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8 settembre 2007, 21:14 - Ultimo aggiornamento alle 23:31

Perché aderire a Sinistra Democratica

Luca Cosentino* ,  06 settembre 2007

Regionamenti/Basilicata      La Sinistra Giovanile di Castelluccio Inferiore (Potenza) ha scelto il movimento di Mussi perchè la fusione a freddo di due partiti -che mostrano per altro storie, esperienze, percorsi differenti e non sempre convergenti- è la negazione di qualsiasi istanza vera di socialismo



La storia della nostra attività politica è storia di impegno e di passione. Da oltre sette anni siamo parte attiva e critica della vita politica, sociale e culturale del nostro tempo, dando voce ai bisogni di cambiamento e di protagonismo di generazioni, fasce sociali e realtà territoriali destinate a condizioni di precarietà, di emarginazione, di abbandono.

Tra la gente come tra i compagni, nelle direzioni di partito come nei consigli comunali, nei sit-in come nelle manifestazioni di piazza, abbiamo cercato di mettere in pratica l'idea di un'altra politica: aperta, dinamica, partecipata.

L'impegno per il rinnovamento della politica e la passione per i valori del socialismo democratico hanno caratterizzato anche la nostra presenza nella SG e nei DS.

Fino all'ultimo dibattito congressuale di aprile abbiamo sostenuto l' idea di un partito moderno costruito su basi di pluralità e democraticità, aperto alla società civile, pienamente integrato nella realtà del socialismo europeo, fortemente radicato nella tradizione del movimento operaio e della resistenza antifascista, ma anche capace di proporsi come elemento di sintesi e fattore di innovazione per l' eterogeneo mondo della sinistra italiana.
Con coerenza ci siamo battuti contro il progetto di scioglimento dei DS nel PD.

Continuiamo a credere che la questione non risolta della sintesi tra capitale e lavoro non possa essere superata mescolando due partiti -che mostrano per altro storie, esperienze, percorsi differenti e non sempre convergenti- in una "fusione fredda", e con un dibattito chiuso alle classi dirigenti come si palesa avvicinandosi l'appuntamento del 14 ottobre.

Gli appelli alla partecipazione, al pieno e attivo coinvolgimento dei cittadini nella costruzione del nuovo partito hanno fatto posto alla competizione per l'occupazione delle postazioni di comando e l'ampliamento delle sfere di influenza, tra leader gelosi del potentato politico-economico faticosamente costruito. Risulta invece senza voce il dibattito sulle idee , sui contenuti e sui valori del futuro partito.

Ancora oggi non sappiamo se il Pd sarà una formazione laica, se si presenterà con un' identità unica anche nello scenario politico internazionale, se vorrà lottare contro le iniquità del neoliberismo oppure si limiterà a promuovere atteggiamenti compassionevoli nei riguardi di deboli e diseredati, se riconoscerà nel sindacato l'interlocutore di riferimento nell'approccio al mondo del lavoro o ad esso preferirà Confindustria, se saprà proporre una riforma della politica che tratti anche di questione morale, se considererà ancora il riscatto del Sud d'Italia una priorità dell'agenda politica nazionale o vorrà cedere alle minacce padane di sciopero fiscale.

Si configura dalle parole e dagli interventi dei candidati alla segreteria, impegnati in una competizione dagli esiti facilmente pronosticabili (potrebbe mai perdere il candidato unico di DS e Margherita?), l' immagine di un partito con possenti ambizioni di potere ma dalle deboli basi culturali e con confuse prospettive di lavoro. In ogni caso un partito sempre meno di sinistra e per questo poco utile al paese.

L'Italia ha infatti bisogno di una forza politica progressista che sappia riunire attorno a un credibile progetto di cambiamento del paese i partiti, i movimenti, le associazioni, le donne e gli uomini che condividono la necessità di un'alternativa e l'impegno per un'altra Italia in un altro mondo possibile.

Il calo di consensi e di fiducia nei confronti del governo e della maggioranza di centrosinistra sono l'ulteriore riprova della crisi della sinistra italiana, afflitta dalla perenne conflittualità tra riformisti e radicali distinti secondo uno schematismo ideologico che è parte ingombrante del passato.

Abbiamo aderito alla Sinistra Democratica perché sentiamo la necessità di una sinistra nuova per il nuovo millennio, che chiuda i conti con il passato, senza abiure ma con la rinuncia definitiva a gli ideologismi consumati dalla storia; che punti a rinnovarsi superando le divisioni e trovando una sintesi tra le migliori esperienze del socialismo democratico e dell'ambientalismo progressista; che provi a vincere le sfide della modernità, recuperando credibilità nei suoi ruoli di governo; che sappia dare voce ai bisogni di partecipazione e di emancipazione di oppressi, emarginati, precari di ogni latitudine e nazionalità.

Il cammino per il rinnovamento e l' unità della sinistra passa attraverso un lungo percorso di dibattito aperto a tutte le forze politiche alla sinistra del Pd, ma in grado di coinvolgere anche il sindacato, le associazioni, i movimenti. Uno spazio particolare dovrà essere quindi riservato alle giovani generazioni, dando risposta al loro bisogno di protagonismo e sostegno alla loro lotta conto il precariato che nega il futuro, distrugge speranze e ambizioni.
Ricostruire la sinistra significa ripartire dalla base dei suoi partiti, dai territori dimenticati, dalle periferie emarginate, dando voce e cittadinanza a chi si sente escluso.
Proviamo ad includere tutti in questo cammino e per una volta proviamo ad unire piuttosto che dividere.
Questa la strada nuova per una Sinistra Unita, questa è la strada che noi vogliamo percorrere.

*Segretario della Sinistra Giovanile di Castelluccio Inferiore (Potenza) sezione "Tom Benetollo"





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