Visentini: «Colpa di Roche
se sono lontano dal ciclismo»

V. Arr.

Roberto Visentini e Stephen Roche
Roberto Visentini e Stephen Roche

Genova - «Non ho capito. Cosa è successo a Roche?». «È entrato nella Hall of Fame del Giro d’Italia». «E cos’è?». Poche parole, un rapido scambio di battute. Quanto basta per capire quanto siano lontani oggi Roberto Visentini e il ciclismo. Il vincitore del Giro 1986 vive tra Salò e Gardone Riviera, nel Bresciano, dove dirige la ditta di famiglia. Con la bici ha smesso a soli 33 anni, nel 1990. «Ma - ammette - avevo già “mollato” un po’ di tempo prima». Nel 1987, per la precisione, l’anno del “tradimento” di Sappada. La storia è nota: tappa di montagna, Visentini in rosa punta al bis quando viene attaccato da un compagno della Carrera, l’irlandese Stephen Roche. «Una roba troppo scorretta, quel Giro dovevo vincerlo io». E invece lo vinse Roche che in quel 1987 (per lui) dorato si aggiudicò anche Tour e Mondiale. Unico, insieme a Merckx, ad aver centrato la tripletta in un anno solo. E, dalla scorsa settimana, terzo ciclista entrato nella Hall of Fame del Giro dopo il “Cannibale” e Gimondi. È successo in Irlanda del Nord dove quest’anno partirà il Giro. Un omaggio nell’anno in cui la corsa passerà anche da casa sua, da Dublino. Un premio che, però, riapre l’antica ferita di Sappada.

Visentini, che ricorda del Giro ’87?

«Che dovevo vincere io, ma ho subìto una scorrettezza. Se il capitano è in testa, la squadra deve aiutarlo. Roche, invece, mi ha attaccato, ma la colpa è stata soprattutto dei direttori sportivi, degli incapaci senza polso. Dopo ci sono state altre scorrettezze, per questo ho smesso, ma Sappada fu insuperabile».

Però si diceva anche che lei, già prima del Giro, avesse detto di non voler andare al Tour per aiutare Roche…

«Balle. Tutte scuse venute fuori dopo per mascherare quello che è successo».

Altri dicono che è stato giusto così perché Roche andava più forte…

«E non è vero, andavo più forte io. Lo avevo dimostrato nella crono di San Marino, gli avevo dato 3’. Mi hanno fatto perdere. A Sappada, sono crollato psicologicamente».

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