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La Klokkende di qualità: gioie e dolori

La Klokkendedi qualità: gioie e dolori

di FAUSTOBOSI, foto R. GABRIELE

La nostra amata Klokkende, come deve essere emessa dal nostro canarino per essere valutata di ottima qualità? Acqua, profondità, cadenza, vocali: sono le caratteristiche in ordine di priorità che contraddistinguono la qualità di una ottima Klokkende.

Acqua Può sembrare semplice spiegare che durante l’emissione di questa fantastica nota si deve sentire il suono dell’acqua emergere in netta evidenza rispetto alla forma (flauto) che compone la Klokkende. Non tutti riescono a comprendere questo aspetto e confondono il suono cupo del flauto profondo con il suono dell’acqua. Capisco che se non si è abituati o non si ha la possibilità di aver ascoltato Klokkendedi alta qualità, questo aspetto non è semplice da comprendere. L’apertura mentale e la voglia di capire sono risvolti fondamentali per essere predisposti a comprendere la bellezza e la qualità di un’ottima Klokkende. Certamente con le parole non è per niente semplice spiegare. Cercherò di farlo con il cuore… Ho impiegato tantissimi anni per capire bene quale fosse il metodo migliore per far emettere un’ottima Klokkendeai miei cantori. Beh, ho ancora tanto da capire, ma i miei soggetti hanno sempre emesso Klokkendedi qualità. “Non sono completi, però”… commentavano molti. Nessuno però ha mai detto “non hai delle belle Klokkende”. Per tanti anni ho scelto di non essere competitivo con i miei cantori ai concorsi, pur di concentrarmi e curare Klokkacquose, lente e prolungate. Brividi! Brividi! Brividi! quando sul tavolo di ascolto i canarini mi hanno entusiasmato con le loro meravigliose e profonde Klokkende. Torniamo a noi. Abbiamo parlato della componente “acquosa”, priorità di un’ottima Klokk.

Profondità Pensiamo alla Klokkendecome ad una grossa goccia d’acqua che cade in un contenitore. Questa grossa goccia d’acqua deve sentirsi cadere in un grande recipiente, non in un bicchiere, differenza sostanziale per una Klokkprofonda. Più il recipiente è grande più la nota assume profondità e qualità. Se questo recipiente si trovasse in una grotta sotterranea invece che all’aperto, farà suonare la goccia in modo ancora più profondo.

Scuola canto

Non tutti riescono a comprendere questo aspetto e confondono il suono cupo del flauto profondo con il suono dell’acqua

Cadenza La goccia che cade nel grande contenitore, nella grotta sotterranea, deve cadere in modo lento, con pause ben percettibili e nette. Più queste gocce cadranno lentamente, più la nota assumerà qualità. La goccia però non dovrà perdere acqua durante il percorso impiegato per raggiungere il recipiente, altrimenti la forma (flauto) che prima era sommersa dall’acqua, verrà fuori evidente e abbasserà il valore della nota; delle volte perderà tutta l’acqua durante il percorso e la nostra meravigliosa Klokkendesi trasformerà in un ottimo flauto. Ora vi domanderete, come si fa a non far perdere l’acqua durante l’emissione della nota al nostro cantore? Eccoci, entriamo in gioco noi allevatori che, con la selezione intensa, accurata, il lavoro duro, costante, lungo, cercheremo di formare gole con caratteristiche tali da non far perdere acqua durante l’emissione della nota ai nostri cantori.

… noi allevatori che, con la selezione intensa, accurata, il lavoro duro, costante, lungo, cercheremo di formare gole con caratteristiche tali da non far perdere acqua durante l’emissione della nota ai nostri cantori

Vocali Di conseguenza, se la nostra goccia cade in un grosso recipiente (nella grotta), suonerà con vocali o-u-ouuo-tali da valorizzare la nostra nota. Se invece la nostra goccia cadrà in un bicchiere all’aperto, suonerà con vocali i-ui-oi che, come tali, faranno perdere qualità alla nostra Klokk. Semplice, vero? Può sembrarlo ma, capisco, non lo è. Il punto da cui partire è capire dove vogliamo arrivare. Se non abbiamo chiaro l’obiettivo, dove andiamo? Spero che il mio cuore abbia parlato in modo semplice, chiaro ed efficace, per chiarire meglio quale sia l’obiettivo da raggiungere. Buon lavoro a tutti, e spero di incontrarvi in quella grotta sotterranea ad ascoltare insieme quelle meravigliose GOCCE.

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Risposta all’articolo “Il Canarino Malinois Waterslager: La Klokkende”

(pubblicato su Italia Ornitologica, numero 12 – anno 2020)

Ho letto l’articolo in disamina e mi sarei aspettato dall’autore un testo incentrato su consigli per allevatori novizi e pareri riguardo l’allevamento del Malinois, ma soprattutto permeato di opinioni personali nell’addestramento al canto dei canarini e su esperienze genetiche fatte in questa magnifica nota (Klokkende). Invece ho trovato tutt’altro… In risposta asserisco che:

“L’aspetto Tecnico lasciamolo trattare ai Giudici della categoria e in modo particolare alla Commissione Tecnica Nazionale. Come stabilito dall’articolo 2 e dall’articolo 7 del Regolamento CC.TT.NN. – F.O.I.”

Ho letto: •critiche sui criteri di giudizio, ma non si è capito se l’autore si riferisse ai criteri di giudizio dell’edizione 1995 o ai nuovi criteri di giudizio, redatti dall’ultima

Commissione Tecnica Nazionale Canto, ancora in fase di pubblicazione dalla F.O.I. •citazioni da testi oramai obsoleti, “tramontati” in quanto risalenti l’anno 1970 •notizie che non conoscevo sui “meticciamenti” Veniamo al dunque: Sono trascorsi 50 anni da quando l’apprezzatissimo Giuseppe Mignone scrisse il testo citato. Amici, giudici, allevatori e appassionati, questo meraviglioso canarino da canto nel corso di questo mezzo secolo è cambiato e lo abbiamo ripetuto per anni. Se ascoltassimo registrazioni o dischi incisi in quel periodo, noteremmo che la citata nota “Klokkende” non era che un flauto molto profondo. Dov’era la nota d’acqua? Per merito di alcuni allevatori, purtroppo pochi, bisogna ammetterlo, si è arrivati ad oggi, dopo un’attenta e perseverante selezione, ad ascoltare delle Klokkende completamente diverse: profonde, lente, morbide, ricche di risonanza acquosa. Nulla a che vedere con quelle di 50 anni fa. Dalle vocali i, ui, oi si è passati a quelle o, u, uo, ou che conferiscono profondità, rotondità e, insieme alla componente prevalente d’acqua, danno qualità alla nota. Un’evoluzione di riguardo che non è stata minimamente considerata dall’autore dell’articolo. Nel corso degli anni la C.T.N. ha cercato, con sforzi non indifferenti, di mettere in evidenza tutto questo tramite ascolti con gruppi di allevatori, presenze alle Mostre del Club Malinois e soprattutto aggiornamenti con i colleghi Giudici della categoria. Speriamo di riprendere nell’immediato futuro, pandemia permettendo, il precedente progetto. Purtroppo molti allevatori, non riuscendo ad ottenere risultati altamente positivi, cercano di portare avanti ancora teorie vecchie e superate, creando disorientamenti agli allevatori novizi e, a volte, anche dubbi agli allevatori esperti. Riguardo la monotonia del canto, argomento molto complesso e direi strettamente personale, dico solo che può essere monotono per molti un soggetto che ripete spesso la Klokkende; per altri, invece, è monotono il canto di un canarino che ripete continuamente le melodie secondarie del repertorio Malinois. I gusti non si discutono! La cosa che piuttosto tutti dovremmo perseguire è la qua lità, nonché la priorità di una gola geneticamente costruita per emettere note profonde e acquose, caratteristica peculiare del Malinois. Bellen, Belrol, Fluitenroll e Flauti possono essere emessi anche da Sassoni, Timbrado ecc. Mentre le note Klokkende, Bollende, Rollende, Tiokken possono essere emesse solo da Malinois, perché solo loro sono dotati di una “siringe” capace di emettere certi particolari tour. Veniamo ora all’argomento “meticciamento”: non capisco con quale supponenza si scriva e si dichiari tutto ciò. Il motivo è l’aver ascoltato qualche flauto che ricorda l’Harz Roller? Ipotizziamo anche che il nostro meraviglioso cantore sia stato incrociato con l’usignolo… Spesso, in realtà, possiamo ascoltare dai cantori Malinois delle meravigliose Tiokken e suoni metallici che ci ricordano molto il canto dell’usignolo, ma speriamo che non venga scritto che ci sia un meticciamento anche in questo caso.

Per concludere, vorrei invitare tutti gli appassionati, allevatori e giudici a scrivere su Italia Ornitologica, tenendo sempre presente che il nostro obiettivo è quello di scrivere per formare e non quello di scrivere per demolire.

Il Commissario Tecnico Canto

GABRIELE ROBERTO