Un classico delle fughe dal carcere. Due detenuti hanno annodato le lenzuola e scavalcato il muro di cinta della casa circondariale Don Bosco di Pisa. È accaduto ieri all’ora di pranzo. Lo ha comunicato il Sappe che parla di “evasione annunciata”, la seconda in meno di dieci giorni.
L’allarme che segnala eventuali tentativi di scavalcamento - secondo quanto riferito dal Sindacato autonomo di polizia penitenziaria - non era funzionante e nessuna sentinella era a guardia dell’area del muro di cinta. Gli evasi sono Roland Dedja, 26 anni, e Bledar Shehu, di 27, entrambi di nazionalità albanese, in carcere per omicidio e tentato omicidio. Nessuno dei due è stato condannato in via definitiva.
Una fuga semplicissima. Dopo aver attraversato i cortili interni e scavalcato le mura del carcere, i due hanno fermato una donna a bordo di una Jeep Cherokee, l’hanno fatta scendere e si sono impossessati dell’auto. Le ricerche proseguono su tutto il territorio anche con l’ausilio di elicotteri.
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Sono ancora in corso le ricerche dei due detenuti evasi ieri dal penitenziario di Lecco. Si tratta di Nicodemo Romeo, 27enne di Polistena (Reggio Calabria), condannato per spaccio di stupefacenti e accusato di omicidio in un procedimento ancora in corso, e di Amr Aly El Fadly, egiziano di 29 anni, finito in carcere per rapina e lesioni personali aggravate.
I due sarebbero fuggiti con uno stratagemma approfittando dell’ora d’aria. Dopo aver eluso la sorveglianza avrebbero scavalcato il muro perimetrale di cinta del carcere, agevolati anche dall’alta statura dell’egiziano. L’evasione sarebbe avvenuta intorno alle 9:30. Subito dopo un contadino ha avvistato i fuggitivi attraversare i campi alle spalle del carcere di Pescarenico, nei pressi della linea ferroviaria.
Le ricerche proseguono in tutto il Nord Italia con posti di blocco lungo strade e autostrade, controlli nelle stazioni ferroviarie e negli aeroporti. Ieri pomeriggio sono state diffuse le foto dei due evasi mentre la direzione del penitenziario ha avviato un’indagine interna.
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E’ scattata stamattina all’alba l’operazione, denominata Cianliu, della Guardia di Finanza contro la criminalità organizzata cinese: 73 aziende sequestate, insieme a 181 immobili e 166 auto di lusso.
Ventiquattro persone (17 cinesi e 7 italiani) sono finite in manette in otto regioni - Toscana, Lombardia, Piemonte, Veneto, Emilia Romagna, Lazio, Campania e Sicilia - con l’accusa di associazione di stampo mafioso finalizzata al riciclaggio di proventi illeciti derivanti dai reati di evasione fiscale, favoreggiamento dell’ingresso e della permanenza nel territorio dello Stato di cittadini cinesi clandestini per il successivo sfruttamento nell’impiego al lavoro.
I cittadini cinesi finiti in manette sono accusati anche di sfruttamento della prostituzione, contraffazione, frode in commercio e vendita di prodotti industriali con segni mendaci o in violazione delle norme a tutela del “Made in Italy”, ricettazione e appropriazione indebita.
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Sono in corso in queste ore le ricerche di Alberto Ernandez Maggiore, 45 anni, e di Cesare Genova, 40 anni, ergastolani a Rebibbia in permesso premio che non hanno fatto ritorno in carcere come previsto.
I due, condannati all’ergastolo per omicidio, avevano già scontato gran parte della loro condanna e da circa due anni avevano iniziato a godere di permessi premio.
L’ultimo era stato loro concesso per il periodo pasquale: dieci giorni di libertà con obbligo di rientro fissato per domenica scorsa, quattro giorni fa.
Nessuno dei due, però, si è presentato al carcere romano di Rebibbia e, stando a quanto si è appreso in queste ultime ore, il piano di evasione era in preparazione da tempo.
Avevano una pistola di piccolo calibro i due detenuti che stamattina hanno tentato la fuga mentre un furgone blindato li portava dal carcere di Palmi al Tribunale di Reggio Calabria. Si tratta dei fratelli Giuseppe e Pasquale Zagari, ritenuti elementi di spicco della ‘ndrangheta, condannati all’ergastolo nel processo sulla faida di Taurianova.
Uno dei due avrebbe finto un malore permettendo all’altro di sparare contro gli agenti che li stavano sorvegliando a bordo del blindato della penitenziaria. Ad evitare la fuga, è stata proprio la pronta reazione degli agenti che, nonostante fossero stati feriti, uno alla gamba e l’altro al piede, sono riusciti ad avere la meglio sui due detenuti.
Le indagini ora mirano a scoprire come i due fratelli siano venuti in possesso della pistola di piccolo calibro con cui hanno sparato. Giuseppe e Pasquale Zagari erano stati trasferiti dal carcere di Pavia a quello di Palmi sabato scorso perchè oggi avrebbero dovuto partecipare ad un’udienza della Sezione misure di prevenzione del Tribunale di Reggio Calabria.
Carmelo Lombardo, 20enne di Caltanissetta, un mese fa era stato arrestato in flagranza di reato con l’accusa di tentato furto in abitazione. A denunciarlo era stato un vicino di casa che aveva sorpreso il giovane mentre scassinava la porta d’ingresso della casa da derubare.
Dopo quell’episodio Lombardo, già noto alle forze dell’ordine, fu messo agli arresti domiciliari. Invece di prendere atto di quanto commesso e scontare la condanna, il giovane ha covato vendetta contro la persona che l’aveva denunciato e ieri è evaso dalla sua abitazione con uno scopo ben preciso: uccidere quella persona.
Armato di coltello si è recato presso l’associazione di volontariato frequentata dalla persona che aveva fatto quella chiamata: ha sequestrato per un paio d’ore tutte le persone presente, minacciandole di ucciderle.
E’ caccia all’uomo in Borgogna, dopo che il 45enne Jean-Pierre Treiber, sospettato di duplice omicidio, è riuscito ad evadere dal carcere di Auxerre.
Curiosa la modalità di fuga. Treiber, che avrebbe dovuto presentarsi in tribunale la prossima primavera, stava prendendo parte ad un’attività ricreativa tra detenuti: si è fatto chiudere in un cartone ed è stato caricato su un camion destinato ad una vicina cittadina.
Durante il tragitto Treiber è uscito dal cartone e si è gettato dal camion, senza farsi notare dall’autista, che si è accorto di tutto una volta arrivato a destinazione: alcuni dei cartoni che trasportava, infatti, erano stati schiacciati dall’evaso durante la fuga.
L’allarme è stato dato quasi subito e visto il poco tempo avuto a disposizione da Treiber, ci sono buone speranze che venga ritrovato presto.
Vi ricordate di Bruce Augustine Gaynor? Ve ne abbiamo parlato circa un mese fa. 32 anni, giamaicano, si era introdotto illegalmente in Inghilterra in un paio di occasioni e la seconda volta, prima di venir rispedito a casa, era riuscito a fuggire da una cella di detenzione all’aeroporto londinese di Heathrow.
Nei 14 mesi di fuga aveva perseguitato una sua connazionale, violentandola, picchiandola ed accoltellandola per ben due volte.
Oggi si è concluso il processo, nel corso del quale è emerso che la giovane donna perseguitata e torturata da Gaynor è rimasta completamente calva e sfigurata in volto.
Il mostro è stato quindi condannato al carcere a vita: dovrà scontare almeno 9 anni dietro le sbarre prima di poter avanzare la richiesta per la libertà vigilata.
Via | Daily Mail
Era l’agosto del 2007 quando il giamaicano 32enne Bruce Augustine Gaynor tentò di entrare illegalmente in Inghilterra utilizzando un passaporto falso. Gli agenti se resero conto e lo rinchiusero in una cella di detenzione all’aeroporto londinese di Heathrow.
E non era la prima volta che tentava di arrivare a Londra: ci aveva già provato l’anno prima ed era stato rimandato a casa.
In quell’ultima occasione, però, Gaynor riuscì a fuggire e nei 14 mesi di fuga che seguirono violentò per ben due volte una donna sua connazionale, picchiandola ed accoltellandola.
E non era la prima volta neanche in questo caso: anche nel 2006, anno del suo primo arrivo, aveva aggredito in più occasioni quella donna.
Nel gennaio di quest’anno Gaynor è stato finalmente arrestato: il processo si è concluso e la condanna è attesa per il prossimo 4 settembre.
Via | Mail On Sunday
L’Indiana State Prison è un carcere di massima sicurezza nell’omonimo stato americano, ma questo non ha impedito a Lance Battreal, 45 anni, Charles Smith, 48, e Mark Booher di evadere usando la rete di tunnel e condutture sotto la prigione.
L’allarme è scattato domenica mattina e la caccia all’uomo è scattata immediatamente. Cosa li ha spinti ad evadere è piuttosto semplice: i tre avrebbero potuto avanzare la richiesta per la libertà condizionale soltanto nel 2045.
Battreal era stato condannato a scontare, nel 1998, 70 anni di carcere per stupro, stalking e fermo illegale di persona, Smith, invece, aveva ucciso una persona e per questo stava scontando 95 anni di carcere. Booher, per omicidio e rapina a mano armata, era stato condannato, nel 1999, a ben 85 anni di carcere.
Uno di loro, Charles Smith, è stato già preso mentre si aggirava nei pressi della villa estiva del sindaco di Chicago, non è chiaro con quali intenzioni. Degli altri due, invece, ancora nessuna traccia.
Via | Indiana News Center