Si trova in un pianoro glaciale caratterizzato da ampie morene e da laghetti di origine glaciale.
È intitolato al geologo Bartolomeo Gastaldi.
Il rifugio (parte vecchia e parte nuova) e con sullo sfondo l'Uia di Ciamarella.
È il più antico rifugio delle valli di Lanzo. Venne costruito dapprima nel 1880 e poi ricostruito ed ampliato a più riprese. La vecchia struttura ospita oggi, oltre al bivacco invernale, una sede staccata del Museo nazionale della montagna di Torino.[2]
Il rifugio, posizionato nei pressi dei sentieri che portavano ai valichi con la Francia, fu teatro di scontri tra partigiani e nazifascisti durante la seconda guerra mondiale. Nell'ottobre del 1944 il Gastaldi, usato come rifugio dai partigiani, fu attaccato dal battaglione guastatori alpini "Valanga" della Xª MAS[1] che lo diedero alle fiamme. Durante gli scontri morì il partigiano Celso Miglietti della 19ª Brigata Garibaldi, decorato con la medaglia d'argento al valor militare. Nei pressi del rifugio è presente una lapide alla sua memoria.
Lapide nei pressi del rifugio Gastaldi.
L'accesso al rifugio avviene normalmente dal Pian della Mussa attraverso sentiero e tempo di percorrenza quantificabile in due ore e trenta.
Costituisce il punto di partenza di diverse escursioni ed ascensioni. Tra queste ascensioni merita ricordare:
- ^ a b Luca Gibello, I rifugi alpini e la Resistenza, in I sentieri per la libertà, RCS Mediagrup (Solferino Libri), 2019, ISBN 9788828202455. URL consultato il 9 dicembre 2020.
- ^ AA.VV., Bartolomeo Gastaldi, in Guida ai Rifugi del CAI 2014, Club Alpino Italiano e Corriere della Sera, 2014, p. 141, ISBN 9788861267169. URL consultato il 2 marzo 2022.