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Corriere della Sera

Lo strappo Il leghista Salvini sponsor della band: «Si sono prestati alla politica»

Elio rifiuta l' Ambrogino: traditi Biagi e Saviano

Il gran rifiuto è arrivato ieri via lettera. Gli «Elio e le storie tese», band che più milanese non si può, ringraziano e restituiscono al mittente l' attestato di benemerenza che avrebbero dovuto ricevere domenica a Palazzo Marino. No all' Ambrogino. Il motivo: «Non siamo d' accordo con la decisione di non assegnare la gran medaglia a Enzo Biagi e la cittadinanza onoraria a Roberto Saviano». Messaggio al Comune. Con toni che partono piano e man mano diventano rock: «Abbiamo ricevuto il vostro invito alla cerimonia del 7 dicembre. Desideriamo in primo luogo ringraziare chi ha proposto il nostro nome (il leghista Matteo Salvini, ndr). Vi comunichiamo altresì che non intendiamo accettare la benemerenza». Spiegazione - il no a Biagi e Saviano - e la chiusa: «Come abbiamo fatto in questi vent' anni continueremo a rappresentare al meglio Milano, la città in cui siamo nati, viviamo e lavoriamo; che amiamo profondamente e che, proprio per questo, vorremmo vedere meglio trattata e rappresentata dalla sua amministrazione comunale». Storia tesa, quella a Palazzo. E la sonata arriva dritta al lumbard Salvini, «dispiaciuto» per il no degli «Eli». Il capogruppo della Lega in Comune continua: «Con questo rifiuto Elio si è prestato ai giochi della politica e delle contrapposizioni tra destra e sinistra». Peccato. Sarebbe stato rivoluzionario vedere premiata la band che ha cantato il Parco Sempione e la terra dei Cachi, che odia l' Expo, il restauro della Scala e ha un cruccio: quel bosco di Gioia «abbattuto per sempre».

Sacchi Annachiara

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(3 dicembre 2008) - Corriere della Sera

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