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Elice, Pescara: violenza sessuale, arrestati Claudio Mastramico e il figlio Antonio

pubblicato da Renato Marino


La polizia li ha arrestati con l’accusa di violenza sessuale di gruppo e lesioni gravi. Si tratta di Claudio Mastramico, di 47 anni e di suo figlio Antonio, di 20, entrambi di Elice (Pescara). Al genitore viene contestato anche il reato di sfruttamento della prostituzione.

Nei loro confronti, scrive Abruzzo.it, è stato emesso un ordine di custodia cautelare in carcere dal Gip di Pescara, Guido Campli, su richiesta del Pm Gennaro Varone. La vittima delle violenze sarebbe una giovane ricoverata tre mesi fa presso l’ospedale di Pescara per numerose ecchimosi e gravi contusioni.

Secondo gli investigatori della Mobile di Chieti, il primo maggio scorso la donna era stata vittima di un pestaggio in seguito ad “una convulsa serata” e negli ultimi mesi sarebbe stata costretta a prostituirsi più volte. Scrive Il Centro:

Mastramico, ex carabiniere ausiliario, è personaggio noto alle forze dell’ordine perché arrestato nel 2007 per un traffico internazionale di cocaina. Gestore di un locale, il Gozzilla, di Elice, discoteca con villa e piscina a due piani, i carabinieri gli sequestrarono una Ferrari Modena del valore di 130 mila euro.

Foto | Flickr

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Niente obbligo di arresto per i sospetti stupratori e pedofili. Lo sostiene la Corte Costituzionale

pubblicato da Daniele Particelli

Corte Costituzionale

Sta facendo molto discutere la decisione della Corte Costituzionale di dichiarare la parziale illegittimità costituzionale dell’articolo 275 del codice di procedura penale, quello modificato col Decreto Legge del 23 febbraio 2009 e convertito nella legge 23 aprile 2009.

In quell’articolo, lo stesso che introduceva il reato di stalking, si stabiliva l’obbligatorietà della custodia cautelare in carcere per i delitti di prostituzione minorile, pornografia minorile, violenza sessuale, atti sessuali con minorenni, violenza sessuale di gruppo.

Ora la Corte Costituzionale ha stabilito che nei procedimenti per violenza sessuale, atti sessuali con minorenni e prostituzione minorile, anche quando sussistono gravi indizi di colpevolezza, la custodia in carcere dell’indagato non è più obbligatoria. Sarà il giudice a decidere.

Si legge nella sentenza n. 265:

Per quanto odiosi e riprovevoli, i fatti che integrano i delitti in questione ben possono essere e in effetti spesso sono meramente individuali e tali, per le loro connotazioni, da non postulare esigenze cautelari affrontabili solo e rigidamente con la misura massima.

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Mantova: don Walter Mariani condannato a 5 anni per violenza sessuale

pubblicato da Renato Marino

Cinque anni di carcere per violenza sessuale. Il tribunale di Mantova ha condannato oggi, in primo grado, don Walter Mariani, 69 anni, parroco di San Leonardo.

Il sacerdote era accusato di tre episodi di violenza sessuale, che sarebbero avvenuti in un centro di accoglienza da lui gestito a Mantova, ma è stato riconosciuto colpevole solo di un caso.

Questa mattina in aula il religioso ha fatto una dichiarazione spontanea respingendo le accuse: “la mia fiducia è stata tradita da tre donne che ho sempre aiutato”, poi, alla lettura della sentenza, si è commosso ed ha abbracciato alcuni parocchiani presenti.

Il pm nella requisitoria di lunedì aveva chiesto una condanna a 11 anni di carcere per il sacerdote, parlando di violenze “estorte” alle tre ospiti della Casa di Ruth, gestita proprio da don Mariani, “posizione che ha fatto scattare la procedibilità d’ufficio”.

Via | Gazzetta di Mantova

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Colombia: condannato il pedofilo udinese Paolo Pravisani

pubblicato da Daniele Particelli

Paolo Pravisani

Era attesa da mesi e alla fine la sentenza è arrivata: Paolo Pravisani, il pedofilo udinese di 73 anni sotto processo in Colombia è stato giudicato colpevole di pedofilia, detenzione di materiale pedopornografico e induzione alla prostituzione.

Del suo caso ci siamo occupati più volte ed avevamo anche sottolineato quanto fosse importante, per la Colombia e non solo, una sentenza del genere, la prima condanna per pedofilia nei confronti di uno straniero.

Insieme a Pravisani sono state condannate anche Hilda Martínez e Angélica Tovar, le due donne che avrebbero fornito minorenni all’udinese.

Le due sono state riconosciute colpevoli di atti sessuali con minori di 14 anni e induzione alla prostituzione e pornografia infantile.

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Bologna: 19enne rumena denunciò stupro e fece arrestare tre connazionali. Si era inventata tutto.

pubblicato da Daniele Particelli

Bologna_StradaMaggiore

Era il 21 giugno scorso quando una 19enne rumena si presentò ai carabinieri della stazione Bertalia di Bologna e denunciò di essere stata aggredita, sequestrata e violentata da tre connazionali.

Il tutto, secondo il suo racconto, era avvenuto in pieno centro, poco dopo le 20: i tre giovani l’avevano avvicinata in Strada Maggiore e l’avevano costretta a salire in auto con loro per poi portarla in un appartamento di Quarto Inferiore e violentarla.

I tre furono arrestati, ma ora si è scoperto che in quella storia non c’era nulla di vero.

La 19enne, stando a quanto è emerso in queste ore, si sarebbe inventata tutto per paura che la madre la rimproverasse per aver passato la notte fuori casa.

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UK: al via le ricerche di altre possibili vittime dello strupratore assassino Peter Tobin, condannato a 92 anni di prigione

pubblicato da Daniele Particelli


Continuano le ricerche di altre possibili vittime attribuibili all’assassino stupratore inglese Peter Tobin, 63 anni, condannato a 92 anni di carcere per l’omicidio di tre ragazze: Angelika Kluk, 23 anni, Vicky Hamilton, 15, and Dinah McNicol, 18 anni, tutte uccise in luoghi e periodi diversi.

Settimane fa vi avevamo anticipato i forti sospetti delle autorità inglesi: secondo loro Tobin, la cui carriera criminale è iniziata negli anni ‘70 e non si è mai interrotta, avrebbe ucciso molte più donne, almeno altre 20.

Ieri sono iniziate le ricerche a Brighton e Portslade, nel Sussex, dove Tobin ha vissuto in passato.

In questo caso le ricerche consistono nello scavare, visto che le tre vittime accertate dell’uomo furono seppellite in giardino.

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Roman Polański: la Svizzera non concede l'estradizione, il regista può lasciare il Paese

pubblicato da Daniele Particelli

Roman Polanski

Nuovo aggiornamento sul caso del regista Roman Polański, arrestato il 26 settembre all’aeroporto di Zurigo per uno stupro da lui commesso nel 1978 ai danni di una bambina di 13 anni, Samantha Geimer.

Gli Stati Uniti avevano chiesto che il 76enne fosse estradato, così da poter essere processato per il crimine da lui commesso 32 anni fa.

Oggi, però, il governo elvetico ha deciso di rifiutare la richiesta. L’annuncio è stato fatto dal Ministro della Giustizia svizzero Eveline Widmer-Schlump:

Il regista 76enne non sarà estradato negli Stati Uniti. Le misure restrittive della libertà nei suoi confronti sono state revocate. Potrà andare in Francia o in Polonia e non sarà arrestato. Gli Stati Uniti non possono contestare la nostra decisione.

Polański, agli arresti domiciliari dal 4 dicembre scorso, ora è un uomo libero.

Via | New York Daily News

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Colombia: riprende oggi il processo al pedofilo udinese Paolo Pravisani

pubblicato da Daniele Particelli

Paolo Pravisani

Ci siamo già occupati del pedofilo Paolo Pravisani, il 73enne sotto processo in Colombia con l’accusa di pedofilia, detenzione di materiale pedopornografico, droga e induzione alla prostituzione.

Vi abbiamo parlato anche del gioco che stanno facendo i suoi avvocati: cercare di posticipare la sentenza definitiva. Anche l’ultima udienza, quella del 16 giugno scorso, era stata rinviata ad oggi, 12 luglio.

Si torna in tribunale questa mattina, per l’ottava volta e la speranza, per i familiari della giovane vittima e per le diverse associazioni che si occupano della difesa dei minorenni vittime di sfruttamento sessuale, è che il tutto si concluda quanto prima.

Il motivo di tanta attesa è presto spiegato: se Paolo Pravisani venisse riconosciuto colpevole, quella a suo carico sarebbe la prima condanna per pedofilia in Colombia contro un cittadino straniero.

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Pedopornografia a Matera: arrestato maestro di sostegno a Tricarico, fotografava i suoi alunni e condivideva le immagini online

pubblicato da Daniele Particelli

tricarico_viareginamargherita

Un altro caso, l’ennesimo, di pedopornografia online è emerso nelle ultime ore a Tricarico, piccolo comune in provincia di Matera, dove un maestro di sostegno alle scuole elementari è stato arrestato con l’accusa di violenza sessuale nei confronti di minori e detenzione di materiale pedopornografico.

Ha 30 anni e, come scrive La Gazzetta Del Mezzogiorno, “era un insospettabile maestro cattolico di destra. Faccia pulita e tanti amici“. Stando a quanto si è appreso, il maestro avrebbe mai violentato né toccato i suoi alunni, si sarebbe limitato a fotografarli, nudi o seminudi.

Poi tornava a casa e scambiava le foto scattate con altri pedofili, che a loro volta gli inviavano immagini da loro prodotte. Due dei bambini fotografati da Pietro sono già stati identificati dagli agenti: si tratta di due suoi studenti, non della scuola di Tricarico, nella quale il maestro non metteva piede da circa un anno.

La scuola elementare di Tricarico l’ha lasciata un anno fa. Stando a quanto è stato scoperto finora, sembra che sia l’unico posto in cui non abbia mietuto vittime. Forse perché è il suo paese. Forse perché aveva paura di essere scoperto. Gli investigatori, però, pare che stiano indagando anche a Tricarico. Anche qui le mamme si sono preoccupate. Nonostante conoscessero Pietro che in paese passa per essere un bravo e timido ragazzo diviso tra la Proloco, gli amici e la parrocchia.

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San Giorgio a Cremano: niente arresto per sacerdote sorpreso in auto con una minorenne, scattano le polemiche

pubblicato da Daniele Particelli

SanGiorgioaCremano

Ieri vi abbiamo parlato del caso di D.M., sacerdote di San Giorgio a Cremano, nel Napoletano, sorpreso in auto mentre era impegnato in atti sessuali con una ragazzina di 15 anni, da lui adescata su internet.

Il sacerdote, però, non è stato arrestato perchè, secondo gli agenti della Polizia Stradale di Napoli, “erano assenti le condizioni richieste dalla legge“. La decisione, rivela una nota, è stata presa “previa informazione ed intesa con il magistrato di turno della Procura della Repubblica di Napoli“..

Il fatto sta creando un piccolo scandalo: perchè in tanti casi come questo è sempre scattato l’arresto e stavolta il tutto si è concluso solo con una denuncia?

A questo proposito Vincenza Calvi, presidente dell’associazione antipedofilia “Un Patto Per La Vita“, ha fatto sapere che intende denunciare i poliziotti che non hanno effettuato l’arresto.

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