Gulliver - 14
Fabrizio Desideri è Professore ordinario di Estetica presso
il Dipartimento di Lettere e Filosofia dell’Università di
Firenze. È membro del Comitato scientifico di diverse
riviste internazionali, tra cui la “Nouvelle Revue d’Esthétique", “Paragrana”, “Philosophy International Journal”
(PhIJ), “Rivista di Estetica”, “Estetica. Studi e ricerche”, è
codirettore di “Atque. Materiali tra filosofia e psicoteraspia” e, dal 2008, direttore della rivista online “Aisthesis.
Pratiche, linguaggi e saperi dell’estetico”. Dirige presso
l’Editore Mimesis la collana “Estetica/Mente/Linguaggi”.
L’ascolto della coscienza
Comitato Scientifico
Danielle Cohen-Levinas
Georg Bertram
Adriano Fabris
Elio Franzini
Thomas Harrison
Luca Illetterati
Valerio Rocco Lozano
Giampiero Moretti
Federico Vercellone
Emanuele Vimercati
Fabrizio Desideri
Collana diretta da
Francesco Valagussa
Come pensare la coscienza nell’epoca in cui si cerca di
riprodurla tecnicamente, nell’età dell’Intelligenza
Artificiale? Può la nozione di coscienza risolversi interamente in quella d’intenzionalità? “Io” e “Sé” sono
sinonimi? L’idea di partenza di questo libro è che la
proprietà più genuina della coscienza umana risiede
nella capacità di interrogarsi, di mettersi radicalmente
in questione. Il problema filosofico della coscienza
umana viene perciò analizzato in una forma autointerrogativa che si sviluppa cercando una via oltre l’opposizione tra la visione internalista (fenomenologica) e
quella esternalista (linguistico-sociale). Un percorso a
ritroso che da Wittgenstein risale a Platone per tornare,
in conclusione, al dibattito più recente discutendo le
teorie di Dennett e Searle. Come soglia inaggirabile
della coscienza, in tale percorso, emerge la figura
dell’altro in sé. La coscienza appare così come un confine attivo tra esterno e internò dove risulta decisiva
l’istanza della voce. Una voce chiede di èssere ascoltata,
e proprio nell’ascolto l’Autore vede quel gesto del
pensiero che sta all’origine della coscienza stessa.
Fabrizio Desideri
L’ascolto della coscienza
Una ricerca filosofica
€ 30,00
Gulliver | 14
Fabrizio Desideri
L’ascolto della coscienza
Una ricerca filosofica
Nuova edizione
Il volume è frutto di una ricerca svolta presso il Dipartimento
di Lettere e Filosofia dell’Università degli Studi di Firenze e
beneficia per la pubblicazione di un contributo a carico dei
fondi amministrati dallo stesso Dipartimento.
Prima edizione: 1998, Giangiacomo Feltrinelli Editore, Milano.
Nuova edizione
© 2023, INSCHIBBOLETH EDIZIONI, Roma.
Proprietà letteraria riservata di
Inschibboleth società cooperativa,
via G. Macchi, 94 - 00133 - Roma
www.inschibbolethedizioni.com
e-mail: info@inschibbolethedizioni.com
Gulliver
ISSN: 2499-7676
n. 14 - novembre 2023
ISBN: 978-88-5529-444-7
Copertina e Grafica:
Ufficio grafico Inschibboleth
Immagine di copertina:
seduto sul telefono
© robodread – stock.adobe.com
Per Isacco
che nel frattempo è divenuto padre
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Al lettore
(25 anni dopo)
Congedandomi dalla prima edizione di questo libro non nascondevo al lettore la buona dose di temerarietà occorsa per
scriverlo. L’ardire dello slancio era stato temperato dalla consapevolezza dei limiti del risultato: non un sistema o una teoria della coscienza, ma un percorso del pensiero dentro il suo
campo concettuale. Un itinerarium mentis in conscientiam,
questo intendeva essere il libro. Un itinerario che mirasse a
evitare due modi di procedere tra loro specularmente simmetrici: da una parte, l’approccio internalista di chi considera la
coscienza un fatto puramente psicologico-soggettivo; dall’altra, l’assunzione di un punto di vista radicalmente esternalista, come se si fosse trattato di un qualsiasi oggetto d’indagine
scientifica.
A esser posto in questione è qui lo stesso indagante. Nello spazio problematico della coscienza siamo noi stessi a essere implicati. Pensarlo assume, perciò, la forma di un interrogare che
riflessivamente trapassa in autointerrogazione. Ne è risultata,
così, una nozione di coscienza come confine attivo tra interno ed esterno, “soglia critica” tra l’interiorità del soggetto che
dice “Io” e la paradossale esteriorità del Sé cui fa riferimento. Soglia emergente di una connessione dialogica, ma anche
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di una divisione polemica tra differenti personae e punti di
vista che compongono, dall’origine, il theatrum conscientiae.
Un teatro, dove gli attori sono al contempo i testimoni/spettatori e viceversa. Di qui, la centralità riconosciuta all’istanza
della voce in quanto espressione di una sintesi tra l’interiorità dell’ascolto e il venir “come da fuori” del comando. Nella
voce della coscienza, che – come il demone di Socrate – esige
di essere ascoltata, è sempre l’Altro in Sé che parla. L’intelletto che gli presta ascolto fa esercizio di una philia verso di sé:
verso Sé come un Altro.
Con queste premesse, rivendicavo il carattere non “originale” del titolo (L’ascolto della coscienza). Considerato il tema,
l’originalità non era la prima cosa da cercare. La mia voleva
essere, piuttosto, una ricerca filosofica che prendesse sul serio
parole ed espressioni familiari e di impiego quotidiano, proprio a partire dal topos dell’ascolto e da quanto comunemente
s’intende connettendolo al termine “coscienza”.
Senza propormi di offrire un affresco dello stato dell’arte
della discussione sull’argomento o una ricognizione critica
del suo sviluppo storico, ho individuato di volta in volta testi e autori classici come riferimenti essenziali alla costruzione del mio percorso. Il pensiero di filosofi come Platone e
Nietzsche, Plotino e Aristotele, Cartesio e Agostino, Benjamin e Kant, Novalis e Hegel, Husserl e Sartre, Heidegger
e Wittgenstein, Derrida e Levinas è stato messo a confronto – nella tessitura di un virtuale dialogo – con quello di teorici contemporanei della coscienza come Daniel Dennett e
John Searle, Jerry Fodor e Marvin Minsky, Colin McGinn e
Sidney Shoemaker, Ernst Tugendhat ed Elizabeth Anscombe.
Tutti questi autori si sono rivelati interlocutori necessari per
saggiare filosoficamente lo spazio paradossale della coscienza; voci – aggiungerei – che appartengono tutte a una medesima topologia del pensare, a un «ethos topologico» nel
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senso definito da Vincenzo Vitiello in numerosi, importanti
lavori1.
A distanza di un quarto di secolo le principali idee difese in
questo libro mi appaiono ancora ampiamente condivisibili.
Per ripensarle e svilupparle ulteriormente oggi userei, forse,
parole e argomentazioni diverse. La direzione di pensiero, in
ogni caso, resta quella. Questa nuova edizione non contiene,
perciò, aggiornamenti bibliografici (di lavori altrui o miei) né
riferimenti ai passi notevolissimi compiuti in ambito neuroscientifico sulla questione della coscienza umana e del suo rapporto con l’Intelligenza Artificiale. Semmai, ho tolto qualche
riferimento o esempio che a distanza di anni poteva risultare
datato. Mirando a rendere più chiara l’intenzione originaria, il
lavoro che ho fatto è stato, essenzialmente, di ripulitura sintattica e, in tanti casi, di riscrittura. Avendo come obiettivo una
maggiore perspicuità del testo, ho evitato anche di segnalare
le molte correzioni apportate, le nuove soluzioni stilistiche, i
numerosi tagli e le brevi aggiunte. Mi sono trattenuto anche
dal correggermi, quando si fosse trattato di introdurre nuove
argomentazioni o idee. Se mi si passasse il paragone con un
film, parlerei di questa nuova edizione come dell’edizione restaurata di una versione mai pubblicata prima.
Tra le tesi di questo libro che ancora condivido pienamente vi
è quella relativa a una dimensione non-intenzionale della coscienza, declinata anche – con riferimento al § 9 della Critica
della facoltà di giudizio di Kant – nei termini di una coscienza
“estetica” radicata nel tessuto emozionale del sentire. Da questa idea sono nati diversi miei lavori successivi. Alla nozione di
“coscienza estetica” in Kant è dedicato tutto il capitolo terzo
del Passaggio estetico. Saggi kantiani (Il melangolo, Genova
1. Vedi, ad esempio, V. Vitiello, L’ethos della topologia. Un itinerario di
pensiero, Le Lettere, Firenze 2013.
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2003). Più in generale, il tema del carattere non-intenzionale
della coscienza estetica è stato tra i motivi di maggiore ispirazione per le mie ricerche degli ultimi vent’anni, in particolare
quelle tese a una radicale riconfigurazione teorica dell’estetica.
Dei diversi lavori che appartengono a quest’ultima direzione
di ricerca vorrei citare almeno quattro libri: Forme dell’estetica. Dall’esperienza del bello al problema dell’arte (Laterza,
Roma-Bari 2004); La percezione riflessa. Estetica e filosofia
della mente (Cortina, Milano 2011); La misura del sentire.
Per una riconfigurazione dell’estetica (Mimesis, Milano-Udine
2013)2; L’origine dell’estetico. Dalle emozioni al giudizio (Carocci, Roma 2018).
Nessuno di questi lavori sarebbe stato scritto senza le idee contenute nel libro di cui propongo al lettore una nuova edizione.
Di una teoria estetica esso suggerisce il necessario sfondo ontologico, lasciandone scorgere i limiti e, con essi, la possibilità
di un’intima connessione con la dimensione etica dell’agire.
***
Ringrazio Francesco Valagussa per aver accolto il libro nella sua Collana, Andrea Mecacci per aver contribuito alla pubblicazione con i
fondi di ricerca di cui è responsabile; molti gli amici nei confronti
dei quali ho contratto, nel corso degli anni, debiti intellettuali e umani: farei un torto a troppi citandone solo alcuni. Allora come oggi, la
gratitudine più profonda va a mia moglie Emilia.
Firenze, settembre 2023
2. In questo volume sono contenuti tre saggi strettamente connessi con il
focus del presente libro, vale a dire: Il ‘flusso’ come rappresentazione della
coscienza; Spazialità. Senso interno e senso esterno nella critica kantiana
dell’idealismo cartesiano; e Freiheit in der Erscheinung: spazio estetico e
genesi della coscienza in Schiller.
Indice
Al lettore (25 anni dopo)
p. 9
I. La questione della coscienza
1. Interrogarsi
2. In cerca di sophrosyne e primi paradossi
3. Noumenalismo e misterianesimo
4. La non identità di noumeno e materia
5. Noumenalismo e pensiero ordinario
p. 13
p. 13
p. 19
p. 25
p. 28
p. 32
II. Il senso dell’ascolto
1. Della differenza tra senso e significato
2. “Afferrare il senso”: la coscienza tra disposizione e intenzione
3. L’abisso tra ordine ed esecuzione
4. Habitus e ascolto
5. Musicalità del senso e vocalità del comando
p. 43
p. 43
III. Dalla voce al Sé
1. L’istanza della voce I
2. L’istanza della voce II: il “punto” del suono
p. 83
p. 83
p. 92
p. 53
p. 62
p. 73
p. 77
3. Synesis
4. Il governo di Sé e il divenir-uno
5. L’invenzione-scoperta di Sé
5.1. Excursus: per una genealogia del conflitto
psichico
p. 105
p. 111
p. 122
IV. Il confine dell’alterità
1. Dianoia e mah’chaba: pensare dall’Altro e pensare l’Altro
2. La soglia critica
2.1. Intermezzo ontologico: sulla nozione di
sfondo
3. La soglia critica (ripresa)
4. Dalla critica dell’immagine alla Confutazione
dell’idealismo
5. L’Altro come Altri e la Quinta meditazione
cartesiana
6. Synaisthesis
p. 145
V. Autocoscienza
1. Ritorno in sé
2. Ego cogito
3. L’autocoscienza come evidenza prima
4. Aporetica dello sguardo interno
5. Paradossi analitici
p. 199
p. 199
p. 210
p. 216
p. 221
p. 228
VI. La fuga in sé e il limite della rappresentazione
1. La coscienza non-tetica e l’io immaginario
2. Immaginazione e coscienza
p. 245
p. 245
p. 253
p. 130
p. 145
p. 152
p. 153
p. 157
p. 165
p. 172
p. 176
3. Il velo dell’autocoscienza
3.1. Postilla schellinghiana
4. Dall’autocoscienza intenzionale alla comunità
della coscienza
5. Uscire dal circolo: resonabilis echo ovvero
l’éternel dehors tra Eco e Narciso
p. 260
p. 269
VII. Il principio della coscienza
1. Pensare la coscienza. Per una critica del modello intenzionale
2. Intelletto attivo e sopravvenienza
3. Sinderesi come potentia habitualis (invece di
un Epilogo)
p. 301
Bibliografia e sigle
p. 357
p. 271
p. 282
p. 301
p. 326
p. 349