te Tu-renna con il quale e,r;u10 pure i'I marchese Villa e del raccolto, furono sorpresi e ridotti nella impossib iil ,principe Tommaso cli S avoia, il quale ultimo, pre\'elità <li Tientmre . Ad ovvia.e i n parte a questo grave <lenclo c he con la oa,cluta di Aiessandria suebbe stat:e d ifetto, una gri<l'a d<'!] governatore R avanal chiamò inpregiudicata la sicurezza del Piemonte, s i oppose ener101110 alle for tificazioni tutti i cittadini a.lii alle armi , gicamente a l progetto di :tttacco proposto dal Villa . cosicchè i soldati -poterono esse-re d istribu iti p ar ticola,Intanto il governatore di 1\1:ilano, che trovavasi a Vamcnte 11ei luoghi più de licat i e ·p iù pericolosi, segnatalenza, 01,di.nò a l conte Galeazzo T rott,j d i pa.rt.ire da mentf nelle m ezzelune. Pompeo Robutti faceva coSartirana coi suoi J11ì 1le oavaliori e accorrere in sottcrstruire un fortino avanzato oltre la mezzaluna Baratso della città . Il 24 ,luglio il Trotti poteva. entra.re in ta, dal qua.l e moschettieri spagnuoli e irlandesi ostaAlessandria per La rpcrta -G enovese e lo stesso giorno. cola.vano a l ,nemico i lavor i. I francesi a.ila loro volta, uscito per porta delle Vigne, offriva. ba ttagiia al necleviarono J'acqua della Bormida che andava a riemmico. ;,,f a i francesi non l'accettarono, e il dì seguente pi.re i fossi intornoo a.I.la città, sca,,aron.o trincee e colevarouo il campo dirigendosi verso il 1vionfcITato e str uirono ridotti ovunque e.Ju o~portuno, e infine, acl'Astigiano. ,cotl.isi <lei nuovo for tino, ne a llestirono un al tro a dueXII. Il duca di Modena Fr ancesco I, ravv1c1nato;i cento 'passi circa per neutralizzarne l'azione. Qu ivi il 22 luglio si ingaggiò un combattimento accanito ncl nel I 656 alla Fra11cia , 1·itornava in campo contro gH qua.le i francesi ,p erdettero trecento uomini, fra cui un spagnuoli. Ricev,mi aiuti d a Carlo Emanuele II cli Sagenerale; ma il valore, <lei difensori dovette infme cevoia, e incoraggia to da vasi s_ucccssi ottenuti con una dere al numero preponderante de i 11()111,ici, che .rimar a.piditù incrc<l i,bile, • nel 1657 concep ì il disegno sero pa.cl.roni del forti.no dove presero a. costruire un<L di impadronirsi di Alessandria. E poichè non ignobatteria con la quaJ~ battere la muraglia de lla città e rava la saldezza <li quelle fortificazion i e il vaiore aprirv,i la breccia. Vi installarono quindi un<lic.i ca,1dei -cittadini, tentò di averla col tradrmento, prima di non i ,che iniziarono un fuoco cont-inuo. G li assediati avventurarsi in un asset.No. Un israelita aveva trovato c ontmpposero tre batterie, d elle qu•a li u na. sul tor-rione la maniera <li raffinare ,Je ,p olveri in modo che ne deri{]dia Bara tta. che batteva il fronte, un a sul baluardo vava un maggior ren<li1nento ed un notevole risµarnuo. S. Martino c he batte\:a il fianco destro, una sul baEra s tato pc1·ciò chiamato ad Alessandria a pres,arr, lua.r<lo S. Michele che baLteva ,I fianco sinistro; occul'opera. sua nella imminenza. ciel pericolo. Francesco I pa.ronp la tenaglia fra la Baratta e il Tanaro, e il goriuscì a chiama.rio a To1·ino onooiante un suo correliven w.tore fece rinforzare le mezzelune coi cavalleggeri gionario, e gli offrì 15 m ila doppie qu alora e,gli avese gli svizzeri che tenc"l'ano akw1i posti noll'intcrno dclse mc5so fuoco alle p oJ:veri inm1a,gazzinate nelle forti·la oitti, e fece scavare due galler.ic ne l tern•pieno p er ficaz ioni della ci~tà e 1U11 p11emio ma,g,giore se inoltre mettere i due baluard i fo comunicazione fra d i loro. gli avesse segretamente <lato in mano una cldle porte. Dopo d i aver per due giorni bombarda ta la città , gli A sollecitarlo, Francesco I ,gli mise a. fianco il conte assed.ia.nti, •a v~anzan<lo se1nprc più gli aµP,rocci la notdi Montecuccoli. Temendo che l'ostimu·si nel rifiuto te d el 29 luglio assalirono la. mezzaluna Baratta, ma , gli potesse ca,gionare gnwe. pei·icolo, finse d i a.ccetlarc; <lopo un corr~attimen to dà tre ore, furono respint i con ma, giunto in Alessandria, rivelò a l COitnru,do le pro-la perdi ta di c;rca trecento u omini e d i tutti gli atposte. che ,gli erano state fatte, non solo, ma anche i trezzi. R ipete,•ono l'assalto contro la Da11atta, e verso d isegni del nemico che durante gli a.ccordi gli eràno il baluardo S . ::\fortino riconquistarono ,)almo a palst,ui comunica ti. Il conte d i Fuensaklagna, comandant_e generale delle rni'lizie sq:,a,gnuole, condusse le sue trnp- •!110 il ten eno ,perduto. Allora gli s pagnuoli e i cittapc più fedeli i n Alessa.n d.ria e non ne ,usci se non dopo <lin i operarono una sor tita da!La por ta }Vf.aTengo, o bbligando il nemico a sgombmre le mezze lune. Dopo d i di essers i Msicurato person almente che la c ittà fosse che i francesi Jpresero a costruire •un'altra batteria con pronta ad ogn i evento. Risolu to di tentare ad ogni cot rn il baluardo d i S. )fa.rtino e gli assedia ti per di sto l'impresa, il duca <li J\loclcna marciò verso la città sturba.rii nel -lavoro inviavano <li frequente per il Ta-· con il suo esercito e con ,gli aiuti che dalla Francia gli n aro a lcune ba.rche parapettate piene d i M'Chibugieri, a veva ,condotti il principe cli Conti. Il 16 luglio 1657 mentre continue sort ite tenevano i'! nemico in ·allarme. si accampò a Castelnuovo, e nella notte le truppe s i Il 31 luglio giunse in città la notiz.i a che era stato d iressero a i a)osti fissati i n m<klo che la città si tro ,?) ucciso l'ingegnere ca.po -deJl'esercito nemico, e n ello comp letamente circondata. Si pose mano ai h vor i di stesso giorno an ivava da Solere una lettera del Fucnassedio, fu rono costrniti due ponti di barche sul Tasaklagna, che annunziava come egli era in proointo di n aro, uno a t ra.n1onta11a e .u no a 'llleZwgiornot pc.r 1nantencre i va,·i co11pi in comunicazione fra loro e r itc soccorrere la città e come la sua a vanguarclia. si trovasse ormai a Cuccaro. L' uomo che portava la letvcre i convogli che veniva.no da Va:lenz.a. e dal Pkmon te, e si fece un tentativo c ontro ,la iporta Genovese, per tera informa.va inoltre ohe un grosso convogl io cli vetconosce.r e come gli assodiati tenevano i loro posti. In tovaglie d iretto ad Asti al campo nemico, era sta to città. intan to si ,p rendevano saggi'e disposizioni per il cattu rato presso Annone . . Il 2 agosto il Fuensaldagna 1

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prove.niente da Qttargnento e Sple-ro, tent.ava di pas-

sal'e il Tanaro, ostacolato dal ma,,ch cse Villa accorso con mille cav.illeggeri, .\llcyra il governatore Ravanal fe<:e uscire quattrocento aicssandriui e otta.n ta cav,1lìeri tedeschi co11 l'incar ico di irrompere nel campo nem ico e porre fuoco alle baracd1e. )fa, r icevuti d:t quaUro squadroni d ì cavRlleria francese, dovettero r ip iegare. Il conte d i Fucnsaklagna, operata la su a coag iun;:;ione con la cava lleria del Ilagliani elle proveniva da Tortona, il giorno 5 agosto .poneva il suo quartier~ in l\.Ia.rengo, e il g iorno successivo la sua avangu ar dia con sci can no;1i crnn incia.va a battere i l fortino e la linea nem_ica, ment re il generale Vela nd ia passava la J:lormida con tre reggimen ti, uno d i spagnuoli, u no d i na-pdletan i e u no di tc<leschi. Q u est'ult imo, aiutato da d ue compagnie ,cli pvaller ia, espugnava u n fortino dc!la c ircon vallazione. Allora, t ut tr, la cavalleria, tre drappelli d i moschettieri spagnuoli, italiani e sv izzeri, e duemila citta<lin i c irca, uscirono dalla città spingendos i sotto il ca,m;po nemico. I,J dltca d i ::--fodena mo-,se loro inconrro con sei squadroni idi cavalleria e gran numero <li fan ti. Si ingaggiò un aspro combattimento nel quale d.i-pprima i francesi avevaJ1O ia peggio; 1na, in seguito, essendosi h, cavalleria ·rifiutata d i enlxa.a in azione, gli a lessandrini, soverch iati d" rinforzi di trup pe fresche che suocessiva1n entc sopraggiung:cvanot dvve ttcro r ip iegare combatten<lo . I francesi perdett~ro

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seicento soldati, diciassette ca,pitani e dui generali. D egli assediati sessa.nta uomin i, dei quali tre capitani ed un aiutante -di cavalleria caddero sul campo, due generali rimasero feriti, e ot to cit tadin-i furono fatti p r igion ieri. Durante il cornbat!fonento il generale Enr ico d i Velandia, attraversando le trincee e i battaglioni nemici, riusciva a spingersi fi.no alle porte della città e a penetrarvi seguito da !l)ochi valorosi, ma ri111aneva feri to a lla spalla (lcstra. Il Fuensaldagna collocava su bi to <lopo una bat teria nel greto della Bom1ida per moaestare il campo nemico, mentre i francesi er igevano un fortino tra i l fiu me e la. città per fronlcggiare le sortite. Il giorno 8 agosto gli alessandrini uscivano dalle mezzelu ne, si imposse.ssava no nuovamen te del forte -della Baratta, m1ctievano fuoco alla ga.l lcria e s i spingevano fino alla batteria. ne.mica, uccidendo numerosi soldati e facendo prigion ier i un tenente colo.nncllo, due ca,pitaui cd altr i d ue ufficiali del reggimento >i avana. Lo stesso m:i.rchesc Viih r iina,se ferito a.I vi-so. Intanto i viveri incorninoia.,,an o a scarseggiare e il tesoro pu bblico era esa,usto~ giacchè le paighe dei sol<larti e elci contad ini erano a cairico del Comune. I ntervennero in socco rso: Valerio, fratello del generale di cavalleria Ra imon do Bagliani c he irrviò tutto il -AJO grano e t remila scucii, G iacomo G hilini con una fo.·"e somma d i denaro e met tendo a disposizione del governatore Ra.vana! la sua casa ed i suoi averi; gli ebrei con

LESSANDR

Fortiflca zio 11 i neua prlmr, metà Ilei se~olo XVI II Ci/tac/ella Nuot'a: 1) Pork, Reale ; 2) Bastione s. Cri,tin,1; 3) Bastia-ne S. ,1 iCilele; -il Ba;,t.1011e S. Tomaso; 5) u astto11e s . Ca r lo ; 6) Bastio11e Il. Amedeo; 7) llasllonc ::;_ Anoon io; Sl Palazzo ac t Go vcl'll;itore; 9) Qua 1·t1ere· s . ca,r to; 10) Tettoie; 11) Quar uc,·e S. Michel e; H ) Qnarucr c S. Tomaso ; 13) Su...;,sl.sten~c m llltarl. C'ittà : I) CiLtaùell a Vecch ia ; 2) Port.a, d.ella Cit LaUe LLa vc-,·chia; :J) l'on a Mareng-o; 4) Bastione S. ller.n a r ttino; 5) Bastione di porta Mare u g-o; 6) Basttone oerni Citt.a.ctella; 7) Mezzal una Co1me11ero ; 8) G•arrelton(, ctella

Al21d-da,Lr na : 9) flaswoue ,clella Mac1cta1ena; 10) P orta (;e.n ova; I t ) B.ast.ione Pori.i Geno va ; ·t 2) Bastione c ap ue,cini; 13) Garrc>.Hon e s . .\lar t.ino; I -i) Mcu aJuna J'est1: I G) Ba.si.ione S. B,u1Clo li no; ·16) .\ IC'ZW 13as tlo n c et[ S. Ulllseppe ; 17) Porla So LLel Ja; 18) Hocctw tta Tanaro ; 19\ .\tezzalwia Serena; 20) flas t.iOne ctclle nrune; 21) Mezza• Luna clegli o rti ; 22) Bastione cJi s. Maria VeJo n clia; ~3) Bast.i<.>n-O d i S. Franco; 21) Porla Rava 11::ile; 2;) llltstlOllf\ cli Porta R,avana.I e ; 26) Basi.ione cli Monpa vone.


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un prestito d i duemila lire. In questo frattempo è notevole l'eroico contegno della contessa Trot ti che, compres:.. la gravità della s ituamone, a ca.'llsa d ella scarsità di combattenti, 011ganizzò oltre trecento donne e con c;sc più volte soccorse i d ifensori e d isputò la vittoria. .:l i ne.mico. Si se-gna lò speciahmente nella difesa di un baluardo d 1e d'a llora in ![)Oi si chiamò << Baluardo del!e d ame ll . Il fuensalda.gna., che era aocampa.to al di là della Bormida, decideva d i tentare Jina,Jmcnte un attacco decisivo. Sotlo la protezione deU·J'a,rtiglieria, riuscì a far gettare attraverso il fiume un ponte su cavalletti non ostan te che i fr,ancesi vi si opponessero accanitamente, merutre gli assediati, avvertiti, eseguirono incessanti sortite. Cosic,chè i"! duca d i 1vfodena, pre3o fra due fuochi, risolvette di (Lbbandonare il campo. lnviò innan7,i la ma,ggior parte d el bagaglio verso Valenza, levò i qna,,t.ieri d',intorno a Bo11goglio, e il 13 agosto si mise in marcia. con rutto l'esercito. Gli alessandrini, che s i tenevano pronti a sfruttare la. v ittor ia, fecero improvvisamente impeto a lle sue spalle e gett1rono i nemici. in fuga d isordinata, im4)osscssandosi d el carreggio, cannoni e ,di tutti gli a ltri materiali. I! duca <li ::\fodena. pe rdette -in questo as'.sedio seimila soldati e oHoccnto •ufficiali, e il ,suo insuccesso è dovuto al fatto di non aver sapu to con un assalto generale a p,profittare dell'errore commesso -dagli spagnuoli, che avevano lasciata una ,piazza d i tanta importanza p ressoch~ sguern ita di truppe. XIII. Nel l706 Vittorio Amedeo II di Savoia, m!n• tre interven iva all'assedio di P izzighettone, inviava il principe Eugenio ad attaccare Alessa11dria, premen<logli la· conquista di quella c ittà che, secondo il trattato dell'S novembre l703, doveva passare in suo dominio, e il generale conte Colmenero il 21 ottobre a lui si arrendeva. Con il u·attato de l 23 gennaio 1707 Alessandria ven iva ·ufficialmente ceduta alla casa Savoia. e l'S marzo il marchese Roero di Cortanze ne prendeva po,~ sesso in nome del Duca. XIV. Il 6 ottobre 1745 A . fu assediata dai francois,pani. Il marchese Isnardi di Cara.g'lio l'll mattina, vedendo impossi'bile e in.fruttuosa la. d ifesa della città, e d'a.lua parte non sperando in n-essun soccorso dopo la. battaglia di Bassignana, ,s i ritirò nella for tezza. e fe<:e saltare il ponte. r: qu.i ini2>iò una strenua ,·esistenza. Ai primi d i marzo 1746, per quanto a.g,li estremi, la fortezza resisteva. ancora, e ~l re Carlo Emanuele volle salvarla. Il m in istro llogino insieme con l'architetto milita re Benola elaborarono ìl piano d'aliione che ottenne l'approvazione del re e fu felicemente ese.g ùito. 1\!lentre gli a ustriaci del Lie<Jhtenstein, part'"-ndo dal vercellese, avrebbero a.ssah ta. la destra dei quartieri f ran· cesi nella Lomellina e ,il centro su'lle colline di ~fonca-h-o, un grosso conpo (J)iemontese, al comando del barone d i Leutron, sarebbe sceso lungo il T aJ1aro e, forzata Asti, avrebbe m a r-ciato su Alessand ria.. Asti cedette dopo ·breve resistenza. li Maillebois, allora, chiese aiuti agli spagnuoli, che inso'ÌPettiti deliJa Franci:t, non solo li negarono, ma richiamarono le poche truppe loro, napo-lctane e ,genovesi, che erano rimaste attorno alla città. E il ma.resciallo, non avendo forz,e sufficient i per fronteggiare ,g li austriaci e i p iemontesi, tolse I' 11 ma rzo 1746 l' assedio e si ritirò su N ovi. XV. Con il trattato di Oherasco, ra-tifrcato il 15 maggio 17.96, AJlessandria passa•v a sotto il dominio fro.n-

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cese, ed era immediatasn~nte occ1.1pàta da 4tn p residio del!a .repuibblica. Nel 1799 Suwarov la fece imestire dal Ilellegarde e il 21 1uglio s i arrendeva. I l presid io, composto di 1200 francesi e di 400 cisalpi11,i a.gli ordin i del Gardanne, esercitò una di.fesa eroica. ma infi ne dovette cedere a,i rt plicati assa:lti di f~ze enormemen te superiori. I ,super;;titi furono inviati pdgionieri d i gueirra negli stati ereditari dell'i1n:perato>re di Al!ernagna. Si distinsero partieolar:mente i cisalpini. dei quali ne r imasero soli 187, e il ùoro rnpo d i battaglione, Guidctti <li Ferrara, cadde mentre difendev~ co11 altri cinque soldati u n tratto d i trincea assalito. Gli imperiali entrarono nellla citta,dd'la il giorno 2? lugl<io. I l I 6 giugno 1800 il Me[as, sconfitto a Marengo due giorni prima, concludeva in A. con il lkrth·ier, inviato da. Napoleone, un aPmisti?.io, in ba.se a l quale g li austriaci avrebbero consegnato nel termine di quattro giorni, T ortona., Alc.,sandria., Torino, il ca.steillo di Mifano, Pizz~ghettone, Arona, Piacenza; rpvhna del 2l Cuneo, Cev'¼ Savona, Genova e il 26 F orte Urbano. Conse>rvavano Peschiera, 1VIan1ova, BoPgoforte, F errara Ancona e la Toscana. Fu inoltre stabilito che l'eventuale r ipresa tlel'le oSbilità dovesse in o.,,,,i modo essere preceduta. d,i a vviso di <liec'i giomi. Nel 1814, Alessandria t'ornava alla Ca.sa cli Savoùt. XVI. Il 10 marzo 1821, mentre tutta. Italia era agi tatissima ,per la c onqui-sta. della sua li bertà e indipendenza, il prc.srcLio d i AI0.5Sandria si sollevò proclama.n'do la costituzione spagnudla. H tenente colonnello Ansa,ldi e il ca,pitano conte Paihna · durante la notk si erano impossessati della cittadella. Si fonnò un comitato p rovvisorio c he doveva ,governare fmo alla istituzione d i una gi·u nta nazionale deila federaliione italiana e già il ,giorno 11 intestava. i suoi a t,ti con il titolo « Regno d'Ltalia >>. l l Lisio, uno dei cospira tori, da Pinero lo condusse trecen to cavalieri ad Alessandria dove avrebbero dovuto raduna,rsi le forze rivoluzionarie. Gli insorti .si <lichiai:ava.no feldeH rul re, ma proclamavai10 la libera costituzione e la. guerra ali' Austria.. Il ca.pilano Forrern, che con pttanta soldati, a.i qual; si era ·unito un dra.weJ!lo di stU!denti, stava aiccampalo a San Salvario, vodcndo ,ohe Torino non s i muoveva, pa.rtì nelila notte e per Chieri giunse a~l Alessandria. E mentre Vittorio Ema.rìuele rimaneva incerto, la cith si sdlleva.va.. Veniva mioiso il comandante della cittadella, e 'Ìn Piazza Castello la cavalle11ia car~cava b folla . Il colonnello Ciravegna si rifiutava all'o1,cline del re di ridune all'obbedienza. il presidio. Il 13 marh<: Yittorio Emanuele abdicava. .:VI.;J. avendo Carlo Alberto il 22 marzo u,inurnziato alla reggenza e pubbl.ica.to un p roclama a lle tmppe :pienron tesi esortandole a sottoporsi a,i voleri dc.I nuovo re Carlo Feli-ce, che si crn mostrnto esasperato ,contro d i aui ed avverso a,d ogni concessione, quest i moti andavano indebolenòosi. L'.S aprìlle i tremila soldati 11ivoluziona1•i ,f.urono sconfitti e dispers i dal!e wuppe regie od au.st11ia.dhe presso Novara, e l' Ansaldi, avendo il reggimento di Genova. abbandonala 'la causa della 11ivol•u,1ione, dovette fuggire da Alessandria. Il giorno 11 e -seguenti giJ,i aJUStriaci occu:pava.no' in nome del re la ,città e Jia. fortezza d i Alessandria. Negli anni S'llccessivi n ulla di notevole avvenne sino a l 1849, in cu i Alessandria f.u occupata. d a lle trup,pe aust11iac-hc, per qualche mese, dopo la disgra21iata giornata di Novara.


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A lessandria della Paglia. (Fortificaziom). La citt~ provvide <la ,pria1ciJ)io alla s icurezza esteriore, rna era debole a<l oriente perchè ìl Tanaro come ,pure la Bormida a quei tempi erano guada,bili.ssinllli. Per ciò essa, che componeva.si dei tre quartieri Gamondio, :Marengo e Rovereto, procedette CiÌtrc al Tanuo alla costruzione ài un a ltro quartiere chia"nato Borgoglio. Sembra che a quell'()J)oca Alessandria si cil'Condasse di una cinta di terra rivestita d i zo~le, ,graticci e palizzate, o, come a ltri ritengono, sen,plkemclltc di rialzi di terra · sistemati <liet.ro lo scaivo prodotto d alla loro costruzione. Nel 11 iS gli alessandrini, benobè a mo~ivo della !segua concessa dall'imperatore, nulla avessero a temere per la custodia dc-Ila. città e del ten,itorio, tra il vallo e la fossa in na'lzarono alcune rocoh'e; e non lontano d aMa città stessa, nei luoghi 'd ai quali più facilh1ente si poteva scopr~re l'avvioinarsi del nem ico, costruiron0 1Jpccole o torri altissime, dette 'bicooche, specia lmente dalla pa,rte di Tortona, Genova, Acqui, Ast i e Pavia. Dapo la pace d i Costa.nza, A1Jessan<lria comprese maggiore il bisogno di rendemi ancora più forte, e, traendo partito dalle terre v,ioi.t1e, le obbliga,va, nei trattati cbe con essa stip1ilava, a<l er igere una. determfoata estensione di muro attorno alla tirtà e a scavarvi un proporzionato tratto d i fosso. Così , nell'atto di conven zione ,lei 27 ottubre 1191 con la terra di Rivalta, fu posta la con<lizione dii costrrnire, pe r la •lunghezza di due pertiche, il fosso attorno a!lh città; e con alLrn alto stipulato n:,ll'anno 1192 con la gente del luogo <l i Orba fu fatto car ico di ,costruire il fosso attorno a l!" città e di ·cingerlo d i muro ,per la lunghezza di quattro ,pertiche, nel s ito detto Albareto, quando fossero authe .g li a.Itri fossi cint'i d i muro. L e forlificazioni, 5C non d istrutte, furono molto danneggiate du.-ante gli assedii del 1238 e 1239 e 1pexciò nella seconda metà <lei secolo la città vem,e di nuovo fortificata . Altra cint:t d1 muraglia fu u·ltimatn nel 1280 fo cui si crode venisse fabbricato il torrione che chiamavasi dei Baratta. Dopo il 1362 Luchino Dal Verme fece cil1gcre la ciu:ì d i bastie o bastioni antichi, costruiti di travi, fascine e terra. 1:(e! secolo XV, e saltuariamente nella prima metà del secolo XVI, le fort,ifìcaz;ioni cli Alessandria ebbero più volte a soffrire :la potenza demolitrice delle artiglierie. Nel perkolo continuo, urgen<lo una difesa, Alessandria dovette adattarsi a sostenere gli asseclii e attacchi raocordando le vecchie fortificazion i con c,p~-· re -carnpa!li. Ai primi ,cJi g iugno 1550 fu d aito principio al baluardo t ra Porta ~farengo e Porta Genova che durante la costruzione ern choamato bastione ::-.; ovo e più tardi ebbe no1111e ,di ba.stionc della Cittadella. E' da ritenersi che verso il 1554 a ltri baluasdi sorgessero, siccome, essendo podestà A{lriano Pelizwlli. venne la città fortificata come ,propugnacolo e frontiera di Lu tto lo Stato di ,M ilano. Sospesi e r1prcsi i lavori pec la costruzione di questi ba,lua1,di, questi furono portati a compimen to verso il 1584, epoca in cui venne pure ridotto il fosso come era nel secolo successivo. F in ,hl secolo XVI Alessandria ebbe una strada di cìr>eonvalJazionc nella campa,g na radente fa controscarpa, chiamata ~trada dello steccato. Questa si rialzava sopra la campagna ed era fatta con la ter·ra r isultante dallo scavo del fosso. Verso !',esterne( era scarpata. Era uno spalto embrionale con ]a relativa str ada, ma non coperta. li ponte sul Tanaro pr ima del 1455, anno in cui per

concessione del d uca Francesco Sforza venne fatto in pietra, era fatto di travi e a·ssi. I l ponte e bbe a sua d ifesa torri, t: nel 1500 ,i} suo sbocco sulla riva. destra fu eretta una ro.c chetta ,portante il nome di Rocche: ta del ponte Tanaro: al principio del secolo XIX, venne , sostituita con una testa di ponte dal generale Chasselou p-Laubat, ·che fu demolita nel 1872. :Xegli anni 1644 e I 645 forano successivamente portate migbiorie alle fortificazioni. Fu r iparato e approfondito il fosso intorno a Borgoglio e mediante un canale vi fu fatta derivare l'acqua del Tanaro. Ed affinchè si potessero riunire la maggior µar te dcLle truppe di •presidio delle v'Ìeine terre, furono smanto1late le fortez7,c ed i ca-

L'antico ponte sul Tanaro stelli di poca impor ta,nza che si trovavano spa1·s i all'inf.uOl;. Queste disposizioni premunivano la oiltà da un colpo di mano ma non l' assicuravano contro un regolare assedio, ragion~ per oui il 011e,rchese di Vclada a,i ba1l~1ard i che esistevano fece aggiungére lune in terra innanzi alle porte della città e nei luoghi pe ricolosi, servendosi dell'opera <ldl' in gegnere militare PO'lnpeo Robutti. Furono così ,cosuuiti i due baluardi S . Giuliana e S . Barnaba nella città di Borgogl.io, il fort ino di porca ::vlarengo, le scra,de coperte e sotterranee, ie mezze lune, i pozzi, ,il canale che metteva ne!Ha fossa della città e di Ilorgoglio le acque del Tanaro in aumento a quelle della .Bormida, e anolti a ltr•i lavori J i difesa, tra cui ,il ridobto l<:lella Baratta nell'assedio del 1657. In quest'anno le fortifitazioni erano costituite sulla sponda sinistra del Tanaro <la u:na cin ta continua rivestita in muratura che circon<lava l'abitato cli Borgoglìo, m unita nei lati ,ve rso la campagna di se i baluard i. La cinta poi era protetta da ampio fosso prc•· ceduto da strada coperto., il d i cui spalto appoggiav:t l'estremità contro la spo11dt1 del fiume. A protezione d el!' interno della strada coperta eranv i situate nove m~zzelunc, di cui tu;ia <li maggiore dinlensione aHa Porta d'Asti. Su,lla destra del fiume Tanaro le fortificazioni, che circuivano -la città, componevansi cldl'antica ·cinta r ivestita in mura.tura, munita di cinque ba.luardi, <luc torrioni, due ridott'i e<l una cittadella. L a cinta era protetta da ampio fosso con controscar;pa r ivestirn, ,preceduta da una s trada CO{J)erta, munita di spalti, nei quali trovavan,si .situate q uindici mezze lune piecole e cinque mezze lune ~<randi, poste innanzi alle porte della città e nei punti più importanti deNa medesima. L'uscita da.Ida· città aveva ·luogo per mezzo di cinque po1·te (porta Genovese, 1vforcngo, Rezolia., degli Ort i, Saltella). T re porte. in vece eran o nel quar tier~ Borgoglio (porta d'Asti, del Ponte, delle Vigne). Nel l i28 V·itto,io Amedeo ordinò che a l quartiere


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Bongoglio si sostituisse •Una regolare 'Cittaiddlla. In brevissimo tornpo fu compiuta la demolizione di Borgoglio e nell' anno medesimo in oominciarono i lavori della nuova fortezza, affidati alla direzione di Ignazio Berto la, e p roseguiti ,poi sotto Carlo Emanuele III. Questa grand iosa opera difensiva era costituita da un esagono t·c .. golarc bastionato -con tenaglie innanzi alle cortine, con r ivellini a dente ed a lunetta, con ampie controguardic. con numerosi fabbricati per ,ricovero di t ru!f)IJ)e e magazz;ini di munizioni. L a cittadella di Alessandria, non esente <lai d ifetti <lell'epoca, r icorda nel concetto cMen sivo e nd le linee fondamenta li le insigni fortezze pentagone d i Torino e d i Anversa !dovute al Paeiotto da Ur bino. Carlo E ma,n,u cle 111 rnodifrcava pure e rnigliorava, la, cin,t a <lella città come avevano iniziato gli spagnuoli. Verso il 1730 ha i ,suoi !bastioni r egolari fonnanti un sistema -bastiona!(>, an otorrdan<losi <l,tlla p arte del To;·r ione Baratta, lasciando qu1:sto a l di •là degli spalti. I bastioni crebbero <li munero facendosi più fitti. ~apolcone divisò di fare ,di Alessandria. u n vasto campo trincerato e 111e affidò lo stu dio e l'incarico di eseguirlo a! genera.le ChasselotLp-Laubat, il quale pt·esen tò un p rimo progetto e poi u n secondo. I lavori incominciarono il 21 a prile 180~ e ·le costruzioni continuarono inin terrottamen te fino a+ 1814. I grandiosi lavori, con tanto. a tli\' iti, p ortati innanzi, dovevano essere d istrutti in virtù del trattato di Parigi nel 1815. Consistevano in una specie di campo trinccmto, mediante opere a corona aperte alla gola, le q uali racchiudevano la. vecchia cinta deHa. città. ~ che si collegM'Mlo con l'ant ica cittadella sulla r·iva sinistra del T anaro, con l'opera Valenza da una parte e con '1' zypera Asti dall'altra. Do,po la. guerra di Crwnea la <lirezione d e l genio a;ttese a nuovi lavori d i fortificazione. Il SLSterna. adotta to fo quel lo di u tilizzare q uan to :poteva. esse,-vi ancora d i buono delle opere costrutte da-I generale francese Chasscloup, riunendole :per mezzo d i tu1a cinta continua a bastioni con avanti <lelk lunette, ed erigen<lo tre grandi opere staccate, il forte d 'Acqui, quello della Ferrovia e quello deHa Bormida, costituen<lo quest'ultimo una vera testa d i ponte su11a. riva d estra del fiume. La costruzione dd forte Bormida. era del •tipo ,poligonale, come quelli di Acqui e della. F errovia, con ,un muro a feritoie s isrema Carnot e con capponicre caswmattate. Negli ultimi anni del secolo nostro Ja fo,-tezza fo radiata d a l novern delle p iazze forti.

Alessandria (Bri.ga.ta) . Venne cost ituita n el 1815 dal1'ant. reggimento omonin10 , ) 1Ia, a·vcndo essa in buonJ. par te aderito ai mot i costituzion ali del 1821, la br. venne rjis{)iolta ìl 31 m aggio di quell'anno, e il co ntin,gente <l'ordinanza diede origine alla br. Acqui (v.). Il 1° marzo 1915, p resso il deposito de! 3i F'ant. venne creata la nuova br. A., coi rcgg. 155 e 156 fant ., fon.nati rispettivamente <lai D epositi del 37 (A le.ssaindria) e 89 F ant. (Pavùa), con nucle i di M. M ., 111 base all'<Jrdine d i m obilitazione del 1914. - All' inizio del-la guerra Italo- Austriaca, la br., giunca il 2 giugno in zona <li ra<lw1ata, f.u assegnata. alla. 30' D iv., nella zona del Garda, occupando le alture presso D esenzano; a i 'J)1,imi d i luglio 'J)assò a lla 3" Armata, nella zon a <lei ,basso I sonzo, e ccmt'ba ttè sul monte S. M ichela . Nel ma ggio 1916 fu tuasferita in Val d 'Assa ove combatté, durante l'offensiva austriaca, nel T ren0

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tino, a Bosco \iaragna, Costcsin, M . :'.foata, iYL ::-VIosc iagh; il l O luglio tornò sul basso Isonzo, sostenendovi cornbaÙimcnti a l\fonfalle-011e, ove conqu·istò la q . 121; in otWbre, dopo la presa, cli Gorizia., fu i.n linea sul Carso, combattendo a Lukatic e ~rsk' e dopo un periodo di riposo fu invia ta, a metà gennaio 191i, nel settore <li Tolmino ove sostenne numerosi combattimenti su'lfo pendici di M . Mrzl; ivi trovavas i allorchè, sferrata. daghi austro- tpclesohi la gran<le offensiva dell'ottobre-novembre 19[7, venne travolta ne l di,;;astrn; il 12 novembre ve1u1e discàolta delìniti·va.mente. Onorifi.ccnze : a:lle 'bandiere ·dei due regg.: l'..fed. di a ng. a l val. m ii. Jrchè << conquistarono sul monte S . ~Hchele, a prezzo d i generoso contributo di san@lle e d i energie, va ri trinceramenti nemici potentemente guerniti, catturan do nun1erosi prigionieri e matcdali (2 1, 22, 23 ottobre 1915) ll . :Vfostr ine : Due striscie orizzonta li, bianca sopra ,; bleu sot to.

Alessandria (Reggimento Fant.). Fu costit uito dai francesi e prese parte alle ,g uerre del Consola,to e dell'Impero francese ~al 1798 al 1814. Alessandria. (Reggimento Cavalleggeri di A. ( 14°). Venne istituito i-I 3 .gennaio 1850 con quattro squadron i fornibi, in r agione di 2 per c iascuno, d a i regg. Nova ra. ed Aosta, oltre ad uno di' dcrosito fornito da l R egg. P iemo.ntc R eale. Il 10 · settembre 1870 prese la <lenominazione <li 14° Reggimento d i ca valleria (Alessandria) •il 5 novenibre 1876 riebbe il nome di " Reggimento d i c avalleria Alessand1-ia n ( 14°} e il 16 dicembre. 1897 quello di « Cavalleggeri d i A lessandria » ( 14°). P rese pane aclla campagna d i CrÌ!II!ea (1855 -56) col 1° squadrone incor.porato nel regg . provvisorio d i ca,·alleria; n ella campagna ciel 1859 parteciPò a lla r icognizione su Vercelli, alle dimostrazioni sulla Scsia. alle battaglie di P a.lestro e Madonna della Scoperta ed all'i1westimento di P esch iera; nel 1863 mandò due squadroni in S icìlia per la lotta contro il briga;1taggio; nel 1866 combattè a Cu.,,toza , respin gendo a Villafranca gli attacchi della brigata austria-ca Pulz; duran te ia campagna <l'Africa del 188ì-88 con corse alla formazione del 1° squadrone -caval!leria d'Africa e deHo sqd r. caccia tori a cavallo; a.nchc uel 1895-96 inviò in Africa ì 3 gregar i per vari servizi. Nel 1911- 12, durante la guerra Italo-Tu.rea, fornì ad a lcun i co1;pi i servizi mobilita ti: 108 gregari. Durante -la guerra I talo- Austriaca 1915- 18, ass~nato prin1a a.Ila 2" Annata, fu nella zona di Ca.po retto ove ,c<Jn'l'JÌ servizi di retrovia d ietro Ua fronte del!' Alto h onzo, fino al'l'ottobre 19li ; <lurnnte la. ritirata ebbe tmo scontro di pattuglie a Clausetto e in seguito f u nelle zo.ne d i Vicenza e Ve rona a~l<letto a servizi d i retrovia; durante la batta.glia. d i Vittorio Veneto partecipò •a'll'iuseg.uimento del nemico e dopo u no scontro d i ,patt-u.glie -il 3, entrò a Trento il giorno 4 novembre. D opo la g,,erra venne d isoiolto. Ricompense: Afllo stendar<lo: mecl. arg. al val. mii. cc Per l'irresistibile slancio spiegato nel caricare ta.nro u1 squadroni isola.ti come riuniti, respingenldo i vigo r09i attacchi della ,briga,ta Pulz n. (VLilafranca, 24 g iugno 1866). 1fod . di bronzo al va.I. ,znil. a l 2° e 3° sqdr. « P er essers i <lrist in t i a l passaggio della Scsia (21 maggio !859) e nol le operazioni success ive su Palestro ~ Borgo Verce'lli )> (22- 25 maggio 1859).

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LO Staito _,r-a.ggiore del cava11cg-g,erl Ales&anaria

Alessandrina (Guerra) . 48-47 a. C. E ' detta A. la guerra. sostenuta <la Giulio Cesare in A,lessandria, subito dopo la morte <li Pompeo. Egl.i era giunto n ella città sulla fine del 48 con due sole legioni e 800 cavalli, e vi era stato accolto ostHmentc, tanto da indursi a mccogliere le tn.,a:,pe intorno a.Ila reggia di Tolomeo cd a fortificarvisi, a;ppoggian<losi <la u n lato a l pi.cco!o porto della còt Ù . Il generale egiziano Achillas entrò per conto del re Tolomeo in città con 20 mila u. e 20,)0 cav., e questo fu il segnale <lchl' insur rezione generale degli a•bitanti. Ac.hi.Jlas tentò immediatamente di schia,cciare il piccolo coPpo romano, ma Cesare res,pin.se l'assalto, e r iuscì a · resistere, assediato per cinque mesi nel quartiere oc{)upato in niva al mare. Aveva quivi una set.t:intina di navi, c:he si risolse a incendiare, perchè non poteva ad un tempo -guardare la parte <li città occrnpata e •le na·v i medesime. (C\'ella figura a pag. 360, .4 è Alessa.n<lria; B grande porto; C pie-colo porlo; E bacino <lell' Arsenale; F iso1-ctto; G torre del Faro; H diga; I castelli del la Diga; K flotta d egli Alessandrini; L, 1V, O, flotte di Ces.u·,:; M banohi cli sabbia; P ent.rata del 'Piccolo porto). Nel fra tte.m po Ac:hlllas veniva ucciso dai suoi, e sostituito da;)l'e,unuco Gani mede, il quale p roseguì energicamen te la guerra. ) ·fa Cesare v i<le finalmente arrivare i chiesti rinforzi, e in breve ebbe anche una buo11a ,flotta ai suoi ordini. Allora la lotta tu portata anche sul -mare. Un primo scontro navale presentò una cara tteristica singolare : da w1a ,parte Cesare con alcune sue rnw i montate dal solo equipaggio, d a.Il' alti-a paPle gli egizii con navi c.omp:leta1mente munite . Cesare era uscito dal porto per farsi incontro a un convoglio che gli concluceva 1a XXXVII -legione già pompeiana e ora pa.,sata a lu i, quando \'enne improvvisamente assalito. Le ciunne si contcnnero valorosamente, catturarono una qua:drire,me, ne affondarono un'altra, altrP. ancora ne d anne~giar ono, rilt&Ccndo a mettere in fuga l'avversa.rio. l\>fa, nel-l'estate del '48 avvenne però un:t più grossa fazione n avale. Gli egiziani avevano armato cinque quinqueremi, ventidue quadriremi e a.ltre navi minori. Cesare disponeva di pari forze, costituite da navi r odiane, pontJiche, licie, asiatiche. Egli coMocò a

destra nove na,vi di Rodi, comandate da Eufranore, e a sin istra otto navi del Ponto. Le rhnanenti collocò indietro in seconda Hnca, avendo lasciato fra i du~ corni sopra detti ,w 10 spazio di 400 ,passi per la manovra. Gli Egi.z..iani a \'anzarono contro qttcsta ordinanza con una linea di 22 navi, seguite dal r esto in riserva. Ta_lc linea era preceduta d a grande numero di battelli muniti di foJarichc, o saette incendiarie. Lo specch io <l'acqua era ingombro di secche, fra le quali cor revano angusti ,passaggi. Eufranorc, ottenuta licenza da Cesare~ avanzò con quattro navi attraverso a un passo e iniziò la pugna con le navi egizie. Segu\ Cesare con '.e altre navi: la b-,ttaglia. divenne genenrle e terminò con la sconfitta degli egizi, i qual i s i diedero alla fuga l! ripararono sotto le mura della parte d i A. tenuta dai loro, dopo d i avere avute tre navi affondate e due ca tturate con l'eq.uipa,ggio. Dopo questa batta,glia, Cesare decise di occupare l'isolotto sul qua~e cm costruito il faro, e la diga che univa questa posi,.ione a lla terraferma. Raccolse p ertanto dieci coorti scelte e un grnp,po d i cavalieri, li imbarcò in scialuppe, mentre faceYa escgu-ire un attacco <l1versivo per mezzo d i na,·i. Dopo strcllua difesa, la guarnigione dell'isolotto fu sopraffatta, e la preziosa conquista effettuata. Cesare si affrettò a for tificare . convcnfrntemente l'isolotto, ma un suo tentativo di impadronirsi de:lla diga fa.li\ e vi perdette 400 uomini e qua lche na\·e. Intanto comb:,ttevasi ogni giorno con pie-cole scaramucce nelle vie; facevasi uso di torri mobili a va.r1 piani <la parte degli assedianti, e di macchine d 'og11i sorta dalle due · par ti. Ma gli Aless3n<lri11i a poco a poco si scoraggiarono, ritenendosi ormai incapaci cli caccia.re Cesare, il quale t'icc-vcva rinforzi, e aveva le truppe agguerrite e piene d'ardore. Tuttavia tentarono di tagliare la via ai r inforzi giungenti per via d i mare, e a tal uopo disposero piccole div isioni n avali a Canopo e in al tri siti: Cesare, a•;veriito, fece usc ire la sua flotta dand one il comando al pr_e fetto Tiberio !\"erone. Era con -lui E -u franore, co,1 le s\1c na vi Rodiane. La flotta egiziana si raccolse presso Canopo, e si venne a batta,glia . Eufranore, imprudentemente avanzatosi sulla nave che -condniceva, fu av-


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vilu'Ppato; dopo di~erata difesa, la nave venne affondata ed egli perì con tutti i suoi. Da qualche tem,po ernsi mosso dalla Siria, per venire i n soccorso di Cesare, il suo alleato èVIitridate di Pergamo, alla testa di un forte esercito. G iunto finalmente sul N ilo, incominciò ad assaltare e prendere Pelu sio, quindi mosse direttaime11te su Alessandria. To!0111co inviò immediatamente un corpo d i trup pe contro il n uovo nemico, ma ::\1itridate lo sconfisse. Allor;t To'!omeo imbarcò sul ~ilo 1a maggior •JY., rte dei suoi. e si d iresse verso le posi,;ioni ocoupate da :'11itrida:<', ne'! men tre che Ce.sare a sua volta imbarcava truppe e s i affrettava a rnggiungcre l'alleato. T olomeo pose il campo ù1 posizione clcvMa sul piano, difeso dal N"ilo e da una palude, e da un villaggio trin cerato. E Cesare avanzò contro di lui. Un primo scontro di avanguardie terminò con la peggio degli egizia ni, i qua;li si r ifugiarnnò n d oampo del re. Cesare si avvicinò e ,pose vl cam,po non molto distante da ll'altro. II giorno seguente mosse a ll'ass.tlto fron talmente con tutti i suoi. Nfa sulla sua i;inistra erano le navi di T dlomeo, così che le truppe di Cesare si trovarono bersaglia te d i fronte dagli eg iziani del vllla,ggio, e di fianco da queili -delle n ruvi. In q uesto frangente, Cesare ideò ia manovra che gli <lic<le la vittoria . Affi<lò cioè un gruppo di coorti a Carsuleno, ordinandogli d i andare ad assalta.re il canllJ)o dalla •parte dov'era /ikno dife30, essendo dirupata, ed essendo stata sguarnha in pane per tener testa a'll'assailto frontale e rinforzare i difensori <lei villaggio. Carsu'leno esegui con prontezza e de•• c isione il m ovimento; superò il pendio, assaltò il carnpo sgom inando i difensor i di quel 1ato, e improvvisamen te gli egiziani si videro a,ssaliti da ogni lato. Allora cominc iò i'I 1oro sba11drumcnto, e la foro strage. La sconfitta f u completa. Tolomeo ,perì annegato nel fiume, n1cn tre tentava <li raggiungere le navì. (Xella fig. a pag. 361. il campo cli Cesare è a s inistra; il campo d i T olomeo a destra (B) preceduto dal villaggio C. Un muro D co!l,,ga il villa-ggio e il campo cli Tolomeo. F- è il N ilo; G la flotta d i Tolomeo; H le truppe d i Cesare ; I e K le coorti affidate a Carsu lcno). Subito ~lopo Cesare si ,p ose alla testa della eavaìleria e corse ad Alessa11dria, -penelra,ndovi per la parte occupata dai nomici, i quali, a:lla nuova della sconfitta e della morte <fol re, abbassarono le armi e si diedero per v inti. Così terminava la guerra alessanclrù1a, la quale era durata sei mesi.

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obbligato a sottomettersi ai Persiani ed a fornir loro truppe ausi:.lia.rie; ma ailla vigilia della battaglia di Platea, 1nfom1ò segretamente i G t~i delle disposizioni d i :\1ardonio e durante il combattimJnto passò nelle lorn file.

Alessandro II ,di Nlacedonia . Sedicesimo re di Macedoni a.; regnò da.I 369 al 368, poco meno d i due anni, e combattè continuannetnte con i suoi. vicini. Ad Alessandro d i Fe.re prese L arissa ed ailtri centri; ebbe l'aialo di ~ lapida per SC'dare una ribellione in Macedonia, :\Iorì ~sassil1ato da uno <lei ribelli. .4lessandro d·i Fere, P rincipe di Tessaglia dal 369 al .357 a. C, Conquistò il trono con la forza; guerreggiò contro Alessandro II d i :\'Iac;donia e contro Pe!opida di T ebe, dal qua,Ie fu sconfitto nella battaglia delle Cin ocefale (362). ).for i assassinato.

Alessandro I re d·i Si,;a. Avventuriero de,J II sec,1l0 a . C,, n . di Rodi, il cu i nome era Alessandro Balas. R iuscito a farsi pa.ssare per figlio d i Antioco, ottenne l'appoggio <le! Senato romano, il quale pose a sua disposizione un coqio di truppe, con oui egli mosse contro i,I re _di Siria Demetrio, inviso ai sudditi. D appri.irna A. fu battuto dal r ivale; ma, ricevuti considerevol: r inforzi, lo scon.y,= ,più volte e finì per ucc iderlo, occupando il trono (150 a. C.). Ma il figlio d i Demetrio .raccolse ,un esercito, e, quattro anni dQpo, vendicava il p adre scon ftg,gendo le tru1)pe di A.. ; il quale, nel tentativo che fece di •prendere la rivincita, vc:nne abban<lonato dagli uomini che aveva raccolto, e assassinato da uno di loro. ~ lessandro Il re di Siria. figlio adott ivo del p recedente, soprannominato Zabi.na, m . nel 122 a . C. Aiutato cla To!omeo re d'Egit10, marc iò contro Demetrio d i Si•• ria e lo vinse nel 126 presso Damasco, occupando così il trono ,;!ella Siria. Erasi obbligato a pagare tin tributo a Tolomeo, ma ciò non avvcn.11e, e Tolomeo allora , p roclamato re d i Siria Antioco, marciò contro A . e lo sconfisse. .4. si ri fugiò in una nave, la quale fa presa d a n a vi egiziane : condotto alla presenza cl-i Tolomeo, fu da lui fatto mettere a morte. Alessandro I d'EJ,fro (il Molosso) . Re dell'Epiro nel IV secolo a. C. Chiama!'!> dai T arantini, in lotta con tro i Lucani e i Sanniti, varcò l'A<lriatico con un esercito, e venne in loro aiuto. Egli vinse gli avversari di T a ranto in >battagl ia ,presso Pesto, alle porte della Cam-

Alcssaml-r ina (Flotta) . Nome della flotta militare impe ria le roman a che aveva la sua base ad Ales,_1,ndr ia d'Egitto, Si r icordano fra i suo i « Prefetti " (a,mmiragli) Claudio Clemente, nel I secolo doll'èra volgare; Q. Marc io E rmogene e L, Valerio Proco\Jo nel II sccoio.

Alessandrini. Corpo d i milibi romani istituito da Caracalla; porta.vano una veste intorno al cor po « ex triplici 1lino », con1e ri:cor.da Vegez.io . Co.~;tilu ivano una falange di I O mila uomini, che C.uacalla volle abitua.re ,a combattere a mo' dei macedoni di Atessaudro :'lfagno. Volontari A lessandrini. Ne esiste un elenco nomù1atirn al!' Arohi,vio di Stato di :Milano; sono del 1848-49.

Alessandro I. Dcc-imo re d i :'lfaccdonia. R egnò d a! 500 al 462 a . C. A'l tempo delle guerre dei l\•f edi, fu

.\loneta cli Ales;;anel•r o il "lolOsso pania . rs;~I 3.32 a. C. battè i Bruzii e ·li costr i11se a venire a patti. Trattò con R oma, non certo malcontenta delle lotte che affievolivan o i popoli dell'Italia meridiona le. P erì combattendo su lle rive d cli' kcl1ùonte, ne l 326 a. C ., 111entre s tava organizzando una forte Lega


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fra i ,popoli dell'Italia meridionale, nella speranza di esserne il capo.

Alessandro Il, re de ll'Ep•iro, figlio e successore (272 a. C .) di Pirro, m . nel 242. Conquistò la Ma.cedonia, ma non riuscì a tenerla, chè fu cacciato da Demetrio, il quale si impadronì anche degli Stati di A . Tuttavia quest' ult imo, con l'aiuto del re dell'Acarn,mia, potè rimettere in piedi un esercito e rico11quistare l'Epiro. A . scrisse un trattato d i tattica. mi;]itare, tenuto in considerazione presso -gli antichi e citato da Arriano; ma è andato perduto.

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Al!'ssaudro III, il Grande. Re di :'.\Iaccdonia, figi-io d i l'ilippo, n . nd 356 a. C., m. nel 323 a Babilonia. l'u il ,più famoso capitano dell'antichità. Mostrò fin da fanciu-Ho segn i di un forte carattere. Sentendo parlare delle vit torie di Filippo esclamò : « ).•! io padre non mi lascer à più nulla da fare >l. Ebbe ad educa.tori prima L eonida, poi Lisimaco cd infine il grande filosofo Aristotele che lo a.mmaeslrò in ogni mono dello sòbilc umano. All'età di sedici anni fu lasciato dal rpadre, partito in guerra, al governo dello Stato, e due anni d opo ( 338) a,Jla battaglia di Cheronca si coprì cl i gloria d isperdendo il drappello sacro dei Tobani. Segi:ì suo ,pad1·c nella sped izione contro i Triballi e g li salvò la vita in battaglia. Nel 336, dopo l'assassinio di FiHp.po, Alcssa.n dro, non ancora ventenne, salì al trono cd ottenne d all'a~;;emblea generale dei G reci il comando in capo della guen-a contro la Pèrsia, che prima era stato dato a Fiùippo. Al suo r itorno trovò gli Illirii cd i Triballi in armi ; d_o po di averli sottomessi s i rivolse .:oniro i Tebani, ci1e gli opposero fiem resistenza. P resa la c.i ttà di Tebe la d istrusse e passati per le a11mi seimila dei suoi abitanti, gli al t r i foce condurre p n g1onieri. Questa sever ità atterrì t utta la. Crocia, ma Alessandro con fine politica risparmiò Atene, e, fattosi conferma.re comandante supremo delle forze elleniche, nella primavera del 334 si recò in A·sia. con 30.000 fanti e 5000 cavalieri. la.sciando al governo in Europa. Antipatro. Passato l'EUesponto sconfisse Da.rio sul Granico e ad .111J. ad 1ma sottomise tutte le città del!' Asia '.Minore . Quind i conquistò la Licia, la J onia, la Caria, la. Panfi.lia e la Cruppadocia. Ammalatosi ju Tarso fu costretto a sospendere le oper azion i guerresche ; ma appena ristab ilito, infl isse .a Dario, presso Isso, una nuova e pi(1 terribile sconfitta, impadronendosi dei tesori e della famiglia del re persiano, il quale salvò ·la vita con la fuga. Damasco. Tiro e tutte le c ittà bagna.te dal l',,[edòterra.nco caddero in ,suo pote.re. L'Egitto, stanco del g iogo persia,10, lo accolse come liberatore ed· egli vi fondò Alessarn:h-ia . Intanto Dario, r iunito un altro form idabile esercito nell'Assiria, a,veva Ticusate le :proposte di ,pace offertegli da Alessandro, il qùa.Jc con forze molto minori gli d iede -batta,g!-ia presso Arbcla e lo sconfisse completamente costrin,genàolo alla fuga e ad abba,1dona.re sul campo un immenso bottino. Dopo quc-

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sta v ittoria. Ba;bilonia e Susa, d(ive era.no raccolte J.~ ricchezze d'Oriente, gli a prirono le porte, e, disfatt0 Ariobarzane alle « Pila.e Persitlis >> che difendeva con 40.000 uomini, s i impadronì della Clllp itale della Persia, nella qua.le fece un in.grcs.so trionfale. Da questo p,mto la gloria di Alessa.n dro lVIagno cominciò a ckclinarc. Padrone del più grande rmpcro della terra, si la.sciò vincere dalle pa.ssioni, ll!bbandonan<losi all'arroganza. e alla. dissolu•tczza; si mostrò sconoscente e cntclcle, spargendo il s1ngl!c dei suoi più prodi condottieri. Sobrio e moderato per l'addietro. s i abbassò sino ad essere volgare. In un momento di ubbriaahezzu fece inr:cndiare Persepoli, meravig lia del mondo. Per ri'J)il/rarc in qualche modo a questa cattiva azione volle andare in soccorso d i Dario tenuto pri,gioniero da Besso, satrapo della Balt r ia.na, ma non giunse in tempo se non per rendere gli estremi onori. all'antico avversario, fatto trucidare da Besso metlesimo. Allora s'impadronì dell'Trcania. e della Batt<ria.na e si fece p ro-

Statua equestre dl Al<'>Ss(Ìnctr o lllag-no

eia.mare r e '<iell' Asia. Intanto il malcontento cominciava a serpeggiare nel le stesse file del suo esercito; la Grecia -voleva scuotere il giogo macedone, ed Agirle, re d i Spar la, si era. posto a ca.po d i una annata. d i 30 n1i•la uon1ini. Antipatro, luogotenente d i Alessandro, gli mosse incontro e vintolo in battaglia sciolse la lega elc i Greci. Insaziabile ·d i gloria ed avido di conquiste, Alessandro giunse al Ma,· Cas.pio, ignoto a i greci del tempo, e nell'anno seguente soggiogò l' intera Sogdia na . Voi le quindi -conquista1·e a.nohe 'l'India, e alleaitosi con Tass ilo, re ·del-La. regione al di li dcL fiume Indo, marciò alla volta di Idaspe. Per.corse vittoriosamente l'lndia cd aYeva divisato <li...,giungere a.I Gange, quando i l malumore che regnava n ell'esercito lo costrinse a tornare ind ietr o. Dttr=tc la marci.a. d..i ritorno dovette soste.nere var ie battaglie con ,principi ind iani che volevano ostacola.1·gli il cammino e n ell'assed io di llna città ap par.tencnle ai ìVIallii fu gra.,vemenle krito. R istabilitosi riprese la marcia, facendo navigare una parte dcll'e-


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sercito lungo l'In<lo mentre l'altr a parte camminava per terra •lungo le sponde del" .fiume; così giunse a l mare. D i qui .Nearco, suo ammiraglio, fece vela pel Golfo... Persico, (ll)entre Alessandro, d ir igendosi alla volta <li Babilonia, nell'attraversare immensi dese rti .p erdette la maggior parte del l'esercito rpcr mancanza di acqua e d i cibo. Si calcola dhe r ientrasse in Persia con un quarto delle forze con cui era <partito. Poco tempo dopo il suo arrivo a Babilonia morì quasi improvvisamente in segu ito a brevissima malattia a.M'età <li trentadue anni. La'sciò dietro <li sè un ùnmenso impero che fu teatro di guerre continue. Non ruvcndo designato alcun successore, i generali ,riconobbero per re Arideo, figlio di F ilippo e di una danzatrice, uomo di mente debolis- ' sima e Alessandro, figlio postumo di Alessandro e di Rossana, e divisero I~ provincie fra se st'essi sotto il nome di satrapie. Da. Alessandro data l'inizio del progresso nell':vte deH'espugna.zione delle fortezze, con la invenzione delle gro,o.se ,ma•cchine, dei fuochi ar liuciali, ccc.

Alessandro Giatrneo. Re di Giudea nel 106, m. nel ;9 a . C. Combattè contro gli Arabi e i Moabiti. Non riusci a .p rendere Tolemaidc, ma prese Gaza e la. distrusse . Sconfitto dagli arabi, e per le sue crudeltà resosi inviso ai suoi sudditi, questi riuscirono ad espellerlo. Per sci ann i combattè per tornare a. Gerusalemme, e finahnente, riuscito nell'in tento, si vendicò della. cacciata, mandando a mor te moltissimi dei suoi avversari. A . morì mentre asse<.liava Ra.gaba, presso il Giordano.

Alessandro Severo (lvfarco Aitrelio). Imperatore romano, n. nel 209 m . nel 235. Nel 222 successe al W ·· gi.,10 E liogabalo che lo aveva. adot tato. Si occupò d ell'interno ordinamento dello Stato; fra. l'altro procurò d i migliora,r e la <lisci1)lina e le condizioni dei soldati. Specia-lmenre· precise erano le sue disposizioni in mater ia logistica, con oppor~uni .provvooimenti ,cirm le tappe, e i r iposi, e l'ordine delle marcie e la ·correttezz:t ~:lelle truppe verso gli abitai1ti dei paesi attraversati. Alessandro Severo fece guerra con 3UCcesso a<l A,;tasersc, re d i Persia, fondatore della ùii1astia dei Sassanidi, il quale intendeva. rivendicare le provincie possedute dai romani in Asia. Quindi a{)Corse sul R eno per combattere i Germani che n1ina.cciavano la. G·a]lia, nxt u1 una rivolta n1ilitare1 caµ ita.nata. <la un ufficiale trncio di nome Massimino, fu ucciso presso :M agonza. Ordinanza di Alessandro Severo. Cost itu ita. d i due colonne •di 4 coorti ciascuna, precedute da una coorte su l fronte e seguita da una coorte che chiudeva l'intervallo fra , le due colonne. Alessandro II di Scozia. figlio di Guglielmo, n. nel 1198, m . nel 1249'. Salì a l trono nel 1214. Entrato in lotta contro Giovann i d'Inghilterra, ne ebbe deva.stati parte dei suoi Stati. Si alleò allora con Luigi, figlio di

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Filippo Augusto, sbarcato neWinghiltena, ma nel 1216 tornò nella. Scozia, che egli difese in seguito (1238) molto a.bilmente <!all' invasione d i un esercito condotto da Enrico III -d'Inghilterra, costringendolo alla nt1rata e all'abbandono dell'impresa della conquista. della Scozia.

Alessandro III di Scozia. F iglio del ·p recedente, rn. nel 1286. Con l'aiuto <lei baroni scozzesi, fedeli a lui come già al padre, respinse un nuovo tentativo armato d i E nr ico III nella Scozia. Nel 1263 i norvegesi alla loro volta, sba.rcati per impadronirsi della Scozia, vennero vin ti eia. .4 ., il quale estese la dominazione scozzese alle isole Ebridi e all'isola. di Man , Alessandro Newski. Eroe moscovita, n. nel 1219, m . a \Vla.<limir nel 1263. I russi •lo annoverano nel numero dei sami. :Figlio del granduca Jaroslav di Novgoroc1, ancor g iovanetto, d ifese strenua:memc questa città con tro l'invasione dèi mongoli, i quali 11on<limeno riuscirono, nel 12.38, a soooiogare la RL!Ssia. Combattè contro Danesi, Lituani, Sve<lesi, Cavalieri dell'ordine teutonico, ed in seguito alla splendida vittoria riportata nel 1240 suF!a Ne,nt ebbe il soprannome di Newski. Nel 1241 sconfisse sul lago Peipus coperto di ghiaccio i Cavalieri della Spada, e nel 1247, alla morte del padre venne elello granduca cli Wladimi.r, sotto il norn1è d '. Alexis. La memoria. di Alessandro Newski vive ancora nei c:1nti popolari della Russia.

Alessandro. :\"ome di vari Pontefici, dei quali ricorderemo: Alessandro III, 'l'alleato delle città lombard,) contro Federico lla1'barossa, il fondatore d i Alessand ria, -detto « il propugnatore della libertà italiana>> . Fu papa <lai 1159 al 1181. - Alessandro VI, d 'origine spagnuola, papa dal 1492 a l 1503. Era della famiglia. dei Borgia e aveva avuto quattro fi.gli pri:nn di essere crealo cardinale . F-u alleato dei Fnmccsi contro gl i Aragonesi <li N·apoli, e d i questi contro quelli, e ancora dai francesi, nell'epoca <lella .:;ped izione di Carlo VIII. AWssanctro VI Quindi si unì ai Veneziani contro i fra ncesì finchè questi sgombrarono l'Italia, to,·nando ad allea1ssi prima con Luigi XTI di Francia, .: poi ,con Ferclina11do di Spagna, ai'ltla,ndo il suo generale Consalvo a impadronirsi del regno di N apoli. Mandò il fi-gLio Valentino a conquistare la Romagna, facendo sottomettere o uccidere i signorott i che v i comandavano. (V. Borgia) . Alessandro I, PrinC..:J,e di Moldavia. Salì al trono nel 1401, morì nel 1432. Nel 1410, scop,,:,iam la guerra fra Polonia. e Ordine Teutonico, A . aiutò la prima cli queste Potenze, la quale uscì vfttoriosa dalla lotta; r innovatasi questa, truppe d i .4. aiutarono ai1cora. la Polc,nia. In seguito A . contrasse alleanza coi Lituani contro i Pola.ochi, ma gli a·llcati vennero sconfitti da L a dislao, re della Polonia ( 1432), col quale però il principe della l\:Iol<lavia 1·iuscì a rifare la pace e l'alleai12a. A lcssandro re della Georgia . Figlio di Giorgio VII


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(1412-1442). Passò la vita i n continua lotta coi vicini. Conquistò una parte della Armenia. Venuto in lotta col re di Persia, ne fu sconfitto e costretto a divenire suo tributario . Alc.1Sandro del Wurte111berg. Generale e uomo di Stato russo (1 771-1833). E ntrò d ~pprima a l servizio dell'esercito austria co, ma. nel 1800 passò in quello russo, partecipando alle guerre di quell'epoca e distinguendosi specialmente nella campagna del 1812 contro h Francia, s:ol ,grado di generale. Su<bito dopo la r itirat:1 dei francesi, tbbe il corn,rndo delle truppe destinate all'assed io di Danzica, che gli riusci f~licementc. :l\cl 1822 divenne direttore del servizio delle Comunicazioni. Creò il cana le A ., dall'O ceano a l Casp io . Scrisse su vari i argomenti; fra le sue opere ve .tfe è una che descrive la can~agna prussiana del 1806.

Alessandro I Pa.ulo.;ic. Imperatore di R ussia, n. a Pietrobttrgb nel lì77, 1m . a Ta,ganrog nel 1825. Ebbe d a,! suo precetto/e, il colonnollo svizzero La'harpc, una istruzione varia liberale. Salito a l trono nel 1801 dopo la tragica iìne del padre P•aolo I, i ntrodusse importanti r iforme. Fece la pace con l'InghiLterrn e firmò un trnttato d i amic izia con Bonaparte ( 1801); ma quando questi, d ivénuto irnpcrator·e, invase la Germania del nord, AJessanclr·ò entrò a far parte della << Terza coa·lizionc >> formatasi contro •cli lui (1'8 05) e fu vinto ad Austerlitz. Battuto nuovamente a Eylau e a F riedlano n el 1807, rrcllo stesso ann o, dopo ·m1 abbocca.memo avuto su) Nié1ucn con NaJ)Oleone, d i cui a mm irava il genio m ilitare e d i or-

e

ganizzazione1 firn1ò -con 1\.;j

il trattato t lÌ T ilsitt la cui roltura fu seguita da lla campagna di Russia (1812) Allora Alessandro, divenuto i mphteabile nemico d i Napo leone, lanciò nel 1813 :h Varsavia un manifesto a tutte le nazioni d'Europa, chiamandole -alle a rmi. Alla Russia s'unirono l'Inghi lterra, la Prussia, l'Austria e l.i. Svezia. Dopo la battaglia di L ipsir, fu decisa la marcia, su Parigi, dove lo zar e tu tt i gli alleali ent rarono nel 1814, mentre N a- poleone rubdicava. Alessand ro usò della vittoria con moderazione, consentendo il ritorno <lei Bo!'boni, ma imponendo loro la dich iarazione cli Saint 0mer e il rip rist ino degli an tichi confini francesi del li89. Dopo il trattato di Parigi andò in lnghiherra e qu indi a Vienna , dove si fece riconoscere da quel Congresso il p ossesso del ,granducato d i Varsavia. Intan to aveva ingran d ito i suoi Stati oeon l'occupazione della Finlandia e di estesi territori a.J}partenenti già alla Persia ed a '. la Turchia. Dopo la •battaglia di Waterloo tornò a Parig i, si oppose .allo smembramento della Fr ancia e so:toscrisse con la P russ ia e 1' Austria il trattato di Santa Alleanza ( 1815). Fino a quell'epoca aveva su,bito l' influenza francofila Idi Spcransky; da allora in poi si a,ccostò a lle idee <li Arak tceev rappresentante dell'assolutismo. Morì d i feiJbri malariche contratte d urante un viagg io in Cri.mea.

A lessa.n.dro II N ·icolajevic . Imperatore d i Russia, fi-

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glio cli 1\' icolò I, n . a Pietroburgo nel 1818, assassinato quivi nel 1881. Fu educato dai colonnelli Morder e Kawelin e dal poeta \'Vass ily Shukowsky; nel 135·'.l prese parte a lle lotte nel Caucaso, a capo dei cosacchi. Nel 1855 succe-,;se al 1padrc morto durante la guerra di Crimea, si portò a Sebastopoli e dopo la presa <ii questa città s i affrettò a far la pwce con le potenze ocddentali e •con la Turchia. sottoscrivendo il trattato di Pa:ri.gi ( 1856). Allora ~ominciò a sviluppare tutto un ,piano <li riforme, la p iù importante delle q uali fo la a bolizione della servitù (J.861) che gli valse il nome ,di- « Liberà torc J) . Iniziò la costruzione di una rete fer roviaria strategica, con. scartamento 1naggiore di quello del resto d'Eu rnpa, 'J)er ren!clcrc più diffir.ili eventuali i)wasioni della Russia. Nel 1860 assicurò alh Russia, mediante trattato con la Cina, il dom ini<> dcli ' Amu r. Avvennero sotto il suo regno la conquista del TurcbestaJ1 e di p arte del O,rncaso. Nel 1863- 64 si svolse un moto rivoluzionario in Polonia, soffocato da ?vfuraviev, e nel l868 .4 . decretò l'ruboliz ione formale del regno d i P olon ia. Si conservò neu trale nelle guerre del 1866 e de l 187071 e nel 18ìl ottenne dalla confe rem:a di Londra la revisione ,ciel trattato di Parigi che aveva limitato le sue forze nel 2\!far Nero. Nel 1872 a Berlino si formò l'alleanza detta << dei tre imperator i >l fra Russia, '\:istria e Genmania e tre anni <lopo Alessandro impccE clic la Germania ricominciasse la guerra alla Franci:t. come voleva T3ismark. Con ordinanza 14 gennaio 1874 r_esc obbligatorio il serviz io m ilitare . Sc<Jppiata n e! 1876 la guerra tra la Turchia, la Serbia e Ù Montenegro vi prese ·pa,r tc anche la Russia a ·s ostegno delle popolazion i slave nei Balcani; ma l'lnghilterra che non voleva che la Turchia fosse abbattuta e che i russi prendessero Costantinopoli, fece in modo <:he nel gennaio elc i 1878 fossero sottoscritti i p relim inari d ella pace di Adrianopoli ; nel marzo successivo venne conclusa la pace di San to Stefano. l\ el mo!11cnto in cu i si accingeva a dare a,l 1paese una Costituzione con Camera con; ultiva, A . venne assassinato mediante upa bomba dai nichilisti. Aless<mdro TII A lcxandro.;ic. Imperatore <li Russia, n. a P ietroburgo nel 1845, m. a Livaclia nel 1894. Allo scoppio della guerra tra la T urohia e la Russia ne l 1877 il l)Jrincipe Alessandro ebbe il comando del 12" e 13° co rpo, ,pren<len clo p arte a lle terribili lotte che ebbero luogo nei pressi cli Sciumla e cl i Rusciuk, tra la Lorn n era e la L om bianca, e <lavanti a Plcwna. Nel marzo 1881, salì a l trono dopo la tragica morte del p adrt e riprese la politica ~ i espansione elci predecessori in Asia, ottenendo la sottomissione dei· turcomanni di Mcrv, e la cessione di Sara.ks. Si impadronì <li Peugi~b <lopo d isfatti gli afgani e con fine tatto politico evitò una guerra con l'Inghi-Lterra, la quale non a mmetteva l'espandersi della Russia nelle regioni asiat id1c. T-rnttan to la costr uzione della grandiosa ferrovia


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transcaspiana aperta all'esercizio fino a Mcrv n el 1886. assicura va ali' impero moscovita il ,possesso militare, lo s fruttamen to econom ico e la russificazione progressiva della regione. Lo stesso anno l'ukase del 23 giugi,.o, t rasformando il :porto libero d i Ba>tUJ1n in piazza forte marittima, -completava la crca;:ione d i una flotta de' M ar Nero e 1 ricostil'uiva, contrariamente agli accordi elci tia ttato di Berlino, la po lenza d ifensiva cd o ffe,1s iva della Russia . Anohe dalla costruzione della ferrovia transiberiana, cominciata nel I 890, si rip rometteva di ricavare enormi vamaggi econom ici, politici e strategioi. Gli affari <li Bulgaria del 1885-86 prod u,ssero un raffreddamento n ei r apporti amichevoli interceduti tra la Gern1ania e 1a. Russia, 1,1. quale, cogliendo l' oc.;;,s ione, s i )~berò dalla dipendenza finanziaria <li Ber lino e si accostò 'tlla F ranoia, •confermando solçn nerne~e la sua nuova politka con il ricevimento offerto nel 1891 ai marina i francesi a Crons (adt, segu ito due ann i -dopo da quello dei marinai russi a Parigi. I primi anm del regno d i Alcss~ndro III furono sei:,'11ahti da. una renudcscenza di a ttentati terrorist ic i da parte dei n ichilisti, commessi con una auda'Cia veramente impressiona nte. Dal 1881 al 1885 due generali, due ufficia li della gendar-meria ed un p refetto furono assass inati <li p ieno giorno a P ietroburgo, a O dessa e a I<harkow, e numerosi complotti orditi contro la vita d ell' imperatore furono scoperti e sven tat i a tempo . Grande importanza Alessandro III d i~e a lle questioni relative all' arma.mento ed a.ll'organiuaz ione dell'esercito e della marina. :Malgra~lo il forte aumento delle somme s tanz iate a questo scopo, queste risultavano ancora insufficien_ti per assicu rare le facili'tà della nwbilitazionc necessarie per u na guerra moderna.. Attirò forti capitali francesi cd il prestito lanciato nel 1891 in F rancia >per gli armamen ti russi trovò tale favore nel ']) ubblico che venne coperto in brevissimo tcm .. po •più d i sette volte. Quando fu colto dalla morte, il programma. di riforme e di r iorganina?.ione delle forze armate dell'impero era in via dl attua.zione e fu con tinuato dal nglio N icola II Alessandrovic che gli s uccesse sul trono.

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Alessandro G'iova.nwi I . Principe d i Rumania, della famiglia Cusa o Cu za, n. nel 1820 a Husch, m. nel 1873. Fu edu cato a P av ia e a Bologna. Cominciò la carriera come prefe tto di Galatz, poi passò al Mi nistero <legli I n terni e sa.lì rapid amente n ella carriera bu rocratica. Come associnio a l partito patriottico, fu arrestato dai russi dopo la loro avanzata, ma potè riiugiarsi a Vicrrna, donde ritornò i11 patr ia. appena part iti gli invasori. F.u nell'esercito rumeno per parecch i anni e vi raggiunse le p iù a.He carich e, fmchè, dopo essere stato a ta.1,.m1110 in sostituzione d el generale Giorgio Ghi ka, d iven ne ministro della. gueua. Fu infin~ elet to Ospo>daro e princi,pe 1·eggen tc dei principati ri,miti. è\'cl 1866 dovette abdicare e r itirarsi a vita p rivata.

Alessandro d' Assia-Darmstadt. P rincipe gcnnan ico, .n. nel 1823 a Darmstadt, ·-m. nel l888. Fu nell'esercito russo dal 1840 a l 185 1 partecrpando, a! comando delJa cava,lleria, a combattimenti ne!l. Caucaso. Nel 1852 passò come generale di brigata nell'esercito austriaco e ne l 1859 fu a )1ontcbe1'.o e a Solferino. Comandò I' 8° Corpo federale nella guerra <lei 1_?66 çontro i prussiani -del!'« Esercito del 111cno >i. Dopq u na. se,·,e di combattimenti sostenuti sul basso JvJeno, 1'8° cor po, che era composto di 4 d ivisioni (badese, wurtcmburghese, assiana, austr(lN a,ssau) si disciolse spontanea,mente, c iascuno dei -cont in gen ti tornando alla propria terra . Era ormai avvenu ta la battaglia d i Sadowa, e la Prussia appariva trionfante : il princi'])e Alessandro r imase solo, e s i J'it irò a Vienna. Alessandro I di Bulgaria. Principe di Battenber-g, n. a Verona ne,! 1857, m . a Graz nel 1893. Fu allevato in Russia ed entrò nell'esercito <lello Czar : partecipò alla guerra Russo-Turca del 1877-78 aeqtristando fama di coraggioso ufficiale. Nel 1879 fu eletto principe di Bulgaria. 1 - cl 1885 riunì la Rùmelia alla 13ulgaria e c iò

detenninò

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r isentimento della Serbia e la guerra fra i due St.ati; A . battè i Serbi e fLt detto « l'eroe di Slivnitza » . Ma il trattato di Btùrnrest · voluto <lallc grnnd i -Potenze, ca.stringeva la Buignria a rinunciare ai van-

taggi della vittoria, e .-1., osteggiato <hlla frazione russofila, a,bdicò ne l JSS6. Stabilitosi in Austria, fu accolto nell'esercito di questo Stato col grado di maggior generale e prese il nome di COEle cli Hartcnau. Alessandro . Re della J ugoslavia, figlio di re P ietro d i Ser bia, n. nel 1888, sallito al trono nel 192 L. Partecipò aiìla guerra balcanica del 1912 al comando de lla 1• ar mata; ba ttè i T ur chi a Kumanovo; nella seconda guerra balcanica sconfisse i Bulgari a E gri Palanka . Pa1·tecipò alla Guerra mondia le difendendo inskme al rl.' P ietro la vf'Ccilia Serbia dall'invasione a ustriaca; a,vvenuta. la sconfitlal CO··

mandò la colonna serba che s i ·d iresse verso D urazzo. Riordi na.ti i 150 m ila uomini cl1e si salvarono dal disastro, e


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inviati per Salonicco a l fronte ).fa.c cdone, Alessandro ne prese il comando, Q)OÌ che il re era ammalato e sfinite,, e partedpò alla grande u ltirna offensiva agli ordini del gen. fra,1cesc Franchet d'Esperey,

36ì -ricoprisse la carica d i aiutan te n1aggiore in

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za nel 39°

reggimento fanteria, assumeva il comru1do di una compagnia, r imasta senza capitano, ed alla testa di es~1inconlrava morte gloriosa . .'\Ila memoria d i lui fu decretata la medaglia d'oro Alessandro di i\1onten egro. V. Iahia. al valor militare, con la seguente moti,v azioue: « VoAlessandro Fan,csc. V. Far11ese. lontario cl i guerra, prese parte a importanti azioni, Ordine di Ales.sandro. Ordine m ilitare istituito nei animato sempre· da gra,1d,· 1879 dal] p rincipe Alessandro I di Bulgaria e suddiviso entusiasmo ed amor d i pain ~,i nque classi: Gran croce, Commenda tore d i 1° e 2·• <Jlas~e, Cavaliere di l" e 2• olasse. Queste onorificenze . !ria . Sobbenc febbricitante, volle partecipare ad un'imvengono a•ocordate qua-si esclusivamente a ufficiali delportante azione, ove, con 1'esercito. L' i1negna dell'ordine ha in centrn un leon" sommo sprezzo del pericobulgaro in campo rosso, circondato da freg io VCJ'dc, con la scritta « P er servizio». Nel rovescio è il nome. lo, fu sempre ira i combatten ti nei momenti p iù peelci Prù1c1pato e la data. ricolosi della lotta. TrovaOrdine di Sant'/1/cssandro Newski. Ordine cavalletosi presso una còm.pa.gnia re-;co fondato nel 1722 dallo czar assai <provata, òella quale Pietro cli Russia in onore di A era caduto il comandante, 1!essa.ndro Newski e in memoria assumeva il comando de.I della battaglia della. Newa. L'orre:garto e ne inco-ra.va gH dine compn:nde una sola clasj;e uomini, incitandoli a vendicare il loro C.<tpjtano, poscia ed! è per m ilitari e civili. Pci li lanc i.a va all'attacco. Spint osi qu indi arditamente in militar i, si r ichiede come miniricognizione fra le linee nemiche, attraverso terreno inmo graxlo ij)er ottenerlo, quel:o sidiosissimo, fra il violento fuoco di numerose mitrad i maggior generale. Croce rosgliatrici, riu~-.civa a seguaJarc in tcn1po un 1novi111ent..-, ,a, sospesa a n astro del!o stcs• aggi•r ante sul fianco dcstPo, sicchè fu possibile sventare so colore, con aquile d'oro ai la mossa. R:iperntaa-nente colpito da una rnffica di miquattro angoli; soudo d'a-rgen(o trngtiatrici, cadeva gloriosamente sul crunpo, 6,ridando: in centro col santo guerriero «Non pensate a me, avanti sempre per ,Ja grandezza che calpesta un <lra.go. d'Italia; compagni, oggi abbiamo vend ica to Caporetto )J. (Montello, 19 giugno 1918). Or.cHne Cl! Alessandro Poerio. EsploratoS . Ale,,sandro New~kl !·_e leggero1 in. acciaio, Yarato il A lessio (Lissus degli Illirici ; alb. L esh1)_ La città 4 agosto 1914 : dislocamento 1028 tonnellate, macchin,t d i A . (.3500 R-b.) è scalata tra lè r ive del Drin ed i coll i 20.000 HP., velocità 30 nodi. Armamento 5 cannoni da attigui immuni dalla malaria, che infesta il ba.~sopiaJ 02-45, 1 da 40-39 antiaereo. Durante la grande guerno. E' dominata <la una veeahia c ittadella (« Acrolisra ha fatto parte di squadhglic che 11anno operato in sus )) ) <li origine veneziana, le cui tradizioni si riconAdria(ico, prendendo parte a numerosi scontri col na.nettono alla storia ,nililarc dello Scanderbeg. Alessio era viglio leggero avversario. la testa d i tappa di u na via legion,iria che concorreva nella Eg,r,atia. Nel J\:('C<lio Evo si d istaccava da Alessio Al essi (Galeazzo). J\rd1 itet10, n. e <m. a Perugi,i la così det-ta via Zenta. Insieme con D-uraz~ ed Apo,( 1512-1572). Nel 1534 ebbe l'incarico cli continuare la Jonia costituiva i tre scali xli ma,g giore importanza delcostruzione della cittadella di P erugia, dopo la morie l'epoca. romana. Presa e ripresa e spesso d a ta alle fiam del Sangallo. Quindi lavorò al por to e alle fortificazi01,i me, nel XII secolo passò sotto Venezia. lvie<liante tr;d i Genova. but-o, acquistò autonomie, m a sotto la giurisdizione di S. •:v.farco. ); el 14 iS cadde sotto il giog~ dei turcb:, G11ido Alessi. Medaglia d'oro, n. a Roma nel 1890, perdendo sempre piè1 la su:i. importanza q uale scalo caduto sul Montello il 19 giugno 1918. Dopo aver preso onorevolmente •parte alla <:ampagna d i L ib ia, quale militare cli leva, divenne funzionario del Ministero dell' Interno, e come tale avrebbe ,p otuto ottenere l'esonerc, da l r ichiamo a·lle armi, allorchè scopp.i ò la guerra co'l l'A ustria. Volle, inve<:e, -partire ad ogni costo per h fronte, cd il 24 maggio 1915 lo trovò già a l suo posto, caporal ma!lgiore nell'81 ° fanteria. Dopo oltre due anni di trincea, promosso n el frattempo ufficiale, fu richiamato in servizio al M inistero. Tornò a malincuore, ma, giuntcgli 'le p riime notizie del disast-r o di Caporetto, riprese immed iatamente la via della fronte, e vi giunse in t,c-mpo per parteci,pare all'epica d ifesa del Grappa. Sopito, col sopravvenire <lell' invcrno, il fragore <lelle armi, a-pprofittò d i una breve licenza, per dare gli esami di la urea in giurispruclen7.a. Tornato c.l fronte, n el la -battaglia del 1918 sul ~don.tello, benchi

n 1aritti1110. Su Ales.;io, durante la recente guerra n1on -

diale, si diresse una delle colonne dei Serbi ù1 ritirata uel gennaio 1916. A less·io I Comu.cùo. I mperatore di Costantinopoli, n. nel 1048, m. nel 1118. Figlio di G iovanni Comn eno e nipote dell'Imperatore Isacco Comneno, nel 1081 usu,·pò il trono a X iceforo Botoniate ohe relegò in un chiostro. E' considerato ·c ome il fondatore della clinasti,t dei Comne.no e dovette lottare incessantemente, con l'aiuto òei veneziani, sulle rive dell'Adriatico contro i normanni cli R oberto Guiscarclo che aveva invasa la Grecia; su l Basso Danubio contro i Pecéneghi ; in Asia. 11-finorc contro i T~irahi Selgiucidi. I Crnciat i, du lui ch iama ti in soocorso per combattere i 'l'·ur-ch i, gli prùcurarono una serie di difficoltà ed egli ,p er liberarsene ricorse a rnez7. i che i htini ch iamarono sleali. Un<t


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congiura d i palazzo, ordita ,contro d i lui, fu spenta nel sangue. L a .figura di questo imperatore è stata molto discussa <dagli storici, -vituperata dai latin i, esaltata dai grec i. In realtà egli rese dei ,grand i servigi all' impero d i Costantinopoli, avendo st rappato a i Selgiucìdi h parte occidenta le ·del!' Asia Minore con tutte le città ma rit time da Smirne alla Si ria, ed avendo lasciato alla sua ,morte l'Impero ù1 condizioni molto m ig liori di q Ltclle che a veva trovato salendo a l trono. Fra l'allro, la marin a da -guerra era precipi tata in condizioni dep lorevoli, con gli arsenali vuori e i cantieri rovinati. Ed egli ·riuscì rnn g rande cpergia a riordina re arsenal i e cantieri e a r iavere una flotta. Jvia ,prima cli giun•• gerc a questo, ar mò una quantità d i piccole .barche, cqn le quali <foce compiere sulÌc coste' cl' Asia del Bosfora, occupate dai Turch i; tali e tante improvvise scorrerie, che Solimano s'in<lusse a cl1ieclere la .pace e ad abbandonare h, spoJ1da del mare.

Alessio I Comneno. !tnperatore di Trebisonda, n . nel 1180, rn . nel 1222. S fuggito alla cr udeltà cli Isacco II che aveva risoluto di distruggere la razza dei Conmcno, approfit tando della p resa <li Costantinopoli da •p arte de i latini, nel 1204 si impadronì d i Trebisonda e d i di verse a ltre città dllt'" 1'Iar :\l'ero e vi $i fece pr oclamare imperatore. Il suo regno fu continuamente tui<bato dalle guerr•c che dovette sostenere contro i Turchi e contro Teodoro Lascaris. Infine dovette • cedere una par te <lei suoi territori al sultano di kon io e il suo impero si r idusse ai paesi situati sul!e r i-ve del Ma-r Nero. Alessio Dragone Conl'lle,w. Generale, della famiglia dei Comneno, n. verso il 1553, m. nel 1619. Fu a l .servizio del Duca d i Sa,voia, della R(\pubbiica di Venezia e del Papa, quindi s i ,portò in F rancia dove ebbe il comando di u n corpo di cavalleria. e divenne governa tore del Percl1e. A lessio M·ica-ilovic. Zar <li Russia, secondo de11a casa dei Rornanov, n. nel 1629, m. nel 1676. Successe al padre Mic;.hele nel 1645 ed ebbe mo lto a lottare cm~tro nemici interni ed estern i. •Combat tè con fortuna contro la Polonia e si assicurò il possesso ,.i~l·1c 1irovin-cie d i Smolen:;k e Cernikov e lii una parte dell'Ucraina. Fu battuto ,,!agli sveidesi, ma in compenso estese i suci domini fino a ll'estremo or ien te della S ìberia; en tr ò in relazioni -con la Cina e inizi(\ la conqu ista della regione dell' Amur. Nel 1672 cep resse sever a,mente u na sollevazione dei cos:1·cchi del Don. Riunì in un solo co,-_ po tutte le leggi delle p rovincie russe e Ìe .fece p ubblicare sotto il titolo d i « Ulagen ié » . Dal secondo ma1rim ou io ebbe tra gli alti-i figli P ietro il Grande .

Alestra (Laureato) - Patr iota s iciliano, n . e m. :i. Trapani (1830- 19 13). Aveva par tecipato alla spedizione

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siciliana in Calabria ( 1848), distinguend osi nell'attacco di Castr ovillari dove !l'asse in salvo sulle robuste spalle un e.annone. sotto il fuoco ncnn co. Preso prigioniero stette carcerato a Nisicla e a Favignana con suo fratello Marco, il quale vi morì. Nel 1860 fu a crupo del moto del 6 aprile a Trapani; r iuscito a fuggire, riparò a G enova il 7 mai!;lgio e partì con la « Retroguardia dei :Mille" •comanpata d all' A,gnetta, sul vapore « L'Utile ». Fece tutta la campagna e vi raggiunse il, grado di maggioré.

Alette. Ciascuno d i quei 6gonfiamenti metallici messi ai lati o alla 1b ase dei proiettili ogivali, af.6.ncJ1è i i 'Proiettile stesso entri sforzato nella canna, e insieme corra :Per tutte le curve della rigatura . - Diminutive d i Ala. nelle opere di fortifi<:azione. - A ., le spor genze taglienti ai lati, e dopo la pun ta, delle frecce. Anl., le due ,piccole ,piastrine <li ferro fissate negli schioppi allo scudo elci guardannano, fra le q ua li impernia.vasi i! grilletto. Alette di ~ollio (Mar.) . .Sulle navi da guerra è di capitale in;portanza assicu,-arc la stab ilit à di p iattafornnc anche con mare agita to, per poter impiegare le artiglierie . Mezzi per ottenere ciò sono : le a lette di rollio, le casse antir,u\lanti, gli stabilizzatori giroscopici. L e a lette <li rollio sono la,miere opportunamente irrobust ite clk si applicano al fasciame esterno della nave nei p unto di maggior curvattt ra e che si estendono per circa la metà dello scafo nella ,par te cen trale ed i11 senso longitudinale. Sporgono di 0,90-1 metro, nelle grandi na~·i, e l'effetto cli smorzamento d i rollio è notevole per la resis;enza che oppongono alle o,,çillazioni trasversali, mentre pochissima resistenza oppongono per contro al movimento di traslazione della nave, facendo cosi perdere assai poco in velocità.

.Alexander (Giacomo Edoardo). Generale inglese ( 1803- 1885). Entrato giovanissimo neH'esercito inglese, serv\ nell'Ind ia, al Ca.po, nel Canaclà, facendo ie campagne del Bw,mah, .:lella Pers ia, della T ur chia e t)uella con tro i Cafri. Fece •par te di una spe<lizione nell'interno dell'Africa e d i un'altra nelle foreste del NuoYO Brunswick. Coma1rclò i l 14° r cgg. nella guerra d i Crimea; partecipò anc;.he a.Ila guerra colon iale nella N uova Z.elanda. Colormello nel 1858, maggior generale nel 1868, luogotenente generale nel 1877, fu promosso generale .nel 1882. Scrisse .parecchie opere cli viaggi, un libro dì « E,pisodi della vita di u n soldato l> c u na « Vita del Duca di Welling ton». Alexandre (Arsenio). Letterato e critico d'arte francese, nato a Parigi nel 1859. Ha colla.borato a parecchi giornali e riviste ; oltre a molte , a ltr e o.pere nel 1889 pubblicò una << H istorre de h, pei ntu1·c militaire >>. Alexandroff (Teod_oro) . Capo d i bande- Macedoni, assertore tenace d ell'irrdipen<lcnza della ::VIacedonia. A Ila sua abil ità come comandante nelle guerriglie e a l suo c ora.ggio, univa anche sen no politico. Nel 192-1 strinse accordi col Governo bolsccvko di Mosca, ottenendo assicurazioni ,per l'up ità e l'in<liipendenza della Ì\facedonia nella Federazione b-aka.nica sovietistic;,_, ideitta a Mosca, Nello stesso anno, veniva assassin ato dai suoi· avversari, ii, quell'epoca in cui l'assassinio politico iu Macedonia e nella Bulgaria fu molto frequente . Alexandropol. Città fortifi<:ata d cli' Ar menia rus-

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sa, syJJa strada mli. ,da T ifl is a Kars, detta G1w1ri dai T u.reni. )\Te! 1828 un co1vo turco comandato da Ab<li Pascià v i pose l'assedio, dopo d i a,vere respinta la guarnigione russa che gli s i era fatta incontro . Ma il generale Bebutov accorse verso A ., e i Turchi s i affrettarono a ritirarsi ; in A . i russi d i Bcbulov posero i loro quartieri invernali. Abdi pa$cià fu tradotto davanti a un ~onsiglio di guerra e condannato alla degradazione e a quattro -ann i di fortezza.

Alexeiev (E11.g enio-h•an'oi,frh). Ammirag.Jio russo, n. nel 1843. Fece la sua educazione tecnica neJl'accaciemia navale di Pietroburgo e salì rapidamente ai grad i più alti d ella carriera m ilitare. N cl 1884 fu nominato addetto nava·Ie prC$so !'.ambasciata russa a Parigi e nel 1892, poco dopo il suo r itorno in Russia, veniva. prornosso co...1trammiraglio e nominato sottocapo di Stato Maggiore della Marina. Occupò questo ufficio per tre anni e quando scoppiò la guerra fra il G ia.ppone e Ja Cina, volendo la Ru~sia mandr,re una squatlrJ ne l Pacifico, ne a.ffidò a lui il comando che la.sciò due ann i dopo, per prendere, in segu ito a pro1nozione a vice a.n1miraglio, il cornando in capo del la squadra del ~far Nero. Appena però cominciò la sollevazione dei boxers, A,!exeiev fu r ichiamato a co,11andar le forze na,v ali russe del Pacifico, e ricevette in pari tempo il comando in ca'J)o e ·l'alta direzione delle operazion i militari nel Ciuang Tung. Infine nominato aiutante di c ampo generale del!' imperatore e quindi amm iraglio sul prinòpio dei 1903, nel luglio di qud1o stesso anno Alexeiev ricevette il titolo d i luogotenente dello Za.r, vale a <lire di -vicei-è dei ·possedimenti russi nell'Estremo O riente. In tal modo si videro riuniti nelle sue mani il comando in capo delle forze m ilitari e navali e la d irezione dei poteri civili della regione. p.,,· questa si tuazione egli ebbe fi.n dal prindpio l'alta direzione delle operazioni militari e mwali della guerra russo-giapponese, ma rinu nziò alle funzioni di luogotenente dello zar, a·ppena il generale K uropatkin iu nominato coma.ndante i.n capo cieli' esercito della Nian<: iuria.

Alexeiev. Generale russo, che iniziò la carriera miJit1rc prendendo paTte alla.. guerra del 1877-78 come t1fficialc subalterno. Terminata la guc1·r a, nella quale aveva raggiunto il grado cli capitano, entrò nella scuola di guerra (( Nicola » e ne uscì con note ottime, tanto che avanzò rapidan1cn te nei gradi n1Ì··

!ilari. Scoppiata la guena. contro il Giappone, vi tenn e la carica d i quartiermastro generale, e, dorn Mukden, quella di capo cl i

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S. M. della III Armata. Nel 1914 veniva nominato capo di ,S. M. Scoppiata la .rivoluzione fu tra q uelli che consigliarono l'abdicazione allo Czar; egli firmò il permesso della costituzione dei Consigli dei so ldati nell'esercito russo. Ebbe il comando supremo dell'esercito, li.no alla cadu ta del governo democratico. - Un altro generale Alexeiev fu, duran te la guerra mondiale, prima capo di S. lvf. di corpo d'annata, e poi quartiermastro generale del fronte nord ovest.

Alexinatz. Cittic d ella Scr,bia, alla confluenza. de!Ja l\'.foravitza nella Moro.va, sulla strada Bclgrado-Costar.tinopoli. Battagiia di A . ( 1876). Durante la guerra serbo-turca, r eserdto seDbo comandato da Cernaieff, abbandonata sui IJ)rimi di agosto la linea del T imok sotto la p ressione turca, si schierò sulla Morava facendo pe,rno della ,propria s ituazione militare su Alexinatz. Quivi respinse va.d assalti dei Turchi durante lo stesso mese. 11a, il 1° settémbro i Turchi, comandati da A:t.,.. duJ Kerin1 pascià, avanzarono con grosse for7,e i11 varie -direzioni ,contro le Jinec serbe, minacciandone l'aggiramento. I serbi a,·evano costruito una lunga serie di trincee rafforza-te con ridotte davant i ad A.; le trincee dal fondo valle salivano a destra e a s ini.,tra, a semicerch io, sulle coiiine. 72 pcz<>i <l'artiglier ia erano in pos izione, specia lmente sulle ridotte, e 12 batterie da campagna erano state collocate nei punti r itenuti i più vantaggiosi. La ,battaglia s i iniziò alle 9,30 con un duello d i .irtiglieria durato fin verso mezzogiorno. A quest'ora le fanterie turche avanzarono e ingaggiarono con le fanterie serbe un'aspra lotta che durò fino a sera. I serbi, battuti, lasciata una guarnigione ad A., si posero in ritirati verso Deligrad, inseguiti dai turchi, che li .fulminarono a breve distanza con le loro artiglierie rnpidamente portate avanti ,per mitragliare i serbi in ritirata.

Dal 19 al 2 l ottobre i Turchi assaltarono ancora A .. bombardandola, e tenta.ndo azioni diversive in parte contenute dai Serbi, e in 1)arte no. Finchè, il 29 del detto mese, l'assalto contro A ., p receclulo dal bombarda,mento, assu nse tale violenza, parallelamente alla perdita delle posizioni importantissime di Juniska e di Trubo.rcvo, che il gen. Cernaieff fu costretto a ordirnue lo sgombro della piazza, che a vvenne il 30; il mat tino suc,essivo vedeva entrare i Turchi nella contesa città.

Alfaraz. Locail ità della Spagna, in Aragona, a noni d i Lerid-a, sulla Noguera. I. Combattimento di A . ( 13 .novembre 1809). Il Col. Rubert, a.vendo saputo che un corpo spagnuolo era partito da Lerida verso nord, mosse il 13 novembre 1809 su i\lfaraz, ove riuscì a forzare il ponte cd a passare la N oguera inseg-u endo poi i f.u-g giaschi, che raggitm,c a Lascuar infliggendo loro forti perdite. II. Combattin1c1tto d'i A . (9 di·cembrc 180')). Nel d icembre, a.vendo le truppe spagnuole del Tifake occupato Lerida, Tarragona e Tortosa, il maresciallo Suchct ordinò a l col. R obert d i fare una. ricognizione sulla N oguera; il R obert giunse il 9 dicembre sulle a lture di A1faraz .ove incontrò 1200 spagnuoli, cu i ~i erano riuniti gli abitanti di Almenara, e li attaccò ob-

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bligandoli alla riti.rata, d opo a,ver loro inflitto r ilevanti perdite.

Alfier e. Grado di miliz ia, ed è colui che porta l'insegna. I romani lo chiamas-ano A quilifer, ed egli portava l'aqu ila, insegna principale della legione romana ; le altre ins<:gne, minori, erano por tate dai draconari, dagli ·immagitti/eri, dai mawipola·ri. - :'.\elle milizie italiane med ievali e de'll'evo moderno, e a nche in mi lizie d 'a ltre 1~zioni, A . ·era il titolo e grado d i chi portava fo stendardo delle m iliz ie ; a i tempi d i Eman uele F iliberto l'A. aveva un a scorta d i 10 alabardieri e 10 picd1icr i. Ed era iu ciascuna ,con1pagn ia chè fino a l XVI II s~-colo inoltrato ogni compagn ia el>be la bandiera. A. era sta to pure titolo e gra.do d i ufficia.le, di fanter ia, di caval'leria o di 111arincria.t sen1i~;·e minore di capitano. Oggi dicesi Portaba.,ulicra (v .) . Il grado gerarchico di A. n on 1Pare ante• cedente al sec. XVI; Secolo XVI !'A . aveva grado d: L uogotenente; sosti. tu i va a·l b isogno il ca,pitano della compagnia ; era, accompagna to d al Portainseg,ia, che g li reggeva la ban d iera., come dkc il ,Cra,ssi, " ne' cammini e per tutto dove l'on ore d ell'Alfiere n on l'obbligava ,a ,n1anegginrla e a d ifenderla <la sè; nelle ba.naglie e negli scon tri di ogn i maniera l'Alfiere dei cava.J:i, come quello dei -f anti, tenevano l'insegna ina,berata, n Ht questi con la mano sinistrn., impugn ata con la destra. la spa-da per combattere; r altro piantata ne l cal~uolo della staffa ed appiccata al fianco destro con 'Cinturi110 o caten ella, combattendo anch'egli cop la spada, qua.n do gli occorresse. In queste fazioni il rompere l'a·s !a della ,bandier a. o dello st~ndai,do sopra i n em1c1, ritirandola rotta, era bella ed onorata p rova; l'abband on arla viltà. Verso la mc.. tà del secolo XVII questo grado andò fuori d'u so nelle cavallerie, ove sottentrò il CorSeoolo XVII netta. D urò assa i p iù tempo nelle fanterie, e non venne a bolito se non quando le compagnie scemate di n u mero n on ebbero p iù in segne, e quell'unica. d'ogni battagliolle e IJ)Oi d i ogn i reggimento venne data ad un Porta insegna o Banderaio, con ·grado d i Uffizia1e o Sottu ffiziale J>. Il gra.do di A . esiste p u re p resso alcuni dei prin ci1

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pali eser citi europei, tra cui quello genna.nico. Nell'esercito german ico gli allievi u fficìali dopo il p rimo corso' dcLle scuole d i arma, vengono 11ominati A . (Fah r1rich); alla fine de l secondo corso delle scuole di anua gli A . vengono promossi primi ;J. (Oberfahnr icl,) e mandati ai corpi ove dopo tre mesi di servii;io possono conse-

5uire ·Ja. nomina a. sottoten ente se diohiarnti idonei. P rima della guerra, ,1ell' esercito gen nanico esistevar...o

due specie di A. : quelli onoraTi (Charakteris iertc F almr ich), e quelli effe:tivi (\VirkliC!he Fahn1·ich). I primi era.no giova·ni aspiran ti al:a carriera militare i quruli conseguivan tale qualità. in seguito See-0!0 XVIII ad esame, dopo aver fr equentato con buon esito akuni corsi p resso la scuole. militare dei cadetti (a Cross L iohterfeJrde); ciò fatto venivano mandati a.i corpi per un periodo d i sei mesi, allo scopo di conseguire il certificato di idoneità a l serv izio, ottenuto il quale erano, per decisione sovrana, n ominati A . effettivi e potevano essere a,n unessi a frequen tare una delle scu ole d i recl-utamento degli ufficia li ( K ricgsschulen ) per •con segu ire il grado cl i sottotenen te. - Pres$o l'esercito dell'ex impcr-o austro-unga,·ico, gl i A . oocupa,vaqo il primo ·posto della gerarchia, dei sottufficiali, ~n a tale ,g rado era del lu tto transi torio, poichè i giovani ohe lo rivestivano erano destinat i a di,yenire tosto ufficiali.

Alfieri (Catalano). Generale piemontese del secolo XVII, 111 . n el 1672. F ino dalila 6'l!errn di Candia avcv:1 d a to prove di valore e di coraggio, ma fu nelle gucrr,, del P iemonte, e $pecia lrnente n el 1658 riconquistarnlo la p,jazzaforte d i Trino contro le a rmi spagnu ole, rhe il s\10 nowe cli,•cnue celebre. Cai·lo :Emanuele, dopo averlo insignito del Collare d ell'Annunziata nel 16i2, nella -g uerra contro Genova, gli affidò il c,omando dell,, tru ppe che s i erano radunate ii Saliceto per muovere contro Savona. Sorta 'grave d iscord ia fra lui ed il marchese d i Livorno, c omandante della cavalleria, il comando supremo fu affida to a Gabr iele di Savoia e l'Alfieri vemle lasciato a custodia della. valle d i Zuc ca relìo, dove, sopraffatto , da l numcrn soverchian te de i ncmi,ci, dovette arrendersi a d iscrezio11e al generale R istori ge• novese. Accusato di tradimen to fu sottopos to a consiglio cli guerra. e condannato a mor te, .ma l'età avanzata. e il dolore d i esser condannato ingiustam en te lo uccisero p rim a che venisse il giorno del'la esecuzione . T re ann i d opo la. s ua morte, rivedutosi il processo, venne riconosciu.to innocente ed i suoi ac<msato11i furono esemplarmente puniti. Giovann-i B attùta A lfieri. Generale piemontese del ~ecolo XVIII, n. d i Asti. Percorse la ca rr iera .mii. nei rcgg. Vercelli, Mon dovì, L a Regina, Fucilieri e p res-: parte alle guerre deJ.la sua, epoca. Nel 1745 con una sch iera di volontar i sorp rese i magazzini dei franco-


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spagn uoli a Vent-imigl ia cd abbniciò quanto non poté aspor tare, arrecando a l nemko un danno cli tre m ilioni; ne fu compensato col gra<lo di colonnello. Nd l 757 fu <promosso maggior .generale; nel 1758 venne ,;o1ninato governatore di Cuneo.

Cesare Alfieri. Generale, n. e m. a :i',,lilano ( 1825ì 900). P rese pane alla campagna del 1848 co'n1e soldato volontario nel Cm,po. degli Studenti Lombard i al sel'vizio del Governo ,provvisorio d i Lombard ia e nel 18-19 ,partecipò a lla rnmpagna per la difesa di Romct col grado d i Tenente al servizio d el Governo della R~pubblica Romana. · Abbandonò •il servizio m ilitare alh restaurazione del Governo P on tificio (2 luglio 1849), e lo riprese nel 1859 come Capitano del CoTpO Cacciatori delk Alpi, r imanendo ferito nel combatt imento di Varese (26 s11aggio 1859) e meritandosi in tale azione la \Cnedaglia <l'a rgento al vafore. Prese p arte col gr ado di Tenen te Colonnello alla campagna del J866 e nel 186$ fu promosso Colonnello reggendo successivamente il Coman do cld 6S0 e del 4° Regg. faJ1teria. :M aggior generale nel 1878, comandò la XTV Brigata .di Fanteria e la Briga.ta Bergamo . Cdllocato in posizione ausiliaria ( 1882) e poi a riposo (1890) raggiuns,} nd 1895 il grado di Tenente Generale nella riserva.. FiliPJ>o A /fieri. Generale, 11. a :Milano m. a P orto Ceresio (1848 - 19 17). Prese pa1·te col grado d i Sottotenente di fanteria alla campa.gna del 1866 e raggiurlse ·il grado di CoFilippo Alneri lonnello nel 1899 al comando del 74° R egg. di F an teria. Collocato in pobizion e aus iliaria nel 1905, fu promosso nel 191 1 :Maggior G cnera le nella r iserva. Vit'torio Alfieri. Gcnera,lc, n . a Perug ia, rn. a l\1Iu$estre (Treviso) (1863-1918). Fu uno dei più distinti Generali d ella Guerra mond ia le. Sottot. d i fanteria nel 1881, entrò nd l 889 nel Corpo di Sta to )..faggiore d isimpegnando brillantemente funz ioni in1porlan ti

presso i Comandi ,più elevati, e nel 1900 fu chiamato a 1·eggere la catted ra d i logistica .p resso la scuola di guerra (19001905). Promosso Co'lonnello nel 1903, f.tl nomi nato D irettore Capo di Division e al .Min istero delle, Guerra ( 1908- 19 11) ed ebbe quindi il Comando del Corpo d i truppe coloniali della Somalia Italiana ( 1911-1913), confel'll1an<lo in questo periodo le sue, ·brillanti qualità di organizzatore e cE Coman dante. 1-Iaggior Genera le nel 1914, comandò per breve p eriodo la Brigata Brescia e fo presto richia mato al Ministcm della Guerra con le funzioni di Di-

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rettore Generale. Scoppiata la Guerra mond iale ebbe la carica di I ntendente Generale del!' Eserc ito (24 !uglio J9l5-10 ap,rile 1916), provvedendo con gen iale chiarezza. di vedute e con fertilità d i risorse alle vaste e complesse esigenze 'dell'Esercito operante. Promosso Tenente Generale ( 1916), rkop,·ì le cariche d i Sottosegretario <li Stato alla Guerra e alle Aimi e :M\lnizioni e di Commissario Generale per gli approvvigiona.menti (1916-1917), e nell'ottobre 1917 fo ch iama to a reggere il Dicastero del·la Guerra. Anche ;,, quest'altissima carica ed in u n periodo panico!armente difficile della vita nazionale Egli portò quella fede serena ed operosa e quell'instancabile e gen ia le attivi'.,, che caratterizzano t,utl a. la su; opera. Ritor.nato ne ll'a pdlc 1918 in zona d i operazioni, ebbe il Comando J~l XXVI Corpo :d'Armata col quale partecipò alle a zioni del giugno e dell'ottobre 1918 su l Basso P iave, fi:10 :, che una malattia inesorabile troncò imttJ1aturamente la sua opera d i comandante e di soldato. F u nominato Senatore del Regno neil 1917. Fra le sue pu bblicazioni r icorderemo gli « Studi comparativi sugli avamposti negli eserciti tedesco, francese, russo, austro-ungarico i,.

Alfonso I (il Cattolù:o). Re delle Asturie e di Leone, genero di Pelagio ultimo re de-i Visigoti. Nato nel 693, d ivenne re nel 739 e morì nel 757 . Battè molte volte i mori, cacciandoli dalla Galizia, da.I Leon e dalla Castiglia , e togliendo loro p iù di 30 città. A lfo1tso II (il Casto). Re delle Asturie dal 791 a l1'835. R iportò ,parecchie vittorie sugli arabi a i qua:i, nel 79 7, prese Lisbona. Fissò a O viedo la residcnz,t reale. Alfp,zso III (·il Grande) . R e d i Leone e delle Astu r ie da!ll'866 a.I 910, morto nel 912. Dovette sostenere aspre lotte <per le numerose rivolte dei gran di e di quelli d ella propria. famiglia. P rese a i mori Salamanca. e Coria e dopo h.mghi ann i d i ,guerra li costrinse ad u n tratta to per il quale a l)ui era a.ssicurnto il p ossesso definitivo d i una parte del Portogallo e dC'Ha. Vecchia Castiglia. i\ bclicò in favore del figlio Garcia per evitare la guerra civile, quando qu esti prese le armi contro di lui.

Aljonso V . Re d i Leone e d i Castiglia da.I 999 al 1027. Combatlè contro i mori e r imase ucciso da una freccia mentre assediava Viseu in Portoga llo. A lfonso VI. Re d i Galizia, deJ·le Astu rie, di L eone e i li Castiglia ( 1065-1109) figlio d i F erdinando I. Detronizzato dal Irntello Sancio II, ria.cqu_istò il trona a lla m orte d i questi. Combattè contro i Saraceni d i Spagna ai quali dopo sette anni di assed io prese Toledo che fece capitale del suo Tcgno. Venu ti gli Almora vidi d'Africa in soccorso dei musulmani d i Spagna, si un irono ad Alfonso, il re d 'Ara.gana SaJ1cio Rarnirez e Raimondo Beranger conte di Barcellona., per combattere il n emico comune. Sconfitto alli battaglia di Zelaca, A . perdette gran par.te dei suoi dominl. Continuò a gucrreggia!l'e contro i Jnori fino alla morte, causatagli d a l dolore 1per la morte d el figlio Sancio, ucciso alla b a ttaglia. di Uclez. Alfonso I (Enriq11ez). Con te e ,po( prhno R e di P ortog.allo ( 1109-1185). Dopo aver -vin to cinque re mm·i ~ lla battaglia d i Ourique ( 1139) fu proclama.tu re dai suoi soldati sul campo stesso e le Cortcs ed il papa gli


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confermarono- ta'le dignità. Con ti nuò le sue conquisti, sui mori impadronendosi di Lisbona nel l14i con l'a iuto di -una flotta d i crociati in viaggio p er la Terrasanta , e di Evora nel 1166 e si applicò a d organizzare il nuovo regno. Con l'aiuto •del re di Navarra invase il regnq di Leone avanzandosi fino a Badajoz, ma v into e fatto prigioniero, per ottenere la libertà dovette restituire a Ferdinando tutte le conquiste fatte e abbandonargli la Galizia. La vittoria riportata nel 1185 a Santarom sugli Almoravidi f.tt 'l'ultimo suo trionfo. Alfonso I (il Batt"a.gliero) . R e d'Aragona e cli Navarra (1104): R e d i Cast;g,Jia e d i Leone (U I0-1134) sotto il nome di Alfonso VI. S'impossessò di città. della Castiglia, ma gli furono r iprese da Alfonso VIII. R iportò p-arecchie v ittorie sui mori a i quali tolse Tudela nel 1110 e spinse contro gli Alrrnoravidi l'erniro di Saragozza Abdcl-Melik -contro il quale si i-ivoltò dopo la vittoria . Nel 1118 prese ai mor i Saragozza, e poi Cah..tayud, Daroca. Nel 1120 r iportò la splendida v ittoria di Cutanda. Nel 1125 c hiamato dai :'.\1ozara bi cris tian-i <l' Anchtlusia, saccheggiò i regni di Valenza, d i ::-.1urcia e di Gra nata. Nel 1133 conquistò M equ inenza e morì in seguito alla disfatta toccata davan ti a Fraga . l\on avendo figli lasciò il reame ai cavalieri di S . Giovanni d i Gerusalemme e del Santo Sepolcro. Alfonso VIIl. Re d i Castiglia, di Leone e di Galizia (1126-1157). Riprese al re d'Aragona a'l-cune città che que~ti gl i aveva tolto. Battè ,p iù volte i mori, ad Alb,tcete cd altrove, e si -proclamò imperatore della Spagt1,t. Morì ne l 11S7, dopo di avere guadagnata sui mor i ia battaglia di J aen. Alfonso I X (·i l Nobile) . R e d i Castiglia (J154- t2l•\). Fatt.isi restituire i territor i occupati, durante la sua ,,tit 1ninorilel dai re di Leone, di Navarra. e d'Aragona, ingrandì i suoi Stati con i-I duca to di G uascogna ed en trò in a.spra lotta coi mori. La grande invasione degli Almoadi avvenuta n el J 194 e .Ja sanguinosa d isfatta dei Castigliani ad Alai-cos nel 1195 misero la Spagna su'll'orlo del precip izio; rna la rivincita che Alfonso si prose n el 1212 alla b attaglia d i Tolosa, portò un tale colpo \lll"a dominazione musulmana in Ispagna che non se ne potè più r iavere. Ingrandì ancora i suoi dom ini con le provincie di B i~ca,glia e di Guipuzcoa tolte a l ~ re di "Navarra e con parecchie p iazzeforti conquistate sugli altri sovr:mi spagnuoli al'leatisi contro d i lui. Alle sue qua lità militari univa un vivo amore per le lettere e le scienze e nel 1208 fondò a P alen cia la prima u!l ivcrsità cl i Spagna. Alfonso Il. Re <l'Aragona (1 162-1196). Portò la guerra in Ì'rancia, e riunl il Rossiglione e il Béarn ai suoi Stati. Alfonso ]I (·il Grosso) . R e 'd el Portoga.llo, n. nel 1134, salito al trono nel 12 11, rn. nel ·1223. Battè pili volte i mori, e la più importante delle sue vittorie è qudh di Alcazar"do-Sal. Alfo11so III. R e di Portogallo dal 1248 al 1279. Con quistò ~u i :Mori !a 'J)rovincia dell' Algarve. Alfonso X (il Sa-;;io). Re d i Leone e d i Castig lia (1252-1284) . Nel 1282 fu -cacciato <lai trono p er opera

d i Sancio, suo figlio. Scrisse una storia delh S pagn,,.. Nel 1260, volendò creare una p iccola marina da guerra, si r ivolse ai Genovesi, i quali lo aiutarono nell' in-

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tento . Il re castigliano nel suo famoso codice « de bs Siete I'artidas >>, in una J)arte che riguarda la mar ina da g-ucrra, come ricorda. il Randa.ccio1 scriveva : << La guerra per ma re è una •cosa d is-perata e assai p iù p<:-

ricolosa che la b'llerra terrestre: coloro che la fanno, devono : 1• conoscere il mare e i venti; 2° avere navi sufficierÙi, -b en provvedute d'uomini e di vettovaglie; .i" non d ifferire mai ciò che devono fare, e profittarP. del tempo e del vento, ·perchè il mare non ritarda nè aspetta ; 4° essere ben comandati e di&ciplina,ti, perocchi: se i soldati di terra devono esserlo, tanto più quelli di mare d1e ham10 i venti per freno, e non possono scendere d al •loro cavallo d i legno (Per foggi-r e. Dunque che ognuno sappia quello che deve fare, che non si debb,t dirglido iiiù d'una v-òlHc, e che pena detla di.sobbcdienz;:. sia la morte. Occorrono sulle navi p iù sorta d'uomini; l'a-mrn iraglio cl1e è la guida dell'armata ; i comiti ,,he sono i capitani delle_ ,ga:lce; i,,,t>iloti o noç,ehieri che conoscono i ven ti e i ·µort i; i marinari per obbedire a loro; e sol'd ati per combattere in coperta ( sabra saliente.<) . L 'ammiraglio, prima della sua elezione, deve passare la notte in veglia n ella chiesa, come per essere eletto cavaliere, e il mattino seguente, vestito cli ricchi abiti di seta, si presenterà a l re che porrà nella destra di ,lui un aneHo e una spada, in segno di potere, e nella s inistra uno stendardo con le armi reali; egli dovrà giurare che affronterà la morte in d ifesa della fede e del suo signore, e per il bene della patria . I com i(i devono essere nominati dal re, o per ordine di lui, e l'aimmiragl"i"o non può in fligger loro pene cor porali o che tocchino i ,loro beni. Chi vorrà esser fatto comito, esporrà i suoi titoli a l re, il qllale (o per lu·i l'ammiraglio) c hiamerà <lodici uomini che conoscano il mare. e farà loro -giurare che il richiedente è degno d'essere eletto. Dopo di che egl i sarà vest ito d i abiti scarlatt i, gli si darà un pennone con le armi reali, e s i condurrà sulla sua galera a l suon delle · trombe: ed egli avrà. diritto d i comandare, e di giudicare le controversie sulla sua n ave, salvo appello a'll'ammiraglio od al re se è sull'armata)). Alfonso XI . R e <li ):,eone e di Castiglia, succeduto a l padre Ferdinando nel 1312, m. nel 1350. Fu in lotta prima contro AJfonso IV de l Portogallo, e poi con: ro i mori, aiutato dai re di Aragona e d i P ortogallo. Invano tentò daw:,rima di rendersi pad rone dc'! ma re, per impedire che i mori del continente ricevessero rinfo:·zi dall' Afrirn; il suo ~mmi.raglio, e qu ello d i Aragona, furono scon fitti completamente. Rkostituita ,la f•lotta, le condizioni della ,guerra mutarono. Alfonso battè i mori che avevano a.,seclia10 Tari fa ; il suo n uovo ammira - . glio, il ,genovese Boocane:gra, sconfisse le navi degli infedeli sul mare; J\llgcsiras fu d a A . assoo iata e presa; il re -morì d i ,pe~te mentre assediava Gibilterra . Alfonso I V (·i l B ravo o il Oiu.sto) . R e del Portogallo dal 1325 al 1357 . Creò una flotta portoghese, e ne diede il comando a l genovese P essagna, ma questi fu vinto dalla ·f lotta d i Alfonso XI di Castiglia a l Cai:,o San Vincen zo; tuttavia Alfonso IV nel 1341 aveva gi,ì. ricostituito fa sua flotta, e, fatta la pace col re di Casti.glia, lo aiutò a vincere i mori a T arifa. Alfonso IV (;l Bonario). Re d'Aragona dal 1327 al 1336, figlio di G iacomo II. Guerreggiò contro la repubblica d i Pisa per il :possesso d ella Sardegna, La guerra cominciò nel 1324, mentr'egli era ancora !'I n-


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fante di Spagna. Al coman<lo <li u na grossa flot ta, prese terra n el Golfo di Pa!fmas, cd ebbe per alleati subito il Giudice di Arborea e la città di Sassari. Asse<liò il presidio 'J)is2no <li Iglesias e lo fece capitolare; passò poi all'assedio di Cagliari dove ormai s'erano ridolli i pis~.ni e nell'autunno del 1325 lo portava a compimento; la Sardc~na venne così in possesso della casa d'Aragona. A1fonso ebbe il suo regno tra.\'aGliato da lotte intestine. Alfn11so V (il ilfognani1110). Re <li Aragona, di ~apoli e di Sicilia, salito al trono nel 1-116. m. nel 145S. Continuò la guerra contro genovesi, già iniziata dai padre Ferdinando, e pr ese ai rivali Calvi nel 142 !. ma non riusd a conquistare Bonifacio, e, perdut.1 la. stessa Ca lv i, si ritirò in Sicilfa. "1"el 1-135, pe-r irnpa<lronirsi del Regno di Xapoli promessogli da Gio• vanna lI, a lla morie cli questa pose il blocco a Gaeta, ma ,·inta la sua fln:ta dall'ammiraglio genovc,e Uingio Asserrto al soldo di Fi!;ppo Maria Visconti, fu fatto prigioni•!• ro. Riuscito a trarre dalla sua parte il Visconti, o,tenne la -libertà. e fece alleanza con lu i. Dopo tan ti sforzi nel 1442 potè occupare il regno di X apoli e nel 1-143 ne ottenne la. solenne investitura dalla Santa Sede. La generosità <limostrata e le beneficenze fatte durante il su o regno, gli valsern il soprannome <li i),faf(11a11imo. AIJ011s0 V (l'.-lfrica110). Re del Portogallo, n. nel 1432, m. nel 1481. Xel 1457 passò in Africa con una. flotta. considerevole e dopo una serie d i battaglie sanguino~e ,prese Alcazar Se,ghìr nel 1458 e Arzilc e Tangeri nel 1471. )Jeno fortunato in Ca.stiglia., il suo e5er• cito fu di.,;;fatto da Ferdinando il Cattolico a:lla battaglia <l i Toro (1476). F u a.i11an te delle lettere; fondò a Coimbra la p rima bi'l:lliotcca del Portogallo. I stitul l'ordine dei Cavalieri della ~pada in occasione delle sue imprese in Africa.

Alfon so II. Re d i ::\'apoli, :figlio di Ferd in ando I, n ipote di Alfonso V rn. nel 1494. Quand'era D uca d i Calabria, fu inviato ne'! 1469 con 5000 cavalli, 2000 fanti e 400 bale-srrieri in aiu 10 •\ di R obcno :Vlalatesta che combattova contro il papa Paolo II. Xci 1478 combattè contro i Fioremini: loro p,·esc la Castcllina, l: battè nell'anno seg,.1cnte 'l Poggio imperiale e pre,;e I / 1. ., altri castelli. Nel 1480 si ; --i·r, proclamò s ignore cl i .Siena . L 'anno seguente era a ll'ast._, sedio di Otranto e il 10 ,ettembre la costringeva a capitolare. Qu indi pa rtecipò alla guerra che F c<lerico duca d'Urbino condu-

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ccva in difosa d el d u<:a. d i F errara con tro molti ncm1c1, fra i quali il Papa. E Alfonso entrò n elle terre della Chiesa, prendendo vari Castelli, ma fu battuto a Cam• pomorto da. Roberto :\Ialatesta, avvcrsario del duca di Ferrara . N cl 1483 fu nominato ,generale in capo delle forze della Lega conti·o i Veneziani, creata dal duca cli )li!ano e dal marchese cli )Ianto,·a., ma condusse la guerra senza lode, limitandosi al saccl1eggio di borgate. Nel 1494 successe a l padre s ul trono di :\f,q,oli ; ma, sopraggiunto Carlo VlII, abdicò a fa.vo,e del figlio Ferdinando II e :si ritirò in Sicilia dove mori. Alfonso (di Ferrara). V. Este.

Alford. Città della Scozia, a 40 k m. da Aberdeen; il 2 luglio 1645 il m~rchese di )Iontrose, generale di Carlo I re d'Inghillerra, vi sconfiggeva i ribelli scozzesi condotti da Roberto Baillie, a•ppartcncnti alla Le• ga detta « Covenant ». Alfredo (il Gra11de). Re anglo-sassone di Wcssex, nato ncll'8-19, mosto nel 901. X cll'871 quando prese I,, coron a <l'Inghilterra, questa era in grande parte sottomessa ai danesi. I n l011.1 con loro Alfredo fu dapprima ,·iP.tO e ridotto a mal partito, ma poi r iuscì a equipaggi:u·c una flolla con la quale sb:uagliò uc volte le piccole navi danesi, quindi, per terro, lì sconfisse nella battaglia di .Eddington (8i8) e col trattato di Wodrno_re seguito alla \'ittoria, l'Inghilte·r,ra fu d ivisa fra il re di Danimarca e quello di W csscx. Londra rimasta ai danesi fu conquistata nell'886 Da allora Alrrc<lo s i applicò all'ord inamento dello Stato: rafforzò l'cser-cito, dandogli una organ izzazione solida e naziona le, creò una marina militare e una marina n,ercantrle, diede autoritìt alla giustizia. Protesse le lettere e s i circondò di uomini dotti cd egli stesso compose alcw1e opere, Ncll'893 essendosi r ipetute alcune invnsioni scandinave le ributtò <:on successo e sottomise i .gallesi alleati dei danesi. Passò gli ultimi armi dellt vita in tranquillità . A l fredo CaJJPellini. Cannon iera corazzata in ferro, varata nel 1868, rad iata nel 1875 : dislocamento 642 T.; macchina 70 HP. A I/redo CaJJpellini . ):fon itore, en tra to in servizio il 28 aprile 1916, peroduto il 4 dicembre 1917 al largo di Senigallia, durante 'Un fortuna'le. Era armato con una. torre contenente due cannoni da 381-40 ed aveva preso parte a numerose azioni d i fiancheggia.mento dell'esercito, qperando nella fagu na di Grad o, giunge ndo n ei suoi tiri contro le truppe anersaric fino ai d into:ni immediati di Trieste.

Algarotti (Francesco, conte). Scienziato e scrittore italian o, n . a Venezia nel 1712, m. a P isa nel 1764. Era legato da intima amicizia con Voltaire, il quale lo chiamava <l il suo caro cigno di Padova». Risiedette in Francia, in Inghilterra, in Russia e in P russia, dcn~ Federico lo accolse in Corte, creandolo conte. F ra le sue opere numerose su ,•arii soggetti s i trorn: « Lettere


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e discorsi sul la scienza mi litare l>, Venezia 1762. Quest'opera fu ristampata a Livorno nel 1764 e a Venezia nel 1791. Dal pm1to di vista uni i., si tratta di cose superficiali; ~uttavia le 20 lettere al principe Enrico di Prussia sulla scienza militare del Machiaveili ebbero il meri to d i far conoscere all'estero i.I Machiavelli, come primo nostro grande surittore m ilitare.

Algeri. Ant. città (forse là romana Iwsùnn ) wpol. dcli' .I\lgeria, for tificata. A'J)parte11nc, col regno dello stesso nome, a :i>{icipsa, a Giugurta, a Massinissa, a Giuba, a Siface, ecc.; 'J)Oi ai Romani . I Vandali la tennero dal 429 a l 534. La conquista d i A. da parte degli araibi è del 690 ed essi ne fecero un wmutissirno centro di pi ra ter ia nei secoli seguenti, u nendo a Ila felice ç:osàzion e della città opportuni lavor i di for tificazione. JI porto era r iparato da \10 lungo molo fortificato (ai tempi del Barbarossa v'erano i n posizione 170 ca~moni) e le colline guarn ite di forti dom i nanti i l porto. Altr i fort i e r obuste nìdra. proteggevano la città dalla parte d i terra . G li ara,bi ,ch iamarono A. la «guerriera>> e la « invitta l>. Il giudizio dell'ammir. Ruyter era che , l.

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doveva r itenersi ù1espugnabile. E che questo giudizio fosse esatto, lo dimostrarono gli infelici tentativi dell'eporn. Da Algeri prendono il nome molti trattat i, conclusi con va.rie l'otenze, rna sempre violati per la malafede congenita n ei corsari a lgerini. Con la Francia. ad esemn io, ne furono •conclusi n el 1628, nel 1666, nel 1689, nel l i84, .nel 1801, nel 1819. Ha anohe i l nome di Trattato di Algeri quello quivi concluso tra Francia e Mar occo dopo la lba.ttafjlia d i Lsly (1844).

I. Battaglie di Alger-i ( 15 16-1518) . Pietro d i Navana, luogotenente del cardinale Ximenes, si era installato a Bugia, donde mosse nel 1510 contro A ., ottenendo che la , oittà ven isse a patti e s i ,im pegnasse a pagar tributo al re di S·pagna, e a non armare più navi per la p irateria. (Questa promessa A . r innovò a varie PotenlX!, e non 111antenne, un'infinità cli volte). Jl ::'-l"avarra si risolse ad occupare gli isolotti davanti al porto (poi r iuniti con molo alla terra fer ma) e li fortificò er igendovi una torre e ponendovi un presidio ò i 200 uomini. G li algerini sopportarono per qualche anno questa incomoda v icinanza, ,m a in fine, decis i a liberarsene, c'hiamarono <lue fratelli corsari, nrno dei quali il famoso Barbaross.i, per aiu to. Gli spagnuoli alla loro voita, spe<lirono SO navi con 8000 sol'd ati, a l comando di

ALG Francesco De Vero; questi sbar cò le truppe presso A. e ten tò di prendere la città, ma, assalito da una moltit udine di arabi, venne completamente sconfitto. A ciò si .i ggiunse una tempesta in mare che fece affondare alcune navi, così che il De Vero tornò in patria con appena un quarto delle forze che comandava, tanto che venne messo a 011orte a -furia di ,popolo ( 1516). Il Ba,r barossa divenne cosl :padrone di Algeri, e si o ifrettò ad entrare in trattative con Solimano, sultano d; Costantinqpoli, mettenldosi ( 1520) sotto la sua protezione co! d ichiararsi vassal lo d ella Porta . La quale manci:'} ben6Ì un Pascià e un corpo di giannizzeri in A ., ma la sovrani tà ottomana fu soltanto nominale : il bey d i A. d i fatto fu un sovrano indipendente. F rattanto, nel 1518, la Spagna, che non s i era data per vin ta, incaricava il muchese di Monca.da, viceré di S icilia, d i ritentare l'impresa nella quàle il De Vern era fa llito. Il 17 d'agosto d i quell'anno il vicerè ent rava con la sua flotta e 7500 soldati da sbarco nella baia di Algeri. SbaTcavano le truppe' e p rendevano pos izione in una collinetta presso la città, ma arrivavano for ti soccorsi agli algerini, e (come già per il De Vero, come in seguito per Cado V) una tempesta. affondava 26 navi. E il :Moncada fu costretto a ritirars i in Sicilia senz'altro. II. BattagZ.ia di Algeri (1541). Cado V, volendo ann ientare la p irateria -ohe aveva i,l suo massimo e p iù •;icuro centro in .l\lgeri, si decise a compiere un grande sfor zo, ed ar mò una flotta della quale prese personai mente il comando, avendo ad latere Andrea Daria. Essa era composta di 75 galee e circa 300 navi. Delle galee 20 er,\110 genovesi, 25 s>pagnuole, I 2 napoletane, 4 d i nfalta, 7 romane. Queste ultime era no state concesse dal papa Paolo III ed affidate da lui a Virgilio O rs ini conte ddl'Anguil lara e ad O ttavio Fa.mese. L a flotta venne radunata nell'ottobre a i\1:aiorca insienw con le truppe <li sbar-co, 'le quali ammontavano a 20.000 fanti e 2000 cava.lier'i. V'erano 6000 tedeschi, 6000 spagnuoli ( compresi i siciliani), 5000 italiani, 3000 volontari. La stagione er~ inoltrata, tanto che Andrea Doria aveva sconsi-gl iato la spedizione, prc,ponendo di rimanda d a alla seguente pr imavera. Lo sbarco delle truppe presso Algeri avvenne in fine d i ottobre: a capo di esse erano i l duca d'Alba, Ferdinando Gonzaga, Ferdinando Cortez, e il Colonna, lo Spinola. il Men<loza. Compiuto lo sbarco, presso Capo :i.\-latifo, a . tre leghe da Algeri, le truppe s i avvia rono Yerso la citti, , men tre il Dor ia fiancheggiava con la flotta. dal mare. Comandava I' avanguardia, costiwit:i. dagli Spagnuoli, Ferdinando Gonzaga.; Car lo V col duca. d'A lba comandava il centro; Camillo Colo1111a veniva con gli Italiani nella retroguard ia. Gravi difficolù ebbe a so_rµortare il corpo dii spedizione, speci:i.lmem.: per i! freddo e ,per la pioggia che a.veva reso inserv iLili ]e rniccie degli archibugi: tu ttavia, fra continui combatt irnenti con gli a rabi, giunse iJJ vista della città, la quale era difesa, ,per conto del Barha.rossa, dal rinne-· gato sardo Assan Agà. Più che gli a;;salti degli a rabi, -per quanto audaci e vigorosi, il maltempo influì sull'esito della spedizione. lnfatbi scoppiò una fiera tempesta, la quale produsse . enormi dam1i alla flotta, sommergendo o lanciando sugli scogli una q uantità di navi : 15 galere e 140 navi and ar ono per dute, tanto che il Doria dovette r itirarsi presso il Capo Mat ifù col ri-


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manente della flotta. E Carlo V, impossibilitato a scalar le mura per l'energica resisten za, degli arabi, pei· il ,. fuoco in tenso che essi •poteva.no fare daJle mura medesime, .per •la stanchezza <le' ·suoi soldati, per la mancanza dell'ai uto della flotta, dovette r isolvers i a ord inare la r itirata . Da Algeri a Capo M a tifù egli lasciò 2000 morti su lla via, oltre a quelli -che aveva perduto combattendo : e per salvarsi dovette a l>bandonare salmerie e artig lierie, e servirsi per nutrimento dei ca vall i. Lottando a ogni passo, specialmente dove i :uscelli, divenu ti p er le p ioggie ita1.petuosi torrent i, interromptvano il cammino, i superstit i giunsero finalmen te a l Capo Ma tifù. Qui,,i poterono imbarcars i sulle navi de l Daria per ritornare nella Spagna, dopo un:i ma rcia 9pavcntevole sotto la ;pioggia e nel fango, con gli ara bi continua mente v igili a -dare molestia e a m~ssa•crare i ritardatari.

HL Bm11barda111e11to di Algeri. Nel 1655 un a flotta inglese, comparsa <linarui ad Algeri, vi conc!'lldeva u n tranato d i pace, con francb igia •per le navi di corn1i1<;rçio ; n1a i corsari non lo rispettarono. L'a1nm irag lìn Montagtt, nel 1661, <lopo di aver tentato di ottenere il r,ispctto del trattato mediante r imostranz,e, si decise ad agire: fece bombar<lare la città e i for ti ; qua.leuno di questi fu smantellato; sette vascelli turchi presi, ur.o affondato, uno gettato alla costa : ma le cose rimas<::.rn allo ~lato d i prima. I V . Bombardamento di Algeri (1 682-1683). Operato d a una flotta francese al comando del Duquesne. Comprendeva undic i vascelli, quindici galere, oin que galeotte e a lcune n av i minori fra cu i due incendiarie. Ti Duqucsne ( I 3 agosto) affondò le ancore molto innanzi per le g<Lleotte, le q ual i tonneggiandosi sulle ancore medesime iniziaron o il bornbar<la mento . I vascelli erano in linea p iù indietro. Al fuoco risposero 170 cannoni d al molo. Il

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3 sette mbre gli algerini tentarono con battelli armati d i raggiungere le galeo tte, ma furono respinti da i fuo.:hi incrociati. della flotta. Il 12 settembre l'ammiraglio francese salpava senza avere ottenuto alcun risultato positivo. Nel 1683, il 26 d i giugno, l'ammiraglio tornò con dieci vascell[ e sette ga leotte ad Algeri, e rip rese il bombardamento, d,,nneggiando gravemente la c ittà e continuando e.ner.gicamente, a intervalli, fino al 25 ottc-bre, giorno in cui tornò in patria dopo di avere ottenuto la lrberazione d i buon numero di sohia'Vi. Durante fil bo111'barda:mento, g li algerini, per vendetta, avevano a,tta ccato alla !boC!ca dei cannoni i,l console. francese e a!cw1i sohiavi della stessa nazione, lanciandone così ;barbaramen te le membra sulle na,yi, V . Battaglia d-i A lgeri (075) . A·ven<lo gli algerini tentato •di prendere il Penon de Velez. presidio spagnuolo sulla costa africana, Carlo III d i Spagna inviò per pun irli un:c grossa spedizione al comando dell'irlandese O' Relly, il quale ebbe ai suoi ordini 300 navi con 22 .00() Il. da sb:i.rco. L'8 luglio 177:'. si iniziava lo sbarco d egli spagnuoli, ma essi trovarono cli fronte a sè un enorme numero cl i arabi, concentratisi qu ivi da ogn i parte. O' Relly attaccò ba ttaglia, ma disperando di sconfiggere il nemico, <lopo 'POCO si ritirò sulla costa sotto la p rotezione delle n avi, abbandonan do al nemico i feriti e le salmerie. Imbarcati i soldati, e fu ventura che il tempo s i mantenesse buono e non gli facesse f aTe la fine ciel Dc Ve ro, del Mcndoza, cii Carlo V, il ca,p itano irlanùese tornò n ella Spagna, e Carlo III si rassegnò a concludere con Algeri una pace qualunque, la quale venne fi rmata a<l Algeri nel 178;i. A que~ta impresa parteci-pò G iovanni Acton per ordine del Granduca Leopoldo d i ToscaJ1a, aillcato di Carlo III. Ebbe l'ammiragl io due f.regate, <<Etruria» e « A'llstr ia >J, d i 26 ca11:10ni ciascuna. L 'Acton si distinse grandemente nel por-


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ge.re aiuto alle. tru:r1pe costrette a. imbarcarsi sotto gli assalti dei barbareschi ; entrò arditamente nel <porto e li fulminò a breve dist~za, salvando da s'icura perdita un corpo d i 4000 spagnuoli. VI. Bmnbard.amento di Algeri (1816). Operato dagli anglo-olandesi, comandati da lord Exmouth. Vi parteciparono sei vascelli, quattro fregate e nove nwvi minori inglesi; cinque fregate e una corvetta olandesi. ll 2i agosto l'ammiraglio si p resentò davanti ad A. e imbozzò iii vascello a.mmi.raglio da 100 cannoni « Queen Charlotte» a breve distanza dalle batterie, mentre il resto delle navi si sch ierava in battaglia. Aperto il fuoco, gli assaliti risposero vigorosamente, per sette ore. Le batterie r imasero smantellate; qua.tiro fregate e cinque corvette algerine che s i trovavano nel por to furono incendiate; le perdite a bordo <iella flotta ammontarono ,t 141 morti e 742 feriti. Il Dey d'Algeri scese a pa,tti: li berò molti schiavi, pagò una grossa somma, si impegnò a reprimere la pirat_çria . Degli schiavi liberati, 51 era.no sardi, 707 dell;: Due Sicilie e 179 romani. Contemporaneamente Lord ,Exmouth, che trattava anche in nome delle Potenze mediterranee, ottenne da Ttu1isi la liberazione d i 244 schia,·i sardi e 83 romani. VII. Presa d'Alger·i ( 1830). La spedizione francese per Algeri salpò dalla rada d i Tolone id 25 maggio e il 30 la squadra si mise in comtmicazionc con le navi francesi clie mantenevano il blocco delle coste algerine. Frattanto, nella notte sul 15 maggio, e nella g iornata stessa, due briks francesi erano stati gettati sulla costa verso Capo Bengut e gli equipagf;i, fatti prigionieri dagli indigeni, pa.r tc erano stati trucidati, parte condotti prigionieri presso il Dey. Queste notizie conosciute dal Corpo d i sped izione, suscitarono il desiderio d i vend icare i compagn i e ne accrebbero lo spirito bellicoso. Senonchè, giunta la flotta francese a 5 leghe dal Capo Caxines, il 31 maggio, ebbe in izio una serie di mano\,rc che sembrarono inesplica,bili e che furono attribuir.~ al malvolere dell'ammiraglio Dupcrré, il quale non aveva fatto mistero della sua sca.rsa fiducia nell' impresa, ed a causa d i c iò s'era messo in ,tt~rito con il comandante mii., Generale de Bounnont. Undici giorni furono perdu ti in tali ,manovre e solo il 9 giugno l'armata riprese la sua marcia. Il 13, alle 6 ·del m:i.tlino, la squadra di battaglia si for mò sopra u na sola linea e << La Provence ll nave capitana. si ancorò d inanzi a Sidi Ferruch, a 2S0 tese da terra. Nella notte fra il 13 e il 14, con tempo calmo, s i effettuò ordinatamente lo sbarco sulla penisola d i Sid i Ferruc.h, nel lato d i -ponente. Questa penisola sporge nel mare per ci.rea mezza •lega, ha coste p iuttosto ripide, è sormontata da un ana:Faibutto, e continua nella p iana di Sta.rudi, oltre la quale, a distanza di una lega, è il villaggio di Si<li ·Calcf; ancora oltre, le colline di Bu Zarial1. Lo sbarco avvenne quasi senza contrasto, salvo pochi colp i di cannone sparati da una batteria retrostante ai! marabutto, che fu fatta tacere dal fuoco <lelle n avi. Alle 3 del mattino la I Div.is ionc (Generale Berthézène) .riunita attorno al marabutto, iniziò la sua ma•r cia ve.rso il nemico i n colonne serrate, con d ue brigate in 1• linea e ,una in 2•, assieme alle artiglierie. I Turchi, anzichè difendere la costa, avevano ·preso 1posizione, con 3 batterie, dietro la pènisola, ed iniziarono un violento fuoco con tro le colonne assalitrici. Dopo che i francesi ebbero a;ggirate le batte·,·ie

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nemiche, i Turchi cominciarono a npJcga.re per la pianura d i Staucli senza desistere da fuO'C'hi di molestia. Le perdite francesi in qu ella giornata. >furono cli 34 morti e 128 feriti. J\-fentre avveniva questo primo scontro, le altre due divisioni era.no sbarcate. La II (de Lover<lo) ven:iva destinata di rinforzo aJla I e la III (duca d'Escars) si stabiliva sulla pen isola, iniziando i lavori per trasformarla in campo trincerato, che avrebbe accolto e protetto i,J bagaglio e le ambulanze d i armata. Il 17 giugno vi ,f urono scaramucce rd'avamposti e si notò che i Turchi mct.icvano a d ifesa la piana di Staueli, do,·e tutte le truppe della Reggenza andava.no adunandosi sotto il coma,Klo de'l genero del Dey, Ibrahim, Agà dei Gianniz,~ri. Erano giunti i contingenti a,·abi delle prnvins:ie di Algeri e <li Ora.no f.'U/dati da ìVIust.afi.t bcy di Titteri. Durante la notte sul 19 gli Ara;bi s'erano avvicinati alle linee fra,1cesi; all'alba. mossero fur:iosamente all'attacco, !llentre la milizia turca si slanciava contro l'afa sinistra francese tenuta ~lai 37° di linea. Quc.-:ta, sorretta dalle truppe v.icine, resistette all'attacco del nemico, alle spalle del quale aprivano il fuoco due brik ancorati presso fa riva. Fallito il tentativo di rigetta;~ i francesi, in mare, i turohi iniziarono la ritirata, mentre i loro cannon i contin ua.vano un tiro micidia le. Successivamente, mentre l'a.rtiglie1·ia francese faceva lacere quella avversaria, la brigata Achard conquistava le pos izioni del gran ridotto turco e insegu·iva il nemico fino a Skli Calèf. Tremi,Ja algerini rimasero sul campo. L'artigliePia, le munizioni, il bag,1:g1io e il tesoro dell' Agà caddero nelle mani dei francesi, che ebbero in quella giornata· 600 uomini fra morti e ferit i. Gli avanzi dei Turco- A~abi riparavano intanto sotto le mura cl i Algeri. Il 24 giugno le milizie arlgerinc riten tarono u11 attacco, ma la Divisione Ber thézène, la ,brigata. Damrémont e alcuni squadroni li respinsero fino alle pendici del Bu Zaria.h. Dal 24 al 29 ebbero luogo scontri parziali, · con qualche sol'J)resa ·patita da repart i ava112ati francesi. Fratianto erano giun~i, il 25 giugno, g'i ultimi ,bastimenti dC'l convoglio francese, e sbarcatine i materiali, riman evano a guard ia del campo un battaglione di fanteria e 1400 marinai, mentre lutto il Corpo d i !,pedizione era disponibile per l'attacco di Algeri. Dopo l' insuccesso di Sidi Càlcf il Dcy aveva toÙo il comando a l genero e l'aveva aftìd,llo a ll>[usta.fà. bu Mezragh bey di Titleri, le oui truppe s'erano raccolte sul Bu Zariah a sud ovest d i Algeri, in terreno assai diffioi,Jc per l'attacco a causa di p rofondi vallon.i e cl i numerose folte siepi divisorie defle ·p roprietà. Il 29 all'alba Bu Zariah fu, di sovpresa., brillantemente conquistalo dalle 3 division i, mentre il nemico s i r-itirava sotto la fortezza Sultan Kalassi · ( detta dai francesi forte l' Empereur). La giornata del 29 fu occupata senza costrutto in pericolose marce e contromarce che stancarono le truppe e delle quali il nemico avrebbe potuto profit~re a danno degli assa.litori. Il forte Sultan, domiina.to d a.Ile posizioni che i francesi avevano raggiun to, constava d i un quadrilatero i cui lati errino protetti da opere avanzate a guisa d i bastioni e nel centro del quale s i ergeva un'alta torre . Dieci pezzi da 24 furono destinati per •batterne il lato sud ovest, ~ei pez;,i da 16 contro quello nord ovest e 2 batterie d i obici e mor tai per colp i.re l'in terno del forte. Il 30, il fuoco del for te è la stanchezza delle truppe


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Bombar(lamen to (li ., 1g-eri (3 Jug-:lì 1830) - (Da un cruattro Oi court) francesi non permisero a queste una grande attività nei ,,,.. lavori di trincea. Il 1° luglio i T•urchi fecero una s::>rtita, ma furono J'cspint i. Il 3 l'ammiral;(lio Duperré si portò, 'con· ,parte <lena flotta, d ina.nzi ad Algeri cd aprì il fooco contro le bat-t~rie, ma da una distanza eccess iva, che lo rese inefficace. Finalmente il 4 ma.tt., essendo fmiti lu tti i preparativi, le bo.1lcrie iniziarono il fuoco, sotto la condotta dello stesso gen. Dc Bommon!. I Turch i sopporta rono eroicamente il sover chiante fuoco delle batterie francesi e r ispondevano con pari vigore, ma _ le •p crdi1e immense · alle quali erano soggetti li fece volgere a ritirata verso la città, men tre l'artiglieria della Kasbah faceva fuoco .sovra d i essi per p unirli d i mancata resistenza. Alle 10 il forte Sultan saliava per aria travolgendo nelle sue roviiic i p ezzi e i difensori rimastivi. Il generale H urel occupava la località e r iduceva a silenzio ht batteria Bab Azùn ver~o n1are.

F rattamo ne lla città, dove regnava terrore e scompiglio, i capi militari insorgevano contro il D ey, reclamando la pace, mentre q uesti, furioso, avrebbe voluto seppellirsi sotto la Kasbah, dando fuoco alk polveri. Senon chè si adattò a mandare p arlamenrn.ri, per rnezw dei qual i si gi'llnse alla capitolazione con le seguenti cond izion i : L'Armata francese prCJ1derà possesso d' Algeri, della Kasbah , dei forti e delle prop1,ietà pubbiiche il 5 luglio. La religione e i cost'llmi degli Algerini saranno rispettati. Il D ey e i T u1,chi sgombreranno al più p resto, essendo 'l oro gara ntite le proprietà persomli e libero il luogo ove r it irarsi. Il S luglio le truppe francesi occupavano Algeri, e da,,ano subito opera a sman tellare i forti della marina e a colmàrc il porto. L a popolazione veniva gradatamente disaJ-mata. Il gen. De Bourmont fu nominato marescia:llo e l'Ammiraglio D uperré creato P ari d i F rancia .

Algeria . (Geogr. mil.). L'A . è -la principale colon ia francese <lell' Africa. setten trionale. I suoi confini con la

T u n is ia e con il J-.:Iarocco sono puramcmc con·;cnzionali, ,p oichè le lrc terre fanno .parte di una sola regione geografica ormai per tre quarti francese. L'A. fronteggia le coste della Spagna, -della Li11guadoca e della Provenza : d,a )iarsiglia ad Alger i corrono 772 k m., da Cartagena ad Orano 215. L'A. ba una superlicie d i kmq. 575,289 (,più circa 2 m ilioni d i kmq . di terreno desertico) con lllna popolazione di 5.806.090 ab., de i q ua li 79] .433 E uropei (32.000 italiani). Orografie. e I drografia. L'ossa,tum della regione è data dalle pieghe dell'Atlante appoggiatesi contro i 1·csti dell'antica T irrcnide ra.wresemati oggi dal massiccio del Dju•r djura (o G iurgiura) nel quale il Laila Ked i<lja ( Che<ligia) tocC'a 2308 rn., d ai rnont·i della Piccola Cabilia e dall'isolotto a1-caico dell'Edough, che orlano la costa fra Algeri e Bona . Il corrugamento dell'Atlante consta essenzialmente di d~c fasci d i ca.tene, orien ta te nel senso dei pam lleli, con una leggera inclinazione verso il nord, che pr~ndono il nome ~i « Atlante mediterraneo o Teli cd Attante Sahariano)). Il T eli è lar go in media una settantina di km . e si s uddivide anche in << Sahcl )),

o zona :litoranea, gcncrahnc.nte ondulata, ter-

minante a sud su risu·ette a fascie pianeggianti, orlate a loro volta d al « Geibcl >l (montagna) che si eleva oltre i 1000 metri. L ' Atlante Sahariano è formato di catene cl1e cadono assai ripide sul Sahara con un dislivello a.ssai spesso super iore a i 1500 m. Fra i duP. sistemi s i stend e la zon a degli Altipiani, alta in media 1000 m ., ondu lata; è larga in principio, ai con fini con il :Marocco, circa 200 km . e va man ma.no restringen dosi -'O! procedere a est fino a rinserra.re, nella T unis ia, la sola valle del Megierda. Verso il cen tro contiene una serie d i bacini canti.n entali (sciott, o cherg,ii) spesso salati, dei quali il ,più notevole è lo Sciott e! Hoclra I-u ngo 100 knn ., largo 80, ,profondo oltre 400 111 . Esso va lentamente diminuendo. La costa è alta ed importuosa ed è ba,tt-u ta da burrasohe v iolente. I porti d i


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Orano, Arzeu, Algeri, Rugia, Philippeville e Bona sono costati e costano tuttora somma ingenti e non sono tutti ottimi. Il Sahara Algerino, si estende a sud dell'A. tra l' Atlante SaJ1ariano ed il massiccio dell' Ahaggar e costituisce nel suo ins ieme 'llna zona depressa, occupata a nord daHa. I-Iamada, ,pianura tabulare, a sud della quale si stende l'« erg» o « areg », o regiope detlc <lu11c. composta <li terreni molto antichi, ricoperti da uno spesso mantello detritico sotto il quale scorrono negli antichi letti le ac<1uc, ·provenienti come il matcr,ialc sedimentario ,falle alte terre Sahariane. La vicinanza dei monti a,l mare, la presenza dei ba.cu1i intern i su1ll'altipiano e<::l ' il Sahara, uniti al clima, danno ragione della scarsa importanza dcli' idrografia esterna algerina la quale ha tutta regime torrentizio. N cl T eli, per 0a confonnazione d el terreno, i corsi di a cqua s i s,,iluppano nel senso dei ,paralleli, seguendo il parallelismo <lei rilievi, come il Megierda. che continu.i e sfocia in Tunisia, o antraversando le fra tture trasver sali, come il Chétif, H anaggior fiume dell'A ., contanrlo esso ,circa 700 km. di corso, che s i rulimenta delle acque del N ar Ouasscl e · del l\1;ina.. Le' acque del!' Altipiano che non hanno potuto aprirsi un varco al mare terminano ai sciott.

va.to in 1Jarte l' istinio noma<le di questa razza guerriera. Essi sono ondinati a 'base a ristocratica.. R iconoscono tre dive"rse aristocraz.ic : un'a..ristocrazia 111ìlìta.re1 i « g iuad )) che trova i suoi ca,pisti'piti n egli antichi conquistatori ;. unraristocrazia religiosa, che si appogg ia ai « fftarabut'ti ) > cd un'aristocrazia. di razza, i « chonfa >>, c:be innesta la sua genealogia in quella della famiglia di Maometto.

Comu,ifrazioni. L'Algeria possiede una ricca rete stra.·· da.le, ~pecia lmentc nel Teli e ndll'Oranese. Le strade sono invece più rare al1'cst, in causa della natura più montuosa <lei ' 'Paese. Le p i•s te del Sahara sono spe~o buone strade rotabili e qu,dC'he volta invece sentien d ifficilmente 'J)r aticabili. Nella rete del Tet'l emergono due d irettrici principali trasversali e pressochè parallele alla costa, una costiera e l'altra in terna ad un centinaio di km. a sud. Da essa, .attrruverso i sokhi longitu<lina'.li delle ca-tene 'atlantiche s i dipartono verso 11 strd 4 direttrici ,principali, in d irezione di Colomb-Béclrar, Géryville, Gharda.ia cxl Ouargla. La rete naziomlle, in buono stato di manu,tenzione, è nel complcss,, di 5500 km. GH ,automezzi, salvo le lirnitazioni imposte da ragioni di sieu;-ez;oa, sono ora in grado di compiere la traversa ta. traru;aJ1a.riana. In contrapposto alla buona rete stradale, le ferrov ie Algerine J"scia110 a:lquanto a desiderare perchè sono sta:tc costruite senza alcun concetto organico. Sono di $Ca-rtamcnto e di rendimento n)olto variabile. S i tende ora a migliorarle, n1a i laivori necessari in1p-orterannu molte spese e molto ten,po. La rete ha uno svilLLppo di km. 3964 e s i compone cssenziah;1ente di u na g,ra.11,:e lin ea a scarta.mento n ormale chiamata « Grand Cen trai Algérien >> ,parallela: a,lla. costa ma interna ( che costituisce una parte della grande linea trasversale "Mediter,,anco, Atlantico, Tunisi-Ra,bat nel Ma.rocco) e di tanti tronchi ,dJe da essa. si dipartono, a sud per la penetrazione nel Sahara cd a Nord per lo sbocco a l mare. I tronchi più importanti verso sud sono : quello che raggiunge Colomb-Béchar a l confine marnochino e quelJo ohe ra~iL1ngc T..ouggourt verso il confine tunisino.

Ordiname.,ti militari. Nei r iguar<li militari l'A. è pai'te in tegrante dell'Africa del Nord (A lgeria, Tunisia, Marocco) all'occ-upazione della quale s i .provve'de con Trnppc :Metropolitane e Truppe Indigene. Le une e le altre gravano sul bilancio del ),,l inistero della Guerra non su quello delle Colonie - considerandosi l'A. del :s'. come parte de! suolo fr:i.nccse. a) Truppe metropohtane. In A. è stanziato il XIX C. d. A. su tre divis ioni, una per Dipartimento, così costituite: 2 brigate d.i fanteria. (quella d i Orano 3) ; 1 brigata. di cruvalleria su 3 reggimenti ( q'tlella. di Costant ina su 2 re.g gimenti); 1 gru1ppo a.rtiglieria. da ea,mpagna d'Africa. Vi sono inoltre : 1 battaglione de) Genio; 1 reggimento aviazione da osservazione; 1 legione di ·g endarmeria; ed eventualmente, uniti, d i tiragliatori senegalesi. b) Tr11-ppe indige11e. Comprendono: Reggunenti di tiragliatori a.lgerini (nel numero complessivo di 12 fra Algeria e Tunisia); Reggiménti d i spahis {6) con organizzazione analoga a quella dei tira.gliatori; Compagnie saJ1ariane (3) composte d i truppe di diver~e annL con cava lleria' montata su ca.valli o su mehara. Sonn d isl<Yrnte a Tidikclt-Tonat-Saura e provvedono alla OC·· cupazionc ed a:lla difesa delle oasi sahariane, conco,·rendo a.Ila pol izia dei territori dd Sud; Mal,zens, truppe ind igene a usi liarie organizza.te e dirette da,gli ufficiali degli affari indigeni.

Popo/az·ione. Oltre a piccoli nuclei di ebrei, di negri, di mori, la .po,polazionc è costiln.lita d i Berberi, che fornrnno la massa della popolazione ind igena, cli cui rappresentano .l'e.lemento sedenta.ri9, •la voratore, animato d.: un forte spirito cli indi•pendenza, tutti organizzati i:1 trìbù, a ba.se democratica ; e di ara.bi, che ammonta il'J a circa un quarto della '])apolazione ed ha.nr10 consc.r-

Forme di Governo. L'Algeria è divisa in due parti che formano . due colonie quasi indipendenti: l' /\'lgcri<i del Nord e i Territori del Sud. Per quanto rig;uarda l'amministrazione il territorio a lgcrino comprende i te1·ritori civili e,d i territori militari di comando. L ' Algeria del Nord è for,ma.ta da tutto il territolio civile e d:i. una p iccola. pa,rte del territorio militare (dipartimento d i Ora.no). A tutti sovraintende il Governatore generale d 1c ha. amplissimi po teri sia ,i n terr itorio òvile c.he ' in territorio di comando. I « Territori del sud 11 sono fmziona.ti ~1 4 Territori: Ain Sefra, Ghardaia., Touggourt e Oasi, com;,mlate ed ammi11istra.te dai comandant i di territorio e suddi-visi a foro volta in circeli, ,rnncssi e posti, amm inistrati dai r ispettivi comandanti militari assistiti dagli u ffici arabi. Tutta l'amminist nzione militare fa crupo alla « Sezione del servizio degli affari indigeni e del ,personale militare>> presso il Governo Generale -dell'Algeria.

Rccfotan1ento. Per ora è basato sull'arruola.mento volontario e su·lle rafferme, 1111a s i cerca cl i venire al la coscrizione obbligatol'Ìa. Il contdbuto dell'A . alla Franda durante la guerra, fu notevole. Oltre a consenti.re il ri tiro cli quasi tutte le tl'ttppc metropolitane, l'A. ha ma;,dato in Franci.c 172.800 combattenti di colore, oltre ad una cospicua quan tità di ~avo,ratori. Conq11.ista francese dell'Algerùz. I ~-ari ten tativi fatti dalle potenze cristiianc per distruggere h pirateria che aveva le sue basi in Algeri e sulle coste della regione, era.no tutti andati fa lliti. R{apporti conunercia•li instau-


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rati dai francesi in :\lgcria fin dal 1561 avevano avuto vicende varie, cd a,vcvano ra.pprescntato spesso causa <li contra.sto. Sul ,principio del secolo X1X, i dissensi d ivennero più acuti: invano ,Ja Francia tentò di imporre al dey <li Algeri di rinunciare al diritto di corsa. li fatto clamoroso che decise la Francia a compiere !"impresa dell'.\lgeria fu r:i;ppresentato da un insulto br:it:de fatto dal dcy al Console di Francia nel 1827, durante tm'uclicnza. TJ Governo francese esigette puhblichc scuse e personali, ana avendole il dey rifiutate, l! relazioni diplomatiche furono rotte e la Reggenza di Algeri posta. in istato di blocco. Il blocco, esercitato da dod ici ba;;timenti al comando de.I caipitano di vascello Collet, durò lre anni, costò 7 mi-lioni all'anno e non dette resultati seri. poichè i pirati riap.pa.rvero su!!•a co:;te fr~mcesi e spagnuole. Tentativi di negoziati nel 1828 e nel 1829 fallirono, e il Governo francese ebb~

Antichi oomnanenli algerin1. l'idea <li incaricare Mehemet Alì rpascià d'Egitto della c,>nquista degli Stati barbareschi di Tripoli, Tunisi e Algeri; ma, avendo il Sultano di Costantinopoli rifiutata l'autorizzazione, questo progetto f-u abh.1ndonato, e il Consiglio dei :Minis tri decise che la Francia stessa dovesse fare la ;wc<lizione e occui!)are Algeri (31 gennaio 1830). L'annunzio della spedizione francese fu bene accolto da tutte le Potenze, tranne dall'Inghilterra, la qu:tle chiese una rinunzia fonmale da parte deHa Francia ad alcun accrescimento di territorio. La Francia, fa una pr ima. nota drcolare, dichiarò non avere altro scopo che di reprimere la pirateria, la· schiavitù. e abolire il tributo pagato dalle nazioni cristiane; in una seconda nota conve1mc che se Algeri fosse caduta in mano tiella Francia questa avrn'bbe agito in concordia con gl i alleati per stabilire un nuovo regime ohe fosse il più utile per la cristianità; ma a.,•endo l'Inghilterra rinnovato le insistenze perchè la Francia si impegnasse a non conservare Algeri, si ebbe dal :'viinistero dc Polignac una. fer ma << fin dc non recevoir ". Nel frattempo .Ja spedizione si era organizzata, comprendendo 104 na,vi da guerra (di cui 7 a vapore) e

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676 traspo,-ti, con 2700 marinai ai comando dell'ammiraglio Dupcrr6 e un corpo di 36.000 uomini al Comando del ìVIarc~ciallo De Bmmnont. La cavalleria per timore della mancanza dei for:i.ggi fu ridotta ad un solo reggimento di cacciatori di 500 uomini. e J'artiglieria contò 82 pezzi. \". Algeri (Presa di). Occupata. Algeri, la conquista francese non oltrepassavr~ le mura <lclla città ; a·I di ·là .le tribù tcne,·a.i10 in soggezione la piana; e in armi i tre bey di Ora.i10, Costantina e Titteri. Il bey di Tiueri, :\1usta.fa bu Mezragh, aveva. dopo le prime disfatte, pre;;o il comando delle forze algerine. Egli fece una apparent~ sottomiss ione e stimolò il De Bourmont ad ava11zare nella. ),,!itiS'ia; ma la colonna. di 2000 uomini con la quale il Dc "ttoum1ont si portò a Blida, attaccata contemporaneamente dai Cabili della montagna e dagli arabi della piana, dovette affrettarsi a ripiegare subendo alcune pe1xli te. La brigata Damrémom andò per via d i mare ad occupare Bona. Jntanto in Francia., essendo caduto Carlo X. il maresciallo ritenne di richiamare le forze che a,·c,·a dislocate a Bona e ad Oranò µer disporre e1·~ntualmcntc <li tutto H contingente. Quelle di Orano non era.no ancora sb.,rcate; quelle di Bona avevano già messo in istato di difesa. la cillà contro le po.ssibili aggressioni dei Cabili, e la loro improvvisa. partenza fu con,iderata. come una calamità. JI 18 agosto Luigi Filippo richiamò il Rourmont mentre le tribù in a111ni ,percorrevano la l\Iitigia e Algeri era come bloccata diclro i propri a,·amposti. Bu :\Iezragh assumeva atteggiamento di arroga.ntc indipendenza e si yroclamava. ,pascià. Comando del Ge11erale Clauiel (2 settembre 1330-21 felibraio 1831). i\! Dc Rourmont veniva destinato :i succedere il generale Clauzel, ,1a cui azione fu di continuo intralciata dalla insufficienza dei mezzi. Infatti, mentre egli, assunto il comando, si disponeva a marciare contro Il ribelle Bu Mczragh, il Governo rid1iamava una IJ)artc delle lruppe. )fondimene organizzò una prima spedizione nell'interno che fu ca.ratte rizzata da una « méconnais5ance incroyable du pays ». Formata una colonna di 8000 uomini, provvista di sole quattro giornate di viveri, si pose in mar-eia vc,·so r interno. Questa colonna, dapprima arrestata dalla inondazione dell' A, rase, occupò Blida, dove lasciò una guarnigione, e poi ~i a,vviò faticosamente verso l'Atlante dove riusci a conquista.re il colle di :'lluzaiia. Anahe :'IIe<lea fu occupata scnz;t sforzo e Ru }. [ez.ra,gh vi si recò a sottomettersi nuovamente. Senonchè la assoluta penuria di rifornimenti rendette ,·ano lo sforzo compiuto. Una colonna di cinquanta cannonieri rinviata ad Algeri per rifornirsi di munizioni fu massacrata. Blida cadde 11clJa mani dei Ca:bili. .Mede(~ fu investita. R inunziando quindi a.Ha progettata. occupazione di l\Iiliana, la colonna do,·ette -prendere la via. del ritorno, rinforzanèo con gravi stenti la. debole guarnigione di ircdc1 perchè potesse continuare la resistenza, e facendo subire a B licla un vero a.sscdio onde riuscire a rioccupa rla. li Governo intanto, preoccupato della rh•oluzionc nel .Belgio, docidcva di non lasciare in Algeria che 10.000 uomini, sicchè la decimata guarnigione di :Medea fu dovuta. ritirare. Il Clauzel fece vari tentativi per riparare all,L insufficienza. dei mezzi: formò 3 << battaglioni ausiliari d'Africa)) con degli ex combattenti delle giornate d-i luglio e con altri immigrati che anda.,·ano in


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Algeria alla vent·ura, non sapendo se dovevano di.v enire coloni o soldati. Con indigeni, arabi e cabili, il Cla.uzel formò le •prime unità di cc zuavi>> c he fe,;ero le loro JJrove iniziali contro il bey di T i tteri; ma questi contin,gcnti indigeni erano in conti nuo dissolvimento e ricomposizione. Cn tentativo ,per crea.re u na ca.valleria indigena ebbe anche scarsissimi risultati. Quando il Clauzel iu dchiamato l'armata d'Africa venne r idotta ad una sen,plice divisione d'occupazione.

Co·m ando del generale Berthezène (21 fcjjbraio 183126 dic. 1831). Le bande armate continmwano a scorazzare la )Iitigia uccidendo francesi e indigeni favorevoli a questi. D'a:ltra parte l'esiguità dei mezzi posti a disposizione del Berlhezène non gli consent iva. che la difénsiva. Scarso e.sito ebbero spedizioni punitive contro le u·ibù degli E l Uffia, che a vevano assassinato il ca.id dei Kascna, devoto ai francesi; contro 1 Beni Misra e contro i Beni Sala, per inse&•ui:re i quali i francesi raggiunsero il colle di Tiza (1400 m.). L ' operazio11c J)iù l!npor tante compiuta dal Berthcz.ène fu la seconda -spedizione su 11edea: ;1 figi io dcli' ex bey di Titteri Bu Mez.., ragh vi fomentava. hl rivolta, e Ben Omar, il Fanterk1 regoJare Cli Ab(t-el- Ka.Cler bey nominato dai francesi, invocava a iuto. Una colonna di 4500 uomini, prov-vista anohe questa volta di rdcficienti rifornimenti, raggiunse la città; ma rninaociata d i farvis i bloccare dovette volgere subito a l ritorno, assieme a Ilen Omar. I .a ritirata fu penosa e contrastata al passaggio del colle del Tenia. Al guadri della Mitigia le perdite •s i accrebbero. La colonna perse così 400 uomini, e 2500 entrarono negli osipeda,]i. Come risultalo si ebbe una insurrezione genetalc, combattendosi fino alle porte d i Algeri . Le fobbri infierivano fra le tr~ppe. l i coniando era screditato. Sicc,hè il l\.finistero Casimir Périer, deciso a praticare una politica. p ii1 energica, pensò d i riorganizza.re le forze del!' Algeria sostituendo il BerChellène.

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Comando del Generale Savary Duca di Rov-igo (26 d icembre 1831-4 marzo 1833). La rivoluzione d i luglio in Francia, aveva prodotto un rovesciam~nto delle aQleanze e quind i una ,po litica meno ostile a:ll'Inghilterrn, ancl1e nei riguardi del!' Algeria . Il Duca di Rovigo per ristabilire l'ordine rin novò capi, trUJ)PC, amministrazione. Per aumen ta.re il contin,gente f u rono creal i i seguenti ·cor pi : -u na e< legione stmnicra. », che accÒlsc molt>i rifugiati po!i,ti•ci ; due compagnie d i diw1plina e.ve furono in corporati i anilitari insofferenti cli freno; due battaglioni <li fanteria leggiera (detti <e zépbirs))) che furono forma~i ,dei condaJmaòi per reati comuni che non avevano fatto o non aveva.no ultimato il loro servizio m ilitare. Il duca di Rovigo mise in r i~petlo le tribù della Mitigia e f ece <'.'OSt11ufrc quattro camp-i trin ceratii a De-ly lbra,h im, Tixerain, Bir .Ka:dem e Kubba . Ilo S.cek El Arab, n emko del bey Ahmed nella provincia di Co-

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stan tina, si mise coi propri aderenti dalla parte della Francia. Però j ,,igori eccessivi del Duca di Rovigo fecero esplodere una insurrezione genera.le nella pianur.a, che fu tutta in anni, mentre i Ca.bili accorrevano a rinforzo dalia montagna. Per d i 'J)iù infierirono fra le trnppe malattie, e in agosto i r,icovcra.~i negli os.pedali ammontava.no a 4000. Nel settembre fu istituita la <( gua1xlia nazionale», pei francesi <lai 20 ai 60 ann i, e si formò su quattro battaglion i. Una ricoglllizione a ll'est di Bufarik respinse il nemico fino a. Sidi I-la ici e r icondusse un po' di cailrna. Verso fine novembre il generale Tré7,e] con 3000 ·uomini s i portò a E lida per imporre alla. città, colpevole d i aver pafrteggJia.to coi ribelli, una contrrbuzione. Gli wbitanti fuggirono; la città fu saccheggiata . Il D u ca d i Rovigo, a mmala to, lasciò l'Africa. conservando il comando, ma dopo poco morì.

Comando del Generale \1oirol (26 apri-le 1833 - 1 settembre 18.34). L 'Inghilterra aveva ripreso con Lord Grcy una politica di intimlÌdazione, e i n Francia il Governo era r icaduto nelle indecisioni circa l'Algeria. I l gen. Voi:rol successo al Duca cli Rovigo, potè ottenere

cavalleria ross,1 di A!Jd-el-Karlcr.

che gli effettivi fossero a,umentabi fino a 23.000 uomini e 1800 cavalli. Mediante la. colhrborazione del Lamoricière, allora comandante di battaglione degli zuavi, intraprese una politica. d1e pacificò .Ja ;.,Iiti~ia. Nell'a.utun110, partito ,per Bugia. il Lamoricière, i cliisor'dini si r innova rono e le p iccole spedi;oioni militari, d i discutibile su ccesso, non m,igliorarono la situazione, fino :i. quando, l'abile Lamoricière, ritornato da Bugia, non r iuscì a far battere i ribelli Hagiuti dalle tribù maghzen dei Beni Cali! e dei Beni Mussa. Quindi tutte l~ trib,, fecero atto solenne di sottomissione. M a in questo tempo i maggiori avvenimenti si svolgevano n ella parte occidentale, ove, ad Orano, il GeneraJe DesmicheJ. a•ll'insa,puta del Voirol, concludeva ·c on Abd el Kader q uel· tr,utaito che doveva consacrare la polen7,a_ d i questi. Il gen. Voirol fu r id1iamato l'anno dopo quando venne deciso di nominare un governatore.

I primi Governatorati. Nel luglio 1833 veniva deciso <li restringere le occupazioni alle citfa d i Algeri, Grano, Bona, Jfo.gia (v.). E s i p rovvide alla nomù1a di un governatore. Dal 1° settembre 1834 all'8 luglio 1835 ebbe tale carica il conte Drouet d'Erlon il quale non d iede buona prnva e fu sostituito dal • maresciallo Clamel. Egli si p ropose <li occupare l\Iascara. e Tlemcen a.d o-


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vest, Medea e l\1iliana aì centro, Costantina all'est. Però gli inizi non furono fo,vorevoli, n ella regione di !\1ger i. J\rfilian a e J\lle<lea furono occupate. ma senza ,·isultato, 'J)crchè, partiti i francesi, gli indigeni tornaron,> al pani to di Abd -el-Kader, il capo ormai della guerra di opposizione a-ll'occup>azione francese. Nel novernlbre-<licen~bre 1S35 ebhe ,luogo fa spedizione di Mascara, e l'a~tacco <li Abd-el-Kader a Tlemcen. Il gen. Clauzd iniziò il sistema delle « colonne mobili,>, creandone una ne! territorio d i Orano, agli ordini del Generale Per.·cgaux, la <1uale r iuscì completamente ne.Jlo scopo, ottenendo a nche i l concorso d i importanti capi indigeni de] Basso Sceliff. A1lxl-el-Kader non osò mai altaccaria. Disgraziatamente i l Gen. D' Arlangcs., succedu to al T re7/4:l ad Orano, volle condurre le truppe a l campo della Ta.fna, sprezzando i consigli d i chi lo avvertiva dei pericoli d i tale ,disegno. A1bd cl Kader lo bloccò nel campo. Per aprirsi un vuco i l D' Arlanges combatt~ a Sirli Jakub, ma fu sconfitto. L'effetto di questa giornata fu nefasto : quelle tri-bù si sohierarono dalla pane del-· l'Emiro . Se.guiro,;10 le spedizioni a Tlemcen e a Costanth,.a; quind i ( 12 febbraio 1837) il Clauzel veniva sostituito nel governa,torato dal mare~·ciallo Damrémont, a l quaile venne posto ad laterc il gcn. Bugeat1d, con poter i quasi indipendenti da quelli del governatore. I l Bugeaud concludeva con A-bd-cl-Kader l' infelice trattato della Tafn,i (v.). Il maresciallo Darrnrémont sconfisse ~ sottomise i Cabili e compì l'impresa di Costantina (v.) . I l 12 ottobre il maresciallo Damrémont veniva ucciso nel!v oresa di Costantina e gli su ccedeva nel governatorato il inaresciallo Valée. I ncomin ciò in quest'epoca la dum guerriglia. con le .forze d i Al)cl-el- Kader, con alterna vicenda. Il Valée adottò un sistema d ifensivo e fortificatodo, •circon<lan<lo ALger i d i sedici campi tri:1• cerati : ma le truppe er ano decimate dalla d issenteria e dalle 5cibbri 1pa·lustri, così che nel dicembre 1839 il mare.sciallo stesso Ieee evacua.re la metà dei campi ,, tornò al sistema delle colonne mobili, mentre l'Emiro proclamava la guer ra santa contro i francesi. Il maresciallo Vailée pose guarn i-g;ione a Medea e a Milia.na, ma <il rifornimento <lelle due piazze fili d ifficilissimo : il' gener ale Changarnier, che ne era stato incaricato, vi riuscì su-peran<lo gravi <lifikoltà. Con il governatoratlJ Valée, che terminò con la .fine del 1840, s i chiude il per iodo delle tergiversazioni. Un uomo di guerra, il Bugeaud, sta per risollevare d i fron te a,ll'Emiro le sorti della Francia. Nei rigua rdi organici il Valée fo da,pp rima avverso alle unità indigene e r idusse da tre a. due battaglioni i zuavi, ma quando nel 1840 la mortalitit assott;gliò il contingente francese, si decise a forma.re un ,primo batta,glione d i «turcos » con i giannizzeri cl i Costantina, del "bcy Aihmed; questo ba ttaglione fu poi portato ad 8 compagnie; a lt re 3 corn1p. furono crea te a Bona e 6 ad Alger i. Una ordinanza rea.le determinò la composizione dei « Cacdatori d'A.fPica », corpo m isto. F urono aumentati .gli i< spahis >l regolari cd irregolari e la gendarmeria. AU,t fine de:J 18 40 la Francia aveva 2300 fanti e 3300 cavalieri indi.g eni.

Governatorato del Jforesciallo Bugeau.d ( 1840-1847). I l :tlfaresoiallo Bugeat1d, ,per qu an<lo combattuto a causa del trnt tato ,della Tafna, venne destina lo a governarè l'Algeria ,p er ,Ja sua provata capacità ed esperienza militare. Egli attuò, nel campo o,,ga.nico, quelle elle er ano sue convinzioni profonde, se pw'.e n on condivise dagli ambien ti ufficiali : rinun;iò alle guarni gion i e ai

camp i trincerati, dove le tnippe s i snervavano ed am•maJavano. Ridusse artiglieria e convogli al minimo. Al'leggerì il soldato. Ideò la fan teria montata. Volle insomma -colonne n'o·bili, quindi aggressive. ln conseguenza , due terzi <lei IJ)residi della provincia d i Costantina furono sgombrati, ed avrebbe abbandonato anche :!Yk"<ica e :Wiiliana se non avesse temuto l'effetto morale sfavorevole d i simile evacuazione. La 'J)rima o:pera:zione fu r ivolta a lla provincia di 0 - , rano dove A'bd-el-J{ader. ,profittand o della inazione del maresciallo Valéc, si era consolidttto, estendendo la s,1:.t influenza sul Teli e sugli Altipiani. Lungo l'Atlante aveva infatti stabilito una linea <li ip-;"ti, fra Titteri e la frontie1·a marocchina, che gli servivano d i deposito d'armi e riforn imenti e gli permettevano di s1)ostarsi sia a nord come a sud. :-Jella ·primavera del 1841 due <.olonne ,partirono contemporaneamente da Elida e da )iosta;gancm. Quest'ultima, sot to il con1.·mdo· dello stesso Bugeaud, s i portò su :Mascara, capitale dell'Emiro,

primi zuavt.

e la occupò senza resistenza lasciandov i 2000 uomini d i guarn igione. Ylascara , da quel momento, divenne il cen tro -dd la dominazione francese nel territorio occi den tale, e nel 1842 fu elevata a sede d i d i-visione militare. L 'altra colonna, p anita da Elida, distrusse i due ca,mpi dell'Emiro di Bogha.r e d i T eza. La campagna con tim tò con un segu ito d i combat timenti favorevoli a i francesi, fino alla completa conquista d el Tell; A bde!-Kader -si riiu giò sugli altipiani, e creò Ja sua nuova cittadella a Gu,gila . Chan garnier e Lunor icière iniz::1rono le nuove operazioni contro l'Emiro e per tutto l'autunno del 1842 fo u n succedersi di stont..ri nei quali . le forze dell'Emiro andavano assottigliandosi mentre a pocd a poc() ,le varie t ribù facevano atto d i sottomissione ,alla Francia. Intanto Rugcaud com\}liva una spedizione nei massicci dell' Uarsen is e del Dalu-a e orter..eva la sottomis.~ionc delle tribù d i quelle regioni, dove eresse vaTie fortificazioni collegate fra d i loro. In fine, avveniva la cattura della sntalah <li }\bd-el-Xader ad Ain-Taguin (v.), e '1a d istruzione del corpo di regolari -comandati dal luogotenente dcll'Em iro Ben Alla!. Allora A!bd-el-'Kacler cercò a.iuli nel Marocco, ma. 0


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la F rancia intervenne direttamente inviando una squadra na,valc, <:omandata dal principe d i Joinville, sulle coste rnarc;ccbine ( 1843). La squadra bombardava Tangeri e :Mogador, mentre il maresciallo Bugeaud prcp.i.rava Ja famosa bat ta.glia <li lsly (1844) nella quale l'esercito marocchino veniva completa.mente sconfitto.

L a guerriglia del 1845-1847. L'agitazione creata d:ill'Emiro er a ·m antenuta viva da.Ile ,predicazioni del;c confraterni te religiose dei Dè.rkàua · e dei l\--1\llaiTaiéb. L'Emir o rimam,va sulla .!'.1:uluia. I l gen. Lasnor icière dal canto suo sorvegliava le trib(1 della T afna, ma sentendo di dover premunirsi dagli at tacchi provenienti da sud-ovest, fece edificare il posto forriiì.cato di :Oaia, fra Sebdù e Saida. l\,fa gravi disor dini scopp iarono, provocati da Ru :vraza, che si faceva 1~ssare ~ier uno dei tanti Ma:hdi ohe periodicamen te wmpaiono a sq!levare le ipopolazioni berbere . Battuto, egl·i raccolse intorno a sè Rltr a gente. Un posto francese su'lla strada <li Orléansville .fu attaccato con successo. La r ivolta si propagò pelle regioni deìl'Uarsenis e cld Dah ra. Varie colonne messe i n movimento dal Bugeaud ebbero ragione su i r ibelli; ak:u-ne cen tinaja d i questi, r i,fugiati <!entro le gròtte del Daihxa, avendo re,istito alle in timazioni del P él issier, furono asfissiati co,1 fascine incend ia te suUa bocca cleac caverne, ove ,l'incloma11i fur ono trovati 500 cacla,veri. lin nuovo farn,tico, Bu Sciareb, metteva in agiLazione il Gebel Dira, mentre Bu l'viaza bloccava ::Vfostaga.nem. Fu a llora che r iapparve l'Emiro, il quale, avendo r-eclt1tato nel Sahara un paio <li 111igHaia d'uon1ini, era riuscito a penetrare attimverso a j posti francesi ed a giungere sulla Ta:fna. Il comandante d i Giemma Gazuàt, sorpreso a dieci km . dalla citù pre,:so j,J mara butto cli Sidi Fora.him con 3S0 cacciator i e 700 usser i, vi lasciava la vita con tµ tti i propri Guar clta nazlO-n ale so ldati. Nello stesso tempo ad Ali d i Alg"eri. T emù scent un convoglio era attaccato dal:lo stesso A·bd-el-K acler, e s i arrendeva. L' insurrezion e ·d ivampò allora in iutla la provinci,L di O r ano . O;,unque i ,posti erano atta ccati, i rac<:olti bruciati, le comuni~azion i clistrnt tc . G li indigeni sottomessi erano in [Preda al ipa.11ico e alla indocisione . Bugeaucl che trova-vasi in Francia, fece subito ritorno, ,conducendo rinforz i che 1porta rono a 100.000 i l contingen te . D odici colonne, poi porta te a d iciotto, -impreser o ,ma campagna d i a.ccencbiamento dell'inafferi-abilc Emiro, campagna più ohe d i com:batti.menti , di continue ma.ree e contr omarce, di ,giorno e di notte, dall'Isser a lla Tafna.. Insegu ito da Jusu f sugli Altip ian i, l'Bmiro, passando a traverso le colonne francesi, riappa-rve nel 1:'e11 con~m.mgendosi cqn Bu M a.za, Raggiun to nell'Uar5enis, sfuggì verso sud . Inseguito a T agu in corse verso ,la C?lbilia. Bu geaucl in viò due colonne a tagliargli Ji strada; egli le evitò, ma s ull'I sser si scontrò con a ltr e <lue .colonne e poco man cò 11011 fosse pre.so, in un sangui noso comba ttirnento. Accorn.:: Bu,gea.u<l e -ca.sbi,gò i Ca.bi li ; poi r irntr ò a,c.I Algeri. I n n1arzo l'Errniro si riuro verso sud e Pinsegui1uento f raJ1cese ,prose.,<>-uì. Presso Bogàr, in uno scontJ·o ancora

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una volta ·e gli sta per esser preso. Qualche giorno dopo Jusuf a llu Sacla gfi catt11ra 800 muletti. Abd-el-Ka<ler raggiunge J'Amur, Jusuf si porta atl El Beida, Abdel-Kader s i i nol!Ta allor a nel territorio degli Ula.d Si<li Sceck, le truppe francesi a.,ppaiono ad . E l Abia<l, A Scia lla.la, a.1 primi lcli giugno, l'Emiro non ha che il tempo cli sa.ltar e a cavallo e fuggire .

La •partita. era per lu i perduta in /\lgcr ia, ed egli raggiungeva a F iguig i 1·csti della <e sn1alah )) . La carn-

r,a,gna aveva durato sette mesi ed er a r isu-Itata. decisiva e gloriosa. per le armi francesi se pure non segnata. da nessuna 'bat taglia.. Abd-e l-Kaclcr rimaneva a l' 1guig nella impossib,lità di agire . ·Bu :Maza lo raggiungeva ma poi allontanavasi da lui e nella primavera <lei !S~i si sottometteva. Ben Salcm, grande CClll>O della Cabilia, s i recava ad Al-geri a fare atto d i oma,ggio. Resta-va, ,p er comp.iere la. conquista, da scàccia re Abdel-Kacler dal Marocco e da r idurre i G iu r giura. ).,fa ii G aver.no non in tendeva concedere r inforzi, sicchè la campa,gna fatta nondimeno dal Bugea.ucl non otten ne risultati dL•òsivi. IJ Bugeaud, amareggiato, chiese cli essere r ich ia.,m!l-to ,

Conquista della Cabilia (1847-1857). La conq uista dcli' Algeria nel 1847 poteva considerarsi comp iuta, e fu fort una per la F,r ancia. perchè crisi interne dovevano produrre una. serie d i cambiamenti nel Governo della Algeria. In tre anni in -

fatti vi furono otto go••crni successivi: Aldca\J interina.I-mente, poi, accet ta.te le dimissioni di Bugeaud, i l Duca d'Au male; poi Changernier, Cavaignac~ ,p oi nuovamente Changa.rnier, poi .M arey-Monge, Charon, Fa!lltel'ta l eggera. H aut-poul, Pèlissicr. La sottomissione di A,bd-el-Kader e una specl izionc nello ifaab furono i soli avvenimen ti d i quel trava·g liato periodo. Abd-el-Kadcr, rifugiato in Marocco, cer cò di sol-levare il R iff e crea.rvrisi un principato indipendente, forse col p r oposito di rovesciare il su ltano. )1:inacciato, il Sultano inv iò un'a1·ma ta di 40.000 uomini contro l'Emiro, che ne a,veva 3.000. );' ondimeno Abcl- el-K a.de:· tentò una sor p resa, ma fu ricacciato e addossato a lla frontiera a lgerina che era so1wegliata d al La,moricière. D opo aver ten tato invano d i far passare verso il sud i resti della s ua cc srna.lah », l'Emi-ro an dò o.d arrendersi allo stesso L a mor icière. A questi avvenin1cnti seguirono operaziorni di poliz ia contro le t r ibù rib elli .e non ancora sot tomesse. Una, zped izione per la conquis ta <leUa Cwbilia, affidata. nel 1851 a l ,gcn. di Saint A.rnaucl, çom,posta d i 8000 u ., subì sensibili perdòte e non diede risulta.ti. Nel 1851 veniva n ominato governatore i l mare.sciallo R andon, il qu ale compì l' im presa dcli-a conquista della Cabilia.. Dopo alcune operazioni preliminari, e ·la costr uzione d i un?. 1etc stradale, nella pr ima.,•era. del 1856 vennero iniziate le operazioni, con precision e e serietà. L'esper ienza cominciava a fruttare e s ,g11ificwva pei francesi : tempo, pa z ienza, strade, pun ti fortificati. Corpi di spedizion e


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furono stabiliti lu11go il Giurgiura ,per chiuderne gli sboc· chi. Tre divisioni costituienti una forza superiore ai 30.000 uomini pa rtirono 1da Tizi Uzu e da.- Dra el M iza:, e iper l'a ltipiano d i Suk cl Arba marciarono contro i Be· n i Gaten. DOl!)l:> una lotta accanita i Beni Gaten fecero atto <li sottorni~sione, per la qua/e dovettero pagare w1a contribuzione di guerra e dare ostaggi, ana fu loro saggiamen te concesso di conserva.re le loro istituzioni munici])a!i e di non essere governati da arrubi, ciò che e~si m ostravano d i temere sovra. tutto. Il loro ultimo rifugio montano di Isceriden fu conq uistato d'assalto cl.i.I Ma.c-Ma.hon, con un combattimento che fu il p iù brillante e il p iù sanguinoso della campagna a.vendo costato 400 uomini di perdite. In '<ficiotto giorni fu costruita la stra.da di 26 k m. fra T izi Uzu e Suk el Arba, e fu fondato 1:ort Na;pdléon (oggi Fon Natioaal) dove rimase una divisione. Insurrezione del 1871. Fra le cause multi-pie di questa ins\UTezionc - da.Ile quali non vanno esclusi i numerosi errori nella po lit ica ,v erso gli indigeni - princi,pali per -ce rto forano la d isfatta della Francia e la ca· du ta. dell'~•mpero. I sentimenti di lealismo di cui avevano dato l[lrova, anche d miante la guerra, i grandi capi ara-bi, fu·rono scossi dalla mancanza del Sovrano. Inoltre i Francesi d'Algeria, da.ndo spettacolo cli anarchia. fecero ritenere che 'ia Naz ione fosse ·p erduta. E per ultimo il carubia.memo di regime, e la brutalità d i nuo,,; procedimenti .èmministrativi inv isi alla popolazione colmarono la n1isura . I primi s intomi della ribdlione s i manifestasono n egii ultimi mesi del 1870. Il 18 gennaio l8i 1 ~ii spahi, <li Costantina, che dovevano paTtire per la Francia, si ammutinarono e andarono a r iunirsi a i primi nuclei di ·ribelli. Qualche p iccola guarn igione fu assali ta: Sukahras fu d ifesa dai m ilit-i <ìella guardia mabi:e del Rodano e da coloni mobilitati, ma fu necessario inviarvi a rinforzo un r eggimento di tira,'/leurs di Bona, e dc.g li spahis che <la Algeri stavano per partire per la Francia. colle quali trwppe fu possibile cost ituire una colonna. d i 1500 uomini. Verso il 1$ aprile, 15.000 ribelli in armi circondava.no Do1•gi Bu A,r rerigi, di-feso da 400 uomini. La città fu sbloccata - ùal colonnello Bonvalet, giunto da Scl1if alla testa <li un battaglione di gu_a rdie mobili della Cost;i, d'Oro, •ohe però rifiutavano di combattere e chiedevan,> d'essere r impatriate. S-ulla fine di marzo si erano ,;nminciate ad organizzare le colonne mobili. Il generale Saussier , con 2 <battaglioni di marcia, p artì da Algeri portandosi su Borgi Arrcrigi, <love, riunitosi alle trup,pe dd colonnello Bonva-let, ebbe q u-indi al proprio cornan:io 5000 ,u omini. ::--Jei primi .giorni di aprile i dintorni ;'uro110 sottomessi, mediante a lcuni fortunati cornba:ti111enti.

Altre colonne opera.va.no qua e là, secondo il bisogno, d isperdendo abbastanza facilmen te i nuclei d i 1·ibelli. Ma la Cabilia. s i sollevava in massa l[)roclamando la guerra santa. Il basc-agà Mohran i si pose a ca,po della ribellione, aippoggiandosi alla confraternita Ra.mania. I l vecchio capo della confraternita, Scek el H a ddad, trascinato alla guerra. da·i suoi due figli Aziz e 1Ioharned, lesse nel mercato di Seddùk un proclama incitante alln. rivolta, nel q,ualc fra l'altro, era aliermato che i Francesi avevano intenzione d i spogl.ia.r e i ca,bili delle !ora terre per darle agli Alsazian i e Lorenesi. Così, mentre

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El Mokrani ave-va t-rascinato nella rivolta una u·entina {li frazioni dei c ircoli di Bu Arrcui.gi, Aumale e Bu Sa<la, il proclama dello Scek E'! Haddad doveva scatenal'e 2S0 tribù, 600.000 anime e 120.000 combattenti. ln meno di qLtindici giorni i Ra.mania a,vevano portato l'incendio e il saecheggio in tutte le fattorie e i villaggi aper ti della Cabi,lia, assediando le c ittà e armando cont ingenti. Il p rimo centro assalito ,fu Dra el :Mizan, difeso da pochi zuavi. Gli id 1uan (confratelli) attaccal'Ono ed invasero il vjllaggio. 1 Fra ncesi si rifugia ,-ono nd bargi che 150 uomini difesero fino a l 2 giugno. Fort X ational che s i trovava nei territori <lelle più bellicose tribù della G ill.Pgiura, fu ùgualmente investito. L a cittit, che resistè sessanta giorni, era difesa da 500 soldati francesi non >provati alla guerra. Tizi-Uzu fu incendiata e gli a,bitanti dovettero rifugiarsi nel borgi, difeso da SO(I uomini. L'assedio di Palestro fu l'avvenimento saliente di questa insurrezione. Il villaggio, costruitò solo nel 1869, raceoglieva Francesi cd indigeni, questi ultimi irrita ti da espropriazioni forzate d i ter-

spahis. reni cui avevano dovuto soggiacere. Malgrado le buone intenzioni di taluni C.l!Pi arabi gli clementi fanatici preSé'ro il sopra;vvento; i F rancesi si rifugiarono in tre case, una delle qua li fu 1presa e ,g li abitatori vennero massacrati, prirrna che arrivasse una colonna di soccorso partita claH' Alma e tardivamente giunta il 24 ruprile. Dellis e Bugia erano ugualmente bloccate. I l 20 aprile l'ins\u-rezione d ilagava. I villaggi e le fattorie deli'Isser erano incendiate e deva,state. Bande armate portavano la violenza fino alie •porte dcli' Alma, ::iv<' avevano ,cercato scampo alcuni. dei ·c oloni deJ.la Mitig:a. orient-ale. Si sapeva che cra110 minacciate Scerscell, El Afrùn, 11arengo e altre località .. La rivolta. s'era ravvicinata assai J)resto ad Algeri, non p iù protetta, come al tempo dei Turchi, dalle tribù (( rnaghzen ,> che · la ·c onquista francese aveva trascurato, n è rneg.lio garantita dalle tru,ppe che frattanto a vevano -dovuto portarsi ad Allllnale e ad Ain Bus·if pe,· QJara~c :tll'insurrezio.i.c dell' ovest. Il 18 aprllc le bande erano a 18 km. da .\lgeri. Il 20 i coloni avevano in m~sa abbandonato la p iana, terrorizzati dalle bande d i insorti. Due battaglioni giunsero allora d a Orano e fu possibile di orga-· nizzare con fra11chi-tiratori e f,'llardic !ll(}bili una colonna d i 2500 uomini che raggiunse l'A lma. Un distaccamento di questa colonna si ,portò a Palestro. Nuove truppe frattanto arrivarnno (.brigata La·passet, ch iama-


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ta da Bugia) e il l" maggio il gen. Lallemand, coma,1danle superiore (!elle forze di terra e di mare, lasciava Algeri, <lisper deva i ri,belli a l B,uduhu e marciava verso_ l'Est. Fin dall'l 1 aprile i generali Lapasset, Cérez e Saussicr avevano µ-reso il comando di t re brigate dette cc attive>>. Il primo era sbarcalo a Bugia, di dove fu richiawalo il 20 arprilc per cedere le p rQJ>rie lrnp pe ai gen. Lallemand. li gen. Saussier, che alla fine di marzo si era porta to su Borgi Arrer igi, faceva salta,rc il borgi ,iella }Vlcgiana e conquistava i villaggi insorti, lVfa nel corso,-delle opcrazion i dovette interromperle per assicurare la protezione dei centr i, e perciò µor lars i su Setrf. La marcia fu penosa; i gùm si scioglievano, le tribù facevano causa comune coi ribelli ; le gu•a rdic mobili rifiutavano d i combattere e si rendcv.ano perciò necessarie rnisure disdp·l inari di rigore. Nondimeno il gen. Saussier, che fino dal]'inizio della campagna aveva dimostrato una notevole abilità, con i suoi 4000 uom ini d i scadenti truppe, manovrando nel triangolo Bu Arrerigi - Setif - Taketunt, sostenova .parecchi combattimenti vittoriosi e scacciava i r ibelli <!alle loro posizioLegione sitrani era -ni. Il generale Cérrz, e Cacciatori ind1gcni duran te la 2• quindicina di aprile 1 aveva raggiunto Aumale con 3300 uomini e s'era spinto fino a Such el Chemis. Poi mal'Ciò su Buira ove lo attendevano .3000 Ca.bili trincerati <lietro muri a secco guarniti di feritoie e disposti in più ordini. Una colonna, liberaUt -dell'affardellamento, conquistò la posizione alla baionetta. Il Basc-Agà accorse da.Jlla lVIegiana e attacrò la colon na Cérez, ma nel corso del combattimento rimase ucciso (S maggio). Questa scomparsa non fu decisiva per J'insun·ezione; i'1 ~1okran i onnai scora~i•a..to della lotta, avr~bbe forse pot uto servire nel seguito per la pacificazione. GJi successe invece nel comando dei contingenti della piana il fratello Bu :Mezragh, ben pii\ accanito di lui. 1

Il generale I.allemand, comandante su•periore delle forze di terra e <li mare, qperava nella G iurgiura. Il 5 maggio, dopo aver ricevuto la sottomissione dei Kascna, rnai"Ciava versq nord- est e giungeva a Tizi Uzu, vettovagliandola. Ristabiliva l'or dine in questa regione aftidanclone la polizia ai gùm. Percorreva poi il territorio fra Tizi- Uzu e Delli.s sc,,"llen<lo le creste dei monti. Tutti i v illa,ggi della riva destra del Seban furono conquistat i da colonne leggere appoggiate dall'artiglieria. In.fine il Lallemand attaccò il massiccio dove erano gli Ait AisSsi, a sud di Tizi-Ufu, mei;itre il generale Cérez concorreva _all'operazi011e _gi4ngç_~dovi dal Sud. L a posizione di,f asa da '8ÒO -fuci!'i .<fu conquistata. Le due colonne si riunirono rper andar.e a sbloccare Fori :Nalional. La ciltii. aveva subito un Juribondo attacco ne-Ila notte fra il 21 e i l 22 ·m~io, nel quale gli as~e<liami avev;rno fatto uso della mina. Le tru,ppc francesi, in totale 10.000

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umnini si avvicinarono n1e<liante .u na serie di aspri com battimenti. Fort National fu ri'preso il 16 febbraio, ma le operazioni continuarono fmo al 25. Il figlio di Scek cl Haddad, Aziz, e i capi arabi fecero allora richiesta di sottomissione, ma il Governatore generale, armninglio de Gueydon, non la accolse. Il gen. LalJemand si portò in seguito (fine luglìo) sul colle di Tirurda nelh cui direzione a vanzwva Bu :lvfezragh con 3 a 4000 cnbili. Il genera le, con 5 battaglioni, uno squadrone e un:i sezione <li artiglieria riuscì a occupare il colle e respingere il nemico. Egli mantenne la r iva si nistra dell'uadi Sailiel, mentre i l gen. Saussier, sulla r iva d estra disperdeva i ,:ontingenti d i Bu )>fezragh. Dopo una punta a sud fino alla sede dei Mokràn egli fece ritorno a Bugia dove il 1° agoòto la sua colonJ1a fu sciolta. Essa a\'eva, in tre mesi, per corso 600 km . e sostenuto venti combattimenti. Aveva a-v1.,to 58 morti 312 feriti e i.SO:) malati. Altre operazioni furono compiute dal gcn. Saussier dal col. Marié, <la! gen. Cérez, da:! col. Trumelct. Il pdmo riusci a 1battere Bu Mezragh, che aveva r açcolto 10.000 partigiani. . Le operazioni IJ)ÌÙ importanti. furono compiute nella regione di Bugia, dove Aziz, figlio dello scek cl H;addud. era riuscito a sollevare le tribù dei dintorni di Ilugia e a riunire 10.000 uomini bene organiz;ca'[j e ,;ottcmessi a una r igida discrplina. Il generale La;passet, sbarcato ,. Bugia con 2000 reclute e 400 cavalli, copri difensivamente la città, ma. dopo poch~ giorni d ovette partire •per la 11ili.gia (20 apr-ile) lasciando a Bugia 1500 uomini di cu i 600 guardie mobili. Bugià cont'inuò àd essere attaccata dai ca.pi Ra.mania. Nello stess9 tempo Aziz combatteva le tribù del Tn,babor rnpaste fédeli alla Francia e trascinava con sè quelle di Gigelli. Gigeìti, bloccata, era difeaa dal tiro delle navi. Aziz sollevò in seguito la regione tlell'Uaxli Kebir, ç,ve racco!~ 6000 fiucili. Ma ai prim:i d i luglio rinforzi arrivayano a Mila, provenienti da Costantina e <la Philippeville. S i riuni,rJnO così 1700 uomini. Da Collo partiva ' .anche una piccola colonna dj 50 zuavi e 200 indigeni a "j:,iecli. Nondimeno queste ttuPIJ)e erano sempre insufficienti contro i contingenti indigeni che incendiavano le foreste dell'Uadi El Kebir. L'ordine infine fu r ista;bilito dal gen. Delacl'Oix, ,partito da .Costantina con 3500 soldati, e,J avanzatosi incendiando i d1tàr e compien<lo una. repressione severissima. Nella regione meridionale, operò il gen. Saussier, coadiuvato da altre ,colonne. Il fatto d'anni più irnportame fu quello del Gebel Maadid, dov'egli battè un corpo di 9000 · indigeni, d i <.ui 3000 cavalieri. La colonna -Sauasier mar~iò per 233 giorni percorrendo 1450 km . e sostenendo quarantasei combattimenti. Nella ,provincia di Orano la guerra santa ern stata proclamata. a su<l d i Scersccll; immediatamente i picco;i posti francesi rimanevano b loccati. Una colonna al comando del gen. Ponsaru partl da Algeri e cooperan<lo con altre minori di Orano riuscì a reprimere dura.mente la ribellione. L'insurrezione del 1871 non si estese a tutto il territorio. Due terzi della pQpolazione rifiutarono di prendervi parte e p iù di 6000 capi famiglia appartenenti alk collettività insor te si,pararono la propria causa da qudla dei loro parenti e amici. Le repressioni furono alquanto sommarie e lasciarono strascichi penosi. Comunque, anche a non voler dare a quel moto di ribellione 1

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una inwortanza molt.o grave, sta di fatto che f u ncce6sario a i Francesi di mettere in moto oltre 20 colonne e dare, in un :umo, trecentoqua:ranta co1nbattimenli, esclus i da ta le nwr1ero quelli sostenuti dai soli :partigiani indigeni della F rancia senza intervento <li tru,ppe regolari Ultimi a,rvenime11ti. L a pace della Colonia. fu ancora lieveme.nte turbata da pie-cole insurrezioni nel 1876 e nel 1879, e >Lbbastanza seriamente nel 1881, con una rivolta scoppiata nelle tr ibù della frontiem, e guidam <la. Bu i\ri1u11en1a, in ,c;oincidenza con la spediz ione eh Tun;s i. Era allora Governatore Alberto Grévy, il qua le fu sostituito da T irmaun. Occorsero parecchi combattimenti pc,.· domare la ribellione che durò oltre un ai,no. Bu Ammena morì nel 1884, essendo sempre riuscito ad evitat·c la cattura. Durante questa rivolta venne iniziato l'ordinamento stradale, fcrroviar,o e militare, per mezzo del quale le rivolte vennero rese quasi impossibili, tanto pii1 che venne occpuato stabilmente ( 1882)

Cn.cclatori d'Africa il :vrzab, iniziandosi. così >un -avanzamento verso il suct che fu dal 18S5 metodicamente proseguito, mediante costruzioni di fç,·ti (Forti !nife!, Mac-nfahon, Miribel, ecc.), nei quali Je guarnigioni dovettero sopportare gravi disagi. Ne). 1902, poi che c iascuna dc!le tre divisioni m ilitari pretendeva una parte del Sahara, la Francia creò i « Territori d el Sud >) e poi cost ituì nel 1903 un posto centrale (Colomb), che c,ltre alla guarn igioile fissa fu sede di forn mobi li sufficienti a l serv izio -d i polizia di frontiera;, e che fu collegato con ferrovia alla rete a lgerina. Ne! i 908, durante la lotta fr,1 A!:x.l-el-Aziz e· Mulay-Hafid, una (( harka » marocchina avanzò in terr itorio a lgerino ( del Sud} 1na fu respinta dal generale Vigy, il qua:le presidiò Bu Denio e tornò a Colomb. I ma.rocchini, riordinatisi, a55ediarono il detto ,presidio, che il gcnera1c francese riuscì a soccorrere, con una marda- d i 160 k m., d isperdend,) defo1itivamen te .i marocchini <:on un combattimento durato cinque ore. Da allora l'A'lger>a è rimasta u·a11quilla, e il suo ord in amento ha permesso alla Francia d i ottenerne nu-

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merose truppe di colore per la guerra mc,ndialc, come si acccnriò dicendo del reclutamento in Algeria.

Algesiras. •Città della Spagna, wov. di Cad,ce, sulla baia omonima, di fronte a Glbiltcrr:L. E' I'ant. Juli-; transducta, caduta in potere degl i ambi nel 713. J. Battaglia narnlc e assedio di A lgc,,iras ( L3 42-134/i) . .'\'fl'partienc alla guena intrap resa da Alfonso Xl di C:,stigli:t contro i mori del nfarocco. Due anni prima, era c:.v-venuta Ire batt. di Ta.rifa; SLVbito dopo, Alfonso aveva provveduto a riorg.1.11inarc I?. sua flotta, affidandone il comando all'a.mmira,giio genovese .Egidio Boccancg,·_i. Questi aveva ?.i suoi or<lini, oltre a g,dcc castigli:rne, anche ga lee genovesi, e dicçi portoghesi comandate da Carlo T>essagno . Diec.i- ga lee aragonesi cra no pure p.rcsenti, ma non vollero porsi agli ordini dell'ammiraglio geno·vcse. Il quale si presentò nel 1342 con la sua flotta <lavanti 'al .golfo di A ., in cui si trovavano o'.tre o:tanta navi del Marocco e dell'Emiro di Granata. Le 1n ·1i dei mori avanzarono contro quelle cristiane, ma queste, che a.ve,·ano il vento in favore, investirono le avversarie e ne mandarono a ,picco _quattxo al µrimo urlo, mentre due si ,getta.vano Slt lla costa. L:i. battaglia , i a,ccese fra tutte le na,·i ,Presenti, durò tutto il giorno, terminò con la sconfitta dei mori, i .qua'li vi perclettcrn in tutto venticinque na.vi, mentre ·1•ammira,glio Boccanegra ne perdette t,·e. Gli aragonc,i non parteciparono alla battaglia, ma dèspcrsero un gru,ppo di navf avv.e r"arie d 1e tenta\'f1 · di avviciwarsi al luogo dC'lla P\.\gna. Dopo di ciò, Alfonso pose l'a.s.sc<lio ad A. dalla parte ùi terra. (agosto 1342) mentre il Bocca.negra ,la ten.:·:a o!occata dalla parte elci ,narc. Sembra che per la prima volta si siano usati i cannoni per opera. dei mori in questa occasione. La resistenza dei ;mori fu energica e lunghissima. Un esercito musulinano, comandato da Vusuf, accorse nel 1343 a ten tr,re di far togliere l'as,~dio cd assali il ca1npo cristiano ; n1a venne rc3pinto, sgo~ minato, costretto alla fuga ( 12 dicemure). ;\ lgesiras cap itolò soltanto il 26 marzo 1344 . TI. Battaglia di A lgesiras (5 luglio 1201). Appartiene alla gùci-ra tra Ing,hilterra e Francia. .U na divis ione navale francese, composta d i quattro vascelli e una fregata, al comando dell'ammiraglio Linois, si era ancor:i.ta nelle acque di A . quando vi fu assalita d a una d ivision'! inglese composta di sei vascelli, al coman<lo del coS1trainm i1'a,glio Sauma.rcz. L o scontro, vivacissimo, terminò con la. vittoria dei francesi, appoggiati dalle batterie spagnuole d i terra ; francesi catturarnno un vascello e ne affondarono 1

un altro, 111entre

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r iI'na -

ncnti vascelli inglesi r iuscirono a ritirars i. La fregata francese era la J>[,;i(v.). Gli inglesi av-,. vano perduto 1500 u ., i francesi 420. III. Con/ereuza di Alges ii-as. Fu convcY~ata il 16 gennaio 1906, e s i chiuse il i aprile d'elio stesso anno, per .regolare il problema del .Marocco, causa di at- II marchese Em il io Viscontttrito fra Germania. e Fran- venosta, prlmo ae teg-ato dell'Italia alla conrerenza intercia. O ltre a queste due ponazlonaJ.e ·-di Algestras.

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Br.relfN 07l:Almiran.

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.f!t,iCarnero ten ze, vi parteciparono : lla lia (r~ppr escntata dal marchese Emi lio Visconti Venosta, primo .delegato, e altri), Austr ia, Belgio, Inghilterra, Marocco, O lttT\da, Portogallo, Russia, Spai;,'!1a , Stati Uniti, Svezia. P resideN C della Coruferenza fu il marchese Almoclovar de l R io, spagnu olo. Vennero prese decis ion i conlro il contra.l.>bando delle armi al Marocco; per la cost ituzione di :m corpo d i polizia di 2500 marocch ini comandati da ufficia li francesi e spagnuoli ; per Ia crea1,ionc di una Banca d i Sta to :vfaroochina prevalentemente ' con capitak francese. L a German ia avrebbe voluto affermare l'ind ipen denza d el Suita.n o, -m a ebbe il solo appoggio dell'Aus tr ia - Unghcrra e dovette cedere : il ì\1aroe-co r im ase pertanto sotto l'influen za della Fr :u1cia. L 'Italia svolse nella Conferenza un'azion e moderatrice degli urti, ma dimostrò in p ari tem,po la propria indipend enza dagli I-n,per i Cen tra li.

Alghero. Città. d ella Sa.rdog.na, 1,ià fortifkattt, in p rov. di Sassa ri. Bbbe a <lilfesa, oltre a solide mura, tùrr<Ì sparse nei p unti p iit conve,;ienti, spec ialmente verso la anar ina. N ell'epoca del reb'110 d i Sardegna fu sede di un ba ttaglione d i <<milizian i>> o « .bara cella ri » composto di 350 fanti e 70 cavalieri. I d intorni, facen ti capo al battaglione d i Tirsi, forniva.no in caso d i bisogno S76 fan ti e 96 cavalieri. F-in d al Med io Evo fu considerata

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fortissima piazza; l'obbero nel 1102 i Doria d i C eno-va.

I. Assed io di A lghero (1283). '.\'e! detto anno una flotta pisana, guidata da Andreolto Saracino, comparve davanti ad A. e vi pose l'assedio, a iutata d a lla parte d i terra d a l G iudice d'Arborea. La p iazza resistette quasi un mese ; poi dovette capitolar e. II. Battaglia navale presso Alghero (29 agosto 1353'. D etta anche di Porto Conte o della Lojera . Appar tiene alla lotta fra Genova e Venezia. Venezia armò 30 galee al comando di N iccolò Pisani ; obbe ,per al leato il re d i Aragona Pietro IV che ne a rmò 40, d i cu i metà a spc,e dei venczianì wggiungendovi tre cocche incastellate, montale c iascuna d a 300 u . d'equipaggio ; il tu tto .tgli ord in i del vecchio anm1iraglio Bernardo De Cabrcra. Genova oppose a. queste forze 60 galee comandate da Antonio Grimakli. La squadra aragonese andò ad assed ia.re Alghero, tenu la da.i Daria: in quelle acque doveva raggiun.gerla la flotta ven eziana . IJ Grin1al<li, coll'in tento di opporsi alla congiunzione d elle flotte avversar ie, partì da Genova. s ui primi <l'agosto del 1353 : un colpo di vento aven dogl i disallbcrato ot-to -galee, prose gu ì per la Sardegna c on le altre cinquanta due. Ma nel frattempo il P isani si era un ito al Ca'brera, così che qua ndo il Grimakli comparve {lavanti a d Alghero s i trovò d i fron te a,gli avversari r iuniti. Legò egli tutte le ga1


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lée insieme, salvo che quattro 'PCI' ogni a.Ja. Atta-ccato il combattimento, avanzarono a vele sp iegate le tre grosse c~oche aragonesi e sfondarono la linea genovese affondando tre galee. Il ,Grimaldi .giudicò la giornata periuta e si allontanò con 19 galee; le altre, che non avevano -potuto seguirlo, s i arresero a discrezione . A. dopo la •battaglia venne jn potere d og.Ji Arag011esi, i quali vi misero come ,governatore il barone Gisberto di Castelct ; ma, partita la flotta aragonese, gli Algheresi si sollevarono e massa-crarono tutta la guarnigione aragonese, salvo il Ca.stelet che riuscì a fuggire . !II. Assedio di Alghero (1354). Pietro IV, re d'Aragona, volle vcndkare l'affron to e mosse in persona con 90 galee di cui il comando era ancora tenuto dal Cabrera, con tro Alghero. Egli a~'eva u n corpo d i sbarco composto d i 10.000 fanti e 1500 cavalieri, che mise a terra a Porto Conte, disponendolo intorno alla città dalla parte di terra., ::nentre il ,Cabrera la guardava e batteva dal 1nare. Soli 700 uomini erano a difesa delle mura d'Alghero, -battute con macchine da guerra d'ogn i sorta: tutta viii si difendevano disperata,mente, e contenevano gli assalti d egli Aragnesi con su<JCesso. In loro soc<:orso mosse allora il Giudice d'Arborea, conducendo 15 .000 fanti e 2000 •cavalli. P ietro, d i fronte a ciò, venne a patti ed ebbe Alghero, da cui gli aibitanti dovettero uscire, mentre eravi introdotta una popolaz ione c,,.talana. IV. Nel 1374 A. f.u assalita da 40 n avi genovesi ~ d ifosa òa Brancaleone D oria; nel 1392· Jo stesso Doria l'assalì invano da mare e da terra. Nel 1412 il visconte di Nat'bona s'impadronl con 300 cavalieri e 1S0 bale~tricri francesi e sassaresi di un a torre, detta dello Sperone, ma fu assalito e costretto ad arrendersi. Nel 1524 una squadra genovese si impadroniva nuovamente di Alghero. Nel 1660 si ebbe un n uovo tentativo francc~e di -prendere la città·, ma g li assalitori vennero sconfitti dopo quat,tro ore di combattimento. Nel 17 I 7 A . vcnn~ in .potere degli spagnuoli, comandati dai marchesi L eyde e di San Filippo, dopo ,p ochi giorn i di as-sedio.

Alghisi (Galasso o Galeazzo) da Car p i, . ingegnere militare del secolo XVI noto nella storia dell'arte d ifensiva per la parte ,presa negli stud i e nelle d i~te dcl!e fortificazioni di Roma sotto ,papa Paolo III e soprattutto ,p er avere ideato un s istema tanagliato che precorse quelli del Landsberg (secolo XVII) e del Montalembert (secolo XVIII). Quello dell' Alghisi è forse il ,primo s istema organico d i fortifrca.zione, r igorosamente determinato in t utti i .particolari geometrici che, se vale v. dare al suo autore un poslo nel la storia dell' a.rchitettura militare, prelude troppo alle tendenze ,dottrin arie che cominciavano a manife5tarsi. Nei su oi molteplici progeJ ti d i for tificazione ta.nagliata, a!])plicati con forme sco,lasticl1e ai poligoni regolari di d ivers i lati, l' Alghieri ideò d a~•anti alla cortina << l'isola», che è in sostanza la t~naglia usata norrnal:Uente dagli ingegneri m ilitari <lei se,olo XVII e XVIII. Fu un o dei p rimi che co·1J1i:1ciò a disegnare le fort iftcazioni in pianta geometrica ; e fu valente architetto civile ed ingegnere idraulico. Lavorò con Antonio di San.gallo al Palazzo Famese. Ebbe il vanto d'essere stato il maestro d i Aurelio De PaJ)ino che d iffuse i iconcetti della n uova arte difcnsi·,a nelle Fiandre. Lasciò un trattato : « D elle For tifi-cazion i >J (Venezia, 1570). Algido. Collina <lei L azio ( mons Algid11s) presso To-

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scolo verso Velletri. Teatro di lotta fra Romani ed Equ i, i quali tenevano molto al .possesso di A., donde s, spingevano in scorrerie nella p ianura. Varie battaglie contro gli Equi r icorda la storia. romana in questo punto. I. 465 a . C.: Combattuta e vinta d.ci consoli Quinto Fabio e Tito Quinzio. II. 458 a . C . : Combattuta e vinta dal console C. Orazio Pulvillo, il quale punì gli Equi che avevano massacrato il ,presidio romano d i Corbione. TII. 457 a. C.: Causa le co.nt inue devastazioni e i continui saccheggi degli Equi nel territorio latino, il Senato romano decreta la guerra e manda il console Lucio Mi.11ucio, che viene sconfitto e costretto a chiu<lcrsi nel suo campo, circondato <lagli Equi. Sap.utasi a R oma la disfatta ,per mezzo di cinque messi inviati a stento da Minu cio il senato nomina dittatore Lucio Quinzio Cincinnato, il quale ordina a tutti i ci ttadini iscritti n~ll'esercito di trovarsi verso il tramonto dello stesso giorno sul Campo di 11arte provvisti d i v iveri per cinqtte giorni e d i 12 ,p ali ,:la palizzate. Verso la mezzanotte c011 le legioni ,giunge in vista del campo nemico e d i nascosto -costruisce una .pa lizzata intorno . La mattina segu ente gl i Equi trovandosi chiusi da ogni parte cd esposti ad un d oppio assalto si resero a d iscrezione e furono costretti a rest itruire h città d i Corbione, · a consegnare le armi, i ba,gagli e i cavalli, e a ,p assue sotto un giogo formato da tre aste. Il comandante degli E qui poi, Gracr.o Cle lio, e gli altri ufficiali, furono messi :n catene e serbati p el trionfo del d ittatore. Il console M:nucio fu d'o1'Cline di Cinc innato costretto a dimettersi e l'cseKito consolare escluso dal trionfo. Si noti però in questo racconto il lato leggend ario d ella d istanza di 3ù chilometri -circa da R oma ad Algido ,percorsa in cinque ore con un carico d i dodici grossi pali, coi v iveri per cinque giorni oltre l'a!'matura .. E dopo una tale marcia costruire di notte una palizzata senza farsene accorgere intorno a l campo nemico, ohe d oveva avere un'estens ione molto sviluppata ii, causa d el campo romano dagli Equ i circon dato ! IV. 455 a. C . : Fu combattuta dai consoli Marco Valerio e Spurio Vir,ginio cdn tro ,g l.i Equi, dei quali n~ ca.ddero più d i 7000. V. 450 a. C . : Gli E qui stimolati dall'a:biezione, in .cui gia-ccva Roma sotto il decemvirato, invasero il territorio e si spinsero fino a<l Algido. Contro di loro marciò il decemviro :M. Cornelio assistito da quattro colleghi, ma fu battuto, e ,perduto pers ino il campo proprio a causa. dei malumori delle legioni, che mal combattevano sotto -capi invisi, fu costretto a rifugiarsi a T usoub. L ' anno seguen te però i Romani sotto la condotta del console L. Valerio misero in rotta gli E qui, alleati dei Volsci e libcra.l'ono il suolo della patria. Il senato rifiutogli il trion fo a causa della gelosia d ella gloria acquistata, ma il tr.ibuno L. Icilio provocò un plebiscito e lo fece decretare. VI. 431 a. C. : Causa i saccheggiamenti degli Equi t! dei Volsci contro i Lat ini e gli Emici, alleati di Ro1na, il Senato nominò d ittatore Aulio Postumio Tuberto, i! quale seguito dal console T. Quini;io Cincinnato marciò contro il nemico: Ed avendo trovato gli Equi e i Volsci a lloggiati in d ue campi l'uno poco distan te dall'altro, accampossi a u n miglio circa d i d istanza dal conso_:c. . Ora i 11e.mici d isperando d i v incere in battaglia campale, assaltano di notte il campo del console. L'improv-

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viso gr ido lev_atosi desta non solo le guardie del console e il suo esercito, ma anohe il dittatore dal sonno. Il

console senza.- perdersi di coraggio con par te dei solda ti rinforza i posti delle ']Jorte, con parte si cl ispone alla difesa dello steccato. Il ditratore rnanda subito al console un ri11iorz.o sotto la condotta del legalo Spurio Posuumio ,\ lbo, ed egli si va a mettere in un l uogo remoto, da dove alì'improvviso assalire alle spalle i l ,,e;nico. Affida al legato Quinto Sulp icio la cura del campo; assc,gna a ll'a ltro legato Marco Fabio la cavalleria coll'ordine di non menar le m ani prima del giorno, csteJtdo troppo difficile governarla nella confusione dcli" notte . ::-Vlanda :}!arco Geganio con una elet ta banda ad a~a ltar e il crumpo degli Equ i, cJ,e viene preso prima che i nemici se n'avveda.n o. Il dittatore, veduto il segnale <lato col fmno giusta i l convenu to, grida U<I alta voce esser preso il campo nemico e ne fa correr da per tutto la nuova. G ià era dì chiaro ; e mentre Fabio dava l'assalto con la cavalleria, e il console faceva una so, tita dal campo addosso a i nemici già spaventati, il dittatore li assaliva alle spalle. Circondati dui1quc i n~mici da ogni p arte, sarebbero stati tagliati a pezzi, se Vezio Mcssio, guerriero illustre fra i Volsci, non òi fosse, seguito da pochi altl'i, aperta un a strada col coraggio deUa disperazione contro le schiere di Sp. PostUJmio Albo e del ditta tore. G iunto nell'accampamento dei Volsci, che non era ancor preso, 1-fessio s i difende come meglio può, ma su1bito dopo lo steccato viene rorto dal console e dal d ittatore, e i" d ifensori fatti 1i:-i-· gionieri e venduti, ad ec-cczione dei senatori. VII. 418 a. C. : · Fu combat tu ta dal tribuno militare con potesti, consola re Lucio Sergio Fidenate contro i ribelli Lavica:ni alleati cogli Equi. I R oman i tratt i in sito svan taggioso daUa speranza di prendere gli alloggirumenti dei nemici, .perchè questi s'erano, fingendo paura, ritirati n ello steccalo, assaliti improvvisamente dagli

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.Equi sono caccia ti nella ,·alle sottoposta e fatti a p.::zzi. I superstiti ritenuti g l.i accampamen ti a stento in quel giorno, il <lì dopo attorniati quasi da ogni parte dal nemico, fu.1,sgirono "ilmente ,per l'or>posta por ta, e si r ifugiarono in Tusculo. In aiuto <lei Romani sopraggiunse il dittatore G. Servilio P r isco, il quale al primtJ scontro cogli Equ i lanciò p1·i111a la cavalleria e poi im,pe.gnò le legioni, sbaragliando d i pJ·imo impeto i nemici, che fuggirono nei loro alloggiamenti. Presi e sa,•cheggiati questi, il di ttatore -si volse con tro la città di Lavico e la prese d'assalto. Tornato a Roma vitt0r ioso, il Senato !<pedì subito in quella città. una coloni:t di 1500 cittadini romani .

Algonzini (1'0111pco) . Generale, n. e m . a Paler mo ( 1350- 1909). Sottotenente di fanteria nel 18il, ricoprì nel grado <li :\-faggiore e di T en. Colonnello la carica di Aiutan tc di Campo effettivo d i S. A. R. il P r inc ipe di Nrupoli ( 1893-1897). Comandò da Colonnello il 51° R eggimento <li F anteria e, promosso :Maggiore Generale ( J90i), c,bbc il comando della Brigata Livorno.

A lhakam (o Alltache111). Emiro di Cordova, m . nèl1'822. C:om'battè contro i Cristiani ai quali rip1·ese Lc:ri(,la, Gerona, Bar cellona . I nvase qui11di la Gallia narbonese, -ma ne fu r icacciato dai francesi guidati da Lcdov ico, figl,io di Carlom:igno, i l quale ritolse ai :\for i anche Ba ,-ccllona e Gerona.. A ., che fu soprannominalo <<_il Crudele>> , ebbe :, lottare anche contro r ibellioni intestine che domò spietatamente.

A I hama (l'ant. Astigis J uliensis). Cit tà forte della Spagna, considerata nell'C')Joca dei 1fori come l'antemurale di G n ma ta, da cui dista poco più <li 30 km. Nel 921, essendovis i cl1iuso un corpo di ribelli al re Abdcrarnan III, questi ve li assediò. La difesa fatta dai ribelli capitanati da Asomor, fu ostina tissima, ma infine un assalt€1 generale diede la fortezza nelle mani del-

L' All1arnbra


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le tru'J)pe del .califfo d i Coniava, il quale fece tagliare la testa a l capo dei ribelli e perdonò ai superstiti. Nel J481, llln corpo di Castiglian i, riu,,cito a giungere inosservato nel ouor della notte presso le mm-a, le scalò, truci<lò le scarse sent inelle, e attaccò i nfori, i quali si .difesero disperatamente nelle vie e nelle case per akuni ,giorni. Dei }for i fu fatto un grande massacr o. Poco dopo, mentre era di guarnigione in A. il m,u·chese di Cadice coi Castigliani, i !\fori tentarono di r iprendere la <Jittù e l'assed iarono, ma Llll corpo di 45.000 uoruini comandato dal <luca di :i\'Iedina Sidonia essendosi avanzato per liberare A . dall'assed io, i 1fori si affrettarono a ritirarsi a Granata.

Al hambra. Grandioso palazw fortificato dei re :Mori di G r·anata, iniziato <la Jl,,fohammcd II intorno a! 1213 e terminato nel 1354, sopra una colbina a oriente <lella cit-tà. Le mura di -cinta, costruite secondo le migl iori r egole di fortificazione medioevale, segnava110 le sinuosità. elci colle, rnfforzate da torri quadre : prima dell' invenzione della ,polvere l'A . era giud icato inespugnabile. L'arca racchiusa dalle m u ra è lunga 750 e larga 20ù m. Nelì'interno, i Re Mori ebbero la loro residenza in sontuose c.ostruzioni. Parte dell'A . fo demolita r,er ord ine di Carlo V. Alhang~ . Località della Spagna.. in cui iu comba:lula nel 1230 una batta.g lia fra i Cristiani del regno d i Leon e Jhn Hud, il qualè fu sconfitto e rimo.se ferito nella lotta. In segu ito a questa battaglia i mmi perde ttero lladajoz e altri centri. Alhucemas. for tezza della costa. mediterranea dd l\1arocco, nella baia omonima, sopra un isolotto rocc ioso all'estremità or ien tale del Riff. E' stata occupata nel 1873 dalla Spagna e presidiata .

Al i strategiche (V. Ala). Sono i grandi repart i di eserciti schierati a destra e a sinistra del centro. Dic~si manovra d'ala que lla con la quale il comandante si propone di avv ilu.ppare e .ro'!llperc. con una delle prop1:ic ali o con tutte e due, l'ala o le a li opposte nemiche, per aggir~re lo sch ieramento avversario e tagliarlo dalle s ue comunicazioni. NeJJ·ant. Roma e nella Yinastenza -dell'ar te militare, <lopo il ~kdio Evo, le a li iurnno gcner,almentc com1,o;;te <li cavalleria, percbè quest'arma, essendo p iù vei<1ce, er a più adatta ad avvolgere, da una o da tutte e due le parti , l'esercito nemico. Xell'epoca moderna le a.l i so_no inve,:e generalmente composte di fanteria, artiglieria e cavallcPia e· sono ,p iù o meno forti in quantirit e qu~.lità: di truppe a seconda del terreno e del conce~to oper a tivo dcJ comandante. 'Ali cli cavalleria.. Denominazione data nella seconda metà <lei secolo XVIII n ello scihieramen to dell'eserc ito p iemon tese alle d~1e schiere d i cavalleria che erano gcllen t!me.nte di~poste a destra e a s inistra del · corpo d i bàttà:glia. Ogni ala si conwoneva allora di quattro ,·eggimenti di dragoni, su quattro squadroni di due compagnie; c iascuna di queste composta di 48 cavalli. Ah (Aeronautica). Sll'l)erfici di dimensioni e di incl inazioni <:onvenienti, animate d i una cer ta velocità re la tiva rispetto · all'aria e suscettibili, IJ)C>t· la resistenza che ·inco:it rano quando si spostano nell'ambiente, di far

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nascere, <:ome noi vogliamo, delle forze capaci cl i sollevare il peso totale di un apparecchio. I.e ali hanno generalmente la forma di un rettangolo o d i un trapezio, ,Ji cui la magg iòr dimensione è disposta secondo l'apertura: le a li sono qualche volta arrotondate all'estremiti, · d eH'apertura. Questa fonna, p oco importante dal punto di vista aerodina.n1ico, pennette, in certa n1isura, la. identificazione degli a!)'p1recch i. Si chiama « apertura d'ali» la dimensione perpendicola re al senso del:a ma rcia . L'altra dimensione si cl1iama la ((, profonrlit~ )) ; q,1est~1ltima <lin1ensione non oltrepassa mai i due metri. n rapporto fra l'« apertura di ali,, e la <e profondità» si chiama «allungamento ,,: e.sso è abitualmente da quattro a cinque nei monoplan i, da sei a nove nei bi1ilani. Le ali sono con<:ave ed han-

no un certo spessore che permette di alloggiare la ca rcassa inter·n a: b, loro sc1,ion..c, fatta lungo una nervatura, si chiama <<profilo)). I profili attuali hanno delle saelte varian ti tra 1/15 e 1/30 della lunghezza. della coH:a : si designano sotto il nome di ·p rofilo 1/20, 1/30, etc. Per facilitare la pene trazione delle a li ~ pe:· dare a i fileui d'a.ria la miglior 111?. rcia possi bile, si è studiata, oltre la curvatura, la forma migliore da dar~ "l << bordo d'atta.eco n che è la par te la più importante dell'ala; esso è a rrotondato, mentre il « bordo di usci .. ta » iper contro è il più sottile possi'bile per diminuire il r isu<:chio ~)osteriore. };fembratura iuteriore delle ali. Essa comprende due longheroni principali ( il longherone principale anter iore, e il longherone principale ,posteriore, che sono i sostegni maestri del carico) e due longheroni se<:ondari, uno che costituisce il bordo d i attacco, e uno ohe costituisce i l ibor<lo estemo o d'uscita. Questi longheron i non ser vono ad altro che a fissare la tela e a r esistere a lla tensione considerevole dcll'ernai!Lite. Quello poster iore è sovente costituito da semplice filo <li fer ro. Su qttesti quattro longheroni sono fiss,1te perpen<licolànnente le nervature . • I longheroni ,principali sono generalmen te in frassino od in a ltro legno speciale: possono però essere ugualmente costituiti da un tubo di acciai0 talvolta rivestito cli legno. I longheroni secondari sono qualche volta in pino o in p{oppo. Il centramento dcll'awa.recchio potendo ridurre il loro concorso al soste,:tarncnto, essi sono fatti il p iù leggermente possibile. Si dù a l longherone anter iore un profilo arrot011dato, vuotato in teriormente per alleggerirlo. E' qualche volta costitu ito da una semplice grondaia in alluminio chiodato su lle nervature . Se l'a la è ar rotondata all'estremi tà


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d 1.1e longheroni C e D sono riuniti da un rappor to :n legno sul quale viene fissata la tela . Catcassa i11terna a d,11c longheroni. QLJesto tipo piit sc1nplice: che pern1ct1e di conservare leggera l'e3tre.n1! -

tà posteriore delle al i, ,onsiste nell'impiegare solo dt:;, longheroni (Cauc!Ton). Quello principa le anteriore snve <ii bordo d'attacco ; quello posterior e è situato intorn,, alla metà delle ali. I l bordo <li uscita è una semplit ,, stri.scia fissata sulfestremità delle nervature . Le nervature sono qualche volta costituite da una sola assicella in frassino, si tuata sul!a faccia inferiore delle aii, e da una placchetta verticale destina.la a ma ntenere la curvatura. Questa assicella è fissata sui due lougberon1. Dei tiran ti qiagonali assicurano come sempre la rigidità dell'ins'icme. lntelaiamento delle ali. Si dispone la stoffa in striscie perpen<liicolari ai bordi d'attacco delle a li : è però 111e gJio rncttcrla. di tra,ver.so : in tal modo ass ume rne-

glio la forma della super ficie curva, sopratiLJtto per k a E soggette allo svergolamen to, e n on vi è pcrclit:t di tessuto. La stoffa può essere a llacciatà pel bordo posteriore delle ali; ·es;,a è allora smon taibile: o fosata all'osS.J.tura con <lei chiod i d i rame. I chiodìi in ferro si arrugg iniscono e rovinano la stoffa, se non s i i1n~iegan:, interponendo una picco la rondella d i al luminio fra la loro testa e la tela. L' intelaia mento del d isopra delle a li, ,og<,ctto a<l tuia aspiraz ione, deve essere fiss1to in una n1aniera p1rticolarn1entr. accurata . Una striscictta d i legno semicilin<lrica è avvitala sulle nervature a l d:-

sopra della tela per prevenire qua lsiasi s trappamento.

Alì. Comune in ,prov. dii Messina. D u rante la r ivoh1zione del .1 849, un battaglione d i ribelli fronteggi,')

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quivi l'avangLJar<lia della b r. nap olcta,ia Zola, in marcia verso Catania. l l combattimento durò un'ora : i ribelli furono sloggiati dttl fuoco d i due cannoni; andarono bruciate alcune case. Alì (Combatt·i111ento ,di Sìdi Alì. : 14 luglio 1912). Dc1t'antc la guerra Ttalo-Turca, la V d ivisione del Corpn d i spcdizion~ italiano, comandata. da l generale Garioni, sba rcò il 10 a.pr ile 1912 a R as e! Machbez, nella penisola <li E l Fàrua, .presso il confine tun isino, e, fortificatala, avanzò {:on success ivi combe1tti111enti verso Est per p rocedere alla occupazione d cli' importhnte oasi e ca$c,ggialo di Zuàra. Il 28 g iugno venne occu11ata la zona dunosa. che pi-cnde il n ome dal marabutto cli Si<li Saitl (V.) ove k truppe de lla dàvisionc si fortificarono p retpar:tndosi a ,procedere nell'a-v,u1zata colla conquista di Sìdi Alì, altura situata a circa 6 km. ad Or iente di Sid i Said e come <1uesta sormontala dal mara:butto omonimo. I l gen. Ca.rioni riteneva OJ?portun a l'occu p:tzione d i Sìdi Alì, perché, mentre ci avrebbe assicurato, durante la brnvc sosta a Sidi Sa id, un posto avanzalo ed un ottimo punto d i vedetta sulltt via di Zuara, avrebbe imp&!ito al nemico di rafforzarvisi e farne pun to d i appoggio per operaz ioni inte:;e a <listur,bare Sidi Sai<l. Der iso d unque ad occupare Sìdi Alì, il 4 luglio fece riconoscere quella posizione dal eapo di S . M. della Divisione, dal Comctn dante d 'Artiglieria e da i Comandante del -Genio, sotto la :protezione di un distaccamento composto del XXVII bgl. bersaglier i, ciel Vll Eritreo, di una btr . da mont. e reparti ciclisti e meharisti. Appoggiava dal mare la R . N. (< fride >>- L a r kognizione dette luogo a 1breve scontro per cacciare i .pochi gruppi nemici che occupavano l'altura e poi per fcnnare e d i•


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► //a/iani 1

sperdere akune centinaia di aràbi che tentarono di moiestare la colonna al r itorno . Quest'azione cònfc1,mò la convenienza dell'occupazione anche per as-sicura re il possesso del vicino e imp ortante rpozzo d i E l lVfaràbha e approfitta.re dell'esteso campo <li vista che -da Sìd i Alì s i sarebbe avu to verso Zua ra e Regdalin , con grande van ta.ggio per l'av:rnzat a. P rima di muovere su Skli Alì il comllndante della division e volle accertarsi dell'ent ità e, poss•ibihnen te, delle intenzioni del nucleo nemico che, dopo la giornata rli Si<li Said, crasi ritira.lo vc1·so Su-cl separandosi dal grosso che trovavasi a Rcgdalin ; fu ali' uopo eseguita una ricogn izione verso sud che .permise di accertare la p resenza dei nuclei n emici meridionali p resso Oglet cl Gria, v icino al confo1e tunis ino. Visto IJ)ertanto che era poco probab ile una minaccia <la sud e che a Zélten d a più g iorni non si notavano movimenti nemici. il gen. Garioni ,s tirnò giun to ìi momento d i ocrnpa,·e Sìd•i Alì, imoi,-gandovi tutte le forze disponibili dopo provveduto al presid io di Ilu Chernmisc e della penisola di c l Fàrua per qua ls iasi cvcnicn2,a. U11a colonna agli ordini del gcn_. Lequio, <:om,posta <li 1 bgl. del 1° gra11atieri, dell' ll 0 . regg. Bersaglieri, del XXVIlI bgl. 'bersaglieri, del VI Eritreo, con 1 bt..r. da camp. 1906, 1 btr . mont. e 1 cp. genio, doveva ,procedere all'occupazione dell'altura, mentre una r iserva d ivisionale, agli ordini del gcn. Cavacioochi, comprendente Je r imanenti tru[l'Pc (2° bgl.. 6"' fant., il VII Eritreo e 1 1btr. rnon t.J doveva raccogliersi a sud di Si-di Said per essere pronta a muovere suH:t destra della col01rna del gen. Lcquio, op,pure a fronteggia1·e eventuali attacchi n emici da sud. Avrebbero appoggialo l'azione le RR. NN. «Iride» e «Alcione>>. Alle 3.30' del 14 luglio le truppe del gen. Lequio mossero da Sidi Said su due colonne : una a sinistra per le dune. costiere, l'altra a d estra, un po' più arretr ata, lungo la serie <li ondulazioni che corrono a circa 2-3 chilometri dalla Costa. La marcia procedet te indisturbata fino alle S, alloix:hè la colonna d i sin istra, avvici-

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firahi

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v. · nm.

n atasi a Sìdi Mì, fu accolta dal ifuoco d i pos t-i avanzati nemici che presto respinse, col concorso delle navi, arrivando al maralbutto -poco dopo le 6. Frattanto la colonna d i destra, bersa,gliata dapprim:t anch'essa da posti avanzati nemici, veniva poi attaccata violen temente -da -ingen ti forze ac;;orsc dalle direzioni di Zelten e Rcgdalin. Contemporaneamente tre cannoni n emici, d.a. una posizione rnperta a Sud-Est d i Sìdli Alì, a,prfrono il fuoco contro la po3izione del mara.butt,l ; ma la nostra artiglieria li individuò e controbattè facendoli tace1·e. La colonna di destra sostenne bravnmente l'attacco, appoggiata d a lle batterie delle d ue colonne, da qu elle del campo d i Sidi Sa id e della r iserva, la quale intan to veniva fatta avanzare su.I fianco sinistro del n<llllico. La massa avversar ia che, rinforzata d ; , cce,;te dalle cabile dell'interno, aveva raggiunto un:t forza di cinque o seimila uomini, ven iva così arrestata e ,poi contrattaccata. e dispersa con ripetuti assalti ,IÌ!a •baionetta. Le sue perdite furono gravi; r<:parti inviati in ricognizione su.bilo dopo u n combattimento e nei giorni successivi trovarono e seppellirono oltre 400 cathvel'i, J"accolsero qualche ferito e moire armi e m unizioni. Le truppe italiane, il cu i con tegno fu, come sempr~, amm irevole, a malgrado del ca.Ido reso opprimente dal ghibli, perdettero un ufficiale e 15 soldati morti e 6 ,ufficiali e 67 soldat i feniti. Sulle posizioni di Sìdi Ali furono immediatameiite iniZJiati i lavori d i raffor::1 mento. Alì. F iglio di Ahu-Talib, quarto califfo arabo, cugino e gene.ro d i ~faometto n . aHa ::.\focca verso il 600, m . a Ku.fa nel 661 . Allevato nella casa del profeta, divenne uno dei p-i ù energici ed attivi ausilàari di ~foo-• metto e combattè al suo fianco a Bedr e a Ohod distinguendosi per valore e coraggio. Il profeta lo designò per suo successore, dopo averlo adottato. T uttavia, dopo la morte di M aomet to, t re califfi si succedettero pri-


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ma che Alì potesse far valere i suoi dirilti. Nel 65(), succeduto a Otman, dovette lottare aspramente contro i rivoltosi capitanati da Zobcir e da Tlllbah, i quali avevano già ottenuto diversi successi e si erano impa droniti di a lcune città della Si ria. All marciò contro di loro con un esercito di 30.000 uomini e nella sangurnosa bcttta,glia d i Kharibah o cc del Cammello ll, nella quale i due capi arabi furono uccisi, li disfece complelftmcnte. In seguito dovette combattere contro }Vfoav:,t il quale, dopo aver sottomessa la Siria, si era fatto riconoscere ,per emiro di Dama,,-co. Dopo numerosi combattimenti nei <Jll,di Alì el:lbc sempre il vantaggio, .si intavolarono nego:<iat i per a:ppianare le d ifferenze, ma i due arbitri nomina,Li, non curanti dei diritti d i Alì, proclamarono Moavia ca liffo. Questa dichiarazione inaspettata, dovuta agli intrighi di• Anu·u, uno degli arbitri, che aveva sa,puto sorprendere la buona fede delJ'alLro arbitro A,bu-Musa, non impedì ad Alì di riu-scir e a roprimere la rivolta; ma poco dopo mor ì pugn;ilato in una moschea.

Alì lvfoczzi.n. Capudan-pas-cià (an,miraglio) sotto il regno del sultano Selim .U, m. nel 1571. Nel 1570 comandò !a flotta ottomana nella. sped izione contro l'isola d i C,pro, tenendo il mare per tutto il tempo che il gran visir Mustafà assediò i veneziani a Nicosia e a Famago~ta. Caduta l'mmo seguente questa. p iazzafor te ed occupata tu tta l'isola, Alì Pascià, dopo aver pro·rveduto alla sicurcaa d ella sua nuova conquista, andò a fare incursioni nelle isole d i Candia, di Zante e di Cefalonia appar tenent i ai veneziani. Intanto Sclim sa;penclo che i principi cristiani avevano for mato una lega con tro i turchi, ordinò al suo ammiraglio di portare la guerra contro di loro, ed All prese il mare con una flotta di 280 galere, sa.cd1eggiando- le coste della Dalma.zi:t, <kll'Istria e dell'Italia con tanto furore che i Veneziani temett~.ro per la loro stessa- capitale . Infine lasciò il ma,re Adrtiatioo e con tutta la flotta si diresse verso il golfo di Lepanto, dove, sconfitto nella memorabile battaglia., rimase ucciso a bordo della sua nave, invasa dai Cristiani. Ali C1mm.rg-i. Gran v1s1r turco, mono nel 1716. F iglio di un oneroonte d i cn.l'bone, ottenne i favori dei sultani Achmct lI e Achmet III e nel 1714 fu nomi-nato gran vis ir. Fu n emico dichiarato cli Carlo XII di Svezia che si era r ifugiato in Turchia e lo costrinse ad abbandonare il territorio ottomano. Dichiarò la guerra a i V·enc.zi.rni, i quali, sollecitato l' intervento dell'imperatore Cado VI, teccro scoppiare la guerra fra la Gertnania. e la 'Turchia. Cun1urgi, che aveva. già dato f;rova d i valore nella guerra d i Morea, logliendC> questa provincia ai veneziani, fu messo alla testa di un es~ rcito d i 150.000 uomini e si avanzò nell'Ungheria, dove il 5 agosto 17 16 il prinòpc Eugenio d i Savoia a P eterwaradino gli diede una completa sconntta. Cumurg i mori sul campo in quelhi memoranda bat t,iglia. · Alì. detto A,·sl,m (il leone). Pascià di' Giannù1a, n. a Tepeleni in Albn.uia n el 1741, m. a Giannina nel 1822. Dopo la morte d ei' padre, avvenuta- nel 17S4, che era stato spogliato del titolo ereditario di bey di Tcpeleni portato dai suoi antenati, /\lì r isolvette di riconquistare la dignità tolta alfa sua famiglia, tr aendo partito dalle condizioni d i anarchia nelle quali s i trovavano le diverse cc fa.re », o ;prinoi-pati autonomi ep-iroti. Assicuratasi l'alleanza di alcune tribù guerriere, si impadronì

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cli Tepelcni, <li Del vino e di A,rgirocastro: n el 1ì89 ottenne i l Sangiaccato di Tcssacglia, occupò Giannina che trasformò in fortezza pressochè imprcndfbi!e, costrue.1dola all'estremità di un poggetto roccioso (Paktoros) che s i protende in mezzo alle acque del lago. Occupò Ocrida, assoggettò i Chima,·ioti, assaltò i Suliotti che resi" stettero ma,gnificamenle. Essendo allora impegnato contro i Francesi sbarcati a Nicopolis ed a Prevesa, proorastinò le sue vendette contro i Suliotti, ma nel 1803 riprese le anni contro 1' eroica tribù a11 n icntandola . Occupò quindi anche Bcrat e Cardiki. I pàscià di Elbassan, di Croj a cd altri fcudata.rii del!' Albania settentr ionale riconobbero la di lui sovranità. Era al colmo della sua ,potenza; però la potenza O(mai assodata t 1i Mustafà e la reputazione guerriera dei Jvfir<liti e dei Ducagini e delle tribù ma·lissore in genere, lo disto lsero dal portare le sue armi neU'ALbania settentrionale. Nel 1814, ottenuto dagli inglesi il porto di Parga nl quale mirava <la tanti anni, si atteggiò a sovrano indipendente, abbracciando col suo Stato l'Albania mer idiona le, parte 'Clelia Tessaglia e t u tta la G recia del )I. O., avendo nominaito :pascià di .Morea suo Jìglio. ::Vla nel 1820, avendo fatto assassinare un suo antico ufficiale, passato a l servizio della Porta, il sulta110 gli intimò l'ordine di presentarsi a Costantinopol i per giustificairs i. Invece di obbedire Alì si preparò alla resistenza e si difese per quasi due anni contro l'esercito turco comandato eh, Cur5cid pascià. Ridotto agli eslr•> mi incendiò la città di G iannina e s i .ritrasse nella fortezza che fu pt·esa per trad imento. Quando gli fo mnstrato jl firmano di Ma.hmud II che or dinava Ja sua morte, quantunque vecchio di 8 1 anni oppose di;,perata rcsis Lenza con le arm i aJ!a mano, e rimase ucciso, sopraffatto dal 1mmcro degli assaliloI'i. Spiccatagli la testa <lai ,busto, fu spedita a Costantinopoli dove rimase, esposta ,per parecchi giomi alle porte del Serraglio. La sua famiglia. fu distrutta senza pietà e le figlie fur::ino vendute schiave acl a lcuni pastori cp-iroti. Gli storici hanno rappresentato questo -p ersonaggio sotto gli aspetti più contraù ittori ; certo cl1e egli fu il primo a inrrodurre nelle regioni in cui visse e lottò, la ai,:iltà curope:1 . Al). Pascià. Ammiragl'o turco del secolo Xf , .. Combattè contro i Gre~i nella guerra d'indipc:ndenza che questi sostennero nel 1821-27; ebbe il comando in capo della flotta clopo la condanna a morte del suo -predecessòre Kara Alì, ma dopo la fazione d i Ccsmè il comando gli fu tolto.

.-1ll. (o Aal-ì) j,asci.à. Uomo d i Stato turco, 11 . a Costantinopoli, m . a E-


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renkui (1815-1871). Entrò in d iploma.zia e rappresentò la Turch ia a1I'Est-cro; fu ambasciatore a Londra dal 1838. Resse i Governatorati di Smirne e d i Ilrnssa, fu più volte Gran Visir. Nel 1856 ebbe la carica di primo p lenipotenziario della Turchia nel Congresso di Parigi. Nel 1867 tentò invano di padficare i Cretesi ribellatisi alla T u rchia. A lì. Said Pascià.. Generale turco, inviato nel I877 a reprimere la sollevazion~ dei :.\flrd iti, -ciò che egli foce crudelmente. Dopo di c iò partecipò insiemr: con Suleiman pascià a lla lotta co11lro i :Montcnegri ni; al richia,n10 di Su lei.man su I fronte d el Danubio, r imase sol0 con 20.000 uomini di fronte ai ::VIontcnegrini, i quali gli fecero su bire parecchi rovesci, ma egli tuutavia tenne toro t~-· sta fino alla pace. Fu governatore dell'Erzc,ovina. .4/ì Dùwr. Sultano del Da.rinr, r ibellatosi a.gli Inglesi su ila fine del 191 \ 111 a ccordo· con ,\h mèd esc-S.cerif, che sullo scorcio del lo stesso anno assaliva i posti ingles i sul confine c,giziano, occupando es-Sallum e varie oasi. La con Lroffensiva :inglese, n1entre rioccupava tutti

i posti precedentemente citali, reprimeva an che l' insurre;cionc provocata nel Darfur . dalla Scnussia, e Alì Dinar rimaneva ucciso nel novembre 1916.

A lì. V. A ktsclw.i, .4 /mora.vidi, Lucciali, Afo1111n~.l11cd;.-i, 1\1erlicre.

,Al'larte (o Alia.rto) . i\n t. citli d ella Beozia. Jìattaglia di A lùirte

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C.) . Appartiene alla

« Guerra d i Corinto l>; vi s i scon trarono gli Spartani comandati da Lisanclro, con tro gli alleati ( Ate.niesi, Teban i, Corint i, ccc.). Le truppe di L isandro venn ero scon fitte, cd egli medesimo ucciso sul 'campo. Sopraggiun to P,a,usania con a!ltro esercito spa..-tano, giudicò i suoi in preda a scoraggia.mento e non volle ritentar le sorti del.l'armi, ma concluse un aJ11nistizio e si r itirò: ciò fu causa d ie egli fosse accus.i.to dagli Spartani d i vigliaccheria e costretto a fuggire. Assedio di Aliarte ( I 71 a. C.). Appartiene alla terza guerra macedon i-ca, e Iu impreso d all'ammiraglio romano Caio L rrcrezio, con 12.000 a.rm<Lt,i. I terrazzani gli si opposero più col coraggio <lella disperazione che con le forze. F.icea1_10 frequent i sortite contro i lavori, ed aggravando con grosso contira.ppeso di piombo l'ariete, com'csso si accostava. a lle mura, Io ribattevano con tro terra; e se i Romani 1·iuscivano ad a,bbattere un muro, su'bito lo r ifacevano. P rdcedendo alquanto lento l'assedio, Lucrezio ordinò un assalto generale. Quindi fatti accostare 2000 soldati scelti a. quella parte, dove c'era no d ue toni e il muro tra quelle diroccato, tentò d i vaLica,r c le ruine, sperando d i a ttirare da quel lato l'attenzione degli assed iati e tenta.re cosl la scalata d elle mura in altri s iti. I te rrazzani respinscr9 con la forza i 2000 soldati scelti e pre1pararono elci fasci di aridi sa~.men ti per accenderli e tenere Jonùtno il n em ico fino

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a. quando essi avessero rifatto il .muro fra le due torri. M.a la. pioggia ca,cluta improvvisamente bagnò i sarment i e impedì l'attuazione del loro disegno. E mentre la maggior parte degli assed iali erano rivolti a difendere quel faogo dirocca to, le mura. vennero -prese a un tempo in più parti. :Nel p1·imo impeto vec-chi, donne e fanciulli fu·r ono uccis i indistintamente; gli aiwati si rifugiarono nella rocca, ma il d i seguen te s i arresero. E ra110 2500 e tutti furono venduti all' inca.nto. Gli ornamenti dcìla città, le statue e le pitture, e quanto c'era di prezioso fu portato sulle 11avi, e la città fu rasa a! suolo.

Alibì. (C. P . E .). Un militare a rrestato può allega.re un (( a l~bi » con indicazioni precise di tompo, luogo e d i persone, per dimosl.r~re la sua in-esponsabi,ità di fatto nei r iguardi del reato per il quale è stato Ì.!np11tato. Però il Comandante, o l' uffi.cia le giudizfario che lo ha in custodia, deve .ittendere, dopo steso o trasmesso al 'J)iù 1)reslo un verbale sull'interrogatorio e sulle in forJ11azioni assunte in proposito, provvc<lin1enti da~I'au lorità che ha rilasciato il mandalo di cattura, prima d i 1uelterlo in liberlà.

Aticante. Città mar itiirna clc<lla Spagna, nella baia omonima, con fortificazioni cd un importante por to med iterraneo. La •città è circondata <li alt i e n>cciosi monti e sul 1pcnclio d i .uno di questi è situato il famo50 castello <li Santa Barbara, alto 325 m. sul ma.re. Nell'epoca. romana. s i •chia,mava L uccntwm; poi fu invasa. ne-I 713 dagli Arabi e denomina ta Alcante o Alicai1 tc. I cristian i la p resero nel 1258. Nel 1638 avven ne nella ba.ia un combat timento n avale tra Fra.ncesi e Spagnuoli <:011 vittoria dei ,primi. Ferdùundo TJI circondò la città di mura. Nel 1873 A . fu bombardata chgli antircpubblicani. Assedio di Alica.ntc . Nel 1705, <lurante la guerra d i -successione spagncila, A. fu assediata. da•lle truppe di Pedro Ronquillo, che facevano parte dell'esercito comandato da Asfeld, e si componevano di 21 battaglion i e 14 squadroni d i owallcria franco-spa,gnuoli. Asfe)d, che ,personalmente entrò in Alicante il 30 novembre di .quell'an no, si servì sca1tramentc cli un conflit>to sorto fra la guarnigione occu pan te e la cittadù1an7.a decisa.mente ostile agli inglesi, .per impadronirsi del sobborgo e per ragghmgere il 3 d icembre, mediante l'ar:ertura d i u1Ì.a stra<la d i comunica.zione, la cittadella., nientre il comandante inglese, Sit Richa.rd SibuPch, si ritir?.va con 800 ,u omini a l castello di Santa Bai·bara.. D i f,ron>tc :i,ll'impossibilità di attaccare la p arte roociosa del .monte, Pedro Ronquillo preferì attenersi al piano ciel capitano del genio mina.tori Dclorme, il quale propon eva d i far saltare il castello con una mina.. D()IJ)o aver prescelto un punto adatto a 40 metri al disoth> della sommità del monte, il 7 d icemb re i minatori s i 111 isero aH' opera e in ctpo ad un mese fu costru i l"l nella roccia una ga'lleria d i 17 metri. II comandante S :bu,r.cb, accortos i d ella manovra, tentò con ogni esped iente d i d isturbare il lavoro dei minatori spagnuoli, ma a.Ila fine cl i febbraio la galler ia era già pronta e in essa forono collocate 12 .000 libbre di po.lverc. Dopo aiverc il 2 ma rzo intimato all' inglese la resa, il 4 m,nto fu esegu ita 1 'esplosione . Durante questa s i formò ,ma specie d i 1bastione con tutto il materiale del mon te sconvolto e in essa •p oterono trovaire scampo il comandante Siburch, il suo ingegnere PJUgct, 8 uffic<iali e 40 u omini.


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E an che il forte <li Santa Bar ba ra venne i11 p ol('re <lell' Asfcld.

Alicarnasso. Città mar ittima de!Jà Caràa, nell'Asia lvlinore, sul golfo omonimo. Asscd·io d·i Alicarnasso (334 a . C.). Appart ,cne a lh sped izione di Alessandro )'fagno, re d i :Macedonia , con tro Dario l lI C.'odoman o, r e d i P er~ia; iu imprcso <lai 1fa•codon i e condotto a comp imento ma.lgrado la s trenua d ifesa della città, fatta da l va loroso genera!•~ rndio l\.Iemmone . Alessandro dovette far colmarn un fossa to profondo 22 p iedi e largo 45; far battere )e n; u ra con le macchine, contro le qual; gl.i asscclta ti fecero vigorose sortite distruggendone spesso un buon nw nero . Quando i 1·1 acedoni s i resero p adroni delk breccie delle mu•r a, trovaron o al di là u n'altra robusta mura gl ia con torri, e dovettero r icomincia re da capo a batterla in bre.:x:ia. E cadu ta anche la seconda d ifesa, do;:>0 sforzi in auditi e gravi per<lite, la città fu d i,;pu tata a pa,lmo a pa lmo e an<lù del tutto d ist rutta , mentre Memmonc riuscì a sa lva rsi. Combattimento nav ale rli Alicaruasso ( 182S, agosto). Appartime a•lla guerra d' ind ipendenza della G rec i:i.. Dopo lo scontro di Samo, le n avi turche si e1·ano r ifugia te ne l golfo d ì A . e s i era.n o qu ivi dunitc con . un,i flotta eg,izìana, forte d i cinque yascell i, quattro fregate, qu.indic i navi da trasporto con 20.000 Ll . da ,;barco. l ! g reco ?\l iauH) seguito da l Ca naris} s i s la nciò a rd i,ta-

mente coi suoi brulott i in mezzo a!lla floNa turco-egiz iana. Ca naris abbordò e fece saltare in aria una fregala egiziana; altri brulott i greci fecero saltare u n brick e una corvetta. P er ~fuggire ai bru lott i greci le lrn \·i turco-egiziane tornarono ad ancorairsi a San10 . 1

A lice (o Alie-is) . An t. boi•go dcll'Argolidc, nella G recia. D urante la prima guerra degli Atei1ie_;ì coi Pclopon nesi, v i fu comhantu ta. nel 459 a. C . una battaglia. in cui gli a teniesi, coman dat i d,i 1Vlironide, ·vennero sconfitti.

Alidada (o D iottra a t ragnard;), (Top.), -:'\ella sua forma pit1 comune, è costitu ita <la una riga d ì legno o di metallo, alle cu i est.remìt/t sono u nite, a cernicta. <lue a le tte d i eguale lunghezza, c he possono ven rre a!lbassate sulla riga o rimanere .fissa te in d irezione per pendicolare ad essa. Ciascuna aletta. è div isa in due

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matita, seguendo lo spigolo della r iga ( linea d i i ede) e segna rsi sul terreno, per mezzo dì pa line. Si adopera

n ei r ileYa menti di carattere speditivo. Sono alidade e traguard i : !'(( Alidada livellatrice del Colon nelio Goulicr », la qua le può servire, oltrechè per determina re allinea"uenti, anche per misurare differen ze r.li '1ivcllo. Presenta queste caratteristiche : a) una piccola livella a b olla d'a ria. si tua ta nella parte super iore del regolo, per rendere orizzontale lo strumen to; b) il regolo, lungo 22 cm. ; reca da un lato, e per llll certo tratto, una graduazione in cen1imetri e millimetri, <la O a 15 cm.; nel r imanente, u na suddivis ione in cotangent:i ,per '1a p endenza; e) l'alet ta oculare; ha tre forelli ni sulla medesima verticale, prat icat i

Alidada Hvel latrfrc Gouller in una last rina che può scorrere a p iacere entro la aletta, a ilo sc0po d i p oter aumentare la altezza della aletta stessa e, conseguente.men te, l' inclinazione delle , ·isuali; d) la aletta obbwttivo; •h a due graduazioni, in tangenti, d elle pend enze. Rassomiglia.n o ad essa l'« a lidada~edi1uetro » della tavoletta leggera da rilevamento Cavie-chi, (( l'a lidada c ~-upelli ii, e a ltre. A lùì ada o D iottra a cannocchiale. Simile aila preccden le . Al traguar do delle a lette è sostituito l'asse d i collimazione cli un cannocchiale. E' strumento molto p iù p reciso e v iene impiegato nei r ilevamenti regolati. Ve ne sono v;ari t ipi (Salleron, K ern, E rede, ccc.). Quella adoper ala d a ll'Istitu to Geografico Militare e perciò detta « de!ristiluto )), fa parte ed è elemento essenz iale de-Jla « T avoletta' Pre tor iana )) che è il goniografo <li cui Sii è servito il predetto Istituto per eseguire i r ilevamenti ,dirctt-i <la! terreno (scala : 1 :25000 e l :500G0i dai quali è sta ta rica·v ata la Carta fondamenta le del R egno a lla scala l :100.000. (v. R-ilevamento). Essa serve : a) a determina.re graficamen te gl i angoli ridotti a ll'orizzonte ; b) a determinare mnncrìcamen te l'angolo d i ind inavione della visuale d i un p unto mirato ; e) a misurare le d istanze col concorso della stadia. Sue p a rti p rincipali sono :

Aliclarta a ~rag-uanli ,p arti ; in q uella chiusa è p raticata un a stre tta fcssm-., , che lrova ìl suo prolungamento in un w ltile fi lo d i crine, teso lungo la med iana de lla parete aperta. Alla fessura dii u n 'alctta corrisp onde il fi.lo d ell'a ltra, e vic eversa. Colloca ta 'la ,r iga s u d i una ta voletta d isposta orizzont.almcn t.e, si può determinare un a llineamen to tnguar<la.ndo attraverso la fessura di un'a letta (oculare) e la corrispond en te a pertura dell'altra (obb iettivo) . T ale a llineacmenlo ·può venir tra,ccia to, sulla tavoletk1., con la

Il cann occhiale con alidad a de l cePC.hio verticale: can nocchia le astronomico, collimatore, d istanziometr ico. L 'alida.eia è costituita da. un cerchio incastrato nell'eclì,metro e con centrico ad esso . Può ruota re insieme col cannocchiale, intorno ad un asse orizzon tale. L 'eclimetro : cePch io verticale graduato m gradi e mezzi gradi, con livclkt p rop1·ia, detta livella dell'ecl imetro e vite di correzione. L 'alidada orizzont ale : riga metallica graduata in centimetri e miHimetri. Serve d i base allo strumento. Con la sua linea d i fede p uò tracciars i graficamente, sullo speochio de ll'a tavoletta ,pretoriana, la d irezione dell'asse d i col1i.."'Tlazione d el cannocch ia le.


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ordi!lata quando ma terial i non piit idonei per le esigen7~ , lcll'amministrazione Jviilitare, possono a ncora rerv.ire ad altre Amministrazioni dello Stato. Tale cess ione viene ordinata dal Ministero della Guerra, previi accordi con le ammiJ1istrazioni centrali illteres,;ate. La cc;:s.sione h;i luogo ·c ontro rimborso del l'importo stabililo; ·e ciò median te passaggio di fondi da uno all'a 1tro bila ncio. La distruzione di materiali t>UÒ essere ordinata per evitare danni 1irobahili, alle persone cd ai fabbricati, deriv,anti dalla u lteriore conservazione dei materi,ili

A!Mada a cannocchiale

Ti cannocch iale e l'eclimetro sono uni ti alla. alidada orizzontale p er mezzo di ,una colonna di sostegno.

Alidosio. Famiglia emiliana, la quale diede vari cap itani nelle guerre medievali. Un Pietro A. tolse Imola ai Bolognesi, ma la perdette ; però suo figlio, A . l l , la. riprese nel 129 2 e l'assicurò a lla famiglia, cui rirnue fino a l 1424, quando a u n Luigi A. la tolse Filippo Maria Visconti. Un Azzone A . comandò gli I molesi damnte la prim a crociata. Bertrando Alùlosio. Si acquistò molta fama nella p rofessione delle armi e n el 1325 capitanò gli Imolesi contro i Bon:worsi d i Mantova e gli Estensi, riportandone completa vittoria . Nel 1335 ottenne da l p apa Benedetto XII il Prtonoseimento ufficiale del IJ)Ossesso d i Imola alla propria famiglia. Roberto Alidos·io. Fìglio di Lippo, morto nel 1363. Si mantenne sempre fedele alle parti del papa nelle guecre còntro. i ghibellini cd i Visconti d i Milan<;>. Ebbe il <,omwdo di un cor,po dell'esercito ·p ontificio; nel 1.356 si distinse ,alla p resa di Cesen a e nel 1359 a quella d i Forlì.

Azzo A lidosio. Figlio del precedente e suo successore. Come il padre fu condottiero di armi e combattè per la Chiesa contro i Visconti. :Morì nel 1372.

Al'ienazione. Atto amminislxat;vo inerente a mater ia li di p roprietà dell'amministrazione milita re . Si cff ettrua in vari modi: mediante vendita, median te l'utilizzazione dei materiali in altri servizi, mediante ce~s ione ad altre amm inistrazioni, mediante distruzione, a seconda dei casi. La vendita si effettua quando i materiali, p er non essere pi ù, servibili, nè altrimen ti utilizzabili, se ne può r icavare un utile, ceden doli al commercio. Le vendite sono precedu te dalla d ich iarazione « fuori uso)> delle Autorit/c competenti su pro;posta dei consegnatari o <lei Consigli di rumm;nistrazione, e possono effe ttuarsi a trattativa privata, a licitazione o per asta pubblica, a seconda del ·v alore presuntivo dei ma teriali stessi. l i ricavato delle vend ite deve essere versato in Tesoreria. L a u tilizzaz,ione dei niateriali in a ltri servizi è pr~ceduta dalla d;cbiarazione fuori servizio o fuori uso, come per la vendita. Norma lmente viene ordinata dalla stessa autorità che ha autorizzato la <licliia.razione fuori servizio o fuori uso, previe !e eventuali proposte elci Consigli o dei conscgnatar,ii. La cessione ad altr-e amministrazioni dello Stato è

stessi, o quando, dato il carattere di riservatezza e e.i segretezza inerente 1a tali n1atcriali da alienarsi, non s ia consigliat,ile ,cederli o venderl-i. Tutti questi modi 'di a'lienazione ciallJlo luogo a novimenti d i scarico <la mandarsi ad effetto sotto la data stabili ta o in ·cui l'alienazione a'l'Viene, accludendo alla richiesta cii scarico i docwnenti relativi (copie dei verbali d i vendita, a utorizzazione di cessione o di distruzione, ecc.), e la quietanza di tesoreria delle somme eventualmente ricavate dalle vendite . L'a lienazione di ben i mobili fuori uso o di derrate, di cavaJli d i riforma, d i resi,cJui di fabbricazione o di costruzioni o di manufatti degli opifici dello Stato, viene effettuata con a ;la pt11bblioa a mezzo di pubblico bapdi tore.

Alienazione delle navi. Quando una n ave da guerra non serve più ,per gli scopi miiitari, viene alienata demolendola, oppu.re cedendola a pfi.vati per usi com•merciali. La ,prima le~e in ltalia per la a lienazione <lelle navi venne p resent.ata a l P,arJamento dai Ministro Saint Bon. Attual mente l'alfonazione viene fat,a mediante radiazione da l quadro del R. Naviglio con R. D ecreto. Qu:ando il cieo:cto è re-g rstrato alla Cort·~ dei Conti e pubblicato sulla « Gazzetta Ufficiale», lo scafo -può essere u tilizzato per serv,izi locali de)k't Marin,,. ( dopo;;ito galleggiante, caserma, nave-as ilo, ccc.) oppure vonduto mediante licitazione privata o asta pubbl,ica. Alienazione (C. P . E .), d'effctti militari, d'armi, o cavalli. R eato di oui s i macchia il militare che avr:t v<'nduto, fatto vendere, dato Ìtl pegno, donato, permutato, od in qualunque a ltra forma alienato, oggetti ·li vestiario, o di equipaggio, salvo ·i casi in cu,i ne è permessa la vendita. Tale rea to, a seconda dell\importanza e valore d egli oggot,ti alien a.ti, viene punito col car cere militare fino a sci mesi. Incorrono nel medesimo reato il ,militare o il borghese che acquistano -i ndebita men te effetti militari da a ltro milita re . La stessa pena è inflitta a l militare che rendesse inservib ili akun i degli oggetti soprncletti·; resta però in facoltà del Comaudant,~ del Corpo, di p unire con pene d isciplinari i co}pevoli, se gli o<,,;gtlti deteriorati non hanno valore superiore a lle 10 lire. Se invece s i tratta <li recidivi, o di alienazio11e d'oggetti d'arma.mento, munizioni da guerra, effetti di bardiatura de! Corpo, ad essi affidati, i colpevoli sono passibili d i carcere militare estensibile a ?. ann,i di rcclU1Sione 1nilitare. Tale- ultima pena. viene sempre appltcata nel ca.so fosse stato in qualsivoglia modo a lieJ1ato un cavallo.


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generi di condimento (pepe, sale, verdura, olio, laroo, condi.menti in scatola, ccc.), ed .in via eccezionale meAlife. Ant. città sannitica (Alli:fae) p resso il Vo~• dian te galletta o biscotto, e ca.me in conserva. Le matu rno, presa da·i Romani nel 326 a·. C. Resasi libe:·a t~rie prime s i a,cquistano dal commercio; non sarà mai poco doµo, fu nel 310 a. C. r-iconquistata per opera di soverchio l' impegno dcli' amminist razione m il itare çcr L. }l'la,-cio Rutil0, e nel 30S a . C. i Sanniti e gli Emici a,·erle ottime. L' i.n wortanza die gli alimenti siano di vi Iuronc, battuti dal proconsole Q. Fabio Rulliano. buona qualità, e l-a. d ifficoltà di impedire e constatare DoJ)o asprn lotta, 7000 Sanniti s i chiusero nel !ore le possibili ruclulterazioni nel pane, n ella galletta e nelcampo, ma, circondati, dovettero arrendersi e f urono la -carne iJ1 consel"'Va, esigono che la loro fabbricazione e fatti passare sotto ,il giogo. A. fu colonia mil. roman a ; p reparazione avvenga per cura dfrctla dell'amministravenne de,·astata daa Saraceni nella seconda metà del zione mi·litare, o quanto memo p resso stabili.menti pnisecolo IX, e poi da Ruggiero re di Puglia e di Sicil<ia vati sotto una costante e rigorosa vigilan7,a, di perso,: cl 1138. )." cl medioevo app_artenne a lla famiglia d' Anale militare. life ed atl'imperatore Ludovico. La 11ccessità di una buoùa A . per il soldato nel!e Aligerno. Generale dei Goti, fratello del re Totib.. co1klivion i ordinarie della vita militare, ed ancor ni·~ Dopo la sconfitta e la morte del re a Gubbio, A., che · quando esso dovr à sopportare fatiche e disagi e dare si t rovava nell'Italia :Meridionale, si ch iuse e si fort iil massimo rendimento, è evidente. Una buona nutrificò in Cuma, e, venuto a patti con Narsete, il vincizione, infatti, co:iferi~-ce al soldato forza ed energia e tore dei Goti, <;i r itirò con i ,ropcrstiti al di là delle lo pone nelle ,condizioni migliori per resistere e per Alpi. sopportare senza danno prolungati sforzi fisici quali si Atighiero. (A11t.) . Sorta di spuntone marinaresco, richicclo;10 in ispccial modo duran te una campagna d i guerra. E' fuor di dubbio, qu,indi, che il soldato, afforni to <li ferr o ottuso in c-in.ia con una o due a le tt-:: finohè mantenga ·integro il p roprio valore fisko, debuncinate da costa, che serve per respingere o per afba r icevere un con veniente ·nutrimento sia per quaJii.à ferrare. Il G uglielmotti narra i'l singolare caso avveche per quantità, atto a riparare le perdite che l'orn uto nella fazione d i Smirne ( 1472) quando i mari:ni ganismo -giornalmen te subisce. I n caso contrario, l'in~barr.ati assa l-irono la oa.valleria turca co' loro lunghi sufficienza d i riserve alimentari inclebolisce l'organi,mo alighieri e· la sbwragl iaron o. e lo rende più facilmente attaccabile dalle influenze La ,-oce •indicò nelle nostre ant. marine anche il mamorbigene e ad esse meno resistente. Nessun affidamento rinaio c.he adoperava lo strumento dello ; nelle galei! può farsi in campagna su truppe mal n utrite. La stoveneziane si chia1navano aZ.ìghieri i sci 111arinai scelti ria oi è a tale proposito larga d i ansegnamenti e di proche l'adc,pern-vano per a-ccostar na,,i fra di loro o a ve inconfutabili. I grandi ca.pitani considerarono semscal,i, e per staccarsene. p re la b uona A. delle t11uppe come uno dei fMtori prin Afighur. Città for te dell'India inglese, sul Cally cipali · del successo, e su d i essa po1ia,,-ono sempre il )."e<ldy. Possiede una cittadella, che gli Inglesi presero loro più vivo interessamento. d'assalto nel 1803. I regolamenti m ilitari di ogni eser-cito determinano Afi kanov. Generale russo del scc. XIX, n. di Ba- la qualità e quantità dei viveri (razione) spettanti al soklato nelle varie contingenze in cui esso s i può tro• ku. Prese. pa rte a lle guen·c dii -conquista nei paesi al vare, sia -in tempo d i ,p ace sia ,in tempo d i guerra. ) .a d i là del :\far Caspio ; servì come capitano sotto il gcrazione viveri dev'essere sta-bilita in modo che r isulti l'Cra:lc Skobclev nella spedizione di Cina; nel 1884 ocna,turalmente gradita, di facile prqparazione, di facile cupò l'oasi di )forv e fu n ominato governatore di questa regione. Sue lettere inviate a u n giornale <li )dosm con.sc-rva.zione e -di faoile trasporto. E' assai difficile mettere <l'accordo tali requ isiti an titetici, in quanto per vennero poi pubblicate in mglese in volume : « La diriuscire gradita la razione dev'essere va riata, mentre 11 sastrosa campagna r ussa contro i Turcomanni)>. facilità <li preparazione e conservazione, e le esigenze Alimari (D oroteo) . Scr ittore mii. veneziano <lei se- di trasporto ric_hiedono ch'cssa sia semplice e costituita colo XVII. Pubblicò : « lnstruttioni m ilitari a,ppropriak d i pochi generi. Limitato conto p uò farsi sulle conserall'uso moden10 di guerreggia.re ; QJx:ra nuova u ti le e ve alimentar i e sui viveri in scatola, s ia per il Jo,·o necessaria a' professori dell'onorata disciplina della mimaggior costo, sia perchè vengono presto a noia al litia, divisa in tre libri )) . .'.\' orimberga 1692, in foglio. soklalo. Circa la qu:mt.ità <lei viveri componcn ~i la raQuest'opera t ratta, ne l 2" libro, « dell'arcitettu r a mizione, mentre in pa·ssato si riteneva di poter sempre litare l>; nel 3° : cc dc' sudori gloriosi delle m ilitie in <lare a l soldato una razione abbonda,;_te, oggi è necescampo, nell'offesa e difesa delle piazze JJ . Il :::VI<Y•.msario commisurare tale qua.n tiità alle reali consistenze chelli cita anche l'opera sua latina: <e Acierum :n~ in vettovaglie della nazione. Sarebbe - di .conseguenza struen<larum sistema no,n.1m ii, Venctiis 1703, i n 4°. D~:opportuno stabilire la composizione qualitativa e lo s tesso autore si ha pure : << Vienna assediata <lai quan ti rativa della razione -di guerra, all' atto della moTurchi e Jiberata dai Crisfran i ll, ossia narrazione giorbilitazione, anzichè sin dal tempo <li pace, su la base naliera dell'assedio di Vienna data alla luce in idioma della. effettiva situazione alimentare del paese. Ciò anlatino dal Sig. Gio. P ietro Vacheren e nuov;imente trache in relazione alla necessità che la razione possa esdotta. in lingua italiana da Doroteo Alimari, dcdicat,i sere fo.cilmentc variabile, in modo da adattarla alle va a l sig. Conte Carlo Vincenzo G iovanelli, nobile ·,er ie circostanze <li guen-a : forte fatica, forte caldo, for11eto. (Yenczia, 1864). te freddo, ecc. Durante la guerra mondiale, in relazione alla dimiAfimentazione (della truppa). L'A. della truppa ,,iene fa.tra_ , normalmente, mediante pane fresco, , carne .nuita disponibilità d i vet tovaglie, si r C'\e necessario d i va ria re e ridurre la comr,osizione della razione v iveri fresca o congelata, ,pasta, r iso, caffè, zucchero, vìno e Alieuaziouc mentale. V

I

ALI

Psi:copatie.


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398 -

ordinar i, complcnan<lola e costituendola periodicamente con generù <li surrogazione 110n pre<:eden temen tc considerati. Vennero stabiliti quattro tipi diversi di razione, assegnati alle truppe a seconda ,della loro posizione r ispetto a l nem ico cd alla loro dislocazione : • a) razione normale di guerra, per i milita ri d ei Comandi, corpi, uffici e servizi aventi d ir itto all'•ìndcnnìt!t d.i guerra; b) razione inve·r nale di guerra., per le trnppc dislocate nella zona delle operazioni; era somministrata solamente durame la sta,gsone invernale; le date dell' inizio e della fine della distribuzione erano sta bilite da !l'intendenza gene1:alc ; e) razione tcrriwriale modiji.cata (aumentata),- per le truppe dì retrovi.i. indicate dall' intendenza generale;

ALI

d) razione tenitoriale, per le r imanenti truppe. ::--1 on si e bbe, quindi, un tipo fisso di razione dall'iniz io alla -fine della campagna, m.i. ti'pi varia bili a Sècon<la -delle circostam,e. Alle trup pe in alta montagnci hi distribltito un sup plemento pan e e gener i di conforto (latte condensato, frutta secca, lar,à o o pancetta, ecc.); tutte que lle in trincea ebbero, in -più della raz ione, alcuni generi cli conforto (marsala, rhum o co-g!1ac o elisir di ehina o liquore d'anice, foutta fresca o secca, thk, c ioocola to). Per r idurre il consumo della carne fresca e congelata. f u:ono distr ibuiti succedanei (baccalà, salmone, scatolette {li carne in conserva, ecc.). L a composizione particolareggiata della razione viver i di guerra r isu lta dallo specchio seguente:

TIPI RAZIO:--:E VIVERI DELLE T RUPPE ITALIANE 1\iOillL. ( I:-; ZO);A D1 GUERRA) 19 15- 1918.

CE.0iERI

I

.

Pane Came frcEca cl i b;)vinì oppure Carne congelata dì bovini

Raziono prevista eia! reg-01ame11w e dL~tr il.Juita a t UlLO H I Y'l 5.

TiaziOIIC normale di. gu-crra

gr. 750 ))

gr. 700 )) 250

375

-

))

I

I

H:1zio11 e lnverna1,~

Raztone torritorilk rnoc1 i0cata

di g-uer1·a

I

gr. iOO )) 250

gr. 700 )) 200 (5 volte per sctt.) I

240

))

240 I

I

gr. 190

(5 ·v0l te per sett.)

Pasta opJ~ure R iso F orma,gg io Patate

))

150

))

))

150

150

))

150

-

))

so

))

))

350 ( quando esistcnt i sul posto) ))

oppure Legumi secchi op,Purc · Verdura Caffè tos~ato Zucchero Vino

gr. 250

15 )) 20 cl. 25 ))

Condimento in scatola ùJ)pure La1•do

una razione gr.

))

200

))

150

))

S(

150

))

80

))

I

))

150

1:0

))

150

.30

. ))

so

200 )) 200 15 )) 15 )) )) 20 20 cl. 25 d. 25 (3 volte per set t.) I (3 volte per sett.) una razione una razione ))

))

15

gr.

15

gr. 150

gr. 20

-

200 15 )) '..'O cl. 25 ( 1 volta per sett.l ))

gr.

una nlzione

gr.

15

eppure

Olio Sale Pepe Erbaggi

Farina di granotu1,co

-

I

))

20

)) 0,5 ccnt. 5 - ( col lardo)

15 20 )) 0,5 cent. 5 con il lardo cen t. 2 con •i l condimento

(quando i ·Coman dì lo cre-0cvano n ece;;sa.i·i o).

La composizione della razione viveri ord inaria del soldato, era anteguer ra la seguen te: pa.i1e gr . 700; ca,·nc 200-250; pasta 200; r iso 180; lardo 15 ; sale 15-20; <-vaff.è- vìno cl. 25; generi di cond imento calcolat i nei!a spesa d i 8 cent. per razione. Consumando il riso la spesa relativa era portata a 8 cent. e mc1-zo. L a razione viveri attuale del soldato è composta come sègue: Pane gr. 700; Carne bo-vina fresca o congelata 200 ; P asta J80 oppure r iso 150; legumi secchi SO

))

))

/)

))

-

))

20 25 0,5

c. c.

I

))

)) ))

15 20 0,5

c. c.

gr. 200

oppUTe pa tate 100; caffè tostato 10; · zucchero comurn, !S oppure zucchero d ì 5talo S; fardo oppure ol io 15 ; conserva cli pomodoro tloppia concentrazione 15, ovvero semplice 17, ovvero pomidori freschi gr. 100; sale 20 ; formaggio grattugiato (3 vol te la settimana) 10; spezie, cipolle, agfi e verdu,-a fresca centesimi 24. Da quanto è stato sommari,tmente esposto, emerge ch ìarnmente l'importan za capitale del ser vizio d i vettovagliamento, e<l emerge anche come nessuna cura -


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ALI

per quanto minuziosa essa sia - j)OSta dai comansi.bile, si davano kg. 3 d i pula di r iso in luogo di kg. 2 dant i di ogni grado per assicurare a lle truppe una buodi crusca o cruschello). na alimen tazione, possa cthiamarsi su perflua. Tali cud) Per bovin-i piccoli: razione opportunamente dire, anzi, costituiscono stretto dovere d i tutti gli uf:fiminuita r ispetto alla precedente. ciali i quali avranno campo, i n tal modo, d i d imostrare Pei bovi11i impiegati nei traini, b razione poteva esai p ropr,i soldati fJUanto stia loro a cuore il benessere sere adcguata111cate a umentata . Attualmente la razione dcli' inferiore. foraggi è così composta : -fieno kg. 4 ; biada kg. 4. I Romani distribuivano alle loro tru•ppe grano, sai,:, carne di montone e d i maiale, olio, formaggio, legumi. Ali//lcntazionc del cammello. Questo ottimo n1ez7,0 ,ii Per hcvanda era adoperato largamente l'aceto diluito trasporto colon iale ha bisogno di una alimentazione de l in abbondante a.equa . I soldati con~umavano due patutto speciale. Può stare senza bere per 3 o S giorni; sti; al mattino e verso le cinque del pomw,gg:o. però volendo mantenerlo bene occorre abbeverarlo r, L' introdu1.ione della. carne d i cavallo nella nutriz'onc giorni alternati .nelle ore calde con 50 a 60 1-itri di acdegli eserciti - a pane i oasi in cui fu adoperata per qua, che beve anche se salmasu-a. E' molto lento nel necessità - è dovuta al chirurgo ,111iL francese Larrey, 111a.ngiarc cd ha bisogno di 5 ore al giorno di pa.s-:::olo ~ il quale la fece adopemre negli cscr-citi del Reno e nei- · però nei giorni rdi lavoro abbisogna di kg. 4 a 5 di le s uccessive campagne. Il caffè fu dato a i soldati per granaglia ( dura, orzo, o fave, ovvero kg. 6 di pagl i,i la prima volta nella campagna fran<:e-se di Algeria ( 1830 trita, date sopra una coper ta o tela. e a-mli seguenti). Alimno. V. Dodccaneso. Ahmentazione dc-i n1ar-ina.i. Il primo che d isciplinò e Alimpic (Rauko). Generale serbo del scc. XlX, n. regolarizzò l'alimentazione del marina io fu il m inistre, vesso il 1830. Com:piè la sua educazione militare m francese Colbcrt nel 1689. I generi che si distr ibuiPrussia, in F·ranc ia e nel Belgio. Ritornato in patria. fu \-ano nella marina velica del tempo consistev,U10 prill1,ominato direttore dell'accademia m ilitare ra,ggiungenç~paln1ente in p~.scc salato carne, .fonnaggio, fagiuoU, do il grado di colonnello. Durante la guerra del 187,,p iselli, biscotto, salvo, s' intende, a servirsi di generi 7S comandò j 'J corpo d 'armata dc.Ila Drina, si battè a freschi n e-gli approdi. Per bevanda, il vino nelle maB ielina, e si d istinse per solide qualità militari. ln serine mc.-<literranee eccetto la turca, e anche sidro e b irguito ebbe in-0a1·ichi diplomatici. ra nelle marine settentrionali. La mancanza di legLUni e vcrdw·c fresche favorì i l d iffondersi dello sco,,bu lo, Alincourt (Carlo di Ne«fvilte, marchese di). G~che rappresentò una grave piaga della n1ari11:.1 vclicJ.. nerale francese, mastro di campo, dcl sec. XVIL ComNella marina italiana la. composizione dei pasti è ba.t tè nelle ,guerre del suo tempo : fu in Italia nelh abbastanza variata, con lievi differenze f m il r ancio dei campagna {l'autunno del 1635 contro gli Imperia li agli marinai a terra e il rancio dei marinai a bordo. (V. ordini del Rahan; prese parte al'!a battaglia d i :MorRancio). begno comandando il reggimento « Lyohnais >) ; alla fazione <li Tornavento dell'anno su.ccessivo; alla faz,ionc Alimentazione dei quadruj,edi. I quadrupedi dell'edi cc La Rotta l> presso Torino nel 1639 durante l'asst.sercito - cavalli e muJi - vengono a!irnentati con fiedio della città. 1

no, avena, 1)aglia, orzo, rfarina <l i orzo 1 carru be, <::.r b~1.

L a razione norma.le è çomposta di fieno, a.vena, paglia; gli altr i geneii so110 succe-danei. L a razione forag~i era compost,1 anteguerra secondo le d i'1J)osizioni r egolame.ntai:i - di kg. S d i a~'ena e kg. S di fieno cd era r,revista l'eventuale d istribuzione dei generi di sostituz ione. Durante la guerra, la scarsa d isponibilità di derrate po1tò ad adottare razioni diverse, secondo la taglia ed il servizio dei quadrupedi, e a. secoi~da c he ,i trattava di cavalli, muli, asini (ohe lar go impiego cbh~ro durante la campagna), o bov ini. La !Composizione l])articolarcggia ta dei vari tipi d i razione era la seguente:

a) Per cav alli e muli: Razione tipo A· Avena kg. 4,500

B:

))

))

))

» C:

»

))

))

)).

D:

))

))

))

))

4,000 3,500 3,000 -

fieno k o" · 4,500 )) )) 4,000 )) )) 3,500 )) )) 3,000

b) Per asini: Aven a kg. 1,500 -

fieno kg. 2,500.

A c omp lemen to della razione si d is tribuiva - quando p<Yssibilc qualche genere che non gravasse su i rifornimen ti .normali {lei quadrupedi, come : paglia triturata, steli o foglie d i granturco t..riturato, da frammischiare all'avena.

e}- Per bo-vin-i di ord·i-narùt stat1tra :· fic.no kg. 8, pa glia kg. 4, crusca o cruschello kg. 4 ( quando er a pò~1

/

Alipri·ndi (Florenzio). Generale,

n.

a tirenzc nel

1851. Fatti i corsi dell'Accademia d i Torino, fu nom,nato sottotenente di artiglieri.i nel 1869 ed entrò da ca-

pitano ( 1878) nel Cor po di Stato Maggiore dopo di a vere frequentato con successo la Scuola di guerra Disimpegnò funzioni im port anti presso i l Coma~,do del Corpo e presso i Comandi Territoriali. Comandò da Colonneìlo nd 1893 il 59° Regg. Fa1,t<sria e ,partecipò aHa campagna d 'Africa (I:i95-96). Promosso Mag6 iore Generale (1900), ebi:w il c'.lmando della Br igata Pinerolo e da Ten. Gcn. ( 1?07) comandò successivamen te la D ivisione Militare di Catanzaro, ed i Cor pi di Armata. VII e V, ed ebbe la carica <li Comandan te in 2" del Corpo di Stato J\faggion. Par tecipò a lla campagna di guerra del 1915 coman'<lan,lo il V Corpo di Aroia ta e nel periodo 1916-19 18 ebbe i l comando del Corpo d'Armata territoriale d i Bologna e la carica di Ispettore straordinario a disposizione del Ministero della Guerra con rango di Coman-


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400

dante d'Armata. Co!locato in ,pos1z10nc ausiliaria nel 1919, ha assunto dal 1923 il grado di Generale d i Corpo d i Armata. Ha fatto pubblicazioni sul tiro della fucìleria.

Aliquota. Parte di un determinato assegno o d i una tassa od imposta. ~◊gli assegni fissi (stipendio) l'aliquota soggetta a.Ila tassa d i R. M. è que!'la parte dell'assegno che 1·imanc dopo la. detrazione dal lordo della tassa in co11to entrate del Tesoro. Sulle indennità e compensi (esclusa la sola indennità caroviveri; l' aliquota soggetta a na tassa d i R. M. ·c qrrisponde ali:,. differenza. fra l'importo 101'<10 e "la tassa del 2%. L'aliquota soggetta a sequestri e .pignoramenti d i uno stipendio già gravato di cessione o di precedente sequestro, non J)'UÒ cumulativamente essere superiore alla dif ferenza fra la metà dello stipendio e la quota del prì,mo sequestro o della prima cessione notificata. Nel fare la ripartizione delle tasse di registro e dir itti di segreteria <fra vari delibera.tar i dello stesso contratto, l'aliquota <la addebitare a ciascuno deve essere proporzionale alla parte del contratto stesso ad ogni deliberatario assegnata. Nel determ inare responsab ilità amministrative il M inistero addebita a ciascun responsabile una aliquota rproporziona'le allo stipendio percep-ito da ognuno. Nelle mense di servizio, ai campi, alle manovre e nelle esercitazioni con le truppe, gli Ufficiali conviventi pagano come scotto una a liquota corrispondente proporzionalmente allo stipendio percepito, dopo aver versata la intera indennità d i marcia o di accantonamen to. Alison (Sir Archibatd). Generale .inglese n. a E dimburgo n el 1826. Compiuti g li studi universitari J. Glasgow e ad Edimburgo, entrò ventenne nell'esercii::> e nel J 853 fu .promosso capitano, col quale grado foce la campagna di Crimea meritandosi la promozione a maggiore. Nominato segretario addetto allo stato maggiore d e'l genera le Clyde seguì questo generale nelle In<lie e 11ella battaglia d i Luknow cont,ro gli insorti riportò la perdita. di un ,braccio; fece la campagna della Costa d'oro e n el 1873-74 ebbe il comando in seconda della 51Peclizione cont,ro gli Ascianti. Nel 1877, promosso generale di brigata, fu nominato comandante della Scuola di stato maggiore e addetto a:l Ministero della gu~rr:i., nella qual carica rim ase fino al 1882. Posto a lla testa di una br-igata d e11'esc.rcito iITcaricato d i operare in Egitto, dopo il bombardamento d i Alessand ria sbar,cò le sue truppe occupando la linea ferroviaria che -da A'lessanclria cdndllce a Ramlet e il 15 settembre 1882 prese parte alla batta.glia d i Tel-el-Kdb ir. Nello stesso anno 1882, .fu promosso generale di d ivisione e comandante in capo dell'esercito di occu•pazinnc; l'anno seguen te, per ragioni di salute, dovette rassegnare le d imissi011 i- d a tale carica e ritornare in lnghilten:a dove gli fu . affidato un comando territoria li, cl1e esercitò fino al 1885. Nel 1889, elevato ai rango d i generale èl'esercito, fu insignito delle pÌ\1 alte onor ifi cenze britanniche. Nel 1869 aveva p ll bblicato u n libro « :Sulla org:rnizzazione dell'esercito>). Aliwal. Villaggio dell'India. inglese, nel Punjab, su!la sr. del Sutley. Il 28 · gennaio 1846 il generale ingle,~ sir Harry Smith, a capo d i 10.000 inglesi, battè quivi un grosso cò11po di Sikks comanda.ti da Runj oor Siny, r ,prese loro tutte le aTt.iglieric, r icacciandoli a l di là del fiume. Gli inglesi ebbero 600 u . fra morti e feriti.

ALK Alizia. V. Leucade.

Aljubarrota. Borgo del Portogallo nell'Estrema.dura. Vi fu combattuta il 14 agosto 1385 una battaglia, ne·lla quale Giovanni I re di Castiglia fu sconfitto da Giovanni I del Portogallo, fondatore della dinastia di Avis e a lleato del <luca inglese di Lancaster. L'esercito por toghese era personalmente comandit.'.I dal re Giovanni, il quale si avva1sc dell'o,pera efficace del generale N uno .A:lva1·ez Pcrcira. S i componeva di 1000 la:1cieri, 800 arcieri e 4000 fantaccini. I cascigliani disponevano di 8000 lancieri, 8000 arcieri e 14.000 fanti. Nonostante J,L d isparità d i forze, i portoghesi vinsero i loro avversa:ri Jl1C'Cliante una manovra d i a vvolgimento, ideata dal gene.raie Alvarez. Alkantarat. Canale dcli' Africa scttentriona.lc, 1n, l'isola di Zerbi e il continente. :\le'll'agosto del 1546, essendo morto il famoso Ariadeno Barbarossa, lo so-stitul sui mari il suo emulo, il corsaro Dragllt, il quale, avendo adm1ata una squ adra di 36 bastimenti, si impadronì succcssivamcr:te di Susa, d i Monàstir e di Afrodisio, del che allannatis i il papa, il viceré cli N a po'li, il duca di F irenze e Genova, determinarono di frenare la minacciosa attività di quel terribile nemico. A tal fine troviamo nell' apri le del 1550 Andrea Doria, ottantaquatlTenne, con una poderosa annata, costituita di 20 galere genovesi, 3 toscane, 3 del papa, 27 tra galere e navi m inori na,politane e siciliane e truppe da sbarco, davanti ad Afrodisio· (v.). Caduta Afrodisio, Drngut non si delle per vinto, cd armate a ltre navi, con danaro avuto da Solirnano, a.11dò a devastare le coste della Sicilia. Ricomparve allora l'infaticabile e temuto Andrea Doria, il quale, usc itl> da G enova con 27 .galere, si diè a r intracciare Dragut e lo ~-coprì nell'angusto canale di Alkantarat. Colto in quella strettoia, Dragut era perduto; senonchè il Doria, ruvcrnlo giudicala impossibiie la sua foga dal canale, si lin1itò a tenervelo bloccato. Ciò visto, l'astuto Dragut pensò di armare d i cannoni Lina V◊eC'l1ia torre che era all'imboccatura del canale e con quelli prese a. tirare contro il naviglio avversario, mentre con l'opera degli equipaggi di cui disponeva fece spianare un camminamen to e con l'aiuto di tavole e di ru'lli fece tra .9Cinare le sue na-vi alla estremità opposta dell'isola, dove -rimise le navi in mare dandosi alla fuga. Doria n on s i attorse dell' inganno che a.I momento in oui una grossa na·ve, giunta dalla Sicilia per annunziargli la sped izione d i rinforzi, fu catturata a l largo, sotto i suoi occhi, da Dragut che dirigeva a forza di vele verso levante, e che, tornato a Costanti.nopoli, incitava il Sultano ad attaccare Malta. Altri, poco vcrosimihmentt, raccontano che Dragut, assoldato gran n u mero di marra ioli, facesse scavare un canale frno a profondità sufficiente ,perchè 1c sue n avi ·potessero libera•mcnte uscirne ellldendo la v igila.117~1. del blocco. Alkrnaar. Città dell'Olanda settentrionale, con porto su I canale del Nord.

T. Assed,io di .4.lkmaar. Appa rtiene alla Guerra di F iandra, e fu determinato dall'avere gli abitant i di A . fatto causa comune coi confederati. Gli spagnuoli allora, nel 1573, ne d eliberai·ono l'assedio, per mezzo di un corpo di tru]Ype comandate da Federico d i Toledo, figlio del duca <l-' Alba. Il primo assalto fu datò ad un piccolo forte, éostruito su di un cana.le, allo- sco-

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po di evita re, con l'occupazione d i esso, che gli assediati ricevessero soccorsi da quella parte ohe in particolar mcxJo vi si prestava. I difensori resistettero; ma, nuovamente· assa liti da p ii1 ·numerose forze, dovettero in fine ritirarsi. Quindi, Fe<lerico di Toledo pose ma.no al suo disegno 1d i attacco a lla piazza forte, il quale doveva essere condotto simultaneamente contro •due 1,1mti opposti delle mura, om:le ridurre gli assediati nella im;possibilità di opporsi contemporaneamente a due opposte provenienze. Le batterie iniziarono un violen to fuoco d i J)rcparazione, e intanto furono costniiti due ponti attraverso il fosso. 'Duttavia l'azione ebbe esito negativo a causa di u na el'rata segnalazione per la quale un assalto p recedette l'a:ltro di qualche ora, mentre invece, come convenuto, avrebbero dovuto pronunziarsi ad un tempo ; cosicchè ,i d ifensori si trovarono in condizione di poterli respingere separatamente. Dopo questo sue-cesso, i cittadini si actingenno a rompere le dighe del Water lan<l per far sommergere i n~mici nella inondazione, quando il Duca d'Alba, il 18 settembre, ordinò al figlio d i abbandonare l'impresa. II. Battaglia d.i A lkma.ar (2 e 6 ottobre 1799: la g iornata del 6 ottobre va anche sotto il nome di Ka-st.ricum). Appartiene alla ~pcdizione degli inglesi ncl1' O landa ( 1799). Dopo la batt. di Bergcn, il duca di York, rite\'uto un rinforzo di russi, riprese l'offensiva. AlkGuar era

il <:entro della linea ,dell'esercito gallo--1,atavo, i cui avamposti erano coperti a l centro dal canale, a destra dalle inondazioni, a sinistra dalle d une bo~cose di .J:::ergen ,che erano state .g uarnite con una linea di ridotte. L'unico mcxJo di obbligare Brune a sgombrare Alkmaar, non potendosi attaccarlo di fronte pe,r l'infinità di ostacoli naturali da superare, era d i a;ggirare la sua sin istra e •p rendere Bergen. Tale fu il piano adottalo dal duca d i York. I l Gen. Pultney (div. principe d i Orange) doveva avanwre sulla diga di S. P•ancras per impegna,rc Daendcls; da Kraben<lam dovevano sboccare due colonne: u na d i "8300 Russi (gen. Essen) e una d i 5000 Inglesi (gen. D undas) le quali dovevano muovere di conserva su Schoordam, ed occupatala puntue: la prima su Bergen e la seconda su K oedick ; infine Abercromby, . c911 9000 Inglesi, doveva marciare lungo la spiaggia del ma,rc -p w1tando direttamente su Egmont-op-See, coperto ·su.lla sinistra da una brigata della divisione Dundas che, muovendo <la Petten, si sarebbe affacciata sulla diga fra Kamp e G·r oot. Il piano riuscì in parte. Il 2 ottobre gli Anglo-Russi atta•ccarono; Pultney impegnò seriamente Daen<lels, tanto da impedirgli di ~iniorzarc eventualmente Dumonceau; \., ·uesti, ~remuto da Dµndas, rimase inchiodato davan'ii a Koe<lick; i F rancesi, -p remuti contemporaneamente sulla sinistra a Kiamp e frontalmente a

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Schoorl, appoggiarono sulla destra verso Dumonceau, con il quale si collegarono a Schoordam, venendo a trova-rsi concentrati fra Schoorl e Schoor,dam. I vi so• stennero a lungo l'urto con lotta accanita, ma alla fine Schoorda.m, attaccato da ambo i fianchi e battuto dal fuoco d i una flottiglia, cadde in ma.no degli Inglesi. Allora i Francesi dovettero ritirarsi a Bergen, e con• seguentemente Dumon-ceau ,a Koedick, incalzati lungo le due rive del ca.n,ale. Intanto Abcrcromby avanzava hmgo la. spiaggia supc1·ando piccole Tesistenze: Vandamme, d i ciò avvert ito, appoggiò a sinistra sulle d une per sorvegliarlo. Frn.ttruno -Essen, giunto di fa-onte a Bergen, sostò alquanto attendendo per attacca.rio il concorso dei due generali inglesi ; ana i F rances~ cogliendo questo mo• mento di iildecisione, contrattaccarono prontamente de• terminando il ripiegamento degli avversari. Abercromby avev,a sorpassato 1lergen e Vandammc si disponeva. ad aggirairlo a sua volta, quando sopraggiunse la notte. Le truppe avversarie bivaccarono d i fronte; ma a rnez2:a.nottc Brune, r itenendo 3a sua situazione compro• messa, ordinò la ritirata. Infatti la fronte del suo esercito, 'J)enetrata profondamente da Abercromby a sinistra e da Dundas fra la sinistra e il centro, non avev,a ll)iù continuità ed egli preferì presenta rsi ad una nuova battaglia su una posizione p iù favorevole. La destra gallo-batava (Dacndels) si ritirò attraverso i poi-

<lers a P'llm1erend, E<lam e Monnikenda,m per coprire Amsterdam; le altre due d ivisioni andarono a pre11dere posizione fra Wyk-op...See e Akersloot, gli avamposti a Bakum e Limmen. Quartier Generale a Bèverwyk. Il duca di York dispose Ptl'ltney in osservazione davanti a Daendels, egli stesso occupò Alkmaar ; Abercromby, Essen e Dundas, conservando la loro posizione reciproca, si spostarono avanti di fronte ai repubblicani. All'alba del 6 ottohre gli Anglo-Russi atta<.carono su tutta la 1inea. Dundas avanzò su due colonne, una su Limmen e una su Akersloot ; q uest'ultima rimase ima:nobilizzata dal terreno, l'altro. invece proseguì su K astricum, che era la chiave <lei campo di battaglia., ove avrebbe dovuto congiu·n gersi con Essen. Da parte suct B rm1e, deciso a conserva.re Kastricum per non farsi aggirare, aveva diviso l'ala sinistra in due colonne, una lungo la spia,ggia e una sulle <lune; al centro foce occupa.re con una brigata LimQnen, scagliona.ndo le altre t.Puppe lungo la diga di Ilergen, da Bakum a Beverwik ; aHa destra mise una brigata a Vitgecst per fronteggiare la sinistra di Dun<las. Incominciato il combattimento, Dundas prese Akersloot e Limmen; la sua sinistra non potè oltrepassare U itgeest, ma la sua <lestra potè collegarsi con Essen, che aveva preso Bakum, ed ambedue si d isposero ad attacca-r e di conser• va Kastricum; ma non esse11do A•berc romby r iuscito

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a sorpassare Egrnont, il loro attac<:o r iuscì s legato rispetto al resto della fronte, e mercè lo scaglionamento in profondità disposto da Brune, essi incontrarono avanzando sempre nuove e vivaci resistenze; Essen era giun to fi.no a ~or<l Doorp a:llorchè Brune, lasciati due soli battaglioni di collega.mento con la dcst;ra, ra'CcoLqe tutte le riserve ed assaltò i Russi alla baionetta, li rigettò su Kastrkn.l!rn e tolse loro il villa,ggio mettendoti in piena rotta; cosi.cchè quando Abercromby, r iuscito fina'lmente ad avanzase, volle a sua volta attaccare da solo il villaggio, Brune lo caricò violen temente respingendolo su Bakum e L immen. Q uesta battaglia costò agli Ar.glo-Russi 4000 uomini e tolse loro la speranza dì vincere; per cui il duca di York s i ritirò con l'esercito nel Zyp e aprì t rattati-ve che condussero, il 1S ottobre, ad una convenzione in base a:lla quale gli anglo-russi si obbligiwa.no a. sgombrare l'Olanda. e a.. restitu ire seni,a condizioni 8000 prigionieri gaillo-batavi, fatti ai repubblicani.

Allagamenti. (Mar.). La sicurezza dc-lla nave da guerra contro il pericolo <li andare a fondo -p er offese del siluro, della torpedine o del. cannone, è basata. ps:i..---1cipalmen te stilla suddivisione interna dello sèafo med iante 4>aratic longitudinali e trasvcrsa!'i stagne. Questa. suddivisione però di per sè, non sarebbe sufficiente se la nave non fosse dotata di potenti mezzi di a,llagamento e di esaurimento per poter immettere acqua nei compartimenti destinati a bilancia,re il peso d i · quelli invasi por effetto della fal'.la, e :pompare il liquido di questi ultimi. Inoltre il sistema degli a llagamenti, sulla nave da ,guerra, deve essere tale da poter immettere con la massima p rontezza. l'acqua nei depositi muniz ioni e in altri loca.li d i capitale impm:tanza quando siano minacciati da incendio. Da quanto sopra emerge J,a necessità dì dotare la nave da guerra di un cc,mpleto s istema di pompe, tubo•laturc, e prese fuori bordo, che permettano di distribuire l'acqua in qualunque punto minacciato. Questo s istema si chiama degli allagamenti. L'acqua, invadei1do dei locali posti lateralmente, per effetto di una falla r-ro<lotta in combattimento, <lit. origine ad uno sband a.mento che è molto dannoso ,per la buona condotta del tiro e p uò d iventare esiziale per la s icurezza della nave. La maggior parte degli affondamenti avvengono per capovolgimento, per diminuita superficie libera di galleggiamento che produce una diminuzione di altezza metacentrica. Allo sbanda.men to, fi.nchè s i può, si ,p one riparo allagando i doppi fondi dal lato simmetrico a quelli inva~i d a ll'acqua. Le pompe, le tubola ture, le aperrure dello scafo (Kingston) sono t!lltte manovrate d,t ima posizione centrale posta al disopra del ponte corazzato mediante opportune trasmissioni l'igide. La rubolatura principale corre longitudina lmente -per tutta la lunghezza del doppio fon. do, ed ha varie ramificazioni che -fanno capo a valv;,!e apposite poste nei vari compart,menti. Le valvole di mare applicate a,l fasciame hanno anche una saracinesca di sicurezza. I compa:rbimenti sono muniti d i aopositi sfoghi d'aria. Per i depositi munizioni si hanno spesso valvole d ì mare e valvole in~erne speciali <li grande capacità da ta l'u rgenza richiesta da questo se,-,vizio_ L 'acqua viene immessa per differenza d i livello e ta lvolta anche per mezzo delle -p ompe, &pecialmen te quando si tratta di allagare le Sante Barbare. I Kingston, nelle ,grandi navi da guerra, arriva.no a 500 mm.

<li dia.metro e sono situa-ti a circa 8 metiri al disotto del "livello del mare. La rapidità di allagamento si ottiene con la formula V == 0,5

V 2gh, dove 0,5 è il

coefficiente di eflusso dovuto agli attriti del Kingston, saracinesca, tubola.tura, h il dislivello delle valvole d i mare, g l'accelerazione della ,gravità. Por avere la portata si fa P :::VS, dove S è la super-licie del Kingston.

Allagamento. Mezzo di di.fesa e offesa adoperato varie volte d a,gli eserciti. G li esempi più famosi sono da.ti dalla Guorra di Fiand,ra; quel territorio, percorso da una grande rete d i canali e ricco di dighe e d i chiuse, fu allagato :più volte dagli spagnuoli o d a i fia.nuningh i, ma specialmente da quest i, per mezzo della rottura di dighe o argini, o delfapertura di chiuse, così da trasformare, ad es., il terreno intorno a un borgo iJ1 una vasta palude, impedendo al nemico di avvicinarsi. Fra i molti esempi, citeremo quello della campagna della Lomellina inondata nel. 1859 per trattenere gli austriaci, e quello· d i u na zona dell'estrema destra delle posizioni tedesche, opera,to dai franco-belgi mediante rottura degli argini presso N ieuport du1ra.nte la ,g rande guerra. Sul terreno tattico, l'A. può essere a-doperato come p rotezione di un'ala, sempre che ciò non ostacoli la manovra.. Allahabad. Città dell'India inglese, alla confluenza della Giamna · nel Gange: in tal punto fu costruita da Ak bar nel 1583 una robusta fortezza. G ti inglesi presero A. nel 1754 e nella fortezza crearono a1isenale e deposito d'anni. DuTante ·la r-ibellione dei Cipays, era.nvi di gu-arnigione il 6° regg. di tali truppe, un reparto d i sikks e due squadroni di" irregola ri, al comand o del .col. Simpson. Improvvisamente, nel giugno 1857 la guarnigione si d bella.va e massacrava. quasi tutti gli ufficiali ; solo pochi, col colonnello, 11iuscirono a rifogia.rsi nel forte insieme con un certo nun1cro di europei. Tunti ,quell i che rimasero fuori furono senza eccezione trucidati. Nel forte, il col. Simps<m, che aveva con sè 60 veterani europei e ·i Sikks fedeli, disarmò i Cipays che v i erano e si accinse · a difendersi, abbonda,ntemente p rovvisto d i artiglierie e munizioni. Ma i ribelli non osarono assalirlo, e d opo poco tempo, so-pragg;iunto con 1rin.forzi il col. N eil, fo1 bombairdata. la città e, ~onquistata, sulla medesima e suri dintorni venne eseguita ·u na terribile ra-p-presaglia. Trattato di Allahabad. Concluso il 12 agosto 176.5 fra il Gran :Mogol e ·L ord Cli-ve. Per mezzo di questo tratta(o l'Inghilterra si assicurò il posscsso del Benga la ç del-le prov incie di Bahar e Orixa. Allard (.4 bramo). Scr ittore m ilita.re francese del secolo X VII. Ha lasciato una descrizione part icolareggiata. su : « Les princ-ipales fortl't"esses et v ille, fortes d' Espagne, de la France, d'Hollande, d'I talie, de Savoyc, d'A llenwgne, etc.,,. Leida, 1695.

Giovanni Francesco ,'cllard

· Giovanni Francesco Alla.re!. Generale francese, n. a Saint T ropez nel 178 5, m. a La.hore nel 1839. Già

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ALL aiutante di campo del generale Brune, lasciò la Francia alla Restaurazione e si recò nell'India inglese, do\'e riivenne gcnerali5simo dc'lle truppe del re· di Lahore; le organizzò all'europea e diede loro la bandiera tricolore. Luigi Filippo lo nominò suo incaricato di affari presso il Raià. Nelzir Allard. Generale e uomo politico francese n. a Pavthenay nel 1798, m. a Passy nel 1877. Destinato dalla famiglia. alla carriera militare entrò alla Scuola Politecnica di Parigi all'età di 16 anni. Xci 1816 per punizione <li aver preso parte alla d ifesa: di Parigi contro gli alleati che 1·iconducevano in Fra.ncia Luigi xvrrr gli fu negata la promozione od egli si ritirò dall'esercito, rientrandovi nel 1825 come capitano del genio e nel l830 fece la campagna di Algrri. Divenuto aiutante di campo del generale Valazé, lavorò molto con lui nelle fortificazioni cl i Parigi pubblicando anche parecchie relaz ioni per diffondere nel pubblico e nelle autorità. l'idea della necessità di una cinta fortificata. Raggiunse il grado di generale di brigata nel 1852, e di generale di d ivisione nel 1857. Nello stesso anno fu nominato consigliere d i Stato e presidente della sezione di ,guc1Ta. D ivenuto depuro.lo, si interessò quasi esclusivamente di cose militari e specialmente delle fortificazioni di Parigi. Quando morl si era ritirato da poco a vita privafa. Scrisse 'Un libro dal titolo: <e Souvenir d ',unc vie militaire, poli~ique et administra:tive » . Niort 1871 .

Allarme. Come dice chiaramente l'etimologia de!la varola, allarme è la chiamata improvvisa dei militari a ,p rendere le armi. I n qualch e caso e per p'iccolc unità la chian:nata può essere ordinata con semplice comando alla voce, ma normalmente viene annunziata con apposito segnale, a meuo di tromba o tamburo (segnale regolamenta.re) o con una sa1va d'artiglieria o con ac·censione di fuoch i od in qualsiasi a ltro modo opportunamente prcconvenuto. Al segnale d'a:lla.rme ufficiali e trupt~:i. accorrono immediatamente al proprio posto, si equipaggiano, si armano e si tengono pronti ad agire o a muovere in base agli ordini già in precedenza sta'bilìti oppure emanati sul .momento. All'allanne tiene d ietro <li soJ.ito l'adunata degli uomini e d~i reparti nella località gii fissata per la raccolta. Ordine, silenzio e soprattutto calma sono assolutamente necessari in occasione di allarmi, ad evitare che essi acquistino carruttcre tumultuario e ,possano persino convertirsi in moti di panico estrem:unente dannosi. L e esercitazioni di allarme che si compiono in tempo di pace a: scopo di addestramento non sono naturalmente accompagnate dall'elemento morale perturbatore -che scaturisce in guerr a dalh1 preannunciata imminenza di una m inaccia o di un pericolo: esse tutta\'ia sono utili in quanto prepa.ra110 e abituano le truppe alla rapida e ordinata esecuzione degli atti oc,correnti per il passaggio dallo stato di riposo a quello di QZione. Tali esercitazioni sono pertanto in uso nei vari eserciti ed avvengono seco11do m odalit/i. previste nei rispettivi regolamenti, sia per le truppe in guarnigione, sia pe.r le truppe a presidio delle piazzeforti. Saggiamente si esprime il regolamento italiano osservando che gli esercizi d i allarme devono riuscire assolutamente impreveduti ed essci:e a.ttuati in ore differenti del giorno e della notte, ma che di essi non conviene abusare affinchè non abbiano a perde.re la loro

efficacia. Dice lo stesso nostro regolamento che negli allarmi a scopo d i addestramento le truppe a piedi si r iuniscono sempre in anni e ba,gaglio, e che le trup;:ic a. cavallo si riuniscono montate o appieda.te e quelle di a1·tiglieria: con o senza le batterie attaccate a: seconda <"he il segnale di tromba sia seguito oppur no dali.L battuta <e a cavallo)); e che, salvo diverso ordine, sono di prescrizione per la ci,·costanza l'uniforme e la bardatura di marcia. In guerra si hanno i casi così detti di « falso all.irme » quando le truppe sono fatte accorrere al posto di combattimento per la segnalazione di un pericolo immaginario e inesisitcntc: e ciò si ver ifoca quasi sempre a causa della. imperizia o dcll'eccci;siva impressionabilità di qualche sentinella o vedetta di fronte al nemico, la quale scambia per fatto reale e minaccioso quatito non è che frutto di errore v,isivo oppure un indice di nessuna importanz,a., Ecco perchè a sentinelle e ve-

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r rer r r rr r r dette è fatto obbligo, salvo casi di evidente assoluta improrogabilità, prtma di dare l'allarme sparando il fucile od eseguendo ahro segnale con"enuto, di far intervenire il graduato capopo.sto per gli opportuni accertamenti. I fals i a.llarmi sono in massima dannosi a chi li subisce, non fosse altro per l'agitazione e il logoramento che inevitabilmente producono: può per contro giovare il suscitarli nel campo avversario mediant~ la simulazione d i attacchi aggressivi ind iv iduali, ripetuti not,tetompo, fino ad i1\gcnerare nel nemico l:i. co11Yinzione della loro artificiosità e seg,uiti poi da effettiv~ azioni di atttacco. Del ,grido << all'armi >> si valgono in campagna le sentinelle !'- vedet te ,per far accorrere gli altri uomini del po.sto da cui sono co11ocwte, al1orquando si vedono minacciate o comunque credono di esserlo. Lo stesso grido usano in tempo di pace Je sentinelle sia nei casi di tentata violazione della loro consegna, sia all'avvicinarsi <li persona od autorità cui la r ispettiva guardia debba rendere onore collcttivame11te, schierandosi con o senza armi. Durante la guerra europea, l'allarme per disporre !e

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difese contro gas tossici, era dato con razzi s ibilanti che si in11alzava110 a -due o trecento mc-tri, procluçenclo un si bilo molto for te e che perciò era udito a grande distaJ1za. Pene molto gra,vi s0110 comminate riguardo all'alfarme in caso di guerra. L ' Art. 100 del cc Codice Penale per !'-Esercito del Regno d'Italia (R. Decreto 28 novembre 1869, n . 53788) a-d esempio, clice: cc X elle p iazze dichiarate ù1 istruto di guerra o nei l)orti in presenza al nemico il militare che scientemente o senza legitnimo impedimento non si recherà al suo posto in caso di allarme o quando si fosse battuto a raccolta, sarà punito con la reclusione molitare da un anno a cinque)).

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lo Stato <li ·Georgia, situata in regione collmosa, delimita:ta dal corso del fiume Etowah. l"u teatro di combattimento, sostenuto il 5 ottobre 1864 fra le truppe degli Stati ·Confederati ed il 15° Corpo d'Armata dell'esercito americano. Le truppe confederate .erano comandate dal generale Fronch, che ebbe l'iniziativa dell'attacco sferrato improvvisamente contro Je forze coa1'andate dal gen_erale americano Corse. La batta.glia fu aspra e cruenta, ma alla fine la vittoria toccò al ger,erale Corse, il quale ,p erò r imase grav~mcnte ferito. Le perdite furono rilevanti così dall'una come dall'alii"a parte.

Alleanza. (V. Lega). Dal punto di vista giuridico si intende por A . l'unione t emporanea fra due o più Stati, Allasia (Raimondo). Generale, n. a Savigliano, m. conchiusa mediante uno speciale trattato per conseguire un comu11e fine politico. Ne consegue che le alleanze a Chieri (1828-1903). Par tecipò da Sottoten. di fantepossono essere s tipulate sola.mente dai su<bietti di dir ia alla sp edizione cli CJ'imea e ·prese parte a lla ca,mritto internazionale p ienamente autonomi e sovrani, nel pag11a del 1859 guacla.gnandosi la medaglia d'argento nella ba;ttagl ia ,cli S. Mar t ino. Entrò da tenente nel Cor- :mentre quelli ~,incolati da una. speciale posizione di supo dei Carabinieri Reali (1859) e col grado di Colon- bordinazione, cioè gli Stati vassa'lli, protetti o neutra1izzati, avranno tale facoltà ridotta o arnmllata entro j nello (1884) ebbe il Comando della Legione di Cagliaconfini in cu·i è lim ita,ta la loro capacità di agire. Anri. Colloca.lo in posizione ausiliada nel 1887, raggiunche quando sono concluse per un fine eminentemente se nel 1895 il grado di ~faggior Generale nella. riserva. pacifico, cioè per i.J così detto equilibrio politico o i:,cr Allason (Ugo) . Generale, n. e m . a Torino (1&44- la tutela di uno st~o d i cose deciso da un accordo h11920). Uscito dall'Accademia. d i Torino, partedpò da ternazionale, le alleaa1ze prevedono sempre la guerra. Sottotenente cli a,rtiglieria. a-lle campagne del 1866 e coSì avranno a tal proposito alleanze difensive, alleanze offensive ed a lleanze difensive ed offensi,ve ad un temme Tenente a quella del po. N ell'aHeanza d ifensiva gli alleati s'impegnano a 18i0. Insegnò Topografi.i r respingere l'eventuale aggressione contro -u no di essi e al!' Ac-cademia mili tare di quindi a. di.fendersi contro l'eventuale attacco di qualTorino, e Geogra:fia milisiasi altro Stato o di uno Stitto designato; nell'offentare e I mpiego cli Artisiva s'impegnano a soccorrersi reciprocamente ,e ad asglieria alla Scuola cl' Ar,s istersi nel caso che s i dovesse mu overe guerra contro plicazion e Artiglier ia e Geterzi Sta:ui; è invece alleanza diJensrva cd offensiva innio. Comandò poscia (1897 sieme quella che riunisce questo duplice carattere. -1902) il regg. a.rt. da Qua1e che sia il carattere dell'alleanza, il trattato che montagna; col grado di la corn;ludc, Ù1 base alla. non na fondamentale del diMaggior Generale fu Coina.udante di Artiglieria da ritto internaziona le: ,e pacta sunt servanda. i,, obbliga Campagna a Xa.poli ( 1902 ci,iscuno degli alleaiti ad adempiere scrupolosamente gli impegni assun t i nei termini prescritti da1 trattato stes- 1906) cd Ispettore delle :ostruzioni d i artiglieria. so, il quale, per gli effetti, -l'interpretazione e l'applicaCollocato in posizione ;1.uzione, sarà soggetto ai consueti criteri adottati clall"siliaria ( 1906) raggiunse nel 1912 il grado d i Tenente pratica giuridica e diplomatica, senza però un'eccess-i,v a Generale nella riserva. hbcrtà d i giudizio da parte di un alleato sulla condotta Scr.i ssè una. quantità d i articoli su varie riviste e dell'altro a stabilire o meno l'esistenza del casus foegiornali, e d i libri; cli questi citeremo i .p rincipali: « La der-is, p er evitare che '1a valutazìone unilaterale di una vita e le opere di Giovanni ·Cavalli >) ( 1880); (( L'imdete~llliÌnata s ituazione internazionale pos..~a servire di p iego dell'artiglieria in guerra J> (1889): questo volupretesto pe:r sottrarsi a,gli obblighi lealmente e giuridime fu tradotto· in francese, tedesco, inglese, russo ; « Stu- camente contratti. « Nella pratica - scrive il Fiore dio di Geografia. m ilitare » ( 1891); cc La polvere senza è ;prevalsa la regola che, salvo il ca.so di evidente infumo, le n uove a rmi e la ta ttica i,; cc L'artiglieria da giustizi.c1,, del:lba ammetters i una specie d i p resunzione montagna ii (1895); « Verità u tili sulla questione deile legale per la. bontà della causa dell'a lleato, r itenendola armi speciali » ( 1895): questo libro suscitò vive d icon forme a l diritto cd alla giustizia ; s i deve quindi scussioni ; cc L 'axtiglieria da carnpagna, il CaJ1none a t,istabilire in tesi generale che 'l'atto costitucisca. una obro accelerato e la tattica )l (1897) ; cc L'ar tiglieria itabligazione cli diritto stretto di man iera che colui che liana, le sue cond izioni e il su o ord inamento,, ( 1900) : l'a!bbia assun ta volontariamente n on possa sottrarsi dal anche questo libro suscitò (iiscussioni. Parecchie a ltre mantenere il suo impegno se non quando la p resunopere <lell'A. sono sull'ar~iglieria da. campagna. Nel zione lega:le della giustizia. Ùltrù1seca della causa del1908- 1909 curò con altri 'la grande edizione nazion{L!e 1'aHcato s ia d istrutta da prove evi<lenti in senso condelle opere di G iovanni Cavalli. L 'u ltio1a. sua fatica, a trario >l. / p ochi giomi di d istanza dalla mor te, fu un articolo in In genera.l e i tratta.ti d i alleanza sono stipulati per difesa d i L uigi Cadoma. posizioni ben d eterminate, con disposizion i b en dettaAllatoona. Borgata dell'America settentr ionale, nel- g lia.te ad evitare dul>bi d'in terpretazione; natlllralmente


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le cla usole variano secondo ·che le par ti contmenti inGrande Alleanza, tra 11'Austria, l'Inghilterra, l'OJanda, tendano di iissare le condizioni dcll'a;ll.:anza. ,Comunla PPU•s sia, il Portogallo, la Svezia, la Savoia, il cui cique, le clausole p iù generalmen te adottate sono le seclo s i chiude con il T1-a.ttato di Utrecht del 1713. Nel guenti : Ic ostilità non potra11110 iniziarsi che di con1717 tfu stipulato all'Aia il trattato d ella triplice A ., tra , c erto cd all'epoca s ta,bi!ita; le forze militM·i alleate doFrancia, Inghilterra e O 1:lJlda, che divenne quadruplice vranno !prestarsi reciproco aiu to per difendere i ri- con il trattato d i Londra del 1718, intervenendovi l' Auspettiv,i tefl'itori e per combattere il comune nemico; il stria, per r istaJbtlire l'equilibrio tunbato dalla politirn bottino .dovrà essere r ipartito proporzionalmente alle del Cardinale Alberoni, ministro di Filippo V di Spaforze impegnate ; è sta;bilita la durata deWalleanza; i, gna, che voleva far recuperare al suo monarca, magari spesso prevista la facoltà per una Potenza alleata di per via indiretta, i domini italiani perduti con la pace restare neutrale in caso d i conflitto con u n 'allra deterd i Utrecht. Nel 1725, col trattato di Annover, fu stiminata Potenza. pu lata un'allean za tra Inghilterra, Francia e Prussia, D a l punto d i vista ù1terno, occorre rilevare qua1e po- cui s i univano, l'anno dopo, gli Stati Generali, la D animarca e Ja Svezia, aggruppamenti spostati, come è. tere, nei vari Stati, sia d esignato dalla Costituzione a negoziare i trattati d i alleanza. Norma lmente, per 1e noto, per le Ìotte di successione cl' AustI;a, specialmente coi trattati di Versailles d el 1741 e <le] 1756 e col Costi tuzioni moderne, ha tale competenza il poter e ePatto d i famig lia del 1761 fra Spagna e Francia. socuhvo e -per esso il Capo dello Sta to, a volte con la pa•rtecipazione <lei Parlamento, · !più spes.~o col solo obAlla fu1e del secolo XVIII le alleanze dominanti in E uropa, l'una contro l' altra, erano !'Anglo-prussiana da bligo di darne partec,p;zione alle Camere. Dal punto di v isba storico il tipo delle alleanze varia una parte le Corti imperiali dall'altra. E intanto, per nel tempo a seconda degli indirizzi poGtici dei popoli gli abusi d'ogni sor ta commessi dalle Potenze belligeclòminan ti e dell'ordinamento giu'ridico della società in- ranti, nelle guerre marittime, si costituivano le leghe degli Stati neutrali, che nel diritto internazionale gitterna.donale. Non mancano esempi d i alleanze nel diritto ebraico, tarono le basi d i un più ·p reci50 rapporto giur idico <li tra i rpc,pdli mdi.ani, tra quelli del Mediterraneo per la neu-tralità contrapposto al rappo11to giuridico d i ~lligerall7.a, cioè <li un comples.50 ben determinato di diinvasione <ldll' antichissimo E,g itto. D egni di specia le menzione, anche nei riguardi della storia del diritto r itti e doveri reciproci tra i combatten ti e i neutrali: cosi 0a p6ma lega del 1780 tra Russia, Danimarca e in ternazionaie, sono le alleanze tra i popoli ellenici, Svezia, e l'a ltna. tra Russia , Pru-ssia., D animarca e Svemassime nelle .g uerre di Atene contro Sparta; aMeanze p uramCJ1te militari, o d i pace e di guerra, o semplicezia del 1800. Durante la Rivoluzione Francese e le guerre succ?>;mente padfi.che per regolare i,l commerc.io o la pos;sive sono ben note le sei coalizioni <li Stati contro la zione giuridica idi determinati stranieri. Grandissimo Francia. I l Congresso <li Vienna, che chiude nel 1815 m unero di alleanze contrasse R oma con i vari popoli i talic.i, ed anche f.uori <lei-la Penisola ita1Ìlca, t rattando questo for tuno~ ciclo della storia d'Europa, porta all'ac.cordo tra la Russia, la Prussia e l'Austria con il alcuni sul p iede <l'eguaglianza (Foedii,s aeq11~1-1n) a'ltri lrattato della Sattta Alleattza stipulato e sottoscritto disul ,p iede d'inegua~lianza (Foed1,s iniqu.wm), ma sempre dettando ,p er suo conto le condizioni, mettendo cioè' rettamente dai tre Sovrani, mutat o nell'altro di Parigi gli alleati. in una posizione di subordinazione all'I mdello stesso anno per ammettervi l'Ingh ilterra, ed inpero, sia pure con profondo senso ,politico poicHè, co- . tegrato nel 1818 <la quello di Aquisgrana, con il quale fu a mmessa la Francia . La Petttarchia, così costituita, me scrive Cesare, e< l'uso dcl popolo romano era che i suoi a,lleati ed runici non solo non perdessero nulla doveva avere l'alta direzione della politka internazionale, mentre gli a:lt-1:i Stati sarebbero sta:ti invitati volta della loro !potenza, ma a lttesì guadagnassero in credilù, per volta a prendere atto <li quanto essa stabiliva; e l'inin d igni-tà e in onore>>. Nel medioevo ha.nno S!peciale rilievo le alleanze tra ~ Municipi italiani, o a favore o dirizzo •basilare d i tale '])olitica era quetlo di combattere Io spirito riivolu zionario de'll'cpoca, dovunque si manicontro 1'im,pera.tore :e il papa, ·d elle quali famosa è la festasse, ;mtervenen-do, all'ocrorrenza, n egli affari di Lega di Pontida (1167); cd in seguito le molt issinic qualsiasi ,potenza. leghe tra Comuni e Prinoipati, mutev0Jis9ime· lungo Quando, nel Congresso di Verona del 1822, l'lnghiltutto il secolo XV, secondo le con tingenze del 1t110tc,,ra si mostrò contraria all'-in torvent.o nelle colonie am,::,nto, per la necessità di un equilibro politico tra i r,umerosi Stati d'Italia ; deghe che nel secolo succes.«ivo mericane da p arte de11a Francia incaricata d'intervefurono invece determinate dalla opportu nità di un.ioni J1ire nelle cose d i Spagna, l'accordo <le,Ua San ta :,\lleantr.a i vari Stati <ld!a Penisola cont•r o la dominazione za potè dirsi virtualmente finito : e in tanto, per lo stesso avvenimen to, dal P residente Monroe degli Stati U straniera. niti veniva, nel 1823, ,p roclamata la famosa teo, ica conCon la pace d i W estfalia ( 1648), con la quale si tro l'ù,tervento europeo, compend iata neNa. fraJe e< l'Achiude ,Ja guerr a dei trent'anni, finisce il periodo di su1bor'<linazione degli Stati ali' autorità <lei Papato o del- ·1mcrica agli amoricani >). Un 1rattato detto d i Q1wdrn.plice Alleanza venne stil'Impero, ed ha inizio un ordinamento giuridico iJ1terpulato a Londra il 15 luglio 1840, per kt pacificazione statale sulla base dell'uguagliaJ1za e de1l' ind ipendenza, c ioè il diritto internaziona le nel senso moderno della dell'Oriente, fra Inghilterra, A;_,stria, Russia e Pru:,;parola . Varia quindi anche il ca:rattcre giuridico delle sia d a u~ la to, , e. 1;urcl1ia _daill'alifo. Fra tutte . quest~ alleanze, mentre dal Iato pdlitico esse risentono delle potenze s1 firmo il 13 luglio 184 i la Convenzione d1 Lond;a (v.). Un'alleanza veramente importante della grandi lotte dinastiche com battute tra il XVII e ì,l XVIII metà del secolo scorso è quella. d'Inghilterra e di Fransecolo, .prineiipalmente per la sue-cessione d i Spagna e per quella d'A~stria . Contro L uigi XI V fu organizzata cia. a fa~,orc del'la T urchia contro la Russia ( 1854) alleanza che, -per avervi aderito j;J piccolo P iemonte, se,p er la successione di Spagna, nel 1701, la così detta

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guendo l'illuminata politka di Cavour, nel 1855, tanta importanza ebbe sulle sorti d 'Ltalia, e che condusse al tratta to di Parigi del 1856. Da questo di Parigi a quello di Berlino del 1878 furono stipulate aHeanze tra P iemonte e Fr ancia, tra Prussia ed Austria contro la Dan imarca, tra Italia e P russia contro l'Austria. Appena ch iuso il Congresso d i Berlino, la Germania e l'Au~--tria- Ungheria sentirono il ibisogno di s tringersi in u na alleanza difensiva per garanzia dei comuni interessi e per mantenere la posizione di cose stabilite da-I Congresso stesso, e ciò fecero il principe di Bismarck e il conte An<lrassy con H tra ttato del 1879; ne-lla duplice così costituita entrò l'Italia nel 1882. P er quanto non ufficia1niente, l'Inghilterra vi fece adesione, mentre si acccJYlua va J'intc-sa antagonista tra Francia e R ussia.. Crisp i alla Camera dei Deputati affermava, il 3 maggio 1888, non esser-vi a ltra politica per l'Italia che man• tenersi •alleata con gli Imperi Centrali nel continen te e con l'Inghilte rra su i mari; politka che riuscì a :-ita,-dare il conflitto mondia le di decenn i. Ma il gioco degli interessi concorrnnti, già chiaramente delineatosi ad Algesiras nel 1906, fatalmente por,tò in meno di dicci anni all'urto formidabile che si chiu.se con la pace cli Versailles del 1919. Conseguenza d i questo grandioso con flitto armato sull'ordinamento giuridico internazionale è la. creazione della società dcHe Nazioni, la quale erroneamente è stata paragonata ad un'alleanza. L'rul!eanza infatt~ come s i è visto, è un accordo tra due o ,più Stati, per il r ag• giungimento d i un determinato fine comune, difensivo od offensivo, in contrapposto ad un altro gruppo di Stati, e per un determinato numero di anni; accordo dunque ,]imitato nello spazio, nel fine e nel tempo. I nvece la Società delle Nazioni, come appare da.I' suo pa.t• to cost itutivo che ·precede i trattat i <li pace 1919 di Versa;illes con la Germania, d i San Germano con I' Austria, di Trianon con l'Ungheria e di Neuilly con la Bulgaria, è una. crca;,;ione p ermanente, non limitata nello ;;pa7,io, pcrchè vorrebbe. comprendere tutti gli Stali del mondo; nè ,1el fine, poichè si propone il grandioso programma ~mivcrsale di imped ire per quanto è possibile la guerra, e di coordinare, provocandola e indirizzandola, la collruborazione di lutti gli Stati nell'interesse reciproco e della collettività, senza per altro impedire speciali .accordi ed alleanze tra gli Stati che la compongono. Solo il tempo potrà d imost rare quanto di 1:rratico e di vitale s ia. in questo suo vasto programma.

Alleati (Gu.erra degli) . V. Guerra Sodale. Allegri (Gin.o) . Medaglia d'oro, n . a Venezia. nel 1893, morto per caduta dall'aeroplano, al campo di San P elagio, presso P adov,a, il S ottobre 1918. Fu uno dei piit popola1·i << assi >) della. nostra aJViazione di guerra, ~eneralmentc. conosciuto -con l'affettuoso nomignolo di « Fra Ginepro>>, datogli da. Gabriele d'Annm:mo, cui era carissimo. L'appellativo era d ovuto· non tanto a,lla sua fulva barba fluente, quanto alla f-rancescana bontà, che fece dire al poeta nell'orazione fune,bre del suo diletto compagno: <e Quando egli ci g,u,ardava, ci pareva di immevgcrci nella su-a. innocenza, Egli era il p iù limpido fra i mistici d i questa guerra, e il più ingenuo ira gli asceti armati >>. Chiamato alle armi a ll'atto della mobilitazione, nel 1915, e 'destinato a l 5° reggimento artiglieria da costa, volle es e ad ogni costo aviatore. Ottenuto il breve tto

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di pilota, fu trattenuto per qualche tempo, non ostante k sue ripetute domande di essere inviato alla fronte, in campi di aviazione dell'interno. Finalmente, dopo Caporctto, otte,me di andare in zona di combattimento, e negli undici mesi cl1e vi rimase compì ben 119 voli, guadagnando cinque encomi, due croci di guerra; una meda.glia di bronzo al valor militare e quattro medagEe d'argento, l'ultima delle quali fu commutata, dopo la sua morte, in O· ro. Sia che assaltasse a• nimosamente a.pparewhi da caccia nem1c1, abbattendoli o costringendoli alla fuga, sia che pers istesse << sfacciatamen te sublime"• com'ebbe a dire un aviatore a.ustriaco, sulle linee nemiche a riconoscerle cd a fotografarle, sia che con Ga:bl"iele cl' Annunzio pren• desse · parte a.Ilo storico volo su Vienna, sia che da bassissima. quota seminasse la strage nelle tr incee e nei campi dell'avversario, ogni suo volo fu un atto d i auda,cia e d' indomito valore, Il 5 ottobre 1918, reduce da una. impresa di _guerra, perdeva la giovane vita, per un incidente all'apparecch io.

L'aeroplano di « Frà Ginepro » fotog-rafa'lo oo Locatelli in volo •d.l ritorno da Vienna La. motivazione della meda.glia d 'oro concessa alla memoria di << Fra Ginepro ll dice : << Pilota di xar.o ardire e · di virtù eccezionali, iniziava., pcr ,p rimo, una. serie <li bombardamenti e m itragliamenti di grande efficacia. eseguiti tutti a quota -bassissima su importanti centri di vita d el nemico, alcuni dei quali nelle pi11 remote retrovie a vversarie. K on ancora ristabilito da recente ma,la tt ia, pur di partecipare ad ,Ina di queste impor!a.nlissime azioni sopra scalo ferroviario importante, -p artiva in volo di ,propria ·inizfo,tiva e con a.uclacia e perizia effettuava il bombar<lamen,to, riuscito ef:ficacissiIT)o. Al r itorno, per causa accidentale, precip itava a.I •suolo sullo stesso campo di partenza, chiudendo così il servizio d i magni.fico soldato dell'ai:ia, con. l'olocau• sto dcUa sua va,Jorosa esistenza. Già decorato con tre medaglie d'argento cd una di bronzo a l valor militare.


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(C ielo di La Comina - Fo-anzcnsfeste - Caparsa gosto-Ottobre 1918).

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Allegri ni. Generale pontif.'Cio del sec. XIX. Nel 1859 comandava ad An:cona, e il 18 giugno si chiuse

nella cittadella in seguito al movimento popolare che c hiedeva l'am1essione al P iemonte. Ma il · 24 dello stesso mese, in seguito wll'a·vvicinars{ delle truppe del gcn. Kabelmatten, i libera.li si demoraliizarono, e l'A. potè rioccupare la città.

Alleg ro (Giacomo), >Generale francese, n. di Tt:nisi (1840- 1906). Era di famigl ia oriunda italiana. Fece senvizio per molto tempo nelle truppe del bey di Tunisi, e terminò la caDriera nell'esercito francese delle colonie.

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Nel settembre dello stesso anno foce parte della spedizione Brown contro Mon tréa.l, ma. fu fatto prigÌoniero e tradotto in Inghiltcna. Rifasciato nel 1778 e tornato in America, r iprese il suo posto e mosse con a ltri a11ianosi contro il corpo inglese di Campbell, e a. Vermout ht nominato comanda11te della :Mi!iz:ia. Morì impro·.·· visamente ·ne1 1789 nella sua proprietà di Colohester. Onglielmo Allen. Ammira-glio inglese (1793-1864). Ideò un canale navigabile dal ,Mediterraneo a. Suez, attrnverso il Mar Morto.

Al lenamento. Consiste in quel complesso di adatti e graduali esercizi fi.sici che valgano a<l invigorire l'orga nismo, svilu ppando in modo speciale la potenzialità dei muscoli e ritardando o rìduccndo a l minimo i sintomi della fatica, grazie ad una migliore coordina·Allemand (conte Zaccaria). Ammiraglio francese, z ione dei vari sistemi orga.n ici e ad una maggiore ~ n. a l'ort Louis nel 1762, m. a Tdlone nel 1826. Enpiù rapi-da eliminazione dei prodotti tossici, derivati trato nella marina 'Come ;nozzo all'età di r2 ann~, si dalle combustioni organi-Ohe. L'allenamento può consiguadagnò tutti i_ gradi sul mare. Il suo primo · fatto derarsi come un vero r isparmiatore di energie, realiz<l'armi òrillante risale a l 1 793, quando essendo comanzando una notevole economia. nel meocanismo neuroda·n te della frciat-a << La Carmagnole, catturò la fremuscolare, nonchè nelle Juntioni del r espiro e del cirgata inglese « I.I Ta,mi-gi JJ facendo poi una crociera colo. Infatti, le reazioni motorie, consecutive agli eccifruttuosa nella Manica. I n seguito, chiamato al cotamenti sensi6vo-sensoria-li, diventano sempre più pronmando di una divisione nella squa<lra dell'ammiraglio te e prec ise, i movimenti più complessi si compiono <le la Richer ie, nello spazio .di 18 mesi fece circa 2000 . con tl'azionc di ,pochi m usco!~ donde una notevole ecop rigionier i inglesi, fra i quaili il governatore- generale narnia muscolare cd ancora una minore quan tità di del Ca11ad à, e tolse loro un 1bottino <li oltre 80 milioni ,p rodotti tossici. La ·benefica influenza sulle funzioni reà i franchi. Nel 1801 foce la campagna contro T ous- spiratorie e d rcofatorie è messa -bene in evidenza :ìai saint Louverturc e prese la Dominica nel 1803-1804. !JJUet1,111ogra mmi e dai cardiogrammi con i quali si conNel 1806 fu nominato con trammiraglio, noi 1808 ebb~ stata, a misura che l'allena.mento 1)t·ogre<lisce, una magil comando dell'armata navale di Tolone. F u battuto giore ampiezza delle respirazioni ed un numero d i atti d agli inglesi all'isola d i Aix. Successivamente ebbe i. respiratori e di -battiti cardiaci che s i avvicina ·sempre comando delle squadre di Drest e <li Rochefort. N cl più a quello del r iposo. L 'a lbuminuria da lavoro ten<le, 1814 fece atto d i a:desione alla R estaurazione e quindi di solito, a sparire gradualmente e la tossicità urina ria si ritirò dal servizio. non subisce rialzi notevoli, ma rimane I invariata, graAllemandi (Michele Napoleone). Generale, piemon- zie atla regolarizzazione dei processi d i d isassimilazione, tese di nascita, già uffi- per c ui viene a maJI1Care l'accumulo eocessÌ\'o d i veleni , ciale dei carabinieri. Fu nell'organismo, come aoca<lc in coloro che, senza prep rofugo pei moti del 1821 ventivo allenamento, si sottopongono ad eccessivo la ai qua li aveva partecipa- voro. S·i ha inoltre una benefica influenza sulla statuto. Prese parte ai moti dP.l r a, sul perimetro toracico, sul peso d el cor,po, il quale 1834 in Savoia. Nel 18-18 diviene J)'iù ·r esistente ed a gile. Le migliorate doti fis_ò_venne chiamato a Mila.110 che, infine, non sono senza influen7,a su quelle mo.ra.ìi. dal governo provvisorio; contribuendo ,po>tentorncnte a rendere il carattere ben ottenne il grado d i gene- saldo e l'individuo :meno sensibile al dolore fisico. Si distingue una trip lice forma d i wllenamento : (< igiera le e il comando di llD nico JJ, « sportivo Jl e « militare JJ . L'allenamento igiecorpo di Volontari Lom• ba,rdi (oltre 4000 u.) con nico ha lo scopo precipuo d i migliorare la crasi sanguigna e ,di eccitare con ,u n sangue molto ossigenato i quali s i spinse in Val una più attiva secrezione d i Ol'111on i da pa1ie <lclle ghianGiud icaria, giungendo fi. ·d ole en<l(?Crine, don de nei giovani una maggiore regono a Cles sulla strada del larità nell'accrescimento e nel p rocesso di ossificazione, Tonale; ma dovette r iti• ncl'lo sviluppo intellettuale, ecc. Vengono co~ì modificati rarsi di fronte a minaccia austriaca sulle s ue comunii tempera.menti e dc costituzioni, per cui l'obeso si licazioni, ed essendo privo di artiglierie. bera de1la sovrabbondanza di tessuto adiposo, il graAl len (Et/14n). Generale amer icano durar1te la gue.- cile s' invigorisce, l'anemico migliora la crasi sanguigna, ecc. ra di indipendenza, n . verso il 1725 a Ro;,;bury nel ConL'a llena mento sportivo e quello mi litare hanno amnecticut. Ancor giovane ,g uidò da sè solo, durante la r ivolta contrn la reggenza di New York, nel 1770, un bedue '1o scopo di por tare il corpo alla massima efficorpo di partigiani, denomina to « Ra gazzi della lVIonta- cienza mediante appropriati esercizi; però gli indivigna Verde» . A-Ilo scoppio <le<lla guerra. contro l'Inghil- du i, che ·si d edicano a:d un dato sport, presentano di terra, partecipò nel maggio ·1775 al combattimento di solito tendenza. e costituzione ,fisica ·tali da. dare pieno P ittsfield dopo la caduta d ei d ue forti ù1glesi Ticon- affidamento di poter r.l!$iungere ili completo allenad eroga ·e ,crown . Point sulle rive del lago di Champlain. mento nello sport prescelto, mentre le reclute sono dif-

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ferentissime fisi1:amente e psichicamente. L 'aUenamento Jisintossicare l'org:rnismo. Bisogna evitare ancora la rim ilitare, quindi, è a ncora più ar<luo, tanto più poi che petizione p rolungata d i una stessa esercitazione, proc~i risu ltali debho1io esser tal i che, anche dopo periodi dcndo ad una razionale varietà negli esercizi che, men<li riposo, ,possa r iacquistaJ'si in breve tempo la com- tre evita una forte prolungata contrazione di sÌl1goli pleta efficienza, permettendo altresl, senza pericoli del- ·gruppi muscolari, influisce ,beneficamente anche sullo la salute, cventuruli sforzi superiori alla me<lia, richiespirito, impedendo che sopraggiunga ,Ja stanchezza psichica la . quale, ,com'è noto, non è senza effetto su-Jl:i sti da ecceziona li contingenze della vita militare. I l periodo d i atlcnamento sportivo può essere breve, mentr~ fatica fisica. I movimenti, r ichiesti da,lle esercitazioni, occorre sempre maggior tempo per !'a<llenamcnto milidevono raggiungere i caratteri d i un vero. e proprio autare. Questo, infatti, che ha lo scopo precipuo di rentomatismo, in modo da sostituire gradatamente la funzione del midollo spinale a quella corobralc., il r ifìe-.;so dere gl' iJ1div idu i non ~olo addestrati al maneggio delinc()..-,.cientc al movin1cnto volontario, venendo così rile armi, ma alt.resì forti e preparati a fare lunghe marsparmiati i cen!ri più a·lti, quel'li psico-motori, che si ce ed a resistere alle fatiche ed agli strapazzi della affaticru10 J)iù facilmente (Henry). L'allenamento invi ta <li campagna, <leve essere aJttuato gradualmen te, «· bituando a poco a poco ,le giovani reclute a sopportare somma deve consistere, come dice il Mosso, in una lo sforzo richiesto <lagli esercizi mi litari. );°on bisogna istruzione incosciente imp,wtila al sistema nervoso, che mai o.ltrepassare il rehtivo limite della resistenza orimpara a far c ontrarre i muscoli senza sciupio di laganica, i.11 modo da evita,·e il « surnncnage >J, avendosi voro psichico. Gli eser.cizi infine devono essere esesdlo la sindrome della cc fatica fisiologica JJ, la quale è guiti con un certo ritmo, che pc.rmetta un tempuscolo caraHerizzata da aibbondante sudore, d,t accoleramento di riposo: il ritmo, come ha dimostrato sperimentalmente il Maggiora, è indispensabile per r ipetere a lundella drcolazione e della respirazione, da lieve rilasgo un delorminato atto. satezza anuscolaire, seguita più tardi da un certo grado L'allenamento collettivo deve pr\>poi-si, quale scopo di doJoi:osa ri.gidità <lei muscoli. Tale sindrome scompare con un adatto periodo d i riposo, durante n quale p recipuo, il s istematico aumento dell'attitudine alle marcie di grandi reparti fi.no a:lla completa attitudine a!la. vengono elimina ti i prodotti di autointossicazione. I d isturbi, determina ti dalla fatica fisiologica, impressio- guerra. Bisogna inoltre fare in modo che s ia mantenu ta sempre una cc med ia efficienza>) (Leitenstorfer), nano d i solito le giova11i reclute, specie q uelle più fadlmcnte eocita1hjli ; ~erò esse ricorrono spesso e coa la quale pennette, in caso di necessità, di essere· riporinsistenza all'opera dell'ufficiale medico, allegando p rintata al grado massimo con un brevissimo periodo di cipalmente ma'lesscre genera le, mialgie ed a.rtralgic mala•l!cnamento, don de '1a necessità di a lternare -p eriodi di ·tiple. Nel « ·sunmenage >J, invece, si hanno manHestain tenso lavoro Clln altri di lavoro minimo. In tal modo zioni morbose molto più .gravi, riguardanti il circolo, si evitano i ·danni di un eccessivo allename11to, tanto la resp irazione, il processo ternnoregolatore e sopratp iù che la razioni: a limen tare di pa1:e del so,ldato ~• fissata ap,ptmto per un lavoro med io e non già per un tu tto il meta'bolismo con p revalenza dei fenomeni dilavo1·0 intensivo continuato. Su tali concetti si basa sintegrativi e conseguente distruzio1ie oocessiva di eleappunto il nost.ro Regolamento, 11011chè quello degli a lmenti organici. Si determina quindi un indebolimento genera.le dell'or-ganismo, donde una specia1e disposizione tri eserciti, intorno a-ll'allenamento delle reclute, affinchè queste possano efficacemente corr ispondere a qua:1a contrarre malattie, specie quelle infettive, eoncorren<lo ailtresì tu tte le a,ltre ca.use movbose predisponenti to viene loro r ichiesto nèlle varie contingenze militari (in ma.rcia, _al >Campo, in guerra). Le var ie norme, le propr ie dell'ambiente militare (vita collettiva, influenze atmosferiche, ecc.). R isultano per conseguenza. una <tua,!i saranno tenute .presenti a11che in occasione di rimovbilità maggiore ed una p iù elevata mortalità, tenu- chiamo alle armi di classi in congedo, possono riassumersi nelle seguenti : 1° dili,gente se.lezione degli indito •conto che la fatica, non contenuta nei limiti d i quella fisiologica, imprime alle· malattie un carattci-e di parvi<lu-i e foMla:>:ione di gruppi Ìt1 base alle loro condizion i :fisiche e psichiche, in rapporto a lle quali le eserticolare gravità (Ca.rricu). Allo scapo di evitare ~li effet ti dannosi su descritti, c itazioni saran no scelte con giusto criterio; 2° esercizi l'allenamento m ìlitare non può, nè deve essere attuato progressivi e tali da non determinare mai una fatica su·periore a q uella fisiologica ; 3° esercizi spesso vacon -u n unko criterio per tutte le reclute che sono, cor iati ed alternati con giochi ginnastici, fatti all'aria me s i è detto, iìsica-mente e psichicamente tanto d iaJperta o, quando ciò non s ia possibile, in grandi amverse. Esso, per con:segtlenza, deve essre cc individ ualebient i ben ventila.ti; 4° d urata degli esercizi non sucoll~ livo JJ (Leitenstorfer); cioè distinto in due perioperiore a lle tre ore nel mattino ed alle due ore nel po-di : in un pt"imo tempo, d opo ave.r fatto una conveniente ripartizione d i tutte le reclute in base ad una, esatta •neriggio (Havard); 5° p resceglierc, quale periodo propizio pe,r gli esercizi, {Juello compreso fra i due pasti valutazione della loro capacità. fisica, si procederà ad prin:ci,pa,li, tenendo presente che, per diverse r agioni, esercizi rcl1e richie<lano un lavoro non superiore alla cariesce ugualmente dam1oso il lavoro fatto a stomaco .p acità stessa d i c iascun ,g ruppo e che abbiano a lt.resì uno scopo igienico, c ioè quello di correggere eventua!i vuoto ovvero subito dopo l' ingestione dei cibi ; 6° razione a l·-irnen tare commisurata alla en tità del la.voco deficienze. In tal modo è ,p ossibile condu rre i vari grupstesso. pi ad -u n grado unifornne d i efficienza fisica, che permetta d i .procedere in u n secondo tempo all'allenamen to A llename1'to per le trnppe a Piedi. I regolamenti precollettivo. Inoltre gli ese,,cizi, adat tati con graduale auscrivono che nel periodo d i istruzione le reclu te commento alla potenzia,Jità individuale, non devono essere , piano ordinariamente una eserc;itaz-ione d i marcia per settìmru1a, nella quale, oltTe ad una progressione · mai forzali in modo da produrre per '1ungo tempo nei nella distanza da percorrere, che va fino ai 20 o 25 km,, muscoli un <loJoroso senso di fatica, .e saranno interca lati da convenienti periodi di r iposo, 1:he valgano a venga curata anche la ,p rogressione nel peso dell'equi-


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paggiamento, che deve 'g ra.\iatamente cres"cere fino al tra.sporto del completo carico in<lividua'le di guerra. Oltre alla lunghezza del percorso, devesi progressiva.mente tener con to della velocità d i :marcia, fino ad ottenere per la fanteria la media di km. S½ a ll'ora; per i ber saglieri quella di km. 7. Successivamente l'a:Uenarncnlo deve giungere al compimento d i marce per tre o qualtro giorni consecutivi di km. 25 per la fanteria, e chilomet-ri 30 pei: i bersaglier i. Per le ,truppe alpine si dovrà. arrivare, grada:tamente ed a seconda deille · esigenze 1111ontane, a raggiungere la durata di 7 ore di marcia effettiva. Cavaller;a. Anche per J'aHenamento della Cavalleria i regolan1enti presorivono una progressione con eserci_ta.zioni' di marcia settimanali. Natmalmen te si trntta qu i di , allenare uomini e cavalli, esolusi i puledri, i qua li hanno un allenamento a parte, fìncilè non entr ino dopo circa 18 mesi, a far servizio d i cava.Ho anziano. L'a'!.lenamento progressivo <lelle marcie va da u n minimo d i km. 25, fu10 a'd un massimo (marcia forzata) di 90 km ., senza che u omini e cavalli restino spossati. Per la lbuona •c onservazione dei cavaJ.li però non si dovrà eccedere ne l percorrere queste più lunghe d istanze. La velocità. n ormale <lì marcia è <li 8 km. a ll'ora, a riprese a lternate d i passo e trotto, con qualche b reve fermata di r iposo. Con cavalli allenati, prolungando le riprese di trotto, _s i possono raggiungere velocità maggiori. E' opportuno per <l'assestamento delle selle e de.gli stessi cavalieri, non trottare n ei p tim1 15 m inuti, e cessare i l trot to a·lmeno 20 minuti p rima <li ar-rivare a lla tappa, percorrendo l'ultimo tratto coi cavalli alla mano, Nelle ,lunghe marcie, e n elle forti sa.lite e <liscese, è bene m arciare con i cavalli a mano, per qu alche tmtto, ciò che serve non solo a rimettere e riposare i cavalli, ma anche a dda.re elasticità e vigore ai cavalieri. A,-tigl ier·i a. L 'ai,lenamento delle p ariglie attaccate è J\aturalmente ·p iù complesso di q11anto sia quello dei cavalli e cavalieri indipendenti. Si tratta q ui d i arrivare, con una intC'lligente e ponderata. progressione, a stabi'lire l'armonica relazione fra cavalli e cavalieri vincolati al tra;no di un pezzo, e relativ,i carri. Si fanno e~eguire d a principio marce dirette al passo e trotto, sopra terreno unitÒ, e piuttosto sodo a.ffi.nchè i conducenti impaTino a mantenere una n ;golare cadenza nelle andature, ed a conoscere la d isposizione d ei cavaU.i a l t iro e ad eseguire i'! traino col 1111assimo accordo fra. ,pariglie, in [Proporzione dei mezzi di cui dispongono. Con lenta progressione s i a rriva a. compiere marcie or<linarie di 25 a 35 km., con una andatura media di km. 8 a·ll'ora, alternando il passo col trotto a riprese d i 10 m in uti; AncJ1e per l'artgilieria, oltre alla progress ione nella lw1ghezza delle marce, ed a quella della ve•loci!à, deve essere cUJrata quella dell'equipaggiamento e caricamen to, che ali~ fine sarà in completo assetto cli gucr.ra.

Allenby (Sir Edmo1td H enry Hy111ua1t). Felci maresciallo ing,lese, n . n el 1862. F ece carriera ncl'l'arma d i cavalleria, prima nei dragoni, poi nei lancieri dove raggiunse il grado di colonnello, prurtcc.ipando onor~volmente a·Jlc can-.pa,gne del Beciuanaland, dello Zulu,land e dell'Africa meridjonale. Nell'agosto 1914 sbarcò in Fr ancia al com.tndo della divisione d i cavaller ia britannica, e in tale qua lità rese serv igi eminenti, sia du.

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rante la ritirata dopo la battaglia di Mons, s ia durante ·la battaglia della Marna e la « corsa a l mare>). ?-;' ~I 1915 ebbe i•l comando del 5° corpo d'armata e lo tenne fino a'1l'aprile 1917, segna'landosi in ogni occasione. D i poi ebbe il con1ando del co1:J)o d i spedizione in Palestina., dove inflisse ai Turchi memorabili sconfitte, conducendo il contingente interalleato alla liberazione di Gerusalemme e successivamente alla conquista d i Damasco. Dopo la guerra, andò Alto Commissario in Egitto nel 1919, e tenne tale carica fino a l 192S. Alto, atletico, dall'occhio a volta a volta dolce e severo, per la sua bontà verso i bambini, per la. sua fedeltà. a tu tta prova, per la sua. tenacia terribile n el non dar tregua al nemico allorchè era riuscito ad a fferrarlo, meritò il soprannome di « Bull » (can e _d a presa).

Allenstein (V. Orientale fronte). Città della Prussia O rienta.le a 100 km, a sud d i Koenisberg, a 32 km . a S. E . di E llbin, a 110 metri di altitu<line , Occupa una posizi9ne di notevole importanza, ,perchè trovasi all'incrocio d i quattro impc,rtahti ferrovie, presso del lago di Alle, a cavallo del corso d'acqua omonimo che con- . fluisce nel Pregel. Fu obbiettivo della offensiva della 2• armata l"U5Sa (Sa.msonov) nell'agosto 1914, la quale finì m iseramente con la decisiva sccmfitta di Tannoberg. S u Allenstein era diretta oJa g,ran<le scorreria del cor po di cavalleria del gruppo d 'armale Silinsky, per cercare iì .c ollegamento fra la 1• e la 2• a rmata ; ma tale scorreria, che in fatto fu compiuta dalla sola. divisione Gurko, trovò Allcnstein già occupata in forza dai ttdcsohi ed ù1di?.i non dubbi de'lla sconfitta russa, tantoc1!è .Ja d ivisione ritornò subito sui suoi passi. Allent (Pietro). Generale f,rancese, n . a S t. Ome.-, m. a Parigi. ( 1772-1837). Se.rvl n el!' Art. prima, e poi nel Genio; infine Napoleone lo passò al Consiglio di Stato. Fu consigliere mii. del re G iuseppe. Tracciò il piano di d.i>fesa di Parigi n e l 1813 e organizzò le guard ie nazionali. ·Nel 1817 venne nomi.nato sottosegretario di Stato al 1fii:nistero della Guerra, e nel 1832 Pari di Frnncia. Lasciò va.rie opere, fra le qua,li: (< Histoire du ço-Pps impérial dtt génie ", Patigi, 1805; « :M:emoire sur la réunion de l' artJillerie et du génie ». Pru·igi, 1801; « Dc la conscription générale de la farce publique darn, un état libre». Parigi, l'anno VIII; « Précis de l'histoire des arts et des institutions m ilitaires en France, depuis !es Romai11s )>. Parigi, 1803.

Allerheim. V. Nordl·i ngw. Allerta (all'erta!). Voce d ' inci tamento m ilitare, per segno d i vigi'lanza o <li immed iata p,repa.razione a una fazione.

Allestimento (Mar.). Chiaanasi allestimento il periodo ohe trascorre ifra la <lata del vru·o e quella d i entrata in servizio della n a ve. Durante il suddetto periodo vengon o completati e messi a, bordo t·utt i gli orga11i e stru,m cnti che servono a porre in completa ef-


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La c iuà d i A,lle1JJsteln nena Prussia Orioot ale

fìcienza il bastimento. La durata dell'allestimento è evidentemente p iù o meno lunga a seconda d ello stato i n cui si trovava la n ave al momento do! varo . Le gran d i unità. sono varntc senza caldaie, senza macchine, senza a rtiglierie, ossia con lo scafo qtrnsi completamente spoglio, mentre i caccia torpediniere e i sommergibili possono essere varati quasi a punto, in modo che, dopo un solo mese di allestimento ed anche meno, sono p ronti ~ prendere il mare. L'allestimento di una ,grande nave non dunt 1nai meno di un an no. Dllrante gl i ultimi mesi deN'allestimento si imbarca già a 'bordo un nucleo dell'equipaggio pcr la prima organ izzazione dei numero»issi,mi servizi.

Alletto (o Alesto; lat. Allectus). Guen·iero della Gran Bretagna nel III secolo <l. C . Si pose agli ordini di Carausio, generale romano che si era fallo nominare imperato re dalle sue Legioni e ne divenne luogotenente. }\,fa poi gli si ribellò e l' uccise (294) prendendone il posto che coJJscrvò per tre anni, fi no a quando Asclepiodoto, gen. di Costanzo Cloro, lo sconfisse presso Kent; A. rimase ucciso nella battaglia.

Allevamento puledri. L'allevamento è costitltito dal complesso delle oure da apprestarsi a l puledro nonchè del regime e ginnastica funzionale ·locomotrice, p er rcndetlo atto a lle fatiche m ilitari. Vari sono i sistemi <li allevamento usati nelle d iverse nazioni, a seconda della maggiore o minore importan~a che viene da ta al cavallo militare . Così mentre in Francia, in Ungheria, e prima anche in German;a, troviamo delle vere e proprie niz7,e di • cavalli mi-lita r,i, iJ1 I ta lia il ministero della guevra non h a che dei Depositi di allevamento. I puledr i veng0'110 acqu istati, da apposite Commissio.1.i milita ri, -dagli allevatori o nelle var ie fiere, rull'e tà d i due a tre anni. Essi vengono poi invaa ti nei vari depositi d i allev~mento che si trovano- a Eonorva (Sardegna); Grosseto (maremma Toscana) con distaco-

mento a Cecina; P ortovecchio (E1{1i lia) con distaccamento a Fossano iper ,rimonte di anlglicria; Persano (Camp:u1ia) con d istaccamento a Paternò (Sicilia); t Lazio . Nei succitati dopositi, i puledri vengono tenuti da 'un anno e mezzo a due, e vengono allevati o con il sistema « brado " e cioè in ~;ompleta libertà per la campa:gna; o wn quello <<sem i-brado», cioè lasciandp i puledri a:I pascolo dura nte la stagione b uona, e ritirandoli nei capannoni o scuderie du rante la sta.gion? r igida. La vita all'aperto serve allo sviluppo d e'lla mu>,eolatura, ed all'av,vezzamento ed acclimatazione. Naturalmente con il primo sistema la nutrizione è limitata. a quella data da i pascoli, non s_empre sufficiente a<l irrobustire ~l quadrupede, che deve insanguarsi per resis tere poi a!le fatiche militari. Con il sistema semi-brado invece, è ,possibile fornire a i puledri o ltre all'erba dei prati, una razione progressiva cl i a vena, che li rende p iù forti e ·resistenti, Per taluni puledri di razza. distinta, nei -depositi d'allevamento, si ,rdopera. anche il sistema stallino, giacchè con ta,le metodo erano prima stati allevati dai produttor i. Il term ine «stallino>> indica di '.l"Cl' se stesso il regime di v.ita di questi puledri, genera-Lmente di puro sangue, che vengono cresciuti nelle scuderie, sotto speciale sorveglianza, e con particola re rngime alimcmare, costi tuito -eia fieno ed avena a razione prngressiva. Lo stazionamento nefle scuderie, deve essere fatto in modo c he il p uledro go<la d i tuia assoluta. !ibcr tii di mqvimcnti, e per c onseguenza viene tenuto generalmente in box- a parte molto larghe e comode, e non le-gato alla greppia. V iene fatto uscire, sempre in libertà, nel « paddock >> adiacente alle scuderie, Dai <leposit i di al·l evarnento, i puledri vengono d istrib uiti, generalm~nte nell'autunno, quando compiono i 4 anni e mezzo, ai reggimenti di armi a cavallo, che li assumono quali cavalli ~Vi .rimonta, e li sottopongono a speciale progressiva educazione · ed istruzione. Primo periodo d i tale educazione è l'ammansì.mento, ossia i l ' pa,,-saggio dallo st•ato « brado >> e conseguenten1ente rustico, a quello di affiatamento con ~I cavaliere e di completa docilità.

Allìa (o Aia) . Fiwnicello a ffl. del T evere, a 11 miglia a monte di Roma . V i fu combattuta una grande battaglia il 17 luglio 390 fra 70.000 Galli e 40.000 R o•


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ALI,

Allevamemo di eavalll nel deposlll mllllari 111a•ni, tre giorni prima de!,J' invas ione in Roma dei Galli medesimi·. I romani erano comandati dal tribu;10 consolare Q. Sulpicio Longo e avevano preso posizione sulla via Flaminia, sulla dr. del Te,,ore, costruendo quh·i il campo. ~fa avendo i Galli passalo il fiume a monte, i Romani alla loro volta lo passarono a valle, e vennero incontro ai nomici. Sulle rive dell'A. si a ttaccò Ja zuffa, senza che i Romani potessero neppure iniziare i consueti lavori di trinceramento. Sulpicio Longo appoggiò fa sinistra al T evere e la destra ai colli Crustumini, dove collocò Je reclute. Brenno, capo dei Galli, atlaccò impet,u osamcnte la destra romana e si impossessò dei colli, ,rovesciandosi da quelli sul fianco e sul tergo delle legioni del cen1ro. Avviluppati cosi, i R omani andarono in rotta, e solo s i salvarono quelli che passarono a nuoto il Tevere e quasi tutti quelli dell'ala destra. E Roma rimaneva indifesa . Questa disgra ziata g iornata fu dai Romani in seguito segnata come nefasta, e chiamata dies aliensis. Sull',11/;a, nel 381, T. Q . Cincinnato sconfisse nel :!81. a , C. i Prenestini che s i erano ribe,l,Jati a Roma.

Alli-ana (Pietro). Generale, n. ad Alba nel 1860. Sottotenente di fanteria nel 1882, partecipò all-t campagna. d'Africa. del 1890 e alla guerra mondiale (1915 1917). ).'el luglio 19 15, ten. col. 'Ciel 74° Fanl., rima• se fer ito in trincea. Promosso colonnello, si meritò la Croce di Cavaliere del!' Ordine Mili1are di Savoia quale Comandante dcli' 36° Regg. Fanteria, nell' azione dcli' ottobre novembre 1915 sul Carso. Venn e ancora ferito nell'ottobre. Nel 1916 come colonnello brigad iere tenne il coman<lo della brigata. Puglie, quindi quello della br. Udine, e quello della 1br. R avenna, Fu promosso J'vlagg. Gcn. nel 1916 e collocato a riposo nel 1917. H a assunto dal 1923 il grado di Generale di Divisione nella riserva. Ernesto AU;a,ia.. Generale, n. ad Alba nel 1860. Sottotenente di fanteria nel 1880, ·r aggiunse il grndo di colonnello ncl 191.ì e comandò successiva.mente il 5° ed il 3° R eggimento Alpini. rartecipò alla campagna d i gucr-

ra (1915-18) e, collocato a. riposo nel 1918, vi raggiunse il ,grado di Generale di D ivisione nelh riserva.

Alliaud (Alberto). G enerale, n. a Pinerolo m. a Torino (1841-1907). Prese parte da Tenemc dei Bersaglieri alla campa,gna d'Ancona e Bassa ILalia de l 1860· 1861, meri1ando la medaglia di a rgenlo nell'as;edio di Ancona e la menzione onorevole a l valor militare nei fatti d' a rme del ::\lfa,cerone e di Gaeta. Si meritò una seconda medaglia d'argento nella repressione del brigantaggio del 1863 e prese parte da. Capitano alla campagna del 1866. Frequentò la Scuola di Guerra. Comandò da Colonnello ( 1885-86) il 33° R eggime nto di Fanteria e nel 1898 raggiunse il grado di ~laggior Generale nella riserva. Carlo A flia11d. Generale, n. e m. a Cesana (1823J 903). Presç ,par te come Sottotenente di fanteria alla campagna del 1848, d istinguendosi nei fatti d'arme di Rivoli, Somma e Volta, e col grado di T encme partecipò ai fatti d'arn1e di l\fortara e di Novara ( 1849). Riaffermò il S!]O valore da. Capitano nella can1pagn:t del 1859, meritandosi la meda.gli:,. :l'argento alla battaglia Ji S. ~Jartino. Partecipò col gmdo di l\1aggiore a lla campagna del 1866. Colonnello nel 1872. raggiwi,c nel 1893 il grado di )Iaggiore Generale nella ri3erva.

Alliev i (Crsare). Generale, n. a Milano, m. a Roma (1864-1918). Sottotenente d'artiglieria nel 1885, paJ"tecipò alla campagna dell'Estremo Oriente ( 1900-01) quale Capitano Aiutante da campo del Com:uidante la spe-


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d izione. :'IIaggiore a scelta (1906), ebbe da-I 1906 a l 1909 il Comando <li Battaglione presso il 5° Rcggi ,ncnto Fante-ria, e dal 1909 al 1915 fu addeuo al Comando del Corpo di Stato )Iaggiorc. Prese parte alla campagna d i guerra (19 15-16-li) distinguendosi nell'azione del luglio 1916 s u ll'a ltipiano di Asiago, Fu promo,~o :Maggiore Generale nel 1916.

Allievi. Le categorie degli A. nell'esercito italiano sono le sc-guenti: AUie-:·i arma ioli. Sono solda ti che hanno frequentato uno speciale corso d'istruzione della durata di due rne,i presso la fabbrica d'armi del R, E, di Terni assegnati, nei co1·pi, al laboratorio (lell'an11aiolo (v.) per co:tdiuvar lo nel disimpegno de1'1 c sue attribuzioni.

,Jllied. ca.parali. Souo soldati scelti dal Comandante clella conwagnia (o reparto equivalente) fra i migliori per condotta, sen timento del dovere, prestanza fisica c:d autorcvolrzza - 1>rincipalc requisito questo - che dà,1 110 affidamento di riuscire buoni graduati di truppa. ] l saper lC'g~ere e scrivere non è co,iditio sii.e q,i.a t10ri µcr la µromozi one a caporale; ove un soldato posseg,.a

'Jromta in ~

sip ,

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i r imanenti requisi ti in modo spiccato, J"cssere analfabeta non costituisce uu osta.colo per la promozione. Gli A. C. rimangono presso il reparto cu i appartcni;ono e ,·(mgono investiti delle funzioni di caoo souad ra sin dall' inizio dell'isLruzione delle reclute. D ella toro istru~ionc si occupa persona,lmentc il comandant~ <!ella compagn ia (o reparto equ ivalente) coadiuvato dai subalterni, in modo da rendersi esatto como della ca,vacità d i ogni singolo allievo. Al termine <lei periodo di is truzione delle reclute, agli allievi caporali viene conferito il grado senza che d ebbano essere sottoposti ad esami teorici o pratici. In tal modo il graduato di trnp{Ja Yiene tratto dalla. massa dei soldati della compagnia, cd il ,conferimento del grado è la conferma di una superiorità già da esso d imostrata cd affermata nella giornaliera vita pratica sui proprj compagni d i reparto. T:i.lc sistema di creazione dei gradu:tt i e 111 vigore soltanto dal giugno del I 924; prima essi veniva.no tratti da speda li p lotoni d' istruz ione, detti plotoni A, C., su la. base <li esami teorici e p ra tici che gli A . dovevano superare a.I termine del pcrioio di is truzione. I g iudicati id<_!nci veniv,1110 promossi caporaH secondo un ordine di m erito, normalmente nell'ultimo giorno del mese. A llie-:.•i carabinieri (Legio11e). Sino al 1822 i carabinieri nuovi arruola.ti n elf'arma ricevevano la loro speciale istruzione presso i vari reparti cui erano desti.nati a 1l'alto d ell'arruolamento. Con la ri- Alllev·o c:wablnic c·c organizzazione d el 1822 (Regie pan piedi.

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ten ti <ld 12 ottobre) p er la prima volta gli allievi carabin fori vennero riuniti per l'istl·uzione in un reparto a sè, comprendente 75 allievi a piedi e 25 a cavallo. :\lei 1843 gli allie\'i carabinieri vennero ridotti a 70 a piedi e IO a cavallo. X el 1861 gli a.llic,·i \'Cnnero riuniti in legione comprendente complessivamente 1234 uo,rnini r ipartitri in 6 squadroni d i cui S a p iedi e 1 a cavallo. Il 1° aprile 1892 la legione allievi venne a. comprendere: uno stato maggiore e due diYisioni, la prima composta <li cinque compagnie a p iedi, 1,L seconrJ a d i due squadroni a. cavallo e di un deposito ca~lli. I nuovi arruola.Li ,·i compfrano un'istruzione non inferiore a nove mesi, dopo di che passavano carabinieri effettiYi. I~-i legion e territoria le cl i Cagliari aveva un reparto spcciulc a llievi carabin!icri. Nel 1894 S. M. Umberto I concedeva. alla legione allievi l'uso della bandiera nazionale conforme a quelta adottata dai reggimenti di fanteria, Xel 1906 venne creato un reparto speci.-ile presso la legione di Palermo per g li A . C. 1·ocluta1'i .i n Sicilia; e ne1 1911 venne ridotta a 3 anni la. p rima. fenna. per tutti i nuovi arruolati nell'arma. Dopo la. guerra mondiale, gli allievi carabin ieri vennero ordinMi su due ICFiion i : T orino, con distacca.mento a Milano p er gli arruolati a.ppartenC'llti ai disu·etli de'.ll'Alta. Italia; R oma, per gli arruolat i dei distretti dell'Italia. centrale e meridionale, con distaccamen ti a Cagliari e Palcnno per l' istruzione degl i allievi reclutati rispettivamente in Sardegna ed in Sicilia. Al/ict'i degli istit11ti wilitari (v. ai vari istituti militari). Allievi maniscalchi. Soldati che vengono concessi a i maniscalchi p er coadiuvarli nel disimpegno delle lor,:, attribu~ioni. :\ d ogni maniscalco viene concesso un allievo, il quale, per poter diventare maniscalco di carriera, <leve conwiere un apposito corso d i mascalcia pre~so la scuola. di cavalleria di Pinerolo.

A/Jie7.•i musica11ti. Sono soldati di le,·a che avendo una certa abilità nell' uso di qualche strumento musica.le, sono in esso ,perfezion.iti a cura del maestro direttore d i ba.nda. o del capo fanfara.

...J/lie-.;i sellai. Sono soldati concessi in aiuto ai sellai. Da essi vengono poi nonnalmen te tratt i i sellai,

su proposta dei comanda:nti di reparto.

Allie'l·i sott11/ficiali. Sono militari di truppa che frequentano appositi plotoni d'istruzione presso i corpi delle varie armi stabiliti dal Ministero o dai Comandi di Col1j.lo cl' Armata. Presso i p lotoni d'istruzione g'i allievi anunessi compiono un periodo di addestramento della. durata di quattro mesi, dopo di che. in seguito ad accertamento della idoneità al conseguimento del grado d i caporale, vengono promossi caporali e ripartiti fr; i vaJ·i corpi per compiere un altro periodo d'istruzione della durata di tre mesi presso le compagnie o reparti equivale nti . Al termine dei tre mesi v iene accertata la idoneità. dei c,tporali al gra(lo cl i caporale maggiore; quelli clic sono dichiara.ti idonei sono promossi caporali ma.g_~iori e rimangono nel corpo presso il quale s i trovano. Dopo un ulteriore periodo di servizio di circa due mesi p restato presso le compagnie o Tiparti equivalenti col grado di ca.pora.l maggiore, è accertata. per tulli gli allievi l'idoneità al grado di sergenic. Gli idonei vcagono promossi sergenti al .compimento d el decimo me~e di servizio, l!)Urchè assumano la ferma d i due anni, 1ella quale è computato il servizio già prestato. Per i vo-


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La bandiera della Leglono A1tl cvl Cara.blnlcri t1ecorata al v1a1ore militare Il 20 giugno 1Dl9 ctn s. ~I. Il Re lontari ordinari, la. forma d i tre anni è commutata in quella di due anni. Coloro obe non contraggono tale ferma, terminano col grado di caporal maggiore la !erma di leva ed ottengono - all'atto dell'invio in .::0,1gedo - la dichiarazione d' idoneità al grado di sergente, in base a lla quale verranno promossi a tale grado in caso di r ichiamo alle a.rmi rpcr mobilitazione. Non sono consentiti esami di riparazione, per cui gli allievi dichiarati non idonei ai gradi di caporale. caporal maggiore o sergente, cessano senz'altro dalla 'qualità di allievi sottufficiali e vengono inviati col grado che rivestono ad un corpo dell'arma e specialità cui appartengono, secondo la tabella d'assegnazione del r ispettivo distretto di le1•a., per ultimarvi la loro ferma. Per essere .immessi a i plotoni g li aspiranti /1. sottufficiali, oltre ad avere la speciale attitudin e fisica per l'arma a cui aspirano, ed aver sempre tenuto buona condotta, devono essere provvisti del diploma di maturità ovvero com1:.rovare di aver frequentato con profitto la qua.i1a classe elementare. Gli aspiranti ai corsi telegrafisti debbono possedere la licenza di scuola tecnica, on·ero il certificato di passaggio dalla 3• a.Ila 4• classe ginnasiale o titoli equ ipollenti. Gli aspiranti alla spe<:ialità dei carri annati devono essere pro\•visti di patente civile di conduttori d i automobili. Gli aspiranti ai corsi A. sot tufficiali possono chiedere l'ammissione :,i plotoni presso qualsiasi conpo d'armata. Sino al dicembre del 1923 i corsi A. sottufficiali si svolsero presso le scuole d i Corpo d'Armata che venivano chian1ate scuole A . ufficiali d i complemento e A. sottufnciali. m corso normale d'istruzione era di S mesi e si compiva in d ue periodi consecutivi, uno di tn, mesi ed uno di due. Al termine del ])rimo periodo gli A. erano sottoposti all'esame ,per la promozione a caporale, e se riconosciuti idonei erano promossi al detto grado con il quale seguivano il secondo periodo dd corso. I non idonei erano sottoposti ad una seconda prova che aveva luogo un mese dopo la prima e ge era.no giudicati ancora non idonei cessavano dalla qualità di A. sottufficiali ed erano trasferiti in un corpo per ultimar-vi la ferma di leva. Al tem1ine del secondo periodo (e cioè dopo cinque mesi di corso) gli A. già rivestiti del ,g rado di ca:porale veniva.no sottoposti all'esame per l'idoneità a caporal maggiore e coloro che

non superavano ta!e esame cessavano scnz· altro dalla qualità di A. con le norme di cui sopra. Gli A. che aveva.no ottenu to l'idoneità a caporal maggiore erano dcst:nati a prl'Star servizio presso i reparti di truppa tome caporali ed ottenevano la promozione dopo un mese di servizio ove ne fossero stati giudicati meritevoli dalle competenti commiss'ioni di avan/,a.mcnto. Col g rado di caporal maggiore, essi prestavru10 un successivo periodo di sci mesi di servizio, al termine del quale erano sottoposti presso i conpi di cui facevano parte all'esame per l'a~certa mcnto dell'idoneità. rul grado di sergente. Quelli che non conseguivano l'idoneitiL al primo csamr potevano essere ammessi all'esame di ripa.razione dopo un mese, Non supera,ndolo cessavano dalla qualilà di .4 . sergenti con le norme sopra accennate. l dichiarati idonei che assumevano la ferma di due anni venivano promossi a!l grado di sergente. Q uelli che non contrae,·ano tale ferma ultimavano col grado di caporal maggiore lo. ferma di leva. Dal dicembre 1923 al settembre 1924, i corsi A . sottufficia li della durata di otto mesi si compiono in due periodi: uno cli quattro mc~i e meu--0 presso i c~rpi, l'altro della durata di tre mesi e meu.o presso le scuo·lc A. sottufficiàli e sottufficiali _ Al termine del primo J.ieriodo gli allievi vengono sottoposti presso i cor pi agli esami per la promozione a caporale e, se f(iudicati idonei, UJromossi a detrn grado ed inviati alle scuole di Corpo d'.\rmata. Alla fo1e del secondo periodo gli A. sottufficiali erano sottoposti agli esami per l'idoneità a sergente e gli idonei promossi caporali maggiori ecl assc.gnati coi;i tale grado ai reggimenti, dopo due mesi ottene\·ano la promozione a sergente purché contrae~s~ro la. ferma di due anni.

Allic-:,i trombettieri. Sono soldati destina ti a divrnirc trombettieri, allorché abbiano acquistata la nccessari,1 capacità e sia.nvi postì disponibi li. Ogni compagnia (o riparto equivalente) nr ha in numero vario per provvedere al reclutamento dei propri trombettieri. Fann.-,, nel servizio, le veci dei trombettieri assenti. Allievo tamb1trino. Come l'O'llievo trombettiere, è destinato a d iventare tamburino, e per conseguenza viene scelto e fa servizio nei modi analoghi a quelli prescritti per l'allievo trombettiere.

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AllùrJi 1tfficiali dei CC. RR. Sono marescialli e brigadieri dell'arma dei OC. RR. che - a.vendo i requisiti voluti - frequenta.no la scuola A. U. it1 Roma per ottenere la nomina a sottotenente. Il corso ha la durata. di circa 18 mesi.

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o del diploma di maturità conseguito in un liceo scientifi.co o del <liplo1ua d i a:bìlitazione conseguito nella sezione agrimensum, G li aspiranti all'arma di cavalleria deibbono sostenere un esperimento di equitazione. Gli aspiranti al corpo di commissariato devono essere muniti d el diploma di a;bilitazione conseguito nella seAllie-<1·i ufficiali della R. G. di Finanza. Sono giovani zione commercio e ra~ioneria o di diplomi dei regi forniti d i licenza liceale o di istituto tecnico e Wttufistituti commerciali o d i titoli superior i conseguiti nelficiali del corpo con almeno due anni di grado che, in le materie stesse o essere studenti o laureati nelle faseguito a concoTso, sono ammessi a frequentare la scuocoltà g iuri<licbe, nelle università o in altri istituti ~ula A. U. che ha sede in Caserta. Il corso ha la durata periori assimilati. Nell'ammissione a l corpo di amminidi tre anni e al suo termine gli A. giudicati idonei sostrazione e<l a quello di sussistenza hannd la preceno nominati sottotenenti. denza coloro che aibbiano il d iplorn;,, di abilitazion~ Allie-<1i 11[/-icial·i di complemento. So.no giovani che ne'lta sezione commercio-ragioneria. Gli asp iranti provecompiono w10 speciale ·corso d' istruzione presso le souon ienti dagli a llievi dei collegi militari, a parità di tile· A . U. di complemento d i •Corpo d'Armata, al termitoli di studio, hanno la !Precedenza su tutti gli a ltri i;e del quale, e dopo 'un periodo di servizio pratico aspiranti, presso i corpi - se dichiarati idonei - vengono noTali disposizi-0ni ,p otranno subire ulter iori varianti, minati sottotenenti di complerneiito nel!Ie varie armi. essendo in corso ( 1925) studi relativi a nuove modafaà La durata della forma per i giovani ammessi a tali che dov,ranno regòlare il ·r eclutamento degli ufficiali di corsi è di 18 mesi, uguale cioè all'attuale ferma di leva. complemento. I corsi presso le scuole, d ella durata di sette mesi Sino a poco tempo addietro i titoli di studio ricl1iccirca, comprendono due periodi; il '!}rimo di tre mesi, sti per l'ammissione ai corsi A . U. di comp-leinento eil secondo di quattro. Al termine del pòmo periodo gli rano inferiot·i agli at tuali. :Bastava, infatti, che l'aspiallievi vengono sottoposti all'esame per l'accertamen·.o rante fosse in possesso dcii passaggio dalla prima alla dell'idoneità a l grad9 di caporale, I dichiarati idonei seconda classe liceale o dalla seconda. alla terza clas~e conseguono il grado, quelli giudicati non idonei cesdell' istituto tecnico o di titoli equipo!Jenti. sano subito dalla qualità di A. U. di complemento e Ante guerra i corsi A . U. di complemento anzichè d evono essere assegnati ad un cor.po seeondo le tabelle presso scuole apposite ~omc attualmente; si svolgevano d i assegnazione del rispettivo distretti di leva. presso reggimenti delle varie armi, dcsi,gnati dal MiAl termine del secondo p eriodo del corso i capor ali 11istero, ed avevano la d_u ra.ta d i 12 mesi circa. Erano A. U. sono sottoposti all'esame per il conseguimento del ammessi esami d i r iparazione per gli A. caduti nelle grado d i sergente. G li idonei vengono promossi a detvarie prove d 'esan1e. to .grado ed inviati a i corpi della rispettiva arma, speDurante la .guerra, a causa della grande necessità di c ialità o servizio, ,p er -prestarvi quattro mesi di ser viufficiali subalterni, i corsi A. U. si svolsero sia pr cs;;o zio pratico; non idonei cessano subito dalla qualità Ji i reggimenti delle varie anni in zona di operazione, sia allievo ufficiale e vengono inviati ai corpi con le moin pae:,e presso le varie scuole anilitari; a l'vlodena e a dalità prescritte per gli allieYi esclusi d,i.lla promozione Parma per la fanteria, a Torino ,presso l'Accademia per a c:i.porale. l'artiglieria, etc. I ,corsi avevano la dU1'ata di 3 mesi i\! tenninc d i quattro mesi, i ser genti A. U. sostene gl i allievi dichiara.ti idonei erano nominati aspiranti gono presso i corp i tl' esame a sottotenente. Essi deoA . f.!. ~-'i compleme1ito. i\ tali corsi dovevano prendere bono dar prova di sa,per comandare in ordine chiuso parte obbligatoriamente tutti i giovan i in possesso delun reparto isolato od inquadralo corrispondente al grala li-ce:nza liceale o di istituto tecnico o di titoli di studo di sottotenente e di conoscere l'im piego tattico e dio eqt~ipollenti o superiori. tecnico del r iparto stesso. Per i servizi, gli A. U. venLa questione del reclutamento degli ufnciali di comgono esaominati su quakhc caso pratico di servizio cor- · p lemento è oggi di capitale importanza ed appassiona rispondente al grado di sottote11cntc . vivamente lutti. g!i .studiosi di cose militari, in quan.:.o G li A . riprovati nell'esame cessano im mediatamente la particolare costituzione degli eserciti moderni esige dalle qualità d i A . U. e vengono assegnati col grn,do i i - all'atto della mobil itazione - la disponibilità <:li nusergente ad un corpo con le modalità. sopra citate. I merosi ufficiali ,per inquadrare in modo adeguato le giovani giudicati idonei vengono n ominati sottotenenti unit/t già esistenti a quelle da costituirsi ex novo, cocli complemento e con tale grado terminano la fer ma. me p ure per sostituire i perduti durante le operazioni I titoli d i studio r ichiesti per l' ammissione ai corsi d i guerra. Perciò nessuna cura che le au torità prepo-,t•~ di A. U. sono i diplomi di m,uurità o di abilitazione all'organizzazione dell'eser cito .p orranno nel reclutamento ed ino ltr e i d iplomi corrispondenti del vecchio ordinadegli ufficiali <li complemento, per assicurare u n buon mento scolastico ed i titoli equ,pollenti. Un, qu arto dei i tlquadramento dei reparti a l momento <leJ bisogno, poIJ)osti assegnati in ogni scuola per ogni arma, speciat ri di rs i superflua. (Per maggior i paTticolari sull'un. lità o servizio, è riservato - con precedenza - agli por tan te argomento, v . U,fficiali in congedo). aspiranti a li' ammissione alle Accadmn·ie militar i (v.) . Per l',un missione nell'arma di artiglieria hanno la; Allievi zappa;tori. Sono soldati che hanno i requitSiti preferenza coloro che abbiano maggiori titcli di studio necessari di robustezza ed in telligenza per d ivenire uni~•e1·sitar i o di istit·u ti equivalenti nei corsi di scienze zapf,atori. Ne ;possiedono i reggimenti di fanteria, camatematiche, chimiche, fisiche, elettrotecniche o di invaller ia ed artiglieria da montagna, Preferibilmente gli gegneria . Alle spec;ialità del genio sono ammessi soltanto A . zappatori sono scehi fra i soldati che nella vita cigli aspiranti in possesso dei titoli ~11iversitari ora detti vile hanno esercitato qualcu no dei mestieri seguenti:


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muratore, minatore, tagliapietre, falegname, carpenti> re, boscaiolo, ecc. G li A. vengono nominati zappatori quando vi siano posti disponibili e previo accertamen!o della foro capacità acì eseguire i lavori stabiliti dal!'<< Tstruzione sui lavori da zapprutore >J .

All ig'a ti. Era, nell'an t. Roma, la coppia costituita da un soldato romano e dal suo ,prigion iero. Il soldato romano aveva una catena, .provve<lula di ma.netta alle due est.remità: allorchè faceva un prigioniero, gli legava le man i dietro il dorso con una· delle manette, e passava l'aJtra manc!Jta, dall'altro capo della catena, al proprio braccio sinistro.

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ciarne u n secondo che faa:ia col ,µr imo un angolo determinato ; g) rilevare l'angolo che formano tra loro due a llineamenti ; h) prolungare un al lineamento al di là di un ostacolo; i) tracciare l'allineamento tra due punti situ:cti l'uno da 1ma parte e l'altro dalla parte opposta di uu osta•colo. Altineamc1tto (Tatt.). E' l'insieme de i movimenti pc-r i quali la truppa si dispone secondo una linea retta.. Ha smnprc avuto notevole importanza, poich;; costi!ufo;ce uno dei mezzi per· ben d isporre la truppa, in ordine chiuso. Quando gli esenci ti combattevano in ordine chiuso, per conservare l'ordine durante il comhattin1ento1 i reparti, prin1a d-clFaz lone, venivano schie -

Allign y (Conte di). Generale del Duca di Savoia, comandante delle truppe in Savoia nel J.600 contro Rosny, <lai quale fu costretto a Tipassa.re le Alpi ritirandosi nella va,!le d'Aosta.

Allin. Ammiraglio i1iglesc, cui è attribuita l'impresa di avere, il 29 dicembre 1664, presso Gùbilterra, puco ,prima dello scopp io della seconda guerra anglo-olandese, ohe durò dal 1665 a l 1667, attaccato in altp mare una flottiglia olandese, composta di 30 navi mc!"cantili, scortate da tre navi da guerra, ritornante in patria. Allin d ispone~·a <li sette n.wi da guena. Gli olandesi si difesero così strenua.mente, che soltanto tre bastimenti essi 'lasciarono nelle mani di Allin ; ma <JUesto grave incidente ebbe ,per effetto di anticipa.r e la proclamazione <!ella gui;.rra. Allineamento. (Top.). E' la d irezione passante per due rette verticali. Gli s trument i dhe servono per tra;cciar e a llineamenti sono detti « allineatori l> o (( strumenti d i -m ira». P rincipali : le paline, le biffe, l'ali-

A dada a traguardi, gli squadri, i ,prismi rullineatori, il cannoccbialc collimato:re. Occor.rendo 1racciare un allineamento sul terreno, si opera nella maniera seguente: Siano A e B i due p11nti- estremi di u n allinearnènto d a tracciare. Si pianta vert icalmente una palina in A e l'altra in B. Quindi l'operatore, collocato in A, facendo ,passare la v isuale fra Je d ue paline A e B , ne fa collocare a ltre in C, D, E in modo che esse si t rovino tu tte lungo fa visuale AB. Il piede di tutte le paline segna 1J'a llineamcnto tra A e B . L'operaz ione sop ra accennruta s i effettua quando la d istanza tra A e n non supera un centinaio d i m etri; per d istanze super iori, o quando si vuole a vere maggiore precis ione, è conveniente servirsi d i strumenti di m ira veri e prop ri: migliore fra rutti, il cannocchiale collimatore. Altri p roblemi <logli allineamenti che interessano la topografia sono : a) prolungare ~m allineamento; b) fo. naJlzare una J)erpendicolare ,p er un punto di un allinea1nento; e) per un pun to fuori d i un alllneamento, abbassare su q uesto una ,pePpendicolare; d) verifi-~_ar~ la perpend icolarità od il parallelismo di due a llineamenti j f) per u n punto fuori di un allineamento, trac-

rati ed a llineati, ciò che r ichiedeva qualche ora: HC conseguiva che gli eserciti si <lovovano schiera.re assai lontani dal nemico, ad evitare di essere attaccati mentre esegu ivano le evoluzioni per schierarsi ed a llinearsi. Ora l'allineamento non ha ,p iù importanza durante il combattimento, nel quale si hanno picco'Ji gru,ppi che s i muovòno o sostano, cercando di sfruttare le coperture <lei terreno, senza alcuna preoccupazione di trovarsi o no esattamente ali' a ltezza dei gruppi contigui. L'allineamento conscr,a, invece, ancora impor.tanza nell'ord ine chiuso: in ,u n plotone, in una squadra, i sc>lda ti di una r iga sono ibcne allinea.ti quando ciascuno di essi, sull'attenti e a leggiero contatto di gomito coi vicini, senza sporgere iii capo, muovere le spalle o inchinare il rbusto, voltando la testa dalla parte de1.l'allineamento fmd1è l'ocd,io che è da lla parte op.post: corrispon·d a a!lla metà del ,petto, rpuò scorgere con l'occh io stesso un po' tutta. la Jinca, e, con l'aJtro occhio, solamente il soldato che gli è v icino dalla parte dell'allineamento. L'istruttore, allineati i tre uomini d i destra (o di siui•stra) che devono servi.re di base all'allineamen to, si porta stilla destra (o sulla sinistra) d ei medesillli, e comanda: Destr« (o s-in-istra), R ·i ga! Tutti gli altri voltano, con vivacità, la testa dalla parte ind icata e, ·facendo attenzione ai cenni e agli avvertimenti dell'istruttore, si poriano con piccoli l)assi s.u l,Ja linea segnata d a l!a base, attendendo a muoversi cbe siano a Uineat i gli uomin i che s i trovano a destra (o a sinistra). Dopo avere rettificato l'allineamento, si dà il comando : P.issi/ T utti a·imcttono vivacemente la te;;ta di fronte, lo sguardo diretto in ava,nti. Per allineare reparti m aggiori <lei ,plotone ( compagnia, battaglione, ecc.) s ~ c olloca un plotone, od una compagn ia, sulla fronti, che si vuol prendere e, dopo, si comanda: Centro (o destra o sinistra), Riga/ Effettuato l'allinea.mento, s! dit il comando: Fissi! :\"ella ,cavalleria, !'A. avviene con sistemi simili a quell i della. fanteria; si fa ,prendendo per base la. linea costituita dai cavalieri d'aila dei rcpa,rti, i quali al Comando: A/lineame1tta! (a destra, o a sinistra), si portano all'a ltezza del Cavaliere, o del reparto del 1 .C entro, che ,deve essersi prima portato a due passi di distanza cl ictro il 1)roprio Comandante. Nell'arti,glieda aV'Viene generalmente per pezzo, in iinea aperta, o in linea serrata, con in tervalli rispettivi di 15 p a·ssi fra ~ peui. L'allineamento ha sempre per base il centro, ed avvìene in modo éonsimile a quc'llo ,deUa cavalleria, prendendo come linea quel!a costituita dai condu:centi di volata. Dal.i la difficoltà di allineare reparti di artiglieria, e dato il grande spazio che essi oocu-pano; in genere si d ispongono in linea di colonne ad interva/lli serrati.


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Automobilist·i, parchi, e roparti speciali, in occas;one d i .riviste e parate si allineano per macchina o a,utocarro, sempre .sul centr o di base e portando poi in linea i r eparti d'ala .

Allinges-Mesinges (Alin.giae Mcsingiae). Comune della Savoia, presso Annecy. Venne fortificato d a Rodolfo 11 re cli Borgogna.. Xel 1332 Edoardo d i Savoia ,;e ne i mpadronì dopo lungo assedio. La rocca ebbe .grande impor tanza n el secolo XIV durante le guerre che i duchi d i Savoia sostennero contro le c'ttà di G inevra e di 13erna. Allisiardi (Raffaele). Genorale, n. e m . a R ivoli (Torino) (1840-1904) . Partecipò da sott<>tenente di fanteria alla campagna ,dc! 1860-61, meritando la medaglia d'argento a·ll'assedio d i Gaeta, e prese pane col grado -di Tenente alla campagna del 1866 guadagna.rnlosi la medag'lia di bronzo nel fatto d'arme d i Borgoforte. Fu da Tcneo .. te Colonne llo insegnante p resso 'la Scuola Centrale di ·tiro <li fanteria ( 1888) e comandò da Colonnello il 63° R egg. Fai1tcrria (18901896). Pro111osso :Maggiore Generale (1896), tenne il Comando della B1°igata Bologna s ino a che fu collocato ( 1898) a sua domanda .i.n posizione ausi'liar ia.

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fitte vennero assoggettai i dalla grande potenza di Roma. Fabi-0 n e ebbe il soprannome <li « Allobrogico )). I ntolleran ti del loro stato d i popolo soggetto, gli A. . ritemarono l'im presa. cli liberarsi dal dominio stran ic• ro, specia lmente al tempo della congiura di Catilina, e prepararono ,una spedizione con il loro capo Catugnar verso l'Isère ; ma furo,no nuovamente e defmi tivament~

irica-cda.ti e vinti. L egione degli Allobrogi. Fondata. nei primordij della r ivoluzione francese da <lue dottori, Doppet e Dessaix, con clementi tratt i in grande parte dal « Club degli Allobrogi )>, cost itu ito preva•lenternente d i savoiardi e' <li svizzeri, e anche cli piemontesi partigiani delle l'Uove idee. L'organizzazione defini tiva. della Legione ebbe luogo a Grenoblc nel 1 i93; la sua forza ammontò a circa 1500 u. e Dessaix ne assunse il comando, c(}nducendola contro i marsigliesi, contro Tolone, contro gli Spagnuoli nei Pirenei Orienta•li. Divenne poi la 4" mezza briga ta leggera e il Dessaix fu il generale famoso che morì a iVfarengo,

Allocuzione ( lat. Allocut·io). Fu eletta così in modo par t.icolai·e l'arringa rivol ta dai comandant i ai soldati. Nelle medaglie, nelle colonne,- negli archi d i trion-

Allison (Polvere cli) . Per accr esce re i l potere dirnmpentc della polvere tera, si cercò di inco, porarvi una limitata pci-centualc di nitroglicerina. è'-Je derivò una catrgoria di esplosivi, Iani te e polvere d i i\l lison, dal nome dei loro fabbricanti, che obbcr o imp iego comt esplosivi da mina. Ormai non sono p iù usati. R imane storicamente interessante l'impiego della Janit,: nei Jarnri del tagl io dell' istmo di Corinto.

A Il ix ( Giacomo) . Genera le francese, Jl. a PC1·cy (Manica) nel li76, m. nel 1836. Fece con onore le campitgne de11a Rivolur.ione; si dist inse a ~larengo. Partecipò a lla spedizione di San Domingo; quindi fu al seg uito d el re Gerolamo Bonaparte che lo nominò gener ale. Si distinse durante la campagna del 1814. Scrisse su argomenti militari e nel 1827 p ubblicò un'opt-rn con il titolo « Sistem i d'artiglieria da campagna )) ; nel 183•) un 'libro sulla <( Battaglia di Parigi nel luglio J) . Allobrogi. Poten te e valoroso popolo celtico, che abitava fra le montagne d ella Gallia Na1·bonese. Il suo territorio confinava con '1'Isère, il R odano, il lago di G inevra e le Alpi Graie e le capitali erano due : G inevra e Viennc. Nella storia il nome cli questo popolo a ppa.re la .prima vol ta durante la marcia d i Anniba le, che a iu tarono ad attravePsare le Alpi. In seguito contro gli Allobrogi, che avevano preso le parti della GallJa- contro i R omani, marciò il ·p rocon sole Caio Scst0 Calvino nell'anno 123 a. C ., ed il suo logato Gnco Domizio Enobarbo vinse .g li Allobrogi e i loro alleali, gli Arl'erni, presso Vcdènes. L'anno seguente ancora gli A . e gli Arvern i venivano sconfitti dal console Q. Fabio ~fossimo Emiliano sull'Isère e dopo queste scon-

fo romani, spesso sono r appresentate milizie le quali ascolta.no le a llocuzioni dei capi. I quali parlavano da un « suggest um )) o r ia lzo a impalcatura, a ttor n iati da i loro ufficiali, con le insegne accanto. Si trattava di spiegare gli scopi della guerra, o di incitare le truppe a l combattimento, -o di ·restituir loro, quando l'avessero perduta, la speranza nel successo. famose scmo - le a llocuzioni di Cesare, fra le quali memorabi le quella pronunciata p rima di partire per l'Africa, quella fatta alla vigiìi:1. rlella battaglia c011tr.:i i German i d i Ariovisto, quella che lo sa,lvò dalla sconfitta alla batta-glia d i j\,fonda. E famosa per l1t sua concisione cd efficacia. quella di Larochejaquelin a i suoi


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Vandeani : « Se avanzo, seguitemi; se indietreggio, uccidetemi; se muoio, vendicatemi »! Napoleone ·improvvisò moltissime allocuzioni, che, dltre a<l essere veramente pregevoli per la purezza <le! linguaggio e la bellezza dello stile, hanno forza di c.sp1·essione e callore cli sentimento. Fra esse maggiormente degna di r icordo è la seconda allocuzione di Fontainei:>lau, sotto trascritta, pronunciata da N apoleone il 20 aprile 1814, all'atto d i lasciare fa Francia ,p er recarsi _in esilio aWisola <l'E.lba: « Soldati della mia Veç,chia Guardiia' Vi saluto per sempre. Per ben venti anni vi ho guidati sul cammino dell'onore e della gloria. In questi ujtimi tempi, come,_ in que!li della nostra fortuna, sieti! stati modeldi di fedeltà e di onore. Con uomini come voi la nostra causa non era perduta, ma la guerra non sarebbe finita più ed avrebbe dato oi:iginc a civili d iscordie e resa Ja Francia vieppiù sventurata. Io ]10 pl;ll'ciò sacrificati tutti i nostri in teressi a quelli della Patria. Io ,parto, ma voi, ·a mici miei, dovete continuare a servire la Francia, la cu i felicità è stata sempre il mio unico .pensiero, come sarà scmJJre l'oggetto dei miei voti ! Non compiangente la mia sorte; io mi sono rassegnato a sopravvive.re alla sventura, ,pcrchè voglio servire ancora alla vosl!ra gloria, scrivendo le grandi cosP. che abbiamo fatto insieme ' Addio figliuoli m iei! Non potendovi stringere tutti a'] mio seno, a:bbrac-cio la vos l'ra bandiera ».

Allodi (Aldobrandino). Generale, n. a Piacenza, rn. a Pozzuoli ( 1839-1916). Sottotenente di· fanteria nelle truppe Modenesi e Parmensi ( 1859) entrò nel 1860 a far parte dell' Esercito I talian~. Partecipò da. Tenente a:Na campagna d i Ancona <lei 1860 e come Capitano d i Sta:o lvfaggiore a quella del 1866 merjtando la m ed. <li br. nel fatto d'arme di ~fonte Crnce (24 giugno 1866) e ricop ri dal 1866 al 189:l importanti fw,zioni pres~o il comando del Cor;po di Stato Maggiore e<l i Comandi T erritoriali e presso I' Istituto Geogradìco :Militare. Promosso Maggior~ Generale (1893), resse i Comandi della Brigata Basilièata e della Ilnigata Forlì e, collocato a disposizione (1894) .raggiw1se nel 1902 il. grado di Tenente Gene.raie nella viserva. Alloggi militari. Prima che fossero instituite o costruite le caserme ~ secolo XVII - l'alloggio militare era -una della imposte p iù impopolari, perchè il soldato viveva abituallmente p resso l'abitante, senza r ispetto a lcuno ai più elementari obblighi d'ospitato, e questo perd1è nessuna legge proteggeva H P·r ivato con tro le violenze e le prepoteme delle truppe. I Municipi s i applicarono quindi in ogni maniera per ottenere il privilegio di essere esenti. da questa imposta., e talun( vi riuscirono prestando segna'1ati servigi a qualche Principe o servendo la causa di qualche casa Sovrana; al-

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tri acquistarono lo stesso privilegio 111ediante denaro. La città di T orino, ,per esempio, godeva di questo privilegio in forzi di antiche concessioni sempre confermate; e prima del 1859, quando J'am~inistrazione militare richiedeva al Municipio di Torino l'alloggio per qualche frazione di truppa di passaggio, il Munici-pio aderiva aWinvito, ma pretendeva che nfllla richiesta fosse espressamente indicato che la concessione non avrfll:ibe derogato al privilegio. La necessità di sfuggire, con qualunque mezzo, ali' imposizione d i dovere d'obbligo provvedere all'alloggio per le truppe, ben p resto si generalizzò, ed ù1iziatasi dapprima con misure tendenti a lSalvagua1·dare gll'interessi dei privati, .s i <!'t1n$C, per gradi, a ,legalmente regola:re, in un p rimo tempo, i rapporti che dovevano passare fra proprietario da una parte e soldato ospitalo ed amministrazione militare da ll'altra, raggiungendo poi, nei pr imi anni del secolo scorso, la quasi completa .tbolrzione di sì gravoso onere. Non completa abo~izionc, perchè, ancora oggi. pel tramite dell'autorità co1nunale, ha degli obblighi, sia pure molto attenuati· in confronto a i precedenti, ma pur sempre o'bblrghi che si convertono in una vera e p.ropria co1)tribuzione, non fosse a ltro che per la limitazione di libertà che da. essi ne deriva, e che sotto a ltra forma e con a ltri mezzi, può anche ai giorni no-stri essere imposta. 11:a questo si limita sempre a casi e circostanze di assoluta eccczionàlità, ed anche in queste ecccziona.lftà ,!'amministrazione 'militare cerca di mantenersi, per quanto possibile, ii1dipendente, ricorrendo all'alloggio presso l'a:bitante pei soli ufficiali, :,d a locali di .proprietà comunale o statale o p rivata per l'a'lloggio coHell ivo della truppa e dei quadrupedi. Le truppe in marcia a bbisogna no di alloggio, oltrechè di mezzi cli trasporto, di vi"<eri, di foraggi, ecc. La amministrazione militare ,provvede nei limiti del possibile e della convenienza a ta.li provviste coi mezzi d i cui' dispone·; ma quakhe volta questi mezzi riescono insufficienti e qualche volta ,invece riuscirebbero troppo onerosi per i.I suo bila., cio. In queste circostam,e d evono intervenire i Coruw1i, i qua:li per legge sono tenuti ad agire in luogo e vece dell'amministrazione militare, devono sussidiarla, sostituirla, rimpiazzarla. In materia d i alloggi, noi fwnmo sino alla Guerra ;\fondiale, retti da specia,li d isposizioni di legge di quas i un ·secolo di vita, le quali dividevano, in primo luogo, i diversi comuni del R egno in d istinte categorie -con obblighi vari, che r isen tivano sia d i -p assati domini che di precedenti particolari benemerenze; per tutti, poi, l'obbligo in effetto su~sisteva, e per quanto non ne11a stessa misura, si risolveva sem.pre in un gravoso onere economico pei Comuni per la gratuità dei locali pri:stati ,p er un determinato periodo di tempo e per l'esosità di akuni privati i quali non volovano riconoscere le tariffe a,ll'uopo prescritte. Oggi l'obbligo dei Comuni è immu tato, sono però mutate le condizioni, inquantochè ·l'obbligo del pagamento dd ca110ne d i affitto basato sulla giornata-presenza sussiste sin dal primo giorno di occupazione in n1isura uguale pe~· tutti i Comuni del Regno. Le tariffe sono state tutt<:> aumentate in proporzione ai tempi, non dimenticando però che esse non ,possono rappresentare il giusto va·lorc commerciale della prestazione, la quale ha manten uto sempre immutato il suo carattere d i gravosi(à riversibile su quei cittadini che d ispongono, per pnv1legiate condizioni economiche, di spaz,i esuberanti a l bi-


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sogno,, contributo che ,;enc sempre chiesto al privato non da.Jl'amministrazione militare, ma bensì dal Con,une al quale incombe l'obbligo della somministrazione ~ solo da esso l'amm1nistrazione ne esige ·l 'osservanza ,: solo ad esso l'amministrazione ne effettua il corrispetti,o paigannento. L'obbligo dei -Comuni è limitato ai mezzi disponibili nel territorio ri~-petti,vo. Gli alloggi com,pleti, ai corpi, repar ti di CO!')lo, uffici,di e militari isolati, fuori della. propria residenza, sono dovuti solo quando vi concorrono ragioni di servizio e non si estende d'ordinario oltre :i tre mesi, salvo eccezionali esigenze di guerra, d'ordine, di sicurezza. e di sanità pubblica, nei quali casi l'alloggio è dovuto per 'lutto il tempo in cui gli ufficiali e la truppa rimangono nel territorio del Comune. Quando Ja u·,uppa, _per ragioni d'indole mi-litare, debba recarsi fuori della. propria residenza e restare ,più di tre mesi in l,lna stessa località, ove nou s iano ca:senue o locali di prCIJ)rietà dema11ialc adat_ti per alloggiarla o questi siano insufficienti, trascorso tale termine ed ancthe prima, spetta all'amministrazione militare c<l anche prima. d i prendere in foto i lo<'ali oocorrenti pe1·' -l'accaserma.men to ed agli ufficiali. non ,compete -l'alloggio per parte dei comuni_ Dovrà essere cura dell'amroin;sllrazione militare, sempre che possibile, preavvisare i comuni dell'arrivo delle truppe, almeno . 24 ore p rima, specidìcando fa forza degli ufficiali, della truppa e dei quadrupedi e dei locali occorrenti e la durata approssimativa de'1l'oontpazionc. L'alloggio comporta: l'arredamento d elle camere per ufficiali (lotto e mdbili J 1eccssari), •la ,pa.gl,i a da. giacitura e la luce ·per la trappa. ed i quad rupedi. I Comuni delle vaHi montane che si trovano in condizioni disagiate e che comprovano le difficoltà di provvedersi delia ,paglia occorrente, sara.i,i.no tenuti a p~ovvedere il solo locale, fenno però l'obbligo di provvedere l'alloggio per gli ufficiali. Le amministrazioni comw1ali soddisfano alle richieste dell'autorità militare con mezzi p ropri o con precdti personali diretti agli a;bitanti in grado <li ospitare uf:frciali e truppa e per ricovero ai qua•drup~di; però agli effetti amminisu·ativi la. somministrazione è in tutti i casi considerata come fatta dal Comune. Dalle amministrazioni comu11ali non sono do• vutc agli abitanti somme superiori a quelle pagate dallo Stato. I Comuni -che offrono a. t itolo gratuito l'u~o di edifici per allogg,io di trup].)'e e ricovero d i quadrupe<li, potranno dall'amm inistrazione essere esonerati dal forn.ire ,la pa;glia, ma dcv-ranno fornire sempre gli alloggi agli ufficia:li.

Biglietto d'alloggio (o Bolletta o Bollettino d'ai.loggiamento). (Ant.). Bigliet.to che il foriere delle compagnie, J)recedendo le rncdcsime, .ricevev,L dai capi del Comune, ove le compagnie stesse erano destinate a ·aJrendere alloggio ; ogni biglietto indicava la casa. e il numero dei militari clic avrebbero dovuto en trarvi· il furiere provvedeva a distri!buirli ai soldati, come i~d icazione per l'alloggio •lòro, e segno di riconoscimento per il padrone di casa. Indennità. di alloggio. Indennità dovuta agli ufficia li generali di Divisione ed agli uff. gen. di C. d 'A., d'Armata e d'Eserdto, alla condizione che a;bbiano assunto od esercitino effettiva.mente le cariche e le funzioni alle quali è annesso l'alloggio o l'indennità. Questa indennit,\ comprende le i,pese d'alloggio, mdbilio, illuminazione e

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riscaldamento, e viene corrisposta per iptero quando non è concesso a carico de1lo Stato nè allog,gio, nè mobilio in natura. E' dovuta per metà quando è concesso o il solo alloggio o il solo uso del mdbilio. Qua.udo i locai-i dati in uso gratuito facciano parte d i fabbricati riscaldati ed illuminati per conto d ello Stato, l'utente dovrà pagare una quota. corrispondente a:lla quota che riceve, da determinarsi <lai }.,I inistero della Guerra. La gratuità dell'alloggio s'intende limita ta sempre al numero delle camere che competono in rngione del grado. Per quelle esuberanti dowà essere pa,ga,to il corrispondente ca.none di affitto deteronina to. d a:lle competenti au torità. La gratuità è pei locali che importano minor canone di affitto. L'irnlennità per spese di A . decorre dal giorno d ell'assunzione della carica per la quale è stabilita; cessa con il g iorno in cui la carica viene lasciata. Nei casi però di •trasferimento da una. carica all'altra, l' indennità stabilita per .Ja ,c arica .precedente continua sino all'assunzione della nuova carica.

Alloggiamenti. Il vocabolo è derivato da quelle logge ,che le città italiane avevano a mo' di portico intorno alle pia7,ze, dove talvolta s i mettevano le milizie al riparo. Truppa che sosta ,prende alloggiamento accampandosi o accanto11andosi. La scelta degli .4 ., la estensione, la loro disposiiione, djpcndono dalle condizioni locali, dalla durata d ella sosta e dalla maggiore o minore vicinanza del nemico. Quando si è lontani da questo, si può avere maggior r iguardo ai comandi della truppa; quando s i è vicini, iprevalgono le ragioni d'indole tattica. Per quanto le circostanze permettono, e tranne il ca.so <lhe l'accampamento s ia deliberata.men te ordinato per raigioni di istruzione o di allenamento, i: da proferirsi l'accwtonamento; r icorrendo, per la cavaJ.leria e ,p er i ciclisti, all'addiaocio soltanto in casi di assoluta necessità. N e'll'interesse del servizio, i comandi superiori, fino a quello di Brigata compreso, e le sezioni di sa11ità e sussistenza, si acca11tonano. Ad ogni corpo d'armata, normalmente, è assegnata uno. 7,011a a e.avallo de-lle sue linee di marcia, lill1itata h -teralmcnte' ed in prdfondità, nella quale esso deve sosta.re cd alimentarsi, utilizzando tutte le risorse locali. Le <livisioni (<:olonne) staziona110 neHa zona um dietro l'a ltra oppure l'una affiancata all'altra. La p ri,m a disposizione è più adatta durante un periodo di marce di corpo d'armata su di una sola strada, perchè risparn1ia fatica alle truppe nell'occupare gli A: e per il successivo incolonnamento; .la seconda è la na,tura.le per le divisioni in marcia su due strade indipendenti; conviene quru1<lo occorfa avere le truppe pronte per l,y schieramento e per agevolare il funziona;mento dei servizi. Lè st'esse norme, pei- le unità minori, si applicano con gli adatta,menti che le circostanze consiglia.no. G li A . debbono r isponclci-e ad esigenze igieniche e per ciò occorre pr ovvedere pe.rchè Je acque non siano ,i nquinate, e, se del ca.so, c ollocare sentinelle ai µ07.zi e fontane; costruire latrine in luoghi adatti, rico:prendole di terra. ogni ,g iorno; sta:bilire i macelli a distanza deUe truppe, ecc, L'acqua potabile, in quantità sufficiente per uomini e quadrupedi, è condizione indispensabile per gli al,loggiamenti. Ottime le acque pfo,,anc in cisterne provviste d i filtro, buone le acque sorgive se h0n contengono mol,t i sali; buone quelle dei pozzi, e le ·correnti se non a:bbiano in !Prossimità attraversato ter-


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reni concimati o abitati. Le p rese d'acqua vengono d istinte, dai forieri d'alloggiamento, per la truppa, per i quadruped i, per la lavatu,ra, e •r ipar tite fra i vari re• par ti.· Un 'acqua inquinata dai concim'i dei campi, dalla im mondizia dei caseggiati o degli a.ccampa1nenti è nuovamente epurata dopo un .per corso della corrente di 10-15 km., a seconda della velocità deJ'l a corrente strssa. L'epu~azione per filtrazione non , ga-rantisce; la bellitura e la fùtr azione ,p er grandi quantità r ichiedono apparecchi speciali; il mezzo chimico è il p iù p ra tico e p iù adatto, e per c iò si adopera l'akoolito di jodio (7 goccie per ogni litro d'acqua, con l'aggiunta, dopo mezz'ora, di goccie d i soluzione di iposolfito di soda al 10% colaite in acqua fi~o a decolorazione); ruciclo citrico o tartarico (proporzione 1-2 per m ille, bevibiic dopo -due ore) ; acido cloridrico (proporzione 1 per m ilie, ,bevibile dopo un'ora e mezza) ; ecc. La provvista ,d i legna è fatta in ragione d i 700-800 grammi a testa per cuocere la carne; 300-400 per Ja pasta; 100-150 per il caffè. Duranl_e l' inverno si aumentano •questi quantit>ttivi d i metà. Con •l e casse cl i cottu ra il quantÌ>tativo •per la carne e legumi secchi si J'iduce a 140-150 a testa. La paglia viene distribuita in i·agione d i kg. 10 a testa per un mese. E' bene tener conto che 1 mc. di ,paglia io pesa 50 kg. e 100 kg. se di fieno, e ciò per cakolare in caimpagna il volume e qu in<li il ,p eso dei ll)agliai. Gli A. vengono assegnati a seconda della situazione e d elle esigenze speciali dei varii rcpa,rti, comandi e servizi. Gli A. più lontani sono assegnati aJlle armi a cavallo, suibord inatamentc. al le esigenze tattiche, al la dura ta della sosta, ,dia possibili tà di t rovare sufficiente acqua e foraggi. Si dà la preferenza agli accantonamenti osser vando quest'ord ine d i pre,cedenza: Comandi di grnndc unità e di brig:1t.a; sezione sanità e sussistenza; cavalleria, artiglieria, armi a ,p iedi, rispebtancl.o i legami tattici ed organici. Il comandante deille truppe dà. le disposizioni gene-· rali per la discip1ina e servizio. Le sedi dei comandi, delle intendenze, dei ,parch i, degli stabilimenti d i sanità e sussistenza vengono controdistinti con k insegne rispettive. I magazzini -di distribuzione vengono ind icati con inscrizioni. Di notte le insegne ed inscr izioni vengono i lluminate. Questa norma v iene opportµna mentc limitata a l.Jo s t retto in dispensabile in parse osti'le ed in vicinanza ,del nem'i'<:o. In ciascuno dei par• zia li A . l'ufficiale pi ù elevato in 1grado o p iù anzian0 ne è il comand,mte, perciò ne regola e controlla il servizio, tenendo p resente che il ser vizio di guardia deve essere ridotto a.Ilo stret to in<.h spensa:bile. Ogni comand ante d i corpo provvede alle guavdie per >l buon ordin e e disciplin a.. Nei reparti d i artiglier ia la guardia monta a l parco. I comandi superiori stabiliscono una o ,più guard ie principali, le qua li inv igilano su Wintero A . per 1J1ezzo d i sentinelle, r gnde, ,p attuglie. P resso ta:li guardie deve t rova1,5i una nota indicante dç,ve sono rnllocati i vaQ·i comandi, uffici e servizi. E' stabilito che nessui1 militare può abusivamente olu·epassarc i limiti di terreno staJbiliti e che, ovunque, le truppe debbono rispetta.re· le popolazioni 'e i _loro averi. In v icin a.nza del nemico rl comandante delle truppe impartisce le <lispo~i1-ioni pex i l collocamento degli avamposti e quelle altre nec~ssarie per la sicurezza. :Mant iene con i mezzi adatti il collega.mento con le truppe v icine; pr ovvede per la p ronta riunione delle truppe strubilen -

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done il luogo e l'itinerario per recarv1s1: Ciascun <'Omandante di A. provvede, sotto la sua responsabilit à, a che le truppe s iano sempre in cond izione di mettersi prontamente in armi e stalbilisce -un luogo adatto p~, l'adunata. Al segna'Ie d'allarmi, la t ruppa si raduna in completo assetto nel luogo s La.bilito. Il carroggio, caricato, con i ,cavalli attaccati, r imane al proprio posto per muovete a:! pr>Ìmo ,cenno . In caso di sorpresa, o&n i ufficiale ha il dovere, sotto la sua responsa,bi lità, di far suonare l'allarme. In mezzo a popo lazioni ostili è necessuio adottare verso di esse i provvedimenti necessari a garantire la sicurezza delle truppe, l\ el lasciare gli aJ.loggiament·i per p roseguire in avanti, gli accampamenti vengono lasciati in ordine perchè potrclYbero servire alle truppe retrostanti ; e, in paese amico, vengono lasciate quelle indicazioni e dati che possono agevolarne la sistemazione. Nel lasciare g,l,; alloggiament i in ;caso di marce in ritirala, t utto v iene d istrutto perchè il nemico no11 s i trovi a-vvantaggiato, e s i <listrU.._~.. gonu ogni specie <li carte, giornaqi con indir izzi, corr ispondénza e registri n egli uffici postali, telegrafici e municipali, e in ogni parola, tutto ciò che potrebbe servire a.I nemico come elemento di informazione sulla trup pa e sui suoi movimenti. Infine si rivolge appello a.ila popolazione, se in ,paese amico, affinchè non dia 'àl nemico alcuna informazione sui re,parti che sono partiti. (V. Accampa.mento, Acca11tonamcnto, - A ccaser111a1nento, Baraccamento, Ca·m po, ecc.).

Alloggùu11cnti (.i\!arina), Le truppe da sbar,co de,la l\tiarina, vengono a trovarsi nelle medesime condizioni <li quelle di terr a. La gente cli mare deH'ant. Roma doveva, nei porti e nci paesi occupati, rimanere a bordo . Il Corazzin i raccconta che ne'! 170 a . ·C. m1darono a R<.>ma per lagnarsi a l Senato, ambasciatori dei Colcj<lesi, narrando come Caio Lucrezio Ortensio, ammirn,glio romano, tanto la state quanto il vcrno teneva b. gente d i mare (socii nava.lcs et t urba 11au.tica) nelle case, e ·i Colcidesi erm10 sta ti spogliati e ridotti in servitù . Il Senato affermò eh<' nelle case s i dov-evano alloggiare sol tanto i maestri delle nawi, e l'ammiraglio fu rnndannato a un'ammenda di u n m ilione di a.,si.

Alloggiamento .(V. Alloggiamenh). Nell'arte antica di for ~ificazionc così denominavansi i lavori esegui ti dagli assed ianti e dagli assediati per coprirsi dalle offese. Era.no r,iipari di terra, ga•l:lbioni, fascine, ecc. A . (Ant.). D enotò la misu ra di tempo da un allog1 giamento a un altro, dcille truppe in cammino : h «tapp a>> .

A . di palla. Ant. Le cavità e corrosioni che si facevano n ell'an ima e neHa camera dei pezzi a causa dello. ,5coppio della carica e -deUo strisciare ed urtare della palla. A. i1tterrato. Ant. R iparo t u mu ltu ario che facevasi nc,l fosso della p iaz,za assediata, o nclle galler ie, pr:r difesa e per t•itar dare i .progressi nemici.

Alloggiarsi (V. Al/oggian,cnti) . Ant., negli assedi\, signiifiicava porre •p iede su ll'opera conqujstata a viva for za, allestendovi subito opere spcditive per affermarvisi e coprirsi dalle offese. Allonville (visconte Armando di). Genera le francese (1800-1867). Prese parte a:ll'assedio d i A.nver-sa e a lla spedizione d ' Afoica. Nel 1838 ebbe i l comando dei

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• corpi irregolari indigeni. Si distinse in vari combattiment~ come a Bugia, a'lla Miliana, ecc., e nel]a b-a tt. d'lsly . Nel 1847 raggiunse il grado di colonneUo degli usscri. Partecipò aUa guerra di Crimea al comando d i una brigata cl i cacciatori d'Africa e fu promosso generale di clivis,ione per la sua condotta neUa battaglia di Baladlav.a . Quindi co:npl ,la speclizione di Eupatoria. Tornato in Francia, ricoprì Ja ca..ricr• di presidente ciel Comitato di tavaUeria.

Allouveau (Si11ion A. de Montréai). Generale fran-

ce(e: n . cli Bachelerie (1790-1873). l\el 1853 e!Jbe il comando ciel corpo di gliarnigione a Roma e lo tenne fino al 1856.

Allucinazioni. Disturbi nervosi cons,stemi n el presentarsi aHa coscienza d i avvenimenti, senza che ad essi corrisponda una realtà esteriore. Sul terreno <le'lla Medicina legale milita.re le A . sono generalmente prese in considerazione soltanto quando possono venir messe in rappono con altri fenomeni concomitanti, in modo particolare con stati di depressione psichica. Allum_inio (Ai). E' ottenuto dalla elettrolisi cli un bagno in fusione di criolite (fluorm'O doppio cl i alluminio e d i sodio) misto a dcl,l'rullumina anidra tratta dalla bauxite (allumina idrata). L'Al dà pe.r azione di ossidanti, come il nitrato di ammoniaca, dell'allumina, ( Al, O,) con sviluppo considerevole di calore, fatto che c011rn.tc di . cos.tituire con tale ,~etail,lo deg!li esplosivi potenti. S1 nnp,ega allo stato polverulen to (porfirizza• to) in pagliette, ohe in generale sono i residu i delh fabbrica,,,ionc della. carta d i aUuminio (cana da. involgere c ioccolato) <id in grana fina. Gl i esplosivi clic contengono aJlum inio sono denominati « Ammonals " · ~e questo .corpo leggero sembra così inoffensivo, ciò è dovuto al fatto che a ll'aria si copre di una pellicola d i ossido cstromamente sottile, trasparente, invisibile ma molto resistente, .che si rifonna appena distrutta da urti o da sfregamenti. Essa protegge il metallo dal contatto dell'aria -0 cle:ll'a~u a. creando W1 ostacolo a. tuttè .Jc velleità ostili che potreb'be a.vere, rendéndolo passivo. Ma se si distrugge la pcll'icola con una soluzione d i cloruro mercurico, l'alluminio si mostrcri, .subito n,ol:u a ttivo decomponendo l'acqua con svilu ppo di calore e prendendo fuoco spontaneamente all'aria umida. Ciò perchè è un combustibile eccezionale. La poh,ere di a!lluminio çhe brucia con luce vivissima. svolgendo dltre 7000 ca.lorie, s i usa per preparare fuochi ·pirotecnici illuminan ti in sostituzione della. ,polvere d i m agnesio. Inoltre essa, unita a clorato Ji potassio, serve a preparare lampi luminosissimi per fotografie istantanee. Si usa. pure per coprire involucri di areostati, meta.lii, carte, ecc. (preicesso Scl1oop di polverinazione dell'atlluminio o alluminia.tura). L'alluminio per le sue ;proprietà. fisic he e chimiche pi leggerezza ed apparente inossiclabilità , è cli,·enta to ormai indispensabile .per numerose m anifestazioni dell'automobilismo, ciclismo, aviazion e, strumenti scientifici, utensili casarlinghi e militari. S i sakla autogenicamcnte cOI! mezzo d i leghe speciali a base di alluminio, zinco, r ame e stagno (Leghe }viourey-Bourbonze), ecc. Si può anche riusdre nell'intento applicando sulle parti da .saldare doruro d i zinco anidro e quindi scaldando fino a che comiJ:cia a volatilizzarsi ( dltre 400°) nel qual momento si applica la solita -lega d i stagno per

saida.re. Si l>~-a l'atluminio come condu ttore delle correnti elettriche in sostituzione del rame. I te<lesòhi usa.rono in guerra conduttori di Al nelle lince telefoniche e telegrafiche da campo (linee pesanti). L'Al s'impiega per formrtre cartuccie speciali da at• tivarsi con l'ossigeno liquido. Sono raccomandabili perchè il re.sid uo che si ha dopo lo scoppio del!a cartuc-cia è a llumina, la quale non è tossica e non sviluppa gas tossici_ I.I clornro d i alluminio anidro s i imp iega in chim ica come catalizzatore e lo vedremo usato nella prer)arazione cli un potente aggressivo <li guerra an1cricano. (V. Levisi'.te). L'importanza dell'alluminio cresce di •giorno in giorno per le svariatissime applicazioni ohe riceve ne1l'industria. ;Leghe di all1,m-i1tio. L'aggiunta di piccole parti cli alluminio ad alcuni metalli ne modifica e ne mig:liorn le caraMeristiche. Quindi esso entra a formare molte leghe le quali però non hanno il vantaggio de!la leggercz.za; es. il « Bronzo d i a lhtrniuio )> per la costruzione d-i parti di macchine che devono avere grande durezza e resistenza; esempio : ruote dentate, eliche, ccc.; ii « D u ra,lJ,nuinio », bronzo di alluminio indurito, cou piccole percentuali di rjlrnc e magnesio e pochi m illesimi d i ferro, silicio e manga.ne~ : il grande dirigibile tedesco che varcò magnifica.mente l' Atlantico atterrando in America. e tornando in Germania, fu composto con molte membra.ture di un duralluminio spec iale; il « Ferro-a1Iuminio >J, il « Magnalio >J, ecc. Allum·1i11otermia. r'er 'la sua propr ietà di svolgere un altissimo numero di calorie, l'A l venne impiegato in guerra nelle , bombe incerfoiaric che contenevano un.a -miscela <li esso e d i ossido cli ferro ( termite) che· ac,cesa convcnientemonte b1mcia formando ferro, ossido di alluminio e sviluppando elevatissima temperatura.

Allungamento. B. l'aument~ di lunghezza o di profondità ohe si p roduoe inevitabilmente in qualsiasi colonna di truppa a piedi che marcia a l passo di strada, e deriva s ia dal -bisogno istintivo cli ciascuno <lei · pedoni di a,vere un cer to spazio ltbero dinnanzi a si: per ma.ggiore comodità di movimento, sia dalle -fluttuazioni che s i .p ropagano dail!a testa a lla coda della colonna per effetto della non sempre regolare nè =iformc andatura delle frazion i di tes,ta.. L 'allungamento è più o meno accentuato a secon<l;i. della velocità e d'.1rata della m arèia , a sel:onda della specie e sta.to del<le st.r a<le, a seconda delle condizion i metereolo.giche: ·può e <leve essere <limitato mediante l'osservanza. di una. r igorosa d isciplina <l: marcìa, ma, come già - si è <letto, non p uò essere in teramente soppresso. Vi ha chi sostiene che in una colon na ,b en condotta l'allungan~nt,> non dovrebbe eccedere il decimo della sua profond ità normale a piè fermo: però l'esperienza dimostra che praticamente l'allunga.mento sorpassa notevolmente questo Jlimi,te i: ral?igiu~ge in media. il quarto di tale profon<litil. Ecco perchè il nostro regolamento di servizio in -g uerra prescrive che nell' incolonnan1ento ogni battaglione, squadrone o •batteria che sia preceduto eia. un riparlo <li fanteria, deve prendere da questo la distanza normale stabilita, aumentata dal quarto della profondi,tà che il riparto stesso ha di P.iè fermo. Sebbene in misura assai minore Ta:llungamento si produci" anche nelle colonne di truppa a cavallo: in esse però, quando realmente si voglia attraverso una incessante azione çostr ittiva dei comandanti, l'incon-


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veniente può essere evitato: e infatti il nostro regolamento giit citato sancisce la norma che nelle armi a ca,va.Jlo, quando marciano incolonnate con la fanteria, non si devono totlerare allunga.menti. Alllord1è invece si t ra,tti di colonne fonnate da sole armi a cavallo, le qua1i marciano alternando il passo col trotto, è lasci.1.ta facoltà ai_ comandanti delle colonne stesse di p rescrivere le distanze che devono tenere fra di loro gli squadroni e le batterie, e, se necessario, anche le singole vetture, in modo da rendere loro meno disagevole la ma.rcia. Come facilmente si comprende, il distanziamento fra i .r eparti componcl).ti di una. colonna mira a conferirle snodatura ed elasticità, così da impedire che le fluttua;;,;ioni ·d i un reparto si ripercuotano sul re.parto o sui r iparti susseguenti: ne deriva per logica conseguenza che la d istanza iniziale fra i riparti non può nè deve esse.r e mantenuta r igidamente durante la marcia, ma basta che essa non ecceda mai il limite massimo stabilito. In montagna l'allungamento è sempre ma,ggiore che in pianura: maggiori quindi devono essere anche le distanze d i incolonnamento. Queste non obbediscono ad una norma >fissa, ma vengono stabilite volta pe,· vOilta in relazione alla natura e pendenza de:lla strada d a percorrere: inoltre il distanziamen to a,v,,iene di regola in montagna non più per battaglioni, per squadroni e IJ)er ·batterie, ma per ri,pa.rti inferiori. In qualsiasi ci1·costainza. il meno più efficace per unpedire l'eccessivo allungamento di una colonna è queld i vigilare attentamente che l'andaturn1 degli elementi di testa si mantenga moderata e quanto più possibile uniforme.

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Alma. P iccolo corso d'acqua della Crimea, con per-corso <la Est a Ovest; sbocca nctla baia di Calamita. Battaglia dell'Alma (20 ·settembre 1854). Dopo lo sbarco <legli alleati fra Eupa,toria e la foce dell'Alma (fra il 14 e il 17 settembre), le truppe si misero in marcia verso Sebastopoli. I Francesi, comandati dal

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marescia,llo di Saint Amaud, ammontavano a 30.000, ,con 68 caru1oni; gli I nglesi, comandati da Lord Raglan a 21.500 con 60 cannoni; i Turchi erano 7000, a l comando di Omer Pascià. L'esercito russo, comandato dal generale -p rincipe Menscikoff, forte di 36.000 uoc mini •c001 122 cannoni (16" è 17" div. d i fant., 1 br. della 13", 1 br. della 14•, 1 ,bgl. d i cacciator,i, e circa 5000 .c avalli) si era schierato sulle a lture di riva s in istra del Jìume Alma, rafforzandole con numerose r idotte, per contrastare il passaggio agli Alleati. La sera del 19 settembre questi erano acca.mipati sulle rive del :fiuinicello Bulganak, ove una grossa colonna di cava!•leria russa venne a fare una. ricognizione; i generali -concertarono il pia,no di attacco contro i Russi ; esso consisteva nel far aggirare la sinist,ra dei Russi dalla divisione Bosquet, con l'appoggio deHe navi a vapore della flotta, mentre le truppe inglesi, dal canto loro, avrEJbbero cercato d i avvolgere la clcstra. Si sperava che aimeno una delle d ue manovre avvolgenti dovesse riuscire, nel qual caso •l'esercito russo sarebbe stato co• stretto ad al:lband;nare ,la lince. dell'Alma.

Disposizioni per l'attacèo e schieramento. In 'base al piano sta'bilito, le truppe alle-ate il mattino del 20 avan?.a rono, e si schierarono a cavallo della strada Eupatoria-Sebastopoli, i F rancesi a destra e gli Inglesi a sinistra nel modo seguente, cominciando daUa destra: P resso la spiaggia del mare la 2• div . france,;c (Bosquet), in 1' linea, e la div. Turca in 2•, fiancheggiate dalle navi <la guerra; quindi la 1• e la 3' di,v. francese su 2 linee; in riserva la 4° div. francese e la riserva di artiglieria; in coda seguiva) lungo la riva del mare, il convoglio munizioni e viver i, scortato da 2 btg. turchi. A sinistra della strada: Le div. Inglesi 2", L ight e Hinghlander.s in l' linea; 3' div. e div. della Guardia in 2• linea; in r iserva la 4' div. inglese; aH'cstrema sinistra fiancheggiava la cavalleria inglese. Compiuto lo schieramento, verso mezzogiorno gli Alleati avanzarono iniziando l'attacco. I Russi a vevano

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Battag-lla ctell'A1rna (quadro d i Isidoro Pils). appostato in fondo alla vallata, rnperta di alberi e di gi",u din i e seminatrL d i caseggiati, numeros i tiratori, armat i d i caraibinc di precisione, che accolsero le teste delle colonne con una vivrL fucileria. La div. Bosquct, p recedendo alquanto il resto della fron te per attuare la manovra avvolgente, pa.ssò per prima il fiume afferman<losi sul ciglio delle a lture, efficacemente appog • giata dal fuoco delle navi, e tosto sostenuta dalla d iv. Canrobert e d,i una brigata della 4• d iv. ( riserva) invia te in suo aiuto. La 3' d iv. marciò d iretta a l centro delle posizioni, collogandosi a s inistra con gli Inglesi. l i movimen to avvolgente di questi, all'estrema sinistra, ostacolato dalla cavalleria russa e da i-eparti appostati sulle alture, non rh1scì. Allorcbè la div. Bosquet apparve .sulle alture, pronw1ciando nettamen te le manovra avvolgente, avvenne l'attacco generale : i giardini in fondo alla vallata, donde partiva un vivo fuoco di fucileria, f urono occupali, i'artig,lieria Si avvicinò cominciando a ca.nnoneggiat e i battaglioni russi scagliona-ti suile pend ici a so.stegno dei tiraitori che ripiegavano, e tutta la l ' linea; incalzandoli, !:lCalò le pend ici delle a lture e ne occupò il c iglio. Allora fu fatta avanzare tutta la 2" linea e l'a rtiglieria della r iserva e, dopo viva lotta, i Russi volsero in r itirata protetti dalla loro cavalleria. Alla sinistr a gli Inglesi, J10nostante si trovassero d i fronte a posizio,1i fortificate ed alla massa principale dei Ru&si, scgufrono il movimen to raggiungendo anche essi le alture. In quel momento, gravitò sopra di loro lo sforzo maggiore dei russi, che fu reso vano da )ma con versione a sinistra d i parte delle truppe francesi, ordinata opportunamen te dal maresciallo cli Saint A,·JJaud. ù · tm,ppe r l)SSC furono insegui-te soltanto dal fuoco di alcune batte1·ie, data la scarsezza della cavalleria alleata. La battaglia fu caratterizzata dal' succe~so della manovra avvolgente della div. Bosquet, resa. possibile dall'·inerzia del comandante ntsso che non seppe con trattaccarla a tempo.

I Russi .perdettero 1800 morti, dei quali 45 uffic iali, e 2300 f_e riti fra ·i ,qua:li 100 t1f.tìciali ; gli alleati circa 3000 u . in tu tto. D opo la 'battaglia i Russi dpie00 arono d ietro la Cernaia, a S . E. di Sebastopoli. ·

Almagro. Piccola città della Mancia, in Spagna, atl Est d i Ciudad Real. Combattimento di Almagro (16 gennaio 1812). D>.t• rame una ricognizione del gcn. Hill, comandante cl.elio esercito spagnuolo sulle fron tiere del Portogallo, su lVIerida, un d istaccamento di 2000 uomini, comandato dal -generale spagnuolo Morillo, attraversato rapidamente l'altopiano della Serena, ,penetrò nella l'vlancia per ·r iscuotervi dei tributi. Il 16 gennaio comparve davan ti ad Almagro per assalirla, ma la rcsisten;,;a opposta daHa guarnigione diede il tempo al gen. Treilhard dì accorrere in suo soccorso con 400 cavalli e 2 cannoni; la colonna pionrbò sugli Spagnuoli e li cai-icò, mettendoli in foga cd inseguendoli fino a r igettarli al d i lit della Serena. Diego d'Alrnagro. Ca,pitano spagnuolo compagno di Pizarro nella conquista del Perù, n . ad Alma,gro nel 1475, m . a Cuzco nel 153S. Dopo l'assassinio dell'imperatore degli Inca.~ Atahuo.lpa, la cu i responsabilità fu a ttr ibuita ali' Almàgro, questi si r ivoltò con i suoi fe. deli con tro il Piza1To ·che v'intolo a1cll,i battaglia di L as Salinas lo fece strangolare nella sua prigione. Suo figi.io Diego, nato a Pana,mà nel 1520, vendicò la movte del padre ·partecipando ali' assassinio d i Pizarro, ma vinto a lla sua volta nella battaglia d i Gua• mangua dal nuovo governatore mandato dalla S;pa"g na, Vaca de Castro, fu preso e decapitato a Cuzco nel 1542. Almada. Citfa del Portogallo presso Li,,bona, sulla dr. del Tago. N cl 1833 vi furono battuti i M iguelisti. Almansa (o Almanza) . Città della Spagna, in J)rov. <l' Albacete, s ulla s trada da Madrid a Valenza. Battaglia di A. (25 a-p rile 1707). Appa,r ticne alla,

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Guerra ,per la successione di Spagna. Fu combattuti! dal Duca di Berwick, contro gli anglo-portoghesi comandati da Las Minas e Gal!owa.y; i quali, ignorando che l'avvel's.1!'io aveva ricevuto un improvviso rinforzo di 10.000 francesi, lo attaccarono presso .4 ., ma si trovarono di fronte a forze superiori, e, dopo di aver combattuto con grande coraggio, furono completamente sconfitti. Un gruppo <li trcdi•ci ,bgl. si 1·ifugiò sopra una altura e vi si difese bravamente fino al giorno dorpo, quando, completamente circondato, dovette arren• dersi al Duca di Berwick. In tutto, gli imperiali avevano perduto 12.000 uomin~ Wtla l'artiglieria e i bagagli. La <batta.glia fu decisiva, nel senso che la corona di Spa,gna fu assicurata a Filippo V di Borbone.

Al Mansur. V. Abbassidi. Almanzor . (Al-Ma11sur, l'invincibile). Generale dd califfo Hixem II, n. nel 939 ad Algesiras, m, nel 1001. Il suo vero nome era Mohammed ben Abdallà. Durante la minore et/i. di Hixem, governò effettivamente lo Stato, e condusse una guerra senza tregua e senza quartiere contro i Cristiani, sulla fine del X e in principio dell'XI secolo. Fra le sue impr!!se militari si ricordano le' scorrerie nel Lcon e nella Castiglia., compiute con la strage e col s.-i.cchcggio. Prese Zamora, Leon, llarccllona, San Giacomo di Compostclla e sconfisse i Castigliani che gli si opposero. Ma alleatisi i sovrani di Leon, di Castiglia e di Navarra, .4. perdette la battaglia <li Calatanazor, e morì di dolore durante la ritirata, non avendo potuto sopravvivere alla sconfitta, egli che aveva vinto cinquantaquattro battaglie contro i cristiani. Alma raz. Villaggio sul Tago. Sui prnn1 di maggio 18 12, sembrando imminente l'avanzata degli lnglesi di

t.ord Wellington per dare battaglia ai Francesi comandati dal l\farmont, questi, ritenendo che Wellington avrebbe !Passata l' Agucda a Fonte Guinaldo, concentrò le sue truppe a Salamanca, lasciando una guarnigione ad Alma.raz. Quivi era un ponte che rappresentava l'unica comunicazione possibile con Soult; il 11-farmont, comprendendone l'importanza, vi aveva fatto erigere alcuni fortini, guarnendoli con abbondante artiglieria e destinandovi 1500 uomini .per la difesa. 11 12 maggio il gen. Hill, comandante l'ala destra di Wellington, partì da AJmendralejo cd il 19 giunse ad Almar:u:, per impadronirsi del ponte e tagliare le comunicazioni fra il Mairmont e il Soult; gli Spagnuoli attaccarono su 3 colonne obbligando il presidio francese alla resa e distrussero il ponte e le difese, seco recando i cannoni ohe iJ)oterono trasportare. Tagliate cosl le comunicazioni fra i due generali francesi, Wellington passò l' A,gueda e mosse con 50.000 uomini su Salamanca contro Ma11n1ont.

Almazan. Piccola città della vecchia Castiglia, in Spagna, sull'alto corso del Duero. Il 10 giugno 1810, essendosi raccolti ad Almazan 2000 insorti spagnuoli, il col. Baste, comandante i marinai della Guardia francese, partito da Soria con 1000 ~iarinai, circondò Almazan conquistandola <l'assalto; gli insorti ebbero 300 morti e 500 tra feriti e prigionieri. Almeida. Fortc·zza del Portogallo, con circr, 11.000 abitanti, nella provincia di Beira, presso la frontiera spagnuola, fra la Coa e il Turones, affluenti del Duero.

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~cl li62 fu conquistata dagli Spagnuoli, comandati dal ~farchcse di Sarria, a prezzo di gravi perdite, ma venne poi restituita dopo la pace. I. Battaglia. e assedio di Al,neida (luglio-agosto 1810). Nel 1810, dopo la caduta di Ciudad Rodrigo e d'A storga, Xer, col VI e !'VIII Corpo, mosse verso la Coa per avanzare nel Portogallo. Il 21 luglio ordinò al gen. Loison di riunire a Gallcgos 3000 uomini dolla su:, div isione, la ,cavalleria lcggei·a del gcn. T reilharcl, cd alcuni peni di artiglieria e di muovere all'alba sul forte Conception. Giunto,·i, Loison vi incontrò gli Inglesi, i quali però si ritirarono aJ suo apparire, lasciando a difesa del pianoro su cui trova.vasi il forte, so!o la cavalleria; questa venne tosto caricata e rcspint:i. da Trcilhard, cosicchè Loison potè occupare la posizione. Egli fece subito inseguire il nemico, riuscend,, a cacciarlo dalla riva sinistra del Turones, dopo aver respinti 400 cavalieri che sbarravano -la strada di A).• mcida. Gli Inglesi, ritiratisi dapprima sotto la piazza, riavanzarono in forze schierandosi in battaglia sulla sinistra ciel vallone che s(l!)ara. Val de la ~fola <la /\1meida. I tre reggimenti di cavalleria del Tr~iH1ard attaccarono decisamente, riuscendo ad occupare la riv1 sinistra del Vallone, ma non inseguirono per non cadere sotto il fuoco della piazza. Il principe di Essling, comandante dell'Esercito francese nel Portogallo, dispose subito per J'investimento di Almcida. Il 24 luglio, alle 6 del mattino, le truppe francesi (cavalleria leggera, gen. La motte; dragoni, gen. Gardanne; fanteria, gen. Loison) sboccarono da Val de la Mula avanzando contro la div. d'avanguardia inglese (gen. Cra11forcl) forte di 8000 fanti e 700 cavalli, in posizione a destra di Almcida. D opo vivo combattimento Cranfor<l ,·enne respinto e si ritirò sotto i cannoni deLla piazza. I Francesi, avanzando su 4 colonne, lo attaccarono nuovamente, nonostante il vivo fuoco della fortezza; una brigata (gen. Férey) riuscì atl avvolgere la destra inglese, minacciando di tagliarle la linea di ritirata. Allora il gen. inglese, per non esser costretto a chiudcr~i in A!meida, si ritirò, riuscendo, pur con gravi pcrdi!e, a disimpcgna1·si, <lopo <li avere lasciato b'Uarnigione in :\lmei<la. I Francesi, prima d i poter .p enetrare nel Portogallo, dovettero intraprendere l'assedio di Almcida, la tui guarnigione era costituita da 5000 portoghesi agli ordini del col. inglese )Villiam Cox. La città, situata sulla spianata di un'al~ura dominante la Coa, era una delle meglio fortificate del Portogallo. Aveva sei fronti a bastioni con mezzelune e cammino coperto, e nelfintcrno un robusto castello. N ey la investi il 25 luglio e, collocandosi fra G-uarda e Pinhel, pe~misc al Gcn. Loison di condurre rapid:uucnte le operazioni d i assedio, nonostapte le difficoltà date dal terreno roccioso ed il fuoco continuo degli assediati. La trincea venne aperta nella notte sul 16 agosto; 11 batterie furono subito costruite ed a,rmate con 65 bocche da fuoco . La notte sul 25 fu aperta Ja 2" parallela, a ci rca 150 metri, e completato il rifornimento delle batterie. Il 26 esse aprirono una breccia ed alla sera una bomba incendiava la polveriera principale del forte, deter• minandone la esplosione e conseguentemente la ,ovina dei bastioni e di parte della città, sicchl: i difensori clo~ettero capitolare il giorno dopo. La guarnigione porlo• ghesc, insieme con il governatore inglese Cox, fu fatta


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prigioniera. Il bottino fu di oltre 100 cannoni e mol:e munizioni, oltre a grande abbondanza di viveri, dei quali l'e.,ercito francese soffriva penuria. In seguito alla caduta di Almeida \\'cllington si ritirò su Coimbra.

perduto u11 migliaio d i uomm,, si n t 1rarono in buon ordine al sopraggiungere della notte. I francesi avevano 4 regg. di drugoni e 20 comp. di fanti; gli spagnuoli 19 squadroni e 4 battaglioni.

II. A ssedio ed evacuazione d·i A lmeida (9 maggi•;) 1811). :\'cl marzo 1811 Massena dovette sgombrare il Porcogal!o. Almeida, che aveva guarnigione france,;e, venne investita <la Wellington; comandava la p iazza assed iata il gen. Brcnnier, il quale rifiutò, davanti a lle reiterate ingiunz ioni, di arrendersi. I-1 7 maggio egli ricevette ordine <:la )lassena di evacuare la forteua, dopo averla fatta saltare, e di raggiungere con la guarn igione il grosso dell'esercito. Furono preparate delle mine, furono distrutte tutte le artiglierie e le munizioni e, la notte sul 9, i Francesi uscirono su due colonne, lasciando alla retroguardia gli zappatori per far saltare le opere. :\1entre ciò avveniva, le colonne francesi attaccarono dec isamente le lince inglesi r iuscendo ad aprirsi un varco ed a raggiungere la riva sinistra del!' Agueda che attraversarono SOLio la protezione dd secondo corpo (gen. Reignier). In tutta l'operazione i frances i non 1)erdettero cile una sessantina di uomini.

Alm eras (barone L11·igi). Generale francese, n, a Viennc m . a :Bordeaux (1768-1828). Si arruolò ,·olonta1 io nd 1791 ; fu con ~ apo!cone a Tolone, in Italia, in Egitto. Nel 1809 passò nell'esercito d' ftalia col graclo di gcn. di brigata; si <list inse a Wagram; fu promosso gcn. di divisione; ,partecipò alla campagna 1i Russia e vi fu fatto prigioniero. Tornato in Francia dopo la caduta di Napoleone, aderì ai Borboni e fu governa tore <li Bordeaux.

Alm&ida (Fra11cesco d'). Ammiraglio portoghese e viccrè nelle Indie portoghesi in principio del sec. XVI. Morì nel 1510. Era stato allievo di Consalvo di Cordova . P artito il 5 marzo 1505 con 32 navi e cara.veli~ e 1500 soldati dalle acque del Tago, occupò Quiloa e Mombasa, quindi le coste deJ }falabar, infine varie località marittime {lei Golfo Persico e del ?-.far Rosso. Gli Egiziani entrarono in lotta con lui, e gli sconfissero nel 1508, nel porlo di Charcl, una divisione navale comandata da Lorenzo A., suo figlio, il quale peri combattendo. Allora Francesco A. •veleggiò contrÒ gli Egiziani e ne incontrò la flotta !presso D iu il 2 febbraio 1509: attaccatosi il combattimento, in <breve la flotta egiziana veniva sconfitta e dispersa. A. venne sostituito da Alfonso d' Albuqucrquc e durante il viaggio di ritorno fu ucciso dai cafri del Capo d i Buona Speranza.

Lore11zo Almeida, figlio del precedente, m. nel 1508 come si è detto sopra . Aveva ottenuta la sottomissione d i Ceylan, e aveva sconfitto i musulmà,,i dcll'lndia in una battaglia data loro presso Cananore. Forse era parente di questi d'Almeida, quello Jacopo d' A . di cui il Guglielmotti ricorda una bella fazio11e navale nello stretto di Piombino. Navigava egli nel luglio del 1481 al comando di una caravella portoghese, quando fu assalito nello stretto <la due galere di fuorusciti genovesi, guidati da Obbietto Ficschi. );:gli manovrò e combattè cosl ahilmenie e roragg ioslmente, che predò una delle .galere e mise in fuga l'altra.

Almenara. Borgo della Spagna, in prov. di Lerida, nella Catalogna. Nell'ottobre dd 1641, essendo stata occupata da 100 moschettieri francesi comandati da I. Guerri, ,·enne assediata eia don Giacinto Loris in nome del re di Spagna; un corpo francese, agli ordini del come De la 11othc, sopraggiunse a far togliere l'assedio. - ;:-;-eJ luglio 1710, vi ebbe luogo una battaglia cl1t: appartiene alla Guerra per la successione di Spagna. Fu vinta dai generali imperiali Sral1rcmberg e Stanhope, dell'arciduca Carlo, contro le milizie di F ilippo V di Borbone. La battaglia fu decisa -dallo Stanbope con una travolgente carica alla baionetta, e i Castigliani,

Almeria. Città deìla Spagna, capo!. di provinci:11 ncl golfo e alla foce ciel fiume omonimo, con buon porto. E' l'ant. Port11s 1\!Jag11us, o M "rg-is . I. Assedio di Al111er-ia ( 1137). Fu compiuto da una flotta Genovese e Catalana. TI porto di A. allora strviva di base alla pirateria dei )fori in Spagna. L'assedio fu con{iotto felicemente a compimento, mediante uno sbarco cli truppe che bloccarono la città datla parte di terra. Ventimila prigionieri ne rappresentarono il frutto, 1 quali ricomprarono con denaro la loro libertà. II. Assedio di Almcria (1147) . Appartiene alla guerra dei Genovesi contro i Saraceni, e fu compiuto dopo la presa di )Ii.noroa. Il re di Castiglia Alfonso VIII, non avendo navi per espellere i ~r• ~5ul111ani da A., fece dal Papa Eugenio III invitare i ge~vcsi a r iprendere la città, che era stata abbandonata di nuovo ai )fori dopo il precedente ru;scdio. Genova aderì, e in cinque mesi armò una flotta di 63 !,"alce e 163 navi onerari,,. Questa flotta, comandata da Ansaldo Doria, prese a bordo J0.000 u., parte dei qualli dati da l re Alfonso e dal conte Ramiondo Berengario di Barcellona, e urivò nell'agosto 1147 n ella ca:la posta dietro al capo di Gala. Quind ici navi inviate in esplorazione riferirono che i ?-.fori, conoscendo la loro inferiorità sul mare, ave,·ano allontanato da A. le loro navi e si accingevano a difendere •!e mura. I Genovesi p repararono una imboscata e fecero intanto scendere a terra gente dalle 15 navi che sole erano apparse alla vista di A. Quando i ~fori, caduti nell'inganno, uscirono ad assalire le pattuglie sbarcate, sbucarono fuori le truppe barcellonesi e genovesi in agguato, mentre il Doria si accostava con 25 galee a.J lido e gettava a terra altre truppe. I :Mori perdettero 5000 u . e i superstiti si chiudevano in A . Venne immediatamente bloccata la città da mare e da terra, -mentre giungevano rinforzi inviat i dal re d' Ara.gona. La città fu presa dopo breve tompo e consegnata a·J conte di Barcellona; i prigionieri furono 30.000 d'ogni età e condizione, e vennero !iberati 10.000 schiavi cristiani.

Almoadi. Dinas tia berbera che si sostituì a quella degli Almoravidi e regnò .prcssochè su tutta l'Africa settentrionale e su metà. d ella Spagna dal 1130 al 1260. Il fondatore dolla dinastia, Mohanw,ed Ibn,1'11,mert, p rofessava le stesse ·dottrine dei più tolleranti Almoravidi, si diede il titolo di l\.Ia.hdi e dichiarò guerra ai sovrani del }Iarocco. Il suo successore, Abd-a/.}.[11min, completnta nel 1147 la conquista del Marocco, cominciò subi to quella della Spagna e quindi estese il suo dominio su tutto il l\fagreb. L'impero degli .'\lmoadi,


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diretto da sov~ani esclusivamente militari, nè organizzatori, nè r ifonmatori, s i mantenne unito, malgrado le frequenti rivolte che vi scoppiarono, fino al 1229, d alla quale epoca. si accentuò la sua decadenza, cominc iata. n el 1212 dopo la batta.glia di Las Nav:as d i- Tolosa. P 6 ma la Tunisia, poi il r egno di Tlemcen, se ne d istaccarono, e dopo il 1233 ·corninciò quella lotta accanita dei Merinidi che riusciti vincitori nel 1269 cacciarono definitivamente gli Almea.di da tutto l' impero. La d inastia degli Almoadi contò 14 p rincipi. (V. Almoraviài).

Almodovar (con te 1/defonso D-iaz de R ibera A.). Generale e uomo di Sta to spagnuolo n. a G ranata, m. a Valenza. (1777-1346). Combattè come uff. d'art. nella guerra dcU' indipendenza contro i francesi. Puteggiò per i rivoluzionari nel 1320 e si ri<fugiò in l~rancia. Tornato in patria a.Ila morte di F erd inando VI, fu nominato nel 1334 marcscia.Jlo di campo e m inistro della guerra. Nel 1836 lasciò la carica; tornò a.ncom ministro ma nel 1843 lasciò definitivamente la vita. p ubblica. Almogavari. V . Almo--uari. Almonacìd de Toledo. Villaggio della. Spagna, nella. N uova Castiglia, pre_sso il fiume Tago, teatro cii battagl'ia fra s.pagnuoli e francesi (11 agosto 1809). I l ' gen. spagnuolo Venegas, dqpo essere stato battuto a Toledo, anzid1è ritirarsi nella Sierra Morena volle ritentare la. sorte <lellc armi. N onostante che anche il gen. Cuesta. fosse stato battuto, e gli Inglesi fossero in ritirata, egli andò a prendere ,posizione con circa 25.000 uomini (21 bgl. e 16 squadroni) ad Altnonacid, dietro il torrente Guazalate. La sua sinistra., che copriva h stra.da di i\fom, si appoggia-v a alle propaggini d ei monti che si estendono fra il Ta,go e il corso superiore

d ella Guadiana. Il centro occupava una. collina davant i ad Almon a<:id e la destra s i estendeva fino a lle alture che si elevano a nord ovest di Alrnonaoid, La riserva. era collocata su una ripida altura e la cavalleria ripartita. dietro le ali. In questa. situazione egli veniva a t.rov-.trs i a lquanto impacciato nei' movimenti. Ai primi di agosto 1809 il Re Gi useppe Napoleone concentrò a Danbroca, sotto il comando del gcn. Sebastiani, il IV corpo e la riserva (circa 15.000 uomini) e marciò contro Vencga.s; SeJbastiani, ·dopo avere resp into il S agosto l'avanguardia spagnuola, oltre il Tago, giunse l' l1 ad Almonacid e, benchè il re Giuseppe fosse an cora. indietro con la -r iserva, a ttaccò. Concetto di Scbastia.ni fu di attaccare l'afa sinistra degli spagnuoli per separarli dalla strada per Mora, cioè dcli' Andalusia. Prese quindi posizione sulla riva sinistra del Gu a• zailRte ,con la divisione Schramm alla destra, la div. Leva! al centro, la div. Rey alla. sin istra e la div. di ca,valleria :Milhaud in r iserva dietro la sinistra; la div isione cli cavatlleria Merlin avanti all'ala sinistra, presso il Guazalate. I l gen. francese ordinò quind i alla div. Levai di attaccare fron tahnente l'a la sinistra spagnuola, mentre la div. Schran1m avrebbe tentato di avvolgerne il fianco sinistro : le due division i eseguirono il movimento con l'awoggio di 2 •batterie; Venegas inviò in rinforzo del'l'ala minacciata 4 battaglioni. L evai, che a ttaccò .per j,J primo, incontrò in principio seria resistenza, ma sopraggiunta la <lh,. Schramm sul fianco degli Spagnuoli, ,questi si ritrassero più indietro. Allora Sebastia.ni ordinò a Rey d i attaccare il centro e l'ala destra avversari : R ey passò il Guazalate ed attaccò la. collina d avanti ad Abnonacid; gli Spagnuoli dapprima resistellero, ma poi r ipiegarono su Almonacid e sul monte dietro la città . Vencgas allora, raccolta gran par 0

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te della cavalleria sulla sua. s inistra, la lanciò contro l'ala destra francese, ma questa, formati i quad rati. le tenne testa. e, coll'aiuto della cavalleria francese, la. respinse. A questo punto arrivò il re Giuseppe con la Yiserva. (div. Desolles e Guardia); allora Scbastiani fece attaccare la. 2" posizione spagnuola, sulle alture dietro Aln1onacid, lanciandole su,! fianco sinistro le div. L evai e Schramm e su,! fronte le <liv. R cy, Desollcs r. la Guardia; la cavalleria doveva assecondare l'attacco per le ali. L'attacco riuscì e, dopo ostinata. resistenza. gli Spagnuoli furono rovesciat i da'lle a lture nella p iaml che s i estende a tergo d i queste. Invano il gen. Venegas tentò di riordinare più indietro, nella piana, la linea Le div. di cavalleria >!erlin e Milhaud la caricarono impetuosamente, sbandandola.. in tutte le d irezioni. Gli Spagnuoli perdettero 1500 mort i, 3000 feriti, e 4000 prigion ieri, oltre a 22 cannon i e tutto il ,bagaglio, e dovettero ritimrsi ' alla spicciolat:1 nella Mancia. I Francesi ,·aiutarono le loro perdite a 400 morti e l 000 feriti.

Almonde (Fil•i ppo). Ammiraglio ohndese (16441711). Nel 1666 partecipò, agli ordini del Ruyter, alla batta.glia dei Quattro giorni. Fu poi con il detto ammiraglio in Sicilia, e dopo la morte di questi ricondusse la flotta olandese in patria, N"e! 1677, raggiunto i l grado di viceammiraglio, difese la Danimarca contro la Svezia, essendo agli orò ini dell'ammir. Tromp. Comandò le navi olandc.~i nella flotta condotta dall'inglese R usse) nel 1692 contro la Francia, e partecipò rnn intP1!i~cnza e brsv11ra alkt bat1agli1 <lrlh IInguc. Nel 1694 ebbe il coman~Jo <li una flotta anglo-o1andcse e con essa bomoordò porti francesi e spagnuoli dell'Atlantico. Nel 1702 fu insieme con l'ammir. Rooke alla batt. della baia di Vigo contro spagnuoli e france3i. L'ultimo suo comando fu quello della flotla che fer~ sottomettere a Carlo d'Austria, pretenden te al trono d i Spagna, tutti i porli iberici detl' Atlantico (17r♦5). Quindi, essendo ormai divenuto completamente sordo, si ritirò dal servizio. Al mont e. Ammiraglio del secolo XVH. Ali' epoca della guerra d i C:rnd ia., ebbe H comando d i cinque g ,_ lee napoletane con le quali si po-,e a l seguito della flotta comandata dal principe Ludovis io. e insieme Yeleggiò a Cand ia. di conserva con l'armata veneziana dd ~forosi.ni. Dopo l'inu tile impres~ tornò a M essina. A /monte (Gio·;:anm N epo»mceno) . Gcnrrale messicano e uomo di Stato, n. a Valladolid, m. a Parigi ( 180~1869). P ercorse la carriera mii. raggiungendo il grado di gen. d i brigu ta nel 1839 e fece la campagna del T exas contro gli Stati Unili. Promosso gcn. d i divis ione, ebbe 'il ministero della Guerra; fu partigiano di :Miramon nella lotta che questi sostenne contro Juarez. E sili:ito per aver concluso un infel ice trattato con la Spagna, si stabill a Parigi e tornò nel ~lessico nel 186:! con l'esercito fra ncese, ottenendo la presidenza del Governo d i )fassim iliano: poi tornò a P a.rigi.

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Almoravidi. Dinastia berbera che regnò nel ~farocco e su parte della Spagna dal 1055 a l 1147. Il fondatore di questa d inastia fu lbn- Yasin di Sidjilmasa, capo di una setta musulmana, il quale per diffondere le sue dottrine. spinse i suoi discepoli aJla conquista prima del ~Iarocco meridionale ,poi del M arocco in-

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tiero ( 1054). Gli Almora,·idi in seguito estesero la loro dominazione sul Maghreb centrale e nel 1086 pas• sarono in Spagna chiamativi d ai principi musulmani impotenti a far fronte ai progressi dell'esercito de i principi cristiani coalizzttti. Condotii dal loro re Yuscf jbn Taohfm aocorsero in difesa dell'islamismo e ripottaro.no la vittoria d i Zalaca, ma i costumi e le maniere grossolane di questi rozzi guerrieri non potevano confacersi con i costumi e le maniere dei musulmani raffinati di Spagna, e, nata discordia fra loro, gli almoravidi furono abbandonati da quelli stessi che avevano tanto valorosamente soccorso. Così la loro dom inazione in Spagna non potè mai solidamente affermarsi, pcrchè oltre alle lotte continu~ che essi ebbero a sostenere contro i principi cristiani, dovettero anche combauere con:ro i correligionari musulmani, i quali mal sopportavano il g iogo brutale <li questi feroci berberi. Nel Marocco stesso la loro autorità fu qualche volta disconosciuta e con l'apparizione, nel 1121, del fondatore della din?stia degli Ahnoadi, l'edifizio della loro potenza, elevatosi solo per virtù del valore militare, cominciò a crollare. Nel 1142, Abd-:d-Mumin, capo degli Almoad i, si mise apertamente in lotta contro di essi e li vinse. Dei sei sovrani almoravidi ebbe grande importanza Ali ilm Y11sef, n. a Ceuta nel 1084, m. in Africa nel 114-1. Successe nel 1106 a l padre Yusuf ibn Tachfin, fondatore della d in:tstia e continuò le guerre di suo padre contro i ,cristiani. Nel 1109 assediò inuti lmen te Toledo; però riuscì a prendere Talavera, Madrid e Gua<lalaxara., nel medesimo tempo che il suo generale Sair- Abu-Bckr infl iggeva una sanguinosa d isfatta all'esercito cristiano e si impadroniva <li Santarem, Baja,doz, Oporto, Evora e Lisbona. L'anno stesso Alfonso I d'Aragona fece una invasione in territorio mussulmano e dopo aver battuto le truppe di Alì a Tudela, volle prendergli Saragozza a lla quale impresa riuscì solo nel I 118, dopo u,i lungo e terribile assedio. Q uesto d isastro ind usse Alì, che si trovava in Africa., a passar lo stretto alla testa di un nuovo esercito e nel 1119, sbarcato ad Algesiras, riconquistò in breve tempo la maggior parte delle fortezze perdute. ~el 1121 ritornò in Africa ed allora Alfonso cl' Aragona fece un'al tra in cursione in Andalusia $ Ìngcndosi fino a G ranata, che però non osò di atldccare. Questa incursione ebbe per effetto la deportazione in territorio africano di tutti i cristiani che si trovavano a Granata, la cui presenza era considerata come minacciosa per i musulmani. D opo un regno cli SS anni Alì morì nei suoi possedimenti d'Africa, designando per suo successore il figlio Tachfin.

Almovari (o· Al111ogavari, o Al111ogravi). Voce der ivata d all'arabo, in u so ne i secoli XIII e XIV, significante « CSJ)loratori >l, o « scorridori ». Erano milizie delle montagne dell'Aragona, avvezze alla lotta aspra e senza quartkr~ che conducevano contro i 1Iori. \"estiva no con una sm::cinta tunica, brache di cuoio, retice lla d i ferro in capo; erano armati di corta lancia, di spada, d i piccolo palvese, di giavellotti . I l fante, detto peòn, poteva avere il grado di ufficiale (almoca.de11) conferito prc\"iO esaine davanti a dodici ufficiali di pari grado. I migliori fra gli almocaden potenno <liwntare adalidi, sempre p revi,;, esame davanti a d a ltri ufficiali di pari grado. Gli A. compivano scorrerie improvvise e rapide. Vennero assoldati anche da sovrani stranieri. Nella fine del XIII secolo buon numero di costoro, c~i


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si aggiunsero avventurieri d'altri ,paesi, fu in S icilia con gli Aragonesi contro Ca l'io d'Angiò. 500 di essi, condotti da Giovam1i eia Procida, riuscirono a pene• !rare in 11'.essiila assediata eia Cado. Cessata la guerra, gli A. di Sicilia si costit u irono in grossa compagnia d i ventura d i 8000 u., e nel 1303 si recarono, comandati dall'amrnir. R1uggiero Flor, a Costantinopoli, ponendosi a l servizio d i Andronico, imperatore di Oriente. A Costantinopoli vennero a contesa con i Genovesi e ne derivò una vera e propria bàttaglia sanguinosa; Andronico inviò quindi gli A . all'impresa cl i Cizi-co, d quella cli F iladelfia, a quEi!la del Tauro, tutte felicemen te compiu te. F rattanto avevano ricevuto rin forzi, ,e. divenivano ,ninacciosi per le loro pretese di alte pag-J1e e cli a lte cariche. E i Greci finirono, nel 1306, per uccidere a tradimento Ru,ggiero F lor in Adrianopoli e per ma.ssa,cr at·e una quantità. di A. sparsi per l'impero, mentre il grosso -di costoro si trovava in Gallipoli. Questi non solo s i apprestarono à. d i•fesa, ma ruppero un esercito greco, e devastarono il paese, per ven, I icare il loro capo e i loro co:npagni massacrati. A R uggiero sos tituirono nel c°'mando Berengario d'Entenza, il quale però dopo poco venne catturato da.i Genovesi. Allora gli A . nominarono loro capo il sinisca-lco Berengario da Roca,fort, e avanzarono in T racia, battendo i Greci condotti -dall' imperatore 1v[ ichele, distruggendo un corpo d i Alani, e infine abbandonando la devastata Traci , per passare in Macedonia, e mettersi al servizio cli G ualtieri, duca cl' Atene. l\1a, andati ;n rotta con costu i, vennero a battaglia e lo sconfissero e l'u ccisero nella 'lotta. Quind i si impadron irono ciel suo ducato. ]\TeJ frattempo erano peri ti in .lotte intestine i due Berengario nominati, e il comando della Compagnia degli A. era stato assunto da Ruggie~o Deslau. Il quale morì nel 1326 e fu sostit,uito da u n Infante della ca,a / <li Aragon a, così che gli A . tornarono sotto quella dominazione ed ebbero fine le loro imprese.

Almudafar. Generale a.ra:bo d el sec. X, sotto Abdcraman III. Sostenne la. causa del suo re, che era anche suo nipote, e ne sconfisse i ribelli r ipetuta.mente. Battè i cristian i sul Duero, comandati da Ramiro II ; respinse quest i quando volle invadere ht Lusitania. Partecipò col ·suo re all'a-ssedio d i Za.mora. Almunia. Borgo della Spagna, sulla Xi loca, presso Sar;i,gozza. P ossedeva un ant. castello, n el qua,Jc, d uran te la guerra. del ·18 11, era stata dai francesi posta guarnigione. B gen. spagnuolo D urand nell'ottobre ,·i pose il blocco con 4000 u. Il gen. Mazzucchclli, italia• no al servizio della Francia, inv iò il bgl. Bujot in esplor azione ; ma, assalito dagli spagnu oli, il bgl. perdette 170 u omini e dovette a ffrettarsi_ a b attere in r itirata . Nllora. il gen. M azzucchelli marciò su A., dove il Durand era stato rinforzato dall'Empecinado. Frattanto la b'llarnigione, d isperando di essere soccorsa, si era arresa il 6 novem bre, e nello stesso giorno giungeva· sul posto il 2\fazzuccbelli, il qua.le, scoperti i nemici anni• dati nel bosco detto d i S. Cristoforo, li batteva con tre cannoni e/ ·li assaliva con la fan teria. La lotta fu ostinata, e gli italiani vi perdettero 210 U()ITiini e 6 ufficiali ; ma alla fine costrinsero il nemico a Ua ritirata, dopo che aveva perduto 600 uomini.

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Alnwick. Città dell'Inghilterra, nella contea di Northum berland, s11ll' Alne. Nel 1094 ft, assediata. invano da Malcolm III della Scozia, iù qua le fu assassinato d urante l'assedio. - Il 13 luglio 1174 A. fu teatro di u= na. battaglia. che appart iene alla ribellione dei tre figli di Enrico II Plantageneto. I r ibelli vennero aiutati da Guglielmo re di Scozia, ma subirono una grave sconfitta, e il re cadde prigioniero: si riscat tò .r iconoscendo 4a sovranità di Enrico II s ulla Scozia. Alogeni (dal greco: generatori di sali). Costituiscono una classe di elomenti chimici com prendenti Cloro, Bromo, Jodio, Fluoro. Essi si com binano facilmente con l' idrogeno per fonuare acidi. li cloro venne impiegato, come aggressivo, dai T edeschi il 22 aprile del 1915 contro il settore d i Ypres, nel tratto di fronte Bischrotc-Langemark. Fu sprigionato ·d a bombole e recò gravi da1111 i agli alleati. J.I cloro è la ha.se di numerosi prodotti di guerra, come il 1bromo ed il iodio. Nella categoi-ia dei soffocanti abbiamo il Fosgene, che chimicamente è Ossiclor'VO di carbonio e si ottiene per sintesi del cloro con l'ossido di carbonio; il Difosgene che è tricloroformiato d i metile (od eter~ mctilcloroforrnico tridorurato). Nella classe dei Lagrimogen i s i possono noverare : La cloropicril1a o Clorofonnio nitrato; i prodotti alogenati <le! Toluene e dello Xilene ( cloruro, bromuro, joduro di aenzile o d i xrlile) i chetoni, dorurati, bromati, o j o-dati, cloroacetone, bromoacctone, jodoacetone; il bromometilletilchetone, il cloroacetofenone. Fra gli irritan ti sternuta.tori : La clorometil od etila.rsi11a, la bromornetil o<l etilarsina, il cloruro di difcni:larsina, la. difenikloroarsina. ~ella categor ia dei caustid : il solfuro di etile biclorura to ( ip rite o mustard- gas) e la famosa. Lcwsite le cui tre frazioni sono: Clorovin ildicloroarsina ; Diclorovinilclor6arsina; Triclorovinilarsina . Alompra (o Aloma1tdrapran). R e della. Birmani:, (1710-1760). Fondò la città di Rangun sulla località dove debellò nel 1755 compìetamen te i Peguani in una grande battaglia, per mezzo della quale n on solo li-berò il p roprio paese daHa dominazione del Pegù, ma gli fu facile d i sottomettere tu-tto il Pegù medesimo. Sostenne in seguito scaramucce {:On i francesi e con gli ii1glesi. En~ra to in guerra con ìl Siam, morì mentre ne assed iava la capitale. E' il fondatore dell'attuale dinastia birman a . Aloncle (Ant onio Fèlice) . Ufficiale d i mRrina e scrittore m ilitare francese, n. nel 1824, m. nel 1878. Uscito dalla Scuola politecnica., fu nominato sottoti111cn te nell'artiglieria <li marina nel 1847 e raggiunse il grad o di colonnello nel ll)77. E' autore degli « Etudcs d'artillcrie navale de l' Angleterre et des, Etats- Unis ll •~ dell; opera: << Perforation des c u irm;sés en fer par les p rojectiles massifs ou creme ll (1867). Alone. (Art.). Un o dei due ,pezzi d i pan cone dell'affusto (es. d i quello <la campo mod. 1830 e di quello d'assedio mod. 1833) nei quali sono incavate le orecchion iere, e che in a,Jtre specie <l'affusto dicesi « coscia ,i. Il termine appar teneva a.gli affusti in legno; negli affusti metallici le orecchioniere vennero incavate in un r ia:Jzo della coscia stessa. Alone. (Fort·i ficazfoni) . La parte di u n'opera che è


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s ituata da un lato -come a la, o che serve di riparo acl u n'altra. (V. Lunetta).

Alopecia. Consiste nella caduta dei peli ed ha sede principa lmente a l cuoio capelluto, assu men<lo in ta l caso il nome di cal.:iz.:c; ma pnò colp ire anche con una certa frequenza le sopracciglia, i baffi, la barba e, più di rado, le altre regioni <lél corpo fornite di peli. Esis te un'alopecia fisiologica nei vecchi ; la stessa fornrn., lenta e progt·essiva, a volte colpisce an che i ndividui giovani per una specia le p redisposizione, nel la quale ha grande importan.za l'ere>ditarietà. L'alopecia, inoltre, può d ipendere d a molteplici condizioni mor bose, assumendo, in rapporto con queste, forme svaria te . Si può avere un'a'lopecia ·d iffusa, caratterizzata da una rapida cad tÌta de i capelli, in seguito a mala ttie infe ttive ( tifo, infl uenza, sifilide) e un'a.lopecia p i,1 o men0 circoscriHa, quale conseguenza di svariate condizioni" morbose della cute, fra le quali le più freq\l.enti sono la << seborrea secca » (a lopecia pitiroidc) e la << (ign :1 favosa » . Infine ,·a ricorda ta ancora una forma specia le d i alopecia, denomin ata << alopecia areata», << arc:1 Celsi ·o 0 << ,p orri go clec.ilvans >> ( « pelade >l dei francesi) nella quale la caduta dei rpeli a vv iene in modo rcgolase e prDgressivo <lal cen tro alla perifer ia, donde chiaue alopecich e cir colar i. Da l pun to d i vista me<lico- legale an ilitare, è presa in considerazione, per ovvie ragioni, la sola alopecia elci cuoio capellu to la qua le, secondo le vigenti disposizioni regolanJenta.ri> deve ritenersi causa d'inabilità assoluta a i servizio milita re quando sia rappres<!n tat1 dal'la << perd ita. completa e per111anente dei ca;pelli >J . P erò, oltre ta li cond izioni, ha indubbiamen te non p iccola i rnporta.nza. un altro fattore, que llo estetico, il quale va. tenuto n oi ma.ssi-mo con to d a l perito per considerazioni cli ordine d iscirplinas e . A volte, infatti, pur n on essendo estesa a t utto il cuoio capelluto, l'a'iopccia può presentar e una. forma tale, come ad es., quella con secu tiva a tigna favosa, eia rendere l' individuo oggetto d i scherno da ·parte dei compagni, il che potrebbe essere non ultima causa di quelle dolorose tragedie d i cas~rma che a vo.ltc si avverano nella v ita collettiva m ili tare. L 'alopecia transitor·ia, n a turalmente, richiederà so ltanto un p rovledimento temporaneo ( r ivedihilitiL o licenza di convalescenza). Alost. Ci tt /t d el Belgio, sull,i D end re. Fu capo!. della Fiandr a aus triaca. Fu presa e smantellata da, Turenne nel 1667; fu presa d agli alleati dopo la battaglia d i Ramillies {1706); venne occupata d ai tedeschi nel 1914, dopo vivo combattimento con reparti belgi. Alp- Arslan. V. Sclgi1<cidi. Al'Penkorps (V. Alpine <t rnppe) e A lpini). Nome dato a u n corpo indipenclen (e ,german ico misto di ele11nenti bavaresi e {Pl"USSiani, creato du rante la guernt moncl'ialc. Prima d i <1uesta epoca la. Germania 110n aveva trup pe spcoi-ali <la montagn a, le qua1 i furono or,gani.zzate n e'fl'inverno i.lei 1914, mediante la creazione dei ba ttaglioni sciatori. Jv1'ina.cciandosi l' entrata in guer r:.t dell'Ital ia, si ,aumentarono i ·bat taglion,i e se ne formiJ 1' A ., aven te la forza complessiva d i una divis ione cli fanteria, comanda ta fin o a l 26 febbra,io 19 17 dal gen.

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Dc'llrnent ingen e poi dal gen. 11utschek.. Il 2& ma.gg10 19 15 !'A. era sul fronte •italiano, e •wi rimase fino a l febbraio l916, epoca. nella quale fu r ichiàmato in Germania e 1Pa1·,tocipò a ll'offens iva contro Verdun. Successivamente venne in\•iato sul fronte .balca.n ico, dove rimase fino a l 1erirnine della guerra, partecipando alle oper a2iioni con tro la Se1ibia e :tll'offensiva contro 1a Ro111aniia..

r I tra;tta.to d i Versailles portò allo scioglimento clell'A ., ma i tedesohi hanno in seguito riorganizzato le ìoro t r·uppe da. montagna, sulla forza di un reggim ento

Alpin i terlost·h i in uniforme bianca.

icventc sede a )fonaco e comprendente 1 bgl. di caccia tor i, 2 cp_ cli lanciabombe, 1 pi. del gen io, 2 btr., 2 cp. treno. 1 cp. esploratori e ,;ollegarnenni . Oltre a questo reggimen to, qualche 1ninore reparto delrcscrcito gcrn10..nico è equipaggiato per la •guerra in montagna.

Alpens. Villaggio nella Catalogna settentrionale, ove ebbe luogo nel 1873, durante la seconda guerra carlista, u n aspro combatt imen to. Ii generale d i brigata spagnuolo D on J osè Cabrinety verso la onetit d i quell' anno radunò i resti dell'esercito ciel generale Vclarcle e si pose a ll' insegu imento del ca.po d ei CaI'listi, Savall, raggiu ngendolo ,1; resso Prats-di-Llussanès. P erò il suo a ttacco p rccipitoS'o non r iuscì. Cabrinety il 9 lu glio, avendo agito incauta·n1ente nella 1nanovt'a aggirantc 1 iu p reso in un' imbosca ta p reparatagli da Savall ad i\lpens, nel viMaggio stesso. Il vecchio generale spagnuolo cadde u.cciso, e n el violento combattimento che si svolse n elle vie di A-lpens i Carlisti fecero 800 p rigionieri, imr,adron endosi d i d tre cannoni e d elle salmerie della colonna C.tbr inct y, che venne completamen te d ispe,·sa. In seguito a questa scon fitta tutti i ,piccoti distaccaménti de'lla Reggenza in Catalogna ,p assarono nelle mani del nem ico. Alpenstock. V. Baston a alpino. Alpersbach. Piccola •città ddl Wurtemberg, dove ebbe luogo un combattimen to •1'8 luglio 1796 ; il gen. Vanda.mme, coman<lante di una d ivisione dell'esercito del R eno e d ella i\,.fosella, attaccò un d istaccamento a ustriaco che copriva la città e, d opo v ivo com.ba ttimen to lo hattè, catturando cir ca. 200 p rigionier i. A I pi. Il s istema alpino costituisce, si può dire, l'o~salura dell'intero Continente Europeo, ed è i l centro di tutti i sistemi montuosi dell'Europa sud orientale.


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E' un sistema assai ,giovane, fopmatosi quasi alla· fine dell'epoca terziaria, mercè una serie di sforzi verticali, d i pressioni laterali, ohe innalzarono, rovcsciar0010 e contorsero i sedimenti secondari per dar luogo al · sollevamento tlelle masse plutoniche le quali oggi sono rimaste a .fonnarc come la spina centrale del s istema, men llre i sedimenti calcari. ed argillosi, metamorfizzati dalle elevatissime temperattue alle quali furono sot.topasti, venivano trasformati in sci-sti, in marmi ed in dolomie. Ne sono r isultate nella struttura delle Alpi tre zone: una mediana o cristallina ed a ltre due calcarèe, formate q ueste due in prevalenza dalle roccie sedimentarie preesistenti al sollevamento. La zona cristallina ha le mag~iori asprezze: ivi corre di massima il confine geogràfico dell'Italia. I movitncnti orogenici e soprattutto le spinte tangenziali che avvenivano dall'interno verso l'esterno dell'arco descritto oggi dalle

Alpi, u rtarono contro potenti masse già in posto nel!' i11terno dell'arco stesso ed ancor oggi Piconoscibili nei cosidetti elisso;di, nel sistema francese (Mon ti l\1:aurc;;, Isole Hjères, Altopiano Cen tra.le), nei Vosgi, nella Selva Nera, nei massicci della Boemia e deH'Altopiano Podolico, <londe il forte corrugarsi degh strati ostacolati nella loro avanzata orizzon tale ed il parallelismo <lei rilievi, clie è una delle caratteristLche salienti del!e Alpi. I sollevamenti più recenti dai quali derivò la forma attuale delle Alpi sono que<lli ]V[. Viso-Ta.,bor e quello de'! M. Bianco (direzione Gaip~Martigny) che determina.no l'arco <li cerchio formato dalle Alpi Occidental i, che misura oirca 400 km . cd il sollevamento delle Grandi Alpi che si stende quasi rettilineo, per circa 800 k m. d a l M . B ianco a Vienna. Tutto intorno alle Alpi, fra queste ed i sistemi pi,1 antichi, s i hanno bacini idrografici importanti che ne segnano il limite. Fra le Alpi ed il sistema francese scorre il Rodano; fra le Alpi ed il Giura si hanno i laghi di Neuohatel e di Bie'l, I' Aar ed i:! Danubio, il quale serve altresì di divis ione con il sistema Carpatico; fra 1e Alpi e gli Apennini scorre il Po. Le Alpi pr esentano la minima dimensione orizzontale ad occidente, nelle Alpi Marittime, dove toccano a mala pena una profondità dW0 km. e vanno man mano aumen. tando col procedere verso oriente, fino ad un massimo di c'irca 30'0 km. in 'Cordspondenza d_çll';\ lto Adige e <lell'alt01PiaJ10 Bavarese. Le tre zone geologiche già viste stabifiscono una prin:1a d ifferenziazione nelle carat-

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!eristiche .del paesaggio al'J)in o, mdlto importante agli effetti delle operazioni militari. Ad esse co1-rispondono ;incora i sòlchi longitudinali che d obbiamo considerare come vere vie d i facil-itazione per il movimento. Nelle A1pi Occidenta-li la zona cakarea interna manca del tutto; prdbabi<hnen·te ei;sa è SJ)rofondata nel mare che ricopriva un · tempo l'attuale p ianura pada11a. La zona calcarea esterna è delimitata in modo alquanto incerto dalla media valle della Durance, da.J Drac, dall'Isère e dalla va11e di Chamonix. NeL!e grandi Alpi invece la zona calcarea esterna è ben segnata dal solco : Rodano, Reno, Inn, Salzach, E nns; Salza. La zona interna comincia poco avvertita col solco Tresa-laghi di Lugano e di Como e prosegue poi molto bene segnata dal solco Valtellina-Stelvio- Adige (fino a Merano)-Pusteria-Mu,r e J\,furz. Le ,\!pi Occidentali si affaccia.no su due bassopiani : quello Roda.no-Saone e quc!Ìo del Po; tuttavia la mancanza della zona iJlterna d à luogo a differenze notevoli fra i due versanti, in quanto jl versante interno, che .parte direttamente <la111a zona crista!.lina, cade al p iano con contrafforti brevi e ripitl-i e con valli p revalentemente trasversali, molto corte e d i forti pendcnz<:, . e quindi poco atte ad operazioni milita,·i, menti-e il versan te esterno, che comprende pure la zona calcarea, è molto p iù ampio e quindi più dolce, tagliato anch'esso da valli trasversaJi, cbe però incidono 1,-pesso tutte due le zone ed assumono quindi sviluppi considerevoli e pende117,e assai p iù miti. Le conseguenze militari che ne deri,·ano sòno evidenti. (Le A'lpi occidentali hanno sempre rappresentato per i'I P iemonte una buon,1. barriera <lifens'iva. E non mancarono i duchi (li Savoia e i Re d i Sardegna di volgere le loro cure a fortificare i passi alpin\, obbligando gli a;bitanti dei villaggi limitrofi a tenere in hu.ono stato le strade ci'"ili e milita.ri della loro zona e organizzandoli in mi·lizie, le quali sen•i,v ano generalmente come appoggio alle truppe d'ordinanza). Nelle Grandi Alpi la zona ca'lcarea interna incomincia; solo in corrispondenza ddlo 5tpluga: le coLiinc moreniche d i VaTése "e- della Brianza si possono considerare come le prime traccie della catena interna, la qua'le assume proporzioni notevoli specialmente dopo !'Ogli;, per la presenza di masse crisla·lline come l' Adamellc. La. catena esterna, nella qua le anche sono numerose le masse plutonicl1e, rivaleggia in altezza con la mediana. Il declivio interno è anche ·q ui assai p ih accentuato· dell'esterno,, e non solo là dove manca la catena i1Ìterna e la catena mediana si affacoia per con• segucnza ,·ip i'<:lissima sulla pianura, ma anche dove la catena interna esiste ed ha maggior spessore; e questo per il fatto che il versante interno tel'Inina sul bassopiano (del Po), men tre ~I versante estfrno si a l'larga negi·i a ltJip,ia.,i svizzero e_ bavarese. In questo settore sono numerose le valli longitudinali, pa!'lkolarmente propizie al movimento. ;\\'elle Alpi Orienta..Ji le tre zone sono sempre ben marcate ed anche qui p redomin ano le valli longitudinah. Vi sono poi, nelle Grandi Alpi, in sen-,o Lrasversalc, delle lince di frattura che hanno vivissimo interesse militare. Fra le pi(1 importan ti, citeremo 'q uella Reno anteriore-Merano-Lago Maggiore e quella Isarco-Adige. Da quanto s i è detto ,finora è agevole concludere che le Alpi, m entre non rappresentano un ostacolo insor- , mon taibile nè •per invadere la pianura padana nè per

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uscirne, offrono as.sai maggior i d ifficoltà a chi vogli;l valicarle clall'ltalia verso l'esterno che non viceversa, e ~ucsto vale forse a spiegare come, ad c.ccczione delle guerre di Roma, siano assai pii, numerose nella stori.t le invasioni -dell'ltalia attraverso le Alpi che non le imprese opposte, e come :1.bbiano così spesso e con ta11ta fortuna dom1na,to sulla I'énisola popoli e monarchie accampati lungo l'orlo esterno delle Alpi, come la stessa Augusta Casa che da secoli ha fatto sue le fortune dell'ltalia. Le Grandi Alpi infine non sono ostacolo separawre assoluto in caso di operazioni svolgente.si con tempor:rneamentc nelle v,illi del Danubio e del Po: le guerre di Xa.polcone informino. I geografi sono quasi concordi nello stabilire tre sezioni trasversali delle Alp i: la prima od occidentale, che include Hltti i rilievi fra il Colle di Cadibona. cd il ).[. Bianco, la seconda, delle Alpi Centrali, che va dal llf. B ianco al Brennero; la terza, od orientale, nella quale av\"Ìene la giunzione del sistema alpino con il sisteml Dinarico, i cui lim iti i geologi non sono riusciti a strtbilire in modo' concorde. );elle Alpi sette punte supera.no i 4500 m ., 24 i 4200, 170 i 3500. Non tutte le vette rnagg io ,·i •sono nella caten:1. mediana; p. es., nelle A. Occidentali ne sonn fuori il Gran Paradiso (m. 4061), l'Albergian (mrtri 3040), il I'c1voux (m. 4103) cd il mass iccio della Vanoise (m. 3600); nelle A. Centrali ne sono fuori il gruppo del F insterarhorn (m. 4275) e lo Schreckhorn (m. 4080). Anche •la linea displuviale non è sempre facilmente rint.racciabile, specialmente nelle Grandi Alpi, poich~, dal ).;I. R osa al!' Adula, la catena formatasi con il sollevamento originario è quasi scomparsa per l'a~ionc degli an tichi ghiacciai che ,coprivano le valli del T icino, della l\faggia e del Tocc; e dall'Adula al Brennero è spezzata in due punti per dar ,passaggio al R e-

1:0 (via ).[ala) ed all'Inn (stretta di Zernctz) e la lia~l spaTtiacque non corre sopra una sola linea di sollevamento, ma ,passa dall'un,t all'altra, alcune volte con vere soluzioni di cont inuiti, come al Colle di )laloggia. Anche più incerto è lo spartiacque nella parte orienta le, d opo la va lle d ell'ldria, .poichè la catena scompare in una serie di altopiani foggiati a conca, spesso chiusi sen1,a sfogo visibile, i quali formano bensì nel loro insieme spartiacque fra l'Adriatico ed il ).far Nero, ma uno spartiacque complicato nel qu.ile rie5cc sornmarlllente difficile seguire la linea di displuvio.

Ripartizioni delle Alpi. I . Alpi Occidentali.

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a) Zona esterna. Si hannq nella zona esterna: le .-1. <li Provenza, che si stendono fra H Varo e la Dmance ed hanno per nodo orografico I' Enciastraia e le A. di Moriana e del Delfinato fra Durance cd Isèrc; nodo orografico il r-1. Tabor; le A. d i Savoia, fra Are, Isèrc e Rodano. ::--:otc\"Oli in esse i due nodi orografici dell:1 Levanna e la Cima Do!cn t ; dalla prima ori.ginano da una pai-tc il -Gran Para.eliso e dal'l'altra i ~fonti della \'anoise, dalla seconda si staccano i )fonti del Chiablese.

b) Zona media11a. Alpi Marittime: d.il Colle di Cadibona o di Altare al Colle dcli.i Maddalena o di L archc o dcli' Argentera (200 km. c irca). Nel lato esterno è panicolarmentc importante il contrafforte fra Roia, Vesubia e Varo, perchè c ontiene le storiche posiz ioni dcli' Auù1ion e di Saorgio. E' attraversato dall'arteria rotabile Nizza- Cuneo, che dovrebbe essere accompagn,Lta ben presto d a una ferrovia ormai (1925) costmit.L in temitorio italiano e quasi ultimata in territorio francese. Sono altrcsì importa.nLi il contrafforte fra il Varo e la Tinca cd il contrafforte fra la Roia e la T aggia, il quale fa capo alla regione SaccarelloCima di Marta, che da una parte si spinge fin contro


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.ALP le pendici orienta,li dcli' Autl,ion e forma con esse !:i gola di Saorgio e dall'altra si deprime nella Colla A:·<lente, posizione di difesa degli austro-piemontesi durante le guenre della Rivoluzione francese; il contraifone fra Taggia e Arroscia, nel quale si apre il Pa,;s,1 d i S. llernardino; il contrafforte fra Arroscia e Ta11aro, che si co llega con quello di Zuccarello, nel quale si aprono i coll i di X a1·a e di S. Bernardo. ::-:cl versante interno si l1a.nno i contrafforti brevi e tormentati che si interpongono fra Ges;o e Stura, e s,p ezzettano la valk dc-I Gesso, facendo d i essa un elemento separatore; i; contrafforte fra Yermcnagna e Pcsio; quello fr:t P csi<'l e Tanaro, che raccoglie nell'acrocoro del ~ fon gioie le vallette confluenti nel Tanaro; il contrafionc fra T a naro e l.101,mida, che termina nella regione collino~a delle Langbc; il contrafforte fra le due Bormide, che si riassume nel massiccio di Settcpan~ il quale si · erge fra il colle di Melogno o dei Sct tepani ad occidente, e ad oriente il Colle di Cadibona o di Altare, con il quale le Bormida comunicano con la regione ligure ed è inciso dal Colle di Cosseria, per cui p assa 1n strada àa Carcare a J\fillesimo e Ceva. ·

Alpi Co:ie. Dal Colle della M ad<la1ena al Colle del Ccnisio (200 k m.). Comprendono il saliente del T abor. l contrafforti interni so110 molto brevi, separati da valli di erosione anah' esse brevi, che immet tono subito nella pianura; il più importante mllitanncntc è quel lo fra Stura e ~faira, che fa capo alla p osizione del X odo del ::\Iulo, ed è inciso dalle vallette Grana ed Arm:i.; il più breve è quello fra Pellice e Germagnasca . Not èvoli aJltresì il contrnfforte dell'Albergian fra Germagnasca e Chisone, ed il contrafforte dell' Assietta e dcll'Orsiera, che cade sulla Dora. Riparia e s'affaccia con ranfrteatro mc,renico di Rivoli, le cui colline coprouo lo sbocco in piano della vaìle delfa Dora Ripar ia. T utti i monti che alimentano le valli del Pellice, tle!la Gcrmanasca e del Chisone prendono anche il nome di ,\lpi Valdesi. AlPi Graie. Dal Colle del Moncenisio al Colle Ferrei (ISO km. circa). Ra,ppresentano i~ tratto meno indicato per operazioni militari di tutte le Alpi Occidentali, poichè dal Roociamelone al R uitor hanno l'a• spetto di una mura.glia quasi continua, dell'altezza media d i circa 3000 metr~ dncisa da pochi passi, di importanza turistica più che militare, e solo a nord, frn il Col du l\font, mulattiero, ed il C-Olle della Seigne, (lurc mu lattiero, offrono una. ipercorri bilità assai maggiore ed ospitano il Colle del Piccolo S . Bernardo, buon valico rotabile che collega la valle della Dora Balt,•a con la valle dell'Isèrc. Degno cli menzione il contraiforte fra l'Orco e la Dora Baltea, nel qmde s'innalza il maestoso gruppo del Gran P aradiso. L'anfiteatro morenico d'Ivrea, molto più vasto e regolare di quello della D ora Riiparia, chiude lo sboci:o della Doria Baitea nella ,p ianura con una serie di a.Jture, a1lc quali s: può attribuire la stessa funzione militare che già si ~ vista ·per l'anfiteatro morenico di Rivoli.

II. Alpi Centrali. Si stendono dal Colle Ferrct al colle d i Rezia (Reschen) e si d ividono in tre sezioni : A. Pe1111itie, A. Leponz-ie, A. Ret-iche. Le A. Centrali possono anche suddividersi in due tronchi, prendendo come linea di separazione la •linea di frattura. segnata dal Lago Maggiore, -dalla Mera e dal R eno a nteriore, per la quale passa la comunicazione p iù breve fra !'al-

ALP topiano S,rizzero e la pianura Lombarda . La sezione occidentale, che comprende le A. Pc1111i111• e le Leponzie, manca come si è ,·isto della catena mediana; ad essa corrispondono nella. ca terna esterna le A. Bernesi. le A . dei 4 Canton i e la Catena del Todi o .4 . del Rer,o. Ila ,particolare importanza in questo tratto il Nodo del S. Gottardo, nel quale s i uniscono le .l. Leponzie, le A. Berne.,i od Oberland flernese e le A. del Reno. è\e! versante interno d i questa sezione è da notarsi il con trafforte fra ·la Va•ltourna rtchc (torr~nte i\Ia rmorrì e la Val Challant (Evançon), che obbliga la D ora ad abbandonare la direzione ovest-est ed a ripiegare a sud est, il contrafforte fra ki Valle di Cha!lant e la Valle <lei Lys, che termina con bruschi r>iicvi su!Ja Dora di contro al )I. R~sa dei Banchi (Gruppo del Paradiso) determinando la famosa stretta di Bard ; il contrafforte fra la Valle del Lys e la Valle Sesia, che si ,tacca dal mas9icc io del 1'1. Rpsa e termina ad occidente con la Serra. -morenica d'Ivrea e ad oriente con i ::\I. Biellesi; il contrafforte fra Sesia e Tocc, che le colline moreniche d i Orta r iallacciano al )Iottaronc, cd i: contrafforte fra Toce e Ticino (.4. Ticinesi) . Ad est della frattura Lago Maggiore -Reno, si stendono le A . ·Retiche, le quali, a partire dal Xodo del 1Ialoggia (importantissimo anche idrograJkamente perchè manda I.e ac<Jue al Uare <le i Nord ( A1lbula, Reno) ed al ]\far Nero (lnn, Danubio) ed all'Adriatico (Mera, Adda) si scindono in due catene J)arallele aYenti entrambe direzione d i nord est. La prima prende il nome d i A. dei G rigioni; la seconda A. del Bernina. In queste u lti•me sono compresi il grulJ)pO omonimo ed il gruppo della. Disgrazia. Fra le due catene si aprono ad est b rnlle dell'Inn e ad ovest la ,·a lle della )Iera, in un solco parallelo al solco dell'Adda. Importantissimo in quest a sezione il nodo di 1\1. Uraulio o dcl!o Stelvio, dal quale si stacca il gruppo Ortler-i\damclio il qualt· a sud dcli' Adda si allarga. nella zona montuosa che termina a l piano con le colline del Varesotto e di Brianza cd interpone fra Adda cd O glio le A . Orobie e fra Oglio ed Adige le .4. Carnonie, nelle quali · sono da notarsi, anche per la loro importanza militare, i Monti della Giudicaria cd i ~fonti del Garda. Esternamente alla ca tena me<liana, in questa sezione s i stendono le .4. di Algau e del Voralberg e le A. Bav:r.resi o A. dell'Inn : le iprime si frappongono fra il Reno e l'Inn, le ;;econde fra l'Inn ed il Danubio. IIl. A. Orientali. l!.e numerose fratture che caratterizzano la {liunzione del ;sistema alpino con il sistema dinarico, e cioè la frattura del Chiese, quella del Garda e quc,lla <lell'Adige, segnano a ltresì l' inizio delle AOrientali, ma è assai d ifficile stabilire fra i due sistemi" un termine egualmente accetto a.i geografi ed ai geologi_ Xoi, seguendo la ripartizione più diffusa, inclu,deremo nelle A . Orientali anche le Giulie, cd includeremo, perciò nella esposiz ione anche la tormentata regione cakarca che s i stende fra il Colle di T arvis ed il Quarncro. che a stretto rigore geologico il sistema dinarico reclamerebbe già come sua. L e A. Orientali costituiscono spartiacque fra il l\farc Adriatico ed il Mar X cro. La linea di displu\'iO ci interessa in modo partico1are, poi che gli eventi della. guerra mondiale vi hanno portato il confine politico a rnincidere con il confine geografico. L a 1.ona cristallina comprende le A. Tirolesi, le A. Noriche, distinte in


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Alti Tauern, ad ovest, Piocoli Tauern ad est, tcrn1inando con lo Schneeberg cd il Wiener wald sul Dcimrbio; le .-J . di Car inzia e d i Stiria, che dopo essersi smorzate nell'ondulata regione del Semmering, si ri~izano ancora una volta di contro a i P,iccoli Ca1'J)azi, sulla destra <lei Danu1bio, nelle modeste alture della Lei1ha. La zona calcarea merid iona le è .t,utta occupata da una serie <li catene para llele che prendono il nome Ji A . Dolomitiche, A . Ca rniche, Karavanche, alle quali ultime s' innl-stano, al nodo · del Terglou, le A. G iu lie. La zona ca.lcarca settentrionale comprende le A . del Salisburgo e le A. Aust11iacbe pròpr iamentc dette. Le .'\!pi Tirolesi {:Omprendono quattro d istinti massicci n ista llini: l'Oetz, lo StubRj, il Zi ller, il Gros., Venediger, tutti conli])resi nella ca.tena spartiacque; clopo 'JUCsta, col Groglockner, cominciano le .4 . Noriche. Le A . Tirolesi s' innescano d irettamen te, at traverso alla soglia d i Dobbiaw, alle A . Dolomitkhe o Cadorine, com;prese fra l'Adige ed il Piave ed alle A . Carnid1e. wmprcsc fra la Drava, il Piave e l'Isonzo. Le valli del• la Drava, del Gai!, del Ga.ilit?. e del T agliamento rinserrano i princ ipali r ilievi di qucsra zona, la qual". mostra evidente p iù di ogni altra il parallelismo delle catene. I ~I. Lessin i e <lei Sette Comuni, a sud della Val Sugana, tra Adige e B ren ta, il gru•ppo del Grap,pa fra Brenta e Piave, e, aJlcora p iù a sud, i due p iccoli

cidc spe,;so con da rete idrografica : le valli trasversali che, come abbiamo visto, abbondano nelle A . Occi-den-

della vegetazione arborea, si hanno qui i prim i segni annunzia.tori del Ca.nso desolato e squ§Lllido; le valli raramente h a nno uno sviluppo continuo, per cui suc ccd,., che per passare d alll'uno all'altro versante si debbono superare più valichi. li ·Carso è un a.ltipiano lungo drca 70 km. e largo 50, foggiato a pieghe parallele, a vent i d irezione generale d i sud est. Le conche assumonn profondità maggiori (foibe) e sono ·separate d a va llette talvolta w ltivate (doline). 1,1 M . Nevoso (Schneeberg • m. 1796) · che s'innalza p oco a nord della città di Fiu.me, serve <li giunz,ione fra le Alpi ecl il sistema · d inarko.

Strada delle Alpi (Strada Nazionale N . 2 12). Strada francese di alto inte1·esse m ilitare che attraversa :la nord a sud tutte le Alpi Oocidentali, unendo il Lago di Ginevra a Niz?.a con un percorso d i circa 600 km . :\1essa in p rogramma con legge del 5 aprile 1912, essa fu ultima1a del tu tto n~l 1925. Staccandosi da Thonon, risa le l' Arve fino a lla d epressione di Megève, per i! solco dell' Arly scende ad Alber-tville, .risale l'Isère fin0 alle origini, toccando Moutiers e Bourg St. :Mau r-icc (IO k m. da l Piccolo S. Bernardo) e per il Colle dcll'Iseran scende a L ans1ebou:rg n ella valie dell'Arc (a poch issimi cl1ilometri dal l\'foncenisio), d 1e percorre fino a S. M-ichel; lungo la Valloire e la Guisane per il col-

tali, possono consentire un n1ovimento anche i'n tenso,

ma sono spesso sepa rntl fra loro da ostacoli che fanno sentire la loro influenza disgregatrice sulle masse qpe~ ranti, mentre le valli longitudinali, che caratterizzano essenzia lmente le .4 . Centrali e le A. Orientali, si pre.~tano assai meglio al coordinamento delle oiPerazioni, ed il loro nome ricorre assa i pii1 frequente nella storia, con esempi di guerre manovrate d i monta.gna (Campagne di Il!acdonald nei Grigioni e di Napoleone nel Trentino). Circa 30 valichi rotabili o carrozzabili altra.versano la catena princi-pale (cristal!i na) : Altare o Cadibona, l\Ielogno, S. Bernardo, :'.\ava, Tenda, l\1addalcna, 1110:,ginevra, :Moncenisio, Piccolo S. Bernardo, Sempione, S. C;ottardo, Luk•manier o S. ~,f aria, S . lkrnarcl ino, S,plu ga, ::\Ialoggia, Bernina, Buffalora o Ofen Pass, Rczia, Ilrcnnero, Dobbi>LCO, :!\l. Croce d i Comelico, l\l. Croce Carnico, Tarv•is o sella di Saiinitz o d i Camporosso, Predii, Podberdò (alla testata della Baca), Podlanischam e Passo <l'Idria, il va-Iico d i N au1iono o di Loitsch, il Colle cli 1\de!sbcrg, Lcskova Doljna. N u merosissimi i valichi mulattieri, parecchi de,i quali potrebbero ven ir trasformati in rotabili senza trÒppe difficoltà . L e ferrovie che attr aversano la catena principale sono anch'esse relativa,m ente numerose. Esse attraversano : il co:Je di Cadlbona, i l Colle di T enda, il Fréjus, il Sempione, il S. Gottardo, il Passo del Bernina, il Brennero, la soglia cli Dobbiaco, la sella di Tarvis, il Passo di Podbcrdò, i valichi di N auporto e d i Adelsberg. Quasi tutte le comunicazion i st.rada!i e ferroviarie c.onvergono nel versante interno verso cen tri di att:azione ben definiti, quaLi Torino, Milano, Verona, Udigruppi dei Berici, tra Adige e Bacchig!ione, possow., ·ne, e divergono ·per conLro fortemente attraversa11do le considerars i come le estreme propaggini delle A . CatkAl·pi verso l'esterno. Questa c ircosta.nza, unita a quelrine. La guerra mondiale ha messo in rilievo il valore le già viste delht differente profondità. delle due zone tattico cli queste alture, che cost ituiscono come l'u:sedimentarie e della scarsezza d i solchi longitudinali tima difesa montana della regione Veneta, ed ha dato nel versante in terno, mentre essi sono relativamente nuri lievo altresì al l'importanza dell'anfiteatro morenico rnernsi nel versante esterno, conferiscono a caratterizdel Taglia111ento, che innalza le sue modeste a lture sul zare le operazioni militari che s i svolgono attravers0. fianco cli un invasore che fosse penetrato attraverso la le Alpi nei due sensi : rapida {:on vergenza d i linee di cercl1ia delle A . Giulie . operazione e maggior facilità. d i coor,dinare le operazioLe Alpi G iulie s' iniziano al Passo d i Ta rvis e sono n i stesse quando si svolgano offensivaipr:u te dall'esterclawirirna comprese fra !a Sava e il Fclla-Tagliamento. no verso l'interno. Le masse della. d ifesa in questo caso ln questo primo tratto, fino a l corso dell'Idria, consersi spostano c on maggiore d ifficoltà. Per con tr o operavano spiccato {:ar attcre alp-ino, con creste frastagliate zion i offensive p rococlcnti dall'interno verso l'esterno e vette elevate, come il T ricorno (Triglau - m . 2864). divergono profonclamentc: la d i,fesa ha buon giuoco il Manhart (!ll1. 2580). /1. sud dell'I dria il paesaggio si trasforma in una. serie di aJtipiani, a i q uali sovrastanr, _ nella facilità d egli spostamen ti e nella successività delle linee. disord inatamente gruppi di alture : tolta la r icd1ezza

Viabilità. N ell'a regione alpina la rete stradale coin-

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le del Galibier (a breve distan;,;a. dal Tabor) entra nella ,,al/e della Durancc, ohe percorre fino a Guillestre, toccando l3riançon e M. Dau.phin, indi per il Colle del \"ars scende a Ba.rcellonettc, nella valle dell'Ubaje, passa per il Colle della Cajo11e nella valle del Varo d\è segue poi fino a Nina. Fra S. Ge!!'Vais e Dourg SL )faurice, attraverso il Col du Donhomme, una rettifica abbre,·ieri notevolmente il percorso ed a vviciner/i. 1.I Colle della Seigne questa importante arteria che collega le principali localitit fortificate della fronL iera al'J)ina francese cd è altresì in ottime relazioni con le comunica.zioni provenienti dai classici arroccamenti francesi del Rodano, dell'Isère e della Durancc. Linea mU;tare delle Alpi. L e fortezze ed altre opere minori che vennero erette nelle i\lpi Occidentali, non costituirono un assieme difensivo che dopo la riunione aJ Piemonte del'le alte valli del Chisone, della D ora e della Vraita, apµa rtenent i al De11inato fino al 1713. Fu specialmente in •previsione delle operazioni dell:l guerra per la successione di Spagna che, per opera di Carlo Emanuele I, sorse una linea fortificata qua.si ininterrotta dal R occiamelonc ,a,Jlla. Stura <li D emonte, alla quale linea fu im:propriamente <lata <la qualche scrittore la quaJifica di « Linea militare delle Alpi ''· Essa era costituita dalle fortezze deHa Brunetta di Susa, d i Exilles e d i Fenes trelle, collegale fra loro da strade e da piccole opere accessorie speditivc; si prolungarn per il -contrafforte dcli' Al-bergian. i cui passi furono muniti di ridotte, per la éresta di confine con la F rancia, includendo nell'alta val Pellice i forti di M ira,bouc e le fortificazioni ere tte sul Colle Barraut (o del Pis, secondo la denominazione dell'epoca) e continuava ancora a sud con una serie di fortificazioni ca.mpali che dal Monviso si estendevano altraverso la valle Varaita e Ja val l\faira fino al Colle del Muloecl alla. posizione delle Uarricate in Val Stura. Dietro a questa s.-ilda linea di difesa erano altre opere di mi nore importanza, quali il forte di Perosa cd il fortino d i S. Lu igi, in val Chisone, il [orte J i Torre Pellicc, il castello di Avigliana. Guerre, spedizioni e ùr.:asio11i 11elle Alpi, I . N ell'a.nticMtà : La ,prima invasione a ttraverso le A\pi. <lell:i quale si ha nno noti~ie storiche con qualche certezza, è quella dei Celti, an·enuta nel 594 a. C.: Ambigato, capo della confederazione gallica dei Celti, che abitava fra la Sequana. (Senna) e la Garumna (Garonna), inviò parte della [Popolazione csuberan:e delle sue tribù, con a capo il nipote Sigoveso, verso l:,. Germania attraverso la. Selva Ercinia, e parte, con un altro suo nipote, Bellovcso, in l talia attmvcrso le Al1, i. Quest'ult im:t invasione, c he s i fa ascendere a ci rc~ 1S0.000 Galli, varcò le Alpi. sembra, per il colle del!'Argentera o <lei } Io1wiso (secondo altri per il }fo:lviso e per il :'.\fonginevra) ed ava nzò nella p ianura padana Jino al Ticino ove, battuto un esercito etru~co accorso per arrestarne l"avanzata, pose stabile dimou fondando '.\filano. Divulgatasi in Gallia la notiz":i del la. buona riuscita di questa prima emigra,ione, altre 11e segu i,·ono fra il VI e il IV socolo a . C.: Quella doi Cenomani che, sulle orme di Belloveso, passarono essi pure le Alpi andandosi a stabilire fra Brescia e Verona; Q uella elci L ibui c he, passati forse pc1· il Mong inevra, andarono a stabilirsi in q uel di Vercelli;

Quella dei Salluvii, tribù ligure d'oltr' Alpe, che sembra. calasse i.11 Italia per la Valle della Vra ita fonda!'ldo Saluzzo e forse anche Ticinwn (Pavia); Quella. dei Boi, residenti presso le sorgenti della. Marna e della Seru1a, che, pass:ua la Saona, varcarono il GiuTa, costeggia1·ono il Lago L emano, risalirono il Rodano nel Vallesc, e per il Sempione scesero nella pianura padana, che attraversarono andando a stabilirsi presso l'etrusca Felsina, che chian1arono Bononia. Verso il 390 a. C. 30.000 Senoni, calati anche essi presumibilmente dal Sempione, si unirono ad altrettanti Boi e da Bologna, attraverso l'Appennino, si spinsero fino ad assedia.re la cittit etrusca di Chiusi. ::-.rei III scc. ,t. C. Romu che, respinti i Galli e vinLi T'irr,i e i Cartaginesi, si era impadron ita di tutta l'Italia peninsulare, do,·ette sostenere aspre lotte con i Liguri che,

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scendendo dai loro rifugi delle Alpi, molesta\'ano con continue scorrerie le popolazioni vicine. Nuova e più terribile invasione gallica si ebbe in seguito alla legge agraria proposta dal tribuno Flaminio per la r,ipar1<izione delle terre conquistale ai Senoni: I Boi e gli I nsubri, temendo egual sorte, inv itarono i Gesati a calarè dal Va.llcse iper marciare insi<-me s u R oma (225 a. C.). Solo dopo aspre vicende gli eserciti d i Roma poterono battere gli invasori presso Telamone e scongiurare definitivamente il pericolo. X egli anni successivi i R omani, approfi ttanrlo della vittoria, conquista rono la piunura p:tdana, dopo a,·cr battuto i Galli sull'Adda, e alla stretta di Stradella. Era appena. compiuta la conquista della Gallia Cisalpina che Annib:tlc, eletto ca,po dcll'csc1·ci10 cartaginese in Spagna, infrangeva i trattat i conchiusi con R oma al termine della. 1• guerra punica, assediava e<l espugnava Sagunto, indi, lasciato in Spagna il fr:ttello Asdrlllbalc, muoveva alla volta dell'Italia, ove intani.o gli Insubri e i Boi, <lopo avere inviato messi ad incontrarlo, si solle,·avano contro il dominio di Roma. Annibale partì da Cartagcna ()l°uorn Cartagine) nella primavera. del 218 a . ,C. e ragg iunse le bocche <lei Rodano dove invano il console Scipione accorse per con trastargli la ry1arcia; giunse troppo tardi, chè Annibale, pas-


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sato il fiume d i ,viiva forza, già ne risaliva la s1111stra giungendo dopo 4 giorni d i m arcia alla confluenza dell'Isère nel Rodano, nel p aese degli AIIO'brogi, dai quali ottenne riforniment i e guide per il passaggio delle Alpi. J\fol!o si è discusso dagli storici sull'itin erario dell'esercito d i Anni bale. Secondo alcuni seguì la vi-a :hc costeggia l'Isère e a t!Taversa il Piccolo S. Bernardo nella valle d'Aosta e di qu i per la Dora Baltea va fino a Torino; secondo a ltri seguì la via che r,isale I' Are, passa il Ccnisio, e di qui va a Susa e Torino. La versione J>iù accreditata è quella secondo la quale Annibale, partendo da Tufontmirail, saret>be disceso sull'Isère presso St, Nazaire e r isalendo quindi l'Isère fino , a. Grendble e da qu-i il Drac fino a Gap, sarebbe ridisceso alia Dura,iza passandola presso Sa 1es; indi, risalendo la D uranza, avrebbe raggi un lo e valicato ii colle <lei ::Vfonginevra discendendo per la valle della Dora R ipa.ria a Susa e ,p oi a Torino, ove giunse alla fine d , ottobre, 5 mesi e mezzo dopo la. partenza da Carta gen a, wvendo impiegato nel solo ·p assaggjo delle Alpi 15 giorni. Invero la strada .per il 1\'Ionginevra fu la via p iu. frequen tata n el periodo romano: secondo Tito Livio la percorsero i Galli d i Belloveso; essa fu esplorata da Pompeo e fu di certo tenuta da Giu l·io Cesare nel!:! spedizione contro gli E lvezi i. La prima via ricordata ~ la meno prdbabile ,p erchè troppo lunga ed attraversante le beHicose trib ù dei Sal'a ssi, che avrebbero con trastato il p asso a.U'invasore. Sparito dalla scena Annibale, Roma si volse alla conquista dell'intcra Valle Padan a . M a solo dorpo mo:t i anni di accan ita lotta i valorosi ·Galli e gli inafferrabi li Liguri poterono essere domati. Nella prima 111età del 2° secolo una tribù di Illirici, calati dalle estreme Alpi orientali con 12.000 armati su Ila costa Adriatica, vènne a stabilirsi nella region~ dove ,p oi sorse Aquileja. Venne inviato contro di loro il proconsole Lucio Porcia che, domatili, v i fondò una colonia unilitare la qua-le, resa potente con numerose fortificazioni, costituì poi per secoli una salda barriera alle invasioni straniere. Ma i Romani, vincitori già di tanti popoli, conquistato,-i di tante prov incie, non a\'evano ancora, <lopo 6 secoli di esistenza, anlito di avventurarsi nelle Alpi. Verso il 12:l a. C., il Senato R omano tentò accordi con gli Equi, dimoranti fra Loir:i e Saona, che eran o in guerra con gl i Allobrogi. Appunto per soccorrere gli Equi le coorti Romane, sotto il :onsole Domizio, lraversasono per la :p r ima volta le Alpi (122 a. C.), quasi un secolo dopo Annibale. varcando probabilmen te quello stesso <::olle del, i.\Ion gincvra che, come si è detto, divenne in seguito la più breve e più frequentata via per la Gallia. Sul fin ire della guerra Nun;idica l'Tta l-ia fu minacciata da una terribile invasione : .già da alcuni anni turbe di popoli settentriO'nali, gli ScoJ"disci, era.no scesi in I lliria e in Tuiacedonia, fermandosi a li' Adriatico, ed a stcnt,o i R omani arano riusciti -a rica.c ciarli oltre il Danubio. Poco <lopo 300.000 Cimbri e Teutoni, mossi dalle rive del Baltico, varcarono J'I stro, battendo il console Papirio Ca.rbone, che erasi portato a sbarrare loro la str ada a l di là delle Alpi Venete, proha,bilmentc sulla D ra.va (113 a. C.). Ma, anzichè,~ue in Italia , quei barbari p,er l'Elvezia si diresse10 nelle Gallie e sconfissero r ipetutamente i Romani, iìnchè ]\!fa.rio, re' duce dalla guerra numidica, ottenne il conso!aro con l'incarico d i arrestare la tomuta invasione c imbro-teu-

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tonica. Tulentre un esercito coman dato dal proconsole Luta:zio Catulo 'prendeva posizione sul P o p er guardare gli sbocchi d e!Je valli a\pine, ::\fario con i suoi veterani d'Africa. si ,Portò alla foce del Rodano ove, rinforzate le sue schiere con gli avanzi delle -legioni co-Jà, d islocale, menirc i Cimbri e i T eutoni saccheggiavano la Spagna, 1)rese .posizione sulla s inistra del Roda.no, <presso ,il lido, costrnendovi un campo tr incerato comunican te col m are. Nel 102 a . C. i Cimbri e i T eutoni, respin ti dalla Spagna, .ritornarono in Gallia aipprestan dosi ad invadere l'Italia. l Cimbri, attra1•crsa!:i. l'E lvezia E, il N orico, p er la valle dell'Adige, e i Tcutoni, lungo il mare, ·per la Liguria. Questi u ltimi vennero distrutti d a ).fario che, dopo aver abilmente m:1 novrato lungo il Rodano, li atlaccò in condizioni favorevoli presso Aqua.e Sextiac (Aix). Intanto Catu lo, dopo aver invano tentato di arrestare i Cimbri scenden ti dalle Alpi Carniche, respin to dalla cresta alpina, andò a rprcndere posizione a cavallo cieli' Adige p resso Verona; ma, aggirato dai Cimbri, che avevano passato altrove il fiume, dovette ritirarsi sulla ·destra del Po. Sopraggiunse allora ::viario con le sue legioni, a ttaccò i bar bari e li distrusse, sern!bra nel Veronese. Dopo le guerre civil.i fra :Mario e Silla, sovercl1iato il par tito de,mocra.tico, P ompeo mosse contro i Galli transalpini, cbe avevano parteggiato per Tufario. Gli storici narra.no che egli attraversò le Alpi per una via diversa da quella seguita da Annibale, ma n on da.nno ind icazioni suffidcnti a individua.re il passo. Giulio Cesare a su a volta, alla testa di cinque legioni che r accolse n ella valle tPadana, n el 58 a. C. varcò le Alpi «veJ.· il più prossimo camm ino ll, allorchè dovette fronteggia re l'invasione degli E lvezi n ella. Gallia. Dopo la conquista della Ga llia, Cesare, p er assicurarsi le comunicazioni attraverso k Alpi, str inse a lleanza con Donno 1·e cl i Susa e delle valli circostanti a l ~Ionginevra :la cui strada percorse poi venti volte andando e venendu ann ua lmente d alle Gallie) e munì con fortificazioni e p1esidi quel 'Percorso, nonchè quelli del piccolo e d e,] gran S . Bernardo. Durante la sollevazione delle Gallie capitanata da Vercingetorige (52 a. C.), essendo intercettati tutti i passi Alpini, ·Cesare, per soccorrere il suo esercito ,p ericola.nte, dovette percorrere il litorale ligure recandosi a ~Narbona. Iniziata la guerra civiìe fra Cesare e Pompeo, quegli entrò in Italia attraverso le Alpi Graje, marciando a grand i giornate ve rso il Rubicone. D urante le lotte ,fra Ottaviano ed An tonio, questi, raccolto insieme con Lepido, governatore <lel'le Gallie, un grande esercito gallo-romano, varcò con esso le Alp i marciando contro Ottaviano. R imasto a lfìne questi vincitore e d ivenuto l'imperatore Augusto, durante il suo .regno furono condotte operazioni militari per so.;-giogare quegli abitanti delle Alpi che, p rotetti dai loro territori ina ccessibili, s i mantenevano ancor:a indipe11den ti da Roma. Terenzio Varrone de be11ò i Salassi della Dora Baltea ove fon dò Augusta Praeta'ria (Aosta,. erigendovi an<;he l'arco monumentale çbe ancora esiste. Augusto stes~o condusse una spedizione contro g:i lllirici che abitavano le Alpi Orientali, sottomettendoli. I figliastri <li Augusto poi, Druso e Tiberio, il primo per il T irolo e il secondo ,per il Vallese, compirono la sottomissione delle altre popolazioni Alp ine : i L epontmi, i R eti (nelle Alpi omonime) i Vindelici, nella valle superiore dell'Eno s ino al Danubio, e i ".\Torici, tra il


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Danubio e le Alpi sino alla Carnia già domata. Aumentarono così le comunicazioni attraverso le Alpi che raggiunsero, secondo taluni autori, il numero di 34, metà delle quali ricordate come strade di prim'ordine, corrispondenti all'incirca agli attuali transiti. Ma dò ebbe come conseguenza la facilità con cui in seguilo ; Barbari del settentrione poterono entrare in Italia. Nei primi quattro secoli dcll'Iinpero le Alpi, mentre ·C(>stituirono :incora .per i barbari un ostacolo quasi insuperabile, furono di continuo attraversate dagli eserciti durante le .lotte fra i vari imperatori e gli altri pretendenti. Quando ,per la prima volta le milizie fuori Roma acclamarono imperatore il vecchio governatore della Spagna Sulpicio Galba, questi, dopo la morte di Nerone, se ne venne a Roma per fa via detta « de:!c Gallie » lungo il litorale. l\Ia poco dopo, eletto impc-

Fotografia dall'ali.o. ratore dalle legioni del Reno il loro comandante Aulv Vite llio, mentre a Roma si faceva elcg,gerc dai pretoriani Salvio Ottone, incominciò la lotta fra costoro. J. lei,-ati dell'imper.o nelle Gallie, Cecina e Yalente. mo,sero nel marzo del 69 dalle Gallie in Italia, il primo con 30.000 uo111i11i per il gran S. Bernardo, e il secondo co n 40.000 per i.I Moncenisio. V itellio doveva seguire col grosso dell'esercito. Cecina dovette superare con l'aiuto dei Rezii la resistenza degli Elvezii, che gl; sbarravano la via tra il lago Lemano e il Giura, e, traversato il gran S. Bernardo, giunse sul Po, ove dop<l varie vicende, fu battuto da Ottone presso Cremona. Sopraggiunto Valente, che aveva superato felicemente il Cenisio, riunitosi a Cecina e Bedriaco, battè gli Ottoniani, e Vitellio, rimasto senza competitori, venne a Roma. E letto l'anno stesso d:i.lle truppe d'O riente imperatore Vespasiano, mentre questi si dirigeva a Roma per mare, Antonio Primo, comandante delle legioni in Pannonia, sollevate le sue truppe in favore di Vespasiano, marciava con 40.000 uomin i attra\'erso le Alpi Giulie conquistando tutto il Veneto e batteva poco dopo i Vitelliani presso Cremona. Sino oltre la metà del 2° secolo la storia non rico1'Cla altri av\'enimenti militari nella zona alpina. Sotto .:-.rare.o Aurelio due successive scorrerie di 7'1arcomanni dalla Boemia, attraverso le Alpi Carniche, calarono fino ad Aquileia, ma furono ricacciate oltre le Alpi e il Danubio dagli e~erciti imperiali.

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Alla metà del III secolo, sotto Gallicno, i Goti, proveniemi forse <ìalla Scandinavia, entrarono in Italia, sembra per la Valle del!' Adige, e marciarono su Roma; furono respinti dallo stesso Gallieno. Un'altra calala di barbari (.:-.-Iarcoma.nni o Sarmati) avvenne nel 271 sotto Aureliano; gli invasori scesero per le Alpi rcriche su Piacenza, dopo aver deva.stato il territorio percorso; .!',imperatore, che guerreggiava sul Danubio, accorse attraverso la Carnia a Piacenza per arresta.rii, ma ,·enne sconfitto. G li invasori vennero poi arrestati dai Romani al Metauro, ed in seguito sconfitti a Piaccnn cd a Pavia e r ica,cciati oltre le frontiere. Al principio del IV secolo, durante le lotte fra ì\fassenzio e Costantino, questi mosse con 40.00() gallo-romani attraverso le Alpi, probabilmente per il l\Ionginevra., ,prese Susa e Torino e marciò contro le legioni di l\Iasse.nzio, che si erano raccolte a Verona; battutele, si impadronì della città, entrando quindi in Roma . Nelle guerre fra i figli di Costantino, Costantino juniore sces~ dalle G:illic in Ilalia contro Costanzo. ma venne battuto ed ucciso ad Aquileia (3~0). Dicci anni dopo l'usurpatore ;\fognenzio, battuto sulla Drava da Costanzo, si r ifugiò s,.;lle Alpi orientali fortificandone i p:issi. Ma nella primavera successiva Costanzo ne forzò i valichi costrin~endo :i\[agnenzio alla ritirata. Durante k lotte fra }lassimo. eletto dalle truppe della Ilritannia, e Valentiniano II. il primo riuscì a passare le Alpi (387) obbligando Valentin iano a fuggire in Oriente, cd impàcÌ1'l'.>nitosi di Lubiana fortificò i p:tssi delle .\lpi Ghlie. T eodosio. accorso dall'Oriente contro rusurpatorc. lo batti, sulla Sa,·a e sulla Drava cd inseguitolo attraverso le Alpi. il cui passaggio ::i\fassimo lr:i.scurò di difendere, lo raggiunse ad Aquileia e lo fece giustiziare. Sono il nuovo usurpatore Eugenio (392), in seguito all'assassinio di Valentiniano, anch'egli si port ', a sbarrare le Alpi Giulie contro. Teodosio, ma questi, forzato ancora una volta il passaggio, venne a battaglia con l'usurpatore presso il fiume Frigido (Vip-pacco) e, dopo due giorni di •battaglia (5 e 6 settembre .394) lo sconfisse. facendolo poi decapitare. .:\!orto Teodosio (395) e succedutogli in occidente il giovane Onorio, i Goti, già noti in Italia, che si erano insediati al la fine del IV secolo sulla destra del Danubio. in Dacia e in Tracia, comparvero nell'au•tunno del 402 <lavanti ad Aquileia dopo avere attraver3:1to. sotto la guida di Alarico, le Alpi Giulie. Stilicone, tutore di Onorio, raccolto druante l'inverno un poderosn esercito, affrontò il 29 marzo del 403 i Visigoti a Pollenza sul Tanaro e li battè. Poco dopo gli invasori dovettero ripassare le Alpi. Tre anni dopo (406) nuove orde di barbari, guidate da Radagaiso, traversarono la Pannonia, le Alpi e il Po marciando su Firenze; raggiunti da Stiliconc, furono sterJn inati nella Valle del lVfugnone, presso Fiesole. Ma dopo l'assassinio di Stilicone, Alarico ripenetrò dall'Oriente in Italia e marciò su Roma, che ,·enne presa e saccheggiata ( 40SJ. 1forto Onorio, il giovane successore Valentiniano III dovette venire in Italia a prendere possesso del trono, contro l'usurpatore Giovanni, alla testa di un esercito che entrò per le Alpi Giulie. Nel 452 Attila, re degli Unni. venne in Italia, anch'egli attraverso le Alpi Giulie, e 5uperata la resistenza. di Aquileja devastò la pianura Padana lino al Minc io. Negli ultimi anni dell'impero d'occidente innumerevoli orde di barbari traversarono in ogni senso le A!-

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pi. Nel 475 venne il goto Odoacre a impadronirsi de! governo d'Ita lia. Nel 489 gli Ostrngoti penetrarono con T eodorico attraverso le sguernite Afpi Giulie fino a ll'Isonzo. lvi s i oppose Odoacre, ma, batt\l'to, dovette r itirarsi all',Adige e, dopo lunghi anni di lotta, venne alfinc preso e ucciso in Ravenna. Durante quella guerra un'orda di Borgognoni calò dalla Savoia fino a 11:ilano, ritornando .poi su lle montagne con grande bottino e molti ,prigionieri. Teodorico governò saggiamentP, per 33 anni e non trascurò di fortificare i passaggi alpini. :Morto Teo<lorrco la ,potenza dei Goti decadde e numerose invasioni <li franchi e Alemanni calarono dai valichi a lp ini a saccheggiare l'Italia, finchè N arsete, battuto Totila, non la r iunì all'impero d'Oriente nel 554. Nello stesso anno un'altra in·v asionc di franchi ~ Alemann i, scesi probwbilmente dal Sempione, invase l'I· talia spingendosi fino all'estrema peniso-la, ove vennero poi distrutti da 1'arsete a Fano e al Casi lino. Nella primavera del 578 Alboino con 60.000 longo• bardi lasciava il Danubio e risaliva la Drava, direltv alle Alpi, che attraversò senza resistenz,t entrando n el Fri,ili. Insediatisi i Longobardi nell' I talia settenotrionale, fecero molte incursioni contro le popolazioni tranS!llpfoe e specie contro i F ranchi, delle quali si hanno incerte notizie. I Franco-Alemanni però rea,g irono invadendo il Tirolo (588), 1111 furono sconfitti da Autari, re dei Longobardi; 11el 590 rifecero il tentativo, divisi in due masse, ,!alla Borgogna per le ,\lpi Retiohe e dal Trentino; e dopo avere razziato e saccheggiato se ne titorna.rono olt r'Alpe. Regnando 1\gillllfo,

Dopod ichè, ,per assicurare il confine nord-est d!Italia, fece ripristinare le fortificazioni, •comprese k mura di Verona. M orto Carlomagno e successoglj Luigi il P io. Bernardo, figlio di Pipino, mosse attraver-$0 le Alpi contro cli lui, ma fu ucciso (818) e sostituito da Lota1 io. Ncll'875 Carlo il Calvo calò improvvisamente dal Cenisio, facendosi ,poi incoronare a Roma; l'anno dopo Carlomanno cli Baviera venne per il Trentino, ed ancora Carlo il Calvo per il Cenisio con un corpo d i cavalleria. Durante le lotte fra Berengario e Guido cli Spoleto e poi Lamberto, due volte vennero in Italia. i tedeschi cl i Arnolfo per la Valle dell'Adige, conser vando il domiuio della. Valle del Po a Berengario, primo re d'I· tali\l ita liano. Nel 900 orde di Magiari valicarono improvvisamente le Al,pi Giulie, invasero e devastarono

una invasione di Avari, provenienti dalla Pannoni,t, <le•

vastò il Veneto ripassando le Alpi carica d i bottino (611). Nel 655 furono i franchi. capitanati dal loro re C lotario UI, che invasero per la Provenza e la Liguria il P ienlonte fino ad Asti, ove furono , sconfitti da Grimoalclo. Nel 710 una scorreria d i Slavi, calò d a Bolzano verso Trento'; ma il duca longobardo Pannone co· strinse gli invasori a sgombrare il Tirolo. Nel 739 poco mancò che i Sarace,,i _<lj Spagna non penetrassero in I talia d~lla Provenza, se Luitpranclo, accorso in aiuto di Carlo l\fartello, non li avesse indotti -a ritornare in Spagna. Allorchè Astolfo s i impadronì cli Roma, Pipino il breve, sollecitato <lai Pontefice, ,per L ione, la Mariana ed il Cenisio mosse contro Astolfo e, battutolo, lo costrinse a cedere al papa l'esarcato cli Ravcn• na, che costituì l'origine ·del potere tempora.le dei P api ( 754). Regnando Desiderio, Carlo Magno, figlio di Pipino, sempre per le sollecitazioni del Pontefice, raccolse a Ginevra un esercito e, divisolo in due colonne, l' una pel R odano, !'Are e il l\,foncenis io e l'altra pd Gran S. Bernardo, scese in I talia costringendo Desiderio a retrocedere e a chiudersi in Pavia; che capitolò. Ca rlomagno assunse il titolo di re dei F ranchi e. dei Longobard i e r itornò oltr' Alpe contro i Sassoni. i\.ltre spedizioni fece in seguito attraverso le Alp i per venire a domare i duchi r ibelli, finchè, sottomessili tutti, fece eleggere il figlio Pi:p ino re d'!talia (781). Nel i 99 scese ancora una vol•ta da l Gran S . Bernardo per essere coronato impe,atore a Roma dal papa, r ipristin ancjo cosi, dopo tre secoli, l' an tico Impero romano di occidente. II. Nel Medio Evo. Durante il regno di P ip ino av vennero frequenti irruzioni 'di Unni nel Frjuli, .finchè Carlomagno non inviò una spediziorte a distruggerli.

Fot.ogrn•na dall'a.Ho.

il Veneto, e solo a grande stento poterono essere ricacc!ati, )folti a ltri passaggi di eserciti attraverso '( ie_ Alpi s1 cr,oero durante le lotte fra Berengario e Lodf,v1co 1·c · di Provenza (900-905), sui quali non mette ~on to d i ùiJungars i. Segue un cinquantenario ,burrascoso per le regioni alp-ine : ad occi<lente i Saraceni, devastata la Provenza, entrano -per i colli d i Tenda e clell' Argentera nelle Alp i, che invadono fino ai Grigioni, riversandosi poi nel - ' la Mariana, nella Tarantaisia. e lungo l'lsère, che seminano dei Joro ridotti, spingen<lo scorrerie in Borgogna, in Italia e :fino nella Svevia. Essi intercettano pe::moll i anni ogni comu nicaz'ione altra.verso le Alpi occidentali, mettendo a dura prova le misere popolazion i. Genova, Briançon, Grenoble', Susa e altre città ebbero molto a soffrirne. Ad Oriente i Magiari r ic"ompaiononel 924 nel Friuli, attravers~no la p ianura padana, salgono nell'Elvezia, saccheggiano il Nord de!Ja Francia, rid iscendono per il R odano venendo alle. prese coi Saracen i _ in Prove'ì'za. G li un i e gli altri vengono a.lfinc sterminati o respinti dopo lunghe lotte. F 1·attanto in Italia Rodolfo di Borgogna scendeva dal S. Bernardo


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contro llerengario (922), che, battuto a Fiorcnzuola (v.l venne poi assassinato a Verona._ Gli successe Ugo di Provenza (926) invano combatt,uto da Arnoldo di Baviera, sceso per il Trentino nel 934, e da Berengario I[ venuto in Italia nel 945 atlra,·erso il Tirolo; quest'u:1 timo d i,·cnne re dcfiniòivamente solo dopo la morte di Lotario, figlio di Ugo, ma ,per poco, giacchè ben presto venne spodestato da Ottone re di Germania, il quale, sceso per la valle dell'Adige, lo catturò invi.andolo prigione a Bamberga. Ottone s i fece incoronare a R oma; da allora datano le pretese dei re tedeschi sulla Lombardia. I successor i di Ottone, per controbilanciare l'influenza dei grandi Vassalli, accordarono sempre maggiore autorità ai vescovi e ai prelati, originando co,;ì il sorgere delle repubbliche municipali e le lotie de l:a Chiesa, divenuta onnipotente, contro l'Impero; fatti eh•; determinarono nei secoli seguenti grande numero di calate di stranieri attraverso le Alpi. Dopo il 1000 parvt ddes!arsi in Italia il sentimento della nazionaJità C0!1 la elezione a re d'Italia di Arduino d'Ivrea da pa~tc della Dieta di Pavia (1002). Anigo di Baviera, ele110 invece in Aquisgrana, mandò subito un esercito per il Tirolo per assicurarsi il trono d'Italia; ma alle Chiu,r dell'Adige (Rivoli) Arduino hattè i tedeschi ricacciandoli . Venne allora 'f)ersonahncnte Arrigo (1004) e, n~n riuscendo a passare la Chiuse, andò a passare più ad Oriente •presso il Brema. Arduino, tradito dai suoi vassalli, dovette r itirarsi in Piemonte, 11 trono rimase wsì ad Arrigo II che, nel 1013, scese di nuovo per il Tirolo, recandosi a Roma per esservi incoronato. Arrigo IV, successore di Corrado, è rimasto famo.m p er la loua sostenuta col Papa Gregorio VII. Sces~ rimpcratore in It:i.lia per la Sa,·oia, avendo trovato sbarrate ]e Alpi Orientali e Centrali; ma, scomunica to dal papa, dovette subire la terribile umiliazione di Canossa. Adelaide di Susa ebbe, in compenso di averh fatto passare, il dominio sul Chiablcse e sul basso Vai• .lese. I rritato per l'umiliazione subita, scese di nuovo Arrigo dal Tremino, giungendo fino ad assediare il Papa in Castel S. Angelo, ma dopo 3 anni d i sterile loti.i, dovet te ritoxnare esautorato in Germania. Arrigo V continuò la loHa scendendo nel 1110 con due eserciti dal Tirolo e dal Gran S. Bernardo per restaurare l'autorità imperiale. :.\fa già molte città italiane godevano di fatto, se non di diritto, di una certa indipendenz.i. Nel 1135 fu il papa stesso che chiamò in Italia rin,peratorc Lo ta rio TII contro Ruggicro di Napoli. Lotario scese per Ja valle dcli' Adige superando le resistenze oppostegli a Trento e alle Ch iuse (Rivoli) e giungendo dopo due mesi a Verona. Sottomise quindi città ribelli, ma morì poco dopo di malattia. cd i suo: ripassarono oltr' Alpe. Le guerre civili in Germania impedirono per molti anni nuon,> o.1late di tedesch i in Italia, ove molte ci11i, poterono dar forma 1)iù stabile alle già sorte repubbliche munici,pali indipendenti. Federico Barbarossa vc:1 n e in Italia per il La.go di Garda nell'ottobre 115-l p er rial1-1re il prestigio imperiale e, dopo a,·e~ dcvastaw mcz~a Italia, ricevette a Roma da pilll)a Adriano IV Ja coron:i di Ctrlo )Iagno; ripassò quindi le Alpi per L\dige. ).Iilano rialzò tosto il capo, castigando le città favorevoli all'Imperatore, s icchè questi, nella. primavera del 1158, dovette ridiscendere con un gra.nrle esercito dalle giogaie settentrionali delle Alpi nella pianura Lombarda e, devastatala completamente in tre an-

ai di lotta contro le città a lui avverse (Milano, Brescia e Crema), ritomò in Germania nel 1162. Una terza volta ridiscese con p oco seguito nel 1163, ma c~sendosi ribellate gran parte delle città, dovette ritirarsi in fretta. I veronesi presidiavano il castello e la stretta di Rivoli, 'J)Cnsando che di là sarebbe ritornato l'I mperatore; questi invece, nel novembre 1166, piombò improvvisamente per la val.le Camonica su Brescia fl'e marniò d irettamente su Bologna, ove svernò, poi su Ro:na, ove le ,malattie gli deoimarono rescrcito obbligandolo a rifugiarsi in fretta a Pavia (settembre 1 I 6i). Quasi tutte le città. si strinsero allora in lega contro di lui che a stento, al principio d el 1168, potè fuggire per il Cenisio, col permesso di Umberto di Savoia. Riavutosi dall'umiliazione patita e dal pericolo corso, soltanto nell'ottobre del 1174 ritornò ,l'Imperatore per il ::.\Ionccnisio e marciò contro Alessandria. Frattanto le milizie della. Lega, raccoltesi a. Piacenza, giungevano il 6 aprile 1175 a Tortona obbligandolo a togliere l'assedio e ritirai·si in Pavia, donde non usò uscire se non nella .primavera successiva, a.llorchè gli giunsero per l'Engadina numerosi rinforzi dalla Germania. l\fosse allora FcderÌco contro l\lilano, ma affrontato daJlc forze del'la Lega presso Legnano. venne battuto; la successiva pace di Costanza sanzionò l':n1tonomia dei comuni sotto la sovranità dell'Impero. Allorchè Federico II, nipote del Barbarossa, ,·olle muover guerra al Papa, fece ven i1·c in Ita lia il figlio Arrigo; ma avendo costui trovata sbarrata dai Veronesi la valìe dell'Adige a'llc Chiuse, dovette ritornarsene. Dopo la morte di Federico II, contro il di lui figlio Manfredi, venne per la Provenza in Italia Carlo d'Angiò che estese la sua signoria a quasi tulla l'Italia, ove gli Angioini si mantennero po.i per 170 a1mi. Il primo sovrano tedesco che, dopo 60 anni, ricomparve in Italia (1310) fu .\r.rigo VII d' .\ustria che, ar:crtogli il passo del Cenisio dal cognato Amedeo V di Savoia, andò a cingere la corona imperiale a R oma. \"enne poi anche allo stesso scopo Lodovico di Bavier.1, appena sa lito a l trono ( 1.3 22); dopo di lui i suoi successori, fino a tutto il XV secolo, o non vennero o , i fecero soltanto rapide a,pparizioni. Approfittando di qucs.ta assenza andarono formandosi in lllolti elci comuni italiani le signorie, per opera di gentiluomini ambiziosi e guerrieri, mentre nelle Alpi sorgc,·a e si consolidava la confederazione F. lvetica, sorta nel 1308 in seguito alla sollevazione de i cantoni di Schwitz, l;ri e vnterwal<l, e confermata nella sua indipendenza dal-la battaglia d i ::\forgarten ( 1315), ::,.;rél 1331 gli Svi~zc1•i ,fecero la prima spedizione verso l'Italia occu'J)ando la torre di :\irolo e il Castello di Faido. per assicurars i il passaggio del S. Gottardo. ):el 1411 un esercito svizzero, sceso dal S. Gottar<h nella \"alle Leventina, si era impadronito di Domodo.;sola. fi.lippo Visconti, per consiglio del Carmagnola, nndelte allora la val di Tocc ad Amedeo VIII e questi, per il Vallese e il Sempione, piombò sugli Svizzeri ricacciandol-i .in val Leventina (l-l l-1). Tre anni dopo ,-itornarono g-li Svizzeri dal S. Gottardo; avanzarono per la destra del Ticino e del Lago ~hggiore, forzarono la stretta di Vogogna. difesa Ja Lotario Rusca, s ignore di Locarno e Lugano, e :,presero Domodossola, distruggendo il castello della l\1atarclla. Si spinsero quindi fino a.I Sempione, dove si erano r itirate le forze del Ca.rmagnola, e le batterono

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Vallwta alpina fra d ue coutrarrortt, fotografata clall'alto.

in val D ivedro, aiutati in ciò d alle genti del VaHese, che a vevano sbarrati i confini della Sa voia per impedire a l duca Amedeo di soccorrere gli Ossolani. l\fa al Visconti importava troppo il possesso d i almeno un transito a lpino per rassegnarsi alla perdita del GottaTdo" e del Sempione; onde nel 1422 il Carmagnola ~i d ispose con 18.000 fanti e 6000 cavalli a riconquistare la valle Leventina: le truppe, parte per il Lago lVIaggiore e parte per Lugano, si concentrarono a Bellinuma, contro. la quale si ,diressero gli Svizzeri per il Gottardo. Giunta la loro avanguardia ad Osogna, mentre il grosso era ancora a Paleggio, il Carnrngno la distaccò una parte della caval'leria in val di l\.Jisocco e, fattole superare il contrafforte che <livide il Ticin,1 dalla :tvloesca, tagliò all'avanguardia svizzera h r it irata, <:atturandole anche ì,l carreggio. Gli Svizzer i fu.-ono così costretii ad attaccare il campo dei ;'.11ilanesi ad Arbedo (30 giugno), ma, sconfitti, dovcuero ba ttere in r itirata per il Sempione. · ::--fel 1433, dura nte la guerra fra l\iilano e Venezi,t, F rancesco Gonza,ga, capitano della Repubblica veneta, inviò G iorgio Cornaro con 3000 uomini in Val Camonica; questi penetrò in Valtel!ina, avanzando verso il lago d i Como, e s i fortificò a Delebio . Ma i J\lilancsi, guidati dal P iccinina, r imon tando la riva occidèn tale del lago, accerchiarono i Veneziani cattura,idoli qua.si nttti. Alla m età del secolo XV gli Svizzeri. abbattuta la casa d i B01·gogna (1477), erano saliti in grande r ipu tazione m ilitare: nel 1479, chiamati dal, pa.pa Sisto IV, scçsero dal S . Gottardo e sconfissero '·a Giomico i ::\lilanesi; la. valle Leventina s ino al Ticino r imase d'allora in poi à1la Confederazione E lvetica.. .:-.:et 1494 Carlo VIII, volendo impadronirsi del regno cli Na.poli, venne in Italia facendo passare le sue truppe, parte per la Cornice ( 4000 Svizzeri) .e il re.;to

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per il )fon ginevra; le artiglierie e le impedimenta fu rnno spedite per mare alla S-pezia. E' noto come, di ritorno da Napoli, Carlo VIII, dopo la disgraziata ba1taglia di Fornovo ( 7 luglio 1495) ripassava le Alpi. Lu igi XlI, suo successore, accordatosi con I:'iliberto il bello, duca di Su voia, per il passaggio delle Alpi, concentra va 1n Asti il ,proprio esercito per 111uovere con-

tro L odovico il J\Ioro. Milano venne occupata èd il l\foro costreLto a fuggire in Germania, ove, assoldati 8000 Svi22cri e 500 Borgognoni, scendeva per l'Engadina ~ul lago d i Como, scacciandone i francesi (gennaio 1500) ' rientr ando quin di in Milano. Ivi raccolse nuove truppe ed a ltrettaJ1to fece Luigi; i due eserciti s i scontrarono a Novara e Lodovico, tradito d ai sctoi Svizzeri, fu vitllo e cattu rato. Il d ucato di :\'filano cadde così ll1 mano a i F..r anccsi ; gli Svizzcri nel ritornare in patria, presero Bc'llinzona che, insieme con la va lk Leventina, costituì l'attuale Canton T icino. 1

Nell'Evo ,Wodemo. La presenza dei francesi in Lom bard ia non era valsa ad indurre gli I mperatori a rinunciare a l r istabilimento de lla supremazia dell'Impero in Italia. N ,;I gennaio de l 1508 l\fassim iliano muoveva con 25.000 uomini su T:·cnto, deciso ad aprirsi a forza. il passaggio, che la repubblica di Venezia , fedele alla Francia, gli a ve,·a negato. Diviso il suo esercito in tre colonne, il 4 febbraio lo ste,;so ::VIassimilia.no si diresse con 4000 fan ti e 1500 ca.vatti su Vicenza per la Val Sugana, mentre il marchese di Brandeburgo con _2000 fanti e 500 cavalli marciava s11 Rovereto e la 3' colonna, forte di 5000 fa.n!i e 400 cavalli, penetrava nel Friuli e si impadroniva del Castello di Cadore, guardato da un debole presidio veneto. Per fronteggiare l'invasione Venezia inviò un esercito comandato dal!' Alviano in Val


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di Piave, mentre il Trivul.iio, con 6000 francesi ~ -veneziani, aa:orreva a , difendere Rovereto e la va! d'Adige; intanto una piccola flotta veneziana attaccava Trieste. Per le resistenze incontrate in Val Sugana, J\lassimi liano dovette retrocedere a Bolzano inviando la sua, colonna a raggiungere quella del F riuli e lasciando in Tirolo il solo corpo del B randeburgo; egli stesso tornò in Germania a cercare sussidi e rinforzi. Le truppe del Friuli, inoltratesi nella \'alle di Cadore, \'ennero accerchiate alla strctt:i. di M isurina e distrutte d:tll'Ah·iano, il quale rid iscese la Piave, pr.esc Conmon::;, Gorizia, Trieste e Fiume. firmando il 20 aprile una tregua di tre anni con I°imperatore senza curarsi dei francesi. Ciò determinò la rottura di questi con Venezia e hl loro adesione alla L ega di Cambrai (1503). I Veneziani, vinti ad Agnadello da i Francesi, dovettero ritirarsi a 1-Icstre. abbandonando lè piazze <:i terraferma alla difesa dei cittadini. :Massimiliano, sceso nuovamente da Trento, vedendosi sbarrata la Yia dell'Adige dai Veronesi. avanzò per la Valsugana s•d Vicentino, o,·e giunse con le forze già decimate dagli alpigiani. La lotta continuò finchè, passato il Papa dalla: parte dei Veneziani, questi dopo lunghe viccnd~ batterono a Soave i franco-tedeschi, obbligando i primi a riparare in Lombardia e i secondi in Tirolo. Mcnrre Spagna ed Inghilterra attaa:avano la Francia dai Pire nei e da Calais, 20.000 svizzeri assoldati <lai Papa, raccoltisi a C'oira col consenso d i :\fassimiliano, sccnde,·ano per il Tirolo e, unitisi ai \"ene;,iani, marciavano al ).lincio. 1 Francesi allora, nell' impossi bilità di resistere, pc, il Piemonte rivalicarono le Alpi e si ritirarono in Francia. I collegati si divisero il ducato di :\filano: l'Imperatore prese il Friuli e le terre ai piedi del T irolo; gli Svizzeri · quelle a Nord del Lago :\1aggiorc, Chiavenna e la Valtell ina; il Papa Parma e Pia:cenz~. mentre Genova riacquista,·a la libertà. Yenezia non riebbe nulla dei suoi antichi territori, onde, morto papa G iulio Il, si alleò con la Francia ( 14 marzo 1513) e tosto I' Alviano riprese il comando dell'esercito veneto, mentre i francesi, consenziente il Duca di Sa,·oi:i, scendevano a Susa per il :\Ioncenisio e il )longinevn,. J;;ssi si impadronirono in breve d i tutte '1e città del Ducato, ma a )fovara, attaccati da i difensori della città, rinforzati da 8000 Svizzeri scesi dal S. Gottardo, furono sconfitti il 6 giugno e do,•cttero ripassare i1, disot'C!ine le Alpi. In seguito ali' insuccesso dei F ran~csi i Veneziani si ritirarono a Padova e Trev iso men· tre gli Spagnuoli e i Tedeschi de\·astavano il Veneto; tentò I' Alviano di tagliar loro le comunicazioni con Verona, ma, scontratosi con essi a Vicenza il i otto· bre, venne sconfi tto. Morto Luigi XII e s uccc,;;sogli Francesco I , questi volle ritentare l' imprc,;;a di ripren dere il ducalo di )lilano e, rinnovata l'alleanza con Venezia (Genova si era sottomessa), verso la fine d i giugno mosse da Lione. :VIentre 40.000 svizzeri guardavano gli sbocchi alpini del Monviso, del )1onginevra e di Sestrières, credendosi al coperto da ogni sorpresa, i Francesi valicavano faticosamente il colle dell' Argentera, e quando la loro avanguardia giungeva inavvertita in Savigliano, il gr06So sbucava in piano dal!:i valle della Stura. Gli Svizzeri, sorpresi dall"impronisa irruzione, si ritirarono a :.vlila:no, e dopo la sconfitta di Melegnano ripassarono le Alpi. Con Carlo V risorsero le pretese imperiali sulla Lom-

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bardia, sicchè l'imperatore, stretto in lega con Papa Leone X (8 maggio 1521 ) iniziò le ostilità contro i F rancesi e i Veneziani loro (!lleati. Mentre 18.000 pontifici. comandati da P rospero Colonna, portavansi a Casalmaggiore sul Po, 7000 lanzichenecchi imperiali scendevano da V.a l Camonica; unitisi quindi gli alleati scacciavano i francesi dalla Lombardia, costringendoli a ritirarsi nel Veneto. L'anno successivo (1522) i Franco-Yeneziani, col concorso di 16.000 Svizzeri, presero l'offensiv.i, ma vennero battuti alla Bicocca dal Colonna cd i Francesi, abbandonati da.i Veneziani, dovettero ripassare le Alpi. L'anno successivo Francesco I faceva convergere dal 1longinevra e dal S . Bernardo su Torino, due colonne di 12.000 uomini ciascuna che, dopo un vano assedio di i\lilano, si ritirarono a svernare sulla destra del Ticino. Morto intanto Pro3pcro Co!onm. la Lega nccoise a )[ilano 25.000 uomini al coma ndo di Giovanni de' Medici, cui si uni(ono 7000 Veneziani. G iovanni, respinti 5000 Grigioni scesi nel bergamasco per congiungersi ai Francesi, battè questi ad Abbiategrasso e inseguendoli li costrinse ad unJ. disastrosa ritirala per la Val d'Aosta. Al lora, per ord ine di Carlo V, 18.000 impe riali, rnrcato in varie colonne l'Appe1mino Ligure e il Colle di Tenda, si portarono ad assediare :'.Iarsiglia, ma dopo -IO giorni di vani assalti dovettero ripiegaJ"c su Nizza indi a Pavia. Francesco I allora, che teneva raccolti 20.000 uomini ad AYignone, li inviò celenneme 4>er il Ccnisio in Lombardia, ove presa )Iilano, assediarono Pavia; ma gli alleati, rinforzati da 12.000 tcdc;chi sopraggiunti dal T irolo, a ttaccarono Francesco I sotto le mura dcl::t città e lo sconfissero completamente. ) fa il 22 moggio 1526 Francesco I ritornava alla c:irica formando la lega italica contro •Carlo \ ', col papa, i 6.orentini, i Veneziani e Io stesso Sforz;i, che era assediato in :M ilano. Gli Imperiali, ricevuto un rinforzo di 13.000 lan- . z:cbenecchi sresi dal Tirolo per la \"al Sabbia. mossero su Roma e la saccheggiarono (maggio 1527). Fr:tncesco I allora spedì in It-alia nel febbraio 1528 dite forti colonne, una per il .:\fonginevra. cd una per il hlondso, che, pre.:;a Geno,·a cd Alessandria e distrutta Pavia, libcnrono Roma, cacciando gli Imperiali ne! .'\apoletano. Nella Lombarcli;i, la guerra si protrus, c con varie vicende e nuove continue cala.te d i Francesi ed Imperiali, attraverso le .\ lpi .fino alla pace di Ca:nbrai (5 agosto 1529) in seguito alla quale France,;co I r inunciava alle sue pretese in I talia e Carlo V riceveva in Bologna. da Clemente VII la corona di Carlom:i.gno. Pensò allora Francesco I di impadronirsi de! Piemonte, spodestandone suo • zio, il Duca Carlo III. X el 15i!6, alleatosi coi Be mesi, faceva invadere la Savvia. Dopo vari falli d'arme i Piemontesi furono ridotti al di c1ua delle Alr,i e Carlo III si , inchiuse in V.:~celli dorr•anclando protezione a Ca.lo V. Ques6, r~•luce dalla sp,di~ioHc dt Tunisi, giun5e <Il Napoli s•il T';:, con 411.0;',iJ fanti e W.000 cavalli, ed obbligàti i irn-\• cc,i a ~gombrari: il Piemonte, si a,:cinse ad inn iere la Francia. Tra"ersatc con oltre 60.000 uomini, divisi in tre colonne, le Alpi marittime, invase la Provenza e prese i\rles; ma in settembre, decimate le sue truppe dalle malallie, dovette _ rientrare in Piemonte. Allor:t gli Alpigiani della Taramasia insorsero contro i Francesi e ripresero Conflans e Chambéry, ma un esercito francese, rioccupata Chambéry, insegui gli insorti fino ai piedi del S. Bernardo, ove la resistenza dei paesani


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I g·hlacclai del Monte Blarnco.

imped ì loro l' ingresso in Val d 'Aosta. La guerriglia fra imperiali e francesi contin uò in Piemonte ove, nel giugno 1537, 12.000 francesi penetrarono dal Mangi•• nevra pel colle d i Sestrières andando a rinforzare ie _piazze ancora in possesso di Francesco I il quale, pur di riprendere l'Ita lia, non esitò a{l allearsi coi Turchi ; e mentre costoro approdavano n el Napoletano, un e-. sercito francese avanzava pel NI:onginevra, e, superata la resistenzi d i 10.000 imperiali e Piemon tes i nella valle della Dora Riparia, m arci.ava su Moncalieri. Dopo alcuni fatti d'arrne fu stipulata la t regua d i Nizza, che fu rotta dopo tre anni, avendo Francesco I , dopo la disastrosa sped izione di Carlo V ad Algeri, in iziate le ostilità su tutte le frontiere della Francia ( 1541). Dopo tre anni di piccole azioni, Francesi ed Imperial i si scont;;;_rono a Ceresole i•l 14 aprile 1544, con piena vittoria dei p r imi. Dopo altri fatti <l'ariue fu conclusa la tregua <li Crespy (settembre) quasi a·IJe stesse cond iz ioni di quelle d i Nizza. Francesco I morì nel marzo 154i e suo figlio EnriC-O II non t.irdò a r ompere la nuova tregua e far ca.la.re in Piemonte dei rinforzi per tener testa agli Austriac i scendenti da·lla Valtellina in a iuto rugli Spagnuoli, sconfitti in Lombardia. Intanto il 22 giugno 1546 i l ,papa e ·l'imperatore aveva:10 stretto lega per combattere i Luterani ; 12 .000 fanti e 1500 cavall i, arruolati dal pontdice, r isalirono il Tirolo per congiungersi agli Imperia! i che si raccoglievano a L andshut; i Luterai1i mossero su lnnsbruc:C per impedire la riunione dei cat tolici, ma non essendo r iusciti ad impadronirsi della piazzà, difesa dal Go-

vernatore di Trento, dovettero r itirarsi. Carlo V ri·~n iti così 50.000 combattenti, battè i Luteran i a Muehlberg (23 apr ile 1547) . Ma nel 1552 i Luternni, alleatisi coi Francesi, ebbero il sopravvento, costringendo l' impera tore a fuggire da Innsbruck; il trattato di P a,sau sancì la libertà di religione, e poco dopo Carlo V, affranto dalle avversità , concluse con la Fra.nci,i. i:t tregua di Vaucelles ( 1556) ed abdicò. Le ostilità fra Imperia li e F rancesi che si gueneggia.vano in P iemonte vennero sospese, ma per l!)OCO,. giacché il nuovo P a pa Paolo IV, per liberare l'Italia Meridionale dagli Spagnuoli, si alleò con la Francia: a'lla fine del 1556 un esercito francese traversò a scaglioni il Monginevra e, riunitosi Torino J1el· gennaio 1557, proseguì per il Napoletano; ma -la guerra venne decisa fuori d'Italia. con la battaglia di S. Quintino, dopo la quale il trattato di Catcau Cambrésis (3 aprile 1559) rcin -. tegrò· Emanuele Filiberto di Sa voia nel possesso dei suoi Stati e sta,bilì il ramo spagnuolo d i Casa d' Austria in Lombardia e nel Napoletano, daiu:\o così all'Europa. un assetto di qualche durata. Venezia, assorbita nelle vicende d'Oriente, perdette ogni influenza in Italia e le successe nel •primato 111ilita.re Casa Savoia. Carlo Emanuele I , già in guerra con -Ginevra, e con gli Ugonotti, si intromise con l'appoggio della Spagna, nelle gue.rre civili di Francia, inviando a i primi ciel 1590 in Provenza il conte Martinengo con alcune migliaia d i uomini, che egli raggiunse poi col resto delle truppe per il Colle di Tenda, dopo aver lasciato il fratello Amedeo a fronte,ggiare i Ginevrini e il De

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IA.r,P Sonnaz a guardia del passo di Susa . Ma il Lesdiguières, capo degli Ugonotti, lo assalì e lo respinse, ocrnpando ila rcellonctta cd E xilles cd incalzando poi il De Sonnaz fino a Susa; passalo quindi il ~fongincvra, assed iò e prese Grenoble. La guerra continuò accanit:1. ncll,L Savoja, in Provenza e in Piemonte, interrotta solo da brevi tregue, fino alla pace di Chambéry (J 7 gen naio 1601), ,con la quale Carlo Emanuele ebbe il marchesato di Saluzzo in cambio delle terre da lui possedute sulla destr:i. del Rodano. Quando la casa d'.-\.ustria tentò di impadronirsi Clc!la Valtellina, provocandone l' insurrezio ne contro i Grigioni, che invano tentarono in due anni di lotta di rientrarne in possesso, Francia, Savoia e Venezia ~i allearono (1 febbraio 1623) per ritogliere la conte,,. regione agli Austro-Spagnuoli. Fa !liti i lunghi ncg,izia ti, intcnnediario il Papa, i Franco-Veneziani occuparono la Yalt ellina alla fine del 1624 apprestandosi ad invadere la Lombardia insieme coi Sabaudi. Le opemzioni si ,protrassero per tutto il 1625, e fino al marzo 1626, quando, accordatesi Francia e Spagna, la \ 'altcllina fu restituita a i Grigioni. (Per le operazioni nelle Alpi delle guerre di S11.ccessio11e, v. a questa voce; per quelle dell'epoca contemporanea, v. a,lle guerre della Rivoluzio11e, del Co11solato, dell'Impero francese; dell'J 11dipe11dc11w e dcli' r:11ità d'Italia; e }Io,uliale).

ALP r,rese parte alla campagna, prendendo parte a numerosi falli d'arme e distinguendosi specialmente a :;;idi B ila! (20 settembre 1912) durante la battaglia per la occupazione dell°oasi di Zanzur. Durante la guen•a mondiale la br. Alpi passò il confine ed avanzò ne! sellare dell'alto Corde,·olc, alla dipendenza della 18° dh•isione, e vi irimase fino a lla ritirata d i Caporetto. combattendo con tenacia e valore a p iù r iprese contro le posizioni del Col di Lana, e del Sasso di Mezzodì agli ordini, dopo il 1° agosto 1917 ciel col. brig. Giuseppe Garibaldi; comp,iuto il r ipiegamen to della 4° Armata dietro la linea del Piave, fu in linea nei pressi del Ponte di Vidor fino al 2~ dicembre 191 7, p er .passare poi, il 24 gennaio 1918, n ~lla regione <lc'l Grappa con la 50' di,·isionc. .\Ila IÌ:t.e cli aprile fu trasferita sulla fronte firancese e destina la

l1l flle3°f" Il\l'~<lo11· (<>L T. i..,~\- ~l I.,,_,,,._ f'«<q• V..li\'Pc110,1~.,. C,,,,1-.itita.>l',~,t(gl._ •· ll\i5ll•- rl\_l'o.Q.o~, à«••t Oij(~ Dt•s•i-.llu,j 1, (ouhon · Yci.u 11ttt

Alpi (Brigata). ~ el febbraio 1859, con una parte cld volonta,·j che accorreV'ano per la guerra contro l' Au stria, fu costit!.lito a Cuneo un deposito di volontari cui s i doveva dare il nome d i « Cacciatori della Smn ». cambia to s ubito in quello d i << Cacciatori delle Alpi>>. I l comando ne fu affidato al ten. col. Enrico Cosenz. L 'af1luenza grandissima <li volonta ri fece (lprire altri due depositi a Savigliano, comandati dai ten. col. Giaco:no ~1eclici e N icola Arduil]o. L 'organizzazione di q ueste truppe fu affidata al gen. Cialdini; il comando, allo scoi.:pio della guerra, ne fu dato n:I gen. Giuseppe Garibaldi. Furono dapprima tre reggimenti, ai quali se ne aggiunsero altri due ( 4° e 5°); il 4° proveniva da i « Cacciatori degli Appennini », formatisi nel deposito di Acqui; denominazione che abbandonarono per assumere anch.: ess i l'altra. Nel settembre 1859, dopo l'armistizio <li Villa.franca, il corpo fu organizzato in una sola brig., col nome di « Brigota Cacciatori delle Alpi>> s u 2 regg., il 1° formato coi disciolti rcgg. 2• e 5• e con la. 4• comp. bers.; il 2° coi soppressi regg. J O 3° e 4°, ~ con altri minori reparti; la brigata ebbe uniforme eguale a quolla degli altri corpi <li fanteria, e il 1-1 marzo 1860 prese il nome <li « Rrigata delle Alpi» e i due rc~g. assunsero la numerazione d i 51° e 52°. Duran te la campagna del .1 859, (I! comando del generale Garibaldi, combauè a Ponte d i Ca$ale, Sesto Calende, Varese, S . F ermo, L:weno (52), Tre Pont i (52); Bormio (S I); nella guerra del 1866 combattè a Custota. facendo parte della 3' d iv. (gen. Govone) nel ITI C. d' A. (gen: Della Rocca). ="el 1895-96, durante la campagna d'Africa, concor,c a lla formazione dei battaglioni 5°, 16° 19", 30° con :!uif. e 235 gregari del 51° e 9 uff. e 281 gregari del 52°; il s• e 16° hg!. parteciparono a'll:1 battaglia d i Adw!. Durame la Guerra Italo-Turca (1911-12) il 51° concorse alla mob. <lei regg. 34°, 52°, 60°, 82° e 89° forxiendo complessivamente 24 uff. e 12i0 gregari; il :,2"

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all'8" divisione (lI Corpo d'Armata) con la quale p rese parte agli attacchi contro la mon\agna di Bligny ed in seguito, alla difesa del Bois des Ec!isscs e del Bois de Courton. durante ltl quinta offensiva tedesca ( 15-20 luglio 1918). Dopo un periodo di riposo pas~ù in se ttembre nel scltore del!' Aisne, conco!'l"~ndo a lla conquista dello C'hemin -cìes Damcs (9-12 ottobre) c•IÌ all'insegui mento del nem ico fino a Sissonne (.31 o\tobre-4 novembre) e poscia fino a Rozoi sur Serre (5-11 novemhre). Ricompc11.<r: llrig:ita Cacciatori delle .\!pi: med. br. al val. mii. allo squadrone gu ide dei Cacciatori dcl,e Alpi, per il coraggio ed ordine spiegato nell"inscguire il nemico, raccogliere informazioni, catturare prigionieri; rned. br. al val. al C01'f)o sanitario dei Cncciatori delle Alpi per l'opera spiegata nel curare i ieriti (1859).


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Al, P Alle bandiere dei 2 regg.: med. arg. al val. mii. « A per petuo ricordo degli ardiment i e degli eroismi ond•; rifulse nella campagna del 1859 il Corpo volontari dei Cacciatori delle Alpi>>. Al 5l fa11t. : med. arg. val. mii. per il contegno tenuto ·alla fronte francese (BlignyBois de Courton-Còte du )[adaga.s car - Aisne - Chemin <les Dames ; 21 aprile-l l novembre 19 18}. ,Il 52 fan1 . : mcd . oro a l val. mii. per la sp lendida condotta tenu ti!. durante la campagna Ita lo-Turca ( 19Ll-1912) e part;colarmente ;,er l'eroico valore spiegato nella b:i.ttag!ia di Sidi Bila! (20-9-12) . .\led. arg. al val. mii., per le prO\'e <li valore e a rdimento da.te dal IV bgl. a l Col di Lana ( luglio 1915). Mccl. a.rg. al va.I. mi i., per la bravura e sa·lda tenacia dimostrate in Francia (BlignyBois dc Counon-Aisne-Sissonne-Rozoi sur Serre); 21 :i.prile-11 noYembre 1918). La llr. Alpi ha •le m o3trinc vc,idi. Qurmdo fu costitu ita, nessun d is tintivo specia le ve rme lasciato che ricorda.;sc la propria c,rigine. )la in seguilo di tempo gli Ufficiali della Urigata, unica crede e gelosa custode delle gloriose tradizioni Garibaldine nell'Esercito. di propria ù1izi:uiva adottarono sotto la giubba un panciotto rosso frletta to d i v~rde, e gua1~1ito d i bottoni metallici aventi in rilievo la tromba dei cacciatori. Durante la guerra di Libia, alla quale della Brigata parte cipò solo il 5:?0 , nelle giornate -di combattimento, gli ufficiali sbottonavano 'la giubba e Uffi ciali e tr upp~, mettevano a l collo un fazzoletto rosso per testimoniate l'origine garib:i. ld ina; nella recente grande guerra, si continuò siffatta bella tradizione. I rnlontari d i Beppino Garibaldi furono incorporati nella Hrig:ua A!pl e portavano sotto la giubb:i. la camicia rossa, e nel 1918, mentre i R eggimenti tenevano alto il nome d'Italia nelle ter re d i Francia, S. ~I. il R e si degnò d i concedere alla Brigata ruso della crayatta ro,.sa in-.-ece di quella bianca. L'uso di tale cravatt:i. è quindi orn regolamentare e obbligatorio; ma non sono permessi n·' to11ern ti più il -panciotto e la camicia ro3sa, a nche se sottopanni. nè il fazzo letto rosso al collo. Cacciatori delle Alpi. \'. Cacciatori. Guardia delle Alpi. Associaz ione ::-J'azionale co;;t ituiu1 nel 1925 a :.vJ ilano; ha ottenuto l'adesione di eminenti personalità, quali S. E. il P.residcntc del C1nsiglio Benito ::\lussolini, i marescialli ct·escrcito L ui1i Cadorna e .\rmando Diaz, il gen. Badoglio, ecc. Si p ropone i segucnt i scopi principal i:

1° Allenare i giovani ad essere, in un domani più o meno remoto, guide sicure ed esperte per il nostro E sercito; 2• Indire frequenti m:i.nifestazioni fr:i. le popolazioni allogene affinchè abbiano a conoscere la nostra

Patria, abbiano a rispettarla e possibilmente amarla. 3° P rovvedere a lla delimitazione dei nc,stri confini po:itici, pubblicando, a studi compiuti, una carta perfetta della delim itazione di ess i. 4° Costruire rifugi sulle ,·ctte più dominanti. s• Studia.re il callcgarnento fra alpin ismo ed aviazione, cercando di fare dei !aghi alpini campi di a tterramento e di pru-tenza .per i velivoli.

Alpina . 2" Leg ione -della ::\filiz ia Vo lontaria S icurezza Xazic,nale. Fu costituita, derh·ando dalla « Sabauda », nel luglio 1923. Ila sede in Torino. Comprende le vallate alpine della prov incia d i Torino (Val d'Aosta, Val di Susa, Val <li Lanzo, Allo Canavese). E' torrnuta s u ,1 coorti, le quali hanno sede in Aost.1, Cuorgnè, Lanzo e Condove. Dispone di uno speciale 1cpano di Guide Alpine attrezzate per alta montagna e d i u n ::\lanipolo C:i Skiatori. A lpina. l6" Legione della M . V . S. N. Cost itu ita nel febbraio 1923. Reclu ta in tutta la Provincia di Como e di Sondrio. Ila sede di Comando in Como. E' suddivis:i. in cinque Coorti ordinarie, che hanno sede r ispettivamen te a Como, 2,.lenaggio, Varese, Lecco e Sondrio. Comprende inol tre t1na ~cnturia Mitraglieri, un Manipolo Cklis ti ed uno speciale reparto d i Guide Alpine. A/pitia. 29' Legione della :\f. \'. S. X. Costituita a Pallanza, dove ha sede il Comando. nel luglio 1923. E' suddivisa in 4 cool'ti: Arona, Pallanza, Quarona, Domodossola. La zona comprende il Verbano, il Cusio, l'Os.;ola, la Valsesia. ill{li11a (,I. Piave). 4,1• Legione della. 2.1. \". S. X. Costituita in Belluno, do,·e ha sede il Comando, il 15 gennaio 192.:l. E' st1ddivisa in 4 coorti : BeUt1no, Feltre, Agordo, Pieve di Ca<lore.

Alpine (Lrgio11i). i:\'ome dato ad alcune legioni romane che guardavano i passi delle Alpi. Era1\o tre : J,egio prima alpina; Scc11nda julia alpina; T ertia ju1ia alpiua. La p rima gun,rcla va le \'a Ila te della Dora Riparia ; la seconda era distribuita n elle zone più alte; la terza. guardava la valle d'.\osta. Truppe della 1• Legione Alpina furono di guarnigione in Dalma,da , come risu lta da una lapide rinvenu ta a Spalato. l L eg ionari avevano ornamenti d i colore verde. L e coor ti che componevano le d ette legioni (Cohortcs Alpi1ioru111) erano in grande -pane a piedi; ma qualcuna era mista di fanti e di cavalieri. Gr1J.1tdi Unità Al[,i,w. L a costituz ione delle grand i unità alpine risponde ;\Ilo scopo di riunire le trup1,e da montagna (alpini e-d an iglieria da montagna) in una determinata zona, sotto un unico comando tattico, in modo da potere più facilmente imprimere unità d i

)lanlpolo di guide al1>lne della 2• Legiom• della )l ilizla Vo lontaria Sicurezza :'ìazlonale.


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ind irizzo alle opera1.ioni e da conferire a queste 1111.i efficacia p iù ·r edditizia. l'rima dclia gucrrn mond iale non si ebbero grandi unità alpine propriamente dette. Col R. D. 6 no,-~nrbrc IS94 era stato istituito soltantc> un « lspcuoraio degli A:l;,ini ,,, e nel gcnna io 190.: erano sta ti creati i << Comandi G ruppo ll che, per la legge del 17 luglio 19 10, avevano assunto il nome cii « Comandi di Brigata alpina 1J, :-(el 1915, mentre l'Italia stava per panccipare al conll itto mondia:e, si avc\'ano i Cnm:tnrli d i Briga ta alpi na: il I ( l" e 2° Reggimento Alpini) a Cuneo; ii I[ (3°, 4° e 5° Reggimento ,\!pini) a Torino; il III (6°, ;• cd S" Reggimen:o .\!pini) a \"e-rona. Dura nlt> la guerra, e p recisa mente nel luglio 19 l7, s: cbl,ero, in\'cce, vere e proprie grandi l'ni,à Alpine con la costitu✓.ione dei << Raggruppamenti Alpini». E,,i

Croce·tYI·Canr/iere 80'/~.,Sene Comu<lel/'Ora'ine Jftlilare r11; l1cen.z~ Man/è p'i dCTYOl<I_ . /Jert'co. tl/edo-5/;q cla-rgèn/;, Hedriglia <.lihonzo u/6crlhgboni Yero11, / criXXIXreparto dt 80'SSQ'l10, J{,/Leogra, crsso-1/o (<.le/.6°,4) Yol Brenh; Alonle pini). I Gog-llarclet10 del 6• neggtmento Alpini.

vennero in izialmen te formati da 2 Gruppi Alpini (ciascuno dei q uali composti da 3 ba tta glioni alp ini e d a un Gruppo d i artiglieria da montagna) e da 2 compagnie milra~liatrici. La loro forza complessiva ascendeva, così, a 12.000 uomini circa. N e'l1'ultimo periodo della guerra, e p recisamente a lla fine d el 1917 e n~l1':um o 1°18, vennero, inoltre, costitu ite << Divisioni Alpine» formate da 2 Raggruppamen ti alpini e da l R aggruppa.mento d i artiglieria da montagna. All'allc> dell'armis tiz io l'Ita lia a veva 4 Di'V is ioni a lpine. Attualmcnt-: si hanno, in\'ece, 3 R aggruppa.menti .\ ,pini su 3 R eggimenti, con sede rispettivamente a Torino, a Bc-rgamo ed a Belluno. I reggimenti hanno sede a )tfond ovì, Cuneo, Tori no, 1vrea, Bergamo, Bressanone, Belluno, Tolmezzo, Gorizia,

TruPPf A lpfor. Per la fanteria $pccialc che fo costituisce, v. A lpi·11i; per I' .\rtiglieria da montagna, ,·. Artiglieria.; <per le truppe alpine o da montagna degli eserciti esteri, ,·. Alpini e Cacciatori. Per la storia dei nostri bgl. alpini, v. ai loro nomi propri.

Al pini. Secondo il « Vocabolario marino e militar:» tic! Guglielmotti, i Reparti .\!pini sono co.s.ituiti « ria giornni, elle per nascita o dimora. pos,0110 m~~lio di ogni al tro ,comba11crc o scorrere sui mo riti,,. Gli A . costituiscono, infatti, una fanteria speciale, che, Sècondo il Santani;c.o, « ri~pc:ndu ad una nere,sita ~e:>tita O\'unque sitno zone montane da difendere vJ at~accorc »; la necc~sità cioè <li sfruttare, per le operaz,om milita1·i, le a tt itudini ,,peciali clic n~gli inuividui deri\'ano dalle condizioni nelle quali si srn!ge la lc•·c, vita OJ'(i inaria e di fare JlSScgnamento sulle forze dd. sentimen to che alla p,H,ri,,, comune avvince in modo ,111corn più dvo gli al,itanti Jdlc zone d i frontiera. L a costituzioni! di truppe destinate specialmente alh difesa dei confini montani (Cacc iatori o P.ersaglieri delle Arpi) venne prnposta in I talia nel 1872 dal comp ianto genera le G iuseppe Pcrrucchetli, al lora Capitar"'

Alplnl ( 1888). d i Sta to maggiore. Le a ltre truppe alpine (francesi e austriache) furono imitazione dell' iniziativa italiana. :t Perrucchelli scrivc,·a allora : « Io vorrei suddi\'isa la zona. a.lpina in tanti reparti, ciascuno dei quali d<J · vrchbe, a seconda delle esigenze della d ifesa, comprendere una o p iù ,•allhe, ed essere, per così dire, a cavallo di una delle linee d'operazione che valicano le Alp i. Le forze militari, reclutate in ciascu n repar:•J, forrnct'cbbero l' un it,1 d ifensiva del medesi mo . Ciascuua un ità d ifensiva sarebbe ordinata su d i una legione o battaglione, formato da un numero variabile di compagnie. Il Comandante della truppa sarebbe ad u n tempo comandante <lei Distretto e d ella d ifc3a loca lù. Si avrebbero cosi tante ,unità d ifensi"e, orga.nizzate, quante sono le porte d'I talia c he conviene guardare. T al i unità d ifensive poi potrebbero venire raggruppate sotto Co.mandi specia li, a due, a tre, a q uattro vallate rj spettivamentc, così s itua te da formare s is tema e p restarsi mutuo appoggio per un'azione collettiva a combinata; e questi Comandi a lor volta sarebbero raggruppati in modo da costituire una regolare gera rch ia su cinscuna frontiera, incaricata d i prepara re in pa~e tutto quello che nella ,rispettiva zona alpina potrà tor-


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nare ut ile in guerra» . In ba,se a ciò, il Pcrrucchetti prQpose che, a difesa dei nostri confini montani, .-en isse provveduto, oltre che con le necessarie fortificazioni, co11 uno speciale ordinamento militare tcrritnrialc, che permettesse di << riunire ed armare i di.fen sori delle Alpi in luoghi più pn;,ssim i alla frontiera e di poter portare la forza mnnerica d i questi difensor i · ad un numero più elevato >l. TaJe ordinamento doveva soddisfare alle seguenti condizioni:

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lo di Asdruba!le - dovettero essere composti, infatti, solo in piccola parte di Fenici e, per il resto, di genti ostili ai R omani, specialmente delle Alpi occidcnt;li (Galli e L iguri). Quanto, per il valore dei popoli alpini del!l'antica Liguria, la loro alleanza con i Cartaginesi preoccupasse Roma, si vede dall'accordo concluso dopo la battaglia di Zama: a-ccordo per il quale i Romani vioi.oriosi vollero che Cartagine si obbligasse a non trarre per l'av_vcnirc altri aiuti miHtari dai Liguri. Gli scrittori amichi, quali Diopresentare, in ci~scuna v al1at~t doro Siculo, Strabonc, Plutarco, T;alpina. un mrolco di forze organizto L ivio e Flero, sono unanimi, del zate, sufficiente alla. d ifesa della va lre.sto, nell'esaltare le qualiù bellici,~ lata stessa e, dei suoi valichi ; degli abitatori delle :\:!pi, e si riavere, in riascuna vallata, d•.:i corclano la tenace resistenz,a oppo~ntd per ri1.1.nire cd arma re se11z1 sta da:i difensori alJe legion; di R-,perdita d i tempo, mtte le forze morna, quando Augusto, nel dcsidc1·i,) bili tabiùi per la difesa; di assicurare all'Impero i sicuri, offrire attrattive tali d:i. assòcunaturali confin i <lcllc Alpi, dal golrare un << volonteroso concor;;;o ll :la fo di G enova al.f Adriatico, n1os.,c parte <lcgli ufficiali che riuniss.cro guerra quagi successivameme a tutle qualità di mente e ti i popoì i a lpini. ri« Sclrutore » d i corpo necessarie alla guerra. di monuscen<lo dopo lotte tagna; lunghe cd a.e-cani-te a sottomettere, come dice l'antiC<l. iscri?-ione della Turfornire l' occasione di mettere a prova e d'intliriz?.aJ·e conUnua,111-ente a1 • bia, « gcntcs Alpinae omnes, quae a lo scopo della difesa l'attività cd inmari supero (A<lriati-co) ad inferum telligenq dei difensori, eol rendere fa(Tirreno) per.tinebant >>. miliari e far~ en trare nelle a bimd in i Conquistate fina lmente le regioni a!lo.ro g:,i atti, mezzi, le esigenze <lel!a p iuc, Roma vi pose prima a 'j)residio difesa stessa_ delle valli cc.Jonic di veterani e posti di A raggiungere questo scopo il Per, doganieri; e, una volta sicura della ferucchetti inéiicò come l!)iÙ atto un ordideltà. degli a bitanti, affidò a. questi la namento che permettesse di sfruttare le difesa della cinta alpina, che Polibio doqualità J.,ropr ie dei montanari : grande veva chiamare « baluardo d'Italia l> ; che robustezza fisica, abitudine ai d isagi ed Erodiano definisce come s~mile ad un,t ai per icoli della n1ont.agna, ,llenamcnro enorme mura19lia ( <e muri vice ») ; e che alle fatiche, <:onoscenza della zona monlo ste,so Sen~ to romano, quasi due secotana così completa, da poter fornire alli prima di Augusto, nel 183 a. C., r i,, conrlucente » i'eserc ito ottime gu:ispondendo ai legati de e soprattutto il sentimento, quasi dei Taurinii (Nar ici), aveva sole:1istintivo, dcJ.la loro terra e della su:i. nemente affermato come termini sad ifesa. cri di R oma « Alpes prope inexsuPrecisando !e sue proposte, il ciperabile m finem in medio esse ». I tato generale indicò le provincie ne:rpopoli alpin i fedeli a R oma furono. Je qual-i dovevano essere reclutiate infatti, tenacissimi nel difrnde rne !;le truppe da ,destinare alla d ifesa frontiere montane, presso le quali. delle Alpi. T ali provincie erano : come r icorda Tacito, venne costiUdine. Belluno, Vicenza, Verona tu ita una ,e cohors Ligurum l), che il B-rescia, Bergamo, Son{lr io, Como, grande storic_o definisce quale « vcNovara, Torino, Cuneo, Porto l.vlau tus loci auxilium », cd anche le lerizio, Genova. gioni Alp ine. Precedenti storici. Le pro.poste d i Milizie tratte dagli abitanti dcl!e cui sopra vennero suffragate <la i regioni a lpine ed iHcaricatc, attravc1 Perrucchetti con il ricordo di qu:ulso i secoli, d i aumentare con il loro « Llbcra uscii.a » che preceden1"'. Ed infatti, la stovalore l'efficacia del'le difese natura«Esplorato re» ria ci offre, in ogni tempo, esempi li, furono poi costitwte, anche dopo chiarissimi dell~ vfrtii morali e delle quali-tà fisila caduta dell'Impero romano <l'oocidente, durante il che -degli abitanti <lelle "egioni a lpine : virtù e quafortrn1oso periodo medioevale e du rante l'èra moderna. lità e.;perimen tate già J)rima a sue spese, poi a sua Basti ricordare, i11 proposito, la resistenza qpposta, a li.i salda diifesa, da-ll'Impero romano. G ii storici avevano, metà del secolo VI, da Evino, Duca Longobardo . di infatti, definito i l!)Opoli alpini come cc d ur.um in armis Trento, all'esercito franco alla stretta di Salorno; e queigcnus ii. Gli eserciti cartaginesi - speciah11ente quella c,m la quale, alla chiusa di Bressanone, venne nnpe-


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d ito il passo a Fede rico Barbarossa, che fu costretto a retrocedere e<l a scendere, invece, in I talia per la valle Camonica. ::-S-el 1488 il Duca Sigismondo d'Asburgo, dopo aver mossa guerra ai \ 'encziani, ne fu distolto dalla fedeltà ohe a Venezia dimostrnrono i Tirolesi e fu costretto a ven ire ad un accordo. Altri r icordi di Lenac i resistcnz~ e d i sicure dife$e ci hanno, inoltre, lasciato gli avi dei

Alpin i In trincea (Ouerra rno utllt1Je).

nostr i alpini, specialmente nelle regioni sottoposte ali.i Casa Sabauda. Cosl è bene ricordare la costituzione, da parte dei Valdostani, d'una speciale mili1,ia formatasi, a difesa della valle d'Aosta, nel 1548, duranle le guerre d i Francesco I cd Enr ico H con tro Carlo V; le milizie paesane del Piemonte e della Sa,·oia, costilUite nel 156() da Emanuele Filiberto e poi impiega.te, nelle sue guerre -con tinue, da Carlo Eman uele I; la gloria ~ ;quistatasi dai montanar i di R e Vittorio Amedeo lI ncllJ. campagna del I i08, che costituisce un mirabile esempio di guerra in montagna; campagna, durante b. qu:1lc i vallig iani, benchè in numero esiguo, a lfa. ~tretta de lla Pierre Taillée, cos tr insero a retrocedere i 5000 fr:tnccsi condotti da.I De )fouroux; il meritatissimo onore. con il quale vengono ,1ncora ricordati i montanari vittoriosi

nel 1747 dei Francesi, nella ben nota battaglia d el1' Ass ietta. Questi avvenimen ti, tramandat is i da una generazione all'altra, dovc,·ano costituire la nobile tradizione, alla quale i nostri .\!pini hanno saputo sempre isp irarsi, d u rante il cinquantennio della loro vita. glo• riosa.

La costit11zio11e. Convinto della bontà delle propo~:e del Pcrrucc.hetli, il genera le Cesare ).lagnani Ricotti ailora min istro della Guerra, d eterminò d i attua.rie; c. con R. D. 15 ottobre 1872 vennero emanate le p r im~ dispo:.izioni per la costituzione di 15 compagnie alpine. con riserva di fonuarne altre « quando si manifestasse la convenienza e qu ando, come era a sperare, que ll:i. pri:na creazione dimostrasse col fatto d i corrispondere allo ~copo ». Il quale scopo era quello - come diceva la stessa relazione, che precedeva il R. D . qui citato, di guardare alcune delle valli della nostra frontiera ocddeniale e settentrion a le. Le prime 15 compagnie alpini furono costitu ite nel marzo del 1873. Esse vennero raggruppate in 4 Re11arti Alpini, ciascuno al comando di un ufficiale superiore, e wnnero ben pre,to z.u menta,e. Con la legge 30 settembre dello stesso an 110, le compagnie furono porta.te a 24 cd i Comandi di Reparto a i; provvedimemi, questi, che vennero effettuati nel 1874 e nel 1875, anno nel quale i Comandi (li Repa rto si trnsformarono in Com:i.ndi di B.ittaglione. Le sedi dei primi 7 battaglioni alpini furono : Cuneo, )Iondovi. Torino (3° e 4° bgl.), Como. Vc,·ona e Treviso (poi Conegliano). Lo specia le addestramento da impartire alle trup pe a lpine doYeva tendere a « formare una truppa, che alla istruzione del soklato di fanteria accoppiasse tutte quelle altre doti che co,tituiscono il di,cip linato alpig iano, il mon tana.ro intel lige nte, a rd ito, in faticabile, conoscitore di ogni sentiero. d i ogni punto del terreno o,·e nacque e che S1 all'occasione combattere sino all'e~tremo JJ . (Istruzioni del Comando generale di V~-

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rona del 1874). I buoni risultat i conseguiti con tale a<ltaglioni Alpini e •precisamente i battaglioni: « Mondodcstra.:mento, le mira.bili qualità dei nuovi soldati che vì», cc .Sa.luzzo », cc Fenestrelle >l, cc Susa l>, «Ivrea>>, r esero sempre pi(1 sicure le speranze r\poste nel nuovo << Edolo », « Vestone », « Verona », « Feltre >l, « TolCorpo, fecero aumenta.re, alla fine del .l878 (R. D. 30 me= >>. Dal primo sbarco degli - Alpini (battaglione ~gosto 1878) le Compagnie da 24 a 36 ed i Comandi d i cc Sa.luzzo »), nell'ottobre 1911, a l rim,pa.trio degli ulbattaglione da 7 a 10. 'M ediante lo sdoppiamento delle timi battaglioni avvenuto nel novembre 1913 dopo !e 36 Compagnie e dei 10 Battaglioni già esistenti, si otU!ltime azioni; d a l Mergheb ad Ain Zara; dal-la ridotta tenne poscia., per la legge 29 -giugno 1882, la possib iLombardia CLI Garian ; da Ettangi a llu Sceme!, gli Allità di ,costitu ire 6 Reggimenti alpini, i primi 4 dei pini -f urono dovtrnque intenti a compiere la loro vi· qua.li forma.ti su 3 Battaglioni, il s• ed il 6° su 4 Batgilia <l'armi, a completare la loro prnparazione per fa. taglioni. Successivamente, affermatasi sempre più la· grande guerra mondiale; nella quale gli Alpini comconvenienza d i affida.re -batlerono in modo da consacrare per sempre il loro · al Cor.po la prima difesa dei confini, gli Alpini vennero ancora aumcnta,t i : prima a 7 Reggimenti (Legge del 23 giugno 1887) e poIl l'Hornello deg,li Alpini. S<:ia ad 8 Reggimenti Il fregio degli Alpini. (Legge del 15 luglio Corpo glorioso alla memoria riconoscente degli Italia1909), con una forza ni, all'ammirazione degli stranieri. comp!essiva di 26 battaglioni e 78 compa,gnie. (V. Al_• Le gesta compiute dai Reggimenti Alpini durante pine, Grandi Unità). la guena - scrisse in proposito giustamente S. E. il La sto-ria dei Reparti Alpini è breve ; ma gloriosis- Gcn. Giardino - occorrerebbe leggerle dove esse fusima. R icevuto il loro 'battesi.mo di fuoco alla batta- rono · effettivamen te scr itte, ricordarle dove esse furono glia di Adua ( 1° mar;i;o 1896), a lla quale - a.I comancompiut'C. t\lcuBe di esse sembra.no leggen<larie. In un;;_ do del Colonnello Mcnini, caduto eroicamente sul camtena.cc vo lontà di vincere, che nessun sa.crifizio, nessun po -- parteciparono, non senza gloria, 4 Comµagnie disagio, n essun pericolo riuscì ma.i a, deprimere, gli AlAlpini, il più giovane Corpo' del nostro esercito prese pini portarono la d ifosa. e l'offesa sulle vette eccelse, · pane, con molto onore, alla guerra italo-turca per la nelle quali l'esistenza umana sarebbe sembrata. imposconquista. della Libia (1911-1912), alla quale conquista s ibile. Le numerose medaglie d'oro (oltre 36) assegnate con tribuirono, infatti, molto efficacemente ben IO batad ufficiali e soldati alpini ; le ùmu.mefovoli ricompense

Tronlba ;n sip

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Alpini che attraversano un gh i:i.cc!aio (.~!onte B la11co} .

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J'anrara alpina -sulle 'l'Ofane. al valo1·e riportate dai singoli battaglion i, il nu mero straordinario dei cadu ti, per i l quale c ia.scun Reggimento dovette essere interamente r icostituito più volte, sono testimonianze chiare e solenni del valore di questi

li rnonumenJ;o "L'Alpino in sentinella» a courrnarcu r. .(Sc;ullore Pietro canonk;a)

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nostri magnifici soldati dalle fiamme verdi, che Io stesso n emico ha dovuto più volte ammitare è ohe il mare;,ciallo Foch altamente l1a Iodato. La loro storia viene mirnbilmcnte così sintetizzata dal ::VIaresciallo d'I talia conte Luigi Cadorna: cc L'istituzione degli Alpini, sorta nel 1872, poco dopo la qua;i completa unificazione <l'Italia e suggerita dalla opportunità di adopera.re truppe specia lizzate nella guerra di montagna, a d ifesa della estrema frontiera, che s i svolgeva quasi intera.men te nella catena delle Alpi, corr ispose pienamente a l suo scopo. Gli Alpini ebbero da;lprima ca.m,p o di d imostra.re la saldezza dell'organizzazione e le loro virtù m ilitari nelle guerre colon ia li, in Er itrea cd in Libia . Ma .fu . soprattutto nella grande, quadriennale guerra, che essi seppero d imostrare d i che fosse.ro capaci. Innume.revoli furono -le azion i d i guc.rra., nelle ,qnal·i essi illustrarono il loro nome. M·.t r imarranno soprattutto leggendarie le operazionj com -• µ iute, insieme all'artiglieria. da montagna., sui ghiacciai cieli' Adamello, ad a1tene fra i 3000 cd i 3400 m., fino a quel momen to ignote a tm1ipe combattenti di qualsiasi nazione, e la presa cli viva forza e con attacco diretto del Monte :--!ero, scalando rupi giudicate qua,;i inaccessibili lJ . E la loro gloria <:osì viene esaltata d al :;.\farcsciallo Diaz i11 questa. pagina che, dovuta a l Duca '<Jclla. Vittoria., a noi scmbra il p iù maniJcslo r iconoscimento delle mirabili virtù dei nostri Alpini e deìlc ben,, mHenze da loro, con così nobili ardimenti e con tauto sangue acquistate. n ella memore r iconoscenza ddla Patria tutta: << Rudi .figli della montagna, tempr,l..i alle ma.ggiori asprezze della vita, coscienti del compi(v che ad essi la. Patria affidava, gli Alpini d'Italia. hanno portato il lollo grido .fatidico ed il loro nome più alto delle vette conquista.te e tenute, raccogliendo leggendaria e mer itata fama. Allo Stelv io, al Rombon, al Tona le, al llfontc Nero, all'Ort,igara., a l Grappa, dovun-


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quc fu asprezza di lotta, furono m irabili nell'esemp io, nel la devozione, nella tenacia, nelle audaci imprese. 0\"C -pareva <:hc solo l'aquila potesse aver suo regno, essi giun,ero con indomito volere, e vi rimasero, imponendosi alla natura cd a l nemico. Aperta la v ia alla gu~rra sulle più impe1·vie cime, vortandovi anni e mezz i di vita, incuranti delle fatiche elci rigidissimo inverno. in regioni di ghiacci perenni, si affermarono impavidi, sereni, tetragoni, supet;bi. Forti nell'anima come eroi, semplici come fanciulli, audaci e prudenti come so? dati di razza, robusti e resistenti come il gra.ni,o dei loro monti, col cuore pieno di passione, di senso del dove re, di fede, ha.nno cre:ita la loro leggencb . E questa inneslera i s uoi rami fecondi nel saldo tronco della Storia, la quale segnerà i nomi dei loro valorosi caduti nella pagina dell'olocausto e della gloria immortale. L'Italia guarda ora serena ai termini sacri sulla vergine corona delle sue Alpi, e sa che, se ancor suonasse lo squ illo della minaccia straniera, negli Alpini troverà la sua prima difesa e la prima alta. affermazione della forza delle sue genti ». E a confe rma del valore e dello spirito di sii.crilìcio degli Alpini, viene la statistica. Durante la Guerra mondiale, ,·cnnero inquadrati nei battaglioni Alpini 200.000 uomini, dei quali le perdite in morti ammontarono a ben 35.000 uomini, con una percentuale media del 18% in confronto d ella ,p ercentuale med ia ,Ji tutta la Fanteria, che è del 15%, e della percentu:i.lc genera le di tutte le forze armate, che è dell'Ho/o.

Associaz·ionc N <izionalc Aljn11i. Costituita nel 1919, con sede in Milano. Conta in Italia 54 Sezioni e 138 Gruppi ( 1925). Organo dell' A. X. A. è «L'Alpino», quindicinale. "Possono fame parte coloro che hanno appartenuto o die appartengono a l Corpo degli Alpini. I .a Associazione, escluso ogn i scopo _politico o religioso, si propone : a) <li trncr vivo lo spirito di corpo e conservar~ le tradizioni e le caratteristiche degli Alpini, favorendo inoltre i buoni rapporti di colleganza con gli antichi reparti;

b) d i cemen tare i vincoli di fratellanza fra gli A!pi ni di qua ls iasi grado e condizione, procurando ad essi !'-appoggio morale necessario per la tutela dei propri diritti e per la difesa dei comuni interessi ; e) di r accogliere cd illustra.re i fasti e le glori~ degli Alpini e rendere onore alJe virtù militar i e civ ili di quei soci e commilitoni che ne sono degni;

d) di promuovere e favorire i migliori rapport i con associazioni civili che hanno comuni il culto e lo stud io della montagna e l'educazione fisica, fornendo clemc·nti e contributi d i tecnica e di espcrien6a per l'organi.aazione di escursioni alpine, per lavori, ricognizioni, monografie, ecc,

Alpino. Torpediniera, già caccia.torpediniera, in a--ciaio, in ser\'izio nel 1910. Lungh. m. 6~,46; larghezz:t. m. 6,10; dislocamento 424 tonn. ; macchina 67-16 Hl'. ; velocità 28 rnxli ; St. M.agg. 4, equipaggio 411. >-"el settembre 19 .1 t pa rtecipò a ll'azione <li Prevcsa; neil'a,prìlc 1912 prese parte al bombardamento dei forti esterni dei Dardanelli. Partecipò a tutte le missioni effettuate in Egeo, fra le quali notevole quclfa delJ'occupazionc d i Rod i e delle isole del Dodcca1u1eso, e la d imostra zione na vale COID?iuta a Scio e Smirne.

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D al 19 15 al 19 17 fu assegnato alla 6" Squadrig lia C. T. dipenden te dalle F orze Xavali dell'Alto ,\ driatico e com1>ì numerose missioni di scorta in alto Adriatico fra \'cnezia, Porto Corsini, Ancona.. Prese partf all'azione che condusse a l fornmcnto del porto d i Parcn7.o, il 12 luglio 1916. Nel 1917-1918, passò alla dipendenza ddla Divisione ddla Base Arma.là nel Basso Adriatico e fu addctlo al servizio di scorta. e di vigilanza nel Basso Adriatico e nell'Jonio, principalmcme impiegato nel traffico fra Taranto, Patrasso, Santi Quarania, Corfù e Yal!ona.

Al pone. Torren te a lpino la cui linea, fo,·te per · !ture che l'accompagnano, forma col trat to d i Adigt• da L egnago ad Albaredo, dove l',I. si getta nell'.\digc, una fronte quasi ad angolo retto con il tratto di Adige :L va lle d i L egnago. TJa posizione d ell'A. copre direttamente l'Ad ige d a Ronco a Verona e a L egnago, mrntre minacria Vicc111,a e gli attacchi in direzione di L~gnago. Fu sull"Alpone che an·enne la ba.uaglia di Arcole. Alpteghin. V. Gasna:..·idi. Alpujarras. Catena di monti nella parte rneridiù• nale d ella Sierra Nevada, a sud di Granata.

I. Eccidio delle 1I. Appartiene all'ins urrezione rlci mori di Spagna all'epoca di Filippo II, il quale a,·cva loro intimato di rinunciare entro tre anni all'uso della lingua, delle costumanze, dell'abbigliamento arabo, e d i unifoi,marsi in tut to e per tutto a·lla vita dei cr istiani. I mori, dopo d i avere cercato invano di far recedere il re dalla presa risoluzione, sulla fine del 156lS ricorsero alle a.rmi. Il segnale della rivolta fu dato d·t \l'ultimo discenden te degli Abenccrragi, FaradsC'h-Ab~nFaradsch, il quale si era ritirato nella selvaggia ca tena delle Alpujarras. Costu i fece massacrare tutti i cristiani, circa 3000, che si trovavano a. portata delle sue armi. A capo fu eletto un preteso discendente degli Omm iadi, Abcn-Humcs;;a., il quale cercò aiuti in Africa < a Costantinopoli. Il re Filippo inviò contro i ribelli un forte e~ercito, comandato dal 1vlendoza, e qucstt attaccò una guerriglia ostinata per le gole dei monti. ),fa accusato di essere troppo clemente coi mori, fu sostituito nella primavera del 1569 d a don Giovanni d'Austria. La lotta durò per due ann i; a l primo capo, ucciso <la i suoi stessi seguaci, succedette Abcn ,\~11 , il quale fu ucciso nel ISil. Domata l'insurrczion-• . i superst iti di origine moresca vennero dispcrs: ne.le \'1rie -provincie della Spagna e l'applicazione delle misure decretate da F il,i ppo II fu resa poSRibile e ckfìnitiva. ll. Co111batti111c11to delle ·A. Xcl 1810, dopo che i Francesi, ,·arcata la Sierra )Corcna, ebbero occupat.1 l' Andali1sin, il gcn, spagnuolo Blake si ritirò nella 1'.1:urcia, sollevnn,lo le popolazioni e for mando nuclei d i insorti. Con una colonna marciò quindi da Almeria su Adra, Tarbiscon e }Iotril. .\ nche i montanari degli .\lpujarrns si armarono, forzando il battaglione francese d1e 'J)rcsicliava. Motril a ritirarsi su Velez-:Halag:i. Allora il gen. Scbastiani inviò il gen. Blair su )1otril, ove i Fr:mces·i sbandarono gli insorti, in un combattimento avvenuto il g iorno 6 n111rzo.

Alquié (Giaudo111e1iico). }Iedico militare francese, n . a ),fomrejeau nel li93, m. a Parigi nel 1868. Co-


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minciò gli studi di medicina a Tdlosa e all'età d i diciannove anni fu chiamato sotto le armi, prendendo parte alla campagna di Francia d el 1814. Laureatosi nel 1816, nel 1831 d ivenne medico ddlrospedale di A!geri, nel 1835 professore al Val- de-Grace ed in.fine nel 1847 fu 11orni.nato ispettore medico e membro del Consig.!io di sanità militare. Nel 1856 ottenne il collocamento a riposo e fu nomi.nato ispettore medico delle acque di Vichy. L' Alquié e~ercitò una grande influenza sul'l'organizzazione della medicina milita.re in Francia e sulla istruzione di parecchie generazioni di medici dell'esercito nella sua qua.lità d i professore ai Val-de-Grace, dove era succeduto al B roussais.

Al Rashid. V. Aaron. Alsazia. R egione della Franc ia, fra il Reno e i Vosgi, nella quale le traccie più remote di avvenimenti guerreschi consistono -in muri ciclopici che coronano varie somm ità 'CleHa catena dei Vosgi (Tat->Jmichel, Frank enbourg, Sainte- Adile, Guisbaden, Heiligenberg, Ochsenstein e a ltre), noti col nome d i « muri pagani ». Ap'!)artengono ali' epoca celtica cd hanno servito - come fortificazioni contro le invasioni dei Germani. Al tempo d i Cesare, l'a lta Alsazia, abitat-a dai Raurad, dai Sequa11 i e <la.i Tulingi, faceva parte della Gallia propr-iamente detta, men tre la bassa Alsazia, abitata dai Mediomatrici, era compresa nel paese dei Belgi. I. Nel 72 a. C. i Scquani, in guerra con gli Edui, chiamarono Ariovisto in loro soccorso. Costui, alla testa di popolazioni germaniche, passò ,i l Reno e vinse gli Edui. Come compenso dell'aiuto prestat o, pretese d ai Sequani il terzo del loro territorio. Per quattordici anni l'afta Alsazia fu in preda al saccheggio e a devastazioni <la.. parte doi Germani vincitori, rinforzati ùa a ltre popolazioni che incessantemente passavano il Reno. Quando Ariovisto chiese il secondo terzo del paese dei Sequani, costoro s i r iconci liarono con gl i Edui ed implorarono l'a,iuto di Giu1io Cesare, che si. affrettò ad accorrere per battere Adovisto in una battaglia sanguinos1ss1ma presso Rougemont, sulle sponde del fiume Saint-Nkolas (58 a . C.). Questa vittoria annientò la potenza dei Gennaui nell'alta Alsazia, cbe passò sot. to il dominio romano. L'anno dopo iii paese dei Me·diomatJ·ici (bassa Alsazia) fu sottomesso da Labieno. Giulio Cesare Ieee ddl'Alsazia il ba1uardo della Gallia. II. -Sotto la dominazione romana (58 a. C. - 40ì d. C.) la bassa Alsazia fece parte della cc Germania prima >l, e l'alta Alsazia fece parte della cc Ma.xima Sequanorum >>. Ai tempi dei primi impera-tori romani, una frontiera fortifi-cata, éhe partendo dal Danubio proseguiva lu11go 'la catena de.Ila Foresta Nera e terminava all'Odenwald, pose termine a.Ile inces.~anti incursioni d ei Germani, e l' /\Isa.zia ebbe" un'era d i pace che durò circa tre secoli. P er dominare il paese, e per d ifende,c _ la frontiera, i Romani costruirono, lungo il Reno, una sevie -di forti dei quali i principali erano : Augusta Rauracorum ( villa.ggio d' Augst presso Basilea), e Argcntoratum (Strasburgo). Altri c ampi e ca.stella romani !furono: Mons Brisaci (Vieux-Brisaoh), Argentovaria (Horbourg presso Colmar), H elvetus (presso Benfeld), llrocomagus (Eruma~b); Saletio (Selz), e Tres Tabernae (Saverne). Tutte queste stazioni militari erano collegate fra loro mediante una importante · rete di strade. Per lungo tenwo le legioni romane e le fortificazioni

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della frontiera bastarono per garantire il paese cont.:•> le -pòpolazioni guerriere de1la Germania, ma, nel III secolo, i roman i v idero so,,gcre ad Est un nemico temibi le; gli Alemawni (v.). La dominazione romana aveva termine nel 403, quando Stilicone dovette ritirare da que'lla regione le legioni romane per contrapporìe a{! Alarico. All'epoca delle grandi invasioni, la valle d ,l R eno fu una delle regioni p iù provate. Furono prin·cipalmente ·i Vandali e gli Alani che, dopo di aver passato il Reno nel 406, commisero in A'lsnia ogni sort:i d i atrocità. Saccheggiarono e bruciarono le città ed i paesi, demolirono i forti e i monumenti roma"i, ro\•inarono l'agricoltµra, il commercio e l' industri'a.; e quando, dopo un anno, essi lasciarono la regione, le pianure d'Alsazia era.no deserte e incolte. . III. Dopo la partenza dei Vandali e degli Alani s1.1ccede il periodo delle loll'e fra gli Alenta.nni e i Fran. cbi, fino al 536, a,mo nel quale gli Alemanni dovettero riconoscere la. supre1na2tia dei Franchi. Ma, _in realtà, 1)iÙ che una sottomissione fu una alleanza forzata. Intanto gli Alemanni dovettero evacuare tutto il territorio che occupavano a nol'd dell'Eifel, e non furono liberi che nella l!)arte -meri<lionale, cioè in" tutte le prov incie che dovevano forma,·c p iù tard i il ve-scovado di Basilea, <li Costanza, di Strasburgo. Durante il se<:olo VII e 'la metà del successivo, l' Alsazia formò un ducato a sè, dipendente da.li' Austrasia. Questo ducato era d iviso in due contee, Sundgau e Nordgau. Coloni franchi si stabilirono nel!' Alsazia fra la popolazione aleir,anna. Questa corrente di immigrazione proveniva dal Nord e perdeva della sua intens ità d i mano in mano che si spingeva verso il Sud, ed è per ciò che s i spiega come l'cle!nento frauco sia divenuto p reponderante nella bassa Alsazia, mentre l'elemento alemanno è rimasto in prevalenza nell'alta Al=ia. Verso la metà del secolo VIII, Carlo Martello, impressionato d ella potenza dei duchi d' A'lsazia, soppresse i ducati e fece amministrare la regione da conti suoi vassalli, scelti fra la nòbiltà <lel paese. F ino alla dJJorte <li Carlomagno l'Alsazia ebbe· un periodo di grande prosperità, durante il quale jj territorio passò n e1le mani degli Alenianni e dei Franchi, mentre i Celti ro· .manizzati dovettero gradatamente ritirarsi, pressati da questi conquistatori germanici, e occupare le valli lontane e i pascoli degli a lti Vosgi. Al tempo della spartizione 'Clel'l'impern di Carlomagno, l'Alsazia toccò a Lotario (trattato di Verdun 843), e alla morte di Lotario essa fu stacca,ta dalla sovranità dei Franchi per far parte dell'impero d' Allemagna sotto Luigi il Germanico ( trattato di :Yierscn 870). IV. Nulla d i notevole dal lato militare avvenne in Als.12ia fino a1 1262. In quest'anno il vescovo Walthe: di Geroldseck cercò d i annullare l'autonomia e i dir itti acquisiti dalla città di Strasburgo, la quale gli dichiarò guerra e fu vittoriosa alla battaglia di Oberhausbe.rgen. Le sue truppe era,no agli ordini di Rodolfo d ' t\!,burgo. Le cit-tà alsaziane, per garantirsi la loro sicurez;,._1., si strinsero in una alleanza offensiva e difensiva. e varie entrarono n ella grande « Lega del Reno>). Nel 1375 l'A . fu saccheggiata. da Enguerrand de Coucy, i'l quale rivendicava diritti ereditarii sul langraviato dell'alta Alsazia. Nel 1439 avvenne l'invasione degli A,;,magnacs. Costoro r itornarono nel 1444 sotto il comando di Luigi delfino d i Francia. Dopo d i aver


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vinto gli Svizzeri a Saint- J acques, commisero in Alsazia terribili stragi e devastazioni; ma la coraggiosa resistenza degli abita.nti li costrinse nel 1445 a ritirarsi. N cl 1469 il duca Sigismondo d'Austria vendetl~ il langraviato dell'alt.a Alsazia, il Brisgau, il Sundgau e la {:ontea di Ferrette a Carlo il Temerario per 80.000 fiorini, a condizione che gli abitanti conservassero tutti i loro diritti e ,le loro libertà, e con .facoltà, per gli arciduchi d'Austria, di ricuperare i territorii ceduti, mediante il rimborso del prezzo d'acquisto. Carlo nominò governatore della regione Pietro di Hagenbach, 11omo ingiusto _e crudele che, per terrorizzare le popoiazioni, aveva divisato di far assassinare i notabili d i Brisach. Scoperto il suo progetto, fu fatto prigionkro <lai duca Sigismondo che lo condannò a morte (1474). Car'lo il Tem_e rario inviò allora Stefano di Hagenbach in Alsazia, il quale, per ven.d icare la mor te del fratello, di~russe e saccheggiò un gran numero d i villaggi. In seguito alla battaglia d i Grandson e di Morat (1476), e dopo la morte di Carlo il Temerario davanti a ;-.ancy ( 1477), Sigismondo potè rientrare in possesso delle sue terre in A'lsazia. Nel 1493 i contadini alsaziani si ribellarono contro i loro signori e fonnarono una lega chiamata « Bundschuch ». I capi della rivolta furono presi e i contadini si dispersero. Sollevazioni del genere avvennero nel 1503 e nel 1513; ma il moto più esteso e veramente form.idabile scoppiò nel 1525. I contadini, insorti con le predicazioni fanatiche degli anabattisti, saccheggiarono e devastarono le ciuà, Je borgate, i co11venti, i · castelli. Antonio duca di Lorena soffocò nel sangue questa ribellio.i,e. Ebbe il primo scontro a Saverne il 16 maggio, e nei venti giorni successivi di campagn;,, <listrussc più di trentamila insorti e cacciò il resto delle bande al <li là del_Reno. Quando scoppiò la guerra di Smalcakla, Strasburgo, che nel 1530 era riuscita ad enll:arc nella Lega luterana e a far causa comune con i principi protestanl i <l' Alemagna, vi partecipò con un suo contingente di truppe che inviò sotto il comando di Schaertli.n. E dopo la disfatta inflitta da Carlo V ai protestanti alla battaglia ·d i Muhlberg (1547), Strasburgo dovette subire le condizioni dettate dall'i.n'lperatore, :fino a che la pace conclusa ad Augsburgo nel 1555 rese la tranquillità a tutta I' AIsa.zia. Nel 1592 scoppiò la guerra dei veséovi, guerra d i scaramuc<Cie, che durò otto mesi, durante la quale molte città e molti villaggi subirono s~eggi e devashlzioni. La prima convenzione fu stipulata il 27 fel:ibraio 1593, la quale tuttavia non pose fine dc! tutto alla guerra. Le, truppe infatti del Brandeburgo e della Lorena continuarono a stare in campagna fino al rrattato di Haguenau del 26 novembre 1604. Durante la guerra dei trent'anni, l'Alsazia fu successivamente occupata dalle truppe dei varii belligera11ti. l i conte d i Mansfeld, apparso nel 1621, impose gravi contrrbuti di· .guerra a numerose cittiL, come L auterbourg, \Veissembourg, H aguenau, e d istrusse la piccola città <li Rosheim dopo di aver fatto massacra.re tutti i suoi abitant i. Nel 1632 un esercito svedese, comandato dal conte Horn, penetrò in Alsazia. Quasi tutta la nobiltà si 'dichiarò per il J)artito protestante, sostenuto dalla Francia e dalla Svezia. Il duca di Lorena, padrone di -Saverne, tentò invano . d i ostacolare la marcia degli svedesi, che, dopo d i avere assediata e presa Bcn-feld, si impadronirono successivamente d i

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Schlestadt, di Kaysersberg, di Turckheim, di Munster, di Colmar, di Hauguegnan, e massacrarono nunìerosi abitanti del Sw1dgau. Strasburgo, che si era messa sotto la protezione del re di Svezia, forniva aiuti alle sue truppe. Nell'alta Alsazia, il ringravio Ottone, generale svedese, riportò una vittoria sugli imperiali a Watwiller ( 1634), e, nello stesso a.nno, Bernardo, duca di Sassonia \Veimar, sconfisse, a Chanip des Boeufa, Carlo duca di Lorena e si impa<lwnì di Thann, Ma, dopo la battaglia di Noerdlingen, gli Svedesi, troppo deboli per presidiare tutte le piazzeforti delle quali si erano impadroniti in Alsazia, le rimisero ai francesi, ad eccezione d i Bcr,fcl<l che resero più tardi al vescovo di Strasbur.go. K e! 1636, i francesi, sotto gli ordini <lei qrdinale Lavallctte, assediarono e presero Saverne. Nel 1637, Bernardo di Sassonia-Weimar r itorna con 18.000 1wmini e si impadronisce di quasi tutta la provincia. La .F rancia si era impegnata a rirnettere l'Alsazia a questo ,principe dopo la pace; senonchè egli morì nel 1639. l\1algrado le lrnttative incominciate, le operazioni dura.rono sci anni anco1·a, ma l' Al&izia cessò di esservi coinvolta. Nessuna guerra, fino allora, era stata così disastrosa, e mai il paese presentò lo spettacolo di una così grande desolazione. Non fu risparmiata alcuna città, e numerosi villaggi furono rasi al suolo. Col trattato di Westfalia, firmato a :diinster il 24 ottobre 164S, l'Austr ia. cedeva a!Ja Francia l' Alsazia, eccetto Strasburgo e Montbelian e le r iconosceva il possesso dei tre vescovati. V. Così l'Alsazia divenne una provincia francese. Quando la Germania e la Spagna, allarmate per le conquiste d i Luigi XIV nella guerra di Olanda, si allearono agli O landesi per arrestare i progressi della Francia, gli imperiali invasero ben presto l'alta Alsazia riuscendo., malgrado gli sforzi del Turenne, a stabilirvisi. ::VIa poscia il Turenne stesso, in una celebre campagna, li costrinse a sgombrare. Dopo la morte dd Turenne a Sasbach, i .fra.ncesi, battuti dal Montecuccoli, non poterono impedire agli imperiali d i entrare nuovamente in Alsazia, e di assediare Haguenau e Sa.verne. Fu il gran Condé che li respinse poi al di là del Reno. Il duca di Crequi, successore del Con<lé, volle punire Strasburgo che, malgrado la sua neutralità, aveva p iù volte concesso ai tedeschi il libero pass.1,ggio. Espugnò il forte di K ehl-, incendiò il ponte di Strasb,irgo, e devastò la bassa Alsaz.ia. La pace di N imega ( 1678) che pose .fine a questa guerra, confermò alla Francia la sovranità. sull'Alsazia. Nel 1680, Luigi XIV creò le così dette ci Camere di annessione >l nei parlamenti di Metz, Brisach e Besançon, incaricate di stabilire quali fossero i feudi, citft o terre · nel territorio cieli' A!sazia, della Franca-Contea, dei cc Tre Vescovi ll e della Fiandra, che dipendevano o avevano d ipeso da dette provincie, cedute alla Fra.11cia con t<utte le loro pertinenze. Queste camere, malgrado ,i recla111i delle (liete dell'impero, procedettero alla an nessione cli un numero notevole di città e di terre in Alsazia. Non rimaneva, infine, che Strasburgo, la quale, nei trentatrè ann i dopo il trattato d i Westfalia, era riuscita a conser vare la sua indi.pendenza e la sua neutralità, tra la Francia e la Germania. ;Il re Luigi XIV la fece investire da 20.000 uomini, che la costrinsero :t capirolare il 30 scHéntbrc 1681. Essa, tuttavia, r iu~cì a conservare la su.a antica costituzione municipale, la sua giurisdizione e la sua libertà politica e religiosa.


Va:uban, completando l'opera dei parlamenti, e secondo l'intenzione di Luigi XIV, fece d i Lilla, Metz e Strasburgo, i tre centri d i 'é!ifcsa del regno . Costrul le fortezze <li Huningue e di Bclfon per teucre in r ispetto Basilea e per chiudere l'ingresso nel regno; qaella di La.nè:Iau per rendere inutile Philipsburg e difendere l' ing1·esso nell'Alsazia dal nord, quella di Pfalzburg per sbarrare i passi dei Vosgi, quella d i Saarlou·is per coprire l' intervallo fra i Vosgi e la Mosella. L'Europa protestò, ma fu poi obbligata ~ firmare nel 1684 la tregua di Ratisbona. L'impero cedeva per venti a11.n i Strasburgo e il forte di Keh.l, ,p iù l'lltte le annessioni decretate dalle ·Camere fino al 1• agosto 1681. La pace di R yswick (1697) confermò l'a nnessione di Strasburgo alla Francia.

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rrancesi

~ P,f . ""8e.9Agos!o ~Ol'1j'OSmSera~ fO sera ~ g " " ~ lfma/lino

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Le truppe francesi di guarnigione in Alsazia erano comandate da un governatore generale, residente a Stra• sburgo. Durante la prima metà del secolo XVI II occu:Pava questa carica il maresciallo di Sassonia. Ebbe come successori i marescialli Conlades, Broglie, Stai.nville, e Rochambeau. P er le guerre di S11.ccessione, della Rivoluzione, del Consolato, dell'Impero, v. a queste voci. Per quella del 1870, v. A·anco-prussiana _(guerra).

Vl. Operazion-i in Alsaz-ia o Battaglia . dell'Alsazia. (Guerra Mondiale - 1914). Le ope;·,tzioni in Alsazia, conwren<lono due fasi, La ,prima s'inizia il 7 e si c-hiude il IO agosto ed ha per iseopo l'invasione delil'alta pianura alsaziana in ,direzione d i Mu!house-Colmar da. parte del VU Corpo <li aqnata appoggialo dall'S" div. di cav., da u na briga ta d i fanteria del presidio d i Belfo_::t e da una baitcria da 155, per trattenere i,1 quella regione forze a1emiohe che tentassero d i sboccare sul versante occi•jenta le dei Vosgi a nord della. Schlucht e favorire nello stesso tempo la sollevazione degli elementi alsazia ni rhnasti fedeli alla Francia. La seconda fase s'inizia il 14 agosto da parte dcli'« f~nnée <l' Alsace » e si d 1iu<le il 25 dello stesso mese; ed oltre agli scopi suddetti, che per insufficienza di forze e di preparazione non ,furono raggiunti, ha quello d i assicurare l'offensiva in Lorena della l • aI'!nata, risalendo celermente la Ì>iana alsaziana in direzione d i Colmar - Schlcstad(, <listrnggeJ1Clo i ponti sull'alto Reno ed osservando la testa d i ponte tedesca <li N eu-Drisach. Prima fase . Il generale Dubail, comandan te della 1• armata, dal riualc di·pendevano le truppe destinate all'offensiva stt Mulhouse, aveva fissato a l mattino del 7 a gosto l'inizio dell'operazione e, s icuro d i trovarsi <li fronte a poche tru,ppe d i copertura tedesche, prevedeva raJ)ida e facile l' occupazione -della città e la successiva marcia su Colmar. Tali prevision.i, se concordavano con la realtà, 1per quanto riguar<lava l' occup~zione avanzata tedesca nella repione di Mulhouse, ove lrova,a-,i dislocata una sola b rigata di fanteria, erano ciel tutto errate per la regione a nord di Colmar, ocou1iata. sino a Strasburgo dall' intero XV corpo di a rmata tedesco ; d'altra parte, dislocali sulla riva. destra del Reno tra >l'euenburg e R•h cinau, vi erano i Covpi XIV e XV di r iserva, c he, disponendo di 4 teste {li pònte, rapidamente ·po-


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tevano inviare notevoli rinforzi al XV Corpo, acquimenti <li osservazione ; i Francesi, sebberic non molestando tale ù)rcvalenza di forze da rendere impossibile ~tati, ~gornberarono nel giorno successivo Dannc1narie a lle tr-uppe francesi il compimento de.Ila missione loro ed arretrarono il fronte sulla linea Massevaux-Monaffidata. Nessuna opposizione, infatti, il VII Corpo trcuxsSuarce. I francese, che il 7 mattina si avanzava su due colonne Seconda fase. R aggiunto l'obbiettivo, se non di catper la grande rotabile B~lfort-Mulhouse e Bclfort-Allturare ie tn1ppe francesi operanti nella p•iana alsaziana, kirch, fiancheggiato da un d istaccamento operante in almen o d i costringerle a r ipassare la frontiera, il covalle Thur, trovò durante la marcia, poichè gli a varnmando della 7• armata tedesca, riportò sollecitamente posti tedeschi ,;pron tamen te . si r itirarono verso il R eno; verso nord i Cor pi <l' amiafa impegnati nella battaglia, sì che i Francesi poterono, 1'8 mattina, occupare Mulohe esso chiamò d i Mulhousc, per fronteggiare l'imhouse, spingere elementi avanzati sino al margine occidentale de lla forest1a dell'Hart e prendere possesso di minente offensiva francese -in Lorena e nella regione de! Donon (v. ·battaglia <li Lorena), lasciando al generale 'Dhann e Cernay. von Gaede, -comandant-e di un gru,ppo di brigate 'di La rca?Jione tedesca, però, non poteva tarda re. I l gcn. von Hceringen, comandante della 7"' armata, perfetta « Lanclwebr >l e di « Ersatz », il compito cli contrastare mente edotto dell'entità delle forze penetrate ne l ,piano a lsaziano, deO 5 10 cise òi controattaccarle ra,pidarnentc 1=s=E3=:1=sat===::::J1 con forze superiori, e, manovra ndo contro la sinistra francese, staccarle dai Vosgi e rigettarle verso il confine svizzero. Conseg11enteme11te,

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ne!la notte ~ull 1S agosto egli or-

di nava. al XV Corpo d i trasportare per ferrovia a Colmar gli clementi ,più arretrati e<l a soste. gno del XV, da !\'.eu-llrisach e da N cuenhurg sboccare su Jvfo lhousé il XIV; i due corpi d'armata dovevano attaccare il 9 agosto. Verso n1ezzog iorno, la divisio11e ,Ji destra del XV Cor,p o prendeva contatto a Cernay co11 l'estrema a!a sinistra francese

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risolutamente, costringendo quest'ul tima a sgombera.re il villaggio ed a r itirarsi su TJ1ana, menlre l'altra. d ivisione ricacci,wa i fra11cesi da Cernay; il XIV Corpc, sebbc1ie stanco ,per la lunga marcia esegui ta, non esita va a~ a..ccorrert"

al cannone e s'impegnava verso le l 6 a nord <li ~fulhouse, estendendo la propria ala sinistra sino alla foresta dell'Hart, minacciando d i aggiramento le posizioni nemiche. Il combattimento si protraeva sino a lle 2 1 con alterna vicenda, ,na alla fine i francesi, dopo avere esegu ito va-ri infruttuosi contrattacchi, abba ndonarono la lotta e sgomberarono :vruthouse durante la noite, raggiungendo il fronte AspachGalfingen - 1-hfurt - Schwdbcn. 11 nen1ico, che aveva iniziato I1inseguimcnto, sopraggiu ngeva e nel pomeriggio del 10 atta-ccava su tutto il fronte, accentuando la minacc ia ,onlro l'ala s inistra del VII Cor po ed obbligandolo a continuare la r:itiralci. duran te la notte, raggiungendo la linea generale Aue-Baronsweiler - Wolfers:rlorf - Dannema rie, sulla quale i Tedeschi si limitarono a spingere debo li d is tacca-

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eventua li nuovi tentativi nemici a sud d i Strasburgo. un'azione offensiva preliminare, dw-ante il periodo cli Il Comando supremo francese fa1cndeva., invece, ripa- rg,clunata, nel!' alta. p ianura alsaziana in direzione del ra1·e allo scacco su·bìto ed alle conseguenti ripercussioni R eno e d i Colmar, allo scopo d i trattenere in detta. che aveva avuto ne ll'opinione pubblica nazionale, non regione le forze tedesche h•i d isloca.te, di favorire neUo tanto per esigen7,e di carattere opera tivo, quanto per stesso tempo la sollevazione delle popolazioni alsaziane ra.gioni politiche e sen tfanentali e conseguentemente acfedeli alla Francia e di osservare fa testa di ponte forcelerava la costituzione del'la nuova « Armée d'Alsace l> tificata di Neu-Brisach. S iffata operazione fu iniziata e l'entrato. in azione d i essa. Prima del 14 o 15 a:gosto <la.Ile truppe mòbili assegnate al campo trincerato di essa, però, non ~otè essere pronta, poichè i battaglioni Belfort, rinforzate dal VII corpo d'armata e dalla 8" alpini e., la 44• d iv., lasciati disponibili dalla neutralità divis ione di cavalleria appartenenti alla 1° armata.; ma, assunta <!all'Italia, non poteva.no sbarcare in . Alsazia appalesatasi sino dal p rimo momento .rinsufficienza di prima di tak epoca, che coincideva, del resto, con l'itali forze, il Comando supremo francese Con ordine del nizio dell'offensiva in Lorena delle armate 1• e 2•. 10 agosto 1914, costituiva. l'« Armée cl' Alsace » ponenII 14 agosto, appunto, il generale Pau iniziava la dola agli ordini deJ generale Pau. Essa risultò Co!!_lponuova offensiva sui Vosgi, limitandosi in piano a rico- sta: del VII Corpe d'armata attivo, dell'8a div. d i cav., gnizioni di ,cava llexia; oocupava il 16 Dannemarie, il della 44' div. di r-iserva, della 57" div. d i ris., del l.0 17 1Y!fu1ster sgomberati dal nemico e con successive gruppo d i divis ioni d i risen,a - 58", 63" e 66" d iv. tappe in avanti r ioccupava i\-fulhouse il 18, Ensisheim di 5 battaglioni di « chasseurs a lp ius », trasportati ine ]e pendici dei Vosgi d i fronte a Rouffash, men tre a sieme alla 44• d. r . dal!"'- frç111tiera. italiana. Il 28 ago~ sto l'an11ata. venne sciolta : parte delle truppe furono sud la 44" div., ed il gruppo D . R . s i dislocavano nella zona FJaxlanden- Altkirch,. senza incontrare tracce del trasporta.te a Par.igi, parte all'ala sinistra dello schieramento, parte co.,1:ituì due raggr~ppamenti destinati ari 11emico, tranne a D ornach e sul fron te della 44• div., operare sui Vosgi e facenti parte ·integrante della 1" con esito favorevole per i Francesi. L '(( Année d' Alarmata. sace » si apprestava il 20 a marciare su Colmar, ma g.li avvenin"enti -ohe si svolgevano rin Lorena, che deterAlsen. I sola del ~far Baltico, presso la costa. dello m inav,mo la r itirata d ella 1' armata verso ovest, renSchleswig, nel Piccolo Belt. Appartenne alla Danimardevano P.e ricolosa e nello stesso tempo inutile ogni ulteriore op-crazione nella pianura alsaziana., onde il ca fino a l 1864. Situata in favorevole posizione strategica, servl d i ap,poggio a i danesi contro •i tedeschi nel Comando sup remo ordinava d i sospendere ogni attività 1850, 1864. In seguito alla guerra di quest'ultimo 1848, su questo tratto d i :fronte e scioglieva l'armata del Pau. anno, fu amministra ta dall'Austria; passò dopo la guerEsercito d'Alsazia (Arnzée d.'Alsace). Il disegno d i ra del 1866 in possesso della Pmssia, e infine ( 1920) operazioni francese nel 1914, prevedeva lo svilupp"O d i di nuovo alla Danimarca mediante pk-biscito.

off,m.s/eg /iélting °.A.dzerba!lii o~

oScha@y offe!Ienis

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·f. I Corpo f'russiano -2:Bri !J.ala raabor.9.-aBr. Bvlow4. &,gala 'J(auffmann. '


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Lo sbarco clella fanteria prus~lan,1 nell'Isola ,li Alsen. (Quaclro di Zlmmer).

I. Impresa di Alsen ( 1419). Enrico d i P omerania, re degli Stati Scandinavi, nel 1419, mentre era in lotta da tre anni coi conti di Holstein, armò una flotta poderosa con la quale tentò -l'impresa d i Alsen. Ma k truppe degli H olstein si opposero energicamente allo s barco, e uccisero l' ammiraglio <li Enrico; e sopravvenne una fiera tempesta, la quale disperse fa flotta, così che il re fu costretto a rinunziare a ll'impresa. I I. Batta.glia di Alseii (giugno 1864). Durante la guerra d i Danimarca, dopo ·la r ip resa -delle ostilità (26 giugno) gli austro-prussiani, comandati dal P rincipe Federico <Carlo d i Prussia, disponevano d i una forza di circa' 100.000 uomini, su quattro Corpi d i Armata, men tre i Danesi non ne avevano che 30.000. Il compito di prendere l'isola di Alsen fu affidato dal Principe a l I Corpo di a rmata prussiano. E non era un compito facile: bisognava forzar il passaggio dello stretto d i Alsensund in p resenza. del nemico che aveva. a-pprcsta.to a d iiesa. Son<lerburg e sorvegliava la costa dell'isola . Il Generale Herwarfh, comandante del I Corpo, decise di tentare il pas.,aggio presso Sohnabeck, ove lo stretto è pi,1 largo e quindi r itenevasi meno sorvegliat~. Si prepararono a ll'uopo <lei pontoni per tra~hettare le truppe, mentre le batterie e qualche distacca.mento avrebbero agito dimostrativamen te davalllt i a Sonder.burg. I n e.sc-cuzione del piano sta bililo, ® irato l'armistizio il 26 giugno, le batterie delle alture d i Duppel aprirono il , fuoco e nelle notte seguenti, dal 26 a.I 29 giugno, altre batierie furono piazzate ·lungo lo stretto e cioè 46 cannoni sull' Alsens und e 16 sull' Alsenfor<l. Contemporaneamente gim,sero da varie parti 160 battelli, e pontoni. che furono parcati in gran segretezza nel bosco Ji Satn1p, scortati da 4 cp. pontieri. L'imbaroo doveva avvenire

fra l'orlo del bos<:o di Satrup e la punta c:he segna h estremi1à dello stretto d i A•lsensund, nella ~otte sul 29 e doveva. essere effettuato da 15 bgl., 4 batterie e due squadroni ( circa 22 .000 uomini) formati su quattro colonne; 9 bgl., 7 htr. e la cav. dovevano rimanere in r iserva. Le trup-pe vennero ammassate a mezzanotte, presso le località di imbarco sta,bilite. Fino alle d•,e tuilo s i svolse nel massimo silenzio, ma a quell'ora !e sentinelle danesi diedero l'allarme. Nell' isola di Alscn vi era la prima. Div, danese (Generale Steimnaun ), forte d i 9 o 10.000 uomini; · il gro.;so era fra Sonderburg e Ulkcbull, la r iserva. a Horup e gli a.vamposti lungo lo stretto. Parecchie località, fra cui Sondciburg e Ron hoPf, erano sta.te apprestale a ò ifesa e così pure il nodo stradale di Ulkebull e l'istmo della penisola <li I<ekenis, oh.e era stata in tal modo trasformata in r idotto <ldl'isola <li Alsen. Cinque navi sor veglia vano lo stretto per im-pe<lirc ,passaggi. l i giorno 28 le tnippe danesi erano d islocate : a destra, all'estremità settentr ionale della penisola d i Sonderburg, la brigata Faaborg; a sù1 istra, a Sonderburg, la brigata B t1low; -in riserva a Sundsma.rk, Ulkebull e Vollerup, la brigata J{aufimann e la riserva di artiglieria; a N . del golfo d i Augustenburg un regg. della br. Faaborg con uno squadrone e tuta sezione d'artiglieria. Vedendo avanzare la. flottiglia di barche, gli ava:ry,posti della brigata Faaborg diedero l'allarme e aprirono il fuoco, ma non poterono impedire -lo sbuco clre avvenne verso le due e mezza. I Prussiani, 1·espinti gii avamposti danesi, che invece di contrattacca.re subito r ipiegarono, formarono una testa di sbarco; le navi danesi non <in tervennero che a sbarco ultimato e non poterono far nuI-la. Passò così per i Danesi il tempo u-


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tile per contrattaccare con successo. Solo a lle .5 la bria poco <lai mare. Venne +fondata e ruppartenne a i Pegata Faaborg e parte delle riserve a ttacc,trono i r'ruslasgi e fu rivale di Pirgi, alleandosi a Roma per absiani ; la brigata Roder sostenne il primo urto e dovette battere la rivale, ma terminando per essere a sua volta r ipiegare davanti• all'impeto dei Danesi ma accorsa :a assoggettata. da Roma, e decadendo rapidamente. brigata Goben, l'isfabilì la situazione 'dopo un aspro combattimento a llagmose ed i Danesi dovettero a loAlt. Si vuole che quesLa voce sia una derivazione ro volta ritirarsi. ~1entre il grosso dei D anesi s i cono contrazione dell'antico comando « a lte le picche >l, ucentrava, i Prussian i avanzarono fino sulla linea Ulkesato nei tempi medioevali per i nuclei degli armati di bu·II-Suderholz, che tagliil l'istmo del!a penisola d i Sonp icca, i qua.li marciando portavano l'arma obliquamender-burg, ove i Danesi intendevano resistere per prote sulla S]Yalla e fermandosi dovevano invece tenerla teggere fa ritirata del grosso nella penisola di Kekenis. verticalmente in a lto: onde in talG comando era impliSonderbu rg avrebbe dovuto essere sgombrata dai Da- cito l'o1·<line cli fermarsi. Certo è che con l'oradetto sinesi, ma essi inv"cce vi lasciarono ttna guarnigione; a lle gnitìcato la voce A . fu accolta nei moderni eserciti, il nostro compreso, <love essa oontinua ad essere adope6 e mezzo i P russiani attaccarono la c ittà, che non aveva difese che dal lato dello stretto e riuscirono a<l rata come comando per anestare la marcia degli inoccuparla dopo v ivace combattimento' col p residio dividL1i e dei reparti. davanti alla superior ità numerica dei Prussiani, dovetpreponendovi, quanTromba in si te ripiegare su Honu,haff, il che fece in buon ordine, do occorra, la inc! i" e sempre combattendo. Intanto nuovi reparti prussiani cazione del reparto continuav,1no a gi ungere ; il generale J{erwart allora a cui il comando è mosse a ll'attacco con le brigate Roder e Schmidt, e la r ivolto. Con csten" brigata -:\ (anstein in riserva; ritenendo che i Dan~si sionc dell' accennato 1prim1t1vo significato la stessa voce A. ha servito poi - e serve tuttora in alcuni esersi sarebbero r itirati verso Nord Est c<>li fece attaccare la loro destra a Ulkebull nell'inte~llo di tagliar citi - a. indicare le sospensioni o interruzioni d i mar" eia alle quali ogni r iparto o c:"olonna <li truppe devr loro la ritira.ta. Invece i Danesi s i ritirarono su Kcken is, mentre la loro retroguardia opponeva ·una ostiperiodicamente ricor rere 1ier riposare, per consumare nata resistenza a Ulkebull. il rancio e per qualsiasi a ltra esigenza. Tali sospenQuc1.mlo i Prussian i a l·fìne r iuscirono ad avanzare d:i. sioni, a seconda della maggiore o minor dur ata venUlkebull verso Est per attuare il loro piano, i Danesi gono perciò chiamate cc grandi alt >J o « piccoli' alt)>. s i erano già r itirati d ietro l' istmo di Kekenis; soltanto Nelle nostre più recen ti istnizioni regolamentari il sifil presidio di Sonderburg, essendosi troppo ilttardato fatta denominazione è stata però sostituita quella più nel resistere, venne a trovars i impegnato con la briesatta di lwighe e brevi ferma.te. Vedansi a questo proposito le voci : Fen11ata e ,Marcia. gata Schn1idt ed jn gran parte catturato. I Prussiani dovettero arrestarsi <lavanti a ll'entrata dell' istmo di KcI l comando <li alti viene dato dai Comand anti di re" ken i,, ove un energico r itorno offensivo dei Danesi, par to per arrestare o ,fermare la. truppa Ìna.rciante. Il :tppoggiati dal fuoco cli una nave da guerra, causò loro comando è preceduto dall'indicazione del reparto, plotone, compagn ia, battaglione, ecc., cosicchè serva di avfort i pel'dite. La retroguardia d ane~e tenne l' is tmo finvcrthncnto; mentre l'alt è precisamente il comando di chè tutta la divisione non si fu irnbarcata a Kekenis, esecuz ione. Ad esempio il Comll!lldant-c di plotone; per il ohe avvem1e nel pomeriggio. L a sera il grosso della divisione navigava verso l'isola d i Fionia. I 1800 uofermare il suo repar to dà il coniando : Plotone ... alt! mini del distaccamento dell'ala destra si imbar c<Lrono e tutti si fermano; e se armati eseguono il « picd'arm >J. ,L ;,,:-orburg. La retroguardia (1500 uomini), dopo aver Mentr e per le armi a piedi, al Co,nan do di esecuten uto testa per due giorni a i Prussiani, s i imbarcò zione a.lt, la fermata è istantanea per tutti, nelle armi anch'essa il 1• luglio senza perdite. a o..vallo, onde evita re a i quadrupedi la trasmissione viole_n ta del comando sulle redini, e d i conseguenza sulli Gcn. 1-Icrwart, rimasto padrone dell'Isola, vi lasciò di guarnigione a Sondcrburg u na diyisione e r ienle ,barre, a mezzo del morso, la voce alt deve essere pron u nzia ta con I.u nga cadenza. Il cavaliere così oon protrò a Duppcl. Alscn era conquistata, ma la d iv. danese. gressiva prcssio11e s ulle red ini trattiene il cavallo finmercè l'ott ima scelta d el r idotto di Kekenis, aveva pochè questo s i sia arrestato. ' ' tuto imbarcarsi sotto gli occhi dei Prussiani, ai quali rimasero tuttavia 2200 p rigionieri, 37 cannoni e molto Forma derivata dalla voce in esame è il grido « alt<' materiale ; inoltre i Dai1es i ebbero 1300 uomini fuori là! » d i cu i si servono sentinelle e vedette per ingiuncombattimento, dei quali un colonnello e 79 ufficiali. . gere <li fermarsi a lle persone che si avvicinino oltre il I Prussia,li e bbero 27 ufficia li e 378 uomini fuori di lim.ite sta bilito dalla consegna del posto. L'alt! è sC:combattimento. gu ito dalla voce Ch.-i ~•a là? che serve d i interrocrazione Il ,Passaggio del lo stretto per la presa d i Alsen fu allo sconosciuto, affi11c.hè spieghi la ragione della su; presenza e la sua pcnsonalità. una operazione notevole e assai bc11 condotta. da] gen. Hcnvarth. Da Parte de i Danesi vi fu scarsa vigilanza ; Il lt. Reggimento <lì fan teria svizzera al servizio di soltanto dopo essere stati attaccati essi attua rono vaCasa Savoia nel 1704. Venne costituito il 6 aprile d i loros~mente un'aJbile riti rata, ma se ' avessero cont ratquell'anno con soldati frìburghcsi cattolici; fece la ca,rutaccato il nem ico -fin dal principio del suo passaggio pagn,a in quell'am10 contr o francesi e spagnuoli (guerra <iello stretto, avrebbero potuto far pagare assai più per la s uccessione di Spagna) -e- ,fu lice!l7Jato nel 1705. cara la conquista dell'I sola.

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ijJ U:>[11 r

Alsio. Ant. ciHà maritt ima, del litorale del Lazio, p resso P alo, i cui ruderi sono s tati sommers i · a poco

Alta. P iccolo fiume <le-Ila Russia nel governatorato d i P.ultava, Sulle sue r ive s i •Combattè un'aspra battaglia fra Iaroslav e il fratello Sviatopolk. Il primo, bat-


Aur

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t uto sul Bu g, ri-0r<linò a l\"ovgorod un forte eser cito, e marciò con lr-0 il fratello, il quale ,fu appoggiato dai P..:cencgh i. L a 1battaglia ter minò con la completa d isfa tta d i Sviatopolk, d el quale non s i seppero p itt notizie . 1~ foroslav si assicurò con la vittoria il trono d i Russia.

,lita (Amm..). Nelle ant. ammin ist razion i mii. ( fine XVIII e princip io XIX secolo) d icevasi <<a lta» l'aumento giornaliero <leHa forza <li un Corpo o Reggimen to, r.isultante dalle muta?.ioni avvenute nelle 24 ore, s ia per effetto cli r ientrata d i soldati dimessi da ospedali, sia per effetto d i amn1issione o passaggio da alt ri Corpi.

Al tafulla . Villaggio della Spagna in Tarragona, s ito su l mare fra Tar ragona e Ven<lrel, teatro di battaglia tra fraiicesi e an glo-spagnuoli il 24 gc1maio 1812. Il gcn. Dccaen, comandm te delle truppe francesi della Catalogna, venuto a cogn iz ione che importanti forze spagnuole, r i,;forzatc <la Inglesi, muovevano su T a rragona per impa<lronirscne, ordinò a lla d iv. Lamarque <_5000 uomini) di raggiungere i l gen. ::).'Iathieu1 governator e e.li Bar,cellona, e con lu i marciare con tro gli Spagnuoli. Giu nta la d iv. Lamarquc a Barcellona, ove int anto era stata cos,tituita, con le truppe della gua..rni, gione, una br igata a l comai1do del gcn. D_e,·aux (3000 uomin i), il gen. 1'1fathieu assu nse i l comando e per i l colle cl'Or<la.l e Vi l!a franca, occupata il 22 gennaio, avanzò verso Tarragona, facendo preocdere la sola bri·gata De"aux, affin chè g li Spagnuoli non fosser o i nformati in tempo della vera forza <lei Francesi. Infat ti il gen. spagnuolo d'Erole~, che disponeva cli 10.000 uom ini, ri tenendo di avere di fronte la soh guanugione di . Barcellona e s icuro q u indi di aYere per sè la superiorità nu1nerica, 1nosse il 22 gennaio da Rcu.s incontro a i Fmncesi ; questi lasciarono Venclre l la sera ciel 23 ed arr ivarono pr ima dell'alba sulle a lture di Altafu lla donde poterono scorgere i fuochi degli Spagnuoli e le posizion i :vantaggiose da questi occupate sulle a \..

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t ure dominan ti la .riva dest ra della Gaya, con la destr a ap poggia ta a l mare e la sinist ra s u una collina sopra Farran. Il gen. M athieu <lecisc l'attacco pel 24. La drv. Larna.rque fu incaricata d i attaccare il p ianoro scosceso su cui a ppoggiava la si.ni;;tra spagnuo la . Il gen D evaux doveva a ttacca.re il cen trn, che era d ifeso da numerose -ha,tteric. D ue reggimenti doveva.no attaccare le a !ture 'Cli Tamarit, p resso il mare, sulle quali era la destra spagn uola. Gli Spagnuoli avevano rotto il ponte sulla Gaya p er ostacolarne il passaggio. L'attacco, condotto con vigore, dopo a:ver passato ia guarlo h Gaya., r iusd a scacciare gli Spagnuoli dalle loro pos izioni su tu'tta la linea. Il ge.n. D 'Eroles anelò per tanto a schierar s i su una elevata montagna d ietro il villaggio idi Saguita. L a div. Lania1·que si por tò ad attaccarlo fronta lmente con una hrigata e sulla sinistra con un 'altra brigata, men tre la cavalleria francese car icava con successo q uella spagnuola; all')COra un.a volt.a gli Spagnuoli veimero battuti e s i sbandarono al:a spicciolata a.ttraverw le montagne, dopo aver perduto molti uomin i e tutta l'a rt iglieria .

A ltalena . V. T ollenone. A ltamsh. Sovrano della d inastia indiana dei « Rè Schiavi l) nel secolo XIII. Fu in lotta coi vicini e con rJusse due spedizioni nello Scinde ; avve1me sotto il suo r egno la p r ima invasione òei M ongol-i comandati cl·• Gengis Khan. Alt a m ura. C ittà delle Puglie, in prov incia di Bar i, capoluogo. di circondario. E ' situala soprn un poggio elevato, dominante i due declivi delle Murgic, e a l nodo <li ù iverse s trade fra Ja Basilicata e il Barese. Forse, è l'an tica Petilia, che per esser rimasta fedele ai Romani dopo la rotna di Caime, venne assediata da Annibale, cui si a rrese per fame. In seguito ebbe a subire distruzione per opcm dei G6ti. Federico II fece r iedificare Altamura, concedendole pri~ilegi, ohe essa

., Lr s tragi di Alta mu ra . (QHadro tll Thl iclle!P Camma 1·,1!1Ui.


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conservò dur:i.n te la dominazione dogli Svevi. Caduta te. K ella. notte sul 9 maggio il Card. Ruffo d ecise di sotto il giogo feudale al tempo degli Angioini, per rialla.oca.re la ostinata. e superba. ciuà, e contro di eS(ia, scattarsi si vendette nel 1542 a i Farne.si, cui rimas, oltre le eruppe destina.te, mossero anche quelle che tesoggetta fino al 1732, tranne il brevissimo ma glorio~o mevano rimanere lontane dal saccheggio previsto, sicperiodo in cui gli Alra.murani, dichiaratisi devoti alla chi: all'alba del 9 Altamura era tutta. circondata. R opubblica Xapolctana, nel 1648, sotto la direzione del Dopo un primo cruento comba ttimen to verso ì\'Ionte Calvario e i conventi di S. Domenico e di S. Antonio, prode M a tteo Cristiano combatterono e sconfissero i gli .\ftamurani decisero di evacua.re le posizioni ava.:, Baroni guidati dal Conte di Conversano. Passata nel 1732 sotto i Borboni, ebbe a soffrire da.iu1i gravissimi zate, restringendosi cn t1·0 le mura. cd a.bbandonando d ue d agli Alemanni (,a pr ile-maggio li34) cbe combatte\'an,, ca1rnoni a. Montecalvario. Senonchè, mentre dura,•a la lotta accanita d i arti-glieria e fucileria, il 1Iastrangelo Carlo III. Dopo h battaglia. di Bitonto (25 maggi-:> e il Palomba dichiararono di allontana rs i dall,i città 1734) le pJ·o,·incic meridionali cominciarono a rifiorire; senonchè tutt i i benefici e progressi furono an- Jt,._ per andar a sollecitare i rinforzi francesi da Ilari e Barletta. Il Palomba prima di partire foce fucilare i uientati dalla <listruzione che essa subì nel I 799. Le istituzioni repubblicane francc~i trovarono negli p rigionieri borbon ici e ciò Iu poi pretesto aJ Card. stud en ti della Univcrsità di Altamura il R11ffo per giustifica.re la. distruzione e gli eccidi compiuti contro la città. Pa.rti:i terreno più propizio. D opo le vittorie del Bonaparte nelrltalia settentrionale, e cioil ::\lastrangelo e il Palomba assieme a po la infe lice spcdizion,e d i Roma e h 150 uomini, la resistenza andò indebolc.1dosi, specie per mancanza di munifuga del Re in Sicilia, molte città, fn cui Altamum, s i organizzarono in regizioni. La sera del 9, consci gli altamuran i dell'im possibile resistenza, in buona me democraLico. li 3 febbraio l 799 i patnot1 altamurani si accordarono per parte evacuarono la città dalla parte istituire· pacif,can,ent;; il regime rep-ibmeno guardata, verso Bari. All'alba d el blicano, mentre il Gover na 10 le m ilizie del Ruffo mossero contro la città e la occ"tore Tavcri cd i borbonici s i parono SCn7,a resistenza, mcallont~_m!\·a:10. Venne oq;:1nizzata la Guard ia Civica, e m.vigliati che i d ifensori a per (\Uakhc tc,npo essa vevessero potuto sfuggire. )Ialgliò indi;turbata alla s icurezgrado questo epilogo, la citza della città. Ma scoppiata tà fu messa a fer ro e a fuoco, e le milizie del Ruffo ~: a .l\fatcra la reazione con•rn il regime repubblicano, .\)tasbandarono ed egli dovette mura si trovò e,posta alle durare fa tica pc.r impedin1e offese della città vicina. Il la diserzione e per ripartire i;overno repubblicano di , ail pingue bottino. :'.\on furopoli sped l sul luogo il geneno r ispettate ncpµure !e Chl.:rale Felice !Iastra11gelo e 1\ sc ed i com·enti. T utto fu Commissario del Governo N1m<'sso a ruba, e nella storia coln Palomba, ma, non potenn~d)oletana questo sa.eco di Al-d o essi giungere a ::\falera tamura rimase celebre quanper costituire colà il governo to, proporzione fatta., il sacco d i Roma. compartimentale d el Bradano. ~toniurncnto .ctolla difesa dl A Itamura. si fermarono ad Altamura. La (Scultore A. zocchi). Altare (Colle) . V. Cadilotta rim:ise per un certo tcmbo11a. po circoocritt:t fra Altamura e l\1atcra. Rinforzi fran• Altare. Dorgo in prov. d i Genova sull'Appc1mino. Fu ces i giunsero a mel/t a,prile del 1799 a Cassano :,forge, ani. cinto di mura e munito d.i castello cd appartenne ma non proseguirono. Intanto, precursori delle masna• al ::\lonferrato. Fu p reso dai Savoia nel 1430 e smande del Card. R uffo, giu ngevano a :t-,,f atera r in.forzi di te llalo, ma restituito ai Monferrato C'in<1ue anni dopr. calabresi. In Altamura vcnivan fatti apparecchi di diAltare della Patria. P arte importante del monumc • fesa, specie verso Monte Calvario. Contemporaneamen•,e IO a Vittorio Emanuele II in R oma, deu·arcl1 itetto Sac il cardinal Ruifo aveva avuto dal R e l' incarico di muoconi. Consiste 111 un largo fregio scultoreo dello sculvere a lla l'Ìconquista del Regno; · il card inale, giuntore Zanclli, avente a.I centro ama statua .della dea Roto a :Matera, si apprestò ad assalire Alta.mura· ma, sotto alla quale è stata •p osta la tomba del milite la sua forza componevasi d i 10 battaglioni comignoto. pleti <li 500 uomin i ciascuno, e di 1200 cavalli, oltre <lue squad.roni d i birri e di campicri e truppe irregolari e.be s i chiamavano masse e fonnava n 100 compagnie di 100 uomini c iascuna . Infine vi erano tru ppe .regolari, avanzi dell'mtico esercito, imperfettamente armate. Le forze altamurane erano molto inferiori, non asccndenclo che a 1200 uomini, ma fidavano nei rinforzi francesi. Parlamentari del R uffo, inviati per ottenere la. resa, non furono visti ritornare. Alcuni sanfed isti catturruti furono dagli Altamurani messi a mor-

Alta Romagna e U mbr ia (B_attaglionc) . Corpo vo1cmtario composto in gran parte di Forlives·i che fece la campagna del 1843 dal maggio al settcnibrc, d comando del magg. G . B. Bertini. Altavil la. P rincipi normanni, conquistatori del-la Sicilia e dell'Ital ia meridionale. Come loro· capo stipite è ricono~ciuto Tmcredi de H a uteville, gentiluomo normanno del secolo ·xr, -ìl quale, dotato di sca,·si beni di

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L'Altare della Patria nel monumento a Vittorio Emanuele II ln Roma.

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fortuna, incoraggiò i figliuoli a prender parte alla em1grazio,1c normanna ohe si portava verso l'Italia merkÌionale. I personaggi principali di questa famiglia, sono: Guglieh110. Detto Braccio di Fe·rro, m. nel 1046. Era il primogenito di Tancrodi e fu il fondatore della potenza normanna in Italia. Accomp%;nato dai fratelli Dragone e Umfrcdo e da 300 avventurieri normanni travestiti da pellegrini, nel 1035 scese u1 Italia e si anise prima al soldo di Guairnaro IV, principe di Salerno é poi a quello d'i Giorgio :ìVfarriacc, patrizio greco, che si era prefisso dà togliere la Sicìlia a i Saraceili. Dopo aver com'battuto per sei anni con grande prodezza per la causa dei Greci, initato dalla mala fede d i essi che rifiutav,ano di pagare le mercedi pattuite, r[volse le armi contro d i loro e si impadr011ì de11a Calabria e della Puglia . Quindi divise le conquiste fatte in d odici coniee, ne conferl l'investitura ai più r agguardevoli fra ,i suoi compagni d'arme, e stabilì la sede d el nuovo Sta to nella città di Melfi. Molestato continuamente dai Greci che tentavano ogni mezzo per ricuperare con le armi le possessioni perdute, Gugliehno r.on po1Jè mai consolidare la sua autorità e quando morì lasciò il governo della Puglia al fratello Dragone. Dragone. Con te di Puglia, secondo figlio d i Tancredi, m. nel 1051. Dal 1038 al 1040 combattè contro i Saracerui di Si-cilia, poi nel 1042 contro i Greci di Puglia.. Nel 1046, iìnpadronitosi della contea d i Puglia, g li fu riconosoiuto il titolo dall'imperatore Enrico III. Sostenne come i suoi fratelli i diritti della Santa Scd~ oontro gli impocatori di G ermania. e nel 1051 fu incaricato dal .p apa d'ella d ifesa di Salerno. Fu assassinato a Monte Ilaro dai suoi soldati insofferenti della

ferrea disciplina che Dragone volova mantenere fra di loro. Gli successe il fratello Umfredo. Umfred.o (o U111fredi) . T er40genito di TanCJ·edi, successo nel 105 l a Dragone nel comando degli av,•enturicri normaJ1ni e nella contea di Puglia, m. nel 1.057. N cl 1053 riportò la grande vittoflia d i Civitella sulle truppe di papa Leone I X che aveva voluto cRcciare i Normanni per mezzo di una crociata dalle terre di Puglia e dopo la vittoria ne ottenne dallo stesso pontefice, fatto prigioniero, l' investitura. Umfredo in questa battagiia a veva avuto come luogotenente il fratello Roberto Guiscardo, al quale fu data tutta la gloria di quella guorra, per i'! che Umfredo ingelosito del fratello pe.r la superiorità dci suoi talenti militari, lo a llontanò d a sè dandogl i un -0omando in .Calabria e cercando di auraversare tutti i suoi successi.

Roberto G11iscardo. Duca d i Puglia, e di Calwbria, uno degli uomini d i guerra più valorosi del suo te1npo, n. a Ha.u.leville verso ·il 1015, m . a Cefalonia nel 1085. Ebbe il soprannome di G«iscardo che in lingua normanna signifioa « scaltro " . Poco soddisfatto del piccolo feudo che poteva sperare dal padre suo Tancredi e -·--desideroso di più g rande signoria e glor-ia, appena fu in età d i vestire le anni, raggiunse con molti a ltri •p rodi i fratelli 1n.1.ggior i Guglielmo, Dragone cd Uonfrcdo che erano scesi in I tali a al servi2Jio dei principi dell'Ita:lih meridionale. Alla testa dei suoi R oberto si distinse m vari combattimenti, ca,ttivandosi l'animo dei soldati con replicate prove di generosità e di valore, e, mor'lo Umfredo, fu grli<lato da loro conte di Puglia, in pregiudizio dei suoi n ipoti (1057). ,Conquistò la Calabria delia quale papa Nicolò II gli diede l' investitura <:on l'obbligo per Roberto e suoi successori di pagare


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w1 tribuio annuo alla Santa Sede. );ell'a;iplicazione di certe riforme per l'abolizione di alcuni usi invalsi fino allora nelle Puglie, i baroni temettero per i loro prh·ilegi e si levarono ù1 armi. Guiscardo li ridu55e all'obbedie111,a, fac~ndo uccidere i promotori della ri,·olta, a ltri mandando in esilio e 11erdonando a queHi che ,i sottomisero. Assodato così lo Stato all'interno ed avu·,.,, dal papa l'inv<;stitura. della Sicilia, affidò l'impresa della conquist:i dell'isola wl fratello Ruggero, non inferiore a lui per hra,•ura militare. e nel 1061 i Xormanni occuparono ~Jessina. L'a,mo seguente i due fratelli ri•• portarono una. vitto ria clamo rosa sopru i Sa raceni, ma poco mancb che la discordia nata fra loro per la mancata attuazione della promessa fatta da Roberto di cedere al fra,tcllo met:, del la. Calabri;i, non lì privasse .ki ,·~ ntaggi riportati. In breve però si riconciliarono, e Ruggero, ottenuto quanto gli era stai-O promesso, cont muò la conqu isi.i. <della. Sicilia, mentre Gu iscardo a ttendeva a cacciare del tutto i Saraceni dalle sue terre. Tolse loro anche Salerno e Bari e riunì sollo di sè tut!e le provincie cl,e costituirono poi il regno di Napoli. La minaccia di scomunica da parte di Gregorio VII lo rirra.ssc dall'annettersi anche .Benevento. Vagheggi:n do la.. corona <l'Oriente, allestì una. flotta numerosa. ad Otranto ed impadronitosi di Co11fù e delle isole vicin·a, Ieee ,·eia verso Durazzo, dove le sue na\'i furono quasi tulle disperse -da una furiosa tempesta. Intanto !'·imperatore Alessio Comncno, che marciava contro di lui con un e.crcito di 60.000 uomini, sci Yolte superiore :il suo, si avvicinava m inaccioso, e Guiscardo, avvilito per la perdita della flotta, ·sta.va per ritirarsi sullle poche navi rimastegli, qll':lndo i suoi ufficiali gli protestarono la. loro fodeltà assoluta fino alla morte. Rincuorato Roberto mise li piccolo esercito in ordine di battaglia, e scontratosi con Alessio gli inflisse una disfatta memorabile e si impadronì di Du.rnZ?,0 (1081). Poi pencu·ò in Epiro e m ira"a g ià a Costantinopoli, ma la notizia che Arrigo III, imperatore di Germanja, era sceso in Italia con un esercito, gli fece rimettere il comaJ1do al figliolo Bocmon do per correre in aiuto del papa, Al suo av,·icinarsi, Arrigo si ritirò da Roma. e Guiscardo, condotto Gregorio a. Salerno, collle in luogo di maggior sicu re=, tornò in Oriente . Sottomesse alcune isole dell'arcipelago, si disponeva a marciare su Costa.r.tinopoli. quando colto da malattia epidemica nell'isola di Ccfalonio., v i morì il 17 luglio del IOSS, libe1=do l'fo1pcro dei greci da un scrio pericolo. Roberto Guiscardo av-~va tutte le qualità che costituiscono un gra.nde capin110, e può stare a paragone dei guerrier i pii1 illustri.

Ruggero I. Conquistatore della Sicilia, soprannominato il Gran Conte, n. verso il 1040, m . nel l 101. Chi:tmato in Italia dal fratello Roberto Guisca.rdo, vi giunse nel 1058, cd ebbe da Ruggero 11 titolo di Conte di Calabria, regione che dovette pc1·ò conquistare. Quinc:i intraprese k\ conqu ista della Sicilia; passato nell'isola con 160 lancie, nel 1061 vinse gli abitanti cli ).[essin, facendo molto bottino, quindi tornò in Calabria. per riuni re un esercito. Insieme a Guisca.rdo passò di nuovo in Sicilia l'anno seguente; sconfitti i Saraceni, i due fratelli si avanzarono fino a. Girgenti, II compito di comµ let~re la conquista dell'isola fu poi lasciato al solo Ruggero, il quale pose il suo quartier generale a Traina, dove fu assediato da.i Samceni. Ruggero sostenne 'Ìn quella piazza gli estremi della miseria e del-

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la fame, ma, dopo quattro mesi, una pane degli assedianti e.sscndo stati costretti dal freddo a ritirarsi, Ruggero, in una sortita, sorprese gli altri uccidl'n<lone 111ol1i e col bottino tolto :>.i nemici potè rifornire di ,·ivcri la fortezza. Passò quindi in Calabria, per cercarvi rinforzi e al suo ritorno ottenne nuove vittorie. Nd IOiO, costretto a recar soccorso al fratello che assedia\'a Bari, dopo b. presa de lla cittit ricondusse le truppe vittoriose :sotto P:ilcrmo che capitolò nel genrniio <le i 1072 dopo cinq.1~ mesi e mc?..1,0 rii assedio. .\llora Ruggero ebbe l'invest itura della Sicilia col titolo di conte; la soHanità cli Palermo e di 1fessina rimase a Roberto, duca di .l'uglin. :\nel-i.e Ruggero abbracciò la difesa <lei J.".tPi contro gl' imperatori, sostenendoli con tutte le sue forze co111ro Enrico IV. In ricompensa l'rba.no II n~l 1098 creò Ruggero e i suoi successori legati apostolici in Sicilia. 1Jocmo11do (Marco). Figlio di Roberto Guiscardo, duca di l'uglia e d i Cal:1bria, m. nel 1111. Partecipò alla 1• Crociata e, dopo la presa di Antiochia, vi rinM,.<;e fondandovi un regno che durò dal 1098 al 128). Tentò l' impresa della conquista d i Costantinopoli, ma l'esercito che a tal uopo ;ivcva raccolto in Europa fu distrutto dalla -peste; ne raccoglic,•a. un altro, quando la morte lo colse.

Ruggero II. Conte e primo re di Sicilia, figlio del precedente, n. n el 1093 m. nel 1154. Fino dal princip io del suo governo mostrò grande abilità e raro coraggio, riuscendo a riunire in un solo interesse i popoli a lui so!toposti, musulmani, greci e cattol ici, disgiunt i fra lo.ro per lingua, costumi e religione, vissati finora senza affezione per i reggitori e senza. abitudine eh subordinazione. Alla loro testa respinse lo sbarco clcgli africani, poi H condusse da conqu'istarore a ).falla ed in Africa. Xci 1127, essendo mono suo cugino Guglielmo duca di Puglia senza prole, fu chiamato n succc·dcrgli, ma Onorio II, volendo r iunire alla. Santa S,,_ de la Puglia e la Campania, aiutato dai baroni tedeschi, mosse con un esercito contro Ruggero. Qucst.:, che si trov,a va i n Sicilia, ripassò lo stretto e dopo pres~ Taranto, Otranto e Brindisi, marciò contro il pontefice che conduceva l'esercito in persona. l d-.ie cscrtiti, separati d~I fiume Bradano stettero osservando$i per quaranta giorni, poi il papa cedendo per primo, propose condizioni che R•uggero accettò ( 1128). On;:ir io concedette a Ruggero I'invcstitur:1 , lei <lucati d i Pugli:t e di Cahbri:t e tutti i baroni e le- città che avcl'ano prese le armi contro il conte di Sicilia furono costretti :t sottomettersi. Nel 1130 si fece incoronare re di Sicilia; nel 11.31 r iunì sotto la sua autorità il regno delle Due Sicilie, c9n la sottomissione di )l°apoli e di .\malfi, che si reggevano a Repubblica sotto la protezione del!' Impero d'Oriente. Jn SCb'1lito il regno fu invaso dall'imperatore Lotario e, solo dopo la partenza di lui, Rugl'(é'rO ricomparve a Salerno per ricuperare quanto aveva perduto. Nel 1139 anche papa Innocenzo II volle com-


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batterlo, ma, vinto presso il castello cli Galluzzo e fatto pr igioniero, gli accordò l'investitura d i Capùa e r iconobbe kt sua sovranità su Napoli e sul teni tor io circostante. Dopo avere imp iegati clodi{)i anni r, raffotzare tla s ua autorità nell'Ita_lia meridionale, rivolse 1, sua a mbizione a conquiste pit1 lontane. Nel li46 e 1147 le sue flott,e desolarono le coste cl' Africa e cli Grecia. Occupò Corfù, saccheggiò Cdalonia , Corinto, Tebe, Atene e N egropontc; prese parecchie città del litoraAe afric;ano e si impadronì delle p iazzoforti di Bugia e di Tunisi. Diede gran<le sviluppo al -commercio ed alle industrie dei suoi su dd iti, por.tando la popolazione deJL, Sicilia ad un ben•èssere e a<l una prosperità fino allora sconosciuti.

G1<gliel1110 I. :R.,: di Sicilia, <letto Il J',Ialv«gio, n . verso iJ 1120, m . nel 1166, Successe al padre Ruggero II nel 1154 ed ebbe il soprannome d i Malvagio per i suoi cattivi •p ortamenti vers\' i sudd iti. Avendogli il ,papa ricusato il titolo di re, Guglielmo gli mosse guerra, ma la scomunica fulmina tagli da Adriano I\' gli fece solleva.re contro tutti i baron i _di Puglia, aiutati dai C rcci. Guglielmo li r idusse ben presto ali' obbedienza, facendone onorirc parecchi, e dop o una disfatta navale inll i tta alla flotta greca nel 1156, ot(enne dal papa l'investitura del regno di SiciJìa e dei ducati d i Puglia e di Calabria. G11glielmo II. Re di Sicilia <letto Il Buono, n. nel 1154, m. nel 1189. Era fi glio del prccc<lente e gli successe al trono nel 1166 sotto la reggenza <lelia madre Margherita di N'avarra. Nel 1185 equipaggiò una flotta per sostenere i d ir itti d i Alessio, ni-pote <lell' imperatore }fanuele, <Contro l'usurpatore

Andronico I , ma dopo qualche successo fu battu•~ Dc111etriza d a lla flott.i <l i Isacto 11, successore d.i Andronico.

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Tancredi. Nipote d i R oberto Guiscanlo, 111. in Antiochia nel 1112. Partecipò a tutte le fazioni pitt importanti della I ' Crocia tR: a lla presa d i T a rso, all'assedio d i Antiochia, a lla presa di Gerusalemme, alla vi ttoria. d i Ascalona. Torquato T asso lo immor talò n ella « Gerusalemme L iberata >>.

Tancred-,'.. Re di Sicilia nel 1189, m. n el 1194. L ' impera.tore Ern·ico VI ne l 1190 ordinò al generale T esta <li invadere la Puglia., mentre Rioca-r d o Cuor di Leone si im padroniv~. della citta<lella di Messina. Tancrecli s i 1tiberò ~li Ricc:.Ù'do vuotando il suo tesoro, e lasciò che le malattie distruggessero l'esercito _del T e~ta, i l quale fu costret to a ritirarsi . .:(e! 1191 Enri-

co VI invase in persona il regno di )iapoli, appogg iato alle .flotte cli Genova e <li Pisa; ma il suo eserci to fu nuovamente d ecimato dalle mala.ttie. Le ostilità durarono ancora con varia fortuna tra il re d i S icilia e i generali dcll'i.n1,pe.ratore, nt'1

con ,p <:><:o profitto per quest' ultimo. Tancredi, eh,, nei po,hi anni di .regno è ra~i mostra to soldato va1oroso cd esperto, ebbe a successore il figli() giovinello Guglielmo III, al quale facilmen te Enrico V I tolse la coro11a.

Alten (Ca.rio, con te d'). Jcncrale annovcrese ( 1ifr)18 40) . Entrò ncll' cscrcit.1 annoverese ne.l 1787 e ne! L803 fu con le trup pe drlJa sua nazione a.I serviz1n Tancredi d'Altavilla. dell'lngh iltc,n. Par tecipò alle campagne dell'Olanda, del Por togallo e della Spagna sotto i l Wellington, raggillngendo il grado d i generà le. Combattè a Waterloo e rimase in Francia fino al 1818 come comandante del contingente annoverese. Tornato in patria , fu ministro della guerra e degli este,· i del!' Annovcr. Alte1t ( G-io-rgio). T enente generale p russiano e scrittore mifoa re, n. a I'otsdam nel 1846. Ncilla guerra franco-prussiana riportò una grave ferita che lo rese :nabilc ail servizio per la <lurata della guerra. D al 18i5 al 1894, salvo brevi imerva lli, Alten f u ano Sta to Mag giore Generale; raggiunse il gmdo di ma.ooior gen erale n el 1896 e ,quello <li ten. generale nel 1899. Nel 1901 Iu colloca to a d isposi,,ione. Il gen. i\lten è ,in innovatore per ciò che r iguarda i servizi logistici dell'esercito. A lui si deve l' invenzione d i uno specia le dispositive per l'attacco delle vet tu1·e pesanti agh animali di traino. E' a utore d i numerose opere mii!itari, come << L'Art•: della guena >l (Berlino 1902) ; « R itorno all'obice eh campagna» (Berlino, 1903); cc Le potenze in Asia 1> ;' (( Il sole di Aus!.'crlitz » .

Altendorf. Villaggio della Raviera p resso Bamherg teatro di comba ttimento tra francesi e austriaci, i l ò agosto 1796. I l Gen. Klébcr, coman<lante d i un'ala dclr armata francese <li Sa.mbra e :Mosa, dopo essersi impad ronito d i Bambcrg nella Franconia, diresse due divisioni dalla ,5ua ala sinistra, d opo aver loro fatto passare la Rcdnitz, su Ebermenstad t e Fo rcheim, mentre l'ala destra doveva prender p osizione d ietro la linea Rauh- Eberach. Il nemico occupava Altendorf, con gli avamposti fin p resso Hambcrg; fra gli a.vversari si estendeva una esteM. pianum . Ivi 'la <liv. di cav. fran cese Lefebvre (10 squad.roni) giunse a contat to .con la cavalleria aust1·ia<:a, più nwnerosa . Le due cava'lle1·ie si rnricarono furiosamente; qt?ella austriaca, va11endosi de lla su'periorità numeri-ca., cercò di avvolgere la sinistra, de i fran~i'si e vi r iuscì in ,p a rte ; senonchè, essendo sopraggiunto i,, buo11 p un to un reggimento di corazzieri, sbucato all' improvviso da l viltaggio di Hirschaid, i l vantaggio r in:ase •ai kancesi e gli austriaci si ritirarono Altenheim. Borgo del Jl.aden, noto p er la balta-


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gfia del I O agosto 1675 fra gli imperiali del Montecuccoli e i francesi del Turenne comandati dal d uca d i Lorge. I francesi, in r itirata dopo la morte del Turenne, avvenuta a Sassbach il 27 luglio, stavano attmversando la Schuttcr, quando ~fontccuccoli venne ad assalirl'i di fronte, men tre gettava una forte colonna con tro il ponte d i barche gettato dai francesi e la relativa testa di ponte <li .1, guardata da 8 battaglioni e 16 squadroni francesi, comandati dal marchese d i Vaubrun, il qurule rimase ucciso sul posto che difendeva. Il ponte, maàgrado 'l'accanimento degli imperiali, non fu preso, ment1,e sulla fronte ,:!ella Schutter il duca di Lorge rese vani g li sfoi:zi del Montecuççoli. G li imper iali perdettero 4500 u., 9 bandiere, 7 cannoni; 3000 u. i fnuicesi. Per tre giorni i due eser-cit i rimasero tri1:rerati l'uno d'i fronte arl!'altro, poi il duca di Lorge si ritirò e ripassò rl Reno: questa << ritirata di Altenheim » gli •fece togliere il comando, tan to più che essa aveva aperto a l Montecuccoli la via dcli' Alsazia.

Altenkirchen. Antico castello della P russia Renana, s ituato sulla W ìed a 30 km. da Coblenza, presso la foresta di Hochsteinbach. I. Battaglia di Altenkirchen (4 giugno 1796). .Nel 1796, quan<lo il gen. I<:lcbcr passò il Reno, gli Au.,'lriaci dovettero abbandonare Uckerath e ripiegare su Altenki.rchen, sulle cui alture concentrarono circa 20.000 uomini. Il mattino del 4 giugno i Francesi avanzarono su 2 lince: l'avangua1,dia, al comam<lo del gen. Lefèb- . vre e il grosso a l coman<lo ddl gen. Collaud; quest'ultimo prese posizione da\"an ti a Weyel.'buch in attesa che f avan.guardia cominciasse l'attacco. Quando la d iv. Lcfèbvre, re.,-..pinti ~!i avamposti nemic i, apparve sulle aiture <li fronte ad Altenkirchen, si impegnò un vivace duello di artiglieria; Lefèbvre, formate tre colonne, ord inò che lç due colonne l>atera:li avanzassero per le ,ili aggirando i <lue fianchi del nemico, mentre quelia del centro avrebbe attaccato frontalmente. Iniziato l'a ttacco, gli Austriaci dapprima r esistettero t:enacemente, ma poi, minacciati sui fianchi, dovettero ritirarsi lasciando in potere 'dei Francesi 4 bandiere, 12 cannoni con molti cannoni e 3000 prigionieri.

Il. Combattù11ento di Alte_nkirchen ( 19 settembre 1796) Quando ·l'Armata francese di Sambra e JVIosa co,nan<lata dal gcn. Jourdan, fu costretta alla ritirata; il gen. ìvfarceau, che bloccava Nfagonza, seguì con le sue tr.u p,pe il ripiegamento; a.bban<.lonato il mattino del 19 d i settemb re F reilengen e attravcrsat•a la foresta di Haohsbaob, era riuscito a disimpegnarsi dal contatto col nemico; ma -il resto dell'Armata era insegu'ito dappresso e 11arceau, avuto l'incarico d i proteggerne la ritirata, sce1se una posizione vanta,ggiosa e vi si schierò facendovi costruire una •batteria di 10 ca1u1on.i da campagna. :Mentre faceva una. r icognizione il generale venne colpito mor talmente da una. fucilata e morì pochi giorni dopo presso il nemico a<l Altenk ir chen, ove i francesi avevano dovuto abbandonarlo 1itirandosi.

I II. C<7mbattimento d,i A ltenkirchen ( 16 aprile 1797). Nel 1797, mentre ,j F.r ancesi avanzavano nella Prussia, il gen. Championnet attaccò Altenkirohen presidiato <la gli Austria.ci, e se ne impadronì, cattu rando buon nu•• mero di prigionieri. Altenzaun. Villaggio del d istretto p russiano di Magdeburgo, noto per il combattimento del 1806, so-

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stenulovi, durante la nt1rata delle truppe tedesche, da l comandante col. Yorck, che guidava la retroguardia delle truppe del Duca Carlo Augusto di Weimar e che fu assalito dall'aYanguardia avanzante del 4° Corpo francese, comandato da Soult. Il D uca d i Weimar, dopo Ia battaglia di J ena, d·~cise di incamminarsi verso la riva <;lestra dell'E1ba med iai1te una marcia compiuta di notte, e lasciò a protezione della marcia stessa il col. Yorck con tre -battagHoni di fucilieri, sei compagnie di cacciator-i e due cannoni, presso Altenzaun, cinqut chilometri a sud del la posizione di Sa.ndruu, prescelta per ul pas.,;a,ggio del grosso delle truppe. Yorck il 26 ottobre fu a.ttaccatn a.lk 4 pomeridiane dalla d ivisione di cavaller,a Marga ron e dal 26° reggimento <li fanteria leggera; egli poti: res1jinget'C la caivalleria. verso Pc:i!kritz, e mettere in disordine e in fuga la fanteria francese, la quale -Subì gravi perdite. York pecdette soli 26 uomini. Il grosso delle truppe prussiane potè passare i'Elba, mediante questo successo.

Alterati (o Malcontenti). Nome· dato agli ammutinati degli eserciti dei secoli XVI e XVII, i quali si sottraevano a-ll'ob~ienza dei capi per ragioni d-i paga o di ti,atta,mento. Tirovandosi fontani da,i loro paesi, costoro si gettava.no su qualche terra e vi s i stabilivano e fortifica\•ano, dandosi un ordinamento caratteristico e rigorosissùno in fa.lto d i dis-cipfina. Eleggevano un « Govcrnatore ll di ,ca,valleria e un « sergente maggiore» di fante ria, al ·<li sopra dei quali slava un « Eletto>> o capo supremo circondato da un certo numero di (C Consiglieri ll. L'Eletto studia.va e vagliava le proposte da iiarsi all'assemblea degli a!lterati riw1ita Ìll. piazza, 1a quale assemblea era sovrana per le deliberazioni. Questo capo era sorvegliato strettamente, in modo che non potesse avere .comW1icazioni con l'esterno, se non collegialmente, per mezzo d el Consiglio. Gli ailterati stwbi liva.no norme rigorosissime di vita, proibizione assc:iluta di giuoco, di liti, di furti, d i bestemmie, di donne, <l'i debiti, di ubbriacarsi. E quasi w1ièa .punizione la morte con le picche. Da questo punto d i vista d isciplinare, gli a lterati avevano una morigeratezza assai maggiore d i quella degli eserciti da cui erano usciti. Con i ,quali generalmen te venivano a patti, ottenendo i l ricon oschnento del diritto in nome del qua le si erano ammutinati ; e qu~si sempre g;]i antichi capi li ammansivano con l'oro. Talvolta, sedotti dall'oro dell'avversario, rpassavano sotto le sue bandiere, allettati da miglioi'i condizioni. I casi <più numerosi di a mmutinamenti di questa sorta s i vel1ificarono nella guerra di Fiandra. Alterazione (Amm..). Usato in senso improprio nel ìinguaggio <burocratico mi!., s ignifica la modi.fì.cazione ad arte eid a scopo non lecito, di registri o documenti contaJbìli o titoli <li" credito, in modo che rappresenti.no dati o c ifre ~lifferenti da quelli indicati in origine. L a alterazione -d i documenti p uò portare a conseguenze pena:li (falso o J:>revaricazione) a seconda del fine mggiunto o ohe si voleva raggiungere. L'a lterazione più co1mme e più semplice è quella delle cifre, per cui nell'amministrazione m ilitare è stabilito che i documenti rappresentanti comunque un vrulore patrimoniale, debbono portare la indicazione 111 cifre del loro valore e la corrispondente in tutte lettere (titoli di cassa, ordinativi di pagamento, ecc.). E ' compito dei controllori,

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degli ordinatori di spese, dei pagatori, dei revisori e d egli Ispettoi·i, di r ilevare ta li alterazioni e di assodarne le responsabilità.

Altersw eilen. Villaggio svizzero presso Costanza, dove gE svizzeri sconfissero, nel 1499, Massimiliano I , il quale fu costretto a riconoscere l'indipendenza della Svizzera, rinunciando al proposito di sottometterla a:1la corona d'Austria. Altezza. Ant., d i una schiera, lo stesso che profondità. - A . di una batteria, in una fom~zza, è quella che si misura dal p·iede del fossato. al piano della troniera; in una nave, è quella che si misura dal livello del mare alla soglia del portello . - Portars·i al/'A . di u n dato reparto, dumnte un a manovi:a strategica o tattica, sign;fica portarsi aHo stesso livello frontale.

Altezza metacentrica (.lviar.). E' un importante fattore la cui cono~ccnza dà subito idea de:lla sta'bilità d i una n ave, skt d a guerra ohe mercantile. Deriva dal principio di Archimede. Un a n ave d i su perficie (parzia lmente emersa) è s tabtlc .anche quando il suo centro di gravità sta a,I disopra del cen tro d i volume ( ossfa centro di caren a, od anche cen tro d i spinta), perchè ogni volta che la nave s i inclina o per effetto del

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G) centro cli g·rav ità ; C) ccPiro ù i voJUme o rtl ce.r<;na o <li spinta: L L) linea di gaU<'i:-giamc!l1o normale; V L') linea cli gallegcglamell'!CI a nave inclinata, G P) ctire~ione del pe,;o a nave l nclin'Ula; O S) dire,;ione della spinta a 'lave i n<"linata; SO G P) coppia rti r addrizzamento; M) me r.aeentro; e ìll) altezza m etacentrica.

moto ondoso, o per effetto <li spostamen to d i pesi, s i forma um1 coppia fra il peso ·e la spinta, che ha tendenza a raddrizzare la nave. Questo · fatto avviene semp re <:he prolungando ila linea d i direzione con cui si esercita la spin ta, questa interseca le congiungent-i centro d i crurena-cen tro d i .gravità, .al disopra di q uest' ultimo. Le linee di d irezione della spinta, corrisponden ti alle vuie inclinazioni della nave, si incontrano prossimamente in un punto s ituato a l d isopra. del!a congiungente i centri èl i ca.rena e di gravità; questo pun to chiamasi metacen tro e la sua d istanza d aQ cenlro ù i spin ta s i ohiama a ltezza metacentrica. I valo ri del"l'altezza mc!acent.rica variano a seconda della grandezza e della forma della nave; l'altezza -metacentrica d i un Cacciatorpediniere a :carico normale è d i circa 50 cm.; di una nave da battaglia è di 2 metri circa; in u n som01ergibile, acquista vailori diversi a seconda della navigazione in emers ione o immersione. (V. anche Stab·i lità e So-mme·rgibi/.i) .

Althan (o Altheim) (conte Michele). Maresciallo di ca.mpo austriaco, n. uel 157 4, 1i1. a Vienna n el 1633.

ALT Discendeva da un'antica e illustre famiglia, i cui membri furono tutti al servizio ddla causa imperia,le e coprirono cariche d ip lomatiche o militari. Parleoipò da giovane, quale ufficiale, alla guerra contro .i Turchi in Ungheria, e s i d istinse n ella ,battaglia di H uhlweissemburg e nell' assedio di Grau, d c!Ja qua,le cittadella -fu poi nominato comandante dall'Ìil;_peratore Rodolfo Il.

Alti I ia. Ant. città del Molise, ùi cui le rovine sono a circa. 3 km. da Sepino, in pianura. Ern di forma qu:idrata, con quattro porte e due torri '1a.tera,li quadl'atc per dirfesa. Le mura ermo robustissime e costituite da grosse pietre. I Romani, gu·idat i dal console L . Papirio Cursore, la presero nel 293 a. C., dopo un lw1go assedio e per meno ùi macchine e di assalti r ipetuti. 7400 Sanniti vi rimasci·o uccisi, e 3000 vennero fatti prigionieri. Altimetria. E' quella parte della k,po1,•Tafia che stud ia i procedimenti atti a determinarè le distanze verticali (altitudini) dei punti del terreno, dal piano di riferimento - zero - livello medio del mare. Le altitudini vengono determinate con operazioni che d iconsi di •livEJ!lazione. L' A . vi~ne rruppresen tata, su'lle carte, con pa,rt icola ri sistemi di con venzione, che possono riassumersi nei seguenti principali ; delle quote, delle curve d i livello o c urve orizzontal,i o isoipse, del tratteggio, delle til1tc i psometriche, delle curve d imostrative. E allo scopo di sommaTe i vantaggi che offre c iascun metodo ed eliminare gli ' inconvenienti, a ~econda degli effetti pa.rbicolar-i che s i vogl iono ottenere, la rappresentazione del!' A ., il più delle volte, è ottenuta con la combinazione dei vary. <metodi. Così s i uniscono : curve d i live11o e tratteggio ( lumeggiato zeaitale od obliquo o misto) cw,ve d i livello e sfumo ; curve, tratteggio e sfumo; curve, s fumo e tinte ipsometriche. Altimetro. Strumen to usato in aviazione per l' ind icazione continua delle altezze che un aereo successivamente raggiunge, senza. però lasciare alcuna traccia delle indi•cazion i stesse. Esistono altimetri a lettura diretta in cui una lancetta si muove d i fronte a lla gi,aduazione -barometrica, fissa., c a quella a ltimetra, mobile a volon tà ; e altimetri registratori in cui una pennina scrivente registra sopra. un foglio (d iagramma) avvolto su un tambu ro, mosso da un movimento <l'ord logel'ia, le sue posizioni; le d ue scale sono stampa.te s ul d iagramma. La parte sensi bile dell'aJtimctro, s i compone, in sostanza, come quella di un comune barometro aneroide, d i una. o più scatole mclall ichc a paret i elastiche (ond ulate), nel cui interno è p raticata una forte rarefazione. Alll'aumentare della pressione atmosferica k scatole vengono compresse; al d i,ninuire della pressione, per l'elasoicità del meta.Ilo, i fondi delle scatole si sollevano; e ta.li modificazioni, per mezzo d i un sistema d i trasmissioni più o meno comp licate, vengono trasmesse aill' indice. Talvolta una molla, opportunamente <lisposta, o tm ,piccolo contrappeso aiutano l'elasticità <lclle scatole. La scatola contiene atia asciu tta è, come s i d isse, •r arefatta , affìnohè le varia zioni d i temperatura, in fluendo su lla p ressione del gas contenuto nella. scatola, non n e producano sensibiJ-i modi-ficazioni ohe -verrelJbero registrate come modificazion i di pressione. In ciò pr incipalmente consiste la co~iddetta compensazione <li tai1i a pparecchi che dovr ebbero dunqll{:, e praticamente lo sono n ella maggior par te dei


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casi, essere sensibili alle .;ole variazioni di pressione e non a quelle di t=peratura. L'altimetro dà le altezze più a.pprossima,te nei mesi primaverili ed autunnal-i in cui le condizioni sono più prossime a quelle genera,1mcnte a,urnesse dai costruttol'i. Nelle giornate estrem~ d'estate l'altimetro dà altezze approssimate per difetto ; nelle giornate estreme d'inverno, approsirimate invece per eccesso. L'errore in taiJi giornate estreme può raggiungre, da noi, .facilmente il 7 od 8% d ell'a ltezza. Un al~imctro, anche _ottimo, può fornire una. quQl!a notevolmente d iversa dall'effetti,-•a; tutto ciò che si può

p retendere da questo strumento è di segnare la press ione <:orretta. Per questo scopo ogni a ltimetro viene corroda,to di un certificato d i campionamento che ind ica gli errori dello strumento ,in corrispondenza. dei vari valori della pres..~ione da esso segnati. Ove si vo◄ glia pertanto •da.Ila misura della pressione ottenere l'altezza esatta, rome occorre per crulcoli di rotta, d i tiro, ecc., necessita rilcva•rla da una tabeHa o da un grafico che fornisca l'altezza in funzione del valore della pressione da esso segnata e della temperatura media dell'aria. I l grafico può pure essere disegnato su.Ila mo• stra déll'altim◊tro. In tale ailtimetro l'altezza esatta s i ottiene leggend o l'altezza che con trassegna la curva spira-li:forme che incontoa sotto l'indice il cc-1'-0hio segnato con JJa tempera tu.-a media osservata. Le t abelle e i grafici suddetti non fanno che semplificare e rendere po,, sìbile e rapido ·]'uso della formula altimetrica nella quale, come si r icorderà, entra non solo al va.lare della pressione, ma a ltresì quello della temperatura. GJi altimetri debbono essere collocati a bordo in modo che la Iorn mostra, col tamburo su c u i è ayvoJto il diagramma, r i• sultino presso a poco verticali : sono utili le sospensioni clastiche per o.tlut,ire ile vibraiiioni della navicella; è bene pure che non siano collocati in una zona d i depressione dovuta a i vor tici che si producono presso la n avirella stessa, affinchè venga misura to il vafore statìco della p ressione: si con stata infatti che, per u na

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inadatta pos1z1one dell'altimetro, la pressione può esse1·c alterata di pi(t di due mm., già con velodtà d i 60 km. all'ora.

Alti ni (Francesco). Generale romano del sec. XVII, n. di Camerino. )..iilitò cdl generale della Chiesa. Taddeo Barberini nel 1642; passò poi al soldo d i Francia; morì all'assedio di Or,betcllo del 1646. Altino. Ant. città del Veneto, su l Sile, p resa. e di- · strutta <la All•ila nel 590 e non più risorta. A ltipia ni (Battaglia degli Altipiani). Si suole così comunemente denominaTc -il complesso delle operazioni con 'le f]Ua li gli Aus~riaci, nel maggio-giugno del 1916, movendo dagli altipiani di La.varonc e Folgaria e s.for.<lata la ,linea <la noi raggiunta nel 1915, discesero nel bacino <lei Posina-Astico e nell'altipiano dei Sette Comuni, ,g iungendo fin quasi a contatto dell'estrema sbarra rnomana che protegge la pia.nura Yeneta. Chiusosi l'anno 1915, per gl'impcri centrali, con imp ortanti successi sulle va,rie fronti, specialmente su quella balcani~a, parve a.cl essi il momento propizio per tenta re un colpo decisivo contro la Francia e l'Italia; così, mentre la ,Ger mania puntava su Ve1,du11, l'Austria mirava a scendere su Vicenza. La decisione del Comancia Austriaco, secondo . l'~ntieo progetto del J\farescial_lo Conrad, il quale aveva sempre sostenuto la convenienza d i un attacco attraverso g,li alt ipiani per sccn-dere nella pianura veneta, alle spalle delle truppe operanti sulla fronte Giulia, fu presa :in febbraio; una forte base cli opera zioni fu creata nella zona fra Trento e Bolzano, ed ai primi giorni dL apni!e due armate erano ,già concentrate nella zona stessa: 1!' 11.• al Comando del generale Dankl, destinata Tu(! operare per la direttrice Vallarsa -Val Leogra e nella rcg-ione Pasubio• \ Val Posina- Val <l' Astico; ,Ja 3' , a.I Comando del generale Doeves, per l'altipiano di Asia.go e la val Suga.na. In totale: d iciassette divisioni e mezza con circa 200 babl:aglioni cd oltre mille bocche da. fuoco, delle quali 300 circa d i med-i o e grosso caHbro. Del gruppo di ar • mate prese i:l comando l' Arciduca. Eugenio, e,cJ il co• mando di un cor po d'a r mata (i•I XX) fu dato ali' Arcidu~a. ereditario ,Carlo, con la speranza forse d i apprestare un lauro d i guerra al futw-o imperatore. Front:-ggiavano il gruppo d'atta.eco austr>ia.co Jc truppe <lella no~tra 1' armata (gencra1e Pecori-G-iraldì), cosi schierate : tira la.go d i Garda e Vallarsa, la 37° divisione (ge• nera-le Ricci- Armani); - tra Valhrsa. e a ltipiano di Asiago (compreso) il V Cor po d'Annata (gen. Zappi), con le tru'J)pc dello shaxramento A,gno-I'osina (gen. Oro), sulla fronte VallarsaCol Santo-Val Terragnolo : Ja 35" divisione (gen. de Ohaura,1d) t-ra val Terragnolo (a,dlusa) e vrul d'Astico (compresa); la 34' divisione (genera'le Angeli) sull'a ltipiano d i Asiago; - tra vaJ Sugana e val Cismon, le truppe del settore Brema-Cismon (poi XVIII corpo d ' armata), a l comando del generale Etna. - in r iserva due divisioni : la 9°, a.I comando del generale Gonzaga e la 10', a l comando del generale Ne!!'.[i di Lamporo. Complessivamente: 158 battag!ion i, con c irca 700 bocch e da fuoco. Primo periodo. L'attacco austriaco, · piit volte r imandato a ·causa della neve che permaneva in alto, fu sfer-



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Accampamento i~au ano su!J'Altiplano Cl1 Asiago rato infine rult'aJba del 15 maggio. Un fuoco d'artiglieria, d i vicilenza inaudita, si 9ferrò fin daJle primissime ore del mattino sulle nostre linee, d i molto dubbia consistenza, rendendole ben presto ·intenlbili, oosicchè dappertu_Jto le nostre truppe·, furono costrette a ripiegare. l1J val d'Adige, le truppe delta 37" divisione, abbandonan'Clo le posizioni prospicienti Rovereto, e contendendo tenacemente il terreno atl nemico, r-isalirono le pendici detla Zugna-Torta; parimenti le truppe dislocate alla confltrenza dei d ue Leni, di Vallarsa e di Terragnolo, ripiegarono su.Ile posizioni di T rambilleno, t1:a la S'J)Onda sud del Leno di T erragnolo e 1e propaggini nordovest del Col Santo, obe rimaneva il caposaldo della zona. Cro.lla.to anch'esso il giorno 18, tutta fa fronte dovette nuova.men te essere arretrata :mila linea Pasubio-Parmesan-Coni Zugna. Sull'altipiano di Folgaria; la 35" divisione, p ur dopo a,·ere opposta UJia virile resistenza, rfu costretta a l'Ìpiegare sulla cresta di monte Toraro-Caanpomolo11-Spitz Tonez;,a; bersagliala però dal f uoco dei forti austriaci d i Doss del Sommo, So·i nmo allo e Cherle e premuta da incessanti, impetuosi attacchi d elle fanterie avversarie, dovette, nella notte del 19, r ipiegare ancora suhla linea di alture monte Araltarnonte Cimone-Ba.rcarola, che copre la conca di A.r siero. L a 9• d ivisione <Sostituisce, il 21 maggio, la 35", rna tenta invano di reggere all'u lterio,·e spinta del nennico che, il 30 maggio, invade il bacino del I'osina e In conca di Arsiero, e giunge a contatto della sbarra montana Pasu'bio-M. A'lba-Novegno, ult imo d iaifrarnma che copre i'I piano di Schio . In val Su.gana, il primo urto nemico riuscì del pari a<l ottenere un guadagno i.niziale, costrrngcndo le truppe del XVIII ·c orpo ad abbandona.re la conca ·di Borgo, ma sulla linea del torrente Maso (cima Caldiera-montc Civaron - alture di Strigno - Cismon - R ava-Cima di Asta) le nostre truppe opposor~ salda resistenza, così che il nemico, pur riuscendo a strapparci qualche posizione, come il monte Civaron, fu <--os-t.retto a desistere dai suoi attacchi. ,Sull'altipiano di Asiago, ,l'attaèco avversario fu . sferrato, con qualche gic,rno di r itardo, il mattino del gioe-

no 20. D isputando il terreno palmo a. pafano, i nostri ripiegarono dapprima sulla seconda linea cima di Cam-pomolon-cima Verena, e quindi, il giorno 22, sulla linea dcll' Assa. Dopo altri quattro giorni di aspri combattimenti, però, perduta la Bocchetta di Ponulc e di :VIoute Nfosciagh, il genera le Lequio, che aveva assunto ,intanto la difesa dell'a ltipia no, oadinava i-I ripiegamento suilla linea margina-le dell'altipiano (punta Co,bin - mon te Belmonte - mon te L emerle - monte K a berlaba - ,111ontc $pnmch-- monte Sisemol - :Meletta di G a,Uio). Su quest.t linea, il generale Cadorna, Comandan te Supremo, avvertiva (< doversi -salvare l'onore e la fortuna d'Italia»!

Seco11do j,criodo. Con la ritirata delle truppe de-lla- 1° Armata sulla linea monte Altissimo-fondo val cl' AdigeCima Zugna-Pasubio-Novegno-Punta Corbin-Monte Lemerle-rnontc Sisemol-Meletta di Gallio-Ospeda letto-cima Rava - •cima d'Asta, si può considerare finita la prima. fase dell'offensiva nemica. ·Contro questa nuova linea il nem ioo iniziò, negli uhim1 giorni di 111aggio, una serie di spallate vigorose, per tentare d'-infrangerc le ultLme difese verso il pJano. I l nostro Comando Supremo, intanto, nel mentre provvedeva a far accorrere nuove truppe e mezzi sul campo d i battaglia, nella previsione che potesse per<lcrsi l'intera wna montana, aveva disposto, fin - da-l 21 maggio, la costituzione di u na nuova armata C{m elementi t•r atli d alla 2• e dalla 3° armata e con uniti, d i nuova formazfone (,la s• Armata con i Corpi d' Armwta ·v111, XX, XXII, XXIX, e XVI e prima una, 4Joi · due divisioni <li cavall,;ria) la qua.le avrebbe dovuto affrontare i-I nemico nel caso che fosse sboccato .in piano. Comandante: il generale F ru_goni. Men tre questa nuova armata si andava concentrando n el t riangolo Viaenza..;l'a<lova-Oitta<lclla, l' a,wersario t occava il p rimo insuccesw <Std Passo Buolc, importante insellatw-a, che collega la Vallarsa con la va.I Lagarina , Benchè più volte _attaccate con est.rema violenza, le truppe delle brigate Sid.lia· e Taro re"Sistettero bravamente, cd alla fu1c, il 30 ma·ggio, dop0 dura lotta, misero in rotta il nemico, infliggendogli perdite così gra-


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vi, d a indurlo a desistere d a nu<Jvi atta,;chi in quel settore. Anche nella zona del Pasubio ripetuli at tacrhi nemici s'infrangevano contro la valor0<,a resistenza dei

Fanteria che avanza tn orutne sparso nostri fanti, ed ai passi di Xomo e d i Posina la Brigata Selc, della 27" Divisione, si opponeva decisamente ad ogni tentativo cli forzamento dell'a,vvei·sario. Sempri!. pi\l Jnina<:.ciosa si facova, invece, la situazione nella zo ... na de l Novegno. Iil giorno 25 maggio, furono perduti il monte Aralta ed il Pria Forà; vani furono i tentati.vi per ·r iconqu istare quest'u ltJima al tura. Nei g iorni del 31 maggi.o al 4 -l uglio il nemico seguitò ad insister,! rabbiosa.mente nei suoi tentativ i di gettarci in piano, ma urtò ovunque contro una risoluta resistenza, coo;;ì da dover rinum:iai:c. il S· giugno, ad ultc.rioi·i a ttacchi. Del pat:i. violenta si era accesa la ,lot ta sulla linea marginale dell'a l!ipiano. Già il giorno 29 si ern dovuto abbandonar e il forte d i Punta Corbin, cd il 30 il nemico lanciava for ti scaglioni contro fa fron te monte Ccngiol\lConre Ilar,co-monte Bclmonte- Cesuna -1\fagnaboschi, per aprirsi il passo lungo la rotabHe che segue la va1 C;,.naglia. In questo settore s-crisse una delle sue p iù belle pa,gin e la brigata Granatieri, che p er più giorni (insieme con reparti delle brigate Catanzaro, Pescara, No-

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tirandosi ~ulla linea retrostante Bar.ri<:ata di val Canaglia - monte Paù - monte Zovetto. Ormai, però, anche il nemko era esausto dai. ·lunghi e sangu inosi combattimenti: tuttavia, drul S giugno alla metà del mese, seguitò ad insistere in vigorosi tentativi, da una prurtc sulle a lture de1!o Zovetto e del Lemerle per insurnaTsi ;n val Canaglia, e sul sistema m. S-iscmol-Castelgombcrto, da'1l'altra, pe r scendere in vai! Brenta. ?Ifa, dappertutto, cozzò contro w1a disperata volontà di resistenza, toccando nuove crucntissime perdite, senza r iusoire, pur guadagnando terreno, a sca.dina.re la d ifesa dell'altipiano, della quale a veva assunto la d>rezione, il 4 giugno, i l generaJe Mambrett i. SulJe posizioni di monte F ior e Castelgomberto un gruppo a lp ino, composto dei battaglioni ::-.-ronviso, Valmaira , Argentera e :MOt'begno e comandato dal tenente colonnello Stri11ga, in fra.terna unione con i fanti della brigata Saissari, si ba t teva strenu amente con tro successive, furiose ondate <li truppe avvc.rsarie e solo dopo quattro giorni di epica lotta ed immani sacrifici di sangue, 1:ipiegava il giorno 8, sulla linea ·monte Spii-monte Miela.. Sul rn. Lcmenlc, la brigala Forlì resisteva valorosamente a p iù at1ac<ll.i nelle giornate del 6 e del i; a.ttaccata nuovamen te il 9, la posizione veniva tempo-

P t·ig-ion ieri austriaci raneamente sgomberata, ma poi subito riconquista.ta; del pa.I'i, su•llo Zovetto, ]a brigata Lii:,'1lda, neUe giorna te del 16 e· del 17, sosteneva una lotta durissima, e senza che il nemico potesse p iegarla. Un ultimo, àisperato tentat ivo, il nemico effet tuò il giorno 12, cont,ro il monte Giove, nel gruppo del Novegn o, ma esso si spezzò contro le baionette della brigata Ancona; rinnovato il giorno 13, l'attacco venne ovtmque contenuto e respinto. D a. documenti trovati indosso a p r igionieri austriaci risultò l' impor-lanza decisiva, che il nemico annetteva alla presa <li monte Giove: (< Ancora quest'u ltimo baluardo - era detto in ·u n diario - e poi la: 'Pian\lrn ! "· i\,fa la sospirata -pianura rimase, per allora e per semp-re, un sogno!

L a ritirata nemica e la nostra controffensiva. Il 3 Rino~zt Jn marcia sul MagnaJioschl \'ara e Sa,lcrno) tenne testa a-ll'avversairio, benchè ridotta allo stJremo di uomini e d i m unizioni, e solo il 3 giugno, cr ollata tutta Ja difesa daJ nJonte. Ba.r<lo al Cesu~a, fu costretta ad a bbandonare il mon te Cengio, r i-

giugno, inta_nto, ,le arma te ru,sse clol Sud, al comando <lei generale Brussilov, avevano attaccato la fronte au stria-ca -i n Gxlizia, determinandone i l rapi<lo crollo e catturando u n numero enorme di prigionieri. :M a ancor prima che ,la grande offensiva russa fosse inii.iata, i l nostro Comando Supremo ·aveva avuto la netta sen sazione che lo sforzo ruvversario andasse ormai esau-


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rendosi, tanto che in un ordine del giorno in data 4 giugnq aveva avvertito il comando della I" annata che « la situazione generale le consentiva di rjprendere b . iniziativa delle operazioni»; gli ,stessi avversari, del resto, han dovuto riconoscere che l'offensiva austriaca sulla nost ra fronte potova d ir:si conten uta ancor prima che si movessc la valanga russa. Determinatisi i primi rovesci sUJlla fron te Galiziana, furono fretto-losamcnte tolte dalle truppe sulla nost:ra fronte ,per inviarle all'est, finchè, il giomo 17, il Comando Aust r ia co dette l'ordine di arresta.re definitivamente l'offensiva nel T r entino. I l Comando delle tl'uppc dell'alLipiano, in tanto, avvertendo i sin tomi <leHa crisi nemka, a veva dato, il giorno 14, i 1ximi ordini per 1a nostra controffensiva, la quale, secondo le d irettive de l Comando Supremo, doveva iniziarsi con un'azione delle due a li c,t,remc dèlla 1° arnnata e tendere a,IJa r ioccupazione de l-l'altipiano d i Asiago, fino a.I solco de Jll' A.ssa ed al contrafforte de1Ja l'ortUJlc e dd 1Col Santo. Il mat tino del 16 giugno, le t ruppe dell'ailtipiano, che comprendevano il XX Corpo <l'Armata (gen. Mon tuori), il XXlI (gen. Zoppi) il XIV (gen. Mossolin) ed il XXIV (gen. Secco), mossero :in avanti . G li a lp ini, a nord, s t rapparono al nemico le posizioni d i Monte ·Magari e d i cima I sidoro, e le truppe del XX Corpo oltrepassarono ovunque il mar gine ovest della p iana cli Marcesina. Fu• tono infl itte a l nemico perdite considerevoli e gl.i si catturarono pr igionieri; ma non ftt possibile compiere progressi rilcvanoi. Quiùche vantaggio ol'lcnnero anche le truppe del X e \' corpo d'armata in val d' A.stico, val Posina e Valla,rsa. L'avversario, però, era a:H'estremo delle sue forze e gli era ormai necessa.r io sottrarsi alla miriacciosa pres• sione delle nostre truppe. 11 mattino del 25 giugno, in fat ti, da tu tti gli osse1,vatori ver>.iva segna,lato che il nemico era 111 piena ritirata su tut ta 'l a fronte, ed i l comando della. la armata ord inava tosto che fosse inseguito fin dove possibi le. Ma, fin dal giorno 26, ap· par ve evidente che il nemico s i era ·r itirato sopra una nuova ,linea, rapidamente preparala in precedenza e gi:ì saldamen te 1,afforzata , la qu'a lc si svolgeva lungo il se-

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guentc tra•cciato: Zugna Torta , Pozza,cchi o, monte Cmno, Col Santo, Col della Bor·cola, mon te Seluggio, monte Cimone, sponda nord dcli' Assa, monte Ra.sta, monte ìVIosciagh, monte InterroHo, monte Ortigara, mont~ Civaron, Conca d i Borgo, monte Salubio, Alpi di Fassa. H 30 giu,gno, ,tc nostre trnppe, portatesi ovunque a contatto col nemico, tentarono un p,,imo attaoco di questa nuova linea nel t ratto nocd-est dell'altip iaao, ma ucta.rono <lapportutlo contro una. salda •bauiera d.i difese passive, che non avrebbe pobuto e=re attacca ta effica,cemente, senza i l sussidio delle artiglierie, tuttora in movimento. Il 6 luglio fu ri.presa la controffensiva ma, nonostante il vai]ore delle bruppe e dei com.andanti, non si poterono conseguire che successi locali. S i r iaccese ancora la bat taglia. il ~iorno 11 e proseguì fino al 16, 111a senza risulita.Li notevoli.

Il Comando Suprnmo, intanto, in vista della notevole d iminu zione d i forze avversar ie su tutta. la nostra fron te, poichè gli r isu ltava che sia da'llo scacchiere del T rentino ohe d a quello dell'Isonzo l'Austri-a seguitava a richiamair forze per argin a.re l'offensiva l'Ussa in Ga lizia, aveva p reso ad esami nare la poosibili tà d i effettua.re \rn r a,pido spostamen to di t ruppe verso l'I sonzo, per teniare UJn :nuovo cdl])(), e decisivo, cont ro il campo t.rincerato di Gor izia. Fin dal 9 lugLio, pertan to, a,v cva informato cl i questo suo divisamento il comando delb 1• a rma~a, cd -il 20 luglio ebbero inizio i febbrili tra• sporti di uomini e di arbiglicr ic dal Trentino verso la fron te G iu lia. Prima tutta via, che si passasse rullo stato difensivo sulla fronte Triden~ina, il Comando Supremo consentì che la 1• anna.ta tentasse an;;ora , tra i l 22 ccl il 24 luglio, due operazion i : la t·iconquista. <lel monte Cimone, in val d'A,stico, e quella de-Ila Boocl1ella d-i Port.u lc. Q uesta non s i potè ,·ist ra ppar c aJI nem ico, nonogtan te gli sforzi magn ifioi, durati per tre giorni dai nostri a,lpini e dalle t rup pe della 34' d ivis ione, i n-vano cozzanti contro le fortissime posi~ion.i avversa rie. Il mon te Cimone, invece, venne bra-llantemente rioccupato, mediante un attac-co di sorpresa, eseguito, all'al• ba d el 23 l u,g l.io, ditl battaglione alpini val L eogra, col concorso di elemen t i d el 154° fanter.ia . Con questi attacch i chiudeva.si la ,nostra cont.roffensiva, la quak, se

Il vlllag-g-io d i Ang-heb.enl sugli Altipiani dlstrutLo dall'artig-Jierla

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pure non aveva dato i rigultati speravi, era valsa però a r idonarci una linea difensiva, che, opportunamente rsinformta, ci avrnbbe <:onsentito, anche contro nuovi assaHi, -di tenere atl'cora lontano il nemico dall'agognata piamura L a grande offensiva Austl'iaca, se pure aveva conseguito u n notevole successo <in iziaJe, era .finita in fondo con un çl,amoroso fallimento ; la conclamata « strafcexpedition,, (spcr!;zionc •p un itiva) aveva a<vuto, infatti, per il nemico, conseguenze a lt rettJanto, se non più gra vi, che per noi. E' amme,;so da~li stessi avvcrsa,ri che la prontezza <:on la· quale d a:l nostro Comando era stata parata la gr ave mina.<:cia ed il sanguinoso scacco toccato dall'Aus tria ebbero ,una ripercussione non lieve su tutto l'ulteriore svdlgimento della guerra s ia su lla nostra fronte che su.Ile a'ltre fron ti europee. L'Austria, inoltre, aveva su-bìto u n considerevole logorio di forze dUJ~rnte i due mes i d i combattimento sulla nostra .fronte ; 'le ,pe-r dite austria che, in fatti dal 15 m aggio al 20 luglio ammonta110 a I0.203 morti (dei quali 320 ufficiali), 45,650 feriti (1068 ufiicia1li), 26.960 pr igionieri c dispersi (65 ufficiali); le Ita:liane a LS,443 mor ti (788 ufficia,li), 76,630 feriti (2844 uffici,1,li) e 55,635 p r igion ier i e d ispersi ( 1045 ufficiali).

A lt i studi Mii itari. Denominazion e <lata in Francia " corsi d i <Studi per uffioiali su peLior i, istit•u iti a Par i·g i nel 1910. 11 crite11io che ispirò questa deliberazione fu quello ,ii lasciare iilla scuola di guerra il solo compito d i crca,·e u fficia·li d i Stato l\lruggiiore, senza che dò in<lioa.sse esp ressa.mente l'attit,udine al Comando, .per il quade si richiedono, oltre , allo studio, speciali doti. Ai corsi partecipano annua,lmen tc non 'Pitt di venti o vent icinque ufficia li, del grado di luogotenen te colonnel,o e •colonnello. La parte p r incipale degli A. S. M . è cùsti~uita da conferenze ed esercitazioni p ratiche. Altitudine. ( L ogistica). E' l'a ltezza sul livello de l mare cli un punto o di una zona qualsiasi della superficie terrestre; altezza che si denomina comunemente quota ailtimet•r ioa o semplicemen te <JUOta di det,to punto o d i detta zona. Sotto l'aspetto logistico, l'altiwdine generale o di singoie zone delie regioni destin,ate a.cl essere teatro d i operazion i belliche, coslit nisce un elemento assai importante per l'influenza che può ese rcitare specialmente •sull'esecuzione delle marcie e sul funzionamento <lei servizi. Tale influenza può d irsi tnscurabilc ,ruio a ohe 'l'a,ltitrudine si mantiene ,in misuri! non ecceden le i 200-300 metri; ma oltre questo limite essa. si manifesta sempre di p iù attrave·r so •l a soarsc1.zo. delle comunicazioni, la m inor percorr ibilità del terreno, ,l'in6roquenza -degli a,bitati, !',inasprimen to e lii var ia bil.ità del ,clima, Ja povertà o la 'completa '1ssenza d i risorse locali : condizioni tutte c:he si t raducono in aumen to <le'Ue d ifficoltà per far muovere e vivere le t•rupµe. Ed è in~ivivo come le difficoltà crescano noa soltanto col crescere dell'eleva2lione del terreno, ma anche col crescere del-le forze che vi devono operare. Da dò la necessità dell'adozione e dell'osservanza di particolari <lisposizirmi che ,,aqgano a neutral.izzare il pern icioso influsso delle sfavorevoli condizioni suaccenna te. (V. al .riguardo specia lmente le voci 1'.1arcia e V ettovaghamento) .

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Con l'a,ltitud in e che raggiunga. od ecceda i 2500 metri, il terreno as.,ume •carattere <l.i a:lta montagna, per operare nelliL qua le richiedesi norma lmente l'impiego d i

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truppa ordinata od equipaggiata .in modo specia1e. (V. Montagna).

Altmark (Tregua di). Conclusa nel 1629, fra G u stavo Adolfo re d i Svezia. e ~li Imperia li, con la med iazione de/Ila Fra nc ia, d el-l'Inghi lterra e del Brandeburgo. La con d izione principale d'ella tregua era quella che Gustavo A<lolfo avrebbe conservato le fortezze conquista te . La dunlta <lella t regua era stabilita in sci an::,. ma nel 1830 la guerra s i riaccese ugualmente. (V. Gu,Jr• ra dei Trent'anni).

Altmayer ( Vittorio). Genera.le fra-ncese, n. a ,; ;aint/\vold, m. a L imoges (1844-1908). Uscì dalla scuola di S,aint-Cyr ; ,fu di guarnigione a. R oma dal 1868 a l 18ì0, epoca ne lla quale r itornò in Francia , facendo parte ·• di quel 13° copo d'annata che dopo la ,battaglia d i Sédan rientrò a Par igi. Qu ivi ·/cime nomina to capitano, e .partecipò a va.• ri <lei combattimen ti avvenuti durante l'assed io, compresi <Juelli contro i comunardi; venne ferito nel1' assalto del forte d' Isly. Passò qu:ndi nello Stato Maggiore, lavorò a lla car. ta della F rancia, organizzò il corso di S . :vr. alla Scuola superiore d i guerra <li cui fu insegnante dal 1879 al 1885. Raggiunse il grado di generale di brigata nel 1895 e ,quello d i gen. ,di C. <l'A. nel 1906. E' autore d i un cc Manuale d i <:ognizioni m ili tari >l ( 187 3); di uno « Stud io sul servizio d elle truppe in ,marcia >l (1876); d i unq stud io sulla << Creazione del -corso di S . M. alla Scuola superiore di guerra» (1880) e cli minori lavori.

AltnJeyer (Ferd:it,mulo). Ufficiale d i mrur. austriaco, m . nel 1906; partecipò a!lla batt. d i Lissa e scrisse un lib ro su « La guerra del 1866 nell'Adriatico» . Alto Comando. Sotto 1:ale d enominazione si comprende quetl'Ente o q uel complesso <li E nti cui compete la direz ione della prepa11azionc dell'Esercito o della Mai-ina, e il com,indo in ternpo di pace ed in tempo di guerra. E' denommazione recente, sorta d urn.nte !e aµ,passionate discussioni svoltcs.i nel 1925 circa 1'ordinamento definitivo delle forze a r ma.te della nazione. Alto Comando è ,;inonimo di Comando supremo . (V .). V. anche Stato J1,foggiore. Altomonte· (Martùw). Pittore di battaglie, il cui vero nome era Hohenberg, n. a Napoli nel 1657, m . nel 1ì45. Divenuto pittore di corte del re <li Polonia Giovanni Sohieski, dipinse per ordine d i questi l'assedio di V icnna. da parte dei Tur chi. Alton (R-iccarrlo, conte cl'). Generale, n . nel 1732 nella Scozia. F<u a l -servizio dcll' Austria. n el 1789, a.I l'epoca della insurrezione -delle p r ovincie dei P,aesi Bassi, dove em comandante delle truppe imperiali. SU!I pr i.nc11Ho riportò, nei pressi d i T irlemont, qual-che StKce,;so sui r ivoltosi; ma, ,quando questi si impadronirono di Ganci, r Al ton concentrò le SLle forze jn Br uxelles, di dove dovette ben presto allontanarsi, impossibilitato a--


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contenere i moti che si andavano manifestando fra gli abitami della città, percliè indebolito dalle continue d iserzioni fra le sue >truppe. Morì nel 1790 a Treviri, durante il viaggio di ritorno a. Vienna. Un fratello di Riccardo, Edoard,01 conte d'A /ton, n. nell'Irlanda nel 1737 e anch'egli genera1e al s&rvizio de11' Austria, si era. distinto contro i Turchi, e nel 1792 servì contro i Francesi al comando di una di'1isione; passato agli ordini del duca di York, venne ucciso nel 1793 all'assedio di Dunkerque.

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15.000 furono i prigionieri, fra i quali lo stesso Raimondo di Cardona. e suo figlio F ilippo. L a battaglia per• mise a Oastruccio <li riprendere Altopascio e altri ca.stelli. II. Assedio e battaglia di Altopascio (1362). Apparte :gono alla lotta tra Pisani e Fiorentini; avvennero nel cuore dell'inverno. 1'I presid io d i A . era Fiorentino, e i

Altona. Città rnanttmia della. Prussia, viC1mss1m:1 ad Amburgo, sull'Elba. Nel 16~0 venne m possesso de> la Danimarca; nel 1713 fu presa e incendiata dagl i Svedesi comandati da.I gen. S1eenbock. Altoni (Giova1mi). Uno degli ingegner i militari toscani che sul volgere del 1500 seguirono le truppe ~[edicee in Ungheria e fasciarono traccia della loro abilità costruttiva melle molte fortezze che iru1a-lzarono in quelle regioni. Di essi la storia non ha notato i nomi. percliè le loro opere, secondo il costume cortigianesco cldl('Qpoca, andarono tutte soHo il nome di Giovanni de' Medici. Scrisse un trattato con diverse ingegnose invenzioni, sebbene, seguendo le tendenze ddl suo tempo. suggerisca disposizioni puramente geometriche. Ideò una. strada. coperta secondo curve rivolgenti la concaviti, ai baluardi, accennata di già da Jacopo Fusti detto il Castrioto nel suo libro: « Fortificatione ». Il Bousmard nel delineare il suo sistema difensivo nel 1804 segui !e traccie dell'ingegnere toscano. Gi()'l}a11ni Altoni. Scrittore militare fiorentino del secolo XVII. Militò sotto Enrico I V che p rese a maesu·o nella sua. opera: « Il soldato, o della scienza. ed arte della guerra». (Fi'orenza., 1604). Il Ca.rrer nella sua << B ibVio tcca Clas.sica >), lo annovera fra gli scrittori mi- l litari classici, col Montecuccoli, il Lorini, il Lupicini e il Diedo.

Altopascio. Borgo della Toscana in pro,·. e circ. di Lucca, su11l'ant. via. Francesca. E' famoso il suo robusto campanile, alto più di 30 metri, tutto in macigno e marmo: servì di fortezza nel )'Jedio Evo. I. Battaglia di A. (23 settembre 1325). Appartiene alla guerra fra Castruccio Castraca.ni, signore di Lucca, e i Guelfi cli Toscaa1a. Firenze aveva affidato un suo esercito a Raimondo da Ca.rdona, generale pontificio, il quale mosse su Altopascio, presidiato da. 500 · lucchesi e il 3 agosto vi pose fa.ssedio. 11 29, la guarrvigione, credendo che Castrnccio fosse stato sconfitto presso uinnignano, venne a patti e cedette il castello. Nel frattempo Castruccio provvedeva. a raccogliere truppe, e, ricevuto un soccorso di 1000 cavalieri inviatigli da Galeazzo Visconti e comandati da. suo figlio Azzo, mosse contro l'avversario. La battaglia avvenne nella piana presso A. e al pl'imo urto settecento cavalieri fiorentini comandati pcrsona1mente dal Ca.r<lona anelarono in rotta e si diedero a1ila fuga. Ciò impressionò le fanterie .fioren•ine, le quali, dopo breve resistenza., si posero in ritirata., incalzate dai vincit"Ori. Aveva il Cardona post.a una guardia al ponte di Cappiano, pel quaile ern possibile la ritirata, ma CaslTUccio, appena delineatasi a suo fa,·or;, la battaglia., vi inviò w1 corpo cli cavalleria, il quaie cacciò la guardia fiorentina e si impadronì del ponte. E ciò decise della vittoria nel modo il più completo, chè circa

Pisani, con 2000 fanti e 600 cavalli, vi aveva.n posto l'assedio. :.\fa, riuscendo loro impossibile d i ,prenderlo a viv., forza per fa resistenza. della. guarnigione bene approvvigionata, si disponeva.no a levare l'assedio, quando sopraggiunsero 2000 fanti e 25 cavalieri eia. Firenze, comandati d;i. Francesco <la Palagio. Venutisi a battaglia, i Fiorentini furono sconfitti, e Altopascio, caduta nelle mani dei Pisani, venne data al saccheggio e alle fiamme.

Alto Reno (Battaglione) . Costituito di volontari <lol'le provincie dello Stato Pontificio, prese parte alla difesa cli Roma nel 1849 agli ordini del conte Livio Zambcccari. Incorporato poi nella leE9ione d i Eologna, costituì il nuolco del1'8° Regg. di linea romano; fu chi.ima.lo anche bgl. Bersaglieri Alto Reno e bgl. Cacciatori A1to R eno. Altor f . Città della Baviera, cui appartiene dal 1815 (Trattalo di Vienna), a 18 km. a S. E. di Norimberga.


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I . Combattimento di A ltorf (14 agosto 1799). Gli Austriaci occupavano la va'llattl di A ltorf, attraversata da lla R euss. Il gen. francese Lei:ourbe, avendo avuto ordine d i cacciameli, diYise la sua d iv. in 2 co:lonnc, affidando il comando di ·una di esse al suo oapo di S . M . Parson. Dopo penose marcie attraverso le montagne, la colonna P a.rson, raggiunti gli Austriaci, li attaccò, r igelta.n doli sull'altra riva della R euss; gli A,ustriaci però ruppero l'unico ponte su,! fiume impedendone così ai Francesi il passaggio. S i impegnò al lora da una r iva all'altra un vivo duello di artiglieria e fucileria con molte perdite d'ambo le ,parti, senza poter venire ad una conclusione. :Ma intanto il gen. Lacourbc a.ocorse al cannone, e, sapu to del- . la rottura del ponte, fece passare si.ull'altra 1·iva, presso Fluelen, con la sua flottiglia di barche, alcune compaga1ie <li granatieri i qua,Ji attaccarono gli Austriaci co• str>ingendolii a ritirarsi. IL Combattimento di Altoi-j ( 30 settembre 1799). Poco dopo aver battuto gli Austro-Russi a Zurigo, Massena _ se,ppe dell'arrivo ad Altorf del gen . Suwa.rov, comandante dell'armata r ussa <l'Italia, che per B ellinzona ed il San Gottardo aveva battuto ad Airolo i francesi, entrando poi nella valle della Reuss. Il gen. Lccourbe, pur avendo poche forze, difese il ponte di Secdorf riuscendo ad im• pedire ai Russi di passa.re sulla riva s in istra dcl'la Reuss ; il gen. Suwarov, perduta la speranza d i passare il fiume, si diresse nel Nfotthenthal.

Altranstadt (Pace di) . Conclusa il 24 settembre 1706 in ~ ., borgo della Sassonia ; Augusto II, elettore di Sassonia e re d i Polonia, è costretto da Carlo XII di Svezia ad abbandona;s·c l'alleanza con la Russia e ad a:bdicare a favore d i Stani:slao Lcczinsk;. Augusto riprese la corona dopo ,Ja disfatta: di Carlo XII a Pultawa, la q1\alc disfatta rese nullo il trattato. Altstatten. Borgo d el'la Svizzera nel cant. di San Gallo. Sopportò un duro assedio nel 1410 -per opera de• gli Austriaci, ·<lai qt>ale assedio uscì rovinata .

Alt ura. Borgo dell'Istria, distr. d i Pola, presso le rovine dell'ant. N esazio; già <:a'Pita1e dell'I stria, p1cila ~ distrutta dai R omani a. C. e poi ric-clificata. La JH·es:i. della città per opera dc~ Romani avvenne nel 177 a. C . Era d ifesa da un re dell' Istria, E,p ulone, cd era sai• da.mente for tificata, tan to che resistette con grande energia . Ma i Roma.n i deviaron o allora il corso d'acf]ua che alimcnta,va la città, ccl Epulone e i suoi guerrier i, posti nell'alternativa d i arrendersi per esser fatti schia vò, o d i 1r.orire, p referirono questo d ispera to partito . E condussero sulle mura le donne e i bimb i d1e sgozzarono con le proprie una• ni> e quindi si uccisero fra loro. Alula. Ras abissino, guerr iero valoroso e abile, n. nel 1847, m. a<l Adua , nel 1907. ,Era genero del ' Negus G iovanni, dal qua. le ebbe la. s ignoria del• J'H a.masen con cap ita le all'Asmara. Sconfisse i Dcr• v isci nel 1884. Nel 1887 distrusse a Dogali il b a t• ta glione De Cr ist<Yforis .

ALV

Nel 1888 fu da G iovanni inviato contro il re del Gog. giam, ma ne rimase ba,ttu to. Nel 1889, morto Giovan• n i, A. si d ichiarò fedele a l\,fangascià, re del Tigrai ; sconfi.s.sc degiac Scium, avversario di Mangascià, a G hc. rardai; il 26 novembre de1lo stesso anno battè presso Adua, dopo nove ore di combattimento, Mariam Salassié, luogotenente di Seium, e s i impadronì della cit• tà. Nella guerra italo-abi-s sina del J 895-96 fu a. capo di uno del corpi abissini sotto il comando di Menelik. Morì per ferita ripor tata combattendo contro ras Agos.

Alula. Cannoniera, vara ta nel 1912; dislocamento 430 tonnella te. Destinata p-rincipalmcnte a prestar servizio sulla costa d ella Somalia, cd a tale scopo attrezzata in modo speciale per la permanenza nei clim i caldi. A:·. mata con un cannone da 76 mm. e due mitragliere.

Alumatol. Esplosivo di guerra inglese, avente la composizione: Nit.rato di ammon io 77- 78% ; T rinitro• toluene (T.N .T.) 20%; A·lluminio i n polvere 3-2%. Fu impiegato per il ca ricamento d i bombe da aeroplano. Al unno alfiere. Grado <lolla mar,ina borbonica che cor>risp ondeva al nostro guardiama-r ina, mentre l'alfier<! di vascello corrispondeva a ll'attuale sottotenente di vascello. Alurisfontein. Località con sorgenti d'acqua nella p ar te meridionale dell'Africa Tedesca del Sud-ovest. Il 5 e 26 novembre 1904 i tedeschi comandati dal colonnello Conte Kagencck ebbero a combattere con gli Ottentotti, guidati dal loro capo Moremga. L 'impresa. fu a lquanto difficile per i 1edesd1i, che dovettero lottare contro indigeni fanatici sprezzanti la morte, e con la scarsezza quasi assoluta d i mezzi di traspor to; però essi vinsero ed occuparono Warmba<l. Aiuta. F iume delle Alpi di T ransitvania; scende nella Valacchia attraverso la profon<la gola di Rothen• thunn e rappresenta una linea d ivisoria fra la p icco:a · e la grande Valacch•i a. Lungo la _detta gola .passa ia s trada fra Buka.rest ed Hermannstadt. Durante le guerr e fra Ungheresi e T urchi, e Valacchi e Austriaci, p ii1 volte la valle dcll'A. fu teatro d i lotte. ?\el 1849 i Ru:;,i passarono con un corpo di truppe -per la valle dell' 11.; battuti dal gen. u ngherese Bcm, rifecero quella strada r itirandosi ; mà, r icevuti rinforzi, ne sboccwrono d i nuovo per abbatte.re le u ltime resistenze ungheresi. Durante la guerra del 1877, il 30 giugno, allo sbocco d ell'A . n e l Danubio, una divisione <li to,,ped iniere russe assalì e tentò d i affondare u n monitore turco, ma ae fu respint a con serie perdite. A.Iva (duca d') . Viccrè <li Napoli del sccoio XVII. Scrisse una « Dichiar,1zione o istruzione sopra gli o bblighi che· appartengono ad un maestro generale' d i ca1:1po ed a ltri uffo:iali ,, . Quest' opera si trova ndln. B iblioteca di S iena. Alvalate. Borgo fortificato della Spagna. Nell'.ottobre 1811 venne occu-pato dal capo ba ttaglione i talia.• no ~farini, a l servizio della Francia, il quale ne cacciò i difensori, 1cirrn 300 « guerrilk,ros i> , e s i stabilì nel forte. Qui vi accorse il generale spagnuo·lo Campillo, ma venne attaccalo d al lvfarini eon vigorosa ·sor tita, e sco,npiglia to, e volto in fuga. Alvarado (Pietro d' ). Condottiero spagnolo, n. a Ba dajoz verso la fine del XV secolo, m . a Avatos (Mes-


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sico) nel 1541. Fu uno dei principali luogotenenti di Fernando Cortez. Fece parte della spedizione incaricata, nel 1518, <li esplorare le rive d cll'Yucatan, e l'anno seguente accompagnò Cortez al Messico. Si segnalò in molti combattimenti; comandò a )1cssico durante rasscn1.a di Concz e fu incaricato della custodia ii Mon tezu_ma. La sua repressione feroce della congiura llrdit:1 da i nobili messicani contro gli spagnuoli solJe\'Ò tutta la popolazione di )lessico, e i\lvarado si difese finchè non venne soccorso da Cortez. Quando, in seguito al la s it!uazione creiulasi, .gli spagmioli il 20 luglio 1520 furono costretti ad abbandonare la città, Alvarado ebbe il comando della retroguardia e saltò 11 larghissimo fossato che ha conservato il nome di « Salto d'Alvarad o )). Nel 1541, pa rtito in guerra contro gli indiani del .Messico meridionale, morì durante la spedizione. Alfonso d' Ah•arado. F ratello del preceden te, n. a Burgos nel XV secolo, m. a L i.ma nel 1553. Fu compa gno di Pizarro nella conquista del Perù. Per l'estremo rigore dimostrato mentre era. capitano generale nel Perù , nel 155 l provocò nella p rovincia di Po tosi una grave sollevazione che non riuscì a domare. N e morì di cordoglio. Rudccindo Alvarado. Gcnemle argentino, n. e m. a. Salto ( 1792-187?). Scoppiata la rivoluzione del 181(), ebbe il grado cli tenente in un coi-po organizzato dal go,·cmatore della sua provincia. Nel 1812 si pose a capo cli un corpo di cavalleria detto dei « D ccididos de Tucuman "; s i d istinse a Castafiares e n elle battagli<= successive del 1815. Passò come tenente col., n el 18 16, nel corpo dei « Cacciatori delle An<le >), partecipanc!o, con onore, alle battaglie di Chacabu co e di ~laipù, nel la qua.le venne promosso colonnello per merito di guerra. ;-1 el 1820 in traprese fa canwagna p er la liberazione del Perù, d urante In qua le raggiunse il grado di generale di brigata. Era capo di S. M. dell'esercito liberatore qumdo cadde i'I Callao nelle mani dei rivoluz ionari. Fatto prigioniero pro,prio in questa città ?. caus:1 di un 1noto controri,·oluzionario, venne reso libero d:illa ,battaglia di Ayacucho. Tornato a Ilucnos ;\ ires, venne <lai presidente Trquiza nominato ministro <lclla gue rra nel 185~. Ebbe i gradi d i maresciallo di can,po cileno e peruviano e di brigadiere generale argentino.

Alvarez (Pedro A . Cabrai). Amm iraglio portoghese, inv iato nel 1500 con u na flotta a Calicut, che bombardò per costringerla a ricevere le sue nav i C' nd acceltare i rapporti commerciali col Portogallo, che il s ultano non voleva. Do11 l\fartùw 11/varcs, conte di Colomcra. Generale spagnuolo; n . dcll'.\11dalusia { I il4- 18J9). Abbracciò la professione delle armi in età giovanile e fece le sue prime c:impagne ncllrt guerra d'Italia del 1733; percorse poi tutti i gradi della milizia con distinzione e prese parte alla guerra del Portogallo del 1i62 come maresciallo d i c:11npo. Durante la guerra per l' indipendenza americana, I' Alvarcz era uno dei generali pii\ .anziani e ncll'atmo I779 teneva il comando del famos:i campo di San Ro<X:o e del blocco di Gibilterra. Nel l i82 fu sostituito nel comando d al duca di Crillon, ma, non volendo stare in sottordine di u n generale frances~, lasc iò l'esercito. Qualche anno dopo fu fatto

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conte di Colomera e viccrè di )fa varra, e nel 179-1, in seguito alle d imissioni del generale don Ventura Caro, gli fu affidato il comando dell'eserc ito di Navarra e Guipuzcoa, col grado di c:ipitano generale. Quantunque avesse ai suoi ordini generali distinti e valorosi coine il duca d'Ossuna, don G iuseppe dc Urrutia, Farr i!, Castaiios cd altri, la s ua tarda e tà, non poteva p ermettergli lo slancio e la vigoria necessari per combattere contro un esercito composto di soldati i.;iovani e pieni d'entusia.smo, ed il suo arrivo al Gunpo spagnuolo segnò il periodo dei primi successi delle truppe r epubblicane francesi. L a caduta delle formidabili dife,;e della Bidassoa, il rpassaggio del fiume in diversi punti, l'invas ione della vallata del Guipu1.coa ed infine la p r~sa d i Fontara,bia, di San Sebastiano e d i T olosa, furono le conseguenze della debolezza del suo comando. Allora la corte di ~Iadrid (nel 1795) lo sostituì cd principe d i Castel Franco, nominando l' Alvarez ispcl• torc generale dell'artiglieria. Dopo qualche tempo ricl'nobbc per re Giuseppe Bonaparte e gli prestò giuramento, ma la tarda età gli impedì di partecipare ancora alla vita pubblica e così evitò nel 1814 le rappresaglie che F erd inando VI esercitò contro quei s udditi eh~ avevano aderito a i movimenti sia per i francesi che per le Cortcs. Quando l'Alvarez morì aveva raggiunto 105 a nni.

lvlariano Alvarez De Castro. Gen erale spab'11Uolo, n. a Osma verso il 1770, m. a Figuières nel 1809. Entrato giovanissimo come cadetto nelle guardie del re di 5,:>agna, raggiunse nel medesimo co11)o il grado cli capitano. Nell'anno 1795 fo nominato co lonnello brigadici·e e nel 1809, all'epoca dell'invasione francese, ebbe il -comando della fortezza di Montjouy sovrastante a Barcellona, che l' Alvarez tentò difendere contro gli attacchi del generale Duhesme; ma, obbligato a cederla -pc,· ordine del s uo capo, il governatore Espetela, si riun ì ad un corpo di truppe spagnuole giunto da )faJ1on e passò subito a l comando della pia1.zaforte di Geron a, dove rese imn iortale il s uo nome organizzando una delle p iù belle difese di c ui parli la storia. Fatto prigioniero, fu condotto a Figuières dove morì poco dopo. Nella prigione dove spirò gl i fu eretto un monumento che sopra una. lastra di marmo nero porta inciso il racconto della memorabile difesa di Geron a. CitrJanni Ah·arez. Gener:ile messicano (1780-1867}. Discendeva da una famiglia. indiana dello Stato d i Guerrero. Fu il pr;rno a. <lare il segnale della insurrezione contro il presideme della repubhlica Santa- Ann a, il quale aspirava all'impero, e contribuì efficacemente con i suoi indiani aJla disfatta di lui, avvenuta nell'ago,; to del 1855. Divenuto alla sua volta presidente della r epubblica, entrò a Messico e con fiscò i beai ecclesia:stici. Stanco del governo si ritirò a vita privata :id 1\capuko, dove morì.

C iuscpf,~ .1lva,-ez Condarco. Ingegnere milita re sudamericano, n. a. Tucunitrn nella seconda metà del secolo X\'I II, m. nel 1819 in Santiago. Partecipò dlla rivoluzione del 1810, fece la campagna d cli' Alto P erù a,gli ordini del gen. Ra lcarce ; n el 18 16 si ded icò alla organizzazione dell'esercito d elle Ande a Mcnd oza. ~tudiò i passaggi delle Ande, attraverso i quali potè ff,arciare l'esercito liberatore. Combatté a Chacabuco, a Maipù, e in altre battaglie. Organizzò la squa<ln cilena e ne fece nominare ammiraglio J' in.glesP. Co· iJ -

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rane ( 1818). Si dedicò quindi all'insegnamento <le!le matemati<:he.

Giusef,j>e Antonio Alvarez d1, A·renales . Generale <ldl' inàipen<lenza sudamericana, n. nella Castiglia nel 1770 m. a Movaya in Bolivia nel 1S31. Inviato in Boli·,i'.L con un corpo spagnuolo, p assò ai rivoluzionari e St'lgui il gen. Belgr ano; nel 181 4 sconfisse una divisione realista nell'A lto Perù. Fece la campagna del Cile e quella del P erù, partecipando a tutti gH scontri, partico larmente ba ttendo il marchese Quimper a Ica e i l generale O 'K elly a Fisco. Quindi si ritirò a vita privata. Ignazio A lvarez Thomas. Combattente per l'ind ipen denza sudamerkana, n. ad Arequ ipa (I'crtt) m . a Buenos Aires ( 178ì -1857). Entrò nell'eser cito spagnolo :t Buenos Aires e fu alla d ifesa di questa ci ttà contro i l gen. inglese Achrnuty, mer itandosi la promo.,,ione a capitano. Nel 1810 mise la sua spa<la a l ser vizio della causa r ivoluzionaria; parte<:ipò all'<issed io d i ::viontcvid eo nel 1814, e l'anno seguente ebbe il governatorato di lfoenos Aires. Nel 181ì ottenne la carica di p res:dente del T r ibunale m ilitare. Nel 1820. partociJ!)ò a lla spedizione <li Dorrego St l Santa Fè. Quindi a ndò ambasciatore nel P erù e •p oi nel Cile. Nel 1852 tornò a Buenos Ai res. Giuseppe Ildefanso .4 l,,arcz dc A rena/es. I ng-~gner' m ilitare boliviano, fi glio di Giuseppe Antonio, n. a Cochabamba ( Bolivia), m. a Buenos /\ires (1798-1 862). Fu a lla campagna <lei Cile e del Perù carne a iutante del gen. San Martin e comandò l'artiglieria a Lima. Nei 1824 fece la campagna dell'Alto Pert1 e nel 1825 venne norninato sergente n1a.ggiorc <lell'esercito argentino. Nel 1828 yenne nominato membro i ngegnere dd Dipart imento topogr afico. Pubblicò una car ta d ella Bolivia, un d izionario geogr'lftco del Cile, una Memoria storica sulle oper azioni militari del 1821 ne l Perù, ecc. Pasqua.le Jllvarcz Thomas. Generale spagnuolo, n. a Buenos Aires nel 1798. Entr ò nella carriera d cl1e armi sot to la dominazione spa,gn uola e fe<:c tuLte le campagne dal 1810 fino alla battagl ia <li i\yacucho, rimanendo fedele alla Spagna ; quando questa ebbe perdute le regioni su~!:imeric:tne, si ritirò nella Spagn a. e pres,: parte a lle loHe -civili sopravvenute qu ivi dopo la mort,: •di Fe1 d inando VII, raggiungendo il grado cli rnare~ciallo di campo. Si dtirò dal servizio nel 1854.

Alv aro (Gir,seppe). • Genera le r.,cd ico, n. a G iffone ( R e.ggio • Calabria), m . a R om,, ( 1844-1914) . P artecipò a lla campagna del I 8ri6 e resse co l grado d i Colonn. medico ( 18981906) la carica di Direttore di Sanità del VII Corpo cl' Armata e quella di Ispettore d i Sanità. Collocato in posizione ausiliaria ntl 1906, raggiunse nel 1910 il grado <li Maggior Generale mcdi-co nella riserva. Alvear (Carlo Maria de A .). Ufficiale sudamer icano, n. a Santo Angcl nel l i88, rn . a Nuova York nel

1852. Cornbattè col gen. San Ma rtin; e.bbe nel 1814 il comando delle forze r ivoluzionarie ohe p osero l'assedio a Montevideo, d ifesa dagli Spagnuoli. L ' A!vear r iuscì a p rendere la città, dove vennero trova~i 300 cannoni e 8000 fucili; in seguito a l brillante risultato ottenu to, egli venne dichiarato ,benemer ito della Patr ia. Nel 1815 fu nominato capo del Direttorio supremo, :ma per breve tempo, pcrchè !"esercito si sollevò ed egli lasciò il comando.

Alveda. Ant. ,piazza forte della vecchia Castiglia, presso la qua le R a mir o, re delle Asturie, <liedc bat taglia a.i mori cli Ab<leramo nell'846. La piazza Carlo Maria de Alvcar era tenuta da i mori, ed Abderamo era accorso con u n esercito a soccorrerla, poi che Ramiro ne aveva in t rapreso l'assedio. I due eser citi vennero a battaglia, e la. notte soltanto separò i com battenti. R amirn, che aveva subito forti ,perdite, si ritirò sopra. una collina, e nella no,tte i mor i s i diedero a festeggiare quella che essi c redevan o ormai una loro v it toria. l'Ifa allo spuntare dell'alba R amiro piomba\'a aU' improvviso sopra <li loro e li metteva in rotta, riuscendo poscia ad im padron irsi della contesa città. G Ii storici s,pagnuo Ii fecero ascendere a 60.000 la cifra delle perdite <lei Mori. Alvensleben (Carlo Gebardo) . Generale prussiano 11. e

m . a Schochwitz ( 1778- 1831). Prese parte alla battaglia d i J ena e divenne a iu tante <li campo del re d i Prussia; si · d istinse nelle battaglie d i Lu tzen, Bau tzen e Dresda; fu promosso tenente genei:ale nel 1829.

G·11stavo d'Alvensleben . Generale prussiano, nato a Eichcnbarleben nel 1803, morto a Gernrodc nel 1881. All'epoca <lella guerra -cont ro l'Austria ( 1866) f u ad<le'.to a l quartie r generale, dal quale .passò a comand.uc, come tenente generale, il I V cor po cli armata. Fu promosso generale d i fanteria nel 1868. Nella guerra del 1870-71, alla testa dello stesso I V corpo d'armata, prese par. te tdla battaglia di Sédan e coop..::rò ali' investimen to <ll Parigi. Costante cl' A lvensleben . Genera le p russiano, fratello del precedente ·n . a Eichenbarlcbcn nel 1809, m. nel 1892. Prese parte alle guerre conu-o la Danimarca (1864) e, come gen. d i ,br igata, contro l'Austria (1866). :K'el 1870 comandava il 3° covpo d'armata dell'esercito del principe F ederico •Carlo . Si distinse a Mars~la-Tour e a Gravelotte e quindi prese p~i,te alle operazioni sulla Loira . R ientrato in Germania fu promosso generale di


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fanteria. Questo gen. iu distinto nell'esercito prussiano con la c ifra II, l'altro con la cifra I.

no e si sbandarono da ogn i parte. Pochi giorni dopo mori d i ma lattia, vivamente com pianto dai veneziani.

Gusta-;;o Er111a11110 d'Aivc11slebe1t. G e.,erale prussiano di cava.llcria, n . .a Rathenon, m . a Sotzenburg (18271905). F u nominato, nel 1844, tenente nei cora7.zieri; nel 1857 assegnato all'uffioio topografico dello Stato 1m1ggiore generale; dal 1859 al 1861 capitano nello Stato l\[aggiore Generale, poi istruttore di equitazione negii ulani. Xclla guerra del 186-1 prese parte all'assalto delle ,posizion i trincerate di Diippe l. Durante la campagna del 1866 fu in un·corpo di cavalleria della I armata e nell'ottobre fu nominato comandante d el 15° reggimento ulaITi. Si distinse poi nella guerra d el 18 70 specialmente a )loti e ad Epemon, ove fu ferito. Nel 1873 iu promosso comandante di brigat:i., nel 18 7..\ maggior generale e nel 1880 comandante di divisione. Dal marzo al maggio del 1386 tè1me il comando del s• Corpo d'Armata, poi su sua <loman<la fu inviato i:1 congedo.

Alvinzi o Alvinczy (Nicola, barone d'). Feldmaresciallo austriaco, n. in Transilvania nel 1726, m. a Ofen nel 1810. S i segnalò durante la guerra dei sctt~ ;umi, e nel J 789 combattè sotto il T.a.udon, a l comando d i una div isione contro i turchi. Vrncitore di Dumouriei a Nerwindcn, Yinto a. H ondschoot da H oucha.rd, nel l 796 ebbe il co111anclo dell'esercito austriaco in Italia con tro Napo leone. f u battuto ad Arcole e tL Rivoli, e non riuscì ad impedire la. presa di 7\lantova. In seguito a ciò .gli venne tolto il comando, e nel 1798 fu nominato governatore dcll'l:ngheria, nella qual carica. rimase fino alla morte sopraggiunta 12 anni dopo.

Alviano (Bario/omeo) . Generale dei venezian i, n. ad Ah•iono in l,"mbria nel !•155, m. a Bergamo nel LSLS. Si distinse specialmente per il coraggio e l'impetuosità con cui attaccava ballaglia in un'epoca nella qua.le la superiorità delle truppe. francesi rendeva prudenti e circospetti tutti gli altri generali italia ni. Prima di entrare a l servizio <lrlla Repubblica, aveva m ilitato ne l 1497 sotto gli ordini <lei duca di Candia, figlio primogenito d i ,\lcss,rndro VI. Come generale dei veneziani ,omincìò la gua carriera con una gloriosa campag";, invernale nel 1508 nelle Alpi Giulie, contro l'impera.tare Massimi liano, sconfiggendo in Cadore le trnppe inu,erial i _comandate dal duca d i Brunswick e distruggendole fino all'ultimo uomo. L 'anno seguente l' .\lviano voleva attaccai'(• i t()nfoderati e batterli separpto . mente prima che anssero il tempo di riunirsi, ma ìa. c ircospezione del Senato veneto che gli p roibì di pren-• derc l'offensiva, gli fece perde.re una magn i.fica occasione di vittoria e il 1-1 maggio 1509 alla battaglia di Agnadello, il suo esercito fu completamente battuto dai francesi, ed egli stesso ferito alla faccia e fatto prigoniero da Luigi XII. L' Alviano non ricuperò la libe rtà che nel 1513 quando i veHeziani ·si allearono con i francesi e ,postosi immediatamente in campagna contro il d uca di 2.lilano, tolse agli Sforza Brescia e Bergamo; ,poi, rivoltosi contro gli spagnuoli, asserrngli-'; talmente vrcsso Viccnr.a il loro generale Cardona, che sembrava impossibile gli dovesse sfuggire; bastava non accettar batlaglia perchè il generale spagnuolo dovesse cedere le armi. :\fa il marchese di Pescara, che serviva a l soldo di Spagna, seppe cosi bene irritare l'orgoglio d i Alviano, che questi accettò ba11aglia ed il 7 ottobre 1513 a Cre:izzo pres.<;0 Vicenza rimase sconfitto. Le conquiste, fatte poco dopo, d i J .odi e di Cremona, lo compensarono del)o scacco subito e nella battaglia di } I arignano del 14 settembre 15 15 contribui potentemente a lla v ittoria d i Fra:nccsco I. Que l giorno avev:i. a i suoi ordini un manipolo d i poco più che 300 Ca.Ya.lieri; q11:mdo gli fu annunzia to che la baHaglia era pe··duta, gridò: « Coraggio, amici miei, la nostra glori~ sarà ancora. maggiore; seguitemi e la. battaglia sarà subito r iguadagnata)). E i,mnocliatan1ente segu ito dai suoi si slanciò con tanta furia contro gli svizzeri, che questi credettero di avere addossq tutto l'esercito venezia-

Alvisi (Augusto). Generale, 11. a Bologna nel 1846. Prese parte come sottotenente di ca,·aJleria alla campagna del 1866. F rcqucn7 tò con buon esito la Scuola di Guerra. Ebbe da Colonne llo (_1896 -1902) il coman-lo del Reggimento Carnllcgger i di Lucca. Promosso Maggior Generale (1902), comandò successivamen te le Brigale s•, 7", 4" di cavallèria ed ebbe nel 1906 le funzioni di Diretlor~ Generale ippi_co presso il Ministero della Guerra. Collocato in pos izione a'.lsiliaria ne l 1907 ha assunto dal 1923 il il grado d i Generale di D ivisione n~lh, riserva. Edoardo A /1,isi. L etterato emiliano, n. a Castel San Pietro (Bologna) nel 1858. Fu prefetto della B iblioteca Naziona le d i Palermo. Ha pubblicato d ive1·se opere di carattere storico e lcl!erario fra. le qua.li : « Cesare Borgia duca. d i R omagna» e l< La battaglia di Gavi.nana» .

Alvor. Fortezza portoghese medievale,• presso Silva. Nel 1189, a l tempo della terza Crociata, essendo capitala sul T ago una flotta di 50 navi, conducente crociati tedeschi, frisi, da.nesi e fiamminghi, Sancio I, re del Portogallo, li convinse, p rima di proseguire il via ggio, ad aiutarlo a conquistare . 1. E i crociati sbarcarono e corsero all'assedio di A ., che in breve fu prcs1 con l'uccisione di tutt i i musulmani che la difendevano.

Alzama ben Malie (o Alsama ben Melich). Emiro di Spagna nel 718. ln\'aSc le provincie francesi prossime a i Pirenei Orientali, prese Ca.rcassona, assediò Tolosa ( i21 ). Essendosi avvioina.to alla città Eu<lc, duca. <li Aquitania, gli mo53e inconu·o, ma ne fu sconfitto e cad de comba ttend o valorosamente alla testa dei suoi. L'esercito fu salvato dalla totale distruzione ~r l'abilità di Abderamo. Alzare. A. le bandiere (ant.) dar vrinc;pio aHa guerra. - Alza.la, opera di riparo militare improvvis1to, composto di terra non battuta nè incamiciata . A lzo. E ' il congegno applicato all'arma, che porla il punto d i mira mobile, in modo elle questo possa es-


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sere fiss.ito nelle diverse posizioni corrispon<lenti :d a ltr cttarnt~ dclc.rminale distanze di tiro . Il nome fu dato al congegno fin dalla comparsa delle prime artiglierie, dagli antichi bombardieri e cannonieri italiani .

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di" simmetria dell'arma; il ritto presenta akune fmestrc rettangolari provviste nella parte in feriore di una tacca di m ira, ognuna clclle quali ser ve per una detc.r1ninata distanza. Alzo a fogliette (antiquato). Consta di piit ntt1 o fogliette d'acciaio, delle quali la meno elevata fa corpo

rutto abbattuto - FucilP. rta!iano M. 01

Alzo a fogliette

F11çi1e Dreyse ~'·• 1 SG1 (r itto abbauu1,0)

con lo zoccolo dell'alzo, meni.re le altre possono rotare c011 dolce attrito altorno a cerniere jJerpend icolari al pbno di s immetria dell'ar ma; 1111 ll l l11 j1,11,;; ciascuna ha una tacca di mi";•:111111·11'""" 11 '" ra con l'indicaz.ione della dis tan~a a cui ser ve. ~1111 ' 1111[ 1

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m1: i: □ i' , ' l 'i ii!j·,l

1:1111

Bino rovesciato - Fu cile ital iano M. GI

Graduato a 12 lHn . - Fuclle !tallano M. 91 Nelle ,prime ar tigl ier ie fu detto anche cc cuneo di mira>> e consisteva in un paletto che si poneva dietr o la culatta dei pezzi, per a lzarne o a'bbassarne la punta. Per le a.rmi portatili vi sono molti 'tipi d i a lzo, ma si possono <listinguere i seguenti tiµ i principali:

Alzo a la111i11a scorrevofo . (A11tiquato). Consta di uno zoccolo inca,·ato superiormente a supcrfi~ie cilindrica, gradua to a distanza, e -di una lamina di acciaio d i conveniente spessore, che ,porla la tacca di mira cd -è scorrevole fra du e fianchi dello zoccolo, i qual i si serrano più o meno contro la lamina med iante una vile a nasello.

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1111,

.~:1111

~1!Ullll111,

Alzo a ritto coi, cursore. Consta di uno zoccolo e di Alzo a foglictLc Fucile Dreyse M. 1866 · un ritto che può ruotare ed (ritto sollcvatO) abbatte1csi amcriormcnte e posteriormente sullo zoccolo stesso, ckterminanclo le due lince di n1ira info,riori; i1 ritto è provvisto di un c-ur..; sore scor revole con tacca di mir:.t e di una larga finestra longi tud ina le per il ,p assaggio <le1le visuali. Lungo la finestra è indsa la graduazione a distanza. Alzo a r;11adrante con alette e tacche d i graduazio11e.

E' come il p r ecedente : lo 7,occolo però p resenta due alette ci1e si !'levano sui .fianchi; una delle alette ha

Alzo a tacche (antiquato}. Consta <li un r itto d'acciaio che può sollevarsi od abbassarsi slùla ca1rna, ruotando attorno ad un asse perpendicolare al pian,;,

Alzo a tacd,e - r uei Je Carenno M . 18GS ( rlu-0 sollevato)

Alzu a rit to co11 cursore - Ftrnilc Sprlng!lel d M. 1903


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Vari tipi cli a lzo per iwiig-Herle terrcslrl

lateralmente <lellc tacche radia li che sta,biliscono le diverse inclinazioni <lei ritto in corrispondenza a lle diversç distanze.

Alzo a ritto con cursore e zoccolo a graditti. E' costitl\Ìto come il p recedente <li uno zoccolo e di un ritto con curso,-e, ma lo wccolo è fatto a gradini che servono per appoggiarvi il cursore, in modo da sollevare gradualmente il ritto senza sollevarlo completamente. Alzo a q11adrante con aletta a curva di 1/raduazionc. Consta di uno zoccolo e di un ritto con cursore. Lo zoccolo ha delle alette a tracciato curvilineo; il riti~ porta la graduazio,;e sulla faccia superiore e sul fianco 1Sinistro; per graduare l'alzo si fissa il cursore in corri.;-,pon<lenza della graduazione del ritto, mantenendo, mediante una molla a lamina, il cursore stesso appoggiato alla superficie curva delle a lette.

Alzo d elle a1·tigl-icrie teri-est-ri. E' il congegno clic serve contemporaneamente per il puntamento zen itale ed azinmtale delle artiglierie. Si suddivide generalmente nei seguenti t ip i: a) Alzo rettilineo, quello· costitu ito d a un'asta rettilinea con una testa che por ta il punto di mira mobile , spostabile nel piano dell'alzo: non si presta a ll'ap plicazione del livello o del cannocchiale. b) Alzo a quadrante, quello costituito da un' ast:t ad a rco di cerchio con una testa ohe por ta il punto di mira mohile spostabile su una superficie cilind,·ica o sferica; si pre.sta a ll'applicazione, anche pem1anente, del livello e del cannocchiale.

e) Alzo a tamb11.ro, d erivato da quello a quadrante, quando per la piccola 'lunghezza della linea d i mira, non è poss;bile sei:,•nare chiaramente le graduazio!1i


-

ALZ

4.i9 -

dell'a.Jzo, e quando ocoorrono numcrosc graduazioni corrispondenti a car iche e proietti diversi (alzi per obici e rnor\ai): è costituito da un tamburo in cui un indice segna le gradua.7.ioni, opportunamente amplificate per mezzo <li un s istema di r uote dentate, corrispondenti alle inclina zioni della bocca d a fuoco.

Alzo indipendente, simile a quello a quadrante in cui l'alzo con un indice m obile è sportato da un braccio

Alzo a ritto (:on c1.1rsore e zoccolo a gradini Fuoi!c LaheJ .\l. 86-03 (ritto a1.>ùatt11 t.o) imperniato suJl'a.sse {!egli orecchioni e la bocca d a fuoco ha un indice di fede fisso: ciò rende indipendenti le operazioni di puntamen to da quelle d i caricamento, per le bocche <la fuoco aventi posizione fissa di caricamento, oppure a mpi angoli d i inclinazione. I

Alzo a h11ea di mira indipc,uleutc, quello in cui la )inca di mira si può muovere indipendentemente dall'asse del pezzo; -cioè quel lo in cu i la linea di sito, spostandosi indipendentemente d alla linea. d i tiro, permette cli eseguire le operazioni di puntam ento in altezza (sito) ,indipendentemente <la quelle d i puntamento in elevazione ( d istanza). Alzo ·indipendente a linea di mira indipendente, quel· Io in cui l'alzo, ,por tato dal >bra-cdo porta- alzo, è graduato solo per l'angolo di sito cd è m,1nito di un ;n.d ice del sito, lungo il quale scorre, ind ipendentemente dalla linea di mira, un arco graduato per l'elevazione con indice mobile <l'elevazione da far coincidere con l'indice d i fede della bocca da fuoco. Alzo nav ale. L'alzo navale differisce essenzialmente dall'a:lzo terrestre .in quanto che potendosi con le artiglierie 11avali eseguir-e, nella genera lità dei casi, !:i

ALZ

punter ia d iretta sull'avversario, la linea <lell'or,izwnte su cui 111is t1ra-re l' angolo d i proiezione è data dalla congiungen te bocca del cannone -proprio col bersaglio, che è po,;sibilc individuare in ogni istante nello spazio . Rispetto ali.. linea (< ,bocca del cannone-bersaglio >> è sempre possibile mediante l'alzo navrulc d i~porre l'asse della bocca da fuoco in modo che faccia. con la p r ima un angolo , d i tiro, e un angolo ~ di direzione. L'alzo è essenzialmente costituito da. un cannocchiale •m unito inferiormente di pattini che possono scorrere a l disopra di un robusto settore ci,·co la re solidale co;, la culla del ca.m1one. Il cannocchiale inoltre, rnediant~ a lt ro apposito se ttore sistemato su.I pattino postcr ior~ può ruotare in senso orizzontale fa-cencio perno sopr.1 cli un piccolo ricavato dal collare -che fissa i l cannocchiale a l pattino anteriore. E' chiaro ohe con tale sistemazione è sempre -possibile disporre l'asse ottico del ca nnocchiale para,llelamente all'asse <lcl cannone. Tak ,posizione •cornispondc all'alzo a 0°. l\.leclian te Yiti cii ingranaggio e volantini si .p ossono dare s postamenti al, cannocohialc di a11goli voluti, s ia nel senso orinontalc sia in quello verticale. G,li spostamenti sono registrati da appositi indici che si spostano su dischi gradua.ti. D isponendo daa:,prima il cannocchiale per mezzo dei propri volantini e ingranag.gi negli angoli volut i, relativi alla d istanza. di tiro (opera.zione che si chiama graduare l'alzo), e portando ;poscia il cannocchiale in <lirezione esat ta del bersaglio mediante i volantini che muovono il crurnonc ,i n elevazione e -brandeggio, si esegue la puntc·r ia. sul bersaglio corrispondentemente alla distanza di tiro perchè l'asse dc,J pezzo verrà a formare con quello del cannocchiale due angoli, uno veri icale ed u n altro orizzontrule che corrispondono alla ge tta ta da <lare a l .proiettile nel momento del Lwco. Per e<lterminare il valore dell'angolo d i tiro , , s i mettono a -calcolo: la d istanza del ,bersaglio, la conezione <lovula a:ll'usura del cannone, quella della temperatura delle polveri, Ja componente nel senso del tiro delle velocità ,prqpr ic e del nemico, ecc.: per la determinazione, dell'angolo di scostamento s i tiene conto de lla derivazione ciel p roiettile, della componente nel p iano normale al piano di tiro della velocità propria e del nomi-co, e delle componenti della forza del vento. Questi a.ngç,li sono riporta-ti nei tamburi delle graduazion i con Je seguenti nonne :

--Affusto-·

Alzo ()'artiglierie navali


-

ALZ

l

4.80 -

Chiamiamo A il valore dell'angolo d i elevazione che leggiamo sul tamburo delle elevazioni, e B quella dei cursori che leggiamo pure sul tamburo dei cursori; ;e

ALz

ma dalla 4) abbiamo

w=2 are tang

B 1000

donde

z

I

n

scostamento in millesimi =

i

I I

I

I I r

Alzo navale

R è il raggio <led settore verticale su cui scorrono pattini del cannooch ialc, ,- il ,·aggio del settore or izzomale che fa centro sul pattino a11teriore avremo

rr B= - - r ~o

,t

1)

A= - - R 180

ò.0

180

dove u. ~ sono gli angoli misurati in gradi e prnm. Ma questi angoli possono essere anche m isurat i e t1\1cciati valendosi della m illesima parte del rad iant; ed a,lfora, le espressioni 1) d iventeranno ,t

2)

A = - - X 1000 a' 180

B= X 1000 W 180

ossia 1000 :re; 3)

A

a' = 0,2909 a ' 180X 60

4)

1000 n Il= - - - 180X60

A. M. (Alto Mare). Tipo di Torpedfoù:·ra. (v.).

r\' =0;2909 W

La graduazione in tal modo si dice in

(<

millesimi Jl .

Il valore di un m illesimo è dato dalla stessa formula, ove si ponga A

=I

I o.'== - - - -

I= 0,2909 r,'

3',43 0,2909 ossia ,circa. 3 tPrimi e .mezzo d i arco. La comodità d i avere le graduazioni in mi llesimi deriva dalle considerazioni seguenti : Si chiamano D le distanze di tiro e Z lo scarto laterale del nostro tiro rispetto a l bersaglio eé--presso in metri :- per correggere questo scar.t o bisogna da,·e tmo sposta;ment,o ori1.zon1ale ,a ] nostro cannooch,ale rispetto all'asse del pezzo di un angolo:

B = are tang

D - 1000 1000 ossia, per ·correggere uno scarto latera.ie <li Z , metr i, basta da,-e uno scostamento all'alzo, in senso opposto allo scarto, pa.ri -al numero di millesimi che deriva d alla divisione dello scarto in metri per la gettata in chiJometi,i. La semplice regola d i cui sopra non è aipplicabilc alle gettate, tu ltavia gli alzi in elevazione si grad uan o in m illesimi 'J)erchè le graduazioni risultano p iù comode d i quelle in gradi e primi, e perchè col millesimo s i raggiunge una. sufficiente suddivisione dei tamburi dal lato approssimazione e prat icità. Alcuni p;irtkolari degli wlzi sono -i seguenti : Il cannocchiale è a i.ngranclimento variabile per poterlo regolar-e a. seconda de lle cond izioni di t iro. Il taniburo delle elevazioni porta h graduazione ir, metri olue a quella in millesimi, per le varie gettate. Esistono alzi a linea di mira indipendente ossia collegata non p iù a lla culla del cannone ma ad u11 sottoaffusto parallelo alla,- cuHa su· cui poggia la cu_lla stessa. I n tal modo, mentre il pulllatore con tinua a tenere il cannocchiale puntato sul nc•mico, è possib ile va riare le elevazioni e gli scostamenti del pezw rispetto a l can • nocchiale ottenendosi in -tal modo lo sco1,o senza disturbare la punteria.. Alcuni alzi hanno il settore leggermente indinato rispetto al piano cbe contiene l'asse orizzontale del pezzo e. l'asse d i rotazio,1e ver ticale. Questa •inclinazione ser ve a correggere automaticamente la derivazione del •p roiettile. Altri alzi hanno un dispositivo mediante il quale si può tener conto detla climi.nozione ·della ve locità :ini?Jiale dovuta alla usura. delle armi, man mano che s i spara. Tutti gli alzi infine sono mun iti di dispositivi che permettono di correg.gere •il paral'lelismo de'll'asse del cannocchiale co11 quello del l!)eZZO, avendo gH indici dei tamburi sulle graduazion i zero.

z D

Amadasi (L,.·ig·i). Generale, n . a Parma, m. a Firenze (1855 -1919). Sottotenente d i fa,1teria nel 1875, [u promosso Maggiore a scelta nel 1893 e con ta l grado par tecipò alla campagna <l'Africa del 1896, meritandosi la medaglia <l'argento nel combattimento di Mon:e 1Vlocram, dove rilnase g:raven1en te ferito.

Comandò da Colonnello il 65" Reggimen to <li fanteria

(1902-1908) e, collocato in posizione ausiliaria a sua domanda ( 1910), raggiun se nel 1913 -i l grado di Maggiore Generale nella riserva, e più lard i quello d i tenente generale . F u v icepresidente della Lega Navale. Ha scritto: (<La d isciplina delle intelligenze sul


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481 -

campo di battaglia )l e « Alcune considerazioni sul valore del terreno nel .;ombat.timento >) .

Amade (Albe,·to d'). Genera le francese, 11. a Tolosa n el 1856. Uscì nel 18i4 sottotenente dalla Scuola d i Saint- Cyr, frequentò la Scuola di Guerra, fece nel 1885 la campagna del Tonkino e nel 1887 passò in Cina. Raggiunse il grado d i ·gcn . d i b11igat-a nel 1908, nel quale anno ebbe il comando d i tru,ppe destina te a combattm·e contro le tri bi, del :Marocx:o -intorno a Casablanca, r iu9Cernlo a batlerlc e a guadagnarsi il grado di gen. d i divisione. Amadei (Ca,·ln) _ F eldmaresciallo a ustria co, 11. ·1el 1713 a .llriissel, m . nel li96 a Milano. Entrò giovaniss imo nell'esercito e partecipò alla campagna d el 1736 co11tro la Francia e la Sardeg,ia. L 'anno successivo fu invia to a combattere contro da T urchia. Tenente colonnello a llo scoppio <klla guerra dei Sette anni, Amadei s i battè a Lobositz e a Praga, poi nuovamente a Praga il 20 giugno I 757 e nello stesso a nno partecipò all'attacco contro Schweidnitz, dove fu nominato, su! campo, colonnello. l'\pl li6l fu nomina to magg. generale e nel 1765 divenne feldmaresci,1ll0 e fu nominato comandante del Castello di ::\ifila.no, dove morì. Luigi A made-i. Colonnello <lei Genio, conte, ingegnere. Nato a Napqli nel 1819, mor to a Roma n el 1903. Sottotenente nel Corpo del Genio dello Stato Pontificio ( 1839) partecipò da Tenente a lla campagna <lei 1848, e col grado d i Colonnello comandò il Corpo del Genio al servizio del Governo della Repu bblica romana alla difesa d i R oma nel 1849. Diede de d imissioni da ufficiak in seguit0 alla restaurazione <lei Governo Pontificio, ma fu reintegra to prima col grado di Maggiore ( 1868) poi col grado d i Colonnello onorario ( 187i) Ìlell'Esercito Italiano . L asciò vari scrjtti, fra i quali : « Le r ifor me per l'ese rcito ita,liano » (1807); « La nazione a r mata,, ( 1878); « Riordin a mento dell'esercito i talfano » ( 1880).

.Gfol;o Amarici. Generale, n . a CotLgno la nel 1858. Sottot-enente dei bersaglieri nel 1881, fu womosso :Yiaggiore a scelta 11el 1901 e Colonnello nel 1912, reggendo in tale grado il Comando in seconda del la Scuola. militare d i Yiodcna (1912 _ 14) ed il Comando del 4" Reggimento Ber saglieri . Maggior Generale nel 1915, partecipò alla campagna di gu',rra ( 1915- 18) p rima come Comanda11te d i Brigata, e poi come Tenente Generale coma ndante d i divisione, meritandosi la m edaglia d i a.rgento ncll' az ione di Oslavia (novembre 19 15) e la decorazione d i cavaliere dell'Ord ine M ilitare d i Savoia per il complesso dell'aziorie svolta come coma ndante d i Brigata e d i Divisione nelle azioni _<lei S. Ì\lfichele, Sabotino e Vertoiba . Fu collocato a ripo:,o nel 1918 e dal 192.3 ha assun to il grado d i Geneca le di Divis ione nella riserva .

Amadio (Giovanm). :'-ifedaglia d'oro, n . a Moutalto

A::vrA

l\Iarche (pro,·. d i Ascoli P.iccno) nel 1890 ; m. sul campo nel 1917. R agioniere <li professione, d isimpegnava, allo scoppiare della guerra, le funzioni di segretario comun a le n e l Comune d i Chiaramonti (Sardegna) . Ch iamato alle anni, qua le semplice soldato, nel 0 li fanteria, p1·cse par te a q1ia-si tutte -le azioni belliche sul Carso. Ammesso quind i ad un corso àllievi ufficia.li e nominalo aspirante, ebbe il comando cli una Sezione di pistole mitragliatrici. Per la valorosa condotta tenuta nel comb:i.t.timento del 19 maggio 191i davanti ad HudiLog (Boscomalo) fu decorato ,rii medagl ia di bron zo al valor m ili tare. Dura11te la successiva nostra offensrva sul Ca rso, il 19 agosto, cadde eroicamente a P od Korite, meritando che alla memoria d i lui fosse d ecreta la la suprema r icompensa al valore con la seguente motivazione: <<•Comand a nte d i una sezione m itragliatr ici, uscì per il p rimo dalla trincea all'attac-co delle posizioni avversa rie, dimostrando slanc io e coraggio a mmirevoli, sotto il violento fuoco d i sbarra.mento tt. tra le raffiche di fuci.lcda e m itragliatrici nemiche. Giunto con i suoi uomin i, sotto i re ticolati avversari e trovatili p ressochè intatti, benchè ,fatto segno a preciso tiro, n@n curante de l 1Jericolo, si accinse per ben tre volte ad aprirvi u n varco. R iuscitov i, dopo gi:andi sforzi, mentre si sia ,eia va all'assalto, trascinando con l'esempio i pochi uomini rimastigli, venne mortalmcn le ferito. Morì poco dopo, contento di aver visto i s uoi soldati penetrare n ella ,linea avversaria , ed esclamando : La v,ittoria è nostra ! Avanti sempre! Viva l'Italia >J.

Amag_etobria. An t. città dei Sequani, dove nel 63 a . C. Ariovisto debellò gli Edu i. Forse era sul luogo

delle odierne l\foigtebroyc o Amage.

Amalarico, Re de i V isigoti ne lla Spagna d a l 511 a l 531. l\forì comba1tendo contro suo cognato Ch-ildeberto, c he gli s i era r ibella to . Amalfi (Repubblica di). Non si sa con tutta prccisi·one i n -clic anno e da chi s ia staLa fondata la eitt', di Ama lfi. Alcuni credono che l'ab bia edilicata n el 339 Amalfo, capitaJ10 dcll'.imperatore Costantino ; altri vog: iono che a fondarla sia stata Amalfi, figlia d i Marco J\'[arcello (Rufo, ecc. Ma s ia che Amalfi abbia p reso n ome dalla nobile donzella, o da a ltra person a o città. st:i. di certo che cospicui •cittadini romani. mal sicuri nella <:a.pitale, successivamènte, ai tempi d i Alt ila., di C:enscrico, d i T o tila e di T eia, s i rifugiarono sopra quella. costa. S i stabilirono in [pr,imo luogo nella par te ;,iù elevata, in locaJità detta « Pontone ll, che ridussero in forma di inespugnabile castello, e quindi s-cesero in Aan a.lfi ed in Atrani. A1npHarono di edifici queste due borgate, le fo1,tificarono formidabilmen te, a vvantaggia ti in c iò dalla, natu ra del terreno. e ne formarono una repubblica -che in seguito venne a comprendere, nel periodo del maggior splendore, Scala, Ravello, Minori, ~fajori, Lettere, G ragna no, \'arie terre minori e l' isob.


AMA

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cli Capri ; località ,per fa maggior parte fortificate. Ogni città eibbe un municipio, forse formato sull'esempio clclia costituzione i·omana, e ,perohè i citta<lini potessero efficacemente <lirfen<lerne le for tificazioni, si asso~ettarono a lle leggi della milizia , eleggendo_ i loro capitani, uniformandosi volontariamente alle regole deHa disciplina. I Longobardi si a va.nzarono più volte sotto le mura di Amalli; ma i loro assalti riuscirono sempre vani. G li abitanti ,della costa, ricchi e sa,ggi, s i dieder o :, fabbricare un gra nde numero. di navi, .sia <pcr la difesa del la.. Repubblica e s ia per portare ·il loro commerci'l nelle lontane terre <l'oltre mare. E Amalfi ebbe airnpio e ben sicuro arsenale. ::-S ell'anno 825 Sicar do, ,p rincipe di Salerno, fece la guen>a ad iAmaFfi, col pretesto di impossessarsi delle re liquie cli S, T rifomena, onde ornarne la cattedrale d i Benevento. La piccola repu!)blica era allora divisa da fazioni che l'avevano indebolita, e perciò non riuscì ad opporsi efficacemen te alle ' armi di Sicardo. CosttLi, dopo di essersi impadronito delle urne che a ve vano dato pretesto alla aggressione, costr inse tutti g,l i abitanti 'I segu•irlo a Salerno, col p roposito d i fonderli stxbihnente 11el suo 'flOpolo. Fu quindi il p rimo dei principi longobardi cbe costr inse Amal-fi a r iconoscerlo per suo signore. ~fa nell'839 S ica.i-do f u assass·iuato, su,c,cedeli• dogi.i, nel gra.n<lucato di Benevento e Sa;Jerno, Redai• giso suo tesoriere. Gli AmaLfitani avutone sentore, si ribellarono in Salerno. corsero a,l porto dove caricarono le navi delle spoglie delle case e dellé chiese, tornarono alla. loro patria e presero subito a r iedifica.mc le mura. A loro volta i Sa,lernitani, non volendo riconoscere la autorit,i di R eclalgiso, elessero a loro p1•incipe S iconolfo, legittimo erede del fralello Sicardo, e ohe per gelos ia era stato da R e<lalgiso imprigionato a T a ranto. Per liberarlo, si r.iconcitim-ono con -gli Amalfitani, ai quali chiesero l'ausitio d elle loro navi . UiJnpresa, mc<liame _uno s tratagemma, ebbe l'esito voluto. L a simultanea elezione dei due principi diede ·luogo a<l u n a guer n lunga cd accanita alla qua le, par teggiando per Salerno, parteciparono gli Ama;lrutani, ~ quali avevano interesse a ohe il granducato di Benevento fosse dimi11Juito con l'autonomia <lei salernitano, come difatti a vvenne dopu la s.c onlitta dei beneventa·ni, e per intervento dell'impe-.ra tore Ludovico II. Rìcu-perata la. li·butà sotto il regno d i Sìconolfo, la repubblica andava crescendo ·in :popola21ione e in ricchezze. Da. allora fu governata. da un magistrato c<letto ogni anno dal ;popolo, chiamato prima prefetto, poi conte, maestro d ei solda ti, o duca. Sotto i] governo di questi capi, la t'Cpubblica coprì il mare di navi, spar• se in tut to l'Oriente le sue monete « tarl » e a·c quistò fama <li s:wiezza e di coraggio. Nell'anno 849 il suo naviglio accorse in a.iulo cle'lle forze de,! ,p ontefice L eone IV contro i Saraceni e contribuì validamente alla vittoria nelle a.eque di Ostia. Ne11'876 Amalfi comprò la pace dai Saraceni che dalla Calaibria erano passati in Puglia, e nell'anno successivo veniva òn.fru-ttuosa• mente sol'lecitala eia ,papa G iovanni VIII a rip udiare l'indegna. alleanza. c a collegarsi -con lui per la difesa <l'Italia. Nell'880 Ja repubblica ,a mezzo del suo pr~fet to Pwl-carc, conchiuse l'alleanza navàle col detto Pontefice. Gli Amalfitani , secondo i patti stipulati dopo lunghe e laboriose trattative, aveb'bero •r icevuto d iec i m ila «mancusi » per anno, una ela rgizione cli a ltri mille una volta tanto, e la concessione, per la Jlot!a

fu"1A

mercantile e militare, d i gratuito ancoraggio n el porto romano. A iloro volta, si impegnavano di ripudiare la amicizia dei musulmani, e, all'occorrenza, di concorr.,re a combatterli da Trajetto a Civitavcccbia. .\1eff,anno 9 16 le na\'i <l i Amalfi, alleata de l pontefice

Giovanni X, ,par teciparono all'assedio della fortezza, te•· r1t1ta dai Saraceni, presse Je rovine d i :Vlinturno, alla foce del Garigliano, concorrendo a chi<tHlere il blocco per ma.re. Amrulfi fu quindi assi.- diata <la G uaimaro I\', principe di Salerno, che l'espugnò con l'a'iuto di Rainolio capo <lei Normanni. Per altro, la repubblica non si arrese che in virtù <li una capitolazione che assicura.va a i c ittarli1\i Ja li-ber-tà ed i loro privilegi ; la piccola re• pubblica n'on fu incorpora ta al principato di S:ilerno, mf"" soltanto, nell'aprile 1039, ne fu Gua.imaro d ichia• rato d uca dai suffragi del ;popolo. Ma ne] 1052 gli Amalfitani uccisero Gua,imaro e · così ripresero .Ja loro libertà. Nel 1059 N icolò II riunì in Amalfi il conç ilio e conferì a Roberto Guisca.rdo, capo <lei Normanni, l'investi~ura dei ducati <iclla P.uglia e della Ca labria de i qu«ii s i era impad roni to. Nel 10,i3 Gisulfo, figlio d i G uaimaro, avc.n<lo riconqu ista,to il princi,pato cli Salerno, rese gli Amalfitan i suoi t r ibutari, e, nell'anno successivo, avendo Roberto Guisca.rdo conquistato a sua volta Salerno, gli Amalfitani passarono sotto il suo do· minio. Negli ann i 1087-1088, capitanati da l'antaleone, ,presero parte a l.Ja guena portata in Africa da papa


AMA

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Vittore Ili contro Timino re <li Tunisi. :S:cll'anno 1096 la r epubblica di ,\malfi si ribellò a Ru ggiero, che era. sUct~d crto a Rok r to Guiscardo. Son avendo costui forze sufficien ti ,per ri<lurla nuovamente in suo potere, si rivolse a.Ilo zio Ruggioro d i Sicilia . Questi accorn~ con buon con tingente d i Saraceni, con le sue truppe e con una forte squadra , ed unHosi al nipote, p ooe l'assedio aHa oi ttà. Partecipava all' impr esa il fra tello dd dnca Ruggicro, Boemon<lo, il quale, essendo stata in. quel mentre indet ta la crociata per la. conquista d i Gè"- n1satlcmmc, prese la cr oce. Il suo esemp io fu subito seguito da gran parf.e delle milizie assedianti che, poste,i agli ord.ini di Iloemondo, con lu i part irono per là nuova impresa. Perciò l'assed io dovette essere tolto,

AMA

ghezza m. 140,50; larghezza m . 21,06; dislocamen to H).401 T . ; macchina 20.260 HP.; veloci tà 2,3 nodi; ar• ma mento gue rresco 4 cannoni da 254, 8 da 190; 16 d a 76; Stato Maggior e 32 ; equipa-ggio 652. Perduta per silura mento nell'Alto Adriatico il 7 ,luglio 1915, dopo aver ccrnpiuto ur)a briHa nte crociera lungo le coste cla lmatc nel mese ,pr ecedente. Durante la guerra Italotua·ca avev,1 concorso a lla occupazione delle coste delh C irenaica, a lla d imostrazione navale de i Dardanelli, alla d istrnzionc cl~lla stnione rndiotclcgrafica di Chesmè nel golfo di Smirne ed alla ocrnf'.azione di jsole del Dodecanneso.

Amalrico. .-\.rcivesco,·o di .\7a rbona . nel sec. XIII, rn. nel 1225. Nel 1204 prcd'icò per ordine cl.i Innocenzo Ill la cr ociata con tr o gli .\·lbigcsi e . inthmmò di ze:o le popolazion i cont r ibuendo gramlcmente a costituir~ l'esercito di Simone di :\Iontfort. Pa.rtcoipò alla ,·tragc degi;i Albigesi a\'endo 1)artc princ:palm cntc nella devastazione cli llézières del 1209. Nel 1212 era a!'civesçovo di :'\"arbona, donde s i assentò per qualche anno, recandosi 11eHa Spagna a cornba.tterc i :Mori. D ' ritarno. lasciò una relazione d i questa spedizione. A malrfr:o, re di GerusaJemme, \". ..:J ma,uri.

e i d ue Ruggie,o tornarono rispettivamente i n Puglia e in Sici-l ia., lasciando in libertà Amalfi, quando giit si t rovava agli e5trem i. ~cl 1100, Ruggicrn, tornato alh costa, ottenne il ducato di Amailfi p er mezzo di a lcuni nota,bili della c ittà che ipcr lu i parteggiavano, e così ebbe termine la nipubl:rlica aimaJfi.1ana che si era m antenuta ìibera per circa settecento anni . Nel 1135 e 1137, mentre le sue milizie er ano impiega te da re Ruggiero nei dintorn i d i :-S,a-po!i, Amalfi fu presa e sacohcggiata dai Pisani, chia mati eia R oberto di Capua e da papa Ilmocenzo lI. Xel secolo· XVI <live1mc proprietil. dei P i•ccolomin i, fu da Ottavio P iccalorn ini eretta in dumto e lasciata in eredità al suo pron·ipotc E nea, e comrir-esa quindi nd regno delle Due Sicilie. Gli Amalfitani che commer ciavano in Soria, e frequenta vano i Luoghi Santi, fondarono nel 1020 in G erusa;Jom,ne un ospedale da l quale ebbe or,ginc l'or dì-ne mi lita.re degli O spitalieri d i S . Giovann i Ge l'Osolimitano, <letto in sei,'1lito d i Malta (v.). Amalfi. Nave da baittaglia d i II cl asse, in acciaio, va.rata nel 1907 dal cant iere Orlando di Livorno; lun-

Amando (E neo SiJ.v io}. Genera le romano sotto Diocleziano. Inviato nelle Gallie p·er reprimere fa ~ibellinne de i Tiagaudi, s i m ise dailla loro par te, e, fattosi eleggere loro capo, li inci tò a persistere nella rivolt:i. L'i,nperatorc gli mandò con tro un esercito sotto il comando di Massimiliano Errnleo, il quale, presa la forÌezza do·vc si c:-.rano rifugiati i d belli, la spianò al suolo e ne fece uccidere tutti i d iifensor i. Amando era mono poco tempo prfrna. swl campo <l i battagJ.ia . Amano. Jlfontc della Cilicia, nell'Asia Minore, ora Alma lJagh. Quivi il console Q . Cicerone sconfi.sse, nd 50 a. C., i wcdon i della Cilici~, e nel 39 a . C., durame la gu erra coru ro i l'ani, i•l lega to P . Venti<lio Basso >C0!1fis.,.e Pacoro, iririnc ipe ereditario dei Parti, stahilendo ,poscia la sovra.n ità rnma.na su tutta la Siria. Amante. I l cavetto con cu i si tenev-ano sospesi e ape'"': i portelli delle b aHeric nelle nav i d a guerra dell'epoca velica. Amantea. Pi-ccola cit tà della CalabPia citer icxe, situata in riva al mare ; gucrnita cli cinta bastionata con torri e do111ina ta da un castello, eretto da Carlo V, circonda to da fossi, 1mu1ito n el mezzo di un cava liere, cons idera to in passato come ,fortezza o cittadella . );'cll'VIII secolo coadiuvò ;'; icefor o Foca lottando pec scuot~rc il giogo saraceno -che l'opprimeva. da i O a1mi, per r cst it uirst a l dominio d egli impera.tori d'Oriente. N el 1268, fedele agli Svevi, oppose fiera 1·esistcnza 1, Pietro Ruffo, con te d i CataJJzaro, che voleva sottometterla a lla casa d'Angiò. Cedeùte alfine d opo eroica res istenza e ·a patti onorevo li ai nuovi sig110,-.i , e fu la .sola città della Cailahria che r esistette fino alla fine del 1400 agi-i Aragonesi, in difesa dei p ropri diri tt i e della ,casa r egnatale (D 'Angiò}. ":\el 1528, fe<le le a Carlo V, r e~istettc agl·i assalti dei Francesi. X ell'a.gosto del J 630 si 01-"Jlosc alla vend ita che il viccrè di :'Japoli n e aveva fatto a l Ravaschier<;i di Bel.monte. accogl.iendo coslu i a cannona te e resistendo 40 giorni finchè >I re cl.i Spagna non le ridiede le antiche franch igie e l'autonomia. N cl 1648, fedele al suo governatore


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D. Antonio iviendoza, resistette a i soldat i del Monfor .. te, accogliendo tra le sue mura tutti i p rofughi della Ca.Ja.bria. F,bbt 1più volte a soffrire per le inçursioni dei pirati barbareschi, qu.i.ndo c;1-1estri infestavano il ':vl ed itr.rraneo. Assedio di A111antca (1806-07j. Nella pri,mt\'era del 1806 l'esercito fimncese, rotta ,la debole resistenza borbonica a Campo Tcnese, erasi impadronito del Regno d i N a.poli; I-e due ipiazzcforri di Gaeta e Ci vitella del Tron to resistevano ancora e così p ure le due città cii Amantea e :rviararea, d i cu i gli abi tanti rifiu tavano di accettare la dominaz ione straniera. l Francesi, per impedire l'aggravarsi della rivolta, dovettero risolversi a presidia re va.rì centri, fra. c ui Amantea. Sui primi di aprile, un repa.to di Pola.ochi sbarcò a,l P izzo pe r p res idiare A1nan tea e sorvegliare la flotta inglese, the aiutava ;gli insor ti. LI presidio fu dapprima cli 40 cacciatori Erinforzati da 7..0 terraz;,aJ1i a tbaJ1esi) ma. ai !)rimi d i giugno vi furono inviati 200 ,polacchi coman<lati dal cap. Jakob0sk. 1nta.nto la flotta i nglese, comandata dal-l'a,m:mirnglio Sydney Smith, o'J)era va sbarch i lungo le coste e fomenta.va d'insurrezione contro i Fra,ncesi, col vfono assen timento della Corte d i Napoli ohe s i era rifugiata <in .Sic ilia. lii 1 ° luglio questa !lotta si p resentò nelle acque di Amantea, ingiungendo al comandante ,della ,guarn igione francese di arrenders i ; a:vendo quesli rifiutato, si ~mpegnò fra le navi anglo-sicule e il fon~ d' /\,man tea un vivo cannoneggiamento ebe durò tutta la n otte ; ma, avendo nel frattempo il ca·pita.no J akobosk avuto l'ord,ne di ripiegare subito s u Cosenz~, i Polacchi abbandonarono la <:ittà insegu iti d alda popolazione, la quale, non rispettando 'l'accorcio cl i lascia rii usoiire indisturbati, inflisse loro molte . p erd ite. ,P artit i ,i Francesi, dietro invito degli a bita nti sbarcarono ad Amantea 60 volontar.i guiclruti dal Necco e da Fra Dia'Valo, i quali s i fermarono tre giorni e non partirono per l'in te rno del paese se non dopo d i avere rifornito d'a,rmì e vettovaglie il castello, e dopo che fL, insediato ~n Amantea, come governa tore ci·vile e militare, il ,patrizio Rodolfo 1Jirabelli, fedele a.i Borboni e gra,clito all'ammiraglio i,1gle$e. Frattanto Ja vitl:'Oria di :\faida avvenuta i'l 4 luglio aveva esaltato i Calabresi e dato modo a.Ila Corte di

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inviare forze sul continen te e r infocolare così lo spirito cli rivolta delle vopolazioni, tanto che il 3 I luglio Masscna t,veva dovuto proclamare lo stato cl'assed io in Calabria. Le bande dei ri•voltosi, accanitamente persegu itate, era naturale cercassero rifugio in l'Pacsi che, come AmaJ1t.ea, of:fPiva.no maggiore facilità cli difesa e la possibilità di rifomrmenti ed a iuti da;! mare. Infa:ti la città sorgeva sul fianco cl i una ru.pe isolata, a circa 300 m . dal mrure, protetta da un ant ico muro fiancheggia to eia due torrioni e dominato eia un antico caste lhi dal quale si potcv:1110 battere agevolmente gli accessi. Questo a ccentramento in AmaJ1tea non sfuggi a i general i francesi per ila difficoltà clie la resistenza della città avrelbbe crea to a lle successiw operazioni nolla Cahbria citeriore. 11 gcn. Vcrdicr, ritenendo facile imp adronirsi della città, anosse ,il 27 settembre contro di. es3a con umt colonna composta del 22° fanter ia, delle squadre civiche d i Pasquale Abate e Francesco Firao, ,, elci l O regg. di il-inea con 2 cannoni da camp.; giunto sul posto, nonostante l'evideme rischio di un attacco ,enza un a conveniente p reparazione, volle tentare ; ma l'effetto fu d isastroso: i france.si furono reSIJ)inti e da loro sconfitta. •r incuorò gli abitanti, i quali, pei' rappresaglia, fucilarono sotto gli gechi dei l'ra.ncesi quelli dei loro conci ttadini che a;pparivano sospetti d i p arteggiare pel nemico. I l Verdier, ,,isto c he occorreva una seria pre parazione, .rientrò a Cosenza. 11:a il 3 dicembre, organ iu.a,ta una nuova spedizione, si rimise in marcia e il 4 giunse a.I villaggio d i Lago, a.ll'imbocco della gola che conduce ad Amantea. Egli disponeva di ciroa 1S00 uomòni con 2 obici, 2 :pezzi d a montagna e reparti dd gen io con materiale . Da Lago mosse su 3 colonne VCJ'SO S. Pietro, che occu,pò dopo un ,primo comb:1.tt imcnto; ord i,nò quinci; l'attacco d i sorpresa d i un piccolo cascggia,to a i piedi cli Amantea, che venne occupato senza perdite . Il mattino ,del 5 man<lò a:ll'a.ssailto della c ittà 2 cp. d i granatieri niuni ti di scale, -1ncntre altri <lista.e-cani-enti agi~ , -ano dimostrat ivamente su a ltri ,punti del la città. :\fa i d ifensori, appena v-isto deli nea.rs,i J'at>tacco, ,Jo a rrestarono con vivo fu9co, uccidendo una. q uaran tina cli a,ssalitori e con un vigoroso contrattacco r ipresero il sobborgo ai .p iedi della città. Anche questa volta il


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-Vcrdier non ,~uscì nc-ff intenro e, atta,oato a lle spalk dal capomassa I'rcsta e <la al-tre bande, si ,;arcbbe trnYato in trit :ca ~i :uazione ic Hon gli fossero sopraggiuJJt'i in r:nfor7.o da -:'l fonteleone a ltri 500 uomini . è-Jella n otte del!"S d icembre, ap,irofitta.n do di una fitta nebbia, fu deciso d i attaccare di sorpresa. la ci tl~ d2-l lato del mare; ma una donna. ce1•ta. E lisahelta :--Ioto, che starn in vedetta sui bastioni, dette l'al la r me e così anche que~t.o tentativo non r iuscì . Visti van i i suoi sforzi, Yerd ier <lecisc di ritirars i di nuovo a. Cosenza; duran te la ritirata, insegu ito da.I )-[irabelli a,h testa. degli ab itanti, subì for ti perdite fra le quali 200 prigionieri, che vennero invi·a ti quaJc trofeo di vittorfa in Si-cilia . Questo nuovo

ins;.t:cesso conYin.se

F•ranc:esi

clv!

era. necessario procedere con n1czzi adeguati contro ia città, le cu i difese, e soprattutto la strenua energia e l'od io implacab ile degli _abitan~i, non erano d a p rcn• dersi a lla leggera. I l 29 dicembre il gen. Verdier r icevelte nuovamente ord ine cl i a tta.ccarc la città coi 3600 t:omini d'i cu i disponeva. iv!en tre vani distaccamenti ven ivano im·iat i alla caccia delle band" che infestavano i dintorni pcrchè non d isturbassero alle spa:llc gh attaccanti, fra il 3 e il 5 :genna io Je tru ppe del Vcrdicr si concentrarono d avanti ad Ama n tea. Un bgl. corso (400 uomini) cri trno ,de.I 1° fant. (200 u omini) presero posiz.ionc a l°i•anomarina, su lle coJline del Camolo, mentre gli a·!-tri 2 bgl. de l I O fant. ( 400 U<>mini) si colloc<iurono a Lago per impedire l'avanzata delle band•! e proteggere L i Vadi. Il 5 2° fant. ( 700 uomini) si stabilì arlla Cannavina, con 1 cp. a S . P ietro; gl'i ~a•ppa tori e le Guardie provinciali ( 2000 u.) occuparono S. Bernardino; !'arti• glieria (2 obici e S pezzi di vario calibro) fu collocata fra il con vento d i S. Bernardino e la cappella ciel Carmine . Dopo qualche giorno g;iunse,ro anche il 20° e 42° fanteria (1400 uomini), mentre u11a colonna d i 800 u omini proteggeva. le retrovie . I! 5 genna io 1807, deciso cl i battere il fia nco sin istro ciel bastione dotto di Parapor to, f urono mes&i in b a tteria al Carmine un pezzo eia 12 ed un obice, e nella notte S'll i 6 fu a-perta una parallela a circa 100 m. claJle mura.. La flotta inglc., e intanto na,viga.va ncl!e acque d i Ama ntea d isturbando con qualche cor'.1po i Frrancesi. L '1 l due navi bor bonich e fecero un ten tativo d i sbarco, tosto sventa to dai Francc;;i ; il 12 la flotta na poletana, comandata d al V•içuna, ten tò d,i s~~rcarc viveri e ,m unizioni, n1en trc gJi as.scdiati faceva110 una. sortita) n1a venne re.:;p inta dal fuoco d elle 'batterie fra,~ccs i; il ten ta tivo però, rin, nova1to col fa,·or d e lla notte, riuscì e gli assedianti non se n e accorsero che al ma ttino . Al!om i F>ra nccsi, iniiiiato un v-ivo fuoco di a r tiglieria per slanc<1re e d isorientare g li asse<liati, -co, lru irono u na ridot ta per imipedirè ogni com unicaz.ione fra la cittit e il mare. Il bombardamento continuò nei g ior ni 12 e 13, alla scr;1

ciel qua,!e fu aperta un a breccia nel bastione ; allora fu fatto eseguire un assa lto da 2. cp . di granat ieri n1uuid <ii scai!e 1 n1,t g.ti abitanti, subilo accorsi, affrontarono cosi• energicamente gli assalitori che questi dovetttro ripiegare in d isordine a,bbanclonanclo anche molti fériti sollo le mtlm. Nella notte sul 16 i Fran cesi tentarono un altro assalto, ma senza miglior esito; onde, vi!itO va no ogni sforzo, rinunciarono all'a ttacco cli vira

forza, rassegnanclosi a ricorrere alla fame ed alle mine. La città era in fatti ormai isolata e i ten tat ivi di rifor-

1tùr1cnto fatti eia mare ~ da terr~ andarono a vantaggio

dei Francesi. l-1 giorno 20, aggravandosi le condizioni degli assed iati, il '>lira,bclli scese a µatti ottenendo una tregua di IO giorni ; e il 30 gen naio, scaduta. la t regua scn,:a che le tratta tiYe avessero approdato a nulla, i Fran~csi riaprirono il fuoco. T difensori rifiutarono la resa, con u na le ttera in solente; anzi avyennero in citt:\ dei tlisorclini sanguinosi, dura nte i qual i furono uccis i coJo,ro che ,propendevano ~er una onorevole capitolazione .\llora i Francesi proseguirono i lavori di mi11a : fornelli furono caricati nella· notte su l 4 f ebbra io, nd qual giorno fu r ipreso il bombardamento, cbe con ti.nttò fino alla notte seguente proclucen<lo gxavissimi danni. La notte del 5 fu fatta brilla re la, mina. Subito alcun~ compagnie si lanciarono all'àss,dto, ma anche questa rnlta la disperata d ifesa degli assediati respinse g :i rrssalitori . Al la sera ciel 6 febbraio fu tentato un nuO'V<l assalto <li SOtl)resa, ma an che questo ven ne furiosa mente resp into ; a,pprofittando cle!Ja confusione, alcuJ1e

ba nde <l i in;ort-i che eran o in Amantea u9Ciro110 cliJ.~guanclosi n ei mon~i. Allora il l\Iira bdli, calatosi daHe nn1ra, v enne a trattare nuovan1ente la resa. Solo i l g io r.. no 7 si riusci con grand i sforzi a persuadere i più riottosi dei d ifensori della inut ilità cli ogni u lteriore tentat·ivo cli difesa, cd a lle 10 venne inna,lzata bandic~a bianca. Il vessil lo boi<bonico venne ammainato ed i F ra.ncesi presero possesso della città.. Essì s i coinp orta rono 'll[nan·a1nente e n.on 1nancarono cl i soccorrere gli infelici c·d eroici cittad ini, che erano ridotti in condizioni terri'bi!mcnte •p ietose e che avevano ~offerto le p iù <lure privnzioni per d ifendere h loro pa tria . L'assed io e gli assa !ti a veva no co3tato a 1 Francesi oltre 600 morti e molti feriti e marlati. La dH8 1 che aveva -in orig-inc 3000 a•bitanti, s i arrese COJI 800; parecchi erano r iusci ti a fuggire, a l,tJ·i periti nei disordini e n elle fucilazioni nell' in terno della città. La l--.t<lu ta ·d i A mantca i;bbe •p er conseguenza la resa d i Bclmonte e d i F iumdrcclclo. J,uigi Awantca Gene.raie, n . a Rossano ( Cosenza) ' nel 1869. Sottotenente dei Bersaglieri nel 1889, fu comandat o già da T enente in serv izio di Stato -:'lfaggior~ e si distinse su bito per la sua intelligente operosità presso i Comandi delle Divis ioni :'lfilitasi Tcrrit.oria!i cl i Bui e di l\Iessi na. Capitano a scelta nel 1903, parteciµò alla campagna <li guerra italo-turca (1911- 13)


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rendendo segnalati servizi q uale UfficiaJle d i Stato MagPortoghesi .c omandati dal gcn. Sylviera, che er a digiore addetto al Comando dc-I Corpo di sped izione in sceso da Cha ves lungo il T amega, dovette essere rinTripolitania e Ci renaica. Maggiore a scelta ( 1914\ forzala con le truppe del gen. Labo1·de; così p otè reiniziò con ta:lc grado Ja campagna di guena ( 1915--18) spingere i Portoghesi, che andarono a prendere posinella quale rifulsero 'le sue brillanti q ualità di uomo di zione ad Amarante, ove era l'unico ponte intatto su l az ione. Capo di Stato Ma.ggiore della 27° D ivisione Tarnega. Mentre un distaccamento ( col. Patrik) d ifenM. :M. d i nuova fonmazione al p r•inci-pio della campa- deva la. testa <li p onte d i Amarante, Sy,lv-iera · con 5 o gna, fu in se,guito insegnante d i ta ttica e operazioni 6000 uomini <))rese -posizione s ulle a lture di r iva sinilogistiche nei corsi prastra de l fiume ; il 19 aprile i Frauccsi attacca.i.·oJ\O, obtici sul servizio di Stato bligando i P ortoghes i a sgombrare ·la testa dèl ponte, Maggioi·e d i '\'icenza (noma essendo questo minato e sbarrato da palizzate, non vém bre 1915-marzo 1916) e poterono passarlo (anche perchè i Portoghesi da:lle lodi Padova (ottobre 1916 • ro q,osiz ioni dominanti lo tenevano sotto il foro fuoco) febbraio 19Ì i) e quale Cose non il S maggio, con un attacco d i sorpresa in selonnello Comandante delg uito a! qoailc, riusciti a IJ)assare i l pon te, attaccaron ci !'890 R egg. Fanteria si mei ponoghesi sulle a lture <:o!j.tringendoli alla fuga verso ritò una prima m-edaglia L amego ed inseguendoli ·fu1 oltre il Duern. · d'argento nella azione del Il successo di Amara.nte mise in pericolo l' iniziato maggio 1916_ (Alta Val accerchia mento che era nei d isegni del gen. \1','elling-l'Assa). R icoprì successivaton, per cui questi decise hmnediatamente d i correre mente le funzioni di Capo a i r ipari dirigendo due divisioni da Coimbra su Ladi Stato ::\faggiore del XIV mcgo cd Amarnnte per aggirare la sinistra dei FranC. d' J\rm . e d i Sotto-Capo cesi( compito che fu affidato al gen. Bhesford. Intanto di S . ;W. del la I II A.ril resto dell'esercito Anglo-Portoghese avrebbe marciato rn~ta . Promosso maggior generale ( 1917) s i affermo d irettame nte su O.porto. Soult, invece <li portarsi subi to come Comandante di llrigata nell' azione de!l' agosto con tutto l'esercito su Amarante, ove avrebbe potutu 19.17 sull'A,Jtipiano della Bainsizza e dell'ot[olbre 1917 . iacilmentc battere Bei·esford e r itirarsi in Spagna, laa M . Carn izza, meritandosi la Croce di •Cavaliere delsciò colà solo la d ivisione L oison, rimanendo col resto l'Ordine ?-1.ili ta rc d i Savo;a cd una seconda medaglia delle sue forze a fron teggiare \-Vellington. Beres[,or<l, d'argento al va lore. Durante il 1918 fu Ca,Ì:>o di 5tato giunto a V ille Real il 9 maggio, si riunì a Sylviera e MaggioJ"e della V Anmata e poi Comandante della Bricon lu i ma rciò su Arnarante che fu occupata 1' 11 dOl])O ga ta Piceno. Concluso l'armis tizio ol'ganizzò e dircss•: aver respinto gli avamposti di Loison. Questi si r itirò con gran de tatto ,l'opera <lei Governatorato )1:ilitare delsu Pinafìcl, ove si congiunse a Sou[l che e.ra stato cacla Venezia Tride ntina come capo degli affari ci,·ili ciato da Oporto . Dopo d i che i F rati'cesi volsero ,,, (novembre 1918 - luglio 1919Ì. Disimpegnò 'Ì!l seguito ie p iena a·itirata per Cha.ves. funzioni di Capo · di Stato M aggiore p resso gli Uffiei Amarell i (Alessaudro). Gueniero calabrese, n. a dei Generali Com.tn<la11ti desigilati d'armata in BoloRossano nel 1071, m . in batt-ag lia nel 1103. Ins:eme al gna e Napoli, e comandò la Brigata Bologna.; dal 4 cugino Ugone dc' Pagani, levò a sue spese una con1settembre al 14 ottobre 1921 ebbe il comando delle RR. pagnia di soldati e si recò a offrire i suoi serv1g1 a Tmppc in F iume coi poteri di A'1to Commissario, con Ba.lduino d i Gerusalemme. Combattè per due anni re funzioni politi-che, civili e annministral:ive. Assunse d al contro i saracen i, fiJ1cl1è, colto in una imboscata, vi 1923 il grado di Gcn. <li D iv isione e nel maggio dello rimase ferito a morte, spirando pochi giorni dopo. stesso anno -f u chiamato a reggere la carica ~ i Capo Francesco A marcll-i. Capitano calabrese, n. a RossaReparto Operazioni presso lo Stato M<1ggiore Centrale. no nel 1456, m . a :\'apo li nel 1514. F u all'àssedio di Amaral (I. M. Ferre·ira d'A .). Ufficiale portoghese, O tranto del 1480-81, obbedendo ad Alfonso, duca di n. nel 1805 rn. nel 1849. -Si <list inse col grado d i aspiCalabria. rante di marina comandando una colonna nell'assai(,) Amaretti (Giusepjie Cario). Genera le, n. a Dolllod i Itaparica in prov. <li Bah ia (1823), dove perdette un dossola, m. a<I Alessandria b raccio: fu in seguito agli ordini di Napier, e il suo (18-li - 1917). Sottotenente coraggio e la sua ·abilità g li fecero ottenere il posto ù i cli a rtiglieria nel 1866, Governatore d i_ ìVfacao,, d ove term inò i suoi giorn i asparteci<pò col grado d i T e- , sassinato dai cinesi. nente a lla ca mpagna del Amara/ (Andrea D'). V . Rodi (1522)-. 1870 e come Tenente Colonnello a lla campagna di Amarante. Città del Portogallo, a X . E . di OporAfrica (1895-96). Resse da to, sul Taimega, affluente del D t1ero. Colonnello (1899) la D:Combattimento d-i Amarantc (19 apr>le 1809). Durezione <li Art iglier ia d i ran te la spcdwione francese in Portog-<1lkl, mentre il :Maddalena e, promosso a maresciallo Soult trovavasi ad Oporto, gli Anglo-P orl\Iaggiorc Generale (1905) toghesi gli avevano fagliata b. ritirata e s i a,ppJ·cstavar icoprì successivamente le no ad accerchiarlo. Avendo allora deciso di evacuare cariche d i Comandante d i Oporto, egìi inviò due colonne per r istabi,ii_re le sue Artiglie1'ia da costa e rla comun ica2>ioni. Q uella inviata sulla destra del Duero fortezza in Roma e que!b (Gen. L oison) avendo incontrato forte rcsis1enza nei d i Ispettore d'Artiglier ia da costa e d a fort~zza . fu


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collocato i n posizione ausilia ria nel 1909 e raggiunse nel 1913 il grado di Ten. Generale nella riserva.

Em·ico A marett-i. Generalc1 n. a Cagliari1 lll . a

Brusasco (Torino) ( 18521922). Sottotenen te di rfanteri,L nel 1878, ,prese par te col grado di Capitano a lla campagna d i Abissinia del 1895-96 cd ebbe da Colonnello ( 1905) il Comando del 58° Regg. Fanteria e del 2° Regg. Alpini. Fu collocato in posizione ausiliaria. nel 1910 e raggiunse nel ·1918 il grado di Ten. Gen. nella riserva.

Amari ( Michele). S torico siciliano, n. a Paler mo nel 1806 m. a F irenze nel 1889. Autore del ia << Storb dei Vespri Sicilia.iii >1, o· pera che lo costrinse a r iparare a ll'estero rier non essere

in)prig ionato

daJ!a

polizia ;borbonica; della << Storia dei musulman i in Sicilia >>: del le << Effemerid i storiche ~icilianc » ; -de!la « Fonclazione della 1uona.rchia dei ::Jormanni in S ic ilia.)), ecc. Fu patr iota fervente; m inistro degli E steri a ::-.iapoli nell'epocr garibaldina. e '!)OÌ dell'Istruzione nel Regno ,d'Italia ; senatore J,el 186 I.

Amari dei Cant-i di S . Adriauo, Nobile Antonino . Generale, n. a Palermo nel fS48. Partecipò d a Sottotenente <lei bersagl ieri al la campagna del 1870 e nel 1878 entrò come Tenente nel!' Anna de i Carabinie, i R eali. Si meritò nel gra<lo d i C;ipitano Ja meda.glia di bronzo e comandò da Colmu1ello le Legioni d i Verona. e di Bari ( 1904-1906). Collocato in pos i7.ione ausiliaria (1906), fu promosso }.laggiorc Genera le della riserva nel 19 14 e dal 1923 ha as3unio il grado di Genera-le di Di,·isione ndla r iserva stess,,. A mari de-i Conti d·i S. Adriano Nobile G iuseppe. Generale, n . :1 Genova n e l 185i. Sottotenente d.Di bersaglieri nel 1377, partcci1pò da Capitano alla campagna d "Africa del 1887, e comandò da colonnel·lo il 52'' Reggimento Fanteria. Prese parte al.Ja campagna d i guerra Ita"!o-Turca ( 1911-13), guadagnaJJdosi 1a p ro~\ Iaggio re Genera le ipcr 1neri to d i ,guerra (19 12) e la Croce d i Cavaliere dell'OHline ::\1i-litare di

1noz.ione a

Savoia nei fatti <l'armc d i Garga:resch e di S idi Bila!. - Ebbe succcssiva,menle il Comando della Brigata Granatieri di Sardegna e della Bri-gata Venezia, partecipando al]:{ campagna d i ,g uerra 1915-1 6. Tenente Generale nel 1916, ebbe Je funzioni di Comandante della Div-isione Militare territoria-lc di Chieti, e~ collocato in posizione ausiliar ia (1919), 11a assu nto <la•! 1923 il grado di Generale di Divisione.

Amarù Tupac. F iglio d i -:\'la.neo Capac, re del Perù. Nel secolo XYI oppose disperata resistenza a -

AMA

gli Spagnuoli invasor i. Sconfitto i n aperta campagna, si rifugiò nelle n1onta,gnc;

111a,

inseguito fp ertinace-

mente, cadde nelle mani d i F rancesco di Toledo, il quale lo fece meuere a morte ( 1562). Ne l Li80, scopp iò una. dbcllione a capo della quale era un discendente del precedente ,principe; egli si fece chiamare Amanì Tupac, sebbene questo non fos,e il suo nome ; ebbe success.i rapidi ·contro gli spagnuoli, ma di breve durata ; dopo pochi mesi, catturato, veniva giustiziato insieme con tutta ·l a famiglia, meno un cugino, Andrea 1 che tenne ancora viva la insurrezione per qua.lche mese, fmchè subì la ,sor te gi/i. toccata agli altri.

Amasi (o A 111asis): Re dell'an tico E gitto dal 570 al 526 a . C.). Appartenente alla cast-a p lebea, fu portato al trono da una insµrrczioue milita.r e. L'esercito egizia.no, irrita to di ,·edere il 1·e Apriès -circondars i di truppe mercenarie stra,;icrc, riserbando a• queste i post i miglior i e più onorifici, durante il ri torno da una sfortuHa(a spc,dizione contro la Cirenaica, gli si sollevò contro e depostolo nominò in sua Yecc uno de suoi corti,giani, !\n1asi. li re Apriès, che s i trovava. a Sais, in -

formato d i quanto era successo, si mise alla testa dei suoi n1crccnar i ; 1na, scontratosi con l'esercito di An1a s i, rimase sconfitto e, fatto prigioniero, fu abbandonato a l popolo che lo rnise a morte. Ne.I 550 Amasi conquistò l' isola di Cipro; quindi si a lleò con i greci contro i Persiani ; il re di questi, Cambi.se, messo esattamente a l corrente della situazione anilitare dell'Egitto da cc,·to Phanes, ufficia le delle truppe a.usiliarie di Amasi, passato alla corte persiana, si mise a:na testa del suo esercito per in vadere .)'E.gitto. Il r e persiano era ancora in marcia quando Amasi, dopo 44 an n•i di regno, fu colto dalla morte.

Amati Sanchez (fa,.rico) . Generale, n. a Cagliari nel 1853. Sottotenente d i cavalleria nel 1874, fu promosso Maggiore a scelta nel 1895 e comandò da Colonnd lo i Reggimenti di Cavalleggeri di Piacenza e di Udine (1903 - 1910). :11'1aggior Generale n el 1910 f u Ispettore del servizio ippico presso il ?>1:inistero della Guerra e comandante {lcll'VIII Brigata di cavalleria. Collocato a riposo nel 1914, ha assunto da l 1923 il grado d i Generale d i Divisione nella riserva.

Amato (barone L·z,igi). Generale n apoletano, 11. ad Amantea nel 1753, m. a Mola di Gaet,; nel 1820. Ca• detto nel regg. Messa.pia nel 1768, p assò a.Il' Accademia donde usci ,l uogotenente nel 1771. All'epoca della rivoluzione francese andò a Tolone dove per un a1mo fu a Ila difesa della c ittà. con tro i repubblican i. "'.\ cl 1793 fece parte col grado di maggiore della colonna n apoletana del Dumas inviata in Toscana. Nell'anno seguente la repubblica Partenopea lo elevò a l grado di gen. d i brigata comandante della ciltà d i N apoli . .Esulò in F rancia al ritorno -dei Borboni e tornò nel Kapole tano nel 1306, dove partecipò all'assedio di A-


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man tea. X el 1811 era luogotenente genera le. Fu go,·ernatore delle Calab~ie e degli .-\bruni distinguen-• dosi nella rcprcs.,ione del brigantaggio da cui erano infestate quel le reg[oni. Tornati i Borboni, fece loro atto di sottomissione e ne ebbe comandi, ultimo quello della prima divisione, co l grado d i lcn. generale, conferitogli nel 1816.

Amato Luigi.

Gi11seppc .-1111ato. Genera ie, n. e 111. a Comiso (Siracusa) ( 1854 - 1913ì. Sottotencme di artiglieria nel 187 5 ebbe da Colonne llo il Comando del 22° Reggimento di Artiglieria da Campagna e col grado di Magg. Generale ( 1912) fu comandante cl' Artiglieria da campagna a Xapoli.

Amatol. Esplosivo d i guerra inglese composto di una misce la <li nitrato di ammonio e Trinitrotoluene (Tritolo= T. X. T.). Fu idcat<1 d agli inglesi per la carica d i scoppio - dei proietti li allo scopo d i economizzare il Tritolo, di cui sono scarse le d isponibilità. Gli inglesi rhiama.no Tolit il T . )J. T., per cui la dizione di A 11,atol fu dedotta dalla combinazione <li Am (Ammonium) a (and) tol (to lit). E' igroscopico e <lctonando produce meno fumo del tritolo. Il n itra to di ammonio detona d iffici lmente ma è • facilmente decomposto dal calore. Se il nitrato di ammonio cd il tritolo son pu ri, non reagiscono assieme. L'.\matol detona più difAmato Giuseppe. ficilmente <lei Tritolo. Furono impiegati Amato! 60/40 = 60 cl i Nitrato d i Ammonio e 40 di Tritolo e 80/20 = 80 di Nitralo di .\mmonio e 20 di Tritolo. Sono esplosivi degni cicli.i maggiore att.enzionc per la. importanza che h anno. Amatoxol. Esplosivo di guerra inglese, composto di nitrato d'Ammonio (80%) e Toxol (20%). Il toxol è una miscel,t di 70% di Trinitrotoluene e 30% di Trinitroxilene (T. N. X.). Fu impiegato quale carica d i scoppio di alcun i tipi di proietti. A mauri I (o A 111alrico). Re d i Gcrusa,lemme, fra·tcllo e successore di Bakluino III, n. verso il 1138, 111. nel 1173. Appena sa.lito al trono (1165) ebbe a sostenere una guerra contro Sciavcr, califfo d'Egitto. Le ost ilità er ano già con1incia tc quando il ca liffo, minacciato ne i suoi ,possedimenti dai torbidi suscitati da Xorcddino, ~ultano di Aleppo, fu costretto a ritirar~ le trnppe per difend ere i suoi Stati. Conclusa in fretta la pace col re di Gerusalemme, lo richiese cli a iuto; e .\mauri, a,·uto un su5:>idio considerevole, si pon,j con forte esercito in Egitto, dove, sconfitie in d iverse battaglie le t ruppe cli :\"orcddino, comanda te dal ge-

nenie Scir ka, le costrinse a rmr arsi. (V. Assedio <li . l/essa11dri.l 116i). Tornato a Gerusalemme, ~i alleò affimperntore di Costant inopoli ed ai cavalieri di San G io,·a1111i, e invase gl i stati egiziani ponendo il ca!llpo sotto le mura del Cairo. Il califfo, sorpreso da un attarco così improvviso, inrncati inrnno i palli di alleanz:i, ricorse a :1-,;oreddino il quale as..sai \"Olentieri mandò in Egitto un eserci to al comando del giovane Saladino. .-\mauri venne sconfitto e fu costrctlo a ritornare a Gcrusa..lemme, dove poco dopo s i trovò con tro an corn il va loroso gcnernle maomettano, che alb morte di Noreddino era divenuto sultano di .\lcp,po e poi si era impadronito dell'Egitto. )linacciato da. uu nc,mico così temibile, .\mauri ricorse per a iuto a Costanti nc,poli ed ai principi cristiani -d'occidente, rn~ non riuscì a nulla. e le discordie stoppiate fra i Templari e gli Ospedalieri d iedero l'ultimo crollo alle basi del suo r<.>gno. )lor-i pochi anni prima che avvenisse la catastrofe suprema, lasciando la triste crèdità al figlio Balduino IV.

A mauri 11 (di Lusignano). Re di Cipro, succedu to al fratello G uido ; fu incoronato anche re di Gerusalemme nel 1194 a San Giovanni d" Acri. Egli raccols~ solo le speranze dei suoi predecessori, per ch~ ormai il regno era qua~i completamente in mano dei Slrncen, e gl i mancava.no le forze per poterne tentare la riconquista . Sul principio del ·suo regno !"imperatore Enrico VI avev11. spedilo un esercito in Palestina cd i crocia ti tedeschi riporta rono q ua lche successo; ma alla morte di .Enrico essi furono richiamati in Europa a! il Lusignano rimase ~lo in lolla contro le ioru saracene. I miseri avanzi ciel regno s i poterono sa lvare solo in grazia delle discord ie scoppiate in seno alla famiglia di Saladino. ,\mauri sollecitò più volte i soccorsi dell'Europa cristiana ed una crociata fu bandita in t ulio l'occidente; ma i crociati assed iarono e p r~scro Costantin0i,oli dimenticando Gerusalemme:. ed anche quei pochi cavalieri che erano rimast i alla difesa della Palestina, informali <lel,la caduttL di Bisanzio, accorsero colà, attrattivi dal m iraggio delle grandi ricchezze della città. .\mauri, rimasto solo a San Giovann i d'Acri, vi morì nel 1205.

Amazzoni. Donne guerriere dei tempi favolosi e dei tempi storici; il nome è rimasto anche oltre b leggenda, e si adoperava a.!lorchè com battcva nq grur,pi o corpi <li donne: ad es., ncll'VIII secolo in llocmia, dove esse ebbero a capo Li burna e Viasta. P er quello che riguarda. la leggenda, in cu i gli storici sono poco· d 'accordo, vengo11< ricordate tre grandi tribù d i A.: una africana, di cu i è cilalo i! nome della regina )[irina; una asiatica, sulle ri\"C del )lar ;\ero. di cui è citato il nome della regina Thalestris che avrebb~ fatto visita ad Alessandro Magno ; una della Scizia. la qua le a un certo momento si sarebbe riconciliata con gli uomu;ii, dividendo con loro le fatiche e i perico!i della guerra. L"arte d egli a ntichi c i ha lasc iato tracce della leggenda, come si vede dalla figura.


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AllUJ

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Amba. )."omc dato a montagne isolate sopr a pixnori, n1olto cotnunì i..n 1\bissinia, ma anche in altre pa,ti dell'Africa e nel!' India. Spesso Yennero dagli indigeni fortificate e<l essendo gcncrahnente con pareti molto verticali, erano pressochè inespugnabil i se sufficientemente •guan1ite tli trnppe e munite di viveri.

Ambacti. V . Solcluri. Ambasciatore. Chi porta ambasciate cli Signori o d i Stati, specia lmente cli ;guerra o di pace, sollo l'u sbergo del diritto delle genti. Si chiamarono A111basciator.,: della guerra, o F eciali; con nome più comune, Araldi (v.). Amber_ g . Città della Baviera, sulla V ils. )sodo strad a le im,por tante.

I. Battag/;a, di Amberg (24 agost0 1796). Il genera le Jou.rclan, ,posto a guardia della zona fra Danubio e Meno cli fronte alle truppe austriache dell'arciduca Cad o, prese posizione intorno alla città cli A., sopr:i. una se.rie d i collinette boscose, S<lparate da p rofondi avvallamenti. Egli sch iorò al centro la. clivis. Championnet, a destra la <livis. Grenier s ul ,piano elevato dell'Erzberg, a sinistra la cl ivis. Collaud. Una divis. di cavalleria fu s ituala verso fo. destra della divis. Championnet. La clivis. di cav. Bonneau, spedita avan ti, ripiegò verso i l grosso all'apparire delle tru1)pe dell'arc iduca Carlo. War tesleben lanciò Kray contro l'ala s in istra di Collaud, assalendola egli stesso d i fronte. Pa1·allela1uen te l'a.r•ciduca eseguiva un 1novimento agg irante vet'so il fianco destro e le spalle del rimanente dello schieramento francese, e Jourdan s i affrettò ~ sottt·arsi a un disastro m_ecl iantc una n~pida l'itirata Ji tutte le sue forze. R imase indietro la retroguard ia, comandata dal gen. ~ le in, che fu. costretta, per salvar~i, a gettarsi a s in istra ,per le monta,gne. L a div is ione Co!laud invece, incalzata da presso da. forze superiori, costretta a sfila.r e per A . e 1ier un ponte situato al cl i oopra della città, dovette fronteggiare gli avversar i incalzanti con cont inui com batti menti; la cavalleria <lei Collar<l e -la 20" mezza .brigata leggera., costi tuenti 'a retroguar.cJia, furono disfatte. )1a gli austriaci erano s tanchi, e la notte si avvicinava; _perc iò J ourdan potè ritirarsi. II. Co111batt,:111ento di A111òcrg ( 13 luglio 1809). L'aYangua,rclia -austriaca, mar ciando a nord <le i Danti• b io, raggiunse Ambe,rg il 12 aprile. Colà venne attaccata il giorno seguente da un dis!a<:camcnto della D ivisione francese del generale Friant, che CO!J)riva l'avanzata verso il Danub io dol Corpo d 'armata del gene ra le Davoust. G li austriaci c he, fòr ti d i una compagnia di cacciator i e d i pa.recdhi ~quadroni, avevano preso ,posizione <lavanti ad A1nberg1 furono costretti verso le 6 de l ma:ttino, in seguito ad un breve comOO( ti,mcn10, a rientrare nella cittadina . La d ivisione aust r iaca a causa della sua inferior ità cli fronte alle forze francesi, <lovettc cv,tcuau-e la città, ma non s i allontanò iuolto, e ben presto fu in gra<lo di contrattaccare le forze avversarie, come giu nse in suo aiuto un battaglione. A,llora fu la volta <lei francesi; essi furono costre tti ad abbandonare~ Amberg e a ricongiungersi in~eguiti e 1n 0Jestati ,dagli ulani austriaci alla retro guardia della Divisione f.riant. 1

Pace di Ambcrg. Conclusa il 22 maggio J i62 fra

Al\lB

Sn::zi,t e Prussia, cui si unì il )Icklcmburgo. E · corollar io del la pace conclusa i l 5 ma.ggio <lcllo stes;o anno fr:i. Russia e Prussia . La Svezia, con t1le pace, si i-itira.rn dalla coalizione contro Federico II.

Ambert (G'ioaçchino, barone d'A.). Generale e scritrc mii. francese, n. a L agrezette nel 1804, m. nel 1890. Uscito dalla &L'1.10la. militare nel 1824, fcc_e le campagne cli Spagna, del llelgio e dell'A lgeria. Nel 18-!8. c!cito deputato a lla Costituente, lasciò il servizio attivo per <lecl irnrsi a lla politica, rna nel 1850 fu richiamalc., in servizio col grado d i colonndlo e nel 185 7 venne ,pr omosso generale di brigata. Viaggiò in Europa· e in A111e rica, scrivendo articoJi per giornali e riviste. Lasciò 11,oltc ,pubblicazion i cli carattere militare fra le qual i: <( Saggi storic i dell'Esercito francese>>; « l:omini di guerra>>; « Studi storici >> ; « Storia dcll:1. guerra del 1870- ì I ,, ; « I soldati francesi>>; << Gall i ,; Gcrn1ani »; « Conseguenze dei progressi detl'artiglieria >), ecc. Ambiani. Popolo della Gallia Belgica. nella valle della Somme, ca.po!. Samarobriva, l'odierna Amiens. Sottomessi da Cesare nel 57 a. C. l.'anno seguente parteciparono alla sollevazione cont.ro Cesare, dal quale vennero sconfitti, ins ieme agli a ltri ,popoli ribellatisi. Durante la guerra condotta da Vercingetorige gli fornirono 5000 ·u., i quali fu·rono travolti nella clelinitiv:1 sconfitta del 51 a. C. Ambiente militare. Sull'influenza de ll'ambiente militare, i,l problema 5i r iduce, come osser\'Ò il Trombetta, a una questione d'equil ibrio fra le esigenze ciel nuovo a,mbiente e i poteri psichici dcg+i iniziali. Se questi sono individu i nor mali in cui non faccia d ifetto l'azione inibitrice dei ccnll·i superiori, essi si adatteranno alle nuove cond izioni cli vita senza subire alcuna gr·ave scossa, e l'equilibrio sarà conservato: se invece sono individui anormali (frena.stenici o epilettici) si mostreranno subito insofferenti d'ogni freno, ribelli al.Ja disciplina. avversari irreconciliabili clel!a vita di caserma: ed ecco, in tal caso, avvenuto l'urto psichico con le sue conseguenze pili o rncno fune3tc; ecco rotto J'equili,brio ; ecco mcss:i. in evidenza la loro inaclattabi l ità all 'amb iente specifico: la quale inachtta,b ilitit è, come si è visto dia11zi, un o elci caratteri p iù spicca: i del così <letto delinquente militare . « Ma di codesta inadattabilità. s i ,può coscienziosamente - d ice il Trom-• betta - far r isalire la colpa al·l'escrcito? E' for3e l'ambiente milita.re che crea i delinquenti, o non sono piuttosto i d elinquenti stessi che, accolti nelle caserme, riflettono poi sull'eser cito la lu,ce s inistra della loro criminalità? Per me - l'ho sempre d etto e lo ripeto la sola colp:i. che si possa ,r improvera.re all'eserc ito ,) quella d i accof:liere ogni anno a -braccia aperte una moltitudine d 'inscritti forse fisicamente idonei, ma psi• chi<:amcntc inabi li al servizio militare; donde a\'vicnc che i d ifett i e ,le colpe d i tali individui diventino, per una illus ione pskhica facHmente spiegabile, i d ifett i è le colpe dell'ambiente militare )) . Ambiorige. Re degli .Eburoni, popoli della Gallia, abitanti fra la l\fosa. ed il R eno, vissuto nel 3ecolo I a. C. Quando Cesare nell'anno 58 a . C. co:ninciò la conqu ista ·delle Gallie, per amicarsi Am,l,ior ige lo colmò cl_i bene fizi. l\Ia ciò non valse a disa.r mare l'odio di Ambiorige contro i Romani e, aizz:i.to da I nduziomaro,


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re di Trevi.ri, risolvette di sollevare tutta la Gallia insofferen te <lei giogo ,·omano. Cogliendo l' occasion, che le legioni dell'esercito di Cesare, di r itorno dalla spedizione contro i Bretoni, si disponevano a passare nei quartieri d'inverno, Ambiorige volle atta,ccarlc se-parataimen tc per :wci-c con maggior facilità rng ionc di esse. Dopo la fazione di Aduatuca (v.) si rivolse contro le legioni comandate da Quinto Cicerone, ma Ccsar<', avvertito di quanto andava succedendo, accorse con due leg ioni, e, tratto in i11ga1rno Ambiorige con uno stratagemma, ne -distrusse !"esercito. Salva tosi nei suoi territori, Ambiorigc preparò un nuo,·o esercito e l'anno seguente continuò la guera contro Cesare, il quale, visto che l'avversario rifaggiv:t da u n'azione campale decisiva, ma voleva condurre una guerriglia insidiosa e ~ervamc, portò il terrore fra i suoi alleati e quindi si diresse contro i suoi territori. Sorpreso dalla cavalleria romana ,prima di aver potuto riunire t utto l'esercito, fu disfat to completamente e s:ilvò la vita r ifugiandosi nelle foreste delle Ardenne,-. Cesare marciò contro gli Eburoni altre due vo:1c, ma non ebbe mai n eUe mani Ambio1·igc che s i sottrasse alle sue ~icerchc rifugiandosi, sec-1ndQ Floro, fr:t. le popola1.ioni germaniche d'oltre Reno.

Ambisa (bc11- Sai,;,,, cl Kcbbi). Emiro di Spagna nel 723, detto da taluni Aisa. Domò ri~ellioni inte rne, inviò suoi luogotenenti ne4e terre francesi, ed egii stesso inftne penetrò in Francia spingendosi fino al R , _ dano, dove, combattendo, ricevette ferite che lo trassero a morte nel i 24. Amblef. Località delle Ardennes, teatro di •battaglia nel 716. Dopo avere battuto Carlo ìHartello a Colonia, Chilpcrico II, credendo di avere debellato l'avYersario, marciava senza precauzioni verso le J\rdcnnes, quando venne all'impro,•viso sorprrso da Carlo, il quak, radunate le sue forze, le conduceva alla riscossa. Chilperico tentò invano di ordinare i suoi, sorpresi nella ma rcia, e fo battuto subendo perdite decisi,·c. A mblimont (F11schemberg, conte d'A .). Ufficiale generale della m:u-ina francese, m. n el 1796. Durall(c la R ivoluzione passò a l ser vizio della SJ:Xlgna, e nel l i96 comandava un vascello spagnolo di ll2 cannoni; ri mase u -:ci,;o nel combattimento in cui l'ammiraglio J ervi~ disfece la flotta spag11uola . L" Amblimon t fu anche scr itlorc militare e la,,;c iò opere <pregevoli fra i., quali una « Tattica navale li. (Parigi, 1788).

Ambohimena (Grandi .I.). ..\spf·o massiccio montano dell' isola di J:vfadaga~c.ar, alto 1462 m . e s ituato tra il fi,ume 1kopa e il suo a ffluen te Rctsiboka, a sbarramento della da da :-.Iajunga a T ananari,·o. ::--cl settembre 1895, dUiante la penosa marcia su Tananarivo del corpo di spedizione francese, una colonna leggera, forte di 23i ufficiali, 4000 so ldati, 15 )0 :tUsiliari e 3000 quadrupedi, fu spinta annti da Mangasoa,·ina -per occupa.re Tananari1·0 prima della stagione delle pioggie; part ita il 1-1 settemb-re da :i\·f anga;;oavina. l::t colonna, dopo aver supenta la rcsistenz:i. opposta cbgli Ro,·a a Tsinainondry_ giun~ il giorno I i ad ..\ntanetibè. al piede della catena dei grand i Ambohi mena con l'estrema avanguardia a Kinagi. Sui Grandi Ambohirn,'na, ove. già eranl, state prepara te fortificazioni, ~i eran o ritira ti gli Hova respinti da Tsinai-

A'.\IB

nondry, r inforzati da truppe d ella guardia reale, e pareva volessero ivi opporr_c seria resistenza.. Tre scn- · tieri attraversavano la catena facendo capo a :vraharidaza; di questi gli HO\-a avevano sbarrato con opere di fortificazione il centrale e ,l'orientale, ma trascurafo l'occidenla lc, considcrn11dolo impraticabi le. li gcn. Duchcsnc, comandante della spedizione, ricono3ciuta. persona.lmente la posizione il 18 settembre. ordinò a ttacco pel giorno seguente su due colonne: quella di destra (gcn . Voyron) 1)CI" il sentiero occidentale con tro il fortino <li q . 1462 ; que lla di sinistra (gen. ~Ietzingcr} frontalmente, mirando a congiungersi alla colonna d i destra presso il fortino di q . 1462. Iniziata la marcia a ll'alba del l9, a llorchè alle 7,30 spu11tò sul sentiero occidentale -J'avangua,rdfa. -del gen. Voyron, men:re la brigata ~Icttinger avanlava di rrontc, g li Hova, minacciati di :avvolgimento, fuggirono, abbandonando 3 cannoni e munizioni, r itirandosi 45 km. ind ietro. La ~era del 19 la colonna francese pose il campo a ~Iaharidaza.

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Amboise. Città della Francia sulla. Loira. Kcl suo cele bre oaste llo morì Leonardo da Vinci. Co11g-iura di d'A;,baise. Formata nel 1560 dagli Ugonotti contro Francesco JI, i Guisa, Caterina de' )ledici, a vente a ca:po il p1•incipe d i Condé. I congiur,H,. soUo il comando d i Giorgio Barré dc la Renandie, marciavano su Amboise, ma i realisti erano prevenuti per il trad;mento di uno dei congiunti, e li sorpresero presso 'la r.il!à, debellandoli completamente. Il Barré fu impiccato immediatamente, insieme a un con te d i Castelnau ed altri; il princ ipe di Condé, che non si trova,·a con loro, fu obbligato a giurare che era estraneo alla cospirai,ione .

Editto d'A111boisc (19 marzo 1563). Riconobbe la libertà di coscienia, accordando ai protestanti !"esercizio àcl culto loro i1ellc città e nei castelli; ma non a Pa~· igi. Questo ed itto d i ,pace <l)Oncva fine alla prima guerra d i religione. l.ima-rico d'.·l111boise. Quarantesimo Gran ::\Iaestro dell'Ordine Gerosolimitano, m. nel 1512. .'\el 150,,, quando fu e~tto Gran maestro, era prion: di Francia; successe nel coma ndo supremo doll'ordinc a Pietro d' Aubusson. Nel 1510 riportò una grande vittoria na,·ale sul sultano d'Egitto nei pressi dei confin i della Siri~, nella quale battaglia perdette la vita anche un nipote <lei Sultano. Carlo d'.1111boise, signore di Clu111111011t. Gran maestro di Francia nel sec. XVI. Comandò l'avangua r dia doll'cscr cito fran cese di Luigi XII in Italia, e fu alle battaglie contro i genovesi nel 1507 e alla batt. di Agnadello ( 1509). Fronteggiò quindi gli svizzeri netranno seguente e fino al marzo del 151 t, epoca nella quale morì.

Amboor. Dorgata del Carnatic, sulla costa del Coromandel. 11 francese Duple.ix, nel 1748, alleato di Chunda Sahib, pretendente alla sovranità del paese, inviò in suo a iuto il conte cl' Auteui l con 400 francesi e 2000 cipai. Contro queste forze mosse il )l"abab dd Carnatic, Anwar; attaccatasi la ba11aglia ad :\mboor. gli alleat i lo sconfissero; il N abab cadde combattendo. Ambracìa (oggi: Arta). Ant. cittil de lrEpiro, sul!" \rallo. a brC\"C distanza dal mare; difesa dal fiume

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e <la monti scoscesi. oltre che da aho e grosso muro, a ven te lre miglia <li sviluppo. Fu dappr ima città. libera, poi venne ,presa dagli Etoli.

J. Battaglia. nai·ale nel golfo di .tlmbra.cia. Fu combattuta e vinta nel 433 a. C. da·lla flotta oorcirese contro l'annata corinzia composta di 75 navi . lI. Batta.glia di Ambra.eia.. Appartiene al primo p er riodo doli a guerra del Peloponneso. Dopo la batt. di Olpe, lo str atega ateniese Demosten e comp letò la ,·ittoria sconfì.fjgendo le t ruppe 01Ypostcgli dalla città. di Ambrncia ( 426 a . C.). IIl. A ssedio d-i A 111bmcia. Fu posto aHa città, difesa ,Jagli Etoli, nel 219 a. C. da F ili,p,po di Macedonia, i! quale riuscì a farla ca,µito!a.re dopo 40 giorni d i lotta e adoperando poderose macch Ì11e da gucua.

i\'. Assdio (U ..J mbracia ( 189 a .. C .J. Fu intrapreso dal console l{omano 1\f. Fulvio >fobiliorc, il quale stabilì le truppe in due campi separati dal fiume ma uhiti da un ponte, e costruì due linee, di cir convalla?-ione e d i controvallazionc. D i fronte alla cittadella di A. eresse un'alta torre <l i legno. Quindi passò a,ll'assal lo con arieti, e torri mobili e macchine di varia sorta. La difesa degli Etoli fu vigorosissiina. Un esercito di Etoli s i av\·icinò a lla città per liberarla, comandato da Xicandi o, il quale s i accordò col tlifensore di A., Nicodamo, per un assa lto contemporaneo. L'assa lto avvenne, ma fu contenuto malgrado gravi perdite subite dai Romani. Le macchine non avendo dato i risultati voluti, Fulv io ricorse alle mine, ma anche queste furono sventale da contr,om ine. Jnfinc s i venne a patti con la mediazione di Aminandro, ·r e degli Atamani, e la guarnigione uscì cor1- gli onori di guerra, mentre Fuh-io occupava la. citti\.. La qua le, da qudl'epoca, decadde e scomparve.

Ambreck (G-i-uscppe). Generale, 11. a Firenze nel 1836. Partecipò qua1le Sottotenente d i fanteria nell'Esercito Tosca.no alla campagna del 1859, ed entr:i.to mcl 1862 nelle file <lell'Escr-cito Italiano, p rese parte col grado d i Capitano ailla campagna del 1866. Ebbe da Colonnello (1887) i-! comando de l 31° Reggimento F anteria e del D istrctlo di Piacenza e nel 1896 fu collocato a sua <lomanda in posizione ausiliaria co l grado d i .M aggior Generale. Ambroni. Popoli della Gallia, . abitanti nelle vicinanze di Embrun (ant. Embrodunum) sollo le Alpi Cozie . Furono alleat i dei Cimbr i e dei Teutoni, e vennero sconfitti con costoro nella ballaglia d i Aqua2 Sex tiae. Ambulanza. V . anche alle voci: Autoambulanza., Chirurgo, Medico, Ospedale, Sa'll.-ità, C1·oce Rossa, Gi·ne;;ra ( Conferenza di), ecc. Storia. I primi ser viz i d i A ., ordinati con medici e infe rmieri, compaiono .negli ese rciti romani, n ei quali si adoperavano canette per tnts,portarc .feriti o a mmalati, cbe Yeniv:i.no poi consegnati a c ittadini <li municipì romani o <li c ittà a lleate. Con la ca,luta del l'imper,,. scomparvero le , 1. in Occidente ; nell' impero d'Oriente invece trovia mo traccie d i servizi speciali per i l trasporto dei ferili, so tto Leonç VI, nel IX secolo. In Francia, quà,lche co3a ,li _simile a un servizio d'A . appare nel 1124, durante la min:i.ccia tedesca c1·inyasio ,1e.

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:\,folto tempo dopo, il maresciallo di Brissac, quando fu nominato governatore fran cese del P iemonte (1550), fra le va,·ic dispos:zioni che pre-se per l'ordinamento deile trwppe poste a i suoi ordin i, stabilì che per ogni scudo di -paga i mil itari <lovesscro lasciai· un soldo, e Tè somme così ra ccolte fossero destinate per metà all'ambulanza ·per il soccorso dei fer iti e dei malati (i francesi la chiamarono hop;tnt a.'111b11latoire) . Sollo Enrico I V s i ebbero ottimi serviz1 09pitalieri e di ambulanza nell'assedio <li Amiens (1597) per merito del Sully; e succ~ssivamen te il Cardinale di Richelieu organizzò le ambulanze pel t rasporto dei feriti, ponendole sotto un unico caµo; ma per parlare d i vere e proprie amb11la nze militari, nel senso che si dà oggi alla parola, bi-

La ,·ecclli3 wt.t1 11·a rl'am!J11lanza it-aliuna. sogna g iungere· alla fine del secolo XVIII, quando r., d1iJ'Urgo mii. Percy creò un corpo d i ambulanza volante per il trasporto dei fcdti dal campo di battagli:t agli osp'Cdal i. Tale A. consisteva in furgoni a due è quattro cavalli, con posti per ·due e quattro feriti, e un tavolo stretto e lungo per le medicazioni e operazioni . I ch!rurgh i seguivano a cavallo con i loro ferri i,; una valigi,i appesa all'arcione. I progressi in ques.•.o campo ·furono molto lenti, finchè non si giunse all-1 Conferenza internazionale d i G inevrn. 1

.4 mbula.11za ( Logistic,i). In senso generico ambulan• za è un qualsia3i organismo mobile destinato alla prima, brev issima cura d i malati e feriti; e la denomi nciz!one .éo.tnpre nde nel loro insieme personailc, 1nateriali e mezzi coi quali esso funziona. N'e sono e~empio tipic:, le ambulan?-e attivale dalle varie assoc iazioni di assistenza e di soccorso, soprattutto neHc 1naggìori città,

quali Croce Rossa, Croce Verde e simili. ln linguaggio milita,·c ambulanza è detta tuttora da qualche eser cito qaclla form~.7.ionc sanit:uia d i prima linea che segue cd integra lmmedia.tan1enle il servizio sanitario reggimentale nell'esercito ita liano ta·le formazione, eh, com(pendia il servizio sanitario di ciascuna d ivisione, è denominata p iù propriamente Sezione d i San·ità. (v.f. P r esso j l nostro esercito mobilitato s i a ttivano altresì ambulanze radiologiche, odontoiatriche e chirurgiche. Le nmbu/a.nzc radiologiche sono picco li gabinetti mobili assegnati ai co1·p i d'annata, con di,penden7,a. tecnica d a lla direzione di sanità del rispettivo corpo di armata e con d ipendenza amminist rativa da un ospedale da campo a lruopo designato volta per volta dalla stessa direzione d i sanità: esse hanno il compito rii


-492 csegufrc tutte le riecrche racliologic':c e r adiografiche richieste dalle autorità sa,1itarie nell'ambi to <lei corp; di armata. L e amb11/a11ze odonloiai richc sono formate d:i uno ,.pcciale autocarro attrezza,to con un gabinetto odontoiatrico completo: hanno d ipendenza tecnica cd amministrativa analoghe a quelle indicate per le ambu lanze radio logiche ed eseguiscono soltanto opcrazion i

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b-ìl ità, alla r icca dotazione dello stru111entario ed a ll.i speciale competenza chirurgica del person ale addeltovi. Dalla Croce Rossa I ta liana sono tc1wt i pronti si:1<> clal tempo di pace i materiali specia li per Ltllestimen to d i ambulanze fl.•11-v·iali e lagm,ari, <la impieg:ire per il tra.s,porto e sgombero su via acquea degl i ammalati e feriti dell'eserc ito operante. T a li for mazioni sanitarie vengono poi cla-l Comando Supremo assegnate alle arniate, dalle quali dipendono disciplinanncnte e amrninistrn,tivamcntc. Sperimentate alla nostra fronte durante la guerra mondiale, esse dettero prova di poter rendere buoni ·servigi, per quanto i trasporti a loro n1ez20 proce<la110 necessarian1entc con u na cena. len-

tezza. A111/mlanza. (Marina). Sulle navi, i locali per la 1·accolta e prima assistenza ai feriti sono fissi e preor.;l ina ti e s i chiamano Infermerie da co111batti111c11to (v.), cosicchè il nome d i ambulanza si suole r iservare unicamen te ai mezzi di trasporto dei mala ti e feriti. I mezzi d i trasporto che fanno parte della dotazione delle navi si ,possono distinguere in 3 catc,gor ie: a) mezzi di trasporto per il ser vizio s:i.nitario :i. ter ra; b) mezzi d i tra&porlo usati a bordo per portare i! ferito dal luogo dove è caduto a l posto di soccorso;

Amlrnlauza (Q11aclro cli Pttnunzi).

dentarie d i lieve ent itù, con csdusionc di lavori di protesi. L e ambulanze ch irurgiche vengono costi,tuite, ogn i quah•olta se ne riconosca l'opportun iti , o direttamente dall'autorità m:litare oppure -dalle associazioni di soccor6o, e sono me., se :i disposizione delle d irezioni d i sanità di annata ; esse prestano opera cli grande rendimen to e sommamente provv ida, grazie a lla loro mo-

Tc~cla ambLlLanr,a clella R. ~1ar1na e) mezzi d i trasbordo dalla ua ve sopra una n a veospedale o i n un ospeda le d i terra.

1° Le compagn ie che la nave sbarca pe1· azioni a terra sono accompagnate da in fermier i che traspor tano le barelle da campo e i m ateria li sanitari. L a barella della R. Marina non differis:e dai comuni model li im2 , piegati nel servizio sanitario <lei R. Esercito e negli ospedal i ordinari, eccettochè è smontabile in Yari pezzi, che, rip.osti dentro una guaina,

~0110

portati a tra-

.colla . Si può p ure s istemare sul ca rrello Rho. Uno degli infermieri trasporta lo zaino d i sanità conte nente medicinali e medicature per il pronto soccor50 a i mala ti e feriti. Quru1do lo sbarco è effett uato da tutte le navi di una squaclra, il servizio d'ambulanza viene dis impegnato per mezzo del carretto Rosati, che contiene una tenda da campo, yari mezzi di trasporto dei ma-


I .

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A~IB

Ba1·r 11a R..\I. su carrello nI10.

Carr eNo Rosati ,·iclot10 a ba,rcJJa a ruote.

Telaio Rosell i per Ja discesa di scale.

illanorrc cl'i10llarco.

f!llbr aca1ura nosati per manovra cl'lmbarco.


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Iati e ierit i, nonchè strumenti chirurgici, medicinali e materia le d i medicatura. 2° Per il trasporto dei malati e feriti sulla nav~ medesima si impiegano il telaio Roselli, il grembiile Coletti e la sedia Rho. 11 telaio immobilizzatore Rosclli è quello che sostiene il materasso nelle brande in uso sulle navi inglesi, adattato oµpor tunamente al trasporto dei feriti . E' fol'lnato da 4 aste di legno di larice o abete, larghe m . 0,07, <li cui le longitudina li sono lunghe rn. 1,80, le trasversal i m. 0,60; nel re:-tangolo circoscritto dalle aste per mezzo d i fun i, sta d istesa una forte tela . l i ferito è fissato sul telaio mediante due bencle cli contenzione cucite sulla tela, presso a poco nel punto corrispondente alle natiche. Le bende passano in. n1e220 a lle cosce e sono avvo.Jte una sull'asta d i un lato, l'altra sull'asta d ell'altro lato; ind i s' incrociano sul torace e si assicurano sulle aste. Ai 4 angoli del telaio sono fissate delle cinghie, di gui-

sporto da un punto all'altro dello stc»o piano. non rius-ccnclo co'lllodo ,per salire o scendere da un piano al .'altro. La poltrona R ho è un apparec-ch io di trasporto dei feriti a bordo che si può classifica1·e tra. i 1nezzi di fortuna, giacchè si prepara in breve tempo con materiale esistente per altri usi. Infatti, nell'arredo de i camerini deg lj ·ufficiali è compresa una poltrona cosiddetta di Vienna, che il Rho, con semplicissime modificazioni, ha tra§ifo:·mato in mezzo di trasporto. La poltrona d i Rho soddisfa bene ·le condizioni r ichieste : con le aste serve al tntsporto orizzonta-le; assicurata ad un paranco serve al trasporto verticale e in pochi istanti senza rimuove:<' il ferito può trasformarsi da un modo di trasporto_ all'aHro.

3° Per il Il.ras.bordo su navi ospedali e per lo sbar,o di ·feriti· ..e malati :i. terra, la R . :Marina impiega la imbracaturn Rosati. L 'apparecchio s i compone di uni branda_ inglese, sospes;.;

ad una ,.barra orizzontale di ferro e munita <li funi-guida.. La branda -ckgli cq\lipa;gi inglesi, a differen-

za

degli

forma

i taliani,

11,t

rettangolare cd

è rigida, essendo la •e-

c«rrcmo nosati riClotto a clne sedili sacl1è il ferito è trasporta,bile tanto a braccia, quanto per mezzo di paranchi.. Su-Ile navi, per raggi-ungere il posto d i medicat ura il ferito deve essere u-a.sportato in sei1so orizzontale sul p iano dove è caduto e in senso verticale cd obliquo <la un piano all'altro, attraverso le anguste aperture di comunicazione. La prim:i condizione perciò, per u n buon mezzo di trasporto, è <li immobilizz:ire il ferito in posizione conveniente in

modo che faccia corpo con esso.

JJ mezzo di tras-porto~noltre deve èsscrc leggiero, <li l'l'i~cole dimensioni e di facile manovra. Il te laio Rosclti risponde vcrfettamente a llo scopo : fissa il f.,_ rito nella migliore posizione, garanter.do!o da urti e sballott~.menti, tanto nel trasporto dentro .. la 1iavc, quanto nel trasbordo o sba rco; è semplice, maneggcvole1 poco co.stoso, non ingombrante ed esige poco persoBarella lìpo H . :Ila• nale. Il grembiale ·Colett i serv~ 1~i na, ravvo!La 11,e( suo per i feriti leggieri senza lesioni astuccio pc1· il traossee e soltanto per il tr ~sporto a tracolla

la, su l fondo mantenuta distesa" <la un te• la.io, come quello s\lc.!<les,ril to. L a c;i,pezzicr a e la pedaliera delfo branda terminano C(" anelli cl1e si appendono a.cl una robusta sbarra dì ferro <lisposta nel senso longitudinale della branda. Sctielcu·o ctella barella Come tutti gli oggetti tipo R. Marina che si caricano e si ,, scaricano da .bordo, la branda inglese è guidata nei su,i, movimenti <la fun i-guida che ne impediscono lo sbanda mento. Nella branda si colloca il telaio Roselli, s \l cui viene fi,sato il ferito. Questi sta come dentro un,1 bara e può esser t rasbordato, senza subire alcun movimento pericoloso, dalla. sua nave ad un'altra o a te, ra. P er il trasferimento a terra, quando la nave è ormeggiata ad una band1in a, i feriti si sbar cano coi solo telaio che viene collocato nelle vett ure-ambulanza. L 'imbracatura. si adope1;_, quan<lo la nave sta all',,,__ cora. I ferit i e malati, ciascuno con la 1p ropr ia in-brucatura, sono trasbordati in ada tte lance, che li trasportano su navi-ospedali o a terra. N ella imbracatur:i Rosati si può sistemare, non solo i l telaio Rosel li , ma altresì qualsiasi altro tipo di barella con aste lungbe: basta all'uo1lo scucire e rendere mobile la parte superiOTe deUe .pareti -laterali della branda a!Ia loro insc,·zione agli angoli. In tal modo si può combinare, con la branda inglese, ogni a ltro tipo d i b'irella, senz;t rimuovere il paziente dall'apparecchio con cui è stato portato. Ciò è soprattutto utile per le navi-ospedali addette allo sgombero degli an,malati e feriti dagli ospe -


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d ali <li ter raferma, che non d ispongono d i teiai Roseli;_ IJ grande vantaggio della imbracatura. R osati sugli a ;tri mezzi -di trasbordo consiste n el trasportare il paziente con tutto il telaio a cui sta. fissato, senza che occorra rimuoverlo ,per collocarlo in a lcro mezzo di trasporto. E' un apparecchio comodo, semplice e ché dà un senso di sicurezza ai . ieriti. Insieme al telaio Roselll, ottenne l'unico JJremio all'Esposizione di materiale sanitario annessa alla Conferenza internazionak della Croce Rossa, tenuta in Washin gton nel 1912, e diede .i m iglioTi r isu ltati nella gucna libica e ne 1h mondiale.

Ambuleio. Nome d i una via costruita dai Romani (Vico Ambulcio), la quale univa Ostiglia con Cremona passando per ~lantova. E ra anche detta ad Padum. Amburgo. Città della Germania, situata sulla spon<la d estra dell'Elba, a 120 km . dalinare del ~orcl. L' Alster la d ivide in due parli: cit tà vecchia, su'h riva sinistr a, e cit-tà nuova. suHa destra. F u Carlomagno che d iede origi!Je alla fondazione di Amburgo, h -· cendo costruire nell'808, appunto alla. confluenza dd1' Als ter con l'Elba, un castello che doveva servire ;~ proteggere il territorio dalle incursioni degli Slavi. Dalla vicina. foresta <li Hamme, il castello p rese il n ome di H ambour g, e cioè: castello dell'Ha.mmc, che d ivenne centro cli propaganda: cristiana nella. regione a nord dell'Elba e nei paesi scandinavi. Nell'S..ò l Amburg'a fu eretta fo vescovado, e, nell'834, in arcivescovado; la d iocesi si estese fino ai paesi della Scandinavia, all'Islanda e a lh Groenlandia . I Nor manni bruciarono la città nell'845, e- allora l'arcive~-cova.do fu riunito a quello d i I-lr ema, dove, ncll'848, ne fu trasferit:i la sede. Ricostruita e nuovamente devastata., Amburgo non ebbe sicurena che nel X secolo, grazie all'energia del duca di Sassonia, Hem1ann Billung. Gli Slavi la conqu istarono nel 983 e h tennero per quattro anni. Fortificata dall'arcivescovo Adalberto, fu nuovamente i ncendiata dagli Slavi nel 1072. K cl 1100 i conti di Schauenbourg ne d ivennero padroni. Nel 1189 la città fu liberata dal dominio dei conti di H olstein e cominc iò a governarsi co'1 un consiglio. D efu1itivamente p rivata nel 1223 del suo ar civescovado, fu t iranneggiata da l ,conte · d i H olstein, Adolfo IV d i Schauenbourg, che nel ! 231 v i cost ruì "" castello a monte . Il_ t rattato d i alleanza che essa stipulò nel 1241 con Lubecca, allo scopo di proteggere insieme il p roprio commercio con tro i briganti e i pirati del Bal tico. e per d ifendere le p roprie franchigie contro i prin cipi vicini, died e origine alla «Lega Anseat iUtJ> (v. Hansa). Potè così :wmentare il suo dominio e resistere all'Holstein . Vin se i p irati · e segnata mente S tocrtcbeker e i capi del la Frisia orientale che n el 1402 avevano bloccata l' E lba. Con corse nçlla lotta con tro la Danimarca con l'ap poggio dell' imperatore. Nel 1510 1lassirniliano I la dichiarò città imperiale; tuttavia solamente n el 1618 ottenne dalla Camera il riéonoscimento d i questa sua C]ualità. Intanto la guerra civi le era scoppia ta nella città. Il ,popolo, malcontento ciel regime ar istocratico, s i sol-levò e i mpose un compromesso per il quale, a fianco del Sena to, fo dato il potere ad un consiglio <li 48 delegali delle cor porazioni, e poi di 60. Il declinare del la Hansa giovò ad Amburgo che veniva sv incolata da un rcgòlamento il quale paralizzava

r ini:tiat iva dei suoi ~ornrncrcianti. La riforma1 accettata nel 1521, ent.rò in vigore nel 1529. Amburgo restò estranea alle guerre c he seguirono e, per una fortuna eccezionale, non ebbe molestie dur:mte la guerra dei tre,if'ann i. Tuttavia, in q uell'epoca, ebbe a subire un;i sensibile perd ita : i protesta.nti dissidenti, essendo persegu itati, uscirono da Amburgo e fondarono sul territor io dell'Holstcin la città d i Altana. La. loaa cont:nua-va tra l'aristocrazia e il popolo, i l Senato e la borghesia. N cl 1693 i l ,pastore l\fayer solleYÒ la çlasse inferiore e impose la revisione della costituzione; ba11 d ito1 egli fu richiamato 1p er una nuova soHcvazlonc dei proletari che deposero il consiglio . Si t.rovò infine un:t base di a-ccordo che diede come risultalo la costitaz ione del 1712. Minacciata da i Danesi, la città libP.t'iL seppe con servare la sua indipenclen»a. Col trattato di Gottorp del 1768, il re d i Danimamt r inunziò fu1a l-

LIJ antiche rortiflcaz,oni di Amlmrgo. spianate ctopo la r ivoluzìone l'mncese. mente ad ogni sua pretesa su Amburgo e formalmente ne riconobbe la indipendenza. Nel I i70 la città otteneva un Deputato alla Dieta. i\l -principio del secolo XIX, Amburgo era diventata una delle repubbliche pii, floride di Europa. Ma tale ,per iodo di splendore ebbe a declinare quando nel 1803 l'e.sercito francese occupò l'elettorato d i Annover. Allora -la Fran cia. s i impa<lroni del porto di Cuxhaven e chiuse l' ingresso dell'E lba alle navi inglesi . A sua volta, la G r an Bretagna, per rappresagli;i, bloccò la foce de l fiume, impedendo così alle navi di uscire. Il ~()novembre 1806, per ordine di Napoleone, iu occupati. mi li tarmen te d al maresciallo ).foi tier che sequestrò tute te )e n1erci ingles i ivi depositate. Le truppe francesi la evacuarono dopo l_a ' pace cli T ils itt - 7 luglio 1807 - e così la città ric11-però, solo nominalmente, la surt indipendenza. Il 13 dicenl'bre 1810 la piccola repubb!i_ca fu annessa all"impero .francese, e d ivenne il capoluogo <1-el dipar timento delle Bocche dell'Elba. I l 18 marzo 1813 il generale russo Tctrenboorn l'occupò: ma, malgrado il concorso degli abitanti, il 31 màrzo d_ello stesso anno il maresciallo Davoust e il generale Vanda.mmc la ripr esero e vi stabilirono il loro quartier generale. Fu allora imposta alla ci ttà una inden-


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1 cosacchi di Tet.tcn.boorn ad Amburgo. (Acqnarcllo <I l

niLà di guerra di 48 milioni di marchi ed essendo mancato i! pagamento, fu confiscato il tesoro della Banca, consistente in sette milioni e mezzo di marchi. Ii rnaresda!lo Davoust diede subito mano alla costruzione delle fortificazioni che resero la città. imprend;bile. I vi si sostenne per un anno, riuscendo vittoriosamente a tenere occupati un co!1J)o russo comandato dal Benning;;cn e gli Svedesi comandati dal Berna<lotte. Nella difesa di Amburgo, affidata a l ma resciallo Bavoust, si distinsero i toscani per fedeltà e valore. Il 28° cacciatori a cavallo partecipò a numerosi scontri nei dintorni della città e spiccatamente in quelli del 31 maggio, 2 _giugno, 18 agosto, 16 settembre 1813; in quest'ultimo una schiera comandata dal capitano D el Testa salvò -quattro battaglioni francesi accerchiati dai russi. E il generale Henningscn, che dopo la battaglia d i L ipsi:l era accorso presso Amburgo, mentre il 26 genna io 1814 si accosta,,·a a lla città, nella quale prima aveva fa tto perrenirc 1iroclami incitanti gli ausiliari a def~iona re, fu assalito dal 28° r:acciatori e scon fitto·. I n qu~ combattimento si segna larono, più d'ogni a ltro, per peri.zia e valore, il ca,pitano Del Testa, il tenente P andolfini e il sergente Bont. Il Davoust, dopo l'abdicazio,1c di J\apolcone, consellti ad arrendersi solamen te in seguito ad ord ine scrih.O di Luigi XVIII, nel maggio 1814. Amburgo riprese il 26 maggio dello stesso anno la sua antic,i fo,·rna di governo e aderì 1'8 giugno 1815 alla Confe-<lcrazione gcrmanicca come città libera ed 'imperiale. Altri avvenimenti notevoli r iguardan•i Amburgo nel secolo XIX sono: la rivoluzione del 184S ,e il tentativo d i rev isione costituzionale, soffocato d alla ,reazione, ma che finì ,per condurre alla revisione defi-

c. Suhr).

nitiva del 28 s~tternbre 1860, e l'adesione allo Zollverein nel 1888, in virtù d i un tra ttato firmato nel 1881.

Amedeo. Nome comune a parecchi principi di Casa Savoia, dei quali ricorderemo i seguenti : Amedeo III. !;ettimo conte di Sav0ia, figlio di Um berto II. Non si conosce la data, nè il luogo della sua nascita; morì nell'isola d i Cipro nel 1148. Nel 1110 accompagnò l'irnrperatorc Arrigo IV suo cugino, che si recava a Roma per farsi incoronare, nella quale occasione Amedeo fu creato conte dell'i-mpe,·o. Sostena•! due guerre per tutelare i suoi q)ossessi: una contro la Francia e l' altra contro i del-f ini del Viennese, ed in ambedue riuscì vittorioso. N cl 1140 sostenne una guerra acerba con il delfino di Vienne, Guido VII, su-J cognato, il quale pose l'a,ssedio alla Rocca di Montrnelian. Amedeo sconfisse i <lelfinesi in un accanito combattimento nel quale lo stesso Guido rimase morta lmente ferito di giavellotto, per cu i in breve tempo morì. La guerra continuò per- alcun tempo tra le due famiglie e, terminata., Amedeo s i applicò al r iordina.me nto dei suoi Stati cercando di promuovere il benessere dei popoli a lui soggetti. L'ultima sua impres:t fu la partecipazione alla seconda crociata p red icata da S. Bernardo e convenuta nell'assemblea di Metz. Dopo l'infe lice esito di questa crocia ta, durante il viaggio di ritorno d a lla Palestina, Arncdeo fu colto da malattia a Capo N icosia nell'isola di Cipro e vi morì . .4 '11cdeo IV. Decimo Conte cli Savoia, figlio di Tommaso I, n. nel ~astcllo d i Montmelian ne.I I 197, m. nel 1.?53. Si segnalò nella espugnazione di Sion, capitale dei Vallesiani , già. p rima 'vinti da lui nella Valle <l i Aosta. Nei printi tempi del suo dominio ebbe dissensi


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con fra telli che gli contrastavano il d i-ritto di successione, come primogenito, nei <lomini di Savoia e di Aosta. Venuto ad un accomodamento, firmato nel 123-1 per l'in terposizione dell'altro suo fratello Guglielmo, vescovo d i Valenza, Amedeo rimase esclusivo Conte d i Savoia e d'Aosta, cedendo ai fratelli Aimone e Pietro altri possessi; e eia allora in poi n on vi fu a ltro dissenso fra cli loro. Nel 1235 riconquistò la città di Torino e ridusse all'ol.>beclienza i cittad i.ni ed il vcsco 10 Ugo Cagnola, che durante il regime preceden te s i erano sottra tti ~I dominio dei Conti cli Savoia. Dimost_rò una a,bilità eccezionale nel dividere i suoi nemici e nel d i~s ipare le leghe che formavano contro cli lui. Per togliere di mezzo le pericolose contestazioni con i marchesi cli Sa luzzo /e di Monferrato, unì in matrimonio due sue .figlie c/n costoro.

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Amedeo V, il Grande. D ecimoquarto Conte di Savoia, figlio di T omaso II, n. nel cas tello di Borghet'.:J nel 1249, m. ne l 1323 alla corte di Avignone. Dopo la morte del padre fu a lleva to p resso lo zio F ilippo, d i cui seppe conqu istare completamente la fiducia, tanto che ne ottenne l'a;mrninistrazione della Savoia e nel 1283 l' investitura dei ducato d'Aosta . Alla sua morte, avvenuta nel 1285, Amedeo fu .chiamato a succedergli. AppetM salito al trono si trovò sub ito in guerra contro Amedeo II contedi Ginevra e contro Umberto, delfino <li Viennc, nemici ereditari della sua famiglia. Ne r iuscì vittorioso, e i suoi avversar i clòvettcro comprare la pace con alcuni s:i.crifizi territoria li. Alleatosi quind i con gli abitanti di A;;ti e cli Alessandria, infl isse una d isfatta rornpleta all'esercito di Guglielmo, marchese d i Monferrato. Indi s i r ivoJse contro il marchese d i Saluzzo che r ifiuta va d i rendergli omaggio . I n tanto Filippo, suo nipote, reclamava d iritti ereditari sulla Sa voia e Amedeo, non sen tendosi forte a l>bastanza da resistergli con le armi, rpensò d i venire ad un accomodamento, e con la rnc-diazione <li E-doa,rdo I re di Inghi lterra, ceduto a F ilippo il principato del P iemon te e lutto il territorio al d i qua delle Al·pi, si conEcrvò il dir itto <lell'alta sovranità.. Questa d ivis ione degli stati -di Savoia durò 11er c irca un secolo e mezzo; fino a l 1418, qua~do, alla morte di Luigi d i Savoia, ultimo p rincipe di Acaia e <li P iemonte, tutto ritorn'.l sotto un unico dominio . D opo_ quésta d ivisione Amc-

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dco, trovandosi come esiliato dall'Italia, si rivolse verso la Francia e a più riprese soccorse di truppe Filippo il Bello nella guerra di Fian<lra. I vincoli ài paren tela che lo univano a lla famiglia reale di F rancia ed a quella d'In\hilterra, lo misero nelle migliori eon e] izioni per negoziare e concludere la <pace ' fra i due sovrani, per la qual cosa ne venne ad Amedeo grande onore. L'irrequietezza ,d ei suoi v ic ini, il conte di G inevra e il delfino d i Vienne, reclamarono diverse volte b sua presenza nei suoi Stati. I .a venuta in Italia dell'imperatore Arrigo VII riconciliò per qualche tempo questi principi riva-1':i, partecipando essi a l corteggio per la incoronazione imperiale. ln questa occasion~ Amc-deo ot tenne <la Arrigo VII l'investitura delle contee di Asti, d i Ivrea e di Savoia. X cl 1323 Amedeo, recatosi aà /\vignone per indurre papa G.iovanni XXII ad intc,,porsi med iatore per una pace durevole con i suoi vicini e a bandire u na ciociata a favore di suo genero, l'imperrstore Andronico, vi fu sorpreso dalh morte essendo in età. d i 74 anni, avendone regnati 38. Ebbe il soprannome d i <e Grande ll per il carattere suo generoso e cava-llercsco.

A,,nedeo VI , detto Il Conte Verde. D ecimosettimo conte di Savoia, figlio di Aimone, n. n el 1334 a Cha.mbéry, m . nel 1383 a Santo Stefano di Puglia. Aveva appena nove anni q uando succedette al padre, il quale avcl'a sa.puto q)rovvedere alla reggenza con tanta avv-~dutezza e senno politico, che lo Stato, durante la minorità. del giova.ne principe, non solo godette di un:,. perfetta tranquilli tà interna, ma crebbe d i p rosperit:\ cd estensione mediante u.n'abilc e forte amministrazione, sicchè Amedeo, uscito di tutela, trovò· lo Stato ing randito <li ,pa recchie città e castelli e con ra.gioni di èomin io su molte a ltre terre. Affidato alla tutela di suo c ugino Amedeo conte di G inevra e di Ludov ico d i Savoia. 1·iccvette una educazione ed istruzione accuratiss ima. Nel 1347, il giovan issimo principe iniziava la sua brillante carriera ; dopo la disfatta degli angioini in Piemonte, richiesto cli aiuto <lai conte J acopo di Acacia contro il marohese di Monferra to, Amedeo passò le Alp i con i suo savoiar<l/, occupò Cberasco, Chieri, :<.1onclovì, Alba, Cuneo cd altre città, e ne divise il governo col <;onte <li Acaia. F rattanto -l'ultimo delfu,·) di Vicune, Umberto, dopo la morte dell'unico figlio, la•

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sciatosi persuadere dai con sigli del vescovo di Lione, a\'eva ceduto il delfinato al primogenito del re di F rancia, alla condizione che il pr incipe ereditario francese portasse il titolo d i Delfino. Questa cessione, conclusa definitivam~te con un tratta,to stipuljlO nel 1349, m ise in orgasmo il Con te di Savoia, i cui Stati venivaa o a trovarsi incuneati in quelli di u n potente monarca, per la continua mù1accia d i u n a guerra pcrkolosa che sarebbe stata certamente IomentMa dall'odio dei delfi.nesi ,per i savoiardi. Il timore che , questo stato d i cose inducesse Amedeo a cercare l' alleanza degli inglesi, mosse il re Giovanni di F rancia a farsi me<liatore t ra suo figlio, il nuovo delfino, e il con te di Savoia; e nel 1355 fu concluso un trattato per il qua!~ Amedeo rinunciava a tu tti i territori posseduti tra il R odano, l'Isère e il Guiers, e riceveva in cambio le signorie di Gex e d i F aucigny. Questo xrattato , determ inava esa.ttamentc la linea d i frontiera fra i d ue paesi. Nel U 58 G iacomo d i Savoia p rincipe d'1Acai.:i ch e governava il P iemonte, quan tunque vassallo ckl Con te Verde, osò met tere u na gabella sulle mercan zi,: provenient i dalla Sa,v oia e condannare a morte i coJìmis.sari che Amedeo gli aveva inviato per protestare contro questo a.bnso. Per vendicars i Amedeo p assò le Alpi, p rese Torino, Savigliano, e tutte le piazzeforti del Piemonte; umiliò il marchese di Saluzzo, che aveva p re;o le parti di G iacomo, e fece prigioniero il principe d i .'\caia; ma n el 1363, volen<lo servirsi d i lui contro il Marchese d i Mon fenato, gli restituì la libertà e lo rimise in possesso ~lei suoi feudi. Nel 1359, dopo la estinzione del ramo dei principi d i Savoia, baroni di . Vaud, acquistò quella signoria e p ochi anni ,~po aggiunse ai suoi sta ti la sovranità d i Fossano, Cavallermaggiore e Sommariva del Bosco ccdt1-ta ·a lu i da G ian Galeazzo Viscon ti. Ne! 1362 istituì l'ordine (( del Colla.re ll, c he fu poi completalo d a Carlo I II e fu ch ia mato (< dell' Annunziata ll. Ottenu to il vicaria to imper iale per sè e ,per i suoi d iscendenti, su i vescovadi cli Ginevra, Aosta, I vrea, Ta.rantasia , l'vior ia.na, ccc., la sua potenza and ò contin uamen te aumentando, tanto p iù che moli is s ime città çhe s i erano poste sotto la sua protezion e, gli si d iedero spontaneamente, riconoscendone -la p iena sovranità. Dopo la pacificazione della Lombardia diede una caccia spietata alle compagn ie di

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ventura stran iere, <::he trovan<io.;i o ra disoccupate, 15j erano date al briga.ntaggio, devastando i territori lo:n1

bardi e piemontesi e terrorizzando con la loro barbarie le popolazion i. Fra queste compagn ie, nel L361, destava il maggior terrore quella ch iamata in P iemonte dal marchese di :Monferra to, composta tu tta di inglesi, la qua.le, forte di ottomila barbute, ern r iuscita ad impadronirsi delle p rinci;pali fortezze_del Can avese. Amedeo accorse con le sue genti per a rrestare il corso di quelle bande,' ma mentre stava in L anzo per rafforzarsi cli armati, sorpreso d i notte, clovc,ttc pagare un:i. grossa somma per sfuggire a Ua prigionia, e per riscattare molti suo_i cavalieri caduti nelle mani d egli in glesi. Unitosi allora con i Visconti, riprese le fortezze occupate dalle bande e quanti caddero nelle sue mani, tanti fece impicca re . Da questa guerriglia il ,Conte Verde sc.ppe trarre u n buon ammaeslr~mento m ilitare, perchè se quegli avventurieri erano insigni ladroni, erano però an che valenti combattenti. L 'impresa che por tò al massimo splendore d i gloria e rese celebre il nome d i Amedeo, fu quella di Orien te. Xel 1366, mosso dalle esortazioni di Urbano V che aveva ba ndita una crociata a favore di G iovann i Paleologo, imperatore di Costantinopoli, minac ciato da Amura t I\ già padrone d i Ad rianopoli, Amedeo, raduna to a sue spese un esercito poderoso, s ulla fine cli giugn o salpò da Venezia fra le acclamaziçmi di uni\ immensa moltitu dine gridante «Savoia! Savoia!». Costeggiò la D almazia, a vanzò su Gallipoli, dalla qual'è ci ttà. i turchi dominavano i D a.rclanelli, la prese d'assalto e m uni tala con truppe del suo $eguito si recò d iritto a Costant inopoli, dove fece un ingresso trionfale. L' imperatore Paleologo era tenuto prigion iero da Stratimiro re elci ·bulgar i; A . passò il Bosforo con i suoi piemontesi e savoiaJ•di e portò la guerra nel cuore d ella Bu lgaria . S i impadronì di Mcssen dria, e di al tri castelli, e s i disponeva ad assed iare Varna, allorchè il re Stratimiro, spaventato da un a serie così fulminea d i vittorie, venne a trattative, e Amedeo lo obbligò :i pagare 15 m ila fiorin i d 'oro ed a mettere in libertàl'i!11,pera tore, il quale dimostrò u na in verosim ile ingra titudine · a l suo liberatore, che non degnò neppure di . osp itare nel su o palazzo. Questo n on arrestò il Conte Verd e nelle sue impres~, ed assaliti i tu rch i a più ri-


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prese tolse loro diverse fortezze; ma, approssimando$i il termine cl i un aJlllo del cont.-a.tto stipulato con le sue genri e con i noleggiatori del naviglio, fu costretto a l'Ìtoi'nnre in ltalia. P er il pagamento del soldo alle milizie e il nolo ,folle galere dovette, ricon-erc a p restiti

sto itinerario il ritorno in patria, acclamato e festeggiato dovunque come l'eroe del secolo. Nel U72 entrò nella lega formata dal pa,pa Gregorio Xl, dall'imperatore Carlo IV, <falla regina G iovanna <li Napoli, dagli Estensi di Ferrara e dai Fiorentini contro i v ·isconti di lVlilano, che ,p er le loro prepotenze e tirannie erano d ivenuti odiosi a tutt i i principi italiani. La lega elesse a suo capitano supremo Amedeo VI e tutta la ca,n,pagna fu per le' a r mi confederate u n seguito in interrotto <li az ioni vittoriose : a Cuneo, a Caraglio, a ·Mondovì, a Villanova, a<l Asti e infine a Gavardo su l Chiese, dove Amedeo 1'8 maggio 1373 diede una ~anguinosa sconfitta all'esercito viscon teo. Dopo questa guerra venne la pacificazione fra Savoia e Milano. Chiamato arbitro fra le repubbliche di Genova e di Venezia, 1'8 agosto 1381 pronunciò un lodo che rimase doc\l!nento ,perenne di saggezza politica, d i imparzialità e di giustizia. Soguì Lodovico d'Angiò nel regno d i Napoli per sostenerne i diritt i cont ro gli aragonesi, r icevendovi in cambio <lei suo aiuto la cessione delle terre possedute dagl i anginini in Pie monte; ma questa impresa gli costò la vita verchè, colto <lalla pestilenza che infieriva nell'esercito, morì in· Santo Stefano d i Puglia nella :pienezza <lelle sue forze all'ct:ì di 49 anni.

A;nedeo VII, detto i l Co1ite Rosso, figlio del preccdc11ie, n. n el castello di Avigliana nel 1360, m. in Ri-

Monumento ad Altll'clCo Vl (SCUII-O r e Pn lagi).

gravosi e il 4 giugno 1367 abbandonò Costantinopoli sen za aver ·potuto otlenere da l sordido impei'atore piit ch e dodicimila fiorini quan do rimise in suo potere Messendria conquista ta a i bulgar i, e ventimi la fior ini, a titolo <li p restito, con obbligo d i restit uzione, quantunque avesse donato a lui liberam ente Gallipoli e tu tte le a ltre fortezze ,p rese a i t urchi , Amedeo giunse a Venezia il 31 luglio 1367, ove li-cenziò l'esercito e l?, flot ta; fu a Roma e a Perugia, Firenze; Bologna, P avia, Vercelli, Ivrea, R ivoli e Susa, compiendo con que-

paglia· nel 1391. Avendo avu to in aippannaggio la signor ia della Bressa, inosse in guerra contro Odoardo d i Bcaujeu che ,rifiutava di rendergli omaggio per i castelli che possedeva nella Bressa e lo costrinse a l!:i. obbedienza. Intanto il •p adre, richiesto d i aiuto da Ca,·' lo VI re d i Francia per repr imere la r ibellione delld città d i Gand nelle Fiandre, essendo in ,procinto di parteci,pare alla s,pe<lizione d i N wpoli, gli mandò il pr incipe Amed eo, che si distinse nella battaglia di Rosbe,~K (1383) mer itandosi il ti tolo <l i prode, datogli sul campo dal connestabile d i Clisson. R itornato nella Bress, r~rese la. lotta cont ro il s ire d i Beaujeu cd aveva giì conquistato Toyssey, :Montemer le e Chalamont quando gli giunse la notizia della morte del padre . Portato,i a llora a Cham béry per prendere possesso dei suoi Stati, fu acclamato conte di Savoia e signore d i t utti i domin i paterni. Com piu ta la cer imonia il s ignore di Bcaujeu riconobbe i s uoi doveri <li vassallaggio e con-


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chiuse la pace, r iottenendo una parte dei territori che aveva perduto. Nel frattempo i cittadini di Gand, ricevuti rinforzi dagli inglesi, avevano ripreso le armi e Amedeo ritornò in Fiandra pi·esso Carlo VI, dando nuove prove del suo valore tanto alla presa di Ypres quanto a quell<1; di Bourbourg. La fama <lei suo valore e della sua generosità si era talmente sparsa anche fra i nemici, che, quando la fortezza di Bourbourg ca·pitolò, la guarnigione inglese chiese ed ottenne di es·sere scortata da lui in Inghilterra, dove il conte di s ·a voia ricevette grandi accoglienze e si acquistò ancora fama p iù gra11de per le vittorie dportate nei torne·i nelle giostre e nei dueHi con i migliori e più valorosi gentiluomini inglesi. Ritornato in patria, dovette sostenere una lotta accanita contro i vallesiani che gli si erano ribellat i cd avevano cacciato il loro vescovo Odoardo d i Savoia. P ·r esa la città di Sion, principale propugnacolo dei rivoltosi, ed assicuratosi per trattato, come indennità di guerra, il .p ossesso dei castelli di Jvfartigny, Torbilbn, Ardon, , Chamasson, rimise nelh su a sede il vescovo e quindi s i rivolse contro i mai-chesi di Saluzzo che rifiutavano rendergli omaggio di sudditanza. A,ppena cominciata questa campagna Carlo VI lo r ichiese urgentemente di aiuto perchè assalito da nuove e p iù fom1idabili forze inglesi . Affidato ad arbitri il compito di <lefinire la vertenu1 col marchese di Saluzzo, _Amedeo corse in Francia ed aveva già concordato , con il· duca F ilippo di Borgogna il piano ardi tissimo di portare la guerJ·a in Inghilterra, quando s i cominciò a parlare di pace, la quale fu conclusa clope lunghe trattative. Intanto Amedeo era richiamato in I talia (J387) da una _insurrezione suscitata n el Canavese dai sistemi t irannici dei signori d i Vabpcrga e San Jvfa.rtino, favoreggiati da Teodoro nmrchese di Monferrato. Riuscito vittorioso nell'impresa, una nuova ribellione dei Vallesiani l'obbligò a combattere con tro di loro. Nel 1388 Ventimiglia, N izza, Sospello e le valli d i Barcellonctte e d i Stura si posero !;pontaneamente sotto la sua s ignoria ed i suoi domini si sarebbero ancora di molto ingranditi, se la morte non lo avesse colto improvvisamente ali' età cli appena 31 anni per una feri ta i-iportata ad una tibia durante una caccia al cinghiale.

Amedeo di Savoia. Conte di Moriana, d i Fiandra e

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del P iemon te, principe d' Acaia, n. nel 1363, m. nel 1402. F u stretto e fedele amico dei conti d i Savoia. f&e guerra ai marchesi d i Saluzzo e di Monferrato, le cui soldatesche, comandate dal famoso Facinci Cane, desolarono spesso le terre del Piemonte. Fece pratiche in Grecia ed a Roma per ricuperare il principato di Acaia e collegatosi con Amedeo VII, stava per tentarne la r iconquista con le armi, quando la morte del conte d i Savoia troncò a:ier sempre la disegnata impresa.

Amedeo VIII, detto Il Pacifico, primo duca di Savoia, poi papa sotto il nome di Felice V, n. a Chambéry nel 1383, m. a Ginevra nel 1451. Era .figlio di Amedeo VII e non aveva che otto anni quando il padre morì; la reggenza fu assun ta dalla nonna Bona cli Borbone, fino al 1398. Appena prese le rnclini del governo Amedeo fece acquisto del feudo di G inevra ( 1401) median te una grossa somma; intervenne [Parecchie vo lte in Frai1cia nelle lotte civili fra le case di Orléans e di Borgogna a .favore di quest'ultima. Contemporaneamente allargava le frontiere dei suoi domini da tutt~ le parti. La Savoia, il Genevese, i paesi d i Vauù e cli Gex, -Ja llressa, il Bugey, il basso Vallese dipendevano direttamente <la lu i, ed il Piemonte era governato da un ramo cadetto d ella sua Casa. Uno Stato così va sto non poteva a:iiù essere w1a semplice con tea ed ottenne dall' imperatore Sigismondo il t itolo d i duca, con lettere patenti datate da Chambéry, 19 fobbraio 14 l6. Due anni appresso, per la mone di Lodovico di Savoia, ultimo principe d i Acaia e del Piemonte, avvenuta nel 1418 senza lasciar figli, r iunì ai suoi Stati q uest i due a1wannaggi e nel 1426 entrato nella lega dei Veneziani e d ei Fioren tini contro il duca di :Milano, dopo avere fatte alcune conquiste sui Visconti, si ebbe come compenso di pace la signoria d i Vercelli. Nel 1428 s,coppiò una pestilenza terribile a Torino e Amedeo si diede con fervore alle pratiche della religione, fondò diver~i monaster.i, perseguitò gli eretici e cercò di - riformare i costumi del clero. Durante le guerre civili di Francia si uni in -l ega con Luigi di Challon, principe di Orangc, per in.padronirsi del DeUì.nato; ma nel 1430 gli alleati toccarono una grave 'disfatta, ed Amedcq poco mancò non r imanesse annegato nel Rodano mentre, tutto coper to di ferro, lo attraversava ' sul cavallo per s fuggire


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alla cattura. Intanto il marchese di Monferrato, non potendo resistere alle pres~ioni continue che esercitavano sui s uoi territori le truppe del Visconti, comandate dallo Sforza, aveva consegnato le sue piazze forti ad Amedeo suo cognato, per salvarle dai suoi nemici ;" ma quando si traLtò di restituirle, il duca di Savoia pretese l'omaggio di tutto il Monferrato ed il d irit to di successione q ualora si estinguesse la casa regnante. Questa convenzione venne firmata il 13 febbraio 1432 ed il marchese r ientrò in possesso del suo Stato. Un attentato alla sua vita commesso da un gentiluomo chiamato Galois d i Sure, confermò Amedeo nel desiderio già altre volte espresso <li ritirarsi dal mondo, e, fatto costruire un palazzo a Ripaglia sulle rive del lago di G inevra, vicino al convento degli agostiniani, da lui qualche tempo p rima fondato, il 7 novembre 1434, alla presenza dei vescovi e dei baroni che aveva convocato, pose nelle mani del figlio Luigi le reclini dello Stato, senza però abdicare alla sua sovranità. Alcuni cavalieri lo seguirono e venne così data origine all'ordine d i San Maur izio. In quell'el()oca il concilio di Basi\ iea, radunato fin dal luglio 1431, era vcnu1o in a'J)erta rottura con pa,pa Eugenio IV e lo aveva deposto. Vo-

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!endosi allora procedere alla elezione di un nuovo p·ontefice, iJ..carclinale Allemandi, savoiard0, propose Amedeo di Savoia noto per le sue doti di ingegno, di virtù e d'animo mite e religioso. Eletto papa, il 15 .novembre 1439, Amedeo da,pprima tifiu tò energicamente la nuova d ignità, ma ipoi cedette alle insistenze degli inviati di Basilea e abcl irnta in favore del figlio la dignità ducale, prese il nome di Felice V. Dopo qualche anno, morto papa Eugenio IV, i cardinali di Roma gli elessero a successore X icolò V; e Felice V, sollecitato a metter fine allo scisma, accondiscese a rinunziare al pontificato. Il nuovo papa concesse ad Amedeo grandi prerogative personali nominandolo vicar io perpetuo della Santa Sede. Ritornato a Ripaglia dopo aver r inunziato ,p er la seconda volta a tutte le grandezze, vi rimase ancora !J)er poco tempo, qu indi si recò a Ginevra dove fu colto dalla morte. Amedeo VIII e;bbc grand i cure per l'esercito regolare, riuscendo a portarlo alla cifra, cospicua per que, tempi, di 20.000 uomini, e ciò ottenne con la istituzione, allora del tutto nuova, di una forza militare preordinata in quadri, facendo compilare un'ac•cttra:a sia-


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tislica degli uomini ab il i alle armi : primo indizio rli esercito stanziale indipendente dal bando feudale e dalle milizie comunali. Grande cura egli pose nel munire le fortezze, creando la cari.c a d i << Capitano delle fort ificazioni », e nell'ordinamento della marina da g'-!cr, rn; con !'istitu zione a Nizza dei primi cantieri navali, nei quali s i costru ivano le galere dello Stato.

Aawdeo IX. Terzo d uca di Savoia, figlio di Lo,-Jovico, n. a Thonon, m . a Vercelli (1435-1472). Il suo regnu fu agitato da violente <liscol'd ie interne, a lle qua li il suo cara ttere debole e il suo spirito ascetico non seppero far fronte. Aveva sposato Violan te, sorella di Luigi Xl re d i Francia, il quale era in lotta contro i signori de l suo regno, che aveva contro d i lui formata la << Lega del bene pubblico». Formaronsi due partiti in Savoia, uno che faceva capo alla Duchessa, l'altro a G iacomo e Gian Luigi, fratelli di Amedeo. Questi nominò un altro fratello, F ili-ppo, suo luogotenente generale, e a F ilippo toccò di d irigere la guerr-a contro Guglielmo, marchese del ]'.fon ferrato ; il luogotenente a11dò anche a combattere per la. Lega contro Luigi XI, ,perchè così volle l'opinione pubblica. contro il pardrc dello stesso Amedeo. Il quale, rper difendersi da inu·ighi del re di Francia d1c miravano a togliergli Vercelli per da.ria al duca d i :Milano, strinse un'aUeanza offens iva e difens iva con Venezia per dicci ann i (6 agosto 1468), obbligandosi a tenere allesti ti in tempo di pace 4()00 cavalli e 1500 fanti, e in tempo di gtierra il doppio, il tutto a spese comuni. Ciò salvò Verce lli, ma Amedeo intanto decideva di a.ffidare la 1·eggcnza a Violante. Allora Filippo, G iacomo e Gian Luigi si m isero in aperta ribellione e radunate mili;,;ie dei propTi appannaggi, e n1erccnari francesi~ savoiardi, borgognoni1 tedeschi, invasero la Savoia, assalirono la rocca di Jl.,fontrnclian dov'era Amedeo e lo' catturarono, mentre Violante riusciva a salvarsi , con la fuga. e a chiedere ed ottenere grandi rinforzi dal fratello Luigi XI. Si venne a patti, e si stabill che i principi r ibelli, amnistiati. avrebbero fatto parte del Consiglio di reggenza in nome del principe F iliberto durante la s ua minore et't. Amedeo di Savoia (Ferdinando Mmia) . Duca d' Aosta, ex Re d i Spagna, secondogenito di Vittorio Emanuele II, Generale. Medaglia <l'oro, n. e m. a Torino

(1845-1890) . A 14 a~!Ji vesti l'un iforme del regg. (< Aosta», raggiungendovi nel L861 il grado di colonnel!o. Comandò 1)er bre~e tempo il l regg. Fanteria, poi il 64", ·poi i « Lancieri di Novara » ; il 3 maggio 1866 assumeva il comando della brigata « Granatieri di Lombardia >> -col grado d i l'vfaggiore Generale, e la conduceva nella guerra. d el 1866. Nella battaglia d i Custoza combattè valorosamente e ,·imase ferito alla Cavalchina guadagnandosi la medaglia d'oro al valore, « per il brillante valore dimostrato muovendo arditamente a lh · festa ~ della sua briga !a a ll'atta.eco dei casc ina'i occupati dal n emico i:i valle del Gorgo, duv-~ fra i prim i riP1asc fer ì~ to da palla di fucile » . Ehbe quindi coma ndi 11ella cavalleria. e la promozione a tenente O

generale nel .!.8f; . ~ t..~t 1868 assurncva anche !;i.

caci-ca di vice ammira glio e l':wno scgueme era comandante in cap,, drIla :\farina. Frattanto, nel 1868, il Governo della regina Tsahclla in Isp'.1gna -èr« caduto jJ'-'r un « pronuuciamcnlo i, militare e i marescialli Serrano e l'rim e l'ammiraglio Topctc avevano costituito un governo provvisorio. L:c corona d i S.pagna v.ennc offerta al principe Amedeo, e l'a tto di accettazion : fu roga.tu a Ffrcnze nel pahzw Pitti, alla presenza di Vi ttorio Ema.nuele 11. d~i p rincipi e di tutti i poteri dello Stato. Il nuovo re, imbarca.tosi a lla Spez ia con la consorte, giunse a Cartagcna il 30 d icembre 1870, nello s tesso giorno in cui il maresciallo Prim cadeva vit\ima di un a.ssassi.no. Il regno, cominciato sotto auspici così funesti, fu ·a g itato e d i breve durata. E ntrato a Madrid il 2 gennaio 18il, volle prestar giurnmento alla Costituzione il giorn.o medesimo, ed i! reggente Serrano depose nelle mani del presidente delle Cortes i suoi poteri. Amedeo fece appello inutilmente al ,patriottismo dei vari p artiti monarchici, confidando il potere ai ca.pi riconosciuti dei liberali e dei


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Il p rincipe Amccleo alla baUag-lla cl l Cu3t0za. (Quad ro di Ademollo). pr ogressisti. G li intrighi d i Corte e le r ivali ti, polit iche ,esero vani tutti i ten tativ i d i r iforme e di o r gan izzazion e, e la impopolar it à che si andava. manifestando per I;;,. sua •persona a causa d ella s ua qua lità d i str'.ln iero era fomenta la e sfruttata dagli avveBari ciel regime. Approfìtta_n clo d i questa sit uazione- il ducJ d i ~fadr id chiam ò alle armi i car listi e nell'aprile del 1372 la r ivo luzione scoppiò nelle provinc ie b.tschc, in -" a~a r ra, nel!' Aragona e nella Ca talogna. N"ello stesso an •

na, sebbene riuesta fosse ancora sofferente 'Per la nascita de ll'u ltimo figlio, avvenuta a ppena due sett imane '\

Monu m ento al prindpr 1\mecleo, <J1wa (l' ,\ osln, a T111•ino (Scu lt ore D. CaJa111 tJ'a).

no il re e la r egina fu rono fatti segno a d un a ucla c~ tentativo cl i assassin io. Dopo questo attentato, avvenuto nella. 11ottc da l 18 al 19 luglio, Amedeo tentò ogni n1ezzo p e( indurre i partiti a<l u ni condiiaz'.one; 1na, vis to infine inÙtilc ogni tcnta Li,·o di regnare secondo la rnstit uzionc giurat a, l' ll febbraio 1873 indirizzò allt' C ortcs un messaggio nel q ua le con la massima clignitit espo neva le ragion i .c-hc lo inducevano a r inunzia.re alla cor on a e il gio rno dopo lasciava :\ fa dricl con la r eg i-

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Monumento al pri ncipe Amedeo, duca d'Aosta alla Ctlva lcb imt (C ustoza). prima. D urante il suo viaggio <l i ritorno m I talia le Cortes p roclwma rono la. repubblica. Nel breve tempo del S llO regno, Amedeo riord inò l'e-


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sercito spagnuolo, stabilendo la coscnz1one obbligator ia, e riorganizzandolo ·c ompletamente, dopo lo scomp iglio prodotto dalla rivoluzione del 1868. Rientrato i n patria, riprese il rango di tenente generale, cd ebbe il comando del corpo d'armata di Torino, poi di quello di Roma, poi il grado di ispettore d'esercito, infine quello (188i) di ispettore generale della Cavalleria.

Amedeo di Savoia-Aosta, duca delle P·nglie, figlio d i Emanuele Filiberto duca d'Aosta, 11. a Torino nel 1898. Soldato volontario nel regg. Art. a Cavallo ( 1915) nello stesso anno era nominilto aspirante ufficiale e poi sottotenente di complemento nel 34° regg. Art. da campagna. Nel 1916 veniva promosso sottotenente e poi tenente in ser vizio attivo .permanente per merito d i guerra, e nel 1917, sempre per n1erito di ,guerra, otterle,,a la promozione a \ cap'tano. Veniva quindi promosso maggiore nel 1923 e tenente colonnello nel 1924, assegnato al 22° regg. Artiglieria da campagna. La sua bella condotta in guerra è espressa nelle motivazioni d i tre medaglie a l valore militare: I . Medaglia di bronzo:

« Sottocomandante d i batteria, manteneva esatto e calmo il tiro <lei suoi pezzi sotto l' in tenso fuoco nemico. Richiesto d i un ser vizio di osservazione, si spingeva arditamen te ai più esposti osservatori d i 1" linea >>. ( Castelnuovo - ?l'L Sei Busi, O ttobre \915). IL Medaglia d'argento : « Comandante di ,batteria, seppe resistere a prolungato concentramento di fuoco di grossi calibri, prodigandosi per ripristinare i colkgamenti telefon ici,' riparare inconvenienti, ricoverare i feriti, semp.re col consueto sprezzo del peÌ·icolo, con la abituale serenità, calma e si;:urczza, ottenendo che il tiro p reciso dei suoi ,p ezzi non rallentasse un solo istan te, ed imponendosi all'ammirazione d i tutti, fulgido esempio <li virtù di principe e di soldato». (Monte Debeli, 5-6 giu gno 1917). III. Medaglia d'argento : (( Magnifica figura d i soldato e di comandante, con sereno disprezzo del pericolo, ,-iordina va la batteria sconvolta dalla violem..a del fuoco nemico, r incorando con la voce e con !"esempio i suoi b ombardieri, ad alcuni dei quali, sepolti dalle r ovine dei ricoveri, salvava animosamente la vi-· ta » (Lezice - 17 agosto 1917). Il p rincipe Amedeo è insignito d i varie onorificenze 1 italiane ed estere.

Croce di Amedeo I . D ecorazione creata nel 1868 da Amedeo re <li Spagna per premiare i servizì della milizia cittadina. Recava in centro la croce di Savoifl smaltata <li bianco sormontata da corona d'aJioro con nastri tricolori italiani e due spade ai lati.

Ame glio (Giova.,mi). Generale, n. a Palerrno, m . a Roma (1854-1921). E<;cezionale figura d i soldato e appassionato coloniale, il cui nome è specialmente legato

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all'impresa di L ibia. Sottotenente di fanteria nel 1875, cominciò da Capitano la sua vita Coloniale partecipando alle campagne. d' .'\frica ( 1887-1890) e a quella del 1893 ed in queste casnpagne affermò per la prima volta le sue brillanti qualità di soldato, 'distinguendosi nella sptcl izione cd occupazione d i_ Adua èfl gennaio 1890 e durante ,e operazioni contro i Dtrvisci a Cheren. Promosso Maggiore a scelta nel 1894, partecipò alle campagn~ <l' A'frica <le! 189.'i- 96-97, a l Comando del 5° Ba,taglione di Fanteria inrìigena, ed in tale periodo m ise in nuova luce il suo valore e la sua perizia, sì <la meritare la Croce d i Cavaliere dell'Ordine M ilitare d i Savoia nel combattimento d i Debra-Ailà (9 ottobre 1895) e la medaglia di argento per le azioni di Aga-à e Dobra-Matzo (2-7 maggio 1896). Promosso Tenente Colonnello n el 1898, p artec ipò quale Comandante del distaccamento italiano alla campagna <lcll'Estrcmo Oriente (1902-1905) mantenen dovi sempre alto il prestigio delle truppe italiane. Comandò da ColonneJlo il 20° Reggimen to Fanteria e da J.\faggio1· Generale ( 1910) r esse il coman<lo della Brigata Piemon te. Scoppiata la Guer ra Italo-Turca, fu assegnato alla seconda Divisione specia le quale comandante della 4' B rigata Fanteria. Fu durante questa r.ampagna che rifulsero maggiormente le sue elette qualità di COllllandante e d i soldato. Comandò l'avanguardia nello sbarco di v iva forza sulle spiaggie della Giuliana, conducendo brillantemente le sue truppe nelle azioni della. Berka e di Sidi Daud ( 19 ottobre 1911) e concorse con zelo indefesso alla s istemazione a d ifesa. della base d i Bengasi; diresse co11 sapiente perizia la controffensiva vittoriosa delle Due Palme (12 marzo 1912) e comandò il Corpo di spedizione per l'occupazione dell'isola di Rodi: brillanti azioni che gli valsero la èì·oce di Commendatore dell'Ordine Militare di SaYoia e la promozione a Tenente Generale per merito di guerra. Nel 1913 fu elevato all'altissima carica d i Go.ernatore della Cirenaica, e nel 1915 ebbe la nomina di Governatore della TrÌ'p olitania e Reggente della Circnaic:i, carica che resse sino al 1918, in un periodo d iffici:e per il governo della. colon ia l ibica, e attraverso event i non sempre fortunati. Nel frattempo (1917) venne nom inato Senatore. Rientrato in Italia, comandò il corpo d'Armata Territoriale d i Napoli (1919-20) e ne.I lugìio 1920 fu collocato a disposizione del Ministero degl i Interni conservando il rango di Comandante d i Corpo di Armata; assunse allora il comando della Guardia Regia, che tenne dal 29 luglio 1920 al 20 ottobre 1921.

Ameil (Alfreèlo). Generale francese, n. a Saint O mer, m. a Versailles (1810-1886). Fece le campagne di Africa, e ·p artecipò alla guerra del 1859. Raggiunse il grado d i gen. <li Brigala n el 1861 e di divisione ·1d 1870; duran:e la guerra franco-p russiana era al comando della divisione <li cavalleria del 7° corpo d'ar-

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mata e venne fatto prigioniero a Séòan. T ornato in Francia, comandò su ccessivamen te le divisioni di cavalleria di Lunéville e di Versailles.

Ameixial. Borgata del Portogallo, in prov. di Almentejo, ove 1'8 giugno 1663 ebbe luogo una batt aglia fra l'esercito cli li berazione ,portoghese, comandato da Monalva, forte di 3000 cavalieri e 11.000 fanti, d i cui 3000 inglesi e quasi a ltrettanti francesi, e le truppe d : don Giovann i d'Austria, il quale era partito da Badajoz con 4000 cavalieri e 12.000 fanti, dirigendosi verso Evora. La sconfitta di don Giovanni fu piena e decis iva; il suo esercito venne avvilll,J}pato, lasciò 4000 uomini sul campo e ne perdette altrettanti prigionieri ; perdette poi tut!a l'artiglieria e 200 carri di viveri e munizioni. Don Giovanni venne sostituito nel comand:> dal Caracena, il quale a sua volta iu definitivameJ<l'o' . sconfitto a Monte Claros. Am Ende (Federico Carlo) . Feldniaresciallo austriaco, n . nel 1757, m. a Vienna nel 1810. Entrò nell'esercito austriaco nel 1776 e fece ·.Ja camJ!)agna tu rca dal l :·g9 al 1790, indi la campai:,'lla franco-austriaca del 1792. Nel 1805, mentre era colonnello comandan te di nggimento, combattè nel T irolo cont1·0 i francesi, i quali ,per la suiperiorità del loro numero lo costrinsern a r ip iegare verso il Brennero dapprim1, poi verso !<1 r,arte interna cieli' Austria. D ivenuto ma,ggior generai~ e assun to nel 181.'l il coman do di un conp~ autonomo egli s i SJ)inse attraverso la Boomia settentrionale si.w ~ D resda, poi a L >psia, insed iandosi in Sassonia fino alla conclusione della pace e assolvendo cosl egregiamen te al proprio compito d i attirare su di sè il ri1aggior n umero delle forze nemiche. Fu poi nominat o feldmaresciallo. · Amendola (Fileno). Generale, nato a Castella.fiume ( Aquila) nel 1860. Sottotenente di fanteria nel 1882 raggiunse il grado di Colonnello 1915 e partecipò alla ,campagna d i guena (19 15-18) meritandosi la medaglia d 'argento e la Croce -di Cavaliere dell'Ordin,, Militare di Savoia nelle azioni di guerra del 1915 sul·t•attip iano carsico. Fu promosso l\faggiore Genera le nel 191i e, collocato in posizione a usiliaria (1920), ha assun to dal 1923 il grado d i Genera le di D ivisione.

nel

Amenquni (Alfredo). Generale, n. a Napoli n el 1856. T enen te dei Cara.binieri R eali nel 1882, partecipò col grado <li Cap i!a• no alle campagne cl' Africa del 1891 e del 1895 96, meritandosi la meda• glia d'argento alla battaglia di Adu a. E bbe da Colonnello il comando del_;e Legioni di Ancona e . di Bar i (1909 - 1915) e da :Maggiore Generale fu addetto a l ,Comando Gene-raie dell'Arma e comandò il 3° Gruppo d i Legicni Cara binieri R eali. Partecipò al servizio dell'esercito mobili tato alla campagna di gu erra (19 17-18) e, collocato in pos1z1one a usiliar ia (1918) ha assunto dal 1923 il grado d i Generale di Divisi~ne.

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Amento (lat. amentmn). Correggia che i Romani fissavano a l cen tro di gravità del giavellotto e nella quale il lanciatore del medesimo infilava l' indice della

mano per facilitarne il lancio ed assicurarne la direzione.

America. L'America è formata da <lue masse continentali che occupano guasi per intero i due emisfer i, stendendosi esse fra 56° di latitutline sud ( Ca.po Horn , e 71 "23' d i lat. nord, o, se si vuole in essa comprendere anche la Groenlandia, 83°20' nord (Capo Morris). I due ~ontinenti, che hanno una singolare analogia di str u tt.ura e di forme, sono uniti da una regione istmica, una striscia arcuata di terra che presenta due notevoli strozzature in corrispondenza ài Teuhantepec (200 chilometri) e di Panamà (70 km .), alle quali fa riscontro una meravigliosa collana d i isole (Indie Occiden ta li od An tille) d 1e racchiudono il doppio 11ed-iterra.neo Americano, costituito dal Golfo del l\'fessico e dal Mare Caribco o Caraibico o delle Antille. L a configurazione verticale dei due continenti ha una estrema semplicità d i linee. La spina dorsale è data, nell'America del è'; orci, d alle Montagne Rocciose e dalle catene costiere, nell'America del Sud dalle Ande. I due sistemi, che hanno una soluzione d i continu ità nell'A . istmica o Centrale, d ividono l'A . in due zone ben dist inte : l'Atlantica e q\lella del Pacifico. S u lla costa atlantica si hanno r ilievi meno gran<liosi e più regolari, ia fram mez·1,ati do. più larghe soluzioni di continuit:i. Sono essi, incominciando da nord: i M. Alleghanj, i M. del Venezuela, della Gujana e <lel Brasile. Fra queste due serie mar,ginali d i alte terre, s i aprono i mmense pian\lre quasi completamente occupate da gra11diosi bacin i fluviali; in esse si raccoglie di preferenza la ricchezza agricola americana, mentre le alte ter re, e specialmente qu elle della costa Pacifica, sono ricche d i minerali. L a configurazione or izzonta le è ancor più u niforme e scarsa di articolazioni specialmente nelle zone temperate e sarebhe perciò poco adatta allo sviluppo dei commerci se n on interven isse a modificare questa condizione sfavorevole la piesenza. di fiumi colossali, dotati di larghi estuari, che costituiscono a ltrei tante magni.fiche vie d i commerci. Essi sono specialmen te n uin i,rpsi su lla costa a tlantica ed orientati verso le p rovenienze e \lropee. Etnograficamerite l'A. è d ivisa fra : a) Indiani. o razz:t indigena a,n1ericana, o ram :ti ricloJ,l i,?d una diecina d i milioni, o poco più, di individui'.' confinati nelle regioni meno produttive; sono in parte ancora selvaggi. Parlano moltissime lingue; c!i esse la meglio conosciuta è l'algonchina.. Vivono ne!l'A . ~ettcntriona le gli Esquimesi, i Tinneh (Canadà), i Pellirosse (Stati Uniti) gli Aztechi (Messico). Nel J\.Iessico e in certe regioni delle Ande sono ancor numerose le traccie d i una. civiltà azteca e degli Incas.

b) Bianchi, o Indo Atlantici, che rappresentano il


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contingente più 11-UJmeroso (140 milioni) d ivisi essenz ialmen te fra latin i (specialmente spagnuoli) nell' .4. meridionale e centrale, ed anglo-sassoni nell'A. settentrionale (J ankees).

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del .Messico, comprendendo sulle rive di questo anche la penisola della Florida, fertile ovunque, fertilissimo anzi nella sezione settentr iona le . Una fittissima vegctazion" tropicale copre la zona meridionale, bassa e malsana; l'aria si va risanando col procedere verso il nord, dove e) Negri, importati nelle due Americhe per coltisi ba, s i può di re, il granaio degli S. U. e sono fio_renti \'are Je immense ,pianure malariche e liberali per e fi massimi a llevamenti d i bestiame e soprattu tto di suini. fetto dell'abolizione ~[ella schiavitù ( 12-15 milioni). La zona merid ionale è il regno dei negri ; a settentrione d) Razze miste : coo lies indiani, cinesi e giappopredomi,\a l'elemento bi;,.nco. 1~csi, creoli, meticci, mu latti. - La regione delle zone aride o semiaride, sulla d eAmer-ica Settentrionale. Le Montagne Roccio,e o stra. del Mississipi, già regno <lei bisonte e degl i InCordigliere nord americane, si stendono dal!' Alaska al dian i, che vivc,ano dandogli la caccia, oggi tenuta Golfo d i Tchuantepec, con andamento generale N . W. a bestiame, specialmente bovini ed equ ini là dove l'aS. E . crescendo man ma.no d'ampiezza fino a raggiunrid ità non è asso luta, come nel Lla<lo Eslacado, un'l gere il massimo al cen tro, negli S. U . e crescen<lo di p ianura desertica quasi ai ,piedi delle l\fontagne R ocaltitudine media col procedere verso il :Messico, ove si ciose che copre ben 70.000 kmq. e strapiomba a sud trovano i vulcani p iù e levati del mondo (Popocatepeì t su lle ampie pianure del Texas. od Orizaba,. m. 5500). L a vetta più elevata è però il :.vr. Una regione d i alteterre, costitui ta essenzialmente Mac K inlej (m. 6240). Sono orlate ad ovest da una dalle :M ontagne Rocciose e dalle Catene Costiere, fra quantità d i ca tene costiere che assumono divers i nole quali sono racchiusi acrocori molto elevati e granmi : Sierra Nevada, Catena della Casca ta, Catena deld iosi, come i'I Gran Bacino ed il Bacino del Colorado la Costa , ecc. Al piede orientale delle :Montagne R oce, p iù a sud, l'acrocoro messicano-; acrocori movimenc iose, o, meglio, ad oriente del meridiano dei 100°, tati da , <:a tene merid iane imponenti came p . es. gli eleincomincia una regione molto più anti<:a, d i foprne p iù vati e nevosi M . Wasatch, o intercalati da piccoli altiregola ri e di altitud ine raramen te su,periore a.i 5-600 piani interni (Parks) che s'appoggiano alle catene maemetri, tranne in pross imità del!' Atlantico, dove si instre ed alle brevi barre trasversali che le uniscono ,tratto nalza la catena dogli Alleghanj o Sistema Appalacchiatratto o si suddividono in vallette r icoperte d a pantani no che a llinea da S. W . a N. E . una serie di pieghe ca lsalini, residui -di antich; laghi ora in via d i .p rosciucaree ·parallele lunga 3-400 km., dalle sorgenti del!' Agarsi. Fra essi il · p iù notevole è il Gran Lago Salato, laba ma alla frattu ra del S. Lorenzo, di n atura carsica, che copre una superficie di 6100 kmq . A sud del Gra_n (ricordasi la famosa grotta del Manunouth che ha Bacino, l'acrocoro del :Messico continua la zona dclk uno sviluppo d i ben 250 km.), oltre la quale, verso l'Oalteterrc fino alla profon<l:t dislocaziorn, elle va trasvercca,10, s i apre una pianura costiera (Pied rnont). La ' salmente da est ad ovest, <lal Golfo di Fonseca per il regione orientale od itillantica è d ivisa a sua volta equaL ago di N icarngua e il S. Juan a l Golfo Mosquito, attoria lmen te in due regioni separa te da una soglia motraverso ad una regione nella quale il fenomeno eruttivo renica ad andamen to irregolare, poco accentuata, resiha avuto una speciale in tensità, regione che segna il duo dei gigan tesco apparato glaciale che copriva un temtrapasso dell'A . Settentrionale all'A. Centra.le. L'acropÒ'le terre canadeRi. Q uesta sogìia d,e i geologi chiacoro messicano nasconde immensi tesori m inerari. L'orlo ma no Kcttle Range ( ca.cena delle ca ldaie) per i molti montuoso occi<l~ntalc prende anche il nome di Cordistagni imbutiformi che in essa si trovano, con-e all'ingliere Messicane. A nord della soglia glaciale (mentre circa lungo il 50° p::,r::dlelo e lascia a nord un tavolato ad ovest del noto meridiano ,dei l00°, seguito press'a a rcaico molto a pp iattito, popolato di grandi lag,hi a conooco dal Lago Wi1111ipeg e· d al corso del l\fackenzic, torno mutevole e di fiumi i mponenti, ed ha u n paesag~outinuano le sa vane propizie a lla pastorizia ed a lla g io assai sin1iie a quello della F in landia e della Penisola. colti vazione dei cereal i, che si trl sformano man ma1,o Sca11dinava. A sud della sogl ia s i stende il bacino del nelle tundre gala.te, ricche di animali da pelo) si stende M ississipi, che si può dire quasi l'unico collettore della un territorio a topografia. glaciale (Dc Lapparent) caregione. Tu tti questi elementi geografici determinano le ratterizzato da moltissime cavità lacustri, da affioraprincipali regioni <lei!' A. Settentrionale, e cioè, cominmenti d i roccie arcaiche tipi<;arncnte striate, i « bar ren c iando d a est ed a sud della soglia glaciale: •grounds )) che vanno man mano confondendosi verso - Una regione Atlan tica, preceduta da una fascia lis ud con le formazioni moreniche alle quali si deve l',.storanea larga in 1t1edia 450 km., fertile, molto articosccto idrografico odierno. ~otevolissimo il s istema dei lata, fittamente popolata nonostante le naturali d iffecinque Laghi Laurenziani (Superiore, M ichigan, Huron, renze fra il p iano e la parte montuosa. Sul litorale abErie, Ontario) costi tuenti complessivamente una mass:, bondano i porti, le penisole, gli estuari; sull'altipiano d'a cqua dolce di 230.000 kmq., la maggiore del mòndo. sono foreste lussur&;;gian ti, pascoli opimi, terre propizie alla quale apre uno sbocco al ma.re la frattura del San a tutte le colture, dal /grano al ta bacco, men tre nel sotLorern,o. Questo vasto tavolato glacia le è fertilissimo tosuolo abbonclano le miniere d i ferro e d i carbon fosmalgrado la r ig idezza del clima, è ricoperto di foresile. Si hanno cioè in questa regione tutte le condizioni ste; è a bbondante d i ani mali da pelliccia. La terre oper ospitarvi vasti agglomera:me.nti di popolazione e per rientali, costituite quasi -p er intero dal Labrador, sono uno sviluppo commerciale intenso. E -:su accoglie in fatti le piì1 popolate . Le industrie pr incipali sono l'agricblquasi i 3/ 5 della popolazione totale degli S. U. e le printura e la pesca, la quale ultima ha ;mportanza mondiacipali industrie manifatturiere, e in piccolo spazio racic. A nord del 60° di lat. nord cominciano le « Barrcn ch iude ben 5 delle 9 circoscrizion i militari nelle quali è Land >J (terre deserte) poverissime d i vegetazione e <livisa territorialmente l' Unione. quasi sempre ricoperte d i neve : il regno dell'orso bian- Un bassopiano che degrada a sud verso il Golfo co e degli esquimesi.


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Prescindendo in pa;rte dagli accidenti geografici finora menzionati, ,p ossiamo notare ohe le regioni costiere del Pacifico, sotto l'influsso dei venti marini tepidi di 6. W ,, godono di un clhna !Più 011ite uniforme, men tre le terre Atlantiche che sono sotto l'influenza delle correnti artiche marine, hanno <:lima p iù freddo. Le precipitazioni sono frequenti nelle due regioni costiere, ma assai meno in quelle Pacifiche meridionali, che sono soggette a siccità C3tive ( clima mediterraneo). P er rispetto aìh latitudine, abbiamo oltre il 60° nord una regione artica, caratterizzata da lunghi inverni, da estati brevi e fredde, e da scarse ,precipitazioni; una regione sub artica, a cavallo della soglia glaciale, che ha inverni lunghi ma asciutti, estati brevi ma molto ca/l<le, forti ,p recipitazioni ; una regione temperata, e, finalmente, nell'America Centrale e nelle Antille, una regione tropicale. La configurazione orizzontale è molto regolare. Le coste del Pacifico sono nella maggior parte dritte e dirupate, meno che nel tratto più settentrionale, corrispondente alla Columbia Inglese cd ali' Alaska, dove l'isola carbon iera di Vancouver, le isole Tlinkite, le Aleutinc, fanno una ricca frastagliatura che si protende verso la costa asiatica del Kamschatka. Nellà prte mer idiona le non s i aprono che la baia di S. Francisco ed il lungo e stretto Golfo di California. Dopo il Golfo d i Tehuantepec e fino al Golfo di Panamà la costa è cpiù ospitale e presenta i golfi di Fonseca, di Nicoia, Duce, ecc. Le coste dell'Oceano Glacia le Artico sono per contro frastagliatiss ime (ila baia di Hudson vi penetra ,per 1200 km.), ma la latitudine settentrionale nnpedisce d i trar profitto di queste numerose articolazioni altro che per creare una comunicazione marittima fra la Groenlandia ed il Nord America attraverso lo stJ·etto di Davis, la baia di Baffin, lo Stretto di Barrow, l'allargamento di Bclvillc e lo stretto cli Bank. Le coste _del!' Atlan ti~o sono più movimentate d i quelle del Pacifico. /Id est della sp,a ccatura nella quale scorre il S. Loren7,0, che sbocca nell'ampio golfo omonimo, si stende \ una regione cli penisole (Kuova Brunsvig, N uova Scozia) e di isole (Prin_ cipe Edoardo, Capo Breton, Terranova), a contornc, quasi fiordiforme. La penisola dall'a Nuova Scozia, che racchiude l'ottimo porto di Halifax, base navale e sede cli guarnigione militare inglese, mette fra sè ed il continente la p rofonda rbaia <li Fundj ( nota per Ie maree superiori ai 20 metri). Comincia subito dopo u na costa ricca di buoni ancoraggi e di estuari importanti. Fra i lj)rinc(pali: Boston, Newport, il gruppo di città che; staru10 nell'estuario dell'Hudson: New York, B~ooklin, ~ewark; indi le due ampie e profonde baie d i Delaware (Filadelfia) e Chesapeacke, la quale u ltima s' interna per più di 300 km. racchiudendo numerosi porti-estuari importanti: Baltimora, Ha,mpton, Norfolk, ccc. Ii l\fo<literraneo Americano è separato da l'Oceano Atlantico dalla corona delle Indie Occidentali od Antille, le quali si dividono nei tre gruppi delle Isole Bahama o L ucaie, vasto arcipelago m-u;dreporico d i oltre 600 j)iccolc isole, vero antemur ale oceanico, intersecato da canali, pieni di ·scogli insidiosi alla navigazione; Grandi Antille (Cuba, Haiti, Portorico, Giamaica) por tuose e fertili; e Piccole Antille, che saldano le Grandi Antille a lla costa dell' A•merica Meridionale. E' diviso in due bacini ben distinti : il Golfo del 1\:(essico ed il .:\fare del le Antille, che comunicano ,per mezzo dello stretto di Jukatan. Il primo ha coste basse e paludose, ma in esso si apre la magnifica comunicazione naviga-

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oile d;i.ta dal :l\Iississipì. Conta inoltre il Golfo 'di Campèchc, nel qua le si aprono i porti di Vera Cruz, Tampico e Carnpèche; il secondo annovera le due pronunziate insenature di Honduras e di )fosquito. La rete idrografica corrisponde alla se:mp.Ji-cità di linee che abbiamo riscontrato nella configurazione verticale. I prin6pali- collettori del versante glaciale sono il Makensie- Atabaska, che su un percorso di 3900 km. raccoglie le acque dei laghi di Atabaska, di Wollaston, dello Schiavo, dell'Orso; i tributari d ella ,baia di Hudson, fra i quali più importante il Churchill, che scorre attraversando una regione pressochè contin'tla di laghi, e · il i'J"elson che riceve fra g li rultri le acque del Lago Winnipeg. Pochi e non inwortan ti i corsi d'acqua che si gettano nell'Oceano Pacifrco., Fra questi sono degni di menzione : il Frasers che dà il nome ad una ric<:a zona d i miniere aurifere, è navig.;bile per lungo tratto ed i: la •più importante via d i comunicazioni della Columbia I nglese; il Rio Co.lorado dell'Occidente, che attraversa l'altipiano omonimo sprofondandosi nei famosi <e canons >l e sbocca all'estremità. settentrionale del Golfo di California dopo un percorso di 1700 km. dei quali ìOO r.avigabil i. Affluiscono all'Oceano Atlantico: il S, Lorenzo, collettore con nomi diversi dell' immenso bacino la custre già v isto. Tra li L ago Erie e l'Ontario si apre la celebre cascata del Niagara, larga 570 metri per 51) circa di a ltezza. Un canale navigabile gira questo ostJ.colo gigantesco .p er modo che da Chicago s i può giungere attra verso i S laghi sempre per aoqua fino al Golfodi S. Lorenzo. Questo fiume offre un'ottima via na·, igabile per navi d i ,grande (Pescaggio fino a Montréal, che è per tal causa e per le ragioni già viste di ubicazione il centro più importante del Dominio Canadese: 600 km. Da questa città i piroscafi possono risaJire gli affluenti fino a l Lago Ontario oppure attraverso il Lago Champ]ain scendere lungo J'Hudson fino a New York con una linea interna. L'Hudson, per quanto breve, ha imrortanza perchè attraversa la Valle Gra,1de, una d epressione che incide il s istema Appallschiano su una larghezza varia dai 30 a i 100 km., incanalando le p rincipali vie acquee, stradali e ferroviarie fra la costa atlantica e l'interno. La principale arter,ia commerciale degli S. U . è data dal M ississipì, il qua le, .col suo affluente principale, il :Missouri, raggiunge -una lunghezza complessiva cli oltre 6000 km., dei q uali la metà è navigabile. Ad essi bisogna aggiungere le molte centinaia di chilometri naviga,bili degli affluenti principali. Nel suo bacino si trovano quindi dei centri commeréiali di primaria importanza quali Saint Paul, Saint Louis, New Orléans, ecc, Dei suoi affluenti: il Missouri ha uno sviluppo d i 4500 km. e si può r isalire fin quasi a l piede delle Montagne R occiose; l'Arkansas è lungo 3300 km. ma non è navigabile che in parte minima; l'Ohio è formato da una rete di sub affluenti quasi tu tti navigabili che comprendono lungo il loro bacino le importanti città di P ittsburg, centro car-boniero, Cincinnati, Louisvil"le, famosa per i taibacchi, Cairo. Fra gli altri fiumi che si gettano nel Golfo del Messico devesi ricordare il Rio Grande del N orte, che scende dall',tltipiano del Colorado e dopo aver segnato per lungo tratto confine fra il l\{essico e gli S. U . sfocia in mare dopo un percq1·so di 3350 km. Politicamente 1'A. del Nord comprende i'I Domin io del Canadà, gli Stati Uniti, ai qua li appartiene andhe la penisola di Alaska, il Messico, le Repubbliche d el!' A. Cen trale (Guatemala, Honduras, Salvador, Nicaragu:i,



AJ\rn

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Costarica, Panamà) . Dalle Grandi Antille, Cuba e Por.torico sono· sotto il ,protettorato degli S . U.,• i quali possiedono anche una str iscia di 1300 kmq. atrorno al Canale di Panamà; sono ind,pendcnti le due r epubbliche di Haiti e S . Domingo, che albergano tutte due nell'isola di Haiti, è i nglese Ja. G iamai•ca, come appastenf(ono all'l nghiltcrra. tutto il gruppo delle J3ahama, le Piccole Antille (eccezion fatta per le francesi Guadalupa e Martinica) e in terraferma un tratto dell'Hourluras. B isogna. ancor a ricor dare, fra i possessi inglesi, il grnp[)o delle Bermude, b. cui importanza derivi dal fatto <li essere a metà strada fra ìl Canadà e le Indie Occidentali. ottima base navale fort ificatissima. Le condizioni geogra,Jì,che hanno o rientato in passa. In le comunicazioni nord a mer icane di prcfcre11z3 ,·e,so l' Allan ti co, attraverso il quale s i svolgevano tutti o -qua.si tutti i commerc i <la e per l'Eu ropa. Le immense riccbczzr 111i11erarie ed agricole della rng ione Pacifica hmmo però da tempo a tt irato l'attenzione e gli sforzi degli American i, sopr a tutto <lupo il colossale svilu ppo industriale 1, reso dagli S. U. La guerra mon diale ha contribu ilo anch'essa a iar compier e passi da gigante in questo ordine d i idee, e l' interesse ;>ivissimo che dopo la guerra gli S. U . dedicano a tutte le questioni del Pacifico affrettc,·à la soluzione elci problem i gravissimi che porta con sè il dotare l'A . <lcl Xord d i comu nica1,ioni trans-continen tal i. Oggi tre l inee ferroviar ie vanno claAl'uno all'altro Oceano, iacendo capo per l' Oceano Atlantico a d Halifax, New York, N~w O rléru1s; e per il Pacifico a Vancouver, Astoria, S. Francisco, Hanno inoltr e straordinaria importanza e per quello che g ià. si è fatto e per le poòsibili tà. future, le depr~ssioni d i T ehuantepec, Fonseca-Nicaragua, Panamà. A 111 erica }..feridfonale . L' A,merica meridionale è ancor meno articola ta <lella Setten trionale, cd ha per questo qualche afiinilà. _con l'Africa. P ur avendo, a clifiercnz.a di quella, una piattaforma cont inentale sottomar ina ,1bbastanza estesa, non ha quasi isole nè articola zion i costiere, se s i eccettuano all'estremo mer i<liouak l'Ar cipelago P a ta gone e Jc Isole cli Ter.ra del Fuoco, resti del sistema An<lino inabissato, le F alkland, e nel l'acifi~o. sull' Equato::c, le isole vulcaniche cli Galapagos. Ma i grandi fiumi cl1e s boccano ncll' Atlantico con ampì estua ri ed offrono importanti vie di penetrazione che s';,.dclentrano pro fonda men te nel continente, ri mediano in ).Jarte a questa deficienza . La ronugu.razionè verticale ha la stessa regolarità. che nel continente sei ten trioualc. Ad ovest la Cordiglic.ril

delle Ande, che si estende d a lla T erra dc,! fuoco a Panam:l, costeggiando sernµrc molto da ,presso la costa del Pacifico. ha altitudin i cd asµrezzc molto maggior i delle Cordigliere Nord- .\mer icane ed è poveris5infa cii valich i, iu modo da rappr esentare un ostacolo grave e quasi insor 11Jon tabile alle com unicuioHi fra la costa Atlantica e quella <le i P acifico ; ad est. lungo la costa .\tlan t ica,

i sistl.!1:ti rnoito ,Lnti::hi e n;ofto più rq~olari della, Gu-

li passo cll Tolosa ne1Jc Anclc

iana .e del Brasile, separat i - da una vasta <lepres,ion e ; nel centro i basso,?iani occupali d ai t re ba·cin i fluviali p ii, grandi del mondo ( Orinoco, Amazzoni, Rio pella P lata), ai qua.li fanno seguito, nell'estremo meridionale del continen te, le desolale terrazze della Patagonia. Le Ande c ast ituiscono un sistema con tinuo che va man mano alla rgandos i col procedere verso sud ; dopo l'Equatore s i alh,rgant) in Hna zona di acrocor i molto elcvat i che ahh r9ccia tutto il Perù, parte de lla J~oliv:a e parte del Cile, e s i restringono poi nuovamente fino a r.prnfondarsi i,1 [)arte e in pa rte a formare i l .fitto a rcipelago delh Patagonia e le isole della Terra de l

Il passo di Uspallata ne lle A11de


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AME

La ferrovia transancti.na, all'en1.ra1u del rnnner (di 303.9 m., al t. sul livello ctel mare 3205 m .) che passa ,1,a.1 Cile al l'.~ rgeu tina

Fuoco. Anche questi rilievi, come le Cordigliere norda,mcrkanc, sono relativamente recenti, co;;parsi d i picchi elevatissimi e di vulcani mollo alli (Aconcagua, 6960) ment~e le alte terre atlantiche hanno stru ttura a pic,ghe come gli Al'leghani e rilievo modesto. La depressione fra i monti ddla Guiana e quelli del Br:isile è occupata dal Rio <lclle Amazzoni. Le terre Andine, come già quelle <lell'A. Cen trale e le messicane, hanno tre regioni climatiche meridiane : « tierras frias » (fredde) sull'a lto, « templatas >) (temperate) sugli orli montani, « cai~entes » (tor,ide) ai p iedi dei rilievi. Fra la sezione setten trionale delle a lteterre atlantiche, compresa fra l'Orinoco e I' Amazzoni, vasto tavolato granitico ancor poco cono~ciuto che ·;prende anche il nome di Sierra ·Parima e il s istema Andino, si stende la regione de; L lanos, vasta pianura desertica che s i ricopre d i folta verzura solamente dopo le ,pioggie, c<l ospita allora ì,mrnense mandre <li animali <la pascolo ed equini, che sa.ranno costretti ad emigrare col ritornare della stagione asciutta, spesso a prezzo di forti per<lite. Il campo rimane allora ai serpenti ed ai coccodrilli. A sud di questa si s tende la regione delle « Sclvas i> bras iliane, paludosa e nnlsana, ma ricca della p iù lussureggiante vegetazione tropicale (foreste, legnami preziosi, frutta tropicali, ccc.) in tal cop ia che quasi solamen te i fauni ries..:ono a<l aprirs-i il passo attraverso il fitto intrico . Fra le u ltime p ropaggini delle a lteterre del Brasile e l'orlo or ientaie delle Ande Meridionali, si aprono le << Paippas », le qua li si iniziano con la pianura stepposa del Crau Chaco, contin uano attraverso il bacino del Paranà sotto il nome di Pampas Angentine, sempre verdi ed estesissime, pascolo perenne a milioni <li capi d i best iame, e r icoprono anche gran par te della Patagonia, <love però ricominciano le forest& alternate ai pascoìi ed ai terreni da cereali.

La rete idrografica si compendia quasi esch1sivamcnte nei tre bacini già menzionati. Sul versante del Pacifico n on ci sono corsi d 'acqua importanti. J\"el ve~sante Atlamico si ha d,upprima il Yiagdalcna che si getta 11cl inare delle Antille, massima arteria di conmuicazioni della. Columbia, ostruita alla foce da U!.a barra. che i commerci evita.no per mezzo di una ferrovia. L'Orinoco nasce nella Sier ra Farima, s i sviluppa in un wmpio bacino che occura quasi tutto il Venezuela, e sbocca. dopo 2500 km. di percorso con un vastissimo delta che copre 25 .000 kmq. Soggetto a pien~ primaverili ed estive, è però sempre navigabile per piroscafi di .grosso tonnellaggio fino a quasi 500 km. dilla foce e per p iroscafi p iù pkcoli, lungo qualcuno degli affluenti ;:,iinci:1ali, fino quasi alle pend ici and ine. Il Rio delle Amazzon i è il massimo fiume , del mondo, ed è altrcsì una delle miglior i vie di navigazion e fiuvialc •che si conoscano. poichè ha un' imponenza ed un:i regolariti, -di r egime, ~Ila quale partecip ano i suoi affluenti, sì da costituire una rete di comunic'1.Zioni in superabile. Ha un bacino di 7.000.000 d i k mq. (superficie dell'Europa 10.000.000 <li kmq.) con Ùno sviluppo di ci1'Ca 6200 km . ed 1rna portata che varia d a u n min imo di 20.000 ad un massimo <li 100.000 mc. al secondo. :\folto profondo sempre, arriva in qualche tratto a toccare i 100 metri <li profondità. Misura alla foce una larghezza d i 300 km. Come succc-de per il Congo, usufruisce di <lue stagioni di pioggia, una corr ispondente di 1111ssima agli affluen ti di destra, l'altra a quelli d i sinistra, ir che contribuisce grande.mente alla regolarità del suq regime. I l R io della P lata CQprc un bacino di 3.000.000 kmq. a l quale affluiscono il Paranà, il Paraguai, che n asce nella regione d iamantifera d i Matto Crosso, ed è quasi tutto navigabile (oltre 3000 km .) e l'Urugua.i, che su un corso di 1300


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km. ne ha 300 navigabili. L'estuario del Rio della Plata, sul quale sorgono Buenos Aires e :Montevideo, ha una lunghezza d i 300 km. ed una larghezza di 250. P olitieaunentc l'A . Meridionale si divide in 11 Repubbliche indipendent i, poiehè si è emancipata quasi del tu tto dalla dominazione europea (e specialmente spagnuola e portoghese che .fino a poco meno di un secolo add ietro la occupava inticramen te. Oggi solo piì1 la Gui~na è divisa fra l'Inghilterra, la F rancia e l'Olanda. L'Inghilterra vi possiede ancora, oltre a piccole isoìette sulla costa del Mare delle .'\;1tille, il gruppo delle Falkland. Gli Stati indipendenti, tutti retti a Repubblica, sono: l'Argentina, la Bolivia, il Brasile, il Cile, la Columbia, l'Equatore, Pa.namà (ad est del Canale, poichè Pa.namà ad ovest del Canale fa parte dell'A . del Nord), il Para.guai, il Perù, l' Uruguai, il Venezuela, che contano tutti ins ieme circa 67.000.000 d i abitanti. I vari posscdfo1en ti europei non ammontano compless ivamente che ad un milione scarso d i ' abitanti. L'orientamen to dei grandi fiumi atlantici, tutti da ovest ad· est, dà l'orientamento delle grandi correnti commerciali, le quali sono p erò ben lungi dall'avere l'importanza d i quelle che solca.no l'A. del Nord e ne par tono verso il Ve-cchio Continente. Le esportazioni ~ono dovute q uasi esclusivamente ai prodotti agricoli; l'organi:zazione industriale è solo ora sulla via di promettente svilu,ppo. Le <lifficoltà. di terreno che abbiamo prospettato rendono estremamente d ifficili le comunicazioni fra i paesi andini e -gli atlantici. Finora infatti una sola ferrovia transcon tinentale valica le Ande al P asso dé fa Cumbre, a 3177 metri di a ltezza, u11cndo Mendoza (Argèntin a) a Va lparaiso (Cile).

Amerighi (Pier M aria) . Capitano genera.le delle bande della zona di Monte A.miata n el 1552, agli ord ini sup remi d i Enea. Piccolomini. Partecipò alla presa. cl i Siena n el luglio cli quell'anl10, e alla fazione di Chiusi nel gennaio d el 1554. Amerigo Vespucci. Incrociatore, in a.ccia10, var ato il 31 luglio 1882; lunghezza m. 88,20; larghezza m . 12,78; dislocamento 2705 T.; macchina. 3340 HP.; Stato Maggiore 11 ; equipaggio 257. P iù volte destina to

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P isa ( 1907-1912). Collocato in posi,aone ausiliaria nel 1912, ha assullto dal 1923 il gra<b di Generale di D ivisione n ella r iserva.

Amero (MarceUo A. d'Aste Stella., marchese). Ammiraglio, n. ad Albenga nel 1853. Allievo della R. Scuola di Marina riel 1866, contrammiraglio nel 1907, vice ammiraglio nel 1911. Fu comandante in capo della II squadra nella seconda fase della guerra italo- tu rca nell'Egeo (1912J. Xe! 1913 ebbe il comando della prima squadra, Nel 1914 venne nominato senatore. Amersfort. Città dell'Olanda, nella prov. d i Utrecht. Era ben fortificata, e protetta da zone di acqua. !I-fa il ghiaccio aAmerio J>e tice vendo solidificato queste ultime, il gen. francese Dcwinter potè, il 19 gennaio l 795, costringerla facilmente alla resa prendendovi ot• tanta cannoni. Ametller ( Vittoria,r.o A. y Vilad,mmnt). Brigadiere e scrittore m ii. spagnuolo, n. nel 1818, T ra le sue opere: « I martiri della li• bertà spagnuola» ( 1852); « Giudizio critico della guerra in Africa ( 188lì.

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Amey (Francesco) . Genera le francese, nato a Sd1lettstadt ne l 1768. E§itrò ncll' esercito francese nel 1785 e aderì a!Ìa rivolLtzione, r aggiungendo nd 1794 il grado d i gen. di brigata. C',01nbattè sulle Alpi e sul Reno, e nelle SHCcesSi\"e campagne napoleon iche. Partecip ò alla spe• dizione cli S an Domingo. Amero d'Ast.e-Stella Guadagnò il grado cli gen. d i divisione ncllq camp agna. cl i R ussia, dove s i d is tinse a Polotsk. Ader ì alla restaurazione di Luigi XVIII, p oi tornò con Napoleone durante i Cento giorni, e ad erì ai Borboni nuovamente nel 1815; anno nel qua le venne colloc:,to a riposo. Amfìbi (In qualche ant. testo .italiano, ancbe a-

a campagne d'istruzione degli allievi clell' Accaclr.mia Navale, compì d iffici li navigazioni al com,u1<lo del Chierchia, d i Thaon d i Revel, del Guarienti ; e pro,·vidc al salvata-ggio in gravi co_n<lizion i, di varie navi in pericolo per incendio o tempesta. Era attrezzato per la. navigazione a vela cd a vapor e. 1

Amerio (Felice). Genera le, n, a Sqr.nafigi (Cuneo) n el 1850. Sottotenente cli fanter ia n el 1871 e Maggiore a scelta nel 1892, dopo d i avere frequentato la Scuola di guerra, comandò da Colonnello il 3° R eggimento Alp in i (1901 -1907) e da Maggiore Generale la Br igata

miJ>P1). Venivano così denominati n ell' ant. Grécia (e i Romani li ch ia.marono Desultores) i cavalieri leggeri

che disponevano d i due cavalli appaiati e non bardati, in gu isa <la poter balzare dall' uno a ll'altro. L'uso e.ii questa cavaller ia era famigliare ai popoli barbari. Livio l'a ttribuisc.e ai Numidi. Nell'on;linanza di Asdrubale, stavano disposti sulle due ali, conducendo ciascuno due cavalli, saltando con destrezza dall'uno a ll'altro d urante la pugna, man mano che un cavallo era stanco. G li A, talvolta combattevano anche a pic,li, costituendo così una specie d i fanteria montata.

Amfìpoli. An t. città. della Macedon ia or ientale, tea•


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8• compagnia Amhar a (in Somalia)

tro di vari avvenimenti bellici. Nel 424 a. C., durante la guerra del Peloponneso, se ne impadronì lo spartano Brasida, mentre apparteneva agli Ateniesi; egli trattò i cittadini con generosità. e li fece aniici di Sparta . Tucidide non ar rivò in tempo a difendere la città. e Ju punito da Atone con l'osilio. Due anni dopo, lo stesso Brasiòa venne presso A . a <battaglia con g li Ateniesi, e rimase ucciso a li' in i.zio della lotta, ma i suoi sconfissero g li avversari e ne uccisero lo stratega Cleonc. Nel 363 a. C;, durante le guerre Tebane, Alchimaco, luogote nen te d i Tfo11otco, a capo degli Ateniesi, venne quivi sconfitto dai Tebani. Nel 358 a. C. di A. si impadronì Filippo d i Macedonia.

Amfìssa. Ant. ci ttà della Doride, oggi Salona. F u presa e distrutta dai Persiani nel 480; riedificata, subi la s tessa sorte per opera del r e F ilippo d i Macedonia nel 338 a. C. Amfreville. Nome celebre nella marina francese del secolo XVII. Nel 1692, alla batta.glia della Hogue si trovavano tre fratelli Amfreville, i quali combatterono con vai:ore e in trnpideua. Il magg iore (marchese d'A..) era capo d i squadra e comandava l'avanguardia, il secondo 'lllOntava il vascello ,el'Ardente ll di 70 cannoni, ed il terzo aveva il comando del « Vermandois" d i 60. Il loro nome si ritrova in tu Ile le gesta gloriose della marina sotto L-uigi XIV. Il marchese d'Amfreville mori i n età avanzata col grado di luogotenente generale delle forze navali. Amhara. Altipiano abissino in torno a l Lago Tsan a, già sede <li regno indipendente, ora provincia dcll'imper ~. Ca;pol. Gondar. E' abitato da una stirpe intelligente e guerriera. Subì invasioni dei Galla, e, ben p iù serie, <le i dervisci. L'emiro rnah<li~ta cli Gallabal invase l'Amhara, ma fu costretto a da.rsi alla fuga pcrchè assalito da ras Ada!, governatore cli quella provincia. Allora il califfo inviò un esercito d i 60000 u ., che baltè ras Ada! a D ebra -S in , e p rese e incendiò Conciar. Gl i Amhara s i ritirarono e si ;m irono alle tn~ppe cl i r e G iovanni, il quale liberò l' invasa provincia e prese Gallabat, ma unorl nella lotta per la conquista della città, e gli abissini si ritirarono . Si chiamano abitualmente repar ti A., nelle nostre truppe coloniali, quelli reclutati volontari, in p revalenza . oltre il -confine eritreo, nell'Etiopia : sono reparti d i fante ria indigena n ei qu ali ,p revale l'elemento degli .4 ., gente bellicòsa, che ama la carriera delle tu.mi.

Amherst (Lord Jeffery). Generale inglese, n . nel 1717, m . nel 1797. Entrato giovanissimo nell'esercito, prese ,p arte nel 1741, prima come a iutante d i campo del generale Liganicr, ,poi come ,ufficiale <li Stato Maggiore del duca di Cumberlan<l, alle battaglie di Raucoux, Dettingen, Fontenoy, Lanfeld e Hastenbeck. Nel 1758 gli fu conferito il rango di maggior generale e la guerra che scoppiò in · quel tempo in America, tra la Francia e •l'Inghil:terra, diede occasione a l generale. Amberst d i d imostrare la sua abilità e i suoi talenti militari, e le sue truppe, dopo d i avere sottomesso succrssivamente Lou isbourg, il for te D'uquesne, il forte N iagara, Ticonderoga, Crownpoint, Québec e Montréal, s i resero padrone <li tutto il Canadà. Il generale vittoÌioso n el 1761 fu in&ignito dell'ordine del Bagno, fu nominato comandante in ca:po d i tutte le forze inglesi nel Nuovo l'lfon<lo e governatore generale cli diverse provinde. Ritornato in Inghilterra dopo conclustt la pace, il generale Amherst fu fatto ,pari col titolo cli barone d i Hohmesdale nella contea d i I<ent. G li ultimi servigi resi alla patria forono · le m isure pronte, sagge ed umane adottate nel giugno del 1780 per calmare una furiosa rivolta scoppiata a Londra. Era stato da poco nominato fel<l-maresciallo quando .fu colto dàlla morte . G,;g/iclmo A11·1Ì.erst, L ord, conte d i ,4rracan. Diplomatico, n ipote del p recedente, n. nel 1773, m . . nel 1857. Nel 1823 venne nominato governatore delle Inçlie Inglesi, e tenne q uesta carica fino a l 1828. Sottç ii suo governatorato venne operata la conqu ista d i parte dell'attuale B irmania i nglese, e venne fallo il cambio con gli Olandesi <lel possedimento di Bencoolen nell'isola .di Su matra con ìvlala-c-ea. E fu proclamata a Delhi la sovranità ind ipendente della Compagnia delle Indie, !a quale, quando lòrd A. lasciò il governo, aveva sotto le ar mi 274.000 u01nini.

Amìanto (Asbesto). Silicato d i magnesio, ca.Ice e ferro la c-ui composizione è di massima:. Ca O 13% Fe, O, 4% E' una varicti di trem ol·i te. Giaciimenti di questo silicato si trovano nella nostra Val Tremola, ma le miniere più importanti sono nel Canadà all'est di Québec. L'amianto s i impiega generalmente come calorifugo. Con esso s i confezionano sopr avésti per i pomp ieri e per uso m ilitare (operatori di lanciafiamme). (1vfar.) . S-ulle n avi da guerra l'A . trova applicazione Si O,

58%

,Mg

25%

o

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come materia le di rivestimento e come materia le coibente. <':ome materiale di rivèstimertto si adopera talvolta nei locali •P er abitazione, per ricoprire, in luogo del l\)gno, le pareti metalliche perimetrali (murate); ma il suo impiego è .p iuttosto lim itato_a causa dell'alto prezzo d i costo. Un uso più largo trova come materiale coibente, che s i aipplioa attorno a tubazioni _di vapore sotto forma di cordoni o materassini per attenuare la dispersione del calore. E' infusi-bile, incombustibile -~ imputrescibile ~ r isponde bene al suo scopo.

Arniata. Massiccio montano dell'Appennino, a sud dc.I .fiume Ombrone, alt. massima nel monte A. metri 1700. Domina la strada e il ipasso di Radicofani, dal quale operazioni militari possono tendere al Tevere medio ·per la valle <lei Paglia, nella valle dell'Ombrnne, per !' Or-eia, e quindi alla marina. Amida. Città della Mesopotamia, sul Tigri, oggi Djarbekir. I. Assedio di A mida. Nel 359 d. C. venne assed iata da Sapore II, re di Persia, il quale esigeva la cessione de!l' Armenia e della 1'tesopot~,mia dall'imperatore Costamo II. La città era fortemente p residiata e fu energic_amente d ifesa. I P ersian i elevarono a lte torri protette di ferro e ,armate di baliste, per dominare e battere le mura. Più volte gli assediati, mediante sortite, dan neggiarono o distrussero le macchine, intl iggen:lo agli assed ianti gravissime perdite. Ma, dopo due mesi e mezzo di lotta, il 7 · ottobre la città veniva presa d i assal to, e i difensori massacrati. Il. Assedio di A mida. Ne! 502 A., che era tornata in potere dei Bi,~1,ntini e da questa ,-e,taurata, venne nuovamente assediata dai Persiani, condotti dal loro re Ca,badcs. E gli abitant i opposero a questo i:e l'eroica resistenza Oi;)posta già dai loro antenati a Sapore Il. Cabades fece alzare un terrapieno davanti alle mur 1 da un lato della città, e p iù a llo di que lle, bersaglian-<lole con macchine che lanciavano grosse p ietre. Per mezzo d i una mina, gli assediati riuscirono a far sprofondar,? il terrapieno. Cabades lanciò i suoi a ll'assalto generale, ma l'assalto su sanguinosamente respinto. F inalmente r iuscì a un soldato persiano di trovare un piccolo passa,ggio sotterraneo, e per mezzo di qu esto, dopo tre mesi d'assedio, un gruppo di assedianti poterono '!)Cnctrare nella città. e i mpadronirsi di una porla, aprendola ag li altri. La. strage e il saccheggio di A. compensarono g li assalitori -dei 50.000 u. che dicesi avessero perduto nell'assedio. III. Assedio di Amida. Nel 503, il generale bizantino Patrizio avanzò s u A. e ten tò <li riprenderla ai Persiani con un improvviso assalto generale, che andò fallito. Allora si contentò cli porvi il blocco. Eglone, generale persiano che comandava Ja guarnigione, sequestrò tutti i viveri per la medesima, -lasciando gli abitanti in ,p reda alla fame; se non che, essendo rimasto ucciso in una sortita, s i venne a patti, e A. fu re~t:tu ita all'imperatore di Costantinopoli.

Amiens (ani. Samarobriva, capo!. <le! paese degli Ambiam). Città capo!. del dtp. della S()!ll11nc in Francia, sul detto fiume. Conquistata <la Cesare, divenne fiorente co lonia romana. I Normanni la saccheggiarono più volte; gli abitanti la fortificarono in seguito solidamente, con c inta bastionata rinfon,a ta d;i rivellini. Nel 1470 Amiens a,ppartencva a Carlo il Temerario,

ina cc-dette senza resistenza al Danrnartin1 generale <.li Luigi XI. Carlo allora raccolse 4000 lance di sci uomini ciascuna, e 1400 carri destinati alle artiglierie ., alle· munizibni e si recò ad asse<liarc Amiens, ma non riuscì a farla <:apitolare. Nella stessa città fu sottoscritta fra i due sovrani una tregua di tre mesi, proiungata poi a un anno . Nel 1588 A. aderì alla Lega, rua s i sottomise u Enrico lV nel 1592.

I . Trattato di pace di Amiens · (27 agosto 1334). Concluso fra il re <H Boemia, l'arcivescovo di Boemia. il vesco_ vo d i Liegi, i conti di F iandra, d i Soissons e-cc ., di una parte, e il duca, di Bra;bante, dall'altra parte. Di queslo trattato fu mediatore Filippo di Valois. II. Lega di .4 miens ( 18 ,agosto 152i). Cost ituita e firmata tra Francesco I di Francia cd Enrico VIII d ì Inghilterra contro Carlo V. III. Sorpresa di Am·ìens (1597). li gen. •spagnuolo Puerto Carrero, avendo saputo che A. era mal custodita, risolvette d i impadronirsene, e il IO marzo 1597 riunì a O rville 2000 fanti e 500 cavalli, spagnuoli, italiani, irlandesi e valloni. L'avanguardia si a vvicinò alla porta di Montrecourt, attendendo, all'alba dell'li, che si aprisse, e appeha qu esto si verificò, il capitano milanese Giovanni Battista Dugnano e un sergente francese si avvicinarono travestiti da paesani conducendo due carri carichi d i paglia nella quale erano nascosti dei ,pali. Seguiva.no t111 fratello del Dugnano con cinque soldati recando un grosso trave. Qu,tndo i carri furono sotto l'arco, i soldati aggredirono il corpo d i guardia, e la sa.racinesm, abbassata dalla sentinella., si arrestò sopra uno <lei carri, rnentre l'avanguar<lia si

slanciava a occupare saldamente la porba, seguita da l grosso. La. sorpresa era riuscita, e Puer to Carrero occupava la c ittà senza più trovare resistenza, mentre il governatore, Saint Poi, ne ,fuggiva.. Gli spa,gnuoli diedero il sacco per tre giorni ad A., e presero 40 cannoni e gli app rovvigionamenti definati all'assedio di Arras e d i Doullens. IV. Assedio di Amiens (1597). Appena avvenuta h sorpresa di <::u i si è- detto, il re Enr.ico IV ordinò a.i maresciallo di Biron di riprendere A . Questi raccolse in fretta. 6000 u ., <lei quali un migliaio di cavalleria, e il 14 marzo ,pose il blocco alla città, inizianqo i lavori di trinceramento, che rafforzò cou forti bastionati pcntasonali. Era col Biron l'italiano Enrico Davila, Il re raccolse e mandò rinforzi, e affidò la direzione dei rifornimenti al sL11y. G li stodci narrano che nel campo francese regnava l'abbondanza, tanto che l'assedio ven ne •battc.zzalo p er << assedio di velluto»: v'erano i mercati d'ogni genere di vettovaglie, e osterie, e ospedali, e cimiteri ; il Sully giunse ,persino ad assicurare il soldd -regolare alle truppe, ciò che parve una novità . Durante l'assedio, la cavalleria leggera del Montig,1y protesse le retrovie e i convogli, avendo frequenti 8Contri con cavalleria nemica, della quale dieci compagnie eran,) d i guarnigione a Doullens agli ot·clini <li Luigi Melzi. Il · generale Puerto Carrero difese A . energicamente, provvedendo a tenere in ordine le fortificazioni ed eseguendo numerose sortite. Giovanni di G-uzman riusci a ccndurgli ~m soccorso di 300 cavalli e quattro compagn,ie di archibugieri, e con quest.1, trupp:i entrò in ,1. I' iagegnerc italiano Paciotto ( fratello dell'altro ingegnere caduto a Calais) che p rese attiva parte alla difesd della città. I n tutto i difensori ammontarono a


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.... L'assedio di AmierL, nel ·J5Q7

5000. Poco dopo Riron riceveva un rinforzo di 4000 inglesi e due regg. olandesi, così da a vere a i s uoi ordin i 12 mila uom1m. Altri rinforzi gli condusse Enr ico IV che il 7 giugno s i recò ad assistere all'assedio. L a trincea fu aperta il 1• agosto e le batter ie aprirono sulla piaz1,a un fuoco terribile, cui gli assediati r isposero con pari energia. Il 4 settembre, in un assalto dato alla piazza, moriva Puerto Carrcro, colpito da un'arch ibugiata, e il comando della p iazza veniva assunto dal napoletano Gerolamo Cara.fa, marchese d i Jvlontenegro, che comandava la cavalleria <lei Carrero, e al quale restavano 2200 fan ti e 400 cavilieri valid i. Un esercito di soccorso dà luogo allo scontro d i Langjiré (v.) ma non ottiene risultati e deve ritirnrsi. La piazza, ri masta q uindi a bbandonata alle sue sole forze, è costretta a 'cap\tolare (19 settembre 1597) con un respiro d i sci giorni pel caso che fosse soccorsa: c iò no i\ essendo avvenuto, il marchese di 1fontenegro uscì il 25 con gli onori d i guerra e si r itirò s u Doullens e Bapaumc. L 'assedio era d urato sci mesi e costato sei milioni. V . Pace di Amiens (27 Marzo 1802). Le riunioni per 12. <liscussione di questo trattato d i Q)a:ce cominciarono nel d icembre 1801. Vi partecipa.r ono la Fn"ncia (Giuseppe llonciparte), l'Inghilterra ( Cornwall is), la Spa,gna (Azara), la R r,pubblica Batava (Schimmelpennick). G li aècordi firmati. dalle parti sta:bilivano che l'Inghilterra restituisse alla Francia, ,alla Spagna e all'Olanda le colonie prese loro d urante le guerre p recedenti, meno le isole di Céylan e d ella T rinidad; stabilivano che Malta fosse dall'Inghilterra restiLuita a i Cavalieri dell'ordine d i l\,falta (ciò che non venne esegu ito); sta,bilivano che Napoli e gli Stati Romani fossero sgombrati dai Francesi e l'Egitto e Portofer raio -dagli inglesi; stabilivan o

i! riconosci-men to della Repubblica d elle Isole Ionie; stabilivano l'integrità territoriale del Portogallo e della Turchia .

VI. Battaglia di A mie,is, detta anche di Villers-Br,:tonncaux (2 7 novembre 1870). I fraJÌcesi, appar tenen ti all'ar ma ta del Nord, si erano raccolti in numero di c irca 25 .000 u ., cost ituendo il XXII Cor,po d'Armac:t di nuova for mazione, coman<lato dal gen. Faue. E,si ~i eran o schierati fra Villers-Bretonneaux a destra e i villaggi d i Boves e Dury· a sinistra. La 1• armata tedesca ( l O e 8° corpo d'armata e 3• <li vis. d i cavalleria I fu inviata, agli ordini <lei gen. :Manteuffel, contro queste nuove truppe fran cesi e le sue avanguardie giunsero cli fronte a loro la sera del 26 novembre. l\,fanteuffel avrebbe avuto intenzione di dar battaglia il giorno 28, -ma, contro la sua volontà, il combattimento ebbe luogo il 27. I francesi, vivamente attaccati. furono supemti su lla destra e battuti a l centro: verso mezzogiorno erano costretti ad abbandonare la loro posizione sulla strada fra ]\.Iarcelave e Villers-Bretonncux mantenendo a stento Dury lino a sera; un loro tentativo d i riprendere le ,posizioni perdute, fu impedito dall'azione d i quattro batterie <l'ar;tiglier ia tedesca. Verso sera una. 'Parte delle truppe di Mantcuffel, partendo dal bosco cli Hangard, "rinnovarono l' attacco e costrinsero i francesi a r iti ra rsi su Corbie. Un altro scontro ebbe luogo fra le 2 e le 3 della notte e la 30' B rigata d i fanteria francese, attaccala a l &1.10 fiancn sinistro, dovette pu1·e essa, come già la 29" Brigata, ripiegare con gravi pel'dite a Boves. L'avanguard ia della · 15" divisione tedesca l'inseguì fino a Longueau. Le perdite tedesche ammontarono a 76 ufficiali e 1216 uomini, men tre i francesi ebbero 1383 morti, molt i fer iii e prigionieri. Il 28 novembre anche la città di


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Amiens iu occupata da un ·· corpo tedesco agli ordini del gen. Goeben, e la cittadellà capitolava il giorno seguente. VIL Durante la guerra_ mondiale, Am iens fu teatro di importanti operazioni mil itari. Attorno ad essa il genera lissimo. Joffre, con le « Direttive J> del 25 agosto 1914, intendeva riunire la nuova 6" a:i:mata Th1aunoury, massa di manovra -destinata a colp ire sul fianco le irrompenti falang i tedesche del Von K luck, in marcii su Farigi dopo le vittorie d i O1arleroi e di Mons ; attorno ad essa· s i riuniva la nuova 2' armata agli or• <lini del ,ge·n. Castelnau, destinata: alla ripresa della ma• novrn aggirante de i Francesi dopo' la I" battaglia del1' Aisne. Gli. Inglesi danno il nome d i battaglia d i A·· miens alle azion·i svolte sulla Somme dalle loro trup1,~ nel periodo 8 agosto-13 settembre 1918. (V. 3" battaglia di .Piccardia).

Amih::are. Nome di _·p arecchi generali cartaginesi. I più noti sono: Amilcare, figlio di Magone. Nell'anno 484 a. C., incaricato del comando d'una spedizione in Sicilia, sbarcò a Palermo e cominciò la campagna con l'assedio di Imera. Sorpreso da ,Gelone, tiranno di Siracusa, fo ucciso ed il suo esercito massacra to, intanto che h maggior parte d ei vascelli carta,ginesi era data alle fiamme. Questa d isfatta, avvenuta nel giorno stesso del combattimento delle Termo:pili, m ise in costernazione Cartagine c he si affrettò a c hiedere la 4Jace alle condizioni volute da Gelone. Amilcare, figlio {ii Gisconc. Inviato nel 316 a. C ., con una numerosa flotta contro Agatocle, fu assalito in ;dto mare da una violenta tempesta che gli sommerse sessanta. vascelli e d uecento traspor ti. Malgrado questo disastro, Amilcare sbarcò in Sicilia e riuniti circa 50.000 uomi11i, diede battaglia ad Agatocle, lo vins~, sottomise un grande numero di ci ttà e i.nfme pose l'as_sedio a Siracusa. Intanto Agatocle r iavutos i cla!la disfatta, s'imbarcò e 'J)ortò la gucr;.a in A,frica contro Cartagine. Amilcare, costretto a spedire una parte ~' suo esercito contro Agatocle per soccorrere Cartagine, fu a t~accato con furore dai s iracusani che avevano ·fatto una sortita generale e caduto p rigioniero nelle loro mani fo ucciso (309) e la sua testa invia ta ad Aga.lo• de ché se ne servì carne d i un trofeo contro i cartaginesi. Amilcare. Altro generale cartaginese, sconfitto nel 256 a. C., unitamen te a Bostaro e ad Asdrubale p resso i\d is dalla flotta romana comandata dai consoli M. Attilio Regolo e L . ),L Vulso. Amilcare Barca, padre di Annibale, m . nel 228 a. C. Appartenen te ad u na famiglia rmolto amata dal po pol,, , fu incaricato del comando dell'esercito in Sicilia dove i Cartaginesi avevano .p erduto ,quasi tutto. S i era a llora al 18° anno della prima guerra p unica e Amilcare, sbarcato sulle coste italiane, saccheggiò le , , rre d ei L ocrcsi e dei Bruzii; quindi tornato in Sic:li,, c,,n un grosso ·bottino, fece incursioni con tro gli a lleati dei romani, e sconcertati tutti i 'J)iani dei consoli di Roma, terminò quella campagna, che i Cartaginesi considerarono com~ un capo d'opera di abilità. Da cinque anni de{olavà con una guerrigl ia •feroce l'Italia, disputando la Sicilia aj Romani, quando la disfatta infl itta ad 'Annone, ammiraglio cartaginese, nel 242, dal con-

sole Lutezio presso le isole E.gacli, costrinse Cartagine a por termine ad una guerra che ormai non ,potcv,, più sostenere. Incaricato dei negoziati di pace, Ami'ca re dovette fir mare, fremendo, un trattato che metteva la sua patria sotto ìl dominio di Roma. L a condotta sprezzante tenuta dai Romani durante i negoziati nor: Jece che aumentare l'odio ohe Amilcare nutriva contr·:, d i loro. Ritornato in Africa, r iuscì a domare la ribellione dei mercenari, che, in numero di 20.000, unitamente ad alcune orde di n urmidi, avevano assalito Cartag ine. Li d isfece completamente e potè riconquistag Utica ed lppona, rista bilendo la calma in tu tta I' Africa. Poco dopo Ionnò il progetto di con<1uistare la Spagna, dalla quale trarre forze bastanti G)er vendicarsi poi di Roma; ottenne il comando dell'esercito e s barcò a Cadice. In questa spedizione Amilcare condusse seco il figlioletto Annibale, bambino di nove anni, a l quale aveva fatto giurare odio eterno ai Romani. Assoggettò grande parte della Spagna e fondò Barcellona. La storia n on ha lasciato 1Ìotizie particolareggiate delle sue conquiste e dei suoi combattimenti in questa regione; si sa solo che nel 228 a. C. r imase ucciso in Lusitania. Dopò la morte d i Amilcare le truppe elessero 4Jer loro generale Asdrubale, suo genero.

Ami nta. Generale d i Alessandro il Grande. Si d istinse all'assedio di Tiro e morì d uran te l'assedio di una città del!' Asia. Aminta. Avventur iero .macedone, m . verso il 330 a . C. Passò al servizio di Dario e combattè per i Per-

siani alla battaglia <li Isso. In seguito, volendo conqu istare l'Egitto, fu ucciso in combattimento ed il suo esercito venne disperso.

Aminta. Generale d i An tonio, creato eia lui re <li Galazia, m. nel 25 a. C. Nel 36 ricevette d a. Antonio la Galazia e diversi altri distretti limitro1i in ricompensa degli aiu ti .p restatigli. Allea.tosi poì al partito di Augusto alla vigilia della battaglia <li Azio, fu da Augusto medesimo mantenuto al potere: a lla sua morte però il territorio che governava >divenne provincia. romana.

Amiot (Padre). Gesuita, francese, n. a Tolone, m. a Pechino (1718-1784). H a Jasciato libri sulla Cina, ·fra i quali uno sulla « Arte m ilitare dei Cinesi » ( 1772) il quale consiste nella traduzione di vari antichi tra ttati sulla guerra, scritti da genera li c inesi. Amiot (A. P. I.). Scrittore militare francese ciel secolo XIX. Nel 1830 pubblicò a Pai;igi un « Panoram,. m.ilitarc, sommario della s toria delle truppe francesi dalla fondazione della monarchia fino ai giorni nostri >> d iv iso in dieci quadri, con l'esposizione, per :periodi, cli tutti i cambiamenti d i una certa importanza avvenuti nella composizione e nell'organizzazione dell'esercito e con la descrizione dei fatti d'arrne princ ipali ai ·q1.1ali esso ha preso parte.

Amir. Sovrano d i Smirne, vissu to verso la metà d el secolo XIV. Chiamato in aiuto dall' imperatore greco SU(! a:mico Can tacuzeno, accorse con molte navi ed un esercito poderoso e riuscl a liberare l'imperatrice Irene assediata in D an1ot ica dai <bulgari dopo la fuga del!' imperatore. Più tardi, attaccato a sua volta dal re di Cipro, d a i veneziani e <lai cavalieri <li San Giovanni, rimase ferito a morte da una .freccia memre difendeva la cittadella di Smirne.


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Amisio (lat. Amisi1,s: è il fit~me ·Ems, in German ia). Sul fiwme .4. si <:ombattè nel 12 a. C. una battaglia navale, che appartiene alla spedizione d i Nerone Claudio Druso contro i Brutteri. Per la prima volta i Romani avevano solcato con una flotta il mare del Nord, e avanzando sull'Ems si trovarono di fronte ad una grossa flottiglia d i canotti, con i quali i Brutteri non s i peritarono di attaccarli. I Romani, sebbc,:ie avessero minor n umero d i navi, ebbero ragione dei ca.notti dei Brutteri, dopo sanguinoso combattimento. Amiso. Città del Mar Nero, fortificata da. Mitridate. N_el 7L a. C., durante la. guerra contro M itridate, il romano Lucu l!o vi pose .l'assedio, ma trovò fiera e intelligente resistenza, poi che il capitano che comandava. la. piazza era anche abilissimo nel controbattere le macchine d'assedio dei Romani. Lucullo r icorse a<l uno stratagemma.. Per parecchi giorni condusse i suoi all'assalt-0 a un'ora fissa, abituando i difensori a questa lotta regola re e periodica. Un giorno, terminato l'assalto, invece di ritirarsi come al solito, ne fece solta nto la finta, e improvvisamente tornò indi~tro e assalì furiosamente e decisamente le mura, scalando!~ con racpidità.. I difensori, che si erano come al solito allontanati in grande parte, tentarono di arginare ];: invasione, ma, sconcertati e demoralizzati, a bbandonarnno la. lotta, dandosi alla fuga. La città venne s;i.ccheggiata e in ipane fu p reda alle fiamme, Amistà. Ant. Amicizia. Voce corrispondente al!a. moderna « Alleanza ll . Per estensione, in<licò anche la gente armata, raccolta in base al patto d'am-istà. Amiterno. Ant. città n ell'alta valle del!' Aterno, presso l'odierna Pizzoli. Fu una delle p iù potenti cittis. dei Sabini. Fu p resa dai Romani nel 293 a.. C. cd ebbe a soffr ire grandemente durante la guerra Soci:tli, e la guerra C ivile. Restaurata, fu importante municipio romano, che decadde parallelamente a l sorgere e a l prosperare di Aquila. Ammainare. Abbassare, tirar gii1 (una vela, un<> imbarcazione, un oggetto qualsiasi). A . la ba1tdiera, in un combattimen to, segnale d i resa. (V. Bandiera). Ammalati. Prima di parlare delle · norme che regolano il trattamento da farsi agli ·ufficiali e agli uomini rdi truppa che cadono ammalati, ricorderemo che mentre negli ospedali civili l'ammalato ra,pprescnta soltanto un caso clinico, negli ospedali m ilitari rappresenta assai frequen temente anche un caso mcdico-ì~gale. Infatli, oltre a l ,problema dell' idoneità a riprendere il servizio, il medico m ilitare è spesso chiamato a risolverne u n altro : quel lo della di11cndenza dell' infermità da causa <li servizio, e ,onseguentemente del dirit to a pensione. Ammalati (Ufficiali). L'ufficiale che ca.de amma:11to, ne informa subito •p er iscritto, se non h a l'opportunità di farlo a voce, l'ufficio maggiorità. del Corpo, ed inoitre il proprio coiuandante dii-etto, al quale spetta darne notizia al le superiori autorità. Per i Comandwti d, Corpo e Capi d i servizio, o comandanti d i alti reparti, j quali cadano ammalati in modo da non poter attendere al servizio oltre i 10 giorni, il M inistero deve esserne infonrnato, <:ome pure J)er qualsiasi grave m·t· lattia degli ufficiali sopradetti. L'ufficiale dichiaratosi ammala to, non può uscire d i casa durante le 24 ore.

Dopo qualunque indisposizione o malattia, l'ufficiai~ fa nota la sua· guarigione all'ufficio maggiorità ed alle autorità cui s'è d ichiarato ammalato. Se la malattia ha durato più di 3 giorni, l'ufficia.le rista,bilito deve presentarsi, nel giorno successivo a quello della guari• gione, a l proprio Com. di Corpo, nell'ora del rapporto. L'ufficiale inferiore in licenza che cade ammalalo, ove esista Comando di presidio lo informa, perchè questo gli invii un ufficiale medico, a constatarne la malattia. Se non vi è Comando di presidio, mai:ida a l Corpo da cui dipende dichiarazione medica. II Cumàndantc del Corpo, a sua volta, ba facoltà d i far eseguire una visita di ,controllo da apposito ufficiale medico. L 'ufficia le generale o superiore che in licenza cada ammala to, notifica al proprio superiore diretto la natura e gravità. della ,malattia·; <leve tpure avvisarne il Comando del presidio se c'è, od il Comando della Divisione militare della ..pro"p ria cii-coscrizione territoriale. l'er<lu:·,mdo la malattia, e non essendo entrato in un ospedale, l'ufficiale deve mandare al proprio comandante di 15 in 15 giorni la. dichiarazione medica prescritta. Il tempo passato durante la malattia sia in un o!,pedalc o no, viene computato in deduzione della licenza ordinaria bienn ale. Può essergli concesso olt1" queslo periodo a ltro periodo di favore di 60 giorni. Dopo tale 1)erio<lo è considerato in lkenza str16rdinaria fino a 180 giorni. Finito anche tale periodo provvede il Min istero a seconda dei casi. A111.n1alati (Uomini di tmppa) . Nelle caserme i militari di truppa devono annunziarsi ammalati in genere all'ora della sveglia. li caporale di giornata, ed il sottufliciale · di contabilità della compagnia, squadrone o batteria, ne fanno una nota nominativa che viene mandata al sergente d' ispezione. Gli anunalati, accompagnati dal caporale di giornata all'ora prescritta, si recano all'infermerh (o loca.le designato) dove vengono visitati dall'uffida :e medico. Il medico r iferisce sul • l'esito della visita all'ufficio maggiorità, e· segna le disposizioni sul libretto apposito dei caporali di giornata. Gli ammalati lasciati a. riposo, n on possono uscirn dalla caserma ; gli a ltri vengono accompagnati alle infermerie o agli ospedali, a seconda del responso medico. In ca$o d i ammalati bisognevoli d i pronta visita o soccorso, a qualunque ora del giorno o della notte, si provvede da parte del sergente <li giornata. o settimana, per visita o trasporto ai s it i d i cura. Il militare che essendo in licenza, andando o tornandone, cade ammalato, deve entrare in un ospedale . Se ciò accade in vicinanza d i ospedale m ili-tare, vi si presen ta per esservi ricevuto, altrimenti va dal Sindaco r ichiedendolo di ,provvedere per la sua accettazione in un ospedale civile. Se si tratta di malattia. .grave, che obblighi al letto, il militare deve far pervenire in 11Jodo sicuro una fede medica al Distretto militare viciniore, od a.I Comando dei R .R. Carabinieri locai~, i quali provvedono ad una visita medica per accertare la malattia. La fede medica deve essere rinnovata di 15 in 15 giorni. Nello stesso modo s i regola il milita1c che, finita la licenza, non può, ,per malattia, raggiungere il Cor po. I giorni che il 111ilitare pa.ssa all'ospedale sono computati nella durata· della licenza. In marcia o in guerra gli ammalati vengono visita ti presso le sezioni di sanità, e raccolt i dai carri per feriti all'arrivo aJJa. tappa, -per farli rientrare ai ~kpositi dei p ropri corpi, o agli stabil imenti d i cura. Pei


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malati leggeri il medico che marcia alla coda del battaglione, coi ,portaferiti e carretti d i san ità, può a utorizzare qualche individuo a mettere lo zaino sui carri o farvi salire anche il malato stesso. Agli alloggiament i gli ammalati vengono r itmiti a lla guaixlia a l campo. dove manda a raccoglierli la sezione d i sanità. In montagna il servizio di sgombero dei malati assuime spec iale importanza, p~rc:hè, men tre, particolarmente in alta montagn a, dominano le 1nalattie di carattere acuto, richiedenti locali chiusi e r iparati, questi .vi scai·seggiano di ma no in mano che si sale. Occorre per conseguenza predispoHe in locaiità adatte infermerie, \alle spalle delle truppe operanti) sulle quali sgomberare i malat i. In casi gravi però i malati si sgombrai10 sul p iù vicino villaggio. Nelle Colonie i mala ti vengono sgombrati sopra ospedali da campo, infermerie, Coman di d i T appa. Talvolta occorre portarsi dietro nelle marcie mala ti e feriti in barelle, con cammelli, muli, ccc., od approfittare del ritorno alla tappa delle colonne che hanno trasportato i \·ivcr i. Ammalati (quadrupedi). I ,quadru;pedi di truppa, e quelli degli ufficia li, ,,lichiara ti anu11alati, sono cura!i nell' infermeria del Corpo, od anche presso il reparto, se si tratta di analattie c he non ricbieclano alimenti e cure specia li. L'uff. veterinario di settimana, all' ora prescritla fa la visita nei locali del reparto. I quadru pedi sono p resentati <lai scrgenté d i settimana, il quale prende nota de lie ·prescril'lioni !dell' ufficiale veterinar io e ne fa eseguire gli ord ini. I quadrupedi a ffetti da malattie contagiose vengono segregati in appositi locali, o in capanne lontane dall'abitato. In cas.o di malattie inguaribili, contagiose, i quad rupedi vengono abballut i, -~ sotterrati cosparsi d i calce, od altri disinfettanti, p revia decisione d i a,ppos ita commissione. In marcia od in guerra, i quadrupedi ma lati o feriti, vengono sgombrati in apposite e p redisposte in fermerie quadmpedi (stabilimenti mobili capaci di circa ISO cavalli), assegnati alle a rmate, oppure in infermerie e posti di soccorso quadrupedi di tappa, impiantati con mezzi locali. N elle marcie in tempo di p ace, per manovre, trnsfe1·imcn ti, ecc., i cavalli ma.lati o feriti. che non possono seguit:e le colonne, vengono affidati in custodia al s indaco <lei paese p iù vicino, od alla stazione dei R .R. C.C., accompagn ati e curati da numero sufficiente di soldati, che li hanno in consegna.

Amman. Villaggio della Sfria Orienta.le su un vasto p ianoro coltivato e cosparso <li rovine <li antiche città. :'i passa la fer rovia che da Aleppo p er D amasco va all'H eggiaz (Arabia); dista in linea d 'aria circa 70 km . <la Gerusalemme. D urante la •campagna del 19[8 (guerra mondiale) fu per due volte obbiettivo di operazioni fra i T urchi aiutati dai T eqeschi, ed il « Corpo d i spedizione Eg;. z::rno » degli Inglesi, alleat i dell'Em iro Fcysa.l, capo degli Arabi ribellatisi al Governo di Costantinopoli. I. Combattimento del Jl-30 marzo. Dopo d i esser~i impossessati d i Gersualemme, gli Inglesi, poichè l'obbiettivo finale de:Ja campagna prevedev~ la conquista del la Palestina settentrionale, mirarono subito a sgomberare la S ir ia meridionale dalle forze turche (IV Armata), le qu a li, o ltre alla d ifesa della ferrovia dell'Heggiaz, si erano p roposto di impedire la congiunzionP degl i Inglesi, comandati ,dal gen. Allemby, con gli

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Arabi di Fey,{J campeggianti ad oriente . del Mar Mow:, sul quale una _flot(iglia turca ,(lancie a motore e zattere a.rmate) a,ppoggiava le incursion i nei circostan ti territori r ivieraschi. ~cl J11arzo 1918 il generale tedesco Liman von Sanders, era succeduto al compatriot.1 generale Falkenhayn (che non era riuscito a tenere, od almeno a riprendere n è llag<lad n è Gerusalemme), ,nel comando effettivo dei Turchi nella Siria, già qu asi nominalmente esercitato da Gemal Pascià. fu in quel tcm,po che il generale Allemby, dopo una d iligen te pr', parazione, agevolata dal ripristinato funzionamento della ferrovia proveniente dall'Egitto, attaccò ovunque con succtsso i Turchi sulla fronte a ponente del Gior<lano. respingendoli, su entrambi i lati della rotabile Gerusalemme-Shcchrn1, tra la ~osta cd il ciglione della valle d el G iordano, parecdhio a. settentrione di Lisaneh. Subito· dopo egli decise· di aµprofitta.re della depressio :ie ma teriale e morale del nemico per esegu ire con forze numerose. un'operazione su Amman, la qua le a vre bbe d ovuto avere il carattere .d i sor,presa. Dall'operazion e stessa gli Inglesi ,potevano riprome ttersi questi risultati : procurare un buon a ppoggio all'ala destra della loro fronte; sbarrare la ferrovia dcll'Heggiaz; collegarsi con gli Arai bi d i Feysal e recar loro i rinforzi per lo scopo comune d i respingere i Turchi sempre p iù verso il Nord . Parteciparono a.Woperazione la 60' D ivisione (Londoncrs) e q uella d egli Australiani e Neo-Zelandesi a cavallo; una. Brigata di « ·Cammelli I mper iali>>; una Brigata d'artiglieria a cavallo; una bat teria d'artiglieria pesante. ed una brigata <li autoblindate. l'e i servizi di vettovagliamento e munizionamento ~egui le truppe u n corpo d i « trasport i a cammello,,. Operazione ·,preliminare, ma non facile in causa della vigilanza del nemico, fu il passaggio del Giordano, non guadabile in primavera. Di più grandi p iogge a vevan,:, prodotto tma d i quelle grandi •piene i,nwrovvise al!c quali il fiume va soggetto; e proprio nei giorn i pr> stabilili per a ttraversaslo la corrente era impetuosa, e le acque straripanti impaluda vano le rive. Dopo u:, fallito ten tativo di passaggio a E l omranijeh, esso fu esegu ito a Makha,des Hajlar nella notte del 21 marzo, 'per mezzo di chiatte legate in fila. All'alba era sulla r iva sin istra un battaglione inglese, il quale in iziò subito la costruzione d i ,u na piccola testa di ponte e :,i con tinuò sotto il vivace fooco di sopraggiunti reparti turch i, sui quali, <:!alla opposta sponda del fiume, tiravano due batte.rie da montagna inglesi. Sempre valendosi delle chiatte, in seguito sostituite da un pon te. le tru ppe, con un tempo oltremodo afoso cd UJmido. continuarono ad affluire lenta mente sulla r iva sinistra, dove venne ampliata la. testa di ;p on te iniziale. La delicata cr isi del pasl;aggio del fiume durò sino a notte fatta d el 23 marzo, quando ad orie nte del Giordano si trovarono raccolti il 1srosso delJa fa nter ia della 60" Divisione e la maggior parte delle truppe a cava.Ilo. Non poco tempo p rezioso era, trascorso perchè anco~a s i potc,se fonda tamen te spera re, se non di sor·prenderc Amman, d i trovarla ·poco guarn ita. Ed infatti, il Comai1do turco, non a ppena à conoscenza dell'avvenut.l. aveva avviate numerose forze a Shunet Nirnrin, fori.e posiz ione d i sbarramento all' imbocco dell' «uadi,, Shaib. ]Vla la fortuna non abbandonò gli I n glesi, ed il 24 marzo i « Londoners n cacciavano i T urchi da Shunct N imrin, prendendovi tre ca nnon i. lYiancò la d ifesa turca Jungo lo stretto corridoio dcli'« uadi » Sha ib.


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che =ebbesi prestalo benissimo per trattenere il ne~ ico; ,cosicchè gli Inglesi già nel giorno successivo (25) riuscivano ad occupare Es Salt, dove furono trovati e soccorsi ,pa1:ecchie cen tinaia di Armeni. Tra i numerosi mater ia li abbandonati dai Turchi ad Es Salt s i rinvennero molti n1ot0Cicli, e fra i prigionieri vi r ... ra1i'o dei Tedeschi de: 703° reggimento fanteria.

La -s ituazione imponcv.L .Ji sollecitare, e, mentre il resto delle forze inglesi si avviava ,per un itinerario :più me:-klionale, i « Londoncrs ll della 60" Divisione si posero senza ind ugio in marcia lungo la strada di Amman, distante 32 km. da Es Salt. Le p iogge, cht avevan_o cessato da qualche giorno, ripresero il 27 marzò e continuarono insistenti -s ino alla fine d el mese. La strada Es Salt-Amman, sebbene a fondo selciato, era cope11a di fango attaccaticcio e tanto profondo che fu impossib ile far passare le artiglierie campa li e neppure j carri. -li 28 marzo una B rigata della 60" Divisione raggiunse il margine del grande piano di An-:man. Frattanto la Divis ione Australiana e N eo-Zclandesi con la Brigata << Cammelli lmperi~li >>, marciando a sud della 60' Div is ione, avevano a ttraversate le :dtu',-c a p onente di Naaur, inconu·ando esse p ure gravi difficoltà in causa del terreno orribilmente stemper~!o da lle prolungate •pioggie. Per molti tratti i cavalli dovevano essere condotti a mano e ·parte del carreggiJ ltt dovuta mandare indietro. Tuttavia la sera <lei :'i marzo 1'aaur ven ne occupata, e nel primo mattino òd 26, sempre sotto la 'Pioggia, una Brigata d i Nco-Zclande.s i ed Australiani marciò in direzione di Suweileh, poco lontano dalla s trada Es $alt- Amman, pe,· raggiungere la 60" D ivisione ed eventualmente carkre ~ul fianco del nemico che l'avesse fron teggiata. Uomini e quadrupedi erano troppo es;tusti delle fatidic e dai d isagi per tentar di raggiungere in giornata la ferrovia nei ,pressi di A<n1man , <love essa sottopassa una gallèria e corre su di un viadotto, c,pere d'arte che, secondo le istruzioni del Comando inglese, dovevano essere distrutte. Stando a quanto dichiarò poi lo stesso Comando, ottenuto tale risultato, tutte le truppe avn~bbcro dovuto far ritorn~ sulla s inistra del G iordano. I l 27 l'avanzata fu r ipresa attraverso ad un terreno ass,ii favorevole alla d ifesa : i frequenti «uad i >> potevano essere a ttraversati solo in pochi punti, che era lungo ricercare, e i massi ed i fitti cespugli offrivano ottime postazioni ai tiratori n emici. Ma la tenacia di quelle buone trnppe coloniali ebbe il sopravvento su tutte k d iitìcoltà ; e -g ià alla sera dello stesso g iorno 27, il <( reparto di d emolizione>> (spe-cie d i zappatori con ricc~ attrezzamento) dei Neo-Zelandesi, c~a intento alla d istruzione della ferrovia <li Amman, ma non del viadotto e della galleria d ianzi accennati, tr09po vicini all'abitato. Per distrarre l'attenzione dei ',t:'urchi e tenerli impegnati, nello stesso giorno 27 la Brigata <( Cammelli », che s i trovava al centro della linea inglese, avanzò d irettamente su Amman, ma, incontrata forte resistenza, dovette arrestarsi sotto il fuoco a meno di 1500 metri dal margine del villaggio. Sulla sua s inistr;i anche .gli Australia ni vennero vivamente contrattaccati. Evidentemente i Turchi, intu ito J'obl\iettivo degl i In glesi, erano prontamente e tempestivamente accorsi ad Amman, che parecchie artiglierie e cir-ca 4000 fucili in buone p osizioni erano p ron ti a d ifendere sotto il comando di Essad Bey, ufficia le in telligen te e di fermo carattere.

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In attesa dell'imminente arrivo della 60" Divisione (Londoners) il Comando Inglese 'Predispose l'attacco genera.le pel 28 marzo. Da destra a sinistra, la prim,1linea Inglese era costituita dalla Brigata «Cammelli>>, da una Il rigata della 60" D i visione (a cavaliere della strada Es Salt-Amman) e dagli Australiani. I Neo-Zelandesi, manovrando S;J Ila c1estra, dovevano attaccare l'altura, quasi isolata, di cir-ca 1000 m. d'altitudine, che da sud domina Amman. 1 1 cambattimento si svolse vivacissimo nei giorni 28, 29 e 30 11Jarzo. Nel primo gli Inglesi ottennero qualche parziale e piccolo risultato; ma i ripetu ti contrattacchi del nemico, diretti specialmen te. contro gli Australiani (ala sinistn1-), li obbliga rono a retroce<lcre sensibilmente. Durante la giornata <lei 29 i Turchi ricevettero rinforzi coi quali rinnovarono un contrattacco che non fu r isolutivo. )iel pomeriggio <lello stesso giorno gli Inglesi furono raggiunti da qua!che hattaglione della 60" Divisione, r imasto indietro, e da una batteria d'artiglieria a cavallo, che aveva.no eseguita una lunga e difficile marcia. Il Comando inglese, compreso dalla necessità cli affrettare una soluzione prima che altre trupµe giungessero in aiuto ai Turchi, ordinava ohe l'attacco generale, con tutte le forr.c, s i rinnovasse. nella notte sul 30 marzo, alle ore 2 . Col favore d elle tenebre i Neozelandesi riuscirono a porre •piede su p arte della. sopra menzionata altu ra a Sud d i Amman, m:i. non poterono complct:unente sloggiarne il nemico. Sul resto de:L\ froiite l'azione n on fu, neppure in quel giorno, risolutiva, pur essendo costata ingenti perdi te alle due parti. Le vicende del lungo combattimento avevano posto in luce l' insufficienza dell'artiglieria ing.!ese e l'imposs ibili tà d i insistere n ell'atta cco senza incontrare u lteriori gravissime perdite. Per <li più il Comando Inglese c1\L venuto a conoscenza che truppe Tur-che, attraversato il Giordano sul ponte di Jisr cl Damieh, ed a ltre p rovenien ti da ~ord con la ferrovia d i Damasco, avevano raggiunto Es Salt. La situazione de~li Inglesi si faceva così ad un tratto preoccupante per la sicurezza delle. sp:dlc e per i rifornimenti. Il Comando Inglese rcon es itò ad adottare la decisione consigliata dalle circostanze, ed ordinava che nella notte sul 31 marzo tutta la fronte fosse sgombrata e si iniziasse la r itirata per la <1uale dava, naturalmente, disposizioni partkolarcgg iate. Essa venne ese&11.tita. in buon ordine e

con la massima calma, tanto che anche i feriti poterono tutti essere tsasportati con le truppe. Nel mattino seguente Essad Rey, avvedutosi della r itirata degli Inglesi, lanciò una leggera colonna all'inseguimen to; ma essa venne arrestata e controbattuta dalle retroguardie nemiche. Le marce verso il Giordano si effettuarono senz,i, inconvenienti, e già alla sera del 2 rnprile l'intero Corpo Inglese aveva ripassato il fiume, lasciando solamente una forte -g uardia alla testa d i ponte di èlfakhadcs Haylar. Esso portava seco più d i 100 p rigionieri, fra i quali molti tedeschi, 4 cannon i e parecchie mitragliatrici tolte ai Turc hi. Con le truppe marciar0no anche alcune migliaia d i Armeni e di Copti di Es Salt e di a,Jtre località. Un terzo degli abitanti <li Es Salt erario cristian:i e la ,m aggioranza di essi, temendo le vendette turche, preferirono lasciare le loro case e rit irarsi con gli Inglesi. . Nei giorni i.mmediatam·ente successivi Essad J:ley si premunì contro l'eventua le ritorno degli Inglesi sulla s inistra del G iorclano occupando con qualche m igliaio 1


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di uomini la forte posizione di Shunet Nimrin, dalla quale era in grado s ia di coprire Es Sa!t ed Amman, sia di tentare un colpo di mano su Gerico, attraversando il Giordano a l passo di El Ghoranijeh. Subito dopo la fa llita operazione su Amman il generale Allcmby dovette privarsi d i buona parte delle sue eccellenti trup-pe per inviarle sul fronte occidentale europeo, dovz era cominciata la grande offensiva tede,sca della primavera 1918. Quelle truppe vennero sostituite con reparti prevalentemente indiani, a ncora senza esperienza di guer ra. Ciò costrinse -il Comandante inglese ad una condotta puramente difensiva della quale a.pprofittarono i Turch i per tentare, nel luglio, contro le linee inglesi, \m attacco che non r iuscì e che fu presto seguito da una fortunata ripresa in grande stile della offensiva h1glese.

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II. Presa d·i Am,uan (25 set tembre). Verso la metà del sctte,nbrc 1918 la IV Annata Turca era ancor:l riunita nel paese a levante del G iordano, con la base ad Amman. G li Inglesi conservavano le loro posizio,ii sulla destra del basso G iordano, e, dopo la fallita offensiva dei Turchi del precedente luglio, erano ormc,i pronii per attaccarli a loro volta. Dei pochi passi sul Giordano, a lcuni erano tenuti dagli Inglesi, altr i dai Turchi, wme quello di J isr el Damieh. Nella seconda metà di settembre il Comando. turco, forse subodorando l' imniinen t,: e grandiosa offensiva inglese, ritrasse k trUJ)pe dalla zon:i. prossima alla r iva sinistr a del Giordano, ed ordinò i conseguenti movimenti, dei quali subito ebbero sentore gli Inglesi. I l 22 settembre il generale Chaytor passava il Giordano a Jisr cl Damieh, abbandonato dai Turchi, ed i suoi Australiani e Neo-Zelandesi a cavaJlo cominciarono ad assalirne k retroguardie in n1arcia, n1entre gli aviatori, senza coa ... trasto, ne bombardavano Jc lunghe colonne avviate, attraverso l'altipiano di Jl,[oab, su Es Salt e<l Amman. Il duplice e violento attacco portò non poco scompiglio fra quelle truppe in movimento, che neppure ·si arrestarono per difendere l'importante località. di Es Sa.I!. Ormai la ri tirata dei Turchi, più che una marci,1, poteva dirsi una fuga ma l trattenuta dal rigore dei comandant'i, sotto la pressione incessante degli Inglesi, contro i quali, per due giorni, saltuariamente resistettero alcune valorose retroguardie, 111a .finalmente esc;P. pure venivano sopraffatte nel le adiacenze di Amman e l'insegu imento non incontrò ,p iù d ifficoltà. G li Jnglc,i si impossessarono così di quel villaggio, trovato qua ;i sgombro, e della stazione ferroviaria ncl!a giornata deì 25 settembre. :;\folti magazzini, parzialmente distrutti od incendiati, -caddero altresì nelle loro mani. Al nemico non fu concessa tregua, e nella sua precipitosa fuga verso il Nord fu molto molestato dagli aviatori, dagli Arabi e dagli Anzacs. Furono catturati più cìi 5000 uomini e presi 28 cannoni. Un fiero colpo veniva così arrecato alla IV Armata turca, che nei giorni successivi ebbe a subire nuove e grav i molestie dagli Arabi dell'Emiro Feysa l che eseguirono una rap idissim<1 jncursione sino a N ord di Der'aa, prevenendovi i Turchi tuttora in Elisotdine. Il grosso delle forze del generale Chaytor stazionò intonw ad Am,nan, a guardi,t della d'errovia (che . non fu guastata come nel marzo precedente s i voleva fare e s i era fatto), e per sorvegliare i movimenti della II Armata Turca, la quale, se-

condo notizie pervenute, avanzava da Mezzodì in direzione di Ma'an (V. Palestina,).

Ammaraggio. :Manovra che compie un aeromobile quando discende sopra una superficie acquea, dopo aver effett-uat0 un volo. E' manovra propria degli idrovolanti e dei dirigibili.

IclrovoJanti S. 16 cbe ammarano L 'ammaraggio degli idrovolanti può essere : 1 ° A1111naraggio -lungo : quando Ja 1manovra viene es,.;-

guita con molta velocità, sì che .J'a,pparecchio perç_ o:-rc un tratto eccessivamente lungo sull'acqua. 2 . Ammaraggio corto : Dicesi quand~ la manovra s i compie con .p oca velocità ri-ch iamando l'apparecol\.io in modo da spbgnere la velocità in poco spazio. 3° Anunaraggio <:li redan: è quello nel quale la pa.r'.e ' centrale dello scafo è la prima a posarsi nell'acqua. Dicesi anche ammaraggio di velocità. 4° Ammaraggio di coda: dicesi quando si prende acqua in pochissima ve loci tà facendo - toccare prima la

Idrovolanu S. 16 bis .elle ammarano pa rte posteriore (coda dell'apparecch io) dello scafo ; tale ammaraggio si esegue con mare mosso. 5° Ammaraggio d i prua; si ha quando si fa toccare l'acqua all'apparecc.hio in posizione p icchiata. 6° Ammaraggio d i coda-reclan: è l'ammaraggio comune e di maggior s icurezza.


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7° Ammaraggio sull'onda: è fatto prendendo acq'.1a sul dorso dell'onda e parallelamente all'onda stessa. 8° Ammaraggio contr'onda: è l'a,m.maraggio fatto normalmente all'onda. L a manovra di ammaraggio per i dirigibili è più d ifficoltosa e richiede uno speciale allenamen to dell'e. quipaggio. Per compiere l'ammaraggio l'aeron ave si de• ye ,provvedere d i coni d' à:ncora e di sacche stabilizzat1·ici. I coni d'àncora vengono collegati aJla estremità d i una fune c he, ,p assando attraverso una carrucola fissata a l gr uppo d'ormeggio, viene in navicella (serve anche per l'attacco dell'àncora per l'atterraggio in ca 111pagna), e la d i cui a ltra estremità è fissata ad un verricello provvisto d i freno. La sacca stabilizzatrice viene filata a l momento opportuno da bordo della navicellu, più verso prua che è possibile, per evitare che la su:i resistenza in acqua, mentre il d irigibile viene trascin ato dal vento, esercitata lontana dal grup;po d'ormeggio, lo faccia traversai-e al ven to stesso. Sono u tili anche una pompa a mano o dei secchi, ,per poter prele-

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vare acqua e versarla in u n serbatoio, in modo d a a,pjJesantire la navciella, in caso d i riscaldamen to del gas. S ia l' ultimo cono che la sacca stabilizzatrice, saranno collegati ;per l'estremità inferiore ognuno ad un ma!:oppetto d i r if upero, che servirà a vuotarli dell'acqua a llorchè si dovrà ripartire.

Effettuazione della 11:,anovra. G iunta l'aeronave sullo specchio d'acqua scelto per la ,manovra, si deve determinare anzitu tto la d irezione del vento : c iò s i ottiene o lanciando in acqua una s-peçiale fumala, od osserv,u1do q ualche fumo a terra o quello uscente dai fumaioli delle navi, o deduèen<lolo da qualche barca ~ vela in n avigazione o dal movimento ondoso della superficie dell'acqua. L' equilibr io dell' aeronave s i esegue nello ·stesso modo che- per l'atterraggio, tenen do con to del fatto che qnei fenomen i aventi carattere irregolare, sugli specchi d 'acqua di una certa estensione r aramente s i i·iscontrano, o se s i trovano, non sono -molto accentuati. I n genere occorre quin<li equilibra re esattamente l'aeronave a bassa quota ( intorno a i 30 m .) oppu re, se la manovra si esegue d'estate o nelle ore calde, conviene dotarla d i una cer ta spinta negativa in modo da poter p revenire l'effetto del r isca ld amento del gas, aµpena s i sarà àrresta ta la marcia. Scelta la zon a dove si d eve d i~cen dere, in modo da non avere p iù osta-

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coli sotto vento (spiaggia o galleggiante) si filano la CU• i coni, da 3 a 6, secondo l'intensità del vento batura dell'aeronave, svolgendo il malloppetto d i r icupero, e l'altra estre,mità <lei cavo di ammaraggio, iii modo che essi si vengano a trovare da-i 20 ai 30 metri sotto •l a navicella e con l' imboccatura rivolta verso il basso. Indi, rivolta la prua contro vento, con le eliche a -piccolo moto si scende lentamen te fino a che il punto. più basso del cavo .cli ritegno dei coni, che facendo catenaria pende al d isotto dei coni per a ltri 5-6 metri, sfiori l'acqua; in questo momento si sgranano le eliche e con la velocità residua si continu a lentamen te la discesa; non appena i coni cominciano a sfiorare l'acqua e s i g iudica che la velocità non sia. cctcssiva, filando opportunamente il cavo ed il malloppetto, si por tano i coni ad immergersi n ell'a-0qua lasciandoveli con la bocca r ivolta in alto. Sarà. allora il momento di agire sul verricello o sulle valvole del gas per far cii,cenderc l'aeronave fino quasi a toccare l'acqua con la navicella, nel men tre s i fila la sacca portandola. ad immergersi nell'acqu a ed a riempirsi. Se la sacca è di capacità adeguata ::Ila cu batu ra. del pallone, e c ioè ia kg. a l 2% del volume, sarà sufficiente per stabilizzar<; la quota della navicella, mentre i coni, facendo p resentare la p rua al ve11to, freneranno la velocità d i der iva dell'aeronave. Se il trascinamento è troppo forte, si può coi, quakhe colpo di elica u·attenerc o r ipqrtare l'aeronave in ;posiz ione, agendo, anche con scarso risultato, sui timoni d i direzione. Occorre prestare molta allcnzione per impedire che i cavi di. r itegno e i mallor, petti dei coni n on vada110 ad impigliarsi sulle eliche du ra.nte i movimenti e lo scarroccio dell'aero11avc sull'acqua, r icuperandoli o filandoli convenientemente ; occorre ev:ta re che ql1alche ondata vada ad urtare le eHche che sono in moto, illcaricando il rispettivo motorista <li sgranarle all'avvicinarsi dell'ondata; occorre impedire, specie se la superficie è molto mossa, che l'acqua penetri in navicella, chiudendo gli sportelli e le altre aperture. Se l'aeronave acquista molta spinta si puG ricuperare acqua in na,vicella mettendola in un serbatoio in p.; l"tenza predisposto, mediante l'uso della pompa a mano o dei secchi. In caso di vento debole e acqua calma, qua lora si avesse bisogno di manovrare per avvicinarsi ,! qualche costa, si p uò usufru ire prudentemente del 1~ manovra d inmnica, avendo l'avvertenza, in questo c~so, che. la navicella. sfior i appena l'acqua o ne ,h sollevata. Volendo sosta1·c sull'acqua in caso di vcuto, occor re ancora l'aeronave a qualche boa o a qualche galleggiante a motore abbastanza. pesante e priv<> d i alberature; in questo ca.so è n ecessario l'atuto di persone che· s i trovino s u .imbarcazion i a rem i o a motore che eseguano l'operazione d i ancoraggio, dop•;, esegui to l'a,mmaraggio, collegando le funi del gruppo ad u n ·punto fisso s tabilito in modo che la aetonave rimanga con le navicelle sollevate di qualche metro sul livello dell'acqua e provvis te d i sacche stahilina.tr ici.

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Ammaridi. Dinastia di ,p rincipi musulmani che r egnò a Tripoli , li Sir ia p er circa un secolo . Ebbe !erminc con la ·p resa d i T r ipoli da parte dei franchi n el 1109. Ammarinare (o anche Marina-re). Fornire i marina·i ad una n ave . In guerra, le ma.vi di preda bellic,,. ven gono ammarinate qu ando s i sostituiscono propri


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, Ammassamen to di un rcggtme1tto . ( L'alt ro si suppone 111 llnea)

uomin i a quelli d ella nazione a lla quale le navi a ppartenevano . R ientra in qu esto caso l'equ ipaggiamento fatto dei piroscafi avversari catturati nelle proprie acque e n ei propri porti ail'atto della dich iarazione di guerra.

Ammassamento. (Tatt-ica). E' la .formazione as· s un ta d a lle truppe i11 or<line chiuso, costituen ti il grosso d i una colonna, mentre l'avanguardia è impegnata : ha lo scopo d i raccoglieTe le truppe stess.c, in mr,do da schierarle in segu ito nella d irezione, o nelle d irezioni, c he lo sviluppo <lei combattimen to p otrà consigliare. Secon,lo i e ritei-i tatti-ci prevalenti pr ì,ma della guerr« europea, dalla formazione di marcia si passava, talvol ta, all'ammassamen to, in attesa eh~ la situazion~ tattica venisse ,ma,ggiormente chiar ita. Oggigiorno, invece, l'ammassamento ta ttico. è da sconsigEarsi ,n linea generica, essenzialmente p erchè costiluir~bbe uIS ottimo bersaglio all'avia,ione nemica. Pu.ò essere sri:') consiglia,bilc, per avere le truppe alla mano, nelle fo. reste, e nelle zone boscose che coprano sicu ran1ente dall'osservaziohe dall'alto. Di solito, oggi1,riorn o si passa, da lla formazione di marcia. senz'altro, allo schieramento,. a notevole distanza dal nemico, per sottrar s ' n on solo alle offese già accennate dell'a,viazione a vversaria, J)Ja anche al tiro a grande gittata delle artiglierie moderne (S-20 km.) .. Ammedera. Ant. eittà d ell'Africa sotto la d omin azione Romana . Stilicone v i sconfisse Gildone nel 398.

Ammenda. Multa non m inore d i L. 10 che viene inflitta a testimoni, estranei a lla ,milizia, i quali nor; sian o comparsi ad un dibattimento, senza però provC'lc;1rne il r invio, da. ,parte del Trib un; Ie m ilitare. Cont,·o tale conda nna è ammesso il i·icorso, purohè tut ta via s ia p resen ta to entro i d ieci giorni dalla notifiea. Se però in cau5a cretia mancata comparizione del testimonio il tribunale militare avrà dovu to rimandare il dibabmen to ad a ltra udicn;a, tu tte ie spese incontrate inutilmente per esso, saranno a carico del testimon io no~ . comparso, iri istanza dell'avvocato militare, potrann o essere p agate anche con l'arresto.

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Ammiano (M arcellino). Storico romano del secolo IV, di origine greca. Nacque da 'buona famiglia in Antiochia verso il 330, ,mori sulla fine del secolo. Abbra,,ciata, fin <la giovanetto, la earriera delle an i1i, seri'! sotto l'imperatore Costanzo in Italia, n tl le Gallic e in orien te d a ll'anno 353 a l 361, e seguì Giuliano n ellà spedizione contro i Persiani. D isf,'UStato per la persecuzione mossa dall'imperatore Valen te con tro gl i abitanti d i Antioe.hia, accusati di cospirare con arti magiche con tro la vita e la maestà d egli im peratori romani, abbandonò il servizio militare e ritiratosi ' a R oma scrisse l'opera: « Rerum gestarum Libri XXXI J> . con la qua le si propose si •cont inuare Ja storia dell'impero d a ll'epoca iu c u i T acito a veva tenmina ta la sua fino alla morte <li Valente. Di quest'opera sono


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.-\mmassamcntq di 1·tser1•c ans i rlacl1e ( 1914) andati .perduti i ,prim i l3 libri cd il 14° comincia àaì h, metà del regno d i Costanzo (353). Arnmiano ~farcellino è r itenuto storico bene informato, coscienz ioso e i mparziale. Quantunque il suo sti le sia alquanto barbaro e prolisso, non n,anca di energia e vivacità accostandosi in qualche modo alla maniera di Polibio, I lunghi viaggi compiuti, la conoscenza di autori greci. le cui opere .sono oggi quasi completamente scornpa1 se, danno molto valore alle sue digressioni geograficl,e cd etnografiche sull'Oriente, la Gallia e la. valle ·kl Danubio. De ll'opera •di .'\.mmiano furono fatte ed iziot\ i e traduzioni numero~issimc i n tutte le epoch~.

Amministrazione (Generalità). E' una delle operazioni che l'Organica (v.) compie sui tre clemen ti (lei qua.li si occupa: personale, materiale, terreno. Cons iste nella cura di provvedere a l trattamento dell'esercito, e particolarmente ad ogni bisogno dell'uomo ;;i guerra; alla conservazione ed alla distribuzione del materia le; alla manu tenzione <lclle opere inerenti alla pred isposizione bellica. del terreno. E ', pert,rnto, uno fra gli elementi necessari e costitutivi d i un ordinamento milita re. Riferi ta a l solo ,p ersonale è uno dei tre att i con i quali si esplica il govcmo del personale (gli alt, i -due essendo l'educazione e l'istru!':ionc) e ra,pprese11ta un dei principali fatto ri della forza mora le ,li 1111 esercito. L'amministrazione m ilitare è oggi una importante branca <lella complessa azienda statale, ed essa, come le al tre, deve attenei·si, per quanto possibile, alle <lirettiye e norme contenute nella legge sulla Amministrazione e contabilità ,g enerale dello .Stato. E' stato intrnzionalmente dello cc ,p er quan to possibi le», inquantochè l'esercito costituisce uno specia le organismo, con caratteristiche ,proprie, con un -compito tutto affatto particolare, che può esp licarsi in circostanze di tempo

e di luogo a ltrettanto particolari; è una organi7.za7.ione completa, autonoma, speciale. Da ciò la necessità che quelle norme d irettive contenute nella fonte madre della contabilità generale ùello Stato siano intese ed app lica.te, non sempre in senso assoluto; ma temperale, modificate, sostitu·ite, in relazione appunto a. scopi, fini e mezzi di cu i deve necessaria:rnentc •c1i1'porrc l'am;ninistrazione della Guerra . Emerge da ciò la necé5· sità di un complemento d i legge che a,bbia particolare eò esclusivo riferimento all'amministrazione e contabilità dei Corpi, Istituti e Stabilimenti M ilitari, e che contenga tutte le eccezioni e le particola.rità in contrasto, non contenute o non previste nella legge sulla Amministrazione e Contabilità generale dello Stato. Questa necessità sempre sentita e sempre invocatà, s ia per la evidenza <le!Ìa cosa, sia per distruggere tm sis tema ·preesistente irrazionale perchè incost;tuzionale, venne attuata solo ne l 191 1 con la legge luglio 1910 N. 511, la quale è stata completala da apposito Regola:mento e l'una e l'a ltro insieme formano o dovrebbero formare, ancor oggi, 11 cardine della nostra ammin istrazione e contabili tà. Amrninistrazio11-e (R.egolanie11to) . Il Comandante d~i Corpo, quello del Battaglione, e quello della Compagn ia, sono rispettivamente responsa,bili della buona amministrazione dei 1·epa.rti da loro dipendenti. I l p rincipio cui devono informarsi è quello di conciliare il vantaggio e l' interesse elci soldato, con quello dell'erar io. E' per consegu_e nza loro obbligo precipuo quello cli sorvegliare c he tutt i i militari ricevano regolarmente quan to loro compete, e che non si facciano rite,,ule indebite a loro carico, ma nello stesso tempo non succedano malversazion i a car ico del Corpo e dell'era.rio. L e cure ammi nistrat ive si estendono i1a1uralmcnte ai quadrupedi, a l corredo, a-rredo, carreggio, ecc.


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Amminislrazio1,e (C. P. E.). Il militare, ·investito di funzioni amministrative, che abusi della sua posizione di fiducia a danno dell'erario, del Corpo, o degli individui che lo compongono, si rende colpevole di reati (prevaricazione, infedeltà, frode, furti, ccc.) che lo rendono indegno di a,ppartenere alla milizia; e vengono puniti con pene comminale dal Codice Penale Ordinario. Soltanto quando si tratti di somme inferior i alle 500 lire o di reati di minore entità, accompagnati da circostanze attenuanti, il militare può essere condannato a pene comminate dai Codice Penale delrEsercito, e mantenere l'onore della divisa. Amministrazione (Storià). Correndo attrave1'So le di• verse epoche della storia militare, si constata che lad• dove i Capi porta rono la loro particola.re atti,•ità nella cura materiale ed economica dei loro gregari, si ebbero masse disciplinate e di sicuro affidamento. L 'abbandono o la trascuranza dell'amministrazione invece, portò a mas$e infide, facili• alla rivolta ed all'ammutinamento. E si constata ancora quest'altro particolare: che nella concezione moderna dell'A. erano molto più vicini a noi l'antica Grecia e l'antica Roma di quello che non lo fossero gli eserciti che da allorà si susseguirono sino alla metà del XVII secolo. L'una e l'alt,·a di queste constatazioni t.ronno precisamente la loro origine nella linea di rapporto fra amministrazione e Comando. Roma aveva il suo «questore )), vero amministratore della massa mi litare, indipendente e con larghe facoltà. esecutive; egli rispondeva de.Ila sua opera direttamente al Senato. )ia poichè il « questore » poteva essere chiamato a reggere il Comando nel caso di mancani a del Console, !'indi-pendenza a.r01Ì1inistrativa non poteva più essere assoluta, ma. bensì rela tiva. Altrettanto dicasi della Grecia, con questa sostanziale diffc1enza però, che ben più arduo era il compito di Roma di quello che non lo fosse per la Grecia, a causa della forte d ifferenza della mole dei due eserciti. Comunque, in questi eserciti, con spiccata .prevalenza della cura e .mantenimento del soldato a carico dello Stato, fu facile radicare il senso della disciplina e trarne tutti quei vantaggi che solo da essa e con essa è possibile conseguire. I Barbari, guidati dal principio che « la guerra nutre la guerra >l bandirono completamente l'amministrazione, ed infatti non ne aYevano bisogno perchè essi vivevano delle risorse locali, e reggeva la loro compatteiza la curJidigia del bottino, l'istinto brutale della devastazione. Con le Milizie mercenarie si richiama in Yita l' amministrazione; ma questa, per la natura della )filitia stessa, è soggetta ad un frazionamento che .p orta ad un assoluto decentramento, e conseguente cattiva a1111ministrazione, dove la frode ha il predominio noto e tollerato: rivolle ed ammutinamenti causati dal ritardato o mancato pagamento del soldo, dall'jnsufficiente mantenimento, ccc. E questi difetti e dann i, più o meno accentuati, si ripetono e si seguono attraverso le Milizie Feudali e Comunali sino alla metà del secolo XVII. In Francia, si trovano le prime tracce d'amm. mii. sotto il re G iovanni II (1350- 1364) colla cre:izione di speciali « Commissariati di guerra». Success iva.mente vennero adottate disposizion i per l'equipaggiamento e i rifornimenti delle truppe; sotto En• rico III (1Si4-1S89) si crearono dei « commissari gc-

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nerali ai viveri». Ma una vera amministrazione militare prende forma soltanto per opera del Sully, sotto Enr ico IV. Nel 1627 ai commissari vennero sostituiti gli <e Intendenti generali n, e si crearono i « Tesorieri generali degli eserciti >J. In Italia grandi cure a ll'amministra.zione dell'esercito diede Emanuele Filiberto, per mezzo dei contadori, dei veedorì, dei tesorieri. La nascita degli eserciti permanenti e regolari, se• gna l'inizio di un èra nuova per l'amministrazione m ilitare, mcrcè l'opera avveduta ed efficace di quel Grande )iinistro di Luigi XIV che fo Le Tellier, inarcbes, di Louvois, iniziata prima di Maurizio di Nassau, pr;mo ideatore di un Regolamento <l'Amministrazione Milita.re, completata e perfezionata poi da N a.po leone. Quelle riforme trassero origine dal sistema preesi;.tente, non solo in Francia, ma IJ)ressochè in tutte le ~ hioni d'Europa, dove la frode e la malversazione a danno dello Stato e del soklato erano la regola scnZ..L eccezioni. Infatti, prima di allora, il Re vendeva: a i soli aristocratici, i brevetti d i capitano e di colonnello, i quali davano diritto agli acquirenti di costituire ur-a compagnia od un reggimento, di cui diventa,•ano i pad roni, e ricevevano dal Sovrano un assegno convenuto, sulla. •base di una forZ.:. presta,bilita, per la conservazione cd. il mantenimento della forza medesima. Era facile intuire, se si tiene conto delle speciali condizioni di tempo e di luogo, quale anarchia amministrativa ne conseguisse, inquantochè, 1111entre lo Stato sosteneva in effetto una spesa che gli avrebbe dovuto da.re diritto di potere fa.re assegnamento su un determinato effettivo di uomini, questi erano invece di gran lunga inferiori, perché la d ifferenza fra effettivi e reale esistenza, costi tuiva un illecito, notorio ed io1p licita111ente ammesso lucro di quegli aristocratici capitani e colonnelli, i quali facevano un vero e proprio commercio di quel bre,·euo conseguito non come riconoscimento di espresse qualiù milita.ri, 1111a bensl per le loro speciali e privilegi:ue condizioni sociali ed cconomiclw. A frenare questi cd altri abusi, insorse Louvois, creando !'amministrazione nel senso moderno della parola: stabilì le competenze, assestò la forza istituendo k «rassegne», costituì 1td'à. gerarchia che faceva capo ,i lui , .ideò il f.unzionamcnto dei n1aga7.zini per la sussistenza delle l ruppe, organizzò il servizio sanituio. costruì caserme, generalizzò l'uso dell'uniforme nel c0• !ore e nelle ·fogge. Tutte queste innovazioni avcvanP origine dall'illecito uso cd abuso che fac-:va de: pubblico denaro, si I è perciò che la loro p ratica ,lttuazione non poteva ripromettersi alcun tangibile ;,ro.6.tto se non veniv:rno accompa1,'Tlale da norme che 11c assicurassero lo scopo, donde l'origine di tutti l nostri documenti contabili i quali furono e si m.u:l.cn gono basati sulla sfiducia. reciproca, caratter:sllc<1 d; tutte le a.m ministraiioni .pubbliche e di quelle militari in ispecie. Dopo Louvois si ritorna a peggiorare. L'illccith lucro sopravvissuto per secoli non· poteva d'un tratlo scomparire. J .'accentramento amministrativo di fronte all'aumentata niolc degli eserciti favorì frodi e 111:ilver sazioni che si ripeterono non ostante la cre.uionc c!i <e controllori >l, i quali presto entrarono a di\'i<lere con gli altri il denaro sottratto all'Erario. Solo con Napoleone, l'amministrazione viene elevata, considerata, ri9pettata, tP.muta. Egli ne crea un « servizio » con personale proprio, al quale dà fonor.: della

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divisa; fa esercitare un rigido e $evero controllo sul'.e spese, e sulla forza, e con appositi « ispettori l> orga·n izza una vigilanza sui Consigli nell'amminislrazior,c d ei Corpi. L' A. Militare quind i, è accentrata nel Comando dell'Esercito del quale è una diretta emanazione e ad essa è e <leve man teners i subordinata, sia nel concetto che n ell'essenza. Essa <leve inspirarsi a l criterio di potere soddisfare sompre agli intei:i<limenti ed agli scopi prefissi dallo stesso Coma11do, epperciò predisporre per un ottim0 e razionale funzionaimento dei suoi servizi ne l modo e nella , forma che meglio si adatta110 allo scopo da conseguire. E questa subord inazione assoluta cd incondizionata iu guerra, è necessario che esista anche in pace, conciliando per quanto IJ)Ossibile, esigenze economi che di pace con esigenze tecniche di guerra. A mministrazionc de·i Corpi. Pane integrante ed importan te dell' Amministrazione Militare sono gli orgam locali d el!' Amministrazione della Guerra destinali a gestire un'aliquota dell'Esercito od uno dei servizi ad ess,J necessari, che si concretano nei Consigli d' Amministrazione dei Corpi medesimi, i quali, amministrativamente considerati, vanno intesi in senso molto lato. (V. Consigli d'amnzinistrazione).

A ,mnù,istraz·i one della Guerra e A . della M a·r-ina. ',!. Ministero della Guerra e della Marina. C'trpo di A . (Reg,w Sardo). Corpo creato nel 1856 riunendo insieme il Corpo degli infermieri militari e la Compagnia di operaci delle sussistenze militari: si chia mò iu quell'anno Battagliane ·di A mrninistrazio,ie prese il nome indicato, d i Corpo di A., nel 1860. Aveva una <livisa s imile a quella della fanteria; fu soppresso nel 1871.

Amministrare. Nel linguaggio mi!. d'a ltri tempi (scc. XV-XVI) dicevasi: A. la guerra, nel senso di provvedere ai bisogni dell'esercito combattente; e A. la guerra pe•r capitani, quando il Principe non andava di persona a comandare l'esercito, .ma ne affidava il comando ai suoi capita11i. Ammiraglia (Nave). Prende questo nome la nave su ;;ui è imbarcato l'am:mirnglio. Anticamente si chia mava la « Capita11a >l ed era, come ora, la più potent~ unità (lella flotta . La nave ammiraglia, oltre ai requisiti che hanno tutte le a ltre navi, deve permettere una conveniente sistemazione del ponte di Comando pcrchè vi possa stare l'ammiraglio col suo stato maggiore; deve avere gli alloggi a poppa per l'ammiraglio e il pcrs'Ona,le dipendente, nonchè una sala, così detta « sala del consiglio>>, in cu i vengono riunit i a rapporto i coma!ldanti delle unità. iu sottordine. L a nave ammiraglia ha in generale la s istemazione pii, 3)crfetta degli organi da segnali (ottici e radiotelegrafici) e porla trna spe<.:iale bandiera distintiva. Date queste speciali qualità, la n ave aimmira.glia viene studiata e adattata g ià dal tempo della sua costruzione 1per il servizio speciale di cui sopra. In combattimento, il posto della navq ammiraglia è p rossÌ'ma.mente al centro della fonnazione. Quando una squadra è comr,osta di più d ivisioni, la nave ammiraglia è la ~apolinea della, d ivisione centrale. Ciò p er la maggiore facilità di sorveglianza e di trasmissione dei segnali. Si "è d iscusso lunga1n ente se sia conveniente imbarcare l'amnuraglio sopra una unità p iù p iccola e molto

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veloce anzichè su di una unità. grande scelta fra le p iù potenti. La consuetudine per ora è favorevole a lla nave grande ed è r imasta sempre tale, quantunque il problema sia stato .più volte studiato anche nei secoli passa'bj. Risalend o ai tempi di Luigi XVI, una ordinan7.-a disponeva che l'ammiraglio fosse imbarcato sulla più veloce <lc!Je fregate; e cosi aveva anche disposto, durante la Rivoluzione, la Convenzione; ma !'ammiraglio, anche iu Frnncia, continuò a rimanere sul più poten te dei vascelli, come si è sempre praticato presso tutte le marine. Questo problema è ancora in discussione, specialmente dopo le necessità. create dall'arma aerea. L'arnmir. Be.atty, inglese, sostenne che il posto d el Comandante <li una flotta doveva essere :i bordo di una nave porta-velivoli. Si sono anche ideat~ navi a,pposite, con grandissima velocità, con vasto spazio libero da servire come piattaforma pel volo degli appa.recchi aerei, con armamento di quatiro o sei grossi cannoni in torri, e otto o dieci pezzi controaerei, con ottin,a .protezione cl i corazze, con lancia bomilc contro i sommer.gibili, con armamento d i siluri. Tuttavia si è ancl1e osservato non conveniente il tipo con grossi cannoni, perchè i, )orn fuoco potrebbe disturbare l'attenta osservazione dcli' Ammiraglio in capo, e l'attento controllo sulle navi poste ai suoi ordini. Qualcuno ha arn;he p roposto che la nave ammiraglia sia add irittura una nave aerea. Fra le navi ammiraglie celebri nella storia, ricorderemo il « Victory n vascello ammiraglio di Nelson a lla battaglia di Tra.falgar; il (<l'.Hkasa », dell'amaniraglio Toga a Tsusbima; il << L ion » di Beatty alla battaglia del Dogger Bank e dello Jutland, l'« Iron Duke n dell'ammiraglio Jellicoe alla stessa battaglia dello Jutland. In Francia si chiama nave ammiraglia quella sl)lla qua le, in ogni grande porto militare, inalbera la propria bandiera il « Prefetto marittimo» . E' generalmente una vecchia nave da guerra e serve come coPpo di .guar<lia p rincipale e come sede della direzione della polizla portuarfa.

Ammiragliato. Rappresenta il più a lto consesso d i ci~scuna marina militare di tulle le principali nazioni del mondo. Ha avuto origine in Inghilterra S'Jtto Enrico VIII, quando si è cominciato a capire che la grandezza e la sicurezza d i q\lello Stato di,pendevano dalla padronanza del mare. Dopo varie vicende e mod ifiche, l'Ammiragliato Inglese è risultato a lla forma a ttuale, cioè composto d i sei membri i quali sono : li Ministro, il primo Lord Navale (Capo d i Stato Maggiore), i l secondo Lord N a.vale (.Capo del personale della Marina), il terzo Lor{! Navale ( che sovraintençe ai materia li e a!Je riserve), il quarto Lord K a vale ( Capo de i servizi amministrativi), il Lord civile (membro della Camera dei Comuni), il Segretario Permanenk (il quale i: sempre un u fficiale superiore d i marina). Compito del consesso è quello di mantenere iu efficien7.,a la flotta, sviluppandola in relazione alla politica interna e<l esterna del paese e distribuendo di conseguenza le forze navali per il mondo intero. Sino a l 1916 non obbe che carattere puramente consult ivo; dal 19l6 alla fine del 1918, ossia durante i due u ltimi a.nni di guerra mondiale, qua11<lo a Primo Lord Navale venne nominato l'Ammiraglio Jellicoe, l' Ammiragliat~ assunse vero e proprio carattere di organo esecutivo, che doveva studiare i p roblemi e affrontarli, ossia prepara re


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i mezzi di guerra e dare le disposiiloni per il lurv impiego. Questo stato di cose, che iu r ichiesto persC\nalmente dall'Ammiraglio Jellicoe, menomava alqu:uw, le facoltà <le i ".I [inistro, ma era dettato dalle eccez ionali circostanze deri\'ate dalla guerra con i sommergibili, condotta a<l oltranza dalla Germania. In quel periodo, <lall' Ammiragliato inglese dipendevano w1a serie <ii Uffi ci e Direzioni Generali che costLuirono uu vero e provrio Ministero. In Francia, J'.-\mmiragli:uo \'enne costituito per !., prima ,·olta dal cardinale Richelieu, col nome di « Consiglio della )farina.», e durò fino alla rivoluzione, C• poca in cui fu soppresso per essere nuovamente costituito da N1polcone, indi soppresso e ricostituito nel 1824. Porta ora il nome di « Consiglio Superiore della )farina» e discute le question i generali che riguardano le flotte e la difesa delle coste. Attualmente è composto: dal 11:inis tro Presiden te: dal Vice Amm iraglio ( [spettore generale in tempo <l, pace), designato a comandare le forze marittime del Nord in tempo di guerra; dal Vice Ammiraglio (Ispettore generale in tempo <li pace) e designato a comandare le coste dell'Atlantico in tempo d i guerra; dal Vie,, Ammiraglio (Ispettore generale in tempo di pace) e designato a comandare le forze marittime dd )let!iterraneo in tempo di guerra; dal \ ' ice Amn.iiraglio comandante la .squadra del Mcditcrr:ineo; da un Vice Amm iraglio scelto d al i\lin is tro fra que lli che, per effetto <ld proprio incarico, risiedono a Parigi. !\'ella Marina Sarda, nel 1816, stabilendosi il nuovo regolamento per l'amministrazi<>ne militare ed economica della !)farina reale, venne creato un <l Consiglio d'A mmiragliato», presieduto dal Comandante in cn.p o. Dopo la costituzione del Regno d'Italia venne creato il u Consiglio d i :\farina», sul t~po di quello francese. ,\ncl,e quel Consiglio ha subìto varie modifiche, finchè ha preso la forma attuale stabilita dal R. D ecre to N . 1521 in data 19 luglio 1924. In q\1csto decreto è scritto che i l Comitato d egli Ammiragli è costituitv come segue: a) l'Ammiraglio previsto dal ruolo organico e promosso tale per merito di guerra, presidente. b) il vice Ammiraglio, pTesidente del Consiglio superiore di )1arina, membro ordinario.

e) l'Ufficiale Ammiraglio Capo <li Stato ~Iaggiorc d ella )farina, membro 'tir<lina.rio e relatore. Il M inistro per la J\farirnt - d i sua iniziativa, o ;11 Seb,uito a proposta del presidente - può disporre cht! faceiano parte del Comitato, per l'esame di determinate questioni e con voto deliberativo, altri vice Ammirag li o tenent i generali ispettori in qualità di 1nembri s trao1,dinari. T membri st raordinari con voto sa.ranno generali capi o generali vice ispettori per i corpi nei quali eventualmcme il grado di tenente generale ispettore nÒn esista o non sia coperto. Su invito del .Ministro o del presidente potranno es,;erc aggregati a l Comi(aio, quali mmTibri straordinari senza voto, i d irettori i;cnera lj e centrali presso il Ministero della Marina, come pure qualsiasi altro ufficiale <li grado non inferiore a capitano di vascello od a colonnello, il cui intervCJ1!0 s ia ravvisato per la sua specia le competenza n elle questio11i sottoposte a l Com itato. Il Comitato degli Ammiragli è con vocato dal Ministro della Marina, o dal presidente dopo che questi abbia preso

accordi col :\linistro circa gli argomenti da sot!oporrc a l suo esa me, per <lare ,parere sulle questioni d i a lta importanza relative itgli ord inamenti militari dcl:a R egia )1urina, alla sua p reparazione organica e hellica, tanto nei riguardi del personale che ciel ·nateriak, ai programmi di costruzioni navali, alla rad1a~ione di unità ciel R. Naviglio (fuori dei termini previsti dal R. Decreto Legge 21 clice1n bre I 922, N . 1800), co;ne pure in tuni quei casi, ver i quali il parere del Comiiato è richiesto <la altre disposizioni speciali, e su tutte quelle particolari questioni d'ordine m ilitare, che il ~linistro della :.farina o il presidente del Comitato ritieJ1e opportw,o sottopo rre .a<l esso. Il Comitato può ,:-,sere anche invitato dal ::Vlinistro della }farina ad c~prirner<' parere sulla assegnazione degli alti comand' navali, nonchè sulle attitudini dei vice anuuirag!i e dei tenenti generali ispettori; in tal caso il Comil,lto deve esseré costituito con membri p iù a nziani d egli ufficiali sui quali è richies,to il giudizio. Inoltre, il Comitato può essere costituito in speciale Commissione, per gli ava.n zamenti per meriti di guerra, ossia per deliberare s ulle proposte alle qu:i.li il Ministro abbia dato èoi·so, di promoz ion~ per merito di guerra a favore di ufficiali d i qualsiasi grado e ruolo ed a favore dei cap i di .1• classe del Conpo Reali Equipaggi, e sulle proposte di seconda. od ulteriore promozione nella riserva navale. Jn tale Commissione il p residente ed uno dei 111e1nbri ,del Comitato d egli Ammi ragli possono essere rnstituiti, quando impediti, dal più anziano fra i vice ammiragli, e, in mancanza, dal più anziano dei con-· tra.mmi ragl i non aventi la qualifica di specialisti di armi navali, ' che abbiano destinazione d i ufficio a Roma e non s ia no ;mpediti di intervenire. Per le ,p roposte a favore d i ufficiali appartenenti ad altri ruoli che noa siano quelli degli ufficiali di \'asccllo o del corpo Reali equipaggi, farà parte della Commissione il più ele\'a!o in grado cd il pi(t anziano fra gli ufficiali generali de! ris1Jettivo ruolo, nvcnti destinazione d i servizio alla capitale e non µnpediti d i interveni re. A parità di rnti la deliberazione si considera sfa.vore,·ole all'ufficiale. l' presidente del Con\itato degli Annniragli, quando riveste il grado d i ammiraglio, può essere incar icato eia! :v[inistero della Marina della d irezione delle manovre ed esercitazioni navali éli speciale importanza, e possono a lui essere affidati altri incarichi temporanei di carattere particolarmente importante. Il Comitato esamin:i. le questioni <!~ferite aJ suo giud izio sollo l'aspetto militare, nautico, I marinaresco ed economico; esso si pronuncia sulla utilità, opportunit:L cd equi tà dei prov,·edimenti sottoposti al suo esame; e. se implicano spese, sulla loro convenienza assoluta e relativa. E' detto Ammiragliato anche il luogo dove iisie<lono gli uffici del detto Consesso, e la scdè dell'ommiraglio comandante d i piazze forti marittime.

Corti d'Ammiragliato. Coni giuridiche speciali, create: in vari S ta1i nel XVII secolo, per giudicare se lt> prede dov ute alla guerra d i corsa fossero da. tener,, per buone o no: nel primo caso le prede venivano de,·olute al corsaro interessato; nel secondo caso erano restituite agli armatori.

Ammiraglio. Sta a designare colu i che ha un alto· comando in mote, flotta, squadra, o comunque un raggruppamento di navi militari. Deriva ed è una contrazione dalla voce araba « Emir-al-Rahr » che significa


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cc Principe del ]\fare >J. F u usato per la prima volt.a in g lio » con nuove prerogative; questa carica durò fino a l Sicilia nell'XI secolo per distinguere una magistratura I62ì, anno in cui Iu soppressa dal Richclicu; Luigi XIV civilc-,poli1ica che d ivenne poi militare-navale. Nella la r i~tabilì nel 1669, ma diminuendo le prerogative co• Marh1a di Ruggero I il Nom1anno, troviamo infat•.i spicue cli 'essa recava con sè e che avevano dato ombra delle flotte or gan izzatc con traa l Richelieu. Soppresso ancora nel 1791, il gra<lo fu rid izioni arnbe e com,mdate Ja " stabilito da >i apo leonc nel 1806, che lo conferì a lV[urnt Emii·i del mare, i qua li prend,)e mantenuto d a Luigi XVIII che lo conferì al Duca d i no nei pTimi tcrnpi il nome l.iAngouléme. Si trattava ormai <l'un titolo puramente o tinizzato di cc Admira tur ». Funorific~, il quale fu abolito nel 1830. Una legge del L84l r ono ira i primi a porta.re tal" creava tre G randi Ammi_ragli, assimilati a i marescia_lli l'italo, n ella prima metà del sedi Francia, in temµo di guerra, ricolo XII, un certo Stefano, vit,dotti a due in tempo d i pace. citorc -dei Greci a :Vfatapan, e In Inghilterra, il pr imo ammira,iorgio di Antiochia, i l quale fu glio è del 1297 . Quindi, d w-a.nte il insignito da Ruggero, nel lJ-1:l, periodo velico, quan<lo le Dotte indel su premo titolo di << Admiglesi ebbero ragione degli olandesi, ratus admiratorum >> per portadei francesi e spagnoli, le armate s i re la guerra, per via di rnai-f, regolarizzarono in una. formazio!'l..:: a Co,;tantinopoli. Presso i No rstereotipa che era composta di t~e marmi si chiamò A. l'ufficiale squa<lre : Ja squadra d i avanb'llardia, uniforme posto a l comando del porto e quella. del centro, la retroguardia . cti ammiras-Ho,inglcse de lle navi nelle città marittime .• Ciascuna. squadra era comandata d1 del secolo XVIII (A . del Porto) e così anche p re:;- \ un /\mmiraglio, ,na. il più e.levato in so i Veneziani e gli Anconetani. E dai Normaru1i pure grado stava nella squadra del cenfu crealo il titolo <lì Grande Ammiraglio, capo supremo tro; seguiva per importanza quello dell'a.l'!l1at.a e degli uomini cli ma.re in pace e in guerra. dell'avanguar<l i.a, che venne chiamaIl titolo d i ammiraglio, veruie generalizzato nell'uso to Vice-Ammiraglio, e poi quello della delle }\farine Europee nel XIII secolo durante le Croretrogu ardia d1c prese perciò il riocia.te, e adottato .pr;ma <lai genovesi (Almira,ite) e poi mc « Retro-Admiral )J . Questa distindai francesi (Almyrall). Ante<:edentemente i Romani ~ione ha dato origine alla attuale gechiamarono Praefectu.s classis il capo della flotta; in rarchia, e per molto temp6 s ì ebbe, Un iforme di segu ito i l comandante <li una squadra di Galee si chia- ammlragllo trances~ ·1elle marine il Retro-ammiraglio, cu i mò: Capitano generale o sompliccmente Capitano. Presvenne poscia cambiato il nome in del secolo, XIX so i Greci dì Costantinopoli: Protodru·n gario l' Amm iquello d i « Contrn-ammiraglio )>. Lr raglio, e Dr·u11ga.rio il vice-Ammiraglio. squadre inglesi• erano anche distinte per colore, e così Presso i genovesi il primo chiamato col titolo di A. si ebbe l'(( A<lmiral of thc blue», l'« A<lmiral of thc appare in •\!Il atto del 119S, col quale il grado cli ad-mired ll, che corrisµondcvano sempre alle stesse posizioni rat<lS veniva dato a cer to Gafforio. E Genova prescrisdelle squadre nella formazione d i battaglia (avanguarse che nessuno potesse assumere il titolo se non codia o retroguardia) e che per conseguenza servirono n mandasse ·.mo stuolo di almeno d icci galere. designare il grado degli Ammiragli. Nei temvi <li Dante, J)resso i Fiorentini l'ammiraLa terminologia generalmcnt,~ glio avcva la sovra in tendenza <lei adottata in tutte -le marine è ilavori del porto <li Talamonc . de ntica, ed è quella di: Contra A Venezia gli· esempi inco- anuniraglio , V ice ammiragl:'--\ minciano da l 1285, ma come CaAmmi raglio. p•itano, o Governatore d i Porto In Italia, durame la grande cl i Ma.re; come · Capitano di flotgucna, si sentì la necessità. di ta (admiratm) l'atto p iù antico creare il grado di Sotto am:11iè del 12 aprile 1470, poi che i l raglio, che era ' inferiore al Consuo titolo per lungo tempo fu d i tro anuuiraglio e corrispondcv:;. << Capita.no Generale d a. Mare J>. al grado <ÌÌ generale d ì Brigata In Spagna si usò per molto del R . Esercito. Il grado <li Sottempo il titolo <l i Ahn'irante, coto a,nuniraglio venne creato con me titolo onorifico, e in tal modecreto 24 novembre 1919, mc, do venne conferito da Ferdinanera già stato istituito in vi:i do e Isabella a Colombo, cor. provvisoria. con dc.-creto 11 agodiritto di tramanda.re il titolo ~to 1918. Si stabi liva che i Sota i diseenclenti, attuàlmente Duto Amn1iragli potessero aver dechi di Veragua . stinazione <l'imbarco soltanto con . Il primo re di Francia che la carica di Capo di S . M. ,Ji abbia concesso i l tito lo d' AmArmata o d i squadra, e che a. miraglio fu Luigi IX, i l qudlc terra potessero avere_ vari (:, lo -conferì a F iorenzo di Va renmandi, eccettuato per ò quello d i Amminwg-JJo it,'lllano Ammiraglio Jtaliano nes verso i l 1270. Carlo IV creò Comandante militare manttm10. tn bassa tcnu t<1 in alla o 11trormo nel 1322 un <C Grande ammiraIl detto grado venne abolito con (Carlo Mi-r abe'llo) (Tl1aon di flevel)


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Decreto dclrll gennaio 1923. Attualmente, mentre sono inalterate le distinzioni di cui sopra, vengono fatte 1 a ltre tre sotio distinzioni, che servono a designare gli incarichi degli ufficiali ammiragli e cioè: Contrammiraglio - Contrammiraglio di Divisione - Vice Ammiraglio di squadra - Vice Ammiraglio di i\;mata - Ani-

·lromba in do

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l~=!r id J1 fFC[ I FI n segnale dJ 1romba !ndlcato rappresenna Io squillo per 11 contramm1ragllo : ctue squllli sono per li v.iJce ammlrag,llo, tre per l'amrn!raglio e 11 grancle amm irar;lio.

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A mmiraglio rli Saù,t Bo 11 . Corazzata, i n acc1a10, ,-arata il 25 aprile 1897, ora radiata e demolita: lunghezza on. 111,80; la rghezza ni. 21, 12; dislocamento >S00 tonn. ; macchina 13 .500 HP.; velocità 18 nodi; armamento guerresco 4 cannoni da 254, 8 da 152 ed 8 da 120; Stato maggiore 2S; equipaggio 529. Ha prtsc

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miraglio - Grande Ammiraglio. Il primo comanda un·1 Base Navale o un Comando Militare Marittimo. It <·econdo una Divisione di navi . li terzo una squadra composta di due o p iù Divis ioni. li quarto un'armata composta d i due o più squadre. Il quinto è un ~rado che si dà a coloro che hanno comandato armate in guerra. Il sesto è titolo onorifico e corrisponde a l Jvfa.resciallo d'Italia nell' Eserdto. Qucst' ultimo è conferito soltanto a coloro che in guerra abbiano tenuto il comando supremo delle forze di mare, e, nel caso che il comando sia stato assunto da S. M. i l Re, abbiano coperta in guerra la carica d;° Capo cli Stato Maggiore della Mar ina . Il decreto che isti tuiva il grado di Gra.nd'arnmiraglio è del 4 novembre 1924 e la prima nomina era fatta in. persona de l Senatore Thaon di R evel. Nella marina italiana portano il nome di Ammiraglio soltanto gli ufficiali provenienti dallo Stato Maggiore generale (Ufficiali di Vascello) mentre gli ufficiali d egli a ltri cor,pi: Direttori di macchina, Ingegneri, Commissari, l\fodici, ~orlano il nome di Generali. Ciò perchè la , voce Ammiraglio sta a distinguere colui che ha effettiva possibilità di comandare il naviglio. Ammiraglio deU'Arse11ale. Nella Marina Venezian:!. era dipcridente dai Provveditori o Patroni; sopraintendeva alle costruzioni, alla conservazione ed all'armamento delle navi da guerra, oltre che alle opere idrauliche pertinenti alla Mar.ina, le quali opere, in una laguna come quella di Venezia, non erano di lieve momento.

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Trofeo

Insegno

Disll,ntivo 11uwiCJ1: un gallone al di sopra de!1n, 8'reca per 11 eomrammkagùto; due per il vice arnmira8'11-0; tre ,per l'amm1raglio ; quattro per !1 8'l'a;nde amrntraglio. Controspalli11a: corona $U roncto azzurro p,e,.r il contrarn-

m~~agt,o; su rot1cto rosso per n vtce o l'ammiraglio. u na _stella per hl contnairnmiragllo; due· per il vice amm1raglio e 11 contrammiraglio ctl d1vis!one; tre per J'lamm!rag-110; quattro (e vmto su rand.o oro) per il grancte ammiraglio. Trofeo: I'aneorn sempre su fondo azzurro; corona su f'Ondo a:,zurro per il contrammiraglio; su f ondo rosso per Il vice e rammiragl!o; su rondo oro per ll granrJe ammiraglio. Bandiera (a~zurra) : una stella per il contr,unmiragllo; due· per ii vtce amm1ra8'liO; tre per l'ammira8'11o; quattro per il graodf 111llml!·agllo. Salve: 13 colpi Ili cannone per n contrammlrogllo; 15 per 11 comramm1ragllo di divisione e· 11 vice amml-· raglio di squadra; 17 per il vice ammiraglio d'annata; 19 per l'arnmlragl!o e !d g,rande amm:!ragli-0.

parte alle operazioni per l'occupazione d i Tobruk durante la guerra italo-turca ed alla campagna in Egeo .d el 1912 (dj,nost.razioni navali e occu,pazione di Rodi e isole <lei Dodecanneso). Durante la guerra mondia!e venne dislocata a Venezia e il 4 novembre 1918 ~ntrò a Pola come nave ammiraglia della flotta che an dò ' a_d occupare quella piazza. Ammiraglio Mag1taghi. Nave .per il serv1z.10 idrografico, in, acciaio, varata il 10 agosto 1914; lunghezza rn. 83,50; larghezza m. 11,40; dislocammto 2050,. T. ; macchine 2000 HP. E ' destinata ad eseguire principalmente campagne nel l\far Rosso e nell'Oceano Indiano.

Ammirato (Scipione). Letterato del scc. XVI, n . a Lecce, m. a F irenze (1531- 1601). Per incarico di Cosimo I scrisse la storia di F irenze, che riuscì un la vo-


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ro r.-..lho pregevole. Lasciò anche fra le molte opere i

« Discorsi sopra Cornelio Tacito» che sono un vero trattato d i arte militicrc.

Ammonal. Esplosivo al nitrato di ammonio; ,., presenta sotto forma di polvere grigia. I ntcressanti assai furono gli Animona! austriaci impiegati durante '.:t guerra. e fabbricali dalla casa Roth di Felixdorf. Ebbero le ~eguenti composizioni: Nitrato di arrunonio 84 a 86o/o (oppure 93 a 96%); Carbone di legno in polvere 8%); Alluminio polverizzato o sotto forma di limatura. 8 a 6% (oppure 7 a 4%). Gli Ammon al italiani fabbricati dal polverificio di Avigiiana ebbero la seguen te composizione : ):.; itrato di ammonio '2%; Alluminio in poh·ere 22%; Paraffina

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Come dato pratico occorre un innesco di 30 gr. per ogni ½ kg. o frazione di peso della carica. L'A. è stato impiegato con vantaggio nella guerra invernale e di montagna '!)er la sua insensibilità alk basse tcmpernture . Sarà sempre molto usato, perchè, oltre ad avere un ollimo potere dirompente può essere composto con materie prime facili ad a,·cr~ i in .paese, Esplosivi analogh i ali' i\mmonal sono la Sab11litc e l'Eco, usati da noi in guerra. Essi sono a base di nitrato di ammonio. e la prima contiene del Silicato di calcio, che sen·e di combustibile, cd una percentuille d: esplosivi della serie aromatica (acido picrico, tritolo o trin itronaftalina) che rendono l'esplosivo meno pigro a detonare e più facile in conseguenza da innescare. L'Eco contiene come combustibile del ferro-silicio e dell'alluminio, insieme a dello sterco di cavallo (ipposina) asciugato e macinato.

Ammonfordite. Esplosivi tedeschi ,per cariche cli scoppio di bombe e ,per mine. Ve n'era.no di diversi tipi: Ammonfordit F. Miscela di Nitrato di Anuuonio, Nitroglicerina (2,3%), Dinitrotoluenc, Segatura di legno fine. Ammo11fordìt F. 1. Miscela di Nitrato di ammonio, MononitrorrnJtalina, Clorato di potassio, Nitroglicerina ( 4%), Sega lura di legno fine.

« i\mmJ raglio ,ragnaghi >

6%; questo esplosivo fu denominato anche Nitranite od A71igluma N. 3. La paraffina serve ad attenuare la sensibilità dell'esplosivo all'umidità, giacchè gli Ammonal sono igroscopici per la prescn1.a del nitrato di ammonio. Gli Ammonal sono molto resistenti al riscaldamento e quasi insensibili alle esplosioni per influenza. Offrono un,1 grande stabilità e sicurezza di manipolazione. Il nitrato di ammonio, allorchè detona, si trasforma interamente in gas, fra cui si trova una grande quantità di ossigeno libero. L'alluminio in polvere, so!lo forma d i lima t ur a, che costituisce il combustibile, brucia con l'ossigeno stesso, producendo una forte quantità di calore, che innalza la temperatura e la pressione dei gas, e quindi la forza dell'esplosivo. L'alluminio genera circa 7000 calorie per kg. Meritre il ni · tralo d'ammonio ha un:i. forza d i circà 5000, l' Ammon al supera i 9000, riuscendo lievemente inferiore soltanto ai più potenti esplosivi moderni. Si ritiene che l':\mmonal abbia for1.a eguale ai 4/5 di quella della gelatina esplosiva. Gli inglesi imp iegarono durante la guerra il seguente Ammonal : N itrato d i Ammonio 65%; Tritolo (T. N. T.) 15%; Alluminio in polvere 17%; Carbone 3%. Se ne valsero come esplosivo da anina e per il caricamento di granale a mano, di bombe da bombarda cd aere.... Le m iscele Nitrato d i ammonio e Trotil furono denominate dagli Austriaci Toluol-Ammonal ed ebber o di massima la composizione: ::-1 itrato di ammonio 47%; Tritolo T. N. 30%; Alluminio in polvere 20%; Carbone di legna polverizzato 3%. L' Ammon al è m olto p igro a detonare, p er cui r ichiede un detonatore potente. Allorchè è imp iegato nelle mine viene innescato con uno o più cilindretti di fulmicotone di J0 grammi, secondo l'entità della carica.

Am111011fordit per ·mine. Miscela di Nitrato di ammonio, Dinitrotoluene, )fononitronaftalina, Segatura di legno fine. /\!tra A mmonjordit ·aveva hl composizione: N itra10 di Ammonio 85%; Nitroglicerina gclatiniz1.ata 4%; Farina di segala 4%; Glicerina 2%; Difenilamina 1%; Clorato di potassio 4o/o. Era fabbricata da Siegner, nella « Dynamit Fabrik• /\. G.» di Colonia.

Ammonizione (C. P. E.). P unizione che viene in0itta agli ufficiali dal P. M. militare, dal!' Avv. Geheralc presso il Tribunale supremo di Guerra e Marina, o dagli A,·rncati Fiscali Militari, presso i Tribunali deil'Esercito. L'ammonizione ha carattere essenzialmente morale, e può esser e semplicemente verbale; però in genere viene comunicata per iscritto, cd inserita nel libretto personale dell'ufficiale cui è innitta. Dal ,punto di vista «educativo», l'A. consiste nel ri.prendere con autorità e amor evolez1.a l' inferiore il qu:de abbia commessa w1a mancanza non grave, r ichiamandolo alla precisa osservanza del proprio dovere, non adempiuto per trascuratezza più che per ,·olontà di mal fare. Si deve aver cura di evitare par~!e .le quali riescano offensive o umilianti per l'inferiore al quale sono <lirette, in modo che egli compr enda elle I' A. gli è rivolta senza risentimento personale, ma soltanto col desiderio di giovargli, di indiri:izarlo al ben~. Ammorzamento tdei colpi). La risoluzione tecnica del p roblema dcll'am morzamcnto- dei colpi contro le opere di fortificazione, è dov·uta al genio di Michelangelo Buonarroti, grande maestro anche dell'arte della difesa, le cui vedute rivelano lo seienziato e l'ingegnere. Di fronte all'aumentata potenza delle bocche da fuoco, anzichè persistere nel concetto dell' ingrossamento delle masse m urarie, ,pensò di opporre alla violenza dell'urto la cedevolezza del riparo, così che il moto del proietto, uniformemente ritardato per il la.varo di pc-

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netrazione nella massa cedevole, finisse nella qu iete innocua . D i qu i l'innesto simultaneo di terra e muraglia . E' però giusto riconoscere che l' impiego della terr a era cominciato fin dai primi anni del secolo XVJ, ed esempi cc 11e lasciarono, oltre ai m inori, i somn1i architetti ,\ntonio da Sangallo il g iovane, e :Micbel,, Sam micheli. D1;1rante l'assed io di Firenoe, a protez ione del campani le di San ]viiniato, sul quale era stata .piazzata una piccola batteria, il Buonarroti mise i'1 opera una corazza mobile, che ad ogni urto minimo doveva m u tare angolo e costr ingere i l cpr oietto a sfuggire per ogni altra linea d i r iflessione che non fosse la d iretta, la nociva cont ro il bersaglio.

Ammutinamento. Sollevazione, ribellione di truppa che rompe il freno d ella disciplina e della 91.lbord inazione. Celebri furono quelli avvenuti duran te le guerre di F iandra (v. Alterati) ; quello degli spagnuoli nel 152 7, che condusse al sacco di R oma : quello degli spagnuoli del Mendoza nel Napoletano (maggio L53 3_1 ; essi saccheggia rono varie terre, fra le quali Aversa, e ci vollero « tempo e pazienza, e denaro sonante ll, Co• rne scrive il Guglielmotti, per ammansirli e condurli a l\{essina: quello ancora <legli spagnuoli, in è-filano, nel 1538: quello, sempre degli spagnuoli, che depredarQ!10 la L unigiana e la L ucchesia nel 1544; quello avvenuto nel 1815 a Strasbur go, dove la guarnigione francese elesse p er suo capo un ser gen te, il quale fu chiama to << Generai Garnison )). Anche duran te la guerra mo:idia le s i verificarono ammutinamenti in vari eserciti, d ei quali ~oco o nulla si seppe per r agioni d i log ica opportun ità; genera lmen te erano dovuti a reparti di t ruppa molto sta nchi l)Cr mancati r iposi. Abbirumo c itato qualche esempio, ma può dirsi che la storia degli a,mmutinamenti è connessa all' esistenza degli eserciti, pure considerandosi che essi a ppaion,, tanto frequenti negli eserciti mercenari, quanto scarsi negli cse,rciti nazionali e si r iducono quasi a zero quand o una grande idea niuove e .sostiene i comba tien ti. A1mm,ti11ame11to (C. P. E .) . R eato nel quale incorrono i militari che, fuori dei casi contemplati per il più grave reato di r ivolta., ~" numero di quattro o pù,, s i r ifiuteranno d i eseguire un ordine, o si ost ineranno nel far e una domanda, 9 ,porgere una. rappresentanz,1 o lagnanza, tan to a. voce che per iscritto. Gli agent i pr incipali ( promotori o ca.pi dell'A.) sono puniti con la reclusione m ilitare fin o a c inque anni ; e gli a itri co l carcere mi litare non minore d i sei mesi, ed estens ibile a l massimo. Si r iscontra. reato d i \ 1. nel fatto d i quat tro o pitt ,militar i che in pu bblica p iazza., e<l in modo s!X:lizioso, si diano con persistenza. a grida.e: <_( vogliamo andare in congedo» . (Trib. Supremo, 2 giugno 1902). L 'ammutinato che cederà a.Ila .pt·ima intimazione andrà esen te da. pena; quando p erò fosse agente principa le, o uno f{a di essi, la pena sarà.. del carcere milita re, non maggiore <li sei mesi. Qualunque milita.re che trovandosi ,presen te ad un A. non farà uso d i tutti i suoi' mezzi per i n\pcdirlo, sar à p u nito col carcere m ilitare. Se tra t tasi d i un ufficia le, la pena. della. reclusione mi litare è estensibi le ad anni tre. Incorrono r ispettivamente nelle stesse pene, i m ili tari che, pu r non presenti a l fatto, non ne avranno informata l'autorità superiore, appena avutane not izia. l n tempo di guerra l'A . viene punito con pene aumentate di u n grado, sa.Ivo i casi in cui rivesta carattere di p iù grave

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reato. I prigionie ri di guerra. che si rendessero colpevoli d i A. saranno pun iti di morte. Qualora fra gli ammu tinati si trovino graduat i o istigatori p rinci pal i, la della pena potrà essere ad essi soltan to a.ppl icata. Alla stessa pena andranno soggetti gli ufficiali prigi0n ieri d i guerra, che contro la. data fede, fossero sorpresi con le armi alla ma.no.

Amnistia. Atto del potere esecu tivo per mezzo del quale si accorda la remissione di una pena a rnlui che si ritenga, in base a.Ile leggi, come colpevole di un dato reato. Amnistie ,p iù o meno r iguadanti a vv,:nimcnti mil itai·i, notcvryli nella storia., sono : quella emanata da Trasibulo in Atene dopo la caccia1a dei tren ta tiranni ; quella acco rdata ai Protestanti da. Cario IX nel 1570; quella. d el Dire ttorio francese nel 1802 riguardante gli «emigrati >> ; quella di L uigi xvnr nel 1816 a i frances i che a vevano preso p arte a i « Cen to _giorni )l. Generalmente dopo le grandi guerre sono sta te concesse a mnistie militari; ad es., dopo la. guerra mondia le, con l'A. ai disertori in Italia e al t rove. (V. Diserzione) . I Amnistia ( C. P. E .). Condono d i puniz ioni discipl'in ar i, od anche d i pene, accordato in occasione <li feste o r icorrenze nazionali, o in caso d i grandi a vvenimen ti della R ea.I Casa o dello Stato. Il R eg. di Disciplina. militare raccomanda ai Comandanti d i Cor po, di fare largo uso di amnistie e condoni parziali di punizion i, tutte le volte in cui esse a:bbiano ra.ggiunto l'effetto morale, e non sia necessario insistere sulla prosecuzione ·materia le d i esse. Le amnistie concesse p er Regio D ecreto com por tano anche la cancd lazione d ella punizione o della. p ena, dai libretti personali.

Amo. Sorta d i tribolo (hamus f errcus) a. forma di baionetta. dryppia, da una. pa rte liscia, dall'altra con dentellature. La parte liscia veniva infilzata in un pez-~o di legno e la par te den tella la rimaneva libera. Infissi i legni in grande nwnero nel terreno, serv ivano ai Roman i per p roteggersi da assal ti <li t ruppe davanti a i trincera n1c.n ti. Amoneburg. Città del!J. Gen11ania sull'Ohm, affluente della Lahn. Durante la guerra dei sette anni, il pr in cipe ereditario d i l:lrunswich, che era stato 1'8 luglio battu to dai francesi a KorA.mo (hamus f erl'eus) bach, sorprese a sua. volta. il 16 luglio ad Amoncburg un <list:tccamen to d i 300'.> fran cesi e l i catturò in sieme col loro comandante genera le G laubitz. Il 20 settembre 1792 ebbe inizio ad A. l'ultima batta.glia. tra. francesi e Imperiali, battaglia sospesa per l'annuncio d ella. firma della pace. Amoretti (Carlo) . Ammi raglio, n. a Sestri Levan te nel 1846, m . a San R emo nel 19 16. F u arnn1csso a lla R . Scuola di Mar ina n el 1863; era guardiamarina nel 1865, contrammiraglio 11el 1898, collocato in P. A. nel 1904, promosso vice ammiraglio nella. R. N. nel


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1906. Prese ,pane alla guerra del 1866 per l'unità d'Italia, ed :illa campag;,r. d'Africa. T enne, dal 16 ·febbraio 1897 al 6 giugno 1898, il comando superiore delle forze internazionali sbarcate a Candia, e venne allora insignito della mc/ · daglia d'argento a l va lor militare, per essersi distinto nella repressione d i un ammutinamento di gendai rni turchi e della croce di Cavaliere nell'Ordine militare di Savoia per la valida cooperazione prestata al •Comandante in Capo della squadra in ternazionale in quelle acque.

Achille A111oretti. Genera le, "· a Oneglià llCl 1850. Sottotenen te di fanter ia n~l Amore tti Achille1876, colonnello nel 1910. Collocato a r iposo nel 1911, fu richiamato in servizio nel 1915 e pa1iecipò alla campagna. di guerra (1915-16). Raggiunse il grado di Brigadiere Generale nèl 1919 e dal 1923 ha assunto il grado di_-Cenerale di brigata nella r iserva.

Amorgo. Isola delle Cicladi. Nelle sue acque l'ammiraglio dell'ordine <li Malta, Foulques de Villaret, sconfiggeva, 11el 1310, una flotta composta di 23 vascelli turchi. Amorio. Ant. ci ttà. della Frigia. (Asia M inore). Ne!1'838 fu assediata dal califfo di Bagdad Motassim, e difesa d al :g enerale bizantino E1,io, per conto dcll'im!Jeralore Teofilo. La. città resistet te con energia per SS giorn; e cadde il 23 settembre 838 nelle mani del califfo, per il tra<limento di un ufficiale bizantino. A. fu <lata all'incendio; circa 30.000 fra d ifensori e abita nti massacrali, g li altri, coi fanciulli e le donne, tratti in schiavitù. Ezio, preso prigioniero, venne crocifisso. Amoros (F,·ancesco). Colonnello e ministro spagnuolo, n. a Va.lenza nel 1769, m. a Parigi n el 1848. Fece ·dapprima la carriera militare a rrivando al grado di colonnello. Nel 1798 fu ministro dell'interno e, sotto il regno di Giuseppe Bonaparte, governatore d i diverse prov incie. Ritiratosi a Parigi, si rese noto per la creRzionc dell' insegnamento della ginnastica c iv ile e militare. Scrisse d iverse opere, t ra le quali, nel 1838 un « :'.\1anuale d'educazione fisica e ginnastica>>. Amoroso (Pietro). Architetto mii. del secolo XV, forse nato in Ascoli. Verso il 1480 fortificò la città e il porto d i Ancona, ,per ditfesa contro i Turchi, m inacciosi in quell'epoca nell'Adriatico. Dalla parte di terra fece scavare un gra.nde fossato ed erigere mura. A! por to costn1ì due rivellini di ,pianta triangolare, opposti col saglicnte alla. bocca del p orto medesimo. Vincen zo Fra1icesco A moroso. Letterato napoletano del secolo XIX. Fu vieario generale n elle città d i Ilova e d i Tropea e scrisse con molla er udizione' e competenza i « Discorsi sopra gli stratagemmi di Sesto Giulio Frontino >l (Napoli, 1803).

Ampezzo (Passo di) . Passo alpino, alt. 1600 m., at traversato dalla strada da Dobbiaco a Perarolo ed a Bclltmo.

AMP Ampfing. Villaggio bavarese sull'Isen , e sulla stra-

da da Monaco a l'>'li.ihklorf. T a.luno chiama battaglia

cli A . (J 322) quella che è <letta pi~ comunemente battagl ia. di M11.hkJ.orf (..V.). Battaglia di ,-lmpft.11.g (1° dicembre 1800). Il 28 novembre 1800, l'armata .francese del Reno, comandata dal generale 1\foreau, a.van7.Ò da ll'lsar all'Inn, appoggiando la sinistra. all'Isen . L'armata dell'arciduca Giovanni mosse incontro ai francesi appoggiando la destra all'Isen; mentre la destra e il centro (riserva) francese poterono giungere quasi senza opposizione a Rcsenhainn e Wasserburg, la sinistra, composta d i 3 divis. al comando del gen. Grenier, avanzando lungo la valle dell'Isen giunse il 30 novembre ad Ampfing ove incontrò il grosso degli austriaci. All'alba del 1° d icemb~e l'Arciduca, con 60.000 uomin i, attaccò frontalmente per Mlihklorl e sul fianco destro per Kraiburg le d iv. •fnmcesi Ney e Hardy che avevano preso posizione su lle a lt ure d i Ampfing. N ey e Hary tennero testa agli alla.echi, sostenuti dalla riserva che, appoggiando a sinistra, riuscl a. cont~nere !e forze austriache e.be tentavano l'avvolgimento da Kraiburg su Asòau. Ma quando lforeau seppe che la destra dell'arciduca era giunta. a Landshut ordinò la ri tirata su Hohenlinden.

Ampola ( Val cl'). Fa parte del solco qua.si continuo che, par tendo <lalla sponda occidentale del Gard a a sud di Riva , giunge sino a Storo, nella valle del Chiese. Tale solco, che ha inizio alla. cascata del Ponalc, r isale con direzione ovest-nord-ovest il corso del torr~nte Ponale, si allarga or.iginando la conca della valle di Ledro e ne ~ce per seguire il torrente Marauglay e giungere così :fino a· Tierno. Quindi, JJiegando verso sud- sud-ovest, lungo la. valle d' Ampola cd il torrente Palvico, si dirige verso Storo. y Negli uliirni anni della d ornina2ione austriaca in Italia, era stato costruito un forte nella valle per chiudere il passo che dalla Val di Ledro porta nella Valle del Chiese, ed ebbe il nome di forte di Ampoh. Il 7° regg. volontari e alcuni reparti del 2°, con qual.che pezzo d'artiglieria, al comando ciel gen. Haug, lo investirono il 17 luglio 1866. Entro il 20 occorreva avere il passo libero, ma il forte non accennava ad arrendersi. Il tcn. Alasia rimase ucciso mentre lo bombardava i l 19. 1\fa n el frattempo il capitano Bleniu riusd di s,,rpresa a penetrare nel forte e ad ottenerne la resa dal te:1c11te austriaco che vi aveva il comando. ::-Je1 prim i giorni della guerra 191S- 18 la 6" divisione~ avanz:u1do_ per )e Giudicarie senza incontrare resistenza, si spinse fino a. Condino e Storo, e trR il 1° e l'S giugno 1915 venne raggiunta la linea C. Roazzolo - 111 . Remè - m. Porta del Bosco, verso il solco d i val Daone. Attraverso la val cl' Ampola, poi, le tru-pp•, della stessa divis ione s'impossessarono anche d i :.\1011tr, Giove, raggiungendo i l margine mer idionale della valle di L~-dro. Raccolti i necessari •mezzi d i offesa e gliorata con lavori stradali la p_ercorribilità della zona, nella seconda metà d i ottobre, la 6" divisione attaccò il n emico a ::VI. 1'.1elino ed. a ::vr. Palone per rendere, con la conquista di tali capisaldi, più completa e si•• cura la propria linea difensiva. Il 18, 19 e 20 ottobre, mentre il 78° Reggimen to fanteria (Brigata Toscan:i.) conqu istava il M. Meline, il 61° fanteria (Brigata Si•• cilia.) movendo dalle a ltUJ"e domi nanti la val D'Ampoia

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(111. Giove e rn. dei Pini), s' impossessava, dopo dura lotta, d elle posizioni nem iche di m. Palone . Il giorno 22, poi, il battaglione alpini Vestone s' impadron iva anche d i cima Noò ic, per-mettendoci di amplia re la nos tra occupazione in val d' A,mpola cd in val d i Lcdro, con il possesso d i P ieve di Ledro e d i Rezwcca. I nostri fanti tornavano, cosi, là dove era giunto con i Sl!Oi volontari, Giuseppe Garibaldi, nel L866, e d onde e ra partito lo storico <e Obbedisco ». Nessun importan tç avvenimento si svolse su ccessivamente in val d' Ampola, che rimase fino a l term ine della guerra nelle immcd ia\e retrovie d elle nostre truppe.

Ampollìno (per olio). E ' il recip iente portalo dal soldato, nel qu ale è conser vata una p iccola quantità d i olio occorren te per la lubrificaz ione specialmen te del k parti del fucile soggette a sfregamento. Tutti gli eserciti hanno questa dotazione personale. Gli ampollini sono d i forme svar iate, e .per lo più sono di stagno. con un coperch ietto c he s'avvita a lla bocca. Unito rigidamente al coperchietto, oppure staccato, vi è uno spillo lw1go qua nto è alto l'ampollino : questo sp ille• raccoglie la goccia d 'o lio alla su-a estremità e la abbandon a sulla parte dell'arma da lubrifica.re. Ampsicora. Cap itano sardo del III secolo. a . C., morto nel 2 15. D opo la battaglia d i Canne (216) invitò i car taginesi a mandar tru,ppc in Sardegna pe1· sottrarre l'isola · a lla dominazione romana. Asdrubale accettò l'invito e parti con U))a squadra e un esercito per app oggiare l'insur rezione; ma 11el .frattempo, mentre Ampsicora raccoglieva truppe all'interno d ell'isola, s uo fig lio Josto, venuto a lle prese col pretore roma no T. Manlio, ·r ima.se sconfitto ed il suo esercito dispers o. L'arrivo d i Asdrubale r iparò momentaneamente il rovescio subito, ma poco d opo s ardi e cartaginesi, incontratisi con Manlio, furono comtletamente d isfatti (215). J osto -cadde in battaglia ed A.mpsicora, avuta notizia. della morte del figlio, s i uccise. Ampugnani (Fabrizio). Scr ittore m ilitare del secolo XVII, ver011ese. Di lui si hanno le « Ordinanze milita1·i » . Verona, 1641. Ampu~ati. V. M utilati. Amru (Ben-el-Assì. Generale arat>o, m . nel 663. Con tribuì potentemente con le sue villorie alla d iffus ione dell' isla,mismo. Sottomise la Siria( conqu istò l'Egitto, dovè fondò la città d i Fostat (oggi la vecchia Cairo), e par te della Libia. Si attribuisce a lui l'incend io della famosa biblioteca d i Alessandria, avvenuto nel (i41, d urante la presa della città per opera delle truppe d a lu i comandate, dopo un assedio di 14 mesi. Amrù fece scavare un cana le fra Mediterraneo e M ar R osso, che i 'Turchi la.sciarono colmare n e' tempi s~guen ti. Amseat. Località a circa 8 km. ad ovest della bai:i. di Sollù.m. N el corso della campagna libica, fu la base d i rifornimento degli arabo- turchi contro d i noi; dopo lo scoppio della grande guerra vi si con cen trarono le truppe turco-senussite, ed il gran Senusso Ahmed es.::Scerìf venne a s tabilirvisi per d ir iger vi Jr operazioni con tro gli Inglesi, di concer to colle tru ppe turco-tedesche che muoveva.no dalla Palestina con tro il canale di Suez. Le truppe · turco-senussite r icevevano ad Amsèat i riforn imenti d i uomini, danaro e matcr_iali che sot-

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tomarin i tedeschi ed austriaci sbarca.v ano 1iellc numerose insenature della costa occidenta le .!el golfo di Sollùm. Da Amsèat i turco-senussi ti iniziarono dunque le ostilità. contro gli Inglesi, ma questi presero ben presto la controffen~iva e nel marzo 1916 attae<:a.rono e distrussero u· campo d i Amscàt. Iu seguito a quc!lc vicende noi, che fino allora non avevamo p reso possesso d i quei territorii, il 5 marzo 1916 effeLluammn uno sbarco a Porto Bardia, sta,bilendo, in quel lembcr estremo della nostra colonia, un centro d i controJ!o militare, politico ed economico ìn cooperazione con k truppe anglo-egiziane. In seguito, per meglio controllare la frontiera con l'Egitto, occupammo, il 23 agosto 1917, Amsèa t, stabilendovi un posto doganale. Nel 1924, dopo la ripresa delle ostiliti,, colla Senussia, l'importantissima .p osizione di A.msèat , è stata notevohncnte rinforzata ed ha servito e serve d i base per la vigila nza .d ella frontiera orientale <lella Cirenaica, fra $ollù m e Gia.rabùb1 contro l'attivo contrabbando proveniente \'.!all'Egitto a favore dei ribelli d ella Cirenaica.

Amsler. Costruttore svizzero di arm i. Trasformò il fucile svizzero ad avancarica ( tanto quello a p iccolo come quello a grosso calibro) in fucile a retrocarica, nel 1866. La vite -di cula tta ed il fondo chiuso della

canna sono stati sostituiti da un a scatola d i culatta. avvitata alla canna stessa. La percussione- era periicrica, e nel 1867 l' Amslcr stesso la -trasforn1ò in percussione centrale sistema Schmidt.

Amsterdam. Grande città. dell'O landa, costruita s u palafitte affondate nel fango e tutta piena di ca na-·

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Le veochic rortitleaiic;,ni <JJ Amste rdam li e di ponti. Fu elevata al rango di c ittà. n el 1482; quando venne cin ta <li mura . Duran te la guerra di Fiandra s i schierò cc;,n tro gli spagnuoli.


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Nel 1672, durante la guerra contro i francesi, ,!. diede esempio di efficace difesa per mezzo di inondazione, colla rnttura delle d ighe : in tal modo vennero arrestati i p rogressi delle arm i di Lu igi XIV. Nel 1787 gli O landesi si ribell,u·ono allo Statho]der, principe di Orangc, il quale ricorse all'aiuto della Prussia: _questa inviò in Olanda 20000 uomin i, agli ordini del d uca d i Brunswicb, ch e, unitisi alle truppe de,lo Statholdcr, avanzarono senza resistenza fino ai villaggi di Udkerk e \mstelveen, presso Amsterdam; dv,:o breve resistenza i due villaggi furono sgombrati dagli Olandesi che si r itirarono in Amslerdani, ·sott,? la Jirezionc del gen. di T ernan t. I P russiani as~ediJronv la cìttà la quale s i a rrese il 10 ottobre 178·,. p 9 gennaio l 795 i fras1cesi (gen. P ichegru), i!ll' asa l' Olanda, occu1iarono la , città sènza. resister.Z,l.

Tra.tta.to di Amsterdam (1S agosto 1717). Concluso trh Prussia, Francia e Russia, allo scopo di reciproca gai:anzia dei tratt<1ti -d i Utrecht e di Baden; la Francia si impegna di non assumere impegni contro le altre due Potenze. Con questo trattato la Russia riesce a impedire che la Svezia possa continuare a trovare appoggio nella Francia.

Amstetten. Borgata austriaca sulla strada da Linz a Vienna. Il 6 nov. 1805 vi si svolse un combattimento

trono, cominciò la serie delle sue conquiste con la presa di An gora, quindi tolse a i greci la T racia, Gallipn• li e Adrianopoli, che fece capitale delJ'impero; poi sottomise Lt ì\facedon ia e l':\lbania.. Atteniti dalla rapid t espansione <klla sua potenza, popoli v1cw1, Polacchi, Serbi, Dalrrn-.:i e Ungheresi, ·costituiroao 1u1a specie di confedeiazione per d ifendere I.i loro indipendenza, nominando conian<lan tc di tutte le forze La.uaro principe di Serbia. Ne! 1389, in una gran<le bat~ -.; taglia combattutasi nella ÌJ... .'Il. pianw·a di Cossovo, Amurat disfece completaI mente l'esercito <legli alJcati, ma, mentre visitava il campo di battaglia., un soldato serbo che giaceva a terra gravemente ferito, r iuscì a colpirlo con un pugnale e lo uccise. Questa morte fu subito vendicala con quella di Lazzaro e degli altri capi caduti prigionieri dei turchi nella stessa battaglia. Secondo alcuni storici la famosa milizia dei giannizzeri fu istituit,1 da Amurat I ; ma sembra invece che sia stata creata alcuni anni p rima da Alad ino suo zio. lh

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fra la retroguardia dell'esercito austro-russo, comandata dal gen. Bagratibn, e le truppe francesi sotto il comando di Mura.I. Bagration disponeva d;_ 12 battaglioni e 2 A11rnrat II. Sultano ottomano, salito a l trono nel reggimenti di usseri, ed ern stato inca.ricalo di coprire 1421, m. nel 1451, successore del padre ìvfaometto I. la marcia delle truppe del gcn. Kutusov. A questo scop~ Sbarazzatosi di un èlfostafà che gli d isputava il trono, p rese posizione a ca.vallo della strada di Vienna, dacontinuò le conquiste parnnti a.d una boscaglia, disponendo in prima linea la terne dei paesi europei cd sua artiglieria e la sua cavalleria, e schierando le· fanterie poco più indietro, addossate al bosco. Sopraggiun- ·asiatici; tolse ai Greci e sero 1.lfurat e La.nnes alla testa dei dragoni e dei gra- · ai Veneziani grande aumero di p iazze forti, tra natieri del gen. ()udinot, lanciarono i p rimi sull'articu i Tessa.Ionica e Belgraglieria russa, ed essi in breve ebbero ragione della c:..do, ma non riusci ad ocvalleria. e presero i cannoni. I granatieri, subito dopo, cupa.re Costantinopoli. Lafurono lanciati all'attacco contro la fanteria nissa, la dislao re d'Ungheria, e qu ale resistette validamente e disputò a passo a passo Giovanni Hunya<li voivoda ~il terreno per molto tempo, ma infine si ritirò attra:.:> di T ransilvania, tentarono verso il bosco, lasciando 1S00 u. prigionieri dei franinvano d i arrestare la sua cesi. marcia vittoriosa; il p rimo Amu Darja (ù Gih,m). Fiume dell'Asia che racfu ucciso alla battaglia ,;i 1' -// coglie le acque del Kara-Dagh e· del Bolor-D agh . E' Varna nel 1444 e il seconç' l'Oxo degli an tichi. Sbocca net lago d i Ara i. do cercò inutilmente a Cos•, Su lle sue rive, n et 1364, si combattè una batta.glia sovo, nel l448, d i vendicare la disfatta d i Varna. Solo che appartiene all'epoca delle guerre di Ta.mcrla110. Q ueScanderbeg, principe d'AJbania, riuscì a pot" termine alle sti vi si scontrò con le truppe del Khan di Kaschgar, sue conquiste verso l'Adriatico. Tugluk , comandale dal figlio d i lui, E lia, e lo sconfisse Amurat III. Sultano ottomano dal 15i4, m. nel 1596. con una battaglia decisiva, che gli diede in mano tutti Era il primogenito <li Selim II, ccl il ,primo atto del territori dell'avversario. suo governo ru· lo st rangola.men to dei s uoi cinque fraAmurat (o ,Vforad). Xomc d i diversi su ltani di telli giovinet ti . P rese tre p rovincie all_a P ers ia e con•Turchia , I più noti sono: qu istò l'importante p iazza forte d i Rawb in Ungheri:t.

A»mrat I . Terzo sultano ottomano, n . nel 13 19, m. nel 1389, figlio e successore di Orkan, salito al trono nel 1360, all'età di 41 anni. F ino all'epoca ciel suo regno gli ottomani, padroni delt' Asia :Minore, non av=vano fatto che delle in curs ioni in E u ropa; sotto di · lui gli imperatori greci s i ridussero a regnare soltantn su Costantinopoli e sobbor ghi della c ittà, rimanendo spesse ,·olte alla mercè di Amurat. Appena salito a.I

Amurat IV. Sultano ottomano, n. nel 1609, succPduto a Mustafà suo zio nel 1623, 111. nel 1640. Fece la guerra alla Polonia e poi a i pers iani, ai q~;t.l i tolse Bagcla<l n el 1638. Represse le ribellioni dei giannizzeri e degli spal1is, r icostitul l' impero, ridusse all'obbedienza i d rusi, e, vittorioso dell'anarchia m ilitare come <lei suoi nemici esterni, prometteva di avere un regno glorioso come quello di Solimano, a llorchè in un


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eccesso di 'bagordi fo -col.lo dalla morte all'età d i 31 an ni. Amurat si occupò de l r iordin:1mento dell'eser cito e della mar ina. Per questa a veva emanato un'or dinanza severissin1a con cui imponeva che le ,paghe a bordo fossero <listribuitc alla presenza dei comandanti, mettendo fine a malversazioni d'ogni sorta, che avevano affiernlito lo spirito combattivo dei marina i.

Amusette. Sor ta di ant. cannone, cons istente in un tubo di fer ro lungo oltre un metro e 60 cm., del d iametro d i 4 cen ti mct1·i, p roiettili del peso d i 25t·

coJ

gr. La portata g iungeva oltre i 2500 m. Veniva caricato dalla culatta ed era mon tato su affusto . Fu in trodot to da l maresciallo -d i Sass~nia, il quale s~ n~

Am usettc in battPria.

ser vì nelle sue guerre, ma poi andò in disuso, meno cl1e nel Portogallo, <love il conle Lippa Buck burg for-

ni una A. a ciasçuna compagnia .

Anab. Castello della -Siria, nel pr incipa to è i Antiochia. Apparteneva nel 1149 a.. C. a Raimondo, ~1te del P oitou, e fu assedia to da X orecld ino; R a imondo raccolse u n c orpo di truppe e a ffron tò l'assediante, ma , enne contra ttaccato, circo!)dato, m assacrato con i suoi so ldati . E il castello dovelle arrendersi a Xorcdùino . Anabasi (e Catabas1). Nel ~05 a . C. moriv:c il re <li Persia Dari9 11 lasciando i l regno al suo prunogc nito Ar tasersc :èlfnemone. ::vJ:a l' altro figlio d i lui, Ciro, volle contendere la cor<Yna al fra tello ; e pe r ciò i-accolse nelle provincie della Jonia, di cui reggeva i l governo, un esercito di 100.000 asia tici. Poi, s tret t•; Tclazioni coi G reci per averl i favorevoli alla meditata. im presa, ne ebbe un a iu to di 13000 mer cenar-i, tratti dalle città del!' Eilesponto, del Chersoneso, della T essaglia e del Peloponneso, f ra i soldati c be la cessa1:ione delle lunghe guerre fra Spar ta ed Atene aveva lasciati inoperosi ed a ltro non cer cavano d1e nuove avvent L1rc; e di essi fece <luce CJearco esule sparta110, prode ccl energico guer r iero . Ciro· m~sse con l'esercito da Sardi 11ella '])rimaver a ·del 401 a. C., ma ten ne 'celato a , G reci il vero scopo. ,., cu i mirava, simulando di voler com-

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battere i P is idian i c h'egli diceva esserglisi r ibellati. In tre tappe giunse al fiume :Meandro, lo attraversò presso il confluente elci Lykos, raggiunse Celcuc, e d i q u i. dopo una sosta <li un mese, marciando su le due catene dell'Emir-dagh e <lei Sultan-dagh, arrivò a J conio ( odierna K onia) ove giunse il 14 maggio. -.~,!traversata la Licaon ia, che fu concesso ai Greci d i porre a sacco come paese nemico, e un lembo della Cappadocia, l'esercito, si ignora per quale itinerario, si p~rtò a Dana (Kilisse hissar) e, valicato il T auro pel passo d i Arri~no (le odierne gole di Glilech Bogas), scc~,, a Tarso (.3 giugno) ove riposò un a ven tina d i giorni ; trascorsi i quali, r iprese il cammino e toccò Isso, u lti• ma città della Cilicia, sorgente i n fondo a lla baia di A lessa,1cl relta, ed en t rò in Siria. A :Miriando, grossa città costiera ed emporio del commercio fenicio, che pare sorgesse a ,due ore a S . d i Alcssanch·e lta, Ciro sostò 7 g iorni e s i rifornì di vettovaglie per le lunghe tappe successive; quindi, valicando p er l'odierno pass0 di Beilan la catena <lel l' A.mano ( ora Alma o Giaur daghJ giunse a Tapsaco, città. , situata presso un guado dell'E ufrate, o là <love questo, lasciata la d irezione di scirocco, volge ad oriente, o più ad Est, ove s i trovano i ruderi d i El Hamma111. Quivi Ciro riposò l'eserc ito da l 22 al 27 luglio, e palesò ai mer cena ri il vero scopo della sua impresa; ma questi, che già a Tarso, sosp ettandolo, s'eran 111ostrati r iluttanti a p rosegu ire, ora nuovamente recalcitravano; onde Ciro dovette offrir loro miglior i -patti e far larghe promesse, r iuscendo così acl acquieta rl i. Passò allorn sulla sinistra del .fiume ' e, camminando a scirocco, in 9 tappe giu nse sulle rive dell'Arasse. lo attraversò e, tenendosi sempre p resso l'E~,fra te, superò la p laga deserta che si stendeva frno ,1 Corsote, cittit grande ed abban donata, che p robabilmente corrispondeva allr, localitic a ttua le d i E l Erzi, dove i l -corso del fiume da lla d irezione di maestro-scirocco piega a levante. Approvigionatosi in quei luoghi, le cui cond izioni d i vita dm·eva no essere ben d iverse cla q uelle che divcn-nero poi se potevano allora sopper ire a un esercito di tanta mole, Ciro proseguì ht sua ,m arcia e in 13- tappe giunse il 29 agosto a Pile e di là si inoltrò verso i.i Ba.bilonia. Durante ' le suc~essive tappe, avendo avu to notizie dell'avvicinarsi d i Artaserse, raccolse le proprie t ruppe e, ordinatele affinchè fossero para te . a batta~ g lia, avanzò ancor a oltrepassando i l J'..,I uro d i llfedia. L e molte vestigia d 'u omini e d i quadrupedi in ritirata tr ova l,: lungo il ca mmino e il non appar ire indizio alcuno ·di proposit i offensivi elci nemico, indussero i n Ciro e nei suoi tale -persuasione che Artaserse a vesse r inunciato a comba ttere, da far loro abbandona.re ogni sospetto, ogni v igilanza ccl ogn i p restabilito or· {linamento. I l 3 sette mbre, procedendo per scirocco, l'esercito marciava già nel n1aggi~re S<:01npiglio e Cfr-0 stesso sedeva sicur.o sul suo -carro, quando, verso le 1 1.. venne avvistato il n emico. ,Grand e fu dapprima. il tram busto e lo sgomento, 111a vi fu tempo ·a prendere le armi, che pc,· la maggior par te erano caricale sui carri e sui somieri, ed a formusi per le ,battaglia, la quale prese il nome cli C11.11-axa. (V.). Dopo la battaglia, Clearco, ,bilanciati i -par titi a ,prendere, <lelibcrò il giorno 4 di ritirarsi non già facendo a ritroso la v ia già segu ita, attr,wersante •locali tà deserte o impoverite d i vettovaglie, 1na «percorrendone un altrri assai pilt orientale, forse nella speranza di guadagnare la grande 1

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s trada che <la Susa conduceva a Sardi ; e n ella nott~ stessa raggiunse gli -avanzi dell'esercito d i Ciro e con essi il giorno appresso continuò il cammino verso levante. I l gen. A.rtaferne inviò messi, i qua.li recarono ai Grec: le più lusingatrici proposte e la promessa. di salvezza e di libertà di .rimpat r iare ; Clearco si lasciò adescare, e segui Tisaferne che il re aveva loro invia to con numeroso seguito di truppe per condurli attraverso a quel paese tutto in tersecato da fosse e da canali e atto a impacciare il cammino ed a sviare. Giunsero così i Greci il 2 ottobre nuova mente al M urn di i.\.fed i,1, il 4 alla città di Sittace, situata, secondo i p iù accred i-t.ati pareri, circa 45 k m. a N. di Ctesifonte sull'una o su ll'altra riva del T igri, e, tragittato questo, il giorno 8 a ll'altra grande città di O pis posta a c irca SO km . a settentrione (!alla preceden te. Da Opis, risalendo sempre ·]ungo la. riva sinistra del gra nde fiume, toccaro1~\), dopo cir.:a 170 k1n. di can1mi.no i villaggi <li Parisaticle, che i persiani lasciarono fossern dai G ree i sacc heggiati; poi. p ercorren.do un territorio deserto, giun se ro il 19 a l fiume Zapata (od' Gran Zab) che sfoci.i nel Tigri a. circa 35 km. a S. d i Mosul ; cd ivi sost,\rono tre giorni. A' questo pun to, C learco, fatto sospettoso d i t r isti e,·enti d alle discordie scoppiate fra i suoi e i resti clel-rc,er cito di Ciro, e dalla <luhb ia c:ondotta di Tisafernc. · chiese a questi sicure garanzie. L'astuto satrapo, cbe aveva -promesso al suo re lo sterminio dei Greci r.ia non osav,1 a ffrontarli, si ,disse d isposto a d arle e indusse il rude e credulo duce greco a recaTsi presso <li lui con i maggiori suoi stra teghi e locagi, p erfida,t,,n tc ,ineclitando di p rivare di essi i Greci cd aver co~ì p iù facilmen te questi in sua balia:; a tale disegno diede compimento facendo sgozzare in un f esti1w Clearco e i locagi e ma ndando prigionieri gli strateghi a l re, che li fece decapitare tulti tranne 1Ienone, credendolo incline a t radi re i prop ri compagni coi quaii per litigi s'er a inimicato. Per questo t rad imen to, i Greci) rimasti senza. tapi, in paese strinie ro e infido, lon~ tani dalla patria, senza il b isognevole a lla vita, già di~pera vano d 'ogni salvezza, quando, a sollevarne gli spiriti depressi, il giov ine Senofonte, d iscepolo d i Socrate ed crede del suo grand'animo, che volontar iamente ave,:a p reso parte a lla spedizione, li ' persuase a n on ismarrirsi e ad e leggersi 11uovi duci. Fra ·i prescelti fu Se11ofo11te stesso che tosto eccelse su tu lli per saggezza ed energia. Bruciate· le tende e i carri ; distrutto quanto non fosse u tile a combattere e a nutrirsi; strettisi in r igorosa disciplina, i Greci r ipr esero la via paTten dosi in un~avanguardia, c.1glì ord iJ1 i dello spar-tano Chi~ r isofo, " in una r et roguardia, agli ord in i d i Senofon te medesimo. Inseguiti da T isafcrne che, ·ben sa.pendo di quaii audacie e di quali prod igi sian capaci uomini valorosi cu i unica sper anza <li salute rimane il non sperarne a!ct1na, s i Ii,m itava a iuquic.ta.rli e a stancheggiarli in ogni maniera, i Greci giunsero a i confini dei Càrdu ch i (Curdi) passando vic ino a lle rovine di X inive; etì ivi, sospettando ohe Tisafern c mirasse a chiuderli. tra i! fiume e le mon tagne, si git tarono a ttraverso queste; onde il satnLP<J, non potendo altro fare, li abbaJ1do11ò volgen do con le sue truppe verso b. Jon ia d i cui, per guiderdone de ll'opera sua, il re gli aveva d ato il govc1·no. Dai ·Carduchi, p opolo libero, val.oroso, guerriero, ebbero i Greci a soffr i re assai molestie e perdite, ag1

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gravate dalie asperità dei luo'ghi montuosi ed inospiti : pur giunser o al fiwne Centrite (Botan-su) il 19 n ovemb re e lo varcarono, non lungi dal suo con fluente nel Tigri, passando in Armenia, ove allora governava i l satrapo Ileribazo, e, per a ccordi con questi, p ote-rono attraversarne le pr ovincie come amici. P erò n e! valicare le montagne armene pocò mancò non vi perissero tutti a. cagione delle ,bufere di neve e di vento, che infuriavano e impedivano il. rapido camminare e il rintracciare la strada, e del freddo e della penuria dei viveri •che m1artoriavano e svigorivano i corpi esausti producendo congelazioni ed accecamenti. Ma procedendo animosa.mente verso ~ord e r asentando le rive occidentali del lago T ospitida (Wan), il 4 dicembre va licarono l'Eufrate presso le sue sorgenti ·e il giorno 8 giunsero ad alcuni villaggi armeni nei quali, avendo trovalo -cl i che rifocil larsi, sostarono otto dì. Di là continuarono a settentrione e, at traversato il fiume Fasi (Arasse), passarono dopo 4 giorni nelle terre dei F asiani e dei Taochi (o . Taoni) ove, essendo stati ass~ii ti dagli abitanti, ne menarono strage e, occup atine i villaggi abbondantissimi d'ogni cosa, ripo_sa.rono p a recchi giorni ; qu indi, ·pei territorii d ei Calibi ' e degli Sciti.ni, giunsero il 22 gennaio del 40 a Gymnia, grandr cit tà. che sembra sorgesse a un dipresso ove è ora lspir, sul fiume /\rpaso (Tschoroch-su), d onde, ottenuta da quel principe una guida che li scortasse fino a l man:, 1·isa lirono, verso la fine di genna io_ a l mon te Sacro, sulla -catena. del Lazistan , dal qua le ·fu dato ,loro di scorgere finalmrnte le acque d ell'Eusino che per essi era11'J arra di sicura salvezza; e, scesi nelle regioni d ei Marroni e dei Cokhi, ebbero con questi a combatte,·e per aver libero il passo. L 'S febbraio toccarono Trebisonda~ ci ttà greca del paese Colco, e q uivi stettero fino al 10 ciel su ccessivo mese trattati <la quei cittadini con liberale ospitalità . Frattanto inviarono messi a Uisanzio per cercar navi da. t raspor to; oua, ii,dugiando quelJ i a r itornare, i Greci si portar ono a Cerasunte (Ker ason) e quindi costeggiando il mare passarono pci p aes i dei :C.'fosineci', ove dovettero ancora usar l'armi p er farsi largo, poi per quelli dei Tibareni e dei Calibi e pervennero il 7 aprile a Cotiova ( Ordu), ove riposarono fino a l 18 maggio, veleggiando poi su navi loro fornite da i -cittadini cli Eraclea (Eregli) e <li Sinope (Sinob), a ntiche colonie greche, verso i l p romontorio Acherusio; " quindi, è d u bbio se continuando per mare o st attraverso la Bitinia, giunsero a.I porto di Calpe ( K erpc). In qucs,a località, vantaggiosa per postura, Senofonte a vrebbe voluto arrestarsi ; ma b d isciplina e l'accordo dei capi già cominciavano a vacillare e l'ostilità. di .farnabazo, satrapo di Bitinio, n on dava requie ; per il che eg li fece proseguire i suoi fino a Crisopoli (Scutari di B itinia) donde, per accordi inter-v enuti tra Farnabazo, l'ammiraglio spartano e l'armosto di Bisanzio, fu. rono trasportati nel p rincipio di ottobre in questa città col segreto ,disegno -da quei tre concepito di accampar li a. •Chwrsoneso e d i d istruggerli per fame. Ma ; Greci, fatti d i ciò accorti, m ina-cciarono di ,porre , s,icco la ci ttit, e Senofonte, ad evitare tale rovina e s fuggire \agli intrighi degli spartiati, indusse i compagni a porsi ai servigi di Seute re d egli Odrisii, che per riafferra re il t rono paterno li assoldò nel dicenibrc del 400 o ne) gcirnaio d el 399. Finita la quale impresa, essi accolsero .con gioia l'invito di Sparla di C()mbattcrc per essa contro Tisaferne e Farna-bazo, e, t or naf


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nella Jonia a La,mpsaco, yenncro inco l'porati nell'esercito dell'armosto Tirnbrone. E questo è l'ultimo fatto di cui Senofonte, che della mirallile spedizione fu h guida più saggia ed animosa e lo storico fedele e , ·rit iero, ci fa narrazione. Quasi due ann i eran trascordt <lacchè eran partiti da Sardi e avernno nel lungo e travagliato errare percorse circa onillecinquecento leghe, lasciando dietro a sè per ferite, per istent i e per prigiouia forse più della mcti de i commilitoni, ma dand.) eterno es~mpio di che possa la. vigoria dell'animo, la salda tempra e la ferrea disciplina incontro al des• ino. Ha ii nome di A11abasi anche un'opera di Arria.h'l nella quale sono narrate le gu~rre di :\.lessanòro i! Grande.

Anacondah (P iano di). Fu eletto così il prirr.o disegno di guerra dei federali nella giierra cli Secessione americana. Era stato ideato dal gcn. Scott, e consisteva nel progetto d i accerchiare e soffocare la , ibellione, per mezzo d i v:u·ie al'lnatc convergenti, d~ terra e da mare nel medesimo tempo. « Le ragioni di questo disegno - osserva il Corsi - stavano da un lato nelle for7,e soverch ian ti dei Federali e n ella padronanza del mare, dall'altro in ciò che la r ibellione non pr.:scntava un capo solo, ma altrettanti capi quanti eran.o gli Stati , che vi prendevano parte; q uindi non un soio obbic\tivo strategico, ma parecchi ad un tempo ~u vasto campo». Il piano venne presentato al Presidente Lincoln, il quale lo approvò. L'esecuzione si compi, infine, con una . ri<luzionc del primitivo progetto: con due grandi masse, dirette da Nord e da Sud contro Richmond. Anagni. Città in p rov. <li Roma, circ. di Frosinone. Fu capitale degli Emici. I Romani, gu idati dal console Quinto ::-.Iarzio, la presero nel 307 a. C. Fu posta varie volte a sacco dai Barbari; nell'877 resistette per du.c giorni ai Saraceni, venendo ·p oi a patti e salvandosi dal s.-iccheggio mediante il pagamento di gros..-u somma di denaro. Durante il medio evo, A. ebbe proprie milizie di cavalleria e fanteria, tallio che i Papi spesso vi s i r ifugiarono nei momenti torbidi, essendo la città. a loro fedele. Pace di A 11agni. Conclusa nel 1295, per la mediazione di papa Bonifacio VIII, fra Giacomo d' ~r:igona e Carlo di Valois. Il primo cede al secondo la Sicilia, il secondo rinuncia a ogni pretesa sull'Aragona, sulla Sardegna, sulla Corsica. Sacco di A 1uig11i ( l348). Fu operato da una compagnia di ventura, formata dal duca Guarnieri d'Urlingen, il quale era stato assoldato da Lu igi I d'Ungheria, a llordiè compì l' impresa d i Napoli, e poi licenziato. Il popolo di Anagni, a cognizione delle de"'1stazioni compiute dalla compagnia, non volendo sottomettersi al tributo ch iesto d a lla medesima, si d ispose a difendersi armata mano. Ma Guarnieri lanciò all'assalto i suoi, e superò di vh,a forza la difesa. Anagni fu messa a sacco, con gr ande strage de' suoi difensori e dc' st1oi abitan ti. Presa di Anag11i (1556). Fu operata, con 4000 Sp:i-

gm1oli, 8000 Italiani e 1200 cavalli, dal duca d'Alba., per ordine cli Carlo V, poichè nella c itti crasi r ifugiato il papa Paolo IV, in lotta con l'imperatore. Anagni non potè opporre che 800 soldati a quell'esercito. e dopo pochi colpi d'artiglieria che aprirono la b.rec-

eia nelle mura essi fug;.irono col .Papa, mentre le lnt;lpe elci duc:i. entravano in A. e la mettevano a sacco ( 15 settembre).

Anallatismo centrale. D isposizione i<leata dal maggiore <lei Genio Ignazio Porro ( l 79S-1875) per la quale, a mezzo di una lente detta « anallatica », eh.egli interpose tra l'obbiettivo ed il micrometro del cannocchiale a stad ia, venne fatto coinc idere col ccntt-., dello strumento il vertice dell'angolo diastimometrico (« punto a.nallatico ll). Con tale disposizione, si viene ;i leggere sulla stadia l' intiera distanza che intercede tra il punto o,·e la stadia è collocata, e il centro delln strumento. (V. Ca1111occhiale a stadia). Anapa. Ant. fortezza presso lo s tretto d i Jcnika lé. nel :\-far Nero, con piccolo porto. I bastioni vcnnerr, costruiti dai Turchi nel 1781 su più antica opera fortificata medievale, probabilmente dei genovesi. I. Nel 1790 non riuscì cli prendere ,\napa al gcn. ruJso Bcbutov il quale aveva 8000 u. e subì gravi pcrdit,· ncll'ostinar,;i ad assalirla dalla ,parte di terra, dove un grande fossato era stato scavato d a i Turch i a l piede dei bastioni. Invece nel 1791 il gcn. russo Gudowis~ vi pose l'assedio e ottenne la resa dopo sei seltiman,, . di resistenza. La piazza e ra d ifesa allora da 10.00C, Turch i regolari e altrettanti irregolari ed aveva 83 cannoni e 9 mortai. Poco dopo veniva restituita ai Turchi.

ll. Il 29 ap rile 1807 si presentò davanti alla piazza ui A . una squadra russa agli ordin i del marchese Ta'"ersay e del contrammiraglio Paustokine, composta di 5 vascelli, 5 fregate, 2 brik, 1 brulotto, 5 cannonier,. Dopo d ue ore di fuoco, la guarnigione e gli abitan!i fuggirono, e la piazza fu occupata da quattro reggimenti di marina comandati dal gen. Govorov. Il 6 maggio la squadra si allontanava avendo r ipreso a bordo le truppe da sbai·co. Ne! 1809 A . fu r ipresa dai Russi e nel 1812 restituita alla Turchia.

III. Nel 1828, durante la guerra russo- turca, la flotta russa, sotto il comando dell'amm iraglio G rcigh, ~i 1110s1rò il 14 maggio nel porto d i Anapa ed il giorno seguente il generale Perowsk i circondò dal retroterra la città. Dal 30 maggio a ll'8 giugno tutte le sortite dei presid io turco a5.<ie<liato furono respinte ed il 22 giugno i russi riuscirono ad aprire tre breccic nelle mura. ..,!I 23 giugno la fortezza fu occupata. I V. Nella guerra di Crimea, Anapa venne distruttJ. dagli stessi russi, ma, nuovamente occupata l'anno seguente, se ne ristorarono le difese e le fortificazion i. ln seguito la città perdette la sua importanza militare strategica e le mura fort ificate furono trasformate in passeggiate. Il possesso di A. era stato riconosciuto alla Russia per mezzo del trattato d i Adrianopoli. Anapo. Cisterna, in ferro, varata il 25 novcmb;<! 19 11: lunghezza m. 19,30; larghezza m. 4,51; disloca.mento 76 1'.; adibita a scrv11.1 dipaJ·timentali e de!le no tte nell'in terno delle basi. Anaquito. Pianura nella rep. dell'Equatore, nel!:, quale si combattè una battaglia fra Pizarro e Almagro nel 1546. Anassilao. Signore di R eggio e di Messina ( 49-1476 a. C.). Fu in lotta con gli E truschi, le scorrer ie elc i qua li dcvas tarni10 le coste deì suo i Sta ti. Fortificò I


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L'antica rortczzn r.ti Anapa var:l p unti della spiaggia, e tenne, per d ifendersi, permanentemente una flotta al Capo Scilleo.

Anastas-i o I. Imperatore di Costantinopoli, n. a Durazzo verso il 430, salito a l trono nel 491, m. nel 518. Fece erigere una ,muraglia fra la Propontidc e il Mar Nero, allo scopo di contenere le incursioni della cavalleria dei Bulgari, <legli Sciti, dei Traci, impcdend1J che si avvicinassero a Costantinopoli. An.astasio Il. Imperatore di Costantinopoli nel 713. Tentò di r iordinare l'esercito bizantino. Ven.ne sconfitto a Nicea da Teodosio, e costretto a rinunziare al trono. Succeduto a Teodosio Leone l'Isaurico, ottenne soccorsi dai Bulgari e 1narciò contro di lui avanzando fino alle por te di Costantinopoli, ma q uivi, aifrontato dal rivale, venne battuto, preso prigioniero e fatto decap itare, nel 719.

Anastrofe. Xell'ant. tattica. greca, chiam,wasi A. il contrario di Epistrofe (conversiohe); il ritorno cioè, dalla conversione, alla fronte primitiva. Anatha. Fortezza eretta in un' isola del!' Eufrate, presa e sn1antellata da. Giuliano l'Apostata nel 363, duran te le sue lotte con Sapore II, re di Persia. Anatolia (La guerra Turco-Greca in A. 1920-22). I. Gli antecedenti dei trattato di Sèvres. Il tra.flato ·di Londra, dopo la guerra ,balcanica del 1912-13, aveva r i<lotto la Turchia a. stato puramente asiatico, nÒn conservando in Europa che uno spaJto intorno alh capitaie per la su.a d ifesa. Nel 1914 il partito Giovane Turco ch'era al potere, •volle tentare di rioccupare, col concorso -del suo potente alleato l'imperatore di Germania, ciò che pochi anni prima aveva perduto nei Balcani, donde la sua- entrata nell'alleanza con gli I mperi Centrali, con i quali partecipò alla catastrofe ,fi-

nale che per la Turchia ebbe per conseguenza il trat· rato di pace di Sèvrcs ( v.) nel quale s i consacrava la. sua rovina mili tare e si atr.ribuivano alla. Grecia, oltre alfa Tracia ed al vilayet d i Smirne, Gflllipoli e 'le isole foranee dei Dardanelli. E' vero che sopra un forte esterno di Smirne doveva sventolare la ,bandiera turca e che dopo cinque anni avrebbe dovuto avere luogo un plebiscito; ma è nota la sincerità di tali plebisciti quando il territorio è occupato da chi lo vuol conservare. Nel trattato cli S. Giovanni di lVIoriana Smirne ern stata assegnata a.ll'Italia, ma, rinnegata dall'Inghilterra tale assegnazione ancora durante la. guerra, approfittando dell'assenza p rimaverile del 1919 de i nostri delegati da Versailles, vem1e affidato alla Grecia l' incarico del10 sbarco e della occupazione del vilayct di Smirne, mentre all'Italia vennero assegna te qua.li . zone d'influenza economica il territorio a sud-est di Sunirne tino alla Siria, il cui mand a to era stato antece<lentemcnte assegnato alla Francia. L'occupazione di Smirne da parte <lella Grecia. aveva già fin dal 1919 ridcsta.to il sentimento nazionalista elci Turchi. Patrioti ardenti, aventi aila. loro testa Mustafà Kemal Pascià, fin dai 1919 predicavan9 la. riscossa •per opporsi allo stabilirsi dei Greci sulle coste or ientali dell'Anatolia, ma di fronte ai 110.000 uomini sbarcati, largamente p,ovvisti dai francesi e dagli inglesi d'ogni arnese da guerra, gli a,bitanti musulmani -dei paesi invasi dovettero fuggire verso l'oriente e verso il mezzogiorno, sulla riva sinistra dd ;,.,feandco, incendiando i depositi di viveri, a.bbandonan10 tutti i centri abitati e facendo del loro meglio per rendere aspra e dif.ficiJe la vita all'invasore. I fug. giaschi che si dirigeva.no ad oriente trovavano appoggio verso Angora nelle forze d i Kemal, che andavano raccogl icndosi ; quelli che passavano il Meandro, nelle nostre truppe che ivi erano state inviate per proteggere la nostra zona d'influenza. Orribili massacri av•


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vennero sulla riva destra del 11'1candro, specirdmcnle ad Aidin che andò in fiamme, per opera dei Greci. Durante il 19I9-20 in tutto il territorio fra Smirne, Angora, il 1\leandro e la cosl.t del :tifar Nero, guerriglia fra le bande turche e le bande greche, cui spesso s i as,ociavano clementi di truppe regolari. Sulle rive del Grande e quindi del l'iccolo ~feandro si ironteggiava110 in a11cggiamenlo corretto ma molto freddo, gli a ,·amposti Greci e quelli Ttaliwi; dietro a questi ultimi a,·amposti 50.000 profughi musulmani cercarono e trovarono rifugio e ri~toro, guadagnandoci così k simpatie dei kemalisti. li trattato di Sèvres, col quale forse si crede,·a d'abhattere definiiivamente la nazione ottomana, ne risveglia invece tutte le energie . I nazionalisti rifn1tano di riconoscerlo, e, per poter operare con piena libertà d"azione, la rompono completamente col Governo del Sultano di Costantinopoli, cui fanno colpa d 'avere firmalo condizioni umilianti ; viene creato il governo « na~ionalista » di Angora, e ne è affidata la presidenza a :'.\Iustafà Kcmal Pascièt. E' subito decretata. la mobilitazione generale e tutto ,,ien •posto in opera per attuare il programma votato dall'assemblea generale na1.ionalista, che ha per capi saldi la indipendenza poliuca ed economica della. Turchia, comprendente: la Tracia a lmeno fino alla l\faritza, con Adrianopoli, l'Asia :'Il inore e le isole facenti parte dell'Impero prima della guerra. Kemal Pascià, apprnfittando <lell'aiuto del1.i npubb!iC,l elci Sovicti, u-ea, organizza e prepara l'e,ercito p~r lanciarlo anzitutto contro la nemica ereditaria - la Grecia - che detiene uno dei punti di m::igi::iore importanza dell'Anatolia, Smirne, nonchè la Traria orientale fino alle porte d i Costantinopoli. La Grcc ia però trO\'a appoggio presso le potenze dell'Intes..~ - specialmente presso l'Inghilterra - che \'Cdono non solta11to compromessi i loro manda ti in Siria, l'alcst ina e )Jcsopotamiu ma compromessa hl. soluzione da ,•sii data alla questio~e degli Stretti. r:;· infatti nel prog1 amma dei « nazionalisti » turchi, ottenere il possesso delle due> rive elci Bosforo e dei Dardanelli, scnz1 nessun controllo di potenze straniere; il programma ,. appoggiato dal governo di )fosca, perchè, sia esso k4~rista o bolscevico, non può non mirare Jcl ,lltuare, 1w i riguardi del possesso ùcgli Stretti, il testamento di l'ietro il Grande; perciò si comprende che es~o doYessc favorire con tutte le proprie forze che k chiavi degli StrcLti a ncla.sscro in mano d'uno Sta to, almeno pc! momento, debole e che ave,·a bisogno de. suo appoggio, anzichè in mano delle potenze occidentali, forti, interessate a vietare lo sbocco nell'Egeo alla flotta russa cd osti lissirne a l Governo bolscevico. L'esercito di Kt>mal rascià anda\'a tulti i giorni rinforzandosi per numero e migliorando per qualit~. TutL0 il mondo musuJ111a 110 conco rreva. a portargli soccors i

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di armi e denaro. Il Com itato della Difesa Nazionak specie di governo militare che solle,·a,·a la Sublime Porta da responsabilità politiche e dirigeva il mov imento naziona li~ta anticllenico, non volle però spendere prematuramente le proprie energie. Xci febbraio 1921 era stata convocata a Londra una Conferenza per ra.1, . plicazione del trattato di Sèvres: a tale conferenza partecipavimo due delegazioni turche una del Go,·erno del Sultano. guidata dal Gran \'izir Tewfik P ascià, l'ahra, kemalisia, guidata da Rekir-Sa.mi-Bt; - · che si trO\'arono però d'accordo. Il r~pprescnl antc <lei kcmalisli avanzò prete~ che non piacquero a. Lloyd GPorge, ma che trovarono appoggio da parte dei rapprcsentant i francese ed italiano, Briand e Sforza R ;_ sultato fu che si riconobbe che il trattato di Sèvrc~ anda,·a riveduto. Ciò premesso, si passò ad ·:..,aminare la question~ di Smirne e della T racia, d~ decidersi in ,base alle condiz.ioni delle naziona lit.i in qu ~i due p,Lesi; percio vennero nominate due comm issioni arbitrali. Pure accettando la revisione etnografica. LI Grecia a\'anzò ristrve per lo sgombro di Smirne, qualunque potc:,.ge essere il risultalo di tale revisione, ed i Turchi stabilirono la. pregiudiziale dello Staio asrnlutamente indipendente. Le discussioni della conkrcnza ,di Londra aveva.no contribui to a tendere ma ggiormente le relazioni fra Turchi e Greci. H. LI' o[fcusi:·,· dei Greci e la co11troflc,1.,iva dei Turchi. Pra gli ultimi di r-forzo cd i pr imi d i Aprii~ del i92 I i Greci mossero con quattro divisioni, contando forse sulla sorpresa, contro Epki-Chebir; minori forze mossero contro Afiuu, dove l'azione doveva avere carnttcre i mpegnativo e temporeggiante. Le forze kemaliste stabilite alla difesa di Epki, con raiut'> d"un ben organizz:uo sistema difcnsirn e di potenti .utiglieric, rcsistel lcro bravamente, sebbene inferiori di numero. Uopo ciuque giorni d i lotta sanguinosa, i Greci do\'cttero abbandonare !"impresa e ripiegare in disordi11c altran·rso terreno montagnoso, boschivo, impervio. Le loro perd ite salirono ad 8000 uomini. Dopo l:t disfatta di Epki. anche le truppe che sta,·ano tr• nendo impegnate le forze nemiche di Afiun, dovettero ripiegare. Oltre che dflle d ifficoltà del terreno, la ri tir·ata dei Greci venne ostacolata dall'ambiente ostile appoggiato da trupJ>e leggere kcmalistc riuscite ad infiltrarsi att.avcrso le colo1mc greche fino t'I. reggiungerc le loro i·etràvie. :--Cel giugno ripresero i Greci la loro offensiva, for.;~ sp inti indirettamente dafflnghilterra. la qua.le aveva inte resse che il governo cli Kcmal Pasci.\ n on si conso • lidasse. per tendere poi nuovamente ad insediarsi almeno sulla rirn mcridicnalc degli Stretti: d'ahra '!",arte non le convcni,·a di combatlerlo apertamente per la r ipercussione che avrebbe potuto esercita1·e tale osti-

'l'rnppe regolari k Nlla ll s lc in formazione


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Jità nel mo ndo is lamico, tanto più nelle Indie. L 'offensiva , greca pa.ssò per a lterne vicende di successi ed insuccessi : se. lìno ad un cer to punto, poteva essere favorita dall 'Inghi lterra, essa era piut tosto osteggiata invece dalla Fr ancia per la tema che la Grecia si stabilisse sul Bosforo e d iven tasse la lunga m ano dell'Inghilterra. All'offensiva terrestr e la Grecia fa conco:-rerc anche quella marittima.; perc iò racco glie navi t t ruppe a ;ldid ia che ,·engono sbarcate a Inzerli, a Jmboli ed a Sinope, ma i kcma listi s i sottraggono alh stretta. e r ip iegano verso oriente. N ci primi giorni dj

menti m ig lior i per essere mandat i in Tracia, cd assoggettate ai disagi e d a lle privazioni derivant i dalh d istanza dalla base e dall'insufficienza della rete ferr ovia ria e stradale, davano indizi di stanchezza e demoralizzazione, di cui i capi non s i curarono d i tener conto. N a luralmente fort i erano le po3izioni occupate dai Greci, ma eccessivamente estese circa 600 ch ilometri e non s istemate a d ifesa con quella d iii-genza e con quella robusteua che, dopo tant i m esi cli pcrlllanenza su di esse, sarebhe stato possibile. I Greci :cvc~'an soltanto una. donina di division i d i fanteria ed una di cavalleria, m ent re i kemalisti ne avevano 2 1 à i fanter ia e 5 di cavalleria, ma queste, specialmente quelle d i fanter ia, er ano fmti meno della metà di quel!•· greche, tantocJ1è in definit iva la propo r?.ione delle for7.e cr:t di 3 a. 2 , D ecisa l'offensiva, K emal Pascià. la. con<lusse con energia; in iziata il 26 agosto, era coronat;t da successo completo : i l 20 sct tc,mbrc n on vi era no p iù trnppc greche ncll' Asia M in ore. (V. Afim1 Karnhissarl

III. La ma.rcio delle forze t.urchc i,erso gli Stretti.

)JnstaFà K~maJ Pasci.a e JJ suo Stato ,Iag-RlOre agos!.Q il P r esiden te del Consiglio greco. Gunaris. a Smirne parla di offensiva a fondo per annientare i kema listi. Il 14 agosto i Greci riprendono decisamente l'avanzata . o ccupano K izil-Kilisza (3i km. atl ovest d i K onia) e: Sivrihissar a l to km. a s. o. di Angora, e vengono a contatto con le forze kemalisle st àbilitc in posi-z ioni fortemente organiz?.ate a difesa lu ngo il fi um·· Sakaria ed il Sanga rio . Si combatte con alterna. vicenda; spesso i G r eci ne i loro bollettini c:111ta1io vittoria: in effetto però non r iescono a superare la d ifesa dei kemalisti. Il 13 essi davano g ià Angora in mano loro. ]na ivi mai pote rono 111etter pìcde . Dopo venti giorn i d i vani conati per super are la resistenza. de i kema list:. i Greci, che si trovavano molto a disagio per la lont ananza della loro base e per la scarsità delle comunir;azioni. ripiegarono verso le antiche loro posizioni; per ò si a rrestar-on o ad est di E pki- Cheir e d i A fiun Karahissar ra ffona.ndov is i. rnn la sin istra a l lago d i ).Jicea, e la <lestra r ip iegata quasi ad angolo retto, lungo la riva destra de l Meandro fino a l mar e Egeo. L'ins~guimento tla parte dei kemalisti fu fiacco, sh perchè esauriti cÌi, venti giorn i d i lotta contro forze, e sopratutto cont ro n1ezzi, di gran lunga superiori, si~..._ r,erchè) a causa della. grande carestia che regnava. ne lla Russia bolscevica, quel Gm·erno non aveva fatto giungere i promessi aiuti di vettovaglie e di mezzi, s i ; finalmen te perchè sintomi d i indisc iplina si erano manifestati tra le forze kem a list ~. L'azione rnilitare a1idò quindi languendo fino a ch e s i spense e non si ravvivù che n ell'agosto dell'anno seguente. 1922. ).fa men tre d:ir anle quest" anno d i sosta, Kcmal Pasciic tliede opera vigorosa per organizzare il suo esercito, per d isciplina, lo ·ed infondere in esso l'entusiasmo e la fede islamica, le truppe greche, in vece, lasci:i.te a lquanto in abband ono dai loro capi, che in luogo di occu parsi del soldato, faceva no del!,, poli t ica, depauper ate d agl i ele-

Dopo d'avere co,ì fe licemente proceduto all'annientamento dell'esercito greco ed alla sua cacciata dall'Ana tolia., era. naturale che i kema lis ti tendessero anzi tutto ad andarsi a stabilire sulla r i,·a m eridionale degli S tret t i, per estendere poi la loro occupazione alla r iva opposta cd alla Trac;a. l\fa questi ult imi obbiettivi dové vano venire loro ostacola.ti dalle potenze dell'lntcsa, le quali avevano dichiarate neutre le r ive meridionali degli Stretti nel maggio I 92 1, e le avevano p residiate per m~no d i contingenti allea.ti, ammontan ti a 20.000 l1ornm1: J0 .000 francesi (9· battaglioni e 3 batterie) . 8-9000 inglesi ( 6 battaglioni e S batterie), circa un m ig lia io di italiani (2 battaglioni). Due battaglioni soltan to erano ai Dardanelli sulle due r ive. ; tutto il resto era concentrato nella 1·egionc d el Bosforo. Sebbene, no rmalmente, sulla riva asiatica non avr ebbero dovu:o

volont,1ri <l~tre-sc rcllo kemall.sta u-ovarsi che forze britanniche, tu ttavia per dare la sensazione della loro perfetta i,1tesa, alcune unità francesi ed it aliane vennero mandate a T chanak ed a Scutari . L ·azione delle truppe alleate a vrebbe potuto ve n ire validamen te appoggiata da quella della flotta . Contando forse sulla mancanza d'accordo fra gli a lleati, i Nazionalis ti ottom a11i diressero senz'altro le loro forze verso gli S tretti, pri ncipiando dai Dardanelli; e preci~amen tc la la armata lasciato il I° C. A. ·l Smirne, si diresse verso i Dardanell i, perchè nel cas•J che veramen te gli alleati avessero voluto resistere con 1


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le armi, data la sca.rs1 forza che ivi si tro,·a,·a, ta!c resistenza sarebbe r isultala trascurnbile, e perchè, padroni dei Dardanelli, i Turchi anebbero impedito òl concorso della flotta alleata verso il Bosforo. La 2' armata ed il gruppo di Kodja Ili, che passò alla dipendenza di quest'armata che si trovava nèlla zona di T'andcrma, ebbero l'ordin~ d i recarsi per Brussa, nella regione <l'lpridt. Il VI Co,·po d'Armata, che si anda-.-a raccogliendo a .\k-His.sa.r, sulla ferrovia SmimePanderma, doveva raggiungere in seguito l,t propri,, armata. C'era da far percorrere a queste truppe circa 200 chilometri p~r via ordinaria, perchè tanti all' incirca ne corrono fra 1\fagnesia cd i Dardanelli e , h Pa.n<lc~ma alla penisola d'Ismidt. Soltanto al princ;. pio d'ottobre i turcbi potevano quindi giungere sulh riva meridionale degli Stretti ; un:l decina d i giorni erano quindi disponibili per le trattative. Fino dal 16 settembre il governo inglese aveva iatto conoscere che avrebbe impedito con la forza la violazione delle zoi"ic neutralizzate da parte dei kemaJisti e la. loro comparsa in Tracia, occupata dai Greci. A1inunziava il suo proposito di rinforzare le tmppe d'occupazione; faceva appello al concorso degli alleati ed a quello della Romania e della Jugoslavia, nonchè a quello dei Dominions. In alLri termini era la minaccia di guerr,1 contro i kemalisti, col concorso degli alleati. :Ma questi non si dimostrarono disposti a secondarc le m ire inglesi, tanto che il' governo inglese dovette venir a più miti consigli. :è\'ella conferenza conosciuta con nome di '< Conferenza. del Quai d'Orsay », ch'ebbe luogo a Parigi, tra Poincaré, Curzon e Sfor7.a, venne deciso d'inviare al governo d' Angora un invito alla conferenz1 per la pace, promettendo in tale invito di essere favorevoli al ritorno dei Turchi nella Tracia Orientai" fino alla 1\faritza. con Adrianopoli, a condizione che :~ truppe kemaliste rispettassero le zone neutralizzate e non pa.s,:isscro gli Stretti. Frattanto però l'Inghilterra inviava r inforzi d i truppe e di navi ed il generale Harrigton, d'accordo con l'ammiraglio llroke, comandante la flotta britannica in Oriente, prendeva tutte le disposizioni per l'organizzazione difensiva del settore di Tchanak. La' Francia invece aveva mandato ordine alle sue truppe dislocate fin sulla riva as iatica, d i sgombrarla; cd a veva fatto conoscere a Londra che non a,·eva nè l'intendimento nè i mezzi per ricorrere aH,1 forza contro i T urchi. Fin dal 24 le truppe turche cominciarono a penetrare nella zona neutra di Tchanak. venendo poco per volta a contatto con le truppe br;ta-nniche. In seguito a scambio di telegrammi fra i du~ comandanti in capo H arrigton e 11ustafà Pascià, rimase inteso d'evitct.rc ogni alto ostile fino a che dura vano le trattative, nelle quali il governo francese sercitò opera moderatrice e pacificatrice, alla quale ~i associò l'Italia. Finalmente il 2 ottobre il Governo <I i .\ngora rispondeva che, con.fidando nelle assicurazioni date da Franklin .Bouillon a nome dell'Intesa, esso arrestava la prosecuzione delle operazioni milita ri verso gli Stretti e propone\'a una conferenza di generali )Iudan ia. IV. Le t rauativc di pace. Quando ebbe luogo questa confer~m-:a, la situazione militare delle potenze interessate era la seguente: Cli 1,,g/c-si. disponevano d i 18.000 uomini e 3 squadriglie, di cui la maggior parte a Tchanak: attende-

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vano altri 7000 uomini con molta artiglieria, che dovevano affluire a Tchanak, organizzato molto robustamente a difesa. )foti della Grande Flotta poteva co!l • correre all'azione. li dominio dell'aria era assicurato. In Grecia importanti avvenimenti politici erano su.;ceduLi. In seguito ad un pronunciamento dcll'cscrci.n e della marina, re Costa ntino aveva dovuto, il 27 se ttembre. abdicare. Ciò aveva rialzato un poco il morale delI' c,èrcito, che pareva disposto a resistere in Tracia. f T11rchi di ).lustafà .Kemal Pascià a,·ernno ra,·alierio., sostenuta da poca f:u1teria, nella zona ncutraìi1.1.ata, evitando però contatti con gli inglesi. I corpi -ii armata più vicini erano ancora ad un centinaio di chilometri. Dalla parte del Dosforo il III C . A. raggim1 • gcva Imidt, ma il gruppo Koja era ancora a Bruss:i. r·l il VI Corpo a Pandcnna. Xci primo giorno dolla conferenza si trattù essenzialmente di regolare le condizioni militari per porn• fine al conflitto greco-turco e per lo sgombero dei gre;: dalla T racia orientale; pareva che ci fosse completo accordo tra i delegati, ma il 4 ottobre le cose ça.mbiarono. L'attitudine di Jsmet Pascià, delegato del gove, no d'Angora, si fece intransigente. Egli chiese la pres• di possesso i111111cdiata della Tracia orientale da par;~ dei turchi, ed il ritiro senza ritardo delle mis.5ioni ·: delle truppe alleate. Il 5 il disaccordo s'accentua. T generali alleati dichiarano di non avere veste pc: risolvere questa questione d'ordine politico. I smet Pascià parla di rimettere le truppe in movimento. La ~cduta è sospesa : i generali inglese cd italiano cliieòon<> di consultare i loro Governi. Il generale francese no 1 fa tale riserva perchè c'è sul posto il signor Fr:u1klin Bouillon, alto Commissario, il quale è autorizzato dal suo governo ad avvicinar~i alla tesi tmca. li 6 il generale )fombelli, deicgato italiano, dichiara d'associarsi al punto di vista francese; e frattanto i delegati francesi cercano d i far opera conciliatrice presso Mustaf , Kemal Pascià. e presso Ismct Pascià. Xel giorno 1 le truppe turche penetrano nella zona neutra del Bosforo, 1'8 giungono dai due Govern i francese e ingles• istruzioni per i loro delegati, ma il testo è diverso cd ·occorre precisarlo. Finalmente il 9, a sera, i dclegat: alleati r>rescntano a Ismet Pasci/i un testo definitive. cbe viene inviato ad Angora., il cui G overno l'accetta. Alle 7 del g iorno 1l la convenzione di :'-1udania è: firmata, tranne da parte della Grecia che fumò du.:: g.lurni dopo, protestamlo contro le insufficienti gar:111zie ,; l'insufficiente mora concessa per l'e\"acuazionc dr., 1.1 Tracia orientale. La guerr:t che sembrava sul punto d i nuovamente scatenarsi sulle rive degli Stretti, e e!,,, avrebbe potuto avere conseguenze incalcolabili pt!r :, sue ripercu~sioni anche molto lontane, potè veni re scongiurata, ma una volta ancora si accentuò la divcrsit:: d'interessi e di programmi dell'lnghiltcrr~ e dcli, Francia (V. M11dania).

Anatolico. Fortezza della G rec ia, sulla costa settentrionale del golfo d i Patrasso, sopra un isolollo :n mezzo a lagune. Durante la guerra d'in<lipendenza della Grecia. essendosene impadroniti gli insorti, Jussuf pascià e :'-Justafà pascià, con un forte corpo di truppe e artiglierie trasportate dalla )forca, vi posero il blocco il 6 novombre 1824 con circa 20.000 uomini. .l. era d ifesa da 1500 uomini, e si arrese nell'apri le 1825.


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Venne ripresa dai Greci nel 1828; nella fazione trovò la morte, colpito da palla di cannone turca, l'italiano An<lre<L Broglio d' t\iano, già. capi ta.no di cavalieri., negli eserciti napoleonici, distintosi nella campagna di Russia, e accorso a dare il suo braccio per la liberaz ione della Grecia.

Anaxidam o. Re di Sparta, d ella famiglia dei Proclidi, vissuto verso la metà. del VII secolo . a. C. Vinse i rnesseni che avevano invaso per la sccond'.t volta il Peloponneso.

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la v ittoria con orribili stragi commesse sui n umerosissimi nemici fatti prigionieri. I II. Nel 917, A . vide ancora presso le sue mura una sanguinosa battaglia fra Bulgari e Bizantini. Questi ultimi erano comandali dal gen. Leone Foca, i Bulgari da Simeone, loro sovrano. L'urto avvenne il 20 agosto, e i, bizantin i ebbe.ro la peggio.

A ncile. Secondo la tradizione è lo scudo sacro ritrovato nel palazzo d i N urna a Roma, e che si credeva fossé caduto dal c iclo. G li storici, nelle narraz ioni antiche. lo descrivono di bronzo, di forma oblw1ga ovaAnazarbo. Tior go della Ci licia, teatro d i una batle, 1na con una cavit:\ taglia fra Cristiani e Saraceni ( 1130) terminata con !a scmicirct?lare da ciascun sconfitta dei primi. lato lungo, simile a quella Ancaiano. Villaggio del Senese, memornbilc pe, che s i vede in cima al!,t l'assedio postovi dagli austro-spagnuoli nel 1554. G li pelta. L'etimologia della abitanti si difesero strenuamente, ma infine la terra fu parola ancile è incerta, presa e devastata. come pure è con trovers:i. la. forma d i esso. A Roma Anoaro. Ammiraglio cartaginese, agli ordini d i Aesso era conservato nel tempio d i )'[arte, ma N urna Pomderbale. Si era elevato eia semplice rematore al <letto pilio, per impedire che venisse raµito, ne fece fabbr icare grado. Partecipò alla battaglia di D repano, dopo la a ltr i undici, perfettamente uguali, eia un abile artefi~e quale ebbe da Aderbalc il comando di 70 n avi, con nom inato Veturio Mamurio, il q ua le non volle mercede l'inca.rico d i fronteggiare la nuova flotta romana agli per il patr iottico lavoro; e Tullo O,ti lio aggiunse 12 ordini del console Ghinio. Sconfisse una p iccola flotta nuovi sc'.ldi a quelli d i Nurna. Tutti gli anni, nel mese romana di avanguardia al capo Lilibeo, e quivi s i pos~ di marzo, recavansi gli ancili in processione attorno a h1 crociera, riuscendo a salvarsi dalla tempesta che d iRoma, e durante la soìcnnità era vietato di prendere strusse la flotta d i G iunio. (V. Lilibco). l'ar:ni, o iniziare qualsiasi impresa. N cl medio evo Ancel. Scrit,tore inglese del sewlo XVIII, autore qualche scudo · fu anche detto ancile, sebbene la forma d i un « G iorna le dell'ultimo ed importante blocco d i • non fosse precisamente quella · sopra descritta. G ibilterra, dal 1779 al 1783 J> (Londra, 1786). Anoil_lotto (Giovanni) . :Wedaglia d'oro, n. a S:1,1 Anoenis. I'i<:cola città sulla dr. della Loira infe- Donà di P iave nel 1897 ; morto per un incidente aur iore. Il 10 settembre 1468 Luigi Xl vi concluse con tomobilistico nel 1924. F u uno degli cc assi ii della noFran cesco I l duca di Bretagna il trattato che preparò stra avia~ione di guerra. · Aveva appena d iciotto a.nni la riunione della Bretagna alhL Francia. Nel 1488 fu quando scoppiò la guerra, e studiava all'Istituto Tecpresa da La T r émouille ; e i l principe d i Dombes l'a~nico di Torino. Arruolatos i volontario in a viazione, e sediò sotto Enrico IV; q uesto re n e fece poscia sman àiventato ben presto un a bile p ilota, guadagnò il pr;tellare le fortificazioni. D urante le guerre della Vandea 1110 encomio solenne da caporale, il 20 maggio 1915, il 15 d icembre 1793, il genera.le Westentiaru1 vi d isperper u na audace ricognizione aerea eseguita nella Vali~ se i resti d i un esercito vandeano. <lel Vippacco. ~ ominato aspirante ufficiale e segnaAnoezune (Giuseppe Andrea d'A. d'Arnaiso11). M a latosi subito per i l coragresciallo di campo francese del secolo XVIII. N cl 1715 gio e l'ardimento con cu i en trò nei moschettieri e nel 1716 comand_ava una comaffrontò e sostenne i pri:ui pagnia di corazzieri nel reggimento del re. Nel 1 i27 combattimen ti aerei, fu defece la campagna della Saòne; nel 1733 p rese parte corato della prtrna mochalle fazioni d i Gera d'Ad da, di Pizzighettone e del glia. <l'argento, cu i segui castello di i\'lilano; nel gennaio e febbraio 1734 a una seconda, nelle tr isti quelle d i Tor tona e Novara.. 1'elio stesso anno fu n ogiornate della nostra ri timinato maestro cli campo di un reggimento di cavalrata, nel n ovembre 191i, leria su l R eno; d ur ante la. campagna fu_ creato brigadurante le q uali egli abdiere e nel 1740 fu promosso maresciallo d i ca.mpo . batteva ben 4 apparecchi P oco <lopo s i d imise e lasciò il servizio. • nemici. Poco più tardi, assalendo impetu osamente ed Anchialo. Ant. città della Tracia , sul ìviar Nero incendiando, con grayissimo suo rischio, alcuni dr akcn oggi Ahyoli. T eatro di va r ie battaglie. nemici che spiavano le mosse .cJelle nostre truppe, guaI. Nel 270 a . C. Anchialo venne assa.lita dai Goti, dagnò la medaglia d'oro, con la seguen te motivazione· ment re tor n avan o dal monte R odope dove era.no stati << P ilota da caccia d i ammirevole slancio, dal .30 noscqnfitti dalle truppe dell'impera tore Aurelio F iacco. vembr e al 5 dicembre 1917, in un ~ serie di a ttacchi L'assalto verme respinto, e i Goti costretti a con tinuare aud acissimi incendiava tre pa llon i nemici e ne costrin ,la r itirata verso le loro terre . geva . altri a cessare dalle loro osser vazion i. In una speciale c ircostanza as;aliva l'avversario con tale imII. Nel 762, l'imperatore bizantino Costa11t ino I V, peto d a attravecsare l'areostato in fiamme ripor tan'Jo aiutato dagli s loven i, en tr ò in lotta ~oi B.ulgari comansul proprio velivolo, gravemente dan.neggiato, lembi deld ati da Teloc e li d isfece completam ente, macchian do


l'involucro lacera to». (Cielo ciel P iave, 30 novem bre 5 dicembre 1917). La medaglia d'oro fu, per il valoroso, inccntirn a nuove 'imprese. Nella not te dal 23 al 24 luglio 1913, l' AncilJot to sorprese due apparecchi germanici dirclti su Treviso, li affrontò e li abbatté entrambi. Ed anch~ quando la guerra fu finita, l'audace aviatore ,•t,'.0 i,er pr imo da Roma a Trieste, per portare il salut'.l della città eterna alla sorella redenta; fece parte del 1aid che da Roma portò per conto del nostro Go,·em.> un messaggio a Varsavia; sor volò, primo n el mondo, la catena. delle Ande Peruviane. E lasciò la bella e giovane esistenza, non certo nel modo che a vcva sognato, in un incidente automobilistico.

Ancira (e A11cyra) . V. ,•l11gora. Anciròmago. Anc. (lat. .-t,u:iromogus). :S-a,·e da trasporto simile all'attuaria, al seguito delle armate romane. Anckarswaerd (conte Michele). Generale s,·edese

e uomo di Stato

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nel · 1712 a H ogfors, m. nel 1838

a Karlsund. Pre~tò dapprima ser vizio come volonta r io

nell'artiglieria campale e poi nella m:irina s,·cdesc durante la guerra combattuta in Pomerania contro Fc<ler ico il Grande. Fu per quindici anni dire ttore del cantiere na,·alc di Sveaborg. Nel 1788 partecipò come 3ot1ocomanda.nte alla guerra na\'ale fra la Svezia e la Finland ia da una J)arte e la Russia dall'altra . D opo essersi distin to, cadde prigioniero sul principio del 1789. R iacquistata la libertà, fu nominato aiutante generale; contribuì alla preparazione di un piano offensivo per la notta e spiegò eccelse qua li tà organizzative nella /s"erra navale che la Svezia sostenne di poi, e che culminò nel combattimento di Swengksund il 9 luglio 1790. Dopo ciò egli divenne governatore della provincia di Colma,· ; nel 1 i95 era maggior genera le e nel 1809 tenente generale.

Carlo Enrico co11te di A., figlio del precedente ( 178~J 865) fu aiutante di campo dcll'Adlcrsp:ure durante la guerra di Sorvegia, e poi di Bernadoltc ; quind i lasciò l'esercito essendo contrario alla partccipa.tione delb. Svezia alla coalizione contro la Francia e si diede alla vna po litica.

Anco Marzio. Quarto re di R oma, salito al trono nel 641, m. nel 617 a. C. Poco dopo la sua elezione i Latin i gli mossero im pro\'Visamente guerra ed egli, ,·intili i11 più scontri, distrusse le città conquistate e rl~ trasportò gii abitanti a Roma. Anche i Fidenati, i Veienti, i Volsci cd i Sabini gli 1noss:cra guerra, 1na tutti furono disfatti. Pe r la prima volta nella storia d i Roma si fa menzione di un genere di attacu1 usato da .-\neo )farzio con t ro i F i<lenati, a i quali prese le c ittà per mezzo dell'escavazione di vie sotterranee. Avendo ,·into due volte i Vcienti, ottenne dal Senato gli onori d el trionfo. Sotto di lui i monti Aventino e Gianicolo Iurono racchiusi dentro il circuito d i

Ro,ua. ,\neo _\farzio portò i conilni d i Roma al marr· e Ieee costruire il porto e la città di Ostia.

Ancon (Trattato di). Concluso ad Ancon, c111<1. marit tima del Perù, l'S marzo 1884 fra Ci le e P erù, dopC\ la guerra risoltasi a favore del primo dei due !-tati . . \ questo il Perù cedeva il dipartimento di Tarapaca, oitre al possesso cc prO\'Visorio )), che divenne poi dcfini ti\'o di Arica, Tacna, •P isagua, ecc., con 450 km. circ,L cli litorale. A ncona. Città marittima dell'Adria t ico, nelle .Marche, capo!. <li provincia, con porto. Le priore costruzioni ,·ennero erette, pare, nella remota antich ità sai monte Guasco; gli Umbri la resero forte median! c muro con fosso e rocca sulla punta dominante del colle. Secondo Stral!one, verso il -'100 a. C . "i capitò w1:t colonia di siracusani, la quale d;vcnnc potente e dominù fino all'arrivo <lei Roman i i quali (268 a. C.) se ne impa<lron irono e ne fecero una loro colonia. Sotto Roma, Ancona d ivenne importante piazza forte ma~itt ima, stazione di una squadra e base di oper azioni militari verso l'opposta sponda dell'AdriaLo stemma di Anco na tico. L'imperatore Traiano nel 103 d. C . fa\eva eseguire gr andi lavor i di m igliora• ,m ento del por lo, prolungando l'antico molo e rivoltandolo ad arco veno mctrogiomo. I. N cl 407 :\neona dowtt~ app;irecchiarsi a ù ifcsa dalle falangi dei Visigoti è degli Unni, e si pose sotto la protezione dell'Impero d'Oriente. In questo lungo periodo di lolle "i è, di notevole, una battaglia navale com-battuta nelle ,\eque di A. nel 552. Il re Totila aveva nel 551 posto l'assedio ad Ancona da parte di terra, bloc.:andola nel contempo dalla parie di mar-: con 47 navi d a guerra, comandate da Gibla e lndulfo. Giustiniano in viò, l'an no seguente, una flotta di 50 navi agli ordini dei suoi navarchi Giovanni e \'aleriano. La bai taglia è così descritta da Procopio: « Le navi avversarie cozzarono le \lllC contro le altre, prore contro prore; ma subito dopo i Goti, inesperti nel mano\Tare, enbero !e proprie mwi, ora così disunite che ciascuna trovavlsi esposta all'assalto di più navi nem iche, ora così ~ccostatc che combattere non potevano e si urtavano ricacciandosi con le pertiche e scompigliandosi tutte. All'incontro i Greci tenevansi di cont inuo con le prore inn.inzi, nè t roppo disgiu nte, ni? poco, restringendosi ed allargandosi secondo il bisogno, racctJgliendosi ad investire qualunque nave ne• ~ica vcd,'.sserp separata dalle compagne ed opprimendo con un nembo di frecce le sco111pigliate. T Goti in fine fuggirono, ma soltanto undici navi loro scan1parono ». Dopo la battaglia, che secondo aJcuni autori sarebbe avvenuta nelle acque di Senigallia, le n avi scampate dovettero ven ire incendiate perchè non ca• dessero prècda del nemico, e la piazza facilmente soccorsa; talchè l'c~ercito risolvevasi a togJjere l'assedio. E la ci ttà continuò a reggersi sotto la protezione d egli imperatori d'Oriente fino al i28, anno nel quale accettò la protezione dei duchi di Spoleto; ma nel 77<1 passò sptlo il dominio della Ch iesa per opern di Carlo :Yfa.,'llo,


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Il. Nell'anno 839 i Saraceni, dopo una vi ttoria navale ottenu ta sulle flotte di Venezia e di Ancona, corsero sopra la c ittà che resistelle a lungo, ma, soverchiala, fu presa e messa a ferro e a fuoco. l i port<J ne rim.ise gravemente danneggiato. Partiti i Saraceni, i cittadin i si affrettarono a riedificare la ci tti,, e spe•cialmente a fortificarla, così d al lato di mare come dal lato d i terra. Sul molo, a ridosso dell'arco d i Traiano, fii eretta una torre quadrata, d etta della Guardia. Si rafforza.rono. le mura e le torri dell· Arsena le e si ere,-

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busta torre quadrata all'cstrcn1i tà del molo. La lotta si comballè con sca/amuccie sul mare per 7 anni, finchè per l' intervento del papa Nicolò II si riuscì a concludere la pace. VI. Sul pr incipio del secolo XlV vennero costruite nuove mun di cinta, par tendo dal colle dei Cappu::ciili e gL1ngendu alle n1ura gfa esisle~1ti . Tutta la cinta. e.ra raffo rzata da torri quad rate, che vennero in gran+. p:ine <101110::,e per ragioni edilizie dopo il 186!).

IV. Assedi di Ancona ( 1167-11 74). Appartengono all'epoca de lle lotte sostenu te da i Comuni italiani contr;J Fe<lel'ico Barbarossa, il quale assed iò la città nel 1167,

La cos: nir.ionc di queste nuove difese non impedì che nrì ,~-13 i .:'lfaiatesta di Rimini occupassero ht città, di c~i s i a~sicura1ono il dominio med iante due rocche: di S. Calaklo (Cappuccin i) e d i S. Caterina (CittadelÌJ/. Pochi anni dopo Ga1eotto i\falatcsta, battuto dal ca1uinale Albornoz, g li cedeva le due fortificazioni, t: il card inale si installccva nella prima, chiamandola h « Rocca papale)) ed assoggettando la città. Il dominio del papa durò fino a l 1382, nel qua le anno i cittadini presero le armi e strinsero d'assedio la rocca, che si arrese il .7 gennaio 1383, d<>po tre mesi d i resistenz:t, e venne d istru,ta immedia ta mente. :'l·I a i cittad ini prov,·idero subito a costru ire un muro che cingesse completamen te il patto e rafforzarono le for tificazioni da lla pa.rtJ d i terra. Galeotto II M alatesta tentò nuovamente nel 1-l 13 di •prendere Ancona, e assalì la rocca di S . Cater ina, m a ven.ne resp into con la perdita di 200

m:t trovò valìd issima resistenza, essendo stata rifornita

uornini.

sero varie torri lungo la riva.

III. Go;•crnata a repu bblica sotto l'alto domin io della Chiesa, destrcggiand0si abilmente in mezzo alle continue lotte che insanguina rono in quei tempi l'I talia., fornì nel 1095 armi ed ar mati a Ur bano II per l' impresa d i Terra Santa. Nel 1 l3i tornò sotto la protezione dell'Impero d'Oriente, per timore di Lotario JII, cd a bbisognando d i aiuti contro i Vcnezìani, con i quali era entrata in gara pe r il dominio dell'Adriatico. Nel 1149 A ., r icevuti r inforzi dall'imperatore di Costantinopoli, inviava con tro Venezia una fl otta di 100 navi, ma r imaneva sconfitta, e nell'anno seguente concludeva !a pace con l,, sua r ivale .

d i tullo il necessario dall'Impero d'Oriente. Dopo vari assalti, dopo vano tempestare di macchine contro le mura, gli Anconetan i scesero a patti e li ottennero o· norevolissim i, essendosi sobbarcati soltanto a pagare una somma di denaro e a dare quindici ostaggi. Ma nel 1174 l' as~cdio si rinnovò, per opera dell'arcivescovo cli Magonza, Cristbno, rimasto in I ta lia a far le vendette di F ederico. Cristiano, raccolto buon nu mero d' imperial i ed entrato· in lega con i Veneziani, andò a cingere la città. dalla: parte d i terra, mentre gli all<:_ati la bloccavano d a lla parte di mare con 40 galee e un grosso gakone.

Il memorabile assed io durò dal 1° aprile alla metù di ottobre del 1174. Gli abitanti si difesero valorosamente, respingendo sempre gl i assalti, ed eseguendo nu merose sortite per ,distruggere le macchine del_ nemico. Gra nde fu l'eroi$n10 deg: i Anconetani, fra i qlta li p ,1rticolannçn te la storia ricorda la vcdov,, Stamura cd ii prete Giovanni; la prima per avere appiccato il f uoco a u na macchina da guerra nemica, il secondo per essers i, durante un [ortupalc, gettato in 111are a taglìarc

le gomene d i una ga lea venez iana. L a durata dell'assed io fece esau1·irc le provv igioni dei cittadin i, i quali, tuttavia , avendo presente il r icordo della sor te di Tortona, di Crema, di Mil-.no, si adattarono alle p iù orribili sofferenze, sperando nell'aiuto di Manuele I, imperatore <li Costantinopoli. l\Ja non da questa parte - salvo che un po' d i den aro - venne il soçcorso; esso giunse per opera dell'Adelard-i (v.) e l'arcivescovo ìu costretto a togliere l'assed io e a r itirarsi, mentre la flotta venu iana a sua volta toglieva il blocco dal mare. V. Nel 1198 !\ncona' tornò sotto la domin azione della Chiesa, per opera di Innocenzo I II, il quale aveva soggiogato le Marche. Nel 12ì l, avendo Venezia imposta una tassa sui navigan ti nell'Adria tico, A . s i ribellò all'imposizione, e si accin se a lottare contro la c ittà. rivale, rafforzan do le muni e costruendo u na ro-

VII. Ridivenuta libera, Ancona fu oggetto delle m,re dei Pontefici, pad roni ormai delle Marche. Il lega!0 apostolico Scaralllpi nel l445 assalì A . dalla pane di terra con un forte e,;~rcito, mentre il corsaro Villa.mar ina cm1 sette galere cercò di assalirla dalla parte del mare : gli Anéonclani mandarono a vuoto il tcntativ'l. T.e lotte contro i pontifici ebbero una tregua dovenàosì far fron te a un. nuovo comune nemico, i 1"'urchi, i quali s i erano insediati nell'Italia meridionale. Allor,L per opera specialmente tlell'architctt.o P ietro Amoroso, A . rafforzò le mura scavando verso l'esterno una larga fossa, costru ì su ll'estremi tà del molo Ltn rivellino in luogo del la torre quadrata, e altro r ivellino costruì presso l'attuale Por ta P ia . Cacciati i Turchi dall'Italicc nel 1481, A. ten tò invano di impedire la dominazione papale, che venn~ sta.b ilita nel 1532 per opera del papa Clemente VIl. Fece egli da l San Gallo costruire ( 1534) la Cittadella, abba ttendo a tale scopo due chiese, una cinquantina <li case, la torre detta /di Gamba . .Prwlo !.IL completò quest'opera e f ece costruire il ,bastione d i San Pietro e il can tiere dei Cappuccin i. Giulio lll fece esegu ire su d isegni di Paciotto da Urbino il campo trincerato, che Gregorio XIII fece rafforzare con muro. Pio V incaricò l'arc!tiretto G iacomo Fontan1 di costruire ( 1566- 67) i baluardi <li S. Agostino e d i S . Lucia, allacciando questo alla cittadella con un mu .. ro, e congiungendo i due baluardi con una cortina . Negli ,umi seguenti, fino al 1593, vennero costruiti u na batteria sulle fald e del Monte l',farano (poi eletta batteria di S. Augusto) for ti.ficazioni sul monte Garuetto, il baluardo di S. Primiano. D al 1732 fino al 1740 lavorò a fortificare ancora la ci ttà il Vanvitelli. Costruì egli il Lazzaretto, munito d i feritoie, di cammino di ronda, di bastione, gua!'dante da w1 la to l' in gresso <lei porto, dall'altro la strada d i Senigallia, e prolungò il mqlo. Nel 1756 Car lo Marchionni fortificò


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AssNHo del 11no. - r.n linea trn11cggtata fm la Clnadclla e 11 m. Oardetto 111clica unn rort1ncazto11c cbe venne costrut1.i nrl 1814 i'l molo con la batteria della Lanterna presso la torre omonima che fu demolita nel 1861.

VIII. .4. venne occupata dai Francesi 1'8 febbraio J 797 e dué giorn i dopo vi entrava Napoleone, prnc!:1-

mandovi la repubblica sotto la protezione della Francia. Faceva egli fortificare subilo il monte G ardetto, e le opere quivi progettate venivan tenninate dal gen.!rale Monnier nel 1799. La repubblica veniva incorporata (28 fe~braio 1798) in quella romana.

Assedio del 1799. La divisione Monnicr, rimasta in .'\neon:, mentre il rimanente dell'esercito francese ,·cniva balluto nella valle del Po, costretta a chiudersi nella piazza, veniva quivi assediata dalle forze alleate .iustro-russo-turche, cui si erano aggiunte numerose bande di avversari del nuovo regime. Il generale Monnier disponeva d i 5 bgl. di fanteria francese e cinque <li fanteria cisalpina e romana, di una comp. di volontari, di tre comp. d'artiglieria (di cui una di volontari), <li uno squadrone e mezzo <li cavalleria, in tutto circa 5000 uomini. In mare ave\•a tre vascelli presi ai Veneziani nel 1797, che furono adoperati come batter ie galleggianti all'ingresso del porto. Il Monnier fece lavorare alacremente a rafforzare le difese già esistenti; <:ostruì una batteria a mezza costa del monte Marano {detta poi batteria di S. Luigi) e un ridotto con otto

cannoni s ull'altura di Montagnolo. In tutto aveva 500 bocche da fuoco delle quali 300 in batteria: cifra sproporzionata in confronto dell'esiguo numero di artiglieri di cui disponeva. Le munizioni erano scarse, e le pro,·v1g10ni pure. Avvicinandosi le truppe nemiche, il generale francese tentò dapprima la difesa attiva, mcclian lc piccole colonne mobili e piccoli posti avanzati. li 17 maggio, una flotta turco-russa intima\·a la resa, e, alla risposta negath-a, bombardava senza successo la pia?.Zil e il giorno dopo si dirigeva a Pesaro per s barcarvi armi, munizioni e uomini. La difesa atliva. era sempre più difficile di fronte alle forze superiori avversarie. Il I" agosto, le truppe francesi erano ridotte sulla linea Fiumicino-Os imo-Camerano, fronteggiate dagli alleati forti di 9000 uomini di cui circa iOOO costituiti da bande regolarizzate e irregolari. Il S agosto la linea francese è attaccata, e F iumicino preso di \'iva forza, cosi che Monnier si schiera sopr<L una nuova linea: ?\fontagnolo-Grazie-Monte P elago. L'8 a gosto 5000 :illcati attaccano e prendono ~lontagnolo e i repubblicani sono ridotti ormai a difendere la citt:1. Comanda le truppe assedianti il gen. Lahoz, il quale fa erigere batterie sulle alture di Altavilla, delle Grazie, del Posatore e dello Scrima : su quest'ultima pone I 7 cannoni di grosso calibro per battere Cittadella I e Lazza.retto.


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Intanto 1\.fonnier affida al gen. Pino la difesa del ,Gardetto, al gen. Lucotte quella dei Cappuccini, aJ ca.po battaglione Gaza,1 la Cittadella, a l pari grado Guér in il LaZ7.aretto. Il 18 e il 28 agosto gli assedianti inl'ano tentano di prende re Mon te Pelago, d ifeso da ·un forte avamposto repubblicano: vano pure era riuscito un tentativo <li bombardamento da parte della squadra turco-russa, rin forzata da qualche nave inglese. Ma pochi giorni dopo Monte Pelago, investito regolarmente, è sgombrato dai repubblicani e fortifi.cato dagli alleati, i quali possono così battere il Gardetto. L' ! I settembre questa posizione è attaccata da .2000 uomini, ma questi sono respinti co11 gravi perd ite. Gli avamposti francesi di Monte Galeazzo respingono a loro volta altri assalti ; così fa la guarnigione ,de] Gardetto il 1° ottobre. Ma il 7 di questo mese arriva davanti alla piazza la divi5. austriara del gen. Frohlich, il quale assume la ,d irezione d ell' assedio, a.vendo ormai ai suoi ordini 16.000 u. con numerosa artiglieria. G li austr iaci si d ispongono su )\,fonte Pelago e Monte Masino; le bande ,a S. Margherita e alle Grazie; i Turco-Russi sul:a strada d i Senigallia. Il 9 Monnier eseguisce una vigoIosa sortita con tre colonne, una diretta su :Monte Pelago, una per le falde orienta li di Monte Pulito in appoggio della prima, una dal Gar<letto su S. Marghe-rita. Le tre colonne rovesc iano gli avamposti nemici e prendono le prime posizioni; ma sono appena 1200 u ., ,e gli austriaci ristabiliscono facilmente la situazione, snben<lo però ia perdita d el gen. L,hoz. Ritiratosi nclh1 p iazza il :ùllonn ier, gli assedianti battono 1fonte Pulito con le artiglierie e costringono i repubblicani a sgombrarlo . Quindi erigono su questo monte, e sul Galeazzo, pu1e sgombrato dai repubblicani, potent i batt~:rie. Comprese a ltre sparse qua e là, gli austriaci potevano cosi aprire il fuoco il 2 novembre con 80 cannoni -dalla parte di terra, mentre dalla par te cli mare la flotta iniziava a sua ,·olta il bombardamento delle opere della r iva e del molo. Subito dopo l'inizio del fuo,co, con precipitazione evidente, il generale austriaco lancia all'attacco le sue truppe, div ise in tre colonne, .delle quali quella centrale, diretta verso la cittadella, rappresenta il vero a ttacco : le a ltre <lue concorrono con azione d imostrativa. 11:a la colonna centrale, fuh;ninata -<lalie artiglierie dei difensori della piazza, e subito <lopo assalita con energia dalla guarnigione, è scompiglia tct -e volta in fuga . L'azione era durata cinque ore e l'assalto prima <li sera venne riten tato invano. L'assc<lian.te vi aveva perduto 800 uomini: i repubblicani 400. Jl 9 11ovembre, ricevute copiose munizioni, il fuoco è riaperto sulla città., e le for tificazioni d i essa vengono in Lr cve gravemente <la.nneggiate . I l !vionnìer è senza spera ma di soccorsi: i viveri e le munizioni sono esaur iti ; i <lifensor i ridotti a poco µiù di 2000 u . valid i. I l 10, il generale francese si r isolve a trattare la resa e ottiene patti onorevoli, come meritavano la sua i ntelligenza e la sua bravura; il presidio fu lasciato libero -di rien trare in Francia. IX. Il 27 gennaio 1801, in seguito alle vittorie di Napoleone l.lonaparte nella valle del Po, Ancona tornava in possesso delle truppe fran cesi e nel 1808 veniva insieme con le Marche· incorporata nel R egno d 'Italia, e fatta capo!. del dipartimento del Metauro e sede ùi <Comando militare d i -t re dipartimenti. Nel 1812-l,>,

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vennero costruiti la lunetta di S. Stefano e :.m robusto trincera,nento che dall'ospedale militare giungeva al bastione sinistro del Garclctto. Nel novembre 1813, quando )\,forai marciò verso l'Italia settentrionale, comandava in Ancona, sede della 5" Divisione, il gen. Ilat'bou. Questi s i chiuse neila Cittadella, mentrr 4000 napoletani, comandati dal Macd onakl, entravano in città. Le ostilità non era110 ancora dichiarale, ma 1'8 gennaio 1814 il vicerè Eugenio prdinava al Barbou di stare all'erta.. Il gen. france3c 11011 aveva che 1510 u. di truppa con 85 ufficiali. Il 16 gennaio il gen . Macdonald, d'ord ine del re :Murat, chiedeva a l gen. Barbou la resa dclJa Cittadella, e, ottenuto un netto r ifiuto, d isponeva 1Jer batterla e assalirla, mettendo in batteria 35 bocche da fuoco. Si attese l'anivo d1 Murat. Soltanto il 12 febbraio le ostilità furono iniziate, a causa di una sortita eseguita da 300 u . del 53° francese e del 2° e 4° italiani, al comando del magg. Mauric. Ma il p iccolo d istacca.Illento, che sorprese qualche avamposto napoletano, ven ne fa. cilmente costretto a r ientrare nella Cittadella . Il gior• no dopo, le batterie napoletane aprirono il fuoco, che prosegui fino ·a notte. Nella Cittadella scoppiò un incendio. Il 14 il fuoco venne intensificato, e il Barbou si risolse ad arrendersi, dopo un mese di blocco e. 36 ore di bombarda,nento, che avevano causato a lla g1.1a:·nigione la perdita di 447 uomini. I l comando d i Ancona fu assunto dal gen. Monteniajor; il 3 maggio 1815, dopo la battaglia di ·Tolentino, gli Austriaci avanzarono nella città, e il generale Montemajor, dopo un simulacro dì resistenza, capitolò. Gli Austriaci r iconsegnarono A. a l Papa, ma pr ima ne da,rneggiarono le fortificazioni e poi-tarono via 800 bocche da fuoco. Fra il 1815 e il 1848 avvennero in A. la breve rivoluzione del 1831, l'occupazione austriaca dello stesso anno e quella francese dal 1832 a l 1S38, che ne furono la conseguenza. :N'cl 1841 il papa Gregorio XVI fece r istorare le fortificazioni. X. Assedio di Ancona (1849). Pro.c lamatasi in Roma la R epubblica, Ancona ne segui le sorti, e, mentre la Capita le veniva investÙa <lall'esercito francese, Ancona era assediata d al maresciallo austr iaco Wimpffen. Comandava la piazza il col. Zambenari, con 4000 u. di cui 380 artiglieri. In mare, un piroscafo e pochi trabaccoli armati. Da questa parte i difenso,'i chiusero la bocca. del porto con p or.toni armati e catene : 10 cannoni en'Lno stati quivi appostati a difesa. Dalla parte di terra lo Zambeccari fece ricostru ire le parti demolite del campo trincerato, erigere la batteria Dorica e, in parte, un muro. a feritoie tra il Gardetto e il for te dei Cappuccini. In tutto le opere di terra disponevano di 113 cannon i, compresi quattro pezzi da campagna. Il cor po <l'armala del \!/impffen era costituito su 3 brigate (complessivamente 10 bgl.) con due bti-. a p iedi e una a· cavallo ; 4 sqdr. di cavalleria; parco d'assedio d i 4 btr. In tuito, 11 mila u., 4i0 çavalli, 43 bocche da iuoco. I l 24 maggio gli . austriaci investivano la città, con la br. Pfanzelter alla Montagnola, la br. arciduca E rnesto a l Posàtore, la br. Thun alle Torrette. La squadra. austriaca bloccava la città. dalla parte del mare. Nei giorni seguenti, le brigate austriache completavwo l'investimento se11za ,::ombattere e una batteria di 6


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Asseclio cli .\ncona ner 1860

obici veniva situata sul ~fon te Pulito, una d i racchetm~rte e ferite. Gli Austria.ci rimasero in Ancona fino te su :I/fonte Marino, una d i 6 cannoni su llo Scrima. al 12 giugno 1359. D urante questo tempo ripararono Invano i cannoni della piazza cercano d i o~tacolare quee modificarono qua e fa le fortificazioni, e altri lavori sto lavoro d i preparazione, compiu to entro il 29 mageseguì il Governo pontificio dal detto giorno all'epoca gio. l i g iorno seguente, tutte le batterie aprono il fuo~ , dell'assed io <lei 1860. Notevole la s istemazione delh co. P iccoli attacchi austriaci vengono facilmente rebaacria della Lanterna a due piani: l' inferiore con pezspinti dalla guarnigione. Fra il 2 e 1'11 giugno il 1m.zi in casamatta e il su periore con pezzi in barbetta. resciallo Wimpffen r iceveva 8 mortai, 10 obici e 1-1 XI. Assedio di Anemia (1860). Dopo la battaglia di cannon i, e anche qu esti poneva in batteria aprendo il Castelfidardo, il gen. F «nti avanzò col 4° e $" corpo 12 giugno un fuoco intenso che danneggiava graveper investire la ci ttà, difesa da l gen. Lamoricière. L:i _men te le fortificazioni e la città. Un attacco lanciato p iazza non d isp~•neva che di 154 -bocche da fuoco, di il 15 è resp into dai repubblicani. I l 16 il bombardacui 4 erano pezzi da. caJn pagna. La bl'\.l.arn igione era me!1tO è ripreso con 23 bocche d a fuoco da Monte P ucomposta di ì 400 u., r ipartiti in 7 -battaglioni. I soldati lito, 18 da Monte Marin o, 12 da Monte Seri.ma. I l d i artiglieria erano 380. I cavalli 180. Sul mare, cr;t fuoco dura senz-a. in terruzione fino a lla sera del 18, e comparsa, anch'essa subito dopo la. bauaglia di Caste!cagiona danni enormi, e i ncendi 'in città, e s1nonta ficlardo, la squadra navale sarda. Il gen. Fan ti dispogrande parte dei pezzi dell'assedia to . La detta sera, neva di 68 bgl., 14 sqdr., 14 btr., 6 comp. del Genio, per intervento de! :Municipio, s i tratta la resa, e la 3 comp. d'art. da fortezza,: i n tutto circa 28.000 uoguarnigione ottiene patti onorevoli. E rano state lanciale mini. Il parco cl'ass_ed io si compon eva d i 24 bocche da nella città più di 600 bombe, o_ltrc a grande numero fuoco. d i a ltr i proiettili. La guarnigione aveva avuto 39 morti. e 112 feriti ; la popolazione un cen tinaio d i persone

Operazioni terrestri. Il gen. Fanti fissò per obbiet-


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tivo dell'a.sscdio la po~1z1onc di Monte Gardetto, pcrchè da questo sarebbe riuscito agevole battere le rim.1J1enti opere, e perchè la squadra avrebbe potuto cooperare alla S\1a caduta battendolo di r ovescio. Occorreva però impadron irs i, avanti tutto, d elle po~izioni di l\fonte Pelago e d i 1\Iontc Pulito . P er .facilitare quest' ultima nperazionc, i ! gen. Fanti disponeva per un attacco m forze anche sulla sinistra,' contro la lunetta Scrima e il Lazzare tto. L 'a t tacco di destra venne affidato d gen. Della Rocca (V Corpo); quello d i s inistra al gen. Cia ldini (I V Co rpo). li mattino del 24 settembre !'in.vestimento fu com pletalo e reso stret tissimo, ~ nel pomerigg io dello stesso g iorno veniva <laJle lia tterie rla cam pagna ;,,per to il fuoco contro l;.;. piazza. Il gcn~rale Cialdini fece occu pare la lunetta dello Scrima, abbandonata dal nemico ed entro il 26 la. ebbe sistemata ad offesa, mettendovi in 'batteria 12 cannoni da 16 lisci e 6 da 8 r iga t i, e 6 oli ici da 15. Il mattin o del 2.6 aprì il Iuoco contro la Cittadella e il Lazzar et!o. Frattanto i l V Corpo a.vanzava e costituiva una batteria sull'altur a cli Aitav illa, e una alquanto p ii1 indietro, con le quali iniziò il fuoco contro :',,[onte P elago, il giorno 25. L :1. mattina seguente, il 39° e 4 0° regg . fant. e il 23° e 25" bgl. bersaglieri, assaltano e prendono la lunctl:i. de l ~fonte Pelago, d ifesa da cinque compagnie con cinque ca nuoni. Contr ibui a ll'attacco anche l'J 1° bgl. liernagl ieri, della i' d ivisione. Subitr1 dopo, il -39° fanl. e i hgl. bersaglieri 23° e 25° assaltano e prendono i l :\lonte Pu lito. Sulle due posizion i conquistate s i iniziano febbrilmen te i lavori per le batter ie e }a sera stessa <le i 26 due pezzi da 16 r igati aprono il fuoco •contro il Campo Trincerato. li gcn . Cia ld ini intanto lanciava il 7° bgl. bersaglier i su .Borgo Pio, e l'oecupav,1, r inforza ndolo con i bgl. 6" e 12° hersaglie,·i. Il 2i continuavano i lavori cli costruzione di batte, ir nelle posizio ri i conqui state, malgrado il fuoco inccs~antc dei cannoni della. piazza . La. notte sul 2i il 6°

bgl. btrsaglieri occupava felicemente il Lazzaretto, sopra il q\la lc, la. matt ina del 28, venne iniziato il fuoco da parte de lle btr. del fron te a mare. F u allora che, per ordine <lei Fanti, intervenne in modo r isolutivo la flotta, come si dirà p iù avanti e la p iazza. si ane3~, mentre tutto era s tato p redisposto per un allacco generale dalla par te di terra. La guarnigione comprendeva 3 generali, 348 ufficiali, 7000 u. cli truppa: essa rimase prigioniéra di guen·a . Vennero presi l54 cannoni, un,t quantità di materiale cli approvvigionamento, ' 2 vapori, I .250.000 lire in numerario . Operaz-ioni inaritt·it11e. A coad iuva re le truppe d i tecra nella espugnazione della piazza di Ancona, fu tele-

grrufìcamente cl1ial))a1,1 la R. Squadra navale che trova vasi a Napoli, d opo di aver partecipato agli avvenimenti succedutisi da llo sbarco di Garibaldi in Sicilia a l suo rngresso trionfale nella metropoli partenopea. L a squadra, .cornanda ta dal •Contrammiraglio Carlo di Persano, er ~ costituita d~lle seguenti unità : P irofreg~te ad elica « iYiari.i Adelaide», com. R.icca.rcii di Net_ r o, nave ammii·agli:~; << Vittorio En1anuele )), cQm. Alb,ini G. Battista; « Ca rlo Alberto>>, com. Galli della l\-Iantica ; P iroçorvctle rt ruote: «Governolo)), com. D' Aste; << Costitu .l ionc n~ com. \.Vright; Àvvi::;i a ruote : <<~lfalfatano .\), com. ~fonalc ; « Authion » com. Piola. Queste n avi giunsero nell' Al1o Adriatico ii 17 settembre 1860, a ncorandosi nel la rada d i Scnigall.ia, donde l'am miraglio si recò a conferi re col Ciald ini per le operazioni relat i,·c al front,; mar itt imo. Il 18 la squadra compan-e n elle acque cli .\ncona, dm·e fu raggiunta dalla fregata a. ve la « S. ;\lichele J> , dal p iroscafo noleggia to « Conte di Cavour>), dal brigantino « AzzariJosq >> e dai due trnsporti « Tanaro>> e <<Dora», c.he ave vano ,t bordo i l parco d'assedio che venne s barcato il 22 su lla sp iaggia aperta ùi N umana. La p rincipale difesa marittima cli Ancona consistev'.t allora nella batter ia detta della L an terna, a tre fa,:cie

Presa d i M. P~Jago e cli M. Pu lito. (Dipinto a tempera cli Bossoli)


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Ancona nel ·1915 e a due piani; il primo casa.matta to con 9 cannoni, il piano superiore in barbetta con tre cannoni addossati rclla torre del faro. Una cinta continua d i muro co!legrtva la batteria della L an terna con quella d el Lazza retto, all'estremo opposto del porto, armata con tre pezzi. La bocca del porto era stata sbarrata con unrc grossa caten:t sostenuta da sci barconi armati ciascuno d i un cannone; altri pezzi era.no sui salien ti d i S. Agostino e d i S. Luisa. del muro di cinta; in totale 27 pezzi in basso, di cui 4 del calibro liscio da 18 e ~3 del calibro liscio da 24 li bbre di palla. Ma la maggi,)r forza d i Ancona r isiedeva JÌelle batterie a lte sul marr,, di Monte Marano, Monte rulito e dei Cappuccini, le quali, se a rmate d i esperti cannonieri, avrebbero potuto arrecare gravi danni alle n;i.vi. Comandante dellR d ifesa marittima era il conte G izi, già ufficia le della mar ina a ustriRca ; lR b.ttteria della Lanterna era comanda ta. dal Tenente Westminslhal, p ure aur.triaco, come austriaci erano i cannoni della batteria, donati d a F ra:1ccsco Giuseppe imperatore al pontefice Pio IX. Presentatas i sotto Ancona il 18 per .inizia re le operazioni, la squadra fu a ccolta ,a cannona te cli poco effetto, cui fu risposto efficacemen te coi ma ggiori calibri d elle navi. Ivliranclosi dal gen. Fanti a lla posizione di :Cvr. Garàetto, chiave della <lifcsa da par te cli terra, fu or. dinato al ,e Governolo» , a l « Carlo Alberto ll ed al (( Vittorio E manuele l> di sparare a tutta elevazione con tro quell'opera . P er tre giorni consecutivi la squadra concorse va lidamente ad agevolare il compito dell'esercito, mantenendo sotto un intenso fuoco le posiz ioni d ifensive pontificie durante l'avanzata delle truppe. Il 23 fu posto il blocco sulla costa con regolare notificazione. Il 24 fu sospeso il bombardamento per non intrakiare i movimenti de lle truppe diretté a lla conquista di a lcuni ca;:iisaldi ; n ella notte fu tenta to senza successo il forzamento ·ciel porto a mezzo d i imbarcazioni a rmate, tentativo che ebbe -;;sito nega tivb anch e n elia notte del 26. Il · 27, avuto sentore cbc h res is tenza della piazza si andava affievolendo, sia p e,

i <lanni subiti, sia per i mancati soccorsi stranieri (Au• s::·ia) fu <lccisa un'azione a fondo, benchè in un cons iglio d i' guerra \enutosi a bordo della « ~faria Adelaide» fossero stati p rospettati i r ischi a i qua li s i sarebbe trovata esposta la flot ta (senza vicine basi di rifugio) in caso di gravi ava.rie, e le conscguen-ze d i un eventuale in terven to in forze della flotta austriaca. Il 28, giusta gli intendimen ti del quartier generale, h squt«lra attaccò in p ieno il fronte marittimo della piazza onde agevolai-e con tale d iversione l'esercito a sforzare il fronte terrestre, ed al tocco dopo mezzogiorno, essendo stato già preso il Lazzaretto da i be:·· saglieri, l'A,umir. P crsano ordinò al « Viltorio Ema• nuele ", alla « Costituzione» ed a l <e Governolo ll di imbozzarsi · con trn la batteria della Lanterna e di soverchiarla; l'Ammiraglio con la << Maria Adelaide» si manteneva in riserva. Il vento soffia.va fresco eia sci◄ rocco cd il « Viltorio E manuele», arando su lle ~rn,ore, non potè tenere il suo posto e venne sostituito ·.f a! <'. Cario Alberto» clie, imbozzatosi in uno degli angoli morti a 500 metri d alla bàtteria , aprì s u di essa, dopo q ua lche tiro di prova, un iuoco ben d irello e contin uato d'insuperab ile efficac ia, secon<lato a 800 metri da l <e Governolo >l e ad o ltre mille d alla « Cosliluzio• ne"· L a batteria in bar betta, mal reggendo a qucll:i tempesta di f uoco, fu subito abbandonata dai difen sori, ,m entre la casamatta resisteva validamente. .1fa quando, alle quindici, l'ammiraglio segnalò la sua sodd is fazione a l <e Ca.rio Alberto » ed al « Governolo l), ' il Colllandante Albini, indispettito, chiese per segnale di entrare .in azione con libertà di manovra, cd avutane l'autorizzazione, a tuti:a forza, con manovra a udace, sicura e precisa, condusse il <e Vittorio Emanuele>>· a defilare a t iro ,di pistola d alla batteria della Lanterna, colpendola con uo:i. intera fiancata .di granate. Po• chi momenti dopo la batteria saltò in aria e soli 25 artiglieri 1 sopra JSO rimasero salvi. Fu il segnale della resa ; il Generale Lamoricière fece alzare la bandiera. bianca, mandò un parla mentare sulla nave ammiragl ia.


5'19 ed arrese la propria person a e quella del suo Stato Y!aggiore al Pcr;ano che gli fu largo d i deferenti cortesie. Il « Carlo Alberto >> ebbe 34 proietti nello scafo e 6 n ell'alberat(I con avarie non gravi. Quel primo fatto d'armi mar ittimo dell'Italia risorta destò entusiasmo nella penisola. li Persano venne promosso viccanuninglio; i Comanòanti Galli della )lantica, Albini e D'Astc furono in~igniti della mcdagiia d'oro al valor militare.

tirata di Caporctto, perduti g_rau partG dei suoi effc tt i\'i, r ipkgò dietro la linea del Pian': donde, r icost:tuitasi, entrò in linea sull'altipiano di ..\siago. h-i rimase ftno all'aprile 1918 e poscia, trasferita sulla front•; elci Basso P iave, parted pò alla battaglia del Piave· (giugno 19 IS) combattendo nei pre:;; i d i Zer.;on; in settembre fu inviata in Val Brenta o,·e, durante la batta-

Atta.eco 1wval~ ausfriaco co11tro Ancona. (19 15). ?\ o .. nostantc fosse stato uffic i.ilincftte notificato per via diplomatica al go,•crno austriaco il disarmo della cma di /lncona, che era quindi da riguardarsi come città completamente indifesa, il 24 maggio 1915 (·p rimo giorno di guerra tra [ tal ia c<l impero Austro-ungarico), fra le 3 e le 5 antimeridiane, una poderosa forza navale austriaca si avvicinò ad .\ncona in formazione di ba:taglin., e, dopo di aver lancia to qua lche siluro contro le banchine del porto, colpendo un piroscafo tedesco, aprì il fuoco contro la città, a rrccando danni alla cattedrale, alle prigioni. all'Ospedale militare, al cantier-: navale ed a parecchie case private. I l sommci·g ib ile italiano « .-\ rgo11auta >> a l primo allarme s i accinse ad uscire, ma alla bocca del porto si impigliò in un cavo della ostruzione' e quando, liberatosi, potè prendere il mare libero l'ltmmi raglio Haus giit fila ,·a con le sue 11avi a tutt~ va.porL: ve rso Polat accelerando la r it irat..1 sollo la minacda del sommergibile cd all';pparirc di un dirigibile 1talia.no reduce da una incursione su Pola. Presero parte alle opera1. ioni cont ro la citt:i. inerme W nav i da battagl ia, 4 cacciatoqicdinierc e 20 to.rpc.-diniere. La. citti di Ancona è fregiata di ~IcdagI:., d'oro (R. D. 18 maggio 1899) « in ricompensa al valori' d imostra to dalla cittaciinan1.a n egli rpisod i militari del ·49 >>; e della croce al me r ito cl i gu~ rra per b ca mpa::(11:1 1915- 18. (V. Bri11dis,) . ..fHco,ta (Hrigatn). Il I" agosto 1862 fu creato il 69° R egg. fant., con 4 com p. del 6° Dcr. provvisorio d; Sicilia e 12 comp . fornite, 2 pc.- ciascun o, dai reggimenti i , 8, 11, 12, li, 18, pi,1 una cp. dep. fornita dal1'I 1 • fant.; cd il 70 fant. con 2 cp. per ciascuno fornite dai regg. 35, 36, 37, 38, 51, 52, 53 e 54 pila um cp. d<'p. fornita dal 12° fant.; i due reggimenti r iuniti formarono la Brigata Ancona. Xci 1866, con la 20• d iv, fece parie dell' Armata del Po che non ebbe occasione di comlx1ttcre. Durante la campagna di Africa. del 1895-96 concorse alla formazione dei batl. 9, 1'2, 28, 36 con i ufficiali e 242 gregar i del 69° e 8 ufficiali e 253 gregari del iO; il 9• batt. fu ad .-\dua. La 12• comp. del 69° fece la campa::,'lla in Cinct (1901-1904). Dura nte la guerra italo-turca la brigala concorse a lh mobilitazione dei regg. IS, 84, 89. fornendo compl~;s i,,amcntc 19 ufficiali e 1208 gregari. Scoppiata la guerra contro l'Austria, la brigata fu inviata ncll'a Ilo C2.dore ove prese parte alle operazion i co ntro lo sba rra mento d i Sextcn; im·iatn a metà 011obre 19 15 su!h fronte dell'Isonzo. con1ballè nel settore d i Osla,·i,1 o,·.. rimase fino all:t fine di aprile 1916, allorchè, trasfer ii'.\ nel Trentino, fu destinala n el scl<torc di :M. l\farnnia ( alto As tico) [)r ima, partecipando con gra,·issi1m~ perdite a i combattimenti a,•\'enuti durante l'offe nsiva. austriaca e la controffensiva italiana, poi nei settori d i ::l·L Novcgno e M . Pasu bio. All,t fine di maggio dc::! 1917, r invia ta sulla froutc dcli' [sonzo, comba ttè s ul Carso :, Fiondar cd al Faiti, finchè nell'ottobre, :n-venuta la ri-

Fanti

rklta BT'ig-ata Ancona i11 v111 Rren111 ( l!dS\

;;lia cli Vittor io Vene to, combaltt'.· con gra11dc ,·alon: , meritando la c itazione del J30Jle11ino del no\'cmbrè l9 18, ndl'a ,·anzat(l giunse sino ai ~1. Panarotta.

l?ico111.p~11sr: a l 6<J" f,u1t.: ~led. arg. al v:d. mii. per il contegno tenuto a Gio,·e del .:'(o,·egno ( 12-1-' giugno 1916) a :\I. Corno in Vallarsa (scltembre-ottoi>re 19 16) e su l Faiti (:?4-27 ottobre 19 1 ì ). ,\I 70° reg~. :'lkd. bronzo al val. mii. pc! valor e e lo spirito d i sacrificio dinlostrat i a )f. Spili, Q. 17i5 \"allar<a ( I0-1.; settembre, 9-13 ottobn-, :?O ottobre 19 16).

::.r.

}Iostrint' : :"\erc 1 a lt ra.ve r sate od1,1.onta l 111<· 1Ht.; righe gialll', due ma rginali e una al centro.

da

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l'olo11tori <li Ancona. L.-gionc di ,·olontari iormat,1si nd ,naggio IS-18 rn du,· hattaglioni in Ancona. . I n cb110, Fregata cOl':tan la . in fcnn. varat:, il I i ottobre 1$64, r imodernHa nel IS9I , ;adia ta 11<.:I l903:


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lunghezza m. 76; larghezz:i m. 14.60; d isloçarnento 4693 T.; -macchim, 2600 H P . ; st:uo maggiore 13; equipaggio 38.'i. Al comando d i Piola botnbardò il 13 luglio 1866 i for t i d i Comisa, e il 19 quelli di Porto San Giorgio ; si battè T)rillantemente a Lissa; il suo cann oniere Antonio Sogliuzzo fu decorato d i meclagii:, d'oro. K cl 1885 par tecipò alle a.zioni eritree, a l coman do di Raffaele Corsi ; nel 1886 a l blocco n elle acque grech~, a l comando di Saverio Marra .

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core antiche termin avano a punta, ossia senza uncini ( marreì. Erano d i diversa grandezza e adoperate co1: le gomene in numero mollo var iabile da nave a nave. In generale le ll"Ìremi ne avevano tre: due di uso comu ne ed una d i riserva che s i chiamava « ancora sacra ». ::; el medio evo il numero fu spesso grandemente

Ancona. Esploratore in accia io, varnto nel 191l, provemcnte dalla marina germanica (già Grrwdenz): lunghezza m. 139; lar ghezza m. 13,70; dislocamento T . 5.300; velocità nodi 25; arrnamento guerresco cannon i -

<la 145. :\ssegnato all'Italia dal tra:ltato d i Versailles in conto r isarcimento navi perdute e mancata costru zione deriva.nt~ dalla guerra . Ha preso parte att iva a numeros_i fatti d'annc nel Baltico e nel è.fare del Nord.

Ancora. Ordegno d i aggrappamento, -conosciuto fin dalla p iù an tica età, che dà il modo alla nave d i assicu rarsi, mediante lungo ormeggio, al fondo del mar-~. L e anco re si fecer o di legno e d i p ietra prima che .,i conoscesse il fer ro, e furono così conser rntc :u1c]u; per ,rilolto tempo dopo l'introduzione dei metalli nella vita dell'uomo . :\I tempo attuale, nei mar i dc:!la Cina, si fa largo uso di anco re composte di un legno dur issimo. !\nche i Fenici le a doperavano di legno, mentre Greci elci temp i di Omero le ebher o di o o ,pietra . Così viene ricordato da Apolloniu negli

« Argonau ti )l e

A,nror,::L rom ana.

da Arriano nel << Pc-• .riplo del Ponto Eusino ,,. Talvolta anche si adoperarono dei cesti d i vimini riempili d i pieu·e (spedizione d i Alessandro) o dei sacchi r ipieni cli sabbia (Ificrate). Si ha però notizia d i navi che adoperarono le ancore d i ferro fin d al V secolo avan ti C r isto e forse nel VI secolo: le citano Eschilo e Diogene Laerzio. F-.1rono fat te dappr im;t con u n sol braccio, e se ne attribuisce l' invenzione al greco Eupalamo : si chiamarono ,i ete rostom i >J . Poscia Anacarsi insegnò a farle co!l ciue bracc i e presero ii nome cli << anfhromi " e << am• fiboli >>; il Re :\fida vi appor tò delle modifiche, e se, condo Pausania un esempla re dell'ancora di :Mida , i conservava nel tempio cl i Giove in Ancira. Vi furono 1 anche ancore di rame e d i hronzo. I bracci delle a n-

aumentato, così ad esemç,io ·1a nave (< Gran Paradiso ,, che servì al R e d i F rancia Luig i IX, aveva ben 22 an, core. Nelle navi a vela del l 7° e 18° secolo le ancore erano sempre di ferro con ceppo d i legno. Le ancore hanno subito d urante il secolo XIX quattro successw1 miglioramenti : l'adozione del ceppo mobile d i ferro, l'ar ticolazione ~!elle marre, la soppressione ciel ceppo, l'uso dell'acciaio fuso in luogo del ferrn fucinalo. La pr ima ancora a bracci, o marre articobte, è del 182 L in lnghilterra, brevetto H awk ins. Sul:c unità da 1,'llerra l'ancora è senza ceppo e a marre :ul icolate, per poter ridu rre al m inimo le sistemazio)li che servono a salpare, in Jnodo da aver così sgoa1bcro i l campo d i tiro in coperta per le artigl ierie cl i prora. L 'ancora del naviglio eia guerra assume perciò una forma speciale che viene talvolta i mi tata dalle navi mercantil·i. Ogni na.vc ha tre ancore : d ue dette cli posta, che si adoperano nor malmente, e una << di speran?a )) . L e ancore cle!le imbarcazioni p rendono il nome di ancorotti. Il peso d i un'ancora per nave da battaglia è d i 8000 kg. e quello della catena è di 110 kg. per metro lineare . L e pa r ti -dell'ancora sono: l'anello, la cicala, il fuso, il ceppo, il d ia man te, NLlOVa ancora francc~,t ipo Ctrnrpentiet·· , bracci, le marre.

Ancora da pont-ierc. Strumento di ferro con due bracci r icurvi ed unci,,ati, il quale gettalo n el fiume a l ci,i fondo si a~~prencle colle ma rre, serve a fermare le barche mediante la gomena (fune d'ancora) a cui è at• taccato. Le sue parti sono: l'occhio, la cicala, il fusto, le marr.:!, la traversa (lunga m . 1,47). La lunghezz-1 dell'ancora è di m. 1,90, la larghezza. a lle marre cli metri 0,90 .ccl i l peso di kg . 65.

Ancoragg io militare. P osto di riiugio, golfo o


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A ND l 'il

rorto, destinato all':,.n~oraggio del naviglio da guerra. R icopre in generale soltanto speciali zone di quei golfi ,che, per la posizione st rategica, cons igliano d i far i vi s tazione con le nav i da guerra. Il più delle volte, l'an coraggio militare ha contallo con i l porto mercan ti!~, ma ne rimane pur sempre nellamente separato e dis,into. L'ancora!!gio militare è governato da speciali

L'anco ra del \'lc1or r, rn,cr\lo amm i,·agllo cli "~" "" nor:nc che limitane, o ,·ietano addirittura l'ormeggio delle na, i 111ercan1ili nelle proprie acque, limitauo i dirit: i <li pesca, il tra ns ito Yicino a lle opere ed ,1gl i stabilimen1 i, ccc. L 'anwmggio militare è gen era lmente par te i111cgra111c di un:i. base navale, giacchi, concorre con gli c:rscnali, le officine. i depositi di combustibile e le foctilicazion i, alla formaz ione della base s tessa. E' indice <lell' impona nn <l i ua an coraggio militare il numer.:> {!ci hacin i d i ca rr 11aggio che contiene e la grand ezza <ies;li stessi. Takolta, OYC la n.11ura non a vcva provveduw <' le ragioni strategiche lo rcndeYano necessario. ha .,upplito la mano deiruorno, creando specch i di acqua r ipa ra ti da lu ngh i moli per r ifugiarvi le na vi cl:t guerra e dare così u11 s icu ro punto d i appoggio a ll~ llonc. Sono esempi chiaris~imi di ciò gli ancoraggi ,Ji ,Cibiltcrra, di Portland, di Chcrbourg, ecc. l gir,u, d elf aucoraggio. La posiz ione dell'ancoraggi'l ;, designa la d a l Cou1J.11clo ciel porlo ; ma ha gran<.l~ importa:1za dal punto d i vista sa11itario, per prevenire la importazione a bordo d i morbi in fett ivi dominami ~,ella località e specialmente per la febbre gialla, per h ma !aria e per il colera. I n genera le. l'an co raggio è sempre preferibile all'o rmeggio, pc rchè sulle na vi d iscoslc ,dalla spiaggia è limita to il t raffico d elle persone, clv sono uno dei veicoli più comuni della introduzione a J,ordo dei microbi causa di malattie, e viene inoltre o;;tarolato l' arrivo a volo delle mosche, definite da l G rassi <( veri untor i )1, perchè diffondono i ger mi delle malattie da in fezione. :-(ci paesi infell i <li colera, facqua di mare dentro i porti, contaminata dai rifiuti delb ,c itt:'t e delle nad, contiene spesso i vibrioni causa del colcrn; per questo motirn è pre feribile l'ancoraggio fuor i dc:! porto, in r ada, d ove l'acqua è pura . Nei p aesi .<lo,·e la febbre gialla è endem ica, come pure in quelli infestati dalla malaria, la na,•c dc,·e prendere l'ancoraggio (preferibilmente in rada) a non meno di l O'ìO n1c tr i d,d la spiaggia, affinchè le zanzare trasmettit rid '"li q ueste in fezion i non p ossano a rriva re a bordo col 1:olo. Se nel luogo si trova u na na,·e con ma la ti d i feb-

hr~ gialla o di malaria, bisogna ancorare alla detta distanza da essa.

A nere. Fiume della Francia, affluen te d i riva destra della Somme, sulle cui r i, ~ sorge la cit tà d i Albcrt. Durante la guerra mondiale, !a regione bagnata dal!' A nere fu ripetutamente teatro •.li importanti azioni belliche condotte in prevalenza clalle truppe inglesi. Lo stato maggiore britan nico d à l'a.ppcllativo d i battaglia cieli ' A nere a i combatt imenti svc-ltisi tra il 3 cd il 18 settembre 1916 in detta regione durante la batli\glia della Somme (,·.) cd al combat1imento del 5 aprile 19 18 sostenuto dalle s tesse tr u ppe cd incluso nella 2·' gra nde battaglia d i Picca.rdia (v.). J T edesch i chiama110 << ba ttaglia delle ta nks tr a Ancr~ ed Avr c ll la famosa sorpresa subi ta il giorno 8 a&o~to 19 18, con h quale si iniziò la 3• battaglia di Pi, tçrdia (v.), ritenuta d allo stesso L udendorff << giornatn di lu tto per l'esercito ted esco nella s Lo r ia della guc1 ra », in conseguenza delle ri levantissime perd ite d a esso su bite, e soprattutto delle conseguenze morali e materia li che ,Jcrirnrono dall'impiego su larga scala 1ldlc « tanks >J d~ pane degli allea ti. Andana. Ciascuna filiera d i bas timenti d isposti :l p iù file, lasciando spazio t ra fila e Jìla perchè vi sia possibil ità. di passaggio. Andatura. E' i l d iverso modo di camminare o di 111urciare, in rap por to s pecialmente ,1:la velocità e all:t liber tà di movimento. P er le t ruppe a p iedi si hanno le scgucm i andature: passo ordinario, passo di st ra<h, corsa e corsa veloce. :-:el nostro es~, cito la lu nghezza del p asso ordinario, m isu rata da calcagno a calcagno, /:: di m . 0,75 per granatieri, fanter ia d i lin ea e a lp ini, d i m. 0,36 per i bersaglieri: ·1a vci~cità o cadenza è: rispettivamente d i 120 e l 40 passi per minuto. )lardando al passo ordinario gli uomi:ii sc-.no tenuti alla µ iena regolarità e sincron ità. di movi,ncnto, alla esa lta conservazione del p r oprio posto ed a lla unifor mi t,, del porto d'anni volta per volta. ordina to; quand o in Yecc - e ciò si fa sempre durante le marcie di trasferimento conviene e si vuole conrc,derc alle truppe maggiore sc ioltezza e comod ità. si o rdina che proced a no a p asso di s t rada , a ndatura cl,,, consente loro di esimersi dalla s incronità e uniformità assoluta alle quali si è accennato. Col passo d i s t rada gli uomini portano il fucile nor malmente a « bracc·arm ». Nella corsa la lunghezza del passo sale a m. 0,90 p er grana tie ri, fa nteria di linea e a lpin i, cd a m. l per i bersaglieri : la velocità o cadenza è r ispet tivamente di 170 e 180 passi per minuto: ii porto d'armc normale è il « bilanc'arm >J. E' questa un'andatura essenzialmente d i manovra: in circost:in,.,e eccezionaliss ime può essere usata, specialmente dai bersaglier i, a nch e ,per andatura d i marcia, a ltemando dicci m inuti cl.i cors.'l con vemi minuti _di passo. L a corsa veloce, per la quale noa sono fissa le nè luughe7.za nè velocità d i passo determinate, è :rnclatura esclusivamen te di m anovr a, P e r le truppe a cava llo le anda ture sono il passo, il trotto e il galoppo, con i qua li si percorrono rispettivamemc 100-200 e 350 metri all'incirca per min uto. }:clic marce s i usan o il passo e il trotto, a lternandoli :i r iprese di d ieci in <licci minut i : il g aloppo è andat ura esclusi\'amcn te d i manovra e, qu ando s i sp inge ol-


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tre la. velocità di percorso normale <lei 350 metr~ si denomina ga.loppo allungato. Per la cavalleria si ha pure la specia lissima e celerissima ~.ndatura che essa usa nel lanciarsi alla carica e che si cl:ama «carriera» Andatura delle 1tavi. (V. anche a1do11omia). L'anda• tura di una nave viene considerata ,otto due aspetti: la velocità e la direzione della rotta rispetto a lla d i• rezione in cu i soffia il ve nto. La cons iderazione del l'angolo fonnato dalla rotta e dalla dhczione del vento aveva. grande importanza nel periodo della marina ve• ·lica; allora le d iverse andature avevano ciascuna un nome speciale: di bolina, al travcr;o, al giardinetto, in poppa, ecc. Al giorno d'oggi le andature delle navi s i riferiscono più al mare che al vento (rs.: andatura al n1asconc, quando la direzione del mot::i delle onde fa

Ancora di dreadnought gl'rmaul ca un angolo piccolo con la rotta della nave e le onde vengono a battere sotto i rigonfiameuti di dritta o <li s inistra della prora). Alle diverse intcnsit,, ?,i vent() e di mare corrispondono per ogni n,w c ben determinate andature con le quali 1:t struttura citllo ;;cafo resiste meglio. Vi sono navi c.hc possono reggere una buona :mdatura a nche avendo il mare a l traverso o in pro• ra, altre si comportano meglio col ir.ar~ in :poppa. Il comandante di ogni nave s.i, a seconda delle circo~tanzc, in caso di cattivo tempo, quale i l'andatura che gli conviene scegliere per evitare da1:ni alle persone e al materiale e per ev itare qualche volta anche un com• p!cto di3astro.

Andaye. Piccoh citt:t de i Pirenei occidentali ; du• rante la campagna de! 1i93, stav t.10 di fronte sulla Eidassoa 15 .000 Sp?gnuoli, al comando del generale Caro, cd a ltre ttanti frances i , al comando del gcner:ilc Scrvan, in -I campi trincerati. Gli Spagnoli riuscirono ad occupare Andayc ; il 2 1 giugno i1 r;cncra lc Scrvan, dal campo di Saint Jean dc Lu?., sferrò un contrattacco muovendo al mattino con 3000 uomini su 3 co• !onne. R espinti gli :tvamposti spagnuoli, le colonne as· .. sa ltarono le linee d i ridotte costrui'.e dagli avversari ;,ulla. destra della. Bidassoa, riusc~ndo ad occuparle,

n1ercè l'appoggio della loro artiglÌl:ria. la quale cr~ riuscita a collocarsi in modo da prendere d'infilata i difensori. Gli Spagnuoli s i ritirarono sgombrando I. città.

A nde (Cordigli.era delle). V. America. An déchaga (Castor). Generale spagnuolo, n. :i. Gordcjuela, 111. a Talledo (1803-1871). Prese parte al!è fazioni interne seguendo la. causa realista dal 1822 in poi e vi raggiunse il grado di genernle, cadendo sul campo a T allcdo. A ndelot ( Trat tato di). Concluso nel novembre 587 a Andelot, villaggio dell'Alta :Marnc1, im Gontrano·, r< di Jlorgogna, e Brunilde, regina del!' .\ustrasia. Gon• trano aiu tò, in base a l tra ttalo, Childeberto, figlio di Rrnnilùe, a trionfa re dei suoi nemici interni, e lo adot• tò; alla morte di Gontrano, Childcbcrto ebbe così nelle mani la Borgogna e l'Aus.tmsia. A ndely (o Lcs A 11dclys). Borgata della Normandia. sulla Senna, già fortificata da Riccad,J Cuor di LeonL sulla fine del secolo Xli. Fu allora ci, conciato il borg~ da doppio giro di robuste mura, t'~èllO un castello, detto « Il Gagliardo >> sopra un,t roccfa. scoscesa, prot1=tto da doppia fossa scavata nel sasso, e dal fiume; cretto un altro castello sopra un'isola della Senna. Il tutto costituiva un sistema d ifensivo quasi inespugna• bile per que i tempi. Re Giovanni d 'Inghilterra, durante le sue lo tte con F ilippo Augus to di Francia, affi<lù il <:emando della guarn igione di A . a Ruggero di L ascy connestabile di Chcstcr. E Filippo Augusto, nel set· tembre 1203, pose l'assedio olla fortezza, limitandosi al blocco, poi che aveva ricono.sciuto !'impossibilità di prenderla di viva forza, r CO$trucn::lo sulla Senna un ponte d i ba rche a valle di Andely. Giova nni tentò rii Yen ire in soccorso degl i assediati: arwù a tal uopo u• na. flotta composta d i i0 navi piatte, scortante altn navi cariche di viveri, e r isalì la Senna, mentre per terra si faceva fiancheggiar.: <lai co.:c di P embrok'!, con -1000 fanti e 3000 cavalli. Questi assali all'irnpr ov• viso a.Ile spalle i trinceramenti fran<:c.si e li scompigliò, ma 'J)Cr poco; chè i fra ncesi. riavutisi e rannodatis i. lo contrattaccarono vigorosamente e dopo dura lotta riuscirono a sbaragliarlo. Nel fratlemp-J il re Giovanni. attaccava il ponte con le sue navi, ma quivi faccva:-i buona gua rdia; per mezzo di grossi pali abilmente manovrati i Francesi fracassarono parecchie navi assali• trici e volsero in fuga. le a ltre. Filippo aveva. pronte quattro navi bene armate, le qua li r-.iolcstarono il nem ico in ritirata e i:li catturarono akuni legni carich i di v iveri . .L'assedio continuò, e par~c<'hie sortite d e i difensori, sempre rr~-pin lc, d iedero 'luogo a vive fa. zioni. ).la IÌnalmentc i Franéesi, ritenuto giunto il momento opportuno e i difensori indebol iti dalle .sortit•' e dalle priva7.ioni, il 6 marzo 1204 c.!icdero l'as.,;alto d (<Gagliardo» e se ne im1>adroniro110 di viva focza.. A. fu presa e r ipresa più volte <turante le guerre del XV secolo, e restò a Carlo VII ,1ei 1449. Nrl 141)1 venne p resa alla L c~a. d,l E nrico IV. A nderlecht. Sobborgo di Eruxelies, lè.itro di com• battimento il 13 novembre 1792. Dopo la vittoria di J emmapcs il gener:tlc Dumouricz marc iò su Bruxelles: gli austriaci, in 'Piena ritirala. cerca.vane ritardarne h. marc ia. Il 13 n ovembre l'estrema :i vanguardia. france-


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se si scontrò con la. rcrroguardia. au:;triaca pi-esso Anderlecht, sulla strada <l i Bruxelles, e, ·t osto r inforzata da altre truppe, la respinse costringendola a r ipiegare sul grosso che aveva preso posi;:ionc sulle alture à nord del villaggio. Dopo intensa pr~parazione d i artiglieria Dumouriez attaccò ne l po,neriggio con Lutta J'avangu~rdia, conquistando i l villaggio e ohbligan<lo gli Austriaci, i quali erano comandati <lai <;luca del ·wurtemberg, a r ipiegare s11 n ,·uxcllcs, che abbandonarono la mat tina dopo.

Anderloni (Giovanni Battista). Generale, n . .t ::\1ilano, 111. a Cabi,\lc ( Como) ( 1835- 191 I). Partecipò da Sot Lo tenente del Genio a Ila campagna. del 1859, e con il grado di Tenente al la campagna del 1860- 61, meri t,indosi due medaglie di argento cd una di bronzo nei .fatti d'armc d i Ancona, di Gaeta e d i Capua. Entr ò da :Maggiore nel Corpo di Sta to :Maggiore, e, promosso ·Co lonnello (1887), ebbe i l comando del 51° Reggimento Fanteria . ]v[aggiore Generale nel 1895, raggiunse nel !904 il grado d i Tenente Generale nella. riserva .

Andernach.

Città dclJa Prussia, a lla foce

delh

='lette nel Reno.

I. Nelle sue v1cmanze, !'8 ottobre 8i6, vennero J battaglia Carlo il Calvo e suo n ipote Luigi il Gros5c, i l quale si era messo a lh testa di T ur ingi, d i Sassoni. di Franchi 1·enaui. Le t ruppe di Carlo vennero scontìtte e la,;c iarono nelle mani <li Lu igi molti prigionieri. In seguito a questa Yittoria, Luigi ottenne la Francon ia, la Turingia, la Sassonfa; un 3uo fratello, Carlomarmo, la Baviera, la :M arca occide:1:ile, la C.,1..riniia; un altro su.o fratello, Carlo il Gxosso, la $vev ià. Così venivano divisi i possediment i di Luigi (o Lodovico• di Bavier a, padr e dei t re pri ncipi detti, la 1i1orte del quale aveva dato origine alla guerra.

IL N el 939 a ltra battaglia ,fu combatLULa in Andernach, nella quale O ttone I, re di Germania, vmse duch i d i Lorena e d i Franconia.

IIT. Durante. la campagna del li9--I 11el .Udgio, gli Austriaci, battuti ad ,\ldcnhoven, si riti ra rono d iet,,, il Reno (5-6 ottobre) inseguiti dai f.ra1,cesi dell'armala di Sam bra e l\fosa; il corpo austriaco òel i\felas, cos tretto anch'esso a r itira1·s i sotto la pressione dell'armata francese della }\,fosella, fu ragg:unto ad Andernach il 23 ottobre dal cor po del Y(3.rc1·<>.u, forma 11te la estrema destra dell'an nata d i Sau,bra e l\fosa. G li A11slriaci furono battuti e cost retti à , i piegare su Cohlenza, cbe tosto eva-cuarono dopo br~v,' resistenza, la sciando la dtlà ai Francesi.

Anderson (Enea). Ufficiale ingl<e5e, scrittore militare del secolo XIX, autore d i :.1:1 ,.: G iornale della spedizione in Egitto <li Sir R a lph Abercromby, co" una descriz ione . cli Malta» (Londra 1802) ; e d i u n « Giornale delle forze che presero part,: alla spedizione segreta del ten. generale P igot dal lo,·o ;irrivo a 11aior-

AND

ca fino alla completa evacuazione dell'Egitto <la parte· dei francesi». (Lon <lra , 1803).

Giorgio A nderson. Genera le nelle truppe dei Confede-· rati durante la guerra <li Secessione. Partecipò all'invasione elci Maryland, agli ordini <lei geJ). T.ce, ed alla battaglia della Mon tagna -del Sud (1862). Il 14 settembre di quell' a.n no, dltrante u 11t> scontro avvenuto a Sharvsburg, fra F ederali e Confederati, il ge.n. Ander,011,_ fu ucciso da un soldato -. netnico.

Riccardo A nde,·son. Genera le nordamericano, eh•.' durante la guerra di Se-· cessione prese parte con l'eser cito <:on federale a lh dura battaglia delle « Cinque Forche» avvenuta durante l'avanzata <lei[' cse~cito comandato dal genera le L ee. Il corpo al qua l<' rnccai·do Anctcr;;on Andcrson appar teneva, do vette arrendersi n ella Virginia del X ord, dopo un infe-· lice combattimento ad Appomatox . Roberto A nd.erson. Generale nordamericano, 11. ud Kentucky, rn . a l\' izzr, ( 180S-18iJ). Prese pane alla guerra con lro li l\1es.~ic'o ,:: a quella d i Secessione. Tn qucst'ult ima, all' ini7..io, ~i trovò a comandare i l f orte Swntcr. Dopo aver cercato di consolidare la posizione a lui affidata, dovette abba ndonarla pcrchè assediato dal la flo tta dei Confederali, la quale traev,1 dal vicino por Lo di Charleston continui nnforzi. Più tardi ,\ndcrson, non1inato n1aggior gencra.ic ~ posto a l comando di un cor po d i volontari, ebbe l'incarico •d i difendere k posizioni del Kentucky e d el ~,1issouri.

Andervofti (Lc,mardo) . .Patriota. n . e m. a Uaindi Spilimber go (1805-1867). Dedicatosi a lh pittura E .no dalla prima gioventù. nel 1848 lasciò i pennell, per co1-rere a Venc«ia ,t d i[enc..lcre la mrova rcpu hblica. TI Govcn10 di q\11:,.. ~la lo i nca ricò della difesa della for tena d i Osopp,, contro gli a.uslriacl, ed egli h tenne per nove mesi valorosa mcmc. Costretto a capitolare, si r idusse a ·vcnezia e d<ipo la <:aduta della repu bblica emigrò in Piemonte. Recatosi in Sicilia, il generale Garibaldi..


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!o destinò al comando dell'arsenale di :M essina e dopo la campagna dell'Italia meridionale il Governo nazio11alc g li riconobbe il gr ado di m agg iore di artiglie ria, affidandogli successivamente il comando di piazza a. Cal,.tanissetta, a Xicastro e a "i\lantova, finchè si ritirò dal .servizio. X e! 1838 aveva inventato un fucile che si cari<'ava dalla culatta e trn cannone il quale, dopo sparato il coloo, con mo,•imento automatico prcscnta,·a la bocc., :alL.rtiglicre per essere ricaricato. Que~te invenzioni ed altri esperimenti meccanici non valsero che a rovinare grande pa rte della su<1 scarsa fortuna.

Andeseno (Co11te d'). Generale piemontese, comandante ddle truppe del regno di Sardcp1a nella Savoia. nel 18 1S. Assalito, nel giugno, dalle truppe del rnarc,ciallo Suche t, ammontan ti a 15·.000 uomini, il generale cl' Anàcseno oppose quel poco di rr~1stenza che poti: con i 3200 u. di cui disponeva, e p:,scia fu costrct~, :id accettare un armist izio, in seguito al quale sgombrò 1a Savoia e s i stabilì sul µ iccolo S . Bernar do. Quiv i gli pervennero rinforzi austriaci. e pot, rientrare nella Sa,·oia eomcmporancameme al mo\'imc1•to di altre co-. lonne per il Cenisio e per il Semp:o,,-,. lmiemc con i1 gen . Trcnck , il d'A. prese d i viva forza il borgo di Hopital. Dopo la caduta di '.\"apoleone, il d'A. fu go,·ernatore di Chambéry, e da Carlo l-cliee, all'epoca <lei moti del 1821, nominato governatc,r~ generale ckll.i Savoia con p ieni poteri. Andla (J,fo1111cle A. ) Abda). G~ncralc spagnuolo, n. a Ronda, m. a \'ich ( 1818.1884). },ntrato nel scr• Yi7-io m ilitare, combatté con tro i carl is ti, fece par:,, <lella prima spedizione spagnuola ;n Africa, tornò 'n patria e ancora lollò contro i carlii<ti. Difese contro <li loro energicamente la piazza di Pamplona (dall':i gosto del 18i4 al febbraio de l 1875) fi, tehè non fu soccorsa da Alfonso XII . Andlgné (Giovanni d' .l.). ::\Iaresciallo di campo francese, 111. nel J 703. Si distinse per , alore e intclli_gcnza come ufficiale d i artiglieria d' cui aveva avuto la luogotenenza nel dipartimen to d ·.-! Bearnese. ); d 1695 gli fu dato il comando dell'artiPìieria dell'e.;crcito della Catalogna, poi quello del dip~rl i mento del Delfi11ato e nel 1 i03 il comando dell'art:~licria in ltali1. :Hent rc faceva manovrar e una batta, i,, di 6 cannon i e -di 2 mortai per bombardare la ci•,a di Trento, u:i ~olpo di moschetto tiratogli da un dit'i.:i~orc della città lo colpi a m orte. Luigi Fortimat o, conte d'A11dig11f. ·1 ar i di Francia, ·maresciallo di campo. noto fino alla restaurazione col nome di Cac:alirrc d'.-J. ndigné, 11. ad :\ngers nel 1765, 1n. a Foniaineblc:rn neL 1857. Com inciò la carriera m ilita re ent rando ne lla ma rina dove raggiunse il grado di luogotenente di vascello. :\'cl 1791 emigrò e iece le campagne del 1792-93-9~ contro la Repubblica. Continuò a se,.. irc poscia. la c:rnsa reale nell'esercito della r iva destra Jclla Loira, d ur ante le campagne del 1795-96-99 e 800. In queste due ultime fu alle d ipenJtn1-c del conte di Chàtillon col grado di maggior generaie. Doro il 18 brumaio, .reca tosi a Par igi, volle teninr,· cl i indurre ' I primo Console a r istabilil'c su l tron .:> !:, d inast ia borbonica ma fu arrestato: riusc ito ad ,vadere si rifugiò in Germania e quindi in Inghiherra, di dove rientrò in Francia alla restaurazione dei Rorbun i e il 20 mar.io 18 14 il re lo nominò ma resciallo d i campo con b

data del 1° gennaio 1600. Xci mari.() del 1815, al ritorno d i Napoleone, il maresciallo '.!'Audigné s i ritirò nel dipar t imcmo dell'Ovest, vi radu nò un ese rcito di parecchie migliaia di uomin~ otten~ndo ad Aurai un successo importante sulle truppe napoleoniche: quindi, d'ordine del re, nel giugno fir mò l'atto di pacificaz,one d i Chol lct fra ic s ue truppe e qud le del generale Lamarque. Jfarrhesc E11,-ìco d'A11dig11é. Gen·:~ale francese, n. a I ~2 1, fig lio del pr eceden te. Abbracciata la carriera delle armi, uscì dalla Scuola )iili tarc di Saint Cyr nel 1842 col grado di soltotenen•~ e raggiunse i' grado di generale d i brigata nel 1Si5. Fece la campagna d'Italia dfl 1859, e nel 1870 prese par te ai primi fatti d'anne contro la Germania in qualità di capo di Stato )faggiore del generale Lartigue, comandante della ) V divisione. .-\ Sédan fu crivellat,, di ferite e lasciato per mon o sul campo d i -ba Lta;.l,a. Nelle elezioni tic! 18i6 fu rlrtto senatore.

Orlc:a ns nel

Andito. (Forti/.): « Quel pas.ag,::io che s'apre tr.i lo spaho e le tra\'erse, onde poter liberamente girare inlorno alla st rada coperta, e andare d;,lle p i,11,zc basse r ic-n tranti a lle saglienti >•. (.~larini). Andlau (Gasto11c. conte d'A.). Generale e uomn politico francese, n. a ~ancy 11el 1814, m. a Buenos Ai res nel 1894. S i disLinsc nella i\Ufrra d i C r imea ( 1855) ed in quella d'Italia ( 1859); c, Jc,nnel!o nel 185'1 Ieee parte nel 1S70 dell'armata <lei Reno e dopo la capitolazione di )fet z, fu invbto pr:gionicro in G ermania. Ritornato in l"ranc ia fu q11cs;,,_, in d ispon ibilità e allora, sotto il velo ddl'anonirno, p1,hblicò nel 1872: « ::\lctz. campagne ct negociations ». Riconosciuto autore d i questa pubblicazione, nella quale s i giudicav,, acerbamente la condotta del ma resr.!ai lc, Ba?.ainc, n el processo che seguì fece una deposi1ione schiacciante contro il maresciallo. Xci 1876 {u ct~th:> senatore de!J'Oisc e n~l 1879 promosso generai.: d; br igata. Compromesso in u no scandalo d i decora.~ic-ni, emigrò in A· merka, .dove morì all'ospedale. Andlaw (Leo11ardo, conte d'.J .). Luogotenente generale francese del secolo XVIII, m. ,, rarigi nel 1.765. Fu dappr l.111a luogotenen ti.; in un rcr,~ irncnto di <:ttva lleria e -poi capitano nel reggimento Reale l'olonia col quale grado prese parte ai princip ili fatti <l'arme che si svolsero tra il 1726 cd il lì46 in Germania, ragg iungendovi il grado <li maestro di campo. :,,:cl 174i, comanda~ presso l'esercito <l'Italia, prese parte alla conquista della contea cli X izza .: all'attacco delle trincee del colle delrAssict ta; fu invbto in soccorso di Ventim iglia, e durante l'inverno ne l .Delfinato. :",;omilllLO luogotenente generale, continuò a far parte dell'esercito d"Italia . .è\el 1757 iu rimandato in Germania. e in seguito ebbe il comando delle tru ppe rea li a Liegi dove r imase fino al 1762; qu indi si r itirù a J>arig i. Andorno. Generale piemontese, romandantc dell,-, cittadella di )lcssina nel luglio I 718, all'epoca tlelfin\'nsione spagnuola in Sic il i:t, quando l' isola ap parten e,·a alla Casa Sarnia. Ave\'a il genera le r acco lto 600:J uomini, e riccvcue rinforzo di au~,:i:ici ncll:i cill,l· clclhl conser\'ando il comanào : si difese energicament,: fino a l 29 scltcmbre e s i a rrese solo quan do ebbe !t: opere esterne in mano del nemico, la. breccia nel mu1·0,

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le artiglier ie smon tate, ottenendo gli c,;;ori di guerra e ritirando3i con la guarnigione a l di là dello Stretto.

Andragate (o Andragazio). Luogotenente dcll' irn.PCFator e iY[assimo, n . nel Ponto Eusino, lll. nel 33-'s. Sei 385 comandava nelle Gallie la c,ivalJcria dell'esercito di :ll!assimo, ,quando questi, r:l;elìatosi all'im peratore Gra~iano, volle farsi proclamar,: imperatore. Grn· ziano cercò d i fugg ire dalla Gallia c:,n trecento cava: lied, rna, raggiunto da Andragate pre~ o I.... ionc, fu ucciso combattendo. D ecise il nuovo ililpcratore di invà .cierc tutto l'impero ,d'occiden te e A-, dragate fu ' incaricato d i d ifendere i passi dell'Italia sulle Alpi Giulie. :-Ia inviato con la Hotta all'inseguim ~nto cli Valen tinia;10, dopo inmili scorrerie sui mari ,i'Italia e di Grecia, fece vela verso Aquileia per r icoagiungersi a M assi·mo. Durante i l v iaggio, venuto a ronosccnza della disfatta e della uccisione <li ::.V.fassimo, non potendo spera re per sé il per dono della r ibellione, s i uccise getta ndos i in mare. Andrassy (conte Gin/io). G r;ncrale d i cavalle ria ~ uomo di S ta to austr iaco, n. a Zen,plin (Ungheria) m. et Volosca ( 1823- J8S'Ol. Allo scoppio della rivoluzione un gherese ciel L848 en trò nell'ese rcito d ?l suo paese con il grado cl i maggiore della Guard ia :'.'-. J ziona le . Pi,, lardi d ivenne a iu tante de l generale Gorgcv e nel 1349 fu ma ndato. durante la J·e:ggenza. di Debrecz~ amba scia tore a Costa ntinopoli. .\ Ila fine della guer r a .·J. i u condannalo in contu maeia e dovette rip~trarc a Parigl, donde ritornò, nel 1860, in U ngheria. Divenuto membro del P a rla men to, fu poi presid ente del Consiglio dei m inistri e m inis tro della Difesa. In tak sua qualitii. organ izzò là landwehr ungherese. Divenuto 1ninistro degli Estcr i1 contribuì ad una riconciliazione fra la Russia e l'Austria-Ungher ia, e durante le guerre del 1870 e del 1876 fu fautore della neutralitii. aus tro- ungarica. Partecipò a lla conclusione d ella pace d i Santo S tefano. Raggiunse nel 1872 il grado <li generale -cli ca.Ya iler ia. F u s trenuo .fautore della occupazione delh 3 osnic,-Lrze 0ov ina. Contribui alla formazio11e dcli' a lk·anza difensiva austro-tedcscQ caldeg~iata da. 13ìsn1ark . Infine ]asciò la vita p ubblica e s i ri. i, ò a Volosca.

Andrault (Giov Batt ista A. dc Maulevrier) Maresciallo d i Francia, n. nèl 1617, m . ne-! J 754. :Nel 1693 era aiutante di campo de l maresciall,J di Catinat quando le truppe piemontesi subirono la sconfitta della ::\forctta; rimase poi agli ordini cle!l.) stesso maresciallo nel!' esercito d'I :alia anche nel 1694 e 95 . :\'c l 1696, partito d',I talia col Ca\inat, fu all'as~edio ·c1i Valenza, e nel 1697 a quello d i Ath . Passato nel 70.l a lla d ipendenza del maresciallo di Villeroi, ritornò all'esercit'> d'Italia dove r imase quasi ininterrottamente fino al I i12, prendendo parte a quasi tu tt i i wmbattimcnl i che si svolsero d u rante quel periodo :fra ic truppe del duca d i Savoia e quelle franc<ssi. Nel l i l3 passò all'esercito del Reno e servì sot to il marescia llo di Villars ; ne l li l-1 nella Spagna sotto il maresciallo d i Bcrwick. Nel

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1 i20 fu promosso luogotenente generale, e nel 17 34-35 fu nuovamen te comandato presso r esercito <l'Italia, prendendo pa rte alle fazioni d i Co lorno, <li Parma, cli Guastalla, di Gonzaga, d i R eggiolo e <li R cvere, finchè, rientrato in Francia •nel 1736, ebbe il governato:·ato del:a cinà d i Briançon . Nel 1745 venne cr eato maresciallo di Francia.

André (Stefano) . Conosciuto sot.to i! nome d i Il /11.1nb·1t·ri110 d'A.rcolr, n. a Ca<lcnct nel J';77, m . a Parigi nel 1838. Arruo la tosi volontario m l 1792, fu fatto tambu r ino e s i d istinse in modo part icolare n el 1796 alla batta.gHa <li Arcole, dall>L qnalc gli ,·enne il soprannolll<'. Duran te il furioso nnnbattirnento per la padronanza del pootc, il giovane tam burino s i gettò a nuoto e raggiunta la riva opposta. cominciò a suonare, la carica. G li austr iaci allora, crcclèndo d i avere alle spalle un altro corpo n em ico, si ritir .. tono precipiwsamentc, lasciando padroni del ponte ( francesi. Bona parte citò il tambur ino a ll'ordine de l giorno dell'esercito, gli donò le bacchette d'onore e :o fece in$crivere nella p r ima lista della . Legion d'\).,o;· c. Lo scultore David d'Angers lo rappr esentò sul frontone del Pan theon di J>ar i,:i; n el 1.894 gl i ven ne cretto un m onumento nella città n a ta le. A ndré (T,rigi}. Genera le france~e, ,,. a Nuit-SaintGcorges, rn. a D igione ( 1838-1913). Già allievo del roli tec11ico e della Scuoia d'applicazione di l\<letz, ern c~pitano qu ando scoppiò la guerra del 18i0. P rese parte all'assed io di Parigi e par t icola rmente ai combattimenti d i Champigny e del l3ourgeL Raggiunse i l grado di generale d i brigata nel 1893, e fu chth/l\ato a comandare la Scuola poli tecn ica, d i cui mod ificò i l programma d'insegnamento. Nd I 89i lasciò la scuola per andare al comando dell'artiglier ia ,lei 1V Corpo <l'arm ata . ~ e l 1899, p romosso gene rale d ivisionario, comandò per un anno la 10" divisione d i fanter ia d i P arigi <li dove fu chiamalo a l m inistero della guer ra. Jn questo suo a ltissin,o ufficio apportò numerose rnodificaz.ioni n, tutto l1orga•

nismo m ilitare per renderlo più snello e più adatto alle nuove esigenze dci!a vita e della scienza della guerra. N cl 1903, colpito dai lim iti d i etài r imase ancora min is tro. Durante la sua

carriera il genera le Andn: si occupò anche d i studi scien t itici e letterari, e per le questioni militari e le scienze matematiche, fu uno dei collaboratori d i Littré. Come mi nistro, !'André seguì la i:olit ica del g;t binetlo di Waldeck l~ousscau (nel quale sost ituì il genera le G allifct), ma più particolapmentc quella d i Combes. D,illa polemica sulla stampa e dai diba.ttiment i alla Came ra, essendo r isulta to che al l\:1in istero della. guerra s i facevano inchieste sulla vit<l privata e sulle idee politiche degli uffic ia li, ne nacqu-~ un gravissimo fermento nel paese cd il d eputato S:, veton, il l4 novembre 1904 sohiaffcggiò in P arla.,:::nto l' André, ;1 quale dovet te d i metter si.


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Andrea. Ebreo di Cirene, vissuto all'epoca di Traiano. R iusd a persuadere i suoi co,rcligiona ri che li avrebbe ricondotti a Gerusalemme cd avrebbe ristabilito in tutto il suo splendore il culto dei loro pad ri. I s uoi d iscorsi suscitarono un tale cn:usiasmo che ben presto si trovò a capo di una banda numerosa., costringendo a rinchiudersi nella città di Aiessandria il prefetto dcli' Egitto L upato; il quale per vendicarsi dello scacco subito, fece uccidere tutti gli çbrei che si trovava.no in citt/1. And rea rispose con sanguinose rappresaglie in Libia, ma l'insurrezione fu dcfinitivamcme repressa nel 115.

proprio figlio Alberto, n'ienlre un secondo ·rivale ~• trovava in Carlo :Martello figlio <lt Carlo II re di :'.\'a.poli. Prese tutte le disposizioni per resistere a questi due, AJ1drea si rivolse con tro l'Austria con cinque campagne consecutive. Richiamato in Ungheria da 0 uovi torbidi suscitati da alcuni nobili partigiani di Carlo :Martello, si affrettò a far la p11ce cor'! !dberto d'Austria e ne sposò la figlia, ma non riusci a liberarsi dal rivale, che aveva occupata parte dcll'C'r.gheria e la LCnne fino a lla morte di ambedue i printir,i, avvenuta çontcmporaneamentc nel 1301. Andrea IIT fu l'ultimo re d'Ungheria <lella stirpe di Santo Stefano.

A ·11drra I. R e d'Ungheria dal 10-16 al 1061 , cugino di S. Stefano. Successe a Pietro il tedesco, detroniuato

Andrea Bogoliubski. Principe russo. m. nel 117-L F:ra. figlio di Giorgio Vladimiro,·ic Dolgoruki. Nel 1158, nom inalo principe di R ostow, dopo aver riportato di\'erse vittorie su i bulgari, po~c ra!.SCdio a. Kie"c la prese d'a.~~alto . Da Andrea ebbe principio la politica di con(Juis le seguita ininterrottamente dagli Zar_ )fori as.~a.ssinato da alcuni soldati P:l.l!'.\ti a tal lini· dar suoi paren ti.

dai magnati. Vo lendo assicu rare il trono al fi glio Salomone ancora hambino, a danno di T.Jcia suo fratello, cui spctiava la successione, nacque 1.;r;a guerra fra i due fratelli. i qua li, sostenuti r ispet,ivarnentc Bel:i da i polacchi e .\ndrca dall'imperatore e dai boemi, vennero a battaglia nel 1061, sulle riYC della Theiss. Andrea, abbandonat<l <fagli ungheresi al momento della azione, fu circondato e fatto prigioqicro. Riuscito a:! evadere, finì i suoi giorni m iseramente. Andrea Il. Re d'C ngheria, figlio ;,ccon<logenito di Bela III, m. nel 1235 . Volendo usurpare il trono a! fratello maggiore Emer ico, si rivoltò contro di lui, ma, Jhbandonato dai suoi partigiani, dove1te mettersi alla rnercè del fratello e d'allora in poi fu uno dei pii1 fedeli sostegni del trono. ~cl 1204, :llia morte del nipote Ladislao. gli Stati generali lo proclamarono re. Ne l 12 17, raduna to un forte eserc ilo, si portò in Terrasanta a combattere contro i Turch i. cedendo alla Repu bblica. di Venezia i suoi diritti ~u:la Dalmazia. in compenso de l trasporto in Palest ina delle sue truppe. fatto dalle galere \'Cllcte. Dopo pocl,i mesi ritornò in patria, lasciando mctit del suo escrr,1:,., in Terra sa nta . essendo stato richiamato <lai torbidi che cominciavano ~ maniicscarsi nei suoi Stati a cau,;a della cattiva. amministrazione dei s uoi luogotenenti ; nuscì a stabilire l'ordine e go,·crnò con saggcz.za. Verso la fine del suo regno i Tartari fecero alcune incur:;,o:ii in Ungheria. .4.11drea III. R·! <l'Ungheria, nipok del precedente. detto il 11~11cziano, pcrchè nato a \ 'c,iczia da Stefano. lìglio , postumo d i Andrea 11 e da ''.'01umasi11a )1orosini. m. nel 1301. Condotto gim·ani,s.,imo alla corte <ii L adislao, fu da quest i riconosciuto suo crede al trono . Trovandosi assente quando morì il re. nel traversare gli Stati di .\!berlo duca d'Austr ia per rccar$i iu Ungheria, fu fatto prigioniero e non ottenne la liberti,. che a condizione ,E sposare Agnese figlia di Alberto. G iunt o a Buda fu incoronato re ( 1290) e tosto \'Olle vendicarsi dell'aifronto subito dichiarando la guerra al duca d'Austria . L'imperatore Rodolfo, messo al concnte delle intenzioni di Andrea, per trattenerlo in Ungheria gli suscitò contro un riva i.: nell.i. persona del

Andrea Alrxa,idr<r.:ic. Principe russo, secondogenito di Alessandro Newski, m. nel 130-1. l"t.: lung:uuentc in lolla, a iuta to dai Tar tar i, contro il, fratello maggiore Demetrio, che era salito sul trono paterno nel 1276. ~ fini per cacciarlo da.i ~uoi. Stati, e per impadronirsi dd plJtere. l·.ntratn in guern. con g li Svedesi. prese lor,> fa fortcua <li La nskaon Ordine di S. lndrca Uru inc cavallerc.~co. crea.lb in

Rus.-:ia da Pietro il Grande nd 169S. Ha cordone azzun:-.:,. e croce sn1altala. azzurra. recante l'immagine del ma.rtirio di S. :\nclrca, .sonnontata. <lal!a corona impt:riale. 0r<llne cavll.llei-r,('•1 {Il Sant'.\ ndrClL

Ordine di S. 1J,ulrea. (V_ Ordine del Cardo).

Andrea Ba/ile. Cannoniera cl i sco:·:a. varata il 16 a pdlt- 1922: lunghc:tza m. 52; larghezza m. 5,62 d,-

slocamcnto 230 T .; a r mamento guerr•!sco 2 cannoni d,t 102 e due mitragliere; velocità 16 m1g,lia. , lndrca D oria. Corazzata in acc1a10, vat\1la il 2L novembre 1885," radiata nel 1911: ll• nghezza m L00; l:i.rghezza m. 19,80; dislocamento 11,204 T.; maochia:i: I 0.300 HP; Slato maggiore I 7; cq.iiuagg io 489.


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Andrea D orio.. :\lave da battaglia di I classe, varala ,alla Spezia. il 30 marzo 1913: lunghezza m. 176,09; larghezza m. 28; dislocanwnto 22.<1S6 T .; macchini 24.000 HP.; velocità. 23 miglia ora.r ie: armamento gucr,a-esco : l ., cannoni da 305 in S torri sull'asse longitu-·

-.dinale, 16 da 152 e 20 da 76, di cui 6 antiaerei, e 3 lanciasiluri da 450.

A ,i<ir,,a Pnrua11a. Can non iera, in ferro, varata 1'8 di ·maggio 1884, radh,ta nel 1901; ltmgli~zza metri 51,50; larg~1ezza m. S; d islocamen to 733 T.; macchina 1000 HP.; Stato :Maggiore 8; equipaggio 91. Fu più volte

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della Cina e vi esercitò il commercio con una lealtà che gli asiatici non erano abituati a vedere nei suoi compatr ioti. Questo suo modo di :>rnctderc stava per fare aprire alla sua nazione i porti che la Cina teneva tanto gelosamente chiusi agli stranie,·i, quando Simone d'Andread e, fratello di Ferdinando, si presentò a çapo di una seconda squadra e d istrusse co,~ la violenza e il brigantaggio quanto ·, fratello ~ ,,.,,,a cost ruito con la p rudenza e la giustizia, così che i ;,orti della Cina si chiusero a i portoghesi non solo, m.l per lunghissimo tempo a tutti gli europei.

Andreassi ( Vincenzo). Generale, n. a Torre del Greco, m. a Torino (1855-1922). Sottotenente di artiglieria nel 1877, fu col grado d i capitano insegnante <l'armi e di tiro n ell'Accademia m ihtare di Modena; ebbe da Tenente Colonnello le funzioni di Direttore della Fabbrica d'armi di Torre Annuriziata. e quella d i Direttore. dell'Arsenale di costrnz ic1nc di Napoli. Promosso Colonnello (1908), ebbe successivamente il Comando del 1° e del 6° Reggi1uea!o artiglieria da fortezza. Raggiunse nel 19 13 il grado di Maggiore Generale e nel 1916 fu collocato a riposo. Andreewsky (Stefano Se1"enovic) . Medico m ilitare russo n. nel 1760, m. nel 1848. Fondò l'Accademia ,medico chirurgica d i P ietroburgo. In seguito fu fatto governatore dcli' Astrakan, dove morì. Andreiev. Generale ·russo dell'epoca nostra.

Nel 1905, ,d urante la gue,rra. russo-giapponese, era capo di State, Maggiore della guarnigione di Vladivostok. Durante la guen:i. mohdialc, comandava una divisione siber iana.

Corazzata Anclrea Dorla (1885-1911) , destinata in Mar Rosso dove partecip,:, ad azioni guerresche ed alla vigilanza contro la tratta dei negri; ~cstò dal 1890 a l 1894 nelle acque del Sud America per -vigilare sugli interessi nazionali, specialmente durante i . torbidi in Ar gen tina. A 1uJ.1·ea. Provana. Sommergibile da crociera, varato il

Andreini (Enrico). Gene ra le, n. di Lucca, m. in Persia nel 1895, Appartenne all'esercito tosca.no e fece la campagna d el 1848; quindi si recò a Teheran e vi rimase per 40 anni, prendendo serviIl generale Andreiev ~io nell'esercito persiano e divenendovi generale e istruttore della fanteria. Andreis ((.'aspa.re). Generàle piemontese, n. a Barge, m. a Tor ino (1785-1865). Nel 1806 entrò nell'esercito lr:111cese e prese pa r te, nell'ar ma d'artiglieria, a tutte le campagne napoleoniche fino al 1813. Venne fatto pr igioniero degli inglesi in quell'anno e passò al loro servizio fino a l 18 17, anno nel quale venne ammesso col grado di capitano nel 2° regg. di art. delia marin.t Sarda. Ebbe varii comandi di fortezze marittime e terrestri, e raggiunse il grado d i maggior generaie nel 1839; fu messo 2. riposo nel 1843.

27 gennaio 1918; lunghezza m. 67; larghezza m. 5,30;

Andreade (Ferdinando d'A.) . Ammiraglio porto.ghese del ~ccolo XVI, uno dei cap itani che portarono ,nell'India. le leggi e le arti dell'Europa. Nel 1518 cocmandò la prima flotta europea ohe apparve sulle coste

Achille A ndrris. Generale, 11. a R iva di Trento, m. a Bologna ( 1828-1915). P artecip.', a.Jia campagna del 1848 come volon tario nel Corpo studenti Pavesi a.l servizio ·del Governo provvisor io di Lombardia, rimanendo fer ito nel fatto d'armi d i Custoza ( 15 lugl io 1848) e p rese parte anche in qualità di volontario alla campagn_a del 1849 riportando una seconda ferita alla


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battagli a di )<ovara, ove si meritò h medaglia d'argento. Ebbe una seconda medaglia tl'.'.rgcnto in occasione della esplosione avven ut:i. n ell:i. R eg i:i. fabbrica delle polveri a Torino (26 aprile 1852). Partecipò con la D ivisione )1czzacapo, al servizio del Go l'erno delle Romagnc, all:.t campll!,'11a del 1859. .Entrato nel I 860 a far parte dell'Esercito I t:i.liano, pa rtecipò d a Capitano alla ca mpagna del 1866 ed ebbe da Colonnello ( 1882) il comando del 18° R eggimento di Fanteria. Colloca to in posii ione ausil iar ia a sua domanda (1886) raggiunse nel 1S95 il grado di '.llaggiore Generale nella riserva. A11drcis di NI01ulro11e co11le Da11;,,ic. Generale, n. ,i l3ovc~, 111. a T orino ( 1828- 190.\). Partecipò da m ilitare <li trup pa a lla campagna del 1848 rimanendo ferito a Sommacampagna,

e da Sottotcn. di fanteria a.Ila spedizione di Crimea, dis tin guendosi n e l fo.tto d'armi della Ccrnaia. Prese parte da Tenente alla campagna. del 1859, riaffct·• mando il suo valore nella battaglia d i San :\la rti110 e partecipò rol grado d i ).laggiore alla campagn a dd l 866. Co111n ndò ·drt Colon nello ( I878) il 6 1• R eggimento Fanteria ed il 9° Reggi mento llcrsaglicri, e dnl 1882 nl 1884 fu Comand~te SuperiMc de i Distrett i l\lilitar i della Divisione è i Catanz:tro. Ra ggiunre nel 1903 il grado di Tenente Generale nella riserva.

Andrelini ( P11blio Fausto) . P oeta latino, n. <li For, lì, stabili tosi ,i Parigi dove morì nJ 1~18 , E' l'au tor~, fra l'altro, di tre 'poemi : « De ncai')olitan:i. victoria»; « De sccun<la ,·ictoria neapolitana a Ludovico XTI repor tat;i, )) ; « De regia in genue11scs ,•;(tOria >). Questi poem i, stampat i tutti a P ar igi, sono inni <li gloria innalzati da un i:,erfctto cor t igiano in onore d i Carlo VIII e d i Luigi XTl d i Francia, i quali cl i òò lo r icompensarono con larghez7.a. A ndreolì (Giuseppe). Sacerdote, pat riota, n . a Saa Possidonio ne l 179 l. Era professore di eloquenza a Cor reggio. Insofferente della. tirannia <11 F rancesco IV, d uca cl i Modena, s i af:figl iò alla carl1011erin e pa r tecipò a lla congiura d i Ciro ;\Jenotti. Venne arrestato, processato, mandato al patibolo. Andreossi (fr. Andréossy) (conte Vittorio). Generale francese di fa miglia oriunda italiana, n. a Ventenac, m. ad Antibes (1747-1819). Entrò n ella carl'icra militar·" nel 1766 e aderì alla Rivoluzione ; raggiunse il grado di generale di brigata nel 1799; partecipò a varie campa.gne dell'epoca napo leonica e si ritirò tlal servizio nel 18 14 .

.-1 n/011io A ndreossi, conte. Gene rale e <liplo111aticu francese, d i famiglia oriunda italiana, n . a Castclnauclar y nel 176 1, nJ. a :'llontauban nel 1828. N el 1781 era tcn . d'artiglier ia, nella quale Ul'm:i raggiu_nsc nel 1804 il grado d i ispettore generale. ft'ec la campagn:i. del l 796 col Bonaparte e fu all'as,~d,:o di ?.lantova.. Partecipò alla spedizione d i Egitto e 11c tornò col grado di generale d i div isione. Assecond,ì --..:'apolcone il L8 brumaio. Dopo il trattato di Amiens fu i nvia.lo s uccc~s ivamcme amhasciatOl'C a L ondra, a Vienna e a Costantinopoli. Fece le campagne del !1306 e del I SO'>. ~el 1827 fu eletto depurato dell' .\ude. Era mcmbrn dclJ'.\ rcademia delle sc_icnze. Scrisse pa,ccchie opere important i fra le qua li :· « Operazioni dei pontieri francesi in Ita lia du r1nrc le campagne li95- 1797 >>.

A ndrews (Giom,mi) . Storico inglese d el secolo XVlIT. Ne l 178S pubblicò a Lond ra in 4 volumi la « Storia delle guerre con l'America, la ;_.·rancia, la Spagna e l'Olanda ( li75-li83) ». A 11drrtc·s ( Cristoforo Colo111bo). Ge.ne;·ale nordamericano. n. a H illsboro nel 1829. Parteci pò alla guerra di Secess ione e vi ra);giunsc il graclo di tenente generale. Fu poi ambasciatore degli Sia.i Uniti nella Svezia e nel Rrasilc. Lasciò varie oper~, fra le qua.li uru « S tor ia <lclla campagna. d i Mobile)).

Andria. Città del circ . di Bar letta, fondata dai ~orma nni nel X secolo. 1. Jlattaglie di A11dric. {1155). _\ppartengono alla lott:.t fra il re Gu glielmo I rli Sicilia, e i suoi baroni, $Ostenut i da Adrial'o I V e ,fa!l'in ,peratorc di Costantinopoli. I Sormar.ni tr'.\llo co1ll'11:dati cb! ~-n ..-\scle11ino, il 4u,le 1•juJ1Ì !t=: sue ,,.J!c genti dP.I C'on:.c R irca rdo d Andria., ri111asto fedele a Gugii.-!mo Cli :illeati cr::ino comandati dal gen. bizantino Costantino Ducas, il quale aveva giit battuto Ricca rdo a T ran i. I due es~rcit i s i incontra rono presso Andria. Ducas schierò sulla fronte gli Sciti e gli arcieri ; in seconda linea un corpo agli ordini del conte Robe rto di Lorc telio, cug ino ribelle di Guglielmo; in terza linea grande parte della ca, allcria in riser... a, ai suoi ordini. Il conte Riccardo, impai ieJ1tc di vendicare lo scacco di Andria, assale impetuosamente la pr ima linea del Ducas e la sbaraglia; assale subito dop o la seconda. linea e la volge in fuga. ?.1a a questo momento viene ,tssalito dalla riserva condotta dal Ducas in persona. I.a lotta ardeva furiosa, ci11ando Riccardo, ferito da u n colpo <l i pietra, cadde eta ca.vallo, e venne immediatamente assalito e mas,;acrato. Allora i suoi si. perdettero d 'animo, ni! al generale A~clettino riuscì di rannod arli, t:111to c he s i diede alla fup t le sue truppe s i sbandarono. Il Ducas rientrò trionfante a Bari. Nello stesso anno, giungeva. a. rintorzo del Ducas sopra nominato un grosso rinforzo, e ii generale normanno Asclettino, non potendo tenere il campo a causa della scon lh ta pat it,1,. s i chiu deva in M o lfetta, mentre il Ducas s i recava a porre l'assedio al castello di Andria, che sembra sorgesse là dove poscia l'imperatore Federico fece costr uire il Castel del Mon te. )falgrado i suoi sforzi, il castello non cedette, e il Ducas rinunziò alla impresa ritirandos i nel suo campo. To,-nò allora l' A~clètti11(), e riattaccò battaglia co i Greci. Tnccrto ne durò l' esito fino a mezzogiorno, ciuando il Ducas, che aveva tenuto fino aìlora un corpo in r iserva, lo condusse all'assa lto -dcli: ~tanche schicr.: 1


559 normanne e le sbaragliò. Ciò gli permise di assalire d i nuovo il castello e d i fa rio capitolare. IL Assedio di Andria (1462). Post;> alla città dalle soldatesche di Ferdinando I di Nap(•ii, du rante la sua lotta contrn i baron i e le città a lui ribelli. ·Dell'assed:o c'è solo da notare che, per opera di ;ir, Franèesco del Balzo, s i è fatto uso ~i i polvere nelle m ine. ·III. Assalto d-i Andria (1799). 11 Zì febbraio li99, ii generale fr:incese Hroussier, incaricato di far cadere le ul time r esistenze dei regi nelle Puglic, investì !.t città, la quale era difesa da 10.000 borbonici e da parecchie migliaia cli abitanti armat i. j . \ vecchie difese <!ella città erano state restaùra te alla meglio e sba.rratc le porte. I francesi a vevano con lo:·o t:na legione re-

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cito d i soccorso condotto ual Blake ; allora, perduta ogni ~pcranza, finì per arrendersi.

Andriani (Oronzo). Generale dell'Aeronautica, n . a Brindisi nel 1878. Sottotenente d ei bersaglieri, elci corse> del 1897 . L'amore a t u tti gli sports lo spinse nel 1912, tra i pr imi pionieri, a meritare il brevetto di pilota aviatore. Da capitano ebbe il coniando di una delle prime squadriglie e poi dei grnppi di squallriglie che operarono su I fronte ita liano ( 19 15) cd ai suoi ordini stettero uo 1nini che poi ilJustrarono di gloria J'aviazione i talìan ..1, tra i quali Baracca. Stet!~ al froni.e come volatore e; comandante d i volatori quasi tu tta la guerra. D a tc11entc colonnello fu comandant.c d i Aeronautica ()ella gloriosa· III Armata, avendo a suo super iore Jirc tto S. !\. R. il Duca di Aosta, e avendo tra i dipendenti Gabriele d' Annunzio. L'esplicazione ddle sue capacità di comandan-

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te gli valsero in pre1nio l<t

Croce di Cavaliere dell'O,dine :Militare di Savoia, e ii suo pec-sonale va lore di combattente gli mer itò du~ rneclaglie d i bronzo e due croci di guerra. Dopo !a guer r;i, promosso colonnello, comandò il I O Raggruppamento d i Aeroplani (la Caccia, e poi, nel periodo della r iorganinazione aeronau tica (1923), fu messo a capo del la importantissima Direzione. delle Scuole Civili <:li Pilotaggio. Quindi g li iu affidato un ispettorato, primo tentativo d i, decentramen to delle funzion i di comando della R . Aeronautica, ed in seguito fu nominato coman dan te della l " Zona Aerea Territor iale. Nell'agosto 1925 egli ebbe la promozione a scelta a generale d i Brigai:\. Aerea., e ne l mese successivo f u incaricato di organizzare le prime grandi manovre acronaut khe, le quali riuscir0no

poderose e brillanti.

pubblicana, composta in gran par te u i napoletan i e confandata da. E t tore Carafa, conte d i Ruvo. Questi assalì la porla Comozza; il ,:en. Ord0nnea.u quella di Barra, Broussier in persona quella d i Trani. La diiesa. fu ostinatn,1 e os_tinato !'assalto; finah11ente, avendo U }l colpo di cannone abbattu to la por t,1 <li T rani, i fra.nctsj si precip itarono nella chtù, e la lo~ta continuò con grande accan imento per le strade. 1 clifensori vennero passati in par te a filo di spalla; ch i a ( f:00, chi a 4000 annovera gli uccisi. La c ittà, dat« a: sacco e alle fiamme.

Andreani (Luigi lvlaria). · Gcneraìc italiano (17731856). Fu a l scrvi>.io della Spagna e ;•:irtecipò alle gu erre d'Africa distinguendosi nella difesa d i Ceuta assediata dai ).,f ori. Durante l'invasione napoleonica, rese celebre il ~uo nome con l'eroica ci ifesa di Sagunto contro i francesi d'el Suchet. Egli tenne la piazza fino a quando Suchet batté sotto le m ura deifa. città un cser-

Andriba. Villaggio del è\iadagascar, su lla strada da i\.fajunga. a. Tananarivo; uurante 11. sped izione francese del 1895, essendo giunta la colonna il 20 agosto sui Piccoli Ambohimena, il gen. Duc:besne, comandante in capo, seppe che gli Hova oc,;upavano con circa 5000 uom ini una linea fra il M . .>\n dr :l,.t e il 1vI. Hiandrereza sulla quale s i erano for tificati. Egli ordinò allora alla brigata Voyron di scendere i'. 21 agosto ad Arnbontona e di lì procedere il dì s~gucn(e verso Andriba. I l giorno 2 l le truppe del gcn. Voyron av·a nzarono s u due colonne, separate Jal Kamolandy, seguite da una r iserva, con la quale era il Duchesnc, e alcuni pezzi , li artiglier ia. Alle 11 ,30 le avanguardie !:iCacciarono da. Anibo<liamonta.na alc1..,.ni posti nemici, indi, men tre il grosso si sta,biliva h questo vi llaggio, occuparono Ambontona: Alle 14,30 1~ batterie Hov:i. cannoncggia.rono questa località, ma furono controbattute e ridotte al silenzio. JI mattino dtl 22 i l Duchesne ord inò al gen . Voyron dì aggirare la destra deJ ne1nico dll"igendosi con 2 bgl. e 4 pez>.i sul M . H iandrereza, mentre egli coi grosso avrebbe attaccato frontalmente. ]vfa •prima ancora c he l'aggiramento fosse compiuto gli Hova sgombrarono le posizion i, sicchè k truppe, sen-


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.za colpo ferire, poterono accampars i n~J pomeriggio fra An<lriba ed Ambon lona . G li Hova 5i !'iliqirono ad ol1rc 30 km. pii.i a sud.

Andrisco. Avventuriero che si spacciò per figlio <li Perseo, u ltimo re di Macedonia, m. ne! 146 a. C. Tentò di impos::;essars i del potere in Macedonia, ma non vi riuscì e si rifugiò presso Demetriv re di Siria, il quale lo consegnò ai R omani. Riuscito a fuggire da!!:i. p1·igionc, si portò nella Tracia e vi raccolse un eserc ito. Respinto da Scipione Nasica nel 149, rientrò in Tracia e battè un esercito condott-.> dal pretore Iuvenzio, il quale rimase ucciso nel combattimento. A. si alleò con Cartagine, c iò che determ.:nò Roma a fare u no sforzo, e ad aftidare a l pretore Cecilio J\ifetello un forte esercito, con il quale il genera le romano battè definitivamente A. a Pidna, lo pr.:.;e prigioniero e lo condusse a R oma, dove venne fatto n•e: terc a morte per ordine del Senato. Androne· (Forti/.). « Corridoio o condotto, che dal p iano della forteaa ,,a sotto al teir~pieno a metter ca.po alla porticciuola. E' voce d i Cru~ca, adoperata in {fuesto s ignificato nelle scuole dell'.iniglieria p iemontese». (Grassi). Andronico d'Olinto. Uno dei generali di Al·:s~andrÒ. N el 314 a . C. er•a corso in aiuto d i Demetrio figlio d i Antigono, contro Tolomeo e comandava la cavalleria dell'ala destra nella battaglia di Gaza. Dopo la disfatta si ritirò a Tiro e continuò a combattere a lla testa de lla guarn igione. F attolo Jll igioniero, Tolo-<neo lo guadagnò alla sua parte. A11dro,ii<,o 111. Imperatore di Co~tantinopoli, n. nel 1295, m . nel 134 I. E ra nipote d i A. lI che lo aveva assodato a l trono, rna per la sua c:,ttl\'.c conclolla era. stato costretto a cacciarlo da Cosvir.i.inopoli. Allora, arruolato un forte esercito per intimorire il vecchio imperatore, lo rivolse invece contro i Bulgari che si erano avanzati fino a.d Adrianopoli e li disfece comp letamente. R iusciti vani i tentat ivi d i r iconcilia.zionc col nonno, marciò contro Costantinopoli, r,rese la c ittà e fallo prigioniero l'imperatore lo costrinse a ritirarsi in un con vento. Per con tci1crc le invas ioni <lei Tu rc:ii fece costruire una muraglia da Crisopoli fino al mare . R iprese ai 1\1rc.i1i l' isola d i Chio e li bat tè più volte. ).' el I 333, impotente ~ fren are con le arm i le loro devastazion i, venne ad accordi e firmò un trattato di pace e di alleanza con loro. Tuttavia le deva.stazioni continuarono. A . :illora prese il mare con 22 dromoni, e assali e sbar.!gliò una flotta di 36 navi turchesche; ma subito dopo i Turchi, ricevuti rinforz i, assa lirono le d1·omoni imperiali e le colarono a fondo o catturarono, meno quella <li Andronico, che riuscì a riparare a Costantinopoli. Tentò allora di difenders i efficacemente contraendo alleanza con i re cli Francia, d i Napoli e d i Cipro e con altri principi d'occidente, rna gli O ttomani, cacciati dal

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settentrione, r ien tra rono dal mezzogiorno, ed invaso il l'clopon neso vi commisero orr ibili saccheggi e crud eltà . Allora A. per legarsi più durevolmente con i Latini volle spegnere lo scisma che divideva le due chiese, ma trovò da parte dei suoi una oppo$i1,ion c irreducibile e non riuscì a nu lla . Q uesto insuccesso lo afflisse talment~ che ne mori di dolore.

Andronikow (Principe l vo110 Malch.asovic A .'.. Genera le russo, 11. a T iflis nel 1798, m. n el 1859. Pres tò servizio militare n el Caucaso, dove s i distinse all~ presa di Erivan e all'assalto di AkJ,alzik nel 182&, e in Persia. Nel 1840 sottom~ gli Asseti. Nominato governatore m ilitare della Georgia, nel 1851 fu p romosso generale d i divisione. Sul princip io della. guerra d 'O· riente (1854) alla testa di 10.000 uomini sbloccò Akhalzik e battè i T urchi ; riccnito poi il comando in capo <lcl!e forze della Mingrelia e dell'l meretia, il 15 giugno 1854 ba.ttè completamente Sclim pascià. Nel 1855 5i ritirò dall'esercito. Andros. I sola delle Cicladi, nell'a rcipelago greco ; è ~I.parata da Ncgropontc per mezzo dello stretto di Silota. I. Nel 480 venne assed iata da Temistocle, ma la di• fesa della ~ini fu così valida, che egli rinunciò alla impres1. Verso la fin e della guerra del Peloponneso, la stessa sorte toccò ad Alcibiade. II. Nel 227 si combattè nelle sue acque una batt:iglia navale, in cui la flotta macedonica fu battuta dalla flotta tolemaica colllandata da Sofrone. III. Il 15 giugno 1696 vennero a battaglia nelle acque d i A. una flotta ottomana, comandata dal pascià ::\1ezzomorto (20 galere, 16 vascelli, parecchie ga1·eot1e) e una flotta composta d i navi pon tificie e veneziane (33 galere, 6 galeazze,' 24 vascelli d i cui d ue ge• novcsi nolegginti, e varie navi minori), le prime agli ordini dell'amn.ir. Ferrett~ le seconde a quelli dcll'ammir. Gr imani. L'assalto fu dcllt galere degli a lleat i, che rimorchiarono avanti. in mancanza di vento, $Clic vasce lli. La lolla fu presto decisa a danno dt:i Turchi, i quali perdettero tre galeone ed un vascello, ma riuscirono verso sera a salvarsi con la fuga. L~ Jlerd ite d i uom ini furono 182 allea ti, 1000 Turchi. ·

Andr ussev. Piccola città della Russia, nella provincia di Smolensk. :-lel 1667 vi fu firmalo il trattato di pace, rinnovato poi n el 1678 , fra l;t R ussia e la P olon ia. Q uesta cedeva all'a ltra Smonlensk, l'Ucraina fino al Onieper, e varie altre terre: conservava invece b Li,•onia meridionale. Andryan e ( Alessa,id ro ). Patriota, n. a Parigi n el 1798, m . nel 1863. E ra staro ufficiale francese nel 1814, 111a, ,~vendo aderito al ritorno d i N a poleone, andò in esilio. Nel 182:? era nella Svizzera; entrò nelle file della Carboneria, e si recò a Roma, a Na_poli, a Milano, per orglnizzarle e riannodarle. A Mila no, sospettato e a rrestato nel 1823, fu condannato a morte. Convertita


Ar,m.

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Ja· pena· in quella del -carcere duro, fu nella stessa cella del Confalonieri allo Spielberg fino al 1832, anno nel quale, graziato,.... si recò in Francra. Nel 1848 partecipò alla rivoluzione di Parigi; nel 1859 seguì l'esercito 'francese • e fu <Ìa Napoleone III, dopo Jvlagcnta, no~ imtto· commissario gerierale dell'esercito. Nel 1837 ®eva p'\tphlicato « ::Vfemoires d'un prisonn ier d'Etat )) e ~l 1839 un'appendice alle Memorie medesime.

Andschud. Città del Turkestan fra Ilalk e Merv. ·rcatro '<li baitaglia nel 1204 combattuta fra il sultano d i Ghor; Mois Eddin, e i Tartari, i quali distrussero l'esercito àvvenario e appena riuscì a l sultano di salvarsi éon' I~ Iuga.' . A~_dùja'r. Città della Spagna ~ulle rive del Guadal<1uivir. ·venne presa agli Arabi nel 1224. Fu il quartier ' ge;1eralc degli Spagnuoli della prov~;i~ .<l'i J aen , insorti contro la do~1inazione francese ne l 1808 e fu poscia'• '~e/ alcun tempo il quar tier genefale· d el gen. Dupont. Nel 1823 il dµca _d 'Angou lcme pubblicò in A. un'Ofd.i~a1,1za . con la qua)et inva.no,

tentp, <l1 conciliare i reali;;ti e -i liberali,_' e · nclla · quale precisava le restri.zion_i . delie ,pubbliche libertà du rante l' ii;it'er·vei';;o francese. Tale manifesto troyò :viva ·opposizione alle Cortes di

.Màdrid. Anelacio (lat. Anelacius). An•. <laga a . la.ma p iatta e robusta, con due . taglienti, adoperata nel medio evo. _S i· portava orizzontalmente alla ;cintura, . sulle .reni. Anello. A . di mfra., ciascuno dei AneJaclo cerchi di ·ferro snodato alla coda dell'affusto delle a.nt. ar tig lierie, ai quali s'imboccava !:, leva per aggiustare il pezzo al segno di destra o d i sinistra.

A11ello, Distii,zione militare romana. Fu dapprima di fe_rro, ·· ('. poi d'oro; .e questo portava.no così i tribuni militari, come i -cavalieri ; o, secondo altri, coloro i qual i_ ave~ano esercitato il .tribunato nelle Legioni, ~ perc iò. avevano acquistalo il diritto alla nomina. a « carn liere ll e a ]Jortarne il segno d istintivo dell'anello d'~10. Questa d is tinzione militare fu rimessa in vigore J1~l se,;olo XVI -da Francesco I , il quale la de_stinò ai soldati che si fossero d istinti per bravura; dopo quel re t ornò in d isuso.

'Anemia. Cùl nome generico d i << anemia J> s'inè i.cano ·processi morbosi diversi carntterizzati non già èa mancanza <li sangue, come etimologicamente espr imeIebbe .la paro la, ma s i-bbene da a lterazion i qualitative o quan titative piè, o meno gravi d i alcuni o d i tutti i compon enti no;·mali del sangue, nonchè da alterazioni -degli organi ematopoietici (midollo os~eo, linfoghiandole, mi.Iza), d ai quali esso è prodotto. Nelle a11emie si possono avere alterazioni del plasma san gu igno, car atter izzate da au men to dell'acqua con diminuzione delle sostanze. d isciolte (id roemia). M'). il carattere ematolo-gico fondamentale è una r iduzione della emoglobina (oligoc_ro'rn~mia), as~ociata o no · a. diminuzione del n umero d~i globuli rossi, d ovuta questa ad aumen tata di-

struzione o a diminuita .fo1 1hazione. <lei globuli stessi per in sufliciente fw1zior.alità degli .~?'gani ematopoietici. Inoltre n elle forme gravi di anemia si hanno a lterazioni cospicue dei globuli tossi, ri,guarclanti sia la loro grandezza (microcit i e macrociti), sia ancora la loro forma, in modo da assumere apparenze strane: a pera, a fiaschetta, a semiluna, ecc. (poichilocitosi). L'c~ame ematologico può dimostrare ancora un aumento p iii o meno · spiccato dei leucociti, come accade nella leucemia. Infine si può avere diminuzione d e!J'intera n1assa di ~angue e con5)cgucnte vacuità relativa del si-

stema vasale in seguito ad improvvisa, a,bbondante perdita di sangue. L'anemia metaemorragìca è una formci frequente in chirurgia cli guerra; immedia,tamcnte dopo l'emorragia, r.ei casi favorevoli, s' inizia il ·processo rigenerativo dei vari componenti de l sangue, ripristi-

nandosi per la prima l'acqua del plasma grazie alla penetrazione nel circolo del liqu ido dei tessuti. Molto più lenta è la rigeuerazionc degli elell\enti morfologici. Le anemie, dt•nque. comprendono emop~tie p iù o meno gravi, sulle quali influ iscono dal punto di vista etiogenetico vari fattori morbosi: clima (anemia tropica I~, frèquente' nelle tr;tppe co!orliali), a limentazione insufficiente o incongrua, veleni esogeni (anemia. p er intossicazione saturnina, ecc.) o endogeni ( anemia per autointossicazione intestinale, surrenale, ecc.), parassiti anim,tli (anemia da a nchilostomiasi da botriocefalo, ecc.), processi infettivi acuti e cr~n ici ( t ifo, tubcrC(!losi, s ifilide, n 1a la riaJ, neoplasmi maligni, ccc. A volte malgrado i progrediti mezzi <l'indagine clinica, sfugge, il fattore etiogerietico, donde il nome d i << anemie sen. ~a. cause>, o « anemie criptogenetiche )) date a tali. forme. Per la ,-alutazionc med ico- lega.le militare le v igenti d isposizioni regolarneHt;.ri p rendono in considerazione le emopatic gravi e propriamente: la leu·cemia, la pseudo-leu ce:nia, le a nemie spleniche, il morbo di Eanti L g!'1tteri emoliti_ci famigliari. La sindrome clinica comun; alle varie forme di anemia è caratterizzata ùa i seguanti sintomi: pallore della cute e d elle mucose apparenti, grande debolezza, deliqui, vertigini, cefalea, torpore intellettuale, ronzi i auricolari, scintille agli occhi, tendenza alla tachica rdia cd all'affanno, soffio dolce sistolico sul cuore e sulle carot idi, rumore di trottola sulle giugula.J"i, ecc. Tn base all'art. 12 dell'elenco A., sono causa d i inabilità assoluta a l servizio militare « le c:,mopatie gravi ( leucem ia, pseudo-leucemia, le anemie splenkhe, il morbo d i Banti, gl' iltcri emolitici cronici i amiglia.ri, ccc.), diagnosticale con ossct'vazione in un ospedale militare». Per la diagnosi delle emopatie, naLuralmen fe, si r icorrerà, come avverte lo stesso artico!o, all'esame del san gue ( con ta dei globuli, ·esame istologico e parassita rio). Inol tre saranno sottoposte ad esame anche ie feci, per $velare eventuali parassiti ; cosl ad es. in caso di anchilostomiasi, nella quale lo stato d i an~mia grave e progressiva è prodotto dall' « anchy~ostoma duoclenalis », verme intestinale della famiglia dei nematodi. 1nfine nelle forme meno gravi d i anemia, suscet.t ibili <li guarigione col tempo e ,;on opportune cure, s i esprimerà il parere d'inabilità temporanea. Similmente in caso <li anemia tropicale non grave verrà proposto il rimpatrio, nonchè un congruo periodo di li-cenza d i convalescenz;;.

Anemometri. Strumenti impiegati a bordo -delie


ANE

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navi per la <'lcterminazi1,'.le del vento relativo (vento balistico) nelle operazioni di d irezione del tiro. G li a·nemometri, posti in posizione molto elevata (coffa ~uperiore degli a lberi) trasmettono in ogni istante, mediante opportuni dispositivi e lettrici, in un locale posto al centro della nave cbe chiamasi centrale di tiro, s ia la · velocità relativa del vento, sia la d.rezione detla risultante moto-nave, :noto-aria; questa a sua volta, viene scompo~:-.. ù1 due componenti, una sul piano di tiro ed una perp~.,diçolare a l piano di tiro.

Anenokogi (Tadats1ma e Koretsuna). Nome di due celebri guerrieri giappone,i. Il primo, figlio di Tabmoto, morì in combattimento nel 1411, dopo di avere parteggiato lungamente per l'imperatore Go Kamaya• ma. 11 secondo, n. a Rida nel 1540, fu quivi ucciso difendendo la città, nel 1587, wntro un generale di H ideyosci. Anestesia (Chi.-.). E' la soppressione temporanea, generale o parziale, della sen,ib1,ità mercè l' iwp;ego di speciali sos tanze (anestetici) . L'introduzioné dcli a• ncstesia nella pratica chirurgica è uno dei p iù grand i progressi d ei quali si sia arricchita ta tecnica operativa, rendendo possibili interventi lunghi e gravi, che richieàono la comp leta calma del paziente. I cbirurghi de1 l' è1a p:·eanestetica Javano aJI' operando una compres~ da mordere e cercavano di supplire alla man• canza <li anestesia con la rap,d;tà operatoria; ma lo shock prodotto dal dolore era tutt'altro che innocuo, determ,nando a volte perfino la morte, .mentre gl'interventi stessi a;;sumeva11>J il carattere di veri e propri atti brn,ali. Epperò in tutti· i tempi non ma.ncaron() tentativi per sopprimere le sofferenze · determinate dal trauma opera.torio: gli Assiri e gli Egiziani ricorsero alla compress,one <lei va$i · e dei nervi ; in seguito furono impiegate, quali so~tanze ane.,tetiche, la Pietra di :Menfi, la C.icuta, la ìvlan<lrdgora, J'eppio, ecc., e si ricor,,c µo i all'ipnotismo, a li'e1ettr ,cità ed alle m i, cdc frigorifere. Ma un reale p rogresso si ebbe con l'anestesia generale determinata dali'ctere e <hl cloroformio i qual i, n1a]grado non siano scevri da pericoli, sono anche oggi larg1mente imp iegdli. Fu poi introdotta in chirurgia l'anestesia locale con iniezioni d i Cocaina " successivamcme con quelle dei suoi ~u~ced:rnei (Eucai1n, Stov1ina, No,·ocaina, Tutoca.na, ecc.); con tal metodo l'aneste.; ia è circoscritta alla sola regione opcr:i.to,-,a. Fu mtrodotta in seguito la nchi-aneste.;ia, cioè l'ane., te~ia ·prodotta coll'iniezione ,ub1racnoidea d i sostanze anesteti che. De;;ua <li menzione infine è l' ipnosi scopo.aminica. L'ane~tesia chirurgica intanto va arr cchendosi sempre più di anes tetici e di nuovi metodi, mentre si cerca ui perfezionan' quelli già ·in uso. ln chirurgia di guerra, compatibi:-mente colla entità e con I,, sede dell' intcrvent?, si darà la preferenza al 1:t ancsttsia locale ed alla rachi-aneste_;ia lombare, tenuto • conto che l'anestesia generale, specialmente quella cloro[ormica, è un elemen to et iogenetiço di shock operatorio che 1iesce particolarmente nocivo a i feriti di guerra, i qu.1li di soìito presentano uno stato più o meno grave di esaurimento nervo,o e di anemia post-emorragica. Anfo (Rocca d' A .). · Forte a circa un km. dal v,,. !aggio omonimo nella Va l Sabb,a in Lombardia, sul!.1 sponda occiden;ale del lago d'Id ro. Fu cretto dalla re-

ANP

pubblica Veneta nel 1486, nell' intento di chiudere i.strada delle Giudicarie, smantellato dai Lodrone nel 1515, riedificato dai Veneziani. Il Bonaparte lo prè,e nel I i96 e lo fece anch'egli smantellare, ma nel l 7'1'3 consentì che la Cisalpina lo riattasse. Nel 1809 Rocca d'Anfo avern perduto la qualifica di piazza d i frontiera. perchè il confine, con le annessioni al Regno d'J. talia del Trentino e alla Baviera del Tirolo, era stato portato nel cuore <legli Stati austr iaci. Solo nel settembre del 1813, allorché l'esercito italico dovette ripassare le Alpi e portarsi sull'I sonzo e la estrema destra au-,triaca si affacciò dal colle di Tob!acl1 in Tirolo, si dovette pens_a re a metterla in istato di difesa.

Difesa ddla Rocca d'Anfo (1813-14). Nel 1813 la fortezza con$isteva in una tagliata, sulla rotab;le fr1 il lago e le pendici di Monte Censo, protetta da u_na caserma -difensiva, detta Rocca Vecchia; sovrastava adessa una batteria, detta « batteria Veneta >l . Qlleste· d ue opere eranc dominate da un corpo di guardia, a 200 m. circa sulle acque de l lago, collegato con la Batteria Veneta <la un muro a ferito ie e da una gradinatJ., co5ti1uente la gola della fortezza, verso An[o. Verso il Trentino si ergeva una ser ie di batterie in casamatta (Tirolo,· Belvedere sup. e inf., Buonapartc') , sovrapposte a gradinata : a nord uno scosceso burrone serviva lor:o da fos;;o. Infine una torre · rotonda, a due piani, situata sull'o~lo del burrone della fronte nord, dominava tutto lo sbarramento a 31)0 m. ci rca sul livello dd !ago. In segu ito alla ritirata ..:·Ila divisione Ronfanti su Trento, il 13 settembre, il V:çrè Eugenio dichiarò Rocca d'Anfo in stato d'as~.-:dio, è nomiaò i! c:ipo battagli,:,nc di fanteria Giornnn; lfattG,ta Sala. comandante della fortezza. La guarnigione della piaz. za era costi tu ila di 5 ufficiali e circa 380 uomini. I l maggiore Sala, comandante del forte. stabilì alnini posti avanzat i e collocò guardie e vedette nelle varie opere dello sbarramento; fece rompere la strada rotabile sotto la batteria Tirolo, e provvisoriamente, per consentire il transito, vi stabilì una zattera di gro,;se travi da allontanarsi al primo segno di alla;wi; fece inoltre r iunire tutti i galleggianti del lago sollo il tiro dc!ia Rocca Veccliia. La guamigi'onc era informata di quan to succcàeva in Val Laguina, dove il 13 ot:obre il gen. f~nner era entrato i_n Tre.do. ed il Giffle1>ga, sue. cedu to al Ronfan ti, si era r itirato a Rovereto. Il 26 ottobre fu segnalala a Tiamo in Va l di Led.ro, ur:a colonn~ nemica di u'i, centi)mio d'uomini. Il Sala inviò subito 100 uomini, a l comando del tenente M crati, per r:conoscere gli avversari, e il Jl,•l erati, giunto inaspe-ttat<> nel paese, battè e disperse i rivoltosi ; 1na, avvertito che per Val di l.cdro si avanzava una colo1ma cli aùstriaci, retrocesse a Ponte Caffaro e quindi si ritirò a Rocca ò' Anio. Seguirono open,zioni del Gifflenga nell'Alto Bre.~ci;ino, e del viccrè in Val cl' Adige, ma il . primo fu ·cos tretto a ripiegare a Brescia, il secondo a Verona. Questa riti!'ata re~e intraprendenti le co'.onne nemiche, chediscesero d i nuovo in Val Camonica a Brc:no, in Val Giudicaria a Ponte Caffaro, e in Val• Vestino fino ad Idro. Di qui gli austriaci diressero scorrerie fino veno Vestone minacciando di assalire il paese cli Anfo, ove erano racco lte vettovaglie· per la fortPzza; ma il w man<lante di questa., prevènuto dagli informatori, tese all'avversario, nella notte del 18 novembre, una irn b" -


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-scata presso il cimitero d i Anfo, con pieno successo. La notte seguente g li austriaci, a titolo di r1v111ci1a, tentarono di sorprendere la stessa fortezza, ma le sentinelle vigilan ti diedero l'allarme; le guardie delle oper ! la.uciarono bombe nei foss i, fascine infiammate e torcie; la guarnigione corse al suo posto di combattimento, e il nemico si ritirò. Il 5 dicembre parte della guarnigione fu richiamala a ì\Iilano e so.-;tituita parzialmente con r eclute, il che diminuì l'efficienza del forte. La stagione invernale obbligò a sospendere le op~razioni e l'attività dei difensori della Rocca si limitò a fortunati col1>i di mano, in seguito ai quali gli au-

1wm ico di Storo, avanzò a Ponte Ca ffaro e sapu to che il passo della Spina era fortemen te occupato, decise <li tentare l'aggiramento dello sbarramento per il coli,~ di Dosso Alto; <lopo i.na fatico,a marcia giunse l'll a VcstQne ton S pezzi e 4 bgl. Il comandante. della p iazza di Rocca d'-Anfo ebbe notizia di questo aggiramento quando gli au~triaci erano arrivati a Vestone, e cioè trop!JO lard i per oppor vi.-;i; imanto altre co:onnc austriache, scen dendo da ogni pa rte su B rescia, obbl igarono il Vkerè a una r igoro3a controffensiva che riusci ad arrestarne l'avanzata. Il cnmandantc della fortezza, che aveva concor,o con 100 uomini a<l un a twcco su Lavenone cd Jdro, il 24 inviò il ba ttagl io111: del 6° cli linea ad a~iali re Lodrone. l\lentre questa truppa vi p~netrarn, udendo il cannone di Rocca d'Anfo e credendo a<l un attacco dello sbarramento, rientrò µr.:-ci pi tusdll\CJllc n ella p iazza a bbandonando il bottino cd alcun i prigionieri che aveva fotti. Q11cllc ca1u101wl·: erano im·ecc le salve per le vittorie riportale dall'imperatore in quei giorni. Il IO marzo gli austriaci eran:i ritornati ad accerchiare la piazz:i da ogni lato, allog.,_ g iaucio nei paes i circonv icini e molestando le popola"''.'~,:. z:oni. Il 15 marzo scoppiò un incendio nella fortezza; ·'\'i . il Lange immaginando ~hc "...._, "";'--"'·~i nem ici Io avrebbero ere~ ... \ . ..,. "., § duto occupa to :i spegnere le fiamme, risolse di sorprendere qualche al!ogg'.amcnto e fece eseguire a lcuni fortunati colpi di nHLno. ~la il 17 aprile giunse al L:inge la notizia ufficiale della conclusione di

siriaci rinunciarono a con:cnderc a l presid,o il possesso del lago. La situazione generale si andava facendo ogni g:orno più critica; il Vicerè, che si trovava in µos izione assai precaria, r imaneggiò la formazione d el suo esercito, e destinò al comando della piazza di Rocca d' Anfo il colonnello Lange, con pic:1a giuri_<l.zione sulle valli T rompia, Sabbia e To.;co!ano, cd t'ffettivo comando delle truppe che venissero ad operare in quelle zone, restando il Sala in sottordine. Il Lange giunse al po_to il 10 genna;o JS H , quando gli austriaci iniziavano un nuovo periodo d, a,tività. li 3 febbr:uo il Vicert abbandonò la linea dcli' :\dige e ripiegò sul Mincio e gli aust r iaci, invia ti nuovi r infarz1, bloccarono di nuovo R occa d' Anfo. l i Langc cer,ò allora El.i ro:.npcre il b!o.:co, as;,ali gli austriaci su.la d estra <lei Chiese, e li respinse, di~trug.gendo con l'appoggio d, due barche cannoniere il ponte della P ieve. li re.;i<lio co!)c due morti e 16 ferit i; gli au, triaci il giorno 9, gett,it;1 una pedana su l Chiese, a rnllc del ponte di.strullo, s.abilirouo un gro.;..co di.staccamento a Lavenone, stringendo di nuovo il blocco. l i Lange allora ne,la nouc uai 10 a ll'll febl>ra io, profitta ndo di una gèlata che avev,1 assodata la neve, e di un magnifico chiaro di luna, manù& i, Sala con l tlO uomini a sorprendere Lavenone. Da Anfo questi si arrampicò a l pa.550 di Cocca !lassa, pc!' cui si aggira :Monte Pnghcra, e per valle d i Canale, affluente <li si11 i.stra dell' ,\bbioccoio, p iombò inatteso a La,·enonc, verso l'alba del giorno 11. Gli austriaci, opposta scarsa resistenza, fuggirono verso Vestone; il Sala li inseguì per breve tratto, poscia ritornò a Rocca ·d' Anfo per :a rotabile. sorprendendo ancora per via u n posu, nemico che non s: atte11deva di essere auaccato alle spalle. Questa ardita impresa rese assai prudenti i n emici e li indusse ad allargare il blocco abb:rndonando Idro e Laveno11e. Mentre ciò accadeva in Val Sabbia, il distaccamento

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Prolllo della rorU'zza <11 Rocca cl'Anro un annis t·z:o t ra il Vicc rè e gl i aus triaci ; una delle conòizioni era che le truppe francesi dove..sero rientrare in Francia. Il 24 aprile un parlamentario austriaco si pn·sentò a nome del comandante aust riaco intimando a l Lauge di crdc rc la fortezza a tcrnù1e <lei pa ll i dell'a rm istizio. Il L ange rifiutò di annuire scnzi· un ordin e legittimo dei suoi superiori, ma, pervenutogli questo la sera del 26. la fortezza venne sgombrata. Gli Austriaci la rafforzarono, dopo il IS J,1, così d:i renderla q uas i ir1cspugnabilc. N cl 1848 tuttavia ~addc in potere deg:i Italian i seni.'\ ,trar colpo.

Com/.l{:/ti111e11to di Rocca d' Anfo (22 giugno 1859). Il 2() giugno 1859 erl no d i guarnigione a Rocca d' / 111fo 2 cp. del IV bgl. ciel 4° regg. fanteria austriaco. Da pane degli alleati opera,·:i n el Trentino la divii.


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ita'liana del gei:. Cialdini. Quest i il 21 giugno decise d i sp in gere l'occupazione più a nord e di tentare. un colpO" di mano su Rocca d' Anfo. F'u stabilito che il i" bgl. bersaglier i si inerp icasse sulle alture che dominano da occidente la rocca e •a colpi di carabina rendesse impossibi le a i d ifensori di aggirarsi per la fortezza, mentre il l O cd il 2° bgl. del 15° regg. fant. avrebbero tenta to l'att;cco frontale, sostenu ti dalle tre sezioni della 3" bat ter ia (da 16) e dalla sezione della 11•• batteria (da 8) che stavano a Lavenone. Il 7° bgl. bersaglieri giun~e, poco dopo il mezzogiorno del 22, sulle alture a ridosso della roc-ca e si d ispose con la 25• e la 2 i " cp. sulle ru pi che dominano la strada, fra la vecchia e la nuova ro<:ca; i bersaglieri aprirono un vivo fuoco sopra alcuni gruppi d i soldati d el presidio che se . ne stavano nella piazza d'a.rmi . Parve ai bersaglieri che il n emico avesse sofferto parecchie perd ite; fu ad ogn i n1odo dato l'a lbnne ed il p residio corse al proprio pos to nelia caserma d ifensiva e dietro le mura della nuova e de lla vecchia rocca. In quel mentre i 6 pezzi dJ 16 della .3 ' batteria, postati sulla riva del lago press•J :\ nfo, aprirono il fuoco contro la vecchia cin ta e lo continuarono per due ore, senza grande risQltato a cau sa della d istanza e dell'elevazione della Rocca. Si ottemìe però d i allontanare i d ifensori dalla vecchia cinta. Allora fu ordinato alla ·1 • ed alla 2° cp. del 15° regg. fant. d i procedere verso la veccbia cinta con la sezione da ·3 della l" batteria, per aprire la porta a cannona te . Un plotone della 2" cp . che precedeva; d isfece la bacr icata e s i spjnse sotto al muro della rocca; posci;i. con l'aiu to del cannone e degli zappator i fu atterrata la por-ta e subito penetrò nella cinta un plotone della 1• eµ., mentre il ·p lotone <lella 2', che aveva d isfatto !a barricata, µen~lrnva nel torrione e ne preparava la difesa. N elio stesso men tre urf a ltro plotone della l ' cp. dava sulla s inistra la scalata al muro e un p!otone della 3" cp., venuto da S . Petronilla, anch'esso passava il muro, pra.ticandovi un'apertura. Questi due p lotoni vennero così a congiungersi e, per r ipararsi dalla gr.aml ine dj proiettili provenienti dalle feritoie della nuova cinta, si appiattarono dietro le roccie, senza p iù poter ava11zare nè re trocedere. Riuscì loro tuttavia d i imped ire a i nllmici di r iprendere lit vecch ia cinta, respingendo tre tentativi fatti a tale scopo. Il gen. Cia ld,ir.i, riconosc iu te erronee le informazio,1i Lhe avevano rappresent .. to agevole un colpo di mano e r itenendo i sacrifici necessari alla conquista della Rocca impa ri al r isultato, d iede ordine di interrompere l'a-z ione,' limitandosi a tenere osservato il 11emico. L'operazione era. costata ai nostri 2 morti e 6 feriti. Smchè Rocca d'Anfo stava nelle mani degli imper iali, i Sardi non p otevano disporre deJla s trada che, iungo il lago d 'Idro, mena da Lavenone a Bagolino in Val Caffaro, e si vedeva110 obbligati a r inunciare alla occupazione di q uest'ult ima località, stante la difficoìtit d i comunicare con essa pe r il lungo e d isagiato gim di Val T rornpia-Man ivtt e d i Val Camon ica-Croce Domini, ov,·e:-so per il passo del Iltrga. D'altra parie i111portava l'essere padroni d i Bagolino pe rchè il nemico, se s i f.osse raccolto là in forze, avrebbe potuto per ·il pa,so di Croce Domini, girare Val Sabbia e Val Tromp ia: e $Cendere in Val Camon ica. Q uell'occupazione nemica a R occa d 'Anfo su territ0r io lombardo, 1'> reciccupava ancht l'imperatore Napoleone III, il quale il 29 giug1Yo scr iveva a! R e che se Cia ld ini non poteva im-

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pa'dronirsi d i Rocca d'Anfo, vi avrebbe mandato truµpe francesi. Il giorno ~30 Jurnno perciò inv iati a riconoscere Rocca d' Anfo il maggiore d'artiglieria Araldi e il capitano ciel Genio Gianotti, i quali conclusern che s i sareoue potuto in c in que o sci · giorni costru ire le batterie e ìe strade d'accesso necessarie per stringere il blocco e costrii,gere alla resa la fortezza. F rattanto gli austriaci, vista la po<:a entità d elk: forze Sarde da vanti a Rocca d' Anfo, avevano decise per il 24 di fare una puntata su Salò. Ma dopo il combattimento di Bagolino, Ro<:ca d' Anfo rimase girata " gli austr iaci, giudicando pericoloso l'ostinarsi a tenerla si prepararono a sgombr arla . Ma si decisero poi a tenerla, e non la sgombrarono e.be dopo il tral'tato d i Villafranca, quando rimase inclusa nei nuov i n ostri confini. ·

Anfossi. (A,,gusto) . Patriota, n . a N i~za, m. a Milano (1812-1848). Servì nell'ar tiglieria srtrda come volontario, poi passò nell'escrcito francese ( 1831) e vi "· 1raggiunse i l grado di 1nar escial!o d'alloggio . Quindi si recò in Egitto, ed entrò nell'esercito d i Ibrahirn Pascià raggiungendovi il grado d i Coloru1ello. Nel 1848 lasciò l'Africa per rcc·ars_i a !,,filano, e partecipò a l lavoro <li p reparazione del p-1oto rivoluzionarie delle Cinque Giornate assoldando volontari a sue spese. Ebbe il comando deUa Guardia civica è di tulle Je forze armate. Cadde combattendo valorosament_e ndl'assalto del palazzo del Gen;o, fulminato da u n a palla in fronte mentre puntava un cannone contro la porta elci palazzo.

,F,·ancesco A rifossi. Patriota, fratello del precedente. n . a Kizza nel 1819. Partecipò alla rivoluzion~ delle Cinque giornate, organ izzando la « Compagnia <lella Morte l>, o <( Legione. Anfossi >>, in onore d i Au-gusto, assumendovi il gudo di col;nnello. F u n el 1860 alla spedizione dei .Mille, dove assunse il comando della S' compagnia. Terminò la. can·icra. non gloriosa.mente, perchè venne cancellato per indegn itit dall'elenco dei decorati . Legione (o C_o lomia) Anfossi. Formata nel 1848 :, :\'filano, dal Col. F rancesco Anfossi, col dello nome in onore di Augusto Anfossi, con 600 volontari detli << Volontari della morte»; il 14 aprile partirono per Salò per unirsi ai corpi volontari cicli' Allemandi; il 27 ebbero un primo scon tro con gl i austriaci a Ca rzo; l'l l maggio, alla dipendenza del gcn. Durando, partec:iparono a l fatto d'anni del P9n te d i Bond011e sul Caffaro. dopo il quale occuparono Ladrone e S . Anton io. Jn seguito furono a Lonato, a Brescia ed infine a Milano ove giun sero il 27 luglio. R iconsegnata Milano agli au-· striaci il 6 agosto, furono congedati.


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Pa.olo. Anfossi. Gen era le,. n . a Poggio Catino (Perugb.) nel \_867. Compi gl i st udi nella Scuola militare e fu nominatp .soltoten . elci Granat ieri nel 1886. Nel 1~15 0 col .grado di J11a.ggiore · nel l . Qvana\it ri, entrò in guerra e ae! . 19 16 _raggiu nse il grndo di Co-.'· .. _ l9nncl.lq-. comandando .lo ste:;sò . ,cggip1ento. Tn seguito . a ferita, . il,_19:- agas_to_ 19 17 lasciò il co: _ .lÌl!\ll<lQ, Nel 1918 ven ne pr0° · · mosso. brigadiere gener a.le e p rcS() il coma11do del 2° raggrupn_amcn~o d'assalto nel. giugno ]918; n.cll' ot tobre del ,medesimo al).l\O: p assò· a cornanclare h brT- _ gata Gntfla tleri. T\~:rn1i nat:1 14 guerfa., - lasciò (dicembre 19191 quèsto comando e nel maggio J920 assunse que llo d ella briS0l<laL0 délla gata: Fr iu li, tenendolo fino a l ,, Legione Anros,i » sètten1brc dèl!o stesso anno. Ne1 1922 fu nominato ;;ornandantc del la ,brigata R e. E' insignito · della Cr oce di Uf-lìcia le dell'Ord ine ) ,filitare . di

ANG

1841 ) nella quale le forze d i R osas, comandate d,,1 Ach a, sconfissero le truppe di Benaviclas.

Angamos: Promontorio d ella costi cilena ·cifico, presso· la baia . di Mejilloncs .

del P a-

Co;nbattimento nm ·ulc di Punta A 111<amos, detto anche di Meji//ones (3 ottobre 1379). Appartiene a lla guerra frJ. Cileni ,1.. Peruviani. I p r imi, comandati da ll' amm iraglio

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BE.) Blanco Enca1act3; Cd .) Covollon g·a; c 11.) cocllran <': IL) 11\IUSCUl'; L.) Loa ;- M.) Malhlas couslno; OH.) 0' Hi g·g-i ns; U.) Un ion.

'Williams, vi partecipai·ono con due corazzale: << Bianco f:nc:ala da >J e << Lord Cochrane » e quat tro navi m inori: <e 1;.iiggins >> 1 << Loa >), « Cavadonga >>) « 11Iathb.; Cou·;ino ». I Peruvian i, comandati dall'ammir. Grnu, avevano l' « Hauscal' >l mon itore corazzato, e la piccola co r,,etta in legno << U nion )>. Quest'ul tima , ali' arrivo ùellc nav i avversarie, fece rot ta verso il Nord, invano

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Bandiera delfa Colonna Aolossi

Sa.voia, e decorato ·di medaglia d i bronzo e di tre mcdagl.ie <l'argento àl valore militàre : la prima guadagnata a l Sabotino, e le tre d'ar gen to nel T rentino e su l Carso. F u anche insegnante di storia m il. ncll' Accademia di ~odena .

Anfrattuosità (ta tti_ca). Cavità tortuosa, ;,inuosi!il. Importante tatticamen te perché può essere u tilizzata come appostamento per rincalzi, r-isen·~, per . posto d i r ifornimen to m u.n iz1oni, posto di med icaz ione, ecc. Per calcola rn~ il valore come coper tur,1. occorre - calcolarne J'a.11g,Jlo morto (v.)-

Angaco. Nome di u n •Anfossi Paolo d istretto d ella R epubblica A,·gentina , che d iede nome a una battaglia (16 agosto

L'Huasca r costl'CUO alla resa insegu ila dalle navi << 0' Higgins » e « Loa >>; ancbe le d ue navi n'linori cilene rimasero inattive, non osando avvicinarsi ali'« Huascar I), il qua le r imase in lotta con le d ue corazzate c ilene. Tre tentativi di qucstC/ d i speronare ht corazzata peruviana, andarono a vuoto, e purè a vuoto andarono due {enta tivi cons imili esegui t i <la!1'<< Hua...c;car >) e.antro le navi avversarie. La lotta perta11to fu decisa d àl cannone, e finì con la presa della


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cor:i.zza ta peruviana, quando era or mai ridotla in rovina e aveva avuto 64 uom in i morti e feriti; fra i primi il comandante. 140 u. vennero falli prigionieri. Questo combattimen to ebbe molta importanza; percbè permise ai Cileni d i assicurarsi l'incontrastato dominio sul mare.

Angari a, Dal greco uc,.yyaQOç « messaggero >l, donde nel latino medioevale « stazione di posta a cavalli»; il diritto di angaria letteralmente vorrebbe significare un diritto di trasporto. Riconosciuto più specialmente nelle epoche passate, è il diritto pel quale il belligerante µotcva servirsi dei mezzi d i tras porto, par ticolarmente delle nav i, d i proprietà. neutrale, per impellenti ragioni militari, e sah-o pagamento di una indennità. Usato fin daJl'cpocd' medioevale, e speciahnente in Francia sollo Luigi XIV, csclush·amentc per navi neutrali prt!senti in porti dei belligeranti o da questi occupati, n el secolo XV1II cadde di mano in mano in disuso mediante traila!~ coi quali gli Stati contraenti esplicita mente vi rinunziavano con criterio d i reciprocità. Tuttavi:i anche og~i il diritto teoricamente esiste, per molti scriuori esteso :i tutti i mezzi di trasporto d i propriet:ì. neutrale cd anche a materiali neutrali (ar-mi, munizioni, provviste, ecc.) che possono servire per scopi militari. Nella Confercni.t per la pace, tenutasi all'Aia nd 1907, fu largamente discussa la questione dell'uso ed cspropria.. ionc delfa proprietà neutrale da parte dei beiligeranti, con particùlare riguardo alle navi cd a l ma• tcriale ferroviario. Vi fu anzi pre;;cntato, dalla delcgaziOJJe w..lcsca. un progetto completo il quale ammetteva appunto l'espropria~ionc e l' uso, per scopi militari, contro pag:imemo d'indennità, <li tutti i beni mobili dei n eutrali, tranne •però le navi, le quali, secondo il progetto, avrebbero potuto essere espropriate solo se addette alla navigazione interna, mentre la d elegazione francese prnpontva in vece che fosse consen tita la requisizione di tulle le r.avi neutrali e dei loro carichi, 3~1tza distinzione della navigazione alla quale esse fo~sero destinate. N essuna delle due proposte fu però adot•,1ta, e solo all'art. 19 della Conven«ione, s i ammise che il bellige:·antc possa, in caso di t< in1periosa necessità», requisire ed usare maleria le ferroviario a ppartenente a Stati, a società o a priv:lli neutrali, salvo il pagamento d i una indennità. e la restituzione al pi11 presto possibile. A ngelell l. (Marchese L,ulovico d'A . dc Malveszi). Gcnemle, n. nel 1715 a Bologna. m. nel 1ì84 a Casse!. P rÌ:stò <l:ipprima la propria opera nell'esercito austrobavaro-ol:indese ; nell'anno 1756 mutò b,u1dicra passand.i al sen•izio della Prussia, dove costituì un battaglione d i volontari ; nel 1758 fu nominato maggior generale. D opo l':ittacco improvviso di Lic bau, il 28 febbraio 1758,-~ssendo caduto in disgrazia, ricevelle il suo congedo d efinitivo e diciotto mesi dopo passò col gmdo di tcn. generale al servizio de ll'esercito dcli' Ass ia e Casse I. A ngel i (o Angiohì. Sorta di proiettile d 'artiglieria, costitu ito da d 11c emisferi. da due mczr.c palle eia can• none, tenute insi~me eia una sbarra d i ferrò lunga cir<:<L un braccio. Allorchè Yen iva lanciato, i due em isferi ruotavano per a ria co;ì, da sembrare ali attaccate alla ~barra, donde il nome. Venne ideato dall'olandese Gio.-anni De Witt. Chia ma va~i anche Palla a due gir·i, o

a due teste, o Palla ramata. - A. in croce, sorta di proiettile d 'artiglieria costituito dal precedente raddoppiato, così che aveva quattro ali. Questa sorta di proie:tili -· nei quali spesso la sbarrn !!fa sostituita da w1a robusta catena di ferro ( e allora le palle dicevansi « incatenate 1>) - si usavano dagli artiglieri di marina per danneggiare l'alberatura n emica, a ll'epoca delle navi a vela. Arrivan• do in essa, l'A . squa.n:iava le vele, troncava il sarti.ime, spezzava i p ennoni e gli alberi. - Quando gli A. erano costitujti di piccoli proictt ili, dicevansi A 11gclotti. A 11gcli Lorenzo. Scrittore militare del secolo XVII. L:isciò un <e Estr:itto e brevissimo ristretto di fortifi. cazioue » ( Francoforte, 1625).

Angeli Alessandro. Generale, n . a Subiaco (Roma\ m. a Firenze ( 1859-1922). Sottotenente d ei bersaglieri nel 1888, prese parte come Capitano alle campagne di Africa del J888-è9 e del 1895-96, e nel 1898 ebbe la promozione a scelta a Maggiore. Raggiunse nel 191-1 il grado <l i Maggiore Genera.le ed ebbe il comando della Rrigata Ferrara; pa.rtecipò al la campagna di guerra 1915-16 (comandò nel 19 15 la br. Savona) e da T enentr Generale ebbe il Comwdo della Divis ione T err itoriale di Ancon:i (19 17-1918).

Angelini (Achille) . Generale, n. :i Vicenza, m. a Firenze ( 1812-1889). Incorporato nell'esercito austriacrJ nel 1835. ,· i divenne sottotenente di cavalleria. P as..o nel 1848 col grado di (:,tpitano n el Regio Esei-cito, partecipando alle campagne del 1849 e d el 185'). Colonnello nel 1860 e M:iggior Generale nel 1861, comrtndò la Brigata d i Cavalleria del 4° Corpo d'armata e quindi la Brigata di ( ':tvalleria d i lin ea composta dei R eggiment i Savoia e Genova. Nominato aiut:inte di campo effettivo di S. M. nel 1862, partecipò con t:ilc caric:i a ll:i campagna del 1866 meritandosi la Croce di Cavaliere dell'Ordine Militare di Savoia nella battaglia d i Cusloza. Comandò (186918i0) la Divisione :'vlilitarc Térri1oriale d i Cagliari e n el 1870 fu collocato a riposo col grado di Tenente Genera le. Ha scritto un « Codice càvallr~·csco » (1883) e un « Manuale per la c:ivalleria ». Rosa Angrlini-Casali. Nativa <li Ferrara, m. nd 1891 : prese parte a tutte le campagne dell'indipende112a, ser• vendo come volontaria n elle file gar ibaldine.

Angelino (Giu:.eppe). Generale, n . e m. a Env½': (Saluzzo) ( 1816-1901). Sottotenente di fanteria nel 1837 p,Lrtecipò come T enente a ll:i canipagna del 1848 me-


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ritandosi la medaglia d'argento nel fatto d'armi ,Ji sue grosse corazzale, fulgidi esempi d i virtù militari e di Staffalo, e col grado di capitano alla campagna del devozione a l dc.,vere » . (Pola, 15 maggio 1918), 1849, Prese par te come Maggiore alla campagna del Ange!o. Far la via dell'angelo; motto adoperato 1859, ottenendo l'onorificenza di Cavaliere dell'Ordine nell'epoca delle compagnie di ventura, allorchè i vin:Militare di Savoia per i fatti <l'arme di Confienza e di citori non mettevano a m'orte i fuorusciti fatti prigio:Vfagenta, e qucila d i ufficiale dell'Ordine stesso per il nieri, già in bando insegu iti d a condanna a morte, ma brillante -contegno mantenuto nel combatt imento sul li lasciavano mdar liberi,: Rooonc (24 giugno 1859). Comandò da Colonnello il Angelo B1110. Sommergibile da crociera, varato il 23 63 Regg. di fanteria e da Maggior Generale la Brigarn. febbraio 1919; lunghezza m. 67; larghezza m. 5,90; diJlologna, partecipando con tale grado a lla campagna slocamen to 793 T. ~Jel 1866 e a qnella del 1870. Comandò dal ! Sii al 1874 successivamente la 2• e la 1" Brigata di .Fanteria -e le Angelot t i ( Ma.rio) . Generale, n. a N ovara, m . a J.)jvisioni Militari Terri toriali di M essina e di SalerPallanza (1855-1918). Sot110, e raggiunse nel )874 il grado di Tcn. Generale. totenente di fanteria nel 187S, fu promosso MaggioAlessa1ulro Angelino. Generale, n. a Camagna (Alcsre a scelta nel 1893 partesaJ\<lria) rn . a Milano (1846-1922). Piirtccipò da Sotcipando a sua domanda, totenente di fanteria alla con ta'1c grado, alla camcampagna del 1866 ed enpagna d'Africa ciel 1896. trò da Capitano nel Cor po Comandò da Colonnel lo il <l i Stato Magg:orc, pre72° Regg imento fanteria stando servizio prcssq i; ed il Distretto di Monz3 Comando del Co rp o e e, collocato in pos izione presso comandi Territoausiliaria nel 1911, ragriali. Promosso Colonnel10 g iunse nel 1918 il grado di ( 1896) ebbe il ComanJo Ma ggiore Generale nella del 7° Regg. r a.nteri.c e riserva. rico1irì la carica di Capo d i Stato J'v[aggiorc presso il Comando del I V Corpo d'Arm ata. Còmanclò da ,\i(aggiorc Generale la Brigata Parma. ( 1902-1908) e, collocato in posizione aus iliaria ( 1908), raggiunse nel 19 12 il grado di T enente Generale nella riserva, gra<lo commuta!o nel 1921 in <JUt'ilo di Gen era le d i D ivisione nella riserva.

Francesco Angelino. :Medaglia d'oro, mutilctto, n. a Siracusa n el 1893. Nato e cresciuto in terra marinara, arrnolato, all'atto della leva, nella R . Jl,,lar ina, fu marinaio valoroso c<l audace. Imbarcato sn torpcc.J:niere e motosca fi, si segna!ò p i,1 volte per atti di al'(lirnCJ1lo .nel duro compito della guanlia in A<lr ia tico, e nel novembre 1916 ottenne una mcdaglb d i bronzo al va lor militare. Nella notte poi sul 15 maggio 1918, penetra va nel po rto di Pola a bordo <li un 1nas, <:on le Jne<bglic d'oro P ellegrini, Corrias, Milani, per ten ta r vi l'affondamento di un a nave d a guerra austriaca. Questa at1da.cia., però, costò al quattro valorosi la prigioni,•. La motiv:izione, con la quale venne concessa la medaglia d'oro cii marinai Angelino e Corrias così si esprime; << Con sublime spù·ito di sacrificio e sommo d isprezzo di ogni pericolo s i offrivano volontari per fonn;u-e l'equ ipaggio di un motoscafo dcs!inato a forzare il porto milita.re d i Pola. Con ammirevole freddezza coadiuva vano il loro comandante nel forzamento dell;i. base 1,cmica e nel .siluramento <l i una delle

Cleto Angelotti. Generale, n . a Novara nel J859. SothJtcnente d, Fanteria nel 1878, entrò da Capitano ( I 887) nel Corpo di Stato ·Maggiore, e, promosso Maggiore :t scelta nel 1S93, par ttc ipò alla campab,;,a d'Africa dc! 1895-96. Colounello nel 1902, comandò il 67° Reggimento Fanteria ( 1902-{H) e fu Capo di Stato Maggiore dell'XI e del V Corpo d ' Armata ( 1904- 1909). Ebbe da Maggiore generale ( 1909) il Comando delle Br:gate l'orlì e Como e della Divisione Militare T erritoriale di Chieti, e da Tenente Generale (1914) coman<lò la D ivisione M ilitare Territoriale di Anco11a. Partecipò alla campagna di guerra ( 1915-16) mer itandosi la Croce di Cavaliere d ell'Ord ine Militare di Savoia per l'azione esplicata prima come comandante di Divisione nelle operazioni di passaggio del Basso Isonzo e nella conqu ista delle alture di ì\foilfalcone ed in· segu ito come Comandante di Corpo d'Armata per 1-'-aspra lotta. di trincea sostèlrnta sul basso Isonzo e sul!' Altip iano Carsico (maggio- d icembre 19f5). Comandò tlal 1916 al 1919 il Corpo d'Armata Territoriale di l\filano e, collocato in posizione ausiliaria (·1919) ha assnnto dal 192.3 il grado tli Generale d i Corpo d'Armata.

Angelozzì (Ca.mi/lo). G en erale, n. a Chieti n el 1856. Uscito sotl()tenente del Genio dall'Accademia di T orino nel 1876, p restò servizio alle D irezioni del Genio <li Genova e della Spezia, partecipa11do a lavori d i fortificazione. Nel 1896 raggiungeva il grado d i maggiore e poscia veniva comandato alla Scnola di Àpplicazion e cl' Ar tiglieria e Genio, quale insegnante di Architcttu-


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ra militare. Nel 1904 passava alle D irezioni del Gen:o d i Ila ri, Chieti, Genova, dove raggiungeva il grado di colonnello. Nel 1909 venh:a posto a capo dell'Ufficio fortificazioni d i Udine e si _occupava de i lavori cl i forti.ficazione del Friuli. , Nel 1914, promosso Maggior Generale l)er merito eccezionale, ebbe i I co mando del Genio a Verona. P rese parte alla gue,·- . ra mondi-a.le durante b. quale ebbe occasione d i dis tinguers i nei molteplici lavori (ii fort ificazione che gli vennero affida.ti. Passava nel 1916 a l 111:inistero, come Piret.tore geu craJe· l:lel Genio, col grado di Tenente generale. Istituì in Roma l'Istituto Radio telegra fico del Genio. Nel 191? vènne incaricato delle funzion i di Ispettore generale; del Genio; nel 1920 passava in P . A. S. a su a domanda e nel 1925 veniva collocato a ripo~o.

Angetucci (Angelo). Scri_ltore militare, n . a Tod i nel 1820~ m. nel 189 l. .Lasciato il ser vizio miiìtare col grado di maggiore d'artiglier ia, si dedicò aÌlo studio delle armi da fuoco. Fu conser va tore al Museo Nazionale d'artiglier ia in Torino, membro della R. D eputazione d i sto;ia pa.tria e professore onorario· ali' Accademia di Belle Ar ti cli Parma. Pubblicò un numero grandissimo di mecmorie e di opuscoli fra c ui : « Delle artiglierie italian~ nel secolo XV e specialmente di UJÌa spingarda e d i <lue bombarde del R. Museo d'ar(iglicria » : « Gli schioppettieri milanesi nel secolo XV": « R icor di e documenti di uomini e trovati italiani per servire a lla storia m ilitare >5; « Il tiro a segno italiano dal secok, XIII a l XVI »; « Catalogo dell'armer ia reale, illustrato con incis ioni in legno>> . Aveva cominciato un « Dizionario n:ilitarc ,, quando fu colpito dalla mor te. Angera. )forgo delia Lombard.ia, sul Lago ~faggiorc, di fronte ad Arona. Venne fortificata dai Romani, poi che a c iò si prestava una colljna isolata, sulla quale venne costruita una roçca, e in segu ito un robusto castello. I consoli Gneo Scipione e Claudio Marcello sconfis8ero in A ., dove era no stati .a ssaliti, i Galli guidati da Vindomaro. I Goti, nel 460, la distrussero1 ma venne tosto riedificata. L'ebber o i Viscon ti, a i qua li la tolse Napo Torriani, dopo la "ittoria della Gua~sara, o di A . ( 1274). Angers ( lat. Iulio//lag,is). Cit tà della Francia, sulh Mayenne . Venne in varie epoche assediata <la. Childcrico, dai Normanni, dai Bretoni, dagli Inglesi, dai Francesi. Ne l J620 venn e firmata in A. la pace fra Luigi XIU e sua 111adre Maria de' Medici. Assalto di Angers (3-4 d icembre 1793). Durante la sped izione dei Vandeani olt re la Loira, · in Bretagna, gli insorti, nonostante le vittorie r iportate a Pontorson e Antraim, vollero rientrare in Vandea; ma, essendo i pont i sulla Loira occupati dai repubblicani, i Vandeani, per aprirsi un passaggio, attaccarono Angers per quindi impadronirsi del Ponte d i Ci-:. La città er a fortemente occupata e ven ne accanitamente clifc~a

dalle truppe 1·epubblicane, ammontanti -a circa 4000 uomini. Gli insorti tentarono inva,10 durante tutto · il giorno 3 dicembre di peiletrar vi, riuscendo· solò a' · in vade.re i sobborghi. Il giorno 4 i Capi Van'i-kani decisero un -assalto genera le che non riuscì; ·' ;ntanto il corpo repubblicano di Rossigno!, avangua.rdfa ·,,:li- Wcstermann, sboccando da Chateallbriant, passò- la l·Sarth,· ·e obbligò gli insorti a r itirarsi a Ilauge, méntre ì;l,,' es terma1ll1, uscito da Angers, marciando ·su :saumur, s i -interpòse fra i Vandeani e la Loira. Gli insorti.si slja.nclarono in ogni direzione ed ·il disastro çhC' nè :scgu , fu un colpo fatale per l'insurrezione realista. Nel J81s· il gen . Lamarque prese /\ngers ·a-i · dllca d i llorbon e; dopo Waterloo essa fu occupata da ·,Soon Prussian i che le im posero un4 grossa taglia_.

Anghiari. Conn-1ne della Toscana, in_ pr.ov. e cin;. di Arezzo. Fu munito cli castello (Castrum A.ng11larr.) . che appartenne successivamente a varii Comun\ e signori. -1 J. Battaglia di Anghiari (9 ottobre 1425). ,A.pp_a.rtiene alla lotta fra i Visconti d i Milano e i Fiorentini. <2,llest i ultimi avevano aiutalo il Campofregosq, ex doge di Genova, e F ilippo Maria V is-conti, çhe era di costui'· avversario, volle vendicarsene invia_ndo un suo generale, Guido Torelli, portare1 dalla Romagl).a dove si trovava, la guerra in Toscana. I fiorentini, coman dati da Bernardino della Carda degli Ubaldini, a ffrontarono l'eser cito visconteo ad Anghiari, ma -le loro truppe vennero assali te, r,vvi luppate, scopfittc. ccl in grande parte fatte prigioniere.

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II. Battaglia di Anghiari (29 giugno 1440J. .Appartiene alla lotta fra i Visconti e la Repubblica "di Firenze, aiutata <lai Papa. Le truppe viscontee cràno comandate da Nic~olò Piccinino, il quale, essen do stato r ichiamato a :Milano, prima di par tire si determinò a,: assalire l'oste fiorentina, accampata ad Anghiari, e comandata da Giornn Paolo O rs in i. Quivi ·la Repubblica. aveva ammassato 8-9000 u., e inoltre v'erano 3000 coranier i e 500 ·pedoni invia ti dal Pontefice e ' comandati da Luigi, pat riarca d ' Aquileia. Queste truppe noa facevano buona gua;·dia, e fu fortuna che Michele Attendolo, uno dei condottieri fiorentini, si accorgcss" dell'approssitnarsi dell'esercito visconteo, cd accorresse col cor po che comand ava, radunato in fretta, ad occupa.re il ponte su l Tevere, dando così tempo a l rim~nentc dell'esercito di prendere le armi e di schierarsi. L'Orsini si dispose a destra e Luigi ; sinistra dcll' Attendolo. Giunto Niccolò Piccinino d i fronte al n emico, lanciò. a.lcuai scelti squadroni, comandati da .', storre Manfredi e Francesco I'iccinino, sul ponte. M algrado la strenua difesa, l' Attendolo fu costretto a cedere il passo, ma non s i lasciò scompigliare, e si ritrasse a lquanto in buon ordine, mentre gli squadro1, ( ·v iscontei, sboccati dal ponte, venivano assaliti sui du,, fianchi da,ll'Orsini · e dal patriarca di Aqui le ia, e Cùs!retti a ritornare al ponte. Q_ui per due ore la l~tta fu accanitissima. Inviava Niccolò t ruppe fresche man mano, ma esse, !lboccate dal ponte, s i trovavano assalite da ogni lato e non riuscivano a supera~e ·"t-'ostacolo. F inalmente gii alleati assalironc, le stanche' ~ruppe d el Piccinino, e ripresero il pon te, e l'oltrepassarono, e divisero in d_lle parti i viscontei, e non iasciaron·o '. lo.r<> tregua li nchè J1on li ebbero sbaragliati. La scònfitta. del P iccinina fu co1;1pleta, e il " bÒtlino· preso , 1a.i . vin-


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citori grandissimo: 22 condottier i viscontei, 400 uffìciaJi, 1540 solda ti, 3000 cavalli. Il Piccin ino con soli lS0C cavalli s i ritirò a Borgo San Sepolcro, non molestato. I · <:ombattenti· erano tutti soldati « di ventura"· E il Sismondi, dopo <li avere descri tta la giornata, aggim1 ge: « Questa grande battaglia è diventa.la celebre 'pei;, ·umL circostanza che se fosse meglio chiarita, farebbe p iù strano ancora l'even to. Assicura il n1achiavclli che in quella lun.ga mischia, clic durò le ultime quattro. ore del giorno, non • vi fu che un solo uomo uèciso; e questi a ncora, non già in conseguenza d i una nobile fcpita, ma per essere caduto d a cavallo e calpestato dai combattenti. « T a le era ll , egli -soggiunge, << la s icurtà con la q tiale allora s i comba.tteva;, i soldati n ella pugna erano coperti <l'impen etrabile a rmatura, e a ftorchè s i arrendevano ,.o n (,rano mai uccisi ; d i modo che, difesi dall'armatura e dal diri tto d elht guerra, non poteano perire nella zuffa, nè d opo». Il Sismo ndi ,·itiene però il 1\fad1iavelli magnificasse alquanto qllcs1,1 sicu rtà . dei combattenti, per fare più gran colpo· ne!]' animo de' lcggitori. li lliordo, segretario apostolic,,, narra che si contarono nell'esercito del P iccin i110 sessanta morti e quattrocen to feriti ; e il P oggio, soltanto quaranta mo rti : in quello d c' F iorentini, secondo i due citati scrittori, trovaronsi duecento · feriti, dicci dei qu,:]i . morirono per li, ferite. Nessun altro degli storici contemporanei, parlando d i q uesta battaglia, accenna al humero dei n1orti e dei feriti. ITI. La s toria -di Anghieri fa. cenno di a ltri citi~ fatti d 'a rme. Nel JS 12 Vitdlozw Vitelli l'attaccò, e i:li abitanti s i arresero so lo di fronte a l bomln1rdamento operato con artiglierie. Nel 1517, invece, F rancesco 1\.faria della Rovere non riuscì ad impossessarsi ciel borgo, mercè la valorosa dife,a degli ab itanti. Ep isodio tragicon1ico della stori,L di Anghia ri è quello noto col nome <li « Battaglia ciel Catorcio" (o Chiaviste.llo), rapito agli Angbiaresi dai Borghigiani (di Borgo Sa:, Sepolcro) e celebra to dal Nomi in u n poema eroicomico s ul t ipo della « Secchia rapita;): « TI Ca torcio di Anghia ri».

Angiari. Villaggio del Veionese, su lla riva dcstn dell'Adige, teatro d i combattimen to · lra francesi e austriaci ii 15 genna io 1797. Dopo che il corpo del m aresciallo Alvinzi ,1enne battuto per la seconda volta a Rivoli, il gen. Pro vera, c011 la sua divis ione forte .J: 1 6000 uomini, ancora intatta, volle tentare d i socco,·rere ii \Vurmscr tu ttora chiuso in 1\'1antova. ~1:oss,~ quindi d a Padova e, per ·E ste e :Montagnana, s i dires.,.e all' /\<lige, per passa rlo sul pon te di Angiar i, di fest> da un p iccolo· d istaccamen to fra ncese. Il ponte venne passato, dopo breve combattimento, il 15 gennttio. Il gen. G uieux accorse invano con 1500 uomini per a rrestare l'a vanzala degl i austriaci, riuscendo solo a r i• taroarne d i qualche ora la marcia . Ma il Provera pmè, con questo lieve successo, r icong iungersi al \Vurmse,·. Angiò. An tica provincia della F rancia, corrispondente all'attuale dipartimento di Maine et Loire, e ad una p arte di quelli della. M aycnne e della Sarù1e. L a su,, capitai~ è Angers. Verso il 720 appare nella storia it primo con te d' Angiò col nome d i B.ainfredo . Goffr.~do IV, und icesimo conte <l' Angiò, a vendo sposatb i.cl 1128 la figlia d i E nrico I d'Inghilterra , __trasm ise h

con tea al figlio Enrico d ivenuto poi re nel J 154 cpt nome di Enrico II. Così il ducato d i Angiò rimase Il} ,·e d 'l nghilterra fino a l 120.\ quando Filippo Augus,<> lo tolse a Giovanni senza Terra, col quale si estinse la prima famiglia de i conti d i Angiò. Nel 1246 San L uigi died e t' Angiò in appa1,1wgg(ç>al fratello minore Carlo, che divenne il _capo di .ìuna seconda casa d'Angiò e che nel 1266 fece la cr:mql) isqt.. del regn~ delle Due Sicilie. Margherita, nipote ,Pf. q_uc3to principe, portò. in dote l'Angiò a Ca.rio d,i Vajo:s. il m i figlio divenuto re d i F rancia col nome tj.i_ Fil,iiJ• po VT d i Valois, nel 132~ r iunì la ,provinda alla ,C<irona. Nel 1360 il r e G iovann i il Buono eresse !'Ant,;. iri ducato e lo d iede in appannaggio · a l suo ,sec,fodngenito Luigi che divenne il capo di un secoiìdò rariio <le i re di Napoli della casa d 'Angiò. Dopo h morte d•.:l ,·e R enato avvenu ta. ne l 1480, Ltrigi XI r iu'nì' Ùefiniti~ ,·arnente l'An giò alla corona d i Fra ncia è d;allòra ·fr1.. poi ,questa provincia non fu che un appa1u1~ggici puramente nominale dei figli cadetti dei re di Fràncià. I pcrso;aggi principal i delle case cl' Angiò s6ho: Robe·r to ,'.[ Forte . Conte d' Angiò, 111. n cll'866. Appau, la pr·ima volta nella storia ncll'859, tra gli av\'ersari di Carlo il Cal;,o. Ncll'861 passò dalla parte di questo principe, il quale, per guadagnarlo alla sui' ç~\IS~; gli aveva offerto ht con tea d'Angiò. N cll'862 i suoi ,po_ssessi ftlrono dcYastati dai Ilreton i, condotti da , L,ui;.(i figlio d i Carlo ii Ca lvo, r ibellatos i al padre; Roberto· allo ra, ,issoldata una forte schiera d i Norma.nn_i, affrontò j llrcton i che si r itiravano carichi di_. bottini>, li sconfisse e tolse loro quanto portavano secò. N e!1'866 trovandosi con le sue truppe unitameniè ·a .-.quclled i Ramnul fo conte d i Poiticrs presso Mans, èbbe n otizia che la città era stata saccheggiata dai Norina..nn i e dai Br'eton i rnmandati da Hastings, terrore dei mari. ~iossc Roberto contro H astings, ma. appiccatasi la zuffa, rimase ferito a morte. Carlo I , re d i Xapoli, figlio d i Lu igi VIII re Ji Francia, Il . nel l 226, 111 . nel 1285. Seguì nel 125,0 il n.: San Luigi, suo fra tello, nella crociata contro i Sarnccni e colllbalti! valorosarnentc nel delta del N ilo e " :\1ansurah, rimanendo poi , prigioniero col fratello alia battaglia di Darnia ta . R itornato in Francia,. sostenne du re lotte ·con le municipalità pro,-cnzali che volevanoconscr\'arc le loro libç:rtà e privilegi, e lcntò d'h.. im-

padronirsi clcll'Ha im1ut. Assu nto al pontificato Urbano J V, ma turò i! disegno di impossessarsi del regno dj Napoli intavolando col papa trattative; morto Urhano li, proscgu, co l successore Clemente TV e nel maggio del 1265 fu incoronato re di Napoli a Roma , da due card inali delegati <le i pontefice, men tre fa.ccv., ban dire una crocia ta con tro il re )lfan fred i. Con l'esercito che aveva in pa rte condotto di - Francia, in parte raccolto in Ital ia, riprese la marcia verso• il regno ed incon trato presso Benevento l'esercito. di Man fred i lo disfece e •1uind i fece il suo ingresso .trionfate i11 :l'iapoli. Dopo conquistò la Sicilia e la-. ;Calabria, ma i suoi modi d i governo crudeli ed ar.rogan,i stancarono ben presto le popolaz ion i a lu i soggette., e molti b a roni assecondarono il tentativo di Corrad ina di S"cvia, nipote di M anfredi , che era venuto. _in Italia .per riconqu istare it suo regn o. N cl 1268 alla l:>/1-tt~glia di Tagl iacozzo Carlo d istrusse t'esercito d i Corr,adi119 e fatto prigioniero il giovane pr incipe lo mand? a.I , pa-


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tibolo unitamente a grande numero di signori pa.rti• gian i d i lui. Intan to, divenuto molto potente in Toscana come vicario del papa ed avendo ottenuta la signoria d i Firenze per 10 ann i, disegn ava d i impadro· nirsi di tutta l'Italia, quando scoppiò la rivolta detta dei Ve.spri Sicilkmi. Pietro d'Aragona, colto il momen• to favorevole, si fece proclamare re d i Sicilia e con la flotta comandata dalì'ammiraglio Ruggero di Lauria, sconfitta l'armata di Carlo, gli fece prigioniero il figlio Carlo. Riusciti vani tutti i tentativi falli per ricuperare l'isola, Carlo morì di dolore mentre prepara,·a una nuova grande spedizione in S icilia.

Carlo II, detto lo Zoppo, figlio del precedente, n . nel 1248, m. nel 1309_ Rimasto prigioniero <li Pietro <l'Aragona nella battaglia navale che fece perdere il trono di Sicilia al padre suo, i siciliani lo volevano mor!O i,er vendicare Corradino, ma ebbe Sllva la vita pe r l'interposizione di Costanza, moglie di Pietro, e fu rinchiuso nel castello di }!ottagrifone. )Ionogli il padre durante la prigionia, fu incaricato della reggenza Roberto <l'Artois, Jiglio di Filippo il llello; poi ricuperala la libertà per intercessione del re d'Inghilterra, fu incoronato re di ~apuli a R orn,t nel 1289. Continuò la guerra contro gli Aragonesi per ricuperare la 5i-cilia, ma µer quanti sforzi facesse durante la vita, non r iuscì nè a riprendere l'isola ni: a cacciare i Siciliani cl1e si erano stabiliti in Calabria. Infine riconobbe il regno di Sicilia e fece la pace col re Federic?. Roberto, dello il Savio e il B11011-o . Re di Napoli, n. verso il 12iS, m. nel 1343. Terzogenito di Carlo II di ..-\ ngiò, era duca di Calabri:t cd aveva esercitata a p iù riprese le funzioni di reggente, quando succe<lè al padre a danno di suo nipote Caroberto, re d'Ungheria. Dopo la sua incoronazione, a vvenuta ad Avignone nd 130'), fece il suo ingresso in Xapoli nel 1310 e J'amn seguente ebbe a lottare tontro l'imperatore Enrico VI I, incoronato poi re d'Ita1ia in San Giovanni Laterano nel 1312. I fiorentini, nel timore che l'imperatore volesse violare le loro libertil, diedero la signoria della città a Roberto per cinque anni. Per questo fatto Enrico VII dichiarò il re di Napoli decaduto dai su\li Stati e r ibelle all'impera tore, sciogliendo i napolcta1:i dal giuramento di fedeltà. e conferendo il governo della città a Federico 11 d'Aragona, re di Sicilia. Roberto, sconfitto in molti scontri, sembrava perduto, quando I~ morte rlcll'imperatore, avvenuta. nel 1313, venne a rnmbiar le sor,i. Rip igliando coraggio si d icl1iarò d i• fcnsore delle prerogative papali, apertamente violate dal defunto im;>e1atore, quando lo aveva dich iarato decaduto dal regno, chiamò· sotto le band ir rc i guelfi, e :issoldando truppe nei suoi ducati di Francia, minacc iò alla sua volta il regno di Sicilia. Nel 1314 sbarcò a Castellammare con una squad1·a poderosa e pose l'assedio a Trapani, ma, dopo avere impiegato somme enormi e perduto metà delle sue forze in se.,'Uito a ma• lattia, nel fobbraio del 1315 fu costretto a conchiu<lei:-c 11na tregua con Federico d'Aragona. ed a ritirarsi. Nel 1318 avendogli i Genovesi offerta la signoria della cit tà, R oberto l'accettò e difese Genova in quell'an no e nel seguente contro i signori ghibellini della Lombardia. Questo fu il periodo in cui maggiormente spiegò i suoi talenti militar i e mostrò il suo coraggio, a• .-endo per av,·ersari i Visconti, i Della Scala e i BoJJacossa, ritenut i -i m igliori capi tani dell'epoca. R o-

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berto li costr inse a. levare l'assed io, ma, invece <li inseguirli in Lombardia, andò alla corte del papa ad Avignone dove Jis.ò la sua dimora, incaricando poi di proseguire la guerra R aimondo Cardona. Questo generale in Lombardia non mantenne la riputazione -ii esperto capitano acquistatasi in Spagna; il suo eserc:to fu d isfatto cd egli stesso cadde prigioniero. Nel 132-1 Roberto lasciò la Provenza per tornare a Napoli e ripetè diversi tentativi per impadronirsi della Sicilia, ma sempre inutilmente. Inviato il figlio Carlo duca d , Calabria ad assumere il comando delle truppe della cillii d i Firenze, questi, per non incontrarsi con l'Clo-ercito del nuovo imperatore Lu igi di Baviera, il quale veniva allora in Italia, si ritirò col suo seguito a Napoli, dove colto da mala ttia poco dopo morì. I ntanto Genova e molte città della Lombardia e del Piemonte cacci:ivano le guarnigioni napoletane, le quali per l'avarizia d i Roberto, vedendosi nega.te le paglie, si r ifaccvanv sui cittadini, commettendo ladroneggi e soperchierie. Anche nelle Calabrie erano scoppiati gravi disordini, quando Roberto venne a morte dopo un regno di 34 anni.

L uigi I . Re d i :Napoli e di S icilia, 11. a Vinccnncs nel 1339, m. a Ilisceg!ie nel 1384. Secondogeni:o di Giomnni II, ebbe in appannaggio le contee dell'Angiò e del Mai11e. Combattè nella. battaglia di Poitiers nella qaale Giovanni ru fatto prigioniero dagli inglesi, dai quali riebbe la libertà lasciando nelle loro man i come ostaggio il figlio Luigi ( 1360). Questi, nel 1363, ott~· nuta l'autorizzazione di andar a trovare la propria fa:niglia a Guisa, J ;Oll volle più tornare in Inghilterra e si fermò a Parigi. :t\cl 1364, nominato luogotenente generale della Linguadoca, tolse agli inglesi una parte della. Guiennc e nel 1377 m ise in rotta un esercito inglese comandato dal generale To:naso Filton, che fece prigioniero. Ist ituito reggente e capo del Consiglio della corona. accumulò somme immense per mettersi in !'Ossesso del regno di :'sapoli che la regina Giovanna gli a,1cva donato adottandolo. Quando seppe che questa cm assediata da Carlo cli Durazzo nel castello dell'Uovo, nel giuguo del 1382 partì di Provcru,a con un eserdto forte e in ot time condizioni, ma çhe le malattie e la fatica rifinirono prima che avesse modo di misurarsi in combattimento. Rimasto privo di uomini e di danaro mori di dolore a Bisceglie. Luigi Il. Re di Napoli e di Sicilia, figlio del precedente, n. a Tolosa nel 1377, m . ad Angers nel 1417. Nel 1384 successe al padre e fu incoronato da Clemente VII nel 1389. K el 1397, cacciato dal rq,'llo da Ladislao suo competi tore, tornò in Francia <love ebbe da Carlo VI il comando delle truppe contro il conte cl' l\lençon, al quafo prese parecchie citt.i.; ma gli inglesi, sbarcati in Normand ia, gli tolsero le conquist~ fatte e ·penetrati nell· .~ngiò vi recarono gravi danui. Nel 1409, richiamato dai suoi fautor i a N apoli, l'iportò su Ladislao una vittoria, ma fu costretto a lasciare l'Italia per l'ostilità. dei napoletani. Nel 1414, dopo la mor te d i Ladislao, L uigi, s timolato dal pontcmcc G iovanni XXIII, si dispose a tenta.re ancora u na volta la conquista del regno, e mandò innanzi una parte delle sue truppe al comando del maresciallo di Loigny, con l'animo di sq,'Uirlo col resto dell'esercito; ma una malatt ia sopraggiunta gli imped ì d i eseguire il suo piano. Appena ristabilito ebbe notizia che gli ingle.,i


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minacdavano !"Angiò e Luigi dovette accorrere con l'esercito· destinato alla conquista <lei regno d i Napoli. Giunto ad Angers si a:mmalò nuovamente e poco dopo 1norì .

L11·i gi JÌ-1. Re di Napoli e d i S icilia, n . nd 140., . nel 1434. F iglio del precedente, cedette al duca di Savoia la contea d i N izza, in compenso delle somme imp1·estatc a l suo avo. Sostenuto da l papa 1vfar tino V allcstJ una Jlotta d i tredici bastimenti per far valere i S'UOÌ diritti sul regno di Napoli, e, presentatosi davanti -a Napoli n el 1420, obbligò la regina Giovanna II a dichiararlo suo successore, invece di Alfonso d'Aragona, da lei prima adotta to, e si impossessò della C:1labria; ma l'aragonese, sbarcate le sue truppe, gli tolse tutte le conquiste fatte e Lu igi fu costretto a r itirarsi a Roma sotto la protezione pontificia. Nel 1423 il duca di Milano, d ichiaratosi in suo favore, lo r icondusse a Napoli. Alternativamente lusingato e tradito dalla regina Giovanna, fu costretto a condurre una guerra nel paese che egli riteneva suo e colto da malattia violenta morì in Cosenza )1ell'etii d i 31 anni. ni.

Rert!,lto I . R e d i Napoli, n. in Angers nel 1408, m. nel 1480. Era figliuolo secondogenito di Luigi Il re delle due Sicilie e nel 1434, dopo la morte di Luigi III suo fra tello, venne ch iamato al

trono d i Napoli i.n virtù clel tetarr.cnl o della regina Gi J-

vanna II, Partito al l,t vo'a (11 ,\Japoli, soaomisc durante la sua avanzata gli Abruzzi. Ma era tr oppo debole per contendere contro il suo formidabile competitore Alfonso d' i-\ragona, e nel 1442 gli falìì l'impresa di N 2.poli ; così che

rinunciò a quel i-ea1ne, r.i volgcndo ogn i sua cura alla

Provc112a,

Angioletti (D·i ego). Generale, n. a R io dell'Elba, m. a Cascina (1822-1905). Partecipò da Sottotenente d.i artigliena, n eJl'Esercito toscano, a lla. campagna d,·I 1848, clistingucndosi nei combatti.menti di Curtatone e lvlontanara, e come Tenente Colonnello Comandante <li R eggimento alla campagna del 1859. • Entrò nel 1860 a far p a.rt~ :teli' Esercito Italiano col grado di Colonnello e, promosso :Maggiore Generale, fu Comandante della Brigata Livorno e a iutante di Campo di S. M. (1862-6-ll. Tenente Generale nel 186-1, fu Ministro Segretario di Stato per la .Marina ( 186466) ed ebbe nel 1865 la nomina a Sen atore del R egno. Lasciò il M inistero per partecipare alla campagna dd IS66 al comando della 10' Divis ione, e s i guada gnò la

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Croce d i Commendatore dell'Ordine ::---1ilitare di Savoia neila rep ressione dei d isordini di Palermo, del settembre 1866. Comandò dal 1867 a l 1869 le D ivisioni Militari Territoriali di Piacen?kl r di Napoli e prese parte quale comandante della 9" Divisione mobilitata alla campagna del 1S70. Resse alu·c importanti cariche militari dal 1871 al 1877, s ino a che fu oollocato a riposo e inscritto col suo gfado nella riserva.

Angioli (Aclrùmo). Generale, n. a Livorno, m. a Strada (Arezzo) ( 1S29-1902). Ca<letto Reale nella Fankria di linea dell'Esercito toscano nel 1845, partecipò eia Sottotenente alla campagna del 1S48 e da Capita;10 a quella del 1859 cd entrò nel J860 a far parte dell'Esercito italiano, Durante la campagna del 1866 si meritò la medaglia di bronzo nel fatto ,_l'armi di Borgoforte, e, promosso Colonnello, comandò il 70° Reggimen to Fanteria (1871-i6). Fu aiutante di campo dei Re Vi ttorio Emanuele II e Umberto I. Maggiore Generale nel 1880 ebbe successivamente il Comando della Brigata Alpi e dei Distretti Militari dell'VJII Corpo d'Armata. Collocato in posizione ausiliaria a sua donlanda ( 1891) raggiunse nel 1895 il grado cli T enen!e Generale nella r iserva. Angiporto /lat. Angiportus). La darsena militare di stazione alle tr iremi romane. (In senso più lato, l'A. era la parte più ritirata del porto, o seno di mare). Angitola. Piccolo fnnnc della Calabria che sbocca nel golfo di S . Eufemia. Sullè sue rive, 'durante l'insurrtzione calabrese, 5000 insorti, comandati da FranCC'sco Antonio Griffo, si scontrarono il 26 giugno 18-18 con un corpo di u·uppe bor boniche comandato dal gen. Nunziante. Gli insorti avevano preso posizione a cavaliere della s~rada consolare presso la cascina Bevilacqua. I borbonici, sostenuti da artiglieria (della quale mancavano affatto gli insorti), a ttaccarono frontalmen te e solo dopo quattro ore d i vivo combattimento, essendo riusciti a minaçciare d'avvolgimento il fianco destro degli insort i, li obbligarono a rit irarsi. Volontari dell'Angitolà. Piccolo corpo di Volont:iri costituitosi nel I S-1 8 nel bacino dell'A11gitola per combattere contro le truppe borboniche,

Angius ( Vincenzo). Genera le, n. e m. a Cagliari (1842-)918). Sottotenente di artiglieria nel 1864, ricoprì da Tenente Colonnello e da Colo,mello la carica di i;! iretlore della Fabbrica cl'arn1i di Torino ( 1894-1900), e collocato in posizione ausi liaria; raggiunse nel 191-1 il _grado di Tenente Gcn('rale nella riserva. Anglesey (Enrfro Pr,get, marchese d'A .). Generale inglese n. nel 1768. m. nel 1854. P1·esc parte alle guerre della R ivoluzione e dell'Impero, d istinguendosj " ·waterloo. Ebbe la nomina a pari d'Inghilterra e geIJeralc nel 1819; nel 1823 fu nominato lord luogolcacnte d'Irlanda, e nel 1846 felclma.resciallo. Anglo- italiana (Legione). Costituitasi nella· G r:u1 11rctagna nel 1856 per opera di fervidi patrioti liberali, fra i quali il gen. Ribotti, su quattro reggimenti di circa 1100 u. ciascuno. Era intenzione dei promotori di •Hi_lizzarla per movimenti rivoluzionari n el :?.fezzogiorno. L a storia <li questa Legione non è stata scritta. Se ne trovano accenni in opere del Pallavicini, del Ma1.zini, elci Saffi, ccc, come ricorda il gcn. Saladino in un su o studio sL1 E nrico Cosenz.


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Anglone (o A 11gcl). Borgata s ul corso superiore del Tigr~ teatro d i ballaglia nel 543 d. C., fra :--'abadcte, generale di Co$roe Anoscir, re della P ersia, e Narsc;e, generale ,bi?.a11lino. L e truppe d i q uesto gene rale, ingannate dalle gui<le, Ye1111ero condotte in una imbo:jCata dentro a una stretta gola; erano 30.000 u., che improvvisamente rimasero . assaliti e sbaragliati ,_la soli 400() Pers ian i ; il gen. Narsctc restò ucciso COll 15.000 de' suoi.

nel 1806, alla battaglia di Riigcn, e nello Stralsund, ,H 1807, sotto il comando d i Lord Ros::;lyn. Fu vers., i,1 fine dello stesso anno a Copenaghen, poi a Lishon,t. 11uovamentè a Gibilterra, ed in Sicilia; combattè ncll:t Spagna e nel Portogallo nel 1808, e sulla Sch~kla. ,..-1 1809; fece parte del Gruppo di Legioni del genc,.1: · Walmoden in German ia nel 1813. Infi11c p'artec ipb a li., battaglia d i Waterloo, nella quale subi serie ricrdit ·fl 24 febbraio 1816 la Legione venne sciolta. ·

Anglo- sassoni_ Some dato ai popoli di razza gcrma n ica .i quali .invasero la Gran B retagna e n1• ~ottomiscro le popolazioni, verso il 449 e anni seguenti. Ebbero a )ollare per alcun tempo, dal i87, contro le invasion i d ei Danesi. Furono sottomessi da Guglielmo il Conquistatore. Avevano fondato i regn i (EptarchiJ anglosa550ne) i quali ncll'82i vennero riuniti in un,,

Angola_ Colonia portoghese dell'Africa sud occilk ntale, confina nte a N. col Congo; a S. con ['.cx colon ia tedesca dell' .\frica sud occ1dentale; a E. ancoi,. ,~ol Congo. Ha un numero imprecisato di abitanp, certamente superiore a i 2.000.000, che ta lu no fa asccnclc,·,, lino a 9.000.000. [ bi~nchi sono appena 10.000, dei quai, circa la m<!til militari, funzionari, deportati. t\pp3 rtie11r. a l Ponoga llo dal secolo XVI. Durante Lt guc1Ta molldiale, le truppe ·po rtoghesi della C(l!oni.i cooperaron<> con <JUcllé inglesi per ;ioliauere la rcsistcn,11 delle trupp,· tedesche difendenti le loro colonie. (\'. Africa).

solo da Egbcrto di W1·ssex. Ebbero costituzione " tipo ger111:inico. 1 terren i ,onqu ista ti furono a.s~cgn;iti in 5ignorie a t ipo feudale, ciascuna delle quali <lovev;i forn ire al sovrano, .in caso di guerra, un dato numero di uomini ar1nati, I,~ mare, gli Anglo-sassoni avevano na vi a un solo pon te, capaci di un centinaio di soldati combattenti, oltre a i rematori e marinai.

Anglo-tedesca (Lrgio'llc) . Con la Convenzione di Sulingen d el 3 g iugno 1803 e con quella <l i Artl<'mbur~ del S luglio sueces.sh·o, ,·enne sciolta l'Armala del Princ ipe Elettore deil'Annover. In base all'a rticolo II[ dell' ul tima Convenz ione, dovevano ufficiali e soldati ritornare in patria cd era loro fatto divieto di combattei'\· in qualsiasi corpo contro la Francia, fintanto che non fosse avvenu to lt) scambio, in eguale proporzione, dei prigionieri catturati durante la campagna precedente. A cagione, però, della mancala pa.rtecipa1.ionc di qu.:ste deliberazioni agli uffic iali cd a i soldati intercss11:i, questi s i trova rono n uovamente r iuniti, a dispetto della Convenzione, in uno speciale Corpo misto, costituitosi il 10 agosto in seguito ad un proclama del Re <li I nghilterra. Sorse cosi la nuova Legione, che prese :inchc il nome di « L cgio11e tedesca del re d'Inghilterra >> e che dapprima contò S000 soldati, divenuti in seguito 17.00,'). Essa comprendeva 2 reggimenti di dragoni, 3 di . ,1sser i, 8 battaglioni d i fanteria di linea, 2 battaglioni cl i cavalleggeri, altri · 4 <li fant., ed un. Corpo del Genio, con una forza complessiva di 13.322 uomini e 37i3 cavalli. La L egione p rese parte alla spedizione di Lor<l Cathcart n ell' Annover nel 1805 ; a quella di Gibilterra

Angolo, l n fortifìca1.ionc : 11. d el /Jnluardo, del•,, anrhe A. 11111ggiore, o sa11lie11tc, o difeso, o fianclu:1111ia. '" : (Jllcl!o che è costitu itn dalle due facce del lJ,1lua1:rl<J. . 1. delta faccia: qucflo formato dalh faccia e da·I lìanco. - . I. della spalla: quello formato dall.i spalh e dal fianco avanzato. A. del fianco: quello form.?.t" dalla spa lla e dal fianco ritirnto. - ,I . della ~ortfoa · quello che i· fra la cortina e il fianco , - A . della { or/Jicr: quello costituito dalle due spezzature della Sll'.hl cortina. quando '.1qn 4. ~-~'.tilinea, m a stellata. - A . :,h,, (o fia ncheggiato, o ,tifèso, o raso): quello difeso <h tiri radenti. - A. ric11tra11tc: quello che ba il verti.:, ,·erso la. piazza. - ,I . saglientr : quello che ha il veri ic verso la ca111 pagna. - A . 1.fo//a difesa: quello format o dal fianco con la I inca della radente. :1. della ta11n glia: quello formato dalle du<: lince delle rader.ti opp'lste d-1va11 li alla corti!1a. Oltre a questi, s i distinguon• , 1 gli .,1. al fia'IICO riti,·ato co,, l'orecchi<mc. e 80110 due _ del liaaco, e della corti na. E gli A. al fia11co ritirato col 11111so11c, e sono quallrtl, c1uando esiste là sÌJalla. iictua drata ad angoli, sen7,.t orecchie . - Se il baluardc, ha fianco s emplice, possiède due angoli : della facci:t e della cortina. A 11-golo morto . Zonu in .-1. 111. ( A, 13, fìg, 1) è qucll;i dietro ad un ostacoln dO\·e non possono '11:iuru~rrc; ,L

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proietti d i una. determin:ua traietto ria. La 1.011a ln A. n,1. riferita ad un bersaglio, ~ quella in cui i~ bersagli<> stesso, di altezza C. D., non può essere colpita. Valuta ta per mezzo della carta topogra fica la pen<lcn~a - del terreno n el tratto che s i considera. si verifica I se un


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bersaglio che su essa si trova, pu ò essere b:tttuto con

,ma d eterminata tra iettoria nel modo seguente : se C è il ciglio coprente (fig. 2), E l'angolo di sito di detto dglio rispetto alla ·p ostazione dell'arma che esegue il 1iro, C A il tratto estremo di tra icttori;_t (ohe si su ppone rettilineo), il terreno oltre C potrà essere non battuto se la sua penden1,a supera ro (angolo di caduta) r (v. angolo di s ito). essendo E preso col Hroprio ,e-

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za luna, tu tto infisso su un'asta di legno. Era un'anu(!. da lancio; o da adoperarsi come picca. L'angone era a rma della cavalleria leggera dei Franchi soli~ i primi re, i quali con la lama ne ornarono la loro corona. Si

=='==="·d!ll\i'\I~ crede che l'angone in seguito sia stato convert ito in scettro e che infine d ivenisse l'arma di Francia sotto il nome d i fiordaliso. A ngo11e catabalistito. Sorta di antica rudimentale 111acd1ina di guerra costituita da u n albero verde, ripiegalo forzatamente verso terra e trattenuto da una

gno. Per co si assume l'angolo di caduta relativo ,,lJa ,fistania dell'ostacolo. N cl caso di tiro a tempo, invece d i w ' si assu me l' in cl inazione della traieuoria più bas~a del cono. (0 . y nella fig. 1"). Se s i ha un bcrsa.gìio di una detc'rminata altezza, per calcolare la zona in .-1. 111. _riferita al bersaglio stesso, si calcola la penden.za del ·terreno, prendendo la -qu ot:i del ciglio coprente, dimi,iuita dell'altezza del bersaglio.

A11golo ·(top.). La misura degli angoli si effettua a mezzo 'di speciali strumenti detti « goniometri )l. Ndla sua p iù semplice espressione, un gon iometro s i comJ}one di un indice che serve a. fissare direzion i, e di un cerchio graduato. I principali sistemi di graduazione per le misure angolari sono: il sessagesimale, se l' inter a circ0nfcrenza. è div isa in 360 par ti eguali, delle gradi; il cc11tesimale, se l' inticra circonferenza. è divisa in 400 parti eguali. 1.e misure angolari possono anche effettuarsi prendcnuo per unità la lu11ghezza di arco, eguale al raggio <lei circolo sul qu11le si misurano. Si esprimono gli angoli anche per :nezzo a e lle loro funzioni trigonometriche. Jn generale, gli ordinai-i strumenti topografici hanno graduazioni sessagesima li ; alcuni tacheometri, i teodoli ti e universali in genere, hanno la graduaz ione centesimale. Le più piccole approssimazioni nelle misur ~ <lcgli angoli si ottengono con noni o con microscopi speciali. Negli st ru menti topogrnlici ordin ari si p u,'> avere, col no1~io, appross imazioni di l' ; nei teodoliti, a!Jprossimazioni anche di I". Nelle armi bianche, Angolo del taglio è la parte èeli'arma d a taglio, ed è p ropr ia men te l'angolo .icuto dc:crminato dali'incontro delle à ue faccie _pia ne che co~tituiscono la parte piatta della lama. L'angolo acuto cosl formato diccsi Jilo. E A·ngo/o di pnnta è quello al vertice -della J)lln la dell'arma bia11ca, la q uale abbia fa lama per lo p iù d i fo rma conica molto allungala con punta acuta. La bi~ettrice dell'angolo al vertice dne coincidere con l'asse dell'impugnatura. Per gli ;1-ngoli di elevazione, di git tata, ecc., v. Tiro.

Angone. Specie d i giavellotto, su l tipo del Pilu-111 romano, lungo circa un metro; la sua punta avev,\ qualche rassomiglianza coi fiori di giglio delle armi di F rancia. Si c~mponeva d i tre lame: u,'m nel mezzo, diritta, a punta, tagliente d a due parli ; le a ltre du e, a i lati cd a ila base della prima, curve in forma di mcz-

corda: davanti ad esso. sopra altro tronco d'albero, ponevasi una grossa pietra che l'improvviso scatto del primo percuoteva e lanciava lon tano. V . Catapulta.

Angora. (ant. A11cyra). Città della Bitinia, capo!. di i.listrcuo e durante la guerra. in A11atolia (v.) capitale dello Stato creato da Mustafa K emal Pascià. Sotto i R om:i.ni <livcnne, a ll'epoca d i Augusto, capo!. de lla· Galazia I. I Sar aceni hi presero nel VJI secolo. I.- Presso la città, nel 189, vennero a battaglia i Romani, condotti dal console Cnco ·Manlio Vulsone, con

Babt. 111 Angorn ( H 02). - A) Aln destra tlet Tartari; H , C:) CCllll'O; D) Aln s inls lm; F.) Hisel'va ; I') Ala destra tlci 'fu rcl1i; G) Centro; H) A l-i\ sinisrra ; J) Hiserva; J<) Elcranu.

i TectosJgi agli ordini del loro capo- Combolomaro, e i Trocmi, comandat i da Gauloto, in tutto 50.000 u. I, CO!lsole i·omano iniziò il combattimen to con le tr upp,, a r mate alla legg~ra, disordinando le schiere avversa ri,: con una pioggia di dardi; quindi spinse ava.mi le ' e-


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La città cli

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Angora com'ò altualmllnte

gioni, I~ quali in breve ruppero e sbaragliarono com• pletamente !'avversario uccidendogli 8000 uomini. II. Battaglia di Angora (20 luglio 1402). Combattuta fra Ta.rnerlano, il quale stava• assediando Angora, e Bajazet I, il quale tentava di liberarla dall'assedio. \'i prese pan e, secondo akuni stor ici, ci rca un milione di comballenti: 840.000 Mongoli e 120.000 Turchi. Malgrado l'in feriorità <lelle proprie forze, e malgrado a ltrcsì che le sue truppe fossero stanche e scarsament~ approvvigionate, !I Sultano turco mosse incontro al ne• mico o gli offri ballaglia. Ilajazcl volse le spalle ad una altura: collocò in prima linea un gro:sso corpo di arcieri ed a lcuni elefanti : dispose sulla destra una parte delle sue forze, <lcllc quali facevano parte 10.000 corazzieri serbi agli ordini di suo cogna to S tefano, e le divisioni d i cavalleria asiatica, agli ordini del suo figlio maggiore Solimano. Il cenJro era costituito dai gian nizzeri, e comanda to in persona dal sultano, assistito dai tre figli I sa. Mu>:a, Mustaf:t. La sinistra era formata di truppe degli S taLi vassalli balcanici. Un a ltro figlio de l sultano, :Maometto Celchi, comandava la ri,erva. Tamerlano schierò al centr:o 80 reggimenti, e in r iser va, della quale a.ssunse personalmente il comando, 40; le ali sinistra e destra rinforzò con le truppe a usi liarie dei turcomanni. L'ala destra era comandata da Eubèker, la sinistra agli ordini di Chalil. La battaglia si ingagg:ò alle ali verso le 6 d el mattino, e i Turchi vi respinsero i Mongoli dopo dura lotta. Dajazct non solo non assecondò il movimento avwr.ando col centro; ma ord inò alle ali d i retrocedere. Nel ll\ovimento per tornare. alla primitiva posi~ione, le ali tur,che vennero incalzate vivamente dai .Mongoli, e mal• grado la loro òi~pcrata resistenza, sbaragliate e tagliate a pezzi. Soltanto i cornzzicri ser bi, con Solimano, rimasero ordina ti, s i aprirono la via combattendo e ripararono a llruss:i. Ilajazet, dopo la rolla delle ali, si dispose a vendere cara la sua vita. Assecondato dai suoi g:annizzeri, malgrado che fo35e c ircondato da ogni iato, non volle arrendersi, e continuò a combattere fin o a notte, e fìncbè g li rimasero uomini a l fianco: quindi venne fatto prigioniero insieme col figlio 1[usa. Sec.o ndo aicuni ~-torici, questa grande battaglia sarebbe durata l!'e giorni.

Angostura (La.) . Città nel nord-ovest del Messico, tra Agua Nuova e Saltillo. Il 22 febbraio 1847 e per tutta la dnmta del giorno successivo, vi si svolse una

battaglia fra 20.000 messicani a l comando del genwlle Santa ,\nna e 4500 americani guidati dal ge~era:e Taylor. Le sorti della lotta perdurando indecise, i messicani, bcnchè più for ti di numero, abbandonarono nella notte fra il 23 ed il 24 febbraio il campo, dopo di aver avuto 2000 fra mo rti e foriti e 3000 sbandlli. Le perdite americane ammontarono a 700 fra morti e feriti, 23 di;persi e 3 cannoni caduti nelle ma ni del nem ico. Gli a mericani diedero alla battaglia anche il nome di combattimento di Bucna Vista.

A ngot (o Ango) (Giovanni). Governatore di Dieppc sotto Francesco f e armatore, m. nel 1551. E.seguì ne.I I 530 una spedizione n avale annata a propr :e spe ..e contro il Portogallo, ed entrò nel Tago di fronte a Lisl>ona, obbl igando il Portogallo a pagargli una indennità per una sua nave predatagli dai Portoghesi. A ngoul6me (lat. foculi.rnra) . Città della F rancia , nella Charente. Fu piazzaiortc. Venne distrutta dai :--:-orma nni nel IX secolo, e poi riedificata. Venne più volte devastata durante le guerre d i Religione. Vi ebbe sede sotto la Restaurazione la Scuola Reale di òfatina, trasferita n el 1830 a Rrcst. Assedio di Angotrléme. Appartiene alla gu~rra tra Inglesi e Francesi all' epoca di Filippo di Valoi,, e fu posto alla città <lai duca \,i Normandia, gencrali..simo di Filipf)o, nel 1346. G li ingle,i che difondcvano A. erano comandati da lord Norwick, il qua le res;stctte energicamente, e infine, eh icsta e ottenuta una tregua., ,·enne lasciato uscire e ritirar3i con tutta la g,ta rn.gione. Carlo di Valois, duca d'Augouli:mc. Fig.io na:urale di Carlo IX, n . nel 1573, m. nel 16S0. Ancor g ,ovaoe fu partig iano di Enrico IV e combattè d ~ valoro o a Arques, a lvry e a Fontaine-françaisc. Nel 1602, imp licato nella cospirazione di B iron, fu gr 1zi.1 to; ma poi, avendo assecondato gli intrighi della ruarchcs.1 di Verncui:, fu condannato a l.la rrigione perpc: ua. Net 1616, r icu perata la libertà per la grazia di Luigi XIII, ricambiò il re con grandi servigi, specialmente d ura nte l'assedio d ella Rochelle, e nelle guerre d i L inguadoca, di Germania e di Fiandra.. Lasciò scritte le sue « M,~rnorie ». L11igi E•na11uelc, d11ca d'A. Figlio del .,recedente, ( JS96-1653J. Fu dapprima vescovo di Agde. poi colonnello generale della cavaller ia e governatore di Pro• venia. Si distinse all'assedio della Rochelle e di Montauban e nelle guerre d'Ita lia e di Loren a.


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Luigi A,tto,do di 'Borbone, d11ca d'Ang01,léme. Ult.into delfino di F rancia, figlio del conte <l'Artois, poi Carlo X, n. a Versailles nel 1775, m. nel 1844. Emigrato col padre nel 1"789, compiè la sua educazione militare a Torino e nel I 792 comandò un corpo di emigrati. Rimase con Luigi XVIII fino a l !814, nella quale epoca, sbarcalo -a St. Jean-<le-Luz, prese possc~so in nome del re della c:ttà di Bordeaux e ricevette il titolo di Grande ammiraglio di Francia. Nominato luogotenente generale del regno, al momento del ri torno di Napoleone <lall'Is.ola d'Elb:i, il duca di Angoulc.me si portò• in tutta fretta nel mezwgiorno per ten tare di ·arre;tare !a marcia trionfale dell' imperatore, ma fu vinto, preso e imbarcato p.e.r Rarcdlon~. Dopo la d isfatta di Napoleone a Waterloo, inviato da Luigi XVIII nelk p rovincie meridionali, fece ogni tentativo per metter fine agli eocessi del terrore 1)ianco. Nel 1823, a.1.'epoca ddla spediz:one d i Spagna, il duca d'Ango:ileme fu nominato generalissimo de.l;'esercito. Cercò rii porre un freno a i d:sordini d i cotoro cbe era ven'.lto a soccorrere e in una ord:nanza datata d :i An,!ujar riprovò la con<lolla di Ferdinando VlI e dei suoi con. siglicri. Alla -morte di Lu:gi XVIII, ebbe il tito!o di Delfino e il voto con~u ltivo nel Consiglio. li ?.9 luglio 18.30 pre; c ir èoma,ido dell'armata reale e quindi fir~ mò con C:arlo X l'atto di r:nuncia al trono in favore <lei duca di Bordeaux. Col nome di conte dc :Marncs segu ì il padre a Holirood, a P raga e a Go,,zia dove morì.

Anr ra. V. Azzone.

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Angri. Piccola città a i piedi del Vesuvio fra il Sarno e i colli di Lettere. Si combattè quivi una I.Jattaglia decisiva fra Narsete, generale dell'impcrat6re bizan:mo Giustiniano, e Teia, ultimo re dei Goti. I d,;c r.serciti erano stati di fronte due mesi senza che nessuno osasse di attacc:ire la battaglia, ma a ciò T eia fu costretto per la scarseu.a delle vettovaglie. Scese allon ,lai colle su cui stava accampato, e ia lotta incomi:1ciò. Il re fece prodigi d i valore, ma infine fu uccis,, cd il suo esercito distrutto, Angrogna. Fiume alpino, che sbo~ca nel Pellice dopo d i aver attraversata la valle cui dà il I ome. Combattimento dell'A ngrogna ( 6-VIl-1663). Appartiene alla guerra del duca Carlo Emanuele II j: Sa.voi~ conlro i Valdesi. Il generale savoia rdo marchese Vili,·cardet di Fleury, con 10 compagn ie delle GCJ«rdie, al• cuni sqt1adroni di cavalleria e un nerbo di milizie, marciò ver,o l'abitato di Angrogna con t r~ colonne : una da San Giovanni, le altre due da San 5econdo e da Bricherasio. La prima, salendo verso A. p iù 1·apidamen te, tenta di prendere la posizione, m~ è contenuta da i Valdesi comandati da Janavc!, e so ta in attesa delle altre due co lonne, le quali erano gu:date d a! F leury in per~ona. 1\·i a, giunte a una stretta. chiamata << le Porte d'Angrogna », sono trattenute da 1111 centinaio <li risolu ti, ai qual1 Janavel ha ordina•o <li resistere fino all'estremo. Nel frattempo il capo va.ldese assale con tutte le sue forze la prima co] ,,rna. e la sbaraglia, e la incalzi fino alla discesa nel ;,-iano; poi torna indietro, e raggiunge i difensor i delle I! Port,• >>, i quali non hanno ceduto. Il F leury, disperando ormai d i superare la resistenza, or<lina la ritirata e tonla al µiano, incalza to dai Lenaci avversari. 0

Anguilla ra Sabazia. Borgo della campagna rG• mana, sul luogo dcll'ant. Careiae. Fu feudo dei c~·11ii r!ell'An1111illara dal secolo XI al XV. Essi fu,:on · in !ot-

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Collll)atttmento ctell' Angrof!'na


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-ta· ·coi· pontefici; ai quali tolsero Nepi, Sutri e aii.ri <:astelli, è _furono a-Jleati poscia con i Colo111•- t.

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~nguissola (conte Cesare) . Generale napoletano, n. a I'a!enno n el 1813, figlio del vice ammiraglio conte I•:~rdinando. Percorse rapi<lamente i gradi -dello. ~ -cauicra militare. Nel 1843 ,partecipò col grado cli capitano alla spedizione di Palenno, poi a quella ài .Roma, distinguendosi a Velletri, infine a quella d i (;tlabria, <listinguendosi ,:, I ValJo della Rotonda. ì\'d 1860, manda to in Sici lia col grado <li colonnello, ebb~ il <:ornando del forte ' Salvatore a 1\-fessina fino a.llà resa; nel f rnttempo o tteneva la promozione a Brigadiere genera.le. Quindi si ritirava a vita priva.la . Ami,lcare Angr<issola (Conte). Ammiraglio, fratello del preçedentc, n . e m. a Napoli (1820-1901): guardiamarina nel 1837, cap. d i fre1pta nel 1859 nella Marina Barbo-· n ica, contrammir. nel 1860 per decreto <littato1·iale del 16 lugl_io di quell'anno, Comandante Generale della Marina l\•I ilitare in Sicilia, Ministro della l\far ina dal 29 settcmbte a l 18 ottobre 1860, collocato a riposo il 16 novembre 1885. Fu deputato di Napoli pc.r l'VXH e d i Pozzuoli per la XIII Legislatu ra. Fu insignitò ·della meda.glia di III d asse per la campagna di Sicilia. del 1849 e della croce d i Ufficiale dell'Or<line Militare di Savoia. L'ammiraglio Anguissola fu ca:.isa non uh ima della disgregazione della Marina Borbonica . alla quale apparteneva. Di ceppo em iliano trapiantato a N'a poli, non ebbe ritegno it trasferire la sua corvetta a vapore Tieloce dalla obbedienza. di Francesco _11 a quclia d i Gari baldi. ll 9 luglio 1860, ancorato sotto i cannoni della 1\laria Adelaide, l'aveva offerta al P'ersan~, il quale la rifiutò, p ur consigliandolo a ,·ivolgersi al Ditta.tore di Sicilia. Garibaldi a cceHò l'offerta e p romosse Anguis.sol<t ad ammiraglio . Le consegucnzt. dell'atto del]' Anguissola furono di r ilevante iin porta.n7.a, poichè da <1uell'istante sull'armatéL napoletana la d iscip lina n aufragò. Durante il periodo i.n cui resse il _:Ministero dclia Marirnt napoleta na sotto Garibaldi, l'A . procedette al suo riordinamen to : istituì un reggi mento di « Fanteria d i marina ll, formò un « Cor po amministrativo della marina )> e un (' Corpo delle • segreterie militari della marina l>, e pubbl icò un <<Regolamen to · organico della maestranza cli marina ».

Angusticlavii. Tribuni m ilitari appQrtenenti aJ:a nobiltà. romana. Essi portavano sulla tunica tuia stret ta banda di porpora, l' « angustus clavus l>, come contrassegno, tanto da un Ia to, sul davanti, che dall'altro · del

corpo, scendente dalla spalla fino in fondo alla tun ica stessa, men tre i tribuni militari della casta senatoriale portavano una larga banda o (( latus clavus >> ed erano detti (( Iaticlavii » .

An halt. Casa pri ncipesca. d i Germania, fondata d a Enrico, nipote d'Alberto l'Orso, morto nel 1251. Dal 1251 a l 1570 si divise in varii .rami. Dei principi di questa Casa ricorderem9: Cristian<! I, principe d' Anhalt-Bcrn-burg, n. nel 1568, principe nel 1603, !lì· nel 1630. ;,,; el 1591 comandava l'esercito che i principi tedeschi avevano inviato in soccorso di Enrico I V; dopo entrò a l se,r vizio del re di lloemia e nel 1620 perdette la battaglia di Praga.

Luigi, principe d' Anhalt-Koethen, n. nel 1579, m . nel 1650 .. Durante la guerra dei Trenta anni si mise al servizio <lei pt~testanti e Gustavo Adolfo lo nominò governatore di Magdebur,;_o e di Halberstadt.

Leopold.o I, principe d' Anbalt-Dessau. Fddmaresciallo di Prussia, detto (( Il vecchio Dessau », n. _ nel 1679, principe nel 1699, m'. nel 1747. Comandò i P1uss iani durante la guerra d i successione di Spagna, in Italia, nell'Olanda, in Pomerania. D ifese il paes(! d i Brandeburgo durante la· spedizione dl!lla Slesia sotto il Grande Federico e con la sua beli.i vittori<1 cli K esselsdorf, riportata sui sassoni e gli au$triaci nel 1744, affrettò la conclusione della pace di D resda. Leopoldo Massimiliano, figlio del precedente, feldrnar esciall_o di Prussia, n. nel 1700, ,u. nel 1751. Si distinse nelle guerre contro la Turchia. Leopoldo Federico, nipote di Leopoldo I, n. nel 1740 , principe n el 1751 , m. nel 1817. Combattè sotto Federico clt1rante la guerra d ei $ette anni.

Anhovo. Villaggio su lla destra dell'Isonzo-, poco a nord della stazione d i Plava. Raggiunto dai nostri nei primi giorni ,li guerra, vi si tentò il passaggio elci fiume, ma vi si dovette rinunziare, sia per difetto di m:1teriali che per le d iffa:olt~ opposte dalJe sponde dell'l sonzo i n que l punto alte e scoscese. Il passaggio fu, im·ece, 'effettuato in quel tratto dalle truppe della 60' Divisione, ncll'àgosto del 1917, a ll'inizio della battaglia della Bainsiz>.a, nonostante la viva: resistenza dclI1avversario . . Ani. An t. città forte, della r egione del Caucaso, l1l\ ln ita di 30 torri' quadrate, in una cercl1ia di mura di oltre S km. Fu già capitale, nel 961, della dinastia dei Bagrat idi. Fu conquistata dai Bizantini, e poi dai Selgiucidi, e infine dai Turchi, ai qua.li più volte la tolsero i popoli della Georgia. Nel 1319 venn~ comp leta;nentc d istrutta da un terremo to e non risorse più. Aniceto. Libe rto cli Polcmone re del Ponto. Avendo <Juesti, sotto l'imperatore Nerone, cedu to il ·~uo regno ai - Roman~ - Aniceto sollevò il pae~ in n ome di Vitellio con tro Vespasiano. Vinto in battagpa ft;ggi presso i Lazi, il cu i re lo consegnò a i Roman i - che lo mi~ro ,1 morte (69 d. C.), Aniceto. Liberto di_ Nerone e suo antico precetto,·e. :\'el 60 comandava la flotta di Miseno.. Si attribu bce a lui l'inl'CllZÌO[IC della n ave a trabocchetto, destinata a ll'annega.mento di Agrippina. Morì esi'liato in Sardegna.


ANI

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Anichini (Carlo) . Generale, n . e -m. a F irenze (18581923). Sottotenente d i fan teria nel 1878, partecipò da Capitano alla campagna d'Africa del 1896 e nel grad :, d i maggiore res.~e il Comando del contingente i taliano d istaccato alla Canea durante il periodo di occupazione interna,;ional~ dell'isola d i Creta (19001902). Comandò da Colonnello i l 12° Reggimento Fanteria alla campagna Italo-Turca dtl 1911-12, meritandosi la medaglia d'argen to nel combat timento d i Za.nzur. Dal 1912 a l 19 1-1 ebbe il Comando del 41° Regg. Fanter ia e, pn ano~so l\faggiore Generale, fu nomi.n ato Comandante della R r igata Piemonte. P rese ,parte all.1 campagna di gue rra {1915- 16-V) raggiungendo _n~l 1916 il grado di Tenente Generale ; comru1dò negli a,rni 1917 e 18 la Divis ione ì'vfili tare T erritoria le d i Palermo . Anicio. An i. famiglia romana, alla quale apparten· 11ero vari personaggi militari : il più n oto d i essi è L -ucù; A,ii.cio, p retore nel 169 a. C.; egl i terminò la conqu ista dell'Illir ia r iducendola nel 166 a provincia romana, dopo di aver assediato lungamen te a Scodra i l re Cencio e costrettolo alla resa.

Aniene (o Teverone) . Fiume della prov. di Roma, affl. del T evere. H an no il nome da questo fi.ume tre battaglie:

I. Appar tiene a l per iodo leggendario della monarc111a romana e fu combattuta da T u llo Osti lio con tro F idcnati, Vcien t i e Alban i i quali ve1rnero sconfitt i. L'epoca è i mprecisata ( fra il 672 e i l 640 a. C.). II. Appartiene anch'essa a l per iodo leggendario di R oma; fu ·comba t tuta, tra il 61 ~ e il 578 a. C., da TaTq uinio Prisco contro i Sabin i. Ment re l'esito della iotta era i ncerto, T arquinio r iuscì a far ardere un ponte che i Sabini _a vevano costruito e varcato; a llora i Sabini, vedendosi tagliata la r itirata, si sgo.men tarono e vennero sopraffatti e taglia ti a pezzi o an ncg,ironç ne l fiu1ne per sfuggire ai vinci tori incalzanti. I II. Appar tiene alla terza invasione gallica, e fu comba ttuta nel 361 a . C . .fra i Romani, condotti dal dittatore T ito Quinzio Per mo, e i loro alleati L atini ed Emici, contro i Celti. La battaglia f u vinta dai Ro· mani; in essa s i rese celebre il giovane Tito Manlio, i l quale uccise in singola re tenzone un capo <lei G aJii, togliendogli la collana d 'oro e meltendosela a l collo ancora lorda di sangue; per i l che si e bbe i l titolo di « Torquato» e una. coron a d'oro ·dal d ittatore.

che però non hanno àncora r icevuto applicazione per il caricamento di proietti.

Anilite. Esplosivo liquido francese impiegato per il caricamen to di bombe d'aeroplano e costitui to d a perossido d i azoto (liquido) e MononÙrobenzene. Anima. E' il cavo interno dell'arma <la fuoco in cui si ripone la carica e per la qua le scorre ed esce i 1 pr oietti le lanciato d a questa. Nei cannoni l' e3trcm itit dell'anima verso la cu latta dicesi «fondo»; la parte inferiore, su cui passa il proietto, ne è il «piano)); la parte superiore il <<ciclo» . L 'estremità anteriore opposta al fon<io costituisce la ,e bocca >l delle armi da fuo-

Sezione norm. delle rlg-he.

Sezione polig-ona!e d i armi 1ng-lesì.

co di qua ls iasi genere e dimensione . La forma dell'an ima d ella canna varia col modo di car icamento; nelle a r mi ad avancarica, in generale, era fotmat.a di un solo tratto c ilindrico ed era chiusa all'est remità posteriore con un vi ton~ : nelle armi a retrocarica, invece, in genera le è cii indrica nella parte che deve essere 1Jercorsa dal proiettile, e<l a tratti cilindrici e t ronco-cozici n ella parle -che deve essere occupata dal!,i ~artuocia prima dello sparo. Anima. Antica spc-cie d i armatura lat ta a scaglie o a lamine che copriv:, il petto. Era sopratutto adoperata dai fanti e da coloro i qu ali combattevano a bordo d i ',,'avi.

Animetta. Armatura di ferro, resistente a botta di spada e talvolta di pistola, che copri va il pet to e. le reni. Era tut ta d i una p iastra o a scaglie, acciò non impedisse i movimenti della persona. Usavasi ,1el secolo X'flI. 1

Animoso. Caccia tor pedin iere i n accia io, varato ;1 9 aprile 1912 dal can tiere Orlando di Livorno : Jun-

An-ie11.e. Cisterna in acciaio, varata i l 21 novembre 1913: lunghezza m. 32.15; larghezza m. 5,97; dislocamento 280,6 T . ; macchina 16 7 HP.

Anilina. ( C6 HS . N H2). Si ottiene dall'azion-~ dell' idi-ogeRO nascente (zirn:o cd acido) sul mon onitro• benzene (f é HS • N02). Indipendentemente dal suo impiego nella fabbricazione del le matcr.ie color ant i, essa fornisce diretta,:,ente dei compost i nitrati esplosivi,

ghezza m. 76,10; larghezza m . 7,50 ;_ dislocamento 750 Tonn. ; macchin a 22.200 HP ., a turbina ; velocità 1111-


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glia 35; armamento guerresco 5 cannoni da 102 e 2 da 40 antiaerei. Ha pr eso parte a numerose operazioni in Alto Adriatico clu.rantc la guerra mond iale, distinguendosi in un'azione d i fiancheggiamento nella ··esisteu;a sul Piave del 29 novembre 1917.

Anisociclo. Ant. strumen to di guerra, che trovasi descritto nell'(( Architettura>> di V[tr\lvio; adoperava,i a lanciare frecce per mezzo di una molla fat.ta a spirale. L'adoperarono le annate bizantine. La molla aveva !a forma <li _quelle deg li orol,;gi, cd il lancio del dar-

ruwwwmru do avveniva col contraue dapprima la moll<J-, e coll'allenta.ria poi repentinamente. Era un'arma d i guerra da posta, e, secondo la sua grossezza, si può classiifi.care come uno scorpione od una catapulta.

ANh

tiene alla guerra detta del Pacifico e fu combattuta fra Cileni e Peruviani. Questi ultimi, comandati dal cc-1. Gamarra, avevano occupato fortemente le alture, ri t<'n utc accessibili soltanto per le vie che le attraversano. I C ileni, comandati dal gen. Baqucdano, risolvette ro d i sloggiare gli avversari dalla forte posizione clic avenn,, occupata. Nella sera del 21, il generale cileno dispose per l'atta cco, ùwian<lo una colonna composta di t>.i miglia io d i uomini ad aggirare d al largo la sinistr a peruvia.na, e un batt aglione composto di robusti min,t tori ad aggira, e la destra sull'altura difendente inrn1c,diatamente le gole cli Los Anjeles. Schierò quindi l'artiglieria di fronte a l passo, in modo da poterne ba ttere gli accessi e, la cresta. I due movimen ti aggirant i. eseguiti in ordine e in silenzio, non vennero avver t ili <lai peruvian i, e all'alba, melllre l'artiglieria c ilena fui-

Anisolo. (Etere metilico del fenolo). Chimkamente detto anche <( ossimetilbcnzene )). Trattando il dinitroclorobenzene con una soluzione di soda nell'akool metilico s i ha il clinitroanisolo, che, sottoposto a nitrazione, · dà il trinitroanisolo esplosi vo, n eutro, che fonde verso i 65° e possiede a un dipresso la stessa potenza del Tritolo ( v ~ Tohtcne). II trinitro anisolo è an,he not o sotto il nome di (( acido picrico metilato>>. I tedeschi lo impiegarono da solo od in miscela, si,1 col solfuro difenilesanitrato ('bombe da aeroplano) sia col nitr ato di ammonio. In questo secondo caso le proporzioni _erano di 60% di T r initroanisolo e 40% cl' n itrato di ammonio, come nel!' Amat o!. Tale miscela fu impiegat a in _Germania nelle bombe da trincea. Ebbe la d enominazfonc di « Nitrolit >) . Il trinitro anisolo non ha però avuto larga applicazione pcrchè l'anisolo è un pr odotto costoso. Anjala. Local ità. della Finlandia, presso la frontiera russa, celebre per il cosiddetto « Patto o Compro·messo di A njala >> . Esso venne solennemente firmato il 12 agosto 1788 da molti ufficiali finlandesi e svedesi; fra questi ultimi era il fratello di Gustavo III, d ivenuto poi re col nome di Ca.rio XIII. Il patto mirav~. ad obbl igare Gustavo TU a far la pace con la Russi1 e a convoçare un Parlamento fu1la11dese, allo scopo, non confessalo, di servirsi ciell'indipcndenza co,sì conseguita per giungere all'annessione alla Russia garantita da ampia autonomia . :Ma il piano fallì per non aver trovMo nè i consensi che i ~onvenuti si attendevano, nè l'appoggio del la R ussia : seguì pertanto l'a r resto degli ufficia li. per opera del governo di Gustavo III. Gli arrestati vennero posti in libertà l'anno seguente, n1e.i10 alcuni dei capi deportati in Ame;ica nell'isola · di San J3artolomto. Anjeles. (Los) . Gole aspre e selvagge sulla strada da Moquega a T orata, nel Perù, soprannominate cc Le Termopili pe.-uviane >>. Nel 1823 una colonna spagnuola tentò invano d i passar le mentr'erano guardate dagli insort i, e fu sconfitta e volta in fuga. Ne! 1874, duran te una delle t ante guerre civili, il generale Pierola occupò le gole e vi si d ifese con successo contro le truppe del Presidente Pax. dc\ comandate dal gen. Buendia. Battaglia di Los A11je/.es (22 marzo 1880). -

Appar-

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quadretti bianchi, truppe cilene; quadretti neri, truppe peruviane.

minava i trinceramenti del p_a sso, il battaglione destinato ad assalire la de5tra dei peruviani, Ii attaccava vivacemente all'improvviso. In pari tempo, la . colonna cilena i nviata ad aggir are la s inistra peruviana, avanzava combattendo attraverso gole <lifficili. Il col. Gamarra, fulmina!o dall'a.rtiglicria e ormai avviluppato sulla destra e m inacciato sulla sinistra, dopo un'ora <li lotta or di nò la r itirata lasciando sul campo 30 morti, molti feriti, oltr e a ~rigionieri. L 'occu pazione delle gole, ritenu te imprend ibili; d i Los Anjelcs, destò rammarico e ira n ei peruviani, che tr adussero il col. Camarra davanti a un Consiglio di guerra . Ed ebbe m ilitarmente grande importa1,~a, perchè tagliò le comunicazioni dell'esercito pcruvia110 del Sud con il resto del paese.

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Ankarkrona (Teodoro) . Ammi.raglio svcde.~e, n. nel 1687, m. n el 1750. Protesse la fug1 del re Stanislao cacciato dal trono di Polonia da Augusto II, r iuscendo a sbarcarlo in un porto german ico. Nel 1715 fece fare a Carlo XII la traversata di Stralsund in Svezia attraverso ai ghiacci e malgrado l'oscurità delle notti. Anklam. Città già fortificat_a , nella provincia prus-


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V lnvestimen'to d i .-\nkJarn nel 1676 siana <li Stettino, a destra del fiume navigabile Peene, ad otto chilometri da lla sua foce. Il duca Boleslao llI d i .Polonia la ·d istrusse nel l 121, ma sessant'anni dopo la fortezza fu ricos(rui(a e nel 1570 maggiormente fortificata. Ne! 1627 le truppe imperiali oecuparono Anklam, ma ad esse la strapparono nuovamente gli Svedesi tre anni dopo . 0iel 1637 subi per qualche tempo l'assedio del gen. Clam Gallas.

Occu.pazione di Anklam ( 1676). Appartiene alla guerra d'Olanda. La posizione della fortezza d' An k la.m s i prestava ad una resistenza fornii<labile. I l fiume P cenc da una par te e le trincee ben guardate dall'altra costituivano ostacoli d ifficili a superarsi sotto il fuoco di fila delle batterie del forte. Le forze attaccanti erano formate da cavalleria e dragoni branderburghesi, situate lungo la linea d i circonvailazione e comandati dal gcn. come Coob, e da altri corpi a sud-ovest ed a n ord -est, sotto il comando <lei maggiore generale von G oizen. L 'ordine di at tacco fu d a to <lai gen. von Sanitz, comandante in

capo, il quale dispose che 60 ufficiali con 1530 uomini, munizioni e provviste di vettovagliamento, prendessero d'assa,lto il for te. Il 31 luglio la trincea a sud d i Talrand era occupata ed a ltre importanti posi«ioni vennero p rese il 3 agosto. Circa un rnesc durò l'aspro comhaÙimento che condusse al!a fine alla v-ittoria <lelle truppe del P r incipe Elettore. Le pevdite subite dagli svedesi in questa circostanza ascen, lono a 298 morti, <li <sui 10 ufficiali, a 389 feriti. Il Comandante d egli svedesi iniziò delle tratta tive il 28 agosto e il 29 dovette capitolare, dopo <li che tutte k truppe svedesi furono d isarmate e congedate . Combattimento di A 11klain (31 ottobre 1806). Dopo

J ena s i rifu giò a<l A . un corpo prussiano comandato dal gcn. Biia, che venne ben presto raggiunto dalle truppe francesi di l'l:furat, incarica.lo d i insegu ire cd a nnientare i rest, del!' esercito prussiano. Una colonna. francese al comando del gcn. Becker, attaccò il 31 ottobre i prussiani schierati in una pianura presso la.


A.1'11,

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città e ii costrinse a r inch iudersi entro le mura della c ittà stessa, ove dovet tero arrendersi. I Francesi catturarono così 4000 prigionieri. Nel 1807 a ltro breve combattimento aveva luogo a<l A . ira Francesi, comandali da ~fortier, e S-vcdesi, coma11dati da Essen , con la v ittoria dei primi.

Ankober. Cit tà dell'Abissinia, i1ello Scioa, di cu i fu già capitale, alt. m. 2760. Vi si comb<tltè nel l'ottobre 1916 una battaglia tra le forze d i L igg lassù , condotte da Ras Micael, e qu elle <lei Governo della regina Teoditù, comandate da Lui Segbed, terminata con la sconfitta delle seconde, il cui capo rimase ucciso combattendo. Anna (Ordine cavalleresco di San t'A1ma). Venn~ fonda to nello Sch leswig-Holslein, a Kiel, il 3-14 febbraio 1735, da l Duca Car1:i Federico, e venne da Paolo I d i Russia, nipote del detto Duca, introdotto nel 1796 ne i propri Stati . E bbe <lapprima soltanto tre classi civili; nel 1815 A!essa,ndro I di Russia vi aggiu nse una quarta classe, esclusivamente composta d i militari aventi a lmeno il gra<lo <li generale maggiCYJ"e . Rosso era · i l colore d ell'oc<line, orlato <l'oro, con l' imlllagin c di Sani' Anna smalta ta al centro. I cavalieri de lla classe m il itare portavano la croce dell'Ordine non sul pet to, .c~me gli a lt r i. ma im·ecc smaltata sull'impugn a tura d ella spada.

ANN

per sostenere i d ir it ti di G ià-Long cd egli si obbligava in compenso a cederle in tutta p roprietà l'a-rcipelagn di l'ulo- Condor c, oltre la baia e la città d i Turane ~ di accordare nei suoi Stati piena libertà di commerc io e d i religione ai sudditi francesi. Varie cir costanz _ impedirono al governo di L uigi XVI d i rnan tener,prontamente gli impegni assunti e Pineaud de J3éh.a.ine. temendo che il r itardo potesse compromettere la riuscita dell'i mpresa, armò per p ropr io conto <lue navi e<l assoldò ak,:Jni ufficial i francesi per organizzare all'eu ropea le forze di terra e di mare di cui disponeva GiàLong. Fu mcrcè ta li aiuti che quest'ultimo potè ren dersi padrone d ell'Annam e della Cocincina, di cui s i proclamò re ml 1801_ e qu indi ingrandire il proprio regno as.-:.oggettando il T onchino.

II. SJ,cdirionc franco-spagnola contro t'A nnam ( 1858) . Durante il regno d i G ià-Long gJi stranieri, segnatamente i frances i, poterono l iberamente sta.bilirsi nel1' Annam ed esercitarvi i loro t raffici, ma alla di :ui morte cessò ogni sentimento di benevolenza a loro riguardo. Ne l 1852, in seguilo a maltrattamenti inflitti a i missionar i, u na nave francese distrusse uno d ei for•.i di Turane, e ne! 1858 un eccidio di missionari francesi e spagn oli e d i indigeni convertiti al crislianesim 'J indussero la Francia e la Spagna ad intraprendere una azione comune ~ontro I' Annam. La spedizione, composta d i navi fran cesi e spagnole, al comando dell'amm iraglio francese · Rigau lt rie Génou illy, s'impad ronì <); Tilranc il 31 agosto 1858 e di Saigon il 15 febbraio 1859. La ~ uerra d'I talia e la spedizione d i Cina fecero sospendere queste operazioni e gli alleati, sgombrata 'l'uranc, si lin1itarono a 1nailtcncre l'occupazione di Saigon che veru-ie fortificata e presidiata da 800 u oAnnaburg. Borgo della Sassonia nel distr. di Mer- m ini. Gli i\.11namiti investirono vigorosamente la piazseburg, ch iama ta Lockau fino al 1573. Carlo V e Mauza e costrussero, per impadronirsene, numerose e ror izio d i Sassonia, dopo la batl. <li Muhlberg, catturarono buste opere d 'approccio; ma gli assediati resisterono in A . il principe ele ttore Giovanni Federico. Nel 1752 valorosamente contando sul sicuro arrivo d ei rinforzi. vennero fondati ad A. u n Istituto per i figli <lei milita ri, Il 6 iebbraio 1861 giunse infatti l'ammiraglio Charner e una scuola prepar ator ia per gli ufficia li. con 12 navi ed un cor po di sbarco di oltre 3000 uomini . Gli Annamiti opposero una ·.fiera resistenza, ma Saigon Annali (di l,1edicina Navale e Colonfo.le). Rivista potè essere liberata e molte altre località del delta del tecn ica di cui la reda zione e l'amministrazione fanno •. Me-Kong caddero 'ben presto in potere dei francesi. capo alia « D irezione Centrale di Sanità>> presso il I l 5 giugno 1862 l'imJ}eratore dell' Annam, Tu-Due, Min istero della :Marina. Conta già 35 anni di vita. acconsentì a sottoscr ivere un tratta to di pace, col (JUaVi collaborano quasi esclusivamente ufficiali medici delle cedeva alla Francia le provincie cli Mytho, B ien-Hoa la R. Marin a, e in essa si raccoglie il frutto d ell'espe• e Saigon, imJ}Ci,(nandosi ino ltre di pagare, metà a lla rienza acquis tata sia negli ospedali m ilitari marittimi, Francia e metà alla Spagna, una indenn ità di guerra sia specia lmente a bordo di Regie :\"avi e in lontane di 20.000.000 di franchi e di aprire a l commercio euregioni. Si occupa in modo speciale d i patologia esoropeo i por ti <li Tura.ne e di Quag-Nam. Contro h tica. Oltre a monografie ed a r ticoli di argomenti attioccupaz;onc delle provincie cedute alla Francia avvennen ti all'oggetto d elta r ivista, pubblica lar ghe recenn ero numerose rivolte, orga,1izzate specialmente n ella sioni bibiiogra.fìchc d i opere i ta liane e straniere. regione occidentale del basso '.M c-Kong; il go~erno Annam. -R egno a ssoluto nell'Asia mer id ionale in francese ne approfittò per im possessarsi d i t utta la basd0cinese, sotto il rroteHorato della Francia. Sup. 150.000 sa Cocincina malgrado le v ive proteste della corle di kmq ., abitan ti circa 5 milioni. Huè. );'°e! ·1863 la Fran cia, sostitu itasi a ll'Annam nel delta del Me-Kong, riuscl a persuadere il re del Cam bodge, I. Nel 1787 il discend ente dei r e dell'Annam, G ià:-hrodon, che l'unico mezzo per sfuggire per semprt Long, non potendo prend er possesso del trono dei suoi a I gioco dei Siamesi con5is teva nel pors i sot to la sue. avi per le difficoltà suscitate dai suoi competitori, avepr otezione. Il relativo trattato di protettorato fu firva, per suggerimento del vicario a postolico Pineaud de mato l' li agosto 1863. Il governo francese tentò pio:1 Béhaine, inv iato in Francia il propr io figlio per chietardi d i indurre a nche I' Annafu ad accettare il protetdere a iut i a Luigi XVT. Fra l'inviato annamita ed il torato della Francia, ma il sopraggiungere degli avvegoverno francese fu allora concluso un tratta lo di alleanza, in base al quale la Francia assumeva l'impen imen ti del 1870 fece a bban<lon a re le t rattative inigno di invia re alcune navi ed un cor po d i spedizione zia te.


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III. Trattato di Sa.igo11 ( 18i4). Dopo la sped iz ione fran cese al Ton chino il trattato defini tivo di pace e di a micizia fra la Francia e I' Annam fu sottoscritlo a Saigoo, il 15 marzo 1874. Con questo trattato che sostituiva quello precedente del 5 giugno 1862, la Fran•• eia, considerando l' Annam come uno Stato indipcndeHte, non tributario d ella Cina, s'impegnava. a fornirgli gratuita.mente gli aiuti necessari per mantenere l'ordine al!' interno, per proteggerlo dagli allacc)1i che potesset·,, venire dal d i fuori e per distruggere la pirateria che infestava le coste. Metteva inoltre ,1 disposizione dell'Annan1 istruttori militari, ingegneri e capitani mar ittim i pe! riord inaU1ento dei vari servizi dello Stato; condonava il residuo dell' indennità. d i guerra le cui rate non e,ano state pagate dal 1867 e faceva dono al re Tu- Due d i cinque navi a vapore, cento cannoni e mille fu~ili a retrocar ica. ln cambio il governo annamita riconosceva la sovranit,\. della F rancia sulle sci proyu1-

Til'agliato ri annam!t.i duraTht-e la guerra moncl!ale.

cie della Cocincina cedute o annesse preccclcnlco'len:c; conscntivà ad aprire al commercio europeo i porti di Hanoi, Haiphong e Qui-Nhon ed a permettere che !e navi mercan tili transitassero sul F iume Rosso, dal mare alla regione <lell'Yun-Nan ; concedeva piena libertà. religiosa agli europei ed agli indigeni convertiti a l cristianesimo; assumeva infine l'obbligo di conforma.re la sua politica estera a. f!UC!la della Francia ed a non contrarre impegni politici o commerciali senza .la preventiva adesione del governo francese. Insomma, sebbene non fosse detto esplicitamente, era il p rotettorato della Francia sull' Annam e ciò implicava l'annullamento dei diritti <li sovranità della Cina su questo paese, sovranità che da tempo era sollanto nominale, ma che poteva essere tuttora invocata, con1c i11fatti a vvenne1 per creare ~iiffico!tà a l Governo francese e contestargli i dirilli che egli erasi attribuiti con f!Uesto trattato. Difatti l'Anna,m si riavvicinò , ostcnsibilmcnte a l G,,wrno cinese facendo r ipcttua mcnte atto di sottomissione coll'inviare a Pechino doni e ambasciate, mentrè l'ambascia tore cù1esc a Parigi protestava per non aver la Francia, nel trattato ,on I' A;mam, tenuto debito conto <lei diri tti <li sovranità ai quali la Cina non intendeva affatto di r i11unziare. T ruppe cinesi passarono poi ripetutamente il confine clel Tonchino, inten·enen<lo ne-

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gli affari in terni del paese che continuav:1 così ad essere considerato quale Stato vassallo della Cina. Ciò determinò la Francia all'occupazione di Hanoi (1882) (v.) e l'anno dopo a lla seconda spedizione al Tonchino (1883) durante la quale la divisione navale fraucese si impadronì de i forti <li T huan-An, alla foce del fiume d i Huè (20 agosto 1883). IV. Protetto-rato sull'Annam e sul Tonchino ( 1883). La presa dei forti <li Thuan-An a,·eva però indotto il Governo anmunita a domandare un annistiòo e p rima che questo spirasse fu conc!L1so un trattato cli µace che fu Jirmato a Hu.è il 25 agosto 1883. Le d isposizioni principali di questo trattato erano le seguenti: veniva r iconosciuto il protet torato della Francia sul Tonchino e I' Annam; i possedimenti francesi della Cocincina venivano ampliati con })aggi un ta deHa provin-

cia di B inh-Thuan; era autorizzata l'occupazione da parte de i francesi dei forti di Thuan-An e di alcuni altri punti strategici; venivano aperti al commercio i poni di Turane e d i Xuanday e !'amministrazione delle dogane era aflìdata a funzionari. francesi; un rcsident~ francese si stabilirebbe a. Huè. 1-la nonostante questo lrattatò, in segui to all'intervento militare dcli,, Cina le operazioni si protra.ssero .fino al J 885, allorché fu concluso a Ticn-Tsin un trattato definitivo ( 4 aprile} nel quale la Cina r inunciò ad ogni pretesa di sovranitit sull' Annam. Durante la guerra mondiale la Francia trasse dall' A nnam reparti (t iragiiatori Annamiti) che combatterono sul fronte occidentale.

A nnapoli s. Città capo!. dello Stato del Maryland, pres., o la .foce del Severn nella baia cl i Chesapeake; nodo ferroviario <li prim issimo ordine. Vi ha sede l'Accademia navale degli Stati Uniti <l'America. Prima del 18-15 negli Stati Uniti d'America gli ufficiali della l\.·forina da Guerra erano tratti dagli Ufficiali della .:\L1' 1·i11a Mercantile. Nell'ottobre 1845 il Segretario per b ).\.farina Giorgio Bancroft fondò una Scuola Navale che fu l'origine dell'attuale istituzione. Fin dal suo inizio h scuola occupava buon tratto di territorio, che poi è venuto man mano ricoprendosi di vari corpi di edifici, per la scuola, per l'osservatorio astronomico, per i gabinetti di fisica e chimica., per la palestra, ecc. Originariamente il corso d i stud i era di c inque anni, <lei quali solo il primo e l'ultimo erano trascorsi p resso la scuola, mentre gli a ltri tre erano impiega li per l'isu·u• zione pratica professionale sul mare. La scuola d iede subito d iscreti frutti. I c inque anni però d i esperimento che trascorsero dalla sua fondazione dimostrarono ia necessità. di porta re l' insegnamento a più alto livello: l' istitu to fu perciò riorganizzato nel 1850, cessando dal chiamarsi « scuola navale)> per assurnerc Ja deno1ninazione di « ,kcadcmia >>, e precisamente quella di: << Uiu<let States ); ava! Acaclemy >>, che è appunto la

denominazione attuale. Il corso di studi fu aumentato di due anni e portato quindi a sette. I primi due anni e gli ultimi due venivano trascorsi alla scuola ed erano dedicati all'insegnamen to delle varie discipline te,Jriche e nautiche, i tre anni intermed i erano invece ded icati alle croc iere sul mare. L'anno seguente però, (1851) fu riconosciuta l'opportunità. <li non interrompere il corso degli studi teorici e perciò i quattro anni di accademia furono de<licati, senza soluzione di continu i(à a lle varie d iscipline scientifiche e nauwche, men -


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tre la pratica professiona le venne fatta nei tre con,ecu tivi anni, passati inin terrottamente sul mare. Le attuali ma terie d' insegnamen to sono undici, e cioè: l • d isciplina; 2'' a r te marinaresca; 3' artiglieria; 4• navigazione astronom ica; 5° ma cchÌne m arine e costruzioni navali; 6° matematica e meccanica; 7° fisica e chimica; 8" macchine e lettriche; 9° lingua inglese; 10' lingue moderne ; l l ll igiene navale e fisiologia. Per essere ammessi nell'Accademia i giovani debbono a,·crc un'età tra i sedici e j venti aru1 i" e sostenere un csamt d'ammissione. G li,,.ammessi in Accademia assumono comunemente l'appellativo <li << naval cadets i,, ma la denominazione ufficiale è quella di (( midsh ipmen ,>. Ogni << mid shipmen » riceve un annuo assegno a decorrer~ dalla data de lla sua ammissione, vincolandosi sub ito ad una ferma d i otto anni, inclusi i sette passati in accademia. Non r iesce d iffici le peraltro ad un « midshipmcn >> ottenere per motiv i vari il proscioglimento. La guerra Ispano-amex icana d iede occasione di valutare sempre p iù l'i mportanza dcll'eduèazione degli ufficiali della M arina da Guerra, la cui istruzione fu per tanto semp re meglio curata, ed ancor p iù lo è oggi, dopo il gran<le esperimento della guerra europea. :\i a la base dell'ordin amento del!' Accademia è rimasta, salvo lievi modificazioni, quella s ta bilita negli anni 1851)1851, vale a dire un ord inamento che, più che alla specia lizzazione professiona le, mira a da re all'ufficiale d i :Marina una educazione varia e sintetica.

Annebaut (Claudio d'A.) . Ba rone d i Retz, maresciallo e ammiraglio d i Francia sotto Francesco I, m. a La Yère ne l 1552 . .En trato al serviz io del re in giovane età, s i -distinse subito per bravura e lealtà. Nel 1521 difese Mezières contro il duca d i Nassau, poi seguì Francesco I nelle sue campagne <li guerra. Alh battaglia <li Pavia d el 24 febbraio 1525, fu <le! n u mero ristretto di quei valorosi che invece di segui re il duca. d'Alençon ne lla sua vergognosa ritirata, s i separaronÒ da lu i, quantunque a i s uoi ordini, · e s i s trinsero intorno alla persona del re per difenderlo, alcuni morendo a i s uoi piedi, a ltri rimanendo con lu i pr igionieri. Dopo quell'episod io Fra ncesco I si affezionò grandemente '.l Clau dio d' Annebaut; d ,irante le campagne d'Italia, d i F iandra e d i Clrnmpagne, il re l'occupò dovunque sempre con buon esito, e I' Annebau t fu successivamcnrc colonnello generale della cavalleria leggera, governatore del P icmon!c, ma resciallo di Fra11cia ( 1538), ammiraglio (1543), ambasciatore . Kcl 1545 Arrigo VIII d'Inghilterra, essen d0$i allea to con l'imperatore e avendo cos tretta la ci ttà di Boulogne, malgrado la pi ù vigoro.;a resistenza., a<l aprirgli le porte. Francesco I concepì il p rogetto ardimentoso d i por tare la guerra in Inghilterra, incaricando J' Anneba;1t· dcli' esecuzione. . Questa spedizione, sebbene d isponesse di grande numero di navi, ebbe esito infelice e l'anno seguente l'Annebaut trattò e concluse la pace col grande ammiraglio i nglese. Pochi mesi dopo i du~ monarchi vennero a morte, e F rancesco I negli estrem i momenti raccomandò a l D elfino di Francia cli continuare a servirsi d ell'opera delran1tniraglio <l Annebaut; 1na invano, chè Enrico I I, spinto <lai Mon tmorency; allontanò dalla corte il d'A . il quale visse da allora vita r itirata. 1

Annecy (Ant. Annecimn) . Città della Savoia sul lago omonimo. Venne in potere della Casa Savoia nd 140:J . Venne presa dalle truppe di Luigi XIII n el 1630,

dopo avere resist ito in modo da ottenere patti onorèvoJi.

Annemasse. Borgo della Savoia nella già provÌl1 cia d i Annecy. X cl 1834, i 1·ivoluzionari che, conclotli da l gcn. R amorino, invasero la Savoia, occupata Annemasse, vi p ubblicarono il proclama del <C Governo pro1·visorici - insurrezion ale>> firmato <la G iuseppe :Yfazzini. Annenkov (Gioi•anni Wassilcvich) . Generale ru,;;o (1814-1887). Partecipò col grado di colonnello a lla ca.n:pagna d'{Jngheria ( 1849) e raggiun se il grado d i tc·nentc generale nel 1861 e d i generale d i cavalleria n~l 1878. Fu anche comandante mil ita re d i P ietroburgc . Lasciò una « Storia dc! reggimento d i cavalleria della Guardia ll . lvlichcle Nù;olaiwick Annenko--,;. Generale russo, n. ;, P ietroburgo nel 1835, m. nel 1899. Giunto in brevissimo tempo ai p iù alti grad i della carriera m ilitare, p rese parte alla repressione della insurrezione polacca; ne! 1880 fece la campagna contro i Turchi. Ingegnere cl i grande valore e di la rghe vedute, costruì con le ~ue truppe la strada ferrata transcaspiana inaugurata nel 1887, la quale dal Mar Caspio cond-uce a Sama r-c an,Lt. L'ukase imperiale del 17 marzo 1891 che stabiliva fa costruzione della ferrovia transiberiana, fu 1111 vc,·r, trionfo per il generale Annenkov, avendo egli propugnato questa costruzione con a i·dore d'apostolo. fuqllllltempo fu nom inato membro del consiglio dell'impero.

Annese (Gennaro) . Operaio a rmaiuolo napoletano. e capo popolo, m. nel 1648. F u uno d ei successori di Masan iello nel comando de l popolo napoletano rivoitatosi, nel 1647, contro la dominazione spagnuola . Fece proclamare la repubblica e negoz iò con grande abilità la protezione della Francia, riconoscendo Enrico. duca di Guisa, come capo militare. :Ifa l'ann o dopo, ingelosi to dell'a utorità che 's i a rrogava il principe lor,~nese, r iaprì le porle d i Napoli agli spagnuoli, i qua 'i lo m isero a mor te nonostante avessero p roclamata solennemente l'amnistia. Annessione. In senso la to è l'alto, qualunque esso s ia, con cui lo Sta to consegue un aumen to territoriale; e ciò può avvenire o in modo originario pn accessione o per occupazione, ovvero in modo deriva'. o, per conqu ista o per spontanea ce.ssione. Per « occupazione» s' intende la presa d i possesso da parte d i un -, Stato, allo scopo di esercita rvi diritti sovrani, d i a n dato territorio « nullius >>; n ei secoli XIV-XVI il d iritto d'occupare le n uove terre scoperte era conferito med ian te_ investitura pa pale, di cu i esemp io famoso è rimasta la bolla « Inter caelera J) di Alessandro VI del 3 maggio 1493, che attribu ì i territori scoper ti o Ja scoprirsi, ad occidente d 'w1a linea tracciata a cento leghe dalle isole del ·Capo Verde, alla Spagna, ed i te rr itori ad oriente al Portogallo; con -' la Riforma, invee~ dell'in vestit ur,t papale valse come titolo d'acquisto la priorità della scoperta; dal secolo XIX si ritenne indispensabile la presa d i· possesso ef:fcttivo, e la ma ter :a venne disciplinata in maniera positivà dall'atto ge nerale della conferenza di Berlino <lei 1885. L a « co,iquista >> avvien~ per « debellati.o ll cioè in seguito al comple to annullamen to d'ogni forza del n emico, tito!o cl1e n el passato si riteneva s ufficiente senz'a ltro per a ttribuire al vincitore i d ir itti della vittoria, mentre, spc-


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ciabncnte d al Congresso d i Vienna in poi, si ritiene che Ja conquista da sola non basta a trasferire al vincitore la sovran ità s ul territorio occupato con la forza vittoTiosa delle armi, ma occ9.rc che ad esso s i aggiunga un ti tolo giuridico forma le,· il -quale consiste nel trattato con cu i queila sovraniti, da l vinto viene trasmessa al vincitore. Diventato incompati bile coi principi del diritto moderno, eh~ disti11gue nellamcn te la sovranità dalla proprie.là, i'acquisto d i territorio per matrimonio o per successione, ora che il territor io dello Stato appartiene alla nazione e non può confondersi col patrimonio priYato del pr incipe, il passaggio consensua le d i lerritoriu da uno St,ato all'altro non può avven ire che mediante ·cess ione a titolo gra tu ito od a t itolo oneroso. Esempio di cessione gratuita è quella delle isole Ioni" dall'Ingh ilterra alla Grecia, in cambio di determinat i servigi e per equilibrio politico; quella di N izza. e Sa voia dall'Italia alla Francia; per permuta quella dell' isola di Helgoland e i territori dell'Africa ol'ientale tra la Germania e l'Inghilterra, nel 1850; per vendita quella delle isole ·Carolinc, cedute d alla Spagna alla Germania per 25 111ilioni n el 1899 e quella dell' Alasi-;a. ;eduta dalla Russ ia agli Stati Uniti per 38 milioni ne~ 1S67. Annessioni per cessione <li territor io tuttavia avYengono principalmente in. seguito a guerre . Per la perfezione g iu ridica dell'a11nessione, si richiede il consenso degli Stati interessati, man ifestalo mediante la stipulazio!le d i mia -convenzione in ternazion ale (salv•.) i casi di completa « de bcllatio ))), l'occu pazione cffettiYa · del lerritor io da p arte dello Stato ce.ssionar io, sottoponendo alla propria sovranità l'obbedienza delle popolaz io11i che a bitano il te rritorio medesimo, le quali, talvol ta sono chiamate a man ifestare formal mente ed espressamen te il loro consenso mediante il p lebiscito. Sulla base dei p!ebisciti furono, ad es., cedute dall'Italia alla Francia '\izza e Savoia nel 1860, e fu costituito il Regno d'Italia, la cui formazione rappresenta nella storia contemporanea forse l'esemp io pi ù imp ortan te di successive annessioni di \'ar io tipo, da quella del Regno d i Napol i alle ultime del Trentino e dell'Istria. (V. Trattato di Versailles e Pleb-isciti):

Annibale B arca. Uno dei più grandi capi tani della an tichità, n . a Cartagine nel 247 a . C., m . nel 183. All'ctil. di nove anni accompagnò in Spagna il padre sno Amikare, generale dei cartaginesi, il quale fattogli giu rare odio eterno ai Roman i, lo condusse seco in tut!e le campagne di guerra da l 238 .il 229. Dopo la mork del padre. Annibale ritornò per qualche tempo in Africa, ma ben presto s i portò nuovamente n ella Spagna per combattere sotto gli ordini cli Asdrubale suo cognato, a l quale succedette nel comando quando .questi fu assa~sinato. Il senato car taginese, ben conoscendo le rare virtù militari del giovane generale, ben volentieri ratificò la scelta fatta dall'esercito e con voto unanime la nominò comandante in capo delle forze ca rtaginesi. Anniba·le aveva allora soltan to · 26 a nni, e da quel momento la realizzazione <lei sogno paterno: la distruzione della potenza romana, fo la m ira costante e lo scopo precipuo della sua vita . Aveva concepito un piano strategico sempl ice e gra ndioso che a ttuato avrebbe dovuto dare ottimi risultati : minacciare e battere Roma, portando la guerra in Italia. Nel 219 cominciò la seconda guerra punica, facendo assediare e incendia r,, Sagunto, alleata d ei Romani. Partito poi da Carta,gine con un esercito di 100.000 uomini, oltre il carreggio e i ser,-izi ausiliari valica i Pirenei, passa il Rodano ed a ttraversa. le Alpi, superando ostacoli d i ogn i sorta. Dopo cinque mesi di sofferenze in audite, quando entra in Italia, ii suo esercito, distrutto dalle ma lattie e d alle fatiche, è ridotto a soli 25 mila. uomini ; ma l'audacia e l'abilitil. suppli3cono al n umero. Fermatosi qualche tempo n ella Gallia cisalp ina, la spinge a far causa comune con lu i con tro i Romani, e, scontratosi con le legioni di Publio Cornelio Scipione sulle rive d el Tic ino, le batte completamente, costringen do il console romano a ritirarsi lungo la sinistra del Po, e quindi, passato il fiume al d i là di Pia.cenza, a trincerarsi ortcmcntc sulla , destra ~ I della Trebbia. Qu ivi Sci), 0 pirmc, ra fforzato dall'cse1· ll ~ cilO del console T. Sem- /I 2= pronio, in\'iato u1 s uo soc~ corso, è raggiun to da An- ~ 41"" 111balc, e costi elio contro ((_ sua , oglia da Sempron10 a d,1r !.JatE:igha a ll·esc, -

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A nnianto. Fiume dell'Asia 11:inorc (oggi Gok lr· 111ak; è affl. del I<isil Irmak). Sulle sue rive si comJ,attè ne11'88 a . C. una battaglia c he a ppartiene a lla pr ima <>uerra mi tridatica e fu vinta dai capitan i greci Archcl:o e Neottolemo, a l servizio d i :V[itridate VI Eucito icartagincse, subi~!Ce patore, re del Ponto, contro l'esercito d i N icomedc III , . una nuova e p iù sanguinosa sconfitt~ . Per queste vitre <lclla · B itin ia coadiuvato da poch i Romani condotti torie tutta la Gallia cisalpina cade in potere di Andal legato Ma;io A<ttt inio e dal pretore L . Cassio. nibale e i Galli, che a l pr imo suo giungere erano stati impediti <li unirsi a lui ·per la p resenza. dell'esercit0 An nibale. Kome coruune a parecchi generali e amd i Scip ione, ora lo forniscono con entusiasmo di uo111iragli cartaginesi. mini e di vett.ova.glic. A m,ibale, figlio di ·G iscone, generale cartaginese, rn . Nell'anno seguente ( 217) i Romani fecero grandi nel 406 a. C. Ne! 409 condusse una spedizione contro apparecchi per opporsi al loro formidabile n emico, ma la Sicilia e distrusse Selinun te e ! mera. Tre anni doAnnibale sconfiggeva il console romano F laminio sulle po, ritornato in Sicilia, morì di peste durante l'assedio sponde del lago Trasimeno, e subito dopo un corpo d i d i Agrigento. cavaller ia romana çhe Servilio aveva mand a to in a iuto dc! console collega. Seguì a queste battaglie quella d i Annibal e ·i l Vecchio. Ammiraglio cartaginese al temCanne, perduta da Paolo Emilio e Terenzio Varrone. po della p rima guerra punica. Nel 260 a. C. fu vin!o ::Sfolla speranza d i indurre le popolazioni ad unirglisi in battaglia na vale dal console Du ilio, su Ile coste della nella lotta contro Roma, metteva in libertà, senza esiS icilia e pc rdè quasi tutta la sua flotta. Nel 258, ba ttuto · una seconda volta nelle acque d ella Sardegna, fu gere alcun r iscatto, tutti i prigionieri che p rendeva in messer a morte dai s uoi propri soldati. batt<1gl ia, e per d ar loro comodità d i tmirs i al suo eser-


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cito, camminava a piccole giornate lungo il lato oric:1tale della penisola. attraverso l'Umbria, il Piceno e le Puglic; ma non trovò la cooperuione che si aspettava. In tanto la sua avanzata veniva ostacolata dalla tattica temporc,:gia trice d i Fabio )lassimo, nominato dittatore per quell'anno dopo la sconfilla di Flaminio; ina credendo i r omani che la tattica di Q. Fabio :Massimo fosse l'effetto della su a incapacità milita re, l'anno seguente (216 a. C.) elessero consoli L . Paolo Emilio e C. Terenzio Varrone pcrchè con un nUO\"O esercito <li 80 mila fanti ,: 60oo' cavalli <lcsscco battaglia ad Annibale. Ne venne la battaglia <l i Canne, dopo la quale Annibale fu padrone d1 tutta l'Italia meridionale, ma non osò assediare Roma con un esercito troppo debole, e si ritirò a svernare in Capua. I Roma1·1i adottarono a llora rigorosamente il sistema. difensivo, e<l Annibale si trovò nella impossibilità. di fa.re ulteriori sfoni ; er nuove conquiste finchè non avesse ricevuto rinforzi •j i truppe. Sperava di ottenere a iuto da F ilippo di 11accdonia e dai S iracusani con i quali era.si alleato, ma i romani immobiliZ?,arono Filippo nella Grecia e Sir,-icusa fu assediata e presa da ::\-farcello nell'anno 213; inoltre Capua fu ripresa dai Romani cd Annibale fu costretto ad aspettare aiuto solo da Ca~taginc, e dovette tenersi sulla difensiva fintanto che suo fratello Asd rubale, cbe guerreggiava nella Spagna, potesse i-aggiungerlo con un buon esercito. Asdrubale era sul punto di muoversi \"erso l'ltalia, quai1do P. Cornel io Scipione il Giovane, giunt<'> nella Spagna, lo tenne occupato per d ivers i a11ni e gli tolse tutto quanto a,·evano prima perduto i Romani. .c\el 207 finalmente Asdrubale poti: partire, e varcò le Alpi, giungendo a Piacenza, pri ma che i R omani s i fossero accorti del suo .-,_,.. ri,·o ; ma, proseguendo la marcia per congiw1gcrsi al fratello, fu assal ito sulle sponde del :\Ietauro dai consoli C. Claudio Xerone e M. Liv io ed il suo esercito tagli:tto a pezzi, perdendo egli stesso la v ita nella battaglia. Questo disastro obbligò Annibale a tenersi sulla difensiva e s i r itirò negli Abruzzi dove si mantenne fino al 203, quando Scipione, portando fa guerra in Africa andò a minacciare Cartagine, che richiamò :I grande cap itano per difenderla. Annibale sbarcò a Lcpti avanzandosi verso Za.ma, a cinque giornate da Cartagine, do\"e, scontratosi con Scipione, il suo esercito fu intieramentc sconfitto (202 a. C.) ed i cartaginesi furono costretti a chieder la pace. i\1mib11le, nominato grande magistrato d i Cartagine, r iformò l'amministrazione, punì le concussioni ed occupò i suoi antichi compagni d'armc nella piantagione di grandi oliveti in terra africana. Fremente <l'od io contro Ja potenza roma.n a che era ormai impotente a<l abbattere, allacciò negoziali segreti_ con ogni regione per costituire una lega formidabile dell'oriente e dell'occidente contro Roma, la qua le comÌnciava la conquista d el mondo. Perse• guitato in Cartagine stessa da. una fazione potente, partigiana dei R omani, se ne a11dò volontariainente in esilio, rifugiandosi prima presso Antioco re di Siria, poi alla corte d i Prusia. re d i .ilitinia, che ten tò d~ indurre alla guerra. l\la Roma non si sentiva sicura finchè vivesse un nemico così pericoloso e i1n-iò legat i in ll itinia perchè richiedessero In. sua testa a Prus in. il quale per il timore di dispiacere a i R omani, acconsenti di darlo nelle loro mani. Annibale però gli risparmio questa vigliaccheria. bevendo il veleno, « per li berare, disse, i Romani, dal terrore che loro ispira\'a

un vecchio, di cui essi non avevano il coraggio <li a spettare la morte>>. /\\"e\"a sessantaquattro anni. G!i storici lodano la sua tcmperanz.t e la sua contincn.t.1 come pure la fortezza con cui sopportava ogni spec ie di privazioni e di stenti. Le sue eccelse qualità di generale furono riconosciute da tutti i periti d'arte militare, da Scipione a Napoleone. ~folti fatt i e<l anc<l<loti r iguard:rnti le sue operazioni m ilitari, si trovano descritti in Valerio Ma.siimo, in Polibio cd in Frontino. e gli avvenimenti principali della seconda guerra punica sono nanati dagli storici F loro, .Eutropio ed Orosio. Tutti gli scrittori militai·i sono concordi nel giudicare il \"alore di questo grande capitano.

Annientamento (tattica). 1'Ì'ri d·i a. sono quc!!i diretti contro le truppe avversarie, con lo scopo di annullarne la capacità. combattiva, infliggendo le maggiori perdite possibili .. Sono dire1ti, tanto n ell'offensiva chtc nella ,Jifensiva, contro le truppe avversarie in scaglione d i fuoco, in rincalzo, in riscn·a in marcia nei luoghi di raccolta ecc.; debbono es~guirsi, di 'massima., per concc11tra111enti brr:vi, iua -i11-tcnsi, i quali, n ell'offensiva, si sommano coi tfri di distruzione e con quell i d'intcrdizion<', e, nella difensiva, costituiscono una delle più importanti azioni reattive per le artiglierie della difesa. P er questi tiri s' impiegano proiett i con spoktt" a percussione, a funzionamento ista11taneo ordinario <.l ritardato, e con spolette a tc1111>o (scoppi b:tssi), e proietti a gas tossici,. a. seconda della specie e della. consistenza <lei ripar i, di cui dispongono le truppe nemiche. L e bocche più redditizie sono le pesanti campali, ,na. riescono molto utili anche i tiri a raffiche frequenti delle artiglierie leggere, spt."Cie per colpire gli uom ini che escono dagli appostamenti, <lai ricoveri o dai camminamenti. Per ottenere buoni risultati si ritiene, ad esempio, che col cannone da 75 occorra una densità ,J?. 100 a 150 proietti per ogni ettaro di terreno da batkre. P oichè, come s'è detto, il tiro d'a. deve essere rivolto tanto sulle truppe n emiche più avanzate che su quelle p iù arretrate, cioè sulle truppe d islocale in tutta la zona di combattimen to. tale tiro spetta alle artiglierie divisionali, ed a quelle di corpo d 'armata e d'armat,1. Concorre po tentemente a i tiri in parola l'aviazione con bombardamenti d all'alto. L 'aziione dell'aviazione deveessere prevista e predisposta, specie contro le trupp· avversarie più arretrate: è un;i. sovraJJposizione utili~sirn.i di fuoco a quello dell'artiglieria, e può essere talora un assa i utile alleggerimento di compiti èle!l'art:glieria stessa, la quale sul campo di battaglia ha mo:teplici missioni. L' i111portan?,a <lei /,iro d'a. è evidente. poichè se il tiro stesso r iesce efficace, s i armienta od almeno si logora notc,·olmcnte la fanteria a,·versaria. Prima dell'azione, il tiro d'a. si prepara pr~clisponen do i mezzi per battere pun ti obbli gati di P" ,_ sa.ggio (ponti, strette, strade, ccc.), zone eventuali di so~t:1 dell'avversario ccc. Durante l'azione si eseb'U"-' contro le truppe allo scoperto, segna late d;gli ~sse.n·a tori i, dalle pat tuglie di collegamento tra artiglieria e fanteria, e dall'aviazione. Nella guerra di p()sizione i tiri d!a. sono predisposti ed rffettu ati, sulla base della conoscenza della sisk-

mazione e delle abitudini nemiche, conoscenza ricavata dalle infonnv.ion~ dai prig1omen, dall'osservazione terrestre ed aerea, ecc. Nell'azione d ifensiva, il tiro d i a111iicntamento incomincia a svilupparsi prima dcll'at-


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tacco <le! nemico, con un'azione violen ta J ell'artiglier ia chiamata « controprcparazionc )) che è un complesso d i tir i tendenti a<l ostacolare i preparativi nemic i ed ,t logorare le s ue forze p rima che entri no in azione. Un esempio magnifico di questi tiri, s i è avuto da parte deJ!a nostra artiglieria, i l 15 giUb'TIO 1918: la relazione della << Battaglia d el P iave» del nostro Comando Supremo, d ice ( pag. 40) : « Anche nell'imminenza della battaglia il servizio d'informazion i fu pari alle esigenze del momento e potè segnalare, con asso lu ta esattczz:1, giorno e o ra <l'inizio dell'attacco. Infatti, alle 3 del JS, ora indicata, l' awersario iniziava il bombardamento dc'.la nostra fronte d a ll' Astico alla Laguna Veneta... ma g ià. prin1a d i tale ora si era scatenato con cstrenìa vi1..i-

lenza il fuoco d i contropreparazione nostro ... l'atta -; cantc s:.ib\ in que~ta prima fase un a sorpresa tattica di irreparabile gravità ... colonne in marcia per le loca lità di ammassamento vennero obbligate a sosta re ed a sparpagliarsi, batterie elle stavano ultimando i preparativ i p er l' azione furono paralizzate, interrotte le principali comun icazioni telefoniche, acciecat, gli osservatori avanzati ». Sulla fronte della 6' Armata (Altipiano di Asiago), per deposi?.ione concorde d i prigionieri, cinque ondate successive d i attacco furono comp letamente annichilite nella parte centrale (considerata dagli Austriaci la principale) prima di iniziare qualsiasi movimento; la 7' compagnia del 138" fanteria fu r idott:1 da 140 uomini a 12; altre compagnie perdettero fu1 l'.80% dei loro effettivi.

Anniversario. S i chiama << annh·ersario » neìl'Escrc ito e nella Marina, la r icorrenza della data in cui un R eggin1en(o e reparto d i esso, o nave da guerra, ha conseguito una ricompensa a l valore, per un glorioso fatto d'arme, avvenuto durante una campagna d i guerra. L'A. viene festegg iato in modo solenne, dando alla giornata caratter e di festa, con le manifestazioni che il Comandante del corpo crederà più opportune, mettendole in relazione con le peculiari condizioni d el p r esidio, e con le cir costa.nze speciali d i tempo e di luogo. Sempre tu ttavia è prescr itta la parata, l'orario festivo, la grande unifonne dalla sveglia al la ritirata, Per le armi speciali Artiglieria e Genio, costituen: i in genere reparti ausiliar i delle a rmi di linea, sono ';tate fissate quale anniversario due da te fisse : l'Artiglieria festeggia i l 30 maggio, anniversario della battaglia d i Goito e de!la. resa di Peschiera ( 1848). 11 Genio festeggia la resa. di Gaeta (1861) . . Dopo la guerra mondiale, (1915-18) le feste di Reggimento sono assurte a n1olto n1aggiore importanza s ia. per l' intervento delle varie notabi lità cittadine, delle famiglie dei Caduti, <lei decorati, e del le associa?.i,ni patriottiche, s ia per chè nel programma del le feste sono sempre incluse manifestazioni spor tivo-mi lita ri che servono a tener alto lo spirito di emulazione fra le giovani schiere. 1

Annona militare. (Ant.) . Indipendentemen te dalle requisizioni <lei viveri (frt<mentu.m emt,,.m - frmnen ium emt1<m i111perat11m) per i b isogni dell'eser cito e dell'armata, esisteva nell'Imper o r omano un ramo dell'Ann ona generale, i l quale riscuoteva una imposta d iret!J, in natura, già stabilita nei tempi della Repubblica. in talune provincie, specialmente sotto forma di decima (d,;c11ma). I proventi cli questa particolare imposta erano ciel tutto devolu ti, sotto l'Impero, al man tenimento del-

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le forze armate dello Stato. Essi rapprese111avano una parte del soldo (acs 111ilitarc, v.) .•

Annone. Borgo del Piemonte, sulla sin. del Tan,u·o_ N" cl l\fedio Evo era Lien fortificalo. Fu p reso nel 140·! da Fac ino Cane, e dal 1447 al 1512 fu più volte prcs0 e r ip reso dalle varie fazioni e Stati in guerra fra di loro. Nel 1614 cadde in potere Jegl i Spagnuoli condotti dal generale Jfalcstrieri, cd essi lo tennero fino al 1644,' anno nel quale l'abbandonarono dopo di averne smantcll:ite le fortificaz ioni. .11111one. Questo nome pare fosse comunissimo a Cartagine quanto e più d i quello di Amilcare e di Annibale; quindi r iesce difficile distinguere o identificare le persone che lo portarono. D ei molti pe rsonaggi di questo non1e n1enton1ti confusan1ente nelle storie riguard;rnt i Cartag ine, sccglier.;rno quelli che maggiormente si d istinsero per le loro gesta.

A nnone. Yiglio di Annibale, mandato d a Cartagin ec\111 grandi forze in Sicilia contro gli alleati dei Romani. Sgomentato dagli aiuti che questi avevano inviato ai tfamertini, s tr inse alleanza con Gerone e pose l'assedio a Messina (264 a . C.) ma venne sconfitto e si ritirò verso Agrigento, dove Annibale era assediato da altro corpo Romano. ì\l a sotto le mura della città fu_ n uovamente sconfitto e in seguito a questi rovesci richiamato in patria. Dopo qualche tempo venne reintegrato nel comando e sei anni dopo, nel 256 a . C ., associato aJ Am ilcare, comandava la flotta cartaginese nel ht battaglia sfortunata <li Ecnomo; dopo la .sconfi tta tor,.;ò con le navi rimastegli a Cartagine . Nell'anno segucntc 255, l1csercito cartaginese~ co1nandaLo d ~ due generali di nome Annone, venne ancora. hattut., a Clypea dai consoli R omani. Non ·è improbabile c he I' Annone d i cu i d iciamo fosse uno di essi. 1

A 11none. Soprannominato ·i l Grande, a causa dei su;,i successi in Africa, fu per mol ti anni · capo del partito aristocratico a Cartagine) e, con1c tale, avversario 1JrÌncipa le d i Amilcare Barca e dei suoi figli. E' mentovato

come uno dei comandanti in Africa durante la prima guerra punica e pare vi si segnalasse tanto da essere considerato_come r ivale di Amilcare Barca. Dopo la. fmc della guerra (240), quando le truppe mercenarie, comandate da $ pendio e iVIatone, si ribellarono, Annouc ebbe i l comando dell'esercito inviato contro <li esse, 1na rimase sconfitto. Questa d isfatta indusse ·i cartagine~i ad associar gli Amilcare 11el comando, ma i dissensi fra i d ue generali furono tali che il Senato dovette dare ad uno solo la direzione -della guerra e lasciò l'elezione ai soldat i, i quali si pronun ciarono in favore di Amilcar<'. Dopo i l r ichiamo d i Am10ne, avendo i ribelli costretto Amilcare a levar l'assedio di Tunisi e fat to prigion iero e messo a morte un generale cartagincsc1 Annj-

bale, il Senato s i intcn>ose per la r iconciliazione dei due a vversari, i quali, assunto nuovamente il comando in comune, sconfissero poco dopo i ribelli in una battaglia decisiva. La caduta di U tica. e di Ippona, prese l'una da Amilcare l'alt ra da Annone, por tò alla completa sottomissione dell'Africa. T ermina ta la guerra dei mercenari, Annone non prese più parte ad operazioni guerresche, ma si valse della sua autorità per avversare Amilcare e il partito democratico che lo spalleggiava. In lutte le occasioni, dallo sbarco di Amilcaxe in Spagna al ritorno di Ann ibale _sl.all'Ilalia, cioè per


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un periodo di oltre trentacinque a nni, Annone mostrò continuamente la s ua ostilità a i disegni di qudla potente fam iglia, opponendosi in tutti i mod i a lla guerra contro Roma . Tentò di d ifendere gli ambasciatori Romani dalla furia della pÌcbe cartaginese l'anno p rima della battaglia cl i Zama (25 1) e dopo quella rotta fu uno d egli ambasciatori mandati a Scip ione .per chiedere la pace. Dopo il termine della guerra, Annone i. nom in ato da Appiano per l'ult ima volta come uno dei capi del partito Romano nelle contese continue fra i Cartaginesi e l\fassinissa . Non si ha1mo dati p rèci,i c irca il tempo della sua morte. Amume. Figlio d i Bomilcarc. F u uno dei più celebr i ut1ìcia li al servi,.io di Annibale duran te la spedizione cie l grande gencrnle in I talia. Il suo nome è registrato rcr la prima volta a l passagg io del Roda no, nella quale (>crnsione fu manda to d a An nibale a guadare il fiume più a monte che il grosso dell'esercito. Annone effettuò con .buon esito tale operazione, e scendendo la riv'l sinis tra <lei fiume piombò sul fianco e alle spalle elci Galli ch,e tentavano con tendere il passaggio ad Annibale, ponendol i· in piena rotta ed agevolando il valico a !l'intero esercito. Dopo questo ep iso<lio, gli storici non fanno p iù m enzione d i Annone fino a lJa ba ttaglia di Canne nella qua l giornata memorabile egli comandava l'ala destra clcli'csercito cartaginese. (!\ppia110 dice la s in istra). Dopo la grande vittoria, Ann ibale inviò Aanone con un forte reparto di tnippe in Lucania per appoggiare l'insurrezione di quella provincia. Nell'anno seguente ( 215), scontratosi con l'esercito romano comandato dal console T . Sempronio Longo, fu sconfitt0 nella ,battaglia d i Grurnen to, e dovette ritirarsi a Bruz io . Quivi raggiunto dai rinforz i manda ti da Cartagine e condotti da Bom ìkare, con essi s i portò al campo di Anniba le e poscia tornò a ripigliare il comando in Bruz io . Occup,1 ta Crotona, si rafforzò n ella regione preparandosi a ripren<lere le sue operaz ioni offensive. Nell'estate del 214 si avanzava con u n esercito cli 18.000 uomini in aiuto d ì Annibale nella Campania, quando, imbattutosi presso Beneven to nell'esercito ciel pretor~ Tibcriio Gr acco fu completa mente battuto <lopo ostinato com bat timento. I n seguito Annone sconfiss~ alla sua volta G rac~o, n1a, nonostante questo vantaggio, st imò

prudente ritirarsi 11uovame1~te · a. Bruzio. L'anno segue nte mise - in' rotta l'esercito ìncgo lare condotto d a L. P omponio; poi, a vuto !'. ordine da Ann ibale di vettovagliare la città <l i ' Capua minacci~ta' dai Romani, con<lusse il suo esercito nei pressi di B enevento, ma; i 'Romani riuscirono a<l accorrere i.n tempo, ed a saccheggia re il campo cli Annone che dovette r iparare a Bruzio. Dopo questo d isastro potè in parte r isarcirsi <lei danno subito, con la occupazione <lì Tu rio. Da allora le notizie d i Annone divengono rare negli storici; -è pxobabìlc però che egli s ia quel!' Annone che n el 207 com1ndava a l\ofe taponto e che ebbe incar ico da Annibale di reclutare n. Bruzio un n uovo esercito . In seguito fu r ichiamato in Africa e di lui n on si pa.cia p iù nelle gesta d i Annibale in Italia. Dopo la d isfatta in11 ilta da Scip ione a S ìface e ad Asdrubale, Annoac cissunse il comando <lel!e forze cartaginesi -in Africa contro i Romani e congiurò con Asdrubale per appìccarr il fuoco al campo <li Scipione. Scoperto il coniplotto, fu respinto davan ti ad Utica nell'a ttacco tenta to contro il campo roma!1o. Al ritorno dì Anniba le clall'1talia

:\nnonc_ fu spogliato del comando perchè la d irezion~ suprema delle cose militari venne affidata al grande generale, e di lui non fecero più menzione gli storici.

Annoni di Cerro (Conte Francesco). Generale, 11. e m. a M ilano ( 1804-1_872). Sottotenente ne l 4° Reggimento Ulani dcll'Esercit,, aust,-iaco nel 1830, vi a,·-,_ va raggiunto né! 1848 il grado dì Colonnello d egli Ussari, quando, scoppiat,\ in :\filano la rivoluzion<:. accorse ad offrire il suo braccio a l Governo provvisorio. Entrato nel 184~ nell'Esercito I ta liano col grado <Ii Colonnello di Càvalleria, parteci pò alla guerra del 1848-4? d istinguendosi in varie ocnsioni e r iparando poscia in Piemonte. Partecipò a lla ca1upagna ·d el 1859. Fù promosso Maggiore Gc .. nerale n el 1859 ed ebbe il comando della Guardia Nazionale cli Milano. Fu deputato a l Parla.mento N azionale nelle Legislatw-e, V, VI, VII, I X, X , pei Collegi d i Xovara, T recate, Cuggionq. A nnotinae (Navi). Sorta <li n avi da carico, servite a Cesare, secondo quanto cgliì stesso ci ha lasciato scritto nel s uo « De Bello Gallico >), per approdare con i suoi armati in B ritannia . L e « navcs annotinae >) facevano 1,a1·te -del naviglio di gucrni del grande conclotiiero e conquistatore e si -calcola non superassero ii numero di 800: Erano part icolarmente adibite a servi,i annonari.

Annovazzi (G-iuseppe) . Ammiraglio, n. a Cassine (Alessandria) nel 1846, m. a .:\Iilano nel 1915. Entrò in sc~vizio il 22 n\lven1l·ce 1863 e raggiunse il grado di contrammiraglio nel 1900. F u direttore gcn> raie cli Artiglieria ed A,·anarnenti (1899-1901), direttore generale del R. Ar senalc del 1° Dipartimc1;to l\Iarittimo (1901 - 1903), presi<lentc clel!a, çomm issìone Permanente •p er gli esperimenti del materiakcla guerra (1904- 1906). comandante della P iazza Marit tima. di T a ranto ( 1906-1907), comanùa~ "' in capo dei 2° Dipartimen to Marittimo (1709-1908), comandan te in capo elci 1° D ipartimento Maritt imo ( 1908-1910). Venne collocato in posizione a usiliari:, riel 1910. Annover (Ha11nover). ,?talo della Ger mania, con capitale omonima, indipendente n el 1641, costituito in E lettorato n el 1692 . Kel 180,~ l'esercito annoverese, comandato da l duca di Cambridge e composto d i 20.000 u . e 4000 ca v., abbandonò alla <livis. Mortier tu tto il paese, con Ic sue piazze forti e arsenali, 6000 cavalli, 50.000 fucili. :\"c l 1807 un a par te dcll'A . fu costìtuit,1


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in <lipani.ment i dcll'Tmper o francese. Riebbe la. sua indipendenza nel 1813, e nel 1815 fu costituito in re:ime, che durò fino a l 1866. L'A. si schier ò allora dal!a parte cicli' Austria, cui fornì un corpo d'annata composto di 4 brigate, più una riserva d i cav. e di a.rtiglieria (15 .700 fonti, 2400 cavalieri, 42 cannoni) e h travollo nella sconfi tta dcll'alicata, venendo incorpor,,to 11ella Prussia. Trattato cl.i ·Anno-uer. Concluso ne.I la villa d i H errenhauscn presso .4 : il 3 settembre 1725, tra lnghilterr;i, Prussia e Francia, cui aderì l'Olan<la, per allenza d ifensiva e offensiva, allo scopo di bilan ciare •l 'avvenuta unione d i Austri,t e di Spagna, conclusasi a Vienna il 30 aprile dello stesso anno . La durata dell 'alleanza era fissata in 15 anni.

A nnua!. L ocalità montana del Riff Marocchino (distretto di 1-lclilla), teatro di aspri combattimenti avvenuti nel luglio 192 '1 , fra gli spagnuoli e le forze in digene sollevate. In quel tempo il Generale. Silvestre, <:omandante dèlla zona d i J\IIclilla, uomo attivo ed audace, stava allestendo una grande operazione nei d intorni di Alhucemas. ]vfent re fer vevano i preparat ivi, ai quali assiduamente attendeva il generale, alcune u·ibi1 .si ribellarono, e, unite alle forze di Abd-el-Krirn, riuscirono ad impadronirsi della posizione d i Abarran ca1t u rando parte del s uo materiale di guerra, .che n on fu possibile inutilizzare. Subito dopo furono accer chia•c Je posizioni di ,\frau, -Sidi-Dris e Ingueriben : e, mentre .si facevano i prepa r a tivi per la riscossa, conccntranc'.o su Annua! quasi tutte le trup pe mobi li del distretto, la cam pagna del senussismo fu abbastanza forte per .solleva re in pochi giorni tutta la regione, fino agli ste;;s i dintorni della -cit tà di :VIclilla. Malgrado questa ~i1ua,.1one, la riscossa di .'\ frau e <li Sidi-Dris fu possibile; ma i combattimenti impegnati per quella di lgueTiben non portarono a l risultato cercalo. A poco a poco !\nnual, nel trovarsi senza comunicazioni, pei"<leva i l carattere di forte base avanzata, per prendere, a sua volta, quello d i località accerchiata. In queste difficili condizioni fu ordinato Jo sgombero d'Igueriben; ma 11el tempo che i pochi uomini che arrivavano ad An1rnal morivano dalla stanchezza e dalla sete sofferte, i l 1naggiore Bcnitcz1 comandante la posiz ione~ perdev~ con i suoi feriti, ammala ti e molti volontar i, una vita piena di gloria e d i sacr ifiziù. Due giorni dopo, i l 21 lugìio, tolte le comun icazioni con 1felilla e mancando, anche in Annua.I, l'acqua e le munizioni, il generale Silvestre fu costretto ad ordinare h ritirata d i tutta la prima linea; ma non potendo soffrire ciò che egli considerava come una macchia o un disor10re, preferiva r imanere sul posto - dove morì sembra _per suicidio lasciando al Generale .Na.varro il <lifficiJissimo compito d i condurre una forztt logorata e stanca a ttraverso una segione montana i cui J)assi erano tutti occupali dai ribelli, e sotto la pressione d i un nemico sovcrchiantè . Questa ritirala, fino a Dar Druis prima, e a MonteArru it dopo, fu un disastro per gli Spagnuoli. Ad essa, più che ai combat timen ti sostenuti dal Generale Silves tre durante la prima parte del mese di luglio, ha lasciato la posizioJ1e di AnnÙal il suo nome. Le perd ite spagnuole furono assai ingenti: nei soli primi d ue giorn i perdcttern 4000 uomini (fra cui 2 colonnelli), 40 cam1on i, numerose m itra.gliatrici e 85 to,1Jlcl!ate di munizioni, oltre molti autoveicoli ed a lt e.;,

copioso materiale. lir geva correre ai ripari, e il gene rale Bcrengucr or<li:nava l'inunediata par tenza d i 2000, uomini da Ccuta per },felilla, da avviarsi poi subito verso Dar :Qriss. La notizia del grave insuccesso spa gnuolo suscitò mollo panico a Melilla, spec ia lmente qnanclo si seppe del suicidio del Generale Silvestre, e che i J)rcsidi di Nador, Zebuan ed alt r i erano caduti nelle mani, de i ribelli. L'abbandono cli quelle locali!it era st,i.to oggetto di un:i. penosa. decis ione di fronte alici necessità di solkcitarnentc riunire (orze tuttora d issem inate, sia per sottrarle all'investimento del nemico soverchiante per numero, s ia per opporgliele :n un'unica e p iù forte resistenza. La maggior parte delle truppe spagnuole riuscì a ritirarsi entro la linea trincerata da tempo costrutta, alla distanza cli 6-7 km. in•torno a Melilla; solo dinnanzi a quella linea fu possibile arrestare la foga dei ribelli.

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A nnuario militare._ Pubbli,;azione annuale d el Ministero della Guerra. Consta di vafi volumi d istin ti: uno wmprende i ruoli d'anzianità degli ufficiali ;n servi,io attivo per manente, degli impieg;iti civi li e degli ufficiali in posizione ausiliaria speciale. Sino a pochi anni fa conteneva anche succinte notizie s toriche dell~ origini. delle varie armi e dei vari corpi, nonchè un br eve cenno <lei pr incipal i fatti d'arme ai quali avevano preso parte i singoli reparti, con l'indicazione delle r icompense conseguitevi. Annuario navale . Le Nazioni marinare cli una certa importanza, pubblicano annualmente una raccolta di dati statistici e notizie sulle navi da guerra di tutti gli Sta.t i del mondo. QLtesti annuari navali contengono l'elenco aggio rnato delle unità da guerra cl.i stin te per nazionalità e per classi, e sono corredati con le principa!i caratteristiche delle unità, vale a dire: dislocameJ110, dirncnsioni, arman1cnto bellico. corazzatura, vclocìtà1 potenza d i macchina, ccc. Gli elenchi sono completati con schizzi e fotografie. Gli allltuari contengono inoltre, opportunamente raccolte in capitoli, le J)ÌÙ in teressanti notizie sullo sviluppo della tecn ica navale guerresca del momento, sulle discussioni dei bilanci della 1\farina ecc. In Inghilterra s i pubblicano : i l cc Fighting Ships )), . il cc Naval and Shipping Annua! >l, il <cNava l Pocket llook Ji, il « Navy Leaguc Annua.I>>. La· Germania aveva due pùbblicazioni del genere: il « Jahrbuch J\ir Deutsch land Secintcressen » e il << Tachenbuch clcr Kricgsflotten J> . Tn Austria si pubbl icava a Pola l'« Almanach fiir <lic kund I<. Kriegsrnarine », In Francia è uscito per molli anni un libro di p iccolo formato intitolato: « Les Flottcs <le cornba.t >>. In Italia, viene pubblicato ogni anno l'« Annua rio Navale» a. cura della Lega Navale Italiana. Inoltre ogni 1\farina da guerra pubblica un elenco annuale di tutto il personale d ipendente Militare e Civile, d istinto per gradi e categorie <la cui possono ricavarsi le principali notizie sullo stato d i servizio dei singoli individu i. L'annuar io è naturalmen te aggiorna to a lla fine di ogni anno e contiene talvolta non solo not1z1e sul personale in servizio, ma anche sul person ale de lla r iserva. Questo libro in l t;ilia s'intitola. « Ruolo di anzia•ni tà. <lei corpi militari, dei personali civil i <lella R . Marina e della Marina Mercantile». ( Di quest'ultimo è soltanto considerato il personale dcll·: Cap itanerie di P orto e del!' Amministrazione Centrale, escluso i l persona le nn.v iganle dei p iroscafi). In Tngh il-_


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terra p rende il nome di « Navy List'»; in Francia quello di « t\nnuaire dc la 11arinc ».

Annullamento. (C. P. E. P. P.). Una sentenza dei Tribunali Mi!. può essere annullata da l Tribunale Supremo d i Guerra e ]\farina, per diversi motivi: a) Se pc.r incomper.cnza~ s i ordina il rinvio a l Tri• l)unalc competente della causa ; b) Se il fatto apposto al condannato non er:L reato, o l'azione penale era p rescritta o est inta, l':u1nullamento sarà pronunciato senza r invio, ed il condannato subito lasciato in libertà. e) Se per altri motivi, la causa viene dal Tribu nale Supremo trasmessa al Tr ibunale m ilitare più ,·icino a quello che ha pronunziato la sen tenza annullata. d) Se per pena d iversa da quella appli-cata <la l:a legge a l reato, il Tribunale delegato per il giud izio pronuncia la sua sentenza senza nuovo dibattimento sulla d ich iarazione elci falli di cu i l'accusato è riconosciuto auto re o complice. e) Se per inosservanza. di forme, la nuo,·a procedura incomi.ncierà a pa rtire <lall'atto annullaco. Gli atti nulli, ed i pubblici d ibattimenti saranno i:i. fatti pe r intero. L'cmaulla1nento p uò essere r ichiesto tanto dall'a.vvocato d ifensore, quanto <lall'avv. mili tar~, mediante ricorso al Tri bunale Supremo di G. e M. An1wlla111ento (C. P. E.). Una sentenza <li un Tribunale militare può essere annullali! d a l Tribunale Supremo di Guerra e Marina, in seguilo a r icorso del difensore, o dcli' Avvoca.to ::\-1ilitare. L'annullamento p u;, avven ire per ragioni diverse; 1na ,cornporta o il rin vin della causa o<l un T r ibunale competente, o la prescrizione ed estin zione clell>t sentenza. In questo seconci" caso, l'annullamento dà luogo a ll' immed iata scarcentzione e hbertà del d etenuto, qualora non abbia a.Itri conti d.a regolare •con la giustizia r11ilitare o civile . .

Annunziata (Ordine su.pre1110 della SS.). Ordine cavalleresco fondato nel Lì62 da Amedeo VI di Sa-

voia . !...,insegna fu costi tuita da un collare d'argcnlo clorato, poi d'oro, da cui pendono tre lacci detti « lac-

ci d'amore l) disposti in giro. 11 motto fu FERT (v.). F u detto in p rincipio « Ordine -del Collare"• ma nel 1518 Carlo llI vi aggiunse, nel ce rchio formato dai tre lacci, una immagine della SS. Annunziata e d i questa l'Ordine prese il nome, comunement~ venendosi l'insegna a chiamare « Il Colla.re <lell' Annun?.iaia ". :\med eo VI aveva stabi lito in quindici il numero dei carnlicr i dcll'or<line, -di una sola c lasse ; Carlo lII loportò a venti. Quest'ordine viene conferito <lai R e, eh~ è il Gran )!laestro dcll'Orcline, soltanto ad a ltissimi personaggi, i quali p rendono il titolo rii Ecccl!e,,z" e di « cugini ciel R e>>. Il numero è cli venti, oltre al R e, al Principe Ereditario, agli Ecclesiastici, ai Sovran i o P r incipi stranieri.

Annunziatella. .E' il nome dell'antica « Reale Accademia ìvfili tare >> di Napoli, ora· -convi tto militare. Quando Carlo, figlio di Filippo V di Spagna, d ivenn,c re di Napoli e di S icilia, volle che il nuovo rel:"no, 1 i acquista ta l'autonomia perduta <lurante il governo vicereale, prima cli Spagna e poi di Austria, avesse istituti militari per l'educazione degli ufficiali cl i Terra ~ cli Mare, ed istitu ì, a tal fine, l'« Aoca.clemia. d i marina,, - pritlla in Italia - nèl 1735, l' « Accademia di Artiglier ia ,, nel 1744 e l'altra « del Corpo degli ingegneri , - cioè degli ufficiali ciel Genio - nel li54. In tal modo - osser va il Ferrarclli -· gli istituti <li educazione militare del giovine l{egno di Napoli p.1.·ecedevano quelli <li Yranci,, <love la prillla « E-cole Royalc lvlilita1re i > sorse solo n el 1751. Fe,-dinando l V, s ucceduto a Cu-Jo d i Borbone, riunì nel 1769 l'<< Accademia di .>\rtigli<·ria >> e quella ciel « Corpo de.gl i ingegneri JJ in una sol a che prese il nome d i ,, Accademia M ilitare" · Questa ebbe varie ~cdi, fi nchè nel 1787 fu definitivamente trasferita nel vasto edificio a P izzofalcone, che, tolto ai Gesuiti quando !a Compagnia cli Gesù venne espulsa. dal Regno -,ii Napoli nel 1767, era stato assegnato in_ un primo tempo a I convitto civile, il « Real Collegio Fcrcl inanclo », passato poi negli attuali loca li universitari alla Sapienza per dar posto alla R ea.le Accadem:a Militare; la quale prese d'allor a il nome cieli'« Annu:1ziatclla" dalla chiesa dell'edificio stesso, così chiamata per distinguerla clall'all..ra più antfca dell'Annunzi!} ta. Primo comanda11te dell'Accaclcrnia fu il maresciallo <.1i campo .Marchese della Lcònessà., ma il vero fondatore dell'istituto fu, come <:oncordemente attestano gli sto-rici, il generale G iuseppe }>arigi, chiaro ed attivo ufficiale, per il quale P ietro Colletta ebbe rfarole d i elogio . Nel 1799, r itornati i Borboni, dop o la breve repubblica napoletana, I' A,ccaclcmia fu abolita, espulso il Parigi per i suoi liberi sensi, ed is titttit() un Convitto :.\iilitare per dar ricovero ad ahumi orfani di ufficia li .. Durante il r egno cli Gioacchino :liurat l'ex Accademì;:,, con decreto ciel I 8J l, fu riaperta come « Scuola Poli-tecnica" con carattere però che olt repassa va i ram i militari e comprenrleva anche la preparazione degli •tffic ia li del genio civile e navale. Nel 1817 r idivenne o Real Collegio ::\iilitare J> per l'educazione degli Ufficiali clel l'escrcito delle Due Sicilie. E quando, unificata l'Italia, l'Accademia cli Torino di\·enne l'unic o istituto per la p reparazione degli ufficiali di artiglieria e genio, il convi tto di X a poli fu r idotto ad istituto secon<lario, destinato, col decreto 6 aprile 1862, a prcparal'e i giovani aspiranti a.Ila predetta Accademia ed alle Scuolemili tari d i fanteria e di cavalleria.


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Anoul (Vittorio) . Generale belga, n . a llruxelles :icl 1.79,4, m. nel 1862. Nel L810 entrò al servizio della Francia come uffic iale d i cavalleria e r imase tre voltè ferito a lla battaglia di Lipsia, ricevendo sul camµo in .ricompensa del suo eroico con tegno una decorazione al valore dal genera le 1-facclonald. X cl 1814 si d ist inse· .nella campagna di Francia. Cad uto l'Impero passò al servizio dei Paesi Bassi e durante i Cento giorni com_h attè contro N apo Icone, prendendo parte a lla battaglie, di Wa terloo, Dopo ia rivoluzione d el 1830, abbracciò la causa elc i Belgio, ebbe il comando di un Teggimcnto di cavalleria, e nel 1831 fu nominato comandi'-nte militare .del Brabante. Nel 1841 fu promosso maggior generale e in seguito tenente generale, comandante d ella divisione di cavalleria pesante.

reggimen to Opera i. Nel 18,59, promosso magg. generale, fu ;;omandante terriloria.le a T orino, e poi membro del Comitato d'Artiglieria. Tcn. gcn. nel 1862, collocato a riposo nel 1869,

Anquetil (abate Luigi Pi,etro). Storico francese, n. a Parigi nel l 723, m. nel 1806. Impr igionato durante il TerrQre, fu poi r imesso in libertà e qualche tempo dopo nominato membro d ell'Istituto d i F rancia . Lascio _g rande n umero di opere storiche, frn le quali: (( Spirito della L ega, o Stari.i dei tor bidi della Francia, duran te i secoli XIV e XV>>; a Vita del maresciallo di Villars >); « I motivi delle guerre e de i trattati d i pace, sotto Luigi XIV, XV, XVI >) ; « Storia della Fran-cia »; ecc.

Ansaldo. L e origini d egl i Stabilimenti della Società « Ansaldo l) risalgono al 1853, quando, essendosi messa in liquidazione la Società Taylor e P randi che fino dal 1843 esercitava una piccola officina per r iparazioni e costruzioni meccan iche a Sampierdarena., que·stR vctu1c rilevata. dalla Società in accomandita. che ebbe per primo Direttore l'Ing. Giovanni Ansaldo d a cui prese il nome. Questa. Società sorse per iniziativa d el Conte di Cavour, il qua le, volendo dotare il piccolo Regno del Piemonte di una officin~ che potesse in seguito emanciparlo dalla necessità di r icorrere sempre_ all'estero per forniture d i locomotive, di macchi.ne <: cli navi, avendo saputo della. messa in liquidazione della Taylor e Prandi, persuase il Senatore llombrini, allora Direttore della Banca del Regno Sard o, a. cosiituirc una Società per r ileva rla. e mantenerla in vita, p rovvedendo aJtresì a. -darle maggiore sviluppo. Questa Società, fra vicende a lterne d i fiorente sviluppo e <li crisi nei suoi !re quarti di secolo di vita, percorrendo con fervida e tenace costanza un cammino d i continua ascesa, d iventò un organ ismo industria:~ tr.c i più grandiosi, potenti e complessi fra quelli esl• stenti. La ditta << Ansaldo JJ è una delle pochissime al mondo, che, mentre è attrezzata per la produzione più corrente, può <l'altra parte costruire col proprio materiale, coi propri mezzi, coi propri opera.i, nelle proprie; offic ine, qualunque potentissima nave da battaglia moderna, armarla cd a ttrezzarla. completa.mente; piroscafi mercantili da passeggeri e d a merci del più alto tonnellaggio; treni completi rimo_rcb iati da locomotive a vapore o da locomotori elettr ici. ::\cl 1886 il Ca1ttie-re N avale, che fino allora aveva fatto parte dello Stabilimento d i Sampierdarena, ed a veva già da to ottimi risultati costruendo gli in crociatori (e Staffetta ll e « Verbano n ed il piroscafo « San Gottardo», fu trasferito a Sestri Ponenle dove fu possibile co,1scg11ire gli ingrandimen ti cd i perfezionamenti 'resi necessari dall'accresciuta richiesta di produzione . Esso occupa attualmen te un'area di 165.000 mq ., dei qua li 75 .000 copert i da officine . . S i possono impostare contemporaneamen te, sul suo fronte a mar e lungo 500 metri, N . 10 navi su altrettanti scali, dei qual i N . 4 in 11,uratura per navi della lunghezza di 250, 225, 150 e 120 m . r ispettivamcn~e, e gli altri 6 su taccate di legno volanti, p er na vi sino a lla lunghezza d i 120 m . I l Cantiere N a\•ale d i Sestr i, durante la guerra, oltre che alla costrwdonc di navi per la. difesa d ello Sta,,o, ,ha potentemente contribu ito anche alla difesa terrestre producendo in quantità notevole proiettili, bombard~,

Ansa. Ne! linguaggio militare si chiamavano a anse» le due maniglie che nei t empi pa,;sa ti era.no collocate sopra il cam10ne, presso il centro di _gravità, per poterlo mctLere e levare dall'affusto. Esse erano per lo più ra ffi.,'llratc eh delfini od animali fantast i-ci. - Si c hiamò anche << Ansa » il p iccolo paletto, o c;ivicchio, a l qua le s·i assicuravano le redini dei ca.valli degli antichi carri di guerra. Ansaldi (Giorgio). Generale, n . a Mondovì, m. in Crimea (1795-1855). è\el 1806, appena und icenne, wt rò volontario nei Cacciatori d i Sa voia, creati da. Carlo Emanuele l V in Sardegna, e a 19 anni era. sottotenente. I'artecipò alla guerra. d ei Cento giorni contro Napoleone I. Nel 1846, co lonnello, comandò il 18° regg,mc.nto fanteria e ne I 18 48, come maggior gen erale, la brigata Savona.. Partecipò alla guerra -<lei 1848-49 e s i distinse a. N o• vara. Nel 1851 ,passò a comanda.re la -br. Aosta e nel 1855 partì per la. Cr i, mca al comando d el-la l " br. d i riserva; ma., • poco dopo lo sbarco, ,jl 2S maggio, moriva. <:olpito dal colera.. Attsaldi (Francesco) . Generale, n . e m. a Torino (1805-1888) . Fece i cor,ai Ansalcli Francesco della Accademia. di Torino e ne uscì tenente d'a rtigl ier ia nel 1824. Ne l 1858 ragg iunse il grado di Colonnello ed ebbe il comando del

Ansa/di (Gugl-ielrno) . Ufficiale, patriota., n. a Cervere (Cuneo) nel lì76. Militò nelle file n apoleoniche e nel 1814 entrò col grado di capita.no nell'esercito piemontese. Era Colonnello q uando scoppiò il moto del 1821 ; ebbe in Alessandria, allora, il <:ornando m ilitare e !a presidem,a d ella C iu11ta. d i governo; venne nominato' generale del Santarosa, Riparò all'estero dopo il f;i.1limen to d el moto costituzion ale, inseguito d a. ·conganna a morte, e combattè n ella Spagna., n elle file <lei costituzionali. O ttenne cli r ientra.re in patria nel 18 42 e fu collocato a riposo col grado d i colonnello.


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Il cantiere navale cli Sc~lrl Poncnt<'. allestendo autobaltcric da 102 mm .. e a utom itragliatrid blindate, carri osserva torio con nn ieJ1nc radiotelcgraf,che, carri e cassoni per batterie da 102 a 105, affust i ;,cr mortai, ruote per cassoni ed obici, cassette per trasporlo proiettili, cellule per acroplaui cd idroplani, $Cudctt i per fucilieri, e tanti altri accessori per an:_ glie.ria. Corne completamento del Can1iere di Sestri la Dilla « Ansaldo » impiantò contemporaneamente n el Porto d i Genov:t a l 1'1olo Giano la « Oflicina p er l'allestimento delle g;an<l i navi per ~arina da guerra e mercantile n . Stanno al sao allivo l'aUcstimento, eseguilo con precisione e rapidità da non temere confronti, anche coi migliori Can tieri esteri, delle navi d a ballaglia italiane « Giulio Cesare», cc Duilio» e di numerose a ltre nav i da guerra.

Dal 1869 a l 1923, le costruzioni uavali furono ollr•' 250, d i cui le ~cguenti navi da guerra : 5 navi da battaglia <li I• clas:,,e; 12 incrociatori corazzati; 6 esplo ratori ; \S cacciatorpediniere; 6 sommergibili, 6 nad sussi<liarie, 4-1 torpediniere.

N el periodo bellico. Con slancio 111iracoloso, la Ditta assolse il difficile co,npito: fondò nuovi stabilimenti. acquistò un numrro ingente di macchine utensili, trasformù tutti 1Jli stabilimenti per renderl i r ispondenti alle necess ità d ell'ora, assunse uua falange di maestranze nuove educandole rapidamente alle diver se lavorazioni, e si accinse all'opera vincendo tulle le gr:wissime difficoltà che ne intralciavano il rammino cd in breve tempo molte migl iaia <li cannon i d'ogni calibro, da i iO ai 381 mm. vcnivarw consegnati all"Armat:i e alla Marina in difesa de i confini e dell'onore della Pa-

0rtlclna costruzione artiglie rie .


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La costruziono -delle g-rossc artigl ierie. t r ia : ben 10.000 bocche da fuoco furon o fornite dal!'« Ansaklo >> du rante il periodo bellico, nonchè mol; i milioni d i proiettili ed innumerevoli aeroplani. Sot:o la denominazione d i Cantieri A ero-nautici erano compresi cinque stabilimenti di costruzioni .aero-nautiche che la Società Ansaldo volle aggiunti a i suoi t renta st:tbilirnenti e officine per la costruzione d i navi da battaglia, cannoni, proiet tili, ecc. I cantieri acronàutici Ansaldo comprendevano, al ifin ire della guerr a : ! ) Cantiere aeronautico n. l a Borzoli mare per la costruzione dtgli apparecchi.

2) Cantiere aeronautico n . 2 in . Bolzaneto, sulla sponda del Polcevera, per il montaggio e collaudo degli apparecchi. 3) Cantiere aeronautico n. 3 per i . collaudi in volo .

(cx SJ.T. T orino),

4) Can tiere aeronautico n. 4 a Cadimare, sed~ di produzione e collaudo di apparecchi idr ovolanti. 5) Cantiere aeronautico n. S, lungo la strada dì F r ancia, fra T or ino e R ivoli, per la costruzione e la prova dei motori. L ' An saldo costruì i seguenti tipi di aeroplani : SVA, monoposto r icognizion e; SVA, b iposto ricognizione; À.n\ monoposto ricognizione; Am, . biposto ricognizione ; Al, mònopos to caccia; A3, biposto r icognizione; AS, biposto bombar damen to; A5, monoposto bom bardamento; A300, biposto ricognizione.

Periodo J;ost-bcll-ico. Ne l pe riodo post-be!Ji.co la gra nde azienda tornava a dedicare la sua prim:ipalc attiviteì. alle s variat~ forme d i industr ia che for mavano. ogge tto della sua pr oduzione normale, aumen tando la propri:~ potenza mediante l' u tiìizzazione degli impian ti creali per la guerra. Nel 1922 una n uova Società, d enominata sem plicemente « 1\ nsaldo », rilevava <;!alla vecchia. So-

cietà i più importanti Stabilùnenti, dando vita all'alt ua!e grandioso organismo che r isulta così for malo ( oltre a i Cantieri di Sestr i, di cui s i è detto):

Stabili·n1etiti meccan·ici, in Sampicrdarcna. Hanno un a superficie d i circa 200.000 metri quadrati, dei quali 100.000 coper ti <la officine. Sono costituiti dai seguenti reparti: Fabbrica motori e caldaie di ogni tiJ)o, sia per navi che per impianti terrestri ; Fabbr ica locomotive, locomotori, gru a vapore e compressori stra dali ; Fabbrica cani ferrov iari; Officine per la costruzione d'artiglierie; Fonderia di ghisa ; fabbrica di u tensileria. Stab·iJ.imcnti Elettrotecnici, in Cornigliano Ligure. O·cupauo un'area complessiva d i 200.000 metri quadra: i, con 50.000 metri quadrati copert i da officine. S i occupano della costruzione dei p iù svar iali materiali e macchinari elettrici, ed hanno anche un reparto per la costruzione delle carpenttrie metalliche. Acciaierie e fonderie d-i accia'lO, in Cornigliano Ligure. Hanno una superficie di 365.000 metri quad rati, eh cu i 120.000 copert i. Hanno u na capacità di produzione d i circa 15.000 tonnellate' mensili d i acciaio, oltre 1000 tonnellate di getti finit i e 3000 tonnellate d i fucinati.

Stabilimento lv[eta.ll11rgico Delta, in Corn igl iamo Ligure. ::ìi occupa ·p rincipalrnente d ella · lavorazione del rame e d i tutte le sue svar iatissime leghe. Lo s tabilimento ha molti reparti, fra cui notevolissimi q11ello per la lavorazione delle eliche, e quello per la fabbr icazione dei bossoli per artiglierie d i ogni tipo.

Ansaldo da Mare. Amm imglio d i Federico I L · N el 1241, con le. flotte sicil iana e pisana vù1se presso la Melor ia · te galee genovesi c he trasportavano a Roma più d i I 00 prelati contro la volontà di quel, monarca.


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Ansard (P-icr Francesco A . dc Mauy) . Generale fran{:ese, n. nel 1 700, m. nel 1771. Ammesso a lla scu0Ja d'artiglieria <l i Str:1sburgo ne uscì nel 1721 com, ·ufticiale puntatore d'ar l1glicria d ivenendo poi commissario straordinario ( 1723) e com missa.rio ordinario 11el 1732. Prese par te nel 1733- 34 in Italia, alle fazioni d i Gerra d'Adda, di Pizzighettone, d el Castello d i Milano, d i Novara e d i Serravalle, raggiungendo poco -<lopo il· grado di conm1 issario provinciale d'artiglieria. Fu all'attacco d i Co!orno e s i distinse alle ba ttaglie di Parma e di Guastalla di dove si portò all'assedio della M irandola. Nel 1735 prestò servizio con l'esercito nssediantc a Reggio, Reggiolo, Revcre e Gonzaga, e quindi, lasciata l'Italia f u comandato presso l'esercito d i Westfa!ia, prestando servizio dal 174i al li59 sulle frontiere ddla Bocn1ia, in Baviera e su lle r ive del Reno, prendendo parte agli avven imenti m ilitari p iù importanti d i quell'epoca. Ebbe il comando in second.t della .scuol.t d i La Fère Ìlcl 1745; la direzione dell'artiglieria di Douay nel 1756, il comando d i brigata d'aniglicria 11cl 1759, il grndo <l i maresciallo d i campo nel 1761 e quello di luogotenen te generale n el 1766. Ansata hasta (o {J,ltsatmn telwn) . I Romani così chiamavano una lancia o giavellotto fornito <li un appoggio sem icircolare per la mRno e ch e si attaccav.1 wrso la metà d ell'asta delia lancia o del g iavellotto, p rima di entrare in battaglia, o durante q11e,.ta . a ,wconda delle circosta.nzc. Serviva es.so di appoggio durante il combattin\ento a cor po, o aiutava a l lancio. (V. Amento). Ansberto. Prete tedesco del XII secolo. Seguì Federico Barbarossa nella crociata e scrisse la « Crc,nica >> d i queil'impresa. Questo importante monumento di s toria, rimasto perduto per vari secoli, r icomparve .alla luce n el 1824 e fu pubblicato a · Praga nel 1827. Anseatica (Lega). V. Hansa. Anselme (Giacomo d'A.). Generale francese, n. ad Apt nel 1 740, m. nel 1812. E n trato prestissimo n el l'esercito ' s i distinse in molte imprese, salendo rapidamente nei gradi della. m ilizia. Nei 1761-62 fece la campagna della Corsica, e nel 1780-82 quella cl' America. Nel 1791 er,1 ma resciallo d i .ca.rnpo e gener a le; nel 1792 fu nominato generalissimo dell'eser cito <l'Italia e il suo nome s i rese celebre 1n q uel tempo per l' invasione ,Jella contea Ji Nizza, e ,il sacco di O n eglia. Accusato d i debolezza pt:· g li eccessi commessi dalle sue truppe, s ubì un prcx:e;so e r imase imprigionato fino alla r ivoluzione del 9 ter midoro (2 7 luglio I i 94) . R imesso in li bertà si ritirò a ffatto d alla vita militare e visse oscuro fino all'epoca della sua mor te. Ansiei. F iume dell'Alto Cadore, affluente del P iave. D uran te la gt1erra Italo-Austriac.t l.t valle dcli' Al1siei costi tuì, fino alla r itira ta del novembre 1917, uno dei sottosettori d 'operazìoni d el 1° Corpo <l'Armata (IV Arma ta), notevole sopra ttut to per le azioni svoltesi per la conquista ccl il ina.ntenimento d i m . Piana (v.) dom inante la so ttostan te conca di Schluder bach. Anson (Giorgio). Ammiraglio inglese n. nel 1697, rn. 11el 1762. Entrò nella marin a da guerra br ita.nnica fino da giovanetto e dopo fatti molti viaggi nei qu.tli diede occasione d i far conoscere le sue ottime qualità, fu incaricato n el 1740 di una impresa contro le co loni~

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spagnuole <lell' America mer idionale. I l buon successo ottenuto gli procurò lod i e favor i da re Giorgio, il qua le, dopo una vittoria. r iportata dal!' Anson nel 1757 su 1l'ammir. francese La Jonquière a l Capo Finistère, '.o nominò par i <l'Inghilterra. N cl 1761 gli fu conferito il grado di ammiraglio in capo. I l suo « Viaggio· intorno al mondo », scritto sotto la s.:Ja direzione da Beniamino Robin, fu pubblicato a Londra nel 1746. GiorgÙJ Ansmi. Generale inglese n. nel li97, m . nel

l 85 7. Fece la campagna d i Waterloo e poscia, eletto ai:.putato, entrò a l Parlamen to dove sostenne la politica del par t ito -liberale. Promosso maggior generale nel 1851, servì per qualche tempo nelle Indie e quindi fu nominato d iret tore del d ipartimen to dell'artiglieria . Ritornato alle Indie ebbe la promozione a tenente genemie e il comando in capo dell'esercito indo-br itannico. Scoppiata la r ivoi'ta delle truppe i ndiane, il generai-e Anson marciò contro di loro, ma per via, giunto a Kur·r.aul, fn colpito da colera e ll\or ì.

Archibald. An.son (sir). Generale britannico ( 18261925). · Nel marzo 185.'i, col grado di capitano di artiglieria, andò volontario in Cr imea; p rese parte ad azioni nei pressi cli Seba.stopoli e si dist ù1se nei bombardamenti del 6 e del 17 gi\lgno. Lasciò il servizio attivo nel 1879, col grado d i maggior gcJ1erale. Fu .anche ispettore genernle d ella s icurezza nelle isole Maur izio (1858), vice governatore del Penang ( 1867) e governatore d egli Stretti (1871-80). Pubblicò un libro d i memor ie (Abo-ut Others a,nd Mys.elf) nel quale accenna, tra l'altr o, a.Ila d eficienza dei servizi sanitari nella campagna di Crimea.

Ansotegui (Giova11m). Pat r iota spagnuolo, m . nel 1860. Par tecipò alla guerra d e ll'Ind ipendenza con tro i Francesi. Ebbe dal gen. Mendizabal il comando dei cor po franco det to dei « Bocamar teros de Vizcaya 1> e s i distin,e con una gu erriglia accanita contro gli invasori. Tori'.bù, dc Ansoteg·u i. Generale spagnuolo (1802-86) <che prese parte alle guerre civili, per Isa,bella comro Don Ca.rlos, b.tl1endo p iù volte, in V.trii scontri, i part igiru1i <li quest'ul timo . Raggiunse il grado d i briga diere generale nel 1872.

Anspessade (o Anspezzata). V . Lancia spezzata,. Ansprando. Tutore del re longobardo U ut bem nel 701, na tivo della Ilaviera. N el 702 ten tò d i salvare il regno ·al suo pupillo dalla min acciosa avanzata d i Ragimherto, duca di Torino. I <lue eserciti s i scontrarom, presso ::-;ovara, e Ansp rando, malgrado l'ausilio di Rotari, d uca d i Ber gamo, venne sconfitto e cosu·etto con L iutber to a rifugiarsi nella. Baviera, mentre la sua fam iglia ven iva massacra ta dai vinci tori. Su cceduto a Ragimberto rl figlio Ariberto, la lotta si r iaccese; Al1sprando, ottenuti a iuti dal duca di Ba.viera, tornò in Italia, battè Ariberto che annegò n el Ticino mentre


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fuggiva, e fu incoronato re. T re mesi dopo ( 702) moriva, lasciando la corona al proprio · figliuolo J!iutprando .

Antalcida (Pace di) . Conclusa nell'Asia n'1inorc, a S usa, nel 387 a. C., fra Artaserse, re d i Persia e A., generale sp:i.rtano, ed uno dei più accorti uomiùi politici dell'anlichit/,. li tra tta.lo, che fu opera sua , fu garan tito dal re /\ rta.sersc e fu considerato dagli spartani, che ne ebbero i maggiori vantaggi, come una guarentigia di liber tà. Ma con temporaneamen te rimanevano però sottomesse a l re persiano tutte le città. fondate dai Greci nel]' Asia Minore, sì che la pa(:c d i A . ,f u in sostanza una p ace ignominiosa, tan to p iù che in frangeva la solidarietf, <lcl lc città della Grecia col pretesto di assicmarne la reciproca indipendenza. /\ntalc ida, dopo i primi trionfi r icevuti in patria, terminò con l'essere disprezzalo d a Artaserse, dai Greci in genera.le, e persino dai suoi concit-

tadini, e fini per lascia rs i morire d i fame. La pace di A . metteva fine a lla guerra d i Corinto.

Antecessores (o A ntecursores o Praecursores). Pattuglie <l'avanguardia dell'esercito romano. DovevaJ10 essere identici agli exploratorcs.

Antelao (Battaglione Alpino Monte A.). Costituito nell'aprile 1916 presso il ,;entro d i mob. di Pieve di_Cad ore (7° regg. a lp ino) con le cornp. 96, 150, 15 1. Ei"urante la campagna I talo-Austriaca '1915-18 combattè in V. Traven anzes-· c sulle Tofanc; trasferito 11cl luglio 19 lì a <lisp osìzione déll,r·'2" arma ta, prese parte a il'offensiva sulla .l:lains izza e, nel sHtembre successivo,- f u sul s; -Gab riele; nell'ottobre. passò nella zona montana ad or ien te <lei Garda, ove rim·ase fo10 alla battaglia d i Vittorio Veneto, alla quale partecipò combattendo sul ·;-nassic:cio del Grappa (Calcino e Fontanasecca) avanzan do poi fino a :F iera d i Primiero. yennc sciolto nell'àprile 1919. Antelope. P iroscafo, in legno, varato nel 1843, provcnientè dar naviglio napÒlitano, radiato nel ~870: dis locamento 154 T . ; macchin a 42 HP. Antemio (Aocopio o Patrizio). Tmperatore d;-occid ente, m . nel 472. Generale dell'impero, le ~ue imprese · contro i barbari che allora deso la vano lo Stato, lo posero in tanta considerazione presso J' iniperatore Nfar cia110. che questi gli diede in sposa la propria unica fig lia Fla via Eufemia e gli. confidò il comando dell'ese rcito <l'oriente (450). E Antemio inflisse san guinose d i·sfatlc ai Goti e agli Unni ; finchè fu a lla testa dell'esercito, bastò il terrore che incuteva il suo nome per ,lifcndcre l e frontiere. I R oman i, tiranneggiati d a Ricimero, richiesero Antemio all'imperatore d'Oriente, ed avutolo lo accolsero come salvatore, proclamandolo Augusto. I l nuovo imperatore, credendo cl1e i vincoli dei sangu e potrebbero affezionargli Ricimero è che la pace in I ta li a verrcpbc così assicurata, n el 467 concesse h propria figlia in sposg, allo Svevo. Ma la pace durò -poco, e R icimero, aiutato da tutti i baroni dell'alta I ta lia, assediò R oma, c he per tradimento· di Basilico, luogotenente di An temio, apri le porte all'assediante (472). E il primo atto .d i Ricimero fu l'uccisione d i Antemio, çhe gli era "di ostacolo a lle 'sue mire ambiziose. Antemnati. P opolazione alla confluenza d ell' Anien" col Tevere; nell'epoca leggend asia di R oma. ,arebbe stat<1 in lotta contr-o ·Romolo, e, v inta da questo r.c , sotto-

messa e incorporata nella popolazione rom,a na, nel 743 a v. Cristo.

Antemurale (o Anti11wrale). Ogni opera distaccata, che serve d -i . prima d ifesa contro l'impeto del nemico. I Romani chiamavano ,e antemurale>> ed i Greci « Prostegisma ll (copertura an teriore) una difesa posta , n el fosso a.i piedi e parallelamente al muro, fatta di muratura a secco o d i legname, dietro a lla quale si combatteva con armi manesche per impedire a l n emico d i aYvicinarsi o d i scalzarla.. L'antemurale romano pervenne sotto altro nome, attra verso il medio evo, alla fort id'ic:1zione moderna. La costruzione, che scry ivà a. coprire il p iede delle mura, m.L che d istaccata da quelle costitu iva una difesa bassa, fu molto in uso n el modio evo ed era generalmente conosciu ta sotto il n ome di cc bar bacane» . Essa dava, forza a i recinti e perciò è da ritenere che i fiorentini abbiano chiamali .<e bar bacani )) i contrafforti o speroni che addossarono alle mura nel 1324 e siano passati sotto lo stesso nome i contrafforti agg iun ti alle mura d i 1i:lolte città. ita liane. Quanélo negli stot·ici d elle crociate s i trova così frequentemente menzione d i città con d u plice o triplice r ecinto, come Dam iata, -Costantinopoli, ecc., è da ritenere che almeno urio <li essi non fosse che un an temurale. ~cl castello di Saph!'t, edificato ·nel 1243 dai Franchi in Palestina e considerato come una delle migliori fortezze dell'epoca, ~,enne perfeziona ta qucst~ p arte della difesa i_m prontata a.ll'architcttura m ilitare romana. L asciato lo sP1(zio consueto tra il muro e l'antitnuralc, -detto spazio venn e ripetuto dall'antemurale stesso a l dglio interno del fos~o ricavandovi grande nume'ro di bocche da lupo. Veri antemurali erano i barbaca.ni di cu i parla Francesco G iorgio Martini, senese, fo1 d ai suoi p rimi scritti ; e l'argine d i terra che gli ingegneri olandesi ,del secolo XVI erano soliti' di innalzare sull'amp io rilascio esistente tra il parapetto ed il fosso, corrisponde a l concetto dell'antemurale romano. Detto argine, ,nella storia della fortificazione, è noto sotto il nome, francese ' di « falsabraga >> ed è in sostanza la vecchia difesa romana ringiovanita ed aòattata alle n u_ove esigenze d ella guerra di assedio. Si d issero anche « antemurali » certe località o fortezze, r ispetto allo S tato o Regione cli cui r appresentavano la p itt lontana ·d ifesa, la prima <li fron te a una aggressione di S tato nemico. Antenna. Asta d'abete, lunga fino a 40 m ., · che nei bastimenti a vela reggeva vela triangola re, mentre il pennone reggeva ' vela. quadra. I n p rocinto di combattimento, all'ordine d ato A. ù, batta.glia! ven ivano lega:e all'aibe1·0 per evitarne le rotture . Nell'epoca delle g,tlee, ailorc.hè queste dovevano navigare cela t;unente a remo, o battere fortez1.et si amm ainavano Je an tenne, e anche s i disalberavano le galee del tutto . Le antenne,. legate strettamente insieme, servivano anche come ponte volante in caso d i assalti. - A ., l'asta della lancia, <lell'Ùlabarcl?, e sim., e della baucl iem sulle rocche. Antenna (R.ad-i otelegrafia). Sostegno dell'aereo , (v.). Per )e piccole stazion i il sostegno può essere anche natu rale (alberi a lti, torri, camini, fabbricati di una certa a ltezza) ; ma più com unemente e quando si tratti , di stazione d i un a notevole •potenza, il sostegno viene ,:s pressamcnte costruito e prende _il nome di A. o d i Sistem<1 di A . L'A , può essere costituita da un solo o d<t più sos~gni a seconda d el tipo dçlla stazione e del li-

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po dell'aereo imp iegato: per accennare soltan to a1 tipi di aereo p iù usat i, notiamo che occorre una sola A . per l'aer eo « a ombrello)> (sufficiente p er stazioni piccole e conveniente perchè gli stessi fili conduttori possono funzionare da ventalure), nientre ne occorrono due per l'aereo << a T >> e per quello detto « a coda», e ne vengono ·impiegate tre o più per soste.ne1'e uq ae/co ad area ter minale. Gli aerei più com unemente usati per i! servizio militare sono quello a T , l'altro detto a coda o anc?be a L; in questi tipi i fili dell'aereo vengono tenuti alla dista nza volu ta per mezzo d i «pennole>>,

anc)Je d i legno. Per le s tazioni radiotelegrafiche militari da campo si usano an tenne metalliche o di legno ad elementi innestabili, le quali vengono m ontate d.c apposite squadre d i uomini. Le squadre sono d iverse per la co1riposizionc e per i compit i, a seconda del tipo di A. Le A . delle stazioni S.F.R. sono costituite eia clementi cilindrici <li meta llo, a innesto. • Il montaggio si esegue con l'ausilio di un treppiede; manovrando l' ap . p osito a rganello gli elenwnti vengono successivamcnt,; innalzali con un ga,1cio di sollevamento che si infila nella parte inferiore <lell'elemen to. Du,e uomini manovrano l'ar g::).nelJo e infilano successiva.mente gli clementi; altri· tre uomini curano che l'antenna salga verticalmente e a tale uopo tengono tese le apposite vcnta.turc che par tono dal primo elemento e precisamente dal çosì detto « collare elci venti». Su lla sommità dell'A. viene fissata la << testa d' A . » dalla quale parte l'aereo. Per le << stazioni Marconi someggiate l> 0,5 kw., si i mpiegano antenne ad elementi metallici ad i nnesto, -alte meno d i 9 metri, le

fa

a) Vento; b) Tenclitore dl Cune; e) Taccllett.a scorrevole;· d) TClld it-Ori ; e) Gruppo a t /'e tendi!tori con stroppo; fì stroppo; g) Paletto ùi ormegglo; h ) Yenw <lcll 'f111Len,na; ·i) Piastra ctell'asta •cli manovra·; lJ P:'l•· ranco; m) . vento Iatera10· ctell'asta dl •manovra.

11) Piastra cle'i venti: b} vento lungo; e) Fune Cli uro; rl) Reggi-pennola; e) Pen nola; {) Coda dell'aereo; rt) EJemento d i ante11na ; h) Base dell'asta di manovra; i ) Asta di ma,novra; l) m emento di ant.enna; m ) Base •ctl anteml,a,; 11.) P iastra d i base'; o) PJcclletto dl 1,ase.

~barre d i legno opportu11amente isolate e assicurate con funi alle antenne. I lì.li che mettono in comunicazione l'aer eo con l'apparecchio costitu iscono la così detta « coda d 'aereo » . L'A . è sempre di sezion e molto p iccola r ispetto all'altezza ed è sostenuta, •perchè possa resistere al ve1rto, con un sistema di fun i o d i cavi metatlioi solidamen te ancorati a pun ti fissi del terreno (picchetti o blocchi d i a ncoraggio) e det ti «venti» o << controventi » ( nel -comp lesso « sistema di ven tature ))) o «sartie» (11ell'insie mc «sartiame>>) o a nche « stralli». L'A . p uò esser e costituita da pali cli · legno o metallici oppure da apposite costruzion i a tra liccio metallico o

quali si for mano a terra e vengono poi innalzate a. braccia, con ,l'aiuto delle àpposite ventature . Per le « stazioni Marconi campali» di maggiore potenza, vengono imp iegate an tenne cli legno vuote formate -con elementi le cui estremità portano innesti ci i acciaio a. maschio e femmina. L'erezione di questo tipo d i A. richiede l'imp iego d i una squadra cli ~inquc uomini e di una « as ta di manovra» costitu ita da due elementi di A. Qu esta viene formala d istesa a ter ra, con accanto, a<l angolo retto, l' asta d i manovra; l'elemento di base, con estremità a forchetta, viene infiiato . sul p icchetto d i base, in torno al qua le p uò rotare, ed è in fer iormente r(;S0 con un anello solidale con l'elemento d i base dell'asta di manovra .. Si fissano quindi i paletti d i ormeggio e si tendono i venti t ra la. cmi detta p iastra <lei venti, <lisposta alla sommità dell'antenna, e i paletti stessi : i venti verso i paletti late•rali dell'asta s i fissano, q uelli . verso i paletti vicini alla


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sommib <lell'antenna <listesa a terra s i lasciano molleggiare, mctìtre quelli opposti a questi ultimi vengono in)piega ti per la manovra di innalzamento. Alcun i vcm i vengono assicurati a lla piastra ad anelli posta alla sommità del l'asta <li manovra. La piastra ad anelli è provvista anche <li ttna carru cola nella quale si fa passare urne fune. Disposte così le cose, !'a.sta di manovra viene so llevata vcrticdmentc e quindi abbassata, con l' i,upicgo dd paranco, i n senso opposto alla direzione nella quale era d istesa l'antenna. Questa a mano a mano viene drizzata e acquista una posizione verticale, mentre l'asb di ma novra tocca la terra; s i procede allorn alla rettifica delle varie ventature adope rando gli a pP<>Siti tenditori d i [uni con -cui terminano tutti i venti La manovra regolamenta re per il sollevamento d i u na antenna 1'Iarconi a 6 elemen ti, con uomini bene allenati e col materia le sul posto, può esser e compiutlt in circa dieci minuU. l i montaggio degli aerei campa,i viene eseguitç, da apposita squa<lra o dalla stessa impiegata pe1 l'erezione dell'antwna. Ne lle stazioni tipo S. F . R. le stesse ventature superio1l in 11umero <li 5., fom1ano l'aereo ad ombrello; gli altr i due ordini di 3 venti, assicurati a uno e a due terzi circa dell'antenna, hanno invece la sola funzione di sostegno. Nelle stazioni campali tipo Marconi l'aerqo (a coda) viene montato dopo l'erezione _<lellc due antenne di sostegno; all'uopo pr ima de l ~ollevamento delle antenne, viene assicurata alla sommità <li ciascuna di queste una car•· rucola nella quale si fa passare una fune da tiro. L'aereo è formato d a due o quattro fili assicurati a <.lue pennole: ognuna di queste, mediante reggi pe,rnola d i materiale isolante, è attaccata a una delle suddette funi da· tiro, con le quali _l'aereo viene sCJllevato.

Anteo. PÒntone semovente, in acciaio, varato nel 1912; lunghezza m. 50; larghezza m . 24; dislocamentCJ

d inando, reggen te della Castigli:,, con un esercito di 10.000 Lanti e 3500 ' cavalli il 24 marzo del · 1410. Il re d i Granata radw,ò 100 .000 u. e mosse verso .4 . -per· liberarla da ll'assedio; Ferdinando accettò la ~ bat'taglia, la quale fu d ecisa in favore dei Cristiani per mezzo di un assalto rnndotto dai p relato guerriero vescovo d i Palencia: 15.000 mori, secondo gli storici cdstiani, rimasero uccisi, e altrettan ti prigionieri, mentre il re di Granata doveva salvarsi con la f llg;i. Allora F erdinandèl r iprese l'assedio, circondando la piazza con fossato e muro protetto da torri. Il 16 settembre, quan<lo già, gli a$sediati erano a.I le prese con la fame, i Cristiani d iedero un assalto genera le e si illlpadronirono della città. i.a cittadella "resistette anéora otto giorni.

G-iovanni Batt~sta Antequera. Ammiraglio spagnu-J ',, n e n1. alle Canarie ( 1824-1890). Entrato giovru1issinn

nella marina da guerra, pa rtecipò alle spedizioni africane. Nel 1869 col grado di brigadiere ebbe il cCJmando delle forze navali del Mediterraneo. Dal 1872 al 18i-1 col grado di contrammiraglio, tenne il Govcrna(CJrato delle F ilippine; quindi tornò in patr ia cd ebbe importanli inca.Ii-chi nel Consiglio superiore della Marina.

Anteroche (GiusefJp e, conte di A .). ::VIaresciallo cli campo francese, m: nel 1i8S. Ne! 1i2-7 era luogotenente nel reggimento di Pic-cardia ; combattè a Ettli.ngen, fu all'assedio di Philisbourg. e nel 1735 sul Reno e su lla · J\,fosella; prese pru·te ~gli assedi_di Men;n, d'Yprcs e di Furncs. Nel 1745 ottem ito il rango di colonnello di fanteria, si tro,;ò alla battaglia di Fontenoy, all'assed io. di Tournay; alla battaglia di R aucoux n.d I 746, all'assedio d i l\faestricht n el 1 i48, e infine alk campagne del 1760 al 1762 Jn German ia . In quest'an,-,o ìu nominato marcsciallCJ di campo e nel 1780 luogotenente generale. Antesignani. A 11t. Legionari romani scelti, posti alla guardia delle insegne, che n on abb.a ndonavano mai durante il combattimento. Prima d i ){ario, si dicevru10 A . gli astati che costituivano la prima lineit; suocessiva,mente, il nome· comprese a1Jchc gli astat i delle pn mc CCJorti. Trattavasi sempre d i soldati scelti; taluni z.utori sostengono che essi costituivano addirittura un cor• po speciale. Giulio Cesare, ad esempio, diede loro grande importanza e si se,;viva .degl i A . per attaccare il combattimento. Questo corpo gli rese grand i ser vizi co~ì nella Spagna come in G recia.

2107 T.: macchina 750 HP. Adatto per ricupero di sommergibili.

Antepilano. A nt. Nome generico dei soldati ,·omani che combattevàno davanti .ai « pilani » e cioè, n ella stessa legione, davanti agli armati di << piluuJ ». Gli A . erano soldati vecchi e sperimentati, che nelle legio11 i -costituivano un corpo di riser va non superiore a l numero cli 600. Antequera. (Ant. Anticarià} Città della Spagna, ·11 prov. di Malaga. Fu importan te municipio romano, cinto d i robuste mura. CadtUa in potere dei Mori, nel 712, questi la rafforzarono e munirono di forte castello, ,>rJ. in rovina.

Assedio e battaglia di A 11-tequera. Fu posto da Fer-

Anthing (Carlo, barone). Generale, n. a Gotha ;n Sassonia nel 1766. F u al serviiio d ell'O landa p rim:t della Rivoluzione, e ,poi delhi. F rancia, partecipando a varie campagne napoleonicl1e. Nel 1809 raggiunse il grado d i generale e . nel 1814 rassegnò le dimissim,i ritirandosi a vita p rivata. Anthoìne (Francesco A ., Barone di Saint Joseph). Genera le francese, n . a Marsiglia pel 178'7, m . a Bue nel 1866. Entrato dapprima in un reggimento d i dragoni come volontario. nel 1S04 passò alla Scuola militare d i Fontainebleau. Promosso \lfficiale di cavalleria andò in P olonia in qualità <li aiu tante di campo del ma resciallo Soult e poi in missione a Pietroburgo. Ritornato in Francia, segttì il maresciallo nella Spagna e nel P ortogallo e fu fatto prigioniero a Granata. R i•~ll',perata la lrbertà per i buoni uffici <lei maresciallo Suchet suo cognato, fece alla dipendenza di questi •~ campagne del 1811 e 1813, .d istinguendosi spcciaLnente

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all'assalto d.i Tarragoria e con tribuendo validamente aila p resa d i Sagunlo e di Valenza. Nel 1814 fu p romosso colonnello e fu impiegato suocessivamentc sotto il barone di D amas alla sezione storica dell'archivio ·d, guerra, e Jl(;lla guardia · reale. Subito dopo la rivoluzione del 1830 venne messo in d isponibilità, ma fu ben presto richiamatÒ in servizio ed incaricato della organizzazione militare dei doganieri e delle guardie io~ restali. Nel 1832 venne nominato maresciallo di campo e nel 1844 tenente generale, pas.5ando dal ruolo della riserva in queUo <:!elio Stato lVIaggiore generale. Paolo Francesco A 11thoi11e. Generale francese, n. in J_orcna. nel 1860, allievo della Scuola politecnica di Parigi nel 1879, poi del!a Scuola d 'appl icazione di Fon1.ain.ebleau. P ar tecipò come tenente d'artiglieria alle cam,pagne del Tonc'hù10 dal 1885 al 1887. Frequeniò • poi la scuola di guerra, uscendone nel 1895 . .Raggiunse il grado di colonnello n~l 1910; fu direttore del centro di ·alti studi militar-i. Generale di bri- . baia a1el I 913, nell'ottobre 1914 fu nominato coma.ii, dante della 20• divisione nel settore di AITas. Il 10 settembre 191S prese il comando del XX corpo d'armata ~ il 23 ma.r zo 1917 quello della 4• armata, sul fronte d i 1'IoronviJ lers. Successiya.111ente -passò al comando della 1• armata, destinata ad opera.re nelle Fiandre in w1ione con le a nnate ibrita.imiche s• e 2" (Gough . e P.Jumcr) e agli ;,rdini del maresciailo Haig partecipò ·a il'i>ffe~siva che durò dal 31 luglio s in p resso aJla fine di novembre. Il generale Anthoine 'cedette allora il comando d ella 1a armata a l generale Debeney, sostituendo questo ne, molto importante ufficio d i « major général » presso il gran quartiere generale, ' ossia di capo d i stato maggiore del generalissHTio Pétain.

Anthouard (Carlo, barone_ d'A .). Generale francese, n . a Verdun, m . a Parigi (1773-1852). Entrò nelJ'esercito della R ivoluzione, e fece le campagne dell~ Alpi, <l'Italia, d'Egitto. Raggiunse il grado d i gen. d i brigata nel 1806, ~ si d istin;e a '\Vagl'am e alla Moscova. Aderì alla restaurazione e _poi a Luigi Filippo. Nel 1848 andò in ri~ii:-o. ·

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della nuova arma le popolazioni lontane da.Ile locali ti <love avveniva l'urto cr'ano al s icuro, ora, invece, possono essere intensamente e · improvvisamente colpite k città, i centri ·industriali, i centri di rifornimento ecc., che si trovano nel raggio <l' azione d ell'aviazione n emic~. :ì\"el 192S si sono raggiunti i 4000 km . d 'a utonomia ,li vo lo! G li Stati tutti, sebbene chi più chi meno, secondo le r isorse finanziar ie disponibili, stanno p reparando la. oifesa antiaerea anche nell' interno del territorio, siccllè, in caso di guerra, la zona d'opcrazion l sarà estesa a tutto o a quasi tutto il territorio dei bel!igeran ti. Se questa difesa antiaerea sarà su[ficicnte-mente bene disposta, la lotta decis iva continuerà a r imanere localizzata tra gli oppost i eserciti, perchè non potrà essere risolta che col battere le forze dell'avversa.rio ed occupare le zone piit vita li - nel senso p iù ampio - del suo territorio. Indubbiamente la migliore difesa antiaerea con si stc in una potente armata aerea che affronti quella avvecsaria e la distrugga: e, qua ndo c iò non possa avvenire, si:a a lmeno in grado di oppore dl . nemico ritorsioni effiéaci, con bon1bardamenti intensi e ripetuti - sugii obbièttivi avversari più sensibili. ::Vfa un'a rmata aerea, per quanto potente, non: può essere sicura di battere quella avversaria, ed anche nel caso più favorevole, non può essere sicura di conservare ii dom inio aereo ovunque e per u:1 periodo di tempo 11otevole, e ciò per il rnpi<lo deterioramento dei materia li ( in tre mesi nell'ultima guerra la sostituzione degli aerei raggiun.se talvolta il 100 %) e per i nuov,i apparecchi che l'avversario potrebbe costruire od avere dall'estero. Anche se un'armata aerea fosse infer iore in forze, potrebbe poi sempre - se audace eannone apparire improvvisamente stil c ielo an1.I\Lereo nemico e. tentare felicemen te qualda · 102 mrn, che colpo. d i m ano.

Difesa- .;mt;aerea del terr/torio. Da quanto si è premesso ccmsegue che, oltre ad up.'axmata aeré.a- _potente, ogni Naziohe,. , per_ c.sse)'ç p1°epara ta. dcvé' pr9vvedei'c u,n a àiI~a ,da terra fLnliaerea, co~binata con ,mezzi aerei, attorho ~alle- _ciqà . popplose ed esp_qste _ai ··colpi avversari, attorno ai ''certtri i;1dustriali . cl i ,prO<l~tzionr bellica, a i nodi ferroviari, aj ,tunnel più <lelicati, alle centrali elettriche, alle opere <l'arte delle varie comuAntiaerea (D'ifesa). L'aviazione è un'arma in pienicazion i, ecc. no sviluppo la cui azione, in caso -d i guerra·, si svolL 'organ izzaz ione antiaerea si può· esplicare in ' due gerà su spaz i. grandiosi, con mod.alità notevoli per,-effica.éia, e con celer ità impression ante. Mentre prima ,... modi distinti : con la difesi attiva e la difesa passiva. La d ifesa attìva a sua volta si manifesta sotto qut tt1u d<;ll'appa~ire j i ,questa nuova .ar ma, -la, lotta si limitava forme·: · • a i confini <legli Stati 1belligerauti o, comunque, là ove Con azioni dirette, per mezzo della propria avi1s i - trovava.Ì10 in presenza reparti .lu-mati, e .qumdi i! z ione offensiva che si rechi a bom bar·dare i cen tr i aere i campo d'azione era, in certi limiti, esa\tamente define1nici ; nibile e prevedibile, ora, invece, in caso. di guerra, Con azioni indirette, mediante l'impiego di mas.,•~ l'arm.ita aerea può improvvisamentç (forse anche qualdi aviaz ione dà caccia a. scopo <lifcnsivo per contrache ora p r ima della d ichianzione ufficia le cli guerra) stare l'avanza-la degli , ·aerei avversari; portare ·1a lotta -oltre ai confini, nell'i11temo del paese avversario, a lle spalle · ·<Jelle forze çhe s i stanno Con azion i indirette, delle artiglierie e mitragliatr':i " prestando alla lotta in..terr.a ed in mare. Mentre primi im pegnate. contro gl i aerei~

ap-

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Con mezzi sussidiari di an,is1amen10, di ascolto, illuminazione notturna, e coll~gan1cnto a scppo di r.ive_larc il più presto .possibile la presenza degli aerei a vversari.La diksa passiva viene esercitala me<lianle ostruzioni, mascheramenti, oscuramenti, produzione di fumo o nebbia artificiale, oculate d istribuzion i di fabbricati fin dal loro sorgere e delle opere da d ifendere, p ronti soccorsi, rifugi, ecc., ecc. L 'organizzazione antiaerea, da curare fin dal tempo di pace, è quella che riguarda so1>ralut1O i posti <li avvis\arn&n10, i centri d i raccolta dei segnali d'alla rme, i posti di asco lto e <li illuminazione degli a.crei ; rientrando nella preparazione dell'armata aerea, dell'armata navale e dcll'esèrcito, i compiti principali di preparare gli areoplan i e idroplani difensivi nonché le an~glier ic. Un te nitorio, per essere p remun ito dalle offes" aeree, deve essere circondato. all'intorno da posti d i osservazione a distanza. ta le. fra di loro da poter assicurare la completa \·isione d i tutto lo spazio. S i considera in massima che la distanza fra due posti consecutivi possa essere di 10-12 km., essendo d i 7-8 km. il lim ite di s icurezza. visiva duran te il giorno e qucll:J. di ascoltazione durante la notte per osservatori muni~i di potenti mezzi di a~coltazione, come si dirà in seguito. X e consegue che se tutti i principali obbiettivi, quali opere militari, cent ri ferroviar i, api.lici, ecc., sono sparsi nelle varie regioni, verrà a crears i s ul territorio naziona le una rete formata da i punti <li osservazione a contatto fra di loro. La rete sarà a sua volta più fitta nei punti più minacciati, e specialmente sul limitare deJla zona de lle truppe operanti, nelle retrovie e nelle basi

I.

--a.:i • '

.....

Difesa· a11tù,c,-ea delle trnppc 0Pcra11ti. L e truppe operanti debbono difendersi non soltanto da bombardamenti aerei, ma anche dalla semplice osservazione :i.crea nemica, poichè l'osservazione, per se stessa, può portare vantaggi notevoli a l nemico. Difesa a11tiacrea dei movimenti strategici. La prima <lifcsa, a parte l'azione della flotta aerea contro qut.'lla avversaria, consiste: nell'eseguire i movi111enti ferrovia r i e di au tocolonne, per la radun a1·a e lo schieramento nel · raggio d'azione dell'aviazione nemica, possibilmente di notte; nell'evitare l'ammassamento tanto di materiali quarw di uomini, nei pressi delle stazioni (crrovia.rie: occo,-re a ques to riguardo, suddiv iclen lo sb:irco e l' im• barco d i tru,ppe, possibilmcnle tra diverse stazioni ferro\'iarie, non troppo tra loro lontane; regolare il flusso e ddlusso delle truppe e dei materiali in piccole colonne; nel far esegu ire, ogniqualvolta. sia possibile, le ma.rcie di grosse colonne ~li notte, o quando il so le è obliquo sull'orizzonte, doè verso i l tramonto, od all'alba, evitando poi che i reparti si lascino scoprire di giorno nelle nuO\'e località raggiunte (sostare in zone boschi\·e, evitare movimenti, attendamenti, ccc.) ; t1cl r ipa rtire, fino a che possibile, le truppe .uniformrn1tllle nelle zone ove avvengono i movimenti più intensi, e,;cguendo, all'ultimo, gli spostamenti ncccssad i,cr rapidi conccnrramen1i di forze nelle direzioni piÌl opportune; ne l prepara!'e nelle zone di con fine, s trade a lberate, o mascherate artilicia lmente, 6One boschive, o almeno nel conservare con cura le ~one boschive che già esistono.

Difesa a11tiacrl'a durante le marcie in -::ici11an&a al 11c111ico. La pr i1mt difesa consiste nel far marcfare le

d

I

di \'edctta o di osscr..-azionc, i quali sono formati sempre ,d a più di una persona, trovano un potente a usilio negli st(umcnii ottici e 1\egli appat·.ccchi di ascolto.

1ruppe in modo che difficilmente possano essere scorte e bcr.,agliate dall'a\·iazione av\·ersaria : grossi reparti

"t:::::,

Pallone antiaereo a Venezia. navali entro le quali si trovano le flotte da guerra. I posti di vedetta o di osservazione devono essere tutti collegati fra d i loro e coll ega ti a i centri d i informazione mc<liame telefon i, telegrafi, sistemi ottici, rad iotelegra fia o altro in modo da poter propalare subito la notizia d i avvistamento degli aerei avversari. 1 centri d i racco lta costituiscono l'organo in termedio fra i posti di vedetta e i comandi di difesa. Perchè l'avvista mento fatto da una vedetla sia efficace, occorre che il posto di osservazione sia ad una distanza tale dal centro da difendere, che in questo poss.1-no essere state approntate le artigl icric e s iano alzati, o acco rs i, gli aerei da caccia pl'ima che g iungano gli aerei avversai-i. Tale ·considerazione ha capitale importanza nello s tabilire il r.aggio delle maglie dei posti di awis1amen10. [ posti

Baucrln antiaerea ln azione Sul Carso.

non possono oramai che marc ia re di nott!!, quando s ia,1O nel raggio d'azione delle o ffese aeree nemiche. A due o tre giorni di marcia dall'avversario, le truppe dovranno già presentarsi in . piccole colonne frazionate in scaglioni, ognuno della •profondità di due o tre km., distanz iati l'uno d a ll'al tro. Dovendo marciare di giorno, è berre sfru ttare, quando esistono, le ombre d ei filari d'a lberi che fiancheggiano le strad1>; è bene tenere sgombra la. parte cen-


-- 598 trale delle strade; occorre incaricare alcuni uom in i di punta di indicare con segnale convenuto (razzo cd altro), l'a.pparire di aero plnni avversa ri (gli acropluni an11c1 de bbono sempre portare un segrio ·ben v is ibile i;he li faccia sicuramente riconoscere) : a questo segnale, la colonna deve fcmiarsi ad uno dei bordi della slt'ada in ombra; se la strada non è ombreggiata, gli uomi ni s i debbono porre ne i fossati, nei campi laterali e poss ibilmente nei luoghi ombreggiati : disposti radi, senza disordinar.,i.

Reazio,,e a11ti-0erea da terra. L e truppe in marcia. le colom1e carreggio, debbono essere provviste di armi autiaeree: artiglierie e mi tragliatrici. Queste a.rm i tendono ad essere cdsì clisu·ibuite: 1) presso le minori unità, carreggio, autocolonne· le mitragliatrici in d istribuzione ai repani combattenti per il combattimento terrestre; 2) presso le divisioni: artiglierie del minor calibro con m itragliatrici antiaeree (m. a.); 3) presso i corpi d'armata: artiglierie di picco!o · calibro con m. a 4) presso le armale: artiglierie cli medio ca libro con m. a . Quando si studiano gli itinerari di marcia, occorre disporre anche la difesa antiaerea. in modo che la iona percorsa da ogni colonna, sia d ifesa costantemente éld artiglieria antiaerea, e da m. a. A pred isporre con'Vr.n ien tementc questa difesa, è necessario che le· arliglierie contraeree di ogni grandi unità, siano sotto un unico comando d irettamente dipendenle dal Comando dell'artiglieria della grande unità stessa, e che esso ticcva gli ordini necessari , e in tempo, circa l'it inerario d i marcia delle truppe, l'ora di partenza, la zona d'arri,·o, i punti presumibilmente più fa,,orevoli ad un attacco aereo nemico.

Difesa a11tiaerea dura11tc le sostP. Occorre innanzitu tto evitare ogni agglomeramento di uomini, quadrupedi. carreggi, materiali ecc.; scegliere i luoghi di r:idunata e di riposo, possibilmente nell'foterno dei vii-

Ylgila:11.:1 nouurna antia~rcn. !aggi e elci boschi, maschcmre i materiali, ccc. Evitare gli attendamenti in zone scoperte; attenda rsi, quando non sia possibile di,·ersamente, sfruttando le copèrture degli alberi, delle siepi, ccc. Le armi antiaeree dovranno essere predisposte in modo da battere il cielo d e!la 1,ona su cui sostano trnppc, qu adrupedi, materiali. Difesa aHliaerea del camPo di battaglia. La miglio re difesa, quando si tratta di sistemazioni difensi"e, con-

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siste nel mascherare i lavori di difesa, le batterie, i ricoveri, ccc. (V. Mascheramento). Quando si tratta di azione offensiva, la migliore difesa consiste n ello sfruttare, ne ll'avanzata, le vie coperte offerte dal terreno e di mascherare le batterie in postazione e, possibilmente, anche le mitragliatrici. Sul campo di battaglia gli individu i isolati non possono CS$Cre scorti che dagli aeroplan i che volano a bas.5a quota; invece repa rti in ordine chiuso e scoperti, come pure le colonne carreggio, sono visibili dall'alto anche a grande distanza. In quest'ultimo caso, è necessario coprirsi alla vista sfruttando le ombre proiettate dai filari d' alberi, dai cespugli, da i muri e così via. L'avia1,ionc in<lividun. dalle l'alllpc le batterie che fanno fuoco: non conviene, di norma. sospendere il tiro quando gli aerei nemici rnlano sul cielo del campo di battaglia, ma occorre invece evilare di mettere in batteria i pezzi - anche se mascherat i - nelle vicinanze <lei punti del terreno che facilitano l'orientamento aereo nemico, come potrebbero essere i bivi stradali, i punti ben marcali del terreno. ccc. Le armi antiaeree debbono essere convenientemente d isposte per ba ttere il ciclo elci campo d'azione e d elle retrovie, dove sempre avvengono movimenti per rifornire e sgombrare, e per l'afflusso delle Tiserve. Un:t mitragliatrice può battere, a 1200 metri d'altezza, una circonferenza cli iOO m. Se ne deduce che ogni battaglione d i fanteria. deve aver e, s ulla. fronte, due .i\f. proutc per il tiro antiaereo, e due a ltre pron te in profond it,\, C iò equivale a dire e.be scaglioni comb-.1.ttenti. rincalzi e risen·e, debbono a"cre sempre pronte per il Liro antiaereo, un numero di mitragliatrici corrispondente a 4 per ogni battaglione di fanteria. I a ·iteri per la scelta della J)os tazione d i queste anni possono così riassuruersi: 1) essere deftlate alla osservazione terrestre a, vcrsaria; 2) non avere ostacoli che 'impediscano il tiro a puntamento 'diretto contro aerei; 3) il so le non deve rendere difficile il puntamento. e quindi occorre collocarsi, possibilmente. a sud della zona da clifeoclere; 4) le m. a.. dovranno complessivamen te ris.,ltarc disposte a scacchiera, nel senso della fronte e della profondità, tra loro intervallale di 500-600 m. circa.

Difesa aerea delle armate 11<wali. L 'aviazione rappresen ta un elemen to notevole d i lotta non solo nella guerra terrestre, ma :uicbe nella guerra mar iIl ima: ài questo importantissimo elemento debbono tener conto le Ilotte, le quali cont inuano, però, ancor oggi a rappresentare sempre il nerbo p rinc ipale del potere marittimo, essenzialmente perchè gli aerei non hanno capacità d i tenere il , lomin io del mare per un notevole tempo. Una flotta terne essenzialmente gli allacchi aerei quando è ferma nei porti: in navigazione, le navi dif 0 ficihnente possono essere colp ite dai velivoli, come è stato di:nostrato con esperimenti pratici eseguiti recentemente dalle marine dell'Inghilterra e degli Stati Uniti d'America. La minaccia aerea impone di evitare la riu nione di molte unità navali in una stessa base marittima e di predisporre una difesa aerea delle varie basi navali. Le navi d a guerra h an no poi le proprie artiglier ie antiaeree, e le corazzate d ell'avvenire saranno certo progettate con una d istribuzione della corazzatura anche sui ponti, e con suddivisioni stagne tali da evi-


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tare scr1 da1rni i n caso di attacchi aerei. E siccome anche- in m"ie la m igliore difesa antiaerea consiste nel contrap.porre agli aerei nemici, velivoli propri, così sono già in costruzione navi cc porta-velivoli >l : la marina militare degli Stati Uniti d'America ha, ad esempio, in ,costruzione alcune navi velocissime (32 nod i a:l'ora) ognuna delle quali può trasportare 72 velivoli che saran no in grado di innalzarsi in alto mare dai ponti <lel le navi come e quando meglio potrà convenire pe r u n loro tempestivo impiego.

Antiaerei (Camwni) . V. Controaerei. Antibagliore (A11til11ce o Antivampa). Composizione, associata alle polveri di lancio en tro uno specialt sarchelt::i circolare cli tessuto bia11co, lucido, nit rat.,: serve per sopprimere od attenuare notevoln{cnte la vampa dei pezzi. I tedesch i· impiegar ono, come composi?.ione antiba.gliore, una sostanza crista llina bianca , he iu identificata per doruro· cli sodio inqu inato dalle sc-lite impurezze che questo sale or dina1·ian1ente contiene (piccola quantità d i potassio e magnesio, ferro, solfa ti, joduri). fu anche usata la così. detta centralite (fabbricata nel polverificio cent rale d i Spandau), o l)ieti tdifenilurea, associata alle polveri di lancio nella proporzione del 4 al 6% della carica. Antibo (Ant. Antipotis). Città della Francia, nel d ip. del Varo, con porto e ant. fortezza. Fòndata da i .Foces1 verso il 340 a. C., d ivenne municip io romano, e fortezza e arsenale mii. ai tempi d i Cesare, dist rutta dai Saraceni n ell'8W. Ricostruita, venne p resa. dagli Lnpe r;ali JlC! 1536, e dai Savoiardi nel 1591. e 1S92. /\ntibo fu di nuovo fortificata da Francesco I · cd Enrico lV. c'[pl 1 i46 sostenne felicemente l'assed io posto,·i dagli I mperia li. Ingles; e P iemontesi, al comando del Brownc; nel 18 15 un tentati,·o degli Austriaci. Antiboi n i (Legione d'Antibo o Legione ,011,a.na). Legione cl i volontari, costituitasi nel 1866 ad Antibo, ..:on elementi in prevalenza francesi e belgi, a difesa del potere temporale del papa, e stanziala a Roma dal JSbS, dopo lo sgombero dei Francesi in seguito alla « Con,-e_112io11e di settembre >l (1864). La legione fu sciol ta ne l 1'870. Anticelere. A nt. I l capo dei celeri, all'epoca dei primi 1·c di Roma.

Anticipazion e. E' aata. facoltà d i concedere anticipe1zioni di fond; - da l ~1inistero del Tesoro a quello dclb Guerra - a i corpi cd enti militari per le lo,,) sµesci in COI}tO cjnquine, per acquisto -cavalli1 sugli as~c:gni di viaggio> ecc.

A. o; cor ·/Ji ed e11ti ,,,;iitari. Sulla base ed entro i limiti d i un proprio bila11cio d i p revisione, regolarmente approvato cl,d Mi11istero, i Corpi mens ilmente r ichiedono a<l u fJìci periferici competenti (uffici di Con tabilità e R evisione di Cor po d'Armata) i l presum i-bile ioro fabbisogno, commisurato, di massima, ad un dodicesimo della totale assegnazione -avuta per ogni s,ngoio capitolo per tutto l'ese::cizio. Q ueste an ticipazioni. me<li.~ntc la presentazione d i assegni intestati al Consiglio d'ammin istrazione, od al consegnatario per gli stabiliment i, vengo,w pagati dalle sezioni provi ntiali d i tesoreria. :Mediar. te rendiconti trim~strali i m~nzionati enti m ilitari danno poi r agione d ell'erogazione delle somme così r icevute,, i cu i avanz i p disavanzi s i ripor-

tano,.d i t r imestre in trimestre per essere poi definit ivamente liquidati a fine esercizio.

A. ai distaccamenti. Essi dc:.-ono far pervenire le loro r ichieste al Corpo dal quale amministrativamente clipcndono, per essere esaminate e, occorrendo, corrette. Il Consiglio, poi, se provvede a rifornire dirctfamenlc di fondi il distaccamento, include nella propria, 'la richiesta avuta dal distaccan1ento. A . del Ministero delle Fi11a11ze a quello della. G11erra. Per mettere i Corpi nella condizione di far fronte alle momcntauce deficienze di cassa rispetto alle periçdic11c anticipazioni loro fatte sugli sta11ziamenti d i bilancio, viene a1111ualmenle anticipata al Min istero della Guerra da quello delle Finanze una somma. prevista e determimsta nello s tato d i previs ione, da ripartirsi fra i corpi medesimi per la costituzione <li -un cc fondq scorta)) i l quale serve anche ad a11ticipare assegni per porre gli ufficiali in grado di provvedersi d i biciclette, di armi e d i pubblicazioni d'indole milita.re; pagamenti di assegni prima della loro sc.adenza in tutti quei casi in cui ciò s ia ,consen tito dalle disposizioni in vigore; spese per l'acquisto di documen ti personali cl i viaggio, di trasporto e di identificazione, dei regolamenti e del." istruzioni da cedersi a pagarnento. Dato lo scopo cui mirano le somme comunque anticipate ad enti, corpi, reparti o persone, esse comporta.no una dctern1inata liquidazione, a più o 1ncno breve scadenza, a. seconda dei casi, e precisamente: ]e somme uscite dalle casse dello Stato devono concretarsi in spese precisate e determinate, per potere co,1 gr.-·are definitivainente sul bilancio; oppure, se cn,,cesse a titolo di prestito, devono avere la controp'lrtita di saldo. A queste operazioni non si provvede ;mii per compensazione,' ma bensì con distinte operazioni d1 enual'<t e di uscita, a fine di ave;e la necessaria sist<cmazione contabile nei diversi conti.

A ntici r a (A11ticyra). Ant. città della F ocide, sopra una penisola del golfo di Crissa. Fu distrutta da Félippo <li :iVlacedonia. Ricostruita, i R omani d urante la pdma guerra 1\lfacedonica, condotti dal console !vf. Vale rio Levino, vi posero l'assedio nel 210 a. C., battcncl0 le mura con macchine, finchè r iuscir/mo ad impad1 onirsene . Anticloro. Iposolfito di sodio (Na S2 03+ 5 II20:. E' stato impiegato come neu tralizzante per il clo~o, assieme· à l carbonato ' di potassio, per impregnare le prime mascÌierette antigas, d i garza o d i mussola e cotone idrofilo, apparse dopo la emissione di tale gas operata di sorpresa dai T edeschi il 22 aprile 1915 contro il se ttore d i Ypre5 (fronte t.ra. Bischoote e Langcmark). E ' un sale incolore, i nal!erabile all'ai·ia e solubilissimo in ac4ua.

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Antietam. Piccolo fiume degli U . che nasce n ella Pensilvania, at traversa il Maryland e s i getta n~I Potomac. Sulle sue rive s i è combattuta la Battaglia d·i Antietam (16-17 settembre 1862), che appartiene nlk, guerra di Si,cessione. Le truppe confederate, coman<l11e dal generale Lee, avevano invaso ai primi cli settembre il 1\lfaryland ed occupato Frcderick. L 'esercito federale, comandato dal gen. •M ac CleLian, forte d i 80.000 uomi-n i, mosse allora da Washington per ricacciare i c,mfederati al di fa del· Potomac, e<I avanzò su cinque colonne verso F rederick, appoggiando la sinistra a l i'Q-


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1.omac; era intenzione del Mac Clellan di interporsi h.1 il fiume e i confederati per tagliare loro le coman1cJ.zio11i coi guadi del Potomac. Il Ì2 settembre l'e,e l'ci to federale giunse a Frederick e l'occupò. Il gen. Lee intanto, conosciuta l'avanzata degli avversari, aveva inviato il gcn. J ackson ad a ttaccare llar pcr's Ferry, ove trovavansi riuniti 12.000 federali col gen. \\'hite, cd in attesa che J ackson, esaurito il mandato, lo raggi,m gesse, s i ritirò. da Frederick vers.o Hagerslown , temporeggiando con azioni di rctroguard ia, deciso a dJ.r<: battaglia solo con le forze riunite; a questo <;Copo c6 1, fece occupare dalla sua retroguardia i passi delle _Sout11Mountains a llo scopo di coprire Jackson attirando su di sè i federali. Infatti Mac Clellan si gellò alle sue calcagn,c trascurando d i soccorrc1·c IIarper's Ferry. La sera del 13 l'esercito federale era d islocato p1~sso Frederick, con la cavalleria all'estrema deslra vers,., Get tysburg, meno una brigata sulla sinistra a guardia de lle comunfcazioni. li giorno dopo i fedcr:ili attaccarono le posizioni delle South-:'.lfountains tenute dalla retroguardia dei Confederati (div. Hill) e dopo vi\'U com battimen to li costrinsero a ritirarsi con una mi-

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Jackson giunse con i suoi andrndo a prendere po.;'zione sulla sinistra. All'alba del 17 la battaglia r ip, cse; i federali continuarono nello sforzo per avvolger(; la sinistra nemica, cercando di respingere le truppe d, Jackson, ma questi verso mezzogiorno, ricevuti rinfor1.i, sferrò un con trattacco, riuscendo a uontcncre per un poco gli assalitori. Ma, davanti ad un nuovo podcr,,so attacco, le sue truppe, sfin ite, dovettero a lfi.ne cede,~ terreno; l'alla<cco tuttavia non fu condotto a fondo. Anche al centro e sulla sinistra i foderali non ottennero altri vantaggi; sulla sinistra specialmente l'attacco _,_ vre bbc tagliato le comunicazioni a l gcn. Lce; e questi, che aveva compreso !'importanza della posizione, a\·e,·a pro\'veduto ad una buona difesa; cosicchè gli sforz i dei federali s11 quel p unto furono rin tuz?.ati. Il resto della giornata lrascorse senza u lteriori tentativi d'ambo le pani per la stanchezza delle truppe. l i giorno dopo i due avversari r imase ,·o <li fronte: i federali, in attesa d i r in forzi, aYCndo esaurite le forze nel doppio attacco avvolgente, anzichè concentrare ogni energia sulla sinistra che avrebbe deciso la giornata in loro favore; i confederati per le perdite subìte e per la loro inferiorità. numerica e scarsità di munizion!. Per le quali ragioni il gen. Lce, approfi ttando dell' inazione a vve rsaria, il 19 abbandonò le posizioni ritirandosi dietro il Potomac. Ambedue gli avversari si attribuirono la vittoria, ma in effetto l'esercito federale, pu r non essendo riuscito a ba ttere i confederati, ottenne l'intento di liberare il :\raryland. 1 federali perdettero a South .:\fontains 2300 uomin i e 12.500 ali' Antictam; i confederati perdettero cou1plessivamcn te 15.0'J') uomini.

Antignano (Ant. A11t.inia1111 111). Borgo del Piemon te, ncll' Astigiano, anticamente fortificato. Gli astigiani lo distru!..sero sulla fine del secolo XII, quando erano in lotta con Tommaso di Savoia .

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Antigonea. Ant. città dcll'Epiro p resso i monti rauni. Vi si combattè nel 230 a. C. una battaglia ita. Epiroti e Illirici, questi u ltimi in numero di 5000, c0mandat i da Scerdila ida, cognato della regina Teuta. Gli Epiroti vennero completamente sconfitti.

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C:=:J Conl'edera// (17-IX)

naccia di aggiramento. Dopo questo combattimento, i confederati s i ritirarono dietro I' Antietam, schierandosi presso Sha rpsburg a difesa <le i tre ponti sul tiume, mantenendosi in comunicazione con Jackson, che frattanto aveva costretto i federali di Harper's Ferry a c.lpitolare, catturando 11.000 uomini, 60 cannoni e grandi magazzini. Jackson si dispose a raggiungere L cc. Mac Clellan decise d i attaccare a fondo pei due poi,I i estremi, cercando d i a.vvolgcre le a li d el nemico, !.mpcgnandolo frontalmente con azione d imostrativa. x~1 pomeriggio <lei 16 si svolse un violento duello ò i artiglieria ed ebbe inizio l'a tta cco avvolgen te; l'ala oes tra federale riuscì a passare il fiume iniziando l'av,·olgimento della sinistra dei confederati. Sopraggiunta la notte, la battaglia ebbe w,a sosta; nella notte s lessa

Antigono (Mo1iocolo o Ciclopo). Generale di Ah;sandro Magno, n. veno il 382 a. C. Alla morte del conquistatore macedone ebbe le provincie della Frigia maggiore, della. L icia e d ella P anfilia, ma I'crdicca, nom ina to reggen te d,l Arièeo, avendo formato il disegno di impadronirsi di tutta l'eredità. d i Alessandro, giur~ la rovina d i Antigono nel quale vedeva un ostacolo al raggiu ngimento de lle sue mire. Avuto sentore del pericolo cile lo minaccia\'a, Antigono si rifugò col figlio Demetrio presso Antipatro in ~Iacedonia.. La morte che colse P erdic-ca in Egitto, lo liberò <la ogn i timote ed Antipatro, proclamato reggente, gli restituì le sue ))1'9· vincie con l'aggiunta. della Susia.na e gli d iedè ù1ca.rico di muover guerra ad Eumenc, che n on voleva sottoporsi all'autorità del nuovo reggente. Antigono disfece completamente Eumene e lo costrinse a rihgiarsi con un p i-ccolo corpo d i truppe in Nisa, fortev,a inespugnabile sui confin i della Licaonia e della Cappadocia; quindi, tenendo investita questa p iazzafortl', si d iresse verso la P is idia, dove sconfisse Alceta ed Attalo, i soli generali che ancora opponessero resistenza ad Antipatro. Dopo la morte di questi, avvenuta nell'anno 319, le circostanze favorirono le mire ambiziose


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d i Antigono il quale' s i rese· quasi complcta.1n en té padrone d el!' Asia.. Sostenendo le part i di Ca.5sandro tiglio d i Antipatro, escluso dal padre dalla reggenza,' còmbattè nel!' Asia Minore, in Siria, in · Persia e nella M~dia • <:onlro le truppe del reggen te, comandate da Eumene. Dopo due anni · di guerra, nella battaglia di Gabiene dell'Jnno 316, inflisse una grave sconfitta al ge•• nera le avversario e avutolo nelle man i per tradimento lo fece mori re. Questa vittoria lo rese il p iù potente di tu tt i i generali di Alessandro; assunse un a tteggia-

men to dispotico : tolse o concesse il governo <lelic provindc a suo piacimento, condannò a mor te alcuni generali che non volevano sottostare alla sua signoria, si impadronì degli immens i teso'r i radunati ad Ecbatana e si d iresse verso B abilonia pe1· h1sed ianisi sovrano. Allora si formò una coalizione generale con tro d i lui, capitanata da Seleuco, Tolomeo, Cassandro e Lisimaco, e la guerra scoppiò violenta. e si protrasse pèr lunghi ann i con alterna v icen<la. La battaglia <lecisiva ebbe luogo nel 301 a. C. p resso Ipso nella Frigia . Antigono, già vecchio di 81 anni, radde in questa battaglia ed il suo esercito fu pienamen:e sconfitto. Il figl io D emetrio si salvò con la fuga ma non potè · p iù riparare a l disastro _ toccato e i dominii di Antigono furor\o divisi fra i conquista tori.

Antigono Gonata. Nato a Goni in T es,aglia da D emetrio Polio rcete, m. nel 242 a. C. Nel 278, fattosi ,proclamare re di Macedonia, liberò il paese fd.a una i nvasione di Galli. Caccia to dai su.o i Sta.ti da P irro re dell'Epiro nel 274, non vi r ientrò che dopo la morte di -•ucsto pr h1cipe. Riuscì !l riconquis tare una parte '.leJl.a Grecia e s' impadronì di sorpresa della cittadella d i Corinto.

a rmi e degli sch iavi in èlfar Rosso, radiato nel 1914 ; lunghezza m. 21 ; larghezza m. 6,30. Il suo comandante, tenente d i vascello Carlo· Graibau, il 3 dkembre 1903, in un'azione sulla costa somala migiurtina. 1 Durbo, contro una ti·ibù soggetta a l protettorato it1lmno, fu ucciso •da un colpo d i -moschetto tirato da terra.

Antimuro. ll m uro ,interiore di due •muri pa ralleli, fra i quali usaYasi fare un r iempimento di terra . Antiochia (.4 ntdkieh). Città della Siria, sulla sin. c.lcl!'Oron te, fondata, o almeno resa grande, da· Seluco N icatore. Nel 164 a. C., un a vventuriero, certo Filippo, approfit tando della mor te di Ant ioco · IV Eupatore in Ilabilonia, s i impadronì d i A . Ma Antioco V lasciò l'a;;se<l io d i Gerusalemme èd accorse contro F ilippo, il q1.1alc tentò ma senza successo di difendersi. La città. venne presa <l'assalto e l'avventuriero messo a morte. Nel 64 <le- C., per opera di Pompeo, A. cadde i11 pot<irc dei Romani. K el 51 a. C. il questore Caio Cassio Longino, <lurante la guerra Partica, venne assalito in A . da due p rincipi dei Parti, certi Pacoro e Osa.ce, ma riuscì a sconfiggerli . Nel 250 d . · C. il re Sapore assalì e prese ~. devastò An( iocb ia; troppo tardi giunse in soccorso della ci ttà l'impeni,torc Valeriano, il quale provvi<le a i lavori .Ji ricostruzione.

La città, costruita alla base di uno sperone di montagne, cinta ,d i mura e tord che salivano sullo ~pc-

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Antigono Dosane. Re d i l\facedonia, n. ne l 263, lll. nel 220 a. C. F u reggente d el regno per conto d i F ilippo, figlio di Demetrio II, e divenne re di Macedonia. n el 229 a lla morte del giovane principe. Assicurata la pace all'in terno del regno si alleò con gli Achei contro i Lacedemoni, battè Ì1 re Cleomene à Scllasi:i. e si impa<l1 onì d i Spal·ta. I n seguito respinse una invasione di Illir ici e morendo la~ciò il regno a F ilippo suo nipote.

rone medesimo, era inaccessibile d a ovest e da. sud : la.ti nord ed est, in piano, erano fortificati - verso il 1000 - con doppie grossiss ime · nl\lra,' protette da -36/) tprri. Una robusta cittadella e1:a. stata costruiti, a occiden te, sopra una collina. isolata, al margine della cin:a.

Antilope. Sam buco a vela, costruito a Gedda, a cquistato nel 1902, per - la re pressione del traffico delle

T. Assediq di An tiochia (54ù d. C.). D opo aver [jr,C so T iro, Cosroe· pose .l'assedio alla città <l i A.,: la qua-

Le ant.lcbc mura di Antioch,a.


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,·csi e di Pisani, e il pericolo diede loro nuova lena. Si decisero es•i a stringere completamente la città, costruendo opportune opere fortificate nei luoghi piit adatti, ed elevando torri di legno e 1ri'acchine per battere le mura. L 'Emiro tentò di opporsi, e ne seguirono accan iti combattimenti, term inati con la sconfitta dei Saraceni, i quali si ridussero alla difesa della piazza, U. L'imperatore Giustiniano fece ricostruire A., chi:1senza potere più oltre scendere in campo aperto co:1 mandola Theopolis; es~a raggiunse nuovamente un:>. 6ortite. Sulla fine del 1097 venne fatto u n tentativo sanotevole prosperilà., ma nel 638 essa venne assalita ~ raceno di liberare la città, e un esercito partito da presa dai Saraceni. 1 Romani, comandati da C'<cstorio, Damasco ,•e1me fronteggiato e battuto i! 3 I dicembre uscirono dalle mura e offersero battaglia agli avverda un corpo di 30.000 Cristiani comandati da Boesari, ma, dopo accanita lotta, vennero sopr:.iffatti e tamondo e da Roberto II di Fiandra. Un secondo tengliat i a pezzi. Il 21 agosto Abu Obeida, capo dei Sa1ativo, eseguito da un esercito saraceno costituitosi ad raceni, entrava in A., la quale risparmiò il saccheggio Aleppo, venne a sua volta frustrato il 9 febbraio nella versando una forte somma al vincitore. Nel 975 Ni,;tvalle del!'Oronte dai Cristiani comandati da Boemonforo Foca riprese A. ai Saraceni, ma questi riusciro:10 a ritoglierla ai bizantini nel 1080. · do. Il terzo e ullimo tentativo fu fatto dall'Emiro e!: Mossul. Contempora neamente un armeno ngli ordini di TTT. Ass~dio e battagliCL cli AntiochiCL (109-7-1098 d. llaghi Syan, certo Firuz, o Firoo, comandante di una C.). Appartiene a lla prima crociala, e fu posto, il '!l torre, offerse a Bocmondo di aprirgli le porte. Il prinottobre del 109ì, alla città, difesa dall'Emiro Acciano cipe cristiano convocò allora i suoi colleghi, offrendo ( :\kki o Baghi Sym1), ii riuale aveva iOOO cavalli e 20.000 fanl i cd era partigiano dell'emiro di Bagdad. I Cw-· loro la città a patio di avcme la signoria. Ciò convenuto, il 3 giusno 1098 Boemondo ebbe dal Firuz ia cia1i in numero di 300.000, comandati da Goffredo di torre chr questi comandava, e di riui irruppe in ci ttà, Duglionc, si schierarono nella JJianura presso il fiume; mentre i Cristiani attaccavano violentemente le mura. di fronte alle mura o rientali i francesi del nord ed i I Saraccn i, sorpresi, fecero debole resistenza, e incoXorma.nni, di fronte a quelle settentrionali i Loreneminciò il massacro dei difensori e degli abitanti, nel si, i Provenzali, i Fiamminghi. Gli a ltri la ti della citquale perì lo slesso Baghi. Solo la cittadella, nclb tà, imprendi bili, non furono neppure guardati da picquale si era chiuso un figlio dell'Emiro, resistette. coli reparti. >=e derh·ò che di qui usch-ano torme di :Ifa i Cristiani, tre giorni dopo, <ljventavano, da asscorridori dell'Em iro, i quali si diedero a molestare il sedianti," assediati, chè l'Emiro di Mossul, Kcrboga, campo cristiano intercettandogli le vettovaglie, e ridugiunto troppo tardi per impedire la caduta di Antiocendolo in terribili condizioni per la carestia e le mach ia, la circondò con un esercito d i a lmeno 300.000 u., lattie. Gli assalti che vennero dati alle mura dagli assedianti 1furono sanguinosamente i·espinti. Frattanto giunche alcuni storici fecero ascende!'e fino a 600.000. Un assalto dato di viva forza non essendo riuscito. l'Esero loro rinforzi. fra i quali anche schiere di Genomiro pose il blocco, limitandosi a guerra guerreggiata soltanto cbl!a 1>arte della Cittadella. J.a. carestia infierl prestissimo 01ellc nJe dei Cristiani, e considercvol·c fu la diserzione, chè non pochi si calavano <-\alle mura e cercavano di raggiunge·re ,la costa del :11editerranco attravcr30 il blo~co. ~er far fronte a questi pericoli, venne eletto ca.po supremo con 1)Ìcni poteri Boemondo, il quale, ristabilita energicamente h disciplina nelle truppe, usci il 23 giugno dalla città. con circa 150.000 u., chè tanti ne rimanevano dei 300.000 che a vevano assediato Antibchia, e venuto a battaglia con l'esercito di Kerbc.ga, lo d isfece completamente, im possessandosi del 11:cco campo dei Saraceni. La cittadella immediatamente s i arrese. Così i Cristiani riuscivano, per a.llora, ad a.,;sicurarsi il possesso di Antiochia, al quale avevano contribuito Veneziani, Pisani e Genove~i, con k 11) Campo <li GolTrc<lo; b) campo <li Ralmonclo: e) campo dt no1>emo; <Il Campo <li loro flotte, continuamente 111 mvuocrnoncto; e) l'()ntc d i l\arch0' ctei r.,·oeiatl; f) Ponte In pietra del Saraceni : g ) Torr-e 111 Pi roo ; h) (.'i ll,ulella; !) Forte ,·os truito dal Crl,UiLlli ctopo la p resa della clllil to a por tar vettovaglie. le era allora una delle più ricche città dell'Oriente romaoo. La difesa fu strenua, ma il numero dei persiani prevalse; le mura furono scalate, e orribili stragi e saccheggi durarc,no alcuni giorni, finchè, spogliata di tutte le sue ricchezze, A. fu per ordine di Cosroe data alle fiamme, nel giugno del 540.


603 TI. Assedio di Antiochia ( 1137). Fu posto alla cttta. nell'estate del 1137, dall' imperatore di çostantinopoli, Giovanni [I Comneno, allo scopo di ridurre all'obb! dicnz:t e a l vassallaggio il principe Raimondo d'Antiochia, conte del Poitou. Questi, dopo una forte res:s1cnza, dovette aprire le porte e venire a palli riconoscendosi come v:i.ssallo dell'I mperatore. 111. A uedio di Antiochia ( 1268). Appartiene alla riconqu ista della S iria per opera dei ?lfosulmani. Il su!tano d'F.gillo, T!ibars, mosse contro Boemondo VI, signore d' .\ntiochia e cli Tripoli, e ne sconfisse l'ese:·ci to in campo aperto, così che Bocmondo s i riduss<. entro la cerchia deHa città. Il 16 maggio Bibars vi pose l'assedio, e il 19 diede l'assalto, riuscendo a super a re le m m a e a invadere la città, recandovi la strage e il saccheggio. J. venne incendiata, i difensori in gra·, parte massacrati, le donne e i fanciulli falli schia,•i. A. venne in pote~e dei Turchi n el is I 6.

;nando supremo dell'armata romana e allenta, e viene a battaglia nel golfo di EfeAo, p resso i l promontorio <li ::\Iacria, con la flotta di Antioco. La vittoria di Regillo è decisiva per il dominio del mare, e Roma può portare finalmente la guerra in Asia, attraverso l'Ellesponlo. I .'esercito è posto agli ordini di Lucio Corne lio Scipione, contro il quale, dopo vane trattative <li pace, muove Antioco. E la battaglia di '.Magnesia pone termine alla guerra contro Antioco; il vinto re ouiene la pace, obbligandos i a pagare una fol'te somma ed a sgo,nbrarc t,ttla l'Asia '..\linore.

Antipatro. Generale macedone, luogotenente di Filippo e di Alessandro, n. verso il 397, m. n el 317 a. (.'. Durame la spedizione d' :\sia, incaricato da Aless. ndro del · governo della ~\l[aceclonia, riuscì a p:tcifica1 : anrhe la Tracia ed il Peloponneso. Dopo la morte <lei conquistatore, nella spartizione ~elle provincie fra 1 general i superstiti, An tipatro conservò la Mace<lo,1ia A 11tiocl,ia s11/ J.fca11dro. Ani. città della Caria, o.li cd ebbe a comballere contro i Greci sollevatigli contro cui scarsi avanz i sono :i. 6 km . a sud-est di Kuyu i:i. da Demostene. Vinto r,resso Lamia, rimase asscdiaw Nella primavera del 1211. vi s i comballè una battaglia, nelb citt:'t, da cui fu li berato da Cratere. F inahnent~, d,e appartiene all'epoca della l V Crociata, fra Teodoro rimasto vincitore· degli Ateniesi e dei loro alleati aiia Lascaris, imperatore d i N icea, e il sultano d'Iconio, battagl ia di Crannone, prese Atene e vi pose 12.000 11. Gaiase<l Kaicosru. Quest'ultimo, che aveva con sè i\di guarnigione, e non accordò la pace che a conlessio Ili. imperatore spodestato di Costantinopoli, vendizioni durissime (322). In seguito entrò a far pa:t·: ne sconfi tto e ucciso, e Alessio fatto prigioniero e chi:i- · della coa lir.ionc contr o Per dicca e morì in età rnolt;i so in un convento dove terminò i suoi giorni. a\'anzata. Antioco. V. Seleuci1li . La g11crra di .l11tioco III c()11tro Roma (192-190 ,l. C.). Nel 19~ a. C . il re Antioco III ave,•a accolto con i;randi onori Annibale, esule volonta rio da Car tag ine dopo I:! ,econda guerra punica, e Roma, già in pensiero per l'espansione vi!(orosa degli stati di Antioco, aveva ciò considerato co1ue una d ichbrazione di gue,·ra . .Ma le ostilità si iniziarono soltanto nel 192. quan do Roma i1wiò t ruppe a fronteggiare quelle che Antioco aveva nella Tracia, e a proteggere i propri presidi. In i,.iatesi subito le ostilità, Antioco invade fiso'.a di Negropcfnte, ba t te a Delio 1111 corpo romano, cattura i presidi romani nell'isola, passa in Tessaglia e ma :da truppe ad assediare Larissa. Il •presidio romano è salvatG da un ,orpo cli 2000 u. comandati d al tribu1,,, .\ppio Claudio, tem!)('stivamente invbto dal pretore ,\I llcbio Tamfìlo, il quale era sbarcato con 25.000 u. l~ Apolloni:t. La lot ta l1a una sosta durante l'inven;o, e riprende nella prima,·era del 19 1. Allora Roma era ri..iscita ad invia re in Tessaglia 40.000 u., J ei qual i aveva il comando il console Man io Acilio C labrione, e una potente Aotta, comandata dal pretore Caio T,ivio Salinatonc:. Ant ioco concentra le sue forze alle Termopili, do,·r è a!l.aalito, sconfitto. costretto a riparare nel!' Asia 1\1inorc, non restando in suo potere, in Europa, c~.G la Tracia . Roma deve portare or a la guerra in A,b, ma prima sJ)('lta alla sua flotta di assicurarsi il dominio d e l mare. E il pretore Salìnatore, con 106 n:ivi, cerca e· trova presso l' isola d i Samos, l' ammiraglio 4li .\ntioco, il siriaco Polixeni<la, e lo batte, ma in mod:, non <.lecisivo; avvicinandosi l' inverno, le Aotte rimangono inatth·c. Nena primavera del 190, incominciano di nuovo ;.. operazioni navali, con intervento d i una squadra raccolta da Annibale, la quale è battuta da navi rodiane, :dlcate di Roma. Frattanto sopraggiunge Lucio Emilio l{cgillo, con un r inforzo di navi ; egli assume il rn-

Antipntro (Lelio Celio). Storico romano, forse di ,,_ rigine greca, vissuto al tempo <lei Gracch i ( 120 a. C\. Compose una « Storia della seconda guerra punica " di cui :Marco Bruto fece un compendio.

Antiporta. Opera di fortificazione innalzata avanti n lla port,\ della città o forte per di!endcrla vicmaggiorn,entc. Usavasi nei secoli an teriori alrinvenzic•nc della polvere, ed era una parte importante della fortificaz ione delle terre. ("Grassi). Antirio. Grossa fortezza che si trovava alla boc::i del golfo di Corinto, d i fronte ad altra simile, della Rio. Entrambe erano state ricostruite su opere antiche e rafforzate dai sultani J3aiazet e Solimano. La prima era sopr:i. il promontorio settentrionale, l'altra ·sul meridionale. Entrambe avevano grosse mura, e parecchie torri, e ba11eric casamallate. Contro queste fortezze, ne l 1532, l'arma ta nava le d i Andrea Doria, dopo le imprese di Corone e Patrasso, si presentò e mise a terra un grosso corpo di truppe comano.latc dal Tutta• villa, conte di Sarno. Il castello di Rio si arrese senzJ tirar colpo: quello di .'lntirio, difeso da circa 500 u .. fece ùwcce st:·et1ua rc&istenza. Si dovettero sbarcare grosse artigl ierie dalle navi, e cost ru ir batte rie e t r in cee, ciò che fu opera intelligentemente eseguita da Cris toforo Doria; si dovette combattere un corpo d i Turchi uscilo da Lepanto, e .t questo provvide il Tutta1·illa, ricacciandoli là donde erano venuti. Infine, il bornba rcbncn lo ciei Cristiani rovinò le 1nu ra della fortezz:i.. così da permettere l'assalto. I Turchi ~u persti:i allora. r itiratisi r.el masti~. dettero fuoco alle polve~i, e saltarono in nria insieme con buona parte dei d ifensori (25 ollobre 1532). Anti sepsi . V. AseJ,si. Antlsi lurante (Artiglieria 11avale). La difes:i di una nave da battaglia dagli attacch i del naviglio silu-


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604( intorno a i_ 900 ms.). L 'organizzazione della d ifr,,t antisilurante a bordo di una. nave da guerra comporla l' impiego e l'addestramento di un r ilevante· 11u·mero <li vedette, che si alternano di 2 ore in 2 ore nel serviz io di esplorazione e di stopc,rta. e fanno servizio in tutti i punti c,levati della n ave.

rante richiede unct organizzat,ionc ed un 4u·1na1nento di artiglierie che chiamasi amisilurante. I cannoni sono di piccolo e medio calibro: in generale 152 m/m, 140, 130, 120, 105, 102, 88, 76 m/m. Caratteristic:i principale d i quc5tc armi è q11olla di per mettere una grande rapidità di tiro per respingere attacchi che !'i svolgono con grande velocità. Ogni nave da battaglia, oltre al calibro maggiore. è sempre dotala di un ragguardc\'o)e numero di bocche da fuoco antis ilu ran ti, numero che varia dal 18 ai 24 cannoni di5Posti sui fianchi e suddivisi in quattro sctlor i a seconda che devono serl"ire a difendere la nave dagli altaccl1i di prora a dri tta o a s inistra, e d i poppa a dr itta e si-

Antisommergibili. Chiamansi a:,;t,sommergibi!i tutte le misure che i n caso di conflitto ~i prendono p rr impedire ·o menomare le offese che i sonuncrgibil i nemici potrebbero recare alle proprie unità da guerra, "ai piroscafi, al traffico e alle opere costiere. Prima della grande guel'rn non si aveva un'idea della 01'gani7..zazione vastissima che un tale problema impone, ed i sottomarin i tedeschi, ·avendo trovato l'Intesa del tulio impreparata. in questo campo, poterono, per un certo tempo, mÌJiacciare molto seria.mente le nostr~ comunicazioni e compromettere l'esito definitivo delh lotta. E' soprattutto il 1917 l'anno culminante dell'offesa dei sommergibili, in cui l'I ntesa vede per un momento sfuggirsi di mano la vittoria. malgrado gli sforzi fatti fino allora per terra, e per ma.re con le· unitil di superficie. Cifre eloquenti dicono che la campagna ad oltranza dei sottom~rini, d ichiarata dalla German ia, aveva raggiunto un massimo che sc fosse continuato ancora per qualche mese avrebbe costretto chiedere la pace per mancanza <li materie gli alleati prime con cui r iforn ire gli eserciti e le popolazioni . Le perdite in tonnellate del naviglio alleato durante il primo scmestrcl 1917 sono infatti le seguenti:

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Bauerla antlsllurante cli mc•dli calil>rl sul fianco di una 111oclerna nave da g-ucrra. n istra. Ogn i settore è comandato da un ufficiale, sia in comballimento che i n n avigazione; detto ufficiale risiede in un posto di comando situato in punto elevato cd avente tutti gli strumen ti per la rap ida previsione del tiro. Ogni pezzo antisilura.nte ha personale per due armamenti, che s i alternano di ~ervizio ogni quattro ore di giorno e di notte, per la difesa non solo dalle siluranti d i superficie (mas, torpediniere e cacciatorpediniere) bensì anche da quelle subacqu~e (sommergibili). Ad ogni settore corrisponde un adeguato numero <li proiettori che servono ad illuminare eventualmente il bersaglio. I cannoni antisiluranti pos•ono essere su affusti singoli, oppure a culla binata; hanno io generale l'apertura e chiusura dell'otturatore automatica, in modo da poter eseguire, volendo, anche un grande numero di colpi al minuto. Con un cannone da 102 si arriva facilmente a 15 colpi. I l .rifornimento delle munizioni è a ltrettanto rapido quanto la possibilità di tiro, ed il puntamento è pure agevole, potendo essere fatto sia· -direttamente dai puntatori, sia da una posizione centra le ( in vicinan za del comando di settore) con apparecchi che manonano i peni elettricamente, mediante apposit i organi al.servi ti d i comando e di trasmissione. In questo secondo caso, contemporancamen.tc a l pÙntamento dei can non i s ul bersaglio, an-icnc anche il puntamento (non l'accensione) dei proie ttori. La preparazione del tiro, ossia la. previsione successiva delle varie posiz ioni del bersaglio prima di c..cguire il fuoco, è fatta durante il giomo mediante apparecchi riel tutto s imi li i quel li che servono per il tiro delle grosse artiglierie, ma convenientemente sen1plificati per J"Cnderne pit1 r apido il funziona.mento. Durante la notte si esegue il tiro d i sbarramento a distanza prepa rato, a meno che non si riesca .i.' ·vedere distintamente il bersaglio.- I cannon i . an tisiltira.nti, corno quelli antiaerei, hanno una forte ,·elocità iniziale

Gennaio 324.000 tonn. A !>rile 870.359 tonn. Fcbbrn io 500.573 >> ~faggio 589.754 )> ~farw 555.991 " Giugno 675.154 " G li affondamenti di questo semestre sono i più numerosi di tutta la guerra per due ragioni : l O perchè i sommergibi li germanici a,·evano raggiunto la loro massima efficienza;, 2° perchè le m isure antisomruci·gibili degli alleali erano ancora nel periodo di sviluppe> e non poterono <lirsi veramente efficaci che dopo il wesc <li aprile dell'anno in questione. . L'organizzazione dei 111ez1.i antisommergibili può dividersi in tre categorie:

Mezzi attivi : rappresentat i dalle unità cacciasommergibili ()LA!S.), dai sommergibili impiegati contro i sommergibi li, da i cacciatorpediniere, dalle cannoniere d i scorta, dalle navi trappola, dall'armamenlocou a r tiglierie de i piroscrufi, da.Ue bombe ant isommergibili, ccc. Mezzi passivi: le ostruzioni rctali, i campi minati, la formazione in con vogli per la navigazione dei piroscaJi, le rotte obbligate, )'armamento con artiglieric:<lei porti d i 1·ifugio, ecc.

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Mezzi ausiliari: impiego dei dirigibili per l'esplor azione delle coste, l'impiego d egli idrofoni per l'ascoltazione subacquea, la. pitturazionc speciale dei piroscafi, il sisterna d i i1~for111azioni per segnalar~ in ogni istante la presenza dei sommergibili avvistati ( rad iote legrafia su tutti i piroscafi, ecc.). Esaminiamo rapidamente questi mezzi: Cacciatorpediniere. Le unit~ più efficienti di questotipo sono u s,~te per la prntezione de lle flotte durante le navigazioni. Quelle meno efficienti sono adibite ~1 servizio delle crocier·e d i protezione dei principali porti di approdo e alle scorte dei convogli di piroscafi. I

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cacciatorpediniere possic<lono le bombe antisommcr_gibili e i camion i lanciabombe; a lcune unità sono pure munite di idrofoni. M. ,1 . S. Vengono usali a squadriglie pe r la perlustrazione in ,·icinan2a dei porti di approdo delle Ilolte -0 dei convogli di piroscafi. Per la poca pesca,gione, le dimensioni ridotte e la grande velocità, il M. A. S. è pressochi· in,·ulnerabile alle offese del sommergibile mentre, d'altro canto, è molto temibile perch& quando .': adoperato a gruppi di quattro o sei unità (squadriglie) l,,,nc addestrate nell'uso degli idrofoni, riesce a jndividuare con grande approssimaz ione la zona nella quale lrol"asi in agguato il sommergibile <' lo rag-

Dirigibile per rsplorazlone sul mare. giunge anche se questo sta a grande p rofondità. seminando lo specchio d'acqua d i bombe che scoppiano 1ì110 a 30-40 metri s01t·acqua.

Cam1011iere di scorta. Sono così denomiuate delle -unità di 500-800 tonn. circa di dislocamento, armate con cannoni '<la 102-1 20 m /m destinate al srn·izio di scorta dei convogli di piroscafi. Dette uniti hanno naturalmente una dota,:ione di bombe antisommergibili -cd un·a; vcloc_ità. intorno alle 16-18 mg., •e cioè :più che sufficiente per accompagnare i convogli. Sono d i costruzione più · rapida cd economica dei cacciatorpediniere e per questa ra~ioat vennero t'ip1·odotto stL .larga scala, durame la guerra. specialmente daU'Ingbillcrra che le : qcnominò unità tipo P .

YOlta avevano a bordo equipaggio numeroso in modo da poterne impiega.re una parte nel simulato abb:mdono della nave (ammainando tutte le imbarcazioni) mentre il rimanente dell'equipaggio stava nascosto die·tro i cannoni. Quando il sommergibile giungeva bene a tiro si abbattevano i portelloni <li murata, cl}e fino allora ,ivevano nascosto le artiglierie, e si vomita-:a sul sommergibile una rapida serie di bordate che il. più delle ,-olte lo inutilizzarn. Dopo le prime dolorose esperienze i tedeschi divennero p iù accorti, ma In presenza delle navi trappola scr\"Ì a rendere p iù circospette r meno baldanzose le operazioni dell'avver, sario contro i piroscafi in generale .

Arma111e11to di artiglieria dei pirosrafi. \'enne adot, tato, cd è prcvi$to tuttora in caso di mobilitazione, pcrcbè tutti i sommergibili sono armati d i cannone e si è constatato durante la guerra che molti affondamenti avvenivano di preferenza coi cannone o con le bombe poste neUe sti,-e dal personale dei sommer~ibili appositamente sa.lito a bordo, anzicbè col silurn. La scelta di queste armi in luogo del siluro, :fi.ncbè i piro~cafi erano inermi, si spiega chiara.mente col fatto rhc uu siluro costa di verse centinaia di migliaia di lire, occorrono molti mesi a costruì.rio e ogni sommergibile non ne porta che un numero esiguo (da 6 a 12), mentre le munizioni da cannone e le bombe sono meno costose e di più age,•ole impiego sotto molti punti di l"ista. Essendo il piroscafo armato di canuon i pt1ò ingaggiare duello col sommergibile obbli gandolo a sommergersi e a lanciargli i siluri se vuole aver ragione. In questo modo si accorcia grandemente l'autonon1ia de l sommergibile perchè talvolta l' uniuì è costrella a tornare in porto per mancanza di armi di offesa, meiltr~ dal lato viver i e combustibile avrebbe po~uto rimanere anc0 rn mohi g iorni in crociera ( un sommergibile · può rimanere in mare senza rifornirsi anche un mese continuato, ma se ne lla prima settimana ha occa,ione <li lanciare tutta la dotazione d i b o 10 siluri è CO$!retto ugualmente a tornare in porto\, I calibri con cui si a rmano i pi roscafi sono il 152, 120 e 102. Apposite leggi prescrivono che fin dal tempo di pace alcune cat~gorie di piroscafi ricevano le sistc-

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Sommergibili. · Furono imp_iegati con ' ottimo r isultato P\'r dare Ja caccia ai sommergibili avversari, man dandol i ad incrociare ·nei paraggi p,iù minaeci:iti JJ fa, -ccndoli srguiìe· a breve distanza i' convogli deì 'piro~ scafi. Tn relazione al numero \:!elle unità impiegate nella grande guerra in questo servizio, i l numero dçllc vittorie riportate su sommergibili avversari è moltv .ri,levan tc, tanto da far ritenere che in futuro il sistema non verrà. abbandonato, ma · sarà invece particolarmente coltivato. Navi t,·appola (in inglese (( Dccoy-ship ll). Venivano cosl denominate speciali unità che çonservando :n tutta la ,formci esterna l'aspçtto di navi da pesca q 11avi da commercio, avevano nei loro fianchi,_ ben mascherati, dei cannoni, dei lanciasiluri e altri mezzi di offesa. Navigavano a veloc ità lenta e q1;1ando era110 avvistate_ dal sommergibile s i lasciavaJ10 avvicinar.e o magari si fennarnno • simulando tutte le. operazioni fa tte dai p iroscafi n elle oc~asioni consimili. Q\1i1lche

Lanrlo a mano di bomb11 antisommergibile. mazion i. per un cer to numero d i , cannoni, con relativi depositi delle mumz1oni, elevatori, paramine, ccc. Al"cndo così tulio preparato, allo scoppiare della mobilitazione saranno sufficienti d\le o tre giorni per avere i piroscafi armati e pronti. L'organizzazione in tal .senso .arriva fino al punto d i. preparare. nei prin-


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cipali porti di armamento degli speciali parchi di artiglieria e di altro materiale e nell'assegnare, come norma di massima, a ciascun piroscafo il luogo nel quale donà recarsi (che è per lo più il capolinea della linea percorsa dal piroscafo) per ricevere gli apprestamenti beli/ci.

!,SO e del diametro di .30 centimetri, altre lunghe 2,60 e del diametro di JS ccnt. Portano cariche d i tritolo di 16, 30, 50 e 100 kg. T::$istono tipi speciali che oltre a immergersi sotto la nave che le trascina quando " in moto, divergono anche, potendosene in tal modo usare una per parte.

Bombe antiso111111ergibili (o di profondità). Furono ideate durante la guerra. 'Ne esistono di vari tipi e portano cariche variabili da SO a 100 e l JO kg. di tritolo. Possono essere lasciate cadere in mare a ma110, o con tra111oggia, o lancia.te a qualche centinaio òi metri con speciali lanciabombe. Sono munite <l i uno speciale congegno (in generale basato sulla · pressiot1e idrostatica) il quale si attiva non appena la bomba tocca l'acqua (congegno di sicurezza) e poi fa esplodere la bomba quando questa arr iva alla voluta pro• f onditiL Non è necessario che la bomba scoppi a tontatto dello scafo del sottomarino per provocarne '.,1 perdita, ma basta molte volte che esploda ad una dis tanza d i 8-10 metri, pet' provocare avarie tali d a cos tringerr il sommergibile a venire a galla mettendolo così alla mercè delle artiglierie dell'avversario.

La'llciabombe e proiettili speciali. Servono per lanciare le bpmbe nella zona in cui è sospettata la prtscnza <lei sommergibi le; sono a una o due canne. Vennero costruiti su larga scala durante la guerra e

Torpcdfoi d'ti rimorchio. Ogni unità dest inata a dar la caccia ai sommergibili è munita di una o due tor• pedini da rimorchio, le quali altro non sono che involucri riemp iti di esplo,;ivo, 1:mmil.i di a lette idroplane, e uniti a lla nave con robusto cavo di acciaio che ne provoca l'immersione, a guisa di aquilone, quando la nave si meue in moto. Avvistando un sommergibile, l'u.n ità che por ta. la torpedine a rimorchio vi s i lancia sopra a tutta velocità. Il sommergibile si inm1ergcrà a 20-JO metri, ma verrà raggiunto dal cavo di acciaio, il quale scorrerà. sulle sovrastrutture (torr.e tta, 11c~iscopi, cannone, paraelichc) fin.o a portare la torpedine contro lo scafo, dove per il forte urto esploderà. Le torpedini sono munite di speciali .dispositi,; di s icurezza e sono manegg iate med iante apposite gruc. Le principali in uso presso tutte le Marine hanno dimensioni variabili secondo che devono essere usate da M. A. S. o <la -Cacciatorpediniere. In generale hanno forma di sigaro; ve ne sono di que lle lunghe

Ltrnch1bornb<• anll-somrncrgibi If.

ancora si usano su molte unità, specialmente nelle marine estere. Così pure vennero ideati speciali proiettili a testa mo1.za, i quali, urtah<lo nell'acqua, s i immergevano andando a scoppiare qualche metro a l disotto della superficie, in luogo di rimbalzare come generalmente avviene. Apparecchi per il fu.1110 artificiale. Fra i mezzi di difesa passi\'a di cui vennero fornite le navi da guerra e i piroscafi, sono stati ideati degli apparecch i p~r la produzione del fumo o della nebbia artificiale analoghi a quelli usati dal R. Esercito. L 'uso di detti apparecchi varia a seconda dei casi. Se si tratta di proteggere una a rmata navale,. ne vengono provvisti i cacciatorpediniere e il naviglio leggero in genere, i


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l' IJLUJ•azione rii un pll'oscafo p er dlminuh·n~ la vt,ibill1(1

quali portano l'apparecchio a poppa; e siccome nav igano in genera le fiancheggiando le grand i unità, possono, al momento opportuno, mascherare tutta '.<1 formazione, promuovendo le cortine d i fu mo dal!a parte giudicata conveniente. I :M. A. S. ne hanno <li due specie: di quelli che si mettono in funzione rimamendo sulla nave, e d i quelli che possono essere accesi e lasciati ca<lere sull'ac qua. o·ve gallegiano or iginando den~e nubi che si distendono per effetto d el ,·ento. Apparecchi simili a questi ultimi vengono forniti ai p iroscafi, che li u sano lasciandoli cadere <la poppa qua11<lo sono inseguiti dal sommergibile .

SJ,cciale pitttJrazione e norme di navigazio11c. P er aumentare le possibilità d i sfuggire ai sommergibili, vengono imposte ai pirosca.li delle speciali pitturazioni che rendono difficile il d iscernerli da lontano, specialmente qu ando si pro iettano contro le coste. Durante la guerra s i sono inoltre elaborate de lle n orme per la na,·igazione, prescrivendo le tra.versale in convogli, oppure ohbligando a percorrere rotte · prossime alla costa ( per le navi isolate) per ottenere così la possi bil ità -di essere attacca.ti dal sommergibile solamente da un lato (quello esterno rispetto alla costa). Si è infine constatato che quando le navi ca111mina110 a zig-zag si rende molto più difficile la manovra òi attaç_co al sommergibile, e ,per conseguenza è pre..scritto cl1e n aviga11do in paraggi pericolosi s i percorrano rotte alternativamente sguardate di 15°-20° a destra e sinistra della direttrice d i marcia, c:imbian<lo andatura ogni 5-10 minut i.. Impiego degli idrofoni. Tutt i i cacc iatorpediniere, sommergibili, cannoniere di scorta e :!>f. A. S. sono ora muniti di idrofoni (introdotti in servizio nel 191i), allo scopo di individuare, con grande esattezza, la direzione dalla quale proviene il suono. Esistono stazioni di idrofoni dissemina.te a nche in terra ferma, lungo la costa, le qua li concorrono con altri meui cli scoperta a rivelare la presenza degli scafi sospetti. O str-i,zi01,i retali e mine. Fra le difese pass ive che hanno preso maggiore sviluppo v i è quella delle ostru;doni retaii e dei campi <li mine, messi a difesa de i porti d i approdo d elle navi da guerra e dei convogli di piroscafi. (V. Sbarrament i e Mine).

Dirigibili per perlustrazio11e e scoperta. Le principali stazioni costiere vennero munite, durante la passata. gue rra, d i speciali di rig ibili <li p iccola cub~t\u·a, i qua li avevano l' incarico di uscire ogn i volta che il tempo lo permetteva, per andare a perlustrare lo s1>ecchio d'acqua stando a poche centinaia di metri dalla ,.L:perficie. E' provato che in tale condizione è poss ibile veder·c sotto il mare fino alla pro fondità di qu:i.1c be d iecina di metri a seconda delle condizioni di luc•:. I dirigibili furono e saranno coadiuvati da idroplani da ricognizione. Reti trascinate da 11avi da pesca. Un tipo s imile a lla rete <la ostruzione, ma assai p iù leggero, venne usa to durante la guerra, facendolo trascinare dalle navi a ,·apore che, in grande numero, esercitavano nel 1cm1•0 di ,pace la pesca nel )fare del Nord. Tali unità, che hanno uno spostamento da lle 350 alle 500 tonncllalc cd un velocità oraria media d i 10 miglia, portano i nom i d i «<lriflcrs » e cc trawlers ». Vennero munite di reti, lunghe fino a varie centinaia di metri e profonde 10-15 m. al d isotto ciel livello del mare, che ~i trasc inavano a r imqrchio, potent.lo così costituire ron le squadriglie d i drifter: s naviganti in formazione de i veri e propri sbarramenti retali mobili. Anche qucst~ re: i erano munite di torpedini che potevano esploder,! urtando contro il sommergibile. Avvistando un sorte. ma rin o, i drifters, che generalmente erano armati anche con un cannone da 76 o da 57, correvano .;ul posto e lo circuivano tentando d i prenderlo nella loro 1('tc. l\"el 19 15 l'Italia acquistò plrecchie di queste na vi <lai G iappone ; altre vennero mandate dall'Inghilterra; in tutto, c irc,t un centina io. Esse ngirorw sempr~ nel basso Adriatico e d innanzi al Canale di" Otranto, r iuscendo d i grande ausilio anche nelle opcrnioni di sah·ataggio dell'esercito serbo per protegi;erc i piro~cafi dagl i attacchi dei sommergibili. Impiego dei dirigibili e degli aeroplani da bombardamento, Su l finire della guerra si u sarono anche i <lirigibili e gli aeroplani .per andare a lanciare le l,ombe sui sommergibili quando venivano incontrai.i durante i raids o segnalati dagli idrofoni . cost irri. G li aerei potevano abbassarsi a bassa quota. e spesso non erano visti, perchè i periscopi dei sommergibili non a,·e,·ano la visione zen itale.


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PlotLiglia di d1•i rters elle na:viga con la r e te dl~wsa a protezione di un convog-llo. -

Risultati de!J,a campagna a1ttiso111111ergibile nella guerra mondiale. L' impiego concomitante d i tu tti i mezzi accennati sopra, ha dato duran te la guerra d ei ri,ulta ti che possolio d irsi -veramente decisivi e tali da far ritenere che in futuro il compito dei sommergibili sarebbe ben più arduo di quello che fu per i tedeschi durante i primi due ann i di conf litto. S i i visto infatti che fino a\l'aprilc l917 il n umero delle n avi mercantili -affondate è andato sempre crescendo fìnc a raggiungere la impressionante Gifra di 8i0.3S0 tonnellate che rappresen ta -il massimo. In questo Pè· J iodo l'Ingh ilterra non aveva più che poche settimane di nafta di scorta e per gli altri generi di impor tazione si trovava del pari ridotta a · mal par tito. :Ma dall'apri le 1917 le perdite del n a viglio mercan tile vanno gradatamente diminuendo, come si rileva dallo 5pccch io seguen te : 1 ° trimest re 1917 lonn., 1.620.000 2• )) )) )) 2'.23 7 .000 1.495.000 1.273.000 1° trimestre 1918 tonn. 1.143.000 20 )) )) )) 962.000 30 )) )) )) 916.000 40 )) )) )) 178.000 40

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'iic.evcrsa le perdite dei sommergibili tedeschi e a ustriaci vanno a umentando avendosi ·il seguente numero -di sommergibili perduti: Nel I o tr im. ·-1917 : 10 Nel 1o trim. 19 18: 18 )) 20 )) 2" )) )) )) 15 )) 26 30 J) )) 30 )) )) )) 20 )) 21

Germania. Il totale raggiungerebbe la ;:ifra di 185 unità, ma. <li 156 soltanto è stata a ccertata Ja perdita da parte degli alleati. A seconda dei mc;,zi -impiegati per la distruz ione, si sa che: 35 unità vem1cro a ffondcite :con le bombe d a getto; 35 <la mine ancorate; 15 silurate da sommergibili' alleati; 25 prese nelle re.ti dei driftcrs; 20 affondate col cannone o con la torpedine da r imbrchio; 12 distrutte dalle navi trappol·a ; 4 distrutte da navi da guerra o ·da cacciatorpediniere; 4 affondate in egual ma;1iera dai piroscafi; 10 prese n e)le reti delle ostruzioni dei porti; 7 trovarono la fine per effetto di bombardamento di acre, ; 6 furono internate per essersi arrese dopo che erano state danneggia te . L a maggior parte degli affondamenti si verificò nella seconda metà d ella guerra. Le m isure prese era.no dunque efficaci, e servono tuttora di norma.

Antivanguardia. (Denominazione antiqu.ata) . Reparto di truppa leggera, a piedi o a caval!o, precedente l'avanguardia. Oggi si chiama (< Testa dell'avanguardia l> cd è a sua volta p receduta d,t una « Pattuglia dell'avanguardia »·. (V. .-4 vang,,-0.,·dia). Antivari. Città fortificata, con porto, nell'alta Alban ia . Appartenne nel Med io Evo a.i Veneziani, dal 14.50 ; fu conqu istata. dai Turchi nel 1573. v ·e nne presa <lai Montcriegrini il 10 gem,aio 1878, e il Trattato di Berlino, dello stesso anno, ne r iconobbe il possesso al :1fon° tcnegi·o. Antlia. A1<t. Il sifonè col quale si p roietta.ya il fooco greco.

Antofagasta. Città d ella costa già boliviana - e dal 1884 cilen a - ciel Pàei'fico. Ne! s{,o territorio sono ricchi giacimenti d i sal;~itro, i q~1ali furono causa d ella Alla per-dita dei piroscafi si riusci a suppl ire m guerra ·del P acifi co; <lu:·ante , Jà quale, il Cile l'occupò gran parte d a,1do un poderoso . incremento a lle costru• ò(!nZa colpo ' ferire e vi neò una forte bàse, organizza..i,.zion i navali, riuscendosi a varare nel 1917 un tota le d i dovi in cinque reggimenti i Cileni clic : erano· stati eun m ilione circa _di tonnellate di piroscaJì ,e nel 1918 ,un spulsi dal Perù, milione e mezzo. Non si è potuto mai -sapere con esat- _ P resso A. l'ammir. pcr).lviano Grau comandando lo tezza. . qu,4J,t i s01.mner.gibili a bbiano perduto ,c omplcs(r Hµascar l), -ariet~. c.orazzcito, . catturò il trasporto cis inmente, d urante ia grande gucr,ra,. !' Austria e la leno « Rima c », e pochi giorni dopo, (28 - agost-o . L879J, ))

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attaccò n el porto di A. due navi cilene protette da un.J. batteria a terra, danneggiandole; poi .s i ritirò.

Antona (Luig,). Generale, n. a Novara, m. a Parma ( 1813- 1886). Sottotenente di fan teria nel 1841, partecipò alle campagne del 1848-49-59, e prese parte quale Colonnello Comandante del 63° Reggimento Fant.c.ria alla campagna del 1866, meri tandosi la medaglia di a rgento a Custoza (l\.lon te Croéc). Comandò succe,,:, a.men te i distretti m ilitari di P iacenza e di Parma, e nel 1875 fo collocato a riposo col grado di Maggiore Cenerale nella ,-iserva . G·iannino A ntona-Travèrsi. Ufficia le d i complemento, Hlente commediografo, n. a l\!filano nel 1861. Si arruolò volontario a 54 anni, fu destinato alla. III Divis ione di cavalleria e fu ;on essa - appie<la.ta -in linea sull'Isonzo. e poi con la XXVIII Divis. sul Carso. Nei periodi d i riposo si distinse <:ome ~nirnatore delle ti·uppc e si occupò delle « Case cle1 Soldato» . Aveva allora i! grado cli Tene.nte. Ne! . 1917 fu nominato capo dell'Ufficio di I'ropa,;anda del 13° Cor po d'Annata; assunse il compito partecipando <:On le truppe a<l azioni in prima linea e guadagnandosi una med. <l'argento e la -promozione a Capita.no per meriti eccezionali. Dopo Caporctlo, fu a l Piave e sugli Altipiani e poi si dedicò con zelo alla sistemazione del le gloriose sa:mc dei caduti nei Cimiteri cli guerra; venne addetto all'U fficio Informazioni di Udine, insieme col colonnello Paladini, e venne promosso maggiore, a.ncora per m1::riti ,eccezionali.

Antonelli (G. Battista). Ingegnere militare, u. di A9Coli. Nel 1581, militando sotto le bandiere del duca <l'Al ba, fu capo degli ingegneri d ell'esercito che il duca ~ohdusse alla conquista del Portogallo. · Francesco Antonelli. Ingegnere mii., figlio <.lei precedente . Militò, verso la metà del secolo XVII, sotto l'imperatore F erdinando Ili, d a l quale venne nominato ingegnere capo di tutte le forte1.ze dell'Ungheria. Un A .aonelli fu briga<l iere del l'esercito napoletano, cd era cap•) di S . :M. nel 1861, all'epoca dell'assedio di Gaeta, della quale p iazz:1 tra!!ò ,_ resa all'esercito italiano. ·

Antongini (Carlo) Patriota, n. e m. a 'M il~no (1836-1902). Ì\' el 1860 partecipò alla campagna dei M ille. Nel 1866, col grado d i cap itano, a Bezzecca, ferito nella mano destra, impugnò la spada c011 1a sinistra e continuò a combattere fu1chè una n uov.t forita al viso non lo abbat'tè. Riprese ancora le ar-

cu,·lo A11 tongìni

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mi l'anno seguen te e fu a :Yfontana col grado di maggiore. Terminat,, la guerra, si ded icò al commercio della seta. '.J

Antonielli (Anselmo). Generale, n. a Torù10 nel 1865. Sottotenente d'::,,niglieria. 11el 1885, partecipò da Tenente alla can,pagna d'Africa del 1895 e 1896 e fu · p er vari anni addetto alla Scuola d'Applicazione di Artiglieria e Genio. P rese parte alla campagna di guerra 1915-18 q uale ufficiale addetto a.I Comando Genc1 a le d'Artiglieria. cd a l Comando d'Artiglieria della VI Annata, e comandò successivamente il 1° Raggruppa• mento pesa.n te campale e l'ar tiglier ia della 31" Divisione. Collocato in posizione ausiliaria a sua domanda ( l 920) ha raggiunto nel 1924 il grado di Generale di Brigala. Antonietti (Colomba). Eroina dell'assedio d i Rom:i nel 1849 n. di Foligno . E_ra cugina del colonnello :Ma.si; aveva venti a.n_ni. Si era gfa distinta a Velletri a fianco dello sposo, tenente Luigi I'orsio del 2° fant., e si pnd igava. su lle mura ·impavida.mente, incuorando i so:dati e lavorando a r iparare i danni p rodotti dall'artiglieria francese, qu ando una palla di cannone il 13 g iugno, la co lpì a morte: spirò fra le braccia dello sposo e il suo ultimo grido fu: «Viva l'Italia ! Jl. Antonini (Gù,como). Generale, 11. a Prato Sesia, JU. a Torino (1792-1854). Fu ufficiale dell'Impero na.poleoni-co nel 18 I 2, e pa rtecipò a lla campagna d i Russ ia; nel 1830 andò a combattere per l'indipendenza della Polonia, d istinguendosi nella batt. di Grokers ed ottenendovi il grado d i ,;'enerak. Venne condannato a morle da.i Russi, n1a riuscì a riparare in Francia. Partecipò alla ,pedizione Ra.marino del 1834 in Savoia. Nel 1S45, mentre era a :Messina, venne incarcerato come comp iice dei fratelli Bandiera. Liberato. tomò in Francia, donde, nel 1848, si recò in Sicilia ad offr ire il suo bra<:cio alla R ivoluzione d i q uell'anno. O ttenu to il grado d i l\farescia.llo. cercò di organizzare le sear,;e e poco aggucn·ite milizie siciliane, ma andò in urto col La Farin a e col }l'[ieroslawski, e 1·assegnò le dimissioni. Tornato in F ranci~, vi organizzò la Legione eh~ portò il suo nome, ccl era composta, oltrechè di Italiani, anche di france6i e Polacch i (circa 500 u.). Recatosi a Venezia, di qui fu inviato con la d ivisione Fer rari verso Vir.enza, e in combattimento con la retroguard ia del gen. austriaco Thum r imase ferito. Tornato a Venezia, dove ebbe il comando in c;i;po iìnchè fu sostituito dal generale Pepe, si distinse gra1!demente nella difes:i. della c ittà e perdette un braccio, strappatogli da una palla d i cannone n emico a l forte di Margbera. Quind i si ritirò a Torino, <love Iu inscrit to nella R iserv« col grado d i maggior generale. Fu deputato di Cigliano e Borgosesia dalla I alla IV Legislatura. La città di Varallo gli ha eretto un monumento. Legione A nt01ii11i. Corpo di volontari fra i quali anche Francesi e Poh1ccl1i, reclutati nel 1848 fra gli I-

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taliani residen ti in Francia a cura d el Comitato dell,L Associazione Italiana di Parigi. ,\I comando 'd el col. Giacomo Antonini si imbarcò a :.\farsiglia per Génova ove, riun iti altri Volontari fino alla forza di 500 uomini, fu formato su S comJjagnie; recatosi in Lombardia cd a rmato ed equipaggiato da l Governo d i Milano, si imbarcò a Pavia e, lungo il Po, s i recò a Padova e poi a Venezia (maggio 1848), ove prese par te alla d ifesa della città, distinguendosi a JVIarghcr a.

Antonio Primo. Generale romano, di nazionalità. ga ilica, 11. a Tolosa sotto Cal igola. Servì sotto gli imperatori Ga l ba e Ottone. Partigiano del!' imperatore Vespasian'o, raccolse nell'Illir ico tutte le regioni della l\Tesia e della Pannonia, ed entrò in Italia per la via d, Aquileia, raggiungendo Verona e fortificandovisi. Quin-• di assalì l'esercito d i Vitellio ~ Cremona e lo disfcc:r::· completamente; fatto morire Vitellio, assicurò così l'impero a Vespasiano.

L eo1te Antonù,i. Disegnatore, n. a Varallo Sesia, m. a .:Milano (1776-1862). Compì preziosi la vori. per l'Istituto geografico-; fu noininato nel 1805 insegnante ù cc Forfificazione e disegno >J nella Scuola M ili tare di Pavia; .:ollaborò a lla « Storia degli Italian i in Spag:na » del Vacani.

Antonio lv/arco. Ammiraglio romano, nel 74 <1.. C. incaricato dal Senato del comando di una llot.ta per reprimere la pirnteria. Assali infatti nel basso Tirreno e colò a fondo parecch ie navi di pirati, ma, gituto nell'isola di Creta, covo <li costoro, 'venne assalito e sconfitto. Mo'rì a Creta, di malattia, dopo la battaglia, che si svolse nelle açquc di Cydon ia (l'odierna Canea\_

,4tti/io Antonini . . Generale, n . a R ieti nel 1852. Sottotenente di artiglieria nel ·1875, ht addetto da Tenente Colonnello a l Comando cl' Artiglie ria da campagna di Napoli, e da Colonnello resse la Direzione <l'artiglieria di Genova e di Venezia (1908-10). Collocato in posizione ausiliaria nel 1910, ha assun to nel 1923 il grado di Generale d i D ivisione• nella riser va.

A ntonino Pio (Tit; Aurelio Fulvio). Imperatore romano, n . a Lanuvio nell'anno 86, m. nel 161. Fu dapprima cr<,ato console, poi proconsole d'Asia ed infiJ1e adottato dall' imperatore Adriano nel 138, gli succedette al trono. D urnn tc tutto il suo regno I' impero godè di una lunga :pace. A . fece costruire verso il 140 nella Gran Bretagna la famosa « Muraglia .{i' Antonino" : (Vallmn kn.tonini) , eretta a nord della « ]viuraglia di Adriano », fra il golfo della Clyde e quello <le] Forth. Questo muraglione d ifensivo, lungo ci rca 72 km., costituiva una linea di fo1·tificazio11e composta di un fosso largo 12 e profondo 6 metri, di una scarpata con parapetto alto (> metri e grosso 7, protetta da numerosi fortini', e di un.a strada miHtare ,parallela . al trinceramento. Di questa muraglia s ussistono ancora parecchi avanzi conosc;iu ti sotto il nome di « GTaham's J)yke » (o argine di Graham). Antonio (Ca.,'.o) . Console <li, Roma con Cicerone, favorevole a l partito di Catilina. Avuto il comando de)la l\{accdonia, marciò con \lll esercito contro Catilina, ma per evitare <li combatterlo fin.se un attacco d i gotta. Essen.do sta to accusato d i concussione, fu condannato a perpetuo esilio. Nella guena che tenne dietro alla mor te di Cesare, venne battuto e fatto prigioniero d,d figlio di Cicero~e, luogotenente d i Bruto. 0

Antonio Lucio, soprannominato << Il gladiatore asiatico"· Era fratello di Marco Antonio il triumviro, e lo seguì nelle guerre civil i. Cicerone lo r improvera spesso nella quin ta «Filippica." · Dopo la disfatta di Marco An tonio, Lucio si sostenne in Per ugia, ma, vinto da Ottavio, gli s i rimise nelle mani ed ebbe salva la ,·ita; anzi fu inv iato da lui p roconsole nella Spagna.

Antonio Ma.no . Generale romano, figlio del precedente, uno <lei triunwiri, n . nell'83, m. u el 30 a. C. Entrato a far parte dell'eserci to si dimostrò solda,;,1 valoroso e poi capitano e3pertissimo. S'era già distinto in diverse spedizioni, quando scoppiata la guerra ci- ""' vile, si mise dalla parte di Cesare, il qua le, s i dice per suo consiglio, si decise a por tare la guerra in ftalia, cd a marciai-e contro Roma. Conu111dò l' ah destra a ·Farsaglia e contribuì alla disfatta di Pompeo. Essendo il comandan1e della ,cavaller ia. di venne il primo luogotenen te del dittatore, insan-guinando Roma per la r:valit à. con Dola bel!a ed opprimendola col suo d ispotismo fra la indigna:tionc' generale. Nell'anno 44, e letto console, può dirsi il provocatore della morte di Cesare, per avergli posto sulla testa , durante la celebrazione deUe foste lupercali, una corona d i re. Dopo l'assassinio del dittato re, Antonic ne pronunciò l'orazione funebre e so!levò contro gli uccisori il popolo ed i soldati, spiega ndo da vanl i a loro la toga insanguina ta e rendendo pubbliche le . dispos1z10ni liberali del suo testamento. R in.1ase allora padrone di Renna, .fin,o all'arrivo del giovane O ttavio, ch'egli dapprima disprezzò; ma questi, durante hL guerra che Antonio conduceva n ei ·p ressi di Moden~ per >tbbattere la Repubblica, riuscì a. farlo dichiarar" . nem ico pubblico e a restare solo alla testa del partit~ cesariano. Il sena to allora diede incar ico a Ottavio d i mard a re contro Antonio, il quale aveva. attirato dalla su i anche l'csercitn comanda to da Lepido. I nvece di ve• nire a battaglia, i tre capi si intesero fra d i loro, e, radunat isi presso . Bologna, costitu irono il « Secondo triumvirato !>, -che ricQ;,rì l'Ital ia d i uccisioni e di proscrizioni feroci. Una celle prime vittime fu Ciceron_c, sacrificato da Ottavio all'od io di Marco Antonio, contro il quale il grande oratore aveva se.ritto ·le sue cc Filippiche J>. Ma la morte d i Cesate non era stata ancora vendicata. Antonio, seguito da Ottavio, s i mi~t all'insegu imer.to di Bruto e d i Cassio, i principal i autori della morte del d itlatore, e, raggiuntili, li d is feèe


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a Filipp i ( 42) annientando così il parùo repubblicano. Divenuti padroni -del noondo, i triumviri si spartirono il potere e Antonio ebbe il dominio <lella 9 recia e <lell'Oriente. Sposala Ottavia, sorella ài Ottavio, Antonio si dirigeva verso l' Asia per la guerra contro j Parti, ma, invaghitosi di Cleor,atra, regina <li Egitto, per :ci rinunziò a tutti i suoi progetti e - diment icò i propri doveri, pe1· cu i nacque grave dissidio fra la famigliJ di Ottavia e lui. Dopo molte rotture seguite da bre,·i r iconciliazioni, infine la guerra fra i due rivali scoppiò e la battaglia navale di Azio, avvenu ta nel 31 a. C. decise fra d i toro del dominio del . mondo romano, a.'lorchè .\ n tonio abbandonò la battaglia per correre dietro a Clco::,atra edràette l'impero . d'Oriente. Raggiunto in Alcssand riaP'da Ottavio, vi fu nuovamente battuto, e, abbandonato dalle sue truppe passate dal!« parte di Q ttavio, s i diede la morte all'età d i 56 anni.

Anton-io, detto il Bastardo di Borgogna. Figlio natu - · rale d i Filippo il Buono (1421 -1504). Fu uno dei valorosi capitani del · suo tempo; fu a l servizio del duca di Borgogna nelle sue guerre contro Liegi e contro lfl. Svizzera, poi dei re di Fr,ancia L-1.rigi Xl e Carlo VIII, che gli d iedero il duca to di Chateau Thierry e lettere di lcgitt,imazione. Passato col fratello Balduino negli Stati barbareschi, liberò Ccuta assediata dai Mori. Anto1iio ·da Cefalù, n. a Cefa lù (Sicilia), intrepido marinaio. Nel 1475 dette fuoco all'arsena le turco di Gallipoli. P iù tar<li, caduto nelle mani dei Turchi, fo da quest i segato vivo. Ant01,io da Tod,i. Axchitett.o militare del secolo XV. K cl 1411 «fortificava castello Santangelo e d isponeva il conicloio de lla r illirata dove poscia ebbe a lavora.re Bramante", come r icorda il Guglielmotti: si servì a tal uopo delle muraglie leonine; da palazzo a castello. lè q uali in linea retta seguivano la medesima direzion~ del corr idoio coperto, T a li opere furono costruite per volontà. d el pap a Giovanni XXIII. Antonio di Borbone. Re di Navarra, padrç di Enrico I V, n . nel 1518, m . 11el 1562. Figlio di Ca rlo d i Borbone, nel 1548 venne nominato luogotenente generai~ del regno dopo la morte di Francesco II. D i carattere debole ed irresoluto, tergiversò tutta la vita fra i due partiti reiigiosi che div idevano la Francia. Abbracciato il cattolicismo per politica, combattè c_onlro i protestan ti e morì 111 seguito alle ferite riportate all'assedio d i Rouen. Antonio Pasquale Francesco. I n fante d i Spagna, fratello ciel re Carlo III, n. nel li55, rn. nel 1817. Durante l'occu pazione fran,ese, prese parte importante ~gii avvenin,enti che ·agitarono la Spagna. Nel 181-1, r ientra to a :M adrid col re Ferdina;1do, fu nominato grande amm iraglio di Castiglia . Ordine cavalleresco di S. Ant01.io. Istitu ito nel Belgio (Hainaut) 1Ìel 1382 dal conte· Alberto (o R oberto'! di Baviera, con lo scopo <li far la guerra ai Turchi. Esso aveva per divisa un bastone e un_ campanello a'. • taccati a im collare a foggia di cordone da pellegrino. Durò soltanto quanto d urò la vita del principe che l' ist ituì.

A ntonio Mosto. Cacciatorpedinie re in -acciaio vari:to nel 1915 dal Cantiere Pattison di Napoli ; lunghezza m. 73; la rghezza m . 7,33: dislocamento 750 T .. ; mac-

china 15.000 HP.; velocità 30 miglia; armamento guerresco 5 ca nnoni da 102 e 2 da 40 antiaeJei, 4 lancia-

silur i da 450 mm. Ha validamen te operato in Adr>iatico dt,r:rn te la guerra mondiale.

Antorgi. Ant. città su l Guad a lquivir, teatro· d i battaglia nel 212 a. C., durante la seconda guerrn punic;.t fra i Cartaginesi e i Romani. Questi ultimi, comandate da Gneo Cornelio Scip io11e, ernno stati costretti a r i! :rarsi d i fronte ad Asdrubale Barca, perchè alYbandon:,ti <la un corpo di 20.000 me1'Cenari auuolati fra i Ce ltiberi e corrotti <]all'oro n emico. :Mentre Scip ione eseguiva la ritirata, ve1u1e ad assalirlo l'esercito cartaginese clre aveva sconfit to Publio Cornelio Scipione ··t Urnona. Scipione eresse in fretta una trincea con i bagagli, ma il fragile riJJaro venne abbattuto cbll' impeto rn1·tagi!1ese, e Je truppe romane fatte a pezzi. Scipio11e stcs~o r imaneva ucciso nella lotta, come suo frn tel!o Publio un mese avan ti . E tu tta la Spagna· fino all'Ebro • cadde in pcterc dei Cartaginesi. Antraim. Villaggio della Vandea, teatro d i una battaglia tra repubblicani e realisti, durata 22 ore ( novembre l 793). Il 15 novembre era stato ordinato dal gen. repubblicano Rossigno! il conccntrnmen(o su A . delle d ivis. repubblicane M2.rceau, Muller e K léber, in tutto 16 mila u ., cc:mlro 40.000 realisti guidati da! Larochejacquelin, r iuniti a Dol e nei dintorni. I fran cesi si rniser~ in marcia verso Dol, sulle d ue stra<lc che a questa città giungono da A . e da Pontorson. Nelle .p rimissime ore d e l mattino del 20 novembre l'azione fu ingaggiata sulla stra<la d i Pontorson da l gen. repubbl icano ìVestennann, comandante d ell'avanguardia, e si estese a siiristra •fino alla. strada verso · Antraim. La divis. 11arceau dovette essere subito impegnata, mà i , repubblicani ve1mero respinti verso Antrain, e Rossigno! consumò a poco a poco le sue riserve, invece di spiegare subito tutte le sue forze. Alcuni reparti repubblicani finirono per sbandarsi, e il panico, verso ·sera, entrò nelle file, G li assalti- incessanti e furiosi dei realisti finalmente ebbero, verso sera, il sopravvento. Vincitori e vinti entrarono insieme in Antra in e la lotta continuò nelle strade. L e truppe sepuh blicane si rifugiarono a Ren nes dopo di aver subìto gravi perdite; · i realisti non inseguirono. Antrodoco. Borgo dell'Abruzzo, in prov. d i Aq,iila, presso la d r. del Velino. I monti di A . presentano una barriera a chi voglia penetrare nel Napoletano. Ll gola d i A ., pr!>fonda spaccatura fra il Velino e l'Ate rno, fa comunicare Aqu ila con Rieti e Città Duca le. A . fu assediata nel 1231 da Federico II, e difesa dil Bertoldo di Spoleto e filtri s ignori d i parte guelfa; Federico ri115c\ a p rendere la città. e la diede al sacco.


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Nel 1815 il re :Mural, duran.te h guerra con tro l'Austria, affidò al gen. Mont'igny la difesa di A ., ma egl', all'avvicinarsi degli Austriaci, abbandonò senza combattere la posizione e si ritirò ad Aquila dove capitolò. Nel 1821, il 9, dopo la battaglia di l'lieti, il gen. vVaimoden avanzò verso A . che il gcn. Pepe aveva affidarn il.Ila difesa del maresc iallo d i campo Russo con cit-cl!. 700 uomini (200 cavalli, ,pa1·te del 2° regg. leggero e u n gruppo di mi liti rimasti sottò le bandiere dopo la battaglia e lo sbandamento di R ieti) . L a resistenza dc' Russo fu breve, ma gli Austriaci non s i impegnarono con tnc1 gia, sì che egli potè ritirars i in buon ordine.

Antrustioni. V . Leudi. Antuati. Antica popolazione alp ina, robusta e gu~rricra, che Cesare Ottaviano Augusto gloriavasi di avtr v into e sogg iogato. Gli Antu3l i àbitava.no la valle che ora chiamasi Anzasca e va dal ::-fonte Rosa alla vl!.lle d'Ossola. Anubdator. Kelle ant. milizie spagnuole (secoli delJ'VllI a ll'XI) era ii so l<lato che, nei ·-borghi, faceva da uanditore e da trombettiere, vigilando pérchè nem ici non si avvicinassero inavvertiti alle mura, e nel caso di perico lo dando l' allarme ai cittadini. Anudo II (Giacomo). Re di Svezia del sec. XI. Nel 102'1 successe al p-adre Alaf sul trono e fo il p rimo re

cristiano della penisola. scandinava, contribuendo grandemente a.Ila propagazione del cristianesimo nei suoi Stati. Morì nel 1051 in battaglia, n ella guerra da lui in trapresa contro Canuto re di DanimaTca.

Anversa. Città del Belgio, sulle rive d ella Schelda. Era gi/, u na piccola repubblica nel secolo XI e anelò man mano acquistando importanza per il suo porto, non

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· Mura e CittatleJJa ne l secolo XVII lun gi dal mare, e per le fortificazioni che la resero d ap p rima fort_ezza e poi campo trincerato di grandissima importanza. La cittadella di Anversa fu costruita su disegni dell'ingegnere ita liano Francesco Pac iotto, per ordine Ji Margb'e r ita, duchessa di Parma, e del Duca d'Alba, nd 1567-68. Il lato -che guardarn la città venne demolito d ai r ibelli alla dominazione spagnuola nel 1576; venne deostruito dagli Spagnuoli qua11do, nel 1585, ripresero la ,;iltà. Nuovi importanti lavori <li fortificazione vennero eseguiti dai Francesi sotto Napoleone· I: l'arsenale, già esisten te, venne allora grandemen te ampliato. Costi-

tu i tosi il regno del Belgio, le fortificazioni di A . vennero ancora ingrandite, in modo da farne un va:-,to campo trincerato, d ifeso da molti forti staccati e da s istemi d i ìnonda~ione di vaste zone d i terreno; la vecch ia c in ta venne demolita. nel 1865.

I. 11 4 novembre 1Sì6 la guarn izione spagnuola della Cittadella di Anversa, irritiata perchè non pagata. da lungo tempo, e ritenendo di ciò responsabile il Consiglio degli Stati, si ammutinc\ d'accordo con i propri ufficiali e venne a conflitto con le truppe degli Stati, le quali erano d i guarnig ione nella città. 11 conflitto terminò con 1) Basti one Paclo1U>; 2) Ba• la vittoria degli Spastlone Toledo; 3) Bastione gnuoli, i q\mli, riceErnando; 1) Bastione Dllf: ; vuto un rin.forzo di 5) llaStione Alba. Spagnuoli e I taliani condotti da G.iova1111i ~ovarese e da Romero, uscirono dalla cittadella, atta-ccarcmo gli Olandesi, mass-aerarono 5000 u., e saochcggiarono la città. Questo avvenimen to fu una clèile cause immediate dell'iniz-io della sollevazione dei Paesi Bassi contro .la Spagna. IL Assedio di Anversa (primavera 1584- - 17 agosto 1581). App artiene alla guerra d i F-,:andra, e f u posLo alla ci ttà da Alessandro Famese, governatore dei Paesi :Bassi per ·c onto d ella Spagna, con un corpo di 12· mi!" soldati, fra I quali erano molti Italiani. La difesa. della p iazza era stata dai r ibelli affidata a F ilippo di Marnix. 11 Farnese, dopo di aver posto il suo campo principale a Bcvem, deliberò di bloccare anzitutto la piazza. It marchese cli Rysburg fu incaricato d ì prendere il forte d i- Liefkcnshocck, a valle d i Anversa, ciò che gli r iuscì d i fare con un combattimento di poche ore. Cristoforo N[ondragone invece, incaricato d i prendere il forte di Lillo, -pure a valle della città, difeso da Odet di T éligny, non vi r iuscì e dovette accontentarsi di tenerlo gua-rdato dalla parte d i terra per tutta la durata dell'assedio d i Anversa. Sulla destra d el fiume cÒmandava tutte le truppe il 'conte Ernesto di :Ma11sfeld, che aveva il quartier genera]~ a Stabrock. Al io",-a il Farnese, per isolare la piazza verso il mare e imped irle di ricel'ere soccorsi dagli Ugono tti d'altri paesi, o dai ribell i dei d intorni, si decise a chiudere _il corso -della Schclda a va!Je dì Anversa con un pont~ foi:tilìcato. Scelto il luogo, fece costruire u no cli fronte all'altro, su lle due rive d el fiume, i forti di San Filippo e di Santa Ma1·ia. Da questi forti partivano, verso il centro del fiume, due robt•.sti ponti su palalìtt~, eh-~ furono muniti di parapetti e di cannoni. Erano lungh i pii, di 350 metri ciascuno. Restava nel mezzo del fiume uno spazio di circa 200 metri di larghezza, molto profondo: quivi il Farnese fece gettare un ponte di grosse barche, collegate con ponti volanti e cate)lc fra di lorò, e soli,lamcnte ancorate. Ogni La.rea aveva a bordo 34 uomini e due pezzi d 'artiglieria. In tutto, l'opera possedeva 97 hocche da fuoco. I lavori, d iretti dagli ingegneri militari G . B. Plato e Properzio Barroccbio, durarono fino al 25 febbraio 1585.


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Gli Anversesi tentarono d i distruggere il ponte, e a n on impedì che Pa~si Bassi fossero pi,, tardi inva5i tale scopo adoperarono alcune barche cl1e trasformar ono dai F rancesi. in potenti bru lotti : 'i l Vecchi chiama questo il primo IV. Nel 1746 Anversa fu presa dai Francesi agl i .\ucaso di cc rnina subacquea con accensione n1eccan ica. » : striaci senza colpo f er ire ; sotto la minaccia de ll'assa lto c iò venne idea to d all' ital iano G·ia111bcll-i (v.). I l danno la citta.della s i anese . Lu igi XV restit uì la piazza alcausato da q,1cste m inc gallegg:ar:ti al ponte fu pre.<;to l'Austri,1 due a nni dopo. riparato, ma il loro scoppio aveva cagionato 500 morti e 1000 [(ri ti agli Spagtl\loli. V . ri sscd·io e presa d·i Anversa (1792). Durame l'inva,\ltro tentativo contro lo sbarramento venne fatto mesione -de! Belgio da parte 'del genera le DLtmouriez;, i l d iante un grosso vascello a <lue ponti, il superiore p er gcn. L abourdonn ayc mar ciò contro Anversa presidiata gli archibugieri e l' inferiore per le artiglierie, che gli dagli Austriaci ; quest i, all'arrivo dei Francesi, s i r inassediat i battezzarono cùl nome di « Fi11e della guerra >l chiusero nella cittadella, mentre gli abitant i aprivano le e gl i"Spagnoli con q uel-lo di <e Spaventapasseri ». I l_ vascello aveva ,1 j coffe blindate in ferro, 20 cannù• n i, 1000 uomini d i equipaggio: cifre enormi per quei tempi. Ma, o ~;: -1eri 5 danneggiato dai cannoni degli li CO 'I I) Spagnuoli, dovette essere ritiralo 11 /. .~3 ~ 1/~~ e abbandona to . Var1 a ltri assalti o al -ponte d el F-a-rnesc, con barchelfoevenen :::::::."°dl,__ ___,, 5 '.::::-::~---mine, con n avi provenienti dal ma.re, con navi armate a<l Anvcr,, .ffec.kere11 sa, furono tutti respin ti . G li asse0 d iati tentarono anche di taglia.re le dighe per inondare il paese, 0 ma Alessandro Fa.rnesc le aveva protetle con fortini, tenendo s0µra 1.tutto saldamente nelle sue mani la diga pr incipale, quella d i Ccwenstein, e il tentativo deg:i assediati term inò con una grande rf battaglia nella quale vennero scon/1 h'"'"::..--,_-::...--,:..--_-_-_--:._ fitti. Chiuso o rma.i da ogni par i<', // 1 ;;enza spel'anza. di soccorsi, il r.. 1-. ../ • i:.• 1 1estau111an Yfamix scese a patti e li ottenn~ ✓f :ibbastanza miti, dat i i tempi ., o o data la Jerocia con la quale quelSwy.ndrec.hf i.leveren la lunga guerra fu combattuta. Doveva.s i riconoscere la religione cattolica come u n ica nello Sta,to ; Argini a i protestanti si assegnava un termine per lasciare la oitlà. Ànversa perdette cosl i suoi migliori lì r::,,st.ione co111a1H1a110 da capiwoclli; .9) Fo n r <li l'l'a1J·1: 3) Forcomme1:c ian ti e ne del'ivò per essa te San Giorg-lo : •i) Forte San Giacomo (co m an dato da cami llO ue t ,\ fonte); 5) Foru, 1,a c ,·o tx, 6) !-'orto cli LiefckcnshOcck: ?) un pcr.iodo di decadema e di miFo rte Ja Perla.., Si Forte Sa,n Filippo: 9) Forte santa ~!aria (tuttt seria. folipp o II, re d i Spagn;,, appa r tcnc 111-i agli Spag-nuoU); ·10) Forte (li Austr·uwed (Anverscsl); 1·1) rone <!elle Dame (Anverses i); 12) Campo 1.rJn.cernto ,1e1 r icompensò il F amesc con-ferenFarnr~se : 13) Fori-e di Lillo (Anversesi); 14)· Fol'[,e cli Burctn. dogli i l. <e Toson e.l'oro >l e dando(Spagnuoli); l 5) Forw •ui Bu 1·<:ht (An verscs i). gli P ia-cenza, che la Spagna aveva fino a quel tempo conservata come j.Josizione straporte ai repubblics..n i. I Francesi assed iarono la fortezza tegica imp ortante per .i suoi possessi in Ital ia. e dopo c inque giorni di bom bardamento, essendosi in c,:nùiate le caserme e l'arsenale, gli Aus triaci si arrcscr::> III. Trattato cli Anversa.. COnduw in .-1. fra Inghila l generale Mi.randa. ::VJa i l 30 marzo successivo gli Auterra, Olanda, Impero, a coronamemo della l'ace. di striaci, presa la controffensiva ed avanzatisi nuovamente Rastadt. e detto anche Tml.ta.to clella Barr iera. ( 15 110nel Belgio, ,agliarouo fuori la ci ttà {li Anversa dall'eser,,ernbrc J 715). L 'O landa restituisce all 'Impero quanto cito del Dumouriez e, dopo breve assedio, cost r insero laaveva otten uto d alla Francia nei Paesi Bassi, e insieme guarnigionc, forte d i 10 mila uomin i, a cap itola re a con l'Impero manterrà quivi un corpo d i 30 mila u. <l i onorevoli condizioni. Nel 1794, a llorchè rarm_a ta francui due quinti dati dall' Olanda. medesima ; il corpo cese del nord avanzò nel Belgio, gli Inglesi, che presi&umentabilc in -caso di guerra. All'Olanda è conces.so diavano Anversa, la. evacuarnno p r ima dell'arrivo dei di tener guarnigione a. N amur, Ypres ed a ltre ci ttà ed Francesi, che se ne impadronirono nuovamente i l 1.ì è cedu ta una parte della F iandra a ustriaca. L'Inghilterra luglio. si impegna re d ifendere l'O la nda, in caso che questa

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fosse attaccata, con 10 m ila u. e 20 navi da guerra. Questo trattato d iede luogo a contestazion i e d issensi e

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VI. Nel 1809 gli Inglesi esegu irono contro Anvena ruia. grossa spedizione, con 40 111ila uomini da sbarco


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mon tati su 200 n avi da trasporto, scorta te da 29 vascelli e 22 fregate. Il 30 luglio gli Inglesi bloccarono Flessing,, e la presero il 15 agosto, ma il gen . Bernad,>tte, comanpantc ad Am·ersa, costl"iuse su,bito dopo gli Inglesi a i1,11.Jarea.rsi sen~,, essere riusciti nel loro scopo principale. VlI. A ssedio d.: A1tversa (2 febbraio 1814). Du ran te b campagna del 181 4, gli A1Yglo-Prussiani, comandat i .da l llulow, costrinsero i Francesi a r inchiuders i in An,·e rsa che asse<lia,.rono. Dif~n<leva la piazza il generale Camot. Gli assedianti iniziarono l'attacco il 2 fobbra'o e dopo violento bombar<hmcnto ne tentarono l'assai~,,, ma invano. La , ittà .rimase quind i bloccata d a.g li I nglesi fino a quan do, avvenu ta l'abdicazione d i N apoleon e 1, il Carnot con segnò Anversa agli Alleati, sulla fine di api-ile. Napoleiine non aveva volu to a-bbandonare A . agli Allea ti, perché aveva quivi 30 vascelli, 10 fregate, 30'J m ilion i d i mater iali e munizioni : tu tto ciò •fu preda d ei vincitori . VIII. Assedio e presa di A nversa (30 nove;nbre - 23 dicembre 1832). D urante la r ivoluzioJ1e d el Belgio, gl i O!andcsi, padroni della c ittad ella, bombar{larono la ciiti n el 1830. D eciso l'intervento d ella Francia a favore

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Llcfkenshocck; 2\ F. delJ a Perla; 3) F . s. Maria ; 4) P. s . l"illppo ; 5) I<'. Austerwell; G) I<'. del Nord; 7) .l-'. Sw imtre-c11t; 8) J3urch t; •J) l•' .

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-rr..sta di Piamtra; 10) 1l . ,1i. Llllo. · ·

del Belgio, comro l'Olanda, il JS i1ovcmbre 1832 l'esercito francese · ,del u or<l, a.I comando del maresciallo Gérard, pa.ssava il con fi ne e giunge~>a il 19 sotto le mura d i An versa. l'er non d ann eggiare la cillà fu s ta bilito d i lim itare l'attacco ali,. parte esterna della ci ttadella. Le trup pe belghe dovev,rno completare l'assedio occupa.ndo la c ittà senza attaccare. I Francesi disponevano per l' assedio cl i -due d ivision i ( 30.000 uomini) ment re a ltre due d ivisioni erano d islocate s ulle d ue .rive della Schelda . Un a quin ta divisione r imase in riser va.. ( I n totale, 61 bgl. e 56 sq<jr. con 150 cannoni, oltre le batterie da assedio che, con 14 n avi, vennero trasportale per la Sc.helda s ino a 1300111 e a lla confluenza d el R upe!). Il 28 nov. le batterie erano p ronte ad a prire il fuoco. Dopo una vana in timazione di resa agli assediati, nella quale venne convenuto d'ambo le parti d i n on colp ire la città d i Anversa , il 30 vennero iniziati i lavori d i a ;,proecio -che in tre g iorn i, nonostante la d ifesa degli

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Olandesi, comandati dal generale Chassé, giunsc:ro p re·,_ so il 2° bastione. Il 4 dicembre i Francesi scoprirono 7 btl'. ed il 5, 87 cannoni e 44 mortai aprirono il fuoco contro la cittadella. ·G li assedia ti r isposero vigorosamen te con 134 J?CZZi d i vario ca libro, smon tand o molti pezzi francesi. Il duello cl i a:rtiglie.ria comi.nuò . accanito, con gravi danni d'ambo le parti, nei giorni 7, 8 e ) ; ma il 10 gli Olan<les1 gii erano. r idotti a mal partito, 1;òn disponendo più <li ricoveri sufficiént i ; nei giorni seguen ti, pur continu a.n<lo accanita la iotta , le loro concl izio n i d i,·cnnero semprc~-più gravi ; i Fran cesi con 3 mine a::,rirono una breccia i.ella lunetta di S . LorcUL'J e la occuparono collocandovi altre batterie, ed attaccando il 2• e il 3° ba.stionc della c ittadella. I l 21 gli asse:dian ti a;:irirono il fuoco con un gro,so mor taio lanciante bombe d i 500 kg. e fecero una n uova intimazione di resa che· venne rifiutata . Anzi gli Oland esi tenta rono una sor tita per le porte della l'erla e d i S. Ma.ria, ma d opo ,·ivo comb:ttlimenlo furono ribu tta ti dall~ 2 d ivisioni fra.n cesi che guardavano le rive d ella Schcida; altra sortita fecero per sloggiare u n reparto in tento a tagliare la diga presso Doel, ma senza successo. Per d uta così ogni speranza e d ivenu ta · insosten ibile la situazione delÌa c ittadella, in quan to il lato s inistro ud };econdo bastione era 3 ià intaccato, e venuta a. mancare l'acqua, il gen. Chassé, vedendo l'impossibilità <li res is tere atl un assalto, il mattino del 23 d icembre offrì la resa. Alle 10,30 cessò il fuoco; gli O landesi ottennero d i u scire con gli onori cl i guerra, ma cedendo k armi e rimanendo p rigionieri fincl1è l'O landa non sgombrasse i forti d i L iefkcnshoek e di L illo. Ma non avendo l'O landa ader ito, i prigionieri vennero inviati i,1 Francia . G li O landesi perdcttern 561 u omini fra mor: i e feri ti e 3936 prigionieri. I francesi ebbero 108 morti 675 ferit i. 1X . As.,cdio di Anv c;sa (28 settembre - 9 ottobre J 914). La c reazione del <:ampo trin cerato d i An versa secondo un progetto del maggiore Bria]mont inspi.rat,, a.lle idee del generale T odleben, d ifensore d i Sebastopoli, rimon ta agli anni 1858-1859. D opo la guerra del 1870 le opere allora costruite erano state completate e perfezionate a p iù riprese, per modo che n el 1914 il campo trincerato comprendeva: a) una cin ta attorno alla città propriamente detta, ancora in e([1cienza, salvo qua lche tratto dove era stata <lemolita; b) un a cerchia interna d i fo1·ti e d i ,:ido!ti, collegati n el 1907-1908 da trill'ceramen ti, i n modo d,c formare una linea continua sulla r iva destra della Schelda, ·1i"cn tr e su lla r iva sini.stra parecchi for ti, costr uiti fra il 1865 e il 1880 ma poi rimode rnati, si ergeva.no con intervalli .ristretti; e) una cerchia es terna, costr uita. nel 1906, composta d i u na tren tina d i opere di vàrie d imensioni, distanti da J(J a 20_ k m. dalla città, appoggiala alla Schelda, a lla. Rupe! e a lia N"èù1e con la p ossibilità <li rinforzar la med ian te larghe inondazioxii Sebben e Anversa fosse cons idera ta come una d elle p iù poten ti fortezze moderne, una commissione nomina ta n el 1912 aveva r ilevato màn chevolezze -che prima della gu erra non f urono colmate, quali l'apprestamento dei .fort i incompiuti, la mancanza dell'armatura. cli cemento delle cupole, le batterie ,< trncl iu·ici l) non ancora a rmate, l' in sufficienza d el mu n izionamento, la scal'sità. di .alcuni tipi di pezzi, soprattutto d i cannon i moderni per gl'in tervalli, sicché


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occorreva n eon-ere a cannoni da 120 e da. 150, ancorn la più diretta comunicazione di Anversa col mare non era provvisti di polvere nera. libera: Nei giorno 26 e 27 set tembre vi furono combat,\!l'avvicina rsi cici Tedeschi, il campo trincerato, sudt imenti, determinali da un tentativo d ella 37• brigata d iviso in cinque ·settori, fu con grande attività messo di Landwehr contro la testa d i ponte di Tcrmonde, e in is tato di difcs,i, rompendo in vari punti le dighe <le i mandato a vuoto dai Belgi. l'er contro un d istacca~ rìurni, sgombrando il campo d i tiro, costruendo d ue t remento che proteggeva J'vfalines fu r icacciato d ai Tedeni blindati a.nnati con cannon i di marina inglesi, e schi e la città fu bombardata, producendo l'esodo su comp letando l'armamen to dei forti con cam1oni venuAnver3a della popolazione spaventata. Il 28 settembre ti da,lla Francia per ia via d i Ostenda. Il te$Oto pubcominciò il tfro dei pezzi d'assedio contro i forti di blico è i prigion ieri tedesch i furono spe<liti in InghilWaelhem e d i Wavre-S.ta Caterina, e il 29 fu esteso al terra; i feriti sgombra ti su Ostenda e sulle altre locaforte d i Rreendork e a tutte le opere _di riva s in istra Jjtà litoranee. Lo stJir ito della popolazione di questo delh1 Nèthe. In !Tenta ore il forte di Waclhem era pres_grande porto, dove erano numerosi i Fiammingh i « atsocl1è distrutto; l'artiglieria tedesca tirava da grandi ditivisti », gli stranieri e pr incipalmen te i Tedeschi, non 3tanze, a ppostata su piazzuole <li cemento preparate fin cnt il ;iiù adatto a sopportare un asse<lio. Vi furono dal tempo d i pace, e l'ob ice da 420 dimostrava anche qui casi carntteristi: i ~li spionaggio, esempi di leggerezza la propria terribile efficacia. incoscien.te ed an che persone che non dissimulavano i Il comando d ell'esercito belga mandò senza indugio loro voti a favore dell'invasione e contrari al popolo le d ivisioni l" e 2" nel 3° settore (Waclhcm-Licrre), tenche tanto cowlialmcn te li aveva ospi·tati. ne nel 4° ( Waclhem-Schelda) la 3" e la 68 ed a TcrIl grup;io d'arm:i ta tedesco destinato all' investimenmonde la 4", collocò la S" in r iserva generale; ma pur agl i ordini del generale van lleseler, comprendeva il disponendosi a contrastare p iù a lungo che fosse posIII C. d'A. d i r iserva, la d ivisione <li marina, la 4·' sibile la città a l nemico, dovette fm da questo momento divisione di complcrncnto « Ersatz », la 1• brigata batener conto della probabilità che il campo trincerato non ·varese di "Lan<lwehr », la 37" e la 26" brigata d i sarebbe stato per lungo tempo un s icuro rifugio per e Landwchr l>: complessivamente 67 battaglioni, 31 batl'esercito, e per conseguenza prevedere a scadenza non terie da campagna, 4 li batterie pesanti, oltre. alle truppe lontana lo sgombero di Anversa: operazione tanto più 1ecnichc (artiglier ia d'assedio, pionieri, aviatori, dirigiùifliciJe in quan to il ponte di Tamise, sul quale la bilisti, teJegra.fisti, ecc.). L'artiglieria d'assedio si comferrnvia attr_ilversava la Schelda, era sotto il tiro .,!el pose delle seguenti bocche da fuoco: 40 c~nnoni da 10 cannone nemico. Tuttavia, dal 27 settembre a l 7 otc da U cm.; 72 obici da 15 cm. ; 48 mortai da 2 1 crn.; · tobre, i treni potero~o passare d i notte a fuochi spenti 5 mortai da costa pesanti, d:i 30,5 cm. ; 4 mortai Skod:t ind isturbati e recare ad Ostenda feriti, prigionieri, de,a\1su:iaci, <la 30 cm.; 4 cannoni corti di marina da 42 positi, coscritti dell'ultima le.va, volontari non istruiti, cm.· in tutto lì3 pezzi, dei quali 13 potentissimi. Dei approH igionamcnti ed officine. pìonie ri v'erano i reggimenti 24° e 25°, quattro com pa -~ Il 30 settembre subivano gravi damii i serbatoi di :gnie autonome e reparti di ogni specia lità. La forza comì~iaelhem che distribuivano l'acqua alla città e contipiessiva del corpo d'assedio ammontava ad 85.000 uonuava il · bombardamento d ei forti, danneggiando pitt rnini; la difesa, sommando l'esercito campale, il presi)?ravemcnte qu~Jli d i Breendonck, d i Lierre e d i Kocd io della fortezz1 e le bbgate britanniche ricevu te iu ningshoyckt e i ridotti cli Dorpveld e d i Booschbeck. I rinforzo duran te l'assedio, ebbe sull'assalitore una notc·Tedcscl1i tentavano· invano di passare di viva forza la ,,.>le superiori!.~ numerica. Il III C. d' A. R . si schierò Schelda a Termoncle. I l 1° ottobre proseguì intenso il contro il fronte d'attacco Forte di L ierre - Forte cl i Wabom bardamen to, preceduto nella notte dalla incursione wrè - S. Caterina, con la 6" divisione a destra e la s• di uno Zeppelin, rimasta inefficace. Protette dalle ara sin istra. Ad occidente del Ili C. A. R. fin contro a l tiglierie, le fanterie rerlesche conquistarono le opere ad iorte d i Waelhem si schierò la clivisio!1e di mar ina e ovest <li ìVavre-S. Caterina e r icacciarono la 2' divialla sin istra cl i questa fino a Termon<le la 4• divisione sione belga su!la Nèthe. Van i riuscirono invece i loro <li complemento. Le brigate cli Landwehr 26" e 37" assitentativi di sfondare l'intervallo tra il forte di Lierre curarono rispettivamente il fianco destro e il fianco sie il ridotto di Tallaert. Il 2 ottobre il forte d i Waelnistro cli questo schieramento, men tTe il fronte orientai~ hem, <lei quale i Belgi avevano rioccupato le rovine, ,·ima.se scmplìcemente osservato da un distaccamento dovette essere definitivamente abbandonato; il ridotto -romposto d i 4 squadroni, 2 pezzi, 2 mitraglia.tr ici e 2 di Dorpve!d venne fatto saltare in aria dai suoi stessi c ompagnie ciclisti d i marina. Il fronte occidentale rid ifensori ; il forte <li Koeningshoyckt, il ridotto di Talm ase inosservato per insufficienza. d i forze. laerl e il forte di L ierre furono d al fuoco nemico ri- · Il 2& settembre, allot'chè cominciò l'investimento, il dott i in rovine. A serà, tranne il forte di Kessel e il fortino di ·D uffel, tutte le opere d i riva sinistra della gros~o dell'esercito belga era nel 4° settore; ognui1a delle divisioni 2", 3• e 6" aveva lascia to nel 3° settore un :\'èthe erano cadute. Un attacco notturno · tedesco su reggimento d i fanteria, uno d i ca.v alleria, tma comp,iTcrmonde obbligò la 4° d ivisione a ritirarsi sulla r iva s inistra della Schelda, distruggendo il ponte. Il 3 ot:gnia d i ciclisti e un gruppo di batter ie, e la 2" d ivisione c ost itu iva riserva genera le d i entrambi questi settori che . tobre anche il fortino -di Duffcl fu sgombrato e fatto ,;rano i p iù minacciat i, non p restandosi i settori 1° e ~" saltare in aria, e il forte di Kessel, semidistrutto dal per la vicinanza del confine olandese, ad essere aggirati tiro nemico, fu dovuto abbandonare. Peraltro un tenda nord, mentre l'a ggiramento da sud dei settori 3° e 4:> tativo di attraversare la Nèthc sul ponte delJa ferrovia .. osti tuiva minaccia per le comunicazioni cori la, base presso Waelhem fatto dalla fanteria tedesca, fallì._ costiera. Le bocche della Schelda, <:ome è noto, essendo In tali condizioni, essendo urgente di apparecchiare la ritirata divenuta sempre più probabile, allo- scopo di i n territorio olandese, e la ncutralitit essendo rigorosamente osservata e vigilata dal go,~erno dei Paesi Bassi., evitare il pericolo che fossero tagliate le comunicazioni

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con gli a lleati e l'esercito belga si vedesse obbligalo a rifugiar3i in O landa, la 4a divisione fu )asciata a 'Icrmonde, la 1• divisione di cavalleria occupò We tlercn e la _2" Lokeren. Il marescia llo French , infor mato d ella situazione e p reoccupato della · minaccia che ne derivava ai porti della 1fanica, inviò ad .'\ aversa, nella

eia aperta nella pdma linea d i d ifesa m isùrava 20 km. di larghezza. La. situazione era ormai così 1ninaccio_-;a,. clic veniva meno la speranza che giu11gessero in tempoi rin forzi attesi ; per conseguenza alle ore 20 il R e orclincì la r-itirata. L 'esercito campale, attraverso i pout i di Tamise, di Hobochcn e d i Burght, n ella notte stessa

not te su l 4 ottobre, una brigala di ~-:=~---=--~:,r,"//-------"T--"'"---,T"-:-----;,----~-, marinai (2200 u omini) agli ord ini ~ ' , ot== =:::::15====10 K. del generale Paris . Quest_a briga ta \ ♦ rorfe -----1 entrava in linea lo stesso giorno 4 . ·.:.. \ u Fortino, ba /;t,erùi di. fronte a Lierre. Go=:; ' In questo giorno il bombarda♦

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mento si estese a tutta la r iva settentrio na le della Nèthc . I Tedeschi ricawiarono i d ifensor i tra la G rande e la P iccola Nè1he e più a valle passarono la D end rc, mirando ad attraversare, sostenuti da

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un vivace f uoco d 'a rtig lieria, la Schekla a T e rmondc e ,t Schoe_ ; n aerdc. P oiché la presenza d i fo rze ._ _ _ j.. __ _ _ _ . tedesche a L illa, d istan te da N ieu--=- --=-=.,, --:Biri- --=-port circa 60 km., men tre Anversa .w, ne distava pii, ùel doppio, rendeva assai problcmatic.t la .r itirata d ell'esercito belga e la sua congiun1,ionc con gli Alleati, il comando SLtpremo belga si r ivolse a l governo di Londra per aiu to e lord Kitchencr telegrafò lo itesso giorno •I a l ma res<'iallo Fr~nch che stava a pparecchiando una spediz ione d i l.r..._AL11Fr socco rso per Anversa, la quale comprendcv.t la i" divis ione d i fan teria (gene ra le Capper) e la 3• 'd ivisione di cavaller ia (gen. Byng), in tu tto 22.000 uomini e 75 peni, che sarebbero sbarcati a Zcebrugge il 6 e i l 7 ottobre, e sarebbero stati p rccedtt ti ad i\nverna dalle 1) a 8} Por ti n, ·1 a n . 8; O) F . di mauw-gavcn; IO) llt. St.abroel, ; brigate navali del genera le · Alston "11 ) Ert!)r ancl; 12) Brasscllaet; 13) Sellooten: 14) Grave n; ·15 ) o e(<:i rca 8000 uomini). A queste fortog-l!em; 16) Doet; ·17 ) Liel'k,cnslloek; 18 ) oorder·er·; 19) La Pel'Jc; 2 0) Santa , raria; 2 1) .\lel'xe rn : 22) Zwyndreclll; 23) cruybek e ; ze britanniche dove_vano aggiunger24) Haesdonck : 25) nupelrnomte; 20) Broecl!em; n) Kesse1; 28) si ,1'87" divis ione territoriale franLlerre; 29) 'l'allae!'I; 30) Konlngshoyclll; 3 ·1) waw:re - Santa Cacese (generale Roy) e la brigata r-erina ; 32) WtteU1e1n; 33) no ,·nhern ; 34) u ezele ; 35) 9recnc101ic1,; :rn) Sun Fil ipIJ0; 37) Ant,ié'{) l'o l'te; · 38) Antico roi·te cli Calloo; fu cilieri di marina Ronarc:'h (in 39) Antico ro rte. tullo poco più d i 20.000 u omini) che dovevan o tra il 6 e il 9 ottobre recarsi rispet bivapas,ò ~ulla r iva sinistra della Schelda, lasciando a dimente ad Ostenda ed a Ga t1d. Complessivamen te s i fesa di Anversa i l presidio dei for t i, qualche repaTlo trattava di circa 50.000 uomin i, nemmeno sottoposti ad à a ;'o rkzza, la 2" d ivis ionc e le tre brigate britann iche un comando unico. I l 7 ottobre alla r i tir:r.ta delle truppe sC!,'ll Ì l'esodo dc:l'a ::-.rella notte sul S ottobre e nella giornata seguente popolazione civile, dando luogo ad una confusione i ni Tedesch i ir.ten~if,carono il .bombarcfa mcn lo, spingen<Jescr ivibile di gente che si accalcav.t sui ponti, sui do le fanterl'è a ll'attacco ; ma i Be lg i modian te contratgalleggian ti,__ sulle strade, per sot\rar s i .tll'invasore. Pi it tacchi resp insero gli assa litori. TI 6 ottobre il bom barche i 0 .000 pe rsone s i r ifugiarono in O landa . I memd amento fu limitato a lle opere de l 4° settore, ma alle bri C.:el governo, gli impiegati del!o Stato, le legazioni a li furono intensificati i tentativi di attacco e quelii estere part irono per Ost<mda. Il Re P. la R egina lasciae.li passare la Schelda a va.Ile .. Questi tentativi fall iro. rono la città. alle 7 e si recarono !I- St. Nicolas . Per no, ma fallì pur e un contrattacco belga verso la :Yèthc, assicurare la ritirata furono inviate per ferrovia a Gand tra Duffe; e Lien:e. Nella notte su l 6 giu nsero ad An p re~idiala. soltanto d itlla guard ia civica., una brigat,. versa le due br igate navali britanniche. L'assa li tore fratd i fanteria e tre batte rie, cui si aggiunsero I'S ottobre tanto, fatto avaiu,ar e u n equipa ggio d a pon te e gettate la brigata R ona rc'h e il 9 la 7" d ivisione briiannica . sette passerelle nel tratto Duffel-Lierre, incom inciava Nel frattempo i Tedesch i r iusci vano a var care la. a va.rcare la Nèthe, mentre con la grossa a r tiglieria diSr.helda. a Schoenaerde e spi:1gcvano for ti distaccamenti .;:t ruggeva il forte di B roechem, per modo che la brecdi cavalleria e d i fanter ia a Cru ishantcm e a Nazareth,

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mente affondati o incend iati. L'll ottobre, le truppe1roco lungi da Gand; e, st.ibilitisi a settentrione delh rimaste a Gand a protezione della r itirata dell'esercito. Nèthe, com inciaron o l'atta·ceo della seconda linea bombelga iniziarono a loro volta il r ipiegamento, coperte barda11do il forte N. 1. Sulla loro s inistra, nel 4° setdalle due d ivision i d i cavalleria belghe. Il 12 tutte letore, i forti di Siezel e di Breendonck erano ancora forze erano ad ovest del canale d i Schypdonck, che le:. in azione. Alla mezzanotte dal 7 all'8 fu iniziato ii ava.nguardie tedesche toccava110 , il dì seguente. Il 14 bombardamento della città e continuato per trentasei l'eserci to belga, ridotto alla forza di 82.000 uomini, st ore fino a lla re,a, producendo l'incendio di p iù eh,~ trincerava sull'Yscr. cento case, senza cbe s i potesse tentare di spegnere le fiamme, essendo la città priva d'acqua per la rotturn Anversa. Nome d i un reggimento dell'esercito delk degli acquedotti. Il giorno 8 la r itirata dclì'cscrcito belga due Sicilie, costituito nel 1753 con elementi valloni c. continuò penosamente verso il canale cl i T crncuzen1t reclutala i.11 Anversa., sciolto nel 1780. mentre repart i tedeschi, che avevano passato la· Schclcla, Anville (Giovanni Battista llourguignond' A.). ne minacciavano il fianco e ne attacovano a Lokerem Geografo francese, n. e m. a Parigi 1697- 1782). Le sue la retroguardia. La l" a ivisionc d i fanteria er:i stata carte, die sommano a più d i duecento, hanno fatto, inviata per ferrovia ad Ostenda. Sotto Anversa, la sifare un grande progres~o alle scienze geografichel spetuazione diventava ,ct1ora in ora più grave. Il 3Q corno cia lmen te riguardo alla cartografia militare. Sono spedi riserva e la 26" brigata d i Landwchr fronteggiavano cialmente notevoli quelle per cc L'histoire ancie,rne N i forti da l a 6 d ella seconda cerch ia, con la brigata l'histoire romain e >> <li R ollin. d i fanteria d i marina dietro la sinistra; tra la Dylc e Anwarudin. è\ababbo della prov. di Carnate nclla Schelda erano la brigata d'artiglieria <li marina e ht l"India, nel 1ì43. Dapprima amico dei Francesi, andò 4" d ivisione di complemento. Il gc ner.ile Deguise, comandante deHa fortezza, de- in d issidio con loro ql.lando assediarono e presero c ise allora che la 2• d ivisione belga e le br igate br iMadras e inviò suo i1glio l\lafuz, alla. testa d i 10.000t,u1n iche raggiungessero ]'esercito c:unpalc; ii passagu., a riprender:o . lvla queste truppe furono battute dai Francesi, e A. venne a patti firmando la pace. Nel 17-1& gio sulla sinistra della Schelda fu compiuto nella notte sul 9 alle ore 2. ~fa poic hé le s trade erano -ingombre s i alleò agli Ingles i contro i Francesi, ma venuto a di profughi, di armenti, d i carri, nello stesso ccmpo che battaglia. con loro, ne fu disfatto e ucciso presso Ambur. colonne nemiche erano segnalate in marcia verso occiAnzasca. Valle Alpina, che sbocca a metà della dente, una parte notevole d i queste truppe varcò il convalle dell'Ossola, collegata con sentieri d ifficili con quella fine olandese e fu disarmata; il resto potè imbarcarsi del Visp ( R odano). Ne l 1800 -il corpo fran cese che in fcrrovìa a Saint-Gillies-Waes. Nello stesso giorno 8 doveva scendere dal Sempione provvide a preparar~ sbarcò a Gand d alla ferrov ia la brigata Ronarc'h, con u11a piccola colonna la quale avrebbe dovuto sbocI" incarico di trattenere il nemico ad oriente della c itt,, care per la valle dcli' Anza ( il torrente che percorre la fino a che i Belgi e il distaccamen to britannico non . valle) a Premose llo-Vogogna, cadendo così alle spalle ,!ei fossero ad ovest del canale d i T e rnenzem. Il 9 ottobre difensor i del Sempione. cominciò a sbarcare a Gand la i" d ivisione britanr1ic,1 Anzanj (Francesco). Patriota, ·colonnello, n . nel e avvenivano ad oriente di Gand i primi scontri lra i 1809 ad Alzate Hdanza, m. nel 1848 a Genova. Lasciò marinai francesi e le avanguard ie tedesche. Il 10, il gli studi cli matematiche a Pavia, l)er correre a dare grosso <lcll'esercito belga era ancora dietro il canale il suo braccio alla Rivolud i Tcrncnzcm, n1cntre i resti della 2a divisione belgj zio!le della G rccia ( l827). e delle tre -brigate britanniche non lo avevano ancora Quindi si recò nel P ortoraggiunto. l'oichè il sofiennarsi sulla linea di di fesa gallo ( 1832) e si arruol,:, costituita dal can a le ora eletto e dalla Schclda, oppure nelle file d ei volontari, disu quella s uccessiva del canale d i Schipdonck e della stinguendosi ad Oportn Lys, avrebbe esposto l'esercito a l rischio di es~ere agdove ri111asc gravement~ gi rato sulla propria d estra e addossato a l mare prima feri'.o al petto; venne deche avesse potuto prendere saldo contatto con I.i sinicorato e promosso luogostra degli allea.ti, I u deciso il ripiegamento fi no all'Yser, tenente. Passò poscia nelpicco lo fiume che ·copriva tm ultimo lembo cli territole Jìle elci liberali spario nazionale . gnuoE, nella L egione StraAd Anversa, l'a ttacco tedesco continuò il giorno 9, niera comandata da norfaccn(lo cadere le opere d i :vrerscem, {li B rasschaet, di so •di Ca1·minati : si diDoijaek e <li Audaen. Fin dal le LO il governatore si 5tÌnse a Chiva, dove riera ritirato nel forte Sainte-1Iarie. Verso mezzogiorno mase ferito e venne proil bombardan1ento cessò e la sera. stessa le a vanguardie mosso capitano. Nel 1838 tornò in Patria, ma il tedesche entrarono ne lla città. La resa avvenne per· inigoverno austriaco lo aveva nell'elenco dei «sospetti » idativa ,Jelle autorità civili, che si erano recate a trate lo gettò in prigione. Liberato l'anno seguente, emigr& tare col generale von Beseler, accompagnate <lai eon-• in America dove fu con i combattenti rivoluzionari delsole di Spagna. [ forti, che ancora non erano caduti, 1' Uraguay, contro il Brasile . Nel 1843 entrò nella Le -• furono evacuat i e in gran parte distrutti il 10 sotto la gione Italiana comandata da Giuseppe Garib,tldi, il minaccia che a ltrimenti sa.rebbe ricominciato il bomquale gli d iede il grado di Lenente colonnello, e lo ebbs: bardamento della città, e la guarnigione, forte ancora, carissi1uo. Combattè nell'Uraguay e nel!' Argentina: si <li 400 u fficiali e 35.000 uomini, sì rifugiò per la masd istinse alle T re Croci, a l Cerro <li M ontevideo, alla s ima parte in O landa. I bastimenti tedeschi che erano Boyada, al Salto, ccc. Nell' ultima delle elette fazion i: ùt porto e i depositi d i petrolio erano stati preventiva-


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g uadagnò il grado d i colonnello. M,tlgrado che fosse o rmai agli estremi per elisia, di cui si attribuì la causa prima alla ferita aJ petto riportata ad Oporto, volle imbarcarsi con Garibaldi nel 1848, ma, appena arrivato a Genova, il male s i aggravò cd egli Yerme a morle, j) S luglio. Giuseppe Garibaldi dic-de il nome di A11:a11i al bat1aglionc d'avanguardia dei volontad che organizzò in _\filano ed ebbe a i suoi ord ini nello stesso anno.

Anzea. Località della prov, romana dell'Africa. ~ el 24 d . c. il numid,t Tacf:uin.l, ribellatosi a.i Romani, venne quivi a hattaglia col proconsole romauo Dolabella, e rimase sconfitto ed ucciso. Anzi. Borgo della Basilicata, in p rov. di Potenza. Forse è l'ant. .'111-scia, o Ansttm citato da Tito Livio. Xci Medio E\'O era fortificata e subì un assedio d.i parte del normanno Ruggero, il quale riuscì a fari., cadere, Anziana (classe). E' la classe di leva più ,·ccchia di servizio militare fra quelle alle armi; la prim:1, t:ioè> ad essere inviata in congedo. Anziani. ;\nt. Quei soldati del Granduca di Firenze che ne costitu ivano la b'llardia palatina. Anzianità. Prioriti1 di inscrizione o nomina negli ordini militari, che disciplinarmente i,we~tc di titolo e diritto di precedenza, tanto nel Comando, qu;rn,o 11ella responsabilità verso i super iori, Quan<lo la data <li nomina sia par i fra diversi militari, è considerato come anziano il maggiore di età. L'anzianità impone a i meno · anziani la stessa obbed ienza e I<;> stesso rispetto dovuto ad un superiore di grado, nelle contingenze di sen·izio. L'anzianità di grado si distingue in a$soluta e relativa. La pr ima è il lempo tnsco=so dall'ufficiale, <la! sottufficiale o dal g:i:aduato cli truppa, nel proprio grado e decorre per gli ufficiali ed i marescialli dalla data del R. D. di nom ina o di promozione; per i sotn ,fJiciali cd i graduati di truppa dall'ultimo giorno del mese in cui ha avuto luogo la promozione; ovvero, ~i.i. per gli uni che per gli altri, dalla data specifica tamcn lc ind ica ta del R. D . o d alla disposizione di promozione o di nomina. A volte tali decreti vengono registrati con riserva d'.1.; in tal caso la data di decorrenza dell'A. viene precisala successivamente median te altro decreto. L'II. relativa di' grado consiste nell'ordine di precedcuia degli ufficiali, dei sotlufficiali o dei graduati di truppa aventi pari data di anzia nità assoluta. l'cr gli ufficiali, prima della. guerra, era. detenninala dall'ordin·· di classifica risultante dai g,iudizt d'idoneità al conseguimento del grndo di sottotenen te, e - per gli u ffi-ciali in s. a. p. - anche da.Ha graduatoria risultant~ <la gli rsami finali sostenuti presso le scuole d ' applicazione delle varie armi; <:on il sistema suceessivo di reclutamento degl i ufficiali cli canicra dalle Accademie, eia cui i gi()vani escono col grado di tenente, è a ritenersi - con tutta certezza - che l'anzianità relativa <lcgli ufficiali appartenenti ad uno stesso corso verrà -~leterminat:t dall'ordine di classificazione derivante da_gli esami finali che gli ufficiali stessi sosterranno presso ie accademie. Pei sottuffic ia li e p er i gradua ti di truppa l'A. rela•

tiva è determinata dalla graduatoria risultante da i giudizi finali d' idoneità al conseguir.,ento dei gradi di sergente o \'ice brigadiere dei CC. RR. e di caporale. Fra militari d i arma diversa (od anche della stes~a arma quand o eccezionalmente non sia per alcuno di' essi ben definita la propria posizione) a pari data di A. assoluta la precedenza spetta al più anziano nel 1:,rraclo inferiore, discendendo successivamen te, ove occorra, s ino al grado di sottotenente per gli ufficiali e sino a quello di Cllporalc (o vice brigadiere) per i sottufficiali. A rarità di data di nomina nei gradi di caporale o carabiniere, 1a· prc~cdenza, pei graduali d i truppa, è rcgolat·, in l,ase alla data di presentazione alle armi. :\ pari data di presentazione, la precedenza spella al più anziano di età; a pariti\ d'età, la p recedenza è dcte11ninata cblla sorte. Nel computo dell'anzianità di grado per l'avanzaml'nt:i devc~i dedurre: Per gli uftìciali: a) il tc111po d i detenzione per condanna penale, Qcl in attesa ,]i giudizio seguito da. condanna penale, se questa supera un mese; b) quelio trascorso in aspctta liva pe r sospensione dall'impiego o per motivi di famiglia o per informità temporanea noa pro,·cniente da cause di servizio, ove in tale posÙlionc, in una sola oppu re in p iù volte e sem1pre nello stesso grado, s ia già (l·ascorso un anno.

Per i graduati oltre al tempo trascorso nella posizione d i cui alla lettera a), quello trascorso in congedo illimitato e quello passato in licenza di conva lesccnn in seguito a rassegna, in più di sci mesi consecuth•i.

A11zia11ità. (C. P. E.). :;-..'ci r iguard i della proce<.lun penale mi li tare, l'età d i ,umi diciotto, compita a l tempo del commesso reato. costituisce anzianità sufficiente pe, soggiacere alle pene ordinarie contemplate dal Codke P. l\f. per ogni militare. Al minore <li anni 18, e magg iore d i 16 la pena sarà diminuita da uno a due gradi. Il minore di 16, e maggiore di 1-1, viene punito con pene diminuite, in gcncr.e, da due a tre grad i, e la pena cli morte vienç commutata in quella della reclus ione ordinar ia a 20 o 15 anni a seconda che sia o meno inflitta anche la degrada:tione. In llllt i i casi nei qua li il C. P. )f., per l'applicazione delle pene, considera l'anzianità d i servizio, quesla vica!: calcolata dalla data dcll'animissione al servizio mil:tare per via <li asserto o d i nomina.

Anziano. Qualifica cli grado nelle Legioni lil,iche, della :Milizia Volontaria Sicurezza Nazionale, pc, distinguere la Camicia :'\era. che ha già compiuto il serviz io militare d a qtit'l!a che non lrn. a nconi concorso alla leva o che sia. stata arruolata. per fatti di leva, ma eh<! non sia ancora alle armi. La Legione libica è per meta fornita <li anziani. Della qua lifi r,a, che non è JJropriamcntc un g:·ado, di esso gode le p rcrngalivc discip linari cd amministrative. Anzio. Ant.· città marittima del Lazio, presso il promontorio Circeo, g ià colonia forse etrusca e fo r,c greca. Fu porto dei Volsci, fortificalo. Guerreggiò contro Roma appoggiando Coriolano nella sua ribellione contro la l'atria. N el 484 a C., Anzio inviò contro Rorna un c;ercito e sconfisse un corpo di Romani comandati dal console Lucio Emilio. Quindi armh un:1 flotta poderosa, costruì un arsenale, si cinse di mur.1. c<l cre~sc Lln:i robu sta fortezza in r iva al mare. N e: 469


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a . C. mosse nuovamen te guerra. a R oma, m, k\ sue quale pili volte si scontrarono Bolognesi e 11'1:odcnesi, e truppe furono affrontate e respinte dai Roman~ i qua.li nel qua.le il re Enzo venne tenuto in prigione, dopo la però assediarono invano Anzio una p rima. volta, e solo Fos.salta, ftnchè non fu preparato il palazzo in cui dodopo di avere r icevu,to r inforzi considerevoli, ed avuto veva essere custodito a Bologna. Nel 1325, dopo la sconl'ordine di non tornare a Roma sen7.a avere di~ Lrult.1 Jitta subìta da i _llolognesi a Zappolino, il castello fu la potenza della città rivale, impiegarono ua n1csc •Jt prc,;o e cle,·astato dai soldati del Bonacossa. Nel 181, .assedio e c!i assalti per ven.irne a capo, e finalmente, fatta strage dei difensori, presero _-\nzio. Tuttavia due anni dopo --\nzio ribella.vasi nuovamente a ,.Roma, a iutata <lai Volsci; ma ne riporta\"a nuo,·e sconfitte, le .quali non sembra che la debellassero comvletamcnlc, poichè --~ nel 384 a. C. troviamo ancora .Roma in lotta con la città. nur inara, e Furio Camillo ne ba lle l'esercito ma non riesce a prendere la fortezza, nuova n iente nel frattempo restau.......~-..~...::.:: ··'.?u·..... rala. Soltanto nel 337 Anz:o viene definitivamente assoggetrnta a R0ma. ¼'o.rlo -~ . . J I por to di Anzio ebbe tre -cq ~ .:·1c. l?/•o.,.,=•: -period i: porto Cenone, co··•!.·-...... '-lf<._e ---•J strnito jnsiemc con la città ·•..·.:·:>,. ", !:~::::::,. . , ( fino alla metà del I secolo dcll'éra. volga re), porto NcroJ1iano (fino al 1700), porlo Innocenzo, che corrisponde al porto moderno. Nd 409 A. \'enne devastata li 11or10 Il! Anzio 1w1 1ì4S. (Pianta rileva ta eia! ,1arescllal). da Alarico; nel -156 da Genserico, nel 537 da Vitige. In seguito fu presa e com~Iurat ·quivi ~i scontrò con gli i\ustriaci e li rcspi1Be pletalllen le devastata da i Saraceni, e gli abitanti vi torve rso il Panaro (4 i\)Jrile). narono s'>!o in parte e lino al 1iOO rimase una piccola Aob. Località. dell'ex: colonia africana tedesca del e miser'.! borgata. Sud Ovest teatro di un rombattimento il 10 marzo 1905. J I ,lO maggio del 1378 avvenne in v ista del porto cli Comandava le forze tedesche il colonnello Deirnling, il J\nzio una battaglia navale fra 14 galee veneziane CO· quale all'inizio del marzo si decise a concentrare i promandate da \'ittor Pislni e 10 genovesi comandate da pri uomini verso i lll('>nti Karras, ov'era trincerato con T.;iig i F ieschi; i Geno\'esi vennero sco11fitti; quattro i Slloi oltcn!ot ti il capo tribit :,\forcnga. Dalla parlc me loro galee con 800 u. e l'ammiraglio furono catturati dai rid ionale un altrn distaccamento. al comando del caYen('ziani; una affondata; le altre scamparono. pitano Kirchner, doveva muo,•crc all'assalto <li Grun,'\cl 1812 i France.si, padroni di An:i:io, tirarono 'IUaldorn-r\rus. La lotta fu iniziata da questo distaccamento, chc colpo , li cannone con tro una. nave inglese ; per venche r iuscì ad occupare la p osiz ione nemica nel pome_<lctta, i! 13 ottobre dell'armo seguente, Anzio venne atriggio. è.fa il capo 1'forenga, tutt'altro che ra.sscgnato taccata da -qua11ro navi inglesi; una fregata e una coralla sconfitta, verso sera passò all'offcnsi,·a. Le sor ti ,·ct ta. con tro il molo, un brigantino contro la torre d1•! ·della batta glia s i capovohero e i lèdeschi, dopo d i aver capo; il vascello amm iraglio fra AJJzio e N ell uuo. l i impiegato invano tutti gli uomini di cui d isponevano, fuoco fu apeno a.Ile due, e la guarnigione napoleonic:1 compresi quelli dei servizi logistici, sen1.a alcU11 pratico rispose costringendo la fregata. a ritirarsi danneggiata. risultato, dovettero il mattino seguen te ripiega(e verso ~la le altre tre uavi riuscirono a far tac~ rc le artiKosis, avendo pcrdllto 11 morti e 28 feriti, oltre a u n -glierie di terra e a metlcrc in fuga la guarnigione; sba,consi<lcre,·ol~ numero di armi. carono allora i marinai inglesi e danneggiarono forti ,: batterie, e saccheggiarono il paese; dopo di che ( 15 otAonzo (Giuseppe). Medaglia d'oro, n . a Savona nel tobre) se ne ripa rtirono. 1887, vivente. Yin da fanciullo visse sul mare; mozzo Nel 1849 un migliaio di volontari lombardi approclò su bastimenti a vela, alunno dell'Istituto :-iautico « Leon ad Anzio in difesa della Repubblica R omana. la b:rnl'ancaldo >>, Capitano di lungo corso. La guerra lo d icra ·della quale sventolò sul fortino fino alla caduta trovò primo ufficb lc sopra un vapore petroliere viagdella Repubblica. giante tra gli Stati Uniti e l'Italia : passalo nella maAnzola. "Borgata dell'Emilia, a 10 km. da Rorina da guerra. dh·enne un modesto capo timoniere, ma, logna, s ulla v ia Emili:t p resso il torrente Lavino. Xci .destinato in zona d i guerra, ebbe ben presto il comando :,fcdio Evo ebbe un robustissimo castello, intorno al <li un :Mas, e f u quind i promosso guardiamarina d i

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complemento. Faceva parte della flottiglia di ~fas, comand,lla da Luigi Rizzo, che, la none sul 10 giugno 19 18, ebbe la ventura di scont rarsi, presso I'rcmuda, in una divis ioue austriaca, compo~ta di due dreadnoughts ed una diecina di cacciatorpc<liniere. Un siluro, lanciato da una delle fra• gili imbarcazioni colpi in pieno la maestosa rorazza ta « Santo Stefano», mandandola a picco. Al guardi:unar ina .\onzo, come al capitano R :zzo, fu concess.1. la medaglia d'oro al valor m ilitare, con la seguen te motivazione: «Comandante di piccola silurante in pcrJu drnz:one u e llc acque de!la Dalmazia, asseconda,·a con pronta intcll.igenza, imme<-liata decisione e mirabile a rdimento il comandante della sua sezione nel portare a. fondo l'attacco contro una poderosa for.ta navale nemica. Superai.i la linra fortissima delle scorte, procedeva r isolutamente all'at ta'cco di una delle corazzate e con animo gagliardo, ~traordinaria abiliti, e fortunata audacia lo portava a compimento, esplican<lo cosi le più belle doti di perizia mil itare e mari1Urcscc1 ,i. (Costa dalmata, IO giugno 1918).

Aorno. Fortezza. sulle rive ddl'Tn<lo, eretta sopra una a lta rnccia piramidale, difesa da ltn fossato mol lo profondo, ritc-nuta inespugnabile. ~ e! 327 a. C . .\ lc~san<lro vi pose l'assedio, e incominciò col far r,empire il fossato per meno di un,1 quanli tit d i grossi tronchi d'albero. Un assalto di viva for~a. dopo di ciò, venne respinto da gli asscdia,1ti, i quali fecero piombare grossi mac ign i sup;li assali tor i; ma infine, trovatis i privi di viveri, furono costretti ad uscire dal loro asilo. rimanendo uccisi <lallc truppe di Alessandro o prc,i pr ig ion ieri : pochi riusri rono a salvarsi. Aosta. VaJlata alpina, cç>rrispondente alla savoiarda ,·alle della Tarantasia, con la quale comunica i\ttravcrso i l P iccolo Sau Berna rdo; e corrispondente alla ,·alle del Rodano, con la quale comun ica attraverso il Grande San Bernardo. Ha una lunghena di 1.00 klll. ed è percorsa dalla Dora Baltea . La st rada che con duce dalla pianura ai due S::n Bernardo, venne riat tata nel 1776, ma e;isteva da antichi tempi. La vallata può essere sussidiaria di un attacco verso la Yalle del Rodano operato dal Se111pionc, e <l i un a11acco verso la Tarantasia operato dal Cen isio. rer un nem ico che penetri in ltalia può essere presa di rovescio se esso opera a11che dal lVfongincvra e dal CcPianta delh1 Cillà roman a nisio . •\Jel!a valle d'Aosta abitavano i Sa lassi, i (]Ua!i nel 134 respinsero e sconfissero un esercito romano, condotto da Appio Claudio, infliggendogli una perdita di 10 mila uomini. Tuttavia la valle venne in potere dei Roma ni condotti da

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Mario \'alerio :\lessala, i quali però dovc11ero domare due ribellioni del fiero popolo nominato: la ,prima, 35 ann i a. C., la seconda dicci aani dopo. Allora Terenzio Varrone, capo dell'esercito romano. pose il suo campo dove poi sorse .\osta: fece prendere 30 mila dei ribelli e li vendette come schia\'t e fece costruire Aosta e la strada del Piccolo San ll~rnardo. Seguirono più avanti im·asioni di Longobardi. di Borgognoni, cl i Francl1 i, ,f inchè il contado d'Aosta appartenne ai principi di Savoia, nei primi anni del secolo XI. I vaklostani ebbero a soffrire incursioni da parte degli Svizzeri del Canton Vallese; ·p er d ifendersi, organizzarono allora milizie, fra le qual i nel 1206 una « Compagni;t dell'arco ll, composta di arcieri e bales trieri, e n el · 1427 umt « Compagnia d i archibugieri >> (o « du jeu de J'a.rqucbuse »), la prima costituita i11 Italia, nei primi tempi <lella diffusione delle armi da fuoco. Ne l gennaio 1552, la \'alle d'Aosta aveva stipulato con la Francia la propria neutralità, sanzionando preceden ti accot·di nello stesso senso. Tuttavia., tcmend,, invasioni da parte degli abitanti del cantone Valle.se, e temendo altresì che i Francesi non r ispettassero gli accordi, nel 1548 aveva creato una milizia che ,unrnonta va a 4000 uom ini, comandata da tre coloanelli e suddivi.,;.1. in 12 compagnie. E quando, nel 1554, il maresciallo ò i Brissac occupò Ivrea, la milizia si :tdunò !td piano d i Vcrres, me1t.cnclo in stato di difesa, per ordine di Emanuele Filiberto, i forti di Bard e di ~longia veto, E il maresciallo non o;ò ùi violare gli accordi. X c ll'apr ilc del 1794, un co,·po francese avc,·a superalo il Piccolo San Bc~nardo, ma venne affrontalo e ,.,._ spinto nella Tarantasia dalle milizie valclostane, raccolte: e wndottc dal <luca di ~'lo11ferrato. ttr zogenito del re di Sardegna. Xel 1800 discese in Val d'Aosta Xapoleonc Buonapartc, col grosso deircsrrcito destinato a operare contro l'austriaco ) lelas.

A osta. Ciuà nella valle omonima, punto stralrgico importan tissimo all'incontro delle st rade dei due San Bernardo, già fortificata con mura. e torri. X el 1800 er,i presidiata da un battaglione di ungheresi; venne a5.s:t· lita da cinque ba.ttaglioni francesi e uno di (<Cisalpini», comandato quest'u ltimo dal maggiore Tonduti: i battaglioni a;>partrnevano all'ayani;uardia dell'esercito napol•oonico, comandata dal generale La.nncs. L'attacco vennc condo t lo con vivacità; gli unghei·esi, dopo breve res is:cnza in cui perdet tero parecchi morti e feriti, si .;a'· ,·arono con la fuga. Rrigat>.l Aosta. Trac origine dal reggimento fucilieri di S. A. R., formato il 20 febbraio 1690 per la protezione tattica dell'art iglieria; incorporato nel dicembre 1710 il reggimento di S. Giulia (volontari di Mondovì) nel 1774 assunse il nome di «Reggimento di Ao31a )>. Dopo il 9 dicembre 1798. unitamente a l regg. di Savoia e cli Lombardia, formò la t • mezza brigata di linea dell'Esercito nazionale piemontese; la meu;i brigata ,·cmw poi sciolta e il regg. di Aosta HOn si ricostituì che nel luglio 1814; il 1" n ovembre 1815. rimanendo sempre organizzata in reggimento, prese il nome di « .Briga:a Ao~ta l) ed incorporò il regg. provinciale di Ivrea e parte di quello d i V~rcelli. Solo il 25 ottobre 1831 la brigata si di\'isc in I• e 2• rcgg. incorporando gli uomini del soppresso bgl. Cacciatori di Aosta. JI 4 m:i.ggio I 839 i due reggimenti vcnnei·o des ignali 5° e 6°


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rcgg. fanteria ( «Brigata d i Aosta Jl .. Soppresso nel 1871 l'ord inamento in brigate, i regg. ebbe'ro nome di 5° e 6" regg. fan teria, ma furono r iuniti nuovamente nel 1881 nella brigata Aosta. La brigafa Aosta prese parte a lle seguen ti campagne e fatti d'armc: 1690-95 : Staffar<la, Embrun, As,e-

~1eclag'li;1 clella b rigata Aosta

dio d i Pinerolo, S. B rigida, Marsala. 1696: Assedio di Valenza. 1701-02 : difesa d' I vrea, d ifesa. di T o rino. l 7 llì1719 : Difesa d i _vfcssina . 1733-35 :' Parma, Guastalla. 1742-48: Casteldelfino, Montalbano, difesa di Cuneo, Madonna dell'Olmo, -assed io di Valenza. 1792-96 : G ile l.ta, Bricco d'(Jtelle, Clavières. 1799-1815-1848 : Marcaria, .Mantova, P astrengo, S. L u cia, Coito, Sommacampagna, Cust.oza. 1849: :Mor tara, ::s;:ovara. 1855-56 ( 4 cp. per ogn i bi-igata, -costru ite in due bgl., incorporn ti ne l 2° regg. provvisorio). 1859 : Confienza, S. Martino, Pesch iera. 1861 : 11au co, Scorgu la. 1866: Custo7,a. )887-88 (9" cp. del 6°): Saati. 1895-96: Concorse a lla for mazione dei bgl. 2°, 4°, 14°, 21°, 33°, -con 6 uff. e 288 gregari del 5° regg. e 11 uif. e 212 gregar i <lei 6° regg. 1911- 12 : il 59 reggimento ,-concorse alla mo bilitaz ione dei reggime nti 6'' , 30°, $0° e 79°, fornen do comp lessivamen te 17 u fficiali e 633 gregari ; il 6° reggimen to prese parte a lla campagna d istin guendosi nella. battagl-ia di Zauzur (8 giugno 1912). 1915-18: Sco;)piata la guerra contro l' Austi·ia la brigata fu inviata i11 Carnia, concorrendo poi alle azioni in corso nella Conca d i Plezzo ove r imase fmo a l novembre 1916; quindi fo sul Carso (Pecinka e Fait i) e nell'aprile 1917, assegnata alla 6;' armata, operò in Val Brenta .fì nchè, avvenuta la r itirata diet ro a l ]>iave, venne sch iera ta su l Grappa fra Col Caprile - Col della Ber retta - Col Bonato; ivi oppose ero ica resistenza a i furi bondi attacchi d el nem ico. Nel giugno 19 18 concorse con poderosi attacchi nei pressi d i Volpago ad arg inare l'irruzione, degli austriac i dura.n(e la battaglia del Piave, e n ella battaglia <li Vittorio Veneto con1battè eroican1cnte, a. costo dì gravissime pe rdite, per la conqu ista del ~{. Vald croa e <lei :M. Spi noncia .

R ·icompense: A Ile band icrc dei 2 reggimen ti: mcd. arg. al val. mii., pe.r la bella condotta tenuta nei fatti d'armi d i Mor tara e <li Ì\ovara (21 e 23 marzo 1849); mcd. <l'oro al val. m ii., per la gloriosa con dot ta tcnutst aii'attacco e pfcsa. delk posizioni cli S . MaHino ( 2 t giugno 1859). Nella recente guerra, o ttenne la medaglia d'oro a.I val. mii. colle seg1~enti motivazioni: (( Sostfnne in trepida un formidabile at taeço n emico, .-iusccnd o, in cruentissi ma lotta., dapprima a trattener~

l'avversario e poi a respingerlo ( T ezze - Col della I!errctta 22-26 novembre 1917 ». - (( Nella battaglia. del!a riscossa, con irresistibile impeto e mirabile audacia, conqu_is tava i Roccion i d i M. Val<leroa, e con ardito u10v imcnto concorreva a lla vitrtoria delle anni d'Italia (l\1, Va lcleroa 24-28 ottobre 19 18 ii. - « Nel cu lto sempre vivo delle antiche e fiere tradizioni, i suoi giovani Fanti dimostrarono ognora, con grande sacrificio di saHgue, incrollabi le tenacia, subilme ardimento e<l eroica devozione al dovere ». Alla bandiera <lei 5° reggimento fanteria: Medaglia d i bronzo al val. m il. - Al IV battaglione: Perchè d iede speciali p rove d i va lore e sagacia m ilitari (fa tti d i A~promonte, settembre l 862) . Alla bandiera del 6° reggimento fanteria : J\Jed. <li bronzo a l val. mii. - Al II battaglione : P ei fatti d'arm i del 24, 25, e 27 luglio I 848 alle gole d i Staffalo, su ile alture d i Sommacampagna e del 4 agosto stesso anno fuori le porte di ~1ilano e all'incomincia to assedio d_i Peschiera . - Id., Mçd. d i br. al II bgl. : Per essersi d istinto nella presa del T orrione sot.to Novar a (23 marzo 1849). - Id., al IV ba ttaglione: Pei fatti d'anni di Casama.ri e d i Bauco (brigan taggio, 28 gennaio 1861). Med. d ·arg. a l IV bgl. : P er la splend ida condotta tenuta nella ballaglia <li Zanzùr (8 giugno 1912).

Mostrine : Rosse, attraversa te. orizzontalmente a l centro da una riga nera. Battaglione alt,ino A·osta. Creato il JO aprile 1885 col nome d i battaglione Val ·-<l'Aosta, fece parte del 4° regg. alpini; nel 1886 prese il nome di bgl. Aosta. Durame la campagna <lei 1895-96 concorse alla formazione dei bgl. a lpini 1~ e 2". Du rante b. campagn a Italo- Aust~iaca 1915- 18 il bgl. Aosta si trovò in primo tempo nella zona <lc·t :vr. X ero alla d ipendenza del Gruppo Alpini A, sostenendov i aspri ,combattiment i ; nel rnar,,0 1916 passò in Valtellina e poi n ell'alta V . C,,monica per recarsi poi, durante l'offensiva austr iaca e con lroffcnsiva italiana., iu V. Laga.rina ove combattè sul ::'vlattasrnnc e sullo Zugna. TI 13 luglio si trasferì nell'alla Valtellina e nel settembre sul l ';i~ubio, ove r imase fino al maggio 19 li allorchè, insieme col VI gruppo alpino d i cui faceva parte, fu i11viato sul l\1. \'odice del qu:tlc conquistò la vetta; rùwiato nel giugno sul Pasubio, vi r imase fino alla ba ttaglia cl i :Vittorio Veneto a lla qua le prese parte co:nbat tenclo eroicamcnic nella zona del Grappa C'vf. Val<le:-oa, M . Solar olo); il .ì l ottobre, seguendo l'avanzata gener:ile, prese parte ali' insegu imento cìel nemico puntan do su Fe:tre. Ga gliardetto del JJgl . Aostn Ricompense : Al labaro <lel 4-0 /\!pini. :Medaglia d'oro al valor m ilitare: (\ Il battaglione Aosta, superando accanita. resistenza n emica ed asJ)re d ifficoltà di terreno organiuato a difesa, ascese sangu inosamente le rupi del Vodicc i.mpa<lronendosi, con altro reparto, della Quota 652 sulla quale, con sonumana tenacia, resistette, senza cedere u n palmo "di t erreno, a te.rr ificante bombarcla1:nento, ,i ripetuti


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co111r:ntacch-i, a. difficoltà incn:trrabili (Vo,.1ice, 1821 maggio 19 17). Nella battagl ia della finale riscossa, rinnov,111do an coro. una volla l'esempio d i ero ico valore, di spirito di sacrificio, di serena fermezza degli alpi,n i d'llalia, consacra\'a alla vittoria cd alle glorie della Pa tria il fiore <léi <suoi alpini che. decimati ma non dc11ni. intl'..! 1 >i<l.Lmtnlc

1,u~1tav:Luo

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cadevano al grido, rintronante tra il fragore delle armi: Ch'a cousta !'on cl•'a cousta, viva I' Aou sta ! (':M. Salornlo, 25-27 o ltobre 1918).

Reggimento Ca.101/eggeri tli Aosta. Un primo regg. di lancieri d i Aosta vrnne costituito nel lì 74 da V ittorio Amedeo III , col nome di « Ao-,ta Cavalleria l>, e Yenne ~iolto nel 1796. Fece la campagna del 1792-96 contro la Franci,t. Carlo Alberto lo r icostituì nel 1831 col nome di u J\o~la caYal!eria >,; nel 1850 fu a..scgnalo alla caval!eria leggera col nome di e, Rcg;g irnen to ca valleggeri di Aosta >l: nel 1860 passò fra i l~m:icri e finalmcn:c nel 1871 ebbe il nome di « 6° R e!!gimento Cavalleria ( Aosta} ,>, rim:!nen<l,, an nalo <li lanc ia . N cl 1876 r iprese il nome <li « ReggimenMOllUlllNllO sul Yodiee to cavalle.ria Aost:i. l> (6"), nel al ca.dul! (ICI bgl. AOS.13 1897 ebbe. quello <li « Lancieri e Lernuna di Aosta (6") >l, e nel 192(1 q1iello d i Cavallegge ri d i Aosta. Fece le c:unpagnc d<'I 1848, combattendo a GoilO (8 apr ile), Mantova ( 19 aprile), S. Lucia, Coito (30 maggio\ Sommacampagna, Custoza. Nel UH9 h1 alla battaglia rii Novara e dumnte la campagna cli Crimea (1855-56) man<li> il 1° sqdr. incorporalo nel regg . l'rovvisorio J i cavalleria. Kcl 1859 prese parte ai fatti <l'armi di Castelnuo,·o Scrivia, )fontebello, ::,.radonna della Scoperta e all'investimento di Pe:,chiera. Nella campagna del 1866 fece pane <le i T c. d'A . e romb~l tè a Custoza e a ::lfodolc. Nel 1870 fece partt dell'e,ercilo operante p·,r la presa di R o:n:1. l);irante la campagna .J' Afric:l. concor~e alla form!zione dello , qu1drone cacciatori a ca,·al!o nella. spedizione del 1S:l7-SS e nd 131!5-16 in, iò l uffici1le e 69 gregari p,•r vari ser \' i?.•i. D ur an te la ru<: rr.l Ita lo-Turca fornì a,J Fregio dc11·c1mct10 alcuni corpi e sc,·,·iz1 mobilitati 4 uf6ciaii e 139 grrgari. Durante la. grand~ guerra fece parte della 4" Brigata d i cavalleria con la qua le fu sul basso I sonzo nel 19 15, e nel 19 16 nellr. retrovie della fronte trent in,1; ne l 1917 fece servizi•.> nuova.mente sulla fronte dell'Isonzo, nel!a zona di Udine, e durante la ritirata di Caporetto ebbe alcuni

scontri; il l 7 novembre cessò d i far par te della 4" brigata. Nel 1918, a ll' ini:lio della ba ttaglia di Vi tto r:o Veneto, portalOsi nei' pressi di T reviso, passò il Piave a Palazzon il 30 ottobre cd inseguendo il nemico, allra, erso una quantità di piccoli sconlri, giunse prCSS<) !'lsonzo allorchè cessarono le ostilità. JI rcgg. ha per motto: << Apsta <l' fcr ll.

Rico111/•c11sc: Mcd. ar·g. a l val. mii. P!!r l'ottima N:1dolla tenuta alla battaglia di Novara (23 mari:o 1'I 1°).

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i.

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mrmnmmr,aru1p111~ Stendardo rlc•I r~g-glmentn nel l7SG

Mcd. oro al val. m ii. per le brillanti e r ipetute car id ,e che arrestarono il ncmko che inseguiva la l ' div. in. ritirata (Custoza, 24 giugno 1866). )led. bronzo al ,al. mii., per av('re salvato durante l'inseguimento ponti di

Rilorncllo del r<'gg. Cavallegg(!rl di Aos1a Latisa.na cl.dia d is tru zione, e per aver caricato a Corwolo travolgendo l'estrema resistenza del nemico. (Ual Monticano a Cervigna.110, 29 ottobre - 4 novemhre 1918).

Reggimc11to di A osta. Regg. di fant. co3tituito nel 1639 e chiamalo cc Senanles ll: prese -il nome cl i rcgg. cli Aosta , nel 1664. D a l 1686 al 1690 fu al so!do d i LtriKi X (\' e cornbattè in Fianclrn: venne sciolto dal detto r::. Nel 1691 ,·enne ricostituito ad h•rea e nel 1703, fatto prigioniero oi sorpresa dai France~i a S. Benedetto st:l Po. Ricomposto ancora nel · 1704, l'aru10 seguente, ,d ia Verrua, nella r id.:>tta d'Ognissan ti, venne d is trut to dai Francesi. Battaglio11c Aosta. Co~tituito nel 1800 dai maresciai:o .Ilerthicr, andò a far parte della 2' brigata di linea pi~mon tcsc. Cacciatori 'del ducato d'Aosta . Corpo di cacciatol'i compo3to d1 miliziani nativi della , al d'Aosta e della Savoia., scelto fra i cacciatori d i camosci. Venne costi1ui to nel 1793 e fece le campagne contro la ' Fran~;a tì no al 1796, anno nel q ua le venne sciolto. Caccia,ori d'Aosta. Tiattaglionc di fanteria legger.,, creato nel 1825 per presidio dei forti di Exilles e •Ji Lesseill9n: venne soppresso nel 1831.


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Aoust (Eustachio d') . Generale · francese n. a Douai 1763, m . nel 1794. ,N el 1792 fece la prim a cam pagna. della rivoluzione sulla fron tier-a. del nor d . Ne1 1793, divenu to genera le <li brigata, passò all':irmat.i dei P irenei orientali, dove ben p resto r a ggiunse ii gra do' di generale di divisione; e dapprima r iuscì a respinge re gli spagnuoli liberand o Per piguano, ma poi, sconfitto da costor o, fu accusato di tradimento, tradotto a Parigi, gh iglio ttinato.

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623 m isurati <la. cann one a cannone. Il cassone sta. nor malmen te a s inistra. Analoghe diSJ)osizio11i si hanno per le oa tterie someggiate.

~ pagoge. Sorta d i manovra usata d agli antichi esercii.i greci e aclot t<l.ta poi ancbe ~a i romani, per rne,..zo della qua.le s i pass:, va dalla formazione in linea d i combatLimento a quella della linea fn colonn a . A pe. (13 1'). Tor pediniera, varata a Londra nel 1883, d isloc. tonn. 16, rnac;; hin. 250 IIP. F u di stanza a Venez ia per la difesa dell'estuar io e per l'istaurazio,1~ degli allievi macchinisti. "!\Jci 1898 passò al servizio dcgan ale.

« Ape >l. Cannonier a, per canali, varata nel 1918: lunghezza m. 20,12 ; lar ghezza m. 2,44 ; dislocamento T . 3 1; equ ip:1.ggio 10.

A pelle. Ammir aglio sir:1.cu,ano, che ebbe il comando d i 60 tr iremi per combattere gli E truschi ; con le sue navi devastò il lit tora le sul ma.re T irreno fino a lla T oscana; prese l' isola d 'Elba, devastò la Corsica, e tornò i"n patria con ducendo seco r i<:chezze e prigi,,n icr i (V secolo a. C.). Aperto. Sostan ti vamente, chiamavasi così il passaggio o viuzza tra l'uno Comand•tfiplo!on1t e l'altro corpo di difes:1., allo scopo cli perme!~rre Comanrlan!e rii Sffuadra ➔Ò l' uscita e la r ien trctla c)ci EB-Capi mrlr. ---+EB soldati e delle palruglìe. Oggi d icesi semplicemen f'or!'armao te passaggio, .o aj>ertiira ( es. dei reticofo.ti) .

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,1 pt:rl o d:cc,i del plotone d i fanter 'R. quw,Jr, ~ IM, • • ,,. ha le squ adre pos\e l'una di fi,t nrn all'altra (sèrrata od in fila) con intervalli variab il i tra una squad ra e l'a ltra, imerva.llì eh,, sono in relazione alla zona battu ta, n cl ,cn,o d i fronte, cb u n ;1roictro d•art iglieria, in modo che questo, scop- () ~ FuCtli eri ---+ piando, avvolga un so!o ck:mento d~lht formazio:1e, senza tocca.re il con tiguo : in media, l'-in tcrvallo è cl i 40- SO m. P er l'ar tiglieria, la batter.ia. coi pezzi aff1a11cati, Wce-comanrlan/e disyvar/,a➔0l) o in colonn~, dicesi « in linea aperta JJ. L' in ter• Plotofl/' <li m it r aglier i ap ert0 va-Ilo è p rescrii lo di 22 con le squad re in fila passi nella linea aperta per la batteria da campagna, cli 4C passi per le pesanti campali, misurati tra. mozzo e mozzo per la bat teria coi p ezzi in colonna . Coi pezzi affiancati, gl'interva-Jli sono

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Plotone di m!Lr ag-lie ri apel'to con le 5(JlHtdre senaw Le formaz ioni aperte s' impiegano per il movi mento, nella zona ba ttura dal fuoco nem ico.

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Fig.2

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■osserv. carro Fig-. 1. nauena in li nea aperta (pezzi a mancali) Fig-. 2. Id. (pezzi cli colonna.)

Per la cavalleria, le for mazioni :i.pcr te, cli massim;,. wno generalmente corrispondenti a quelle del plotone cli i an leria.

Apiaria. Ant. d t tà s ulle r ive d el Danu bio, for tificata da i R oman i. D urante la guerra dell'imperatore .:vfau rizio contro gli Avar i, questi, n el 587, vi po.sé,.,, l'assedio e r iusciron o a demolirne le m ura med iante une?. grossa macch ina <la guerra costru ita d a un rom:rno passato nel <:ampo nemico. A . fu presa e data a l saccheggio. Apice. ( Lat. A pex) . L a tesa r itl<L s ull'elmetto, a lia. iua.le veniva fissata mia crin iera d i cavallo o altro ,pennacchio, così da costituire il c i1niero.

A j,ice. Borg~ in p rov . e c irc. d i Ben~vento, a n ticamente m unito <l i m u ra rafforzate d a t re castell i. I suoi abitanti resistettero valorosa mente al norma nno G uglielmo il :MalQ; furon o invece all'obbedienza di G uglielmo i l Buono e diedero p rove di valore du ran te le Crociate, alle qu al i par tecip arono ot tenendone in r ic01-..pensa alcuni p r ivilegi.

Apio la. Ani. città dei L atin i: presso la qua le fu


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<:ombattuta una battaglia che appartiepe al periodo leggendario d i Roma (tra il 616 e il 578 a. C.). Avendo i L atin i compi:.ito incursioni nel territor io di Roma, T ar•quino P risco marciò contro di loro, e s i impadronì, ,dopo d i averli sconfitti, della c ittà.

Aplustro. Ant. (Lat. Apl,~stre e anche Aphlast.r11m1.). Ornarnento d i tavole a vcnta-

_glio, intaglia te e dipinte, che le antiche navi da guerra. gr·:?.che e rornane reca.vano comunemente sulla poppa . Era

-considerato come insegna c he n e'! cornbatl imen t9 gli avversari cercavano d i .strapparsi l'un l'altro. Fu anche adoperato come simbolo per vittoria navale . A pollorloro.

Ar chitetto n. di Da-

1u3.sco, vissuto in Roma aH1epoca d i TraiaJ101 ucciso per ordine di Adriano verso il 130 d. C. Costruì il

-porto di Civitavecchia, consideralo come modello dei p c,rti romani. Costruì nel 104 un grande ponte s_ul DaJrnbio ·p ro tetto alie due estl'emità da torri, detto ponte <li Traiano JJresso T:1rnu Severino. Costruì la, colonna Traian a . Ideò per ordine d i Adriano molte macch n1e d a guerra nuc-ve, leggere e pe1ciò facilmente tra.sportabili, e . le descrisse in un suo lib1·0 intitolato « Poliorcetica)).

Apollofane. Ammiraglio roman o, seguace d i Pop1pco nel I secolo a. C. Com-batlè nelle acque iJi Sicilia con tro la flotta d i Cesaré èon ·successo; ma :>. -"<au-loco essendo s tata d isfatta la flotta pompeiana, si sotton1ise a Cesare. Apollonia. Aut. città d ell'Epiro, che fo grande empor io commerciale ellenico-romano; sorgeva sulla destra de lla Vojussa, non lontano dalla sua foce, a metà stracla tra Fieri e la costa, cui si accedeva per un cana le o ra interrato, Era, ins ieme con Durazzo, l'ordinar ia stazione n avale dei R omani. G li avan zi d i quest a antica e glor iosa metropoli s i p rotendono lungo le p rcpaggini estreme dei monti della Malacastra. :\"cl 214, A., alleata dei Romani, venne assediata eia Fi lippo d i Macedon ia; la piazza era difesa dal roma.;10 Nevio. li p retore Valerio Levino, inviato al soccorso d i A., sbarcò una legione a lla foce della Voiussa (ant.

Aoo) e r imase .a guàrclia del fiume. I Macedoni, p resi fra due assalti, d ati dal Nevio contemporanea mente e <l ai corpo <li soccoBo, si r itirarono verso la Voiuss~ dove tenevano una p iccola flotta . ]\fa Filippo, vist:i. guardata la foce del fiume dalle navi d i Valerio, bruciò le proprie e si r itirò verso la ~facedonia, dopo d i avere subito gravi perdite . In seguito, _A pollonia ebbe parte notevole nelle guerre dell'epoca romana e specialmente in quella tra Cesare e Pompeo che terminò con la disfatta d i CJUSt'ultimo sui campi di Farsaglia. Nel 759761, durante ht r ibellione delle gen ti dell'Illiria, i Roman i vennero assediati, oltre che in a ltri centri, in /\polloni:i., ri1a la città s i difese energicamente e i ribdii non riuscirono a prenderla. , A. fu d istrutta du ran te le invasioni barbariche. Apollonia. Anl. città assira presso la sponda s in istr~ del Tigri. Vi si combattè n el 221 a . C. una battag'ia fra Antioco III re d i Siria e M olone, -generale cbc gli era r ibellalo. Mo lone si schierò fra A, e le montagne, con ie spalle r ivolte a q ueste ultime, e di fronte a lu i venne a sch ierarsi l'esercitò di Antioco, come, secondn P ol ibio e il Folar<l, è in dicato nella figura. Ignoto ~ !I numero dei combattenti; più debole però Molane e ton truppe meno agguerrite e r isolute. Durante la lot;~, mentre Antioco cercava <li avvolgere le ali dello schi~ramento d i J\folone, l'ala sinistra d i questi lo abba ;,donò e passò al nemico, tosì che l'esercito s i sbandò e l'imase completamente dis(atto . J\folone, vistosi perdu10, si <l ie<le la morte.

Apostolos (Nicola) . Esperto uomo d i mare della Grecia, il qu ale, nel 1821, durante la. guerra di ind ipen denza con tro la Turchia, ideò le navi incendiarie (brulott i) -con le CJUali i Greci tanto danno recaro ,1,, alle flotte nemiche. L'Apostolos s uggeri anche l'idea d i ma~cherare l'appressarsi dei bru lott i mediante ' cortine d i fumo emesse dai brigo.n lini d i appoggio e rimorchio dei brulotti m_ç!'.lesimi. Appalto. Cessione a p rivati per parte dell' Am1ninistrazi0nc 1nilitarc di determinati servizi o lavorazioni, da eseguirsi sotto de tenninate condizioni nonne

e di~cip line e con speciali diritti ed oneri stabiliti per contrat to o previsti nei capitoli d'oneri che fanno parte del contratto stesso. Così avv iene per Ja lavorazione dd

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.:arredo de lÌa truppa, per le r ipar azion i al casermagg io, per i trasport i in determinati prcsi<lì, per v iveri, fai-aggi, legna e p aglia, tanto per la lettiera dei quadnivcdi, quanto per la giaci tura della truppa. coorte p retoriana I d e lle Legioni romane, erano detti così tu tti coloro che appaneJ1eva.no a vari servizi acce:ssori corne i Lictorcs} i praccn11e.,, i 1,11/larii, gli ha·rnspkes, gli specu.latores, i me.dici,

Apparitores. l\'ella

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Appel (Cristiano) . Gener ale a ustriaco, n. a 2\feusoh l in Ungheria nel l i85, m. nel 1854. Combat tè n d i 79S agli on.l ini del l\Ielas ; partecipò a lle campagne d ~l !SOS e del 1812. Dal 1813 a l 1815 fu insegnan te di ~quitazione p resso il Quar t ier Gener a le d ell'eserc ito aust r iaco. Sd 1848 assunse i l cornaudo m ilitare della piaz.zaforte d i Lu biana. Durante la campagilll del 1849 .comamlò il · 111 Corpo <l' ,\n11a ta e partecipò a lla battaglia <li ~\!ava ra. Indi fu collocato in d ispouibilitù. Giovanni ,!ppcl. G enerale austriaco, n . nel 1325 a S ik ircvci in S lavonia, m. a V ienna nel 1906. Parie• <:ipò alle cat'llpagne del 1848 e 1849 contro l'Italia; ,·erso la fine del 1849 fu in Ungheria, dove si d istinse nella battagìia cl i' Temtsvar. )sie! 1859, quale maggior,· degli ula'ni, prese , pat te a l comba ttimento d ì 1'Ion t's• beUo e a !la ba!laglia d i Solferino, a iutando i11 un crit:Co momento · 1a d ivisione del Principe di Assia , ch'era in r it irata. In quella circostanza perdette l'occhio si1iis1 ro. :ì\'el 1863 ven ne nominato cnlonnello, e a ll'inizio -d ella campagna <lei 1866 prese i l comando de lla l" d ivisione d i cava lleria, combattendo a Laugcnbrnck, a Sicl1row, a Jicin, a Sadowa, -dove la sua divisione gim·i:, " rroteggere con felicissima manovra la r it irata delJ',:"'ercito . S ucces~ivam ente Appel fu nominato comandante della Scuo :a di · Cavalkria a Vienna, feldmaresciallo, nel IS81 comandante militar e della p iazza d i T emcsvar, nel JSS2 coma'ndante d i Hermannstadt e generale -d i cavailcr ia, nell'agosto 1882 comand ante gener ale d i Se. :rajevo e capo della Reggenza di Bosnia-Erzegovina.

Appelius (Em ilio) . Genernle, n . e m . a L ivorno (1838-1911). Sottotenente <l'a r t iglieria n el 1861, partecipò col grado d i cap itano a lla campagna ciel 1866 'òd -i>ntrò nel I 872 r.el Corpo di Stato ·Maggiore, ricoprendo :rnportanli funzioni presso il Comando del Corpo e

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presso Comandi Territoriali. Da Colonnello (1884) comandò il R eggimen to cavallcggc.ri Mon tebello e fu Capo cl i Stato M aggiore del 5° Corpo d'Armata ; p romosso maggiore gener ale ( 1892), ebbe il coman<lo della B r igata Reggio e rifoprì la carica cli Aiutante di ·Campo Gcn er,de cli S. ìVI. i l R e Umber to I. Raggiunse nel 189i i l grado d i tenente gener ale e dal 1898 al 1900 comandò la D ivisione :.vrilitare d i Palermo.

Appello·. Ogni qualvolta un repar to si riun isce per istruzione, o per compiere un servizio qualsiasi, viene fatto I' a,ppello degli uomini componenti i l reparto stesso a l fine d i accertarsi che n essuno, che non sia debitamente au to-

Em1lio AppeJius

rizzato, si sottr agga all'istruzione o al servizio. J...1 ap~

pello viene fatto normalmente per squadra. J(cll'ora <le ll,~ r itiral a è fatto per verificare che i milita r i non munit i cli 1·e;;<ilare permesso siano rientrati in caserma.

A . dei consegnati. A!l'ora detla libera u scita vien ~ fatto - per compagnia o r eparto eq uivalente l'appello <lei consegnati per a ccertare che nessuno d i essi esca <ialla ,caserma. Durante le ore della libera uscita l'uffi ciale di picchetto alla caser ma può fare l'A . dei consegnat i quel numc.ro di vol te che egli repu ta più opportmio. Apj,ello ( R. Marina) . A bordo si fa l'appello tulle le se :·c pr ima del << brand'abbasso >> ( = ,gente a clormire). A tale scopo l'equ ipaggio si scl1iera in riga in

apposito locale, dividendosi in categorie con i pr opri gra<luati in testa . L'a ppello v iene eseguito sotto la personale sorveglia.117.a dell'ufficiale di ispezione. Quando

L'appello dopo ltt cari ca (qu a<1ro tli 0 tovannì Fattor i)

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026-

le na,·i sono all'Estero, si fa un rigoroso appeHo generale prima di partire da ogni porto per accertw·e i mancanti e dichiw·arli in segui to diser tori, secondo le norme dei Codice penale· militare per la )farina. .\ ferra si fa l'appello in tulle le caserme della R. )farina (Depositi e distaccamenti del Corpo R. Equipa.ggi) in ogni circostanza in cui occorra . .>:onualment<.: fa la sera, con le stess~ modalità cbe a bordo.

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Appendici dilatabil i. Per ottenere l'ouurazionc ermetica <le lla/ culatta, nelle armi da fuoco, durante lo sparo, erano applicate a l con~gno di chiusura, o al fondo della cartuccia, le cosi dette « appendici rlilatabili »; ma, dopo pochi sparì, perdevano la loro ebs ticità, erano corrose o rotte, c iò che imped iva la chiu-sura ermetica. Oggidì si ottiene la chiusura perfett., çon le cartucce a bossolo metallico, il quale, dilatandosi e forzandosi contro le pareti dell'arma, chiude la fe~sura che s i 'produce all'atto dello sparo tra l'otlurator~ cd il tag lio della. ca1uia.

Appendicite. E' la flogosi infettiva acuta o cronic1 clell'appendice vermiforme. Predisporrebbero a talr infermità, 'le anomalie di evoluzione e <li sode del viscere e sarebbero cause determinanti g!i error i dietetici, !a stitichezza, la penetrazione eventuale di corpi estranei (vi.nac.cioli, lische, piccoli frammenti di osso, peli di sp.,.zzol;n i da denti, ccc.), che determinerebbero condizion i favorevoli allo sv iluppo dei germi osp iti abituali dell'intC3tino, esaltandone la virulenza, donde un focolaio appendicolare di poli- infezione costituita principalmen.te dallo s treptococco e dal bacterium coli. X ell'ambicntc militare, come risult;i dalle statistiche ospedaliere, non sono rari i casi di appendicite, probabilmente dovuti appunto a i disordini dietetici a i quali spesso si csp011gono i giovani soldati, non chè gli str:i.pazzi stessi della vita militare. L 'appendicite acuta è caratterizzata da una sindrome dolorosa localizzata al quadrante inferiore destro dcJra.ddome, nonchè da feb1>1 e, da stit1chezz(l, da n ausea e talvolta da vomito. )Jc ll'a.ppcndicite cronica i dolo1;i sono ricorrenti; la p~lpazione fa rileva.re nella fossa. iliaca destra un tun:ore cordoniforme dovuto all'appendice ingrossata ,, a semplici aderenze. La cw-:. dell'append,-cite è essenzialmen te d i spettanza chirurgica e consiste 11ell'asportazione dell'organo :.ffctto (a~p<:ndicectomia). Il periodo più opportuno per l'intervento è q uello eh" segue a.Il.i crisi appendicolare, e, propriamente, quando la flogosi acuta è completamente risolta (a.ppendicect~mia a freddo), ricorrendo invece nel periodo acuto, sal\"o ca.si specialt, alla semp lin• t\Ira medica, consistente nella immobilizzazione dcll' intesti.110; la quale, evita,n<lo ogn i ~ritazione al v i~ccre affetto, favorisce la risoluzione spontanea del processo flogblico. In seguito all'intcn·ento operatorio il militare, dopo un congruo periodo dì licenza di con,,ah!~cenza, riassume l;i completa idoneitii a.I serviz io. Xci ca~o in cn i il p:iziente s i cpponga di sottopors i :illa cura chirw-gica, il giudizio medico-legale verrà l'~ sp,esso in rapporto :igli esiti della flogosi appendicolare, in base all'art. 81 dell'Elenco A, secondo il qu a l~ ,ono c:tt.:Sa d"inabilità assoluta a l servizio militare, prc\'ia o3SCrv:izione in o..pedale, le malattie di wi vi<rcre add,,n1ina.le g.-a.vi e croniche o i loro esiti permr.nenti con risentimen:o dello s tato generale; quelle r itcnctr s1JSC~ttibil i di 111odific1.d onc, quando persistano

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oltre il periodo della « revi<libilita " per l'inscritto di leva, cù oltre un lungo p eriodo d i liccnr.a d i conv:tlc~cenza per il mi litare sotto ie anni

Appennini (o Appe,mino). Fascio Ò15Ìmmctrico d i catene mon tuose, riunite in un ampio arco di ,crchio che ha la sua convessità ad oriente, verso il Ma, e A<lriatico, s ul quale degradano con pendio ampio e lento, mentre il fianco interno, rivolto al Tirreno, è g • neralmenle as;ai più corto e pii: ripido. Hanno uno sviluppo comp lessivo di ci.r<:a 1500 km. <la i Colle di Cadibona :illc I sole Egadi, costituendo prcss'a poco ! l spina dorsale dell'intera Penisola. Da una larghc7.ZJ. minima di una trentina di k m. agli estremi, ~i allarga,1-, gra<la ta men te fmo ad un massimo di I 10-120 km. nclh sez ione ccntrnic, nella quale, se si ecc~ttui il gruppo dell'Etna, che raggiunge i 32i9 metri, si hanno anche le maggiori altitudini (Gran Sasso m. 2914). Gl, A. SOlh) costitu iti in prevalenza. di tcn-cn i giov;.in i calcar~i od arenaceo-argillosi sui quali gli agenti esterni

rJ passo ctcll,l Portella

hanno tullora influenza grandissima, tanto che il sistema si può dire ancora in via di assetto, con la poco lieta conseb'llenza d i una particola re instabilità dei terren i, donde -frane frequenti e disastro.se, piene rovinose dei fiumi, difficoltà nella costruzione e nella m:inuten~ionc delle vie di comunicazione. Si riscantrano tuttavia differenze notevoli ,iell.t cost ituz ione I itologica dei vari membri de l rilievo, d ifi<:renze thc hanno sensibili influenze nel campo ,,.·,;_ tare. Accanto ai testimoni delle epoche più anticiv~. rappresentati dalle pietre verdi che affiorano 11ella io.,-i di g iunz ione dei sistemi a lpino ed appenn inico cd :ir.~he nella Tosc3na, si hanno i resti, cristallini, ddL1 i.nabissat:i Tirrenide (Alpi Apuane, la Sila, )1. PdontaniJ i (Juali hanno le caratteristiche di asprezza pr )prie <li questi terren i. G!i stessi terren i giovani s i d ifferenziano profondamente. L' A. Centrale p. e,;. - e<l in questo particolarmente l'.\bruzze~e ha asprèu · ed altitudin i che ne fanno un vero elemento separ:1.torc fra l'Italia del Sud e qL1ella del Settentr ione, frn l'Adriatico ed il Tirreno, mentre i mont i dell',\. Sctrentrio!lalc, formati in prevalenza da argille tencrè. hanno forme tondeggianti e paesaggio molle. Quèslt prime <l uc sezioni d ell'.4 ., e particola rmen te la. centrale. presentano uno spiccato pa ra llcli~rno delle catene che le

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compongono, le quali si dispongono tipicamei1tc a quinLc di teatro. Per contro nell'A. ~1eri<lionaJe il parallelismo è meno evidente, perr.ì1è' i l corrugarnento originale

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niare il collegamento già esisten te fra l'isola ed il Continente .Nero.

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I rlrogra.Jia . La mancanza di gh iacciai e di nevi pen:nni ed i caratteri _c ostitu tivi degl i A. danno all'idrografia ilppenninièa importanz:i ben d iversa che non ridrogra.fia Alpiria. Nel versante esterno (Adriatico) · la prevalenza delle valli trasversali dà luogo a correnti di breve sv iluppo, quasi tu tte a regime torrentizio, per lo pii1 «fiumare» poverissime d'acque nell'estate, che d ilagano a y(lJle in vasti stagni, fomite cli malaria, obbl:gando gli abitanti a r ifuggiarsi sull'alto, o convoflliano enorme quantità di materiale con il q,mle insabbiano per ampio _ tratto le ioai, per modo che nessuno elci fiumi appenninici che si gettano sul!' /\clria ti co è navigabile. li Jìume <li corso maggiore è il R eno, cbe misura solo 220 km . li Pescara, che è la corrente più r icc" d'acque, non ne ha che 140, l'Ofanto, l'unico fiume perenne della Puglia, . 160. Nel versante tirrenico si hann<J invece parecchie vall i ;ongitudinali. l;ra r..sse hanno particolar importanza · quelle costituenti l'ininterrotto lungo corridoio cbe separa gli .4 . d a.i Preappennini, cç>1·ridoio nel quaÌe sconono l' An10 Superiore, • il Chiana, il Paglia, il medio Tevere, il Sacco, il Ga,rigliano ed jl Volturno. Come prima cons?guenza, si hanno dei fiu1:1i a bacino molto viù ampio ed a percorso molto maggiore : il Tevere,· ]ungo 405 km . con un hacino di 4.uasi 18.000 kinq., l'Arno lungo 240 km . con un bacino <li 8200 kmq., il Volturno lungo 175 km. Nonostante che questi fiumi convoglino anch'essi ' molto materiale òe.4 . SeUe11trio1w.le1 dal Colle cli Ca.clibona o di :\lta..-c lr itico, con il quale continuan·o l'imponente lavoro cli a Il.a Bocca Seriola (Tevere-1fetauro, per mezzo del ::;uJ "colmatagg io,, cui s i deve l'asset to attuale della Pcafiluente il Burano). Si suddivide in _L L igure e_<l rlni,ola nella sezione pianeggiante Tirrenica (il solo TeEtruscò, separati fra loro dal Passo dellit Cisa (::\fagr.tvere trasporta oltre S milioni cli mc. all'anno), e, purTaro). In alcuni punti, come al Passo del Turchino, l.l troJ;po, anche l'estesa maremma che .11e infesta l'orb ca.iena dista dal mare sol i 5 km . ccl - il suo versan:e litoraneo, sì po tre!Jbcro ricavare - a prezzo però d i interno forma la frastagliata costa ligure, r icca d i an•mollo lavoro - delle linee fitivi,di di comunicazione coraggi profoùdi, poi prende direzione SW-NE ~!te che potrebbero r isalire l' Arno fino a Firenze, il Temantiene i n rutto l'ulteriore sviluppo. E' zona. che .,i vere fin quasi al cuore <lell'Umbria ed il Volturno olpresta a<l operaz ioni militari. Le relazioni fra i clu'! tre Capua. Nel corso inferiore cli questi fiumi si sYolge versanti sono relativamente abbondanti e facili. già un -discreto tra ffico. l la'ghi appenn inici, o sono residu i cli antichi bacini A _ Centrale, dalla, Bocca Seriola al l'asso cli Vinchia molro più ampi ,che sono andati man mano colmanturo (Hiferno-T ammaro). La sentita asprezza della .-~do~i ed hanno fondali molto limitati, come p . es. il gione influ isce. <lannosamente sul la. possibilità cl i · opeLago Trasimeno - il maggio-re - che arriva appen:L razioni milita ri ccl ostacola le relazioni fra i due ver-a 6. m. cl i profon di_tà, od occupa.no antichi crateri spent i, s:rnti . l'cr la permeab ilità. delle rocce - in grande pai-te come i laghi dcl!a Tuscia (Bolsena., Vico, BraccianQ) calcari - l'acqua è molto scarsa in aHo e non sono dei Colli Albani (lago Albano e <li ".'remi ecc.) che infrequenti fenomen i carsici e di cin:olazionc sotterras.:,no ialvolta. profon d issim i, od hanno carattere di lanea, che si manifestano con sorgent i c opiose in basso ,:une co,t icre come queile di Lesina, di VaTano, di Salpi, d,t lle quali hanno origine anche numi importanti. S i lungo l'Acl.ria tico, o come quelle cli Orbetello, d i Paola, suddivi<k in A . Ulilbro-Ma rchigiano ed ;I . U mbro-..\rl i Fond i, ùel Fusaro ccc., lungo la sponda Tirrenica. bruzzcse, separati tlalla Forca Canapina. (Velino-Tron to) . Hanno poi speciale importanza. n el regime içlrico-a.ppen- A. Meridionalè, <lai P asso d i Vinch iaturo al Co.;io n inico, ~ome già s i d isse, le abbondantissime sorgenti Spartivento. Si suddivide in A. Campano-Sannita - A csscnzialrncnle car,iche, caratteristiche dell' A . Centrale Lucano ed A . Calabrese, separa.ti rispettivamente dalla Sell,1 di Conza e dal Passo dello Scalone. Lo sme.m- · e N ..poletano, le qual i prendono anche il nome '-h «cap i » quando danno origine ad interi fiumi, com·è bramento del terreno rende d ifficile il coordinamento il caso di Capo Sele e cli Capo Volturno. delle operazioni militari. Sono molto d ifficili le relazioni

stato in gran parte modificato per effetto delle fraltm~ e degli sprofomlamenti che spezzarono i terreni scco·1dari e terziari, causando frane e scorrimenti che han,i:, interrotto la contin uità delle lun ghe schiene par-allele, sostilue1Jdo ad esse singole masse poderose, ·q uasi i nd ,pendenti le une dalle a ltre, costituenti altrettanti altipiani calcarei o cristallini, nei qu ali predomina la forme, tabulare. Sui fianchi interno e<l esterno dell'A. sorgono individui che non hanno nessuna affinità di costit;izionc con gli A. propr iamente detti, a i quali si è dato il nome cli P reappennfoo od ,Antiappennino. Quello interno è caratterizzato da ù na fascia <li terreni vulcan ici, avanzo dell'attività vulcanica che ha seguito lo sprofon darsi della Tirrcnidc e che si -è prolungata per tutta l'epoca terziaria e per pa.rte della quate.rnaria . Si :tnnovcrano i n essa. la CatenJ. ?,,[c.ta.llifera Toscana, nella quale·, attra,:crso alle r occe antiche che 11- cdmpongono, ;;i aprono il passo numerose manifestazioni termali; il gruppo dcll;Amiata; -la Tuscia Romana, composta ,fai ::\I. Volscini, <lai Cimini e clai Sabatini; i M. della Tolfa ; i Colli Albani; i gi;uppi <legli Emici e cli Ro~; camorfi11a, ed infine i vulcani che circondano il Golfo <l, Napoli. Kel Preappennino esterno .si possono comprendere le a lture che vanno a terminare sulh, regione delle Langhe, il r i.llto calcare del Gargano cd il tavolato delle 1Iurge. S i suol <livklcre l'A. m:

:r:t i dt:c versa11ti.

A. Si.culo, si :tttac<:a per mezzo degli antichissimi terreni <lei Monti della Calabria e elci P eloritani all'A. propriamen te detto, t er minando con questo i n mare a lle Isole Egadi. Il versante interno o Ti..rrenico è anche qui il più ripido ed il p iù breve, mentre il vcrsan k esterno declina dolc~mente verso l'Africa, a testi mo-

Vic di Comunicazione. - Il parallelismo delle catene (:d il s uccessivo passa.re che fa lo spartiacque da uni catena occiden ta le all'altra p iù or ien tale, quando hl prima s i perde nello sprofondamento tÌITenico, special~ mente nel l'A. Etrusco e n ella prima parte dell'A. Ccn~ trale, obhliga le comunicazioni che va licano gli A . a sup erare le barre trasversali che legano l'una catena al-


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Corno Granllr (m . 2921 )

l'altrn (p. es. lri Cisa, l'Abetone, le Piastre, ccc.) e talrnlta anche più d"una cli queste barre. Questa circostanz~, unita alla. necessità di mantenere le comunira>.ioni ~ul l'aito per le ragioni già ,·istc, rendono noi: moito agnoli, in genere, le comunicazioni fra i due mari, le quali, nel dettaglio, si informano poi alle caratteristiche del l~rreno, quali le abbiamo descritte l_inora. .\ell'A. Meridionale non vi sono va lich i importanti, ma solo una zona di maggior facilit:tzione costituit:i dall'Irpinia, che, per la sua scarsa altitudine medb, ospitava g ià fin dal l'anticl1ità la « Via Appia" fra Roma e Rrindisi. che passava. per la Sella di .'\rfano r iacco;:lic oggi un fa,cio Ji buone' comunicazioni ferroviarie ~ s trada li, che collegano il ret roterra N"apoil:tano e !a Campania con le Puglic. mettendo in comunica.zionc ::-;'apoli e Salrrno ron Pot~nza, Foggia, JJarlctta, llari, T arJnto, Brindisi. Più a nord si aprono i valichi di Fo.;s:110, dclia Scheggia e d i Bocca Trabaàt che collegano la valle .del Tevere con l'Adriatico. L e acque e le co111uniéazioni pro\'enienli da questi passi si ri1mi~cono nelb strcllissima gola del Furio, già percorsa d,illu V ia Flami11ia, obbl igando i:L ferro,·ia R omaFoligno-!\ncona ad u11 lunghissimo giro. Assai migliori sono le condizioni dell'A . Sellentriona le e spccia lmc11te dell' A . Etrusco nella parte prospiciente l'Em ilia, fin dai remoti tempi zona di vasto 1ra:1sito di comnierc i e cli lc;,:io:1i. Ncll',l, SettcHtrionale ,, aprono ben 17 varchi carrozzabili. Fra essi son parl:colarn:entc importami: nell'A. Ligure: il Coll•e di Cadibona, l'Otabile e ferrovia rio, il Passo ciel Turchi,n, rotal,ilc, il Colle dei Giovi, allravers.110 già dalla ,·;., Postumi3 cd oggi percorso da. l,cn due lince fcrroviafic, il Passo d i Scoffcp, rotab ile. Kcll'A. Etrusco i valich i 1higliori sono quelli della 1.0na Porrcttana. i qua: .. unici, mettono in comunicazione dirclla, rotabile e fo:· -

1oviaria, I' Anw con il Reno, il che spiega la grawlo: importan,.a che ebbero, anche nei t~mp i andati, le du,: città che sono collocate al loro sbocro: Firenze e Bologna. Tutti i passi con i quali terminano le numero,· ,•alli trasversali nelle quali si spezzella l'A. Tosco-I.:n1iliano confl u iscono i11 quattro sole vall i longitudiuali. e prcc is,imentc - <la nord a sud la Garfagnana (Serrhiol. la Lunigiana ().Jagra), il Mugello (SitvcJ il Casen tino (Amo); k prime <lue servite da i valich: della Cisa (Parma-Sarzana, rol. e ferr.), del Ccrr~w (Reggio Emilia • Fiviaano, rot.) della Forca delle R adici (~Joclena • Caste lnuovo di Garfa~nana, rot.), ,Jcl1' .\betone (l'ievcpelago - S . ).Jarccllo Pistoiese rot.): il ).fugello servilo dalla Futa (Bologna - Firenze, rol.Ì, dal P oggio Allocchi (rot. e ferro\'ia Fac11~a-Borgo S. Lorenzo) dal valico di S. Godenzo rlw unisce Forlì a Pontassieve; il Casent ino serv ilo dal valico rotabile dei i\fan<lrio li. che unisce Forlì ad Arezzo. L e strclle fase<· litoranee che ricingono l'A. dai due lati sono catramb~ sede di romunic~zion i rotabili e ferroviarie, I,· quali costeggiano il mare ora p iù ora meno da vresso, vincendo aspre diftìcoltà fa dove si ergono gli antichi individui cr istallin i, come sulla costa ca labra, lungo le Alpi 1\pu:rnc. o do1·e i"A. si an-icina di più al mare, com-: :,ulla <"OSla ligure. Si ban,~o cosl clue linee feuoviarie quasi interamente litoranee: quella Adriatica, che ha sul suo percorso l' important issimo scalo d i Brindisi, pu nto di partcn7.a delle lince <li navigazione del Levante, e la Tirrcru Questa, oltr{! alla presenza di porti quali Genova e Napo li - per ci ta,re solo i maggiori - e della Spezia. trac importanza anche dalle sue re lazioni con i nu• merosi importanti centri abitati che costellano il solco si ncliualc che abbiamo visto interporso fra gl i A. ed i l'reappcnnini. Questo canale, fatto ricço dalle alluvioni appen niniche e le fertili p ianu re nelle quali tratto trailo


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si allarga, danno speciale impc, tanta econo1nica e 1nilitare alla regione. Tn essa si s,·olgc un' importantissima linea Jong itmlinale di comu nicazioni che collega Fixcnz,, con Roma, Perugia con T ern i, Aquila, Sulmona, I sernia, Benevento. Delle tre linee longitu d ina li che solcano la, P-' rte penin sc1!:lre de l nostro Paese, questa solil ed il tratto :Xapoli-Roma della linea Tirrenim ha11n,1 il carattere <li linee interne, non esposte a lle offese nemiche da mare.

Ca(;ciatori degli Appennini. Reggimento organizzato ad Acqui nel 1859, a l comando del col. Ulloa e del tcn, col. Iloldoni, s.u 4 bgl. ; venne nel gi ugno assegnato

come 4° regg. alh brigala de i ~ Cacciatori delle Alpi ", mandato nella Valtellina, n1a sopraggiunse l\Lrmistizio prima ,che i l regg. en trasse i11 azione.

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Appennino. 70" Legione -della )lilizia Volonta ria Sicure zza Nazionale. Costitui ta a Bologna, d0Ye ha sede, il 1° Febbraio 1923. Ha giL1risdizio11e in tutto il tenitorio appenninico cklh Provincia, sino al con fine con quelli di lvtod ena e Firenze. E' suddivisa in 4 coorti: Sasso, Vergalo, i\1onztu10, Pianoro. Comp rende inolt re una centuria mit raglieri (Porretta) e una Coorte d i II" bau<lo (Bologna) .

Appenwe ìer. Borgo del Baden, teatro di combat,i91ento durante 1s. campagna, del l i 96. Avendo allora ,l'esercito francese, comaudato dal )loreau, pa,;sa to il Reno a Kchl e<l avanzato in German ia., gli austriaci si d isposero tosto a concentrare le loro forze per contrastarne t•avauza. ta.. Vennero riuniti 15.000 umni ni

aÌ ca mpo d i Ilihol, in fol'le posizione copel'ta dalla Kintzir;. :M entre i frances i muovevano aJll'attacco del campo a ustr iaco, una colonna. coma11d a ta dal generale ,Decaen, i ncontrò il 2i giugno sul_la s trada cli Ap penwe ier un grosso <listaccamento -cli cavalleria a c1striaca.; dopo breve com battimento questa si r iti rò '!asciando 150 pr ig ionieri nelle mani <lei francesi che occuparono il villaggio. Lo scon tro, 1per a.ltro, valse a ritar-da.rc ·Favru1-

zata de lla colonna francese, cd a far fallire il p iano c1i a ttacco del campo d i B ihel, che gli austriaci poteron o sgombrare la notte stessa indisturbati.

Appenzel. V. Gla.ris . Appert (Felice-A 11to11io). Gencxale francese, n . a Sain t-Remy nel 18l i, m . a Par igi nel 1891. :\'el 1844 ~i d istinse alla battaglia cl'lsly; nel 1855- 56 prese pa rt e alla guerra di Crimea; nel 18i0, durante l'assed io <l i P?.rigi, era ,capo d i stato tn:!ggiore della

z:, annata e

~i d istinse a Champigny. Dopo la Comune, d iresse il se rvizio <lella giusti,da militare a Versa i-lles. Nel 1872 fu nominato generale <li d ivisione e-cl in segui to cbhe il comando del 17° -corpo cl' Armata d i ·tolos,L, che tenne fino ;il l882, poi fo inca.ricalo de lle funzioni <l'am basc ia tore in Russia, dove r imase d al I 883 al 1886.

Appia ( Via.). Delle 1rnmerose vie che si p artiva no da Roma ( c irca trenta) irradiandosi verso i va ri pun ti del Lazio e <lella penisola, sette avevano carattere spicca tan,en te militare, p erchè diramavansi fino ai confi ni ita lici, collcgaJ1dosi poi con . al tre strade lanciate atlra ve r·so l'I mpero. Di queste sette vie m ilitari la p iù an tica e la più impor tante fu la Via Appia, la qua le, costruit.t d,ipprima fino a Cap ua, prolungata poi fi no a .l::Cnevento ed a Brindisi, si collegava, attraverso il breve. trat to di mare del basso Adriatico, con a ltra grande

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via, la quale lungo le valli dell'Epiro e della Macedonia giungeva ai paesi marittimi d ell'Oriente mediterraneo. Per concorde testimon ianza degli storici romani la V. A. fu fatta costruire da.I censore App io Clau.dio, soprcurnominato « il cieco », il quale ne fece ini-

zia1·e i lavori nell'anno 312 a. C. E poiché non si hanno testimonianze nè riferimenti storici <li piì, :tnticl,e costruzioni cli strade roman e, la V. A. dovrebbe effettivamente cons iderarsi la più antica fra tutte . X on ;rnò ammettersi d'altra par te che i R omani non aYcs;;ero dapprima a ltre strade, che li collegassero sia coi paesi dell'Etnrria, s ia coi paesi situati ad est e a sud della citià. Deve piuttosto ammettersi che esistessero strade, :incbe numerose, pa,tcnti da Roma, ma che fossero delle semplici stra~e a fondo naturale, tracciate, più che dalla mano ae!l'nomo, dal secolare passaggio deg li arn1enti e delle popolazioni. Il primato acquistato dalla V. i\. in ordine di tempo deve quindi riferirsi al fat to che fu hL pTima via lastricata e regola ta con rigorosi c.riteri di ingegneria . F ino a l tempo delle GueHe Sannitiche Rormt avevet dovuto preoccupars i della pace all'interno, dove fervevano lotte vivaci e pass ion i a rden ti. Solo colle guerre saanitiche com inciò veranlcn te per R oma Ja nuova era

delle espansioni verso l'esterno. Ne derivava la necessità di pll1 1·~Dicl i e sicuri mezz i di <:omunka7,ione, soprattutto per il trawono elci materia li. Perciò nell'anno 312 a . C., nel periodo cioè piii intenso de lla loita sannitica, furono in iz iati i lavori cl i livellazione e dj pavimentazione della V. i\., lavori che continuarono :i!lacremente <lura nt~ la qu inquennale censura cli App ie; Claudio, fino a rendere perfetto e maraviglioso il trarw ei a Roma :t Capua. Questo primo trailo si staccava d,d la · antica ci nta <li Ser vio Tullio, e, pancnclo clal l2. Por ta Capena, percorreva il breve spaz io suburbano fino alla. linea che Iu poi segnata -dalla cinta aureliana. a ttraverso la quale fu cost rui ta la porta. cbe pres,, il nome di Porla Appi:i, -corrispondente a li,\ od ierna Pona S . Sebast iano . Dopo a ver percorso in perfetto rettifilo la zona leggermente predominan te. costitui ta da una colata. di lava basaltica, fino alla località oggj dcnornin a ta cc delle Fra ttocchie >), ·deviava nlquauto <la Ila li:i.:a retta, per seguirla di uuovo attraverso le Paludi P~n1.ine~ dove passava su una Jun ga opera d'arte, q·.ur:;i ponte costi tuito da un r ia lzo di terreno, che lasciava ._:i tratto in t ratto libero n,ovimen to alle acque sottostanti, evitando, per mezzo d i p iccoli a rch i, il rigurgito <lui lato orientale della s trada . L a V. A. toccava poi ·1;erra cina e, d0po ~vere rase nt.1to il mare. gira11d o una specie di piccolo p-romontorio, che la.sciava libero un passaggio strett issimo, gi ungeva. a Capua.

Jlcn presto però s i manifestò la necessità d i prol ungare la V. A. <la Capua a Benevento e eia. Jlencvento a Brindis i. ignorasi quando siano stat i inizia ti tali prolun gamen ti. Cer to è che rion dovette trascorrere più di un secolo dall'an no 312 a. C. I R oman i infatti, conquistate le provincie mer idionali e spin tisi fino in Gt~cia, non p otevano non trovare irnpt1lso a continua re· !a .sistemazione d i una via, che comodo.men te col l<::ga~sc Lt

metropoli co'lle 1·ive del basso Ad riatico. una così importan te via r ichiedeva necessoriamen te con tinu i htvori di manu tenzione e d i xipataz ion-~. Durante le guerre civili tali lavori f u rono certamente ·ttascurati. Cessato però quel turbinoso period o, ftì il p('imo G . Cesare ·a. fare esegu ire sulla V. A. grandi Javdri,


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specie nel tratto delle P aludi P ontine, che era qu ~llo p iù faci lmente soggetto a guas tarsi. Augusto con ti,nò l'opera d i G. Cesare, curan do ~ rò in modo particola,·e il prosc iugamento <lelle zone paludose limi trofe. VeRpasiano si occupò ~nch'cgli della Via Appia, ma ~bbe soprattullo di mira d i. farv i esegu ire degli a.bbel:i menti, dei quali è ricordo in u na colonn a milliaria. che era s ituata a sette miglia da R oma. Nuovi lavo:·i su lla V. i\ . fu rono fatt i eseguire da Domiziano lungo la linea delle Paludi Pont ine. Anche :\'"crva fec,:, eseguire lavori d i restau ro ne l pri mo tratto da Roma et Tc1Tacina, che era oaturalmen te il più battu to per i bisogni della gt·ande metropoli. Tali lavori furono p rosegu iti da T raiano nel tratto da Terracina a Brindisi, che era quello fino allora rimasto p iù trascurato . Egli volle pure che vi fossero col locate molte colonne mi Jl.iar ic, che oggi ancora si vedono sparse q Lta e là nelle terre d i Puglia. Falsamente s i credette perciò che fosse s tato Tra iano a prolu ngare la V. A. d a Capua. a Brindisi . Anche l'imperato re filosofo 1'1arco Aurelio si oo:cupò della V. I\. facendovi esegu ire rafforzamenti J)<:r evitare i peri0dici danni cagiona ti dalle inon dazioni del Volturno. L a restaurnr,:mo altresì Caracalla. D ioclc,iano, ::'lfassimiano e Valente . La restaurò infine un barbaro. Teodorico, come apprendiamo da Cassiodoro e come rilevasi da una iscriziÒnc che conservasi ancora 1

nel duo1110 d i Terracina. Fu questa di Teodorico l'ultima opera eseguita sulia V . A .. che, dopo la rovl:.a dell'_impcro, -cadde in sempre crescente abbandono tfinì col perdere perfino i segni dell 'an tico tracciato, solo presso Roma conservan<lo reliqu ie di grand iosi tà e ,J i bel lezza. _Certo, questa decadenza 1n on fu xa pidiss ima, poichè non poteva basta re l'opera d i poch i aim i a distruggere quella dei secoli : tanto che P rocopio, che percorse la V. A. al •tempo de lla guerra got ica, poteva ancora ammirarla e chiama rla « via spectatu dignissitna >> -

Da llo stesso Procop io, che fra tutti meglio la d escr isse con intend imenti mi li tar i, a ppren<liamo alcune importan ti notizie. L a largbczia, egli dice, era tale « u t advèrsa inter se plaustra d uo», che du.e ca r ri. q u inci i non due semplici bighe - poteva1fo p assa r vi d i fronte. La larghezza media non supera va quind i metr i 4 .50. N on è molto, secondo i concett i strada li d i oggi. Si pens i però che important issimo era a llora il fatto che due carri potessero passare d i fronte sulla stessa via, e . che tale impor tanza doveva p resso a poco cor risponder~ a quella delle odier ne ferrov ie a: dopp io bin ario. S i meravig lia poi P ,-ocopio del la pavimenta zione che, d opo tan ti seco li, era rimasta quasi inta tta . i\tfa n e vede si.;bito la ra gione nell'avere i Romani scelto le pie tre frn le p iù dure: << praeduri sunt la pides omnes n . E sse erano costituite da gran di blocchi d i •l ava basaltica colla superficie esterna d i forma poligona le, tratti <lalle cola te de i Colli Albani e dalle colate vesu \,ian e, d a quest'u ltime però in minor p ar te. P c-rciò, d ice ancora Procopio, il quotidiano e sccohire passaggio di car ri e d i giu menti non era va lso a infra ngere nè a spostare quasi menoma mentc le pietre . E ra vi, de l resto, ,rn « curator viae Appiae », incaricato cli tenerla in ordine . An2he oggi, nei brevi tratti d i strad a che, p iù che d a l tempo, n on furono , devasta ti dalla mano dell'uamo - poichè -ià V. A. /;'s tata per secoli, nei suoi p rimi chilometr i specia lmen te, una miniera di marmi e d i pietre - poss iamo a mmira re quasi intatta quella pavimentazione, che

630, i Romani vi collocarono d ue millenni or sono. (,·. anche S ;radc Romane).

A ppia ni. Fam iglia an tichissima d'Italia, i llustreper vari per.sonaggi che furono signori d i P isa e principi di P iombino; i suoi persimaggi J}ii1 noti militarmente sono: Iacopo I A. n . a Pisa verso il 1320, m . n el 139S. Si recò a )filano <love entrò a l serv izio <lei Visconti. i quali lo aiu tarono poscia ad impossessar~i della R cpu bbl icn di, Pisa. dove assunse i I tito lo di capitano •: d ifenrnrc della c ittà (1392). E bbe dai Visco11ti trup;,.· e capitani, e fece rafforzare le d ifese di Pisa. :.\lei 139i concluse un trattato di pace col re d i Tunisi, che assicurò a i pisani la libertà del commercio in tutte le enste settentrionali -dell' Africa e piena ~arentigia pt'i loro port i -dagli insult i barbaTeschi. Gherardo A . F igli o del preceden te, m . nel 1405. C•, dette a i Visconti P isa e si r itirò nell'isola d 'E lba di n•i tenne, insieme con P ·iombino, la s ignoria . For rificò Piomb ino. Sostenne una ' guerra contro i Genovesi che term inò con un trattalo di pace nel 1402. Quindi s i po,~ sotto la protezione dei Fiorentini . laçopo II A . F iglio del precedente, m. nel 1441. Nel 1430 s i sottrasse a lla iutela dei F io renlù1i e s i alleò, contro {li loro, ai Visconti e a i Senesi. ,Prese a i F iorentini" alcune terre, ma fu poi costretto a restitu irle. Iacopo I V A . Pronipote del p receden te, m . nel l51 l . Nel 1479 fu al soldo degli Aragonesi contro Firenz<:. :'-rei 1483 militò per la casa d'Este con tro i Veneziani. Passò qu ind i a l servizio, su ccessivamente, dei F ioren1ini, dei Senesi, dei Pisani. Nel 1S01 il duca Valentino pose l'assedio a P iombino e Iacopç,, dopo aver chiesto i nutilmen te a iu to a L u igi XTI re d i Fr ancia, d ovette ritirars i p resso i Genovesi non a vend o forze suffic ien ti a difendere la c ittà , occupata dal J3 orgia. Nel 1503, al la morte d i Alessandro VI, tutto l'edificio politico i nn a lzato in Ttalia d a l Valen tino crollò, e Jacopo r itornò a P iombin o. Nel 1507 il re Ferd inando il Cartoli<:o lo nominò suo gene.raie. Iacopo V I A. m. nel 1585. Nel 15S2 cedette il suo feudo a Otto d i ::'lfon tau to, per volere d i Cosimo d c' ]\,fed i.ci, il q ua le n el 1553 lo nominò « gener ale del ma re l> •carica d1e l' A. lasciò nel J555 . Nel 1564 r ientrò a l servizio del Duca, co; grado d i luogotenente dell'am mir. G iu lio D e' M edici cd ebbe il comand o di una squadra d i sei galere con le q u ali imba rcò a lla Spezia fanterie du cali e tedesche, le q uali c ondusse a Cartagena, e poscia a ll'i mpresa d el Pefion de ,Velez . Nel 1565 partecipò a lla spedizione d iretta a ),falta, per liberarla d a ll'assedio dei T u rchi. Quind i combattè cont.ro corsari barbarescli i nelle acc1ue d ella Cors ica, rimanen dovi ferito.

A lfonso A ppian·i . Fratello d i I acopo VI, luogotenentt a mmir. dei « Cavalieri d i S. Stefano >l ( T oscana) agli ord in i d el Cavan iglia, dal qu ale ebbe il comando, nel 1566, d i una squadra d i otto galere toscane, .c on le quali fcr,c per alcuni ann i guerra a i corsar i barbaresch i. Partecipò alla ,batta glia delle C urzola ri, dove s i distinse g rand einente. A ndrea A -pp·ian:i. Pittore, n . a Bosisio m. a M ilano ( 1754-18 17). D ipinse molt i ritratti d i person aggi della


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63i -

famiglia Bonaparte; celebri sono i suoi affresch i 'lei Palazzo R eale d i Milano, fra i quali molti trattano imprese di Napoleone, dalla sua elezione a genera le dell'esercito d'Ita lia fino a lla incoronazione. .4 ppia,,i (conte Paolo). Generale piemon tese del se-

colo XIX. Raggiunse il gra.<lo dopo aver par tecipato a tt111e le guerre del suo tempo. Fu 'd eputalo per Conem iglia n ella 1° Legisblura (1848). Durante la guerra cl i quell'anno e del successivo fu intenden te _!:(encrale dell'escrciLO con il grado di colormello e dopo ila guerra, col gradc di genera le, resse la. carica

d i intenclcnte generale al .:)linistero cli:lla Guerrn.

Appiano. Borgo della L om ba r<l ia in ,p rov. di Como. Nel 1160 ven ne forti.fica,to e re;istette a F ederico Barbarossa. .-1.f,pia.no. Storico greco, n. a-d Alessandria ne l II ·,cc o lo. Venne molto giova11e a Roma. Scrisse una << 'Stor ia R omana» e una « Storia delle guerre civili >), che permette d i controllare e <li rettifica.re molti punti delle .narrazioni di Cesare.

Filiberto Appiano. Scrittore m ilitare del secolo XIX, torinese . Lasciò <liverse pubbli<:azioni fra le quali: << Della polvere eia fuoco l> (Torino, 1813-1816); « Trattato elementare ri i fisica e d' id romeccanica per le scuole -<l'artiglieria » (Torino, 1818).

Appiedamento. D icesi della cavalleria, qua.ndo lasc ia i cavalli per sostare, o combattere a _piedi come fanteria. L'app iedamento della cavalleria p er il comJ)att imen to era cons ider ato cccez-iona le, prima della guecra eu ropea; ora, invece, dato •lo sviluppo delle mac-ehine e, quindi, della potenza del fuoco, il combattimen to a piedi de lla cavaller ia viene consièlerato normale 11egli eserci ti fran cesi e tedeschi, dove è p rescritto che « La ca.valleria deve mauovrare a cavallo e combattere col fuoco e, qu indi, a piedi>) : nella manovra, la cava lleria sfrutta, come ele•.11ento di mobilità, il cavallo ; nel -combattimento a piedi, sfrutta le sue anni, mitraglia trici leggere e peexmti, moschetti auto-ma lici, pèr sviluppare un fuùco potentissimo. L'Appiedamento si eseg,1e per squadra fuori d a l raggio d' azione dell'avversario, a l comando : .4 ppiedate. Durante il com battimento a p ied_i, i cavalli sono tenut i in iuogo coperto dal fuoco e dalla vista da.ll'al to, -dietro uu'altura, in zone boschive ecc.; quando man.chino coperture, i cavalli sono tenuti molto lontani dagl.i scaglioni di fuoco, gua rdati <la pochi uomini e conve;,ientemente spaziati : in media, 1 uomo ogni 8 cavalli, -quando questi non debbano essere spÒstati : se invece -occorre farli segu ire per raggiun gere i cavalieri appieda ti, occorrerà. un u onio Ob'lli 4 cavalli: in questo u ltimo caso, ~i avranno meno cavalieri disponibili per l' a.zione a fuoco . A tempo oppovluno, i cavalli raggiungono i ca valieri se -l'azione ha sviluppo offensivo; se, i nvece, •i tratta di un ripiegamento, ~ono i cavalieri

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che .raggiungo.n o i ca valli per rjmontare in s_e lla e con-

tinuare la manovra, cioè, r iportare l'azione a fuoco in un altro punto della zona di combattimento.

Appiglio tattico. Cbia.rna si con tale nome una piccola piega del terreno, una limi tata macchia bosch iva, un tratto comunque di terreno. che, per la sua. copertttra, ·e pe:- il ,fominio sulla zona circostante, sia favorevole ad un'azione di u:1 piccolo reparto (~quadra, plotone. ,compagnia). L'appiglio t:,ttico, pur avendone le stesse ca.ra.tte1·istiche tattiche, h a. minore importanza di un « punto d'appoggio». Appleton. Ammiraglio inglese del sec . XVII. Si d istinse contro glì olandesi, riportando nel 1652 una vittoria contro la squadra di .:ostorn comandata d ,tll'amm ir . Van Galea, che vi rimase mo rta lmente ferito . Applicati, Personale d ''ordine comune a tutte le amministrazioni dello Stato; fa parte del gruppo C . grado 12°. Pr0vengono dai sottufficiali d i carriera eh•! abbiano compiuto 12 anni di ser vizio effettivo alle armi e che, ne abbiano -fatto domanda. Possono essere anche tratti per concorso dagli invalidi di guerra., dopo con' enientc periodo <Ìi prova non inferiore a sei mesi. A PPNcati di S. 1vl. Erano .c apitani d i fanteria o <.i i cavalleria in S . A . P ., addetti, quale per sonale ausiliar:o, allo S. ~,f . per i lavori d'ufficio, con mansioni pii1 d'orcli11e che cli concetto, consistenti essenzialmen te n ell'a pplicazione di disposizioni determinate da leggi, J'C• golamcnti, istJ·uzioni e nell'espletamento di tutte quelle pratiche d'ufficio non rich iedenti_ una speciale preparazione professionale. Taluni degl i A . acldett.i dovevano possedere particolare c ultura professionale, essendo )oro a ffidate mansioni per molti as13etti simili a quelle dis impegnale c.lagli ufficiali di S. },I_ Gli A. erano tratti é!ai capitani che. presentassero domanda· per esser d estinati allo speciale impiego, ed avessero almeno due ann i di grado. N"on poteva110. rimanere in tale posizion~ più d i cinque ann i, ed' al cç,_mpimento del decimo anno cli grado ven_ivano senz'altro trasferiti ad un reggimento gualunque fosse il periodo e tempo trascorso nell'unpiego d i cui trattasi. Gli A. di S. ·M. erano tutti fuoLi CJuadro. Vennero soppi:essi nel 1923. S i tratta, però, -:li_ una soppressione più di nome che d i fatto, pel'chè vennero contch1poraneamente istitu ii i gli ufficiali addetti, i q uali - muta to nomine - disimpegnano le identiche ma ns ioni già affi<late agli A . d i S. 1'vl. Gli rlfficiali addetti possono essere d i qualsiasi arma combatten te, capitani, maggiori e tenenti colonnelli, :i.venti speciale attitudine al servizio <l'ufficio.

Applicazione (Scuola <l' A.). Scuola d i disciplì nc rnìlita ri, nella quale dalla teoria si scende alla prat ica. ( V. Swole MUitan) . Appoggio. (Tattica). E' voce usata, nel senso d i p unto d'appoggio>>, ad indicare le a.cci<lentalità naturali oc.I artificia li del terreno che l'attac-co e la difesa debbon o sfruttare, sia per avanzare, s ia per m igliorare le conc.lizioni d i resistenza. Sono, in generale, punti di appoggio, le macchie o le zone boschive, i villaggi, i trat ti d i terreno ondulati o coperti che si prestino per appostarvi mitragliatrici o a rt iglierie, in rnod~ che, coi loro tiro, po_ssano dominare, per un a mpio tratto, la zO'l'.l circosta nte. L 'attaccante d eve cercare di aggira.re i p u!1, i <(


-'-- 632 d'appogg io avversari,' alla.ccandoli · d i r ovescio, dopo un opportuno concentramento d i fuoco su di essi. U : n YOlta conquistali, devono essere rapida.mente fortificati, in modo da resistere ad event ual i con trattacchi nemi,•;. Q uesta voce è del regolamento fran cese; nella nostra termi11ologia , parlandosi di terreni organizzati a d ifesa. d iciamo « caposaldo " .

Appogg·i d'ala, sono accidentalità .n at urali (fiumi, ·mari, monti, nodi montani, fortificazioni) che as.sicurano fianchi cli for7.e schierate con un determinato front<'.

Appomatox (Court House) . fattoria nello stato <l i Virginia nel N'ord- America. Ivi il 9 aprile 1865, dopo r evacuazione cl i Richmond e della posizione t.r i.ncera:a di P.etersburg, e l'ac-cerchiarncnto del l'esercito dei Confederati, ebbe luogo un convegno fra il gen. Grant, ca::,o delle truppe F ederali, ed il gen. L ee, capo dei Con federati, nel quale fu stabilito che l'esercito dei Con federali, ridotto ormai a soli 26 mila u. con 159 cannon i, deponesse .le a rm i. Gl i ufficia li furono lascia ti libe ·i dopo aver dato la loro parola d 1 onore, a nome anche d,l)i :oru subalterni, elle non avrebbero più combat tuto contro l'Unione. I soldati vennero d isarmati e rinviati 3i !uoghi d i provenienza. D opo la capitolazione di App,matox, la Guer ra di Secessione ebbe fine, poiché g li altri piccoli corpi d ei Confederati, sparsi qua e là, si a ffrettarono ad arrendersi . Appostamento. (Tatt ica). Riparo naturale od artificiale <lei terreno, dietro i l quale un'uni tà (squaòra plotone, mitraglia trice) od anche un singolo combat tente, p rende posizione per colpire l'avversa r io e ripàrarsi, iu quanto è poss ibile, dal tiro nemico . U n buon

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stessa, tan to n ell'offens iva quanto nella difens iva, tende a far sì che le mitragliatrici possano ottenere la ma·,giore potenza di fuoco possibile. A raggiungere quest) intento, occorre tener scmprt- prése11te che, tanto n ci?n.. difensiva quan to n ella offen, iva, la .M.. è l'arma che wl fooco p ctò fiancheggiare, ass:i.i ulilmentc, e le fronti di-fen sive, ed i reparti che vanno all'attacco. Schcma ti~:llnentc questo concetto è rappresentato dailc

figure I e 2. Nella difonsiva (fig. 2) le m itragliatrici A e B fiancheggiano tanto la st riscia dei rincalz i, qua n :o la striscia di combatti mento, hanno cioè, da uno stes,o apµostamento, un. fianch~ggia in cn tc r icino e loma.no. E'

2Mir: ?esanle

◊#tir. Lesgera

'6ofvol/er/ ~ Ass/dilùoco

Fig-. 3 - 11uc110 cta tiratori (sca,·o rnc. 2, tempo or ~ -1)

questo il modo migliore per sfrutlHe il fuoco del le m:lragliatrici, specie d i quelle pesanti. I tip i d'appostamen li sono vari : appostamen to <leve offrire un sufficien te c ampo di vista e cli tiro - possibilmente senza angol i mor ti - ed w, buon riparo a.Ila vista , an che dall'alto; ed al fuoco ne:,.'r,o : deve ~-edere, se11z1, essere -visto. La scelta dcll'ai:,posta"."l lO deve 0sscre fatta tenendo prese nte l'obbictiivo da b,•tere e le caratteris tiche dell' arma che s' imp iega. ·Ogg1, iorno, in ,cui l'arma princ ipale pella fante ria è ia mii-agliatrice, lo schieramento della fante,·:a

- per brevi soste •convengonò le buche da tiratori che si possono ottenere in 30-4S minu ti prirnL Possono essere utilmente valorizza te le buche prodotte dallo scc,ppio delle granate ,dell'artiglier ia aV\'ersari_1_ ohe, quando si abbia tempo e si s ia fuori dal t iro nemico, s i possono adattare con opport uni lavo ri (com~ nella fig. 3).

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un~ postazione facile a costruirsi per m ilrn-


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gliatrice leggera è co~tiluita da due sca\·1 circolari con. cen trici, il primo pro fondo 20 c111. (corrispon dente al g:nocchiello dell'axma), i l seconc;o <lei <li~111et ro <li c irta l metro, profondo, dal fondo del primo, da m. I a 111. l.10. ,\ naloga postazione si può costru ire, in modo ,lltr ellanto faci le, per m itragliatr ice p esan te, e sem pre co.,tituita da due scavi circobri concentrici: il primo Jcl ùhn,et ro cli m. 1.60 profondo circa SO cm., il sccond'> <lei diametr o d i m. O.SO prat ica lo nel fondo de l pri:111, profondo m. I. Le gamue del treppiedi poggiJno sul:.i

:,ppostata ( IO I ,i ) risega che rimane fra uno 5Cavo e l'a ltro. L a po~tazio io , iene completata co10 l'aggiunta di un breYe tratto ,li cammina.mento, ove trovano proteziouc le muniz ioni cri 1 serventi. Tutti gli appostamenti <lel.lbono e3scre mascherati, e difesi sui fianchi c<l a tergo, in modo J,, \Joter contii1uarc la loro azione a fuoco, anche se sopravanzat i <lall'avvcrs1rio, e circonda ti complctamen,,' Quando si abbiano ternpo e mezzi si blindano gli ~ppo3t:lt1?ent i con rota ie di ferro, sopr a il qua le si getta pr ima uno s trato <li asfr,llo (cm. 30), e, dopo, uno strato Ji cen~cnto che. ncll:i gul:rra europea} ha raggiunto anc he lo spessore cl i circa m. 4, per res istere ai proiettili ,:ei cannon i da 420. APPostame1110· per 111itragliatrici pro/rito am/ro i ga, t ossici cd 11stù111a11ti. Le mitraglia trici, che clehhono scrYire come punti d'appoggio delle linee d i fen sive, è ncce;sar:o che siano sottratte possibilmente all'influen:a:,1

dei gas tossici e dcll'ypritc_ La mitragliatrice è arma <li delicato funzionamento e soggetta in pratip a frequenti p iccoli inceppamcm i, cui è indispensabile provveder(: immediatamente. Le operazioni relative difficilmente ~i po3sono compiere se le mani sono coperte con guani i antiypritc . I noltre è d i somma utili tà che a lmeno : , mitragliatrici più importanti possano resister;, e funzionare anche se sogg<'lte a 1.iombardamenti con ga3 to:;s ic i di un a dL1rata su periore a l massimo tempo in ca i è pos~ibile sopportare la maschera che non si può 1,·nere ininterrott,uucntc per oltre S ore. Ed è probab:: · invece che s iano soggett i a bombardamen t i con gas to,s ici <li lunga durata g li appostamenti a t utela dei pun: i caralleristiri della linea di resistenza, sia perchi: sb:1rrano le piì1 convenien ti lince d i irn ,zionc, sia perchè battono questi sbarrnmcnti . Aggiungasi che spesso o· correrà, per n~cc.ssità di co~e, che le mitragliltrici d ·• stin a te a <JUl'.• ti scopi, siano collocate dqve p i(t sono eia temersi. D a quanto si è esposto consegue la grande utilità <li appostamenti che pennellano ai serventi di soggiorna rv i senza fare uso cont inuo della maschera. ~enza adoperare gu anti' antiypl'Ìtc, avendo nel ron teinpc> continua la visione del cam1>0 da ballersi e romplct,l la mov ib ilità dell'arma. Per rispondere allo scopo cui è desti nato, è necessario che l'appos l:tmcnto s ia ch iuso, sia che esso si tro\'i in galleria, sia che \'eng:1 costru it > in legname e lC'rra, oppure in calcestruzzo o altri materia I i. 11 p rimo cd il terzo sistema sono natu ralmente da prcicrirsi, poirhè al!:!. protezione contro i gas t<>s~ici aggiungono la protezione contro i tiri \tsuali dcll'artiglirria avver saria. L'appostamento per mi tragliatrice protelio contro i gas tossici ed ustionanti. è rappresentato dalla fig. 4; esso ha tre apcnure : l'ingresso A, l.t feritoia per l'arm,t 13, la fc r·itoia per osser vare C. La ch iusura dell' ingresso A è ottenuta con due tendine succc ,. s ive D. imbevute di olio di lino. L'arma è prO\'\'Ìsta di un tu bo d i lan,icra F, la cui cMr emi tiL verso il tirator: · è chiusa da una delle lenti di cellu loide della maschera inglcS<', C . 11 puntamento avviene verso il tubo F. L1 fer itoi:t è p rovvista di Ul' tela io d i legno L cu i si fiss:t una estremità della manica di 1ela M, man ica eh,: è stat '! preventivamente imbevuta di olio di lino; l'altra estr~m itit della ma n ica a bbraccia contemporaneamente il tu b() F ed il tubo di refrigeramento d ella mitragliatrice. ln tal modo l'arma ha t\llla la libertà del mo,·imcnto e h vi~ibilit:'t cd il pun1n1ncnto non vengono ostacolati clalk.

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Galleria d'approccto

l itgh~ formai,' daìla manica, poichè queste si adagiano

sul lubo F sc11za ve11 ire a c:1dcre o sulla lente o sul mirino. L"impermeabilità conferita alla maschera. dall'olio di linc, impedisce i,I pa.ssaggio dri gas tossic i att,·avcrsc la lcritoi.i. Un'altra knte- l-1, della maschera inglese, fis,aia di fianco a Ila feritoia, permette la visibilità all'o.ssl!n'ator,·. In 1al mo<lo l'appostamento resta perfettamente chiuso ai gas 1ossici. Il necessario rinnovamen to ddl'aria viene :tssicurato da un ,,cntilatore K che as,;orbe l'aria esterna e là spinge nell'appostamento attr.1vcrso il filtro 1 •. enti-o cui viene depu rata, se inquinata dai ~•• tossici. La materia filtrante, comenuta nel filtro di rui sopra, i· quella stessa che viene adopera ta nc! le maschere inglesi, ed analoga ne è la disposizione; soltamo i quantitativi di materia filtrante vengono aumentati nell'intento <li perme1tere il <lepuramcnto della quami:a di aria necessaria a tutti i serventi rhe si tr(),·ano nell'appostamento.

Apprendista. ::--rome dato nelle ant. a rtiglierie « ad uomini nuovi e non :incora internati del servizio» (.8allcrini1. Approccio. 1[acchine, ripari, rami di trincea, co~u·uiti per avvicinarsi al coperto alle fortificazioni o alle tr incee nemiche. In a ntico cominciò a delinearsi l'idea dell"apµroccio quando, col nascere dell'industria e l'apvarire delle armi d ifensive, r aggressore, protetto da queMC. poté mettere in atto mezzi particolari per avvici11arsì con una certa sicurez«a agli ostacoli, e tentare di rimuovuli e di superarli. li primo genere di approccio è rapprc,,cntato dai !< man tclletti ». I R omani che ne fec<!ro uso negli assed i li formavano con graticci a semicerchio, collocati fra tre ruote, ovvero con due ta,·ola ti ad angolo r cu o, pu re poggiati su tre ruote. Il :Medie E,·o ne continuò l'impiego; se ne servirono gli arcieri c<l i ba lestrieri incaricati di tira re continuamente contro i difensori delle mura durante il lavoro dei min;;.tori o la manovra degli ingegneri intenti a far avannre · le scale. le torri ,·olanti, ecc. Altri servivano a proteggere le guardie incaricate di respingeçe le sortite, od a· cov.ire le macchine da gitto ed i serventi. Un a·,ro genere di approccio era costituito da galler ie di le~ame, ricoperte d i pelli fresche, che si face,·ano scorr~:: su rotaie fino al piede delle mura pec

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proteggere gli zappatori che ne scalzavano la base. T:ili gallerie, nell'ant irh ità, ~i eh iama,·ano «vigne»: nel me dio-evo « gatti »; servivano anche a proteggl·re i bvorntori che colmavano il fosso. Talvolta i «gatti" erano composti di due o di tre g"tllerie comprc;;e runa ncll 'alt:·a. Nel secolo XVU i gatti vennero dcfinitivamen1e SOòlÌll!iti dai così ùeui «camminamenti», ossi:t

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Approcci vcr,o una plozzarorU' : A) Zig-zag; U ) 'l'r lnceo trnsver~ali; C) Haccorcll: D) ParalJele; a) F'rontc; b ) Jncroct. dalle trincee scavate nel terreno e d irette verso la pia.1.ia (gli approcci), da distinguersi dalle trincee che si svo'gevano perifericamente alle piazze (le parallele). Un terzo genere di approcci fu rappresentato dalle torri mobili di legname. Così le <( elepo li J> dell'antichità, conosciute nel medio-evo sotto nomi svariatbsimi. Quando la difesa si affermò coi baluardi, il procedimento dell'attacco dovette variare. Gli approcci, anzichè procedere direttamente verso la piazza, si svolsero in modo da impedire di es.ser e presi di infilata dai fuoehi incrociati provenienti dalle faccie dei bastioni. Di qui la ragione del tracciato ca ratteristico a zig-zag d~gti approcci. 1 camminamenti ddl'ultima. guerra i:bbero :rnch'cssi tracciat.o tortuoso, appun to per sfuggire ai p c1 icolosi tiri di infilata. Si chiamarono lavqri di contro-approccio quelli fat:i


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dagli assediati pc:· distruggere o molestare approccio.

la"ori di

Appropriazione indebita (C. P. E.). li carattere <lei n alo cli A. I . è per i militari identico a quello cont~rnpbtll d al C'o<l ice pu,ale conmnc . Tale reato esiste in 1ut1a la sua piénezza anche quando il m ilitare aws:;c a"uto l"intPnzione di sen•irs i solo temf)Orancamentc uso proprio di dan ar ù avu1o in consegna, e di pr oprictù <li terzi. La pena per tale reato, se il danno non ecced~ le 50 lire. è del carcere militare; se non eccede le 50•J. della 1(•elusione m i liturc fino a 5 am1i ; se supera le 50,: è est n,ibile a dieci anni . Tali pene saranno sempre aumcntitlc di un grado quando il reato di . 1. I. sia stato comlll(•sso a danno <!clic an1minist.razion ì o corpi rnil: tari. ~ono pure cons iderat i rei di A. 1. i militari che. 1ro,·ando danaro od ogg~tti smarriti in caserma o in ,1!t ri h1ofhi d1 loro sta1iza, non ne abbiano fatto la con-. .segna a i propri superiori entro le 24 ore.

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Approvvigionamenti. !:iono appron-igionamenti militari tutt i gli sva.riatissirn i materiali c he occorrono a<l un tscrcito per ,,ivcre, per muoversi e per combaltc:rt:: Y<elto,·agli~, vestiario, equipaggiamento, ,1rmi, mu11izioni, car r iaggi, auton1obili, macchine di ogni genere. La ,;tts.•a dtlinizione basta a dar la m isura della !010 enormt: im;,:>rlanza: senza aòcgua1i e sicuri appron ;_ l; ionn menti qua b iasi esercito, anche il pii1 agguerri to " ,·alo,·o,o. ~ condannato inesorabilmente al d issolvimcnt•> cd alla ~confitta. Ecco perchè il problema ciegli approv, ·igionamcnt i si immed esima, p er così dire, col princ ipio ddl,, lolla armata di m asse e s i è imposto semp,e, comt: ,i imporrà ognora più, alle cure :is.siduc dtgli organ:uat0ri e <b condo llieri di eserci ti. -:\' c:i tempi ant ichi, quando l'urto vicino er a il mez:~o di a;dont quasi esclusivo e quando le milizie erano co~l ituitr in prevalenza da mercenari, il problc,n,t degli appro\"\'igionanwn Li s i r iassu mcl'a in quello del vettovagliamento : e la piccola mole degli eserciti con~entiva ,ii risoh-crlll agevol men te, applic:indo in pieno il criterio rii far \'i,·ere i combattcn t i sulle r isorse locali d ei paesi attra,•er,,11i. ~fa. col sorgere dei nuod mezzi di lotta, coil l'app:i rire del focilc e del canooae, coi successivi perfez ionam(•nti loro a pportati, con l'invenzione" delle ferro,·ie cd dhri me7.zi rapidi d i trasaorto, infine con lo smisurato crescere delle masse-belligeran!i reclutate a ba$~ d i cosrr izioi,c ol>bligator ia, i bis ogni essenziali degli e.serciti non ~i limitarono più agli approwigionamenti alimen tari: "i s i aggiunse bensì la necessit à. d i preparare e assicurare i riforniment i .di a rmi, d i muniz ion i, di ma1t'riali del genio. d i materiali sanitari e di a l:,i moltissi:ni. X è fu ulteriormente possibile affidarsi all'esclu~ivo sfn1 tla11Jen to delle r isorse locali e n azionali per garantire il vettovagliamento dei combattenti : conven :1c pur anche far ricorso alle importazioni dall'estero. In a ltr i termini, il problema. degli approvvigionamenti militari venne rendendosi sempre più poderoso e complesso, sino a raggiungere la sconfinala grandiosità alLualr, che co involge cd assorbe tutte le attività di una nazione in guerra. Uno sguardo retrospetth•o al servizio degli approv·,i" ionamtnt i n,iliLari nelle "arie epoche ci mostra ch e al tempi della r epubblica romana le legioni erano segu:tc da pochi convogli ed i viveri era no trasportati a spa lb dagli stessi soldati. Cesare usava far portare dai suoi uomini , ino a 30 razioni di viveri per c[:iscuno. In se-

guito. col cre•cere del numero delle legioni e con la necess ità d i tenerle fe rme a lungo negli accampamenti, s i ebbe in ogni legione un prefetto dei viveri, da cui dipendevano appositi magazzini e personali. A qu.-sto e ad o~ni altro servizio per le 1ruppe sopraintendeva il « prcfec1us castrorum ,,, che, col drc:idcr e ddlo spiril o guc1riero dei legionari e col consrgucmc aumentare dei lorv bisogni, finì per <li·,cntare il ycro comandante d ell.l lég iOJl('. Dopo la caduta dell'I mpero R omano e durante il lung,, periodo del medio evo, nelle milizie feudali e comuna li e n d lc comp:1gnie <li ven tura, il serv izio clcgli apprO\"\'igion.in1enti non ha fisionomia od organizzazion<· definita: an che la logistica decade rapidamente in quest'epoca che segua ii t r ionfo d ell'individualismo. Sol•> nel movimento delle C rociate si riscontra qualche llOlè• voi~ ~aggio org[lll i~zativo, in relazione al ser\·izio dei traspur1 i ed t\ quello sanitario . Preziosissima fu l'opcr~, in questo r1mpo. delle Repubbliche marinare italiane. E' all'aprirsi dell'ern moderno, e specialmente i11 Franc ia, che il se rviz io -degli approvvigion amenti militar i riprende a svolgersi con forme e sistemi che m er i tano cli essere ricord.1ti. Sotto il regno di Francesco I. gli <·scrciti sono già assistiti da speciali organi per l'appro"vigionamcnio di viveri, di artiglieria e di equipaggi; e il territorio è ordinato con magazzini cd arsenali provin cia li per regolare nelle p rovi11cie il servizio delle r cquisi,don i. Un a ltro passo inanzi si compie sotto il l t"gno di Enrico II con la istituzione dei commissari ccntrnli per gli approvvigionamen ti; e ulteriori progres;i :o.i verificano durante i successivi regni, pe; in1pulso sv,~cialmcnte di famosi ministri, quali il Sully, il Richclicu, il T ure1rne e il LouYois. Restano però caratteristici1e fondamen tali del sis1ema : l'eccesso dèl le requisizioni mal N:golatc e spesso fraudolente, la complicazioue de i conteggi senza eliminazione degli abusi e l'enorme pcs111t~zza dei t raspurti al segu ito delle truppe con gra,·e intralcio della loro mobiliìà . Anche in questo cam;,o non passò senza utili effetti l'azione di G.1s tavo Adolfo, il qua le seppe r idurre e discipli1mre rigidamente i tras!)orti al seguito delle truppe, organizzando basi s uccessive di operazioni, collegate da buone linc·, di com unica'z ion i, e contemperando il principio dell'affluenza da tergo con quello del vivere sul paese. l.I iglioramenti n otevoli al servizio degli approvvigionamemi portò ugualmen te i l grande F eder ico II, che lo r ese più regola.re e più clastico, non riuscendo p erò che in piccola p;::rt,: a svincolarsi dai pesanti legam i di un sistema troppo basato s ul funzionamento d i magazzini e convogli. Furono la rivoluzione francese e la genialità. di J);apolcone che valsero a spazzare il campo logistico d a: troppi impacci, in.formando l'amminis1razione milita.re :d principio che «·1a guerra d eve nutrire la guerra » e conferendo agli eserciti rivoluzionari e imperiali un carattere di spiKlia.tez7.a e di celer ità. di mosse sino allora $Co11osciute. Dapprima, quasi per naturale reazione ai criteri precedentemente in onore, s i cadde nc ll'ecces~n contrnrio e il principio di far viver<: le t ruppe sul paese fu applicato s ino alle estreme conseguenze e ne lla form.1 più brutale: il noto proclama napol~onico del 1796 all'esercito ·d'I1alia ne è hl prova s in troppo eloquente. M a gradatamente, con la guida de ll'esperieni;a, le esager,1zioni andarono eliminandosi ; ciò che vi era di buono nei passati sistemi fu richiam.ito in vigore, e dall'ar-


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monica iusionc e conibinationc del 1·ccchio col nuo1·O scaturì (1Ucll'org.mizzazione che, pur mostrandosi qualche volta manchevole, potè secondare le mcraYiglio,:-: gc~ta napoleoniche, a malgrado del progressi,•o ingrossare· -delle ar mate messe successivamente in campo, e a malgrado dei loro ·continui spostamenti nelle più opµostc contrade con rapidi t/1. per quei tempi sorprendente. Tu dcfmiti1·a, l'e3pcrimento di quell'epoca fortunosa riaffermava luminosamente la bontà del sistcrn.1. di apprOl'vigionamenti per così dire misto, cioè del vi,·crc sul paese con integra,:ione dell'affluenza da terg0, e l:i necessità di affidare il comando delle truppe e l'alta direzione degli approvvigionamenti di guerra a due diverse autor ità c,ioperanli verso un medesimo obbiettirn, senza mai perdere di vista la suprema necessità di mantenere l'equilibrio trn lo scopo (la raggiungere ed i mezzi disponibili. Dalla c-aduta del primo Impero fran cese ( 1815) a l!a guerra franco-gcrmani~a del 187O-i I l'organizzazione degli approvvigionamenti bellici si mantiene fondamenta!• mente sulla linea tracciata dall'esperienza napoleonica. sebbene con ahernativc di accentuazione; dove nel scmo cl i presdndcre quasi interamente dallo s[ru ttament.o cldle risorse locali, e dove nel senso opposto; don; nel SCIISO <:lc!l'accentran1cnto C del, conscgurnte appcsant i• m,·nto. e do,·c nel ~cnso di u11a razionale sud<livi;;ione del lavoro e ,fi u 11 :1 opportmn e:ast icitèt di adri1 1amcllli. Pc-r una strana deviazione dall'ordine natural• di cose. è pro!)no nell'esercito frances<.: eh~ prevale la prima tendenza in o:.iposizio11e quasi agli insegnamenti della scuoh napol~onica, mentre nell'esercito prussiano• gèrman ico si f,l tesoro di tali insegnament i e s i pro· cede <krisanu.·nh.' ad

UJla

orgaili~zazionc Jccfntratj cd

*~gilissim:1, d i rui la ind iscussa superior ità doveva poi essere dimostrata nella fulminea. cimpagna de! 18iO-71. Dopo quell'epoca, tutti gli eserciti camminano s ulle o rm-~ germaniche: J'organiaazione degli approvvigionamen: i e dei rifornimenti di guerra si concreta in un tipo unico, risu ltar1tr dall'.umo11ica fus ione ed applicazione dei seguenti criteri : pred isposizione sin dal tempo d i p:t,:~ di deposi ti e di maga;,zini; sfrntta111cn to in gucr,·a delle risorse locali entro hmiti giusti e mediante c.rdinate requis izioni ; metodica afflurnza da tergo col con corso di impres~ iornitrici; divisione di compiti fra chi comanùa ,le truppe e chi provvede ai loro bisogni, fra Comanriù Supremo e I ntendenu Generale, pur rimanendo Yinco:at i a stretta cooperazione con ovvia prcminenz.a del primo sulla seconda. E' questo il sistema d'approvvigionamenti col quale l'esercito italiano ha partecipato alia gran<le g1.1c rra mondiale, èo mc, sali-o differenze e modalità puramente formal i, è quello stesso che vigeva in tutti gli a ltri eserciti alleati e nem ici. La vastità e gr:i•:ità senza precedenti a'>Sunte dal conflitto, la cifra in gente degli uomini chiamali alle armi ~ la necessi tà di r icorrere larga mente alle importazioni dall'estero supenrndo le insidie del sottomarino, aumentarono a <lism isma le difficoltà dd problema degli approvvigionamenti ed imposero l'adozione di speciali svariate provviden1,<;; ma la Jisio!1om ia e struttura fondamentali de l s istema rimasero, e può ben dirsi che esso fece buona prov.1. Certo dall'esperienza dell'ult ima asprissim:i guerra nuovi miglioramenti, nuo,·i perfezionamenti e completamenti si vengono mat urando: d i ciò s i ha esem pio da noi, medi.inie l' iniziativa del Governo )<azionale, con un progetto di organizzazione generale della nazione per la

guerra ( 1925). Così pure qualche inno1·azion,; f' gia stat:t introclotta nella struttura. funzionale dc! ,ervi1.io apprOHigionamenti entro l'ambito <lell'esercito mob:litato. Si è, ad esempio, giudicato oppor tuno soMituir<! :d!:t Intenclenza Generale, in certo senso autonoma. uno sp• cialc reparto del Comando Su premo, denominato « R<'parto Logistico l>; e, analoga.mente, alla carica. di intendente d'armala è stata ~ostituita. qucila di Sottncapo d i Stato Maggiore logistico d'armata. Ciò :,11:o sco!}o cli meglio affermare la. ;;uborclina.tionc anche clv!l'organo direttivo degli apJJrovvigiouament i alla volo•i :, del Comando Supremo, pur rimanendo ferma la nena ·• nccess.1ria separazione d i compiti fra chi comanda le truppe e clii pron·e<le a i loro bisogni.

Appuntato. Grado militare fra il soldato (· il uporalc. Esiste solo nelle armi a cavallo, nel persona!~ di governo degli stabilimenti militari di pen.t e nell'ar ma dei CC. RR. L'. I, llppartienc alla. c:1tcgoria dei sol da li (meno che nei CC. RR., co.\ppunrntn artl!!'I., ra1 allerla. me appresso si dirà); in sMll ilirn~nll 11111l ta1·i rl! lle11;1 servizio ha comando sugli altri soldati, anche più an?.iani e gli spettano. irr massima, le veci di caporale. Fuori servizio. in azioni collettive di ~olda.ti, la responsabilità cade su di e,~o. Per la uomina ad A. o:·corrono 5 mesi almenod i buona, condotta. conoscenza <lei do,·eri profc~s ion,di e delle istru&ioni militari. Le nomine hanAppuntato RR. • , . no luogo per reparto (squacirone o batteria). L'.I. dei CC. RR. ap;13rtiu1e alla catcgori,i dei capo;·ali e, nella. gratlazion..: gerarchie:,, è parificato al grado di ca.poral maggiore. 111 Francia, l'Appoinré esistette fino alla Rcstau11z ione nell'esercito fran ~cse come grado (sot10-e1poralè). e poi rimase soltanto nelle truppe straniere. Gencr:, rnentc rivc,tivano questo grado i soldati ,,bil i t· in t-.-11:gcuti, ma analfabeti.

Appuntatore. Nell'anl. artiglieri"-. l'uffid1le d,,~ appuntava i pe1,zi, o esaminava se erano bene :qpuntati, prima <li ord inare ii fuoco.

Apraxine (F~dorn-Jia.tr•rie.:ic). .\mmiraglio n1,,o sotto il regno <li Pietro il Grande, n. t1cl 1671. m. nd 1728. Si distinse in tutte le or,crazioni gucrrc,che avvenute i n quell'epoca sia per terra clie per mare contro gli S\'edesi e può con,iderarsi come il f011<.iatore dell!i mar ina ~ussa . .\ lngric battè il grncralc Lubekcr cbe tentava di rialzare le. sorti degli S,·cclcsi. costrin~cndolo a r imbarcare precipi tosamente le sue truppe. :,;c l 1710 assediò e pre~c Vihurgo capit~lc òdlla. Car<:lia. X~lla guerra contro la Turch ia, scoppiata ad istiga7-ionc di Ca rlo XII, Apra~ine ebbe il comando in capo dc!le forze d i terra e di mare. Kel 171.1 comandò la ilot ta destinala a lla conquista della F inland ia e sull:, quale Pietro il Grande serviva in qualità d i contr:immirn.glio. Si d ist insè nell'impresa delle isole Aland, e poi. al comando della flotta, attaccò ia Svezia a nord di Stoccolma,

mentre

il

co ntramm iraglio

Le ;sy

r uuacc:iva.


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<lalla pane del su d di questa città . Distrusse varie città e Yillaggi, arreca!l<:4, agli Svedesi ingen tissimi <lanni, intan to che L essy operava egualmente da sud. Qt:esti avvenimenti portarono a lla pace d i N eustadt che riconobbe a llo czu tutte le sue conquiste. X el 1 i22 Apraxine c omandò la flotta che condue<!va l' imperatore ed il suo eser cito sulle coste occidentali del mar Caspio, con trade verso le quali P ietro jl Gran<le volleva aprirsi comunicazioni. I~a campagna di Persia, nella quale l'esercito russo acquistò nuova glor ia, ma chè noi~ portò a Icun vantaggio alla monarchia moscovita, fu \t ultima a cui prese parte l'ammira.glio Apraxine ( 1727).

AJm1xi11c (St,·fa110-Fedor1r.:ic, conte A.). Nipote del g rande ammi raglio Fedoro, feltlmarcsciallo russo, n. nel 1.702, m. nel 1758. Yece le b-Ue prime campagne contro i Turchi e raggiunse i pitt alti gradi mil ita ri senza a '\ c:rc illustrato il suo nome con servizi considerevoli; 1na d urante la. guerra. dei sette ann i il feldmaresciallo r\praxine, alla testa di 40000 russi, entrò in )?rnssi.t, si impadron ì della cit'tà. cl i 1\!Jcmel, e si avanzò fino a Jii.gersrnrfi. Qui fu attaccato dal generale Lewald, e dopo sanguinosa bat taglia rimase padrone del campo e <.E grande parte dell'artiglieria pruss iana. Dopo questa 'li'.toria Apraxinc avrebbe ppt-lllo impadronirsi senza grande sforzo de lla città di Berlino, ma, per ordine de l nuovo czar 'Pietro Jll. a.m rniratore di F e<::ìerico d i Prussia. si ritirò in Curlandia. Malgrado ciò, A . fu arrestalo alla testa delle su e t rup pe vittor iose e inviato prigio11iero :t ).Jarva.

Apremont. Borgo della Savoia, presso ~fontmei llan. Vi fu costruito nel :Medio E\'o un robusto castello, eh.:: nel 1 i42 venne investito dagli Spagnuoli del L as Mina, ., battu to con d ue cannoni. I l castello, debolmente p res idiato, r esiste tte due giorni, e poi fu costretto a lla. re,a {22 dicembre) . Ca.rio Emanue le III, il qua le di fendeva la Savoia contro gli Spagn uoli, inv iò un piccolo distac,camento a soccorren, il castello, ma questo giunse p och~ ore dopo la resa e dovette r itirarsi . Aprica. (Passo clell'). Va lico delle Alpi \fa ltellinesi, che fa comunicar e la vallata . dell'Oglio con quella del]' Adda. Brescia c<'n Coira ; più precisa.mente, T.rescn<l a in val d ' :\clda con Edo lo in valJe Camonica. La strada carrou,ahiie che passa per il valico venne costruita p oto prima dd 1866. Il passo dell'A. h a imp orta ,i za s trategica, da ta la comunicazione che esso p ermette fra le ùa e dette valli . Nel 1629 il p asso fu attraversato da: duca di Ncvers; nel 1800 ser vì cli comunicazione a lk (rup,pc di "\facdona ld in val <l'Adda e in . val Camonica, ra p,prcstn rnnti le lince d'operazione fra ncesi contro il T irolo. :'\ elle guerre per l'Indipendenza e l'Unità d'Italia, vi passarono truppe nostre destina te a proteggere i l fianco del l'esercito operante ncÌ!a p ianura: così _Cia l-dini nel 1859. Apronio (L1tcio;. Genera.le romano d el I sccolf'. :'\orn inato console nell'anno 8° della nostra er a, s i d i.stinse dura11te le campagne <li Dru~o in Pannonia. Proconsole: dell'Africa <lai 18 al 21, represse l'insurrezione di Tacfar inà. Inviato in Germania come vicepretore, n el .28 eseguì una sp edizione cont ro i Frisi, ma, av°viluppat,1 ,d a costoro in terren i p a ludosi, vi perdette 1300 1t(>n 1ini e fu costrello a r i tira rsi. ,. Apro-11 io Tesia.no. F iglio del precedente; fu console

A PH

con Caligola. Nel 39 vinse i Numil:l i che r icacciò nel deser to dopo aver loro inflitte perdite enonm.

Aprosio (Francesco). Genera.le n. a S. Remo nel 1839. Sottotenente del gf.nio nel 1861, fu da.I 1885 a l 1886 addet to a l comando del Gen io cli Massaua. Pr omosso colonnello {1892) fu comandante in 2" del]' Accademia ivlili·ta1·e ( 1893 - 1896) e resse qu indi il Comando t erritoriale d el Genio cli Messina . Maggiore Generale nel 1898, fu comandante del Gen io a Napoli (1898-1901) e collocato in posizione ausil'iaria, r aggiwJ.Se nel 1903 il grado d i T enente Generale nell,l riser va . Autor e de « L a disinfezione nelle caserme>>. E111-ilio .4 prosio. Gencr:ilc. n . e m . a S. R emo (184119 19\. Sottotenente cl'a.rLiglicria ncì 1861, pa,rlecipò ,ia tenente al la Campagn~ del 1866 e come capita.no a!l'o~c u pa7,ione d i R oma. (18i0l. Disimpegnò nel period~ 18i6-81 impor tanti miss ioni all'estero per il col!audo d i materia li d'artiglieria e col grado di Maggiore ebbe la. carica d i Aiu tante di campo d i S. 21 I. (188i-1891). Comandò eia Colonnello il .1 6° reggimento ar tiglieria. ( 189299)( e, promosso Maggior Generale ( 1899), fu nom:nalo Comandante ci i Artiglieria in Bologna . Collccato in posizione a usiliaria ( 1903), raggiunse nel 1909 i'l gritdo d i Tenente Generale nella r.·iserva. (; iovan11,i Aprosio. ~.ifeda.glia d'oro, n . a Yallecro.sia (Porto Maurizio) nel 1874, cad uto a Col ciel R osso i l :?.,'I genna io 1918. Uffici:i.lc in servizio a.llivo, aveva avuto il ba ttcsilno del f uoco ad Adua, da Sottotcnentt nel 79° fanteria. Capitano n el 6° fanteria, prese parte alla campagna d i Libia, segnalandosi in vari ,con1ba.ttimenti. L a b'llerra con • l'Austr ia 'l o trovò ancora Ca.p i,tano, nel 17° fanteria e, come tale, guadagnò u na prllna n1edaglia di argento sulle ,ilturc di PoÌa7,7,o ( Carso), nei primis5imi combattimenti <lc ll'8-9 giugno 19 15, perchè, assunto il comando del 'ba ttaglione, che aveva. perduto p er ferita il coman<lan tc t itola re, lo mantenne eroicamente, anche dopo esser r imasto ferito egli s tesso. E pochi giorni dopo1 i l 30 g.i ugno, alla prirna 111edaglia d'argento

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aggiungEva una seconda, per lo slancio e l'ardimento con cui condusse i suoi soldati ad u n crueB tissimo ~,·salto e per la ,fermaz:i. _c on la quale eseguì un q ifficile ripiegamento sotto l' infuriare del (uoco nemico. l 'romosso Maggiore e qu indi Tenente Colonnello, iu u no -dei p iù valorosi comandanti d i battaglione clel~n valorosissima brigata Sassari. Incar icato del comando del 121° fanteria, il 2:\ gennaio 1918, alla testa del suo reggimen to, cadde da procle sul riconquistato Col del Rosso. Alla memor ia <li lu i venne decretata la medaglia d'or~ al valor . militar.e, con la seguente motiv.,zionc : « Comandante di un reggimento, visto che il nemicu con un ;iotcnte -contn.ltacco aveva rioccupato un importantissimo punto poco p1;ima conquista to e poi perduto da un nostro bat taglione, accorreva p rontamemc sul posto, r ior<;linava le proprie truppe, le r ianimava, e, incurante <li violento tiro dell'artiglier ia avversaria, p,;. ' stosi alla loro tesla, con magn ifico impeto che deci.,c inesistibilmcnte a trascinarle, metteva in precip itosa fu~(l. il ncmi~o. Prode fra i p,·odi, cadeva colpito a mort•., chiudendo gloriosamente una vita che fu _u n continu9 fulgido esempio di va lore>>. ·

successiYo trascorse nei preparativi del nuo,·o urto, cl:e avvenne a l terzo giorno. l\lfar io, accampato sopra u11,, coll ina in faccia al fiume Are, mandò la cavalteria nd piano a provoca.re il nernico, ed ess1 vi riusci: allora, so tto l'inc,dzarc <lei T euton i, si ritirò verso le legioni, sch ierate in battaglia nella collina. I T eutoni ,·enncrn così in urto con le ferree leg[OJ\ i romane, ie quali resistettero valida mente e poscia passarono all'offc11si\'a. travolgendo i Teutoni fino alla p ianura, <love l<L lowl s i riaccese. Frattanto Mario aveva appostato 3000 fanti e a lquanta cavalleria, agli oL-<lini del legato _]\fa.reo Claudio ]\fa.rcello, in un bosco, e questa truppa irruppe .,,.!l campo <li battaglia alle spalle <lei Teutoni. La battag:,;, allora fu deci;;a a favore de i Roman i. e s i mutò in una carncli,cina d egli avve rsar1, grandi ssimo n umero <le i qu a :, 1 venne fatto prigion iero . T eutoboclo r iuscì a fuggire con ,000 dei s uoi, ma venne preso poco d opo, e destinato al « tr ionfo» -del v incitore. Imprecisato è il n umc,·o d ei combattenti; pa1;e <ohe ascendessero a 30.000 i soli ..\mbroni: P lu tarco calcola a 100.000 gli uccisi; certo .:, che non per lieve r~umero <li questi sa rebi.>c rimast0, come J' irnase, il nome cl i I< Campo Putrid o )> il luogo della batrnglia e <lélla strage.

A pru nt i n i (Cacciatori). Battaglione del regno deile Due Sicilie, costitu ito nel 1800.

A qurdaban. Fiume dell'America <lei Su<l. nel Pa ra guay, affluente d i sinistra del fiume Paraguay. S ulle. s ue rive, nel 1870, si combattè una battaglia decis iva che appartiene alla guerra fra il Pa.raguay e B rasile, AJ·gent ina cd Uraguay alleati. Il piccolo esei:cito dei Paraguay, a l comando del gen. L opez, respinto ed in . ~cguito dalia superiorità numerica <lell"csercito nemico, comandato da l gen. Camera, aveva ·p reso posizione su! L,rive dell' Aqui<laban, nella località <letta Cerro Corà; k sue forze erano ridotte a circa 500 uornini. llen presto -gli alleati riuscirono a -circondarìo e a chiudcr g:i ogn i via di scampo, onde il Lopez fu costretto ad a<:cettare battaglia il 1° ma rzo 1870. Le forze del gen. C:1mcra.1 dopo avere catturati d i ~orpresa gli av.:w1posti dei Paraguaiani, passarono a guado l'Aquidaban ed assaltarorio il Campo di Lopez, che, dopo' hreve comb~ttin1ento, venne mess? in rot ta. L a cavalleria venne s ubito lancia.la all'inscguirt1ento, cimante il quale lo stesso Lop-.;z, già gravemente ferito da un lanciere, per n,,,i cadere p rigioniero si uccise. Tutti i capi paragua iani caddero prigionieri insieme con 14 bocche da ftlOC<'> e l' in tero campo.

A pt. Città della Francia, sopra un affluente <le!la DurancCc nel D rp . d i Va.acluse. Fu a.nt. città delle GaJJie, poi municipio romano. Venne d evastata dai Lombardi e dai Sarnccni. l i barone des- Adrets la_ assediò i1lvano n el 1562. Apuan e (A/p,) . V. A ppe,m ino. Apuani. Popolazione ant. a bitante -n ella. v,·tllata su-

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periore della Nl1gra . Furono in lotta con Romani; il console C. F la minio li sconfisse ùel 187 a. C., ma l'an • no ' seguen te essi presero la loro r ivincita, battendo ur. esercito 1·omano condotto da Q. :!vfarcio. La lotta d urò ancora per alcuni anni, finchè, nel I 80, i consoli P . Co,·.nelio e M . Bebio trasferirono 40 mila A . 11e! Sannio. Nd 179 il console Fulvio ne mandò altri i000 a raggiunger,., primi.

Apuii (Cacciatori). Battaglione del regno d elle Due Sicilie, costitui to nel 1800. Partecipò, comandato da: maggiore Sandier, a lla sped izione in Sicilia del 1807 ~ alla battaglia d i Mileto. Apustio (L,tcio). Ammiraglio romano a capo d ella flotta ·(200 a. C .) invia ta nel mare d ella Grecia, duran,~ la seconda guerra Macedonù:a (V.).

Aquae Sextiae. Ant. luogo for tifica.lo dei Roman i, nella Provenza, dove poi sorse la città di A ·i x, sul:a strada militare tra il Fréjus e Arles, fonda to da Sestio Calvinio n~I 123 a . C. Nel W2 a. C. vi si combattè una g rande battaglia nella ql!ale il console romano Caio .Mar io s conJissc T e:.1ton i e Ambroni, i quali, dopo di essersi d ivisi dai Cimbri, avevano marciato nelJa Valle de l Rodano. l\llar,0 n uscì a sor prend ere il campo degli Ambroni ,presso l' Ar e, e, prima che essi- potessero ordinarsi, li sterminò malgrado la loro ac-can ìta resistenza. Sopraggiunta la notte, le legioni romane 3i chiusero nel loro campo, dove fecr.-<1 buon a guardia perchè stavano arrivando i Teuton i, albiti degli Ambroni, col loro re Teutobodo. Il giorno

Aquila. Cit tà capo!. di provincia presso l'ant. Allli!erno, negli Abruzzi, s ituata nel p unto p iù largo d c !h valle dell'Aterno, al centro d elle comun icazion i· provenienti dal Velino. ./la:l Vomano, dal Tronto . La fondaz ione della città, decisa d a Federico II, fu mandata a<l effetto da Corrado, suo figlio. dal 1251 i n poi; nel 1257 Aqu ila era già potente. Ebbe mura robuste d i quattro mig;ia <li perimelro, con dod ici porte. Ebbe poi un castel lo angioù10, sul luogo del qua!e Lo St(.>IIU11U cli Aqu ila nel 1535 Pietro Luigi dc Seriva costruì il ,castello ancor oggi esistente, vastiss imo, <li for ma quadra ta, munito di a mpio fossato . Aquila venne distrutta nel 1259 da )foufredi e riedificata Carlo I .

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AQU

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I . Ass1:dio e battaglia di Aquila (1423-1 424). F u posto alla ci ttà dal condottiero Braccio da ]vlon tonq i: qLiale mirava alla signor ia <lì tutta la r egione, n ella primavera <if l 1423. L a città venne strenuame11tc dife,a dai suoi abi tanti, comandati da Antonuccio Camponcsch i, ta.nlo •che li ·co;19ott i'cro si rassegnò a bloccar!a con trincee sperando d i ottenerla con la fame.

1\ soccorrere la città frattanto la regina Giovanna i,iviava ·Muzio .l\ ttendolo Sforza, ma questi aanegava pct disgrazia n~I fiume Pescara, e le sue truppe si ritira-

63!) poli, aiutati da l papa Innocenzo VIH, f ece occupa··r, la cittadella d i Aquila, la quale si era d ichiarata '-'OIontar iamentc feudo della Chiesa. Gli aquilani si solle\"'1rono, assaìiron~ il presid io reale e lo cacciawno da l!a. città. ~fa il re mandò un corpo d'esercito comandai'> dal conte d i -~ lontorio a impadronirsi nuovamente di .~qu ila. I soldati del Pa1n furono assaliti all' impensata. e parte uccisi e parte volti in foga: la città presa dal :M011torio.

lII. Occupazione di Aqidla. (18 d icembre 1798). Durante l'avanzata del generale Cha.mpionnet nel Regno di l'\npoli. una •colonrfa, agli ordin i del gen . Lcn1oine, venne

dislacca(a negli Abruni. La colonna avanzò _su Aquila. e, superando facilmente le resistenze isolate dei poch i armati -di q uelle pacifiche popolazioni, giunse sotto Aqui la 1:he investì. Dopo una vaila intimazione di resa, i Francesi, sfondate le pone, penetrarono il 18 dicembre ,;enza colpo fer ire nella città pr cssochè indifesa, ed il · giorno dopo costrinsero alla resa la p iccola guarnigione riachiu~a nella cit t.tde!Ja. Nel .JS15, dopo là battaglfa di .l\n•.rocloço il gen. Montigny; · che si era ritirato nella città, si a r rese agli aus(r iaçi senza combattere.

.Il castello (lei ·t 535

vano., Nella pr imaver a. de! 1424, un nuovo esercito iu invia to allo stesso scopo, a l comando d i G iovanni çaIdora, il quale ave\'a in ,;otlor-dine Francesco Sforza, Ludovico Colonna, Nico:ò da Tolen tino e altr i valenti capi tan i. I l Caldora d isµoneva di cirrn S000 cavalli e 1600 fanti; di 30C0 c~,valli, ripart iti in 24 squadre, e cli J000 iant i il 13raccio. Questi lasciò d i guard ia alle trincee N iccolò Piccinino con quallro compagnie d i corazzieri, collocò alcune compagnie di f anteria .,ui monti e confidò suil'ausilio di riueste, mcatrc assaliva le pr ime schiere <.le! Ca!dora, le quali sboccavano al piano gu' date da ìvJichelotto Attendolo. I J~raccesch i re3pinsero dapprima il ném ico, ma le loro fanter ie rimasero incerte sul da· farsi, e l' Atlen.clo!o ne approfittò

Aquila l31an~a (POJon ia) ·

..\quila cl'EsLe

per r ior dinare le sue schiere e 1·icondurlc all'as.salto, ord inando loro d i ferire i cavalli, ciò. che era contrario agli us i d i guerra cli q uel tempo. Braccio in breve ;,i trovò ad avere .scavalcati 1300 de' s uoi cavai.i eri ; e. peggi_o gli avvenne ; chè seimila cittadini di Aquila, forzate le trincee scarsamente custodite, compar ivano a!le sue spalle, guidate da Antoniuccio Camponesch i, complctan'·do la sua disfatta; e.cl egli stesso, fer ito gravemente, morì tre giomi dopo.

II. Assatto di Aq,,ila ( 1486). Ferdin ando I d 'Aragona, che era -in lotta. contro i baron i del regno di :Na-

IV. Ribdlione di Aqu.ila (8 settembre 1841\ Preparata per i l detto giorno dalla società segreta detta « Riforma della G iovine Italia>, : ebbe a capo, in città, i l sindaco, barone Vi ttorio Cfampella, e contava an,;hc s ull'app(>ggio di due reggimei1ti dell'esercito napoleta·no. Poca forza era in cit tà, e il colonnello che la coma.n-

dava, Gennaro Tanfani, venne immediatamente trucidato. )fa la forza resistette, e cacciò dalla città i rivol tosi uccidendone alcuni. - e respinse una turba d i conta • <lini che i congiurati conclus;;ero al:'ass~lto <li Aquileia. li Ciamµe!la i;iuscì a fugg;rc; dei rivoltosi catturati, (re furono couclannali a morte cd altri .:]l'er gastolo o ai ferri.

Aquila (Insegna militare). Ai tempi ~li Ciro l'aqt:til,, era sugli stendardi dei Persci; sotto i Tolomei d ivenne l'emblema dell'Egitto. G li Etrusch i, qu,mdo inviarono presenti a i Roman i, iri ~egno d\anticizia, fra gli attributi clelb. sovranità. di cui loro fecero omaggio, offr i, rono uno scellro sormontato da un'aquiÌa. d'avorio . Da


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quel mnpo l'aquila spesso fu impiegata come embleirn. d i R oma, e lo divenne sopratt uttò- sotto gli -im pera.tori . L'aquila d ivenne l' insegna e quasi la divinità pro!clt.l'ice della lcgioi~e; veniva innalzala su lla p un ta di ·una picca conficcala nel suolo al centro clcll'accamp.1men 10 della leg ione, e se non si toglieva con facilità al momento d i r ipors i ili mar cia (come a vvenne. a Crasso quando voile tragiUar l'Eufrate) era presagio sinistro. Nelle jennatc, si costr uiva, per queste insegne venerate, u11a .specie ·d i tempio. _Durante la pr,ce si depos itavano n el tempio d i Saturno in R oma. L 'aquila ro,~ana era d'oro o d'argento con le a li dis!ese : teneva un fulnìine . frn le unghie. Aveva la grande1,za di ,ma. colomba. Sotto all'aquih, e talvolta sopra, nella stes.sa. picci. er ano anche spesso a ltri cr,1bleini. La. sua custod ia era affidata al p ri mo centurione della

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e venen<k, adoperato da. Viltoi-io E manuele I e d3 Carlo F el ice in a lcune monete, e da Um berto l .:, dal d u ca Amedeo nella loro carta da. lettere. Alcun i corpi se n e scrvi.ro_;,o in passato come fregio, e a t tua lmente se ne i;ervono per la carta. da corrispondenza, com'è indicato nell' incisione, ma non esistono d isposi7-ioni ufficiali in mater ia. Aquila B·ianca (Ord·inc ·i mperiale e reale delt't!. B .) . Ordine cavalleresco, fonda to nel 1325 da Ladislao n· r:, di Polonia. Venne rinnovato nel 1705 da Augusto li. elettore di Sassonia e pretenden te a l trono della Polonia. lin ita queBla a lla Russia, ~icoJa ;r lo r istabilì, " -~giungendovi le qualificbe « imperiale e reale». Com-prenrlcva una sola classe di cavalieri. A quiìa B i anca . Orcl ine cavalleresco creato in Serbia nel 188.ì dal re Milano I. Comprende,va cinque classi. La decorazione, ·sospesa a nastro rosso ~on d ue. s tri sce celesti, è costituita da un'aquila a due .teste, sormon tate da corona reale, è separate da scudo ov~lc coH croce bianca in campo rosso. ; Aq1•ila Bianca. Ordine cava lleresco crea~o c)alla R epubbliciL di Poionia. nel 1921. E ' civi·l e e militare. r. rappresenta la più a lta 011orificcnza dello Stato. La decorazione ·h a l'aquila bianca. ,collocata sopra una croce rossa, nel retro d eìla quale è ·inciso i l motto: « Per \a Patria e per la. Xa.zionc ll e il monogra mma R . P . (Repubblica Pola cca) .

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cll '.:\' ApoJeone fil

legione. ch iam.Ho Aq11ilifer. Queste aquile, come poi le na,iolc<miche, ebber o una sola testa ; un esempio di a quila. a <lue leste, t;:onsi però nello scudo di un solda to de1!2. Colonna Traiana . Secondo alcuni, la <!oppia •csta sarebbe stata introdc,tta nel 325 da Costantino, per _espri:nere in ta l sertso che sotto lo stesso scettr o egli r iunira due imperi. Secondo altri, sarebbe stato Carlo Martel-lo che adottò le aquile romahe negli sten<:lardi dtll'lmpero, aggiungendovi un a seconda. testa . Alt ri allrilmiscono fistituzion.e delle due teste a Carlo )fagno; altri a Sigismondo. Napoleone l imitò le aquile delle legioni roma11e e le <lette ai suoi battaglioni. J\el 1-807, le aquile veu ncn, <la te ai reggimen li invece che ai battagl ioui.- El'ano i n ·bronzo dorato, con volo semispiegato, e fascio d i folgori - o il mondo - sotto. gli art igli. La R~stau;·azionc ciel 1.815 abolì le aquile. dei rcgg. francesi: esse vennero Ti~ta.bili te da. Napoleone TII nel l o5 l e rl urarono finché durò i l se,:ondo Impero. I n Tta lia. è stata adottata. come fregio clell'a.rrna degli a·lp ini e dell' Artiglieria da lvlon tagna . Poco s i sa d i questo s temma che probabilmen te fu di origine im periale, e ven ne a poco a poco sostitui to <ila.Ila c1oce· bianca., ricompare!!do nel gran de stemma d i Vi ttorio Amedeo II, .4 qnila d1'. Savoia.

r .lqnila tli s·1voi a

come rreg-io

.4'qHi!a d'oro. Ordine cavalleresco, istituito n el vVurternberg nel 1702 dal duca Eberardo Luigi, che gli dieci~ anche i nomi d i Sant'Uberto e della G ran de Caccia. Venne r innovato da Feder ico I nel 1806 e comprese un'.t ~ola classe di caval ier i. Dur ò fino a l 18i8, qu,:ndo venne sostituito dall'O rd ine della. Coi-ona del Wur tcmberg.

A quila N era (o .'lqu.ila di Prussia). Ordine cavailcresco, fondato da fctle rico I di ·P russia ne l 1701. Com-

Aqu ila l'OSS(l

prende una sola cla.sse e suoi cavalieri hanno il rango cli luogotenenti generali. L a croce azzurra, h a. quattr.i aquile nere n ei quattro a.ngoli e nel mezz-0 le lettere F. R . ( Federico R e) . E ' porta la su na,;tro <li colore arancione.

Aqu-ila Rossa (o Aq,dla del Brandeb-urgo o ordine cìella Sincerità). Ordine ,cava.ller esco, fondato da Giorgio Guglielmo de l '.Brandeburgo nel 1705 e modificato i n seguito più volte. H a una croce bian<:a n el centro della quale è un' aqu ila ro5sa; i! nastro è bianco con d,1c

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:Striscie di colore ar ancione. L 'ord ine ha quat tro classi, l'ultima delle quali costit.uita nel 1830.

Aquila d'Este. Or-dine cavalleresço, istituito nel 1855 ,!al <luca ài .M odena Francesco V. Durò pochi an:ii, :fino a.Jl'unione di :Modena nel regno d'I talia; com pren• deva tre gradi; per i m ilitari la croce era sormontata da un trofeo guerresco.

Aqu-ii!L Messica.na. Ordine cavallerc;;co fondate>, dal• J'i.mpcrator~ Massimiliano ·del Messico, nel 1865. Dur,') qu;into l'cflimero impero <le! pr incipe asbur ghese. . !Q?<i/a d·iste.sa . l'uni?.ione çorporale già in uso nel• rcscrcito, in, ca 111pag:na, degli $ta1 i Uniti <l'A1nerica. Consisteva nello sdraiare a terra il reo supino, e nel fissarne i p iedi e le mani, diva ricati, a quattro p iu? li p iantati per terra. La .durata vo.riavn a secon<la della grn vità della· 111ancanza o ,del reato. S i punivano così ancl1e gli ubriachi.

E-rigata Aquila. Creata nei maggio 19 17 in zona di ~uena. Ebbe come centrJ d i mob. il Dep. del 2° fant. (Udine) e fu costituita coi regg. 269 e 270 fant. cbe ebbero assegnati r ispettivamente come centr i di mob. i Dep. del 2° fant. (Udine) e del 27° fant. (Ferrara). Durante la ,campagna operò in Val d' A, sa cbl ma;;gio all'agosto 1917 a llorchè, inv iata sull'altipiano cieli, Bainsizza per concorrere ali' offensiva, vi sostenne numerosi combattimenti fino all'epoca del ripiegamento: .sulla ii nea del l'iave ( 15-24 giugno 18) cornbattè ad Arrn<le e 'Nervesa; nel corso delle ba tt. di Vittorio Ve~ 11cto prese parte a i com b. pel passaggio del Piave a Villa Berti, avanzando poi fino ad Arsiè. finita la guerra venne disciolta. Ricompense: al 270° fant.: rned. di br. al val. mil., J,cr la tenace res istenza opposta a.I nemico e per i contrattacchi esegu iti, concorrendo in modo cfficarissimo ad arginare l'irruzione nemica su l!a d estra del Piave c,~ervesa, 15 giugno 1918).

i\1ostr·ine.: Cremi.si, :,1ttravcrsa le verticalmente al cenda unrL la rga striscia nera.

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llcggi111e11to Cavalleggeri di :lquil.a (27°). Costituì-

to5i in Brescia il 1° ottobre 1909 coi terzi squadroni dei regg. }.1.onferrato, Piacenza, Roma, Vicenza . Dura nte la guerra. Ttsilo-Tmca (1911-12) fornì ad alcuni corp i_ i ser vizi mobilitati con 124 gregari. D urn11te la. campagna Italo-Austriaca 1915 -18 fece servizi quasi sempre in Val Camonita e nel territorio d i I1res:cia e di Verona; nel 1naggio-g iugno 1916 ,dcuni dc? .suoi squadroni combatterono appiedati a ·Monfalcone. Nel 1918 fece servizio nelle r etrovie fino alla battaglia di Vi ttorio Veneto, durante la quale passò il Piave i! 30 ottobre, il Monticano e ia Livenza il 31, e procedendo verso il Taglia mento catturò una brigata di U la.11i e un regg. d i fanteria; passato il T agliamen to in-

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seguendo il nemico, uno squadrone car icò a Praedi.;, p resso Udine, superando con gravi perdite la res.istenza del nemico. Finita la guerra venne disciolto. Il regg. aveva per motto : « ·G lorià o mo-rte "·

A qn-ila. Avviso, in legn o, varato nel 1852 ·a. Castellamare di Sta.bia, proveniente dalla Marina borbonica col n ome « Palermo " , radiato n el 1875: lunghezza rn. I 3,25; h rghezza m. 7,38; dislocamento T . 576; macchina HP 120; armamento guerresco cann. 4; equipaggio 71. Nel 1860 bombardò il « Torino )) nello stretto d i :Messina, do- Stemma (lei cava1Jegger·1 ctl .-\Cllllla

po che N ino Bixio aveva sopra d i esso attraversato lo stretto e lo aveva fatto inragliare ndla. costa.

Aq11-i la. Avviso torpediniere, in acc1a10, varato nel 1888, radiato nel 1912 : lunghezza m . 46,50; larghezza m. 5,10; d islocamento T. 139; mac.chine HP 2180; ar~1arnento guerresco cann. II 74> lanciasi luri 3; stato maggiore 3; equipaggio 21 . A q·u·ila. Esploratore leggero, in acc1a10, va rato il l'• agosto 1916: lunghezza m . 94.36; larg hezza rn . 9.49; dislocamento T. 1733; macchina HP 40000; velocità n . .1 6; armamento guerresco cannoni IV 120, IV 76, mi-

traglierc 2. lanç iasilur i IV 450; stato maggiore 8, equipaggio 150. Ifa p reso parte a l combattimento nava le del 13 maggio 19 J 7 nel Rasso Adriatico. Durante un in tenso duello d'artiglieria, venne colpita in un compartirncnt.o delle ,çaJdaie, in modo da .r imanere immobilizzata. Le altre navi italiane accorsero e cacciarono il nemico che si avvicinava. L'Aquila ebbe 7 morti. L, nave -si d istinse anche in azione <li fianchq;gia-memo delle truppe sul P iave il 19 dicembre 1917. Col nome di Aq-u.ilc. venne anche battezzata una torpediniera (23 T) varata a Londra (Thcrnycroft) nel 1881, cli 35 tam:. di dislocan1ento, con macchine cli 470 HP.

Aquila (Luigi Carlo Maria co11-te d' ). Princi-

J l conte d'Aquila


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pc della casa dei Horboni di Xapoli, :\mmiraglio. n. a :\":i.poi~ m. a Parigi (182~ -1897). Xci 1848 ebbe il comando dell'A rmata navale composta cli 9 piroscafi. t he trasportavano un :orpo da sbarco destinato a Palermo; eseguito lo sbarco, il conte d'.4. venne nominato Luogotenente del Re• in Sicilia d1.,rante la rkoluzione ncll'lsol:!. R aggiunse la. carica òi vice-ammiraglio comandante in capo della flotta nel 1849 e in pari tem po fu n ominato pres idente del Consiglio dell'Ammiragliato. Yel 1860, avendo proposto un colpo di Stato per opporsi al modmento rivoluzionario, il R e fu costrello a mandarlo in esilio.

Aquileia. Città del Friuli Orientale, presso la riva ci<:stra dell'Isonzo, non lungi dal mare, sul quale tro,,avasi all'epoca romana, come già Ravenna. Venne fondata dai R omani nel 18 I, presso un· antica città d•~i Galli che essi :ivevano presa e distrutta, e vi fece capo un ramo della via Emilia, che si distaccava da Bolo-· gna. In breve tempo A. divenne una delle più forti ~ p iù ricche città marittime dcli' Adriatico superiore, antemurale dell'Italia verso le Alpi Giulie ; ebbe mura del perimetro di 12 miglia e 200.000 abitanti. Sotto l'Impero, A. fu porlo {li arma111cn to d i una divisione della flotta di Raven n1. La sua posizione le dava l'onore e l'onere dei primi urti contro nemici provenienti dalle .\lpi Giulie, e per la prima volta A. resistette energican1ente e con successo, nd 197 d. C. ai 2\lfarcomanni i quali vi avevano posto l'assedio.

scampati alla strage for.dò Grado; UJ>a pa.-te si ritirò nelle isolette della Laguna dO\·e po; sor~e Vcnczb. TV. :\"cl 489, sulla rive dell'Isonzo, presso Aquileia, T eodorico sconfisse Odoacre. 11 generale Naxsele tentò di restaurare la distrutta città, ma essa. non rimase che una borgata di scarsa importanza; decaduta dall'antico splendore, seguì da allora le sorti della repubblica di Venezia, alla quale appaJ·tcnne.

Aquil eiense. Via romana, che s i staccava da.Ila Emilia a )Iodena. e per Sermide, Este, PadO\•a, Altino. Concordia, girando le grandi paludi del basso Po e dell'estuario veneto, giungeva ad Aquileia . T11 segui'.o fu prolungata, ,biforcandosi ad Altino e a Triéste, e pd colle d'Ampezzo e pcl Sommering conduceva con du,, sbocchi alpini al Danubio. Prolungandosi per l'Illirico si riallacciava alla rete greca. Venne costruita dal console f,milio dodici anni dopo (secondo Strabonc) cht: egli aveva costruita lit via_ che porta il suo nome. E questa A. si chiamò anche Emilia. Aquilia (Via). Via romana, che congiungeva !:i. Ga.n,pania con la penisola calabre.se. Partiva da Capu.1, come diramazione della Via Appia e per Salerno la Lucania e 1I llruzio giungeva fino a Reggio Calabria. _,tquilia. 140" Legione della Milizia Volontaria Sicurezza ~azionale, costituita il 1° febbraio 1923 a Su-

I. Assedio di Aquileia (238). L'imperatore ~Iass imino, alla notizia della sua deposizione da parte del Senato, mosse con le sue legioni per le Alpi Giulie e slioccò n ella valle dell'Isonzo, e per prima cosa pensò di impadroni,·~i <lei forte balual'do di Aquileia. Vi pose pertanto l'assedio, e diede numerosi assalti alle mura, resi v:rni dall'energica resistenza dei difensori, fra i quali si distinsero anche le donne. La durezza di :Massimino verso i S\IOi soldati glieli fece divenire ostili. e infine ribell i : essi medesimi uccisero l'impe1·atore e suo figlio nella loro tenda, e A. fu salva. II. Battaglia. di Aquileia (340). Appartiene alla lotta fra Costante e Costan tino IT, figli dell'imperatore Cos tantino il Grande. Costante, varcale le Alpi Giulie, scese nella pia.na di Aquileia, e quivi si incontrò con l'esercito di Costantino H, inferiore di numero. Co~tante fece avanzare una parte soltanto delle sue truppe. che Costantino attaccò violente111e11te e imprudentemente, resp ingendole, e cacciandosi così in mezzo a l grosso nemico, <lai quale venne rapidamente avviluppato e sbaragliato. Costantino lasciò la ,·ita sul campo e Costante, appena ventenne, si trovò a capo di tutto l'impero d'Occidente. Hl. A.ssed·i o di Aqttileia (452). Nel 388 presso Aquileia Teodosio vinse .Massimo, e, sei anni dopo, vi sconfisse Eugenio e_ il suo generale A~bogasto. Xci 410 A . fu danneggiata da Alarico; ma l'avvenimento che rovinò la città è rap.presentato dall'assed io postovi dag li Unni di Attila nell'anno 452. Es.si adoperarono arieti e torri per battere le mura, e !llac.:hinc da iancio, le quali gettarono pietre e materie iu6an1rna te. La città era difesa, ohre-chè <!agli abitanti, da un corpo di Goti a.usiliari: resistette con energia per tre mesi, ma infine gli Unni ne superarono le mura e la saccheggiarono e distrussero. Una parte degli abitanti

L:t Leg-lone ,\quili.3. pa~sata In rirtsia.

lcrno. Co,ista di tre ,oorti: la I (( Pompeiana >J a Nocera Inferiore; la Il « Salernitana » a Salerno, la !I[ « Eburina » a Eboli Ha reparti di )Iitragliatrici.

Aquilifer.

Era

così ch iamato il legionario incaricato d. portarn l'aquila, l'insegna principale del• la legione romana ( v Alfiere e Aq1tila).

Aquilio (Manio). Console di Roma 11el 129 a. C. Terminò la guerra ~oniro Aristonico e ne occupò completamente g Ii Stati. ·Essendosi a lleato momentanea• mente con l\litridat<

Aqulllrt•i·t romani.


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AQU

e avendogii per questo ceduto la Frigia, venne posto i n isrn.to dtaccusa. al suo ritorno a Roma, ma f tt assolto.

r icarli vigorosamente, riuscendo in b reve a metterli in p iena 1·01ta . Oltre 20.000 ne furono uccisi, e venne raccol to un enorme bott ino di guerra. '

Manio Aq1,i/io Nipote. Console romano nel 101 a. C. In quell'anno ebbe l'incarico <li soffoca.re la. r iYolta degìi schiavi, avvenuta in Sicilia per istigazione di Atenio. Riuscì in fatt i a vincere il rivale Atenio. Nell'anno succe~sìvo obbligò il Testo dell'esercito d i schiavi ad nrrendei·si, dopo averli assediati in una posizione fortifica la . ~ ell'anno 9Q proconsole nell'Asia Minore: vinto e preso da lvJitridate in Bitinia., durante la sua avanzata in quella regione, Aquilio fu ucc iso e pe r sfregio il riv;de gli fece versare dell'oro bollente nella bocca.

Aquino (Gùn:. Paolo d 'A .) . Uomo d'armi d el secolo XVII, n. a. Taranto 111. a Palman ova. Dopo aver combai tuto contro ·i t urchi, servì come cavallerizzo alla corte <li Pa r ma. Nel l650 fu -creato capòtano di cavalli dei venezian i e quindi ebbe il comando deHa fortezza di Palmanova dove morì. Scrisse rn << L a d isci plina d ei rn,vallo con l'uso del piiicro >l (Udine, 1636).

Aquilone. Cacciatorpedinier e, in acciaio, varato a .\"'apoli nel 1902, radi!l to nel 1920: lunghezza m. 63,40; larghezza. m. S,94; d islocamento T. 330; macchina 6000 HP; velo-:ità mgl. 29; armamento guerresco ca1111. IV i6; lanciasiluri IV 356; stato magg. S; equipaggio 48.

Cado rl' A qu.ino. Gesu ita n. a )s'apoli nel 1654, a Roma. nel 1737. Autore <li va,·ie opere, dcile quali due d i interesse m ilitare: U n cc Lexicon militare» stampato a Roma la prima volta nel 1703 poi una seconda nel l 739. Oltre la spiegazione di tutti i termin i mili·tari, in questo dizionario s i trovano dotte dissertazioni e un grande numero di note utilissime per la retta i:1tcrpreta.zione delle opere degli scrittor i { nticbi e moàcrn i ; un3. storia ( incompleta) della guerra d'Ungher ia, col titolo e< Fragmenta histo1·iae de bello H ungar iae >> stampata a Roma nel 1726. 111.

Aquisgrana ( lat. A q1tisgra111rn1; fr. A ix-la-Chapelle, ted. Aachc11,). C ittà della Prnssia, net Basso Reno . .h ; municipio romano. Trattato di pace dì Aqt1isgra11a (6 marzo 870). Concluso fra Carlo il Calvo, re di Francia, e Luigi, o Lodovico. di Germania. Un nuovo tra tta to nella. stessa c itti, venne concluso ne11'879, Ira Luigi re di Francia e Luigi d i Germania.

Dt1r'ante la guerra mondiale fu d islocalo fino a tutto l'a11 no 19 17 in Basso Adriatico (crociera di vigilanza, scorta. convogli, appoggio idrovolanti, ricerca sommergibili). Nel 1918 nel T irreno (scorta ,convogli, difesa traffico).

.4 quilone. Cacciator pedin iere, in acciaio, varato nel 1926: lun ghezza m. 93.20; la.rghcua _m . 9.20; dislocamento T . 1350; macch ina HP 35000; velocità mgl. 31; armamento guerresco cann. IV 120, mitragliere antiaerei 1Tl 40; lanciasiluri IV 533; stato magg. 6; equipaggio 95. .4 quil<m-e (aeronaut ica). V. Gemo vo/a.nte.

Aquilonia. An t. città: dei Sanniti, s ituata forse p resso Agncine ; forse ne l luogo dell'odierna Lacedonia. Vi si combattè una battaglia · (293 a. C.) che appartiene alla terza guerra Sannitica. Il console L. Papir io Cursore schierò le sue truppe contro l'esercito <le i Sanniti, ponendo Lucio Volumnio all'ala destra, Lucio Scip ione a ll'ala sinistra. Affidò la cavalleria ai due legati Caio Cedicio e. Tito T r ebonio. Ordinò a Spur io Nauzio di allontanars i dal campo con molti muli, e d i accor rere da lontano sollevàn do pol,verc con g li an imali al trotto e con rami d'albcr J striscia.ti a terra, così che gli avversari credessero neÌl'arrivo delle legioni romane de l console Carvilio, i I qua le era. inten to all'assedio d i Cominio. Ingaggiata la battaglia, men tre l'esito ne , era incerto e grande b strage, Jo stratagemma d i Papirio riuscì; chè la n uvoia <l i polvere sollevata da Nauzio secondo gli ordini ricevuti, e il trotto degli animali da lungi, fecero credere a i Sanni ti nell'arrivo del temu to altro corpo romano. E Papirio approfittò dello sgomento dei Sanniti per ca-

Trattato di Aqui.sgra.na (2 maggio 1668). Pone fine aila guerra detta d i D evol1izio11e. Viene concluso fra l,1 Francia e la Spagna, e garantito dalla Trip lice Alleanza (Inghilterra, Olanda, Svezia) nell'anno seguente. La Frnncia conserva le conquiste fatte nella campagna del 1667 nelle Fiandre (Lilla, Charleroi, Armentiifres, Courtrai, Furnes, ccc.) e restituisce la Fr anca Contea. Pace di .4 q,..isgrana ( 18 ottobre 1748). Pone fine alla guerra per la successione d'Austria, del quale Stato :?Ilar ia Teresa è riconosciuta imperatrice. I preliminari -d i questa pace erano stati sottoscrit ti i.n una Conferl'i:Za. segreta dal 30 aprile li 48 e poscia. sottomessi a lk Potenze belligeranti. La Francia restitui va tulle le sue conquiste: i Paesi Ba;;si a li' Austria, a lcune località all'Olanda. L e conq,.i iste fatte nelle Indie ( orientali e otcidenta li) doveva110 essere r estit uite. D on Filippo di J3orQone è nomi11ato Duca di Parma, P iacenza, Guastalla, sor ge.nclo così i l ramo regnante dei Borboni cli l'a rma. Ca.rio E manuele III di Sa.rdegna rimane in possess<> dei suoi Stati, compreso l'acquisto del V igevanese e Vogherese già iatlo col tJ·attato d i \.Vorrns. R ientrano Jn ,possesso dei loro Stati la R epubblica di Genova e il Duca di Modena. Alla. l'russia è garantito il possesso d ella Slesia. I vantaggi p iù sensibili d i questa pace ve1111ero ottenuti dall'Inghilterra, che non restituì alcune <l'ellc conquiste colohiali e ·ac~rcb.b e grandemente la sua potenza marittima; dalla Prussia, che si elevò a l rango d i ,grande Potenza; dal regno d i Sa,rdegna che aumentò e consolidò i l suo territorio.

Congresso di Aquisgrana (30 settembrc-21 novembre 1818). Congresso delle Grandi Poten~e (Inghilterra, Austria, Prussia, Russia, Francia) in cu i si fissano i


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cardin i della poli/ica europea. P er il 30 novembre viene fissato lo sgombr o <lei territorio francese da parte delle truppe ~!ella Santa Allean~a e la Francia d i Luigi XVIII rientra nel concerto europeo. La politica d'cllc Grandi Potenze è in,5pirata all' intima unione fra di Ìoro per il nÌan tenimento della pace generale e dell'ord ine di cose.. crea to a V ienna. Questa. la parte palese ciel trattato; segretamc''ut.e po i le prime quattro poten ze cont raevano un pat to -segreto che. le rendeva solidali e. impegnate ad azione contro la Francia in caso di una lltlOVa rivoluzione.

Aquitania. D ivisione dell'a.nt. Ga llia, comprendente il paese fra i Pirenei, la Garonna, i l mare. Fu invasa da Crasso, e definit ivamente conquistata cla J\fat•,co }1essala, luogotenente di Augusto nel 28 a . C. Fc n1ì a Giulio Cesare fantei'ie leggere. I limiti dell'il. furono <la Augusto stesso portati a,lla L oira. Più tardi divenne preda dei Visigoti sotto Onorio, e fu loro tolta da. Clodoveo, il quale battè il loro re Ala rico II presso Poitier•s, nel 507. Fu in segu ito feu do indipendo1te; minacc iata dall'invasione ara ba del 732, Eu,le, duca d'A ., si alleò con Cado ~1artello, e la. battaglia d i Poit iers <li quell'a.nno \ salvò .J' A . e la Fran cia. Pipino il Breve invase l'A. e costrinse Waifre, successore d i Eudc, a cedergli i l s uo feudo per trattato, nel 760; e Clrlomagno vinse . le ultime resistenze dei; l i abit<1nti, r iunendone il pa.ese alla Francia. Una parte cieli' Aqui tan ia fu invasa dai Guasconi, d 'origine spagnola, e divenne la Guascogna, che fu s ino a'J se<:olo XI indipendente, e poi appartenne come feudo alla m onarch ia francese. Enrico II d'Inghilterra nel 1166 ne divenne sovrano per matrimonio con l'u ltima er,,de de: duchi cl'A . e c iò Iu cagione di lunghe guerre t ra Francia e I nghilteua, fino a quando Carlo VII prese Bordeaux e potè liberare dagli Inglesi tutta ia r egione ( 1453). Arabat. Ant. fortezza tar tara poligonale, in fondo a una piccola baia ne l mar d'Azof. Nel 1768 fu pr esa

<l'assalto dal principe Dolgoruki. Nel '!856, d urante la spedizione anglo- francfse nel mar cl' AzoI, entrò nella baia una flotta alleata composta di una ventina di p iccole navi. Il for te di A . era armato co11 30 cannoni e difeso da una r isoluta guarnigione; bombardato dalla flotta nemica, non s i arrese ma lgrado che Ja polveriera fosse saltata in a ria, e le navi alleate dovet tero r it irarsi.

Arabì-Pascià (A h111ed.- A rabi-el-I1-r<sseim) . G enera le egiziano, n . a Herya-Rozna ne l 1839, m. al Cair,o nel 191 l. In conseguenza <lcil a sua cattiva condotta fu cacciato dall'esci,cito ed egli allora si dedicò agli stud i r eligiosi nella celebre univers ità. di E I-Azba r. A ll'avventò al trono di Ismail, col grado d i ten . colonndlo, fece la ca111pagna d 'Abissinia del 1876 e s i fece organizzatore del « pal'tito nazionale» per protesta contro l'interven to · delle potenze stran iere· negli affari interni cl~ll'Egitto. Divenuto pascià, ;'\rabì acquistò un'influenza n1inacciosa 1 venne nomina to genera le, capo dei ribelli, e m in istrò della guerra. La F rancia e l'Inghilterra presentarono una nota a l Governo del Cairo ,per chiedere l'a-llontanamento d i Arabi ; ma. il Kedivè lo conservò al min istei:o. Nel frattempo, es~endo avvenuti in Alessa ndria i moti xenofobi (1882) con massacri di cristiani, e .•\rabì non avendo fallo nullit. per

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frenarl i, l'amm iraglio inglese Seymour, comandante della squadra britannica, procedette al bom bardamenlo della città . G li inglesi marciarono quindi contro dì lui e dopo di averlo sconfitto a Tcll-el-I<cbi.r lo presero e lo fecero ··condannare a morte cl,~ u!la. corte 11:arziale; ma il l{edivè commutò quella pena nell'esilio perpet uo a Ccylan, donde ottenne d i torn are in patria nel 1901

Arabia. Penisola d el!' Asia (V.) occiden la le. -compresa fra il 1Iar Rosso, l'Oceano 1ncliano. l'Eufrate e i monti della Sir ia . Le lunghe lot te fra le tribù che l'abitava nc offrono s<:<irso in teresse Arabi pascià per la storia m ilitare. J Ro111an i, che la conquistarono, la eressero a provincia sotto gli .\ntonini e ne garantirono il possesso Ttied iante un esteso sistema cli for tificazion'i, iniziato da Traiano. La dissoluzione deìl'Impero lasciò l'Arabia in balia degli indigeni e ogni tribù ,cercò <li vivere JJer ~uo conto, in mezzo a lotte continue. Il sorgere de lL' Islamismo determinò nuove co1,dizioni d i vita politica e sociale, e 'i l suo diffondersi rapido, mettendo in urlo due civiltà, offririt materia d i esame volta p er volta . } f ilitarmentc: importante è la setta dei Wahabi:t; (V.) ~he Mehemet A lì r iuscì a contenere, ma che a ttualmen te è d ivenuta la. piii potente d i tutte, e tende a r idare l'llnità l)O!i.tica alla penisola arabica. La quale oggi ( 1926) è divisa in varì sultanati o emirati <!i confini incerti, di cui i più important i ~ono quel li di Ha dramaut, sulle coste mer idionali ; d i Asir, sulle coste <lel :\far Rosso, fra lo Yemen e l'Hegiaz; di H egiaz, fra la pu1isola del Sina i e l'Asir; d i Omar, a est della penisola araba; dello Yemel), a ovest. Vi è iùolt re il possedimento inglese di Aden. 4

Arabi, '-Popolo 01,iginario deU: Arabia, dove po~scdette una civilt/t di cu i si hanno scarse notizie. Emigrò piit volte in tempi remoti, spandendosi in ogn i direzione, ma prevalenternC'.11\e ·verso •. l'Africa. Come guerrieri, furono mo lto temuti - per il coraggio, per il di~prczzo .ct ella mar.te, per la sobrietà della loro v ita e la resistenza alle fat ichc. I loro famosi ca vali i, mira bilmentc addestrati per la. guerra, resistenti e veloci, con tribuirono assai alla loro fama. Le tribù arabe, per lunghissimo tempo sp_arse e ostili l' m1J con l'altr a, vennerc , riunite sollo l' in 0ilucnza di :t,,J aometto fra il 622 e il 6 35 e iniziarono que movimento di espan sione che le portò ic Asia fino alle front iere dell'India e a:: mare Mediterraneo; dall'altro lato in tutta l' A,frica scttentrionak dap-


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prima, e poi nella Spagna e n ella Francia meridionale, oltre èhc nella Sicilia e in parte clell'Ita li:. rnçrid ionale. L a battaglia •di Poitiers (732) ne arrestò le conqu iste su l mondo occidentale europeo; la di.:,gregazione inte rna~ ajutata da fattori nuovi rappres~ntat i dalle invas ioni dei ,:Mongoli e dei Turchi, ridlissc gl i Arabi in tempo rela tivamen te breve, alla loro sede

ab itanti forzò Saraceni a togliere l'assedio dopo pochi mesi, ma, l'anno seguente, tornati con grandi mezzi e grandi forze, riuscirono a conquistare la fortezza.

or·iginaria.

Aradon (Girolamo A. de Qu,i'llpcrlé). Fu uno dei principali ufficiali del duca cli Mercoeur nella guerra de lla L ega. Obbligato nel 1589 a cedere a l principe d i Dombes la città di Hennebon di cui aveva il comando, l'anno seguente riuscì a riprendere la piazza forte della quale gli fu rest ituito il governo. L' Arndon lasciò scritto un giornale degli avvenimenti che si svolsero in q uesta parte della Bretagna; ma i fatli vi sono narra ti in modo molto inesatto e con grande parzialità . Si "sottomise a Em ico IV nel J597, quan<,lo il duca, deposte le armi, concluse la pace 'col re.

Arabsciak o Arapsciak. Principe tar taro del XIV secolo. "N al 1377 infl isse a i russi una sanguinosa sconfitta sulle rive del fiume Sura, poi bruciò e saccheggiò :\' ijni - N ovgorod e l'anno seguente attaccò Riazan . Arabasciak faceva parte della cosiddetta << Orda d'oro,>. Aracena. Ci ttà della Spagna, nella prov. di Huelva. ì\ cl marzo 1810 la di vis. spagnuola del gen. Ballestreros yi soste nne un com battin,ento contro 6000 fanti e 601) cavalli. francesi comandati dal gen. Gérard . Gli Spagnoli dopo 4 o!'e di combattimento f urono ba ttuti e co,tretti a ritirarsi. \

Aracillum. Città dei Cantabxi, nella :savarra (S pagna), forse l'odierna lfoartc-Araqu.il. Es~enclo stata assediat:i. dai Romani .e prossima a cadere, si narra - · come per altri assedi da pane dei R omani - che i d ifensè,ri della cillà preferissero uccidersi fra di !oro ;inzichè cadere viv i nelle man i elci nem ici. Arad. Piazzaforte dell'Ungherif, :-lcridiona le, sulla riva destra de l i\iaros. La fortezza venne costruita nel I i52 sul · 1uogo delle rovine di a ltra più an tica, presa e sman te llata dai Turch i nel secolo XVTI. Assedio dì A,·arì ( 1849).· Durante la rivoluzione Ungherese del 1848- 49 i ri belli tentarono di impadron ir~i delle piazze forti di Arad e d i Temesv,H· per farne le loro basi nell'Ungher ia l\.[eridionale. La d ifesa di .·\rad da parte del gen. Berger fu tino dei più begli cp"isod i di quella guerra. La guaJ'nigione aust riacn. si componeva d i S00 uom ini, dei quali solo 300 in grado d i' combattere; 39 cannoni guarnivano la piazza la ql!ale era a cono d i vtve ri e di munizioni. Gl i ,1sseci1anti erano 20.000 al comando del gcn. Ga~l. G li :i-ustriaci 1·esistcttero due mesi agli a~~alti degli i11sorti, nonostante la fame che li costrinse · a mangia re linchc i cavalli. Final men te il gen. conte Lein in!'(Cll riuscì, dopo un accan ito combattimento di p iù ore, a r igettare gli assedian ti sulla riva <le,tr a del ~'laros ed a ristabilire !e comunicazioni fra Temesva r e Arad, la quale potè essere rifornita d i viveri pc,· 6 mesi e rinforzata con grossi n1orta i e 2 batterie. ~.-', 11onosta..n!c, gli insorti Ungheresi r iuscivano a fare capitolare il 18 luglio 1849 la fortezza <li Araci, la cui guarnigione era ridotta agl i estrem i dalle ma la ttie e dalla mancanza di viveri e mun izioni. JI 6 ottobre 1849, dopo la sconfata d ella rivo:uzionc, w nnefo in Arad fucilali 13 generali ungheresi per ord ine del generale Hayna u. Sul luogo della fucilazione iu elevalo dagli Ungheresi un obelisco alla loro memoria.

Arado (Arwad e Rua.d). Ant . .città fondata d:'.Ì F enici sopra un'isoletta. presso alle coste della S iria, già fortificata nel secolo VII, quando i Sa raceni, dopo la con quista dell' isola cli Cipro, vi posero l'assed io, comandat i da :-foavia, nel 647. La resistenza degli

Arado. Fortezza dei Parti, assedia ta e presa da Vcntidio, luogotenente d i Anton io, nel 38 a. C.

Arago (Giovanwi) . Generale francese a l servizio del :-fossico, n. a Estagel nel 1 i 88, m . a -:\lfcssico nel 1836. Nel 18 17 s'imbarcò per gli Stati Uni ti, dove entrò in relazione con :Mino che stava preparando la sua sped izione nel :-frssico . .\rago acçettò d i uni.rsi a lui ed ebbe un comando nella piccola armata. Dopo la morte dd suo capo, egl i rimase al i\'1essico per d ifendere ia causa della ind ipendenza contro gli spagnuoli ed ebbe il grado di generale · in ricompensa dei servizi prestati. .": el 1836, quantunque fosse malato, I' Arago volle seguire la , spedizione del Texas. ma dovette su bito ritornare a .èlfcssico, dO'✓C poco dopo morì. Aragona. V. Spagna . Accordo di Ara.gona. Concluso il 6 marzo 1626 durante la guerra dei T rent'am,·i, tra la Francia e la Spagna. La prima sgombrò la Valtellina, la quale fu restitu ita ai Grigioni col patto che sola religione ivi riconosciuta fosse quella cattolica. Croce di .-Jragona (o Guipnzcoo. e C<istiglù1). Crea ta nella Spagna per prem ia re le truppe r imaste fedeli 1lurante la sollevazione del 184 1.

Arakcev (Aless·io-.4 ndreievic). Generale russo n. ne l lì 69 m. nel 1834. Fu governatore d i .Pietroburgo sotto lo czar P aolo, e poi, sotto Alessandro, ministro della gtierra; in questa carriera r imase fino dopo la morle di Ale,sandro, quind i si ritirò a :\'a po'.i. Du,·ante la sua permanenza al Min is tero introdusse varie riforme n ell'organizzazione dell'esercito, e svolse un piano o rg:rn ico d i ordin amento delle « co lonie milita ri >J ìe qua li rappresen tavano in realtà una specie di milita rizzaz ione dei villaggi. Arald i (Antonio). Colonnello elci genio, n. e m. a :-fodena ( 1785-1865). Apparten ne a ll'esercito napoleon ico nell'arma del Genio, e partec ipò alle campagne rlell'epocél, distinguendosi particolarmente all'assedio d i Danzica e alla Beresina, dove costruì rapidamente un ponle. R estaurato il d ucato d i 11,fodena, Francesco I V lo volle con sè per la p reparazione della carta topografica dello stato Estense. fu \]1segnanle nell'Isiituto :viilitare Estense dei P ionieri e cl'.tl 1853 colonnello comandante del Genio. L 'A . era fratello di G'aeta110 ( l. ì84-1844) , ufficia le napoleonico. 1

Antonio A raldi. Generale, figlio <li Gaetano, n. a


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l\lodena, m. a Bologna ( 1820-1891). Cadctlo nel Coq)O dei P ionieri di ::,.rodena ( 1836), era nel 1847 i nsegnante nel detto Cor po. L'anno seguente comandò col grado di capitano un corpo di volontar i modenesi e reggiani e si distinse a Go,·emolo. Riparato dopo la campagna del 18-18 in Piemonte, ebbe il comanck del 5° bgl. bersaglieri, co: quale fece la campagna de' 18-19. Passò poscia comt insegnante alla scuola d'l. vrca; fece la ca mpagna de: 185S-56 in Crimea e quella del 1859, meritandosi la mcd. d'arg. nel fatto d'ar• mi del ponte di Vale11z1 Q u indi coadiuvò il Fanti nella r iorgan izzaz ione d ell'esercito dell'Italia centrale. Xel 1860 diresse i lavori di fortificazione di Bologna; fu quindi direuorc <ld Genio ::,.rilitarc in .\lessandria, Palermo e Bologna, c. raggiun to il grado di maggior genera le ( 187 5), comnndò il Pres idio d i :Mantova e<l i l Genio territoriale cli )filan~ e Bologna. Fu deputato al Parlamento Xazionalc, per i collegi di Carpi e di )Iodena nelle legislature dalla IX alla Xl e dalla XV alla. XVII. Il gen erale Araidi è autore d i parecchie opere mil itari, fra le quali: « Sulle traiettorie identiche» (Torino 1867); << Gli ostacoli naturali e le fortificazioni» (Roma 18S2); << Gli errori commessi in Italia nella difesa- dello Stato» ( Rologna 1884).

Antonio A •r aldi. Colonnello d'a rtiglieria, scrittore militare, n. e ni. a Cremona ( 1844-1905). Uscì dall'Accadf·mia l\filitarc di Torino nel 1863 col grado di sottotenente d'artiglieria. Fece la campagna <lei 1866; raggiunse il grado d i colonnello nel 1895 cd ebbe il comando del 15° Regg. Artiglieria. :'\'cl 1898 fu collocato a sua domanda in posizione ausiliaria e nel 1901 pa5SÒ nella risen•a. Lasciò alcuni libri, fra i quali: cc Studio sui cannoni di grossa potenza»; cc Sulla derivazione dei proietti oblunghi n ; « Le esper ienze di l\{appen •con p ro ietti a llwigati d i 4 calibri >>. Carlo Araldi. Generale, n. a Soresina (Cremona> nel· 1862. Sottotenente del Genio n el 1885, passò col grado di tenente nell'ar ma dei Carabinieri Reali e partecipò da qp itano alla campagna ~lalo-turca ( 19 ll-1 213). Promosso maggiore nel 19 13, s i distinse nella gra11de guerra ( 19 15-1 9)8) meritandosi la medaglia di bronzo al valore e la promozione a colonnello per merito di guerra ( 1917) . Colloca.lo in posizione cli servizio ausiliario (1920), raggiunse nel 192 1 il grado di gencr:tle d i Briga ta.

Araldo (Araldo d'amn). L'ufficiale che, a guisa di ambasciatore, intimava la guerra, o annunciava la pace. L'ufficio di araldo ebbe fin dall'ant . Grec ia e dal l'anl. Roma carattere sacro, invio labile . I R oman i possedevano due sorta d'araldi. qu<'lli che imimarnno la guerra e quelli che chicdernno od offrivano la pace: fecialr., erano detti i primi, cad11ceatores i second i. T a nto i primi che i secondi portavono u na verga come emblema di am icizia; i [eciali avevano in piii, qu11-ndo la loro mi•sione era beli icosa, una lancia. cbe scaglia,·ano al

di là della frontiera per segno di dichiarazione di guerra. Pres~o i 1- :-~acJ:i, gli A. portavano in mano una verga talvolta omata, simbolo della 101·0 autorità. L'araldo era r itenuto inviolabile. come l'ambasciatore o il parlamentario. ::,.rassimo importan~a ebbe questa carica nel )-!edic

.\r:,lclo romano

Aralrto ()"armi tno;lr,c (5Ct·Olo XVI )

Evo, chb i grandi signori avevano i loro araldi; m a es.,,L decl inò col declinare del sistema feudale. La rivoluzione del 1789 li soppresse, e il loro riapparire in Francia fino al 1830 - non fu che in fonna pura mente onorifica.

Aralta (M°\'tt). Xclla linea di alture che chiude ad ovest la conca di Arsiero (altitudine m. 799). lluranlc J'offensirn austriaca del 19 16, determinatosi il crollo della fronte tenuta <!alla 35• divisione, vi s i schierarono a difesa, nella notte sul 21 maggio, le truppe (lc lla 27" divisione, ma il giorno 29, sol lo la cre,;cente pressione avversaria, fu dovu to sgomberare. Yenne, quindi, rioccupato, dopo il ripiegamento austriaco. Arana (Fabfo A. Echec·a-rria). Generale spagnuolo, n . nel 18-10. P artecipò alle azioni militari in Africa ( 1859-60) e in Cuba ( 1869). R aggiunse il g rado di gen. di brigata nel 1889 e di divisione nel 1898. Autore di: << Studi teorico-pra1ici delle armi da fuoco >L Aran as (Riccardo A. E' l zagn,:rrc). Scrittore m ilitare spagnuolo dell'epoca nostra. Fu d irettore della fabbrica cli polveri ed esplosivi di Granata e insegnante all'Accademia d i artiglie;ia. Autore di una << Guida dell\1fficialc di artiglieria », degli << Esplosi vi militari >l, ecr. ecc. Arango Regueral (Gaetano). Generale Commissario italiano, n. a R inadeo (Spagna) nel 1861. So:tonen tc Commissa rio nel 1884, J,)artecipò alla cam pagn a dell'Estremo Oriente ( l900-I901) e, promosso maggiore a scelta nel 1909, r aggiunse il grado di colonnello nel 191 6. Collocato in posizione ausi lia ria speciale ( 1920), raggiunse nel 192-1 il grado di gener a le commissario. Aranjuez (ant. Ara Jovis). Città della Spa gn a sulla sinistra de l Tago il- 42 km. eia Madrid. Ebbe una scuola di cadetti e una di sottufficiali di fanteria. Kel l SOS. quando i francesi invasero la Spagua, la C:one cli Madrid si r ifugiò ad A ., e quivi avvenne la rapida rivoluzione d i piana e d i palazzo che cacciò il principe Godoi e costrinse il re Carlo IV, che •·lo proteggeva. ad abdicare in fa,·orc di Ferdinando YII.


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I. Tmttato di A ranjuez ( I maggio 1745). Ven ne concluso fra Spagna e Napoli da un lato, e Genova da ll'a ltro. Genova s i obbligava a prestare alla Spagna 36 can noni con r elative mun izioni, e d i fornire IO mi'a uomini agli eserciti franco-spagnuoli d ietro con veniente sussid io. ln compenso, gli a lleati le garant ivano l' integrità del terr itorio e la restituzione delle terre p rese alla repubblica dalla Casa d i Savoia.

!I. Trattato d-i A ranj11ez, <letto anche Trattai n d 'Italia (14 giugno 1752). Concluso fra Austria, Spagna ~ Sardegna, per mantenere la tranq uillità in Italia. J con traenti si garantiscono i rispettivi Stati in base ,Ll tra ttato d i Aquisgrana, e garantiscono i territori dcì re delle Due Sici lie e del D uca d i Parma . Ill. Convenzione di Ara.nju.ez ( 12 aprile 1779). Conclusa tra Francia e Spagna. Quest'ultima si unisce a lb prima a favore degli Stati Uniti d'America contro J'lngh ilte rra . IV. Convenaione d'Ara.njuez (25 ma.ggio 1793). Conclusa fra Inghilterra e Spagna, per opporsi ai disegni d'ingrand imento della ·Fran cia; si stabilisce di romp ere i rapport, commercia li con questa Nazione, e di ostacolar e quelli suoi con i n eu tr i.

V. Con-::enzione di A ra11j11ea (21 marzo 1801). Conclusa tra Fr ancia e Spagna, rappresentate da L uc iano Buonapar le e Godoi. Il Duca di Parma cede alla F ran cia i suoi S ta l i, e i l figlio del Duca ottiene la Toscana col titolo di Re, aggiungendovi Piombino. a ppartenen tç a l Re di Napoli (stato dei Presid ii). I.a Spa gna conferma l'imp egno già preso col trattato d i S. I ldefonso, di restituire la L uisiana a lla F rancia ; e _ si im pegna a muovere con tro il Portoga llo, alleato dell'lngli i!terra . Araos (Gregorio A . de Lamad,·id). Genc rn le argentino, n . a Tucuman , 111. a Buenos Aires (1795 -1857\ P rese parte a oltre cento comba ttimen ti, spccialmen:e ncfle guerre civili e si distinse alla ba ttaglia d i Caceros. Arapiles. V, Salamanca. Arar. V . Saone. Arare. Tras lato d i cui si servono gli artiglieri p er espri mere l'effetto del proietto d i cannone quando, strisciando s ulla s upe rficie de l terreno, lo smuove e solca colllc farebbe l'aratro. A rare (delle navi). D iccsi d i una .nave che stando a ll'a ncoraggio col cattivo tempo ha le ancor e che non tengono bene sul fondo. In tal caso la furia del vento sosp inge la· nave e le ancore trascinate sul fondo trac c iano dei solchi come qi•.elli dell'aratr~ sulla terra. La s ituazione d i una nave che ara ,, per icolosissima, p erchè ne p uò nascere la perd ita d el bastimento sugli scogli. J>er tale rag ione negli ancoraggi militari s i fa uso <li forti boe o corp imorti, i quali assicu rano la buona tenuta d ella nave all'ancora anche con i fortunali, e per mettono d i lasciare e p rendei-e la posizione di ormeggio con grande rapidità.. Per sorvegliare la na,·e che non ar i durante le raffiche de l vento impetuoso, si fa uso di scand agli a.ppcsi al bordo in modo che tocchino sul fondo, e di allin eamenti precisi con k bussole o con <lei tr agua rèli a punti cospicu i della cost e\. I.a possibilità d i ar ar e d ipende molto dalla qualità dei fendo. Se questo è roccioso o costituito da fango molìe.· s i dice che è cattivo tcnitore; le carte nautiche danne

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sempre la i ndicazione delh1 natura de l fondo, affinchè i comanda.nti possano regolarsi nella sorveglianza con l'i ngagliard ire ciel ven to. I I medesimo modo di d ire è adoperato dai pont,e,·, mii. quando le ancore dei pon ti cli barche cedono, e solcano il fondo -del fiume,

· Ararè. Località della Somalia italiana, situata: lungo l'Uèbi Sccbèli, fra , Afgòi e Balàd . Verso la metè, de l settembre 1908 il comand~ delle truppe deEa Somalia seppe che a Balàd er ano comparsi una cinquantina d i der visci annali d i fucili i quali tentavano fomentare la rivolta fra quelle popolazion i d i recente sottomesse, Il 2 1 settembre il rnagg. D i G io rgio parti <la Mogad iscio per Afgoi con un bgl. er itreo e :a 7" ·cp. della Somalia . Frattanto si era saputo che i dervisci intendeva.no molestare i Gheledi per la lorc, so ttqmissione all'I talia ; onde il comandante decise p~I 2.3 settembre una r icognizione offensiva. su llalàd colle prefate tr uppe ed una batteria ( 650 fucili e 4 pezziì, lasciando d i presidio ad Afgòi una compagnia so1J1a la e un distaccamento cannonier i. li m a ttino del 23 fu traghettato con zattere l'Ucbi Sccbeli; i l S ui ta.no d i Cheled i con 100 lance si u nì a lla colonna, che proseguì nel pomeriggio •p er lluhoo, sul fiume, accampandovi. All'a lba del 24 le truppe lasciarono il campo r is:!• !endo il fiume a ttraverso la boscaglia per snidare i ribelli : presso Ararè il bu luc d i avanguardia ven ne att.accato di ~orpresa, perdendo un b u luc-basci e due ascari . Impegnatosi un breve combattimento, la colonnn, respinto il nemico, proseguì la ma rcia su llalàd, che occupò, pernottandovi. l i 26 set tembre, le truppe rient r ar ono ad Afgòi dopo aver incend ia to per v ia, i l giorno 25, per r ap]1resaglia contro i r i belli, il vi llaggio d i G ico!è. Arasse (ant. Ara,:es). Fiume dell'Armenia, sulle rive del qua le, nel 1406, si combat tè una battaglia fra Kara Jussuf, capo turcomanno, e Miran shah, figlio cli Tamerlano. La vittoria. de i T urcomanni f u decis iva e assicurò loro il possesso del!' A.zerbeigian: Miran vi rimase ucciso insieme con suo figlio. Al t.re battaglie sLd le r ive dcll'A . vennero combattute nel 1812 (V. Abbas-Mirza) e nel 1829 fra Turchi e Russi, con la peggio dei prirn i, e d urante la guerra mondia le (V. Armenia) . Arata (A1igelo). Generale, n. a O vada, m. a T orino (1352-1925). Sotto!enente d'art iglieria nel 1877, resse da ten . colonnello la carica <li comandante di depos.ito e relatore p resso i·l •29 R egg. di Ar tiglieria da Fortezza e quella d i d iret• tore <l'Artiglieria ·d i Tor ino, e n el 1908 fu collocato· in posizione d i servizio ausiliario, Richiama to in servizio col grado di colon nello durante la gran de guerra (1915-19 18) fu promosso maggiore generai, nel 19 1i e raggiunse n«: 1923 il grn<lo di generale di div isione, Arato. Capo della L ega Achea nell'antica Grecb, n. verso 1';111110 275 a. C., m. n el 213. Si segna lò in varie

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spedizioni. Xc! 24.3 cacciò dall'Acrocor into il presid io macedonico ed unì Corinto alla Lega, costringendo ad entrarvi anche la città d i Argo. Non potendo occupare il P ireo, con doni e danaro indL1sse gli ateniesi a far par te d ella confederazione, a lla quale aderirono pure altre città e gran parte dcl i' Arcadia. Soltan to Sparta resistè e fece guerra ai collega ti, riuscendo a soggiogare sorto il coman do di Cleomerw un,; pa.rte delle città confederale. -Anche gli Etoli mossero guerra alla Lega ed iriflissero p resso Cafia una grande sconJitta alle truppe di Ara lo, il quale ricorso per a iuto a Filippo re di .:.\'Lacedonia, lo indusse a m~rc iare con tro gli Etoli e gli. Spar-

tani. Dopo la pace conclusa da Filippo con i nem ici ddla L ega Acbca per sè e per i confederati, Arato visse a lla corte macedone, ma, cadu to in d isgrazia, venne fatto morire avvelenato. A lu i la L ega Achea andò debitrice del SLto più grande splendore. Plutarco ne scrisse la . vita.:

Arau (Francesco). Generale, n. a Napoli nel 1828. Alun no Alfiere del Genio nell'Esercito delle Due Sicili~ ( J 846), prese parte da capitano alla campagna del l'Italia rnerid ionaJe del 1860 ed en trò n el 1861 a fa.r par te del Regio Esercito, partecipando a lla campagna d el 1866. Resse da len. col. la carica d i D irettore del Genio di ;'vlessina (1874-l Sii), e nel grado di . colonnello quella cli Direttore del Genio d i Palermo; èòllocato a r iposo nel J 886, raggiunse nel 189.5 il grado di maggior gen era le n ella riserva. Ral]aele Ara·11.. Generale, n . e m. a ~apoli (J830190J). Alunno Alfiere nell'Artiglieria dell'Esercito delle Due S icilie, prese parte col grado di tenente alla campagna di Roma del i849, ed entrò da cap itano n rl Regio Eser ci to partecipando. alla campagna cieli' I ta.lia :.\feridionale ciel 1860. Prese parte da !11aggiore alla campagna dd 1866, e ricoiirì n ei gra.d i d i tc11. coi. e tolçmnello la carica d i Direttore elci Polver iitìcio cl i Scafati (1873-1881). Collocato a riposo nel 1881, raggiunse nel 1895 il grado d i maggior generale nella r iserva.

Araucanì (o Moluch-i). Popolo delle Ande meri dionali cilene, bellicoso e coraggioso, superiore in civil tà agli a'itri indigeni de ll'America del Sud . Fu lungamen te in lotta con gli Spagnuoli (1555-1773) e riuscì a difendere la propria indipendenza. Costitu itosi lo Stato del Chi li gli A . ebbero anche <:on questo a lottare. S ingolare la breve guerr a causata da un avventuriero francese, l'avvocato An tonio de Tounens, il qua le nel 18(-Jl s i fece p roclamare re costi tuzionale dagli A. col nome d i O1·elio Antonio T. Sconfi tto <lai Cileni nel 1862, si rifugiò in F1 ancia, <londe tornò presso gli Araucani nel 1870, ma per farsi sconfiggere n uovamente e decisivamente. !I Chi li in segu ito a. poco a poco incorporò e fuse quella bellicosa popolazione nello Stato. Arausio. V. Grange. Arbalo. Località del!'ant. Germania che diede il nome a un a battagl'ia durante la spedizione di Nerone Carlo Druw (11 a. C.). I Romani marciavano verso il Reno, quando si trovar ono all' improvviso circondati cla i Skambri, i quali as,alirÒno con impeto ma in disor dine, e trovarono nella disciplina e nella ifermezza dei legiona ri una muragl ia insormontabile. I Sicambri vennern così completamente sconfil ti, che Druso polè e rige,·e due fortezze nel paese.

Arbace. Governatore della ;\fcclia per conto del re

ass;ro Sa.rdanapalo. Si ribellò al r e, e con l'a iuto dei Gm,ernatori d i Babilonia e dell'Arabia, ' radunò U'l esercito d i 400 mila uomini, col quale, affrontato l'eserci to regio nella p ianura d i N inivc, lo sconfisse, e obbliròil re a rinchiuders i nella stessa Ninive. Quivi tenne assediato Sarclanapalo per due anni; è fama che il 1T s i uccidesse nel suo palazzo in fiamllle quando s i convinse dì n on poter pjù resistere; comunque, Arbacc si impadronì d i Kinivc e del trono ass iro (759 a. C.) .

Arbarello (Carlo A ndrea). Genera le, n. a Savona nel 1860. Sottotenen te del Genio nel 1880, raggiw1se i l grado cl i Colonnello nel 1913 r icoprct1do la ca rie.i d i Direttore <lei Genio dc T or ino. Prese pane ~.Ila guerra mondia le ( 19 15-18) prima eia colonnello e poscia da niaggiore gencrak ( l916), mèritandosi la Croce di Cavaliere clc ll'Orcl inr .:.\fili tare d i Savoia per l'azion e esplicata quale comandan te del genio d ' Armata; attese ai la,·ori c1· s isterna:tione difensiva de: :\fonte Grappa e poi della fronte <la i Gard a a llo Stelvio. Precedentemente aveva eseguito le fortificazioni della zòna Sempione-Tocc. Dopo la guerra ebbe il comando delle fortificazioni di l'ola. Collocato in pnsizione ausil i,uia speciale (192('), raggiunse nel 1923 il grado d i generale di D ivisione. Arbasj (Angelo). :M edaglia d ·oro, n. a Srn Fioranc,(Lodi) n e l 1875, vivente. Um ile lavoratore dei campi, crebbe ai più sani e forti sentimenti di pa tria., e di questi <lette la pii1 bella prova clui-ante gli a nni della guerra. Il 4 agosto 19 15 , sulle balze impervie dél Rothcck (al to Ca~loi:e), semplice soldato de) 92° fanteria, guadagnò la meda.glia froro al valor militare; 1na, non

pago dcll'alra ricompensa conferitagl i e del sangue volte versato, egli segu itè a cimentare la forte giovineua nei più aspri combat timenti_; sul Col cl i Lana, a inonte Cucco, sul!' Alt ipiano della Bainsiua,

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a 1nonte Fior, sul Pia.ve.

La mot ivazione d i medagl ia d'oro d ice :

« Ferito a<l un braccio.. mentre, r itlo su Ila persona. tagliava i reticolati nemici. visto cadere il propr io ufficiale che gli era vicino mise fuori com ba ti i.mente l' uccisore. )[ell' accingersi poi, a porre al s icu ro la salma del su periore, essendo stato. ordinalo l'assalto alle tr incee avversarie, vi par tecipò con m irabile ardore per ben due volte, to.rnan clo, non a ppena possibile, a d ultimare il generoso compito già prhn:-1 interrotto . Tn seguito, ferito ad una spalla, con tinuò a combattere con impareggiabile tenacia ; colp ito pe:· la terza volta , si slauciò con fur ia sulla


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trincea nemica, infliggendo gravissime perdite aj difenso~ ri della s tessa. Si porlò qu ind i, str isciando sul terreno, in altro tratto d i trincea an·er..aria, dalla quale cominuò a far fuoco per ancora cinque ore, dopo che il suo battaglione a l'eva r ipiegate, ri1irnn<losi infine egli stesso d ur:u1te la nollc e riportando ancor.i. util i informazioni. Fulgido esemoio di costa:1te ardim~lllo e di incomparabi~e frrmczza».

Arbe. Piccola isola della cost:t scttentrionalc da.lma1a, nel Qua.rnerolo, fra l'isola di Veglia e quella d i Pago. li porto dclh ci11adin:i omonima venne fortificato dalrimpcra torc Al1g,1sto. Nel !OSO A . respinse un assalto dei Xormanni ; nel 1097, un a ltro assalto dalo da Colou1ano, re d'Ungheria, con tredici navi. :\la pochi anni dopo, malgrado strenua rcsistcnz.1. il re ungherese riuscì

l'epoca e delle fanterie svizzere medesime ingiganti,;~e la fama.

Ar bela (Battaglia di A. - 331 a. C. - detta anche d i Gattgamela dal nome della pianura in .cui fu comb, ttut a, a distanza d i circr~ 40 km. dalla c ittà di A .) Appartiene alla guerra di .\lcssandro contro Dario re di P ersia ..\lessandro a"eva 35.000 fanti e 8000 c:walli. Nelle forze di Dario erano 15 !:lefanti, e 200 carri fa lcati, divisi in quattro grnpp.i di 50 ca rri ciascuno. Quanto al numero dei soldati, varia secondo gli storici. dai 200.000 fami e 45.000 cavalli, al milione di fanti e 40.000 cavalli. AlessJndro aveva fatto sostare il suo esercil<) su piccole alture ÌJrossime alla pia.nura in cui era schierato

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a impadronirsi di :\rhe. Xei primi anni del secolo XH .1. venne in p otere dei Veneziani condotti d:i Onlelaiio Faliero. Nel l3S7, ins ieme con tutta la Dalmazia, fu presa da Ludov ico, re d'Ungheria. Nel 1402 passò :i Ladislao, rè di è\ a poli. al quale essendosi ribellata, il re rn.i.ndò una flotta, al comando di G iova nn i da Car;gnano, a castigare i ribelli. Quattro ann i dopo però, l'isola tornò ai Venetiani e seguì poi le vicende clelb. Dalma?.ia.

Arbedo. llorgo del Can ton Ticino, presso Bcllinzona. I l JO giugno 1422, vi si combattè una bat tagl i,, fra le truppe del Duca Filippo :\[aria Visconti, comandate dal Carmagnola e dal D ella Pergo!a. e gli $Yizzcri. f .e truppe del Duca a mmontavano a 18 .000 fanti e 6000 corazzieri e, tenendo il loro grosso a Bellinzon a, a,·ernna occupato i passi delle valli ,·icinc. Gli Svizzc,·i rrano appena 3400, dei quali 400 balestrieri e 300 a!a1,arclier i, tutti appartenenti ai Canton i di T.uccrna, Zug, Unterwalclcn, U1·i. Altre milizie d 'altri Can toni non erano ancor pronte; tutta,·ia gli Svizzeri attaccarono l.t ra,·allcria nemica nel p iano d' Arbcdo, e riuscirono a danacggiarh gravemente colpendo i caval li. I du ci l'iscontci fecero a llora scendere a terra i loro coraz1-ic:·;, ma un nuovo cor po di 600 Svizzeri, arrivato sul camro .1ll'improv,·iso, li assalì alle spalle, così che il Carm.1_,:11ola rifece salire iu sella i suoi corazr,ieri e si ritrasse 1·erso Bel lit\7.ona, lasdando che gli Svizzeri tornassero i11disturbati verso le loro montagne. Subito dopo, fa111erie ducali rimaste a Bellinzona avanzavano senu con trasto e occupavano la ,·alle Leventina. Gli storici notano co11cordi come questa g iornata, dimostrando il successo delle fanterie svizzere contro la temuta cava lleria, destasse grande impressione nei condottieri dd -

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Dario, e a,·eva fatto fortificare il campo nel qu:i!t lasciò i bagagli con una piccola guardia. .\lralba. ne iliscese per assalire lo sch ieramento nemico. Egli formò __ u1m prima linea co11 la temu ta fala nge macedone al centro, fia.nchcggiata da cavalieri nelle due ali. e h Cece precedere eia truppe kggere ;ulla destra, co111ro la sinisira nem ica. Formò una seconda linea d i r i,crl'e, destin ata a i mpedire a i nemici, tanto superiori d i numero, di avvilupparlo. Filota ebbe il comando <ld cavalieri dell'ala destra; Parmenione il comando dell'ala s inistra. Dario sd1ierò cavalle~ia all'est rema sin istra, e fanteria m ista a cava lleria nell'a la sinistra. _.-\1 ce ntro pose le migliori truppe persiane e un corpo di nwrrenari greci . .\ ila destra truppe di fanteria e ca,·allcria. Dei carri falcati, cento <lavami alla sin istra, cinquama. con gli elefanti, d a vanti a l centro, cin qu anta cb van t i a ll'ala destra. Alessandro a,·anzò a scaglioni, ,·er,;o il centro snltstro nemico. Appena inizia tosi questo movimento obliquo. Dario lanciò lrL cavalleri,1 della prop ria ala s inistra contro l'estrema de~tra avversaria, con lo scopo di a,·vilupparla. )fa questo attacco fu reso rnno d.illa cavalleria della seconda linea di Alessandro, la quale prese cli fianco gli squad ron i persiani tenendoli impegna ti. Dario c1·edette allora giuato il momento OJlpor1uno per servfr,;i dei carri falcati, e li lanciò tutti all'attacco verso la dest ra macedone. :ì\Ia in parte essi ,veio nero inutilizzati dalle truppe leggere aHcrsarie: quelli che raggiunsero le fanterie pesa nti, vennero lasciati entrare nelle file e poscia presi in mezzo. in,·e-


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$ti1i da ogni parte, subilo resi inoffensivi. frattanto un grosso corpo di cavalleria. del centro s inistro aveva lascialo il suo posto per accorrere ad appoggiare l'attacco dei cavalieri persiani sulla destra di Alessandro. r-: 4uesti ne approfitlò inunecliatamente, avanzando con le sue fanterie vesant i contro il cent ro sinistro pcrsin no, nel vuoto· prodottosi per la. detta ragione. La falange m~ce<lone penetrò nelle linee nemiche, k (JUali si scompigliarono e si diedero alla fuga. travolgendo :rnrhe le riser ve. Allora le truppe maeodoni si lanciarono <"antro il centro medesimo di Dario. 1 mercenari greci, dopo breve resistenza, vennero sopraffatti, cosicchè Dario, vistosi personalmente in pericolo, sali sopra u11 cavallo e galoppò via. Frattanto :\Iazeo. comandante dell'ala destra persiana, a\'e\'a annzato comro la sinistra macedone, e, ingaggiata battaglia, la teneva fortememe impegnata, rncntre un grosso stuolo di cava lieri correva s ul campo macedone e lo saccheggiava. l'arte delle fanterie ma-

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(cdoni della seconda linea. accon;e e riuscì a liberare il campo dei cavalieri nemici. Parmenione, che si ba1tev<1 contro ::-1azeo, riuscì a tenergl i testa felicemen te linchè, giunta notizia della fuga d i Dario da questa p.irte. -e dsto arrivare in soccorso della sinistra Ales~andro in persona con la cavalleria della ~ua guardia, i Persian i s i diedero a ll:t fuga. In breve, l'enor me esercito era Jisperso, e gravissime perd ite ancora subiva per finseguimento della ca,·alleria macedone. che non diede tregua ai fuggiaschi, e, arrivata in Arbcla, si illlpadronì ciel tesoro cli Dario. Le perd ite d i questa battaglia sono vur-iamen tc calcolate. Si fecero ascendere a 300.COO i prigionieri persiani e ad altrettanti i caduti, specialmente sulle rive del fiume L ico, dove gli incalzanti macedoni mena rono st rage dei persiani. E s i ridussero fino a 200 uomini le perdite dei :'.\Iacedoni. La battaglia di J-\rbela rappresentò l'ultimo colpo dato alla monarchia. persiana, anche per l'uccisione di Dario, avvenuta l'an no seguente per opera di Desso, nella Mt'<l in, dove il v in to re cra~i rifugiato.

Arbezione. Generale dell'esercito romano, vissuto nel IV secolo . Fece u na carriera rapidissima, riuscendo a salire ai più alt.i grad i della mifizia per abiliti

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e per intrighi. X cl 355 fu mandato dall' imperatore Costanzo contro gli Alemanni e poi contro i Persiani. Dopo la morte di Costanzo, il suo successore Giuliano lo mise a capo di una commissione formatasi a Calcedonia. per dir igere le persecuz ioni imperiali. N cl 36, prese le parti di Valente e contribui alla disfatta cii Procopio.

A rbi b (Edoardo). Garibaldino, patriota, n. e m. a F irenze. Partecipò alla guerra del 1859 nei « Cac• eia.lori delle :\!pi » e po: :!.Ila spcdi~ione dei )1 illr ; nella battaglia <li Milazzc rimase gravemente ferite all'anca destra, meritandos· la promozione a ufficiale e la medaglia d'argento. Entrato ne l!' esercito regolare \•i Ieee la campagna de· 1866. In seguito si dimise e d ivenne pu-bblicisra, ~eputato per Viterbo, Perugia e Rieti nelle legi5lature Xll e XIV e dalla XVI alla XVIII, e ,cn. nel 190-t. :\utorc di « Vittorie e sconfitte >i Angelo Arb·i b. Generale, r,. a Torino, m. a Sumirago (~Cilano) (1865-1922). Sottoleneme di fanteria ne· l 883, ra,ggiunsc il grado cl' coloirnello nel 1915, e partecipò alla campagna dc' 1915 come comandante dc'. 66° fanteria. Collocalo ir posi7.ione ausiliaria (1916) nggiunse nel 1917 il gra• do <li maggior generale.

Arbicone (A.,,twio) Generale macchinista, n. a Genova nel 1866, entra IO ir servizio il 4 novembre 1881 ; promosso .brigad iere generale macchinista dal J • maggio 1921; giudice efiettivo del Tribunale Supremo Guerra e :Marina e del Consiglio d i R evisione nel 1922; genera.le v ice ispettore ne l 1923; collocato in pos izione ausiliaria nel 1924 ; generale l'ÌCC ispettore nella riscn·:i na,·ale nel 1925. Arbitra ggio. '.\'ella vecchia regolamentazione, or,t in via cl i rirn,ov:uncnto, era chiamato « Servizio dei Giudici di campo». L'arbitraggio è una funzione equitativa attribuila ad un certo numero di Ufficiali durant~ le manovre di pace per dare alle operaz ioni verisimiglianza bellica, onde supl) lire all'a!.Senza del fuoco. Nello stesso tempo gli arbitri (o giudici di campo) danno modo a.Ila Direzione delle esercitazioni di far sentire la. •propria azione s,tllc truppe in manovra co ll'introdurre quegli elementi che l'algono a dare impulso :il suo s\'Olgimento, in analogia a quanto in guerra è datn dagli imprevisti atti di manovra dell'a,·vcrsario. L'aTbitraggio quindi costituisce un e lemento dinamico che alla maJ10vra dà impulso e v ita, conferendole verosimiglianza bellica, rendendo più efficaci i


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-r isul tati d ida:ttici. In particolare compete atl'a rbitrag,gio una triplice funzione: a) F 11-11zio11e /1/0dcrat·rice . G'li uffic iali arbit ri d anno a lle 11nità di manovra not izie sul nemico, per la va luta zione che loro compete degli effetti p robabili del fuoco u~mico e proprio, obbligando i Comandanti delle umt :\. d i ma11ovra a prendere le necessarie cautele, ed a pr ~ceclere con i pii1 OPJ?Or tuni accorgiment i. b) Fimzione arbitrale. Gli Ufficiali a rbit r i devono JJrendere delle d ecisioni SlLI campo emanando verdetti sugli atti inerenti alla condotta d ei repar ti che mano·vnmo. e) F1p1zinn e inform atrice. I l ser viz io di arbit raggio me lte in cond'izioni la D irezione della manovra di essere tempestivamente informata del progressiv? svilu ppo , -d elle operazion i, in guisa che essa possa sempre intervenire per indir izzare la esercitazione secondo i fini d i<:l a ltici che si propc11c. I.o .sviluppo d el ser vizio di arbi traggio, varia a seconda dell'importanza della manovra. ln ge11ere ha i seguenti orga'1i : Un .capo generale degli ar bitri, che _generalmente ha grado uguale o superiore ai Coman·danti dei par ti l i con trapposri; due capi gruppo che esercitano la propr ia azione ciascuno in uno dei due 1iarti1i contrapposti (rosso e azzurro); un numero variabile di Uffic iali a rb itri. Il c3 p 0 generale ccl i cap i-gruppo, sulh gu isa delle n orme regolamentari, da1mo ordin i d i det taglio per J'att mv.ionc del servizio . Gli Ufficial i seguono le unitit di manovra cui sono asseb'Tlati pe1· l'attuazione d i quella tripl ice funzion(:, che, come si è detto, caratterizza il servizio. Le decisioni sono prese gcnera-lmente dagli U fficia li HfJitri singola r mente, Nei d eterminati casi in cui la decisione cli un determinato at to d i manovra. può i nteress1re le operazioni di unità contigue, ed event ua lmente 11 complessivo andamen to della esercitazione, ~ presu itto l'intervento da l ca.po gruppo e ta'lvolta anch~ d a l capo gen era le degli ar bit r i,

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senza aver prima tentato un .pacifico componimento, deferendo la controversia o al Consiglio o aJ proced imento arbitrale, n ei" quale u ltimo caso le parti sono libere o di concor dare tra esse il collegio degli arbitri, o <li sottoporre la controversia. a lla « Corte permanen te di a r bitra:to )), ·organizzata nella conve.nzio1Ì~ dell'Aia del 1899, o di deferir la alla « Co1'tc pcnnanente di " iustizia internaz.iona.le Jl crea ta dalla Società stessa giu;ta. l'art. 14 del Patto . La p r ima «Corte,, non è ché una -lista. d -i persone, pairticola.nnente competenti, tra le qu ali gli StRti possono scegliere g!.i arbitri ; b convenzione dcli' Aia del 1907 aveva tentato d i creare un or gano permanente -p recostituito, mediante ht n omina , da parte <lclle Potenze firmatarie, di u11 cer to numero <li giud ici, i quali n e avrebbero designati a~nualmcnte t r e effet tivi e tre supplenti a cost it u ire una •delegazione speoiafo, a c ui gli Stati contendenti avrebbero pot uto r ivolgersi, analogamente a quanto alcuni Stati <lell' Amer ica centrale p raticarono lo stesso a nno Cl'eando una Corte d i giustizia·, J:vla, per mancanza. d i acc01·do tra gli Stati present i alla Confcrenz,1 dcli' Aia, ciò r imase allo stato di progetto; pt·ogetto che, modifica to, ebbe p ra tica attuazione sola.mente con la. crea?.ione, d a parte della Sooietà delle Naziòni, della « Corte permanen te)). Questa si compone cli 11 giudici effettiv i e 4 supp lenti, scelti, senza l'Ìguar do a lla loro ci ttadinanza, tra magistrati e giure consulti, in base ad una lista presentata da gruppi cli Stati, per elezione fatta i nd ipendentemente dall' Assemblea e d al Consiglio de Ha Società. I cas i di ai bitrato ,f urono assai llt1meros,i nel secolo scorso, e cioè, secondo i dati ra ccolti dal La F ontaine, 8 negli a1rn i 182 1-1840, 20 tra il 184 1 e i l 18601 40 t ra il ·J.861 e il 1880, 90 tra il 1881 e il 1900 : proporzione che, nell'attua·le secolo, i l quale pure ha già visto b p·iù gran.d e guerra combattuta. da un g rande nu111ero di Stati, J1a fallo crescere l' illusione d i potere, mediante questo si~tr:ma giuridico, evitare _i conflitti arrnal i. ras-

sanclo però in rassegna i -predetti capi di arbitrato, ,;i vede subito che essi vertono su <Juestioni d'importa 1iza secondar ia, come regolamenti d i confini, reclami p ecuniari per danni soffer ti da privat i, interpretazio1ie cli trat tati d i commercio, possesso di p.iccole isole ecc. Qualunque sia, per altro, ' .la 1iortata. dell'Istituto n elle relazioni intcrstatali certamente p erò si <le1•e convenire chc esso rapp resen i'a un effettivo progresso del ·d iritto delle gen li.

Arbitrato internazionale. E' il ,procedimento al quale ricorrono due o p iù Stati cÌ1e, avendo tra loro una controversia, deferiscono acl u n ar bitro o a un -collegio <l i ar bitri i l compitò cli risolveJ·ia con la pronuncia d'una sentenza. che essi si obbligaJ10 a r ispettare. Nell'antichità classica e nel medioevo vi furono molli esempà di arbi't.rat i, ne i quali però .]'arbitro - R oma, o i l Pap a, o l'I mpora tore - · imponeva, per forza propria, i! suo volere a i contendenti; ben diverso in Arbogasto. Generale <( ba.rba ro lJ, Gallo d i nascita, vece è il concetto g iuridico <lcI moderno arbitrato in- , sotto l'imperato re T eodosio I . D otato- d'ingegno e di ternazionale, ,il quale s i basa sull'accor do ,delle parti coraggio, l'Impero gli fu debitore -delle v ittorie r iporcontendenti, integrato da.i giudizio d i .Cl .t erzo. Cosl tate contro Massimo, che a veva invaso le Gallie e concepito l' ist>itut o dell'arbitrato ven ne acqu-istando l'Italia . :'\' e ll'anno 388 Arhogasto marciò cont ro di lui sempre un maggiore sviluppo dal secolo XIX . con un forte esercito e sorpresolo ad Aqui leia lo sconU na controversi-a ;irrterna.z ionale p uò essere r isoluta fisse ristab ilendo su l trono di Occidente Valentin iano ,necliarrte un arbitralo •per accordo intervenuto in ta l n . ~omina to p refet to del pretorio, sp inse Valen tin iano senso tra le par ti dopo che la controversia è sorta, a muovere guerra ai Galli. M.a lèontento d i q uesto p r inovvero per u n accordo precedente, e cioè in vir tù cli cipe che n on operava completamente secondo i suoi una clausola compromissoria inser ita in u n trattato interessi. lo fece assassinare e fece nominare imp era( ana logamente a quan to si prati<:a nei coorr;i.l ti pritore il ~uo segretario Eugenio, Ma Teodosio I marciò vati), o <li un trattato permanente di arbitra to; e, pc,: con tro A. ed E ugenio e li vin.,c ad Aquileia nel 394 : gli Stal i membri della Società dei'le Nazioni•, i n base Eugenio fu ucciso nella lotta, A t si suicidò · per non agli a rticoli 12 e seguen ti -del Patto . La Soc ietà r-ichiecader vivo n elle man i <li Teodosio. <le, p er p reciso obbligo ai propri :Membr i e per invit~ Arboleda (Giulio) . Generale, poeta e uomo d i agli estrancìt d i non iinp iegarc n1ezzi autoproteitiv1 1


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Stato dell:: );uo,·a Granata, n. nel 1817, m. nel 186~ Uscito dall'esercito col grado di colonnello. fondò i l giornale cc El :\{isoforo ,, nel qua le a ttaccò vigorosa men te la t ii·annia. del presidente generale Lopez, suo an tico amico Scoppiata la guerra civile, J'.\rbolcda. che si era. rifugiato a Quito, tornò in patria, combattè con sfortuna, c<l cn,i?rò nuov1111!'11te per qualche anno. )la, r itornato nella Nuova Gra na ta, assunse il coman do in capo de lle forze cos,it\lziona'li e la 1n·csiden za clc lla Federazione. ,confisse i rifoluzionari, blttè le truppe della repuhblica dell'Equatore protetlrice dei suoi a,·versari. facer:do prigioniero il capo stesso dello Stato, il presidente Ca,-cia. l\foreno con tutto il suo s ta to m aggiore. i\ccorso in aiuto ciel generale .Henzo, non giunse in tempo a impedire il disastro frreparabile <Ji Santa lfarbara inflitto a quel generale dal luogotenente di ::IJasquer a suo competitore, e mentre si ritirava, accompagnato solo dal suo ~ iutantc d i campo, vcr,o Pasto, flt assassin ato da un sirar io in w 1a località. detta !'.\ rena le: La sua morte segnò il trionfo dei rivoluzionari.

Arborea (Gi11dica.to di A.). Ebbe g iu ri¼li1,ionc, in an tico, su circa un quarto <lell'isola, e in fine sulla sol.i Oristano, cht• ne fu capitale, e dinton1i. I Giudirt di , I. furono in Jotta con i Pisani; questi nel 1331 sconfissero C'oinita U, il quale ottenne allora la protezione dei Genovesi . :\'e! 1147, il giudice di ..-1. Bar;scmc di Làcono assunse i l titolo d i re della Sa rdegna, e ottenne di farsi incoro11arc a Pav ia da Federico imperatore di Germania. Suo figlio Pietro T nel 1191 l'enne assalito e pr!!!'o prigioniuo da Guglielmo cli Caglia r i. ~e! 1283 era giudice ~lariano IT, il qua le a iutò Andreot to Saraci.110, amm iraglio p isano, a p rendere Alghero. Quindi a.iutò i Pisani contro i cont i de lla Gherardesca in Cagliari, pre~ Domus-no,·as, sconfis.c in battaglia il conte Guelfo e lo catturò, subì- 1·assedio d i Orista no cont ro N ino •di Gallura . Xci secolo segl1cn te U gone III s i dichiarò vassallo ciel l'C d' Arago11,l ,. combattè contro i Pisrni, e a,scdiò Cagliari. G !i ,ucccclette il figlio Giovanni, il quale combattè per gl i .\ragonesi nella guerra d i :\faiorca djg1ingncndc5i ,, ottenendo in premio l'amplia mento de' suoi possedi111cnti nella Satdegna. :\Te! 1352 •:nt rò in lo tta con ~lariano l V, il qualr lo vinse, lo fece imprigionare. e lo hsciò in carcere fino alla morte ( 1376). )lariano 1 V, che fu detto il Gra11de, ~ mpliò lo Stato comballendo con tro gl: ;\l'agoncs i ~ i s ignori su0i conft11ant i, prendendo I glesias, Algh~ro e Sas;;ari. Il fìgl i0 Ugone, a iu i successo, essen<lo stato a,sassinato nel 138.3, gli arboresi prodan,arono la repubblic'\, "lla Leon'lra ,!"A .. fig!:1 cli .,!ariano il GrandP, rac.colsc truppe, sconfis~e i rer,ubblicani, fu saluta ta giudicessa e goveniò lo Stato. En trata i1~ guerra con ,gli aragonesi, d iede il comando dell'<"~crcito a s,10 marito, BraacJleone D oria, al quale arri$C i: succes;o nella lolla. :-.rorta L:onùra di peste nel J-lù.3, Rrancaleone D,,ri.1 lot tò contro vari prc, cadcnti; diede ba ttaglia a Sanlùr i a forze a ragonrsi, s ic iliane e: sarde coman da te da Don :-.rartino junior re di SiriliJ, e ~confilio. fatto prig ioniero, finì 1 suo i giorni in carcere. :\"cl I-HO cessava di esistere il Giudicato di .\rborca, ,·enendo in suo luogo istitu ito il ::'lfarchesato di Oristano.

Arbori o Mella di S. Elia (co,ite Francesco). Generale, n. a Sass1ri nel 1809. Sottoknem,: nl'] ·R eg-

IHC

gimento Cacciatori Guardie (1831), Jl artecir,2' u., C~ p ita no d le camp,;_gne del 1845 e 49 meritandosi la m edaglia d'aqcnto r,-:1 f,. tt,: d'a rmi d i l\fo rta,·a Ul n,.11·zo 1849) ,~ pres~ ,,a ··te da Tcn Colonnd''> ~lb ,·:.lllpagn:i d el 1859 '.!o:td.tgnandosi una ..('conda lllt:cl,lglia d' argclll0 ,d fatto <l'armi di ( 'c,11fie11za e la Croce ,li t ~,-~,!ierc <lcll' Oroin, :\filita• r e di S,Lvnia nella b;ltt1~lia d i S. 1farti110, Com:u,dò da Colon ne llo i: 6" Reggimento f :1111t·ria d urante la campa;:,u ,j•. J. la BassfL l t alia cl:! l~n• cd tbbc ·1:i \f:tggior Generai~ (1361) il Comando dc-IL, Ilrig«ta Picn:'.lnt~ ed :I co111:11i<lo de lle tru p!Je ·110l•il it:•te i n -;ic ilia ( 1862).

Arburg. Città della Svizzera. nel Cant. d' .\r~uda, con robu~!/t ri:tadclla rnst ni it:i Hcl I IJ~O. r:dot w ., d,•posito cli arm i e munizioni. Arbuthnet (Jlarriol ). Anuniraglio ingle-~. (I; 11179-i). Prese parte al!a guerra contro i norrl- am,·ricani d istinguendo~i in varie occasion i. Dal J 779 a l I illl , cn:m· vi(·c• .im miraglio capo delle forze na,·ali di r; s!·rv:i nel 1\:ord- .-\mcric:t, µrotcs~e e :1iutò h; spr.d i 1i,1Hl'.' del gcncl'alc Clinton contro Charleston. In seguito <"h 1, • ii comando della squadr:t « azzurrn )) . Arca di Delft. ::\Taviglio idealo dagli ola1Jdl's i p ·r wnt r ibuire, rnn una quantità di bar: he minnri. a lil,erare Lèida ò~!l'a.s:.~dio postri•:i ne l 1574 da'.!:i -; .gnuoli Ccn::i-.t(•,·a in d ue grossi btJ·roni a fond\> r, ·.t~ to, s0l•damcr:tc i11chi:1varc.lati r' ei i fianrlii, "opr.i 1 <)unii era s tnw eretto un al to c,1stello: 11cll'i11kr:1n d i (!uc.::t0 tre r1 :otc1 mosc:.e a nnr.o e pcscnnti n,--ll'acqu 1 c<>n le p:tic, cfannn :Il nal'iglio il movimt>nto.

Arca praefecturae. ra,~a particolare eh,~ ,,,!t,, l)ioclc1.ic, no e Costantino sostitui l'acrarùw1 ,ui/Ì!,ire dei tempi precedenti. Veniva a limentata con l'n 11111111a militaris (contribuzione in natura) e con rcqui,i1.io1,i straordinarie. Le spc~e consiste",·ano nel pagamcn;u ,k; , oldo alle truppe e pec l'armamento r materiai.-. li pr,•fctto ùcl pre to rio. c1u i ere, con fidata l'A rca. ;il'':V,l ai suoi ordini una quanti tà di fu nzionari, dei q u.di pane ~tava nelle provincie a rappresentarlo. Arcadia. Provincia nel cemrn del l'elop.Jnn c, o .\1l"cpoca della L ega ,\ cl.ca,, la qu indicina d i 1·,·1n,hhlichctte quivi esistenti, fo r,darono come !oro c-apit., ic ):,:galopoli, t'd entrarono nella Lega .\chca, dopo b ,,rc.n di Corinto (1-16) l',1. seguì le sorti della G rcc-i:1. Arcadiapol i. V. 111/e r;,,,g,is . Arcambal (G i~Mm'l). F\:nzion:irio franc-•sc :ti ::\l inistero della Guerra, n . .1. Puy, m. a Parigi ( I i 65 184.3). ?,;r! li99 venne in viato a :--apnli insi,m.· cn: gcn . Cha"mpionnet, e tenne lfL carica di ~liniotro dell:t gucrra 1 della :\1!arina e de~li l~st·:d iìno a \Lli :-,ri\ <li quell'anno. l'oi tornn a Par igi come segretar io generale al )Jinistero della Gu;:rra, e ,incora a :S.-:,p ,:i nd


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J809, <lo,·e fu da ?-Iarat nomi1Jato direttort' gener:tle al dipartimento della Guerra fino al 181-1.

Arcangeli (C11igi), Ammi raglio, nato a Doriad:t ( Ro,·ii:o) nel 1867. Uscito dall'Accadcmi1 Navale col grado di guardiamarin:i nel 1887, raggiunse il grado di contra mmi raglio ne: 1918; dircllorr genera le degli llfficiali e dei Scn•izi :ì.\lilitari ( 1918 - 19 19), Coman,:lantc in 2'· cl e I I a P i9zza \l'ilitarc .Harittim~ di Pola in .\prilc e >fag. gio 19 19; •collocato in posiz.ionc ausi liaria n <! I 19IQ ; ,•ice ammiraglio d. squadra R .· ì'". nel 192l. Fece le campagne d' Africa, della Libia, del 19 151918. Coperse, in que~rn ultin1a guerra, varie im•

portanti cariche come c1po òi :-,_ \I. di dh-isione e di squadra. come comandante delle forze navali in Libia, ccc.. meritanck>si In croce di ~av:tlicrc dell'()r cline ::\Iilit:m• d i Savoia. Don P<Jciliro .-1 r(fJ11gcli. C·,~,peil;mo militare, \[e<b.glia d'oro, n . a Treia (Macerata) nel J88S, m . sul Grappa il 6 lug lio 1918. Di moclc~ti natali, f111 ùa fan-

ciullo ,·olle seguire la sua a,·den;., vocazione per il sacerdozio e poscia seguitò a studiare con pas1io11c. tantn eia poter dar~ alle stampe un ott imo <e Manuale di lcllera tura e crestomazi.t G iapponese>•. Era i nsegn:intc di francese e storia nel Semin~rio di Orte. quando fu dichiarata la guerra. Dcs:inato a<l una compagnia di Sa,ù:\, volle diventa r<; caµpellano m ilitare e con tali funzioni fu prim:i a: 40° reggimento qrt iglieria <li campagna e poi, dopc Caporuto, al 252° reggimento fanteria. Durante le epiche giorna te della 11o~tra !;trcnua difesa su: Grnppa, il cappellano .-\r• rangeli fu per i so'.dat: del mo reggimento maestro tlì fede serena e cl' spirito altissimo di saci:i.filio, sarrifizio che cgl: spinse fino a l supremo oJorausto ,Ji -;è stesse, andando all'assalto ~Ila testa di un'on<lat:1 d i ani111osi e c:tdcndo mortalmente ferito. Ed anche morcr.te, ~vcva. nobili p:uo!t: (l i incitamen to e d i stoica fcrmeMa. L'epi.sod;o è così riassunto nella motivazione, con b qu:tle gli fu conferita la medaglia d'oro :ti va!Clr n1i l itare:

« Eroica Jìgttra di Sacerdott e di soldato, duranlé cruento comoattinwnto, ollcnuto, dopo \'i\'a insistenza, cli un irs i alla pri111a ondata d'a;;salto, slancia\'asi, mun ito soltunto di bastone, a Ila tesla dei più animosi, giungendo per primo sulla trincea nem;ca. Colµito mortalmente al ,·entre da scheggia di granata, incurante d i ~è, ri111aneva in piedi, a1,poggiato a<l Jn a lbero, ad incorarc i so!dati. Trasportato a viva forza a l posto

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d i mcdit~zio,i c, scbl,ene morente consola va con stoica ,·irtù gli altri feriti e spirava glorificando e benedicendo la fortuna d~I:e nostre armi n.

Arcangelo (o Ari?a11gc/) . Florido porto a ll'estremità sud-oriema!e del mar Bianco, a circa 350 km. a N . E. di Pictrograr!o. con <:irca IO mib abitanti. Nel 1701, .'1 venne fatta fo rtilìcare d,t r ictro il Grande, di Russia, mcntr'era in lolla con gli svedesi. Una picco!,, flotta. di questi comparve nelle acque della nuova fortezza, ma venne r>!spinta con da nni e perd ila di u na fregata che incagliò. Durante la Guerra ~londiale, vi fecero capo le navi alleate che trasportavano i riior:iimcnti per le armate russe; cd ivi \'C Iu 1c s tabilito un conian do intcrn~ zional~. \!a pcichi: il porto rimane\•a ostruito dai ghiacci per molti mesi dell'anno, si preferì di costituire la hase cle!!'lntesa a Kola, con Porto :\furmansk all'estrem ità_ sctten triona le della J\.I urrnania. Sebbene mclto più nordic<>, tuttavia tale porto rimanc,·a q:iasi ;,em])re libero cl;d ghiacci per J'influenz1 del Gi.ilfstrom :'.':aturalmentc mollo maggiore era. i l per co,·so cui erano obbl igJtc le merci per la via di tcrn. (Per le operazioni rnilitan in questa regione, " · 011c11/a/e (front~)-

Aroata. Il Lirn con artiglierie puntate a d angolo d!vato sull'orinonte, tan:c che il proiettile. d~scriv1 una parabola (\'. Tiro ad arcata). Arcate (ingl. Arcot). Citlà dell' Ind ia inglese, ca, pitale del Carnate. Durante la guerra tra francesi e in;;lcsi nelle Indie. mentr~ i primi assedia\'ano Trichinopoly, UmLcrto Cl ivc, a llora capi tano, ottenuti pien i poteri dal Governatore <.lelle Ind ie, Saunders, organizzò un piccolo corpo composto di 200 Europei e di 300 C ipays e marciò s u Arcate. Il sultano Chunda si trovava all'assed io di Trichinopoly come alleato dei Fra11cesi, e :1vern lasciato ad J-1. 500 fanti c 500 cavalieri, i quali 1'11 seucmbre del Ji51. all'arrirn di Cli,·e, sgomLrarono la citt;1. Essa possedeva un vecchio fone in rnvin:i, che il capitano inglese si affrettò a mettere in staio di difesa. Chund:i staccò dall"assedio di Trichinopoly 4000 u. delle sue migliori truppe e ne affidò il comando a suo ftglio Rajah-Sah ib; vi furono aggiun ti 100 Francesi e vi si unirono a.Itri volontari, di modo che il principe indiano poté, assediare .\reale con IO.ODO uomini, il -I ottobre. t;n rinlorzo inglese (300 u.) vennt respinto. e la guarnigione r iniasc abbandonata a sè stessa. Clive declinò ogni offerta. di capitobzionc a ,ondizioni vantaggiose e non cedette neppure quando nel muro del forte venne aperta la l,reccia dall"an igl ieri a as~ediantc. 11 25 Novembre, di buon'ora. venne dato rassalto, ma dopo un'ora gli assalitori, perdu1i 400 uomini, s i scoraggia rono e abbandonarono l'assed io. Aree (Lat. .-lrx, Rocco). Dicesi delle antiche rocch~ cui essenz ialmente conveniva costrmdone -arcuata e- in a ltura; specialmente sulle rupi imminent i a l mare, alla cillit e al porto. !-,·.\ree si traduce divcrsamenle in volgare: noi diciamo ad esempio: .\ree del Campidoglio, Acropo li e.l i Cere, •Castello cl i M ilaJ10, Rocca di Spoleto, Forte cli Sarzancllo, Fortrz?.a di Firenze, Cittadella di T orino, Fortino di Nettuno. Arct' . Bor go in prov , ,J i Napo li, sopra u na. coll ina. P ossedette una piccola R occa. Venne saccheggia ta dai


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Saraceni. Appartenne al papa Tnnocen1.0 Il, al quaie la tolse Ruggero II nel 1140. 1I papa Gregorio IX 1:r fece asseclia1·e ( 1238 o l239) mentre era d ifesa d alle truppe imperiali di Federico IT, comandate da Rao d"Azio, il quale impedì alle truppe del pontefice di conquistarla.

Accordatisi sulle condizioni, sembrando a :\Jitridate di aver troppo ro~1cesso ai R omani, cominciò a sospettare de lla fedeltà d i Archc lao, il quale, temendo per i suo, g:orni, riparò a Rom:i. do,·e ebbe grandi onori dai Senato nelranno 81 a. C. D'allora in poi non s i ha p i(, notizia di Iu i.

Archegeta (Battaglia tta-:.·alc di :J .) Appartiene alle guerre di Cesare Ottaviano rontro Sesto Pompeo. Durante la battaglia navale combattutasi, nell'anno 37 a. C.. nelle acque fra :\file e );°auloco, Cesare Ottaviano, saputo che Pompeo cnt partito da :\Icssina ,a)J;ò con la flotta, si diresse ad .-\rrhcgcta, sbarcò a suo agio l'esercito e pian!Ò gli alloggiamenti. Tornato Pompeo dalh battaglia e saputo l'arrivo d i Ottavia110, fece ~ccndere dalle navi le mili;,;ie che a,·evano combattuto in quel giorno e le sostituì con soldatcsehe riposate. Quindi, senza perder tempo, corse contro il nemico con la flotta t l'esercito. Otta\·iano, affidato l'esercito a. Lucio Cornificio, prode cd esperto capitano, prima che facesse giorno, pan ì con la flotta, a ffinchè non g li µrecludessero il passo, temendo meno le poche navi e recentemente vinte, che non l'esercito. Destinai i Titinnio a l comando dell'ala destra. e Canio a quello dell'a la sin istra, a bordo di uua liburnica andò intorno alle mvi della flotta per incoraggiare tutti alla imrnine1cte pugna·. Pompeo gli "' fece incontro attaccandolo in vivo combaliimento che durò sino a notte. Ottaviano ~!:>be molte navi sommerse, altre prese; parte delle altre. non ostante le sue csort.ii:ioni, presero la fuga alb ,·ohi. :lell'Itali:\ µe r µoco in seguite da i pompeian i. Egli stesso, inseguito dai nemici. potè riuscire a. sall"a.rsi agli accampamenti.

Archenholz (Cio-v. G1rglicl1110). llfficialc e stor:co tedesco, n. a Danzicn. nel J 745, m. ad A!llburgo n d 1812. Partecipò alla guerra dei sette anni, dopo la quale si ritirò dal servizio mii. e scrisse una quantità di opere, fra le quali ricorderemo gli « Annali de lla s toria britannica» in 20 1·olumi, cominciando dii 1783; la « Storia. della guerra dei Sette anni » ( Amburgo, 1788; la « Storia d i G ustavo Wasa>i. (Am burgo 1801 ).

Arohelao. I i ,)ii, celebre dei generali di )fitriJltC. n. della Cappadocia. Xeffa.nno 88 a. C. insieme con suo fratello Neottolemo sconfisse ::--,;icodemo lil di Biiinia. presso il fiume Amnio in Paflagonia. L 'anno s~guente .M itridate inviò Archelao con una squadra cd

)leda.gli.a ct'Archelao

un eserci to in Grecia, ove sottomise alcune isole, e i11<lusse gli ateniesi ad abbandona re la causa dei Romani. S'impadronì di quasi tutta la. Grecia. a sud della Tessaglia, e incon trato, in Beozia, Bruzio Sura, legato di Sestio, governatore della Macedonia, venne con lui presso Coronca ad aspr:i battaglia per tre giorni di seguito, finchè, a1•uti rinforzi <la.i Lacedemoni e da.gli Achei, costrinse il .generale romano a rit irarsi a l Pireo che fu bloccato e preso da Arcbelao. Silla, a cui era stato :1.ffidato il comando della guerra contro ).Iitridatc, giunse in Grecia e assediò il Pireo costringendo Archelao a fuggire in Beozia, dove presso Coronea l'esercito romano riportò completa vittoria. Allora per ordine di Mitridate inta volò trattative <li pace con SiUa.

Archeopo li. Città capo!. della Lazica, as~ediau dai Persiani nel 551, e difesrL dai Greci bizantin i. Ma lgrado che a un certo momento dell'asse<lio, in seguilo a tradimento, un gra,·e incendio fosse scoppiato nell:i. r:i11,1, la guarnigione fece una vigorosa sortita e riusrì a sconligge1c g li assediant i, prend~ndo prigionieri tre dei loro generali e 4000 uomini. Archestrato. Generale aten iese. vissuto nel secolo V a. C. Prese parte alle ·battaglie navali contro la flotta spartana di Callicratida. Dopo la battaglia di :\-ozio ( 407 a. C.) i\rchestralo succedette al i Alcibiade nel comando in capo della flotta ateniese. Morì a )litilene. Archetto . .\n t. <;t.rumento per pMvare b qualiti, e la. for7,1 della polvere da guerra. A. Cerchio d i metallo posto per guardamano all"elsn degli spadoni o de lle sciabole d i cava lleria. Archeveque. (Gitr.:a1111i l'A . dc Partciuzy, sig110·,.e <li S01t,bisc). Luogoknentc generale e comanda nte d'ar1nata, francese, n. nel 1512, m. nel 1566. Dopo aver servito per lungo tempo in Piemonte, nel 1554 [u nomin ato coma1Jdan tc a Parma, poi nel Senese, fino all'agosto del 1556, nella quale epoca fu sostituito dal Biagio di i\fontluc. Ritornato in patria, nel 1562 abbracciò il partito degli ugonotti e il principe d i Conci,\, loro capo, lo nominò governatore di Lione, che l'Archevc11ue difese valorosamente contro i reiterati e inutili 2s~alt: del duca d i X emours.

Archibugiera. Corridoio interno nei punti adatti delle cortine e dei baluardi, atto a riparare gli archibugieri, costruito da Antonio da Todi verso la fine del secolo XV, in luogo del rondcllo sporgente che era. prima in uso. Le feritoie sono strette e lunghe, come già le archeric. Archibugiere. Soldato armato d'a,chibugio. Tn principio ebbero il morione, poi lo sostituirono con cappello <li feltro ornato di piume. Dapprima s i trattò soltanto di truppe a piedi, tanto più quando gli archibugi erano molto pesanti e richiedevano la forcella o il cavalletto. Più avai1ti, quando l'arma s i rese più maneggevole, compa!"vero anche gli archibugieri a. cavallo, i quali avevano la corazza. incisa alla. spalla. destra in modo da potere pw1tare l'a.rma ; e questi, oltre afl'an:hib;.;gio, portarnno spesso una picca della quale si servivano quando appiedavano, oppure altre armi , come spadone, o ma1,za, o pistola. Questa milizia venne istituita


ARO

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nel 1496 da Camillo Vitel'li, nella guerra d i ~apoli, e venne intrndoita da Piero Strozzi in F rancia, nella prima rnetà del secolo XVI. Sembra che quivi abbia dato origine ai Dragoni. In Italia, gli archibugiui a cavali~ du-

quest'arma fu . adottata ùa i cavalieri tedeschi ne];a guerra. contro Solimano in Ungberia.

Arch ibugio (o Archilmso). Arma da fuoco, in origine (secolo XV) mol!o pesante e poco maneggevole, che si componeva <li u na canna di ferro (la quale si caricava con p0lvere nera e con pallottola di ferro, o megl io <li piombo, ed i11 origine, anche di pietra) aggiustata sopra una cas3<1 di legno, munita di una macch inetta, di forma. varia e <li nome d iverso col va.ria:·c, dei temp i nei quali fu usata, per dar fuoco alla carica (V. Acciarino). Archibugio a o da j,wco. Fu detto così il pi(1 antic,, ;J.rchib~1gio (o schioppo) costitu ito da una ·canna, gcntndmenle <li ferro, chiusa ad una estremi tà, che si caricava dalla .bocca. La canna era fissata sopra. un pezzo <li legno1 che diceva~i ma.nico1 tenie.re e poi cassa, di forma d ir itta o prov,isto di u n incavo per l'appoggio dell'ar ma sopra. la spa!la. L a comunicazione del fuoco all.a carica interna si faceva. per mezzo di un po' di polvere posta sopra e

rarono· per tutto il Secolo XVL - Fu detto A. anche il costruttore· d i archibugi. All'in izio dell'epoca. moderna, il grosso delle fanlcric era costiiuito da i picchieri, o,:d inat i, in campo, in grossi A rclliliugio

a serpentino (secolo

dentro il foro praticato in cu l,ttta; per l'accensiohe, prima si usò carbone acceso, poi una bacchetta di ferro arroventata e foggiata ad uncino. L'uomo che impiega va l'arn1a.) con una n1ano la teneva fern1a. sopra la spalla o sotto l'ascella, mentre coll'altra comunicava il fooco. Se l'ar ma era molto pesante, era servita <la due uo min i : ·uno teneva l'arma appoggiata sopra un ostacolo o su un cavalletto; l'a ltro comunicava il fuoco. Archibngio da forcella.. Era il grosso archibugio che si adattava sopra una forcella sostenuta da ·un treppiede o piantata in terra. battaglioni. Allora gli A. formavano come una sorta di fanteria leggera, e si schieravano in piccoli gruppi, detti 111a11iche di A ., presso i bgl. dei picchieri. La proporzione degli A . andò a umentando in con fron to d i quella <lei p icchieri, finchè, sul principio del secolo X VllI, le picche erano scomparse e i fucili, sostitu iti a i p rimitivi archibugi, ne presero il posto. A rchibttgieri guardia della porta. Compagnia d i .-1 . a cavallo, costituita da.I Duca. Emanuele F iliberto d i Savoia nel 1560 come propria guardia persòna le. Si tratta d unque di un repar to della Casa M ilitare dei D uchi di Savoia, poi R e di Sardegna. Soppressi durante l'epoca napoleonica, i dètti A . vennero r icost :tu iti nel 18 14 e porta ti a -due compagnie, che nel 1831 1 vcn hero fuse in una sola, detta <i Compag,;ia guard ie del real palazzo ».

Archibugieria. (.4nt.). Quantità di so ldati armati d i arch ibugi; o d i colpi d i ta le arma; o di tali a r mi medesime. Archibugietto (o Achib,isetto). Archibugio cli dimensioni •più ,p iccole in tutte le sue parti. P iù che di guerra, era arma d i lusso e da caccia, corta e relativamente leggera . Nel 1543 Piero Strozzi a.rmò d'arch ibu gietti a r uota la sua cavalleria italiana. e n e eb~c gn•.ndc vantaggio nella battaglia d i Cercsole. Nel 1548

Archib·ugio a camera . Si carii:ava per la cu latta, che aveva una spede <li camera entro la qua.le s i metteva

ifHIVhf§§;~ .la carica, ed un cilindretto che chiudeva la éulat ta, Fu usalo dop~ il 1543. Quel!" spede di dente ad uncino che si veòe nella figura fissato verso hi boe,., dell'arma, e r a de t t ç « croceo >>. Conu·astandc esso con la parete esterna del muro <lei para· Cllill<ll'et1.o petti, ser.,.iva. a smorzacll i11dente la camera re il rinculo. L'A . che aveva questo -dente si chiarnava Archib ugio a croceo. Archibugio a miccia : :M iglioramento del primitivo, nel senso che l'accensi.1ne della carica veniva data con una miccia, ed il focone era pra ticato sul fianco della culatta ; avendosi come conseguenza maggior comod ità, praticità., s icurezza e garanzia d 'accensione.

Archib1,gio a corda. Come quello a miccia; solo che l'accensione della carica era data a mezzo di una miccia confezionata con corda cotta.


,\HO

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Archib1tg·io a. serpe. Secondo il ì\.:loritz-Mcyer, verso l,i, fine del XIV secolo, e precisamen te nel 1378, venne imp iegato in Germania ·il serpentino, strumento che s tringcvj 1a miccia a corda, ed era n1aneggia to da un

a , q ,.. ..;;JJ ArcMbugto a wr(la ciel secolo XV II

gr illetfo per l'accensione dc!Ja ca rica. Secondo a ltri il serpcnt_ino non apparve che nel 1423. Questo strumento segnò un progresso, poichè, prima d i esso, · il tiratore era obbligato ad abbandonare il puntamento per far part ire j l rnlpo. A rèhibug-io del Monaco . Per lungo tempo quest'arma da fuoco s i volle fosse sta.ta inventa ta da,! monaco Bertol<Jo Schwarz, il medesimo al quale venne attribuita l'inven,done d ella polvete. L' A.rchibi:gio de l :Monaco s i comooneva di un tu bo <:orto, senza cassa (ltmgo 28 cen t. circa) del calibro d i mm. 12,6S, sul cui lato sin istro

Archibugio n dopp-io f11oco (Secolo XVII). Anna nella quale si wmurlirnva il fuoco alla carica in d ue modi d ifferen ti e contemporanei : o con la ruota e col serp entino; o col foci le. e col serpentino. L'idea n e fu attribuita a l celebre -Va.uba.n, 111a erroneamente, perdi~ l'italiano .1fontecuc<:oli, ·prima del Vauban, ne fece fabbrica re parc-cchie centin aia per l'eserc ito imperia le che egli capiHma.va . Lo scopo d i questa doppia e contemporanea accensione era quella di avere ma,ggiore ga ranzia cli .fuoco. Doppio veniva chiamato genericamente l'A. quando aveva d ue fucil·i, e una sola ca1ma. Giuoco dell'Archibugio. D erivato d a quello d e11a BalestPa, p rogenitori entrambi d el Tiro a Segno . Era gii, in uso in P iemonte nel secolo XVII. I tiratori erano ord inati in «Compagnie)) cl i volontari che nomi11avano un Re, un Abate, · u n Alfiere . .Si eseguivano gare fra d i loro, e gare fra le compagnie dei vari paesi.

era applicata una specie di scatola allungata di ferro 11dla qu ale sboccava ii foco ne. In essa, una la mine lta tJenta ta, terminata esternan1entc con u n a maniglia) po-

teva scorrere avanti e i1,dietro <:ontro una pietra focaia portata da apposito ca ne a molla, e frega ndo contro questa produceva. le scin tille necessarie p er a ccende re la polvere disposta nella scatola, ct-municando perciò il fooco a lla carica dell'arma . Qu est'arma sembra abbia preceduto l'invenzione della ruo ta e ne abbia' data la prima idea. A rcl,.-ibugio a ,-u.ota. Dopo il ferro rovente, la micc ia, la corda, il .ser pentino, per l'accensione della carie~.., nel 1Sl7 , apparve a. Norimberga, per opern d i un 0rologiaio, l'acciarino a ruota, detto in I talia ruota di a rchi bugio, destinato a sostituii-e i l serpentino. Questo congegno segnò un nuow e notevole perfezionamento ne! -modo <ii accensione della carie<\. Tuttavia, ben chè l'app licazione d el scr-pentino avesse permesso al t iratore di far fuoco senza abl:5anclonare il puntamento, non aveva però eliminato l'inconvenien te dcìla miccia che bisog1ia.va tenere costantemente a,c;;esa e costitu iva perciò un per icolo continue, d urante il tiro, men tre d'a lt ra parte andava sc,ggetta à spegne rs i neUe giornate d i pioggia e \rad·iva la presenza delle tr uppe nelle marce aotturne. L 'acciarino a ruota, ,per a ltro, ma lgrado la s ua incontesta:bile s;,periorità, non ebbe subito larga applicazione, essernialmen tc perchè meno semplice e d i maneggio µi11 del-kato del serpentino. D apprincipio fu a pplicato sola.mente alle anni d i lusso o da caccia, p iù tard i a quelle-da guerra, cominciando dalle pistole, ciò d;~ p enpise d i generalizzarne l'impiego ne lla cavaJleria . L'A. a n1ola f1;1 dapprima adottalo d a i privati, e colp ilo come un abuso dai «band i >> dei poten ti ; es. un bando cli Alfonso d'Este d uca di F errara (1522). P c,i e ntrò negli eserci ti ; P iero Strozzi pe1 p rimo armò uno sq uadrone di cavalleria d i archibugiet~i a -nh1ta.

ARC

Arcbib llS'iO a

Ci!Vall.Cllo

( scr. XV-XVI)

Archibugione (o Arch'ibusone). Grosso archibugio, d a posta, eia cavallctlo, da muro, non portabi le a. mano: ser viva nelle opere fortìficate e sulle navi. Archico. Borgata deirE ritrea, nella baia di '.\,Ia.,saua, a mezzogiorno, capolinea d i carovan-iere verso l'Abi~sinia. Venne occupata nel 1885 da un reparto d i

Ln r lelo!la Cli Archi-CO ('18S8)

marinai della corazzata 1\ ncona, men tre R as Alu la era in a rmi contro i primi possedimenti italiani a i\fassaua. E venne -p rotetta con un a ridotta o lunetta chianiala e, Garibaldi J>, a rmata con 15 ;;annoni e 3 mitragl iere ,

Archidamo. Nome di alcun i re cli Sparla de lla lirea-le elci P roclidi.

HCa

A·rchidamo II. R egnò dal 469 al 427 a . C. Nel quarto anno del suo regno la Laconia fu quasi distrutta da uno spaven toso terre:noto, ed i messeni ne approfittarono pe.r scuotere il giogo spartano; solleva tis i, si

fortificarono sul monte Itamc. Archidarnc, andò ad as-


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AHC

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se<liarli, cd essi, dopo eroica resistenza, capitolarono a patto d i potersi ritirare liberamen te. Dqpo essersi in)-lt.ilmcnte opposto alla gucrrn del Peloponneso, Ard1idamo .si mise a lla testa dell'esercito e fece d iverse 1ncurs ioni n ell' Att ica, pre;iden do anche la città di Platea, allea t:i. degli Ateniesi.

Archidamo III. Figlio del celebre Agesilao, succooet1e al padre n el 361 e morì nel 338 a'. C. Nel 367, an,:;ora vivente il padre, fu incaricato d el comando delle truppe sparta11e contro gli Arcadi e gli Ascgìvi, sui quali l'ipor tò la vi ttoria che andò sotto il nome di ,, VittoTia senza lacrime» perchè nella battaglia non sarebbe morto nessuno sparta.n o, 111cnt.re d<:.i nemici sarebbe stata fatta grande strage. Nella guerra sacra che scoppiò )'anno 356 a. C. in conseguenza della p resa del temJlio di Delfo dai Focesi, pare che Archidamo favorisse segre tan1ente F ilomclo, generale focese; ma quando gH spartani presero parte attiva alla guerra, il suo nome J1on comparve. 'Nel 338 fo· inviato in I ta lia in soccorso -degli abitami d i Taranto a Hora in guerra contro i Lucani. Arch i<lamo c;i,dde <la valoroso combattendo alla testa delle sue truppe ed i suoi concittadini gl i eressero una statua ad Olimpia.

ARC

Archimede. Corvetta a. ruote, in legno, varata nel 1844, proveniente dalla marina bor,b<l>nica, radiata nel 1883 : lunghezza m . .~ì,40 ; larghezza m. 10,28; d is1ocamento T. 1300; macchina 300 HP. Stazionaria nelle acque dell' America meridionale, compì importantissimi

servizi per la protezioi1e dei nostri connazionali, al comando prima di Raffaele Carrabba , poi di Giovanni Cafaro, d a.I 1879 a l 1.883, <lurante la guerra tra il Perù e il Chili.

Archùlamo I V . Nomina to da Plutarco, il quale dice <:he fu se<mfitto d a Demetrio Poliorcete nel 296 a. C.

Archimede. Avviso, in acciaio, varato nel 1887, radiato nel 1907 : lunghe,na. m. 70; larghezza, m. 8,032; d islocamento T . 966; macchina 1410 HP., armamento gt!erresco cannoni II 12 . Fu stazionario in Ma.r Rosso e in L evante.

Archieri. Compagnia di .I\.. a cavallo, costituen te G11ardia del corpo (V.) di Emanuele Filiberto nel 1560; n el 160i venne composta di Savoia,;_di e detta Compagnia gentiluomini archicr·i,

A rchimede. Yacht armato, ,•aralo nel 1892, acqu istato in Ingh ilter ra nel 1912; iunghezza m. 69,84; larghezza m. 8,17 ; d i;;locament,) T. 815; 5lato maggiore 3; equ ipaggio SO. Ha preso pa, le a nu!pcrose crociere per

Archigubernus. J l capo del p i·loti neH'ant. Roma. Era perito in astronomia e scienza nautica, e guidava la flotta, ciò che i l pracfcctus classis, generalmen te pnivcniente dagli eserciti, era incapace di fare. Archii(ubernetcs era il capo pilota nell'ant. marineria greca. Archilovic (Ale:.sandro) . Generale russo ( 167417 JO). Accompagnò Pietro il Grande ne' suoi viaggi. Studiò artiglieria ali' Aia ed ebbe poscia, in Russia, la <lirezione generale <li quell'arma. Prese p arte come colllan<lantc dell'ar tiglieria aHa battaglia d i Nan>a, dove 1·imase p rigioniero deg li svedesi, i qua·li n on lo resero p iù a. P ietro, e lo tennero prigione per d ieci ann i, fino .alla sua morte. Archimede. Celebre matematico e ,fisico, n . e m . a Siracusa (287- 212 a. C.). Le sue scoperte n el ~ •mpo della meccanica e della matematica sono famose. Nell'art.e milita re, è rimasto celebre per le 111acchine invcmate durmne l'a.ssedio di Siracusa iniz iato dai Ronaa11i nel 214. Egli riusci a infrangere p~r tre a nni i tentativi d i J'l'faxcello, generale romano, d i prendere la città . (V. Siracusa) . A . morì ucciso da un soldato romano, mentxe era in tente alla soluzione di un problema, tanto che non s i era neppùre a,ccorto della preS3; della città. 1

h sorveglianza del contrabba ndo in Egeo durante la guen-a I talo-Turca. Stazionario a CostantiJ1opoli e sede del!' Alto Comando Navale in quelle acque, negli a nni 1919 e 1920.

Archinard (L1,igi) Generale francese n . a Havrc nel 1850. G ià allieve della Scuola. politeCJ1 ica entrò nel-l'artig lieria di marina e prestò servizio nelle colonie, fìnchè, richiamato in Francia, n el 1892 fu promosso colonnello ; ·P oi ai,dò a l Sudan con la carica d i ,comandante superiore e nel 1893 fu sostituito da un govematorc c ivile. Nel 1896 ebbe la nomina a direttore del co.


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mita to teeni~n eel :\linistero cle Ue Colonie e la promoz ione a gene rale di brigata.

Archi_ n to. An tica e celebre famiglia. m ilanese della quale i membÌ·i che si distinsero n el mestiere delle ann i sono: Ba·r tolomeo. C:1p itano dei fanti i-tal iani nel terzo ùi Paolo Baglione, morto nel 1614 all'assalto del baluardo della porta <li strada. Torino sotto Vercelli. Lod<r.;ico. M a resciallo dell'esercito imperiale, 111 . nel 1693. Fu <:<m1pagno del :i\fontecuccoli ; n el 1683, come capita.no di una. compagnia ci i fanti, s i trovò alle giornat-, •della li beraz ione d i Vienna, conquistando. in segt: ito i suo i avan za.menti sul ca.rnpo d i battaglia. Prese par te a ll'assedio d i Bu<la e a lla difesa di Belgrado. .'<el 1688 era m aresciallo, e c ii,quc anni dopo, q uando il duca <li C roy volle riprendere la.· piazza forte di Belgrado eh~ tre anni pr ima a veva <lovu to abband onare dopo una valorosa d ìfcsaJ L odovico, il quale coinan<la.va una. part:e delle truppe d'assa.lto, fu colpito da. una. pilla d i moschetto e ,- j lasciò la. vita.

Archi penzolo (o Archipe1idolo) . Strumento atto a determinare o verificare lu. orizzonta lità d i una. ret!.t o di un ;:,iano, adope,·a.to dagli zappatori per m1stire r<1pi<le, grossolane, p~rchè per quelle di precisione occorrono su·u men ti a cannocch iale. Archita. Greco di Taranto del secolo V a . C. celebre come filosofo, ma.t~ma tico, generale e s tatista; fu ~ette volte ger.ernle della s ua ci ttà e prese parte varie cam pagne, riuscendo sempre vittorioso. Secondo Q. rnzio morì airnegato dur,.nte un v iaggio net!' Adr}atico.

riunite e pubblicate in un vo lùrnc annuale che porrn il titolo di « Atti del Col legi.o deg li Ingegneri N a val i e :Meccanici-)). Questo fatto ·caralterizza il sistema llloderno degli stud i, basato sulla d ivu lgazione delle principa li scoperte e. ritrovati, allo scopo d i dare increme nto a fJU C• sta scienza. con l'esperienza d i tutti coloro che nd mondo se ne occupano. Tutte le al tre Associa,ioni s i regolano nello stesso modo, e gli studi vengono poi 110

concret a ti e · rafforzati 1ncd iantc. period i-che riunioni i'n-

lcrna.zionali,. dan<losi luogo in ta l modo ad un rapidissimo progresso. Cen tri d i studio dell'arch itettu ra navale ne c.sistono in tutte le pxincipa·li nazioni marina re: in F ranc ia es iste la « Ecole d'appJication d u Génie marit imc )> che era dappr ima un ramo del Po litecnico e come ta le es isteva fin <la i 1765. In Inghilterra esiste il cc R oyal 2\ u ,·al College» fonda to nel 1873. In •German-ia la << Scuola nava le superiore >!, annessa al Politecnico d i Charlotlenburg. In Halia esiste fin da l 1·8ì1 la Scuoht di Ingegneria NavaJe di Genova= <lir elta nei primi tempi dal J\Ia.t tei, ufficiale genera le d el Genio Navale. G li ~tudi vertono sopr a.tutto su ricerche relative al navi glio da guerra1 essendo qucst' ultiruo rispondente a inag -

gior numern d i esigenze, e qu i1\d i più clilI,oile cl costruire, Diamo un rapido cenno dei vari mmi d i qllcsla scienza :

im piego <lei vari organi cht compongono la. nave, s for-

a) Geometria. della carnna.. G li s tud i hanno :t\'Ulr> per principa le scopo di trovare il me todo rapi, lo e pre ciso d i misurazione d ella superficie e del volume di un solid o irregolare quale è riuello della nave. D opo la re!c\ola cli Simpson e le curve del lloujèan, ven ne in uso la regola di Tchelicheff, che · consiste n el suddividere la carena in tan te zone appropriate, sceglie ndo la distan7,;c delle ordina.te non in modo u niforme ma secondo t11n opportuna nonna. Per lo studio della posiz,ionc del metacentro (nozione emessa per b p rima volt a dal Bouguen nel 1746) s i sono avu te d<: I pari molte regole do\'U(e ad Atwood ( l i46), Du pin ( 1811), Leclert ( 1870).

zi a cu i è sottoposto lo scafo in acque tranquille o mare agira.to, clementi geometrici in genere. L'architettura navale s i divide in due bran che : la teoria della nave e la ~ostruzione n avale. E' una. scienza che ha ;tvuto or igine alla fine del XVIll secolo, e soltanto a.I princip io del XIX ha. acqu is tato 1·cale importanza . Con l'avvento d elle cost.ruzicn i in ferro s i è abbandonato l'em p ir ismo che fin o a llora dominava. per <lar luogo ·ad

&) Sta&ilit:à. D eve essere cons iderata dal punto di vista statico e dinam ico, o~sia momento della forza necessar ia per mantenere una. nave incl ina ta ( o radd rizzarla); un ità di lavoro occorrente per incl inarc ~ raddri1.zare una na.ve di un <la.Lo angolo. l..c priinc .ricerche analitiche sono dovu te a l\loscley tracciando le curve <-Ii stabilità e valuta ndone l'a rea. l"n'ic!ea della stabilità s ta tica si ha d a i va lore <lcli' alteua metaeen -

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Architettura Mi lita re, V. Fortificazione. Architettura. Navale. :-;rome gene rico che comprende tutte le conoS<enze teoriche e pratiche relative alle na vi, ossia : forme, d imens ioni, galleggiabilità, qualità nautiche e guerresche, costruzione delle d iverse parti, ,particolari di allesti1t1en to, attrezza tura, rendimento e

una. vera e propria scier~~a esatta.

lrica trasve rsale, e gli studi in tal senso f urono illl -

I prim i centr i d i studio d el genere, sorti nel mondo, sono la « Ist ilut ion of Engineers an<I Shipbu il<lers in Scolland ll sorta in G lasgow nel 1858 e ht « Inslitution af Na.val Archi tects » fonda ta a Londra. n el 1860 e della quale possono far parte ingegneri di tutto il mondo. Anche il Giappon e possiede una Società d i archi tetti navali, come p ure la Germa n ia e g li Sta.ti Uniti. La. Francia ha dal ·p rinci•p io del secolo XX la « Associa tion Tecnique Mar iti rne » e l'Ita lia, con sede in Genova, ha. d a.Ila fine del secolo precedente il cc Collegio degli Ingegneri n avali e meccanici )> il quale ogni anno riunisce la rnàggio; parte dei propri componenti in pubbliche sedute, ne J.le quali vengono lette conferenze sui problemi più interessanti del giorno in materia .d i costruzioni navali. Le conferenze. poi vengo-

ziati da.I Reid nel 1867; ma sopratutto l'esperienza si è valsil di dolorosi esperimenti pratici (capovolgimento per insuftìciente s tabilità delle n avi Capta in e: Da.·p hnc, dovuti ad eccessi d i cause contrarie). Attua lmen te esistono va ri metod i, tutti egualmen te buoni e p recis i, fra i quali qu ello del Russo, per i:lctcrmi.nare gli clemen ti geometrko-meccanici del la stabilità, ossia. gli assetti longitud inale e trasversale d ella nave; quanto a l movimento d i rollio, ha dato not.cvolc impulso agli stu di il Jkrnouill i, che )1a paragonato i movimenti su ll'ond a. a movimenti pendolari dr,vut i ad im puls i istantanei. Succe,sivamente, in questo ramo, si ha nno i metod i di ricerca gra,fì.ca del Frou dc e del Bertin ( 1898) e q uello v ratico del Russo col navi pendolo.


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e) R esisce11za al /f/Oto . L e prime teorie in mcriw

esposte nel 1860 d a l R usse!! e dal Rank in , 11m il vero ideatore dei metod i moderni per lo stud io della resistenza al moto degli scafi è il Froude (1875): me iodi corredati da ricerche sperimentali <:o! carrello e le va~che s ui modelli in piccolo delle navi . Secondo questa teor ia , l'attrito è dovuto a tre cause: a t tr ito di scorrimento dell'acqua su i fianchi, resistenza dovuta a l[u,:0110

la Jorma1;ionc dei vor ti ci, 1:cs istcnza <lovuta aJla forn1:1-

1,ione dell'onda. "'7ella costruzione dei model! i ci s i è valsi della legge d i similitu.dine di Newton che clic~ che, dal la to dino.mico, quando le dimensioni di due oggetti simili stanno, . nel rappor to CL, le forze omologhe s tanno nel rapporto e/ ~ la velocifa in quella di Questa legge vale s ia p er la forma di carena, sia per la forma delle eliche.

Vu.

d) Sforzi. F inora non esiste una normrt ben de11n ita per assegna re le <limcnsion} ai vari pesi che com-

pongono le navi, per chè i pareri sono ancora discord i ,ui valori de lle varie solleci tn ioni a cui le strùtturc vanno soggette; tuttavia sono not evoli gli studi del K r iloff, di Read, d i S tambury ed altri . e) · Progetti in gcne,·e. E sistono delle formule pratiche, dovute al :i\for mand ( 1870), per determina re prc1·cntirnrnente gli elemen t i fon damenta li di una naniu •proget to . Col perfeziona rs i delle ricerche, si è tro,·ato modo di d ar for ma aualitica alla assiomatica condizione che la som1rn1 d i tutt i i pes i di cui è compos1n la nave, deve essere u guale a l .peso <lcll'acqua che b 11ave· stessa deve spostare, quando giu nge alla sua Iinc,t di galleggiamento n ormale assegnato dal p rogetto. Es istono a ta le scopo anche metodi d i calcolo grafico. Ma per queste determinazio11i ci si vale molto d ella esper ienza, ossia <lei ,·isultati o ttenuti con navi simili prercdentcmen tc costruite. 'L'arch itettuFa navale oltre ad occupars_i della costruzione della nave. si a d a guerra s ia mercantile, ne stud ia. i principali sforzi a i quali va soggetta. in 111ar e e per conseguenza anche la r csi~tenza dei mater ial i d a costruzione (legno, ferro, awiaio principalmente). S i occupa Jncl1e dei s istemi pi·otetLh·i contro le offese subacque(!, !:òia causate da arn1i, sia per sinistri n1arittimi : studia la corazzatura, tutte le sistemazioni in terne e i particolari d i allest imento . E' un;i. branca importante rkll'ar ch itetturn na vale lo studio dei mezzi d i costru-

zionc (scali, n avi, vasche d i pro,·,1 dei modelli) e di quelli di manutenzione, visite e riparazio11 i degli scafi " degl i apparat i motori (b acin_i, officine, arsenali in genere.

Archivio della Guerra. Ts titu ilo per iniziativa riel Comune di M ilano ne! ::lfu;;co del Risorgimento del Castello Sforzesco e in iziato in principio del 1925. E' cle.st inato a raccogliere materiale d ocumentario della ~,1erra 191 5--19 18, fornito spec ialmente d ai p,,ivat i, pc rchè s ia conservato e utilizzato dagli studiosi. L •Arch lvio r iceve plrticolarmc nte memorie , diari, corrispondenze, e in genere docun1ent i scrilli st.anipati, rotu1

grafici.

Arciera . F eritoia per a rcier i, che fu detta anche Archeria. E ra streli.a e lung,1, tagliata nello spessore dei muri . Com inciò ad apparire a l principio del secolo XII, allorchè, in seguilo al miglioramento delle anni d1 gitto, n on sembrò più sufficiente, per offen dere gli approcci tendenti verso la piazza, d i corona re d i merli i parapetti, ma si ranisò ne<:essario d i prat icare aperture alla base delle cortine e ai diversi p ia.ni delle torri. Le a rciere si molliplicarono nel secolo XIII, ed oltre a permettere i l lancio <li proietti consentivano <l i veùerc, senza essere .scoperti, i lavori d i approccio dell'a ttaccante . J .'arciera prese in seguito i nom i d i Balestriera, Archi bugiera, feritoia. Arcier e. Sold a to arma to d i arco e frecce. l:urono arcier i famosi nell'antich.i tà i P arti, i Traci, gli Sciti, i Cretesi. I Greci ebbero arcieri come truppa legge ra Sèn2a arn1 i difensive . l Goti erano a rmati qua.si tutti d i archi e frecce. I R oman i cominciarono a i'ntrodurre gli ,1 . soltanto nel la seconda guerra Pun ica, e d iedero loro ce la ta e scudo d i cuoio . Li ordi.narono in p iccoli manipoli, composti {li alleat-i, ausiliar i, come t ruppe leggere. G li A. roman i ausiliari a cavallo avevano arco, t urcasso, spada. Più lardi addestrarono anche propr ii r eparti a ll'u50 dell'arco; l'impero d'Oriente in modo pan icolare . Nel Medio Evo gli ar cieri fecero p arte degli eserc iti d i tutte le nazion i, cost itu endo, specia lmente i n Inghilterra, i l nerbo delle fanter ie. Famosi [urnno gli A . inglesi, che decisero delle vittorie d i Poilicrs, di Cr éc.y, d' Az incoUTt. G li A. avevano la mano destra ·riparata da grosso guan to di cuoio, e · l'avambracc io ~1inistro 1 con c ui tenevano .l' arco, p rotetto da

Arci eri 1\ ssi1•i a ca,,allo e a piedi.

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avambraccia lc di ferro. Tiravano stando in p iedi o in ginocchio, e presso d i loro tenevano un grande scudo di legno p iantato in terra a protezione del corpo. Vi era110 anche piccoli corpi di A . a cavallo; d i questi ne

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Arciere frigio

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Areiere inglese

ebbero nel secolo XIV alcUJ1e città francesi. Come arma di difesa, questi A . avevano una maglia d i ferro che co,priva loro il capo e scendeva fu1 sulle spalle. L e cit tà spesso li ponevano al servizio dei re di Fran-

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di 500 u. l'una. Durarono poco più d i 30 anni, fino a quando Luigi XI li sciolse e li sostituì con gli Svizzeri. Nella stessa epoca, le Compagnie d'ordinanza comprendevano per ogni « L ancia spezzata », tre arcieri. Inoltre Carlo VII istituì gli Arcieri del corpo, gruppo d i 25 uomini addetti alla sua per:;ona: il loro capo era detto il << primo nomo d'armi " della Francia . Luigi XI ebbe gli Arc-ier·i del re nel 1473 e gli Arcieri della guar dia nel 1475, detti anche rispettivamente prima e seconda compagnia francese delle guard ie del corpo. Gli A. andàrono scomparendo in fine del secolo XV e in principio del XVI; Lu igi XII li soppresse in Francia nel 1514 e solo rimasero con Francesco I come guardia del corpo; più a lungo che negli altri eserciti durarono in quello inglese, che ne ebbe fino al ,principio del sesolo XVII; una compagnia di volon tari arcieri scozzesi d urò anzi fino al secolo XIX.

Arcimaresciallo. Antica. carica dell'impero di Alemagna, ereditaria negli elettori d i Sassonia . Nelle cerimonie pubbliche precedeva immediatamente l'imperatore con la spada nuda alla mano. Arei nauta, Nella ant. marineria. greca, grado corrispondente a quello del co-mites delle poliremi, a quel~ lo d el nostro-mo o nocchiero dei vascelli quadri. Arcioni. Quelle due parti a mo' d i arco che s'innalzano d in anzi e di dietro nella sella d 'annc, tra i quali il cavaliere sta.va quasi incassato, di modo che 11011 potesse, a l più p ie.colo u1·to in . combattiment<1, uscire di sella. In antico erano per lo più molto alti, e ·coperti di lamine di ferro,

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- s;j Arciere persiano

Ar-ciei•i romani

eia. Fra questi, ebbe spe;::iale cu.ra per gli arcieri il re Carlo VII, il quale istituì nel 1448 i Franchi Arcieri, mediante l'esenzione da tasse e gravezze; e la paga di quattro scucii a l mese concesse a quelli che, esercitan-

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0 ~~f Arciere rrancese a (){1.va!lo. Franco arciere francese dosi perennemente nel t iro del!"arco, s i tenessero sempre pronti a l servizio militare per il re . I F. A . ammontarono a 16.000, divisi in qùattro capitanerie generali, ciascuna d elle qua.li comprendente otto bande

Arcion-i Antonio. G_enerale, n. a Corzoneso (Canton Ticino) m . a Comprovano (id.) nel 1859. Giovanissimo entrò nelle file costituzionali della Spagna, insieme a molti altri italiani e fu nei « ·Cacciatori di Oporto >' comandati <la Borso di Carminati, d istinguendosi ir; va rie occasioni. N cl 1844 tornò nella Svizzera e col. g.-ado cli capitano d ell'esercito federale partecipò alla · fazione <lei Sonderbund .rima.nèndovi ferito. Nel 1848 formò le Bande che portarono il suo nome, e con parte d i queJ!e passò nel 1849 a Roma dove ebbe il grado di genera le e <love combattè va l<Jrosa.mente a d ifesa della Repubblica. Arcioni (Eande o C_olonna <-Iell'Arcioni). Corpo volontario costituito di elementi p revalentemente d i Como e del Canton Ticino che, in numero di c irca 1000, ag;i ord ini del ticinese Arcioni, comba ttè nel 1848 in Valsabb ia, nelle Giud icar ie ed al P onte d elle Sarche insieme con le truppe clell' 1j.llemandi. Venne sciolto il 17 aprile a Tircsc1a pe;· ordine d el Gnvcrno provvisorio d i M ilano. Eguale nome ebbero le truppe volontarie raccolte dallo stesso Arcioni l'anno dopo nelle provincie pontiJìcic; erano formate <lapprima <:li 1S0 emigranti italiani residenti in Roma; in seguito fu rono, a cura d el governo della Repubblica R omana, rirlionate fino a 600 uomini su 8 compagnie e così costituite d iedero buone prove nel combattimento del 30 aprile 1849 ; I' Il maggio queste tr uppe, dette anche Legione dell' Eniigraz·ione, si sciolsero per d isaccordo fra il Governo e l' Arcioni; ,parte andarono col battaglione lvianara, 200 ci-rea uscirono con Garibaldi da Roma per p rendere parte alla spedizione di Velletri; ·d opo la quale, tornati in Roma, vennero incorporati nella legione ita-


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La battairlia di Arcis sur Aube. ( 1814).

liana in parte,. mentre gli altri preferirono raggiungere l'Ardon i, che frattanto stava organizzando nuove bande nelle provincie pontificie; il Triumvirato, per non perdere queste for7.c, ricompose il dissidio coli' .\rcioni affidandogli, col titolo di generale, 9 bande (300 uomini), un ·battaglione leggero (200 volontari) comandato dal magg. Pandolfini e due distacca.menti, detti Yolanti, agli ol'dini del For,bes e del Cavanna. Con quesce truppe !'Arcioni ebbe incarico di sollevare l'Umbria, le Marche e i dintorni di Roma; ma, aggravandosi la minaccia d 'e i Francesi venne ricl1iamato in Roma ove, entrato il 24 giugno 1849 con un miglia io di uomini, prese parte atti,·a ai combattimenti dei giorni 25, 26 e 30 giugno. Ca.duta la Repubblica, l'Arcìoni, affidali i volontari al magg. Liuzzi, ripassò il confine; il 5 luglio le bande vennero definitivamen te sciolte.

Arcis Sur Aub e. Piccola citt~ della Francia, sul1'.-\ubc, affluente di destra della Scana, teatro di battaglia tra a lleati e francesi durante la campagna del 1814. Napoleone, nel.Ja 2• me tà di ma rzo, non po tendo allaccarc i 100.000 alleati riuniti fra la Senna e I' .-\u.be con le _poche forze che aveva sottomano, decise di muovere verso la Lorena per tagliar loro le corvunicazioni o indurli a scguil'lo. Egli mosse quind i per le due rive dcll'Aube verso Vitry giungendo il 19 marzo ad Arcis sur Aube. Intanto, lo stesso giorno 19, il gen. Schwarzcmberg. comandante gli alleati, forte della sua superiorità numerica e ritenendo che X a p olcone intendesse passare l' Aube con tutto l'esercito, s i decise ad attaccaxlo per .ribu tta.rio al d i -là del fiume. I suoi quattro -corpi d'esercito era110 schierati fra Troyes e Legrnont; egli li fece convergere su Plancy, costeggiando l' Aube con la destra (de Wrèdc). Il movimento era appena incominchtto che i Francesi a pparvero ad Arc is sur Aube. ::--rapolcone ebbe tosto notizia dell'avanzare del nemico, e avendo scorto masse di fanteria e di cavalleria, rimase dapprima incerto se quelle truppe fossero la retroguardia nemica, contrattaccante per proteggere la ritirata del gros,;o. Per rendersene conto, fece pass:u-c l'Aube a Ney con circa 15.000 u. compresa la di,•is. Friant e alla cavalleria '(5000 u.) schierandoli sulla strada di Troycs e al grande e piccolo Torcy.

Le truppe nemiche avanzanti erano il corpo del de Wrède e la cavalleria del ce1,tro; esse attaccarono respingendo la cavalleria francese fino alle case di Arcis; ma la fanteria francese del .'.'ley, che frattanto a,·eva continuato a sfilare sul ponte, rioccupò le posizioni, ed invano de Wrède, bcnchè sostenuto <la i sopraggiungere clcdla guardia e della r iserva., s i accanì fino a notte avanzata contro il grande ecl il piccolo Torcy per scacciarla. ~fcntre raia destra e il centro alleati Yenivano cosi respinti. l'ala sinistra non incontrò sulla strada di Plancy che un,t brigata di ca·v allcria francese che eia· 1-fcry punt~.\'a su .-\rcis; la br igata tentò aprirs i la strada, ma, aggirata sulla sinistra, dovette ripiegare su Règes. Q1;e5ti combattimcmi rivelarono allo Schwarzembcrg che l'esercito francese era scaglionato lungo l' Aube, che la sua avanguardia era sboccata da Arcis e che il grosso era ancora indietro. Trovandosi dunque gli alleati con t~tte Je forze riunite contro una parte soltanco di quelle francesi, essi decisero di auaccare a fondo questa. La sinistra fu fatta quindi convergere su /\rcis cos iccbè circa 100.000 alleati s i trovarono sch ic rat i a semicerchio fra Orti llon - Mesnil-la-Comtessc - Xosay, davant i ad Arcis. I francesi erano tut!ora scaglìonati in profondità con la. retroguardia ancGra a Conflans, mentre soltanto Oudi,y,• s i avv icinava ad Arcis. All'a lb a Napoleone non aveva che 30.000 uom ini sp iegati attorno ad Arcis. Quando egli ebbe la sicurezza. di a,·cre di fronte l'intero esercito nemico egli si limitò à resistere per proteggere Ja ritirata che avvenne in ordine, pur con forti pc,,ditc, pei ponti sul!' Aube, i quali, dopo il passagg io, vennero incendiati.

Arcisate. l3orgo del Circondario di Varese. Dopo la capitolazione di _\filano, il 25 agosto 1848, si avvenne u no scontro fra 200 volontari e un corpo austriaco. Arcistratega. TI capo clcgli strateghi ncll'ant. Grecia: il generalissimo. Veniva nominalo volta per volta, e spesso regolarmente p er turno, fra gli strateghi dell'ese rcito. Arciszewski (Cristoforo). Generale olandese e scrittore militare n. nel 1562, m. a L esino nel 1656.


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Entrò giovanissimo nell'esercito polacco raggiungendovi in breve tempo il grado <li colonnello. Avendo abbracciato gli errori socinian i, dovet te allontanarsi dall a sua patria ed offrì i suoi servizi a-gli olandesi. che a iutò validamente a togliere il Brasile ai portoghesi. Nominato governatore d i quella regione, costruì le fortificazioni di R io-Jane iro, J:laJ1ia e Pernambuco. e con'ib,tttè contro gli spagnuofi con successo. Nel 1637 r impat riò è il re di Polonia Vla<lislao VII lo nominò genera le d'artiglieria e coman<lantc della flotta polacca elci mar Baltico. Pubblicò, in latino, un trattato di ar tiglieria.

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n. nel 1650, m . a ,M ona co nel 1115. Servì dappr ima nell'eserci to bavarese; poi nell'esercito imperiale, e nel 1683 r ientrò nell'armata bava.rese col grado di co lonnello. Prcs~ parre a tutte le ·c ampagne dell'epoca., raggiungendo . nel l 685 il grado dj- geueralc, nel I 688 quello <li luogotenen te feldmaresc iallo, nel 1694 quello di generale di cavalleria. Nel 1698 fu nominato presidente del Consigl io di G uer ra. e nel 1i02 generale fcldma re-sciallo.

Arcitronito. }.facchi11a da guerra ideata da Archimede, progcnitr-ice dei cannoni. Sembra che consistesse

in un tubo <l i ferro chi uso da un lato e aperto dall'altro : dal lato chiuso, infuocato, int roduccvasi dell'acqua, la <1uale t r asformandosi subito in vapore caccia,·a con violenza una gr ossa p ietra i ntrodotta 11ella parte aperta.'

Arco. Ant ichissima arma a forma d i asta, che da l meno ( impugnatur a) v a. assottiglia.n dosi verso le estremità. det te -corni, alle quali è appicca.la una corda d i canape o di m inugia. Si impugnava col la s inist ra, e si ten<le,·a colla. destra la cor da su lla quale si acconciava la ,occa della freccia che, lasciata libera la corda. vo-

A1·,·o <l i Marco A11 reHo a Tripoli. lavd al bersaglio cu i m irava l'arcier e. L 'a rco si faceva d i kgno d i olmo, nocciolo, frassino, corniolo e tasso, ovvero di corno o di metallo. La lunghezza va1iò ·da popolo a. popolo e -da tempo a tempo, fra i m. 1.60 e i m. 2.60 : l' arco dei famosi arcieri inglesi dell'epoca cl i Emico IV era lungo m . L82, costruito in acciaio, e -lanciava le frecce a 200 metri. Un abile arciere riusciva a lanciarne 12 a l m inuto.

A reo ballotta-io era così detto quello che nel mezzo dell,i corda aveva fissata la pallottier<t , in rnodo da ser vire pe, tirare pallottole e frecce cor

·cocca o se11za. A reo trion fale . :Monumenu· ideato ,dai Romani per onorare i loro Duc i conquistato-

Arco Gim,amii Fil·iPPo (conte). Feldmaresciallo dell'eser cito imperiale . Servì da l 1675 nell'armata austria•Ca; nel 1703, d urante la guerra di successione spagn uola,. f u nom inato comandante di Alt-Breisach, co l compito d i difendere la fortezza contro i Frru1cesi, ai qua-li si arl'{:se dopo alcuni giorni d i a.sse<lio. Per questo 1fu deferito alla Corte n1arzia lc e 1 nonostante avesse serv ito per trenta anni fedelmente l'armata. au striaca con compit i <livcrsi ed avesse ripoi·tato ben 18 ferite. fu condannato it morte : il 4 febbraio l i'04 venne decapitato neBa piazza pr incipale d i Brcgenz.

Arcobalestro (o Arcobal-ista, arcobaJestra). Sono i primi nomi <lati a tali armi : nomi che poi subito si accorciarono in Balestra. Tuttavia in_ modo particolare -l'A . eca la .balestra m ontata su cavalletto, e pos• sedente un robusto etr co ·di legno co l quale potcvansi lanciare grosse f recce. Arcobalistario era il soldato addetto all'arma .

Arcole. Villaggio in provincia di Verona, sull'Alpone, affuente di sinistr a. dell'Adige, Arro e l'r ecce r om an,i.

A l'CO

turchesco

ri, e tramandare ,ii -r,oster i la. memoria delle conquiste. Ne r imangono molti, a R oma, a R imini, a.cl Aosta, a Fano, a S usa, a Pola., nd Ancona, a Benevento, a Tx ipol i, ecc., più o meno conser vati, dedicati a Costru1tino, Setlim;o Seve ro, Tito, Augusto, Ttàiano, ecç.

Arco Gi()'/}an11'i Batti.sta. (con te). Generale aust r ia.co,

Battagliarli Arcola (15, 16 e 17 novembre l i96) . Due tan te la campa.gna. d 'Italia. <lei 1796-97, il generale aust r iaco Alvinzy aveva stabilito cli concentra re le sue forze dietro !'.Ad ige n ell'intento d i pun tare su Mantova ove il \ Vu rmscr trovava.si r inchiuso con altri i 6000 uomini, bloccati da i F rancesi. Bon aparte d ecise di 1,revrnirc l'avver sario attaccandolo ,per impe'clirgli d i liberare :!Yiantova; le forze francesi animontavano a ÌSOOO uom ini. cd erano co~tituile dalle d ivis. Massena ( 18


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bgl. e 3 sqdr.) Augcrc1u ( 16 bgl. e 12 sqd r.) e Beamcvoir (CaYall. di riserva; ·24 sqdr.). L e forze austriache consistcva:10 ndlc divi5. Q_uosda.nowich e Provcra, forti cpmplessiv1mentc d i 23000 co1r ini.

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Giornata del 16 no·vembi-e. Il gen. Alvinzy, reso edotto dagli avvenimenti d el giorno 15 delle intenzioni di Napoleone, ordinò al gen. Mitrowski di muovere all'alba coi suoi 14- bgl. e 2 sqdr. da Arcole su Ronco lungo la diga; lii gen . Provcra d i mar ciare con 6 bgl. e 2 sqdr. da Porcile per l3ionclc su Ronco ; iv i riunitesi, le <luc •colonne dovevano tentare d i ricacc iare i francesi a,I d i lit -dell' Adige ; lo stesso Alvinzy avrebbe allora passalo il fiume a. Zevio. All'alba. del 16 Augcreau e :tviassena ripassarono l'Adige e riava nzarono verso Ar• cole e Bionde; a circa metà strada incontrarono le a-

t :-,ornata del 15 -no-vembre. Gli austriaci erano <lis loc.tti ,::ol grosso davanti a Gambiane e s i disponevano a passare l':\digc ; un:1 colonn" ( gen. -:'l'iitrowsk i) doveva -portarsi <la l\fontebello a Cologn a per copr ire i l fianco dest ro mentre un altro distaccamento di .J bgl. e 2 sqdr. doveva occupare Arcole e S . Bonifacio in modo da sorvegliare il corso dcll'Alpone e le stra<lc d i accè!'SO '.l Ronco. Arco le e Porci-le. N ella notte su l IS Bonaparte, e1ssato con le d ivis. \f:Ìs~cena e Augcreau sulla destra cieli' Adige all' insaputa de1 nc111ico, mosse su }{onco ove i:1tanto un dist.aç,;a..n1cnto s lava gel~ f:m<1:, un :Jonte sull'Adige; al m,i ttino i Pn1nce~i si schierarcno davanti a R onco. fron t~ ad C. rnn la d iv. Massena. alla sinistra, b . ùivis. J\ug~reau alla destra e Ja d!vis. Ut~aurcvoir in risen ;a , U lt imato i' ponte, -\uge reau mosse s11 Arcole lasciando un di.staccamcnLo a guardia del ponte : ::\fassenrt su Porcile !as-ciando un regg in riser va. nel bosco alla con.fluenza ciel]' /\!pone ncll' Ad ige. Auge reau avanzò sulla , trada di Arcole cacciando gli avamposl: a;,is-triaci, d isturbaio sul fianco destro dalla brigata Brigida, sch ie_rata sull'altra i-iva ,!cli' .,.\]pone. Alvi,;zy, saputo del passaggic dei fr.rnccsi a Ronco, fece subito retrocedere il parco d i r iserva d i Villanova su l\fon tehello e diresse le br. Ga vassini e f 6r,g. Mti'rpwJhi} Dr:llY:Ck su Porcile ord inando al gen. 1v1i2 ,, /Jrabec"k ,3 " 6avassini Aoslr,aci trow~ki. çhr: era in 1narcia ve.rso S. Bon i4 ,, llrtjldtJ facio, di d irigersi su Arc<:>le. I ntanto l\fas:; /Jlvt,. Massena } G I/ Beavrepn/r c:::J sena, a r r i·,:t to :t Bionde, incontrò gli avam7 u .411gerau lrranc@Si 8 Col,.,- 6<ye1.1x · · posti della br, Ga vassini che respinse la sua ca.t~'..!r:: 1 ndogli 2 cannoni ; ma un hgl La. prima µ•iorn.ata cli Arcole (15 novembre). ridia br. J3rabr.k, ~h•~ s i era spinlo !unge vanguardic ne111iche; intanto J\I ilrowski aveva inv iato la d-iga fianchegg ianr.t l' Adig;c per disturbare la sinistra 2 bgl. presso Albaredo, alla confluenza del!' Alpone nelde i francesi, apr, un fuoco così v iva.ce sulle truppe che 1' Adige per sorvegliare il passa ggio . :Vfasscna, respinto combatteva.no nell'altra diga che la stessa avanguardia il bgl. d'avanguardia di Provera, incalzò l'in tera colon<li Gavas,ini ne fu colpita e ripiegò in fretta su P orna mettendola in rotta e la inseguì .fmo a Caldiero, c ile .tbbandonando 3 cannoni oltre i 2 catturati. "Men tre cat tura1foo alcune centinaia d i -prigion ieri e 5 cannoni. 1\uger eau ten tava invano d i forza.re il ponte sull' Alpone , v igorosan1entc dife.so dalla i.Jr. Brigido g iunse Contemporaneamente :Vlitrowski, avanzando !tingo l' Al-· llonapal"te il quale mandò subito il gcn. Guieux, con pone verso Ronco, incontrò Augereau con il quale in iun regg., a passare l'Adige ad Albaredo per appogziò un vivo combattimento respingendolo fino quasi ali' Adige; ma, accortisi i suoi delh, ritirata di P1:overa, g iare Augcrcau 1tttaccando la sin istr<!. degli austriaci; r ipiegarono su Arcole- a'bbandonanclo 2 cannoni; MiBonaparte ~te-sso tentò in persona un attacco attraverso trowski poté riordina1:li a l ponte schierandovisi con 4 i l pontc 1 m:i. ~t nza successo. Gu:eux, passato r Adige ad bgl. e 1 sqclr ; a Itri 4 bgl. è l / 2 sqdr. vennero schie.-\lbareclo a lle 16, a lle 19 attaccò Arcole ove soltanto a rati sulla r iva, sinistra clcll' Alponc verso Albaredo; 4 nolle fatta r'usci a penetrare. Solo allora la br. Rrigibgl. in r iserva. presso A reale, 1 bgl. a s. Bonifacio; 2 do ripiegò su S. Bonifacio. Verso mezz3no1tc Ronapanc, bgl. e l sqdr. alla foce delf Alpone; 2 cp. ad Albaredo. ritenendo pe,·icolo,;o rimanere con le forze d isseminate, La riv,1 sin istra del!' Al pone era. tutta guernita d i I idtirò nuovamen te la d ivis . Augereau dietr o l'Adige a Ronco lasciando sull'a-1,.ra. r iva soltanto i distaccament i ra tori. Dopo vari tentati vi cl i .forzare _il ponte d i Arcole, vers,; sera Bonaparte ordin ò di passare \' Alponc che già t rovava nsi a guardia del ponte. Durante la stes1

sa notte le ,br. a ustri::tc he M itrowski e Brigido si schierarono fra S Donifacio e S. Stefano. e k br. Brnbek e G :lX3SS;!1i rimasero in posiz io(le a, Po!"dle, la Bova e B iande; gli lv:unposti austriaci si spinsero ad Arcole

e Zerpa.

a.Ila foce, inviando conten1poranean1ente un regg. a ten-

tare <li ,p assare · .I' Adige a Sud d i Albaredo; J;Ja am bo i tentativi fallirono; dopo un u ltimo assalto contro il ponte di Arcole, Augereau venne r espinto perdendo 2 can"noni; Bonaparte, dopo avere arrestato l'avanzata au-


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striaea sbarrando la diga con 4 pezzi, al cadere della notte ritirò per la seconda volta dietro l'Adige le di vis. lvfa.ssena e Augereau, lasciando un solo regg. sulla riva destra per coprire i·l ponte. Gùmuaa del 17 novembre. Nella notte dal 16 al 17, Bonaparte fece gettare dei ponti sull' Alpone per fare passare sulla riva sinistra l'intera divis. Augereau ed a tta-ocare da tergo, col concorso della guarnigione di Legnago, l'ala sinistra austriaca presso Arcole. I l 17, prima dell'alba, i francesi ripassarono l'Adige a Ronco, - respingendo gli a_vamposti austriaci su Porcile ed Ar-

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sena che avanzava per -l a d iga d i destra, dopo· di avere nuovamente scacciato· dal villaggio di Porcile l'avanguardia d i Provera che stava col grosso a Cal<liero. Mentre la guarnigione di Legnago giungeva ad Albaredo, Provera r itiravasi su Villa11ova. Alle 8 della sera le due d ivis. Augereau e- Massena giunsero davanti ad Arcole, seguite ,dalla Cavalieria (Beaurevoir) passata anch'essa sulla riva sinistra, quando M itrowsk1 cominciava la r itirata su S. Bonifacio. I francesi si spinsero all' i.nscguimen lo e sarebbero riusciti a separare Provera da Alvinzy, se questi non li avesse arrestati con un contrattacco. Al cader delh1 notte g li austriaci era.no schierati fra S. Bonifacio e Cologna, donde il mattino successivo si rilirarono indisturbati su J\IIonteoello. I france6i (J\fasscna a sinistra e Augercau a desfra) passarnno la notte davanti ad Arcole e S. Gregorio. Gli austriaci p erdettero nelle tre giornate 76 ufficia li fra i quali due generali, e oltre 6000 uomini, oltre 11 pezzi e 10 cassoni. I francesi ebbero all'incirca 4500 uomini fuori combattimento.

Arcon (Gio-uann·i L e Michaud d'A). Generale francese, ingegnere e scrittore militare, n. a Pontarli~r nel 1732, m. nel 1800. Nel 17S4 entrò nel collegio militare di 1\!Iézières e ncJl'a1mo seguente .passò nel corpo <legl i ingegneri. Ncrla guerra dei Sette anni si segnalò part icolarmente alla. difesa di Casse! neì 1761. Nel 17i4, incaricato di rilevare la ,:arta del Giura e dei Vosgi, · inventò un nuovo metodo di omfi;Jos,r auJli-iaca breggiature, r iconosc iuto di molto supei ~lrowslr/ l!IIIIlilll!2-' ,, ,, riore a quello comunemente usato e che 2 4/assMa } CJ aveva il van taggio -d-i rendere il lavoro 3 IIMvreYoir francPsi più spedito. Nel 1780 inventò le batterie 4Auyereav galleggianli, insommergibili e incombustibili, per l'assalto di G ibilterra le qua li, La soconcta g-iorna1.a cli Arcole (16 novembre). per la gelosia e la disunione -dei generali cole. :Massena avanzò quindi fino alla Bova con un f-ra.ncesi e spagnuoli, non diedero i risultati che se ne a regg. men tre un a ltro regg. (Gen. Robert) avanzava su spettavano; però il generale Elliot, che dirigeva la ,!:Arcole; due rcgg. rimasero in riserva presso Ronco. La fesa di_ Gibilterra, rese piena giustizia all'inventore. Dudivis. Augereau s i ,portò presso i ponti $Ull' Alpone, rante !'-invasione d ell' Olanda, sotto Dumouriez. prese mentre la cavalleria, rimasta -a Ronco, s i tenne pronta varie piazze compresa Breda. Ritiratosi dal serviz_io, a seguirne il movin1ento. Superata la resistenza delle scrisse l'ul.tima e la migliore delle sue opere, intitodue cp. austria,che che erano ad Albaredo, la D iv. AuJa,ta << •Considerazioni militari e politiche sulle fortifigereau passò l'A.lpone con !'avanguardia; , intanto le cazion_i )), che s i -p uò dire un r iassunto delle sue opere tru•ppe d i Massena avan~vano sulle due d ighe. La coan tecedenti e delle sue opinioni. lo,ma Rober t avanzò sino a l ponte d i Arcole, ma venArconati (Marchese Gi«seppc A. Viscont·i) . P a ne respinta ed incalzat a fin quasi al!' Adige. G li autriota, n. e m. a 1-.'1ilano ( l797~ 1873). Partecipò alla striaei inseguitori vennero trattenuti dai due regg. ,ricospirazione del 1821 contro l'Austria, e riuscì a sfugmasti in riserva e <la Massena, accorso da Porc.ile, cbe li circondarono e cat!Ur3lrono in parte _ respingendo il gire all'arresto, r iparando nel Belgio, inseguito da conresto sul ponte d i Arwle; ivi però Mitrowski, riorga- -danna a morte e vedendosi confiscato il patrimonio. Nel 1838 si recò in Toscana , e a.ppena ebbe nuova della ,;izzata ,l a difesa con nuovi r inforzi, riuscì a mantcrivoluzione delle Cinque giornate ritornò a Milano, 11e,e il ponte contro gli attacchi del Gen. Gardanne. La -donde, dopo -l a sconfiNa, si ri.fugiò in P iemonte. Ft1 dcdivis. Augereau, ultimato il passaggio <lell'Alpone, incontrò forte resistenza da parte dei 4 Battaglioni ne- ,putato di Vigeva.iw e di ·Cuggiono (Legislature dalla IV alla VIII), e senatore nel 1865. n~ici i qua.li a lfine, aggirati da nn ardito reparto d i Cavalleria passato sulla sinistra dell'Adige, si r itirarono su Arcole, fasciando il ,passo libero ad Augereau, che potè in tal modo avanzare nel -p omeriggio su Arcole per la ,d iga di s inistra del!' Alpone, di conserva con Mas-

Arcos (don Rodrigo Ponce de Leon, d11,ca, d'A .). Vicerè spagnuolo d i Napoli dal/ 16 l 6, il quale per il mal, governo fu causa della insurrezione d i Jl.1asaniello. Nel 1647 fu costretto a trattare col popolo napofetanò,


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che · aveva chiamato da. Roma il D uca d i Guisa, e nel 1648, l)Cr consiglio di don Juan, figlio natur a le del re ·di Spagna, rinunciò alla ,-ua dignità.

Arcovito (barone L"ig,). ,Generale, · n. a Reggio Calabria, m . a Napoli ( 1766- 1834). Iniziò la sua carriera nella Marina e partecipò su navi svedesi alla guerra d i questa nazione contro la Russia, -r imanendovi una decina d 'anni ( 1788-1797) cd ottenendovi promozioni ed onori, per essersi distinto in varie occasioni, special-' mente a Revel e a Wiborg. Tornato in patria., ottenne il grado d i ten. <li vascello e fu a To.lone nel 1798. Passò nello stesso anno nell'esercito -col grado di tcn. colonnello e combattè contro .i Francesi rin1aneado ;ferito a Civita Castellana. Aderì ·poscia alla Repubblica. Partenopea, e caduta questa ,-;parò in Francia dove prese servizio nell'eserciio. Col grado d i colonnello francese torno nel ~a,polctano nel 1806; -partecipò alla spedizione delle Calabrie a-gli 01·dini del gen. :viathieu e fu ,11la presa di Scilla e di Reggio; partecipò alla spedizione di Capri contro gli inglesi ; ottenne il grado di generale nel 1811 e represse il brigantaggio in Cala<bria. ~el 1815 ebbe il comando dell'artiglieria nell'esercito di :MW'at, t:; fu travolte nella scoafitta; nel 1821 era gen. di <iivi3ione nell'esercito del Carascosa, e nello stesso anno venne arrestato come liberale insieme al gen. Colletta, ed esiliato in Boemia per due anni.

A rcq (Cavaliere d' A .). S torico francese del secolo XVIII. Di lui si hanno una « S toria generale delle guerre » (Parigi 1756) e « La nobiltà milita1·e, o il patriota fran ces~ » (Liegi 1756).

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N cl 425 Ar<laburio e suo figlio Aspar furono inviati da Teodosio in lt,t!ia per soccorrere Valentiniano III contro l'usurpatore Giovanni. Aspar si diresse con la -cavalleria ver.<,0 Aquileia. e Ardabur io s'imbarcò con la fanteria per an<la1·e ad assediare Ravenna. Gettato da una tempesta nel porto <li questa città, fu fatto pr igionicro <la -Giovann i, il quale lo trattò con ogni r iguardo, allo scopo d i indurre Teodosio a fare la pace ,per salvare il suo generale. Questi profittando della li.bertà ohe gli era accordata, allacciò relazioni nella piazza forte e guadagnati aìla sua causa i principali uffi-

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2 ?i-ol'era Avslriaci 3,_ Jfasse/7.J1 r ,;, . □I"-pasir. rrancese _ ':t ueavrenll 5 Auyereav l!llID2>9 11 11

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Arcuri Benedetto. Generale n. a Colo3imi ( Cosenza) nel 1853. SottotenenLa tel"Za giOl'nat.a cli Arcole ( 17 nov'Crnbre). te d' Ar t.iglicria nel 1878, raggiunse il gracia li dell'eserciti <li G iovanni, fe,;e avvertire segrc_tado di Colon nello nel 19.11 ~-cl ebbe il comando del 10' mente Aspar d1 avanza.re a marce forzate. All'arrivo Artiglieria da Campagna.. Collocato in posizione ausilia del fig.lio, Ardaburio s'imp~dronì <lei tiranno e lo fece ria 11el 1915 e ridiiamato in servizio durante ·la Gu erra. wndurre a<l Aquileia davanti a Valen tiniano. Qualche mondiale (1915-1~) con incarichi territorial i, fu promosso i\faggior Generale nel 1917 e raggiunse nel 1923 il grado tempo <lopo prese con sè un trace di nome :iYiarciano, di fresco arruola.tosi nella milizia, il quale in seguito didi Generale di Divisione nella riserva. venne imperatore d'oriente. Non si conosce l'anno delArcy (Patr-izio d'A .). 1\fatcmatico e scrittore n n- la mor te di Ar<la.burio, <la alcuni confuso con il figl io litare francese n. a Galloway in Irlanda nel 1725, m. di Aspar, dello stesso nome. a Parigi nel 1779. Abbracciata la caniera delle armi, s i d istinse in va rie ~ampagne, e col grado d i colom1ello Ardahan. Fortezza dell'Armenia, a nord di Ka rs. fece quella d el 1757. T erm inata la guerra s i d iede tutto Le sue difese nel 1854 erano state rafforzate da ufai suoi studi preferiti e pubblicò molte opere che si ficiali inglesi. Appena scoppiata ia guerra del 1877, ì ritrovano nelle l\.:i emorie <lell'Accadem.ia d elle Scienze Russi fecero muovere; il 24 Aprile, <la Akhaltzich una d i Parigi. Fra a ltro scrisse il cc Saggio d i una n uova colonna su Ardal1a11, agli ord in i del gen. Dewel. La coteoria d'artiglieria» . lonna dovette superare grand issime difficoltà per causa di abbondanti n~vicate, le quali avevan o ostrn ito I<: Ardaburio. Generale sotto il regno di Teodosio II, strade, e soltando i l 15 Maggio .poteva ayvicinarsi a lla di origine Alano. N el 421 ebbe il comando dell'esercito fortezza con le artiglierie pesant i. La guarnigione turche mar ciava con tro i Pers iani sulle rive <lei Tigri. ca, d i 10.000 u., comandati da H ussein pascià, respinBa.ttè Narsete e l'auediò in Nisi be, ma le sue truppe, se un assalto dato <lai R ussi, senza su fficiente preparaprese da panico alla notizia dell'arrivo del re d i Perzione, il 16 l\,faggio. Il gen. Dewel schierava. allòra 40 s.ia, si sbandarono e ripassarono in disordine le fron cannoni <li grosso calibro sulle alture di fronte at1· Artiere dell'impero, dopo d i aver ,da-to fuoco alle macchine <la . guerra costruite per ;,.l:rbattare le mura d i ?-I isibe. <lahan, e ne d istruggeva le fortificazion i avanzate: il


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17 i T urch i a bbandona\'~no la fortezza e si r itiravano a Kars, lasciando nelle mani dei vincitori 82 cannoni. l i gen. D cwcl potè così inuued ia tamente marciare su Kars, che il grn. Loris-~[cl-iko\' si preparava ad investire.

Ardalio. Corso d"acqua della );umidia, presso il quale nel 398 Gildone, r ibelle all'impera tore O norio, venne sconlìtto <lai proprio fratello Mascezelio, partigiano dell'imperatore. Arda nt ( Carlo A. D-u Pie). Colonnello, scrittore mii. francese, n . a Pirigucux, m. a )!et,; ( 1822-1870). Fece le campagne d i Crimea, e d' I ta lia, fu in Alger ia. Xcl 1870 comandava il IO" regg. fanl.; ,·enne ferito il 17 Agosto e morì il J 9. Come scrittore, ha lascia to gli << Stu<lì sul combattimento" pubblicati in volume nel 1880; in essi dà grande peso ai fattori morali. Ardara. Ror go della Sardegna, nel circ. di O.1ieri, già importantissimo e fortificato fin dal scc. XT. Nel 1326 A. fu assed ia la <lagli Aragonesi comandati da Raimondo di Cardona. li castello ,·ennt> prCl,O poi dai Dar ia, ma ricadde in potere degli Aragonesi nel 1335. essendo da questi i Dcria stati sconfitti presso la città. :'(e) l.\i8- invano Artaldo Alagon tentò d i prendere A.; venne sanguinosamente respinto. I n segu ito A. decadde. Ardarico. Re dei Gepidi, ,,cl sec. V. Sconfisse nella. ball. <li Netad il figlio di Attila, Ellac, il quale vi perdette il trono e la vita. Quindi ampliò gli Stati già d i Attila, frn i Ca r pazi e il lVfo r Xero. Ardea. Ant. città del Lazio, capo!. dei Rmuli, assediata <la Tarquinio il Super bo. Nel 441 a . C. era già colonia romana. Andò d istrutta nel 31 l a. C., durante la guerra Sannitica. Su lla spiaggia ciel mare nel terr itorio d i A. venne nell'Evo 111odcrno eretta una torre che fu detta torre di A. o bastione ardeatino. Era d i forma pentagona le e servì .per difesa cont ro . le in cursioni dei corsari nel secolo XVI. Ardra. T orped iniera ,d'alto· mare, in accia io, varata

nel 1907: lunghezza m. S0,06; larghezza m. 5,30; dislo,·amento T . 21 7 ; macchina 2900 HP velocit,\ n . 27 ; ar maJ1•cnto guerresco cannoni Tll 47; stato maggiore 3, equipaggio 35. Durante la guerra mondiale venne ad ibita a serv-iz? di crociera nel Basso Ad riatico; a ffondò un sommergibile nemico il 26 Aprile 1918.

Ardeatina ( via). U na d el.le vie secondarie che partivano da Roma. Congiungeva la metropoli con Ardea, au tica sede elci .Rutuli e poscia colon ia rom:tna, situa ta a poco più d i 30 km. a sud cli Roma. L:i. V. A., se ebbe dapprima qualche importanza, fu1i coll'essere traSCl\rata, sia 1)er lo scarso interesse che presentava il piccolo centro ardeatino, sia per la malaria che, anche a.ll'epoca rom,rna, doveva regnare in estate in quel tratto p rossimo al mare, come ci fa testimonianza ~farziale (Epigr. IV, 60). L'odierna via Ardeatina llOll coi1Jcide coll'an tica, poid 1è non conduce ad Ardea. La via che auualmente conduce ad Ardea, oggi piccolissimo cent ro abita to dc li' Agro R om,1no, è la L rn1ren tin a, men tre l'Ardeatina, che si stacca dall'Appia alla località « Domine quo vadis », ccmduce a l noto santuario del D ivin o Amore e poscia ad Albano. E ' da r ilevare perciò la confusione fatta dal Comu11e di R oma nella revis ione, avvenuta mo l1i ann i or sono, della toponomastica s u-

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buri:>an~. L 'antica via A. partiva dalla Porta :'-{aevi:i della cinta sCr\'iana, corrispondende oggi ad \ 111 punto cqu idishrn te da lle chiese di S. Saba e Santa Balbina. ed usciva poi dalla cinta aureliana per la Porta Ardeatina, porta che fu d is trntta dal San gallo nella s ua opera di •hastionamento e che do,•eva trovarsi immediatamente appresso alla nona torre, dalla attuale Po rta S. Sebastiano verso ovest. D is1:eso il clh·o e traversata la sottostante valle dcU' Aimone, la V. A. si dirigeva parnllclamcn te alla Via Apvia ( colla qua le uon aveva quindi comune, come oggi, il primo tratto: e<l i· da questa supposta comunanza di or igine che de riva l'aocenna ta con fusione del nome) e giungeva all'attuai,· fondo di Cecchignola. dove nel 1828 furono rinvenute alcune tra cce dell'an tica v ia. Cont inuava poi quas i in linea retta fino alla odierna località <li Casa! Giudeo, coincidendo, dopo la Solforata, o poco prima, colla seconda metà del p~rcor~o della odierna via L aurentina fino ad Ardea. Dopo raggiunta questa meta, la \". /\. con tiJrnava ancora per un tra tto d i circa 5 km., lino a sboccare perpendicolarmente nella via Se,·eriana d1<· correva. lungo la linea del mare.

Ardeby I. Città del!' ,\zerbcigian sulla sinistra del K ara. Vi fu combattu ta nel 1468 una battaglia fra il turcomanno Ussun Cassan e il tartaro i\hu Said. Questi a\'Cva invaso l'A.1erbcigia11, e Ussun, inferiore di forze, lo a veva lasciato a,•anza re, tenendolo impegnato con una guerriglia mole~ta ternporeggiatrice e impedendogli di ~pprovvigionarsi. Le t rnppc d i Abu, stanche e demoralizzate, subendo grandi perdite, dovettero alfine battere in r itirata. Colto allora il momento opportuno, Ussun assaltò le st rema te schiere di Abu presso Ardehyl e le sbaragliò e distrusse completa.mente: il loro

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fa.tto prigioniero, venne ucciso. -

A . fu

presa d~i Turchi nel 182i.

Arde nne. La regione dell'an t. selva A rdu.emia , larga circa 28 e lunga quasi 100 km. Esercito delle A rdennc. ,\'omc d ato a uno degli eserciti della R ivoluzion~ francese, che, unito nel 1795 a quello detto della M osella, prese il nome di Esercito di S<imbm e Alfosa, sotto il comando di J ourdan.

Battaglia delle Ardem,r (22-25 agosto 1914). Quella che fu denominata •ba ttaglia de lle Ardenne fa s istema con le battaglie, combattute ali'incirca contemporaneamente, a Saaibu rg, a l\forhange, a Charlcroi e a 1\ions, le quali tutte furono anche comprese sotto il nome <li battaglia dei co11fi 11i o deUe fro11tiac. Q uella delle Ardenne f u una battaglia d' incontro fra le arma te 4" e 5° tcje.,;ca, che, perno a T h ionvillc, convergevano a s1111st ra, (mantenendos i collega te alle armate 1•, 2• e 3• in marcia attraverso al Belgio) e le armate 4• e 3• francesi, che avevano ordine d i puntare rispcttivamc me verso N eufchateau e Arlon. Alla sera d el 20 agosto i Francesi erano così schierati, da sinist ra a dest ra: 4" a m1ata ( gcn. dc L a ngle) tra M éziércs e Mon tmédy ( 17" div. del IX corpo, XI, XXII, XII, corpo coloniale, II corpo); 3' a r mata (gcn. Ru ffley) fra .H ontmédy e il bosco a Nor<l d i Eta i11 ( I V, V e VI corpo). Tn tutto 376 bgl. con 1540 cannon i. A protezione di questa d a lle •p r obabili offese proven ienti d al la l\foselstellung l'ar mata d i L orena (~1aunoury) prolw1ga,·a il fron te della 3• armata verso Pont-à -i\fousson; s ul .fianco si1~i~tro della 4' a rm:it:i. stava la S2' d i\' i-


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Agosto 1914.

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sione- <li riserva . Le d ivision i di cavalleria 9• e 4" erano in esplo ra-,ione tra. Paliseul e -:\" cufd1iteau dinanz i alla 4" arma ta e la 7• d ivisione verso Lòi1gwy sul fronte della 3 Non vi t!rano riserve cfarmata. j\if cntre i Francesi avevano sul nem ico scarse ed incerte infornùzioni, i Téd~,d1i avevano notizie abba~tanz.1. .. e.;;atte circa l'avanza.la francese ve rso nord fra Stc:1ay ed Etain e la k,ro cavalleria.. aveva gfa costretto quella avversaria a r ipiegare da Neufchiteau. Il 2 l ag'o sto il loro schieramento, ~la destr a a sinist ra, era il seguente: 4" a rmali, ( duca ciel Wiirtembcrg), composta dei corp i VIII, VIIl R, XVIII, XVIII R e VI, su l fronte Sain t Hubcrt l'Eglise; S' armata (Kronprinz imper iale), compost:, dei cor,pi V · R, XTI I, Vl R ,. XVI, sul fronte l'Eg lisc - Thionvillc. più i l \' corpo in seconda linea. Una brigata mista del XIII corpo· investiv,•. la. p·iccola fortezza di -Lcngwy. In tutto, 2.16 bgl. con !320 canonni. l i Kronprinz, avendo sollecitato cd otte nuto da l generale ),Ioltke che anche la 5' , u·mata, che per essere prossima a l pe;.no della convers ione aveva istruzione di temporeggiare, assumesse attitudine spiccata.mente offensiva, il 21 or d inò per l'indomani l':tttac:cc in rlirezione di Virton- Longuyon-Spincourt, inter rnlando in p rim(ì linea, tra il VI R e il XVL anche i l V corpo. La battaglia, che ne derivò necessaTiamente il 22 agosto, riuscì una sorpresa per i Francesi e, sia per la loro disposizione a scaglioni, s ia per il terreno boscoso, im pervio ed intricato, specialmente re~ione .percorsa <lal rio Sen1oy, si suddivise in 11

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n10lti combattimenti separati e slegati, che p rocedendo da. ovest ad est s i pos,ono riassume re nel modo seguente. Sul fronte della 4" arf>,al"a f1<1'ncesc . I l corpo Xl, varcato il rio 3emoy, trovò Maissin occupata dall'VlII R tedesco e con bello slancio se ne impadronì. Jl XVIT cor po france.se i1wece, varcato il l'io, fu a.ttacca.to cli fronte e su l fianco destro da repart i dell'VIIT R e dal XVIII avversa.rio e costretto a retrocedere sollccitat11en te. L'Xl cor,po, r irnast_o isolato, a sua volta dovette esso pure ba.ttere in ritirata nella regione d i Charleville. li XII corpo francese, in marcia su t re colonne da Florenville verso 1ler trise, ove prendeva contatto col XV1II R. tede,;co, mandava -la colom1a di destra in _soccorso ,del corpo d'armata colon iale, fortemente iinpegnato. Questo corpo, di cui ,Ja 1::1 divisio11e era r imasta in riserv:,. generale, subiva u11 doppio scacco: pre.s~o N eufchateau, dové la colonna. d i sinistra, sopraffotta da. forze superiori del XVIII R, era ributtata su J amoignc, e pre3s0 Rossigno!, dove i l VI cor po tedesco a vcva sorpreso la colonna di destra, r icacciandola in d-i sordine su Géronville La. s inistra del II c0rpo francese, giun,a a Tintigny, fu colta da iinprovviso fuoco d i artiglieri?. <li medio calibro e, lanciatasi all'assalto, urtò con tro la sinistra del VI cor po tedesco, schierato su solide posizion i, sicchè dovette arresta rsi dopo aver subito gravi p erdite. La destra invece s' impegnò in combattimento presso Virton · a so-


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stegno del IV corpo colà fortemente impegnato. Le divisioni di cavalleria 4• e 9• aveyano nel frat tempo sgombrato il fronte, raccogliendosi attorno a Houdrcmont e Bièvre. A sera, la maggior parte dei reparti della 4• armata francesi erano ripassati sulla s inistra del r io Semoy. S11l fr.tmte della 3 armata francese. Il V R tedesco, procedendo in due colonne su Virton ed Ethc, sorprese alle 6 il IV corpo francese ancora fermo e lo ricacciò su Virton nella p iù grnndc confusione, per modo che -dopo vani tentativi <li ri:,igliare il terreno perduto, 1 Francesi ripiegarono a sera verso Allon<lrelles. Il Vl R corpo tedesco, diretto in due colonne su T ellancoun, urtò a sua volta, sulla destra del rio Vise, contro il V francese, il quale, nan sostenuto dalla propria artiglieria, ripiegò dopo ,breve combattiinento su Longuyon. 1 T edeschi, dopo breve sosta sul rio \'ise, proseguirono su Tclla.ncourt. A sud di Longwy tre corpi d'armata tedeschi VI R, V e XVI, marciando da est verso ovest, vennero a cozzare con tro · il solo VI corpo francese, che forte di tre d ivisioni procedeva verso nord, a ttaccan dolo in testa, di fianco cd a nche a tergo con la 6• d iYisione <li cavalleria. Soltanto la strenua r esistenza d ella 40" divisione salvò da un disastro il corpo francese, che non inseguito potè a sera ripiegare sulla sinistra dcll'Othain. A sera le armate tedesche 4" e s• sostavano sul fronte Cons la Grandville - J oppccourt - Xivoy, con la 6' divisione di cavalleria all'ala sinistra ad pvest di Au<lun le Roman . :--on ostante la catti,·a piega presa dalla battaglia il 22 agosto, il generale de Langle ,dava ordin:i µcr ripigliare l'offensiva all'indomani e il generale Ruffey faceva analoghe proposte a l comando supremo, chiedendo il eone.orso dell'armata di Lorena. G li ordini -del generale dc Langle ebbero un principio di esecuzione so ltanto all'ala sinistra della 4• armata da parte del ]X corpo, il quale nel pomeriggio, sopraffatto dai corpi tedeschi, ripiegava a sud del rio Semoy, tranne un; divisione d1e fece fronte a nuovi vivac i· attacchi. Poco dopo la mezzanotte dal 23 al 24 agosto il _comando d ella 4• annata francese d ava l'ordine generale di ritirata alla Mosa, che il comando supremo aveva approvato estendendolo alla 3" armata ed :n~aricando l'armata di L orena di difondcre gli Hauts-dc-2\feuse . Anche il generale Ruffey, non ostante il mancato assentimento del _comando supremo, aveva dato ordini per ripiglia.re la offensiva; ma, avuto notizia della ritirata, iniziata dalla 4• am1ata nella notte sul 24 agosto, r inunciava all'attacco divisato e ripiegava dietro J'Othain. Il Kronprinz, in formato di ciò, a vendo il mandato d i inseguire l'avversario e possibilmente tagliarlo fuori da Verdun, il 24 rimisè in marcia la 5• armata e ordinò al XVI corpo, opportunamente rinforzato, di aggirare la destra della 3• annata. Il tentat ivo fallì per la resistenza del \"I corpo francese, sostenuto da reparti dell'armata di Lorena. II 25 la s• armata tedesca insistè nella mano,,.,.a già tenhta il 24: ma il ge;erale Maunoury, nelle cui mani era. caduto l'ordine d i operazioni completo dell'avvers.uio, ebbe agio di contromanovra.re, gettando sul fianco e sul tergo del nemico una parte delle proprie divisioni. Ne venne il combattimento di Etain, nel quale l'a la sinistra. dell'armata tedesca subì tale sbaraglio, da determinare l'arresto <li tutta l'annata; ma i Francesi, in vista della situazione generale, non con-

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trattaccarono, prosegu~ndo invece la ritirata oltre la. )fosa. Spiccarono nella battaglia delle Ardenne: la difettosa tattica francese, per cui furono sferrati attacch i temerari senza preparazione d i artiglieria e furono trascurate le misure di_ s icurezza; la superiorità dell'armamento tedesco dovuto all'abbondanza di mitragliatrici cd artiglieria pesante; l'insufficienza delle informazioni nel campo fra ncese ; il la1·go uso da parte tedesca <lc;la fortificazione campale, sicchè gli attacchi francesi cozzarono contro ben munite trincee, protette da reticolati di filo di ferro.

Ardennes (JJ01, Giuseppe d'A., co11Je d'lllcsJ Luogotenente generale spagnuolo al servizio della Fr~ncia. ::sJ'e! 1641, durante la rivoluzione di Catalogna, entrò nell'esercito francese ; !'::inno seguente comandava la cavalleria catalana, e prese parie alla lotta di quell'anno e dei successivi contro gli spaf,'l1t:oli. N cl 1651, creato luogotenente generale del re, difese Barcellona costringendo il ma rchese d i Mortara a levare l'assedio e l':umo dopo si distinse ancora nella difesa della città assediata per terra e per mare ; continuò a comba ttere e a distinguersi negli anni successivi, .tinchè il re, nel 1668, lo mandò a d u11 com1mlo nelle Fiaud1·c, dove ri1.nasc alcuni mesi fino a.Ila conclusicne della pace, avvenuta il 2 maggio dello ste.sso anno. Ardent (Pnolo). Generale francese ( 1800-1858). :Xel 1822 era tenente del Genio; nel 1849, col grado di colonnello, partecipò all'assedio d i Roma. R a~iunse il grado di gen. di brigata nel 1855 e fu direttore delle fort.ificazioni d i Parigi. Rimase ucciso da una scheggia di granata durante esercitazioni di tiro a Vinccnnes. Lasciò u n « Corso di costruzioni militari n ( P arigi ISSI ) e .iltri scritti s•Jlle fortificazioni. Ardente (Colle). Colle deile Alpi )Iarittime, dominante i passi della Triora e d ella Madonna della Fontana, presso Saorgio. Il gel1. piemontese Colli in 1>rin cipio del I 794 lo avcv;i fatto fortificare, e nell'à prik 1794 occupare dal colonnello 1'1ussana con due bgl. di Gua1'<iìe e gli avanz i de i difensori di piccole ridotte già prese dai Francesi, i quali, guidati dal gen. Ilamcl (a;gli ordi.11i di Massc1n) avanzarono infine verso la ridotta del Colle Ardente. Il )Iussone aveva in tutto 500 u. e respinse due .furiosi attacéhi francesi, con h moscheueria e col rotolare 111acigni per la china: quind i. essendo siate occupate dai Francesi altre posizioni che mellevano in pericolo la. difesa <lei Colle, il Mu ssone, per ordine d el gcn. Colli, abbandonò la posizione ritirandosi in buon o rd ine. Ardente. Cacciatorpediniere, in acciaio, varato il 15 dicembre 1912: lunghezza 111. 73 ; larghezza m. i,32 ; dislocamento T. 695; macchina 14000 HP; Yelocità 11 . 30; armamento guerresco cannoni V 102, n 40 antiaerei, lanciasiluri IV 450; stato maggiore 5, equipaggio 34. Durante la guerra mondiale firio a l 1° trimi!.,trè 1917 fu dislocato nel B asso Adriatico (crociera d.i v.igilanza, scorta aerei, etc.), concorrendo a bombardamenti di località nemiche ed a lla occupazione di l'elagosa, po5cia nel!' Alto Adriatico ove prese parte allo scontro navale dell'll-5-1917 ed a quello della notte sul 30 Settembre 1917, ed a, ,·ari bombardamenti <lelle posizioni nemiche del fronte terrestre (Grisolem).

Ardenza. Rimorchiatore, già d i ba ndiera ola ndese

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col nome di «G iuseppina», en trato in servizio nel 1916: dislocamento Tonn. 285, equ ipaggio 17.

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ragioni che indussero i vari eserciti a creare tali specia li reparti - co,tituiti esclusiva.mente d i volontari cd a i quali veniva usato u n tratta.mento p articolare Ardimentoso. Cacciatorpcxliniere, in acciaio. va vanno ricercate nel fatto che la guerra assai lunga ~ rato nel 1915: lunghezza m. 78,50; larghezza m. 8,SO; sanguinosa, con la necessità d i a umentare sempre le dislocamen to T. 898; macchina 25.000 HP; velocità unità di fanteria e di integrare le n umerose perdite che N . 30,5; armamento guerresco cannoni III 100, II 40 tale arma subiva, a veva abbassato d i molto il valore medio dell'arma stes.;a e creato una livellazione fra le varie specialità. Di qu i la necessità d i a vere speciali reparti agili e pronti, costi tuiti di personale volonta6o sceltissimo, che, sottoposto ad un particola re allen amento e ad una sistematica preparazione, fosse a tto a compiere in modo {:clere e deciso azioni rischiose, cui non avrebbero potuto logicamente essere destina ti · con uguale spera1iza. d i successo i n ormali repar ti di fanteria formati ton la ma.ssa degli uomini atti alle armi e che non sarebbe stato neppure possibile sottoporre per ovvie · ragioni ad un allcmi mento par ticolarmente intenso. antiaerei, lanciasiluri v r 530; stato maggiore S; equiTali l'e part i presero j[ nome d i ard iti, o « Repart i paggio 106. Ceduto all'Ita lia dalla Germania per efcl'A ssa./to » (V.). Gli ard iti eFano reclu tati da tutte le fetto del trattato di Versailles. Portava la denominaarm i e specialità. I repar ti d i assalto ricevevano Ull tratzione « S 63 ll e prese parte a numerosi fatti d'armc tamento particolare e - Bovenclo essi agi.re come tru•p pa di manovra - non prestavano durante i periodi d i n el mare del Nord. sosta. il normale ser vizio d i trincea, ma erano tenuti Ardita. Cannoniera, in legno, varata nel L859, p roriuniti 11elle retrovie pronti ad essere impiegati al primo veniente· <!alla marina toscana, radiata nel l880: dislocen no. camento T. 274, macchina 40 HP ; armamento guerGli A. portava.no la giubba aperta col col!ctto riresco cannoni IV; equipaggio 67. Prese parte all'assev oltato. Quelli dei plotoni reggimentali applicavano sul d io <li Gaeta, a l comando d i A>llonio Ansaldo; nel colletto le mostrine della r ispettiva brigata se d i fan1863 fu inviata. di stazione ·a Valona; nel 1865 nel teria, o -le fianunc dei bersaglieri e degli alpini se apPara.nà, al comando del Racchia, e vi rimase ,per circa\ partenenti a queste specia lità. Quelli dei repar t i d'asdicci anni, compien dovi segnalati servigi in difesa dei rnlto portavano le fiamme nere. T utti sul berretto avenostri connazionali, specialmente durante l'c guerre e i vano un particolare fregio costituito d a una daga rotor bidi interni d i quel tempo. mana, circondata d a due fronde di alloro unite fra loArditi. R epar t i d i uomini scelti, risoluti, tali da ro <lai nodo d i Savoia, sormontata da una fiamma .· Nel servire <l'esempio e di _sprone agli altri. Negli eserciti nodo <li Savoia v'era il motto Fer t. Il medesimo fregio antichi, non sono rnanc-1ti esempi d i singoli o d i gruppi portavano sul braccio. L'ar masenza fiamma. i quali si sono occamento degli arditi era quello della fanteria, con in più sionalmente 'jlrcstati per il p11gnale. imprese r ischiose. ForArdito. Cacciatorpediniere, in acciaio, varato il 20 se potrebbesi consideOttobre 1912: lun ghezza m . 73; larg'bezza m. 7,32; dirare come progenitore slocamento T . 695; macchina 14.500 H P; velocità d egli A . qualcuno d ei n . 30.S ; a.rmament.o guerre;co cannoni V 102, II 40 anreparti p iè, solidi <li tiaerei, lanciasiluri IV 450; stato maggiore 5, equipagantich i monarchi, ad gio 94. Durante il conflitto mondiale partecipò nel Bases. gli a rgiraspidi di so Adriatico a bombarda.ment i d i località costiere ed Alessandro il Grande. alla occupazione di P elagosa, passato ncll' Alto Adr ia},,fa nel signifiçato ohe tico nel 2° trimestre 1917 fu in squadriglia con l'« Ard ente ll e par tecipò alle stesse azion i. di quest'ultimo. si dà oggi alla p arola, gli A. hanno i loro anEttrico Ard_ito . Generale n . a. Caserta nel 1845. Partenati soltanto nella setecipò <la Sottotenente d i Fanteria a.Ila campagna del 1866 meritandosi la mcdaglÌa di bronzo alla battaglia conda metà <lei secolo d i Custoza e prese parte col grado di Ca.pita.no alla XVII, quando nelle .micampc.gna cl' Africa del 1887 e 1888 quale Ufficia le adlizie svizzere di Lu igi detto al Comando Superiore. Ebbe da Colom,cllo il XIV vennero -costitui ti, comando del 3" Rcgg. Fanteria e collocato in posizione in ciascun reggimento, a usiliaria (]903), raggiunse nel 1912 il grado di Magg. p iccoli reparti di uoGen. nella riserva. mini <.l etti « enfans pcrNicola Ardito. Generale n. a Mola (-Caser ta) nel 1839. d us », i quali .possono essere considerati come i preVolontario nel 1° Regg. Ussari al servizio delle Due Sicursori d egli A. creati durante -la. guerra mondiale in cilie ( 1859) entrò n el 1861 a far •p arte del Regio Eser-tutti gli esercit i in lotta. Furono allora costituite specito col grado d i Sottotenente di cavalleria e s i meritò c iali tru:ppe scelte per qualità fisiche e morali, cui vela. medaglia d'argento nella rep ressione del Brigantagnivano aftida te operazioni particolarmente r ischiose. Le


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gio in Capitanata ( 1864). Resse da Colonnello il Comando del Rcgg. Vicenza Cavalleria e, collocato in po:!izionc ausiliaria a sua domanda, raggiunse nel 1911 il grado <li Tcn. Generale della r iserva.

Ardoino (Nicola, baronr). Generale n. e m. a Diano )larina ( 180-1- 1895). Cadetto nella .13rigata Savona nd 1822, abbandonò il servizio in segu ito agli avve11imcnti poli1ici <lei IS3J ,. riparò nclh Sviucra insegu ito da conclnnna a lllortc. Xel t8J-l ebbe il comando <li una b:Ln<la cii 150 u. che si formò in Francia presso (; rcnol,!,· e penetrò contemporanc:imcnte .L quella dd gcn. Ran1ofln o in Savoia, dalh pane di Lcs l•:chellc~ ma ,·erme affrom,110 <lalk truppe sarde e costrrllo a rientrare

in Franria . S i

recò allon nella Spa!(11a. entrò ne i « Cacciatori d i Oporto » dove raggiunse il graùo di m:•si?:iorc. combat1endo nelle file costituzionali tino al 1343. R ien trato in lt2!ia nel 1848, ebbe i! grado cli ten. co l. da l Governo prowisorio di }Jilano e il comando di un regg. della divi,. Lombarda: fece le campagne del 1848-49; poi quella ckl 1859 come ten. col. comandan te d el J0 regg. dei « Cacciator i dcli~ Arpi " · Raggiunse nel 1861 il grado di ).!agg. Generale, comandando fino al IS65 la ~ot todivisionc militare territoriale di Siracusa. Pietro Ardoi110. Generale n. a )[arbclla (Spagna) nel 1846. Prese parte da Sotto,enente <li Fanteria alle campagne de l 1866 e del 18i0 meritandosi la medaglia di bronzo per il fatto d'armi d i Custoza ( 1866). :-.fcl 18i7 passò col grado di T enente nel1' a r ma dei Carabinieri Reali e dal 1900 al 1904 resse nel grado di Col(lllnello il Comando della Legione I'alermo e della Leg ione Firenze. Collocato in pos1Z1one ausiliaria (1904), _raggiunse nel 1912 il grado di )[aggior Generale nella riserva.

Ardoui n ( Vittorio A. Dumazet). Scri1tore e giornali~ta fraHcesc 11. a Vitille nel 1852. Collaborò a l Tcmps su questioni specialmente mi litari. Scrisse molte opere fra k: qua li : « l .e rrontiere del ::-Sorci e l~ tlilcse belghe della )!os.'I »; 1< Un esercito nelle nevi »; 11 L'Esercito e la Flot ta,,. Ardre (Battaglia de//'Ardrr). \'. Rlig11y. Ardres. Città della Francia, nel dip. <lei Pas-dcCalais. Fortificata frn dal ) 'lcd io Evo, ebbe fino a l 1850 il r ango cli fort rzza d i II classe; nel eletto anno \"enne smantellata. I. ;\el 1352 il re d'Ingh iltcrr-a Edoardo IlI l'assediò

ARD

invano; riuscì ad ottenerla qua lche tempo dopo. - ;( l'I 13ii il duca ili Rorgogna per ordine d i Carlo \'. re -·li Francia, t'assediò mentre era in po,;se~so degli ing!e.,i comand ati d a Comegine3. I Francesi aèlopcrarono macchine da ~ucrra. la:1cianti grosse pietre, cd anche a--ti•:lieri<'. Gli assediati. dopo bre,·c resistenza. ottennero ~li onori clcllè armi rc,Jendc; la piaZl.l e si ritirarono :r C1.la is. TI. -" cl 1520 prcs•o A. :n venne il convegno del « G\111po del drapr,o d"orc », tra France,co I di Franci;:i cd Enrico \ ' llI d"Tn,:(lt i!terra . Francc~ro 11011 otten ne da 1·,nrico altro che un:, va)ia ·promessa di soccorso, i,i caso di nr•cessità, ,;ontro C:Lrlo \".

III. );rl 1596 il re d i Fr:incia vi avc,·a. posto un pres id io di 2000 fanti e ISO cavalli, ai:;li ordini de l Cont.: <!i llelin, luogo!en. generale in Picrardia. Gli spagnuo!i com:rndati dal Rosme, ,·i posero l'assedio nell'aprile ùi (]Uell'an no. G li asscd ia'. i s i difesero col cannone e cmi ~ortite per imi:,edirc la formazioi;e delle batterie <l'a,s•·<.tio. }fa queste co,ti~ui!c, i dircnsori resero la piazza a onore..-oli condizioni (?.3 ;\!aggio) e si r it irarono. IV . .\"cl 1657 <lo,i Giovanni d'Austria, con Llll esercito ,pagnuolo, pose num·amente l'assedio ad .-\rdrcs. la qua '.: ;n·eva sohanto 300 fr.lncesi ùi guarnigione, com.tndal! c•~I 111a1·cl1cse d i Ron·,ille. ;Ifa il v isconte di ·Turen na. mentre i d ifensori re,istcvnno energicamente agli S;,agmwli, mandò. in linc <i" .\!\O•to, \'Crso ,1. un cor;;o di 1000 u. di ca,·allt:ria ·comandati d:t C';istclnau-::-.rau\"Ìs,ière. Don Giov.inni teme tte c he ques to corpo rapprcscmas,;e l',w~nguar<lia -li tutto l"etercito francese. ,, ,i affret!ò a togl:crc l':tssedio ritiranùo,i a Dunkcrque.

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APduini (.111dro11 fr<>). ,\rchitet Lo m ilitare de! ~~­ cole X\"1, 11. a Rodi da famiglia mes,mcsc; ru bombardiere apprezzatis;imo ncll"assedio <li Rodi; falto~i perito r.cllc 111:•.cchme eia gur.rr«, .'!elle fortificazion i, nelle aJ·(iµlier iP., pa0 ,ò al .;oldo del viccrè Ji Sicilia e si fece chi1 mare capitano Sp11zosa dagli Spagnuoli. i quali "'111 ) questo nome lo conoscono, Si ,listi ns~ nell'assedio di A fr~d isio. Arduino. )larchcsc d'Ivrea, incoronato a Pa,·ia t\ d'Jmlia nel 1002, 111. nel 1015. Arrii;o TT poco dopo, gli mcind<i contro un cor po d1 t~desch i per riprcnd~rgli il rc~no. ni~ Ard11ino riusci facilmente " vincerli al!a Chius.'\ d'Adda e si pr, parò a muovere n.n ìmosa ...

mente cont ro lo s tesso inL peratorc. che nella prima \'Cra del 1004 er:, J isceso in I ta lia alla testa di un esercito poderoso Scontratosi prcsrn Verona

con

r esercito

impcria lr--

Arduino venne abbandonato e tradito da quasi tutti i suoi principali vassalli e fu costretto a. 1·itira1·si sui monti del suo Stato, mentre Arrigo ent rava t rionfalmen te in P :,\'ia e vi s i - fateva incoronare r e d'l tali.i.. T orna to Arrig,:, in Germania, .4. ripre!'.! il suo òominio su tulio il Piell!ontc e sul ?\lonfcrrato sino a Pavia. Nel l 0 I ,;, a l!,,. l lLJ0\'3 disrcsn d i Arrigo, A , a,scclio e prc~e Ver-

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cdli, Ì'iov:ira, Com0 e i,,olti altri luoghi a lui contrari, sui quali tutt i fece pesare gravemen te i l ferro elci vincitore . Di lì a poco, essendo caduto infermo, i nernici r ipresero animo ed egli , affra nto dalle fatiche e d a l male, Jbbandon ato da tu~ti, vesti l'abito monacale e si ri llrò in u i{ inona.st(; ro ,del Canavese dove n~orì.

Areizaga (Gim,anni) . Generale spagnuolo del sec. XIX. Partecipò 11la guerra d' ind ipendenza contro i Francesi. Verso la. fine d i ottobre del 1809 fu incaricato del coma ncfo ddl' 1\rmata {\ella :i.\1 ancia. Radunò 60.000 nomini e 6C cannoni, e marciò verso Aranjnez, tontro i Francesi, m,, presso Ocai,a ne fu sconfitto, dopo <ii che dovet t..: r itirani i n Andalusia; pochi mesi dopo gli veniva to lto il comando.

Aremberg. i\nt. famiglia tedesca cli cui gi degni <li nota sono:

personag-

Leopoldo Filippo di Ligne, duca d'A ·m nbl7g. Generale al servizio dell'Austria, n. nel 1690 m. 11el 1754. Fece le campagne d'Ungheria contro i T ur chi e <li I' iandra; i11 ultimo fu governatore dcll'Hainau l. Carlo LeoJ,oido, duca rl'Are111berg. Figl io <lei precedente. Fckl maresciallo austriaco, si porrò molto bri llantemente durante la guerra dei Sette Anni.

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l\laggior Generale ( 19 15), ebbe il Comando della Brigata Pavia e partecipò alla can1pagna di guerra del IQJS. Collocato a r ipo~o per anz ianità di serviz:o ( 1916) raggiunse 11cl 1923 il grado d i Generale di Divisione nella riserva.

Arenales (Ciusej,pt'). Ingegnere militare d elìa Bolivia ( 1793-1862). Partecipò alla guerra dell'indipen denza nell'esercito dei gen. San ;\Iartin. Avuto il comando mi lit;,.rc <1"1l'En,ena<b, respinse pe r due volte gli attacch i <lei brasiliani·. D isegnò una carta della Bolivia e lasciò vari lavori d'indole: geografico-storica.

Gioi·a,mi .4 rena/es. Uno degli eroi dcli' indipendenza americana ( lii0-183 l ) . X e! 1809 era colonnello delle truppe spagnuole, che a,bbandonò per passare gli in,:orti, combattendo fino a lla liberru:io11e delle coloni ! appaTtenenti alla Spagna.

Arenstorff (Carlo di A.). Generale danese, n. a ;\[ekeemburg:,, m . . a Copenaghen ( 1625- 1676). Prese parte alla guerra ,d ei t rent' anni, e ragRiunse il grado (l, nmggior gcn-~ralc neHa guerra fra ht SYC7.ia e la Polonia. Ebbe poi incarichi diplomatici fino al 1675. Scoppiata h guerra con gli svcriesi, Arenstorff vi fece parte col graclo d i generale; essendo stato causa della sconfi tta rbnese :, Lune!, OYe m:1ncò la. necessaria protezione del Jianco sinist ro ddl'csercito da lui con1andato, Aren-storff si suicidò.

Augusto ]viaria pri1'c-ipe d' Arcnrb,,rg. Generale, più noto sot to il nome di « conte de h .\iarck )} , ·ll . e rn. a Bruxelles ( I 753-1834). Proprictari0 del reggimento d~ Federico di A ren.,torf.i. Generale danese, fratello del la Mar ck, a l servizio della Francia., nel 1780-82, com preccclcntc, H. a Ro$cnow nel 1626, morto nel 1639. Enbattè - ton tro g li inglesi in America; nel 1789 fu in / trò nell'csc1cito svedes,:, partecipò alla. travers.i.ta ciel Frai,cia, ,1 mico <li .\1.irab~au, ma nel J i93 abbandonò b Belt e a ll'a,~edio d i Copenaghen. )[e] 1675 raggiunse il Francia ccl entrò a l ser vizio dell'Aust ria col gra<lo di grado d i tenente gcacralc; prese pa rte alla campagna gcne:-ale. Dopo la caduta cli l\' apokone tornò nel Belrii Pome,·anb. Fu 3.lla battaglia d i Lund in cont rappogio dove fu nomlnato tenente generale dal nuovo re s iziore con ~'.!O fratello . fbbe nel 1686 i i comando gedei Paes i Bassi. nerale , !elle truppe nei ducati e né! 1688 fu nominato capo s'.!prerno dell'esercito danese. Arena (Giusc[•pi,). è\ato in Corsica, m. nel 1801. Cominciò la ,~rriera milita re rn!! 17'l2 e l'anno dopo s i Arentschi ldt (Alessandro). Ult imo comandante gcsegnalò all'a,se<lio di Tolone Nel 1 i96 fu eletto depuner:de dell'eser cito annovercse, n . a Liineb,u-g nel 1806, tato a l Cor po leg islativo. :-Vcmico personale <li Nam. nel 1881. Eta fii;lio di un. generale russo, ed entrò poleon,: Ronapal'le, J·ifiutò il brevetto <li capo- brigata ncll'c~crcito dcli' Annover 1822 Partecipò al la campagna che gli era s :" to mandato dopo gl i avvenimenti <lei riel 1848 e u,,.9 n ello Schleswig-Bolstein. Sel 1866 col 18 brnmaio . I mplicato ncila cospirazione repu bblicana gnido <li maggior generale partecipò alla guerra. di anlibonapart ista, dopo lo scoppio della bomba contro il quell'anno colllro la T'ruisi::t. Fu nominc1to comandante prirno console, fu giustiziato a Parigi il 30 gennaio 1801. dell'ese,·clto, che guidò nella seconda metà di giugno Gaetano .frena-Jvlaceli:. Gener aie medico, n . a P ineverso il Sud. Il 27 ~iugno a 1.angensalza, fu obbligato ad arr~ndersi <la i generale p russi2no F lies. Passò quindi rolo m. a. San ta Ìlfarghcrita. (18 t!\- 1906). Prese parte in. qualità d i Uflìcia !c medico a·lla campagna del 184.S nell'esercito german il·n. e del 1849, meritandosi la medaglia d'a.rgen to nel fa.tto Arenula, V. Melo. <l'armi cli S . Lucia (1848) e partecipò alle campagne <lei 1855-56 in Crimea, de l 1859, del 1860- 1861 e a Arenzol. Nome, incerto, dato a una ba.ttaglia avquella del 1866, distinguendosi sprcia lmente nella camvenuta, nel Xll secolo nella S·pagna·, durante la spedipagna <lei 1859, durante la quale ebbe una medaglia zione d i Alfonso l di Ara['.ona contro i mussulmani d i d i bronzo per il fa tto d'armi di Palestro, e fu decoAndalusia. Col detto re era a:ichc Alfonso VII di Carato della Croce di Cavaliere dell'Orcline :!vfilitare di s tiglia . J mor i erano comandati dal sultano d i Cordova. Savo ia. nella battaglia <li S. J,.-:lartino. Fu d irettore delAreo. R e d i Spart:i., nel 309 a . C. Ebbe a sostenere l'Ospe<lale Militare d i Torino e Membro del Comitato parecchi assalti da parte di Pirro, re <Jell'Epiro, cbe r~i Sanità Militare e, collocato a riposo col grad o ~.} tentò pi(t volte di invadere i suoi Stati. Soccorsé gli colonnello Medico ( l879), raggiunse nel 1893 il gra<l"'o Ateniesi nella guerra contro Ant igono Gonata e cad de d i Maggior Generale medko nella Riserva. ferito a morte in un combat timen to contro questo prin• Alfredo Federico A ·r ena. Generale n. a Napoli nel -cipc. 1860. Sottotenen te dei Granatieri nel 1879, raggiunse Ares, Il d io della guerra ' nell'O limpo G reco, corriil grado d i Colonnello nel 19 1.1 ed ebbe su ccessivaspondente al )1arte dei Roman i Era circondato da dei mente il Comando del 7t 0 e del1'87° Fan teria. Promosso


ARE

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minori (la Guerra, la Discordia, il Combatlimento, il Terrore, ecc.).

Arese (conte Pra1u:esco). Ufficiale· napoleonico, n. e m. a Milano (! 778-1835). Studiò fino al 1795 nel Collegio di Parma; fece parte delle mili sie civiche m ilanesi e poi degli Usseri d'argento. Passato a Modena nella Scuola Militare, lasciò ne! 1799 l'esercito e vi rientrò nel 1805. N el 1809 fu con la divisione Rusca nel Tirolo e nella Carinzia <listinf,'Uendosi così da meritare il titolo ~li barone del Regno d'Italia. Nel 1810 era colonnello del J O regg. e occupò il Canton Ticino. Dal 1811 al 181.3 fu nella Spagna dove ebbe o;casione di distinguersi in molte ,,ccasioni, spec ialmente ad Alumnia., all'assedio di Valenza, a Peni~cola dove comandava i lavori d'assc<lio. Ottenne allora il Comando di una br igata d i fanteria, ma, essendo stato pii1 volte ferito, venne ri11 dio Ares. a,a.n.Jato a Milano come capo div isione al Ministero ddla Guerra. Nel 1821 partecipò alla cospirazioue contro l' Au.,tria. e venne condan:1ato a morte nel 1823 per alto tradimento, pena commutata poi in tre anni di carcere duro allo Spiclberg, <lov'ebbe comp1gni il P ellico e il Confalonieri. Rimase colà due anni e poi fu graziato. Fro11cesco Arese (Co11te). Patriota., nipote d el preceden te, n. a :Milano m. a Roma ( 1805-1881). Fu compromesso nei processi del 183 l e r iparò nella Svizzera e poscia · in Fra.n cia. Fece la campagna d'Algeria col Clauzcl per due anni. Partecipò agli 1vvenimcnti del 1846 in N[ilano, e per questo do,•etJe ri[ugiarsi in PieIl colonnello .\rese monte; ebbe allora dal c~vour inc;trichi ciiplomat ici presso X,ipoleonc lII che di;-.impeg"ò t;rrn intèlligenz" e con onore. ,'<cl 1854 venne nominato senatore.

Areta, detto Obcda da Giuseppe Flavio, m. nel 79 a C. Combattè contro Antioco XU. D ionisio, uno de i pretendenti a l trono di Siria, lo sconfisse e s'impadronì della Celesirìa. Poco tempo dopo, alleatosi ad lrcano che gu~rreggiava per il possesso della Palestini contro i I fra tello Aristobulo protetto dai romani, pose l'assc<lio a Gerusalemme sperand o di poterla prendere facilmente, ma si trovò ben presto alle spalle l'esercito romano condotto dal console Scauro, - il quale lo costrinse a r itirarsi. Intanto Al'istobulo, raccolto un buon esercite infliggeva una grave sconfitta al fratello Ircano cd al suo alleato Arcta. Qualche anno più tardi Scauro, nominato da Pompeo governatore della Celesiria, inv,1deva l'Arabia Petrea; ma riuscendogli d ifficilc ve ttovaglia re l'eserci to, accondiscese a ritirarsi, col patto

che gli fossero pagati da .Aretc 300 talenti d'argento.

Aretusa. Incrociatore torpc<linierc, in acciaio, varato nel 1891, radiato nel 1912: lunghezza m. 70; larghezza m. 8,20; dislocamento T. 846; macchina 4422 HP; armamento guerresco cannoni I 120 A, IV 57,

lanciasiluri I : stato maggiore 8; equipaggio 103. Fu, in varie riprese, di stazione in Mar Rosso e in Levante.

A.rezzo (Ant. Areti.uin). Città ca-poi. di prov. nella Toscana, su due colli, in mezzo a pianura, presso l'Arno e la ,Chia na. I l piano di A . è elevato poco meno di 400 m. sul livello . - ---;:-- - ---.. del mare e p;otetto tutto intorno da monti: è centro di sbocco di vaL li e d i strade che lo mettono in comunicazione con tutte le reg;oni dell'Italia media.

I. Nel 2$4 a . C. Etruschi e Senoni a1<scdiarono A., rimasta fe<lele a un'allcar-za contratta con Roma ver,;o il 312 a. C. Mosse a soccorrerla il pretore L. Cecilio Metello, St,emma <li Arezzo con u n esercito di 20.000 u. Ma, venuti a !;attaglia con gli assedianti, i R omani rimasero cor.1pletamente sconfiui, lasci~do 13.000 u. sul cam1>0. e a lcune migliaia di prigionieri: pochi riuscirono a salvarsi con la fuga. ln seguito A. entrò nella lega contro Roma che diede origine all:1 guerra Sociale, e fu assalita., pres.1. e devastata da Silla: divenne quindi colonia romana . Ai tem pi di Totila, i Goti la devastarono srnMtcllandonè le mura, che furono poi ricostruite.

IL Gli :\retini furono spesso in lotta contro l·-irenze; subirono ne!· 1289 la disfatta di Campaklino. Nel 1322 Gu ido T~rlati, vescovo ghibellino e signore d i A. ampliò la città e la munì di robuste fortificazioni: conquiMÒ parecchie terre circostanti, fra le quali Città di Castello che apparteneva al Papa. Nel 1384 A. venne presa nottetempo (29 settembre) da Enguerrando <li Coucy e messa a sacco: ~ubito dopo costui vendette 11 città ai Fiorentini. III. Nel 1502 A. si ribellò ai Fiorentini, ma la ribellione fu duramen te domata. Nel 1529 gli Aretini accolsero fra le mura Carlo V, mentre le truppe imperiali avevano posto l'assedio a Firenze. Ma due anni d opo A . ca.deva definitivamente in potere dei Fiorentini. Fra il 1549 e il 1568 Cosimo r· dei Medici aggiunse nuove cortine e nuovi bastioni alla cinta fortificata della città. IV . .1\el 17'.19 Arezzo insorse contro i Francesi, i quali dovevano sgombrare la Toscana in seguito ai rovesci su1,> it_i nelle ea.mpagne di quell'anno. Ma, dopo la batl. di Marengo, un esercito francese comandato dal gen. Du-


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pont anelò a occup.tr(; la Toscana, e F irenze aprì le Jior te senza resistenza. Gli avversari del reg ime repubblicano s i concen trarono in Arezzo, dove il Dupon t inviò la divis ione .M onnicr cos tituita <li due mezze brig,de e cii un regg. di cacciatori a cavallo, con q ua lche cannone. Il 18 ottobre i Francesi arrivarono sotto le mura della città, accolti da vivo fuoco d'ar tiglieria e fucileria. al quale r isposero piazzando a lcun i cannoni. Un tentativo di assalto improvviso falliva; ma, nella notte i Francesi p repararono le scale e la mattina seguente, alle 9, riuscirono a scahre le mura. La lot ta d urò ancora per qualche tempo nelle vie, ma infine i difensori di Arezzo furono tagliati a pezzi o . volti in fuga fuori del.la cit tà . Un gruppo che s i chiuse nel castello scese a patti e si arrese a bu one condizioni. I Francesi presero i8 cannoni e 300 prigionieri c he por-iarono a F irenze, e smantellarono le fortificazioni.

Brigata Arezzo. Costitu ita il 18 maggio 1916 presso i l Deposito 68° fanl. (•) .filano) coi reggimenti 225° e 226", fom 1ati r ispett i,,a1nente <lai Dep. del 68° e del1'840 (firenze). Nel corso della guerra I ta lo - Aust r iaca 1915- 18, alla fine di maggio 1916 fu d islocata nel Trent ino ove combatlè durante la offensiva au striaca e con1roffensiva italiana, al M . Cu tco d i Mandr iclle e al M . Z ingarella; r imase poi nel set tore di :M. Zebio fino a l settembre, allorchè t.r,\éer ita sull'Isonz-0, combaUè a l ungo nel settore d i :M onfalcone, distinguendosi ne! maggio-giugno e nell'agosto-settembre 1917 contro le -posizioni d i Fiondar e d i Medeazza, ove riportò grJ issirne per<lilc. Dura.n te la r itirata dell'ollobrc-novembre 1917 d opo aver fronteggiato il nemico sul Lemene e la T'. iven~a, r ipiegò sulla destra <le! Piave a S. Donit. Prese poi parte a.Ila balt.aglia del Piave ( giugno 1918) combattendo nei pressi di Capo Sile ed in luglio fu inviata nel settor e d el Pasubio; nell'ottobre 1918 fu trasferita a Camposampiero ed Albareto; al sopraggiungere <lell'annistizio trovava.si a Venezia.

R-i.co11,pense: a lle bandiere dei àue reggimenti: rned. <l'oro al val. -mi!.· (( Al traverso una via di sangue, splen-<licla di fede e d i eroismo, sempr~ ragg iunse e man1enne la mè ta assegnata al suo rnlore, negli aspri ,cimenti di rad iose g iornate <li b a t taglia (Carso - Q. 7757 e 58 - Linee di Fiondar-Viadotto, 23-26 maggio 4-S giugno 1917 - Piave, 16- 24 giugno 1918) " · "in considernziont delle sue benemerenze la brigata, { IO:JO la smo bilitazione, vem,e mantenuta in servizio . Jl,los:rine : ~iallo e b leu in due parti ugu.ili separate ·venir,.a.Jmcntc. Arezzo (o Areti11s). :Militare e letterato del secolo XVI, "· di Si.racusa ( 1502?). Fu nominàto da Carlu V (( storico imperiale )i e lo seguì in Germania e in It alia m ilitando fra le !ruppe : non risulta però che ahbia scritto la storia delle guerre 1:ui partecipò, avendo invece lasciato li bri à' indole corngrafica (Sicilia) e b iog rrifica. Yulcntari di Arnzzo. Picco'.o cor po ,·olontario for"-;tosà ad Ar~zzo nel (S48; entrò nella legione i taliana d i Garibaldi e prese parte ~.ila d ifesa d i Roma nel 1S49.

Argata ( Co111pagnia dell' A .). Compagni.i volontaria costituita nel 1388 s_otlo Luigi <l'Angiò da nobili napoletani, i quali armarono navi per combattere contro la regina Ma;·gherita. I milit i por tava110 su l braccio si-

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nistro un'argata rican1ata in oro, in. ca1npo azzurro rosso. F urono anche <letti Cavalieri dell'arcolaio o del guindolo.

Argaum. Città dell'India, presso la quale il 29 Novembre 1803 ·il gcn. WellesJey bat.tè i mal1rat ti d i Ragoie Bonslay, perdendo -gli inglesi 350 uomini. In quel·l 'occasione, un corpo d i 500 mussulmani, a l soldo di Ragoie, attaccò audacemente i regg. inglesi 74 e 78 e si fece massacrare p iut tosto che fuggire. Argencourt (p;etro di Conty d' A .). Generale francese <lèl sec. XVII. Si rese celebre come costruttore d i fortificazioni e difensore <li fortezze. Segnatamente si <listinse negli a.sse<li d i Montpellicr (1622) e di Priva.s (1629). Nella bat ta glia di Car ignano (1 630) comandò !'a la sinistra francese. Argenson (Jl,fa.rco, conte di A). M inistro della g-uerra .francese, 11. nel 1696, m . a Parigi nel 1764. Copl"Ì la carica d i Ministro della guerra. s ino dal 1743. Riorganizz~ndo l'esexcito francese cd istituendo l'arma dei granatieri, permise ìa contim,azione della guerra negli a.imi 1744-45, e<l il conseguimen to della vittoria a Fontenoy . Nel 1751 fon dò la Scuola M ilitare. Caduto in d isgrazia dalla marchesa d i Pompadour, dovette nel 1757 abbandonare il suo posto. Argenta. Paese nella. ,provincifs e circonda.rio di Ferrrira. S i yuole che s ia stata costruita dall'arcivescovo d i Ravenna Esuperanzio , Ne l 603 fu circonda.la d i mura dall'esarca Srr.ar agdo. Sotto Alessandro III fu_ occupata dai fcrra.r•~si, e presa e devastata dai bolognesi sul principio del secolo XIII. Ne! 1624 le mura furono in gra.,1 parte rovinate da un forte terremoto. Argentarla. Ant. città sul Reno (forse Colmar, o Net, f Brisaeh, o I-Iorburg). Nel 378 l' imperatore Graziano vi d iede battaglia a 40000 Alemanni, guidati dal loro r e Priario. L?. bat taglia fu iniziata da Nannieno e 1'Iallobaude, Romano il primo·· e Franco il secondo, generali di Graziano. Questi con un corpo di cava:lleria picn1bò con 1.nov irncnto aggiranlc sui nem ici, i qual i andarono in rotta e perdettero nella. pugna anche il loro re. Appena 5000 Alemanni riuscirono a sfuggire alla strage. Argentario . Ri..morchia tore, varato_ nel 1911, già di -ba11diera. olandese col nome di « R ivai II»: disloca- ' mento T . 121; equiµaggio 14.

Arg entaro. i!vfontc sulla costa del Tirreno, <li una certa imjY>rtanza militare, rilevata in Senato nel 1871 d,tl gen. S ino Bix io, il quale sostenne la necessità d i fortificarlo per d ifendere ·i due poni che si trovano ai suoi p ied: (P. S . S tefano e P, Ercole). Arge ntau ( Conte E"genio). llfaresciallo dell'esercito austriaco n. a Huy m. a Ilriinn (174 1-1819). Combattè, <listinguendosi, a Scmlino e a Ilc-lgrado e raggiu nsf i l grado di colonnello nelle guerre contro i Turchi. "'ei 1795, col g rado _di maggior genera.le, prese parte alla fazione dei Settepani in Ligur ia, e l'a11110 dopo fu a.Ile battaglie di Montcnotte e di Dego. Prese ,poi pa.i·te al wmbattimento <li Calcliero ( 1805) e nel 1803 iu promosso maresciallo. Argentera. V. Colle della Ma,Jdale1ta.

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Battaglione alpino .Mon/.e Argentera. Costituito nell'apr ile. 1916 presso il centro di mob. d i Borgo S. Dalmano (Dep. 2° r cgg. Alpini) colle comp. 99', 117°, 122;'. Dal Ji• aprile ad 27 maggio 1916 fu nella zona del M. N'ero donde, p assa to a lla 1' arma ta, fu trasferi to nclh zona d ell'Or tigara; d al luglio al d icembre fu ir: Val cl' Adige. Nella 2" metà di ottobre venne maJ1dato n ell'alto I sonzo dov;;, durante l'offensiva austro- tedeS<:a, tombattè a Pril-..um e M . Stol (25 ottobre); travolto nel d isastro d i Capore(to, d isciolto n el novembre 1917. Ricompense; Al labaro ciel 2° alpini : mcd. d 'a rg. a l va.I. m ii. per il contegno d ei var i battaglion i cd in particolare per l'ese mpio di valore e di viJ-tù m ilitari dato dai battaglioni Va l ìlfaira, Argentera. e ~Ionv iso, resis tendo tcna<:e111cn te con gra vi perdite a superiori forze nemiche e ma ntenendo impor tantis.;;ime posizioni a ìlL F ior .e Castel Gomberto )) (6, 7, 8 giugno 1916).

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indiani. P edro D c J\lcadoza ( 1535) giunto sul Rio dc lh1 P lata con 14_na,·i e 2000 u. fondò Buenos Aires . Poco dopo il capitano De Ayolas fondava Asuncion ma qu ivi fu massacrato dagli indigeni. Frattanto la Spagna pro,, vedeva· a spedire navi e soldati, e poteva assicurarsi il ;,ossesso delle nuove terre, che divise nei due Yicerea m i del Perii (costa del Pacifico) e della Pla.ta o l'ara guay ( ve rsante dcli' Atlantico) .

Argenti (Ferdin a11do). Scrit tore milita.re milanese del secolo XIX. H a p ubLlicato : « li milita re in guerra>> (Milano 181i), « Il mer.tore della gioventù militare.ii (Milano ,1824). Felice Arge11t-i. Patriota, n . d i Viggiì1. Compromesso nelle cospirazioni ~lei 1821 a. M ila no,' riparò in P iemonte, e poi n ella Spagi;a., dove combatlè con a ltri italia1;i nelle file costi tuziona li. Passato al :Messico, partecipò alla rivolu1,ionc che abbattè I turhidc e p roclamò la repubblica. Tornat o _ in Europa, prese parte alla rivoluzione <lel 1830 a P a rigi, quindi, con altri undici italiani , s i imbarcò a Marsiglia e veleggiò per. le spiaggic t0.;cane. Sbarca to a Pietrasanta la piccola squa(lra fu facilmente <lispersa, e l'Argent i, arrestato, venne consegnato a.I Governo a ustriaco, e conda1U1ato a. mor te ' (1834) ; la pen a gli venne ,co1mrn1tata in otto a1m i d i carcere duro allo Spielberg, dei qua li fece però solo I 8 mes i e poi venn e lib~rato e imbarcato per New York insieme con Feder ico Confa lon ieri cd altri ( 1836). 1

Argentina (Repubblica) {SI.o ria inil.), Le spczion i <legli sµag nuoli nel R io della Ì' la ta diedero loro il possesso chpprima. delle rive del fiu me, e poscia, a

Fonclazlone di Buenos Ai r-c,;. poco a poco, d i tutta la par.te dell'America MeTidi'onale a l <li fa delle terre occupa te d a.i Portoghesi, verso l' Atl.mtico, e d i tutta la Costa del Pacifico. Gli i nyasori dovettero sostenere lunghe lotte con gli indigen i; Diaz De Mendoza (L.5 12) fu ucciso ne l Paraguay; il for te di Santo Spirito - <:ostruito da Sebastiano Cabolo sul P aranà nel 1526 - venne lasciato presidiato con 170 sp agnuoli, ma questi fu rono massacrati d agli

Fo1·1na1,inn•· <lcll'e,erd to dcll'inctlp~nilcnza. Al pr iuciµio ciel XI X secolo, la dominazione Spll.gnola, fa ttasi tirannica e vessa trice, si vide minacciata. da.Ilo spirito cli rivolta che, pel contagioso effetto dc ll,t libertà · conseguita <-!agli Sta ti Uniti, era. penetrato nelle sue colonie. Le popolazioni d i queste erano •c ostituite òa un'amalgama d i elen1enti -i più eterogenei: spa.gnoli, creo li, indiani, negri, divisi econo111ica1nente in classi d i pa.d ron i, di affrancati e di schiavi; e politicamenk parteggianti gli uni, gli spagnoli, per la metropoli e gli a ltri, i creoli. per l'indipendenza da es.sa., mcntr~, negli infimi strali, i11cliani e schiavi formavano una. massa selvaggia, tur bolenta e temu ta da quelli e eia questi .

La sj,ec/i.zione iuglese. 11 25 Gi ugno 1806 sbarcavano pr esso Buenos Aires 1600 inglesi · comandati dal gen . Beresford. Gli spagnt!oli non avevano truppe organizzate, e il vicerè Sobrernonte a bba ndonò la. capita.le a.gl i In gles i dopo un s imulacro di resistenza offer to da 600 cavalier i. ìl!fa subito <lopo il governatore di ).fontevtcleo, Hu idobro, in sieme con l'argen tino Pueyrredòn e il fran cese Dc Liniers, organ izzarono la r iscossa, e il D ,: L iniers, sba rcato p resso Buenos Aires con 1000 u., e congiuntosi wn le forze preparate da Pueyrredòn, imponeva al Bcr csford di wbbandona.re la c ittit e c iò venne fatto il 12 agosto 1806. Un secondo tenta{ivo rnglese, fatto dal gen. Home P opban, falli. La guerra d'i11rlipe;tdenza. :sci 1808 Buenos Aires. insorgeva e dopo lunga lotta, riusciva, il 26 maggio1810, a scacc iare i! vicerè Cisneros e a proclamarsi libera e in<l\pendente. P iù ta1·di, essendosi la "Spagna rifiutata ad ogni accordo e ·a.d ogni mediazione, la sollevazione divenne gener~le e gli argentini, battuti gli spagnoli a T ucuman ( 1812) e a Sa lta {1813) li costringevano a. sgornbr ue tu tto iJ territorio d el !'lata. Il 13 gennaio 18 13 s i riuniva un'Assemblea costituen te per dare assetto a l nuovo Stato; ma in essa. scopp iava il dissid io che da lungo tempo covava tra


Rucnos Aires e le provincie interne. Sotto raz ione degli agitatori politici si er a.no formali nel nuo,•o Stato, appena emancipalo dalla Spagna, due grandi partiti: q ucilo degli « unitaJ·.i: » e quello dei << federalisti o democratic i )), loro an tagonisti ; e fnt gli uni, facent i capo a ]3Lte,l0s Aires. e gli altri, spadroneggianti nelle altre pl'Ovincie, si iniziò un cm1flitto che per lungo t~ni_po tenne in forse l'esistenza e h1 consistenza. politicct del paese. Di tali d iscordie approfittarono il Brasile e le l imitrofe provincie del, Paraguay e dell'Uruguay, l'uno per allaJ"ga.re il proprio domini'o, le altre per affrancarsi. G ià dal pr imo insorgere delle colonie contro il giogo della Spagna, i l Brasile, col pretesto delle incursioni fatte nel vropr io territorio dal temuto Artigas che per ~ am1i aveva retto la provincia delh Banda Orientale (Uruguay) si impadroniva cli Montevideo ed occupava con le sue truppe iut ta la sponda s inistra del R io <le LL J>lata. Huenos Aires non tollerò tale offesa e mosse guerra a l Brasile, dopo lungo e penoso i,sse<lio r iuscendo a li berare ( 1814) :'.lfontcvideo. Intanto la provincia del Paraguay, che già nel .181 1 si era proclamata indipendente dalla Spagna, s i staccaxa dal Plata nel 1814 e fomtava Stato a sè, mentre l' Artigas si i;npossessava della B anda Orientale e penetrava nelle p rovincie d i Entre-R ios, cli Corrientes e di San ta Fè. Tali sconvolgimenti parvero a l Brasile

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1° gennaio 1818 proclamò l'indipendenza del Ch ili. l i

5 aprile dello stesso anno, affrontava un corpo spagnuolo mandatogli contro •dal vicerè Abascal del Peri,, e lo vinceva a ;\faypu. ro$cia, su una flotta che il Chili, alle;Jtosi con l'Argen ti na (5 .febbraio 1819), aveva acqu istata dagli Stati Uniti e dall'Tnghilterra dandone il comando all'am mi.raglio inglese Cochrane, il San Martin salpò (agosto 1820) da Valparaiso con circa -!000 u. e 1'8 settembre sbarcò a Pisco. Aiutato dalla sollevazione ·degli indigeni e anche dalla defezione di pane delle truppe spagnole, entrò ~n L'ma il 13 luglio 1821 e in Ca!!ao il 19 sellembre e, proclamata l'indipendcnzt, del Perù, dopo aver dato un p rim6 n se tto al paese e convocato in

propi ~ia occasione per in vadere nuovamente la Band.:1

Orientale al possesso della qua le <.Jt!- lungo tempo a.gogna.va. ~1ontevideo cadde d i nuovo in suo potere ed anche Ar tiga.s, che aveva tentalo di resistere a i brasilian i e cii sollevar e contro di essi il paese, dovette cedere alla mala fortuna; onde al pr incipio del 1820 tutta quella impor tante regione mar ittima e fluviale veniva ,trapp11ta alla Colonia dal P la ta e costituita in Stato indipendente col nome d i « RepubbJ i-ca transp latina )), legata federntivamente col l3rasile. Ciò indusse Buenos Aires alla pace ron le p rovincie interne e il 9 luglio 1816 un congresso riunitosi a Tucuman, riaffermando la for11,a lc separazione dalla Spagna, proclamava l'in<lipcnclcnza di talle le provincie del P lata cd eleggeva a. presidente il I'l,eyrredòn. :\'cl maggio 1819 i l nuovo Stato <lava a. sè una costituzione cd il nome di « Stati (jniti del Rio dc L a Plàta o Repubblica Ar gentina>> . Per il <lislacco della. Randa. Orientale o Uru guay riarse la guerra tra il .Rr as ile e Buenos Aires, la quale mal sopportava che altri stendesse i l suo dom inio su lla sin istra del gra n fiume . Il confl itto durò lunghi anni con aiterna vicenda., ma finalmen te nel 1829 i due conten<lenti, mediat rice l'Ingh ilten a, si accordarono nel riconoscere la !ubertà. e l'indipendenza della Banda O r ientalo che assunse la -denominazione di Uru-

IJS&Jro cli P llCJ'ITP(lòll.

r.ra.natlere a cavall o.

L inHL un congresso (19 agosto 1822), depose ogni autorità (20 settembre 1822) e si riclussé a vita p r ivata.

Le lotte ·i ntestine. Le vicende testè descritte, lungi dall'avvicinare gli animi degli argentin i e invogliarli a<l

bruay o ricnt:th~. 1\1 el frattctnpo avveniva per opera degli

argen tini anche la liberazione dd Chili e <lei I'erù. Il Chili già nel 1810, seguendo il movimento generale di solleva;: ione, aveva scrollato il giogo spagnolo, ma, dopo breve tempo, aveva <lovuto n uovamen te p iegarsi ad esso. li generale argcnti,10 Sctn •Mar tin, comandante d i Mencloza, meditando <li scacciare la Spagn a d al Perù donde essa poteva muover e a lla r iconquista delle p erdute colonie, con saggio anoedimento volle dapprima li berare i l Ch ili da l quale gli spagnoli minacciavano più direttamente l'Ar gent ina ; e n el gennaio 18 17, con 4000 u. r inforzati da r ifugiati chilen i, passò le Ande, sconfiss• il nemico a Ch acabu co (febbraio), ent rò in Santiago e i l

Cucdato1·c cli .Cònicntes.

Fanter.ia bonearcnse.

u n ità di sforzi e di inten ti, avevano data nuova esca alle intestine d iscordie. 11 partito cent ralista o rnonarcl1ico d i Buenos Aires, che, durante le lotte col Brasil1 aveva disegnato di por re sul trono un p rincipe di Borbone o un portoghese, nel 1819 cadeva col presidente Pueyrredòn. Dopo vario suécedersi dei partiti, n el 1828, cessrtta la guerra col Brasile, si acuirono i d issid1 interni fra Buenos Aires e le altre Provincie, finchè, nel 1829, Ylanuclc Rosas èon<lusse i suoi Gauclws (popolo della campagna) contro Buenos Aires e, impos-


sessatosene, fu eletto capo della confede,·azionc e investito d i poteri dittatoriali (1830). Una nuova costituzione (1832), promise alle provincie confederate la più larga autonomia per i loro affari interni, ma Buenos Aires conservò la <lirc?.ione generale ,delle relazioni con l'estero e quella delle cose 1,n ilitari. li governo d i R osas s i vo lse in ferrea tirannide e trascinò il paese a nuov i co,1fl itt i con gli Stati Yicini. Dappri ma egli si rifiutò di riconoscere l' indipenden za del Paraguay, e poi non esitò a immischiarsi _nei trambusti in terni <lell'Uruguay ; onde la, Francia e l'Tnghilterra, che quivi erau fautrici del partito opposto a quello sostenuto <lai R osas, fecero a q uesti energi.che ma vane rimostrauzc seguite da una dichiarazione <li guerra. Il Brasile, il Paraguay e l'Uruguay si schierarono contro l'Argen tina, la cui flotta venn e cat turata il 2 a.gosto 1845 d,wan ti a .Monte\'ideo d a quella ru1glo-fra.ncese, che poté così bloccare le ·coste della repubblica. Rosas p iegò e riuscì a conclud ere n el 1849 con l'Inghilterra e nel 1850 con la Francia trattati <li p ace abbastanza. favorevoli. I n tanto però, la sua ,potenza tracollava. Il generale Urquiza, -che governava e spadroneggiava nella p rovincia •d'Entre-R ios, gli si rivoltava contro e nel maggio 185 I, stretto un patto segreto col llrasile e con l' Uruguay, varcava il Paranà alla testa d i 28000 u. e il 3 febbraio I 852 lo batteva a ::.Vfontc Caceros e lo costringeYa a ce<:lergli il potere e a r iparare in Inghilterra. Buenos Aires s i sottomise a l vincitore covando pens ieri di rivincita. Essa :nal s-i acconciava al predo111inio delle a.ltre provincie, m a, vinta pel momen to <la.ila compatta resistenza d i queste, s i raccol$e in se stessa

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segrégancìosi dalla Confederazione ed attendendo tempi più ,propizi per ripre:1dere la lotta. Dal canto loro, le provincie fodera li 110:1 potevano tollerare che la principale e p iù importante fra esse, quella che poteva as. sor bire e trattenere per se sola i r icchissimi proventi delle •dogane, si isolasse da lle altre; oixle, dopo aver tentato per lunghi anni, con la ela borazione d"un nuovo patto federale, d i r id~trre la r iluttante, ricorsero alla ragione delle anni. La giornata <li Cepeda ( 11 novembre 1859) riuscì sfavorevole alle trupp e <li Buenos Aires, la. quale, cos tretta a p iegare, dovette rientrare nel consorzio de lle a ltre provincie. Un congresso riunitosi a Para nà si dette allo studio d'una r iforma costituzionak ohe pacificasse gli an imi. 2-.l a il rifiuto da esso opposto, sot to speciosi p retest~ di riconoscere i delegati d i Buenos Aires e le atrocità perpetrate da taluni commissari federali nel reprimere con le armi le sommosse scoppiate in S. Juan ed in altre loca lità delle p rov incie occidentali, forse i.;;t1gate e favoreggiate da Bueno~ Aires, pr'.Jvocarono le prote,te del governatore d i questa, genera le Mitre, alle quali il Governo federale .r i~pose -inducendo il Congresso a porre al bando la provincia r io!tosa, a d ichiararne d ecadute tulle le autorità sostituendole con delega.ti federali e ad affidare alfine al presi<lence Urquiza 11 comando d i tutte le forze nazionali e il ma ndato di m ettere a dovere quel focolare della parte u nitaria se si fosse rifiutato ad u na pronta e incondizionata sommissione. I n ambi i campi gl i animi cran dd ibcrJ.ti a por fine all'annosa controversia; ma n ell' uno e nell'altro <lirfcttavano le forze per quru1lità e qu,dità, gli apprestamenti e i·! denaro. I federali

L'eser cito al'g-entino (g·en. Sa11 :IJa!'tin } al passagg-to ctclJe Ande.


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li r:reneralc Belg·mno presenta la nuova ban<lle1·a iarg-enttna alle nuppc.

potcrnno contare suile guar-die naziona li nAove alle anni, su gen te raccogliticcia poco bellicosa o animata solo d,t sete di bottino e di sangue, e tratta dai p iù bassi fondi socia.li ; l'eletta era formata da poche migliaia d'uomini a cavaf'lo, gli ant ichi soldati che U1·quiza aveva sempr~ tenuti in armi e addestrati alla guerrn e c;he g:i avevan dato la vittoria di Cepeda . /\nche una squadra. navale fu improvvisata armando qualche nave mercantHe. N è in 111igliori condizioni specia lmente dal lato materiale, trova vasi la provincia di Buenos Aires; poca e nJalc ~ggucrrita b cavalleria, l'anna più necessaria• in quelle vaste regioni; la fanteria scarsa e scarsamente istruita, composta <li abitanti della citti, oltre che <li un gr03so manipolo cli volontari stranieri, fra i quali la legione mil.itar? ,,gricol~. di Bahia B ianca e<l altro corpo formato in gran parte d i italiani già compagni <l'arme di Garibaldi. · Senz1 frapporre inclug ia , i federali fecero mostra <li muovore verso la frontiera che -divideva hL provincia <li s~nta F è <h quella di Uuenos Aires. Il generale Mitre, eletto capo di tutte le forze . unitarie, si fece loro inwntro e, in pari tempo, raccolta come ,potè una s quadra, le fece rimontare il Pannà. in cerca della federa le. Le due forze terrestri s i equivalevano numericamen te, ammontando oginna :i, circa 16000 u. Gli unitari non atte~ero il ·nem ico, ma passato arditamente il confine di Santa Fè, costrinsero a battaglia i federali. L 'urto av\'Cnne il 17 seHcmbre 1861 sui campi detti del Pavon ; la vittoria rimase a Buenos Aires e fu dec isiva, ma costò gravj perdite a entrambe 'le parti costringendole a sostare dalle ostilità ed a raccogliersi per riprendcn animo e forza. U rquiza, scoraggiato, of(rl le sue dimissioni e si r itiiò a vita -p rivata. Fu il principio del crollo. G li avanzi dell'esercito federale si dispersero in gran parte dandosi a depredare il paese, e solo con molti stenti venne fatto a! nuovo comandante, generale Virasoro, di r iannodarne le fila e di costituirne una forza capace di qualche resistenza. -I n tanto la - sconfitta elci Pavon aveva gettato lo scompiglio e lo s,bigottimento nel Gonrno e n el partito fe<lcralc, mentre dava 1

animo a Buenos Ayrcs cd agli tuiitari che nelle varie provincie parteggiavano per essa. Jl 4 ottobre, le forze bonaerensi, circa 14000 u ., si riponevano in marcia per Rosar io di Santa Fè pretedutc da un proclama di Mitre annunciante pace, or dine e liber tà. Vari corpi d i quella provincia si congiunsero con essa e, senza colpo ferire, Rosario venne occupata e d ichiarata libera . 11 Governo federale si ritJ·asse a Paranà, mentre in altre provincie ser peggiava la rivolt~. Un nuovo scontro alla Canada de Gomez in territorio di Santa Fè (22 ottobre 1861) determinò la rotta e la fuga delle truppe <li Virasoro e da quel giorno scompan•ci:o anche le u ltime vestigia dell'esercito federale. L e conseguenze furono che Cordoba rivendicò tosto la sua libertà e in tutte le provincie, anche nelle più lontane, divampò l'incendio che invano i capi f edera-li si a-clopera.rono a soffocare. La deiezione di Urquiza e delle sue truppe, lo sfaccio delle armi federali, il difetto <li mezzi atti a prosegu ire la guerra, il discredito e l'abbattimento generati dalle pubbliche manHestazioni fatte dallo stesso Urquiza contro i·I presidente Derqlii che gli era succeduto, determ inarono questi a. dimettersi e a ritirarsi dalla vita pubblica. Il moto di r ibellione ·al governo federale s i propagava intanto dovunque. Entrc- Rios, sempre dom inata da Urquiza, ,proclamava la p ropria autonomia, salvo ad aderire ad un nuovo patto foderale. Come già Cordoha, anche Corrientcs ed altre provincie sono con quistate alla causa di lluenos Aires. Il governo e il congresso stesso,, abbandonati da tutti, si dimettono e i ribel latisi, nel settembre 1862, eleggono il genernle Mitre a presidente onde coordini e diriga lo sforz.o comune e convochi wia nuova assemblea clj rappresentanti delle provi11cic per porre -le basi <li una definitiva costituzione fc.dc:·ale . l3tienos Aires viene d ich iarat\ sede del Governo centrale per il succes~ivo quinque,rnio, ma di pari tempo, vengono assicurati l'autonomia d i essa e tutti i suoi particolari dir itti. Breve tregua pel tormentalo paese. I p rivilegi accaparratisi dalla capitale sollevarono uu nuovo malcontento n elle altre provincie. Si aggiunsero a.gli altri ....mali


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ripetute scorrerie di tribù indiane e rcsaurimènto dd pubblico erario. ;\litre, con sa\'Ìc leggi fina.nziarie e bancarie, tentò la restaurazione del paese; ma tratto anch'esso a immischiarsi nelle interne con tese dell'Uruguay e a fa\'Orin•i le mire <lei liberali (colorados), ca1,cggia1i dal generale Flores, contro quel governo conser,·atore, provocò l' ira <lei dittatore Lopez del P araguay, il quale aveva ragione di temere che quell'intervento rlella rcµubb lica argentina, a cui dava mano anche il Brasile, suonasse mi11accia pèl proprio paese e pcl proµrio partito. Al rifiuto. opposto dal governo di lluenos .\ires, di permettergli di atlml'ersnre la p rovincia <l i Corricntcs per en trare nell'Uruguay, L opez intimò la guerra u.11'.\rgentina. S i conchiusc allora tra

,1nt:

direttamente :il Gm·emo nazionale; la sede del suo governo provinciale venne trasferita nella nuova città di L a Pla.t.i. Da quest'epoc.i l' unità naziona le non fu più posta in for.;c. L'ingrandimento delr .-\rgentina wrso la Patagonia p:ovocò conflitti col Chili, ma essi vennero appianati nwdiante l'a rbitrato d ella regina d'Ingh il terra e degli S ta ti Uniti, e mediante un trattato concluse) nel 1902 fra i due Stati. La storia dcli' Argentina, quietale le guerre int<:stine, offre, del resto. S.'.lh-o qualche non l?ra·,e torbido politico, un periodo di pace, di assestamen to, di p rosperità.

Esercito arge11ti110 . L<! ~pese militari ammont.ino n

L. it. Sii.000.000. pari :il 15,75% del bilancio (1925): di questi circa 500 per l'esercito e 3i7 per la marina. li Presidrntc della Repubblica è comandante supremo delle forze d i terra e di m.irc. In pace delega ta le potere a l ~'[inistro della Currrn, che è politicamente responsabile. Il Ministero della. Guerra è composto <la: S comandi <li di,·isione; segretariato; direzioni g<'n<'rali (personale, arsenali di guerra, amministrazione, gtnio, sanità, ~rrvi.ii acrnn,tu lid, truppe e servi~i d i collegamento, t iro e g innastirn, rimonta); uditorialo generale della guerra; consiglio di guerra; Stato Maggiore Generale dcli' Esercito; Ispettore generale dell'Esercito. li paese è diviso in S regioni militar i, corrispondenti nd a!trella nte d ivisioni d i fanteria. Ogni regione dovrebbe forniré, a 1!a mobilitazione, una di,·is. dell'esercito nazionnlc ed una di Guardia Nazionale. L'esercito argentino comprende:

f anteria : S D ivisioni, c iascuna su J reggimenti di fanteria, I· batteria d'accompagnamento, I reggimento di ca,·alleria, I reggimento d'artiglieria montato, l battaglione del genio zappatori-pontieri, I reggimento di caccbtori, I sezione di r~ploratori-guidc, 1 gruppo di artiglieria da montagna. li rcgg. d i fant. è su 2 bgl. td 1 cp. mitragliatrici ; il battaglione è di 2 compag11ir. Due di,·isi<ini hanno inoltre un regg. di fanteria montata.

11•H1111nento c,omrnl)morali,·o ,t~I primo centenario dCIJJ

Rivoluzione, a Buenos Aires. questa, il Rrasile e l'l,ruguay ( 4 maggio 1865) quell'alka nza che già <la te·mpo a ll<lava maturando. :Mitre ebhc il comando supremo dei collegati, ma la guerra ch'~gli condus;;c gli diede più fama che tangibili risultali; oi.de il Brasile. che aveva portalo il maggior c-0ntingente di forze nella lega, volle avocare a sè la d irez ione d elle operazioni e, av utone al principio de l 1S68 il consenso dell'A rgentina, d iede a<l essa un pi(t sapiente e vigoroso impulso. per opera dapprima del maresci:tllo Càxias e poi del Conte d'Eu, riuscendo alla fine, nel 18i0, a rompere la ostinata resistenza del L o- . pez. L i, pace defin itiva tra l'esausto Par.iguay e l' Argentina fu conclusa soltanto nel 18,6 (3 febbraio) e portò a questa ~olo insignificanti acquisti di territorio. Scaclut,i il termin ~ della prcsi<lenz:t di :M itre, questi agognò d i r iprendere il potere, r, ter1tò nel J8i-i di solleva re il paese; ma, sconfitto il 26 novembre a La \'er<le, fu fatto ·prigione. Rucnos Aires Ju dichiarata c-apit'.lk della r<-pubhlica e fcdcralizzata. cioè soggetta

Cavalleria: J brigate, composte di 3 reggimenti di cava lleria, l sciuadrone di mitragliatric i, l gruppo rJ: artiglieria a cavallo, 1 sezione d i zappa tori- pontieri di Ct\\'alleria. J regg. sono s u 3-4 squadroni. Vi è poi un rcgg. di gendarmeria a .'l squadroni, l sqdr. autonomo 2 sqdr. mitragliatrici. Artiglieria: S rcgg. su 2 gruppi (cli 2 bt r. da 75 cd 1 batteria di obici da 105), 2 gr. d i ari. a ca,·allo di 2 btr. da 75. 1 gr. obici p. c. su 2 btr., 2 gr. da mont. su 2 btr. da 75, 1 bgl. d'assedio.

Genio: I bgl. d'assed io, 5 bgl. d i 4 cp. ( I za.pp., I minat., 1 pont., l teleg.) e l bgl. ferrovieri. . lviaz-io11e: I gruppo d'aviazione composto di I squadriglia da caccia, I da bombardamento cd 1 da esplorazione.

Servizi: Sanità, G iustizia militare, S tabilimen ti militari, Campi d'aviazione. Scuole (scuola di guerra, collegio militare, scuola dei sottufficiali, scuola di tiro. scuola di cavalleria). Armamento della fanteria: fucile Mauscr, mod. 99, ca libro mm. 7,65 a scrb. di S cartucce. M itragliatric i, stesso calibro. Cavallerii: carabina stesso sistema. tranne 1 regg. c!i gcnc!anni a cavallo, con lancia. Artiglicri:i


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- materiale Krupp - cannoni 75 mm., mod . 1909, ob ici campali mm. 105, cannone d i assedio, mm. 130.

R eclutamento. Obbligo generale dei cittadini al servizio militare per un periodo di 25 anni, dall'età di 20 .a quella di 45 anni, così r ipartito: l.O anni nell'esercito permanente ( 1 anno di servizio effettivo, e 9 di riserva) ; IO anni nella Gu,tr dia naziona le; S anni ne lht Guard ia territoriale. L e pr ime 20 classi concorrono a.Ila formazione <lcll'e,ercito <li campagna, le a ltre :i per il servizio <le! paes~ Ogni classe comprende cir ca 35.000 i n.seriai, fra cu i viene scelto il 35-40% di idonei. J non idonei pagano una ta%a m il-itarc. Il corili11gente incorporato vi.;:.c fissato annua lmen te per -legge, e si ì: tc1111 to :iinor:i. a l d isotto del gett ito della classe. Per il r e-clutamcn to degli ufiiciali esiste una sola scuola per tulle ie armi, cd è il Collegio ::\·f ilitare <l i S . Ì\lartin. TI corso è di 3 annj; dopo ·un quarto anno tra.scor::;o ai reggim enti, gli a llievi vengono promossi sot totenen ti . Gli cifettil·i d i pace cornpr eu<levano, nel l\125 . 26 mila u . e 2000 ufl\cia li. J.n caso di guerrn, l'Ar gent ina ,fPOtrebbc çbi1mare al le ::trrni un eserc i:o <li c,m1pagna di circct • 350 000 uom ini clai 20 a i 40 anni; d i quc5t i 200.000 c irca apµancrr cbhero a Il'esercito, permanente cd av1:cbbcro c:ompiuto un anno d' istn1?. ione1 150.000 a ll::t guardia nazionale e di nuest i 100.000 avrebbero seg\tito un uguak periodo di istru1. ion,;. Disporrebbe in fine di circa ~5.000 uomini de!la gua r-dia tcnitor-ia lc . J. a forza sarebbe r ipa rti ta ju JO d ivision i <li fanteria e 2 di caq1Ileria . .' on esiste il C~rpo d' Al'mata. i>forina A rgentina. L a 2-larin,t da gucl'l'a delia lZcpubhlica Argent ina è costituii a ('1925) dalle corazzate « ::\-toreno » e « Rivadavia " • costruite nel 19 LJ , <le! d islocamen to d i 27940 tonneliate. Queste navi hanno una lunghezza d i 176 metri. un2. larghczr,:, d i circa 29 meni e r,escano circa 3 metr i e mezzo; sono dotate di ,u r-

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assai vecchie e cli scarso valor militare: le navi guar<lacosta « Indipendencia )) e « Liber tad ,, di 2300 tonn ellate; gli incrociat.ori « Generai Garibaldi >> , cc Generai San l,1.a rtin », e< Generai Bclgrano )> e cc Generai Pueyrredòn )), di 6900 tonnellate, che m eritano di essere ricordati, perchè furono costruiti in Italia; due incrociato~i leggeri, « Nuevo de Julio » di 3500 tonnella te, e « Buenos-Aires >l di 4.500 tonnellate; un avviso, due cannoniere fluviali, 7 ,cacciatorpediniere, 3 torpedin iere, 11 trasporti. Anche il naviglio s iluran te è piuttosto antiquato. 11 numero dei marinai a mmonta a 9100 u., con fer:na di -due anni. Dalla 1farina d ipende l' Artiglieria da costtt, for:c di 5 40 uomini.

Argenti n o (A clulle) . Ingegnere, patriota, n. a Sanl' ,\ngclo d ei Lombardi, m. a Nizza (1821-190.3) . Cospi rò contro i Borboni a Napoli, e nel 1849 venne condannato a n1orle, e poi. com111utata la pena, n1andato all'ergastolo insieme con lo Spaven ta. ed a ltr i. Graziato nel 1359, cd es iliato, ancìò a Genova e s1 arrnolò n ei :-1i llc <love Iu comandante in 2a del Genio. P assò nell'eser-cito, sempre nell'arma ,del G enio. Fu d eputato cl i Melfi per l'VIIT L egislatura. A r genziano (L1l'igi) . Generale n . a Salerno nel 1847. Sottotenente di Fanteria nel 1871, raggiu.nse il. grado di l è n. -tolonnello nel 1900 ed ebbe il Comando , Id Deposito del 44" Regg. Fanteria . Collocato in p osizione a usiliaria nel 190:l e r ichiamato in servizio all'inizio d ella Guerra m ondiale, partecipò alla campagna del 19 15- 16 e fu collocato in congedo nel 1916 col grado di ::\faggior G enerale ,;;,ella r iserva. Argeo. G enerale macedone vissuto nel IV secolo a. C . :'\fel 39·3 rovesciò dal trono Aminta II che s i riiugiò in Tcssalon ica. Due a.nni d opo a lla testa di un esercito di T essalonice3i Aininta r icuperò i suoi Stati, ,na Fi lippo, r eggente di Macedonia, vinto in battaglia Argco, lo mise a· morte.

L' introcta1.ori; coraz,aLO « Generai San Martin ».

bine del J;r forza d i ci rca 40000 cava.l ii che imprimono alle Jla'vi una velocità cli 22 miglia e mezzo all'or a . Sono ben corazzale, e ha.11110 un poderoso a r mamento, di 12 cannoni da 305 rnrn. in sei torri, d i 12 cannoni da 152 m m., 12 da !02 m,n, e quat t ro eia 47 m m. ; sono provviste inoltre d i due tubi che permettono il lancio d i silu:·i da 5.33 111111. 'Le due navi, che furono costruite in Amer ica,~ r ichie<lono pe r il loro impiego un · enorme consumo d i carbone; sono quindi ii1 corso lavori di tr as formazione al loro appàrato motore cd evapor atore . I l resto della fiot ta Ar gentina è costituito di n(lvi

A.rges (Banagl-ia cl-i A ., detta di Neajlow dai Romeni) . A ppartiene al-la Guer ra 1'1onclia.le, fu combattuta k t Tedesco-Bulgaro-Turchi e Romeno-Russi dal 27 novembre e al 3. d icembre 1916, e condusse all'annienta.mento delle forze rumene. La battaglia cominciò i l 27 novem bre, per chè fu i n tale g iorno che avvenne il ço llega.mcilto, per mezzo della ,cavalleria, tra l'annata ted esca del Danubio ed i1 Gruppo Kiihne : ma mentre quell'armata p11.)cedeva su Bucarest con la propria destra\1un go l a riva sinistra del Danubio (1" e 17" d ivisioni bulga re), la 217" te<lesca, seguita • dalla 26" divis ione turca al centro e la divisione d i cavalleria von der Go!tz s ulla s inistra, il Gruppo Kiihne er a ancora sulla destra del!' Alut.1, e molto più indietro, a causa del lar go giro fatto, era la massa del corpo di cavalleria del gen. Schmctlow. Ancora impegnata fra i monti era poi l'ala sinistra tedesca. Per. la r iuscita d ella m anovra concepita dJ i Tedeschi, sarebbe stato necessario che il centro a• vt·sse potuto impegnare seriamente la massa dell'avver -


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sario per lasciare sviluppa1·e l' azione per le a li: mentre se tale condizione non si fosse verificata, peggio poi se il centro, nonchè illlpcgnare seriamente il nemico, neppure avesse p reso· con tatto con esso, l'avanzata premamra delle ali non soltanto poteva condurre ad una puntata nel vuoto, ma t)Oteva. offrire, ad un avversa.rio vig'lante cd attivo, ottima occasione per manovrare internamen te fra le n1assc nemiche. Nella s ituazione in esame a i 2i no,·embre, non solamente il cen tro tedesco ' non era premuto dai Romen i, ma nemmeno impegnalo, poiché di fronte alla m in accia che, pel passaggio del Danubio deli'arnmta di 1'1acken-

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rica e dei succrssi consegu111, per spingere a fondo la, loro offensiva, indubbian;cnte il generale v. Kotsch poteva venire gettalo nel Danubio e la situazione generale cambiarsi cpsì n:itevolruente. L a d islocazione dcl i<, d ivision i dell'armala <lei Danubio avrebbe favorito in modo insperato l'attacco romeno, pcrchè fra la 217·' d' visionc e la 12' ·bulgara, che si trovava in testa a ll:c colonna <li destra, e che il giorno 30 si era rapidamente spostata in avanti, si era deter minato un grand•: vuoto. Qc1ellc due d ivisioni, isolate dai pantani <li :\"eajlow, sarebbero state facile p rc--da e poco mancò che non s ubissero infatti tale sorte il l" dicembre. sen1 andava delineandosi contro i l fianco s inistro, la 1•i giorno in cui le colonne romene, fa tto indietrcggia,c armat:i. r omena aveva abbandonato la linea dell'Aiuta e v. der Go:tz fino a Flamanda, -c~rnparivano a lvicreni ,apidamente si er:i. ripiegata su ll' Arges con la sinistra a e s i dirigevano verso sud-est, mentre la 2" div isione di Costesti. D'altra pa rte sul tempestivo concorso d ell'ala cavalleria romena giungeva a lle spalle della 2li" disinistra tedesca, an<:ora, come s'è detto, stretta fra i visione germanica verso Asan. Anche la 26" division , 111onti, non c'era da contare, e <li ben sessanta chilometurca erasi impegnata a fondo a Dragai1esci : le truppe tri il grupp0 Kotsch (arn1:ita de l Danubio) sopr avanavevano e.;;au,· ito le m:inizioni cd erano ridott e in tab zava quello Kiihne. Far p rece<lere ancora quella in s if- stato fisico che \ln avvenimento della minirna. imporfatte c:m::lizion i verso I' Arges r ap presentava certameJ1te tanza avrebbe certame11te deciso della loro sorte. G ,ii. un grave pericolo. Tuttavia così venne ordinalo, cd d si acc:istavano a i ponti, sempre combattendo però e risera dei 7 le ,avanguardie era, 10 vkine alla. ferrovia. Vidatardan do l'avanzata. ai romeni-russi . Nella notte del Giurgevo. A capo dei Romeni, in quelle difficili con2 le divisioni di v. Kolsch erallo in ,piena r itirata, motingenze, era stato posto il generale A vcrcscl1: questi si lestate <lalle avanguardie anersarie che infliggevano loro propose d i r imanere sulla di<fensiva con l'armata del grav issime perdile: al mattino la 2 l 7" òivisione genna:rord, <li tra ttenere con le forze stretta.men te ind ispenn ica era comple ta.p1en te auerchiata. e lottava disperasabili della 1' e della 2" arma ta le truppe della 9" tamen te tutto il g iorno per aprirsi un varco. armata germa,1 ica da! Passo d i P.redeal all'alta e me<lia Fra ttanto_ sulla fronte della l ' armata romena sulpianura sulla. ,quale si avanza vano le d ivisioni d i v. , 1'A:·ges s i e:·a corn ba.ttuto accanitamente e non ostante K iihne, e <li attaccare risolu tamente a fondo con l'arla prevalenza. delle forze te<lcsche, qui i romeni avemata P resan, median te maJ'10vra avvolgente, il gruppo vano sostenuto vigorosamen te la p rc3sione <li v. K iihne. tedesco d i v. Kotsch (armata <lei D anubio). L'urto era A mezzogiorno del 3 dicembre, quando le condizioni stato p revisto a sud-ovest <li Bucarest sul fiume dell'armata del D anubio parevano ormai disperate, irn Neaj low affluente del!' Arges. provvisanicntc un vi vo fuoCo d'ar=-tiglieria s i faceva senL'inizio della manovrn fu fissato pel 29. Concetto semtire da nord e da nord-ovest a l di là delle li11ee nemiplice e pienamente razionale. :Oell'arrnata d i ma novra. che: era l'artiglieria della 11 • divisione ba va.rese <lclh, del generale P r esa.n .facevano parte 6 d ivis ioni romene 9" armata che entrava in linea ,i n aiu to della ormai (div. Jancoves,c:u, 2\ S•, 21 ' , 9'', 19") e la 40' d ivi• disfatta a la sinis tra dell'ai-mata d i v. Kotsch. Tale imsione r ussa. Un'altra d ivisione agli ordin i del geneprovviso intervento nell 'azione, il quale dimostra l' inraie Sosescu seguiva in riserva e verso d'ala destra per suffi.c ieiiza del servizio d i scoperta <la parte della caproteggere il fianco de ll'armata e trattenere, eventua lvalleria romena, esercitò sulle d ivis ion i romene dell'a la mente, truppe <lei gruppo v. Kiihn~ che fossero accorse destra, u na delle qua li aveva appun to per compito di dall'Alula in soccorso dell'armata del D anu bio, oppure fron teggiare l'eventuale concorso d i truppe del gruppo la cavalleria di Schmettow. I l 28, come s'è detto, v. K iihne, u n effrtto disastroso : il panico si propagò raKotsch era s ulla ferrovia Vida-G iurgevo. L'avanguarpidamente e masse rom_ene si videro r ipiegare in fretta dia <lella 217" d ivis ione gern,anica veniva a rrestala e furia verso l'.'\rges; ben presto il movimento retropresso Draganesci, ma intervenuto il grosso, i R o- grado assunse un accentua to carattere di prec ipita meni r ipiegavano su Naipul. Contempora.nca,nentc la zione. II Gruppo Kiihne, superato fra il 2i ed il 28 le divis iòne di cavalleria von der Gollz, ven iva arresta ta resistenze oppos te daile rctroguardiè romene sull' Aiuta, e contrattacca ta da masse d i fanteria romene p resso &i era avanzato con l'a la destra (corpo d i cava lleria. flamanda: doveva ripiegare con gravi perdite : era il Schmettow) avanti, verso la grande strada Pitesci-Rosi genera le Presan che con la 2' e 5' d ivis ione in iziava •de Ved e, che aveva raggiunto il 30. Nello stesso giorno l'attacco contro il fianco s inistro dell'armata del D a.nuanche il gruppo Kra,ft von Deilmensingen, per effetto bio, mentre le a ltre divisioni romene e la 40' r ussa, dell'ava,1zata del Gruppo K iihne, aveva potuto sbocall'estrema s in istra, s' impegnavano fron talmente, estencare d ai mon ti e s i era porta to in piano su! fron te dendosi fino al D anu bio, Pitcsci-Dragom;rcsci. Le truppe romene, che aveva no Nella giornata del 29 rip resero violent i gli a ttacchi rotto il conta tto con v. K iihne, r ipiegavano .;;u tutto sul fronte <leUa 217' divis ione : cominciavano nelle il fronte verso il fiume Arges. Anche la 2" An nata si truppe te<lesche a d ifettare le muniz ion i ; batterie dopreparava ad a bbandonare la zona montana, contrarettero cessare il fooco. ~folto scura era la s ituazione stando con· rttroguard ie l'avanza ta a i gruppi M orgen e per l'armata del D an ubio, e se i R omeni in tale giorStaabs, che per Campolung cd il passo di P redeal s1 nata, o almeno nella g iornata successiva, avessero saap prestavano a d are la mano a l gruppo K iihne. puto o potuto approfit tare della loro superiorità nume_Più a nord, sul confine tra nsilvano, dal passo di


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li>rlesco-lu. Russo-l?o.

.n D ellmen;;ing·en; 2) ScbnH)tlow; ;J) Kvhnc ; 1) Mor g-en; 5) 1• A l'!nata Romena; 6) 11• Di vis. Bulgara; 7) Presa.11. S) Oi vls. cavalleria; O) Hussi.

Bodza a quello di Gyrnes, le tnippe romene cd i Russi avevano contrattaccato, specia lmente questi ultimi, con risulta to favorevole, la 1" armata v. Ari: e violen ti attacchi p.ronunziavano i Russi sul fronte dei Carpazi. nello inten to di a rrestare indir ettamente i progressi della 9• Annata e dell'Armata del Danubio nclia p ianura Valacca. Contemporaneamente i Russo-romeni passavano a ll'offensiva an che contro la 3" a rmata bulgara in Dobrugia, "r iuscendo a conquistare parte del ierreno perduto ed ·a ritogliere al nemico la testa di ponte d i Ccrnavoda. ::v[,c tutt i questi successi neg\i scacchieri secondari delle operazioni , avrebhero potuto tornare van ta,ggiosi soltanto nel caso che i R u sso-rori1cni fossero r iusciti a vincere i! nemico nella battaglia decis iva che si stava combattendo alle p orte d i Bucarest, e fossero riu,ci ti a vincerlo in modo completo, così da. obbligarlo a sgombrare la Valacchia. Era quù1d i in Valacchia e 11011 s'.li Carpazi, in :Moldavia ed in Dobrugia che sarebbe stato oppor tuno ·l ' invio dei r inforzi R ussi. 11 31 Kithne riprendeva i l contatto con la 1" annata rnmrna sÌJl!a linea dcll'A rgcs e nei d ì successivi si combattè accanitamente su ta le linea, mentre sul Neajlow pare·,.1 stc.a;se delineandosi la catastrofe dell'armata del Dannbio. Succedette un d isgraziato :icci<lente, tan to facile a verificarsi in guerra : la cattura ' da parte dei Tedeschi <li due ufficiali di stato maggiore <lel1'8' divisione romena, il giorno 1° d icemdiéembre, latori d'un importa11tissimo ordine d'armata, che non venne d istrutto al momen to della cattura, e che per conseguenza mise il Comando della 9' armata

tedesca al c orrente delle intcm.ioni dell'avversario e lo avver ti dell'esu·e ,no pericoio che sta va correndo, in que l momento, Yarmata del Danubio, pericolo che, sembra, non fosse stato ancora avvertito in tutta la sua gravità cla l generale v. F alkenhayn .. Infatti questi sapeva bensì rin dal giorno 30 che Kotsch ern stato attaccato d a forze russo-romene, ma riteneva ch e si trattasse di retroguardie, e che l'avversario, analogamente a quanto stava facendo sul fronte del G ruppo K i.ihne, intendesse <li r itirarsi su Ilucarest: non aveva forse avu to abbastanza chiara la sensazione della situ azione azzardata in cui era venuta a trovarsi l'armata del D anubio, e per conseguenza non aveva attribuito all'avversario il 'Piano più razionale : .quello di approfit tarne per gettarsi su -d i essa con la massa delle forze, batterla e quindi r ivolgersi verso v. Killme. La sera <lel 30 l'estrema a la destra di questi (-11 • di,·isione bavarese) si trovava ancora a più d i 40 chilometri dall'ala sini,tra di K otscl1 e nel giorno seguente avrebbe dovuto tr.arciare diritto all' Arges verso 11arsa. Conosciutp il tenore dell'ordine della l' armata romena nel quafc era esplicitamen te detto che : << oggi, 30 novembre, completata ]a cost ituzione della massa d'attacco (.2", 5°, 9' e 19' d ivisione) si in izia l'offensiva in d irezione genera le di Dragànesci contro il nemico che ha p a ssato il Danubio ii, il generale Falkenhayn si ,rese con to del pericolo eh~ incombeva sull'armata del Danubio, e provvide per sven ta rlo. Suo con cetto fu d i la5,darc contro la l' armata quel minimo delle forze dei gruppi Klihne e Dellmensir1gen che fossero ritenute ne•


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cessarie per ·tener la i mpegna ta e con tu tto il resto getta rs i sulle for,.e nemiche attaccanti l'armata d el D a nubio, colpendole sul fianco. Conseguentemente la 115' divis ione ebbe ordine di por tarsi avanti a marcie forzate ed il 1° dicembre già raggiungeva i l fiume Vede a circa 25 c hilometri dalla 26' divisione turca che s i d ifc1,clcva con acéanimento a nord di Draganesci cont ro gli attacchi dei Romeni; la. l l" divisione bavarese ebbe pure ordine d'ai:)bandona re la primitiva d irezione di mrcrcia e di piegare a sud-est per p un tare su Bahuia. I n quel '.lllc<lesimo giorno il Marescia llo :Mackcnscn assumevtt il comando del gruppo di armate operanti i n V,dacc!1i:i e Transilvania e cioè la 9" Armata (f'alken hay:1), l'arn1at:; del D:;nubio (Kotsch) e la 3" Armata bu:gara (Nercsow). Egli mantenne le disposizioni date d a f'alkenhayn: soltantc, orci inava che la 11" divis ione piegasse ancora p ilt ad es t e i-aggiungesse l' i\rges a :\fikalesci, in modo da allargare il r agg io del movimento avvolgei1tc. Tutte le a lt re d ivisioni della 9" Armate, clov•èvano arrestarsi sull' Arges, costi tuen do teste cli ponte a l d i là per l' lllteriore avanzata verso l3uca.rest. L a battaglia di Arges veniva quindi a scindersi in d ue azion i : una condott,i di.i la 9' armata , meno la 11" cli,·isione bavarese e la 115" tedesca, secondaria, intesa a conqu istare i passagg i sull'Arges, ccl una principale in tesa a neu tral izza re I:;, con tro ma novra romena cont ro l' ai-mata èi von Kotsch, per mc7.zo d'u;,a. manovra J',,vvolgimento ciel fian co clest10 dell'avversario ; cd in raie manona 1'11" div i$ionc bavarese e 115• tedesca doYevano concorrere con l'annata. del Danubio. F u · in conseguenza di ra ie dispositivo che la controffensiva russo-romena con tro l'ar mata. Kotsch, che s i syiluppava tanto promet tente di risu ltati dec isivi, n cll~ p r ime ore del 3 dicem bre ven iva. bruscamen te arrestata · con la. colllparsa alle S]Ja.]le. dei Romeni, eia :Nicrcni a Clebni. dell'artiglieria prima, ed in · seguito d elle avangua rdie clell'll' divisione, cu i il manca to arrivo del la d ivis,onc Sosescu, permise di operare subilo con vigore contro la terza <lclJe divis ioni romene g ià imp~-

gnate sul f,roilte. In ~eguito alla prècipitosa r itirata della 2° e 5° divisione romena, le t rup pe d i v. Kotsch ripresero animo e r ia vanzarono. Le òue vaforose d ivision i romene 9·' e 19' alla lor volta, circondate eia pgn; parte, a costo di grav issimi sacrifici riuscirono a farsi strada a ttraverso le file nemiche r a r itirarsi verso l'Argcs. b elle a ltre truppe, quelle che non r iusci rono ad attra'i·ersarc il triste fiume, caddero p rigioniere o vermero sciabola te dalla 6" divisione d i cavalleria germanica (corpo di v. Schmettow) accorsa su l campo di battaglia e lanciata. all'inseguimento verso P loesc i. Sul fronte della l" armata il 2-3 s i còmbattè sull' A1·ges e quind i a t tori10 a Liru. Le forze colllbinate del ·g ruppo D ellmensingen e della 41 ' div is ione çlcl gruJ>po K iìhne eb-

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bero facilmente ragione dei d ifensor i, che si n t1ra rono verso est. La battaglia cl'Arges il 3 dicem bre era quindi _finita ccl in essa tra montarono le u ltime speranze dei Romeni {J; ristorare la sorte d elle loro armi.

Ar.ghi n, Villaggio sul :'\"ilo, a l cli sotto d i Uadi Alfa. :\"ell'anno 1389, me111·r~ era p residiato da a lcuni bgl. suda nesi agli ordini d el gcn. inglese Wodehouse, venne attaccato d~ll'emiro Ualed ' el :'\egiumi con 2000 Mahdisti (2 luglio) . :Ma l'energica resistenza del \Vodehouse ma ndò a vuoto il tenta tivo. Argine (lat . Agge,-e). Rialzo d i ter ra o di muro, per d ifesa di un accampamento, o di una p iaZJ.a. Far A ., resistere a. impelo ù i assalti. .-1,-g.;.ne ('/'op.)-:-R ialzo d i terra, natura.le od :utilìciak, che serve a contenere le rrcque di un fiume in caso d i stn1ripa me11to . D ice.si in f [olclo, quando s i svolge ad immedia to ridosso d~lle r iserve .cJcl co:-so d'acqua; in golena, se ad una cert1 <li stanza da esse._ ( Golena, chian1as; il tratto di ter reno compreso tra l'r.rgine e la riv3 del corso ~l'acqua) . Si rappresenta n elle carte topografiche <:on una doppia fila di tratteggi, come usasi per le strade in rialzo. Vi ·si a ggiLmge il ILuneggiamcn to obl iquo . A rgine (Genio). L 'argine si <:ostruisce con p ignoni. cap ratC', pa!ancati , Jla lafitte, terrapieni, ' ecc, Nell'argine si distingue il p iede, la. $Carpata, -la spai!~, i l ciglio, la cresta e le bancb ine. 'Ta.lvolta rappresenta. ap p roccio per offesa di piazza, tavolta cavaliere per isco·pri1.·e da lungj e dall'alto ii ne n1ico1 fatto con iscavare

la lena', e con l' alzarla in forma d i bastione. Nel sig1l ilicalo ' grnerico d i r iparo, l'A . compren<le la diga, che è r i paro contro i flutfi d e! 111arc e contro gli interrimenti delle a, ene; i moli e gli antimurali, che sono riparo dei porti; le scogliere, che sono riparo d ei moli; le gittate, che sono ripari di pii1 for me e maniere tr a le quali i mura zzi di Venezia. G li argin i possono essere or ganizzati a difesa inta gliandone oppc,rtunameilk la sca rpata interna, od iHc:i.,tona nclo convenientemente entro la scarpata stessa posta zioni in calcestruzzo p er m itra.glia.tdd cd osscrvatbri. Esemp i classici dr tal genere sono stati : ta ~is tema~ione nostra dell'argine del Taglimnento n ello scorcio {li agosto del 1917, che servì n el corso della ritirata. dopo Caporet to, e que lla Austria.ca. e nostra degli ar gini del P ia.ve 'che riuscirono alla fine m unitis sim i d i opere di osser vilzione, cli r icover i alla prova, di sistemazioni dà mitragl iatri·ci e di bombarde. Caratterist ico fu l'impianto cli d ifese accessorie in contr6pen den~a , sistemate sulla scarpa ta interna e fiancheggiate eh nidi d i màtr~gliatric i ar retrati e diligèn tement'e mascherat i (postaz ioni iraùitrici).

Un a1~gtne sistemat o a d i fesa , con 1pposta.me n to di nliLf•:~g·liatrici.

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Arginuse. Gr uppo d i piccole isole nel mare Egeo, fra l'isola di Lesbo ( o M ilitene) e l'Asia 211inore, memorabile per una gra nde vittoria nava le degli Ateniesi sugli Spartani. X e ll'anno 406 ( ventiquattresimo d ella ~uerra del Peloponneso) Cal)icratida era succeduto a L isandro nel comando della squadra spartana che, ing_rossala da 50 nav i, forn ite da Chio, Rodi ed altri a lleat i, forma ,·ano un corùp lesso di 140 (1iere con le q ual i l'ammiraglio spartano era riuscito a precludere la I' ia cl i Samos a Conorsc, ammiraglio ate11iese, che ne era uscito. :id insegui rlo, ed a cbiuclerlo in :Mitilene, dopo ;ivergl, prese 30 triere in un combattimento daYanti a quel porto. Essendo stato così bloccato, Conone non aveva orma i che 40 navi. Un tentativo cli soccor.,o, con 12 triere condotte d i D iomeclonte, fallì, -perche dicci d i q•Jeste navi caddero in potere a i Callicra rida, Conone riuscì a far partfrc due na.vi veloci con J'inrn.rico di recare ad At~ne la notiz ia de l blocco <li :Mitilene e d i sollecitare sorcorsi . Una d elle due navi fu presa; l'aìt.ra, sfu ggita al!c navi nemiche, giunse a

<.lesl inazione. L 'aiuto d i Atene non s i fece attendere. Nello spaz.io di trenta giorni centodieci triere Iuronc .a rmate ne i port i dell'Attica e fecero vela per :Mit ilene. Nel loro passaggio .;.>er Samos e per altre c ittà alleare 1;:bbero rinforz i di altre 40 trie re e raggiunsero così la forza 1otale rì i 150 navi, Callicrati<la, appena chbe avYiso cklh prèsenza a Samos della flotta. aLeniese, la sciò SO navi a ]'l'litilcne sotto il comando di Eteonico, cd ancorò con le altre 120 a l Capo M:1Jea (Capo S. )faria) nell' isola stessa di L esbo. Gl"i ALcniesi git111scro lo stcs~o giorno alie isole Ar ginuse (Porto Aiano) d irim petto al Capo :Malea. Calli-cra tida, accortosi della presenza delle navi :ttcniesi pei numerosi f uochi appa rsi durante la notte dalla parte delle Arginusc, levò le m,core vcr.,o 1r.ezzanottc per piombare inaspettato stil nem i,co; n1a una iniprovvisa tcn1pe3la i n1pedì ]a riu-

scita dell'attacco notturno d i sorpresa. Sul far del gior110 la squadra degli Spartani si avan7,Ò con tro g li Ateniesi comar1dati da Trasillo, il quale, ner obbligare Callicratid!'- a cUvidere l~. .sua s quadra, diede a l suo spfrgamenio front:tle una grande estensione, appoggiandosi i11 forlc posizione cl ifeasiva alle isole Arginuse, le qua1i, guarn ite d i combattenti, formavano il centro d ell' ord inanza cli battaglia che ,protendeva le a li, costituite d:tl!e navi, a tran~ontana e<l a mezzogiorno delle isole ;;te,sr. I Pclopon nesi furono perta nto costre tti a d a re d ue batt aglie distinte, una a tramontana e l'altra a mezzogiorno delle Argiause. Callicratida d ir ig«va l'ala destra, il Tebano T rasanda l'a la sinistra. La battagli a cominciò con gra,1de ardore d a lle due pa.rt.i e durò per mqlto tempo ,cc,n incerta fortuna ; ma alla fine Protom aco; che era all'ala. d estra degli Ateniesi, r iusci a rompere e a disordinare l'ala sinis tra. d e l nemico, e q ucsio fu per la squa<lra Spartana il segnale della disfatti\. Callicrnt icla avc~a nondi,;,cno combattuto eroica. mente. Dopo aver affondata -la nave dell'ateniese Lisia, a veva raggiunta ed urtata la triera di P ericle, ma 1nvano la sua nave "aveva cercato con ogni sforzo de i suoi remi cli liberare il rostro <lai fianco dell'avversaria; 1a triera ·ateniese, lanciate le mani di ferro, aveva rattenuta for temente la navarchide spartana e se n' era· impadronita all'arrembaggio; Callicratida,. getta.lo in mare nell-'urto delle due triere, era scomparso, La squadra Span ,1na, ·dopo la morte ciel suo condottiero e la

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sconfilla delia ,sua a la s inistra, prese la foga e si rifugiò pute a Ch io e pa rte a Focca. Gli Ateniesi percleltero ia questa ba ttaglia 25 triere, i Pcloponnesi 60. La battaglfa navale delle Argin use, avvenuta nell'agosto de 1 406, e nella quale avevano lottato circa 300 triere e 60 mila guerr ieri, per le sue singolari circostanze e per l'annientamento della potenza navale di S;:,arta e dei suoi alleati, fu la più importante d i tutta Il guerra peioponnesiaca.

Arg iraspidi. Sol.Ja:i scelti, veterani, d i fanteria, arma~i d i lancia, che portavano uno scudo <l'a.rgcn(o o intarsiat.9 d i tale ,netallo. G li A . erano le guardie d i Alessand ro il Grande, il qmde li istituì traendoli dal fiore dei suoi soldati e facendone un corpo a tto alle più a rr ischiate azion i di guerra. Secondo Diodoro S icu lo, non pochi di essi oltrepassavano i 60 ann i d' età, ed ammontavano a 3000 u., tutti. <li fanteria. Dop~ la morte di Alcssa11clro, si posero agli ord ini di Ewncne. e poscia passarono sotto -le !bandiere d i Ant ioco, il quale li soppresse a poco a poco, esponendoli nelle prime linee e nelle fazioni arrischiate. Il loro nome r imase an cora per qualche tem po negli eserciti. greci, essendo dato ai reparti scelti. E comparve per breve tempo negli ~scrciti romani, essendo stato da Alessa11clro Severo costituito un 1·eparto di uom ini scelti a i qu ali egli d iede :i.pJ~unto i; nome di .-\rgiraspid i. A;,girocastro (Ergcri dei T urchi). C ittà prevalentemente musulmana, scalala sovra terrazzi ard iti e vetrosi e dominata da una fortezza, ra[>presentata da un magnifico e vasto castello costruito dai Veneziani. Si trova sulla grnn cle v ia da Prcvcsa per Giannina a Valona e a Berat, Durante la guerra rnondiale il Governo italiano fece procl,tnia.re (3 g iugno 1917) ad Arg iroca~lro l'ii,rlipendenza dcll'Alban;a, sotto il protettorato dcl!'I t1.lia. Argirologi. Funzionari che Atene inv iava p resso gli alleati a llo scopo cli percepire le imposte cli guerra straordinarie ogni volta che la nece53ità lo richiedeva. Essi erano spesso scortati da truppe o da ' navi e l'imposta veniva intimata il più delle volte con la forza, se non addir ittura pr~lcvata col saccheggio. Argo. Ant. ,città della Marca, caJ)'i ta le del!' Argolide, nel golfo d i Nauplia. Venne conquistata dai Dori e fu ca pita le d i tu lio il P eloponneso, .fino a quando (VI ,cc. a. C.) Sparta affermò la sua su pr emazia. A . venne :illora sconfitta nelle clue ba ttaglie <li Cinuria e cl i Ti,·into, m a r .\mase ancora. ind ipendente. F u a lleala <li Atene, ma la vittoria d i Man linea ( 418) segnò la darn della sua completi d ecadenza , I. Battaglia di Argo (2i2 a. C.), Comb"a ttuta f,a Antigono Gonala e Pi rro, re dell'Epiro. Le truppe del primo occupavano A . che Pirro volle assali1·c ma lgrado che già fosse sopragg,iun!a la notte. Il combattimento si svolse nelle vie della ciftà cbe Pirro aveva invasa con i suoi soldati, ma con esito sfavorevole per lui. Circondate e assa-Jite da ogni parte, le sue trn,ppe si sbandarono ed egli cadde mentre tentava di r iordina.rie e d i condurle a ll' assalto. Dal 146 in poi A. seguì le sorti del P elopom1cso. II. N el 1.397, men tr'era presidiata dai Veneziani, venne a$scd iata da Jakut ·p ascià generale di lhiazer.


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, L'anlico CilstelJo veneziano d i A1·g·1rocastro. La difesa non fu qu.1le avrebhe potuto essere, a causa , della <liscordia fn i com:tndrnti vcncz;ani; la piazza capitolò i l J g iugno 1397 e venne messa a sacco. L4 .000 cristiani vennero fa tti sch iavi dai Turcl1i.

I1I. Ne l 1686, mentre l'anunir. veneziano Morosini, alla testa di un p iccolo esercito crist iano fornito da ,·arii Stati, assed iava Naupiia, il generale turco Ismail pascià, con cinque !Jgl. d i fanteria e 5000 ca val ieri, avanzò a l soccorso della piazza e prese posizione presso Argo. Il .6 agosto Morosini mos~c con 12 bgl. contro i Turchi, i q·..1ali, a.ppena vedu ti avvicinarsi i cristiani, s) sb.nciarono a l galoppo ad assalir li. I cristiani avanzavano in colonne di battaglione; comandava la destra Orscll i, .Ja s inistra Contura, il cen tro Konigsmarck; pronunciatos i l'assal to nem ico, si ordinar ono in stretti quadra ti,, irti d i baionette. Invano i Turchi cercarnno di rompere l'ordinanza cristiana : dopo dura lotta, vedendo sopraggiungere 2000 marinai, che il ~VIorosini aveva fatto sbarcar~, lasciarnno il campo decimati e disordinati, e si rifugiarono ,e Corin to, ment re le truµµ e del Mor osin.i _pren devano ·Argo. IV. Nel 1 ì06 A. fu r ipresa. dai T urchi, i qua li la tennero fino al 1821, quando, scoppiala la r ivoluzione della G rec ia, fu subilo in potere dei pat r iot i. Nel 1822 i Turchi, comandati d a Kurchid Pascià, tentarono d i prenderla, ma furono battuti dai Greci comandati da Yp,; ila.nt i, e costretti a sgombrare il Peìoponneso.

Argo. Traspor to a vela, in legno, provenien te dalla marina pontific1a in scg~1ito alla caduta di Ancona, radiato ne l 1&65 : d isloca mento T . 180. Argo. Sommergibile, varato nel 1912, rad iato nel 1918 : lunghezza m . 45,1S; larghezza m. 4,20; dislocamento T. 252; armamen to guerresco lanciasiluri 2; stato maggiore 2, equipaggio 12. Ifa operato in altu Adriatico ch:ran te la grande guerra.

Argod (Fran cesco). Genera le francese n. a Valence m. a lla battaglia di Cassano (1759- 1799). Partecipò all'assedio d i Tolone, e poi alle fazioni su i P irenei Orien tali. Fu in Italia come capo cli S . M. del gen. Vicwr

e si d is tinse alla favor ita e a Verona. Alla batt. di Cassano. dove cadde ucciso, rivestiva il grado di gen di br igata, confer itogli poco tempo prima.

Argonauta. Sommergibile, varato nel 191-l, radiato, nel 1918: lunghezza m. 45,15; larghezza m. 4,20; dislocamento T . 255; armamento guerresco cannon i I 76. 30 aa, 1 mitr. ·6,5, lanciasi luri 2.; stato maggiore 2; equipaggio 20. Durante la guerra mondia le fu dislocato in Alto Adr iatico per m issioni dl agguato subacqueo. Argonauti (Ordi,;c Caw,1/e,.esco degli A.). Fondate.> nel 1382 <la Ca rlo TII re d i Napoli, con lo scopo della rnFdarictit dc, n obiii fra di loro, contro i ,-ibdli. Aveva p er insegna una nave e il motto: cc Non credo tempar i >>. Durò fino alla mor te di Carlo ( 1388), Argonne. Regione boscosa dell'Est della Franciacostituita da un altipiano forma to dai momi Fauc il4esCampag11a d; D-umo,wiez n c/Je Argonne (1792). G li ese rciti della coal izione, forti d i 138.000 uomini, avanzavan o attraverso le Ardenne per mar ciare su Chalons e Parigi. I francesi d isponevan o d i 120.000 uomini d isseminali su lar go fron te e divisi in t re arm:i.te, del Nord, del Centro. e ddl'A lsazia. · Un esercito cli 60.000 prussiani, al comaJ1do del duca d i Bwns\\ ick, a va.nz.ò contro l'armata d el centro, lR quale era comand ata d,11 gen. Dumour iez, pcl Lu55<;mburgo; 20.000 austriac i (Genera le Cler fayt) lìancheggia.vaho l'esercito a dest ra marciando su Stenay e 26.000 austro-pn1.ssiani n1arciaxano a sinistra). Gli austro-prussia1,i bloc<:arono Tbionville, avanzando su \'crdun. Du mouriez, anzic hè ritirarsi d ietr o la ì'"farna per ébprire Parigi, come opin avano i p iù dei generali francesi, decise di schierarsi nella foresta del le Argonne, fra Sedan e Passavant, che costitu1va. un ostacolo all'avanzata de l nemico, obbligato aq a.ttrn,·ersarla . Ma occorrc,·a prevenirvelo occupa11don~ i 5 -passi ch e la atlra,·ersano (,Chene"populeux, Croix-aux-Bois, Grand-Pré, C halade e Isicttes). Il 30 agosto J 792 i francesi avanzarono, lo stesso giorno il generak D illon con 8.000 uomini, mar0


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c ian<lo su Stenay, in-;ontrò sulle rive della Mosa Clerfayt con 25.000 austr iaci e l o forzò a ripassare il fiume. Cont inuò quindi la :llarc ia seguito da Dumoricz col grosso ( 15 .000 uomini) ed entrambi, sfilando con a r<iita JHarcia d i fianco in pr~se:iza dd nemico, andarnm, acl occupare i passi delle Islettes, della Chalade e del Grawl Pré (3 e 4 settembre); spec ie quest'ultima posizione era forti$sima e le trnppe si schierarono sulle colline ad anfiteat ro guardando i due ponti getcati sul!'Aire e domin ati da 50 pezzi. Intanto 6000 uomini (generale Dubouquet) avevano occupato h Chene-populeux e un'altra p iccola c.olonna la Croix -aux-Bois. Tutie le truppe disponib ili (a.Itri 15.000 uomini) furono chiamate in r inforzo dietro le Argonnc-, e :-nagn~iini ven ivano -ço5tituiti a R ein1s C hiìlons, Reihel e Sainte Menehoulcl. :Mentre Kellcr1

111an s i <l.i~poneva a raggiungere l)un1011riez

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stro-prussì;u1i sostavano davanti a lle Argonne sondando 1e posizion i francesi; :i.ccol'tisi che la Croix-aux-Bois era tenuta <la 2 soli battagiioni, l'attaccarono e la conqui~larono. Dumor iez si affrettò a in viarvi il generale Chnot co:1 2 br., 6 sq. e 4 pezzi p er riprenderla; Chaznt attac':Ò il 15 set tembre, ma, dopo un primo successo, iu respinto; 'lnd 1e Dubo·Jq_uct a.llora fu costretto a 8gombrnre e Dumoucriez si trovò così coll'esercito tagliato in due (es,enclo la Croix- aux- Bois a l centro dello sch ieramento) e minacciato di avvolgimen to. ln conseguenza egli orcì.nò il 1.5 stesso la. ritirata, che avvenne nc l1a notte.

L e Argonn~ nella guerra mondiale. La natura rotta ed intr icat;~ -di questa regione, costituita d i riliev i paralleli rot ti da brecce trisversali prevalen temen te coperti cli fitti bosch i, doveva imprimere a lle operazioni

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r is a ltati 1pprezzabili, lolla snervante d i colpi di mano, d i piccole azioni local i, di scaramucce, intervallata da br evi, violent~ fasi di offensiva senza risultati, seguite da periodi ;:,iù o meno dunghi cli attese snervanti . Dal giorno in cui la s• armata tedesca, ripiegando dal fronte raggiunto, in seguito a!l'offcnsiva. su Bar le Due (V. J';[arna), s i arrestò e 3cavò le prime lince di trincee ( 16 settembre 1914) daH'Aisn•:: alla J\fosa sulla linea Vienne-la -Ville -- Varennes - l.vfontfaucon - Consenvoye, innumerevoli combattimenti si su ccedettero sino all'ottobre del 1918, nei quali lanciatìamme, bombe a ma.no, gas :!sfissiapti t,w,arono largo impiego, seminando la strage tr?. i con tenden ti, paghi soltant.o d i mantcrn:rsi s ulJ~ posizioni occupate e con ogni arte rafforzate. Verso la fine cli dicembre del 1914 entrava in linea ne'lla fo1·csta delle Argonne un rcgg. di volontari italiani costituito a Montélimar e forte d i 2500 u. comand.tti dal col. Peppino Garibalà i. Il 26, i-I regg. riceveva gloriosamen te il battesimo del fuoco, ba ttendosi per la conquista di una trincea tedesca ; cadeYano morti 40 garih2.lclini e. feriti l S0. Fra i morti, Bruno Garibaldi, fratelfo di Peppino. E ,I 6 gennaio, i due bgl. I e III del rec;g. Garibald ino, in altra lo tta accanita, perdevano 300 uomini, fra i quali Costante Garibaldi, altro fratello di Peppino. I niziatasi il 26 settembre 1918 la grande battaglia che si d isse di Chamf,agne ed Argonne, ancbe nella regione delle Argonne s'iniziò il movimento retrogrado dei Tedeschi, e il S novembre le Argonne erano completamente sgomtrre cli truppe germaniche. ,frgonne Gr11.j,pe. Appellativo convenzionale· dato al Comando del XVI corpo d 'annata tedesco d all'aprile I 91 i' a l ma rzo 19 18 e sussçgucn!emen te al comando del la 58" divis ione, l'uno e l'altra operanti sul fronte occidentale prev?.lcntemen te n el settore delle Argonne . I.a costituzione di tal-~ complesso di forze variò nelle diverse c1•0<,hc: e comprese grandi unità attive e <li landwehL Esso pre,•~ parte alle operazioni della primavera e <!cll'autunno del 1917 e alla battaglia di Champagne della pri:navcra <lei 1918. E' ancl1e noto ml nome di « Gruppo Mud ra » dal nome del generale von :Muclra, che comandò i l XVI corpo d'armata del 2 agosto 1914 al 29 ottobre 1916.

Argoud (Pietro). Generale francese, n . a SaimGeoire, n1. a Caicana (1763-1804). Entrò nel corpo r eale della m~1·ina nel 17i8 dove servi lino ai.I 1782. Passò durante la Rivolu,ionc al comando di un bgl. vo lont<!ri e raggiunse il grado d i generale di brigata

Rn1no

rrate'tli Gar!baicli nelle Argonn c. l'eppino costan te

m ilitari delle quali iu tea tro durante la guerra mondiak, la caratteri~tica peculiare del p iù intenso logoramento, nel _q,13Jc ogni clcci$ione era da escludersi, avendo ll\ difesa decisa superior i•:i t sull'attacco, specia lmente in guerra d i tri ncea. Fu in questa regione, appunto, che la lotta tra gli allleati cd i Tedesch i raggiunse il carattere di er,tremo accanimento senza tuttavia raggiungere

n el 1 i93. F ece parte dc,Jl'cscrcito repubbiicano che assed iò Magonza <love iu fer ito a lla testa. Non approvò il colpo di Stato del .Brumaio cosicch~ ne fu vi ttima. Arrestato e internato nell' isola d'Oléron, nell'attendere di essere imbarcato per Caienna, formulò il progetto cli so lleYare le guarnigioni di La Rochelle, Rochcfort," e a lt re . Fu d enunciato a rrestato e invia to senz'altro a C?.ienna.

Argub (Zà1tiet el-A.). Località situala sul c igl io settentrionale dell'altipiano cirenaico, a circa metà stEda fra E l-Mer g e Cirene. Venne occupata il 15 febbraio 1914 dal Genernle Cavaciocchi con una colonna composta d i truP'J)e delh zona <li Cirene, mossa da Gasr Sciza alle 7 <lei mattino. Giunte in regione elHàbra, le truppe, ripartite in tre colonne, mossero sulla


AllG

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Z~ :mia. Qt:cl!a d i. destra, dispe,·so a e,c- Scialirìz un mtcleo <li ribelli, ,per Gas~ Ben i Gclèm giunse a e l- ,\rgùb alle 14,30. Quella dal centro, .-e,pin ti fra el-Hà bra e E l-Uàfer gruppi r ibelli, giu n~e ad cl-Argìtb a lle 12, 10. Quella di $inistra giunse alle 13.15, quasi senza mole- · stie, distrugg?nclo -durante la marc ia. 2 accampamcnt i

Il mar,1.bu tto cl i Bu ,\rgub

abb:rndonati. Le tre colonne mantenner o sempre il collegaJucnto nt?nosta.11te il terreno intricato. E l-A rgè,b fu tr ovata sgombra; le truppe presero i l campo d isperdendo akun i armati lascia ti in retwguar-dja dai ribelli, che perdettero dicci morti accer ta ti; noi due feriti . Furono catturati alcuni indigeni e un gendam1c turco. Il 22 febbraio circa 700 fra regolari· e beduini Abìd col Capo della Zin1ia Gsu,: e· 2 cann~ni attaccarono il pre3id io di el-Argùb, m a vennero respi nt i ,ed inseguiti per a lcuni k m., lasciando 30 morti s~l terreno; no i a vemmo .3 ascari morti e 8 feriti.

Argyll /Arcibaldo, conte e poi marchese d'A .). Signor e scozzese, n . nel l598. Fu alternativamente partigiano cli Carlo I e di Crom\\'cll. :-Sei 1645 marciò con 3000 presbiterìani contro i'cscrcito reale comanda to da l Montrose, ma ne fu sconfitto a Innerlochy. Poi che l'A . :.vcva hsciato condan nare Catilo I, quando sali al trono Carlo JI ne fu inviato al patibo!c, ( 1661). L 'A. fu giu7. iato <:on una sorta cl i ghigliollina, inventata in quell'epoca, e chiamata « L a giovinetta )l . Arcibaldo, conte d'Argyll. F iglio del p recedente, partigia no degli Stuard i. Nell'epoca d i Giacomo si schierò con t,-o d i lu i e p rese il comando d i un corpo di 300 Scozzesi r ifugiati in O landa, avendo dal Monmouth ·il titolo <li generalissimo. Sbar-cato neL b. Scozia, gli sperati partigiani non . vennero, cd egli fu facil meme battuto dalle truppe d i Giaco"' o . Fatto prigion.icro, venne mandato a l pati bolo in EdimbLtrgo nel 1685.

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Gìo·vam,i Campbe/1., duca di A. ?11aresciallo di campo ,britannico ( 1678. 1743). Coma11dò successivan1ente vari regg i111enti, e Giol'anni ArgyU ne l 1725 venne nominato direttore generale d'ai:tiglier ia. Par tecipò a 1r.olti fatti -<l'armi, tra cui quelli d i Ra.millies, Ostenda, Oudenclarcl~,

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.'\ire, Tournay, ì'>lalpla quet, ecc. Sconfisse i Giacobiti a Dumblane nel l715. Fu governatore del Castello di Edimburgo nel 1711, cli ~Linorca nel 1714 e di Portsmouth ne l 1 i2•1.

Aria liquida. Le scoperte del Linde prima e del Cla.uclc poi, che r iu scirono a produrre con rellativa faciliti<. l'ar ia liquida, vennero utilizza te nella fabbr icazione dt·gli esplosivi. quali furono adoperati durante la guerra ncWindustria rnincraria, affinchè rimanessero d isponibili per ,l'eser cito gli altri esplos ivi. L'a r ia liqu :da si i1npiegn. facendola assorbire da sosta11ze ..,adau.~, come nerofumo, seg3tura, petrolio, kieselguhr (farina fossile) cotone, ecc. Essa, mescolata c on idrocar buri solid i c liqui<l~ (parnffina, pe trol io, naftalina, ecc., forma ottimi esplosivi diro,upenti che s i possono innc.scare per il brillamento, COH sernl)iice miccia ordina ria, con capsula al fulminato e 111iccia ordinaria, opp\lre con capsula elett r ica. · Il' primo impiego dell'a ria liquida. \'Cllne fatto a l Sempione. Durame la guerra ebbe discreto sviluppo spec-ia lmente da pane degli Imperi Centrali, ,costretti ad. economizzare le materie prime d egli al tri esplos ivi. Arfa territoriale. F in quando l'atmosfera non rappresentò un n1ezzo di conn 111içazionc e di transito. essa costi tuì un ele111cn to cli ben poca r ilevanza giur id ica, .specialmente n e i riguard i d el d i r itto in ternaz io n ale. :Ma non a ppena le vie dc-Ol'aria. apparvero, per i progress i (lclla scienza, come elemento d'indisc\ltibile interesse per i popoli, subito s'impose Ja soluzione del problema, che fino allora poteva a ppari re ,puramente accademico, <lella. determin azione <li son anità sull'a tmosfera. L 'Ist iluto cl i DiriUo lnterna~iona le tr◊\'Ò o pportuno <l'occ t,parse nc e nella sessione di Gand del 1906 formulò il seguente princi pio: << L'air est libre; Ics Etat;; n 'ont sur lui, en temps de guer re, quc le~ d roit; nécessaircs à icllr conservations >>. i\ questa teoria fu subito contrapposta l'altra per la quale la colonna d'aria sovrastante al Le1jritorio d i uno !)tato è sottoposta al la piena sona11ità di questo, ed è libera soltanto !'a.ria sovra3tante al mare li ber·o cd a i tcrritor f << nu llius )> . Come teoria int er111ed ia fu da a lcuni giurioli, in primo tempo, per ,l'a µparen te analogia tra i l ciclo e il mare, so~tenula l'op portunità d i <livicler c, co111e s' èfatto pel mare, anche lo s pazio aereo in spazio leri:itoriale e spazio libero . Ma dopo le prime incertezze si passò ai due criteri inter medi che, per quanto d ivergenti nel fonda.mento e nella forma, giungono ad un iden tico r isultato pratico. E cioè da un lato la teor ia della !ibe~tà. dell'a•mosfera limita ta da i diritto di con servazione d dlo Stato, il quale potrà p rendere t utti i" pr'.:lvvcdimen ti c:he ri te rrà opportuni per la sicmczza. proprfo, <le' suoi -sudditi e dei loro beni ; e d a ll'altro la teor ia dell:t. sovranità dello Sta to limitata da una servitù in lema;,;iona le di transito . A 4uest'ultirr10 princip io è informata la Convenzione di Parigi ciel 19 19 per !l. navigazione aerea, per la quale -con venzio ne l'atmo~.fera è so~getta :!.Ila sovranità dello Stato su cui so·vrasta; però ciascuno Stato contraente è obbligato ad accor cia.re, in tempo di pace, alle aeronavi deg li a ltri Stati contraenti, la libertà dì passaggio in offensivo in volo sul suo territorio e sulle sue acque territor ialli, con. determinate restrizioni. << Ogni aeromobile di ciascuno Sta to con traente - dice l'ar i. 15 della Convenzione - · ha i l di ritto d i tra..nsitaJ·c in volo un alt ro Stato con-


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traente senza a tterrare. ln quc.:;to cas,o essa deve seguire la rotta s1abiliu datilo Stato traversa10. Per ragioni di sicurezza genera le però essa sarà obbligala ad at terrare se n e riceve l'online per. mezzo <:li segnali previsti dal regolamento. O.~ni aeromobile che passa <la uno St.:.to in ;.m altro <:leve, se le leggi <li qt\Cst'ultimo io esigono, atterrare in u no degli aeroporti da questo fissati. Sarà data n ot ificazione d i <leLti aeroporti dagli Stati contraenti alla Commi~sione Internazionale della Navigazione Aerea, cJ1e la t rasmetterà a lutti gli Stati con1raenti. L'impianto delle liriee aeree internaziona li è .subordin a to al consenso <legli Stati da travcr.sare ll . La convenzione -di Parigi p rt\'ede solo il tem po di pace. Quanto alla guer.-a nerea, dalla seconda d ichiara;cione sottoscritta nella confcrcnn del!' Aia del 1899, venne p roibito per la. durala di cinque anni il lancio dei proiettili o · d i ma lciic esplosive dall'alto d i aeronavi, divieto che ,·enne rinnovato nella conferenza del1'.Aia del 1907 per un periodo corrispondente' a l tempo che fosse pas~ato fra questa e la s uccessiva conferenza dell'Aia ; ma ben po:;hi furon o gli ;ita li che sottoscrissero tale convenzione e ancora meno quelli che la nttificarono. Frn, q uelli che non )a ratificarono vi fu l'Italia, la quale potè perciò a buon dir itto riconcre al bombar<lainento dal l'a lto d uran te la guerra con h Turchia, nel 1911 - 1912. Durante la guerra n1ondiale i soli <li.vieti prescritti nei bombardam.enti aerei furon quelli · generici imposti a tutti i bombardamenti. ;',,'el'la conferenza d i Wasl,i,,gton del 1922 per la limitazione degli ar 1nainenti1 g li S tati l ìnlli, ÌA .Fran cia, il Giappone 1 l'Jnghilterra e l'I talia nominarono una Commissione di g iurist i e <li tecnici per stu<lia1·e le innovazioni rese necessarie al d iritto bellico internazio1'ale, ed essa s' riunì infa tti nel d ice1nbrc del lo stesso anno ali' Aia, ap.pronuan<lo uno schema di regola.men to per la radiotelegrafia in guerra cd un a ltro per la guerra. aerea. ::Sfa finora ( 1926) 11e,;suna convenzione internazionale è in tervenuta in proposito .

Aria (Gioa.citino) Generale, n , a Bologna nel 1863. F u ?.l!iev0 del Collegio mii. di .Milano e poi dell'Accademia m ilitare . e nel 1884 era sottotcn. d'arLiglieria. Ftce la campagn a <li Libia del 19121913 d istinguend os i a Rcg in1a. Entrò in guerra nel 1915 m l grado d i ten . çol. d'art_ comandant.r. d ~I 3° Gruppo; nel 1917 era colonnello e poi col. brigad iere. Nel 19 18 f u p romosso generale di brigala e meritò una med. di br. nel!' azione d i :.'lfalga Zugna ; poi passò a coma nda.re l'artiglier ia del. la L i,bia, e, nel 1919, la fortezza <li T ripoli, donde passò a l comando dell'artiglieria del Corpo d'Armata d i Verona, fino al 1920, anno nel quale andò in P . A. S . a sua. -domanda . Ariancopan. Borgo deli'I1ulia, p resso P ondkhèry Nel 17-18 era sta ta for tificata d a l francese ing. Paradis, per ordine di Dupleix. ,La difesa ne venne affidata a,I

cap. I,aw. Con,ro A. mosse un corpo d i 700 inglesi, im·iati clall'annnir. J3oscawen i quali vennero fubninati a breve d istanza dal Iuoco dei d i[ensori, e trovarono impossib ile dar l'assalto, e si r itirarono dopo di aver perduto l SÙ u . R in forzato il piccolo corpo con artiglieria, gli ing'Jcsi presero a battere A. con una. batteria . r>l entre J_a\\· si d ifen deva con energia, saltò in aria. !tt polveriera fra ncese; allora la. guarnigiOne, dcci1n~ta, si ritirò a Pon<lichéry.

Ariano dì Puglia. Capol. d i circondar io nella p rov. di Avellino. Sorge su di un ripido colle, poco discosto dalla linea d ispluviale dcli' Appen ino, all'ult, di 8 17 111. sul livello del mare. Anticamente era circondata da mura e nnmita -di fortificazioni delle quali esistono ,p ochÌ residui . ln velt:i. ,dominava tu1 castello ora anch'esso in .rovina.

A. fu ediftcafa dai governato,· i greci dell le Puglic, all'epoca del basso impero, ed ebbe notevole importanza nelle successive vicende della regione, perché per la sua posizione n aturale p0ccva ~iomina re il. passo che dalle J)rovincie occ identali dà adito a quelle orientali. L'assediò l' i.111peralore Arrigo nel ll8i, e i Saraceni, nel secolo successivo, la de·,astarono per ordine <l: l\'[anfre{Ìi avendo essa accolto l'esercito che Tn11ocenzo IV aveva contro d i lui. inviato. ~el secolo XVI Luigi I d ' :\m;iò vi stabilì la propria dimora. A . fu assediata e il s uo tc,:ritorio saccheggiato dalle m ilizie napoletane co1mindate da Orazio Vassallo, ·Diego Ansalone e Giuseppe r>farra i:el 1647. F ino a l 1738 ebbe pace, ma poscia , oppressi, da tasse e ba lzelli, si sollevò in a.nn i. L e sue mi lizie ' fùrono sconfitte dalle truppe regie, e i corna.n danti éo!ldannati a mo.rlc.

' a parecchi re della Ca1)Ariarate. Nome comùne pr.docia. Si notano qu i i principali: A ,·ia·rate I. ~ - nel •t ()-1 a . C. :'-1el 350 U1anclò il fratello Oloferne in a iuto d i Oco per la conquista d ell'Egitto. Dopo la morte di Alessandro il Grande, Perdicca inviò Eumcnc governatore in Cappadocia, ma ricusando Ariz.ratc di sot tomettersi ad Eumene, P crdicca gli mosse guerra, lo sconfisse e fal'.olo prigioniero lo crocifisse irn;icme a molti suoi cderenti nel 322. Aria.rate l!. Nel .,15, morto Eumenc, con :J 'aiutc d egli Armeni ricuperò la C~ppadocia ed uccise Arnittta governHore macedone .

A,-ianite IV. Regnò dal 220 a l 163 a. C. Aiutò Antioco I II re cli Sirin, nclìa g~erm contro i Romani. Dcpo la disfatta di Antioco chiese ed o tlenne la pace a :ondizioni favore-,01i. :'-1el 183-179 prestò soccorso ad Eumene re cli Pergam::i nella guerra contro Farnace, Ariaratc V . Regnò dal 163 a l 130 a . C . Demetr io Sote.ro gli n1osse guerra e v in -

tolo in battaglia lo cacciò dal regno~ n1a egli si rifugiò presso i Romani e quest i lo r iposcl'o sul trono . X cl 154 p restò soccorso ad Attalo nella guerra contro P-r u9ia cd inviò Demetr io suo figlio a. <:a.pita nare le sue forze. Morì n ella guerra dei R omani con tro Aris tonico re cli P ergamo; in


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pre:mio dei scrv1g1 p restati in quell'occasione la. Lica.o11ia e la Cilicia erano state aggiunte ai domini della su:1 famigla.

Arias (Giuseppe) . Generale argentino del secolo XIX. S i distinse nella guerra contro il Paraguay. Prese parte a!llc lotte intestine. Terminò la carriera come vicegovernatore della Provincia di Buenos Ayres. Aribaldi Ghiljni (Pietro). Genera.le <lei sec. X•I X. :-.cl l 796 entrò nell'esercito p iemontese, combattè prima contro i Francesi e po i nelle file napoleoniche; nel 1814, rientrò P.ell'e:;,:rcito piemontese e vi raggiunse il g11a.do di Colonm~llo nel 1830. L 'anno seguen te andò in ritiro col grado di m,c~g. genera le. Carlo Ari.baldi- Gh-iUni. Generale, n. ad Alessandria Torino (1816-1868). Sottotenente di Cavalleria nel 1833, partecipò alle campagne d i guerra del 1848 e 49 col grado di Capitano meritandosi la medaglia <l'argento alla batt. <li Novara.. Promosso Ilfaggior Generale ( 1855) prese parte a.Ila guerra di Crimea del 1855-56 ed a quella del 1859, e confermò il suo valore 11ella campagna del 1866 quale comandante d i una Briga.t:1 di Cavalleria. guadagnandosi la Croce d i Ufficia.le dell'Ordine Militare <li Savoia nella giornata. di Custoza. Fu Ispettore per l'arma di Cavalleria. -da l 1866 al 1868. 111. :i

Arica. Città ma.rit'.i,na. ~ul Pa.ciilico alla foce del]' Azapa. Fu presa dai Cileni il 7 giugno 1880; essi attacca.rono in numero di 7000 h guarnigione, composta d1 1600 u. comandati da Bolognesi, che si ciì,fcse croi 0 ca1Pente e vi lasdi, la vita. Ai Cileni A. rimase provYisori:11nente per il trattato di Ancon ( V.) del 1884 e definitiva.mente dal 1894. Questo avvenimento appa.rtiene a.Ha guerra detta del Pacifico (V.). L'antica questione emerse nuovamente sul fin ire del 1925, coinvolgendo gli Stati Uniri d 'America, chiamati ad intervenire come a r bitri. Arica. fu scel ta come sede della, commissione per il p lebiscito nei territori conte-

Il promon1orio cll Ar1ca.

stati, plcbiscit0 non indetto, come il traltato d i AJ1con prescriveva, nel 1894, ,iè dopo . La p reparazione del p lebiscito ha sollevato prole$te e dissensi da. parte del Chili che da ultimo fece riti.ra re i propri rappresentanti

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dalla comm1ss1onc. Il modo d i procedere dì questo Stato fu poco a:n ichevole nei rigua.rèi degli" Stati Vniti rappresenta.ti dal gen. Pershing, ragione per cui il Dipartimento della )farina nel dicembre 1925 ha date ordine ad un incrociatore di lasciare P,u1ama per diri·gersi a sud. Comunque il D ipartimento d i Stato d i Washington s i è adopmto nel miglior modo per giungere ad un. accordo sul p lebii)Cito ed ev itare una rottura.

Ariccia (o Ar-i-e-ia) . Ant. città. del Lazio, sulla Via Appia, a.i p ied i del monte Albano. I. Battaglia d·i A ricci-i (507 a. C.) Combattuta dal capo etrusco .i\runte, figlio di Porsenna, contro gli Aricini, coadiuvati da alleati di Anzio, Cuma, T usculo . La vittorh fu decisa in-favore di Ariccia da questi a lleati, comanda.ti da Aristodemo:, eòsi compirono un morimen to aggirante e presero alle spalle gli Etruschi facendone macello. Arnnte cadde combattendo. II. Battaglia d-i A riccia ( 495 a. C.). Appartiene alla guer,·a -di Roma contro i Volsci. Avendo gli Aurunci dichiarata la loro alleanza coi Volsci, marciò contro costoro un esercito romano comandato d a.I console P. Servilio Picis,o e li incontrò presso A . sconfiggendoli completa mente.

III. Sembra che A. abbia preso parte a Ila guerra dei Latini contro Roma., infehcernente terminata sulle r ive del lago Regillo (498). E ancora nel 340 troviamo Ariccia. nella lega costituita da varie città contro Roma. e ancora la ilega è d ebellata sulle sponde del fiume Astura. Dopo questa sconfitta, A. <li viene municipio romano, molto fio:·cnte. 1-fario la prese e la saccheggiò ncll'87 a. C. In principio del Medio Evo A., danneggiata già dalle invasioni ,barbariche, è in piena decadenza. Arie nzo. Borgo del circ. di Caserta, a.nt. detto Anmtia, nel Medio Evo ArgenH-ur.1, in seguito anche T erra. Mu,rata.. Ebbe un robusto castello, nel quale il re Ferdinando assediò Matteo Bosca, partigiano <li Carlo d'Angiò; preso il castello, Ferdinando to fece smantellare (sec. XV). Presso A ., i1el 1799 ve;me. avviluppara. da.gli insorti la brigata. francQsc del gen. Broussier, il quale potè e vitare un completo disa..s!.ro mcrcè il pronto intervento del gen. Dultcsme. Ariete. Strumento composto di una gros.5a trave di legno, con una delle sue estr emità munita d i un grosso pc1,zo di ferro o di 'bronzo Ioggi.i.to a testa di montone, con la quale si percuoteva. con violenza contro le nmra della città fortificata a fine di praticarvi una breccia.. Da prima si adoperò :, braccia; ma più tardi si sospese a.cl una tra·:e coliocat3, sopra sostegni, e, fa. cendolo dondolare lo si lancia va a battere contro le mura . Allora venne circondato di fascie d i ferro munite di a11elli ai qua.li si -allacciavano le funi o ca.tene per sospenderlo. Da ul timo fu fo,sato sopra un congegno che si muoveva sopra ruote, munito di cielo o tettoi<'- e fiancheggiato da tavole atte a proteggere i soldati di manovra, dai proiettili <lei nemici. Fu allora detto cc Tèstuggine arieta.ria. Jl. Nell'età di mezzo fu anche detto Niontone e Gatto. L::t tmve dell'ark:te era sove11te di ragguardevole lunghezza., 25-30 e fino 40 m ., :i.I fine di poterla adope.r-are quando anche vi fossero fo3sati antist1nti. G li uomini che maneggiavano l'a r iete -variavano a. seconda d el peso d i questa e talvolta superava.no i cento. Per mantenere in bilico la trave si


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,\P.f

'Aries cornpnsitns ~a rle'stra.l.

A1'i eHJ monwt0 sopra una w ,-re (a .sin is tra) A r il'1e

proWll,o dii 1,•s1ug.,i ne .

Ariete m <lI\t.tlO s11

Ariete mecli Cl'tl l•· COU!l'O un Ci\SH,llo .

A r tes

carrrllu.

s lrnplcx e aric._s composlt.us

n1czz.i di vario genere . Get tavans i a ta! uòpo fascine

afkrnrnc la testa con un grnsso laccio o con una grossa JJi!oza per arresta.me l'azione. Si prep~avano sa.echi sospesi d avanti alìe mura, p ieni d i terra. o di • mater ie soffici, in modo d a atturire il colpo, L 'Ar iete aveva presa contro muri anche di non lieve spessore. Se ne attr ibL? ì l'invenzione a var\ 1>opoli :Vi-

i nJìaìnmatc per dar fuoco alla tettoia che lo proteggeva: e questa gli a,sedian'.i cop rivano con pc-i li bagnate p er impedire che prendesse fuoco. Gettavansi grossi pesi s ull'ariete quando avanzava a percuotere le munt, e spesso i pesi erano sostenuti da corde opportun amente legate a p a li, così che potevan o battere l'ariete ed cs,ere risollevate a llo s tesso scopo. Tentav:µ;i d i recidere con faki le funi che soslcnev,mo l'a riete. T enta.vasi d i

tich i po·poli dell'Asia. Gli 1\ssiri, ad es., avevano aTieti conten uti in costruzio11i che si mucvevaJ10 s 11 ruote ed erano protette da. tavole r ivestii.e ù i pelli, come per la « testudo arieta ria." dei Romani _ Venne adoperato fino ?.I principio del secolo XVI , vale a d ire due secoli dopo la comp?.:·sa delle p ri me ar_tigliffie. E r a adopera to anche nelle marine d a guer:-a (V. Sisto).

attaccava a'11?. par ie opposta della tesla d i mon tone un conveniente coritr appe~. \'espa., iano, contro le mura d i Gerusalentn1e1 usò un ariete enonne ; -il rnasso d i contrappeso pesava 1500 talen ti (circa 90.000 kg.). _P er d ifendersi d a ll'ariete, gli assediati rkorsero a

truvio, ad es.> ai Caxtagincsi ; n1a era noto gi~t agli an -


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A riete-T_orpediniera. Nome _usato fino a poèhi anni or sono per d istinguere uno specia le tipo di nave leggero dçstinato a combatte.re le torpediniere . Aveva un dislocamento d i 600-800 tonndla(c, una rilevante velocità. :pari alme.no a quella· delle -siluranti, nonchè un poder oso sperone che giustifica il nome di ariete. E' stato

la croce di ufficiale dell'ordine rnilit1J.re di Savoia. Dopo la presa d i Cassala (1894) e dopo la partenza del G oveq1at0Te, .provvide in modo ammirevole al con1plctamento dei vari servizi, all'ordina.mento della difesa e<l alla costruzion e del forte . L 'anno seguente si segpalò in modo brillante nelle gion1ate ·<l i A<li Ugri, Coatit e s~na fè, e guadagnò, p er Ja s ua va loTOSa condotta, una medaglia d'argento a l valor militare. Note, do[o_ rose d ivergenze sorsero poi tra il Genera le Arirnondi ed il Governato•:e Generale Baratieri : esse spiegano, se non g iustilica.no, il tragie6 episodio d i Amba Alagi, dopo il quale, .raccolti i super5titi del bgl. Toselli, sostenne uno scontro col nemico ad Aderà e potè com piere i l ripiegamento. Nella ·giorn a ta d i A<lua Ar imondi -cercò invano con la s ua briga ta d i sottrarsi alla pressione soverch iante c!cgli Abissini ; nel folto della mischia, lasciò eroicamente la v itR s ul campo. Alla memoria d i lui fo decreta la la mcdagia d 'oro al valore con la seguente motivazione:

« Dopo aver combattuto va lorosan1entc con la sua brigata, quando questa venne sopraffa tta non volle ritirarsi, ma e.o n gruppi del 9° battaglione e <li a ltri cor pi conf ,a difesa clc ll e mura ron Lro g-li arieti tinuò a combattere strenuamente sostituito dal ca:cdatorpedinierc il qua:le, a s ua volta, su l Monte Rajo fi.nchè fu ucciso ". ha abbandonato lo sperone e si è munito di relativaFrancesco AriH;ondi. Generale, n. a Savigliano m. a mente poderoso anna,nento di artiglieria in modo da Torino (1848- 1<;?13), So: totencn te d i fa nteria. nel 18 7 3, poter d istruggere in breve tempo le torpediniere col can entrò d a Capitano ( 1882) none . Nella :mar ina italia..na erano arieti-to.rpcdiniere le nel Corpo d i Stato Magunità. che portavano i nmni, d i T i;ipoli - Aretusa - Mongiore e partecipò da tezambano - Goito - Montcbello ccc., da tempo radiate nente Colon.nello a lla came demolite . pagna d'Africa del 1895 1896.. Promosso Colom1clArimanni. V. Eribanno. lo ( 1898) comandò il 4° Arfmon.di (G,:,iseppe) Generale, Medagl ia d 'oro, Reggimento Fanteria, resn. a Savigliano m . sul campo di Adua (1846- 1896). Use la carica di Capo di scito sottotenente dei ber- · Stato M aggiore del IX saglieri d alla Scuo la MiCorpo d'Annata (1901 litare d i Modena nel 186'>, l 904), e poi, col grado d i prese onorevole parte alle M aggior Generale, c ocampagne del 1866 e <lei mandò la Brigata ]\for1870. Passato nel corpo che. Collocato in posiziodi Stato 1/faggiore nel 1874 ne ausilia,:-ia a sua doe prmnosso successiva manda, raggiunse n el 191.3 il grado di Tenente Gemente~ in esso capitano e naale nella R i.serva. maggiore . nel 1887 andò Aringato. A nt . Nel medio evo si intendeva l'uomo per la prima volta in Ad'arme preparato ed in pun to per combattere o giostrafrica, addetto a l wrpo d i re. Di l:.11 reparto, <liccvasi che era ari ngato, quando cr:i spedizione d e1 Generale d i ordi11ato e schienito . San Marzano. Rimpa tria1

to nel 1890, col grado d i colonnello fu ancora nella •Colonia. Eritrea, nel febbraio del '92, quale comandante delle truppe, e come tale inflisse a i Dervisci la scon.fitta <li Agordat. Per que.s-ta bclléL vittoria I' Ar,i mondi fu p ro~nosso maggior generale per meri to di guerra ed ebbe

Aring,he (Battaglia delle A.). V. Ko-uv ray. Ariobarzane. Re <lella Cappadocia n . nel 5 1 a . C. m . n el 42. Cicerone, il quale trova.vasi allora in Cilìcia, protesse luiobar22.ne da una cospirazione formatasi contro <l lu i " lo rassodò su! trono. Nella guerra fra


.\li i

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Cesare e Pompeo prese le parti d i quest'ultimo e lo soccorse con 500 cavalli ; ·cesare gli per<lonò e ampliò i suoi territoriì, proteggendolo anche contro gli attacohi di F'>tmaee re del Ponto. Avendo ,poi cospirato in Asia contro Cas;io, fu da questi preso e condannato a morte.

Ariosto. Nome di vari capitani bolognesi. Un 13011avent11ra .comandò i Ar-ìobar zanc. bolognesi andati i.n soccorso -di Milano in lotta contro Federico; morì nel 1236 combattendo contro i •bergamaschi. Un A nt(mio nel J 249 era capitano e consigliere d i guerra nell'esercito che fece prigioniero il re Enzo alla Fossalta. Un Nicolò comandò nel 129! i bolognesi in Terra Santa e per\ in naufragio nel viaggio di ritorno. Ariovisto. Capo delle popolazioni germaniche stabilitesi sulle rive del R eno. Da principio fu amico ed a·l!eato dei romani, ma. qu:rn<lo le tribù galliche dimorar.ti sulla· Saona e su.Ila Loira invocarono l'aiu to di Cesare per liberarsi <Ìfll' inva.s10ne germanica e Cesare gli int-im.ò d i restitttite gli osta·ggi presi agi-i Edui e d i r imanere aJ. di là d2J Reno, Ariovisto si r ifiutò, e Cesare, nel 58 a . C. mosse co1uro d i lui, lo raggiunse sotto le rnur,, <li llc~;u1ço:1·· capitale <lei Sequani, e dopo lunghe e inutili trattàtive lo· costrinse a<l accetta re bat• taglia. -Ariovisto rimase completamente sconfitto e a stento rip:issò il Reno; nulla più si seppe d"i lu i. Arisaka. Fucile a r ipetizione, mod . 1897, giapponese, adottato nel 1899 Venne in seguito modificato e migliorato nel 1901, 1905, 1907. Pesa 4 chilog., misura m. 1,27. h:,. un calibro <li mm . 6,5, la canna di a cciaio al nichelio, solcata internamente da sei r ighe elicoidali; l":,.12-0 a cursore, 4 tacche e 18 linee; permette un puntamento da un m ini.mo di 200 m. ad un mc;ssimo di 2000 metri. La gittata è d i 4000 metri. L'otl11ratore è

ARI

Sir ia, la divis ione R:eynicr (oltre 3000 uomini) ebbe ordine di pun tare su El- Arisc, impadronendosi delb. località, e <li attendere ordini, costruendovi intanto un forte. All'alba del 9 Reynier gitmse sul posto e attaccò il paese, recinto da un muro che gli Arabi avevano apprestato a d ioesa; e:ravi poi un :forte castello quadra.lo, <li 170 m. <li lato, con toni esagonal-i agli angoli e grosse mura alte quasi 10 metri. L'attacco non riuscì così faci·le come i Francesi ritenevano; occuparono ben~ì il villaggio, subendo molte perdite, ma il forte, appogs:;iato da ci.n:a un migliaio d i arabi, resistette, sicchè Rcynicr do,·ette far premura a Klébcr -J i accorrere; questi contava di raggiungere Reynìer la matiina del L', ma le a r tiglier ie n e rallentarono la marcia, tanto che potè giungere soltanto alle l <lei 14 davanti a E I-Ar-isc-. Quivi, inta.nro il giorno 9, era giunta una grossa carovana cli arabo- turchi con rifornimenti pel castello, scortata da un m iglia io di armati che si erano appostati a circa 2 km. ad est di un ciglione che li separava dal campo francese, e d ieLro al quale si ritcnev,mo al si·curo ; fra il I O e il I 3 non v i furono mole3tie d'a1ubo le parti · e Reynier impedì o(,,'11i comunicazione fra. gli arabo-turchi e i diiensor, del castello. II 13 però giunse a! can1po turcoarabo un capo con un rinforzo <li 500 uomini ed i l 14 mattina gli avamposti fran;;esi vennero attaccati. Benchè i Francesi avessero le superiorità delle forze, la situazione loro sì faceva critica per mancanza di viveri, co,kchè, appen;i. giunto Klébe.r, Reynier si decise ad agire. A scrn inoltrata. del 14 febbraio egli parti con 4 b:tttJglioni dal campo e, girando al largo in silenzio e col d ivieto assoluto d i far fuoco an<lò a collocarsi a ,tergo del ca·mpo nernko <lai lato di Gaza., giungendovi

Km. 1

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..,;•,) "\I_ e \ .,,:;,:~f:·\ ■ ""'raou\ o

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a ciljndro girevole e scorrevole; il meccanismo d i ri petizione è identico a quello del fucile l\-Iauser tedesco mod . .1898, e con.sia d i un serbatoio centrale verticale, •fisso, ca.pace di S cartucce. La cartuccia è fusiforme e pesa 22 grammi. Il p roiettile è di p iombo iltdurito cd è rivestito d i acciaio placcato : pesa gr. 10 .5.

Arisch (El Ar;s,h o El Arich). Piccolo villaggio ar a.bo situato p r esso la. costa. mediterranea del deserto del Sinai a,d ovest della foce dell'uadi omonimo che si getta nel :Yiediterraneo a. circa 100 km. ad Est dell'istmo di Suez. Battaglia di El Arisch ( 14-15 febbraio 1799). Durante la spedizione <le! gen. Bonaparte dall'Egitto in

a·ll'alba <lei 15; frattanto 2 battagl ion i di R lé.ber, agli ord ini <li Damas, si appostava.no al piede del ciglione del pianoro su cui erano gli arabo-turchi. Questi, poco ,;igibnti, benchè dormissero mi cava.Il i insellati, furono comp-letamcnte sor prc.,i e sbaragliati daHa. colonna R eynier cht, con 10ochissime perdite, ne fece strage impadronendosi del campo e di grande bottino. La cavalleria nemica, riuscì, in parte, a fuggire verso Gaza, lasciando molti cava.lii nelle mani dei francesi, ma la. fanteria •1e-nne in gran parte catturata . I soldati francesi, che -da 2 giorni cranc senza carne e ridotti a mezza razi0n~ di biscotto, potercno così sfamarsi coi cammelli e cavalli uccisi. Il ca.Stdlo di E l-Arisc rimase isolato ed a i francesi: si apriva la porta -della Sir ia. Mentre fesercito fran-


AHI

ccsc si apprestava a.cl a vanzare, costrettovi soprattutto dalla mancanza di viveri, il castello d i El- Ar isc· continuava a re5i~terc, sicchè si r itenne opportuno fa.re av:rnzare il parco d 'assedi,,. Il 17 alle 10 v i giungèva anche Bonaparte. Egli giudicò errata la condotta del Rcynier, r itenendo che, anzichè il villaggio, egli ·avesse don..1to il giorno 9 ce,-carc di prendere il castello. Dapi>rim:,, pensò d i non preoccupars i oltremodo del castello, di hscia rvi contro una sola divisione (Reynier) coi pJrd1i d'artiglieria e del gen io e procedere avanti senz?. perdere tempo; ma poi decise di sbarazzarsi dell'ostacolo. Egli fece, il 19 maltinà, a.prire il -fuoco con le batter ie da campagna, ma con sca rsa efficacia. Il 20 fu aperta la brecci~ ,che riusci impraticabile, mentre i tiri erano ·s:3.ti così im.,)recisi da offendere le stesse truppe fraticesi postate di là del castello. La resistenza d i {]Uesto m inac<;iav:t di mettere in forse la r iuscita delh ~µediz ione. Bonaparte rivolse aHora n uove e migliori offc:!e di re,a al nem ico, minacciando d i passa.re tutto il presidio a. fil di spada qualora avesse dovuto prenderlo di v iva forza. A sera i d ifensori, 8 o 900 uomini con 150 cava lli) si arresero conservando le armi e furono lasc iati liberi di ritirarsi. I i giorno dopo, 21 febbraio, i Francesi ripresero subito l'avanzata.. Cad,uta J ·i Ef;!A rise. li Bonaparte aveva fatto migliorare le fo:·t,ficazioni <li E l- Arisc. rna q uando, rientrato in Francia, lasciò il comando a K léber, un corpo tw-co, ava.nguardi?. d~ll'esc-rcilo, si 11)0strò negli ultimi d i dicembre del 1799 davanti a E l Ari~c. che venne tosto inv~stita . La g11arnigione francese. 300 u. comandati da. Casals , s i d ifese bravamente dapprima. e respinse gli a&sa.lti, ma poi una parte dei soklati si rifiutò d i battersi e i Turchi entra rono nel forte, sgozzando molti dei suoi difensori.

Trattato o Convenz-ione di El A r-iscli. (24 gennaio 18ù0). Stipulato fra K léi)er e Jussc.f Pascià . I F rancesi consentono a s~omhr:irc l'Egitto. Armist izio di tre mesi per l'imbarco dei Francesi e il r impatrio su navi tur~hc. Subito dopo fìrmaio, il Governo inglese non diede la ratific~ e p retcS<: che i Francesi· si arrendessero a d iscrezione, cosi che si riaprirono le ostilità. Le Convenzioni d ell'anno seguente per lo sgombro dell'Egitto furono segna.te sulle medesime basi di quella ciel gennaio 1800.

Ari st a (J,,farian.o). Generale e uomo di stato messka.no, n . a. San Lu igi di Potosi nel 1802, m. n el 1855. F ece unil. carriera rap id i,;:sima; da generale nel 1838 combattè la spC()izione del principe di Joinville, e nel1848 si battè <:on successo contro reserc ito degli Stati Uniti. l\•1inistro della G uerra nel 1848, n el 1851 dovette dare le sue dimis,ioni; mo.rì sulla. nave che lo por tava in Europa. Gi1,seppe Arista. Genera.le, n. a Palermo nel 1856. Sottotenente di fanter'i a nel 1880, partecipò da Tcn. Colon nello comandante del Battaglione Alpini Mondovì alla guerra it:ilo-.tu rca (1911-12-13) meritandosi la medaglia d'argen to ne i combattimenti d i Mergheb e d i M isurala. .(1912). Promosso Colon.nello nel 1913, ebbe il ·Comando del 26° Fanteria e partecipò alla grande guerra (1915-1 9 18) prima da colonnello, p oi ( 1917) col grado di :,..,faggioi· Generale. Colloca to a r iposo per an;,iai1i tà <li ser vizjo ( 1920) raggiunse nel i 923 il grado di Generale di 'b ivisione nelh r iserva.

ARI

Aristegui (L«igi A. y Doz, conte di ,1,firaso[). Gencrnlc spagnuolo, n . a J erez m. a Madrid ( 1833- 1886). P ai·tecipò · alle fazioni .intestine del 1856 e poi alle sped izioni spa.gnuole in Africa.; distinguendosi a Tet uan. Ft1 ucciso d u ran te l'insurrezione militare del 1886, che in vano tentò di contenere. Era figlio del gcn. Raffaele. governatore di Porto Rico d al 1844 a l 1847. Ari steo. Generale corinzio, vissuto verso fa metà del V seco!o a. C. Incaricato dalla città d i Corinto di sostenere I'otidea nella r ivolta contro Atene wll'inizio della prima guerrn del P elo;,onneso, fu battu to dagli ateniesi. Durante la seconda guerra del Peloponneso; Aristeo, inviato a c1po d i mu runbascerja lacedemone presso il re di Tracia, Sitalce, per chieÙ'ere soccorsi, fu preso dagli ateniesi recat isi pres:;o lo stesso re al medesimo scopo; e condotto con i suoi seguaci ad Atei1e dove fu condannato a.d essere sepolto vivo. Aristide (Il Giusto) Genera le ateniese del V secolo a . C. Quando Dario in-,a.se la Grecia ( 491-490 a . C.) A. f u il p rimo a -ccd;;re a Milziade il suo giorno d i comando. Qu indi fu nominato arcon te, e poi esilia to; ma d urante la seconda guerra con i Medi ( 48 1), venne Tichiamato in patria: gli fu allora affidato il comando delle truppe di terra. Approvò il piano di Tcm istocle per la battaglia d i Salamina; si distinse in quella d i Platea la cui v ittoria fu dovuta <part icola.rmentc alla sua vigilanza e aHa s Lla fcr-rnezza e fu il p rincipale .,.,,... . attore nella presa {lei ca.m, po fortificato d i Mardonio. Poco <;Jopo, preso il cor.ian<.lo della flotta a ten iese, andò a. soccorrere le città greche dell'Asia che s i erano ribella.te c·om.1·0 la dominazione persiana ed erano stille s~cheggia.te per ordine di Serse. ~ominato a.T,onte ·p er la seconda volta ·nel 468, seppe con hi saggezza - e la moderazione imui.lzare Atene su tutte le città. della Grecia. Aristiza bal. Gencr~k spagnuolo di marina, n. di Madrid ( 1743-1805). Fu comai1da.nte delle trnppe delle f ilip9ine e cornb:ttt~ con energia i pirati di quell'arcipelago. Raggiunse il grad o di tenente gencr-ale nel l 793. Prima d i tornare in p..11ria, volle trasferire i resti di Co!ombo da s~n Domingo ali' Avana.. Tornato in patria, fu capita.no genera le a Cadice. Aristobolo. Uno dei generali di Alessandro, che seguì in tutte le sue imprese. Ebbe incarico dal grande mace<lone d i r icostruire fa tomba di Ciro e scrisse Ucna storia di Alessandro che non p u bblicò se non dopo la morte di lui a ii.ne d i p oter d ire la verità sel17~'l. timore . Arriano, che loda l'esattezza e la fedeltà cli quest'opera, se ne valse come di una. delle sue prin'c ipali fonti. Ar·istobolo TI. F iglio m inore di Alessandro G ianneo. 111:ossc guerra a suo fratello maggio;·e Ircano, che costrin5e a cedergli la corona. Nel 65 a. C. Areta, re dell' A~abia. Pet.rea, invase la G iudea. e, sconfitto Aristobolo, pose ·l'assedio a Gernsalemme; ma fu costretto a


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riiira.rsi da Scauro e G,1:binio luogotenenti di Pompeo, dei quali Aristobolo aveva. comperato l'aiuto. Nell'anno 6.l perorò la. propria causa davan ti a Pompeo a Damasco, ma- trovatolo d isi=>03!0 a favorire Ircano, tornò in Giudea e si prep:trò alla guerra; Pompeo assediò e prese Geru;;alemme conducendo . prigionieri a Roma Ar istobolo e i suoi figli. Riuscito a fuggire col figlio Antigone tornò in G iudea; fu d i nuovo scon.fitto da .Gabinio e r imandato a Roma. Nel 49 Giulio Cesare lo rimi.,e in libertà e lo inviò in patria per caldeggiare colà i suoi interessi, ma strada facendo fu avvelena to dai partigian i di Pompeo.

Aristone. P ilot,t sirctcusano vissuto verso il 420 ~. C. Ebbe l'idea geniale d i modificàrc la tattica e l'armamento delle galere sir~cusane,' contribuendo così alla vittoria che gli abitan t i d i Siracusa, gu idati d a Gilippo, riportarono sugli Ateniesi, ripu tati fino allora inv in etbili sul mare . Aristonico. F ig lio naturale di Eumene II re di Pergamo, m . nel 129 et. C. Dopo la morte d i Attalo III si fece ,pro'c lamare r e; ma assalito e vinto dai Romani, fu fatto p rigioniero ~ condotto a Roma, dove il Senato lo fece decapitare.

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Arlaban (Sierra de A. de Salina.,). J\fontagna dei P irenei al >i. E. di Vitoria.. V i fu battuta- una· coio'nna francese (25 maggio 1811) d;il gen. Espo,. Y l\fia.n. Nel dicembre <lei 1835 le tmppe di Isabella, comanda.te dal gen. Fernandez dc Cordoba, dopo cinque giorni di ostina to combattimento, presero le lince fortificate che i car listi avevano prepar ato in quella zona montuosa. E ancora ucl 1872 il gcn. ::¼oriones sconfisse nella stessa i<>calità i- carlisti. II nome di A . fu, in ricordo di q\l~st i avvenimenti <lato a un regg. di cavalleria. spagnuqla . Arles (Anl. Areiate o Arelatu.11!). Città della Francia , n el d ip. delle Bocche del Rodano. Divenne colOJ1 ia romana nel 46 a . C. Venne a1;i.cl1e chiamata C&stantin,, pcrchè Costantino il Grande l'ampliò e l'a,bbelll. Nel 418 fu c.reata capitale delle sette provincie galliche. I Battaglia di A rles ( 425 d. C.). 1 Visigoti di Teodorico I, comandati da A.nuÌfo, assediavano A. e mosse a liberarla Ezio, gen-;:·alc d i Y:i.le.ntini.. ao III, riuscendo a battere e fare prigion iero Anulfo.

II. Battagl·i a di Arles (459 d . C.). Un secondo,tentativo elci Visigoti di T eodorico II con tro Arles diede luogo a una n um·a. battaglia, nella quale il gen. romano Egidio o Elpidio, a l servizio <lell' imperatore Hav io Giulio Maioria.no, b;ittè ancora. i Visigoti . ·

L a guerra di Ro111a con.ti-o Arist01vico. Attalo llI, re III. Assedio e battaglia. di A rle,1 (Luglio 508 - fine di Pergan10, aveva, moren<lo nel 133 a. C., lasciato lo del 509 d. C.). La citià era sta ta. assediata dall'esercito Stato in eredità alla R epubblica romana. Un n ipote d i collegato elci Fran,c hi e de; Borgognoni comandati da Atta.lo, Aristcnico, organizzò un ese rcito composto di Thierry, figlio di Clodoveo, nel lnglio 508. A soccorschiavi affrancati, e, a pprofittando del fatto che dopo rerla. p rovvide il re Teodorico clcll'Ita lia . Egli inviò la guerra con tro Antioco i Romani :tvevano ritirato un esercito, comandai.o dal conte Jbba, il quale varcò tutte !e loro truppe dal!' Asia , si im padronl facilmente le Alpi al colle d i Susa e marciò su Arles, dando in elci rC'gno, n el 132. fine del 509 una grande battagli.i. agli assedianti, che I Romani r isolvettero <l i non lasciare impunito l'after:ninò con la sangc1 inosa foro sconfitta. G li assediati fronto, e l'a nno seguente il console P. Licinio Crasso si erano v1 lorosamente di fesi contro le macchine e gli era inviato con un es-:rcito contro Aristonico. Il conassalti di Th ierry. sole, sbaccato nel golfo d i Smirne, pose rasscd io a IV. Assedio di Ar!es (1S36). V. P rO".;enza.. Leucae, alla foce del Che<Ji~; aveva. appena iniziati i lavori, che compar ve l'esercito di Aristonico, e assaìì Arlon. Città del Belgio, a;lle sorgenti delle Semoy. i Romani. Questi vennero sconfitti, è il console ucciso. Battaglia.' di Arlo1t ('l giugno 1793). Durante l'asseRoma inviò allora il console Perpenna con un n uovo d io di :Magonza• i Francesi, a.ilo scopo d i libera.re k esercito, a l qua le Aristonico oppose resistenza., ma n e loro forze ch e era.no r inchiuse '1el!a città, decisero di fu sconfitto, e ridotto a chiudersi in .S! ratonicea (odier eseguire una diversione <:oniro il Lussemburgo per atiia Esohi Rissar) dove, as,;e<liato, finì per arrendersi tirarvi il nemico. All'uopo il gen. Houchard, comane f u inviato prigioniero a Roma. I partigiani d i lui ri- • (bnte l'armata della 1vfosclla, concentrò nei primi di masero in an n i ancora per qualche tempo, e toccò al giugno a L ongwy 10000 u omini al comando del gen. console 1VIanio Aquino, suttessorc di Pcrpe1U1a, <li sconDclae.gc pe1· impadronirsi di Ar-10,1. R espin ti g li avamfiggerli. Si creava così, pacificata e sottomessa la reposti nemici, i France~i ava..n;w.rono ì l 9 giugno su Argione, •la Pr<rJincia d'Asia. 10,1, <lavanti a lla qu,ile gli Austriac i (cù:ca 8000 di cui 1500 di cavalleria) s i erano schierati in buona posiArisugava (Taruhito). :Maresciallo giapponese (1835 ·zione sopra a lc.., nc a lture lungo il torrente Buvangc, 1895). ,Comandò l'esercito c bc nel 1868-69 scon fisse i con la sinistra a.ppo.~ iata al)a ,trada del Lussemburgo. partigianj di S hogun e nel 1877 l'insurrezione di SatI Francesi attaccarono s u tre colonne, e riusciti ad .!iurna. avvolgere la destra a.v versaria, ·l'obbligarono :i. ripiegaArh:ala. Villaggio d d la Spagna in prov. d i N are su l centro, impadronendosi d i Arlon e delle alture va.rra. Vi avven.11e uno scon tro (24 aprile 1872) tra le circostanti. Gli austriaci a l-lora sgom brarono il camvo forze libcra'li, comandate dal ten . . col. P into, e le forze abbandonando 3 cannoni ; ma i Francesi su birono pc,·car!iste .. al comand o d i Ca ra7~1. e Garcia . I liberali vend ite così gravi (500 uomini) che 110n poterono insenero battuti ma poterono ritirarsi col favore delht notte. guire e n on riuscirono quind i a conseguire la libi,razione di l\fagonza; ragione ,p er cu i dopo pochi giorn i Arkansas Post. Località dell'Arkansas, teatro di sgombrarono d i miovo Arion. con,b,ltl'inien:n d•irante la guerra d i · Secessione ( 11 gennaio ,1863). I Confederati, comandati dal brigadiere geComba.ttùnenlo &i Arlo" (17-18 aprile 1794). Durante nerale Churchill, vennero sconfiÙi principalmente per la campagna d el 1794 l'armata del R eno e ::VIosell~ effetto del tiro viole1,1to e pceciso dell'artiglieria dei Fea vanzò da Longwy pe,· occu par,:; ArJon. Giunta l'avanderali, i qu ali erano coman dati dal ma.gg. gen. Clernaud. guardia il 17 aprile a Sainte- Croix su perando piccole 1

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resistenze degli av:1:nposti, a giorno dopo i Francesi attaccarono le posizioni davanti ad Arlon e, dopo vivace p reparazione di a rtiglieria, le occuparono costr ingendo gli Austria.c i a ritirarsi.

Arlorio (Agostino). Generale n. a P onteclccì,uo nel 1855. Sottotenente del Genio nel 1876, si meritò la medaglia cli bronzo a l valore civile per l' azione esplicata durame l'inondazione del Po del 1880. Partecipò come capitano alla spcd i:~fone d' Afr ica del l S 8 S. Promosso Colonneao, ebbe dal 1908 al 1913 il comando in 2" del!' Accadem ia 11ilitare d'J\rtiglieria. e Genio d i Torino, e, collocato in posizione ausiliaria ,per età, raggiunse nel 191 5 il grad o di :rvfaggior Generale -di Divisione nella riserrn.

Arlun& (Bernardino). N obile giureconsulto milanese r!e! secolo XVI, mor to nel 1535. Scrisse d iverse opere storiche fra cu i: << De beHo veneto •libri VI. a.b anno 1500 ad 15l 6 »: << Historìa patriac >> . Arma (Arm e, Ar111i). Istrumento qua lsiasi di attacco o di difesa. La clava pare s ia staia la p rima e quindi b. p iù antica a rma fa 1)bricata d all'uomo. Vennero poscia. ben p resto la mazza a punta, o -bastone appuntito con corno o naturalme nte, e poi le scuri, i coltelli le daghe, le lancie -costru,i te -con· selci lavorate, gli a~chi e 'le frecce. Coll'uso dei metalli, la varietà. delle a1·mi, tanto da offesa, quando d a difesa., si acacbbe rapidame nte, e ne nacque la pr ima suddivisione ·in difensive cd offens ive, le quali presero lç forme ed i nomi più svariat i. Dalla offesa e d i>fesa vicina si passò ben presto a lla offes~- e difesa lontana, e sorsero le maechn1e corazzate e le anni di lancio. CoH' in,;enzione della polvere da iuoco ( sec. XIV) sorsero le arm·i da f-u-0co portatili propriamen te dette e le artiglierie, e le anni lanciate ,1 ma,10 ( bombe e gran a te). Le armi da fuoco porta tili presero fin da•!l'ìnizìo vari nomi, a seconda del l'epoca. d i costru~ìone, della forma, dei meccanismi di cui erano provvedute. Lo s tesso avvenne p er le artiglierie. Nei nostri tempi si aumentò l'offesa lontana.,· e si ébbcro le anni a !unga e radente portata, capaci cii lanciare i mezzi d'offc,.sa con grandissima celerità, e quindi numerosissimi in breve tempo. In u ltimo poi colla recente guerra mond ia-lc, si può d ire che nacque , sorse, si a ffennò potentissima l'arma. dell'a r ia, la quale usa bensl degli stessi mezzi <l'offesa terrestri, ma sta in cielo ~ co1piscc · l'avversario verticalmente da-Jl'alto, ed a grandi distanze dalla propr ia base, col facile e celerissimo tra.~ferirsi del mezzo di trasporto, l'aeroplano. E in questa stessa guerra sorgeva l'arma chi.mica. Il n W11ero delle armi offen.sìvCi nello sviluppo dell'umanità , dai ,p rimordi all'epoca s torica a,1dò sempre aumentando, e queste sernpre più si resero micidiali. l.'.invenz ione <lelle anni da fuoco e la sua app licazione alla guerra, fece dirni,nire, e quasi totalmente abba,1donare Je a rmi . difensive. personali, le qua li si distinguono in antiche <! moderne.

Le antiche sono la. corazza,, l'elmo, lo scudo e (utte le a ltre partì secondarie che d ifendevano ,la persona da ca.po a p iedi. Esse era.no d i forme svariatissime a seconda dell'epoca <li costruzione e d el1a nazione . Le 111oderne si riducono oggi all'elmetto adottato nella ,-ccen tc b'Uerra mondiale da tutte le nazion i. Esistettero anche recentcror.nte tentittìvi <li difesa. -con piccole corazze a forrna dì corpetto, o con scudi ìndivi<lua.Ji, ma vennero a,bba ndonati p•'!rchè non 1·ispondenti allo scopo. Oggi l'arma più pratica difensiva per il soldato in cmnba.tlimcn!o, oltre l'elmetto, è il .,acchetto a terra, che sì trasporta facilmente vuoto, e s i ri~mpie sul rpos!o. A rmi in11na.ni:wte da botta. Così vennero chiamat~ per spiegare la maniera colla qua.le si possono usa.re. Sono arm i d a offesa, con manico p"iù o meno lungo. atte a ferire, ammaccare, contundere, mediante percossa I ba,toni nodosi, ic dave, rappresentano i rudimenti d i tali a rmi, e sono antichi quanto l'umanità. Dopo le davc vennero le mazze e quindi la scure nell'età della pietra. Così il mazzafrnsto o flagello simile ,ti flagrm11 degli amichi, stnunei:to d i punizione fatto dì parecchie catene con pa lle di mct;ùlo alla loro estremità, sospese ad un manico corto: esso fu •p ure adoperato come a rma d a guerra. Nell'età della p ietra si fabbricarono lame. w ltel!i, scuri d i selce e mazze semplici o formate di un bastone spaccato a, UIM de lle estremità, avente dentro .Jo spacco una pietra tenuta a posto con \llla. legatma fatta di ,triscie <li corteccia di a.Ibero, o con cordicella fatta di minugia att'1rcigliata.. Arllli da co·r da e armi lanciatoie. Tutti gli strumenti e le am1i a<ioperati per la.ncia,·e oggetti atti ,ad offen dere. li braccio dell'uomo fu l'arma lancia.loia. naiurak che in principio servì all'uomo : poi fu ideata la fionda o frombola, quindi l'arco e, per ultimo, ma molto .p iù tardi, la balestra. e la cerbottana.

Anni bianche. Le a rmi da , ptLnta e da taglio, manesche, per 1a lotta vicina. Le più, antiche a-p'partengonc alle- rfà della pictrà. e dei bronzo: seguirono quelle dell'epoca del ferro, fino ·a n oi. Spade, sciabole, pugnali, lancic, con tutte 'le loro ù1umercvolì varietà e denominazioni, a,pp:u·tengono 1 alle a. b. Dicesi comba tti·n:iento all'anmi. bianca. quello che si svolge n el corpo a. corpo con l'uso di tali armi. Armi d'asta. Con questo nome s i indicano tutte le a rmi che han.no un manico lungo da due o p iù metri, detto a.sia, che rende possihile di colpi.re l'avversario a qualche -distanza, oppure d i lm1cia.rle <:ome facevano gli antichi (giavellotto). e Jc milizie medioevali (chìa~•er-ina o part1'.gùma). Il n ome dell'arma deriva da una ·p arte d i essa (asta) ohe porta in cima la cuspide varia bilissirna. di fom1a. e d i materia. L'Mta dei Romani era lunga circa m. 1, 75, quanto doè ·l'altezza dì una. persona, e chi la portavc, era chiamato <( hastatus ». Nei Secoli XV, XVI e XVII s i chiamò « picca.», ed er~ per la fanteria e "moito lunga., facendo riscontro all'antico « çontus », arma propria. dei cavalieri. L'asta corrisponde a.l'la moderna lancia. Anni da fi<oco. Sono tutte quelle armi che si carica,10 con esplosivo e pallottola, qualunque sia. il genere, la forma1,<le dimensioni dì esse, ·o se man esche, da braccio, da cavalletto. Es~e si distinguono in arJ'!li lW1• ghc cd armi corte. A-ile armi . lunghe appartCJigono gli a.rchibusoni, gli archibusi, i moschetti, le carabine, i fu -


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ciii per le a rmi portatili, cd i cannoni e gli obici per le artiglierie. Alle armi corte appartengono le pistole vc.r le a,m·i portatili, ed i mortai per 1è artiglierie. Arm·i automatiche. Diconsi automatiche le armi cbr: dopo ogni colpo si scaricano e .ricaricano automaticamente, cioè senza che occorra l' intervento manuale d e'l t in~tore. I sistemi sono vari, secondo se si basano ~ull' uti'lizz:izione <lella forza di r inculo, o d i parte dell'espansione dei gas, oppure della forza viva d el proiettile: usufrutndo queste forze per ottenere i movimenti di ,;ca1·ica e carica de'll'arma. Le pistole au tomatiche e le mitragliatrici oggidì sono r iuscite praticissime, avendo rciggiunto prf!sscx;hè tutte. le condizioni necessarie per tali armi. Per i fucili non ancora si è trovata la r isdlu:iione •sodd isfacente, malgrado i diversi tipi propo.,ti. La complicazione dei meccanismo, l' iJTegola.rità del funziona.mento, la facilità d i guasti, 'la diffico ltà di conservazione, sono ancora problemi da r isolvere perchè l',u-ma s i renda pratica. Le condizioni 'speciali alle qua.li devono soddis,fare le armi a utomatiche sono: Grande facilità di caricamento - Serbatoio d i grande capacità possibi lità di caricamento successivo arresto automatico del meccanismo a serbatoio vuote - ,congegno di sicurezza. cffica.ce e di facile. maneggio - impossibilità d i fum.iona.mento, se l'arma non è ben composta ( e e iò per ragioni di sicurezza).

Arma d'onore. Presso gli antichi era l'arma che si clonava ai guerrieri che s i erano segnalati per azion i mìlitari illustri. Oggi si usa. ancora far dono di spade <l'onore, ma non più dallo Stato, bensì da municipi e <fa. cit tadini a mezzo di sottoscrizioni volontarie per parte degli ammiratori e dei •compaesani del gi1erriero il'lustrc che si vuol onorare. A°-rma. C()rtese. E 1 anna che non danneggia ravve r~ sa rio. Le ~rmi cortesi erano adopera te nei tornei; esse avevano la punta ed il filo (taglio) smussati, in m~o che i colpi non potessero ferire l'avvexsario e tanto1neno ucéiderlo: tutt'al più lo stordivano. Di tutte le armi si dirà volta per volta,, descrivendole con i . loro nomi pr~prì Per altre generalit.à, v. R-iJ1e~iz·ione. Rùtat11ra, Retrocarica, Avancarica, ecc . Fare arme in cO"'verta . Frase solenne di guerra e dj coma.ndo nella marineria ita•liana (medioevale) per operazione cd online prev~ntivo di combattimento imminente. (Guglielmotti) . Si sgombravano, per questo. i ponti da tut to ciò che non era indispensabile per la lotta, si prepa.ravr.no tutte le a rmi e le macchine e ogni cos:i. si disponeva nel punto in cui doveva servire.

Armi -Jmnbite in guerra. La Convenzione sottoscritta a Pietroburgo ·I' 11 dicembre J.868, proibiva i proietti-Ii esplodenti, inferiori a 400 grammi, << considerando che i progressi della civiltà devono avere per effetto di atte1rnare rper quanto è: possibile la ca-l amità della guerra, che il solo scopo legittimo che gli Stati devono proporsi du.n nte la guerra è di indebolire k forze militari del nemico, che a questo effetto basta d i mettere fuori di combattimento il p iù grande numero possibile di umnini, che lo scopo sarebbe sorpassato adoperando armi che aggravassero inutilmente le soffercnre degli uomini foori combattimento o che rendessero la loro morte inevitabile, che l'adoperare tali armi sarebbe d'altra parte contro le leggi <le1l'umm1ità ». Divieti analogl1i esiste.v ano fin nelle più antiche usanze d i guerra,

AR?>-C

come risulta dai codici ind iani cd ebraici. Quei codici considerav:1no da ,proibirsi ;le freoce dentate e le armi con la punta avvelenata, e fai:evano divieto d i uccidere gli inem1i o coloro che si arrendevano, e di incendiare o d istruggere senza asso luta necessità. A più r iprese i P ontefiti cercarono di moralizzare la guerra, per dfr ce!ti, a!!o scopo <li evitare uccisioni o rovine oltre lo stretto indispensabile a i fini della vittoria. Attualmente esistono in proposito varie norme positive nella Dic'iiarazione dell'Aia del 1899, nella IV Convenzione dell'Aia <lei 1907, ne'l Trattato di Washington del 1922, che sanciscono il divieto di determù,ate armi, del veleno, dei ga.s ?.sfissianti e deleteri ecc. Vedi, in proposito, a l cap itolo Guerra, sui « :Mezzi illeciti d i guerra)).

Armi e ,mmizioni e 111ateruil·i da guerra. Il loro commercio è stato oggetto <li discussione e di deliberazione da parte delle Potenze (eccettuata la. Russia) nei mesi d i maggio e g·iu-g no 1925, a Ginevra. La Convenzione adottala ~tabilisce un regime generale di control'lo e d i pubblicità su l commel'cio internazionale delle anni, delle mun iz;oni, de! materiale bèllico: dalle armi propriamente rlctte, a1Ie navi e ' alle aeronavi. Per -le prime, s~lo ai G oYcrni ne è co,icessa l'esportazione : e i fabbricanti potran:-,o in.portarne mediante licenza dei Governi stessi.

Ann·i ed Armamenti (Direzione G enerale A . ed A. 1Varn.li). Denominazione assunta nel 1925 dalla « Direzion,, Genera.le d i Artiglieria ed Armamento ll esisten te presso il M in istero <lclltt Marina e presieduta d a. un Ammiraglio. Armi navali. Le armi navali moderne sono: II cannone; il siluro co1 lanciasiluri; la torpedine; il ginnoto; le bombe di profondità antisommergibili. Esse verranno descritte particolarmente in corrispondenza delle singole voci. Erano considerate come armi navali il rostro, il corvo, il s isto, lo sperone. Anche que• st'u·Jtimo è ormai abolito sulle navi moderne, non prevedendosi p iù da nessuno la possibilità d i off~ndere l'avversario mediante l'urto diretto.

Ar1ni. (Amministrazione). Fanno rpartc dei materiali del gruppo C. Al servizio della manutenzione e delle rip:uazioni alle armi presso i corpi si provvede secondo le norme di apposita istruzione dei materiali ,del gruµµo C, e valendosi -dell'opera degli Ufficiali di ai'mamento, dei sottufficia li di armamento, e degli armaiuoli, ai qua.li è aifid?ato l'andamento d i apposita of. ficina reggimentale, allo scopo attrezzata di tutti gli utensili necessari. Alla costruzione ed alle grandi riparazioni delle armi provvedono gli stabilimenti di artiglieria : fabbriche di armi, officine d i costruzione, arsenali di costruzione, laboratori di precisione, ecc. Le armi bhnche port,ttili, nel nostro esercito, sono: sciabole, daghe, p ugnali; le armi da fuoco sono: il fucile, arma lunga <lcstina!a a l fante; i.I moschetto, .arma p i(1 corta ,: leggera destinata alle truppe a cavallo o spe~iali; la pistola, arma cortissima per difesa personale ed offesa. vicina destinata ad ufficiali e graduati ; la mitragliatrice, arma pesante con -l ancio di note,1ole nwaero di colpi, di facile trasporto e r ichiedente per il suo ù11piego un limitato personale. Le a rm; in <listrlbuzione d ebbono essere tenute norma,lmente nelle .. camerate ove dormono i consegnatari, a lloga.te su rastrelliere o banchine mobili che non risul-

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tino a contattc colle pareti e, per quanto è possibile, rip:tratc dall.1 1,olvcr•~ e dalle corren ti d'aria. Quelle degli assenti ,per licenze, rnalat•.ie, ccc. sono c ustodite nel ripostiglio della compagn ia, sp,drnate <li vasell ina e convenientemente allogate co!l1e sopra è detto. Allo scopo <li agevolare le pulil•irc. che i soldati debbono eseguire og11i qualvolta prtndono o ripongono l'arma a posto, è con veniente che p resso ogn i rastrelliera vi sia u11 cas· settino d iviso in due sco:npartimen ti, uno per le pezzuole di tela asciutte, e l'altro per quelle di panno imbevute di petrolio. Le anni dovranno, non solo essere tenute costantemente p ulit.,. ma essere usate colla dovu ta a ttenzione, per evitare specialmente ammacca ture a l mirino ed alla ca,;sa. ed a ltri guasti, non dipendemi dall'impiego del tiro. Le parti metalliche do,•rnnno esser.: pre.~ervate dalla ossidazione.

Armi. (Organù,a) . Dipe ndentemen te da i mezzi d'azione d i c ui sono dot:i.te e degli scopi cui m irano, le truppe si <listinguonll in A. e Seririzi. Le armi propriamente elette sono quattro: Fanteria Cavalleria :\rtiglicria - Genio, ciascun:i delle quali adopra un :nezzo speciale, prev:d en te, d i offesa, e adot ta proced imenti tattici in di retta relaz ione coi mezzi stessi. Prima della guerra, talw1i negavano al Gen io il car:lltcre di arma e sostenevano dov~ essere classificato fra i sen izì, L'importaaza a3sunta durante la recente gue,·ra <lalfo v~ri~ specialiià, pa rticola.rmen te cfa zappatori, 1ninatori, p0nticri, telegrafisti, fotoclt:!ttricisti, ed il pr~zioso, indiscutibile concorso da c~sc portat~ sia all'azione offensi\-a che difensiva, hanno tolto ogni incertezza in proposito cd ormai tutti gli studiosi di co~e militar i considenn ll il Genio c<>me arnia vera e propria. Il nostro ordinamen to da55ifica anche come arma i CC. RR. ; aazi e,si oc~upmo il primo posto tra gli elementi cost itutivi delf E serrito. D ate le man.~ioni af1ìd:ite a i C1ra binier i, sia in tempo d i pace che in tempo di guerra - prevalcntcmcn k <li s icurezza e di poliz ia - e l'.lat:i che i poehi reparti impiegati nel campo tattico, in kmpo di guerra, agi~cono C0'1 procedimenti dd tutto analogh i a quel-li della fanteria, se organ izzati a piedi, e con procedimenti anal()ghi a quelli della cavalleria, se organizz,iti a cavallo, appare chiaramente come la <lénomina1.ior,e d i arma sia p iuttosto impropria. E' a ritenersi, pertanto, che tale denominazione ed il pos!o <l'onore occupato siano effetto delle grand i benemerenze, <lei fulgid i fa sti d i guerra e della gloriosa tradizione di fed eltà che i Cara bin ieri vantano al loro attivo. In a ltri tempi le varie armi distinguevansi in A. di linea e in· A. speciali. Erano A, d i linea la Fan teria e Ja Cavallet·ia ; A. spcciaii l' Art iglieria e<l il Gen io. i\tlua lmenle ta le d istinzione non esiste più . A semplice titolo c! i de;;ignazione, oggi è rimisto l'appcllati,·o « di linea» a i reggimenti ~ alle brigate di fanteria. Durante la recente guerra la fanteria di lineit venne sJ)esso i.n dicata con l'a ppellativo di fuc ilieri. La denominazione, però, non a ttecchi ; cd essa, del resto, con adozione <l~llc mitragliatrìci leggere a base dell'armamento della fanteria, noi, sarebbe neppure propria. Secondo il regolamento d i serviz io interno per I~ varie A . (esclus i i Carabin ieri), la Fanteria, l' Artigl ieria da costa c<l il Gen'io sono A. a pied i ; la Cavalbia, i'Artiglieria: d a càn,pagn~, a cavallo e d1 mon tagna sono A. a cavallo. E' J)<'rÒ

d:t os.,er,usi al riguardo che con l'avvenuta adozione rlell'?.èllotraino e ddl'autotra~porto per le artiglierie pcs~nli e p,:san ti 'ca mpa li e con l'ormai pross ima trasformazione ,Jei ;·cggiment i da campagna da ippotrainati in autotrainati, l'appellativo di .4. a cnvallo, in un a,·. ,·cnirc più o meno lonta:10, ce.;serà di esistere per l',\, . tiglieria. 0 Il grnnd ioso sviluppo assunto d1ti mezzi aerei duran te ht guerra mondiale e l' importanza da. essi acquisita nella preparazione e nello s,·iluppo della batt.aglia, sia offensi\'a che dif~nsiva, portarono l<o autorità centrali a creare, subito dopo la fine della guerra, l'arma aeronautica (per· qualche tc,,u po rappresentan te, per cosl dire, la « quinta Arma»), in segno di r iconoscimento dei scrvi~1 rr,i dai na\'igatori dell'aria e del lqro radio.so :i.vvenire. Nel 1923, però, essa cessò di appartenere all'Esercito, venne costituita in forza armata de llo Sta:o al pari <lei R egio E,sercito e delb. R egi:i. M arina e denominata Regia Aeron:iutic1.

Arma unica. Dopo IJ. ~uerra mondiale i: ~tato d:i, a lcuni sostenuta l'idea dell'arma unica: cioè tutti gli ufficiali dcl l'cstrcito noa dovrebbero· avere pr oven ienza da scuole d ive , se, nè a ppartenere permanentemen te ,td una data arma come s i ba presentemente ( fanteria, arti{;licria, cavalleria, genio, ecc.): douebbero in,·ece pro\'c·nire da una scuola unica, ed avere una eguale 1>re1,arazione tecnica. Do,•rcbbcro poi p restare, a turno, serv izio nelle var ie a rm i, c•cccttua ti gli SJ)ccialis li (:iniglieria <li grosso calibro, ruolo tecnico, ufficiali del wnio specialisti, pontieri, radiotelegrafisti, ecc.). La proposta ha lo scopo di ottenere che gli uificiali pO,;Sallo prendere pratica nella tecnica d 'im piego delle var ie armi, in modo i la. essere in gra<lo, nel campo ta ttico, di aiutarsi · reciprocamente con sicura conoscenza dei bisogni reciproci. In -pratica tale concetto inco1ura difficoltà insuperabili, per rnrie ragion i, u·\1- le qu«li accenn ia.rnn le seguenti: 1) è impossibile praticamente ottenere w'ficiali che sappiano tecnicamente ,bene impiegare tutte od anche soltanto quasi tutte le armi da fuoco (per limitar,;i solo a queste); 2) la <lifferenzia.zio1w che si v~olc far 5COmparirc creando !'arma unica, r isorge, <lopo tu tto, e malgrado tutto, nella inc,·itabile diffcrcru:iazione derivante d.ula diversifa delle armi a c~i gli ufficiali sono addetti; 3) la moltipli,cità dei mezzi d i guerra, e la ncr,·:,· s ità di c,m tinua.mcnte perfeziona.r ii, impon gono, oggi p :ù eh<: pèr il passato. q uella ~pccia lizzazione che, per :uulogbe ragion~ si impone nella ,·ita civile nelle molteplici e svaTiate professioni: creando l'« arma unica » J>er gli ufficia.li, s i andrebbe incon tro ad un drumo.so ahbassarnento delle qualit/L tecn iche degli . ufficiali s tessi, in ra3>porto a i ,·ari mezzi bellic i. Ammesse queste <lifficoltà. pratiche, rima.ne però da risolvere il problema della necessità della perfetta compenetrazione tattica delle varie armi. La soluzione s i pt1<> trovare con u na ottima preparazione t e~nic:i degli uffic iali relat ivamente a lla propria arma, con una buona ronoseenza delle caratteristiche tecniche e tattiche ddle altre arm~ e con un perfetto affiatamento tra gli ufrlci~li d elle vai·ie a rmi, sviluppato con·ti ,\uame.nt,' co11 ma. novre d 'assieme e con scuo le in comune, nelle qua li gli uffich li d i ogni ·arma i:mpa~· ino a conoscere i bisogni e le caratteristiche .delle altre armi, e lutti s'addestrino


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alla •più stretta e tempestiva cooperazione nel campo tattico. Questa soluzione è adottata e <la noi, e <lai principali eserciti europei, colle eserdtaziòni con i quadri, e colle truppe delle varie armi, e con particolar i scuole: que;te scuole vennero <la noi istituite subito dopo la grande guerra, e sono chiamate « Scuole Centra li '.Militari», oggi riun ite in Civitavecchia.

•Armacollo. (Ar1111, ·in collo). ?-.iodo di portare l'arnia: qnando la cinghia, c,h e regge l'a rma, attraversa i l petto e le reni, pass,rndo su una spalh e scendendo al fianco opposto. Armada lnvenciblè. (L'Invincibile !lr111ata). Fu dc.lo questo nome al grande armamen to navale allestito cl.i. Filippo II Re <k lla Spagna, nel 1588, durante la guerra <li Fi,mdra, ;;ontro Elisabetta, Regina <l!Inghilterra. Già da tempo i consiglieri <li. Filippo II avevano proposto a l Sov,·ano di invadere l'Inghi lterra (che cos1. ituiva le base de i ribelli dei Pae~i Bassi), conquis tando con una flotta il dominio della }.lfanica e assicu rando così il pa:-;saggio di una flottiglia con rEsercìto d'inva.5i<me, e nel febbraio del 1587 gli ordini per gli armamenti erano già dati in Spagna, in PonogaJlo (annesso nel 1581) e nei possessi italiani ; ma. il seg,eto sui preparativi non potè essere mantenuto, per quanto F ilippo II desidcras3e e1 lac rità e seg,·etcua; si che il

chese di Santa C roce, l' A1mninglio p iù sperimentato che avesse allora la Sr,agna. Ma ai primi del 1588 Santa Croce morì e Filippo II chiamò a sostituirlo il Duca di Medina Sidonin., scclt:i. fat ta non già tenendo coni.o· dell'abilità guerresca dd <:ondottiern, ma perchè, ~oventlo parkcipare alla spedizione il fiore della nobiltà di Spagna, chi la conduceva t!oveva esse re di i ,llust.rc casato per riuscire bene accetto. Invero il Duca a lla lettera del S~vrano che l' incar ìca va di quel Comando · rispondeva che si sentiva. incapace di condurre Ja flolt-a, non avendo nè esperienz:t IU\.vale, nè gÙerrcsca; 1na Fi lippo JI non se ne dieci~ ;;,er inteso e ordinò al Duca di raggi ,mgere h flotl:b a Lisbona. Ec n av i e g li uomini pxe puati da! suo predece.,sore· parvero scarsi al Duca, che aoca.mpò pretesti dilatori, ispezionò le navi a-cl una a.d una trov?.nclo tetto mal i·ipartito, ·stimando che modifiche fos.;:ero néce,saric, che l'Ar t iglieria do1•eva essere accrcRti uta , che erna scarse· le polveri cd i proietti, ecc. O li In glesi· organ:zzavano le loro forze al comando di Lord Howar<l ; comandante in 2" della flotta era D rake. Lord Hmvard non aveva più di Medina Sidonia pi"atica dd mare, ma aveva sul suo antagonista van~aggi di energht e riso1utezz~. Per gli equipaggi spa~ gnuoli, stànte la imuf:ficienza. della. popolazione marinaresca della pen isola e data l'impor,ente cifra d ei• marinai occorrenti per T armame11to della flotta, si dovette ricorrere· ad apprendist i, a soldati, ad arruola.mento d'i levantini,' a prigionieri ol,rnclesi e, alla vigilia de lla partenza, furono presi pe1· for za. equipaggi di na vi mercantili france,i, :edescbe, danesi e di a ltre nazioni stran iere·, Gli eqùipaggi inglcsil , invece, composti di volontari, e superiori per qualità, formavano un corpo nazionalmente on1ogeneo. l .e forze 11avali spagnuole ar.unontavano a 130 navi armate di 2600 cannoni : 58 mila tonneUale complessive e .,O m ila uomini, di cui mila inarinai : qcelle inglesi e 180. navi con tmrncllate com1>lessive J? mih e 19 mila ubmit1i. 0

vascello ctella « l,iw inoi!Jile Armata». Goveri,o foglese, invece di · alténdcr c l'offensiva nen1ica, con e,,ergica pront~zza iornì uno di quegli esempi che mostrano l'importani.a di una: p ronta azioi1e delle forze navali. Nell'apr ile 1.587 l'Ammiragl io" Drake, -con 30 vele, comparve sulle coste d i Spagna. Informato che in Cadicc e ne i dintorni t rovavansi ingent i quant ità di provviste e munizioni, sì recò in quefia baia, incendiò 18 navi cariche, corse le coste nemiche e fece. sbarchi recando gravi danni; si presentg poi all'imbocéatura del Tago, luogo d{ concentra.men to della flo tta nemica, e siccorne l'avversarìo non usd, si n1antenne per un po'

di tempo in cro~iera· a ll':dtczza di Capo S. Vincenzo per opporsi :rlla r iun ione dei r cpart-i àvver-sari.

I prep11rativi di gu,rta . /\lessan~lro Farnese ( il p iù grande genernle <lei suoi tempi, al scrvi7-io ~n "F ilippo ·n) ebbe ord ine d i preparare l'és~rcito d' invasione, costttuito da circa 30000 uoinini, d i cùi 9000 italiani, con quartiere gçneralc a I3rugcs,. ·e la flottiglia per il tra;;porto, c irca 300 ba rconi di conveniente pescagione, costr~iti nell'interno per sottrar li all'artiglierià degli Olandesi. 'Per imbarcare lè J,rnppe il Farense doveva attendere 'l'arrivo <lella flotta, che costr ingesse gli O landesi J. togliere il blorco da essi stabilito sulla costa con una squadra d i SO nav~ grosse e piccole. Allestiva la flotta, secondo gli intendimenti de! Re, che desiderava si prendesse il mar e al p iù pre,to, D'o n A·lvaro de Bazan, ::V1ar-

[e operazio11i l i 3ù maggiq 158S fa flotta spag,)1.\0la lasciava L isbona; i venti fur;ono ccntrari ; la prov.vjstJ. d'acqua audò a male in pochi giorn i ; i viver i s i . dimoa s lra rono_ di cattiva qualità e dovettero essere gettati in nnrc; il lv[edi.na Sidonia 1·isolvette allora di entrare, n.ella notte del 19 giugno, a La Corufia; m.i egli ,ciò fece senza dare alcun ord ine alle unità dipendenti, sicchè fu seb'li ito da lle ,ole navi che se ne accorsero, mentre. parte de lle navi C\ll,•.inuarono verso Nord, parte si rifugiarono nei v icini p orti d i Spagna. N:e r isultò la dispersione della. Invincibile; e quando Medina Sidonia si trovò a La Cor:ufia con ,clc 40 vele e senza notizie del resto delle sue -forze, ed essendo il mal tempo peggiora to, giudicò ir:-imrdbbilmcnte perduta la partita e scr isse al Re di desister~ dall' impresa. Ma agli ord ini perentori del Re, il Duq. dovè ra-ssegna,;si e continnarc l'imp resl ; la flotta si concenfr ò a La Coruiia da cui mos~-e il 22 luglio, c ioè dopo avere ivi perduto 32 giorni e dopo 52 da,!la partenza Ja l Tago. Giu nta in Tnghiltcrra • la notizia della <lispersionc della flotta Spagnuola, della sua penur ia. d i provviste, della mortalità nei suoi equipaggi, Lord Howard, profittando di un vento favorevole, si . spinse ve,so le coste d i Spagna nell1 spera,iza. d i battere . separatamente. le frazioni del ;iemico; ma, dopo il 10 d i h;g!io, essendosi stabiliti i venti <!a sud, te.mendo d,e il nemico potesse ~osl :1rrivarè a sua. insaputa in Inghilterra. r itomò a


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AIU.1

P l~·mouth. L:i Jnvcncibilc .\rm:tda arrivò il JO luglic urgente r iunire la DMta sulla nave più sotloven tata, sotto Capo Li1.ard; il ven to impediva a Howo 1•d di uma il Duc/L rjteneva il pcrico!o dei banchi di Fiandra ~circ da Plymouth dove si trovava. Il Consiglio degli mairgiore di quello a cui 5Ì esponeva restando con la su~ flotta disgregata, e pe:· queslo mandò navi a remi ammiragli Sp:icnuoli cercò ù i far comprendere a 1Tedin:i Sid,mia la necessità d i approfittare dell'occasion ~ a dare ordine alle n avi d i bordeggiare per riunirsi :il per a ttaccare la squadra inglese alla fonda, potendos i Comandante in Capo. Atralha gli Inglesi, accortisi ,!ella so ltanto con la distruz ione d i quella flotta conseguire crit ica siu,azionc dell':\Vvcrsario, in colonne compatte att'.lccarnno le na,·i al vento; tuJ,ti r;li Spagnuoli fecero il l'nbbii!uivo finale, che era il !ibero passaggio del convoglio con le t.ruppe <l' invlsione; ma il :;\fed ina Si<lonia po3sibile per un irsi all'Ammiraglio, n:ia per !a necessità di bordeggiare, a vendo il vcmo contrar io, furono non ascoltò quei giusti consigli, ritenendo necessar io di procedere per \lllirsi al convoglio di sbarco. Quando la succcssi,·anirnk attarcaii e co~ì und;ci navi soffrironc lnvcn6bile passò oltre Plymoutb, gli Inglesi riuscirono per molto Lcmpo il fuoco di più che 100 cannoni ina superare le difficolti1 della uscita dal porto ed :i. manglesi. Questo combattimento inrguale durò dalle 8 dc' tenersi tanto al ven to del nemico da essere padroni d i matt ino 11lc 3 à el po11tcriggio. Cli Spagnuoli vi >perdet:itccttare o rifiutare J'a7.ionc tattica, ed in grado pertero solo 1~1aaro navi, ma i J'isultati sarebbero stati astan:o di approfittare. in vbta dell'avversario, delle ocS'.li più ..Jis:\strosi se Howard ave.,se spinta la azione casic-ni p iù vantaggiose. Gli ammiragli. inglesi in soltattica alla sua fas~ risolut iva anzichè limi ta.ria a quella torc! ine volevano indu,·rc Howard ad impegnare la bat:t <.!istanza. l! 9 agosto I,~ Invcn ci bile Arm:td.t si trovò taglia risol111i"a, ma il .supremo conmndante inglese non :i ila rnegl io riunita con 109 vele nemiche in vista, soobbedì, per molte considerazioni, al naturale istinto di prav,·ento. 11 vento, :issai fresco, era quello di traversia e correre sul nemico. Gli Spagnoli navigavano con vento spingeva gli Spagnuoli su i banchi deila Zelanda; la sifavorevole, d ivisi in tre reparti, avanguardia, corpo di tuazione era assa i critica, quando fortun atamente il battaglia e retrogua rdia; la formaz ione di c ia.5cun revento girù e le navi •po terono allontanarsi dalla costa. parto doveva essere la linea di fronte; la lunghezza della Riunito il Consiglio, la maggioranza propendeva per dilinea spagnuola era di rirca sette miglia. rigere per la :\fanica, ma il Duca non ebbe altro pro11 giorno 30 luglio !e navi inglesi seguivano a debita posito che qu ello <li foggire il nemico e diresse per pasdistan1.:t; le loro forze si andavano i ngrossa ndo a misare fra le Oreadi e Fair I sl:Lnd, avventurandosi i n surn che le na·,i uscivano da P lymout h. Alla sera di quelle elevnte regioni con mancanza di viveri e di abiti, detto giorno gli Spagnuoli contarnno di poppa un cencon più di 3000 feriti a bol'cìo e senza piloti nè carte. tinaio di vele. Il 31 gli Inglesi attaccarono la rctroguarRitirata disastrosa. p er le nebbie, che separarono dalla d ia, formati in due colonne condotte rispettivamente da flotta molte navi, e per una generale infermità proH oward e da Drake, con l'obbiettivo <li non impegnare dotta dal freddo. dalla um idità, dal lavoro eccessi"o e azione generai~, m:1 ù i cannoneggiare i retroguardi. L e dalla insuifici<'nza degl: aHrnenti. cose si mant~nn~ro in quelle cond izioni per alcuni giorn i, Finalmen te il 23 settembre giunsero con la nave amverificandosi combattinw1ti parziali : due navi spagnuole miraglia in Laredo 22 navi ; altre arrivarono in Sanfurono prese, alcune d an neggiate. Il 6 agosto :Yicdina tandcr e in San SebHtiano. Appena giunto, Medina SiSidonia si decise a dar fondo nel porto francese di don ia abbandonò la squadra e se ne andò a casa, pcrCalais, mandando ordini perchè il Famese lo raggiunchè (( non ·aveva salu te nè testa per ,occupars i. di niengesse colà, quantunque i più competenti fra. gli spate», e rimise al Re una <licllia razione in cui riconognuoli opinassero che andare a Calais s ignificava per5<:eva la sua inettitudine. Circ~ una metà delle navi dere la flotta per le condizioni dell'ancoraggio, per la della. flotta spagnuola ( 63) andò perduta, e di quel ~ua vicinanza alle coste nemiche, per la possibilità di magnifico e ,poderoso armamento, passato alla storia col att:tcchi çon brulotti, per le d ifficoltà. alla flottiglia di nome di «Armada l1wencible >>, non tornarono in : Spacongiungers i. Anche ~li Inglesi rndarono alla fonda al gna che ben pochi avanzi. Elisabctla fece coniare mevento degli Spagnuoli. da.g lie col motto: 11/Ja~,it De11s et dissipa1ù11r » . Alla sera del 7 :tgosto gl i Spagnuoli, che erano sotto vento agli avversari, cercarono à i premunirsi contro le Armag nac. Antica famiglia sovrana d ella signoevent ualità <l-i un atncco con brulotti. Fu pcrtmto anria che · portava questo n ome. I membri principali di corata al vento della flotta una. pi11aza (grossa imbaressa sono: cazione a remi) a[finchè giungendo qualche brulotto neGiova11ni I, conte d'A rma.g11ac, m. nel 1375. Nel 1336 mico lo devia$Se dalla flotta rimorcl, ia ndolo in direzione fu alleato del conte d 'Eu n ella guerra contro gli in01,1ponuna. Furono ben otto i brulotti ,lanciati all'atglesi in Guascogna e G-Jienna. N e l 1355 nominato cotacco simultaneamente! e rapidamente trasportati dalla mandante della Linguadoca dal re Giovanni, tenne il corrente e dal vento. Alla vista dei brulotti avvenne il governo di questa provincia e rifiutò di pa.qsa.rc sotto più grande d isor<line fra gli spagnuoli; quasi tutte le la. dom inazione inglese <lopo il trattato di Brétigny. In navi, giusta ·le is tru,ioni del Duca, J\larono per ocseguito accompagnò Edoardo, principe d i Galles, n ella cb io e mollarono le vele con tanta confusione che sucspedizione di Sµagna in favore di P ietro il Crudele; cessero abbordaggi cd avarie, e •le navi scaddero in a l suo ritorno s i allontanò d al principe inglese, abbrac massa verso Dunkerque. Passati i brulotti, che andadò la causa francese e ccntribuì pctent~entc .,alla sotrono ad arenarsi alla spiaggia senza arrecar danni, la tomissione c!cl Limosino. nave ammirag lia sparò e1n colpo di cannone ed a ncorò Giova111ti III, co11te d'Ar111ag11ac. );i~ote del prececon altri vascelli senza poter vedere che cosa fosse avden te m. nel 1391. Verso la me tà di quest'anno fece una venuto del rima nente d ella flotta. Al mattino seguente il Duca · vide la sua flotta in completa dispers ione fino , , s ped izione ne l Milanese contro Galeazzo Visco'1_ti con un esercito di 15000 an•enturieri ncco!ti fra le masnade a Cravelines. non avendo con sè che poche navi. E ra


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che vcr tanto tempo avevano desolato la Francia e la Spcif,'Il',, e pose l'assedio ad Alessandria ( V.), ma vi lasciò la v ita.

S:i.int Eticnne e di Kluigenthal in Francia, di Essen. (Krnµp) in Germania ; di Tern i, Brescia, ~apoìi ( Armstrong) in Italia.

Bern11 do Vlll, conte d'Annagnac. Connestabile di Franci:i, :11. ne! 1418. Nel 1410 abbrncciò il partito d i Carlo duca. <l'Orleans contro il duca. di Borgogna e ~livenne i'. capo della .fazione che si intitolò <lai sue J1onir.. L~! sua sn1isurata ambizione, che non . gl i faceva riconoscere superiore all:i. sua casa, d iscendente dai :NkrnYingi, d,c quella regnante, fu la causa principa le <li qi.clla lu nga guerra civ ile che in~ngu inò la Frnnci:i sotto il regno d i Carlo VI. Bernardo, dapprima a lleate con gli inglesi, comiba!lè contro il suo re poi nel 14J3 _, i iiconciliò con la Corte, facendo innalzare alle Ùuppc reali lo stendardo . della sua casa; quando la regina lsahella lo chiamò a di fendere il regno, Bernardo pretese la dignitù. di Conne3tabile e la carica di primo ministro. Entrato a Parigi con un corpo di truppe considerevole, si fece dare la sovr intendenza delle finanze e il comando genera.le cli tutte le fortezze ~le] regno; le d estituzioni, le p rigionie e i supplizi sparsero il terrore i n tutta la Francia. Dopo la morte imp,rovv isn, del giov ine .re, Bernardo Ieee rclcgue la regina a Tours. ::Vla il duca di .Borgogna liberò la regina e si avvicinò a Parigi a Ila testa. d i un esercito poderoso, ciò che diede occasione ai par igini di sollevarsi cor.tro il malgradite s ignore. 1'entò Bernardo <li fuggire travestito , 1na fu riconosciuto e massacra to :, furia di popolo .

Armafolo (Organica) . Sottufficiale che presso i corp: (meno i reggimenti d'artigricria) attende alla conservaz ione ed alla riparaz ione delle armi portatili. Dipende, per il suo speciale servizio, dall'ufficia le d'a.rmamento. Gli aspiranti alla carica di sottufficiali capi A. devon o compiere con buon esito un corso della durata di sette mesi presso la fabbrica d'ar mi del R. E. di Roma. Nel 1912, gli A. erano stati soppressi ed erano stati istituiti, in loro v•cc, con an.doghe mansioni, i sottufficia li d'armamento. :Nel l914 la car ica di sotlllfficiale cape A. venne ripristinata. l i capo A . ha alle propr ie dipendenze uno o più altie1,•i A. che lo ooadiurn.n o nel disimpegno delle proprie mansioni. I sottufficiali A. cs:stono anche nella R. Marina .

Giovanni V. conte rl'Armagnac.. N ipote d el prece<len tc, n . verso il 1420 m. nel 1475. Fece le sue prime a nni sot to le bandiere del conte di Dunois e nel 1451 contribuì alla conquista della Guienna contro gli inglesi. Diec i anni dopo servì pe r Luigi XI contro il conte di Foix, ma nel 1465 prese le anni contro il sovrane nclia guerra detta <lei <t Bene pubblico"· Questa terminata, egli s i circon<lò di un esercito di avventurieri con,_ mettendo ogni sorta di ribalderie. Minacciato da Luigi. g li si rivc,llò contro, si impadronì della città di Lectourc, la rifornì di ve ttovaglie e di armamenti, e vi si manten ne oltre due mesi contro le truppe reali assedi~nti comand;mtc <la! cardinale Jouifroi e da Castone <lei Lcon~. finchè _il re ordinò a l cardin ale "di tra.tiare la resa col duca d' Armagnac. Accettate le ·cond izioni proposte da questi, si cominciarono ad eseguire gli articoli della capitolazione, qurmdo ].~ tn:ppe rea li, a,pprofittando ,le!la s icurezza degli assediati, entrarono in città, p en etrarono nel palaz,o de.I conte senza trovar resistenza e le uccisero) mentre Ja cj tt,\ era data a; sacco e alla strage.

Fazi.o-ne rlegl-i Annag,wc.1. Una delle <lue grandi faz ioni i i1 cui la Frnncia era d ivisa sotto il r egno di Carlo Vl: l'a.ltra era quella dei Borgognoni (V.).

Arma·iuolo. Genericamente colui che vende, fabbrica, ripara le armi di ogni sorta e le armatura. L'arte dell'a.rmaiuolo è antichissima. Nei tempi antichi, poichè l'arma erel tutta fahbricata a mano, saliva a fama il nome e la persona d ell'annaiuolo; nei tempi più moderni, col concorso <ldle macchine, salirono in fama i non,i delle c ittà ove erano le m igliori fabbriche. Così in Italia le fabhrich~ di Cremona, di Brescia, di Milano, di Venezia, d i .:-:apoli, di Serravalle, del Friuli, d i ScaI'peria; in lspagn:i. quelle <li Toledo, e nella Siria . quelle.. d i Damasco. P resentemente le più .reputate sono quel.le di Sheffield e d i 1~irmingha.m in Inghilterra, di

Armamentario. Ant. Luogo dove ~i riponevano e custod-ivano le arm i. Magazzino d i attrezzi mi litari, di terra e di n1are. Armamentì (l,:,,,.itaziom·) . Lt prima Conferenza de lla pace, tenutasi a ll'A ia. nel 1899, ·aveva lo scopo originario di ridum·c gli armament i 1niliLari, n1_a e.ssat con)e l'altra tem,t;,si pure a ll'Aia nd 190i, p iù che di pace si occupò di guerra. L'invito alla convocazione della prillla ·Conferenza, rivolto dalla Russia, alle a ltre Potenze con la famosa circolctrc 1-luraviev del 12 aprile J 898, diceva appunto: « Il mantenimento -della pace universale e umt possibile r id uzione degli armamenti eccessivi che pesano st: tutte le nazioni, si presentane come l'ideale a l quale dovrebbero tendere gli sforzi dì tutti i Governi. Porre un rimite a tali armamenti incessan ti, questo è il do•,ere su premo che s 'impone oggi a tutti gli Stai: "· :;:sl" ella. d iscussione però che s'impegnò nella Conicrenza. tra i raµpresentanti <lelle diverse Potenze su questo· scottante argomento apparvero sopra tutto due difficoltà insormontabili; e cioè !' impo~sibilità di sta,bilire a priori l'eguaglianza, •l'equivalenza o una giusta proporzione tra -!e' diverse nazioni, rispett.o ai loro meui di di-fesa e d i offesa, tanto più che le forze ui terra e <li mare non sono i soli strumenti di guerra ; e l'intervenlo costante <li ciascunà. nazione negli affari interni dell'altra, specialmente delle grandi Potenze nella Yita po!i•ica delle più piccole, quale sarebbe risultato da ~rn accon!o sopra un limite <li a rmamenti militari stabilito per c iascun paese, rischiando così <li compromèttere il d iritto nel desideJ"io d \ limitare la forza milita.re. La Conferenut qui_n di nr,n poti: a tal proposito far altro che formulare un voto rrnramente pla tonico· con cui d i~hiarò cc essere <lesi<lerabile si ponga limite alle sp%e militari che attu:t!mcnte pesano sul mondo, per l'accrescimento del benessere materiale e mora-le dell'uman ità J> . Nella seconda Conferenza del 1907 la questione fu ripresentata dall'Ingl,iltcrra, c he ,giunse a proporre d ' « comunica.e annualmente alle Potenze, a condiziom cl i reciprocità - così Sir Edward Fry nella seduta del 17 agosto - il '"programma <li costruzioni navali e le spese che esso avre!:>be •pClrtat.J >>. }.fa la proposta non ebbe l'adesione esplicita di n essuna Potenza, e la questione degli arm L1nenb fu per allora definitiv,tmente liquidatr. con un voto d i confem1ac della deliberazione del l 899, e con un voto speciale per il trattamento degli

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stranieri n ei riguardi delle spese militari della nazione i:cl la quale risiedevano. Ritornò su l tapp~to, preconizzata nel progetto wilsoniano di costituzione d'una Società delle -:\Tazioni, nella Conferenza di Parigi per la pace che chiuse la Guerra Mondiale; e fu appunto accolta nel patto della Società stessa, secondo il quale, all'1.rt. 8, « i Membri della Società riconoscono che, i)Cr mantenere la pace, occorre ridurre gli arm~menti naz ionali a l limite minimo comp,1tibile con la sicur2u a dello Stato e con l'azione comune intesa ad assicur:ire l'ademi, imento degli obblighi internazionali"· P cl raggiungimento di tale scope lo ste;so art. 8 prescrive: « Il Consiglio della Società. tenendo conto della po;; i,;ione geografica e delle circostanze di ogni :vrcmbrc, redigerà i programmi d i questa riduzioac, aftinchè i Go,·erni ii es..1minino e prcwvcdano; tali progr:11mni dovranno essere sottopoMi a ricsan ,c e revi~ione almeno ogni dicci anni, c. una volta adottati dai vari Governi, i limiti degl i aT1namcnti co31 stabiliti non potrlnno essere superati senza il consenso del Consiglio. D'alt.a parte, convenendo i ).{emhri dell;~ Sncict:\ c:hc la fabbricazione d i 1nunizioni e strumenti di guerra da parte di pr ivati si presta a gravi obiezioni. il Consiglio avviserà. ai modi di prevenire i:li effetti rcrniciosi di questa fabbricaiione, col <Jc!)ito rigua rdo alle necessità d i quei Membri che non so no in grado d i fabbrica re le munizion i e gli $trumenti di g~err2. r.ecc~sari alla. propria.. sah·nguardia, mentr? i )l ~mbri a!la lor volta s'impegnano ad effettuare, nei reciproci rapporti, un completo e leale scambio di 111(on1'a7.ioi;i circ,\ la proporz ione <lei loro arrna•11en1i, i · loro pro.<7ammi milicari, navali cd acronauu c1, e le con<li~ioni delle for,: industrie i,1 quante posS.'L"IO adciossar~i a i fini d i guerra. Solo il tc!llpO p otr:', d imostrare l'rffic:ic ia o meno d i ~:miie accvtdo. pd l]uale s'aùli,·enne anche alla Conrerenn tenut:t-i a \\'~,h inglon nel 1922. ]J,1 questa spontanea in tc;;a tra le na;:ioni va però, sottc il punte di vista sia gi11ridico che pratico, ben distin ta la limi'.'.\zbne de~li armamenti imposta dal \'incitorc al vinto· coc;Ì qudla eh-e :-;apolcone I faceva alla T'russia, ~mcmbrat:i. con il trattato di Tilsit, i1.llo rcl1., limita\"~, doro l'evacuazione ,le i territorio OCC\lpato eia i Francesi, a ga.ranzi., delle clausole di pace. l'effetti\'o delJ'e• sercito prussiano a 4::! mila. uon:ini, su di una popolazione di 4.700.000 abitan ti circa; così quelle analoghe con tenute nelle cla usol,, militari, navali ed aeree d ei tmtt·1t i di pacr d i Vcrsa.il!es, <l_i S. Germano. di Ne11illy e di Trianon del 1919. Li111itazion,• degl,; ar,,1a,11r11ti navali. Stab ilita in un Tra ttato del 6 Febbmio 1922, a Wa~bington, fra c inque grandi N azioni contra~nti: I talia, Stati Uniti, Inghilterra, Franeb, Gi:ipponc. TI rapporto delle loro forze •navali è nss:.1.to fi.no a tutto il 1936, limita tamente alle sol~ navi di linea, lasciando invece libera la costruzione del naviglio leggero (non oltre le 10000 tonn.) e sottomarino. /1.merica e lngh iltcrra sono J>arificate, per i' primo naviglio, in 525 miia tonnellate per ciascuna.; la quota del Giappone è fissata in 315 mila tomi., quella dell'Ital ia 'e tiella Francia in lZS mila tonn. per ciascuna. Nessuna na>.ione potrà costruire navi che superino le 350')0 tonn. di dislocamento, nè sopra di esse potranno essere collocati cannoni di calibro superiore a 406 mm. 11 tonnellaggio delle navi portaaeroplani n on pot rà es-

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sere superiore a 1.35000 tcr,n. per gli Stati Uniti e l'fn. ghiltcrra, :l 31000 ton 11. per il Giappone. a 60000 tonn . per !:i Fr:mci~. e !'It1li:i.

Armamento. Termine colle1tirn col quale si indicano in gruppo tutti gli strumenti e a ttrezzi n ecessari per il servizio di un:i bocca da. fuoco qualsiasi. Ufficio!,, 1f..J r111amc11to Ufficiale inferiore che pressi; i cor::ii sovr:ti,;tende alla manutenzione ed alla riparazion,e delle a•·mi portati!;, si~. in distribuzione a lla truppa sia conscrl'a le nel!~ arn,crie. Per tale scopo ha alle sue dirette dipendenze il sottufficiale capo annaiolo e alcuni alliel'i a1m1ioli. E' nr,minato dal comandan te <lei corµo eh~ lo 5ceglic fr,1 gli uffic ia li inferiori non ,tventi comando cli comp1gnia; dura in carica per tutto i! 1cm!)O che il rnman,bnie del corpo reputa opportuno. '\"ci reirg:. d'anir.licria le :ittribuzioni di ufficiale <l'A. rono disimpe~natc th l capi tano adc!etto nll'nfficin wateriale. Sottufficiale a·A r111a111c11to. Sottuffic:iale che presso i cor pi allcndeva ali,\ manutenzione ed a lla riparazione delle arm i portatili. E ra 11ominato dal Comandante del corpo tra qu~lli che avevano conoscen?.e tecn iche riflettenti la lavorazione dei rr,etalli e dei legnam i, o - in d ifetto di sottufficiali che possedessero tali requisiti rra coloro che di.mostravano cli avere maggiore at titudine a llo speciale ser\'izio al l]UO.le dovevano essere adibiti. I I sottufficiale pr<"scelto per tale servizio ven iva CO· mandato presso una fabbrica d'armi per frcqu~ntarvi un corso ·dellfi du ra ta di quattro 11Jesi onde essere abi lita to alle mans ioni c he doveva d'isimpegnare a l corpo. Dipendeva daH'Uf.ficiale .:l'am1arncnto. :\"el 191-l i sottufficiali d' ...t. •;em1ero aboliti e tu ripristinata presso i cor pi la. c:1 ric:< di capo armaiolo. A ·r111~111r11to dellr 11a,:i. Que~ta. voce ni,lla ~ fa rina d,1 guerra, ha clue si~nificati: uno che riguarda la quantità e la Jispo5izione delle armi delle, singole navi. l'a ltro la po, izione del!, n:ivi stesse in relazione alla loro maggiore o minore efficienza dal lato del personale che è imbarcato a bordo e dairapprontamcnto dei macchina ri. La posizione di :urna.mento dal lato efficienza <lei servi?.i dii orip:inc ~- quattro stadi d ivers i : « armcimcnto dfettivo >,, <e a rmamen to ridotto» , «dispon ibilità». (V.ì «disarmo» (\'.). Quando una na,·e è nella 1>ienezza della propri:i cfncknza, ossia h a il pensonale :i: completo, i macchinari in perfetto ordine, d iccsi in « armamento e ffettivo>>. L 1 nave in la vori, che s i prevtdc dovr.i rimanere lungo te1npo in .'-\.rsenalc, p;!.S~"l in ,e arrnan1ento ridotto"• ossia <h •·~sa ,·iene slnrcato un:t '>arte drll'cqni:1agl(io. <la 1/ ,~ ad l/4 circ::, lasciando a bordo in prevalcn1,1 il per;,01}~ le tecnico che de,·e assistere e co,:correr: alla ,i:rand.: m:rnutcnzione di tutti gli organi. Questa r.osizione è d.:ttata per lo più da ngioni econor.1 iche-, e una ~,:1,·e può rimane.re in ar1n~:nento rido tto anche senza csscrr. in lavori, quando per la. sua ve tus tà e per le sue qualità belliche è giunta ad uno stato tale da doversi considerare -di riserva. Alle varie posizioni di armamento r idotto, disponi bilità e disarmo corr ispondono congrue diminuz ioni dei supplementi di imbarco del perwnale d i bordo. E' regola generale di quasi tutte le nazioni di tenere in arma.memo effetti,·o soltanto la parte migliore e più moderna del naviglio In inverno ,!e navi che trovans i nella pos i1.ione di armamento ridotto sono molte: a,·vicinanclosi la prima-


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L'ctTmamento J)r incipa! e d i una g-ran,Le nave da g-uerra. ,·era c. fe-i!ate le unlL't vengono man 1nano poste in a;._ """ nr nto effettivo, completandone gli equipaggi fino a raggiungere ii massimo numero nelle esercitazioni ~e~tivc, dopo di che le va r ie unità sono nuovamente d ist r ibuite fra i vui Arsenali (meno un nucleo) e vengono passa te nuovamente in armamen to ridotto o disponibilità . L'a.nnan!ento guerresco cl'i una. nave con1pren<lc; cannoni, si luri, torped ini, e bombe da getto. S i differen zia a seconda del tipo d i na,-e e degl i scopi per cui una nave è costruita. Così ad esempio una nave 'da. ba.ttaglia è ::i.rmat::t in pre·,alenza. con cannoni, un cacciatorpedin ie re ccl un sommergi bi!e, h-anno in prevalenza l'a r1n an1cn 10 di siluri, un esploia{orc è armato in ugua: misura con can noni . e si lu ri. Sulla nave <la ba ttagli3 l'armamento viene d estinato in grosso calibro: cannon: t!a 305 - 340 - 381 - 406, posti i n torr i longitud inali, che sc,·vo110 per il co1•1battimento a grande d istanza contro le un ità s imilari ; 111edio ca/.ibro (o armamento antisilurnnte) : cannorti da 152 o da J 20 molto nume;·osi, d is tribuiti nei qt!attro settori della nave; servonc a comba ttere e rcsp111gerc gli event uali a ttacchi col ~iluro dei ca ccia torped iniere e dei somme_rgibili ; a.rma.mento antiaereo: numernsi cannoni d i piccolo çalibrc con o.ff usto speciale per il tiro antiaereo; I.ancia siluri: in generale <lue o quattro, subacquei, che servono alla nave come « ultima ratio>>. Sul cacciatorped iniere vi sono invece in gcncrà.le alm eno 6 lanciasiluri da 53.'i r iuniti in due impianti ;ripli e 4 o 6 cannoni da 120 a 102 o 130. Il somm~rgi biie ha da 6 a 10 lanciasiluri ed uno o due canno:ii soltan to da l02 o da 120. L'esploratore ha anch'e3so 6 hnciasilur i <la 533 ma ha inoltre 8 ca_ononi <la 120 o da 130 oppure d a. 152.

Armainc11to delle truppe e degli 11fficinli. Tale espressione indica il genere e la. quantità d'ar m i d i cu i sono do tati I militari appar tenenti :-.d un dato corpo. L'A . o il tipo d'ar ma, ha servito, specie in passato, per d are il nome agli , tessi rep:trti; così troviamo gli Alabardieri, i Granatieri, i La11cie,ri, i :rvfoschctticri ecc. Alcune specalità. sono dota:e inclividuah1:ente non di una sdla a rma, co3ic:chè !'A. è co1J1plcsso, e viceversa l'arma pr incipale qualifica il repa.rto. Il Lanciere, ad esempio, oltre a lb. lancia ha lno,;chetto e sc iabola . L'a.rmamen(o df':gli ufficia li, Òlt p rima. dell'ultima camp1gn a di guerra era costi tu ito csseuziahncnte da sciabola e p istola, per le armi a piedi è stato limitato alla sola pi~to!a, colla facoltà d i impugnar~ :i.nchc mos chello o fucile sulla !inrn del fuoco. E ad es. nelru-1tima guer ra, come ,irnia:nento complementare p er g!;

ufficia i; degli wcciali repar t i « Arditi l> è sta.io adottato i l ;:>llgn?.le per la lotta corpo a cor po. Anna-m,m to delle linee fèrroviarie. Tipo <li costruzione <l'una linea fer;-oviaria, a seconda del ~encre <ji gu ide, tra,•ersi piastre, arpioni <la cui è costituita. L'A . lm un interesse speriate per gli ,.a,ppa,tori, particolarmente delle arm i celeri, onde r.onoscere con una cer ta s ic,.,re?.za quale tempo occorra per una inter ruzione od un riattamen to de lle linee.

Armand (Fra11ce.;co). Medico e scrit tore francese, n. a Dic n el 1818. Prese parte a moltissime sped izioni rn iiita ri francesi: in ldgcria, in Cr imea., in Italia, in Turchia, in Cina e nella Cocincina. fra i suoi scritti sono notevoli specialmente: « Stor ia med ico-dlirurgica della guerra. di Crimea » ( 1858) ; « Ric.:,rcli <li un medico militare ll ( 1858); « T,ettèrc della spedizione d i Cina e di Cocincina » ( l 864). Annand- D11nia.resq (Carlo F.,doa,·do) . Pittore francese di sogget ti m ilitari, n . a. Parigi nel 1826. Seguì le truppe francesi nella Cabilia, in ltaJ;a ecc. per raccogliere scene e soggetti per i suoi quadri. Dipinse fra altro: « La presa della grande r idotta a lla battaglia del-la Moscova l>; « Carica della divisione DeswJ.llX a Solfer ino i>; « C:uica dei corazzieri a Eylall ». L'Armane! ha esegui to inolLrc la coHc,.ione delle unifonni dell'esercito per il Museo d i Versailles.

Armandi (Piet-ro-Damiano) . Generale, n . a Faenza nel 1778, morto ad Aix in Sa.voia nel 1855 . Uscì dalla Scuola militare d i :\fodena · nel li99 col grado <li tenente; partec ip,\ alla dife' sa di Genova sotto i l generale 1\iasscna e nel 1804, promosso <:apitano, fo inca ricato della direzione della fabbrica. d'armi di Brescia. C~m1battè ad l\uste.rlitz, a. Vicenza, a l Piave, a lÌ'Isonzo, a Wagram, e<:c. è\ el 1813 fu promosso colonnello sui campo cli ba ttaglia. <li Rautzen dove aveva a.%w1to il camando dell'artiglieria della <livisio_ n e italiana.. Caduto Napoleone, e ·ritornato in Patti;,:., allo scoppio d ella r ivoluzione in Romagna nè-1 1831,


Al\l\'[

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vi pr~sc a.LLivis.sima parte e dal Governo provv isorio d i Bologna fu nominalo genera.le di brigata e comandante c;el!a d1visic,ne :ei ritonak delle ::\[arche, poi minis tro delia guerra e della :\!farin a. Ma, comandando in Ancona, dovette per scarseLia d i rforze cedere la fortezza agli austriaci e si rifu~iò a Corfù. donde passò a Parigi. R ientrato in patria, s i re<:ò nel 1848 a Venezia dove fu no!J1ina10 geaemlc d i divisfonc e sovra intendente dcl.Ja guerra contribuendo ad organizzare '•la mirabile <lifcsa di Venczi~ del 48-49. Riparò ancora a Parigi dopo la caduta d i Ye_ nczi:i t venne nom in ato b iblictecario a Saint- ClouJ . Scrisse su diverse riviste i ralin.ne e francesi, e la sciò due libri: « L:t mia partecipazione agli irnporta.111i avvenimenti dell'Ita lia centrale nel 1S31 )' e « Storia degli elefanti >> s tampati in francese a P arigi.

Armata. Granc!e unità di guerra, strategica e logistica, avente in sè le forze ed i mezzi per mirare a<l obiettivi stralcgicamcnlc importanti, relativamente autonomi anche su teatri d'opera.zione distinti da quelli del'.e altre arm::ite. La sua. composizione, pertanto, non può essere iissa; ma varia in J·e lazionc a l compilo che le è a ffida to en a l teatro d 'operaz ioni i n cui è ch iamata aù agire. E' co,tituita di corpi d'A . (e,·entualmentè anche di di,·isioni di fanteria non riunite -in corpi d',1 .) e se la s ituazione lo richiede p uò disporre n lti.-esì di d i,·isioni di cavalleria. Inoltre le armate comprendono. d i regola, truppe tecniche in più, e diverse da quelle assegnate a i cor pi d'A ., come specia lità d'artiglieria e d el genio per operaz ioni d'assedio e ù : difesa di p iazze forti ; parch i d'assedio; compagnie ferrovieri; equipaggi d:i. ponti; squadriglie aecoplan i da caccia, da bombardamen to, ere. O gni Il. infin~ comprenùe un complesso d i servizi, atti ad assicurare il r ifornimento di tutto l'occorrente a.i corrispondenti organi asse~nati ai corpi d-.4. cd alle d ivisioni cc! _, sgomberare tu tto ciò che d alle tru ppe ope.-anti viene rimar.dato ind ietro. Il Comando d'.-1. è co~i costituito: a) l'ufficio del cai,o <li S. ).I. ; b) l'ufticio del sotto rapo d i S. ),1, per le operazioni, d a cui <lipen dono : il Comando d' Artiglieria d' A, il comando del Genio d'A., il com:rndo d'Aeronautica d'A ., la direzione collepmenti d'A.; e) l'ufficio d el sottocapo di S . ~f. logistico, da cui dipendono: lR d irezione d i :fanità d'A ., la. d irezione di Commissariato, Ja direzione di Veterinaria, la. direzione trasporti per via ordinari:i, la <lirczion~ del genio militare, la direzione pos tale, il comando delle retrovie. I,1 tempo d i pace non esistono comandi d'A. completaru<:nte costituiti, ma sono solo predesignati i generali che avranno un comando d' A. in guerra, con limitato personale a loro dis posizione . Presso taluni eserciti, tale personale cos t~tuisce le « Ispezioni d'A . ». E' anche prevista e studia.la in ogni particolar,: l'eventuale mobil itazione delle A., come pure sono designa ti tu tti i titola ri d elle d iverse cariche. La creazione di questa grande unità d i guerra risale a l 1812 cd è d ovuta a. Napoleone I , il (Jtta!e, ne lla campagna contro la Ru,sia, riu nì i propri corpi d 'A . in Armate. Le ragion i dell'istituzione dcll'A. sono le stesse per cui vennero creati h dì,,isìo-ne cd ;1 corpo d'A ., e cioè la mole sempre èrescenle degli eserciti ; il continuo a mpliarsi del teatri d'operazione ; I~ con seguente i mpossibilità ne! comando in capo d i far giungere tempestivamen te gli ordin i a tutti i comand i dei cor pi d' A. d ipendenti. L'A. divenne, quindi, l'unità generale d'ord ine

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superiore, base d~lle rnmbin~ioni strategiche òcl <omando supremo. Xelle guerre che seguirono la carnp, gna franco-rus!>a, non sémpre, però, gli eserciti belligeran ti si costituirono in A . Durante le campagne dcli':ndipenclenza, ::cl esempio, sia prel>.so di noi, che pressn l'esercito aus:.riaco. !a massima unitit di guerra fu rappresen tata d al corpo d'A . Solo dopo il 1866 tutti gli eserciti - - per le rag ioni sop ra. det te - contcmp larouo e prL-<lisposcro· nel loro ordinamento e.ii guerra il frazionamento in Armate. L 'ingent<; :noie degli e,,: rciti che combatterono !'ll ltinn guerr:1, ha fatto riter,erc necessario un gradino intermedio anche fr.1 il com'lndo supremo e ie dipenJenti . 1.. ossia I:\ rnst ill1zionc •Ji grupp i cli ,1. P resso di noi l:t costituzione ::li tale grande unit.'l ~tntegica non cbbr. l~ogo, ma si ,·erificò presso gli imperi centrali e presso l'esercito fran~esc al fine di porre a lle dipendenze d i un medesimo comand,\ntc più A . aven ti u n compilo co!llunc La regolamentazione attuale di questi eserciti sancisce i1 fraLionamento dell'esercito in gruppi d'A ., e mie tendenza. s i de-linea oggi anche prcs;,o cl i ncl'i : cc La tesi trova il suo appo~gio ne lla imponenza degli eserciti odierni e nel fatto che la complessità di servizi ed i: terreno montuoso crea:10 dei limiti alla forza complessiva d el!' A . la q ua le, per questo fatto, p otrebbe riusc ire inadeguata ad una va.sia funzione strategica che converrà, pertanto, attribuire al Gruppo di A. Secondo questa scuola la gra.nde u n ità strategic:t sarebbe il Gruppo cl'A. e !'A . avrebbe una funzione: essenzialmente logistica». (Col. Trczzani: « L'Imp-iego della Di,·isione ne l combattimento 11). L a regolamentai.ione francese consi. dera anche il distacCtl111ento d ' 4 ., unità imermcdia frn il corpo d'A. e l'll., di costituzione contingente e di for7.a. variabile secondo la :ni5sione che gli si deve af fidare.

Corpo d'Armata. Ra,ppresent:i il raggruppamento sottc un unico comando di più divisioni di fa.11teria. e l'acccntrnmen lo d elle f\inzioni logistiche, allo scopo di liberare, nel limite del possibile, le d ivisioni da ·tutte quelle cure che non abbiano diretto rapporto con l'impiego tattico delle truppe. Oltre: alle d ivi,io<1 i, il cor pr, d'A . comp rende a nche truppe 110:1 ind iv isionitc, quali artiglierie pesanti c,1mpali (obici e cannoni), specialità del Genio (zappatori, :11,natori, telegra6..:,--ti, radiotel?gnd'isti ecc.). cav,,.lleri:t. In passato fu p rc~alertl•!mcn te grande un•ità logistica, ma d uran te la guerra perdctt~ in pal'te qucst,t caratteristic:i. per la stabi!izza;,ionc cieli~ operazion i e per il grande sviluppo assunto dai mezzi automobilistici che avvicinarono l'in tcn d~nza. <l'A. alle d ivisioni, e assunse una fisionomia più spiccatamente tattica, per cui oggi dev'essere cons iderato anche come grande un ità tattica: « Questa. nuova funzione •g li può venire dal la comp lessità e laborio3ità del combabmento od ierno, per cui si ritiene che pel raggiungimento di un obiettivo lattice impor tante ai fini d ell'A. o per lo sviluppo d i un:t dctcrrnin:tta fase della ba ttaglia, si richieda l' impiego coordinato di p iù divisioni. La n ecessità d i questo coordin amen to p resuppone un':izione un ica d i comand o e le interven to <li a ltri m~zzi c he gli sforzi singoli armon izzino e comp letino >l. ( Trcu.ani: « L'impiego della di\'isione nel combattimento>>). D i qui la fwuion<! tattica del corpo d'A ., che può concretai·si nella seguen te definizione del compito del suo comandante : coordina e


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d iscip lina l'azione delle divis ioni dipenden ti e interviene d ir(!tta1"!1ente nel combattimen to per n1ezzo degli element i non indivision ati. Quanto a l m11nero delle divis ioni di fan teria di cui con venientemente può essere costitu ito il corpo d'armata è questione che sfugge a qualsiasi p rescrizione ed anche ad una, s ia pur generica, t rattazione . I'uò solo d frs i che il criterio d i una razionale esplicazione del comando e l'espèrienza dell' ultima guer ra. cons igliano da due a quattro. E' però a ritenersi che il Corpo -cl' A. aven te formazione quatern;u-ia, se ben r ispon de alle caratteristiche della gucna di posizione per la. sua spiccata attit ud ine a l pronto progresso in profondità, non po~sa forse r ispondere a lt r·e ttanto bene alle caratteristiche della guerra di mov i.m cntq, spe<; ial1nente in terreni !l10ntani, a causa essenzialmente d i esigen,,e di carattere logistico. Saranno, pertanto, la specie della gt1crra ch e s i combatte, la nat ura del teatro <l'opcrazioni, i! compito affidato all'u-· ni.tà superiore che <letennineranno di volta in volta la costituzione del corpo d'arma ta. Dur an te la recenté gucrrn, presso gli ex-imperi centrali i l C . d'.4 per<lcttc talvolta la su>t dcno1nina1.ione per assumere quella d i «gruppo» d1e veniva contraddist into dal nome del rispettivo comandante. Ad esempio, <lurante l'offen siva dell'ottobre 19 17 sulla fronte italiamt, le for ze austro-ungarictc vennero ripartite in gru ppi, costitu ito c iascuno su un certo n umero di divisioni e che assunse il nome del rispett ivo comandante. Analoghi e,~mpi si ebbero presso l'esercito germanico duran te le offensive ~Id 1918 sulla fron te francese. Ccum stor·ici: La c,·eazione de l Corpo d'A . risa le ai primi ann i del secolo scors0. Il con:inuo 1umcnto negli c$erc1ti del :rnmen:, dc:ìle d ivisioni e l'impossibilità. nel comando in ca;JO di da.re d irettamente a t utte i necessari ordini, condus~ero a lla istìtuzione d i questa grande unità di guerT3. G ià 11cl 1800, in Francia, l'a:·mata del Reno e q uella d i ri~erva erano state cias<:tuu1 ripartit~ in t n gr,111di cor·pi, ~orrispondemi :id un rnggruppan'cnto temporaneo cli due o ln: d ivisior.i; ma tal: r aggrui,p,unenti non •.i ivcnnero definitivi che nel 1803 epoca m cui il :ori1,10 con,clc creò il Cor-po d'A ., d: O

fornt variabile da 20.000 :t 35.000 uomini, composto di <lue o tre d ivisioni di fanteria, di una div-is ione d i ca~ v:,.l!er ia leggera, di una r iserva <l'artiglieria, d i un repar to di ;:a.ppatori, del comando e dei proprì servì;,.\ completi. Er~. un'unit.\ capace di bastare a. sè stessa,· di muoversi e combattere con grande indipendenza. Du rante il periodo delle guerre i\' apoleoniche, il éor pc d'.4. vé:nnc via via a ·ea.to presso tutti i n1aggiori escr~ citi, p ure r imanendo presso taluni eserciti costituite divisioni ind ipendenti. I Giapponesi, ad esempio, combatterono la guerra di Manciuria con A. costituite d i mY certo nun,ero d i <li visioni; lo stesso si verificò durante l'u ltima guerra balcanica; i serbi parteciparono alla guerra 111ond?a~e con divi$ioni e non con corpi d A. e lo stesso d icasi dei Belgi, cb.e solo ora hanno adottate il corpo cl'A. Il ;-.e,plamento tedesco, anzi, ammette tuttora che l' A. pnsòa" es~cre formata <li divis ioni i ndipendenti, e l'ord in:imento attu:tle dell'esercito serbo 110>1 ccnsidera il corpo d'A . la complessità della· batta glia odiern;,. esige, però, -che l'A . sia costituita da ,r aggr-.,ppamenti di <liv i,ioni sotto u n comando unico che ne diriga e<l armonizzi gli ., forzi, nel mo<lo meglio- rispondente a l piano d'azione, per ' il che è a ritenersi che la concezione tattica del Cor po <l'A ., come organo d'inquadrarncnfr, e d i coordinazione, s i generalizzerà e SJ rinsalderà sempre p iù presso tutti gli eserciti. 1

Armata acr,·a. Il complesso delle forze armate aeree dello State. I~s,a. co,01prende i scgue:1ti elementi: a) Parte da asseguarsi alla. )far ina. b) Parte , la assegna rs i all'Esercito. e) Parte da as,e~narsi alle Colonie. ct) Massa ind ipendente per l'impiego territoriale. e) Massa in dipendente per b. difesa delle ~oste. f) Ma3sa indipcr,dcrrte per l'impiego extraterritoriale. Ciascuna. di qu(•ste parti ha assegna.lo, in maggiore o m inore miS:;l!ra, vel ivoH da caccia, da ricogn izione, da bombar~ damcnto, e d irigibili .

Armata Navale . E' il compiesso or ganico che risult, d~lla r i unione di più squadre d i navi, sotto un unico comando . L'armata wrnprende : il nucleo p r incipale composto della squad;·a. di navi da bat taglia; il gruppo

Armata navale· modcl'na In navig-azione.


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di esp lorazione composto della squadra di incrociator' da battagiia, <l(']h fl ottiglia degli esploratori e dei C. T. di avanguardia; il gruppo d i protezione ravvicinata che comprcn·le al:n flottiglia di esploratori e caccia1orpedinierc. L i;. a.rm,,t•~ navali, nd ve ro scu~o della parola, ossia come iiun iòni d i navi dotate di mezzi auto:-iomi per ( On~b:ntcctc Mli mare, sono nate col periodo velico. Dur,rtc il tcr.:iw 'icl remo, k armate navali, il più dcl k volte, non erano che grand i con vogli di navi destinate a far "ttr.t,·crs:i,·c il mare .,gli eserciti. Ha1U1c qucslo carattere le g::an<li armate na,·ali dei Persiani ( di Dario e di Scr;e) ed in parte :u1che quelle dei Cartag inesi e dei Romani nel le guerre puniche, in cu i ve diamo scontrJrs i squadre compostr con triremi ed ippo;;in i, ossia n:i,·i destinate al combatlimcnto e naYi tra. spono cavalli. Lo scono delle ·armate era quello di concorrere con l'esercito a lla occupazione d el territoric nemico o alla d ifesa del proprio. J destinati al combat1 imento sul m:i.re o in terra erano gli stessi od avevano lo stesw arn:Jmcnto. I Roma11i a.ru.i studiarono e raggiunsero l'intento di far combattere i propri soldati s ul mare, come se ~i trovassero in terra e con ciò ottennero la vittoria. Nel periodo della 1nvig3zione a vela l'armata navale diviene scopo a se stessa., diviene potente meu,o d i of_. fesa, atto a scorauarc i mari per spazzai· via. tutte quello che vi si trorn di ost ile ai propri fini, ossia. che impedisce la navigazione delle proprie navi da. commercio. Il contrasto ~ eviden te nella. serie di scontri che s i ha,1110 nella Manica e nel Mare del Nord ·fra l'Invincibile /\nna.òa spagnuola, formata di navi a vela sovraccariche di soklati ,ccondo i ,·cechi concc:ti della gaie, a, e le agili squ.,clre ingicsi già attrezzate per i' solo cornb3ttimcnto su l mare. Da C]Uell'epoca, si yuò <lire, le anna:c nav:i.!i c!cgli Olandesi. dei F rancesi, degli Spagnuoli e degli [nglcsi, saranno equipaggiate con marinai in grande prevalenza sui soldati, e abbandoneranno quasi comp letamente ogni concetto territoriale. Il m:aJa italiana. Xome d:i.to da Gioacchino Mural ( 15 .\;uile 1815) all'e;crcito meridionale che si trovava nel Jlo!ogncsc in lotta con gii auslri:tci.

Armato I i. Ebbem (]Ucsto nome mi!i,ie irregolari costituite dal sult:rno turco Selim I nel sec. X\'I, con greci delle phnure. \'er,o la fine del scc. XVIll i Turch i li sostituirono con Albanesi. Armatura . In sc1Ho generale serve ad e,primerc quelle combinazioni negli apparati meccanici, nelle costnnioni, che servon o a connettere o fortiftcare Jc Va.!'iè parti di un sistema. s ia in modo tcmpon rneo, s ia r e,rma.nentc mente. L'armatura è il nome collettivo di tutte le pezze d' arme difensive necessari" per vestire interamente, di tutto punto, u n uomo cd un cava.Ilo. L' armatura

f.,j~===~::.::=====~ti. Armaiura <Il tutto punl.O

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dell'uomo risale all:t pii, remota antichità: prima di pcl h poi di cuo io, infine di metallo qLra.ndo questo divenne domin io dell'uomo. Il pii, mtico eSCll)pio di catafratto o .,old3tO di cav:11l~ria grave si osserva nella Colonna

Cavalier, <l<'I X\' socolo, ri vestii.I di armatur.1. comp\Na cli Tnua no, !a quale appartiene a ll'anno l.05 di èristo. In ·que~la colonna s i v!.-dono cavaHo e cavaliere coperti da ca.po a piedi d'una armatura fatta a somiglian7~1 della squama di un coccodr1llo. Era. so!da.to ,proprio dell~ n a z i o n i straniere, quali Parti, Sanniti. Per.sia.ai. Le µrim e annatu,·c che apparvero nel medio C\'O furono di magiia di ferro, e copr iYano le persone dulia testa sino al disotto del ginocchio. Più tardi >venne I' uso anclll' delle calze d i m,,glia, Arm:nura ùel XV sl'colo mentre {u accorciata la tunica o cotta. )(cl secolo XIII quest'armatura fu resa migliore e si componeva di una tun ica con maniche lr qua li s i prolungavano :1 modo d i sacchetto per

L

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Epoca <Il Enrico IV dl Francia

Secolo XIIT

coprii:e la ma.no, col po llice separato; d i un cappuccio sul quale si posava !'cimo quando si doveva comb:it-


AHM

te re, e <li calze intere. I.a tun ica <lei secolo XIII pesava d a 12 a 15 k ibgr. e riparava efficacemente la pers ona dai · colp i di punta e di taglio; però non riparava

Armatura del l'.~poca ctl 11-litsShHiUano dai colpi delle arm i da botta. !\. questo, difetto, che non era piccolo, s i cercò d i porre r iparo con p iastre di acc ia io o con cuoio cotto ( col qu ale si fecero anche arma.ture in tere) legàtc con correggie sopra le par ti anteriori · della maglia. · Quest'uso r.onò, ne,l secolo XVI , a co5truire tutta la

Arrna t111·a del XI V SC'CO!O

Armatura Lu ig i XIII

a rmatur<1. di piastra d'acciaio, abbandonando complctamcnk !a n1ag1ia. E cc>sl seguitoss i con piccole varianti

nelle scarpe, nei guanti, e nella forma delle d iverse pezze, sino al secolo XVII, epoca nella q uale l'uso delle armature scompe.rve, e no,i rimase che Quello della corazza e <lell'clrno cbe si u sano ancora oggi, p iù ,pçi ornamento, che per difesa, da alcuni c orp i specia li di cavalleria, e solo da f)ualchc naz ione. Ar111atura bianca. Dicevasi Quella che aveva il c;olore nctlurale del ferro forbito od anche brunito, per distiJ1guala da quelle tutte scure, o elio- er ano in parte brulli te., ;neise e dora te . Armat11ra. da u omo d'ar mi. Signifirn l'armatu-ra compiuta, la qua!e vestiva d i t utto p unto il çavaliere, o sold ato di cavalleria, che nei Secoli XV e XVI era appu nto ch iamato uomo d'arme, cd apparteneva alla caval ler ia pesant.e.

Armellin ì (Ca.rio). Patr iota e legisla tore, n. a R oma m . a Bruxelles (1777-1863). Accolse con en tu siasmo le

gesta Iibera li d i Pio I X e, quando questi tornò su i suoi pa,;,i, si dedicò alla causa d ella Rivoluzione. Fu uno dei Triumviri (con :Mazzini e Saffi) della Repubblica Roman:i del 1849 e fu l'insp iratore di quasi tutte le leggi a.llora votate. Dopo la caduta della R epubbJi- Ì ca, si stal:,ilì nel Belgio. \.

Armenia. L a. regione s'affacc ia al mar Nero con do sbocco . della valle , del Ciorok cd il porto <li Pot i, e col fera,ce litorale del La.zistan che ricetta il pol'to di Trcbisornfa; ·pro. spetta a l Caspio lungo la costa di Lmcoran e di Agash, e secondo le aspi•r.1.1.ioni• del nazionalismo locale, dovrebbe r ito111are al terzo rr:i.rc, il MediterAl'!nemnt Caruo raneo, ,d ove a l golfo di Alcssand retta scendono i declivi di S is e la pianura d i .\<lana. L'i-\nnenia turca comprende l'Ermenistan e<l il Lazistan con <la p iazz1 forte <li Erzennn (I'Arzen <lei Romani, con S0.000 ,tb.) e le città di Ersingian, neHa valle dell'Eufmte occidcn lnle, d i B itlis e di Van, risp~ttivamcn le nel Ta-m o Armeno e nel bacino" chiuso del maggior lago. L 'Armenia r ussa sta quasi tutta a settentrione del med io Ara$se, e v i sono la città d i Erivan (159.5 m . con 900/J0 ab.) e la grande p iazza forte d i Kars, la quale, press'a poco a<l u gual distan1.a dalla front iera, fa riscontro a quella turca di E rzerum. L'Armenia p ersiana, o Azcrbeigian, ha per capitàlc la grande città di Tab:-is, ( 1350 111.) con 200.000 ab., in prevalenza armeni. L ' .4. è assai scarsamente abitata ( 6 a.b. per kmq.; densità ,.ei volte inferiore a quella della Sardegna ( 36), la. minima cl'Ita·lia), ed è deficicnt issim:i cli strn<le rota. bili, le qu:i.li sono ì.aivolta appena tracci1te, e senza opere d' arte. Priva d i fc1rovie, per h s ua conformazione, per le condizioni clin:3tiche, per le poche risorse, oppone, nel complesso, assai gravi d iff,coltrt alle grandi imprese militari, che non sarebbe possibile· intraprendere e svi luppa.re senza ottime truppe, e senza un'accurata e completa J))"Cparazione, a ma lgra1<lo della quale persisterà la len tezza nella successione d elle singole operazioni bell iche. L 'Armenia ha una storia poco nota fin verso il IV secolo a . C . D ivenne provincia romana in parte (la regione occident:de) nel 75 a. C. ' Nei due primi secoli dell'era volgare fu tea.tre d i guerre fra Parli e Rom:mi. La dinastia pers iana de i Sassanidi ebbe l' JI. dal 232 a l 286. Q uando la P ersia cadde in potere dei Maomettani, l'.4 . s i sottornise quasi tutta agli i mperatori d'Oriente (verso il 632 d . C.) . .Ma negli anni immediatamen te successivi gli arabi assalirono l'A. e lunghe, aspre lotte sconvolsero il paese che finì per essere sottomesso da i successori di J\1aomelto, ma governato d a prin c ipi armeni. Nel 1021 i T urch i assalirono l'Armenia che si pose a11cora sotto la protezione dell'Impero d'Oriente, il quale la d ifese fino al 1071, :,nno nel quale i T u rchi se ne impadronirono. Poco tempo dopo (1089) il re della Georgia, David II, r iuscì a r itoglierla a costoro, e i suoi successori rùnasero padroni <lei paese fino a l 1220, e-


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Il grancluca Mco La passa 111 r1vt~ta Je tr11ppe r usw p r"esso Erzerum poca in cu i giunsero i ) ·f ongoii e li cacciarono dal trono . Ultimo re· di Armenia fu L eone VI, il qu,ile dovette nel 1393 rifugi2..rsi a Parigi, mentre i l paese rimaneva nelle mani <lei T urch i. Nel scc. XIX, durante le lotte fra Russia e Turchia, la pr ima r iuscì a<l occupare una par te dell'an tico regno di Armenia.

L'Anncnia nella G uerra mondiale. La Turchia, appena entr a ta nella Gu~rra :Mond i,dc a fianco degli Imperi Ccn trnli, per prevenire l'offensiva n1ssfl in Armenia., molto pericolosa per il possesso <lcll' Anatolia e per le oper:,.zio11i dirette a l golfo P ersico, dec ise d i penetrare nella- Georgia., cio~ neì!a. provincia transcaucasica. a. tergo dcli' Ar menia nt3sa. Specificatamen te il d isegno <l'opera zioni contro b R ussia p revcdtva la d ifensiva sul!'ala sinistr a elci fronte, a ppoggiata alla grande p iazza forte <li E rzerum, e la contempor,a nea offensiva con l'a la desira, muovendo dai bacini d i Van e cl i U r mia verso la. med i:i. vaìle dcll'A,·:i.sse, per modo da investire da mezzodì e eia levante la p iazza forte d i Kars . A tal uopo la T urchia ammassò circa quattro corpi d'Arma ta ( 150.000 li.) a lla frontiera russa dell'Armenia, sottèl il coma ndo di Hassan lzzet P ascià, il quale aveva a fia.n co Envcr Pasc ià . Numerosi ufficiali tedeschi facevano parte dello Stato Maggiore, e :id un colonnello tedesco, Pa ulsen Pa.scià, era stato da poch issimo tempo affidato, come capo cl i ,tato maggiore della piazza forte, l'effettivo comando di Erzernm ( ottobre J.914). P er la. difesa attiva della piazza di E rze rum contro l'even tuale inve5timcnlo r usso cd anche per r ichiamare da quella pa rte l'attenzione del nemico, Enver Pascià n on esitò ad avanzare in terri torio russo, occu pando i monti a cavaliere deìla bassa valle <lei C iorok e la valle d i Oity, nelhi quale facilmente s i perviene da quella <lei Kura. Contro CJU~ste occupazioni turche urtarono !e avanguardie di colonne russe che, - non ap pena rotte ·le relazioni d iplomatiche, avevano avanzato verso la fron tiera. Ne ,conseguirono numerosi n1a non grossi scontri) in prevalenza favorevoli ai Russi. Più degli a ltr i notevoli sono i combattimen ti che dal 6 all'l l novembre si svolsero attorno alla posizione cl i Kéiprikoi, assai imporia ntc nei rapporti della difesa ciel fronte setten trionale della p iazza di E rzerum; es.sa rimane. temporanea-

m-cntc, èd .1 malgrado dell'energ ica controffensiva turc3. nelle mani dei Russi. :Ila alcuni giorn i dopo (14 novc111!Jre) i Turch; alla baionetld. riprendono la posizione facendo inoltre 4000 p r igionieri. Envcr Pascià d all'alta valle cl-i Olty, dove era rimasto aggrappato, tenta a l!ora una lru·ga n1;u10\~r a sul fianco russo. e verso la fine di dicembre rn in1c-cia le comunicazioni d i Kars con ]a_ Geor gia. In con fon n ità dèl lor o d isegno d 'opernzioni, i Turche avevano presa l'offensiva dal baci no d i Van ed a mezzociì del !ago d 'Urm ia, valendosi s pecial mente <li orde e cli reggiment i cur di, che non trovando resistenza nel violato territorio neutrale dell'Armen ia persiana, occuparono ( l6 gennaio) la grande città di Tabris, e d i lit p rosegu irono- per varie st rade vers9 la frontiera russ1ln complesso le cose non procedevaJ10 molto bene pei Russi. T ra la valle di O!ty e quella cl_c!J'Arasse grossi rep,u·ti turchi avevano varcata la front iera di fronte a Zarika.misch pe.r a ,·vicina,rsi a. Kars; e tra il 26 ed il 31 dicclllbrc vari combattimenti di posizione e d 'incontr o s i svolsero, con altcq1a. fortuna, a cavaliere delhL stra-eia Za ri b.misd1-Kars.

Sulle coste ciel mar ~ ero &i ~volgevano frattanto in cursioni cli n avi avversarie e bombar damenti dalle d ue 1Jarti. N ella pr ima qui ndkim d~I gcnn ~io l.915 i Russi intraprendevano un~~ vigorosa conlrofic11siva in direzione cii Zarika misch, nei c ui dintorn i si comba t tè tenace mente nei giorni 1 e 2 ron deciso svantaggio dei Turchi (XI c. rl'ann.), che per dettero molti p r igionier i ccl a ,·tiglierie da ca m pagna e da montagna. Queste br illant i . azioni tattiche avvennero a 3000 m. d'altitudin e, con freddo inten~issimo. Il giorno 3 la lotta s'accese nei pressi di :\i,c:alum ; si con1battè dalla 1r,atina. aJla. seta, e<l a l!a fine della g iorna ta i Turchi, sloggiati dalle loro trincee, b:lt!è•:ano in r itirata inseguiti dai Russi. La vi t:oria fu ben tosto comp le ta: il IX corpo d'ar mata turco, cd it suo con1a.n<la:1tc, l skan Pascià, coi co1nanclan ti della 17", 28" e 29" d ivisione ye1u1ero fatti p ri-gionicrì coi rispetti vi sta ti maggiori quasi al con1pleto, e con un così grande numero dì soklati che i v incitori si trovarono ser iamente imbarazzati per custodirli e· ma11tencrli. Parte delie truppe vit toriose inseguirono i


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AJU\1[

Testi del X co:-po d'annata tnco che r itiravasi penosame11te verso i rcpart; ottomani ciislocati nella valle del Ciorok. Con gravi stenti cd a costo <li ingenti perd ite, ormai causate più dall'inclemenza del clima e d alla ma ncanza dei r iforn imenti che non dal nem;co, detto corpo d'armata , falcidiato di 'in ter i repart i. potè s,;àmpare a l disastro completo. Così profondamente modificata, la situazione strategica $'crn falla compromettente anche per le forze t urche operan t: sull'ala destra d el fronte, nel bacino di Van e n ell'Armenia persiana . E la suocessiva battaglia di Kara-U.rgan (7- 12 gem, a io), fi.n ita co11 un'altra ,•ittor ia russa, decideva l;i ritirata d i quelle forze verso la linea d i coulìne . Soltan to Enver Pascià, aggrappa to a, terreno, ern tuttora nella valle di Olty, per minacc ia re tanto la piazza di Karsr, quan to lo sbocco del!a ·,alle del Ciorok ed il suo porto militare di Batum. I R us~i s i conccn lravano a T a bris per la continuazione delb. campagna i1ella primavera del 1915. Sotto gli orùini <lel genc,·ale \Voronwv-Dachkov, v"rso la metà d i maggio occupano Van ed il 26 d ello stesso mese entrano in ll itEs, ira i mont i del Tauro armeno. Truppe turche leggere si limitano a tener e il contatto con le forze russe. L' immeùia.to scopo d ella ripresa russa, d i far s,gombrare J'Annenia persiana, è ormai raggiunto. Sull' a lt ra ala d e l fro nte la situazione er a, nel complesso, rimasta invaròa ta persino nella tenacia di Euver Pa.sc ii, a restarsene ai:ni<lato nella valle <li OILy. Fu nel giugno che egli, spocc:tndo dalle sue posizioni, tentò un grosso colro vèrso Batum, ma venne tratte nuto e d:,po var ie ::dternalive .se ne ritornò nelle sue postazioni che, tnentre copr iv:1.no la piaz;;.:1 ,dj Erzerum 1nantenevano la. rninaccia c,,ntro il l itora le r usso del mar Nero . 1"essun altro fatto bellico meritevole di menzione rcuis trò il 1915 sul fronte dclJ'Annenia. :\fa nel gennaio 1916 si iniziava l'offen~iva russa che conduceva a lla caduta <li Er2erwn (V.), dopo !a quale il G randuca ).! i cola, che a veva nc!J'otiobrc JJrecedente assunto il co1

nrnnclo dcJ!e trUP!)e, ord inò l'anlnzata contemporanea d i

a :cun i co1·pi d 'armata su Trebiso,wa (V.) pc! litorale, e su Bitl·is, attraverso l'Eufrate orientale cd il bacino d i Van. L a caduta d i T reb isonda ra ppresentò pei i Turchi la perdila della loro base navale sul mar Nero. l i granduca i,,()ltre s,i proponeva ùi avanzue con altre

707 forze da E rz<rnm verw Ersingian, nella valle dell'Eufra te occidentale, n odo strad a le e centro amministra tivo d i 11o tcvole impor tanza . In questa din,zione le opera.zioni non s i spinsero molto oltre la città d i J\famachat•Jn (circa a mct:\ ca1rnr:ino fra En:eru1n ed E rs in -

gian), <!ella q uale i Russi s'impadronirnno il 17 marzo 1916, catturaado cunrngli e aniglierie . Anche l'al:L sinistra n.1:,.sa ;veva p rogrc<lito e senza 1

molte difficoltà, oltre quelle gravissime del terreno, aveva raggiur1to nel Tauro ,\ nncno i! pretissato obiettivo di Ditijs (m. 1560) : anzi reparti sta ccati l'avevano oltrepassato per occupare, verso la fine del ruaggio, Rudvan, minacciando così le comun icazioni turche tra Diarbck ir e :Mcssul, lu ngo il Tigri. lntant:o a ltre forze 1~ussc1 al c.on1ando tlel generale BarJ tov, si erano inol-

trate nella Persia cd avevano, con una. lu nga sede d i ma rce, r aggiunto s~en ikyn, a lla front iera della J\,fesopotamia, per tender,) la manc, a lle forze inglesi che stavano r imon tan do la valle <lei T igri vctso Ragdad. D i fronte a questi in su ccessi, i T u rchi notarono al loro :ittivo solt,,nto la p resa di Kut-cl-!\mara .(Apr ile 19 16) agli inglesi. Ma, aiutlli con meui e ufl\ciali dalla Germania, r ipresero nel giugno l'offensiva, dal litorale del mar :\'ero, aura verso :il!' Arm~nia, al!e p ianure della :\1esopotamia, alle quali tutt0ra s i affaccia\'ano i cavalieri cos1cchi d<'i g,·ncrale Haratov.

I Ru ssi che non si a ttendevano una ri presa tanto vigorosa e gener:1.le del!':itt ività turca, ne ri1nase ro scon ~ertati, e pri ma di poterla neutralizzare d ovettero cc~

dcre terreno su grJ.11 ;)ar te della lor o lunga linea, F.rzcrum co1'!·1presa. T't1ttavia !1el luglio essi si n1iscro in grado <.ii riprendere eucrgicarncntc Ja controffensiva; cd in particobr m odo la sviluppa.rono su lla loro ala destra. do\ e ~~on soltan~o rigu:t.dagnarono il perd uto, m a. be-

na11co occupJ.rcmo E rsingian ( 25 lugiio), oltre 100 km. a p0ne1,te ci i Erze rum, nd la valle <lell'Eufra,c r,ccidcn,alc. M a, a ma!gr,1do de i loro sforzi, le truppe dello Czar non poterono r iaYanz:i.re il centro e la s inistra deHa

estcs1 fronte. cosicchè !'autunno del 1910 le trov0 in atteggiai:ccnto , iLfcnsiv0 a cavaliere <lei bacini dei laghl <.!t \"an e di U r n1ia. Pel nion1ento c:ra anci1c- rrarno!ltJta h sper ::in_z;t di dar la rnano ;tgll .tng1o- indiani. e chiu:iere co~ì ii c ircuiro attorno .t.i 1'ul'chi. · J)oveva trascorrere quasi un iu1no pritna cbe- gli In -

Rifo r n im en ti ui rch i fra lC g'Ole del Ca ucaso

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AHrY[

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glesi del generale :Maude, n,eglio preparata la nuova campagna, 1·iponcsse~o piede in Kut-el- Amara ( 24 febbraio 917) : meno di un •mese dopo entr,a rono in Bagdad. E allora il generale Baxa.tov, dalla P ersia, dove tuttora e ra annidato, si ra vvicinò alla frontiera della l',,Iesopotamia, e ·c on colonne dirette verso Scenikyn, a mezzodì, e verso Mossul, a ·settentrione, tentò d i colmare la larga bréccia che tuttora separava il fron te armeno dei 1ussi dagli Inglesi. l i 18 marzo i Russi si battono s ulle sponde del lago di Van e rioccupano qt;ella città; il 25 penetrano nel vilayet di Mossul, e l'S aprile s i raggitmgc .6.na!me.nte, •a su<l-ovest cii S<:P-nikyn, il d esidera to collegamento delle forze russe con quelle angloi ndianc. Ma frattanto era avve11uta la Rivoluzione, e anche ml fronte Ar meno la res istenza russa crollava automctticamehte'. Nel lugiio 1917 l'esercito r usso s i ritiraYa entro l'antico co111finc, e la Turch;a rientrava in possesso p~ùificamentc <lei terr it0ri c he que ll'esercito le aveva presi.

Armentières. Città della Francia, nel dip. del Nord. Fu presa e in cendiata dagli Inglesi n el 1.339, dai Frar1cesi nel l382, dai Calvinisti nel 1566. Nel 1647 venne a3sedia ta dall'a rciduca Leopoldo, governatore dei Paesi Bassi; fu difesa d :i Du Plessis, con ~carsa guarnigione, per 14 giorni, finchè aperta la breccia, capitolò . Xci 1667 la r ipresero definitivamente i Francesi. Du.rante la Guerra mondiale, A . fu occupata dai T edesch i una p rima vo lta il 9 ottobre 1914 all'i11izio della battaglia <.!elle Fiandre e perduta otto g iom i dopo. Nel 1918 prc3so Armen tières si svolsero le a_z ioni preliminari della gr'anèle offen siva ger manica . .(V. battaglia del K e11m 1cl) e la città s tessa fu r ioccu pata dalle truppe tedesche I'! I aprile, c he vi rimasero s ino al 3 ottobre, data d ella d,:finitiva riconquista da par te degli Ing lesi. Armeria. Loca li ove s i custoù iscono le armi. Essi debbono soddisbrc a i r equis iti seguenti : 1° Capacità proporzi'.ma ta a l numero delle arm i da a lloga re ed atta ad agevolare le oµ eraz.ioni di prele,·amento e di ritiro dell" armi ; 2° Resistenza, quindi po3sibilmentc dovranno essere situati a piall terreno; 3' Espos~ic.ne ed aereazione perché siano bene asciu tti e lontani da cause ' di polvere; 4° Sicurezza e ~ioè colle finestre munite di solide infer r iate, coµ imposte for ti e resistenti, e colle porte muni~e di buone serratw-e; 5° Pulizia, per cui saranno da evitare locali di pas;;J s?.ggio, con pavimenti possihi!men te di legno lavato con petrolio, o di materiale duro incatramato, con soffitti senza fend iture, con le finestre munite d i stoini o di persiane. Nelle armerie non deve c:1trare di massima che il personak che vi è addetto e non vi debbono essere fatti lavori i quali possano essere eseguiti a ltrove. Nei giorni u midi e durante la 110tte, le finestre e le porte debbono stare chiu se : nelle giornate asciutte e non ventose si de,·e provvedere per la rinno,<1•z ione dell'aria. Il mobilio delle a r merie è costitu ito da castelli d' anni e rastrelliere ; eccezionalmente da banchine mobili e casse d a imballo. I castçlli d 'a.rme possono essere scm~ µlici e doppi per fuc ili e per moschetti. I castelli doppi s i collocar.o in mezzo alle a r merie, quelli semplici lungo le pare ti .

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ARM

Armerina. Anl. via romana che si staccava dalla via Cassia a Ba ccano, e, passato Tudere e P erusia, vi ~i ricongiungeva a Clus io . Armero (Lwigi). Ammiraglio veneziano del secolo XVI, Comandò le galere veneziane ne lla flotta pontificia - veneto - francese che battè la flotta spagnuola a Portofmo ( 1526). Francesco A,·me-ro y Peiiaranda, marchese di Nerv-w,i. Tenente g~nerale della marina spagnuola, n . a F uentes. m. a Siviglia (1804-1867). Combattè nell'Americà del Sud coutro gli insor ti, mentr'era guardia marina (1821); nel 1835 partecipò alla guerra civile distinguendosi a Jlilbao. Nel 1844 raggiunse il graiclo <li ten. genera.le, e fu poi due vo l,e m inistro della 1Yia.r in a.

Armfelt (Carlo GustatJo, barone d'A.). Generale svedese, n. nel I 666, m. nel J 736. Ebbe una parte brillante nelle imprese di Ca rlo XII e d~po il disastro di Pultav2. combattè contro i Russi in Finland ia. N el 1718 fece una spedizione in Norvegia, dove una gran parfe del suo esercito perì di freddo e d i fame. F inì la su:1 carriera torne capitano generale della Finlandia. Armigero (Ant.) Colui che portava e usava le armi, o colui che le portava solamente : scudiero, servitor d i lancia (Grassi). Come aggettivo vale anche per coraggioso, pronto all'ann e, di spiriti guerrieri, pugnace. A rm igeri regi. Corpo .napoletano, costituito nel 1806, tra.,formato nel 1818 in « armiger i provinciali,, _

Armilausa. Veste milita.re, simile a l cc sagnm ,, . ferma ta sulla sp a lla e aperta dava.n ti e d ietro, scendente fino ?.Ile ginocchia, Armilla. Ricom pensa :.1 valor rnil. presso i Romani, consistente in un bracci,tlet'lO- d'oro o d'argento, distr ibuito dai generaJ i ai soldati che s i erano distinti in azioni di gucna. S i portav:. a l bra;ccio s-inistro. Nel 11 secolo, le Annille erano riservate a i soldati e a i ccntu:riC111i, ma sembra che p rima di quel tempo iosserò assegnate anche a i gradi superiori. Armil{ati m ilite~ er:tno d etti i soldati che por tavano la <listinzione d el!' Armilla.

Armilustre. Festa m ili tare che si ce lebrava nell'antica R oma il 19 ottobre d i ogni anno nel Can1po d i Marte: l_c truppe venivano passate in ri vista e si fac eva il sa.crificio agli <lei, propizia torio per l'esercito. Armi n (Sixt von A.). Generale d i fantcri<L germanico, dell'epoca nostra. D urante la guerra mondiale tenne il comando del IV corpo d i armata s ino al 25 febbraio 1917, quindi que Ho della 4' a rmata s ino all::t fine de lla guerra. Arminio, n ome la tino d i B.emtarw, duce dei Chcrnschi a l tempo d i Augusto e di T iberio. Condotto a Roma come ost,!ggio, vi ricevette u11a buona educazione e ser vì anche nell'esercito. R itornato in pa tr ia, nell'anno 9 dell'era volgare, sollevò i Cheruschi e le popolazioni vicine contro i Romani, mettendosi a capo


de!!a .,ollevazionc. Nella foresta di Teu tberg riuscì a circondare le tre legioni comandate da Varo e le massacrò; ma nel 15, vinto . da Germanico, perdette la 1110glie e un tìglio che fu,·ono fatti prigionier i e figurarono nel trionfo del vincitore. L'anno seguente, subita un'altra sconfitta, riuscì a sfuggir e la prig ionia; p erò poco dopo finì miseramente, perchè, avendo a.,pi rato a lla corona reale, morì avYelenato <lai suoi. Ancor oggi in Germania A.nninio è consi<lerato come un_ eroe nazionale, e sul monte di Grotenburg presso di Detmold gli è stato ùmalza.to un :nonu1nento colossailc. ,

Monum. ad Armi11 io (scull.ore Bande !) cretto nel 1875

Arminjon (Vitti>rio). Anuniraglio, n. a Ch:nubéry, morto a Genova ( 1830-1897). Entra to in ,ervizio nella 'lllarina. Sarda nel I 842, -passò nella marina Fran.::ese e fece la campagna <lei 1855 in Cdmea; rientrò nella flotta naz ionale nel 1859. Si <listinse :ielle guerre per l'In<li'))cndcnza e raggiunse· il grado <li contra.mmiraglio nel 1876; fu collocato a riposo nel 1877. Comandò la

pirocorvetta 1"1agcnta nel viaggio d i circurnnavigazione del 1865-GS, conducendo a buon termine difficili missioni d iplomatiche con la Cina e col Giappòne; in tal viaggio rilevò, col secondo di bordo con1an<lantc- Pasquale L ibetta, alcuni tratti d ei canal i della Patag0<1ia, tanto che Jc prinoitxi.li ba ie, oggetto <lei loro studi, '))resero nomi di « baia Magenta», « baia Arminjon >> e « baia Libctta » . Diresse assai proficuar-nente -la R . Scuola cli }.\,farin a di Genova. Pubblicò varie opere, tra cui : « Delle granate R eal-i a percussioni ossia ricerche soArminJon Vittorio pra 'le spolette ful minanti cli proietti cavi di forma sfer-ica » (Genova, l85ì); ,< Brevi considerazioni i ntorno alla :\farin a m ilitare del regno d'Italia » (G enova-Torino, 1861-64); li G iappone e -il viaggio della corvetta « :Mager1_ta >> (Genova, 1869); ff L e a11core d elle ·navi da guerra e mcrc:mtili » (Torino, 1878) ; è\frtoclo per la formaz ione dei ruoli a bordo d i una naYe da guel'J'a » (Genova, 186~); Elemen ti d i attrezzatura e cli manovra delle navi» (G.:.:1Gva., 1875); « Corazzate e •.orpc-dù1ie.re. Esame di J.n Veterano sul criterio degli autor i antichi » (Genpva, 18'18). 1

Armistead (A . Luigi). Generale nord- americano del sec. XIX. Prese parte alla guerra <li secessione nelle file dei Con.federati. Avuto l' incarico dal gen. L ee d i assalire presso Getlysb11rg fo. « Collina del Cimitero», il 3 lug lio 1863, sotto il fuoco in tenso dell'ar tiglier ia deHe truppe federali -i! gen. A. alla testa di una

709 brigata cadde rnorta:lmcnte cee avversarie.

fe,·ito davant i a lle

trin•

Armistizio. Con,e la sospe11sionc delle ostilità, ma da essa hen distinto, l'armistizio è una delle convenzioni di guerra che possono essere concluse dall'autorità militare nei lùni'ti dcllè ,proprie attribuzioni . per provveder.:, agli interessi n1·ilitari eventuali o temporant:, o alle momentanee necessità deH'esereito. La sospensione delle ostili tà consiste nel so.s;pendere le apcra.zioi belliche in una determinala località per occorrenze d'ordine generico, come per seppellire i morti o per ritiraxe I feriti, . quindi per un Armlste~d Luigi !empo molto Iimitato, di -:r1alcbe ora o al massimo d i qualche giorno. Dopo la battaglia. di l3orny r'e: 14 agosco 1870, i Prus~iani ch iesero una sospens ione per inurnare i moni, sosJKn,ione c!te invece servì a l principe Fe<leriw-Ca.rlo per c~egu ire un rapido n1ovirnf'ntu d:1lla riva de~tra alla

sinistra della. Mosclla. Per il seppelJfo,t nto dei mori i varie sospensioni furo:10 concordat~ nella guerra russogiapponese e nella balcan ica <lei 1912-13. Nella. guerra mondiale, quando. nel novembre 1918 i delegati tedeschi ebbero un term ine <li 72 ore per far conoscere al quartiere generale le condizioni d':trmistizio imposte dag li Alleat i. chiesero entro tale tcrllline una sospen s ione delle ost.ilitit, ma non l'ottennero. Anche l'armistizio ha 1ie1· og_,{etlo ttna tregua d'anni, però d'ord inario ha una durai.a maggiore <lclia sospensione delle ostilità, e può essere concordato per ttu tempo· indeterminato se ha lo scopo di p reparare la pace. L'armistizio può essere ~cneraìe e particolare: « le prem ier - dice il Regolamento dell'Aia <lei 1907, a.r t. 37 suspend partout les opérations de guerre des F. t:i.ts bel!igé!-ant,; le scconcf, sculement cntrc certaincs fract ions de~ a rmées belligérantes e! dans u11 rayon deter:ninè >>. Sr,condo lo stesso Regolamento dell' Aia l'armistizio dfv~ essere ufficialmente e senza alcun ritardo notifica to alle autorità competenti ed alie truppe, lJCr evitare d~plorevoli errori. Se la n0tifìcazionc non giunge in tempo :t far Gessare in qualth(' punto le ostilità, sarà provvedu to, se pos,ibile, a ncutralizmrne le consegcunze: i prigion ieri saranno lasciat i ì,beri, i.I bottino sai'à restitui to. T.e ostilitit son0 sospese o imme<.liata 1nente òopo la . not l.fjcazione, o al tern1ine concordato. L'armistizio ha !',,spetto esteriore d i una pace temporanea, ma ben distinte ne sono le conseguenze giur idi c:ie. G ià Alberigo Gentile molto esatta.mente scriveva sul proposito: « sotto il r.omc di pace non s i p uò .comprendere la tregua; tutta.via la tregua conclusa per lungo t~rmine so~1iglia mol to alla pace . Nondimeno l'una non può mai confonder5i con l'altra: la tregua non intenom;:,e la guerra, ma !:i. trattiene e ritarda, non interrompe lo stato di belligeranza, non gli atti di ostilità; tanto vero cl1e la tregua non ha effetto <liverso da <Jue!lo che noi diciamo che spirata çhe sia non accade altra d ichiaraz ione di gucffa, nè in conseguenza della


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tregua si rinutn<.b.no i prigionieri, nè> altro si fa che pur sare bbe d i mestiere iosse fatto qualora la g\lcrra avessr, avulo fine J). Qubt,l conr,,zione giuridica per altro è pa,,ifica si:i. n rcsso· gli scrittori, dal G razio, a l CoccPio, a l Va,sel, ai moderni, s ia nell'attuale giur isprudenza e nc '!c legisla zioni interne dei singoli Stati. Cosi, prr esempio, la Corte d i Cassazion e d i Tor ino, nella sentenza 21 m~ggio 1849, a proposito dell'art . 14 della legge ùrga.nica 30,. ottobre 184i, il qua le dispone che le ~cntenzc dei t r ibuna li milita ri ,pronunciate in tempo d i guerra non so110 soggette a Cassazione: riteneva « che l'espress ione-• i1"i tem/10 d-i guerra, usata in de tto ar-

ticolo, 10011 esdude punto la sua applicazione nel caso in nti sfr,si fra le parti belligcra.n ti concbiuso un armist izio. i ! di rni effetto non ~ gi~ q11ello di togliere lo staio di guerra, ma solo di 5ospendere gli atti di

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dall'armistizio <li Tr:,.k tir ( 14-30 m ano), il tratta to d i Praga del 1866 <lall'annistizio di N ikolsbourg (26 luglio - 23 agosto), il trattato <li F-rancofòrte del 187 l dall'armis:izio di Versailles (28 genn aio - 10 maggio), Ja pace Cino-giapponese dall'armistizio 30 marzo 1895, la r,acc Turco-greca del 1897, 'quella t ra la Sprcgna e gl i Stati Uniti <lei 1898, t ra la Russia e il Giappone del 1905, tra la Tmchia e gli Stati Balcanici n el 19 12, senza dii-e rI1a.lrre gt!crrc ::ninor, e dei due cclebti armistizi che segnano due momenti per diYtrsa ragione dolorosi n~ll:t Storia del R isorgimento I ta lia no, quello di S,dasco dell'ago,(,) 1s,1s e i'a:tro d i Villa fran;a del giugclo 185? .

1lr1nistiz·io (C P. N.f.) . La notifica di a rmistizio impone a chit:nciue 1cbbia t:n comando l'obbligo di cc,sarc immedi,uamentc ic· ostilità. L' in fra zione a lla d ichiara zio:1c <l'Arm ist izio ,h part e d i aua lunque comandante di t ruµpa , costituisce gravissimo reato, passibile di pena di morte, s!'ècie quando tale infr~zione abbia provocalo aui ostil i elci nemico, e ripresa d i ostilità. 1.\1[on,u.11u•11to interalleato dell'.4 rmistizio. Monumento eretto in Francia, in il!la for est:i presso Compiègne, nel I 922, é>pCra d ello scultore fr:incese E doardo Schncebcrg. Esso· ree,, ciuesta iscrizione: « I ci le 11 novem bre 19m succoi,, b,,. le crimincl or g-u ei I de !'empire allemand va inca par les peup le~ ]ibrcs qu' i l prétandait asservir );.

Armitage (Edoardo). r ittore di battaglie i11glesc, n . '.l Lon rlrn nel 1817. T suoi lavor i principa li sono : « Lo sbarco di Giul ie Cesare in lngb iltcr,·a )) ; « La battaglia -di Ralaclava 1); « La battaglia di Inkcrmann >). li oMamaio e la penna arlopcrati p er J'armlst tz ,u ;i Villa Gi ustl (1918)

ost ilità dunme il ten,po trn le s tesse par ti convenuto)>. E l'ari. 248 dc! nostro codice penale m ilitare del 1869 : « L'arn1 istizio non sospende 1'1 pµ lica7,io1,e delle legg i d : guerra , s:dvn einani rea le decreto in contrario )) . Assim i la t0 a l trattato cli pace, farmistizio vale so-

lamente per qu ello che concerne le condizioni per b s 11'.l validità e la c'.lpacità p~r poterlo concludere. Nei Regolamen ti dell'Aia 1899 e 190ì non esiste nessuna ind ic~7.ionc sulle determina7.ion i dclie mis\lre militari per:ne;se o vit:tate d urante l'a,·mist iz.io: ciò p uò essere fissato daila con venzione. Ne! caso che l'armistizio sia vio lato •da una del k parti, i predet ti R egolamenti r itono5co110 il c!iritto a11'aJtra parte di denunziare l'armisti✓-io ste., so e di riprendere, in caso d' urgenza e di violaz i0nr. :;rave, immed iatamente le ostil ità , Le v iolazioni operak da so!dati isolat i, o da popolazioni civili senza ordine d elle autor i!à responsa bili, non sono motivo sufficiente per la denuucia; esse però - per l'art. 41 del Regol·.m ,en to dell'Aia 190i - debbono essere sever:tmentc represse, e posrnno dar diritto, se del caso, ad u n'iw!enn ità per I~ perdite subìte. E ' prevista ht possibilità di costit ui re una commissione internazionale per lssic.urare l'esecuzione d'un~ convenzione d'armistizio : t~na comr:nissio1!e di tal natura fu costituita pe'.' gli armistizi conclusi '!,l]a fine della guerra mond ia le, nel ncvcmbr e 191.8, sot to l'autorità del coma11do gener a le mili ta re e na vale degli Alleati. Oltre <1uel li coi qua li si ch iuse b grande guerra , molti tra tta.ti <l i !)ace furr.r!0 ptccecluri da una conven7-ionc d'a r mistizio : così il trattato di Par igi del 1856

Armorum custodes (cu~tocli delle :trm i). P ,x:o 11011. è !a funzione <li quc,ti ufficia li romani. E-ss i avrebbero avuto . il .:ompito di preparare e conservare e ,-iparare e trasportar(! e distribuire le a r mi, o ltre alla direzione delle officine d i costruzione delle medesime, e al la. contabilità riguarda n te ,l'armamento, ~oiçhè i s o ldati pagavano le propr ie .arm i. Nella marina. m ii. romana., ve ne · era uno .p·sr ogni -nave, il qua.le c \lstodiva · 1e amni e le distr ibuiva nel momento del bisogno . Armstrong (Gùr1Ja;ni). Scrittore mi i. nordamericano ( I 758-1843). Partecipò ,d ia guerra d' indipendenza degli Stc.ti llni ti. Nel 1783 pubblicò le due " Carte di Newburg )) in cui s i faceva cc:o <lei malcontento de gli ufficiali. Il gen. \Vashington agì energicamente contro il rnovimento -e riuscì a pacifica.re gli anirr1i. L'.4 . fu poi m in istro della guerra, ma dovette di.mettersi nel 181 4, non es$en<lo riuscito a impeclire il saccheggio di \:V ashington. Fra ci suo i numero..:;issimi e v~rii scritt i ri corderemo . (( Notizie della guerra del 1812 )> e <<Noti zic •dellR 1ivoluzione americana )J. Guglielmo Giorgio .1rmstron.g, barone-. Na10 a Ne\\·castle, 111. a Cr;cgsi-dc ( 1810-1 863) . Fendo e diresse la fonde-ria d i Vloolwich, celebre per la fabbricazione di ar mi da guerra e di n avi: Il primo cannone d.c lui inventato. :i retro-carica e r igato, fu a-dotta to ( 18 58) dall'ar tiglieria inglese. L 'A . /· capost ip ite della celebre casa le cu i « Associa te,<! C0mpanies » sono numerosissime. e, oltre ~·Ila S . A. Annstrnng di Pozzuoli, comprendono soc1et.1 s tabilite in Inghiftf"lTa, nel Canadù, nel Giap-

pone, ndla Spagna, nel Belgio, nell'Australia . L a. Armst10ng fabbrica maccbin:tr i per a-ria compressa. corazze per na vi, sotto1nal'in i. nav i da con1n1ercio e da


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A l \.\ 1

-guerra.

mattrialc frrr;:iviario, a utomobili, aeroplani, pont i met:!1 1ici. materiai,;: per fabbriche chimiche, ma~cd:dc du_ min:-i, artiglierie) n1unizioni 1 ccc.

Ca1111011e Ar111stro11g . Tnwnta.to <la Gug l1d1110 Arm;;t rong nel

1855 e noscia adotta to dal J{Ci,.'110 Unito. T.'in:portanz:i della 11110,·1 arma si fondava sul metodo metallurgico adop<;rato per b fabbrica~ione, accia io pe r la ca nna inh'rna. ferro ft1 cina to per la ca111 icia ccl i ,cc- rrhi · ~ulk disposizi011i med iante le quali s'introdt1cr,·a la carin, cartuccia e proi~tto; i.ulb fonn:i del

711 Scuola centra le d'.-\rt. da Fortezza dalla i5tituzione ( 19 10) fino a (Julndo fu -collocalo in posizione ausiliaria per rag-,oni c.!'et~. nel 19 13. l\ello stesso anno fu ricliia mato in scn izio e a.%,llliic la d irczio11e d eìla « Rivista <l' Artiglicrin <· Genio n tenendola fino al 1919. Contempor a.neamt'ntc ( 19 1.5 19 19) tenne il comando d' /\ rt. d a F ortèzza in R oma. Promc-sso ).fagg. Gcnerak (1<>16) fu membro della Commissione per k ricompense al valore. R icollocato in ('Ongedo (19191 raggiun~c m:I 1923 il grado di Generale di Di,·i<"' sione nella Riserva.

Arnal,:lo di Cervole,

T1 r lu11 canno11i .\nns t ro11 g-

pr-,into ,, sul m'><!o ·li c 1mprim,:rlo nelle interne scanalature. dal c!1e ,:ip.:ndnano la giustezz:i <l<·i tiro e I•· -grnnù i glttat•~- li t·aa nrnH: era r ig~uo e a l\.:t roc~1rica . T,'/\ nmtro,i i n ·: l 18,j0 fu il primo a cost r uire la g ranata a frn:tu ra 1,:c ;;t,ihilita. t ne costr uì appun to a ,cg!!1e,1ti e a \·a rii ;trh·Ui t:iiill<lrid; 111a furo:-:o tro,·ak deboli p.r 1.i~rsa!;li rii ior:,· :-e~istcnza. E:nulo di· Krupp, cli Bl akcley, di \l'hit\\'O!"!Ìl, nel 1862 aveva già preparato li.il gigan ti.;:;ro cannone r 1gato, d cst ìnJtO ;1 lanciart i r r.ictti di 1.:0 chilorr-,·"'lm i.

Armuzzi. Famigli:i forlivese cbe delle ,·arii capitemi di ventura nei st><:oli XTV-XV. Cn Ar11111czo delle Spade (o M uzio Artcsino) diftse Forlì servendo gli Or<!c laff, rnrl'.rv il rardina le Albornoz (sec X l \/). "Cn I ta liano .~ n11uzzi si pose al servizio ,della Chiesa (sec. XI\'. X\') e si battÌ' contro il l 'icciuino; fini i;iust iziato n l{occa.conln\<la nel 1416 1,er ordine di F ilippo .\faria Vi.,conti. lln ,\ntonello J\rmuzzi (scc X\") fu sono le ba ndiere dello Sforza. <lèi l'iccinino, rJ,,J Papa , di R obèrto l\Ialatcsta ; mori a Forlimpopoli nel 1-182. Arnaldi (.'1!111iuale) G c. 11era le 11. , li F ina.lborgo (180 1-1859. Entrò nell'e sercito nrl JS l 9; partecipò a lla guerra del 184S--N Arnalrlì Annibale e ciel 1859 ; ven ne ferito a l\ovar;1 " rttcnnc due mcd. d'a rg. al Yal. m ii. Comm1<fant e della brigata Cuneo, morì in conseguenza d i ferita r iportata a San :\fartino. Arnaldi (Nouile r Conte P alati·110). Gener alo a Vicenza ne l 1855. Sottotenente cl' Artiglieria n el J8i6, r aggiunse il gr1do di Colonnello nel 1909 e comandò il 3° R cggimen:o d' .\ rtiglieria da Fortezza e la _,, 11/o nio

11.

detlo l'A ,·rijJrctc . Capit aJ10 ,li n!ntura francese del ., 1·11ald I .\nton IO s..'C. X.T\". Fu al sen-izio ciel re Giornnni d i F rancia e venne con IJui fatto prig :onicrn a Poiti~rs nel 1356. Appenn liberato, s i pose a capo di una banda <li avventurieri e corse la Provcn7.a.. il DcltiJ1ato e la Borgoi,,'11a. finc-hè nel 1359, il deL fine C1rlo 10 prese al 5UO s.:rvizio; difc~e allora la llor~ogna contro altre bande d i avve11turil'ri: nel 1366 morì a~;,assinato da uno dei suoi soi,fati.

A.rnaud (E11ri,o) Capo va ldese, n. a La Tour Embrun. m. a Schonberg (16-H - l i21). :'\<'' 1689 (V. ValdeJi) r:iccoJst un rrigliaio di esiiiati ~ Ginevra e rnar-r iò fino a r:~ntra re nelle sue va lli a lla testa di un migbio ,F 1tmni11i, dor,o a vrt· battuto in Savoia le truppe Irance,i r ,1uo::ali. Passato µe l )fon,rnisio e giunto a Sall:.el'.r:t•1d, 2500 soldati frarcesi si opposero alla sua marcia, . I., malgrado fosse ridotto ad a,·erc con si: !,Olo sno u., ass:ilì il nemico e s i aprì il passo con un eroico co1nliattirncn1.o, rientr:rndo in Valle San )fartino per Pragclato e il colle del Pi?.. Per due anni l'A . tenne tei<ta :il Catinat e a Vittorio Amedeo JT e nel 1690 ottcHeva una pace onoreYolè. Otto anni dopo, esiliato nuo,a1rn,nte, l',!. riparò con .3000 valdesi a Schèinbcrg dove ~i ~tabilì con loro , qu ivi srrissc una « S tori" della glorio.~~ rientrata dei Valdesi nelle loro vallate 1>. ,Jnwi,d ( Giacomo baro11e d·A .). Luogotenente generale de ll'r.~crc ito francese, n. a Briry- le-Uoulay n el 1758, m. dopo il 182C'. Ent:·ù 'in ~crviz:o ml lii 7 e pa.rtccipò :lll~ g:..ierre ciel suo tempo. distin guendos i in varie oc.. ,a.;ioni, S!)Ccialmente ( I iQS) n ella difesa della piazza forte di Lon,::,:v di cui aveva il comando. N'el I i96 p~sò n ell'ese;cito d'Italia. Tre• anni dopo partecipava alla spcdL-,ionc del Napoletano J.,a.ttr,ndosi a. Civita Caste llana, a Otricol i, a Gaet a, della quale p iazza fu go,·ernatore. Si trovò poscia al blocco di Genov1 e vi pe1·deae un:, gamba. Nel 1813 venne nominato comandante.· dcll:I Ca.sa degli Invalidi , li Parigi.

Arnauld (Pith'o tic fa Mothe, detto Arnn.1 tkt dn Fo•t) . :\fa•c~ci:illo di c:impo francese, che comandò il rcg~. <.C Champa~ne » nel principio òel secolo XVII, fa:cndone il reggiment o modello de lla fanteria francese. S i diSllnsc ~ Ila R ochelle dove costruì un forte; fu il p rimo a·.1 al>ituare i fanti del suo reggimento. a una r!iscir,iin.l J:'('rfctta, ~ il primo alt rcsì a dotarli di un


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piccone e cli una vanghetta per i ia,·ori d i trincer amento campale.

!sacco Arna11/d di Co;-vcviUc. :.\ farcsria llo d i campo francc~c de! s•r. XV! T, oi:mte d~l µrecede nte. Nel 16'.!L prese il cc,,n~nd, dei t·~nbinic: i, i quali erano un cor po di n uov.t formazion e so~tituen te gli archibu gieri a cav11Jo. P artecipò alla ,pcdizion~ dei 1629 i..11 l'icinoutc t' fu :illa bau. ,li L1ri;:naHO; nd 1635 s i balt~ nella Sp1gna; nel lo4l s i clis: insc a Scd J n e nei l645 .;, N ordlingcn.

Arnauta. A 11/ . ~old1to allxrnesc nelle fanterie otto· ma ne·, specialmente per gu ardia del cor po dei P asc ià. Arnay-le-Duc. Ciuà ddla Francia. nel dip. della Còte-d'Or.

Co111batti111c11to d, Amay-lc-Duc (25 giugno 15;0). Ap;>artiene alle lotte fra Ugonotti e Cattolici. e fu combattuto fra i primi, coman dati dal Coligny (5000 u. quasi tutti di cavaHeria) e i o;ccondi, comandati dal maresciallo <li Cos.-;é. Quest'ultimo aveva 3000 CaYa• ]ieri e 5000 fwti che schierò lungo u n ruscello, d i fronte ,alle posi/4ioni prcs~ dali'an-ersario. Fece po3Cia pa.ssare il rusrelb a un suo reggimento, proteggendolo con 2000 a1·ch ihugieri, ma vc1111c assalito e respin to. Tuttavia il Coligny nou arrisd1iò l'assalto alle posizioni dei caitolici e battè in ritirat:i. Co111batti 111e11to d-i Ar1,a)'-le-D 11c (.31 ,,ovembre l870). Fu 503tenuto d:i una piccola colonna garibaldina della 4• brig1ta dell'esercito dei Vosgi, con tro una forte co· lon na prnssiana de l gcn. Wcrclcr, a llo scopo d i guadagnar tempo !)er la protezione d i convogli di materiale in ritirata. I garib:tldin i assolsero br illantementè il loro w mp ito.

Arnesi. Sono gli strume111i necessari alle :1ni r mestieri; per lo p it1 sono <li ferro. Si hanno ,Lrnesi n ei colli da riparazione da calzolaio e da sarto che i Corp i tengono in dotazione per la mobilitazione o per esser.; i.111piegati durnntc le esercitazioni e manovre colle truppe, quando si debbono es~guire le riparazioni al corredo della truppa col sistema ad economia, impiegando cioè mano d 'o!JCr:i militare. Al term ine di tali eserc itaz ioni le dot~zioni d i a ttrezzi ven gÒno re in tegra te a carico de~!i stanziamenti ordinari. Arnheim ( An t. Ar~noè11111:. Città. rlcll'OlaMia sulla dr. del R eno. Venne fortificata da O ttone III di Ghcld ria nel 1233: le fortificazioni, restaurate e rinnovate da l Cohcrn .~ulla fine del scc. XVII, furono smantellat~ subito <fopo il 1813. A . fu conquistata dai Borgognoni nel 1473, dagl i Olandesi agli SJ>3gnuoli nel 1585, d ai Francesi n el 1672 e nel 179,\ da i Pruss ian i nel 1813. Arni. P iccolo fiume d cli'lndia non lungi da Pon<lic héry. D urante la lott:i tra francesi e inglesi, nei 17St 0 un corpo fn,ncese r inforzato da indiani di R ajah Sahib, in tutto 300 europei e 4500 a lleat i di cui 2000 cavalieri, venne assalito mentre a ttraversava il fiume da una colonn:i. inglese comandata dal Clh·e e costituita di 200 europei, 700 Cipays e 600 cava lieri maJmuti con tre cannoni. I francesi vermcro sconfitti mediante u11 movimento aggirante e do..-cltero battere in r itirata dopo di avere perduto .300 u., d i cui SO europei.

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Arnim (Ho11.S Giorgio) Fci<lmarc.;ciallo, 11. nel 15SL a Boitzenburg ne!!' .-\nnove;r, 111. nel 164 I. St!rvì dapprima ncl l'cs.crcito s vedese sotto Gust:ivo Adolfo e partccipv nei 1613 quale colonnello alla campagna di R ussia. Sette od otto anni do))() comhattè con le trupp" polacche sot to il R e ~igismondo contro i Turch i e mi 1626 fu ammesso col suo grado di colonnello ncll'escr• cito imperiale. Fu nominato •feldmaresciallo, essendo niolto intimo del Wallenstcin, e d iresse l'assedio <li Straisunda nel 162S. Passò poi a l sefl'izio ciel Principt, .Elettore Gio,·anni Giorgio di Sassonia. e comandò i Sa~soni :1 Breitenfcl<l. Mono il \Vallcnstein , Arnim si pose contro a lle trUJ}De imperia li e le sconfisse nd 16.34 :i Liegnitz. li )!Cneralc Oxenstjerna nel 1637. a cau...a della sua partecipazione agli ;,llrighi contro la Svezi,1 , lo fece a rrc-;tare e tradurre a Stoccolma. D i qu i r iuscì a. fuggire nd I 678 e n-:: a.pprolìttò per ! :,ss:i.re al sen·izio cldl'Tmptr:ttore, ma la mc r!c !o colse n ei momento i11 cu i 5i st:ll'il preparando u na 11\!ova guerra contro b Francia ~ h Svezia nell'aprile dei 16-11. (,, iorgio A bramo , 1rnim, Feidmarrsdallo prus;;ia no. n. il 27 nnr~o 165l, a Boitzcnburg, m. nei 1734. Entrò nel 1667 nella guardia a p iedi d el Gra nde Principe E ietlore e partecipò a tut te le guerre del suo tempo, contro svedesi e francesi. e contro i T w·chi in Ungheria. :S:cl 1708 fu an che in Il.a lia a l posto del p rincipe Leopafdo d i A11lialt-Dessau.

Arno. F iume d ella T oscana, che nasce nel monte Fa!terona, passa per Fi. rcnze e P isa, e s i getta nel mar Tirreno. Va sollo il nome d i Combatimc11:to

Ai-nlm 0!0rll'IO n0-zio11alc 1, resso I.a hocca dell'Amo uno scontro fra Pis.-iui e Gcno"esi che aJ}partienc aYa Jotta fra le òue ciuà riva.li per il possesso <lclla Corsica. Né! 1070, [ Ge novesi invia.rono una piccola squa<lr~ di dodici galee, la quale tentò di entrare nell'Arno, ma alla foce dei fiume venne a ffrontata da ailtr,:trn nlc, o forse p iù, navi P isa ne. e scon.fi tta. Sette galee geno\'CSi rimasero preda dei vincitori; le altre s i salvarono con la fuga.

4 mo. C isterna, in acciaio, varata nel 1890, radiata. nel 190i: lun~hezz:i 111. 18,50. larghezza. m. 4,70, dislocar.1en to T . SO, macdii na 15 lIP., equipa ggio IO.

HriKata 1lmo. CreJ.ta nel marzo 1916 presw il D cp. de11'84° iant. (Firenze) coi rcgg. 213 e '2 14 fantcri3, format i rispct,i,-d.mentc dai d ep. d ell'84° ( Fi,cnze) e de!t'87° (S:cn,) .D urant~ !a gran de guerra operò dapprima in .\lbnia. fra il war7,-0 e il giugno 1916, poi su ll'Altipia no dei Sette Comun i, dove p rese p arte alla con troffensiva ita liana nel Trentino (giugno-luglio 1916) rima.nendov, tino al luglio 1917, allorchè fu tra• sfe rita sul Carso ; a fine agosto, nella ?.Olla di Gorizia, concorse alla ,onquista dei l\'f. S. Gabriele e d i S . Ca1erin1. D;.1ramc la ritirata venne travolta nel disastro ccl il 21 n ovr mhre dcfin itivamrn te disdolta . Mostrine:


Nero cd aranoo in due parti uguali sèparate vc.rticalme,nte.

Arno Fel;,;e. Generale, n . a Napoli nel 1801. Entrò nell'esercito piemontese ed era Sottotenente d'artiglieria nel 1819; raggiunse il b'l·aclo di Colo1mello nel 1848, rivestendo successivamente le car iche d i D iretlorc delle Officine di Costruzion i d i T or ino, Di-rettore delle Offic ine di Riparazioni ed Ispettore dcilc Sa.le d'anni di Genova ed !llfme quella di Direttore del!' Arsenale di costruzio1:i di Torino ( 1848-1862). Fu ccllocato a r ipo,o nel 1863 col gra,do d i Maggior Generale . In collaborazione col colonne!lo Carbone pubblicò un << Di2ionario d'artiglieria» . (Torino, 1855).

Arnold (Benedetto). Generale inglese n. nel Connectitut m . a Londra ( 1741-1801). Prima di dedicarsi . a lla. ca:riera militar.e fece il libraio e i l droghiere. Nella S?:Uerra americana per l'indipeuden?.a (1774) si schierò dapprima con tro gli l nglesi. Ebbe posti d i comando in diverse campagne e riportò successi a Québec ( 1775) a Mo,itréal e a Sa,-atoga ·Ma , ent rato in u rto col Washin gton, rnentrè comandava a \1/cst Point, d'accordo col 0

maggiore André trattò per consegnare la fortezza agli

Inglesi e passò nelle loro file (1780)- Si di~tinse in segu ito alla G uadalu pa e poi si ritirò a Londra.

Arnoldo (-di Winckelricrl). Eroe leggendario svizzero, del Cantone d i Un terwal-d, m . nel 1386, il qu'a,le, 111rdiante il sacrifizio della propria vita, deter minò la vittoria ·d i Sempad1. :vr~ntrc gli S,•izzeri lottavano croic1unen:e contro i cavalieri 1ustriaci molto su periori di numero, i qnali. appiedati e ai·mati di -lun ghe p icche, forn1avano u n.a. f alange in1penetrilbi!e .-':.rnoldo, visti i compagni sui punto di cedere, u.sci t.:i dai ranghi gridò loro: « Abbiate cura del la mia famiglia: io vado ad aprirvi un passaggio», e s lancia tosi contro le p icche nemiche ne raccolse fra le bracci-a un fascio, rimanendo trafitto e apr endo un passaggio alle agili fanterie cai1tonali. La pesan te cavalleria Jeudale, spezzata in ta,I modo !a sua compagine, non potè resistere alla furia di questo attacco e rimase sconntta. 1

Arnolf,o, (di Car-i11-zia) . Imp~:·aton· di Germai1ia (850-899). E r a figliolo n aturale di Carlomaru10 re di l3aviera. D eposio Carlo il Grosso, fu eletto re d i Ger- 111:mia ncll'8i. /I iuta lo dagli unghe resi s i impose a tutti i sovrani. Papa Formoso lo chiamò in Italia. co1;tro Guido èuca <ii Spoleto cl1e governava Roma come re, e A.rnolfo marciò cont ro la citlà, la. assediò e ia prese. fu incor ona lo imperatore nc11'896. Quèsto principe valoroso fu sempre in guerra nella ~foldavia, in I talia e contrn i ::--iormaru1i. MorÌ a R atisbona. Arnulfi (Trofimo). Generale. n. a Sca:rena nel 1803, morto a Valperga _, (1880). Sottot. de i Ca rabinieri R eaH n el 1832, p artecipò da Colonnello alta ca,mpagna d el 1859 e rivestl da Maggior Generale le cariche <li è\,1embro idei Comitato per l'Ar-

Arnurn Troilmo

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ARO

ma dei Can1binie11i Reali e quelta d'Ispettore de'i Carabinier i Reali in Napoli. Costi tuì Ja Legione Allievi Ca·rabin•ieri. Promosso Tenente Generale nel 1864 comandò successivamente le Divisi~ni Militari di .Catar1zaro e d i Chieti. Fu deputato al Parlamento per il collegio di Cuorgné (Legisla ture VIU; I X e da,],la. Xl alla XIV.

Arolas (Cio':la11ni .4 . y li,sj;luga.s) . Generale spagnuolo n. d i Valenza ( 1840-l l:>99). Partecipò alla guerra civile combattendo 11el HS73 contro i carlisti. N cl 1884 col grado di Colonnello fu alle Filippine, dove raggiunse il gra,<lo <li generale essendosi gra11dernenle distinto nella lotta contro gli i;;digeni. Quindi fu a Cuba col generale W,:y ler e vi raggiunse il grado di ten. gener:tle segnalandosi per valore e ·intelligenza nella lotta contro gli insorti . Aroldo I. R e <lella Xorvegia, m. nel 930. Fu ,11w dei più g:rnndi mona.rchi di quel J>aese. Alla mor t.: del p:idr e (903) avcm già d ato prove di grande prodezza in pareochie battaglie, e si accinse a sottomettere i varì s ignorotti della Norvegia, il che fece in dieci anni, lascia.udo lo;o col titolo di (( ja11l »1 J'an1n1ù1istrazione dei loro terr itorii e la terza parte delle entrate; ma molti d,j essi preferirono emigrare. Quando Aroldo vide che questi fuorusciti facevano spessò scorrerie fino nei suoi dominsii , s'im barcò .per sottometter_ li. D~po - una guerra sang:u inosa conquistò le Oreadi e molte a·ltre isol,:sulle qua-li i ribelli s'era• no rifugfati e quindi tornò nel suo regno. fissando !a propria d imora a Dron theirn dove morì, dopo ave, promosso la prosperità del p?.e,e.

.-iro!do li. Re <l'Inghiltcna m. nel 1066. Alla morte di Edoardo il Confe,sore salì al trono senza opposizion i, malgrado che Gilglielmo duca d i .\formandia pretendesse la ccrona. Que.sti eccitò Tosti?, fratello d i Aroldo, che erasi r itira to nelle Fiand re, ad unirsi al redi ·!-fo"rvegia per infestare le coste settentriona li dell'lnghi lterra. La flotta un ita d i questi capi fece vela per l'Humber e mise a terra una schiera numerosa di armati che ruppero le forze avvcr5ar ie dei conti di Northumberland e d i ~[err.ia, ma, scon tratisi con .l.'esercito d i Aroldo, a ~lampford Bridge, f urono completa.mente sconfitti e !o stesso Tosti~ morì nP.lio scontro. Appena r iportata qeasta vittoria Aroldo fu avverti to che il duca di ' Normandia era approdato a Pevensey nella contea d-i Sussex cd a-,e,•,t sharca le numerose truppe. Allora s i portò con gran fretta a quella volta con tutte ie forze che pot è avere ed il 14 ottobre 1066 ad J-Iastin gs seguì una ba t taglia r1clla qu:tle Aroldo cadde. d a valoroso, fe rito da iln freccia, do,Po aver dato p rove m irabili di orcline e di sapere m ilitare. La corona d'I-nghi!terra pa,sò così a Gugli~lmo <l i ~ormand ia.

Arona. Ca p()luogo 'di mandamento della provincia


<li Novara. P are che esistesse, come borgo, Fu, <la i tempo de, Rom:tni. K rl medie- e,·o, e precisamente fin dal X secolo, ebbe fortificazionj e robusto castello. con 1mpi:t caserma, sicuri magazzini e ponti lev.aloi. Fu

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scelti frn i colp ìt i gra vemente aI ce,..,el jo, a l m idollo s pinale, ai nervi periferici. Arouca. Ciuà in prov. di Beira, nel Portogallo. Fu mun icip io r'>m,1110 sotto Augusto, col nome dì AraJ.,cta

Aro~lo - Sai~ a(l1llicazioni flenril'IW e ndd~ in potere degl: arab: nel il6. E~,i vi s ub irono in sc:.;uito due scon511e. una nel l03S per opera di Yerdia,m!o <li Castiglia e Lcòn e 1,na nel 1102 per oprr:1 dei conte Enrico, il· ciu(lk ottcnn~ rhc i \·inti s i conn'rl i.~<;;ero a l crisriancc; inm.

Arpa (A nt.). Sorta di ~p:i.ch corla, o di JHtgn3!e. co.i un u ncino t aglien te, ,1 modo <li spina, detto « hamus », sporgente <lalla la ma a poca. d i~tan za dalla punta .

~

L'antica ror1,•1.za <li Arona ,-\ ) La 1\0(:(:a.; IJ) .\l ezzo l!a lllHT'dO s. Ca rlo: C) Jl.tlll(U'(it, ~I0JIU~tc ro; D) ll a luanlo Mlnbel: E) PO~la cie l Sall'o : F) Pnl'ln deJla J11)cea; D) Da1·,ena: Il ) l'orla del Lago: Il l'orta )lonastero.

,·c:-,o i! 1'27r1 wtto h s ignoria. degli ar civescovi di J\Ii•·1110. P'lS 0 Ò nd 13.?~ ai Viscont i, e 11cl 1439 a. Vitaliano l~ocromer. il quale nel 1458 la circondò di mura. X el 1529 e nel 1644 iu assedi:1ta da i Francesi, ai quali rcsis!elte v:tli<lan1cn1r, così che dove ttero a llontanarsi senza aver con<lolla a comj);mento l'impresa. In se!(uito al tr:tttato di \\'orms pa,tò al Pi~montc. La l~,iion e italica espugnò Arona nel 1800, mentre e ra _tenuta da forte presidio di imperiali. :\'e! 1801. per ordine di llonatparte, f:irono smlntellatc le fortificazioni.

Aronni (Ulisse) . Genrr,1k. n. a Portofrrraio m. i\ Fir~nzc ( !326-1889). PreS<' pane ,la militar e di truppa dcl:'Esercito ToS<"ano alla C:tmpagna dd 1848 e da Capitano nel 1° Reggimento d i Fanteria dell'Esercito ste,so alla camp:tgna de l l849. Entrò a far parte del Regio Esercito nel 1860 e si meritò la medaglia d'argento n<-Lla re:,ressionc del brigantaggio nelle provincie :.\Ier idiona! i /:'Jovcir.brc I 861). Promosso Nfaggiorc (1862) si distinse n~ll:t 1,uttaglia di Custoza ( 1866) e rnmandò da Colonndlo (187S- 1881) il 51° R eggimento Fanteria. Col!ocato in posizione ausiliaria nel 1881, raggiunse nel 1887 i l grndo <li l\iagg. Gcn. n ella riserva. Arosio. Comune in pro,·. e circ. di Como. Vi è stata fondata nel 1919 una « Casa. per i grandi ,i nvalidi di ~uerra », soldati e sott\llfici:tii, in una viììa donata <lall' industriale !',enatore Borlc11i. per ini";ativa del prof. Eugenio Medea, e col <.onc.Jr5o di Enti e di privati. J ri<:ovcra'.i si dr<lica110 :,I lavoro o allo studio; sono

L11i.1i 4rpa. G,,n~ralc, n. 1 Orb<-•ello nel 1857. Sottot. di Fante ria nel 187i, fu promo•~o Maggior~ a scelta nel 1894 cd ebbe da Colonnello il coman<1o del 79° Reggimento F ant~rb (1903 - 1909). :Promosso :\faggior Generale, Comandò <l.1'1 1909 al 1912 la brigala F errara, e coJ.loca. to 11 r ipoS0 nel 1914, ra.ggiun<c nd 19 15 il gr,tdo di l'c11. Gen. nella riserva. Arpadi. Nome d ella prima. dinastia. dei re di Ungheria, discesa da /I rpa,d, capo dei Ma.gia.ri e figliuolo di Almo. D opo che .\rpad cobc soggiogaArpa Luigi t o i Carpazi ne'l'819, i :Vfag:iari s i sta,bilirono nella P annoni:a che i loro ca.pi si divisero prendendo il titolo d i duchi. Gli .\rpadi 1)0rtarono h corona real.; dop0 San to Stefano, nipote del conquis tatore. fino ad En r ico Hl, morto scHza p role nel 1300. Arpago. Nobile mcdo, generale di Ciro. Tdcò lo stratagemrna di opporré i cammelli all:1 cavaller ia lidia e <li riz1.ar terrazzi contrr, le rr,ura nell'assalto delle città ionie dell'Asia }Iinore, le quali sottomise al giogo persiano j anche le isole, dopo di c iò, s i sottomise.ro spontaneamente a,d Arpago, il qua.le, ingrossato il proprio esercito con gli Jonii e gli Eoli i sottomessi, si dircs.~t contro i Carii, e i Licii e le città dorie della Cari:i. imponendo anr h~ ad essi la clomina?.ione persiana .


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ARP

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Arpagone. Ant,i&o strumento di icrro somigliaJ1te ad mu-. mano con le dita riversate all'interno, adope1·ato nei combattimenti navali per afferrare gli attrezzi, i cordami della nave nemica, e trarla in tal guisa vi<::ino aJla prop ria. per assalirla all'a·nna bianca. « Esso <mt w-1 · travicello di ,é nque cubit i rivestito. d i ferro, con tm cerchio a.cl ogni estremità, nel!' un de i <1u ruli con le macchine ritiravl..!nO l' rurpagone prirna lanciato con la c.:Ltapulta, nè poteva es,.c1·c facilmente tagliato dal n cn1ic:o per la rivestitura <li fcrro n è si arrivava · a re .. ci-dcrnc ·1e funi per la lunghezza. del tra.vicello, e pcr('hi: esSénclo per lo innanzi inusi ta.to di questa fo11na, non ::r,,evano i neni id picpnrato aste falcate J). Così ,-cr1vc i! CorJzzini, a ttrib11end,, l'invenzione dcil'A. ad 1

A.griP,J'.:3... Se<:on<..!n allri, I1fnventore sarebbe stato un Pe-

ricle. nel 450 a . C. Venne spesso confuso, per la. sua Jorn1u, cc1!1 la. « ]\llar!o di ferro>).

Arpajon (Luigi. ,narr.lwsP di S,,,-,;erac, duca d'.4 .). Genrralr sntto Lu igi Xlll.. m . a -Se,·erac nel 1679. Combattè contro i .:alvinisti, contr ibuì a lh d ifesa ciel P iemonte e dc! :\fonferrato, e nel 1645 andò a Malta a <iifcnrlerc l' isob, contro i turr.hi. Rùornato in Francia, fu noruinél.to ctn1è,asciaton, a lla corte d i Polonia e crea to duca e pari di FraJ1cia ( 1651). Arpi. Cill,1 clell'a.nt. 1' pulia che sorgcYa a circa otto chi!omc lri ci nord <lclla odi~rrm F oggi:i, in luogo ancora oggi <lenomin:ito Arpa. J..a sua fonch:v:ionc è attri'Juit:t 1, D iomcde, r•~ cl' Argo. Questa città è per la primél. volta me,1ziona!a nella storia quando i suoi abita,nt i, in ostiliti coi S1?nniti, fornivano pro,Tvigioni a l cons~lc Papirio che nel 320 a. C. assediava Lucera. Durante la !sllCITa d i Pi rro, Arpi diede una magnifica prova <li iec!eltà a Roma fornendo, per b battaglia di .'\scoli ~a.trirno. un conting~nte di 4000 fan t i e 400 cavalli. I Carta~inesi <li Annibale nel 217 a . C. ne deYastarono il territorio e, nel 215 a C ., dopo ·canne, fu nresa. da :\nnil!alc. Nel 21 è a. C. h città, essendo an~ora occuoala (b. 5000 Cartaginesi, fo d at a, dagli abita11ti. nell-e m~,ni d i Fabio Massimo. Tuttavia sofferse 1no!to per fa. guerra e d~~ qucst' epoca comj nciò la su:J. <lecade:'!z:,,.; E ignoto i! periodo in cui ne fu compiuta la d istruzione. 1

Arpia. Torpediniera d'alto ma re, ·in accbio. varala nel 1907 radiata nel 1921: lunghezza m. 50,06, larghezza m. S,30, d islocamento Toru1. 2 16,5, macchina 3227 Hp .. veloci tà nodi 27, armamento guerresco cannoni III 47 , landa~iluri 3, Stato :i\•laggiore 3) equ ip:tggio 35. Durante la guerra I talo-Turca è stata im piegata in Egeo; dura11te la guerra mondia le fu d islocat a nel Basso /\clriatico e nel Tirreno (scorta convogli crociera d i vigila11za) . Nei gennaio 191S, dovette essere post a in r ipara::done perthè, <lurante una navi gazione T'rernili-Ancona, strisciava contro m, cor po immerso e riportava lacerazioni delle lamiere dell'opera viva. Affondò presso S . Benedetto del Tronto. Venne r icuperata i l 9 febbraio e µor ta ta in arsenale.

Arpino. Borgo in prov. cli Caser ta, che conser va n u mcrnsi ni<leri delle antiche mura ciclopiche. Apparteneva anticamente al territorio dei Volsci. Alleata dei R o1iiani, i suoi abi ta11ti combatterono cont ro i Sanniti,

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dai quali fu presa. R iuscita a liberarsi, divenne colonia e po i mu111c1p10 romano. Fu distrutta da Annibale, >t nel medio evo dai Saraceni, e da Gisolfo duca di Benevento. Corrado TV di Germania nel 1251 la d iede alle fiamme, e in seguito gli Arp inesi, per salvarsi dai Tedeschi, s i r ifugiarono in Montenegro ove si fortifica,ono. Nel secolo XV fu presa. àai V itelleschi, e risparrniatà. alla d islruz,cn~ dietro ii,terccssione di P io Il che inte1·venne a suo favore in , omaggio alla memoria cl i Cicerone e di Caio Mario.

D01ne-nico A ,pi-no. Generale n . a I'oi1·ino (Torino) m . a Grigna~co (Novara)

(1838-190 1). Partec ipò d.t Sottotei1entc <li Fa11tcrià. alla campagna, del 1859 e da Tenente a quelle del 1866 e del 1870. Promosso Colonnello ( 1S9lì, resse il Comando dell'80° Fanteria e del D istretto di }.fila.no, e, collocato in posi;,ionc ausiliar ia ( 139,), raggiunse nel 1901 il grado di Maggior Generale nella riserva.

Arquà. Comune in prov. di Padova. Nel V secolo fu incendiato dalle OJdc di Attila. Nel 1319 f u rovinato d,i Cangrande, n1entre questo capitano muoveva alFattaccù ii :.\frJnsc!kc~ e nuova111en te, pochi anni appresso, da Corrado da Vigonza, condottiero dei fuorusciti di Padova. ::;e] 1513 i ciuadini d i Arquà tagliarono a pezzi gli Spagnuoli cond6tti cbl capùano pontificio Galcaao dc' Pie, nel luogo poi detto la Taglià. Arquata Scriva. Comune del circondario d i Novi Ligure, provincia di Alessandria. Ebbe origine dalle rovine dell'antica Libarna. F in dal secolo IX era mu nito di un castello, tenuto in possesso successivamente da var ii signori, d istrutto nel 1:2i dÙrante la guerra condolta da Alessandria, Tortona, Alba contro Genova; fu alior:1 pa t tuito che per la d urata di cinque anni nel borgo di Ar quata. nè nel suo terr itorio non si potesse e.ostruire alcuna opera di forti fica?.ione. Nel 1 i96, gli abitanti di A., mentre il Bonaparte era sull'Adige, si sollevar0110 e danneggiarono le sue lince di comunicazione. Appena bloccata :Mantova, il llonaj)arte t ornò a Tortona e mandò il Lannes a domare la ri\'olt2., ciò che questi fece met tendo a ferro e a fuoco Arquata e procedendo a esecuzioni sonm1arie. Arques. Borgo della Francia. nel dip. della Senna Infer iore. Po,scdeUe nel Medio Evo un robusto caste llo, che F ilipµo Augusto nel 1202 tentò invano di ':'Olìf!Uistare.

Battaglfo di: ,frq11 cs (21 settembre 1589). Appartiene qlla guerra civile in Francia , e fu comba ttuta fra le truppe della Lega, comanclatc dal duca di Mayenne e le truppe d i Enrico IV. li r e aveva 5500 fant i, 700 cavalieri, 8 cannon i ; i l duca 15000 ianti (lanzi , francesi, w izzeri) 3000 <:avalieri, 4 cannoni . 11 re si er a fortificatn a nord- est del villaggio di Arqµes, su due linee; e il d\1ca, giunto da Eu, accampò presso il villaggio di Ma rtin- Eglise, il l 8 settembre. Solamente il 21, a pprofittar1do del tempo nebbioso. i ! ,:Juca s i decise a muovere verso le posiz ioni nemiche, e fece ' avanza,·e un corpo di 4000 cavalieri a destra e tutu. !a sua fanteria, riunita in grosse colonne, a. sini~tra; alcuni squadron i de.I r e comandati dal D' Auvcrgne, usciti a fronteggia re la caval leria, furono battut i e •;o.stretti a rientr c1re dietro i trinceramenti. Allora il :MayennC' eseguì con un corpo di Janzichenecchi un movimen to aggirante sulh destra delle pos izion i reali: que-


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sta truppa avanzò agitando i cappelli in segno di pace ~ cii resa, gridando che passava sotto le bandiere del re. Accolta nelle trincee, attaccò immediatamente le fanterie reali e quc3te rip iegarono combattendo verso la seconda linea. Quivi W1 reggimento di s,•i~.eeri cii Gla.rrs, J.g!i ordini de'! coloru1ello Gala.ti, s i d ifese vaiorosamentc, e riuscì a respingere 1.n attacco portato da cavalleria ducale, che venne costretta. a spo,tarsi verso Béthunc e messa fuori di combauimento, perchè investì in terreno pa·ludoso e dovette a.ppied:1re. Erano le 11 del mattino, è finora si era cornbatluto in un velo d i nebbia. Ma allora, d iS3rpala3i la nebbia, poteva entrare in a:do11'.l ,l'artiglie..-ia reale, elle a:ccsta,·a lo slanc io <lolle fa:1tcrie avversarie . Emico IV ne ar,profittav1 immediatamente, radunando e rincuorando le truppe della ~ua prima !·inca, r riconducendo le a ll'attacco delle posiz ion i perdute. TI movimc11to, appoggiato da 500 archibugieri giunti oppor ttmamentc in rinforzo da Dieppe e comandati da Chà.tillon, riesce; tut:a la p~ima linea è ripresa, e le truppe d ucali. sconnt lc, ripiega.no fulminale c,lalle artiglierie, lasciando sul campo 400 tnorli e altretta nti feriti, o ltre; a 300 'J)r igionicri. li re avcrn perduto 250 uomini.

Arra h. Città d e ll' India ini;ileRt', presso il Gange. Nel 1857. durante la ribellione dei Cipays, un pugno di .Europei borghesi, quin. di<:i uomin i, s i trincerò in una robusta cas..1. e s1 d ifc.sc· con energia e con successo contro m ig liaia d i inso rLi comandati da Kunwar Sink per sette giorni, linchè giunse a liberarli una piocola colonna coma.nda!a dal maggiore Eyrc, il 3 agosto. Questa colonna dovette lottare strenua men te per aprirsi il passo attraverso gli insorti. Un tentativo precedente, fatto dal ca.pitano Dunbar (2829 luglio) era fallito con ùa, morte del detto capitano e •il massa.ero <li buona parte dellr. truppe (433 u.) che comandava. Arra ha (Arra). Parola che appare sn·cnte nella Storia. delle usanze militari ~!l'epoca di ::\fario T eres.-i d'Austria, particolarmente nd corpo de i cadetti. :-iignificava il rispannio che si voleva realizzare ne.I caso che in un rcg_~imerito si riveln..ssero -delle òcficic111,e nel numero dei sold~ti; tal., ri~;:,a.rmio era. rlcstim!o a ristabilire l'equilibrio nd bilancio delle Amministrazioni militar i.

Arra iz. (Domenico .-'I. rie Co11dercna). Scrittore mii. spagnuolo dell'epoca no~lra, au tore d i molte. oµere rigua.r danli regolamenti e scrviz1 ed esercizì, oltrcchè storia militare. Ricorderemo di lui le « Xozioni di letteratura militare» è le « Glorie deÌla Spagna >>.

Arra n (Conte di). Capo Scozzese all'epoca di Edoardo VI. Nel 1547 ·si oppose alle truppe del re. che, comandate dal Somersct, sbarcarono a Edimburgo per sottomettere la Scozia. '.L 'A. racco lse 30000 u . e ricevette un soccorso di artiglierie da Enrico II di Francia, recategli su navi condotte dall'italiano Strozzi. Con queste forze affrontò gli Inglesi ma ne fu battuto a Pinkencleugh. Tutta,·ia gli Inglesi, in paese ostile, tor-

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ACU\

mcntati dalla cavalleria di Arran, dovettero imbarcarsi nuovamente e tornare a Londra.

Arra ngi ar si. X cila terminologia spicciola ni ilitarc,

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Truppe réali » o'ella- lego

La battaglia di Arqucs

h:L an1tc> una grande diffusione, per significar.: tanto « fà da te, chè io non mc ne immischio 1>, quanto 1c approtì tta dell'occasione, s ii svel to e astuto p ii, degli alt•·i per cavarti o 'impaccio >i. E' sostanzialmente una ·p:irola tutta impregnata di spirito egoistico, che ha lati scrii e )at i umoristici, e •che meritrrcbbc <li cs.-;cre ca.nccllata dalla vita militare.

Ar ras. (Ant. N,•111etacum). Città capol. d.-1 l'as.~o di Calais. sulla Scarp•~. :\ndò distrntta nell'ottobre 1914, dttr:\11tc la l" ba ttagli:\ dell'Artois e fu ried ificata dopo la <;l!err:L mc-nd iaie. I. ,\ rras veu nc conqu istatu da Giulio C:esar·~ nel 50 a. C. Sotto AugU3tO, ern fiorente municipio, noto per le fabbriche di s..,.ia ad uso militare e i tessuti di stoffa rossa. Venne devastata dai Vandali nel -l0i e dai Nor:nanni nell'880.

JJ. A.rse-lio (e Trattato) d; Atras (141-l). V~nnc po$10 da Carlo VI di

francia, mentre la dtti, apparteneva al d uca (.li Borgogna ed aveva. una gua111 igionc di 1200 balestrieri ed erano state appositamente rinforzate le sue difese . .i difensori adoperarono alcuni can noni pri-


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L'asse·cuo di A1'1':i.5 nel 16:>i (1 aw.icco, 2 ralso attacco) m itivi la.ncianti palle di piombo, cd artiglierie aveva anche Carlo VI, il quale fece inoltre lavorare di mina. Ma dopo una lunga d ifesa, i Borgognoni vennero a patti, i Francesi e bbero la città e fu sottoscritto allora .il Tratta.to di Arra.s ( 4 settembre) fra Giovanni senz~ l'aura, duca di Borgogna, e il <luca di Guycnne in nome d i Carlo VI. La pace non imponeva condizioni d i d iminuzion, d.i territorio ai Borgognoni, al d i fuori della perdita di Arras. Ili. Tmttato di Ana.s (21 settembre 1435). Concluso fra Carlo VII re cl i Francia e Filippo il Buono duca di Borgogna. M ette fine alia guerra fra i due Stati e

stabilisce che Filippo abbandonerà la causa degli ' in, glesi e sarà alleato di Carlo, ottenendone in compenso a lcune pia?.ze forti reali. Ques to trattato rappresen ta la lacerazione di quello di Troyes. IV. Assedio di Arras (1479) . Luigi Xl aveva preso

A . nei 1447, ma essa gli s i ribellò nel 1479, cacciandone la gua rnigione, e chiamò in soccorso i Fiamminghi contro il re. Ma Luigi assed iò e r iprese la città.

V . Tra.ttato di pa.ce di A nas (23 d icembre 1482) . Conduso fra Luigi XI re d i Francia e Massimiliano, arciduca d' ,\ ustria. Seb'Tla la spartizione della Borgogna. Venne arnrnllato pcr 0 cffetto d el Tratta to di Senlis, l'a nno seguente a lla p resa d i A. per opera dei detto Arcidur.a. ( 1493) . VT. K el 1.578 A. fu presa da l principe d'Oranges, e l'a1rno seguente v, s i costituiva la lega fra le provincie fia mminghe e la Spagi-ia, auspice Alessandro Farnesc, contro i r ibelli delle provincie settentrionali dei P aesi Bassi. VII. A ssedio di Arra.s (16 giugno-8 agosto 1640). La città era in potere degli Spagnuoli, e il cardinale d i R ichelicu inviò un esercito ad assediarla, comandato


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da i maresçiaJli di Chaulnes, di Chatillon e della M e illeraye. Un esercito spagnuolo mosse per soccorrerla. ma n on osò <li assalire i Francesi, i quali intanto,

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aveva a i suoi ord in i 600 c0:valier i e 1400 fan t i dcll:i. milizia . Lt trincea fu aperta il 15 luglio. Ti car<linale ~Iazarino affidò al T urenne un corpo di. I 5000 uomini incarican dolo d i liberare Arras. Il maresciallo, g iunto d ava nt i ad Arras, s i fortilicò a :Monchy. a occ idente della città, e vi fu r aggiu11lo da un r inforzo di 6000 uomini. Per un mese, i due eserciti rimasero così d i fronte, n nch~ il T urenne risolvet te d i allacca rc le linee 11e111iche d i notte, cblb µ:irte d i Lcns. mentrr, tre falsi allacch, in altri punti do,·evano distogliere l'attenzione dei diienso1·i dal principale. L a notte del 24 agosto i Frances i pioml,n no sulle lince, colmano con fascine i foss:,ti, pene trano u cll'intcr110. ~falgrado la confusione che nacque nel c:1:11po :<pagnuolo. il Condé, accorso sul posto con rinforzi, poti: raccogliere gli sbandati cd eseguire una r itir a la in ordine su Cambra i ment re i Francesi entravano in Ar ras. Le per dite degli imperia li a m montarono a 3000 u .. 63 cannoni e grande quantità di materiale. Questo assedio ebbe grande eco in Europa . :--;,~ ~g11/c/;!l-/e-freux , Nel .1677 A . venne d i nuovo for t ifica ta dal Vauban • .,.~• 1 e cl.:ssific.i t,t Ira le piazze forti d : terzo ord ine. '-1' ,.__~ X. Battaglia. ·di Arras ( G uerra .:\Iondialc, 9- 12 aprile. 23 aprile-S maggio 1917). Il piano francese d i questa battagli:1, conc,etato .~ Londra. il 14 marzo, con sisteva ./ ne lla r otlu m del fronte tcxlesco da ,parte delle ar male / 1• e 3" b. . he ne I tratto G' . da utrc~· ienco_urll,; n tan mc ,1vench y-Q uiam

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creata una linea d i t irconvallazionr, a\"evano in iziato i lavori d i approccio. Tuttavia gli Spagnuoli intcrcett.in<lo i vivrri diretti agli assediant i, li avevano messi a mn.l p artito, e ciò <leci.5e il Gmlinale R ichc licu a e.o- I st it uire utM colonna <l i 4000 carri pe r approvvigionarl i. facrndob ~corta.re da 9000 uomini. Gli assediami in"iarono a incontrarla una colom,a di 6000 u., com anda t i • dal murcscia llo della Millcrny~. /\ ppr ofi ttanùo di ciò, gli Spagnuoli mossero \'erso la piazza ; ma il pronto ritorno del maresciallo mandò a vuoto il tentati\'O ed essi batterono in r itirala. .\llora Arras, dopo nove giorni cla. che er a s 1ata aperta ht trincea, mam:ando d i vil'Cri e di munizioni, op itolò. IX. Assedio di Arras (3 luglio 1654). 1A città appart eneva ai Frrnccsi e vent~e assedia ta do.gli I mper ia li per su gger imen to del pr inc ipe Condè . Le truppe imperial i coprcndevano 14.000 ita liani, fiamminghi, spagnuoli agli ordini del Fuensaldagna, comandante in capo; 6000 francesi del Condé; 7000 lorenesi col duca F rnncesco; 8000 tedeschi col duca d i Wuncmberg e il principe <l i T.igne . E3si im piegarono dicc i g:orni, con l'aiuto di 12000 lavoratori belgi, a costruire doppia Enea, d i circonvallazione e cli controvallazione, con trincea, pali zzate, fosso, avan fosso, bocche d i lt1po, r a ffor zate con r idotta ogn i 100 met r i. Coma ndava la p iazza Giovann i Schulemberg, conte di M ontdejeu, il qual~

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z ione di Cambrai-Doua i; e d a parte -c'Ll le arm a te fran cesi S• 6" e 10" n el t r a.tlo R eims - c:rnale dell' Aisne . F ra ttanto, la 4" anna ta .francese e Belgi d ovevano compiere azioni <limost rativc. La baltaglia su l fronte fran cese è la seconda dc ll'Aisne (V .); sul fron te inglese ha appunto il nome d i ba ttaglia d i Arras, e compr ende i com battiment i di V im y, delJa Scar pe, d i Arleux e d i Bullccourt. L 'atta<:co ki tannico s i presentava assai ardu o, per l'efficienza delle s is temazioni d ifensive tedesche, molto con,o lcsse e formidabilmente armate . l i maresciallo Haig ;lec: ideva d i atlaccare il fro1\te 11emico su un tratto di 24 c hilometri da ,Cro i·;illes a G iven-chy, com prenden te 8 chi !o n1ctri dttlle nuove Ente d '.l-Iindenburg 1 e iniziava ia d istruzione s istematica. delle tr incee nemiche con violcrrti bomba rdamen t i esegu·it i d a 4000 r-,ezzi di ogn i caiibro e d uran te t re settimane i11tere, accompagnat i <la vaste emiss ioni d i gas e dtt r 1pclute azioni di aerei

<li rottura era stata affida.la. ai 4 corpi d i ,u-mata delle armate II1 e I co1J1and a te •da ll',\ 11,-nhy e da li"Horne: VJH , Vl, XVII e Cor -

a 1n1assa . J_}azionc

po canadese; i primi due a sud della Scarpe e gli a lt r i a nord ; in r iserva vennero tenu ti il I , il XIII cd il Corpo d i cava ileria Eavanagh . Per la 1° an nata :e cdt ur e d i Vimy cos tit uivano il primo obiettivo, per la 3' il fronte: t r iangolo ferro;iario collina del Telegrafo S . Martin - sous- Coieul. T u tte le uniù era no dotat~ di tanks. P receduto da violen t iss imo fuoco di art iglieria, alle 5 .30 del 9 ap rile s i sferrava su tutto il fronte - 25 chilometri - l'att acco delle fanterie a ppoggiate da un t iro di accompagnamento intenso e preciso ; in grazia aJ11azionc delle t<lnks, i hattaglion i di pr ima linea p oterono in meno d i u, ,"ora, d opo avere agevolmente superati gli ostacoli materiali, co nqu istare il primo fasc io difensivo Vimy a catedesco, tranne all'estrema sin istr a g ione delle d ifficoltà del terreno. D opo breve sosta, med ian te scavalca.men to <:!elle unità e abile uso delle tanks, i B r itann ici r ipr esero l'attacco dei centr i di r esistenza : collina del T elegraJo, tr iangolo ferroviario, ferme de la F oìie, im pl>ss~ssa11c!csene, me.no il triangolo fe,:rovia-rio, per b. conquista del quale occorse un n uovo a ttacco che s i pro lungò .sino a sera. R·ileva nti f urono l p.rog ressi conseguit i da lle d ue armate bri tanniche, s ia per la profond ità dell'avanzata - 5 c hi lometri - sia pe r il numero dei p r igionieri e del mater iaìc bellico catturato 10000 p r igionieri e 100 pezz i - ma non to.li da d et~rm ina rc uno squ ilibrio reale sul fronte a ttaccato ; tu ttavia la s ituazione, che ven iva deJìneandosj, destava se-

rie apprcnsjoni nel Coman,h sup,1;·en10 gern1a n ico , tanto eia considerarla crit ica specia lmente alla fine d ella seconda giorna ta della hattaglia . Tn ta le giornata, infaHi, ( 10 aprile) la breccia aperta lungo le due r ive della Scarpe s i andò sempre p iù a llar gando, specialmente a sud del .fiume : ma il gior no d opo gli assalt i ingles i vennero r espin t i, e a ser a si .-~se manifesto che u lterior i seri progress i non sa rebbero s ta ti p ossibili senza procedere alla sostit uzione delle ·uniti,, impegna te nei g iorn i p r ecedenti e soprattutto senza lo spostam ento in avanti delle ba tterie di rnedio e grosso calib,·o. Ii 12 ap r ile, in fatti, il Coman do britannico a t tese a tal i oper azioni, men t re all'a la s inist ra ord ina va a i Canadesi di tentar e la coaquista d i a lcuni ca pisald i nem ici sulla cresta cl i V imy, operaz ione che r iuscì, determinando un leggero movimen to r etrogr ado d ell'avversar io. Così

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si chiudeva la. p rim a fase d ella batta.glia. d i Arr as, che aveva consen t ito al fronte -britannico <li spostar s i d i una diecin a <li ch-ilornctr i in piena sistemazione cc Hi.ndc :oburg J>; i T edes<:h i, i ntanto, cran s i affrettati a spostare ve,·so il fronte d i Arras fot t: nsen e, s ì che l'u r to p ros, imo si prevedeva quan to mai violento e difficile. Il 23 aprile esso si io i7.iÒ s ul fronte Croisilìes-Gavielle ( 14 km .) e fu viokn tissimo e vivan,ente con trastato d,1i T edesch i, specia lmente presso Crois ilJcs ove agivano ì

divis ioni gcrmanichc che con grande slancio..i. sv iluppando forti contrattacchi, costrinsero la destra britannica a cedere :i.lquanto te,rcno vcr~o G avrelle. La ba ttaglia procedeva violenta, costituita d i attacchi e contrau acchi neutral inrntisi gli uni con gli ah r,i; i Britannici r iuscivano G manten er si a Guémappe e<l a Gra ucllc e guadJ.gnava.no terreno verso L ens . I1 iù che i p rogressi m a ter iali, la ln1ttaglia dei llritannici assumeva in questo momen:o grande importanza a i fini della collaborazione indiretta nei r iguard i dcli"offrnsiva fran cese sull' Aisne, poichè log_orava le r iserve tedesche e richiamava sul fronte d i A rr as nuove truppe. Occorreva. però, coPlinuure nello sfor zo, po iché i Francesi in que] 1

Inornento erano venuti ad urtare in resistenze insorn1ontabili, specia lmente nel settore dc11o Chemin-des-Dames; il n1arescia llo H aig iJ 28 aprile r iattaccò pertanto a nord d i 11:onchy-lc- PrcLLx su un fro11 te <li 13 chilometr i, r iu~-cendo a preHd cr e posses,;o rl 29 di Ar!cux-en -G ouellè. Dopo una breve sosta, i B ritann ici r ip resero sul fronte Lens -S . Qu intin l'azio;1e : la 1" armata s i avanzava su F remoy, la 3• su R oeux, la 5• s u .B ullecourt, locatiti tutte che vennero occupate il 5 maggio.

La ba ttaglia di Arras era fin ita. I Jlritamiici avevano spostato in a vant i di LO chilometri il loro fron te prim itivo per una larghezza <li 32 chilornetri, presi 20000 prigionier i, 257 pezzi d i ogn i calibrn e grande qu:wt ità cli m~teria lc bellico; la conqu ista della cresta di V in1y, inoltre, avèva assai migliorate le cond izioni generali de l fron te, togliendo a l nemico ogn i possibilità di dominio e d i effi cace a7.ione sull'in tera 7.0na d i Arras. Q uesta battaglia fu anche detta deil'Ar t0is (4" ) . A rras Ko,·ps. Denomina7.ione data al comando dd

VI corpo di a n na ta di r iserva tedesco da l 28 settem• bre al 4 novem bre 1914 ed al Comando del XI! corpo d i armata di riserva da l 4 n ovembre 1916 a l 2 mar zo 191 7, per rag ioni e.lì segretezza., ·dalJa zona ove i due Corpi su<lde tti operavano. A rras. Borgo dell'lndi" inglese, presso il My hec, teat ro d 1 combattimento fra ln:;lcsi e 1'Iabrat ti. F u questa la prima vol ta che gli Ingles i si misurarnno con quei fier i avvedari, 11 col. Keat ing avéva 600 Europei e 1800 cipays, olt re a 2500 alle:tìi condotti da l principe indiano Haghoba . I Mah ratt i erano molto più numerosi, e avevano u na \'a.lorosa cavalleria., rna i loro sforz i si infranser o con tro le art iglierie inglesi e la fermezza delle lo ro fa nterie. I loro :..tl'.!cch i, due volte r innovali, venn ero sanguinc,samen tc respin t i, con enor mi· perd ite : gli Inglesi per dettero 230 morti, fra i quali 91 E uropei.

Arraw ( T rattatn di A ., 18 /1'glio 1712). Segna la pace fra i Cantoni svizzer i evangelici e protesta11ti, e definisce i ra!)porti fra -protestanti e cattolici, su lla base della. uguaglianza fra i seguac i delle due confessioni rela l ivamente a lle car ioh e. alle g iu risdizioni, d ir itti part:colar i, gabelle, d1iese, ecc. Questo t rattato è stato coni ér mato, con t rascura bili mod ificazion i, nell' agosto dello


.• ARR stesso anno 1712. Esso ha per la Confederazione Svizzc1·a, impor ianza analoga a quello di Wcstfa,lia nei rigua.r<li della Gcn!lania .

Arrembaggio. (V Abbordaggio). Si può dire fosse l' unica forma di combattimento del periodo rem ico. G li ~11tichi correvano spesso a l combattimen to al grido di <e arremba ! arremba 1 )>. Anche sulle navi a vela, quando non ba.stava il cannone, si veniva all'arrembaggio cd erano a·ppunto fomiti ai marinai, per tale &eopo, oltre ai ramp ini <l'arrembaggio, le così dette srnri e sciabole d·i arrembaggio, che csistcva1w ancora nel 1866 sulle navi della marina Sarda e N apolctana e vennero conservate per tradizione sulle navi moderne fino a pochi anni or sono. Nel periodo velico si andava spesso alJ'a rrnmbaggio con le imbarcazioni n ei combattiment i ~ingoli tra le piccole navi : fregate, sloops, corvelle. ] .'unità che aveva i; sopravventò dominava l'avversaria e ,-,e faceva sua preda m<:diante un ben organizzato assalto con le imbarcazioni. Arresti. Punizione disciplinare cbe può essere infliua all'uJfic;a lc di qualsiasi grado ed a l maresciallo. G li A. per l'uffic iale possono esse1'C: sempl ic~ di r igore, in fortezza. G li A. semplici hanno una dura ta da 1 a 20 giorni e sono inflitti « p er negligenze e mancanze leggere quando siano ripetute, e per tragressioni notevoli ai propri <loveri ll . Essi possono essere sussid iari degli a rresti d i rigore. Questi ultimi hanno una dura ta d a 3 a 10 gorni e vi si ricorre « per ma.ncai1ze gravi e r ipetute ne l $erviz io e ,per gravi infrazioni alle regole di contegno>). L'ufficia le punito con gli arresti semplici, ultimato' il servizio, d eve •r imanere n ella sua abi tazione. Quello punito con gli arresti di J·igore n oli p resta sen•izio alctmo, tranne a lle esercitazioni d i campagna, e deve r imar.ere nella p ropria a bitazione e nella camera a.ppositament,: assegnatagli. Non J>UÒ uscire nè r icevere visite. Ai can,pi gli ar resti semplici e di .rigore si scontan o nei '.imiti del •campn del r ispettivo corpo o reparto. I n accantonamen to la punizione d eg li arrest i si -sconta come · in guarnigione. cc La durata e h specie degli arresti, se c ioc semplici o di r igore, e il luogo dove que,t'u ltima punizione deve es.sere scontata, sono determinati <'a·l -comandante del corpo o da quell'altro uffic iale ::t lui superiore che li abbia ,ord i11ati }).

Gli arresti in fortezza possono essere inflitti dal comandante della D ivì5ione e ,falle autorità militari supcrio,,i, e hann o una dura ta. <l~. 30 a 90 giorni. La durala di quest i arresti, quando non sia ordinata dal Ministero, è stabilita <lai comandante del Corpo d'Armala titola.re e interinale purchè {1uest'u l tinH> rivesta il grado di gene rale. L'ufficia.le punito d i a rrest i in fortezza raggiunge, su la sua parola d'onore, la fortezza ove deve scontare la 'punizione presentandosi a l comandante deJla fortezza medesima. Egli rimane rinchiuso n ella cainera assegnatagli ùanne nelle ore in cui gli è permesso d i prendere aria. Gli arr~,ti in fortezza sono inflitt i' per le mai..c anze assa i gmvi, e quando siano già stati esauriti gli altri mezz' di correzione.

Gli arresti per i m&resda.lli si distingÌ1ono in semplici e <.!1 .rigore: da 1 a 30 giorni i primi, da 3 a 15, i secondi. li criterio per l'applicazione d i tale punizione i: il medesimo di cui s i è trattato parlando degli arre• sii per gli ufficiali.

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Arresto del principe. Francesismo (« arret du prince»). Alt.rimenti detto « embargo civile>) : consiste n el proibire alle n1vi mercant ili estere ancorate 11ei porti · dello S tato o delle colonie di uscirne prima d i un dato termine, e ciò per i mpedire che esse pwpalino 110tizic {li prepa.rativ i bellici che si vogliono mantener,; segreti. Non si tratta. adw, quc d'una rappresaglia, quale è invece l'embargo, ma del regola re esercizio del d iritto di polizia interna che è uno degli àttributi dell'indipendenza e della sovranità degli Stati. Dati però gli attuali mezzi 'di comunicazione, specialmente radiotelegrafici e radiotelefonici, trattasi di un mezzo precauzionale quasi cornplctame11tc caduto in disuso . Arri ( o A rris,). Città fortificata dcli' Armen ia, nella regi011ç di Kars, sul!' Arpatciai. Nel 1064 venne assediata da Aip Arslan, al qua le i difensori della ciuà opposero una resistenza energica e lunga. ]\fa fu1aJmente, nel giugno d el detto a.nno, un decisivo assalto Ieee cadere la piazza nelle mani degli assalitori, che l' imperatore di Costantu1opoli aveva abbandonato a. sè stessi. Arriano (Flavio). Scrittore militare, n. a Nicomcdia (Uitinià) verso la fine del primo , secolo e venuto giovanissimo a Roma. Governò la Cappadocia dal 1.31 al 137 e fu in quella occasione che f ece una ricognizione completa del Pomo Eusùi.o. I n seguito fu nominato console e infine si rit irò a Nicomeclia d ove :finì i s uoi giorni. D i W1 gran numero di opere e di monografie ora ci restl\-)10 ~olo: cc L a tattica », traduzioùe e comment i d i V. R acchetti (Mila no 1827); « Ordine della. battaglia contro gli Alani>>· frammento (Milano 1827); cc Le storie su la spedizione di· Alessandro» (Venezia 1544 t Milano 1826). Arrig hi (Giovanni Ogn-issanti A. di Casanova, duca. di Padova). Generale francese di cavalleria, n. a Corte

(Cors ica) nel 1778, m. a Parigi nel 1853. Fu aiutante <lei gen. Rerthicr; fece la campagna dJEgitto, rimanendo gravemente ferito a. San Giovanni d'Acri; ·dopo si distinse a 1Iarengo. Venne promosso generale di brigata alla battaglia <li Austerlit?. e generale <li d ivishne e duoa d i Padova nel 1809. Ne! 1812. fbbe il comaiido delle co,te dell'Oceano ; nel 1814 prese una parte glor iosa alla batt,a glia di Lips ia e alla campagna di Francia e durante i Cento Giorni r iccvcUe il comando dell'isola di Corsica. Proscritto all'epoca della seconda Restaurazione, poi ,·ichiama to nel 1820. Nel 1849 venne eletto depntato dolla Cors ica all'assemblea legislativa e senatore nel 1852.

Giacomo Arrigh i. Gen~r ale, n . a SaJò m. a Desenzano ( 1845- 1916). Pai·tccipò <la . Sottot. del Gen io a.lia cail1pagna del 1866 e resse da Ten. Colonnello la carica <li Vice Dire ttore de l Genio d i Ancona. e quella <li comanArrtghl Giacomo <lante del Distretto di Ascoli P iceno. P romosso Colonnello (1898), comwdò Distretti di P a ler)no e di Verona e, collocato in posizione ausiliaria (1903), raggiunse nel 19 10 il gra<lo di .Maggior Genera.le ne.Jla riserva . .


ARR

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Adolfo Arrighi. Generaie n . e m. a Bagno a Ripoli ('184i-1922). Partecipò da Sotto!. di fanteria alle campagne del 1866 e del 1870, e comandò da Ten. Colonnello il deposito del 66° Regg. Fan teria. Collocato in posizione ausi lia ria (1903), raggiu nse n el 1914 il grado· d i :Maggior Generale nella r iserva. Oi<YJann·i Arrighi. Generale n . a L ucca m . a Dcscn'z ano (1861-1925). Sotto!. d i F anteria nel 1882, prese parte da Capitano alla ,ça1111prugna d' Africa del 1897 d istinguendosi nelle · operazioni contro i Dervisci. )faggiore a .'>{Celta n el 1904 e Colonnello··· nel · ·' 1914, partecipò da Generale alla Guerra ·mondia le, meritandosi quale ·comandan te ~i una d ivisioJ1e ,di l " Jinea la Croce -di Uffrcia'le dell'Ordine Mili. tare d i Savoia per le a z ioll"i de! giugno 1918 in Val S. Lorenzo e su l M. Asolane. Fu wllocato in '!losuwne au~11Li.ria a sua domanda nd lug lio 1920. In segaò stori:i lllil. :il!a Scuola d i Caser ta ( 1892-95) e alla Scuola di :Modena, a lla qua le tornò nel 1919 come Oomandantc. Q,1 ivi pubblicò un , « Tra ttato d i Sto• r ia :ì\1 ili tare», •in Ire volumi, a<l uso della Scuola me(lesima.

Al'rigoriaga (Combattù,iento di A.) ( 11 settembr e 1835). Ne! 1835, durante la guer ra civile di Spagna, una colon1ia inglese comandata dal col. Evans e ·u na -colonna spagnuola comandata daJ gen. E~pa.rlero era.no en trate in Bilbao, liberando la città dall'assad-io del gen. llfa.roto comandante di una d ivis. carlista. Il gen. car1 lis ta ) !foreno si diresse , allora a i;na.rce forzate in soccorso d i Maroto contro gli anglo-cristi ni per impedire loro l'occupazione della B iscaglia. L'esercito carlista, partito l'S settembre da Los Arcos, giunse la notte del 9 a Durango, ove si era r itirato Maroto co i suoi 6 bgl., e v, si accampò su due li nee a sbarramento delle s trade che da Bilbao conducono a D~1.rango e ad Ordufia. I l gcn. E spa.rtero, ignaro della rapida marcia dell'esercito ca.dista e credendo d i avere di fronte la sola div is . Maroto, uscì da· Dilbao d irigendosi ad Or-duna, piombando a ll'irnprovviso. )irima. dall'alba, su due bgl. baschi in avamposti a S. M iguel che, sorpresi, s i sband~rono passando in <lis0r dine il pon te di Ar rigc,riaga. l\fa u,1 ba ttaglione castigl iano, che dalla sera p reced ente occupava il pon te, riuicì ad imped irne il passaggio al nemico e la suà energica r.esistenza per mise alle truppe carliste <li accorrere; la div,is. 11:aroto <la D urango, e il cor po del Moreno da Ga:!dacano. L a bauaglia divenne generale sulle d ue rive <lell' Ar tu ndiaga. I c1·istini, benchirin.forzati dalla legione in glese acwrsa da B ilbao, videro resp inti tu tti i loro attaccb i con tro il ponte ed alh sera si comba tteva a ncora, a.llorchè il gcn. Esparlero, minaéciato <li un a ttacèo di fianc·o da u na d ivision~ c ari ista pro\'cnicnte da Ordufia, d eciSe di ritirarsi su B ilbao . R itirata che si mu tò tosto in rotta per l'energ ico insegu imento dei carlisti che, passato il ponte, inca lzarono i fuggiasch i fino a lle por te di B ilbao, infliggendo loro mol te p erdite. Infatti i cristin i pcrdette;·o

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i n questa battaglia 400 morti, 500 prigionieri ' e gran n umero di feriti, e la loro sconfitta sarebbe stata assai più grave :Se i carlisti avessero avuto sottomano qualche squadrone di cavalleria.

Arrìgosi (Colonna Mobile A.). Una delle tre colonne ( I~ a,trc due er:mo quelle dei bcrsa.glieri Valtellinesi e llergamasch i) formate in Alessandria coi volontari lombardi ivi concentratisi nel gennaio 1849, costituita di clementi comaschi al comando del capitano Arrigo Arrigòsi. F ece 1a campagna del 1849 colla d ivisione lombarda e, dopo il suo scioglimento, a campagna finita, gli element i rimasti vennero fusi il i aprile coi ·bersaglieri Valtellinesi. Arringa. V. Alloc1tzione. Arrio (Q uinto). Pretore romano che combattè nella guerra servile. Ne! 72 a . C., comàndando un esercito romano, scor1fisse a i p iedi del Gargano uno dei duci della rivol ta, il gladiatore Crisso : questi rimase ucciso con 2000.0 dei suoi. Ma. poco dopo, focontratosi con l'es~rcito d i Spar taco, ne venne a sua volta sconfitto. Arrìvabene (conte Carlo A . - Valenti - Gonzaga). Patriota, n. e m . a :!Ylantova (1822 - 1874). Nel 1848 o,ò di arringa.r e un r~ggimento austriaco nel- t la sua ca~-erma. Esulò ir! quell'anno, dopo d i aver p:utecipato alla campagna nei Dragoni lombardi. Stabilitosi i n Inghilterra, v i dive1mc giornalista. Seguì -~ome corrispondente di guerra del « Daily News » la campagna dei :Yiillc e fu preso -prigioniero dai Borboni ; e . la campagna del 1870 come corrispon<lenf.e del « Daily Tclcgra,ph l> . Fu deputalo per Soresina neiie legislature -dalla IX alla XI. Silv10 A,-,;.i,aben.,,. Patriotta, figl io <lei precedente. n . d i Man tova ( 1844-1913) . Giovinetto, venne anestato (1859) sotto l'accusa di aver cospirato contro J'Austria e poco dopo r ila.sciato. Accorse allora ad arruolars i nei :ì\•I ille e vi fu promosso sottoten. per merito d i g,~rra per ·e ssersi d istinto all'assedio di Capua. Passato nell'esercitò regolare, fece la camp. del 1866 e s i congedò nel 18i2. Fu deputato per :Mantova (Legislatura X.VIJ) e Senatore nel 1900 .

Arroquia (Angelo A . de Q11.ijano). Generale e scrittore mii. spagnuolo, n. a L a Carolina, m. a Madrid (1820-1904).· Fece h, sua car riera n ell'arma del Genio e p artecipò a lla campagna contro i carlisti del 1874. Fra le sue opere sono : cc L a. forti6.ca&ione nel 1867 » ; « Studi topografici»; « Ii terreno, gli uomini, le armi >i (1892). Arroscia (Battagl-ione alp·imo V alle A.). Costituito nei p rin'ii mesi d el 1915 presso il centro di mob. di P ieve d i Tcco (Dep. 1° regg. Alp.) colle comp. 202', 203• e 208° ; en trò in guerra il 24 maggio 1915 in Val Raccolana, ove r imase · fino al giu gno 1916, sostenén-


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dovi combattimenti a) M . Rombon (maggio) ed allo Schlichtel (agosto). Nel luglio passò nella zona <lell'Ortigara ove rimase fu10 all'ottobre 1917; assegnato alla 2' armata in fine ottobre 1917, fu travolto nella r itirata di Caporetto e venne d isciolto il novembre successivo .

Arroyo Mollnos (Combattimento di, A . M., 28 ottob,re 1811). Duran te la guerra di Spagna, jl generale inglese Hiìl, che operava colle sue truppe anglo-porto_ghesi fra la Guadiana e il T ago, trovavasi ad Elvas osservando la città di Badajoz occupata dai Francesi, quando questi inviarono la divis. G ira.cd per incettare viveri e d isperdere le bande spagnuole d isseminate fra .Merida e Akantara. Il gen. Hill decise d i sorprendere la divis. Girard (che frattanto (13 ottobre 1811) ern gilinta a Ca.ccres e si dispon eva a marciare su 1\IUr id a) e si diresse dall' Alentejo ad Albuquerque, r iuscendo ad aggirarla .pei monti e ad assa.lirla d i sorpres,c il 28 ottobre aci A,royo Molinos, presso 1fontanches, mentre si credeva in perfetta s icurezza . All'improvviso gli Inglesi, avanza,~do su tre colonne, attaccarono CJ\ergicamente gli avversari : i frances i non fecero nemmeno a tempo a prendere le armi che già erano in parte circondati e costrett i alla resa o uccisi. Dei 3000 circa combatten ti della d ivis. Gir ard, 1400 rimasero pr i~ionier i'. insieme con 20 ufficia li, fra i quali il ~en. Bron, e circa 1000 riuS<:irono a. salvarsi colla fuga. Arruit. Mon tagna de! R iff )fa.rocchino (a circa 30 k.1r. da J\'fc!illaì 11clla quale le tr1Jppc spagnuole s i trin cerarono il 2., luglio 1921. Due giorni prima era stato ordinato lo sgombero d i tutta la p rima linea del di- . stretto. Moltis~ime posizioni erano assalite, distrutte e mutilati i suoi presidi prima di compiere quest'ordi11e. Soltanto arrivarono .t )l(onte-Anu it le truppe raccolte da l. Generale N:ivano dopo la r itir'1.ta d a. Annua! a Dar Druis e quelle d i poche a ltre posizioni. Senza comunicazione con Mclii!a., e sotto gli assalti continu i dei ribelli gu;dati da Abd-el-Kr im, la situazione d egli Spagnuoli ad Ar~u it si fece presto molto critica, anche pcrchè le truppe indigene da essi organizzate avevano de fezionalo. Il Genera)e N"avarro, nel segna lare che ad Arruit si trnvava circondatò dal nem ico, soggiungeva si sarebbe d ifeso sino all'u ltimo colpo. Essendosi però rnllevate tutte le tribù rino a Melilla, il Generale Bcrengucr. Alto Commissario per la zona spagnuola del )Vfarrn:co, arl'iv:i.to pre,;tissimo coi pr imi rinforzi, 1·iten11c che l'operazione d i r i., cossa, per non essere pericolosa. per la sicurezza. della città di Me.liila, dovesse farsi senza r, remura, :irè in p ii, giorni, con fida ndo che potessero i difensori d i "'fontc-.'\r ruit resistere coi propri mezz i. Ma, es6endo feriti o trovandosi ammalati la quasi totalità dei saddetti .difensor i, lo sgombero di Arruit s i -rese impossibile . In queste cond izion i il Gener~le Navarro ricevette da Mcli lla l'ordine di trattare col nemico; ma le condizioni da lui stipulate non furono da i ribell i mantenute, e ad eccc7.ione del Generale e poch i a ltri ufficiali, unta la colonna fu bar baramente trucic.iata. Dopo gueslo avvenimento gli spagnuoli rimanevano l'idc,tti a una. zona. irctorno a ìvfolilla, protetta. da. una linea trincerat,i a 6-7 km. da lla città.

Arruolamento. P ropria.mente parlando, questo vocabolo altro non dov rebbe significare che l'atto di scrivere in un ruolo o nella matricola colui che entra a far parte ·di una. milizia; ma. s i piglia anche per l'atto stesso

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di farsi soldato. L'A . concorre alle operazioni del reclutamento (V.) ed è u na delle operazioni esecutive di leva (V.), susseguente all'esame cd alla visita personale degli iscritti. Quelli giudica.ti dalle commissioni mobili d'A. idonei a l servizio militare, vengono arrnolati ; rimangono cioè a disposizione del potere esecutivo che li chiama p oi a.Ile ar mi nell'epoca stabilita. (V. anche Volontariato).

Com,n·iss-ioni mobili di Arr1tola111cnto. Sono composte d i un magistr;ato ·presidente, di un ufficiale medico, d i un ufficiale <lell'ai ma dei CC. RR., di un consiglie1·c delegato e di un commissario d i leva che funge da segretario. R icevuti gli ordini da l Consiglio provincia le d i leva <la cui dipendono, le Commissioni si recano, nei giorni stabili ti, nelle località designa te per procedere a lla vis ita dei singoli inscritti, .che in conseguenza, a. seconda dei casi, vengono dichiasati abili, rive<libi li o r ifor mati. G li idonei vengono arruolati cd assegna ti alle varie armi e specialità, e ad ess~ sedvta stan te, è rilasciato, dall'u.fficialc delegato membro della commissione, il foglio provvisorio d i congedo illimitato. A coloro che vengono d ichiarati rived ibili o riformati, è r ilasciata la relativa. d ichiarazione. Per gl i inscritti cbe, scnz1 giustificato motivo, non si presentano ne l g iornt:\

ccl ora fissati, la Commiss ione •çmette dichiarazione di reni tenza. A·rruolaMc11to (C. P. E.). L'a.rrnolxmcnto d i cittad ini italiani per conto del nemico o per gen te ribellatasi al governo, fallo o facilitato da un militare, costituisce reato gravissimo, punito con pena. di morte previa deg:.ra<lazicne.

Se I'arruolan1ento f osse stato con1-

messo per ii servizio d i una potenza c'Stera n eu trale od am ica, la pena sari. diminuita. da <lu~ a quattl'o gradi.

Arsacidi. Nome di due d inastie, una ,parta, l'altra armena. La pr ima d ,bc origine da i\rhce l e finì con Artal>ano IV, regnando nella Partia <la i ~56 a . C. a l 226 d . C .. La seconda, fondata , in Armenia d a Va la rsace, regnò dal 130 a. C . a l 450 dell'era volgare .. I personaggi più importanti della dinastia parta sono: A ·rsacc T. Sovrano d i valore sperimentato_; i nvase la Pania, sconfisse Andr agora, governa tore della regione, e s i im1iad ron ì del potere.

A rsacc III o A,·taba.no I . O ppose res·istenza ad Antioco Ill il Grande il quale circa l'anno 212 a . C. invast i suoi dominii. L a wrtc delle ami favorì dapprincipio Antio.co, ma. qaesti non r iuscì a sottomettere il suo a vvcr~ario col quale da u i Limo concluse la pace e lo r iconobbe re .

Al'SWCe V[

,\l'sace lii

·Arsace VI o M itr;datc I, ~1forlo verso il 135 a . C. F u uomo cìi sb·aordina.iio valoi·e. Arupliò grand,;mentc-

l' impero pano, sottomise Et,cmtide re della Bat.tria c. lo spogli\ì <li p:ircc.chie ,p rovi-n c ie. Secondo alcuni sto-


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ARS

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nc1, penetrò anche nell'In-dia e soggiogò i popoli che a,bitavano fra l'Ida,pe e l'Indo. Soirniogò i :!I-ledi e gli Elimei ed estese il suo im pero dall'Indo Caucaso all'Eufrate. Deme!rio N ica tote re di Sir ia gli mosse guerra. e iu dapprim:, vincitore, ma poi venne fatto prigion ier o i.;1 ~e5u i10 ~.<l ' una. grande d isfatJta.. A rsace V II o Fraa.te II. Figlio del precedente, m. ver~n il [3Q a. C. Assalito da. Antioco VlI fu· sconfitto tre volte, ma infi~e. riuscito ad a-v~re il sopravv~n t<J sttll'avvcrsario lo vinse in1

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Arsa.ce XV o Fra.ate IV. F iglio d i Arsa.ce, m . nei primi anni dell'era vol~a.rc. Nel 36 respinse un tentativo <li Antonio di invadere la. Partia, e poscia s i imp a<ironì della ~fo<lia e dell'Armenia. Arsa.ce XIX o Arta.bano III. Tentò di ampliare i proprii domin i i impadronendosi dcli' Arn1enia e meditando un attacco contro la Siria: ma ai.Lenito dall'avvicinarsi di Vitellio, si affrettò a str inger la pace con i Romani. Arsace XXITI o Vologese I. Invase l'Armenia. cedendola a l fratello Tiridatc, come aveva già ceduta ht Med ia. a ll'altro fratello Pa.coro. Questi avvenimenti susci-

fl ig?cndC"p-li uni, .c omple ta d isfatta

tarono viva agitazione a. R o1na, per cui Nerone, dive-

in cui perdi. la vita. lo stesso Antioco. !'oco dopo però la stessa sorte toccò a lui, percbè i greci che combatteva.no contro gLi Sx:ili, ·cbiam,ati in soccorso da· Antioco _e gitmti <lopo ,la. 5ua. disfatta., lo uccisero per vendicarsi· <li ma.li tra.Ha.menti "loro usati.

nu:o da. poco im peratore in giovanissima. nà, fece preparativi contro i Parti e nk-Ut{!ò Domizio Corbulo.ne 1 p render -possesso dcli' Armenia, ciò chc egli fece cacciandone Tiridate .: la guerra si protrasse per vario tempo con :i..lterna vicenda. Arsa.ce mob all'epoca. cl.i Do-

A.-sacc IX o JV·i trùlate II. F iglio di Artaibano II che morì in -battaglia w n tro i Toca.ri dopo un breve regno, fu sopram~om1inato il G.raJ1dc ver i successi Ti.portali in ,guerra e per Ja ma.ggiorc estensione da.ta all'inl'pero dei Parti. Sconfisse gli Sciti in molte battaglie e mosse guerra anche ali' Am1enia. Sotto il suo regno i Romani ebbero ·per la prima volta. comuni-ca1,ioni uffi.c iali con la nazione dei Parti.

Arsacc XXV o Cosroe. Salì al trono durante il regno d i T raiano. Invase !' Armenia cacciandone Exedare, figlio di 'l'iridate, e ne diede la -corona a l proprio n ipote Partamasiri. T-raiano allora si portò in persona in Oriente, riconquistò l' An:nenia e ne .fece una provin cia romana. L 'anno seguente, J 15 dell'era volgare, T r aiano conquistò fa '\l[esopotarnia, l'Assiria, ia Babilonia e veleggiava sul Tigr i d iretto al Golfo Persico, qua.11do scoppiò un'insurrezione generale d ei Parti. Egli spedì

A rsace XII o Fra.ate III. Salì a.] trono all'età d i 80 armi e morì <hranle la guerra dei Romani contro ,Tigrane, verso l'anno ìO a . C. Quatw1que fosse in rotta co1i T i~l'ane re d' A~-men.ia, lJCr avcl~gli quc~ti tolto una parte della l\fesopotamia e la città d i Nisibe, fu richiesto cli aiuto nella guerra che :Mitridate re del Ponto Tit_!ra.ne C )n1i:,3.tt~ i3J10 coett-0 i Roniani. A·{uto sentOr!:! ,Ji ques:a a;11ba$>C:iarn., Luculio, genera-le dei rnmar,i, n e ma hdò un'altra e r iuscì a farsi alleato Arsace. :Ma suc· cessivan1cnte questi n.ndò in urto con Po1npco, succeduto a L..iu.:ìlo. In s•agc1ito a loltc hmilia.ri in:csti.ne, cui Pompeo non Iu estraneo, A rsacc n1ori. assassinatf> per opera dei ~uoi Jì.gli.

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A rsace X!ll o Mit,-idate Il I. Figlio J~: precedente, s uccesse a! padre ,durante la guerra armena. Torna lo da-li' Armenia iu ca-cc ia to <!al trono a cagione delle sue cn.1 ,:cltà e fo sost.i,u iw da l fratello Oroc!e. Allora, chiesto inva,10 soccorso a Gabi.nio, generale romano in S iriH,, A1:;acc n1ise insic111e· un esercito ' e si llnpa<lronl di

Babilonia, dove, -dopo aver sostenuto un !un.go assedio, si cirrcse al fratello che l o fece immediatamente mettere a. n1orte.

Arsace XTV o Orode I. Fratello del prececlemc, m. ,·en:o il 36 a . C. Nel 53 ent.rò in lotta, con i l~omani, sronJìssc Crasso che ri niase 1.-.cciso, e ·invase la Si:·ia.. ma fu respinto e ,sconfitto da Cassio nel Sl e nel SO. Alleatosi poscia con Labieno, invase di nuovo la Siria., con lui, e voi la Pa!estim1 . ::vfa Ventidio, genera le cli Antonio, -batlè gli alleati e r icuperò i tt::rrit<n--i perduti. Arsa.ce allora rinunciò al trono.

0

miziano.

hna1c<lia!~1n1cnte du~

$UOi

generali, lV[assi1no e L·ucio,

contro di loro: i l primo fu vinto e ·ucciso <la Co;roe, ma. il se~onclo ebÌ,e miglior successo e ricuperò le cittit cli ì'-'"isi be, Ldcssa, Scleucio, ccc. t\lla mor te d i Traiano ( 117) i Parti ca<)ciarono l'a.rt.amaspalc, da lui fatto re della Pa.rtia e r ichiamarono Arsace. Adriano, succe,so a Traiano, non v<>lle far gucrrn ai P a1·ti e stimò pi(1 prudente abbandonare le •Conquiste fatte dal suo predecessore. 11 rsa.ce XX V 1 II o Vologcse Il I. Sa lì al trono verso il 149 P, dopo la morte di Antonino, invase l' .1-\rn1cnia e ad E le~ geia t:1 gliò a -pc7-zi una legione ro-

.m,Ìna cornand:ùa da Severiana. Poi si :1dde1!trb nella Siria, sconfisse A~ ti<lio Cornd iano e m ise ogni cosa :t s1.cco. ì\Ta il genera le roma ne ,~:-1~~10_ riuscì a sc::tc.Cù!re Arsace r!a]b Sir ia, e occupò h Mesopotami.:t e l' Assiria.. Ques.~a guerca p:uc tenni.nasse con la ce,;sionc della :'.\Icsopot,i,mia ai Romani. A rsace X X l X o V ologc·s e I V . r r oba.bilrnentc salì al trono rbrant.e il regno d i Commodo. Nella contesa per I' impe-ro tra Pescennio Nigro e Severo ( 193) i l'a.:rti inviarono truppe in aiuto del primo; ma Severo, · v i.11to Pescennio; 1narci ò .çonLro i P a rti, e si impadronì , dopo

un lungo assedio, ,di Ctesifon te : tutta.via. rinunciò ,L tenere il paese. e si ritir ò. Arsace XXXI, o Artaba.no IV. U ltimo re dei Parti,

m . ne.i 226. Nel 2 l 7 marciò con u.n eser cito numeroso contro i Romani comandar-i da ?lfacrino. e p resso ~isil.Je ebbe luogo una battaglia. dispe-rata. du·rata indecisa per due giorni. Al princi pio d el terzo giorno Macrino $pedì un'amba.sciata. a-d Ar ta.bano per avvert irlo del'la morte <li Caracalla, proponendogl i la -pace, che fu con-


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elusa. j\,;(a in questa guerra il re Parto aveva perduto de sue forze migliori, e i persiani colsero l'occasione p er r icttperarc la loro indipendenza, perduta· da lungo tempo. Capitanati da Artaserse, sconfidsern i Parti i.n tre grandi battaglie, nell'ultima delle quaJ.i Arsa<::e fu fatto prigionieco ed ucciso. Così ebbe line l' impero parto degli Arsa-crdi dopo un'esistenza di 476 am1i. I Parti furono costretti a sottomettersi ad Artascrse, fondator~ della dinastia dei S-assarudi, la quale regnò fino a l 651. La famiglia degli Arsacidi però continuò ad esistere in Armenia come dinastia indipendente. I membri principali della d inastia annena degli Arsacid i sono :

A rtac;r,sd.c I. Fu dapprima alleato dei Romani, e poi. d.,ventato loro ncniico, fu fatto p rigioniero ed ebbe mozza Ja testa per ordine <Ìi Cleopatra dopo la battagilia di Azio. 11 rsacc JI. Era fratello d i Arsace XXXI, u.Jtimo degli Arsacidi pai·ti. Quando questi fu ucciso da Artaserse, Arsace gli oppose re3istenza ed unì le propr ie forze a quelle <li Alessandro Severo nella guerra memorabi le contro i\rtaserse. Arsace Il[. Salì al '.rono sotto l' imperatore Costanzo . Tradì l'imperatore Giulia.no .n ella guerra contro i Sassanidi, <0bban<lonando il -campo romano presso Ctesifonte e passa.n<lo in quello di Sapore, il quale, dopo averlo accolto <:on gra ndi manifestazioni di gioia e con molti onori, •l o fece d 1iu<lere nella torre dell'Oblio ad Ècbalana, stretto in catene d'argen to. Arsace per sottrarsi all"umiliazìone (lolla prigionia si fece u<::cidere da un servo. Arta.sire. U ltilllo d egli Arsacidi sul trono d i Armen ia: regnò d al 422 a l 428. Lot tò infelicemente contro i Persiani d1e aveva.no invaso l'Armenia e riuscirono a rfonirla al loro Stato.

Arsamias., F iume dell'Asia M inore, sulle r ive del quale L ucullo s-conlìssc ancora T igrane dopo aycrlo p recedentement~ balluto. La battaglia fu di breve dunllla, avendo le legioni rom:rne vinto fin dall'in i7.io fa resistenza delle trnppe di T igrane. Arsamosata. Ant. città. armena fra l'Eufrate e le sorgenti del Tigri. Vc~ne assedia ta nel 66 d. C. da Vologese I , re dei Pai-ti, e d ifesa da Ceseunio Peto, comandante romano n el I' Ar;11enia. Mosse a socco1Terlo Domizio Corbulone, ma, prima -che questi arrivasse, P eto aveva dovuto venire a patti, ottenendo di ritira-rsi lasciando in potere de i 11en1ici Ja città e tutto il materiale. Arsenale (Marina.). E' il luogo .dove si costruiscono e <love vengono eseguite le grandi riparazioni delle n avi da guerra. Un arsenale m ilitare marittimo comprende perciò ogn i sorta <li officin e, oltre agli scali d i alaggio, i bacini d i <::arenaggio, i la boratori sperimentali, i magazzini e gli uffici per la d irezione <lei singoli servizi. Un arsenale bene organizzato è intersecato in tutti i sensi da binari f erroviari ohe p enetrano anche n elle officine e nei magazzini. E' munito di p otenti mezzi d i sollevamento, e d i vaste -tettoie sotto le quali vengono deposita ti i ma.te.ria:li grezzi e lavorati, le artiglierie, le ·imbarcaz;cni d elle navi in las;oro, ecc. ecc. I principali organi fattivi di Qn grande arsenale sono : 1 ° Offi-

724 cine costruzioni in ferrn 2° Officine per ,la vorazion edel legno - 3° Forni, Fucine, Fonderie - 4° Officine magli - 5° Officine Fabbri, congegnatori, aggiustatori - 6° Calderai - 7° Officine vele e ,bandiere - 8° Laboratr.wio materiale elettrico ~ 9° Officine costruzioni e riparazioni artiglierie - 10° Parco artiglierie d i r iserva - 11° Officine fabbricazione -I-a nce e remi - 12° Officine p ittori - 13° Centralli elettriche 14° Centrali termiche di produzione dell'energia - -15° Sale. da disegno 16° Sale tracciamento modelli - 17° Laboratori saggi ed esperienze sui metalli - 18" Laboratorio chimico - 19° Vasca per esperienze dì resistenza degli scafi - 20° Officine pèr costruzion~ e riparazione di moto ri a scoppio. A questi organi di lavorazione, che sono i prin cipali, ne vanno a 6 ;;iunti u1oì~i altri sc-condari, ed inoltre t,utti i fabbricati che ~ontengono gl-i organi d irettivi e d i concetto, nonchè quelli d i <:ontro.llo per l'entrata e uscita dei materiali, per la verifica delle lavorazioni, distribuzione del lavoro e mercedi agli operai. Vi sono inoltre vasti inagazzini, grue 1nobili e fisse, lavandini, refettori, impianti ferroviari, ecc. Un arsenale completo dà lavoro /ìno a 12-15 mila operai, ed è c 4pace di approntare n avi da guerra dello spostamento di 40 mila tonnellate in poco meno d i tre ann i. Arsenale di questo lipo in Italia è quello della Spezia, progettato nel 1864 dal generale del Gcr.io Militare Domenico Chiodo e ;Jortato a comp,mento in ven ti anni, ma successivamente am;iliato e rimodernato. Esistono inoltre l'a rsenale d i T :1n.tnto, creato dopo .la forma7.ione del Regno d'Ita lia e die è an<::or,t in sviluppo, quel!~ di Venezia, ceduto dalla gloriosa RepubbJ ica e perciò u no dei più antìcht fra que,lli csis'.c,iti in Europa, l'arsenale di Pola passato all'Itailia dopo la grande guerra e che ha perduto non poco <lella sua importanza per ragioni strategiche, e infu1e ,l'arsenale <li Napoli, costruito sotto il Regno dei Borboni, che servì lungamente alla marina ~apoletana e che è stato a,bolito nel! 1925 percl;è non p iù rispon den te alle morlerne esigenze. Per gli arsena li italiani è esistito ·fino al 1880 un regolamento provvisorio, reso d·efi.nitivo nd 1882, modific'ato nel 1886, ed ancora va riato nel 1895, successivamente migljornto .nel 1909, e-on aggiunte fino al giorno d'oggi, in cu i la gestione degli arsenali è diventata simile a lle gestioni private dei cantieri navali d i costruzione. Ora i•I contratto di lavorò con gli operai è sempre temporaneo e v iene rinnovato d i anno in· anno, avendosi i-n tal modo la facoltà di licenziare -gli elementi meno red<litizi e com'misurare la mano d'opera a,i b isogni del momento. Ogni arsenale è divi,o in due grandi d irez,ioni dei lavori: ,la D irez ione <lelle Costrw~ioni n avali e la D irezione <li artigiieria cd armamen ti. Sono attribuzioni comuni alle due Direzion i : a) lo stu,Jio dei pr ogetti e •l'esecuzione· dei propri lavori da i lato tecn ico, amministrativo ed econ om ico; b) l'amministrazione '()ci m ateriali e de lla mano d 'opera; e) l'acquisto e la custodia delle ma terie prime; àJ i lavori relativi all'imbarco e sbarco <lei mater iali lavorati.

Sono , ,ira le p rincipali ù1eombenzc della Direzione de!!c costn:ziuni le ~eg~enti: a) -costruzione r iparazione e conservazione di scafi, alberi, ecc.


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Un A.1·so11a1c vMu lo cl<1l inaro b) operazioni di varo, ala.ggio, immission i in ba.cino; cl costruzione e r iparazione degli apparati motori •~ dei rnacchinair·i in genere; d) conservazione dei galleggianti che servono per i lavori (grue, pontoni); e) scrv-izio dei riforn imcn~i di combustibile (carbone e nafta).

Sonu part.ico>!ari incombenze della Direzione Artiglieria e Anna menti: La ::ostru1Jione. acquisto, riparazionc

le condizioni della nazione, anche in dipendenza degli speciali m0menti creati <la situazioni b.elliche. Arseiiale (Cenno storico). La voce Arsenale dePiva dal latino arx nava.lis, o, secondo a,lcuni, da,ll'arabo da,·, ca, a e sena'a, costruzionè: Casa d i cost;·uz.ionc. Della stessa origine è la parola Darsena, che ha lo stésso ·s ign ificato. Prima che ~i introducesse, la voce a,raba, i Veneziani chiamavano I' Ars~nale: « Casa delle navi»

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conservazione delle arhigiieric, delle armi subacque, del materiale elearicc, dc!Je anni portatili e dei rnatedali di equipaggiamen10, <lelile tele, bandiere, cordam i, ancore, catene, ed altri oggclti similari, de-! mate riak da incendio, e, infine, di tutti g li · accessori relativi aJle materie di cui sopra. Esistono inoltre alcune sotto-dire21ioni pei· i lavori m inori. Gli affari che riguardano ìe d irezioni e sotto-direzioni in comune vengono d iscussi in un Consiglio dei lavori sotto, la direzione del Comandante dell'l\rscnale. Sovrain tendono ai lavori <l-i officine, degli ufficiali· dello Stato M.aggiore gencra,Je del Genio Navale e della Direzione delle :ivfacchine, coa<liuvati da Capi tecnici. Le mercc<l,i agli operai sono stabilite <lai direttori in base agli clementi che posseggono e gli individui vengono inscritti in specia li ,·uoli d i pn-senza o d i .mercedi distinti per o(tìcina e per quindicina. Specia1i norme regolano il lavoro straor dina.J" io, quello a cottimo e a premio. I lavori vengo:10 suddiv>isi in varie categorie che s tabiliscono qua-li <levorn~ essere autorizzati volta per volta dal :iviiniste:·o, quali ' possono essere eseguiti dietro ordine del Comando Arsenale. Le d irezioni compi lano i ren<licont i da inviare ~I lYiinistero e sollecitare da 4,·.esto le so111.min istr azioni ·èlei fondi per l'e.sccuzione dei lavori tenendo -p resenti le assegnazion i all'uopo stabilite nei ,bilanci. I materiali grezzi e lavorati che comunque vengono introdotti in arsenale, daH'industria privata, sono sottopo;ti alla Giunta d i Ricezione che li ve.rifica in ba.se alle direttive delle direzion i dei lavori e Ii accetta oppure ritìuta a scr.o.ud,1 dell'esito, e passa i materia•h accettati ai magazzini. I lavori vengono eseguiti med ia nte appositi or-dini e cont•i . Ciascuna Dire- · zione ha poi una '])ropria Giunta d i veriiicazione la q uale esercita il sindacato economico di t~1tti i la vori che sono eseguiti nelle <lipe.nden ti officine e dei mate,,ia,Ji impiegati. Oltre aUe r iparazioni · Je R. navi eseguono negli ar$enali tutti i ,prolevamenti o i ricambi dei materiali <li <lotazione e cli consumo. La nave nasce in Arsenale e vive per mezzo <lell'arsenale di Stato ; potrel,be però essere <:03tru ita e riparata anche dai cantieri ·p;ivati, come molte volte avviene; n,,a l'arsenale di Stato sussiste •):>erchè ha· funziorni di ca,lmicre sul mercato e perchè è sempre in efficienza, quaùi s i siano

od anche semplicemente cc La Casa>>. In iatino l'Arsenale era chiamato (<Navale >> o « Na-v alia » e presso i gre<:i (< NeoJ1io >l. Le prime notizie sull'amministrazfone della marina romana ci d icono che le costruzioni si affidavano ai Pretori o a uno dei Consoli; nel 311 a. C., per h prima volta,· sono eletti i « Duumviri navales l>, magistrati s traordinari che venivano eletti quando si trattava d i a'])prcmtare ed equipaggiare gran numero di navi nuove. Soltanto <lLirar,te l'Impero, quando la marina venne ordinata in forma stabile, furono posti sotto


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si fabbricano i navllii e ogni strumento da guerra navale)>). Jvla fino a non molto tempo 'addietro la voce Arsenale indicò anche gli s tabilimentn destinali a fal,bri·care e conservare jl mater iade degli eserciti. In questo senso ebber0 :u.scnali - sia ,pure sotto semplice forma di officina o magazzino, gli Egizi, gli Ebrei, i G reci (« oplitcron )>) nelle loro Acropoli, i Romani (« armamentasia ») ~cc. La denominazione, di Aì:-sena)i . (di t.erra) r icomparve quando le artiglierie ass,msero ,grande importanza, rendendosi .perc iò essi necessarii per -la preparazione e la custodia dei cannoni, delle polveri. à i tutti gli accesso1,i i (~ecolo XVI). In Fra,1cia ar1zi vennero d istin ti gli A . <lèll'artiglieria da quelli del Ccnio. D a noi i p iù importanti A. di terra furono quelli di Torino, di Touc Annunziata, <l-i Brescia. Nel 1781 ;1 ten ente Giuseppe Parisi, ingegnere militare e professore d i matematic he nell' accademia del battaglione cc .Regal F er<linando » in Napoli, descriveva minuta mente, p er uso d ella accademia -stessa, un ar• senale facente pa1:tc di una p iazza forte : cc L 'a,·sena.le, gencra,lmcntc p reso, è quell'edificio in cui vi siano tutt i i comodi per costruir e le macchine, e le munizioni di guena, e per conser varle. La sua grandezza deve proporzionarsi non solo a quella d ella p iazza, ma altre~ì a l fine per cui quella p iazza è stata costruita, poichè molte p iazze servono per magazzini e deposit'i di tut'.o ciò che per ,la guerra può essere necessar io. Questo grande edifrcio è composto di cortili, intorno ai qua li siano logge, sa.le, camere, fonderia, molini, botteghe ?s'ave che SC('n dc i n ma ,·e llall'Arsenah; da falegnami, da fabbri <l'arme, e per tutti gli a,ltri vano: ispèttor c del!' a rs~nale, esattore, arbitro per le :-.rtefic i. Vi sono più ot,d ini; al pian terreno, sotto le questioni, stimatori, tesorieri; tutti sotto 1a direzione logge, si situano le casse di artiglieria, ed altro lcd el Scnat.o. Nel principio del med'io evo non si hanno gn:;.me: Nei cortil-i si ripongon0 le palle àei cannc:mi, notizie predsc di organizzazione di S tato per la co'le bombe e le granate . Nelle stanze a llo stesso p ianstru7-ione del le navi, quantunque molte annate siano terreno, si conserva il •p iombo, le pa.!le d a fucile, i l state approntate per i r e Barbari. Le maestranze sussiferro, :o zolfo, il nitro, il -carbone, le pietre fuocaie, e s(e.·;a•10 cr~i,idi rn M('(] iterraneo, e se ne ha la conferma tlltle le altre munizioni d i considerevole ·peso. Nel piano d a·l sor gere <leg;H ,1rsenali delle ci ttà màrittime indipen- · -superiore vi si formano le sale d'ar mi, e le ailtre stanze denti, le quali si dimostrarono ecce llenti non solo nelper a,bita zione dei compu tis ti, e d egli ufficia li soprainl'arte di far navigare, bensì anche in quella di p repatendenti. Nell'ultimo piano s i conservano le armi d i rare le navi. +>er avue un' idea dell'or ganizzazione d i r iser va, i sacch i, le pelli di bue, la :niccia , i cordami, un arsena,le del medio evo citiamo que llo d i Venezia. fil i arnesi dei c avalli, i corbelli, e molte al tre cose )>. Comprendeva: officine, magazzini per armamen to e d iA sua volta, Surirey d e Saint· Remy, luogotenente del sarmo, deposito d i cffet~i <li •casermaggio, riparto o degran maestro dell'artiglieria di Francia, nella sua ·opeposito di metalli, r iparto d i a lbcrah1ra e legnami, sera cc Memorie d'Artiglieria)) ( 1707) dit una minuta e gheria, parchi delle ancore, delle artiglierie, pompe per interessan te descrizione d i un arsenale modello, prengli incendi, sala d'ar mi, cc volte» o r icoveri per le navi. dendo come esempio c la.ssico -dell'epoca quello di MonLa. Direzione era affidata a <lue ,nagis:trature, J\ urn, uoyal. detta d ei So;iravvedito,·i composta -di. tre patrizi sen aArsia. Selva stdla dr. del Tev-ere, che d iede il nome tori, •l'a ltra inferiore detta dei P rovv·<:Cl,tori o . Patroni a una balta!Jlia n el 509 a. C., fra i Romani comandat i dcli' Arsenale. Le <iuc magistratu re riu1,ite si chiamada L ucio Giunio Bruto e Valerio P ublicola, e gl i Eva no E ccellentissima Banca. 'Vi furono posl'ia : un cc Coltruschi c 01na11dati <la Arunte Tarquinio. Vi perirono legio :lil'la miliz,a d e l 1111r >), due p r ovved itori a.M'armar, B ruto e Aruntc: fa leggenda ,,uole che gli Etruschi, due Patroni a li' Arsena le e due l'atroni al biscotto.- Nel dopo d i aver combattuto valorosamente t utto i l giorno, secolo 18° v i era un Inquisitore a<ll' Arsen ale. Gli opesopraggiunta la notte, s iarw stati ,p1·esi da timor parai erano divisi in maestranze, a capo di ciascuna nico e abbiano abbar1donato il campò. delle qua li s lav,, un Proto. calafato, alberi, rem i, !naa ciascun .comandante ,Ji annata gli arsenali e le provincie n1ai:ittime. I più celebri arsen ali dc,lJ'antichità furon·o quelli d i Atene, Rod i, Samo, Siracusa, Cartagi1\e. Erano grandiss ìmì qudli ai Tiro, Sidone, Alessandr ia. Sotto Salomone fu celebr e l'arsenale di E-lath per il naviglio ebraico e fenioio destimto ai viJggi dell'India. L 'arsena le <li Atene, costruito su .disegno .di F ilone, era uno dei più wmpleti e sontuosi dell'epoca. Aveva, o lt re i ca11tieri, anche grandi magazzini d i attrezzi (Scevotica), d i m a teriali <li r if.erva (Optotica), di granaglie t viveri (Neo,icl,i) nonché templi e monumenti. Esiste-

rinar i, facchini, ga.rzoni. Nel periodo d i massimo ·splendore ·poteva contenere fino a duecento galere e aveva maestranze provette come in n essun'altra parte del lvlediterranco. G li operai presero anche i l nome d i arsenalotti, n ome che conservano tuttora. Arse,iale (di terra) . ;\Tci giorni nostri la voce A. indica soltanto quelli di ma rina (Crusca: e( Luogo ove

Arsiè. ( Ant. Arsedmn). Comune del Ven eto in prov. d i Belluno. Nel 1848 avvenne 11110 scont ro (8 maggio) nd suo tc r, i-torio, fra la « Ctociata Bassanese >) comand~ta da Giuseppe Roberti e una c.inqllantina d t Croati, i qua li furono messi in fuga . l\fa il Durando, avuto notizia d i questo insignificante scont.ro, spostò verso Ba$sano il grosso delle sue truppe, e così gli Austriaoi


I ARS

lJ}ot.erono p iombare sul Ferrar-i a gerlo.

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Cornuda e sconfig-

Arsiero. PiL,cola ed in<lustre ci ttà, presso la con:fl uenza <le! Posina con ,!' Astico, con circa 2500 abitanti. Fu da noi sgomberata durante l'offensiva austriaca del 191.6, e r idotta un cumu,lo <li rov ine. Anche dopo che iu da noi riconquistata in seguito alla r itirata avversaria, le artiglierie au3triache non dettero tregua ad Arsiero sino a lla fine della guen-a. Arsine. Sono composti a rsenicali. Quelle usate in · guerra dai nen1-ici furono : 1 ° C/ornro di difen·ilars-i11a. Apparve sui pn:m1 d i agosto <lei 1917 e fu i.m piega,to dai Tedeschi in pro-

ietti distinti da una croce azzurra, aventi alta carica d i es1Jlosivo (tritolo fuso). Pure in proietti segnati con croce. azzurra fu <la essi usato, dopo l'aprile '1918, il cia,mro difen-ila·rsina.. Queste arsine a n ,ma1iche nel luglio 1918 vennero associale all'etikarhozolo con - effetto soffocante. Nei proietti li a croce verde, i Tedeschi aggiunsero al fosgene e al <l isfogene, i l ·15 per 100 di cloruro d i d ifenilarsina. Le arsine aromat./che tedesche allo stillo di pur ezza sono solide, e la definizione della proprietà aggressiva -delle stesse fu conseguenza della concezione avuta dai centri di studio di Berlino, <li introdurre b. prova co;1 esplosivo n elle esperienze di laboratorio, ciò che <let•e \111 r isultato ,particola rmente inreres;antc, perchè la nube, o polverizzazione, che si formava dopo h J etonazione, .attraversa.v a i .f iltri contenenti in prevalenza ,car bone assorbente. Esaminaqclo la n ube a l supermicroscopio, si scorgono le particelle solide a gruppi: quelle che attravers.·mo i fi:llr i hanno un diamt:tro minore d i un decimilionesimo di millimetro. La r.at ur a· <lei fenomCJ10 era così._!lettamen tc stabilita : al momento della <lctona.iione dell'esplosivo, i grumi .<li a rs ina cl1e Jo avvo lgevano venivano polverizzati ; u'1a ,parte 1:lella sostanza er a distrutta, mentre la rima nente, allo stato di vapore, formava, a l contatto dell'aria, dopo i l conseguen te raffreddamento, una moltitudine d i noccioli <li ,condensazione assai piccoli, che penetravano tra gli interstizi degli ingredienti dei filtr i. U na nube di questo genere non è aslìssiante, ma è dotata di proprietà irritanti violente, a tal punto da. rendere in,tenibile !ti maschera. Si intravvide aHora la possibiliti, ~lell' i,npiego simu ltaneo delle ars ine e d i prodotti soffocanti e tossici così da ra'ggiungcre il nemico mal~rado gli apparecchi più perfezionati a,l!ora in uso per '.a protezione. T a:le procc-dimento di attacco Jnrvc tanto decisivo ai Tedeschi, che svilupparono a! mass imo la fabbr icazione dei proietti con A,rsinc, dei quali a.ve,:1,10 delinito il tipo a llogando nell' in terno di e5si u n:, bo ttigliett,L stria.la cl i vetro, ç iena di sostanza irritante, affogata nel Tritolo che costitui,,a la carica d i bcoppio_ L a. ,difenHcloroa.rsina Ju indicata nel codice r iservato tedesco col nome d i « Cla.rk >> e la difcnilcianarsina con « Cyan clark ». Quest'u ltin;a fu prepara.ta nella persuasione oh.:: fosse più efficace della prim:i, co,ì <la attraversare gli strati d i cotone che gli Alleati avernno introdotto nei filtr•i per ar restarP la difcnildoroarsina. Un'a.ltr,1 ar,ina. ar omatica impiegat~ <lai Teclescl1i ru !a cticlo, ofe11ilarsi11a., adoperatl. in miscela coi1 la difeni/clor-1n.rsina, nella p rop0rz ic,ne <lei 60%. re ll'offe'ns iva del r.rnrzo 1918, lanciarono iPoltrc le arsine g rasse diclornetila.1'Sina. e dibromoelila.r•s ina, in pro iettili

ARS

distin ti in t rincipio con doppia croce gialla, poscia con croce verd,! e il numero 3 . La dicloroetilars ina è ·costituita, allo statJ r,uro, da un liquido incolore, che bolle a 13°6·' e ha odore d , etere. !::iul campo manifestava odore di aglio, dovuto all'ossido etiiarsenioso che si forma·,a per l' idrolizzazione de ila d icloroctilarsina; detto ossido n on è vescicatorio; produce forti irritazioni a lle mucose del naso e degù' occhi· e piaght vescicos~ alla pelk; cagiona soffocazione e debolezza generale. La dibromoetilarsina ha proprietà analoghe. E bb,•ro impiego anclle ·]a d·icl01 ometilarsina e la dibromometilarsina, le quali furon') dett~ arsine alchiliche, in dipendenza dei gruppi etile e metile che contenevano. I Tedeschi pensarono d i utilizzare le arsine anche nelle onda te, vola.tilizzandoic con m iscele tenniche (ad e;. : limatura d i f er ro e zolfo). Gli apparecchi furono chiama.ti « Reizgas » e di essi venne trovata traccia in Champagne nel L916. Detti ~ppareochi erano essenzialmente costitu iti da due cilindri, uno dentro l'altro, com~ i n figura. Quello interno B conteneva la miscela termica, che, accesa ,col·l'aocenditore A, raggiungeva in breve una temperatura tale da produrre la volatilizza~sone dell'arsina solida contenuta nella intercapedine C. Così: la sostanza aggressiva atomizzata

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FJ Fori; M} ~~lc:cia d',wcen5ione.

usciva sotto forma di nebbia dai fori F praticati neMa parete del rec ip ienk esterno, e<l a cor,tatto dell'aria si condensav:i •in · noccioli viaggianti ceilla velocità del vento. Tern, ogeneratori analoghi · furo1:o sperimentati da.gli inglesi nel foro poligono di prova a Porton, e oggi ancora funzior.auo per le indagini pratiche col

gas di combattimento. Esperienze speciali lnnno di:nc,strato che le arsine, e segnatame:ite la difcni!cloroar"sir,a e la difenilcianoarsina,

inalr.te i n relativamente 'ieggera concentrazione,

causano irr itazioni al naso e alla bocca, forte sternutaz.ione ed abbondante !acrimazione, grande salivazione, nausea, <lep1 essionc fisica gcncra.:e. Alte concentrazioni producono irritazioni agli occhi ed alla peMe, · nausea accornpagn~t~ da vornito, gn1 vi offese agli organi re-

spira-tori. Una parte cli cl ifenilcloroa1·s ina. in 100 milioni di ana (0,000lll\ rngm. per litwJ sciolta in vari solventi o spn1zzata, dà irritaZ>ione e sternuto. Una. parte <l,i difrnilcloroarsi na. in 100 milioni di a.ria. (0,000118 mgm. per litro) vapw·izzata, dà forte irritazione. Si può sta re i•1 tale atmosfera soltanto pe;· 5 m inuti. Una • parte d i d ifen ilc!or oa.rsina. in un mi);one di parli di aria e spruzzata, produce irritazione ;,,,mediata e forte dolore di tesb. Ancht gli 1nglcsi ad Ellesmore Port ed i Francesi


.411S

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a S. Den is ed a Loriol 1>rep:u-1rono sul volgere della guerra delle arsine aromatiche tra cui :'Adams ite.

Arsuf (o Arsur o Arr:11/, :mt. Apollonia). Borgo della Siria, sulla ri,,a del mare. Sarebbe sta:.i. ricostruita dal pretore Cambinio nel 57 dell'era volgare, dopo che era staia di:,trutl<1 {!agli Ebre i. Ca<l<1e in potere degli Arabi in anno imi;recisato. I. Amdio di Arsuf (1099). Fu posto da Goffredo di Buglione, 11 quale batte le mura con a rieti e con torri di legno, ma trovò vivissim:1 resi~tcnza nei difensori, i quali riuscirono a incendiare le 1mcchine dei Cristiani, costri:igendoli ad abbando:1are l'assedio e a torn are a Ger usa!cm111c, dopo <li a.vere subito serie perd ite. H. Bott<1gìia di Arsuf (7 settembre I 191). HaJdovino I nel J 102 riuscl a. impadronirsi d i Atsuf dopo pochi giorni di a.~se<lio. Saladino rip res~ nel 1188 la città a i Cristiani scnrn colpo ferù·c. Una grar.<ic battaglia fu combattuta rrcsso A ., durante la• terza crociata, fra Riccardo Cuor di Leone e Sa.ladino . I Cristiani erano divisi in cinque corpi: Templari; g1,nti d ella Bretagna e dell'Angiò; genti del Poito•1 con Guido di Lusignano; I nglesi e Xonnanni; Ospitali~ri. una moltitudine d i Saraceni avvilurpò i Cristiani, ma questi contra tUccarono con impelo e dopo aspra lotta riuscirono a respingerli. U n nuovo assal to nemico subì :a stessa sorte, e così un terzo. I Saraceni, sccnfitt i, si ritirarono non ii,~egu1ll, .wcndo perduto 8000 u., mentre le perdite di kiccarxlo non s uperarono il :nigiiaio d i combatte nti. lII. Assedio di Ars,if (marzo-aprile 1263). Venne dal &ultano Bibars alla <.i,:à, difesa dagli Spedalieri. Superate le difese esterm, il su ltano lavorò di mina, e a colmare i fossati. Per quaranta giorn i 'la difesa fu att irn, ma poi, no11 ~OCC'.lrsi in alcun modo, g!i Sp<?daJieri. fatta un'ultima resistenza nel castello, dovettero arr~ndcrs i. GJi abitanti v~nnero in paste truc id ati, in pane fatti schiavi, e la città, per online d i Biba.rs, rasa a l suolo. l)O!'IO

Arta. Città dell'Epiro meridionale sul fiume omonilllo e presso l'omonimo golfo. fu edificata sul luogo dell'ant. Am/micia (V.), e cadde nelle mani d e i Turchi nel 1449. 11 24 no,·embrc 182,: l\1arco Botraris tentò <li prenderla a i Turchi, i quali la presidia vano ~on 5000 u. forn iti di artiglierie, e .-baragliò 800 cavalieri fuori dcll,1. C'ittà; ma, riuscito a<:Ì entrarvi inseguendo fuggiasc:ii, ne fu ricacciato. Artabazo. Generale di Ser!;C. X ci 480 a . C. com<1;n1 dava i Parti e i Coasmiuni ne!Ja spedizione contro la Grec ia. D.1po la battaglia d i Salanuna, Artabazo accompagnò Serse nella sua ritirata, fi110 all'EUcsponto, quindi, tornato indietro con le sue forze, p rima si im padronì <l i Olint'o che diede ai Calc iai, dopo avcmc passato 1 fì, di spada 1Utti , <:it,ad mi. poi pose l'assedio a Potidea. 'Non riuscendo a v-incere la resistenza d egli abitanti, ritirossi con l'çscrcito in Tessaglia e si unì a J'vfar<ion io. Poco prim.1 della battaglia di Platea, Artwba1.o sconsigliò ).,fardonio di venire a batta!,?lia con i Greci, ma non fu ascoltato il suo consiglio, e, quando v:<le la rotta d ei persiani, riuscì con un'abile ritirata a salvar si con 40 mila uomini in Asia. Un altro Artal,azo fu generai~ di Dario e s i battè

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AI\T

ad Arbda: passato ad Alcssaw:lrJ, ne iu nom inato sa- · trapo della Datt.riana.

Artafel'ne. Generale persiano. Comandò i Lidii ed i )[isii nella s.,cdi.1;io,1e di Serse per l'invasione della

Creda. Nel 492, dopo ;1 tentati,·•) inr'.-uttuoso d i Mardonio, D1:·io volle vendicar~ lo scacco subito, ed affidè- ai genera li\. Dati e Artafornc il comando delle forze ;:hc <k,vevano punire Atene e<l Eretria. Le truppe per5i.one m!'COlte~i in Cil icia si b1ba rcarono sopra EOO n avi e veleggiarono per Samo e per le Cjcladi. Presero :t-.a.sso che diedero alle fiamme, quindi sottomisero molt~ isole. Sbarcati a ì\faratona, i persiani vi s11birono la famosa sconfitta ( 490 a. C.), dal generale ateniese :M ilziade, dopo la qu:de D ati e Artaferne tornarono in Asia.

Artaser se. X crne <li tre S<J\rani dcila. Persia. A rtps .·r.-c J., figlio d i Serse I, m. n el 425, soprannomin ato Longimano. Salì al trono verso il 465 o 464 a. C. e ini?iò quasi subito um guerra· per ridurre al- . l' obbedienza le provincie ribella tesi della Battriana. Gli Egiziani giud ican do favorevole l'occasione per ricuperare la propi:ia indipendenza tolta loro cja Cambise, sorsero allora in armi e sotto il comando di Ina.ro, liberarono ~uasi tutto il p aese dal giogo pers iano ( 460 a. C.) mediante anche il valido soccorso inviato loro dagli Ateniesi. Artasersc mandè un esercito in Egi tto a' comando di un suo parente di non~ 1\chemene, ma quest i fu sconfino ed ucciso. Alle~tita una. nuova spedizione, ne d ie<lc il coma.n<l,1 ai ~.cnerali Artabazo e Megabisc, i qua-Li dopo sei anni <li lotta ostin:l!ta costrinsero gli Ateniesi a sgombrare il '!)aese, lasciando l'Egitto in mano ai Pers ia ni ( 455). Gli Aten iesi r innovarono ancora la guerra che durò Jìno a l 449 o 446 a. · C. Arta,1rJc 11. Figlio -:ii Dario JI. Sali al trono nel 405, e 1no~ì nel 359 ,1. C. Ciro, suo fratello minore, congiurò contro di lui, ma ne fa perdonalo e mantcnu lo nel cc,mando delle provincie marittime dell'Asia Minore . .:-.ra non rinunciò al suo proposito, e raccolto 1:n gro3;o corpo d i truopc a Sardi marciò con queste e ron d iecimila mercenar i ,c-o,...•ro il fratello (V. A,w!;a.n"): .J'impresCL terminè- con la battaglia di Cunaxfl, il cu i risult:110 fu fa morte di Ciro ed il consolidamento definitivo di Ar1ascr5e su l tror.c- persiano. La parte pre3J. dagli Sp:utani in qu C'sta sped izione fu la causa di una lunga guerra ,che presto scoppiò fra la Persia e Spal"la. .-\i;esilao, nominato comandante deli~ truppe spartane, riportò splend:di successi su Artascrsc, percorse la maggior parte delle p rovincie occid entali <lell' Asia M inore e con molta 1nobabilità avrebbe soggk•gato tutta la penisc-!a., se Artaserse non fosse riuscito col da.'laro a so!le,·?.re una guerra greca contro Sparta. Agesilao fu richi~.mato al-la difesa della patria e subilo dopo i persian i riportarono una grande vittoria navale p resso Cidro C,95 a. C.), do_vuta in

.,.


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ART

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gran parte a Conone <1.tcnie e. Gli spartam furono finalmente (3Si) costretti a sottoscrivere. un trattato di pace che da! nome del rappresentante cli Spar ta fu detto d i << Antalcida >>. 0

A rtaserse III. Figlio del prcce<lente. Mise in pie.d i un forte esercito e macciò c~ntro gli Egiziani, i quali; insofferenti del grogo persiano, si erano cli nuovo rivoltati e avevano eletto un proprio re nell,i persona del principe ~ellanebo· JI. Nel 354 a. C., riportata una completa vittoria con la ~lisfatta delfesercito ne mico, Artaserse ritc rnò in Pcrsfa, dove pare fosse ucciso da un propr io eu nuco.

Artavasde (o Artabasdo). Imper<ttore cli Costantinopoli m. ne! i43. D.rran te il regno d1 Costant ino V Copronimo, mentre questi era. assente per una campag:1a contro gli .a.rabi, pr~parò ;,na sollevazione neHa F.rigiia, si mise alla testa cli un esercito e scon tratosi con quello imper ia le lo sconfisse co3tringendo l' imperatore a fuggire. P reso q uindi il titolo di imperatore e-d associatosi a 1 iccfJro suo primogcnito inviò con un e;;ercito il secondogen ito Niceta iJ.i Armenia. Cos t.i.n tino trovò assistenza p resso i guerreschi ab itanti d i Isauria e nel 743 aJKÌ ~111a can,pagna contro A1iava,tde, la quale terminò con la sconfitta de il'usu r patore p resso Sardi, r,~l maggio d i quell'anno. Dopo di ciò A.rtascrsc, .si mante1111~ ancora ;:,er qualche tempo in 1

cam.pagna, n1a toccata n e ll'a_~ osto egual sorte anche a l

iìglio N ice:a, si r it irò in Costan tinopoli sperando d i poters i òif~ndere lun ga men te. Dopo d:,e mesi d i assedio la cit:à f.u presa dalle truppe d i Costan tino, e Artavasde, , suoi iìgli, ed i principali suoi f:rntor~ fc1rono presi, ac;:i~cati cd infine messi a morte.

Artaxarta. Ant. c ittà. dcli' Armenia. sull'Arasse. Nel 69 a . C. i Romani, comandati <la Lucullo, batterono nelle su~ v icinanze gli eserciti ciuniti di M itr idate re del Ponto e di Tigrane re cldi'Annen ia . Nel S8, A. fu assc-d iata <la Corbulone, generai~ romano, il qua:le r iuscì a· p renderla e la incendiò e rase a l suolo. Risorta dalle rovin~, venne anccra presa da Stazio P risco, legato d i ]'v[acco Aurelio. Pos~ia. decadde completamente. Art.az. Località del Caucaso a oriente del la.go d i Van. Fu teatro d i battaglia fra P ersiani e Armeni. Lcr causa delh lotta va 1 icercata nelle persecuzioni iniziate dai Persiani con tro gli Armeni cristiani. L 'eserci to pe.rsi'ano, conianclato dal generale 1'It:sch, venne sconfitto dai,il'i Armeni comandati da Arantzar, nella prima vera del 451 cl. C. Arte militare (o Arte della g1te,·ra) . Consiste nell'applica,-;o,ie ai casi concreti di guerra det dettami della scienza m;Jitare (o scienza della guerra); .e ci:oè la scienza in a tto. L a scienza, militare comprende tu tte le èognizioni inclispel'sabili p er organizzare, conserva.re ed impiegMe gli eserciti. Lo scopo pr:ncipale dell'arte milit?.re è quello d i ir,segnare ad agire nel pratico campo astratlo della teoria. NÌ! C<)ll ci<Ì v-uol clfrsi che la conos:enz,, dei :principi !'cientifìc1 sia ·inutile ne-lle cose della guerra ; essa anz i è indispensabile, ma non ~ sllffiCicnte •per trattare della guerra n elle sue varie ma11 ifestazioni e nei suoi mnlt~piici aspetti. Uno p otrà conoscere alla perf~zione gH ordinament i m ili·tari antichi e recenti per averne fatto oggetto di studio a ocurato e profondo, ,ma n on sarà mai possibile che

egli risolv-a i prohlcmi della costituz ione di un esercito se non po,;sicclc il genio cle!l'org·u1izza,;ione ; · così pu.re nell'impiego d elle •truppe non è s ufficien te conoscere le caratteristi:he d'impiego delle va rie ru·mi, avere la nòzione perfetta <lclle · reiazion1 d i forza, spazio, tempo, te.rrcno1 coc., .per vin.-::erc, ma- occorre anche, per con cretare la decisioi1e, quella pronta facoltà <li giusta coor_ dinazione <li ta li elementi e di esarta e ponderata deduzione -d a essi, che costituisce l'ù,tuito della divinazione, che è promio delle genialità cre1.tive, e che ebbero in vari,i m i,11ra tutti i grandi condottieri d'eserciti. Il co mple~so degli stll<l1 militari si dist ingue in due grandi l:;r,,nchc: una che abbraccia tutta , l'opera di preparazione e conservazione dc ile forze armate; l'altra che· comi-rende quanlo ha tnr~o con il loro imple. go ( condùtl,1 cd azione -degli eserciti sul teatro · della 6 uerra e di fro:ite a l n emico). Dell,1 p.reparaz.ionc e conservazione si ocoupano •l'organica e la pedagog·ia militare ; dell' imp·iego la strategia la logistica. e la t;ttica (V.). Sicwme, però, all'arte della. guena sono connessi t.utti i ·,-ami ciello· scibile umano, ndl'att,1a,;ione dei loro comp~ti J'org:anizza tore e il con~,J tticro di truppe si va,lgono di tut te le oognizioni e ' <li tutte le r isorse cl1e le scienze, le arti e le industrie ;iossom: procurare. Per 'h,en pTcpnr:..ire e -condurre la guerra sono, in conse-

guenza, 11ecessar i stuù1 comple'111entari, qual,: stqria generale e .rn;]itare, geografia, topografia, geodesia, artiglier ia e b11istica, fort ificazione. chimica, aeronautica , igi0nc1 ippologia 1 s.tatistica, fUi'i!11i1:..ist,razione, diritto► ccc. L 'arte militare è nat<l, dalla necessità sentita dal p iù debole d i è ifenclers i contro il j, iù krte. E' l'in telligenza che cerca d i aver~ ragione clella. forza bruta. Il nostro Palmieri ( <e R,iJflessjoni critiche sull'arte ,della guerra», opera edita nel 1761 e tradotta in :più lingue) osserva aj)punto: << L a clebolezz1 degli assaliti:' che J.vev1 servi'J d'invito all1 offe~:1, fcrtt pensare a·I riparo. Altri ce'rcar.Jnlo nella forte~za dei lt1oghi; a ltri, con più sano consiglio, in se stessi : onde avvenne che pe.r ì::>ro ·ccmure salvezza stabili:-:ienti facessero, fra i quali convie!1e credere ~s3t~rc stati quei che rendevano Un picco!o n,1111ero di gente -att.J a r~sistèr r> aci un numero

ma 5giore, e per cu i u;,a fo:·za inferiore ad un'altra, ne!!'ùrdlne d i Jrntura, i;.i veniv:1 per o.rtc ad agguagliare. Ecco l'origine· <lell' arte del la guerra., ed ecco perchè <h' Greci e Romani è stata p iù coltivata che <lugli !\~ial it i, o al\ri ,popoli. · che nella moltitLtdin~ ,iìdava.isi. La necessità ·d unque fu la p rima che intro:lus.;~ e ini,cgnò l'arte, cd essa ne fu sempre poi la migliore maestra>>. L'arte <:!ella guerra ha a,ruto, attraverso i secol i. u n·aìterna vicenda: il Palmieri osserva che i popoli d iventano guer.rieri e perfezionano i! loro morlo <li combattere pren,t: '. i dalla necessità, ma quando viene: a mancare ogn i osta,col(I da superare e la materia alla loro conquista, nasct e ci-esce la trascuranza ,,ella prcpàra.2.ionc alla lotta: <<Nella rovina c]j Cartagin~ rimase se;)olto quel 1:a.luJa re timore, princi.pio e , sos(;:gno dell'arte. L'o7.io e gh agi, 01'Cl inari ,-.,;Ì;~aci del'~ vi-t:orie e d ella po!rnza, comi nciarono o. snervore (nei Romani) la m ilitare cl,, cip.lina >>. L ' osservazione del . P a,lmieri è acuta comprovata dalla stori!l : cli regola i più deboli minacciati dai più forti sono stati $elll!)re gli in iziatori d i un progresso 11ell'artc .militare : Sparta, Roma. i\!i Svizzeri, la Svezia d i Gust.tvo Ad olfo, la P russia cli F'ederko II, nei tempi n a.poleonid la F rancia repubblica na minacciata da tutta

e


l'Europa contraria alle innovazioni sodali, e infine la , Gcrma:-ii~ d'oggi che ~tudia nuove armi per eludere le imposizioni ciel tr:ii tato di Versailles, ecc. La sconfitta spesso è stata così incitatr ice <li nuovt energie, t:mto che la storia registra Rossbach, lena, Se<lan, la :;\far• 11a, ccc., dove l'a~te m ilitare, scaduta daJI'etccllenza a cui era ,,alita presso un determinato popolo. è risorta pi"esso · un :Jlrò. poichi, la vit toria-; e -la conseguente potenZ'.I del \'Ìncitor~, òiventata l!n ;>ericolo per altri, fu stimolatricc di salutari evolu;ic-ni nell'arte militare.

Arte militare 111aritli,11a. Si fonda, come quel·la ter• restrc, su tre capisaldi princ:ipali: 1" L ' in,;egn::.mc.r.to della storia. 2" l."'lpp!icazim,e {ielle sciern:e alla guerra. 3° La k,gica, il buon scn.so t; 1'esi:-erienza. Napoleon~ ha s.:ritto che (, la conoscenza dell'a.rle della gucr~a non si acquista che con l'esperienza e lo studio delia storia e delle batlaglie <ici grandi ca,pi. tani >l e ciò vale anche per l'A. m . marittìrna. L'arte militare marittima s i suole dividere nelle quattro grn.n d i bra11che: S trategia, 1'nttica, 01·go11ica e Logistica (V.) che hanno lo stesso significato gcneraie di quelle della gue,ra terrest re. Lo scopo -princ.i;,ale che si p refigge l'arte militare- marittirna è quel.lo di ottenere la padronanza <lei mare, ossia fare in modo che le cornunica"ioni marittime s i svolgano con l:i mas~ima continuità possibile per -le proprie naYi mcrcanti!i e per i ncu• tra li che ùirigono verso la ma•d:~ patria, intralciando o impedendo per contr;, le comunicazioni per" l'avver-~ario. Non semp re uno dei d ue bc1ligPran t1 ott iene la as:,0luta ~upremazia sulraltro. In :a·I caso il potere mar ittimo /: con trastato e l'arte mil itare marittima insegna a sfruttare le situazioni favorevoli man mano che si pre.;entano. R ientra r.ell'arnbilo dell'arte militar e ma• rittima ·lo studio dell'organizzazione dei con,·ogli per i trasporti c•lt re ,rune dei viveri e delde mercanz;ie. L'av. vento del son1mcrgibi le ha rimes~o in voga quello eh~ per un centinaio d'anni era stato ab1.>andonato, ossia l'uso d, dunirc le navi m crcantil<i in forte numero facenclole na ,•igare di co:iserva e proteg~enàolc opportunruncntc dal!'offesa. delle silura1!ti suoacquec. Ii sistema dei CC'l'vogli era stato sfruttato •u larga...-scala. ai temp i delht mar ina velica, quando la guer ra d i corsa con le uniti, -di superficie era res:, possibile dalla grande ;,.uto11omia òdle navi di allora . ('.~testo sistema, andato in disuso ,<'n l,L coniµarsa rlelle H:tvi ~ vapore, per la nccrssi1,ì che ha. quest'ultima di ~ppoi:-giarsi alle basi n avali, è stata r ipr esa nel l91i cd hl salvalo le nazic,ni defflntesa dagli effetti del blocco ad oltranza. con i sommergibili intraµrcso du lla. Germania. Lo sviluppo deli".arte militare mariti ima si può di vjcJerc in !r~ pe riodi che coincit!r>no con i tre grand i per iodi de!Ja storia della 111,trina; il r•;mico, il velico, il pcriocl, c:ella marina a va pare. :'\cl periu<l0 rcmico, che •i ptiÒ dire ultimato con la batt~glia ,li Lepanto (lSil) la nave -eta. combattimen to pr i11cipale è la trireme, e poscia la gll lea, che JtlUO· Y0!l0 a for>'.l di braccia quanlui,que ~i~ si conosca la vela come me1,1.o d i prnpu l;;ionc e s i aàopcri qucs1a. quasi esclu~1vamcnl;, per la marina mercantile o come a.usiliaria n~lla marina <la guerra. In questo periocfr> l'org;rnica è molto primiti\'a. Sulb nave a remo il con ducent~ (navarca e r emigante) viene nettamente d is t into d:il combJLtentc il quale. a, Ila q·.1asi totalità dei

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casi, è lo stesso che combatte sull,. terra. I grandi condottieri •Io sono all'occo:·renza sulla terra e sul mare: e 1:i ~loria ricorda i nfatti Tem is•odc, Aristide, Duilio, Pompeo, Cesare, Agrippa, ecc. Ci~• e.-a portato anche dalla natur, ,te~~:i. delle navi: sc1ft p l(,COli costretti a navigare in vicinanza delle coste, soltanto col tempo buono ed in determinate .,circostanze - di guerr a, per tra• sporta re ;n generJ le ' degli c:;crciti da un punto ad un altro a scopo di invasione del territo;io nemico o di protez ione ciel pr opr io. Di qui :,,. assoluta prevalenza del carattere militare -dell'armata rcmica su quello nautico. La logistica in questo periodo è anche assai primiti,•o, prO\'\'edendovi per proprio con!o l'esercito imbar-c ato; Ì•! traversate sono ridotte al piì1 breve pos,;ibilc e la flotta non -rappresenta che un meuo mtsso al servizio delta truppa. La ~trategia e la. lattica di questo period(i sono m olto simili a quelle della guerra. terrestre; il ,·incitore di una battaglia navale però, il più delle volte, raggiunge :I doppio iHtCnlo di distruggere la flotta e resercito os3ia tutte fo forz-.: a disposizione dell'avversario. Lo s·1ilupp<> della m:irina da guerra vela è dovuto a due fatti: I O La. necc,;:;ità di aumentare la grandezza. degli scafi per ;:,ortare la guerra attraverso gli oceani. 2" La necessità. <lt imbarcare suflc navi la grossa artiglieria dopo la scoperta. della. polvere.

ì:\cl periodo vcl-ico si ha la grande strategia che non ha alcuna linlitazione nello spazio e ne-I tempo. La mo• bilità delle squadre i, completamente ~Ila m crcè degli agenti esterni; non si può qu•in<l-i aver fretta, e s i cura di dare alle navi la maggiore autonomia. possibile di viveri e mur.izioni. Vediamo così nascere arditi piani strateg ici come quelli <icl pericxlo Nelsoniano. pe,r l'e• ~ecuzione dei quali le squadre sono costreue ad at• traversare più volle g li Ocean i per comb:i.ttere 11cl Mediterraneo, alle !\ntille, sulle coste dcli::. Spagna. Anche l'organica cìivenrn. più comptessa; il combaLtente di terra continua ad essere imbarcato sulle navi ma ha già più l'aspetto del marinaio, ossia <lfve fare un !un• go tirocinio a. bo1'Clo prima. d i potersi dire veramente atto al combattimento sul ma.re. La manovra deHe navi, le evoluzion i delle squadre d iventano più complicate e rich ieòoi10 l'applicazione <li principi che sono esclus ivamente d, cantiere m;Jrinaro. L'elemento nautico ha ora preva1enza su quello milit~,re e succ.ede il contrario d i ciò che era avvenuto nel pcròodo remico, os• sia, è OrJ. un ammiraglio che coman<la le navi e le ~ruppe imbaH:ate su ,Ji esse, truppe che port?.no il nome di «Real-marina». Queste milizie sono in primo tem• po divise in due categorie: a;rtiglieria e fanteria., ma l'artig l icr ia presto ,abolita e il servizio dei cannoni è disimpegnato dai marinai. E~isle ancora oggi la fanteria rna.rina .presso a lcune n azioni. Nel per iodo velico non era.no po,;sibili le operazioni co---ibinale con gli eserciti per la ovvia , imposs ibilità di far conver gere cor,tcmporanrnmente sullo stesso obbict,ivo ie flotte che cra110 alla mcrd: <iel vento e gli esercit: che camm inavano su Ila tcrrn ferma. Ebbe origine C<'Sl 1! vero concc!lo moderno del potere marittimo e quando era ne• ccssn l'ia l'occupazione terr itoriale per pa•te delle truppe, ad e;;empio cii un'isola, o di una colonia. operavano prima le . flotte r icercandosi e combattendosi fra. di loro, e solo a mare r eso libero so1>ra,·vr.nivru10 le na,•i

t'


onerarie cari.: he di armati -che escgu iv ano gli sbarchi e l'occupaY-ione. Le lotte d 'oltl'c oceano del ~ecolo XVII e XVIT[ sono tutte di questo tipo. L'arte miiitarc del periodo velico è a nche caratteriz.za1a dai lunghi blocchi nell'a1tesa ddlo scontro decisivo d1e deve annientare uno dei due awersari. Scriveva Nelson che « avendo <la combattere d odici n avi, affondarne undici e lasciar sfuggire la dodicesima quando si sarcbbè poiut,t raggiungere, non significava ottenere la vittoria completa ». La talt1ra ,lclle navi a ,·ria ~ più attentaniente seguita e discussa. dai condott ieri <lei tempo; dapprima •le nav; combattono a gruppi (guerre angfo-olande:!i) poi d iventa generale l'u~o della linea di fila (guerre anglo-francesi) e poscia si ri torna con i principi Nelsoniani a l concetto della concentrazione delle proprie navi per portare la otfesa su d i un solo punto della flotta avversaria. Con le vele dunque l'arte m ilitare ~aritti1t1,t è completamente ~U!ierata <la quella terrestre, ma le vediamo nuovamente ravvicinars i n el periodo delle navi a vapore, ,omc lo era in quello •·emico, per i numerosi punti d i .contatto di carattere logistico che, fatte le debite proporzioni, esistono .fra i due mezzi d i propulsione: braccia dell'uomo - potenza. del vapore. Le coasiderazioni precedenti spiegano anche come _gli stud ios i e i cultori di a r te mili tare terrestre siano fin dalla più remota a.ntichilà in prevalenza su quelli del l'arte i,rilitaJ'e marittima. Nel periodo remico, la m a rina 110n è che au~iliarh dc:l'cscrdto; n el p eriodo velico la marina è quasi co:npleta•nent:• a sè e l'uomo d i mate si appas~iona. di ~ iù alla risoluzione delle q\tCstioni d i carattere nautico che di qu<:;Je rrjlitari. Nei tempi moderni invece sono J"ifioriti numeiosi cultori ,d i storia della marina. e <li arte militai~ m arittima. S i annoverano fra i primi il P adre Gugl:elmo:ti, il Marscll i, il Ran<laccio, il Clowcs, il La Rcncière, il Corbctl, il J urien dc la Gravière, il -Manfroni, il Vcc('hi, ec~., e fra i secondi il Bon3mico, ;1 Mahan, l' AuÌ.>C, il Da.veluy, il F oumier, il Darrict,,. il Bollati di S. Pierre, il Bernotti, il Sechi, Von Vuner, Callwell e molti altri. I grandi aforismi della g,1crra terrestre si applicano anche sul mare, e l'arte ma~:1t1ma considera, !Studia e ('Onsiglia il miglior modo di applicarli a seconda delle circostam:c.

Arte 111arinaresca. L'insieme di tutte le cogn iz ion i di astronomia nautica e di mdcreologia, unite all'esperienza di lungh i anni trasco r~i sul nia.re, costitu isce quella che si chiama marinaresca o a1 te di navigare. Al giorno <l'cggi i! contributo che la S<'Ì< nza porta alla irnutica è g-randissimo, ma n <m per quc~to <lcvonsi ritenere diminuiti i risclu e le difficoltà èe:ia navigazione dell'e ra prc,,cnte, r ispetto a quelle dei tempi pass:lli, sopra tu llo per l'aumentna velociti, coi: nti s i eseguono le traversate. Nelle ma,·ine milita; i alle d iff1,·olt~ d ' indole geuer:ile se ne uniscono PQi a ltre particolar~ dovute allo scopo per cui sono create le navi da r,u•~rra. Tali difficoltà derivano ,p rincipalmente :

l' <l:!.11., necessità di navigare in formazione (lin ea d i fi la, di rilevamento, di fronte) e~sendo spesse -volte i convo5 li fonna!i con squadre nunierosc composte del n:l\ iglio '])iù eterogene.i: corazzate, incrociatori, e~plorator i, cacci:ttorpcd inierc e sommc1P,.;l,,ili, ,i ciascu n

731 tipo dei quali sono assegnati sreciali c<.;mpiti da svol!,a n avig:iz1one. · 2• dalla nece&sità d i navigare sempre a \'elocità molto elevate . 3° dalla esecuzione d·i manovra d i entrala. e ù i uscit:i dai poni sempre in formazioni 11 ,mcrosc e dovendo fare il più pre:.to possibile. 4° <ialfobbligo d i abolire in ma.i1ier.V préssochè ·assoluta. quah,iasi illuminazione interna ~ci esterna della nave <lur;1ntc ·la navigazione notturna, cond izione quest'ultima che obbliga ad una sncr,·anle attenzione perdtè sempre accompagnata dalla ner,ess;ii di mantenersi in IormaY-ione di marcia, malgrado l'oscu;·::1.1i\entu comp!eto. Si aggiungano inlìne le ovvie <1,fficoltà che si incontrano nella navigazione subacquc.l fatta col sommergibile. Per il personale della ~farina ::\filitare si richicd1J1:o perciò, oltre a lh massa di cog::uioni di ·carattere tecnico inerenti al mestiere delle aw,•. anche delle spiccate quaJ;tà marine per for s ì che g!i effetti degli agenti esterni sul moto della nave, quali il vento, il moto ondoso, CC('., siano con\'enientementc vagliati e sfruttati per agevolare i fini <lclla navigazione con più Hav i r iun ite e nel combattimento. Tu::~ que~te n cces$ita o·eano con:e una specie di i.-;!into ,:) quale il marino ubtiidiscc spesso ;>er ir.,pulso e cbmo origine all'~rte (più che a·lla scienza) del 1~a,;i.,a1c e del combattere sul mare.

eerc durantt

Ar t eaga (Giuseppe). Gcncmle messicano, n . a Agua~calientes nel 1833, m. a Urnapam ·nel 1865. Comb:.t.ttè valorosamente contro le truppe ir;:,ncesi che avevano i1W,LSO il territorio messicano. Fatte prigion iero nella !Jaltaglia di Santa Ana Amallan, •;enne fucilato in seguito al decreto emana to eh M a.ssiir.:!,ano che condanna,·a a morte tutti i me.ssicani presi con le armi alla mano. Artefici (o Arti:,ti o Artificieri). Operai o soldati addetti agli arsenali militari. Cosi s: ch1... ma.ro110 ,I. o a,tijicieri i sol<l,lti. destina.ti alln. fabbr ic.'.z:one delle polveri, dei quali alcuni 1 aggi unsero ;;ranclr fama per la. loro abilità nella pre;>:irazione degli artifiz: <li guerra. Talvolta anzi ottennero vistosi st ipcn,;l1i, con l'obbligo però di tener segreta ia loro arte, aùol)crandola soltanto a servizio del Principe che li sti;,er.èiava. « Maestro ,~:·tdìce » si chiamò nei s,ecoli r.assati l'armaiuolo incaricato de-Ile ripara,:ioni dèll~ arm: bianche e da fuoco. s\'.ell'artig!icria delle flue Sicilie, e·rai.o d ett i A. gli operai militari; fi.no al principio del s~c. XIX erano 0 1'<'linati ln <C com;pi.lgnic ,di artefici » <' h vora\ ano alla pulitura e mc.ntatura. dei diversi pezzi dc-Ile armi provenienti dalle fabbriche militari. • Nel 1816, nel regno di Sardegna, wnne costituita una. compagnia di artisti (maestranza. od artificieri). Nel 1820 la brigata di artiglieri:< e!>be una cornpngnia di ""tificicri. E g li ordjnaJ11enti l $3 I e 1850 compresero pure la <letta compagnia. :\'el 1864 le CC<ll:pagnic di ,1. vennero porta.te a. due, le G.Uali sono an..:ora. nominate 11ell'or<linamento del 1902, e riman gon<:> assorbile 11elle S compagnie oµerai d'artiglieria conlemp;ate nell'ordinamtnto del 190S. La R. Marina ha i Cannonieri (V.) ,\rtcfici. 1

Artem isio (Batta::lia navale del Capo Artc11Jisio,

\


I -

ART

Agosto 480 a. C.). Apparticn~ alla tc~za guerra P ersiana contro ia Grecia. e fu combattut.i presso il promontor io Artcmisio (al nor d <lcll'isola Elihoa,. di faccia alla Magnesia tessala) tra la flotta di Serse e quella di Atene e de' suoi alleati, comaJHio.ti da Temistocle, composta di 271 navi. Achemenc, ir:ttello di Serse e suo ammiraglio, avev.i circa 100() na•. i. dalle quali ne staccò 200 verso il sud dell'isola. Temistocle assalì la flo1ta principale persiana e combatti• per un'inter,l giorna1a; quindi, le due flotte. tornarow, a i rispettivi ancoraggi, avtndo perduto una trentii,1 di navi p er ciascuna. Durante la ll0tle un vento impet uoso gettò sugli scogli le 200 navi persiane rimasi.- :n crociera. Il giorno dopo Temistocle, avendo riccv,ito 53 navi di rinforzo, combattè ancora contro la llo:ta di Serse, ma sen7.a impegnarsi a fondo. Il terzo gi. rno fu Aclic111(-ne che con 800 navi <lisposte a me22aluna tentò di avvilup;i;tre la flotta greca, ma la battaglia rimase indecisa, procurando forti ,perdite ai due contendenti. :--Cella notte seg,Jente, i Greci decisero rli abbandonare <Jnelle acque e s i -conccntramno a Salc1:1ina (V.) .

'I c::::::J francesi

-

léo'esc/Ji

Le Croixé'riipe!

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da Carlo V, e nella fine ciel secolo seguente venne assalita ,presa e d i3trutta dalle truppe di Paolo. IV, corn~nc!ate da Giulio Orsini.

Artenay. Ilorgo de:la F rancia, nei c!ip. della Loira, . p1esso Orlfans. Com/;)attiniento di Arta11ay (10 ottobr? 1370). Vi parteciparono il "-V Corp,:> France~e, su tr.: èivisioni, comondato da l gcn·. De La. Mottcrougc, a cusallo della. strada di '\rtcnay, presso c1uesto vi:;afg;o. l:na divis. Ji cavalleria francese era a ovest . d(:,I" strada; una divis. di guardie mobili occupava il t,,,,,..o di Orléans. J fec!e.<chi, coma.ndati dal gen. Von -<lcr T a.1111 (I corpo ,bavarese, 22' d ivis. dcll'XI c01po pru»siano), re~pinte le a,·,rnguardic francesi, vcnner.i a urlare contro il. grosso, trincerato in Artcnay e Assas. Von der Tann collocò cinque batterie contro Artenay, alle quali ne ag_giunse qu,at(ro nelle prime ore <lei pomeriggio, mentre ahri cannoni aYc,·a110 battuto ,\~s:is, e ne avevano cacciato i difensori. Alle t_re -;lei pomeriggio, pronunciandosi un do;,pio movimento ag;;'iante delle lin~e francesi, il gen. Dc La ' :Motteroui:,: sgombrò .Artenay e in iziò la r it irata su Orléans, avvenuta con precipitazione per l'inseguimemo immediar,1 da parte dei T edeschi. Qu,sti J)Cr<lettcro 224 u ., i francesi 900, dei quali circa 600 prigionieri.

Arteveld (Giacomo). Popolano, rap'> fazione di. (;and, m. 11el 1345. Di origine birraio o albergato,·e, per nove anni, dal 1336 al ' 1345, esercitò il potere sovrano nelle Fiandre e fu il nemico più terribile della nobiltà e del conte <li Fiandra Luigi I, ç,;;,~ndosi ereito a difensore dei diritti è dei privilegi de' ])<>polo. Cacciò Luigi da Gand e strinse col re E doa,dc d'lngh i-lterra cn'alleanza difcnsi,·a ed oficnsh•a. L 'an:,c òopo ( 1340) Edoardo sconfisse :L Eclusc l'::rmata. francese che voleva impedirgli lo sbarco e unitosi ai fomminghi sacche!!'giò l:t prc ,·incii di Toun1ay; ma poi, scacciatone, conclust: una trcgu.1 in virtù della qi::iic il conte d i Fiandrn rkutrò nei suoi Stati, e Arteve!d, perduto il favore 1)0polarc, fa mussac rato a. fur ia d i Jlopolo insieme co,·. parec.:hi dei suoi i:-artigiani.

Artemone (cli Clazomcnc). M<!Cea1-.iro greco del V secolo a. C. Si trovò con Pcrick al!'a;;,:e.dio di Sa.mos; 11H s i attribuisce, in quell'occasione, l'invenzione delb. testuggine e d i a ltre macchine guen·c$chc.

Fili1)Pf/ .4 n eveld. Figlio del precedente, anch'egli capo di fazione, n. ne-I 1340, m. nel 1382. ~ul principio del 1382 es.~enàosi i gandcsi ribella.ti contro il conte Luigi II, si mise alh loro t,;s:a anclie per ven,Jicare la morte del -padre. Il s uo primo atto fu il s u;'p!i,io di clodid cccisori di su<, padre, poi obbligò Lui.,, a levare i'as,;edio <li Gand e si impadronì <li Ilruges, facendo seguire la vittoria dalla morte di tutti i ·suoi 'nemici. Chiesti aiuti in Francia ed in Inghilt.:rr,i cd avutone un , ifiuto, si pose alla resta del popolo c:i Gand e marciò contro i Francesi che avevano prr•,l le parti ,;lei conte ed erano comruidati da Clis,;on e ria Ca.rio VI. Lo scontro ebbe luogo a Roosebeke, dov~ i Fia.m;minghi furono ~confati. AJ:teveld perl 11clla baHa.glia e . il suo cadavere venne appeso ad un albero.

Artena. Ant. città dei Volsci del ta allora Ecetra. Nel 404 a. C. venne assediata dai Re.mani, i quali riuscirono in ,rrimo tempo ad entrarvi, ma i difensori resistetteso ancora nella .rocca., finchè per tradimento i Romani poterono prendere aJJehe questa., demolendola dalle fondamenta. Fu ricàìtìcala, e · fort ificata nel medio evo. Nel 1495 venne presa d'assalto

Articolazioni (Malatt-ie e lesioni trawnatiche delle). Le articolazioni posscno esser sede di flogosi awte e c-roiiiche (artrit"i) "e:, in segu ito a vbll'uzc tr:tumatiche, vanno soggette a !esio:ti varie : contusioni, distorsioni e lussazioni, n elle quali si ha uno sposl:tmcnto pennancnt<' delle superfici articolari. Inoltre possono esser sede dei cosiddetti corpi mobili a.rtic•iiar i, che sono

ot:::::c:::::1:::=::c::::c:::f5 Km. Battae-lla di Artenay ·l ) XV corpo rrt1ncese; 2) DJvlsionc di cal'a1lc1·la;

3) Dh•Lslouc di Guardie mobili.

Artemite. Ant. città. dcli' Asia ::Vfo:::-1e, presso Ctcsifonte. Ne! 628 dell'era volgare i'imçeralore Eraclio vi scc11f.sst· dopo :i.spr a lotta le trnrpe di Cosroe II.


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quali produformazioni patologiche intra -ar tkolari, cono distur bi ,fu11z,iona.li ,più o meno gravi. Vanno menziona te infine le fe~ite penetranti d· lìe articolazioni per ~rrn i bianche e per ar mi da fuoco: queste ultim~ hanno la niass ima impor tanza, poi.chè ~i associano per lo p iù a gra vi lesioni ossee ed a processi · infetciv i dovuti alla pene trazione di corpi estranei, che trasportano germi v irulcntissimi. In tali ferit,, conw ebbe a dimostrare l'esperienza ch irurgica del'a guerra mond iale ( 19ì4-19 18), bisogna p roceòere <i' llrgenza, salvo casi speciali, all'in ter vento opera torio, che ha uno scopo essenzialmente profilattico c~ntro le c,•mplicanze infettive, donde la n ecessità di isti tuire o•;rc,ria li ch irurgici specializzal i ,per la cm-a d egli ost1Jo-,irt.:Colari (V.). In segui-t o alle malattie, e più ancora a lle lesioni t rau matiche delle :utico!aziori i, possono r<'~id ,iarc esiti morbosi p iù o meno gravi <:on scomparsa pa.,·1,iale o totale dei movimenti per eventuale .saldamento fibroso, osseo o<l ostco- cartila.gineo .d ei capi a r ticolari (anchilosi). Il g iud izio med ico-legale sarà espresso 1wpt1nto in base a lla entità di tali esiti ed alla. po:,:;if,Pità d i eventuali u tili moclificazioni col temuo e con d terior i cure. I nfatti, se~ondo le vigenti di;posizioni ,egolame ntari (art. 23 e 2~ de ll'elenco A) sono •cac;sa <l'inabilità 3:s,soluta al servizio militare le affezioni gravi e croni- . d1e del le arti-co-Ja,,ioni, trascorso il ,pcri.,<lo della rivod:bilità, le lu~sazioni mal ri<lott-~ o :iç1: p iù ri<luòbili e quelle a bituali del!e principali ar!i :oiazioni, none chè 'l'anchilos i, la notevole rigidità ar:in>lare, i corpi ,nobili a r ticolari solo quando ostacolino notevolmente la funzione d 'una importante a r tkolazi,·n,', mentre per le forme ritenute suscettibili d i mo<l ' !Ì<:itt'•cni sarà es,ple-iato il periodo della rivedibilità. N e: ca•i d ubbi è prescr itto sempre '1'ii1,·io in osservazior,e presso un ospeda le militare. L 'importa n7.a del dis:urb<' funzionale. va -conside_ra.ta in ra ;:,por to alle esigenze d ella v ita milita.re (maneggio delle armi, marce, ;:cc.). Infine per l'art. 5 dell'elenco B, d 1e ,:comprende imperfe~ioni ed infermità per le quali vien s olo limitata l' id oneità a i servizio, •gl' iscritti ed i militari, a ffetti. da lus"a7ione p enna11cnte d i ll il p ollice o d i un alluce, sara11no in tempo -<li pace assegnati ad un seniz io• s,:dp~ario (scrittu1·ale, attendente, p iantone nei · mag2.zzin ', uffici, ecc.), _ed in tempo di guerra adibiti a n'11Fì011i compatibili ,con le loro condizioni fisiche. L'a.ssegna,,.iont permanente a servizi sedentar i, :però, va fatta solo dai direttori d i' ospedali e d i san ità, nonohè dai colle,:, medici, dalle èommissioni sanitarie ài appe'llo in sede d i assegnazion;: -<li p ensione, o comunque d al Colleg10 medico su periore. 0

Artifizi (da segnali). V. Sr<gnali. Arti gas ( Gfaséppe Gen:asio). Gener,.;c uruguayano, :.n . a Montevideo nel 1774 m . a Asuncion nel 1850: E' il fonda tore dell'ind ipendenza dell'U ru g•uy. Era capit ano delle tn~µpe r ea li a ll'epoca ddl'in,;u rreziorle delle ,colonie -,pagnuole, ed rubbrncciò la causa deH'in<lipen.<lenza; sconfisse .g li Spagnuoli in p::trecc:hi sco1Ùri, as·se<liò Mon tevideo, a iutato d agli A1•g~ntini. Ma poi, cacciati gli Spagnuoli, la lotta si accese coniro il Governo ,di Buenos Aires, i.J quale 11,;irava a riuni re anche l'Uruguay nel nuovo Stato, Allora A . ;_,i i mpadronì di Montevideo e costrinse il Governo a r icunosc~~lo come ,ca-po indipei;idente della « Banda Orientale». Dopo l9tte ,sanguinose con gli a ltri capi m ilitari q:icsti ricorsero

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all'aiuto dei Por toghesi, contro i qua'i !'A. resistette per quatt ro a1mi con una audn.cc guer riglia ; ma infine, sconfitto a Ta<:uarem'bò, fu costretto a rifugiarsi nel Paraguay (1820), dove il Dottor Fra11cia, d ittatore del paese, lo foce internare,

A rtigliere. Torped iniera, in ,,cc:aio, varata nel 1907; lunghezza rn. 64,46; larghezza m. 6,20 ; dislocamen to T. 412; m acchina 6392 Hp ; velocità n . 30; armamento guerresco IV cannoni da 76, lanciasiluri III 356; sta to maggiore 4; equ ipaggio 52. Durante la guer-

ra libica prese pa rte al combattimento nava·lc d i Kunfida (7 gennaio 19 12) concorrend o alla cattura e d istruzione <li cannoniere turche. Durante la guerra mondiale prestò servizio ne!J' Alto A<lriatico per tutto il 1915, n el Basso per il 1916 e metà del 1917 e in Tirreno a l-la difesa de l traffico per il resto.

Artig.fieri. Vifso la metà d el scwlo XVI erano detti .t. i macstt,i autorizza ti a fabbràcare ar tiglierie dopo <li avere superato l'esame d el "ca1iol~vor o ». 'La Gcrma11ia fornì :dlora molti -di questi A. a. tutti gli Stati d 'Eu ropa; se non c he, avendo un'ordinanza d i Cur io V ( 1519) imposto loro di tenere segreta la loro arte, gli Stati europei p iù tardi fon<laron<J ~uole di bomba.rclieri: una d i esse esisteva a Genova, come ricorda il Ricotti, nel 1636. Artiglfrri ausiliari veneti. Volontari che n ell'ottobre l 848 - formarono a Venezia due comp. ausiliarie <l'artig., di ,ciPca 200 uomin i ciascuna, a l coman do dei capitan i Giusq:,pe Conforti e G regorio Tod inaviò. l'arte<:iparono a l fatto d'arm i d i i\fostre (27 ottobre) ed il 1° m,arzo 1849 Yennero incorpora te nel regg. artig . terrestre, assumt ndo ·la numer-azione cli IX e X compagnia. Artiglieri Chioggiotti. Rè pa_rto volon tario di ar t. formatosi a Chioggia nel settem bre 1848, della forza di circa 240 uomini, <divis i in due comp ., una delle quali, agli 01'<.lini .del Ten. Antonio Wich, fu d estin ata alla difc3a del for te d i Bron<lolo e l'altra, agli ordini del Tcn-;- Gaetano Bianchini, alla d ifesa del 3° circonda rio di Venezia. A ·r tigl·icri Padovani. Volontari d'art. che il 21 marzo 1348 s i organizzarono a Padova ·su due comp. 'Cii circa 70 uo.rn ini ciascuna; eDano comandate da l lvfagg. Angelo Bellini e dai capitan i Francesco Brunetti e P ietro Tomindlo. Si segnalarono a lla d ifesa d i Marghera. Artiglieri Trevigiani. P iccolo conpo d i 170 volontari, costituitosi a T reviso il 27 marzo- 1848 agli Ol·d ini di Giuseppe Varisco. Un d istoccamcnto di essi p rese .para lla d ifesa d i Osoppo e gli altri alla di.fesa d i Treviso.

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Artiglieri Vicc,1tfoi. Volontari che il 1° aprile 1848 formarono a Vken1,a una con1p. d'art. con 4 pezzi, al comando del cap. ing. Annibale Chiavaçci; pitrteciparono a lla difesa di Vicen7.a.

Artiglieria. :-rei secolo XIII le macchine guerresche erano già designate col nome complessivo di artir1lieric. Ma anche nei tc1upi precedenti trovansi frequentemente ·l e voci artcleria, a, M/cr·ia, art·illierie e altre. Alcuni vogliono derivata la voce dal latino ars to/ie11(/i o dall'anticv francese arti//er, che significava render forte per arte; altri da a.rs telm-m11, donde ar~ telerll e quindi art-iglicria.. Prima dell'invenzione e della utilizz:i.zione della polvere da sparo, la forza motrice occorrente per -il lancio dei gravi a distanza era ricavata o da.Ila tensione di grosse funi o dalla torsione di nervi d i ò ue, oppure dalla. flessione di lamine metalliche o <li robuste e lunghe travi· (baliste, mangani, catapulte, ecG.). Succcs..'<ivamentc, nel mMio evo, crebbe gradatamente l'importanza di queste macchine come meni di attacco e di difesa: es.se -vennero costruite in metallo; ma l'uso <lella polvere da. sparo generò un progresso notevolissimo che , si può dire, non si è p-iù ;,.rrestato. Presentemente la forzn. propulsiva è sempre data •dall"cla.,l icità dei gas emanati d<l!':li esplosivi, e perciù tulle le odierne artiglierie sono armi da fuoco. Volendo wia defimzione, si potn:bbe adoltare la seguente: sono bocche da fuoco le macchine c he, u tilizzando la forn. di espansione dei gas prodotti dalla. combustione di una dat:t. quantità di esplosivo. detta carica, lanciano a <listan1.a e in una determinata dire; ione masse pesanti, dette proietti, allo scopo d i offendere bersagli animati oppure di demolire e d istrugger<' busagli resistent i.

dagli a.itri popoli dell'Europa. Quando e dove si sia per la ;prima volta tratto profitto in Europa della potenza di esplosione della polvere per lanciare gr~.vi' a. d is tanza è cosa che non si è ancora pervenuti a stabilire. Il fatto de·.,e essere avvenuto gradata;nente e a così piccoli passi da non richiamare su di sè in modo

.\rtiglierla dCI scc. XIV particolare l'attenzione dei contemporanei : molto probaJ1iJ': nente le prime anni da fl!_OCo vennero imµiegate; pel .. lanciu di ,proietti di piccola mole, inefficaci contro bersagli resistenti. Perciò continuarono per parecchio tempo ancora ad a.doperarsi le baliste, i mangani, le ca1aµu lte, ecc., e le boccl1e (la fuoco non ~girono di conserva con esse •che quando i progressi conseguiti lc11tn.mcnle nella ,preparazione e nella ut ilizzazione della. poivere e nella fabbricazione delle artiglierie resero possibile ;,cr n:ezzo loro il lancio dei proietti piit pesanti. rerciò neppure sull'epoca del primo impiego regolare del le ar rui <la fuoco s i h anno <lati sicuri cd i11disculi-

Cr,;,.:,.o STORICO. Dalle origi1ii aUa fine del secolo XTT

Non ostante le lunghe e faticose ricerche di molti stud iosi non è stato possibile st.tbilire con esattezza quale fu il popolo cbe impiegò per primo i·I fuoco in guerra. Nel medio evo, nell'attacco e rtt:lla difesa. di iuoghi iortificati, g<!ltavansi contro òl nemico materie e µroieui i,:cendiari di ,~Mia specie; rna già in epoca. molto anteriore, quando l'Eu.ro))a era ancoro, immersa nella barbarie, i popoli dell' Asi.L orien ta le preparavano

bili. \"'è rh, sostiene che si potrebbe dimostrare che tale epo-.·:i risalga alla fine del Xlll secolo. ma. di certo vi è soltanto che esse furono adoperate a l pdncipio dc, secolo XIV (nel l.3 J I, 1326 e JJ .ì 3 ù1 lt;Llia e ne l 1338 e 1346 in !'rancia), che il loro impiego si diffuse moltissimo ù1 dello secolo e che esse presero i::rndatamente il soprav,·emo sulle ma.cchine nenobali~1id1e e finirono col so,ti-tuirlc ed eliminarle completa-

mc11tc. Al loro apparire, le artiglierie da fuoco \"ennero inclicate in Italia col nome generico di «bombarde)>. I primi a po~sederne furono i Comuni e i signorotti fcu(]nli. /\ Ila fabbricazione ckl lc ,artiglierie d a fuoco venne dato in Ita li,L grande sviluppo, sicchè verso il 1450 esse avcvauo speciali caratteristiche che permettono ·di ragxrupparle in quattro principali categorie:

.\1•Uglicria dPt src. XIV

e facevano largo impiego di composizioni incendiarie, non •ignorandone le qu,Llità esplodenti. Al pr incipio del secolo Xl II le •con1pos1z ioni ,pir iche e le loro proprietà vennero conosciute dagli ara;bi e successivamemc dai greci e, per mezzo di questi, 1·crso la metà. del secolo,

1° Domb,,rdc ad anima lunga, grosse e m'ezianc, lancia11ti pietre; 2° Tiornbardc minuto ad anima lunga lancianti proietti metallici; 3° Bombarde ad anima corta, lancianti pietre; 4° J:ombal'Clelle od arm i manesche, lancianti proietti me tallici. Strani nomi e forme esteriori si dettero in origine (c<-:nc già alle macchine da guerra) alle Artiglierie~


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Basilisco, Vipera, L ionfante, Lione, Tigre, Salamannonne confusione nell'impiego di esse e nel. loro mudra, Sagro, Aspide, Colubrina, Trevisana, Venczia.na, nizio1uune1;to, Carlo V di Spagna sen tì per primo il Galeazza, Sforzesca., Terren,oto, Fulmine, Tempesta, ecc. bisogno di ,porre riparo a questo grave inconveniente Siccome poi in quei tempi e.rnno molto curate, spee \·erso il 1540 stabilì che nei suoi Stati gli u nici pezzi ciabnentc i,1 Italia., le bel-le arti, si cercò <la t,utti di <la foadèrs i per l'avvCJ1irc fossero otto, e precisamente: ornare esteriormente al massim o le artiglier ie, e Jle ricannone, mezzo -cannone, colubrina corta, colub,:ina, sultarono bocche •.:a fuoco che si possono ammirare mezzana, sagro, Ialconetto, con palle melall iche da 4D anche ,presentemente come vene opere d'arte . Pel traa 3 li bbre, e mortaio con palle di pietra d i circa 35 sporto delle bombarde si usavano carri comuni tirati cm. di d iametro. L'esempio d i ' Carlo V fu seguito in d a buoi. Per sorreggerle durante il t iro esse veniva.no Francia da Enri-co II che, verso il 1550, stabilì il così disposte su speciali costruzioni che venivano chiamate . detto sistema dei 6 calibri, facendo installare le proletti. La. suddivisione del nostro paese in Stati pkcoJ,i, prie artiglierie su affusti che somigliano notevolmente a que!li in uso verso la fine del secolo XIX prima dell'introduzione dei t ipi a deforma;;ionc, Sul finire <lei 1500 cominciai·ono a venire usati ;u Germania i proietti cavi scoppian ti . Ne conseguì presso i tede~chi (che null'altro <li notevole avevano' in quelArllg-lterla (XIV secolo) car icantesi clal la culatla l'epoca in fatto di a1:tiglier.ic) un larghissimo uso di mortai che, invece delle· an tiche p ietre, lanciavano quei numerosi e perciò deboli, la loro .se.arsa disponibilità proietti, i qu~Ji vennero chiamati « ,bombe >l, perfezio<li mezioi finanziari e il ·lungo periodo d i pa,.e vcri'6 nate dagli Olandesi, i qu/iJi ne re5ero la spoletta. di uso catosi nella seconda metà del secolo XV, i mpedirono pratico e · semplice, clic le artigl ier ie c-onseguissero in Italia nuovi progressi, mentre la F rancia, già costitL1ita in nazione, dette il nu;ssimo incremento a lle ·esperienze e agli studi per mig liora1·le sotto tut ti i. ·r apporti. Così passò· dall'ItaliJ. alla Francia il primato nel campo delle bq«.:he da fuoco. Colii si cominciarono a usare letti a cui ·1e artiglie rie erano bensì fissate in modo invariabile con fasciature, ll'a chè si prestavano, oltre che al tr,1spor t.o, anche, sebbene imperfettamente, al tiro; successivamente, da essi si passò J.~li · affusti a ruote trainati da cava-Il:, Le bocche da fuoco vennero alleggerite di peso e il me ta llo -rn.aggiormcntc u.saito per la fusione fu il . brol17o. Vennero adottati gl i orecch ioni per appoggiare ranna sn ll'affusto pern1.e ttcrne gli s.posta:ruenti, rendere poss ib ile l'eleva%ionc. \'enncro sostituite quasi completam~ntc a i pro ietti d i pie tra _le palle d i ferro. fo lt,tlia \<::nnc,o J,OCO a lla, ,·olta imitate ,ic artiglierie fran e~~, <l i Ca rlo VIH e <lei suoi successori, che ci coml-r,ttcrono ripetc,tarnen le, sicchè le artiglierie i n u so nei )}rimi • dccci:•1i del s<!colo XVI ,possono classificarsi ù1: doppi ca1l no!1i 1 cannoni, mezzi caru1on i e quar.t i di canmmi, 1:tncianti pal!c d i ghisa di peso osciHante fra

Secoli XVII e XV11I. Nella prima metà del seçolo XVII s i ricG110bbe grad2.tamcnk la convenien,;a nonchè

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Artig-Jleria del sec. XYl !

il vo.ntagg.i o di dare alle art iglie rie da im):> iegare sul campo di battaglia il maggior grado possibile di mobilit'i . Chi' cominci,, a d:\re ap.plicazione a questo principio fu Gusla\'O Adolfo J i Svezia, ,che ebbe 11ci pro:prì eserciti Gu1non i leggeri d 1c potevano essere traina.ti da uno o due ca valli ( e anche a braccia nel momento dd l'azio11c) e d1e venivano distribui ti ai rcggi,,,cnti cli fa11teria . Alla mobilità d"i p~a i (;usiavo A~ dc;lfo volle che fosse un ita, la speclit-ezza del servizio e, pee conseguir la, introdusse l'uso delJe -caric,hc già p repr::ratc e ntro sacchetti a i qual i si ·unì talvolta il proietto>

le 120 e le Sù libbre; gra,c<l i colub rine, colubrine, meuc c;olu brine e cnh.,br inc bastarde, con p ro ietto fra 30 e 20 lil,bre: S«fffl ct•n ,proietto d i circa IO libbre; falconi c'ln proietti di 6 libbre; falconetti con ·proietto •di 4 e 3 libbre, Delle antiche bombarde continuarono ad esse re us~ li i ,ncnt d, che vennero anche chiarm1ti « p et ricri >> r,erchè 1anciavano proietto costituito da una p,,lla cii pidrn ovvero da un xecipientc ri<;mpito di viottoli. Siccome pirè,; era la.sciata a;i fonditori ·l a 1nassima li hcrlà. n ella fabbricazione delle artiglierie, essi ne costruivano d i ca·libri diversissimi, e qùin<li in breve tempo, sia in Italia che fuori, venne a ver ificarsi un'e-

pr-elud-~ndo cosi all' impiego. divenu to più tardi generale per le a r tigl ierie carnt;>a li, <le) cartoccio a palla. Nella seconda metà c!el sec. XVII le bocche da fuoco pel lancio delle bombe, che vennero poi chiamate «obici>', si d iffusero in tutta Eur;pa (meno in Italia, dove si continuarono a usare le antiche artiglierie senz,t int rodurvi in1po,ta.nti modificazioni). Verso !., fine <lei see◊lo XVII cominciò a predominare ovunqL,e il principio adottalo da Gustavo A<lo!fo di creare ~,.rtig licrie

leggere. · In

F ra-11c ia

vennero eseguiti

studi

nelle 3cuole di /\ .rtiglieria (che s·orsero nei prim i decenni del secolo XVITT) per scmp li lìcare il mater iale·


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Canno ne <lt1 campagn a (scc. XVII) e renderle, più mobile e di più facile impiego. In Au• ~trii e in Prt1 S$Ìa si ebbero nel!Ct prima metà d el secolo XVIII notevoli perfezionamenti nel materiale d i artiglieria e s pecialmen te nel suo funzio1111mcnto cd impiego. I miglioramenti si manifcst&rono poi specialmcnie all'epoca di f~crico Il <li P russia, il quale, fra !'alti-o, fo il primo ad avere l'unità batteria permanentemente cos1ituita, sia in mi.teriale che in personale, ed a creare batterie a cavallo, che impiegò utilmente <lur:rntr h i:;:.ierra dei selle anni. Questa guerra

adoperate prom iscuamlente nelle -circostanze p iù d iffere11ti, nelle seguenti specialità: materiale da c&rnpa!'-na, n::\leriale da assedio, materiale da ,piazza, materia-le da costa, interessandosi specialmente d el materiale da cam,pagna, che era quello che più abbisognava di essere trasformato ed alleggerito. No tevolissimi furono i perfezionamenti introdotti dal Gribe:i.uva.l nel ma.terialc da campagna, n el servizio e nelle munizioni. . I cavalli furono tutti atta-ccati a pariglia, fu introdotto l'uso della prolu'nga, e, per ciascun calibro, due nuovi modelli <li proietti a cartoccio, detti scatola a mitraglia grande e piccola. Alle bocche da fuoco di grosso

Scovolatura all'antina e 1,11Kr;,ssalu ra clc tt'otwratore calibro vennero aggiunti n10rtai di vario calibro e un pc triero da_ 15 pollici. Postnzlo11e cl'arUglleria flàlia,10. ( 1917) In Italia, intanto, le artiglierie progredivano poco e lentamen te, salvo in l'iemonte, dove i principi sabaud i e fe precedenti avevano messo in rilievo difcLti e insufficienze nell'artiglieria francese, ma a rimunverli non òedi{:arono ripetutamen te le proprie cure al loro persi potè pensare che a pace conclusa. Fu allora che vcn- · fezionamento. Furono infatti fondate da Carlo Emanuele III n el 1739 k pri me scuole teoriche di art ine affidato al Gribeauval (che , aveva prestato per vari glieria e <li fortificazione ed esse, sotto la guida sa-'Inni lodevolissimo servizio presso ·l'àlleata Austria) lo incarico di stud ia re e attuare i miglioramenti che la • piente del Bcrtola e, sopra tutto di Papacino d'Antoni, ,sua esperienza e la sua profonda conoscenza delle ar· acctuistarono presto fama europea. Quanto al materiale, fu adottaìo nel 1760 quello che di buono era stato fino t.ig!icrie austriaca e prussiana gli suggeriva.no. In poa llora concrntato· ed attuato a ltrove. La superiorità <lei d ii anni ( I 762-65) egli li concretò cd essi vennero consacrati in un editto dell'agosto 1765. Il Gribeau\·a.J sudmateriale ideato dal Gribeauval rifulse subito indiscussa; furono con es~o combaltutc le guerre della r idivise le bocche da fuoco, che fino allora ernno state


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voluzione e del primo impero e il c;uo innegabile successo indusse mano mano •le altre n azioni a imitarlo. ;\le risultò cbe, alla fine del secolo XVIII, le artiglier ie <lei vari stati d'Europa erano fra loro somigliantiss ime e tutte basate sui rnncetti -del Gribeauval, d el qLla le b~n a ragione K apoleonc scrisse che ebbe « le génie <le l'artilleric r,. Lo shrapnel è dei primi anni del secolo XI X, e . così l'allunga.mento dell'obice. 1\l p rincipio dell'allungamento d ell'anima dell'obice si informa tono gli studi del fcancese Paù;ba..ns sulle artiglierie da co,ta e navali. Egli propose una grossa bocc3. do. foc~o incaYaka.ta su un affusto solido e di facile rnanovra. e nel 1824 la Francia, in seguito ai buoni r is:i!tati di r.umerose esperienze, a(lottò il cann6ne-obicc tipo Paixhans d i ferro fuso, ca,pace d i forte carica e <lei calibri eh 18 e 21 cm. Gli altri Stati la imitarono. Chi impiegq per la. prima volta queste nuove bocche da fuoco fu la flotta russa che ne( l 8.'i3, con alounc d, esse, d istrnsse complétamenle l'annata turca a Na-

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&to d i Artiglier ia da campagna, da montagna, da mu~ ro,1 da costa. Le a.rt iglierie impiegate fin verso la rnelà del secolo XIX, aven ti anima liscia, lanciavano, come s'i;, detto, proietti ;;fe,;i-ci ,pieni (la palla usata dai cannoni) o cavi e scoppianti ( la granata o bomba usata dagli obi-

v..1..rir10 .

Elevazione del pezzo ci e dai mortai). Per rendere po;sibile il caricamento, che s i faceva <lalla booca, era, · ind ispensabile che il diametro ,del · -proietto fosse leggermente più rpiccolo del ealibro ècll<) b_o çca da fuoco. Ne risultava, a caricamento avvenuto, un certo gi'uoco, il vento, che dava

Il orotettlle entra. neua culatta

Ec-cezione falta di alcune bocche da fuoco leggere da ç ampo, <li ghisa, d'i cui era forn,to Gustavo Adolfo, s ino a tutto ii secolo XVIII il metallo usato per . la fmione delle artiglierie fu il ·bronzo. V.impiego della ghisa ebbe sviluppo solo nei pi-imi decenni del secolo Xl X . . G i:: d urante le guerre n°a poleoniche si era ri·scontrata la'. mancanza di una bocca <la. fuoco d i sufficiente potenza facilmente trasportabile in montagna. ,Gii siudi all'uopo svolti condussero a ll'adozione, av-ven uta <)'u asi dovunque ,prima della. metà del secolo scorso, <::i una leggera .bocca da fuoco (ca1mone od -0bice) trasportabjle a dorso di mulo. Al ,principio del 1800 furono introdotte :1ell.: artiglier ie a ltre innova2ion i -o ltre quelle !ìn ora 1c~ennat~. l :i P iemonte Re Vittorio EP1annclc I ordinò che fossero· ~ta,biEte !e forme ie dimensioni e le · pr•.>porzioni e fossero fissati i calibri" d i u n sistema <li bocche <la fuoco da sostituire a quello <ie: 1760 ancora in uso, introducendovi i perfezionamenti attuati negli eserciti esteri . Si ebbe così il ma ter iale chiamato del mod. 1818, a cui si aggiunsero n uove armli nel 1828 e nel 1833. Con un riordinamento definitivo del 1844, il materiale piemontese risultò compo-

Alcuntl isLantl dopo il 1.1ro origin e a t m corti, poco precisi. e di scarso effetto. Vari furono ,i mezzi studiati per eliminare questi inconvenient i, ma es~i non potettero essere sopressi che colla applicazione della rigatll·ra (V.) alle bocche da fuoco, , coll'adozione · dei p~oietti oblunghi in sostituzione di qL1ell i ,;feri-ci e coll' introduzione della retròcarica (V.). Furon,:, gli ~tudi, le esperienze e le proposte d el Genera le Cavalli (V.) illustrazione e gloria dell'artiglieria piemontese, che iniziarono per l'artiglieria una nuova era, e rpenniscro ,poi di raggiungere una giustezza ed


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efficacia d i tiro che possono veramente dirsi n1eravigEose. ,S i ebbero anéhe a:-tig lier ie scomponibili,- cioè composte di varie parli facilmente trasportabili e rapidamcn~e collegabili al m0111ento del bisogno. Queste artiglieci~ furono in izi1lmcme st udiate dai russi e dagli i ngles i. In Russia venne infatti pr ovato un can, none da 2n cm. d i acciaio, scomponibile in tre parti, ed• in Inghilterra fu adot,tato un cannone poco dissimile da· quello russo, composto però di due :parti. Il v,mfaggio nv1.ggiore della scomponibi lità sta nel limi;ato peso delle partì e, quindi, nella facilità <lei !oro tra~porto. Perciò l'applicazione del principio dà i maggiori frutti .r1elle artigHr.ric da 1llo.rita gna, da carnpagntt e da assedio, che n on d ebbo110 superare d ati l imiti di peso. L e a rtiglierie venner o (e sono tu ttora) d istinlè : r ispetto alle specie di tiro, in cannoni, ob ici e mortai; rispe.t'to a , ~erviz ic, in artiglierie da montagna, camJ" igna, ,a ssedio, difesa, costa : rispetto alla J)Otenza o alla gra,n dezza del cali bro.' in a.r tiglieri e di piccolo, medio e gro~so cal ibro. Tl tiro p uò · e.;;serc · di lancio o

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1.'l cm., per gli obici quclji che non superano i 21 cm. e per i mortai quelli che non superano i 24 .c m. ; grosSL

quelli su.pèriori a i 24 cm. P er gli A,;Jusf'i, v. la voce relativa. _ Non ostante jl costante perfezionamento, - il tiro dell'artiglieria campa·l e crn troppo len to ri~petto a quello, esegu ibite dallr, fanteria- •col.le ar mi a ripetizione e perciò la :prima trovavasi in condizioni d i inferio rità ri~petto a.Ila seconda. Vi [u a llora c hi , rammentò che giiÌ il Gèn . Cava lli aveva prngettato un materia le da. campagna a t i1·0 celere, da lui chiamato « A.rtiglier ia wc.eia-tor i», che s i distingueva per la soppressione del rinculo dell'affusto e per l'esistenza di uno scudo 'di ferrc> per p roteggere i serventi dai tiri fronta ii. L 'idea propugnata d a l Ca.valli cadde a l suo tem,po 1per le Òpposizioni cbe incontr ò e per le diffi,coltit tocniche d i co~truzione, insuperabili in quell'epoca; ma s i p uò <lire c11c .fo essa la prima ispiratrice d egli studi che cond ussero alle attuali artig lier ie a tir,o rapido, prime fra. tutte queHc del fra ncese Deport ( 1897) con freno idropn~u.ma.tico a g!iccru!a ed aria compressa. Come semp re, vi furono O~tifità e diffidenze, ma queste · caddero -p resto, sicchè al princ ipio <lei nostro secolo si iniziò .pres.,o tul!i gli esèrciti la sostituzione dei ma te ria li di artigliéria ca.m.p alc a tiw !euro o accelerato con qu elli a tirorapido, _e,;sen<lo ormai._ tutti con·Cordi ne l 'criten~rc in<lispensabik all'a.rtigl ieria 'Cla campagna. una grande celerità <l i tiro ,per interveni,re in qualunque momento .nella lo~ta e conseguire speditame,rte notevoli e ffetti sul bersaglio. L'aumento di efficacia ,:lato dalla rap idità di tfro permise d i pensare· a una •d iminuzione del calibro sen n che c iò .pregiud icasse la potenza del!' a,rma. ·Contempor\l,ncamentc, coll'uso di metalli dota ti vor,qri11e sr.ruva1a eta un p,~zzo ùa ~05 di ottin,e q_uali tà meccaniche (ac· cia i spec iali al nichelio, a l cromo, al manganese, ecc,). teso, curvo o in al'Cata, ind iretto. Essen,;ialmcnte i cansi pote! a.vere) a pàr i resistcnz'.l un peso n1inore d_ eHa. noni esegu{scono il tiro d i lancio, i morta i il tiro di curvo e: gli obici il tiro indiretto, !}U,r senza escludere ~occ:i c~a fL.1oco, pur a'Jm'entarHione la. lunghezza. in ,ealibri pe r ottenet'.C vt!ocitti iniziali e gittate maggiori. che i ea.:fnc:ni possa;10 lanpiare proietti cori traie ttoria A,;frrcè il comples,0 d i queste innova1,ioni $i riuscì a semitesa e d ic i -cannoni e gli ,M ie i possano eseguite r~ggiunge-rc in qucsle borchc da fuoco tH1a rapidità. i iri a reati. Quanto al servizio, le artiglierie debbono f~r tco , ica <li tiro pari a 25- 30 colpi a l 111inuto per pezfronte alle esigef)zc dell'azione che sono chia male a zo, ché s i riclur.en però, i n p ratica. a tS-20 colµ i. svolgere. Perciò quelle da campagna d !'bbono avere Verso ii 1913- 14 in Italia avc;•amo d ue ma teriali in gn,nde mobili tà ìÌ1 terreni anche accidentali, rna solacòaio d a 75 mm.: uno tipo Krupp mod. 1906 e uno• cati cb strade carrcg~iabi li ; qµelle da rnontagna deptipo Dcport modelÌo 1911. Il cannone dei d ue tipi a ve-, bono essèr e traspor.t ab ili a somegg.io; quelle da asseva uguali qualità balist iche, con ,1na gitta ta mas&ima. dio debbono p resen\are una certa facilità al lfa ino di 6800 m. col ti?o a granata e di 5800 col -tiro a. su ·s trade buone o messe in buone condizioni, con anshrapnel. Gli a ffusti <li en trambi i material i er ano a. dature non rapide; quelle da difesa, essendo colloca.te de ror mazione, •ma quello del •mod. 1911. era d_etto del n. posto in tempo cli P\\Ce, possono avere ·i maggiori tipo D eport a 'grand i settori di tiro, c ioè aveva la cod a pe~i; q~1elle à~ costa, ana logamente a quélle, da d ifesa, costitu ita <la due mezze code articolate a snodo sul~a possono giungere a i calibri massinJi proporziomttamente sala, riunibili per formare w1a c,oda unica pc! traino. all'nione su lle nav-i avversarie che ·<la esse si vuole otG li scudi di .protezione avevano lo $JlCSsore di · 4, mm. tenere . Uaa sotfo&pecie dell'artiglieria da campagna è e non erano perforabili d,dk pa llottole del fucile 91 quella. a -cavallo, -che deve avere mobilità tale da poter se non a d istanze inferiori ai 200 m . Come attiglierie agire colie divis ion i di qivalleria. Per ciò che .s i r iferida monta~na si avevano il materia.le da 70 mm. in_ sce ai calibri, sono <piç_<:oli quelli che non · superanQ. a•cciaio ad affusto rigido e scomponibile, in yia di so9 cm.; n,edi, per i cannoni, quel I i che non superano i


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stituz ione, e il materia le ,:egola.mentai·e da 65 in ac.cfri io con affusto a deforn1azione . Si pensava già anche ad un ob ice leggero s01ucggia.bile o almeno tminabile su carri speciali. Per le batterie a caval lo si usava il materia le da 75 modello 1912 con affusti sen7-:t seggiolo ( i serventi c.i:a,no tutti montat i) e con cac,son i p iù p iccoli e, quin<li, p iù leggeri. Si studiavano ovunque ,boccJ1e da fuoco per il t iro contro aeromobili. Da noi erano in esperimento 1natedali K rupp su ruote e ma teria li E .rhardt su autocarri; furono poi adotta ti i matcr.ia li da 75 del tipo Krupp su affust i a candeJ;ere, fissati e sostenuti da autocarri. Intanto, esse ndosi <la tempo (spec iaJiuent-e dopo !a guerra russo-tur ca del l87i-78) osservata l' impotenza del)e artiglierie leggere (a,-sse) nel battere i fort i oràina111en1i d ifensivi ( dei turchi a Plewna) si era •pensale aù. una bocca da fuoco p iù potente del cannone •campa le e fin dal 1386 la I{uss ia aveva adottato i11 servi7.io un mortaio da 152 mn,. In Germania, nel 1890, furono a,:lottati un n 1ortai ,1 da 120 mm . p el t iro areato ed un obice da 149 i:,el tiro a gra1tala, coll'intento <li costituire batterie trai11a te crupac: ,cli seguir e le trnppe anche fuori delle stra<lc e <li disporre i peni in batter ia su l terreno n atu ra le . .\Tacque così l'artigl ieria detta dai tedeschi pesante d'ar111::ita, che, s.uccessiva1nonte! assunse da.pp''-'rtutto -il nome d i a rt iglier ia pesaJlle campale . Già prima cieli-a. guerra mondiale, in lt~ lia ernno in serv izio ca·nnpni da 120 e d a .149 mm., mor tai da 149 e da 210 mm. e obici da 280 corti e lun ghi e da 305 mm. Riguardo a lle ,polve~i, fu ,coll' in troduzione di arm i l)Ortati li " ripe tizione ·e di artiglierie a t iro ;a-pi<lo che la neces-sit,\ d i 'iiolvero infume si rese im;,cllen le perch~ la. scompa.rsa del fumo avrebbe reso possibile il pun ta.mento nel tiro celere e avrebbe eliminato l'e lemento che più facilmente ,:ivelava al nemico .le posizion i occupate. I.e esper ienze furono in iziate fino da l 1860, ma solo nel 1884 s i ebbe la prima soluzione p ra tica del problema per opera del francese Viei!Jc; successive

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c-gperienz~ por tar ono nel 1888 i l Nobel a inventare la balistite. Da noi, oltre var ie specie <li polveri nere. erano rcgohmentari la balistite, la soleni te, .. la gelatina esplosin e la polvere così detta C della :èl'farina. Inoltre si usavano la pcrtitc e il tritolo per ìl carka~1nento intcr;10 d i molt i pr oietti. La ì\Ja rina esperimcacava l'ammonal. L' esplosivo con cui sono costituitG le tanche d i lancio dei ,p roietti p;·oduce gas ad alta p res-

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Sis temazione di cannone p rod it>ro ria 102 mm. S(JJ)ra 1111 ('UJCCiOIOFp ell i11ier e

sione e ad eleva ta tcn~pc<ratura. Q.uest i gas agiscono danneggiando i'an irna. del-le bocche da fuoco, la quale diventt>. man mano ruvida e scnipolata e presenta qua e _là piccoli canaletti e piccole buche, me11trc i pieni fra le righe s i app iattiscono. P oco alla volta il dia.Illetro <lell'ani1na -crcsce11 i gas sfuggono vjolenternente per il ,vento, che così viene a formarsi fra la bocca da fuoco e il pro ietto, e il logoramento iniziale aumenta. li .proie tto n011 acqu is ta a llora più la rotazione e la veioc'itii ,n izialc · per cui er a stato studiato e la sua. l:-,,iettorw. d iven ta irregola1·e. la p recisio1ie del tiro diminuisce m,olto ~cnsibi lmentc e la bocca da fuoco, erosa,

Lo sparo delle g-rosse arl.ig-lìcrie cli m," cora;:zata


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110n può più essere utilmente impiegata. Le artiglierie d i piccolo caiibro possono lanc iar e 4000 a 7500 colp i ; un cannone da 100 circa 740 <:olpi;, un cannone da 152 circa 400 colpi; un cannone da 305 circa l SO colpi e il cannone americano da 406 reggerebbe soltanto a 83 colp i. T.a guerra mondiale p rodusse una qu:rntità d i p erfczic,nam:enti e innovazion i, delle quali è dc-tto a suo luogo, nello sdluppo di ciascuna voce inerente all'artig!:eri.t. Dopo la guel'ra \li fu un :periodo più o meno lungo di stasi e d i assestamento, in cui si cercò di riord inare il materia le, ut'ilizzando nel modo migliore, do,·e se ne aveva, quello di preda bellica. Ma gli studi c le esperienze vennero ben presto ripresi. In Italia (1926), <:ome artiglierie campali leggere abbiamo il cannone da 75 mod. 19 11 e l'obice leggero da 100 di preda bclli<:.1 1 lungo 17 calibr i, su a ffu~to a defor mazio11e. Come artiglieria da montagn a abbiamo il pezzo (che non può chiamarsi propriamente nè obice nè cannone) da i5, lungo 13 calibri, che ha sostituito il cannone -da 65, rimasto in servizio per essere sfruttato quas_i esclusivamente cornie arma da .difesa e J.ler le cofonie. Viene inoltre utilizzato l'obice leggero campale. L'artiglieria a ca,·allo conserva il proprio materiale da i5 mod. 1912. Pel tiro contro gli aerei gli attuali cannoni da 75 si sono dimostrati di scarsa gittata. S , tende perc iò all'adozione d i 11.n ,can none semp·r e da 75, ma hrngo <:irca 45 cali bri per conseguire una gittata massù11a di 12.000 m. Il cannone dovrebbe sisternarsi su autocarro, o meglio, su vettura rimorchio per evitare il motore in batteria. Si studiano miglioramenti 11ella forma d el 1iroietto e, a motivo della grande gittata necessaria, si ricerca una spoletta a lunga durata. Le artiglierie pesanti campali in servizio sono il cannone da 105 e l'obice da 149. Queste due bocch: da fuoco non sono scevre d i d ifetti, ma non si pensa, almeno per ora, alla loro sostituzione. S i fanno invece studi ed esperienze per migliorare i proie\ti e le c:i.riche per eliminare almeno parzialmente tali difetti. Con,·errebbe avere un <:annone con gittata di 15.000 m. almeno e un obice con gittata di almeno 10.000 m . Per le artiglierie pesanti sono in servizio boc<:he d a fuoco di tipi diverai, di <:alibri vari e di d ifferenti provenienze, alcune -delle quali antiquate e su affusti rigidi di s,c::.r50 1·cn<limento. Come calibri massimi abbiamo l'obice da .305 e il cannone da 381 su affusto ferroviario; inoltre alcuni esem plari ( d i preda bellica) dell'obice da costa austria.co da 420 (da n oi compreso fra mortai) su affusti da difesa o da assedio. Per il materiale illustrativo, vedere anche le .voci Af-

fusto, Bombarda, Cam,onc, lvlortaio, Ob-ice., e i nom i particolari delle varie artiglierie. ARUCLIBkU: :-1,w.u.1. Le artiglierie navali si <listinguono da quelle degli escrdti soprattutto per la necessità d i aver gran de .ra.dcnza della traiettoria con collseguente alta ve_Jocità iniziale. Q ueste caratteristiche imperlano una notevole lunghezza di arma, una fo, te pres,;ione ~1assiina e note,,oli sforzi di rinculo che si ripercuotono sulle sottostrutture senza peraltro preoccupare l'artigliere marino che sa :predisporre la struttura dello scafo in mo<lo dhe q uesti sforzi siano sufficientemente sostenuti. Le moderne artiglierie na,·ali banno in generale da 800 a 900 metri di velocità iniziale, sono lunghe da 45 a 55 <:alibri, hanno prcs-

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sicni 1mssime di 3200 atmosfere circa; gli sforzi di rinculo variano n aturalmente col calibro e vanno da un m.inimo d i 10 mila kg. per il cannone da 76 mm. ad un massimo di 500.000 kg. circa per il · cannone da 406 mm. Alle caratteristiche <li <:ui sopra si accompagna un:i. grande rapidità d i tiro, la massima precis ione, tr:.tlandosi d i colpire con un cannone che è ubicato su di una piattaforma mobile dei bersagli di piccole dimensicni (qu:ile può essere co11sidera1a una nave lunga duecento metri, quando vi si spara contro con cannoni da 381, dalla distanza di 27 km.). Di artiglierie navali ve ne sono dei <più svariati calibri e ~i pusso1•0 distinguer= ir.: tre categorie: CalilJri da 40, 76, 90, 100, 102, 120, 127 mm.; calibri, delle a.rtiglierie antisiluranti, da 120, 127, 130, 1-10, 152, 164 rnm.; calibri, delle grosse artiglie.rie per incrocia tori e n:i.vi da battaglia, da 190, 203, 234, 240, 254, .305, 340, 343, 356, 381, 406 mm. Le grosse artiglierie sono disposte. su torri corazzate, quelle di medio e piccolo calibro sono disposte in batterie corazzate sui fianchi, al centro delle navi, oppure sul ,ponte di coperta. Le vere e proprie artiglierie navali h a nno :1vuto origine con le navi a vela, quando queste si erano stan-

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~ na, ate an11~11urante

d~rd izzatc nei tre tipi ben d istin ti : la corvetta (un sc:o ponte) la fregata (due ponti) il vascello (tre ponti) .. 1 vascelli non ~riavano meno di 90 a 100 a 120 cannoni, ma questi erano di vario tipo, secondo la posizione che occupavano sulla nave. Nel ponte inferiore stavano i ,cannoni in ter i e i mezzi cannoni del calibro da 15 a 20 cm., che pesavano 2000 kg. circa' e tiravano palle- del peso di 20 kg. circa. Xci ponte di mezzo erano in generale postate le colubrine e mezze colubrine dcì calibro di poco inferiore al precedente ma che lanciavano proiettili del peso metà ci-rea, e sul ponte superiore vi erano i così d etti sagri, o a r tig lierie leggere dell'epoca, che non arrivavano ai 100 kg. di peso, e ,lancia ,·ano palle del diametro di 8 cm. e del peso dì 2,S kg. I l t ipo d i anmunei1to e il · tipo di artiglieria r imase si può dire inalterato per tutto il periodo della marina velica dal 1600 al 1830; il famoso 11. Victory », nave ammirai;lia di Nelson, aveva 100 cannoni, 30 per ognuno dei tre pon ti, di peso progressivamente in diminuzione da,\ pon te inferiore a l ,ponte supedore, p iit 10 caimon i leggeri, su l cassero e su l castello. Verso il 17SO so)tanto, si era cominciato a notare 1111 cambiamento, più che un progresso, con l'adozione a bordo delle carronade, art..ig!ierie d i canna corta e grosso calibro e quindi assai adatte all'uso di bordo specialmente, perchè s i dovevano caricare dalla ,bocca. Le carromde avevano una gettata rispettabile, di 600 metri circa, la massima ottenibile con le artiglierie di allora.

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AB'!'

Ì'iel 1840 si comincia a<l in trodurre l'.1,1so del cannone caccia"tore, posto a prua nel pia1,10 diametrale della naYe ed allora è possibi le aumentare la ,l unghezza dell'anima e quir,di Ja gettata. Q uesto canuone p esava 5 tonnellate e -lanciava un proiettile di 30 kg. di peso. Le bocche da fuoco erano tutte fuse di ge tto in ferro

'lrom6a. mdo

i®a) Irta Ir JJ ICHE; Ir') 1r J;1 r Jt IEHE:r1 r r

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ArmamenLO de lle arli g l ie,rie per il salllto

o ghisa e si in nescavano col focone:. Il tutto era molto ruzzo e ~cmplice e perciò poco preciso. lJn notevole progresso si ebbe quando furono adottati sulle navi i << cannoni-obusier l), che il colonnello Paixhans ayeva ideato fin dal 1824. Q,1~sti ca,nnoni permettevano i: tiro radente pur impiegando i pròiettili scoppianti. La granata scoppiante era da lunga. pezza usata nell'artiglieria. terrestre, ma essa veniva ia nciata col mortaio, pen:hè questo era la sola bocca da fuoco che permHteva di adoperare un proiettile, il quale sporgendo con la <parte antericre a l di iuori della bocca, dava modo di as3icurarsi òella buona posizione della spoietta e del buon in,1escamento. I mortai con granate scoppianti erano già stati impiegati a bordo nel!e galeotte dei francesi e dall'amm iraglio veaeliano Bino a Tunis.i nel I775, nonchè dai R11>si nel Mar d'Azof contro i Turchi nel 1778; ma il colonneìlo Paixhans col suo cannone seppe inoltre risolvere due importan ti questioni: 1° que lla del debole rinculo, dando al cannone un grande peso e quindi 1.na forte massa d' inerzia. alla reazione d i tiro; 2" quella del caricamenlo, introducendo i proiettili dalla bocca u nitamente a speciali ta.:cbi d i legno c ilindr ici, sagomati, che assi,curavano c he la :Palla rimanesse, dopo caricata, con la spoletta nella posizione an teriore. Quando si sparava jJ tacco· d i ,legno ca.deva a:ll'uscita da.lìa. bocca, e il proiettile continuava per la sua tra.ietto-

rigate, preconizzando l'uso dell'acciaio nella costruzione dei cannon i. Nel 1855 il costruttore inglese W illia.m A-rmstxong presentò il primo cannone r igato a, retr-ocarica e ad elemen ti. Negli Stati Uniti si continuarono a costruire cannoni li:9ci (Rochnan) e r igati (Parrol) d i ghisa, ma d i p eso .e potenza superiori a tut(i quelli dell'epoca ( 115 mila ,libbre con 507 mm. d i calioro) che lol'O dettero per un po' di tempo fama mondia le. Nel.le Marine Italiane rimasero regolamentari i cannoni di ghisa svedese, lisci e del calibro da 16 a 18 cm. ma non tardarono a scomparire poco dopo il L865, epoca in èui vennero universalnwnte adottati i cannoni rigali a<l avancadca, Om1ai i·l sistema Armistrong si era fatto stra.da, malgrado i primi inevitabili insuccessi , i cannoni aumentarono rapida.mente d i calibro, ta.n• to che nel 1370 la .Marina Italiana, prima nel mondo,

Grosse art:ig-l!er ie cli coraz7.ata i ta li aoa

Si,nema1,ione di gròsse ar tlg-Herie (corazzata Inglese)

.l'Ìa.. Tali importanti inuovazioni <lrvennero generali verso la metà del sewlo. ' Frattan to, fin dal 1846 .il genera.le Ca,va,1li aveva fatto costruire in Svezia il primo cannone riga to a retrocarica e nt l 1840 il capitano fra ncese Treuille de J3eauheu aveva anch'esso avuto l'idea delle artiglierie

adottava per le proprie navi i giganteschi cannoni da J 00 tonneli'ate del calibro da 450 ,m m. -per i quali fu necessaria una completa .,-ivoluzio11c n elle costruzioni navali. E na cquero <:osì le navi << Dandolo n e «·Du.ilio J) , armate con IV 450, che ra(:'oresentarono allora le u nità più_ potenti de l mondo. Il caricamento ad avancari•ca però, oltre ad essere scomodo, dava luogo a gravi inconven ienti, quali queHo avvenuto nel 1879 a -bor<lo della. corazzata inglese ,e T h ah<l~rcr )i. Jn uno ~p31 0 a coppia, e mentre detta nave eseguiva i tiri, per il fumo p rodotto da uno de i cannoni, gli artig,lieri non s i accorsero che un cannone era rimasto ca.ri•co, e lo caricarono due volte. Nel colpo successivo ii cannone scoppiò causando numerose v ittime umane e ingenti dann i. F u necessario rivolgere gli studi ai sistemi di otturazione; i francesi idearono il sistema a vite cilir.dro, dal quale p oi è derivato 41 tronco conico che è stato adottato nella :Marina In-


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~lts1.rUrnz,onè de.H,, arngli e1·ie sopra una rnoflrrnct nave da lia11aglla glese e I taliana : i tedeschi rkorsero a ll'ot tu rator e a blocco tras".ersa le di Krupp è v j r imasero fedeli, malgrado le diffico!t~ create d a l ca ricamen to a bossoli. La prima marina ad adottare il caricamento a retrocarica P.ra s ta ta ,la .Francia fin dal 1864: l'Ingh ilterra e l'Ita:ia vi ard varono soltan to nel 1881. Si i:,rogredi- in prosieguo roine n elle Ar tiglier ie di !c,ra, con la cerdi ialura ad elementi e a n.astro (ne occorrevano circa 180 km . p er un. .solo ca nnone da 305) si ,pcrfetionò l'affusto con l'adozione della cuhla e ,de.i recupenu ori i<.!rop1le•1matki, fin o a giungere al l attualc cannone <:a 406, che è il massimo calibro consentito ùa:lla Com,en~ione d i Washington. 1

AR)I A D'ARTICI:IERIA. L 'arma d'a rt iglieria è incaricata àella condotta, del servizio e· dell' impiego di tutte le u tiglierie, nonchè dél riforni men to delle munizioni a tutte. le ar mi. A,I .persona !c d':u:tiglieria sot\O inoltre a ffida ti le_ studio e la. fabbricazione, riparazione, d ist ribuzione e conservazione delle armi, 1nunizioni e carreggi . ( esclusi quelli del ,gçn io) occorrenti.. alle tntppc delle var ie arm i ed a i servizì. A1tche quest'arma.. - come le a ltre trac le sµe crigin i clall'esercilo sardo. ·s ino a l 1625 il -persona le dei bombardier i dell'Eser-cito P iemon tese non fece parte òclla m ili1,ia. Esso era ri uni to i11 cor porazion i d i rncstiere e serviva te mporaneamente e per me rcede. Il 30 luglio 1625 il D uca 8arlo Eman uele I determinò che i bombardier: dovessero a.pparfenc,·e a lla .milizia e cos tituì d i . essi una compa.gnia, d ivenuta liattaglione 11el li26, reggimento nel li43. Il primo i mportan te or'dinamcn,o àcl lc truppe d'a rliglieria :si e,bbe nel 1691 : esrn f \ t il seguen te : Cons iglio generale, 1 cp. bombardieri, l cp. rnaest r~~nza, 1 ,c-p. ruin_atori. serviz i accessorì. Successivi riordi11an')ç1: ti avvennero n el 16?6, nel

lil4 e nel l i 39. Nel 1775 fu chiamato <l Corpo nale cl' Artiglieria)), composto di 1 sta to maggiore, 1 R egg. reale d'Art., scuole; Corpo, <lcll' Art. de i battaglioni {soppresso nel 1783); compagn ia franca d i Sardegna . Il C~•rpo, che ,prese parte a tu l.Lc le campà.gné dell'epoca, venne sciolto duran te i-I periodo dell'occupaziunc fra,11ccse e.lei P iemonte, e r icostitÙito ,1el 181-1 conie segue : a) Artiglieria a pie<li, composta di l stato maggiore, d i 2 battaglion i, ognuno d i 6 cp. cannon ieri; /,) /1 r tig lieria ·p rovinciale, costitu ita di uom1m · p rovincia.I-i destinati a rinforzare il corpo in guerr a; e) Ar tiglier ia volamc, composta d i 4 cp. <!'artiglieri addest rati a serv izi celeri in campagna; d) .'\ r tiglieria reale d i Sardegna su tre cp. ca nnonieri ; e) Artiglieria sedentaria, della quale facevano par te tutti gli addetli ad uf\ici e g li invalidi. Nell'anno successivo 1815, venn t creato un ,primo repa,-to del treno . Altri ordinamenti si ebbero nel 1820, nel ·183 I, n el 1833-, anno ne l quale ve11ncro create 2 b a rt.:, ,e a ca vallo, nel 1837, n el 1841, ne! 1850. Dopo l'annessione della T oscana. e dell!Emilia i'ese rcito ebbe un nuovo incremen to per la cost;tuzione dell'esercito italiano, e il Corpo p rese il nom~ d i « Arma di ar t·ig lie1·ia ». Al{re modificazioni s i ebbc r·o nd 18i 0, nel 187.3 (venn e allora il ser vi~io de i pon ti ,r;a.ss:<1 0 all'a cm:i.· C:el Genio), ne l 1882, nel 1887. 1;el 1894, nel 1897, nel 1902, nel 1910. Dal 1914 al maggio 1915 l'ar tiglieria subì -un ul1e1·jorc incremc:nto çhc si ~.ccen.tuò anco1·a in .. modo scn f.ib ilissimo durante la guerra italo-austriaca. cou., l'au mento clc lle boc;che da {uoco e con l'aggiunta d i special itò 1rnove ,< <1uelle preesistenti. Dall'armistizio aù oggi, l'arma {\'artiglieria, seguendo le viccn<fo d 'assestamento - !u tt'ora in atto - dell'esercito il".iliano. ciie Yinta brilla,;temente -l'aspra lo tta contro il seco-


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H3 -

F r egi cl'A1·tig·lie r-ia: :I) Art. pesante e cta cos La: 2 ) J\i'L, <la mont,1g-11:1; 3) 1\Tt. pesan1e camp«le ; 4) A.r t. et-"'

campagna; J ) A1·t. a c1v,,1Jo; G) Art. Wfi&1•0,,e,•ei.

lar~ J1cmico, dovtv:i ridursi a. pii, modeste proporzioil i adattru1<losi nello st_esso tempo alle necessità varie derivate dall'esperienza del per,iodo bellico, ed ali.e esi_genze socia li e fina.1,z iarìe impePiosamen te delineates i aJ!'indo:uani della condus ione dell'annis tizio, passò a 1rnversò tre ;uceessi·vi ord inamen ti : Albr icc i (novCJ11b1'e 19 19) - Bonomi (aprile 1920) - D iaz (gennaio

1923) tuttora in vigore. Secondo quest'uitimo ordinamento l'ar tna <l'artiglieria. comprende : I. L'ru·ma e il servizio tcrr.itoriale <l'An.; ÌI. Il servizio tecnico d'Art.; costin,iscono l'arma e il se,viziò territoriale <l'Art. : a) 10 Comandi d ' artig lieria d i Corpo d'Annata; b) 27 reggimenti da ca mpagna ; e) 14 regghnenti pesante carnpn!c; d) l reggimento a cavallo; e) 3 reggimenti da

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8p;<u·ato di u na ione p~, al'ligliei-ie eta 305


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ART

7-H -

rn<mtagna; f) 10 reggimenti pesante e da costa; g) 10 .. gmpµi controalérei e u na srnola controaerei; h) un repa.rto pa la frenieri; 1) 10 Dfrezioni d'artiglieria con sezicni sfucrate il ,cui numero è, stabilito per decreto reale i., relaz ione alle esigenze del servizio. A rtigtieria d,a cam pagna. E' ordinata in 2.7 reggimCJ1ti, a traino an inrnJe, composti c iascuno d i : l corna.ndo dj reggimento; 4 gruppi di 2 batterie' ciascw10; due armati con cannoni da 75/11, uno con ol:iici da 100/14, uno, someggia to, con cann oni da 75/13; 1 ·depo5ito. Ad ogni Divis ior1e di fantèr.ia è organicamente assegnato un rcgg. d'art. <la campagna, alle d irette d iper.denze d iscip linari e d'irnpiego del comandante di Di_visione. L'art. da ~a.mpagna è per tale m<:>!'ivo anc he

ùom6a in sip ·

·u· ..

~

iQ:R i I td].. I [itfl I s=1 I Et~ 1 Hilornello dell'arma d'artigUeifa cb iamatà A. divisionak L a formazione di guerra dei rcgg. d'.-1 . da campagua è prevista su 5 gruppi d i t.ré batterie ciascuno. f reggimenti raggiunsero durante l'ult ima guer,a· il numero d i 62, ma furono Ìll realtà 61, chè il n. 60 non venne costituito. C iteremo di essi soltanto le campagne, ]10i che ve1mero frazionati, in guerra, d istribuendosi le lùro •batteriè a <live1:se unità combatten ti. Alla loro ,costituzione concorsero le batterie già esistenti, o trntte · da altri' r,,gr,i:11enti . pertanto la partecipazione a ca m~ pagne 1,recedcnti la loro esistenza s i riferisce alle batterie che · poi concorsero a costituirli. 1° .Reggimento. Creato nel 1870. Camp'tgne di guerra : 1848-49 1859 -:- 1'860-61 - 1866 - 1870 1915-18. 1895-96 - 1911-12 -

A ltT

18"'3- 49 - 1855-56 - 1859 - 19l 1-12 - 1915-18.

1866 -

l~iO -

1895-~6

A" Reggimento. Create nel 1860. Campagne d i gue rra: 1849 - 1855-56 - 1859 - 1860-61 - 1866 1895-96 19 11-1 2 - 1915-18.

s• Reegùnento. Creato nel 1860. C«rnpagne di guer185</ - 1860-61 - 18,66 ....:. 1895-96 11)11-12 1915-W La 1" btr. ebbe med. di br. al val. mii. ptr la bella condotta tcnula a Castelfidardo ( 1860). ra: lS-18-49 -

6° R~ggirnento. Creato nel 1860. Campagne di guerrn : 1866 1895-96 - 1911-12 - 1915-18.

7° R ~ggi;;;ento. Creato nel 1860. Cz.mpagne di guerra. 1848-4, - 1855-56 - 1859-:- 1866 - 1870 18951896 - 1915-18. · •. 8° Reggi111e,ito. Creato nel 1860. Campagne di guerra: 1848-49 1859 1860 - 61 ..:_ 1895 - 96 1911-12 - 1915-18. L a 2• b tr. ebbe la med. d~ br. al val. mii. ,p er essersi lodevolrt1entc d~portata all'as- ·, sedio e p resa <li Peschiera ( 1848). La 6" btr. ebbe u guale medaglia per essers i d istinta. alla presa di Mola d i Gae ta e CastelIone ( Ì860). 9° R eggimento. Creato nel 186:S. Campagne di guerra: 1848-49 1859 1860 - 61 1866 Art!gllor ia a cruvallo 1870 -- 1895-96 -- 1915-18 .

191 1-12 -

,10° Reggimèi;ito. Creato nel i8i0. Cam,pagne di guccra: 1859 - 1890-61 - 1866 - 1.895-96 ~ 1911-12 19)5-18.

3ò R eggimen.t o. Crea.to. nel 1860. Campagne di guerra:

11° Reggimento. Creato nel 1884. Campagne di guer-· rn: Ì895-96 1911-12 - 1915-18.

2" R cggi•>!t>11/o. Creato ne l 1898. Campagne di guerra:

1S60-ol - · 1866 ·1915-13.

1890 -

1895-96 -

12° Reggimçuto. Creato nel 1884. Càmpagne ·di guer-

r; : Come il precedente.

ARTIGLiERÌA ...-.· ,.....,..,...,,,.BATTAG,\,IONi. Il. ::;t:'-cA,,fo-- ..~,IJ,.W i-"r &~ ./,.-o i.~.4-• ~,.:,l".L J

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2 ~

,.,

13° Reggimento Creato nel 1888. Campagne di guerra: 1848-49 - 1859 - 1860-61 1866 - 18i0 189S-96 1911- 12 - 1915-18. 14° Reggimento. Creato nel 1860. Campagne di guer18io - 1895-96 - 191 1- 12 - 1915-18.

, n.: 1866 -

15° Reggimento: Creato nel l888. C~mpagne di guer1866 - 1870 - 1895-96 - 1915-·IS.

ra: 1860-61 -

16° Reggimento. Creato nel 1888. Campagne di guer ra: 1848- 49 - 1855-56 - 1859 - 1860-61 - 1866 1895-96 - 1911-12 - 1915-18. , 17° R eggimento. CrCil-tO n el 1888. Campagne di guer1859 - 1860-61 - 1866 - 1895-96 1911-12 - 1915-18.

ra: 1848-49 -

·)8° Reigirnento. Creato n el 1888. Campag11e di guerra : 1866 - ' 1895-96 - 1911-12 - 1915~18. La 1•, 3', 4" btr. costituirono nel 1866 una br. d'a rt. che otten11e la rned , <li br. al v.i,1. mii. per aver agito a. Cu stoza, in circostanze CJ"itiche, in modo energico cd efficace ( 1866): Divise Cl'artlgJier la plemo·niese: 1) 1G!'ì3 ; 2) 1733 ; 3) ·1758.

19° Reggimen,to . Creato nel 1888. Campagne di guerra : 1848-49 - 1859 - 1866 - 1895-96 - 1911-12 -

,.


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ART

74.5 -

1915-18. La 2" btr. ebbe ];~ med. di br. _al val. m il. pe,· essersi battuta con grande valore sulle alture di R ivoli, Santa Giustina, Sona e Volta da,! 22 al 25 luglio 1848. 20° R egg,i·mento. Creato ,1el 1888. Campagne d i b'Ucrn : : 1859 - 1860-61 - 1866 1895-96 - 1911- 12 1915-18. La 3" btr. ebòe la med. d i hr. a l val. mil. per essersi distinta n egli asse.d i di Capua, G a.eta e Messina ( 1860-61). 21° Reggimento. Creato nel 1888. Campa.g ne di guerr a : 1848-49 - 1855-56 - 1859 - 1860-61 - 1866 lS'iO - 1895-96 l91 l- l2 - 1915-18.

Al1.'P

A rt·igl·ieria pesmite ca111pale. Ne esistono l -l reggimenti! a traino n1,eccainico, -composti ciascuno di: 1 comando d i •reggiJ11ento ; 4 gruppi di d ue batterie ciascun o; 1 autoreparto comprenden te .un a.utodrappel'o pc) comando di reggimen to e 5 autosezion, per comando di gruppo; 1 deposito. Due grupp i sono a.nuàti di

22° Reggimento. Creato nel 1888. Campagne d i guerra: 1866 - 1895-96 -- 1911-12 - 1915-18. 23° Regf!Ìmento. Creato nel 1888. Campagne di guerra: 1895-96 - 1911-12 - 19 l.5- 18. 24° Reggimento. Creato nel 1588. Campagne d i ,guerra: 1895-96 1911-U - 1915-18.

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25° R eggime11.to. Creato nel 1912. Cam,pagne di guerra: 1866 - 19_15 -1918. 26~ Reggimento. Creato i1el 191 2. Camp-àgne d,i guerra: 1848-49 1859 - 1911-12 - 1915-18 . 21° Reggillleuto. Creato nel 1912 . Campagne di guerra: 1866 - 1915 -1918 . 28" Reggim1mto. Creato nel 1912·. Campagne <li ,g uerra: 1848-49 1859 - 1866. .

Lapide a i cact-uitt (9° pes. campale) cannoi;ii da 105; uno è armato d i obici da 149 p. c. L'artiglieria. p .' c. costi tuisce l'A. <li corpo d' A.n'nala. cui è as~<:gnata - in tempo cli guerra - in misura. varia.. E~ a ritenersi norma le, però. l'assegnazione tem-

29° Reggim ento. Creato 11el 1915. Ca,mpagne <li guerra : 1915-18. Momirn. ai ca<lulJ (1" JJCS. campale)

30° R eggimento. Creato n el 1914. Campagne <li guerra: 1915-18.

31° Reggimento. Creato nel 1915 . CamJ)agne di guerra : 1915-18. 32° R eggim ento. Crealo nel l.912. Campagne d i guerra: 1848-49 - 1859 - 1866 - 1870 - 1915-18. 330 R eggimento. Creato nel 19 15. Campagne di gucrra: 1915-18, 34° Reggim ento. Creato nel 1915. Campagne d i guer,a: 1915-JS. 35° R eggimento. Creato !!cl 1915. Campagne di gucrra : 1915- lS. 36° Reggime11to. _Creato nel 1912. Campagne d i guer1915-18 . r a: 186G I

-

D ei reggimenti successivi, vennero costituiti nel 1915 i .seguent i : 37°, 38°, 39°, 40°, 4 1°, 42°, 43°, 44°, 45°, •16'', 47°, 48°, 49°. Tutti fecero la campagna del 19151918, ç vennero scioki ( insieme coi numeri dal 28 al 36) dopo la guerra. F11rono costituiti nel 1916 i reggi-. menti 50°, 51°, 52°, e presero parte alla campagna 19-15 - 1918; fu rvno costituiti nel t 917 i regg. 53°; 5'1°, 55°, 56°, Si°, 58°; 59°; anch'essi pa;rteciparono a lla campagna 1915-18 e vennero -cli~iolti, come i precedenti, term inata '1a gue.rra. Il 61° regg. (autoca.rrcggiato) venne costituito nell'ottobre 1918 e partecipò a.Ila batt. di Vittorio Veneto. Il 62" (autocarreggia.to) cosdtuito ·n el novembre 1918, non fe_ce in temp o a partecipare alla guerra; fu d isciolto, come il prece-dente, nel ma rzo 191.9. 0

L .monunlento Cla <lrtgersl a. 'l'Orino all'arma ù i Artigl ier ia. tS<:llH-01·e Pietro can onica) poranea. di qua,lché gruppo di tale A , a.nchc alle ' d ivisioni d i fan teria aven ti specia li mand a ti tatt ici. D i impiego più comm;ie .presso le divis ioni d i fa,1teria saranno i gruppi ob.id, ma spesso anche i grupp i ca,rnoni saranno posti alle d ipen,Jenzc tattiche d i tali unità .


-7.\G -

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La •l iv i~ionc francc~c, anzi ha organ.icamentc assegnata .-1. <:ii medio calibro; e il regolamento tedesco prevede l'impiego di tali bocdH da fuoco anche con le ovanguardic di divisione. li l " e il 2° rcgg. vennero costitu iti nel 191 2, e contribui:ono con propri clementi alla guerra di Libia. :--eila guerra 1915-18 si costituirono 25 Raggmppa·menli.

A rl iglfrria a. cavallo. Un reggimento composto di: I comando, 2 gruppi a cavallo di due ba tterie ciascuno ; ;;, !?ntppi autoportati di due batterie ciascuno; 1 Deposito. l gruppi a ca,·allo sono armati con cannoni da -:--.

14,Irf@I F-I 00 rnf ICT:tl Hitorncllo ,lcll"Arlig-Ur1·Ja a oarn!l,J 75/ 12; quelli <1utoportati <:on con.non i da 71/J l. Il reggirnc11to ,·enne cost itu ito a ì\Iilano nel 1887. Partecipò alle cam;x,gne del 1895-96, del 1911-12, ciel 1915- 18. ..-1 rtiglirria da mr111l11g11a. E' ordinata su tre reggi-

mc11ti; 1• Cuneo, 2° Belluno, ,3° Jlcrgaroo. Cbscun reggim~1HO è rost iluito di 1 Co111ando; 3 Grupp i di tre batteri,· ciascuno arma.ti con cannoni da 75/ 13 P. B.; 1 Gruppo su due batterie armato con obici da 100/ 1 i; l Deposito. Sino a poco tempo addietro i 1re gruppi cannoni erano umati <:on materia le da 65 mon tagnà. l l 1• e il 2° regg. ven nero coslituiti rispettivamente nel 1887 e nel ·1909. Il pritÙo partecipò alle tampagne del 11:60-61 - 1866 - 1895-96 - 1911-12 - 1915-18. Il secondo, ali~ campagne del 1866 - 1895-96 - 19ll-12 -·· 1915-18 . In quest' ultima guer ra s i cost itll irono l J. raggruppamenti, e dopo l'armistizio questi vennero r iordinati in 3 reggimenti. A rtiglinia pesa11tc. Questa specialità d'.J. csis:eva &nchc prima della guerra, ma era impropriamente denominnl,1 "<la fo rlrz7,a >>. Dopo la guerra - s ulla base deffcicprrienza fatta e dcll'incrcmcmo avuto è stata riordinata su 6 rcgi;imenti -costituiti di: 1 Comando: 4 Gruppi di due ba1lcrie ciascuno; 1 Deposito. Ogni gruppo <l'.4 . pesante i,1 tempo di pace è costituito d i una batt('ria d a l49 A. e una di mortai da 210. Per l'addest ramento, ogni reggimento pesante ha in dis1ribu1,ioi;c un ohice da 305, una sezione di mortai da 260, uua sezione di cannoni da 152. Artitlicria da costa. D urante -la guerra, anche questa

ART

!specialità subi sensibili trasformazioni. E' ordinata su 4 rcggiment i ciascuno composto di: l Coma.ndo; · -1 Gruppi di due batterie ciascuno; 1 Deposito. I regg. di art. pesante e da costa, con le denomina;;:ioni che a.v.::vano precedentemente, h:111no av,uto qucs te v icen<lc : 1° Reggimrnto (Costa). Formato nel 1902 a Genova. Campagne di guerra: 1848 - 1855-56 - 1859 - 1860 - 1861 ~ 1866 -- 1895-96 -- 1911-IZ - 1915-18. Ricc,mpc:isc: Alla 7" com,p., ,med. di br. al 'fa i. milita1·c (assedio di :\lc~.sina, 1861). 2" Rrggimc11to (Costa). Forma~o nel 1902 alla Spezia. Camp. <li guerra: 1887-88 - 1895-96 - 1915-18. 3° Rei;g;meuto (Costa e Fortezza). Fonnato n el ·1902 a, Roma. Campagne di guerra: 1860-61 1866 - 1887 -SS - 189~-96 1911-12 - 1915-18. 4'' Reggi111e11to (Costa). Formato nel 1902 a ~l,·s~na. Campagne di guerra: 1866 - 1895-96 - 1911-12 -·• 1915- 18. ti 3° gruppo ottenne u na mcd. d 'oro cli ben~merenza per il terrcmott~ rli :\fe~ina e C.:iabria ( 1908).

5° Reggi•,re11tc (Costa e Fortezza). J:ormato nel 19 10 a \'en,zia. Campagne <li guerra: 1860-61 1866 - : 1870 -

11-:95-96 -

1911-12 -

1915-18.

6" Reggùue11to (Fortezza). Fonm,to nr:I 1902 a To-

rino. Campagne di guerra: 1855-56 - 1859 - 1860 1861 - 1866 - 1895-96 - 1911-12 1915- 18.

7° Roggi11n·11to (Fortezza). Formato nd 1902 ad /1lcssan clria . Canipagne di gucna : 1660-6 1 - 1895-96 llll 1-12 19 15-18. 8" Reggit/111110 (Fortezza). Formato a Bologna nd 1910. Campagne di guerra: 1860-61 1895-96 1915- 18. La 13" cp. ottenne la med. di b.r. 1911-12 a l va l. snil. negli assedi d i Ca,pua, Gaeta e .N!essina ( lf:60-61). \ 9 R,·ggimwto (Fo 0 t~zza). Formato a Verona nel 19 10 Compagne <li guerra: 1848 - 1855-56 - 1860-61 1866 1887-88 - 1895-96 - 19Jl-l2 - 191.5-13.

10° R cggi111ento (Fortezza). formato a Piacenza nel 1910. Campagne <li guerra: 1866 - 1895-96 - 1911-12 1915- 18.

,

A rliglic·ria controaerc/ Questa spccialitÌL è stata creata chlla guerra. E ' o rdiimta su 10 gruppi (uno -per Corpo <I' A.) rd una scuola controaerei. Ogni gruppo è costituito di un comando e di due batterie autocampali, una hatteria quadro ed un deposito speciale. Scrm:e'Ìo d'Artiglfrrin..

ln teinpo di pace ha il com-

L'arliglicrln a cu,allu

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AR'r

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pito di p rovvedere alla fabbricazione e p rovvi;;ta delle arn1i, J11.unizioni e loro acccssori

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dei caxréggi per i l

traino anima le di tutte le armi (escluso il Gçnio); alla r1·òvvista delle bardature, dei :lini.ment i, delle buffetterie e di tutti gli oggetti d i competenza dell'arma, e al- •

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a.rtigLieria, Per la bravura spiegata nel corpbattcre (Goito, 30 maggio 1848) >>. · 1849: Medagl ia d'oro a.Ila bandiera d.cl corpo rea·! e

1a µtO\:visla, •conservazipne, r ipa.r t i4iOnc e distribuzione

c'ei materiali oocorren ti alle truppe ed alle dotazioni ~ <ic11c fortezze. S;no organi -cen,t.rali del serviz io d'.4. la D irezione Generale d'A. presso il :!vlinistero della Guerra, l'Ispettorato delle costruzioni, l'Ufficio del Generale a disposizione. Sono organ i focali i Comandi d'Artig lieria d i Corpo d'Armala (1 per ogni Corpo d'A .), le Direzioni d'Aroiglieria (I per cgni corpo <l'A.), g li Stabilimenti d'artiglieria. In tem;:>o d i guerra il servizio d'A . deve provvedere

Lu llllO\a IJU IHlle n , c!CIJ'Al1lii)'Lie 1•ia llC'l ·1903

d,arti3lie-.da

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te per l'ot tima condotta tenuta scn1pre ed

ovunque d<1ll'artiglier ia >> . 1859 : Mcdagli?. <l'argeMo alla bandiera ciel Corpo

T enu ta di n1arcia

T r n11!a lib era usclt,a

al rifornimento <le.Ile munizioni ed a.l rifarnimenlo, ·sgombero• e riparazione delle anni per tutte le truppe e servizi dell'e$er cito . Gl i organi che pro1,vedono al scr• v izio d'A rt. sono: i Comandi <l' An. d'Armala <;li Corpo d'A. e di D ivisione; i capi d i S. ~1. d i Corpo d'A. e di Divisione per il rifornimento delle anni portatili e -delle rdativc mun izioni alle truppe delle Divisioni e dei Corpi d'Annata.

Stabilùnrnti d'(lrtìgl·icria. ,Gl,i stabilimenti d',1. secondo l'ordinamento D.ia,; sono i seguenti: 1 fabbrica d'armi ( R oma); 1 arscn:de di costruziòne (Torino); 1 laboratorio p irotecnico (Bologna); , 1 laboratorio d i prec is ione (Roma); I polverificio ( Fontana s ul L ir i). L'arnni d'artiglierh ha ottenuto le seguenti ricon11iense : 1848: )ledaglia cli bronzo. « A tutta generalmen te la

La vecchia (1003) e Ja nuova ( 19%) Jiandlèra ctcll'A l'l i;çllcri,1

n ~a!e d'arl ig ìieria, « per serv!Zl scgr1alati re:;ì !Wlla can1 ..

p~gna ».


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1913 · Medaglia d'oro, << per l'intrepidezza, la perl7.la e l'cnerg.i,, sempre e <lon1J1que spiegata <lall'anna nella campagna di guerra cli L i bia (1911-12) >>. l 920: :;\fodaglia d'om ·,percliè « ~empre ed ov.unque, cc,11 abnegazione .prodigò il suo valore, la sua perizia, ii suo sa11gue, agevolando al la fanteria, in meravigliosa gar a di eroismi, il travagliato cardmino delJ"- vitwria. p er la gt"andezza della Patria . ( 1915-1918) ». La festa dell'arma d'artiglieria ricorreva il 30 ma1:sgio (a.r:niversario della battagiÌ<'t di Goit-o, IS4/\), ma dal 1925 venne portata, in seguito a disposizione del Ministero della \}uer ra, al 15 giugno, a ricordo e ce!ebrazione della battaglia <le! Pia.ve, che rappresenta una delle .più- JlUre glorie dell'arma. La bandiera dell'arma d i art. è in, consegna al 3' . regg. di art. pesa11tc d i stanza a Roma.

Consiglio d'artiglieria e delle m1tn·izioni da g1.1ura-. Creato io P iemonte nel 1667, sotto Carlo EJn'anuele JI. , Era p resiedmo dal generale dell'arma e d irigeva tutti; i ser vizì amministrativi e le fabbriche e i Ja:boratod d ,a1·tig lieria.

<'Jra» Maestro d'artiglieria. Carica creata ia Francia da Francesco I nel 1515. Esis tevano, per ò, fin dal XII secolo, i Mastri genera-l i, che avevano le funzioni <li atten<lere alla costruzione. conservazione. e 11n' ',,/~.,~}liego delle macchine da guerra. La ca.rica fu adottata anche in P,.;montc : ne ebbe il ,titplo, :per ultimo, Ca1·lo Alberto Arma di;) Gran l\'lae,stro ,p rima di essere re'. a0ll'Art.iglicria in !<'r ancia (1711l) , di' Sardegna. Art1:gl·ieria da campo italiana. Battàglione costituito il 13 agosto 1848 a l L ido di Venezia, con volontari tratti in gran parte <lall'a.rtiglie;ia na1-><iletana, · e posto agli ordini. del cap.- Baldoni; era composto cli. due comp. d i comlu-centi, comandate d ai rapitani Tosti e Guarino, e di due comp. di serventi, coiliandate dai t enenti Testa e Belluzzi. Si sognalil{o110 in vari fatti 'd'armi e particolarmente alla d ifesa d i Ma-r ghera.

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tari is tituito il 3 aprile 1848 pèr la difesa cii 'Vene.zia, a l comando del Tcn. Col. N icolò Ber ta.echi, dappril1)a su 4 compagnie, -cui se ne aggiunsero una d i artiglieri <lei B renta (127 volontari) e due di ,artiglieri ausiliari veneti, così che nel marzo 1849 raggiunse la f'ol'za d i oltre 1000 uon,ini e, agli ord ini del gen. Armancli, fu costituito su 2 ba.ttag!ion i di 5 comp. ciascuno; il primo a l coma11do (lcì magg. Saverio Avesani e il secondo aJ comando del magg. Carlo lvJazzacapo. AssUJisc gra,1(lc ,p arte della d'ifésa, terrestre, d i Venezia e di }viarghem.

Corpo degli artiglier·i litorali. Cost'ituito nel 1837 ne; Regno delle Due Sidlie, per il servi mo ,delle · batterie ,della costa .

Artimi no,, Robusto Art. terro,nre v-.! uetu castello medievale- in Val d, /•.rno, nel territor.io del comune di Car1n ignano. Era costrui!o scipra :un' po1;1gio fra S igna e Capraia. rappresen umdò l.."lla notevole forti.fica zione di fron li era del com une di l'istoia. Ne! 1225 i Fiorentini lo presero e ìo djstrusscro. Riedificato dal Castra.cane, venne ancora assediato dai Fiorentini, e. p reso dopo .tspra lotta il 27 agosto l 32ì, ancora e d efinitivamente distrutto. Artois. Regione settentrionale della Frnncia, limihta a e.,t ,dalla. Fia11<lra, a sud dalla Picca1·dia, a ovest e a nor rl dalle acque della Manica. Ba.ttagHe dell'Artois (Gu"et-ra Mondiale). l' Battagl-ia cltlÌ:Artois (2-7 ottobre 1914). Costitui un episodio della Corsa al mà.re (V:) e venne. combattuta con s ltccessivi urti fra le d ue cavadlerie fra11cese e tedesca, e i viu·ii corpi d'annata ché. Sttccessiva.mente <lue -avvexsari- itnpi~gavano nll1cstrmn11 sinistra i

Artigtie-ria Friulana. Piccolo corpo

di un ccnti,;aio di volontari, raccolto i l 3 ap rii<, 1848 a P almanova dal veneziaJ10 -cap. Ilidisohini ,per la difesa d i Vcne2iia. Alla fine di giugno, chiam;t.to il Bidisch ini il Go.vemo- provvisorio, il ~orpo ' s i ·sciolse ed i suoi elementi si unirono a.Ila fo1e di o-ttobre con g li artiglieri di Osoppo, coi quali continuarono la . guerra. fi.no agli u;] timi giorni ,;!ella difesa di Venezia.

;presso

Art.. da camv

Hal.iana

Artiglieria terrestre veneta. R eggimento di vol~n-

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Cam/Jra1 B hancest:-létfesc/J,:

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Km.

Fra11cesi, all'estrema destra Te_s:Ieschi - e. che ma11· Ju,a.no si trinceravano, dopo i primi unj, pi'Olu-ngandola lint:;i. çhc si era and a ta costituendo nelle precedenti


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battaglie, e che tennii.:1ò a l mare <lei Nord. I FraJ1cesi i~pioga.r nuo successivamcn1e in questa battaglia i corpi <l'armata X (Defforges) XXXIU (D'Urbal) XXI C,1aistre) ; la 45" d ivis. d i riserva; 1 corpi di cavallcrì,1 Conneau e De :Mitry. Tu tte queste forze fui·ono al comando di 1-daud'huy e facevano parte della 10° armata, agli ordini <li Foch ins ieme con la 2", della quale erano il pl'Olungamento veno il .maire. l Te<lesçhi a loro volta, con le forze che presero parte alfa prima batta glia del]' Ar,tois, prolungavano verso il marè la Imo 2' annata (von Blilow) ; ta li forte fuJono rappresentate dalla 6• .armata -( pr incipe Roberto d i Baviera): Corpi <l.i cavalleria: I, II, IV, X I V Corpi di Fanteria : Guardia prussiana, I Bavarese. Tutte le forze di fanteria s i ridussero in b reve alla guerra dj trincea. 2• Battaglùt Mll' Artois (9 maggio - 25 •giugno 1915). Questa battaglia sognò il primo serio tentativo d i sfondamento· delle linee ne, mìche cornpiuto fianco a fianco da F1·anccsi e Inglesi, fin da quando ra guerra di trincea s i era radicata dal mare del Nord al confine svizzero. Poiché !'arrivo di rinforzi b,ri-tannici aveva reso disponibile fa 8" annata franc~sc, il generale J offre potè raduna re una massa <li inanovr à di sei corpi d'armata, sussidiata da 350 pezzi d i artiglieria -pesante, quantità che .allora era 1·eputata ri-lèvante. Il generale Foch ebbe l' incarico di coordinare le operazioni, che c6nstavano di un attacco principale, -d iretto contro la >e.resta d i Vimy, -e di due attacchi d'ala, u.,-10 a nord d i SO'uchez, l'a ltro contro l'altura poco a sud d i Bailleul, tutti affid ati alla 10• annata francese; nonchè <li un attacco che l' esercito hri-ta,mico doveva pronunziare contro Neuve Cha,pelle. L a 10' armata (D'Urbal) 'comprendeva, ai pi:im i di maggio 191S, i corpi ·<l'arma ta IX, X, XVII,. XX, XXI e XXXIII; ,,i erano in più tre a ltre d ivi,;ioni sicchè il numero tota le <li queste ' ammontava a -diciannove. S111la s inistra della 10' .arma1a francese era la 1• anna1a britannica (Douglas Hàig), sulla ,destra Ja 2" francese ( dc Castelna!.1). Nel campo opposto frontcg_giava.-' lo 1a 111 armata britannica e la 10• annata francese, da nord .a sud, il COl'PO, i-l XIV, il Il .bavarese <li dserva e a sud della .Scarpe il IV t?rpo tutti appar-teneNti alla 6" a..r mi,.ta te<lesca (prin.çipc Roberto di Baviera) . Le linee ted esche erano state molto accura:tamente rafforzate : conwrendevano

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alrncno un tr iplice ordine cli trincee, protette da làrghi e solic\i reticolati, muniti di nun,erose m itra.gliatrici e d i ben $1:udiar.i fiano.heggiamenti; con a1te eccezionale era.no inoltre stati apparecc,hiati a difesa. i villaggi, tra.sfonma.ndo le canti.ne, fra loro ben collega te, in ricoveri ,blind ati e in casematte per mitra.gliatrici. L'a.ttacco fra ncese e~'l. affidato a i co.l'p i XXXHI e XX, al centro, all'ala si.nist.ra al XXI, all'ala destra a l XVII. Esso si iniziò a.lle 10 del 9 maggio, dopo quattro ore di t iro di d istn1z;_one. L'alta.eco d i sinistra f.u resJ}Ìnto. /\I cen tro, il XXXUI Corpo agli ordini del gen. Pétain r iusci a fa.re qua lche p rogresso, 1111a d ovette presto sostare in seguito a gravi perdite subite e a mancanza d i r inforzi. Con-


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)J°ei giorni successivi fa lotta continuò accanita, riuEcendo i francesi a,;l ava11zarc alla loro volta o dopo t re giorni di durissima lotta a far qualche lieve progresso; questa lott:i. continuò fino al 22 con g:randc logorio di forze e fu dett.t pa,ticolarmente i.Mltaglia di fesu1bert. Sul fro11te francese venne ro fatti spostament i e sostituzioni di truppe, e dal 23 maggio rinnovati gli attacchi, :ucdiante i quali i France.,i ottennero vantaggi abbasl:wza sensibili in otto giorni d i attacchi e contra ttacchi. :\1 principio di giugno si avvertivano già >,it11omi di not~,·ole winchezza da parte francese, tanto che s in da l 25 maggio il genera le Pétain segna lava ~ i comandi superiori la necessità che a l suo corpo d' armata fossero conccs~i fronleriPlfb-!l-.'/16 quindici giorni di riposo per J'Ìy ••• • • • • • • • •• 11 11 I.5-10-.91.5 c'ostituirsi. Ciò non ostante il generale foch insistè nell'offensiva. 'llVé che in gittf,'110 mirò .sopra tutto al1' espugnazione clel « Labirinto ». Lotta spicciola e sangui110,.1 lungo Qtyll'S i ca!nntinamcnti, à colpi di graJ1ata e ,di baionet ta, sotto il sole ard ente che inarid iva le fauci . <lei combattenti in quel terrèno creta, ceo. intercalata con furiosi bombardmncn ti e ,con contrattacchi teclese'hi. Il 9 segnò per i Francesi qualche progresso; il 16 un nuovo g1·an<le attacco fu sf~1Tato da parte loro: per lre gior nj si accanirono contro le trinc~c tedesche, e ne occuparono alcune. cstcndcn<lo alqutinto ancor.i il loro progresso : ma il propo~ito rii sfondamento era fallito. e dal 19 al 25 giug110 le operazioni militari ebbero •caratte re d i ' as~cstamento. DaJl'aprile al giugno. i Francesi avevano perduto in quella durn battaglia 140.000 u . tra uccisi e dispersi, e quasi 300.000 feriti, perd ite senza dubbio enormi in confro~to degli scarsi risultai i ollenuti.

temporanc:uncme il XX corpo allaccaxa ie lince tedesche e vc·niva arrestato d.tl cosiòdcno . cc Labirinto». groviglio d i trincee e d i nidi •d i mitra,g lia tric i. 1 cor pi )..Yll e X mossero pure all'attaccu, ma subirono gra,·i puditc e non riuscirono a penetrare nelle linee nen1:chc. Scarsi succes~i otteneva110 frattan to gl i Inglesi p.iù a nord . Il giorno IO, mentre i corpi IX e XX[ erano d<lotti alla difcnsi"a, i corpi X,~. XXXTTI. XVII. X rinnovavano l'attacco, nia venivano nuovamente rcspin ... I;, i\" uovn mente a ncora il giorno J l i Francesi attacC::.\'a no su tutta la linea, ma ~olo il XXI, il X:'LUII, e il XX corp0 riu:sciva1:o a progredire alquanto e<l a stento. D alle due ,parti so praggiw1gcvano rinforzi.

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3° BaNaglia dcli' Artois (25 &-ltembre - 30 ottobre 1915). Ebbr, come la p recedente, lo scopo di iJondarc le lince tedesche \"i parteciparono la 6'' armata tedesca ( principe Roberto ,di .Bavkra) e la l " inglese (French) e la IO" francese (Foch). Il liro di prepazioue cominciò il 20 ~ellcmbre r durò Jìno a l 25, giorno ,fissato µe1· l'attacco; efficacissimo su taluni tratti, lasciò in afiri intani i reticolati. 'Britanni e F raucc..;i mossero conternporaucamentc a li' assa lto, sicchè la battaglia si estese su un fronte di cfrca 50 chilometri. 11 maresciallo Frencb ave,·a in prima linea il corpo indiano. il III. il I e il IV corpo; in seconda schi~-


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n !'Xl; più indietro, iu terza schiera, la d ivisione ~ella. Guard ia.; sul fianco destro erano amnvassati, pront i a bnciarsi all'inseguimento, Jue corpi <li cavalleria. Li so·stencvann 60 pezzi da campa.gaa. e 270 .<l'artiglieria pe,·,ante. La 10" ?.nuata ìrance~e (D'Urbal), forte di 17 di_ visioni, era anch'essa dispoHa .,u tre schiere dall'altura di Notre Dame de Lorette a sud di ,\rras e compren deva i -cor ri XXI, XXXJII, III, Xll, XVII e lX con 700 peni eh camp~_gna e 31\ù cl'.:rt iglicria pesr,nle. A prolnng:irne ia de~ lra st1,·ct la :,• a, m:i.ta bdtannica, che aveV.:l trrnporr.ncnrncnc,~ sost it-ui_to in prirna linea la 2 11

a rn1:ua france~•:!.

Gli Inglesi mossero all'attacco decisameti•:e; gli in{lian i e il I II cor;;,o '1rtanmo :fahito coll.lro la resistem.a d i trincee e ap,postamenti lasc iati intatti dal tiro d i d istruzione, vennero -falciati dalle mitragliatrici e d alle n.rtiglier ie, costretti a. ripiegarn. Il I e il 1 V corpo furnno più for tun:ni, ;:,erchè l,1 d istn,zione delle' Linee tedesche so,,to il f uoco della. artiglitria inglese era s,ata notevolissima; e perché il maresciallo French aveva fatto precedere ,l'attacco delle fanterie da tre onda te d i gas asfissianti e le aveva fatte proteggere con cor tine di fun/o. I l loro s la1tcio venne af'restato a Lòos, e un contrattacco li fcc-c ancl!e a.Jquan to indietreggiare. Sul frode francese, contemporaneamente, le fanterie scattarono allr 12,25 (lei giomo 25. Anch'es-se trovarono le linee tedcsd;e <lanneggiate solo in patlc dal tiro d i distruzione, e i progressi non furono molto se-n sibili, e in ,p a, te 5 ìi assalitori vennero ricondotti alle ·loro linee da iuriosi con ti-attacch i tedeschi, continuat i nelhl notte successiva. La battaglia continuò i-I 26 e il 27, con lievi , guadagni d1 terreno quasi subito riperclt!ti. I l gen. l)'Urba l [dlora. rinunciò al ,p roposito d i sfondamento delle li,1ee tedesche, e prolungò l'azione un icamente per sostener<! le tnippe brita1u1iche, ,le quali il 28 rinnova vano l'attacco, anch~esse inyano. L a battaglia quindi an<lò- declinando e s i esa•1rì in azioni locaii di assestamento fino a! 30 ()tlòbre. l Ted(!schi ripresero molte posizioni perdute, e il tempo pessimo, con p-ioggie abhc,ndanti, resi) addirittu ,·'.\ impos,si.bili !e operazion i. Co~ne ntna orcccdcn tc b1ttagha, i gua·dag11i llevissi111.i consegu iti da.gli alleati dell'lniesa tmono sproporzionati a i sac,ifi;:i sostenuti, e costarono !oro un logoramen to assai super iore a quello dell'avversa rio. D i fatto, le perdite Jianco-britannicbe si -c a lcolano a.pp1oss_imativa.mente in l:>0.000 uom ini posti fuori <) i -coc1battirl1en to, i;., confrcnto d ' 75 .000 d,ì parte tedesca.

4" Battagl·ia del/! Artois. V. Battaglia. d i Arras.

Artois (F·ilippo d'A .) . Conte <l'Eu, connestabile di Francia, m. n el 1397. Nel 1390 segtù Luigi 11 duca di Borbone r.ella spedizione d'Africa e s i trovò all'asseòio di '.(\ misi. Dopo quella sped izione il conte d'Eu intrap rese un viaggio in T erra Santa, ma µrec;o da i turchi fu nJesso in prigione e non ne fu li·berato ohe molto tempo dopo per le cure dd maresciallo d i Boucicault. Ritornato in F rancia, nel 1393 fu faito connestabile. )'(el 1.196 seguì il q:,nte <li N evers in Ungheria e pre.sc parte all'assedio e. a lfa -battaglia di Nicopolis, perdu ta. d ai francesi per la sua i mprudenza. Rimasto prigioniero fu portato in Turchia e morì in prigionia. Artom (Sa,nuele Cam·illo). Òenera!e, n. ad Asti nel 1868. Sottotenente d i Cavalleria nel 1887, partecipò a lla Grande Guer ra: prima -da Ten. Colonnello, poi da

ARV

Colonnello coma11dantt del Reggimento Lancieri Vittorio Emanuele II. Collocato in posizione a\!siliarb ( 19 17J e r ichiamato in servizio temporaneo negl-i anni 1918-19, _r aggiw1se m;I 1919 il gra.do \;li Generale di Br ig::ita .

Artuffo (Ferdinando) . Generale, n, a. Torino nel 185.2. Sottotenente dei Bersaglieri nel 1S77, fu promosso Colc,nnello nel 1908 e, collocato in posizione ausiliaria. ( 1910) raggiun$e nel l 923 il -grado d·i Generale d i Divis ione nella riserva. .Arturo (o Artù). Re della Gran Bretagna, vissuto nel secolo VI: G iovane ancora fu associato a l c_ oman<lo dal pa.dre e trionfò parecchie volte sui Sassoni. Fu l'ulti mo ;;oslegno della indipendenza britannica contro l' invasione straniera e la riconoscenzç1, dei suoi compaesani, caduti sotto il giogo deLia conquista, personificò in lui la libertà e la. gloria. .delle armi. facendone un personaggio leggendario.

Arturo. Torpediniera, varata. nel 1883, radia,ta nel 191 4; iunghezza m . 30,58; larghezza m. 3,58; d isloca-

m~nto T. 39; •macch ina. 430 Hp; armamento guerrc,;co m i tragliera 1 25 B.

Arvenis (Battagl-ione Alpi,w Monte A .). Costituito presso il ,centro <li rnob. d i Gemona (Dep. S0 regg. ,\]pini) nell'aprile 1916 con le cotlllP, 109',- 152" e 153''Dall'a.prilc al giugno 1.916 fu ndla zona del But (PaJ Grande) poi in quel·Ia <lell'Ortigara (settembre) e -po5cia nella regione del C:auriol, dal scltènibre 1916 al 31 ottobre 1917. Chiamato a lla difesa ,del Grappa. combaMè nel novembre e dicembre a. :vr. Pa.Ilo11e e Col dell'O,·so. Nel 1918 stesso, in genna.io e fe<bbraio, su l M, Solarolo e da.I mano all'ottobre in Val d'i\stico; dal 22 ottobre passò in Val cl' Adige (Zugna) OYe rimase .iino all'annistizio. Nel marzo 1919 venne sciolto. Arvernì. Popolo potenJe dcll"ant. Gallia, nella rcg ivne che s i ehia:rnò poi I1 Auvergne, c:he fu s.ottonlessa.

dai Romani dopo dura lotta. Ne-I ]TI secolo a. C. gj i l. fornirono un corpo di ausiliari ad Asdrubale, a llorcltè que,ti n;o.rciò a soccorrere Annibrde in I.talia. Nel 12 1, condotti dal loro -re Bituilo, si batterono con i Rç1mwi ,;ull" rive <lel Rodano, ma ne vennero sconfitti. E parimen ti venivano sconfitti d,li :Romani i loro a lleati, g!i Allobrogi, con i qu,di avevano cos--tin,ita la. « .lega arverna " · Entrarono pòscia in lotta con gli Ed11i e costitufrono allora la lega cc sequa,10-arverna. >>, ma ·;;li Edui, co11 l'>tppoggio <lt.l ,;onsole Domizio, ne l 112 vinsero i loro avversari .· Gli A . pJ·er:ero la loro rivincita. sugli Edui nel secolo seguente, a vendo per alleato ,-\riovisto; - ma. nel 59 a. C. mosse contro di loro Giulio Cesare, e li sottor\1ise dopo l'assedio di Alcsia. La. loro capitale, Gergovia, andò d istrutta.

Arvi na ( Co~nelio P.) . Generale rn,mrno, « magister ~quittrm 1,. D iresse la. lotta ,con tro i Sanni ti nella qua-


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le, sorpreso da essi 111 tma gola, andò a nscu 10 d i per dervisi con tutto l'esercito, e riuscì a salvarsi mediante. J'avveclutezza di ~m suo uflicia1e, P . D ecio, il q uale con un reparto occupò un'altu ra dorninall'te la strada. La gt:erra terminò con la sottomi:ssionc dei Sanniti, ciò che procurò .ad A ., a l suo r itorno a Renna, il tr ionfo.

Arvonio (Gi1<scppe). Generale, n . a Ancona m . a ]\{ila.no ( 1862-1923). Sottotenente dì fan teria 1882, fu p:·()1111o~so ì11Iaggior c a scelta nel 1902 e -partecipò alla cam1)agna Italo-Turca (1911-13) mediandosi due med,iglie d'argento nel combattimento di Koefia (1911) e nei fatti d 'armi di Benina e d i Gebel-Akdar ( L913). Ì0 roÌno~~o 1VIaggior Genera'le nel 1915, prese parte alla · Q ran<le Guen-a. (1915-16) gua<lagnan<lo,c;i a l comando d i una brigata una te~·za medagiia d'argento nell'azioi.e d i Pal Piccolo (Carnill 1916). F u promosso ·:r;en. Generale 11el 1916 e tenné il Comando della D ivisione ::\iiiitare ·di Bari nel 1917-19 19 .. Arz (,1-rt'lt-ro A . von Stra,1issenb11rg). Genera le au striaco, n. nel 1857 a Nazy-Szebcn. S tud iò in G ci·mania e in :\ustrfa, frequentando i cors i supe.riori giur id i-ci. Nel 1876 fu chiamato sotto le anni e con~i,wò Ja v ita m ili tare, frequentai.do la Scuola. d i guc1·ra, Nel 1903 era capo <le!!' ufficio di D irezione a llo Stato Maggiore Ge11erale. Nominato m a,ggior generale, comandò la 61" brigata di . fanteria, e poi - la 15" divis ione, con la qua!e Arz s i <listiase nell'estate 1914 nei combattimenti <li Tomaszov e · R amanov sul fronte / russo. Nel settembre 19 14 rilevò <lai gen . Boroevic :il c:orn:u1clo del VI Corpo cl'Armàta e nell'estate dd 1916 free parte con que~to Corpo dei fianco destro d ella 4" AJ,mata, ,combattendo sul fron te russo, dove ebbe occasione cl i' cl istinguersi in varie occasioni, specialmente nella ripr;:sa cli r,rzemysl e <li i..eopoJi. l'a&sò quind i a comandare 'le truppe austroungariche in Ga liàa contro i R omen i. Nel 1917, (2 marzo) sostituì il Conrad nel comando deffesercito imperiale; la rivoluzione russa gii ,permise subito dopo di concentrare ogn i sua energia al fronte ,i taliano, ottenendo, dopo !'XI battaglia dcH'Isonzo, il r infor;,o dell'armata. Infine assistette al crollo d elle s peranze ripos te nella ,battaglia del Piave e al crollo ·ben p iù vasto d clii'Austria e del suo esercito, Arzi le (o A rsita). Borgo maritt imo, già fortificato, del Marocco settentr iona le, nel'I' Atlantico. Il 15 agosto 14il sbarcò p resso A . Alfonso V d el Portogallo, il <1ua le .guidava una flotta d i 308 vçle con 30000 uomin i, con i q uali pose l'assedio -alla fortezza. La. lot ta fu durissim a, e le perdite gravi <la ambo le parti ; m a infi11e i .!\fori fmono sopraffatti e la c ittà .p resa e data al sacc heggio. Il r e <li F ez nell'ottobre del 1508 comparve <lavru1ti alla c ittà, ancora p resid 'iata <lai portoghesi, e l'assediò. La gua rnigione, d opo s trenua d ifesa, dovette chrudersi nel castello, e fu soccorsa in -tempo da una flotta portoghese guidata d al M enendez e d a. una flotta • • bpagnuola condotta <la Pietro <li N avarra : i Mori,

ASA

fulminati dalla flo tta, dopo di avere saccheggiata la c ittà s i r itirarono.

Arzigna no. B01·go del Veneto, iiresso V icenza. Fu nel · Medio Evo fortifi.éato dai Della Scala, e invano gli Ungheresi lo assediarono e assaÌirono: gli abitanti .:-esistettero valorma.men te e felicemente ai temibili avversari. A. su·l;>ì vru·ie vicend e d i guerra, speciahnenle contro i Vicentini: all'epoca. della lega di Cambra.i (1509) venne preso e saccheggia to d a gli sp'agauoli e d ai t edesch i. .Arzobispo (Hattai:f.ia del ponte dell'A.). Prese il nome da 1.:n ponte sul T ago, non lungi àa Ta:lavera. Nell'agosto del 1809 gli spagnuoli (Y divis., gen. l3assecou-i-t, cavalleria del duca di Albuquerque) inca ricati di proteggere Ìa ri tirata di Wellington, s, colloca rono sulla <lr. del Tago al <ponte <li A.. che avevano barricato. Sopraggiunto il gen. Soult ( 18 agosto) sulla. sr. <lcl ,fi.ume, schierò la <livis. Girard e il corpo di M:or tier ·l ungo il fiume davan ti al ponte, e mandò 800 u. cli cavalleria, guidati dal gen. Caulincourt, a mx:m te d el ponte, a passare a gua<!o il fiume, conducendo in groppa buon numero d i zappatori. L a cavalleria passò il guado, scese lungo la dr. del Tago, piombò sulle artiglierie nemiche .Jc quali tirava110 contro le truppe d i lvlorti<:r e d i G irard, sciabolò o fugò i cannonieri; fra ttanto gli zappatori si aifrettarono a togliere la barricata del ·pon te. L a divis. Girard passò sulla r iva d·~stra, ment re sopraggiun gevru10 4000 cavalier~ spa gnuoli. Ma questi, vigorosamente caricati ,da a ltra cavalle6a francese sopraggiun ta, anda"·ono in rotta, e i F rancesi po tevano ass icur arsi il possesso del ponte d i Àrzobis'po, metltre il 'Wellington con tinua va .fa sua r itirara verso il Portogallo. Asabaa (o Assaba). (Battaglia di el A.). Durante le azioni svoltesi in -Tripolitan ia dopo la ,p ace di Losa1u1a per la. conquista <lei Gcbel, la I• D i vis., al comando del magg. gen. L equio, trovavasi ai primi' di marzo 1913 dislocata nella zona di el-Ga,·iàu. In g1iito · a numerosi atti d i ostilità compiuti contro d i essa d alle popolazioni <lei Gcbel Nefù,a, .:;apeggiate da S1.:lcimà.n ei-Ilarùn i, non ost2.nte che, nel frattempo. questi a \·esse intavola to tra ttative col Govc1 no Ita:liano, i, con;a.ndo della 1;' D iv. ebbe ordine di agire militarmen te contro dette popolazioni. Venne stabilito di in iziare k opernzioni il giorno 23 marzo, avanzando col grosso della Div. dd Tebaèùt su el- Asàbaa, men tre lìna colonna. a l comando del Col. Fabbri doveva conco rr~re d:il piano pu ntando su Caf lVI;mtrùs e er -R abta. L e truppe che d ,lvevano operare s ulJ'a,Jtipiano erano le seguen ti : 1• Brigata (gcn. Mazzol i): 23° e 82° fan t. ; Brigata mista _ (gen. MonLuori) : 11° Bersaglieri e regg. Alr,in i speci,:le ; rimanevano a d i1\!)osizione d el comando d ella d ivis. 1 bg.f. del 52~ fant., il I II bgl. er itreo, 2 sqd r. d i Cwalleggeri G uide, 4 pezzi d a 'Camp., 10 pezzi ò a m ont., 1 cp. G enio Zappatori. L a colonna Fabbri e.-a. composta d i 1 cp. <lei III eritreo, 1/ 2 reg;g. Cavalleggeri d i L odi, 1 h tr. cameHata, 1 sqdr. -ind igeno e le bande Pavon i e del Sabei. Alle 6 antimeridiane del 23 le tcuppe c'rano ammas~ate a Tebadù t su 3 sca glioni. In prima linea la Ilr. m ista; in 2" ·1\nea. la Br. del gen. :Mazzoli, in ri~erva il Bgl. S?", il I II Bgl. eritré o e lo Squa<l. Guid e; 111 Conip . Genio e parte degli uomini d elle safo1erie a . di-

se-


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" El.:AGHIB

~a~ ./.· . • uersagttl?/"1 , /) . a/p,nl e. 8c. tan!erla 0

d.o/r. monf.. e. bit: camp. l.906 /'. 52. /anima !J. . lll°!Jsrl. eri/reo 0

'Z. ?J. f"a11/eria 0

i. ca_ya/lerla

fesa <lelle ret rovie. L'ar tiglieria era tutta riunita sull'altura di Tebadùt iJ)er proteggere l'avanzata <lclla fan• teria. ANe 6,15 la linea avanzò (ber;aglieri a 5inìstrn ed alpini a destra) su cl-Gusmàt, seg,uita a 700 m. dalla br. Mazzoli, pm~ spiegata -p er ah: lo sqdr. Guide venne subito inviato a protezione dr! fianco sinistro dello schieramento; poco <lo;:,o anche l'artiglieria si portò avanti fu10 a circa 40 ettometri dal nemico. Alle 6,45 'la br. mista si impegnò col nrur.ico disteso sulle alture di Henscir Tressàd e Dàhret cl-Iamma, sostenuta ben presto <lall'a.rtiglieri« la cui efficace a~ionc permise ad al-pini e b~rsaglieri una rapi<la conquista degli obl;iet.tivi; Henscìr T ressà<l e Dahrù elIamma vennero infatti raggiunti e presi alla baionetta. alle ore 8. Proseguendo celermente, la pri111a. Jinea ,.aggiungeva alle 8,15 Dàhret cl-Ha gra ed el-Gusmàt, sempre seg1Jita. a 5600 m. dalla br . :1fazzoli in 2" linea. Anche il Coma.udo, colla r iserva, a\anzò ad Henscìr T ressà<l donde_ d iede le d isposizioni per una conversione ddh fronte a sinistra per puntare quindi sul campo nemico di. el-Asàba.a. Intanto, verso le 8,30, fo,.. zc nemiche ( 4500 uomini) tentarono aggira.re la. sinis,rn dello schieramento puntando su Tebadt,t, ma, ba.tlutc daJ fuoco della. btr. da camp. e impressiona.te dallo ~-chierarsi delle forze colà r imaste, si ritirarono verso Sud. Sventato l'aggira mento, venne •diretto verso el-Tuta e Mantrtts, pel contrafforte fra el-Asàbaa. e l'Uadi Zàret, 1'82° Fanteria con una btr. mont. per concorrere all'azione òella colonna Fabbri su er-Ra.bta.. Nel frattempo la colon na principale, continuando neUa manovra iniziata, ultimata. la conversione a sinistra puntava.

d ircltamentr contro le alture antistanti la conca. à'i dAsàba,, (Henscìr et-tuìl) marciando a cavallo <lclla n ,rovaniera, bersaglieri a sinistra e alpini a destra, so· ~tenuti r ispettiva.mente dalla btr . can,p. e dalla btr. l /2 mont. Alle 9,30 fu r ipresa energ,~ar,·,en•te l'avanzata. no• nostanie il vivo fuoco nemico, mentre i 2 bgl. 23• e il bgl. 52° venivano spostati verso la sinistra:'rlel!o schiera.mento, agli ordini del .gen. Ma.zzoli. Alle 10 fa prima I inca en a 250-300 n1. dal nemico che resisteva ancora. tenacemente; venne a Horn ordinato al gen. ].-Ia.zzoli di puntare contro l'estrema destra del nemico; il movimento, eseguito ·dai bgl. del 23° e del 52", protetti al. l'estrema sinistra. <laJla cavalleria, riuscì appieno, sicd1è alle 11,15 il nemico, minacciato di avvoLgimentQ, si riti rò celcnnente. Fu allora. lan::iato i-1 III Eritreo ol1e fin dalle 9,30 era stato 111.l'esso a <lisposiz,ione del gen. .:\fontuor:, a.ll'insegu imento, appoggiato da.li a cavalleria e sostenuto da una btr. mont. Il nem ico si ritirò parte verso Sud, e parte verso J èfrcn, dopo aver r iportato perdite valutate a oltre 250 moni, !Tovati sul campo, e più di 400 feriti. Noi per<lemnw 15 mor ti (2 u.fficiali) 190 feriti (7 ufficiali) e l1 dispersi.

Asad (Asad Khan). Uno ·dei sovrani effimeri dclla I Persia, nel secolo XVIII, n. nei dintorni di Cabul verso il 1715, rn. a Chiraz net 1780. Apparteneva. ad usa uibù afgana e da.p-prima. entrò al servizio di Nadir-scià con un corpo di truppe della sua nazione. Si fece subito notare per la stia abiliti.,, di condottiero e dopo l'assassinio di Na<lir, approfi ttando <:lei torbidi scoppiati a ca.gionc d i q11ell'avvenimento, si d iede .ad operare per conto proprio e s: impadronì <li tutto l' Azerteigian. Dopo lotte sanguinose con i vari ;:retendrnti, la sua


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P?tenza cominciò a <lcc!inarc . Le tru-ppe, ra ccogliticce, ma l pagate, s i abbandonarono .i.I ;)figantaggio, terroriz.za.ndo le popolazioni e Asad, dopo avere peregrin a to in va r ii luoghi, m orì a Chiraz, .~1c1~trc la cittil er à. assed iata da Alì-M urn.d-Ka11.

A.s an. L ocalità <lella Corea, occupata d a i Cinesi nel 1894 all'iniz.io de lla guerra col Giaµ pone. R inforzi cinesi in viati a<l A . con un trasp0rw scor tato, fui:ono colàti a fondo ,falla flotta gia.pp,mese dopo d i avere dispérsa e fu-gala IR scorta . ,\ llora. rl gen. O ,,hima mosse <la Seul con una h igata centro il campo cinese di A., .rnman<l~to dal gen. Ye. I Giapponesi si divisero in -due C<>lonnP. e dopo t.rc e re di fuoco, di artig lier ia e fucilcri,t, d iedero l'assa.lto ,tlla ,baione~rn. I i campo cinese ca<lde nelle loro mani, ma il gen. Ye riuscì col favore della notte a d isimpegna1·s i e a salvare Je sue truppe, pcn;endo però 500 u . fra mor ti feriti e prigionieri: i Giapponesi avevano perduto 70 uomini. Asandro, Gener a le <li Alessandro il Grande e gowrnalorc d i L icia., <lopo la morte di Alessandro ( 328 a . C.), ebbe la signor ia della Ca.ria, confermatagli poi da An tlpa tro, 1)H ordine <lei quaie r,rese le ar mi con l.ro Atulo e<l A lceta pai-ligiani -cii Pcrdicca. Nell'anno .'.' l ì, men tre Antigono era occu!)ato nella Pers ia e nèlb Med ia , Asandro a,llargò i suoi pos~edimcnti nell'Asia 1\!Iinore, ma l'cse1>eito di Antigone lo bat tè e lo cos trinse ,, venire a. patti. Foco dopo tentò d i rompere i l trattato e r icorse JJcr aiuto a Tolomeo ed a Scleuco, ma, nu,wamcnte battu to <la Antigono, non si ebbe più notiz ia di lui .

le Due S icilie, il M ilaacse ; e a s-..io fratello F en.linando J i possedimenti dell'Eu ropa cen trs le e la c<>ron'a imperia le. 5i formarono pertanto ( 1556) la linc'l. degli A . di ::;r,:ilc[na che durò fino al l 'i00 (;n 'i"l'~t'epoca i posse .. d in:enti i talian i e i Paesi Bassi pa.ssaro.no a<l a ltr i) e la linea degli A. <l'Austria, che terminò <li regnare con. Carlo I nel 19 18.

Ascalona. Città della Turchia Asia tica, nella Pii.lest,nll., fort ificata, nel medio evo, con torri e baluard i ; obusti.,simi. L Battaglia d-i Ascalona ( 12 agosio 1099). Appa rtiene alla J~rima Crociata e fu combattuta da G offredo di B ug licne, re di Gerusa:emmc, u n mese dopo la conqu ista c1i Gerus:ilemmc, contro Afcìbai, generale del ~ultano d'E gitto, ·il quale gli avc ,,a .::'fidato un cor po d i circa 40.000 u . A f<lhal era a:ppoggiato da una flotta egiziana, la quale gli recava gli approvvigiò,ia menti. E gli acr:unpò presso Ascabona, a11c0ra in potere de i m usulmani, reclutandovi gli sba,:dat; delle lot te precedenti coatro i cristiani. Contro d i Iu; marciò Goffred9, a ll,1 testa d i 15000 fan ti e 5000 nl\a!li, e, giunto sul p iano d i Ascalona, di fronte al ntmico, li d ivise in

Asanidi. Famiglia bdgara , ~<'SI chiamala da Asan, Ya!accc, d i origine sconosciuta, i l quale insieme al fu.te!lo P,dro ud 1186 sollevò a .B:1l~o.ri:t cont ro l'imper.,tor e d, Costan tinopoli e fondò 1111 · regno valacco-.bu!garo, cl i cui Vi<ldi no divenne la cap itale, e cl1e du rò f,110 a•l 1374. Asboth (Alessandro). Genen.le ungherese, n. nel 18 1 l, m . a Buenos Aires n el 1868. P rese par te a.Hivissim1 a l m ovimento naziona-le <lei 1848 ed alia guerra con tro l'Austria. Costret to ad es'llar,; dopo di ciò, nel !851 :tndò i nsieme a l(ossuth negli Stati Un:iti, dove prese par te a lla guerra di Secessio1,e, raggiungendo 11 21:1do di brigadiere generale e : i:nane11dov! ierito gra.-

' c·mente nel 1864. Due anni do;,o, andò co:11e mini.stro .plen i-r,otenziario degli S ta ti Uniti a Buenos Aires.

Asburgo (e Absburgo : Ra!JsbMg). Casa regn ante (fino a l 1918) del l'Austria. l.a. sua orig.ine rinwnta ad Alber to ]II i! R icro ·(1153) ser.bene iaiuni abb ianc) voh:to farla risa.li re fino allo svevo Gontrano del secolo X . SotD Alberto III lo Staw coir.prcndeva l'Alsazia, J-:gislteii,·, e n,rie terre s ulì'Aar; h poten za degli A. a nelò rapidamente crescen do lino .t d 1e, nel secolo XVI, oano imperatori d i Germania, re <l: Spagna , d'Ungher i,1. di Boemia. Poten ta to _c,1ttcliw, zli .4, videro decli1,are la lorn potc10;:a in Ger man b per opera del_la Rifor ma. P iù tard i, 1a Rivoluzione fra11cese, la rinasci ta poli tic~ c!cll'Italia, la lot ta con la Prussia, 1 idussero gli A. all'in;perc d'Austria '1Uale •:rn. prima <iella guerra moadia le. Il loro .personaggio prin, ;palc fu Car lo V, so.to i l Glia le •pan ·<' avverarsi E motto A. E. I. O . U. ( « .'l ustr ia est· im ptrium orbis u nivers i ))). Ca,:lo V la• sciè a s uo -figlio F ilippo II b. Spa'l"1:a, i Paesi Bassi,

a) F11otbfJ ell'iztana.; 11, e, d ) Ala Ì<1es1ra, cen11·0, a:ia sinl.,;tl'a (ICI Cl'iStianl : e, / , g ) Ah i ctespia,, cent.ro ala s in istr.a dei MUSl\llllJrll.

tre parti c iascuna m ista d 1 fan'. i P ~li. ca,·alli: 1a d estra, agli ordini del con te Rainton<lo di Tolosa; il cen tro agli .;rd ini d i Tancr.:di e dei du~ R oberto (di Fiandra e d, Normand ia); !a sin i5tra ai suoi ordin i diretti. Afdha.1 ~,ppoggiò ht d estra, composta di cavaller ia , alle colline; prese il coman00 <ld cer.tro, compo .. ~lo di truppe scelte egiziane; nppoggiò a l mare la sinistra, tostit uita di :M or i e<l Etio!)•. L 1 a.s.saltu ,~ç nn,~ d:tto dai c ristia1~i : b. loro _ca.valleria del cen t ro rovesc:ò .'.e linee musulmane; h loro sinis.tra, rc.ndotta eia Goffredo in persona, ~baragLiò la destra n eJnica; più d ur a, .fu la !Qt ta con tro la s in i.stra <ii A<fdhal, e i l conte , li Tolosa r iu.;cì a debellarla soltanto quando essa ri mase dcmo rà lizza ta ,per la d isfatta <iclle a ltre sch iere; una parte <l, quest'ala t rovò sca.m po in ,\ sca lon a, che rimase in loro potere, e nelle navi egiziane. I.e perdite delle due parti sono ignote. IL Dattag/-ia d·i Asca/o-,,a (,i settembre 1101) . .Fu conibattu ta da un ,pugno d i Cr istiani ( l l60 u .) condot ti <la. l3aldovino I re <li Gerusalemme, coutro 30.'000 egiziani, i q ua li ve,mer o costreu i, aopo un ,primo effU11ero successo, a ritirars i nella città . III. Battaglia di Ascalona J31 agosto 1105). App_artiene alla guerra <le i Fatimiti d'Egitto contro il . R egno


Aso

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Cr:stia n0 d i Gerusalemme. E a!1cora Baldovino I, che ~,vcva 500 ca ...a lieri pesan \i, un corpo di cavalleria leggera , 20uv pedoni, respinse e ~L,ara~liò 15000 egiziani ché erano usci ti eia A. -p er orpri merlo, e furono costretti a r ifugiarsi di m1,:,vo in citt&~ IV. Assedio di Ascalona (fine 1152 - 14 agosto 1153). Fu pos10 dalk trup pe del re Bckl,. Yino III di Gern c,alemme, ma• i d ifenso..i ùella ,il:.\ • avevano libere le vk del mare e per a lcuni mesi or.,rosero una insuperabile resistenza. N ella p rimavera del 1153, una tlotta <li cristiani delle regioni sca1-lina, r- es1S€:ndo g iunta _pres59 !I .. condotta da Gerardo di Sidone, l' assed io col loro concorso potè essere ,posto· anche dalla pa rte del mare e le condizioni ddla città sì fecero cr it iche, tan to p hl per il sopraggiungere ...:i aitre navi dl i paesi cristi:.ni. L'assalto dato pc.: mezzo d. ana grossa torre alle mttra riuscì a· fa,· brec.cia e ·un corpo d i TemJJlari vi penetrò; ma fu ciru,n<la:o : mass,tcra to, e gli Ascalor.e;,: r ip:irarono con gros,e trnv: la breccia. T re gic rni dopo essi tentav1.i10 1uu. sorti ta, Jna. vennero sanguinosamente re-spint i. Allora y;c::-.ero a trarta live, e

(.Onsegn;:irono la contesa .::it~iL tirare verso l'Egitt9.

1 )

1.~c;ncnclo cli potersi ri•

V. Battaglia di Asca/ouri (25 dicembre 1177). Ap!larl.iene anche questa alla lottél dei sultan i dell'Egitto cor.tro I Crist iani ùe! reg:io d i Grrusalemme. S,, ladino cond uct!va gJi Egizi-ani, co3l n 1.J ~n--:rr,~i che gli avversari non os:uono d i battersi in campo <LiJCrto e si chiusero n~da fr 1à., sotto il comando di llalùovino IV. Essen do:...; p~:ò g!i Egizian i d i.;pcrsi_ p..:!~- rilz.ziare, i Cristiani U.:,Cirono in forn111,ione co1npatLt e pio1nb~rono alPhn.-

provviso ~ul campo d i Saiadino. F iera h tta e g ra nde stra ge; 1na alla fine gli Egizi:"L11i andaror.o in rotta

completa, e Saladino 11-.:i,·ò sca ·11;,o nella foga. D ieci anni do;;o," A . venne presa. dallo stesso Sala _ <.liun dopo 14 gwrni d 'a;scdio, e le sue fortificazioni furono notevolmente rafforzate. 1\,fa nel 1 l91 lo stesso Saladino, temendo d i non poterla tenere d i fronte ai -succes,i del-le a.rmate :ii R iccardo Cuor d i L eoue. smantellò le .fortifica.zioni e auba.ndonò la città a i Cristiani, i .quali a loro volta la posero nuovamente in istato d i -d ifesa. VI. A ; ,•.edi<J di Ascalona (124ì) . .l\ppart iene a lla ottava Crociata, e fu posto ,dal sultaJ10 d'Egitto . Ascalona allora rappresentava l'esti emo ,ba.luardo di Gcrusa_.lcmrne ,·crso l'Egitlo . 1 clikn~ori ottennero szy:cors i per via ù i mare da Cipro e da altri iuog!,i, ma insL1fficicntì. Dopo a ,p~a resi~tenza, n Cfl .pot~ror.o im pe<lire che i musulmu:1: aprissero la breccia neilr muri!, e perirono q uasi tuiti con le armi allJ. ir.ano; p ochi furoJJG qu~lli eh-.: poterono salv,u·si su lle s;:arse navi. /\scalona venne definiti vamenèe -c'istrutta nel 12ì0 dal s ul ta.1~0 '[)iba.rs, mentre l'e3c,,·ci•:o di San Luig i d i F rancia si a.r.prestava a inva-ck:e la Sir ia e la Pale~.tina .

Ascari (Askari). Dcnomim,zione usata in Egitto e in Turchia per indicare i soldati d i razza araba. :\"ella ex colon-ia dell'Africa Sud-oociden tale tedesca, serv iva a indicare i sen,plici gregari i ndigeni d i un reggù11cnto fucilieri. Nc:fle nostre colonie, l'Ascaro Ì' il ,primo grado della gera.rch ia n.ilì tare delle truppe regolari indigene, nelJ'E ritrc1, nella Somalia, nell'Olt re Griuba , nella L ibia,

iAsc

e corrisponde a semplice soldato. P er amp-liaU1e.nto di significato, però, ·c on ta:le den ominazione si è soliti indicare le tmµpe indigene regolari in genere. (V. Colo n·i ali tr·1ip j,e).

Ascaro. Torpediniera in acciaio, varata il 2 7 no1·en1brc 1906 : lunghezza m. 65,07; larghezza m. 6,11: <!islocamento T. 414 ; macchina 5416 HP; ,·elocìtà. nodi 30; a,·mamento guerresco cannon i l V 76, lanciasiluri

H l 356; stato maggiore 3, equipaggio 60. Dura~te il conflitto mondiale prestò ser vizio nel!' Alto Adriatico fino al giugno 1916, nel Basso. fino all'agosto 19 l 7 e po,cia in Tirreno per la d ifesa del traffico.

Ascenso-Spadafora (Car111cloì Ge " era le, n. a Palermo nel 1806. Capitano nell'Esercito <Jclle Due Sidlie ( 1828), prese p arte alla campagna, cli Sicilia d el 1848 e 49 ed entrò a for parte dell'Eserci to Italiano col grado ·d i Colonnello, partecipando alla campagna del 1S66 quale Comandante il 48° R eggimento :F anteria., meri tandosi la Croce cli Cavaliere dell'ordine :Militare di Savoia nel fatto <l'Armi di Villa franca (1866). Comandò d a :Maggior Generale la llrigata Berg:imo e la 1" Brigata di F:i.ntcria nella Divisione Milita.re di Chieti. Asch (Adolfo di A.). Ge nerale bavarese n. a Mona co 11cl l 839. Partecipò alle guerre del suo tempo, fu nominato generale nel 1S88 e fu -ministro della guerra in Baviera n el 1893; andò a riposo nel 1905. Aschaffenburg (anl. Ascibu,rgum). Citti, della German ia, presso il Meno, giii, ca po!. d i princ ipato. \'enne presa àa:;li spagnuoli n el 1634, dai francesi nel 16-16, dagli imperiali l'anno segucmc. Convenzio11e di llscltajj"enb11.rg. Conclusa il 27 giugno i.743 dopo la battaglia di Dettinger, fra il conte di

!:itai,· e ii ccntc d i Noailles. Era ,lata stipulata per i soccorsi scambievoli da prestarsi ai feriti. Con~·enzio-ni <li Aschafjenburg (14 settembre 1800 tra la Francia cd i Principi di · Isembou1;g, e 23 settembre 1800 tra ia Francia cd i P11in-cipi di Nassau). Q ~1csti p rincipi tede.,,chi, che si erano astenuti dal prendere le ar mi contro h F rancia, shpularono segreta mente queste d ue « Conv~nzioni ». In esse si stabiliva eh~ i detti principi, ;1on. avendo partecipato con resercit0 imperiale alla guerra con tro la Francia, nè perme%o h r iunione d i emigrati francesi nei rispettivi ter ritori, sarebbero stati trattati come alleati della Repubblica. F r 1ncese ~d esone.rati da perquisizioni. coo tribuzioni, tra.sporti militari, ecc., paga.udo i p rimi la somma di franchi 100.000, e i secondi la somma di franchi l5'J.000, èd obbligandosi ad aiutare le tru.ppe fra·ncesi e loro alleale che p assassero n ei r ispettivi terr itor i. Seguend o il loro esempio sLtccessivamcnte a'ltri p rincipi tedeschi stip ularono analoghe convenzioni.


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Battaglia di Aschafjen.b,trg. Combattuta il 14 luglio 1866 fra i Prussiani di Fa.!kenstein (ùivis. Beyer, Gobcn e Mantcuffcl) e gli Assiani, rinforzati dalla br. austria<:a Hahn, comandati dal gen. Neippcrg. G li alleati s i stabilirono sulle alture orier.tali di A. Il 13 la divs. assiana del gen. Darmstadt ebbe' uno scimtro verso Lanfach con la br. prussiana Wrangel. Il 14 al mattino, la <livis. Goben as.;altava. le posizioni degli a lleati. La br. Hahn fu costretta a cedere, e i 1:'russiani si impadronirono di A., ment re gli A-.istriaci in parte si sbandavano e si arrendevano: gli assiani riuscirono a ripassare sulla sinistra del Meno in buon ordine e si ritir~~orw verso Dierburg. Due battaglioni di Italiani delle Venezie, a-p partcnenti alla br. Habn, al grido lanciato dai Prussiani <1i « Viva l'Italia» - ' in quell'epoca alleata della Prussia risposero gri,iiando « Virn la Prussia » e si arresero accolti fratcrnamtr.te.

Asoheberg (R11-ggero, conte d't!..). Generale svcde-se, n. in Curlandia nel 1621, m. a Goteborg nel 1693. Si distinse per intelligenza e va,lore in tutte le guerre del suo tempo, e Carlo XI lo nominò fcldmarescia.!lo e conte. Asoheraden (Martino Schu.ltz barone di A.). Generale svedese n. nel 1633, m. a Karva nel 1682. Entrò giovanissimo nell'esercito. Fu uno dei migliori ufficiali rli Carlo XI. Raggiunse il gra<lo cli ten . generale nel l!\ì4. Nel 1682 gli fu affidato il governatorato clelringria . Anche un figlio di lui, pure per nome Marti110, •n. nel 1660, m. nel l7 30, !u genera.le dell'esercito svedese. Asoh ir. Ant. ci!tà dcli' Algeria, nel territorio di Constantine, fondata nel 935 dal capo a rabo Zefri. Egli vi fu assediato d a Kemat, altro capo ara.bo, ma il figlio di Zeiri, in w1'improvvisa sortita, riuscì a uccidere .Kemat ed a -sbaragliarne le truppe, iiberando la città dall'assedio. Aschod. V. Bagratidi. Ascia_ StrumeMo da legna.iuoio. Nel medio Evo s i ch iamarono « ascie d'arme » qaeHc che erano -i nvece pil.L esattamente scuri, o accette, o azze. Ascia (o Ascua). Località dell'Africa, nella quale, durante la seconda guerra punica, i Cartaginesi, agli ordini di Asdrubale, circuirono i ribelli dc!l,1 nazione dei Ca.Ppesii comandati da Catbo. Ess i avevano cercato rifugio nel cuore di una regione montagnosa, addentrandovisi p rofondamente e :rascu-rando ogni misura precauzionale. La storia indica. il n ome della località occupata dai ribelli, d,dla sua configurazione, rassomigliante ad una ascia. Barca, attei1to a tl!tti i loro movimenti, si apposta nei luoghi p iù vantagg iosi, taglia ad essi i rifornin1enti e la rit~cata, c.h ~'Jdc loro ogni via d'u~cita, e s i premun isce tanfo <:ontro gli auacchi di quelli di dentro, quanto contro i Mccor~i c11e potevano pen ,enire rlall'estemo. Ciò fu eseguito con tan ta. ~bili là cbe i ribelli si vidern circonda.l i e chiusi cla ogni ·p arte, e ri,lotti ad estrema mancanza d i viveri. 1 ribe!J; si er:rno indubbiarntnt~ auampat.i e trincera.ti in una valle della quale Arnilca::e aveva occupato tutti i passaggi. Egli non si curò di attaccarli ir. questa sitt:azione di-

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~perata, ciò che sarebbe stato imprudente. Senza compromettere l'esercito, si accontentò di bloccare i nemici strettamente, riducendoli alla fame in tal rnodo chi: essi furono costretti a divorare i loro sahiavi e i loro prigionieri. Tn questa terribile contingenza, i capi dei ~:1rpesii pensarono infine di sottomettersi a l nemico e a. qualsiasi cond izionc, e si reca.ro110 essi medesimi a trattare la pace 1 Cartaginesi non si fasciarono sfuggire l'occ:1sionc cli impadronirsi degli autori della ribellione : Polibio non dice se i ribelli abbiano poi fatto qualche cosa per uscire da quella situazione, ma sta di fatto che Amilcare 1,iusd nel suo intento e la dbel!e na1,ione cìei Crurpesii fu domata.

Asoiantj. Regno indigeno dcli" Africa occidentale, nel Golfo d i Guir,ea, situato nell'interno della Costa d'Oro (Capitale Cumassi); era 11 più forte della Guinea e contava oltre 3.000.000 di abitanti. Al principi<> del X I X secolo la ,potenza <lei regno degli Ascianti aveva raggiunto il suo massimo grado; l'intera costa si trovava n elle sue mani e tutte le ·fattorie ed i fortini, olandesi, <l3J1es'. · e inglesi, dovevano corris[)on<lergli a.nnu3 lmcnk tributo. Nel 1S21 i fon;:1ì inglesi ~ulla Costa d'Oro, già a ppa rtenenti alla Compagnia. a.frican~. pa,saMno sotto il diretto domlnio dell'Ingh:iterra, e si1· Ca.:·lo Mac-Artby, il primo go·:ernatort reggente. si insediò in Sierra <li Leone. Durc:,ntc una i.n.$urr.ezione de; Fant: contro g:i Ascianti si pos~ al fianco dei primi; avendolo però gli al!eati negri, Denkera e Uassau, r.bbaf,clor,ito durante un combaWn,cnto nel quale fu. rono flisp<:rse le fo:-ze inglesi, ì.\Iac-,\rthy fu da.g li A~cia1iti ~f:onfitto e Jcciso : Cap~ Ccast C1st1c fu salvato s,,lianto in grazia delle gravi ep'.<lemi.: che si svilupJ)arono· fra i vincitori. Due anni p iu tardi, gli Ascianti costringevano a guerra gl; Akim. N,uova.mente gli inglesi -intervennero, prend,·ndo la parte degli Akim e questa volta ebbero maggior forturnt. Presso Dodowa.h, gli Ascianti, intimoriti dai razzi d i gue:ra, fogg:rono, abbandonando sul ca,mpo molti morti. A questi ,,v,enimcnti seguì nel 1831 un accotdo, per il quale gli A,.cianti consentirono a che il R egno fosse me= sott:) il .protettorato deglt Inglesi, riservandosi però il libero accesso alla costa, per evidenti ragion i di commercio. <,1uesto accordo non f u osservato intecamente dagli Inglesi, ma gli Ascianti mantennero a michevoli relazioni con la. fattoria oland_csc <li E ln1ina donde -riceveva.no at'";1i e 1nun izioni. 1

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Prima _,pedizione inglese co11!ro Jli Asciatili ( 18731874). Nd 1872 il Governatorat,:, (',;a.ndese di E lmina e tutte le fattorie della Costa d'Om furon'l cedute agli Inglesi, e Coffi Cal-ca.lli, il giovar,.e Re degli Ascianti, decise di r iprendere le ostilità co11110 gli Inglesi; alla testa di un esci·cito di 40.009 ruomini si avviò verso il sud, raggiunse il '.Prah nel dicembre <lei 1872, ebbe w1 piccolo scontro ton gli Akin, mise in foga i Fanti pr esso J ancumassi e Dw1quah e invase il territorio del protettorato inglese. Poiché h fcrza degli Inglesi ,ulla -rosi,, era. ins ignUìcmte e ir,ca.pace di affrontare gli Ascianti in campo aperto, e,;;i ,onsiderarono m iglior paxtito limitarsi alh. d ifesa ,1~ i fortini della costa, Cape Coa.st ed Elmina, fino a,ll'an-ivo dei rinforzi_ G li Ascianti cercarono <li occ11 1nrr Elmina con un flttacco improv viso, ma dovettero r:nunciarvi di fronte all'energico contegno del c apitano di marina Fremantlc


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e del T cr: rnte Festings C'he rnmandavar,o le pcchc truppe regob ri d ella colonia. Il Governo iriglese destinò al comando delle truppe c!clJa Costa d'Oro il gcnc:<1.ie Si, Carnet Wol!ieley, il qua.le arr ivò il 2 ottobr e 1873 nella r ad a d i Cape Coast a t compagnato da ll 7 ul'tic;a!J,. ma ,cru.a solcw.t i. Egli s i a<loprò a riorganizza-r e i 550 uomini della. Costa d'Oro, cercando di sopperire con portatori alla mancanza d i bestie da som,, per i (ras,:iorti. L,t t c,;,ta ad ovest di Ehn ina si trovava intieramente nelle man i degli Asc ianti; sui Fanti, tribù infida, non c'era da con tare, Allora il generale inglese decise di chiedere rinforzi <li truppe eui·,wee, e '.i i a ttcndernc l'ar•rivo prc:sso Elm ina e Cape Coast Castle. Frattanto utilizzò il tempo col fare eseguire da mficrnl, del g<:nro opere m i;itari lungo la ])robabile lin c,a (J i opera.zkni attraVt:rso la foresta; fece p ure compiere varie r icogn izion i verso il nemico. Come intermezzo servì fa spc<lizionc r.vntro il villaggio d i E,; t T ,.m, presso !a costa, nel qua l-~ gli .'\scianti avcva110 ncco:,o grande c;na.ntità di viveri. L'atta.eco ebbe luogo ·. l 4 N to:::re ~ i·1 pre-

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co. I l s uccesso corrispose solo in parte all'aspettativa. Il capitano G lover potè portare avanti i suoi disciplinati Y orub;:,. e H aussa, rna il tentativo di Buttler e di Da,lb,-ymphe d i a nimare e convincere gli Akim e gH Uassa:u all2. spedizione, r iuscì completa.m·ente vano. Così p ure il grosso delle truppe, sotto il comando d i Sir Wolseky, non '!)Otè passare il Prah nel tempo stabilito, perchè i mezzi di traspor to vennero a un certo punto completamente a mancare per Ja diserzione in massa dei povtator i, tanto eh~ si dovettero impiegare in luogo d i questi i soldati d ei due reggimenti indigeni che fino a llora era.no stati all'avanguardia. Col solo aiu to dell'avangaardia fu dunque ,possibile penetrare il 15 d icembre nd territorio <!egli Ascianti, ove si cominciò ad aprire h strada. attra verso la foresta ed a p reparare le posizi()l1i per il gros.,o deHe tru.ppè, 111.cntre si esegui-

p a rato < on tai:ta segretez"za e tra.d•>t.to in atto cc~n t:u1to

accorginento, rhe, quantu nque Si,· Wolseley di, ponesse w lan,cnte d i 550 uomini e 230 por tatori, gli Ascianti furono c0mpletamentc sorp:'.!si e srou;ìlti: Ess~ma:1 ed a lcuni altri vilb ggi d ella regione furwo d istrutti. Dopo qllest:t forttL'lata azione nella quale si dimostrò l'cf:!icaci2. dei raz.li di !s-'e.I'ra non meno che dei fucili a 1·ipclizione, gli Ascianti iniziarono la ritirata verso il Prah, ma, in m ancanza . di •trup,pe sufucien ti, il gen. \•Volscley 11011 poll inseguire COl! l'energia voluta il nemico. G li !\scianti s i sforzarono d i rompere 'la linea difensiva dei fortini d a C.tpe Coast a Ma,n;;u, con un assa:lto tentato 'il 6 novembre contco Abrncrampa, m a furono respinti encrgicamc1!te dalle tnJJppe inglesi r inforzate da elemen ti della ma,;na e d ovettero r ipiegare definitivamente verso il Prah che ripassarono il. 5 dicembre ridotti 1 20000, d a 4'.)000 che erano all'epoca dell' invasione. Si era ottenuta la '!)r ima parte d el piano inglese senza il concorso di truppe europee grn zic a lla. a bilità. e all'energia d i pochi ufficiali. Si r,rocc<lette fo;;to ad ultimare la strada <lei Pi-ah p.cr le oprrazioni successive ; essa fu compiuta alla fine et: dice;nbre, ,p rima <lell'a;-rivo degli europei, e lungo d i essa yeirnc p repara ta una serie di luoghi di tappa c011 buacche, m.tgauini e ospedali. Fu orgallizzato un grande ~ rvizio d i t rasporl'i a mezzo di portatori; questi, da mo che erano all'ardvo d el gen. Wolseley, fur<mo portati con vari esp~ien ti a 6000, addetti ai trasporli i ra Cape Coast e il Prah; la d irezione del serv izio verme ~ssunta dal T. Col. Colley ohe con grande ye,1z ia la 01ganizzò. Dmante il mese d i d ice:nhre arrivarono i rinforzi -dall'Inghilterra, che furono lascia ti ,L bordo in attesa de il'inizio delle operazioni. Alla fine dd mese il gen. Wolseley disponeva d i 121 uffic ia li e 2637 uomini d i truppa regolare, dei quali 1043 indigeni. Seco:nclo il primitivo p ia.no il grosso d elle truppe- an~bbc dovuto il l 3 <licemhre concen tra rsi a l Pral1 ~ la sua awmgua.rdia il 3 gennaio passare il ponte. Intanto il cap. llutt le dall'est con gli Akim, ed il capitano D a lbrymphe dall'ovest con gli Uassau, avrebbero dovuto muovere all'i ,1va,ione d el territorio degli Ascianti, mentre il C1tpitano Glovcr avrebbe esebr.uito una diversione d a! Volta ve rso Cum.assi, obbiettivo generale dcll'attac-

vano delle r icognizioni. Il nemico ovunql!e si nt1rava senza <:orubattere. Il re <)egli Ascianti, intimorito per la. 1ni.nacdosa: ~.vanzata de: ne1nico, cercò di dllnostrarc la '!)ropr ia airendevolezza rilasciand o i . prigionieri di guerra ma, il comandan te ·inglese non si lasciò per questo d istogliere dal s uo piano di avanzata. Il grosso degli .\ ~c.ra...,ti si era accampa.to ;1el!a. foresta presso Amoa . fui, e si:r ·,volscley risolse il 25 gennaio d i attaccare que5t,-i posizione. L'attacco f u inizia to su tre colonne e felicemente ,::ondotto sebhene il terreno, ostacolando fl collegamento fra i ;·eparli, favorisse in specia l modo un largo movimento aggiran te da parte degli Ascianti. Alla presa di An1oafol seguì l'occu'})azione <lei capoluogo di p re,vin~ia B;:dua; poichè però il nemico in ritirata oppcnP.va sempre u na strenua resistenza e sembrava difficile che il re polèsse cedere la capitale senza essersi portalo egl i stesso sul campo. d i battaglia, così: dovettero gl'inglesi proseguire l'avanzata c on le armi alla mano.

Dato però l'avvic inarsi della stagione <leHe pioggie, il gen. Wolse!ey decise di formare una colomia volante


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colla quale in iziare subito la marcia su Cumassi; il 3 fcbi:li aiv ia colonna volante ràggiunse, dopo un combattimento a ccanito présso Onlabsu, il fiume Oah, che il 4 iu c.ltl'<·passato. Gli Ascianti .fuggirono abbandouando l'u,inssì, nella quale città gli inglesi entrarono ,enza altri combattimenti alle ore -sei del pomeriggio. li re Colfi Calcalli se ne era fuggito, non lasciandosi indietro nè provvigioni nè munizioni, co,icchè gli inglesi, incendiala la cit.tà ed il palazzo reale, il giorno seguen:e ripiegaro,-,o verso Agim~1m. Intanto il cap. Glover, che il 15 gennaio, J)arlendo- dal Volta, a\'eva sorpassato il Prah con 700 Uas,au e non aveva potuto effettuare il congiungimento con il gi;osso dell'~sercito, vena~ a t1o-varsi improvv•j samente in vicinanza d i Cu 101assi. Probabilmente in vista <li questo nuove pericolo e nel timore <lei •,:itorno di Lord Wolscley, Coff, Cakalli quc;;t.a volta si decise lt chiedere la pace. Il ~iomo 13 egli mandò a Fu111ani1 1000 once d'oro ed in cambio ric,,vette il trattato di pace, in base al quale e;;li <lcwctte pag,rc una rilfvante :indcn11-ità, tinunziare a tutti i diritti s-il protettorato ?. sui fortini della costa, costnure una strada larga 15 pied i at traverso la. icrcsla ,.la Cu.mas,i Jino a l P ra h, lasciare in pace il commercio e <lcsiskre dal fare vitti'llle wnan c.

.~cc01,d,i .•f1c,Hz·ione inglese contro gli A scùmti (1895 1896). Verso la fine (le \ 1895 l'Inghilterr a, che accu,ava il re degli -Ascianti, Prempeh, <li avere -_·ioia.to alcune delle clausole <lei trattalo concluso dopo la. guerra p receden te, si preparò ad una nuova guerra . 1\Icnt-re gli inviati di Prempeh a Londra non venivano ,icevuti, ~i ii,timava ::d re con un u itinm!um il protèttorato ingle~c e un ;csiciente a Cumassi, termine Jino al 3 l ottobre; noa aYendo P rempch accettato, fu preparata una sped i7-ione al <"omando del Col. s ir F~·ancis Scott; fu ordinato intai,to al governatore di avpresta1·e i trasporti r.cc~ss2. ri e di fare ·aprire 'la strada del Prah. Il corpo di sped izione fu composto di circa J 600 uomini di truppa. regolare, oltre 55 ufficiali addetti ai comandi e servizi. La fanteria <li m a rina de lla flotta <love\'a. concorrere in caso <li bisogno. Il col. Scott ebbe l'ordine di avahzare su Cumassi -con la spedizione, stab ilirvi un presidio e costruirvi un forte µ~I residente. Durante i mesi d i novembre e d icembre venne effcttu:ito l' invio ùe!le t :·uppe e d egli approvvigiona.menti mentre nell:i. co lon ia venivano sistemate la s trada del Prall e i posti di tappa, e venivano concenl.mte pas ecchie miglia ia. d i portatori indigeni fatti , enire anche dalla Sierra ùonc e da 1 .agos. Il 13 d icembre sbarcò :L Cape Coast il Col. Scott; alla. metà del mese la. strada, la li;:ca teiegrafìca. e i posti di ta:p,pa erano promi fino a Prahsu ove già trovavansi le truppe Haussa e 4000 portatori, mentre altre migliaia <li questi, d i·visi in compa gnie, si preparavano a 1nuove.re con nu::wi rifornimenti. Ii 15 dicembre venne mandata avanti una col01ma di 400_ esploratori indigeni a l comando del magg. Boden 1:'owel, _mentre un <listacca:men to d i 150 Haussa con 2 Niaxim veniva inviato da Acera fra i Koranza, tr ibù situata a nord ,degli AsciaJ1ti e di questi avvers;;.ria, per minacciare -Cumassi <lai Nord. Il 31 d icembre il Col. Scott giunse a Prahsu ove già, erano concentrati 1400 uomini; il ponte s~l Prah era ultimato. A1 primi d i gennaio, meritre contin uava il concentramento a Prahsu <lei resto dcHa sr,ed·izione, fo fatto passare il Prah alle forze indigene precedute dagli e!.-plo-

ratori, mentre si ve-nncavano numerose sottomissioni di tribù indigene. Il 9 ge1maio la colonna iniziò la marcia su Cumassi; gli Ascianti si ritirarono senza combattere, ed il 17 gennaio la colonna occupò Cumassi senza. colpo ferire; il re Prempeh, intimorito, fece atto di sottomissione il 20 gennaio, ma, non a,•endo voluto pagar,~ la forte indennità· m~postegli, venne ar restato ins i,~me coi principali cap i Ascianti e condotto alla. costa. I l 22 k truppe inizia rono il r itor-no dopo ave-r fasciato un presidio a -Cumassi ove fu costruito un forte. Il 1° febbraio il ·Col. Scott era di ritorno a. Cape Coa.st; Preampch e gli a ltri p rigionieri vennero deporta ti a Sierra Leone . Così terminò la seco1i.da. Sl]X<:lizione contro gli Ascia,1ti, sped izione notevole, se non per ·la resistenza incontrata, per la ottima sua organizzazione che permise di superare celermen te e ordi na tamente tutte le difficoltà offerte dal terreno boscoso e <lai clima micidiale .

Ascikaga ·co A shikaga) Famiglia giapponese, discci1dente -da Takangi A ., generale dell' imperatore GoDaigo, per conto del quale scon.fisse g li Hogio, ribelli a l tronQ. Quindi si autonoininò « sciogun 11 ( 1333) battè le trur.pe òell'impcratore e gli soséituì un altro principe, K mnio. G li A. tennero la ' 1: arte settentrionale del Gia.pponc, i d iscendenti d i Go-Da.igo la parte meridionale, e la lotta fu lunga fra le due fazioni; sopravven,:e in.fine Nobunago, capo d i « samurai 1) e abba ttè (1573) la p otenza d ella. famiglia Ascikaga. Asclepiodoto_. V. A lletto. Asclettino. V . Andria. Ascoli Piceno. Citti, delle Marche, ca.pol. d ella provincia omonima, alla confl.uenza. del Tronto col Castellano. Le sue n rura d i cinta sorgo)\(, appunto in gran part~ su! ciglio est.remo delle sponde d irupate d i questi due corsi d'acqua. Presso porta 2'-fagg1ore, Galeotto :M a latesta eresse n~l 1349 una forte7,za, rimodernata più !ardi dal Sangallo. Altra fortezza è la Pia, fatta. co· struire da .Pio IV s ull'antico forte detto Cassero. L 'orig ine di A . si perde nell,l osqurità <lei tempi anteriori a Roma. Strabonc la dice città fortissima -per la sua posizione natui-ale inaccessibile e - per !a na • tL1ra del terreno circostante, co,.tituito <la u na corona di {:Olline. A ., capita le dei P i,ccni, alleata· un tempo a Roma, e' poscia dichiaratasi co11,;o, fu occnpata e sottomessa. n el 275 a. C. dal conso!e Publio Sempron io. Nel 91 a . C. -v i scoppiò l'ins -.i n ·ezionc c he d iede origine alla Guerra Socia.le. I. Assedio di Ascoli (90-89 a. •C.). Sul finire del prF-mo anno d i questa -guerra tanto rpericolosa per Roma,. Gneo Pompeo Strabone, vittorioso a Fermo in segu ito, agli aiuti di Servio Sulpizio, potè rivolgersi contro A . afforz:i.ta da numerosi italiani. Baluardo d ella lega, cin• ta di mura validissime, e s trenuamente <lifesa da.I valoroso ,presidio, resistette lungamente_ Gli assed ianti corn1pirono ogni sforzo, impiega1,do ogn i sorta d i mac-cbine; ma gli assalti furono rintuzzati, e il nemico.


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b attuto, fu messo i,1 fuga dai difensori usciti a l conL /:att'LgtiJ d·i A swli. I·u combattuta nel 279 a . C. trattacco. Rinvcngonsi tutt'ora nel terreno circostante, fra Pirro e i Ron:ani. A questa battaglia pa-necipa.rono 40.000 Romani agli ordini dei consoli P·. Sulp icio e e specialmen te nel ktto del fiume Castellano, le famose « ghiand e missili >l che i due eserciti lanciavan si du- . P. Decio Mure, contro 70.000 uomini di Pirro, re del~ rante il h;n1w assedio. Venne quindi rimesso l'assedio l'Epiro, venuto in Italia chiamato dai Tanultini. Fa con maggiori cautdc e con si~tema regolare (89 a . C.). qu i c he P irro, sta ndo a Plutarco, pronunciò la frase Così la città fu ridotta agli estremi. Infatti gli ascofan1osa: << A,~cora una vittoria come qu esta e noi siamo perduti». Egli, osservata la na ti:ira de1 luogo, il lani avevano couiinciato a perdeJ"Si d'animo anche per q\tale, per l'i1,eguaglianza del terreno wperto, non s-i lé noti,.ic degli insuccessi avu ti dai collegati nelle a ltre regioni d'Ita lia, t antc- da ritenere .orm ai im possibile acconciava che alla fa1,teria, collocò i cavalli e gli ekogn i ulteriore resistenza. E già i patrizi che partegfanti nelle squadre· sussidiarie; fece forte l'ala destra, giavano ;per Roma pensavano d i i1cviare proposte d i pacoi suni Epiroti e con gli aiuti dei Sandti. I Rruzii, ce, quando Indacilio, nat ivo di quel luogo, ,uno dei ca.pi i Lucani, i Salenti11i li fece stare snlla sinistra. I Taprincipali dd confederati, lasciate le mon tagne cirrantini, -del cui corag•~io .poco si fidava, li raccolse nel costanti dove conclu-ccva una guerra cl i bande, p iombò cen tro . L'esercito ce,nsolare era composto d i legionari, improvvisamente sul campo d i Pompeo con otto coorti frammlsti ac! essi elci soldati di leggera a.rmat';lra, e votate a tutto, e, senza a iuto alcuno da .p arte dei dicon eguale avvedutezza e temperamento erano stati fensori, riuscì, combattendo, ad aprirsi un varco e a · messi a parte i corpi ausiliari . L a cavalleria d istesa •p enetrare nella città . Ma qui constatò l'inutilità del sulle ali non avebbc imbaranata la bal!aglia delle trupsuo atto eroico, giacchè vide ·10 scoramento dei citta pe. a piedi, pronta tuttavia ad in ter venire . Si comd ini e la d iscordia. Al colmo del suo furore, fece allora battè d'ambo le })arti con pari bravura . L a not te intrucidare coloro che parteggiavano per R oma. Quindi, terruppe la battaglia mentre· l'esito era indeciso. Pirro, fat to erigere un rogo nel tempio, si gettò fra le fiamme. il Ji appresso, avendo p reventivamente occupat i i lu·oLa citti , cadu ta in possesso del nemico, fu messa a .gh i maggiormente copcni cli vegetazione, obbligò i R oferro e fuoco . In appresso ,fu restaurata dai R omani mani a scen de re più al piano. Quivi .gli elefanti furo~ che vi inviarono una colonia. r.o di utile •impiego; laccia.•ti all'ini;prowiso dalla park opposta a (Jt:ella dove i R omani avevano ,pred'i;;posti i Il. Nel 49 a. C., d urante la guerra civile, hl occucarri, volsero in fuga i cavall i spaventati. Non fece ro pata <la Giulio Cesare, e, caduto ]'.impero, sofferse per però g.-an danno ai fanti . D ifferenti versioni esistono le invasioni dei barbari. Fu OC<:tJpata Jai longobardi in turno a questo fatto. Secondo quella più aoccrta ta <lic1r~n. dieci anni dopo ,Ja loro invasione, e, libera.ta da cesi che siasi co111battu-to una soh volta sotto Ascoli, Ca.rlo 1([a~no 1 con1inciò a. governarsi sotto la. tutela d e i e dopo acerr ima. 1otta e molta ~trage d'a,mbo le parti, proprii vcsrovi. All'epoca clella Lega Lombarda unì già tramon tato il sole, una ferit.L d<'I re e i bagagli le proprie for7.c a quelic dei comb1t1cnti contro l'immanomessi abbiano fatto cessare, bcnchè a stento, la peratore; ma dopo A. s i mostrò quasi sempre ghi belpugna. Allura essersi sònalo a raccolta in. ambedue lina. Ne! 1185 si sollevò fo armi, rovesciò il reggigli csr.:;rci tì es~endo già rin1asti sul cruiwpo da una e mento vescovile e proclamò la repubblica. P er ciò fu dall'altra pa r te circ.:L 15.000 uomini. sc0mun ica ta <la Innocenze, III I)C, 1192 ~ :issolta (luc ,..nni dopo quando , bbe p restato giuramento di obbeIl. numnl.c h · guerra. tra i R omani e A.nnibaic, A. <.fa>nza. :\rrigo V I vi fu accolto e festeggia.t o. Ma riparteg,.iò µer quest'ultimo. Dopo la 3" guena punica bellatasi poscia a,l!a a utorità imperia le, fu occupata e f,.1 d~ta a i soldati veterani d i Rema e poscia divenne saccheggiaia nel 1242 dall'esercito di Federico II, che colonia roinan-1. ·vuso il 900 fu occupata dai Greci c0I1cesse agli Ascolani <li costruire a l.Ja fece del T ron to che poscia, men tr'erano conrandat i da Abdila, furonv un porto fortificato, Porto d'Ascoli. Ma. la città di Fer<lall'cscrcito <li Ottone <li• mo pn'te9ckva, per concessione di Ottone IV, l'esclusfatti e cacciati. Nel 1041 s,ivo dominio del lido adriat ico dal Potenza ,il Tronto, se n.:: i1npo3sessa..rono j e quindi sorse la guerra fra. le due città. I fem1ani riNonm,ruii, e venne da.ta rnasero vincitori al Tronto e tre anni dopo furono scona Guglielmo. Nel l0i 9 Afitti nella pianura d i Riocclle. La. guerra, com inciata biligardo la cinse d'assenel 1280, finì nel 1286, per ricominciare nel secolo se,dio, la prese e ne ~a.cciii guente , Boemondo; ma Rober to, !II. Nel D47 gli ascolani diedero il conra.ndo d elle .p a<lre di costu i, la r iprese ancora nel 1080. Rugmiliz ie a Galeotto :Malatesta il quale assicurò il triongero Guiscardo, figlio cli fo ad Ascoli mi\ nell' istesso tempo cercava cli rendersi Rober to, ne f ece abbatsignore della città. Gli ascolani, allora, focero pace con tere .Je mura e la in ceni Fenriani, e coll'aiuto •di costoro riuscirono a cacciare il diò dopo d i aYer vinto gli Ma la-testa. Francesco Sforza, eletto vica.rio delle truppe ascolani che si erano solpontificie nella }Sarca, vi ,pose la sua sede e pe-r soleva ti ; ma poscia egli spetto di congiure r iempì la città di patiboli. Fu unita Awoll Etioro stesso la fece rifabbrica.re. al regno di Napoli da Ladislao, e nel 1413 passò in 1

pot~re dei principi di Carrara. Nel 1426 papa. M artino V la incorporò agli stati pontifici, d ei quali sei,;ul le sorti.

As ooli Satria no. Città della p rov. di ·Foggia, circ. di Be-vino.

A·scoli (Ettore). Colonnello d'art.,_ scrittore mìt n. ìn Ancona nel 1873. F ece la campa gna d'Africa neh 1895-96; dal 19.0 9 al 19 15 insegnò armi e tiro all'Accademia d i M odena. Partecipò alla guerra mondiala <list inguewlcsi sul Por;gorn. P romosso colonnello nef


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tagena. I. Romani che lo temevano, stipu laron o un t r at191 7, ot_tenne la croce d i cava-liere dell'O rdine n1il. di tato ccn i Ca rtaginesi, col qua.le si stabiliva che AsdruSa,voia .e poi quella d i uffic ia le dello stesso ord ine nel bale n on si estender ebbe al d i là dell'E bro, Nel 220 giugno. Dopo la .guerra ebbe il comando . del 2° ar t. pes ante campale e ,poi ( 1924) ,passò al -comando d 'art. del. a . C. As<lrub,de fu a,;sassinato da .uno schiavo. co 1·po d 'armata di Bari e (1925) a l comando del 3° Asd,·iibale. Gen erale ca.cl aginese, figliuolo di Aimone. regg. att. da -campagna. Fra le sue opere : « N uova arSpedito in S icilia per scacciarne i R omani, n el 251 tiglieria da eam![)agna >i; « L'ordinamento dell'artigliea. C., fu com pletamente ·sconfitto d a l proconsole Meria da campagna» ( R om.a 1906); « Aoppun ti sul proicllo, e sevP.rament'" punito òai Cartaginesi per noh blema rnilit;ire >> (lio!ogn'.l. 1908) ; «Esplosivi>> (Modena essere r iuscito vincitore. 194 2): ~ Artiglierie ,1 (Modena Ul2); « Lezioni di tiro A sepsi (e Antisepsi). Le .geniali idee cd osservad i ar tiglicr'ia ;> (ì\fockna 1913); « La controbattèria itazioni di Lazzaro Spallanzani (1776) e d i Agostino Bassi lilna ndb. guerrn i ta l(l!•au s triaca » (Roma 1924). da Lodi ( 1335)1 il quale p uò consi<lerarsi ;1 vero fon. , ;·A scough · (sir Giorgio). Vice a,nuniragl io inglese n . datore .<lella teoria ,parassitaria, prepararono le· miraa' Soutz..Kclsey, m . n el 1673. Nel 1651 sottomise a lbili scopate. di Pasteur (1878) sui germi patogeni, concul1e isole delle An tille al d ominio inglese. P r ese parte tro i quali comiJ1eiò 1,, lot ta coll'impiego d i sostanze à · pa.recclii combattimenti contro la flotta olandese cochimiche capaci d i d istn igger li. Sorse così l'Antiscpsi la mandata dagli a m miragli Trump e Ruyter, e da quequa.le, b.trodotta nella -seconda metà del secolo XIX in s t'ultimo -n el 1666 fu costretto ad arrendersi e r inch iuso chirurl;ÌJ. col classico metodo della disinfezione con a n ella for tezza di Loevestein. N el 1667, li berato dalla cido fenico ( E . Bottin i, L~te r), andò in segui to per fep rigion ia, si r itirò a Londra . zionandosi coll'u30 di molte altre sostanze antisettiche (Mrbliniato corrosivo, iodio, ipocloriti, alcool, vapor i d i Asdruba le. Nome. comune a ·pareochi generali carformolo. ecc.). Esse però presentano il grave incontaginesi. Il ,primo menzionato n ella s toria era figliuolo venien te di esplicare 1111'a.zione nociva anche sui tessuti d i . Magone, al quale succedet te nel comando dell'escr• coi q u3.li vengono a contatto, donde un ritardo del procito. Diresse la p riru1 speJizione d ei Cartaginesi contro ce,;so d i guarigione; si r icorse quindi, per la distrula Sardegn a, ne.Ila quale r ima.se mortalmente ferito nel zione de i ger mi. a mezzi fisici quali il calore nella du-123 3. C. e lasc-iò i l comando a suo fratello Amilcare. p lice form~ di calore secco e di -calore umido, specie 'Il. sdrnbale. N ipote d i Ma.sin issa, ebbe i l comando sucol vapore a cqueo sotto pressione grazie ad ar,parecchi premo di Cartagine durante la resistenza d isperata.- d ella speciali (au tochvi). Sorse così l'asepsi. E' da nota.re ' città con tro l'eser cito r omano agli or d in i dei consoli tuttavia che, pur seguendo il metodo asettico, si è coCcnsor ù,o e Manilio. Accuscito a l senato d i tradimento, strd ti a r icorrere a sostanze chimiche ,per tu tto ciò fu u cciso in un tW11u lto suscitato dai suoi accusatori che non toller i l'azione del calore (oggetti d i gomma, per i mpedirgli di d ifendersi. 1nani del chiru rgo, ecc.); in tal caso verrà l'imossa, grazie a lavaggi con Jiquidi sterili) ogni traccia delr1scimùale Cal·vo. Comandante della spedizione carl'antisettico i1nvicgato. taginese in Sardegna, duran te la seconda guerra pu Anche in ,chirurgia d i guerra è applicato largamente nica, congiunse le sue forze a quelle di Ampsicora e il metodo asett ico; ma, essendo le ferite belliche per lo r imase scontitto d al p rètote romano T ito 11anlio. più i nquinate d,c una r icca flora ,p olimicrnbica, si r iiAsdr11/,ale. Generale dell'eserci to di Aimibale; comancorre spes,;o a.n c!,c all'antisepsi. Il materiale chirurdava l'a lt. sin istr a alla b,ittaglia di Ca nne e contribuì gico, di c ui sono dotate le varie formazioni sanitarie in gra ndtmente alla vittor ia &ba.ragliando Ia cavalleria ro: guerra., comprende materiale di medi-rA1.tura (cotone idro_ n 1ana . ftlo, garza, fas.cc) sterilizzato a J20° con vapore acqueo Asdrubale, .figlio di- Giscone; comandava l'esercito carsotto pressione, garza a.Il' iodoformio, sostanze antisett icl:e, ecc. Degno d i speciale menzione è i l (( pacclletto taginese i1; Spagna, mentre Annibale continuava a ri<li rr.e<licazione >>, <li cui è munito ogni combattente: µortàr viltor ie in Italia. Ricl~iamato in Africa nel 206 esso è co~,tita itu di materiale asettico, custodito in un a . C. fu v'fn to da Scipione. Secondo Appiano, Asdrutri plice Ì.ri\'o lu<:.r o imiiJe, meabile, e contiene inoltre u na bale fo rnndannato a morte a cagione della sconfitta fialetta con soluzione d i iodio a l 5%. su bita, secondo altri invece, si r itfrò a Cartagine d ove ò _µ sci . a persuader e con la sua cald a eloquenza il seAsf eld (Claudi.o Bidal, marchese d'A.) . Maresciallo . n a to a cm,tinuare la guerra con tro R oma. cli F ranc ia n . nel 1665, rn . nel 1744. Nel 1734 ~"UcceAsdrubale Barca, figlio d i Amilcare ; coir.anda va l'ed ette al maresciallo d i Bc~-wick nel comando dell'eserc ito. Con'tinuatore dei sistemi di Va uban, si rese cesercito cattaginese d i rin.forzo che conduceva a suo fralebre specialmente nell'attacco e nella d ifesa delle p iaztello Anni-baie in I talia. Passò rapidamente le Alpi, ana, scontra tosi con i consoli L ivio Saliuatorc e Claudio ze for:i, d i,tingucn<losi in modo particolare alla battagl ia di Almanza (1707), alla presa di F riburgo ( 1713), Ncrnnc d ie erano venuti a conoscenza dei suoi rnovimenti !JJCI' <lettere indi.rizzale al fra tello e da essi " quella di Phi]i,p sburg (1734) . ù1tcrcetll\tc, ftt totalmente sconfitto, rimanendo ucciso A sfissianti. V. Gas. ~bt1po. I l<orn:ini mozzarono la testa al cadavere,

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e alcu11, giorni dopo la gettarono nel campo di Annibale. A s<ir-ubale. Genero di Amilcare ; vinse i Noo1idi, e alla morte delio suocero, :issunto i l comando dell'esercito, passò in J spagn:i,, sottomise il paese fondò Ca.r·-

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Asgi ll (sir Car_lo). Genera le ùiglcse (1763- 1823). Inviato in America agli ord ini del generale Cornwallis, fu fatto prigioniero a Yorktown e condannato a morte, ma ebLe salva la vita per intercessione del governo francese . Nel 1800 fu J)romosso tenente generale, e,


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dopo aver fatte le campagne contro la Francia, fu governatore nell'Irlanda.

Ashburnham (Tomaso) . Generale inglese ( l80i1872). Aiutante d i campo della regina, nel 1854 fu ,promosso maggior generale per la sua bella condotta a lla battaglia di S ultlej. Nel 1857 ebbe il comando d elle trnppe di spedizione ir. Cina e dopo il comando Sllperiore ckl!' c,ercito delle Indie. Ashby ( s·i r Giovanni) . Ammira,glio inglese, n . nel 1642. Comandava -la squadra azzurra dcll'atanata angloolandese nella -battaglia di la Hogue (1692). Il ministro N ottingham, lo accusò d avanti al ,parlamento d i aver la~ciato sfuggire alla distn.1zione, per s ua negligenza, una pai te della Botta francese; l' Ashby venne prosciclto dalla grave accusa, ma lasciò disgustato il servizio. Ashdon. Borgo -dell'Inghilterra, nell'Essex, ant. detto Aescendwne. T. Battaglia di ;{shdon. (871). Appartiene alla sped izione dei D am:si con tro i Sassoni del Wessex. Le J1avi danesi r isalirono il T amigi fino alla sua confluenza .col Kennet e q uivi posero il campo. I Sassoni, condotti da Etelfredo I, re del Wessex e d a. Alfredo s uo fratello, mossero verso i Danesi e posero il campo ad Asbdon. Quivi gli avversari, rinforzati d agli Jarli loro .alleati, vennero ad assaJirli, d ivisi in due corpi: i Da11esi coma nd:iti {la i loro re Bagseg e Healfd on e gli Jarli. La lotta rfu ingaggiata da Alfredo con ,m a parte dei Sassoni, e Lt!tra, condotta d a l re, .in tervenne al _m omento opportuno, assalendo i nemici già. stanchi e .scompigl iati. Il re danese Bagseg cadde combattendo, e i suoi furono sconfitli e imeguiti dai vincitori fino alle navi, suliendo gravi perdite. II. lfottagl·ia di Ashd01i (ottobre 1016). Appart iene alla invasic1Jle d i Canuto re d i Dani1narca. Contro costui m'Os,ero gli anglo-sassoni condotti da Edmondo « Co.sta d i F erro>> . .'<eile ~uc file era Edric, suo alleato, il quale In abbandonò sul campn della battaglia, a ppena -questa fu ingaggi'.lta, e ciò d eterminò la vittoria di Canu to: t uttavia Edmondo riuscì a d isimpegna,rs i e a ritira.i:si.

Ashraf. Città d ella Persia, nel Mazanderan ; v i fu ,concluc,o ii :ì ottobre 1727, fra la Turob.ia e là }>ersia, u n T rattate dic ,pren<le il nome dalla delta città. Asia. Cawtteristi:che general·i. L'A. occupa la parte N. E. dd continente a ntico e ne è la porzione mag-giore. Gli stretti cana li d el Bosforo e d ei Dardanelli non la sepana.i10 che in a.pparenza d aJl'Europa, con la quaJe anzi essa ha molteplici stretti collegamenti, s ia n ella la rga schiena degli Urali, attraverso i quali le yianurc e le step.pc sibr.riane si .prolungano in Europa, sia nella dopressione Ura.lo-Caspica, comune a i due •<:ontiJ1enti , s ià nell'identità di caratteri che offrono il "l\far Nero, il 1far di Marmara, le due sponde de ll'Egeo e l'Arcipelago greco, vero ponte insula re teso fra i due continenti. .'<on altrimenti succede con l' Africa alla. quale I'A . saldirncnlc si collega. attraverso l'istmo cii Suez e la prnfonda fossa del Mar Rosso. A S . E . !'arcipelago delle I ndie Orienta,l i congiunge l'A . C<Jn l'Australia con uJ1a miriade d i isole, grand i e piccolissime, ~vi<lente ,·elitto di a.ntichissime terre. Invece

ad E st l'immensa p rofondissima fossa del Pacifico costituisce separazione gi:ologi-ca e geografica. assoluta con il continente americano. Nè, per l'elevata latitudine, bastano a facilitare le re.lazioni lo stretto di Ber ing, che avvicina i due cont inenti nella loro parte settentrionale a meno di 100 km. od il cor<lone delie Aleutinc, che costitui,cono un ponte insulare poco sfruttato fra Jc penisole di C;1.;ncia tca e di Alaska. L'Oceano Artico oppone l'ostacolo dei suoi ghiacci a lle relazioni del Nor d dell'.4 . <:on il nord dell' America. Queste premesse spiegano a sufficienza la molteplicità delle relazioni e le numerose trasmigr azioni d i popoli e di civiltà vc1:ifica lt\si in passetto fra l'A. l'Europa e l'Africa nord-orientale, cd il co,pioso flusso d i interessi che dall'Eu:·opa si volge aH'A., e spiegUJ10 del pari come fi110

ai -giorni nostri siano invece state assai scarse le

relazion i con !' America. L' A . è di-lisa in tre zone: una setten trion lae, costituita eia tavola ti arcaici; una nrer idionale, formata. da antichi a ltipiani, resti del continente antico, collegati da h:1.s~e .pi-anurc ~lluvi01iaii; una zona n1ediana, formata di a lteterre, colos3ale accolta di giganti, nella qaale si trovano le maggic.ri altitudini del mondo e si intercalano acrocori immensi, orla ti d a catene elevatissime, che isolano qucs:e region i dalle p ia.i1Urc periferiche. La presenza d i questi grandi acrocori centrali ha per effetto a ltresì d i separare i grandi agglomerati umani che li circondano, d i guisa che, a.cl es., le antiche e fiorentissime civiltà del•la Cina, dell'Inclia ccl Assiro-Babilonese, si sono mantenute quasi estra.iiec !\ma all'altra e chiuse in se stesse. L'A. è grande quas i dnque volte l'Eiuropa. poicbè copre una superficie d i circa 44 milioni di k1nq. D al C<1po Celìuskin, estremo nord; n.1 Ca.po Bor:>, e,;tremo m eridionale d ell'A . intercorrono 8500 km. Orografia. l..'A . ha il TJrima to sulle a ltre terre del continen te an tico per l'a.ltitudine media, che raggiunge i m. 10 10 di frc n.te ai 660 m . dell'Africa ed a soli 330 dell'E:\lropa. E' carat-te!'istica d elle alteterre asia tiche, ()ltre le elevatissime aìtitmlini, la loro di.sposizio11e ad a rch i di cerchio concentrici, con3eguenza ddl'osta co!o opposto dal continente boreale al ccrrugamrn to verificatosi pt'r effetto <:!cli.e dislocazioni nel continente a ustrale. Si possono individuare tre archi : uno setten trionale o si"t,,:,rianc; ~no centrale; uno meri,J ionalc o malese. L'arco s~(tentr ionale ha il suo :inmto <li partenza nei mon ti /\ ltai (alt. mas3ima m . 5550 nel M . .Bicluna, o M . Bianco) e si prolunga fi:,o a lla J)eniso la d i Ca.inciatca, inclL.dendo i M. Saiani, i J,,J. J1blonoi e gli Stan ovii, rnn i quali costituisce l'odo esterno <lei tavolato siberiano. L 'arco media.r,o, o arco degli al tipian i, -cont im,a i! s i.sterna alpino eu ropeo e si 1)rol\lngrt fino al 1:'acili.co, con -uno svi Iup-po . di circa SOOO km., costituendo l'ossatura. del contiHentc. Ad est" del 70° meric1ianù e fin o al 120° meridiano, fra il lxtssop iano turnnico a 11ord ed il bassopiano indogangetico a sud, l'arco ce1.trnle si restr inge alcpianto nel rnsi'.letto Altopi,mo Cenlra!e, costituito d a un allineamen to <li gi~,u,tc:schi acrocori, grande nel complesso :i,iaJ1to JTu, OiJ,, ci.e ~i ran n,,da e culmina nel Pàm ir i: delimitr.•o :i. n.,rd rfai 1\L Alai, a su<l est dai ~{. C:1.r-1.coram, rt snd ovest cl,Li J\I. Indok ush. Nell'i nterno è percorso d a cc tJne .9arallclc, disposte da est a<l ovest, clic n ùn s'innalzano molto sul terreno circos(UJ1te, in-


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fra,mmezzatc da lungh~ valla te · dette anch'esse Pàmir, che 111eltono capo a valichi relativamente facili, i quali a loro ·Yolta a<lducono : ad ovest nel ,bacino dell' Amu Daria; a norè in- qu~llo d el Sir; a sud nel bacino dell'Indo; ad est né! bacmo del Tarim. Qucs!a zona, no.nostan te le sue altitudini, costituisce perciò wna di tra11sito relativamente in.portante. Dai M . A.ltai irrarlia.,o verso N , E., allargandosi .poi a ven taglio nella Cina settentrionale, fra il Jang tse kiang ed rl fiume Giallo, i M . Tar. Scian o montagne del C:clo, cd i Kucn Lun, o montagne della Luna tutti eievatissimi - · fra i quali si aprono pe1ò la Porta della Zungarìa, a nord, che, costituisce pa.ssaggio fra l',I. centrale ed il pae.,;e dei Chirghisi, ed il Passo di Terck (38i0 nJ.) che irnisce il Turkestan orientale (valle d<:I Sir) al bacino del T •a.rim. In direzione S. E. r, qi,asi paralleli ai :M. harakoram, s i elevano i .M . Hin,aiaia che contalltJ vette superiori agli SOOO m. (Everest m. 8800) e 250 vette superior i ai 6000 111. I M. Himalaia son separati <lai precedenti da,gli opposti corsi -dell'Indo e del Bramapu!.r2-$am1po, che ne scgmmo il limite nm·d, e ne circoscrivono gli estremi orientale ed ood<lentalc. Essi cascano come un ciclopico baluardo sul basrnpiano indogangetico. Ad occidente di queste catene d'i colossi, fra queste ed i 1I. Nan Scian, si in<:astra l'acrocoro del Tibet. e <lalle estreme e mal note catene orienta!'. di questo scendono a fascio le numerose catene che solcano fittamente, da N . a S., la, Birmania, ostacolo sepa:·atore notevole fra il Bramaputra e l'lravacli. L'arco mediano sl completa verso occidente attraverso l"ork settentrionale dell'Iran, 'l'Elburs, il Caucaso, i monti dell'Am1enia ed il Tauro. L'arco male~e cc1mpr ende i rilievi della ,penisola di· ~fabcca, delle isole di Su1na.!.r~ e .di G iav::t, e s i continu~.

n~lle F ilippine e nell'arcipelago Giapponese. Fra i ire archi <lescritti s'incastrano altopiani relativamente de·pre.,si, cGme il deserto <li Gobi, che occuva gran par te <leJla Cina; il bacino d i Tarim, l'altopiane dell'Iran, l' Asi,i. ?dinore. Le pia.rnHe sono quasi tutte periferiche a questi a.réihi, o dtua te agli orli degli altipiani. La maggiore è la pianu..a siberiana; vengono poi i bassopiani Jlluvionali dell'Hoang-Ho e del J:i.ng-Tse,. i d elta <lei Song Koi (Tonkino) e del Mekrmg (Cocincina); la pianura u1dog,rngetica ed il bassopiano della Mesopotami,L I r/n,gmfia. 11 mass;,no nodo' icirogi·atìco d ell'A. è na.!malmcnk ccc,tiruito <la!!' !\ltopiano Centra le. Nascono da e$òO tutti i maggiori fiumi che scorro110 a<l est del 70'' n1eridiano. Sonù aHresl nu1nerosi e vasti i bacini interni, poichè un terze circa delle correnti asiatid1e non hanno deflusso al mare. E n trano in questa categoria per la rnai,gillr pm:te i la,ghi che si allineano dal Caspio a l Bai!ul, che. devono considera.i-si' come veri relitti de ll'antico mediterraneo quaternario; molti sono tutt:>r:t sa.la.ti e t aluni hanno conservato fauna marina. 1 grandi fiu mi asiatici, pur senza raggiungere la lunghezza dei massimi fiumi africani ed americani, hanno tuttavia svihtppo molto considerevole, corso Iran. quillo e costituiscono eccellenti arterie di comunicazione. Fanno eccezione a quest'ultima ca.retteristièa i tre massimi fiumi siberiani, l'Ob, il J en issci ed il Lena, i quali, pur essendo lunghissimi e copiosamente a limentati dalle nevi, sono gelati per molti mesi dell'anno e straripano con faci:itit dura nte le piene. Partecipa ·u n 0

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po' a que3te ,c ara.tteristiche anche l' Amur. Il :Fiume, Giallo (Hoang H o) ed il Fiume Azzurro (Jang Tse Kiang) sono le due maggiori arterie na"igabili della Cina : il primo .però, su ua corso d i 4200 km., ne ha solo 450 navigabili, percl1è la violenza della corrente· nel cwso superior~ e i'immensa quantità di materiale convoglia to ostacolano la navigazione. Le sue piene sono tt rribili. Ha perciò scarsa importanza economica, e· d i conseguenza non sorgono abitati di qua lohe ent ità lungo il suo corso. I l Jang Tse Kiang ha uno sviluppo di oltre 5000 km., e di questi 2800, e gran parte dei suoi affluenti, sono i,avigabili. Esso è ~ontinuamcnte s,,lca to da una qumtiti, d i .galleggianti, dal grosso pi1·oscafo alla giunca leggerissima, tà.lcl1è si può dire che, in questa importa11k ar teria si concentri la maggior parte del commercio cinese. Lungo il suo corso sor-gono centri abitati ed empori commerciali di primo ordint:. E' J>ure in parte naviga.bile .il Si Kiang o Fiume d'occidente, che sfocia nel. Golfo <li Canton. I fium i ind-icincsi : Song Ca, Mekong, l\1en~m, sono molto ricchi <l'aque ma p resenta,:o delle rapide, so110 soggetti a forti a lternative di piene e <li magre e non hanno, quind i grande impo:rtanza. Il Sa1uen e l'Irauad<li, che costituiscono il sistema idrografico della B irmania, scorrono da nord a sud e s i versano nel Golfo di Yrar-taban dopo un corso d i lt.00 km . il p rimo e 3400 il secondo; solo questo ultimo è naviga•bile per circa 800 km. ed è in questo tratto importante linea di comun icazione fra l'India e la Cina orienta le. Il Bramaputra ed il Ga ni;:e, i d ue massimi fituni sacri <lell'Tndh, fo:·man,, sistema, nascendo essi a breve distanza in du~ opposte valli a sud dell'Himalaia econfi.ucndo in ·ùn ;;olo smisurato delta che ha quasi le dimens ioni dell'Italia Superiore (oltre 80.000 kmq'.)Entram bi i fiumi sono caratterizzati, ,come il Nilo, da piene fertilizzan ti. J .ungo U corso <le! Gange sorgono città fiorenti, .piazze forti importanti e centri commerciali della più grande importanza. L'In.do ha le stesse carattcri;;tiche dei <lue primi, ma solo nel suo corso, 11!•:-rl io, attraversando il l;C'njab o regione dei cinque fiumi - l_1a vera i,rnportanza, poichè p iù a valle s" i1npovcrisc1: gr.i.n<lernente di acque. Lo stesso succeck· a ll'Eufrate cd al Tigri, i quali, dopo aver perdu_to gran e.opia ,l'atq)13. attraversando la desolat a steppa di Mesopotaniia, uniscono le loro a cque in un sol corso che prende il nome di Sciat el Arab e clic è navigabile fino al suo sbocco nel Golfo Persico, per cm tratto c ioè di circa 600 km., con tribuendo all'importanza commer ciale d i Rassora. Fra i bacini interni, <lopo il Caspio, che è il pit1 grande bacino lacu.stre e la maggiore depressione asso• Iuta d el globo, scendendo esso a 26 metri al disotto del 1'L Nero, sbocco del Volga, dell'Ural, del C•.ira. ccc., èdopo i' Aral, nel quale s i gettano, estremamente impoveriti, l' Amu ed il Sir, è degno d i essere ricordato il bacino del Tarim, che è il maggior bacino interno dclJ" Asia, ,alimenta to da una rete d i tre fiumi principa!i che fom1ano la riccLezza <lellc terre che attraYersano. nel loro corso superiore. Cli,w1. L ' Asia è il paese dei grandi contrasti climatici, non solo per il fatto di essere compresa fra il Circolo Polar~ e l'Equatore, che anzi oltrepassa entra mb i d i una ,liccina di ;_1ra.d i, ma perchè l'elev:ua fascia. cen trale di ulteterrc ostacola le influenze degli opposti


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versanti maritti1pi, al che si aggiunge che la stessa immensit,,. ddla mass:i con tinentale concorre a. sottrarre tutta l'A. centrale e gran parte della Siberia ai benefici effetti del mare, determina,ldo la secchezza del clima e forti salti termici, e quindi quelle striscie di deserti che caratterizzano l'Iran e - "I' Altopiano centrale e prolungano la fascia desertica che percorre l'Africa del Nord e l'Arabia. Si possono d istinguere nell'A. qna!tro zone climatiche: l'A. centra.ìe, il paese dei mas-simi contrasti; l'A . meriJionctk, Jarga...-nente battuta dai monsoni, che_ determinano essenzialmente d ue stagioni, con lieve cliffercn:7-ia.?.iot)C t~rmica e clima n1arittin10, quindi pioggie periodiche a bbondanlt lungo il litorale, dccresc,' n ti ,;,an mam) che si sale verso il nor:!; l'A . 1 settentrionale, la. quale, ,p ur a.vendo estati brevi ma relativa.mente calde, è il vero regno dei freddi, ed infine l',1_ orientale, detta anci:Je A . d ei monsoni, perchè quivi è sopratt'1tto l'alterno giuoco di tali venti che determ ina le caratteristiche climatiche principali e cioè una precipitazionè molto sen tita, temperature molto elevate e piccola escursione annua. Nei paesi lungo il P a cifico hanno influenza Je . correnti marine, come il << Curo Scio», che 'risale le coste del G iappone e della Cina orien tale da.I basso all'alto appo1,tatrice d i clima tempernto e la corrent;, fredda che discende dallo stretto di Bering facendo sentire la . sua influenza fino a Vladivostok. In conseguenza di quanto wpra la regione settentrionale è fredda secca e molto povera; è la 1·egione delle tund re e delle foreste, ab itata scarsamente dall'uomo e popolata ;:,er con1ro di animali da pelliccia e d i cc!acei. La region~ centra le è assai povera. di vegetazione; è la regione deJ!e -steppe e dei pascoli, no::i molto abitata dall'uomo, ricca di animali corrid ori e cli greggi, la regione mel·idionale è caratlèrizzata in genere da una popolazio::ie umana. a grandi agglomerati, da una ,-cgetazione .ricchis.sirr.a e -lussureggiante, molto abita ta, popclata da una fauna molto copiosa e varia. L'A . orienta le )}l'esenta gli stessi carntceri dell'A·. meridionale, ma sostituisce alla vegetazione ed alla fauna tropicali vegetazione e fa.una <la e.limi temperati, caratterizzata essenzialmente dr,lle coltivazioni e clagli allevamenti artificiali. Popolazione. La popoiazione <lell'.4 . corrispon<le da sola ad oltl"e la metà del gwere umano sup·~rando gli ,s80 m ilic.,1i <li abitanti. Essa è però molto variamente distribuita, p~ichè a grandiosi aggl0meramenti fanno riscontro lande quasi cicse.rte come è di quasi tutta l' A . settentrionale e d i gran parte degli a ltipiani. La dens ità n1edrn e perc iò d i soli 20 abitanti per kmq. A c iascuna delle grandi ripartizioni natura li dell'Asia corrisponde una speciale forma òi vita umana; le fredde regioni del N orci ospitano popoli quasi primitivi ; sono semiselv1ggi gli a bitatori degli acrocori e degli a lti;1ir,,ii ce ntrali; !e fert ili terre vallive dell'Asia me· ddionale e orientale, lrnnno dato origine a civ iltà 'fiorenti. l'rr<lominano d'Je razze principali : la razza bianca od europea. e la razza asiatica o 1no;ngolica. La prima, cbe popola speciaJmrntc ·l'Asia mer idionale ed occidrnl'llc, si clivi<le nei due gruppi indoeuropeo e se· m itico e r1uesti a loro volta s i s,uddiviclono fra Indù, Iran i, 1\nneu i cd Arabi:' Siriani eò Eb1·ei. Nella razza. asiatica sono compresi invece gli Uralo Altaici. i Cino Tibetani ed i G iapponesi e Corean i. Tutta questa gente

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risponJe a cir,que rdigioni principali : il bra hmanesimo, che conta 230 milioni di credenti, il buddismo, il cnst1anesim.o, il giutlaismo. l'islamismo. In Cina è llJolto diffusa ia relig ione di Confucio. I n tutta. l'Asia orientale e sellentrionale !,anno segu ito religion i animistiche che pongono a base della loro credenza il culto degli spiriti ed animistica è anche la religione s in toistica, uffìci,lle per il Gia.ppone. P oco meno d i metà dell'A, ~ . soggetta a l dominio europeo (gli Stati Uniti d'A merica' sono succedu ti -alh Spagna nel possesso del],>, Filippine). Sono rimasti ind ipendenti: la Cina, il G ia'flpone, il S ian1, I' Afganistan, la Persia. Il vecchio impero ottomano si è ~membrato nella. Turchia, nel Nepàl, nell'Omàn, nel J·egno dcll'Hegiaz ed ia altri minori pa,csi dei!' Arabia. I.'assf'tto politico dell'A. è quanto i1nai incerto e nien.• tre la repu bblica succed uta al secolare impero cinese, si sia fraz,ionando in repubbliche minor i sempre in lotta fr.t loro, anche il colossale dominio russo ha su, bito molte · trasformazioni ed altre ne sta subendo, spezzettandosi in una serie di Sta.ti indipenden ti e di re1wbbliche bol~ceviche, e ,gh altri Stati, come la Persia, l' Afganistan, il Siam, sono _ insidiat i sempre più da vicino dalle influenze occi<lentali, nè è <lato vedere n quali u.Ueriori sviluppi ,p ossa portare l'esacerbato nazionalismo turco. Anche gli Stati Uniti. dimostrano u n interesse economico ogni giorno più vivo verso le terr~ orientali del!' Asia. Il prodi_g ioso sviluppco delle comunicazioni, che, negli ultimi anni ha compiu to passi da gigante nel perfezi,mamcnto della tecnica e che ormai avvo.!ge l'A. qua. , si da ogni lato e s i addentra aucl:icemen te, con ritmo cresce;ite, nelle sue imrnengità desolate, ha molto contribuito a r endere più intenso i l flusso degli interessi st11anieri - e specia lmente europei - - verso !'A. e sempre più stretta la soggezione economica di questa a quelli. Esclusa. completamente la costa set,tentrionale dell'A., la quale, per •le cond i?.ioni viste, non si presta. al traffico, questo si è sempre esercitato molto attivo, sopr:ittutto p~r via acqnea, lungo le coste orientali e meridionali e nell'interno stesso del continente, Abbiamo v isto già l'importanza economica e commercia.le delle linee di navigazione fluvia le, le quali costituiscono altresì ottime vie di penetrazione, soprattutto nella Cina e nelle Indie. Ad esse bisogna. aggiungere il ·canale imperiale o Ciun Ho, che attraversa in tutta la sua lunghezza la ,penisola dello Sciang Tung, fra il goffo d i Peci L i ed il mar G ia.llo, unendo con uno sviluppo di oltre 1700 km. (come dal Mar Baltico all'Adriaticoj Pechino ,:on le cit'.à meridionali N ing Pho e Hang Ceu. 11 corso navigabile è largo dagli 80 a i 300 metri, a ttraversa paludi, laghi ed imrùense distese di terreni •r icchissimi di -cohivazio!1i <li ogni specie, arteria cornrnerciale <li grande importanza che data. dal secolo decimoqua.rto. Le linee d i comunicazione esclusivamente terrestri erano per contro assai scarse, e<l •a quelle poche si può dire che abbia sempre presieduto un criterio r igorns;t· mente geog:-aJìco. Le alte valli •dell' Amur a nord Est, e d~Ir .Hu~1ng l-:Io a sud est, sono le stra-de per le quali i l\fong,,Ji discesero nelh Cina. L a grande rnuraglia cinese è stata ele-vafa appunto per chiudere la porta. a queste invasioni. La valle del Tar im, come ahbiamo glà accenn(l_to O(.:Ca'Siona.1:me.nte} fonnava anch't.ssa una


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Le g,·ancti montag-ne dell'Hi.malaia

notevole via, detta anche la via della seta, per il passaggio dall'estremo oriente a lle valli dell'Amur e fu seg11ita anche. com'è noto, d,, Marco P olo. Abbiamo pure accennato già a lla -porta della Zungarìa che s i apre ,p iù a nord e cong:unge l' Amur centrale a: paese del Eirghi~i. Tra il lago Aràl ed i monti Urali si apre ancora la « Porta del Turgai )), spesso seguita dai popoli asiatic i cl1e invasen la Russia. Tra le linee longitttdinali devonsi ancora annoverare quella che unisce l'Asia Minore alia Mesopotam;a e quella che dal Mar N ero per l'Ann~nia (Erzerum) conduce alla P ers ia (Tabris), nonchè quella cbe d a l Turkestan, per il .P :1s,o di 13amian e h Ya lle d i CabuJ, conduce all'India. Da quanto si è detto nel descrivere l'orografia dell' A. è agevole comprendere come siano molto scarse e ge1iera,lmcnte molto difficili Je comunicazioni trasversali. Tra queste hanno importanza soprattutto notèvok le cosidette « Porte Cilicic )> ( anticamente Metdesis) che soloano a. 1300 metri il Bulgar D agh, a ttraverso cui -p assa tuttora, come già néll'antichità, la p r incipale strnda che dall' A . conduce in Siria. Attraverso i mon- , ti del Caucaso i valichi sono rari e difficili. Tuttavia meritano menzione il Passo della Croce (metri 2 790) cbc è percorso d'a l!a stra.da militare russa che conduce da Vladikaukas a T iflis ed il passo df Marmisson (2825) attraversato dalla strada. Stavropols-Kutais. Kasgar, nel J<ashemir, importantissima oa·si del Turkestan Orientale, s i trova sulla strada della seta ed è punto di rannodo delle s trade che vanno in Cina, a l P àmir, a I T ibet. Queste poche eccezioni ed altre di m inore

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( L"Everest)

importanza non tolgono gran che alla difficoltà di comunicazioni attraverso l'aspra muraglia montagnosa centrale. La ;1avigazi_onc intercontinentale che dov~tte già seguire un tempo la lunghissima via del Capo di Buona Speranza., ebbe un impulso grandissimo con l'apertura del C:rnale di Suez, la vera porta <l'ingresso all'A. M inott, iungo la coside:la via imperiale, via che l'l nghilterra ha saputo cosi bene premunire occupando lungo il -suo percorso i punti strategici di maggior valo.re (Gibilterra, Malta, Canale d i Suez, Ade11, Sokotra). Anche l'America si volge però ora all' A . cd il Pacifico. non solo è solcato da un numero se;npre maggiore di navi, ma a ttraverso la sua immensa d istesa, si va. spostando l'asse delle compe tizioni economiche mondiali. 1n questo ordine di idee acquista .particolarissi-mo valore la baia di Singapore, d i cui tan to si <lisoute in Inghilterra. l.a rete ferroviaria è in continuo sviluppo .. Oltre la transiberiana, che att raversa la Siberia e la , Manciuria, co llegando Leningrado a Vbdivostok, sì intravede non lontano il completamento della ferrovia di Bagda<l che da Scutari e da Smirne, attraverso l'A. M inore ed il Tauro e lungo l'Eufrate, congiungerà il ::Vlediterraueo al Golfo Persico. Sono. degne d j not a, inoltre la T ranscaucasica e la T ranscaspiana, dal Volga al cuore del Tud<.estan ed a lle porte deH' Afganistan;. la ferrovia della S ir ia e Palestina che si stacca dalla ferrovia di Bagdad e si a llaccia da una parte, attraverso l'istmo d i Suez, alle ferrovie dell'Egitto, e tocca dall'altra, nell'Arabia, la città santa, Medina. D alla.


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T ransiberiana si staccano diramazioni verso la Corea (Fusan) verso Porto Arturo e Ped 1inn. La fer rov ia centrale cinese, che: congiunge P echino a Canton, si allaccia <la una parte aJla transiberiana e dall'altra tende a prolungarsi fino alla Cocincina. L'India. è fittamcntt solcata da ferrovie, (SS.555 km.). Esse g iungono da una parte, ad ovest, attraverso il passo d i Rolan oltre Quetta, in direzione d i Kandahar, seguendo cosi, nei tentati, i d i p enetntione verso l'Iran, la stessa. slradrt pePCorsa. già dagli l!SC rc iti di Alessandro a l s uo r itomo da ll'India; dall'altni, a nord, toccano Pcs havar e gii, si allung~no Yerso 1,- gole di Khaibe.r, certamente nelrin tento di risalire il Cat>ul pei· punt.u-e all"Afganista.n. Asia . l'rovincia. ro mana, intcrnmcnte •soggetta a R oma dopo l,t sconfitta di Aristonico ( 132 a. C.); ne fu pri•no go,·crn~tore )lanio '>quilio, sollo gli ordini dei quali stavano dk-ci commis3ari. La. p rovincia d'.1. comp ren deva fa. Frigia minore -fino a ll'Ellesponto con le isole adiacenti a lla Propontidc, la l'l'(isia, l'Eolide, la Lidia, la Jonia, la D ::>ride (eccetto Rodi) la Cari:i, la Miliadc. Fra t utt~ le giurisdizioni politico-mi litari 1·omà..t1e questa, per r icchezza e importan1.a, tenne il p r imo posto. L e a ltre due prov. dell'Asia l\Iinorc erano la Ritinia e la Cilicia. -Per le varie p:u-ti dell'Asia. vedere le voci Afga11ista", ! l1111c1;1, <; ina, Ciapf1011e, India , Per.,ùi , ccc.

Asiaçio. Capol. dell'altipiano dei Sette Comuni. Nel 1291 es;i si strinsero in lega, costituendo un piccolo S tato au tonomo, retto da propri ordinamenti. Nel 1404 foce dcd iilione alla repuhblic:t <l i Venezia, la. quale risp<:ttò i suoi privilegi, e ne ebbe in cambio fedeltà e devozione. Gli abitanti dell'altipiano di A. fornirono alla repubblica ottimi soklaci. Durante la g uerra per la lega d i Ca mbrai, i l te rritor io venne invaso dalle truppé im periali, alle quali gl i abitanti opposero viva resistenza. Allo scoppiare della gUcrra Italo-Austriaca, ,\·siago <iivc.nne un cnuro d i grande importanza logist ica ; fµ perciò bombardata qualche volta da ae roplani austriaci. li 15 .:na.ggio 19 16, iniziandosi la gran<le offcnsh·a. austriaca, caddero su Asiago i primi colpi

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<li grosso calibro nemici, e da quel giorno la s ua condanna fu segnata. Rièotta un cumulo di macerie, fu da no i s1;omb<:rata. negli ultimi giorni d i maggio, e sino alla fine <lella gucr.a rir.nase fra le opposte linee, subendo J'e5trr1110 martirio.

Asi nara. Piccola. isola presso alla costa settentrionale c!eila Sardegna. e il golfo dell'A. Nelle sua acque s, combattè una battaglia na,·ak, nel 1408, tra due !lotte, s iciliana (aragon ese) d i 10 navi, e genovese d i 6 navi. (lues t'ultima. che e ra stata inviala in aiuto a Ilranca!1:one Doria, fu sconfitta. )rei 1527 (20 aprile) un ccn:inaio di Sa1di, guidati da Francesco Cano, si <l iiesero bravamente nell'Isola P iana co ntro 400 pirati algerini, sbarcati <la otto galere, e poi, J)assati all'of. fcnsiva. li c:ostring~vano a in1barcar,:;i nuova111eute, in ...

fliggcnc!o loro una perdita di 50 uomini.

Asinari. Illus t re e ,an(. .famiglia del Piemonlc, che ha dato alla Patna una quantità. di Ca.pitani e di uomini di Stato. Ricordiamo qui suoi p iù eminCHti ufticiali: Federico rl,iuari ,J.-i Camerona. Uomo di Stato, e poeta e uomo d 'armi <lei scc. XVI, nato e mor to ad ..\sti ( 1527-1575). Difese contro il marcsciaJ.lo di Brissac il ,proprio castello d i Camerano nel 1551, ma dovet te cederlo, e lo r iprese coll'aiuto degli imperiali , pei quali patteggiava, alcun tempo dopo. Seguì Emanuele Filiberto in varie campagne e ne fu nominato ministro della guerra. Creò a Xizza e contad o le milizie p l'ovinciali. Combattè in U ngheria. sotto Mass imiliano nel 1556, e poi torno a iìnire i suoi giorni in patria. Boniforte Asin-0ri. Succe,;.,;e (1583) ad Antonio dc Levo nel comando gene,.a.1c <!elle m ilizie piemontesi. Carlo Asùiari di Mcm1bercelli. Marescia llo d i campo piemontèse (16i9-17S7). Ebbe la nomina nel 1735 dopo di essere stato comandante del regg. Guardie. Nel 1744 vcnnr nomina to « generale dell'a rmi n ella città ,. ducato di Piacenza >> e nel 15i6 governatore d i Alessandria. Filippo

Valrnti11b Asinari di S011 .lfarzano ( 1709-

La clis~ruziono cli Asiago 11101 t 9H,


76ì 1789). Generale d i cava,lleria, comandò la Guardia del Corpo e fu governatore d i Nizza e d i Torino. FiriJJpo A_nto11io A . d:i Snn Marzano. Uomo d i Stato 3,)ieinon tcse, n. a. Torino m. ad Asti (1761-1828). Fu mù1istro della guerra prima <lell' invasione france<;e·, e poi ambasci atore di N-ipoleone I. Nel 1815 resse il ministero della .:guerra e della 111arina de} ricostitiuto R egno di Sardegna. Prende da lui no111e la. riorganizzazione dell'cscrdto sardo avvenuta in quell'anno : egli soppresse i reggin1entì provlnciali e vi sosti tuì i l s.istern:i <lei «contingenti'>; rio,,c11110 l'Accademia di T orin'), r.reè, la Casa. elci V~t.erani ed Invalidi di Asti, istituì il Corpo <lello S tato Maggiore, diede nuovo or•t iinameptc,, m ilitare-civile. al Genio. La.;-ciò la carica nel 181.i. Martino Asinari di 'Bernezzo ( 1771 -1835). Raggiunse il gr ado di ten . generale e fu v icerè della Sarde,:na. Carfo As-inar,: di San M'arza-no, marchese dì Ca.raglio ( 1i41 -1841). F iglio 'd i 1-'ili ppo Antonio. partecipò nelle file napoleoniche al!,i, campagna <li Russii e vi rimas:· 1prigioniero; passò nel _18U nelle file al-

leate in Gennaniu., e nel 1815 rientrò in , patria p1enclen<lo sei:viz io nell'esercito sardo i:Ol gra<k.1 di maggiore. :\Tel J~)~ 1 s0f;ul i libera-li. essenJ0 colonrn·llo clti Dragoni della Regina, pa rte dei quali iu~·c.i a tra3dnar seco ncj moti d i quell'>mno. :Marciò con 200 cli·agoni, 3 cp. del rcgg. -d i Genova e un gruppo di volonra,:i , u Ver celli, dove proclamò la costi tuzione d i Spagna . Ebbe da,_! Santarnsa il comando -d i una <klle due cl ivis. clci l'eser cito liberale, e, dopo la ,;confitta cli _:Novara, ripa.rò a Genova e di qui all'es tcro1 inseguito da condanna a 11101ie, rientranrio in- patria sol ta:uo do.p o i'an1nistia.. 1

Alesumdro A sinar, .;onte cli S. Marzano. Genera l~1 n. a Torino. r!l. a

l~on1?. ( 1330-1906). S~ttot. -di C:n-alleri:i n el 1848, j:,arttcipò <tl!a cam,pugna ciel 1348. e <lei 1349, alla ,;pedizione <li çrirnea del 1855-56, alla caxnpagn a le si meritò la ,11edaglia <kl 1859, dur ant~ la. qua-

Alessanct-ro Astnari

A.Sl

<l'acgerto, ed a q •.iel'a del 1860-1% ~ gu,idagnandosi b p r01nozione a Ì\Iag~inrc pt: r n1edto di guerra nel !atto <l'armi d i Castelfidardo e h Croce di Cavaliere dell'Ordine l\filitarc di Savoia negli asSedi d i Gaet:i e di Messina , Promosso Ten. Colonnello (1863j r iaffermò k sue elette qualità <li soldato nella campagna del 1866, durante la. qua le fu de«irato della Croce d i Ufficiale <lell'Ordinc M ilita re di Savoia per il fatto c:·ar mi di V illafranca e prese parte da Colonnello Capo d i Stato Maggiore d i una Divisione alla campagna cli Roma (1870). Promosso Maggior Generale (1877) co1,nnclò successivamente la 7·' e la 5' B rigata di Cavalleria e la D ivis ione Militare di Alessand ria ed ebbe da Ten. Generale il comando in capo delle truppe cl' Africu ( ottobre 1887 - aprile 1888) ed il comando del I X Corpo d'Armata . Fu ministro Segretario di Stato per gli Affari della Guerra dal 1897 al 1899 e Deputàto al Parlamento Nazionale per il Collegio d i Nizza Mon 'fcrrato nell'Xl e XII Legislal\U'a . Entrò nel 1894 a far parte del Sena to del Regno, e nel 1901 fu insignito cleHa Croce d i Cavaliere dell'Ordine Supremo della SS. Annunziata.

Vi•to,··io .{s'·;wri di /Jernczzo . Gener ale, n . a Casas~o m. a Torino (1842- 1923). Sotlot. cli Caval!c-ria nei 1860, ,prese pàrte alle cainpagne <li Ancona e delb Bassa Itafr1 (1860-ol) ~d :1 quella del 1366 m~ritrnclosi la croce r'i Ca-,,a!ic re dell'Or d int: ~rni tarc cl i Savoia .-,.,Ila battag!ia <li Custoza dove fu ferito e fatto p ri.g ioniero. Comandò rh Cùlonnello i l R cgg. d i Cavalleria Umberto l ( 18871892) e da .M.'Iggior Generale !a. 4·' e la 7" Tirigat,i di Cwaller il. I'rom,Jsso T enente Genera1e (1900), ebb~ il comando della Divisione 1\·filitare -d i T-\olo~na ( l}OQ-1904) e dei Cor,pi d'Armam vtI e: III (1906-1909) . In quest'anno, pronunciò a Brescia ·- con.~eg~·1ando ..il reggirnento d i uvallcria « Aquila )1 lo stendardo un discorso patriottico, n et qua le auspicava la completa. liberazione cldl' Ita_;ia L ' Au,tria r.rot~s~ò vivamente, e l' Asin:i.ri 'tovetL, e,tere c.olk,~ato a ripo;n , Scoppia ta la g,,erra con r Austd~\ cgii venne rid1i::tnnto in servizio e resse dal 1915 a l 191,7 il comando ,d el Corpo d' :\r .. mata te rritoria le d i A n/ cona. ~ e! 1923 venne nonJinato senatore. Carlo .4sin«r; d-i Berne~zo, n. a 1~orino, 1n. a firenze (1858-1924). Sottotenente d i Cavalleria nel 1?77. era colonndlo pel 1907; comandò il Regg, Lancieci d i Aosta (1907t909) e fu Capo di Stato Maggiore <lei VI Corpo d' Ar n:ata. Colloca,to in po.

cario •A sinari


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s1z1one ausiliaria a wa domanda ( 1912), raggiunse nel 1915 il grado di )lfaggi.~r Generale.

la carica. di Comandante Generale dell'Arma dei Carabinieri Rea.li.

Am.edeo Asiiwri di S. Marzano. Ge,;erale, figlio di Alessandro, n. a Torino nel 1861. Sottot. d "A rtiglieria nel 1881, pa rtecipò da Tenente a lla ~ampagua d'Africa del 1887 e da Ten. COllonnello a.Ila ca.m-· pa,gna ita lo-turca (19111912) meritandosi 'la Cro- 1 ce <li Cavaliere nc!.l'Ordinc Militare di Savoia ne.II' azione d i Siùi Saiù (1912). Ebbe da Colonnello ( 19 14) il comando del 20° Reggimento Ariiglieria da campagna e prese parte alla Grande Gucr. ra ( 19 I5- 18) guadagn an• dosi la medaglia d'argento al valore quale Generale Comanda.nte l'artiglieria di un Corpo d'Arma::i s,il Basso Piave (ottobre 1918). Collocato in posiz.ionc ausiliaria nel 1919, ra-ggiun_se n el i923 il grado di Gcnenle. di D ivisione.

Asi.nar o. (Battaglia dell/A. o Assi-twrio). Prl!nde it n ollJe d'a lla fiumara. di Noto, detta Asinarium nell'epoca roma11a. Fu combatuta fra. gli Ateniesi in ritirata doP,o l'aibbandono dcll'.assedio di Siracusa. (413 a. C.) e i Siracusani inseguitori coma11dati da Gilippo. L o stratega Demostene, che coman<lava la rctroguardi,1 aten iese di 61)00 11., ve,me circondato e preso prigioniero; N icia, c.he comanda-va le .altre truppe, fronteggi/, i Siracusani sulle rive dell'A. Quivi venne assalito e avviluppato; dopo aspra lotta nella qua.le la strage fu grande, fu anch'egli costretto ad arrendersi ( metà di settembre del 413): N icia e Demostene vennero messi a morte. A celebrazione cli questa vittoria, furono istituite in Sira,cusa le feste << Asinarie, o Assinarie ;1.

Enrico As-i nari d·i S . Marzmw. Generale, figlio di A'cssandro, n. a Livorno nel 1869. SoHotenente di Ar1iglieda nel JSS9, entrò nel 1904 a far parte del Corpo di $tato Maggiore quale ufficiaJe addetto al Comando del IX Corpo d'Ar. mata. :Maggiore a scelta nel 1910, ,partecipò alla campagna italo-turca (1911 1912) meritandosi la medaglia d'argento nel combattimento di Me,sri (23 ottobre 1911). Ebbe nel periodo 1914- 15 le funzioni di Capo Sezione presso il Ministero del-la Guerra, ed affermò le sue br illanti <J nalità tli com~11,clante e di sc,ldato •lurante ]a Grantle Cu~;-ra (J9JS-1S) meritandosi la Croce di Cavaliere dcll'Ordii,e Mili tare di Savoia quale -colonnello còmandantc del 215° R egg. Fanteria durante le c-pe.ra~ioni d i Costone d i Bocche e 0sservatorio (luglio-novembre 1916) , ed ottenendo la. Croce di Ufficiale dell'Ordi11e .1tc.,so pe,· !'energie.i ed intelligente azione spiegata quale con;;·,nùante del Corpo di sped iz ione destinato alJ"occup a~ionc di Fiume (17 novembre _- 5 d icembre 1918). Ebbe iuoltre durante la guerra le funzioni di Capo di. Stato Maggiore dell,L 33" Divisione e del 29° Conpo d'Armata e dal febbraio 1917 a l novembre 1918 fa sc1ccessivamente comai1danle del Settore Passo No• t-a, Mangio, La.va.nek, comaJ1dante <lella. r isci-va del 3° C<'rpo d' .~fmuta e<l infine com~ndante la Scuola Perfe~:onamento Uificia li Mobilitati. Ricoprì nel 1919 la rnr:i:a di G iudice effettivo del Trib1111ale Sttpremo d; 1., ucrra e 1\fa.rina e comandò con la sua consueta perizia nel periodo 1920-23 la Scuola Militare di Modena e le Scuole Centrali <li Civitavecchia . Genera le d i Division,, nel 1923, ebbe successivamente il comando delle D ivisioni di Bologna ed Alessandria e dal ·gennaio 1925

Asinella (e Asi1101te). V. Ouagro. Asinio Pollione. Oratore, poeta, generale e sto1·ic& romano, si acquistò grande fama sotto l'impero ,d'Augusto, per le sue imprese e per i suoi scritti. Nell'anno 714 di Rom:1. fu creato console e otle1lllc gli onori del trionfo per avere sconfitto i Dalmati. Pure ostentando idee repubblicane sf;rvì sotto Giulio Cesare e fu govNnatore dcll:i Spagna; poi con Mare' ,\ntonio; indi sotto Augusto f u g"vernatorc della Gallia transpadana. S i diede infine agli studii, fondò la prima biblioteca di Eoma, scrisse una storia d elle guerre ·di Cesare e di Pompeo, andata perduta. Morì ottuagenario .l'anno 4 di· Cristo. Asir. Principato arabo, ' •indipendente da.I 1916, su·lla. costa dd l\l[ar "Rossa, al sud dell'}iegiaz, con circa \111 milione d i a:b., capol. Sabiah. Nella sua parte meridionale il territorio è diviso f.ra piccoli principi .Jocali. Aske (Roberto). Capo di ca.ttolici del nord dell'Inghiiterra, nel sec. XVI. Nel 1536 comandò 30000 cattol ic.i contro 'le truppe protestanti di Enrico, ohe avevaJ10 invaso la sua regione -per abolirne i monasteri. Scontitto da i du•ca di No1ioik, fu preso e giustiziato a. York nel 1537. Asmara. Capoluogo della Colonia Eritrea, all'alt. di 239·1 m. presso l'orlo dell'Altipiano Etiopico ad Ovest

Il •Palazzo del Comando

di Ma.ssaua. E' unito' al :porto di Massaua con una ferrovia. Vi è il forte (( Ualdissera JJ . Dopo la morte-


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ASJVI

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-del negus G iovanni di Abissinia ( 1889), l'i11certa situazione interna <lell' Abissin ia iparve offrire al Gen. Bal<lisser a, comandante · in capo deHe truppe ita liane in En,rea, ii momento favorevole per estendere il nostro possedimento africano, ,portandone i confini sull'altipiai10, e, !'kcvu Lane autorizzazione, concen trò a Ghindr, un bgl. cacciatori, uno miste,, i-1 III e IV indi.geni, d istaccamenti di ' ,cavalleda, una btr. indigen:t , una cp. cannonieri, e i serviz·i occorrenti. L a colonna partì nella 110!.te sul 2 agosto e la mattina del 3 f,'1.ru!lgeva, al:l'' As111a.ra dove le truppe ' prov,videro Sè1bitc a fortificarsi , Ras Alula non osò d i imp(.."<'lire Pocc11pazione1 nè ài mole&tarb. ~el 1925 all'Asmara vennero tumulati i resti d i 1944 caduti ad A<lu?,, p ie tosamente ricercali sul campo di battaglia e racco!li. La ris:erca durò dal 30 marzo al 30 m aggio. Q 111- 5QO

ASP

sua occupazic,ne oltre I' Asolone, ma le truppe della 10• divisione (IX corpo d'arn1ata) s'irrigidirono in una ma.i gnifica difesa e riuscirono a contenere le ondate avversarie.

Durante le giornale di Vittorio Veneto, infine, I' A-' soione, tenuto dalle trllppc -del XXVI corpo d'armata

Be

Asmard. (Medaglia' d'oro). Ufficiale svizzero del regg. Dc Cour ten a l ser vizio del regno di Sardegna. Partecipò alla fazione dell'iso"la Maddalena, dife;1dendola dall'assalto tentato da Napoleone Bonaparte il 22 febbraio 1793.. L' A . con un 1i.ugno di soldati assa·n a l!'improvviso due obici che tiravano dall' isola di S. Stefano sulla Maddalena, sciabo:ò i cannonieri .francesi mettendoli in foga e pren dendo loro uno degli obici, e mandò così . a vuoto il tentativo del Bon aparte. Fu per questo fregiato della medaglia <l'oro al valore, istituita pochi mesi dopo d a Vittorio Amedeo III d i Savoia, e fu il primo che ottenne ta le ,;cornpensa. Asmundo. Nome di alcuni re guerrieri della Svezia: A. I, morto combattendo contro i Danesi nel VI secelo: A. II., morto nel 564 combattendo contro il proprio· fratello; A . lll, cacciato dai suckliti pe,,chè persecuto; e del Cristianesimo, tentò di riprendere il potere e perì nel tentativo, nel 748. A sola. Cilti in prov. d i Mantova sulla sr. del Chiese. Venne presa, e smantellato il suo castello, da.i B resciani n~l ll 2S. Fu oocupata dai Veneziani nel 1440. N el 14831 durante la guerra di Venezia, contro la lega <le' suoi nemici, A . venne assediata, nel settembre, da Alfo11s0 due:,. di Calabria, generale de lla lega, e, bersagliata ficrament,e con le artiglierie, dovette capitolare. Asolone. Monte nel massiccio del Grappa (altezza m. 1520). Venne attaccato la prima volta, 1'1 1 dicembre 1917, à all~ truppe -della 14" armala tedesca (gruppo Krauss), ma la sakh d ifesa della nostra 51" divisione (XX.VII cor po d'armata) ebbe ragione dell'irruenza dell'attacco avversa.r io. Alt.accato però di nuovo il giorno 18, non ostante la bella re,is tenza delle truppe della 66' d ivisione, I' Asolone fu perduto: ,di 14 gennaio '18 il 22° Reggimento fanteria (brigata Cremona), con un magnifico assalto r iuscì a sca;cciare il nemico dalla vetta del monte, catturando cwca 300 prigionieri, ma dopo due giornate di lotta furibonda, fu costretto a sgombe;are <li n uovo l>. Il ,1 5 giugno 1918, iniziandosi la battaglia del P iave, il nemico tentò d i ampliare la

Pianta dell'Asmara n e l 1890 attstriaco (gen. Horsetzsky) fu p iù vo lte preso e ri;,erduto ·dalle nostre truppe (IX cor,po d'armata, gen. Dc llono'), tì a chè, ii 29 ottobre, i,J IX ed il LV rcpano d 'assalto assaltarono ancora una _volta I' Asolone, e se ne inipa<lron irono; il nemico, con un ultimo disperalo contr:i.tlacco, potè anche quest:, volta riporvi piede, ma per bnve ora, chè la nostra travolge11te avanzata sul Piave co,trinse, il giorno dopo, il nemico a lasciare r,:icr sempre il suolo italiano.

Asophon . Localiti, sulle rive del Giordano, teaLro di battaglia fra Alessandro Jannco re di Gerusalemme e Tolomeo princi,pc di Cipro, a,gli inizi del I sec. a. C. Quegli aveva 50000 u., questi, sbarcato da Cipro, aveva· forze molto m inori, ma tu!tavi:i. rimase vincitore e mei,è strage elci combattenti e degli abitanti. A spar. Gener~.lc bizantino, m . nel 470. Nei 435 annientò in Italia il partito di G iovarmi che s i era r ivoltato contro Valentin ia no III, poi fu sconfitto in A· frica da Genserico re dei Vandal i, Nel 457 Aspar po~e sul trono di Bisan;do Leone I, ma dopo, avenùò cospirato cont.ro d i ·lui, l'imperatore lo fece mettere a morte. Aspern. V. Essling. Aspersor io. P<L,gn ale o stiletto del secolo XVI, d i~ viso in tre parti, delle quali la prin"Cipale sta · fissa al manirn, e le due minori s i aprnno per mezzo d i una

molla, g;ranpo attorno ad un ·perno. Cacciato nel corpo della persona, esso si ap riva per forza della inolla, e co~ì <i iviso in tre parti produceva una fcri1a terribile. Si necle, per ciò, che sia stato ch iamato « aspersorio l>


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d~lla frase « aspergere d'a cqua benedetta», che nel gergo soklatesco di quei tempi s ignificava spargere il sangue, pcrchi, appunto quest'arma, nell'allargarsi dopo aver fe:·ito, doveva fare sgorgare sangue in abbondanza, specialmente •per eflctto del r it rarla dalla ferita. .stessa. Fu anche chiamata A. in Inghilterra un'arma in uso nel &et. XIV, che aveva il doppio ufficio d i arma da fuoco e di arma bianca (mazza). Aveva la forma generale di u na mazza; dalla parte opposta a ll'impugna1ura era di ferro e di forma poligonale, coll'estremità .;ilin-

•1111n•

" Mazza a fuoco (aspcrsorJo) 1111,Jese

drica ·contot'nata da due cerchi mt111iti di ;iun:e ;:-ure in d:erro normali ali'a.gse dell'arma ,per uso d i maaa. Nella parte poligonale, su una delle facç~ er1 vi u r:v spo~telìo, che, a,µer to, permetteva d ì d are l'acce.nsione CQntempora.nea a quattro cariche a guisa di pistola a quattro canne.

Aspettativa. E' u!la de:te pos1z1oni in cui può venire a trovaxsi l'u.ftkia·le in servizio a ttivo J)ermanente. L'ufficia le è idoneo a:i servizio, :ma temporaneamente fuori <1uadro 'e spro,visto d'impiego. L'ufficiale può esS<!l'C coUoca_t'o in aspetta tiva : · a) per· riduzione di quadri, ritorno da p rigionia di guerra, infermità temporanea proveniente da ca usa di servizio: durata varia. Al termine dell'A. gli uffic iali i1ann0 diritto di occupare i 2 /3 degli impieghi vacanti nei quadri della loro arma e grado.

b) .per infermità temporanea non .proveniente da causa di servizio, per motivi speciali a domanda: durala minima. quattro· ,uesi, massima tre anni per infcrrnità, due per mot ivi specia li. A,l termine d eH'A. gli uificiali, come nel caso .preceden te, hanno diritto a 2/3 degli impieghi vacanti. N on .può ottenersi se non dopo due e.11ni di servizio effettivo.

e) per sospensione dall'impiego: punizione inflitta cdu R. D . su proposta del M inistero della Guerra: durata massima un anno. Può esse,·e protratta ancori! d i uu anno in scl§Uito a verdetto di un consiglio di disciplina; se data da un tribunale m ilitare, ha ia dnrat« da druc rnesi a tre anni. d) aspettativa speciale: concessa ai capitani di fanteria, cavalleri1, arti glieria e genio, quafora vi siano eccedenze nei r ispettivi quadri, per la durata da uno a tt:e ,anni. Fu istituita con legge 3 •l uglio 1902 l-l". ~47 per i ca,pitani dell'arma di fanteria ed estesa con l'articolo 4 della legge 19 luglio 1909 N. 493 ai capitani delle armi di cava,lleria e artiglieria.

Aspetto (ant . milizie italiane). Era lo stato del condottiero, il quale s i obbligava per un determinato tem po, e con soldo lcggiero, per un determinato signore o Stato; };(>pràvvene1ido un conflitto, prendeva l'armi e passava al soldo <li guerra. Si dicern Provvision,c o ,,oldo d,'a,pttto quello che si pagava ai condott,ieni e soldati port i nella condizione detta sopra. TeMninato l'aspetto, il -:ondottiero per sei mesi non .potevi!, passare al sen·izio di un ne:mic-o del p rinoipe ohe aveva servito u ltimamente, nè prima di due anni combatterlo.

Aspide. Nome di 'un ant. cannone d~ peso di 1250 libbre, con palla da 12 libbre. Aspirante (A . 11{,ficiale <li complemento). GradCJ istituito d urante la guerra italo-austriaca ( 191.5) nella caÌegoria degli u fficiali. Gli con'ÌSpondeva il c6ma-11do organico di ~ lotone o d i reparto equivalente e, nella w-ogressione dei gradi della gerarchia militare, era intermedio fra l'a,iutante d i battaglia ed il sottotenente. Il grado di aspirante ufficiale veniva conferito a quei militari che avevano frequentato con buon esito i corsi per allievi ufficiali che si svolgevano pr.esso i reggimen ti delle varie ann.i in zona di operazione, ovvero presso le varie ;;cuole militari; a ?11odena e a Parma per '1a fanteria, a Torino presso PAccademia per l' Artiglier-i:t, ccc. Il grado poteva essere conferito anche per meritv d ì guerra. L'A. U., dopo un ,nese <laUa nomina, se dichiar>.to idoneo Yeniva promosso sottotenente d i complemento; se non ern. d ichiarato idoneo rimaneva nel grado di as])irante per un a ltro onese, indi veniva preso nuovamente in esame .p er ,la nomina a sottotenente. Se era ancora giudicalo 11011 promuovibile rimaneva un terzo m:ese nd grado di as;pirante, dapo d i che veniva per un·ultima volta sottoposto a .gh;<lizio per l'avanzamento. In caso <li un'ultei;Ìore dichiarazione dì non idoneità, l'A . V. non ,Poteva piì, esser preso in esame per l'avanzamento. ' ?-: ei riguardi degli assegni, delle indennità e d elle pensioni privilegiate di .g uerra, agli A. U. era fatto lo stesso trattamento sta,bilito per i sottotenenti. l distin tivi di grado <lell'A . U. erano rappresentati da un fiJetro di tessuto nero sul berretto e da una st_e lletta a cinque ,p unte abbrunita applicata sulle manopole d ella giubba. Dopo l'armistizio il grado di A. U. venne soppresso, e tutti coloro che rivestivano tale grado furono promossi sottotenenti, meno quelli di Sanità, i quali erano stati nominati A . U . se avevano fatto il IV anno di Medicina e Chirurgia e superati gli esami relativi. La creazione del grado dl A. U. fu una consegL1e1ua di.retta della gr;tncie necessità di avere 11fficiali suhaltc.·ni per rimpiazzare le forti perdite che nei minimi ;;rn<li della gerarchia giornalmente si verificavano, e .per inquadrare i repa,rti .di nuova formazione. Il mese che d~gli A . U!. veni~a trascorso ,p resso i l·eparti, prima <lella -promozione a sottotenente, doveva servire per far acquistare 'loro la necessaria pratica nel servizio ed era anCÌJe ua mezzo per dar modo ai superiori diretti di giudicasJi a ragion veduta ed ~vitare <ii creare ufficia!i rnd iviòui che non l]loss~dessc,o, nella misura necessaria, Je qualità. mora li ed intellettuali. L'A. U. era sotto certi aspetti paragonabile all'Alfiere presso l'esercito aJstro-ungarico.

Aspim11te (Maritw.). E' un grado intemiedio fra l'allievo èc'lla R. Accame<lia Navale e il guardia,narina, Al ;,assaggio <lai 4'' al 5° corso (ultimo) !iell'Accade1nia, gli al!ic,·i v.:!.,.ì.gono nonfilnati aspiranti, e iTI tale qualità godono di speciali facilitazioni, sopra,ttutto d'in_ dole amministrativa. Gli aspiranti che a l termine degli ~sarni finali della s• classe abbiano superato felicemente la prova, eh~ posseggano la dovuta idoneità fisica, abbiano sufficiente a ttitudine professionale, eà a,bbia.i10 compiuto 12 mesi d'imbarco su nave armata, acquistr,no ridoncità al grado di guardiamarina. Qualora 11011 siano dichiarati iùonei per deficienza di atti-


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t udiM p rofessionale fanno a ltri tre mesi d i esperimento d i campagna in mare su nave armata , unitamente a gli aspiranti che n on han no superato tu tti gli esami finali e Jcbboao fare esami d i , iparazione. Nel caso in cui a l termine di questo periodo comp letamente d'imbarco l'aspiran te non ottenga l'idoneità, potrà. ripetere l'a.11110 se ne ha ancora d iritto ( ossia se non ha r ipetuto nesSlll)O degli anni precedenti); a ltrimen ti potrà. concorrere a l graào di s.ottotenente commissa,rio o aspirante di porto (sottotenente) sottoponendosi iil l'csamc prescr itto, purchè la deficienza di attitudine pro.fessionale non sia determinata da scarsa qualità <li animo e di carattere, bensì eh -poca resistenza al m are o maiicanza. delle disposizicni .fisiche necessarie <per l'ufficiale di vascello o di direi.ione delle macchine. In caso <li completo insucceJso l'aspirante della 5' c lasse v iene nominato aspirante di complemento o sottotenente per -la D irezione d cl)e Macchine <l i comrplemcnto, dopo un ulter iore ·tirocù·, io .p ratico <li quattro mesi sopr a unità armata. Nelia marina da guerra napoletana era H primo grado degli •.tfficiali, corrispondente al guardiamarina d i ogg i. Nel 1838 fu istituito, nelle Due S icilie , il << Collegio dogli Aspiranti guardia:marine >>. Nella Marina francese, ii grado J i A. (di 2• e <li P classeì fu ' a bolito n el 19 10 e gli aspira.11ti presero il titolo di « en-seib'ne >> di 2a classe. P r ima d i t ale epoca, erano detti «allievi» ( dalla Restaurazione a l 1848) e prima ancora <<guardia.marina •>.

A spis. V. Clyp~a. Aspre o Aspcr (Costw,tino Carlo Vai, Idoobronch, -ba,one D' ,; .) . Generale austriaco d'origine belga, n . a ·Gand ne l 1754, m. nel 18C9. Si 'segnalò du.rante le cam;.,agnt del l 796-'Ji-98-99-1800 in Italia e fu l'.}romosso .g,eaeralc dopo la battaglia d i Essling. Morì in seguito ad 1,ca ferita .:::portata alla ·battaglia. di Wagra.m . • Costa11,tino D'AsPre (barone). Feldmaresciallo austriaco, 11. a Bruxelles nel 1789, m. a Padova nel 1850. E1> ..rò nelJ'esercito austriaco nel 1806; nel 1815 disperse _p resso Mignan'o il campo napcletano, · agevo.la.n<lo al1'esercito a,ustriaco l'en trata in N a-poli. Nel 1821 prese parte alla spe<lizione con tro gli ir.sorti n ap oletani e nel 1830 fe~e la campagna delle Romagne; nel 1833 fu promo~so brigadiere e poi luogotenente feldmaresciallo ,con la carica di comandaJ1te <lel secondo cor po d'cseroit-:> in I talia . Allo scoppio d ella rivoluzione lombardoveneta <lei 1843, il feldmaresciallo D' Aspre lasciò il -quartier generale <li Padova, si unì al maresciallo R a<letày cd ebbe granè e paTte n ei successivi avvenimenti _gt:erreschi. :~·e1 1849 occupò Panna e poi la T oscai1a : Ripristina ta ia pace, tornò a I'a<lova d_ove morì l'ann o seguente .

A sprcmont (Francesco de la Mothe Villebert, viproven iente dal corpo degl i ing~gneri. D iresse gli attacchi di ·parecchie p iazze forti. R edasse un .progetto di ingrand imen to della piazza e del porto d i T olone e n el 1677, promosso marescia llo <l i ca mpo, fu inviato a combatte re nella Spagna, dove si d istinse gra.11derncnte ; <lopo la guen a si rec.ò a T olone per tracciare ~li ingrandimen ti ,proget tati, ma, csau 5to p er le fatich·e d ella :a,mpa.gna , cadde a.mn:alato e p oco dopo morì. semite d' A.). Maresciallo di campo francese,

A SP

Aspromonte. Massic<:io impervio e selvoso della Calabr ia, situato all'estremità meridiona le d cli' App ennino, cu lm inante ne] Monte Alto (m. 1974 sul livello <lei mrae). Il nome è r imasto famogt' nella s tor ia del nostro risorgimento f-CL il <lisgr~ziato ...esito <lella- spe.d izione garibaldina del 1862. .-\Ila morte <lei con te d i Cavour ( 6 giugno 1861) gravi erano le coI'.dizion i <l'Ita lia. all'interno e all'estero. l'vfentre le finanze erano esauste e i mperversava ne l merid ionale il brigantaggio, le altre nazioni tardavano a riconoscere il nuovo regno; la Francia poi teneva u n presidio in Roma per impedire le sacrosante aspirazior,i italiane. Tale era la situazione quando ~ 1

r::::::Jl.8posizione Ffl/l//JC8posizione ~ Gar,Daldini_____J

Truppe regolari

sparse improvvisa la notizia che Garibaldi era sbar· cato il 17 luglio a. Palermo col figlio Mcnotti e coi più iioti ufficiali. Un discorso violento contro Napoleone III, <la lui pronunciato alla ,presenza del prefetto di Paler mo, marchese Palla.vicino, dopo una rivista alla Gua.rd i;i r,a,.iona le, ,palesò che la spe<lizione m irava a Roma. Avvennero violente d imostrazioni in varie città contro il, I'apa e contro la Fnu1cia. Il debole Govern o del R.:utaui tentennava iiiccrto fra il timore della Franc ia e l impotenza a. frenare l'entusiasmo per Ca.ribaldi . Intanto 1.: 1< ussia e la Pru ssia. riconobbero il regno d'Italia , ma a patto del manten imento dello stat1, quo, onde i l Governo dovette ass,wnere l' impegno d i imped ire ogni rnos,a del pa rtito <l'azione. In effetto non osò o non seppe agire . Mentre si limitava a sostituire il prefetto Pallavicino col qu estore De Ferrari, poi col gen. Cugia, nominato comandante delle for~ militari della Sic i'l ia, Garibald i a rruola.va camicie rosse al grido d i <( Roma o morte!» ed il 1° agosto ,p oneva il campo a lla F icuzza, fra Corleone e P rulenno, con 3000 volontari m ale armati e peggio equipaggiati, ma pieni d i entusiasmo -che gli infiammati d iscors i d i Garibaldi infondevano loro ., Fu costituita con essi una legione R omana. forma ta. su 2 br igate, una. al comando di M enotti Garibaldi, di 2 (poi 4) bgl. bersaglieri, e una a l comando d i G iovanni Corra.o, d i 3 rei:ig. di fanter ia. II col. é lemen'te Corte fu nominato capo ·dello S . M .. del quale facevo.no parte G iO\•anni N icotcra, L uigi Miceli, Giuseppe Civinin i, i me<lici Ripari, Albanese e :h,ile, e gli ufficia li Ca iroli, Frigcsy ( ungherese), N uvol:.ri, Maurizi, NuJ-lo e G uastalla,.


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Aspromonte (qua<lro di GeroJarno Incluno)

Il 4 agoste la Legione lasciò il campo dell:!. Ficuzza, movendo verso Girg(;nti su J colonne: Avanguardia (Menc,tt.ii e Crosso (Garioa,ldi). per Mczmiuso; Colonua Bentive1na per Corleone. Un reparto fiancneggiante (Trassclli) ,!l\'iato su )fossina per la. via di ·1•ermini, wn11r isolato <!alle truppe regolari. Il 5 agcstr, la Lcgioi,c era a 1fczzoiuso ove iu notificato a GariLaldi il pr·(icla.ma rea le del 3 ag?sto che lo d id 1iarava ribelle. ·:,1·a Gar iba.Jdi non rinl!nciò all'impresa e cor.tinuù la marcia, giungcmb il 10 agosto a S. Caterin:t, ove fu r.lgbiunto dalla. colonna B entivegna. Intar.to <lai campo <li S. ::\faurizio truppe regolari, che vi si troçavano per le esercitazioni estive, partirnno p er la Sicilia in rinforzo alle truppe d~ l Gen. ~ligia, incaricate di arrC$1are ·l a marcia dei ribelli. I qua.li il J4 erano a Castrogiovanni ove si riordinavano, e il 17 a Regalbuto, mentre il gen. Ricotti con un1 brigata ma1·ciav:: <la Girgenti alle loro spalle e il gen. Mella mirava a precludere loro la via d i Catania, occupando Mistcrbiancc e i\dcrnò. A Rcgalbuto im·ano una commissione parlamentare ter.tò dissuadere Gariba.ldi, e inva110 il Gc.vemo tentò intavolare con lui trallative. Con rapida marcia il generale, .girata la destn. delle truppe del :\fella, finse ,Jirigcrsi su Messina; e, mentre il Mella, lasciate 3 con:pagnie del 53° a Patcrnò, si spostava a :"01ci per congiungersi col Ricotti, si diresse inv~e su Catania. A Paternò la Legione, gua<iato 1I tCJ rrci; tc Simcto, s i d isponeva a entra.r e in paese quan do si trovò di fronte le 3 cp. del 53° al comando del magg. Gallois. Garibaldi, però, ,ccatosi a conferire con 1Ui, evitò il con!litto e alla nott.:: i volontari entrarono in paese alle spalle <.iellc truppe rego!a1·i. All'alba elci 19 agosto 1862, Garibald i entrava in Cata~1ia come ;ir~ trionfatore, insta.urandovi un governo provvisorie con 1 capo Giovanni Nicotera, e col

denaro trovato nelle casse dei pubblici uffici pagò sue i volontari. Questi erano saliti a 5000. Intanto i! gcr, . :\tlclla, tornato su i $llOi pas.-i, occupa,·a i vi-llaggi attorno a lla città, mtnlre la flotl:i. incrociava a l largo in co1L~e!!'..1cnza dello stato d'a.s~c<lio proclamato 1I 20 agc>5to per la -:o5la orientale d"lla Sicilia. II GovcrnoincaricaYO. il [l;t'.n. Cialdini di assuniere l'autorità politira e ,m ilitare àcll' isola, <li bk,cca1·e Catania e d i im;;ec;ire og11i L1lterior~ azione <!i Garibaldi, anche con la. forza. ::\ta, nonostante il blocco rr.arittimo, il 24 :lgo5to c;.tramno uel porto di Cala.nia due piro5cafi che il generale aveva maadato a nr,kggir.rc a i\[essina (il «·Dispaccio» delia comp. F!orilJ e il « Grncra l .'lba-!L1cci >> di una. comp. francese). Circa. 3000 volontari salirono disordinatamente a. bc1èo; e alla sera Garibaldi, dopo avere lanciato un proclama. agli i11liani, salito sul cc Dispaccio» ordinava di salpare. .\ notte a lta i due piros~aft, a. fona li 5per.ti, s i d iressero a lla co,;t~ calabrèse. La R. Pirofreg.1ta «:\fari1 Adelaide» !i segai, 11K, 11011 si oppose. L'ammiraglio Albini telegrafò chiedendo istruzioni, ed intanto, all'alba. del 25 agosto, Garibaldi era gii\. s,barcato in Calabria. II gen. Cialdini. giunto quel giorno a Messina, procla.mò lo sta'.o d'ass,idio in tutta la Calabria, ordinando alle sue truppe <li occupare il passo di Tiziolo, fra il golfo di S. EuJem.ia e quello di Squillacc. La via di l,oma era sbarrata. lvfcntre sbarcavano i volontari., Garibaldi inviava verso R eggio una pattuglia che venne catturata. <la una cp. del 5° fanteria, il che impression~ i volontari, già depressi dalla mancanza <ii viveri. '! I 2o la Legione mo!iSe per la strada litoranea s u Reggiti, ma, per sottrarsi ai tiri <!~Ile n avi e volendo evitare un urto con i re:~olari, giunta a Pèllaro prese :a via dell'interno, dirig~ndosi ali' Aspromonte, o,e k inf,mnazioni unanimi degli abitanti facevano


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sperare di trovare viveri sufficienti. Risalendo il letto aìl'attacco; erano giunti i regolari vicinissimi ai Gadel torrente S. Gregorio i volontari giunsero la sera rioaldini, ~enn che nessuno avesse ancora a,pertÒ il a Valhnidi; il mattino dopo ri,presero la marcia, ina fuoco, allorchè due p icciotti siciliani spararono su ùn'a raggiunti poco dopo a Vallanidi da due cp. del 5° font., pùtuglia ~i bersaglieri. Un fuoco nutrito crepitò tosto avvenne uno scontro fra queste e la retro~ardia ga<l'ambo le parti, no ribaldina, srontro che fu fatto cess;i,re da Garibaldi. I nostante che le tromvolontari perdettero la cassa. del ,bgl. di coda (Menotti) be suonassero per farebbero un morto e 3 feriti, e fasciarono 200 prigionieri. lo cessa re. Fu allora I regolai·i ebtJero 4 morti e 8 .feriti; non proseguirono che G1ribakli 1:imase l'inseguimento." La marcia della Legione continuò peferito leggermente ad nosa.mente, aggravata ~falla fame e <la:lle intemperie, una coscia ed ebbe fmo a lla deserta terrazza cieli'Aspromon te ( circa 1000 spezzato da una palìa n,e!l·i) attraverso la ·qaale, per il passo <lella Portel la il ;nalleolo sinistro. Dod i Zaffaria e pei campi di Sclan ò, i volontari raggiunp0 un quarto d'orn i! se.ro il passo della Croce di Romeo ( 1200 ·111.) a cacombattimento ce~sò. 1 vallo dello spartiacque fra l'Jonio e io Stretto di Mesregolari ebbero 5 mor.sina; di qui , 1)ei Ca.mpi d i S . Agata (1250 m .) a sera ti e 23 feriti (3 um,giunsero a i Campi di R egg io, esausti fisicamente e ciali) e i garioaldini morahnc·nte, e ridotti a m~no della metà dalle diser7 mo:·ti e 18 feriti ol~io:1i e 5ban<lamenli d1e la fa.me e la demoralizzatre a G~.r ibaldi e a! t'lglio <li ~Vfenotti. Jl z ione avevano causati. Il -giorno dopo ripresero la marcol. Pallavicino accorse cia verso i Piani di Aspromonte, giungendo alla fattc,3,0 p resso Garibaldi; toria di un certo Paramia nella locali tà detta « I Fo(:. ~i c:onv,~nne che querestali >', ov~ finalmente ricevettero viveri - e poterono Monumento commemorativo s ti si sa.rebbe imbarw riposare, attendendo i munerosi ri tardatari e s bandati. nel Aspromon te cato a Scilla, accom11'.fa il mattino seguente, 29 agosto, giunse la notizia pa~natn c' . ,i I() cf/iripJ; a s!ia ,-.ceJ•,1; il i;encrale, portato. -deli'av:rnzare delle trnppe regolari. Queste, partite da in barella a Scil'la, si imbarcò i1 30 su lla pirofregata Reggio nel pomeriggio del 28 al comar.do del Colonn. « Duca cl-i Cer,riva,JJ cl,e lo sbarcò alla Spezia . Egli fu Palla vicini ,di I'rio.la, comandante del 1° regg. bcrs., condotto prigioniero a l forte del Varignano, mentre i 600 erano costituite dal 6° • bgl. bcrs. (rna.gg. Giolitti), da volontari cat! urati vennero imc:,n,L'.i in vai'ie forte1.ze riel 2 cp. dei 25'' 1?òl. bc,-s. (magg. Pinelli) ; da 2 bgl. del Piemonte, 1.ìnrhè l'am'!i~tia, promulg'lta il 3 ottobre 4° fanteria (ten. col Eberhardt) da 3 bgl. del 5° e dello st~sso anno, in occasione delle nozze ddla prin2ì 0 fa11t. (ten. col. Parocchia); da mezza batteria da cipessa :Maria Pi'I ~ol re d i Portogallo, li restituì, ben montagna, d a un drappello di carabinier i (ca,p. Filippresto, alle !oro case. pa) ; in lutto circa 2380 uomini. I quali per Gallico salirono a s_ Alessio, e, dopo avere rimandato i canAspromonte. 163° Legione della M ilizia Volontaria noni I con t•na cp. d i scorta) e i numerosi pr igionieri Sicurezza Naziona le, costituita a Reggio Calabria nel fatti :per istrada (con un'altra comp. di scorta) prose192.ì, dove lia la sede. ·Nel 1924 )11 assorbito la 161" · !,'l.lirono il onattino seguente {ridotti a 2140 uom ini) per S. Stefa,10 di ASIJ)romonte ove giunsero in mattinata. Garibaldi risulta.va ai Forestali, in posizione a ca.vaiiere <ldie d ue strade provenienti da S. Stefano, i ronte a !::' uò. All'avvicinarsi delle truppe Garibaldi dispose i suoi 3000 uomini ad oriente dei Forestali n el bosco dei Zappinelli, sulla destra <lei Vallone di Ma, stro ld attcu, donde si aveva vasto campo di v ista e di tiro, nel seg11cnte ordine: a destra i volontari palermitam (Giovanni Corrao); al centro il bgl. Menott i ; a sinistra a louni gruppi col Guerzoni. Egli si pose al centro ,;aJJdo ordine di non far fuoco. Il col. Pallavicini, credendo che Garibaldi fosse sempre a i Forestali fronte a sud, formò due colonne, inviando 'la prima (2 bgl. del 4° fant: e il 6° bers. àl coL egion e, già formata nel Circondario di Palmi. Ne d i. mando del ten. col. Eberhardt) ad attaccare il fianco pendono c inque coor ti, con sede a Reggio, Rosarno., sinistro garibald ino aggirai1do!o dall'a'lto .per le a ltuRadicee::, Gerace, Caulonia. Ha una Centuria 1\1:itrare, e J_-. seconda ( 6 cp. di fant . e 2 del 25° bgl. bers. a l glieri e un :Mani polo ddisli. comando d el tcn. col. Parocchia) ad attaccare frontalmente avanzando per la via più breve, ma più diffiAsquer (Gabriele). Generale n . e m. a ' Cagliari cile; 4 cp. d i fan!. rimasero in riserva al centro. M.a (1846-1916). Sottotenente di Artiglieria. nel 1865, par• ;per lo spostamento effettuato da Gar iba-Jdi avvenne tecipò d a Capitano quale aiutante di Ca..'llpo del Ge,l'inverso; sicchè la 1a colonna, •meno forte, si trovò ad• nerale 1:a)dissera alla Campagna d 'Africa del 1887. attaccare frontalmente. Collocalo in posizione ausiliaria nel 1898 a su a · doAlle l 5 .questa colonna, precedut~ dai bersagìieri in manda, fu ._promosso Colonnello nel 1900 e raggiunse catena e coi bgl. schierati ·i n colonna d i plotoni, mosse nel 1912 il grado di Maggior Generale della riserva.' ·


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Assàb. Porto del Mar Rosso presso lo stretto di Bab-<:1-Mànde,b. L'importanza d el Mar Rosso, già grande per se siessa, crebbe di molto, specialmente per noi, dopo cbe il taglio dell'Istmo di Suez, abbreviando d i oltre la metà la distanza fra l'Italia e le I ndie, ebbe fatto sorgere la fondata speranza che il nostro paese potesse, mercè la. sua posizione privilegiata, tornare di nuovo a<l essere la via n~rmale dei traffici fra l'Euro-

k.. La .baia Cli Assàb nel 1880.

pa e l'Oriente. Onde la p roposta lanciata nel I 869 dalle ca,mere <li commercio italiane di stabilire in un porlo cìel ma: Rosso un'agenzia commerciale ove le nostre navi in viaggio per le Indie potc-ssero trovare viveri, carbone ed u n sicu ro asilo. Contcmpoxaneamente il prof. Giuseppe Sapeto, che aveva soggiornato a lungo nel P,acse dei Dana chìl e dei Soma.li, in. una sua relazione a l Ministero degli Esteri insisteva sulla necessità di istituire consola ti italiani sulle coste del '.Mar Rosso e di a~qui~ta.rvi uù. pol'to come rifugio .p er Je nosue n~vi. ,Sbilcvata.- così la questione, nel novembre stesso 1 il dcputi1tù cd a rmatore comrn. Raffaele Rubattino inyiava, consenziente il Governo; lo stess_ o prof. Sapeto ne)! Mar Rosso coll'ù1carico <li cercare e, se possibile, acquistar~, p resso _lo stretto di Bab-el-Màndeb, un luogo c_hc ~-embra~se meglio adatto per fondarvi uno 0

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stabilimento Commercia le. Il Sapeto, dopo d iii.gente. ricerca, pose gli occh i su Assàb, wppartenente ad u~a Cabila di Danachìl, la cui baia vasta e ben ripa.rata, l'abbondanza d'a'Cqua '!)otabile, il facile approdo, la vicinanza allo stretto di Bab-el-Màndeb e alle, coste at·abichc, tutto insomm·a gli parve adattissimo allo scopo. Egli perciò acquistò per conto del R-ubattiino dai sultani Ibr1hi:n e Hassàn, u na zona di territorio fra il monte Ganga e i ras lumah per 6000 talleri; questo primo contratto porta ht data del 15 nòv. I 865. In un secondo viaggio il Sapctc completò l'acquisto comprando a ltri territori sicchè con nuovo contratto 11 marzo 1876 il o_,mm. Rubattin o ebbe ~cr 8100 t,,òleri l'a.,soluto possesso della 7,ona fra R as Lu:na.h, m. Ganga e la. gora di Alidi, e la piena. sovra.n ità su di esso. L'Egitto v.•anzò bc!l.Si 5lelle p,·e:ese al ;:igua.rclo, ma poi non insi~tctte sulle stte rivenclicazion: gi1u;!dica1n1:nte infondate. L'acquisto di r\ssà:b <liedc suhit::i proficui risultati con un no· tevolc incren,ento dei traffici celle Indie. Il Governo, da.vanti a ll'unan ime assen,o delle derc commerci::di competenti, nOD potè che assecond3.l.c l'iniziativa della Socktà Rubattino con provvedimenti ,1tti a favorire l'incremento del traffico marittimo. Infatti dal 1871 a l ' 76 il trasporto di passeggieri e merci fra l'Italia · e le Inclic ebbe un continuo e sensibile increment::i. Il che attestava sc:npre più quan:c ottim1 fos.se stata la previdenza <li chi per primo aveva /atto occupare Assàb, nonostante le critiche mosse da taluno a quel .provvedimento, dando luogo a dispute che ,·bbero il solo r isultato di _impt-dire alla Società R u battino r!i trarre dalla sua proprietà tutti quei frutti che poteva e doveva. Tuttavia, con un nuovo contratto del 30 dicembre 1879, il Sapeto, rappresentant e della Società. acquista va definitivament-e per 2000 ta.l!eri dal .Sultano Berehàn le isole di Unun-el-Bachar, Ras-er-Raml e il rimanente , g11Jppo delle faolettc <lette Darmaohla, al· l'entrata della rada di Buia. Il 15 marzo 1880 il detto sultano ce<leva anche tutte le altre isole, n iuna esclusa, coniprese nella baia di Assàb fra r as Suntiaz a S. e Ras Lumah a N., nonchè l•ulto H litorale ira i due promon•ori per la larg1iezza. <li 2 miglia da Ras LumaJ1 a Scech Duràr. e ·di 4 miglia d a Scech Duràn a Ras

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Suntiar: e con un altro contratto distin to, Berehàn ed altri capi ce<levano l'isola di Sannabor e tutto il litorale fra Ras Dermah e Ras Lumah a nord di Assà:b per là larghezza di 6 miglia. L'inte10 territorio così acquistato comprendeva una zona lunga circa 36 miglia è larga da 2 a 6 miglia. L'Egitto sollevò nuovamente la questione d ella sovranità c-ttoon:tna su quei territori, m a non r iuscì a provare la validit~ giuri<lica deÌle sue pretese. Anche l'Inghilterra fece delle riserve, ma di fronte alle nostre assicuraz;oni, di non avere_ mire politkhe, nen insistette. f i territc,rio di Assàb r imase così in p ieno possesso e. sotto la sovranità nostra e fu ~l primo posseòi.rnento w loniale italiano.

Assaba. V. Asabaa. Assacani (o Assaccm). Popolazione della regione deli'Indo, soggiog:tta da Alessandrc, il Grande nel 32i. Sembra che riuscissero a schierare con~ro di hli 30.000 fanti, '.!0.000 cavalli e 30 elefanti. Assalìni (Pietro) . Medico, .n. e m. a Napoli (17591846). Arruolatosi in {jualità di u fficiale di sanità nell'e3ercilo francese, accompagnò Nrupoleone in Egitto, fermandosi a Giaffa per curare i solda ti colpiti da peste. ln seguito fece studii sulla febbre gialla, e sulla di%enteria neg~i eserciti. Napoleone lo nominò primo çhirurgo di Corte, medico ordinar io del vicerè d'Ita.lia. Fu alìora capo -chirurgo dell'ospedale d i S . Ambrogio. I .asciò diverse opere molto stimale, fra le quali un « .\Ianualc tascabile vcr i medici ed i chirurgi m ili,ari >>, tradotto in tedesco dal dott. C. Grossi e pub,, blicalo a 11Ioua.co :,cl 18 l6. ,

Assalto. E' •l'atto 1attico <:lelle truppe ,più ·avanzate nel combattimento, che si precipitano, d i slanciò, sulle posizioni avversarie: costituisce la fase decisiva dell'attacco. CoUe armi meno perfeziona.te delle attua.li, l'as,alto er:i seguito dalle lrnppe in formazioni dense, su ampia fronte, e costituiva,_ l'atto mia.le del combattimento. Ora, invece, formazioni dense, in p ieno giorno, e con una buona visibilità, non sono p iù possi-

bili, perchè verrebbero decin1ate dal .fuoco nemico: oggigiorno, quindi, l'assalto nella. guerra d i movimento è attuato <l;1. truppe in formazioni spaziate; viene cioè effettuato da quegli elementi in scaglione avanzato, che si tronnc in condizioni favorevoli per compierlo. Le condiz.icin ì favorevoli si hann o quando le posizioni da assalta.re sono tenute sotto il tiro, in modo da im:pedire al nen-.ico di reagire essenzialmente col fuoco. Di .più, oggigi,,, no, non sempre è possib11e eseguire assalti su ampie frnnti, appunto perchè le condizioni favorevoli accennate non possono essere che localizzate saltuariamen te in à ive.rsi pun ti della zona ove s i svolge il comba ttiml'nto. Inoltre - nell'azione tattica odierna, per sottra.csi ,i.i tir i di distmzione delle ,umi a vversarie, non si occu;;-a un:, linea, ma invece s i occupa una àeter-mjnata zona -di ten-eno, n ella quale si dislocano p iccoli

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centri d i resistenza scaglionati in ,profon<lità e tra loro intervallati : occorre perciò assaltare suocessiva.."llente i ·pu nti principali di res istenza la cui conquista determini la ca,duta dei p unti di resistenza contigui. Si ha così che il combattimento odierno si localizza attorno a molteplici ,punti e si svolge con una serie <l'assalti successivi, in profondità più o meno a1n,pia, ,p erchè conquis tati i centri principali d i resistenza. a vversari immediatamen te antist:inti alle proprie posizioni, occorre proceder~, su bilo (]opo, · alla, conquista d ei centri di res istenza successivi, fino alla caduta dell'ultima posiz ione nemica. Le fas i della successiva conquista dei centri di rcsisienz;i nemid, scaglionati in profondità, vengono chiamate e< ~'enet.razione », che incomincia coll'assalto delle prime posizioni nemiche. I reparti (squadre plotoni - compa.gn i~) giunti a distanza. tale da: poter essere superata di un solo sba-lzo di corsa veloce (distanza _d'assalto) dopo intenso getto di bombe a mano, s i lanciano all'assalto ripetendo, a gran voce, il grido di gucl'J'a: Savoia! Savoia! L'assalto è sferrato per

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m1Z1at 1va dei .reparti p iù avanza ti, oppure per ordini d ei comandi che stanno d ietro agli scaglioni d i fuoco. Condiz ioni ]Jer la riuscit'l •<l~gli assalti, oltre quella già . :d etta, cioè ch e le posizioni nemiche siano ~ar tella :e C">I f uoco delle p roprie armi, fino a quando le truppe ;tanno per precipilnrsi sulle .posizioni stesse, è che l'assalto sia con dot to con estrema energia e di s lan cio; t rup:oa che nita 1,e!l'esegt1irt l'assalto, è destinata a subire perdite for tis .ime, perchi- dà tempo all'avver~ario di 6orgere dall~ propri~ posizioni ed eseguire un illoco eìficacis~imo. Se l'a;;.salto non r iesce, le truppe debbono aggrapparsi al t~rreno e resistere ad ogni ca.s to s ul ,poslo, in attesa CÌ1 un momento favorevole per ritentarlo. Contro ne1n ico organizzato a difesa, l'assalto deve 0

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punto da assaltare, s1 avvicinano in silenzio a lla pos izione risµcttiramente assegnata, e poi si slanciano su lla posizione stessa con il massimo impeto : in questi casi, non a,·enclosi molto a temere dal fuoco n emico, com·engono le formazioni relativamente dense (plotoni affiancati) allo 5COPo. di d are il massimo impul,o afl'urto. Qua11do ~i abbiano ostacoli . da superare, ad ogn i colonna viene assegnato un drappello del genio minamri. zap patori - il quale p.recede la colonna, per aprirr ad essa il passaggio altra verso i vari ostacoli ( reticolati 11011 sufficientemente di,strutti dall'artiglieria, passaggio di piccoli corsi d'acqua, ecc.) .

Unità di Assalto. Nel 1917, durante la guerra italo-austriaca 1915-18, furono costitu ite con militari re :uditi » speciali •u nità dette ~ di assalto» per le caratteristiche del loro impiego, te~dente appunto all'assalto delle posizioni avversarie per :preparare ed age,·olare l'avanzata delle fan terie. La costituzione del p rimo reparto avvenne a Sdridda d i lV,ra.,-,zano per ope.ra del c;i.:,:,1tano (poi colo11Jlello) G. A. Bassi, con au~ tonzzazione del gen. San ternecchia, • 9 com. delh br. «Taranto ». Gli ar.~ diti ebbero il moschetto, il 1mgnale. ~ · · bombe a u1ano. Una apposita scuola t ' venne creata a Sd.ridda. suddivisa in , •· rnrii poligoni per l'addestramento. Gli , ' austriaci c1·carono anch'essi m.tppe rJ'as,alto, dette « stuJCm- truppen », e poi i :edeschi (1918) l 'rimi ad essere costituiti furono r, rçparti :.li assalto » ~on elementi vo,lontari in proporzione d i un,a cp. su 4 pi., una scz. mitr., una sez. lanciafiamn;e per ogni Corpo d'' A., a umenta,bile fo,o a. un bgl., (3 cp. e 1 Scz. lanciatorpedini). Tali reparti crebbero :i. mano a mano di n ucnero dina a che ogni C. d'A. ebbe un ,p roprio reparto d'assalto su 3 cp. e 3 scz. Mitr. Nel 1918 poi, con parte dei reparti esistenti si cost ituì un C. d' A. d 'assalto su 2 , divis. di assalto formate c iasQUna Soldato del . d' I bs-1. d'assalto <I1 un raggruppamento assa to, un tenuta d i r1poso bgl, bers . ciel. e uno sqdr. d i cavalleria. Ogni raggruppameP.to ebbe daipprima. 3 reparti d' ,J. e !)Oi 2 reparti d' A . e 1 bgl. ber saglieri. I reparti" ,!'a:,sa!to inC>!trc chbero l'ap.pellativo d i <.< fiam,nc nere, fiamme rosse, fiamme verdi», a seconda che i foro clementi erano tratti dalla fanteria, da i bersaglieri o d agli alpini. Ogn.i divis ione d 'a ssalto cpmprendeva : Comando, un raggruppamento d 'assalto (costituito èa tre ,gruppi d ' assalto, ciascuno formato da d u e ,b attaglioni d'assalto e da un battaglione b ersaglieri), un :b gl. d i b ersaglieri ciclisti, uno sqdr. d i cavalleria, un gruppc, d'art. d a montagna, u n ,bgl. d i zappatori e una cp. eh telegrafisti.

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Il labaro del Reparti d'Assalto essere adeguatamen te 1)r~parato; le truppe d~stinate all'assalto, sono avvicina le ( 150-200 m.) alle posizioni nemiche e d isposte convcnientemen ~e in « basi d i partenza;> (trincee, .ricoveri, caverne, ecc.) dove possan o sostare sùnza c~serc colpite dal fuoco nemico. L'artiglier ia r,repara l'assalto, d istnu;gendo, o a lmeno neutralizzando, i centri di resiste1iza. nemici. Aci un'ora convenu ta, oppure ad un dato segi, a le, la fanteria scatta dalle su e p osizioni, d i solito C'<mtem poraneamente su tutta la fronte stabilita ,, e, seguend o da p resso il tiro d i a cco111pagnamento d'artiglieria, r aggiun ge con un ,mio s balzo il primo obb:cttivo assegna tole, e, dopo, prosegue la su a azione di p enetrazione . Hi notte, o <li giorno con fitta nebbia, l'assalto è sferrato senza preparazione d i fu'>Co, a llo scopo di sorprendere 1'avversario: le truppe àe$tinate all'assa:lto, suddivise - in colonne, · ognuna corrispondente . .ad 1L."l

1• Divisione di Assalto. Costitu ita il 10 giugno 1918 col nome, in ,m primo tempo, d i Divi~. d'Assalto (( A» col 1° raggrup pamento di A ., il III bgl. ·b ers. ciel. ed il 5° sqclr . del reggimen to cava lleggeri d i P iacenza (18°). Venne sciolta i l 10 gennaio 1920. Prese ,p ar te alla battaglia èel l'iave combattend o cont,ro le linee nemiche


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fra Fo.ssalt,, e Capo d' APginc ed a quella cl.i Vittorio Veneto ndla zona d i Sernaglia. 2' llk•isfone di Assaltlb. Costituita il 27 giugno 1918 con 1'11° R a ggrupp amento di assalto, l'XI bers. ciel. -e il 6'' sqdr. reggimento cavalleggeri di Pi:1.cenz.L ( 18°). Venne se.iolla il 24 febbraio 1919. Nel luglio agosto -e ~ettemb,·e reparti della Divis. vennero impiegati ne lla zona del Gi,~ppa e su i Solaroli. Ai prrmi di ottobre pn'se parte all'azione su M. Pertica quindi alla batta.glia d i Vittorio Veneto, durante la quale, sboccata dal salir.n te <ii Fa1lzè, occupò il 30 ottobre la stretta di .Serravallc inseguendo q uindi il nemico per Ponte nelle Alpi fino a Selva di Cadore.

Ricomj,ensc : 1• Gruppo d'A . (l' Divis.), Med. br. al val. mii. per la bella condotta tenuta nelle battaglie <lel Piave e di Vittorio · Vencto. 2° Gr. d'A. (l" D ivis), Med. br. con la stessa motivazione. 3° Gr. d'A. (l' D ivis.), 1ìeà. arg. a'l val. m ii. pel valore d imostrato J1el passaggio del Piave durante la battaglia di Vitto.rio Vcne(u. II Reparto d'A. Mcd. arg. al val. mi per ]a brillan te condotta tenuta nella battaglia d i Reims, jn Francia. VI Repa,'lo d'A . Med. di br. al val. m ii. p el valore dimostrato negli a.spri combattimenti sul m onte Grappa. IX Reparto d'A. Mccl. d'arg. al val. ·m ii. pel valore dimo~trato nelle azioni d i Col Moschù1. Xl Reparto <l'A . Med. <li br. a l val. mii. per la bella -condotta neJ!a battaglia di Vittorio Veneto. XVID Reparto cl'A . Mcd. <l'a rg. a l val. mii. p cl valore dimostrato nella conquista e nella d ifesa del nionte Pertica. XXIH Reparto d' A . Mcd. d'oro a l val. militare: << Si .sragliò con impE:tO fuirn inco su colonne n emiche irromp enti da l Piave, inchiodandole in u n'improvvisa lin ea -difensiva per ben cinq:te giorni di mi$chic furibonde e san guinose. Ri<:hiamato poco dopo 11ella lotta, vi tor·nava con abnegazione sulèlime, d:u1do validissimo coniri b•J to aila rieunquista d i Capo Sile. Logoro ma n on ,domo, rinserrava successivamente le sue d irada te file in un ferreo nucleo d i volon!:ui, che il suo nome riportavano $Ulrard,:ntc campo di battaglia conquistan..:lovi un formidabile caposaldo (Piave - Capo Sile C;\ del F,osco, 15 giugno - 5 luglio 1918) >l. XXIV R epar to <l'A. )kd. di IJ r. al val mi i. per la bdla condotta t e,.uta a ;11011t~ JÙclago. XX \-'I Repa.r to d 'A . Med. d.i br. al ,,al. mii. per la bell,t condotta. tenuta sul :Monte:lo. XX"\'11 R ep. d'A . Med. <l'a rg. a l val. mi!. per il -valore dimo,trato ;;ul :Montello e alla battaglia di Vittorio Veneto. XXVIII Reparto d'A . l'vfed. d'arg. al val. mi i. per le pr ove d i valore e tenacia d!lte in combatiimento a Vil!a Prcmu<la, C;\ del Bosco e Ro'l1a:iziol. .XXIX Reparto d'A . Med. di br. al val. mi!. per '1a ·bella -cJndotta tenuta a Zugna Torta, Dosso Alto e l'viarco. LX.XII J{cpaJto d'A. Med. (1'arg. al val. mii. p el va:Jore e ardi mento dimostralo durante la battaglia di Vitiorio Veneto. Volontad d'assal,o. Batt:i.glione irregolare « alla bor.sagliera J;, <:ome dice il Castellini, che fect pane nel 1860, wstituito di volontari, dell'esercito meridionale :garibald ino.

Assam. Provincia d ell'India inglese. Fu Sta to in• -d,penderlte fino al 1820, anno n el quale venne invaso _e conq1.1istato àai Birmani, i quali lo cedettero all'In. ,dia nel 1826. Capo!. Silang.

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Assan (Agà-Rais). Generale turchesco, sardo d'origine e -rinnegato, del scc. XVI. detto « il Marioilo ". Si distinse nella'·guerra del 1535 comandando la piazzaforte èi Tunisi e nel 1541 dHendendo Algeri contro le truppe di Carlo V. Assm, Agà. Pirata turchesco, del scc. XVI-XVII, d'origine greca, detto « Cassan ll. , Nel 1588 sbarcò nelle coste del Lazio e p rese e saccheggiò Patrica portando via in •sd 1ia vitit 150 persone. Nel 1624 venne sconfitto da ur:r, flotta di galere napoletane, fiorentine e romane p resso l'isdla di San Pietro (V.) in Sardegna, e riuscì a st<:nto a salvars i. Ass<m /..hmed. l'irata turchesco della seconda metà del seç<,Ìo XVII, detto << l\kzzomorto l> . Nel 1694 d ivenne a rnmiraglio in ca.po della flotta otto111ana e fronteggiò ccn successo, evitando di impegnarsi, le navi dei venezh ni e dei loro alleati per alcuni anni.

Assante (Carlo). Generale, n . a Caserta m. a R apallo (.l8~8-192 l). Sottol. d i Artiglieria n el 1877, partecipò <la Cap itano a-Ha campagna d'Africa del 1887-88 e resse da Colonnello (1910-1915) il Comando clcll'8° Regg. Artiglieria da fortezza. Partecipò da Maggiore C,cnera:t alla Grande Guerra (1915-16) quale Comandante d. t\rfiglieria d i un Corpo d'Armata e resse negli anni J917 e 1918 un'impor.tànte carica 1)resso i:l Ministero per le Arnni e Muniz ion i. Assanti (Da-mia110) . Generale, n. a Catanzaro, m. a Roma (!809-1894). Cospirò contro i Borboni e n el 1844 v~nne incarce:·ato; appena libero, tornò a cospirare e :fu cosi.retto .perciò a<;i a bbam lonaxe le Due Sicilie n el 1847. Fu alla d ifesa di Venezia come capitano del 1° bgl. volontari na.p◊lctani, e raggiunse quivi, a fianco di suo cugino, il genP.raJc P epe, il !lra.do di Colonnello. Emigrò qu indi in Piemonte. Nel 1860 partecipò alla spedizione dei Mille, comandò la l'' br. della 16' divis. ( Cosenz), gua.<l:1.gnò l:J. croce di Sa· voia al merito m ii. Fu quindi Sotto Ispettore della Guardia Nazion ale delle :Provincie Cala bresi. Entrò nel 1861 a far part~ dell' Esercito Ita liano. Nel 1862 ven_ ne incaricato successivamente delle funzioni di P refetto nella Provincia d i Terra d i Dari, e ,poi di co1:na.nda.nte in 2' della Guardia Nazionale a Napoli e di Comandante dcll'82° Fanteria-. Promosso Maggior Generale, ebbe dal 1S68 a l 1870 il comando della Fortezza. d i Capua. Fu Deputato al Parlamento Nazio.iale per Chiara.valle, (legislature VJJl e IX1 e per Pozzuoli (X e xn e nel 1873 entrò a far parte Jel Senato del Regno , Assappo (e Asapo). Sort-a <li fant. p,ovincia.le tur• ca, dei sec. XVIII e XIX, ord inata in ,,.ompagnic, tanto di terra che di m'lre. Assari no (Luca) . Storico e romanziere del sece)!o XVII, nato a Sivigiia da fa111iglia i"a·liana, m . a T o-


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rino nel 1'ii2. Scris;c, fra l'altro: u Delle rivoluzioni della Calalol()1a » (C-cnov:-t, 1644 e 1647, Bologna, 1 MS): e « Delle guerre sucçe,se in ltaiia dal 1613 a l 1630 i> ( 'l'orino, 166, ). A ssassin i. Potente e feroce setta politico-religiosamilitare mu~ulmana del Medio Evo, nata al Cairo e dilfus~si specialmente ne11' Asia occidentale. Nel 1090 la sua poten za era già considerevole, e il suo ca.po, Hassan lbu Sabball, r isi~r!r,·a in una robusta fortezza, Alamut, nella Persia. I suoi succes.,<0ri si stabilirono nella fortezza di Kahf nel Libano. Da allora gli Euror,ei òiama.rono il capo degli A. « Vecchio della ].11011tagniL ». G li A. parteciparono a·lla lotla contro i Crotiati; in seguito vennero generalmente adoperati ~icari dai signorotti musulmani. L'ultimo dei c_api degli A .. Roked, fu in lotta contro i Mongoli, i quali, co:nandad <l,1. Ht1la.tu. frate!lo d i Gengis-k han. nel 1256 lo scon fìssero e iprc-sero e demolirono la fortezza di Alarnat. Cosl la set ta, come potenza politica, cessò del tutto di e~istere.

come

di un'astu1.ia (ad es. il famoso cavallo che permise di" impadronir31 della città di Troia dopo u n assedio di IO anni), or,v1are in attesa d i scoprire un punto debole dove tentare la scala t:i. Sembra che i Persiani s iano stati i primi ad impiegare negli assedi le trincee, le mine e le contromi:1e. l'resso i Greci, l'as$erlio ,:onsisteva essenz:almente nel cos1ruire, attorno alla piazza assediata, un doppio ripnm destinato l'uno a d ifendersi in caso d i sort ite deJl"assedia10. l'a ltro con tro attacchi. di eventuali e$erciti di soccors::>. Negli 1sscdj durante le guerre del PelnponMl'O, furono impiegate anche macchine da guerra che i Grec i pare ricopia,scro dai po-·JlOli asiatici. I R omani pcrfc;,;ionarono note-,oltnente la polforcelica: in cm ~sscclio regolare circon1,1v;rno la città nemica con un « v~I!um ,._ in ogni luogo più opportuno cos1ruiY1no una ridotta l« castdlum ») O\C HniYano riuniti i migliori mc1.zi di difesa e d i offesa t· •concentra(~ le risen·e. cd altro <( vallum >> costm ivano

A ssaye. Villaggio del :Nizam (India inglese), t.eatro d i battaglia fra i Mahrnl.ti cornandali da S indhia e èa llhonslay e gli inglesi comandati dal gcn. \Vellesley, il 2J settembre 1803. I primi, che avevano 50000 u. con centc- cannoni, si erano sclJ ierat i presso A ., cop~rli sul fronte dal fiume K ailna. Gli Inglesi avevano ,:.500 u ., dei q11ali 1600 Eur,;,oei ( 400 cavalli e 1200 fanti) e g!i altri ind igeni di Madras (.3 rcgg. cli cav. e S bgl. di fanteria). Welles ley passò arditamente il fiume e assali con le truppe europee l'artiglieria nemica. Una orillo.nte carica di cavalleria, comanda ta. dal col. 1-•!axwell, contenne un movimento offensivo di un corpo 111ahratto e Io sl::aragliò: il colonnello cadde alla tcst:i. dei suoi squadroni. Gli Inglesi continuarono l'assalto alle posizioni nemiche, e dopo breve lotta i Mahralli si davano alla fuga. Wellesley aveva frn morti e feriti suoi to strie perdile: 640 europei e 930 indigen i. Asse (dell'arma da f-11oco). E' la retta che si suptlonc attraversi tullo il vano o luce dell'arma e che congiw1ga il centro della bocca con quello del fondo (culatta) dell'arma stessa, passando lungo il centro Assed io di rortcz7,3 (.ante Asslra)

a-o, asso ctcJ pezzo; c-(t, asse orna cnrnera dell'anima della can!'la. Non sempre l'asse dell'arma coincide wll'afSC ddh c:uner:1 o dell'anima, e ciò per r.,cilitare al proietto l'entrata nell'anima del pezzo e<l il cv.,,seguente <1llog,1mento <li esso proietto nelle righe. As sè<;Jio. E' il complesso <!elle opernzion~ che vengono ~voile attorno ad una. piazza forte per impa<lro-

11i1·set>e. Nella. pi(1 =emot1 antichità, l'assedio consisteva. f.onplicemente nel circondare ed isolare la piazza, in modo da impec·irc che essa potesse ri-ccvere soccorsi di ·u omin i e <li vc111ovaglie, in attesa di potersene impadronire o per e~amimento dell'assedialo, o per mez.zo

\'erso re~•~rno :i.Ile- ~co;>o di resistere ad e,·cntuali al•· tacchi da parte d i eserciti che muovessero al soccorso della città assediata. Questo .rappresentava la circon vall,i.zionc, quello la conlrovallazione. Si proteggevano con <<vinte>:. ~J.u,,·ano terrap ieni (agger) alti quanto le mura nemiche o anche di più, su cui portavano macchi.ne da gllto e grue colle quali ultime sollevavam;, casse piene <li armati per posarle, a mo men to opportun o, su lle mura nemiche. Rionipivano il fosso della fortezza con fascine, terr:i., <'CC •• portct.·1ano gli ariet i coperti con grand: tettoie vicino a.ile mura per aprire la breccia e poscia dare l'assalto: venivano anche adoperate le mi.ne scavando corridoi sotterranei, per giungere alle fondamenta delle m.ura e delle torri nemiche e cosi scalzarle. La. difesa prima faceva sortite colllro i lavori degli assedianti, per ostacolarli, rallentarne i progressi, ecc.; dopo, dalle mura, dalle torri,, con freccic, sassi, olio cd acq11a bollenl~, colµiva p:lj attaccanti. Giunto l'attacco a i p ie<li deL1 muro si dava· la scafata. o si a pri va la breccia. Celebri furono gli assedi di Carta-


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gine; di Alesia; <li Marsiglia nella guerra tra Cesare e Pompeo; di Gerusalemme sotto l'imperatore Vespa• siano. Nell'epoca feudale, lino al XIII se;olo, n egli assedi furono essenzialmente impiegate Je mine : si sceglieva il punto <:!"attacco ove si trasportavano le macchine per aprire la breccia. Non erano a~sedi regolari, ma. .piut• tosto colpi di mano che si ripetevano da una f?arle e dall'altra. Gli assedi regolari si ebbero al tempo delle Crociate, quando gli eserciti, <liventati numerosi, per• m isero <li circondare le cilt;\ nemiche (Gerusalemme Antiochia - Nicea) e di svolgere l'attacco secondo la tattica gia impiegaita dai Romani. Coll'invenzione della polvere e col ,primo apparire negli assedi d elle ani• glicriè (verso il 13-m) ebbe, sul principio, vantaggio la d ifc, a. Sul finire dd XV secolo pP.rÒ l'artiglieria, raggiunti notevoli perfezionamenti, <licde all'attacco una decisa superiorità sulla difesa, ciò che obbli gò la for•

Asse(l io dt ctuà (Dllreri tificaziouc• a trasformarsi compktamente, Si ebbero così talora ::.ttacchi di viv:'I. forza senza lunghi lavor i d i ~pproccio, •poter.do l'artiglieria rovinare le mura della difesa anche a distanze notevoli: le batterie venivano fatte avanzare protette con semplici gabbionate. Ma s i ebbero pc,,, anche attacchi metodici, con camminamenti d'aµproccio scavati nel terreno e con andamento a zig-zag, allo scopo d i meglio proteggersi dai tiri "dell'assediato. Chi diede un decisivo impulro all'arte dell'espugnare le fortene, fu il Va.~1ban ( 1633-1707): l'arte dell'asse• diant~ ~i basò da allora su calcoli f)rec1s1: la zappa cd il cannone dominarono su tutti gli altri clementi. L'assedio che fu detto « ,l. Reale,, si svolgeva, come ricorda il Corsi, co:-. le seguenti operazioni: 1" Invest imento della p iazza, fatto repentinamente da cavallt'ria ~cguita tosto da fanteria; stabilimento dei ~ampi e dei .parchi, ,costruzione delle lince di contro· vallazione e <li c ir,:onvallazione; ricogmz,one della piazza e redazione de, piano d'attacco;

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2° Apt'rtura della 1• parallela a circa 600 metri dal sagliente del cammino coperto del fronte attaccato; costruzione delle batterie d ' infilata; inizio a zappa vo• !ante dei rami di trincea per giungere alla 2• parai• !eia; 3° Apert,u ra della 2• parallela a circa 150 metri; costru1.ionc delle controbatterie e batterie di mortai; inizio a zapp(I. semplice d ei rami di trincea per giungere alla 3• parallela; 4° Costruzione di un<i mezza parallda a circa 150 metri pcx allogarvi altre batterie di ,m ortai e le batterie <li petric1 i: .:i° Cominuazicme :i. zappa pi<'na dei r ami di trincea; 6° Apertura della 3' parallela ai pied i dello spalto e avanzamento per za::,pa doppia verso il cammino CO· pcrto; 7'' CorC\namcnto del cammino coperto e coslrnzionc delle bat:crie da breccia; 8° Discesa del c.ammino coperto ed occupazione ,H lc piane d'arm i rientranti; 9" Discesa e passaggio del fosso; apertura ed occu;:,azionr. del la breccia, coronarn"Cnto della breccia contro i trinceramenti intern i; 10" Progresso verso i trinceramenti in,terni con gli stessi mc!odi, e così fino alla resa della piazza, la quale del rcs:o si g iudicava. perfettamente onorevole quando l'assediamc aveva occu•pata. la breccia.

A spiegare questo notevole impulso nell'arte ossidionale, è d,. notare che nell'epoca del Vauban, la. guerra si riduceva spesso a successivi assedi delle varie fortezze, sp.:rsc numerose a i confini dei va.ri Stati; si avevano eserciti mercenari costosi, piccoli, che non costiwivano un obbiettivo risolutivo perchè, battuto l'esercito n em ico, la nazione avversaria non era vinta : bastava, i.,fatti, riassoldare nuove truppe. Contava invece ia conquista territoriale: la povertà delle linee di comunicazione, faceva poi sì che un forte d' arresto, domin1ntc una di queste vie, costituisse un ostacolo. tale, da non poter essere aggirato e, quindi, da non poter eSS<'rc eliminato se non co11 la sua conquista a mei:zo d'assedio. Per tutte queste ragioni, gli assedi avevano un'importanza capitale. I metodi d'assedio alla Vauba" ebbero vita lunghissima e si può dire che per~lurino anc<'r oggi, s'intende con le dovute n1odifica• zioni. La rivoluzione francese. imponendo la cosérizione :;, quindi. e;erciti nuf!!erosi, ha fatto s l ~e que;ti ultimi divenissero gli obb iettivi principali, per-:hè distrutti non riusciva fac ile a l"iCostituirli. L'arte napo• leonicl, aggirando le fortezze dell'epoca per cercare l'esercito avvtrsario, ha tolto importanza agli assedi. Dopo il 1S70, i progressi dell'artiglieria. e dei vari mezzi di gucr,·a hanno <lato sempre piu all'assedio un andamento prc,·isto e preparato in ogni dettaglio. I :nodi d'attacco studiati erano: 1° ,\ s,rdio col qu ale si doveva tendere ad abbattere gradat,imente ogni resistenza me<liailte: a) la conquista rnetodica del terreno esterno (avvicinamento) fino a una distaiiza dalla fortezza, indicata dall'azione delle più potenti utiglierie postate nelle sue oper~ permanenti di cintura; b) il ;ucccssivo r:1fforza.mento (investimento) <lt t:tle terreno limite (zona d'investimento) ·-i n modo da .


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avviluppare quanto più possibile d appresso la cintura delle opere pe rmanenti e impedire sortite dalla piazza; cl attacco contro un~ o più parti, preparato e protetto ,!all'a.rliglieria e da lavori del genio.

2° Tlo'l',banla~ento, col quale si procurava. di dan neggiar~ prevalen!crn~nte gli a bita.nti ed il presid io, ins ieme t lle op~rc ,: alle costru.1,i;ni più importanti. Si t~r.deva a con seguire risultali decisivi morali, piuttosto che materia li, partko larmente contro fortezze di non grande ~viluppo, r.cile <]U:tli fosse numerosa popolazioue d ,e. int imid ita, p<Ytessc ?Di far,· tale pressione sul ,:omandante (!ella di1esa da iJ;durlo alla resa. 3. Attatch i. spediti..-i tcnt:u i wn nu me rosi mezzi campa li: a) di 50r~resa, contro fortezze non ancora bene organiz½atc, insuftìcirntemen,te prcsidi:itc, con truppe fiacche e n~;:!igcnti; b) di viva for7.~, to11tro piccole fontezze di tii)o

B, parallele - E, ap<>rtura delle parallele C. batterla di cannoni o cl( mona l JJ, trincee avanzate

autiqualo dir ma! p"les·cro r"..Sisterc agii e(f.etti <li potenti artiglierie. 4. l:locco, rol qu;il•: si tentava di costringere la piazza !:emica alla resil per csauritllcnto morale e rnatcrialfc, consigliabile q•J~lora il ,pronto poSSCSS<.' della fortezz:t. non fos~e necessario, on·crc· si reputasse buon partito evita:·e !'impiego Jci maggiori mèzzi e le più gravi perdite imposte da un attacco metodico, oppure si fosse indotti ad aspettare dal tempo ciò che in\ltilmente si c:-:i tentato di conseguire con altre forme d'attacco. La D ifesa sfruttando la sua posizione centrale contro il nemico inevitabilmente divisò p er tendere all'accerchia.men to, doveva cerca.re, :innanzitutto, di conten dere con ogni tenacia all'attaccante il possesso del tcr• reno esterno per logorare l'avversario, guadagnare tempo e temprare il presidio alle ,ulteriori gravose prove. !)opo, J'azivnc della difesa. si doveva sviluppare successiva.men te: 1) n ella difesa d elle ,p osizioni avanzate; 2) nelle operazioni contro l'investimento, intese a ritardare il più ,possibile l'i,nizio •di vere e proprie operazioni d'attacco; 3) nelle operazioni durante lo svolgimento dell'attacco; 4) nelle operazioni. contro l'assalto. Tutte queste operazioni, condotte con azioni d i artiglieria, e con lavori del ,genio intesi a moltiplicare

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e ricostruire gli osta.coli disti'lltt i <la ll'avvcrsario, ad eseguire contromine, ecc., e con fanteria destinata a sferrare coritrattaccbi sui pun ti p iù deboli dell'attaccante, cercàndo possibihnc.nte di agire per SOI1presa. L'assedio di Poth-Arthur fu condotto dai Gia.pponesi e dai R,ussi con i criteri genera.li ora detti ( 1905). La guerra mondiale, mettendo in azione artiglierie potentissime (obici da 420, da .3S0, e da 305) ha da to la prevalcnz1 agli attacchi spcditi,·i, -:he diedero sorprendenti risultati contro L iegi, JS'a.mur, Maubeugc, /-.nvers:t, Drest Litowsk, ccc. Le fortezze, dopo questi risultati, vennero rapidamente trasforma.te, conservan do talora i forti solo come capisa ldi, d ifesi innanzi e collegati tra loro d a linee di trinceramenti improvvisati e, successivamente, rafforzati: la guerra d'assedio s i estese s u tutto il fron te d'azione; la lotta .Jon tana si ridus!.<! a poca cosa, mentre, in,·ece, acquistò grandissima imrortan1,a la lotta vicina. Cioè, se fu facile a ll'attaccante avvicinarsi ai trinceramenti, la lolla vicina fu, invece, durissima, lung-a e, spesso, senza. risultati positivi: ad esempio, quando i Tedeschi attaccarono \'erdun, eseguirono una preparazione d 'artiglieria tanto potente d.i. dare a l paesaggio d i Vcr<lun un asperw lunare: il 21 febbraio 1916 la fanteria tedesca attaccava; tre giorni dopo era già sotto il forte d i Douaumont, e, mentre l'artiglieria del forte stesso sparava ancora sulle retrovie nemiche, già si combatteva nel ,uo fossato. L'a1.ione lontana: p <lt' la qu,1 le erano stati creati i forti, era così mancata. Nella nostra guerra contro l'Austria, la. lotta contro le fortificazioni austriache del Trentino s i mutò in un gigantesco assedio attorno a tutto il sagliente 11emico; i forti vennero a p erdere della loro importanza J>rimith·a, poic:hè quasi sempre fucono dis1r111:1ti, e le artigl ierie trasportate su altre rposizioni, r afforzate con trinceramenti, caverne e ostacoli d'ogni genere. La. trincea reticolata, ed i lavori di fortificazione improvvisati, insieme a mol teplici a ltri fattori, han110 così dato un'impronta particolare a tutta la Guerra :\Iondiale che, dalla fine del 1914 alla fine d el 1918, si .può d ire diventò wia vera guerra d'assedio: l'Europa centra-le costituiva una colossale regione fortificata, circondata ed assedia ta d agli Alleali. Gli a tta.echi e le gran diose battaglie ,·cnncro preparati e condoHi con gli stessi criteri degli a ttacchi contro una fortezza: preparazione d'artiglieria potentissima, parallele successive e camminamenti per avvicinarsi al n emico e portarsi a dista.nza d'assalto : ricoveri, caverne per tenere le truppe al riparo dai tiri nemici; insomma si può dire lo sviluJ,po, adatta to ai mezzi nuovi, del me todo d el \ 'auban con l'azione vicina in decisa prevalenza sull'azione lontana, inquantochè se fu facile avvidnarsi al nemico, fu sempre assai duro e sanguinoso sviluppare la lotta vicina.

Assedio di mi porto d·i mare. La voce più appropriata per indicare l'assedio di una piazzaforte marittima è quella di Blocco (V.). Si hanno tuttavia n ella storia antica dei veri e ipropri esempi di assedi di piazze marittime fatte dalle arma te n avali, ma bisogna tener presente che le armate tlella. marina rem ica. avevano a bordo sempre un grande n umero di soldati elle potevano combattere indifferentemente sul mare e sulla terrafer ma. Gli antichi ricorrevano qualche volta. allo sbarramento matcdale del ,p orto da assediare. Si


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sa che Scipione fe~e costruire degli argini, dal fondo del mare, intorno a Cartagine; così fecero i ConsoJi a Lilibeo nel 253 e 'Dionigi d i Siracusa all'assedio di Neozia. Alcs~andro Magno congiunse T iro, città che stava su due isolette, con la terraferma. Quando le mura delle città marit time scendevano a picco sul mare, si cercava. di sfondarle dalle navi con arieti, nè p iù nè meno d i quanto veniva f ~tto dalla parte di terra. Furono celebri per assedi~rc cd espugnare le città con castelli improvvisati e sca le, la }\,farina genovese (gli Embriaci a Gerusalemme) e quella Veneziana (Dandolo a Costantinopoli). .Nella s toria moderna il più bell'esempio di assedio di piazza forte marittima è queilo d i Port Arthur, nella guerm russo-gi:,pponcsc, durnto sette mesi e condotto contemporaneamente per parte di terra dall'armata del genera le Nogi e per parte di mare dalla flotta dell'ammiraglio Togo. I.o scopo della Jxcsa di Port Artlrnr non era tanto la c:aduta della città, quanto l'annien tamento della flotta r11,;sa. che vi st,wa. dentw, an nientamen to eh~ doveva avvenire prima d ell'arrivo in Orien te Jelh squa.è rn di Rojcnswensky per impedire che le for?.e si rit1nis,cro. E' noto che lo scopo fu perfettamente raggi unto.

Assedio (Diritto bellico). L'assedio, considera to come mezzo d i lotta fra i belligeranti, può esser~ adoperato tanto per p rendere una posizione fortificala, quanto per prepderne una qualsiasi qualora. s' incontri resist·cnza. I l Regolamento concemcnte 'le leggi e gli usi della guerra, annesso alla IV ·Convenzione dell'Aia., pre;:crivc all'a rt. 27 : « Negl i assedi e n ei bombarda.menti devono esser prese tuble le misure n ecessari-e per r isparmia.re, per quanto è possibile, gli edifici adibiti ai culti; alle arti, alle scienze od alla beneficenza., i monumenti storici, gli ospcdaii ed i luoghi dove sono r iuniti mala ti e feriti, a -condizione che non siano nello ste~so tempo destinati ad uno scopo militare. E' dovere degli assediati di indicare quegli edifici e luoghi di riunione per mezzo cii speciali segni. visibi!i che saranno notificati anticipatamente all'assediante » . Sorge dubbio se i pacifici citta<lini che si trovino in una città assediata abb i1no diritto cli uscirne Jiberamente, quando il belligcxa.nte ne abbia decretato l'investimento per farla arrendere per farne. A tal proposito il Fiore avrebbe forrnula!.o !a seguente regola: «Non dovrà ma i essere permesso al comandante di una città assediata ,;li espellerne gli abitan ti che vogliono r estare a lori) rischio e pericolo. L 'ass~diantc alla sua volta non ha diritto, secondo le leggi della gucl'fa, di <privare del)a li bertà personale i pacifici cittadini, ohe non commdtono nessun atto di ostiiità. E' quindi suo particolare dovere di non impedire a coloro, che volessero uscire dal luogo assediato, <li poterlo fare libera.mente, e se esso glielo impcdis,e, mm potrebbe mai giustificare codesta sua proibizione col pretes.to, che i pacifici cittadini, affranti da lla fame, costringerebbero il ronrn. rldan te a ceder,·, perch~ il belligerante non p uò affannre le <lonne, i vecchi ccl i pacifici cittadini che non prendono nessu1::1 p arte alla gufrra. Stato d' a~·sedio. Disposizione di indole interna, diretta a mantenere l'ordine iiuhhlico turbato eh sommosse. In ta l caso, nella città o. regione in cui lo stato d'assedio 'si rende necessario (es. a Carràra e in Sicilia nel 1894 e a. M ilano nel 1898) i ,p oteri esercitati

da lle 1utorift civili .p assano nelle mani dell'autorità militare, la quale- prende tutti i p rovvedimenti che ritiene indispensabili per reprimere la sommossa e ristabilire l'ordine.

Assegnazione di fondi. ,Viene fatta. dal :!\1inistero della guerra a i CoPJ),i dell'Esercito in base alle previsioni della spesa che annualmente (me6e di rhaggio) del.ib::mo ~iungergli pel trami te de6 1i Uffici di contabilità e revisione d i Corpo <li Armata. ~ell'asscgnazione si tiene conto delle disponibilità di bilancio, della forza presente alle a rmi, dei servizi cu i provvedere, e delle richieste dei Corpi. L'entità può va,·iare durante l'anno mediante rich ieste inoltrate dai Consigli per lo stesso tra.mite. L'A. serve a i Consigli per regolarsi nel le richieste dei fondi, che normalmente n on possono superare 1iiensilmen1e il dodicesimo d i quanto globalmen te i, 1s5egnalo per llltto l'anno. Assegnato. )l'orne dato alla posizione dell'ufficiale, allorquando passa a p restare servizio ad altro corpo od ente ,p er un periodo di tempo che s i p reyede di lu nga durata, ,pur r imanendo 11ella forza del 1froprio corpo di proveni~nza. Agli effetti amminisu·ativi, invece, il corpo d i assegnazione lo c omprende fra i prop r i, nella sua previsione di spesa, e provvede a I con:oggio ed al p a ga mento degli assegni ·di qualunqllc nat-ura ad esso spettanti. In questi casi all'ufficiale A . competono le sole indennità d i viaggio previste pci servizi isolati nel rnso di <J,,fo,itivo trasferimento e-J ha d ir itto, ove ne sia il caso, ~lle in<ler.nità di t ra.111u-tamento per la propria famiglia. Assegno (.1 nnninistraz,ionc) . E ' quel p:·esta.bilito compenso, spettante in determinata misura , ragguaglia ta all'impiego cli un grado o di una funzione, à chiunque, sotto qualsi:tsi forma o titolo, esplich i atti\'ità ed energie nell' in:eres,e di un servizio, subendo di conseguenza limitazione della individuale libertà e volontà. A ., competenza, d ia ria, indennità, sono termini comunemente ed indifferentemente usati. negli uffici militari per indica re e dtte.rmina.re c ompensi fissi o saltuari, in d enaro od in materia, per servizi o posizioni normali od eccezionali. L'A. viene ar.che usato per individuare una somma messa a d isr,osizione per fare fronte alle esigenze o per mantenere in efficienza un del~nr.ina lo servizi0 . In que,to ca.so però l'A . non va -int<'so come implici ta autorizznzionc a 9penderlo tutto

<"rl intero, ,11a deve:- inv~ce c.,sere -co.iskkrato come limite massimo messo a •disposizione con l'obbligo di cr0garl0 ùJ1~ fa neccssa ria parsi.inon ia. cui devono inspirarsi tutte le spese. Gli .'l . tutti vengono 1·aggru11p1ti in tre distinte categorie: A. O,·dinari, qLtelli di carattere continuativo annessi e con~essi a l grado ed alla carica rivestita. ; (sti'l)end io, supplemen to cli ser:izio attivo, assegno :uurno, spese di rnppresentanza, indennità cavalli, indennità di 1° Ca)!itanoì.

A , Eventuale, quello spettante qua.le adeguato compenso a mal,lgiori d isagi e spese, risentiti per la esecuzione d i speciali mansioni e servizi, il più spesso fuori di residenza; ( indennità p er servizi collettivi ed isolati, indennità per servizi e 'l)osizion i speciali). A. P ersonate, queBo attribuibile alla persona-. quale

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navi d i Cristiano erano comandate d a Giovanni di prem io: connesso a particolari decorazioni, conseguite Ranzan, per valore persona le (soprassoldo d i meda.glie al valore militare d'oro, d'argento e di bronzo; o p er conAssento. Voce dell'ant. marineda militare (secoli crete doti <li comàndo emerse in guerra (pensione delXV-XVlII). Indicava una sorta di contratto che si stil' Ordine militare di Savoia); o ad- integrare benemerenze di servi:i:io dopo preordù,ati s,usseguent isi perio- _ pulava fra uno Stato e un privato o una compagnia d i privati. Quest'ultima si irrnpegnava a tenere pronto di (rafferme, riassoldamento). permanentemente un certo numero di navi per scopi L\i°f.lìciale, maresciallo o sottufficia le in licenza breve cli guerra, e r iceveva dallo Stato una determinata somod ord inaria mantengono immu1ato il diritto a l loro ma. Se ne valsero Gen-:>va, Roma, :Malta, la Toscana. trattamento economico. In licenza straordin aria lo stiParticolarmente, in Roma, era (Rezasco) « il contratto pendio t>d indennità m ilitare ·p ossono essere ridotti ai pel quale un p r ivato -pigliava in awa1to <hlla Camera tre quinti (se motivata da infermità. temporanee non Apostolica il mantenimento di tutte le navi da guerra proveniemi da servizio) o sospesi (se dovuta ad affari pripaline, obbligandosi oltrecciò alla costruzione di qualprivati) . La truppa, ùwece, caporali e soklat~ qualunche nuova galea a sue spes;: >>. Il vrimo A., secondo il que sia la liccnia, perde sempre la ,paga e tutti gli alGuglielmotti, venne concluso 11ello S tato romano il 17 tri assegni, meno quelli .personali; ha per contro diagosto 1713 con Giulio Pa zza~lia, per la durata di ritto al rim!:iorso deHe spese di v iaggio e L . S d'indenquattro anni. E poichè venne stabilito che la Camera nità giornaliera, la quale è ugual~ p,\r tutti i gradi potesse obbligarlo a navigar e nella squadra n avale, così per la durata del solo viaggio. Questa indennità cona lui per primo e poi agli •« assentisti » ' fu conferito tinua per tutta la durata <lcU,t licenza se qu esta /'. doun grado equivalente a quello d i crupitano di galea. vuta ad infermità provenient i dal servizio. Trattato ,!ell'A s-<~11to (Asiento) . Stipulato nel secolo L' A . .per spèse di rappresentanza ba sost•ituita la XVII dalla Spagna con varie società, allo scopo di otvecchia indennità di carica; es$o sta a rappresentare tenerne schiavi negri per le sue colonie d'America. quel con1jpenso dovuto e 1proporzio11ato al ,grado ed alla Sotto Filippo V, si formò a Parigi la Compagnia delcarica che comportano responsabilità di collllando. L'A . l' A. per detto traffico. La Spagna ottenne che Inglesi g iornaliero <li mantenimento è dovuto agli ufficiali od e Olandesi e Francesi si impegnassero a p_o rtare negri impiegati in aspettativa senza assegno o comunque rinelle colonie Spagnuole; nel 1713 i Francesi rinunziachiamati o trattenuti per r agioni disciplinari o giudi1·ono e i soli Inglesi conti."1.uarono la tratta fino a1 17.39. ziarie; agl i ufficali condannati al carcere od alla reScoppiata allora la _guerra tra Spagna e Inghi)terra, la clusione militare od in attesa d i secondo giudizio a tratta venne eseguita da Portoghesi, Veneziani e Spavan ti a tril>unali militari, dopo condanna contumagnuoli fino al 1748, e ù1 seguito da a.rmatori d'ogni Na_ cia.le. L'A . d i minuto 1r.antenimen1o viene annualmente zione per circa a ltr i due anni. Allora nacque la vera e fissato da-! Ministero per ogni Direzione del Genio, la pt;opria << trait" d ei negri» esercitata <la privati d'ogni quale -provvede alla sua ri,par.tizione fra i diversi u n azione per conto dei privati agricoltori americani. te~ti degìi immobili militari com,1p resi nella propria giurisdizione, dopo avere trattenuto, per la costituzione Nt,liit,, ,/e/l'assento (C, I'. E.). La nnHità dell'asd'un fondo di riserva, 1/19 dell'assegnazione medesima. sento o per meglio dire l'annullamento dell'ammissione al servizio militare per indegnità, a ~enso degli a rticoli L'A. di prima ve~t.izione sta a rappresentare il costo degli oggetti di corredo che devono essere distri2 e 3 del te.,to unico sul reclutamento, non esclude il buiti :i tutti gl i uomini nuo•:i anuQ!ati nel corpo, ·opmilitare che avesse commesso reati éontemplati dal C. P. E. dalh pena da esso comminata. L'l condanna alla pure d i quegli oggetti che nel <;orno della ferma venfucilazione nel !)etto Yiene io tegralmentc eseguita anche gono d istri:buiti quale nuova dotazione personale della sulle per,one estranee alla milizia, che fossero comtruppa in più od in -aumento di quella p reesistente. p lici o coinvolte nel reato pel quale è stata determi L'A. manutenzione del corredo è una p restabilita quonata. La fucilazione nella schiena invece sarà saltante ta messa a d isposizione dei comandanti d i reparto per applicata nei casi in cui non vi si possa sostitu ire la / fare con essa fronte alle spese conseguenti per. la buona morte da infliggersi nei modi <lei Codice Penale coe .piena efficienza della dotazjone di corredo. L'A. per mcne. Per le restanti pene milita ri_ enumerat<> negli spese d't1fficio comprende tutte Je spese necessarie per art. 4 e 5 del C. P. E ., si sostituiranno le seguenti : l'acq1.1isto degli oggetti di ca.ncelleria e simili, indispensabili pel servizio · degli uflici. L'A. per spese. 1• Alla reclusione mii. n:m maggiore d i S anni il r iserva te è messo inte1:amente a disposizione del ca,,cerc ordinario per eguale tempo ; se maggiore è\i anComandante del Corpo, ·l ascia.ndone a questi piena fani S, la reclusione ordinaria diminuita d i un quinto, aolt.a <l'impiego e con l'òbbligo di darne -ragione solo e quindi proporzionatamente estensibile, ser.ondo le ciragli I spet·tori od al M in is tero; deve essere esclusivacostanze, fino a 16 anni. mente impiegato per sopperire a spese d'interesse della 2" Alla de;tituzione, dimissione, e rimozione d a l d isciplina e del servizio, e nel dare qualche sovvenzione grado pronw1ciate come pene ;prindpctli, il carcere or in grav i ed ecceziona li circostanze, agli uomini di dinari.o n on _minore di 3 mesi ed estensibile :fino a S trnppa od alle l0ro famiglie. anni colla graduazione del Codice Penale Comune .

Assens. Pi<:colo ~orto della Danimarca, nell'isola di F ionia. Nel giugno del 1535 i Danesi, insorti contro Cristiano III di Danimarca, vi furono sconfitti e domati in terra e in mare, malgi:ado che avessero ricevuto aiuti da Prussiani e da Svedesi. Le truppe e le

Il carcere militare sarà surrogato ,p er egual tempo dal carcere ordinario.

Assenza. Nessun militare <può assentarsi dal Cor po senza autorizzazione, ed incorre, , trasgredendo a ciò, in


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;pene disciplinari, salvo il caso che l'assenza rivesta carattere <li Diserzione (V.) .

Asser. V. Sisto. ·Asse, falcatus era detto n ella poliorcetica romana 'llna sorta di ariete munito d i <punta metallica, che veni-va lanciato per mezzo di macchine contro le torri e /!e macchine degli assedian ti. O anche una robusta <pertica guarnita di uncini 1ier svellere i merli delle rn'u ra.

Assereto

(]Nagio). Notaio genovese di modest i natali (n. ,a Recco o R apallo) acclamato dal popolo ·nel 14.,S ammiraglio comandante della spedizione in·viata dai Genovesi nel 1435 a liberare Gaeta assediata -da Alfonso re cl' Aragona. Si rivelò uomo di 6'Uerra sconfiggendo la flotta aragonese '!)resso l'isola di Ponza .e facendo • prigioniero Alfonso. Passato a l servizio dei Mihnesi, comandò ,le navi .mila!1esi che nel 1448 sconfissero la flotta veneta. cli Andrea Que.rini a Casalmag:giore, nel Po. Scrisse m1a « Relazione della v ittoria. -con tro Alfonso d i· Napoli» in d ia letto genovese.

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pochi gior:i: d'assedio, si imb~r-cò nuovarr.cntc e tornò in Sicilia. Gù,.·gio <>,glidmo d'Assi.:i.-Omburgo. Feldmaresciallo pru.;siano (174.ì -1831). Partecipò alle guerre dciia 1>russi.i contro la Francia {1792-1815).· Nel 182 1 com:o.ndò una çfollc divi·,. eh<! rgli o rdini del F rimrmt marci1uono rnntro i Ji:crali napoletani comanc1ati dal Pep<'.

As::iani. Sllldati dcil'Assia K assel ( ;' \. F.lettor~le) r'1e il langr::vio Federico II prcSLÒ. nel 1776 al!'foghilltrrn - clktro 11n compenso di 21 milioni di talleri ·- per la guerra' sostenuta <la. qu~Ha nazione conlro le co!o11ie del "iord America le quali !ottavano per la propria indipendenza. Furono assolda.ti in tal modo, daL l'Inghilterra, nel 1756, 13062 A. oltre a 4300 u, dei Rrunswick, con la paga di 12 soldi a l giorno oltre a l n1antc1~ i1n.('11tc. Assicura:z:ione. V. P.a.rrncelli e Polizw.

Assiento. N ell'amm. mi i. dell'esercito napoletano, d icevasi A. la 110,-r•:m per il ,pagamento d i ufliciali o di Ug,, Assereto. Genera le, n. e m. a Genova (1838truppa pt..r ii coi·to <leWanno o per u;i tetnpo indeter 1912). Sottotenente cli Fan1ninato. ,teria nel 1859, ·p :ese parte • .alle campagne del 1859 e Assietta.- Contrafforte ele\·a-to, con alcuni passi, fra <lei 1866. Nel 1865 inscle due vallate <lei Chisonc e della Dora Riparia . Ai -gnò arte e storia mil. alsuoi piedi si snodano le due strade <lei :Monginevra, le i' Accademia di Torino. quali sono dall'A. padroneggiate. Comandò éh Colonnello il J 2° Reggimento Fanteria 1 Battaglia dell'Assietta. Fu combattuta il 19 luglio (1883-1887); collocato in l 747 fra Piemontesi e Francesi, ed ha ,p ar ti-colare si·posizione ausiliaria, raggn ificato morale e patriottico, oltrechè logistico e stra.giunse nel 1905 il grado , tegico, in quanto <leve essern considerata una vera glo•d i Tenente. Generale ndria dell'EsDrcito Italiano. Essa appartiene a ll'ultima la riserva. Scri:,se ur, vofase dc!L\ « Guerra di :>'Jcccssio11e d'Austria J) . VBserJunw; « Genova e la Corcito Francese, n ella primavera del 1747, si ammassò nel -sica. " e colla,l}orò con arBrianzonese per invu<lère, attraverso le Al.pi,' il Piet icoli <l'indo le militare a' monte e I;,. Lorrnba.rdia; verso la metà di giugno, Carlo <Ca,f]aro di Genova. E111an.ucle III potè, a mezzo <lei servizio informazioni, che era bene organizzato, essere a conoscenza cbe nel Assia (Filip_~o, langrav io cl'A ., detto Il Magnanùno) . Delfinato erano pronti circa SO Battaglioni e 5 R eggi.( 1509-1567). Fu uno elci capi della lega di Smalcakirt menti di Ca valleria. Prima cu:-a del Re fu di mettere {V.) cost itu ita nel 1531. L a lega fu sconfitta a Muhlnella massima efficienza difensiva i for ti della fron<berg ( 1547) ed egli, preso tiera a l•p ina; in particolare la sua attenzione fo atprigion iem, fu r ilascia te tratta dalle valli della Dora e del Chisone, attraverso -nel 1552. le quali, con fine intuito strategico, riteneva che con Assia-Darmstadt (i>rvnmaggiore probabilità il· n emico avi-ebbe tentato cli pe.cipe PhiJipsthal d'.4. D.). netrare per minacciare Torino. Più particolarmente anGenera le delle D ue Sicicora egli divisò d i sistemare a difesa il contrafforte lie, n. n el 1766, m . a Nacicli' Assietta, anzichè, come in a'Jtre circostanze, arrepoli 111el 1816. Raggiunse trare l'ori;a.nizZil.7ion~ difensiva fmo al Colle delle Fi-il grado di ten. generai, nestre. Tale località infatti aveva quei requisiti che si rnel 1799. D ifese valorosa•. possono chiamare classici di una posizione difensi va, mente Gaeta. ne l 1806 con. e cioè: essere '!)roporzionata a lle forze disponibili, e tro i Francesi comandaavere ottin,i appoggi d'ala (111as.,icci dell'Ambin e del'"ti dal R egnier, i quali !' Albergian) per evitare aggiramenti. Inoltre questo connon riuscirono a prentr:iliortc aveva il vantaggio d i costituire un'ottima podere la fortezza di viva sizione d,i fianco per minacciare l'invasore, qualunque Fiilppo laugn1vio d'Assia forza. Il ,p .rinci.pe ebbe fosse la direttrice dell'attacco o della sua marcia. soccorsi per via di mare dagli Inglesi dell'amn1 ir. Smith, I l Re affidò i'organizzazione della pos izione al Te=:i., rima.,to ferito per lo sc,1p,pio di l:na bomba, fu nente Generale Conte Cucc:erano di P.richera,;io, rhc eb!rasportato in Sicilia e la piazza s i :i.rrese. Nel 180i be poi il coman do delle tmp.pe incaricate della difesa •comandò il c<•rpo di sbarco in Calabria, ma fu costrete l'onore di dirigere , la battaglia del giorno 19. Egli ito dai Fr:1nce5i a chiudersi in Cotrone, don<le, dopo era coadiuvato per i lavori dal Capitano del Genio Ve-


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Punto ,1; par tenza <lcllP. colonne rran.c.csi: b ) vrlrna col1)!1na; e) colonne <lel (,'01ltro; d) quarta colonna; e> JJatverla fra nce,w; /) f.J'l11ccr11n1en:n d<fll' :\,sietl.a; g) attac co ·contro la Butta; h )• .attacco contro il çolle di $erano; -i, li) 1·iclo tt,e d iresè clai 1·,11ontari : 1) tr inoernmento eseguilo cton0 la batt.agl!a; m ) p o:.1-0 difeso ctai Vakle~,; n) posto (1ifcso 1talle mili zie di Prage!M; o) IJattaglionl anst 1·1aci; 71) Colloredo (Austri,U:i) Ca..5ale (Plernoutesl) : IJ) trincer11mcnto difeso d~Uc Guardie Granat ieri; r) Fo1·gaz, at1striaco ; s) E r :inn, !lusl.riaco; t) Meyer. a)

clani. Il concetto informatore di tale organ izzazione fu di esegu ire un compieta sistema di trinceramenti cons isten te in ur,a poten te opera cen trale al Colle dell' Assie tt:i. (seguendo la depres.,io11e su cui passava la mulattiera cla Fenestrelle ad E xilles protetta su l fronte con un'opera avanza ta, In. cosi det ta T esta dell' Assietta, e con una terzia opera arretrata, verso il Gran Serin . Una strada coperta doveva riunire le due opere esterne coll'opera centrale. Il sistema dei trinceramenti doveva essere completato con lavori accessori : d i notevoìe import:111za il progettato m igliorame11to della strada che da Fenestrelle cond uce al!' Assietta, allo scopo di rcn ckrla idonea a l passaggio delle artiglierie. P er questo comples~o di lavori fu impiegato il l Battaglione del R eggimento Guardie con altre truppe regolari; s i uti1,uò il volenteroso concorso <lei 'mon tana r i della regione. Durante l'esecuzione dei layori piccoli reparti di m ilizia locale venivano <liòlocati al Colle del P iz, a l colle d i Abriès e alle falde occid entali <lei colle di Sestrières nel Frai tèle, col compito di impedire le prnbabili scorrerie del nemico. F rattanto il R e impartì gli or.:lini n~cess.·ui per riunire sul!' Assietb. i nattaglioni d i cui poteva <lisporrc e provvedere nello stesso tempo a lla <lifrsa d i tutte le valli d i frontiera. Il giorno·· 11 luglin il cavaliere d i Bellisle, fra tello dd n0.to Maresciallo, prese il comando delle truppe francesi destinate ,ùla invasione dc) Piemonte. ~ci pressi <li Guillestre si trovava il p rimo scaglione d i forze destinate all'invasione, ali'incirca 40 Battaglioni, 5 squadron i e 13 pezzi. Con ·ta li forze egli in tendeva agire su due colonne: una colonna avrebbe dovuto pas• s:ue 'I Honginevrn il 14 lugli'.> e procedere in Va l Dora su Exilles. La seconda colonna doveva nello .• tesso giorno ·,a rcare il colle Bourget, e per il Colle di Sestrières scendere in Val Chisone. Primo obbiettivo del Bellisle era du nque Exilles. Avendo però avuto 0

notizia che i Piemontesi occapavano l' Assietta, decise· d i attaccare tale località per scacciarne i d ifensori ed avere poi apertri la v ia. senza ,p reoccupa;,ioni per i fianchi. I l movimento cominciò il 15 luglio. Per il giorno 19 il Bellislc d ecise ,l'at\acco delle posi;,ioni Piemontesi a ll'Ass ictta. L a situs.zione dei P iemontesi era quel giorno la seguente: 13 Bàttaglioni (circa 7400 uomini) <li cui 9 nei trinceramenti dell' Assietta, ripartiti nelle varie opere <li difesa, e 4 nelle posizioni a, tergo del Gran Seri11 per assic urare le comunicazioni,. ed essere in condizione di parare ad eventuali aggira.menti. D i q ,1esti i 3 bgl. 4 erano cli allea t i austriaci. Obiettivo fissato dal Re era <li resistere ad oltranza sul!' Assietta (viene naturale il paragone colla posiz ione· del Grappa ne lla nostra ultima guerra) sia perchè essa rJcppresentava la porta della P atr ia, s ia pcrchè questo era neces-sario per dar tempo a lle ·truppe in marcia. di :iccorrere :i.Ila <lifcsa / delle valli di fron tiera minacciate. Le opere d i difesa all' A.;sictta erano tntt'aitro che complete; tra l'altro non si .era fatto in tempo a rendere la strada idonea al transito <leUe artiglierie, Questo perònon disto!~e il· Re <lai suo Icrmo proposito d i d ifesa ad oltranza della posizione, riponendo illimita ta •fi<lucia (e i fatti gli diedero :·agione) sul va lore e sulla ,t enaria delle proprie truppe e dei low capi. I.a ma,ttina del 19 luglio, segnalata l'avanzata del nemico, le trup1ie P iemontesi occuparono ovunque le posizioni assegnale. Al Ba ttaglione Guard ie (Granatieri d i Sardegna) fu assegnato il pos to d'onore ; la tenaglia dell' Assietta. Il ca v. di Bellisle mandò a destra una colonna (Villemur) verso il Grari Serin ; a sini-s tra una colonna (Dc Mailly); egli stesso, alla testa della colonna centrale, verso le ore 10 era già nei pres..~i·· della Testa •<lell'Assietta. Avendo giudicato che i Piemontesi fossero sprovvisti di artiglieria, fece serrare le fanterie fino a d istanza di fuoco di fucileria (200 metri


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circa) e ordinò elle 7 cannoni fossero p ostati sull'altura <linn.anzi alla vetta dell' Assietta. Appena q ueste bocche da · fuoco furono p ronte iniziarono un efficace tiro che con terminologia moderna si chiamerebbe d i « preparazione immediata,,. Alle 16,15 il Bellisle, ritene~<lo che la colonna di -destra (Villcmur) avesse giit raggiunto il Gran Serin, ordinò alle colonne ael centro e di sinistra di attaccare la Testa del!' Assietta. I Francesi fecero r ipetuti e violenti assalti alla baionetta , ana, nonostante il valore dimostrato dai soldati a cui dava.no personale esempio i capi ( e primi fra essi i <iue marescialli d i campo d ' Arnault e d' Andelot) non riuscironò che ad oc•cu,pare ·le lunette staccate a vant i alla Testa dell' Assietta . I P iemontesi si d ifesero da leoni contro forze immensamente superiori. I Granatieri del B_atta.glionc Guardie, comanda lo dal Tcn. Colonnello di S. Sebastiano, compirono atti <li eroismo inaudi ti, éoprendosi di gloria . In questo primo atto d ella battaglia i Francesi perdettero 2000 uomini. l i Cava liere d i Bellisle, sor-p reso di tanta resistenza., ad u11 certo m omento, con una Il rnonumen Lo band iera in mano, per incitare maginaugura1.o nel 1882 sulla « Testa giormente i suoi. si lanciò contro le trincee nemiche, ma ca, lde trafitto da dell'Asstetta» due iproiettili e da un colpo d i baionetta. L[! battaglia continuò tuttavia ancor a furiosa e con ecceziona le accanirncnto, finchè sul tardi, stanchi e sfiduciati, i Francesi desistettero dalla lotta r itirandosi fra mucchi di ca<laveri. Non meno foriosamente si tombattè a l Gran Serin. AneJie -qui i P iemontesi non cedettero terreno, e si difesero con tanta tenacia, che il Villemur alla se'"a giudicò inutile insistere n ell'attac-co e ripiegò sul grosso. La, ritirata divenne genewle fra !a massimit co:1fusionc e nd massimo disordiae : il 22 luglio tutto l'e, ercito frances-:: r ipassò h fron tiera . Le sue ,perd ite furono ingentissime. Secondo il Dabormida esse ascesero a 5300 ,,oldat, e 4J0 uf~ciati, fra i quali 2 gcncrnli, 3 br iga,Jicri e 9 c,,lonnclli. n ~i Piemon tesi caddero 7 ufficiali e 18'> soldati.

zionc cd assimilazione sono pure sottoposte le ))ersone adde tte a l privato servizio degli individui sopra menzionati, ed ogni individuo che con un'attinenza 9lla~ lunqur si t:·ovi a l St'f(l1 ito dell'Esercito o reparto d i esso. o che commetta reati in presenza del nemico, od in p~.es(> nemico occupato, <li complicità o connessione colle persone <li cui sopra. Sono pure assimilati e sotlù la g iuri.<sdizione mili"tarc i prii:io:i.ieri di guerra. ,

Assi nie. Cittit nmrittima ddla coloni:l francese <lellrr Costi d'Avorio, già sede <li un forte e d i fattoria fondala nel 1700 <lalla << Com pagnia d'Africa ,,. Nel 1842 l' ammi r. Bonct-Vil!aumez strinse trattati coi capi indigen i per a3Sicurarsi 1a sovranità èella zona, ma occorsero tre spedizioni (18➔9, 1R52, 185.3) per farli ri~pettare. Nel 1870 la FraJ}cia (tbban<lonò A. e la rioccupò ne l 1833. Assiri a. Ant. regione dell'Asia, fra l'Armenia, la Mesopotamia, la Media, la Susiana. Ebbe per capitali successivamen te E l Assur, Cahtch, Ninive. CostituÌ un grande impero, che si estese anche oltre la regione pro-

priamentc d etta A., che d urò circa 11 secoli. G li Ass iri estesero le loro conquiste da un lato. .fino ali' lndo, (;all'altro fino all' Egitto. Sem iram ide osò spingersi oltrr l'lndo, ,na vc1,ne sronfitta dagli incligeui, e potè

A ssietta (Battaglione A lpino), Costituito nell'aprile 1916 presso il centro di mob. di E >:illcs (Dep. 3° Regg . .'\!p ini) colle comp. 84", 129• e 130'. D all'aprile 1916 a ll'ottobre 1917 rimase n ella zona del Degano ( Carnia) sostenendovi vari combattimenti; dura 11tc la r itirata d e ll'ottobre-novembre 1917 combattè . a M . P redi] e Longarone (S-9 novembre) 1·itirandosi poi dietro la linea del Piave a Bassano ove. venne disciol to nel nove,mbre 1917.

Assimilazione ai milita r i (C. P . E.). ln tempo di guerra tutte le persope che sotto un titolo qualunque, avranno un impiego od _una ingerenza ,p resso gli Stati Maggiod, amministrazioni o servizi relativi all'Esercito, o ad un corpo di esso, o che saranno temite ·a p;c,staiioni d'opera o qualsivoglia sommini.;trazione a vrrnta-ggio dei medesimi, sono (< assimilati ll in base alla carka occupata, ai diversi gra,di de'lla gerarchia militare, e sono sotfoposti a lla giurisdizione militare e relativo C. P. Esercito. Alla stessa giurisd i-

l',mti assiri

salvare gli a vanzi del suo esercito unicamente perchè a veva provveduto a tenere difeso un ponte di barche sull'Indo, guardato d a opportuna testa di .ponte. I l re-· gno di A . cad<lc nelle mani di Arbace nel 741 ; e i Nabucodonosor ne risollevarono lo splendore, rnalgrndo la d istruzione di Ninivc (641) per opera <lei Bab ilonesi e de i M edi, e lottarono contro i loro vir.ini, conqitista ndo

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Gerusalemme, Tiro e l' Egitto. Infine, nel 539 a . C., i'A . venne assog·getta ta da Ciro. Traiano occupò il paes,: nel 115 d. C., ma il tenerlo rappresentava uno sforzo :militare t roppo grande per R oma. E le r ibellioni dei popoli. soggetti costrinsero Adri~ no, 1)ochi ,umi dopo, a .riti rare le truppe romane dall'Assir ia . Il governo d ell'ant. impero -assiro fu di9potico e teocratico. Ebbero gli Assiri un corpo regolare di t ruppe stanziate nella capitale, ma quando una grande im-p resa lo richie-deva tutti g li uomini validi dovevano accorrere, poi che si fa ascendere dagli ant. sto1·ici a 1.700.000 • fanli, 200.000 cavalli e 16000 carri falcati l'cser<:ito di Nino alla- conquista della Battr iana; e s i fa ascendere a 3 .000.000 di fanti e 500.000 cavalli quello di Semi rami-de nella camp,igna oltre l'Indo. I sold ati assir i erano a rmati d i giavellotti, spun ton~ accette, frecce, ampio scu-do. Avevano carri falcali, cammellieri armati di lancie, città fortificate con alte mura e iv::.sJti. !Ylolt0 ;:,,ogadita era pre3so .d i loro l'arte di espugnar e le fortezze.

nocenzo TII. I ntanto gli A;;sis:mi assediarono la rocca che, dopo averla conqu i~tata, smantella.remo dalle fon. clamcnta .' E per garentirsi i d iritti ricuperat i, H popolo fortificò la c ittà con una nuova cerchia di validissime mura . T ra il popolo e i signori sorsero gravi dissidi, cd c~fendo ricorsi i signori :,.!l'aiuto di P erug ia, gli Assisan i, nd 1199, portarono g•Jerra contro quella. città. F uronc ,confitti definitiv:i.mente nel 1202 e a.Ila fine elci l è03 nel ù uomo fu ,:clcbrata solennemente la pac.c fra « i 1::v.10•1i uomin, >> e '< gli uomini del popolò». N cl 1205 Assisi parteggiò per Filippo d i Svevia e nd 1228 ent rò nelh grnn-de lega guelfa. Dopo la morte d, Fel'.erico II Assisi en lrò nella nuova lega delle città guelfe dd l' fJmbria, concorrendo nel 1253 a cacciare la iur te i mperia le da Foligno e <la Todi. In;3nto fu in guer:-a cont ro quei <li !3e,ttona ohe, ·a pparMnendo alla ~iurisdizionc ecc!estia.s.tica di As:si5;~ avevano nascostamente asportato dalla .badia di P iana le ossa di S. Crispolto. La guerra durò .fino al 1266 con risultato iavorevole a Betto na 1 non ostante che J?trugia tcssf' in tcrvenl .t<t pfi.ma cc:me arbitra e poscia in aiu to d i /\s,isi. Nel 1282, alleata coi Perugini in guerra contro Foligno, gli Assisani invasero t1·e volte il territorio nemico e concorscm :uic presa <li Foligno stessa, del!a qua.le furono a':>battu tc k mura. E poco tempo dopo, Assisi, avendo a.ttaccato, per ragioni <li confini, Cannara, soggetta ai Perug ini, questi andarono a::! assediarla, costtingern:iola , nel 129 1, a ceder~, e a far atto di sottomissione al loro comw1e. 1'.e l l 310 le milizie di Assisi crnno incorporate nell'e,,erc ito perugino che nel luglio mos~e contro Todi. J! 29 settembre 1319 i l ·gb ib,,llino :Muzio di Fr;ince;;co, coi fuorusciti di sua parte, irruppe i1nprovvlsamenle in città e, cacciati i guel fi, ne di•,ennc il s ignore. E a·,endo il :Muz io aiutato con 600 c,1valli i Ghibellini è i Spoleto a sopn~farc i guelfi, la guelfa Perugia, nel 1320, d ich iarò guerra ad Assisi. ·1 >uran1c ~uesta guerra :\ssi.;i fu as5e:li::i.tn al p1·incipio dd 1:,21. Stanchi gli A$fis;,ni d cll' intci:ninabilc :issedio e percl~è j\h~zio li a ·.-eva ~egretamente abbandonar:, si decisero alla pace e papa Giovanni XVII ne dd lò k condizioni. Ma la guerra si !·iaccese ben prcstù, la città fo m,ovamente azsediata e il 20 marzo 13~2 gli Assisani fecero alto <li sot tomission e alla chiesa ed . a Perugia . l\:[a i Perugini, infrangendo i patti, occuparono nuovamente la città, la saccbcggiarono, ne abbait.crono ir: parte k mura -~ ne ca.c ciaiono i Ghibellini. Gli i\ssisani, mal tollerando il d ispotismo d i Perugia, durante la calata del Bavaro (1327-1330) s i arresero a Ugolino ·t rinci e Corrado suo nipote . 1v{a coH ,to:-o, colp iti dalle ccn~•.:re di Giovanni XXII, rest it uirono la città a Perugia. Nel 1.>34 e nei 1345. As.sisi p restò soccorsi a I'erngh contro A rezzo. Il 5 aprile 1 367 il legato pon tificio /\lbornoz, enlràto in città, r iceveva giuramento <li fedeltà dagli Assisani, sostitu iva con ·a 1t1·i i magistrati posti <la Peru.gia, factva riparare le tnura e le porte e ri co,;truiva. la roccu sul ,colle. Ciò spiacque a Pei·ugia che nel 1376 tentò di r iprendere la città; ma inutilmente. :'rei 1331 Assisi aiutò l'crngia contro C:tstel d'Arno, r ibellatosi per istigazione dei fuorusciti; ina nel 1383 sorse nuova guerra fra P er,ugia. e gli Assisani che tentarono scu otersi dal giogo d i quella città. Nel 1414 si riaccese la lotta con tro Perugia ,per il possesso del castello della Torranca 1

Assise militari (C. P . E.). Il militare che abbia :;:,or lato publ>licam~nte Assi,e o distintivi d i grado, o d'ecorazioni che non gli appartengono, viene punito col Carcere militare . Per commettere tale reato non è necessario po,·tare i d istintivi del grado, ma basta por1:.1re quelli d ,e sono atti. a dimostra r lo. Il fatto sussiste anche se avvenuto per ischerzo, non essendo questo i1mmissibile d i fronte alle d isposizioni r egolamentari, che vogliono in ogni caso tutelare la d isdplina ed il decoro del grado. (V. Divisa).

A.ssisì. Città i,, prnv. di Perugia, sulh. p~nrlicc meridicmalc elci NL Suba~io. f'~re che esistes.,e fin dai :cn1pi de Ha ,p ote nza etrusca ; fu asgo3.gdtata dai Ro~ mani. Quan-:lo Totila nd ., 45 p assò nell'Umbrh, ,\,sisi r.ra tc,n:ta da Sisii;·ido. .'\ ltaccata vio!entc,rn!ntc, oppose una. lung1. cd 0':>ti nala resistenza, m:t infin~ Jovette ,edere ~i;ifriùo, du,ante l:na sortit~, ca.dck ~o-· praffatto <lai Goti. Assisi .fu poi dcuperata dai Greci coll'arrivo di N arse te, dopo che questi sconfisse i Goti a Gubbio. 1"11 assediata da Carlomagno mentre si recava a R oma chiamato d,l Papa A<lriano. La c ittà era cinta d i validissime mura, e resistette finchè, a vendo a lcuni esploratori scoperto u11a ampia cloaca che sboccava a · p iedi delle mura., per quella ì Franchi ent rarono ed aprirono le porle a.l r e. Gli abitanti furono -passati a fil d i spada; le mura e la rocca furono abbattute . Nel 1054 Assisi, par teggiando per l' im peratore, guerreggiò con Pèn;gia, guelfa. Nel 1160 fcdcrico Barbarossa se ne dichiarò padrone, e gli Assisani ce,ca.rono -di scuotere il giogo, mR nel 1174 l'ar.civescovo C r istiano, con u11 grosso esercito, espugnò la. cit tà . Nel 1184 quei d i .'\ssisi', entrati n~lla lega di varie città della ,\'.la rea e dell'Umbrb, accorsero in aiuto di Orvieto a, s1lita <lai tedeschi, e nel 1197, essençlo Assisi divenuta di par te guelfa, .il duca Corr:i.do si ritirò nella rocca ,·on ast.mt,\ e l'anno seguente cedette i l ducato ad In-


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che restò_a i Pcr-ugini. Nel 141~ Braccio, al soldo d i P erugia , la prese d opo brè~e assc<lio, avenòo co,;tui già battuto e fatto pr igioniero Ca.rio M a la testa che da Assis i si era moss~ ad incÒntn r-lo CO!l 2000 c,walli, 800 fant i e con le gen ti <l i ( eccoli.no M ichelotti. E Bra.çcio, alcun tempo d op~, con aspro combatlilnen t.o, rip,'esc !a città che· i Fcltreschi avevano r ioccu pa ti • d i _.;,or,p res,i r on 2000 cavalli e 1200 fanti. llraccio ten ne la s ignoria della città, conferma tagli da lVfartino V, /ìno a l l 42 4, quando cioè, caduto n ella battaglia d i Aqu ila, la r icuperò la Chiesa. Nel 1442 A . sostenne un ,iuovo assedio, alla fine del q ua le A3sisi tornò in pos5esso de lla Chiesa. Ap partiene quest'assedio, alla guerra m o., sa <la· papa Eugenio I V contro il c on te F raitresrn Sforz:i. Il P iccinin0, con dottiero di F ilippo Yfaria Visconti, occupò Gualdo e risolse di por l'assedio d~llf\ cit,à d i As,is i. I! conte mandò il fra tello Alessmdro a di fenderla , ma inut ilmente . La no tte sul 30 1~ovembrr, 1442 il P iccininr,,, per un condotto indicatogli da un !r1tc, introdusse in f\$$i ..;i un 'lnigliaio di fan ti, e i' giorno 3(1 vi entrò egli s tesso col resto delle sue schiere. La c ittà fo nuovamente assediata e p resa <bll~ trup pe r:on tificìc, quanclo, ~orte altre dì verg~nzc con Pcrnsi'.l, si oftcr,c a Federico di .Montefclu·o, e a ltro assedio sostenne n el 1497 contro i Baglion i che la occup asono. N ulla d i notevole avvenne i\1 Assisi fin,;, a l 1800. I n quest'anno la città accolse Carlo E manuc!e I V, prciugc con h règina Clotilde ; nel 1831 la cit ù partecip ò a l movimento r ivo luzionario, ,d;,:ando ,bandiera t ricolore ; nel 1860 entrò a far parte del R egno d'I talia.

Assistenza milita re (M;niitero e Sottosegrdar iato) V. P .'11,.-iun~.

Assistenza ostile (Di ritto ld lfro) . Secondo la Di-

chiarazione <li L ond ra d el 1909 e colpevole di assis tcr.za ost ile ( altrimen ti detta contrabbando per analogia o trasporti proibiti) la '1ave neu trale che partecipi alle ostilità ; o che agevoli i r ifornimenti del nemico o in q ualu nque modo ,ne fa•,orisca le operazioni; ovvero che sia n oleggiata d a w 1 Governo nemico ; o che sia agli ord ini o sotto la sorveglianz;a d i un agente posto a bcr<lo da tal Go·,erno; o che sia addetta al tra,;porto c1i l ru,µpe o d i material i d a gue rra, o alla

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lrasmi.,3ione di notizie n ell' in teresse del n emico con la radio o , on a ltri mezzi; o che t rasporti distaccamenti militar i <lei nemico, o •person e che dnra;1 ie il viaggio prestino o abbiano prestato assjsteni a allè o~ perazioni del n emico, a cogn izione del propr ietario o noleggia tore o ca.rit;lno ; o che n avigh i a llo scop o d i trasportare ind ividu i appar tenent i alle forze armate ~emi( he o dèstinati , ra.g:giungerle. L a n ave colpevole d i assistenza ost ile ~ rnssibile non sol,anto d i confisca con le merci :lppi!.rtene::ti a ! prc·prietario o al capitan o, ma in genere del tr:\ttamenio proprio delle n a vi mercantili nemiche. Non lo è, negli ultimi due casi predetti, ;e ignon 10 sta to di guerra o se il cap itano no n ha. pot.u io a ncorn srn rca re le persone che t, asportr:. ; e si pre,ume che: h n ave conosca lo sta to d i guerra quan do abl)ia lasciato un pot"to nemico d opo la a oertnra delle ost il ità, o un porto 11eu: rale dopo la notifa~azione h tln. in tempo u tile a lla Potenz,t CLti il por to a,pparti_e ne, oppu re s ia munita <li Rpparato radiotelegrafico. Q uand 'anche la nave non sia riconosciuta colpevole di assistenza ostile, e quin d i non ca,tturabile, possono però essere fatti prigionieri d i guerra gli individ u i, t rovati a bordo, che appartengano alle forze armate d el nemico o siano d estinati a farne pa.rte. l'ur non esisten do ancora in p roposito nessuna norma p ositiva esplicita internazionale, è da presumersi che le regole relative all'ass istenza ostile debbano essere applicate anche a lle aeronavi: << Il d oit scrive il Fauch illc ( « J\ouveau R apport <le 1911 ») - y avoir prcsomption d'assistance hostik, autol'isant la capture, à la charge <les aéroncfs neutres circu lant a u-dessu s des Eta!s bclligérnn ts >>.

Asso. T ermine usato in passa to nella dosatura della polvere. Era l'unità ,convenziona le d i peso pa regolare le p roporzioni dei component i d i essa (carbone, zolfo, n itro) . Il peso del carbone s i assumeva come unità e si chia mava Asso. L o zolfo doveva essere eguaJe ed il n itro m oltiplicato per quattro, sei o p itL volte tanto. P er cui si diceva : « Polven' tht sci · Asso e Asso>> o anche semp licomcnt.e ?olverc da sei = 8 ;pa rti, di cui s~ i d i nitro una d i carbone l'altra d i zolfo. La proporzione de lla poh·ere nera n on ,è gran che cambia ta d a quella in clirnla sow a .

La squaclri glla Baracca, comprenclente _seLt.c Assi (da sinis tra a deStr't1: 3° No ve ll1, 4° Maglstrlni, 5° Costan tlnl,

6° Ru!To, 7° Plce!o, 0° Baracca, 10° Ranza).


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Asso (Aero,umt·ica) . L'ammirazione fraterna dei camerati per i più arditi sol<lati <lell'aria designò col n ome d i Asso i nccia tori d el cielo i cu i nomi apparvero nei comun icati' u fficiali <li guerra per l'abbattimento di aerei nèm ici. Tale denomihazione ebbe origine in Francia; in qua1lto f.u l'aviazione francese la p, ima ad attuare la caccia aerea, e f u consacrata ufficialmente, e IJSata po.<ccia ·press:> le altre Nazioni belligeranti. L'attribL,to d i A~so si dette al p ilota che era riuscito ad abbattere almeno 5 apparecchi avversari; però in Francia, moltiplirnndosi i comba ttimenti aerei, furono consacrati ass i ed ~.mmessi agli onor i del comun icato solo i cacciatori che avevano conseguito 10 vittorie, omologate, $U tutti i fronti, con severi regolamenti .. I .a vittoria aerea non era ac"cordata che per gli apparecchi nemici abbattuti nelle proprie li nee, o h cui cadut?. in territorio avvern:irio fosse stata controlb.ta da p iù testimoni quali osservatori aerei ed osservatori terrestri. La voce si eJte,e, in seguito, e fw-on0 ch iamati assi del bombarcbmento ed assi della ricogn_izione gli aviatori che avevnJ10 c0mpiuto ·i! maggior numero d i bombarda.menti aerei e d i r icognizioni sul nemico. Gli aviatori che in Ital ia meritarono il titolo d i Asso (5 apparecchi abbattuti con le già dette garanzie) sono seguenti : lvfagr:iore Baracca Francesco (vittorie 34); ten. Scar,rni Silvio (26); - ten. colonn. P iccio Pier Ruggiern (24); ten. Baracchini Flavio (21); cap. Ruffo d i CalaJ bria Fulco (?O); t~nente Ran~a Ferruccio (_lì): serg. Cerutèi :\farziale ( 17); 'tcn. Olivari Luigi ( I 2); ten . Anci!lo!to Giornnni (1 1); scrg. Reali Antonio (11). Scguqno con 8 vittorie : t<;,n. Novelli Ga..stone; ten . Avet Flaminio; tcn. Lombardi Carlo; Sottoten. Leon ardi Alvaro; Sottoten. Cabruna Ernesto; scrg. N icclli G iovanni. Con 7 vittorie :- cap. Riva Antonio ; ten. Fucini :'.\ila.rio; ten. Eleuteri Leopoldo ; serg. rnagg. Forna, ciari Guglielmo; scrg. Renella Cosimo; cap. Costantini Rortolo; tcn. Olivi Luigi ; ten . Parvis Giuliano; serg. Imolesi Atti lio; serg. Stoppani 'lfario; scrg. N:u<lini Guido; serg. Bocchesc Al<lo; ~erg. Ticconi Romolo; scrg. 2\/(agistimi Cesare; scrg. Rizz-0lt0 Cosimo. Con 5 vittorie : cap. Lega G iu lio; tcn. Sabei li Giovanni; tenente Buzio Alessandro ; · ten. Masiero Guido; tcn. Beclenclo Sebasti1110; ten. :Mecoz~i .\modco; ten. Michetti Giorgio; sotlotcn. Allasia Miche le; so!t,:,tcn. Amantea Antonio; sottoten. Resch Alessandro; scrg. Chiri Antonio. Di questi, Baracca, asso degli assi, OJivari, Nicelli, O livi, Imolesi, Sabelli, /\l lasia, sono caduti a! fronte. Sono stati fregiati d i medaglia d'oro (fra. g! i .':_\.ssi) Baracca, Scaroni, Piccio, Rar1cch ini, Ruffo, AnciJJotto, Cabruna. Degli Assi d'altre nazioni ricorderemo i francesi cap. Fotick (7S aeroplani abba ttu ti), cap. Guyneme: (53), luogoten. Nungesser (43), cap. :!lfaclon (41); i! tedesco cap. von R ichthofen (81) e gl i austr ia ci Ba,, ficlcl e Brumowski.

Associazioni. Esiston o molte associazioni militar i, le quali sono garanzia <li <levozione allo Stato, scuo.Ja d i dovere e di pa triottisi110. Specialmente dopo l'ultima guerra se n e son o costituite fra i reduci dalle trincee, r<),ggruppatis i per Armi, per Specialità, per Corpi. Le antiche Società. d ei R iduci si sono ora moÙiplicate, e à bbiamo queJle <lei Vetcr,mi, dei Genitori e Vedove di Caduti, elci M u ti lati e M inorati di guerra, le :vre-

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d aglie d 'Oro, il Nastro Azzuno, ecc. Il Ministero della Guerra ha <lato il suo benestar e a queste Associazion i, le quali, n ei loro Statuti, si unifor mano soprattutto al sentimento di devozione alla P atria . Allo scopo d i p rovvedere nel miglior modo a l bencsse1·e materiale c<l a l decoro degli ufficiali e dei sottufficiali, cli cementare ,più solidamente i vincoli sociali fra i membri cli uno stesso corpo, d i · facilitare e rendere più profittevoli l'istruzione e lo studio, sono autor izzate le Associazioni fra ufficiali e sott<ufficiali p er s tabilire mense in comune, le associazioni vestiario, l'istituzione <li gabinetti di lettura, di sale d i r itrovo, le associazioni a scopo sportivo e di ecluçazione fisic:i., ecc. L e regole per queste associazioni, quando non sono stabilite da apposit i regolamenti, vengono determin ate dal comandante cli corpo. A questo spetta di promuoverne la formazione e d i favorirne J'anda111ento ; ed egli serba sempre la superiore direzione cl i esse, vegliando a cbe non <live1 gano <lallo scopo .per il quale furono istituite. E' ugualmente autorizzata, ai medesimi fini, la . costituzione d i c ircoli militari di p residio tra ufficia li in ~ttività di servizio e-cl in conge<:1o, con o senza servizio di mensa in comune: Il. regolamento per tali circoli viene stabilito per cia,ieun presidio da l rispettivo comandante, che lo sottopone a.Ha approvazione del comancla-::tte dd corpo d'Armata. Ogni altra associazione fra .miiitari, avente scopi differenti ,fa qcelli suespos.ti, è vietata. L'ufficiale ccl il ,ott•Jfficiale in servizio atlivo permanente, e l'ufficiale in po;:izionc di sèrvizio ausiliario, non possono :i.eccitare cariche di amministratori, sindaci, consiglieri e s imili, di socict:'i ,commercia.li, industriali o d i credito; nè è i;;i1'1pegoare le attribuzion i di rappresentanti ,li istituti congeneri. E ciò, tan to se le cariche sono compcn,;atc, qu:i.nto se sonJ gratu ite, pcrchè es.se non sono compatibili coi doveri <icl mili tare che riveste uno dei grad i soprr.dctti. Tale divieto non r iguarda però le società c0qperat.ivc costitu;te fra ufficiali cd impiega ti dello Stat0. I! mil ita re 110n deve appartenere ad associa., ion i le quali si pro?ongaJ10 scopi occu lti o contrari allo spirito del giur~mento prestato. Associazione nat.:ionalc italiaua. Costituita i ! 5 n1arzo 1843 a P~rig i da un'assem::ilea cì i fuorusci-ti ita!iani, per o;)er:i specia lrnrn!e di Riccia r-di, allo scopo di rn,t<'ncre il fH inc ipi'.J dc ll'i,diçicndcnza dell'Italia, senza entrare in merito, per allora, alla form.t di Governo. Ebbe per p1Tsidenle G iu,er:,pc Mazzini. Inviò in llalia, sulla fine di ap rile, la <.::olonna Antonini.

Assoldare. Ant. prendere a sol-do, fare reclute. ( Assolc!ar~i, a rruohrsi, farsi soldato). « Conti-atto d':i.ssoldamcntc, » rlicc,·ar,i quel],) àc veniva stabilito fra Stati e con<lottieri d i vcnlura. ~<l es quello stretto fra la Repubbl ica di F i,,ei,zc nel giugno del 1376 con Giovanni Acutn. capitane, di 800 b ncie, 200 arcieri da due r.avall i e 30,1 da 1111 ,olo cavalio,- in ragione d i 42 fiorini per lancia, 28 per e ia.senno dei p ri,mi e 16 per ci~=iruuo d~i seccnclt ~rdcri1 pe1~ due n1esi. Assolutoria (C. P. E.). Nei tr ibunali militari l'assolutoria p uèì es,er-~ data pe r inesistenza d i reato, o p~r insti°ffi;icnza cli prove. In un ,;aso o nell'altro, il militare assolto viene rilasciato in libertà appena spirato il terr.1ine concesso ali' Avv. ·Militare per r icorrere in nullità contro la sentenza. Contro l'assolto non si p o-


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trà reca re :tlcuna molestia per lo stesso fatto che ha d ato c:tu~a. all:t procedu ra, a meno che non sopravvengano :tltre proYe a suo carico. L'A. ha gli s tessi effetti anche quando si tratti di sentenza con tumaciale.

Assuan. Antichis,ima città dell'Alto Egit to, f amosa per le gr.rndi <lighe <li sbarràmcnto sul Nilo, erette dagli Inglesi con mano d'opera ita liana·. Fu piazzaforte importante dell'Impero romano. Nel 642 d . C . vi si combattè una battaglia che appartiene alla terza guer1 ra civi le fra i Rerberi ; fu combattut.1 da Hanzala, gcvernatore di A ., il quale affrontò due eserciti avversari che marciavano separatamente contro la città e li sconfisse uno dopo l'altro prima che riuscissero a congiungersi. Il J.6 maggio 1799 p resso A . ì Francesi <lisperd~vano dopo breve scontro un corpo di l'vlammalucch i. Assum (Clemente). Generale, n. a<l Alessa ndria nel 1868. Sottot. di Fanteria nel 1890, partecipò da Tenente alle camp:tgne d'A frica del l 895-96 e promosso Capitano a scelta ( 1905) entrò nel 1911 a far parte del Coi·po <li S ta to Maggiore. Prese parte alla Grande Guerra, ( 1915-191S) ragg iungendo nel 1918 il grado di Brigadiere Generale e comanda.ndo successivamente le brigate Vicenza, Trapani e Regina; si d istinse particolarment e nella difesa del Grappa, meritandosi la croce <li ufficiale dell'Ordine militare di Savoia. In seguito comandò le brigate Tos-cana ed Acqui dal 1920 al 1923, anno in cui andò in P . A. S. E' au tor e de « La •p rima d ifesa del Grappa,, e della « Und icesima batt aglia dell' Isonzo )) . Assumpçao (Francesco da) . Medico mil. portoghese, (1795-1876). Fu ~hirurgo in capo dell'esercito nel 1857. Contribuì alla formazione dei regolamenti sanitar i militari. Asta: ( lat. !tasta). Con questo vocabolo generico s i designava nel medio Evo- ogni sorta d i amti bianche off ensive. Generalmen te invece comprendevasi sotto la denominazione d i << arme in asta ,, ogni arma compoSllL <li ferro tag liente e acuto, ù1fisso llll'estremità d i un legno leggero, sovente lungh issimo, chia,rnato /tasti.le. Ciascun~. d i queste aDmi aveva poi, secondo la sull forma o dimensione, un nome proprio speciale. Nel!'antichità per asta intendevasi tutta l'arma, oggi invece è detta asta, la parte di legno della lancia, unica arma in as ta ancora esistente. L ' /\sta normalmente è sottile rispetto alla sua lunghezza, liscia e <li legno leggero e compatto. Oggi le aste delle Jancie sono generalmen le di metallo vuoto nell'interno come un tubo. Il ferro delle antiche anni d'asta aveva sempre la gorbia, cht, dalla punta della lama, sulla quale forma va la costola, si prolw>gava oltre questa per un terzo circa della sua lunghezza; d i modo che !'astile vi ,penetrasse sino all'estremità. e su questo si potesse fermare con un perno, che passando per

AST

due fori <li essa era poi ribadito da ambo le parti. Nelle armi d'·asta dei tempi <li mezzo e moderni, il ferro ha pure la , gorbia, ma si prolungano d a questa due verghette, -chi,imate bandelle, con parecchi fori, che non s i debbono incontrare, .per fer marli con chiodi o viti sull'asta.

Asta micciera. Fu c.hiamata così nelle ant. artiglierie i! piccolo ba~tone, lungo poco meno di un metro, gua.rnitc- all'estrem ilà di una forchetta <li ferro, alla quale s i fissava la lJliccia per dar fuoco al cannone.

Asta p11ra: c~a detta dai Romani l'asta senza ferro,

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Punre di ,aste mediew11i

una. sorta c!i A. d'onore che si dava come premio al legionario che aYessc ucci~o un .nemico in singolare tenzone.

Asta vditaria. L '1sta dei veliti romani; sorta di giavcllo!to lungo 90 cm, col ferro lungo e acuto eh~ si rompeva colpendo un avversar io ed era. pertanto impo~sibilc a i nemici d i u•t ili.szare per la.nciaslo a loro vo lta, come facevano col pilo o altre robuste armi da gitto. Asta. Questo sistema. di incanto per la stipulazione di un con tra.tto pubblico è adottato dalr Ammin istrazione. militare, come da tutte le amministrazioni dello S ta.te, per provviste e ;;ervizi vari. ·ruttavia le A1nministrazi0ni d ipendenti dal M inistero della Guerra possono d~rogare d:tlle aste. seguendo le for-mc più semp lici della licitazione e della trattativa priva:a., nei casi seguenti : 1° Per l'acquisto e la macinazione dei cereali, per l'acquisto d i viveri, foraggi, paglia e combustibile e pei tra~porti <lei detti generi ; , 2• Per l'acquisto di ca.v.illi di rimonta; 3° Per tutti gli altri acquisti il cui importo non superi la cifra stabi lita dalla. legge sulla contabilità generale dello Stato; 4'' Per b vendita di oggetti fuori uso e .ifiuti. Nelle Amministrazioni dei Cor pi, quando si debba indir~ un 'asta, il Consiglio d i Amministraz ione procede ;,.ila designazione degli uHìc i;tl, che dovranno comporre il seggio d'asta. delegandoli a ciò con atto del i-· bl"rativo. F1.1ngc da segretario del segg io e <la ufficiale r·og~ntc il Direttore dei Conti, i l quale redige poi i l vcrb,tlc r~lativo, sottoscrivendolo unitamente alle parti.


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-"stagira. - Ant. città <lell' Armel).ia . ,Venne . a~se,çliata da Caio _Ces:i.re, figlio adottivo di Augusto, ~el 3 d. ·c. e pres~. Con quoot6 a~scdio Caio domò una ribellione dei Parti contro i R omani. Astapa. Ant. città della Spagna, nell'Andalusia, oggi Estepa la Vieja . Nel 206 a. C ., durante la second a guerra punka, venne assediata da Lucio l\riarcio. Gli abitanti eseguirono una disperata sortita e sbaragliarono la cavalleria 1·omana; ma le legioni fecero argine all'impeto degli assalitori e li drcuirono e tagliarono a pezzi. Secondo Appiano, gli abitanti sarebbero stati risparmbtì, in segno <li ammfrazione per la valorosa difesa; altri kst' 1nrr3no che, cc,me p,~r altri C3si consimili, gli abi ta11ti p referissero morire seppellendosi sotto le case e le cose loro incendiate con le proprie mani; anzichè arrendersi. Asta Regia, Ant. città della Betica (Andalusia) a nord di Gades. 2'el 186 a. C. il vicepre-tore Caio Atinio vi batté i Lus itani infliggendo loro una perdita cli 6000 u. ; qu ind i assediò e prc·sc A ., rimanendovi ferito gra.vcn1ente> sì che morì alcuni giorni dopo,.

Astati. Sol<lati legionari romani <l'armatura grave, muniti <li corazza, di el:no con cimiero e d i .gambiere.

mii.,, n. nel 1839 a Mondovì. Entrò 11elÌ'éscrciio co1~c medico è i bgl. · nel 1854 e p ,·ese p 'a rte 'alla guer/a ·del 1866. Raggiunse il grado di colonnello nel 1897. 'Prestò servizio alla scuola di Parma, a quella di Modena, diresse varii ospedali militari, fra cui quello di ,Padova, e infine la Scuola di Sanità. Militare odi F irenze. Raggiunse il grado di colonnello nel 1897 e fu collocato in posizione ausiliar ia nel 1901. H a pu•bblicato va.rie opere, delle. qua li r icorderemo: « Igiene delle caserme l> ; << T.e marcie a piedi>>: « 1'.otizie sulla Scuola d i applicazione di Sanità Militare di F irenze ll; « L'artiglieria all'assedio d i Padova nel 1509 ll ; « Una scuola di san ità militare in Pad<>va 'nel 1797 l>; « La ferita di Gariba ldi iJ1 Aspromonte l>.

Aster. Nome di un arciere n. d i Anfipoli, celebre ai tempi d i Filippo di Macedonia. Si narra che, avendo il re rifiutato i suoi servigi, egli passa·sse ai suoi nemici e si trova~se nella città. d i Methona assediata eia F ilippo. Dall'a lto delle mura, A . colpl con una freccia il re all'occhio destro, avendo scritto sulla freccia ap' punto le parole: <( All'occhio destro d i Filippo >J·. Questi fece l~nci:,r~ u n'alt:'a freccia r··c:\ll te le parole: (< Se la citti. sarà presa, Aster verri impicçato J>. E cosi avvc1u1e.

A st.ato

r.ornano

AsHtto

greco

Portavano uno scucio ed erano armati di una s-pada, un pugna le e di due pi li. G)i A . stavano da prima nella seconda schiera della legione, poi presero il luogo di « p rincipi ». Furono così chiamati perchè da principio erano armati d'asta. Negli astat i m ilitavano i più giovani e meno ricchi fra i soldati romani, e i m i·lit i ch e per il valo re d imostrato passavano in quella truppa di linea. Combat tevan,:, lancian<lo <la])prima l'asta (da 15-20 passi dal nemico) e poscia avvcnta.n<losi con la' spada in pugno. Mario a,l:,oli ia differenza fra gli astati, principi e triari e a tutti i soldati diede per arma da gitto il pile .

A.stati erano anche sol:.iati greci armati pure d i asta ; dicevansi « tirefori l) quelli che oltre all'asta avevano lo s<:udo; « dor:llafori ll quelli che recavano soltanto l'asta.

Astavil. Funziona rio mii. spagnuolo del sec. XVII. Il suo compito era cosi m ilitare come amministra tive,•: comandante e commissario nel tempo stesso. Lo ebbero anche le milizie spagn uole di quel tempo in Italia . · Astegiano (Giovanm). Colonnello medico, scrittore

Ernesto Aster. Genera le e ingegnere mii. della settola prussiana, n. a Dresda, m . a Berlino (1778-185S). Cominciò la carriera nell'esercito sassone e la terminò in que llo della P rns3ia . Fu assertore del concetto che la resistenza d i una piazza dovesse diminuire da ll'esterno verso l'intcrao della medesima, cosicchè, afforzanclo robustamente la linea estern a, si veniva ad al• largare effet tivamente il campo della forti-ficazione . -Nel. l'evoluzione dell'a rte difensiva il suo criterio p revalse, in opposizione a quello dell'austr iaco llrcsc, che voleva concentnu·e il massimo sforzo della <ìifcsa sul recin to inter no, asseg1lando alle linee antistanti un ufficio secondario. Ali' Aster s i debbono, fra l'altro, gli studii sulle fortificazioni di Coblenza incominciate nel 1816. Carlo Enrico Aster. Gerrera-le sassone, fratello del precedente, n. e m. a Drescla (1782-1855). Fra le opere dell'Aster sono : (( I l s istema della guerra di fortificazione>> (Dresda. 1316); (<Sgual'do alla scienza militare >) (D rcs-da 1844); cc I -c ombattimen ti e le battaglie p resso L ipsia ll (Lips ia <1852).

Asti .. ( AFt. !-Jc.stc Pv'''i>cia) , Capoluogo d i <:ire . in prov. <li Ale~~a:1d'ri:l. alla coi:ilucn?.:t d e l Borbo,·e col Tanaro. La s;i,i. origi:1e ,;i pc:rde nella oscurità dei tem· pi pit.l remoti; fu aru1f.>vtrata fra. le cittit liguri. l,-n: tempo fu òfcòa anche da parecd1i fort ilizi, e. fra essi,. uno a nord e$\ denom inato di Varrnrii, ed un al~ro munito d i torri che, partendo <lai castello d i Varron i, si sp.ing(:va al Dorb()re, dove entra in città, fino ~lJa chiesa della D. V. del Portone. Le an tiche mura, abbattute cl.ti b<trb?.ri nei primi secoli del medio ev:i, furono ,poi r i~<li.&cate, Fu dichi~rata colo,~ia roma11a da Pom-


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peo Strabone; molté vie · romane ne attraversavano il territorio e fin <l' allora questa città assurse a importanza n otevole.

I. Nell'anno 402 appariva assai ben munita, cosl che Onorb vi s i ridusse al sicuro contrn Alarico. La città oppose v<l.:ida resis tenza, fino a che S tilico11e, radu1:iate le ·forze d ell'impero, sconfisse i barbari fra A.; ti e Pollenza. Durante la dominazione <lei Goti, i Borgognoni danneggiarono Asti gravemen te, che fu quindi soccorsa dall'esercito d i r e Teodato. Caduta l'I talia in d ominio dei Longobardi, Asti fu governata da i suoi duchi, alcuno <lei quali tenne la cor ona. del regno. Col sorgere dello Stato <lei ~fonferrnto i confini del suo dominio furono assai r idoÌti. .Nella p,·irna rnefa del secolo XI Asti apparten eva al marchese Olderico :Manfredi 11, il quale, moren do, lasciò la città alla figlia Adelaide, che la diede alle fiamme nel J 070 per sostenere il vescovo Giler mi. Enricc l V, p0<;h i anni dopo, volendo punire gli astigiani che si erano <limoslrati propensi a;lla Santa Sede, as.5ediò la città, la pre. se, e la <liede ad Ottone, figlie d i Ad elaide, il qu ale vi :enne Asti. Ste mma i l pontificato dal 1081 al 1088. ~el 1145, essen do i •cittadini in grave contestazione col vescovo Nogario, Asti sofferse un a llro incendio. II. Nonostante le p recedenti calam ità e un generoso tributo d i sangue v~r~ato nelle Crociate, quc;,ta citt,ì. "bbe parte preminente e gloriosa nelle v icendc della Lega Lombarda e in quelle inerenti alla costruzione e difesa di Alessandria. ( F.). Resistélte va lorosamen te a l Bacbarossa il quale, tuttavia., l'~rse e la devastò due volte, ed una terza volta dovette arrend ersi a lt,;i dopo otto giorni di ass-eclio (1174) onde evitare un n uovo eccidio. A,ssai minori calamità avrebbe soffer to se a vesse mantenute i n ~ffic ienza le antiche difese; ma un po' per incuria ed anche ,per defic ienza d i mezzi finanziari, e un po' a causa delle aspre lolle fra vescovi e cittadini, As ti nel 1190 si trovava pressochè del t u tto sprovvista d i fortificazion i. 'Dopo la pace d i Costan za, Asti s tipulati -con gli Stati vicini dei ,patti pei quali le era garantita protezione e sicurezza, e conclusa all~anza con Gen ova, pot~ d arsi inteus:tmente a l commercio, senza t uttavia smettere l'uso delle armi. Cosicchè, consolidata la cond izione §COnomica, gl i Astigiani decisero di cingere la città di robuste mura, e costruirono u na <loppia cerchia d i fortificazion i, delle qua li una abbracciava m. Varrone, Castello Vecchio e la chiesa di S. Secondo, e l' altra cir-conda va a lcuni bor gh i e si estendeva su pel m. Rainero. I lavori r ichiesero molto tem po e somnm, ingenti d i denar o ; ma dalla sicurez~a derivò, nel secolo seguente, una grande prosperità, così che Asti era in grado di met tere in armi 1360 cavall i, e nei seco_li XII e XIII veniva considerata una fra le città più potenti. III. Nel 1244 respinse le truppe di F ederico II che

a lungo l'aveva.no assediata, e riuscì quasi sempre vittoriosa nelle con tese sostenute colle città e coi p r incipi vicini, di ,no<lo che estese notevohnente il suo dominio. Anche C uneo, 'Mondovì, Chieri ed altri comuni

minori furono per qualche tèmpo ill' ·suo p'o!ere,' e · n umerosi feudatari <lovctter.'.l renderl'e · omaggio. · I V,. T omaso IT <li Savoia mosse guerra ad Asti ma fu sconfitto e il 28 luglio 1252 costrettò a scendere a patti. Fra l'altro, dovette obbl iga rsi a non at.taccare 2\tfon~alieri e a giurar~ fedeltà per C;voretto. Ma stretta alleanza con CJ,ieri, A!cssandria e con altre città, e trovato l'appoggio d i potenti signori, fra i quali il marchese L ancia, possessore di numeros i feudi 11cl territorio Astigiano, ten tò la rivincita. G li A,tigiani, èon rapi<la rnossa, sconfissero sep:tr~taJnente il n1archesc Lancia. e quei <li •Chieri. Pds~ia p iombarono su MoncaJier i elce era ca<luto in possesso di Tomaso e lo ri:,resero. Tm~nsc 1cccrsc s ubito :11a f:t battuto presso l\{ontebruno. J11 due. giorni gli Astigiani 1 consegui te tre vittorie, r itorn2sono in cit tà. con ricco bottino e nu merosi p rigionieri, fra i quali l'abate Giacomo d a. Susa, va.loroso partigiano cl i Casa Savoia, caduto nelle !oro man i a J..foncalieri. I n seguito alla stonfitta, T omaso fu imprigionato d ai Torinesi e il pontefice Aless:rndro IV, interdette A6t; e T ori:1c•, indusse le. case regnanti d i Francia e <li Inghilterra a usare rappresaglie contro gli Astigiani e Torinesi resid enti in quei ;,a.esi. D ifa.t t l in Fr,rncia flll'ono sequestra te le ba.ncbe ;!egli Astighni e i loro b~.n i furono confiscati. Frattanto Asti scon figgeva. un'altra volta il marchese L ancia e quei d i Chieri. P i" tro di Savoia, che tro,·avasi alla corte d 'Inghilterra, si d ecise a correre in a iu to di Tomaso. Raccolte forti somme d i danaro, p iom bò su Torino che strinse <l'assedio ~on un grosso esercito. Gli

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La rortezza d'AsU nel sec. XV JJJ

Astigiani, a loro volta, non tar<larono a soccorrere quelht c ittà , vinsero ancora, e corsero il Piemonte giungendo fino a Susa. Allora i Torinesi scesero a trattative con gli Astigiani a i quali, per ottenere la libera zione dei lorb prigionieri, consegnarono Tomaso che rim~se v r igior,,iero sino al \,2.58 ; ottenne allora la liberazione aecon<liscendendo a tutte le richieste e dando garanzie per l'ademp imento delle ,promesse pattuite. Tomaso morì nel 1259 ma la. .pace venne stipulata solamente i l 18 giugno 1260 con Chieri e il 9 aprile 1265 col !)rincipe regnante Pietr o. I tratta ti, ,mentre facev3.no gravi condizioni a i Chierr.si, :;a..n zionavano fra Asti e P:etro reci;:ir oche concession i, e stabilivano h.

restituzione d i L. 30.000 alla 'Città da .p ar te della Francia e dell'Ingh ilter ra.


I 792 V. Le guerre in testine fra Guelfi. e Ghibellini fecero seguit l alle guerre coi ne;,1ici estern i. Il primo ,sangue iu vcr~'.ltc nel l 26.l. Succede tte . un periodo <li incendi, . d i s tragi, di esi.Jii, d i battagl ie coi fuorusciti, una sequel4 d i sci~gme che ad Asti çagionarono la ;ierdita <lei_la libertà . I'>' el maggio 1313 i quattro s:i.vi eletti dal consiglio ,-Jf'l iberarono ,che la città JIOI\ potesse p iù reggersi a p opolo e dovesse invece sot tomellersi al re Roberto <li N apoli. Cadde poscia in potere dei Visconti. Gli Sforza succeduti a i Visconti, pretesero il dominio sulla cittil, ma L uigi d'Orléi:-is vi si oppose coll'r,ppoggiç, <li Carlo VIII, il quaJe, dopo che dovette abbandonare Napoli n el 1495,. e· dopo la battaglia di Fornovo, riparò ic ,\ sti. Luigi XII l'é di francia, d opo la batta_glia d'Agnadello, faceva ,pure ingresso in questa città, ma trionfalmente. Sot:o il dominio di Carlo V fù concessa in feudo al vicerè <li Xapoli. Q.u1r.di l'ebbe per sè ed cred i, con dipìom,i 3 apr ile 1531, Beatrice m oglie del duc:i. d i Savoia Carlo III, e po.,cia passò definiti.va.mente alla Casa Savoia . Essendo poi il Piemonte, ai tempi di Ema:rnele Filiberto, di Vittorio Amedeo e della reggenza di Tomaso e :Maurizio, divenuto teatr·o di guerre e di discordie, Asti subì le vicende in:;epara bili <la si mili avvenimenti. Durante le guerre d i successione <li Spagna la città passò in mano or d ell' uno, ora dell'altro. Nel novembre 1703 !'oc, cupava il Vendome; la riprendeva nel 1706 Vittorio Amedeo, e il traltat.o d i U trecht gliene garan tiva il possesso. I Gallo-Ispani nel novembre 1745, comandati <lai maresciallo De-Chever t, si i mpossessarono di Asti, cacciati poi nel marzo 1746 da Leutrum inviato da Carlo Emanuele III contro il l.\-fontal. Non avvenne in segui,o nulla di r ilevante fino al 1797, :umo in c•1i si proclamò b. repubb!irn, spe:1t.i subito nel sangue e nelle proscriz ioni . Sul finire del li98 il generale Montrichard ocoupò A,;ti. '!\'d 181 1 Asti col Piemonte tornava ai xc di Casa Savoia e d a quest'anno segu ì le sorti del Piemon te e di~rle ua Jargo concorso cl: uomin i e di <hn-aro per l'indipendenu n azionale. Con legge 19 J.uglio 1857 il collegio di R acconigi .per i figli dei militari fo r iordinato in modo da essen, in grado <li fornire u n sufficiente numero di allievi alla R. militare accademia. Il nuòvo istituto ,prese il nome di Col!~gio militare con mdc in A:;ti n~l monastero <lell' Annunziata e<l iniziò i corsi r,el dicembre. Con R. D. del 1 l uglio 1866 fo soppresso. Re~gim~nt" Pr<'~ i11r.ia/,: d-i .4 sti Antico corpo dell'E·,sercito piemontese. Costituito 1'8 giugno 1714 con uno s tato m,tggiore e 6 op. ; subì in seguito parecchi cambiamenti nella sua costituzione e nel 1798 passò a l servizio dell.i Repubblica Piemontese· nel 1800 venne rior_g anizzato e formò ·col bgl. Torin; la Ja mezza br. provinciale. Nel 1801 venne . sciolto e• non fu r icostituii') che .ne· 1814 con 2 cp. gra ,i., S cp. fucilieri e 2 cp. bers,. ; il 1" novembre 1815 venne irtcorporato nella br,. Rogù1a, lneno la 2• cp. gran. che passò alla br. Guardie. C'lmj,agne <E giwr•·a: Guerr·~ contro l'Au.;tri::r. p~r la ~-uccessione di Polonia ( 1733-35), con tro Francia e Spagn::r. pei- i~ successione d'Austria (1742-47) e contro la Francia (1793-96 e 1799-800). Fatti d'arme d_i Par ma. (1734), Guastalla (1734) , Madonna dell'Olmo (174,4), Ass·!dio d, 'la!enz.i ( 1746), :'iaccarcllo (! ì•):I) ~ _M a,.<,_ngo (1801). . ·

· Astioo-Assa. Zona fortificata, così •denominata

prima della gue.r ra 1915- 18, dipendente dal Co.po d'Armata di Verona. Asti<:o. Rimorchiatore, ·varato nel 1909, già di:.ban<lie.ra obnòese col nome « Christian»: <lislocamento T . .80 ; çqu ipaggio 11.

Astimede. Capitano di Rodi ·è he verso l'anno 171 a . C. ebbe una parte importante nella guerra che i Romani fecero ai Persiani. Venne a Roma parecchie volte in qualità d i ambasciatore. Nel 153 comandò la flotta rodiana contro i Cretesi. Astiey-Reading (sir Giacomo). Genera·le ing1'.:se, m. nel 1651. Combattè nei Paesi Bassi e nella Svezia.. CarJo I lo nominò luogotenente generale. Astolfo. R e dei longobardi m. nel 756. Succedette al fra tello Rachis nel 750 e concepì il disegno di cacciare i greci dall'Italia . Prese Ravenna, conquistò la Penta,poli, e nel 752 rivolse le armi ,contro il ducato d i Roma che r iconosceva ancora. l'autmità dell'impero d i or iente. Stefano II unandò ambasciatori aJ re longobardo con splcndkli doni ed ottenne una tregua di quaranta anni. Quattro mesi dopo però Astolfo la ruppe e p retese <lai Romani il giuramento di fedeltà ed un tributo, m inaccian<loli d i ferro e d i f.uoco se resistessero. Allora il papa fece ricorso a P ipino re d ei_ Franchi e s i portò a. Parigi dove diocle a i figli d e l re Carlomanno e Carlo (poi Cal"io Magno) il titolo di patrizi romrni (753). P ipino invitò Astolfo a restituire ]'esarca to a ll'impero e-d a lasciare in pace Roma, ma, non ottenend,1 alcuio effetto con le ~sortazion i, mosse con l'esercito verso l'Italia, disfece in battaglia il longobardo e lo as.,c<liò in Pavia. Conclusosi un trattato con la mediazione <kl papa, Astolfo accettò Je condizioni che gli erano Sl'.lte in,poste e P ip ino tornò i n Fra:;,_ eia. Astolfo non manlcnne a lungo la ,parola data e nel 755 matciò contro Roma e la cinse d'assedio. Ad ',)Il secondo appeilo del papa, Pipino ripassò le Alpi, assed iò A~tclfc in P<1via e l.:, costr inse a chiedere la pace, a pagare \lna gro~sa sGrn1~a per le spe~e d i guerra e ad abbandonare l'esarrato crnnpreso Comacchio e 1:t PcP.tapoli, che furono <la ti 'la Pipino a.lla Santa Sede: quc~ta cessione è considerata. come l'origine <lei potere te:i,pornle dei papi. Astolfo morì di ur.a caduta {la .c:ivallo, e non rtve?1<lo figli gli succedette .Desiderio, uno dei duchi lOJ1gobardi. Aston (Arturo). Generale inglese, m. nel 1649. Combattè n-~lle guerre del suo tempo contro Austria, Polonia e Turchia; represse la sollevazione degli Scozzesi, fu massacrato d ai partigian i <li Cromwell. Astore: Torpediniera d'a lto mare, in acciaio, varata nel 1907: lunghezza m. S0,06; larghezza m. 5,.30;

dislocamento T. 216,S; macchina 314/5 H P; velocità mg. 27; armamento guerresco .ca.mroni III 47, lanciasi luri 3 · stato .maggiore 3; equipaggio 35.


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Durante la guerra ita lo- turca ,prese pa r te all'epica , icognizjo11e nell'intco10 dei Dardanell i con la squa-driglia MiHo; in tale _. occasione .ottenne la mcd. d'oro al val. militare, it;1,ieme alle torpediniere Spiga, Centauro, Perseo e Climene : « P er l'ardire, la valent ia e il coraggio dimostrati da quanti su d i esse furono imbarcati durante la ricognizione effetiuatasi nei Datda:nelli · (notte dal 18 al 19 luglio 19 12) ». Duran te la guerra 1915-18, fece servizio di vigilanza e di scor ta contro i sommergibili, quasi sempre nell'Adria tico.

50 km . dalla sua foce. H a una cittadella robusta, detta Kremliuo come quella di Mosca. Nel 15S4 fu presa e distrutta dallo czar Ivano; nel 1569 fu assediata i nvano d ai T u rchi, essendo stata in tempo socc:irsa da u n esen:ito russo. Nel 1670 il nbellc Stenkorazin r iusci a impadronirsene, ma gli fu ritolta dai fedeli ano Czar. Nel 1706 scoppiò ad A. una rivolta contro Pietro il Grar~de a causa delle riforme « all'europea l> d a lui introdotte: il governatore venne massacrato, e i rivoltosi elessero come etmano G iacomo Norsov, negoziante. Pietro inviò subito · trupAstorga (an t. Ast«rica A ugi,sta). Città fortificata pe, agli ordini del suo genera le Schercmctjev, e gÌi in::. in p rov. di Lcon, nella Spagna, sulla dr. d el Tuerto. sorti, cl1e osarono affrontarlo in campo aperto davanti Fu sotto Augusto un o <lei posti 1nil. romani nella Spaa lla cìttà, vennero sconfitti.. Alla sconfitta tennero d iegna, per la vigilanza sulle Asturie. Nel 934 venne presa lro durissime rappresaglie centro i r ibelli, dei quali da J\lmanzor ; nel 11 12 la rip resero i Cristiani . coman" mol tissimi subirono la pena capita le . dati d a E nric-o <li Borgogna. Astràgalo. L'e,tremit/t d i volata delle artiglierie, I. Assa.lto d·i Astorga. Durante la guerra d'indipenprovviste di tale sporgenza o modanatura. Le prime denza della Spagna, il 9 ottobre 1809 il gen. francese Carrier tentò con 3000 u . e 2 ·cannoni di 1)rendcre Astorga, la quale era d ifesa <la vecch ie mura con torri 2 -e da una. guarnigione di 1100 u. con 8 cannoni, comandati da don Giuseppe _di Santocildes. Per QU<!cttro · -ore i F r:mcesi si accanirono . n ell'assalto verso la _porta a) cli crurnone riel sec. xv; b) ctct scc. XVI; e ) ac1 sec. xvrn. -del Vescovo, ma ½'energica d ifr:sa <legli assaliti li costrinse, a battere in ritirata. Dopo questa fazione il art iglierie, quelle del -medio evo, e quelle moderne, Santocildes provvide a ra fforzare le vecchie d ifese della· specie se in bronzo, erano tu tte fornite <li as tràgalo. _piazza, scavando fosse, erigendo parapetti e tr inceraAstralite. Esplosivo imp iegato dai tedeschi nel camen ti. ricamento d i bombe d i iVIinenwerfcr ( lanciabombe), II. A ssedio e preso. di A ,torgo. ( 1810). Decisa -dai fabbricato dalla « Dynamit A. G . Alfrc<l Nobel d i Amfrancesi nel 1810 la spedizione in Portogallo per <liburgo ». Su,i corupo-;izione percentuale : Nitrato Am:!lruggere gli anglo-portoghesi, i corpi f rancesi avanmonico 8 1, Trinitrotoluolo 11, Segatura ,finissima di ~arono in Galizia e nelle Asturie. Il gen. Junot mar- ' legno 2, Car,bone 1, N itroglicerina 4, Paraffina 1 per ciò su Astorga con 21000 fanti, 5000 cavalli e artigliecento. r ie, e la investì il 21 ma~zo, proponendosi d i prenderla

llmt: e

<l'assalto. Il colonnello Santocildes ne era ancora il governatore e <lisponeva. di 2300 u. oltre a bande di « guerrillero, ». L e. operazioni d i approccio furono dir étte dal wl. del genio Vallazé. Il 19 a prile era pronta h baqeria di breccia contro la porta di Ferro, e il suo fuoco determinò lo stesso giorno una vasta apert ura n elle mura. T utti gli assalti, affidati alla brigata Tho.tniers nel giorno successivo, ven nero però respinti. :Ma il 21, esaur ite le munizioni, gli assed ia ti, perd u ta ogni speranza di cacciare i Francesi, che già erano penetrati entro le difese, chiesero di arrendersi. :Nel pomer iggio del 22 il presidio (3500 uomini) uscì da lla piazza prig ioniero; v,~nne ro inoltre catturati 20 can11oni e mortai. L t c ittà fu ripresa a i Francesi dopo la ba ttaglia d i Arapiles ( 1812).

Croce di A. Creata nel 1815 per p remiare il valore -degli a bitan ti e delle truppe spagnuole nella lotta p er l'indi penden.za contro i Francesi. Astorga. Fa1111iglia spagnuola che ebbe 'ta le titolo, con marchesa to, · nel 1465, <lato a Alva ro Pérez Osorio da Enrico IV. I mard1esi di A. combatterono contro i :,fori, scrven<lo Ja mona rchia. Un Pietro, figlio d i A)-v_aro, _ contribu ì alla presa di Granata ; un Alvaro, nel 1523, liberò la regina G iovanna catturata dai <! comu11eros ». Un a ltro :'1lvaro fu -alla -presa di Ro,;,a . con Carlo V . l'n A-ntonio Pietro fu viceré di Napoli d al 167·2 al 1675.

. Astrakan. Cittit della Russia sul Volga e a circa

Astura (o s ·t ows). Fiumicello del Lazio; nasce da i m. Albani e si getta in m a re presso Astl!ra. Sulle sue r ive si combatté una d elle altime battaglie fra R oman i e Latin i, nel .>3S a. C._ I Romani, coma11dat i dal console Co.io ~fenio, sconfissero le truppe delle tre popolazioni la!ine r iunite, Aricini, Lavinii, Veliterni. Ast11ro.. F iumicello d elle Asturic, s ulle cui rive venne corrtbattuta una. battaglia n el 983. Bernardo II, re d i Leone, a,ccampato sulle rive dell' Astura, d i fron te a l campo di Almanzor, colse l'occasione datagli. dagli Arabi che non facevano buona guardia, e li assalì improvvis3.111en tt. Dapprima· riuscì a scompigliare il campo nemico, ma in fine Almanzor radu nò u na buona parte delle sue truppe e ca-cciò Bernardo dal ·campo,_ cost.ringendolc- aila fuga. A st"ro. ( Torre: d,). :Monumento impor tante per la sto-

ria. della forti.f:icazione, situato sulla riviera t irrena a 10 km. d a Capo d'Anzio, eretto su lla fine del XII o sul pr incip io del XIII seèolo. Ben diversa dalla gcneraliti d elle toni rotonde o quarlrate, quella <li Astura sorge, <lai p i~rJe a lla somm ità, per tu tta l'altezza dei suoi 20 metri, n ettamente .pcntagona, e volge a l mare il salien te. appuntato ad angolo retto; ha un perimetro di 44 m~tri. La torre è u nita alla spia ggia da ùn ponte in muratu ra . Essa -ci d imostra -che fin dal più remoto medio evo si costruivano torri di pian la pentagona, va le a dire modell i t ipici e p rimitivi d i quelht forma di architettura milit3.re ch e nell'evoluzione dell'i!rte d ifensiva segnò poi l'indirizzo della fortificazione mo-


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derna col bal!!_ardo. Questo ben conservalo inonumen to dell'epoca medioevale è gius la mente considerato come u n caposa ldo storico delle forme d ifensive moderne. Nella torre di A . venne catturato da Giovanni Fran-

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cato fino a· q:id momento tali danni al commercio ,spagm1òlo, che nelle colonie del Pacifico l'esultanza per ([Hfsto fatto fu as,ai grande, e l'avvenimento inspirò, va.rii poet i spagnuoli.

Ata.hualpa (o Atal:,alif>a). U ltimo principe inca. del Perù m, nel 1533. Alla morte dd padre Huana Ca.pac, avvenuta nd l S ! 7, ered itò il re..;no cli Quito,. mcntre al fratello sue Hua.5ca.r era toccato il resto dell'impero. Ma i I possesso d i un' cred i tà sì xicca mise in, discordia i due fratel li e ben presto mm gn.i erra sanguinosQ

" gipanc, signore del luogo, Corrad ino d i Svevia dopo la battagli,L d i Tagliacozzo, e co11segn ato a Carlo d' Angiò. Ast11.r,1.. Rimor-chi~tore, varato nel 1916 : disloca mento T . 129; equipaggio 15.

Asturie. i\nt. prov. dell3. Spagna sulla cost'l settentrionale nel golfo di Guascogna. Fu l' ultimo asilo degli iberici ind ipendenti all'epoca della conquista di Roma, e Augusto li assalì da terra e da m a.re nel 26 a . 'c. La lotta durò fino a ll'anno seguente; Antistio, legato dell'imperatore, r iuscì allora vittorioso. :Ma nel 22 gli ,\sturici si ribellarono a Roma e ne na.cque una nuova !0tta durata fmo a l 19, anno nel quale Agrippa definitivamente li soggiogò. All'epoca dell'i nvas ione araba, le A . furono l' ultimo asilo dei Goti e quivi si p reparò Ja Tiscossa cristiana. ' Gu,dati da l'elagio, gli f\5turici infransero tull i i tentativi degli Arabi d i sottometterli, e i loro re vittorios.1.mente a poco a poc0 allargarono propri clominii fino a cost:lui:·e i! regno di Leon. Croce delle Asturie. Creata nella Spagna nel 1815 per premiare gli Asturia ni che s i distinsero ·nelle guure dell'indiptndenza contro i Francesi.

Astuto (Gi-useppe) . Ammiraglio, n . nel 1848, m. a Roma ne! 1919 . Guardiamarinr, nel 1866, pas~ò nella r iserva navali; col grado cli capitano di vascello nel 1903 e fu promosso coniramm iraglio nel 1907. Scrittore •brillante, colli borò a vari periodici cli carattere militare e marittimo, mostr:tndo speciale competenza in materia d'anni ~ubacqure e d 'elettricità. In con gedo acquistò grande benemerenza nell'ordinamento e nella cliTezione dell'« Unione . Militare>>. Atabek. Nome <li parecchi p rinc ip i turch i cbe regnarono nell'Iran e paesi finitimi, essendosi resi inclipe•1C-fen ti dai Se!giucidi. J.a. loco dominazione durò dal J 148 al 1202, epoca della conquista cli Gengiskhan. Atacames. Baia clell'Ecuaclor, occ:ipata nel 1525 dagli Spagnuoli. Nel luglio 1594 vi avvenne uno ,contro n:rva.le tra g!i Spa.gnuoli e una nave corsara. agli ordin i de!I'inglese Hawkins. Questi venne assalito da tre n avi spagnuole armate d i 74 cannoni il 1° luglio, e, dopo una d ifosa ostinata. che durò fino a.I giorno seguente, d ovette arrendersi. La nave inglese aveva re-

scoppiò fra d i loro . Nel frattempo Pizarro era gìunto al

Peri,, e a,pprofitta.n do della lotta tra j due fra.teli~ si fece amico cli Ata.hualpac · che aveva fatto prigioniero Huascar f avewt fatto uccidere. tu lt i i principi d el sangue degli Incas a<l eccezione del fratello, e, attiratolo in un agguato si impossessò della sua persona. A)lora AtaJ1ualpa per ingraziarsi Pizarro or-d inò la morte di Hu ascar e come prezzo della. sua li-bertà offrì a.g li Spagn uoli una immensa. quantità. d i oro; ma P izarro, impadronitosi delle r icchezze degl i Incas, invece di libernre il principe Atahualpa lo fece · strangola.re in ,prigione.

A taide (Dc,tt Lni:Ji rl'A . <011.t~ d:' Atnngia) vice-redelle Indie Portoghesi, n. nel 1519, m. a Goa ne l 1580. Entrò in servizio in età giovan ile e si d istinse nella. sped izione del :i.\1ar Ro,;so. R itornato in Portoga-llo fu , inv ia t0 a.m ba.,datore presso Carlo V, e partecipò distir.g,:end,?Visi, r.Pl 1547, alla batt:i,g!ia di MUhlberg. Nel 1569 fu nominato vice-re delle Indie e .giunse a ,. Goa appena in tempo per impedire ai suoi uificiali' l'abbanclono di tutte le posizioni avanzate, di fronte a una lega dei p rincipi indian i con'.ro i Pcrtogbe$i. A. riuscì a battere o persuadere a.cl uno :vJ uno i principi ind ian i e ristabilì l'ordine nell'amm inistrazione di. quelle colon ie. Nel 157.5, r_itornato a Lisbona., cadde in d isgrazia, ma per breve tempo; in viato una seconda. volta nelle Indie come vice-re, vi morì poco dopo, . rimpianto dalla nazione .ponoghe~c. Atamano. V. H etman . Ata-Melik (Djowoini) sopr,a nnominato Ala-Eddin .. Statista e storico persiano, vissuto nel secolo XIII . Fu. du e volte governa:ore d i Bagdad. Scrisse parecchie opere, di cui la p rinci pale è una <<Storia della conqu ista del mondo >>, nella qu ale narra le v icende dei p rincipi mongoli del suo tempo, e la spedizione d i Ulagu con tro gli Ismailiani.

'Atanagildo. Re dei Visigoti di 5J>agna, m . a. Toledo n el 56 7. Sa lito al trono nel 554, in seguito alla r ivolta degli Andalusii che ne avev:mo spogjiàto, Agila,.


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chianiò in soccorso le legioni ro:nane, promettendo al• l' i~1pei-atore G iustiniano tutte le città marittime da Gibi·Ìterra a ·narcellona. R·iuscitò vincitore rnantert1;e !a prc,1r.,·ssa verso i koma,, i. A . morì a Toledo dopo tredici. 'anni di regno, durante i <1ua.li si dimostrò saggio anm1 ,:iistrato:·e l·d '"bile condottiero.

Atanarico. Uno d ei più potenti ca,pi della n azione dei Goti, vissuto verso la seconda metà del secolo IV. Avendo inviato soccorso d i uomini a Procopio usurpa tore <le i trono imperiale, si in imicò l' imperatore <l i Costantinopoli Valen te, a.l quale resistette per tre anni con le armi; ma infine, rimasto sconfitto, domandò ed ot tenne la pace. Citasi come fatto singolare che invitate, a pass~rc il DJnubio p er trattare le condizioni d i

Pompeiani, e intorno alla quale Cesa:·è ave•1:i _o rmai co• minciato a costruire ripari e trincee, .1ccorse Sesto Pompeo che, a! suo arrivo, ebbe uno scontro con la cavalleria a·;versaria e la sconth,c. Quindi si accampò tra Atc21!a e Vcuhi, su un l!.togo i:1ontuoso, n1a non

arrisc}iiò di v~::ire in socco1·s:> <lei terrazzan i. Cesare intan to ~opra 11,1 monte s ito tra Ategt:a cd l'cubi, distante circa. quattro miglia dal proprio campo, costruì un castello nel qt1alc colloçò un presirlic,. l:'ompeo as-s1ii quel castello, n1a fu re.s.t) into t.c,n gravi perdi te . DaJb città a.;,scdbta si ~en ta rono va.rie sortite, che

ebbero i.utt~ esito sfavorevole. Dopo qualche tempo anche Pompeo fece erigere un castello a l cli là del fru me Salso, d a l quale incGm inciò a minacciare i Ces~riani. l\1:1 tuUQ Ju v:lJ1'J. I tetrazzani 1 perduta ogn! sfJeranza

pace con l'i1nperatore) Atana rico vi si s ia sempre ri-

d i salvezza, il 19 febbraio 45 a . C. s i arresero. L'eser-

fiutato, allegando un · g iura1"enro fatto d i non tocca re maì le terre dei Romani: la pace venne conclusa in mezzo al frume .

rilo ì>Ompci1.no si ritirò ad I spali e r,oscii't 3. ]V[unda.

Atanasio Il. Vesc,JVo e pdnclpe di ;'J 4poli, m. nel 900. Detronizzato suo fra tello Scrg.io,- duca di Napoli, si Ieee eleggere a l suo posto. Scomunicato dalla Santa Sede per la sua cattiva condotta, si alleò con i Saraceni e -prese parte a.i s2.iccheggi e a lle devastazioni che

quei ba.rba ri comrnettevano i:elle provincie costiere mer id ionali. Fu anche in lotta con Atenolfo p rincipe d i ,C apua.

Atanati. V. Jrn»:ortali. Atapuerca. Borgo della Spagna, nella prov. di Burgos, al p iede del monte omonimo. Fu teatro d i una battaglia fra Garcia, re d i N;varra, e Fernando, re di Castig!i;i. e L~one, l:!ntrambi figii d i Sancio m. nel 1035. Garcia em rò nei domin ii del fratello e accampò pces,o , I. I l 1° settembre 1'054 vi fu assalito, sconfitto e ucciso da Fernando. Al campo di battaglia rimase il nome di cc Campo d ella Strage» . Ataulfo. Re dei Visigoti, m. nel 415. Dopo la fine del primo assedio di Roma d,t parte di suo cognato Alarico, condusse: a quest i, in Italia, a iuti di Unni e d i Goti e alla morte di Alarico ~.vvenuta nel 410 gli succedette sul trono . Da quest'epoca• fino alla su:t morte, le rcl~zioni degli storici sulla sua vit.a sono molto discordi. A . passò nella Gallia e poi ncll;i Ispagn.i; n1orì assassinato a Bar<:::e llona. Fu il ,p rimo capo bar~

barn che strinse alleanza ccn 'Roma.

Atchin. V. Acl,cm. Ateca. Borgo della Spagna presso Catalogna. Il gen. spagwwlo Vilhcamp vi sorprese il 21 :na rzo 1812 cin que cp. -del 6" F anteria ita liano, comandate dal col. .Pisa e appartenen ti alla <livis. P alombin i. 1.lna delle cp. (granatieri) che si trovava nella piazza del paese, assali ta all' imprnvvi~o, venne in parte 1nassacr~ta e in parte fa.li.« ,priglcniera ; il col. P isa da un lato e il cap. G iorgio Bianchi, mi lanese, dall':tl:ro, riusciron o a ~vitare b cattura e :1 condurre in salvo le a ltre comp:ign ie; anzi il Bian chi iece fronte al nemico p resso al paese e gli tolse alcuni prigionieri. Ategua. ,\n l. città. fo rte della Spagna, sulla sponda de~tra del Gmcla ioz. ,\fel 45 a . C. so~tcnne -un assedio che n a lo strascico della guern civile ~coppiata fra Pompeo e Ce;;are. In soccorso della città, amica dei

Atei la. Comune sul piccolo fiume omonimo, in provinc ia di Potenza. Assedio di Atella. (1496). Appartiene alla lotta sostenuta d a fcrd ina11do II d'Aragona, a.ppoggiato <lai \ieneziani, contro i Franc~·s i lasciati ·,.la Carlo VIII nel reg110 d i :N1poli. Si era chiuso in A. Gil,berto duca di llfontpensie;-, vircri- di Napoli, con milizie francesi, e fanti svizzeri e tedeschi al soldo d i Francia, con cir,ca 700(;

\!.

~fa i 111ercena.ri, !l1al pagati, n.bban<lona-

rono le sue bandiere e passarono nei' campo a ragonese. Il gen. francese D'Aubigny, che si trovava in Calal,ria, inviò verso A. un corpo d i r inforzo comandato da ,:\lberto Sanseverino, ma questo fu in$cguito da Consalvo d i Cordova, raggiun to ,p resso il castello <li Lario, costrctlo a depcrre le armi. Il lVfontpensicr, che aveva 7000 u . ancora, si difese strenuamente per 32 giorni C()J~lro ferd inando. ma. infine, giunto a rinforze) del re il Consalvo x:on 6000 u., dovette arrendersi (agosto 14961 con i .5000 u. che gli rimanevano. I p rigionieri vennero e◊n,lotti nell'i:;ola di Procida, dove per stenti e malattie perirono quasi tutti, compreso il duca. Solamen te .500 poterono tornare in Francia, ullin10 resto della spedizione d i Carlo VIII.

Atelstano. Re ang'0-~assone, n. ndl'89.5, m . nel 940. Era nipote d i Alfredo il Gran de e salì a! trono nel 925. R ese tr ibutar i dclltt sua corona i principali capi da11csi. :{cl 933 saccheggiò le coste della Scozia ed in s~guite> ne s:onfisse il re, rendendolo anch'esso suo tribu taJ'io. Scon6sse una invasione d i Danesi a lleati agli Scozzesi a Brumbury, nel 937, e governò abilmente i suoi Stati. Atene. Capitale <!ella Grecia a 8 k m, circa dal Pireo. F u, n elll. antichità , il centro delh civiltà ellen ica e una <lelle ci ttà pitt cdchri del mondo. Secondo le tradizioni, il paese fu d apprim1 abitato da Pelasgi (Cn.nai), che si stabilirono sull'Acropoli. Poi sopragg iunsero dei -coloni stranieri: Cecropc e i suoi com.. pagni provenienti, a quanto ,pare, dall'Egitto, che imposc1c il nome di Cecropi:t alht città fondata sull'Acropoli ( 1550 a. C.); dei Fenici che occuparono il quartiere di Mdita all'O"est della cittadella; <lei Ionii cacciati dal Pclor,onnesD in seguito all:t. conqu ista dorica. Le antiche leggende enmnerano una serie <li• re che n v:·ebbero allora governato il paese; l'Attica era, frno allora, divisa in due Stati riv•aJi, sovente in guerra tra cl i loro. Teseo li riconciliò e cr~ò così l'unità politica


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del J)acse, che quindi ebb'e per centro religioso il tempio di :\tena, situato sulL,crapoli, e p~r_ capitale l'antica Cecropia, divenuta Atene. I re durarono fino alla morte d i Cori ro (1066 a . C.) ucciso men tre difendeva il paese dall' inva.sione di Ùori. In segu ito fu governata da arconti .perpetui fino al 752, d:i. arconti decennali dal 75'?- al 683, da un consiglio di arcopti annuali a pa~tire dal 683. I l regi:-ne era aristocratico, e tale era ancora il carattere della costituzione d i Dra cone (621) . La costituzione di Solone (594) suddiv ise i cittadini b quattro classi a seconda della loro condizione economica, stabilì le attribuzioni dell'areopago, del senato e dell'assenòlea, istituì i tr ibunali popohri, e · preparò' così ra~ventc, della democrazia. Pisistrato approfittò delle discordie intestine per impadronirsi del po_tcre (563-527) che potè tr1mandare a i suoi figli (527510). Sotto I ppia, Atene poti! resistere all'assed io degli

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405 a l 404: Agi<le, re d i Sparta, investì allora la cittit dal lato settentrionale e orientàle; Pausania· guidava tutte le forze del Peloponneso e d egli alleati \lerso il !alo occidentale, mentre Lisandro si a.vvicinava al Pireo, ver~o la fine d ell'autunno, con t·irca 200 'navi. Lisandro evitò ogni attacco diretto e durante l'inverno si occu pò invece d i assediare Samo, rimasta fedele ad .-Vene. Gli Ateniesi, prostrati, volevano rinunziare ad ,ogni dominio fuori dell'Attica, e ricon oscere firianco l'egemonia d i Sparta, pur dì evitare la distruzione delle llmghc mun, meta principa le degli Sputani. Final· mente Tera-mene e gli a ltri suoi nove colleghi, ,na ndati carne ambasciatori da Atene a Sparta, nelle ul• time tratf~ th·e non poterono evitare la demolizione delle fortificazioni del P ireo e delle lunghe mura, n,a otten11e:·o h conservazirme della •città. Inoltre Atene doveva consegnare l' in tera flotta, meno · 12 navi, aboandonare i pos3C'dimenti esterni, manda re un con:ingente d i tl'u ppe a Sparta. ed entra.re ne lla lega spartana. Queste condizioni furono accettate nell'aprile d~l 404 sotto la .pressione della fame; · ed immedia tamente f urono demolite le mura e soppressi gli a rsenali. :'.'Jet giugno scriuentc comparve nel Pireo, con pcdcìo-sc forze, L isandre', chìa?11:ito da T eramcne e da Crjzia, e cc: n le

s~c minaccie C?Strinsc l'assem blea del popÒlo ad accetche il go verno dovcs,,e e~sere posto nelle man i di tren ta cittadini, che furono d0tti "T.-enta. tirnnni >) i qua_li avrebbero dovuto an11ninistrnrc lo Stato, finchè da loro s:es,i non si fo,se creata una n•;ov:t co.,~i tuzione . I.a loro n omir.a, avvem,ta nell'estate del •104, fu sanz ionata <la '3p,,rta, ~ 702 soldati 1:tc'-"dcmoni comandati da. Callibio occuuaconc nell'otto':>r~ J'Ac:-opoli. Nel 403 Trasit:>rP la proposta fatta da Drnco,1tide, e cioè

!:ado iibf'rÒ la ~t:a patrii e r.!sta.urò il reg ime dc:nocrn-

Bassorillevo simboleggiante la pace rra Atene e Saino Spart~ni : <levette quindi avere mura e forti tali da assicurarne b salvezza. La caduta e J'e3pulsione di Jppia, 11cl <:10, segnò l'origine di una nuova evoluzione politica. Nel SOS, con ~na serie di riforme, con l'istituzione ,Jegli strateghi, e delle dieci tribù, Clistcnc fo_ndò la democrazia, che s i sviluppò posc.ia rapidamente. Intanto le guerre mediche collocavano Atene a capo degli Sta ti greci. Es,a aveva assunto. la parte principale nelle lotte per l'ìndi>(enrlema, a Mara:ona ( 490), Salami:1a. ( 480), Platea e .:\Iic:1le •:479ì, e a pe profittò delle circostanze favorevoli per assicurarsi l'egemonia. Allon tanato così ogni pericolo d i invasione, e retta da uomini d i Stato espert issimi, quali furono 'Temistocle, Aristide, Cimone e Pericle, salì · ben presto al pii.t alte• grado di magt1ificenz:1. e d i forza. Ebbe le fortifrcazicni neces.s.n ie per Ja pro;>da ;;icurczza : un';;!. cinta d i mura -n iassiccie intorno alla città, e le lunghe mura che la connettevano ai suoi tre porti P ireu, 2'viunichia, Falcro. E assurse al primo posto di pot·!nza n1ari!tin1a, raggruppando intorno a sè: una vasta con-

federazi-:mc, che gradatamente trasformò in una specie d i imp c,·o cc,Jnniale. Quc,la prosperità a~censionale ,provocò la _gelosia è.i Spar ta e di altre città. La guerra del Peloponneso ( 4:ll-404) distru.~se l'impero marittimo d i Atene, e la eittà ,stess:i. fu presa dopo un assedio che durò dal

t ico, e ne! ~<J.3 Conone ric,).,t,·uì le fort ificazioni del Pireo e le lunghe mura. Tutta".ia Atene non ebbe che una parte seccn~foria ndla g.UP.tT a di Corinto e nel!c lotte fra Tebe <' i::;:,ar ta. Nel 373 e<;sa e ra nuovamente d ivenuta i! centro d i un:i confcùer:u,io,1e marittima, e quandc cm~1inciava a riprendere impor bnza in Gr~cia, la guerra sociale ( 35 7-355) venne ad annientare la sua ·po tenza. Per opera di Demostene si risollevò per qualche te1npo; combattè Filippo il ìvfacedone, ma fu comp letamente scon.fitta a Cheronea (338), e così. stette a lnngo sotto il dominio •Jella ::ICaccdonia. Alla morte d i .\les,andrl> tentò d i ricuperare la c,m1p!eta ind ipen d~nza, n·.a fu vinta ancora nella gu~rra Lamiaca (.323322). Da questo momrnt0 l' importaM.a politica di Atene si può dire finittl. {}n presidio macedorie si stabili " l\fonichia, e Demetrio t.li Fal~ro governò il paese per conto c!ei :Vlaced0ni (31S-307). All'epoca dei D iadochi fu as,cdiata <la D emetrio Poliorcete {296-295), il quale. dopo lungo tempo. la p rese essendo estenuata dalla fame e in segu ito a lla r ibellione a\'vcnuta in città contro il tiranno L a care. Demetrio trattò Atene con mitezza, m:t ne tenae occupati i porti. Fattasi, in seguito, promotrice d i una sollevazione generale greca contro la :I\fact'donia, Atene fu assediata da Antigono Gonat11 (263-262). A nulla valsero la resistenza tenace e lo spirito di sacrificio degli Ateniesi. Esst furono costretti ad arrendersi acccttanrb tutte le condizion i imposte da .Antigono. Guarmg1oni -macedon iche occuparono stabilmente i porti e l'altura fortificat:t del :Museo. 1


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b '5ÒO 1600. 1~00

3060 Metri

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.l\'cl l46 a . C. A. è incorporata nella provincia romana d'.\caia . Nell'SS si alleò con M itr idate, ciò che le valse la presa e il sa<:cheg.gio da pa1 te di Silla (86). Infatti il proconsole I.. Cornelio Silla., p er abbattere con a lcuni colpi rapidi e decis ivi il g rosso delle truppe asiatiche ci:mcentrate in Atene P. nel P ireo, bloccata Atene, assal•.ò il Pireo <lifcso dal generale Arche lao, e, non essendo riuscito a prenderlo d i viva forza, lo assed iò. Saccheggiò le ba!1c!1e '; i tesor i de i ,p ii.t i:clebri templi greci, e p er costruire le macchine tagl iò i boschi s acri dd J, icco e dcll' Accademia. Ad on t?. di tutto ciò e no:1 ostante una hrillante vittoria su d i ttn nuovo corpo asiatico condotto d a Dromichete e col quale Archlao tentò una battagli a sotto le mura <lei Pireo, Silla non potè raggiungere il suo intento, ,.late le comu ,iicazicn i c<Jl mare che i n emi-ci avevano tuttora libere. Un altro furioso assalto contro il Pireo, ten tato al principio dell'S6, andò ancora. a vuoto. Allora S illa mu tò l'1sscdio i n blocco e con tutte le forze s i gettò su A.tel'!.e. L a città era d ifesa d al ti!·anno Aristione, partigiano d i ~1itridalc. La fame sempre crescente a veva esaurito le forze ateniesi, cd essendosi Aris tione rif1uta to d i arrendersi a discrezjone, i R.oma1:i, Ja notte dc: I marzo 86 conquistaro110 con u n assalto la c itt.ì bos,n, d opo nove mesi d i assedio. Ar istione si rifugiò nel!' A~ropol i ;Jo11cndo prim;,. in fiamme l'Odeon di Peridc ad evit;ire che i ]~onlani s i servissero de l ]egna.m\! per la costruzione delle loro macchine. D opo pochi gion,i d ovette ti,tt,wia arrendersi e cede re il castello. Egli, coi principali capi ribelli, flt consegn ato al car!lefice. Sotto Adriano · A . ha un r.i torno di pro$pe6 tit, e d iven ta il -cen:ro dcll'as;ernblea pançlk n ica. Nd llI s~colo dell'era nostra eonrinciano le inva sioni ba.r,bariche. Atene è m imtc<:Ìata dai Goti nel 253 <l. C. ; sotto Valeriano, nel 258, le mura vennero resta trra tc; è presa d ai Goti ;tessi e dagli E r,il i nel 268, cacciati c.b. Dessippo a teniese; n el 396 è visi tala da Alarico. Dopo la p resa di Costantinopoli avvenuta cht par te dei crociati i1cl 1204, Atene, occ11pata da Eoni-

Dro e ire li1vrod·Tem/slo Porto Mvn/c/2ia ?orloZea

?orta As!/co

facio <li Monferrato' nel 1205, diventa la qi.pitit!e d i un ducato franco, restando m ,potere dei cr istiani .fino a l 1456, an no in cu i fu conqu ista ta da Maornelt•J IT. Il ve!1f zia110 i\forosini se -i.e im:)ad~cnì nel 1687; è in questa occasi_one che una bomba veneziana, caduta nei P artcnone trasforn1ato in polvcri:int d::li Tur~hi,

d.i cdc fuoco a lle polveri e lo ;coppie dauncgg;ò g.,-~vcmente quel celebre momnnenlo . .4 . fu , ip,·csa dei Turc11! !'J:1no - i;u-;:cessivo ~ f \.J s.ao:hcggiati Eri 182 1 durante la guerra d'indipencienza. Nel 1834 d ivenne la capitale del regno ,:i Grecia.

Ateneo. Ingegnere e scrittore m ilitare greco, n . <li. Costantinopoli, conternporanco di Archimede. Costruì fortificazioni nella Tracia e n~ll'It1Iia. con tro gli Sci ti _ Scrisse un'opera sulle << ?',-facch ine da gllerra », dedicata a 'Marcel lo, il con quistatore di' Siracusa. Atenione. Capo <li schiavi della Sicilia, e da loro crealo re. durante la ri;)cl!ione <lel 1()4 a . C. contro i Rornai1i. E ra originario della. Ci licia. Assediò L ilibeo, fu batt:u to ,1 Scirtca, 111inacciò .Messina . Cadde comb:i ttenclo nel 101 a. C. contro un corpo romano condotto dal conso le Aqui lio . Atenolfo I . Principe di Capua cld ' secolo 1X, m. nel 910. Profittando ,:li una mahttia <li Landone prin cipe di Capua, suo parente, ncll'887 si impa,clronì del pot<'..rc e vi s i consolidò sconfiggendo lo stesso Lan<lonc che <lopo g\rn r,ito era r ien trato in Capua e con i suoi ar!lici aveva tentato di riprendere la corona. Atenolfo dcwettc sostenere continùe Io!te con Atanasio II, vescovo e duca <li N apoli e con i Saraceni alleati di Atanasio . Ne! 900 conquistò Benevent; togliendola a Radelgiso II che si era reso odioso a i suoi sudditi. Per rigett1rc i saraceni che si erano stabiliti -lungo il Gariglian.o, costituì una lega fra i principi meridionali, ma l'esercite cristiano fu battuto· e Atenolfo fu costretto a chieder soo:orso a L eone il Saggio i mpera-


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tor e d'O r ien~e, !'rima che gli aiuti imper iali giunges- •· Atherton Moor. Città <lell'Ingliilterr'a, nélla. consero Atenolfo fu colto d alla morte . tea cli Lancaster. N'el 1643 il gen. Farfaix, seguace di Crom\\'ell, vi fu sco~lìtto dal conte di. Essex, gen. di Atenolfo Il. Figl io del precedente, m . nel 940. AsCarlo I. sociatosi al fratello Landolfo ( m. nel 945) ammi1ùsrrò con saggezza gli Stati soggetti ; i d ue fratelli accettarci no dall'imp<'r:ttore greco il titolo <li patrizi e ricondussero l'Italia meridion3.le sot to la sovranità <lell'impe,ro d'oriente.

Aterno. Cisterna, in acciaio, varala nel 1914 : hmghezza m . 32, IS ; larghezza rn. 5,97 ; d islocamen to T . 280,6; equipaggio 13. Ath. Città del Belgio, sulla Dend~r. nell'Haina.ut.

I. Assedio di Ath. Venne posto nel 1697 da un cor po francese agli 01·dù,1 del Ca.tinat; con questo capitano i l Vauban, il qua.le aveva alcuni anni prima fortifìcat~- A ., cd ora veniva incaricato di d ir igere le ope razion i di attacco contro la medesi ma for tezza. Il 15 maggio la piazza ·, enne Ù1Vestita, . e invano i l p rinc'ipe d'Or ange e l'dcttore d i Baviera teuta.rouo di soccor-

,era

Athlone. Borgo fortificato dell'Irlanda, prçsso il quale il 12· giugno 1691 s i _com b:tttè u na battaglia fra Inglesi e Irlandesi. Quelli erano comandati dal generale G inkel, olandese a l loro i;ervizio, quest i dal gen . france$~ Saint Ruth. Ginkèl, -dopo <li aver preso d'assalto la città, .passò lo Shannon e assalì i Franco- Irlandesi: la battaglia sembrava. ormai pèrcluta per lui, quando nn -proiettile uccise il S<1i nt R uth e a l_lora. gli. alle.ali. si scoraggiarono, e, vigorosamente a tta,ccati da una ri-presa offensiva degli Inglesi, an darono in rotta. Athole. Località del Perthshir e, teatro d i battaglia fra Inglesi, comandati dal conte d i Pemhroke, e Scozzesi, · comandat i d a K6berto B r llCC (1306) . Gli Scoz7.~si furono s~onfitti completamente . Athos. Pen_isola <lella Macedon ia, comprendente il m. omoniow, famc..-so per i suoi monasteri. Nel 49-2 presso il promontori:> naufragò la flotta persiana di ;,fardcnio, r dopo di ciò Serse scavò nell' istmo \Hl canale per il passaggio delle navi . Nel 1344 v i sba,·cò ::Vfartino Zaccaria, signore di Chio, e vi d iede battagl ia. il 13 maggio a un corpo di T urchi, sconfiggendoli. Atina. Borgo in prov. d i Salerno, già città antica e finrente dei Volsci. Fu d istrutta nel V secolo per opera de i Barbar i; r iedificata e for tificata, fu di nuovo d istruua per opera del L ongobardi, e r iedificata ne l 626. :'-:el XV secolo ebbe nuovi e gravi danni <lu'rante 1~ lot ta fr::. .\lfonso <li S icilia e Renato cl' Angiò. Atkins. Cal)itano in glese, che condusse nel 1765 a Carlo E:11annek. i! quale ie aveva ,irdi~iate i,~ Inghilterr a, due .frèg:at.c da 36 cann0ni. Il re ottenne d i tenere l' A . a l SL•o sèrvizio, ed egli ordinò i servizi di bordo a.l!'inglesc, ·cen voci di comando francesi, istruendo opportunamen te gli ufficiali della giovine marina sarda.

rerla, poichè due corpi francesi, comandati dai marescia.l·li V i!leroi e Bou.fflers, vigilavano verso .l'es terno. Il 27 venn~ aperto il fuoco d a una batteria. di 30 cannoni contro le <ìifese della p iazza, le quali f.urono in breve smantellate. Il 1° giugno, tm'altra batteria d i cinque cannoni battè in breccia le facce di un bastione, e nei g iorn i suc.cessivi i preparat ivi per l'assaito alla brecc ia erano .u lt imati. };fa allora il conte di Roux, coman<1ante della piazza çer gli Imperiali, vista imposs ibile ogni resistenza ed a vendo avuto i cannoni quasi t utti smonta ti, cap itolò il S giugno.

II. La fortezza venne resa all' AuMria i n seg,1ito a lla pace d i Ryswick. Fu assediata nel 1706 dagli Olandesi e cadde nelle loro mani dopo dodici giorni d'assed io. F u a~scdi«tr, ancora nel 1745 dai Francesi com~nd a.ti dal Cler mont, e dopo breve resistenza presa e smantellata. Athènes de la Pérouse (Gùinfelièc d'A.) . Maresciallo d i campo francese rn. nel 1753. P r ese parte alle guerre del suo tempo; .fece fra le altre la campagna d'Italia , dove s i trovò all'attacco di Colorno e alle battaglie <li Parma e di G uastalla nel 1734, e agl i assed i d i R eggio e cl i R eggiolo n e! 1735.

Atlanta. Cap itale della Georgi a. Durante la guerra di Secessione fu i l centro d i importan t i operazioni rnilitHi. I Confederati er ano ent ra t i nelle lince <l'Atlan ta, pnrno della massima i nlJ)or tanza uel sistema ferroviario <legli Stati del sud-est (la Geor gia, le due Caroline, !'Ab-ba.ma) e le avevano fortificate; i l gen . Johnston vi aveva radunato riuanto gli rim~ncva <lella sua armata. Sher man, che a,·eva battuto Jolmston a Resaca, a Dalhs e ,presso :i{arie tta, andò a. pone il campo d in:rnzi ad Atlanta, mentre Hood sostituiva Jòhnston nel co:m ando. Tufo., invece di att~ccare d irctt:1mente, giud icò piìt çon veniente far cadere la <:ittà operando C0!1tro le lir.ce <li comunicazione ferroviarie ; fratta nto il generale Sklcum, coma ndante i l 20" cor po, era incaric11,o di guardare la testa d i ponte sul Chat[onaoche. Shcnnun incomincia, il 29 luglio 1814, il movimento circolan: cl,-;, un mese dopo, d~termin:t 1,1 cadu ta <l',l.tla•1ta. Questa marcia. si effettua su tre colonne, ed è cost,.ntemcnte p rotetta da u na. cortin:1 d i tr inceramen t i difeni:;l vi elle, neg li ultim i giorni, ,1.xevano uno sviluppo d i circ::t sedici chilometri. In que,to frattempo, la ca• va llcri:t unionista d ist russe le linee ferrovia.rie: quella d i i\l0n1~c"\1n~ry _. ver.:;o Fairhurn; quella <li ìvlacon, vcr~o Jonesboro. I n primo tempo, le distruzioni furono par-

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;zia li; in scgu ito furono completa ie in modo che k dnc lince fcrrat/ che met tevano in . comunicazione Atlanta ,con l'ove-;t e col sud apparivano rovinate da cima a fondo irreparabilmente. Invano il gener,, lc Hood, che ~i era portato a Jonc,bor o, attaccò vigorosamente i l generale Howard; il 1>rim0 settembre venne nuovame nte battuto. Si decise allora d i abba1,donar'! •l a città h noltè seguente, distrnggendo..prim,a. gli a:rse_n ali, le _polveriere, ì magazzini. Era110 in Atlanta. 83 vagoni e 7 locomotive che ormai non si poteva più porre i11 ,nlvo . Hood ne fece com porre quat trn convogli carich i <li munizioni, che furono quind i condotti sulla linea d i Au gusta a 400 metri -da lla città : le locomotive lanciate a tutto vapore le une contro le altre, provocarnno lo $Cappio degli esplo5ivi e la dist ruzioi;e di tlltto il materiale. Hood si avviò a nord verso Chattanooga, sulla linea di comunicazione d i Sherman. Questi lo segui fino al fiume Etowah, senza poterlo r agg iungere ; poi lasciò ad altri la cura di chiude rgli i passi n el T enn essee, e tornò ad Atlan ta, occupa ta il 2 settembre d al ,generale Slocum. A I suo a rr ivo, l'S settembre, Shcr man :fece uscire gli abita nti della cittù che trasfonnè, in una J) iazz:t forte., e vi fece CO;)truirc un vasto n1c;.gazzino iche ricevrtte immens i approvvigiona menti g iunt i da \--:hattanooga e da Xa~hvi llc. I ! 111ese d i ,setten-,hrc trd-

scorse ècsì in pr~pa rativi -<I1ogni genere. Sherrnan sapeva ben issimo che non avrebbe potuto restare ad A: hnta dove si sarebbe trovato alla mcrcè d',, i; nemico pienamente libero di affama rlo tagliando la via ferrata -d i Nashville, lunga 400 km. Propose pertaI1to a Wa,;h ingto n l'abbandono di Atlanta, la divis ione -dd s;uo esercito in due parti, delle q11ali una, agli ordini d el -generale T hon,as. sarebbe 1·isalita su N ashville, mentre l'~ltra, sotto i l proprio comando, s i sarebbe diretta a l 1,iù pre~to verso la costa dcli' Atlantico. Egli dimostrava che dist ruggendo, -durante la traYersata dello Stato della ·Georgia> gli o.rsenali, le sttaùe icrr:tte e prendendo in seguito alle spl!.lle le città mar ittime della Confedcra.zionc, l'avrebbe rovinata nc!le sorl)cnti stesse. _:\ \Vash ington il piano produsse forte impressione : G rant ·stosso k~e delle os;ervaà :mi e i telegrammi si succcdet' ern srnza che s i add ivenisse :dia soluiione propos ta . Il generale H ood appr ofi ttò . di questo r itarcio e a ttaccò. Dal 3 al 20 settembre, egli era rest1to a-:,90~t ~to a L o\'~joys, sulla linea f errovi,:rb di 11:tacon, imp iegando !:ile frnl ltm[ln a :-io:ganizzarc le sue forzo. TI 2n 1 dccL;;o di marciare verso n ord per tagl iare le

r.onllli,ica ?ioni de i iederat i, ripassò il Cbt ta i>ooche con ·45 .000 uo:ain i e s i d iresse verso la ferrn·, ia che d is trns ,;c d i rn:mc·• i n mano che si allonta112va da Atlanta con d irezione gen~r~le di Nas11viJlc, andando ad arresta r~i -successivamente da van ti a Allatoona (S ottcbr~; e R esaca. i\-f a. t1·ccl ic i ~i orni dop" la sH'.t , itiral,\ . il ,brp0 ,d i Mac Callum ·aveva riattivato tu tta questa linea. Tn set!r ~iorn i e mezzo, 40 km. di ferrovia e 77 nL di ,pon ti fmono r istabiliti fra Tunnel-H ull e Resaca. Non a ppe!l3. po5sibHc, Sher:1ia•.1 ..sì misc a ll'inseguimento de] generale Hood, lasciando un solo corpo a p residio di 1

J\ thu ta. E

.:-io n essendo riuscit(> a raggiungere il }-:t!n

a vv•,r3aric-, il qua 'e dovetti: intanto <1bbandonare la ferrovia che VC"niva ri pa~sata per ?l trasporto di viveri ad Atlanta , Shennan sì collocò allora in mocio di impedire a Hood d i :)ottl rsi su Atlanta, o di compiere altre distruz ioni. a lla s trada f erra·,a. In questo men-

AT'r

tre ricev•?ltc un dispaccio cl,e lo au torizza\"a ad opera re secondo il piano proposto. Il generale T homas si di• resse allora col suo corpo d'armr,ta su Nashv ille dove fu:-ono anche inviati sotto la sua protezione, seguendo la fer rovia, i feriti, um parte .dell'artiglieria e i bag:igl i inutili del corpo principale d i cui i soldati erano sta ti scelti con particolare attenzione. Dopo che T homas ebbe guadagnato terreno sopra Hood in misui'a da po.tèr continuare il cam111ino senza essere da lui molestato, Sherman fece salta :·e le fortificazioni d'Atlar,ta, incend iò la città e, il 15 novembre, non lasciando d ic:ro di sè che rovi ne, iniziò h marcia verso il sud. Così avevano termine le operazioni i ntomo ad Atlan ta

Atlante. Sor ta di pontone d i grande potenza per la vorl in ma re, ad es. preparazione d i n,ine, estrazione o trasporto di maçigni; è m unito cl i gru, argani e al-

tre macchine . Atlante. I(imorchiatorc d'alto mare, in acc1a 10, varato nei 18<)2: lungheaa m. 50,88; larghezza m. 8 .20; dislocamento T . 776; macchina 1830 H P; a rmamento canno.ùi JI 57 ; stato maggio re 3; equ ipaggio 61 . F~ s 'no a tu lio il 19 17 i n Tirr~no con1e na ve vedetta contro i som111c rgì bili nemic i. 1'oscia i,1 Basso Adriatico. l\'cl 1919-1()2') :1 Sue?. per i lavori d i ricupero della r. n. Basilica ta. Rad ia to nel 1ç2s.

Atra. Città dei P a r ti, assediata ne l 198 d . C. d a L. Set timio Severo. Questi in un primo tentativo su bì s~,:;~ perd ite d i macchine e di uomini. e non riusci neJl'in,presa. Ricevuti rinforzi, b;ttè ii' muro con le macd 1ine e riuscì ad apr irvi la breccia. Tuttavia l'assai\o non riuscì, e Severo d·.i,·ctte ddin itivamcnte abbandonare- l'assedio. Precedentemente ,·ra stata, pure invano, assedia ta da l" imper~to:·e T rai,r no (lii d . C.).

Atropo. Sommergibile, ' in acciaio, provenien te dal C:wtiere Gc.rmaniawerht a Kiel, entrato in servizio nel

19 l.3; lunghezza m. 44,50; lar ghezza m. 4A0; d islocamento 'L'. 2~1; veloci tà n . 7,85; ~rrnamen to guerresco lanciasiiuri 2; sta to maggiore· 2; equipaggio 12 .

Attacco. E' la fase del combattimen to nella quale la fanteria fa uso del fuoco e del movimento per giungere sulla fanteria nemica, sopraffarla e penetrare nello schierctmcnto avvc,·sa.rin di~organizzan:folo. NeH1at!ac-

co le varie ann i devono svolgere la loro gagliarda azione a rmon ica:11en te, in modo da completarsi a vkcn da: " siccome è la fanter ia che mater ialmen te deve giungt-.!·e suffn.vvcrsario per disorganizzarlo, raz.i >t!C coordinata ora detta, dere essere tale particobrmcntc r ispet to aiìa fanteria, i n modo da facili tar-le e renderle sicuri i movii,nen ti, ed aprirle la via a t traverso lo schienun:nle nc·1ni~o. Oggigiorno Ja preparazione e la con.dritta del~'attacco rie~cono particolarmente laboriose, e richiedono una tec nica che prima 1; 0 11 era necessaria :,


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AUacco di f'an Lc r•ia co/1 accompagnamento d'arti.g-lier ia la potenza delle a rmi odierne, la facilità di sistemare difensivamente il terreno, e lo snodamento tattico delle trur;,~, sicd1è q;icstc si ~dattino :elle fora1e <lel terreno sottraendosi facilmente ed in notevole misura alla vista ed a l tiro <lell'attacco, dàn no infatti partkolari vantaggi tattici alh• difesa, vantaggi che occorre neutralizzare, perchè è solo coll'attacco o col contrattacco che si può riuscire vittoriosi. All'epoca delle armi bianche prima, colle armi a polveri fumigene dopo e con limita ta gittata, il combatti mento si ,.viluppava, si può <lire, ,1 carte scoperte. L'attaccante vedeva il difensore in tutti, od iu quasi tutti i suoi pa1·ticolari, s icchè poteva decidere la sua ma~ nona su dati benè accertati : oggi, invece, nel combattimento il nemico s i sente, ma quasi non si vede; quindi s i ha uua nebu.Josa incertezza che va a mano a mano, e solo limitatamente, a ttenuandosi col progredire dell'a ttacco. Di ,più, p rima ;lell'adozione degli odierni metodi <li tiro a punta111ento indiretto, le arti0

g tif'ric dovev1.n o dìrcttan1.ente

vede:-e

il

bcrsa.glio e,

quindi, postarsi su posizioni domina.nli allo scoperto, riusc~ndo così par ticolarmente vulnerabili. L'attaccante, superiore in forze o più abile, era in tal modo in grarlo, concentrando improvvisamente una massa di fuoco d'artiglieria, d i dominare quella nemica, e poi appoggiare i'attacrn della propria fanterÌa battendo qhella avversaria : erano co.,ì due armi (fanteria ed artiglieria). che ~i rovesciavano contro un'arma sola; la fanteri:i. Oggi. inrccc, le ardg1lt;ric, spa:·an·1o do. pvs;zioni coperte dal tfro te:-restre, e con puntamento indiretto, non possono, anche nelle condizioni più favorevoli, .che assai limita tamente e tempora neamente essere dominate d all'attaccante: ne consegue che la fanteria avanza avendo contro di sè e la fanteria e l'artig;li~ria ;1emica. L 'attacco odict·no ha ~osì caratteristi,: he assa i d iverse da quelle del tempo in cui si combatteva con am1i meno potenti e meno pcdezio11.ite delle attuali. Ca.ratten".stiche generali dell'attacco odierno. La fanteria (eccettuati i casi di sor.presa, <li notte, o d i giorno con nebbia fitta) può avanzare soìo quando il fuoco nomico sia neutralizzitto durante il moviniento. Fuoco e movimento debbono riuscire çontempora11ei .fino all'assalto; l'artiglieria deve iJrolcggere coi suoi tit'l la fan teri!1,; questa, a sua volta, col fuoco delle propr ie a r mi, deve completare, specie alle minori" d istanze, l'azione a fuoco di q ue lla. L'aviazione concorre a proteggere col suo fuoco !a fanteria, ma la sua azione poten te è salt~aria nel tempo e ne,llo spazio, in quanto

che, date le sue caratteristiche d i moto e di tiro, rnm può intervenire che intermittentemente durante l'azione. L'attacco della fanteria deve· svilupparsi in profondità, in relazione alla profondità dello schieramento avversario, cioè per d iversi km. ( 4-8). Si ha così una successione d'attacchi, fino ad arrivare all'ultima posizione nemica: dopo, si potrà avere· il combattimento contro le eventuali riserve accorrenti. Per· alimentare questo attacco in ;,)rofondità., occor.rc uno scaglionamen to in profondità delle truppe attaccanti, rinnovantesi senz,t tregua. L'attacco in .profondità deve svilupparsi in mcdo continuo per 110n dar tempo al nem ico di far accorrere rincalzi e riserve, od almeno per affrontare rincalzi e riserve p r ima che possano orientarsi, sistemarsi, prepa rarsi alla resistenza, a l contratracco, oppure a lla controffensiva. Le varie armi 11.ell'attacco. A far completo il discor·s o, occorre un accenno delle caralleristiche e modalità tattid1 e delle varie a rmi.

Fan:cr-ia. Col suo movimento seg:na l'esito del combatlimcnlo: « si vince quando essa avanza; si perde quando rerrocede >1. La fante.ria avanza con impeto !" con ·assieme, concentrando gli sforzi 11ei punti p iìt deboli della front.e nemica. Dc;po qu~;ta fase in cui si sfrutta la sorpresa e l'azione s trettamente ' concomitante coll'artiglieria e coi •carri d'assalto, la fanteria dovrà spes~r, limita rsi a penetra•rc attra\'erso le zone di -minore resistenza, costitucnrlo così dei corridoi che, colr::12ione <lei rincalzi e de!!e rÌ!)èrve, opportuna.me11t~ _ prepar,i,ta ed app0ggiata 'col fu0co, <lcbb•mo e.-;sere allargati, approfond iti , coordinati, in modo <la avanzare-

nelle direxioni ~iù utili per gli obbitttivi da raggiun:,er~ Q,1:t11do uon sia possibile o non s ia convr.niente scattare ron simtiltaneità., ,fa una base di partenza. vicina alle linee nemiche, l'attacco s.i svilu.pp1, fin dall' inizio, con la penetrazione eseguita, con la contempor aneitil consentita dalle circostanze, attraverso i tratti p ii1 deholL del la fronte nemica, costituendo co,i dei corr idoi ohe debbono essere valorizzitti come ora s'è dètto. L'attacco deve essere carat terizzato dal p rogred ire, ad ogni costo, attraverso le sistemazioni avversarie, di• strutte od ~imeno neutralizz~te col fuoco, senza curar$Ì se i reparti lnterali avanzano o r:o : il contatto colle unità laterali <leve essere ricercato e mantenuto sempre avanzando e mai retrocedendo, e solo <:ecezionalmentesos lando.

Artiglieria. Costituisce l'ossatura dell'attacco: un ma-


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.ATT

,.ATI'

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glio potente in mano a i comandanti per dominare gli eventi. 1:ssa deve preparare e sostenere l'avanzata della fa11teria : la si,a azione si sviluppa ir. rela~ione a questa sua duplice missio:ie : a) ,contro le d ifese, e contro le batterie nemiche ( azione d i controbatteria), prima del•l'assalto della fanteria, e può prece,dere l'attacco del tempo neces.5ario per raggiungere gli scopi che si propone, scopi <li distruzione od, almer:o, <l i neutràlizw.zione;

b) appoggio diretto cd immediato della faJ1teria, il quale ~•inizia un po' prhna dell'attacco e deYe tendere a contin:iare, senza sol:iz-ioni d i continuità, durante l'a'zione d ella fanteria. Queste az ion i ; i esplicano con tiri diversi che debbono e5se re coord inati con qudli dell'aviazione : per la preparazione dell'at tacco, tiri di distruzione, annienta·m ento, logorarnento, ne·u.tralizzazione, i nterdizione. I tiri in p~rola contro nemico sistemato a difesa, si sviluppa:lO in un per ic><:lo di prepara7sione kmtana c.he precede di q ualche tem;:,o l'attacco (uno o più giorni, oppure soltanto qualche ora), e in un periodo di p reparaziono immediata, di poco precedente Jo scatto delle fanterie. In una guerr:t ~oniro nem ico non rafforzato,

Genio. Svolge la sua molteplice attiv~tà per raffor,zare il terreno, stabilire collegamenti, costruire nuove comunicazioni, r iattare celermente quelle esisten ti insufficienti alla bisogna, o quelle distrutte da.I nemico, apr ire passaggi. effet(uare distru.zioni, ecc. Aviazione. Riconosce l'avversar io in profondità, fornendo, specie per mezzo della fotografia, utili dati per predisporre l'attacco. P •u rante l'attacco, è ottimo mezzo di collega.mento, d i osservazione e di azione a fuoco con bomb,1.ràamenti e con tiri di mitragliatrici da l•l'alto, in a nalogia a -quelli effettua.ti d all'artiglieria. L'aviazion~, quando abbia un suf:6dente dominio su Gllella a,,versaria, con t iri dall'a lte> può efficacemente w iluppare azione di controbatteria, e così consentire che la fanteria avanzi contro la sola fan teria nemica. L'aviazione,· pertanto, J1a un'influenza notevolissi1na ~u-

ra•1te i'attacco e ne avrà ragionevolmente una semp1e maggiore, col perfezionarsi della sicurezza di volo anche in cond izioni atmosferiche poco favorevoli, e col perfezionarsi del tiro dall'alto. I

Arma chimica. Ha notevole influenza. per preparare l'attacco nel senso di neutralizzare l'avversai-io, e per costituire sbar ramenri difensivi nei tratti meno importanti, e cosi permettere d i . concentrare i maggio.ci mezzi nei tratti in cu i s i vuole sviluppare lo sforzo principale. Cani d'assalto. Col.la loro massa e forza d'urto, a prono varchi alla fanteria ed alle altre armi, attraverso alle s i., temazioni difensi ve wvers:trie: col loro fuoco, sono in grado d i annullare punti d'appoggio nemici pa,·ticolarmente forti che s i rivelassero durante l'attacco, sfuggiti a l tiro d i d istr uzione· e di neutralizzazione delle a ltre 'l.rmi.

(J.

/).

alter,a da,Pproccio ,, o'i breccia

detti tiri precedono d i poco l'attacco e si iniziano du1

rante 1a marcia di nvvici;,amento. L azionc intesa a.

sostenere l'attacco, si esplica con tiri <li accompagnamen to vic.ino e ,)onta no ·e con tiri d i controbatterie. Cavalle1ia. Riconosce e man tiene il con tatto colle truJ"pe avversarie, fornendo ·così numerosi dati per 1

pred I~p0rrr 1 ~.t.tacco : durante l'att-acco costitui~c una-

poten te e mobile riserva di fuoco per proteggere eventuahnen te un fianco od i fianchi scoperti, per ringagliardire p rontan1ente unità -che siano riuscite a penetrare nella s is temazione nemica ; per accorrere nei tratti minacciati d a contratta cchi ,avversari ; per irrompere violentemente sul tergo nemico una vo)ta spezzata.ne la fronte, e così sfruttare il successo. P iccole unità di cavalleria (plotoni, ~quadroni), dotate di conveni~nte potenza. d i f.uoco, sono '1tilissime dur ante l'attacco per assicur:ue o r istabilire collegamenti tattici, Ciclisti. Alla condizione che siano anch'essi capaci d i sviluppare notevole potenza d i fuoco, possono assolvere importanti missioni analoghe a quelle della cavalleria: d i massima, agisconp a cavaìlo delle strade, mentre la cavalleria trova u tile impiego, senza perdere molto della sua celerità, nel terren o in terposto a lle comunicazioni strada.li.

Concetti fo11damentali circa la prcparazio11.e e l'esec11zione dell'attacco. Per vincere l'avversario, non occorre ba tterlo ovÌ.mqu~, c iò cbe richiederebbe una supe• riorità di mezzi notevolissima: è sufficiente, invece, batterlo in u na zona ben scelta, il1 modo che, rotto in questa zona, esso n oJ1 sia più in grado di resistere nelle a ltre, sicchè sia costretto a ritirarsi. Quando ques to concetto venga celermente e vigorosamente tra.dotto in atto, si può vincere un avversario anche se superiore in for~e. Da questa ,premessa, scaturisce il principio fondamentale <leìl'arte · militare : « applicar~ lo sforzo nel pun to e nel momento decisivi,,. Un attacco quindi, sia esso ,condotto da grand i unità, od an'c hc. d a lle minori unità .fino a l piotone ed alla squadra, deve informarsi a l principio suddetto: il punto decisivo ha consistenza diversa, a seconda dell'unità che si considera. Per le maggiori- unità (gruppi d'armata, ,1.rrnat~, col"p i <l'arm:ita, divisioni) sarà p\mto decisivo, o, più propriamen te, zona decisiva quella che consentirà alle truppe vittoriose d'avanzare sulle retrovie di pa rte o <li tutto l'e$~rcito nemico, allo scopo di ,d istruggere o catturare quanto piìi è possibile dell'avversario, tendendo verso regioni' dal punto di v ista militare industrialmente potenti, o particolc1rmen te importanti, la cui conquista renda difficile al nemico di r ico;titt!Ìre k .proprie forze. Per unità minori sarà decisivo il punto (p_iega. del terreno, sagliente, via coperta, çcc.) la cui conquista favorisca la caduta dei p unti contigui: .per una squadra, od un plotone, può essere, a<l ese!l);:>io, p nnto decisivo la conquista delle

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802 difose a v\'ersa ric ct)t sbarrano un fosso, seguendo il quale si possa poi cadere sul fianco o sul tergo di altre p o:,izioai nemiche, ecc. Sarà decis ivo il momento, ailorchè si a ttacca l'avversario quando meno l'aspetta (sorpresa), oppure quando esso non abbia più. riserve o rincalzi per arrurrere ten)pestivamente alla parata. Lo sforzo da app licarsi nel punto e nel momento decisivo deve intendersi la wmma <li tutti gli eleme1,ti morali e materiali: cioe, ascendente morale, superiorità d i mezzi e cli 1)rocedimenti <l'azione, sorpresa. Il principio d'~pp!irnr~ lo sforzo nel P.un to e nel momento decisivo, porta con sè l'al tro pdncipio dell'economia delìc forze. L'attacco in profondità a getto continuo, vuole poi un conveniente scaglionamento in profondità. Nella guerra <li movimento, l'attacco procederà coi c riteri gil p res i in esame, trattan<lo dell'azione offensiva contro nemico in posizione rafforzata ed in piena efficienza : le varie fasi però, si svilu pperanno più rapidamen te: ii tiro di artiglieria avrà il carattere più, d i neutralizzazione che di d istruzione_ La man:JVra di penetrazione della fanteria potrà essere più accentuata, in quanto che il nemico non pot:·:ì opporre clic resistenze meno eflìcien ti rispetto a quelle della situazione pr ima accennata con tro pos izioni raffor:,ate. In sost,wza l'attacco deve sfruttare rapidamente e celermente i p1111ti deboli <lcl nemico, avanza.re decisainente e con iniziativa per le v ie più facili : i reparti cosi penetrati non rima rranno isolati se verranno sorretti tetnpcstivamente dii r incalzi e d alle rise;·ve. L a notte verrà sfruttata per ristabilire i contatti, r iordinare i reparti, ricost ituire lo scaglionan1ento in profondità, r afforzare il terreno conquistato, riattivare le comunicazioni, r ifornire le truppe, migliorare le comunicazioni, e per oltrepassare zone difficilmente percorribili di giorno.

Attaché. V. Add~tto militare. Attalo I. Re di Pergamo, m. nel 197 a . C. Era nipote di Filatero fondatore del ·regno e san sul trono nel 241 a. C. Si seg,1alò per le sue vittorie ; sottrasse lo Stato a l tributo_ che i Galli a vevano imposto a parec•. chi sovrani asiatici ; fece guerra ai SeJe'uci-di e strinse alleanza <:on i Romani. Dei due successori suoi, Attalo Il ~alvò i &uoi Stati dagìi attacchi d i Prusia e morì nel 137 a. C.; A ttalo III Ii $ah,ò dagli attacchi d i N icomcdc, re di Bitinia, e morì nel 132 senza. credi, lasciando il regno ai Romani. Attalo. Luogotenente <li F ilippo di :Maicedonia. Nel 336 a. C. aveva il comando dell'avanguardia nella campagna contro i Pe.-s i~IIÌ. Alla morte cli :Filippo, volendo sostenere i diritti del p roprio nipote conll'o Ales.sanùro, s i m ise in rotta con quest'ul timo ma abbandonato dalle truppe, rimase ucciso dai 'suoi,' ;tessi soldati. Un a ltro A Italo, -gen. di Alessa1;idro, d i.,tintosi a Isso e Gaugarnela, venne poi sconfitto da Antigono.

Attar (Khadjah). Reggente del regno di Ormuz, m. nel 1513. Incar icato del governo d el regno durante ia minorità d i Seif-Eddin IV, sostenne per parecchi turni una lolla accanita, or.a con esito favorevole òra sfavorevole, contro i Portogr.esi, comandati da Alfomo d' Albuquerque, i qua,!i avevano intrapi:eso la conquista dell~ ct,,te <lell' Arabia e del l'vlafabar. Quantunque fosse stato costretto a :;,aga.re un tr ibuto a nnua le ai Portoghesi, Attar riuscì, ·fmchè visse, ad impedire tutti loro ten tativi d i impadronirsi. del reame di Ormuz. Attendamento. E' propria mente quella parte dell'accampamento <lave sorgono le tende; comunem'cnte però si adope;-a questa voce con significato più esten-

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I At'tendamen'lo ai Set~ comuni (1015)


A'l''l'

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ATT

Atrenclamento ad Àztzia s ivo per ù,dicarc io stesso accampamento. Può dirsi che l'uso di tende per r iparo delle truppe in campagna r imonti all'epoca mcclesima in oui ebbe vita ed apJ)licazione il principio dell'azione guerresca collettiva: .: tutti gli eserciti, dai pi,1 antichi a i più . moderni, si -valsero sempre largamente di questo mezzo semplice, pratico ed economico. Di forme e dimensioni svari-ati:ssime, le tende o erano traspovlate al seguito delle truppe, oppure venivano improvvisate a l momento d el bisogno mettendo a con tributo le d isponibilità locali. Fu soltanto verso la metà del secok, decimonono, e precisa.mente nel 1840, ad cpera del generale francese Bugeaud in Algeri3, che venne adottato il telo da tenda individuale, da tr:tsportarsi a dorso <la ciascun so ldato; esso fu in trodotto di poi in tutti gli eserciti. Data da quell'epoca i·l modo <li attendamento a disposizione s istemati:;a quale oggi si pratica. Nell'e:;ercito italiano, con impiego del telo da tenda ind ivid1:àle si costruiscon,; tende •per tre uomini, tende ,per sei e tende d i r iparto contro il sole. Si preferisce !'mia e l':1ltra d isposizione a secon da del terreno <' delle circostanzè : i,i genere l'attendamen to per sci offre al soldato miglior r iparo, men,re -l ' attendamento per t re ~i adatta meglio alb. varia conformazione del suolo. Alla voce « accampamento " sono indicate le conclizioni d i tencao p iù favorevoii pc,· l'a tten damento d i truppe, lo $pa,.io occorrente p er i singoli riparti e le distanze a cui questi si dispongono : •b asti qui ria fferma re il concet to che il bene;sere del soldato non il~v'c,~ere n l'.li .,acrificato ad esigenze di uniformità e di J)e rfelta rcgolaritit nella disposizione delle tende. In località di mon tagna e in occasione di forti nevicate, le truppe che non trovino ricovero in predisposti bamcc.,menti, p0ssono ricòrrcre a forme d i attend.a mento specia li, -.:o,~si~tenti in buche " corridoi scavati nella neve, -.:hiuse- le prime ~all'ingresso, coperti i _,econdi superiormei,.te con teli da tenda individuali. In qualche 'caso si ~~oss,1P.o anch~ costruire ripari con m uri 1 scc~

co perimetrali_ sormontati a mo' di tetto dai teli medesimi ricoperti d i neve. Infine, quando si abbi?_ sufficiente d isp~nib ilità d i materiali, s i possono erigere tende per tre, a teli raddoppiati e ricoperti parimenli di neve. ;\fodi tutt i di attendamento che procurano a! soldato un p iù efficace riparo contro i rigori del e.lima monta'ln.

.Attendente. E' un soldato semplice concesso all'ufficiale p er suo particolare servizio. Affinchè un soldato possa eqsere concesso per :ittendente, ,;!cve esso ste:,so ,~onsentirvi e - contar:; ~ln1e.no sei n1csi di servizio. Il numero degli attendent i vari.a. da tre in tempo di pace , cinriue in tempo d i gue1;ra. per i generali d'esercito, a -uno .per gli ufficiali inferiori, secondo le nor me di Ul'. appasito regcla mcnto. G li attendenti, finchè rimangon0 in tale servizio, non oo~~sono ottenere pr.1111ozi0ni: quelli deg!i ufficiali inferiori .che r;c,n t:an• no cavalli sono cìi,pensati dal senizio territorfrde e <li qu:-i !"l le1 e. D ~\'nHo pe!'ò inter 1'!n ire almeno ad una istru .. ~ione o a<l una esercitaiione al giorno, cioè a quella più impor'.,ml'e secondo )'arma alla., quale a,ppa.rtengono; inoltre co,.co, rono nel servizio di guardia quando i soldàli del co,·po non han:10 tre notti libere da ta le se1-v-i%:u. G li ctltri attendenti sono totalmente dispen~.J.ti ciaì ser'"i7.io ttrritoriate e di qu:1rt:=~re e ,dalle va.rie eserrlta2.ioni cd istruziani; ·1d essi i c~mandanti di r.orpo 1)oss0no anch? accordare ~a i p,ernottare foori del qt:art~cre- c. di non ~onviv!;J.'C 0! ·,-ancio. Quest'ultima conccssior,c ;,uò ~sscre fatta anche 1gl.i at':encler.ti di quegli ufficiali <li qualunque grado thc abbisognino di tali '!g~volezze. Ciascun uClìciale è responsabile, verso il 1·ispetl ivo capo di corpo o di servizio, della condotta del ·proprio attendente. Ncll'c:t~rrilo p iemontese, ,Jno . :i.I 16.~4, ,;li ufficia li avevano per i! !oro ser\'lz.io per.sonale, servitori non n1i-

litari. Era tuttavia invalso l'uso di considerarli come soldati alfin<:hè potesse•:o riscuoteré la v.1ga e il pane.


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Nr.l 1685 si ordinò che questo abuso cessasse. ma nel 1691 si cominciò a con cerlere agE ufficiali del reggimento delle Gnardie d i comprendere n ~i ruoli i loro servitori. Tale concessiQne r,1 este_sa., ·nd·. 1693, ' anc(1c agi; u fJir:iaE degli altri reggimenti e da allora (Jueste persone di servizio furor,o considerate niili.tarizcate. Infatti, il R. viglictto del 20 no\·en1bre 1693, mentre proibiva r.gli ufficia li di fanteria di .,;ervirsi <lei s0làati com·e servitori, accordò loro di va lersi dei ,~ forieri schizzi;), in numero di due per ogn i capitano e di uno per ogni luog(lt1;;nen tc. Ebb~ro •paga e pane ed erano calcolati fuori organico; passa van:) le rivi::;te, 1110:1td.vano la guar-

dia con i loro ufficiali e ne ;,ortayano le anni. Dovevano essere persone d i moralità inc~n$urata e vc,tivano di colore differ.,11tc da quelb <lei s-ildati. Con le r iforme che ebbero iniz;o n~l lii3, venue concesso a i capitani e<l agli altri ufficiali ùi :grnd:i ~uperiore d i prendere a l loro servizio so1dati destim,ti a passare negli i~validi, che ebbero nome <<trabanti». Agli ufficiali inferiori rim:1tcro i forie ri . Col riordinamento del 1814 nessun:t innovazinn~ fu apportata a ques:o particolare servizio : gli ufficia li super iori eb!Jèrv un trabante : quelli d i grado inferiore ebbero domc5lici, o si ,ervirono abasiv~nnente ,di un sold~\to. ì--;el 1831 v~irnero concess~ le competenze da soldato ai domestici degli ut'licia li senza cav,illo, e fu dato il trabante a tutti gli ufficiali, d i qual;iasi grado, che ,,vçs;;e·:u cav;i !lo. I trabanti degli ufficiali inferior i ebbero uni iorme speciale, qu,,Jli degli ufficiali superiori -p oterono vestire in borghese ;;x:l in linea. I trabanti vennero soppressi ne!le va,·i'l .trmi 11d 1832 e 1333, e a llora s i concesse agl i ·Jfficiali d i prendere soldati quali <•. ord inanze il, o « soldJti d i conòdenz:t >J. J\,: 1 18,5 si stabilì eh,· le ordin,nze non polè5se1·-1 essere concesse agli uifìci;,_Ji no:o appartenenti :i. ,Jrpi d i truppa e cbc gli ufficia li addetti alle truppe .' le ave,sero l•na . sola pe1 ciascuno, ~celta nei rispettivi repar,i, vok-nt:iria, e per la quale paga.vano quattro lire m~n,ili " !la m:issa d'ordinario del cor po. I ~oldati ,le,tinati a tal servizio erano esenti da i servizi ordinari, m1 mon tavano !e guardie. Nel J.847 fu, per gli uffici:tli -;ubalt~rni, ridotta la tassa a due lire. Attenàe-iiti (l,;larina) . Nell'armata navale, sono concessi attendenti in numero vario, da due per ogni ammiraglio. a un so]Q attendente per og,1i due ufficiali inferiori e pe!" ogni tre g'.la!·dìamarin:i e ;;radi corrispondenti (a be rcio). G ìi attendenti a bordo fa,mo parte integrante dell 'equipaggio de~la n1.ve, essendo computati nella fo:·za stabilit:t dalla tabella d i equ ipaggia-

TrombaJn si

ATT

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I ~,i [g [g I cf (f ILe I J' I 1nenlo. A boroo, indipenden temente dagli attenèenti per

int~rvcnto è necessario per ragioni eccez ior.al i d i scrvi,h. G li alt:i atten denti par !ecipano a tutte ' 1i is(Ì·u zioni, scuole, ri:.i5te, para;e; sono èscnti dalle comandate e dai servizi ordinari cd . anèhe dal servizio · di guardia , ;:c,nrpre cht: gli. ~.ltri militaci ciel Corpo abbiano, d i tre nctt;, du: libere rb. tale servizio. I n caso cont.ario vi partc~ipano es;i pure e non po~sono farsi surr0g:1re; ck~m0!10 in · casçrma e convi ~·ono al rancio. A bordo gh a tten,!enti ,]egli Uific,ali ,\mmir.igli, Generali Superiori e quelli degli Ufficia li in seconda sono in massima esenti ,h qua:unQ\lC ,èn,izio, eccetto c!1e dalle chiamate e d agli eserciz i generali. Gli attendenti dci;li altri l,iilidali partecipano a tutti gli ~sercizi e a tutte ie scuolt, sono es~nti òalle comandate, fanno il turno d i guardia wme phntoni alla camem del Consiglio e al quadrato Ufficiali. Ql'ell; arldetti alle 111~n~c ~d a!it cucine fanao quel servizio che vie:,c stabilito <lai Somandante della nave, compatibilmente con i loro doveri giornalieri. Gli attend:,nti <legli LJflìci:ll i Amm iragli, Genera li e superiori possono vestire l'abito civile. Non /. però pern1~.sso d i far indos;are agli attendenti abiti foggi,iti a livrea.

Attendola (Ambrog-io) . IngegMre militare del secolo :XVI. Costruì le fortezze di Capua, di Gaeta, di Cotrone e di Brindisi, conforme alla tr:icl izionc italiana. O ltre a dette opere d i difesa es~guÌ molti lavori di architettura civile in Napoli. Atte11dolo Sforza. V. Sforza.

Attenti! Per far ,prendere al soldato la .p osizione normale e per fargli conservare l' immobilità ed il silenzio si dà il comando : cc A t-tcnti » ! In questa posi• ,ione le cakagna sono unile sulJa stessa linea, le punte dei pied i egualmente aperte e distanti fra loro quanto è lungo il piede, .le ginocchia tese senza sforzo, il busto a piombo, il petto aperto, le spalle alla stessa al-

lromba in si

b

Èlt' I tezza, le braccia pendenti, le mani naturalmente aperte con le palme r ivolte verso le coscie, le dita unite col pollice lungo la costma dei panta loni, la testa alta e dritta, lo sguardò d iretto avan ti. Ha particolare importanza il giusto collocamento dei piedi. I l segnale musicale di A . è iden tico per l'Esercito e per la Marina.

Attergare. D iconsi « atterg,, ti » pa che sono uno a tergo dell'altro.

reparti di trup-

Atterraggio. :-fanovra che compie u,1 i!eromobile, per mezze <lelh qu:, le discende per jlOs.u-si sul snolo. E' manovra propria degli aeroplan i e de i dirigibili. L'atterraggio dégli aci·oplan i può e:;serc c'=\!t:;n ito :

il secvizio particolare, ,on:i ~oncessi aknn i attendenti per le m,;,1se e per le cuc i,1e. Gli attendenti degli t;fii-

a) sulle 1·1wte : ~on molta velocità, con l' asse long itudinale de1i•acro1nobjle in posizione orizzontalè, in

ciali Ammiragli e gradi corrispondenti e quell i 'degli Ufficiali Suneriori, a ·.erra, ,)ossono cs;erc ~sentat i dal dormire in caserma e dal conviv~re al rancio; non fanno servizio di guar<li.1. e no~ intcrvengo110 alle riunio .. n i del Cor po che nel caso <li r assegne annuali o d i ispc-· zicni a, corredo o in que:Jc circostanze in cu i il loro

modo che il contatto col terrene avvenga in un primo tempo soltanto sulle ruote, salvo a poggiare la cod:i. non appena l'aeromobile abbh perduto la sua velocità resid u:i. E ' atterraggio d.1. u~arsi esclusivamente su campi piuttosto lunghi e ben levigati. b) di c&da : con veloc ità ridotta, çon l'aeromobile


805

ÀTT

campo dl aviazione con l due T di atte-rraggio

i n posizione tale da permettere che p rendano contemporanea men te conta tto col terreno le ruote e la coda . E' atterraggio più difficile del precedente, ma che presenta minori rischi, spcciafmente in atterraggi forzati in campi occasionali. A tterraggio forzato è quello che viene eseguito, per gausti c-he non consentano l'ulteriore p rolungarsi del volo, su campi di fortuna convenientemente p reparati lungo le principali rotte aeree, o su terreni del tutto occasionali. Le norme più importanti per l'A . nei camp i d 'Aviazione, sono : 1° In ogni aeroporto la d irezione normale d i a tterraggio è indicata con un T tracciato sul terreno e ben visibile dall'alto, e la direzion e del vento con freccia girevole, e manica a vento.

2° Per gli atterraggi notturni le segnalazioni sugli a eropor ti vengono eseguite con dei fuochi nel modo seg uente: a) dei fuochi rossi delimitano il più esattamente possibile il terreno òe può essere utilizzato dal pilota per la manovra di atterraggio. b) la direzione del vento indicata con un T lumi1,oso o in mancanza con tre foochi mobili disposti a triangolo iwsccle la cui base è dn:a uguale a lla metà (lell'altezza. 3° l'atterraggio, in caso <li vento a terra, deve essere esCf,'1.lÌto in dir ezione opposta a. quella dalla quale il vento soffia. 4° Se d'Je aeromobili si avvicinano contemporaneamente ad un aeroporto per atterran•i, l'aeromobile d i maggiore quota deve manovrare per evitare l'aeromobile di quota inferiore, allontanando,i d alla propria rot!a verso destra. La manovra di atterraggio per i dirigibili è p iù complessa e richiede la predisposizione a. t~rra di sei s(Jua.• d re di uomini (pi,1 o meno numerose a seconda _della cub1tura dcll'a~ronave e delle condizioni a tmosferiche; occorrenti per la manovra , delie. funi. Quattro sw1adre

vengono d isposte su due fiie di fronte, formant i un an go'o d i circa 45°; due squadre in 0rdine chiuso nell'interno dell'angolo. Alla fine d ell'ascensione, ~ondotta l'aerona,·e ,i bassa quota ( 100-3:J0 m.j dimin~ ita là vcl.:,cità propria, mentre ·il timoniere cerca d i d irigere · diritt~ e contro ve;at1>, l'ufficiale a lla -;_uota provvede ad etjaili ilrare staticamente l'aeronave ,:, ,t rcgolare l'assen o longitudina le manovrando convenientemente il gas o la zavcna in modo che, a.ppena fermata l'aeronave, s i ma>1lenga equili brata con il suo asse orizzontale. Ultimate le operazioni di equilibrio, J';,e~vn,tve si d irige contro vento, verso il lucg'o destinato p~r I atten aggio, e giunta ad una certa distanza conveniente perchè arrivi sul poJto ove sono concentrati g', i uomini di manovra , con \'elocità n ulla , si sg,a.nano le eliche, lascia.n<lo p~rò i m0:ori in moto, mentre il timon'! di quota, rorìvenieri!ernente manovrato, permette di ra<rgi'tmgere la qu,..ta. stabilita per l'atterraggio. Se l'aeronave è posta in direzione ·c ontro vento, con ;:,ochi giri di elica, avanti, o indietro, è facile ottenere di fermarla sugli UO!llini di manovra ai quali si lancia dal pa!lune· il :r,ialloppo (fune di canapa di circa 100 m.) che servirà per tenere l'aeronave a terra . I n ca,o d i avarie <lei grup po moto propulsore si compie l'atterraggio che s i d ice << statico » in contrapposizione <lei precedente che dicesi << d ina mico)) . .Nor~ a!mente l'atterraggio sta tico Yiene e.seguito fuori campo, e presenta molte difficoltà, specialn,cnte se il vento r: forte. In questo caso l'aero:1avc esegue la n::ivigazinne libera, ~, 5ce:to i1 terreno adatto che r imane ~ottovento, ,preparato il gruppo di sacchetti e le ancore, in prossimità di esso scende lentamente e la ncia i malloppi, che, mentre alleggeriscono l'aeronave del peso della. par te che toccl1erà il suolo, com inciano a far p resenta1·e l'aeronave contro vento. A questo punto vengono filate ·le ancore, in modo tale che esse facciano presa acl uno ostacolo conveniente e sicuro. Atterraggio (1'\1arina). In ter mine marinaresco. dicesi di una n ave o squadra, o convoglio, che, dopo di aver compiuta una navigazione alturiera, si avvicina alla


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La squadra ctl manovra tira 11 cllrtglb ile a terra con la rune

costa, la riconosce e manovra per andare al!a fonda o entrare in porto. (La voce non <leve essere confusa con l'altra d i sbarcare, prendere terra). L'atterraggio d op~ lunga navig~zione è opera;:ione molto delicata in cui trovat)O impiego i metO<Ji della navigazione astronomica e quella costiera. Nei posti d i n~bbia e in vicinanza di zone pericolose gi -usa andare all'atterraggio rettificando la propria posizione con le segnalazioni radiotelegrafiche di apposite stazioni radiogoniometriche impiaotate sulla costa. Il metoào è ormai diventato tanto perfeziot1ato che una nave, sapendosi in vicinanza del porto nel quale vuole arrivare, può chiedere con la R. T ., alle stazion i vicine, il proprio p unto che le viene tosto segnalato con grande precisione me-cliante la intersezione, suUa <:aria, della direzione con cui sonc stati intercettati con temp maneamente i segnali R. T. <lella nave, da tre o più stazioni opportunamenie di3tribuite sulla tèrrn. ;\llrn m~todo è •wello ciel cavopilota, ossia un cavo conduttore d istese, nel fondo <le! mare pcrcor3O costan temente d a corrente elettrica, che crea intorno a sè un campo magnetico la. cui presenza viene riconosciuta mediante ap positi rivelatori impia.n.tati sulle navi. Il bastimento, regolandosi sulla inten"ità d el campo con i rivela tcri, ha il modo d i seguire l'andamento del cavo elettrico ed imboccare' l'ancoraggio anche ~e~za vedere la costa.

Attestare. D ices i tielle truppe in movimento che sostano temporaneamente su linee, in massima, ben dete:-mina,te ((( linee di att~stamento ») per prendere breve riposo; per verificare od eventualmente riattivare i collegamenti colle unità viciniori, con l'artiglieria e con gli aerei; per provvc<lerc a i rifornimenti ; per riordinare i reparti; per effettuare lo scavalcamento o la sostituzione dei battaglioni -di .p!"ima -l inea; per disciplinare e r egistrare il tiro d i accompagna.mento. Le linee d i attestamento seno p reor<linate, nelle marcie d'avvi-

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c:inamemo e nell'att1cco, qt:an.do si prevede siano ne-tess?.r ie, o anrhe soltanto uti-li. Nelle marci,• d'avvicinamento sono p reordinate perr regolare l'avanzata delle varie colonne (specie queile aventi diver5a v.elocifa) in modo da. farle procederesincrc11icamente : particolare importanza. assume in queste mntingenze il coordinamento fra la fanteria e l'artiglieria, n ell'intento di ottenere che questa s ia semprein grado. in parte o al completo, d i intervenire prontau11en te .per preparare e. sostener~ l'avanzata della pri-• ma in rnso d'incontro col nemico. Durante la marcia d 'avvicinamcntr, le linee di attestamento sono scel te se-concio cara tteristichc particolari del terreno ( corsi d'ac-• riu,•., .,trat.le, linee particok!.ri del terreno con andamento, per pendicolare alla d irezione d'avanz;.ta, ecc.) e sonù. tea loro distanziatl! di un'ora, due) di nmrcia, a seconda della· lunghezza della mar~ i·,1 d 'avvicinamento, delle dif-. ficoltà della avanzata, c,;c.; nei terren i rotti, copert~. nel!e zom bascosc, le linee <l'attestan1ento òebbono ess~re più ravvicinate che non n ei terreni scoperti e di: facile percorri bilità.. Ih,rante l'attacco, che ogg i s i svilu ppa. per una profonditi, di rliversi km., è ;ndis::,ensabile stabilire linee· d'attestamento più o me,10 tra loro r avvicinate (3-2-1 ~m. ecc.) con andamento gener~le parallelo al fronte <l'attacco, con i scg•c1 enti C!"iteri: nell'attaccv l'azione d~i· var i ,eprti è regolata rbgli ob!Jittti 1i ad ognuno d'essi assegn.,ti, obbiettivi ~hc, co!Jegati nel senso par:illelo, alla fronte ri'av:lllzata, co~titu isco no succesoive linee rii a:testam,,nto : la prima d i queste è rappresentata , dalla ba,e di ,putenza : l'ultima da quella che riun isce gli ob1'ieU1vi topogrnfici da raggiungersi (obb·iettii•o normale): le <lue linee <l'attestamento ac,:ennate potranno , essere tra loro sci:,arntc anche di ,parecchi chilomel ri (per esempio di 3 chilometri circa se s i tratta dell'attacco di una divisione, 6 km. circa se di un attacco,

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di COfpo d'annata). In tal caso conviene che ve ne siano alcune intermedie, per dare modo alle truppe di riordinarsi, per pePÌnettere sostituzioni e scava.lcamenti dei reparti più duramente p rovati nella lotta, p er verificare ed eventualmen te riattivare i collegamenti, ecc. Secondo il terreno che, colle sue accidentalità topog,afiche. può disgregare p iù o meno i reparti e compromettere i collegamenti laterali, queste linee intermedie <l'attc.,tamento potranno essere tra loro p iù o meno di· stanziate ( l km. 500 m., ecc.). Ma oltre che per gli scopi oradetti, le linee intermedie di attesta.mento possono essere consigliate per d isciplina.re e registrare, su dati -fissi e noti, i.J tiro di accompagnamento -dell'artiglieria leggera od anche delle artiglierie pesanti, in modo che esso si leghi all'avanzata della fanteria attraverso a determinale e successive linee di attestamento ben d efinite sul terreno e tra lo.o intervallate di 300-500 m . circa e osservabiii da opportuni osserv:ltori collega ti ,;oll'~.rtiglieria (ad esempio, costoni succes;:ivi con andamento generale parallelo alla fronte d 'attacco, m argini di zone boschive ecc.). Quando la fanteria giunge su ogni linea d'attestamen to stibilita nel piano d'attacco (comune a lla fa11tcri1 ed 0.ll'artiglieria cd all'aviazione), con segnabzioni di estrema ,emplicità indica 1ll'artiglicria d i spo. stare o riprendere l'azione a fuoco. Il tiro d'accompagna.mento .a sua volta, procede con una successione di sbalzi com1uisurati alla presumibile velocità di a vanzata della fanteria, e disciplinati e registrati, di tratto in tratto, sulle suc<:essive linee d'attesta.mento. :S' però <la · tenere p resente che se le lince di a ttestamento debbono reg0lare lo sviluppo dell'attacco e l'azione armonica tra fooco e movimento, non debbono irrigidire la progressione <lcJ.I' attacco nel senso che, in rosi favorevoli, le truppe devono avanzare oltre le lince di attestamento anche prima dell'ora .prestabilita, e, d'altra parte, casi sfavorevoli, possono .imporre linee di attestamento non p,·estabilite. I n tutte queste varie contingenze occorre nei vari gradi gerarchici 1 un'ft.-

z ione di comando illum inata e pronta, tale da armoninare felicemente iJ piano presta·b ilito <:on la concreta

realtà. Per sviln.pp:ne e disciplina.re quesfe ' sà{iè ·· inizfative, · ,·, necessario un lungo continuato éd acc'urato addestramento dei quadr i.

Attia-gens. Fa.m i.glia romana, il cui nome si trova scritto anche còn due c (Accia). Appartennero a questa fam iglia i seguenti personaggi: Attio Tullo re dei Vosgi: accolse Coriolano esilia to d'a Roma, e_con lui foce una spedizione contro Roma medesin1a n el 489 a. C. P . Attio Van:>, proconsole <l'Africa nel 51 a. C. Fu partigiano di Pompeo nella guerra civile tra Pompeo e Cesare e fu . imo dd càpitani pompeiani più energici. Arruolò due legioni in Africa e organizzò potentemente la resistenza d i questa provincia, alleandosi col re indigeno Gi•uba. Da~principio riportò successi contro Scri-bonio Curione inv iatogli contro da Cesare; ma, dopo la rnmpagna Jisgra ,ciata di Metello Scipione, si venne al disastro dei po,TIJ!)eiani a T apso ( 46 a. C.) . -\llcra Attio col re~iduo del suo esercito si rifugiò nelhi Spagna e dopo la disfattn d i Munda il suo cadavere fu trovato fra i morti d i quella sanguinosa giornata:

Attila. Re òegli Unni, soprannoin inato « Il flagello di D io», m . ne l 453. Nel 443 d ivenne capo di tutte le orde -degli Unni che viveva.t)O nelle vaste regioni a Nord del 1-!ar Nere e del Danubio, sottomettendoli al suo dominio col proposito di lanciarli contro i due imperi romani. È ciò fece. con quelle spedizioni che sembrarono dovessero sommergere l'antica. civiltà. · Devastò l'Europa <lai Mar Nero alt' Adriatico e sottopose gli impentori <!"Oriente e d'Occidente ad un tributo annuo ed al le imposizion i più avvilen ti. Nel 451 attraversò 1a Germania, passo il Reno e mise a ferro e a iuoco tutta la Gallia. Ii prefetto romano di Parigi, Aczio, era pervenuto :t r iunire contro Attila tutti i prin· cipi delh Gallia cd il 23 giugno 4.51 fu la giorna ta <lecisiva,. nei « Campi Catalaunici ll . Aotila sconfitto ripas,.ò il Reno e secondo la leggenda fi.nì tragicamente, 1.,cciso da Ildico, la notte stessa delle sue nozze con costei.

Zooo ·d'attacco dl un batt.ag-Uone, aa) hase di partenza; b b) obbletlivn normale; e e) d d) e e) f f) g g) linee d'ati.estament:o.

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Atti·nture: Contusion i, relatinmentc frequenti riel cavallo n 1ilitare, che avvengoi10 per il colpo o per lo strisciamento del p iede in levata, specie nelle anda-· W.r.~ ce\cri, sullo s tinèo deila ga1i,)>a an t~ ricrc .da l. la!o ipter_no fo10 d gir:occh io, ovvero contusioni dalla coron~- al nod~llo, .sempre della gamba in 'ap~Òggio, posteriormente. Le a,ttinture devono ess~re molto sorvegliate, noi1 solo da , veterinari ri, i-litàri, ma anche dai tòirià·i;dan ti di reparti montati o da traìno, pcrchè in breve volgere di tempo rendono il quadrupede inservib ile. Oltre alle cure• veterinarie, -i Comandanti dei repart-i -provvedono con cure preventive, muner~do i quad rupedi difettosi <li speciali calze para-intagli; o di stinchiere o stivaletti. ::~~(itudine MiUtare. L'attitudine, geaericamente, è.., i;\'t, èl_i~J??sizione a lottare contro la concorrenza di al-

4"! er,,eri al fine ~i salvagttardue se stesso e la proP{!cià d i ben.i CC(!riomici. . ,.;1L:ttt.itudinc n1ilitare,. a son1iglianza di ogni altra ered i.là organica, ha una intensità, una misura, un valore dive~,o da individuo a in<lividuo. In alcw1i sarà cosl tenue da non potersi n emmeno avvertire; in altri sarà spiccatissima. Essa non è che una d isposizione natunile alla lotta bellica; perchè divenga capa.c ità e abiliti,· secondo le esigenze attua li d ell'arte militare, in rispondenza alle e.sigenze contemporanee dello Stato, oc'corrono gli stimoli e gli esercizi d'ordine tecnico e d i ordine volitivo, quali sono stabiliti daHa pedagogia m ilitare. L'attitudine milita.re ba a ltresì un aspetto collettivo, che si manifesta nei vari gruppi sociali (es. fa!11Jiglie, tribù, nazioni). Come rilevan si diffevenze notevoli di intensità, di misura, di valore da· indivi<luo a individuo iper l'attitudin~ m ilitare, così rilevansi differenze fra popolo e popolo relativamente alla stessa attitudine. D istinguonsi per tal ragione popoli guerrieri / e• popoli militari; e vuolsi intendere, popoli che hanno una maggiore attitudine alla guerra e a ltri che l'hanno meno. I primi. hanno - come dice il Guevrini - un:1 struttura. fatta principalmente p er la p redazione della ricchezza, ossia per la guerra; in essa struttura, sono ca p i civili i capi l!'ilita ri; l'a utorità centrale vi è fortissima ; vi impera una gerarchia ben d efinita; vi esistono gradazoni sociali, talora esplicite nell'ordine po• sitivo, talora implicite nell',ord ine .comune. I secondi hanno invece una ,.truttura fatta .principalmente per h ricchezza, o,sia per la pace : in essa struttura, sono ,ca,pi m ilitari (quando si debba combattere) i capi civili; l'autorità centrale vi è poco fòrte e la massa tend e costantemente a limitare ad essa i poteri; la gerarcliia ~ociale vi è male definita ; le gradazioni sociali non esistono e ogni individuo si sente prima d i tutto eguale. a ogni altro ind ividuo, quindi intolleranze d iscip linari. Non ocwrre d ire che rade voi te questi due tip i sociali sono puri; tante cause concorrono a produrre tipi a caratteri promisc:,ii; influiscono su ciò i modi <l'esse re rlelle società circostanti, sia .pc] naturale spirito òi imitazione, sia per la n ecessità di adattare la p ropria struttura sociale a llf struttura degli antagonisti; influisce anche, e forse più, la mescolanza delle ra?,ZC der ivata dalla conquissta o da a ltre cause. In conclusione, l'attit11dine mil-itare è p rimieramen te tt1' valore individu ale; succe$sivainente, ~ un valore socia le, dàJ quale la tendenza delle s ingole società orga: niche (f~miglie, tribù. nazioni) a volgersi a preferenza

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alle opere di guerra anzichè a ·q uelle di ,p ace, o •vicevci-s:t'. Però ht capacità ·d: fare g\'etra valida, ' benèhè s i· fondi in ogni caso ' sopra J'attitud inc m ilitare, è alla fine prevalentemente in ragione ··de·lle istituzioni mili~ t~ri, come bene affern1a e d imostra il nostro Machiavelli, richiamandosi a.gl'insegnamenti inoppugn abili d ella · storia.

Att.ive (Unità) . Nell'esercito degli Stati Uni ti d'Amcric1, diconsi Un-ità A. quelle che sono in piena efncianza, in confronto alle Unità Inatti~·e, le q1.1_ali - p ure iepparteaenclo and1'esse a ll'esercito attivo pennancnte (i?.cg11lar a.rmy) - in tempo di pace po3siedono soltanto una parte dei quad.ri e del, materiale, e debbono eseguire il loro completamento all'atto stesso- dell3. mobilitazione. Attività Militare. L'A. M . si identifica in quel complcs,o organico e con tinuo d i atti e di opere, sia ,l'ordine materia le sia d'o,·dine spiri tuale, mediante cui lo Stato si mette in grado d i sostenere le ,p roprie ragioni di vita in guerra, quando la guerra si rçnda inevitabile. L'A . lv!. negli Stati moderni è promossa. e r egolata in ogni sua parte da un corpo <li leggi o << Istituzion i militari », che- voglionsi conformale nel miglior modo poss~bile al carattere storico, p olitico, economico, socia le, ·ecc., d i ciascun .popolo; a ltrimenti essa attività di,;per<le molte ei,ergie e non riesce d 1e imperfettamcn 7 te al suo fii1e. Essa è d'ordine strettamente ,giuridico e pubblioo per interesse pubblico. Dev'essere però ·c onsiderata nei ~uoi d ue aspetti, cioè quale attività ineren te alle persqne fisiche (cittadini singoÌi) a conseguenza di un dovere militare, e qua-le attività della persona giuridica p ubblica massima, lo Stato. L'A . M . del cittadin o, s ia volontaria o sia imposta, n on può essere a l tempo n ostro che conforme alle le.ggi e istitu1,io11i ,~ilit~ri, perchè tral!asi, come si è dcl~o, d i attiviti. pubblica assai delica ta per interesse pubblico. E ' apa pena d~ r iccr<laròi che in altre epoche, per esempio nel Medioevo, fu anche un'attività .pri1·a,ta per interesse p rivato; effetto e causa ad un tempo di quel d isordine sociale, che permetteva un diritto privato d i far guerra, o alme1;0 u n esercizio privato della guerra_ ~esta a ttività individuale del cittadino è volta a due fini: !+primo: consegui re l'educazione mili-tare, cioè .] a compiuta capacità e a bilitazione tecnica ( istruzione) e spir ituale (formazione volitiva) per l'adempimento intero ... del dovere militare ove b isogni; il secondo : combattere a fine d i vit toria qua ndo e dove lo Stato ord ini. In merito a que,;to aspetto individuale deH'a.ttività mi litar'!, conviene rilevare una d istinzione fra l'attività militar~ della comune dei cittadini e l'attivi!~. militare <li q•1el relativamente esiguo 1rnmero d i cittadini che si -dedicano, come a particolar professione, a ll'attività stessa. I primi non sono distolti da questa attività dalla ordimu-ia vita operativa, o non lo sono dre parzialmente; i seccndi, ne sono invece presi completamer,te, senza però s traniarsi per ta l ragione d alla vita generale e pubblica dello Stato, alla quale con~ tinuano a contribuire come ogni altro c ittadino. Essi costituiscono i quadri permanen ti della « Nazione a rmata i,. l\.fediante la loro attività p rofessionale si rende possibil~, si attua pra t icamtn te e si assicu ra la contin uità della organiuazione d egli uomin i, dei materiali e del terreno, dell'ed ucazione, dei comandi, ecc. Rap -


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j:,rescnlatèO, insomma, il tecn1c1smo militare professio• nale, dal quale deriva la cap1cità organica specifica della Na, ionP. alla guerra, in relazione e in aicmonia con i fini politici dello · Stato. L'A . J.1. considerata invece come attività collettiva _propr ia dello Stato qua le persona giuridica pubblica, ha <Una importanza assai maggiore. Essa s i unifor ma ai ,dettam i della politica i nl.cr,rnzionale (scienza politica); ca.i caratteri et nici, storic i, economici, ecc., d el popolo (scienza dell'uomo); allo sta to presente <lella civiltà, d al -quale d e rivano i mezzi che s i possono imp iegare al fine -(scienze, indust r ie, arti). Nella sua esp licazione all' in• terno, ha d i mira: aJ La costituzione della forza armata r.e' suoi cle· ..rnenti: uomo ( rcclutam~n to, ord inan1ento, a mn1 i.nistra-

.zione; m1tcriali (raccoltl, distribuzione, ecc.); tCJ.TCll') (eircoscrizi<>ne, for tificazione, ecc.). Questo aspetto dell'attività militare dello Stato si riassume nel nome di •« organica ». ·b) L a vita fisiologica d ella forza armata, onde essa -vive e può operare. Questo aspetto d ell'a ttività si rias• sume nel nome di ,e logistica».

e) L'educazione della forza armata, ossia le formazioni educative: degli individ'l!i, delle unità. di guerra e dell'Ente complessivo, per quanto è istruzione tecnica ,e .p er quan to è formazione dello spirito militare nei singoli e nelle collettività. Quest'opera delicatissima, si a·iassume nel nome di « pedagogia militare >> . d) __L 'azione opera tiva, specie in guerra. Questo a• ;5pebto dell'attività, in quanto si svolge : in pace con lo studio delle varie eventualità di guerra e con le predisposizioni conseguenti di inquadra.menti, · di piani -di operazione, ecc., e in guer ra con le deliberazioni, le formazioni dei concetti operativi, gli ordini d'opera. .zione, ecc., si riassume nel nome d i <e strategia >> ; i.n ,quanto è propria-mente a ttività. combattiva, ossia lotta, az.ione varia di armi, che si adatta .aJle cose e circostanze variabili del campo d i battaglia. per trarne la vittoria, si riassume nel nome d i <e tatt ica». In terzo luogo, vuol~i considerare l'attività milita.re <lèllo Stat o anche in qu_ell' aspetto mentale o prncesw scientifico-filosofico donde, stabilitasi una perfetta armonia fra pensiero e azione, fra esperienza e riflessioa1e, tra momento storico -p assato e momento storico pre.sente, s i mira a comporre,. e si compone in realtà, la dottrina e •la scien7,a dell'a:tivitèt medesima, all' in tento <l i potervi attendere, successh·amente, in maniera sem• -prc m igliore. Questo particolare aspetto dell'attività mi• litare si riassume nei nomi d i (( Storia dell'arte mili,tare i>, di <e Scienza militare >> e di <( F ilosofia militare ».

sicur'ez,;,. la navigazione. I-h avuto grande importanza durante il periodo ve lico pcrchi: <la Ùua buona a t• t rczzatura degli alberi dipendevano le qualità mari11a • r esche e com battive della nave. Soprattutto per le d iversità deJle a.ttrezzature venivano d istinti i vari tipi d i nave, d i cui i principali furono, per lungo t~mpo, e per tu tte le mari11e : le sloop, la cor vetta ; la fregala; il vascel!0. Duracte il periodo velico l'attrezzatura delle n avi da commercio era d iversa d a qucla <le!le navi da guerra. avcn<lo quest' ultimc, il p ii: delle volte, un doppio giuoco di cnnlami per la manovra de.i pennoni, (u no di riserva per il com battimento) ed in .generale tu tta l'albcrat'ltra• (V.), più robusta: e più_ accurata. Anche a l giorno d'oggi è r im'3.Sto nèlla mnina da guerra f uso. della parola attrezzare, perchè ad eseinpio, si p uò prendere un r imorchiatore ed att rezzarlo a d rag,im ine, intendendosi d ire con· ciò · che Jo s i munisce di tutti gli apparecchi e congegni che gli ,perrneltono di 1ndare a dragare fc mine. ·

Attrezzi. Nome collettivo delle cose maggior i o mi• nori che servono ,l'I fornirnento dell'artiglieria , dei pont i m ili tari, nonche ;>cr a ltri lavori d el Genio t-fil itare. Questi ultimi fanno .parte degli oggetti mobili descritti negli inventar i che d a lle · Direzioni rld Genio sono com• pila ti per potere poi effetruare le consegne dei locali agli utenti. Attuari (Act,tarii) . Ant. Nome dato durante l'impero romano agli ufficiali incaricati dell'approvvigio• n amento e della di,t r ibuzione dei viveri alle trUJ)pe, o ltre che della registrazione delle operazioni militari. Attuario (lat. Actuarimn). Ant. Nave a _una fila di remi e a vela quadra, adoperata specialmente per traspor ti in tempo à i guerra. Diffen..a,._ dall'on·ecaria,

Attivo (Servizio dtho permanente) . Posizione in -cui si frova l' uffidale ap.partenente ai qua.dri organici ,dcl!'esercito e pro,·v isto d'impiego. L'ufficiale si dice .appunto « in attività di servizio iJ .

nave semplicemen te mercantile, a vela soltanto. Poteva essere più o meno grande. Corr _ispondcva _a ll'attua.le « traspor to >i, essendo cioè n ave militare, ma non di linea .

Attok (Ant. Taxila). Città 2.nt. ciel Pengiab, n ell'India Inglese, ne!la valle dell'Indo e sul!e sue rive . .Punto strategico i-~1port.ante. Vi p:i,ss.,uono Alessandro Jlfagno (326 a. C.) T amerlano (1398) Nadir (1738). Jikbar vi c~struì una celebre fortezza.

Attuariolo ( la t. Actuariolmn) A11t. Piccola nave da guerra, sen?'albe_ro, a remi, il cui nume ro n on ol• trepassava i diciotto.

Attrezzatura Navale. L' insieme di tutt i gli at• trezzi, 01:d igni e strumenti che servono a l completa • mento d i una nave per renderla atta a<l ·affrontare ·con

Auban ( marchese · di Saint A.). Genera le e scrittore mii. francese, m. nel 1713, dopo quarantasei anni d i servi.zio. Avev:i fatto 17 c~mpagrre e preso parte a tren• totto tra as,sedi e combattimenti. Partigiano d ell'antico ordinamento rJell'artiglicria francese, scr isse d iverse· o-


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pere su questo argomen to, pi.;bblicate dopo la sua morte, fra le quali: « Considerazioni sulla forma degli armamenti giudicata al consiglio di guerra»; « _\lemorie sui nuovi sistemi d ' artiglieria >>.

. .Aube (Giac-i11to). Ammiraglio francese e scrittore mii., n. e m. a Tolone ( 1826-1890). Inviato nel Senegal, vi divenne comandante superiore della marina. Du-

AttuarloIo rante la guerra de l 1870-il fu nell'esercito dei Vosgi, e poscia tornò a l comando di navi da guerra; nel 1879 fu nominato govern~tore della ?-fartinica e nel 1880 ebbe la promozione a conlr'o.mmiraglio. Incaricato delle esperienze che si svolgevo.no in torno a lle torpedin i ecl alle torpediniere, sostcnn~ che queste avrebbero do• vuto sostituire le grand' corazzate per la d ifeso delle coste e delle Colonie. K aeque cost, per o• pera sua e di Gabriele Charmcs, la teoria che fu detta della «poussière na. vale>> . Nel 1886 l' Aubc divenne ministro della marina e l'anno seguente ebbe la promozione a. vice ammiraglio. La. creazione, sotto il suo ministero, d · una flottiglia di torpedin iere, alcune delle quali subirono gravi avarie, lo espose alle cri tiche p iù acerbe dei suoi avversari politici; il ministero cadde nel 1887 ed egli si ritirò a vita privata. L' Aube fu col)aboratore mili• tare della ·cc iRevue desdeux mondes » e della « Revue • m~ritime et <:oloniale >>; lasciò fra le a ltre pubbli-cazioni le seguenti: « Fra due campagne. Kotc di un marinaro >>; <e La guerr. mari ttima e i porti militari della Francia)) ; cc L'Italia e il Levante » ; « A terra e a bordo )l; « Un nuovo di.ritto marittimo internazionale >); « La Mar• tinica »; « Marina e Colonie».

Aubert (Gio-<1anni A.

Aubert Dubayet

D1<bayet), Generale francese, n. nella Luisiana nel 1759, rn. a Costantù1opoli nel 1798. F ece dapprima la guerra

Aua:

per l'indipen denza americana, ,p oi si stabili a G renobledovc nel 1791 venne eletto deputato all'Assemblea Legislativa. Terminata la sessione r iprese servizio nell'esercito attivo, combattè a Valmy, raggiunse il grado di generale di divisione è si d istinse per la difesa di Magonza. "Nominato generale dell'esercito della Vandea e delle coste dell'Oceano, cadde in sospetto del potere ccn_ trale e dovette subire alcuni mesi di prigionia. N cl 1794 ebbe il comando in capo a Cherbourg; nel 1796 fu chiamato a reggere il minis tero della. guerra, nella qual carica. rimase per oltre un anno; poi venne i nviato am-• basciatore a Costantinopoli dove morì.

A11bcrt Carlo. Ammiraglio francese, n. a ChateaunPu f-~ur-Loire, m. a Par igi ( 1S48-1915). Raggiunse il grado cli ,contrammiraglio nel 1903 e comandò la marina. in Tunisia per d ue anni, quindi assunse le funzioni di Capo cli S ::\f. della marina francese. Nel 1907 venne promosse vice ammiraglio; due ann: dopo ebbe un comandc di squadra. e ne l 1912 tor• nava a ,capo dello S . M . Passato alla riserva nel 1913, venne richiamato a'. suo posto allo scoppio del. la guerra -mond iale, e le lasciò per malattia nel maggio 1915 poco prima della :norte nvvenut.t il 1i1c:.c.e seguente.

Aubertin (Domenico), Genera·le francese e scrit-· tore militare, n. e m. a Lunéville (1751-182Sì. Arruolatosi semi>lice soldab nel 1767, lasciò il tcrvizio militare ,:~I 1797 col gra-lc) d i tenente generale. Lasciòfra altrn le « :Yicmoric sulla g•1t rra del'.;1. V:indt·a nel 179 3 e 1794 >> che contc;;igono notizie molto interessan ti. (,'ueste :M .:morie furono stampate nel 1823 ne: l " voh11ne rldle (< ~Jemoric del generale Hugo ,>. Aubigné (Teodoro Agrippa d'A.) , ì\faresciallo france•e. n a Saint Maury m. a G inevra ( 1.550-16:l0). F u al servizio dei rr. <i i ì-:avarra e divcnn~ maresciallo d i campo, e vice ammira~lio di Guienoe e Rrc!agnc. Ri-mase ~alvinista icrvcnte, e, dopo la morte de! re, i-itiratos i a Ginev ra, lavorò a lle fortificazioni della 'città .. Tito .'111frig11é de In Fofse. Ingegnere mii. n. a Gine ua nel 1634. Fu al ~'!rvizio dell' Olanda e divenne seguace <l i Coho;n, <li cui difese Jc teorie sulle fortificazioni r.on un'opera !)ubhli1:;;.ta a Breda nel 1705.

Aubigny lRol>erto Stewa.-t, conte di Bcamnont, sig1101·c d.'A .). Maresciallo di Frnncia, m. nel 1544. D 'o•

rigine inglese, ~ntr.:i al servizio di Carlo VIII che accom!)agnò nelle sue guerre d'Italia. Lasciato da iui in Calabri:,, vi si difese fin che potè con tro le truppe d i Ferdinando II e poi, wstretto a capitola.re, tornò, in Fr:>.ncia. Quindi venne nominato governatore del ~lilancsc, e nel 1501 marciò su Napoli e l'occ\lpÒ. Si tro-· vò quind i agli ass,edi cli Bologna (1506) e di Genova ( 1507). Nel 1512 ebbe il comando dclJe guardie scoz~ zesi e nel 1514 ricevette il bastone di maresciallo. Com•· batt~ a 1farignano e a Pavia e nel 1526 contribui allai. difesa del la P rovenza contro Carlo Q uinto.


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Aubrecicourt (Eustachio d'A.) . Capitano di vent11rn france,e del sec. XIV. Insieme con .]'inglese Pic:ro d i ,\u<lkv, nel I .l5CJ devastò la vallata della J\farna saccheggia•n<l~ una sessantina di località ~cnza trovare resistenza. I <ltte r iuscirono a prendere e saccheggiare Auxerrr ; asrnlirono Chalor.s, ma ne furono ricacciati da Eucle di Grancy. Infine, un'altra compagnia di ventma, comand:ita dal lorenese Fenestranges, a l servizio del Delflllo, assalì scon fisse ed u ccise l' Aubrecicourt. Aubriot (Ugo) . Podestà d i Parigi •p er d iciassette anni, n. a Dig ione, e m. nel 1,382. Carlo V lo nominò prima soprintendente delle finanze, poi prevosto e capitano <li l'arigi: tet'minò Je fortificazioni cominciate da S •:e fano Marcçl; il 22 luglio 1370 pose la p rima pietra della Bast iglia; poi fece costruire il Castelletto, e molte opere di pubblic:i u tilità. Morto il suo protett0re Carlo V, \ enne accusato <li eresia e rinchiuso y1eUa Eastigii:t. Riuscito

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fuggire si ritirò in Borgogna.

Aubry (Giuseppe A., l>aroHe d'Arancey). Generale francese, n. e m. a Vitry-le-François (1749-1835). Entrò nell'esercito, nell'arma di artiglieria; nel 1792 era con; andante il parco d 'artiglieria ,p resso l'esercito dei P ir~nei ; nel 1793 comandan te di brigala d'artiglieria; nel I 794 d irettore dc:lle officir.e della }.ofosella; nel 1800 com1ndante d'artiglieria a Torino; poi com.andante dell'artiglieria della ,jivisione d 'avanguardia dell'esercito d'Italia: nel 1806 comandante superiore <l'artiglier ia a Venezia e promos~o generale d i brigata ; nel 1811 ispettore genera le dell'artiglieria. Nel 1813 fu messo a ripOS(l. Claudio Aubr,, con:e della Boucharderie. Generale <l'ar tiglieria francese, n. a Uoury nel 177 3, !"'· a Lipsia nel 1813. Fece con onore le campagne della Rivoluzione; nel 1800 dires~e il trasporto delle artiglierie attraverso il passaggio del San Bernardo; nel 1802 prese parte alla spedizione di San Dominga; n._el 1809 s i coprl di gloria alla battaglia cli Essling; n el 1812 combattè in Russia. La sua magnifica condotta alla battaglia di Lutzen, gli meritò nel 1813 il ti tolo di conte: morì in seguito a ferita riportata a Lipsia. /

A 11gwsto A ubry. Ammiraglio, n. a Napoli m. a Taranto (1849-1912). Ent1ò nel la Scuoia d i Marina a Napoli nel 1863 e raggiunse il grado di contrammiraglio nel 1903 e di vice a mmiraglio nel 1907 . Assunse il comando della flotta durante la guerra Italo-Turca e morì sulla « Vittorio Emanuele >> 1nentre ancora ne aveva i} comando. Fu deputato al . Parlamento per i collegi di Castellamare di Stabia e di Napoli (Legislature XXII e XXIII) e sottosegretario di Stato alla Marina d:il dicembre 1903 al dicembre 1905.

Aubusson (Pietro rl'A.). Gran maestro dell'ordine di Mal!a, n. nel 1423, m. nel 1503. Ancora in età gionnissima entrò a l ser vizio dell'imperatore Sigismondo ; pa;;sè• poi al servizio della Francia e· si distinse in

molti fatti d'arme. Entrato in seguito nell'ordine dei Cavct!ieri, si distinse nella ,guerra contro i ipirati dell'Arcipelago e nel 1470 fu innalzato alla suprema dignità dell'ordine. Nel t-180, durante il memorabile assedio d i Rodi da parte d i M :10metto II, ii gran maestro cl' Aubusscn riportò ciaque ferit~. Innoc~nzo VIII, che gli aveva già conferito il titolo di <e Difensore della cristiani tà e d i f Scudo della Chiesa)), lo I.l rivestì della porpora ro- 1 mana in considerazione dei suoi servizi.

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Auchmuthy (Samuele). Generale inglese n. nel 1822. Combattè negli Stati Uniti durante la guerra del!' indipendenza; poi nelle Indie; in Egitto ( 1800) contro i francesi. N cl 1806 venne incaricaAU.bUSSOll Pietro to del comando delle trup·PC britanniche nell' Amerirn del Sud e occupò l\fonte• video: nel 1810 r itornò nelle IÌ1die e sottomise l'isola d i G iava. Quando fece ritorno in Io,ghilterra fu nominato tenente generale .

Aukland (Giorgio). Ammixaglio inglese (1784-1849). 11.fd

l ~33 era primo Lord del!' An;,niragliato inglese, quando venne nominato viccrè delle Indie, carica che ten•1e rlal 1836 al l~-12. Avvenne dur,rnte il suo governo la inf~lice spedizione ìngl~sc nel!' Afganistan (V.), che fu c:rnsa de.lla sua sc,s!i:uzione. '\

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Audace. Cannon iera corazzata, in ferro, ve.rata nel 13il, radbta nel H\75: lunghezza m. 42; larg_hezza m. 10; d;sJoc.a1J1ento T. 642; macchina 70 .HI'; armamento ge,:rr~sco canno11i l ; equipaggio 70.

A uda.e,~. Ca;:.ciatorp01'11niere, in acciaio, varato nd 1912, affondato per collisicne col piroscafo Rm,·ile nel golfo di Tar;mto il 24 agosto 1916: lunghezza m . 74,80;

larghezza 7,é,2; dislo.::arnento T. 7JO; m.1cchi na 16.$00 HP; vclocita rniglia .35; a.rn1a rnento guerre$CQ cannoni

V 102, JJ 40 :rntiacre i. lanciasiluri IV -150; stata magg lore 4; equipaggio 65 .

A11dace. Cacciatorpe-d inie,e, in acciaio, costruito in Inghilterra per conto <lei G iappone col nome d i cc i<:awakasc » nei 1915 e :eduto all'It,Llia nel 1917: !un-


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ghezza m . !'13,90, larghez3,-. m . 8,40; dislocamento T . 920; a,rm,imento gue rres~~ VH 102, II 40 an tiaerei, lanciasi luri IV 4S0; sta to m,i,ggiore 5; equipaggio 113. Ent rò in serl'izio nel· p,·inci pio ciel l9l7 in Alto A-

fatto d'armi di Torretta di Luceta (1861). Promosso Colonnello nel 1878, ebbe il c;mando del 2" Regg. Fan• tcria e, collocato a Ò!)OSC a sua doma nda, raggiunse nel 1895 il grado di :i\fa.ggior Generale deHa Riserva.

driatico. Partecipò a varii scontri e bombardamenti di r,,osii<ioni nemiche. Il 3 novembre 1918 concorse alla occupazione di T rieste, ed il 10 portò S. 111. il Re nella ~u;i prima visita alla ciHà redenta.

A udit ore (A. di /!?•ena). Funzionario mil. dei se• cali XVI e XVII: ve ne era u:10 per ogni reggimento. Egli funzionava da magistrato, sia in senso conciliativo, sia in senso punitivo, e ,p ubblicava i bandi. Diccvasi A. della cavalleria quello particolare - per ogm cr,mpagnia di cavalli - di quest'arma; e A. generale queJlo supremo, di un esercito in campagna, addetto al Comando, o di uno Sta.to. La ]\•farina da guerra velica ebbe !)ure gli Aud:to,·i. In Piemonte, l'A . genera.le di guerra venne creato per la prima volta dal duca Emanuele Fil,berlo nel 1S59, in persona d i Giovanni Solfo. Sotto Caslo Emanuele I vi era un A. generale, coadiuvato {la A . di campo; il primo giudicava senza appello i crinl.jni ,più gravi; .gli altri :tvevano ingerenza st:i delitti commessi i:1 campagna; le piccole mancanze era.no p un ite dai comandanti delle compagnie.

Audacious. Nave da b attaglia d eìla Marina Inglese aw,nlc le seguenti caratteristiche: D islocamento 23.000 '.J;. ; veloci tà m iglia 22; armamento X 343, XVI 102. Erotezione 3QS mm. alla cin tura. Entrata in servizio nel 1913, affondata per urto contro mine il 27

Audouard (Matteo). Medico militare francese, n. a Castrcs nel 1776, m. a Par igi nel 1856. Fu medico generale dell'esercito sotto l'Impero; poi si dedicò allo studio delle malattie epidemiche. Pubblicò molti scritti, e. fra a.Itri una << Relazione storica e medica sulla febbre gialla d .i Earce!lona del 1822 »; e una « Storia del cholera- morbus nell'esercito d'Africa» (1836), Audouin (Fra11,;esco Saverio). P ·ubblicista ~ rivoh1z ionario francese, nato a L imoges nel 1766, morto ne l 1837. Nel 1792 partecipò alla Rivoluzione; venne nominalo commissarie i:i Vandea e poi segretario del dipartimento forestale. Pubblicò diverse c1iere fra le quali : « R iflessioni sulle armi attuali »; « Storia dell'amministrazione della guerra,,.

'ottobre 1914 al Nord dell'Islanda. Gli inglesi r iuscirono a tener celata per molto tempo tale perdita, che rappr~~.en tava una notevole diminuzione della capacità offensiva della loro flotta. Attualmente (1925) la Marina I,1glese ha ancora tre unità dello stesso tipo in servizio.

Audiber\ (reggimento) . V. Acqui (brigata). Audisio (Delfino). Gene.aie, n . e m. a T orino (18181876). T enente d'art.glicria nel 1845, resse da Ten. ColonnePo la carica di D irettore Territo~iale d' Artiglier ia in Ylessir,a e qurlla d i Direttore d'Artiglieria del!'Arsena le di Costruzioni di Torino, carica che mantenne anche nel grado d i Colonnello (1864-1874). In quest'an no fu nominato Maggior Generale passando alla riserva. '

Audisio Luig-1

L,cigi A,uiisio. Generale, n. a Genova m. a Orbassano (1831-1903). Partecipò da militare d i truppa alla campagna del 1841' e p rese parte col grado di Capitano alla campagna di Ancona e Bassa I talia, distinguendosi nel

A uerstadt. Borgo della Sassonia, noto ,p er la bat• taglia del 1-1 ottobre 1806. Durante la campagna del 1&06 in Germania, la m attina del 14 ottobre, mentre il Bernadotte col suo cor po e una d ivis. Ris. cav. si d irigeva a Doi:n~'l.1rg, come da ordine dell'Imperatore, il Da vout col suo corpo si porta va al ponte di Kosen per proseguire su Apolda.. Intanto l'esercito principale prussi1no s i metteva in marcia verso l'Unstrut:t su 2 colonne, la destra su Freiburg (2 òivis.) e la sinistra (2 d ivi.;. ris.) su Laucha, facendosi ,::,roteggere a destra vcrsr, Kosen dalla div. Sch mettau ; questa a'lle 7, fra fittissima nebbia, s i scontrò verso Hassen hausen colla divis. francese Gudin, che marciava in testa al III corpo e che venne assalita di fronte dalle fanterie, e di fian co dalla cavalleria prussiana. Gudin resistette energicamen te, e, verso le 9, gli giunse in rÌ11forzo la divis. Fr ia.nt, che il Davout tosto schierò sulla sua destra, comprendendo che suo compito era di Ìlll• pedire che i Prussiani, r'.:spinta la sua ala destra, raggiungessero l'Unstrutt o la Saale. 1Yia in tanto l'ala sinistm francese, alle p rese colle divis. Schmettau e Wartenslcben, lrova vasi in condizioni critiche e quasi avvolta. Alle 10 circa il Duca di Br.unswick fu gra~·cmente ferito e venne così a mancare a, P russia1ìi il Comando; la di vis. princ. d i O range,. che giungeva allora sul campo, venne frazio-nata .su tutta la frunte, ar.zichè i~ipicgata in u na. sola d irezione. D a vout invece, non appena fu raggiunto dalla d ivis. Morand, la gettò tutta sulla sua sinistra, ristabilendo la situazione e


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prendendo a sua volta l'oficnsiva, avanzando per le due ali all'accerchiamento del nemico. Furiose cariche della cavalleria prussiana sono sostenute dalla divis. Morand, ordinata. in quadrati di battaglione. I cavalieri prussiani ripiegano in disordine, mentre Morand, sostenuto da artiglierie opportunamente collocate, riesce a fa.r p iegare anche la fanteria nemica che ha di fronte. Alle l 1.30 la linea francese correva da Zachwar per Hasscnhausen allo sprone ad est di Rehhauscn; però D:wout aveva ormai impegnato tutte le sue forv;, Jllen-

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re i campi di Bernadotte, si gettarono verso Buttclstadt ove si congiunsero cogli avanzi dei corpi di Hohenlohc e di Ri.ichel, cbe intanto erano stati battuti a J ena da ~'<apolcone. La giornata di Auerstiidt costò ai francesi 7000 u. fuori combattimento cd ai prussiani I 3.000 u. fra morti, feriti e prigionieri.

Auffenberg (Mauri~io',. r:~nerale austriaco, n. a Troppau ( 1852). ìntrò giovanissimo nell'esercito e ral(giunsc il g1ado di generale nel 1900. Fu ministro della guerra. Partecipò alla guerra mondiale, battendo i R ussi in Polon'ia, e poi venendone sconfitto a Lublino. Auger (Carlo). Generale francese, n. d i La Ch.ritè-sur-Loire ( 1809-1859). Ufficiale di artiglieria, si distinse in Algeria. e in Crimea, dove guadagnò i'. grado d i maggior generale. Durante la guerra d'Italia del 1859, l' A,ugcr si segnalò a Turbigo e a :'lfagenta, dove contribui al buon successo della giornata, ed in.fine a Solferino; quivi fu così gravemente ferito, da morirne in pochi giorni, mentre per il valore dimostrato come comandante dell'artiglieria del II corpo era stato promosso sul campo generale di divisione.

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1) rrtam, 2) GucJ ln; 3) Morimd; 4) lllilcllcr; 5) Orange;

6) Scbmeeten; 7) WartcnSlcben; 8) Guglielmo; 9) Kalkcnreulh.

tre i prussiani avevano ancora 2 divis. (1 7.000 u.) in risen•a. Qnando queste giunsero, verso mezzogiorno, il re di Prussia, che aveva assunto il comando, le impiegò solo in parte e a spizzico; non riuscì per ciò ad arrestare i francesi, cbe occuparono Pop-pel e Taugwitz sulla loro destra e il Sonn~nberg a sinistra. Verso le 12,30 le linee prussiane ripiegarnno da tutti i punti su Aucrstiidt ed Echardsbcrga; essi a vevano ancora 10.000 u. in r iserva, ma. il re, vista la cattiva piega che prendeva la batiaglia, non osò lanciarli nella mischia e li destinò a coprire la ritirata, che venne ordinata in direzione di Weimar, per unirsi a Hchcnlohe e Rlichel e con essi ridare battaglia il giorno dopo. La riserva perè non riuscì a fermare i francesi sulle alture di Gernsted t, ma, aggfrata, fu costretta a ripiegare. La ritirata allora si camb iò in rott:, (ore l6) . J p russiani, inseguiti dalla cavalleria del III Corpo si diressero a Weimar, ma gi,tnti ad Apolda, scorgendo su quelle a ltuAuJTcnllcrg ~laurlzto

Augereau (Pietro) . Maresciallo di Francia, n . a !'arigi nel 1757, m. nel 1816. All'età d i 17 ~nni entrò ne!l'eserci:o, qaindi s i re.:ò ,t Xapoli do-,e di\·enne mae,tro di scherma ; allo swppio della rivoì:.izione r itornò in Francia ;rntolando.,i tra i primi volontari e distinguendosi ~t!bito per valore e iniziath·a eccezionaJi. Cap itano nel 1793, alla fine dello stesso anno venne nomina to generale di divisione cd inviato all'armata. dei P irenei orientali. Passato poi all'esercito di Italia, s i dimostrò uno dei più devoti, valorosi e fortunati luogotenenti di Bon aparte. A M illesimo, a Dego, a Ceva, al ponte d · Lodi, fa maravigliare per il suo 3Jancio; a Castiglione resiste vittoriosamente ad un nemico molto più numeroso, e ad Arcole s· slancia fra il gr-andinnrc delle pal?e alla te,-ta dei St!Oi uomini con l:J. bandiera alla ma:111. I ncaricato ciel comando della 17• divisione, prese parte nel 1797 al C61po di stato del 18 fruttidoro per il Direttorio; poi fu inviato all'armata del R eno. Xel 1 7·)9 venne nominato membro del consiglio dei CinquN:ento, scb i~rando,i energicamen te con tro 'Bonaparte. ma ,p oi gli si offerse senza esitazione e ebbe il comando dell'esercito d'Olanda.. Quando fu costituito l'impero. l' Augereau fu ricoperto di onori e nominato maresciallo di F rancia e duca <li Castiglione. Si distinse grand,:mente a J ena e ad E ylau. Nella campa.g na di Spagna,


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p r~se Gerona. Ripor:ò ,,ncora qua lche successo a Lipsia, ma nel 1814, a lla testa dell'esercito di Lione, si mostrò foT_lido ed indeciso, sparpagliando inu tilmente lt. sue forze. Abbandonò Napoleone e fu colmato di favori dai Borboni. Corse a ncora incontro all'imperatoxe a l suo ritorno dall'isola d'E l ba, ma venne respinto da colu i che a,·e\'a abbandonato. Creato pari di Francia da Luigi XVIII, si ritirò nella sua terra di Houssaye dove poco dopo morl. TJn fratello di .4., barone Gio1,•a1rni, n. e m. a P arigi (1772- rn36) fu pure genera le francese: fc~ le campagne d' I tali;i. e di Francia.

Augoyat. (A11tonio). Scrittore m ilitare francese n. a ~facon nel 1783, m. a. Parigi nel 1864. Prese parte come ufficble del genio alle campagne del primo impero. Sotto h1 Re;;,tauraz ione fu insegnante a lla Scuola d 'a pplicazione di .Metz. N cl 1830 fu promosso colonnello e all'alto del suo collocamento a. riposo, venne nominato cons~rvatore della Galleria dei piani plastici all'I If,tel clcs 1:walides. L'Augoya l curò la ristampa di pt\rccchie opere d i sci~nze milito ri d i vari a utori, e p•1bblicò una cc Stori1 del corpo del genio )>. A ugsburg (Augu,ta di Baviera, già A . l/indelicorm:,), Città della Svevia, sul Lt'ch, fonda ta da Augusto circa il 17. a. C. Battaglia di Aug.,burg. ( 10 agos to 955). Appartiene all'ultima violenta incursione <lei :.\iagiari , che in numero di l 0(J.000 invasero la Germania meridiona le e posero l'assedio ad A. L'arrivo di un esercito tedesco, capitanato da Ottone I di Sa3sonia, re di Germania, li obbl igù a togliere l'assedio e a<l accettare battaglia in località fra A. e il Danubio. Albeggiava appena, quan<lo Ottone schierò l'esercito in ordine di battaglia, diviso in olio corvi: i primi tre di Bavaresi, il quarto d i Franchi, il quinto d i Sassoni comandati dal re, il sesto e il settimo di Svevi, l'ottavo d i lkv)mi, laschti alla custodia d ei bagagli. T )lagiari inviarono tln3. loro colonna a compiere un movimento aggirante, cd essa giunse alle spalle dei Tedeschi, piombando sui lor:> bagag li. Al soccorso dei Boemi, sbaragliati, accorsero i Franchi, mentre Ottone affrontava t'esercito magiaro. I franchi, condotti dal duca Corrado, ricuperar0no i bagagli e disfecero i Magiari, dopo di che accorsero a porta re il loro aiuto a O ttone, e a completare la vittoria che questi ormai si era assicurata dopo dura lotta. Corra:io cadde sul campo, ma i 2.Iagiari, completamente sconfitti, subirono enormi perdite e no11 osarono piit di penetrar e in Germania . Trattflto di Augsb11rg ( 1534). Concluso fra principi pro!tstanti d i Gemiania e Francesco I re di Francia, contro Carlo V e i ca ttolici.

Lega di A ugsburg (9 luglio 1686). Conclusa fra l'Impero. la Sp'1gna, la Svezia, la Savoia, la 5assoni:i. e altri Stati della Ge1man ia, allo scopo di conservare la libertà e h s icurezza. dell'Impero s tesso con tro qualsiasi lesione d i d iritti spettanti alla. Gcrh1ani'1 in virtù àel <l irillc pubblico e dei trattati. Fu formal:i. una cassa federale e fu fissato il quantitativo di truppe che ciascun membro dell.i Lega ;i impeg•1ava ,J i mettere 'in campo a <:lisposizionc della L,,g,t stessa ( in tutto 60 mila uomin i. La Sll'.l dural'l f .i f1_.san in tre anni. senza p1cgiudizio di altri ,·i:11:oli 9ar1.ialmcnte fissati fra loro (lai vari membri. I.o scopo che la Casa d'Aus!ria se 11<> r ipromcUeva er a di garan tirsi da.Ile offese per parte della Francia. La Lega si battè dal 1689 al 1697 contro la Fr:i.ncia, fino al trattato di Ryswick.

Guerra della. Lega di A11g~b1!rg (.-4 11.gusta) . V. Ger~na.nù:a guerra.

Augur (Cnstoforo Colombo). Generale americano, (1823-1898). l;scito dalla Scuola militare <li West-Point nel t843, nei 1347 fece la campagna del Messico e nel 1852 te>mbattè contro gli indi:ini d ell'Oregon. Nel 1861 era comandante <!ella scl.!o!a d i Wcst-Poim quando venne nominato brigadiere generale dei volontari e prese parte attiva alh guerra d i Sccession~ ncll'arma,ta di Mac-Dowc lL Rimase ferito n el 1862 · a Ccda.r-:Monut:dn. ln seguito fu governator~ mii. del T exas (1875) e del ?.Essuri (18ò5).

August a (o Ago.<ta, ant. Xifonfo). Città sul versante orientale della S ic ilia, a nord di Siracusa, celebrata per la ,·astità e sicurezza della sua baia nelle cui

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Pace d·: A 11gsburg, o Seconda pace di rel-igionc (21 settemnr~ lSSSJ. Conclus.o. fra cattolici e protestanti ; aus:,icc Carlo V. Vi é sancito il princ ipio della liberti d i coscicn:i:n. Tra:tato di .111g5/mrg. (28 matzo 1683). Stipulato fra E lc!torc di Baviera e Circolo di Baviera da u:ia pute, e i Circoli d i Franconia e \Vestfalia dall'altra. allo scopo d i m?.n tencre i tratta ti d i Westfalia e d i N imcga, e in <lifesa di reciproci interessi, sia riguarci,) ai sudditi che alle terre e paesi.

acqui possono ancorare comodamente le maggiori flotte militari moderne.


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AUG

La. nout.a it.allana ad Augus ta

Storia. Pri,na di Augusta. sorgeva nei pressi 1"\1 e,gara, denominata Jblea, dai vicini monti celebri per le api mellifere, fonda.la da piè, di selle secoli avanti Cristo e distrutta da Gelone di Siracusa, si che, dopo una storia oscura di due secoli e mezzo,' fu ridotta a povera cit tà .poco meno che in ro,·in a e suddita della ,vicin a Siracusa. Coi rnderi di Megara, Augusto fondò Ja c ittà cui d iede il su o nome e che visse oscura fino .a che Federico II -,i tra~portò gli abitanti della di. strutta Centuripe, beneficia ndo la di ampissimo territo.,d o e facendovi costruire fabbriche cittadine ed un grnn ~j ioso castel10 che è oggi il mD.sch io della cittadella. I Fr~ ncesi la presero nel 1269; d iciotto anni dopo gli _'\ngioini tornarono ad Augusta con 44 galere, p er esserne definitivamente scacciati dall' Ammiràglio Ruggie~-o d i Lauria al servizio di re Giacomo d' Aragona. N cl 1 360 fu saccheggiata e r.ip resa dagli a genti di re feclerico III. Nel 152() vi si ricoverava l'in tero ordine ..dei Gerosolimitani, cacciat i da Rodi da Solimano, e l'armata veneta vi sj approvigionava. Come frontitra orientale della Sicilia ebbe a soffrire ripetu te incursioni <le!le armate t urche comandate da Scneà (luglio 1551), ~b Dragul (155~), da Piali Bascià (1560), fin•:hè Don Garzia cli Toledo, con imponente flotta, non li ebbe debellali e costretti a togliere il blocco dall' iM la di '!lfalta. Don Garzia fece foi'tilicare il porto coi <.lue forti cc Garz ia" e «Vittoria)), ai quali fu aggiunto, sotto il governo del viceré Avalos, l'a ltro forte che -ebbe il suo nome. I l 12 agosto 1588 ed il 24 maggio 1594 d ue a ltre scorre rie Jurono tentate contro Augusta <bi barb:treschi, e nerg icamente respinti dai cittadini. :':-<cl !'6·15 fu {munita di nuove fortificazioni che ia resero qu asi inespugnab ile. Nel 1649 Iu sede delle armate dei Cavalieri Gerosoli mitan i. Nel 1675, in occasione ~ella rivoluzione di Messina, dopo rep!icat i ten tativi, fu presa dai Francesi la cui flotta 1 nel seguente anno, batteva l'armata oh.ndcse del Rùyter mandata in soc- corso degli Spagnuoli. GE Spagnuoli r ioccuparono Augusta nel J 681, vi intrapresero fortificazioni avanzale e rialzarono la torre «~'\va los » che i :2ra:icesi avevano atkrraj.a prima d i par tire. L a città non s i era ancora r iovuta dalk sciagure arrecatele dalla guerra, quando il terribile !err~moio del 9 gennaio 1693 la distrusse intera m~nte, schian tando case e chiese, precipitando Jlel mare i forti e riempiendo u n tra tto del porto. Fu in seg11i to riedifica tL\. a spese regie, 1na non ra.ggiunsc

p iù l'antirn splendor~. Passata la Sicilia, peJ trattato d i Utrecht (1713\ a :·e Vittorio Amedeo, gli Spagnuoli andarano cc,1 podcros:i. flotta a scacciare d a Augusta i Piemontesi, che l':ibbandon arono ,prima del loro arrivo; ma gl'Inglesi, alleat i d ei Picmòntesi, d istrussero a lcru volta la !lotta spagnuola. Nel 1734 fu sottoposta a l governo dei Borboni ; nel lugiio 1798 vi soggiornò la flwta ingleec, comandata d a Nelson, reduce dalla vittoria di Abukir . Nel 1860 il colonnello borbonico Tompson de La Tour, che aveva a i suoi ordini 500 t i. <lei 15" fanL e pochi artiglieri, in seguito a capitolazio11c firmata il 17 settembre, sgombrò la città, libero d i r itirarsi con i suoi nel continente. E Augusta entrò a far parte del Regno d'ltalia. La città e l,, riida . La -ma,gnifica baia d i Augusta, compri!Sa fra il capo S. Croce, a nord, e q uello di Santa Pan;igia a ~" cl, è divisa in d ue dalla penisola Magnisi ; la parte pit't sèltentrionale è la ,più grande e rntchiuclc la città ecl il porto di Augusta; quella a sud, della d i S. Panagia, è assai poco frequen tata. La cittù sorge sopra I1isolotto Avalos, a ponente del capo S. 'Croce, dalla par,e nord della br,ia. L'isolotto è riu-

n ito ~Ila terra ferrna da un grande ponte in muratw·a ad a n:!:i. E,tcse iortifica7.ioni antiche ed abbandonate stanno a guadia d i questa spec ie di istmo e della città. Il forte Avalos, isolato, sormontato da una, torre con faro, sorge a 500 metri d all'estrema p unta. sud deil' isolotto siti qa:tle ~ ed ificata la città. L a rada d i Aug u;ta è limitata : a levante dall'isolotto di Avalos ed a ponente da una co.,tiera s:nucsa. solcata da fiumiciattoii e da torri!nt i e coperta da olivi e da coltivazioni. Nella parte norcl della rada, l'uno accanto a ll'altro, isolac i in mezz0 a: mare, sorgono i due vecchi fmti Ga rzia r, \littoria. Per l'an:piena e s i-curezza della rad;i._ che ha fondali natu:11.li per navi d i qualsiasi d islocam<;ntc, e t)er la sua ubicazione geografica, la Marim I r:diana ha f:ttto dell'antica piazza di Augusta una importai,tc base d i r ifornimer.to per la flotta. Assedio di A.11g11sta ( 1269). Appartiene a lla repress ione ordina t:i da Carlo I cl' Angiò contro i ,paesi ostili alla sua dominazione. Augusta venne assediata, come r ibelle, dai Francesi coma,ndati da Guglielmo d'Estcnd:1r<l, t d ife,;:,. d a mi lle cittadini armati e d uecento caYalieri tosca.r, i. La resis tenza fu fierissima, e solta nto il tradimen to di sd cittadin i, che aprirono di notte


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una postierla agli assedi~.11t:, diede A ._ nelle mani loro. Saccheggio, s tupri, strage tennero dietro alla presa della città , !a quale ptr molto tempo n e sofferse, e solo ~e fu ,·en dicata daih strage de i Vespri, tred ici anni dopo.

Battaglia na,,ale di Augusta. Fu combattuta il 22 a· prilc l l76 fra l'anm~ir. Ruyter, capo dell'armata d'Ola nda alleata della Spagna, e l'arnmir. Duquesnc, generale delle galee di Francia e comandante supremo della spccl iz ioae per la conqu ista dell'isola . Pur chibitar:do di pote r combatte re con successo, a parità <l i forze, il suo valc?1te a H ersario, !'ammiraglio Ruyter, quasi ~ettantenne, ohbedì agli ordin i ricevuti il 26 luglio 1675 d a G uglielmo d i Nassau, Stato!der ddla N c~rlandia, d i ((·anelare a cercare l'armata spagnuola p~r andare ins ieme, co:la bened izione d i D io, a rimettere .Messina sotto l'obbed ienza del re di Spagm i,. E gli giunse a P alermo il 23 fehbraio 1676, vi ~i unì con 12 vascelli spagnuoli e proseguì per Milazzo dove iu sta bilii-o che il vice r/> spagnuolo dell'isola a vrebbe assaltato da terra Augusta, in mano dei Francesi, mentre il Ruyter avrebbe operato con la flotr.a da l mare. Ciò saputo i! Duca di Vivonnc, vicerè fran• cese a 1\fes,ina , ord i:iò subito a Duq ucsne di opporsi senz'a ltro . a Ruyter. Le due squadre s i incontrarono il 22 a ;,rile 1676 nelle acque fra Siraousa ed Agosta (Augusta): Aveva Rnyter 29 vascelli, ,9 galere e 5 brnlc,tti ; egli guidava l'avanguardia tutta olandese; il vice a mmir. de la Cerd'.l. era al cen tro con la d ivisione spagnu~l:t (12 vascelli e 6 galere) ; la retroguardia, composta <li navi spagnuole cd olandesi, era a.g li ordini de l contrammir. D u · .Ha,m. Uu quesnc aveva 30 vascelli e 9 bn,fott i e comandava la squadra del cen tro ; il marchese cl'Almeiras l'avanguardia; C abaret la r etroguardfa.. I collegati aveva no il van taggio del rnrravvento, m=t.· fra es'5 i 1nancav3.

la

necess:uia

coesione)

ed i l

Ru yte,r non fu sccondato d urante la battaglia dall'am miraglio spagnuolo com'era desiderabile, per avvalersi del van taggio del sopravvento, attaccare vigorosamente l'avanguardia francese, separarla da l corpo d i battaglia e so,·erchiarla, hcen<le, accorrere dalla parte del vento sopra di essa la ntroguardia del D u Haa11. Com inciò il Ruyter infatti con l'at:acca,·e impetuosam&nte l':n·a ngu3. rdh. francese, la qua le, caduto ~norto l',immir. cl'Almeiras ed mcito di linea. il suo vascello <( L y, >l

p~r !P gravi av:uie sub ite, andava cedend o,

.:4ua..!1t:!o si Jvanzò 1)uquesn e- a ra ffo tzarla; il fuoco di-

ven r:e vivacissimo; l~uyter volle avvicinarsi al cor1po di b1tlaglia , m:i non riurcì a far virare di bor do il proprie vascello « Conccrclia ,, e restò esposto per qualche tempo al fuoco di tu tto il corpo d i battaglia n emir". Fu a1lora eh~ una ;palJa gE portò Via l!na p;1.rte ciel p iede sinistro e gli fra.cassò la gamba destra ; cadde il R uyter, ferendosi nuovamente, e mentre lo tra,-;:,ortavano in camera intrepidamente continuò a dare ordini che il suo capita.no <l i bar,dicra esegui disimpegnando il va~cello. Altri tre vascelli olandesi erano r:vstre tti frattantq n titfrars i a S iracusa . Ma non cessò i! comOatti n1ento fino 3. si.;:a: _mer.tre chP. l'avanguar<lia c,landese combatteva così da sola con tro l'avanguardia cd il cor po di bat taglia francese, l'ammiragl io spagnuokl, invece d i manovr:tre per aiutar la, co,ne Ruytcr lo aveva sollecitato a h re, stringeva il vento sparando a grande d istanzi, imhar:tzzando il movimento dell:t re-

Atm

trognardia olandese che solamente sul tardi potè ent,·are in azione, quando già l'attuazione del piano tattico ciel Ruyter era completamente fallita. Alle 7 di sera, dopo tre ore d i combattimento, la squadra a lleata en trò n el porto cli S iracu sa, dove il Duquesne~ il 29 aprile, s i prescutò per invitarla di nuovo, ma in vano, a battaglia. Il grande ammiraglio Ruykr morì quel giorno per le ferite riportate.

Augusta. Nome della terza Legione romana (Legio JIl A ugnsta\ quando era <li stanza in Africa, cbme· corpo di occupazione permanente. Risiedeva in campo• fortificato a Ca,nbesis alk falde del monte Aures in. Algeria.

Augustale. Soldato nella m ilizia romana <lell'imperatore .'\ ugusto che esercita\'a l'ufficio degli ordi11ari· (V.) insieme con questi. Augustan i. Si chiamavano con questo nome dal-J'imp~rato!'e Nerone ceri; soldati, <l<1, lui o,·dinati in una leg ione, che dovevano applaudirlo quando cantava. in pt,l:,blico. Augustieum. Gratificazione distribuita dagli imperatori romani ai soldati, aJlorcbè qu·e sti p restavano• per la prinn volta o rinnovavano il giur ~mcnto . Augusti n (Ra~ilio A . y Davila) . Generale spagnuolo, n. a J erez nel 1840. Nel 1864 andò a Porto R ico(, ne tornò nd rni2 yenendo nominato aiutante del reAmedeo 1<l i Savoia). Fece le campagne contrn i Carlis ti. Nei 11:-:98 w nne inviato alle Fil~ppine, ,•fove dife~eencrgica.mer,te 1\/fauilla, m;,. gli toccò d i ammainarvi la oandi~n ~pag.nuola , <lav:cn,i agli insorti e ai 11or<lameric:1ni. Augusto (Caio Giulio Cesare Ottaviano) . P r imo imì)CI:tlé re romano, 11. 't Velletri nel 63 a. C. m . a Nola nell'anno 14 dell'era ,·olga.re. E ra n ipote di G iulio Cesare e fu da lui adottato. Dopo la cam~agna d, M nnda in Ispagna, durante la quale aveva raggiunto lo zio e ~i era comportato da valoro,o; Ottaviano fu inviato ad Apollonia. Quivi gli giunse la notizia - àell'assas,in;o rlello zio, ed egli corse immed iatamente a. Ro1na pt·!r raccoglierne t'rreclità e per prepararsi all'i mpero, alla cui ide:i era stato educato dalla sfarzosa. magnifaenza del dittatore. Non potendo o ttene,e du,. Antonio la rest ituzione <le-i tesori dei quali si e ra impad;-on ilo dopo la mone di Cosa.re, . O ttwiano vendct1e· i pron ri beni e q uelli della_ sua fa.m iglia per far frontea lk r! isp,,si,icni testamenta rie dello zio, affezion andosi. il popc!o ed i legio,iari. Questa condotta ,piacqne a l Senato che affidò a lu i ed ai· consoli Irzio e Pansa !'in-carico di respingere le milizie di Antonio, che sj era po~to a pertamc:1tc contt·o il Sena~o impadronendosi ai: suo arbitrio èella G:illia Cisalp ina. Antonio, .vinto a. Foro d~i Gal/i e a Moden:i, fu costretto a ritira,si vecs0< la Ga lEa tra ,~salpina, ma Ottaviano gli offrì la pace e· cnnduse -<·on lu i e con } .il. E111iJio Lepido, governatore dell:i. Ga llia N a,bonese, un,. lega c he fu detta il « s,,:conclo triumvirato )>. P rimo :it'. o d ei 1riumviri fu la per secuzi,inc de i loro avversari che vennero barbaramen te uccisi ; (]t1ind i nio3se;-o verso l'Orien te a combattere le legioni capitana te <la C;issio e da Bruto, ch'erano stat i ispiratori e rnpi d ella congiura contro Cesare, e a F~-li ppi d i Tracia (4~ } <love trovarono la morte i due con-


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giurati';' cHstr.ussero il loro esercito. Ricuperato l'Oriente, Antonio avanzè nella Siria, indi verso l'Egi tto, dove, alletta to dalle grazie di Cleo'patra, rimase fra le mollezze e i p iaceri. Ottaviano invece, · tornato 4i Italia, -cercò di conquistarsi l'animo delle legioni con la distribuzione d elle terre confiscate alle città che ,a vevano parteggiato per Cass io e Bruto, di affezionarsi · il popolo con feste e Iargizioni e di intimidire il Senato mirando a farsi p adrone assoluto della repubblica . I partigiani d i Antonio; va lendosi del m alcontento su scitato dalle conJ;ìsche, fortificatisi in P erugia, tentarono ,.ma prima resistenza, ma furnno disfatti ( 40). Antonio allora, vistosi in pericolo, s i collegò con Sesto Pompeo che in Sidlia aveva raccolto gli estremi avan,d della parte pompeiana; ma O ttaviano preven ne l'aziÒne della lega e r ecatosi a Brindisi, dove era. sba rcato Antonio, s i rappacificò con lui ed insieme add iven nero ad una spartizione del territorio della repubblica, per cui Antonio e bbe l'Oriente, Ottaviano l'Occidente e Lepido l'Africa. Sesto Pompeo, irritato :per la delusione patita. i;1 seguito all'a~cordo fra i triumviri, susritò nuovi tor bi<li e r itiratosi in Spagna resistet te a lu ngo alle legioni di Ottaviano, ma dopo varie vicende fu preso ed ucciso. Dopo questa vittoria Ottaviano \"olle sbaraz?.arsi dei su0i compctiteri; con una scu sa. qualunque toÌsc a Lepido il governo ~lell' Africa ; quindi, col p retesto che la provincie romane d'Oriente erano state distribuite d a Antonio ai figli di Cleopa tra, dichiarò guerra alla regina d 'Egitto. L e flot te romana ed egiziana si scontrarono ad Azio e h. famos'.l. battaglia eh~ si combattè in quel-

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della sua pt~sona; una guardia urbana comandata da un prefetto, p~r la sicurezza interna della città; i vigili del ·fuoco ,p er la sorveglianza notturna e contro gli incendi ; il prefetto annonario per l'approvvigionamen to d ei v iveri per Roma e per l'Italia ; un collegio di magistrati per la sopraintendenza delle opere pubbliche. ccc. Egualmen t_e r iforme capit,tli furono intTodotte nel resto d'Italia e n elle provincie. lonta;1e. L'~,;ercito, d a raccogliticcio, divenne permanente, e fu stabilito anche una spe, ir d i b L!ancio dell'impero. Augusto ebbe a sostenere d i verse gncrre. Specialmente contro i germanic i la lotta fu aspra e pericc,losa. Druso e Tiberio. figli di Livia, sua seconda moglie, guerreggiavano su l Reno e sul Danubio a lla testa delle legioni romane e ' h,ro sul R eno s,tbÌ una delle ,più grandi disfal i,: che ricordi h storia dèll'e~e1·cito d i Roma. Tiberio impedì eh~ i barba ri traessero profitto dalla loro vittoria, ma non riuscì a vend icare la disfatta di Varo. Intanto Augusto era riuscito a pa cificare la Spagna. So-tto d i lui, Roma raggiunse un alto grado di splendore. e di potenza. A11g-usto II. Ele tt0re <li Sassonia e re di Polonia, n. a D resd a nel 1670, m. a Varsavia 11cl 1733. Nel 169 7, dopo la morte di Giovan ni Sobieski, eletto re di Polonia, si a.lleò con P ic[ro il Grande d i Russ ia contro Carlo Xl! re d i Svezia dal quale fu sba lzato dal trono. Dopo la ba ttaglia di Pu Ila va del 1709 potè ricuperare i l potere che conservò fine alla morte. Il famoso 1-faurizio d i Sassonia era suo figlio naturale.

A 11g11sto Federico . Principe. di Prussia, n . nel 1779, m. nel 1843. Era n ip0tc del grande Federico: combat, tè a Iena e r im1ge prigioniero a Prcnzlow, ricuperando la libertà l'anno successivo. Fece la campagna del J 814 e nel 181S com,ndò u.n cor,po d'armata. Dopo la -conclusione della pace rientrò a JJerlino e si occupò dei peI'fezionamenti da a pportarsi a i ser vi?.i d i ar tiglieria e del genio.

A11.gusto Guglielmo. Generale prussi~no fratello d i Federico IJ, n. cli Berlino (li22- 1758). Fece la campagn a della Slesia e si <listinse a. P ir na, m a, d opo la ri tirata di Zittau , fu esonerato dal comando e lasciò l'ese;·cito.

varcv cli Augus to a P erugia. le acque d ecise clefinitivamt<nte della sorte dell'Egitto e di Roma (31), lasciando O ttaviano padr one del mondo. E dall'anno 27 a l 10 a. C. fu investito del!' « imperium >> cioè del comando su.p remo dell'esercito, assumendo il nome di « i mperator ,, e il titolo di « Augusto,,. Istituì il corpo dei pretorian i per la guardia

A u,g1<sto Federico Ebe-

Augusto del Wurtc O'.lberg

rardo del Wurtembe.rg ( 1813-1885). Generale d i cavalleria e' comandante generale della Guardia Prussiana, durante la guerra del 1870-71.

A 11J?11-sto L1,ir,i l,fari11 E11de, principe di Cohurgo e Go:ha, duce. di Sassonia, m. nel 1845. F~ ammiraglio della mari111 d:i.. guerra brasiliana.


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L' e;;pJoratom Augusto Riboty

Augitstc Ri/.Joty. Esplo,atore kggero, in acc iaio, varato nel 1916: lunghezza m. 101; larghezza m. 9,i4; dislocamento T . 1542; macchina 3S000 HP; velocità 15 miglia; armameato guerresco cannoni VIII 102, II 40 antiaerei, lanciasiluri IV 450; Stato maggiore 8 ; . equipaggio 161.. Entrò - in serviz io nel 1917 ed operò attivamente in Ad riatico distinguendosi specia lmente in una azione contrn le coste albane?i il 10 settembre 1917. Il 4 novembre 1918 ha ·concocso alla occu.pazione clel'e isole Curzolari.

Augustowo. Città della Polonia Russa, sul Xetta, fondata nel 1557 da Sigismondo II. Augusto di Coburgo / Battaglia di A ugu:Stowo detta anche « Battaglia d' inverno in Masuria >> (7-21 febbra io 1915). Nel gennaio 1915 i Tedeschi occu'])avano a sud del Niemel ùna posizione da nord a sud, u na trentina d i chilometri ad occidente <lei confine orientale della Prussia, segnata nella su,i par te merid ionale d alla linea dei grandi Laghi llfasuriani. I Russi la fronteggiavano a qualche chilometrn di distanza. Il Comando Supremo te,desco sa ,p erò che il Comando Supremo russo sta preparando una gigantesca offensiva e vuol prevenirla. :Mette -µer-ciò a disposizione di Hindenburg quattro corp i <l'armata, <li cui tre di nuova formazione, cioè corpi d'armar~ di i-iscrva, XXXVIII (gen. d i cavalleria V. Marwitz), XXXIX (ten. gen. v. Lavenstcin) XL (ten. generale v. L itzmanu), più i; XXI C. d'A. (genernle di fanteria Fritz v. Bellow) composto <li alsaziani e lorenesi, che si era ,itcnuto preferibile d'allon tanare dal fronte francese. Le, forze tecleschP in corrispondenza ,del fronte <l'attacco somma.vano a circa 2.,6 mila uomini; quelle dei russi a 220 m ila, i quali, a parte le r iserve che d icesi avessero a Grodno ed a Kowno, occu pavano il vasto .fronte (km. 200) con 10 divisioni ( 10• armata agli e rdini del generale S ievers): erano 160 battaglioni <li fronte a 156 battaglion i tedeschi. L e cavallerie si e(Juivalcv,mo: tre e mezzo le d ivisioni Ru~ (7 brigate), ùue e mezzo quelle tedesche (7 brigate). Sensibile era la superiorità dri tedeschi iii fatto di arti-

glieria. L:i. ~era èe! 6 febbraio le forz~ tedesche erano così schierate : a) Gruppo d'assalto nor,!, 10" Armata, (generale di fant. v. T::ichorn): X)G C. A, XXXVIII e XXXIX C. A. R.) 10" D. L. <li Konigfberg, 5• B . F . ; l" D . C. bJ C:entro e Gruppo d'assalto sud, s• Armata (generale di fanteria Otto v. Bcllow). 3" D. R ., l ' D. L., 11• D . L., I" D.. F., XL C. A. R. , 4• D. C., oltre a l XX C. i\. d islocato più ad occidente che doveva concorrere co11 la 9• Armata, a proteggere il fianco destro del gruppo d'as«alto sud, portandosi a Somsha sul Na.rew.

La. mancanza <l'un:1. relazione ufficiale delle operazioni dell'esercito Rus:;o nella Guerra :Mondiale, non con· sente ancora d i fornire dati precisi sulle loro forze e sulle loro dislocazion i e sch ieramento. Si sa però che a sud della Narcw c'era la 1• a rmata russa, nel comando della quale il generale Rennenkampf era stato sostituito <lai generale Li,·inov ed i resti della 2' Armata, e si sa che da tali armate vennero tratti rinforzi che vtnnero inviati alla 10' quando l'attacco tedesco s: manifostò m iuacciorn ; ma si trattava, per la m~ggior parte, di tr uppe stanche, logore, disorganizza· te: tra le altre una <livisionc formata con 4 reggimenti cl i d ivisioni d iverse. ,\ 150 km. dietro la 10' Armata russa correva il Niemen-lVfemel, largo -fiume con pochi passagg i, ,lue <lei quali all'estremità del tratto consi<le,·ato, di.(csi dalle fortezze di Kowno e <li Grodno. Poco lungi d~. detta localitù prendeva origine il corso ,:lei Bobr, afiluente del Narew, dalle rive ,paludose, che costituiya notevole Oòlacolo .e che present:,va pochi passagg;_ I miglio ri erano guardati da fortezze (Ossowjetz, Lomska). Poco a uord del Ilobr stava la grande foresta d i Augustowo, trar.silabile soltanto per le strade che fa.1u10 capo a questa località. Il 7 feb_braio cominciò l'attacco <lei Tedeschi, da sud, da parte <lel XL C .. A. R. su tre d ivisioni: supe• · rata h rcsistenz~ opposta dai russi, q uesto corpo procede:ts;, nel 7 e<l 8, ~empre combattendo e respingendo attacchi 'Provenienti da sud, fino a lokannisberg, che, d ifrsa osti:-,atamente da una brigata ru,s1, fu presa d'assalto. Avanzava inoltre, a protezione del · fianco destro, il XX Corpo, c he mandò una divisione verso Lomska ed una verso Ostrolenk. L'S cominciò l'avan• zata anche , la part~ <lella 10" armata, la quale però; in due giorni, non riuscì a compiere che una quindicina di chilometri. Pare che fin d'allora il Comando russo, comprendendo di non essere in grado, per la insufficienza de lle reti -ferroviarie, di concentrare in


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tempo forze capaci d i .poter arrestare l':wanzata nemica, abbia deciso di r~tirnre la sua 10" Armata (ala destra) al di 'là della frontiera, fra N iemen e Bobr, n,a per questo era necessario d i arresta re le ali ne• miche per dar tempo al centro di r ipiegare e per per- · mettere che la ritirata si potesse compiere con calma e con ordine. Per conseg(IU'C tali scopi, al III corpo siberiano venne affidata. la difern verso sud, in corrispondc112a di Lyck - · difesa che dur<} dal 10 al 14 contro il gen. Litzmann, 'il quale,. oltre •alle sue tre divisioni, disponeva anche della 2" D. di fanteria . Contemporaneamente, all'ala. ;cttentrionale, il generale Eichorn riusci\'a ad avanzare ra,pidamente con le divisioni affiancate, accentuando sempre più il movimento di conversione, e catturava il ,giorno 10 un'intera di• l'isione russa a Wirballen, perchè male si guardava da ~orprese.

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Il, g:iorno 12 la 10' Armata era all'altezza di Kalva· r ia, fronte a Sud. Anche i! centro si era ava.'17.alo al. l'altezza dell'ala meridionale. Il 13 l'ala destra della 10• armata russa si ritinva verso la fonezza di Kowno, lasciando così scoper to il fianco destro del suo XX C d'A. lea 10• Armata tedesca non inseguì verso est, ma si limitò a mandare da quella ,p arte trupp~ a prole-· zione del fianco sinistro dell'Armata, e col grosso procedette nt lla sua marcia verso sud. Con marci,: assai notevoli, il 14 giunse all'altezza cli Su,yaJki. Le forze tedesche in tale giorno si st~ndevano così a semicerchio intorno al ma rgine nord occidentale della foresta di Augu$towo, nella quale venivano ad incrociarsi le colonne russe che scendevano da nord e quelle erano, da Lick, respinte dall'8" Annata tedesca. in direzione di oriente. Tentai-ivi di reparti russi d~ aprirsi la stra• da verso· nord-est, in direzione' di Olita, furono sven·


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ta ti dall'armata del gen. E ichorn . . Soltanto le strade ,rono o . attaccarono thuid2m<~te. F atto sfa cbe nessun verso sutl-est rimanevano ancora aperte il 14, e cioè risultato o!tenne-ro: Per quanto r iflette le truppe agli nella d irezione dei tre passaggi sul Bobr. Secondo il ordini del gener. Eichorn, esse proseguirono l'inseguibollettino ru$SO del 22, il XX corpo contese da solo, il mento verso est ,gii iniiiato d~ ,·. Bellow. Il lS la 4' D . C., il Xl, C. A. R. e la 2• D . F . occup:i.nno i pas14, per tutta la giornata, all' intera 10' Annata le posaggi sul Bobr di Szl,ibin, K rasnybor e Lipsk, catt•1sizioni di Suwalki, che p oterono venire occupate dai r:rndo molti prigionier i ed anche interi re.parti orgatedesch i soltanto l'indomani. F ino dal 14 però . l'ala nici'. Neppure a queste truppe ;·i•1sciva però di passinistra di dc-tta armata, non trovando nemici <lavanti sa.re il Bobr, bene difeso dall'avversario dall'altra spona s~, potè p,occdere, '!)rendendo posizione, il 15, p resso da. Neirang0lo S. E. della foresta d i Augustowo, in $opeckinie, frapponendosi tra la foresta d i Augustowo un anello non più largo di S cl1ilametri, i resti dei die la [ortezza d i Gr;;ch10. Nei giQmi seguenti la divifensori della città si trovarono rincbiusi ed ammucsione di estrema s inistr:t della 10" armata (XXI C. d' A.) si spo;;t~va verso sud per sbarrare anche le altre due - èhiati pii1 che scb ierati a d ifesa. Avvilu.p pati da beJ1 cinque d ivisioni tedesche, ed essendo falliti tentativi straòe e.~istenti fra Augustowo e G,odno. Approfittaneh O lt:-i e da Grodno per liberarli, quei d isgr:tziati, do d ella scarsa p raticabilità c1ella fore.,ti~ d i Auguormai ridotti senza viveri e senza n1unizioni e perdustowo, i russi r iusc irono a trattenere dal 15 al 18 le ta ogni speranza, s i arresero: Era una n1a.ssa d i circa forze t edesche pcn~lra!evi, e la, dispcrat:s resistenza JO.f100 uomini rnn l l generali, fra cvi il comandnnte r ussa non fu superata che con l'i ntervento d i quasi dd XX C. d'.'\. tutto il XXX'/III C. d'A. tedesco di R. Si r itirarono i Ce•·tamcnte ia bat lag!i,i. di Augustowo fo una clamoRussi nella nolte sul 18, non lasciando in 111?.!'lO dei terosa vittoria per i tedeschi, che, complessivamente, riudeschi che 800 prigionieri. scirono a catturare a lmeno 10/1.000 rus,i ed a p rend eV inta, come s'è detto, a Lyck, il giorno 14, la re~ire .p arecchie cent ina.ia di cannoni, e materiali d'ogni stenza l'ttssa, l'armata d i Otto v . Bcllow, -n ella stessa genere. Considerata però (.Ome ma.no.n a di acccrc11iagiornata., s'era avanzata verso Augustowo; i russi erano ment0, 11011 rht~::.ì ciie in part~, n on osllnt:., che nessuad una distanza di 6-è chilometri dalla città. L'attacna contro manovra abbiai10 sa,puto opporre i Russi, la co tentato dai tedeschi il 16 con quattro d ivisioni e cui resistenz?. fn assa i t•:nace ma non sempre ordin;,,ta. mezzo, non riuscì. :-;~!la notte sul 17 però un'altra bri.Dyalistorè·. - obbiettivo cui tendevano i Tedeschi per gata proven iente da Suwalki, penetrò nella ci ttà, catconseguire la vittoria strategica - · non. potè venire rngturando di sor presa la riserva russa for te di circa 5000 giunto . .-\ far fallire ii completo risultato , della manouomini. ·T.e truppe ru;;se rhc difendevano 2.d ovest la. vra da parte dei tedeschi, che pure erano guidati da cit(à, r ipicga:-0110 allora a furia oè in disordine, e <lato due d ei ioro più ener:;ici e migliori generali, contribuì, il terreno sfavorevole ad una rapida ritira~a p er la preo ltre alla tcrnicia della ,esistenza dei Russi, la stagione, s•nza di grandi lagh i dietro il fronte e delle fitte boe sopr~ltut:o il pessimo stato delle strade e la n~tura di quei teneni •boschivi e<l acquitrinosi, che se qual:;caglie qJ:t~i impenet rabili, perdettero :tltri 8-9000 priche -volta favoriscono la sorpresa, in modo speciale fagionieri L molte art iglieri~. Il bollet tino tedesco dei voriscono però la difensiva. Insuperabi le barriera i Te18 annunciava 64.000 prigionieri. de~cb i trovarono nelle rive li-macciosè del Bobr, dietro l l Grancluc:i. Nicoh téntò, senza sticcesso, di far fare cui la diiesa, costituita prima dal III si beriano e daf una sortit a da Crocino sui fianco e le terga dei tedeXV e XXVI russi, poi r inforzati, aveva buon gioco. schi. l ' resto delle forze ru!',e si r itirò, inseguite dai TeL ll 10" Armata tedesca, dopo i vani ten tativi di desòi. verso s11d e sud-est; dove dietro ]e r ive· pantapassare il Bobr, non poteva rimanere in que lla posi:1osc del Bobr. trnvò ell,c,ice prot~zione. Fin dal t 7 zione p recaria, infelice tanto sotto raspcttl) strategico, H indcnburg avP.va o~dinato al gen. E icborn di prencon Grodno su! fianco, quanto sotto l'aspetto logistico,. dere il çon•an<lo d i !ulte le forze che inseguivano i special1rn:nte per mancanza di ferrovie e per le pessirnssi ver,o est, ed essr.nzialnwnte del XL C. A. R. della me condi,:ioni delle stra,de; ripiegò p erciò su una li2' ·n . F . e della 4' D . C. che venivano tolte a v. Belnea che passa ad est di Augustowo e Suwalk i, dovelow, cui era invece aflidato l'incarico, con tutte le a lsi trincerò . I Russi s i stabilirono di fronte sulla linen tre truppe rimaste dispon ibili dopo la presa di Augudel N iemen e del Bobr. stoWQ (all'iiicirca 2 d ivisioni) e con altre forze poste a ,!Jrotezione del fianco destro (XX C. A., pii, quattro Auldearn. Villaggio presso Nairn nella Scozia. If brigale territoriali) di punta.re verso sud-est per for4 maggio 1645 il gen. :M,mtrose, realista, vi battè gli zare i passa.ggi. del Bobr, fra Lomka e Ossowjetz. Con Scozzesi. tale op-e razionc Hinclenburg si riprometteva di manoAulich (Luigi) . Generale ungherese, n . a Presburgo vrare cc,n tro ii tergo delle forze russe che erano ad nel 1792, m. a 1\rad nel H!49. Fu uno dei capi della. ovest dellJL Vistola; ma la resistenza opposta. dal IV rivoluzi0;1c del 1843. Nominato m inistro d ella guerra, C. d' i\. Siberiano a Lick, di cui già si e detto, e non r iuscì a. impedire la defezione di Gi:irgey; catturaquella intorno ad August.owo, avevano dato tempo ai to ciai r-issi ad Ara<l, ·fu condannato alla forca insie- . nissi d'organizzare a d ifesa la linea del Bobr, distrugme rnn a lt,·i 12 generali ungheresi. gendone i ponti. D 'altra parte le tru-ppe tedesche, stanAulla. Borgo della. Lunigiana, sulla Magra, alla cònche, spossate dalle Jungh~ marcie :i.ttraverso ~ quei terfluenza con l' .\ulelia e allit congiunzione delle strad,! reni e per quelle strade pan tanose o ghiaùciate, rese <lella Cisa e di Garfagnana. Ant. castello detto << L a ancora più impraticabi:i dallo scirocco di quei giorBrunella » in vetta a una collina sovrastante, costruito ni, credellero di trovarsi di fronte ad w1a linea di didal genovese Adamo Centurione. Presso A., sull'Aulella, fesa costituita con opere in cemento, perciò o sosta-


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ìl console romano °M..izio sconfisse i Liguri nel 1('() a. C. Nel 1524 si stabili ad .4. Giovanni De' Medici con 3000 fanti e alcuni pezzi d 'artiglieria, ed entrò in lotta ..:on i march_esi Mala:;pina, padroni della Lunigiana,

7 Il forte (lclla Brune11a, presso Aulla

<levaslando vari pa~si dei dintorni, finchè, per interposizione dei Fiorwtini e dei G~novesi, fece con loro b. pa~e.

Aumale. Borgo <lclla Francia, nel dip. della SeineInffrieurc, sulla Bresle. Ne! 1618 app~.rtenne a Enrico di Savoia, <luca di Nemours; nel 1675 passò alla con>na di Francia. Combuttime.nto tli A umalc (gennaio 1592). Alessandro Fa.rnese, governatore dei Paesi Bassi, ricevette orJine da Filippo Il di Spagna di muovere a salvare Rouen, assediata da Enrico IV. Avendo questi mosso con poche centinaia d i ca'l'alieri contro l'eserc ito del Farnesc ammontante a p iù di 20.000 u ., ne seguì un bre,•c violento ~contro delle caYallerie, nel quale i Francesi ebbero la peggio, e il loro re medesimo rimase ferito riuscendo a salv,trsi a stento dalla cattura. La sped izione del Farnese riusd allo scopo di liberare Rouen d all'assedio. A11walt· (Cla11dio I di Lorena duca d'A.). Figlio di Renato ]I duca di Lorena al quale succedette nella contea d'Aumale, rn. nel 1550. ,Combattè a. Marignano nel 1515 e a H.es<lin nel 1522, rendendo grandi servizi a l re Francesco I, il quale lo nominò governatore della Sciampagna. Cla11dio II di Lnrena. rl11ca d'A1tmale. Figlio del ~recedente, n. nel 1526, m. nel 1573. Ebbe una. parte g loriosa nella d ifesa di Metz, assediata d a Carlo Qu inlo (1552) e alla ripresa di Calais (1558). In odio al Coligny, che egli incolpava dell'assassinio di suo fratello, l'r,rncesco di Guisa, fu uno dei più fanatici promotori del massacro di -San Bartolomeo. L' Aumale rimase ucciso a ll'assedio di La Rochelle. Carlc, di Lcrena tluca d'Amnalc. Figlio di Claudio II, n. r.el 1554, m. nel 1631 a Brnxellcs. F'u uno dei pi11 arcltnli fautori della Lega e nel 1589 divenne governatore d i P arigi. Fu ,battuto a.l l'assedio di Senlis; costrinse Enrico IV a togliere l'assedio di Parig i. Vedendo il .partito della Lega ormai completamente disfatto, entrò in trattath·c con gli spagnuoli; condannato a morte dal parla.mento, riparò all'estero dove 1nori. E11rico d'Orléa11.<, duca cl' A 111110/e. Quarto figlio di Luigi Iilippo I, n. a Parigi uel 1822, m. a Zucco in

$icilia nel l8!>7. Alretà di 17 anni entrò neWesercito, distinguendo$i in Algeria, dove nel 1843 prese l'accampamento di Abd-el-Kooer, 8'lla.da.&'1landosi il grado di lcnent! generale. Dal 1847 era governatore generale dei possedimenti francesi in Africa, quando fu sorpreso dallo scoppio clella riv'>!uzione dei febbraio 1848. Rimcs:;o allcra il potere nelle mani del generale Ca vaignac, s'imbarcò per !'Inghilterra dove si dedicò agli studi storici. Ne! 1872 venne riammesso neU'eser-1

~itdi::!i !:~~o~:tr~::~r::~ , . ". la caduta di Thiers. Nel , 1673 presiederle :I consiglio di !\Ue:.-a incaritat:: di giu,,icare l'opera~o del genera le Bazainc poi pre• se il comando <lei 7° corpo d'armata, e nel 1879 venne nominato isp<:ltortdell'esercito. Nel 1883 il Governo, r itenendo perico losa la presenza nell'c• scrci to di ufficiali appartenenti a famiglie ex regnanti. emanò un decreto col quale il duca d' Aumale e i suoi nipoti, il duca di Chartres . e il duca d' Alençon, venivano collocati fuori servizio e privati dell'impiego. Pubblicò varie opere, fra le quali: « Storia dei principi di Cond& » ( 1869) ; « Le istituzioni militari della Francia.» (Brux~Iles 1S6S); « L'assedio di Alesia »; q Gli Zuavi e i Caccia'.ori a piedi».

Aumont (Giovanni <l'A.). Maresciallo d i F rancia, n. nel 1522, m. nel 1595. Cominciò la sua carriera militare nelle campagne d'Italia sotto il rnaresciailo di Bri,sac. Nel 1557 rimase ferito e fu fatto prigioniero alla battaglia <li San Quintino. L'anno seguente si tro• vò alla presa di Calais. Combattè contro gli Ugonotti e fu nel 1573 all'assedio della Rochelle, nel 1589 alla battagl:a di Arqucs, nel 1590 a quella d'lvry. 1n se· guito, nominato governatore òel!a Bretagna, sosteru1e un:i dura loila contro il duca di Mercoeur che l'occupava in nome della lega. S'impadronì di diverse p iazze forti, ma all'assedio del castello Camper, presso Rennes, un colpo di moschetto gli fracassò un braccio e la ferita riportata fu causa della sua morte. In r, ipote d el precedente, A ntonio tl'A1w1ont, (16011669ì fu pure marcs-ciallo di Francia, e governatore di Parigi. Auneau. Borgo della Francia nel dip. di Eure-etLoire. L 'Jl novembre 1587, Enrico d i Lorena duca di Guisa vi scor1fisse i ,protestan ti tedeschi, venuti in aiuto degli Ugonotti francesi. li 10, i tedeschi stazionavano appunto ad Auneau, nelle vicinanze di un castello reale, presidiato dal capitano Challart. Per loro sicurezza., essi avevano concordato con la guarnigione una convenzione di neu tralità, e, ,poichè dovev,mo il giorno dopo proseguire la marcia, avevano accuratamente caricati i bagagli sulle carrette. Il duca di Guisa giungeva. il mattino dell'll nei pressi di Auneau. Alcuni a rchibugieri, introdottisi nascostamente nel castello, presero possesso della ,porta che dava. accesso al paese. Intanto il duca. di Guisa dispose le sue truppe nei dintorni e attese il far del giorno. Quando i corpi di


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822 -guardia te<lcschi, dopo la s~eglia, erano stati ritirati, e dopo eh~ le porte erano state a,perte per lasciar uscire le prime carrette, il duca lanciò in Auneau il reggimento di Saint-Pau1, ~. con l'aiuto degli àrchibugieri già entrati, riuscì a catturare genti tedesche, armi, cavalli, munizioni.

Aupick (Giacomo). Generale francese n. a Gravelincs nel 1789, m. a Parigi nel 1857. Fece le campagne dell'im pero, rimase gravemente ferito, nel 1813, alb battaglia di Ligny e nel 1823 prese parte alla campagna <li Spagna. Nel 1847 era generale di divisione e comandante d ella Scuola politecnica. I n seguito divenn e ambasciatore a Costantinopoli, a Londra e a Madr id. Aur, Auri Grido di guerra dei Turchi nel Mec)io Evo, da cui der1vò l'urrà marinaresco moderno. Aurasio (Battaglfo del -m. Alirasio). Le due battagiie che presero il nome dal' monte A. (oggi Gebe.I Aurès, a sud <li Constan tine, nell'Algeria), sono del 698 e ciel 703, ed apparten gono alla lotta dei Musulmani, comandati da Hassan, contro i E~rberi indigeni, ·coma,1dati da una eroina di cui il nome è ignoto. Nel 698 Hassan fu sconfitto e costretto a ritirarsi sulla costa Sirtica. Qaivi ricevette r iniorzi soltanto nel 703, e allora marciò cli nuovo contro i Berberi, che sconfisse completamen te e definitivamente nello stesso luogo della prcce<lent~ battaglia. Auray. Città e porto francese nel dipartimento di Morhihan, mila costa del!' Atla11tico. Il 29 settembre 1364 vi fu combattuta una battaglia

ili..

fra Giovanni di Mqntfort e Ciu·lo. Bl~i~. Da ventitrè anni questi due conti si dÌsput~~a.no · il possesso· del ducato <li Bretagna, e la contesa doveva trovare la sua fine neJla risoluzione presa · dalla nobiltà bretone, di r iconoscere, c.ioè, per sovrnno quello dei due che fosse r imasto v/ttorioso. Nel 136◄ Montfort, sostenuto dagli Inglesi, attaccò e p re,e Auray, ma ,la resistenza opposta dal castello diede a Blois il tempo di accorrere in soccoJ·so e il Montfort si ritirò sulle ·a lture della Chartreuse d isponendosi nel modo seguente: con !'~.la s inistra agli ordini di Oliviero CJisson e d" Eustacchio d' Aubrecicou:rt; col centro agli or<lini <li Montfort., e dell'inglese Giovanni Cha11dos; con l'ala destra agli ord ini di Roberto Kno:les ; • con la r iserva agli ordini di t rgo Claverly. Di fronte a lui venne a <lìsporsi Carlo <li Blois. con l'ala sinistra agli ordini <li Hcrtrando Du Guesclin; col centro agli ordini di Carlo di Blois me<lesimo; con l'ala destra agli ordini <lei conti <I' Auxerre e di Joigny; con la riserva dietro la linea. Carlo <li Blois disponeva di 5000 uomini e il Jl,.fontfort di 2500. Il 2:~ settembre trascorse in trallativc inutili. Il 29 il di B lois attaccò; la sua ala sinistra subì una sconfi.tta e i conti d' Auxerre e di J oigny vennero fatti prigionieri. Aliora Montfort a ttaccò e sco11fi~sc anche il centro nemico. Il di Blois fu ucciso da un inglese, mentre, vistasi sfuggire ogni speranza d'i $UCccsso, cercava nella mischia una morte gloriosa, e spira1:,fo lasciava la Bretagna al suo competitore. In questo fatto d'arm,i perirono ·complessivamente 900 uo1nini.

Aure (Conte d'A.). Ippografo frances~ n. nel 1798, m. nel 1863. Antico capo scudiere della sùtlola d i cavalleria di Saumur e uno cjei maestri d'equitazione francese. Scrisse un « Trat tato d'equitazione,, (1834) e un « Cor&o d'equitazione " :idottato per l'istnt?.ione dei corp i di cavalleria.

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Aureggi (Giusefifie). Generale, n. a Canzo, m. a. Milano (1849-1919) Partecipò da Sottot. di Fanteria · alla campagna <lei 1870. Dal 1880 a l 1882 fu insegnante alla Scuola di Modena. Comandò da Colonnello il 59° E.egg. Fanteria (1900-1907). Promosso Maggior Generale ebbe il çornando della Brigata Siena (1907-1910) e della Brigata Livorno (1910-1911) e raggiunse nel 1914 il grado di Tcn. Generale.

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a) Ala stn. <li caTlo cli Blols {Dug-uesclin); b) ,centro (Carlo ctl B!ois); e) ala cl es tra {conti dl Auxerre e di Jolgny}; d ) riserva; e} ala cl es tra ciel Montfort (J(,nollcs); f) centro (Montfort e Cliandos); g ) ala si• M~Lr-a (Aubnceicourt e Clìsson); li) riserva (CJavery)

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Aurelia ( Via). Era una <leile sette grand i strade m ilitari, che partivano <la Roma . Insieme con la F lamin ia e la Cassia, congiungeva la metropoli coi paesi dell'Italia centrale e settentr ionale. Non si hanno elementi per stabilire q·1a ndo sìa stata dapprima sistem ata come via di grande traffico, E' certo però che, al pari della Valeria e della Flaminia, esisteva già p rima della seconda g~1errn. ptmiea, Nel 241 a. C. essa giungeva fino a << Forum Atu·eiii )> (attuale T orre Au--. relia, presso l\,.fontalto <lt c:a:'stro),. : sarebbe pertanto la..


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terza, in ordine <li tempo, de_Jle grandi strade romane regolarmente sistemate, ~ssendo posteriore alla Valeria, che rimonta a l 307 a. C., a pochi anni cioè dopo la sistemazione "della via Ap.pia , e anteriore alla F laminia. La via doveva esistere da tempo come strada a fondo naturaie o carmreccia, a lmeno fra R oma e Cere. Il nome di Aurelia le <leriv::i certamente da un Au relio, òe storicamente ~ difficile iden tificare -~ che taluno ha creduto r;i.vvisare nel censore L . Aurèlio C:otta. La V. A . usciva <lall''.lntica cinta 5erviana a breve <l istan?.a dalla riva ~inistra del Tevere. Pas5ava perciò s11bito sulla riva destra o etrusca, dove tagliava la bre<'e zon'.I dell'attuale Trastevere, che fu in seguito compresa nel recinto c,urcìiano, ,p er giunge, e, con una uuva corrispùndente all'attuale vi:l Cari.baldi, alla vetta gianico lense (arx), deve, attc:tverso quel nno•;o recinto, fu c0strni:a h l'orta Aurel ia,· corri.;11omlcnte all'atl\!:tle Por!-a S. f'ancrazio. Proseg1,1 i,•a poi per b camp~gna ouasi in linea retta attraversando il : ratto occupato dalb o<lierna villa Pa.rnphili, fino a congiungersi con l'a ltra via, denominata « Aurelia Nova)); quindi attraversava le località denominate Maglianella, .Malagrotta, La Bottaccia, Castel Gu,do ( L.oriu:n), ·, ia,sando poi sul fiumi.:cello Arrone, a mezzo di un ponte, del qua:~ esiste :rncora qualche parte : onservala. Giunge,·:1 così a lle stazioni di llebiana ( Casa! Bruciato), Alsium (Palo), a<l Tl1rres- (Torre Flavia), Pyrgi (S. Severa), Castrum Novum (Torre Chiaruccia), Centumcellae ( Civitavec·chia), Minio (fiume Mignone), Graviscae (Porto Clementino), .Marta (fiu me Marta), Tabcllaria (Castelb.ccio) e Fon,m Aurelii (Torre Aurelia), località questa eh•~ dice quale doveva essere la '111eta primitiva della via. I.a V. A. fu prolungata poi, in tempo 11011 p recis:rbile, fino a Luna (Lun i, presso $arzana). Da ul• · timo Augt:sto, che ;iveva voiuto <lare una migliore sistemazione alle grandi vie militari, la prolungò Jìn o a lle Alpi ?vforittime, cong:ungendola colla strada li toranea del Mediterraneo, che correva ltmgo le coste della Gallia e della Penisola Iberica e che dal Senato era sta ta pncedcntemenle curata. La V. A . acquistò così ben maggiore importanza militare, costituendo la g rande a rteria d i com'.!nicazione con le provincie occidentali marittime. Mct {:o! cadere della potenza romana · diminuì l'importanza di questa strad a, la quale divenne urnt strada secondaria r ispe tto alla F laminia e alla Cassia, che, durante tutto il ·mP.d io evo, ed anche in seguito, resta rono le due vie più frequentate per accedere alla Città Eterna. Venuta meno iniatti la ragione militarn di u n rapido collegamento costiero colla T uscia, colla L iguria e colla Ga11ia meridionale, la più grande ,parte del trnffico passò a lle due s trade in terne, dove confluivano quelle laterali della penisola e quelle provenienti dalla pianura padana, alla quale facevano capo gli ~bocchi a lpini dai paesi dei Franchi e del Sacro Romano Impero. :3e il tracciato delli V . A . corrisponde quasi per intero a quello della odierna via del li torale tirrenico, ·la <lenominazione è però a lquanto cambiata, poichè il nome di via Aurelia v iene oggi dato al primo tratto dell'antica via fino a Fontana Matta ( poco a sud di Tarq1,1iJ1ia) e alla trasversale che va da. questo punto a Viterbo, men tre il secondo e p iù lungo tratto dell'antica via, che prosegue per I~ :Maremma, v iene denominato via Aurelia-Etrnsca.

Aurelia Nova ( Via). Via rom:uia s u i:rorbana, che, dopo breve · percorso, r aggiungeva la via AUielia sèrven<lo a coloro che uscivano da Roma dalhi p2-1 te <lc1 Campo Vaticano. :,1e11a b2.ssa epoca. imperi1ic b V . A . N. si staccava dal recinto aureliano all'ingresso del Ponte E lio (odierno P . Sant'Angelo) sulla sinistra del Tevere, e, at!raversato <la est ad ovest il Campo Vaticano lungo J"attuale Borgo Vecchie;,, passava nel breve spazio fra i <luc colli Vaticano e Gianicolense (odierna Porta Cavalleggeri), dove si origina l'attuale via Aurelia ?\··u<.'V'l., e andava, con1e qucstai ..t sboccare nell'antica Au.relia a.I bivio oggi denominato di Torre Troili.

Aureliane (Mura) o Recinto Aureliano. Con le S\\e caratteristiche, imponenti forme, è una dèlle più gr~n<liose opere dell'architettura antica , cJie potè sfidare la ingiuria del tempo e la potenza d istrnttiva <icgli attacchi. L lcvata a conveniente altezza sul terreno ester-

~lura Aureliane verso Porta Sa•n Paolo no, è munita di torri interposte a brevi t ral(i dt cortina . Internamente vi è una linea inferiore di difesa fqrmata da arcate, e sopra queste il largo cammino di ronda come linea superiore di ·difesa; le mura e le torri sono coronak da merli ,- Una galkria coperta s i sviluppa sul basamento, e oltre a servire alla difèsa a ttraverso le balestriere, costituiva una comunicazione coperta fra i vari punti del recinto. Nella gailer i::i scoperta supcri0re ~tivano le truppe per l'offesa e J>t'l' la sorvegliai1z.a.. l; e torri, d i pianta quadrata, sono a due o tre piani , copc:rtc da volta e munite di feritoie sulla p1relè frontale e st, i fotnch i. Sca le · interne conducevano a i d iversi pian i del!e galler ie e .delle torri. I mer li presentJ no un'altezz:t d i 2 ' metri circa, appunto per b. protezione dell'uon10, carat:eristica questa or,erla ture d i tutte le opere di d ifesa romane. Nd l'intervalb fra me'rlc e merlo, di cir ca metri due, si osservar.o parapetti alti un 111etrc p e.- l'appoggio dei difensori.

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Aureliano (Lucio Dmniz-io). Imperatore romano n. verso il d2, m. nel 275. Si arruolò come semplice solJato e percorse tutti i grad i della mi lizia roè,1ana. Il


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~uo va lore . gli aveva valso il soprannom.: di « Aureliano man o d i ferro» datogli dai sokhti, motto che s i ad diceva ancora molto ben e alla sua severità in mate ria di d isci!)lina m ilitare. N .el 2·11 disfece i Franchi p resso

l\lur_a Aureliane. Porta P lnciana :Magonza, e n el 2~3 fu nominato console. Alla fine del suo consolato otten ne il còu1mdo generale ,!elle truppe d 'Illir ia e di T racia . Infine, n el 270, alla mor te d i Cla u. el io II, il popclo e l'èsercito lo acchmaron:, u nanimemente impera tore. I Got i,

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quel 1empo minacciat i i rL confini, furono respinti vittorios:crnenle da Aurelia . no. Così la regina Zenobia . di Pa!mira, avendo [ assun to il t itolo d i impe- I ratrice d'Oriente, e avanzate pretese contro Aureliano, <fu presto da q uesti spoglia ta della Siria e deL la -Cappadocia, e, cadutagli nelle mani, d ovette seguire il carro trionfale del vincitore. Frattanto F irmo nell'Egitto e Tetrico nelle G allie avevano vestito la por: pora imperiale e Aureliano li dominò, e fece mor ire il primo fra i tormenti e attaccò il secondo al car.ro trionfale come Zenobia. .4 . provvide allora agli affar i interni dello Stato ; e stava poi .per muovere guer ra cont rn la. Persia, quando ,fu assassinato presso Eraclea in una sommossa eccitata da un suo liberto.

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Aurelio (Jforco). V. l,fa,·co Aurelio. A11.relio ·Cotta Caio. Console romano con P. Ser vilio Gemino· nel 252 a . C., <lurante il tempo della prima' 'guerr; punica. Prese ai C~r tagincsi ! mera in Si'cilia, ·e !'.isola di Lipari; fece degrndare tredici senatori e rige ttò nelle classi p iù basse ,del popolo 400 cavalieri che avevano r ifiutato, a Lipari, di obbe,dirc a i suoi ordini. Aurelio Cotta ebbe gli onori <lel trionfo, ma ter ' m inata la prima guer ra punica riCJ1trò nell'ombra.

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Aurelio Ambrosia. ·Capo >bretone del- V sec. d. C. S barcò, insieme con P endragone, e con un forte esercito, nella Gran Bretagna e lottò contro Vor t igerno e contro i Sassoni, e d ivenne imperatore dei Bdtanni. Pare che morisse in batta.glia contro il sassone Cerdico nel 508.

Aurelle (Luigi d'A . de Paladines) . Genera le francese n. a Malezicux n el 1804, m . a Versai lles nd 1877. Ser vì in Algeria da l 1841 :,.l 1S48 ; nd !3.il ottenne il grado ·di ((enerale di brigata, pre:ie parte alh guerra d'oriente e uel 1835 fu promosso genera le di di\'isionc. Il l 4 ottobr~ 1870 Gambetta gli afli-:Jò il comand0 della prima armata della Loira; dopo avere arrestati l'avanzala dei nem ico s'occupò del ristabilimento della disciplina fra le truppe. Doveva. n1àrciare ~u Parigi. quando giunse notizia della capi tolazione d i Bazaine. Gambetta volle che la prima ·armata si mettesse egualn1ente in n1arcia e due giorni p iù tardi il gen. d' Aurelle battè i tedeschi a Coulmiers, e otte1me qualche successo parz iale; ma in seguito si r itirò d1 Orléans e Gambetta gli tolse il ,comando . Nel 1871 fu eletto depu tato e nominato comandante <lella. guardia n azionale della Senna, nella qua l carica. fu poco dopo sostituito dall'ammiraglio Saisset. Tra il 1873 e il 1874 ebbe il comando del 18° corpo <l'armat..'l. Lasciò due opere: << L a campag1n. <lei 1870- 71 >> e « Il primo esercito d~lla L oira >J. Aurengzeb. I mperatore mongolo <lell' Inciostan, n . n el 1619, morto nel 1707. Salì al trono nel 1659. Conquistò il Dekkan, Visa_p ur e Golgonda portando l'impero mongolo all'a. pogeo della grandezza. La sua i11tol1Granza --religiosr fu causa aella sollevazione dei Ragiaputi e della creazione del regno d6i M ahratti con i quali fu poi sempre in guerra. Aureolo. Uno d egli imperatori effimer i p rocla. mati dalle varie legioni roman~ nell'epoca d i Gallicno. E ra stato soklato semp lice, ma, dati i suoi meriti militari, d ivenne generale di Va leriano. Creato « Augusto » nel 267 dalle legioni illir iche, marciò sull'Italia settentriona le, ma fu sconfitto da Gallieno a Pontirolo e assediato in M ilano. Gallieno essendo stato assassinato, Claudio II, il nuovo imp~ratore, fece condannare a morte Aureolo.

Aurìga. Gu idatori di carri, tanto in pace che in guerra . Nei carri <li guerra dei tempi eroici, tirati da due cavalli, erano due u omini; un A. e un combattente; l'A . era subord inato agli ordini •d el combattente.


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Auringa. Anl. città della Lusitania, nella Spagna. Nel 214 a . C. vi s i combattè una b~itagli1 che ap-partiene all'epoca della seconda guecra punica : fo combattuta e vinta da Cneo Cornelio Scipione contro i Cartagfocsi cqndoui da Asdrubale figlio di G iscone. Aurora. Con·etta a vela, varata nel 1827 a Genova, proveniente dalla ma!"ina sarda, radiat:1 nel 1865; dislocamento T. 600.

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n,acchinc che non servono per la propulsione direttir delh nave, ma concorrono a far sì che le motrici -principali e le caldaie abbiano il miglior rendimento. Sono del pari « meccanismi ausi liari_», sulle navi da guerra, le pompe idrauliche delle artiglierie, i compressori di a~ia., le pompe c!i allaga.mento e di esaurimento, le macchine <lei timone, ecc.

Ausiliaria (Nare, Flotta o .'>q«adra). Col nome ge_ n~rico di naviglio ausiliario si intende il complesso Aurum ooronarium. Ncll'ant. Roma, era la codelle navi che, in tempo di -pace, vengono adibite ai rona d'oro che si offriva a i generali romani v ittoriosi, traffici ed a l commercio e che mediante speciali adatda parte d i alleati e di vinti, e venne ,p oscia t ramutata tamenti, già r,rcparati, possono ricevere, in tempo cli in dono in denaro. guerra, un arman1en to guerre.; co e con. esso concorrere Aurunco (Postmnio Cominio). Console romano ne- a lle oper:\.<ioni della flotta da gu~rra. Questo s istema di ad1t!amcnto o trasformazione s i può d ire esistesse g li anni 501- 493 a . C. D,urante il suo secondo conai pr imord i della marina re:nica, poichè soltanto col solato a vvenne la famosa ritirata <le! P<>Jl•J lo sul monte perfezionarsi della civiltà sono nate le navi p iù veloci e p iù robuste di q1Jelle da con}'11e~cio e costruite esclusivam~nte per il combattimento. Tuttavia s i hanno num~rosi esempi nella storia di impiego di navi da traffico per u se, bellico anche quando già esistevano le ,rircmi da guer ra. Debbor.o essere considera.te flotte aus iliarie quelle che ·le città marittime della Grecia era.no obbligate a fornire ad Atene (n.el periodo di p redominio di questa città) alla flotta principale della stessa. Così pure a l temr,o della grandezza romana si l1a.nno c!ue flotte principali o Pretoriane (Classis Pretoriae) a Capo Miseno e a Ravenna per la difesa dello Stato, e A,Ur Ig a e combattente molte altre flotte minori o ausiliarie, per la difesa dei confin i, d i$locate nei p iù lontani punti dell' impero: Sacro. A urunco eseguì una spedizione sontr,::, i Vosgi Classis Syriaca, Classis Augusti Alexandriae, CJassis infliggendo loro una grave swnfi:ta e fu una degli inVenet•1m, Classis Pontica, Britannica, Germanica, Panviati s,elti del Senato per stornar~ Coriolano dal far nonica, ecc. Anche la ~farina <li Bisanzio, nel periodo -:;uerra alla patria. cli maggiore efficienza, ossia sotto la dominazione dei Ausiliari. Genericamente, la soldatesca forestiera ?vlacedoni (867-1056) aveva llna flotta principale, esclufacente parte d i un esercito in virtù di alleanze. Nelsivamente da guerra, comandata dal Gran Drungario, l'ant. Roma, erano le soldatesche manàate in aiu to decd a ltre squa<lre m inori formate con navi adattate e egli esercit i ro,nani dalle città d 'Iialia, prima che i loro fornite dJlle provincie, comandate <!agli « Strategoi" abitanti go_dCS$ero della citta dinanza romana. Si chiache in tempo di pace erano ad ibite ai servizi di polizia. 111arono- poscia .4. tutti i corpi di m ilizia straniera che Nel med:o evo la consuetudine delle compagnie di venm ilitaro'no per la 1rcpubblica. Si levavano nello stesso tura si riprndu.:e sul mare con la formazione, in )\lletempo in cui si faceva in Roma il òelctto, e con le diterraneo, di vere e p roprie flo tte mercenarie, conianmedesime regole. Erano armati e pagati dalle loro città, date da privati e che aiutano in qualità di flotte au,uè altro ricevevano in r:ampo <lai R omani che il grano siliarie, (]uellc princ ipali delle nazioni in guerra. ,ed 1,1na parte del bottino. Con l'andar del tempo, si L'Jnghiltrrra sotto il Re Alfre<lo ha una flotta prinpresero per ausiliari soldati Ispani, Galli e Germani, e dr.alc formata con unità dr! Re, c<l altre flotte ausi-qu<.>sti era.no pagati. Gli A. non erano ordinati in le- _ liarie fornite, d 'obbligo, dalle singole città marittime, ·gioni, ma, n~ll'epoca imperiale, per aie, tomie 1; coorti, a seconda delle proprie ,p otenzialità. Queste n a vi del dette app unto << ausiliarie » per distinguerle ,dalle « lepopoh concorrono a lato di quelle del Re, alla difesa ·gionarie ii. Ebbero allora l'asta, uno scudo rotondo, dello Staw. Olt re a questo c:ontributo •>bbligat9rio, una grosrn spada. G li A . erano tanto di fanteria, quan- . nei]' 1 l O secolo, l' Inghilterra ne crea un altro conceto di ccwalleria. Generalmente conserva vano le loro dendo privilegi feudali a. chi fornisce navi da guerra. ·a rmi nazionali, sia offensive che difensive, e solo raHanno origine così i famosi « Cinque Ports >l la cui :ramente si ha notizia di ordinamento e armamento dato, flotta augiJiaria., equipaggiata il p iù delle volte da pi·in qualche caso, a foggia d ell'esercito legionario. Conn.ti, ha dato molto pitt noia agli amici che ai nemici. ,servavano i loro capi, ma sempre all'ordine diretto e ;\I e! 13° s~colo, troviamo in Inghilterra una speciale s upremo di comandanti rcma11i. Soltanto verso la fine commissione incaricata di verificare periodicamente la -dell'Impero gli ausiliari, incorporati nelle legion i, vi capacità dellr singole navi da commercio per inscriverle -divennero più nunwrosi che gli stessi Romr.ni. f ra quelle che i n tempo di guen-a. verrobbero armate e Presso alcune nazioni si sono chiamati « ausiliari ,, poste al servizio del Re. Anche la Francia , nel primo •gli ufficia li della Marina <la commercio chiamati a presecolo dopo ,il 1000, ricorre ; flotte ausiliarie prese dalle -star servizio accanto a quelli da guerra durante il peMarine Cenovrse ed Aragon~se, fino a che, per opera riodo bellico. La voce in Jtali1 è caduta in d isuso. cli Ugo Lercari e Jacopo <la Levan te (verso il 1250) e Prendono il nome di « meccanismi ausiliarl >l tutte le poi con Enrico J\>farchcsi, Lanfranco Tartaro e Alber-

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tino Spinola , iutti Genovesi, r iesce a costruire un pri• mò nucleo <li n av i p roprie con r da.t ive basi di r ifornimctlto. Jn Italia, prese ,narticolarmeate il nome di << Squadra Ausilia ria», nel 1615, una squadra composta di galee fio'ren tinc, napoletan e, maltesi, pon tificie, al comando del pr incipe Ludovi;io. Tale squadra ebbe questo n ome, 1< peròè o;dinata :l portare efficace soccorso in ,Oriente, durante la guer:a; senza obbligo di confederazione, nè d i alleanza patteggia ta Jl (Guglielmotti). L a S(Juadra soccorreva, come nel p rogetto, i Veneziani in guer• r:i. contro i Turchi ; mancarono in essa. le navi d i Genova, a cagione delle pretese avanzate da quella re· p ubblica « non solo per nrnre, ma anche per terra J>, e trovate eccessive dai collegati. .Durante il periodo della marina velica sono da rnnsiderarsi com~ naviglio au siliario tutte le navi private, a utorizzate alla guerra di corsa con le _lettere patP.nti. Ed anche con la marin;i, a vapore, la maggior pa rte -dei piroscafi armati in guerra è servita per la di; tru zione ciel commercio avversario. Attualmente il naviglio ausiliRrio- viene formato con 1 piroscafi più veloci. Fin cbl tempo d i pace, mediante opportuni a'"cordi ~on gli a rmat:ori, si muniscono i p iroscafi p iù rapià i (a lmeno 20 miglia d i velocità) con sistemaz ir.,ni c he li rendono atti a ricevere nello sr>azio d i poche ore, cannoni, lanciasiluri, proiettori, ecc. Si subilisce per ciascun p iroscafo il porto d i armamento presso i parchi del quale viene -conservato il materiale bellico. I pixo~cali d~3ignati a far parte del naviglio a usiliario h a nno :if)positi locali che in tempo di gucrrP diven:eran1:o d!'posili munizioni, ossia loca li muniti d i rapidi mezzi di a llagamento e comunican ti con i pon ti supe riori med iante con~lott.e attraverso le quali passe:·anno gli ekv.ltori delle mun izioni. Non appena vk'1e indetta la mob ilitazivnc il piroscafo s i reca al po~to d i , am:a!l,ento cd ivi rice,e le a rtiglierie, i lancia.siluri, i posamine, le tor pedini (se è destinato a nave affondamine), k muJ1iz ion i, i viveri, ecc. nonchè il complemento d i U fliciali ed eqi1ipaggio mi litare che lo rendono atto al n uovo servizio . I piroscafi cosÌ armati entrano a far parte della flotta operante e battono bandiera da guerra, me ntre tutti gli altri piroscafi, pur r iccvcmh:, \1'1 armamento Ji a rtiglieriil. per difendersi dai somnte rgibi}i, continuano ;l. rimanere nel ruolo delle navi mercwti li. Il n aviglio ausiliario viene impiegato nei se rvizi d i ;corta dei convogli, crociere di d istruzione del commercio nemico, posa delle m ine, ecc. Essendo costitu ito da navi veloci, <lisimp•~gna talvolta il servizio degli incrociatori ed esp!crat,,ri (V. Incrociatore ausiliario;. Le na vi << ausilh,ie >> devono essere distinte da qud!e « sussidiarie», ossia dalle na,·i de,tinate al trasporto r1r!:sone, munizioni, naita, officine, che servono al soHenta!nento delle flotte. La nave ausilia ria è di cara ttere -str3tegico- tattico, qu~lla sussidia ria è d i carattere esclusivamente logistico.

Ausiliario (Posizione di "erm.z10 A.). E' u n a delle posizioni in cui può venirsi a trovare l'ufficiale d ispensa to dal servizio attivo p,:rmanente. E' stabilila per tutti gli ufficiali (tra_nne i Ma,escialli e i Generali d'Esercito, gli invalidi e veterani) che -per età o per menomate qualità, siano giudicati non più atti al serviz io a ttivQ, ma eh~ conservino attitudine ad w10 dei ~eguenti servizi, pei quali restano a costante disposi-

zione del :Ministero della G uerra : a) servizi special,, nei quali non sono fissati appositi personali; b) servizi, territoriali, in sostituzione di u fficiali in attività; e)• servizì accessorì p resso l'es~rcito mobilitato. Agli ufficiali in posizione di servizio A . che abbiano lequalità _fisiche ed intellettuali necessarie, può essere affidato, in guerra, anche il comando di reparti attivi. In, sostanza il se:·vizio A . è· una posizione di mezzo ri-poso, nella q uale spetta1,o gli as,egni d i riposo, in base ai d ir itti acquisit i durante il servizio attivo, oltre cn'anmia indennità fissa per ogni grado. Il tNnpo trascorso, in tale po,izio;1e è computato per metà rispetto alla. 1 ifonr.a, <· 2.H;1 giut'ila.zionc definitiva, 1alvo il ca.so di rimozione o d i r ivocazione, in cui si perde il d iritto,all'au:nento d i pensione per il tempo pass.'tto in servizio A. Gli ufficiali in S. A. P. d i qualsiasi arma e specia liti.. possono essere collocati nella posizione d i servizie, ausili.uio anche a k-ro domanda. Per età, gli ufficiali in. S. A. P . vengono collocati in posizione d i servizio au-• ~ Diario

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qu1r.do rag~iung~;no i li!11iti d età indicati per·

ciascuna arma e per ciascun grado dal seguente spcc-d 1io :

Gen. d'A . e di C. d' A 68 Genera li di D ivisione 65 Generali d i Brigata 62 Colonnelli 62 60 58 Tenenti Colonnelli 56 58 58 55 !-faggiori . 58 56 Capitan i 5.0 53 52 'Tenen ti e Sottotenent i 48 50 so (La prima colonna di cifre appartiene allo Stato • Ma.g,giore, Fant. Cav. Art. G enio; la seconda a l Corpo Sanitario, di Ammi11istrazione, d i Commissariato e Ve•terinario; la terza ai Carabinieri Reali).

Po , iiione .-1"siliaria Spu-iale. D0po la Guerra M,111ù iale in causa della pletora di ufficiali rimasti in l ervizio alti\'o ptnnanente esub~ranti agli organici ù: -p ace, venne crr.ita la Posiziaue Ausiliaria Spec-iale, che o-f~ [riva particolari van taggi agli ufficia li che volontariamen te lasci'Lssero l'Esercito permanente. Con i R . Decre ti ·,o ,iprile e 3 gitigno 1?20 N . 4."i:i e ilO, gli uffi~ciali esu~erallti agli ùrganici dei s ingoli gradi d'ogni. arma e cor.pn, non esc!u:;i definitiv,uuc:ite dall'avanzamento, e Y1on impiegabili in t:ad che di grado inferiore,

$lati autorizz,,ti a d1ic<lere la P. A . S. A dcttE uffici1li il -Minis\ero concedeva: U na pensione provvisoria; un 'indennità annua; i! compu to di due anni in più di servizio, per ogni pro-mozione avuta per merito <li guerra; il diritto d i promozione a i successivi grad i subito dopo i colleghi ri1nasti in servizio. In tale posizione g li ufficiali 110.1 potevano rimanere · complessivamente ])P.l' i d iversi grad i pii1 d i 10 anni, 111: più cli 4 anni i,1 ciascun grado, oltre i limiti d.i età. _ Agli effetti della pen sione ogni anno passato in P . A. S. veniva computato per la metà. Gli ufùciali in P . ,A. 5 __ potevano assumere qualunque carica, _ purchè deçorosa, in aziende private. Con R. Dccr~to-lcgge del 4 settembre 1925, N. 1600' la P . A . S . fu abolita, costituendola coll'Aspettativa per riduzinne ,ii q-uadr;, preesistente nella Legge 18 luglio 19 12 N. 806, s ullo stato degli uff. del ' R. f.. e <le lla R. M . Gli u fficiali in P. A . S, furono collocati in d etta <( Aspetta tiva )> fin'o a l ra.ggiungimento del 4° · ~0110


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anno oltre il limite d 'eti fissato per il grado col quale avevano lasciato il serviz io A. P. purchè fo~sero nelle rondizioni di idC1neità fisica. Trascorso tale periodo, subentra il collocamento a riposo colla pensione spettante in via ordinaria, come se fossero s tati mantenuti s~mprc in S. .-\. r.

Ausonia. . Città del Lazio, sulle sponde d cll'Ausene, capo!. d ella regione abita ta dagli Ausonì, nella ,·allata del Liri. Ven:ie sottomessa. ,·erso il 334 a. C. da Valerio ,:orvo. Nel 315, gli Ausonì tentarono di ribellarsi alla dommazione romana, ma furono debdlati e s0ggioga1; definitiv:ur.ente; A. fu pre.•a con grande strage dc' suoi abitanti. A 1,sonia. Rimorchi:i lON <:lragamine, varato nel 1920: lunghezza m. 35,30; lat Rhezz:1 'Il. 7; dislocamento T. ~ 70; ,:q.i ipa,srdo 30. Aussig. t::iuà della Boemia, alla confluenza della Bila e dell'Elb:-.. Vi ~i combattè nel 1426 una battaglia che app:irtiene alla rivoluzione degli Husgiti, i quali, comandati d1 -Procopio. avevano posto l'a ssedio ad A., ma furono quivi a$saliti da milizie inviate dall'impera tore S igismondo. Gli Hussiti s i difese ro dall'assalto degl i imperiali, riparandosi con una barricata di carri, e poscia presero l'offens iva, sbar:-.gliando e volgendo in fug:i. gli ass:\litori, ma lgrado che fossero, questi, in numero molto maggiore. Gli imperiali perdettero circ:i. un quarto de i loro effettivi. Dopo d i ciò A . si arrese agli Hus~iti. Aussun ( Pietro <l'). l\Ia.resciallo di campo francese, n. a R igorre verso la fine del 15° secolo, m . nel 156?. F ece le ~ue prime armi in Italia, e n el 1543 venne nomin?.to governatore di Torino. Tentò l'impresa di Chieri, 1111 gli fallì. P.attuto dal marchese del Guasto presso Carignano, rimase prigioniero un anno. Riprese la rivincita ?. Ceresolc. Fu governatore di Savignano. Partecipò alla batt. d i Dreux a,gli ordini del )fontmorency e mori poco dopo quella sconfitta. Auston (Sir Frallcesco G111(l-iel11!0). Ammiraglio inglese, n. a S trventon ne l 1.774, 111. nel 1865. Abbr:icciata la carrier~ militare nclk'l marina da guerrn, servì con distinzione fino a l termine della guerra del 1814, distinguc n(iosi nella battagl ia di S. Domingo · e in a ltre occasioni. Nel 1845 fu incaricato della st12ione dei mari dcli' A1nerica d~I :'\ ord; nel 185S venne promos.;o conlr amrni raglio, nel J.862 vkc?mmiraglio, nel 1863 ammiraglio dclla flott1. Austerlitz (Battaglia di A ., d icembre 1805). Dula campagna del 1/i(•S in Ger mania (guerra fra h Francia e la terz:i. coalizione) fra il 20 e il 25 no-

1·3nte

vembre 1~05 la situazione degli :iv,·ersari era la seguente: Gli allea ti erano ragg1·uppati in due 'grandi masse, una di 90.000 uomini ( imperatore d'Austria, czar di Russia, gen. Kutusov, che poteva essere portata a p.;11 di 100.000) prrgs<J Olrnii tz, \!!l'a ltra di 80.000 u. a )la rburg (arciduchi Carlo e Giovanni). J\"apoleone occupava, ron larga dislocazione a gruppi, una posizione interna fra le due masse avversarie . Contrariamente al loro interesse, che era di atlenderc la loro riunione cogli arciduchi Carlo e Giovanni prima d i da r battaglia, gli alleati deci~ero -:li chr battaglia senza attendere i soccorsi austriaci, e. forse, l'intCr\'ento della Prussia.

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Co:icctto d egl i a ustro-russi era d i tenere riunite le proprie forze e cercare d i g11adngnare al largo il fianco destro dei france~i in modo di mir.acciame le comunicazioni con Vienna ~ obbligarli per sola virtù di ma• novra ad abbandonare Briinn e a ritirarsi dietro la Th~ya. l n caso non si fo.;sero ritirati, attaccarli decisamente sul fianco destro approfiuando della superio-

rità llUlll'!r ic-a. 11 tnlttino del 27 nov. gli nlleati mossero lentamente· su 5 :olonne verro P.riinn preceduti da due aYangu:irtlie e segu iti dalla guardia imperiale russa. Il 28 l'av111guardia di destra si scontrò a Wischau e a Raussnitz colla cavalleria di )font che si ritirò; gl i alleati ritennero rhe ~ a po Icone volesse sottrarsi alla battaglia e decisero d'impedirgli la ritirata su Vienna, at• taccando Xapolcone. Questi, dopo Wischau e Raussnitz. seppe dcll'a\•anzata del nemico cd ordinò il concentrnmtnto a Br·Jnn di tutte le for7,c che notcvano accorrervi subito, e cioè : 3 di vis. del III c~rp~; 2 divis. del I corpo ; J divis. della Ris. Cavalleria . Napoleone ten1eva l!ll ntt:toco per l'indoma ni e per evitarlo ordinò a Soult ( IV cor po) di ritirarsi da Aust~rlitz dietro il Goldbach a sud della strada .Brii1m-Olrniitz a norci della quak:schicrò il V cor po; al CClJ!ro in ' riserva la Guardia ;· avanti alla fronte 1-! divis. cavali. di )lural. Se fosse ~tato :ittarcato subito 5i sarebbe ritirato sulle a lture di !1riilll'.. Infatti concetto d i 1\'apoleonc, ~.ppc11:t in:uì il disegno 1v, crsario, fu cli riunire le forze e non accettar~ bCJ.ttaglia se non cnlle fo,ze concentrate; all'occol'fen za retro~edcrc e concentrnrlc a ll'indietro. Ma gli alleati non allaccarono suhirn. ~apolecne rima.se quindi anche il .30 st11le stesse pcsizioni e prevedendo la battaglia per il l '' o il 2 d icembre ordinò a l I Corpo di accelerare b. marcia. 11 1,·rrer,o •m ila sinistra delln Schwarzawa sino ad Austerlitz è lci;ge rment e ond ulato e Jievemen'.e degradante verso S. in una zona co;,erta di s lagni che r:iccolgono le ac,::ue Jel Goldb:ich e della I.ittava; fra quesli dnc torren ti si eleva un pianoro leggermente dominante all'intorno, esteso 5 km. e denominato Pratzeberg. I pendii sono in genere dolci, ma solcati da bur roni bosrnsi e scosces i. N'el giorno della batlaglia gli. stagni erano gclat i e il suolo delle depression i pantanoso; ma in genere, il terreno era praticabile a tuttele armi. L a sera del 1• dicembre gli alleati (87 .000 u. con 270 cannoni, sposta rono il grosso verso il Pratzeberg e, r ite• nendo che i francesi volessero stare sulla difensiv:L dietro il Go!dbacl·, fra l<obelnitz e le alture bo~cose a N . della strada, decisero di passare col gro.-;so il Goldbach fra K obclnitz e T elnitz ed aggirando l'ala desti-a di Xapolcone, attaccarlo di fianco e a tergo; una: parte <lelle truppe, fra le riuali la Guarcli1 russ1, avrebbe inta:1!0 attacca to fron tal men te a cavallo dalla ~tr1da di Br'.inn. I movimenti dovevano comincia re alle 7 del 2 dicembre. Napoleone, che vide chiaramente i movimen ti degli aJ!cati il 1° dicembre. e n e comprese lo sc~po di aggirare la sua destra, stabili d i p iombare con forze numero,;e Sllllc colonne aggiunt i, una volta che fossero scese dalle ,ilturc, per attacca rle a sua volta sul fi,1nco destro mentre era no in pieno movimento, Il l ' <licemLrc intanto giunsero tutte ic forze chiamate, meno una divis. iant. ( che era a Presburg) e una cltvis. cavalleril . .\l!e 17 <lcl 2 dicembre i fran-


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francesi e:::::] Aus!ro- russi

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2 Km.

1) Br. Milhaud (dlv1-s. J3eaumont); 2) Br. TreUh;ard (V Corpo); 3) V Cor po ; 4) 17° r egg. rant. ; 5) 1S oannonl; 6) Oivis. CalT'1rell1; 7) Br. Ke lle rrnann (V Co r]J<}); 8) Br. Boyer (rllvhs. Beaum,:>nt); 9) D iv•ls . Oudinot; 10) Gua1,d la; 11 ) Divls. R1vaucl; 12) DiVls. Drouet; 13) Dlv is. Va,nclammo; 14) Dlvis . St. 1Ula 1re; 1 5) Br. Lcvasseur; Hi) nr. Brnnard; 17) Div1s. ~Jargaron; 18) Br. i\le'rlc; 19) Friant; 20) Klenmayer; 21) Avang; 22) colonna ooctorov; .23) Col. Langeron ; 24) 3° colonna; 25) P tzybis zewsky; 26) Col. Ko lovrat; 27) col. Liechtenste in.

cesi erano così d islocati: avevano sulla destra 14.000 u., _a l centro 22.000, alla sinistra 12.000. La R iserva (23.000) comp:·endeva la G uard i:t, b. di vis. Oudinot e cavaller ia . In totale 71.000 u. con 140 pezzi. Alle 7 del 2 dicembre, fra una fitta nebbia, gli alleati iniziarono la marc.ia e Qtt~cnrono h linea del Goldbach, impad ronend c,si di Tdnitz Sokoln itz; in a iuto d ei francesi a ccorse D 1,vo•1t eh Raigern. Alle 8 una colonna alleata mos~~ su 1,obdnitz e alle 9, caduta la ,1ebbia, era an• cora ad est del Frntzcn e quindi invisibile ai fra ncesi. N apo 1ec-n ~ decise subito di impadron irsi del Pratzen e ordinò r..ì S0ult (IV Corpo) di occuparlo. I I , I V sali rapid:,.mente sui pianoro, e, trova tosi di fronte la coIo·n na rnssa, .fopo vivo con:,battimento la r igétlÒ nella va!!e. .Je!h L itta,,a . Intanto anche il I corpo e là Guard ia con N apoleone giungevano sullo Stari W ino-

brndi. s icchè alle 11 i francesi erano oadroni dell'altopiano e brunr.ati a l centr,:, dello schicrar.!enlo nemirn. Fratta11to D avout, ~ompresa la .situazione, iin_pegnava le coÌOI1ne 11emid:e d'ala sini;tra sul Gold ba:h, e la $inistra francese e le riserve Cav. avevano attacca to la <le,tra nemica avanzante su B osenitz, Kruh, Holubitz e Blaschowitz e, dopo ten.ice lotta, l'aveva:10 re$pinta su P..usterlitz, Krenowitz e R aussnitz avanzando lino a lla P osm-?itzer I 'ost. Ocrnr,-a:i il Pratzeberg e lo Stari W., Napoleone, Jasci~tivi il I Corpo e là Guard h, nel pomeriggio ordinò a l I V corpo ffoult) u na conv,•rsione a destra facendolo ava nzare a S. W., fron te .,Ila linea So1w lnitzAujenì, gettandolo così sul fianco e a tergo d ella s i.nistra allca!a : · sicchè que,ta , prernnta di fronte da Davoul ~ su l fianco e a tergo <la Soult, non avendo


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Austerlit.z. Quad ro dl Francesco Gòrard a ltra via di scampo che attraverso i Ja,g hi gelati, i quali si r u.ppcro sotto il peso delle lrnppe e i proiet tili della artiglieria francese, venne totalmente disfatta subendo gravissime perdite in morti, feriti e prigionier i. · F ra gli italiani, si d istinse par ticolar mente il 3° rcgg. (divis. Friant - ala destra) che venne attaccato sull'altura di TeJnitz da una colonna nemica agli ordini del gen. Sut terhc im. L'urto fu valorQ€:unente sostenu to; e avend·i I russi prese il vi!laggio d i Sokolnitz, lo rit0!sero loro gli stessi fanti del 3° insieme a quell i del 48° rc·gg. francese. Par illlenti, ad A . si d istinsero i :·eggiment i i taliani 26° cavalleggeri, composto d i P iemontesi, il J'' e 21" Dragon i, il 26° caccia.tori, e infmc !'8° Usseri, comandato dal col. Franceschi : e si clistinsero co,ì d a essere citati nell'ordine <lei giorno cannon,eri •it<1liar.i della Gua rdia reale. La giornata costò ai francesi 6-7000 u . ; gli alleat i ne perddter,;, 30.000 e l-~0 pezzi. K apolf onc non insegu ì s .1bito e gli austro-russi ne ap,profittaron.o oer ri:irarsi ·;ers-;; J'[Jns:;herb, ,iv~10d0 p~r <luta la loro Jintci di rit irata -su Olm i., tz. Il 3 i francesi in izi:!:-ono l'iP.seguin1en to ed il 4 avevano giit r aggiun to le retroguardi~ nem iche a!lorçh<'· vennero sospc.le ìe ,,stilità . 1

Austra lia. L'A. è collegata all'Asia da un fit to cord one insulare ed -è fian cheggiata e contornata nelle a lt;-c ~ue pa_rti d a una vera molt itud ine di iso le gran di e ,p iccole, specialmen te numerose nell'Oceano Pacifico (Mrlane~fa, Micron esia, 'p0Jin e3ia, N uon. Zclan,Ja), che, insieme con l'A . formano l'Oceania . Ciò non osl ant~, I' ,J . è ,isola!?. da ogn i altra. ter ra dalla p rofond issima cerchia restitu ita dagli O ccrni I nd iano e P ac ifico e <la questo suo isolamento (l'~satto perimetro fl1 ric<1nosciuto 0 .ola111e11t~ nel l 770 .,Ja Cook) deri van o le caratteristich e pecu!ia riù a n trop iche, zoologiche e botanicnc p rc prie d i questo con tinen te: Ha :.ma superficie d i 7. 700.000 kmq. circa ; misura d a ovest ad est, dal C:a µo ) ford Ovest al Capo Byron 3800 km . P. ., 100 ne conia da nord a sud, d a l Capo Yor k al Capo \Vilson . E' attraversata d al T rop ico <lèl Cancro, che

la., cia i 3/5 del continen te nella zon:t torrida ed il rc:sto attri buisce alb. zona temperata australe. Ha uno sviluppo costiero relativamente limitato e q 11esto, u nito alle a ltre circostanze -ohe vedremo, ,porta d i conseguen za u na grande d ifficoltà d i penetrazione a ll'interno, il q ua le, nonostante .l'enorme d ifferenza di svilui:;po, è assai meno conosciuto dell'inte rno dell' Africa. L'insenatur'a più importante è quella del Golfo di Car pentaria, a nord, che s'affaccia su lo stretto d i Torrc.s o l\far <li Ar ~fura, tramite d i comun icazione con la N uova G uir.ea. L ungo la costa Jlord orientale, per un !rallo di circa 2400 km. si stende l' insidia della Grande Barriera, che pop0la <li p iccolissime isole mad reporiche il coside tto Mare dei Coralli e rende oltremodo d ifficile la na vigazione. A sud del Capo Sand y, nella costa orientale, si ap rono nu merosi piccoli appmdi, fr_, i quali assu rgono a par ticola r importan za la baia di S i,iney e que lla della Botanica. A s ud , nello stretto d i Bass, che separa l'A. dall' isola di T asmania, si aP.rC P ori Phiiip anch'esso molto importante. L a Gran Baia 1\ustr ~Jc, che si apre sulla Co5ta merid iomle, ha fondali molto bassi ed un lido ste:·ile, privo d'acqua ccl ino,-pitc. La costa cccidènlale casca su l mare assai ripida ed offre pochi ancoraggi. Fra. essi h b:ii:, del Geografo e b !)aia dei Pescicai, i. I .'.4. presenta mo lte analogie morfologiche con l'Africa. Nella sua sezione orienta le è movimentala da una zona montana che f)renùc j nomi impropri cli Cord igliere dcll'A . o anche di Alpi Austrnlian e e che si presen ta con qualche vetut superiore ai 2000 merci (111. Clar kc 2200 m. M . K osciu5ko 2280 m.), nella se?. ione <:en trale s i ha -una zona mo lto d epr r.ssa, che, nel Lago E yre, giunge alla deJrrrssione assoleta di 12 ; ad occidente si ha invece un w volato tabulare d i roccie antich~, alt.:i in mtd ia 4.500 metri, che casca ripido, come irbh iamc, visto, sull'Ocem o I ndiano. Il ma ggior fiume del continen te è il Darling-M urraj , che raccoglie le acque d ell'alta regio ne orien tale e -termina nella lagun a Alessan d rina o Vitl<1ria, dopo d i aver ricevu to il M orrumbi,lge. E ' questa l' unica arterie! na vigabi le d i una c~rl:l impor tanza .


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:So110 · numerosi invee~ i laghi senza emissario. Essi più ,vol te durante· la stagione delle pioggie, .comunicano insir.1n~, allagando la pianura. Il più importante è il ·L ago F.yre. Numerosi a ltre sì i torrenti 1ernporanci chiam~ti « creek$ ll che scorrono gonfi e straripano fa-cilrne~te durante le ,pioggie e spariscono poscia quasi per incanto, assorbiti dai éalcari fessurati dei te>•reni ·che attraversano. Gli ind igen i della .4 . appartengono ad un gruppo spe•cia.ic fra le razze oceaniche ormai in via di estinguersi

,(nell'i&ola d i Tasmania si è estinta del tutto) r idetto •oggi a .p oco più di 60.000 individui. La .popolazione attuale clell'A ., che tocca i 7 milioni, è tutta di im·portazionc, con assolut:i prevalenza dell'elc;nento ingle-se, attrattovi sopratutto dalle ingenti ricchezze mine11·arie scoperte negli ultimi decenni. Le coltivazioni e la fauna domestiche erano quasi sconosdute in A . e vi furono importate con la colon izza1.-ione. Orn ag,·icoltura e pastorizia costiluiscono :.risorse assai importanti del pae,e. Ma le risorse di gran lunga più importanti son date dall'industria mi:nenria. I commerci .e le industrie sono in continuo e promettente s\'iluppo e danno luogo ad una naviga..zionc molto attiva. Anche le ferrovie sono sulla via d i un continuo incren1ento e

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già. se ne contano quasi

·45.000 km. La posizione oceanica del!' A . h~- r ilevant~ va!ore nel g:uoco delle .probabili competizioni m0,11:!iali, ,che ,pr.r parecchi segni tendono a farsi vive anche sulle sponde del Pacifico; le affin ità etniche con le popola.zitmi del!' America del Nord esercitano moltJ. influenza iicgli orientamenti di politica estera clelle popolazioni ;australiane.

Codederaziont australiana. A imitazione degli Stati 1J?1iti, i vui Stati del!' 1\ nstra.l ia si •.:ono federati sotto .ì l nc:ne di « Repubblica federale · australiana l), costi1uita ne: giugno 1900. Le colonie inglesi d'Australia lianno arlot t;,.to una costituzione federa i,: e cre,tfo UJ' parla1;1ento autonon,o, avente per compito di fare ieggi ap,plicabili ai sette stati australiani: Australia occi<lentak, settentrionale, meridionale, Queslantlia, Nuova Galles, Vittoria, Ta3mania, i c1uali hanno <lichiarato -di entrare nella federazione. Solamen te la Nuova Zelanda ha persistito nel volere rinunere isolata. Il potere legislativo è aff,dato a un parlamento fedc,·a le composto ciel governatore, d'un sena to e d'una can1ern rappresentativa. Il governatore generale, r appre-sentante del p0tcre reale, ha delle attribuzioni che pot rebbero essere paragonate a quelle del presi-dente della Repubb!iGa Francese. E' anche il comandante in capo delle forze di terra e di ma.re della federazione. Ha la suà sede nella Nuova Gàllcs del sud, in un territorio indipendentè, unicamente da esso amministrato. Esercito. l.a. Confederazione australiana (Commonwealth) ha un esercito costituito d i 30.000 u. in servizio a ttivo, volontari con arniolamento di cinque anni; ha le (< forte cittadine l>, comprendenti S divis. di fanteria e 2 di cavalleria. I n ca30 d i guerra queste vengono subifo mobilitate e costituiscono ,)'esercito di campagna (M obi/e striking f"rce) . I cittadini australiani hanno l'obbligo di seguire l' istruzione premilitare, dai 12 a i 13 anni; dai 18 ai 22 :Jcppitrtengono alle « forze cittadine>> e prestano servizio per 10 selliman~ nel ,primo anno e per 16 giorni in ciascuno dei tre anni successivi. Quindi sono congedati, ,·estando !oro sol-

tanto l'obbligo della frequenza <ld .tir:i a segno e p_ot~ndo veilire rich iamati soltaiito in é:iso· dì ·guerra .e cli as~olut,t necessità di difesa della. patria. II territorio australiano è diviso in 7 << aree divisionali l). Sei squaddglie di aeroplani ha l'esercito, un:1. cli idroplani la inarina <la guerra (1925). 11fmi11a da 5-uerra. Secoirdo accordi p r~si col Gov~mo

n1arina da guerra australiana concorre alla sicurezza dell' I mpero, e le sue navi sono inscritte ndle liste della Marina Britannica. L a forza navale australiana è costituita principalmente dall' incrociatore eh, battaglia « l\nslralia l>, che ha un dislocamento di 19500 tonnellate circ1 ed nn armamento <li 8 cannoni da 1.52 mm. e 14 da 102 mm., oltre ad altri piccoli cannoni e mitragliere. Vi sono poi gli incrociatori leggeri « }\•foli.Journe », « Sidney ll, « Brisbane l> ed « Adelfide )) cli circa .5700 tonnellate cl i d islocamento ed armati con 8 cannoni da 152 mm., oltre i cannoni minori; l'incrociatore leggero « Encounter >l, più vecchio dei precedenti, e che ha un a rmamento di 1 cannone da 152 mm., oltre i cg,nnon i minori, ed a ltri d ue incrociatori <e P'ioneer ll e « Psyche i>, ormai troppo antiquati per avere un qua!,iasi valore militare. La flotta è completata da pochi cacciatorpeòinierc, torpediniere e sommergibil;. Du~ incrociatori leggeri da 10000 tonn. sono (1926) in Britannico, h

costruzione.

Austria. Ciò che nella storia pa,3ò soao il nome di Impero Au;tro-ungarico ebbe il suo' primo 11occiolo in quella che fu l'Austria propriamente detta, fra la Hocmia, l'Ungheria, h Stiria, la Carinzia, . il T irolo e la Baviera. Tale territorio faceva parte ·anticamente d i quelle p rovinde, chiamate Norico e Pannonia supcr·iorc, che i Romani, sotto Tiberio, avevano conquista-te nel 3.1 d. C. ~ poi colonizzate e rese -prosperosissime . J l pae,e a,~dò s,:iggetto alle incursioni barbariche. Nel i9S, p0ichè Carlonngno ebbe sconfitto gli Avari, riunì il territorio compreso tra l'Ems e il confluente della Ra,b e del D a nubio ali' Alema,gna sotto il nome di Avaria, o Austria, o !lfarca orientale, vi mandò coloni alemanni e ne affidò il governo ad un 1'.fargravio interamente dipendente dal!'ln1pcro. Questa fu la origine pol itica d~ll'Austria, che nell'843 fonnava l'estrema provincia orientale dell'impero, e ca<ldc iu potere degli Ungari; ma, vinti questi eia Ottone I a Lechfeld nel 9.'i.5, il territorio .perduto fu in gra n !.)ar te riconquistato; e. il resto lo fu mercè la prodezza e la abilità dei Margrav i. Nel 1156 Federico Barbarossa unì alla !vfarca cl' Austria il paese al di sopra dell'Ems, ossia l'Austria superiore che fino allora aveva fatto parte del ducato di Baviera, e della intera regione fece signore Arrigo di Babenberg col titolo di Duca. Essendo morto nel 1246 Federico il Bellicoso, ultimo maschio d ei Baben bcrg, senza d isporre dei suoi possessi, l'imperatore· Federico II dichiarò vacanti e devoluti alla sua corona i feudi dcll' Austria e della Stiria. D a quell'anno a l 1262 infierirono le lotte fra i varì preten'd enti al Du- · cato d'Austria e tale .p eriodo fu detto «dell'interregno austriaco >l. Nel frattempo, gli Stati di Austria eleggevano a loro signore Ottocaro di Boemia, il q uale, nel 1269, acquistava per eredità la Carinzia con una par te della Carniola e del F riuli; -ma, più tardi, avendo pro• testato contro la · elezione d i Ròdolfo d'Asburgo al trono ·di Germania, ed essendosi alleato, contro di esso, con Enrico di Baviera e col re ·d'Ungheria, dovette so-

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, stencre un'infelice guerra con l' imperatore e nel 1276 fu da questi rnstretto a ced'e rgli tutti i suoi possessi . austriaci. Il figlio d i Rodolfo, Alberto, nel 1282, divenine il capostipite della casa d'Asburgo d'Austria . I s uo i -discendenti intesero ad· accrescerne la potenza coi matdmon1, con le compere, con le eredità; onde, con tali -mezzi, n el XIV secolo s'ebbero il T irolo ( 1363), le contP..e d i Feld kirch e d i Bludenz che .formano parte del Voralbcrg (1367) e nel 1382 la città e il ter.ritorio ,di ' Trieste per volontaeia ded izione. Nei ,primi an ni del .1300, la Svizzera, che con l'Alsazia é la Svevia for mava · pa rte dei J)òssedimen ti ereditarì di Rodolfo d'Asburgo •-e con essi era trapassa ta in signoria della Casa d ' Au stria, si staccava da ques ta per restituirsi in libertà, e --vi r iusfr1a dopo aspra lotta con tro gli Asburgo, i quali asi rassegnarono alle sconfitte, ma solo col trallato di Ve,;tfalia (1648) riconobbero ia libera sovranità della : Svizzera e la p rosciolsero dagli antichi vincoli verso l' impero. N e1 14?.2 il d uca Alberto V, avendo sposata la fi. ,gl ia dell' imperato1:e Sigismondo, ne ebbe in dote la :Mo• ravia e l'aft1ciarnento dei tron i d' Ungheria e di Boemia a i qu:1li fu infatti a.s sun to alla morte di quell' impera tore, cu i pure succedette (1438) nel soglio imperiale con -d iritto ereditar io e col nome di A,. lberto II di Germania. N"el 1453 il Ducato d'Austria vscniva eretto in Ar·ciducato. Nel 1477, l' imperatore :M-assimiliano I , sposatosi con l\:Ia ria, figlia del Duca 1Ji Borgogna, rice-vctte in dote i Paesi Bassi e l'Alsazia che passarono in domin io del!' Austria; e nel 1500 eredi tò i territor1 ·t!c!le Cm, tee <li Gor izia e di Gradisca i quali compren..clevano anche parte del Tirolo e d e ll'Istria. continen-.ak. Con i trattati di separazione wncl usi nel 152 [ e ,nel 1540 t ra. i pronipoti d i J\bssimiliano, Carlo V e Fcrd inancio. locc:irono al primo, oltre la Spagna e i s ur.i immrnsi possessi dei due mondi, ?.nche i Paesi .!h•;si e il Circolo di Borgogna, a.I secondo l' Arciducato .d'Austria e i tcrritort che ne dipende,•ano; a i ,quali nel 1526 Ferdinando potè aggiun gere il vasto pa· tàmonio della c orona unga ri-ca, composto del reame <l'Ungheria (ridotto, ·per le invasioni fratta,ito avven ute d ei Turchi, alla sola parte occid en tale), di quello d i Boemia, della Moravia, della Slesia e della Lusazia . Ferdinando ebbe la corona imperiale 11el 1S56, ,per !'abdicazione dcì fratello Carlo V. rda gli assalti dei T•.1rc!1i, le turboienze d ei n uovi regn i acqui$lati, Un· :ghcria. e P.oemia, la divis ione dei -domini ereditari fatta -da F erdinando priµ1 a d i morire (1564), indebolirono a~sai J>au torità imperia le che i suoi immed iati successori , 1011 se-ppcro rinvigorir.;. Con l'avvento (1612) a l :trono imperiale, c!i -ì\llattia, pronipote di Fer-dinando, a.r.sero le guerre •di relig ione. L a tolleranza verso i Lu·teran_i di Boemia, promes,a daj~prima, '10 11 fu mante,nuta <lai n uovo imperatore e la ribellione scoppiò in ,qnella provincia nel 1611l: in izio èella. guerra dei T rcn:t'Anni (\i.) . La pace d i Westfa lia , che ch iuse questa :guerra, vide l'autorità <ldl' Austria declinare in Germani.>, e l' ~ !sazia per-clut:i. p,;r essa. P iù t,1.rdi potè l'Ìsarcirs i con l'acquisto della Transilvan ia e della Croazia e Slavonia . La sovcrchi,1. potenza a cui rer le antecedenti guerre era salita la F rancia, spinse l' Au·st:-ia a colìcgars i coi nemici di essa ne lle successive guerre di O landa (1672-78) e della Lega d'Augusta che diede orjgine a lla ,g uerra detta Germanica ( 1686-97) .

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In qu,'.sto per[orl0, l'A . e.bbe a sosknere anche un formidabile assalto da ,parte dei Turchi i ·qu ali invasero l'Ungheria ( 1663) ·con un esercito di 100.000 u. L' impera!are Leopoldo I , stremato c!i iorze per la guerra di Gtrmania e d'~talia, c.bbe soccor$i dai principi dell' impero e <ialla Fra ncia, e per e~si e jJiÙ per l'abile co• 111andv deì Montewr.rnli, rnndol.lir ro degli 11nper iali, che in ba ttaglia decisiva sconfisse gli ottomani a San Gottardo sulla Raab ( 1·' ago3l0 1663), potè aver r agion-: neìJa. 1contesa e ind urre il nemico a lla ,p ace d i Vaszvar. Jn i)iù duri frangenti si trovò l'i•m;,cro nel 1683 quando gli Unghere,;i, oppressi da lla mala e od iat,i, sig1~0ria a.ustriaca 1 si sollevarono. I Turchi, mossisi in lr. ~o a iuto, si av'1.ntarono in gr:tn nu111c ro centro 'Vienna ; Leopoklci I d<Jvèl\c :.bbandon~rc !a s ua ca p itale

che il conte di Stah,ren1berg ,·on poca gua rnigione, se· col'dalo da l va lore degli ab itan ti, d ifese gloriosamente, finché, g iun to in soccor, o di essa l'~roico re Sobie~ki co i suo i polacch i, questi iMiemc con le miliz ie del Duca di Lo1·ena e degli Elettori cl i Baviera e d i Sassonia, i,!!lissero a i Turchi una sanguinosa sconfitta ( 12 setl~mbrt' 1683) e Vienna fu s:ilva. Nell'a nno successivo. costituita si contro la n1innccia_ ottomana una Jega tra l'imperatnre, la Polonia, la Rll ssia e Venezia, la guerra r iarse nuovamente ma con l:t consueta lentezza. G li Austriaci r iporta vano a J\fohacz ( 1687) sui Turch i una ~cgna!ata. vittoria che servì a L eopold9 per far procla mare da lla Dieta ered ita.rio il trono d'Vngh~ia nella famiglia d' As burgo; poi, p roseguendo nei loro pro· speri successi, penetrarono ne.Ila Se11bia, ma ne f urono rkacc 1ati dai Turchi eh~, riavanzati.;i, venn ero a lor

,·olia battu ti dal margravio LL'igi d i Baden a SalemKcmen ,prcssn il confluente della T he iss nel D anubio ( l691) e ;,où c!ecis»mente e con immense JJerd ite d a l princ ipe f.ug~nio d i Savoia, comancbnte -ckgl i imperiali, a Zenti sulla Tbeiss ( Il settembre 1697). Dopo tali avvenimen ti l'imperatore acconsenti alla pace che fll stipu la ta a Carlow it7. sul D,muhio (1699) e per e~sa Ja T '1rchia dovette rinunciare a ll'Unghcda. ed alla Transih·:m ia in favore <lell':\ustria . Seguì la guerra per la S11ccess-io11e (V.) cli Spagna cl>c te:·n:i,,ò con i rratta: i di 'Jtred1t ~ di R astad t. L a succe~siva bre,·c tregua fu inte,-rolta da nuovi conflitti. La Turchia, mal rassegnata alle cessioni umilianti che pe r h p1ce di Carlowitz era stat,t costre tta a fare a i Venezia ni, li assaliva. nel 1714. L' imperatore a lleavasi allora con questi, e il p rincipe Eugenio sbaragiiò i Tur_ chi a Peterwaradino, a ssediò e -prese B elgrado ed altre fortezze. La Turchia dovette allora piegare alla p ace che fu segnata a Passarowitz ( 21 luglio 1718) e d iede ali' Austria il banato di T emesvar e Belgrado con porzione della '>e rbia e clclla Valacchia . Inta n to un nuovo pericolo d i guerra era sorto per l'impero. L'ambizione del cardinale Alberoni, ministro di Filippo V, incitava -<JUesti alla ri: cnquista -c!ei perduti <lominl d'I ta lia . Due flotte spagm10le, allestite s<:cgreta men te, piombavanc• nel 1717 sulla Sardegna e n el 171.') sul!:. Sicilia e se ne in1;:iaclronivano. J}impera-torc, che non aveva l'Olut1l riconcscere F ilippo q ua ìe re d i Spagna e continuava ad accampare pretese su quel tronef, promosse allora una Lega, che si d isse della quad-;;,plice alleanza, con Francia, Inghilterra e Olanda, - la qua le c_bbl igò la Spagna a restitu ime le isore carpite; m a, per nl.!ovi


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patti, la Sicilia passè all'imperatore e la sa,;dcgna al Duca di Swoia ( 17~0). Alonni anni dopo l' ,\ustria par tecipò alla guerra mossa dalla Russia cont;:o la T u r chia a motivo delle scorrerie dei tartari di Crimea sulle terr<' a queila appartenenti. Un esercito aus tro-russo invase l,t Crimea, vinse r ipetutamente (nel J737 e nel 1739) in battaglia campale i Turchi e s'inoltrò nella .M:oJ.clavia; ma da p are~ dell'Au,tri.t la. g•1err1 llO'l fo sostenuta con pari fortana, onde

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pel i tra ttato di

He l~;rado che diede terrn in~ alla -::ont<:sa, perdetti:, qnesta dttà ed i :erritori clella Serbia e dell,t Vabcchia otte,1uti ventun ann i p rima con la paçe d i Passaro·.vitz, oltre Orsova e la i3o&nia. L 'A. fu q,ri:idi coinvolta nella guerra p er la Sw:cessio 1•e (1f.) di Polonia, che terminò con la pace di Vienna (1735). E pochi anni dopo (1740) h1 morie di Ci1rlo VI dava l uogo alh gueria per 1:t Succes.,io •te (V.) d' At!Slri,i, clic Jern,inò con la pac·; d i Acqt1 isgran a ( 17-18). Nel li56 scoppiava la guernt dei Sette Ann·i (V.) che terminava nel 176.3 e portava la Prussia a grande Potenza . L'Austria, <iopa il formid1bi!c ~forzo sostenuto, potè fruire d i relativa qu iete <lurnn te gli ultimi Jm~i d i J\faria Teresa e i primi del rcg:io del figli0 di lei Giuseppe II succedutole nel 1780. In questo periodo tenne mano alla R'\lssia ed alla Prussia nella spartizione della Polonia e vi guada.gnò la Galizia e la Ludomiria ( 1772); quindi, per l'aiuto presta to alla Russia nella guerra contro la Turchia ( 1768-74), ottenne da quella la Bukovina; ma le sue pretese s ulla Baviera, accampate alla morte dell'Elettore Massimiliano G iuseppe, fallirono per l'opposizione e le minaccie d i Federico II, onde dovette star pa_c,a dclì'1c,111isrc di a lcttni distrn'.ti ( 1778-79). Nel 178i, G i11ser,pe IT, alleato,i con l,i Russia n ella guerra d i ri~,:uasa che la Tuì'diia le movcv:t, concentrò sui , confini de,JJ'Ungheria :m ese,·cito j i 120000 u. L e sorti, J a.pprima :,vversr , mutarono sotto l'abile •-:or,dotta d el Lat1d0n che s;_:ivò l'Ungh,·ria, r iconquistò il Banato e la Tra11silv1nia p recedentemente p,!rduti, espugnò Eelgndo ed o:cupò la Moldavia e la Vahcchia (17$9-90). 'La pace d i Sistovo, conclusa nel 1791 tra l'Austria e la Tu, eh ia, non alterò la situazione in cui territoria lmente quella trova vasi pr rma della guerra. Un u lteriore acquisto ebbe l' impero qu:mdo i \)')lacchi nel 1794 tentarono scuotere il :;iogo che li gravava. Domati dulie armi r iunite d; Russia, l>russ,a eJ Austria, una nuova spa1·tizione del loro ~:iagurato paese dieèe in mano a quest'ultima (1795) la Ga li~ia o~cidentale, cioè i palatinati di Cracovia, <l i Lublino e cl i Sandomir: 'Nel 1739 scoppiava la R ivoluz ione francese, e nel 17'12, iniziandosi la lotta del la. Fran;;ia contio alire Pote,!zc EuMpee, F r ancesco li en trò in lega con la Prussia e col rcgrro di :~a.nlegna, per fronteggiare gli e~erciti r ii,oluziona ri e proteggere Luigi XVI. Alla lega pr~sto si aggiunsero Inghilterra, Spagna, Napoli, Olanda, il Papa e mostrò di accostarsi la Russia . La Francia raccolse la sfida; gli avvenimenti di quel lu11go periodo d i :otte sono narrati nelle guerce della Rivofozione, del Consolato, dell'Jm,~e,., francese (V.); essi hanno !a loro conclusione politk,'l nel Congresso di Vienna <lei 1815. L'A. ne usciva a ccres~iuta del 1cgno Lombnr<Ìo-ì'eneto, mentre in luogo dell'impero gennanico ~orgeva la Confederazione germanica, composta cl i :,·, Sta.ti, fra i quali primeggiavano la Prussia e

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l'Austria. Segul una lunga pace, imp osta a i popoli dalla Santa Alleanza. Ma le rivoluzioni del 1820 in Ispagna, in Portogallo, in Napoli e quella <lei 1821 in Piemonte, guelfa dell' A:mer ica latina, quella· della Grecia; e poi in Francia neE 1830 e in Italia negli anni successivi, determinaron0il bisogno d i costituzioni p iù liberali che la Santa Alleanza fo impotente a frenare. Nel 1848, la Francia, stanca dell'imbelle, illiberale e gretto governo di re Luigi Filippo, insorgeva contro di esso e ben presto Austria, Germania e Italia, ne seguivano l'esempio. L'Austria che, sovra ogni a ltro Stato, s i atteggiava a paladina del. .pi(1 ferreo assolutismo, più d i ogni altra ebbe a sof-· frire ,dèl genera le sommovimento. G ià n el 1846, nella. Ga lizia smembrata dal regno di Polonia eraifo sorti gravi torbidi che avevano dato pretesto a Vien-· na d'incorporare nell'impero la repubblica di Cracovia, ultimo residuo della Ji,bera Polonia. N el mar-· zo del 1848 ftL la volta degli slavi ' di Boemi'a., degli" ungh_eresi e di nuovo de i polacchi galiziani. In I tali,t il contraccolpo si faceva sentire con la insurrezione dt Milano, d i Venezia, <li i\fo<lena e di Parm~, a soccorrere la quale accor reva, campione della italica indi'J)endenz'.l, Ca rlo Alberto re di Sardegna. che ·bandiva la guerra all'Austria. Di questa lotta che e bbe termine nel 1866 .s i ·d irà p a rlando d elle guerre per l'Indipendrnza (V.) e per l' Unità (V.) d'Italia, e clelht guerra d i Ungheria (V.) <lei 1849. E a parte s i d irà. della guerra ,!ei D11rati (V.). La guerra del 1859 aveva tolto all'A . la Lombardia; quella <lei 1866 le tolse il! Veneto, e h rese estranea alla Confederazione ger ma nica. L 'ordinamento interne deli' Austria non poteva non, sentire !a ripercussione degli sconvolgimenti pÒrtati: daEu. infelice guerra sostenuta . L'imperatore Francese<:> Giuseppe nel 1861 aveva largito una costituzione e un nuovo s istema (dualismc-) fu inaugurato nel 67 dopo la sconfitta dell'anno precedente: l'impero, assunto il non1e cli nio11archia :.ustro-uJJgar!ca, venne diviso in due Stati distinti sotto il medesimo_ sovrano e che ebber<t come linea d i separazione la Leitha, affluente del Danubio; l'uno, Transleitan ia, o regno d,.Ungheria; l'altro, Cisleita,1ia, o Stato austr iaco. Nel 1869 avveniva la r ibellione <lella Dalmazfo (V.) d omata da~ maì-esciallo Rodich. Costretta a sanare le p iaghe cngionatcle dalle in felici guerre recentemen te combattu!e, l'Austria stette .spètta trice d el grande confl it to che nel 70- 71 pose di fronte Germania e Francia;. poi, lega tasi nel 1872 col nuovo impero germanico e· con la Russia (lega dei tre imperatori) non s'impicciò nei tarbid i balcanici n/, n ella guerra a cui questi diedero origine (1876-78). Ma col tra ttato che suggellò il congresso di Berlino in eletto per dare assetto a Ila Balcania (1378), l'Austria ebbe aggiunti a i suoi possediirn,nti, col t itolo ,diplomatico di am111inistrazio11e, ipaesi slavi della Bosnia e della Erzegovina che già appar•enevano alla Turchia, pur rimanendo questi sotto. la sovranità nominale del Stiltano; e al regno di Dal-• mazia fu aggicdicato il porto di Spizza. Noa per que-• sto cessarono in quei territori i torbidi che da due ann i li ten evano agitati ; onde, manifestatasi l'impotenza dclia Turchia a domarli, l' Austria-Ungheria, col consenso. dello ste~so Sultano, s i accinse ad occuparli effet tivamente. (V Bosnia-Erzcg<n:ina).


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Per lunghi aani la monn.rchia austro-ungarica potè fruire d'una relativa tranquillità; ma le sue condizioni politiche in terne erano rese sempre più incerte per l'acuirsi della tendenza cen trifuga delle sue diverse razze. E l'Austria, per fronteggiare questo pericolo, strinse con la Germania un'alleanza, alla quale più tardi, nel 1882, doveva accedere anche l'Italia a ciò forzata dall'ostile contegno della F rancia. Le condizioni intcrn~ del!' Austria e le esigenze della propria vita economica e politica, la spingevano a cerca-re nuovi e più larghi sbocchi verso l'Egeo e nell' Adriaùico. Ma ad osteggiarne

):,a not.ta aust.r ia<::<L a Venezia ctopo la resa (26 marzo 1919) le m ire stavano la Serbia e l'Italia; la prima sbarrandole il cammino verso Salonicco e facendo attiva propaganda panserb<L nella Bosnia, nell'Erzegovina ed anche fra croati e sloveni della monarchia; la seconda, opponendosi a che essa stendesse le mani sull'Albania costituitasi in Stato autonomo e il cui possesso avrebbe resa l'Aust ria assolu ta signora dell'Adriatico. Nel 1914, l'assassinio dell'erede della Corona austriaca a Serajevo, dava origine alla guerra Mondiale (V.), della quale l'Austria pagava lo scotto maggiore, poichè scompariva come Staio europeo d i prima grandezza e riducevasi ad una piccola repu bblica con poco più di 6 m ilioni di abitauti, il cui territorio non comprende che l'At1stria p ropriamente de tta, la Stiria, la Carinzia, il T irolo cd il Voralbcrg; e dalle sue rovine sorgevano nuovi Stati indipei.denti, qua.li l'Ungheria, la Ceco-Slovacchia e la Jugoslavia; inoltr e parte dei territorì già appartenenti ali' Austri:t passavano all'Italia, alla Rumen ia e alla ricostituita Polon.ia (V. Trattato di Versailles).

Hscrcito. In !Cguito a l trattato d i Saint-Germain ( 19.19) gli a, mamenti dcli' Austria sono limitati in base a norme, "ie quali imposero l'abolizione del servizio obbligatorio, <lovendo l'esercito (massim:i 30.000 u.) e3sere co3tituito soltanto d i volontari ; una limitazione analoga e proporzionale_ fu imposta per le armi. Vi è un M in istero degli affa ri militari, un Ispettorato delJ'Ese~cito, im Cot~missariato civile d i S membri eletti dal Parlamento, aven te il compito del con trollo sulla ge3tione e sull'azione dell'esercito federale. Il territorio dello Stato è diviso in 6 grandi c ircoscrizioni militari, corrispondenti in generale alle provincie. In ciascuna di tale circoscrizioni ha sede una B rig,J/a mista. ed una o più- Heeresvcrwaltungstelle (uffici provinciali amministrativi dell'Esercito) aven ti il compito del reclutamento; del funzionamen to dei servizi e dei rapporti fra EsP,rc: to ed autorità civili.

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L'Esercito a~tstriaco è · co,i"posto di 6 brigate miste, cl i composizione cd effrlt ivi ,·,ariabili. Di mas,dma ogni brigat'l. comprende: l Comando; 2 reggimenti di fanteria o Alpcnj:iger (su 2 o 3 battaglioni); l grupj)o di artiglieria SLI 4 batterie ; 1 sqL1adrone di cavalleria; I battaglione ,p ionier i; 1 battaglione ciclisti; Servizi. La F!t 01tcria comp rende 6 ;·egg. d i fan:eria, più 2 bg). aut.onomi; 6 regg. cli l\lpcnja.gcr più -~ bgl. au tonomi; 6 bg!. cic!i~ti, tutti armati <li fucile .Mannlich~r mo<l. 95 cal. 8. La Cavalleria comprende 6 squadroni, arma ti cli sc.iabola e -moschet:o. L'Artiglieria• comprende 1 reggimento autonomo di 3 gruppi d i 2 o 3 batterie · 6 gruppi d i brigate!. cli 2 Batte rie ca~noni, 1 batteri~ ohici ed l hHtcria bnmhJrd~. Le crup[)e tecniche comp rcncl0110 6 ba.tlaglbn i pionieri di 2 compagnie," se1.ioJJi spc~b listi e pa rco. ·:\ ciò si aggiungano la gendarmeria (5000 u.) la polizia (5000) le guardie doga,ia li ~ for~,ta!i ( •!000). L'A. inoltre possiede tre canrn, nierc fl uvi1li, concesse da l T ra tta:o di pace di Versailles, per la polizia del Danu bio. · L'Austria non ebbe una marina da guerra finchè non ottenne, pel Congresso di Vienna del. 1815, Venezia. E nel 1848 tale marina, montata da marinai veneziani in massima P<\rte, passò ai r ivoluzionari. Dopo il 1849, per opera specialmente dell'arciduca Massimiliano, la flotta venne ricostituita, e allo scoppio della guerra mond ia le le forze navali austriache erano di poco inferiori a quelle italiane. Cessata la guerra, l'Italia si in11J)ossessò della flotta austriaca.

Auszug. V. Eletta. A utari. Re dei longobardi in Italia, salito al· trono nel 575, m. a Pavia nel 591. Per opera sua i Greci furono respinti da Ravenna cd i Franchi trovarono un os tacolo formidabile alle loro inva;ion i. Authion. Colle nelle Alpi Marittime, al di sopra di Saorgio, celebre per i combattimenti del gii.guo 1793, che appartengono alla campagna del 1793 sulle Alpi Marittime, tra la Francia e il Piemonte, e sono episodi delle operazioni svoltesi nella contea di N izza dal1'8 al 12 giugno 1793. L ' Authion costituì il perno della posizione dei P iemontesi, i quali, al comando del duca di Ch iablese, erano raccolti sulla posizione costituita da lla dorsale Mon te Capelct-Authion. I Francesi, a l comando del Generale Brunet, erano stabilit i nella valle della Vesubia da S. :Martino di J.antosca per Roquebillère, Belvedere, La Ilollène, Peiraca va a Sospello. 8 giu.gno 1793. L 'attacco contro l' A~ thion, venne diretto persona lmente dal Generale Brune!. T re colonne francesi, agli ord in i del Generale Dortoman, iniziarono all'alba dell'8 giugno l'attacco del posto avanzato di Man tegas e di quelli intermedi cli Camp Argcnt e Tueis. La colonna centrale impegnò combattimento sul fronte, mentre le due lateral i riuscivano a precludere la ritis rata alle milizie, che, nonostante l'ordine r icevu to, avevano ritardato a ritirarsi. P er sostenere le truppe re• spinte e dato il pericolo che minacciava, il Generale Deller a fece avanzàre dai trinceramen ti dell'Authion ,;1 9° Battaglione Grnnatief'i, che dapprima sostenne l'urto, ma poi fu costretto a cedere ed a cercare riparo nelle posizioni di partenza. I F rancesi, sostenuti da l fuoco d i due piccoli cannoni, avanzaro·n o con ardore fino sotto il penultimo dente dei trincera menti della

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Testa dc.Il' Authio!1 , ~u bendo pochi danni ; ma i,~ quel momen to pic,mbò . loro addosso il battaglione svizzero .Christ, che li costrinse, inseguendoli con vigore, a pre.cipitosa fuga. L ' inseguimento s i a rrestò ai piedi dell'altura. di Tueis, ove i francesi si for\ificarono.

.· 12 giugno 1793. I Piemontesi, con nuove truppe, con artiglierie e trinceramenti avevano rinforzato i campi di Raus e del!' Authion. Alle ore 6 del 12 giugno, dopo un violento acquazzone, le truppe francesi mossero a ll'attacco delle posizioni <li Raus e dcli' Auth ion cd alle

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All'attacco violento delle colonne L ecointre e Mietzkowski, si contrappose la te~acia dei Piemontesi del battaglione Belgioioso, del corpo franco cacciatori-cara binieri e del 1° e 4° battaglione granatieri; sicchè j r ipetuti e furiosi attacchi riuscirono infruttuo•s i ed i francesi furono costretti alle ore 14 a ritirarsi sul ·Monte Maune. Uguale sorte toccò alle truppe del Serrurier , che per due volte andarono ad urtare inutilmente contro la resistenza del battaglion'e di guarnigione, del 9" battaglione granatieri, <lei battaglione d i Sardegna e della battel'Ìa, che presidiavano il settore pitt pericoloso della difesa : l' Aut h ion. La colonna francese del Dortoma n, d iretta contro il fianco destro della tc,sizione, non potè raggiungere l'obiettivo '!)erchè fenpata dal f uoco de lla bat teria dell'O rtigbea, del 9° battaglione granatieri e d i quello d i Sardegna. I Francesi del Serrurier e <lei Dort.oma11, riordinatisi, tentarono un ultimo vi, len to attacco contro la testa del!' Authion ed il fianco destro della posizione, ma l'attacco si infranse e le truppe s i dettero a precipitosa · fuga, inseguite fino a i piedi del Tueis, ove i Francesi a stento riuscirono a salvare i 4 pezzi. A-uthion fu una completa vittoria p iemontese - di grandissimo valore morale - in cu i r ifulsero l'eroismo e lo spirito cli abnegazione de.gli ufficiali e dei soldati.

Aut!t;on. Avviso a ruote, in legno, varato nel 184i. proveniente dalla l'lfarioa ~ar.:Ia, radi'.1.lo nel 1882 : lunglwzza m. 43)1 ; larghena 111 . 10; d islocamento T. 500; macchina 130 HP ; a rnrnnento guerresco cannon i ., ; equipagg io 63. Fu a lh sp•:d izion~ d i Crimea nel 1855. Fu al blocco d i Gae ta a l comando di E milìo Faa <li Bruno ; r,iù volt~ di s t,-1zione in L~v,mte; si d i~tinsc per l'energico e corretto contegno <lei C!}lllandante Carlo_ D(• Amezaga ,iel 1873 a Cartagen·a , durante l insurre:done spagnola . 1

Autichamp (Gi1J1>anni di Bcaw11011t marchese d'A .). Ge.nerale · francc~e, n . ad Angers nel. 1?JS, m . a. _::;aintG~rman nd 18.31. Servi nella g 11erra dei Sette Anni; scopp :ata b. Ri\'Olnzione, fu neli'esel'cito dr,gli emi~ grati e poi a l ser vizio delh R u,s ia; nel 1815, rientrato in Fta nc,a, r" rist,òilif.o Ilei suo -:rado d i l~ogotcnente gcnera!e da Lnig i XVIII.

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Antonio d'Autichan,p. Fratello del precedente (17 44P\?2). Fu in ,\ rn~rica : on La Fayettc, portò le armi

Colonna Oort.ornano; 2) Co.I. Serrur ier; 3) Col. Lc<:Oin•t1·0; 1) CO]. MiCt ZkOWISki

contro la sua patria nell'esercito d i Condé e sotto la R estau rn1ion~ fu collocato in oen~ione.

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ore 7, l'azione era già. impegnata su tutto il fronte. Al colle di Raus, il R eggimento Acqui, sostenuto dal battaglione della legione delle truppe leggere; da 5 pezzi da montagna e rinforzato da ll'8° battaglione granatieri, resisteva brava mente all'urto delle truppe francesi. Dal1' Authion i P iemontcsi, a l comando del Generale D ellera, seguiyano i preparativi dell'attacco n emico che dal Campo d' Argent muoveva su 4 colonne: quella del centro (Gonerale Serrurier) contro la batteria della T esta del!' Au th ion; quella di s inistra ( Generale Dortoman) d iretta ad aggirare il fianco destro della posizione; quella di d estra (Colonnello Lecointrè) contro il fianco sinistro del battaglione Belgioioso trincerato ali' Ancienn< Redou te; quella di estrema destra C:Mietzkowski) composta in gran parte <li granatieri e cacc_ia tori, con il c_ompito di avvolgere la sinistra della posizione, piombando sulle truppe d1e ne _guaL"1avano .il rovescio.

Cari? .!i teuw,wnt, contr, d'Auticha111p. Figlio dd precedente ( 17 70,1 8S2). Fece part~ della guardia co~titu.cior.1!e rli L"igi XVI, p•Ji si gettò ncll'insurrczlonc vandeana e , \opo b ;>acificazione del 1800 condusse vit!i riti:·ata. Alla Restaurnzione, fu promosso tenen te ge:1era1., e pa ri cl i Francia. F ece la c~mpagn.t di Spagn1 del. 1823 e sc.ri~,e le <I l\femoric per servire alla storia <lella guerra dd 18 1S nella Vandea».

Authv.ille /Carlo d'.-1. des Amourettes). Scrittore mii. , 11 . a Parigi nel lil6, m. verso il 1762 .Ah cracciò assai Q'~ovane !a ca:rlt;r,t dè!lt.! ~rm i rn,ggiungcndo il grado di tenente colo1:nello; pubblicò sotto il velo d ell'anonimo: « Saggio sulla cavalleria antica e moderna >>; << Relazione della. battaglia navale del 1759 »; « L'antilcgionar io francese e il conservatore delle costituzioni di fanteria». O ltre a queste sue opere originali ne pubblicò altre di vari autori rivedute e corrette.


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Autoambulanza. P er la generica s ignificazione di ·questa voce si richiama quanto è detto a lla voce « a111•bula11za »: con essa, cioè, si indica. lo speciale autoveicolo predisposto per la raccolta e per la prima brevissima C\l ra degli ammalati e ,feriti. Anche l'autoambulanza fa quindi parte dei mezzi destinati al funzionalllento del servizio sanitario militare. :--"elle forme esteriori della carrozzeria l'autoambulanza conserva le lince caratteristiche d ell'ordinario carro-ambu lanza a trazione an imale. Più veloce e più elastica. essa segna su cl i questo un notevole progresso; onde è m,vio che in tutti gli eserciti si tenda a valersene in misura semµre p iù larga; sostituendola gradatamente al carro-ambulanza. Particolarmente utile si dimostra il suo impiego nei servizi che. do,·endo svolgersi con ampio raggio d'azione, richiedono facilità e rapidità di spostamen ti : cosÌ, ad esempio, il servizio radiologico , quello odonto ia trico, i (]Uali sono 11ormalmcnte organizz:tti per grandi unità. Di autoambulanze in buon numero sono provviste nel ll'lStro esercito le sezioni di

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3° parare prontamente ad una minaccia nemic~ contro un tratto della fronte (linea fluviale, costa, ecc.) scarsamente difesa; 4° integrare l'azione delle masse di cavalleria, ali' infuori dell'azione puticolare dell'arliglieria a cavallo, s ia nel campo 'strategico (avanscoperta e raid), che nel campo tattico. E cosi comparvero a,ppunto nell'ultima guerra gli autocannoni, costituiti da un ca1rnone incavalcato su affusto a deformazione, a piedestallo o a candelliere, fis-

Autot'annonc (cllassis Spa) sato direttamente sull' impalcata dell'autocarro conve• nicntcmente modificata. Allo scopo poi di aumentare la stabi lità della vettura, durante il tirn, questa venne munit.i, all'atto della me;,sa in batteria, di puntelli laterali; inoltre per rendere rig:d:t l' installazione pure durante iì tiro, fu necessarie solle1 ace le molle a balestra dal

Autoambulanza radiologica sanità per divisione di fanteria e di cavalleria. Si hanno inoltre sezioni vere e proprie <li autoambu lanze per corpo <l'armata e per armata. Anche le associazioni nazionali di soccorso specialmente la Croce Rossa - dispongono di autoambulanze assai bene organizzate e risponden ti allo scopo.

Autobatterìa. E' il complesso d i un certo numero d i autocannoni. cioè è una balleria di autocannoni. neHa quale, oltre che i pezzi, sono trasportati a mezzo di automobili an che i serventi, il munizionamento e tutti gli a ttrezzi necessari a l funzionamento della batteria. Coll'attuazione dei grandi progressi nella trar.ione p1eccanic:i si pensò, oltre che a sostituire questa alla trazione animale, d i utilizzare l'autocarro stesso come piattaforma del pezzo. Lo scopo che si voleva ottenere con queste artiglierie automobili era quello di una grande mobilità, anche usando cannoni di media po tenza e d i lunga gittata, per poter soddisfare essenzialmente alle seguenti esigenze del combattimento: 1• accorrere rapidamente in soccorso ed a rincalzv dell'artiglieria campale per rompere una resistenza nemica manifestatasi imprevista; 2° riunire celel'lllen te una notevole quantità di batterie nel punto dove si vuole opporre il massimo sforzo;

Autocannone da 75 anuaereo (Ansaldo) peso del carro, facendo a,ppoggiare l'impalca ta su ap, poggi rigidi. In Italia, fin da l 19 l5 furono iniziati gli studi per dotare l'esercito di autocannon i da 102/35, adattando all'uopo il cannone da 102/ 3S ed il relativo affusto a candeliere e.be trovavasi in lavoraz ione per la R. Ma rina. Le prime batterie furono distribuite nel maggio 1916 e durante il corso della guerra gli auto cannoni aumentarono fino a 72. Essi presero parte a tutte le principali azioni che s i svolsero su tutti i fronti della nostra ,g uerra. Gli autocannoni p resentarono però molti inconvenienti, tanto che vennero quasi universalmente abbandonati e se ne è riservato Ì'impiego alle sole artiglierie antiaeree. I perfezionamenti raggiun ti nella costruzione de i carri d i assalto, rimisero· sul tappeto la quistione degli au tocannoni ed indussero i costruttori di artiglierie ad adottare per le

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bocche da fuoco un affusto· costruito sullo stesso. principio <lei carri d'assalto, '.!)rivo però di corazzatura comp leta e munito solo di scudo come gli affusti a ruote usua,li : si banno cosi le artiglierie dette « a chenilles ll o << a bruco» o «semoventi». Una ta.le sol-u zione sembra prestarsi a risolvere il problema del trasporto mec• canico de!J!è artiglierie· anche sul c:.i,n1po tattico, rendendole capa.ci di muoversi in terreno rotto e ,molle, e di vincere ostacoli quanto, e forse •p iù, delle artiglierie a traino animale. Generalmente nei p iccoli calibri l'affusto porta an• che il motore; nei calibri maggiori il motore p uò essere port~to da un ca.rro apposito, ma ciò genera l'a ltro inconveniente di appesantire grandemente la batteria e d i àllungarne la colonna. Gli affusti a bruco per ora hanno · lo svantaggio di essere pesanti, rumorosi e di prestarsi poco al movimento su strada, tantochè per lunghi spostamenti devono essere caricati su ferrovia o su appositi carri trainati alla lor volta da trattori ; tutto ciò porta a complicazioni ed a poca semplicità_ nella cost ituzio.n e della batteria che viene a risultare unità assai complessa. La locomozione in terra si fa a seco1Ìda dei casi co11 ruote o con rotaie (èhenillès). Vi sono all'uopo .1 coppie di ruote: una anteriore per · la direzione, una ,pos teriore motrice, una mediana di n101e montate folli sull'asse e collegate alle ruote motrici con catene di trasmissione. La coppia intermedia è mobile e si può spostare nel senso verticale; viene manov-rata dal conduttore. Quando la coppia mediana è abbassata si ha una vettura a _quattro ruote ( le due anteriori d irett;.;. ci e le due in termedie mosse dalle posteriori). Quando la coppia intermedia è sollevata le sei ruote si trovano alla stessa altezza e possono ricevere le rota ie (chenilles). Si fissano k due ruote an teriori e le voltate si fanno come nei carri annruti, cioè arrestando una delle due rotaie. Peso totale kg. 6350, lunghezza m. S, larghezza 2 m ., tre velocità di marcia in avanti e tre indietro.

armate, çhe a l p rincipio della guerra i Tedeschi lanciarono attraverso il Belgio, erano semplici vetture da viaggio, leggennente corazzate con lam iere d i 4 mm., senza mitragliatric i e con l'equipaggio munito d i fu. ciii ; quasi contemporaneamente i Belgi possedevano a lcuni esemplari di automdbilì corazzate con lamiere d i 5 mm., leggere e manovriere che potevano girare sul posto e sfuggire rapidamente a i colpi del nemico. In Francia, subito dopo il -principio delle ostilità, i principali fabbricanti di automobili presentarono varie soluzioni del problema. In I talia, dapprima, furono u-

Auwmobll<.l b1indata i ng,Jese nel -t9H.

sali autocarr i 15 ter o 18 B .L. muniti di scudi e recanti una o due mitragliatrici cbe sparavano attravers, feritoie prat icate negli scudi. In seguito, per il progredire degli stud i, entrarono in servizio ne i var i Sta ti moltissime automitragliatrici appositamente costru ite, con il criterio di accrescerne la potenza, la s icurezza, il raggio d'azione. Robustamente corazzate con lamiere di acciaio speciale d'alta resistenza ed iìnpcrforabili da una palla di fucile moderno sparata a poche decine di metri, queste automitragliatrici, armale con

Autoblindomitragliatrice. La autoblindomitragliatrice è una automobile blindata e munita di una o

Autoblindata (cllassis Lancia)

Automobile bl!ndat,i belga in Fianctr.a, (10H) p iù mitragliatrici. Le p rime furono vetture da viaggio od autocarri sollecitamente trasforma ti colla applica.~ione d i corazze e di mit~agliatrici. Le automobili

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par~c-chic di ta li anni, possono compiere incursion i ra p ide ed audaci in territorio nemico, sventando le imboscate, attraversando zone battu te dai fucili e dalle mitragliatrici. A tale proposito gioverà ricordare che parecchie volte i comunicati russi, n ell'offensiva del 1916, accenn~rono all'aiu to delle automitragliatrici corazza-te belghe, le quali contribuirono grandemente al successo. Nel mese di ottobre di tale anno alcune automitrngliatrici corazzate, equipaggiate da coraggiosi giovani appartenenti alle migliori famiglie del Belg io, attraversarono le linee· nemiche, si internarono nella Galizia .per ISO km. circa, spazzarono una vasta distesa di territorio e ritornarono indietro per un'aitra strada, presero di rovescio le linee aus triache e le sfondarono una seconda volta, raggiungendo l'esercito russo


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AutollJill(lomllra,rl iat.t•ici Ansaldo

dopo un'assenza d i due settimane. Le autol:ilindom itra/) il comandante d i ciascuna macchinà deve cogliatrici, rovesciando ogni cosa sul proprio passaggio, noscere lo scopo da raggiungere, l'itinerario da seguire, avevano sparso dovtmque il terrore, disperso la cavai-. la situazione tattica del momento limitata a l compito leria . presa dal panico, anassacrato d e i reparti d( fandd mandato affidatogli. teria, sfidato i colp i dell'artiglieria, disorganizzato i Le tre mitragl iatrici sono così distribuite : due in servizi delle , etrovie, attinto abbondan temente viveri e torretta girernle disposte su sostegno co l sopporto girecom bustibili nei depositi del nemico. E' anche degno ,·ole regolamentare, difese da u n doppio scudo; la terza di ricordo il servizio reso all'esercito russo del Cautenuta in riserva, potendo però essere impiegata usucaso da a.lcune autoblindomitragliatrici di fabbricazione fruendo del finestrino posteriore, d isposta su sostegno inglese, le quali operarono arditamente a 300 e 400 di bronzo; essa ha anche un proprio cava_llctto per sikr.n. da ogni ferrovia, percorrendo delle strade orribili, stemarla, occorrendo, a terra, indipendentemente dalla praticabili a sten to da carri tra inati da buoi e penautoblindomitragliatrice. I qua ttro fucili mitraglieri, s idenze ta li che le automi tra-gliatrici dovevano essere tras temat i in apposita rastrelliera, possono essere impiescin,rte con corde. gati sia attraverso i finestrini, sia a ttraverso lo sporLe autol>lindom itragliatrioi sono di massima assetello superiore della .torretta. I nastri, i caricatori, le gnate ad unità d i cavalleria e d i ciclisti, oppu1·e ,·agcassette di pezzi d i ricambio sono disposti in scaffali. gruppate per l'esecuzione d i piccole azioni offensive L e ptimc 37 a utoblindomitraglia•trici costruite ebbero isolate. I'er non d iminuirne l'efficacia ' e la praticità, e due torrette girevoli attorno allo stesso asse, con armaperchè siano sog.gette al m inor numero di perdite in mento <li mitragliatrici Maxim, di cui due installate materiale e ,personale, occorre dedurre le loro carattenella lorretta superiore. La b linda tura, estesa anche ristiche per il normale impiego tattico, non solamente alla parte inferiore, è maggiore per il serbatoio d ella dalla effettiva notevole ,p oten?.a del l'arm amento, ma, esbenzina aBo scopo di proteggere la macchina dalle senzialmente, dalle cara tter istiche tecniche delle macchischegge d i gra nate, d i bombe a mano, d al!a .proiezione ne, che sono : grande mobilità; velocità d i marcia km . d i sassi dovuta a scoppio d i picco lj prnietti o p iccole 60 all'ora; p rotezione efficace sia dell'equipaggio che mine sotto od in prossim ità della macchina . L'armadelle anni contro il tiro d i fucili e mitraglia,t r ici e conmento conviene sia costituito da mitraglia trici leggere tro pallette o J)icc~le scheggie di granata; possibilità d i .con raffreddamento a radiatore metallico, e ciò per evipercorrere il terreno fuori delle strade; grande difficoltare ingombro, difficoltà di trasporto e r ifornimento e tà ed impossibilità di superare ostacoli anche ,piccoli; gli inconvenienti risu-ltant i dalla produzione di vapore rumore; possibilità di guasti all'apparato motore; scarsa a cqueo. Sul davanti del cofano l'autobl indomitraglia a:bi{abilità. Pertanto i criteri generali d'impiego tattrice porta d ue ferri che servono per tagliare reticolati. t ico delle autoblindomi tragl iatiici si possono così comp endiare: Autobotte. E' uno <lei mezzi usati per assicurare a) l'unità tat tica è la squadriglia di 6 macch ine; il funzionamento del serviz io idrico p resso le truppe però, in generale, nel campo bellico le azioni sono svolte mobilitate. Ordinariamente Pautobotte è formata da per sezioni, composte di due macchine armate c iascuna un comune autocarro, sul quale al nfomento del biò i tre ll)itragliatrici, e di quattro fucil i mitraglieri; sogno viene istallata solidamente una grossa botte di b) non è conveniente usare le a utoblindomitragliacapacità varial>ile dagli 8 a i 12 ettolitri. Al riempitrici isolate ; mJlltO di essa si provvede con pompe a braccia oppure e) non è conveniente usare le autoblindomitraglia con semplici tu bi d i presa od anche, nella peggiore trici da ferme, a gu isa di to.r rette corazzale, e non è ipotesi, mediante travasamento operato direttamente con conveniente d'impiegarle d i notte oltre le linee ; secchi. La botte è poi munita d i cannelle d'ottone a rubinetto oppure di semplice spina a tappo per la did) devon9 essere impiega.le ,per azioni rapide e d i sorpresa ; stribuzione dell'acqua in essa contenuta. Autobotti sono pure chiamati e come tali u tilizzati taluni carri aue) non devono essere impiegate su rete stradale d i cui non si conosca la percorribilità (stato del fondo) e tomobili a serbatoio, che in tempo di pace si trovano in uso presso municipi od enti privati, e che ,all' atto non si abbiano al r iguardo preventivi dati sufficientedella mobilitazione le autorità militari possono requimente sicuri; occorre usare molte precauzioni prima di accingersi a l passaggio di un guado; sire per i bisogni dell'esercito. Sono essi speciali au-


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tocarri, non d iversi -dagli a ltri per la sottostruttura, ma sormont~ti da un amp io recipiente in robusta lamiera, c he ha forma esterna di un parallelepipedo ~ che può contenere acqua in misura anche maggiore di quella indicata per le botti. II riempimento e la vuo• tatura del serbato io s i comp iono con materiali e con modi analoghi a quelli già accenna ti. Normalmente le j!Utobotti restano a disposizione degli organi direttivi del servizio idrico in campagna, ossia dei comandi ed uffici del genio mobilitati ; ma in casi particolari esse possono altresì venire assegnate d irettamente ai corpi.

Auto~arro. E' il carro-automobile che <lai p iù, con tenacia degna. veramente d i miglior causa, si persiste ad ind ica1:c col nome esotico di «camiott >). Al ·pr imo sorgere ed affermarsi di questo nuovo · mezzo d i tra· sporto per via ordinaria inizio ed affermazione che co incisero all' inc irca col principio del nostro secolo apparve subito quale vasto e vantaggioso' imp iego esso avrebbe potu to avere nei se rvizi militari d i pace e d i gu ena. E sempi di veicoli meccanici semoventi si era no avuti anche nel secolo preceden te, con le locomol5iii o locomo tive stradali a vapore; ma, a causa specialmente deJJa loro scarsa velocità, esse non poterono tro· varc che applicazione e impiego assai modesti. Fu solta nto con l'invenzione del motore a benzina od a scop· pio, poco voluminoso e di forte rendimento, che il problema del carro a utomobile per strada ordinaria ebbe deciso avviamento a soluzione. E i perfezionamenti seguirono poi numerosi e r apidi, sino a raggiungere, in breve volgere di anni, il tipo attuale d i autocarro, resistente, · veloce e di a lta porta ta, che rap· presenta un enorme progresso sull'ordin{lrio carro a due e a quattro ruote. D~J · pun to di vista militare, l'impiego dell'autocarro, in sieme col vantaggio .g enerale della maggiore velocità di movimento, ne offre altri due notevolissimi: que! IG di ridurre il numero · degli uomi1:i e soprattutto <lei qua drupedi occorrenti per il servizio dei traspor! i su .via ordin aria, e -l'altro di rendere meno p-rofonde, a parità d i peso u ti-le traslocato, le colonne di trasporto. Ad ogni au tocarro militare sono addetti due uomini di truppa, un conduttore e un meccanico. Comand i e servizi, in tutti gli eserciti, sono ormai la1·gamente dotati di autocarri, ed è logico prevedere che l' uso di questo mezzo andrà .intensifican dosi sempre più, sino a Sù· stituire quasi • interamente il carro a trazi9ne animale. Per avere un'idea della fortissima e rapid a progression e con cui l'autocano fu imp iegato nella recen te guerra mon diale, si abbia presen te che ·l'esercito iU· liana, entralo in campagna disponendo di un numero d i autocarri che non toccava i 3500, all'arm istizio de! novembre 1918 ne aveva in servizio ben 27.400. Non tutta l'enorme quantità di autocarri previsti nécessari per l'esercito mobilitato ,può essere tenuta , pronta sino. dal tempo di p ace, in diretto possesso dell'am1J1i.nistra· zione militare; anzi questa condizione si verifica. soltanto per un'aliquota limitatissima e p revalentemente per .g li a\ltocarri destinati a servizi tecnici speciali, i quali richied0110 apposite installazion i. AJ!l'atto del passaggio d ell'esercito al p iede d i guerra, la Jimita!a dota· zione <le! temp o d i pace viene integra ta e adeguata ai bisogni di guerra con autocarri di requisizione, in base

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a dafr e secondo ,procedimenti già predispost_i in ogni parti colare.

Autocartografo. Strumento ideato dal professore Hughershoff, col quale si ottiene, ilutomatieamentc, la rappresentazione. grafica di ima data zona di terreno (planime~ ia ·e curve di livello) ·u tilizzando una coppia di fotografie del terreno stesso, in modo a nalogo a qua.nto avviene -nello stereoautograio per -la fotogram• metria terrestre. Apparecchi del genere, basati su al· tri ,p rincipi, sono stati ideati e sperimenfati anche in Italia da studiosi e culÌori della aerofotogqmmetria. Il tenente aviatore Nistri ha un suo .proprio istrumento chiaxpato Fotocartografo N istri ed il _tenente, pure aviatore, Santoni, attualmeille presso l'Istit uto Geogra• fico Militare di Firenze, esperimentò a·l tro apparecchio, da lui stesso ideato, ,detto « Autoridut.tore Santoni ll . Autocingolo. E' il cingolo applicato alle ruote delgli autocarri o delle trattrici, per facilitarne il movimento in terreno molle, impedendone l'affondamento. Gli au tocarr i e le trattrici destinati alle necessità dclJ'e~ercito, e specia lmente quelli ad ibiti al trasporto delle ar tiglierie, devono essere in grado, per poter soddisfare al loro compito, d i poter uscire da.Ile st rade e muoversi ancbe in terreno vario, specialmente molle,

AutocingoJo senza àffondare. Per poter ottenere ciò s i pensò di a l• largare il cerchion e delle ruote sia degli autocarri che delle trattrici, ma un tale allargamen to non può an·• dare oltre un certo limite, perchè, se s i dhninuissc l'~ffondamemo in terreno molle, si a umenta.no le difficoltà nei movi1:3enti su strada ordinaria . P er evitare questa inconvenicn t_e si studiò d i applicare a lle ruote degli autoveicoli destinati a muoversi in terreno vario, deHc rotaie a cingolo, costituite d i la rghe piattafoi;me, s i• mi!mcnte a qu a.nto già da tempo pra ticavasi per gli al· fusti a ruote delle artiglierie pesanti. Così ad esempio, nella n ostra trattrice Fiat, tipo 20, che ha d ue ruote mo trici con cerchioni metall ici, muniti di striature a spina d i pesce, di forte d iarnetro (1200 mm.), quando la macchina deve sviluppare il massimo sforzo <l i tra• zione, oppure deve percorrere strade o terreni sdrucciolevoli o d i poca aderenza, si app lica facilmen te e rapidamente alle ruote motrici stesse un cingòlo metallico. Esso è costituito da segmenti, di larghezza superiore al cerchione delle ruote, riuniti a snodo fra d i loro e provvisti d i dentiera che ingrana nei d enti corrisponden ti della ruota. I segmenti nel loro insieme costituiscono come un poligono regolare circoscritto alla ruota . La manovra per l'applicazione dei cingoli è faci)itala da canaii e d a verricelli. Come la nostra F ia t


\ AUT 20, · anche le a ltre traltn c, sono munite d i cingoli d i cost ituzione simile, o d i pattini applicati alle ruote motrici, che hanno, come i cingoli, lo scopo d i allargarè la base di appoggio al momento opportuno, E -poichè anche gli autocarri devono poter uscire dalle strade, specialmente quando sono adibiti al traino delle a.rtiglierie o per il trasporto dei proietti, così s i studia anche per essi un aiwosi to ci,_1golo da applicarsi alle ruote motrici poste riori. -La la:·ghezza delle piatta forme delle rotaie a cingolo

&utocingoJo me~allico deve r isultare tale da facilitare· il movimen to, da impedire l'affonda mento nei terreni leggeri, arati, acquitrù10si; perciò dipende dal peso tota le del veicolo e dal peso che si vuole che gravi sull'unità di superficie, peso cl1e non deve sµp erare un k ilogrammo per centimetro quadrato e che possibilmente deve ridurs i a mezzo kilogrammo per centimetro quadrato.

Autocolonna. Più autocarri, che marciano h,\ngo w1a medes ima strada l'uno di seguito all'al tro, cost ituiscono un'autocolonna, la quale prende nome ordinariamente da l genere di r ifornimenti che· trasporta (autocolonna viveri, a u tocolonna munizioni, ccc.). La d isciplina d i marcia dell'autocolonna è analoga a quella de lla ~olonna carreggio, salvo le modafaà d iverse consigliate dalle particola ri caratteristiche del veicolo meccanico. Nell'autocolonna la d istanza normale t ra gli a utocarri è di circa 20 metri e può aumentare sino a 50 metri a seconda delle circostanze del movimento : su strade poco frequen tate è consentito che g li au tocarri si tengano tra loro .« a distanza d i polvere», senza p erò . oltrepassare ma i i d uecento metri tra l' uno e l'altro. I n un'autocolon1Ìa che trasport i esplosiv i, gli au tocarri devon o sta re tra <li loro a -distanza non ma i inferiore ai 50 metri: e, se trattasi di autocolonna mis ta , gl i autoca rri con esplosivi devono marciare in coda, tenen dosi il primo d i essi a duecento metri a lmeno dall'autocarro che lo precede. Nei _passaggi dif-ficili· l'autocotonnà deve essere arrestata in tenlpo per evita re l'addensamen to n el punto ç ritico : nelle 1fermate g li autocani serrano a una distanza min i-ma di quattro metri. La velocità di marcia per un'au tocolonna varia in funzione delle caratteristiche dei veicoli che la componguno, noncbè in relazione a l servizio da compiere, alla natura delle strade da percorrere e via dicen do. In media si calcola che un'autocolonna possa percorrere da 13 a 1"8 ch ilometri l'ora. In ogni caso la veloci(i di

marcia viene stabilita per le d iverse str:1de dall'autorità cu i compete la· sorveglianza del movimento· sulle strade stesse. l i comandante di un'autocolonna è sempre mu• nito di foglio d i marcia, nel quale sono registrate le ore di partenza e d i arrivo, la durata prevista ed effettiva d el servizio, gli eventuali ù1cidenti di macch_ina, i ritard i da queste o da a ltre cause determ inati, tuUo ciò insomma che può interessare le a utor ità preposte a l servizio trasponi ed a quello della p olizia stradale militare.

Autodidattismo. Questo sinonimo n.eologistico di autodidattica, è . ormai entrato anche nell'uso corren te del linguaggio milita re. Con esso si vuole indicare l'obbiettivazione dell' autogoverno della formazione ed ucativa personale, val quan to dire, l'obbiettivazione dell'autoammaestrame11to . Considerando il problema dell'autodidattismo nei riflessi dell'educazione militare, ·si ri leva anzitutto che per ogni grado d i formazione della capacità militare ordinaria <lei gregari, dei quadri d i leva e dei quadri permanent i, vi è una apposi ta· scuola militare ( la serie compiuta cie!le scuole va, si può d ire, da lla « p remilitare >l alla cc Scuola di guerra»). D a ciò segue che, essendovi per ogni scuola il maestro, il didatta, non v'è luogo od iern amente a un a utodidattismo esteso. E sso avrà, sì, dei r iflessi qba e là, in taluni individui -clotati d i originalità d i mente e d i cara ttere, ma senza influenze decis ive, tranne in quanto fra quegl' individui sorga colui che sappia e possa indurre notevoli variazion i evolutive nella didattica delle ~çuolc. :M a l' influenza <lcil'a utoclidattismo nel campo mjlitare s i manifesta e agisce potentemente in altra parte, cioè neJ!a formazione della coltura. _superiore , Autodra ppello. E' il nucleo· che raccoglie, presso il quartier generale delle grand i unità, il _personale e il mater ia le automobilistjci assegnati àl comando di ciascuna di queste. Esso si chiama p iù comunemente dra ppello_ automobilistico, ed ha forza e formazione varie, a seconda che trattasi d i autodrappello per comando cli divisione, o di raggruppamento alpino, o d i corp o d 'armata, o d'armata , E ' destinato ad assolvere comp iti diversi, quali trasferimen ti per via ordinaria del comandante delle grandi unità e degli ufficiali a p• partenenti al comando, trasm issione di ordini e di rapporti, tras porto della corrispondénza : per ciascuno di tali servizi r iceve ord ini da ll'ufficia le che rispettiva mente ne ba la direzione e· la responsabilità. Per ciò che concerne il materiale, l'au todrappeilo è var.iamer1te dotato di autovelt ure, autocarri, au tofurgoncini, motocarrozzette e motoc icli. I l drappello automobilistico entra p ure nella formazione d i quelle unità del servizio sanitario e del servizio d i commissariato che sonc organ izzate in moclo da poter esercitare la .Jo ro funzione verso· tru ppe operan ti s ia in pianw·a sia in montagna. Così nella sezione cli sanità per divisione d i fanteria. che è suddivisa in reparto someggiato e reparto carreggia to, del qua le u ltimo fa parte il d rappello au tomobilistico a lato -del drappello treno; così an alogamen te ncllR sezion e di sussistenza. Autofori amento, Moderno sistema d i ccistruzim1e delle a rtiglierie che permette di tealizzare notevoli vantaggi r ispetto a l s istema <li cerchiatura al caldo èlelle bocche da fuoco a l[.)iù ordini di cerchi. I l metodo di costruzione è il seguen te : I l· cannone è preparato in


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840 un sÒI pezzo ( monoblocco) e di s,pe-ssore superiore di ql}ello che;- dovrit avere ad 1ar,ma -finita ( minore d iametro interno, maggiore diainetro esterno). Lo si _sottopone, in afficina, ad una forte pressione idraulica interna .( 6000 a tmosfere circa) ossia doppia .di quella che norma.lmen te dovrà- so_stcnere -la bocca da fuoco duran,e rl trro. L'applicazione della pressione viene fatta gradualmente ed agevolata con l'introduzione nel can none d i un grosso tube> d i d iametro leggermente inferiore a quello dell'anima, in modo. d a lasciare fra il tubo e il pezzo un sotti-le spazio che sarà occupato dalla lama d'acqua da sottoporre a pressione. L e due ·estremità del pezzo vengono otturate· ermeticamen te media nte speciali dispositivi, lasciando soltanto i fori d i passaggio per le tubolature dell'acqua sotto pressione. Per effetto della pressione idraulica il metallo

Intro ctu zione della ca1tiicia snta,bilc ln cannone autof o1·;,a,w· (Ansald0) si deforma comprirncndosi gradualmente, R seconda degli stra ti, dall'interno verso la periferia . Vale a dire che gli stral i interni vengono deformat i in misu ra maggiore di quelli esterni e tutto il _c annone aument1 di d iRmetro (d i pochi decimi di miliimctro) rima nendo . deformato elasticamente n egli strati es\erni e perrnanentemente negli strati in terni. L'azione dell'autoforzamento si tra duce in dç6.ni tivR in un a umento del limite elastico dei vari strati dell'acciaio che costituisce lR bocca d a fooco, se,iza_ peraltro variare il limite ··ai rqttura del metallo . . Ne consegue che mentre la bocca da fuoco non a utoforza ta lavorerebbe, per esem.pio, co~ SO kg. di limite elast.ico e. llO kg. d i limite d i rottura, do,po ·1'a ut0Iorzamcnto verrà a. lavorare con ·80 kg. <li limite elastjcO' e llO d i ìimite ·di rottura, ossia _potrà sostenere durante il tiro pressioni unitarie e~entualmente mollo forti, senza subire d eformazioni ·di carattere permanente. L'autoforz<\men to p roduce ~\lnque s-:guen \i vantaggi: 1) Possibilità d i considerare un cannone autoforzato come costituito dR infiniti cerchi a forzamento d_eci;e.scef1te d all'interno verso l'esterno (condizione -i deale di resistenza).

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2) Aùmento· meccanico del limite elastico del metallo, potendosi così adoperare dell'acciaio a basso limite clastico e facilmen te realizza-bile con i comuni metodi di fusione, e rid ucendolo ,poscia a metallo aven te quRlità molto migliori. 3) Collaudo in officina della bo,cca d a f.uoco a pr.essioni doppie di quelle <li regime, avendosi la possibilità !!~ riv~lare, in tal moòo·, fin d:tllà costruzione, le even. piali ,soffiature . ed i difetti <lei metallo.

AUT Il cannone au toforzato permette inoltre l'impiego della camicia sfilabile ·a freddo (.porta righe) risolvendo in tal modo il p reoccupante ,problema d ella v ita del cannone per effetto dell'usura. A parità d i peso, un, cannone autoforzato p uò soppor tare approssimativamente una pressione massin1a doppia di quella che si applicherebbe su d i un cannone ad elementi d i costruzione normale, e p er conseguenza, a parità di limite di sicurezza, e d i pressione mRssùna, un cannone autoforza!o pesa circa la metà di un cannone comune. L e deformazioni permanenti esterne, che si ot tengono durante la costruzione, pe r effetto della pressione idraulica interna, vengono controllate minuziosamente, mediante speciali amplifirntori ; sono quelle che danno la misura del valore delle pressioni successivamen te raggiunte. La prima idea d i a-utoforzare i cannoni per renderne p iù compatto e resistente il metallo, r isate · a l col. d'art. ita lia na Giuseppe Bianchi, il quale, essendo Direttore della R. Fonderia di Napoli nel 1864, propose a l Governo italian o di sottoporre i cannoni di bronzo a successivi spari con cariche crescenti fino a che non 5j vedess~ un inizio di deformazione .p ermanente nel diametro esterno dei cannoni stessi. Con la tecnica di allçra, questa era l'unica man'iera di sottoporre a pressioni interne progressivamente -le bocche da fuoco; gli esperimenti furono appunto condotti in questo modo dallo stesso Colonnello, adoperando un cannone da 120 mm. d i bronzo rigato, verificandosi appun to quello che era stato previsto, ossia che, dopo p iù di 800 colpi, men tre i diametri interni erano cresciuti fino d i 6 mm., quelli esterni erano rimasti ina lterati, segno evidente di una compressione subita dal meta llo. Il Governo ita liano allora non ne volle sapere. Pochi anni dopo, un generale austriaco, l'Ucha tius, p artendo da concetti identici a quelli del Bianchi, r iusciva a rendere pratica l'attuazione della compressione dall'interno all'esterno dei cannoni d i bronzo e ne faceva adottare l'uso d Rlla propria nazione. Il principio dell'autoforzamento venne in seguito riesaminato e sviluppalo teoricamente per i cannoni d i acciaio. Recenten; cn te se· ne occuparono a lcuni ingegneri artiglieri f ra ncesi, e spec ià lmente il lYfalaval, e il s iste1i.1a ha potuto essere introdotto nella praticR indus triale, sormontandosi non· p'oche difficoltà . L a D itta che in F rancia ha ad otta to su vasta scala il sistema e che cerca d i p·e rfezionarlo è la Casa Scheneider; in :fl:alià tutte tre le Case: Ansaldo, Armstrong e Terni, ~ianno &ffrontato il problema e lo stanno risolvendo -con successivi esperimenti che danno sempre migl iori r isultati. L 'adozione d i questo tip o di cannone p ermette <li spingere la velocità iniziRle a 950-1000 metri a l secondo, senza soverchia preoccupa zione, nè per la pressione ma~sima in culatta , nè l'usura dell'anima.

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Autofotoelettrica (Stazione) . Detta anche <e autostazione fotoelettrica ll, è quell'un ità del servizio fo. !oelettrico mili tare che, a differenza d i altre someggiate o carreggiate a traino animale, viene sistemata e trasportata su di una vettura a utomobile espressamen te costruita a llo scopo. Nel nostro esercito l'autostazione fotoelettrica che ebbe p iù largo impj,tgo d urante l't.Jltima guerra, e che, salvo perfczionaml nti in corso di applicazione, vi r imarrà p resum ibilmente in uso, è que)la denominata cc Autofot.oele ttrica da campo d a cm.


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StaziOne auto,fot.oelcttrlca da cm. 150 (Fiat)

90 tipo zenitale Galileo- F iat >l. La vettura ha chassis del tipo leggero « XV ter Fiat » e carrozzeria coperta: iimperiale d i questa, nella parte posteriore, è ribaltabile in avanti al fine di consentire -l'uso del proiettore senza toglier lo d alla vettura quando ciò non s i vuole o non con viene fare. La dinarno generatr ice della corrcn te elettrica per il pro iettore è azionata, mediante acconcia disposizione, <laNo stesso motore della vettura: uu carrello scomponibile a quattro ruote, che fa parte <:lell'autostazione, rende possib ile la. discesa del pro:iettore dalla vettura per portarlo in locali tà. adatta del terreno circostante, entro un r aggio massimo di 20l metri, rimanendo collegato con l'a pparecchio elettrogeno a mezzo di apposito filo. Al s.e rvizio e funzionamento dell'autostazione sono addetti sei militari, cioè 1.m gradualo caposquad,·a, un conduttoÌ'c, un mecca-

spingersi sino ad un massimo utile di circa S chilometri. Vantagg io essenziale dell'autofotoelcttrica, d i qualsiasi tipo; in confronto della stazione a traino animale, è quello dell'assai maggiore facilità. e celerità di spostamenti. Quanto ai criteri e oasi d'impiego, valgono a nche -per essa i principi generali che disci,plinano l'uso del mezzo fotoele ttrico in guerra. (V. F otoelettrico servizio).

Autoleaioniati. Con tal nome vengono indicali coloro che provocano su Ila •propr ia persona malattie o lesioni per fini egoistici, e propriamente per simulare eventuali infortunì del lavoro, ovvero p er sfuggire agi, obblighi <li leva. Sono ben note le mutilazioni volontarie, e propriamente quelle del dito pollice, che fin dai tempi <li Cesare erano provocate da legionari romani per sottrarsi ai pericoli della guerra, donde il nom~. di « pollices trunci » dato ad essi. Similmente, in temoi più vi·cini a noi, si osservarono nelle reclute mu tilazioni dell'indice destro, tendenti a produrre l' inabilità a fare scattare il grilletto del fucile . Si ricorse, ad esempio, all'avulsione d ei d enti incisivi 11ell'epoca in cui erano impiegàti i fucili ad -avancarica, nei quali il caricamEnto si eseguiva colla polvere con tenuta nel cosiddetto «cartoccio)), di cui bisognava strappare coi denti uno degli estremi. Neli'ambicnle militare l'autolesionismo i: raro in tempo di pace, 1nentre si osserva con freque1p:a, in guerra,

Stazione autorotoelettrica da cm. oo (Fiat) nico, due C'lettridsti cd uno d i riserva. Sull'imperiale sono situati alcuni dei materiali ed acccssllri dell'autostazione. A carico completo, ma senza personale, l'autofotoelettrica raggiunge il ,peso di 38 quintali : ciononostante, e pure aggiungendovi il peso del personale, essa conserva. una grande mobilità., che le consente facilità. e rapidità d i spostamenti, non solo lungo le strade ordinarie, ma anche sulle carrarecce, sulle strade di campagna a fondo naturale e sui terreni coltivati e seminati, superando pendenze sino al 16%. La sua veloci tà. media oraria è di 25 chilometri sulle stra de ord inar ie, di 15 chilometri sulle strade a fondo naturale. L a portata del suo proiettore, che varia sotto l'influenza di numerosissime circostanze esterne, può

come dimostrano i casi osservati durante il conflilto mondiale nei vari eserciti belligeranti: vennero r imessi in onore mezzi antiçhi di autolesionismo e ne furono escogitati anche dei nuovi. Le principali malattie e les ioni dolosamente provocate si possono, secondo l'espe• rienza bellica, sintetizzare nelle seguenti: 1° pseudoittero da acido picrico; 2° tachicardia da ch in ina, caJfeina, n icotina, ecc.; 3° dermatiti prodotte dall'applica• zione d i sostanze irritanti sulla cute (succhi di ranuncolacee, euforbiacee; ecc.) nonchè ustioni prnvocate col calore o con caustici, onde ulcerazioni aventi sede principalmente alle gambe ed ai piedi, allo scopo di simulare ulceri varicose; 4° enfisema della faccia in segu ito ad iniezione sottoc\1tanea d i aria od a penetrazione d i questa I attraverso una fer ita della mucosa orale; 5° a scessi sottocutanei da iniezioni di liquidi irritanti


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(benzina , petrolio, trement ina, ecc.); 6° edemi da stasi consecu tivi a costrizione elastica circonferenziale di un arto ' e lesioni da p luritraumatismi contu sivi con sede prevalen te ai ginocchi, ai piedi, a l sacro, caratterizzate da odema echimotico, flogosi periostee, articolari, eec. ; 7° claiopatie (Biondi), cioè flogosi chim iche del cellulare sottocutaneo provbcate con iniezioni di olii irritanti; 8° lacerazione della membrana t impanica e lesioni della cute del condotto uditivo esterno (escoriazioni e flogosi determina te da sostanze irritanti o caustiche donde otiti esterne con sindrome a volte imponente); 9° congiu ntiviti semplici da sostanze irritan ti (semi a ricino, tabacco, ecc.), congiuntiviti tracomatose o blenorragiche da contagio -doloso, cheratiti, prodotte con n itrato d'argento o· con capocchie di fiammit'eri inumiditi, e ptrfino cateratte traumatiche; 10° congelazioni provocate esponendo a basse temperatme le estremità, ~pecie i p iedi, e favorite dalla concomitante costrizione circonferenziale degli arti (mollettiere, legacci delle mutande, cc.e.); 11" infine, autofcrimenti, specie per colp i d'arme da fuoco a bruciapelo, con sede prevalente alle mani, o vere e proprie mu tilazioni delle d ita, sopratnittc del pollice. Durante la guer ra mondiale furnno istituiti repart' ospedalieri per lo studio e .p er la cura degli a_u tolesio111sll; essi, dii-etti da personale tecnico specializza to, fu;-ono di grande vantaggio per l'erario, per la disciplina e per la efficienza dell'esercito mobilitato. L 'autolesionismo è un reato, epperò il militare. ·che se ne r ende colpevole, dev'essere denunziato all'autorità giud iziaria. In base all'art. 174 del vecchio Codice penale per l'esercit~ del Regno d'Italiil, tuttòra vigente, ,« il sottufficiale, caporale o soldato, che p er mutilazione volontaria o per indisposizione maliziosamen te ·p rocura tas i, sarà cltvenuto incapace di p roseguire nel m ilitare servizio, sarà punito colla reclusione ordinaria da tre a cinque anni ; in tempo d_i guerra la pena sarà della s tessa reclusione non minore di anni ·cinque ed estensibile a l minimo dei lavori forzati >> .

Automobilisti. Vanno compresi in questa denominazione tutti coloro, ufficia li e truppa, che p rovvedono alla condotta, a l mantenimento ed alla riparazione degli autoveieoli militari. Formano n el loro , insieme quello che n el nostro Esercito è detto « Servizio automobilistico militare l> . Questo servizio, sorto <la poco più d i un ventennio, è andato acqu istando sviluppo e importanza sempre maggiod: onde è coJTelativamente ,aumen talo l'organico del perrnnale occonen le ·p er assicurarne il funzionamento. Fregio .eta cop1'icapo pe r Allo scoppiare della guer - sottufficlali e rn.llitari cl i ra mondia le, gli automo- trup11a effettivi . :1 IJ e comp agnie • a utom9blllsti d'arbilisti del nostro Eserci. · t!gllierla. to ·erano r iuniti in sette speciali unità d ette « Compagnie automobilistiche d'artiglieria>), perchè amministrativa.mente assegna te ad altrettanti reggimenti d i artiglieria da campagna. Tale ordinamento venne fondamentalmente m?ntenuto anche durante la f,'11Crra, n el senso che le sette compagnie

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funzionarono da centro di mobilitazione per i moltissimi drappelli, reparti e servizi che dovettero fornire all'esercito operante; ma il numero degli uomini appartenenti a c iascuna di esse crebbe a dismisura, superando di gran lunga il limite organico proprio di una compa.gnia. Col più re• cente ordinamento dell'esercito, stabilito d,dla legge 11 marzo 1926 n. 396, il se1 vizio automobilistico militare ha ricevuto una organizzazione p iù razionale ed. adeguata ai bisog,1 i, tcnu tn conto degli insegnamenti scatmiti dall'esperienza della guerra. Esso -comprende: 12 centri automobilistici. 1 ispettorato tecnico automobilistico e l officina automc.bjfotica : ciascun cr.ntrc è formato di un comando. un deposito, un gruppo od: una compagnia automobiliFre'g-io da copri.capo p er utnci(ll(i ò1 ra11 Le ria co- stica. Gli ufficial i appa.rtenmandati presso le com- gono a lJe varie armi, d i cui, pag,n ic aut.omobilisi1 ctJ con l'aggiunta cli un semar~iglierla. plice distintivo, consenano la divisa e nelle cui tabelle organiche continuano, ad esser.e compresi; gli uom1m di truppa invece vestono tutti la stessa un'ifonne espressamente per loro s tabi lita . Il maggior numero degli automobilisti di truppa è costittiito dai conduttori e dai meccanici, cioè da quell i che provvedono al d iretto e pratico impiego degli" autoveicoli, curandone in pari tempo ·Ja buona conser-vazionc e le riparazioni di p iù lieve entità : vi s0110 poi gli automobilisti operai specializzati, che negli stabilimenti. la boratori ed officine provvedono all'cscguimentr di tutte k riparazioni d i cui gli automezzi possono abbisognare, per assicurarne, insieme col buon .funzionamento, la p i,1 lunga durata. Nella ripartizione del contingente annuo cli leva, gli elementi eia assegnare al serviz;o au tomobilistico vengono pertan to scelti con cu;-a particolare, tenendo conto degli speciali requisiti professionali c11e sono indispensabili per gli addetti ad un, servizio· d i carattere essenzia lmente tecnico. Nella guerra 'ft1s·-1s, il servizio ·automobilistico ottenne la croce d_i guerfa (Decreto 31 ottobre 1920) « per l'attività, la perizia •e l'a,bnegazione con cui portò alle · battaglie il rombo dei suoi infaticabili motori, d a11do valido concorso alle · truppe combattenti nel conseguimento della vittoria (Trentino, maggio-giugno 1916; Piave, giugno 1918) >>.

Au.to111obilisti (Battaglione). Costituito _nel 1906 come· e nel 1910 come bgl. su 2 comp. e un comando, d ipendenti dal 6° regg. del Genio Ferro/ieri.. La sede era a Torind con 1 cp. ; l'altra cp. a R oma. (C Sezione»

Autonomia (Ma;ina). E ' capacità eminentemente logistica e dipende dalla quantità d i combustibile che· la nave può portare e da l consumo in navigazione. La dotazione viveri ~ttpera sempre, come · dura ta, i limiti <li aLtlonomia consentiti dal combustibile e qui ndi non viene mai considerala. L'acqua, venendo prodotta a bor _ do mediante la distillazione, d ipende a sua volta . dal.


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combustibile. Per il naviglio da guerra l'autonomia è un~ dei più im portanti fattori del campo strategico ed è sempre atten tamente vagliata e consjdcrata. Ad ogni velocità corrisponde u n dato consumo di combustibile; è chiaro quindi che, rimanendo inalterata la quantità massima di combustibile che una n ave può portare, ogni veloci tà d etermina un numero massimo di miglia che ,Ja n ave -può percorrere. D etto numero chiamasi « raggio d'azione ». La velocità alla quale corrisponde la . massima percorrenza, o a utonomia , chiamasi « velocità ecouomica )). Al disopra deìla velocità economica, il consumo di combustibile cresce in ragione geometrica dell'au men to di velocità ottenuto col consumo stesso. P er le unità da guerra è .p rèscritto di determinare sperimentalmente, e controllare ogni volta che si può, l'autoi1omia della nave, corrispondentemente ai vari stati di pulizia della carena, alle varie immersioni dello scafo e allo sta to del mare e d el ven to. Per calcolare la pe.rcorrenza, che corrisponde alle varie veloci tà, si ricorre a llrt formula: capacità di combustibile X velocità. percorrenM. co1r.s1t1no orario

=---------- - -

essendo i l consumo orario determinato sperimentalmente in t t:tte le circostanze delte sopra. G li elementi da r icavarsi esattamente per il calcolo dell'autonomia :;ono : o) cammino perrnrso; b) durata della. prova; e) quantiià d i combustibile ~onsu mato comp lessivamente dall'apparn to motore, dai distillatori e dagli altri organi d i bordo ; d) velocità, ossia .numero medio della rivoluzione dell'elica (dedotta da osservazioni fatte mediante apparati contatori). · In med ia i dati che si .h anno per le moderne navi da guer ra sono : Nave da battaglia Incrocia.tori <l,. , battaglia '. Esp loratori. Ca.cciatorpooiJ1iere . Sommergibili di me<lio tom1.

R= 2000 R 4000 R = 4000 R = 4000 R =2000

=

V =11 >> V = 12 mg. V= l S " V= 16 >) V = 16 >>

dove R è il raggio d 'azione e V la velocità economica corr i~pon'd ente. L e cifre sopra riporta te sono quelle teoriche. Pra ticamente poi bisogna tener conto che le 11arinc da guerra deMc varie :'\azion i hanno esigenze diverse a seconda degli interessi e dei mari che le bagnano. Le gra11di Nazioni coloniali come J'Inghilterrn, la Francia, ecc., costruiscono in prevalenza. n avi oceaniche con gran<le raggio d 'azione; le piccole N azioni, bagnate _da mari chiusi, come la Danimarca, la Grecia, ecc., prefer iscono limitare l'autonomia, ossia. i,J peso <lelle dotazioni di carbon e, · per assegnare maggiore a.l iquota di peso all'annamento guerresco ed aJla. cora.zza Lura. d elle Joro navi. Inoltre, in prataca, l'autonomia risulta m inore di quella teorica: 1° P erchè una nave non può arrivare in porto con le stive completamen te vuote, ma deve conser vare sempre una cer ta scor ta d i combustibile di sicurezza. 2° P erchè le condizioni del vento e del mare influiscono grandemen te sulla rapidità delle t raversale. 3° Perchè l'immersione de!Jo scafo e lo stato della carena esercitan o un'influenza sulla velocità che n on è sempre possibile ·p revedere esattamente.

A11.ton.omia (di ,m velivoìo) . S ta a.d indicare il tempo nel quale u n velivolo può r imanere iti volo con il r i-

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fornimento di essenza e lubrificante avente a bordo. Essa è indicata sempre in relazione al motore a p ieno regime. Generalmente l'autonomia viene indicata in ore ed è in r4pporto inversamente proporzionale a-J consumo orario di essenza del motore montato · sul velivolo: tanto maggiore è il consumo 'd i essenza del motore in un'ora di funzionamento, tznto minore è il tempo nel quale il velivolo, con il rifornimento pr oprio, può rimanere in aria. E ' invece in rapporto direttamente proporzionale a l raggio d'azione de\ velivo)o, : in fatti più è grande l'autonomia d i c n velivolo, tanto maggiore sarà il numer o d elle ore che può rimanere in volo e quindi il numero di chilometr i che può percorrere. La grande autonomia è cara t teristica essenziale i mportantissima _per i velivoli da bombardamento e da ricognizione strategica e lontana, permettendo agl i stessi un forte raggio d'azione,- la p ossibilità _quindi di bombardare o r i<:onoscere città, nodi stradali e ferroviari, centri industriali, sta,bilimenti, deposi ti di materiale bellico, centra li elet h>iche, gazometri, ccc., situati a centinaia di chilometri nell'i nterno della nazione nemica. Tutte le nazioni, nella febbrile prepar azione per il do• minio dell'aria, tendono ad avere apparecchi da ricognizion e strategica e bombardamento che possàno, con l'autonomia propr ia, contenere emr o i loro raggi d'azione, per riconoscere e tenere sotto il bersaglio delle bombe, l'intero territo,-io delle nazioni nemkhc imme-• diatamente vic ine.

Autoponti. V. Ponti. Autoridutiori (Toj,ografia). Degli strumenti at ti a determinare misure d i distanze per mezzo di una stadia, d iconsi « au toriduttori l> quelli costruiti in modo da .poter leggere d irettamente la distinza or izzontale. ~ella maggior ,Parte di essi, lo scopo si ott iene facendo variare l'angolo d iastimometricò in relazione alla inclinazione della visuale (tacheometri Ticby Star ke, Roncagii - U rbani, Baggi, R eina, ccc.) ll)a ve ne sono anche a ltr i fondati ~u diverso pr incipi~. Autorità. L'idea fondamentale inclusa nella parola autor ità è que lla d i superiorità, d i pr imato legittimo, di gerarchia . L'autorità militare è· autorità essenzialmen te d i diritto, e deve, per la sua stessa origine, natura e fine, esercita rs i senza ledere quella « libertà d'azione)) ch'ella stessa ha l'obbligo e l' in teresse di im porre agl'inferiori, onde si conseguano nel miglior modo gli scopi comuni a tutta la gerarchia. Il p r incipio della. dignìtà u mana si concilia anche nell'ordine milita'.l"e con il principio · d'autorità, e perciò è fatto obbligo a l su periore d i r ispettare tale dign ità . nell' inferiore, perchè <lalb, sua -lesione non p otrebbe d erivare che danno, in quanto è provato che qua ls iasi menomazione d i dignità si t rad uce in diminuzione di capacità ad agire con fede, ossia con forza, 1J1cntre, all'opposto, nella libtrtìt d'azione effettiva dall'autorità liberamenté educata e con sentita, le forze del m ilitare . si esercit_ano con maggior potenza. P resu ppost0 necessario dell'autorità di dir itto del superiore è che egli sappia e possa esercitarla, nella stessa gu isa che· l'attribuzione a.ll'in.fer iore d'una libertà <l'azione p resuppone· che il medesimo sapp ia e possa valersene. I l presupposto che si riferisce al superiore deriva oggi prin cipalmente dalla sua foren azione ecluçativa attraverso la scuola e d il tir-ocinio; il p resu pposto che si r iferisce a'll'i nfe,iore è in deriva-


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zionc del compito educativo del super iore, che d eve ridurre p ienamen te in a tt9 le attitudini è le capacità acqu isite <lell' inferiore, onde si compongano a rmonicamente n ella capacità di quell'azione che -gli è attribui te, nell'ordine dell'azione m ilitare. A poter governare gli ariimi altrui ( nell'ordinamen to mi litare come in tutti gli ordinamenti sociali) s i r ichiedono in primo luogo precedent i d isposizioni, in quelli che hanno da lasciarsi regolare, le qual i si posson o tutte comprendere n ella parola fede; ma che, partitamente guardate, sono la s tima, il rispetto, la benevo lenza verso i superiori, onde la logica inclinazione e la volontà degl' infer iori di assentire alle parole di chi sta ·sopra nella gerarch ia e d i compiacerne i desideri, quando an cora non ne conoscan o evidentemente la ver ità e la giustezza. Da qui la necessità d i fare in modo che tutto cospi.ri, nella. manieta più opportun a, ad inclinare l'animo cli chi d eve essere subordina to a lle atccnnatc .preceden ti disposizion i, .principalmente: nessuno parli ma le del!'autor ità; tutti d ia.no l'esempio della deferen za, del rispetto, della benevolenza . E si r i'chiedono i.noi tre certe attuali cénd iz ioni nel superiore : per esempio, non mostrare d i voler esercita re u n o rgoglioso ostensibile dom inio, ma. dar a. vedere di comp ire tu tti gli atti d ell'a utorità per quella impersonale e superiore ragione per c ui l'autoritii è posseduta, e n on per d ile tto · cli soprastare o d i sopraffare. Non mos_trare disistima , d isamore, inquietudine, insofferenza; importunità1 n1a dignità e ferme zza. A utor·ità te-rritoriali. H anno il compito d i agevolare i rapporti fra l'Esercito e il P aese, e fra l'autorità centrale e i vari eleme nti che costituiscono l'Esercito. Sono i comandi di C. d' A., quelli d i Divisione, quelli di presidio, le D irezioni d'artiglieria., le Direzioni del gen io, i Distretti militari, le Direzioni di sanità, le D irezioni di co mmissaria to, i T ribunali militari.

Autotraino. Autotra ino, o tra ino meccanico, o traino a trazione meccanica, sign ifica il traino su strada ordinarhi fatto con motore meccan ico an zichè con motore a ni male. 11 grande svilu ppo preso dall'i ndustria automobilistica anche prima della guerra mondiale· e il largo u so cbe si com incia.va. a fare degli autocarri n ei q uot id iani bisogni, sia dell' industria che del commercio, portarono a servirsi d i questo nuovo mezzo di trasporto anche nell'esercito. Il p rimo impiego che ebbe l'autocarro nell'esercito fu quello <li sostituire l'ordin ar io carreggio in molti servizi. I vantaggi che si potevano ottenere · coll'impiego degli autocarri n ei servizi erano i seguenti : 1• m inore profonclÌlà di colonne per la maggior portata. d i ,un a utocarro r ispetto ad un carro ordinario . 2° m aggior celerità d i traspor to e maggiore lunghezza d elle tappe, il che p orta.va come conseguenza la poss ibilità d i poter tenere gli stabilimen ti a vanzati a una maggiore distan za ,:!alla fronte e di poter eseguire, in caso cli avanza ta delle truppe, frequen ti sposta rnen ti dei magazzini stessi, spostamenti che rap- · p resentano sempre u n momento cl i crisi nel d'unzion a mento dei servizi; 3° possib ilità d i poter continuare un traspoi-to inin_ terrottamente, non a vendo il motore meccanico lo s tesso bisogno d i riposo che ha il motore an imale . O ltre a questi vantaggi, altre considerazioni consi-

gliavano, specialmente d a parte nostra, l'adozione del traino meccanico, e cioè : la scars ità della prnduziòne equina che va sempre più accentuandosi coll'estendersi dell'uso dell'automobile ; il grande deperimento a cu i vanno soggetti in guerra i quadrupedi; la mole notevole dei mezzi logistìci necessari per vetto vagliare fort i masse di quadrnpc<li. Fin dal 1914, · nei -principali eserciti cà a nche ei a noi, molti servizi, anzichè essere ippotrainati, erano autocarr~ggiati, cioè 'fatti d irettamente con automobili leggeri, medi, pesanti o per mezzo di apposi te vetture r-imorchlo trainate da au tomobili o da trnttric i. L 'u so della trazione meccanica nei trasporti logistici andò sempre in tensificandosi d urante la guerra e dopo la guerra.. D u ra nte la guerra. poi, la sta,b ilizzazione e l'estenders i delle fron ti, il largo uso della fortificazione, la guerra combattuta su fror,ti diversi, resero necessario l'uso d i artiglierie sempre più potent i e nello stesso tempo la poss ibilità di un celere trasporto delle art iglierie stesse d a località molto dista nti tra loro. Ma impiego cli ar tigl ierie potenti, anche dei massimi calibri, e celerità di trasporto sulle vie ordinarie, non erano poss ibili col traino ani ma le, quando si pensi che per molte d elle artiglierie costituenti i parchi d i assed io era .previsto il traino per mezzo dei buoi. Ed ecco che anche per le a rtiglierie, e specialmente per le p iù potenti, si rese indispensabile l'adozione della trazione meccani-ca in sostituzione della trazione animale. A favore della traz ione meccanica delle a rtiglierie militavano le stesse ragion i già a ccennate per l'adozione della t razion e meccanica in .generale; a queste si devono aggiungere : la. difficoltà sempre maggiore di formare co lle ferme brevi buon i conducenti, man mano che l' uso dei quadrupedi va limitandosi e il grav._e pericolo che r app resenta l'uso de i gas asfissianti pei quadrupedi eh~ difficilmente possono esserne immun izzati. Se l' uso del traino meccanico applicato a i servizi non offre, s i può dire, che vantaggi, quando invece esso venga a dottato per le artiglierie presenta anche in· convenient i, d i cui i principali sono : 1° minore a tti,udine a percorrere terreni vari, r otti, leggeri, molli e a sorpassare ostacoli; 2° se il motore è colpito la vettura si ferma; mentre coi cavalli, a meno che non siano colpiti tutti quell i che costituiscono l'attacco, scbbene\ p iù lentamente, si p uò procedere con un numero ridotto d i cava ll i ; 3° venendo a ma ncare il meccanico è difficile sostituirlo sul p osto; mentre col tra ino anima le !,i può sempre trovare chi, senza essere conducen te, possa cond urre i ca.valli almeno a mano. l\fa questi inconvenienti non sono -però tali da dover escludere l'imp iego del traino meccanico d.elle artiglierie; si p otrà limitarne l'impiego in qua lche caso, ma i contin ui progressi d ell'au tomobilismo tend ono ad attenuarli. Così ad es. la. m inore attitudine a. p ercorrere terreni vari va d imi nuendo coll'adozione elci cingali e d i opportuni trattori. Un rnezm che s i affacciò subito a i costruttori per r isolvere il problema d el trasporto meccanico delle ar- . tiglierie fu quello di utilizzare d irettamente un au tocarro come p iattaforma. del peno· o di costruire le art iglierie semoven ti sullo stesso principio dei carri d'assalto (V . A utobatteria e Carr o d'assalto) . Le a rtiglierie sono di varia. s9ecie ; perciò vari sa-


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ranno i modi, con cui si effettuerà il trasporto meccanico. Per le artiglierie campali leggere, assegnate in modo permanente alle divis ioni d i fanteria, non si è trovato opportuno, per ora, d: sostituire il traino animale col traino mecca.nico; esse nel campo tattico sono destinate essenzialmente all'accompagnamen to d ella fanteria , accompa.gnament.o che in qualche caso può essere anche materiale·: perciò debbono potersi muovere facilmente e abbastanza celermente anche in terreno rotto, quale è quello del campo di battaglia, ove l'i mp iego dei mezzi meccanici, a tutt'oggi almeno, non è scevro di inconvenienti; nè, d'alt, a parte, nel campo logistico

grav ità del sist~ma, autocarro- pezzo, si trova sposta to in alto; d) numero notevole d i autocarri necessari p el trasporto d i una batteria a l completo di materiali, muni-

zioni ed uomini;

e) necessità di profonde modificazioni alla carrozzeria degli autocarri destin ati a l trasporto dei pezzi, specia lmente d i quelli pesanti.

li sistema del traino, se pennette una m inore velocità su strada del precedente, ha però i seguenti vantaggi: a) manovra più rapida per mettere i pezzi in batteria e pel· d isporli pel traino;

b) m,tggiorc attitudine ai movimentì fuori delle strade;

e) maggiore carico;

Autotraino veloce su strada cl i arL campalt queste artiglierie è ind ispensa bile -che abbiano grande Yelocità d i spostamento e che ,facciano grand i spostamen ti per via ordinaria, dovendo sempre spostarsi col riman ente delle truppe. Le artiglierie campali leggere assegnate alle uni tà d i cavalleria o ad altre unità celeri, o costituenti r iserva, e le artiglierie pesan ti campali, sia queJlc assegnate or ganicamente alle grandi unità, che quelle della riserva, devono invece, e per ragione de l loro impiego o in conseguenza delle loro nJaggiori gittate, potersi muovere celermente nel campo logistico, senza avere una assoluta necessità di grandissima mobilità nel campo tattico. Per queste artiglierie si presentava dunque van taggioso il t rasporto meccanico. Questo può in massima effettuarsi in due mod i: o traspor tando le a rtiglierie caricale su autocarri, o trainandole a mezzo di autocar ri o d i altri trattori. In questo secondo caso, per poter effettuare v.u, taggiosamente il traino, occorrono dei ripieghi, giacchè gli affusti a ruote, costr u iti per il traino animale, non possono raggiungere le velocità consentite a i mez?.i meccanici senza sconnetters i e deteriorarsi. Tali r ipieghi consistono nel rendere clastico il s istema o nel munire le ruote di cerchioni d i gomma clast ici, o, meglio, col caricare, a l momen to del traino, l'affusto sopra un carrello elast ico costituito da una sala, con due ruote da autocarro, munita di molle a bailestra. La manovra per caricare e scaricare l'affusto del carrello è semplice e rapida. Quest'ultima è la soluzione da noi a dottata per le ar tiglierie autotraina te . Nell'un caso e n ell'altro .per i p iccoli spostamenti a braccia l'affusto viene munito di un piccolo avantreno a rotelle. Il . sistema dell'autotrasporto· ha il vantaggio principale di poter raggiungere forti velocità sulle s trade ordinarie; però p resenta i seguenti svantaggi : a) manovra di carico e scarico assai lu nga e fa• ticosa, s pecialmen te per le artiglierie pesanti campali ;

ò) n1ovimento fuori delle strade difficile, dato il grande peso dell'autocarro, anche quando questo è mu• nito cli cingoli; e) poca s tabilità della vettura poich il centro d i

stabilità del

,l) possibilitic dì impiego, con lavoro di poca entità, anche di autocarri requisiti al momento del biso;,'110; e) minor numero di autocarri necessario ad una batteria, poichè un autocarro, oltre che a trainare il pezzo, può servire a trasportare serventi, munizioni e materiali vari. In base a queste consi<lerazioni, nel nostro esercito sono a utotrainate le artiglierie pesanti campali e l'obice da 100/li, mentre autoportati sono solammte i cannoni da 75 per le unità celeri e quelli costituenti riserva. Come autoportanti s i im:)iegano autocarri 18 B L e 15 ter. ; come tra ttori si impiegano gli autocarri 18 B L . E' però in corso cli adozione una speciale trattrke leggera Pavesi, più idonea ai terreni rotti, con quattro ruote motrici e nella quale il treno anteriore è snodato in tutti i sensi rispetto a l treno posteriore. Tale trattrice venne espedmentata con esito favorevole . Per le Artiglierie pesanti, la convenienza del traino meccan ico è ind iscussa ed indiscutibile. Si tratta infatti di trasporlo cli carichi pesanti che debbono spostarsi essenzialmen te su stra.de, a velocità che, per quan to sempre assai superiori a quelle c he si possono raggiungere col traino animale, non debbono essere eccessive. Inoltre l'impiego delle artiglierie pesan ti non deve essere mai improvviso e le loro grand i gi!ta te, lasc iando una maggiore libertà d i scel ta nelle posizioni, rende possibile un minor allontana mento dalle strade. I'er tali rag ioni il problema s i r iduceva a lla ricerca di motori co1wenienti ; le vetture giil usate col traino anima le non avevano bisogno cli speciali adattamenti, salvo, bene inteso, quelli relativi a ll'attacco al motore. G li au striaci, per l'obice da 381, adottarono un sistema d i trasporto cons isten te i n un treno ben zo-clcttrico il quale poteva muoversi sia su ferrovia che su strada ordinaria. Per il trasporto ogn i pezzo si scomponeva in: u n a vettura obice (3& T ), una vettura affusto (31 T), due vetture per mezza p ia ttaforma ciascuna (37 T) e una vettura portamunizioni (20 proietti, 20 cartocci e un vagoncin o porta munizion i). La composizione e la scomposizione del materiale si ese-gui vano in sci ore circa.

Autotrasporti. Sono tutti

trasporti militari ·per


I via ordinaria, eseguiti mediante veicoli a trazione meccan ica, q uali autovetture, autocarri, autobus, autoambulanze, autofurgoncini, motocarozzette, motocicli e simili: scino cioè i trasporti chiamati anche, e più comu• nemente, trasporti automobilistici. Caratteristica degl.i a utotrasporti è quella di una portata d i carico elevata, unita a velocità e capacità di percorso notevoli; •ciò che li rende in genere assai p iù vantaggiosi dei traspor ti eseguiti con mezzi ippotrainati. Con l'impiego degli autotrasporti infatti, appunto per virtù de ll'accennata loro caratteristica , le truppe operanti acquistano maggiore indipendenza dagli sta bilimen ti relrostanti, le grandi unità di prima linea possono alleggerirs i di una parte delle loro <( impedimenta >> , il ,;ervizio delle comunicazioni stradi!li resta molto semp lificato, in rapporto specialmente alla organizzazione delle lince d i tappa, e s.i ha infine la possibilità. d i soddjsfare rapidamente ad improvvisi bisogni delle tru ppe o ad urgen ti necessità del combattimento. L 'esperienza dell'ultima. guerra. ha in parte confermato e in par te modificato i criteri d' impiego degli a utoÌrasporti •che erano p recedentemente in onore. Co~ì, se ha avuto ,conferma il principio generale che l'autocarrcggio non è in massim a da impiegarsi per la cost ituzione di magazz ini mobili a l seguito dcile truppe,

Au totrasport.i F iat

riservando lo agli in tensificati servizi cli rifornimento tra. queste e gli stabilimenti avanzati d i 2" linea, si è però riconosciuta 1a necessità di qualche deroga in quanto riguarda magazzini mobil i d i vettovaglie e di nn111ìzioni per corpo d'armata. Completo capovolgimento ha avuto invece il princi pio ineren te alla prevalenza d'impiego tra i·ppoveicoli e autoveicoli : e mentre nell'anteguerra s i riteneva che l'autocarreggio fosse utilizzabile soltan to in par ticolari circostanze di lungo percorso e d i accentuala velociti,, oggi si ammette con<:ordemente che gli autotrasporti devono avere sviluppo sempre maggiore, e tendere generaimcnte a sostituire quelli a trazione a nimale, sino a restringere questi ultimi nel limite d i pochi casi in cui -l'impiego degli autoveicoli r isulta impossibile od inoppoltuno. Pienamente co111fermato poi è stato il principio che gli automezzi desti.nati a servizi di funzionamento giornaliero e per iod ico vogliono essere decentrati e posti . a diretta disposizione delle grandi un ità; e che invece gli automezzi occorrenti per even tu ali servizi straordinari devono essere tenuti raccolti a disposizione dell'organo centrale direttivo 9egli autotrasporti. 1',Jezzo principale di effettuazione degli autotrasporti è l'Autocarro (V.). Normalmente gli alltocarri vengono r iuniti in speciali unità denominate « Autosezioni », di cui si hanno tre 'principali tipi in refà'ziorié• àÌ ~ciivè'r so

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modello degli · autoveicoli da cui sono costituite . Esse sono : J'autosezione ordinaria, che comprende 24 au• tocarri p esanti : l'autosezione leggera, formata di 24 autocarri leggeri, e l'autosezione peSJ1nte che è costit>uita da 12 autocarri pesanti con rimorchio. La lunghezza ordinaria della tappa giornaliera per 1 trasporli autocareggiati è di 150 chilometri a ll'incirca. Organo centrale direttivo dei trasporti a trazione meccanica è, come per quelli a trazione animale, il « Reparto logist ico del •Comindo Supremo», cui fanno riscontro in scala discendente la « Direzione trasporti per ·via ordinaria C armata »; l'« Ufficio del capo di stato maggiore divis ionale» o il « Comando di gruppo a lp ino» . A ciascun organo direttivo corrispondono uno o più organi esecutivi : così il Comando Supremo (R eparto logistico) d ispone di un au loraggruppa;nento di manovra, un parco automobilistico ed un deposito centrale wutomobilistico; l'armata d ispone di un autorag• gruppamcnto; il corpo d'armata d i un autogruppo; • la divis ione di cavalleria ed il gruppo alpino di un autori·pa l'to. Ciascuno di tali org,mi ha formazione talora fissa e talora variabile, tanto in u omini quanto in macchine, ma sempre con giusta commisurazione all'entità dei bisogni e servizi della grande unità a cui è assegnato. Un chiaro esemp io, tra i molti a ltri, della preziosa uti li tà degli autotrasporti per fronteggiare improvvise situazioni di gueua si ebbe ali.a fronte italiana nel magg:o 1916 in occasione dell'offensiva austria ca nel Trenti.no. .Delineatasi la grave minaccia, il Con~and<> Supremo italiano, con lucido intuito e con pronta decisio/ e, faceva accorrere nel settore attaccato successiv i e numerosi sca.glioni di truppe, le quali non so lta111 seppero arrestare l'avanzata .d el nemico, ma, passando poi al contratta cco, ne infransero nettamente la spin ta aggressiva e convertirono in uno scacco quell'azione in grande stile che il Comando austriaco aveva concepita e iniziata con proc1amato· intento di spedizione ,>unitiva. L e truppe accorren ti nel settore trentino provenivano in gran parte dagii altri settori ed anche - dai piìt lontani della fronte Giulia: giun sero tuttavia in tempo 1ier assolvere magnificamente il compito loro. Questo fu possibile, perchè gli spostamenti vennero attuati facendo largo impiego di autotrasporti, che sussid ia rono efficacissimamente i movimenti ferroviari e permisero di far arrivare i successivi scaglioni di truppe sino a breve distanza dalle posizioni da sostenere o da riconquistare. Ed in quell'epoca l'organizzazione degli autotrasporti non aveva ancora raggiunto presso il no• stro esercito quell'efficienza che ebbe nel periodo successivo della guerra e che dovrà avere sempre di più in avvenire.

Autun (ant. Bìbracte, A11gustod1mmn). Città della Francia nel .d ip . Saone-et-Loire. I. Battaglia di Aitt,m. Fu combattuta da Giulio Cesare contro gli Elvezì, i' quali si ·e rano messi in marcia verso 1a Provenza. Cesare, inseguendoli al d i là dell',Ara ri (Saon~) eia giunto a circa diciotto m iglia da Autun (Bibracte), città la p iù grande e la meglio ap.provvigionata degli Eclui. E giacchè non r imanevano che due giorni 'd i tempo a dover d istribuire il gr11no ai soldati, tralasciò l' insegu imento per avvicinarsi a quella cit.tà appunto .~ er &s.~icurarsi { viveri. Gli E l-


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'vezi, appreso ·ciò da alcuni fuggiaschi della cavalleria -dei Galli, st imando ·che i Romani, impauriti, fuggis.-sero, o r itenendo di poter impedire ad essi di_ vcJtovagliarsi; si posero ad inseguirli e ad attaécarne la retroguardia. Cesare, appena se ne avvide, s i fermò, trasferì il ~ampo sopra un coile vicino, e mandò innanzi la cavaller ia ad infrenare l'impeto dei nemici. Intanto schierò, a mezza costa, quattro legioni di veterani su tre linee ; sulla sonm1ità, due legioni, ultimamente da lui reclutate nella Gallia cisalpina, con 1utti gli ausiliari, a guardia del bagaglio ; adunato in un recinto tr incerato. G li E lvezi, che avevano seguito 'Cesare con tutto 'il carreggio, radun.arono anch'essi il loro bagaglio, s i m isero in ordine <li battaglia, .c. -respinta la cavalle ria romana, salirono ad attaccare la prima linea dell'avversario. Cesare, allo scopo di evita.re che i soldati eventualmente potessero pensare a ritirars i durante l'azione, e per dividere con loro glì ,stessi per icoli, fece condur via i cavalli, compreso il 1Jroprio

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sto l'altra parte volgere la schiena, quantunque si fosse combattuto dalle sette del ·mattino fino a sera. Quindi si seguitò ndla -lotta per buona parte della notte, vicino al luogo dei bagagli dove i nemici, con i carni, s i erano fatti dei ripari dai quali lanciavano strali contro l,e truppe rom:rne che assaltavano. Altri, a traverso le ruote, col-

e, incoraggiati i suoi a vincere o a. morire, .

si impegnò a fondo. I soldati ru ppero senza soverchi.o sforw la falange dei nemici mediante le armi da Ian•cìo, e subito dopo vi si cacciarono va.lorosame11te dentro, impugnand o le spade, e vincendo la resistenza de:gli Elvezi, i quali, estenuati dalia fatica e <lalle ferite, cominciarono a rit irarsi verso una collina <listante •.circa un miglio. I Romani li inseguirono, rna, 1uentre

,;alivano, un corpo ·cli ristr va nemico, composto d i lS.000 Boii e Tulingi, frruppe sul loro franco tentando di accercl1ia.rli. G li E lvezi, che ormai avevano guadagnata. la sommità della collina, avendo vista questa ·manovra, scesero rapidamente a lo,·o volta, riaccenckndo la battaglia ; d i modo che le legioni furono co:strette a far fronte, nello stesso tempo, con le due prime lince, contro quel li che essi inseguivano, e, con la terza , contro i reparti aggiranti. Per lungo tempo il

pivano con matare e chiaverine. Alla fine i R omani riuscirono a prendere i ca rr.i e il campo. Sembra che gli Elvezì e i loro alleati ammo;ltassero a 260 mila persone, delle quali 90.000 combattenti, ·e che circa la metà perissero sul campo o restassero .prigioniere. Cesare 11011 potè inseguire, essendo stato costretto a rimanere tre giorni sul campo di battaglia, per raccogliere i ferit( e dare sepoltura ai morti. II. All'epoca di Tiberio, Edui e Sequani, ribella tisi e comandati da Sacroviro, affrontati presso ·A . da due legioni r omane agl i ordini d i Silio, vennero completamente sconfitti e Sacroviro si diede la ,morie (21 d. C.). III. ?\ cl 269 · d. C. f.( . venne assediata dai soldati di Tetr.ico, e invano ch iese aiuto a Claudio; d opo d isperata resistenza, fu .presa e messa a sacco, e. molti cittadini massacrati. Nel 356 venne assedia ta dai Gerrnani e salvata d a ll'erois1110 dei veterani che si erano ch;usi fra Je sue mura. In quest'epoca però fu presa e distrutta dai Bagaudi, e riedificata da Costanzo Cloro. IV. Nel 532 venne a.sse<liata da Clotario I e da Childeber to I. Godomaro, re cl i Borgogna, accorse per liberar la, e venne a battaglia con gli assedianti"; sconfitto, scomparve e il paese rimase ai re francl1i. In seguito, A . f u d evastata da Saraceni e da Normanni. V. Nel 1523, <1-ll'epoca. delle bande d i «avventurieri» che infestavano le contrade fra ncesi, A. armò, col consenso d i Francesco I , una milizia, la· quale affrontp e <list1•usse una banda che infestava il suo territorio. Nel 1591 .4 . venne assediata invano dal marcsc. d' Aumont.

combattimen to ,proseguì ostinato e d i esito incerto; in.fine gli Elvezi, non potendo più oltre ,::esistere, ripie:ga.rono: una parte. verso la <:olìina dove si erano ri~irati già prima, gli altri verso il luogo dove avevano ]asciato il bagaglio e il carreggio. Durante tu't (a quésta :azione accanita, nessuno dei due partiti ,;x·ev·a mai vi-

VI. Nel 1870, il 2 dicembre, vi si svolse un breve combattimento fra garibald ini, comandati da Ricciotti Gad)al<li, e prussiani del gen. Kelier: Questi attaccarono la città, ma vennero respinti, contrattaccat i e volti in fuga. ·La br. di Ricciotti fu portata all'ordine del giorno per il suo contegno in questa occasione.


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Auvert. ·Ammiragli0 francese dell'epoca nostra. Fu mcmhro del Consiglio supe,iore qella marina, prefetto marittimo a Biserta (1915) e poi (1916) apparte1rne allo Stato Maggiore della Marina. · Auvity (Alfonso). Generale francese, n. di Liegi (1799-1860). Uscito dalla Scuola politecn ica- nel 1820, percorse una c'a rriera brillantissima. Nel ·1832 fece part e della spedizione del Belgio ; poi fu in Africa, dove s i distinse nell'assedio <li Constantine. Nel 1849 comandò l'artiglieria d i Lione e <li Parigi. Ne! 1860 promosso generale di d ivis ione, era stato appena nominato d irettore delle polveri e delle munizio,ni, quc.:ndo morì. Auxerre

(A11t. Autissiodun1.m). Città della Fran-

cia , capo!. del dip. della Yonne. Venne fortificata dai Romani. Fu in potere per breve tempo di Tetrico, uno degli imperatori effimeri dell'epoca di Gallieno. Pace di Auxerre. P rese questo nome un trattato conclusovi fra -gli Armagnacs e i .Borgognoni nel 1412.

Conferenza di A uxerre. Tenuta nel 1432 fra i delegati di Carlo VII <li Francia e quelli del duca dì Rorgogna allo scopo di cercare le basi per una riconciliaz ione fra i d ue Stati.

<!agli Austriaci il 28 agosto 1815, ·<lopo assedio, e l\lllga. resistenza, diretta dal gen. Andre'o ssi.

A 1:11:za. Località sulla sinistra dell'Isonzo, a sud d i Tolmino. Gli austriaci ne avevano fatto uno dei cap isa ldi della difesa dell'altipiano della Bainsizza, appresta.ndo fortemente !..n che la galleria ferroviaria nei pressi <lei villaggio. Passato il fiume il 19 agosto 1917, le truppe della 22• divis. (brigate Ferrara e Trapani) incontrarono una forte resistenza ad Auzza, che potè essere superata soltanto il giorno 21, dopo il delinearsi della manovra vitt<,r iosa che condusse alla conqu ista • d i gran parte dell'altipiano (V. Bainsizza) . Avak (Sergio). Principe armeno e generalissimo d elle truppe della Georgia del secolo XIII. In un primo tempo riuscì a respingere .parecchie volte gli eserciti dei Tartari invasori e per lungo tempo potè resistere alla loro pressione, ma alla fine, sopraHatto da forze· soverchianti, dovette sottomettersi, e nel 1239 concluse con loro la pace, median te la quale Avak conservava i suoi possessi, ma s i obbligava a. pagare un tributo ai Tartari. Avaìlon. Città della Francia, nel d ip . del!'Yonne. Fu p iazza.forte nel, Medio Evo, d isputata fra i re di Francia e i duchi di Borgogna; nel X sec. venne assediata e smantellata dalle truppe del re Roberto i l P io . Nel 1594 venne presa e saccheggiata dalle truppe della. Lega.

Avallone (Carlo). Ammiraglio, n. a. Torre Annunziata nel 1850: entrato in servizio nel 1862; promosso contrammiraglio nel -1905 e d i rettore generale d i Artiglieria. ed Armamenti dal 1905 al 191 t ; destinato al << Mini~tero Armi e 1fonizioni l> durante la guerra., fino al marzo 1919. Il suo nome è legato in gran parte ailla moderna preparazione dell'Artighieria Navale ed alla o r-ganizzazione de l tiro a borcJo delle navi da guerra. Ali' Avallone si deve : la creazione del « Balipedio per gli esperimenti del materiale di guerra Cottra1i i> nel seno della Castagna (Golfo della Spezia) ; l'ad0zionc dei nuovi metodi dì tiro «Ronca», metodi seguiti dopo di noi da tutte le nazioni; l'istituzione delle gare di tir<> fra navi (1907) e delle gare di lancio dei siluri ( 1910); !'istituzione della navç scuola di tiro; il riordinamento d i tutte le scuole di specializzazione. Si d eve del pari all'attività di questo .b.mmiraglio lo sviluppo delle industrie belliche navali, specializzate in Italia, avendo egli favorito il sorgere della fabbrica. cannoni Vicker~Pon te di barche ad Auzza Terni alla Spezia ( 1909) lo stabilimento Artiglierie AnAuxiron (Giovanni Battista d'A.). Medico e scrit• saldo ( 1910), il reparto proiettili Armstrong ( 1906), la tore' francese n. a Baume-les-Dames verso il 1680, m. Socictit It:diana Prodotti Esplodenti per la fabbricazione <lei tritolo (1909), la fabbrica dei siluri d i San a Bes:rnçon nel 1760. Lasciò varie opere fra le quali Bar tolomeo (La Spezia) (190i), ecc. Sotto la direzione una _ « D imostr azione d'un segreto utile alla marin a l> dcli' Ammiraglio Avallone si è .provveduto all'ar mamento pubblicata nel 1750, e un « Nuovo metodo per diriguerresco di tutte le .p rincipali 11nità della. flotta italiagere la bomba)). nà atiuale, si è migliorato il munizionamento con la Auxonne. Città della Francia , nel dip. della Còtesostituzione della polvere Chilworth in luogo della ba<l'Or ; fu piazza forte _di 4• classe, con ar~nale mii. listite, s i sono, in6.ne, migliorati grandemente tutti f fonderie, magazzini di polvere. Nel 1526 resistette con materiali guerreschi, vale a dire lanciasiluri, tor pedini, successo al tentativo di impadronirsene, fatto dal con- , impian ti elettr ici, stazioni radiotelegrafi.Ghe, ecc. te di Launoi in nome di Carlo V. Invece, dopo vigo• Avalo5 (Fernando Francesco d'A .). :Marchese d i Perosa resistenza, A. dovette arrendersi, il 17 agosto 1586, scara e d'Aquino p iù generalmente conosciuto sotto il a l Duca di Guisa che l'aveva assediata. E fu presa


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nome di << :iYiarchese d i Pescara)), . n. nel regno , di Napoli nel 1-l89, m. nel 1525. Fu uno dei più valenti generali di Carlo V. Nel 1S12 fece le sue prime armi sotto gli ordini del viccrè Cardona, e fu fatto prigioniero· <lai francesi nella batta.glia di Ravenna, dove rimase ferito. Luigi XII gli restitul la libertà dietro il pagamento d i 6000 scudi d'oro e facendogli inoltre promettere <li non prendere p iù le armi contro i Fr ancesi; condizione inverosimile in un'epoca in cui gli eserciti di Spagna e di Francia erano in continua lotta per il possesso delle ·migliori provinde d'Italia, e che il d'A. si guardò bene dall'osservare. Tornato subito all'esercito, coman<lò l'avanguardia <li Cardona e il 7 ottobre 1513 battè a Creazzo, p resso Vicenza, !'Alviano, generale dei veneziani. Nel 1521 si segna.là al la presa di ?,.filano che tolse al maresciallo Lautrec. Si impadronì poi di Com0, abbandonando la città al saccheggio. Nel 1522 corse in soccorso di Pavia, assediata dai francesi, combattè con successo alla Bicocca, prese Lodi e Pizzighettone, e costrinse a ,eremona alla capitolazione il maresciallo Lescun, fratello del Lautrec, obbligandolo a sgombrare il M ilanese. Poi si impadronl di Genova e la diede in saccheggio ai suoi soldati. Fu parte prin-_ ci;pale nelle v ittorie riporta te dall'eserdto spagnuolo C0f!tro l'ammiraglio Bonnivct e rimase ferito nella battaglia <li Pavia del 24 febbraio 1525. Nominato generalissimo dell'esercito di Cado V, i principi italiani, riunitisi in lega, tentarono di attirare dalla loro parte ìl marchese di Pescara, offrendogli la corona di Napoli, purchè li aiutasse a scacciare i Tedeschi e gli Spagnuoli; -ma il d' AvaJos, avuti in mano tutti i loro segreti, li fece conoscere all' imperatore Carlo V che gli ordinò di assediare .Milano per punirne il Duca. Questo f.atto portò al colmo l'odio dei milanesi contro il marchese, che, secondo alcuni storici, fecero morire di veleno. Il Giovio ne scrisse la vita.

Alfon,so d'Avolos. Marchese del Vasto, n. a Napoli nel 1502, m. nel 1546, cugino del precedente, al quale succedette nel marchesato di Pescara e nel comando <legli eserciti spagnuoli. Aveva cominciato a militare sotto le insegn~ del cugino. Prese parte a tutte· le battaglie più importanti d1e si combatterono nella campagna d'Italia. Fu a lla Bicocca e a Pavia. Soccorse Napoli assediata da Lautrec e decise nel 1528 la defezione· di Andrea Doria; nel 1530 fece la campagna d i Toscana contro Firenze ~mitamcnte a l principe d'Orange, e durante la spedizione d i Tunisi del 1535 ebbe il comando in capo d i tutte le forze di tena. L'anno seguente accompagnò l'imperatore in Provincia e quindi Iu nominato ,governatore di M ilano. Combattè ,:;oniro i Francesi alleati dei !J.'urchi a N izza ed in Corsica, 1na fu battuto nel 1544 a Cercsole da l duca di Engbien, il quale però non riuscì a farsi padrone di Milano. Accusato dai Milanesi .per le tasse enormi che aveva loro imposto, dovette giustificarsi presso l'imperatore che lo accolse molto freddamente. Poco dopo morì. Gi1.seppe d'Avolos. Generale a rgen tino del scc. XIX. Prese parte a)la: guerra d'indipendenza agli ordini del Lavalle, e poi alle lott~ intestine contro il Rosas, terminando la carriera col grado di generale, sotto U1·quiza, e con la battaglia d i ;,fonte Caseros ( 1852) contribuendo al ,crollo della dittatura del Rosas.

Avamposti. Sono quei nuclei o riparti çhe un corpo

di truppa, dovendo per quals iasi motivo sostare in campagna, pone innanzi a sè a scopo di sicurezza. Hailno essenzialmente il compito di p roteggere il riposo delle truppe da cui vengono collocati, di mantenerle informate sui movimenti del nemico, ove con questo si trovino a contatto, e di dar loro tempo per prendere le opportune disposizion i in caso di attacco. Al servizio di avamposti concorrono tutte le a rmi, ma la fanteria ne è l'elemento principale. La cavalleria fornisce di regola un nucleo per corrispondenza e vigilanza ; può anche essere imp iegata in compiti di e. splorazione, che però interrompe normalmente di. notte per raccogliersi dietro la linea dei riparti <li fanteria. L'artiglieria può essere talvolta chiamata a rafforzare a loune località della zona d'avamposti ed a battere punti di particolare importanza. Il genio concorre, ove necessario, all'esecuàone di lavori campali. (;iclisti e motociclisti, isolatamente o in gruppi d i pochi uomini, sono largamente impiegati, se il terreno lo consenta, per portare ordini e avvisi, ,p er completare il servizio di sicurezza e <li informazioni, mentre i riparti ciclisti sono tenuti in formazione d'aspetto come mobilissima riserva. Condizione prima e fondamentale per il buon fun1.ionamento del servizio d 'avamposti è l'osservanza della .più rigorosa disciplina.

AmniPosti di Fanteria. La forza e la disposizione dipendono soprattutto dal terreno, dalla situazione, dal· l'entità del coi,po da proteggere, dal suo modo· di stazione e dall'rstensiQne della linea da guardare. La forza vuole essere man tenuta nei .]imiti dello stretto indispensabile, e in ogn i modo non deve superare mai un terzo delle truppe stazionanti: dev'essere inoltre composta di interi riparti organici. Nei ca.si in cui la sorpresa sia poco probabile, o poche e ben definite s iano le · linee di attacco, come normalmente -avviene in montagna, o la forim da proteggere sia p iccola, o, infine, il modo d i stazione renéla facile il parare ad un improvviso attacco, in tutti questi casi la disposizione degli av._mposti assume forma della massi-ma semplicità; si riduce çioè a l collocamento di distacc~menti sulle linee d i comunicazione, con posti isolati antistanti che sorvegliano le ·linee stesS'e, In altri . casi invece, nei quali le esposte condiz.ioni favorevoli non si verificano, la disposizione degli avamposti sr configura. in una linea quasi continua di sorveglianza, e nello scaglionamento in p rofonaità di successivi elementi per una pronta e prolungata resisténza; si ha· cioè un sistemà di avamposti regolare e completo. Qualunque siano la forza e le disposizion i degli avamposti, quest i rich.,icdono scm• p re largo uso dei lavori di fortificazione campale, A·vomp·o sti o disposieion~ sistematica completa. L'ossatura del sistema indicato dal regolamento italiano di servizio. in guerra è così formata: a) « gran gu~rdic >>, che distaccano « piccole ,guardie » con vedette in a.vanti e, se occorre, anche lateralmente ; b) << riserva d'avamposti l>; e) <e posti di scoperta » e « pattuglie » a completamen to de l sistema. Fra questi elementi corrono distanze variabili a seconda del terreno e d eJla situa: zione, da determinarsi sulla 1base dei seguenti criterii: Riserva d 'avamJJosti, abbastanza vicina a l grosso in mop? da evitare di essere sopraffatta, ma non molto, per'' non coinvo,lgere troppo p reniatununcnte il grÒs0 so. medesimo nel combàttimento'i guardie, abba -

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stanza vicine alla riser va cosi da non potere essere tagliate fuori, ma n on troppo, .per dar tempo alla riserva di prendere le arm i in caso di attacco improvviso; p iccole guardie, avanti quanto necessario per ben osservare, ma .purchè restino in misura di comun icare con le gran guardie anche per mezzo d.i segnali. Quando, per l'este nsione della fron te da guardare o per la natura del terreno, si renda difficile il funzionamento di tutto un sistema di avamposLi' sotto un unico comando, la zona viene ripartita in settori, numerati progressivamente dalla destra , cias,uno con truppa e comand ante proprio, a limiti di separazione che non coincidano con linee di accesso importanti, e con obbligo di scambiarsi informazion i e d i prestarsi appoggio in caso di attacco . Le « .piccole guardie » ,·aru10 collocate di g iorno 111 località adatte all'osservazione lontana, e di notte s ulle linee di più facile accesso, cercando sempre di d isporle secondo una linea frontale bene marca ta del terreno (strade, corsi <l'acqua, siepi e simili) in modo -che ne abbiano facilitato il collegamento. Tutto il terreno interposto fra le pie-cole gl:ardie deve essere vigilato, se non con la vista, a lmeno con l'ud ito; ciascuna piccola guardia ha di giorno · la forza di 4 o 5 uomìni, oltre il capo, di notte la forza di una squadra. Per quelle

vedette i.k11 iane i n monta!l"'a ( ! Otò)

collocate in punt i che si p restano all' incursione d i pattuglie nemiche, tale forza può esse re aumentata, e le p iù im.portanti sono comandate anèhe da ufficiali. Da ogni gran guar-dia vengono collocate nor malmen te 3 oppure 4 piccole guardie. che assumono un numero progressivo dalla destra. P er la notte il numero e la dislocazione delle picco le guardie possono essere opportunamente modificati. Il capo della piccola gu ard ia s i assicura. spesso che nulla sfugga all'osservazione delle vedette e con trolla l'esattezza dei fatti che esse segna lano; <lei più importanti d i questi, e sempre degli spari avvenuti, manda rapporto verbale a l comandante della gran ,guardia. G li uomini delle piccole guard ie depongono zaini e fucili, ma non possono rizzare le tend e, accendere fuoch i, nè fare xw11ori ; non possono allon tanars i senza ordine; consumano il rancio, d i re•

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gola, al ritorno p resso la. gran guardia; di notte solo la metà possono do.mire; tutti si tengono appiatta.ti in vicinanza delle vedette così da poterle vedere. Le « vedette J> sono \ collocate nei punti che meglio s i prestino all'osservazione e che n el tempo stesso r isu ltino sottra tti alla vista e all'attenzione del nemico. Ogni piccola guardia ne colloca una. o due; di notte devono essere sempre accoppiate. Esse devono pr~stare con la vista e con · l' ud ito -costante attenzione nella direzione indicata, specialmente sulle strade, in modo da avvertire in tempo o~ni indizio dell'avvicinarsi del n,,. mico. Tengono l'arma carica, con baionetta inastata.; lasciano lo zaino presso la piccola guardia; per ripararsi dal freddo e dalle intemperie, non devono mai coprirsi in modo da menomare la. loro facoltà visiva cd uditiva : n on possono scostarsi dal posto se non per meglio osserva re; devono astenersi dal far rumore e dal fumare. Le «,gran guardie ll sono collocate sulle p iù importan ti lince d i accesso, f uori dalla vista del nemico e in località possibimente adatte alla d ifesa. Hanno forza n on mai inferiore al doppio d i quella. che raggiungono di notte complessivamente le rispetti\'e piccole guardie; sono costituite da in teri p lotoni, e, se colloca te in località di. speciale importanza, anche da intere compagnie; ham~o numerazione progreS$iva dalla des tra. Jl com11nda.nte di una gran guardia deve conoscere il posto s ia della riserva sia delle gran guardie laterali, e le relative vie d i c'o llegamento; esercita specialmente di n otte, in caso di n ebbia e in terreno boschivo - attiva. vigilanza sulle piccole guardie anche a mezzo di ronde guida te da ufficiali o da sottufficiali; stabilisc.e con esse segnali p er trasmissioni urgenti ; si tiene collegato e scambia notizie con le gran guardie laterali. :Movimenti lungo la .linea delle grandi e dcJle piccole guardie non sono da eseguire, salvo nel caso eccezionale che essi non ,p ossano essere visti dal nc_mico; normalmente i movimenti s i compiono lungo i raggi de l s istema. Occorrendo spostare qualche p:ccola guardia o aumen tarne il numero, vi si provvede p rima c he annotti , avvisandone le piccole guardie contigue. Gli uomini depongono zaini ed a rmi; possono fare il rancio, mettere le tcr.de opp ure accantonare sotto teLtoie e port icati; non ,possono allon tanarsi che per servizio. Una squadra presso ogni gran guardia. è designata particolarnlente a collocare sen tinelle per ricevere i seg:1ali delle piccole guardie, ed a fornire uomini per por tare ordini ed avvisi: ad essa fanno capo coloro che devono rivolgersi al comandante della gran gua1·d ia. La' « riserva d 'avamposli l> va situata in località che si trovi in facile ,omunicazione con quelle occupate d alle gran guardie e cbc, per se stessa o per -la irmned iata vicinanza. con ad atta posizione, bene si presti a lla difesa.. Salvo che s i tratl i di sosta brevissima, la loca.lità si rafforza con opportuni la vori campali. La riserva d'avarnposti ha forza che varia con le circostanze, ma che !l0n dev'essere ma i 'inferiore a. quella complessiva dèlle -dipendenti gran guar-d ie. Stanno con la. riserva l'artiglieria. ( eventualmen te) il nucleo della ca'21leria (meno i cavalieri lasciati a lla. ,gran guardia per le trasmissioni) è'd il caneggio ind ispensabile per i servizi degli a vamposti, La riserva può mettere il campo o accantonare sotto porticati e te ttoie; in Gaso d i al-


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loggiamen ti frazionati viene fissato un pun to di radu• na ta; nessuno può allontanarsi. E' comandato u n po• sto <li gua rdia con incarico di collocare a lcuni uomin i in luogo opportuno per indirizzare i portatori di ordin i e di avvisi a l comandante degli avampost i. Presso la riserva s tanno normalmen te cosi il comandan te degli avamposti come i comandant i dei settori, allorquando la zona ,:!egli avamposti abbia dovuto essere ripartita in settori : a llont3Jlandosene, essi devono lasciare istruzioni a coloro che ne assumono le veci. I « posti d i scoperta )) vengono collocati in luoghi particolarmen te adatti a ll'osservazione lon tana en tro o fuori della linea delle piccole gua r<l:e; quelli estern i vengono ordinati dal comandante degli avamposti, mentre quelli in terni possono essere ordinati anche d:ti comandanti delle gran guar<lie. Sono formati da pochi uomini ma ben comandati, possibilmente da ufficiali: se spinti molto lontano, con viene che i posti siano cos titui ti da ciclisti o da cavalieri. Ogni posto colloca una o più vedette, munite ·possib ibnente d i binoccolo, sui punti elevati come torri, ·cam.panili, al beri ad alto fusto; gli altri uomini si tengono appiattati in vista delle vedette, p ronti a trasmettere -le notizie al comandante da cu i sono stati ord inati. Le <e pattuglie» vengono spinte oltre la linea delie piccole guardie per scoprire le posizioni e !e mosse del nemico o per verificare indizi e notizie avute. Nor• ma lmente sono mandate dalle gran guardie, ma pe: m issioni lontane vengono distaccate dalla riserva e in tal caso conviene sianc formate da ciclisti o <l.1 cav;i; lieri. Uscendo o rientrando nella li11ea degli avamposti, le pa ttuglie informano sempre la gran guardia per cui transitano della missione ricevuta e de l risultalo conseguito. L' impiego di palluglie va contenuto nei limiti .dello stretto indispensabile. Per la identificazione d i coloro che escono dalla Ji. nea degli anmposti o che vi entrano sono istituiti i cosi<letti « posti di riconoscimen to )J, c ioè piccole guar• dic spcci1tllnen te incaricate d i tale servizio, comandate generalmente da ufficial i e stabilite sulle strade prin• cipali o sui passaggi più frequentati. D i giorno le pie• cole guardie lasciano en trare i militari del proprio esercito sui quali non cadano dubbi, e inviano chiunque a llro a l più vicino posto di r ièonoscimento; d i notte tutti devono essere riconosciuti e passare quindi per un posto d i riconoscimento. Chiunque esce dalla li• nea ?egli avamposti, di giorno e di notte, è tenuto a presentare a l posto d i riconoscimento il lasciapassare; le persone sprovviste di ta le documento e sospette ven• gono accompagnate al comandante della gra n: guardia. Gli inviati del nemico per fa.re •proposte o r ichieste sono dett i «parlamentari)) e per essere accolti come tali de-,ono presen tarsi agli avamposti con bandiera bianca, ann unzia ti da suono di tromba, o d i tamburo. Al presenta rsi di un ,parla mentare la piccola guard ia e il posto <li riconosci menfò lo fa fermare a d istanz~ ingiungendogli di voltarsi verso l'esterno. I] coman• dan te della gran guardia, subito avvisato, va a riceverlo. Se il parla.ment~rc consegna pieghi, gliene dà ricevuta e !o xi111anda; se deve invece' conferire con su periori, lo fa accompagnare, ad occhi bendati, da un ufficiale o da u n so ttufficiale al Comandante degli avamposti, tratte~endo gli uomini del seguito, ad occh i parimenti benda ti, presso la gran guardia. Le stesse

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formalità si osservano per il r invio del pairlamentare, sempre u,ando buoni modi, ma esigendo r igidamente il rispetto degli accer,nati p rocedimenti, L'arrivo d i un parlamentare no;, •leve far interrompere alcuna operazione e neppure il combattimento, se questo fosse già impegnato.

Nel caso si presentino «disertori )) nemici, la piccola guardia li ferma a distanza, ingiungendo loro d i deporre· le armi e d i scostarsene quanto prudenzialmente occorre; quindi ne informa, con indicazioni anche del loro numero, il comar.<lante della gran guardia che li manda a prendere da adeguata scorta, e, dopo averli interrogati, li fa accompagnare presso il comandante degli avamposti. Avamposti di rnarcia. Sono gli avamposti coi quali un corpo di truppa s i copre quando per l'ora tarda d'arrivo alla tappa, per la brevità de1la sosta o per al· tre circostanze, non abbia possibilità o convenienza di fare altrimenti. Essi constano di gran guardie in fermata protetta sulle strade per le quali può avanza.re il nemico, <li una riser va d'avamposti p ure in fermata protetta e situata preferibilmen te sulla d irettrice di marcia, e di pattuglie, comandate. da uflìciali, con in• carico di vig ilare nottetempo sul terreno interposto fra una gran guardia e l'altra. Avamposti di 1m corpo di cavalleria ,:sola.to. P er le specia li necessità e caratteristiche dell'arma, il collocamento e impiego degli avamposti da parte di un corpo d i cavalleria vogliòno essere subordinati ai seguenti criteri generali: ridurre il servizio allo stretto indispensabile, adottare speciali ,p recauzioni per impedire. la fuga. dei cavalli in caso di sorpresa; preponderare nell'uso dell'azione d i fuoco a mezzo delle mitra.g lia trici; sbarrare gli accessi con ostacoli materiali ( carr i, fili di ferro, barriere, ccc.); impiegare largamente i ciclisti, specia lmente di notte quando la èavalleria nemic'a è costretta ad avanzare lungo le strade; assicu• rare bontà e rapidità del servi.zio d'informa.zioni; pre· disporre per il pronto accorrere del grosso alla difesa degli sbarrarr.cnti e al contrat tacco. Se il corpo di cavalleria isolato non è di forza cons iderevole, gli avamposti sono generalmente costitu iti da pattuglie esploranti e da gruppi di vedette. Le « pattuglie esploranti)) l1anno forza e composizione d iversa secondo il mandato p reponderante verso le provenienze del nemico; i << gruppi di vedette)) hanno generalmente la forza di mezzo plotone d i cavalieri o d i cid isti, sono collocati lungo le vie p rincipali di comunicazione, a distanza dal grosso varia,bile secondo la natura elci terreno, e provvedono all'osservazione median te vedette opportuname111e situate. In previsione di attacchi d i cavalleria nemica si muniscono le località di stazione con afforzamentì immediati, si sbarrano le strade e s i p rendono misure p rotettive anche con tro possibili sorprese da tergo, p ur mantenendosi sic uri gli sbocchi. Se t{attasi invece di una grande unitit d i cavalleria isolata, gli avamposti assumono una st~ ttura più completa e comprendon o : pattuglie esploranti, grupr,i di vedette, riparti d' avamposti, posti d i scoperta e qualche volta anche una specie d i r iserva di avamposti. Ava1nposti nella g11,erra di fortezza . Sono d a d istinguere naturalmente gli avam posti dell'attacco e gli a·

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vamposti della difesa. Nel!' (( attacco )) 1 le colonne avanzanti, sin che dura il periodo di avvicinamento, provvedono s ing~larmen te alla loro siourczza come nella guerr a campale; quando invece hanno inizio le operazion i di investimento, l'intero co rpo <l'assedio ·SÌ copre con un s istema <li avamposti normale, ordinato pèr settori, corrispondentemente ai settori in cui viene d ivisa la zona di investimento. La forza da impiegarsi in avamposti può talvolta superare anche il terzo delle truppe di ogni settòre e comprende mitragliatrici, qualche bocca <la fuoco campale e r iparti del genio pe1 lavori, per servizio d i trasmissione, per uso dei riflettori e simili. In caso di uscita dei difensori dalla fortezza per tentare d i r ompere l'accerchiamento, la resistenza p rincipale è fatta sulle posizioni de)la linea di investi mento; però, se questa non fosse ancora s istemata:, si fa invece p.iù innanzi sulle posizioni ancora occupate d alle gran guardie. In un primo tempo, cioè sino a quando il corpo d'assedio non sia pronto per procedere all'attacco, gli avamposti assumono contegno puramente d ifensivo, pur tenendosi pronti anch'essi al combattimento; successivamen te, man mano che il cerchio s i restringe attorno alla fortezza, gli avamposti si trasformano in linee avanzate d i combattimen to destinate a conquistare le successive posizioni di fanteria . NelJa «difesa)> le forze manovranti a d istanza dalla fortezza provvedono alla loro sicurezza con modi e forme uguali a quelli della guerrà in aperta campagna; invece le truppe che presidiano la fortezza si co- prono con un proprio sistema <l'avamposti, diviso ir, settori corrispondentemente a i settori della linea di difesa, a cui · salda,menfe si appoggiano.

Avamposti in m ontagna. Sono caratterizzati d~ im, piego minimo d i forze, <la esclusione <li ogn i criterio di omogeneità nella disposizione degli elementi e dal maggiore rayvicinàme:ito degli elementi stessi sino a compenetrarsi uno nell'altro. Acquista particolare importanza il mantenimento più rigoroso del silenzio. I l

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s istema d'avamposti in montagna comprende : «.piccoli nuclei )> agli accessi per vigila re e opporre la prima resistenza : (( posti <li scoperta>>, muniti possibilmente di apparati ottici, per vedere a distanza e riferire; « risene )> situate in località adatta per poter accorrere p rontamente a sostegno <lei nuclei ; (< pattuglie avanzate » spinte a distanza per tenere il contatto col nem ico, riferire sulle sue posizioni e intenzioni; provocare falsi allanni nei suoi' r iparti e procurare <li trarlo in inganno operando talora arditamente. ln alcuJ1i casi le riserve d'avamposti sono costituite dallo stesso corpo principale.

Avana. Città capitale dell'isola e della Repubblica di Cuba, con magn ifico porto, fortificata. Allo sbocco del canale che d a l porto conduce al mare, vennero eretti dagli Spagnuoli nella seconda metà del sec. XVI i due forti del Morro e della Punta; il primo nel 1589, per opera di un ing. Antonelli. Vennero in seguito co~ struite numerose batterie, e, verso terra, mura, hatlcrie, e. i due forti del Principe e di Atores. Nel 1555 l' A . f u presa e saccheggiata da Ull\l- banda d i b ucanieri francesi comandati da Giacomo di Sores. Durante la guerra anglo-spagnuola, nell'agosto del 1748, il contrammir. inglese Knowles incrociava nel canale di Bahama per intercettare i galeoni con carico di argen to che da. Vera Cruz si dovevacno recare ali' AvaniJ-, donde sa lpavano poi .per l'Europa. Egli comandava a 7 vascelli del complessivo armamento di 2000 uomini e 426 bocche da fuoco, compresavi la divisione del commodoro Holmes distaccala a proteggere un convoglio di navi -britanniche dalla G ia maica per l'Europa. Le forze navali spagnuole, di 7 vascelli con 4100 uomin i e 440 cannoni, capitana te dal v. am,n. Reggio e dal contrarnmir . Spinola, uscite per proteggere i galeoni dell'argento, incontrarono l'Holmes. Questi raggiunse K nowles, ed il 1° di ottobre, tra le Tor tugas e l'Avana, ebbe luogo uno scontro accanito e sanguinosissimo. L'(c Africa)>, comandata da l Reggio, si buttò in costa, il « Conquistador >l fo catturato.

n porto del l'Avana nel sec. XIX


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Nella successiva guerra del 1762 gli Inglesi, sicuri che nessuno potesse loro_ op.porsi nel mare delle Antille, avendo preso a lla Francia. la Gua<lalupa, la Martinica, Santa Lucia, la Granata e T abago, med itarono di impadronirsi anche <lei!' Avana. L' ammir. Sir Giorgi~ Pococke, con 12 vascelli di linea, parecchie fregate e bombarde e con un convoglio di truppe da sbarco ( 15000 u . agli ordini d i Albemarlc) giunse il 6 giugno in vista <l'i <lue piccoli forti s ituati alle foci def Coj imar e d el Boconao a levante del castello del Morro. Spazzata. la spiaggia con le fregate, demoliti i forti a cannonate, il giorno 7 sbarcarono le truppe e la parte marittima delle operazioni fu affidata al commodoro Keppel. Pococke portò il rimanente della squadra a ponente di Puntai, mentre il Morro era tenuto a ba.da da alcune navi da guerra. G li Spagnuoli, avendo· tutte le forze impegnate a resistere all'assedio posto dai for ti reparti d i II'Uppe inglesi sbarcate, chiusero con travi e con catene l'angusto e lungo canale d i accesso al porto, d isponendo tre vascelli in sostegno dell' ostruzione; e, assicurale le altre navi della flotta nell' interno del porto, le disarmarono, L'ammiraglio, a capo dei suoi equi.paggi, si recò sulle mura a rinforzare va_lidamente la guarnigione per la resistenza. Ma essendo gl l Ing lesi del colonnello Howe, che stringevano la città da ponente, in possesso del condotto dell'acqua potabile, gl i assedia ti, vinti dal più terr ibile nemico, la sete, si arresero il 12 di agosto, mentre sin dal 30 luglio era stato conquista to il Morro e vi era caduto, d ifendendone la bandiera, il cap. d i Vascello Velasco, comandante del castello. La •p iazza fu restituita a lla Spagna l'anno seguen te. Il 15 febbraio 1898 saltò in ari,t nel porto di Avana l' incrociatore nordamerieano « l.1aine » (V.) detenninando una tensione di rapporti così viva che condusse alla gUerra I spano- Americana.

Avancarica. E' detta quell'arma da .fuoco che si carica dalla bocca della canna. Le prime armi da fuoco erano ad avancarica, ma subito si fecero tentativi per costruire armi da fuoco a retrocarica , che però in principio furono scarse per varietà e numero. Le anni a<l avancarica durarono fino alla 2• metà del sec. XIX, e scomparvero dagli eserciti dopo la guerra del 1866, nella quale i Prussiani adoperarono il fucile Dreysc a retrocarica con successo decisivo. Cannoni a retrocarica erano già ideati in Piemonte nel 1843, e adoperati dai Francesi nella guerra del 1859. Avanfosso. Fosso saavato innanzi ad un altro fosso. Per le .opere. d i difesa che hanno p iù di un fosso s'intende· quello esterno verso la campagna. Non lo si deve confondere col così detto çon traffosso parzia le, che dopo avere circondato un'opera esterna, viene a sboccare nel fosso principale. Avanguard'i a (Ant. Antiguardia, o Antiguardo). CosÌ è chiamato quel riparlo che precede a scopo di skurezza un corpo di truppa in marcia. Ha il COJl\;' p ito di ,proteggere le colonne da imp rovvis i attacchi nemici, di dar tempo in ogni caso a p rendere le più opportune disposizioni e di facilitarne ail'occorrenza l'avanzata, eseguendo làvori ' e r imovendo ostacoli. Con prudenza e insieme con decisione deve con dursi l'a·

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vanguardia nell'assolvere il proprio mandato; per riconoscere la situazione e la forza del nemico, come per superarne çventualmente le p rime resistenze, essa può ricorrere a l combattimento, ma non deve per norma impegnarsi a fondo, salvo che a bbia la certezza di una schiacciante superiorità 11umerica. Criteri diversi di formazione e di disposizione sono da osservare a seconda che tratlisi dell'avanguardia di una unità delle tre armi, di un'unità di sola fanteria o di un' unità di sola cavalleria.

A vang·uardia. di mia ,inità delle /·re armi. L a forza, la composizione, la successione degli elementi e la distanza del grosso sono determinati caso per caso in relazione alla natu.ra del ter reno da percorrere, alle infor mazion i che si ham10 sul nemico, allo scopo che si vuol conseguire ed .a l tempo presumibilmente necessar io per lo schieramento del grosso. Nei tcrréni scoperti e uniti, la for:ta dell'avang.u ardia e la sua distanza d a l grosso ·possono essere a lquanto ridotti; per contro, quanto maggiore è )a profondità d ella colonna, tanto pÌll forte dev'essere !'avanguardia e tanto maggiore la distanza tra avanguardia e grosso. In massima:, tenuto conto anche dei distaccamenti fiancheggian ti che essa deve fornire, l'avanguardia ha forza variabile tra un quarto e un nono della forza di tutta la colonna; e dev'essere sempre composta di interi reparti organici. Conviene normalmente tendere verso i m inimi di forza nell'assegnazione della fanteria e largheggiar e alquanto d i .più nell'assegnazione dell'artiglieria, semprechè, ben inteso, siavi la probabilità di u tile impiego di quest'arma e non ostino considerazioni inerenti alle speciali esigenze <li sicurezza della medesima. E' semp re opportuno che l'avanguardia d isponga di buona quantità di mitragliatrici e che abbia un'aliquota adeguata d i truppe del genio, cui spetta il compito di rimuovere gli ostacoli, aprire passaggi e gi ttare ponti. Tutte le informazioni che dalla cavalleria esplorante e da qualsiasi a ltro elemento vengono raccolte e indirizzate a l comandante della colonna, devono essère comunicate anche a l comandan te dell'avangua rdia, per suo buon governo. Con l'avangua.r<lia r,ammina di regola anche il comandante della colonna, allo scopo di prevenire che questa. possa essere trascinata ad azioni non volute o non sufficientemente preparate. Nell'incontro col n emico l'ava.n guardia, prendendo norma dagli ordini generai: i mpartiti dal comandante della colonna e r iferiti alle circostanze, decide se le convenga svolgere azione offe.11siva, oppure assumere atteggiamento temporeggiante di aspetto. Se al momento dell'incontro le !!Otizie sul nemico sono ancora scar~e ed imprecise, è compito dell'avanguardia di . agire r isolutamente per indurre il nemico stesso a spiegarsi ed a svelare le proprie forze. E la sua azione si accentua poi maggiormente in senso offensivo se, apparsane· la possibilità, debba tendere al celere raggiungimento di uno scopo determin ato, qua.le l'occupazione di una posizione importante ai fini del successivo svolgimento delle operazioni. Salvo che per rintuzzare un improvviso attacco, l'artiglieria non interviene se non per ordine del comandante dell'avanguardia : il genio seconda coi suoi lavori l'iniz ia le schieramento e la successiva avanzata, concorrendo solo .per ec-cezione al combattimento con le altre armi. Pervenuta ad impadronirsi


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della posizione designata, l'avanguudia deve tenerla saldamente s ino all'arrivo delle p rime truppe del grosso, cui procura di agevolare in ogni modo lo spiegamento e l'entrata in azione. Se invece al momento d'incontrare il nemico già se ne conoscano la situazione e la forza e non convenga o non si voglia affrontarlo dccisa111ente, l'avanguardia si limita dapprima a trattenerne l'eventuale avanzata, coprendo i movimenti delle truppe retrostanti, <listniggen<lo o in terrompendo o interdicendo col fuoco i passa.ggi ,p ericolosi; di poi, non appena deciso dal comandante della colonna di svolgere azione difensiva e di fare la resistenza sulla posizione già occupata dall'avanguardia, questa vi sp iega tutte o la massima parte delle sue forze e vi com•• batte energicamente per trattenere a qualunque costo il nemico sino all'arrivo del grosso. Ove per c ontro la resistenza debba farsi sopra un'altra posizione p iù arretrata, l'avanguardia ripiega sulla medesima, cercando di non mascherare l'azione di fuoc6 del grosso che nel frattempo si sarà spiegato su)la posizione p rescelta.

Avanguardia generale. Prende questo nome il corpo d'armata o la divisione da cu i 'lln'armata in taluni cas i fa precedere, an·che a più <li una giornata di marcia, p er con correre con la cavalleria in esplorazione lontana (avanscoperta) al conseguimento <li obiettivi d L particolare importanza cui la eletta cavalleria non possa da sola pervenire. L'avanguardia generale non è sempre tenu la a seguire la stessa direttrice <li marcia del grosso dell'armata, a condiz ione però che ne resti avvantaggia ta p quanto meno non ostacolata l'esecuzione dello speciale manda to affidatole. D i massima avanguardia generale e c avalleria in avanscoperta, pure agendo strettamente <li conserva, mantengono -la rispettiva indipendenza. .4va11g1tardia di ,u na colonna di. sola fanteria. Fermo

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rimanendo il princ1p1c che la forza della avanguardia può variare a seconda delle circostanze, una colonna <li fanteria, costitu ita da una brigata o <la un r eggis mento, impiega in aYanguardia un battaglione, che .si scagliona nel seguen te modo:

Punta d'av ang,;ardia, formata da una pattuglia. della forza di una squadra, .che marcia con le misure <li sicurezza al comando di. un ufficiale o sottufficiale; Testa d'avang·r,ardia, costituita da una compagni.\, che marcia ugualmente in formazione di sicurezza, cioè con un plotone d istaccato più innanzi, segttito a conven iente distanza dag!i a ltri tre p lotoni; Grosso d'avanguardia. (Il grafico rappresenta schematicamente una brigata di fanteria isolata in marcia verso il nemico). Avanguardia cl·i 11-na colonna d·i sola. cavalleria. Se la colonna è cl l forza non supel'iore al reggimento, e se il terreno da percorrere è scoperto, l'avaJiguardia può

Es,oloralori di cavalleria

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/Jistanza 500-I000m.

. ,4vanguard,,a

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~~

{*

~ q,·

400m.

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Grosso

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+~ lreypmenlo

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4 sr;uadrom sez. milragl1at. f carro di sanita·

?O""lfm.

~ Testa dàvangvard,a -"•.._m. 3plotoni

[:!i

/];stanza I000·/500m.

Esplora/or,' di fàn!ena Pun/11 d'avangvard,r,.

Pattuglia di.punta

li'e/roguardia

~ ~ /J,stanza 400m ~ fj)lo!one

nrig,ata dl cavalleria con avanguardia

Jcompagn/e /I

sez.•mifra_gP/sez t,ro)

I carretta d,sanila !Jislanza v11,ùbile (media 500m}

Gro-sso

Re!rosuaro't'a

I I

..I

200m.

I battagli one I carrerla r.fi.sanila

I battaglione /carretta disan,la /carro vivandiere scaglione cof"ani e riserva, della sez. mitragl."

I reggimento(meno 7plolo;,e)

Iplotone

Brigata di fanteria con avanguardia

essere rappresentata da una semplice pattuglia, comandata da un ufficiale o da un sottufficiale: in terreno. coperto e insidioso invea, dove alla possibilità di sorprese si unisca la d ifficoltà di un rapido spicgament0, della colonna, l'avangua rdia è costituita da un p lo tone, oppure da uno squadrone, a seconda dei casi. Ove la colonna in marcia sia d i forza superiore a l reggimento, l'avanguar<dia deve essere formata in ogni caso da almeno uno squadrone; è intuitivo che µna vera e pro:p ria avanguardia dev'esservi ogni qualvolta occorra supera re immediatamente eventuale resistenza, oppure occupare rapidamente posizioni importanti o punti di passaggio obbligato, come ponti, strette e s imili. Jn questi casi conviene particolarmente che l'avanguardia s ia formata di rfparti ciclisti. Il plotone o squadrone ·d 'avanguardia s i fa p recedere da una pattuglia di pw1ta, che ·può ridursi a pochi cavalieri comandati da un ufficiale o da un sottufficiale e che ha gli stessi compiti


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della lesta d 'avanguardia in una colonna di sola fanteria. Nei terreni boscosi, che si attraversano sempre adottando la mar cia su p iù colonne, c iascuna cli queste prov vede alla• prorria sicurezza facendosi p recedere a breve distanza, come nei terreni fortemen te coperti, da una piccola avanguardia <li fanteria e mitraglia trici e irradiando pattuglie esploranti uon solo sulla fronte e sui .fianchi espost i, m!l. spesso anche sul tergo. Nelle marce notturne conviene ugualmente la formazione su più colonne e ciascuna cli esse si fa precedere eia una pattuglia cli punta, forte cli numero e cli ardimento, con la quale marcia l'ufficiale ÌJ1caricato di condu rre la colonna, assistito possibilmente da una b'Uida pratica dei luoghi. Nelle mar·ce in mo::itagna si ricorre qualche volta all'impiego di speciali riparti, formati preferibilmente d i alpini, che si spingono innanzi alla colonna anche di ·parecchie ore, a guisa. d i piccole avanguardie generali; ma quando ciò non s ia possibile o consigliabile, il servizio di esplorazione e <li sicurezza della colonna viene disimpegnato d alla norniaile avanguardia, alla quale conviene dare generalmente una forza che, cong iunta alla maggiore distanza da l grosso, valga a p revenire, la necessità d i troppo frequenti fermat.e della co lonna, particolarmen te dannose ÌJ1 montagna. Non s i assegna alravanguar<lia artiglieria campale, ma piuttosto artiglieria da montagna e mitragliatrici; nell'incontro col nemico più sovente l'avanguard ia assume contegno offensivo, anche per la maggior facili tà con cu i, occorrendo, essa riesce poi a disin1pegnarsi. Nelle zone a lpine, o di a lta montagna, il servizio <li sicurezza cli una colonna in movimento dev'essere estremamente accurato. L 'avanguardia non è in genere numerosa nè provvista di artiglieria ; dispone all'evenienza d i un certo numero di mitragliatrici e pre• cede il grosso a distanza quasi sempre maggiore della normale. Dovendo at traversare tuia valle per portaxsi al versante opposto, essa aumenta ancora tale 'd istanza, affinchè il grosso non abbia ad iniziare eventualmente la salita prima che essa medesima, o a lmcn, le sue pattuglie, siano giunte sulla cresta opposta e abbiano constatata :a possibilità d i avanzare senza pericolo di sorprese. Percorrendo il fondo di una valle a versanti praticabili, l'avanguardia. distacca pa ttuglio fiancheggian ti, che marcino sulle creste a par i delle pattuglie esploranti sulla fronte. Se il movimen to avv iene su più colonne, com'è il caso più frequente, l'avanguardia di ciascuna colonna s i tiène in collegamento con le due avanguardie laterali. Nell'incontro col nemico, l'avru1guardia agisce quasi sempre con grande risolutezza allo scopo di prevenire l'avversario su posizioni che importi assicurarsi, oppur e di scacciarnelo p rima che abbia potuto occu,parle e organ izzarle saldamente. Nelle marce in ritirata il compito dell'avanguardia si riduce ordinariamen te a quello di rimuovere gli ostacoli che possono ritardare la m arcia. In marina, l'avanguardia era la divis. di una squadra che marciava in testa, e .c he, in battaglia, si schierava sulla destra d ell'armata. Avang11ardia. Organismo creato da l P. N. F. come scuola e palestra di spirito e di corpo dei giovanetti

italian i e come preparnzione premilitare, cJ•eata fo) d?,l 1919 e ordinata in Legioni (con Coorti, Centurie, 1-f.J.~ n ipoli, Squadre) dopo la Marcia su :Roma. Al coman~ <lo vennero preposti ufficia li e graduati della M. V . S. N.

Avanscoperta. E' quel servizio d i ricognizione e di informazion i a grandi distanze, che i nostri attuali regolamenti denominano pit1 propriamente « esplorazione lontana JJ , e che è affidato alle grandi unità d i cavalleria, sussid iate da reparti ciclisti. Il criterio d'impiego delh cavalleria, r iunita in fort i masse e lanciata a parecchie giornate {!i marcia ' avanti alle armate, obbe le sue prime applicazioni du rante l'epoca na polconica e , si dimostrò subito cli grande u tilità, come doveva110 poi lumincsamen te confermare i brillan ti successi che n~ otte111,ero gli eserciti tede,chi nella guerra franco-germanica del 1870-71. Fu così che, mentre 0

In a vruoscoperta (Acquarello rii Clemente Ori go)

il rapido progressivo aumento cli polcn~a delle armi d a fuoco tendeva ,i rendere 1t1eno facile e meno frequente l'intervento della cavalleria nel campo tattico per l'a• zione cl i 11rto, il nuovo criterio apriva alJ'arma glorjosa la possibilità cl i porta re il suo efficacissimo contributo nel campo stra te 6.ico, atlraverso il servizio dell'avanscoperta. Compiti essenziali dell'avanscoperta sono quelli di cercare il contatto col nemico, di riconoscere la dislocazione e i movimenti delle grandi unità avversarie e di d istu rbarne 13. radunata. P er raggiungere tali scopi, le divisioni cl i cavalleria destinate in avans~' perta, r iunite a ll'occorrenza sotto un unico comando, devono prefiggersi di arrivare ai grossi dell'esercito nemico, lottando eventualmente contro la cavalleria avversaria e vincendo poi la resistenza. d ei riparti cli copertura dei grossi medesimi. Esse svolgono azione indipendente d alle truppe retrostanti, per la sicurezza delle quali non devono mai preoccuparsi, e s i spingono a d istanza tale che possa consentire a l coman-


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.Òjlnte dell'arma di rego lare nel miglior modo le proal comando dcl!'arma ta. Per qualche informazione d i prie mosse. Come si è detto, la distanza può essere anparticolare importanza ed urgenza gli elementi spinti che d i parecchie giornate di marcia. in esplorazione a grandi distanze possono farne trasmissione diretta al comando dell'armata, i! quale peCompatibilmente con la necessi1à di esplorare l'interò cura di portarla a conoscenza anche del comandante ro scaoc.hiere assegnatole e di raggiungere i prefissati dell'avanscoper ta. Appositi « posti di accentramento obiettivi, la cavalleria in a vanscoperta procede inna nzi delle notizie» sono stabiliti per il pronto e sicuro recon le forze raccol:e, assumendo una diversa disposicapito delle informazioni che pervengono dagli elezione di marcia a seconda che la situazione sia o pur 111enti esploranti; sono fissati, in n umero di uno o no sufficientemente chiara, a seconda che lo scacchiere due per ciascuno, dal comand:rnte dell'avanscoperta e s ia piì1 o meno ristretto e di facile percorribili tà. Nel da! comand:inte dell'armata; devono essere notificati caso di situazione abbastanza chiara e di scacchiere liagli elementi esploranti prima della loro partenza e. mitato, il grosso dell'avanscoperta marcia riunito, irradi regola, non vengono mai cambia ti per tutta la du~ d ia ndo pa ttuglie esploranti in d irezioni varie: nel caso ra ta dell'avanscoperta. Poichè anche le notizie negative invece d i situazione p iu ttosto oscura e di scacchiere vapossono essere utili, gli elementi esploranti non ometsto e intricato, il grosso si fa precedere e fiancheggiatono di trasmetterle, ed aumentano naturalmente la re eia distaccamenti, della forza di uno squadrone alfrequenza delle loro com unicazioni dopo che sia avvemeno ciascuno, i quali provvedono all'irradiamento delnuto il contatto col nemico. le necessarie pattuglie. Mandati speciali possono poi Xe!le soste di pernottamento tutti gli elementi delin ogni caso essere affidati a qualche distaccamento, l'avanscoperta provvedono cluettamente alla propria sicomposto di cavalieri o di ciclisti, ed anche a cavacurezza. Grosso e distaccamenti, se la situazione lo lieri isohti c he siano particolarmente ben montati e consente, procurano di acca.nton are, badando però atardimentosi. Le « pattuglie dell'avanscoperta», irradiate dai di- tentamente ad assicurarsi gli sbocchi: le pattuglie evitano di sostare negli abitati, che meglio si prestano alle staccamenti o direttamente dal grosso, hanno il cominsidie, e preferiscono r ipari all'aperto, prendendo anpito di ricercare il nemico nella direzione o sui pwlli che qualche ostaggio per maggior garanzia della proprestabiliti, procurando d i giw1gcre sui magg iori nu pria sicurezza, che del resto esse devono cercare sopraclei della sua fanteria per riconoscerne la dislocazione tutto nella mobilità. Alla cavalleria in avanscoperta e la forza. Hanno forza proporzionata a!la missi&ne da possono essere assegnati ar:che riparti delle altre armi : compiere, sempre però in misura di . buona efficienza come batterie o gruppi di batterie a cavallo e riparti e tanto più notevole qua nto maggiore è la dis tanza cui ciclisti. Può verificarsi altresl che occorra di occupare s·i spingono, specialmente se in territorio ostile; sono e tenere stabilmente talune località. a tergo della cacom:mdate da ufficiali e sottufficiali, dei quali talvolta valleria, e che convenga affidare tale compito a riparti esse ne hanno due ci.iscuna per potersi all'occor.renza di fanteria: in questa evenienza però l'a zione della casdoppiare. Se spinte a grandi d istanze, esse agiscono \'alleri:i. deve continuare a svolgersi in piena indipenessenzialmente per astuzia, mentre se non troppo londenza. Infine, quando manchino le prev,ste sezioni getane dai riparli retrostanti da cui possano r icevere solnio per divisioni di cavalleria, vi si può supplire aslecito appoggio, operano con maggiore risolutezza, ma segnando all'avanscoperta r iparti del genio delle spesenza preoccuparsi del collegamento e della possibilità cialità zappatori, minatori e telegrafisti. I! carreggic di eventuale ritirata. dell'avanscoperta marcia in coda al grosso, a conveI « distaccamenti dell'avanscoperta» sono costituiti niente dis tanza e opportunamente scortato. sempl'e da unità organiche, hanno forza d i almeno uno squadrone e irradiano le pattuglie s ul fronte assegnato, Avanti I Comando, seguito da «Mare'», e prececoncorrendo poi con esse a superare le resistenze neduto da « Plotone », o «Compagnia», ccc., per metmiche ostacolanti !'osservazione ed inviando !e notizie tere in movimento un repar10. La fanteria nell'ordine raccolte al comandante dell'avanscoperta. Devono opesparso adopera il semplice comando « Avanti»; nell'ordirare con energia in modo da conseguire rapidamente ne chiuso adopera il colnar.do come si è detto sopra, il !oro obiettivo. Il « grosso dell'avanscoperta n avanza decisamente in si n_ella d irezione stabilita, m irando a que!lo che è lo ~copo essenziale della sua !unzione: cadere su i grossi dell'esercito .nemico. A seconda delle circostanze, di cui è lasciato giud ice il comandante dell'avanscoperta, il restando stabilito che le d ue prime parole costituiscono grosso ma rcia riu nito, oppure su più colonne parallele, il comando di avvertimento, e l'ultima quello di eseoppure anche a scagliòni. Ciò c he importa in ogui caso è·di · regolare opportunamente le distanze, gli intervalli cuzione. La cavalleria, per muovere, adopera il cocc! i· collcgamcn ti tra le varie colonne o scaglioni, in mando: « Passo ( trotto, galoppo) Mare'», e l'artiglieria adopera quello di: « Pezzo (batteria) Avanti!». g~isa che ne risulti assicurata l'unità di azione, fattore iridispensabilc di buon successo. Avantreno. E' !a parte anteriore di ogni vettura ·,J\.I~n che le pattuglie raccolgono utili notizie, d'artiglieria, formata da due ruote, una sala, un ti. mano . ... ne. fanno trasmissione ai comandanti da cui sono state • mone, due stanghe, ecc., esso, mediante un grosso per. nr ·u 1 · . · . 1[r,ad1ate, 1 quah a lor volta, dopo a verle vagliate, cono ( c<.maschio ») verticale, collocato lungo il suo asse, ~.)..... , «, J , ' ~.~n,i.can_o le piì1 impo:·tanti a! comandante de!l'avansi unisce al corpo .principale della vettura (retrotreno) S';'.f,,!?~f,tf :. da_questo le notizie vengono fatte proseguir, e facilmente se ne può separare. Occorre distinguere

1rom6a.

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I~: I ) I & crr I[g Etl rf I

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·varie specie di avantreni, a seconda della specie di vettura alla quale sono d estinati.

Ava11,tre11,o da campagna. E' destinato a trainare con motore animale i pezzi e<l i carri per munizioni dcll'arti,glieria da campagna, sia leggera che pesante. Parti p rincipali sono: il corpo, che comprende sala, cosc iali, :m aschio e reggimaschio, stanghe, tiranti, bilan cia e

treno è soppresso, giacchè per il traino l'affusto si unisce d irettamente alla ·p arte posteriore dell' autocarro e le munizioni vengono portate dall'autocarro stesso. In

Avantreno del se<:. XV

-pedana; due ruote, due bilanc ini, un timone, un cofano per munizioni nel quale sono con tenute le munizioni e vari accessori e sul quale siedono alcuni dei serventi durante le marce. Gli avan treni esternamente sono provvisti d i granchi, ganci, camere, camerelle ed ;altri ferramenti per trattenere caricamenti esterni

Avanweno del sec. XVII (attrezzi ed accessori vari). Gli avan!Teni dei nuovi materia li da campagna, a deformazione, sono costi·tuiti in massima come quelli <lei materiali rig idi del -periodo precedente; variano in qualche particolare e più specialmell.te nella costituzione del cofano, che è -in lamiera meta llica, d i spessore tal.e da costituire scudo ,per i serventi destinati al servizio delle munizjoni ;

Avanwen o da 75-1 906 questo caso sono anche aboliti i carri per munizionL Coll'adozione del trattore leggero Pavesi, l'affusto non sarebbe più unito direttamente al motore, ma verrebbe munito di uno speciale avantreno, costituito semplicemente di una sala,. due ruote, un maschio ed un atta-eco per l'unione al trattore. Quando per le artiglierie campali è usato il traspor to meccanico, allora esse, per gli spostamenti a braccia d'uomo, sono munite di uno speciale avantreno a rotelle composto di rotelle, un masch io ed un timone.

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'ooo·o ': Avantreno da 75 A inoltre, men tre nei primitivi avantreni i proietti ed i .cartocci erano alloga ti in a pposite cassette ~he si introducevano nel ce>fano, gli avantreni moderni sono co:stituiti ad alveare, cioè co}l alloggiamenti nei quali si introducono proietti e bossoli. Coll'adozione <lei traino meccanico, sia per le arti'.glieric autoportate, sia per le art iglierie autotrainate, ,,:iuando il motore è costituito ria un autocarro, l'avan-

Avantrei1-0 da

75-1006

Ava,ntre11,o di carreggio. E ' destinato a l traino del carreggio d i b atteria (carri da trasporto, ord inari, da batteria, da foraggio, ,bagaglio), della fucina per parchi e del carreggio per parchi d i artiglieria. Oltre a


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differenze sensibili d i çostruzione questi avantreni pon hanno cofan i ed il maschio è s ituato nel piano della .sala, o quasi. Qua.ado il traino è fatto a cavalli, essi sono muniti d i timone e bilancini; invece quando il traino è meccanico il timone ed i bilancini sono sostituiti <la un apposito attacco che termina ad occhio. Avantreni J,cr artigHerie pesanti. Servono per il traino delle artiglie1·ie pesanti, sia quando sono incavalcate su affusti a ruote, sia quando sono incavalcate -su a~fusti di altra specie, adattabili convcnien_temente peJ traino, coll'aggiunta specia lmtnt.e cli una sala con due 1 uote. Essi, oltre ad avere una maggiore robustezza in genere e all'essere sprovvisti di cofano, differiscono dagli avan tren i da campagna per la loro speciale costruzione e per avere il :naschio situato ili un piano di poco relroslanre al piano della sala. Per il traino a cavalli sono muniti d i timone e bilancini; per il traino meccanico sono provvisti, come i precedenti, d i apposito attacco. Avantreno per carrimatti a ruote e a rotelle. Sono destinati al traino d i questi i:-articola.ri carri da trasporto delle pesanti artiglierie in terreni d ifficili o montani. Salvo le dimensioni, sono di massima costituiti ... come gli avantreni per artiglierie pesanti e sono 1nu-

n iti sempre d i timone e d i bilancini,

Avanzamento. Q uestione di somma importanza, delicatissima, che p reoccupò, in ogni epoca, il legisla tore, giacchè coinvolse il fattore morale con la suprema necessità d i ottenere la pii.i efficace azione d i comando nei r eparti. L 'avanzamento deve avvenire esclusivamente ad anzianità, oppure deve avvenire esclusivamente a scelta? Evi<le;1temente nessuno di questi due sistemi potrebbe essere applicato da solo, r agione per cui, di fronte agli inconvenienti non lievi derivanti dalla adozione esclusiva di un solo <li essi, si è in genere p roceduto, nel trattare, presso gli eser citi, questa materia, con p, u<lenza oculata. Ossia, s i praticò generalmente il s istema d i assegnare un certo numero dei posti vacanti all'a.nzia.nltà (la quale non esclude la buona coltura gener ale e professionale), ed u n certo numero a i meriti d ist inti. D"allra. parte, se negli eserciti si fosse sempre r igorosa.mente tenuto <:on to, per l'avanzamen to, dell'età e della an7,ianità di servizio, sarebbe sta io impedito a lla maggioranza. dei grandi generali d i raggiungere rapidamen te i gradi più e levat i, rivestendo i qua li esplicarono brillante e feconda genia lità. Cosl Scip ione, il vincitore d i Anni'bale, a veva ventiquattro anni quando gli fu affidato il comando d i eserciti romani. Lucullo non era uomo d'armi qu ando pa rtì per andare a<l assumere il comando d'un esercito ; tutta.via, alla testa delle sue truppe, s i d imostrò brillante genera.le e sconfisse M itridate e Tigrane. OLia viano non aveva ancora venti anni quando p rese le redini del governo d i Rom;i. e il comando dell'esercito. llfaometto II a ventidue anni proced ette alle più brillan ti conquiste. Gugliehno di Nassau, dopo la battaglia di Doyne, lasciò l' Irlanda ed affidò il compito di ultimarne la sottomissione al giovane Marlborough, dicendo che non aveva ma i v isto a lcuno che possedesse minore esperienza e maggior ingegno per comandare un esercito. ·Enrico III a d iciotto ·a nni aveva vinto le battaglie di Ja.rnac e d i 1foncontour. Infine,

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ogni rivoluzione generò dei giovani comandant i militari. Nulla si p u,:, eccepire nei r iguardi della carriera d i Alessandro, di Cesare, cli Napoleone, come pure fu. provvidenziale che .per il Suwarov eccezionalmente non si sia tenuto conto dell'ordine di anzianità di servizio. e dell'età . .Ma quest i fa tti sono addotti esclusivamente a scopo. d i menzione storica. Infatti, la guerra, col progresso delle scienze e dell'industria, coll'evoluzione sociale del.Je · coscienze, colla partecipazione nel conflitto di tuttele risorse di un paese, si è enormemente complicata, per cui la genial ità non basterebbe alla migliore esplicazione del comando, bensì occorre che l'in tel ligenza, e ciò vale relativa.mente pc1· lutti gli ufficiali, sia pc,· ogni buon fine avvalorata dalla pratica e dalla colturaOra, questi due clementi non possono essere acquistati ~e non mediante l'esercizio compiuto nella permanenza. in ciascun grado e mediante lo studio, che per svilupparsi gradatamen te in ogni nmo colturale richiede un, numero considerevole di anni cli applicazione.· E cco perchè oggi non sarebbe forse più possibile avere un éomandante <l'esercito a venti-due anni, ed ecco perchè le leggi moderne di avanzamento, pur concedendo van: taggi moderat i d i carriera agli ufficiali che a i requisiti normalmente richiesti u niscono d istinti titoli d i studio, mantengono, nel regolare il passaggio ,da un g.rado all'altro, l'anzianità come base fonda.mentale. Sul campo d i battaglia, poi, le promozioni per merito d i guerra sono tale mezzo di scelta, cbe consente ad uf~ ficia li d i eccezionale valore e perizia, di giungere giovanissimi alle cariche più elevate, come si è · verificato nella ~ecente guerra mondiale. Principio regolatore <lell'.4. è che la concessione dei gradi sia subordinata alla ·p erfetta. capacità ed attitud ine per ben esercitarne le funzioni. Questo concetto è sancito i.n modo chia.ro ed esplicito dall'art. 1° della legge italiana d'A. E' ovvio, inf~tti, che chi debba e~.ercitare un comando d i truppe, s ia pure modesto, neabbia le qualità necessarie. La perfetta attitudine nel disimpegno d elle funzioni inerenti al grado rivestito" non costituisce titolo s_uffic ieJJte per l'.4 . al grado su periorc. Vari sono i modi di accertamento dell'idoneità all'avanzamento; essi possono così r iassumersi : 1° limite minimo cli permanenza in ogni grado, al fine <li far acquisire pratica ed esperienza sufficienti, e <li dar modo ai superior i d i poter .giudicare con perfetta conoscenza. ;

2° giudizio dei super iori espresso mediante notecara ttrristichc e rapporti infoi-ma.tivi e confermato da apposite commi-ssioni; 3° esami ed ,e sperimenti. Nessuno dei tre predetti modi di accertamento è applicato d a solo; presso tutti gli eserciti essi vengono applicati tutti e tre contempora.nea,mente, a.I fine di procedere ad u n accertamento il più possibile completo nei" riguardi d elle qualità intellettuali, moral i e fisiche degli interessati. ::\Tello s tabilire tali modi d'accertamento, occorre tener presente anche che essi devono permettere una certa celerità d i carriera, sia per avere quadri sempre giovani, e s ia per favorirne il recl utamento e creareu no stimolo a lle attività ed al rendimen to dei singoli. Avanzamento deg/,i ufficiali di carriera. L' A. degli:-


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ufficia li di carriera può avven ire in due modi: per ruolo ·unico, o per ruoli separati. L 'A . per ruolo unico, per tu tti gli ~,fficial i comb11tenti d i tutte le armi, oltre che assicm are un eguale trattamento e portare all'assoluta perequazione delle carriere, eviterebbe l'isolamento dell'ufJ-iciale nella propria arma, che può riuscire dannoso a quel sentimen to di solidarietà e di cameratismo fra le var ie armi che è elemento primo <,li forza e d i coesione nell'esercito. F.', però, irrealizza bile per i grad i meno elevati. diverse essendo ,nelle varie a rmi le esigenze relative alla proporzione dei var1 gradi, e d iverso pu re essendo il logora mento fisico degli ufficiali. E' invece opportuna e conveniente l'applicazione di questo sistema, a partire dal grado nel quale viene a cessare ogni specialità. L'.4. per ruoli separati, vale a d ire per arma e corpo, rispende invece esattamente alle precise esigenze delle varie armi e corpi, e se presenta l' inconven iente d i creare una certa sperequazione d i carriera, è però r ispondente al giusto p rincipio di concedere carriera più rapida a quell'arma che richie<le un maggiore logoramento fisico. Esso termÌ.!11 da quel grado nel quale viene a cessare ogni specialità. In conclusione, nessuno dei due s istemi ora accennati soddisfa da solo alle complesse esigenze di un razionale cd equo avanzamen to. Essi pertan to vengono contemporaneamente applicati. In tut ti gli Stati, infatti, è ammessa la s_pereqCiazione di carriera s ino ad un determina to grado, oltre il quale si applica poi il sistema del ruolo unico. R ispetto all'ordine ed al procedimento, i s istemi d'A . si possono ridurre a due: A. ad anzianità, cioè secondo l'ordine di iscrizione sul ruolo d i anzianità; A. a scelta, cioè indipendentemente <la tale ordine <li iscrizione. Tali sistemi però non possono essere applicati che contemporaneamente, riservando l'A. esclusivamente ad anzianità per i gra<li più bassi <lclla gerarchia : quello esclusivo della scelta nelle .promozioni a i gradi _più e levati. l:esclusiva app)icazionc dell'A. a<l anzianità. porterebbe a considera re a lla medesima stregua tutti gli ufficiali, s ia quelli che possiedono spiccatissima attitudine per intelligenza e rendimen to, sia quelli che tale att itudine hanno in misura più modesta; inoltre condurrebbe agli alti gradi s ia gli uni che gli altri in età. assai avanz;ita, quando generalmente vengono meno il coraggio e la fermezza d'animo cd anche le qualità fisiche sono in declino. L'A . a scelta risponde all'esplicazione d i un fatto che per legge naturale si verifi.ca in tutte le manifesta zioni della vita; vale a d ire al principio della selezione, in base a l q uale chi più è capace, operoso, tenace, deve emergere sui meno intelligen ti, attiYi e persevera,1ti. éPresenta, per contro, due inconvenienti assai gravi : d anneggia l' A •a d anzianità, l'interesse cioi: della massa, cd è di d ifficile applicazione, essenzialmente nello stabilire .in misur_a equa la proporzione della scella rispet to all'anzianità, e le c ondizioni per conseguirla, e nel determinare il reale possesso delle condizioni medesime. Si cerca di ovviare a ta li inconvenienti nell'applicazione della scelta, col seguire i seguenti criteri: a) « rendere possibile a lutti <li concorrere a ll'A. a scelta : mantenere la proporzione fra l'A. ad anzianità e quello a scelta in limiti giusti, in modo cioè di sod-

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disfare l' interesse generale senza danneggiare soverchiamente l'A . ad anzian ità ; b) « stabilire condizioni, in modo da garanti.re che ne approfittino solamente coloro che d imostrano un complesso <li qualità tali, da assicura.re un va11taggio positivo per l'esercito col fa.rii progredire rapidamente; e) « regolare !'A . a scelta, in modo da poter ap.p rezzare nella maniera più esatta e completa il valore dei ca.ndid,tti, con criteri stabili, ben definiti, uniformi, di guisa che a tutti sia esattamente noto quello che occorre per aspirarvi ll . (-Col. ::Vfan1,0ni - « Sommario cl i organica>>). La 'j)Crmancnza minima, in ciascun grado, necessaria per consegu ire l'avanzamento al grado superiore, è fissata ( 1926): in tre anni per il grado di tenente; in quattro per il- grado <li cap itano; in due anni, nei gradi successivi, per tutte le arm i e corpi. Nessuno p uò essere promosso a l grado superiore se non esistono vacanze nel relativo ruolo. Non può essere promo5so a l grado superiore l'ufficiale a carico del quale s ia stato inizia to procedimen to penale, o sia st:i.ta ordinata la ·convocazione <li un consiglio di d isciplina . .In caso di esito favorevole, l'ufficia le previo un nuovo accertar11ento delht sua idoneità da parte · delle autorità com-petenti deve essere p romosso anche se n on esistano vacanze nell'organico del grado superiore, e deve essergli assegnata la data e la sede d 'a nzianità c he avrebbe consegu ita nel caso che )a sua. promozione non fosse stata sospesa. Il :':11inistero della Guerra ogni anno determina i limiti d'an"ianità entro i quali devono trovarsi compresi gli ufficiali dei vari gradi di ciascun r uolo, per poter essere iscritti nei quadri d'avanzamento per l'anno-successivo. Qualora, per speciali circostanze, il numero degli ufficiali iscritti sui quadri d'avanzamento si <l imostri insufficiente a coprire le vacanze che si prevedono, il Ministero della Guerra dispone per la compilazione dei quadri <l' A . supplettivi, indicando volta a volta il grado e il numero degli ufficiali che vi devono essere compresi. Ava.nza,nento degli 1tfficia.li in congedo. E' questione che ha assunto oggi part icola.re importanza, avendo la recente guerra posto in evidenza l'assoluta necessità d i avere q:radri in congedo pèrfettamcnte in grado di esercital'e il comando di truppa che sarà loro affidato in tempo di guerra. Oggi gli ufficia li delle categorie in congedo rappresentano la grande travatura che dovrà reggere a l momento del. bisogno quel colossale organismo che è rappresentato <la un moderno esercito mobilitato, e r ichiedono da parte -dell'organizzatore cure adeguale sin dal tempo di pace, onde .possano ben rispondere a 1 proprio .compito in guerra. Il sistema p iù si•c~ o per accertare la. capacità <lrgli ufficiali in congedo a ben dis impegnare le mansioni relative a l grado che dovrebbero conseguire, è quello di sottoporÌi a frequenti r ichiami, a corsi-d'istruzione e ad esperimenti. E' ,questo un sistema assai costoso, ma, come nota il Col. M anwni, è l'unico che consenta, di avere ufficiali ben prepara ti al coman<lo dei reparti. A vanzame•n to 1tfficiali R. Marina. li giudizio sulla idoneità all'avanzamento è deYoluto a lla « Commissione Suprema di avanza men to» per gli ufficia li di grado superiore a capitano d i corvetta e gradi corrispondenti degli altri Corpi, ed al « Consiglio Superiore di Mari-


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na », costitu ito in « Commissione ord inaria. di avanza.mento», per gli altri ufficiali, <la guardiamarina o sottotenente fino a capitano di corvetta e gradi corrispondenti. A quest'ultima Commissione spetta inoltre la comp ilazione dei quadri <li avanzamento degli ufficiali d i quals iasi grado, appartenent.i a.Ila riserva navale ed a i ruoli d i complemento. Le Commissioni cli avanzamen to, per emettere il loro giudizio, prendono in esame le note cara!leristiche, le ·carte personali e tutti gli altri documenti, come · rapporti speciali .e risultati di esami. <le.gli ufficiali -da scrutinare e si pronunzia.no mediante la votazione sull' idoneità o meno all'avanzamento. Accertato ciò, le Commissioni predette procedono alla compilazione dei quadri d i avanzamento per ogni corpo e gra.do <li ciascun ruolo. I quadri di avanzamento si d istinguono in ordinari e suppletivi : i .primi sono compilati nel primo trimestre dell'anno e provvedono . a colmarç le vacanze prevedibili fino a ' tutto il 31 'marzo ddl'anno successivo; i secondi sono compilat i a seguito dei primi e solo quando si p revede che questi possano esaurirsi prima del 3 L marzo predetto. Gli ufficiali che le competenti Com-. n1issioni di avanzan1cnto sono chian1ati a esan1inare, per la formazione elci quadri, devono essere compresi: a) nella prima metà de! ruolo se capitani di vascello e gradi corrispondenti ; b) nel primo terzo del ruolo se· capitani di fregata, capitani <li corvetta e gradi corrispondenti; e) nel primo quinto del ruolo se tenenti di vascello e gradi corrispondenti.

Quando l'a,-anzamen to ha luogo per concorso, ·esso si effettua per corsi di recluta.mento. A que.sto riguardo è bene avvertire che ciascun corso s'intende costituito dagli ufficiali che hanno seguito insieme l'ultima classe del corso normale della R. Accademia Navale, superando i relativi esami, o -dagli ufficiali che sono stati ammessi nel r ispettivo corpo in seguito al medesimo bando cli concorso. Gli ufficiali, quando sono inscritti n e-i quadri di avanz1mento, concorrono d i p ieno d iritto alle promozioni che !)Ossono loro spettare in relazione alle vacanze che man mano si verificano in ciascun grado di un -determinato ruolo, ma decadono da questo diritto quando non siano più compresi nei quadri per eliminazione, o quando questi abbiano cessato d i aver vigere. I quadri di avanzamento, per avere validità, debbono essere approvati <la! Ministro della Marina ed entrano in vigore -dalla data del decreto di appro·,,azionc. La deliberazione dei }'v!inistro deve essere ema11ata. non oltre 30 giorni dalla data con cui i qua• dri furono comunicati a l 1V[ittistro dalle competenti Commissioni. Il :Ministro ha però facoltà di sospendere, con decreto motivato, la promozione di ufficiali inscritti nel q uadro. In tal caso detti ufficia li sono riesaminati dalla Commissione •competente entro 3 mesi. Gli ufficiali, per essere scrutinati, devono avere compiuto un periodo minimo d i permanenza nel grado, un periodo minimo d i . imbarco ed in alcuni casi un certo periodo d i comando, di direzione e si.mili.

.4,,anzamento del proietto. Per effetto del tiro continuato, specialniente alle o.lte p ressioni e conseguente a lta velocità in iziale dei cannoni . navali, l' anima delle bocche da fuoco si usura rapidamente all'origine delle righe. Ne consegue che il proiettile, andando in sede

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d i caricamento, avanza sempre più verso la bocca del cannone lasciando, nei successivi colpi, maggior spazio fra il proprio fo:ndello e la faccia anteriore dell'otturatore. Si ottiene quindi, ad ogni colpo, un maggior volume della camera destinata a contenere la carica di lancio, · il che è quante dire una <liminuz,ione della densità di caricamento, la quale ha per risultato una graduale diminuzione della velocità iniziale del proiettile. O ltre a ciò, l'usura delle righe influisce sulla rotazione del proiettile e qujndi sulla sua stabilità lungo la traicttoda. , ed in definitiva sulla. precisione del tiro. E' dunque di somma impor tanza conoscere l'avanzamento del proietto nel ca.nnont, specialmente prima di iniziare del/e serie cli tiro _: la misur azione si fa con un apparecchio assai senwlice, costituito essenz ialmente da un p roiettile tipo (di calibro esatto) munito posteriormente di un'asta, graduata con molta esattezza. Dal valore della misura dell'avanzamento si ha un'idea molto approssimata. della vita di un ca1mone. Una· bocca da fuoco nuova ha l'avanzamen to di O mm., un can none usurato, ossia prossimo alla radiazione ( temporanea) dal servizio ha in generale un avanzamento fino a 150 mm. circa, a. seconda dei colpi sparati. Esistono norme, dettate dalla pratica e controlla.te cor, tiri' d i balipedio, che stabiliscono per ciascun calibro qual'è l'avanza.mento che bisogna. raggiungere affinchè la bocca da fuoco sia d ichiarata fuori servizio, e sia da ritubare. Esistono pure tabelle p ratiche, dalle quali s i ricava, in base all'avanzan1ento del proiett ile, la diminuzione della velocità iniziale approssimativa che ·i l cannone subisce. L'avanzamento limite si raggiunge con un maggiore o minor numero di colpi a seconda de)la grandezza del cannone. Per i cannoni di grosso calibro (da 406, .381, 356, 340, 30S) basta.no spesse volte soltanto cento colpi per avere un avanzamento tale da consigliarne il ritubamcnto.

Avanzata (Tatt;ca). E' la progressione dei vari re· parti durante l'attacco, cioè nella zona di efficace azione delle ·a rmi della fant~ria nemica, fino all'assalto. L'avanzata, in massima, si effett:1a sotto la protezione <lei tiro cli a~compagnamento -dell'ar tiglieria. Gli scaglioni di fuoco, sfruttando nel miglior modo il terreno, progrediscono ed iniziano il tiro solo per acquistare la 1)reva.lenza <li fuoco sul nemico, quando questo impedisca il movimento. Apnto il fuoco, l'avanzata degli scaglioni antistanti -della fanteria si effettua, d i massi• ma, per squadre, le quali avan zaiio a lternativamente, appoggiandosi vicendevolmen te col fuoco. Ogn i squadra, ogni plotone, ogni battaglione, ed ogni reggimento, opera nel prop rio settore preçedentemc'n te assegnato, con ragionevole autonomia, allo scopo d i progredire ad ogni costo, sfruttando nel modo niigliore le coperture del terreno, e sempre appoggiandosi v icendevolmente col fooco. La concorrenza degli sforzi dei s ingoli reparti, è assicurata med iante l'assegnazione di obbiettivi successivi a ciascuno di essi, e c(m l'irnpiego -delle armi pesan ti della fanteria ed, eventualmente, dei r incalzi. I comandanti superiori (compagnie, battaglio11i, ecc.) intervengono, ognuno nella propria sfera d'azione, in appoggio dei reparti che più n e hanno bisogno, col tiro deÌle mitragliatrici pesanti, dei cannoncini, -delle artiglierie di accompagnamento immediato, concentrandone il fuoco sugli obbiettivi che


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Avanzata sot to l'appog-gto (11 una mitragliatrice l egger a (S). 1 rucllierl A-D a,vanzano verso l'obb iettivo M-N occorre battere per assicurare l'ulteriore avanzata e per favorire lo svolgimento della manovra. Quando la fanteria era armata soltanto di fucili, l'avanzata riusciva più difficile, che non oggi, ad essere coordinata ed appogg iat,. col fuoco, perchè gli scaglioni avanzati non potevano sviJuppare la loro azione a fuoco che col d istendersi in linea, sicchè r isultavano poco 'alla mano dei comandanti, e lo stesso fuoco riusciva alquai,to· disperso, perchè effettualo da fucili che oscillavano sulle ,braccia oer l'emozione dei ~ombattenti: tale fuoco non solo riusciva poco efficace, ma spesso pericoloso per gli stessi reparti amici che- avanzavano protetti col fuoco dei reparti contigui. O ra, invece, cht l'ar:namento princiJ)ale della fanter ia è la mitragliatrice, questa, appoggiata sul terreno, è in grado di eseguire un fuoco efficace e raccolto e, quindi, ta le da battere dfic;,_cemente il nemico e da non essere che relativamente pericoloso per i reparti antistànti. D i più I~ mitragliatrici, bene impiegate e bene manovrate, in ,.modo da ottenere efficaci concen tramenti di fuoco, i·endono, di massima, possibile d i tenere i fucilieri alla mano dei -capi, e in formazioni adatte per sfruttar e le coJ)"Jture del terreno, senza d istenderli per aprire il fuoco, e quindi rendono assai più facile che non per l'addietro l'avanzata,

Avari. Popolo di stirpe turanica, che si sta,bilì nel VI sec. sulle r ive del Danubio. Nel S82 prese la Dacia e la Pannonia ai Ilizantini. Nel 610 tentò la conqu ista d i Costan tinopoli. u1a fu battuto dall'imperatore Eraclio. La potenza degli A. Iu debellata da Carlomagno (790-799) e -i loro Stati occupati d a Franchi, Germani e Ungheres i. Lo stesso Carlomagno represse sollevazioni (799,-lWZ-80'() degl-i A . quali dopo queste non osarono a ltr i tentativi. Avaria (Marina). Le avarie che possono verificarsi in ma re, ad una nave da guerra, sono d i tre specie :

1° Per causa del cattivo tempo. 2° Per éffclto della cattiva stru ttura e conservazione del materiale. 3° T'cr effetto delle offese nemiche. Le avar ie della prima specie si verificano principalmente quando il manovrierò non ha sufficiente esper ienza per regolare l'andatura della propria nave in relazione agli sforzi ai quali le strutture sono sottoposte. La lunga pratica, e talvolta il genio del manovrie-

ro, concorrono ad evitare l'avaria o a renderne meno fa ta li, le conseguenze quando essa s i verifica, od infine

ad improvvisare le r iparazion i più efficaci quando sono necessarie. Le avar ie più frequenti della seconda specie, ed anche le più per icol9se per la vita della nave, sono i guasti alle motrici principali, oppure alle eliche o a l timone. Esistono norme p ra tiche che insegnano a limitare i dan nosi effetti delle avarie a seconda degli organi colp_iti. Le avarie della terza speci,: vengono limitate o diminuite n_ei loro effetti : a) Con l'accurato studio ùelle s trutture della nave nel progetto: corazzatu'ra, sudd ivisione dei locali, fondi e paratie m.ultiplice, ecc. b) Con l'oculato impiego della nave duran te il combatlimcn!o, potendosi in molti casi presen tare a l nemico la parte meglio protetta del proprio bastimento pure esplicando la maggiore offesa. Con le attua li velocità delle navi da guerra r. dei siluri è ancora possibile ad nn comandante pronto nelle sue decisioni di evitare l'urto del siluro median te una rapida accosta ta. Si hanno numerosi esempi d i ciò nella grande guerra passata. Le avarie clie possono portare all'affondamento di una nave da guerra, sono lo scoppio d i qualche proiet-· tile d i grosso calibro nei depositi delle munizioni (perdila delle navi inglesi << Quecn Mary >J e << Invincible >> alla battaglia dello Juf.land) e l'offesa del s iluro JJella parle centrale de!Jo sca,fo, ossia in corrispondenza delle n:otrici p rincipali (perdita della ((Amalfi», della . « Gar iba ld i » della <( Santo Stefano» in Adria tico). Per la pronta _riparai.ione delle avuic in combattimento esistono a bordo delle navi da guerra n umerosi d isposi1ivi, apparecchi, e materiali, all'uso dei quali viene addestrato il personale fin dal tempo di pace.

r Avaricum. V. Bourges.

Avavair. Pianura dell'Azerbeigian, presso Maku. Il 2 giugno del 451 vi si combattè una battaglia fra Persiani ed Armeni, che appartiene alle persecuzioni religiose de i p rimi verso i second i. Gli Arme11i erano comandati da: ì-Vardan, i Persiani da N[ihr Nerseh, generale ùel re J esdegerào II. La. guardia persiana, detta degli << Immortali n venne sbaragliata dagli Armeni, ma gli elefanti e da cavalleria dei Pers iani riuscirono infine ad avere il sopravvento e a decidere della scon-


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fitta degli Armeni. Tuttavia il libero esercizio del culto cristiar.o fu ristabilito.

Avay. Ruscello· del Paraguay, sulle rive del quale, il 1° maggio 1868, il gcn. Caballe ro, paraguaiano, si difr.se per quattrò ore, rimanendo però infine séonfitto dalle forze degli alleati i quali catturarono q uasi tutti i wmbattcnti del Caballero medesimo (12ÒO); quest'ultimo riuscì a salvarsi con appena 200 u. Avein. Villaggio del Lussemburgo. Il 20 maggio 1635 il principe Tomm~so di Sa,,oia, generale al servizio della Spagna, incari<:sato di impedire la congiw1zione delle truppe francesi con quelle degli Stati generali d'Olanda, prcs~ posizione ad .4 ., co11 12000 fanti, 3·000 cavalli e 16 cannoni. I Francesi, ' comandati· dai marescialli di Chatillon e d i Brezé, che avevano a i loro o;·dini 20000 fanti e 7000 cavalli, ven nero 'ad assalirlo, e lo sconfissero med ian te un assalto generale. Perduti 4000 u., 1500 prigioni-.:ri e tutta l'artiglieria, il p rincipe fu costretto a r itirarsi, cd avvenne la congiunzione che eg!j tentava d i impedire.

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la piccola guarnigione dovette poi cedere la città alle truppe borboniche comandate dal co lo1m ello De Filippis. Nel 1S20 ad A., dove la Cartx>neria era numcros,c e s'erano radunati molLi settari sbandati dal Salern itano, ~l sottotenente lVlorelli, d isertato insieme col sottotenente Silvati e con due squadro/li del regg. «Borbone» di stanza a Nola, si congiunse con i suoi uomini (3 luglio) a:l ten. coloru.1. Lorenzo De Conciliis -ohe comandava la provincia; nella Cattedra:le, col consenso dd Vescovo e dell'Intendente, veniva giurato fede ad un nuovo statuto, proclama\o poi nella piazza. Lo stesso giorno 3 lufllio, nei pressi di A., i rivolumona.ri ebbero uno scon tro di scarsa importanza., con le truppe del gen. Campana, proveniente da Salerno. Sotto i Bor,bon i A. fu sede <lei comandante della provincia (p r iiioipato ulteviorc) e di un tribunale militare.

Avellino (Briga-ta). Costituita il 27 maggio 1916 pn:sso il Dep. dell'82° fanteria (Rorna) coi reggimenti 231° e 232° formati rispettivamente presso i Dep. del-

Avels. V. Ilca11iani. Aveù I . Sultano di Bagdad (1336-13i4). Principe valoroso, che estese il suo impero conquistando l'Azcrbeigian, 1V[ossul e lVIardin e cacciò dal Ma·zcnderai1 l'emiro usurpatore Vely. Gli successe suo figlio, Aveis II, che lottò contro i 1,,Iongolr con varia fortu na. Entrato poscia in lotta col sultru10 d'Egitto, Cara Jusuf, ne f u scon.fitto e, cad uto prigion iero, messo a morte.

Avellan (Teodoro). Ammira.glio russo, n . a Loviz nel 1839. Raggiunse il grado di contrammiraglio, dopo una brillante carriera, nel 1891, e nel 1.896 era capo di S. M. della Marina russa; Teodoro Avellan contt·ibuì allo sviluppo delle forze navali dell'impero. Nel 1903 venne nominato ministro della Marina. Avellaneda (Garcia di A ., conte d·i Castri/lo). Vic:erè d i Napoli da l 1633 a l 1659. Represse una ribellione de' suoi a1uministrati e respinse un attacco dd duca di Guisa nel 1654. Avellino (an t. Abellin·1un). Capo!. <li prov. della Campania. Fu una delle importanti <:ittà degli I rpini e divenne colonia romana in epoca imprecisata, probabilmente durante il secm1iclo tri.unwirato. La antica città .fu distrutta durante I~ guerre fra Gre<:i e Longobardi e venne poi r icostruita dove sorge attualmen te, e cioè a circa 3 km. dalla 1ocalità J)'fiminiva. Nel 1799, dopo la proclamazione della Repubblica Partenopea, A. venne invasa dai Francesi, che vi lasciarono a presidio circa mille uomini;

La bwn'diero ctel .2 31• ·ranteria

1'82° fanteria (Roma ) e dell'86° fanteria (Palermo). Durante la guerra italo-austriaca 1915-18 stette nel giugno e lugl io 1916 ne l Trentino e nell'agosto passò nel la zona -cli Gorizia, prendendo parte, con gravissime perd ite, alla lotta per la conquista dcHa città. R iordinatasi, dopo ·breve r iposo tornò in linea combattendo nel settore di Gorizia (S. Marco) e di Plava. Ivi nel maggio-giugno 1917, alla dipendenza della 60" divisione, conquistò la quota 592 del M. Vodice subendo perdite fra le più gravi che annoveri la storia (2500 uomini dei quali 11S ufficiali); durante l'offensiva <lclla Bains izza combatlè sul Monte Santo e nella ritirata cli Caporet to contrastò fieramen te il passo all'invasore a Torr eano; ma, quasi c ircondata, dovette r itirarsi, dopo aver perduto grande parte dei suoi effettivi, dietro la linea del Piave per riordinarsi. Nel giugno 1918 prese parte alla battaglia del Piave, distinguendosi nella difesa dello Scolo Palumbo; alla battàglia d i Vittorio Veneto la brigata passò fra le prime il P iave a Romanziol 1Jo ottobre) incalzando poi il nemico fino a l Taglia,rnenlo. I

Ricompe"se: alle 'bandiere dei due reggimenti; med. d'oro al val. mii.; <e D i là dalle ai:que impetuose dell'Isonzo, oltre impervie munitissime r upi, l'impeto sanguinoso del suo as3alto conquistò u na vittoria che sbi-


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alsOtll il nemico e meravigliò i valorosi (Gorizia, agosto

1916; S. Marco, 14-17 novembre 1916; Zagomila - Vo<lice, 14-20 maggio 1917): « Contro poderose e imbaJ,clanzite masse nemiche faceva pronto baluardo col petto <lei suoi mirabili fanti, dando validissimo contributo .a.I felice esito della ,battaglia (Piave, 15-18 giugno 1918). Nella battaglia della riscossa dava novelle prove di for:ti virtù guerriere (Piave, 30-31 ottobre 1918) >>. In considerazione delle benemerenze acquistatesi, fa br. Avelliuo dopo la guerra venne mantenuta in se1·vizio.

Mostrine : Rosa e giallo, in due parti uguali sepa:rate vertica lmen te.

Avenati (Giacinto). Genera le 11. a Feletto (Torino) :nel 1809, m. a T or ino n el 1876. Sotto!. di fanteria { 1831)1 partecipò da Capita no alle campagne del 1848. 1849 meJ"itar:dosi una medaglia d'argento nel fatto d'ar:rni d i S . Lucia (6 maggio 1848) ed una seconda me,daglia d'argento nella bat•taglia d i Novara. Promosso Colonncl'lo ( 1859), ,pr ese parte al comando -del 12° Reggimento Fan:teria alla campagna del 1859, ot tenendo la Croce <di Ufficiale dell'Ordine M iJitare d i Savoia e ricon·.fermò il suo valore du-ran·te la campagna d'An cona e Bassa Italia del 18.60-61 a l comando d elht Brigata Regina, guadagnandosi la ,croce <li Commendatore <1ell 'Ordinc M ilitare <l i Savoia nella batt. cli Castel.fìdardo; coman dò poscia la fanteria nell'assedio di Messina ( 1861). Coman<lò <la ì:\1aggior Generale, successivamente, la Brigata Regina, la Divisione l\fì!itare Te rJ'Ìtodale di Salerno e le Divisioni attive 16' e 5• e -resse da T enente Generale i! comando della D·i'visione -d·i Ancona. Collocato a r iposo nel 1866, fu nel 1874 nomi.nato Membro supplente dell' Ordine mii. di Savoia. Avendano (Francesco) . Generale venezuelano, n. d i Cuman i (1792-1870). Partecipò alla guerra dell'ind ipendenza agli ordini di Bolivar e vi si. d istinse; nel 1845 fu ministro della guerra, e jn seguito generali5s imo dell'esercito. Aventino. C isterna, in acciaio, varata nel 1902: dislocamen to T. 360, equipagg io 20. Per serv izi d ipart imentali. Averescu (Alessandro). Generale .rumeno, n. a Ismail nel 1859. Lasciò gli stud1 per anuola rsi volontario nella cavalleria rumena ( 18i7) e partecipò f tlla guerra contro la.. Turchia: vi. guadagnò i galloni da s~rgente e- r imasto nell'esercito venne pxomosso sottotenente nel 1881. :N'el 1882, inviato a lla Scuola d i guerra. <li Torino, vi frequentò i corsi fino a'l 1886 con molta d istinzione. Raggiunse il grado d i gen. di briga la nel 1905. Comandò la Scuola di guerra <ll B ucarest; nel 1907 ,fu Ministro della Guerra; nel 1910 era ten. generale ;,... nel 1911 Capo dello S . :vr. genera le. Quando la Romania intervenne n ella confbgrazion~ balcanica del 1913 per arrestare i'offerisiva bulg-,ua con-

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tro i suoi antichi alleati serbi e greci, spetta ad Ave• rescu il merito d'aver prepara to e condotto le opcr:i.0 zioni in modo tale da obbligare la Bulgaria a s 1Lir<:, senza combattere, le condizioni imp •)ste ti.>.! suo Governo, e cioè a desistere dalla iniziata offensiva e ad accettare una rettificazion e <li confmi verso la Dobrugia, favorevole alla Romania . Quindi il gen. A . passò al c01uando di ur Corpo d'Armata. Entrata la Romania in guerra., nel 1916, A . ebbe il comandc della 2• Armata per pochi giorni, e subito dopo quello della 3", raccogliendo le forze su l!' Arges, e, dopo la sconfitta, compien do con molta ~hilità la ritirata e lo schieramento dicti-o il Sereth. Dopo la firma dell'armistizio fra Russia e Germania fu chiamato a capo del Governo, e s i deve al la sua ab ilità e al suo tatto, se la Romania potè superare quei mesi di terribile crisi e trovarsi preparata per conconere, nel settemb1·e, a quell'offensiva., in concorso con ·l'armata d 'Oriente, che determinò il ·crollo del fronte degli In1pui Centra!i nella penisola balcanica. Ne l 1922 lasc'ò il p<>tcre, ma fu ancora chiamato a lla- Presidenza d el Consiglio n e) 1926. Il gen. Averescu pubblicò notevoli hvori d i t1t.ttirn, di organic:i. e di geografia militare, tra cui un p regevole studio sul teatro d'operazione au~tm -ro111eno, on trattato di geogr:tfm mìlitare, una guida per l' uffic iale in guerra, una memoria sull'o rganizzazione dell'esercito italiano.

Averlino (Anton Pietro di Tf1•roli, detto ;1 Fila.rete, o Averulino). Ingegnere mii. ( L410-1470). Lavorò molto per Francesco Sforza, in Lombard ia e altrove. A lui si deve la costruzione d ella torre del Castello Sforzesco di 11Iilanc ( 1452) benchè non condotta a termine nelle opere di finimento, torre che andò d istrutta tota lmente il 18 giugno 1S2é n ello scoppio de11e polveri avvenuto in Castello. Ancora oggi però porta il nome di Torre del Filarete. Lasciò un ampio << Tra ttato di Architettur a i) in 25 libri : nei libri 2, 4, 5, 13, tratta di cose milita1·i, l'CI egli è il primo che descrive quelle opere esterne che sono conosciute col nome d i «rivellini >>. E' pure descritta nelle sue opere una rocca a stella, a imitazione del Taccola. Aversa. Capo!. di mandamento nel çirc. di Caserta, in pianura, a 20 km. eia Napoli sulla strada per Roma. Venne data da Sergio di Napoli a i Normanni nel sec. XI e R a inolfo allora la cinse d i mura. Ven ne presa, saccheggiata, ruinata nel 1135 da R uggiero II; riedi-


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ficata, fu devastata da Ludovico II, ne'I 1348. Più tardi, vi si rifugiò Fra Moriale, il _qua le v i sostenne l'assed io postovi dal Malatesta d i Rimini , generale della regina Giovanna. l i )1orialc fu costretlo a lla resa. Alfonso V d'Aragona assediò e prese A. nel 1440, dopo un primo tentativo andato a vuoto: era difesa allora dallo Sforza . Nel 1583, il m:1rchesc d i Saluzzo, succeduto al Lau trec nel comando dei Francesi che assediavano Napoli, fu costretto ad abbandonare l'assedio ed a rifugiarsi in A ., dove fu assediato a sua volta dai Napoletani comandati da l principe d'Orange . Questi pose in balleria alcuni cannoni e in breve aprì la breccia : il marchese d i Saluzzo rimase ferito d ifendendola, e si decise a chiedere la capitolazione. Do,·ette accettare i patti imposti dal vincitore, abbandonandogli tutte le artigliede e le armi e i ,bagagli, e darsi prigioniero con tutti i sdldati, molti dei qua li morirono <li stenti e di malattie. :Milita,•ano sotto il Saluzzo le Bande Nere, le quali andarono disperse dopo questa resa. La città venne saccheggiata dai vincitori.

Convenzione d-i Aversa (23 marzo 1821) . F u conclusa fra Austria e Xa.poli dopo l'armistizio segnato a Capua il 20 marzo 1821. Conformemente agli ordini dati dal Principe Reggente al Luogotenente Genera·le Pedrinelli, governatore di Napoli, fu stabilito che l' Es.ercito austriaco en trasse il giorno seguente in Napoli e ne occupasse i forti ad eccezione di Castelnuovo. Le milizie napoletane dovevano abbandonare la città e obbedire agli ordini del Generale austriaco Frimont, alle dipendenze del qua le passava pure la Guardia Civica. Contemporaneamente 400 « faziosi >l erano per questa convenzione espulsi dal R egno, e fra essi G ugliclmo P epe. Com1e·nzione di Aversa (6 ottobre 1821). Fu segnata fra Austria, Prussia, Russia e Napoli; essa regolava le modalità della occupazione austriaca di cui a lla Convenzione precedente così: Dovevano - restare nel Regno di ).l'apoli 42 mil:i austriaci, che sarebbero stati ridotti a 30 mila quando si fossero potuti ritirare quelli disloca ti in S ic ilia . L'occupazion e sarebbe cessata a llorchè l'esercito Napoletano si fosse potuto comple tamente riordinare; ad ogni modo 25 mila austria.ci sarebbero rimasti nel Regno per tre anni. Il Governo napoleta no doveva fornire a lloggi e vetlovagliè e pagare 57 mila fiorin i al mese, oltre a tutte le spese d i occupazione dalla data in cui l'esercito aveva passato il P o, e fino al ritorno agli Stati Imperiali. A questo scopo il Re di N~poli dO\·eva versare nel Tesoro dello Stato in Vienna quattro milioni di fiorini in cinque rate. G li Austriaci n on usci rono d al R egno delle Due Sicilie che n el febbraio 1827.

Avery (Giova11iu). Buca11iere inglese, che operò sulle coste del Madagascar ; quindi prese e fortificò l'isolotto d i P erim facendone una base d i operazioni che rappresentò il terrore per 1e navi spagnuo le e francesi. Averysbovo ( Combattin,c,ito di). Appartiene alla guerra. d i Secessione, e si svolse il 15 febbraio 1865 nella Carolina <lei Nord, fra le truppe federali agli ordini del · Generale Shennan, e quelle confederate sotto il generale Johnston. Il Generale Sl!erman ave,·a, con

il suo esercito, attraYersato Yittoriosamente la Georgia: da Atlanta, per Augusta, al mare. Qui giun to, decise di lascia r·r adeguata guarn ig ione alla costa, intorno a Savannah, e di puntare con i suoi 60.000 uomini a: Xord, nella Carolina, passando fra Augusta e Charleston, senza farsi attrarre nè a destra nè a sinistra, deciso di :irrivare a Coli rmbia prima dell'avversario. Il 12 febbraio raggiwisc Orangevil le, dove foce distrnggere l a ferrovia Charlc~ton-Columbia. Le truppe confederate in gran disordine durante la notte abbandonarono la città, che Sherman fece subito occupare, inviandovi una ,brigata d i fanteria, e poscia proseguend? nella marcia dixetta a Goldshoro. Raggiunta Fa.yctteville, da noi izie pervenutegli temette di essere attaccato sul suo fianco sinistro. Infatti una massa. di truppe nemiche, composta delle tre armi, agli ordini del generale Hardee, era in posiz ione presso Averysbovo. Sberman allora, raccolte le sue forze da. quella parte (14° e 20° Corpo) si preparò per l'azione ed attaccò. Lo scontro avvenne il giorno 15; il nemico investito frontalmente dalla divisione del gene.raie Iackson cd aggira to alla s inistra da una. brigat a di cavalleria, fu battuto, Jàsciando sul campo oltre cento morti e perdendo 200 prigioniE.ri e 3 cannoni. Le perdite deUe truppe federali ammontarono a. 12 ufficiali e 75 uomini morti ed a 475 feriti.

Avesn es (An t. Avcnae) . Città della Francia, nel d ip. Nord. Fu pre-;a e rasa al suolo da Luigi XI nel 1477, avendo gli abitanti rifiutato di sottomettersi al suo dominio; fu presa dagli Spagnuoli nel 1559. Divenuta francese nel 1660, in seguito al trattato dei Pirenei, venne fortificata .dal Vauban. Nel 1815 S(' ne impadron irono gli Allenti, poco dopo l'esplosione di una polveriera 1'avcva quasi completamente rovinata. Avet (Conte Enrico). Generale, n. a Chambéry neI 1826 m. a. Savona nel 1895. Prese parte alle campagne del 1848 e 49 quale Ufficiale di Stato Maggiore meritandosi la medaglia d'argento nei fatti d'anni cli Mortara e Novara, ed ebbe d al 1850 al 1855 le funzion i di Segretario particolare di S. ~'I. il Re Vittorio Emanele il. Fece p arte del Corpo di spedizione di Crimea del J855 e 56 ottenendo la Croce di Cavaliere delr Ordine M ilitare d i Savoia e partec_ipò da Maggiore alla campagna del 1859. Disimpegnò ( 1859-1866) le funzi;;-n i di Capo di Stato )laggiorc della Divisione M ilita re di Savoia e della Divisione di Cavalleria cli r iserva e fu incarii:a lo n el grado di Colonnello di seguire le operazioni della campagna del 1866 in Germania in qualità d i Addetto al Quartier Generale Prussiano. Fu collocato a riposo nel 1871 col grado di Maggior Generale. Aveva fallo parte dell'ufficio tccni~o, del corpo di S. M., essendone anzi d irettore da l l868al 1870. Facilitò gli studi cartografici, ideando un s istema di fotoincisione galvanica.

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Aveta (Achille). Generale n. a ~apoli nel 185ì. .Sottot. del Genio nel 18i7, si meritò eia Tenent,: la medaglia d'argento al rnlorc civi'le nella in ondazione -cli Vcl'ona del 1883 e raggiunse nel 1908 il grado di Colonnello rivesLendo le cariche di sottodirettorc del Genio di Piacenza ( 1908-19 10) e di Capo (;ftìcio fortificazioni alla ::\ladchlena (1910-1915). Partecipò alla Grande G uerra ( 19 15-1916) (JtHtle Cumandarltc della Difes1 della Piazza ::\Iari!lima della :Maddalena e resse nel periodo 1916-1918 la Direzione del G enio di ::'.\apoli. Collocato in congedo nel 1918, raggiunse nel 1923 il grado di Generale di Divisione nella riserva. Eugcn-io A. vela. Generale, n. a Napoli nel 1859. Sottotenente di Fanteria nel 1880, comandò <la Colonnello il 35° Reggi.mento Fanteria e partecipò alla Grande Guerra (1915- 16- li) prima (]uale comandante ciel pn:detto reggimento m eritandosi la medaglia d'argento nell'azione del Podgora (10 giugno 1915) poi quale Generale Comandante di brigata (« 'M oden a» e «Abruzzi >>} e infine qua.le comandante della 13• Di~·is. d i fanteria. Collocato in posizione ausiliaria nd 1918 e r ichiamato in servizio temporaneo quale Comandante della Divisione Territoriale di Salerno, fu collocato in congedo nd 1919.

Avezzana (Giuseppe). Generai<', n. a Chieri nel lì89 m. a Roma nel 18i9. \"olontario nel 4° Reggimento della Guardia d'Onore lmpcrialc dell'Esercito Fran cese ( 18 12), prese parte alle ca mpagne del 1813-14 nelle fi le napoleoniche; nel 181.5 entrò coine luogotenente nell' e-sercito Sardo e fece la cam1>agna di qucll"anno in Savoia e nel Dc,lfinato. Nel 1821 prese parte ai moli costituzionali e il Santarosa le nominò capitano; domai i i moti, si rifugiò a11·es1cro inseguito eh conda nna a morte. Combattè per tre anni nelle file dei liberali spagnuoli; Ye1me fatto prigioniero dai Fran-. cesi e deporta to alla Nuova Orléans. Quindi ,;i ~' ecò a Tampico nel .\Jes.sico e, essendo sbarcati gli Spagnuoli per impadronirsene, si p<><;e a. capo di milizie ,·olonia r ie ~ li sconfisse costr ingendoli ad arrendersi, ed ottene ndo per ciò dalla R epubbl ica il grado di colonn ello, e il comando della piazza di T ampico. ~ella lotta civile del 1832, l'Avezzana si schierò contrn ::\Iiran?on e difese felicemrnte Tampico contro le truppe del gen. Uustamwto; poscia prese d'assalto C iudad Rodrigo; I:\ Rep1.1bblica gli c0nfc:rì il grado di comandmte _generale degli Stati Orientali, ed egli chiuse brillantemente b sua azione militare nel ::\le,sico, assediando

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per un mese San Luigi di Potosi e costringendola alla re~:i. ( 1832). Passato a :S:uo,·a York, tornò in patria nel 1848, quando Carlo Alberto con cesse l'amnistia per i fatti del l!l2l, e s i rrcò a Torino, ma non riuscì ad ottenere di rientrare nell'esercito. Si recò allora a Geuorn, do,·e fu nommato com~_ndantc della. Guard ia N'azionale. Prese parte a l moto repubblicano di Genova del 184?, dopo la battaglia di :-.:ov;1ra, e fu uno dei Triunn-iri; ma, rcprcs•o il moto dal Lamarmora, ~i recò a Roma, do,·e ,,enne nominato m inistro della guerra. f'~duta la repubblica romana, tornò a. Xuova York, donde nd 1860 acco1sc di nuovo in Italia, sotto le band iere cii Gar iba ld i, il (]ua le lo nomiJ1Ò ten. generale. Part ~c ipò a lla battagli,l del Volt urno e meritò la Croce di l"incia!e dcll'Ordù1e ::\filitare di Savoia ncll':i~sedio di Capua. Xci 1862 venne ammesso col suo grado nelre$e1c ito regolare e collocato a riposo; nel 1866, quasi ottantenne, coma ndò 1:t 7.011a milita re di Salò, e l'anno 3eguente ~ndò con Garibald i a. l\-lcntana. Fu deputato al Parlamento. per i collegi di ::\Io11tes:1rchio. Sapoli. Capaccio, Isernia (Legislature YTII. TX, XI, XII, XTll). ::--Id lSi8 era a capo de lla societ~ « Italia irredenta», che s i proponeva lo scopo <li li• berare Trento e Trieste dal giogo· aust r iaco.

Aviatore. E' l'uomo che yoJa. Questa definizione, in rea ltà poco precisa. ed alquanto clast ica, de,·c però comprendere solo due categorie di uomini, e precisamente i P iloti e gli Osservatori : quelli che gu idano e quelli che o,;scrnno; quelli che con saldo cuore e con polso cd occhio sicuro attr,1·.-1:r~ i cieli conducono la macchina alara e quelli che le tracciano la rotta. L'uomo, creato per la vi ta terrest re, ha bisob'llO nel volo non solo della totalit:ì della forza fisica, mt1 anche d i tutta l'energia. morale; h • bisogno infatti di possedere un complesso di qualità che costituiscono la speciale psicologia dcll'.-1.,·iatore, e che dnono originare I'(( animus », nel senso che latinamente si ùà a questa paro.la, d i pcrseYerarc, lottare e -.-inccr.: anche gli clementi qnalHIO questi gli di,·emano aHCrsi. Va qunnto ~opra si rende e,·idente come ruomo per diventare .-\.\•iatore deve possede re, oltre a fattori morali non comu ni, un' integri tà as.solu ta. degli organi dei ,cnsi, dell'apparato circol~torio, n,spfratorio, rena le. <li locomozione, :icro;,µhta ~.e! un perfetto funzionamento <le] sisten,a nerYoso. .-1. tal,, scopo sono ~tali creati degli ar.posit i 1,rl hinett i pc 1: l'i ndagine psicofi.siologica, che ha raggi•_;nto. merçè l'opera assidua e valorosa di illustri !:'Cien1.iati. un ecLellènte sviluppo. Gli scienziati si son,:> prcoccup'.Hi C:i o,..en·are l'.\viatore nelle sue funzioni e seguirlo costantemente nelle sue attività; dopo h'. nghi st udi e pazien ti controll i, frut.r o d i esperienza ma turala sp,,cialmen te durante la guerra, hann o con.;rnt1.10 c~1c ,-peciali ma lattie, ùnperfezion i ed infermità colpiscono i 11avigatori dcll·aria. Dalla conoscenza di esse ~ scaturita, sia la necessità di difenderli nel miglior modo per mantenere in tegra. la loro p ersonal ità fisica. e psichica, ottenendo un rendimento prezioso a lunghissima scadenza, sia la necessità di stabilire i limiti tra idoneità ed inabilità al Yolo, e c iò per evitare che l'aYiatore, il cui org~nismo è mina to da una infermità, possa esserne colpito nella esplicazione delle sue mansioni, con conseguenze che potrebbero essere anche n,on:ili. Le scienze mediche, con lo studio dei


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problemi . <lella ftsio-patalogia aeronaut ica, ham10 portato un orez ioso il,cr~111ento ad uno dei 1,,iù nob ili rami dell'attività umana, e, det tando le nonne per l'igiene degli aviator i, hanno validamente difesa la loro vita• ( V. Igiene Aei-onautica, Patologia Aerona.,,tica, Visùa psicofisÌologù:a).

Aviatori . (Battaglione).. Costituito in Torino nel 1912. Concorse alla sua formazione il secondo reparto (aviazione) d el battaglirme specialisti del Genio. Comprer1 dcva un Comando, un Repa rto d i manovra, un Re-

Gag-li ardetti di a via.tori (1926)

p arlo tecnico. E b be anche l'incar ico del funzionamento del le Scuole d 'Aviazione, costitu ite, in que'l l'epoca, a Somma Lo•n bardo, ad Aviano, a Pordenone. a :Mirafiori. Du ra nte la guerra itaio-t ur ca, i l ·bgl. fornì i l personale e· gli apparecchi per il servizio d'aviazione a i var1 comandi e presidi della Libia.

Aviazione (V. a nche Ae,·onaittica) . :Fu ne lla guerra mond iale che l' A. manifestò ap p ieno la. sua capacità di porgere a usilio alle altr e armi e cli agire come arma a sè, per offen dere e ·per d ifende re. Prima della detta guerra, si era avuta la p r ima app licazione dell';J . a-Ila guerra, nella nostra campagna d i L ibia( specia lmen te per oper a dei valoros i p ionier i P iazza, Moizo e G a vottì. Ma ess·i utilizzaro no aeroplani ancora trop po imperfett i, capaci <li un p iccolissimo carico d ì bombe, difficili ne'lla l11anovra, ciò che r endeva l'osser vazione poco precisi~ e conclu,iva. Qualche applicaz ione un po' più vasta venne fatta n ella guerra balcanica successiva, ma con e ffetti non sensibili. Il primo comp ito affid:1t<:> all'A . fu l'os~er vazione dall'alto, l'avanscoper ta, la ricerca del nemico, delle postazioni delle sue battc1·ie di canno'ni e dei. suoi nidi d i mit rag-liatr ici. Per far ciò si adottarono aerop lani bi-posti, in modo che il pilota non avesse l'ltra preoccupazion~ che quella della. guida, ed al passegger o fosse affidata la mansione d i ossen ·a re. · Da11'a lto · terreno si mostra agli occh i de l volatore come un' immensa car ta geogr afica, con le sir adc, i fiumi, le coste, le valli. 'le elevazioni di terreno. le case

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isolate o raggruppate, le città ed i paesi, visibilissimi e l'iconoscibili. Da quota anche i:on alta, per esempio m ille metri, lo sguardo d ell'avia to re abbraccia tutto intorno una estensione di terreno d i raggio varia·bile a . seconda ddle condizioni atmosferiche, specialmente della n eollia, della foschia, e delle nuvole, ma sempre assai grande, e che può giungere fino a 100 chilometri. I particolari p iù visibili sono quelli più vièini alla vert icale, e, naturàlmente, ta.,1to m eglio un ogget to è veduto quanto meno è lontano dall'occhio dell'aviatore; ma è un ·errore u edere che costui possa osservare tanto rneglio per quanto vola più basso. perchè non solo l'estensione del terreno visibile d iin inuisce con l'altezza , ma a l di sotto di una certa quota la ve locità con cu i il terreno sftigge sotto è t'ant_a, che l'aviatore non ln tcmp~ cl i fissare lo sguardo sopra. un , particola.,re. Cn a mmassamento <li tn~ppe, che UJl rialzo di terreno od un bosco Jiasconçla no agli osservatori terrestri, è invece subito scoperto da un aviatcre. Le linee a zigzag delle trincee, i r i~ovcr i con g li s tcrran1enti prossimi, gli spalti, le piazzole, i camminamenti, tutte le opere che sono a tergo della µrima linea, possono cs5ere scrutati ed ~,plorat i. P er d i più un av iatore pot rà scor gere gli spostamenti di truppe nelle r etrovie, sia st rade carrozzabili che strade · fet'rate, apprezzare !"in tensità dei movimenti d i tren i nelle stazioui e dei p iroscafi nei porti nemici. Alla onniveggenza d i questo occhio implacabile. i combattent i dovettero porre de: r ipari. (V. kfaschera.mento) Poichè in guerra il vedere completamente e rapidimente non basta , rna b isog:ia che le informazioni racco lte dall'aviatore sia,10 in modo sollecito e p reciso trasmesse a i Comand i n •i lita ri che dovranno utilizzarli, si escogitarono vari sistemi cli comunicazione t ra l'aeroplano in volo ed i l te rr eno. Dappr ima l'osservatore scriveva dei brevi 1nessaggi ,che lancia va poscia in prossimità dei Comandi, dopo averl i chiusi in appositi piccoli r ecipienti muniti d i lunghi nastri svolazzan t i. P oi s i adoprarono de i razzi o fu mate che scoppiando pro-

Apparecch i in volo ducevano nuvolette di fumo cli svar iati color i ; ma questo s istema, che costringeva a servirs i di pochi segni convenziona li, fu abbandonato, r icorrendo a piccoli apparati di segn a lazione lum inosa (iampade elettriche Donath) . Quando poi gli aeroplani progredirono e poterono po rtare a bordo dei carichi maggiori, si utilizzò la trasm issione radiotelegrafica, mercè stazion i trasm itc ten ti d i ;)iccolo .peso. P er le segnalazioni da terra a l,l'aeroplano, il mezzo ' q uasi generalmente usato fo di d isporre al suolo delle strisce di tela color bianco (o.


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Squadri.gita di Cap r•otli p1·011r1 :1 parti re da 11n campo d i aviazione

rosso in caso che il terreno fosse -coperto di neve) disposte in svariate posizion i rispettive, ciascuna delle quali aveva un convenuto significa to. In prosieguo d i tempo, n ecessitando r ipor tare a terra la docurnenta.zione d i q uanto J';iviatore a vcv;i vis to, ed essendo con,·eniente altre.sì ' di non costringer l'a viatore a tratte.ners i troppo a lungo su l te rritorio nemico, difeso con cannoni e mit ragliat r ici antiaeree, furono portate a bordo macch ine fotografiche. Le fotografie, ,apidamenlc svi luppate e stampa te, venivano accur atamente studia te con len ti d'ingrandimento, in modo da scoprire ogni pa rticolare utile, e venivano diffuse t ra i piccol i comand i di a rt iglieri;i e di fanteria fin nelle p1·imc 1:nec, i n modo che ognuno d i essi potesse rendersi con to del la posizione del n emico n el terre.no antistant,:.

le fanterie arniche nel combatt imento offensivo e difensivo, e l'a t tacco diretto da bassissima qllota alle truppe nemiche con mitragliatr ic i e p iccole bombe. L'aeroplano fu anche usato i n altre a zioni specialissime, quale per esempio l'atterrare di notte in campo r:cmico deposi tan dovi nostri ufficia li aven ti missioni di spionaggio ; il r ifornire d i viver i e d i munizioni a lcune truppe r imaste al di là. del P iave, dopo che le vasserelle cd i ponti d i 'barche ciano stati interrotti dal fuoco nemico (1918); il, t rasportare feri ti. Tutto quello che d icemmo finora per gli aeroplani terrestri può essere r ipetuto per gl'idrovolanti, i qua!i bombarda ror,o porti mun it i, assalirono flottiglie, av,·istarono le f.otte ed i sornmrrgibili segnalandone la presen,,a ·e s ventandone l'azione. assolsero compiti di ()uesta fu !>aviaz ione da r!cognìzio ne. difesa i n caccia con tro gl'idrovolanti cacciatori nemici. - Si r ico•1obbe utile. • in seguito ,dare speciale inca r ico In una guç.rra fu tura, }taviazione avrà certatnen te uacl al<:uni aeropla ni d i osservare la direzione del tiro na parte p reponderante. pcrchi: gli aeroplan i s i saranno d ej nostri cannon i, rilevare gli errori e segnala:rli agli fatt i capaoi <li sali.re ad a ltezze ancora più grandi, di artiglieri µerchè li correggessero, scoprire ìl luogo dove trasporta re carichi enormi, di vola re a velocità che ora erano a:p;,osta ti i ca!lnoni nemici e farli· controbattere semhrano fan tastiche. Si ana nno certamente flotte di dai nost r i. ~ acque cosi l'aviazione per ar tiglier ia. centina ia cl i aerop lani e d. idrornlan ti, che si getterannÒ I p rim i aeroplani erano inerm i, ma ben p resto l'ocl boi.1barda re le cit tà del!' interno, renden do difficile il regolar.e svolgimento della Yita civile . 1 traffici, le fabchio nem ico scrutato;·e divenne così molesto, che non bastando le artigliorie antiaeree ad allonta;1arlo, alcuni bricazion i, i r iforni menti ne saranno sconvolti: gli eseraeroplani furono armati, d a pprima con moschetti, poi, citi avranno così i loro nervi troncati. E n on soio g; per la assoluta inefficac ia dimost rata d ;i questi, con aerop lan i -getteranno clegli rsploden ti e degli incenmitragliatrici, e a.d essi fu affid;ito il principale com p ito dianti, ma anche <!ei p ro iett ili che con terranno mid i qicciàre e d i abbattere gli aeroplani av1•ersari. In crobi di malatt;e ;,..fettive e ga.~ velenosi. I l concetto q uesto modo nacqlte 'l'aviazione da caccia. ~ odierno d i com ba tte nti e di non com battenti verrà sconvolto, giaccbè tu t ti Slranno eia considerar conipa lten:i Nel frattempo gl i a eroplanì si er ano resi capaci <li tt asportare sem pre maggiori pesi, e perciò essi furono in quel la tempesta di ferro, d i fuoco · e di pestilenze. Forse si :'.:i.vrar;no aeroplan i' addetti a. trasportare squa-• car icat i d i bombe, •capac i d i effetti d irompenti cd incend:a ri; e vennero invia.ti 'lontano, nell'interno delle dre di compagnie · d i volon tari della morte, che scendendo à i notte nell' interno del territorio nen1ico v i aplinee, a sconvolgere le stazioni fe rroviarie, le fabbrip orteranno la <li,struzione. Si avra nno, e sono pronti già, · che, gli accampamen ti, ed anche a seminare il tcrror-. degli aeroplani formidabilmente a r ma ti cd efficacemen te nelle ci ttà per flet tere la resistenza morale dell'avvercorazzati, i qua li, dotati di più m_otori, voleranno a sario. Si ebbe cioè l'avi:tzione da bombardamento. poca a ltezz~ su! terreno delh battaglia, m itragliando Verso fa fine della guerra, ancora un a ltro compito incessante.mente~ e costr ingendo i1 co1pbattente terrefu a ffidato all'aviazione; dapprima a qualunque delle stre ad in ternars i i n r:icoveri profondi per sfuggire a~ sue specia lità, poi ad aeroplan i ,pii, oppo rtunamente massacro. -ar mati,. e protett i con cornzzatura leggera delle par ti p i(t vitali e dell'equipaggio. Vogliamo d ire l'ausilio alVi sono già oggi (1926) Ye!ivoli da corsa aventi ve-


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locità orarie superiori ai km. 400, ed altri che possono raggiunger~ i 12.000 metri di altezza; esistono velivoli blindati cd a r mati di trenta mitragliatrici, a ltri capaci di hnciar siluri e boml.>c da kg. 1000, altri che $i pos sono imbarc3re a bordo delle coraz,atc e di na,·i speciali, denominate porta ve livoli, dal le quali vengono la;1ciati in ·ar ia a mezzo d i catal,ulte, altri eh~ ;,oswno sistemarsi a bordo dei sottomarini. Sono allo slUdio, infine, aeroplan i che non hanno bisogno di p iloti od altro equ ipaggio a bordo, ma che, ca ricali d i bombe, possono, mossi dai comuni motori, volare i,~r l'aria dirc11i e go\'ernati cor: le onde hertzianc, e venir mandati s ul nemi co a lanciare il loro carico di morte. ~ iorse fatti tornare oppure fatti precipitare anch"essi. incendiando con la benzina di bordo l'obietth•o designato, Durante la. gucrr~ rnon<.lblt, f aviazione operò con un cr~scendo ceni inuo. mentre si moltiplicavano le scuole per i piloti e si costruivano innumerevo li apparecchi. Gl i riviatori francr.~i abbatterono 2049 aeroplani durante I;,. guerra mondiale, di cui 307 nelle proprie linee. e 17-12 nc-!le lir.ee 1ede.sche; incendiarono inoltM 35i dr~ken. G li a,·iatori tedeschi abbatterono 6811 at•roplani nella stessa gucrr~, de i quali 358 sul fron te orientale; abbatterono ù1olt rc 6 14 pallon i osscn·atori. Gli aviatori italiani, sul no,tro fronte terrestre, dal 24 nm!(gio 1915 a l 4 noven,hrc 1918, abhat tèrono 643 apparecchi e draken, " nello s tesso tempo l'Jtal ia perdette. per opera degli a,·iatori nemici, 128 apparecchi. A~ ia~i,111r i,:ilitarc. Reparto (2°) del bgl. specialisti del Gen io, coslituito nel 19 1l col nome di « Aviazione mil itate» e col compito d~ll'e~rcizio degli aerodromi, delle scuole d i pilotaggio, dcll°impicgo d<:gli aeroplani militari. · Duran te h guei:ra 1911-12 in Lihia fonuò due parchi arro~tatici, i quali resero segnalati servizi.

Associaziona pionieri dell"a~·iazio11c. Questo sodalizio, che ha sede a Roma, raccoglie i pr im i Dvia tor i militari, in numero di 299; l'albo d ei soci contiene inoltre i nomi di 94 caduti in guerra. Il labaro dcli' As~ociazionc, di cu i fu madrin:i la princ ipes5a Mafalda, è decorato di 24 croci dcll'O:·dine militare di S:1voia, d i 6 medaglie d"oro. 149 d 'argento, 6S di bronzo, 235 croc i d i · guerra. IO medaglie a l ,·alar c ivile, 19 promozioni per merito di guerra

Avi ere. E' il primo grado della gerarchia dcll'.\nna Aeronautica; i, equipara10 a l soldato <lclrE-,crcito, al marinaio di 2" cla~sc della Regia .\larina, a I milite della .1Iilizia Volonta ria per la Sicurcu~"l ).' aziona le, e dagli stes.-;i si disc ingue per hL foggia ed il colore grigio azzurro <le'lla divisa. Ila identici obblighi d i leva e ferma del rnk!ato. li reclutamento è fatto et mezzo degli ordinari Uffid di Le,·a del Regio Esercito. T.e reclute, destinate ali'. \rma ..\eron1u1ica a seconda del fabbisogno, dai Distretti d i prove nienza Ye ngono avviate ai Centri .\eronautici e di qui. a seconda delle profc~sioni che esercitavano nella ,·ita civile e delle speciali att itudiui, vengono sud<liYise in due categorie: <e Governo» e t< Spccbliz.zati ll . Gli Avieri della categoria «Governo)>, dopo un corso d'istruzione m ilitare, vengono avviati ai Reparti l'<l adibit i agli L'ffìci quali scritturnli, o n ei ca rnpi addetti alla guard ia, pulizia e impieghi di fatica. Gli Avieri destinati a lla categoria << Specializzali » invece. dopo J" istruzione militare, ,·en-

gono anriati alle Scuole od ai Corsi di Specialità che tendono in bre,·c periodo di tempo, approfittando delle cogn izioni professionali d i ognuno, a<l istruirli com·e•nieniemente sui materiali aeronautici, e a dare loro tutte quelle cognizioni teorico-pratiche relative alla loro speciali1.zazione cd assolutamente necessarie, perchè, u_na volta inviati ai Rcpani, possa.no, sotto la guida di Ufficiali e Sottufficiali, perfezionarsi cd essere impiegati nelle delicate mansiotù di loro competenza. Le Scuole cd i Corsi di Specializzazione formano cosi ::\I-otoristi, Montatori, Fotografi, Radio-E lettricisti, Radio-Telegrafisti, Radio-:',fontatori, Aerologisti. Automobilisti ed Infermieri, rispettivamente addetti a i motori dei velivoli, loro efficienza e .manutenzione, a l· montaggio degli aeroplani, al loro regolaggio e manutenzione, all'efficienza delle armi e dei congegni di lancio, degli esplosivi, ai laboratori fotografici da Campo, alle macchine aerofotogra.fiche e lavori inerenti al servizio fotograf1co, agli impianti elettrici d i bordo degli aerei e dei ~ampi, a lle stazioni radio- telegrafiche e radiotelefoniche di terra ed aeree ed alla loro efficienza, a l montaggio a bordo dei ,·e livolì e sui campi di dette $laz_ioni, alle stazioni aerologichc, a i drappelli automobifist ici qmtli conducenti o mcoc.anid, alle infermerie. L'Aviere, dopo sei mesi di servizio, avendo buone note caratt<'risliche. può e,;scre promosso Aviere Scelto, e quindi, dopo chic mesi d-i servizio, Primo A\'iere, gradi rispett ivamente equivalenti ad Appu,1tato e Caporal-~Iaggiore <kl Regio Esercito, Marù1aiodi 1• Classe e Sotto-Capo della R egia Marina., \'ice Capo-Squ:i.dra e Ca.po Squaidra <le llcL M ilizia Volon tar ia per la Sicureua ~ azionale. .\Ila fine della ferm a. r.-hicrc gr:1duato può a domanda raffermarsi per un servizio <li quattro o di sci anni. Kell'.\nna Aeronautica rnno anche ammessi gli a.rrud hu\1enti volontari di .\\-ieri per quattro o per sci anni. Gli Avieri e graduati all'atto del congedo passa110 a fa,: parte della Risen·a Aeronautica.

A vigli ana. Comune in prov. di Cuneo, c ù·c. di Su,a. Fu municipio romano, e nel medio c,·o piazza forte, al co1>fi!1e fra le provincie di Torino e di Susa. Presso A. fu combattuta ( 1630) la battaglia che YCnnc detta di Sa,it'.-1mbrogio ( \ ' .). ::(cl 1636 il castello di -~. venne preso d'assalto dai Franccs·, i quali passarono a fil di spad:. .la guarnigione spagnuola e p iemontese. ::(cl L690 il castello vc,111c mcora preso da i francesi, comandati dal mar~scia)Jo di Catinat, e distrutto. Avi gnone (Ant. Avenio Cavarum) . Città della ProV('nza, già ca poi. di contado. A. venne fondata dai Focesi di Marsiglia nel VI secolo a. C. Fu poscia colonia rom.tna, );e l 413 d. C. se ne impadronirono i Bor • i;ognon i e la difesero contro Clodoveo. Quindi la presero i Goti, e i Saraceni, due volte cacciati da Carlo )(arlello. D:il 1309 al l39l rimase sotto la giurisdizione temporale del Papalo. Assalto di .11•ig11011e ( i31J. (;n gruppo di nobili provenzali, capitanati <la un ceno .\ lauronto, r ibella ti~i cont,ro Ca rlo Marte llo, si cr:1110 impadroniti tlclla citt,\. di ,hignonc, coll'aiuto degli arabi. C:1rlo affidò a Childebrando, suo fratello, il compito di riprendere A .. ed egli lo c.~egui cacciando gli arabi da lla pian a cli A. e pcnendo\'i l'assedio. Sopraggiwuo Ca rlo con rinforzi. rittà e castello venr.ero presi d'assalto.


Avo

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Avr

i1sscdi-O di A ·v·ìgno11e (1 226). Appa rtiene alle lotte religiose ; venne intrapreso <la L uigi VI II, essen<lo .4. considerata allora come un , covo ,d i eretici. La cit tà si -<.life$e ,disper atamente, respingendo n wneros1\ at tacchi, per t re mesi, ma infine, malgrado erlqrmi perd ite. fu présa cl'a.ssa·Jto. Le fortificazioni vennero"'all~ demolite.

Avila (ant. .4byla) città. della Spagna, nella Vecd1 ia Castiglia. Fu colonia romana. Nel 767 venne presa e distrutta dagli Arabi e venne lorn ripresa da Alfonso III nell'864. Per un certo tempo passò dalle ma11i degli Arabi a quelle degli Spagnuoli allemativamemc, finchè i11,l 1088 Alfonso V la r iebbe in modo deii.n it ivo. Ancora una- volla n1a in.vano, Iu assediatt\ da.gli Arabi nel 1110 e la fortuuata difesa fu diretta da -una donna, Ximena Blazquez. 1

Vott Lwigi d'A t•ila Y Zm,iga . denernlc e storico spagnuolo, 11. verso il 1500 a Placcntia nell'Estrcmad~ra. Nel.. 1546 e 1547 accom pagnò Carlo V nella :guerra contro i p r otestanti della Germania e nel 1552 a ll'assedio d i 1\'lctz. Scrisse varie opere di carattere storico, rna quella che gH d iede fa ma m-,ggiore fu il (( ·commentario òcl la guerra <rAlernagna, fat~a cht c ~lrlo ·v. imperatore romano» , ( Venezia, 1S-18). Sane-io d'Avila. Generale spagnuolo <ld sccolr. XVI. m . a L isbona nel 1583. E $Crcitò i l comando nelle guerre di F iandra cd ebbe parre impor tan tissima nella repressione della rivoluzione dei Paesi Bassi sotto i l governo de I D uc~ d':\l ba. P iù volte coman,dò flot te che si bat ter ono ne lla Schel<la contro gli insorti. Sconfisse Luigi di Nassau e s'im padronì d: Anversa che abbandonò a! furore delle sue se>ldatesche. Partecipò (1S801583) alla• campagna del .Portogallo come maestro d i campo del duca d'Alba e 1presc Oporto.

Aviles (Giovanni A. y Ama.li). Ufficiale del Genio ,e scrit,tore -mili tare spagnuolo dell'epoca nostra. Ha pubblicato un'opera sulla guerra franco-pi·ussiana del 1870-71 e nna sulla gue rra russo-giapponese ; inoltre, 1.111a serie di manuali m;Jitari (Aviles- Castillo).

can,ento T. 268; cquip~ggio 13. Per servizi dipartimentali.

Avitabile (D omenico). Generale, n. di Gerola. Lasciò l'esercito napole tano a l principio del sec. XIX, dove era semplice sergente, e si recò nelle Ind ie, dove divenne generale d i Runjet Sing, maharajà della Confcderazio,ne dei sikk. l\Corto il maharajà, l'.4 ., nel 1843, ' ritornò a Napoli. Avito (Flat·io lvfeciho o Eparco). Imperatore d'occidente, n. nell' Alverg:iate, m . verso i l 460 . Sot to il generale Ezio combat tè contro gli Unni: Valentiniano, nel 430, lo nominò prefetto <lclk Gallie. Creato dall' imperatorr Petron io )lassirno comandante d i tutte le forze romane delle Gallie, s i dvmostrò tanto a bil.e e valoro30 che ~Ila morte di Massimo fu proclamato imperatore d'occidente e venne r iconosciuto dal ccllega e.l'orien te , )fa, dopo un regno oscuro -durato quattordici mesi, nel 456 s i r itirò

Avogadro

(Luigi

coi,t ,

d' .1-.). Gentiluomo brescian e del secolo X Vl, 1rt. nel J S 12 Per ristabiiire la d ominazione

veneziana sulla sua citti na• Ordine d'Avls tale e per caccia rne i Francesi che nel 1509 se ne erano i mpadroniti, or<lì una congiura e nel 1512 incitò i suoi concittadin i a sollevarsi contro gli str:u1icri. R iuscito dapprincipio ad avere i l sopravvento sui Fnncesi. non potè resistere a lle truppe cii Ga~tonc d i Foix. venuto in so-,.::corso della guarn igione r idotta a mal pun to e, fatto pr igi<111iero 111-;ntre tentava di aprir3i un varco f ~·a 1~ schiere nemiche alla te5ta d i duecento congiurati, venne squartato e i suoi figli decapita li, il 19 febbraio 1512 . V ittorio Amedeo A,•ogarlro di Q u in ln. Conte, Genera le di cavalleria, n . e m. a Vercelli ( 1725-1799) Fu go\'erna tpre di Vcrrua nel 1786 : raggiunse il grado di genera le nel 1790. Gioa.ch1no A vogadro di Q-uù,to. Conte, generale <J' cavalleria, n . a Vercelli n el 1756, 111. a Kèinigsbcrg nel 1813. Raggiunse i l gri:do d i generale n el 1794; fu governatore di Vigevano nel l i96. Stabilitosi in P iemonte il governo francese, servì Napoleone I e si distinse nelle campagne d i Prussia, d'Austr ia e di Russia. Rir,a?sò il N iemen coi resti della Grande Armata e morì oi ~tifo a I{Onigsbcrg.

Avis (Ordin.e d'A. o Aviz). Ord ine cavalleresco mil., fondato nel 1147 da gentiluom;ni portoghesi per com" batter e i ]\fori, e r iordiimt:, nel 1162 dal re /\lfonso col nòme di , «Nuova MiliziaJJ. Fu 11nche eletto di« Evora », in memoria della presa di questa città rii :Mori, e pcrchè vi fu trasporta la la sede dell'ordin,o. Fla>n-inio A,·og,idro di Valdengo. Generale, n. a BielNel 1213 venne r iunito a quello di Ca.latrava. :Nel l.789 la, m. a Torino (l796-18i5). Nel 1815 era sottot. di la regina ).faria lo riordinò come ordine al Merito Micavalleria . Comandò nel 1848, da colonnello, il regg. li tare del Portogallo e lo divise in tre classi: CaYalieri « Genova Cavalleria lJ e guadagnò a Governolo la me'Cli gran croce, commendatori, cavalieri. Nel 1807, Gio- ' d aglia d'arg . al valore. N el 1849, p romosso magg. gennni VI del Portogallo, rifugiatosi nel Brasile a causa nerale, comaudò la 3" br. di cavaller ia , con la quale -<lell' invasione francese, vi istituì un ordine <l' A . com·~ fece la can,pagna di que.!l'anno. Per breve tempo fece -diramazione del pr imo. par te de l c·onsiglio coasultivo permanente della guerra, e nel 1850 andò a r iposo. Avisio. Cisterna in ferro, varata nel 1922: disio-


Aso

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.4.lessandr,o A.-ogadro di Casano;;a _ Generale, medaglia d'oro, n . a Vercelli, m. a F irenze (1812-1886). Ca·det.to a 18 a.n ni 'tlci Dragoni d i P.iomonte, passò poi nello Stato :Maggiore e,. come Capo di Stato :M aggiore delle truppe po11tificie, prese parte alla campagna del 1848, e si segnalò nel combatti.men to d i Governolo. :Yiandato dal generale Durando a sostenere i volonta ri· nella d ifesa d i P rimolano con un battaglione svizzero e 250 carabinieri, 3.ssolse cg regi(ln1ente il suo compi to, e più tard i, nella d ifesa d i Vicei;za, guadagnò una medaglia cl' argento a l valor militare. Rientrato, col grado di e.pilano, nell'esercito s;1-rdo,. partecipò alla campagna del 1849 ed ,1 Novara meritò una secor d a medaglia al valore. -:--re:la campagna di Crimea,. maggiore prima e poi t~nc•1te colonnello.' fu C~po di f tato ~:1.a.ggiore della 1' d ivisione ci~1 con e di spedizione. A!!' in izic della campa,gna del 1859 il colonnello Avogadro fu nominato prima· Capo di Stato_ Maggiore delb. 3" e poi ddlla 1• divis ione, c<:>mandata dal Generale Cucchiari, e nella battaglia cli San )fortino d iede egregie prove · d i valore e cìi capaci v\ bellica, compcnsatè con la croce d i cavaliere dell'Ordine :\'1iritare cli Savoia. AncJ1e la campagna del 1360 lo ebbe mi lite va loro"o, qu ale comandante della Briga ta Bergamo, ch'egli condusse brillan temente durante le operazioni nelle Marche ccl a lla. bat taglia d i Castclfi<larclo, ottenendo la Commenda dell'Ordine 11il. di Sav~ia. Sempre alla testa della s tes~a br igata, passò quindi ad operare nell'Italia :vieridionaie, e fu d ecorato della medaglia d'oro con la seguente motivazione: << Per il valore e l' intelligenza d imo;;tn ta il 12 novembre 1860 sotto Gaeta >> . Nel 1866 fu comandan te dell'l l" d ivisione, e poi d ella 13" (1867); della Divis. _territoriale d i Bologna, e del Cor po d'Annata d i Firenze; qui s i ritrasse a vita privata nel 1881 . Fu Deputato a! Parlamento per il Collegio d i Santhi5. (V Legislatura) e nel 1876 passò a far parte della Camera vitalie ia. l i Generale << Casa• nova)), come comunemente era chiamato, rimase fino a i suoi ultimi anni uno <lei p iù bei campion i della vecch ia. nobiltà Piemontese, ed ebbe sempre come pl'Ìmo e suo grande a.rnore Peser-

cito, sardo prima, italiano i;oi. Fu anche uomo di elevata dottr ina, e per primo richiamò l'attenzione <legli studios i, fra noi, sugli ordinamenti m ilitar; prussiani, sui quali, anz i.

pubblicò un opuscolo anonimo, che suscitò U1olto i nteresse e viva disr.ussio•

ne tra i competenti di c·,se militari. L11d0'",;ù:o

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Cerrio,ze. Conte, Ammira-

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glio, n . a B iella nel 1816, m. a Torino nel 1893. Uscì dalla Accademia N ava le d i Genova col grado d i f,"Uardiamarina nel 1835 ; fece le ca mpagne del 1848, 1849, 1855 e 1859. Xel 1362 fo coinvolto nell'azione del Governo contro il generale Garibald i ; comandava la R. N. << Vittorio Emanuele J> ed ebbe ord in e di bloccare ( unitamente alle a ltre navi della Squadra) le coste della Sicilia orientale, per impedire lo sbarco del generale Gar ib::ddi nel con tinen te. Conosciuta la fuga del generale daE' isola e lo sbarco suo e delle camicie rosse sul continente, il coma,idantc della « V ittor:o Emanuele" fu accusato di a lto tradimento, ma il Consiglio <l i Guerra di Genova ( 1862) lo assolveva per inesistenza d i reato. R aggiwise il grado d i Ammiraglio nel 1874. Gerolamo Avogadro d·i C(tsalvolone. Conte, colonnello, medaglia d'oro, n e m. a :Milano (1824-1872). Sottotenente nel reggimento Nizza Cavalleria nel 1843. p.artecipò quale tenente alle campagne del 1848 e 1849, guadagnan<lo la mcctaglia d'arg. a l val. mii. a Novara. Capitano nel 1856 entrò, con tale grado, nuovarnente in ca1npagna nel 1859 e s1t! campo di San :Martino fu decora to della rnedaglia d'oro << per l' i11telligenza e- la singolare intrepidezza dimostrate , in tu tta la giornata nella ,condotta dd suo squadrone, n onchè per l'ardore con cu i condusse r ipetu tamente lo squadrone alla carica sulle :i.lture d i San Mar"tino e per i r isultati ivi ottenu ti ll. Maggiore nel 1860, ten. col. nel 1864, chiu.sc infine la sua carriera quale colonnello, comandante il reg!limento Monferrato. LHigi .-'bogad,-o di Qua-regna e d·i ·ceretta. Conte, n. e 01. a Torino ( 1826:1900). Partecipò da :Tenente alle Campagne del 1848 e 49 ottenendo una medaglia d'argentc e prese parte da Cap itano a lla spedizione di Crimea (1355-56) e alla campagna del 1859, meritandosi la· Croce .di Cavaliere dell'Ord ine ]Vfilitarc di Savoia nella battaglia d i San 1:fartino. Fu poscia Ca.po cl i Stato :\Iaggiore dcli' 11" e . <lella 3 '' Divisione e prese pane alb. campagna del 1866. Pi-omosso l\faggior Ge11erale (1866), fu Capo d,i Stato .M aggiore del 2° Corpo di Armata e comandò successivamente la 1" e 20• Brigata di Fan te!"ia e la d ivisione Teru-itoria le di Alessandria ( 11!72). Promosso Tene,1te Generale, ebbe il comando ·della D ivisione :dilitare d i Torino ( 1879) e dei Corpi <l'Armata XI ( 1884), XII ( 1885) e X ( 1886). Collocato in posizione ausi liaria a sua domanda ( 1892), fu nominato ':.'lcmbro del Cons iglio del!'Ordine Mi litare d i


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'Savoia, ed en trò nel 1889 a far parte del Senato del R egno.

A ugttjto Avogadro di ~igl!ano. Conte, Gener.a.le, n. ~ TemP,fo (Sassari) m. a 1 ormo (1832-189S). S1 arruolo gio/nissimo e partecipò ~ da Sotto!. d i Fanteria al• le campagne del 1848- 49 e alla Spe<lizione d i Crimea ( 18S5-56) d istinguendosi nella. battaglia della Ccrnaia dove ebbe la medaglia d'arg. al val. mii Quale ufficiale dei CC. RR. partecipò alle campagne del 1859 e della Bassa I ta lia ( 1860- 61), meritand0si 1~ 1n':Caglia <..!'argento per il fatto d'armi di San :\fartino (1859). Comandò da Colonnello ( 18i8) la Legione di Milano e da Maggior Generale resse la carica d i Comandante in 2" dell'Anna dei Carabin ieri ( 1887-1891). Ferdinando .4.vogadru di Co/fobia.no. Cont~, generale, n. a Torino e m. a Vigl iano B iellese ( 1833- 1904). Partecipò da· Sottol. di Cavalleria alla spedizione di Crimea (1855-56) e da Te~ nen te alla Can1pagna de! 1859 meri tandosi la medaglia cl' argento nel fatl'J d' anni di San :ì\lartino. Promosso Capi tano ( 1860: prese parte alla campagpa di Ancona e della Bassa I tali" ( 1860-6 1) guadagnandosi una medaglia d' ,b ronzo per la presa d i Perugia e per l'assedio d: Ancona e la Croce di Cavaliere <lell'Ordine Militare di Savoia per l'assed io e la presa <li Capua ( 1860). Partecipò da Maggiore alla Campagna del 1866 e nel grado di Tenente Colonnello fu addd to Milita re a Madrid (l872- i4), ed Aiut~te di •Campo <li S. A. R. il Principe Amedeo Duca di Aosta. Collocato a sti'l'., domanda in posizione ausiliaria (1888), raggiunse nel 1898 il grado di Maggior Genera le nella R iserva. F u deputato a l Parlamento Nazionale· del Collegio di P inerolo nella XI e XII Legis latura ed en trò nel •1892 a far par te del Senato del Regno. I

A1itowio Lu;gi A1,ogadn di Viglia110. Conte, generale, n. a Genova m. a Torino (1833-1897). Partecipò da Sol.tot. dei Bersaglieri alla spedizione d ' Grimea. ( 1855- 1856) e da Tenente alla. Campagna d el 1859, meritandosi la m e-d aglia <l'argen to nel fot.

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to d'armi della :VIa<lonna della Scoperta. E n trò da Capitano nel Corpo di Stato :.Jaggiore ( 1860) e nel 1863-64 fu insegnante di arte militare e di geogra.fia alla Scuola mil. tÙ )foden a. Prese pa!·t, col grado di )'.Caggiore alla campagna del 1866. Comandò da Colonnello (1878) il 30° Regg, Fanteria e 1'8° Regg. Bersa,glieri (1880) cd eb- · be d a ~Iaggior Generale il comando della Brigata Como (1886). Collocato in posizione ausiliaria a sua. domanda (1891) raggiunse nel 1894 il grado di Tenente Uenerale nella Riser va. Oltre alle accennate. campagne, il gen . .4. prese ~arte alla repressirme del br igantaggio ca la•brese.

Pil'tro Efisio , foogadro Conte di Viglia110. Generale,

n . a Carloforte, 111. a Vercelli ( 18~0-1910). P rese par te da SottoL d i Fanteria alla ' campagna del 1859 e da Capitano a quella del 1866 Partc·cipò da Tenente Colonnc!lo · a lle campagne cE Africa (188.7-1889). Resse da Colonnello il comandc del 73° Reggimento Fanteria ( 1890- 1896), e · comandò da ;\Iaggior Generale la Brigata Alpi e la Brigata Reggio ( 1897) Col locato in posizione ausiliaria a sua domande, (1901), raggiunse nel 190( · il grado di Tenente Generale ne.Jla R iserva.

Felfre A"oga.dro di Q11into. Generale n. e m. a Vercelli ( 1844-1907). Partecipò da Sottot. d i Cavalleria alla campagna del 1866 e da Tenente a quella del 1870, cd ebbe da Tenente Colonnello il comando del Regg Cavalleria Lodi e la carica di coma nda11te della Scuola di Cavalleria ( 1890)°, Comandò da Colonnello i!'. R egg. di Cavalleria Firenze ( 1894-1896) e da l\Iaggior Generale fu comanda n te della 4" Brigata Cavalleria. ed .-\iutautc d i Campo Generale effettivo cli S. )I il R e Umberto. Promosso Tenente Generale ( 1903), fu Ispettore d i Carnllcri~. e G iudice ciel Tribunale Supremo d i Guerra e .) .larina. l n fine ebbe il comando della Divisione Militare di :\filano. Ferdinando Alberto Avogadro di Coltobiano. Conte, Gcner~le, n, \Ì Torino nel 1869. Sol tot. d'Artiglieria nel 181>8, partecip ò col grado di Tenente alla Campagna d' Africa del 1895-96 e da Capitano ::dia campagna di guerra Italo-Turca. 1912-191;,, meritandosi d ue medaglie d'argento nei combattimenti di Asabaa ( 1913) e d i Etta1l'gi (1913). Prese quiudi parte alla Grande Gucrfa (1915-18) dapprima quale comandante del 3° e 19° Gruppo Artiglieria da Montagna, poi come Colonnello ( 1916) Comandante dell'XI, VI, X Raggruppamento Artiglieria da )ifomagna. Ebbe nel 1919 il comando del 2° t\rtiglicria da )fomagna; nel dicem-


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bte 1925, promosso Generale di Brigata. fu nominate Comandante d'Artiglieria clei Corpo d' Armata d i Ycr'ona.

. Gajfo11e Avogadro di riglia11<1. Come, generale, 11. a Torino nel 1870. Sottot. ùi fanteria nel 1888, partecipò da Capitano alla ca mpagna italo-turca (191l 12) distinguendosi quale comandante di coml)agnia nelle operazioni presso Derna. Promos,;o )faggiore nel 1915, confermò i l suo vak•re nella guerra 1915-1918 meritandosi una medaglia di bronzo quale cornandank di baLtaglione sul :Monte S. )1ichele (novem brr 1915) e due altre medaglie d' b..-onzo ver l'energica a;>,ioFerdinando A1berto "'· ne esplicata come comandante di ReggirncLno sul Dosso Faiti (agosto J9 1-i ) ed al Ponte della Delizia (ottobre 191i). Comandò nell'immediato dopo guerra i reggimenti S9° e 49° e fu dal 1922 al 1924 Giudice ritolare presso il Tribunale Militare speciale cli T orino. Promosso Generale di R r igata, ebbe ne, 1924 il com.mdo òella Brigata Acqui.

Avranches (Ant. Aur·iJ,igr11a A b,·icae)

can.t11i,

Città della Francia, nel di. part imcnto della :'I fanche Fu stazione miL romana. Venne prcs·; <la i J>ianlageneto nel 1 l41 ; dal Thouan nel 1203, che ne demolì le fortifiozioni; dagli Ingle< nel 14 18; dai Calvinist i nel Gastone Avogadro 1562; fo assediala dalle truppe di Enrico IV nel 1591, !.' presa dopo o~tinata resistenza.

Avventurieri. V. Co,11pag11ie di ~·c11t11ra. Avvertimento. QuesLa parola I: adopera ta in due sensi: l'uno per volgere l'attenzione altrui, particolarmente ùegli inferiori, a co3e o non abbast= notate e considerate, o da non trascucarsi, o di particolare importan za. L'a lt ro s ignifica to fa. avvertimento sinonimo d i « atnmonizione l>, cioè d i l\'l'trlimenlo all'inferiore per correggerne la irriHes5i9ne, o riportarne l'attenzione svial,L SOf'ra quelle cose che si debbono avere ferme nel pensiero e n e l ~ent imento vcr comp ir bene il dovere. Questo secondo s ignificato è quello che nel campo milita re più comunemente s i dà alla parola. onde quando 5i dice: « ho avvertito ,1 « ho dato a,·,·cnimcn to ", «avverto», e simili, si \'UOl <lire che con un:i. certa scvcriti, di parola si è richiamata o si richiama l' a ttcn1,ione e la riJlessione a l giltSto eserc izio, perchi: non seguano inconvcn1cnti e m:rncanze. In altri termini l'avYcrtimento, in quc~to ~enso, è un primo gradino dell'ordine puniti,·o.

Avv

Avvicendamento. E' principio di alta giustizia che in tempo di guerra tutti i cittadini accorsi alle armi, i qua li abbbno la necessa ria at titudine e resisten• za fisica, debbono essere incorl)orati nei repar ti combattenti di prima linea: ,·i hanno per cont ro servizi militari di estrema importanza che si s,·olgono nell'int<:rno de l territorio o nelle retrovie e che per la loro 11(r(ura, in molti cas i anche sp iccatamente tecnica, richiedono l'imviego di pcr3onalc avente requisiti e preparazione impossibili ad imp:on·isarsi. Da ciò la necessiti,, s0pr:1ttutto nel periodo iniziale della guerr:l, dtt: a taii serviz i restino cLdibiti anche militari che per co11dizioni fisiche e di et~ dovrebbero raggiungere il loro posto in faccia al nemico. Questo è avvenulO in occasione dell'ultima guerra mondiale e questo inevitabilmente si ripeterebbe quando nuove collisioni crucn:e d i. popoli dovcs~cro funcstc,re l\1man itil . Ma r isu lta ben evidente l'i nteresse, soprattutto morale, che s iffatta violaz:one del prìncil)io generale enunciato. sia circondata da tutte le possibili limitazioni ed attenuazioni. Ed ecco indicata l'origine prima della disposizione fra d i\'Crse altre - che vuole periodicamente eseguita la sostituzione del personale idoneo a repa rti comlmt• tenti, r im3Sto per necessità impiegato in servizi terri• toriali o òi rctrO\'ia, con altro sia pure ugualmente idoneo, ma che abbia già militato in prima linea per 1111 detcr111inato periodo di tempo, che vi abbia r iport~t() feriLè o meritate r icompense al yaJore. Tale sost ituzi,,ne è denontinata, « a,·,·ictndamento ». Come agevolmente si comprende, l'avvicendamento si app lica soprattutto agli ufficiali e viene auuato gradata 111en tc, con modalità conrnr(ia Lc tra il i\l inistero della Guerra e il Comando Supremo dcll'escrdto, in guisa che lo scambio del personale non possa nuocere alla continu ità e regolarità dei ser\'izi. nè tanto meno alla cc>111pag ine dei reparti combattenti. Il l)Criodo m in imo ~li ~erv izio in prima linea eia richieders i pc,r aver tinon ma i d ir illo all'avv icendnmento dal la tolo zona delle overazioni all'interno del paese, \'iene stabilito in dipendenza di c ircostanze molteplici e ,·ariabili, come: situazione complessiva de i quadri. ncces3ità or· gan iclie ,-!elle unità combaltci: Li, and,cmento delle operazioni belliche, e via. dicendo. Per il nostro esercito, nell'ultimo anno della guerra rn,mdiale tale min imo era stato fissato dai 12 ai 16 mesi. .\vvicen darncnto, in senso molto p iù generico, v iene detto anche J'a lLcrna rs i delle u11i tà e dei repar ti combattenti di prima linea in periodi di attiva di.retta parteci1>azione alle operazioni e 1>eriodi di riposo con arretramento in località non immediatamente coinvolte r.ella zona d i fuoco. Ta li periodi sono nonnalmentc di durata as~ai limitata, che non ·eccede sovente i quind ici giomi. Durante J'ulli.ma guerra, di carattere eminentemente statico. fu possibile regolare con sufficiente- precisione l'.4. delle unità sui turni di linea , d i riposo. 1'or malmente ogni reggimento di fanteria fa. ccva un tllrno in linea ed uno in riposo, alternativamente, della durata <li 21 i;iorni c iascuno. Durante il turno in linea ogni ballall:lio:ie del regg., in massima, rimanern: 7 giorni in prima Enea. 'i in rincalzo e 7 in riserva, ,·enendo, in tal modo, il Reggimento ad essere schierato per l int:a. N aturalmcnte s i avevano, a volte, lie\'i differenze fra regg. e rei:g .• a. se<:onda dello schieramento attuatto, che poteva o meno permettere il ve-


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criJicarsi dei turni con la regolarità sopra indicata. E' -0vvio che in guerr:i. d i movimento una tale regolari,,, quasi schema tica non po trà n è dovrà aversi. intervenendo nella determinazione della questione altri cr iteri. a volte di capitale i1nportru1za. oltre a quello dell'opportunità di ;ispeuare i turni nell'impiego ddlr \"arie f fnità.

Avvicinamento. Così fu ch iarmta una delle pro,·videnic escogitate cd attuate durante l'ultima gùerra. -allo scopo di pre!<l!rvare ristituto della famiglia da scosse e turbamenti che non risultassero assolutamente inevitabili nel supremo interess~ della lotta a rmata. In virtù d i tale provvidenza, i m ilita ri delle classi p iù anziane, ed anche gli appartenenti a qualsiasi altra classe, ma dichiarati inabili alle fatiche di guerra tutti coloro insomma che anÙa\'ano esenti dall'obbligo -<li prestare servizio nei re.parti combattenti di p rima linea - potevano ottenere il trasferimento nella località presidiata J'iù ,•icina alla residenza della propria famiglia, in modo da esercit.1re su questa !"assistenza ,e la vigilanza compatibili con le necessità del servizio .militnrr ler:·itorialc. No n a tutt i na turalmen te i m ilitari che trovavansi nelle suattenna te condizioni fLsichc -e di età era consentito di fruire dell'an-icinamento; bensì a quelli solamente tra di essi. per cui si \'Crifi•C(l.SSC w~a delle sottoind icatc sµccia lissimc situ:1zioni di famig lia, accompagnate da p overtà d i mezzi e da man·c:rnza d i altra persona. idonea a tenere il posto del militare d~ trasferire: a) a,·ere almeno quattro figli, con si: com·ivemi ,ed a proprio esclusivo ca rico; b) essere primogeni to d i orfani di padre e <li madre, dei quali nessuno di età superiore a i 12 anni; e) e~sere pri111og~11ito di madre ,·cdo,·a, la quale avesse c<mtcmpornncamcnte alle armi almeno riuattro .figli ;

d) avere contemporaneamente sot to le armi qualtr" -o più fratelli, di cui egli fosse il mag__!liore ed in ceno .senso il capo. pur essendo vh-ente il padre. /\ll' i11Jfuori dei suddetti casi, l'avvicinamento pote,·a -essere c,,nccsso anche a l primugcn iLo di orfani d i padre ..., di madre, r.osscssori di un patrimonio indiviso e ri~nasto abbandonato per la contemporanea chiamata in servizio militare di qluttro o più di essi. L'incarico ,d i acccr!.lrc la rea le esistenza delle eccczion:.dis~imc cir-costanze richieste per fruire dell'avvicin amen to, era affidato a i -comandi di cor(>O d'armata territoriali. che si ,alcv:1110 dell'arma dei RR. Caubinieri e di ogni altr<' mezzo a loro dispogizione. Agli stess i Comand i di Corpo <l'arm1ta ern riserva la l:t facollà d i decidere su lle domande degli intcrr~at i e d i provve<lere ai rcl:ltiYi tra·sferimcnti, previ accordi tra Comando e Comando territoriale e previo nulla ◊<la d~I Comando S~pn:mo pei casi rigua t-ch nti militari appartenenti a reparti o ~crvizi ck ll'es('rcilo 111/Jbilitat". l' c1 rc ci rcondata da così sernrc limitazioni, la concessione dcll'av,,icinamento, per i numerosi trasferimenti cui dava luogo. con squilibri -ocganici dannosi tra i vari presidi e servizi. sia ddb.

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A~-:,ici11a111e1110. E" fova,11.ata che. effeuuato lo schieramento, compiono le unità delle varie armi per porla1·s i co ntrn all'avversa rio, sino a quando non giungano nella zona ballula efficacemente dalla fanteria nemica: da questo punto s'iniziJ la fase dell'attacco. Anche se .un.i part~ delle truppe sia già impegnata alla frontiera. n nella zona d'operazione, si de,·e considerare a,,,·ici11amcnto h marcia che u nità piil o meno grosse, comp iono sotto il raggio <li possibii offese avvers.1ric per port:irsi in linea. a rinforzo delle truppr gi:i. a contatto. L·an·icir.amento dtn• essere eseguito in modo: I) d;i sottrarre le varie unitèi, per quanto µossibile, all'osservazione ed agli effetti de l tiro avve rsario, tanto dal ~ielo (:rxi:1zio11c) quan to ùa terra (art iglieria) : 2) d a trovarsi in cond izioni h,•orcvoli per impegnare. con vantaggio, il combattimento non appena s'incontrano rrsistenu- avversarie. Allo srO(JO ài sottrnrsi all'ossen-a zione ed agli e ffetti del t iro da l c ielo, dato il raggi(, d'azione de ll'aviazione, la marcia d'a\'\' icinarnento inrr.min~ia Ol!~i;:iorno ~ par<'cchic giornate di marcia dall1a ,·,·t-rs.ario. Oeni mo\'imcnto <li repart i conciderc,·oli de\'c cò-;,r, e ffettuato sollo la protezione della d ifesa aerea - d,L terra ed in aria - commisurata alla s itua«ione. T colll3mì i dovranno \'.tlut'.He i di\'ersi elementi della siI u:izi,me per decidere, caso per caso. se com·enga e.sc~u ire marce di notte o d i giorno. In li11<'a di massima. quando non s i dovrà <lare la prevalcn%a ad a ltre csigfnze, si do\'J'anno abolire o ridu rre al minimo indi~pensabile i mo--imcnti diu:ni . e tener<' pre5ente ch1: nelle marce di giorno. o nelle 1.otti lun.iri. le unità dovranno c,Aerc, possibilrnc,~tc, r ipartire in molteplici colonne secondo gli itinerari d isponibili. e che in ciascuna colonna si dovranno formare piCI ,caglioni largamente distanziati. Uguali criteri generali ,·algono per l.t m1rcia d':1v,·icin:1r1rnto attra,·erso alla zona che po lrcbbe e,•rntu:ilrncnte essere b:i.tluta dall'artiglieria nemica. In ta le 7.Ona , talvolta occoirerà a,·unzarc di giorno: in questo caso. occorre frazionare per quanto po~;;ibile i reparti, attra,·erso I:: can1pagna. di massima coi plotoni af1hnrati. largamente interrnllati cd adattantisi a lle coperture del terreno. Allo scopo d i essere sempre in co11dizioni favorevoli per impegnar~ con vant:iggi/J il combaitimento, al!orchè s' incomincia ad avere la 1)()3,ihilità d'incontnrsi con resistenze an-ersarie. è nercs.;ario avanzare sc.tto la protezione cli elementi di fuoco\ (artiglieria, mitragli:llrici) prpnti ad ini:da rc il t iro appena sia necessario. Conviene, pertan to, che l'artiglieria a,·a,ui a scaglioni; che i ,·ari gruppi di batt<'fie abbiano una determinata zona d'azione e sappi~no qual i repart i debbano proteggere la loro zo1H d'a1.ione e con c,,i s iano collega ti. Durant~ le sos1~ a lk .,ucccs,ive lince d'allest;mcnto. si sca,·a lchcra nno recipror-ame'll~e ! ,·ari scaglioni di grupµi di batterie. in modo che una parte cli quc.ti scaglioni sia sempre in grado di ini1.i.1r<' prontamente il tiro. In modo anal"go. potranno' agirr. se il terreno lo consente, le comp:1guic mitragliatrici pesanti elci reparti in 1' linea di ,·chieramento. Si deve ottcn<re continuità di mo,·imcnto. in,icme alh ront inui,à di fuoco in potcn✓. :1. I: an·icina-

.zona territoria le, sia delle rei.ro vir, non poti· essere

1nento proculc:·Zl iu questo 1nodo. lèntamrntc. ma ~i-

mant enuta in vigore rhc per u n periodo assai breve. Co.sì la relat iva d i,po,izione einan:ua n~lla seconda metà •dell'anno 1916 · do\·ettr essere scspes.1 nel febbraio 191,.

rnro: i repn rl i a\'ra nno formaz ione pn•,sorhi- di C<flll1,,tttimento. e ,aranno cnsì nelle migliori condizioni p~r iuiziare h lotta in caw d'incon.ro rol nemico

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Avviso (Marina). F ino al 1895 si chiamava « Avv iso >l lln tipo speciale cii n ave - leggera, molto veloce per il suo tempo, che d isimpegnava il servizio d i esplorazione della flot ta. L'avviso può d irsi il t.rallo di un ione tra la fregata delle n avi a vela ed il moderno esploratore. voce è anda ta in d isuso, c~sendo sosti.tuita da quella pii, propria di esploratore, ora adoperata da tllt te le marine da guerra. Furono « avvisi l> nella marina italiana le u nità che _portavano i nom i d i Tripoli, Partenope, Jride, Urania, .-\rctusa, )1incn·a, Caprera; varati fra il 1889 e il 1893, del dislocamento di SS0 tonn. circa, di YelOCità d i m iglia 20.5, armati con un cannone da 120 e quattro o cinque ' da 57. Subirono ia seguito varie trasfonna2.ìoni, tìnchè veunero cacliat i. Furono anche chiamati « staffP.tte >>. Nella stes.,a epora e dello s tesso tipo, nnrhilterra ebbe le uni tà delle classi « Adventure >> e « Shar pshooter », La FraJ1ciR ebbe le navi dei t ipi c(Surcoufll, «Lavoisier>l, «<l'Estrees », « Faucon >>, \'arate fra il 1887 e il 1889, che avevano un dislocamento frR le 1500 e le 2300 tonn., la velocità di 20 n1iglia ed erano annate con cannoni da 100 mm. e da 47 mm.

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Avvistamento (Mar-ina). Ha importanza grandissima in mare per evitare gli abbor d i fra le nav i e per l'atter raggio alla costa, ossia per la sicurez-za della navigazione in genere; n1a neJla marina n1ilitarc I1avvistarncnto assurge a fattore di capitale impor tanza per lo svolgimento delle operazioni guerresche alle quali può dar luog0, Durante il giorno l'avvis_tamento dipende essenzia lmente dalle condizio;1i metereologiche, dalla pos izione ciel Eole rispetl.o a ll'oEser vatore, dall'altezza dell'osservatore sul mare. Geograficamente il p,:oblema dell'a.vvis tai11ento è risolto clallR formula '

[2.04 è u n cc.effic iente prat ico che risu lta dall'avere. assunto come indice medio d i refrazione K 0,11; [ H è l'altezza in metti sul mare del punto osservato; [ h è l'altezza in metri dell'osservatore sul mare; {Pg è la portata in miglia marine, essen~lo il miglio marino uguale a m. 1852. Ad esempio, per un osservatore situato all'altezza cli m . 15 · sul livello del mare (ponte d i comando d i una nave da battaglia) è possibile avvistare in buone condizioni di luce lo scafo di una nave avversa1·ia (metri 8 ~ul livello del mare) alla distanza di migl ia marine 13.67, ossia cli metri 25300. Col tempo fosco, oppure a lralba, o sull'imhrunire, le condizioni <li visibilità mutai10 moltissimo. D ette condizion i in generale sono eccellen ti in :Wediierraneo ed invece mo lto cattive nei mari c he bagna no l'Europa del Nord . Durante la notte, le condizion i cli avvistamento sono oltremodo var iabili. Si hanno m1mcrosissimi esempi nella storia di .jntere flotte passate a poche iniglia di d istanza l'un;i dall'altra, nelle ore notturne, senza . essers i avvistate. Sulle navi esploratrici viene curata in par tico la r modo la possibil ità di ubicare gli osser yatori alla massima a ltezza sul mare (alberatu ra di :,o o 40 metri) per facilitare l'avvistamento. Nella guerra moderna l'avvistamen to viene fatto con i d ir igi bi li e gli idroplani partenti <lallR costa, opp ure dalle navi. Per questa ragione nella cornposi1.ione delle flotte moderne entrano le navi portaaerei; i modernissimi incrociatori esploratori

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hanno a bord<'l un cer to numero cli idrovolanti che possono esser lanciati in varie maniere. Durante la guerra , mondiale, gli Inglesi cd i T edeschi fecero largo uso, i pr imi <icgli idroYolanti, i secondi dei dirigibili, per.l'av·; istamento delle nav i avversar ie sul teatro delle operazioni. T ipico l'esempio della nave corsara tedesca « \.Volf >> che portava a bordo un piccolo idroplan<>, . che rese utili servizi di avvistamento aHa nave stessa durante le ,ue gesta O'cean iche.

Avvocato mi I itare. Fa µarte del personale della Giustizia .militare. .Viene nominato con decreto realee disi.wpegna nei trìbunali milita ri le .funzioni di Pub-blico lVlinistero, assistito da sostituti. L a sua funzione p ii1 essenziale è quella d i promuovere e p r~segu ire le azioni .J)enali per reati p revisti dai codici penali mili- tari . Vigila inoltre che s ieno osservate le leggi e le regole di procedura, che sia mantenuto l'ord ine delle competenze; cura l'esecuzione di tutti i provvedimenti. elci giud ice. Per regolamento, sopraintende . anche alla, polizia delle carceri m ilitari preventive, relatìvamentea tll'tto ciò che concerne la custodia cd il trattame.n to , degli imputati. Con D. L. 3 gennaio 1918, gli avvocati militari e r, loro sostituli, facevano parte del R. Esercito ed ave. vano grado effettivo di Ufficiale (a r t. 33). 11a con, R , D. 19 ottobre 1923, essi, come tutto i l personale· effettirn di ruolo del Corpo della G iustizia Milita.re, hanno cessa lo d i far parte del R. Esercito, venendo a formare un ruolo di funzionari civili, aventi rango efunzioni di magistrati alle dipendenze del Ministero• della Guerra. CV. Giustizia Militare). Avvolgimento. V. Aggiramento. Avvoltoio. Torpediniera, in acciaio, varata nel 18SS.. in Germa:-iia, ora radia ta: lunghezza m. 46,50 ; larghez-za m. 5,10; d islocamento T . 139; macchina 2 160 HP; armamento guerresco II 3i4, lanciasilu ri 3; s,t ato maggiore 3; equipaggio. 25. Si chiamò Avvoltoio anche una torpediniera ( denominata poscia Y 2 (costruita a L ondra nel 1884 e · r a-d iata nel 1904: dislocamento T, 25,5, macchina 420 HP. Axel. A :lt . piazza forte dell'O landa, sopra un cana-· le della Schelda. Xcl 1S86 il principe )Jaurizi<> d i Nassau prese la città <l'assalto mentr'era. in potere degli Spagnuoli. A. fu presa dal maresciallo di Sassonia net' 1 i47 e dal gen . P ichcgru nel 1794. ,h·el (o Absalon). Vescovo e Generale danese, n. del-l'isola <li Scela.nd (1128-1201). Combattè con ener gia. i p irati che irufestavano le acque dellR Da,1imarca e lidistrusse. Domò r ibellioni contro i re danesi Valdcmaro I e Canu to VI. Conquistò il Mecklemburgo e l'Estonia. Sconfisse, pres.<;o l'isola d i Rugen, il duca R ogis lao, di fomcrania, Eresse l' Axelbu rg, rocca. in-torno . alla quale s0rse Copenaghen .

Axelsoe11 (Eric). GoYernatore della Finlandia, m._ nel 1480. Frese parte alla rivoluzione che mise sul trono di DanimarcR Cristiano I. Venne posciR nominato governatore della Fin\andia e vi esercitò una. vera sonanità fino alla sua morte. Axum. An t. città. dell'Abissinia, situata a 20 km. circa ad ovest di Adua. G li storici greci raccontano•


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cl,e Tolomeo Evergete la conquistò. Capitale delL\biss inia. fino al 1538. Conquistata ed incendiata da ::lfohammed, principe di Zeila, la capitale iu trasportata a Gondar.

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Axumiti (o A:mmiti, o Agaas,). Popolo pastore abita1,tc il regno di Axum e discendente dagli ant. Etiopi. Furono sottou ,essi dopo aspra resistenza da Aureliano e da Giustiniano.

Ayacucho. Città deì Perù, a ll'alt . ·<li 2407 m., fondata da Pizarro nel 1539. Gli Spagnuoli in quell'epoca vi sconfosero gli indigeni e la chiamarono Yictoria; riprese dopo la battaglia del 1824 il nome attuale. Battaglia di Ayac11cho (9 d ictmbre 1824). Fa parte delb gucrrn: d' ind ipendenza del Sud-America. Venne combattut:l fra gli Spagnuoli - che difende,·ano la loro supremazia su quella te rra - e i coloni creoli, ameritlni di sangue sp~g1n1olo, che combatteYano r,er la libertà. La piana di Ayacucho, di forma quadrata. si trova a poco p iù di 2000 · metri su l livello del mare; è fiancheggiata a nord ed a sud d,1 un profondo e ripido burrone, degrada dolcemente \'erso oYest sino ad incontra re la strada pei' Lima, che corre ai margin i di quel lato. e si cle,·a ad est nella vetta del Condorkanki. L'esercito dei patriotti peruviani era accampato presso il lato ovest; que llo spagnuolo sulle falde del Condorkanki. Queste posizioni erano state raggiunte nel pome1·iggio d e ll'S dicembre. Gli Spagnuoli ammontavano a circa 10.000, con -l batterie, al comando del Viceri': La Scrna, che aveva assunta la seguente dislocazione: Divisione del Generale Valdès all'estrema destra; Di-

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truppe spagnuole, ma si infranse di fronte allo slanciodella fa nteria peruviana e ad una tempestiva e violenta carica della cavalleria avversa ria. Il Generale spagnuolo \'aldès tentò un aggiramento per colpire il fianco sinistro dei Peruviani; ma la sor presa venne meno e la manona falli perchè i 4 battaglioni cd i 2 squadroni di ca vallcria destinati allo scopo urtarono contro il iuoco pronto e deciso dei battaglioni peruviani e furono sgominati da una nuo,·a e tra,·olgcnte carica di cavalleria. Allora i gen. La 1Iar e Lara mossero all'attacco del Condorka.n ki ed alle ore I pomeridiane ne raggiungeYano la sommità, dopo asprissima mischia con le forze <lei V:tldès. 11 gen. L:t Scrna cadde ferito, e prigioniero; e il gen. Cantcrac, che lo sostituì J1el comando delle forze spagnuole, assalito da tutti i lati dovette r ipiegare, a\'eudo perduto 1409 u. e la.sciato, 3000 prigionieri. Circa 1000 uomlni a,·eva perduto il Sucre. Alle .13, il vicerè La Serna. firmava la capitolazione, con la quale era segnata la fine della guerra e riconosciuta l'indipendenza del Perù, ciò che implic:iva. ormai la fine della dominazione spagnuola nel Sud Americ.t, poi chi! quel lo del La Serna era l'ultimoesercito che restava ,,Ila Spagna nel Sud America.

Ayala (Baldassare) . Scrittore militare spagnuolo (1543-1612). Fu auditore dell'esercito di Filippo II nell'Olanda. La su,i opera princ ipale « De jure Cl officiis bellicis ac disciplina militari, libri tres )> ebbe parecchie edizioni. Ayala. \'. D'Ayala e Lopcz.

Ayazza (Rcggi111~11to Fra Bo11ifacio 11 .) . Ant. corpo p iemontese, costituito nel I 660, insieme al regg. :.'11ezcrac, ed im·iato a Candia dietro richieste della Rep. di Venezia. l i regg. prese il nome d el suo p rimo comandante, i! ca v. Gerosolimitano fra' Bonifacio Ayazza, già capitano nel regg. PiemontfSC di S. A. R. li reggimen to rimase a Candia. dal 1660 al 1669 durante la guerra di \'enezia contro i Turchi, e prese parte alla d ifes1 d i Candia ( 1667-1669); rimpatriato nel 1670, yenne sciolto e gli uomini assegnati ad altri corpi p iemontesi. Aybar (o Aibar). Villagsio della Spagna, nella ~arnrra. J ]:I.fori ,·i assediarono, nell'anno 855, D on Garcia, generale del r e· di Xavarra. Questi riusci ad uscire e a porsi in ritira ta, ma, raggiunto dalla cavalleria araba che lo impegnò a. comballere, ed essendo sopravvenuta la fanteria di J\foham,ned T, i Cristiani \'enncro completamente sconfitti e Ga rcia ucc iso su l campo col fiore dei suoi guerrieri. Giovanni II <li ~ avarra sconfisse ad .4 ., n el 1452, suo figlio Don Carlos che gli si era. ribelbto.

v isione <lei Generale ~fonet alla destra ; Ca va lleria al centro; D ivisione del Genenlc Yillalobos alla sinistra. L'esercito dei pa triotti, agli ordini del generale Sucre, a,•eva: 4 R eggimenti <li fanteria, al comando del Generale Còrdoba, sulla ciestr:i; Cavalleria (Generale ~liller) al centro; 3 Reggimenti d i fanteria, agli ordin i del Generale La Mar, sulla sinistra; 3 R eggimenti di fanteria, agli ordini del Generale Lara, in Riserva; Artiglieri,:,. ( 4 batterie, coman<l-a.nte La F leutc) sulla fronte. In tutto, 6000 uomini. , L'attacco fu iniziato alle ore 9 del 9 dicembre dalle

' Ayerbe. Borgo della Spagna .in prov. e.li Huesca, da cui prende nome un fatto glorioso per le armi italiane. Il col. Ceccopieri, alla testa di 700 fanti e 40 cavalli, ,-enne quivi assalito ncJ'.l'ottobre del 1812 dal gen. Mina, il quale àispone,·a di 6000 fanti è 600 cavalli. Gli Italian i s i posero in ritirata verso Hucsca, formati in quadrato, tenendo al centro i feriti, continuamente r intuzzando gli assalti delle truppe del 1fina. Per dieci ore la fiera resistenza <lei nostri du rò, e 208 rimasero uccisi, e .353 feriti, fra i qu1li il Ccccopieri medesimo. Fu allora giocoforza arrendersi; ma il plauso che da a-


111ici e nemici venne dato :d valore sfor tunato degli I tal iani fu immenso. E il gen . Sucliet, da l quale essi ,dipendevano, potè scrivere che « nessun corpo nella ·guen-a ,li S pagna aveva combattuto con maggior gloTia d i quella che si cr:i acquistato il battaglione con-clotto da Ceccopieri l>.

Aygoi n (Reggimento r/'11.). An tico cor po dell'Eser,cito p iemon tese, u no Jegli appar tenenti alla così detta fanteria alemanna. Venne rn,; tituito nel marzo 1i04, dt,ran le la guerra per la. successione di Spagna; alla fin.e <lell'~nno stesso venne scioho ed i suoi clementi

Jalemann i, svizzeri e francesi) ripartili fra a ltri corpi.

Aylesford. Ci ttà dell'Jnghi ltrrrn, nella contea di .Kent. N cl 455 i Sassoni, comandati da Engist, vi batterono i B1·ctoni. Alfredo il Grande e Edmondo Jrons'<le ,,i .sconfissero i Danesi verso la .fine del IX seco lo. Aymard (baroue Antonio). Generale francese, n . a l~ézignan nel 177 3, 111. n el 1861. Arruolatosi volon tario ·ne l 1792, si distii1se nelle guerre della Rivoluzione e ,dell'Impero.. Venu ta la Restaurazione, fu collocato in congedo, e µoi, dopo il 1830, venne r ia1nme:,so in ser•vizio attivo; nell'apri le del 1834 repres5e l'insurrezione di Lione ed in ultimo fu eletto membro della Camera ,dei par i.

Edoardo AJ•mard (barone). Generale francese, n. a ·vil\emouslraussou, m . a Parigi (1820-1880). Partecipò alle operazioni in Algeria, alla guerra di Crimea, alla spedizioHe elci :Messico, e. col grado di gen. d i d ivis., alla guerra del 18i0. Quindi comandò il 16° C. d'A . .e iu governatore di Par igi dal 1878 a l 1880.

Aymerich (P·i etro). Gen tiluomo sardo del sec. XVI. J) ifese con successo le coste della Gallura contro incursioni <li -corsari musulmani del Dragut, e di fran-cesi cc:unandati da Fe rdinando di Sanscverino. Nel .15iS and ò ncJla Sp2gna per fare approvare da f ilip,po JI lo ,, Stamento militare >) della Sardegna. Aymonino (Carlo) . Generale e scr ittore militare, ·n . e m. a Torino (1S41-1914). Sottot. dei Granatieri ne l 1859, partecipò come Tenente alla Campagna di Ancona e Bassa Italia ( 1860- 61) guadagnandosi una. me'd. d'arg. n el

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baltimcnto del Macerane, ,e

A'z.,

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prese parte co1ne Ca-

pitano alle campagne de: 1866 e del 18i0, meritandosi una seconda mecl. .d'arg. nel fatto d'armc di Civita Castellana. Pr,omosso l\•l aggiore nel 10° Rcgg. Bersaglier i, passò nel 1877 nel Cor po di Stato Maggiore e dal 1880 al l 883, nel grado d i T enente Colonnello, fu Ufficiale ò'ord inanza . e Aiutante di Campo d i S. ::vr. Colonnello nel 1883, fu Comandante del 1° Regghnento Bersaglieri e clcl 49° Reggimento Fanteria e da Maggior Generale (1891) ebbe il Comando della Drigata Ancoi:a. Promosso Tenente Generale .( 1896) comandò la D ivisione :Militare d i Perug ia e p iù

ta rdi ( 189S) la Divisione Militare di Firenze, lno a che, nel 1900, fu collocato i n .posizione d i serviz\o ausili~rio. Con1e scrittore milit~r'.', '.1a lascia_to: <'. ~\udio sul! organamento e sulla mob1htaz1one ddl cscro to italiano" (1872); " Considerazioni militari sulle ferrovie italiane» (Ì873); « L e gu erre a lpine J, ( 1873-7i); « Idee sull'armamento <I-ella cavalleria ( 1875); « 11 morale dell'esercito e l'avanzamento degli i,ftìciali » (188S); « R estauratio ab imis" (1901) . ColJaborò inoltre a varie R iviste rniiitari.

Ayolas (Gfoi ·a,m·i d'.4. .). Go,·erna lore di Buenos Aires per la. Spagna, m. nel 1538. Sul principio del suo governo ottenne successi n1olto importanti sugli indiani e fu il fondatore della città d i Asuncion; J11a avendo poi voluto -penetrare all'interno per aprire una cornunica1,ione col Perù, fu massacrato con tutto il suo ,'-eg1.1 ito dai selvaggi. Ayoma. Borgo <le!la Bolivia, teatro d i combattimento (1 4 novembre 1813) fra gli Spagnuoli e gli insorti dell'alto Perù, comandati da Bclgrano. Questi venne sconfitto per-den<lo in tut to 2400 u . e le artiglierie, e rlovetlc battere in r itirata verso Bogota: Ayora (Gonznlo). Capitano e scrittore -mi litare della fine del XV e del p rincipio del XVI secolo, n. di Cordoba. Riorganizzò l'an t. fanteria spagnuola, insegnandole le norme tattiche <!egli Svizzeri e de, Tedeschi. Nel 1509 come -colonnello <li fant. partecipò alla spedizione nel l'A lgeria: quel grado fu a lui conferito per la prima volta.. Lasciò fra a ltre opere , una: « Rela zione della presa d i j\fazal_quiv ir )) . Ayscue (Sir Giorgio A. o Asc011.g h) . Ammiraglio inglese n. di South Kelsey n1. nel 1674. Era liglio d'un gentiluomo di camera di Car\o I e cominciò il sun servizio in età molto .giovane nella flotta scozzese ; quii1cli s i recò alle Antille per far rict>noscere la repubblica da quelle popoìazioni. Alla Restauraz ione gli fu conserva to il grado d i amm iraglio e si -battè contro. gli Olan<lesi; nel 1652 venne -battuto dal Ruyter presso P lymoulh e gli fu tolto il comanc.io. Tornato in set·viZio, nel 1666, venne preso prigioniero dal Ruyter e condotto it'. .Olanda; liberato I l' anno seguente, s i ri tirò dal serV l ?..10.

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Ayub. Generale d i :'\oredclino, orig,nario del Curdistan . Ebbe dal suo sbvra.no l'incarico di difendere Damasco contro i Cristiani. ciò che fece con successo, obbl igandoli a levare l'assedin ( l 148ì . Ayub Kha11. V. E )·11b.

Azad Khan. Capo afgano. signore dell'Azerbcigian verso la metà del sec. X V111. Fu in lotta con i Persian i, con alterna vicenda; ma fini con ottenere da loro il riconosc imento al possesso del proprio Stato. Azanza (G iuscJ,Pe d 'A .l . :.\finistro spagnuolo, n. ad Avis, m. a ]Jorclcau.~ (1746- 1826). Entrò nell'esercito, partec.i pò all'assed io di G ibilterra: ebbe la. carica di intendente dell'e.,crcito ( 1789-1793) e n el dicembre del 1793 era 1-Iinistro della guerra. Aderì al regime francese, e dopo la c~dut:1. di questo dovette anda re in esi lio. Azapi. Sorta cli milizia dcll'Analoli:i, di indole terr ,torialc, cui i Turchi affidavano la custodia delle c ittà


Az.,,.

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in caso di guerra. )Jclle città. ma11tt1me, era loro affidata la guardia degli .\rsenali.

Azar. Località della Turchia Asiatica. \ii fu sconfitto nell"cstatc del lOJO l'imperatore bizantino Romano III Argiro dai Musulmani d i Aleppo cont ro i quali a ve,·a mosso. e do·:--:1te battere in ritirata, perdendo grande parte della S i, ia . :\ questa sconfitta riparò con successi ottenuti negli anni successivi. Azari (Giuseppe A'lltmiio). Patriotta, n. di Pallanza. Si laureò in legge nel 1796 a Pavia. Fu uno d ei capi della ;ollcvazione repubblicana del Lago )faggiore ~ dell'Ossola e assunse il nome d i G iun io Ilruto e il comando della costituenda forza armata repubblicana L epontina. :"Ifa prima che il moto so,ppiassc, L!. venne arrestato, trndouo a X o,·ara e impiccato il 29 novembre 1796. Il moto venne così troncato alle origini, ma rappresen tò la preparazione a quello d~I 1 i98, che terminò con la battaglia di Or11avasso. Fcdclr A zori. Generale. n. a P allanza, m. a Carpcn edo di ::'.\Icstre ( I 8J919J 9). l'ar tecipò da milite ,·olontario nel Battaglione dd la Guardia Xa.r,iona.le d i P allanza alla campagna del 1859 e da T enente a quell:t del 1866. Promosso Tenente Colonn t llo ( 1889), comandò i 1 40" R eggi1nc1110 Fanteria (1889-1891) e fu da Colonnello coman dante dei Distretti di Cagl iari e di Akss,u ,d r ia. Collocato in posii,ionc au~i!iaria nel 189i, raggiunse nel 1911 il grado di Tenente Generale nella r iserva.

Azt

mente, col 2° e il 40° regg., mentre il 4° e il 6° com pi\'ano un movimento aggirante. ) la gli Spagnuuli .;;i ritirarono verso monti scoscesi, cd a llora P,tlombini simulò di \"Olersi r itira re a sua ,·olta. Gli Spagnuoli scesero nuo,·o rnente verso il piano, e toccarono ) llora u na con1plcta sconfilt:i.

Azcuena ga (Micliclc). Gcner:i. lc argentino, e m. Buenos Aires ( 175,J-1833). Uscì sottot. d'art. dalle5Cuole milirnri S!>lgnuole. Inviato nel!' Argentina, si battè contro gli Ingles i, e, swppiata la guerra de ll' indipendenza, Yi pre5e parte abban<lonando la causa spa gnuo la, cd ottenendo cariche direttive importanti ri,·ili e m ilitari.

:i.

Azerbaigian. V. Transccwcasia . Azevedo (Gerolamo). \"icerè delle Indie Portoghesi~ lottò con an·ers:t fortuna ( J6 12-1 617) contro gli Oland h i, i quali gli presero varie piazze forti. Rich iamato a Lisoona, ,·enne condannato e morì in carcere.

Azincoùrt. Villaggio della. Francia, presso Calais. Eattaglia di Azinco11rt (25 ottobre 1415). Appartiene alht loita tra Francesi e Inglesi, i primi, 50.000, al comando del connestabile Albret; gli Inglesi, 15.000, al cornan<lo del loro re Enrico V. Trn i primi erano 14.001} uomini d'arme: i sccoadi erano costitu iti da 2000 uomini d'arme e 13.000 arckri. Enrico marcbva verso Ca-

Azay-le- rideau. "Borgo della Franci~. a ni. piaua forte, nel diµ. d'Indre-et-Loire. Soslrnne Yar ic volle assedi. Fu preso cfai Borgognoni e ripreso da Carlo Vl uel 1-118. Trattato di n//ca11za di. .4. (28 ~iugno 1189). Concluso fra Enrico II d'Inghilterra e Fi lippo Augusto cli .Francia.

Azcarra ga (Jla rce/lo di .1. y ['a/mero). Gene ra le e uomo politico spagnuolo, nato a )Ianilla nel 1832. l'ecc la guerra. contr o i carlisti. Prese pane all"a5sedio di Ca nagena (l8i3). Luogotenen te generale n el 188 1, capitano generale a \"alcnza dal 1884 al 1890. Fu m inistro della guerra nel Gabine tto Canovas ( 18901893) e quindi d i nuovo dal 1895 al 189i. Dopo l'assassinio di Canovas fu messo · alla testa del gabi netto, per breve tempo, ritornandovi nel 1901 e nel 1904. N e l 1909 fu nominato pr esidente <lei Senato. Azcoltia. Borgo della Spagna in prov. di GuiP\1Zcoa.

Combottimenlo di Auoilio (9 aprile 1813) . Fu dato agli Spagnuoli d i Guipuzcoa dal gen. Palombini, con tru ppe italian e del 2", 4° e 6" r~gg. e francc,i ( 40° reg(!.) . TI Palombini cacciò da A. gli Spagnuoli e li assalì sopra una collina presso al villaggio, frontal-

11) d)

Ala destra Inglese·; b ) Centro; e) .~la sinl,;tra; Arctort; e ) Prima line a rranccse; /) Seconu.a; g) Tc1·2a

la is a llo scopo tli porvi i suoi quartieri invernali , e venne a trovarsi, il 24 ollobre, di fronte all'esercito francese che :weva p reso posizione pr es~o .4. L e linee francesi erano strellc fra du e foreste. ciò che rese loro difficile approfittare della superiorità numerica. G'li Inglesi mu o,·ono a ll'attacco, e, giunti a tirn <l'arco, iniziano la lotta ; un attacco d i c.i,·alleria francese ì· arrestato per le freccie degli a rcieri inglesi e per il terreno molle per la pioggi:i. 1 France~i della prima lin ea ava n.?;i.Ho, ma i loro caYalli sono ostacolati d a l terreno dove a ffondano, e vengono a ssalit i dagl i arcieri avversari che ne fanno s tra ge. La seconda linea francese, eh.:: avanza a l soccorso dell,t prima, è travolta nello sbandamento e n ella ritirata di questa. L a terza. li ne~, vista la sconfitta delle prime <lue, si r itira

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in pochi giorni fece così tramontare la baldanza ribelle nella ge.fàra d i el- Azizìa e fu una delle più belle azioni della r iconq uista della T r ipolitania. Noi avemmo 72 morti, 192 fer iti e 15 dispersi; i r ibelli lasc ia rono sul terreno 740 dei loro.

Azoto. V. Esdud. Azoturi. I sali d ell'ac ido azotidrico, o azoturi, che hanno tu tti prop r ietà esplosh·e più o meno notevoli , sono stati studiati da. pochi anni come sostanze innescanti in sostituzione del ful mi,iato cli mercurio. F ra essi, l'azot uro d i p iombo ha formato oggetto, fin dal 14 febbraio 1907, cli un brevetto francese Hyronimus. Poco teo1po dopo ( 2 marzo 1907) i l dotl. L. \Vohlcr, tedesco di Carlsruhe, fece brev~t tare t utti i sali dei metalli pesanti dell'acido nitri-:o, ed in par ticolare dell'argellto e del mer curio. In Germania, s ia nell'ambien te mil itare che nell' industr ia , s i è data gr ande impor tanza all' impiego degli A ., e segnatamente a quello- di p iombo, in sostituzione del fulmirn:to d i mercurio. I vantaggi dell' azoturo d i piombo sul iulminato di mercurio sarebbero: - 1. Sens ibilità all'urto consider evolmente inferiore (pressochè la mdi, di que'lla del fulmina to). 2. Assoluta indifferenza all'az ione dell' umid ità : ina lterato potere dfrom pcnte anche coll'aggiunta del S e/o di acqua, conscnanclos i inallcrato in ambiente umido per oltre ~O mesi, mentre i l fulm inato di mercurio e le s ue miscele col clorato di p otassio d iYen tano iner ti, s ia . coll'aggiun ta solamente del 4 % di acQua, sia dopo . a,·ere soggiorna to per 30 giorni in an1bientc umido. 3. Potc-re innesca n te super iore a quello del fulminato d i mercurio ( circa 4 volte); in fat ti, per provocare con ~icu rezza la detonazione <li un gra mmo di Tritolo oc,.c orrono gr. 0,35 d i fulminato cli mercurio, oppure gr. , 0 .0S d i azoturn di p iombo. 4. T empe.catura di esplosione molto superiore a quella del fulm inalo d i mercurio. 5. Pote.re d irompen te cd innescante che aumenta colla compressione, men tre il fu lm inato d i mercurio ad una com pi'cssione .rcla l ivamen tc piccola (pressione cr itica) non è p itt suscettibi le di detonare, presen tando il fen omeno nolo col · nome di « p unto morto di compressione ll . Ciò costituisce un grande vantaggio, perchè coll'a7.oturo di p iombo, rt,ediante compressione, s i possono costituire forti detonator i in p iccolo volume.

6. Attacca meno ,del fulmina to di mercur io, il rame, l'ottone, lo s tagno, l'acciaio. 7. Costa meno del fulminato d i mercurio . La fabbricazione del!'azotu.o d i piombo è basata sulla doppi,a decomposizione, in recipienti speciali, dell'acetato di p iombo coll'azoturo cli sod io. Una volta preparato, l' azotuni d i piombo viene lavato, seccato e éai-icato nelle capsule, i mpiegandosi i s istem i d i lavoraz ione in uso per il fu lmin ato di mercurio.

Azov (o A zof). L'a nt. palude M eotide, a est della Crimea; golfo del :!\far Nero, co.l qua.le comunica mediante lo stretto d i Kertch. V i sbocca il D on. Ebbe importanza durante hi guerra di C rimea ; dal suo possesso trasse la Russi2- notevoli vantaggi in ra1)porto agli approvvigiona menti per il s40 esercito. Soltantc nel maggio 1855 gli ~ llea ti d ecisero cli forzare lo stretto di K er téh; c iò , ·enne fatto agcvolmellte; i · Russi di

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Kertch, •.ritir~tisi a Ienikalh..,.do(o°' qualche ora cli fuoco, fecero saltare il forte. Gli Alleati, penetrati nel mared'.4 ., fecero importa nti catture di na vi cariche di cereali e distr ussero depositi. La Russia per ò era ormai r iuscita a trasportare verso l'interno d ella Cr imea abbondanti vettovaglie, e le navi alleate non poteremo avanzarP. nelle paludi del mare Putrido così che ai 1 Russi r imase aperta la comunicazione con la penisola della Crimea.

Azov ·(o Azof). Aut. Tana, da i Turchi de tta Assak. Bor go già fortezza della Russia lvferidionale, sulla sin istra del Don, a 15 km. d a!lo sbocco d i questo fiume nel mare d'Azov. F u edificato al po, tn dell'antica colonia greca detta « Tanaide ii , che i u rnnquistata nell'anno 115 a v. Ciisto eia ?.Iitri<lat~. I Ge-• novcsi S•) ne impossessarono nel sec. XJII e T amer•· ì:mo \ 1 tolse loro nel 392. F u prc,;;i e fodi5iata. nel l 4i 1 dai Turchi, per ostacolare ai Cosacc:1i del Don b. ·via del n1are: costitu isce anche oggi un punto importante stra tègico. Fu lungamente disputata fra Tur-• chi e Russi : nel 1639 i primi la difesero con 40.000> uomini armati e 8000 donne·, p ute esercitate a lla guen a , ma dovettero infine a,bbandonarla per mancanza d i Yivcri. Nel 1642, i Turch i, con una · flotta considerevole cd un contingente di soklati. tartari in numero di 100.000, tornarono ad atlaccarla, cd i Cosacchi perdettero n uovamente la fortezza, che era stata distJ'Utta, e fu <.!accapo costruita e rafforzata. Nel luglio 1695 lo czar P ietro il G rande inYestì A _ ma non potè prenderla: un assalto di viva forza (5 agosto) fu · sanguinosamente .respinto. li 27 settembre i Rus.si abbandonarono l' im;,resa, ma la riten tarono nel luglio 1696, servendosi anche di migliaia cli barche sul Don per le OJ){;razioni. d'assedio. Riuscirono allora a far capitolar~ la ,p iazza. E P ietro scavò il por to, vi improvvisò u n arsena le, e in breve vi costruì IO navi d i linea di 64 cannon i, e circa 40 naYi da 20 a 30 cannoni. Riconsegna ta a i Turchi dop~ la ba ttagl ia sul Pruth ( luglio 171 1) A . ricadde in potere dei Russi , comandati eia Lascy, n ella guerra del 1736, e riuiase loro definitivamente assegna ta nel 1774, per il t rattato d i Kusci uk.

Azru. Villaggio dell'Algeria , nella vallata del Summan. Nel 1847 una colonna france~ di 7500 u., agli or<liJJi de l gcn. Bedeau, at taccò, i v illaggi. vicin i ad A. e infine questo villaggio, ' situato in posizione dominan te. I l Redeau inviò ·a dr. gli zuavi, al centro e a sr., per difficili sentieri, 2 bgl. I Kabili. ( tribtt d i Beni Abb<;s) dovettero dopo breve resistenza disperders i, e i villaggi Yennero dati alle fiamme : la t r ibtt fece subito <lopo atto di sot tomissione. Questo· combattimento, che costò soltanto 47 u. fra morti e feriti · a i Francesi, ebbe vasta eco fra le tribù vicine, con tribuendo gra.nclemente alla loro sottomissione alla Francia . Azu ni (Dmnenico). Stor ico, scrittore cli d iritto mar ittimo, n . a Sass1ri, m. a Cagiiari (li49-1829)'. Autore del « Sistema tmiversale d ei principii del diritto marittimo in E u ropa l> ; d ell' « O r igine del d iritto e della legislazione marittima l> ; ccc. Azza (o Scure). Detta i'mpropriamente ascia. Arma bianca i mmanicata, lunga poco pitt di un metro, con ferro in cima posto in modo, tcasv.ei:saJe,. a.1mun1aio da

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• una parte e generalmente foggiato a martello dall'a ltra. Fu una delle prime anni offensi ve dell'uomo: se .ne trovano ancora oggi presso i selvaggi, fatte con pietre taglienti raccomandate ad un manico, E' la prima idea dell'accetta e della mazza. Nei 1400 in Inghilterra fu usata 11n'arma che aveva

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1, Azza tedesca clell'epoca ;\fe1·oving-ia; 2, Sa,5onc; 3, Burgonda; 4, Franca, detta « Fr ancisque »

doppio uificio: arma bianca ed ar ma a fuoco. L a ~ua forma generale era quella di un'Azza o Scure col man ico di ferro, vuoto e svasato a ll' impugnatu ra: questo non rappresentava a ltro che la canna di un archibugio. cosicchè l'arma poteva servire in tutte due le maniere, da, vicino e da lontano. Era semplice, come arma bianca, così da sembrare una scure per spaccare legna; era

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Azzardoso. Brigantino, in ferro, proveniente dalla marina sarda, rad iato nel 1865; dislocamento T . 400. Azzo I (Alberto }. Marchese d 'Este, m . nel 1029. Concorse va!idamcnte nel 1014 col fratello Ugo alla elevazione al trono d'Italia di Arduino, marchese d'Ivrea, in opposizione al candidato dell'imperatore Enrico U, il quale fece imprigionare i due fratelli, privando Azzo dei suoi Stati. R iusciti a fuggire dalla prigionia, continuarono le ostilità contro l'impero. Azzo morì in Aqu itania dove si era r ifugiate:. Azzorre. Gruppo <li isole a 1270 km . dalla costa del Portogallo, nel!' Atlantico. X e p rese il p ossesso il Po:-togallo nel sec. XV. Dal 1580 fino a l 1640 furono in possesso della Spagna; quindi tornarono definitivamente al Portogallo Battaglia na~>alc j1resso le ..4 zzorre (26 luglio 1582). Appartiene a lla guerra di conquista ciel Portogallo, fatta dagli Spagnuoli. Dopo l'aunessiorn: del Portogallo, avvelluta per opera di Filippo II di Spagna, i Porlo• ghesi tenevano ancora le isole A ., e in loro aiuto accorse u na flotta, equip aggiata da volontari francesi, comandata da F ilippo Strozzi. Erano 70 navi con 6000 uom ini. G li Spagnuoli inviarono u n a flotta d i 67 navi, con 6500 u., agli ordini del marchese di Santa Cruz. TI 23 luglio le due !lotte erano in vista, e si cannoneggiarono senza conseguenze. La lotta de~isiva avvenne il 26. La nave dello Strozzi, circon data da varie galee s1ngnuolc, si difese valorosam-~nte e perdette 3C-O uomini. F r attanto p arte delle n avi francesi ,restavano inop~rose, I n fine, caduto feri:o m0rtalrnente lo Strozzi, perduti 2000 u . e otto navi, i Francesi si ritirarono. L a battaglia era dura ta ,:i:1,J\:e c;rc. L ' ammfr, s;}agnuolo non inseguì i fuggiaschi e si ac,conteutò <li ir.i;Dssessarsi dell' isola San Michele; poi tornò nella Si,:tgna. L 'anno seguente, con 60 navi , il Santa Cruz compar ve da vanti all',sola· di T erceira, seguito da navi da tr asporto recanti 10.000 u ., e compì la conquista d~lle Azzorre. Nel 1828, il con te ·v illaflor sconfisse aJle A. le navi del pretendente don ::-.1:ichele, ridusse le isole all'obbed ienza di Don Pedro, e vi concentrò 12.000 u. con i quali andò po;cia a sban::are ad O porto.

Azze con arm a eia fuoco anche molto p rimitiva c;me a ,·ma da fuoco (a m iccia). Nel 1600 detta a rmi fu migliorata, nel senso che il p r oiettile, invece d i uscire dalla p arte <lell'impu gnatura, usciva dalla pa rte della scure, evi t:tndo cosi di dovere girar e l'a rma p er usarla a fuoco o viceversa : essa era anche ad acciarino, aveva il manico di legno, e , qu indi era pi11 leggera.

Azza nello. Comune della Lombardia, n el circ. d i Cremona. Venne p reso e devastato dai Milanesi nel 12 18. Azzano. Borgo della Lombardia, nel circ. d i Bergamo. Nel Medio Evo munito di robusto castello. Nel 1403 (18 luglio) venne assalito e d evastato dai Guelfi, essendo 'le sue princ ipali famiglie d i parte ghibellina. Nel ma ggio 1799 vi avvenne un breve scontro tra Francesi e I Austriaci, terminato con la ritira ta dei secondi.

Azzumina (o Gemina, Agemina, Agiamina). Lavoro. d'ornamento, che t r ovasi in molte armi antiche,_ con :. s istente in un intarsio di fili o foglie d'oro o d'argento con finissima ar te, nell'accia io: fili o foglie c he non po.ssono p iù uscire quando col martello vi s ieno fatti entrare a forza. Quest'ar te, originaria della Persia, fiorì molto in Italia e specialmen te a Venezia, a Milano ed a P avia; e diede, p er quanto si ·cr ede, il nome d i Age111i110 ad un cer to Paolo, ·per avere in quest'arte supe- rato ogn i altro e toccata l'eccellenza. F u anche esercitata in altre parti d'Europa e dell'Oriente, e in particolar modo a Damasco, dove si elevò a grande reputaz ione. Azzurra (Squadra). Termin e usa to nella marina inglese fin dal 17° secolo per distinguere una d elle tr~ principali squadre in cui veniva suddivisa tutta la flotta. Questa distinzione venne messa in atto specialmente all'epoca delle guerre olandesi, e poi sc,tto Giacomo Il, ( 1685-1688) periodo· nel quale la l\farina inglese rag-


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giunse la poderosa forza di liJ vnit.à, .con p iù di 100 mila uomini L a Squadra azzurra {b/eu) era quella che prendeva il posto a lla retroguard ia d urante la navigazione e ne_llc formazioni di ba,ttaglia. Era la terza in ordine d i importanza, venendo per prima la rossa (red) che stava al centro e sulla quale era imbarcato l'Ammiraglio in Capo, e po i la. bianca (white) che era la squadra di avanguardia. Questa distinzione delle squadre ha dato origine per molto tempo ad a ltrettanti gradi nella gerarchia degli ammiragli, e quando, in seguito, per l'aumentato numero 'Clei vascell i, fu n ecessario porre in ciascuna squadra p iù d i un anuniraglio, si ebbero vari gradi corrispondenti (per modo di dire) allo stes~o colore. Alla fine del 17° secolo trov iamo in- fatti la seguente scala di subordinazione tra gli ammiragli : AdmiraJ of tbe fleet red, white, bleu. \'ice Admiral red, white, •bleu . R eal Admira l (contramm iraglio} red, white, bleu.

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L'uso di distinguere le forze navali per colore è rimasto in tutte le Marine durante lo s,·olgimento delle grandi r'1anovre, ed i colori che si adoperano sono per tradizione (che viel)C ugualmente dall'Inghilterra) l'azzurro e il rosso, per contrassegnare 1 due avversari; e quando occorre anche il b ianco.

Azzurro (Arte m-ilitarr}. Nelle manovre si usa, da noi ed all'estero, distinguere i due partiti contrapposti, in partito (( azzun-o » ed in partito « rosso ». Il p:irtitc azzurro è, d i massima, il partito nazionale. I due colori sono sfa ti scell i in relazione aNe matite di più comune uso, rosse ed azzurre, colle quali si rappresenta negli schizzi e sulle carte topografiche la dislocazione delle truppe contrapposte nelle varie fasi delle manovre, ev itando così errori d'interpretazione che potrebbero derh·a re usando colori a scelta di chi gra,fìcamen te rappresenta le varie dislocazioni delle truppe.

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(Tipo di sottomarino trasportabile). Simile al tipo di sottomarino A e del!e stesse d imensioni. X e vennero ·costruiti tre. (V. a lht _voce A. per le caratter istiche) .

B (Gruppo). Ad esso appartengono tutti gli impiegati dello Sta to, qualunque sia il Ministero dal quale dipendono, che sono provvisti <li diploma di Scuola 'inedia inferiore e r icopro110 im·piego pel quale il diploma medesimo è condizione ne'èessaria per consegtiirlo. Al detto Qruppo corrisponctono, per l'amministra~ione militare, sei gradi - dal O 6° all'1 J ragguagliati, agli effetti gerarchici e di stipendio, a i gradi della gerarch{a militare, dal Colohnello al ·Sot totenente.

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Ba ba-Ali. Il primo bey indipendente cl' Algeri, m. nel 1 718. Succedette nel 1710 a forah irn, che una rivoluzione aveva rovesciato dal trono, e, per affermare la propria autorità, fece massacrare più di 1700 persone. Fu lui che rese Algeri indipendente dal sulta110 d i Costantinopoli, sotto il giogo del quale questa città era fin dal tèmpo di Barbarossa. S'alleò cogli I 11glesi. Babek (Kltorremy o Harramy), dett~ it lwertùio. Guerriero persiano dell'VIII secolo : propagò, per forza d'ar111i. le ·dottrine del].-a setta dogli Ismaely e per 20 anni tenne fronte ai generali dei califfi. 'Fu vinto, alfinc, e fatto prigioniero <la! califfo :YJotassem, nell'anno 837. Babenberg. famiglia tedesca, i cui membri possedettero dal IX secolo la contea d i 13abenberg, in Franconia. Uno di essi, Leopoldo I di Baben.berç, margravio d' Austria nel 960, meritò, nelle guerre contro gli Ungher~si, il soprannome di ·llltfstre; e .i,ll~rnò, con danno d i questo popolo, le frQ1itiete dell'Austria. Leopoldo VI, detto il Glorioso' (119Ìì) fu crociato nel J 211, prese parte alla guerra contro gli Albigesi, P'jlÌ alle guerre <li Spagna contro i Mori,· e ritoàiò a i:0111battei:e in Palestina. . Federico II, -il .Bellicoso (12,301246), si d istinse· per una vittoria· sui tartari .e fu ucciso nella battaglia di Leitha. Con lui si. estinse _la Casa di. Bwbenberg. Baber. V. Tùm,.ridi,

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sottomarino trasportabile B

B (Gmppo). Uno dei tre gruppi 111 ~ui viene suddiviso il materiale militare di proprietà dello Stato. Esso comprende tutti i materiali che non appartengono nè ·al Gruppo A (corredo) nè al Gruppo C (armamento e carreggio). Il Gru ppo B è suddiviso in 4 categorie: cat. 24, Materiale di servizio generale e da · cucina; cat. 3°, ì\'Iateriale d i servizio sanitario; cà.t. 4', Materiale ,·d i Casermaggio; èat. 5", Materiali pc! servizio delle' Shssis tenze e - ,;,iveri di •r iserva, ·elencati, tutti, nel -Nomenclatore déi' :naterialh <lei servizi lògistici: 1

Babi (Gio. Prai1.cesco). Rivoluzioi1_ar io .francesé, n. a Tarascona nel 11so; fucila,to nel ":i:796. Fù'-CO!}lall?ante 1:lell'cse.rcito rÌvoluzibnat'io in Tolosa,' ove commise· ogni 1orta <li ectessi. Babi lonia (ant. Babylon). Grande città. dell'antica Mesopotamia, _situata sul fiume Eufrate. Fu culla di una civiltà ,,11tichissfana e ca.pitale : di un vasto impero; fondata circa .J000 anni a. C., fu sede <li un governo teocratico, che si ingrandì poi verso settentrione costituendo il primo' irnpero ,babilonese. Nella seconda metà del secondo millenn io -a. C. 'l'impero decadde:e fu· invaso dagli Assiri; con questi si immedesima <lai. 1250 al 606 a. C. la sua, storia. , Dal 606 al 536 a. · C. durò - il secondo impero di B ., che el>li,i -termine con la-·conquista da parte dei Pe,,sia1fr eapitanati 'da Ciro. Dura"nt-e.'.gli otto sccolì>-<li: vita: · indìpe1idente , (2000.- 1250 · a. ,O.) lo Stato babilonese . non ebbe mai campo di. · dimostrare


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una particolare e rimarchevole arte militare, nemmeno nel periodo di guerre che s i riferisce al secondo impero, prima della conquista <li Ciro. In quest'ultimo periodo vennero soltanto apportate modificazioni al sistema cli fortificazioni delta città. Questa era -d ifesa da una do1ipia cerchia di mura; la prima aveva . uno svilllppo tale ·da comp rendere un'area di oltre 500 •kmq., la. seconda ne racchiudeva circa 290. Le mura, che avevano un'altezza di oltre 45 m. e uno spessore cli circa 26 m., vennero costruite in periodi. diversi sollo i regni di Semiramide e d i Nabucodonosor. Di queste impoJJenti fortificazioni parlano Diodoro di Sicileia, Erodoto e altri scrittori, i quali per"ò non sono d'accordo per quanto si riferisce alte dimensioni. La città doveva ,,vere forma quadrata cd essere protetta an.che, fra la prima e la seconda cerchia di mura, da un ampio fosso pieno d'acqua. Con 11 terra scavata per la formazione del fosso erano stati evidentemente fabbricati i mattoni occo-rrenti per l'e.rezione delle mura. Notèvole in queste costruzioni fortificatorie era l'impiego del bitume e il sistema -di porre di tanto in tanto, a circa trenta mattoni di distanza, una specie di tessuto di

canne che aveva forse lo scopo d i rendere più sicura fa presa del bitume e quindi più resistente il muro o

la controscarpa. La doppia cinta di mura aveva cento porte di bronzo e circa 250 torrioni, d isposti fra porta e porta e ai quattro angoli. Diodoro afferma che di torri non ·ve n'erano nei punti in cui le mura r isultavano fortifi.cate naturalmente, per essere contigue a terreni paludosi impraticabili. Tra la cerchia interna e gli edifizi della città vi era intorno uno spazio libero di circa 70 metri. Siccome la città era divisa in due part i dal fiume Eufrate, venne costruito un ponte coperto, alle estremità del quale sorgevano due edifizi fortificati, specie di castelli, i quali comunicavano tra loro anche per via sotterranea, attraverso una galleria scavata sotto il letto del fiume. Le ·d ue cittadelle erano cinte da triplice ordine di mura, costruite anch'esse con mattoni e. fornite di torri. Secondo Diodoro ccl Erodoto, il fiume era arginato con iuura~lioni di mattoni, sui quali si aprivano le porte corrispondenti, sulle due rive, alle strade della città, porte che venivano chiuse <lurante la notte. La sistemazione definitiva delle opere fluviali fu ordinata da Nabonadius, ultimo Re di B. e da .:'(itocri, che proba,bilmcnte Ju sua moglie.

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Assed-io d·i Babilonia (536 . a. C.). Dopo la battaglia di Sar<li, Ciro, -che avrebbe forse anche senza alcun pretesto marcia to alla conquista di B., ind ispettito per l'aiu to recato d ai Babilonesi a Creso, mosse col suo esercito contro quello di Nabonadius, il quale, sconfitto, si ritirò nella fortezza d i Borsippa, lasciando a l figlio Baldassarre la cura di difendere B. La d ifesa della città fu per qualche tempo condotta così bene, che Ciro stava quasi per d isperàrc <lell'esito d~ll'.:tSsedio. Ma in seguito egli riuscì a penetrare nella t ,ltà deviando il corso del :fiume a monte della città. L e acque dell'Eufrate vennero fatte ritornare nell'alveo, per mezzo di un canale da monte a valle delle fortificazioni. Poi, mentre tutta la città, sicura1 dcll'insormontabilità del!~ grandiose opere cli difesa, era dedita a feste ed a bagordi, i soldati d i Ciro cntxa,rono in B. marciando su l letto asciutto dell'Eufrate e varcando le porte clic si •aprivan~ sulle rive del fiume e che per inavvertenza o per imprudenza erano state lasciate aperte a nche durante la notte, Gli invasori misero a feu o e fuoco la città. La strage continuò fino a l mattino seguente, quando si arresero gli ultimi dirfensori asserragliatisi nella cittadella. Assed-io di Bab·ilo11ia. (519-518 a. C.). )rella storia d i B. è da 1·icordarsi anche • l'assedio posto da :bario a lla città, dove un certo N idintahelo, spacciandosi per figlio di Naboniclo, s'era proclamato R e. Secondo Erodoto i Babilonesi opposero una lunga ed eroica resistenza. Essi, per d imùrnire le bocche e non consumare tanto presto le provviste di alimenti, uccisero tutte le donne tranne le p roprie madri e un'altra sola donna per ogni casa, le quali ebbero l'iJJcarico d i preparare i _p asti alle truppe. Oltremodo fiduciosi, come al tempo dell'assedio di Ciro, dell'inespugnabilità delle proprie difese, i difensori d i B. non mancarono in ogni modo di vigilare perchè gli assediaJJti non ripetessero la manovra del prosciugamento <ld fiume. · L'assedio durò circa. venti mesi e finì con l'espugnazion e delle difese e del famoso tempio di Delo, dove s'erano r ifugiat i e resistettero per un po' gli ultimi di• fensori. Nel 515 o 516 a. C. Dario dovette reprimere w1a seconda rivolta dei Babilonesi. Un certo Araco, di origine armena,- volle ripetere la mossa di Nidintahclo, spacciandosi per Nobuehadnczzar, figlio di Naibonido. Dario incarit ò della repressione un suo generale, Intaf~cs, e fece crocifiggere Araco e altri numerosi babilonesi (3000 second:> Erodoto). La leggenda della dis truzione delle mura di B. per opera d i Da.r io non ha pro·brubilmente un fondamento storico, poiehè molto tempo dopo parte ddle ciclopiche fortificazioni erano ancora ,in piedi. La città in seguito decadde. La posizione strategica di B. sembrò così importante ad Alessandro che questi pensò di farne una capitale e restituirle l'antico splendore. A tal fiJJe egli impiegò diecimila \lei suoi uomini per restaurarla. Thfa il grandioso progetto non era ancora stato eseguito quando, nel 324 a. C., Alessandro, reduce dall'India', morì nel palazzo di Xabucodonosor. Dopo la morte d i Al~andro i generali macedoni s i spartirono l'impero e B., abb.a.ndonat<l., andò verso la completa distruzione operata dagli uomini e dal tempo.

Battaglia di Babilonia ( 634 d. C.). Appartiene al periodo delle grandi conqu iste musulmane e fu com• battuta e vinta dal genera le ara bo Mothama contro i


885 Persiani comandati da Omus<la. Questi aveva forze superj,;>ri, ma essendo stati i suoi elefan ti colpiti negli occhi dagli arcieri musulman i, m isero fuggendo lo scon1p iglio nell'esercito persiano. Tu tta via i Musulmani non p oterono, malgrado la vittoria, sostenersi sulle linee dell'Eufrate.

Babina-Greda. Bor,:o della Slavon ia, sulla Sava. I Turchi vennero _q uivi sconfitti d,1gli Austriaci, il 3 luglio ' ,93. Nel 876, il gen. serbo Cernaiev, sboccando dalla strada d i Vidd ino con quasi 50.000 u., attaccò l'altip iano trincerato d i B. G., nel quale si trovavano soltanto 4500 tur chi. Smontala l'artiglieria avversa ria col fuoco concc1; rato di pa.t:ccch ie batterie, Cernaiev mandò a ll'attacco alcuni battaglioni, e i Tur chi si d iedero alla fuga ab-bandona1,do part.c delle art ig lierie e mun izioni. Perdite: un miglia io di uomini per parte.

Babington (sir James Jfelvitle). Genera le inglese, n. nel 1854. Iniziò il servizio nel 16° Lanéie.ri (18_73) , ed era maggior generale nel 1917, tenente generale nel 1919. Partecipò alla spedizione del Bechuanaland · ( l884J88.5) e alla guerra del Sud Africa (1899-190l ). Còmandò le forze di difesa della N uova Zelanda ( 1902-07) e pàrtecipò infine alla Guerra europea, dapprima al comando della 23• Div. (1914-18), e poscia a quello del XIV C. <l'A. (1918-19). Dw11.nte questo comando, che ebbe in I ta lia, combattè sul Piave (ottobre 1918) e vi guadagnò la croce d i Ufficiale dell' Ordine Milita re d i Savoia.

Babordo (e tribordo). T er111ini provenienti dal francese p er indicare il fian co s in istro ( babordo) e quello destro (tribordo) della nave. La parola ha origine dalle unità da guerra della 111arina velica, quando le navi" avevano s ui fia nchi le lunghe batterie di cannoni che comprendevano tutta la lunghezza dello scafo. L'accesso alla ,batteria, visto dal cassero (poppa) sul qua le ~ta va il ponte d i comando, presentava un largo

BAT-·==;::==:;,TERIE

Bacallar (don Vincenzo, ·m archese di San Filippo). Storico SMdo, n. a Cag liari m . all'Aia (1669-1 726). .Nel 1707 ebbe da Carlo II di Spagna il comando mil. della Sardegna . Domò una ribclE,me di partigiani del1' Austria in ' Ga llura. Avendo la Spagna, per o.pera. de ll'Austria, perduto la Sardegna, B. passò nella Spagna ed ebbe da quel sovra1Jo ambascerie ~ Genova e ali' Aia. Fra le sue opere è un « Commentario della guerra di Spagna)> (Genova 1811). Baccarani (Ottavio). Generale med ico, n. a Campogalliano (Modena), m . a F irenze ( 1831- l904j . Entrò nel 1859, quale U fficiale :i\[cdico, nelle truppe dell'Emili:, : incorporato nell'Esercito Sar do ( 1860) Jlre,c p111e quale Direttore dell'Ambulanza d ella 12" Divisione · attiva a lb campagna del 1866. Resse da colonnel lo ( 1880) la carica d i D irettore di Sanità militare della Divisio;ie cl i Roma e quella di Direttore della Scuola di Applicazione d i Sanità ::\'(ilitare; promo·s so maggiore genera le ( 1892), fu addetto all'lspettorato d i Sanità milita re sino al 1894. . Baccelli.ere. Nel medio evo, lo scudiere o il gentiluomo che faceva il primo passo 11el mest iere delle ann i; era ti tolo superiore a Scudiere e inferiore a Ban-deresc. Serviva sotto gli ordini di un cavalie re (Banderese) ed aveva il comando d i sezione di compagnia; per insegna portava un pennone triangolare. Bacchelli (Augusto). Generale, n. a Bologna nel 1860. Dopo l'Accademia mii. e la Scuola d'applicazione di Torin o, entrè nel I 883 col grado d i tenente ne ll'artiglieria , e ne· 1915 en trò in guerra come col. com. il 17° regg. a r t. _P assato ad a ltri co·n1andi di guerra, fu pro-

mosso gen. di br. nel 1917 e generale di d ivis ione nella riserva nel 1923.

por tellone ai la ti del quale era no scritte_ le · sillabe corrisponden ti al , nome di « •batterie >l ( in francese). Di qui l'usa,1za d i chian1are bat-bord, ossia « ba,bordo », il fianco s inistro della nave, e trie-bord, ossia (< tribordo >\, il fianco destro. I termini sono tuttora in uso n elle 'Jllarine, quantunque sia stata modificata radicalmente la struttura delle navi.

Babur (o Babr). Pronipote di Tamerlano, n . nel 1483, m. nel 1530. Nel 1494 venne proclamato imperatore della Mongolia.. R iconquistò Samarcanda con tro i sµo i sudditi r ibe.llat-isi, e s i fece signore del Candahar, di Cabul e dell'Indostan.

Bacchetta. Strumento a forma d i verga. <li Bacc11em Augusto ferro, o di legno, che nei tempi antiehi serviva per calcare la polvRre nell'archibuso, nel fucile, nella p istola. Vuo lsi che inventore della bacchetta pet· caricare gli archibugi sia stato certo Mo-

chetto Velctri nel 1526. Nei tempi moderni serve solo per pulire l'anima del fucile o moschetto. La bacchetta annessa al fucile è d'acciaio e si usa per pulitura

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e per non guastare l'anima, se ne fabbricano di ottone, da servire in guarnigione, nelle manovre d' istruzione, tiro al b--.rsaglio. Coll'invenzione delle prime armi da fuoco e fino all'adozione delle armi a retrocaric<1,, la bacchetta era consideraia come una parte necessaria dell'arma. Tanto più poi, quando non solo doveva servire per calcare la carica d i poli•ere, ma anche intro• durre in modo forzato il p roiettile nelle r i~he, magari con colpi di mazzuolo su di essa.

Bacchettiere. E ra così chiamato in antico l'oper aio armaiuolo incaricato ,ddla costruzione della bacchetta per archibusi, focili, pistole, e di tutti i lavori cli iìnitura ad essa atlinenti. ·Bacohiega (Gio·vattm). Patriotta, n , di Crispino, nel Polesine. Fu ufficiale dell'esercito italiano e m ilitò sotto le insegne di :.\furat ; fu propagatore della carboneria nel Veneto; sopportò lungamente la pi-igionia nello Spiel'berg. L ibera to anelò in America e poi in Francia. Di là, appena udito il primo grido dell'insurrezion'! italiana, tornò in patria per combattere le ultime battaglie; rna, giunto a Firenze venne a morte. Bacchiero. V. Ribadocchino. Baccl (A ndrouico). Generale; n. a Portolongone, m. Siena ( 1836-1907). Solto!. di cavalleria al seT\'izio dt! Governo -"azionale Toscano, partecipò da ten. alla campagna del 1859 e nel 1863 fu decorato <lclla med. d'arg. al val. nella paòficazione delle Provincie Meridionali. Comandò come colonnello il regg. Cavalleria Vittorio Emanuele. Promosso maggior · generale ( 1882), ebbe il Comando Superiore dei D istretti i\liilitari della Divisione di Piacenza e del X Corpo d'Armata ( 18821891), e, collocato in posizione ausiliari.a a sua domanda (1892) raggiunse nel 1895 il grado d i tenente generale nella riserva. a

Baccio d'Agnolo. Architetto del sec. XV, n. di "Firenze. Dal 1482 al 1492, anno in cui mori, fu al sen :izio dei papi Sisto v· e Innocenzo VIII. Ideò nella rocca di- Ostia le casa.matte basse nel p ieno del muro, pei, la dif~sa del fosso. Bacoloéohi (Felice Pasq1i-ale). ).fa to in Corsica nel 1762, -m. a Bologna nel 1841. Semplice capita110 d i fanteria, ottenne la mano di Elisa, sorella di Bonaparte (1797). D ivenne senatore nel 1804 e fu promosso generale. :'.'< el 1805, avendo Napoleone dato alla sorella Elisa il principato di Piombino e di Lucca, Bacciocchi fu incoronato con sua mo!}lie, ma <I.i fatto non fu che il primo servitore di Elisa, Grande Duchessa d i Toscana nel 1808. Dopo la caduta di ~s'apoleone, si riti1·ò a vita pri,•ata. Bacclola ni (Lotario). Patriotta, n. a Vilh1 Callegara (Modena) nel I 796. Nel 1820 cospirò coi carbonari modenesi, fu esule e .prese parte alla guerra civile di Spagna, nelle file liberali. Nel 1824 potè ritornare in patria con « permesso precario J>; si iniziarono allora contro d i lui le persecuzioni degli sbirri. Fu condannato a morte, in contumacia, per aver preso parte ai moti del '31. Di nuovo in esilio divenne agricoltore cd industriale, ma quando sentì· cl1c la patria lo r-ichiama ,·a, tornò e prese p.u-te alla spedizione di Savoia nel 1834 e .nel 1848 ; ~entre si preparava a partecipare alle guerre dell'jndipendcnza, cessò di viv~~e.

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. Bacoon (Sera.fino) . Generale, n. e m. a Chiomonte ( 1845-19 12). Souot. d'Artiglieria nel 1865, fu promosso Colonnello nel J897 ed ebbe le funzioni d i Di.rettore d' Artiglieria in Venezia. Collocato in posizione ausiliaria a sua domanda (1901), raggiunse nel 19 10 il grado di llfaggior Generale nella risena. Carlo JJaccon. Generale, n. e m. a Chiomonte (18501916). Sottot. di Fanteria nel 1870, fu promosso Tenente Colonnello nel 29° Fanteria nel 1899. e, collocato in pos1z1one ausiliaria a sua. domanda. ( 1902), raggiunse nel 1915 il grado di lvlaggiore Generale ncll:L riserva.

Baccon (Sir Regi11ald). Ammiraglio inglese, n. nel 1863. ) 1[entre era iruba,·cato sulla corazzata. « Camperclown >>, da tenente d i vascello cbhc la medaglia d'ar-

gento al valor di marina italiana per un salvataggi.:; oper:ito a Gibilterra della na,·e « litopia >>. Comandò per primo la (( Dreadnought 1i . Dal 1907 al 1909 fu <lirct• 10rc generale di artiglieria al "Minis tero <lella Jvla~ina inglese. Xci 1909 lasciò il servizio per andare a diriger~ \1110 stabilimento di ar tiglieria a Covcntry. Richiamalo cluran1c la gue rra, venne invialo col primo corpo di spedizione in Frnncia, e nel 1915 fu nomi-nato comandante della Base :c-ra\"a)e di Dover e di tutte le forze marittime mobili che ad essa si appoggiavano. A lui sono dovute la maggior pane dcll<o disposizioni attuate nella )larina inglese per la proiezione del traffico e per la guerra contro i sottomarini. Organizzatore di numerose spedizion i d i bombardamenti con i · monitori contro le coste delle Fiandre, ne diresse personalmente la maggior parte. E ' ;,..utore d i varie pubblicazioni sulla grande guerra, fr:t le quali: « La sentinella di Dowcr >l, libro import<1ntissimo_ sia dal lato storico che tecnico.

Baohe (Hnrtma-mi). Ingegnere norda111erica110, n. d i Filadelfia (1797-1872). Fu nominato generale del Genio nel 1865. Diresse importanti opere, come la diga d i D elaware. Inventò un sistema cli cementazione, col quale fu ·p ossibile costruire sopra ba nchi cli sabbia. Bachelin (A 11.g usto). Pittore mii. svizzero, n. a X enenburg, m. a Berna (1830-1890). Serv-ì sotto Garibaldi nel 1859. F ra i suoi quadri è una pregevole « Entrata dell'esercito di Bourbaki nel territorio svizzero r ,

Bach e I u ( Gilberto). Generale fra ncese, n. a D òle nel 1177. Uscì giovanissimo, sottotenente, da.Ila scuola del Genio di t:.\Ietz. Fece la campagna del Reno, e poi quella d'Egitto. Nel 1802 fece parte della spedizione destinata alla con• qllista <li San Domingo, come colonnello dèl Genio. Ritornato in Francia. nel 1809 ottenne il gra do d i generale ,Ii brigai.a. N cl 18 11 fu lomandante in seconda della piazza di Danzica . Partecipò alla campagna .d i Russia, e comandò la retroguardia nella ritirata di Tilsitt a D a nzic;;t, ove restò fino alla r~~a della città (I febbraio


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1813). Fu quind i promosso generale d i divisione. Riprese le arm i· nel 1815, ed a Waterloo, rimase ferito. Tornato a Parigi dopo lo scioglimento dell'armata. della Loira, venne arrestato ed esiliato. ~ ichiamato in pat1·ia verso il 1817, entrò a far parte dello stato maggiore dell'esercito.

Bacher bach. Torrente nell'alto Ca<lore (nord-est di .Misurina). l\asce dalle pendici occ.identali di Cima Undici e si unisce, dopo breve corso, col Boden bach. concorrendc a formare i laghetti Boden. In questa regione si svolsero notevoli operazioni nell'agosto 1915 da parte della 2• divisione (gen. Bertotti) de! 1° Corpo <l'Armata (gen. Piacentini) per la conquista delle posizioni montane <lei Toblinger Rjedel e dcll'lnnichen Ricdel, che coprivano lo sbanamcnto austriaco di ]...an<lro--Platzwiese. L e operazi\mi, iniziate il 12 agosto e p rotrattesi fino a l 19, tra notevoli difficoltà di terreno; ci dettero il possesso della linea avanzata nemica nelht conca dei laghi Bodcn, nonchè quello ciel margine nord delle Lange Alpe e_Sattele Berg . Bachman n (,barone Iacopo Leger di B.). Generale delle guardie svizzere '<li Francia, n. circa il 1750. Molto si adoperò per la d ifesa d i Luigi XVI, dando gli ordini p iù severi, ma non fu obbedito. Morì sul pati• ·,bolo. Un suo fratello, barone Niccolò di BachmannAnderlet z, n. n el 1740, 111.. nel 1831, fu pure fen·ente <lifcusore di Lu igi XVI; rifugiatosi nella Svizzera, vi organizzò un reggimento, col quale si pose al serviziQ del re .di· Sardegna. Costituì quindi nella Svizzera ·un a ltro reggi.mento e servì l'Inghilterra, scgnac· landosi a Zurigç,, a T-eldkirsch ed a Zuth, dove fece prigioniero un corpo di miLizie. francesi .

Bacinetto. Verso la fine d~l Secolo :XIV, per rendere p iu sicura l'accensione della carica negH 'archibusi, si pensò d i praticare rii foro sulla canna d ell'arc hibuso, non più in alto, ma sul fianco destr o della canna stessa, e nel punto cli sbocco all'esterno, la canna fu provvista di un orlo anulare, il quale fu chiamato

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ed infine anche con visiera. Fu in uso dal XIII aJ XV secolo.

Bacinetto g·r ande o d'assalto. La copertura. era_ ancora sfer ica o quasi, ma molto larga, oltre la misura della nuca.; cosi pure era molto ampia, .spiovente, la tesa, quando c'era, cd in genere molto ·sporgente sulle spalle e sulla schiena. Esso serviva per le truppe a piedi che an davano all'assalto di luoghi fortificati: questo coprica po a forma quasi cli campana a veva lo scopo di pro-

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1,. naeìne,t.to tedesco (nne ciel secolo· XIIJ); 2, .Sael~ netto Jn~·Jese (met.à ciel secolo XIV);, 3, Baclnc-tt-0 italiano con orccel1ie (secolo >.."VI) ; -i, Bacinetto cl'a!.-· · salto (secolo XV-1)

leggere ampiamente il capo e le spalle dai materiali, e dalle• armi eia gitto, lanciate .dalle qife~.c :<]dfavver,s<1-~ rio. TI moderno elmetto teclesco .. l1a una · fqrte_ r1!.S ~Ipiglianza , specie per le dimension i dc.Ila copertura del capo, con i ba cinetti d'assalto an tichi. .. {'; Oltre a queste due specie principali, si usò -un , bacinetto « a ca maglio)), a.I quafo era a ttac,cato, con, ~ .c i o <:on un cordone, il camagÌio per .proteggere .il . èciJ!o e le spal·le. '

Bacino (d·i carenaggio e di, raddobbo) . E' tji -~mma n eces,;ità, specialmente nelle navi ,pa guerra,· •poter procedere a frequenti ra~chiature, pulit~re e vernicia' ,,,.,_ . · ·-- i •• • • • ture della ca.rena, s ia pér I.a btjona 11laqli°tenzione dello scafo, sia percbè una nave con carena sporca.. "ish.d e Arma a Jiacinetto laterale (1500) rnolto <letla propria velocità, - 'e ·.ia v,elocità, 0Jfre;, essere un fattore economico ( consumo di carbone) . è bacinetto, per la sua concavità a mo' di bij.Cino . I n esso anche un fattore m ilita re di p rimaria. importanza. ' Per s i collocava una piccola quant~tà di polvere destinata eseguire ciò s i _p rocede alla. immissione · della n ~re'./,in ad essere infia111111ata dalla mi<:cia; comunicando questa bac.i no, eh.e può essere in muratura o galleggian te. · I -polvere, a mezw del foro, <:on quella della carica, ne bacin i in 111\lratù_ra sono grandi cavità praticate in ' ;vièiprovocava l'accensione, ed il colpo p artiva. Fu un'innànza del mare; ,aven ti la sezion e orizzoatale- i-eita.ngon ovazion e <li poco momento per se stessa, ma che por· l_are e la sezione verticale trapezoidale éon la _bàse tò un grande miglioramento nell'efficienza dell'arma da · ··p eriore in alto. I bacin i sono chiusi nel senso dèlla fuoco. Ìunghezza dalla parte di terraferma c~n là . mi.r:aèu;a Bacinetto. Armatura del -capo, così ·chiamata forse stessa; da!l'altra, verso il mare, sono in con{un i'c;<\:ZÌ0l}e perchè la sua forma. dava l' idea ,.Ji una bacincHa. Se coll'acqua, ed hanno ,una -proJoF1dità, r ispetto af pe_ fo ne ebbero di due specie; iacinelto piccolo ( o cerveld i superficie, di 8-10- 12 metri, a seconda delle liera) il quale consisteva in una copertura di ferro sesioni orizzon tali. I fianchi e il fondo del -bacino sono misferica o conica che copriva la nuca, alle volte senza rivestiti : eci; pletra viva da taglio e p orta.nò speciali alcuna or latura, altre '\'olte con ·leggera tesa uguale di · risalii, ·sui quaÌi vengono a.ppogg.iati i puntelli che se.t'sporgenza tutt'atton10, a ltre volte ancora .con -orecchie, . --vono·' à> rilant-ener diritta· la nave quando il bacino è a bacinetto laterale (1400)

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BAC

-

888 -

Baclno in muratura quasi p r osctuga:to. Si voo.e Ja fi la delle rnrebc centrali sulle quali appogglerà 1à chiglia della nave asciu tto. II fon<lo si chiama platea cd è guarnito con .parati e taccate per seguire la forma della chiglia e de1le parti inferiori d ello scafo. Quando il bacino è ape rto, è dpieno di acqua, e la nave può entrarvi .con1e in una co1nune insenatura;

una volta immessa nel bacino, la nave è centrata nella sua giusta .posizione e si chiude il bacino con una spe-

,,

cia le porta d i ferro, detta « battello porta>). Allora si esaurisce l'acqua mediante apposi te pompe. Man mano che il bacino si prosciuga, la. n~v•e poggia sulla taccate e viene p untellata su i fianchi. La parte a nteriore del bacino ha una parte a forma svasata, con la sogli3. o rizzontale che si chia ma « camera d i introcluzion~ » e che serve a facilitare le operazion i di immissione. Que-

Immissione dell'a~ua attraverso alla pOt'M del bacino


BAC

-

889 -

BAC

Ar5enale oon set navi in bacino

osta parte porta gl i i1fcastri e i risalti che servono a farvi poggiare il ,battello porta quando si chiude. Molti ibacini sono divisi in due parti nel senso della lunghezza .,e portano a metà gli incastri per l'uso del battello

porta. Il dispositivo permette così di adoperare, in caso di navi picco!~, soltanto la metà anteriore del bacino. Il battello porta è provvis,to di un enorme cassone galleggiante di ferro trapezoidale, conveniente-

Nave da battag-lia in bacino in muramra


BAC

-

890

:t ___.;,--.~-

:'l'ave ,la J,Mtaglia 1,n bacino_ gaUcgs-Iante

mente zavorrato, in modo dn: farlo rimanere sempr e nella posizione Yerticale, e avente il profilo delle parei i d i tracciato speciale, che lo rendono atto a sopportare le forti pressioni che si verificano quando è messo a posto, ossia con la sola superficie esterna a contatto de!Pacqua. Il battello porta è d iviso interna mente in ta11ti compartimenti stagni,- nei quali può essere immessa dell'acqua per aumentarne il peso. :M entre galleggia viene presentato dinnanzi all'apertura del bacino in corrispondenza degli incastri della muratura, poscia si r iempie d 'acqua e si fa affondare fino a toocare la soglia inferiore, combaciando ermeticamente con l'apertura. Ciò fatto, si in izia l'esaurimento dell'acqua nel bacino, e la p<>rta rimane aderente per effetto della differenza di pressione fra l'esterno e l' in tern~. A bacino completamente vuoto, si al?rono le casse della porta e si scaricano pure queste ncll'in terno del bacino, procedendo ad ulteriore prosciugamento ,cli questo. Il macchina.io d i esaurimento è costituito da pompe centrifughe di grande poienza azionate da motrici di vario genere. Un ba.Cino moderno delle d imensioni d i : Lunghezza m . 250, larghezza 111 . 30, profondità m. lf, può essere completamente vuotato in meno di 3 ore. Lateralmente al baci110, su robusti carrelli scorrevoli; sono sistemate forti grue che servono alla mano\"ra dei grossi pesi quando è necessario procedere a gra11di riparazioni delle navi, men tre stanno all'asciuttd. Vi sono inoltre potenti ar.gan i e verr icelli per le ma_novre d i tonneggio d ella nave nelle operazioni d i entra ta e uscita dal bacino. T utti gli Arsenalj l:li Stato e le Basi N avali sono do_t.3ct~ .9! ~'!n riley#nle numero d i bacini d i carenaggio d i varie dimensioni, essendo per le na vJ d~. guerra ne-

ces~ario d isporre d i rapid i e potenti mezzi d i r iparazio.ne, specia lmente quando si deve· rimettere in efficienza una nave offesa nella parti subacquee dello scafe.>_ Per questo secondo ed importante t1so i bacini vengono ch iama ti indifferentemen te di carenaggio (f di, raddobbo. Quando la nave, è stata r iparata cd è p r_o nta a riprendere rl mare, si dà acqua al baci.no, e loscafo galleggia nuovamente, liberandosi senza a lcun, lavoro dai puntell i, i quali, all'atto <lcHa immersione, erano stati sistemati in modo da permettere ta le so.luzione. V i sono località che per la natura del fondo e quella, delle r ive non permettono la.. costruzione di bacin i in muratura; ve ne sono a ltre, come le coìon ic, le basii: navali imp rovvisate, ecc., ove non è conveniente costruirvi fin dal tempo di pace dei bacini di carenaggio~ mentre la presenza di questi d iventa necessaria inc tempo ,di guerra. Per queste ragioni si sono ideati ;: bacini galleggianti, i quali risolvono alhretta~to beneil ])roblcma del!'f· carena.tura e del raddobbo. La costruzione di un bacino ga lleggian te presenta grandea nalogia con la costruzione di una nave. Ii bacino galleggiante è costituito essenzialmente <ht u11 enorme cassone parallelepipedo e met,dlico, suddiviso in tanti compartimen ti stagn;, e munito d i due fianca.te verticali laterali a doppia paratia, suddivise a loro volta ia casse stai;ne. Il cassone costituisce la piattaforma inferiore, sulla quale '])oggcric la nave; le fim1cate ser vono a sostenere i puntelli ~he ma11terranno dritto _loscafo quando sarà immesso nel bacino. li bacino normalmente ga.lleggia; quando deve r icevere la _nave è riempilo parzia lme!ite _dj <).Cq11a ed èfatto affondare fino alla profondità voluta. Vi s i fa.


-

B AC

891 -

BAC

ELENCO DEI BACINI DI CARENAGGIO ESISTENTI IN ITALIA AL 1925

I

BACINI IN MURATURA DELL'AUTORITÀ MILITARE LocALrrA

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BACINI IN :\'tURATURA APPARTENENTI A ENTI PRIVATI :\J unici pa le 207 28 i 9,5 I s4.ooo ))

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BACINI GALLEGGIANTI MILITARI

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~ 892 -

allora entrare la na,·e e si pompa 'l'acqua dalle casse stagne del bacino facendolo gradatamente galleggia.re fino a eh~ avrà portato fuori ncqua tutta la nave che deve essere ca rena ta. Esistono bacini ga lleggianti capaci di sostenere in tal modo navi di 40 m ila tonnellate di spostamentr,. Quasi lutti i moderni bacini galleggianti hanno aryche un'altr:i particolarità; possono cioè essere, scomposU nel senso della lunghezza in due o lrc parti del tutto identiche. Questa particolarità pcrme!tc di staccare un pezzo e sollevarlo dall'acqua per mezzo degli altri due, in maniera d; raschiarlo e dipingerlo, e farvi la do\"Uta manutenzione. Questi bacini si chiamano auto-carenabi li. Il bacino galleggiante porta in se stesso le pompe di esaurimento con rchtive motrici, gli argani, le gru, ccc., in modo da essere completamente indipendente dalla terra. Può essere rim.;rchiato in qualsiasi località, ed ivi servire senza bisogno di preparativi, se si eccettuano quelli ordir.ari di ancoramcnto e di ormeggio che si usano per tulle le navi. Vi sono infine bacini galleggianti che

BAC

Bacino di salvataggio dei sommergibili. Coll'a,,vento del sommergibile si sono ideati altri due tipi di ba,c1ni: il bacino <li salvataggio e quello di prova. Di bacin i di salvataggio, ogni ,marina da guerra ne ha ideato uno a modo suo; tuttavia può dirsi che abbiano tutti caratteristiche simili e siano •basati sullo stesso principio. li bacino di salvataggio per sommergibili è semovente, ossia h:i. macchine proprie che gli impri-

B~clno 1·a<1<1obbo e salvataggio somme rgibil i

n;ono una velocità di circa IO mgl.. ed è un compromesso fra il bacino galleggiante e la nave da carico. Infatti può dirsi costituito da un grande bacino galleggiante con le due :fiancate r iunite in alto mediante un ponte, in luogo di avere fa platea nella parte inferiore. Le due fiancate hanno inoltre forma affinata verso prora, in modo da dargli la possibilità di fendere l'acqua senza grande resistenza. E' munito di forti catene lungo le fiancate e di potenti mezzi di ri-

Dacino radclobbo e salvataggio $ommcrg-lbl!i

l1anno soltanto una. fiancata laterale invece di due, in modo da ri5ultare a forma di L. Questi bacini hanno il ,·antaggio di poter\'Ì immettere la na,·e anche di fianco e non impongono limitazione (entro <late misure) alla -larghezza degli scafi. Occorre però spesso munirli di connessioni a parallelogramma articolare con la terra ferma, per mantenere l'equilibrio e la stabilità durante le operazioni di a;cesa e discesa. I bacini galleggianti sono usati largamente in spe.. cial m0do · per il naviglio sottile e i sommergibili, ed ogni Marina da guerra d i9Ponc di un buon numero di essi, che vengono dislocati al momento opportuno nelle località previste, ,, seconda dei teatri di operazione. Prima dell'adozione clelle pompe, l'uomo seppe sfruttare, per r iempire o vuotare i bacini di carenaggio, il fenomeno naturale della marca, specialmente nei luoghi m cui la differe111,a di livello dell'acqua era di molti metri fra l'alta e la bassa marca. Tuttavia si ha notizia di bacini di carenaggio adoperati dagli antichi Egiziani, i quali erano· diventati esperti nell'idraulica, per la necessità di convogliare le acque del Nilo a scopo di colonizzazione. Ai tempi della marina remica e velica, la pulizia e il raddobbo delle carene era fatto tirando le navi in secco. S i ha tuttavia notizia di vecchi scafi opportunamente modificati ed adoperal i, per immettervi navi minori, a guisa di bacini galleggianti.

Bacino prOV'l\ sommergibili

tenuta. Serve per le profondità alle quali possono andare a lavorare i palombari (50 metri circa). An•enuto il sinistro che impedisce al sommergibile di risollevarsi dal fondo, e dconosciuta esattamente la ubicazione dello scafo da salvare, il bacino d i salvataggio si reca sul posto e si ancora di prora. e di poppa.


BAC

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893 -

B.-\D

13aeìno per prova dl $Ornmerg11Jili Manda poscia i palombari a .fissare le catene lungo lo scafo del sommergibile agli a,ppositi anelli ( maniglioni) di cui il sommergibile è mun ito per costruzione (misura precauzionale). Una volta fissate le catene, queste vengono tesate il più -che s i può; quindi il bacino d i salvataggio immette acqua nei cassoni laterali immergendosi, e ricuperan do · le catene. Arrivato al massimo dell'immersione consentita dal toirn~llaggio del ba.cino, si fissano le ca tene ben tesa te e con la pompa d i esaurimento s i vuotano nuova mente le casse. · Il bacino di salvataggio emergerà per la -propria spinta di galleggia mento e staccherà il sommergibile d al fondo. Salperà quindi le ancore e dirigerà a lento moto verso acque p iù .basse, finchè il sommergibile non toccherà nuovamente sul fon do. Allora si •r ipeterà la manovra del riempire le casse delle fiancate del bacino di acqua, tesare le catene e vuotare nuovamente le casse risollevando il sommergibile. Il bacino dirigerà di n uovo verso un fondale minore, e ripeterà tante volte l'operazione, fino ad a ver portato .il sommergibile entro le due fiancate laterali: nel qual caso gli sarà pcssibile estrarlo completamente dall'acqua. Ad ogni operazione si ricuperano -circa 4 11Jelri in a ltezza. Si vede quindi ,che il numero delle volte in cui bisogna ripetere l'operazione di sollevamento è sempre rilevan te .

Bacino per prova dei sommergibili. I sommergibili sono fatti per sostenere una. pressione massima esterna, che varia a seconda del tipo di battello . e della grandezza dello stesso. Detta pressi~ne è quella che determina evidentemen te l'attitudine del sommergibile a d immergersi a. pii1 o meno profondità. I primi sottomarini n on potevano superare i 20 metri; poi si è arriva ti a. 40, e con la guerra si raggiunsero gli 80 e i 100 metri, essendo stata questa profondità ancora sorpassata nelle più recenti costruzioni delle princ ipali Marine <la guerra. Per con trollare la possibilità di sostenere queste p ressioni, si sono idea_ti i bacini di prova, i quali non sono altro che enormi cassoni tubolari robustissimi, che possono contenere il sommergibile: hanno chiusure ermetiche, e si può fare a ll'interno di essi la pressione che si vuole. Con questi bacini di ,p rova non è necessario immergere il sommcrgibil~ a 100 metri <li profondità per vedere se può sostenere la ipressione d'acqua che s i veri.fica in quella posizione. Lo si introduce nel ba-cino. si fa uscire tutto il personale, s i mettono strumenti di controllo nei vari punti 'Clelio scafo per misurare le eventuali deformazioni e infiltrazioni di acqua, si chiude ermeticamente il bacino e si crea all'interno di esso

le pressione che s i vuole o ttenere, mante nendo il sommergibile sotto questo sforzo per il tempo -prestabilito.

Bac-Le (Combattimento di). Appartiene alla Campagna francese del Tonchino nel 1884 , Dopo l'occupa zione da parte dei F rancesi d i gran pa.rte <lei delta del Fiume R osso, ai prim i d i giugno fu firmato a Tien-Tsin un trattato d i ,pace con la Cina; in base al trattato i F rancesi vollero occupare subito l'Alto Tonchino e inviarono da Phu-Lang-Thuong su Lang-Son

1' Fortini} Ci' . ----1►► mesi

O Campo li-ancese una colonna ( ten. col. Dugcnne) d i 700 uom ,m; ma questa il 23 giui:,'Ilo incontrò oltre Bac-Le, a.I guado di Sung-Hoa, dei posti cinesi r imasti nel Tonchino nonostante il trattato. I Cinesi rifiutarono di riiirar si e la colonna avanzò egualmente; ma alle 4 pomeridiane essa fu accherchiata da numerose forze cinesi in terreno boscoso e dominato dalle alture d i N ui-DongNai ed attaccata più volte invano; il giorno dopo, 24, i Cinesi rinnovarono gli attacchi ed i Francesi furono costretti a. ritirarsi su Bac-Le, ove s i asserragliarono in attesa di rinforzi; ma con questi venne anche l'ordine di r ip"iegarc su Phu-Lang-Thoung. I Francesi per-


'' BAC

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894 -

dettero a Bac-Le un centinaio di uomini fra parecchi ufficiali.

quali

Baoler d'Albe (Barone L1,ig1). Ingegnere e Generale francese, n. a Saint -, Pol, m. _a Sèvres , ( 17611824). Fece le campagne d'Italia agli ordini del Bonaparte, e da lui venne nominato capo degli ingegner-i geografi. Nel 1823 era capo all'ufficio di topografia d e I Ministerc della Guerra. P iresse i lavori di cartografia e fece eseguire molte carte, fra le quali - a Mihmc - quella del teatro della guerra in Italia (30 fogli), completata poi da un'altra dell'Ital'ia Meridionale in 22 fogli. Bac-Ninh (Battag/-ia di). Appartiene alla ~ampagna francese del 1884 nel Tonchino. Ai primi di marzo 1884, la 2• brigata francese avaQzò da Hai-Duong risalendo il Sung Cau, e la l' brigata da Hanoi. L;8 marzo la 2" brigata marciò su l:lac-Ninh appoggiando la destra al Sung Cau.. I Cinesi occupavano una linea di villaggi. ,Coll'appoggio dell'artiglieria, la 2" brigata conquistò due fortini che fiancheggiavano la posizione nemica e vi si stabilì, attendendo che la I ' brigata raggiungesse i suoi obiettivi, il che avvenne J! l l; allora il comandante in capo fr.u1cese, generale Mil lot,

BAD

doveva attaccare la !inèa dei villaggi; la 1• brigata doveva impadron irsi dei forti di Trong-Son ed avvolgere il fianco destro <lei Cinesi. Il 12 marzo, alle 8,30 ciel mattino, la 2·' · brigata iniziò il combattimento attaccando la linea dei villaggi, mentre la flottiglia cercava di sfondare lo sbarramento del fiume, e batteva le ridotte che lo difendevano ; in breve i Francesi conquistarono il villaggio di Xuon-Hoa e le difese JW1go il fiume. Allora i Cinesi spostarono tutte le loro forze dalla parte di Nam e del Trong-Son c.ercando avvolgere la sinistra francese che, tardando l'azione della 1• brigata, non era riuscita acl avanzare; la s(nistra ( 1 oattaglione) dovette essere riu forzata con un altro battaglione e riusci così à respingere gli attacchi cinesi; alle 13 ii Cinesi sgombrarono il villaggio di N am, tentando l'ultima i:esistenz:i. sul Trong-Son ; ma, attaccati sulla fronte e sui fianchi, non tardarono ad a]jbandonare anche questa posizione. Intanto fa ,!estra francese (2' brigata) e la flottiglia avevano progredito verso .il forte di Dap Can, munito di artiglieria, dominante il fiume, che venne bombardato da lle cannoniere e conquistato. I Francesi aprirono tosto il iuoco sulla città; i Cinesi, dopo breve azione d i fuoco, si ritirarono verso N. O. ed una · piccola colonna francese potè occupare la città e la ciÙadella la sera stessa. La 1• -brigata, con erano il generale :MiJ lot, \?reso il Trong-Son, ignorando che la città era caduta, sostò e 11011 vi entrò che il mattino seguénte. I Francesi, che erano circa 14.000, ebbero nella giornata una settantina di uomini fuori courbattimento. I Cinesi, che erano circa 20.000, perdettero un migliaio di uomini.

-cui

Bacu la. Specie di tra bocchetto che si poneva s1nticamen te- all'en trata delle porte delle fortezze, affinchè l'assalitore vi ·precipitasse a inganno.

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· • Fort/nicinesi -ordinò pel giorno 12 l'attacco della piazza di Bac-Ninh. I Ci1iesi; temendo un attacco dalla parte di Hanoi, avevano eretto da quel lato maggiori difese; i Fran'ç esi decisero allora di svolgere l'attacco principale dal1'est, appoggiando Ja r!estra al Sting-Cau. lungo il quale ·avanzava una flottiglia armata di cannoni. Da questo Ìato i cinesi occupavano, a 6 km. dalla piazza, una fineà di villaggi fortificati, collegati ifrà icirb da tri~ce~, Ìl ppoggiandosi a sinistra ·à l fiume Su11g'-Cau; che' ave~ vano sbarrato a destra·, al nrassicdo 'del ·Trorìg-Son, la cui cresta erà coronata· da 4 fortini. ' La 2• brig_a'tà

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Badajoz (An.t. P a.-.; A u.gusta). Città fortificata della Spagna, sulla sinistra della Guadiana. I diversi contrafforti che scendono dai colli di Albuquerque e di i\lbuhera le fanno corona, dominandola tutt'intorno, sì che lè opere di difesa hanno dovuto_ occuparli. Sulla ·sinistra del fiume il forte Pardaleras è posto a difesa del lato più debole e più accessibile, ed -il forte PicuriÌla guard:i. le provenienze dalle strade di Siviglia e Merida, fiancheggiando a destra il forte Pardaleras, ed a sinistra il bastione -della Trinità che sale sino al Castello; posto nella parte più elevata della città. Al di là del fiume, completàno la difesa una testa di ponte cd il castello di S. Cristoforo; quest'ultimo ha un ampio dominio sopra quel trafto di vallata ove il Gcbora da ·un lato e l' Albuhera dall'altro ·si gettano nella Guadiana. Fin dai tempi più remoti Badajoz fu . teatro di operaziÒni mil itar~ giacthè il suo possesso era intie,·a• mente collegato a quello <ldl'Estremadura ed in parte ragguardevole anche a · quello del Portogallo. Conob• bero l'importanza di Badajoz i Goti quando, nel V seèolo, inv·àse1:o la S.pagiÌà sta,bilendovi il loro dominio, e' ·p oscia gli 'Ara·bi, con , q11ali la conquistò Ab<lèraman III nel 930. I Portoghesi' la tolsero ai M usulmani nel ·secolo XII. · I Mo~i" però, ugualmente ihtcressati a ··èon<'. s~rvarne il possesso, perchè' ~.icina ali' An,Ìa!usia, che era il tentro dèll:v foro a utorità rlella Spa-gna, riu.s cirono di nuovo a stab'ilirvisi, fìnchè' .-non ne furono <l'etinitiva•

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mente cacciati nel XIII secolo da r\ l[onso IX d i Leone ( 1227). N acqucro poi contese circa il suo possesso fra gli stessi Spagnl!oli e Portoghesi, e p iù volte i dissidi dovettero risolve1·si con la via delle armi; nel J.336 invano la assed iò Alfonso VI del Portogallo; gli 'Spagn uoli, piì.1 fort i nella p~n isola , conservarono Ba,dajoz nei loro domini; nel 1642 ancora i Portoghesi, e ;poi nel 1658, e nel 1705, tentarono invano d i impos'sessarscnc; in quest 1ultin10 anno rfurono cosiretti a xitirarsi dal marescia llo di Tessi,, Nel secolo XIX quella piazza fu chiamata a n uove prove ·per opporsi agli eser.citi' di Napoleone. 0

I. A sse&io di Badajoz (1658). Don G iovanni :Hen.dez Vasconcellos, s i pxesentò davanti a B . il 13 giugno ii558 con un cscroito portoghese cli 17.000 u., due mortai e 20 cannoni. La piazza era d ifesa per gli Spagnuoli ,dal marchese di Lanzarote con 4000 fanti e 1000 ca·\•alJi. Il 22 Vasconcellos assaltò invano il forte d i San ,Cristoforo (« Cristobal »). P assò allora. sull'altra riva ~el fiume, e H 24 setteni.bt·e lJiÙs~l a prendere il forte 0 <li San 'Michele. I difensori con trattaccarono cncrgicameùte, respingendo var1 assalti dati alla ,piazza. Frattahto don Luigi d i Ha:ro, con 8000 fanti ·e 4000 cavalli ·sp'agrii.toli, si· avvicinava al sòccorso degli assediati, e allora ' i "Portoghefr (-13 ottobre)· si' cleòsero ,a togliere l'assedio e a ritirarsi, dopo di a,·cr pércluto 6000 u., la

maggior parte a cagione della peste scoppiata · nel lo ro campo. II. Assedio d-i Badajoz (2 febbraio - 11 marzo 1811). Il 2 fobbraio i Francesi, agli ordini del maresciallo Soult, posero l'assedio a lladajoz. Le truppe assedianti ammontavano a 12.000 fanti e 3800 cavalli, con 54 cannoni, al comando d iretto del maresciallo l\!Iortier; il Soùlt osservava i contini del Portogallo e le strade cl' Ayamonte. Da pochi giorni il Generale d'art. Bourgeat aveva inizia to il bombarda.mento- della p iazza, quando lord Wellington inviò trnppe spagnuole a Badajoz, con il compito d i occupare le a lture di S. Cristoforo, al di là della Gua<liaiia, e prendere parte alla d ifesa della piazza. Il G.e nerale 'Latow· )faubourg, compresa l'importanza di quella occupazione avanzata, più volte tentò .di scacciarne il nemico, che, sotto la p rotezione diretta deHa piazza, del forte di S . Cristoforo, e favorito dall'ostac9lo del torrente Gebora, la mantenne saldamente, non solo, ma permise agli assed iati frequenti so~tite, che il solerte Governatore Menacbo, ,che disponeva' di 9000 u. di guarnigione, soleva egli stesso condurre con'.ro gli approcci pratica.ti dai F rancesi. Una soi·tita che merit-à• s peciale menzione fu ·quella d el 7 febbraio; la fanteria, 'protetta d.i. u n corpo d i cav:tlleria, ' era l'iuscita ·/id· occu-


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pare una parte delle -.rintee nemiche, quando, accorsa di ·questo momento perchè, essendo il Soult attratto dal~ la riserva fr~ncese agli ordini del Generale Gazan, gli le operazioni verso i monti d i Granata ed avendo u; l\farmont le proprie forze disperse, ritenne di p oter spagnuoli dovettero ripiegare pagando caro il loro ardimento, con una perdita di circa 600 uomini, tra 1 operare intorno a Badajoz prima che l'uno o l'altro deì qua li il ]Jrigadirre d 'Espana Ierito ; mentre i Franmarescialli francesi potesse giungere in soccorso della cesi, secondo la loro versione, non avr~bbern avuto a p iazza. Wellington dette corso ai lavori d i approccio deplorare p iù di 200 perdite. per raggiungere la testa di ponte di S. Rocco, mentrcHamilton tentava attrarre l'attenzione del nemico ver~ L ' 11 febbraio i Francesi attaccarono il forte Parclaleras guarnito di 6 pezzi d'artiglieria e 400 uomini, ma . so il forte S . Cristoforn. II presidio francese di Badajoz era ancora comandato dal gen. Filippone, e si': l':Htitudine del Generale Carrera sulle altu re di S. Cricomponeva di 4400 u. li 25 marzo gli inglesi (16.000 sioforo rendeva incerta la riuscita dell'attacco. Allora u. con 70 cannoni) iniziarono il bombardamento con 6intervenne il Soult, che il giorno 19 portò la fanteria batterie postate lungo la prima paraJ.lela, rovinando la del gen. Girard e Ja cavalleria del gen. Latou r-:.\-faudifesa del fronte d'attacco e aprendo una breccia nel bourg sulla destra del Gebora ed attaccò le altui-e d i forte della Picurina, che su bito attaccato dal Generale· S. Cristoforo. che gli Spagnuoli furono questa volta coK empt rimaneva in suo possesso. Immediatamente dostretti ad abbandonare battendo in ritirata, perdendo po occupata que.s ta ,parte, fu distesa la seconda paral800 11. morti e feriti, e 3000 prigionieri, oltre a tutta lela sino al ripieno di S. Rocco ; vi postarono delle l'artiglieria. Nonostante lo scacco subito dalle truppe ' batterie, ed il ,30 marzo fu riaperto il fuoco ch e promobili, il presidio d i Badajoz non si perse di animo; dusse tre breccie nel corpo della piazza. Ottenuto que- · si difése strenuan,ente, fino a che, sopraffatto dalle fo rsto risultato, gli Inglesi determinarono d i attaccare seze soverchianti dell'assediante, e caduto ucciso il cocondo due direttrici : il gen. Picton doveva puntar~ mandante Nienacho, dovette arrendersi ( 11 marzo); la verso la partb del Castello che guarda la Guadiana, e resa avvenne solo dopo aver ottenuto dal vincitore la il gen. Wilson doveva attaccare il. forte S. Cristoforo, sicurezza dei cittadini, e l'onore delle armi. 1 Franmentre i gen. L eith e Walter esegu ivano dimostrazioni• cesi rinvennero in Badajoz abbondante bottino nel qua vexso i colli d i Pardaleras. II difensore, assalito di le erano 170 cannoni; ma la loro vittoria giungeva fronte ed alle spalle, dovette soccombere, e Baclajoz, troppo tardi per contribuire favorevolmente al nsto l'importante baluardo dell'Estremadura, venne conqui-delle operazioni. Le loro perdite ammontarono a 200 u. stato dagli inglesi (6- 7 aprile <1812). Il Soult ebbe avIII. Aswlto di Badajoz. Il 4 maggio 1811 gli alleati, viso troppo tard i dell'azione inglese contro la piana, e,. comandati da Beresford, assaltarono la piazza di B. benchè mossosi subito colle sue truppe, giunse a po-p~r tentare di riprenderla. L'assalto, dato dalla parte che miglia da B adajoz quando questa era già caduta,sinistra della Guadiana, con 5000 inglesi, r inforzati d a l1'rattato di Badajoz (6 giugno 1801). Temendosi a · la p rima d ivis. del 5° esercito spagnuolo, comandato Lisbona l'invasione delle truppe Francesi, Spagna e· da don Carlo di Spagna, non riuscì. Il giorno 8 BePortogallo, che da poco si trovavano in guerra fra, resford tentò d i assaltare la fortezza dalla riva destra loro, stipularono in Badajoz il ·6 giugno 1801 un tratdel fil1me, ma venne conten uto dai difensori. Decise tato di pace nel quale fu convenuto quanto appresso: a llora di aprire le parallele, procedendo a regolare inIl Portogallo chiuderà i ~ i porti agli Inglesi in ·Euvestimento. Comandava la piazza il gen. Filipponc, il ropa e fuori. La S.pagna restitu irà a l Portogallo tutti quale si difese validamente. l n tanto marciava -i n suo i paesi occupati, conservando solo Olivenza col terrisoccorso il maresciallo Soult con 20.000 fanti, 5000 torio e colle piazze poste sulla Guadiana, cosicchè quecavalli e 40 cannon i. All'avvicinarsi di· queste truppe, sto :fiume avrebbe segnato il confine .fra i d ue Stati. La> Bcresford levò l'assedio ( 14 maggio) dopo di aver perSpagna garantirà a l Portogallo, senza eccezione, tu ttii duto circa 700 u., e battè in ritirata. i suoi domini. Nella stessa data, del 6 giu gno .1801, 1V. Assedio di Badajoz. Nello stes;,o mese d i maggio colla mediazione della Spagna, fu stipulato il trattato• 1811, pochi giorni dopo del tentativo precedente, gE di pace tra Francia e Portogallo nel quale si staNli-• Inglesi, comandati da Wellington, ricomparvero davant ; vano i seguenti patti: ·rutti i porti e le rade del Pora B., ancora r inforzati dalla divis. spagnuola di don togallo, in Europa e nelle altre parti del mondo, saCarlos, ora comandata dal gen. Giron. Il 25 maggio rebbero state chiuse a ll'Inghilterra fino a che ·no~ l'investimento si iniziò, con una d ivis. (H ouston) sulfosse stata conchiusa la pace tra Francia e Inghilterra ; : la dr. e d ue ·divis. (Hamilton) sulla sr. della Guadiana. mentre s;irebbero stati aperti a.lla Francia e a i suoi alComandava le operazioni il gen. Hill. Venne aperta la leati. 1 limiti fra le due Gu iane sarebbero determinati" breccia nel for te di San Cristoforo, ma l'assalto tentato in avvenire dal fiu me Arawari; fra le due Potenzefu respinto completamente dagli assediati, a l comando sarnbbe sta ta stipulata una al leanza difensiva e un• sempre del gen. F ilippone. Il 16 giugno, essendosi avtratta to commercia le. Il Portogallo si obbligava a pa-· vicinati a B. i corpi dei marescialli l\.farmont e Soult, gare alla Francia la somma d i 15 milioni di lire,. Wellington ord inò che s i levasse l'assedio anche quemetà in denaro e metà in gemme. sta volta, e si ritirò verso Yelves, mentre i corpi dei Particolare interesse d i questi due trattati è che if due marescialli entravano in Badajoz. Bonaparte ne negò la ratifica, perchè li giudicò inV. Attacco e presa di Badajoz ( marzo-apr ile 1812). tempestivi e. cont~ alla politica generale e in oppoLa guerra in Spagna volgeva favorevolmen te per gli s izione formale4lla convenzione di Madrid del 29 genInglesi sulle due rive del Tago. Wellington, conquinaio 1801. Egli m inacciò la Spagna della perdita delsta ta la piazza d i Ciudad R od rigo, rivolse le armi conl'Isola della T rin ità, se avesse r atificato separa tamente· il su o. La Spagna sacrificò il possesso d i quell'Isola, tro Badajoz per ritoglierla ai Francesi, ed approfittò


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che Napo leone cedette a sua volta all'Inghilter ra, tog liendo d'i mezzo uno dei principali ostacoli alla tan to desiderata pace con questa potenza.

Badalucco. Ant. voce mii. per significare quello che oggi dicesi comune.mente scaramuccia. Corrisponde alla voce vditari dei Romani. Badanellì Donati (Alessandro). Generale, n. ad Armeno (Novara) m . a ~-l ilano (1850- 1924). Sottotenente d'Artiglieria nel 1870, Ju profnosso colonnello nel 1902 a l comandc del 6° Reggimen to .\rtiglieria. Collocato a ripose nel 1908, raggiunse nel 1924 il grado cli Generale d i Divisione nella riserva. Badat (conie èariof· Generale sardo, m. nel 1769. Percorse gran parte della sua carriera nel reggimento di Corsica, e poi nei Fucilieri nel l 755, veRaclanern Alessanclro nendovi promosso colon• nello n el 1758. Fu in segu ito governatore della città e del castello di Cagliari e generale delle armi in Sa rdegna nel 1 i69 . Badeau (.J da1110). Generale nordamericano, 11. d i New York (1831 - 1895) . .Entr.ò n ell'esercito nel 1862 e fece le cam pagne della gue rra di secessione agl i ordini di Sherma.nn -prima, e di Grant .poi, del qua le fu segretario. Fu gravemente ferito a Port H udson. Nel 1869 si ritirò dal servizio cd ebbe incarichi diplomatici. Scrisse, fra l'altro, una « Storia M ilitare di Ulisse S . Grant )) . Baden. Ex granducato de ll'impero german ico, situato fra ' l'Assia, la Baviera, il W urtemberg, la Svizzera e il Pala tinato (superf. kmq. 15.263; popol. circa 2.200.000 ab.) . L'autonomia del B. rimonta al sec. XI, quando venne eretto in margraviato. Nel 1803 il margraviato venne t rasformato in elettorato e tse anni dopo l'elettore Carlo f ederico prese il t itolo d i granduca e allargò notevolmente i suoi domini. Il granduca ro d i 8. fu ammesso nel sec. XIX tra gli stati della Confederazione ger manica, occupando i l settilllo posto, con diri tto a tre voti nella Dieta; il suo contingente nel. l'armata federale venne allora fissalo in l.0.000 uomini, che formavano la II d ivisione dell'VIIT corpo d'armata. Nel 1848 il B. r isen tì. più di qualsiasi alt ro stato della Con federazione gerriianica l'influenza degli avvenimen ti rivoluzionari cht si susseguirono in molti paesi europei. :--.rena primavera di tale anno, in d iversi cenlri del B. si form;rono associazioni di carattere prevalentemen te repuhblirnno e il fermento divenne così · minaccioso che il granduca credette opportuno chiedere l' inter vento di truppe di altl'i stati germa,;ici per r istabilire l'ordine. Il primo scon tro avvenne p resso Kandern il 20 aprile e costò la vita al generale Gagern, comandante delle truppe granducali. Altr i scontri sanguinosi avvennero a lvlann hcim, e parve che poco dopo il moto rjvoluzionario fosse definitivamente liquidato ; ma nell'autunno i capi repubblicani che s'erano rifo-

gmt1 m Isvizzera rientrarono nel Baden; furono perù affronta ti e sconfitt i a · Stau{en (24 sett. l 848). Nel maggio dell'an no seguente vi furono nel B. come in a ltre parti della German ia, nuovi tentativi rivoluzi.onari, che trovarono un fertile campo anche nell'elemento mili tare, nel quale aa a llentato ogni vi11colo di disciplina. A Ra.stadi i soldati s i ribellarono agli ufficiali e rimasero padroni della fortezza, mentre a Carlsru he il granduca era costretto a fuggire (13 maggio). Entrarol')o allora nel 73. le trupp_e confederali che 'ebbero un primo scontro con gli insorti badesi a Hep,p ensheiJ11 (30 maggio). Altri scontri avvennero nei mesi seguenti quando i prussiani, passato il R eno a Germersheim (20 giugno) occuFarono succcssivan1cn~c ì\'fann!ieirn, Eidelberga, Carlsruhc e Rastadt. Gli insor ti, vimi dovunque, \·enncro i11 grande numero condannati' dalle corti 1uar .. ziali, che pronunziarono anche parecchie condanne capitali. I Prussiani continuarono ad occupare il B . fino al 1850. -"1 ella guerra austro-prussiana ( 1866) il B . si schierò dalla parte dell'Austria, ma nel 1870 ritornò fedele alla Germania ed cn t;ò a far par te d~ll'impcro rimanendovi, come granducato, fino alla proclamazione della repubblica tedesca. Durante l'impero l'esercito del B. era costitui to d i 6 reggim . d i fa1~teria, 3 ;-egg_ di cavalleria e u n a brig . di artigl. da montagna che, unitaniente a due reggimenti e tre battaglioni prùssiani e a l battaglione di cacc;iatori del 11eklcmburg, for mavano il XIV Corpo del l'esercito imperiale .

Baden ' (Casa principesca <f.el B .). Personaggi militari important i di ·questa Casa, originata verso il 1000, sono:

Bemar<f.o I, salito a l trono nel 1372. Principe gllerriero e voglioso d' imprese, partecipò alla lega di Nassau, 1Jer oorre Adolfo sul trono imperiale . Cristoforo I , salito al trono nel 1475; congiunse i ducat.i di Hochberg e d i Sausenbe:·g a quello del Baden e partec.ipò alle gesta dell'imperatore :'.\:Lassiniiliano. Luigi G11glie/;no I, mili tò contro la Francia sollo il Duca di Lorena, poi con tro i Turch i che costrinse a levar l'as3edio d i Vienna e su i quali riportò le vittorie di Nyssa e -di Salenekemen nel 1689 e nel 1691; nella guerra per la successione d i Spagna combattè contro Vi llars e Catinat. Morì nel l.707, lasciando il suo domfr1io devaMato <.!alla guerra. F ederico II, ebbe il comando delle milizie di Carlo Gustavo, re di Svezia e combal!è con tro la Fra ncia sotto le insegne di :Mon tecucco li . Carlo di Baden (Principe). Generale prussiano, ( 1332 1906). Fu generale di cavalleria. Trattato di Ba<f.m ( 7 marzo 1656). Pace fra i Cantoni svizzeri cattolici e protestant i. -Chiude la guerra scoppiata nel 1655 per questioni religiose. P er intervento dell'ambasdatore cl i Francia, si r istabiliro11.o con questo trattato i buoni rapporti fra gli Stati belligeranti Zur igo e Berna (R iforma ti) da una par te, Lucerna; Uri, Unterwalden e Zug (Cattolici) dall'altra. La pace d urò fino a l 1712. Trattato di. Baden (4 maggio ·1639). Patto _d i neu tra lità tra la Francia e la Svizzera. _Fu sta.bilito che la Francia non al'l'ebbe fatto passare truppe per la .Sviz7.Cra; questa per compenso non avrebbe accordatd il passaggio, a nessuna a ltra potenza straniera. ,

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Trattato d,: Badeii (i scttcmbr~ 171 4). P ace fra l'Impero e la Francia. Salvo leggere modificazioni, è identico al tratta to di R astadt, stipulato con maggiore solenl'\ità. · Trattato di Baden (5 settembre 1805). Alleanza fi;a la Fr ancia e il B aden. La Francia gar antisce l' indipendeozà e l'integrità. d egli Stati dell'E lc.u ore del Baden, il qua le s i impegna d i fornire un corpo .d i 3000 nomini, quando i Francesi, dopo varcato i l confine, penetrassero in Germania. Baden Dor,.r/acq (Reggimento) . Antico. corpo pitrnontese costituito n el 1742 con due battaglioni di soldati alemanni, per servire nella guerra contr o F rancia e Spagna per I~. successione d'Aust ria (1742 -46). Ai primi del 1747 venne sciolto. '

Badenecche (M.onte). Sull'altipiano d i Asiago; a lt. m. 1464. F a parte del grnppo delle l\:[elette, che fu "teatro d i impor tanti coni battiimcnli dopo la nostra .rÙirata d el novemb1·e 19 I 7, poichè il nemico tendeva ad infrangere le nostre <lifese su ll'orlo orienta le dell'altipiano, per d ilagare in Val Bren ta . Il monte Badeneccbe fu a t taccalo la p rima volla dal!~ truppe del!' Il" a r ma ta aust riaca, il 22 novembre; ma le fanterie de lla nostra 29' divisione (XX Cor po d'annata, comandato dal generale Ferrari) tennero magnificamente testa al- l'avversario e d op o una giornata di lotta sanguinosis. ~~1a, lo respinsero. Il giorno 4 dicembre, però, il nemico, dopo aver scatena to s ulle nostre posizioni un fuoco violen tiss imo d'artiglieria, attaccava decisamente il monte Badenecchc ed il monte Tonda recar, che cost ituivano il bastione destro del s iste ma d ifens ivo delle . 1-fclettc, mentre il m . Sisemol e la posizione latera le di Stenfle ne for mavano il s ini., tr o. Occupata la seiletta tra il. Bad enecche eà · il Tondarecar, il nemico proseguiva con estremo impeto la sua azione verso est, ten tando di aggirare le forti posizioni <li monte F ior e di Castelgomberto : sotto 1'i mminen te m inaccia tu tto il ·gruppo d elle · Melette, dopo tenace re3istenza, cui lo stesso nemico rese omaggio nei suoi bollettini, dovet te · e:ssere sgombrato. .· Baden-Powell (Roberto; . Genera le inglese n. nel · 1857. Combattè nell'India , .ncll' .'.fgan is tan, nel Sltcl Africa. Quivi fece le cam· ·pagne •contro i ì\'I atabe le, e contro ,gli Ascianti : d i queste due campagne pub• blicò «R elazioni » che ebbero a m pi a diffusione. ·Scoppiata la guerra a nglo - boera comandò co· gràdo di colonnello la t;,'Uarntg10ne di Mafeking che di,fese . p er sette mes' felicemente contro i boer' assedianti, ~ vi guadagnè il grado d i G enerale. Quindi ebbe per un certe . tempo i l comando del la polizia n el Transwaal e venne poscia nominato ( L903) ispettore genera le d i Cavalleria . Ha pubblicato, fra l'altro: ·« Istruzioni di cavalleria >> (1895) e le accennate «Relazioni ». Badens (Pietro). Gener ale francese ( L847-1897). Uf-

ficia le cl i ·Fanteria-Marina, prestò serv1z1q nel Senegal e nel Tonchino. Venne nominato residente generale al Camtbodge, e comandante delle truppe del Senegal (1891) ; era gene.raie (i; brigata nel 1896. l\forì affogando nel fiu me ì,laire ment re teneva un Comando ..al T onchino.

Badi-el-Zema_n. L' ultimo dei d iscendenti di T amerlano · (se-e.· XVI) che abbiano regna to sul K or assan: .fu vinto dagli Usbecchi e si rifugiò in Persia; SeJi,u I , i n1poratore dei Turchi, lo fece prigioniero a Tauris e lo · ,cor>,dusse a Costantinopoli, dove morì , nel 1517 .. ·Badile (Ami,, .). Q uale ma teria le di proprie tà dello Sta'to lo si trova inscritto nel Gruppo B, se costituisce· oggetto . <li ser_vizio genera le; è invece compreso fra i materiali del Gruppo C se costituisce dotazione d i cari-camento <li carreggio o a t trenamenlo da zappatore o cou1u.nque .in uso pci diversi serviz i d'artiglieria e genio. Badi n i ( Giangia.co1110 B ., dei Canti di Bellasio e di Rowrcto di Corte). Medaglia d'oro, n . . ad Adria nel 1894, caduto a Codroipo il 30 ottobre I 917. Di nobile famiglia, educato a for ti sentimenti di amor pat rio, seppe darne la •più fulg ida p rova, in un'ora tragica per il nostro p aese, quando tutto sembrava perduto e travolto. Compiuti appena gli studi secondan , fu norninato sottotenente d i com plemento ne'. 5° Art. <la fortezza alla vigilia della d ichiarazione cl i guerra; passò poscia a l 3" Ar t. da fortezza Portò i suoi cannoni sulr a ito e medio l sonm, sul!' Altip iano di Asiago, s ~ Carso, -da ndo ripetute pro• ve di coraggio e di spre2.zo del pericolo. Sul Carw appunto, n ella zon~ de' Fa:ti, s i trovava con la 10'' batteria di cannoni da 105, a llorchè, rotta la no• str,, fronte a Caporetto, la 3' Armata riceve tte l'ord ine d i ritira ta al Taglia1ncn to. In quelle fosche giornate cli sventu ra, quando poteva sembrar giustificato ogni smarri·ment:o ed ogni rinunzia, i ! tenente Badini volle mostrare 1! nemico come sanno morirç gli ufficiali italiani . Il glorioso episodio è cosÌ riassunto nella motivazione, con la qua le a lla sua memoria venne · concessa la medaglia d'or~: <( So_ t tocomandante cli una batter ia in. m!lrcia, attacca t(I d i sorpt·esa dal nemico d urante il r ipiega111ento J'Tw nzo a I P ~ e, con s traordinaria audacia si gettava primo sugli : x rsari più vicini, abbatten'dol i a colpi d i p is tola. Acce1 ~ iato, cont inuava con insuperabile tenacia a tener testa agli assalitori. Colpito a morte ed atterrato, a ll'intimazione <li resa, r ispondeva: « L ' artiglier ia ita lia na non si arrende 1 » e<l incitando ancora i suoi artiglieri, tentava con supremo sforzo di r ialzarsi, per continuare la lotta ; rna, trafitto a p ugnalate, r icadeva a l · suolo esanime. F ulg ido e glor ioso esempio di alto sentimento dell'onore militare ll. ( Codroipo, 30 ottobre 1917).

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. Badino (E,,geniò). Generale, n. a Visone· (Acqui) nel 1845. Sottotenente dei Granatieri d i Sardegna nel 1867, disimpegnò da Capitano le funzioni di Aiutante ' di Campo della Brigata· P istoia ( i 882- 1886) e raggiunse il g:ado cli Colonnello nel 1896 quale comandante del 7° Reggimento Fan teria. Collocato in posizione ausi liaria nel 1903, fu promosso .nel , Hìll :Maggiore Generale nella riserva.

nemici,. ed , alle clausole . ..troppo restrittive imposte da l Consiglio Interalleato <li Parigi, Restato coma,ndwte interinale de!l'Esercito nei 1918-19 durante Io svolgimento delle trattative di Parigi, lo trasformò in una meravigliosa ·Compagine di lavoratori a ,benefioio della r inascita del Veneto invaso. ·Commissario straordinario della Venezia Giulia dal settembre al d icembre del 1919, riusci nel d ifficilissimo periodo a salvaguardare il prestigio ,dell'Esercito ed a ristahiliÌ'e il principio Torre di Badino . Torre eretta pre,;so ·Fiumicino; -di autorità., lasciando contemporaneamente che l'imrappresen ta una d i quelle caratteristiche torri litorapresa d ' Annunziana si s volgesse intatta in quelle · che nee sorte prima d ella ·battaglia d i Lepanto, allorchè la erano le finalità patriottiche e nazionahuentè redditispiaggia romana eFa. r,imasta çompletamentc aperta alzie. Inviato nel 1921 in ~issione straordii1aria i;, Role focurs ioni dei Turchi. Ess.'\ difese nel 1812, · c_o n 11 mania, contribuì potentemente a su·ingcre i vincoli fra colpi dj cannone e 6 di spingarda, tre bastimenti sotqueJla nazione e l'Italia'.. Inviato nell'estate del 1921 to carico, e volse in fuga uno sciabecco corsaro d i nel!' America del ~ord ·pe'r por tare a quelle collettività bandiera bri tannica, f urtivamen te avanzatosi per r aitaliane il saluto ed il i'ingrazian;ento d ella Patria ' vitpirli. toniosa per il concorso diretto ed indiretto da esse dato alla vittoria, riportò invidiabile successo. Badoglio (Pietro). )1aresciallo d'Italia, promosso 1 Capo di S tato Jvfaggiore da I novembre 1919 a l febsette volte al grado superiore per merito di guerra; bra io 1921 e membro del Cons iglio dell'Esercito negli decorato due volte a l va lor m,ilitare ; SJnatore del R eanni 1922 e '.23, portò alle discussioni dell'alto consesso gno; Cav. d i Gr . Cr.; Gr. Cor<lone dell'Ordine :Milit.utto il peso della sua dott1,ina e della sua esperienza. tare di Savoia. · Chiamato nel 1924 dal Governo Nazionale aUa carica Nato a G razzano Monferrato nel 1871, uscì dal!' Acdi ambasciatore di S. M . il R e nel Brasile, disimpe. cademia :Milita.re di T orino, sottotenente d' Art.iglieria, gnò la missione con grande vantaggio per il prestigio nel 1890. Prese parte a l!e campagne d'Africa nel 1896' del nostro ,p aese. Rientrato in Italia nell' aprile del e 1897. N el 1899-1902 fu , 1925, venne nominato Capo di Stato :i\faggiore Genealla Scuola di Guerra, rale, e nel giugno 1926 Maresciallo d 'Italia. Partecipò alla campagna d i L ;bia quale capit ane Badr. Località dell' Arabìà.,. nella q uale Maometto addetto a llo Stato· Magsconfisse, col fanatismo insp,ìÌ·a to ;i suoi seguaci, un giore, e r.el 1912 venne corpo di abitanti della Mecca. molto piit. numeroso delle p romosso maggiore per forze di cui d isponeva. merito d.i , guerra per il poderoso · contributo date Baerebiste. Re dei Daci, contemporaneo di ·silla, a l conseguimento ·della vitd i Cesare e d'Augusto ; u·attenne sulle rive del Boritoria • nella giornata dì .stene i Sarma,ti, v incitor i della Scizia, che avevano già Zanzur. Promosso tenente valicato il Tanai ; sottomise la Tracia, la Macedonia cblomielld per meriti ec· e l'Illiria ; fu vittima di una congiura, mentre si pre·~èzion~-li" nel maggio 1915, parava a combattere contro Roma. 1 é,riirt ''·'con ·•'q uesto gradc nclla-" '·h;i;;~t' guerra quaBaeyer (Giuseppe). Generale prussiano n. nel 1794 le adi:!ett~'>iàV Comando della 2' Annata. Colon nellq a M iiggelsheim, m . a Berlino nel 1885. Fece le cam1 nel maggio 1916, nominato comandan te del 78° R egpagne del 1813-14-15; entrò poscia nello Stato Maggimento F arÙeria e de l se ttore ,del!' Alto Sabotino, dogiore, e fu incaricato dei lavori d i triangolazione geopo una preparazione accurata cl i due mesi, seguita detica, 'diventando poi presidente dell'Istituto 'd i geodesia d i Berlino. , L asciò varie opere d i geodesia. <la una azione brillantissima e decisa, , il 6 agòsto 1916 conquistò la paurosa mon tagna 'che per 14 mesi Baffeo. Loca lità dell'Asia Min.ore, nella qua le,. il era costa ta tanti sforzi ·e tanto sangue, cd aprì alla 2' 2i luglio 130 1, Osn1ano inflisse una sconfitta alle tru ppe Armata la via della vittoria e di Gorizia. Promosso 1 bizantine dell'itu,p.e ratore Andronico II, condotte da Muper ta le azione magg. generale per merito di guerra, zalo d i N icqmedia. Q uesti, poco prima della battaglia, P,ietro Badoglio iniziò, attraverso i disagi ed i periera stato abbandonato d a un corpo d i mercenari greci coli della trincea e le responsabilitit del comando, la dell'Asia •M inore, a cagione del mancato pagamento del brillantissima carriera che in ,p oco più di 24 mési, in soldo loro spettante. una fulgidissima ascesa le cui tappe sono contrassegnate dai nomi gloriosi di Kuk, Vodice, P iave e Vit- j torio Veneto, lo ·portò d;i col)landante d i reggimento.i' a. comandante d'Armata. Ch iamato nei novembre del 1917, <lopo ia ritirata dall'Isonzo al Piave al Comando Supremo dell'Esercito quale Sottocapo Stato Magg iore, contri buì potentemente a fianco del generale Diaz ad organizzare la· resistenza, a r icostituire l'Esercito ed a preparare la vittoria. Incaricato dopo la battaglia d i Vittorio Veneto di tra ttare !'armistizio con il nemico \'Ì:nto, rivelò a Villa Giusti doti eccezionali d i energia e di abilità, di fronte alle sottigliezze dei negoziatori

di

Baffi n. Ufficia le d i marina inglese', n. nel 1584, m , nel 1622 all'assedio cli O rmuz. Nel 1616 andò alla ricei:ca di ·u n ·passaggio nell'Amer ica Settentrionale che J)otessc condurre dall'Atlantico al P acifico. Questa spedizione ingrandì il campo della conoscenza dei mari a rtici, ed il nome d i (< ]\fare di ;Baffin ll fo giustamente dato a quello specchio d i acqua cui si accede per mezzo dello Stretto di Davis; le terre da lui esploèa.te per la prima volta costituiscono a])'J)unto la « terra d i Baffin ll . Bafile (A ndrea) . Medaglia ò'oro, n. a '.\,fonticchio


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900 -

(Aquila) nel 1878, cadu to sul Basso Piave il 12 marzo 1918. Compiuti gli studi secondari in Aquila, en trò nell'Accademia navale di L ivorno, donde usd n el 1899 guardiamarina; nel 1907 era tenente di vascello. :Nel 19 13, imbarcato sulla R. nave «Quarto», salvò la nave da_ sicuro disastro, r i11scendo, con suo grave pericolo, a<l isolare lo ·scomparto degli esplosivi minacciat i da un incendio sviluppatosi nei dcposiÌi della nafta: ebbe, per questo suo atto d i valore, una medagl ia d'argento. Scoppiata la g1.1erra con l'Austria, fu d apprima. a bordo della torpediniera (< Ardea », compiendo con C5Sa ardite crociere sul basso Adr iatico·; passò quindi a l comando d i 1.1n treno armato,' destinato a proteggere la nostra costiera adriatica dal pericolo d'incursioni nemiohe. Ammalatosi di grave malattia intestinale, appena lo potè chiese d i r ientrare in servizio : addetto allo S ta to Maggiore de 11 a Squadra d i battaglia, chiese insistenteo1ente ed o t· tenne di ritornare su l ma• re ed imbarcò di nuove sull' << Arclca ». La passio• ' ne del rischio lo trasfor· n1ò ·poi 111 aviatore, nell'ottobre J 9 I 7 organiz• zò e diresse una spedi• zione sulle, bocche di Cat•

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taro, riuscendo a raggiun-

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ger le ed a bombardarè i più importanti obbietti• vi navali; fu decorato per quest'azione di una me• daglia di ·bronzo al valor militare, ma n e ripor tò una grave . lesione alla cornea dell'occhio sinistro, così <la averne per sempre climiuuite le facoltà visive. Tuttavia, quando sull'Italia si abballè il d isastro d i Caporetto, il Ba,file, non pago di quan to aveva fin allora oprato, volle essere anche fante, sognando un posto d'onore nelle trincee, accanto alla mor te. Divenne quindi comandante cli quel ballaglione d i mar inai «Monfalcone» (regg_ c< San Marco»), che contr ibuì tanto validamente alla resistenza sul basso Piave ed alla salvezza di Venezia. Alla fine del febbraio 1918 passò al comando -del bgl. « Caorle », che era incari_cato di preparare un'azione d i rettifica della nostra fronte: dura nte una ricognizione, per meglio p redisporre l'azione, il Tenente Bafile trovò la morte. Con soli quattro marinai, nella notte sul!' 11 marzo, egli r iuscì a varcare il P iave, eludendo la vigilanza d el nemico: giunto appena sull'a.ltra sponda, Bafile si inginocchiò quasi religiosamente e baciò la terra Italia na, 'con tam inata dal nemico. L 'episodio è na rrato nella motiva• z ione con la quale alla memoria di lui fu conferita la massima ricompensa al valore: <( Comandante di un · battaglione di marina i, mentre preparavasi un'operazione offensiva sull'estrema bassura. del P iave, volle persona lmen te osare un'arrischiatà ricogn izione tra i cannet i ed i pan tani della sponda s inistra, perchè dallo s trappa to segret~ della difesa traesse maggior sic.urezz~ la sua genie. T u tto vide e frugò e, sventa to l' allarme, già t rovava riparo quando notò la 111ancanza di uno d ei

suoi arditi; r ifece a llora da solo la 1·ia perigliosa per ricercarlo e, scoperto poi da1 nemico n1entre ripassava il fiume e fatto segn o a vivo fu_oco, veniva mortalmente ferito. Gu adagnata. la sponda destra in gravis•

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si-mc condizioni, cons<:io della fine imminente, con mirabile forza d'animo e completa lucidità d i mente riferiva anziiutto quan to aveva osservato nella sua r icognizione, e, d irigendo a-i "suoi in fiammate parole, atteggiato il volto a l lieve sorriso che gli era abituale, si d iceva lieto che il suo sacrificio non sarebbe stato vano. E passò se1·eno qual visse, fulgido esempio delle più elette virtù -mili tari, coronando con la sua morte glo· riosa. una vita intessuta di luminoso coraggio, di fredda consapevole e fruttuos'l audacia.. (Basso Piave, 12 marzo 1918)>>.

Bagaglio (A,,llnùt;strazio'!ie). E' rappresentato . da tutto ciò che il solda to porta con sè, oltre l'armamento (zaino p er le ann i a piedi, bisaccia o va ligia per le armi a cavallo, ,borraccia, ta-sca per pane, ecc.). Assegno Bagaglio. E' costituito dal rim borso delle spese che effettiva.mente sono sostenute dagli ufficia li, impiegati e marescialli, nei viaggi d i definitivo trasfer imento di sede o · nei trasferimenti temporanei preventivamente· .previsti d'una durata superiore ai n ovanta giorni. Ad ogni grado corrisponde -un quantita tivo massimo rimborsabile (da 80 kg. pel maresciallo a 1000 kg. pel generale d' Ar mata e d i Corpo d'Armata). Oltre tali limiti è ammessa la spedizione a tariffa m ilitare ma senza diritto al !·imborso. Completa l'assegno R. un compenso pari ai due decimi della spesa effettivamente sostenuta. Bagaglio (Logisticat. Ogni Comando o riparto ill campagna. deve avere al proprio seguito immediato taluni oggett i di uso generale e personale che, mentre non fanno parte dell'equipaggiamento portato dai sin• goli individui, gli sono indispensabili per il soddisfacime nto dei prim i ·bisogn i di vi ta e d i azione. Tra essi - insieme coi materiali d i cucina, con una piccola scorta di munizioni, ecc. - vanno compresi quelli I che cost ituisco,io appunto il bagaglio del comando o riparto, come ad esempio cassette ,b agaglio per ufficiali e _ sottufficiali, casse e cassette cancelleria, cassaforte da ,,_campagna, colli per riparazioni, guidoni ed altri diversi. Vuolsi avvertire c he anticamente la voce « bagaglio ll veniva usata per. indicare gen~ricamente i convogli o le impedimerita che segu iva.no un corpo o !'intero esercito; ma presen temente una s iffatta estensiYa · sign ificazione è stata opportunamente a bbandonala per ridurla nel preciso limite dianzi accennato. Per .trasportare ;ti propr io segui to il bagaglio ogn i comando e riparto dispone di carri o catrette, a trazione anima le o meccanica, oppure cli quad rupedi da soma, i quali, appunto per il ser vizio a cui sono destinati, pren dono nome di carri, carrette e muli bagaglio.

Bagaudi. Si dà questo nome a i contad ini o pastori della Gallia, che verso la fine del III secolo, si sollevarono contro il dom in io dei Romani e contro i loro ' padroni. Sotto Claudio 11, 5ot to Dioclez,i ano, · e poi nel V se~olo, verso il 435, i B. insorsero senza successo, e finir,ono sempre per ess<1re domati: una prima volta, dopo d'aver conquis!a\a la città d'Autun; una seconda volta ne i d intorni cii Parigi, da Massimino, verso il 2/'0 ; l'ultima volta dalle legioni d i Ezio. Assai poco si conosce intorno queste rivolte; si sa soltanto che i B . tentarono di costituire una loro forma di governo sul tipo d i quella de.i domina.tori, tanto è vero che si crearono un Augusto ed un Ces1re:


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T1·as por10 di t)agagli o in esorc i1 0 <let sec. XVII I R omani li considciarono come malfattori e la voce

<, Bagaud i >> qcl V secolo e ra nome generico di tutte le specie d i br iga nti.

Campo dei Bagauài (Iat. Bagàudoru.m cast riwi). N ome dato ad un isolotto formato dal corso della M arna a 4 km. a monte del suo confluente con la Senna, a 11 km. da Parigi. G iulio Cesare, fortificato tale isolotto a mezzo d i un muro e 1f ossato, v i lasciò una Colonia dei suoi veterani ; sotto Diocleziano, questo accampamento servì d i rifugio ai Bagaud i i quali furono sterminati da 1vlassimino. Vi sorse in seguito il borgo \ d i• Saint-Mau r des Fosses.

Bagdad. Città della l\fosopotamia, sul fiume T igr i, fondata nel 762 dai Califfi che ne fecero la loro residenza. Per cinque secoli B . sotto i Califfi p rogredì e fu un impor tante centro di . cu ltura e d'a r te. Nel 140l venne occ_u pata da Tamerlano. J Turchi vi entrarono per la prima volt; ne l 1534 e un secolo dopo (1638) vi si stabilirono definit-ivamen tc e vi rimasero fino al

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Persia e d i, i~ce a. B . (1108) le truppe del 1·ibclle, il quale r imase ucciso nella battaglia. III.. Bat!aglia e presa di Bagd.ad. ( 17 gennaio 1258). Appar tiene a lla prima invasione delle orde mongoliche a l comando di Ulagu. II califfo degli Abbassidi ìVIus,afà Assim venne sconfit to prasso la città dai Mongoli, e .c ostret to a chiudersi in S . dove i n emic i lo a ssediarono il 18 gcnna'io. La resistenza d i M.ustafa durò fino a l 10 febbraio; quel giorno si arrese; il tesoro degli A bbassidi fu preso da U lagu e Mustafà fatto uccidere jnsie1ne con i suol çongiunti.

Assedi,; di Bagdad (140l). Appartiene alla guerra fra Bajazet l e T a merlano. La città era Lenuta, per conto del pr imo. da Faradsch, sultano d' Egitto, con truppe bedu ine, ambe e t urcoma nne. Per 40 giorni egli si d ifc~e valorosa mente; poi tentò d1 salvarsi sul Tigri, ma le ba rche in cui si t rovaYa, assalite dai l\fongo li, furono prese, ed egli ucciso combattendo. La città cadde così in potere d i Tamerlano.

Bagdelone (N .). Generale francese m . nel 1795. Si d istinse par ticolar mente nelle Alpi ( 1793) impadronendosi <lei Valsano, del San Bernardo e della Tuilc. Il 20 giu gno 1794 si distinse cl i nuovo per la presa del piccolo San Bernardo. Bagetti ( P·ier Gi-useppe) . UEfì.ciale e pit tore militare, n. e m. a Torino ( 1764- 1831). Fu maggiore nel R. Corpo Ingegneri d i ponti e strade del P iemonte, e dopo il 1800. fino al la Restaurnzion~, capitano i~gegnere geografico dell'eserc ito francese. Sulle campagne di Francia e d'Italia esegul un centinaio di acquerelli conservati a Fontainebleau. S crisse un'« Analisi dell' unità d'effetto nella p ittura e cltlla imitazione nelle belle ar ti » . 1917, <Juando gli Inglesi, dopo la conquista d i KutEl- Amarn, vi entraro,' ìo (marzo 1917) ·inal berando sulla c it tadella la bandiera br itarn1ica. Col tratta to d i Versailles la 1'frsopotamia ven ne affidata pér mandato alla Gran Bretagna che favorì la costituzione dello Stato dell'ìrak, d i cui B. divenne capitale.

I. Batta.glia di Bafid(!d. Ap partiene alle lotte i ntestine fra i Calil1ì. Venne combattuta fra l'emi ro Munis e il califfo E l-Moktadir, i l quale fu sconfitto e ucciso, -il 23 ottobre 932. II. Battaglia di B agdad. Appart iene alla sollevazione di Sadaka, capo ar abo d i tr i bù stanzia te suirEufrate presso :Babilonia , contro J:vlohamed, sultano dei Selgiucidi. Questi accorse con un grosso esercito dalla

Baggala. Nave araba <li 100 a 400 tonn. con poppa molto elevata, ricoperta d i sculture, e prora. bassa, molto slanciata. G li Arabi cli M ascate ebbero Baggale che portavano fino a 50 cannon i collocati sul ponte ed in batteria. Queste navi da guerra n on avevano che due alberi con vele trapezoidali, e talvolta triangolari. Queste n avi per mo lto tempo esercitar ono la tratta dei negri, ed obbero equipaggi m9lto numeros i. Bagge (Jg.coJ,o) . Ammiraglio svedese, n . n el 1499, m. nel 1565 o nel lSiO. Fu pa1:tigian o di Gustavo Vasa e combattè con valoi-e nel suo eserci to; assediato dal con te di Hoeja in Halmstadt si valse d i un' ingegnosa astuzia per salvar sè e la propria gente: p ose i n mostra sulle mura cannoni guasti e pessimi, che


902 a m a la pen a si reggevano, e a llorchè il nemico, tratto in in ganno, corse all'assalto, improvvisamen te scoperse tutta la sua buona artiglieria, riuscendo a mettere gli assalitori in p iena rotta. Creato con tranuniraglio, nel 1555 ebbe il comando della flotta contro i moscoviti nella F in landia ed anche in questa guerra si

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gere il ponte, concorrendo ...nello stesso tempo a lla resistenza trasversale dello scafo. Il baglio- ha forma leggermente curva, con la conversi tà verso l'alto, ed è intestalo a lla murata, contro l'ossatura, med iante appositi bracciuoli, rinforzat i ta lvolta da un corso lo11gitud in alc <li lamiere, çhe prende il nome . di trincerino. Il baglio è p iò o meno robusto a s~c~nda degli sforzi e dei pesi che deve sopportare,. Sulle nav i da guerra è sempre calcolato con notevole ma1igine d i sicurezza, specialmente quando è s itua to al d isotto ciel pon te corazzato. 0

Baglione ('P,·ospero) . Generale n .

a

Voghera nel

1859 . T enen te ciel Gc:i io nel 1882, f u a<ldello p'.eSS(1 divers.i u ffici t~cnici e presso l'Tspettorato' delle C_ostruzioni de l Genio. F u per 15 ann i all'Istituto Geo~rafico

Ilaggala segnalò per la, sua bravura e per la sua astuzia . Combattè in seguito contro i <:lanesi; ma negl i u ltimi anni la fortuna non lo ~occorse e dopo aver combattuto eroicamente con tre sole navi per due giorni continui contro un'in tera armata, fu fa tto prigioniero e condotto in Danimarca, <love morì.

Ba ggìo Cucarne (Fuippo). Ammiraglio, n. a Napoli nel 1858, en tra to in servizio ne.I 1873, promosso contrannuiraglio nel l\H0 "u comandante della R. Accademia Navale (191019 l.1) poi comandan te in capo del D ipartimen to M ar-ittimo di Taranto (1911-1912) e d i quello di Napoli ( 191 2.-1913) Venne collocalo in posizione aus iliaria nel 191., e promosso nella riserva navale vice amm iraglie nel 1916 ; collocato a riposo nel 1923 · e nominate vice anuniraglio di squadra nello stesso anno. Ufficia le d i larga coltura, fu tra i primi in Italia ad occuparsi d i cinematica navale, pubblicarnlo i suoi st udi nella « R ivista Marittima J> Baggfvut (Carlo} . Generale r u sso (1 761 -1812). Partecipò alle guerre in Crimea, in Polon ia , in Moldavia., e p oscia a tutte le campagne contro Napoleone, d is tinguendosi a E ylau e a Frie<llan d . Nel. 1808 battè gli svedesi in Finlandia. A Borod ino sostenn e valorosamen te la r itirata: morì nello scontro d i T arontino contro le trnppe d el Mùrat. Baglio. Trave di ferro à T, o d oppio T , sis t001ato trasversalmente · alla n ave, che ha lo scopo di sorreg- '

mii. di F irenze e vi esegui 1nolti lavori geodeti ci- astronomici e pubblici diverse <:n1e1norie. ~ eg:: a nni 1913- 1914 e 19 1.': d iresse i rilievi per la carta al 100 m ila della L ibi;i.. Nel \915 iu _incaricato di una m issione in Eritr-ea per la sistemazione difensiva cli quella Colonia. Nel 1916 diresse la costruzione di una linea difens iva su ll'Isonzo; po b cc.mandan te del Genie del XIV C. A. ; in seguite passò al ì\iinistero; magg. gen. nel 1917, raggiuc1se nel 1923 il grado di generale di d ivisione nella R iserva. Il gen . Baglionc fu anche insegnante (1882) all'Accaclemia di Torinq,. Pubblicò molte memor ie, i11torno alla gravità pen dolare, alle differenze lli longitudine, a ,basi geodetiche, a trjangolazione1 ecc.

B aglioni. Famiglia ita lia na che tenne la signoria d i Perugia e diede valorosi capi tan i, fra i quali 1icorderemo: G iovan11i Paolo 73aglioui. Tiranno di Perugia nel sec. XVI ; fu da principio capitano cÌi ventura; si impadronì d el p otere in P~rugia, ne fu p iù volle cacciato, e più volte v i r ientrò. Venne fatto giustii:iare dal papa Leone X. · Malatesta Bagliom/. Figlio del precedente, n. nel 1491, Fu famoso capitano e astuto politico. Cooperò col pad re per la conqu ista di P erugia, militò agli stipend i dei F iorentin i, dei Veneziani e del Papa, e tenne p iù volte impor tanti uffici nella ·s ua patria. Molto s i d is tin se sotto lo zio Bar tolommeo d' Alviano, cap itano <lelle ar mi venete nella. guerra della Lega contro Ve11ezia nel 1514. Le sue ult;me fazioni cli guerra furono come capitano della repubblica fiorentina, nell'assedio postovi _dagli eserciti uniti di Carlo V e di Papa Clemente VII; egli mantenne segrete prat iche coll'Oran~ ge, lo aiu tò a soffocare la repubblica, e tornò poi a Perugia. 111 . nel 1531.

O raz,:o Baglioni. Cap itano di vent.ura del sec. XVI. Dopo la morte' d i G iovann i dc' :Medici, assu nse il comando . della compag1Jia eh.e fu detta _d elle Bande Nere. A storre

Baglioni.

Ingegnere

militare

da

Perugia


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·(1!:26-1571). Oltrechì, nella fortificazione del F r iuli, nella quale coadiuvò lo Sforza Pallavicino, precursore -del concetto moderno delle difese avanzate e dello sbarramento dei passi, si illustrò nelle <li-fese di ;-,i icosia e di Famagosta nel 157 1. In quest'ultima p iazza , J1ella quale i turchi avanzavano coper ti da. gr a):ld iosi lavor i di terra, il Baglioni dimostrò rar a in telligenza, usufruendo di tutti i meni -disponibili ed iniaginando nuovi trovat i. Ideò alcw1e trfncee de tte «•galt~li )) specie cli contrapprocci, le quali avanzando a serpe nel campo, coprivano i guastatori che tentavano di d istruggere i lavori dell'attacco. -Famagosta s i arrese dopo ostinata resistenza, 157 giorni d i tr incea aper ta , la dist ruzione di tutti i sa lien ti e la perdita di oltre i due terzi del presidio . I l Baglion i fu ucciso, insieme col Bragadino -e · col Querini, dopo la capitolazione, contrar iamen te a i patti stabiliti.

• Bagna ni (Ugo). Generale, n. a Pisa rn. a Casse! (Francia) (1863-1917) . Sot tot. d i Fanteria nel 18_82, en trò da Capitano a far parte del Corpo d i Stato ::\faggiore e fu successivamente addetto a i Comand i di Divisione M ilitare d i Verona, dell'Isola d i Sardegna, cli Ancona, e al -comando del Corpo d i Stato Ma.i;giorc. Nel 1919 fu a iutante di •Campo onorario d i S. )l. il Re. Ebbe da Colonnello ( 19 14) la carica di Capo d i S. M. dell'VIII Cor po d'A r ma ta e pa.rtccipò eia ),fagg. Generale alla" Grande Guerra (1915-16- 17) meritandosi la Croce di Cavaliere dell'Ordine J\-lilitai-e cl i Savoia. per l'azione d i comando esplicata sull'Altipiano di Asiago e- nella Carsia G iulia nel 1916. Bagnasciuga. Le navi da -gu<'-rra sono costruite pcr-- imv igare sempre•. a · pieno _carico, o a condiz ioni mol to prossime ad esso; esiste l\lttavia una d iffe-rer;iza di immersione per la nave che contiene la piena dotazione di combustibile, di munizioni, <l'acqua ed a lt ri materiali di consumo, e l'im mersione invece che s i ha ad eS!!'mpio alla fine di una lu nga traversata, quando le dotazioni stanno per esauri rs i. La pane di superficie esterna delle navi, prossima ,alla lin ea del galleggiamento normale, che corrisponde alla zona compresa fra i due galleggiamenti sopra det ti, è sogget ta alterna tivamente a stare entro o fuori acqua; ora è bagnata ed ora è asci'.ltta, e p erciò chiamasi << zona del bagnasciuga JJ. Questa zona, nelle navi da ,battaglia, è corazzata, perchè più sensi bile ai d:rnni prodotti d a l ti ro nemico, ed ha anche il maggior spessore d i cor azza rispetto agli altr i punti. Essa è anche la maggiormen te cor rosa da l• 'l'azione dell'acqua di ma-re ( idrato ferrico) e deve essere particola.rrnente <:urata con frequenti rasch ia ture e pitturaziclni di vern i-ce a.·H.i ruggine. Bagnasco (Reggiinen t:o). E bbe tal nome. fra il 1676 ed il 1678, un antico reggimen to Savoia r<l-ii dell'Esercito P iemontese, formato il 27 agosto 1672 e che in seguito, <lopo varie vicende, <liede origine alla attuale brigata Pinerolo. Bagnasco d'Asti. Bor go del P iemonte, nel circ . d'Asti, sul Tanaro, ant. p rotetto da L1n castello. Nel 1329 venne preso dai Chieresi. N el 1555 dal maresc. di Brissac, il quale fece distrugger e il castello. Nel 1796 dal gen. Serrur ier, dura1'..t e la battaglia di Millesimo. Bagneris (barone Francesco) . Generale francese (1769-1839). Fu nominato nel 1793 segretario del Generale in Capo dell'esercito d ei Pirenei orientali, e di-

venne poscia a iutanti! del generale Lamarque. Partecipò alle campagne del l'epoca. 'Promosso generale d i brigata nel 1813, raggiunse, nel dicembre 1814, i l grado di ispettore generale della fanteria.

Bag neux (Co111batti111euto di) . ;\ ppartiene all'assed io d i Parigi c1el 1870, e fu determinato da una ricognizione esegui.l a dal gen. Vinoy. Qu_ e sti mosse verso sud il mattin o elci 13 ottobre 1870, con due colonne, umt d iretta SLI B. e una su Chatillon. Il generale protesse i fianchi con una br. verso nourg- la-Reinc, e con dimostrazioni versò Clamart e Flcury. In tut to, aveva ai suoi ordini 25 .000 u. ccn SO cannon i. Di fronte a loro, stava il II Co rpo Bavarese. Alle 9 del mattino, men tre le colonne francesi avanzavai10, i forti di 'Montrou ge, Va ,wes· ed Issy • in iziarono il fuoco contro le posizion i dei ha varesi, e poco dopo due batterie francesi li secondavano. Così protetti, tre bgl. francesi vCJlnero lane.i ati alrat.tacco d i Bagneux; v i penetrarono e,

a iuta ti .da a ltri bgl. che compirono un movimento aggirante, riuscirono a cacciarne i difensori. Contemporaneamente altre trnppe (brigata Susbielle) protette da artiglieria, penetravano in Cbiì.tillon. I tedescbi opposero dovunque ostinala 1·esisteni-a: verso le 15,30, il gcn. Vincy fece cessa r·c il comba tti111en to e abbandonò i due villaggi. ricmranclo nel campo trincerato di Par igi. Le perd ite ammontarono a circa 400 u. per parte.

Bagni (frc/ R . Eserç·i.to) . Sono uno degli eleµient i p iù imponanti per l'igiene personale. Le comuni cause d' Ì11sudiciamen to .della p elle sono in modo speciale accentua te nella ,v ita militare, nella ,quale il soldato è esposto -ad una maggiore att iyità. sudorale nelle esercitazioni e nelle marce, è spesso costretto a don n i re vestito (ser vizi di guardia, manovre, ecc.), esponendosi ancora ad impolverarsi. L ' cc Tst ru,,ione per la igiene dei militari <lei R. Esercito>> prescrive che il soldato si lavi, ap pena levato la mattina, con acqua e sapone le mani, la faccia, il collo, e così ogn i volta che siasi insudiciato per quakhe operazione d i servizio. Sono prescrittì pçriod ici lia.gni a ùocce, il cui impianto esiste nelle va rie caserme. D i estate, nelle località ove esistono dei corsi di acqua dolce o il mare, le truppe fanno bagn1 ad imrnersionc, seguendo speciali cautele r iguardanti la temperatura (18"-25° C.), l'ora. del giorno (verso il tramonto l'acqua corrente è p iù calda), k condizioni atmo~ sferiche ( il bagno non sarà fatto nelle giornate p iovose o d i vento ed in quelle successi ve " temporali). La truppa andrà al bagno preferibilmente p rima del pasto, o non meno di tre ore dopo, sarà con.dotta a passo moderato e r imarrà alcuni min uti in r iposo p rima di entrare nell'acqua.. Oggi però, con trariamente a ta li disposizioni regolamentari 1 si ritiene da alcuni che si possa, senza danno, fare il bagao anche col corpo in lieve trasp irazione. Duran te l' immersione i soldati dovranno muoversi e specialmente soffregarsi la pelle colle mani ; devono uscire dall'acqua a ppena avver tono brividi ed asci ugarsi accuntamente coll'apposito lenzuolo, r imetten dosi tosto in moderato esercizio muscolare O<l in marcia, ed accelerando alquanto il passo. Il e< R egolamento del servizio sanita.rio militare territoria le» prescrive che i m ilitari infermi del sen•izio all'ospedale, p r ima d i entrare nelle, sale, si lavino i p ie-di ed anche tutta la person a, qualora ciò sia r itenuto opportuno dall'ufficiale medico d i gu~rdia. Infine, per le cure termo-m inerali vi sono due stabilimenti balneo- ter mali militari, cioè qu elli di Acqui e <l'Ischia.


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8ag11i (Mari11<1). Gli ufficiali sulle navi da g11erra d ispongono di gabinetti da bagno, a rredati con apparecchi a pioggia a con rnsche di acciaio nichelato, tu• bolature di acqua calda e fredda e di ogni altra co3a occorrente all'uopo. La pu lizia personale degli equipaggi sulle navi di piccola mole si esegue in grandi bi,gonce cli legno disposte 3ulla coperta. Al matt ino i marinai, denudat i sino alla cintola, si la~-ano viso, collo e e mani, 8-10 uomini nel mcde~imo recipiente. Ogni set timana, o ogni 15 g;orni, fanno il bagno completo nelle stesse bigonce. Sul,e na"i più grandi si trovano locali appositi p~r la pulizia personale dell'equipaggio, a rredati con catinelle simili a quelle degl i stabilimenti industriali e con docce, che soddisfano meglio _dei bagni a vasca le condizioni di econom ia di acqua, di t~mpo e d i spazio. Uno dei locali è situato sul ponte di batteria e serve per il personale di coperta, l'altro presso a lle caldaie ed è d estinato ai fuochis ti.

Bagno (Ordi11e del). F u istituito nel 1399 da Enrico IV, re d'Inghilterra, che lo confert a 36 scudieri bagnai isi con lui, dopo a vcr~ vegliato l'intera nolle. fu anche chiamato << Ord ine del li: Tre Corone >I. Giorgio I rior• dinò quest'ordine ca,·al!eresc<: ne l 1725. P er 90 anni il numero dei Cavalieri rimase da: 36 ai 38, ma nel 1815 tale ord inc fu irasformalo in ord ine al merito militare e civile, e c!i viso in tre ca I.ego rie: Gran Croci (72); Commendatori ( 130); Cavalier' nu mero indctermi;1ato). Il Cordone della l" Cl. ha. un nastro rosso cui è appesa una mcciaglia <l'o ro smalta ta, du · ve sta uno scettro fra una rosa e un cardo, fra tre corone imperiali, col motto: « T ria j uncta in uno». Bagnolo: Borgo nel circ. di Brescia. Vi si ~oncluse il 7 agosto 1484 il trattato che poneva fine alla ~uen;a <li Ferra.ra. ( V.). L'.t pace veanc sottoscritta t ra i Veneziani da un lato e i co!legati dall'altro. Fra questi, « toccò a i men potenti il pagare del suo le spese della guerra.», come cl.ice il Muratori. Ludovico il Moro e Alfonso duca di Calabria d ifesero i low interess i e sacrificarono quelli degli alleati; e gli E·· stcnsi, per d ifesa dei quali essi avevano mosso guerra /contro Venezia, a qu~sta dovtttero cedere il Polesine. Bagnolo San Vito. Comune della prov. di Ivlantova. Quivi, il pontefice Leone I nell'anno 452, arrestò la marcia di Attila verso Roma, inducendolo con la per~uas ione a far ritorno con le sue orde in Pannonia. Nel secolo XVI assurse a maggiore importanza strategica ; 11cl 1526, vi fu ferito a morte d' un colpo d i sp ingarda Giovanni de' ;,vredici. Durante le guerre di successione venne saccheggiata. dai Francesi ( l ìOO) e dagli Imperiali ( 1703). A B. venne ferito il maresc ia llo Lanncs, mentre respingeva una sortita del generale \Vurmser, assediato in '.\fantova nel 1796. Anche nella campagna d'indipendenza del 18 48 Bagnolo San Vito fu teatro d i un vigoroso scontro tra le truppe sarde e gli austriaci che dovettero ripiegare verso '.\Iantova.

Bagnolo (ant. Bril,ieo/mu), Rorgo del Piemonte nel c irc. di Saluzzo. Ebbe un castello ne l medio ero, che andò distrutto per opera del Lesdiguières, durante I~ guerra di Carlo Emanuele l contro Enrico I V d i Francia.

Bagnols-Les-M ers (Rattaglia di). Nel 1792, quando incominciò la guerra tra Francesi e Spagnuoli, questi ultimi, quantunque meno istruiti, es;;cndo più numerosi, ebbero per qua lche tempo successi. ·Ma cessarono d':ivere \'antaggi allorchè le reclute francesi conobbero meglio la manovra, cd ebbero capi più abili e piìt a rditi, spccia lmemc nella guerra di mon tagna. I Francesi risolsero di attaccare il nemico sulle posizioni di Espolla e di 8. L. M. la mattina del 23 ottobre 1793. L'assalto delle posizioni d i E~polla non riusci; ma im·ece quello di B ., diretto tlal gen. Delatre, sferrato contro 1500 Spagnuoli che difendevano il colle, guarnito uncbe d i batterie d'artiglieria, ebbe successo. P erò l'auacco frontale si tro,·ò dapprima arrestato dal l'incessante fuoco d~i cannon i, e Delatre comprese che le sue truppe sarebbero state messe a dura prova ~ vi a\'essero persistito. Egli allora, mentre tenne im pegnata la fron te, fece allaccare le posizioni con doppb manovra aggirante a destra e sinistra. Dimodochè i difensori del colle. pri:na si riunirono concentrando la d ifesa sulle a lture; ma po i, vist is i aggirati da a mbe le parti. batterono in ritirata abb1ndonando al nemico munizioni, artiglierie ed accampamento. Bagnorea

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(ogg i chiamato Bag11oregio). Comune della prov. di Roma, circ. di Viterbo. Le sue vicende risalgono al secolo VI ; fo in possesso dei Longobardi e R e Desiderio ordinò che la si chiamasse Balneum regim11, dalle pubbliche terme in seguito distrutte dal terremoto. Il 5 ottobre 1867 vi avven ne un comba ttimento che appartiene alla spedizione garibaldina terminata a :\[entana. B . era stata occupata da una colonna garibaldina, che fu assalita drt trnppe papaline composte di zuavi e di cavalieri. I volontari furono sopraffatti, e lasciarono nelle mani de l nemico un centinaio di prigionieri.

Bagnuolo (Con te di) . V. Sa.n fclice. Bagolino. Comune nel circondario di Salò. Le popolazioni del suo territorio resistettero per molto tempo nlla conquista romana, che fu realizzata ne l 15 a. C. Bagolino loltò più tardi contro i conti di Lodrone, e, le lotte cessarono solo con la. clominazione pacificatrice d i Venezia. Il 4 luglio 1866 1·i si svolse un breve combanimento fra italiani e :iustriac i. Il colonnello Corte, con 7 cp. di volonta ri ,e poch i peni da montagna , avc"a il 3 occupata la strada che da Rocca d' Anfo conduce a Bagolino: i! giorno 4 gli austriaci lo vennero ad asBnlirc, e, dopo aspra lotta, i ,,olontari, per l' in feriorità <lella portata de lle loro armi e per le dominanti posizioni nemiche, furono obbligati a rip iegare per proteggersi da un fuoco micid ia le. Ripresa però posizione sulle alture di S. Anton io, con impetuosi assa lti alla baione tta, verso le 9 d i sera, costrinsero gli austriaci a ritirarsi da l\fome Suello, da Ponte Caffa ro e da Bagolino. Bagradas (oggi Mcgierda). Fiume dcli' Africa settentrionale, che sorge nella J\umidia dal monte Mampsarus e sbocca fra U tica e Cartar,'Ìne.

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Sulle sue sponde, i1el 49 a. ·C., si combatté una bat·taglia che appartiene alla guecra- 'civile scop piata fra Cneo Pompes e Giu lio Cesare . D opo la vittoria di Uti.ca, dello stesso anno, Curione, governatore d i Cesare in Sicilia, assediò nella detta cit tÌt_ il pompeiano J\zio Varo. In soccorso di quest'ultimo accorse G iu ba, re ,della r-srumidia e al leato dei pompeia n i. Curione, ingannato dalla falsa notizia che G iuba fosse r imasto nei suoi . S ta ti pc.r appianarvi alcune controversie, e che Sabura. luogovmcntc dello s te,so G iuba,. si avvicinas~e a Utica con un ,)iccolo cor po di. truppe, inviò tutta h sua cavalleria incontro a l nerniéo, accampato sulle r ive del Bagradas. L a cavalleria romana sorprende di sera ne l sonno il corpo cli Sab"ura, e lo sconfigge e disperde, •credendo con ciò d i avere eliminato ogni p;,ricolo. Ciò ·eseguito, torna verso il campo di Curione. Frattanto ,questi, lasciato nell'accampamen to il questore l\,f. Rufo, .m uove incontro alla sua cavalleria con •buona parte dell'esercito e la raggiunge. Ma il corpo semidistrutto def :.Sabura non era a ltro che l'avanguard ia dell'esercito di ·Giuba. Q uesti, informato dell'avvenimen to della notte, .avanzò con 40 elefanti e tutto l'esercito, facendosi pre·cedere <la 2000 cavalieri e <la fanteria scelta. A su a volta Curionc aveva ancora avanzato, con vinto di dovere <lisperdere i resti del corpo di Sabu ra, e venne n trovarsi con ,forze assai scarse sulle rive del B d i fron te a tutto l'eser cito di G iuba'. Tuttavia accettò ·battaglia, e pugnò con grande valore. Ma, sopraffatto da l numero soverchiante dei n emici, venne completamen te sconfitto e ucciso sul campo con quasi tut ti i suoi sol-da ti. Pochi cavalieri poterono - salvarsi e recare la notizia dell'avvenimento a l questore Ru fo, il qua le dovette immediatamente sgombrare il campo e im barcarsi per 1a Sicilia.

Bag rati di. S tirpe reale de l!' A11mcnia e de lire Georsg ia . Sulla fine del III secolo si convertirono a l cristianesimo. In processo di tempo gli imperatori d'oriente .a ffidarono a diversi membri <li questa famiglia il comando in guerra dei propri eserc iti e concessero loro la .carica di sbarabùl o generalissimo, che si tramandarnno poi d i padre in figlio, q uasi ininterrottamente. I Hagratidi, qua1:tu nque regnassero da parecchi secoli, 11011 assunsero il titolo cli re cl' Armen ia ·che nell'856. I 111em bri di questa dinastia che maggiormen te si dist in-~ero son o: Sempad I vissuto ne! l'' secolo d . C. Con un eser<:ito fornitogli <la Volo.gese re dei Parti, mosse guerrre ad Erovante, il quale s i era impadronito del trono d 'Armen ia, e, sebbene soccorso <lai Romani e dal re di •Georgia, toccò una -disastrosa sconfitta in cui perdette. il trono e la vita. Sempad combatlè vittoriosamente -contro gli Alani, i Persian i e i Romani.

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Aschod, m . verso il 772. Ebbe il governo nel 743. Nel 758, a ttaccato dagli a ltri principi armeni a cagione della sua alleanza con i musulmani fu - ,·in to, fatto prigioniero, privato deUa vista.

Scmpad IX. Salito · al potere nell'820, m . nel 856. Lottò contro i califfi; sconfisse un loro esercito, mJ. poi fu a sua -volta sconfitto e costretto a sotton1ettersi. Vatto prigioni.e ro, Iu mandato rei supplizio . A schod I detto << Il Grande l> m. verso la fine deJ1'889. Comincia propriamen te con lui la d inastia dei Hagratidi. In seguilo ad una incursione nell'Armenia cen trale fatta nell'861 dall'emiro arabo di T ovin che occupava ancora l'Armen ia. meridionale, Aschod mandò suo fratello J\pas alla testa d i un cor po di truppe e - fece scacciai-e l'invasore . N"ell'885 il ca)ifio Motame<l conferì ad Aschod il titolo di re, e l' imper atore Basilio di :Macedon ia, che pretendeva d i discendere àregli Arsacicli r iconobbe anch'esso Aschocl per re: cosi fu r istabilito il regno cl' Armenia dopo circa qua ttro secoli e mezzo dalla caduta <le.gli Arsacid i. In seguito A. 'ridusse a ll'obbedienza i popoli barbari abitanti le v.alli settentriona li e le gole del Caucaso, represse il loro brigantaggio e inv iò in mezzo ad essi il proprio figlio Sempa<l con la ca rica di vicerè.

Sc111pad 1. Secondo re d'Anllenia, salito a l trono n el1'889, m . nel 914. Nc ll'892 ottenne dai califfi l:1 con ferma della sua dignità, ma l'alleanza conclusa l'anno seguente, con l' imperatOl"e Leone il F ilosofo, i11sospetti i musulmani e d'allora comi nc iò una sequela d i guerre la quale · con alterne vicende du rò fino alla sua morte . Nel 913, dopo cinque anni di guerra i,,interrotta, Sempad abbandonato e tradito dai principi alleati, dovette cedere la fortezza d i Ga.boid, nella quale era stato assediato da Y ussu•f go,,emretore dell' Aze.rbcigian, e venne fatto mettere a morte dal vinci tore. Aschod li. Salito a l trono nel 914, m . nel 928. Assa lito da ogni parte, dovette sostenere lotte furiose, unitamente a suo frntello ,Apas, contro i musulman i e con tro i ribelli. R idotto al possesso di poche fortezze, più capo d i avventur ier i che re d i un popolo un ito, dopo d icci a nn i d i lotte continue, avuto drell' impcratore Costantino Porfirogcncto un esercito poderoso, riuscì nel 920 a ricuperare tutti i t_erritori del regno ed a ristab ilire la sua dignità reale . Dovette ancora combattere con tro parecch i princip i armeni alleati degli Arabi e contro il proprio fratello Apas. Vintolo, gli perdonò, sottomise gli a ltri p rinc ipi ribe lli, e, pacificata la nazione, ottenne il titolo cli re. dei re dal califfo. Aschod III. Salito al trono nel 952, m. nel 9ii. Nei 974 fece alleanza con l' imperatore G iovanni Zimisces e lo aiutò potentemente nella spedizione con tro i principi mus ulmah i d i Siria e d i :M esopotamia.

Sempad V . Sopraanominreto « Il Vittorioso 11 m . " Madain nel 601. Per in;ito dell'imperatore l\fa1-'ccllo si unì a Cosroe II, re di Persia, fece guerra all'usurpatore Baram e lo sconfisse, per cui ebbe da Cosroe, nel S93. il governatorato <lell' Armenia. Aiutò ancora Cosroe nelle sue guerrn del Turkestan.

Sempad Il delta « Il Dominatore 11, m . nel 989. ~el 977 succedette sul trono a l pad re Aschod III. R aggiunse la maggiore potenza per la fortuna che lo assistè \n tu tte le guerre. Ing randì e for1ificò Ire capitale cingendola d i bastioni, ·

Aschod, m . nel 690. · Si impre<lrpn\ del governo nel ·o85 e prese il titolo di . prelrizio, nominando il proprio fratello Sempad generalissimo delle truppe . 'Assalito da <C; iustiniano nel 686 si difese ·per due anni ; infine, assa lito anche dagli arabi, mori combattendo.

K a.kig I, m . nel 1020. Salì a l trono nel 939; fu principe valoroso e d i grande coraggio. Nel 998 combatté contro Mambun, emiro musulmano deìl'Azerbcigiren, il qnale alla testre di un esercito poderoso aveva in vaso l'Armenia 1neridionale. Nel 1001 ridusse all'obbedienza il nipote David , che g li s i era ribellato.


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Kakig II. Ultimo i·e d'Armenia della d inastia dei Ilagratidi, salito al trono nel 1042, in età. d i 17 anni, dopo un periodo di anarchia, rn. nel 1079. Nel 1079 mosse guerra al principe Abelkarib; sorpreso in una imboscata, fu preso, rinchiuso nella fortezza di Cybistra; e, dopo essere stato u cc iso, ven ne esposto su lle mura , alla vista delle sue truppe che venivano ad assalire la for tezza per liberarlo. Suo figlio Dav id morì l'anno seguente avvelenato dal suoccr.o Abelkarib. Cosi finì la dinastia armena dei .B agratidi .

Bagration (Principe Pietro). Genera le russo della celebre famiglia che regnò in Ar menia e Georgia (1 i651812). Entrò come sergente negli eserciti d i Caterina II; fu ufficiale nel 1788 du rante la campagna con tro i T urchi; prese par te alla espugnaz ione d i Scyukov ; promosso generale nel 1894, fece la g.1erra sollo Suwa rov in Polonia, e quella dell'Italia e Svizzera nel! quali fu due volte ferito. Nella guer ra aust ro-tussa n el 1805, comandò dap prima la retroguardia ad A mstetten ; i I 16 nov. con sol i 6000 uomini s i difese p iù ore a Hollahru:111, con. t.ro i Francesi, superiori il forze qua ttro volte, e comandati da l\lÌurat, r iuscendo poi a congiunge rs i fcliccu1ente al Cor po principale. Guadagnò a llora la promozione a lenente generale. S i distinse poi a lle battaglie di Austerlitz, Eylau , Hei lsberg e F riedlan<l, ed ancora nella campagna del 1808 fra Svezia e Russia passando sul ghiaccio i l golfo di Botnia, ed impadronendosi delle isole Aland. Prese pa rte a'.lla campagna contro i Tur chi ( 1809) d isting.1cndosi alla baÙaglia d i S ilistria; combattè pure a Pasturitza, ma venne sostituito da Kamenshoy. Nel 1812 e bbe il comando della II Armata occidentale ma attaccò inutil- ' mente Davout a M'ohilew per unitsi con la I Armata a Smolensk. Comandò po, la retr oguardia, e nella battaglia della ::Vloscova l'ala. s inistra ; grave:Tiente ferito in questa battagl ia (7 set tembre 18J2) morì un mese dopo a Sima. Bahallei (o Bahallè) Località della Somalia italiana, :ibbond ame di acqua, p resso Lugh, teatro di combattimento fra Italiani e Abissini (15 d icembre 190i). In segu ito alle razzie operate dagli . H~rien (tribù Somala presso Lugh) ai danni di alcune carovane, i l l'csidente d i Lugh aveva ordinato a i capi della tribù d i l'Cstituire il bottino. Si trovavano i.n quel momento (pr imi d i dicembre 1907) a Lugh i capitani Bongiovanni e ::VIolina ri, il primo per sostit uire il secondo nella carica cl i residente. Il Duongiovann i volle approfittare della maggiore forza disponibile in Lugh per la presenza dei d ue ufficiali per pun ire la t ribù p redatrice; tanto più che si sapeva della presenza intorno a Lugh d i una colonna. d i Amhara i nt~nta a preclare le nost re tr ib i1 sottomesse. Il 4 d icembre i due capi tani partirono con 113 ascari ; per via r icevettero invpcazioni d i · in ter ven to contro gli Amhara e, avu ta assicurazione che J}on erano più di una quaran tina, mossero sulle loro ·t racce, rinforzati da 2 o 300 somali Rahanuìn. La mattina del 15 dicembre,

i nostri rintracciavano a Bahallei, presso · i pozzi d~ Berdalè, a -circa 10 ore da Ilur Acaba, la zer iba abissina e la attaccavano d i sorpresa. G li Amhara, r itiratisi in disordine, ben presto, r iconosciutisi assai superiori d i forze (c irca 2000, armati in maggioranza di fucile} attaccarono a lla loro volta i nostri avviluppandoli . J somali Rahanuìn si dettero ben presto. alla fuga, e i' nostri asca,·i, accerchia ti completamente, si difeser o valo;·osamente finchè vennero sopraffatti ; 92 d i essi r imasero su l campo insieme coi due capitani. Giunta a Lugh notizia dello scontro, il s ig . Segrè, rappresentante d i una Società com mer ciale italiana, predispose la difesa di Lugh colle poche for7.C d isponibili mentre il Ten. Cibelli, res idente a Bar dera, accorreva d i sua in iziativa con un a cinq11antina d i ascari. Ma gli Abissin i· si erano già. r itirat i verso il Nord . I l Negus Menelik dette ampie soddisfazion i all'Italia per lo scontro, ch ed isse avvenuto a sua i113aputa e imprigionò e depose 1 capi responsabili.

Bahariti. V. 11ia111,11alucchi. Bahatia. Località dell'Tndia inglese, nel P cngiab. Vi si combattè una battagl ia che appai'tiene al ten1>1tivo de•i•··musulmani •, di imparu·,mirsi. dçll:ln<lia . ( 1002) . Bohaira, governatore del P engiab, si battè per quattro. giorni contro un esercito n1usu lmano, 1na venne sconfitto. Bahia. Ci ttà del Brasile, con magnifico e sicure> porto, fon<la ta nel 1549, capita le ciel Brasile fino af. 1 i63.

N el 1624 compa rve improvvisamente (9 maggio) davanti alla città u·n a squadra olandese d i 26 navi-, coii 500 cannoni, 1600 marinai e 1700 u . da sbarco:' B. cadde senza resistenza nelle loro man i, e il governa tore spagnuolo venne fatto · prigion iern. La Spag,ia armò l'anno seguente una flotta di circa 60 n avi, fra le quali: quatu-o napoletane, con 1015 cannoni e 12500 u . da sharco, fra i quali un regg. napoletano: il resto spagnuoli e portoghesi. La t1ott.a giunse a B . i I .31 marza 1625 e, sbarcate le truppe, vi pose l'assedio . Le tr upp e napoletane, agli ordini ciel ma r chese d i Cropani, si distinsero granclemenlc nelle operazioni di approccio, portando le loro trincee a 40 passi dalla cit tà. La quale si a rrese il 30 a p rile . Nel 1638 le pa r ti si invertirono: gli Spagnuoli vennero assediati dag li Olandesi. E ra governatore di B. Pedro de Silva, il qua le afficlò il comando della d ifesa all'itali ano Sanfclice, conte d i Bagnuolo. G li O landesi, comandati da llfaur izio d i :\'assau, entrarono nella n da oon una flotta cli circa 40 na ,·i recanti 5000 u., il giorno 8 aprile. Il Sanfelice a veva appena 2S00 soldati, e si r itirò presso le mura, scavando trincee e mandando su bito a vuoto un tcntat ivo cl i prendere ]a città di viva forza. Quindi ordinò gli uomini p iù ard iti in compagnie d 'assalto, le quali con continue fazioni disturbarono gr?.ndemen tc gli assed iant i, costringendoli a una vigilanza sfibran te. U 18 maggio l\,faurizio tentò un grande assalto con 3000 u ., ma fu re$pinto per dendon~ 500, dopo ostinata lolla durata molte ore. Allor a decise ·c1; abbandonare l' impresa e nella notte dal 25 a l 26 imbarcò le sue truppe e tornò a Pernambuco.

Bahia Bla,,ca (Porto di). Sòpra· i l R incon, seno r ien-


BAH

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907 -

tranlc della costa della R. Argentina. Ideato nel 1896, i! porto militare di B. B. venne costruito negli anni seguenti da italiani in massima par te, sotto la direzione dcll'ing. Luiggi. Il porto mii. di B. B. (Porto Be lgrano) è dotato di bacin i di carenaggio, di magazzini. d i polveriere. E' il più perfetto porto mii. dell'America Latina.

Ba hur. Villaggio de ll'Tndia non lungi cl~ Pon<lichéry. Il 6 settembre 1752 vi avvenne u110 scontro tr.1 Francesi e Inglesi. Questi ultimi, comandati dal maggiore Lawrence, comprendevano 400 europei, 1700 cipays, 400 a lleati di Mahomcd - Alì. 1 Francesi, coma11 • dati dal n ipote d i D uplcix, De K erje,u1, avevano 400 europei, 1500 cipays e 500 cavalieri indigeni. I cipays dei francesi, che erano stati dal K erjcan collocati al centro, furono rotti da una \'igorosa carica degli Jnglcsi e tutta la linea cedette . l i K erjean, con 15 u,f• ficiali e 100 sold ati, rimase pr igioniero. B a ia. Ant. castello nel cirr. di roauoli, sul !Ilare. nel golfo omonimo, fra il capo di ~Ii~eno e la punt:l eh Pozzuoli. li castello, edifizio moderno, si innalza sopra uno sperone, cd ha due ord ini cl i u:tllC'rie. Venne as..ed iato ne l 1734 ·dagli Spagnuoli, durante la guer-

BAI

la compagnia ch'egli comandava come capitano, ebbe l'ordine di partecipare a ll'attacco <li m. Sief, la cui cima è divisa dal Col d i Lana da una breve insellatura. D avant i a tutti egli si lanciò a lla scalata della forte posizione ; ferito, non desistette dall'avanzare, fi. no a quando una seconda pallottola non lo colpì a morte, mentre sulla cima raggiunta egli lanciava a· suoi soldati l'ultimo incitam~nto . Alla ·memoria dc' valoroso capitano venne conc~ssa la medaglia d'ore a I va lor mi litare. con la seb'l.h!ntc 1notivazione: « Diede costante, cscm• pio d i ca.Ima cd ard imentt a i suoi soldati. Comandante di una compagnia, la condusse \'alorosamente all'attacco di forti posizioni nemiche. Ferito, con tin uò ad avanzare, incitando i snoi all'u ltimo sforzo. Colpito una seconda volta e mortalmente, si trnscinò su lla cima co11qu islata e gettò al nemico J"uhima sfida cd a i suoi l'ultimo appello: « :\bbiarno vinto! Arnnti ragazzi!" (Cima Sief, 20 settembre 19 17) ».

B aiar do. V. Du 'l'rrra;/. B aiburt. , ·. Beib11rti. Ba idoa (!scia Baidoa). Capoluogo di Commissariato n ell'Alto Giu ba (Somalia), fondato dagli I tal iani nd 1913. presso un a fon te, a 423 m. d'alt., sopra un \'aslo altopiano allu,·ionale. molto fertile, abitato da Somali Rahanuin (Elai). Vi ha. sede il I Battaglione « Benaclir »; il campo for tificato può contenere 15 uffic ia li e circa 1500 uolllini.

ra dei Borboni per la conquista del regno d i è\ a poli; essi riuscirono a costr ingerlo a lla resa, il 23 aprile. LI !castdlo venne consegna to a l conte d i Marsil lac, romandantc delle forze spagnuole a Napoli.

Bma di combattime11to. Ycn iva così chiama ta ncll'an • tica marina velica una tinoua d i circa mezzo barile di capacità, che s i tc.~eva, du rante gli scon:ri navali, nei ponti, p iena d'acqua, allo scopo di spegnere i principi d'incendio. IBa iardi (Riccardo). :Medaglia d'oro, n. a )-Tovi Li• ~ure nel 1886, caduto sul m. S,icf, in Cadore, il 20 settembre 19 17. D opo aver comµiuto il suo servizio di leva e conseguiu: i\ grado di sottotenente d i complemento nell'arma di fanteria, egli ave,·a emigrato nelle Americhe. Ne ritornò spontaneamente al tempo della nostra spedizione in L ibia e prese onorevolmente parte, col 50° fanteria, a tufti j . più importanti falli della gu erra italo-turca, cosl da n1eritare la nomina ad ufficiale effettivo per merito di guerra. Fu trattenuto alcun tempo in Libia, anche dopo lo scoppio d ella guerra. i talo-aus triaca, ma alfine vide appagato il suo grande voto d i combattere alle frontiere della Patria e, dcsli1iato al 45° fanteria, r aggiunse subito la zona di operazioni, nel scuorc del Col di Lana. All'alba del 20 scucmbre 19 17,

Bai l (Ca rlo Giuseppe). :\mministratore militare francese, n. di Béthune (1777-1824). Partecipò alle guerre del suo tempo, nei cacciatori prima e poi nell'artiglieria; e, nominato t1fficialc amminis tra tore mi litare, d ivenne segretario generale delle finanze. Nel 1813 fu fatto pr igioniero di guerra. Lasciò parecch i scritti, tra cui « Saggi storici e critici sull'ordinamento degli eserciti e sull'amministrazione militare in F rancia.». Ba i len. Città della Spagna, ncll' Andalusia. Battaglia di Bai/en. Appartiene alle guerre dell'indipendenza spagnuola contro i Francesi. Il generale spagnuolo Cascafios, accortosi che il generale francese Dupont, ( luglio 1808) era solo nel bacino di Andujnr, in attesa d i rinforzi, che n on potevano venirgli pcrchè in viati da l\Iadrid al maresciaJlo Moncey minacciato nella propria linea di operazione, decise di far discendere un a parte ragguardevole delle sue forze per J aen su è-1:engibar e di tagliare a l Duponl la ritirala su 13ailen. Il 16 lu glio il generale inglese R ed ing, seguito dal genera le Coupigny, assali e sconfisse i Francesi, comandati dai generali Cassagne e Gobert, a Jcaen e a ~Iengibar, uccidendo alla testa d i ponte del Guadalquivir il prode generale Gobert; si fra,ppose arditamente fra il corpo del Dupont e q uello del generale Veael, che era in possesso di Bailcn e della Carolina, scacciando da Ilailen nella notte del 18 luglio il generale Dufour.


)

908

Il campo rol'rtficato di Batdoa Dupont sperava d i potersi ricongiungere col genera le Vc.clel, ma fatal,ne•lte questi aveva r ipiegato verso le a lture, alla Ca.rolina cd a S. E lena . E a llora , inca l1-ato alle spalle ed ai fianchi dalle truppe del generai~ Castaiios, giunto nelle v icinanze di Bailén, allo spuntare del giorno 19 luglio si vide p revenuto da 14.000 spagnuoli coma11dati da Red ing e da Cou pigny, i quali s i erano sistemati su una posiz ione efficiente, sia contro ii Dupont, r.ia, eventua lmen te, contro il Vedei. In ta l frangente il generale Dupon t, ignaro della vera forza neJ11ica, non aveva altri partiti che o d i sfondare ·1a fronte avversaria per ricongiungersi con i suoi sulla strada cli Guarroma no, o d i abbandonare equ ipaggi cd artiglieria e gettarsi, pe~ sentieri impra tica bili, attraverso i mon ti che conducono a sinistra nella val-

-h-ances/ rrançes·/: v, generale Veci.e! -

C, B rigiU-a c assagne - tl, 1" clivlslone D, Marina - F. c-aval!el'ia (g-en. Fre,!r.) , _ R, Brigata svizzera - 1l11(jl(I -S pll(J1!1WU.: , , ·t-• cliYlSiOll C _ G, 2:, di\·isionc - P_. 311 d i visione z , corpo ct'os~

servazione

.le della Guadiana. Da buon soldato ~otnc egli era, s i attenne a l primo partito. G li stavano cli fronte: il genera le Coupigny a lla sua destra, Recling al centro e Venegas a s inistra. Dupont schierò le sue truppe in modo cli attaccare colla propria s in istra il Cor,po cli Venegas, p iegando indietro la p ropria des tra [ler poter sostenere l'urto che stava per giungergli da quella parte dai corpi d i Castaiios che si avvicinavano da Andujar e mina~ciavano d i por!; tra .due fuoch i. Egli formò p iù colonne d 'attacco, è, affrontan do il tiro aggiustato clell'art iglkria avversa ria, si lanciò nel mezzo dei ,battaglion i di R eding : a lcuni ne rovesdò, a ltri ne spezzò, ma

non riusci: a rompere la linea ed a congiungersi a l Vedei, che da l suo canto, benchè sent isse vicinissimo il rumore della battaglia, non si n\ossc che tardivament~ dalle sue posizioni per accorrere in suo a iuto . Le truppe del DL1pont stanche, asseta te, .prive d i cibo, scars issime <li munizioni, tentarono u n ultimo colpo contro quelle del Reding, mentre più vicina s i faceva la minaccia alle spalle del Castaiios; ma tutto fu inutile. D upont avanzò allora proposte d i accordi al generale R ed ing, ma questi, non senza difficoltà, concesse la sospens ione delle ost ilità, a l patto che ciascun corpo restasse nella posizione ra.ggiunta a l momento d el!~ concessione della tregua. Era così di fatto cessata la battaglia, qua ndo il Vede! pensò d i a ffretf.are la sua. ma rcia su Bailen e d i attaccare R eI <ling. Si precipitò infatti d i forza sulle riserve spagnuole le qua li riposavano, sba ragliò il R eggimento Cordova, ed avrebbe forse cambiato la · faccia delle cose, se i generali Red ing e Coupigny non avessero rapidamente raccolte le truppe e non lo avessero attaccato, nello stesso tempo in cui i generali La P enna e Ionas si avvicinavano a l Dupo11t e lo forzavano ad impor:rc egli s tesso a l corpo clel Vedei la sospensione dell'àttacco. Vedei ripiegò d i n uovo su Guarromano, e gli spagnuoli, resi ,piit or• gogliosi da ll'esito brillante della giornata, furono p iù severi nelle trattalive con Dupont, al quale non voliera accordare alcun tattc d i salvezza per le su e truppe d 1e, ridotte a 3200 uomini, furono httc tutte p rigioniere. MedagJ;a di Baileii. Creata nel 1808 dalla Giunta d i Siviglia per commemorare l,i batta glia omo11 ima.

Bailey (Teodoro). Am-

Baì!e;v "!'()odoro

m iraglio nordamericano, n. nel 1803, m. n ella seconda metà del sec. XIX. Fu coman dante di squadrà. nel golfo del Messico, e nel 1862, agli ordini ciel Ferragut, pa1·tecipò al forzamento <lella fote <lei Mississi,pì e alla presa della Nuova Orléans. Nel 1866 si ritirò d al servizio .


-- 909 Baillet (Luigi, co11/e B. de la Tottr). Generale belga, n. a La.tour (Lussemburgq) nel 175.3, rn . a Jlru xclles nel J 8.36. Era ufficiale superiore nell'eser cito belga, quando questa nazione fu annessa alla Francia, cd accettò di scn •ire col suo grado nell'esercito francese, dove raggiunse il grado di generale d i Brigata. Al ritorno dei Borboni in l~clgio, ritornò a servire nell'esercito ~1~1 suo paese. Baillo,d (barone Gia111pietro). Generale francese, n. a Songieu nel 1i71, m. a Valogne nel 1853. Entrò nel-

l'esercito come volontario nel 1792, e raggiunse rapidamen te i gradi superiori. Fu nominato ufficiale della Legion d'onore e promosso generale di brigata nel 1807. Pr~sc parte alle battaglie di Eylau, Essling c Lips ia. dove fu ferito. Alla caduta dell'Impero si ritirò col grado d i generale di Divisione a Valogncs do,·e fu eletto deputato dcll'opposizi01'e .

Bailloud ( Ma11rizio). Genera le fra ncese n. a Tours ( 1847). Partecipò col 3° regg. cacciatori d.Africa · alla campagna del 187(' e rimase ferito a Sedrn. Xel 1888 fece partr d i una m i~sione speciale inviata nell'Asia Centrale, nd Cauc 0.so e in Armenia. 1\"cl 1895, pr o• mosso colonnello, ebbe la d irezione dei servizi d i tappa del corpo francese d i spedizione al ~ladagascar. Generale di brigata nel 1898 . .'\el 1900 ebbe il comando tiella II brig. del corpo di spedizione, in C ina, dove fu poi incaricato · del comando della colonna internazionale incaricata di prendere Pao-Ting-Fu e di aprire la via di Tien-Tsin. Gcu. di div. nel 1901, e di C. d'A. nel 1906. Bailly (Giorgio). Generale fra11ccsc, (1685 -1759). Fece la campagna del l 706 in Germania e fino al 1719 fu nell'esercito combattente. Poscia diresse la scuola di Grcnoble fino al li33; combattè in seguito in Italia, in

Boemia, nell'esercito de! R eno; fu nominato Generale nel 1748.

Bailly (Francrsco, conte di Montltion). Generale francese n. all' isola :Bourbon ( 1776). n1. a P arigi ( 1850). Partecipò a tulle le camp::ii::ne imperiali e fu promosso colonnello ad Austerlitz. Gen. di div. nel 1812; sotto Luigi XVIII r imase fuori dell'esercito attivo, nel quale rientrò nel 1835. sotto Luigi F ilippo, con la carica d i ispettore generale dell'arma di fanteria.

Bailo. Termine usato nel '.\ledio e,,o per indicare una. specie di console che risiedcv:i nei -princi pali porti dell'oriente, ai quali facevano capo le navi da commer cin e da guerra delle repubbliche marinare. Era una specie d i funzionario dello Stato, ma riscuoteva. oltre allo stipendio, anche il me1.1.o per cento sulle merci importate e l'uno per cento su quelle esportale dai propri con naziona li. Ogni due anni doveva rendere co11to della p ropria amministrazione. Il bailo di Costantinopoli aveva funzioni <li ambasciatore. Bainbridge (G 11gliclwo). ,\ n 1111iraglio d ella marina degli Stati Uniti. 11. nello stato ,lei New J ersey nel lii4. m. a Filadclfia nel 1833. Quando nel I 798 scoppiò il conflitto tra l:t F'rancia e gli Stati l:niti B ., che era allora luogotenenlc, fu preso dai Francesi e )nandato alla Guadalupa. P rotnosso capitano nel 1800, tre anni dopo veniva .fallo prigion iero dai tripolini e rimase a Tripoli fino a lla conclusione della pace ( 1805). QuJndo scoppiò la guerra con rtnghilterra ( 1812) ebbe il comando cl'um squad:a e con la fregata « Constiwt ion l> riusci a callurnre, dopo un com.battimento duralo due ere, la fregata britannica (<"Java l). Là.sciò il servizio attivo nel 1821 e fu poi comandante degli arsenali d i Boston e di Filadelfia.

FINE DEL PRIMO VOLUME.


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