Siamo nella Chicago degli anni ‘30: Da una parte Al Capone/De Niro che strizza l’occhio a stampa e polizia, dall’altra quattro uomini diversissimi tra loro decisi a porre fine al suo impero. Gli Intoccabili, ovvero incorruttibili; uomini tutti di un pezzo che vengono introdotti l’uno dopo l’altro in quattro scene sequenziali, Elliot Ness come uomo di famiglia, Malone, un Connery in ottima forma, come duro ma onesto “sbirro di strada”, un giovanissimo ed italoamericano Andy Garcia come uomo d’azione dalla mira infallibile e il contabile Oscar Wallace, vero pesce fuor d’acqua che per primo rimarra vittima del gioco al massacro.
Dopo questo inizio francamente didascalico e scontato il film si mette in moto sul serio in un susseguirsi di scene ed inquadrature che rimangono nella storia del cinema, parliamo ad esempio dell’omicio di Connery, la scena con la mazza da baseball di Capone, fino fino alla scena madre di tutto il film, con la carrozzina giù per le scale, in una citazione così raffinata ma evidente della “Corazzata Potemkin” che spesso il film è stato lasciato in secondo piano fino a ridurlo a questa sola sequenza (e ovviamente alla battuta finale “Sei solo chiacchere e distintivo!).
“Gli Intoccabili” è uno strano ibrido, western camuffato da poliziesco, con personaggi stereotipati al limite dell’eccesso ma sempre e comunque godibili, e questo perchè sia Kevin Costner sia Sean Connery ma anche il giovanissimo Andy Garcia, regalano una interpretazione pulita, senza sbavature personali, senza eccessi istrionici che facciano uscire dal copione, e ci va anche bene così visto che con tanti pezzi grossi c’era il rischio di strafare. Diverso è il discorso per Robert De Niro: troppo poco sfruttato il suo Capone, personaggio che poteva dare molto e a cui si chiede solo qualche smorfia tipica dell’attore, e di cui deve rimanerci impressa solo la violenza e la finta morale, oltra a qualche battuta d’effetto (”su una barca è spaccio clandestino, nei quartieri alti è ospitalità”).
Il finale è quasi a sorpresa, ma non per la prevedibile fine di Capone quanto per un Ness trasformato da integerrimo uomo di legge a uomo che va oltre essa, raccogliendo l’insegnamento di Connery e mettendo la parola fine sul film con una stretta di mano a Garcia, giustizia è stata fatta, ma a che prezzo?
Gli intoccabili
bilbo86
17 ago 2010 - 16:42 - #1Sono d’accordo con te su praticamente tutto…a volte l’interpretazioni possono risultare al limite dello “stereotipismo”, ma bisogna ricordare che il cast è composto da tre ottimi attori come Sean Connery, Kevin Costner, De niro che sono abituati da sempre a primeggiare e secondo me è proprio il non voler strafare da parte di tutti che ha reso le loro interpretazioni un po’ “banali”. Sicuramente se si fosse insistito un pelo di più nell’introspezione personale dei personaggi forse il film sarebbe risultato un po’ più godibile, di quanto nonostante tutto sia già.