La parola d’ordine ultimamente sembra essere cloud computing. Come abbiamo avuto modo di accennare, con cloud computing intendiamo un insieme di tecnologie informatiche che consentono l’utilizzo di risorse normalmente hardware e fisiche, come la CPU, lo storage e i software, direttamente distribuendole in remoto.
Esistono tre tipologie di cloud computing:
Il video che trovate in apertura vi spiega in pochi semplici passi di cosa si tratta esattamente. Sebbene sia in inglese non spaventatevi: le illustrazioni rendono tutto molto chiaro.
Il gruppo Dada, già presente nel settore hosting grazie a Register.it e altri marchi legati, ha recentemente acquisito PoundHost.
PoundHost è uno dei principali operatori inglesi attivo nel settore web hosting e domain name. Namesco, altro brand del gruppo Dada, si è occupata dell’acquisizione.
Il comunicato legato all’evento spiega che Poundhost è stata fondata nel 2001 e possiede una fascia elevata di clienti, il 30% dei quali sono statunitensi. PoundHost possiede oltre 10.000 server dedicati e virtuali e offre soluzioni professionali per la gestione della presenza on-line delle aziende.
Continua a leggere: Dada acquisisce Poundhost, gigante del web hosting inglese
Il cluster hosting si basa su un gruppo di server integrati insieme per un unico cliente. Si tratta di una forma di web hosting che ripartisce il carico su più macchine, chiamate nodi, incrementando la disponibilità e diminuendo le chance dell’interferenza della performance di un servizio (FTP o email, per esempio) su di un altro, per esempio web o database come MYSQL.
Molti siti web utilizzano il cluster hosting per supportare discussioni su forum di grandi dimensioni e ridurre il rischio di problemi, esattamente come avviene per il cloud computing.
Il cluster hosting offre anche un’ottima protezione rispetto ad alcuni grossi problemi di sicurezza: un attacco DDOS può mettere ko un server in pochissimo tempo, ma se un sito viene hostato tra più nodi, sarà difficile mandarlo in down.
Il cluster hosting è naturalmente molto costoso, quindi non consigliato a chi deve hostare siti amatoriali o piccoli forum.
Foto | Flickr
Cisco Systems, il leader mondiale del networking e dei servizi hardware/software, terrà domani 18 Novembre 2009 un webcast gratuito. Oggetto del webcast è lo studio delle soluzioni di storage negli ambienti virtuali, in cui i dati scambiati e immagazzinati raggiungono ormai dimensioni oltre il terabyte e gli accessi al disco sono continui.
Con il tempo gli archivi e i siti web sono sempre più ricchi di dati da elaborare o da immagazzinare: lo storage è diventato uno dei punti chiave da affrontare per qualsiasi compagnia che offra servizi di hosting e si basi su infrastrutture virtuali.
Come Cisco ricorderà nel suo webcast, due elementi importanti nella scelta delle compagnie che offrono hosting sono la tipologia di collegamento alla propria infrastruttura e la tipologia di storage. Cisco presenterà anche proprie soluzioni.
Se siete interessati all’evento, potete registrarvi direttamente e gratuitamente da questa pagina.
CentOS, acronimo di Community enterprise Operating System, è un sistema operativo utilizzato sui server e concepito per fornire una piattaforma di classe enterprise per chi utilizza GNU/Linux a scopo professionale. CentOS è una soluzione ottimale per tutti coloro che vogliono ottenere velocemente un sistema GNU/Linux di classe superiore rispetto ad altre distribuzioni, con grandi vantaggi per le prestazioni del server.
Per installare e configurare centOS sul proprio server Linux per l’hosting sarà sufficiente eseguire questi pochi passi:
Da questo momento centOS dovrebbe funzionare perfettamente sui vostri server Linux.
Foto | Flickr
Come possiamo fare per spostare una intera directory piena di file su un server Linux? Spostare i file all’interno di Linux è molto semplice, Avendo accesso SSH al server, potete spostare i file con il semplice comando chiamato “mv”. Grazie a questo potete spostare file singoli, file multipli ed intere directory. Il comando può essere utilizzato anche per rinominare i file.
Come prima cosa, fate il log in sul server via SSH e navigate fino alla directory che contiene i file da spostare. Per spostare un singolo file dovremo scrivere:
Nel mondo di oggi in cui tutto tende al virtuale, avere un sito per promuovere la propria attività è diventato fondamentale. La scelta tra i differenti piani di hosting si rivela fondamentale. L’hosting su server dedicato potrebbe essere una soluzione ideale nel caso non desideriate dividere lo spazio sul server con altri possessori di siti.
Il server dedicato è la soluzione ideale nel caso si preferisca dedicare tutte le risorse al proprio sito. I servizi di hosting condiviso sono semplici ed ottimali per i piccoli siti senza grandi flussi di traffico, con prezzi contenuti, ma con lo spazio condiviso tra più utenti. Non sarà quindi possibile installare i propri software o script preferiti: non si ha controllo sul server.
L’hosting su server dedicati permette una totale indipendenza di gestione; è possibile utilizzarvi applicazioni che richiedono potenza di elaborazione di grandi dimensioni, come può succedere per i siti che postano molti video.
Come cambiare la password di root di MySQL? Esistono tre metodi, semplicissimi, per rendere sicuro il proprio sistema e cambiare agevolmente la password.
Il primo metodo avviene tramite mysqladmin, che permette di effettuare diverse operazioni di amministrazione del server MySQL. Per cambiare la password attuale di root sarà sufficiente eseguire dal terminale il comando:
Qualora abbiate già fatto questa operazione e vogliate cambiare ancora la password, dovrete usare il comando:
Quando utilizziamo un server dedicato Linux, può essere molto utile sapere esattamente quale distribuzione e versione del kernel vi stia girando sopra. Esistono diversi modi per ottenere queste informazioni e la più semplice è utilizzare il comando “uname”. Per identificare il tipo di kernel sarà sufficiente scrivere “uname”.
Per scoprire invece la release del kernel utilizziamo il comando
Per sapere tuto il possibile riguardante il kernel utilizzate il comando:
Questo comando dovrebbe mostrarvi un risultato simile al seguente:
Per saperne di più sul comando “uname”, digitate “man uname”.
Foto | Flickr
Quando gestiamo un server dedicato è importante utilizzare una password sicura e cambiarla periodicamente. Per farlo durante una sessione SSH, il modo più semplice è utilizzare il comando “passwd”. Un utente normale può cambiare quella del proprio account, mentre un amministratore di sistema (root) può cambiare la password di qualsiasi account.
In Linux esistono alcuni requisiti per le password. Il comando “passwd” è configurato per non accettare passwords troppo semplici da “rubare”, in particolare quelle che utilizzano parole del linguaggio comune. Per cambiare la password dell’utente corrente, scrivete semplicemente “passwd”. Per cambiare invece la password di qualsiasi altro utente sarà necessario loggarsi come root e scrivere il comando:
Vi verrà richiesta una nuova password, dovrete scriverla e confermarla. Una buona password dovrà essere tra i 6 e gli 8 caratteri, contenendo sia lettere che numeri. Un altro modo per essere certi che l’utente cambi la propria password è quello di utilizzare il flag “-e”. Dovremo scrivere:
Così farete in modo che la password dell’utente non valga più e sia costretto a inserirne una nuova con il prossimo log in.
Foto | Flickr