The Verse IV, 34 of the Koran presents two very important questions concerning women and the relations between men and women in the context of marriage. It concerns the concept of Qiwāmah, and the treatment that the man can reserve to his...
moreThe Verse IV, 34 of the Koran presents two very important questions concerning women and the relations between men and women in the context of marriage. It concerns the concept of Qiwāmah, and the treatment that the man can reserve to his wife in case of serious and blatant damage against him. The article presents the ambiguities of the translations of the Koran from Arabic into Italian-and other languages-which interpret Qiwāmah as the man authority over woman rather than as a material responsibility of the family in charge of man. Qiwāmah as responsibility is the meaning according to authoritative interpreters and coherently with the rest of the Koran and the prophetic Sunna. In addition, the article focuses on the term daraba, often translated and folded with "beat them", rather than with the Koranic meaning "move away from them". The interpretations are clearly full of consequences for women, to the point of legitimizing male violence and psychological and material oppression on wives. Il versetto IV,34 del Corano presenta due questioni molto importanti che riguardano le donne e le relazioni tra i due generi nell'ambito del matrimonio. Il concetto di qiwāmah, e il trattamento che l'uomo può riservare alla moglie in caso di grave e palese danno nei suoi confronti. L'articolo presenta le ambiguità delle traduzioni del Corano in italiano-e in altre lingue-che interpretano il qiwāmah come autorità dell'uomo sulla donna anziché come responsabilità materiale della famiglia in carico all'uomo. Questo è infatti il significato secondo autorevoli interpreti e coerentemente con il resto del Corano e la Sunna profetica. Inoltre l'articolo si sofferma sul termine daraba, spesso tradotto e piegato con "battetele, picchiatele", anziché con il significato coranico che significa allontanamento e distacco. Le interpretazioni sono chiaramente gravide di conseguenze per le donne, fino a legittimare la violenza maschile e l'oppressione psicologica e materiale sulle mogli. "…Esse sono una veste per voi e voi siete una veste per loro" (Corano, II, 187) La violenza sulle donne non è specifica per un particolare gruppo religioso, o sociale. Essa come sappiamo coinvolge tutte le comunità umane, quale sia la nazionalità, le caratteristiche sociali e culturali, incluso la religione. In forme diverse la violenza da parte di uomini familiari o sconosciuti, che sia fisica o psicologica, colpisce ovunque le donne, anche nel nostro paese. Le statistiche più recenti indicano che in Italia la violenza contro le donne (molestie sessuali, stalking, maltrattamenti e femminicidi) sono un fenomeno grave, diffuso e trasversale a tutti gli ambiti sociali. Gli ultimi dati ISTAT dicono che il 31,5% delle donne italiane tra i 16 e i 70 anni hanno subito almeno una volta violenza fisica o sessuale e le segnalazioni di stalking e maltrattamenti sono aumentate del 45% dal 2011 al 2016.[1] Il 31,3% donne fra i 16 e i 70 anni di origine straniera hanno subito violenza fisica o sessuale, una quota pressoché identica a quella delle italiane, ma con più alti livelli di denuncia. Nonostante questo, i media enfatizzano la violenza domestica all'interno delle comunità straniere collegando la violenza di genere a fattori culturali specifici e non riconducendola ai rapporti di genere e al persistere della struttura di dominio patriarcale. Soprattutto per quanto riguarda le comunità musulmane, la violenza sulle donne viene ricondotta all'Islam e ai dettami contenuti nel Corano e nella Sunna profetica, che costituiscono le due fonti testuali della Sharia. È bene quindi affrontare la questione da questo punto di vista, dei testi e della giurisprudenza, per scoprire le cause reali di discriminazione e violenza che vengono coperte con una visione deformata della religione. Oltre ad una diffusa ignoranza e al pregiudizio che domina nella idea che generalmente si ha in occidente dell'Islam, la distorsione è dovuta anche alla pratica delle persone che, provenienti da paesi a maggioranza musulmana, osservano più le tradizioni del loro gruppo sociale che l'Islam dei testi. Una diffusa subcultura musulmana sessista e fortemente discriminatoria nei confronti delle donne è un supporto notevole al maschilismo già presente nelle società, poiché il patriarcato domina-in misura diversa-nelle società arabe,