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Rosarno: 17 ordinanze alle ndrine, la storia del Clan Bellocco

Pubblicato: martedì 12 gennaio 2010 da gabriele ferraresi

calabria rosarno belloccoDi Rosarno, e della rivolta dei braccianti agricoli, lavoratori stagionali sfruttati come schiavi, potete leggere qualcosa su polisblog. Qui ci occupiamo non tanto della sommossa, ma di chi, da quelle parti, comanda davvero. Non certo qualche migliaio di sfruttati, ma la ‘ndrangheta. Nel dettaglio, a Rosarno, il clan Bellocco.

Stamane, dalle 7, è partita una operazione proprio sul territorio di Rosarno - siamo nella piana di Gioia Tauro, per capirci - che ha portato alla consegna di 17 ordinanze di custodia cautelare. il reato contestato? Associazione a delinquere di stampo mafioso. Ma vediamo di frugare un po’ nella storia del clan Bellocco, veri burattinai, nell’ombra ma neanche troppo, della zona.

Partiamo da un leader carismatico del clan: Umberto Bellocco, e dobbiamo tornare molti anni indietro. Al 1977, e alla strage di Rosarno, un massacro in cui tutta la violenza arcaica e l’arretratezza della “cultura” della ‘ndrangheta si fondono insieme. Risultato finale? Un massacro con donne e bambini…

Ma l’episodio più drammatico del quale Bellocco deve rispondere non ha ancora visto una sentenza processuale. Si tratta della strage di Rosarno del 1977, un efferato episodio dove criminalità mafiosa e vecchi rituali si mischiano. Bellocco è accusato infatti di avere ucciso la cugina Rosa, di 36 anni, il cognato Mario Alessio, di 40 e il nipotino Franco, di soli 8 anni. Il motivo della triplice esecuzione sarebbe da ricercare secondo l’ accusa nell’onore tradito da parte della cugina e nel fatto che il marito non avesse personalmente provveduto a vendicarsi

Leggo negli archivi di Repubblica che nel 1984, Umberto Bellocco era accusato di qualcosa come 14 omicidi. Era arrivato al processo “libero”.

In seguito, si darà alla latitanza, lo catturano nel 1993: operazione con tanto di elicottero. Umberto Bellocco era il custode dei riti della ndrangheta, e, insieme a Raffaele Cutolo, aveva “iniziato” anche i primissimi membri fondatori della Sacra Corona Unita - un nome su tutti, Rogoli - che in seguito avrebbe mafiosizzato un territorio precedentemente pressoché “pulito”, quello della Puglia.

Ecco cosa si scriveva ai tempi:

Da cinque anni latitante, era uno fra i primi 40 boss ai quali le forze dell’ ordine stanno dando la caccia. Dopo essere uscito dal carcere per scadenza dei termini di custodia cautelare, un curriculum giudiziario ricco di accuse di omicidio, associazione mafiosa, traffici vari, Bellocco (…) è considerato un rigido custode di tutte quelle norme che regolano la vita delle varie famiglie della ‘ndrangheta. Bellocco viene ricordato per avere tenuto a battesimo con Raffaele Cutolo la Sacra Corona Unita pugliese e per aver esportato in Puglia quei riti misteriosi e cerimoniali esoterici che servono a cementare la fratellanza mafiosa

Altra figura di primo piano, negli anni scorsi, è quella di Gregorio Bellocco. Capobastone del clan, lo catturano nel 2005, dopo anni di latitanza. Si legge qualcosa sul suo rifugio, su La Nuova Cosenza:

Si nascondeva in un bunker sotterraneo in cemento armato, fornito di tutte le comodita’, nel quale si accedeva attraverso una botola, e aveva con se’ alcune armi, tra cui un mitra kalashnikov, Gregorio Bellocco, di 49 anni, latitante da 11 anni e capo di una delle piu’ potenti cosche della ‘ndrangheta, arrestato stamattina dai carabinieri del Ros e del Comando provinciale di Reggio Calabria. Dopo l’arresto nel febbraio del 2004 di Giuseppe Morabito, detto ”’u tiradrittu”, i carabinieri del Ros incassano cosi’ un altro importante risultato nella lotta contro la ‘ndrangheta

Gli avevano dedicato anche una canzone, a Gregorio Bellocco, che era nell’elenco dei 30 ricercati “most wanted” d’Italia. Questo servizio del Tg3 regione, ve la fa sentire la canzone della latitanza - forse composta da un parente, un altro latitante, il cugino Giuseppe Bellocco, anche lui nella top 30, ma catturato.

E da loro, i leader storici, si arriva fino a oggi: con un clan che comanda un territorio - e che di sicuro ha agito da burattinaio negli scontri, in una modalità che fa tornare in mente quella con cui la camorra agì sul campo rom di Ponticelli

Intanto e’ stato convalidato dal gip di Palmi l’arresto dei tre abitanti di Rosarno accusati di avere aggredito alcuni immigrati. Tra gli arrestati c’e’ anche Antonio Bellocco, figlio di un esponente di spicco dell’omonima cosca della ‘ndrangheta, accusato di avere aggredito un immigrato ed alcuni carabinieri

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