Law

Speech presented by the Swiss attorney-at-law Niccolò Salvioni on the topic:

“Switzerland: how can Transitional Justice support asset recovery and rights to Reparation?“

in occasion of the International Workshop:

“Truth, accountability and Asset Recovery: How Transitional Justice can fight corruption”,

organized by International Center for Transitional Justice – ICTJ – NY, at the presence of distinguished delegations of Tunisia, Gambia, Kenia, South Africa and Armenia on March 2 – 3, 2020, at Hotel Africa in Tunis, Tunisia.

Three attached infographs represents:

a) The interactions between Swiss Department of Justice and Swiss Department of Foreign affairs dealing with Freezing and Restitution of Illicit Assets held by Foreign Politically Exposed Persons and role of Truth and reconciliation commissions as “soft” Transitional Justice.

b) 1) The Swiss Criminal Jurisdiction by Swiss federal Penal Code and others for acts carried out abroad with regard to Assets or goods;

b) 2) The Swiss complementary Criminal jurisdiction for acts carried out abroad as consequence of Implementation of the Rome Statute of the International Criminal Court: possibility of measures to take evidences against a foreign perpetrator, limits.

Norme svizzere, cantonali e principi europei: qualche riflessione, dal passato, verso una garanzia di reale indipendenza del Consiglio della magistratura e del potere giudiziario della Repubblica e Cantone del Ticino (e perché no, in Svizzera):

La vigilanza sul Ministero Pubblico, sia nella Confederazione elvetica sia nel Cantone Ticino, è affidata a strutture fondate su una base legale la prima e costituzionale-legale la seconda, che non danno un reale potere di auto-governo alla magistratura.

La rappresentanza di giudici nell’autorità parlamentare federale di controllo è del 28%, mentre nel Consiglio della Magistratura ticinese del 42%.

Il Consiglio della Magistratura cantonale è più propriamente un “Consiglio di vigilanza sulla magistratura“ misto (non un reale “Consiglio della Magistratura”), composto per la maggioranza da rappresentanti designati dal Gran Consiglio e dunque dal potere legislativo, non da quello giudiziario.

Il tentativo federale del 2001 di istituire un Consiglio della Magistratura avente competenza sulla magistratura penale federale è fallito, non da ultimo a seguito dell’assenza di una base costituzionale.

Il progetto di Consiglio della Magistratura con potere di auto-governo e percentuale di rappresentanza di magistrati del 60% (tre su cinque), proposta coraggiosamente dal Consiglio di Stato nel 1992, prima ancora della modifica costituzionale cantonale del 1998 che ne ha consolidato la sua istituzione, è stata modificata dal Gran Consiglio nel 1992, portando la rappresentanza dei magistrati prima al 57% (4 su 7), e poi ancora, in seguito, agli attuali 42% (3 su 7).

Sulla base delle raccomandazioni del Consiglio d’Europa, al fine di garantire una separazione tra il potere giudiziario e gli altri, l'autorità che prende decisioni sulla selezione e sulla carriera dei giudici dovrebbe essere indipendente dai poteri esecutivo e legislativo.

L’attuale composizione del Consiglio della Magistratura non permette il necessario reale autogoverno al potere giudiziario Cantonale.

Analoga riflessione si può effettuare per la soluzione adottata a livello federale, con una rappresentanza di magistrati nell’Autorità di vigilanza parlamentare del 28% (due su sette). Forse, con rapporti diversi, la Svizzera oggi avrebbe ancora in sella un valido Procuratore Generale della Confederazione.

Il Giudice è il titolare di un ufficio statale, servitore di, e rispondente solo, alla legge.

In caso di modifiche al sistema giudiziario, interne o esterne, occorre fare in modo che esse siano accompagnate da adeguate disposizioni finanziarie, tecniche e procedurali e che vi siano sufficienti risorse umane. Altrimenti vi è il rischio d’instabilità nella corretta amministrazione della giustizia.

https://www.coe.int/en/web/ccje/-/2019-edition-of-the-report-on-judicial-independence-and-impartiality-in-the-council-of-europe-member-states

Oramai siamo tutti sul chi vive. In Svizzera dovremmo essere in "profondo rosso". Tutt'ora vige una politica a metà strada tra quella più rigida, di chiusura, di questa primavera-estate e quella di apertura svedese, frammista a qualche colpo di "cipria", per dare una parvenza di azione di contrasto, senza però un adeguato apparato sanzionatorio contravvenzionale: dunque una "tigre senza denti". Anche l'OMS se ne è accorta. In Svizzera.

il virus galoppa e le misure non sembrano sufficienti a frenarne la diffusione. Quantomeno, la libertà e le correlate irresponsabilità individuali si sono dimostrate incompatibili con una vera politica di polizia (?) sanitaria volta ad ostacolare la diffusione del virus, quale quella cinese o sud-coreana. Il potere politico legislativo federale non lo ha (ancora) voluto e il potere esecutivo, anche quello cantonale ticinese, fa quello che può, e forse anche meno, a seguito di probabili contrasti interni sul metodo.

Basta passeggiare sotto i portici di Locarno per constatare la disinvoltura dell'approccio ai sistemi di protezione personali: il 20% è senza mascherina, sebbene la distanza di 1.5 metri non possa sempre essere rispettata. Un contract-tracing, che funzioni, transnazionale, riconosciuto tra Italia e Svizzera o Ticino? Semplicemente non è un tema. Due mondi, due sistemi gravitazionali a sé stanti.

In Ticino siamo troppo interconnessi economicamente anche con il tessuto lombardo e piemontese oltre che con il retroterra svizzero, per potere fare una politica insulare di confinamento stile neozelandese. La struttura autarchica di quest'ultimo paese, analogamente a quella determinata della potenza economica interna cinese, permette a questi paesi di filtrare i movimenti di persone in entrata con lunghi sistemi di quarantena e confinamento-prigionia in caso di infezione, inimmaginabili per nazioni aperte ai flussi internazionali turistici e di lavoro, non solo per la Svizzera e l'Italia ma anche per l'Europa delle libertà di movimento. La libertà di movimento è la base economica fondamentale per gran parte del sistema-Europa e Svizzera, oltre ad essere elemento-storico-della Pace nel nostro continente. E degli effetti nefasti di tali restrizioni, tutti noi ce ne stiamo rendendo conto.

La coordinazione delle politiche sanitarie tra Svizzera ed Italia mediante accordi internazionali, auspicata dal Regolamento Sanitario Internazionale sottoscritto da entrambe i paesi, rimane un auspicio sulla carta, come pure i presidi sanitari ai valichi per effettuare controlli a campione. Per risparmiare sui filtri di passaggio alle frontiere, si chiude il passaggio nei due sensi a chi non lavora: costa meno ma così si devascolarizza ed uccidende l'economia di confine. A chi interessa, in definitiva, la politica e l'economia dei margini e periferia dei centri del potere? Neppure il Regolamento Sanitario Internazionale ritiene necessario limitare i movimenti: anzi sostiene che vadano mantenuti per garantire una sufficiente capacità economica e di approvvigionamento e-quindi-di resistenza di tutta la popolazione.

Nel corso di quest’anno, in Svizzera e nel Cantone Ticino, a seguito della pandemia Covid-19, il Consiglio federale ha dovuto conciliare le disposizioni d’urgenza di distanziamento sociale con la necessità che le persone giuridiche e i loro (spesso numerosi) organi assembleari potessero continuare a funzionare, tramite l’apertura a forme di deliberazione assembleari “a distanza”: per scritto, in forma elettronica o mediante rappresentante indipendente, precedentemente spesso sconosciute dai rispettivi statuti.

Ciò ha permesso alle società di adottare nuovi metodi assembleari a distanza: appunto nella forma scritta, in forma elettroinca o mediante un rappresentante indipendente, in particolare nel settore delle nuove tecnologie elettroniche delle videoconferenze, che, in condizioni normali, non si sarebbero mai sognate di esplorare.

L’attuale legge notarile ticinese, se necessario, prevede all’art. 34 LN la possibilità di verbalizzare per atto pubblico cartaceo assemblee in cui i membri siano a distanza, mentre l’atto pubblico elettronico, ex art. 72 LN, nel cantone Ticino, non è ancora utilizzabile facendo difetto, secondo la legge, il necessario regolamento di applicazione (e probabilmente, visto il tempo passato, non solo questo).

Quando il movimento fisico delle persone post-pandemico riprenderà, rappresenterà la normalità delle assemblee societarie che potranno, solo dopo l’entrata in vigore della revisione del diritto societario del 19 giugno 2020 (verosimilmente nel 2022, il Consiglio federale non si è ancora determinato), per le società che avranno adeguato i loro statuti, anche avere luogo anche sotto forma “ibrida” o “mista” (cfr. il futuro art. 701c CO), vale a dire con una parte di soci o azionisti presenti fisicamente de visu abbinata altra parte di soci o azionisti presenti elettronicamente a distanza.

La regolamentazione di urgenza Covid-19 in essere permette per ora unicamente quella che, nella nuova normativa societaria viene definita “assemblea virtuale” (cfr. futuro art. 701d CO), vale a dire la versione “estrema” di virtualizzazione assembleare, ove tutti i soci /azionisti si riuniscono elettronicamente a distanza. Si noti che il futuro diritto societario permetterà anche delle riunioni miste ove gli incontri fisici hanno luogo simultaneamente in più luoghi (cfr. futuro art. 701a cpv. 3 CO), in più cantoni, anche all’estero alla condizione della diffusione in diretta audiovisiva in tutti i luoghi di assemblea.

Assemblee e conferenze ibride o miste multi-luogo rappresenteranno in futuro la nuova opportunità di turismo- assembleare e congressuale dal notevole potenziale per coloro che saranno pronti a cogliere la domanda, offrendo la giusta combinazione di infrastrutture, servizi e personale formato professionalmente, in questi nuovi futuri settori di “ospitalità ibrida” intra-cantonale, inter-cantonale e internazionale.

Riflessioni di Niccolò Salvioni, Locarno, Svizzera, sviluppate partendo dal recente assalto presso la Basilica di Nizza, esaminando anche episodi precedenti quale l'assalto omicida di Morges (VD CH) e quelli successivi di Vienna A, Lugano CH e Treviri D. Comparando le disposizioni antiterrorismo francesi a quelle svizzere, la ricerca viene focalizzata sul concetto di "reato terroristico" ed i suoi effetti legali sulla base della attuale normativa materiale e processuale elvetica e di quella prevista dalla prossima entrata in vigore dei due pacchetti legislativi federali antiterrorismo approvati il 25 settembre 2020. Vengono poi esposte le disposizioni applicabili ai casi concreti con ipotesi di sussunzione del diritto penale svizzero relativamente ai reati ipotizzabili, se tali atti fossero stati commessi in Svizzera.

Riflessioni nel contesto dell'attuale fase di riorganizzazione del trasporto di persone (e merci?) sul bacino svizzero del Lago Maggiore alla luce della Convenzione per la disciplina della navigazione sul lago Maggiore e sul lago di Lugano del 2 dicembre 1992, del Memorandum di Intesa del 31 maggio 2016 e delle Concessioni in essere del 23 dicembre 2016 basata su fonti aperte, con uno sguardo anche su documenti storici.

Confrontando le Convenzioni internazionali che disciplinano la navigazione nei laghi Lemano, Bodanico e sul fiume Reno con la Convenzione del 2 dicembre 1992 dei laghi Maggiore e di Lugano, quest’ultima è atipica, essendo la meno liberale tra tutte.

Occorre che la Convenzione che disciplina la navigazione sui laghi di Lugano e Maggiore sia rivista considerando anche le interazioni di navigazione per il trasporto di persone sull’idrovia connessa al Lago Maggiore, composta dal Ticino inferiore, i canali e Navigli lombardi parzialmente già navigabili e parzialmente ancora da ripristinare in direzione di Milano, il Po e Venezia, analogamente alla libertà di movimento prevista dalle Convenzioni sulla navigazione sul Reno e dei laghi Bodanico e Lemano, sebbene maggiormente improntata, nel caso del Lago Maggiore ed idrovia, al trasporto lento di persone quale esperienza salutare, storica ed emozionante di vita.

Nel corso dell’anno scorso, a seguito della pandemia Covid-19, anche il Consiglio federale svizzero ha dovuto conciliare le disposizioni d’urgenza di distanziamento personale con la necessità che le persone giuridiche e i loro (spesso numerosi) organi assembleari potessero continuare a funzionare, tramite l’apertura a forme di deliberazione assembleari “a distanza” precedentemente sconosciute non solo dai rispettivi statuti ma anche dal diritto civile.

Ciò ha permesso alle società di adottare nuovi metodi assembleari a distanza, pure nel settore delle nuove tecnologie elettroniche delle videoconferenze, che, in condizioni normali, non avrebbero mai ipotizzato di esplorare.

Abbiamo assistito come la forza disruttiva del virus abbia stimolato il progresso tecnologico, anche nel settore societario e, di riflesso, quando queste sono richieste, nelle funzioni notarili (base della relazione tenuta a braccio il l'8 ottobre 2021 tramite videoconfedenza del contesto del congrssso organizzato da commissione dei notariati Lombardo Ticinese - Sviluppo della ricerca sulle assemblee societarie del 6 dicembre 2020 già pubblicata su Academia)

Forse, una tappa, di un cammino possibile verso un cambiamento epocale di navigazione turistica sostenibile e lenta (e magari anche con qualche segmento di trasporto merci) continuativa non solo nelle acque condivise del sotto-bacino del Lago Maggiore ma anche con l’estensione a quelle del Po, in prospettiva transfrontaliera ed internazionale a destinazione marittima, tra Svizzera e Italia.

Un ampio progetto di liberalizzazione internazionale della navigazione transfrontaliera di trasporto, sarebbe proteso alla promozione della comune prosperità economica e alla rivitalizzazione dei margini estremi dei rispettivi Stati, a favore degli oltre 600'000 abitanti italo-svizzeri del bacino transfrontaliero piemontese-lombardo del Lago Maggiore, oltre che -indirettamente- delle Regioni Emilia - Romagna e Veneto, a seguito dalla navigazione che verrebbe indotta sul Po, dei quali l’Italia e la Svizzera portano rispettiva responsabilità politica.

The concept of a neutral state has evolved over the centuries, also in Switzerland.

There is one particular feature of neutrality that not only makes it interesting and specific from the point of view of international politics but also justifies its recognition: its active function in the mitigation of the conflicts, both indirectly because it should not participate in them and because by remaining equidistant and treating the belligerent parties in a non-discriminatory manner, the preconditions are guaranteed for a platform and structure for dialogue that can help the parties in their search for peaceful solutions to an -also- armed dispute.

I have tried to examine what remains of this topical function of international public politics in Switzerland, in the light of the recent decision of the Federal Council to transpose indiscriminately into Swiss law all sanctions decided by the European Union against specific natural and legal persons from Russia or Ukraine, with relation to Ukraine east oblasts and Krimea.

On March 2, 2022, I published a reflection on "Swiss neutrality towards belligerents: a system of conflict limitation." The starting point was the surprise announcement of the Federal Council on February 28, 2022, in connection with the Ukrainian conflict, to adopt the economic sanctions packages of the European Union against Russia.

With this research I wanted to deepen the concept of perpetual Swiss neutrality in relation to sanctions as an "economic weapon" from the political, historical, economic and legal point of view.

The here exposed text is intended to serve as food for thought to interpret the role of Swiss permanent neutrality in the context of the current Russian-Ukrainian conflict, a dramatic episode in contemporary history which has once again brought this delicate institution from the 18th century to the forefront of contemporary world politics.

2022.04.25

Con l'apparente assenza di cura nel mantenimento della propria neutralità ed indipendenza, il ruolo della Svizzera, quale Stato pacificatore e Potenza protettrice, sembra essere stato gravemente compromesso.

Questa nuova variante storica di neutralità sembra privare la Svizzera della facoltà di fungere da piattaforma internazionale per buoni uffici, da Potenza protettrice, quale efficace promotrice -diretta ed indiretta- di attività di neutralità attiva multipolare sui territori di tutti i belligeranti coinvolti e quale voce critica super partes nei confronti delle quasi monocordi politiche di guerra degli esecutivi occidentali, le cui decisioni, fino ad oggi, salvo rare eccezioni, la Confederazione elvetica ha ritenuto di dovere seguire.

I processi deliberativi delle assemblee societarie, anche in Svizzera, sono stati recentemente dotati -dal 01.01.2023- dal legislatore federale di metodologie di formazione sempre più sofisticate, applicando anche mezzi tecnologici elettronici che la recente pandemia planetaria -con il confinamento fisico che ha imposto- ha permesso a molti di sperimentare ed affinare a livelli di qualità ed affidabilità inimmaginabili prima di essa.

I processi decisionali, talvolta, necessitano di una formalizzazione certificata ufficialmente da parte di un notaio, la cui funzione in Svizzera, viene regolata dai cantoni e, per essi, dai rispettivi parlamenti.

La presente ricerca v2 rappresenta una evoluzione naturale, dopo la prima, v1, presentata in pieno regime fine-emergenziale, in occasione del convegno di studio organizzato in remoto da Milano l’8 ottobre 2022 dal « Comitato dei notariati lombardo e ticinese ».

Dopo avere aggiornato lo stato normativo entrato in vigore il 1 gennnaio 2023 con le nuove disposizioni del Codice delle Obbligazioni (CO) che regolano le assemblee nel contesto delle società anonime, ho approfondito i nuovi meccanismi deliberativi sulla scorta dei primi contributi dottrinali frattanto emersi, cercando di evidenziare, rispetto alle novità operative autorizzate dal diritto federale, quali sono i limiti ad esse ancora posti dal diritto notarile ticinese vigente.


Spero che questa esposizione possa essere di utilità per definire quale metodologia decisionale adottare, ringraziando anticipatamente per ogni impulso possa derivarne, ritenuto che la necessità, imperativa, in un relativamente prossimo futuro, di adattare le norme cantonali anche alla digitalizzazione del notariato ticinese, ove in tutti i paesi attorno a noi tali metodologie sono già una realtà -consolidata- da anni, potrebbe forse condurre la presente ricerca ad un nuova versione « v3 » magari anche con qualche idea « de lege ferenda ».

Dalle conclusioni:

« Se, con le modifiche attuate al diritto societario, l’obiettivo del legislatore federale era di migliorare la posizione della Svizzera nella classifica “Time to start a business” del “Competitiveness report” WEF, ove la Svizzera nel 2019 si trovava al cinquantanovesimo posto su 141 Stati, presto il compito d’integrazione e coordinazione normativa finale, notarile, passerà ai singoli cantoni, anche a quello del Ticino. Una bella sfida tecnologica, per il nuovo parlamento cantonale. «

Niccolò Salvioni, Locarno, Lago Maggiore, Svizzera

Real estate in Switzerland in relation to a trust – English version 2

This research, presented on October 27, 2023 in the context of the Euro-American Lawyers Group (EALG) Istanbul meeting, is the revised, amended and translated into English version 2, of the Italian language version 1 presented in Lugano, Switzerland, on October 13, 2023 in the context of the conference organized by the Lombardy-Ticino Notaries Committee of Milan.

It discusses foreign trusts in Switzerland, focusing on real estate in the Canton of Ticino allocated to trusts in relation to the Hague Trusts Convention and its 2007 Swiss implementing rules. Examines the use of trusts in family estate planning also between descendants of Swiss and Ticino emigrants in California, with focus on trust rights, real rights and inheritance law and the possibility of an ancillary recognition of foreign wills in Switzerland. Examines emigration to common law countries and the effect of dualism in Anglo-Saxon successions. Explores the interaction of foreign trusts in Switzerland in relation to real estate and the Swiss land register. Examines the possible future changes in Swiss PILA regulations regarding recognition of foreign inheritance executors and administrators. The research includes graphic representations of the steps to obtain mention of ownership in a trust of a real property in Switzerland and the different authorities involved.

In parallel to this, also a new version v2, revised and amended, October 27, 2023 of the text in Italian language was also developed.

Immobili in Svizzera in relazione ad un trust - nuova versione 2 rivista ed emendata in italiano

La presente ricerca in lingua italiana è la versione 2 rivista ed emendata della versione 1, presentata a Lugano il 13 ottobre 2023 nel contesto della conferenza organizzata dal Comitato dei notariati lombardo ticinese di Milano. Consiste dell’adattamento in italiano, del testo della versione 2 tradotto in lingua inglese e presentato il 27 ottobre 2023 nel contesto dell’incontro dell’Euro-American Lawyers Group (EALG) di Istanbul.

Tratta del trust estero in Svizzera, concentrandosi sulle proprietà immobiliari nel Canton Ticino attribuite a trust in relazione alla Convenzione dell'Aia sui trust e relative norme di attuazione del 2007. Esamina l'uso dei trust nella pianificazione successoria familiare anche tra discendenti di emigrati svizzeri e ticinesi in California, con focus su diritti del trust, diritti reali e diritto successorio e sulla possibilità del riconoscimento ancillare di testamenti esteri in Svizzera. Esamina l'emigrazione nei paesi di common law e l’effetto del dualismo delle successioni anglosassoni. Esplora l'interazione dei trust esteri in Svizzera in relazione agli immobili e il registro fondiario elvetico. Esamina le possibili modifiche future alla normativa svizzera LDIP riguardo al riconoscimento di esecutori testamentari e amministratori stranieri. La ricerca include rappresentazioni grafiche dei passaggi per ottenere menzione di appartenenza a un trust di un immobile in Svizzera e le differenti autorità coinvolte.

Parallelamente a questa è stata sviluppata la nuova versione in lingua inglese del 27 ottobre 2023.