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redditi e tasse

Chi evade di più? Dai ristoranti a lavanderie e macellerie, la classifica dell’evasione: le «pagelle fiscali»

di Redazione Economia

Gli algoritmi e gli indici Isa sul rischio di evasione delle varie attività commerciali:  su 175 categorie l'84% ha una «pagella fiscale» inferiore alla sufficienza

Analizzando i dati dell’osservatorio delle Partite Iva del ministero delle Finanze si può costruire una mappa ragionata dell’evasione Iva splittando sulle categorie e le professioni. È l’analisi che ha fatto il Sole 24 Ore che ha costruito una classifica delle attività a più alto rischio di evasione partendo dalla distanza che separa i redditi medi dei contribuenti giudicati "affidabili" dal sistema in quanto titolari di un voto Isa superiore a 8, da quelli che hanno un voto più basso, che fermandosi sotto quella soglia sono considerati a rischio evasione. Non si tratta di un ragionamento accademico, segnala il Sole 24 Ore, ma di un’analisi compiuta partendo dall’obiettivo della riforma del concordato preventivo partorita dal governo. Che non è di portare la generalità dei contribuenti alla “sufficienza”, indicata dall’8 nella scala Isa, ma condurli su su fino alla massima affidabilità indicata dal «10».

Lavanderie sotto la lente

Così si scopre che delle 7.645 lavanderie italiane «oltre alle macchie sulle camicie sembrano sparire anche molti redditi, almeno agli occhi del Fisco. Che pure sulle strade percorse dalle auto a noleggio perde parecchio imponibile, insieme a quello lasciato in ristoranti, panetterie, bar, pasticcerie, macellerie, ma anche negli impianti sportivi e nei centri che gestiscono l'assistenza domiciliare di anziani e disabili», registra il quotidiano di Confindustria.

La tendenza al nero

Dalle tabelle pubblicate nei giorni scorsi dal dipartimento Finanze emerge una classifica della tendenza al nero. A costruire il giudizio «è un algoritmo fondato su un’architettura di parametri, che tiene conto del settore economico di riferimento, dell'area geografica oltre che delle dinamiche vissute dai principali costi come l'energia e il lavoro dipendente», spiega il Sole 24 Ore.  

L’esercito di partite Iva

D’altronde ci sono quasi 6 milioni di piccole imprese e partite Iva nel nostro Paese, un esercito di contribuenti che paga le tasse su stime di fatturato non reali. Presunte. Tarate sullo storico delle dichiarazioni degli anni precedenti, come se fossero grandi aziende; eppure con tutti i dati ormai disponibili nei cloud di Amazon, Microsoft, Facebook e Google, sarebbe possibile rovesciare il sistema tributario sul reale, non sul previsionale. Dovrebbero cioè pagare le imposte per cassa: quello che spendono scaricano come detrazioni. Quello che incassano dichiarano. Mese per mese, non l’anno successivo, pagando le imposte sulla differenza tra le due voci.

Il meccanismo del voto dettato dagli algoritmi

Anche su queste colonne abbiamo spesso criticato l’affidabilità degli algoritmi basati sugli indici Isa, soprattutto in periodo Covid, quando c’è stata una pesante contrazione del fatturato di molti autonomi rispetto all’anno precedente. La nostra credibilità fiscale è decisa da un algoritmo, che considera il dichiarato dei 5 anni precedenti e ci dà un voto. Dall’8 in su possiamo stare tranquilli: niente accertamenti e in più benefici premiali. Se invece il voto è inferiore entri nella lista dei controlli presuntivi.

Il fenomeno dell’evasione da 100 miliardi all’anno

Tuttavia è chiaro che si tratta uno dei pochi strumenti che cerca di mettere sotto la lente il fenomeno dell’evasione fiscale che tocca i 100 miliardi all’anno. Analizzando le categorie il Sole 24 Ore segnala come «il mondo degli autonomi è diviso dai parametri Isa in 175 categorie: di queste, 147 (l'84%) sono composte in prevalenza da pagelle fiscali inferiori a 8, che mediamente riportano un reddito da 22.165 euro. La distanza rispetto all'imponibile medio di chi ha i voti migliori, 78.142 euro, è del 71,6%, ma non mancano casi di differenze superiori al 100% perché il reddito degli «inaffidabili» raggiunge medie negative. Per limitarsi alle categorie più numerose, chi per mestiere affitta o compravende immobili raggiunge i 63.307 euro di lordo annuo fra chi ha un voto da 8 in su, mentre si ferma a 12.339 fra gli «inaffidabili». Nelle costruzioni si passa da 90.626 a 27.049 euro, e negli studi medici si va da 94.428 a 39.249».

Potenziare l’organico dell’Agenzia delle Entrate

Ma è chiaro che una vera lotta all’evasione fiscale andrebbe realizzata potenziando la pianta organica. Dal 2012 ad oggi i numeri sono impietosi. Una ricognizione fatta sul Corriere della Sera qualche anno fa avvalorò la crisi nei numeri della forza lavoro di una delle agenzie più delicate del Paese. Per la sua missione sociale, perché la lotta all’evasione ha una funzione democratica di redistribuzione sociale. Perché quei soldi recuperati servono per finanziare il welfare, come scuola e sanità. Per questo è in corso un concorso per oltre 4mila posti all’Agenzia delle EntrateIl programma è finalizzato a incrementare la consistenza del personale colmando il divario tra e il personale in servizio alla data del 31 dicembre 2022 - pari a 27.840 – e la dotazione organica, cioè il numero di dipendenti che dovrebbero essere in servizio, fissata in complessive 44.380 unità di personale.

Gli investigatori delle procure

Per preparare un investigatore servono 7-8 anni di esperienza. Il 32% dei grandi contribuenti è concentrato nella provincia di Milano, e il modello di cooperazione fra Entrate, Gdf, Procura (unico in Italia) ha portato oltre 5 miliardi di tasse evase alle casse dello Stato dal 2015 ad oggi. Alla Procura di Milano, fino a qualche anno, i magistrati dedicati ai reati societari, economici e fiscali erano 15. Oggi sono meno.


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14 giugno 2024