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Mondo Solidale

Svolte autoritarie? “Prima tappa di un lavoro comune di analisi, ricerca e proposta per arginare la riduzione degli spazi democratici nel Paese”

Svolte autoritarie? “Prima tappa di un lavoro comune di analisi, ricerca e proposta per arginare la riduzione degli spazi democratici nel Paese” Svolte autoritarie? “Prima tappa di un lavoro comune di analisi, ricerca e proposta per arginare la riduzione degli spazi democratici nel Paese”

ForumDisuguaglianze e Diversità: “Quarant'anni di neoliberismo hanno prodotto povertà, precarietà e grandi disuguaglianze tra le persone e tra i territori”

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ROMA – “Una profonda dinamica autoritaria percorre l’Italia, l’Europa e il mondo e fiacca le democrazie". E’ l’incipit di un documento diffuso dal Forum Disuguaglianze e Diversità. Che così prosegue: “Quarant'anni di neoliberismo, producendo povertà e precarietà e legittimando elevate disuguaglianze tra le persone e tra i territori, hanno generato insicurezza, domanda di protezione e posizioni identitarie”.

L’incontro tra studiosi e società civile. Con l’intento di approfondire il tema, sia sotto il profilo sociale che istituzionale e politico, studiosi e studiose, attivisti e attiviste, movimenti e organizzazioni di civismo attivo, forze politiche si sono confrontate a Roma, nella libreria Spazio Sette, in occasione dell’incontro “Verso una svolta autoritaria? L’Italia e l’Europa tra neoliberismo e restrizione della democrazia”, organizzato dal Forum Disuguaglianze e Diversità e dall’associazione Volere La Luna.

Lo scenario prodotto dal neoliberismo. “Quarant'anni di neoliberismo non hanno solo prodotto uno scenario che non può promettere futuri giusti ma hanno favorito che il governo di tale scenario avvenga con strumenti autoritari e con la riduzione dei meccanismi democratici”, dice Andrea Morniroli, co-coordinatore del Forum Disuguaglianze e Diversità, che ha introdotto l'incontro. “In Italia gli effetti sono evidenti: dal rifiuto del dialogo sociale alla costruzione di una scuola sempre più normalizzata e punitiva, dalla colpevolizzazione del disagio sociale alla repressione delle manifestazioni di piazza fino all'attacco ai diritti delle persone, primi fra tutti quelli di donne e persone Lgbtqia+”.

Le due vie d’uscita possibili. Nel corso dell’incontro è così apparso chiaro che che dalla crisi della democrazia si potrà uscirne in due modi:

1) – con un sistema che fa della “decisione dall'alto” e della difesa dello status quo neoliberista una risposta a un mondo sempre più complesso e che genera paure

2) – oppure con un surplus di partecipazione e con politiche in grado di garantire una maggiore ripartizione delle risorse e un maggiore equilibrio dei poteri. Purtroppo abbiamo pochi dubbi sulla strada intrapresa dall'attuale governo italiano.

Lo Stato sociale lascia il posto allo Stato penale. L'incontro che c’è stato a Roma è la prima tappa di un possibile lavoro comune di analisi, ricerca e proposta per arginare la sistematica riduzione degli spazi democratici in atto nel Paese. Livio Pepino, presidente di Volere La Luna ha detto: “La svolta autoritaria ha radici lontane - e la sinistra ha molti esami di coscienza da fare - ma oggi è sempre più netta. Lo Stato sociale lascia il posto allo Stato penale, fotografato dalla cancellazione del reddito di cittadinanza e, parallelamente, dal continuo aumento del numero dei detenuti”.

La delegittimazione dei corpi intermedi della società. E’ emersa – è stato detto – la categoria dei "nemici" (i barbari, i marginali, i ribelli) che sono riferimenti principali per gli interventi repressivi, sul piano legislativo, amministrativo e giudiziario. E l'informazione, accentrata e omologata – si è sottolineato – diventa così strumento fondamentale nel governo della società, mentre i corpi intermedi sono emarginati e delegittimati. “Inevitabile, dunque, il distacco e la sfiducia di cittadine e cittadini, fonte di un'astensione dal voto che sta trasformando la democrazia da “governo dei più” in “governo dei meno”, che si vorrebbe anche formalmente sancire con l'introduzione del premierato elettivo, potenzialmente in grado di consegnare il governo del Paese a una minoranza, senza contrappesi e controlli".

L’appello dei 180 costituzionalisti. “Guai a minimizzare”, si legge in un appello 180 costituzionalisti: “occorre reagire. Subito. Finché siamo in tempo”. Durante la prima parte dell’incontro si sono alternati gli interventi di realtà attive sul territorio nazionale - dagli studenti medi all’opposizione popolare contro la Tav in Val Susa passando per il mondo della scuola, i movimenti sociali e i soggetti in difesa dei diritti dei migranti - che a partire dalle rispettive esperienze hanno raccontato come quelle realtà che più incarnano i valori costituzionali che mirano all’uguaglianza, all’equilibrio tra poteri, alla giustizia sociale e ambientale stiano subendo una progressiva chiusura degli spazi di espressione, repressione del dissenso, criminalizzazione e di messa ai margini o normalizzazione, come nel caso della scuola pubblica.

Le diverse tessere della dinamica autoritaria. La seconda sessione ha approfondito le diverse tessere della dinamica autoritaria, sia sotto il profilo sociale e politico sia sotto quello istituzionale. La dinamica autoritaria intesa come concentrazione del potere di decisione per affrontare la complessità che per essere respinta non va solo contrastata nei suoi effetti illiberali ma va scalzata alle radici, offrendo alle persone la visione e le prove di una democrazia più evoluta che risolva quella complessità. La dinamica autoritaria come ideologia della governabilità in cui i cittadini e le cittadine anziché essere soggetti attivi che portano la loro voce allo Stato sono oggetto delle sue decisioni, mentre la democrazia resta il miglior governo della complessità.

Repressione del dissenso. La dinamica autoritaria come repressione del dissenso, che viene esercitata attraverso diversi strumenti da quello penale a quello del diritto civile e amministrativo, dalla chiusura degli spazi fisici nei quali esercitare diritti alla criminalizzazione della solidarietà. La dinamica autoritaria come attacco alla Costituzione, che stravolge il modello repubblicano con il Parlamento al centro e guarda alla strada delle democrazie illiberali.

Il dialogo con la politica. L'incontro si è chiuso con un “Dialogo con la Politica” che ha visto confrontarsi parlamentari e segretari di partito che hanno risposto all’invito del Forum Disuguaglianze e Diversità e di Volere La Luna, insieme a esponenti del mondo della cultura, sindacale e dell’attivismo civico. A essi è stato chiesto cosa intendono fare per rispondere alla degenerazione illiberale, alla strumentalizzazione delle paure della gente da parte della destra e affinché oggi le democrazie diventino capaci di affrontare la complessità.

Un processo che però non nasce oggi, ma ha subito un’accelerazione. Dai diversi interventi è emerso come ci siano tutti gli elementi per affermare che l'Italia sia di fronte a un salto di qualità del processo autoritario che non nasce oggi ma trova oggi una forte accelerazione. Di fronte a essa è necessaria una risposta unitaria - testarda, ampia e intransigente - dell'opposizione politica e sociale del Paese rispetto a dinamiche e derive che sono radicali nel loro impatto negativo e che per questo non possono essere affrontate in modo timoroso.

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