Il Presidente russo,Vladimir Putin. ALEXANDER ZEMLIANICHENKO/AFP/Getty Images

Quello russo è un crimine che meno si vede e più c’è. A raccontarlo, nel libro “The Vory: La mafia russa” (pubblicato dalla Yale University Press il 10 aprile, con un prezzo di £ 20) è Mark Galeotti, da sempre studioso di cose russe. Il Guardian ha pubblicato un estratto del suo studio, un testo nel quale Galeotti fa un amplissimo excursus nella storia del crimine russo, passato da quello dei criminali di mezza tacca, i Vor, degli anni dell’Urss, spietati e pieni di tatuaggi, fino ai delinquenti globalizzati di oggi, che nascondono i tatuaggi sotto le camicie bianche, ma, per il resto non si nascondono più,dal momento che fanno parte, in modo quasi ufficializzato, del tessuto dello stato putiniano.

Il presidente Usa Donald Trump e quello russo Vladimir Putin in un incontro a latere del G20 di Amburgo. SAUL LOEB/AFP/Getty Images

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“Gli anni ’90 – scrive Galeotti – sono stati i giorni di gloria dei gangster russi, tuttavia, e da allora, sotto Putin, il gangsterismo nelle strade ha lasciato il posto alla cleptocrazia nello stato. Nella Russia post-sovietica, i Vory si sono mescolati con la nuova élite, i tatuaggi sono stati nascosti sotto le camicie bianche e inamidate di una rapace nuova razza di uomo d’affari-gangster, l’ avtoritet (“autorità”)”.

Dunque non più criminali fuori dalla società civile, ma, al contrario sue colonne portanti. Il che non significa, su questo Galeotti è assai chiaro, che la Russia sia uno Stato Mafia. Anzi: la Russia di oggi conta numerosi inquirenti che combattono il crimine con efficacia e sincerità.

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“I gangster gestiscono la Russia? No, certo che no, e ho incontrato molti ufficiali di polizia e giudici russi determinati e impegnati nella lotta contro di loro. Non bisogna credere che il Cremlino controlli il crimine organizzato in Russia o che sia controllato da esso. Piuttosto è corretto dire che la criminalità organizzata prospera sotto Putin perché c’è un livello molto alto di corruzione in Russia, che fornisce un ambiente favorevole alla criminalità organizzata, a tal punto che lo stesso Putin ha riconosciuto pubblicamente, più e più volte, che la corruzione è diffusa”.

Una forza su scala nazionale che, col tempo, ha reso il crimine russo così forte da essere una specie di multinazionale del crimine, presente in tutto il mondo: “La sfida posta dalla criminalità organizzata russa è formidabile: in tutto il mondo, traffica droga e persone, armi e ogni tipo di servizio criminale, dal riciclaggio di denaro all’hacking di computer. Azioni che si compiono in tutto il mondo, lo stesso mondo nel quale, poi, si riciclano i proventi di questi traffici”.  Se vi chiedete dove, probabilmente, la risposta è nei palazzi più sontuosi delle vostre città.