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hermes 148, 2020/4, 511–513 DOI 10.25162/hermes-2020-0036 Carmela Cioffi Plaut. Asin. 205: un altro caso di imitazione terenziana?* Abstract: This paper wants to demonstrate the not casual similarity between Plautus’Asinaria 205 and Terence’s Andria 545 arguing for the possibility that Plautus’Asinaria 205 was interpolated. Diàbolo desidererebbe trascorrere un’altra notte d’amore con Filenio, figlia di Cleereta, la lena. Purtroppo non ha abbastanza soldi per appagare il suo desiderio e dunque viene lasciato alla porta. La sua rabbia trova sfogo verbale, prima in un monologo e poi in dialogo con la stessa Cleereta: il tono lamentoso ed enfatico di Diàbolo è facilmente sopraffatto dalla logica utilitaristica della lenona. Ai vv. 204–207 Diàbolo le rimprovera incoerenza verbale: ora che lui non ha più un soldo, lei parla in modo ben diverso da allora quando le dava il denaro, diverso da allora quando cercava di raggirarlo con dolci e benevole parole. Di seguito si dà il testo di Leo 1895: aliam nunc mi orationem despoliato praedicas, longe aliam inquam praebes nunc atque olim quom dabam, aliam atque olim quom illiciebas me ad te blande ac benedice. tum … 205 Si tratta di una sezione di settenari trocaici; il v. 205 presenta qualche difficoltà di ordine metrico: se si accetta così come tràdito, bisogna ammettere due iati, certamente non frequenti in tr7 (longe | aliam | inquam). Hurka (2010, 122) li giustifica su base contestuale, al fine cioè di isolare e dunque enfatizzare aliam. In alternativa, se non si ammette iato, il verso manca di un piede e si rende necessario emendare: <linguam> praebes Vahlen (1882, 277), inquam <orationem> nunc Leo (1895, in app.), inquam <iniqua> praebes Danese (2004). Alcuni editori, invece, seguono Fleckeisen (1859) nell’espunzione del verso: questa drastica decisione, seguita per esempio da Ussing, Goetz/Loewe e Bertini, è giustificata anche sulla base della generale fattura del verso, una sorta di doppione esplicativo di 204. In effetti il v. 205 sembra non essere altro che un’aggiunta mal riuscita per rendere più esplicita l’opposizione fra presente e passato: se infatti si leggono i versi senza 205, mancherebbe, per così dire, un termine di opposizione: ora Cleereta si comporta male perché Diàbolo è ormai senza quattrini (despoliatus), un tempo si comportava in ben altro modo … ma il perché, ovvero che Diàbolo un tempo era in grado di pagare, mancherebbe. Questa ‘lacuna’ si giustifica, però, nell’ottica argomentativa di Diàbolo, il cui scopo è di mettere in enfasi solo la prima delle due opposizioni, mentre costituisce nell’ottica di un generico copista/rieditore un ottimo stimolo di interpolazione. Scialbo * Ringrazio il dott. Stagni ed il prof. Deufert. Th is m a t e ria l is u n d e r co p yrigh t . An y u se o u t sid e o f t h e n a rro w b o u n d a rie s o f co p yrigh t la w is ille ga l a n d m a y b e p ro se cu t e d . Th is a p p lie s in p a rt icu la r t o co p ie s, t ra n sla t io n s, m icro film in g a s w e ll a s st o ra ge a n d p ro ce ssin g in e le ct ro n ic syst e m s. © Fra n z St e in e r Ve rla g, St u t t ga rt 20 20