Sarebbe stato lui ad aprire la porta ai suoi assassini. Massimiliano Moro, pregiudicato di 45 anni, è stato ucciso intorno alle 22,00 di ieri con due colpi di pistola alla testa sulla soglia della sua abitazione, al civico 35 di Largo Cesti a Latina.
Le modalità dell’omicidio fanno pensare ad un’esecuzione in piena regola. L’allarme è stato dato dai vicini di casa che hanno sentito il rumore degli spari. Sull’omicidio sta indagando la Squadra Mobile di Latina. Moro, come si legge su Il Messaggero…
era stato coinvolto nel ‘94 nell’omicidio di Raffaele Micillo, nell’ambito di una guerra di bande, ed era un personaggio noto negli ambienti della criminalità locale.
E proprio ieri mattina, sempre a Latina, quartiere Pantanaccio, c’è stato un tentato omicidio di un altro noto pregiudicato, Carmine Ciarelli, 44 anni.
Ora gli investigatori stanno lavorando per stabilire eventuali collegamenti tra i due eventi e il timore è quello di una guerra di malavita nel capoluogo pontino. Da Il Tempo:
Carmine Ciarelli, ritenuto uno dei capi della malavita di Latina, dedito soprattutto all’usura e alle estorsioni, mentre si trovava nel bar del suo quartiere è stato ferito con sette colpi di pistola, cinque dei quali andati a segno. Ad agire gli inquirenti hanno ipotizzato che siano stati due uomini in moto, che avrebbero avuto l’intenzione di uccidere il 44enne, ancora ricoverato in prognosi riservata, ma che sembra avercela fatta dopo essere stato sottoposto a un delicato intervento chirurgico.
L’uccisione di Moro una vendetta per quanto accaduto a Ciarelli? Le indagini sono in corso. Moro era stato coinvolto in numerosi episodi criminosi negli anni ‘90, quando a Latina omicidi e sparatorie erano all’ordine del giorno. Assolto dall’accusa di un omicidio, aveva trascorso lunghi anni in America Latina.
Foto | Flickr
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