Resa incondizionata: differenze tra le versioni

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Versione delle 19:13, 6 feb 2017

Disambiguazione – "Capitolazione" rimanda qui. Se stai cercando l'istituto giuridico tra uno Stato e i cittadini di uno Stato straniero, vedi capitolazione (trattato).

La resa incondizionata è il trattato secondo cui una parte accetta di arrendersi al nemico senza avanzare alcun tipo di pretesa (né territoriale, né politica, né economica o militare); questa caratteristica la rende sovente la forma di sconfitta più totale e umiliante per il paese che si arrende.

Nella storia

La "formula" della resa incondizionata divenne nota durante la Guerra di secessione dove venne codificata e imposta dal generale Ulysses Simpson Grant. Nel corso della seconda guerra mondiale, il presidente Franklin Roosevelt fece la famosa dichiarazione alla conferenza di Casablanca in cui proclamava che la "resa incondizionata" sarebbe stata imposta alle potenze nemiche Italia, Germania e Giappone[1].

Molto spesso, altre guerre si sono concluse con trattati in cui lo stato sconfitto chiedeva una tutela sul suo territorio, una grossa somma in denaro o altro in cambio della cessazione delle ostilità.

Note

  1. ^ In realtà, come ampiamente noto, nel caso nipponico gli Alleati capirono di dover accettare una condizione, e cioè il rispetto e l'inviolabilità della persona dell'Imperatore del Giappone, data la sua natura religiosa, sebbene lo stesso imperatore sia stato successivamente costretto dal comando alleato a dichiarare la propria natura non divina.

Voci correlate

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