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La Divisone di Fanteria da montagna "Acqui"

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LA DIVISIONE DI FANTERIA DA MONTAGNA <<ACQUI»

Noll3 immane tragedia cM segui l' arJOUt1zio dell' 8 settembre 1943, i l popolo !tal1Mo seppe ritrovar<> i valori ideali che avevano aniaato 11 priao R!aorgiacnto e che poi sorreggeranno la lotta, sia delle tono regoleri aia delle forze partigiano, per la libOrnione del auo\o d'Italia dali •occupuione straniera o 11 ripris tino dello condi doni atnsc dell'unità nella Hbertl.

NEL QUARANTACINQUESIMO ANNIVERSARIO

DEIU RESISTENZA EDEL SUO SACRJFiao

~a Divisione di fanteria da 1110ntagna "Acqui• fu 1a prl..u grande Unito\ in arai dell'Eserc i to Italiano che con una eroica res istenza ali •estero scrisse una pagina cUaporata e gloriosa dct\1 'onore del s oldato italiano.

Nelle isole Jonie di Cef&lonla. torN. Unte. Itaca , Santamaura , dov'era dislocat•. la OivJ.aione •Acqui• si iaaoltt quasi at coopleto con il S\10 comondante, C:en. Antonio Gandin.e con 10.000 uomini su circa 17.000 effettivi: tonti, artiglieri, geni ori , carabinieri , Finanzieri . marinai, aviatori , caddero con la ato1 letto oulle uniformi , con i l vlatico eli un dovere co~tp!uto, con il sogno spenato di un ritorno in Patria . Vede l! alle 1st! tuzioni e 0911 ordini do l governo legittl.loo, gli uoalnl dolla "Acqui •, rHiutando la ron. Accettarono eU c001battoro in condhioni dlsporote aa con grande deteno!Radone e atrrontorono poi i l plotone d •eaecudone col\ eatre"o coraggio. Un ucrHi do evocato dal Presidente della Repubblica COssiga che, !n occasione del auo giuruento, volle ricordare 1 caduti di Cefalonla •rueihti c ontro ogni toooo internazionale e dttll'onor~ e t l t tare". La decisione d1 non c"derc te arai ru una acolta consapevole e ptcbiacitorla ehe, riarreraando l\ valore o le dlgnitA del soldato lto\lltno, segn6 uno dei aomonti deciaivi del processo di riscatto della Nnione e contrlbul a rlcottituiro i l profondo 1egomo rra orcci e itatiant. popoli accomunati do antica civiltA e dalla mccloaima ospiraz!ono alla libertà o alla druaocrada .

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LA BRIGATA <<ACQUL> IERI La plurisccolarc storia della Brigata «Acqui» risale ad origini remote e comprende numerosi mutamenti orclinarivi in cui il nome «Acqui» ha contraddistinto unità di diverso rango - Reggimento, Brigata, Divisionelegate da una unica tradiz:ione, sempre rinverdita da eroiche gesta nello svolgersi delle vicende militari. Tali mutamenti possono essere raggruppati in due grandi periodi:

- 170)-1799. Nel1703 si costituì, nello Stato Sobaudo, il Reggimento «DcsportcS» composto do volontari tedeschi, svizzeri, olandesi, inglesi c da una aliquota di francesi fuggiti dallo loro Patria per ragioni politiche. D Reggimento prese porte al combattimento di Ivrea (1704), aUa difeso di Chivasso c di Torino (1705 -1706), ai combattimenti di Parma c di Guas talla (1734), ai faui d'arme di Casteldelfino, di Pietralunga, di Madonna dell'Olmo e dell' Assicno (17431747). Dopo aver partecipato, sotto il nome di Reggimento «del Chiablesc>> alla campagna contro l' Esercito rivoluzionario francese (1792-1796), nel 17 96 mutò la denominazione in Reggimento «Alessandria» rimanendo in \•ita fino al 1799; - 18 14-1926. Ricostiruitosi nel 1814, iJ Reggimento «Alessandria» si trasformò l' anno seguente nella omonima Brigata che, in seguito ai moti rivoluzionari che videro implicata parte dei suoi uffìciali, venne disciolta per dar vita poi, nel 1821, alla Brigata «Ac· qui». Dicci anni dopo (183l), la Brigata formò il l 0 c 2° Reggimento fanteria i quali, nel 1839, modificarono iJ numero ordinati· vo in 17° c 18° , divenuti do allora i reggi· menti di fanteria protagonisti della storia del. la Grande Unità.

LA DIVISIONE <<ACQUI» NELLA 2 a GUERRA MONDIALE Per effetto del nuovo orclinamento dell' E· sercito avviato sin dall926, ordinamento che trasformò le Brigate c!i fanteria in Divisio · ni, dapprima binarie e poi temarie, il 17° c iJ 18° Reggimento fanteria «Acqui» entra· rono a far parte della 33" Divisione di fan· teria da montagna costituitasi a Merano nel 1939. Fecero parte della Divisione anche il 33° Reggimento artiglieria da campagna c , successivamente, anche il neo-costituito 317° Reggimento fanteria «Acqui», oltre a reparti minori del genio c dei servizi logistici. Lo 33' Divisione di fantc.ria d o montagna «Acqui» partecipò, nello 2 1 guerra mondin· le, a: • bottaglia delle Alpi Occidentali (11-25 luglio 1940); • compagna di Albania c Grecia (28 ottobre 1940-23 aprile 194 l), distinguendosi nei comballimenti di J li mora, Vunoi, Voi Sushitza ove i Reggimenti 17° fanteria , 18° fanteria e 33° artiglieria meritarono, rispct· tivarncnte, una Medaglia d ' Argento aJ V.M., una Medaglia di Bronzo al V.M., una Cro· ce di Guerra al V.M.; • presidio delle I sole Jonie a Corfù, CefaJonia, S. Mauro e Zante ove fu sorpre sa dall'armistizio del settembre 1943, vivendo una epopea di gloria c di sacrificio che decretò la fine della Divisione: l' olocausto di 10.260 suoi componenti, primo fra tutti il Comandante della Grande Unità, valse la Medaglia d'Oro al VaJor Militare per le Ban· diere dei tre Reggimenti di fanteria, per lo Stendardo deJ Reggimento di artiglieria, nonché per la Bandiera del Corpo della Guardia di Finan za, per il I battaglione mobilitato.

Assumono particolare signilicato:

• il dircno riferimento al Comune di Acqui, del quale riporta riprodotto lo stemma arald ico; • l' accostamento ideaJe tra il motivo cen· trale dello stemma (aquila spiegata indietro) c la città di L'Aquila, sede del Comando della ricostituita Brigata «Acqui»; • il richiamo ai colori giallo c nero delle mostrcggiarurc dei due vecchi Reggimenti di fanteria, ora poMate dal17° battaglione fanteria «S. Martino» e dal personale del Comando c delle unità di supporto della Brigata. La ricostituito Brigata «Acqui» è ordinata su:

17° bartaglione fanteria «S. Marcino»

Così costituito, lo Brigato «Acq ui)} partecipò a: • l" guerra di indipendenza, distinguen· dosi a S. Lucia c a Goito (1848) c, poi, alla Sforzesca cd o Novara (21-23 marzo 1849) ove il 17° Reggimento fanteria fu decorato di Medaglia d'Argento al Valor Militare, la prima ricompensa di una serie di riconoscimenti che premieranno la virtù militare di quella unità; • 2" guerra di indipendenza, nella quale entrambi i Reggimenti meritarono la Medaglia d ' Argento al Valor Militare «per la condotta tenuta nella giornata di San Martino» (24 giugno 1859); • 11 guerra mondiale, nel corso deUa quale la Brigata confermò le sue tradizioni di valore sul Carso (Vermcgliano, Cave di Sclz, Monte Sei Busi, Hudi Log, Castagncvizza) c sull'altopiano di Asiago (Gallio), arricchcn· do le Bandiere dei suoi Reggimenti con la Croce di Cavaliere dell'Ordine Militare d ' I . talia e con lo Medaglia di Bronzo al Valor Militare.

scudetto interno che, peraltro , giil costituiva l'uJùmo quarto dello stemma araldico del 17° Reggimento fanteria, vuoi ricordare il nome conservato ininterrottamente, a par· tire dal 1821, dalla vecchia Brigata «Acqui» e dai Reggimenti 17° e 18° fanteria che ne hanno fatto parte.

LA BRIGATA <<ACQUI» OGGI Ricostituito iJ l 0 gennaio 1948, il 17° Reggimento fanteria «Acqui» ha mantenuto tale denominazione fino al dicembre 1975, data in cui è stato trasformato - nel qua· dro della ristrutrurazione dell'Esercito - in 17° battaglione fanteria «San Martino» ere· dita.n do la Bandiera di guerra del 17° Reggimento fanteria «Acqui». Contemporaneamente è stata ricostituita la Brigata motorizzata «Acqui» con sede del Comando a L' Aquila. D personale appartenente allo Brigata motorizzata «Acqui» ha sull'uniforme un distin· tivo scudetto. Su fondo rosso, riferito all' Ar· ma di fanteria, è riprodotto, al centro, lo stemma araldico del comune di Acqui: scu· do con campo giallo e aquila spiegato in ne· ro che tiene negli artigli un a lepre posto in fascia sopra una compagna verde. Questo

Ricostituito i/1 ° gennaio 1948, il l 7° Rcg· g~mcnto viene inquadrak> nella DiVIsione <<Gra-

natieri di Sardt>glla». Il l 0 ollobre 1975 viene trasformato in ballaglione <<San Martino» ciel· la BriFJIIll motorizzata «Acqui».

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57° battaglione motorizzato «Abruzzi»

1)0° battsglione motorizzato «Perugia»

9 ° battaglione corazzato «M.O. Butera»

Costituito il 1° dicembre 1975, è erede della Bandiera e delle tradizioni del 57° Reggi· mento «Ab111ni», la cui origine risale al 1861.

Costituito il l 0 gennaio 1976 in Spoleto, è erede della Bandiera e delle tradizioni del l )0° Reggimento «Perugia», la cui origine risale al marzo 1915.

Costituito il l 0 settembre 1975, è erede della Bandiera e delle tradizioni del ) 0 Reggimento fanteria carrista, la cui origine risale al 15 dicembre 1936.

48° gruppo artiglieria da csmpagna «Taro»

Battaglione logistico «Acqui»

Reparto comando e rrssmissioni «Acqui»

Si costittlisce il 1° ottobre 1975 in atttla:zione del nuovo ordinamento dell'Esercito .

• Compagnia genio pionieri «Acqui»

Si costituisce il 1° ottobre 1975 a seguito della ristrtltturazione delle unità dell'Esercito .

• Compagnia controcarri «Acqui»

Si costituisce il 1° ottobre 1975 a seguito della ristrtltturazione delle Unità dell'Esercito.

Costituito il l 0 ottobre 1975 in L 'Aquila, si riai/accia alle tradizioni del -18° Reggimen· to artiglieria da campagna, costituito nel 1915 ad Asti.

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Si costituisce il l 0 ottobre del 1975 a seguito della ristrutturazione delle unità dell' Eser· cito. Raggrnppa tutte le formazioni dei Seroizi logistici destinati ad operare nell'ambito della Brigata. Idealmente si riai/accia alle unità dei Seroizi della Divisione «Acquh> che hanno operato nel corso del 2 ° conflitto mondiale.

Stemma araldico del )) 0 artiglieria.


LE ISOLE ]ONIE Le Isole ]onie sono 1111 gmppo d1 1sole della Grecia, a sud del Canale di Otranto, ne/mare ]onio. Le principali sono: Corj1ì, Paxo, Leu· cade o S. Mauro, ltaca, Ce/afonia, Zante. Nel complesso, costituiscono una regione della Gre· eia (Kmq 22) 7) divisa nei quattro Comuni di Corfrì, Ce/afonia, Zante e S. Mauro. Le Isole follie sono lembi staccati dalla ter· rafenna balcanica, costituiti in massima parte da calcari modellati da/fenomeno carsico che a/temano zone mo11tuose (a Ce/afonia, si rag. gumgono i 1600 m.) a fertili distretli pianeg· gianti e collinosi. Le coste sono generalmente npide; quelle orientali so11o ricche di approdi. Freque11ti sono i terremoti. Hanno clima me· diterraneo con invenri piovosi ed estati secche. Sono coltivate a / rutta, viti, olivi; producono cereali e legumi; esportano /mttafresca (specie arance, mandarini e limoni) e secca (uva pas· salina o di Corimo), olio e vino, lino e seta. \li si trovano anche petrolio, carbone fossile, zolfo, marmo e acqua minerale. L'imporumza economica e strategica delle Isole ]o11ie fu notevolissima sm dall'amichllà perché esse costituivano un punto di obbligato passaggio tra lo Grecia e l'Iwlia: I«Jca, ad esem· pio, come mostrano recenti scavi, fu nell'età micenea centro di vivaci traffici tra le opposte rive dello fonio. Nei secoli Vlll e Vli a.C., le ho/e ]onie juro110 prevalentemente colo11illa· te da Corinto che dedusse fiorenti colonie a Leucade (S. Mauro), a Corcira (Corj1V. ecc.. L 'importam:a di queste 1sole diminuì tfuando, con il dominio romano nell'intero Mediterra· neo, venne meno la loro fum:ione strategica. La fine dell'Impero Romano d'Occ1dellte de· temmrò 1ma decisa gravimione politrca e com· mercrale delle isole io11iche verso Brsanzio. dello quale cos:ituirono base marittima avanzata. Erelfo in epoca giustinianea in «tema» auto· 110mo, l'eptaneso jonico comribuì n mnntene· re saldo il dominio bizantino nel/'ltalin meli· dionnle e libero l'accesso aii'Adrintico. Con la conquista e il dominio nomramro (l 082·1 085), il controllo bizantino in questo settore strate· gico marillimo cominciò a cedere: al GuisctiT· do successe nel dominio il Vescovo Dagoberto dr Pisa (1 099); di 111/0VO, poi, vemu:ro i Nor· mamri co11 Ruggero (1 148): si affacciarono poi \leneziam e Genovesi nel 120-1. Ve11ezia cercò di este11dere il suo dominio n tu/le le Isole )o11ie, ma vi riuscì solo dopo il 1386 a causa del potere di feudatari locali fedeli alla corolla di Sicilia (come i Tocco a Ce/atonia a a Zan· te) o del prevalere del despota di Epii'O a Cor· fiì c a S. Mauro. Ricostituita, così, da tnlc epocn l'unità del/'eptaneso jonico, Vene~ialasciò nel· le singole isole 1111 Reggimento auto11omo affi· dandone i/ COII/01/dO a 1111 patrizio Velleto, SOl· toposto all'alla giurisdizio11e del provveditore generale. Caduta lo repubblica veneta (1797), le Iso/t.' furono dominio francese dal 1797 al l 799. cui nel 1800, in seguito ad azio11e dello flotta msso-turca, succedette il domi11io dei Turcbi che fecero delle Isole mra repubblica ati· /011011/0.

Riconquistate dalla Francia nel 1807. ven·

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GRECIA

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MARE JONIO

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nero poi occupate dall'lnghilterranel181 l (ec· cetto Corfrì); i trattatr di Parigi del 1814 e del 1815 consacrarono il possesso inglese. estesosi anche a Corftì. dei cos1ddetti Stati Uniti delle Isole ]onie, con regime dr protettorato. Nelle !sole si cominciò a reclamare maggio· re libertà, finché ilmalcolltento scoppiò ttel!a rivoluzione di Ce/afonia de/27 marzo :848. L'lngbilterrn dovette mettersi sulla strada del· le concessioni fincbé, mlllato l'equilibrio eu·

ropeo nei settori balcanico e mediterraneo, le Isole perdettero per gli inglesi molta della loro importanza. Così, nel 1863, l'Inghilterra accompagnò la elezio11e di Giorgio I a re di Gre· eia con la cessione di queste Isole alla Grecia.

(tratto d. OJtionario Enciclopeclioo Italiano ddl'lstitUIO d<lla Enciclopedia italiana fondato do Giovanni T retta· ni. Roma).

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LA DIVISIONE DI FANTERIA DA MONTAGNA <<ACQUL> NELLE ISOLE JONIE

ORDINAMENTO -

Alla data dell'8 settembre 1943, la Divisione di fanteria da montagna «Acqui», insieme con unità della Marina Militare e con reparti della Guardia di Finanza, presidiavo le isole greche del Mar Ionio con gravitazione delle forze nell'isola di Cefalonia (525 ufficiali e 11.500 sottufficiali e truppa) e nell'isola di Corfù (160 ufficiali e 4.500 sotrufficiali e truppa). I reparti schierati o Corfù dipendevano daJ

XXVI Corpo d'Armata; quelli schierati a Cefalonia dipendevano dall'Vlll Corpo d' Ar· mata. I due Corpi d'Armata erano inquadrati nella 11 1 Armata. Rapporto iniziale di forze tra italiani e tedeschi: 6 a l a favore degli italiani. 8 SETTEMBRE 1943: L'ARMISTIZIO

D proclama Badoglio delle ore 19.42 dell'8 settembre 1943 veniva confermato dopo qualche ora da un primo ordine con il quale il Comandante deUa n • Armata, Gen. Vccchiarelli, disponeva cbe, a seguito della conclusione dell'armistizio, le truppe italiane della u• Armata dovevano tenere la seguente condotta: se i tedeschi non effettuavano atti di violenzu armata, gli italiani non do vevano volgere le armi contro di essi; gli italiani non dovevano fare causa comune né con i ribelli né con le truppe anglo-americane che eventualmente fossero sbarcate; dovevano, invece, reagire con la forza ad ogni violenza armata e restare al proprio posto con gli stessi compiti in precedenz.a assegnati. Quest 'ordine, pervenuto al Comando della Divisione alle ore 23.30 dello stesso giorno 8 settembre, dava adito alla speranza di poter affrontare onorevolmente la prevedibile reazione tedesca. Sulla base di questo ordine, infatti, il Gen. Gandin disponeva l'immediato trasferimento in Argostoli della riserva divisionale, assegnandole obiettivi in netta funzione antitedesca. Un secondo ordine dello stesso Comandante della 11• Armata, diramato alle ore 09.50 del 9 settembre e pervenuto al Comando della Divisione alle ore 20.30 dello stesso giorno, stabiliva che, in aderenza alle clausole armistiziali, le truppe italiane non dovevano opporre alcuna resistenza ad eventuali azioni di truppe anglo-americane, mentre, invece, dovevano reagire ad eventuali azioni di forze ribelli. I presidi costieri italiani dovevano essere sostituiti con reparti tedeschi entro le ore 10.00 del giorno 10 per poi concentrarsi in zone prestabilite in attesa di far rientro in Italia. Ai reparti tedeschi subentranti dovevano essere consegnate le armi collettive (mitragliere, mitragliatrici, ecc.) e tutte le artiglierie con relativo munizionamento; la consegna di tali armi doveva avvenire entro le ore 12.00 del giorno 10 settembre. Alle unità italiane doveva restare solo l'armamento individuale ed una dotazione di munizioni adeguata ad eventuali esigenze belliche contro forze ribelli. Questo

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DISLOCAZIONE -

ARA1M1ENTO

sola di CEFALONIA Esercito 2° compagnia del VII battaglione Carabinieri mobilirmo 27" sezione misto Carabinieri mobilitata 17° Reggimento fanteria <•Acqui» su tre battaglioni 317° Reggimento fanreria <~equi>> su tre battaglioni - 2" e 4" compagnia del CX battaglione mitraglieri di Corpo d'Armata - 1 gruppo obici da 100/17 del 33° Reggimento artiglieria d .f. «Acqui» - 5" batteria del ~I gruppo obici da 75/13 del 33° Reggimento-arùglieria d. L «Acqui•> - Vll gruppo cannoni da 105/28 di Corpo d'Armata - XCIV gruppo cannoni da 155/36 di Corpo d'Armata - CLXXXVIU gruppo p. b. obici da 155/14 - m gruppo arriglieria controaerei da 75/27 C.K. - due sezioni mitragliere controaerei da 20 mm due sezioni cannoni controcarri da 75 mm - 31" compagnia genio artieri 33" compagnia mista genio T.R.T . 76" sezioné fotoelettricisti - rre sezioni fonoascolto 158" compagnia lavoratori del genio - 215" compagnia lavoratori del genio 44" sezione di Sanità Militare con tre Ospedali da Campo (37°, 527°,581° ripiegato) e 8° nucleo chirurgico 5• sezione sussistenza e 9" squadra panettieri 33" sezione autocarrette 1-B 1 autosezione pesante

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Comando Marina Argostoli • 37• flottiglia dragamine 10° gruppo antisom una squadriglia MAS una bmeria antinave SP-33 da 152/40 una batteria antinave da 120/50 (in allestimento) una batteria controacrei E-208 Ba 76/40 3° gruppo motovolieri vigilanza foranea

Ae.ronau tica Militare - due idrovolanti da ricognizione Guardia di Finanza 4• compagnia mitraglieri del l battaglione mobilitato - clementi delle 2" c 5 8 compagnia fucilieri Isola di CORFÙ Esercito - l compagnia del Vl1 banaglione Carabinieri f110b ilitato - JQ• sezione mistu Carabinieri mobilitata 18° Reggimento fanteria <d\cqui» su tre battaglioni 3" compagnia del CX battaglione mitraglieri di Corpo d'Armata 33° battaglione mortai da 81 33" compagnia cannoni da 47/32 lli gruppo obici da 75/U del 33° Reggimento artiglieria dJ «Acqui» -XC gruppo cannoni da 105 di Corpo d'Armata 333• batteria mitragliere conrroaerei da 20 mm - 217~ compagnia lavoratori del genio - un plotone della 31• compagni a genio artieri - un plotone del la 3'3" compagnia mista genio T .R.T. - un reparto della 44" sezione Sanità Militare con due Ospedali da Campo (3.9°, 824° - un nucleo della 5 11 sezione sussistenza con un nucleo della ,2" squadra panettieri Marina Militare - Comando Marina Corrù - una squadriglia dragamine Aeronautica Militare - Comando Aeroporto - un distaccamento servizi aeroportuali e di idroscalo Guardia di Finanza Comando l battaglione mobilitaro t• compagnia fuci lieri del l burtagHonc mobilituto }A compagnia fucil ieri del l barragliene mobilitato


secondo ordine precludeva ogni possibiliuì di evitare l' umiliazione e la mortificazione delln cessione delle armi. Esso, comunque, anche se psicologica· mente ebbe il suo peso, venne giudicato dal Gen. Gandin «tlpocrifo», e quindi da non di· romare tli reparti. In effetto, non ero Vlllido perché all' otto della sua stesura il Comundante della Il" Armata era già prigioniero dci tedeschi. I tedeschi, naturalmente, sin dal mauino del 10 seu embrc, attenendosi a questo secondo ordine dd Comando 11" Armata, avevano invitato il Gen. Gandin a disporre la cessione delle armi. Questi prende tempo c, anche a seguito di un telecifrato appena pervenuto dal Comando Supremo italiano con il quale si precisava di considerare le truppe tedesche come nemiche, convocavo un consiglio di guerra. I pareri dei Comandanti interessati si rivclovono discordi; nei reparti si accendevano !!cimate disçussioni1 esaspera· te dalla consatationc che i tedeschi, approfittando del prolunga.rsi delle trauative, facevano affluire notevoli rinfoni e rifornimenti. LA INTIMAZIONE D giorno 11 settembre, i tedeschi esprimono la loro intimazione uhimotivn in questi termini: le: artiglierie e tuuc le armi collettive devono essere consegnate entro le ore 18.. 00 del 12 settembre; le armi individuali c tutti gli equipaggiamenti emro le ore 18.00 dcl14 settembre; dal disarmo devono essere escluse quelle unità che diano affidamento di continua.re a combattere alloro fianco. n Gen. Gandin esclude, al momento, sia l' alfianc-&mento ai tedeschi, sia il ricorso alla lotta; continua le trattative nella speranza di ricevere ordini più precisi dalla madre· patria. Il mancato inizio della consegno delle armi alle ore 18.00 del12 settembre determina nei tedeschi una violenta reazione con la minaccia di un mitragliamento aereo; mn poi accordano una diluione di 24 ore per la consegna delle a.rmi. La volontà di resistere e di non cedere le armi trova concreta espressione, all'alba del 13 settembre, in una iniziativa di fuoco contro alcune motozattere tedesche da parte d.i tre banerie del 33° artiglieria c di due batterie della Marina, iniziativa che, se d~ un lato consegue l'effetto im· mediato di salvagua.rda.re il Comando Divisione da un immancabile colpo di mano tedesco, offre anche lo spumo al Generale Comandante, rinfrancato dal singolare spirito combattivo delle sue truppe, di continuare le trattative con rinnovata energia. Alle ore 01.30 del giorno 14, il Gen. Gandin, inlatti, dispone che sia effettuato un referendum tra i repa.rti su tre alternative e cioè: continua.re a combattere a fianco dei tedeschi, cedere le armi , combattere contro i tedeschi. I repa.rti, debitamente interpellati, si pronunziano per la terza alternativa, all' unanimità: combattere contro i tedeschi! Questa scelta plebisdt-~~ria, tesa a salvaguardare la propria dignità di uomini c di soldati, costituisce l'aspetto emblemotico dell'in-

SCHIERAMENTO DELLA DIVISIONE ITALIAN A •ACQUI• AL 9 S€TT. 1943

Cofalonia

Anninata Baia d i

Lourdhata

tcra vicenda. Confortato dal contenuto dell'ordine n. 1029/CS appena pervenuto - resistere con le armi alla intimazione tedesca di disarmo - c sostenuto dallo volontà unanime dei suoi soldati, il Gen. Gondin, verso mez.z ogiorno del 14, fa consegnare ai pa.rlamenrari tedeschi lo risposta alla intimazione di resa: « ...lo Divisione ''Acqui'' intende rimanere sulle sue posizioni fino a quando non ottiene assicurazione che essa possa mantenere le sue a.rmi c le sue munizioni c che solo al momen· to dell' irnba.rco possa consegnare le artiglierie ... Se ciò non accadrà, la Divisione preferirà combattere piuttosto che subire l' onta delh1 cessione delle armi».

I COMBATTIMENTI Alle ore 11.30 del 15 settembre, il Comando Divisione intima ai tedeschi di sospendere l'alflusso di rinforzi. Ma, di fronte al continuo sbarco di truppe, all' apparire dci primi «Stukas» e ad un tentativo di attacco nel settore di Argostoli e in ql.ICIIo di Pharsa, la battaglia di Ccfalonia ha inizio. Sono le ore 14.35 del 15 settembre. A CEFALONIA, sanguinosa e co.n alterne vicende, la battaglio si protrae dal 15 al 22 settembre, sino a quando i tedeschi, conseguito il definitivo sopravvcnto per l'afflusso di rinforzi dal continente balcanico e soprattutto per il continuo e inesorabile mar· tellamento della loro aviazione contro i reparti della «Acqui», risolvono a proprio favore la battaglia. La battaglia si sviluppa in tre fasi ben distinte: • 15 settembre: i battaglioni n e del 17° fanteria e n c del 317° fanteria, rinfol'2oti dalla 2 1 e dalla 4 1 compa.g nia del battaglione mitraglieri di Corpo d 'Armato,

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conseguono considerevoli successi, cauurando il presidio tedesco di Argostoli (circa 500 uomini) c ricacciando con gl"avi perdite un bauoglionc tedesco operante nella ~ono di Pha.rsa. Purtroppo, data l'asprena di questi combauimenti, nessuno avvertì lo portata del successo conseguito: sarebbe bastato, infatti, dar corso immediatamente all'inseguimento c il presidio tedesco di Ccfalonio sarebbe stato sopraffatto! • 17-19 settembre: nel tenllltivo di riconquista del nodo di Ka.rdakata, si distinguo· no il I battaglione dell7° fanteria c i batta· glioni n c m del 317° fanteria. Nell'azione di Ponte Kimoniko il I battaglione del 317° fanteria, sorpreso do cacciobombordieri dal cielo c contrattaccato do icrra do un battaglione do montagna, lascia sul terreno, ben 37 ufficiali c 400 uomini di truppa su 550 effettivi. • 21-22 settembre: nonostante i nume· rosi rinfoni fatti affluire dai tedeschi, vengono reiterati i tentativi di rieonquista del no· do di Kardakata. Ne.i combattimenti di Capo Munta c dj Dilinata rifulgerà il valore del 1/ 17° fanteria e del n e ID/.317° fanteria. In particolare, il n / 317° resisterà ad un at· tacco, sulla fronte, di un battaglione cacciatori tedesco e, sul fianco, di due battaglioni da montagna. Resteranno sul terreno 28 uf. ficiali e 640 soldati. In questa fase si distin· gueranno le batterie del 3}0 artiglieria che si immoleranno sul posto, in una disperata dilesa ad oltranza. L. resistenza della <<Acqui» a Cefalonia è spenata. Con la resa senza condizioni, accordata alle ore 14.00 del giorno 22 settembre, la battaglia di Gefalonia ha termi.ne. Le perdite in combattimento ammontano a 65 ufficiali c 12;0 sottuffieiali, graduati, fllnti, carobinjeri, a.rtiglieri, genieri, marinai, finanzieri.

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" A CORFÙ, la situazione alla sera dell'8 seuembre è pressochè identica a quella che si è verificata a Cefalonia. Le comunicazioni con la Grecia e con l'I talia sono im provvisamente interrotte; i tedeschi chiedono la cessione delle armi. 11 Comandante del presidio dell'isola, Col. Lusignani, il.giorno 11 settembre respinge l'intimazione tedesca di resa e dispone la cattura de.l contingente te· desco dell'isola, costituito da 450 uomini. Annientato in mare un tentativo di sbarco, (13-14 seuembre) la reazione tedesca si fa subito sentire: mitragliamenti aerei sulle truppe e bombardamenti del porto e dell'aeroporto, spezzonamenti sulla città di Corfù si susseguono con crescente violenza in previsione dello sbarco io forze programmato per il 17 settembre. Questo sbarco sarà però rinviato a nuova data al fine di concentrare tutti i mezzi a favore dei combattimenti sempre più cruenti a Cefalonia. La nostra Aeronautica militare effettua missioni d.i ricognizione e di bombardamento: il 18 settembre, pattuglie di RE. 2002 colpivano con bombe alcuni natanti tedeschi in roua verso l'isola e altri mezzi da sbarco nel porto di lgoumenitza e lungo la costa ellenica. 11 controllo dell'isola, comunque, continua ad essere assicurato con una appropriata dislocazione dei reparti di fanteria e artiglieria, persino con l'impiego a terra dell'equipaggio dello torpediniera <(Sirtorh>. Il giorno 21 , verso sera, si interrompono i collegamenti via radio anche con l' isola di Ccfalonia. L'aviazione tedesca, non più impegnata massicciamente nella battaglia di Cefalonia, si fa più presente sull'isola di Corfù. n giorno 24, tre gruppi tattici tedeschi effeuuano in tempi successivi l'operazione di sbarco «Verrat» (tradimento): costituita una testa di sbarco sulla costa occidentale dell'isola, nella zona di Korission, ridoue ol silenzio le batterie antisbarco con un mos· siccio bombardamento aereo, incomincio Id penetrazione nell'isola alimentata di continuo con altri sbarchi nella baia di Lefkimi. La disparità di forze è divenuto ora molto rilevante o favore dei tedeschi. L'ultima difesa, appoggiata ai capisaldi di Stavros, Coritza e Garuna, è costretta a cedere. Nel tardo pomeriggio del25 seuembre, il Colonnello Lusignani viene catturato insieme COfl il suo Aiutante Maggiore. Sarà fucilato. E la fine! Le perdite in combattimento ammontano o 3 ufficiali e 350 sottufficiali, graduati, fonti, carabinieri, artiglieri, genieri, marinai, finan· zieri.

insolente e proditocio tenuto dalla guarnigione italiana, non deve essere fatto alcun prigioniero». Quest' ordine, contrario ad ogni legge di guerra, comportava la estensione della condanna a morte ai sottufficiali e alla truppa, già decretata per gli ufficiali sin dal 15 settembre. A CEFALONIA, durante la travolgente avanzata del 21 e 22 settembre, infatti, i te· deschi non fanno prigionieri. L' ordine del Comando Supremo tedesco, tradotto dal Maggiore tedesco Von Hirschfeld in «tutti gli italiani che oppongono resistenza siano fu. cilati combattimento durante», viene eseguito con estrema spietatezza. A mano a mano che ufficiaJi e soldati cadono feriti o vengono catrurati nel corso dei combattimenti, sono sottoposti indiscriminatamente ad esecuzioni sommarie in massa. NeU'arco di 36 ore di furia omicida, perdono cosl la vita 189 ufficiali e 5.000 uomini di truppa. Ma anche dopo la resa, accordata aUe ore 14.00 del22 settembre, la carneficina organizzata continua. TI 24 sette mbre, dopo essere stati separati dai propri soldati, vengono fucilati da regolare plotone di esecuzione 129 ufficiali: per primo, dopo sommario interrogatorio, viene giustiziato il Comandante della Divisione, Gen. Antonio Gandin. Alla «casetta rossa», nei pressi di San Teodoro, il massacro durerà quattro ore. D 25 settembre, prelevati dal }7° ospedale da campo ove erano ricoverati, vengono passati per le armi, sempre con regolare plotone di esecuzione, altri 7 ufficiali. Dopo 136 esecuzioni, i restanti 3 7 ufficiali vengono risparmiati; forse per stanchezza o forse per SO· praggiunto senso di pietà nell'ufficiale incaricato della esecuzione. Salvo alcune centinaia di salme lasciate insepolte nelle forre montane o gettate in cisterne, la maggior parte vengono bruciate dopo essere state cosparse di benzina; cupi bagliori e denso fumo si stagliano sul cielo; la buona gente dell'isola mormora con pietà antica: (<sono i soldati della " Acqui" che salgono in cielo!». E come se tutto ciò ancora non bastasse, per ordine del Gen. Hubert Corpo d' Armata Lanz, comandante del da montagna tedesco, nelle notti sul 28 e sul 29 settembre le salme dei 136 ufficiali fucilati a San Tèodoro vengono fatte riesumare da 17 nostri marinai, caricate su due autocarri e trasportate al porto di Argostoli per essere imbarcate su un pontone della mari-

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A CORFÙ, la rappresaglia infierisce nei riguardi di ufficiali ritenuti responsabili di aver ordinato d i combattere contro i tedeschi. Rinchiusi nella Fortezza vecchia della città, vengono interrogati e, se riconosciuti colpevoli di aver contribuito alla resistenza, vengono fucilati. Cadono sotto il piombo naziSta 20 ufficiali, in ottemperanza della Direttiva del x:xn Corpo d' Armata tedesco la quale prevedeva: d) sepoltura dei caduti italiani in fosse singole, non in fosse comuni; 2) ufficiali dei reparti che hanno combattuto contro unità tedesche devono essere fu. cilati secondo il diritto statario. Eccezione: a) fascisti; b) ufficiali di origine tedesca; c) ufficiali medici; d) sacerdoti; 5) condotta della fucilazione in forma degna, fuori della città. Drappello di 8 uomini agli ordini di un ufficiale, elmetto, nessuno spiegazione di motivi, ufficiali di S.M. singolarmente, gli altri ufficiali a due o tre per volta. Nessuna presenza di soldati tedeschi o stranieri o della popolazione civile; 6) non seppellire nell'isola, ma usc.ire in mare con batteUi e affondare, dopo aver appesantiti i corpi, in più posti. Elenco degli ufficiali e pisstrini di riconoscimento al comandante del G ruppo tattico " Remold" ». La truppa, a differenza di Cefalonia, è fat· ta salva ma deve subire maltrattamenti e ritorsioni. Imbarcati, nel mese di ottobre, per essere trasferiti nei campi di internamento in Germania o nell'Europa orientale, molti muoiono per affondamento o a seguito di azioni di mitragliamento. La motonave «FrateiJi Rosselli», attaccata da aerei nel porto di Corfù, affonda rrascinando nel gorgo cen-

LE PERDITE COMPLESSI VE Cefalonia

LA RAPPRESAGLIA L'accanita resistenza opposta dalla guarnigione italiana di Cefalonia attira la personale attenzione di Hitler. n Comando Supremo delle Forze Armate tedesche, infat· ti, come si evince dal relativo diario di guerra, o parziale variante delle disposizioni imparthe il 15 settembre, ordina al Comandante in Capo del Fronte Sud-Est (dislocato o Belgrado) che <(a causa del comportamento

na da guerra tedesca al comando del T e n ente di Vascello Malmann. A bordo, le salme vengono appesantite con rotoli di filo spinaIO e gettate in più punti nel mare, al largo dell'isola di Verdiani. Nell' ultimo traspor· to, vengono imbarcati anche i marinai che avevano traslato le salme e trucidati in mare; uno solo verrà salvato in extremis dalla pietà di un cappellano militare tedesco. Ma non è finita la strage! Durante il trasporto verso i campi di prigionia, tremila sottufficiali e soldati scompariranno tra i flutti per l'affondamento delle tre navi trasporto «Ardena>>, «Alma», «Maria Marta» sulle qua· li erano stati caricati. Coloro che riescono a gettarsi in mare vengono mitragliati.

• Caduti c dispersi in combauimento Sottoposti ad esecuzione sommaria sul campo di battagli :~ e morti o dispersi in 2rigionia Fucibti dopo la resa Caduti e d ispersi in mare

Ufficiali

Sottufficiali e Truppa

65

1250

Corfù Ufficiali

Sottufficiali e Truppa

3

350

20 -

-

l•

189 l36

-

5000

-

3000

-

250


LE MEDAGLIE D'ORO AL VALOR MILITARE CONCESSE ALLE BANDIERE Alla Bandiera del 17° Reggimento fanteria «1\cqui»

Nella gloriosa e tragica vicenda di Ce/afonia, con il valore e il sangue dci moi fanti, per il prestigio dell'Esercito italiano e per tener fede alle lcui dell'onore mi/ilare, dispreuò la reso offerta da/nemico, preferendo affrontare, in condhiom disperate, una impari lotta immolandosi ÌJJ olocausto alla Patria lontana.

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Cefalonia, 8-25 settembre 1943. ~

Alla Bandiera del 18° Reggimento fanteria «i\equi»

Nella gloriosa e tragica vicenda di Cor/1ì, con il valore e il sangue dei suoi ja11ti, per il prestigio dell'Esercito italiano e per tener fede alle leggi dell'onore militare, disprezzò la resa offerta dal nemico, preferendo affrontare, in condizioni disperate, 1ma impari lotta immolandosi in olocausto alla Patria Lontana.

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Corfù, 27 settembre 1943. :-;=;

Nella gloriosa e tragica vicenda di Cefalonia, con il valore e il sa11gue dei suoi fanti, per il prestigio dell'Esercito italiano e per tener fede alle leg,i dell'onore militare, disprezzò la resa offerta dalnemico1 preferendo affrontare, ìn condizioni disperate, 1111a impari lotta immolandosi in olocausto alla Patria lontana.

Alla Bandiera del 317° Reggimento fanteria ~equi»

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Cefalonia, 8-25 settembre 1943.

['l AUo Stendardo del ,33° Reggimento artiglieria equi»

-

-

Cefalonia-Corfù, 8-25 settembre 1943. ~

~

AUa Bandiera deUa Guardia di Flll8t1za per il I battaglione mobilitato

Cefalonia-Corfù, 9-25 settembre 1943 . =

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Temprato in numerosi aspri combattimemi, tell(lCe nelle lotte pilì entente, temerario negli ardimellli, pervaso da indomito spirito guerriero, teneva fede alle leggi dell'onore militare e, a fianco del reparti della Divisione «Acqui», nella tragica ed eroica resistenza di Ce/afonia e di Corfù, dava largo, generoso contributo di satzg!Je, battendosi in condizioni disperate ed immokmdosi in glorioso olocausto alla Patria.

Il =

Nella gloriosa e tragica vicenda di Ce/afonia e 11ella difesa di Cor/tì con ii valore e il sangue dei moi artiglieri, primi assertori della lotta contro i tedeschi, per il prestigio dell'Esercito italia· no e per te11er fede alle leggi dell'onore militare, disprezzò la reso offerta dal nemico preferendo affrontare in condizioni disperate Ut/0 impari lotta, immolandosi in olocausto alla Patria lonùma.

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tinaia di uomini, molti anche mitragliati in mare.

Le durissime perdite in combattimento e la spietat.a rappresaglia non piegarono lo spirito e la volontà dei pochi superstiti. Alcune centinaia di questi seguirono come quasi tutti quelli di Corfù - la dolorosa «via crucis» dei campi di internamento nazisti sopportando con dignità ogni sorta di privazione e disagi. Un gruppo di sopravvissuti per essere riusciti, al termine dei combattimenti, a sottrarsi alla cattura o a sopravvivere alla fucilazione, si rifugiò sulle montagne; di essi, parte si rifugiò successivamente nell'isola di Itaca end Continente balcanico, unendosi aUe formazioni partigiane dell'ELAS; parte si inserì nell'attività partigiana locale che si incentrò nd Raggruppamento «Banditi Acqui». Questa formazione, costituita attraverso la organizzazione clandestina di circa 1.000 prigionieri di guerra italiani trattenuti dai tedeschi nell'isola e adibiti a lavoro coatto, con l' appoggio del Movimento Ellenico di Liberazione Nazionale e, in un secondo tempo, della Missione Militare Alleata delle Isole Jonie, impostò subito una attività insurrezionale dj vindice riscossa contro i tedeschi, sia

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con l'attuazione di atti di sabotaggio a mez· zi, infrastrutture e manufatti deUe forze di occupazione, sia con la istituzione di una rete operativa-informativa. n 26 agosto 1944, nel momento dell'alleggerimento del presidio tedesco dell'isola, l'attività di questa formazione sfocerà nella insurrezione armata contro i tedeschi, che si concluderà esattamente 1'8 settembre 1944 con la liberazione del capoluogo dell' isola, Argostoli, con la cattura di numerose artiglierie e autocarri e con l'occupazione di depositi munizioni, carburanti e magaz.zini di vettovagliamento. Nelle prime ore del9 settembre 1944, all'indomani deUa liberazione dell'isola, il Capo deUa Missione Militare AUeata delle Isole Jooie, in riconoscimento della lotta clandestina e in campo aperto - svolta contro i tedeschi negli anni 194}-1944, redige· va un documento con il quale il Raggruppa· mento veniva autorizzato a mantenere le armi, come «cobelligerante». Tale provvedimento veniva sanzionato dal Comando Alleato del Medio Oriente (Cairo) con apposito messaggio del 24 settembre 1944. Successivamente, il 4 ottobre 1944 il rappresentante del Comando AUeato del Medio Oriente, Maggiore A.O. Hutchinson, auto·

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rizzava il Raggruppamento a rientrare in Patria con le stesse armi «...Per quanto ricordo»- scrive il Ten. Col. John Lazaris della Missione Militare Alleata delle Isole Jonie - «è la sola unità italiana che sia rientrata in Italia dalla Grecia, dopo la guerra, con le proprie armi, con la propria Bandiera e come unità orga.nica...» . Al rientro in Italia, il n novembre 1944, il Ministro della Guerra, On. Alessandro Casati, additerà il Comandante e i soldatj di questo Raggruppamento «alla riconoscenza deUa Patria». Un anno dopo, il U settembre 1945, con un comunicato straordinario della Presidenza del Consiglio dei Ministri, fatto diramare da Ferruccio Parri, tutta la Acqui «con i suoi 9.000 caduti e con i suoi gloriosi superstiti.>> veniva addjtata alla riconoscenza della Nazione. Se noi, che abbiamo avuto il miracolo di Dio di tornare, dovessimo tradire quel sangue c.he è stato il lamento del campo di battaglia, saremmo veramente indegni di essere c~amati semplicemente esseri viventi.

Dionisio Sepielli 103


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