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Il maneggio di Cesena salvato dai giovani volontari

L’alluvione che ha colpito la Romagna ha interessato anche decine di maneggi, come quello nei pressi dell’ippodromo di Cesena, che è però riuscito a riprendere le attività a pochi giorni dal disastro, grazie a una buona organizzazione e alla solidarietà di tanti giovani volontari
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“Sono arrivati a decine. È bastato un semplice appello su una pagina social e, il primo giorno c’erano 120 ragazzi che, letteralmente con le loro mani, ci hanno aiutato a ripulire. L’indomani erano un’ottantina e, in due sole giornate, siamo riusciti a sistemare il grosso. Dopo circa due settimane abbiamo potuto riprendere a montare a cavallo. Anche se per ripristinare tutto ci vorrà ancora del tempo e altre spese”. Giampiero Carozza, presidente del Cesena Horse Center asd, è comprensibilmente orgoglioso del risultato. Ora, lui e gli altri soci del maneggio adiacente all’ippodromo di Cesena possono finalmente tirare un respiro di sollievo. Il pensiero va, però, ai giorni e alle notti d’apprensione, quando il fiume Savio continuava a ingrossarsi e il livello delle acque era arrivato a meno di un metro dall’argine. Il fiume della città è tangente al comprensorio dell’ippodromo, situato in un grande parco, che ospita anche lo stadio, il palazzetto dello sport, una piscina, campi da tennis e altre strutture.

“Per quattro giorni e quattro notti abbiamo montato ininterrottamente la guardia, monitorando gli argini, anche con l’aiuto di un drone. Ci siamo dati il cambio in dodici persone. Alla fine, c’è stata una prima esondazione, tra quello che a Cesena chiamiamo il Ponte Vecchio e quello nuovo. Sotto quest’ultimo, che è più basso, s’erano accumulati tronchi e altri detriti, che hanno formato una diga e l’argine non ha retto. L’acqua è dilagata nel parco ed è arrivata sino alle strutture del maneggio. I box esterni si sono allagati, ma avevamo già spostato i cavalli. Quelli della scuola, che sono più piccoli e tranquilli, li abbiamo imbrancati in uno dei due maneggi coperti, che è in una posizione più rilevata ed è rimasto abbastanza al riparo dalle acque. I cavalli sportivi li abbiamo ricoverati nei box interni, dove il sistema fognario ha drenato l’acqua che saliva. L’altro maneggio coperto, che è più in basso s’è completamente allagato, ma ha funzionato da cassa di espansione, assorbendo parte dell’acqua, che altrimenti avrebbe invaso la scuderia interna. Gli spogliatoi e i bagni, che sono nel seminterrato, sono invece finiti completamente sott’acqua”.

Sembrava che tutto fosse passato, ma, più a valle si è rotto un altro argine, perché una nuova diga di detriti s’era formata sotto il ponte della ferrovia. L’acqua ha ricominciato a salire e di nuovo il maneggio coperto ha funzionato da serbatoio, impedendo che le scuderie interne venissero inondate. Quando le acque hanno cominciato a ritirarsi, tutto era ricoperto di uno strato di limo, che in certi punti raggiungeva 20 centimetri di spessore.

“La nostra più grande preoccupazione era per il grande campo ostacoli, di 100 per 100 metri, che ha un fondo tecnico in sabbia silicea molto costoso, che avevamo realizzato da un paio d’anni. Per fortuna, il sole ci ha aiutato. Abbiamo aspettato che il fango si asciugasse un poco, sino a raggiungere grosso modo la consistenza che ha l’argilla usata per fare i vasi. A quel punto, il limo si poteva staccare, sollevare e arrotolare, come si fa con il prato. È stato a questo punto che, grazie ai social, c’è stata la mobilitazione dei giovani volontari, che già da giorni si davano da fare nelle zone alluvionate della città, per ripulire strade e case. Sono arrivati in tantissimi, pieni di entusiasmo e buona volontà. A decine si sono inginocchiati e con le mani hanno rimosso lo strato d’argilla, accumulandolo in piccole pile, che poi abbiamo portato via con un mezzo meccanico, dotato di una benna a ragno. Il fango è stato così accumulato in un piazzale, da dove verrà spostato, per smaltirlo in una discarica, già individuata dal Comune di Cesena. Il resto dei campi li abbiamo ripuliti con i mezzi meccanici”.

Tutti questo lavoro è stato fatto grazie all’aiuto dei volontari e a spese dell’associazione sportiva che gestisce il maneggio. La proprietà dei terreni è della società Hipporgoup Cesenate Spa, che gestisce l’ippodromo. “La società - ci spiega l’avvocato Umberto Calzolari, vicepresidente del Cesena Horse Center asd e consigliere d’amministrazione della Hippogroup Cesenate – ha una polizza assicurativa, che copre dal rischio di alluvioni, ma ci vorrà del tempo per le perizie e per il risarcimento. La risposta della cittadinanza all’emergenza è stata immediata e ha mobilitato tutta la popolazione, in una grande gara di solidarietà. Sono stati soprattutto i giovani a darsi da fare. È stato molto bello vederli, a cominciare dalle mie figlie di 17 e 15 anni, scoprire il senso di appartenenza alla comunità”.

“Alla fine – mi dice – Giampiero Carozza – siamo stati fortunati. Non abbiamo dovuto evacuare i cavalli. Quelli della scuola si sono goduti una settimana in branco nel maneggio coperto, dove abbiamo potuto accudirli e foraggiarli. Lo stesso per i cavalli sportivi, che sono stati ricoverati nei box interni. Avevamo preventivato diverse soluzioni, compresa l’ipotesi di spostarli in una altra struttura con un autotreno. Altri maneggi sul territorio, hanno dovuto spostare i cavalli, sostenendo ulteriori spese. Così come alcuni privati che avevano gli animali nelle campagne. Il danno maggiore c’è stato in alcuni allevamenti di maiali, dove gli animali sono annegati. Sono stati i più colpiti, con l’ulteriore problema dello smaltimento delle carcasse e del rischio sanitario. E poi ci sono quartieri della città dove l’acqua è arrivata al secondo piano. Ci sono quasi 20mila persone che si sono dovute spostare e che hanno perso tutto quello che avevano. In collina, infine, ci sono moltissime frane e zone isolate, dove il cibo per le persone e per gli animali deve essere portato con l’elicottero. La città ha però risposto con grande solidarietà ed efficienza. Il Comune ha riavviato subito la raccolta dei rifiuti e le strade sono state in gran parte ripulite. La situazione più grave è nel ravennate, dove si è formato un enorme lago e il deflusso delle acque richiederà tempo. I maneggi di quella zona hanno dovuto evacuare i cavalli e le strutture hanno subito danni ingenti. Noi ci siamo offerti di ospitare chi aveva bisogno, ma al momento non abbiamo ricevuto richieste”.

Se è vero che è nel momento delle emergenze che una comunità sa dimostrare il meglio della propria umanità, non si può che restare ammirati dello spirito dei romagnoli, che affrontano con la loro proverbiale generosità, industriosità, e ottimismo, anche questa prova durissima. Nello spettacolo di quei giovani inginocchiati nel fango, per ripulire il maneggio di Cesena, c’è tutto l’orgoglio di gente pronta a rialzarsi in piedi. E a farlo tutti insieme.