Un corpo straziato sull'erba, Henry che si prende un caffè, due corpi in un negozio, Henry che esce tranquillo dal bar, una donna affogata nuda in un fiume, Henry ascolta la radio in macchina. E così via.
Questi sono i primi minuti di uno dei film più disturbanti, e disturbati, della storia: Henry, Pioggia di sangue, film di John Mc Naughton girato in 28 giorni e con un budget ridottissimo, ispirato alla storia vera del presunto assassino Henry Lee Lucas.
La storia è narrata con piglio documentaristico, distaccato, con poche concessioni alle logiche Hollywoodiane (tra cui una musica ossessiva ed inquietante), e con movimenti di macchina ridotti al minimo, niente effetti speciali, niente scuse, nessuna giustificazione.
Ed è proprio questa la grande forza del film: una telecamera ossessiva che rende benissimo la desolazione e la follia dei protagonisti, non solo Henry ma anche il suo compagno di massacri Otis e sua sorella Becky.
Michael Rooker (Henry) e Tom Towles (Otis) sono perfetti nei loro ruoli, inespressivo e bestiale “uomo qualunque” il primo, insopportabile, disgustoso, laido ai limiti dell’incestuoso il secondo. Due grandi prove d’attore che rappresentano il fulcro di una pellicola che si regge praticamente solo sulle loro spalle.
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