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5 febbraio 2022 - 07:59

Grattacieli, Milano tra le «big» d’Europa: classifica delle altezze e mappa dei prezzi

di Giacomo Valtolina

Appartamenti in quota, con la vista a dominare la città. Un secolo esatto fa, bisognava affacciarsi dai due palazzi gemelli di piazza Piemonte, alla quota di 38 metri di altezza raggiunta in deroga ai piani regolatori che fissavano il limite a 28. Oggi si deve salire sulle torri residenziali di Porta Nuova (Solaria in testa, 143 metri), con lo sviluppo verticale incentivato dai piani urbanistici della metropoli per liberare suolo a terra. Delle 20 case-grattacielo milanesi sopra i 50 metri, vent’anni fa, ce n’erano solo sette, segno di una scalata poderosa, tra i maggiori dislivelli d’Europa.

La fotografia della società di sviluppo immobiliare «Abitare Co.» mostra lo stato dell’arte delle case panoramiche meneghine, vale a dire quelle con almeno l’85% degli spazi a uso residenziale (motivo per cui nello skyline del grafico in pagina non si trovano altri conosciuti profili milanesi, abitabili soltanto in parte, come per esempio la Torre Breda, la Velasca o altri edifici futuri, un su tutti la Torre Milano di via Stresa.

Ma si parta dai valori immobiliari: «Nel 2021 i prezzi di vendita sono aumentati in media del +8,5% rispetto al 2020» spiega Alessandro Ghisolfi, responsabile del centro studi di «Abitare Co.». Il picco massimo sono i 18mila euro/mq ai piani più alti della torre 1 del Bosco verticale. Vale il ragionamento ovvio per cui più si sale, più si paga, con forbici di prezzo variano, a seconda del piano, «anche del 25 per cento»: vale a dire un quarto del prezzo. «Al Bosco verticale si parte da 14.500 euro per la torre 1 e da 13.500 per la torre 2 fino a 18.100 e 16.500. Seguono a ruota le altre torri di Porta Nuova: Solaria, la più alta, e poi Aria e Solea, scritte in ordine di costi, con minimi da 8.600 e massimi tra i 14 e i 16mila euro al metro».

Cifre massime non distanti dai i picchi europei — il top sono la Valiant tower di Londra con 18.600 euro/mq medi progettata da Norman Foster e la Grand Tower di Francoforte, 180 metri di altezza e un prezzo medio di oltre i 20mila euro — ma distanti dal mondo che ha ripreso a correre verso il cielo, in America e Asia, più che in Europa. L’altezza media in Italia (Milano occupa 13 dei primi 20 posti in classifica) è infatti di 90 metri per 24 piani, ben distante dai 224 metri (e 59 piani) dei primi 20 grattacieli in Europa e dai 357 metri (e 84 piani) della «top 20» globale.

Basta sfogliare le classifiche internazionali per notare l’oligopolio di altezze e valori immobiliari di Stati Uniti, Emirati Arabi e Bangkok, con le città «europee» da cercare ai confini geografici del continente tra Mosca, Istanbul e Londra. Ai primi tre posti ci sono le newyorkesi Central Park tower (98 piani per 472 metri), 111 Est 57th street (435 metri) e 432 Park avenue (425 metri) con picchi inarrivabili oltre i 100mila euro al metro. «Dopo uno stop dovuto alla pandemia — sottolinea Ghisolfi — nel 2021 la corsa verso l’alto è ripresa ovunque. Sono 140 i nuovi grattacieli nel mondo alti più di 200 metri (considerando anche uffici e funzioni miste), per un totale di 1.883 edifici, quasi il triplo rispetto al 2010, di cui 47 in Italia». Qui gli edifici più alti, oltre ai milanesi, sono la Torre Eurosky a Roma (120 metri) e il grattacielo sul lungomare di Cesenatico (118 metri), dopo la Solaria, con l’inserimento della torre residenziale meno cara del lotto (Sampierdarena 1 a Genova), con valori tra i 1.100 e 1.900 euro/mq, al sesto posto dopo Bosco Verticale 1 e Aria (Porta Nuova).

Per trovare dimore panoramiche a prezzi accessibili anche a Milano dunque — e parliamo di cifre tra i 2mila e i 3mila euro al metro quadrato— bisogna guardare a progetti ai confini della metropoli, dalla recente Città contemporanea 2.0 di Cascina Merlata alle iconiche quattro torri di Baggio fino alla Torre Settimo Cielo, realizzata nel 2006 al Giambellino. Negli ultimi quindici anni, le nuove costruzioni in centro Porta Nuova in centro e in periferia (Cascina Merlata, Dergano, Giambellino e quartiere Adriano) sono salite mattone dopo mattone fino a superare i pioneristici tall building anni 50 e 60 (la Torre Revere di Magistretti e Longoni affacciata sul Parco Sempione sopra la ferrovia e le cosiddette «curve gemelle» di via Curie; la Torre Monforte di fronte alla Prefettura; i «Gronchi» di largo Quinto Alpini; il grattacielo di Porta Romana di Chiolini; il palazzo Bbpr appena ristrutturato in largo Corsia dei Servi) e poi via via le quattro torri di Baggio e il Paradiso (1990), prime sette torri a vocazione puramente residenziale della città.

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