PAG. 32
Dai più valore al tuo carattere
PAG. 34
I tipi creativi e intuitivi
PAG. 50
I pensatori innovativi
PAG. 8
Valorizza le doti innate e sblocca il tuo potenziale
PAG. 12
Il test che rivela le tue caratteristiche
PAG. 20
Le forze all’opera dentro di noi
PAG. 42
I realisti sensibili
PAG. 58
I tipi logici e pragmatici
PAG. 86
Gestire la tensione e le sfide quotidiane
PAG. 88
I segnali di “esaurimento” e le attività rigeneranti
PAG. 90 Migliora le relazioni in base al tuo tipo
PAG. 68
Libera le tue qualità più preziose
PAG. 72 Sensorialità o Intuizione?
PAG. 74 Cuore o logica?
PAG. 76 Programmare o improvvisare?
PAG. 78
I tuoi punti deboli diventano risorse
PAG. 92 È vero che gli opposti si attraggono?
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Con la collaborazione di: Giada Bossi e Luca Xodo
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SCOPRIAMO IL SIGNIFICATO DELLE LETTERE DI OGNI TIPO, CHE RIVELANO
«Il dottor Jung era un grande appassionato di mitologia e di tradizioni antiche. «Leggendo i pensatori dell’antichità e i filosofi che l’avevano preceduto, Jung notò che in tanti avevano cercato di individuare differenze e somiglianze tra gli uomini, creando delle tipologie - ci spiega Luca Xodo, psicologo e MBTI prac-
titioner. In particolare, per gli antichi era evidente che alcune caratteristiche e atteggiamenti si differenziano e si contrappongono costantemente, nelle diverse tipologie umane. Jung mise in relazione queste riflessioni con le proprie osservazioni cliniche e intuì che la base di tali differenze è l’orientamento delle energie, verso l’esterno o verso l’interno».
Leggiamo direttamente le parole che Jung scrisse nel 1921, nell’introduzione al suo saggio sui Tipi Psicologici: «Nel corso della mia pratica di medico di malattie nervose, mi ha da tempo colpito il fatto che, accanto alle molte diversità individuali della psicologia umana, esistono anche differenze di tipi: più specialmente mi hanno colpito
«La dif denza con la quale l’estroverso guarda al mondo interiore, è pari a quella con la quale l’introverso guarda al mondo esteriore», C.G. JungL’oriEnTaMEnTo EnErgETico E LE Funzioni MEnTaLi Più uSaTE
L’elemento dionisiaco «incarna un espandersi, uno zampillare e uno scaturire (…), un movimento che abbraccia il mondo (…). è l’espansione dionisiaca, una fiumana di sensazioni paniche di grande potenza, che erompe irresistibile e inebria i sensi come un forte vino, ebbrezza nel significato più elevato del termine», (Jung, Tipi Psicologici, p. 156). La dimensione dionisiaca è quella estroversa, i contenuti interni che vengono portati al di fuori; è l’energia che ci spinge verso l’oggetto esterno. La vediamo bene nelle figure antiche delle menadi seguaci del dio, ritratte nella danza, rovesciate, protese ed espanse verso l’altro.
due tipi, che ho denominati introverso ed estroverso. Se consideriamo la vita umana nel suo svolgimento, vediamo che vi sono uomini il cui destino è determinato in prevalenza dagli oggetti dei loro interessi e altri il cui destino è determinato dalla propria interiorità».
Questi concetti sono rappresentati in due figure mitologiche importantissime per la cultura occidentale, Dioniso e Apollo, che possiamo paragonare allo stato del sogno e dell’ispirazione (corrispondente ad Apollo, il dio della musica, della poesia e della profezia) e dell’ebbrezza che ci spinge verso il mondo esterno (e che corrisponde a Dioniso, il dio della vegetazione, dell’estasi e della liberazione dei sensi).
Secondo Jung, Apollo rappresenta una dimensione introversa, rivolta verso il centro di sé.
Dioniso, invece, con una modalità estroversa, cerca il contatto con il mondo esterno (vedi per es. la "Menade" di Skopas).
«Ma ogni uomo - precisa Jung - è in possesso di entrambi i meccanismi, dell’estroversione e dell’introversione, ed è soltanto il prevalere relativo
dell’uno o dell’altro a costituire il tipo». Dioniso e Apollo, quindi rappresentano modi di essere capaci di attraversare lo spazio, il tempo e le diverse culture, per accomunare tutti gli uomini, in un modo che potremmo definire archetipico, cioè appartenente alla psiche collettiva.
apollo è la visione interna, «l’apollineo è la percezione delle immagini interiori della misura, della bellezza e di sentimenti armonicamente disciplinati (…).
è uno stato d’introspezione, di contemplazione rivolta verso l’interno, verso il mondo di sogno delle idee eterne, quindi uno stato di introversione», scrive Jung.
«anche l’ispirazione musicale, di cui il dio è l’emblema, nasce all’interno (sono “ispirato”, non espirato), in un meccanismo introverso», commenta Luca Xodo.
VAN GOGH, NOTTE STELLATA. Gli INFP vedono il mondo un po’ così… In loro l’esperienza emozionale, fantasiosa e soggettiva, ha più importanza della realtà.
Gli INFP sono persone idealistiche, con un nucleo interno di valori (Fi), che guida magneticamente tutte le azioni e le decisioni che prendono, al di là della fredda logica razionale e delle contingenze relazionali. Per loro è fondamentale vivere in modo coerente con i propri valori, partecipando ad attività capaci di nutrire il loro sviluppo interiore e alimentare anche quello degli altri. Gli INFP sono capaci di impegnarsi, senza badare a interessi personali, per le cause in cui credono e che difendono con fervore. L’integrità intellettuale e morale è la loro dimensione.
Sono sempre alla ricerca dell’anima di ogni cosa, e capaci di vederla. Spesso sono considerati poco concreti e ingenui, e in parte è vero: questi tipi possono mancare di senso pratico. Anche per loro è frustrante, specie quando ostacola la messa in atto degli ideali, ma è proprio questa capacità di sganciarsi dai fatti visibili coi cinque
sensi, che permette loro di far volare la propria intuitività, verso modi originali e nuovi di pensare, di vivere, di essere (Ne). Questi tipi sono creativi, fantasiosi, anticonformisti e di ampie vedute, ma anche molto empatici, affascinati dalle possibilità e dalle profondità dell’animo umano, il proprio e quello degli altri.
Una vita in armonia con i propri valori è fondamentale per questi tipi, che sono però anche sinceramente interessanti al
Tipi più concreti e razionali (ST, NT) possono considerarli un po’ fuori dal mondo, a volte difficili da capire e perfino freddi e distanti.
In realtà, gli INFP, pur tanto comprensivi con gli altri, sono semplicemente selettivi nella scelta delle persone a cui aprire il proprio mondo interno (Fi). Non sempre, oltretutto, il loro idealismo è condiviso o rispettato e ciò può scoraggiarli.
Compassionevoli fino al midol-
1°: Sentimento introverso (Fi).
2°: Intuizione estroversa (Ne).
3°: Sensorialità introversa (Si).
4°: Pensiero estroverso (Te).
compiti routinari e di cui non colgono il senso. Gli INFP preferiscono lavorare in modo autonomo, perché strutture, limiti e regole possono risultare soffocanti.
Si conciliano bene con questi tipi le attività in linea con i loro valori personali (lavori nel sociale, nella raccolta fondi, nella tutela ambientale...), professioni di cura e sostegno (psicologia, ostetricia, fisioterapia, insegnamento) o di conoscenza dell’altro (sociologia, antropologia...), che diano espressione alla loro natura empatica e sinceramente interessata al mondo altrui. Spesso gli INFP si esprimono attraverso attività artistiche (possono essere scrittori, registi, fotografi, designer, grafici, drammaturghi, attori...).
In cinema e letteratura, ritroviamo gli INFP per esempio in: Amelie (Il meraviglioso mondo di Amelie), Sebastian (La storia infinita), Coraline Jones (Coraline), Frodo (Il signore degli Anelli), Missandei (Game of Thrones), Victor (La sposa cadavere), Bella Swan (Twilight), Anna (Anna dai capelli rossi), Sara Crewe (La piccola principessa).
lo, è il cuore che guida le loro decisioni finali. Questo irrinunciabile idealismo li rende facile bersaglio di manipolatori e sfruttatori, pronti ad approfittarsi della loro candida fiducia nei confronti del mondo.
Se credono nell’attività che svolgono e nelle persone che hanno attorno, gli INFP offrono tanta dedizione ed energia, ma possono faticare a svolgere
Cercano relazioni profonde, autentiche, basate sulla connessione e sulla possibilità di crescita. Apprezzano chi cerca di comprendere i loro valori e obiettivi e desiderano fare lo stesso con gli altri. Hanno una grande capacità di adattamento, ma se sentono minacciati i propri valori, possono improvvisamente mostrare un volto giudicante che lascia di stucco.
Questi tipi funzionano come detector di nuove possibilità interessanti, sfide eccitanti e opportunità imperdibili celate nell’ambiente circostante. Vedono collegamenti tra situazioni, argomenti e dati, che alla maggior parte delle persone restano inaccessibili. E le implicazioni per loro sono tanto evidenti, che a volte sembrano quasi in grado di prevedere il futuro. Non hanno poteri magici, solo l’intuizione rivolta verso il mondo esterno (Ne) e supportata da un forte senso di analisi strategica (Ti). Strategia che gli ENTP non si limitano a lasciare possibilità teorica, ma
cercano di realizzare, perché sono intraprendenti e pieni di risorse, sempre tendenzialmente un passo davanti a tutti. La loro curiosità e l’entusiasmo innovatore li porta a tuffarsi in
ogni genere di attività, a cui sanno dare risposte originali e innovative, improvvisando in modo ingegnoso sul piano concettuale, con soluzioni complesse, di ampie vedute e talvolta geniali (Ne). Usano il pensiero internamente (Ti) per analizzare situazioni, idee e fare programmi con efficienza. Questo li rende intuitivi di tipo analitico, pratico e risoluto.
DEL MONDO A 360 GRADI
E ORIGINALE, CHE SORPRENDE
1°: Intuizione estroversa (Ne).
2°: Pensiero introverso (Ti).
3°: Sentimento estroverso (Fe).
4°: Sensorialità introversa (Si).
A volte, però, è il senso dell’obiettivo a mancare… Questi tipi fortemente percettivi, orientati verso l’esterno e calamite di stimoli, rischiano di passare di continuo da entusiasmo a entusiasmo. Troppe cose catturano il loro interesse e in quasi tutte aprono problemi avvincenti e sollecitano visioni innovative per risolverli. Con il risultato che gli ENTP rischiano di divenire inconsistenti, specie se la loro funzione ausiliaria (Ti) non è abbastanza sviluppata da dare direttive funzionali a come realizzare le proprie idee. Oltretutto, tendono a perdere la concentrazione facilmente. A volte, poi, la loro intuizione può sbagliare, facendoli partire per la tangente senza aver prima raccolto sufficienti informazioni o basandosi su dati marginali.
RAFFAELLO SANZIO, LA SCUOLA DI ATENE. Riflette l’apertura mentale di questi tipi alle nuove possibilità e la loro disponibilità a superare la visione precedente del mondo.
Li puoi riconoscere al cinema in: Capitan Jack Sparrow (Pirati dei Caraibi), Elizabeth Bennet (Orgoglio e Pregiudizio), Il Joker (Batman), Chandler Bing (Friends), Timon (Il re leone), Tony Stark (Iron Man). E naturalmente Leonardo da Vinci.
Nelle conversazioni a volte gli ENTP possono risultare provocatori, trascinati come sono dalla forza appassionata del pensiero e dal gusto per il dibattito, unito a velocità mentale, a una risolutezza e a una schiettezza che può farli sembrare, a volte, un tantino inquisitori… Se non si sentono apprezzati, possono reagire con asperità, sfrontatezza fin quasi alla maleducazione e diventare insofferenti e ipercritici nei confronti degli altri, giudicati
lenti e incompetenti. E a volte questi tipi possono essere perfino ribelli e aggressivi.
Per rompere il ghiaccio, gli ENTP usano la simpatia. Il partner ideale è sicuro di sé e ambizioso, capace di accettare il loro bisogno di esplorare le idee e i concetti in modo spregiudicato e di sostenere conversazioni interessanti e profonde, che espandono gli orizzonti di entrambi. Gli ENTP dimostrano l’amore con gesti teneri e
buffi, che danno leggerezza. Impegnarsi per sempre, però, non è proprio il loro forte…
A VOLTE PERDONO
I DETTAGLI CHIAVE
A volte gli ENTP possono trascurare i dettagli e la routine che, anche se per loro poco eccitanti, sono essenziali per far vivere un progetto (Si). A volte, poi, sottovalutano l’impatto delle loro scelte e opinioni sulle persone amate, facendole soffrire.
La loro dimensione è quella dell’adattamento e dell’improvvisazione, le procedure standard li avviliscono e li spengono. Indipendenti e autonomi, sono bravi a capire e percepire gli altri e a motivarli, spesso assumono naturalmente ruoli di guida, anche perché le loro prospettive spesso geniali risultano contagiose. Attività manageriali, imprenditoriali e direttive sono il loro forte.
immaginarsi davanti a un conflitto un po’ estremo, come nell’esempio che trovi nella pagina seguente.
Le funzioni razionali rappresentano la modalità con cui organizziamo i dati che derivano dalle percezioni (S e N), li giudichiamo e prendiamo decisioni. Possiamo farlo attraverso il Pensiero (T) o il Sentimento (F). Ogni tipo ha la preferenza per T o F, che possono essere dirette all’interno (Ti, Fi) o all’esterno (Te, Fe). La separazione tra ragione e sentimento è uno dei temi cardine anche della letteratura. Ma può portare a fraintendimenti. In tipologia, se domina F, non significa che si è emotivi e si manca di razionalità, intelligen-
za o logica, ma che nelle decisioni si finisce per dare maggior peso alla dimensione valoriale, individuale (Fi) o collettiva (Fe). Al contrario, se domina T, questo non significa che non si abbiano emozioni, ma che nelle scelte si predilige appellarsi alla logica analitica e fattuale. Come per S e N, tutti usiamo sia T che F, ma abbiamo delle preferenze… Scoprire se si preferisce più F o più T talvolta può essere difficile, perché queste funzioni mentali sono più spesso infl uenzate da valori collettivi, culturali, religiosi ecc. È utile
Si utilizzano criteri oggettivi e l’analisi di causa effetto per comprendere ciò che logicamente è considerato vero-falso e agire di conseguenza per il meglio. Il benessere delle persone coinvolte sfuma di fronte al rigor di logica. Imparzialità.
Prevale il piano empatico di immedesimazione nei confronti dell’altro oppure la dimensione intersoggettiva. Alla fine è più importante difendere l’armonia delle persone coinvolte nelle proprie scelte. Essere logici e imparziali diventa secondario. Sul “verofalso” individuati dalla modalità Pensiero, prevale il “giusto-sbagliato”, che afferisce alla sfera valoriale.
Devi necessariamente licenziare un dipendente, anche se lo non vorresti. Come lo scegli? Ti affidi al ragionamento logico impersonale, T, quindi valuti chi rende di più e chi di meno, chi è più utile e chi è un peso? Oppure dai la priorità a un sistema di valori, F, escludi chi ha difficoltà economiche oppure chi è meno bravo, ma ha l’appoggio di tutti? Puoi cercare di integrare questi aspetti. Ma alla fine nella decisione prevale il pensiero o il sentimento?
PENSIERO ESTROVERSO (TE) : SEGMENTARE, ORGANIZZARE, CONTROLLARE
Serve per organizzare il nostro ambiente, le nostre idee e programmi. Si usa per pianificare, quantificare, suddividere. È un pensiero empirico, basato sulla logica dei fatti visibili. Individua logiche e sequenze, e ne segnala le incongruenze.
Il suo tempo è il presente.
PENSIERO INTROVERSO (TI): CHIARIRE I PRINCIPI
E ANALIZZARE LE DISSONANZE
È un ragionamento interno che suddivide oggetti e concetti in classi, categorie e subcategorie. Serve per individuare qualcosa chiaramente e distintamente, e arrivare al punto. A capire come funzionano le cose e per analizzare tutti i lati di una questione per vederne le carenze logiche. È universale, fuori dal tempo.
SENTIMENTO INTROVERSO (FI): ARMONIZZARE, DARE VALORE, ESSERE CONGRUENTI
È qualcosa che sentiamo “di pancia”. Funziona come un filtro, che ci dice: "questo per noi va bene, questo no". Ed è sensibile nel rilevare le disarmonie, che ci pesano proprio come un cibo indigesto. Usiamo il sentimento introverso per proteggere i nostri valori, quando qualcosa “andava proprio detto o fatto”.
Ci aiuta a capire se gli altri sono sinceri o no, se i progetti valgono la pena oppure no e a percepirne l’essenza.
È universale, fuori dal tempo.
SENTIMENTO ESTROVERSO (FE): ESSERE APPROPRIATI, MEDIARE, CONNETTERE
Questa funzione ci fa essere diplomatici, amichevoli, appropriati, capaci di mediare, attenti agli altri, per connetterci a loro. Ci rende capaci di rispondere ai bisogni degli altri, anche inespressi. Di adeguarci alle sue aspettative. Di empatizzare e di occuparci del loro sentire quasi come se fosse nostro. Il suo tempo è il presente.