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Scatti di nera - Donnie Brasco

pubblicato: martedì 13 maggio 2008 da Lorenzo

Donnie Brasco

“Che te lo dico a fare” significa… tu, stai parlando con qualcuno e gli fai “certo che Raquel Welch è proprio un gran bel pezzo di f**a, che te lo dico a fare”, oppure se non sei d’accordo che “una Lincoln è meglio di una Cadillac, che te lo dico a fare”, oppure se una cosa secondo te è buona ma tanto buona, “minchia sti peperoni… che te lo dico a fare”, ma a volte vuol anche voler dire “vai al Diavolo”: tipo uno fa all’altro “ehi Bubbie dice che hai il ca**o piccolo” e Bubbie che te lo dico a fare e a volte non significa niente, solo… che te lo dico a fare.
lefty primoincontro
Questo semplice monologo è bastato a Donnie Brasco per entrare nella storia del cinema, ma aldià di una frase che ormai risulta anche banale c’è molto di più.

L’idea del film è semplice: metti insieme due grandi attori, uno splendido Al Pacino ben lontano dai fasti testosteronici di Scarface e un Depp perfetto nel ruolo di spalla/protagonista, mixali con un classico mafia movie ed il successo è assicurato, una mossa anche banale, ma da cui è scaturito un film dal taglio decisamente originale. La mafia di Donnie Brasco, al secolo Joseph D.Pistone, è la mafia di serie B, la mafia dei perdenti, non ci sono vestiti eleganti qua ma tute sgualcite, è la vita d di quelli che arrancano per sempre nell’ombra dei potenti, di quelli che i soldi veri non li hanno visti mai, dei soldati di prima linea. Certo non mancano le sparatorie, un atto dovuto in un film di Mafia, ma il ritmo della pellicola è lento, riflessivo, malinconico.
Donnie Brasco1 casa lefty casa lefty livore
Donnie Brasco è un film sulle scelte che ci si presentano davanti, sui rapporti umani, visti attraverso i tormenti psicologici di Depp visto ed i rapporti con le sue due famiglie, quella “legale”, con una moglie e due figlie che non lo vedono quasi mai e che quasi lo odiano, e quella di cosa nostra che lo riconosce e lo integra. Due famiglie e due vite all’opposto che lo trascineranno sempre più in basso verso uno stato di alienazione, che si concretizza nello schiaffo alla moglie e che passa attraverso varie fasi in cui è sempre più difficile scindere il poliziotto dal mafioso. Da una parte l’uomo normale costretto a fare cose terribili per non perdere in credibilità, obbligato a vedere i propri cari di notte, come un ladro. Dall’altra parte un rapporto di amicizia vera, quello con Lefty che è disposto a credergli fino all’ultimo in maniera incondizionata, destinata a finire nel nulla; anni e anni di stress, timori e frustrazioni per cosa? Una medaglia e della stretta di mano di un anonimo funzionario.
Terapia addio lefty finale finale2

biglietto massacro massacro1 Donnie BrascoDonnie Brasco

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Commenti dei lettori

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  • Paro

    13 mag 2008 - 19:54 - #1
    0 punti
    Up Down

    Grande film!

  • pediamic

    13 mag 2008 - 22:43 - #2
    0 punti
    Up Down

    visto che io vivo di storie fantasiose xche’ sono un aspirante scrittore,….

    le parole in ognuno di noi possono essere interpretate
    in vari modi, ma i sentimenti, quelli no, non dico mai dico no
    a me piacciono molto i sentimenti puliti, sinceri, ma quando le cose come in questo film diventano sporche,diventano mafiose,diventano minacciose,diventano pericolose,diventanoossessive,diventano omicidi,diventanoaggressive, diventano incontrollabili ,
    io mi rifugio guardando il mare, e questo mi toglie ogni paura ed anche se non dovesse piu’ esserci il mare,lo sognerei e poi mi rinchiudo in un immenso silenzio a parlare con me stessa del resto, piu’ bel silenzio non fu mai scritto
    pediamic

  • condorcito

    15 mag 2008 - 12:42 - #3
    0 punti
    Up Down

    Se analizziamo l’argomento della ciminalità organizzata in Italia, da un certo punto di vista, possiamo dire che lo stato ha emanato severe leggi che puniscono gli affiliati ad ogni genere di associazioni criminali, che puniscono la semplice adesione, perchè è ovvio che chi aderisce accetta di commettere ogni tipo di reato,compreso l’omicidio, se comandato.
    Perciò, in sostanza, lo stato considera “criminale” l’appartenenza a queste organizzazioni.
    Le istituzioni hanno, in primo luogo, il compito “etico” di difendere la vita umana e dovrebbero, ognuna di esse, fare la propria parte ed agire, con ogni mezzo a loro disposizione, per difenderla.
    La familia e la scuola non hanno sistemi coercitivi ma soltanto persuasivi, mentre invece le altre due grandi istituzioni, la Chiesa e lo Stato, possiedono anche tali mezzi.
    Lo Stato ha i codici la Chiesa lo strumento della scomunica.
    I principi fondamentali che la Chiesa dichiara che sono preminenti su ogni altro sono, nell’ordine:
    a)la difesa della vita umana, in particolare quella dei bambini.
    b)la difesa della familia tradizionale.
    c)la difesa della pace nel mondo.

    Tralasciamo le dichiarazioni di principio e andiamo al sodo domandandoci:

    Come difende la Chiesa, ai giorni nostri,il suo primo principio?

    E’ sotto gli occhi e le orecchie di tutti: conducendo una battaglia, ad ogni livello, utilizzando tutti i suoi pulpiti, compresi quelli dei giornali e delle televisioni, contro l’aborto e in difesa dei feti e degli embrioni, sostenendo, giustamente che la vita umana va difesa in ogni sua fase, compresa quella embrionale.
    Possiamo affermare che è stata la scienza medica che ci ha permesso, negli ultimi anni, a capire quasi fino in fondo il meccanismo della fecondazione e verificare il progresso prenatale del futuro nascituro?

    I Vangeli sono pieni di messaggi di bontà, altruismo, comprensione, perdono ma non mi pare che contengano specifici messaggi in difesa della vita prenatale.

    Non vi sembra abbastanza strano che lo Stato Italiano abbia legalizzato l’aborto, non considerandolo perciò un crimine e invece la Chiesa lo consideri, senza eccezioni, “Il più grande crimine contro l’umanità ?”

    La differenza di valutazione etica del problema fra Stato e Chiesa è macroscopica ed evidente.
    Questa diversa valutazione porta ad un contrasto nell’insegnamento dei “valori”, genera confusione e disorientamento.

    La scomunica nasce nel IV secolo d.C. e prevede l’esclusione dei credenti ai sacramenti per gravi infrazioni alla morale e/o alla dottrina della Chiesa.
    Sarebbe interessante approfondire l’argomento ma mi limito soltanto a dire che la scomunica costituisce un passaporto quasi certo (salvo revoca, difficilissima da ottenere) per l’inferno.

    La Chiesa ha utilizzato questo strumento di condanna molto spesso nell’arco della storia; per parlare soltanto dei casi recenti faccio notare che i massoni, scomunicati oltre 300 anni fa, sono ancora oggi scomunicati
    Anche i comunisti, scomunicati nel 1949.

    Questo tipo di scomuniche dimostra che la Chiesa può anche applicare lo strumento punitivo che ha per coinvolgere intere categorie di persone e non soltanto singoli peccatori.

    Vogliamo considerare la vita degli esseri umani, già nati, almeno altrettanto importante di quella dei feti e degli embrioni?

    Se così è io penso che la Chiesa dovrebbe agire di conseguenza.

    Perchè la Chiesa non utilizza lo strumento a sua disposizione, la scomunica, contro coloro che sistematicamente, per definizione, attentano alla vita umana?

    Quali sarebbero le conseguenze di una scomunica?

    In primo luogo sarebbe un messaggio netto e chiaro a tutti i fedeli e credenti e marcherebbe la distanza abissale che separa gli uni dagli altri.
    Non dobbiamo dimenticare che molti “affiliati” alle organizzazioni criminali, in Italia si “sentono” profondamente cattolici anche se delinquono e uccidono; voi sapete che in ogni covo scoperto dei grandi “boss” si trovano santini, vangeli, bibbie e altri oggetti religiosi.
    Voi sapete che ci sono preti, considerati “intelligenti” che li confessono e assolvono dei peccati pur sapendo che continueranno a fare o comandare omicidi e stragi.

    Una scomunica spazzerebbe via questa ambiguità, non permetterebbe più ad alcuni sacerdoti, intelligenti o meno, di assolverli, e non permetterebbe di illuderli che l’inferno possano schivarlo e meritarsi il paradiso.

    Roberto Saviano nel libro “Gomorra” ha ben descritto la convinzione di queste persone di essere “giustificati” dei loro comportamenti davanti a Dio.

    Se Dio è rappresentato in terra dalla Chiesa, come dovrebbero credere essendo devoti, resterebbero senza alibi.

    In secondo luogo c’è l’aspetto sociale; tutti gli abitanti nei territori dove comanda la criminalità sanno benissimo chi sono le persone da temere e rispettare.

    Sono queste le basi fondamentali del loro potere; per temerli di meno ci vuole una azione dello Stato che contrasti questo potere mentre invece la mancanza di rispetto si potrebbe manifestare in tanti modi.

    Di fronte ad una scomunica della Chiesa, i fedeli si sentirebbero molto a disagio frequentandoli e potrebbero, quantomeno in Chiesa, emarginare loro e anche le familie dei medesimi e non partecipare a feste, cerimonie funerali che li riguardino.

    Non trascuriamo, infine, la possibilità che, per pressioni familiari dei parenti, che si sentirebbero emarginati socialmente, o per l’intima convinzione di perdere il paradiso ci possano essere delle vere e profonde “dissociazioni” personali che aiutino lo Stato nella lotta.

    Pensate voi che la Chiesa non abbia mai preso in considerazione questa possibilità, che, come direbbe Sherlok Holmes: “Elementare Watson”?

    Perchè non ha mai deciso di porla in essere?

    Io avrei una spiegazione che, detta in modo sibillino è la seguente:
    Per la stessa ragione (o quasi) che non ha mai preso in considerazione la scomunica dei pedofili.

    Attendo commenti utili ai fini di dibattere la questione.

    Non si potrebbero raccogliere firme che possano incidere anche sul comportamento della Chiesa?
    Vito

  • Pia Migliorino

    30 giu 2008 - 21:02 - #4
    0 punti
    Up Down

    Pediamic, mi piace la tua espressione di dire perciò ti invito. Ciao

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