Il sottoufficiale della Marina Militare, il Capo Arena, custode di una nave in disarmo, ricostruisce l'ultima fase della seconda guerra mondiale e rievoca un episodio dell'8 settembre 1943. A bordo della nave, sulla quale è imbarcato anche il figlio del comandante, prende una drammatica decisione che riguarda le sorti dell'equipaggio.
La produzione è curata da Michele Savini per CCI. La distribuzione è affidata alla Atlantis Film.
Il film si avvale della collaborazione tecnica alla regia di Vittorio Cottafavi. De Robertis si affida ancora per la fotografia a Carlo Bellero, che firma, in tutto, otto suoi film.
De Robertis inserisce nel cast per la prima volta l'attore debuttante Nino Milano, l'unico che apparirà in cinque film del regista. Affida il ruolo di “Comandante” a Nicola Morabito, uno dei pochi attori che il regista riconferma per la seconda volta. Fa debuttare nel cinema il barese Umberto Raho, che sarà interprete di un centinaio di film.
Il film è interamente girato in un set allestito nell'Arsenale Militare Marittimo di Taranto.[1]
Una scena è girata alla vicina "Villa Peripato".
In concomitanza con il neorealismo, Francesco De Robertis dedica il suo film al mondo della Marina Militare, e utilizza attori poco conosciuti, fra i quali la giovane attrice di teatro Anna Arena (ligure) e Raf Pindi (originario della Puglia). Durante la lavorazione il film aveva il titolo di RottaSud. Un lavoro corretto, come del resto tutti i film di De Robertis, specialista in storie marinare[2]
La povertà di mezzi non permette all'autore gli squarci marini delle opere precedenti; montaggio serrato, uso espressivo dei primi piani, disegno preciso delle singole psicologie e dialoghi ineccepibili tengono desta l'attenzione.[3]