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Il 2010 si chiude all'insegna dell'incertezza per il settore assicurativo

pubblicato da riva

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Riceviamo da Ferry Boat e con piacere pubblichiamo

L’ultima seduta del 2010 per il mercato azionario italiano sembra aver preso decisamente la via del ribasso. Non fanno eccezione i titoli del settore assicurativo, probabilmente penalizzati dall’iniziativa dell’ISVAP, l’Istituto per la Vigilanza sulle Assicurazioni Private. Ieri l’Istituto ha inviato una segnalazione ai Presidenti di Camera e Senato, al Presidente del Consiglio e al Ministro dello Sviluppo Economico, con lo scopo di segnalare alcuni interventi normativi nel settore delle assicurazioni RC auto. L’iniziativa nasce dalla constatazione del fatto che le tariffe delle assicurazioni RC auto hanno subito negli ultimi anni aumenti tali da rendere la situazione molto penalizzante per i cittadini. L’ISVAP ha quindi pensato di proporre un pacchetto di interventi grazie al quale i prezzi delle coperture potrebbero essere ridotti del 15-18 per cento. Tra le misure individuate troviamo quelle relative ai danni alla persona, al risarcimento diretto, al contrasto delle frodi, all’abolizione del tacito rinnovo e alla rivisitazione del sistema del bonus/malus. Su alcuni titoli gravano poi elementi di criticita’ specifici. Per quanto riguarda Generali segnaliamo il report di Dz Bank che stamattina ha confermato la raccomandazione di vendita, con prezzo obiettivo abbassato da 15 a 14 euro. Su Fondiaria-Sai pesano invece le ultime incertezze relative all’esito della ricapitalizzazione della controllante Premafin: non si sa ancora se l’ingresso di Groupama nel capitale della holding di casa Ligresti fara’ scattare l’obbligo di opa a cascata, ipotesi che farebbe recedere i francesi e manderebbe quindi a monte l’intera operazione.

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condividi condividi 0 commenti giovedì 30 dicembre 2010

Sawiris-Vimpelcom: fusione a rischio

pubblicato da riva

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Riceviamo da Ferry Boat e con piacere pubblichiamo

Dopo mesi di trattative la fusione tra la Weather Investments del magnate egiziano delle telecomunicazioni Naguib Sawiris e la Vimpelcom sembra essersi arenata. Il cda della societa’ di telecomunicazioni russa, in programma per il 22 dicembre e chiamato ad approvare la fusione, non si e’ tenuto a causa dell’opposizione della norvegese Telenor, socio di minoranza con il 40% del capitale di Vimpelcom. Telenor chiedeva una revisione degli accordi originari dell’operazione, accordi ritenuti troppo favorevoli a Sawiris.

Le ultime indiscrezioni provenienti da Mosca sembrano quasi una provocazione: per i russi l’operazione si puo’ fare a patto che a Sawiris rinunci ad avere rappresentanti nel board della nuova societa’. Difficile ipotizzare che l’imprenditore egiziano possa accettare di fare il socio finanziario senza poter influire sull’operativita’ di quello che sarebbe il quinto gruppo al mondo nella telefonia mobile.

A meno che le voci che fino all’estate ponevano Weather (che tra i suoi asset ha l’italiana Wind) in grossa difficolta’ non si rivelino vere. I problemi per Sawiris arrivano dall’Algeria, dove il suo gruppo e’ attivo con Djezzy, societa’ che il governo algerino, ai ferri corti con quello egiziano, vorrebbe nazionalizzare. Sawiris sarebbe intenzionato a cercare la via della mediazione con l’Algeria mediante un arbitrato internazionale per non perdere Djezzy o comunque, nel caso peggiore, ricevere in cambio un risarcimento equo. Possibile quindi che, con la scusa dell’opposizione di Telenor e approfittando delle difficolta’ di Sawiris, Alpha Group, azionista di maggioranza di Vimpelcom, possa cercare di forzare la mano per ottenere condizioni particolarmente favorevoli.

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Deludente 2010 per Piazza Affari

pubblicato da AleOne

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Il 2010 non è stato un anno benevolo con l’indice Ftse Mib: il saldo rispetto alla chiusura del 2009, registrata a 23248, è negativo, ora che mancano poche sedute al termine dell’anno, per il 13% circa, un risultato che contrasta nettamente con il +19,5% con il quale era stato archiviato l’anno precedente. Anche il confronto con l’andamento della borsa mondiale è deludente, l’indice Msci World e’ infatti positivo fino a questo momento per il 7% circa. Il quadro grafico del Ftse Mib è preoccupante, l’indice sta infatti lottando per riportarsi al di sopra delle medie mobili più significative, la 100 e la 200 giorni, approssimazione della tendenza di medio lungo periodo, entrambe passanti in area 20600/800 punti, avendo recentemente violato anche la linea di tendenza tracciata dai minimi di marzo 2009 e passante per quelli di maggio ed agosto 2010, linea che funge attualmente da resistenza in area 21000. Per rimettere in equilibrio una situazione altrimenti difficile l’indice dovrà faticare non poco. Solo oltre i 21650 punti, limite superiore della fase laterale disegnata dal Ftse Mib dallo scorso maggio ed area di transito della linea tracciata dai massimi di ottobre 2009 a 24558, sarebbe possibile parlare di ripresa dell’uptrend visto nella prima parte dello scorso anno, con la prospettiva di tornare in area 24550 almeno. Fino a che i 21700 punti non saranno alle spalle il rischio di assistere a nuovi affondi, nonostante il recente rimbalzo, rimarrà tuttavia elevato, con i prezzi che potrebbero trovare solo in area 17000 un supporto dal quale tentare una nuova reazione duratura. In un contesto se non definitivamente compromesso quantomeno difficile sono comunque stati molti i singoli titoli all’interno del paniere Ftse Mib a ben figurare durante l’anno.

Le performance più eclatanti sono state quelle di Exor, con il 70% circa di guadagno rispetto alla chiusura del 2009, di Saipem, con il 47%, di Tod’s (ingresso recente nell’indice), Bulgari, Fiat e Pirelli & C tutti con guadagni superiori al 40%. In generale si sono comportati molto bene gli industriali, gli energetici, il lusso e la tecnologia (Stm ha guadagnato il 20% circa). Ad appesantire il listino sono state invece la banche e le assicurazioni, nessuno dei loro rappresentanti è infatti tra i titoli positivi, i cementieri, i servizi di pubblica utilità, le telecom ed i media. Difficilmente le situazioni più delicate, quelle di banche ed assicurazioni, troveranno una rapida soluzione, ed anche se si dovessero realizzare rimbalzi è probabile che una eventuale tendenza di ripresa impieghi molto tempo per stabilizzarsi.

Quello che ha manifestato l’intenzione negli ultimi tempi di volersi riscattare è stato il settore del cemento (Buzzi ed Italcementi sono negativi rispettivamente per il 25% ed il 32%, ma lontani dai minimi dell’anno), che potrebbe rappresentare quindi un interessante terreno di caccia per l’investitore che volesse puntare su strumenti potenzialmente sottovalutati. In particolare la rottura della resistenza a 7 euro per Italcementi e di quella a 9 euro per Buzzi completerebbero una configurazione a doppio minimo, in costruzione dall’estate, che dovrebbe permettere la realizzazione di una rialzo nell’ordine del 25/30% nei mesi successivi.

Per chi invece volesse cavalcare l’onda di rialzi già consolidati le scelte migliori potrebbero essere quelle dell’energia e del lusso. Saipem, Tenaris, Tod’s e Bulgari sembrano in grado di proseguire il loro trend crescente ed anche se si dovessero sviluppare correzioni la struttura rialzista è solida.

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Fiat recupera in vista dello spin-off

pubblicato da riva

fiat mercato andamento risultati chrysler

Riceviamo da Ferry Boat e con piacere pubblichiamo

Fiat prova a reagire immediatamente alla correzione di ieri. Il titolo si era infatti portato a contatto con l’importante resistenza piazzata sui 15,77 euro, rappresentata dal picco del maggio 2008. Se le quotazioni riuscissero a scavalcare in modo perentorio detto riferimento avrebbero la possibilita’ di prolungare il loro recupero in direzione dei 17,50/18,00 euro almeno. Discese sotto 14,30 potrebbero invece anticipare una flessione verso i 13,80 e i 12,50 euro. Il ribasso accusato ieri da Fiat puo’ anche essere messo in relazione alla presenza di un ostacolo grafico importante, ma e’ senz’altro stato favorito dalle notizie provenienti dalla Cina.

L’amministrazione locale di Pechino ha infatti deciso di porre un limite alle immatricolazioni di auto nel 2011 al fine di porre un freno al traffico e all’inquinamento. Se la mossa della capitale fosse seguita anche da altre metropoli cinesi potrebbero essere messe in discussione le stime di crescita delle vendite nel Paese asiatico, Paese su cui ormai tutti i principali costruttori puntano molto. In ogni caso Fiat conferma di godere di un ottimo stato di forma in quanto gli altri titoli di aziende automobilistiche europee anche oggi perdono terreno.

D’altro canto il Lingotto puo’ approfittare delle attese degli operatori per lo spin-off del settore auto e quindi per il debutto in borsa di Fiat Industrial lunedi’ prossimo. Questa operazione potrebbero essere il punto di partenza per una volta epocale per la casa torinese. Da un lato infatti il mercato sconta una fusione con Chrysler e quindi la creazione di un player globale capace di affrontare da una posizione migliore le sfide del mercato dell’auto. A tal proposito nelle ultime settimane sono circolate analisi in base alle quali Fiat potrebbe accelerare il processo di crescita nel capitale di Chrysler in modo da salire al 51% gia’ entro il 2011, a patto che vengano restituiti i fondi concessi dal governo USA.

Dall’altro e’ lecito ipotizzare che la separazione dei due business (auto e veicoli industriali) possa favorire operazioni di valorizzazione. Recentemente si e’ infatti mormorato di un interessamento di Daimler per Fiat Industrial. Il quadro favorevole per Sergio Marchionne si completa infine con il raggiungimento la settimana scorsa di un accordo con le parti sociali (Fiom esclusa) per il progetto di rilancio dello stabilimento di Mirafiori.

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Dicembre in verde a Wall Street

pubblicato da AleOne

Nel corso del mese di dicembre i principali indici della borsa Usa hanno messo a segno rialzi importanti, facendo registrare i nuovi massimi per l’anno che si sta chiudendo. I dati macro del resto sostengono gli acquisti: l’indice della Federal Reserve di Filadelfia, un indicatore della attività del settore manifatturiero, è salito a dicembre ai suoi più alti livelli dall’aprile del 2005, le richieste di sussidi di disoccupazione sono mediamente in calo, le costruzioni di nuove case stanno aumentando più di quanto atteso dagli analisti, solo per citare le indicazioni più recenti.

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Segnali di risveglio per le banche Usa: quali le prospettive per il futuro della borsa?

pubblicato da AleOne

Gli indici Usa continuano a macinare nuovi record, ieri la borsa americana è ritornata sui livelli antecedenti il crac di Lehman Brothers con il Dow Jones e lo S&P500 che hanno toccato i massimi dal settembre 2008 ed il Nasdaq che e salito a testare i massimi dal gennaio 2008.

Gli investitori che, nonostante questo rally di fine anno, è ancora diffidente nei confronti della possibilità che l’attuale fase rialzista della borsa Usa possa durare ancora a lungo, potrebbero decidere di concentrare la propria attenzione sul comparto delle banche, uno di quelli a maggior peso specifico all’interno degli indici ed anche uno di quelli che di più ha sofferto durante la crisi (la variazione ad un anno è arrivata a toccare a marzo 2009 il record negativo del -78% contro ad esempio il -48% dello S&P500 e del Dow).

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Nuovi massimi annuali ieri per S&P500; e Nasdaq, ma l'uptrend potra' continuare?

pubblicato da AleOne

Nuovi massimi annuali ieri per S&P500 e Nasdaq, saliti rispettivamente a 1250 e 2658 punti. Il trend al rialzo visto dai minimi estivi sembra quindi intenzionato a proseguire. Ma è proprio così? Cosa dicono i grafici?

Lo S&P500 è riuscito ad inizio dicembre nell’impresa, già tentata senza successo ad aprile e novembre, di lasciarsi alle spalle la resistenza chiave dei 1230 punti, quota coincidente con il 61,8% di ritracciamento del ribasso dal top di ottobre 2007.

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Borsa Usa, il quadro macro favorisce il proseguimento del rialzo

pubblicato da AleOne

I mercati Usa ne sono stati convinti per mesi, nonostante le azioni della Federal Reserve volte a scongiurare questo rischio: nel futuro ci sarebbe stata scritta a chiare lettere la parola “deflazione”. Il timore che l’elevato livello di disoccupazione potesse rendere vane le misure straordinarie adottate dalla banca centrale per sostenere l’economia era testimoniato, oltre che dalle parole dello stesso Ben Bernanke, il Presidente della Federal Reserve, che a più riprese ha ventilato proprio il rischio di una deflazione, anche dal comportamento dei titoli di stato: i future sui T-Bond statunitensi sono rimasti fino ad inizio novembre tenacemente incollati ai livelli massimi toccati ad agosto, i valori più elevati dal gennaio 2009.

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Prospettive al rialzo per il greggio, Saipem e Tenaris pronti ad approfittarne

pubblicato da AleOne

Il vertice dei paesi esportatori di petrolio riunitosi recentemente a Quito, in Ecuador, ha deciso di non modificare i tetti di produzione, fermi ormai dalla fine del 2008. I mercati non si attendevano nulla di diverso, nonostante le pressioni al rialzo registrate sui prezzi del greggio nelle ultime settimane. Una decisione meno scontata è stata invece quella di programmare la prossima riunione dell’Opec solo per giugno 2011, un modo per dire ai mercati che un ulteriore rialzo dei prezzi del greggio è accettabile, forse anche proprio verso quei 100 dollari al barile che il Venezuela considera una quotazione adeguata.

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Utilities nella bufera, eppure le prospettive appaiono positive

pubblicato da AleOne

Utilities nella bufera, eppure le prospettive appaiono positive. In avvio di settimana A2A, Edison e Iren hanno subito forti pressioni di vendita. Edison e’ stata colpita dalle vendite dopo un profit warning e soprattutto a seguito di indiscrezioni (smentite) di un aumento di capitale. La societa di Foro Buonaparte si era avvantaggiata nei giorni precedenti delle ipotesi di un’Opa da parte della francese Edf, la maggiore azionista del gruppo. Iren, che detiene il 10% di Edipower (societa’ coinvolta nel riassetto di Edison) e’ stata ugualmente coinvolta. Iren ha anche presentato in avvio di ottava il nuovo piano industriale 2011 - 2015 che prevede il raggiungimento entro 5 anni di un ebitda di 1 miliardo dai 566 milioni attuali e investimenti per 2,5 miliardi. A seguito della presentazione del piano molti broker hanno espresso giudizi positivi sul futuro del titolo (Banca Imi rating buy e tp a 1,7 euro, Cheuvreux rating outperform e tp a 1,45 euro, Deutsche Bank rating buy e tp a 1,6 euro). Anche A2A, socio di Edison, e’ rimasta presa nel vortice delle vendite, tanto da presentare un esposto alla Consob per “manipolazione del mercato”. Questi fatti rischiano di oscurare i miglioramenti di contesto che potrebbero invece rendere interessanti i titoli delle municipalizzate ed in generale delle utility nel medio termine.

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