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Vigintisexviri (sing. vigintisexvir) e più tardi vigintiviri[1] erano un collegio (collegium) di magistrati minori (magistratus minores) nella Repubblica romana; il nome letteralmente significa Ventisei uomini.
La sua composizione era costituita da:[2]
Nella repubblica la condizione necessaria per accedere al cursus honorum (come prima carica per i figli dei senatori), era l'aver precedentemente rivestito le cariche di minore responsabilità che facevano parte del Vigintisexvirato che quindi serviva da primo scalino ai figli dei senatori per iniziare la carriera politica: ad esempio Gaio Giulio Cesare ebbe l'incarico di curator viarum e restaurò parti della Via Appia.
Nel 13 a.C., tuttavia il Senato approvò un senatus consultum che riservava l'oramai ridotto vigintivirato all'ordine equestre.[1] Ottaviano Augusto abolì i due curatori delle strade extraurbane (duoviri viis extra urbem purgandis) ed i quattro prefetti Campani (praefecti Capuam Cumas), cambiando così i vigintisexviri in vigintiviri (venti uomini).[5]
- Fonti antiche
- Fonti storiografiche moderne
- (EN) Nicholas Purcell, vigintisexviri, vigintiviri, in The Oxford Classical Dictionary, 4ª ed., Oxford, Oxford University Press, 2012.
- Antonella Trevisiol, Fonti letterarie ed epigrafiche per la storia romana della provincia di Pesaro e Urbino, Pesaro e Urbino, 1999, ISBN 978-8882650711.