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Orso M90 abbattuto: il decreto di Fugatti

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Firmato digitalmente da: Nicola Foradori Motivo: Copia conforme all'originale Data: 06/02/2024 10:09:25

PROVINCIA AUTONOMA DI TRENTO

Prot. n.

DECRETO DEL PRESIDENTE N. 1 DI DATA 06 Febbraio 2024

OGGETTO: Legge provinciale 11 luglio 2018, n. 9. Autorizzazione al prelievo dell'esemplare di orso M90 tramite uccisione.

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IL PRESIDENTE DELLA PROVINCIA • Vista la Legge provinciale 11 luglio 2018 n. 9 (Attuazione dell'articolo 16 della direttiva92/43/CEE del Consiglio, del 21 maggio 1992, relativa alla conservazione degli habitat naturali e seminaturali e della flora e della fauna selvatiche: tutela del sistema alpicolturale), come modificata con LP n. 9/2023, che: a) all’articolo 1, comma 1, attribuisce al Presidente della Provincia il potere di autorizzare il prelievo, la cattura o l’uccisione limitatamente alle specie Ursus arctos e Canis lupus per determinati motivi di rilevante interesse pubblico, tra i quali è ricompreso lo scopo di garantire l'interesse della sanità e della sicurezza pubblica; b) all’articolo 1, comma 1 ter (inserito con la citata modifica di legge) specifica che quando il Presidente autorizza ai sensi del comma 1, nel rispetto di tutte le condizioni esposte dall'articolo 16 della direttiva 92/43/CEE del Consiglio, del 21 maggio 1992, relativa alla conservazione degli habitat naturali e seminaturali e della flora e della fauna selvatiche, o ai sensi del comma 1 bis, il prelievo di esemplari previsti dal comma 1, quale misura di sottrazione permanente all'ambiente naturale, dispone sempre l'uccisione dell'esemplare; • considerato che il capitolo 3 del Pacobace prevede l’intervento con azioni di controllo su orsi individuati come problematici (dannosi o pericolosi) e che per questo nella Tabella 3.1 del documento è graduata la problematicità (in una scala da 1 a 18) dei possibili comportamenti di un orso. Sempre secondo il Pacobace, “per definire un orso ‘problematico’ è importante conoscere la storia del soggetto e tener conto dei suoi eventuali precedenti comportamenti anomali; il grado di problematicità aumenta quando ci sia una ripetizione di comportamenti potenzialmente pericolosi e/o dannosi da parte dello stesso individuo.”; • visti i Rapporti tecnici del Servizio faunistico, concernenti il monitoraggio intensivo sull’orso M90 e sulle situazioni problematiche ad esso collegate, di data 11 ottobre 2023 - prot. 765005, 30 ottobre 2023 - prot. 811683, 27 dicembre 2023 - prot. 965836 e 29 gennaio 2024 - prot. 73349; • viste le Relazioni istruttorie del Servizio Faunistico prot. n. 91791 e n. 93476, entrambe di data 5 febbraio 2024, relative all’orso problematico M90 e condivisi i contenuti e le conclusioni delle stesse; considerato in particolare che dalla notte tra il giorno 14.09.2023 e il giorno 15.09.2023, nella quale l’esemplare è stato radiocollarato a seguito della sua eccessiva confidenza e frequentazione di aree urbane e periurbane, e sino al 28 gennaio u.s. è stato possibile documentare, come riporta la Relazione citata, i seguenti atteggiamenti di M90 per i quali il Pacobace, alla Tab. 3.1, suggerisce la rimozione (elencati nei succitati Rapporti tecnici del Servizio Faunistico ): - 12 casi/eventi relativi alla fattispecie n. 13 (Orso ripetutamente segnalato in centro residenziale o nelle immediate vicinanze di abitazioni stabilmente in uso); - 3 casi/eventi relativi alla fattispecie n. 16 (Orso segue intenzionalmente persone); •

considerato altresì che i casi di inseguimento alle persone costituiscono modalità comportamentale particolarmente pericolosa e preoccupante (infatti il Pacobace la classifica al punto 16 in una scala di problematicità crescente dei comportamenti dell’orso bruno che va da 1 a 18), anche avuto riguardo alla pregressa esperienza con l’orso problematico M57 (anch’esso individuo giovane, maschio, molto confidente) che nel 2020, dopo diversi casi di inseguimento a persone senza alcun atteggiamento aggressivo, ha effettuato un attacco deliberato all’uomo nei pressi dell’abitato di Andalo il 22 agosto 2020; •

• considerato altresì come dal momento della radiocollarizzazione dell’orso M90 (avvenuta come detto nella notte tra il 14 e il 15 settembre 2023) al fine di cercare soluzioni alternative alla

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rimozione è stato profuso un notevole sforzo sia in termini di prevenzione (è in corso di implementazione in Valle di Sole la progressiva sostituzione dei cassonetti per i rifiuti organici con dispositivi anti-orso) sia in termini di dissuasione: ben 20 azioni di dissuasione sono state portate a termine in modo compiuto sul plantigrado in questione, sia con cani che con munizioni in gomma, dardi esplodenti, luci e rumori, senza che ciò abbia prodotto di fatto alcun risultato significativo; considerato dunque che sono trascorsi ormai quasi 5 mesi dall’inizio del monitoraggio intensivo sull’orso M90 con azioni di dissuasione, senza che alcun risultato apprezzabile sia stato acquisito in termini di diminuita confidenza dell’esemplare, il quale è rimasto attivo e con atteggiamento pericoloso anche durante i mesi invernali; •

considerato che, secondo quanto riportato nel rapporto istruttorio del Servizio Faunistico sopra citato, “lo scorso 28 gennaio 2024, verso le ore 15.20, due persone che stavano passeggiando in loc. Strada forestale per Malga Monte in comune di Mezzana (val di Sole) avvistavano sulla strada un orso a circa 50 metri, del quale erano visibili marche auricolari e radiocollare. Anche le posizioni dell’orso in quel lasso di tempo puntualmente indicate dagli scarichi del radiocollare dotato di sistema GPS hanno naturalmente confermato che era M90 il plantigrado protagonista dell’episodio. L’orso si dirigeva velocemente verso di loro; ciò ha indotto l’uomo ad urlare nel tentativo di farlo fermare e permettere alla donna di allontanarsi. Le persone hanno cominciato ad allontanarsi lentamente, la donna un po’ più avanti e l’uomo ad una certa distanza, e l’orso a seguirli, adattando la propria velocità a quella dell’uomo. Oltrepassata una semicurva, con l’orso non più in vista, l’uomo si è messo a correre per 300-400 metri. Nel momento in cui poi si è girato ha notato che l’orso continuava a seguirlo, mantenendo la distanza minima che ha caratterizzato tutto l’incontro, ovvero una decina di metri. Raggiunta la donna, l’ha invitata nuovamente ad allontanarsi, fermandosi ed urlando nuovamente all’orso, il quale ha però mantenuto lo stesso comportamento di rallentare e muoversi seguendo l’indietreggiare dell’uomo. I protagonisti hanno nel frattempo contattato il 112 ed alcuni amici che erano non lontani con delle motociclette; quando questi sono sopraggiunti sul luogo sono riusciti a spaventare l’orso e a farlo allontanare grazie al rumore delle moto e ad alcuni petardi da loro esplosi. L’evento è durato circa 10 minuti, su uno sviluppo della strada forestale di circa 700 metri, palesando un particolare interesse ed un’insistenza dell’orso ad approcciare le persone. I protagonisti non avevano con sé né cani né altre fonti di attrazione evidenti (es. cibi ecc.)”; •

• considerato altresì che l’inseguimento più insistito e prolungato (appunto quello del 28 gennaio 2024 sopra riportato, avvenuto dopo un primo episodio del 7 ottobre 2023 e un secondo episodio del 13 ottobre 2023) è accaduto dopo l’esecuzione di tutti i citati interventi di dissuasione, evidenziando una crescita graduale della gravità degli accadimenti nel tempo, sia in termini di accresciuta confidenza ed insistenza nel seguire le persone, sia in termini di mancata risposta alle azioni di dissuasione nel tempo effettuate; considerato che per entrambe le fattispecie sopra elencate (nn. 13 e 16 della Tabella 3.1) il Pacobace suggerisce la rimozione degli esemplari ai fini della sicurezza pubblica; •

valutato che tale quadro, considerato rispetto a quanto previsto dall’articolo 16 dalla Direttiva Habitat (applicazione delle condizioni di deroga) nonché dal Pacobace, ha reso necessario l’avvio della procedura volta alla rimozione dell’esemplare, chiedendo ad ISPRA (con nota del Servizio Faunistico prot. n. 73349 dd 29 gennaio 2023) il parere ai fini del rilascio dell’autorizzazione al prelievo dell’orso M90, allo scopo di garantire, anche in via precauzionale, l’interesse prioritario della sicurezza pubblica, ai sensi della citata LP n. 9/2018; •

• visto il parere di ISPRA prot. PAT n. 90334 del 05 febbraio 2024, chiesto ai fini dell’autorizzazione al prelievo (mediante abbattimento) dell’orso M90, allo scopo di garantire, anche in via precauzionale, l’interesse prioritario della sicurezza pubblica, ai sensi della citata LP n. 9/2018;

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• preso atto che con tale parere ISPRA, dopo un inquadramento dei fatti sotto i profili normativo e pianificatorio, “… ritiene che quanto richiesto dalla Provincia di Trento sia coerente con le previsioni del PACOBACE, rientrando tra le azioni energiche suggerite per i comportamenti mostrati da M90”, ed evidenzia che: a) l’orso M90 può ritenersi esemplare “ad alto rischio” secondo quanto evidenziato dal Rapporto ISPRA-MUSE del 2021 (“Orsi problematici in provincia di Trento. Conflitti con le attività umane, rischi per la sicurezza pubblica e criticità gestionali. Analisi della situazione attuale e previsioni per il futuro. Rapporto tecnico”); per gli “orsi ritenuti ad alto rischio il citato Rapporto suggerisce l’immediata rimozione”; b) “Le squadre di emergenza sono intervenute in 8 occasioni durante il primo periodo di monitoraggio telemetrico (15/09-10/10/2023) e hanno eseguito complessivamente 20 dissuasioni…omissis… tali interventi non hanno determinato una modifica dei comportamenti di M90, che nel tempo hanno al contrario mostrato un aggravamento. Si ritiene che tali interventi possano essere considerati come applicazione di misure alternative alla rimozione, e che si possa ritenere dimostrata l’inefficacia di tali misure.”; c) dunque “l’abbattimento dell’individuo M90 rientra tra le azioni previste dal Pacobace in caso di comportamenti come quelli evidenziati dall’esemplare”; d) “tale opzione non risulta confliggere con le condizioni richieste dalla normativa comunitaria relative alle misure alternative ed al mantenimento della popolazione in uno stato di conservazione soddisfacente”. evidenziato che il Pacobace ricorda come sia importante evitare che, a causa di ritardi decisionali connessi ad aspetti burocratici e/o organizzativi, gli stati di crisi degenerino in situazioni che possono rivelarsi pericolose per la sicurezza e l’incolumità pubblica; •

ribadito che rispetto a possibili misure alternative alla rimozione le azioni dirette di dissuasione a carico di M90 sopra ricordate (volte a ridurne la confidenza e dunque il grado di avvicinamento ai centri abitati) non hanno sortito di fatto alcun effetto apprezzabile; •

considerato a quest’ultimo proposito che per la fattispecie n. 16 della Tab 3.1 (Orso segue intenzionalmente persone) il Pacobace non prevede nemmeno azioni di dissuasione, dal momento che è tecnicamente impossibile realizzare tali azioni nei frangenti in cui i fatti si verificano; azioni di dissuasione sono state condotte comunque sull’orso M90, in relazione all’ulteriore problematicità che lo contraddistingue, vale a dire il ripetuto ingresso in centri abitati, ma con gli esiti sopra riportati; •

ricordato come anche il monitoraggio intensivo con la radiocollarizzazione non può dare garanzia alcuna sulla prevenzione di ulteriori possibili situazioni a rischio, non consentendo di fatto di predire o modificare in alcun modo il comportamento dell’animale; •

• considerato pertanto che il possibile, concreto e latente rischio rappresentato dal permanere di M90 in natura appare evitabile solo con la sua rapida rimozione dall’ambiente naturale; • considerato lo stato di conservazione dell’orso bruno in Trentino, costantemente monitorato geneticamente da oltre 20 anni e documentato con i Rapporti annuali dell'amministrazione provinciale, dai quali fra l’altro si può evincere che la condizione della popolazione trentina risulta in continuo miglioramento, sebbene alcuni (pochi) casi problematici come quello in parola abbiano richiesto interventi energici. L’ultimo rapporto (“Rapporto Grandi carnivori 2022”) è stato inviato ad ISPRA (ed al Ministero competente) con nota prot n. 539689 del 12 luglio 2023 anche quale “aggiornamento annuale e rendicontazione sintetica riguardo le specie di interesse comunitario”. Il rapporto contiene anche le informazioni per verificare gli effetti cumulativi derivanti dalle rimozioni di orsi problematici già effettuate, dal momento che di fatto la popolazione ursina alpina

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presente sul territorio nazionale si trova quasi interamente in Trentino; a ciò si aggiunga il fatto che la sottrazione di un esemplare maschio e giovane non incide di per sè sulla demografia della popolazione; • vista a questo riguardo anche la relazione che ISPRA ha predisposto su incarico del Ministero dell’Ambiente e della sicurezza ecologica (ISPRA 2023 – La popolazione di orsi del Trentino: analisi demografica a supporto della valutazione delle possibili opzioni gestionali. Rapporto tecnico.) la quale evidenzia (a pag. 18) che “… al fine di non incidere in maniera negativa sulla traiettoria della popolazione, è possibile ipotizzare … un prelievo complessivo di massimo 8 capi all’anno...”; • considerato a tal riguardo che il parere di ISPRA prot. PAT n. 90334 del 05 febbraio 2024 sopra citato precisa che “Nel 2023 sono deceduti gli orsi M62 (morte naturale), F36 (autopsia in corso), due individui di cui ancora non è nota l’identità e l’esito dell’autopsia ed è stata posta in cattività l’orsa riproduttiva JJ4. Per il 2024 si tratterebbe del primo individuo maschio subadulto sottratto alla popolazione.”; • ritenuto che tutte le considerazioni sopra illustrate rispondano alle condizioni di deroga previste dall’articolo 16 della direttiva Habitat, in quanto sono constatate: a) la motivazione della deroga: la sicurezza pubblica, espressamente prevista dall’art. 16, comma 1, lett. c della Direttiva Habitat; b) l’inapplicabilità di altre soluzioni valide: l’assenza di alternative valide alla rimozione dell’orso M90 dall’area di ripartizione naturale è motivata sopra; ciò vale a maggior ragione in base al principio di precauzione applicato a difesa del bene primario costituito dalla sicurezza pubblica; c) la compatibilità della rimozione con il mantenimento della popolazione di orso in oggetto in uno stato di conservazione soddisfacente; • considerato che la rimozione dall’ambiente naturale di un esemplare che ha esibito le fattispecie comportamentali n. 16 e n. 13 della tab. 3.1 può essere effettuata nei modi previsti da Pacobace (Cap. 3.4), vale a dire mediante abbattimento oppure cattura per captivazione permanente o con rilascio a scopo di spostamento e/o radiomarcaggio; • considerato che la LP n. 9/2018, articolo 1, comma 1 ter (aggiunto con la LP n. 9/2023), prevede che quando il Presidente autorizza il prelievo di esemplari di orso, o di lupo, quale misura di sottrazione permanente all'ambiente naturale per le fattispecie quali quelle in parola, dispone sempre l'uccisione dell'esemplare, nel rispetto di tutte le condizioni esposte dall'articolo 16 della direttiva 92/43/CEE del Consiglio, del 21 maggio 1992; • considerato che, essendo l’orso M90 munito di radiocollare, di marche auricolari e di microchip di riconoscimento, esso è immediatamente identificabile senza la necessità di preventiva identificazione genetica; • osservato che il contesto attuale di valutazione è quello di un territorio in cui si registra uno stato di preoccupazione generale della collettività per possibili rischi connessi ad aggressioni da orso nei confronti delle persone, con inevitabili ripercussioni anche sulla tenuta del locale sistema economico e sociale. Ciò emerge non solo dall’attenzione posta dai mass media, ma anche dalle comunicazioni e dalla nota pervenuta dalla Comunità della Valle di Sole e sottoscritta, oltre che dal Presidente della Comunità anche da tutti i Sindaci dei Comuni facenti parte della suddetta Comunità (nota n. 78561 di data 31.01.2024); • considerato altresì, sotto un profilo strettamente precauzionale per l’incolumità pubblica e al netto del dato testuale della legge provinciale n. 9 del 2018, che l’abbattimento rappresenta la

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procedura di rimozione dell’esemplare M90 che garantisce la maggior tempestività possibile e conseguentemente persegue massimamente l’interesse connesso alla sicurezza pubblica, alla luce di quanto riportato nel rapporto istruttorio del Servizio faunistico n. 93476 di data 05.02.2024 in relazione alla maggior celerità che caratterizza le procedure di abbattimento rispetto a quelle di cattura (con trappola tubo, in free-ranging o con lacci). In particolare il rapporto istruttorio riporta che: “1. La cattura con trappola tubo presuppone che l'orso target individui il sito nel vasto ambiente nel quale un plantigrado si muove, sia attratto dall'esca in modo sufficiente ad entrare nella trappola (verso la quale ogni animale nutre più o meno diffidenza) ed azionare il meccanismo di scatto. Ciò può richiedere, in generale, tempi anche molto lunghi ed imprevedibili (nell’ordine di settimane/mesi). Nel periodo invernale, le attività con tubo sono complicate dall'azione delle basse temperature sui meccanismi di scatto e, inoltre, la presenza di neve-ghiaccio impedisce la loro collocazione in posizione idonea. 2. La cattura con telenarcosi (sparando l'anestetico all'orso allo stato libero) richiede di trovare ed approcciare l'animale a distanze molto ridotte (non più di 15 m ca) oltre le quali il fucile lanciasiringhe non garantisce la precisione di tiro e la pressione di inoculo. Avvicinare un orso a tale distanza non è assolutamente facile, dunque potrebbe richiedere molto tempo, e comporta notevoli rischi per gli operatori. 3. La cattura con lacci su sito di attrazione richiede, come nel punto 1, che l'orso target individui il sito nel vasto ambiente nel quale un plantigrado si muove, sia attratto dall'esca in modo sufficiente e la approcci facendo scattare il meccanismo. Anche in questo caso inoltre vi sono dei rischi per gli operatori. Anche nel caso del laccio, le basse temperature possono inficiare i meccanismi di scatto. Anche i metodi n. 2 e 3 richiedono dunque solitamente tempi lunghi e difficilmente prevedibili. Nel caso specifico di M90 e dell'attuale contingenza ci sono due fattori ulteriori da considerare: a) M90 è un maschio giovane molto mobile, attivo anche in inverno; b) in questa stagione gli orsi che rimangono un po' attivi non hanno particolari esigenze alimentari, contrariamente a quanto si potrebbe credere. Dunque l'efficacia di eventuali esche a livello attrattivo, se è un'incognita in generale, lo è ancora di più in questo preciso periodo. L'opzione abbattimento su un esemplare collarato invece consente di provare la rimozione ogni giorno, rimanendo anche a distanze considerevoli (il tiro utile arriva a centinaia di metri di distanza) e di massima sicurezza per il personale. La ricerca delle condizioni buone può dunque richiedere ore (nei casi più fortunati) o alcuni giorni, dunque in un ordine temporale che di norma è assai più ridotto di quello che caratterizza le catture. Ed anche qui il caso specifico di M90 fa propendere ancora di più per questa opzione: la relativa confidenza dell'animale ed il suo essere attivo anche di giorno aumentano di fatto la possibilità di localizzarlo ed avvistarlo rispetto ad altri orsi più elusivi (maschi e femmine adulte per es.).”; ritenuto quindi di rimuovere l’orso M90 dall’ambiente naturale e di procedere in tal senso con la modalità dell’uccisione (abbattimento) in applicazione dell’articolo 1, commi 1 e 1 ter della LP n. 9/2018, nell’interesse della salute e della sicurezza pubblica e considerato che l’uccisione costituisce la modalità di prelievo che meglio può garantire tempi celeri di intervento a fronte anche dell’indicazione di ISPRA di agire “immediatamente” trattandosi di orso “ad alto rischio”; •

• ritenuto di incaricare il Corpo forestale della Provincia autonoma di Trento delle suddette attività; ricordata la prioritaria esigenza di assicurare la sicurezza e l’incolumità di tutti gli operatori impegnati nelle operazioni di rimozione dell’esemplare di orso denominato M90; •

AUTORIZZA quale misura di sottrazione permanente dall'ambiente naturale, il prelievo dell’esemplare di Orso

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bruno (Ursus arctos) M90 tramite uccisione e DISPONE che l’esemplare, quando identificato come l’orso M90 mediante osservazione del radiocollare e/o delle marche auricolari sia immediatamente ucciso; che l’efficacia del presente provvedimento decorra dalla sua pubblicazione sull’albo telematico della Provincia autonoma di Trento. INCARICA il Corpo forestale della Provincia autonoma di Trento, con l'eventuale collaborazione per quanto di competenza dell’Azienda provinciale per i servizi sanitari, di procedere all’uccisione dell’orso M90, procedendo immediatamente a seguito dell’efficacia del presente atto. Il presente decreto sarà inviato: - al Comandante del Corpo forestale della Provincia autonoma di Trento; - all’Azienda provinciale per i servizi sanitari della Provincia autonoma di Trento; - ad ISPRA; - al Commissariato del Governo della Provincia di Trento; - al Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica; - alla Comunità della Valle di Sole; - ai Sindaci dei Comuni di Caldes, Cavizzana, Terzolas, Rabbi, Malè, Croviana, Dimaro Folgarida, Commezzadura, Mezzana, Pellizzano, Ossana, Vermiglio e Pejo. Si rappresenta che ai sensi dell’articolo 4, comma 4, della LP 30 novembre 1992, n. 23, contro il presente decreto sono ammessi ricorso giurisdizionale al TRGA, entro 60 giorni, o ricorso straordinario al Presidente della Repubblica, entro 120 giorni.

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RDC

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Non sono presenti allegati parte integrante

IL PRESIDENTE Maurizio Fugatti

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