17 ottobre 2007 - Ultimo aggiornamento alle 03:38
Giovani italiani alla prova
Emiliano Sbaraglia, 20 giugno 2007
Maturità Si parlava di Moravia, si ipotizzava una traccia sull'Europa, si insisteva sul "bullismo". Invece la prova di Italiano del 2007 ha proposto agli studenti qualcosa di diverso dal solito, soprattutto per quanto riguarda la "Tipologia A" e il terzo ambito della "Tipologia B", quello di carattere storico-politico
Per la categoria "C", il tema di argomento storico titolava "La fine del colonialismo moderno e l'avvento del neocolonialismo tra le cause del fenomeno dell'immigrazione nei Paesi europei.
Illustra le conseguenze della colonizzazione nel cosiddetto "Terzo Mondo", soffermandoti sulle ragioni degli imponenti flussi migratori nell'odierna Europa e sui nuovi scenari che si apronon nei rapporti tra i popoli". L'Europa c'è, dunque, ma strettamente legata al problema dell'immigrazione, tralasciando i contenuti del "Patto di Roma" e il cinquantenario della sua stipulazione
L'ultima opzione che poteva essere scelta dagli studenti (Tipologia "D", di ordine generale), riguardava invece il concetto di "villaggio globale", recuperato da una citazione tratta dal saggio di Giuseppe Tamburrano "Il cittadino e il potere", compreso nel volume "In nome del padre" (Laterza, 1983).
Scrive Tamburrano: "L'industrializzazione ha distrutto il villaggio, e l'uomo, che viveva in comunità, è diventato folla solitaria nelle megalopoli. La televisione ha ricostruito il "villaggio globale", ma non c'è dialogo corale al quale tutti partecipavano nel borgo attorno al castello o alla pieve. Ed è cosa molto diversa guardare i fatti del mondo passivamente, o partecipare ai fatti della comunità". Ai candidati il compito di commentare il brano, sollecitati a riflettere in particolare sul senso di "nostalgia" nei confronti del passato, e l'esigenza contemporanea di convivenza con le varie comunità del mondo, spesso diventate i vicini della porta accanto
Tornando alle due prime tracce, la sorpresa letteraria è stata trovare Dante, precisamente il canto XI del Paradiso, quello nel quale attraverso la figura di san Tommaso D'Aquino il Poeta ci presenta la vita umana e sprituale di san Francesco, e il suo matrimonio con "madonna Povertà".
Ma una piccola sorpresa è stata anche la spiegazione del Canto fornita nel documento ministeriale, che presentava il Tommaso dantesco come colui che "descrive in particolare le figure di san Francesco di Assisi, fondatore dell'Ordine dei Francescani, e san Domenico di Guzman, fondatore dell'Ordine dei Domenicani.
Eppure, per chi ha dimestichezza con i versi del Paradiso, l'associazione dei due personaggi attraverso la figura di san Tommaso potrebbe rivelarsi fuorviante, dato che Domenico ci viene descritto "in particolare" nel Canto successivo, il XII, grazie alle parole di un francescano, san Bonaventura, così come san Tommaso è un domenicano che concentra il suo incontro con Dante sul fondatore dell'altro ordine religioso formato nel XIII secolo. Una costruzione che potremmo definire "a chiasmo" da parte del sommo poeta fiorentino, che vuole evidenziare l'importanza di entrambi i protagonisti di questa trilogia di Canti, che si apre nel X con l'incontro tra Tommaso e Dante stesso, guidato da Beatrice.
Lasciando volentieri l'interpretazione del testo a studiosi e specialisti, la "Tipologia B" sarà invece quella che probabilmente farà più discutere il mondo politico e l'opinione pubblica.
Supportata da cinque documenti, due a firma di Piero Calamandrei, gli altri da Norberto Bobbio, Ernesto Ragionieri e Pietro Scoppola, il titolo recita così: "La nascita della Costituzione repubblicana: il laborioso cammino dalla dittatura ad una partecipazione politica compiuta nell'Italia democratica". Facile prevedero qualche gumugno, soprattutto da parte di chi di Costituzione repubblicana ne mastica poco, e vorrebbe masticarne anor meno.
Il rammarico più grande, però, sarà probabilmente contare quanti elaborati consegnati per questa prima prova di maturità avranno scelto di svolgere una tematica di questo tipo: (i giovani, è noto e luogo comune, allo stesso tempo) sono distanti dalla poltica e dalla sua storia. E chissà se hanno tutti i torti.
Versione per la stampa
Commenta questo articolo
Feed dei commenti di questo articolo
Commenti
#2 · giuliano garavini
21 giugno 2007, 01:53Il tema di storia è un tema bellissimo, molto di più di uno sui Trattati di Roma del 1957 che nascono propria dalla sconfitta di Francia e Grn Bretagna a Suez nel 1956 e dunque dalla fine del colonialismo. Il problema è che implica conoscenze poco agevoli per uno studente, ma sarei curiossimo di leggere gli elaborati.
#3 · Leo
21 giugno 2007, 07:41Le tracce erano quasi tutte molto belle ma penalizzanti per chi, come me, frequenta(ahimè) gli istituti tecnici. Ma una buona informazione ed analisi critica permette ugualmente un buon svolgimento della prova. Peccato per “Dante” che ha provocato non poche polemiche (negli istituti tecnici e professionali viene svolto, quasi totalmente, in terzo) e presentava, secondo alcuni dei maggiori organi di stampa, 2 gravi errori, tali da compromettere l’esito della prova.
Gli articoli di oggi
Susanna Marietti*
Gianni Rossi
Nuccio Iovene*
Tommaso Sodano*
Gennaro Santoro*
Giovanni Mazzamati
Lidia Campagnano
Iscriviti al Sommario
#1 · Leo
20 giugno 2007, 23:09Ho svolto la tipologia B, ambito socio-economico. Riporto il post scritto per il mio blog in merito alla prova.
Personalmente sono stato fortunato, ho scelto il saggio breve (per una rivista di divulgazione, analisi ed approfondimento politico-culturale) sulla legalità, giustizia e diritti, il cui titolo è: L’Italia delle ingiustizie. Mi sono dilettato, alla stregua di Marco Travaglio, nella critica costruttiva e nell’analisi di episodi di mala-giustizia italiana e nell’attualizzazione dei percorsi forniti per traccia. Partendo dalla presenza di 25 condannati in via definitiva in Parlamento ho esposto considerazioni circa la politica del “un po a me, un po a te”, che si emancipa dal fattore ideologico (mandando a puttane, ora lo posso dire, la teoria della giustizia di Rawls e la soggettività ideologica) e scende a compromessi (Vedi indulto, ddl-bavaglio sulle intercettazioni); analizzato gli episodi di illegalità diffusa anche frai banchi di scuola, criticando un sistema scolastico impostato solo per i meritevoli (un sistema-azienda) ed esclude i non-conformi (ho citato l’intervista a repubblicaTV del viceministro Bastico, la quale intende modificare lo Statuto delle Studentesse e degli Studenti al fine di inasprire le sanzioni nei confronti degli studenti violenti) rappresentando, quasi, “l’ospedale che cura i sani, e respinge i malati” [Lettera ad una professoressa, letta casualmente ieri su consiglio di una amica]; citato i recenti sondaggi sulla “certezza della pena” e sulla disaffezione fra politica e cittadini. Ho concluso citando Rawls [in una società giusta sono date per scontate eguali libertà di cittadinanza; i diritti garantiti dalla giustizia non possono essere oggetto né della contrattazione politica, né del calcolo degli interessi sociali] a proposito dei DICO e della tutela delle minoranze ed auspicando una partecipazione dei cittadini, i quali non devono solo “obbedire alle leggi, ma anche vivificarle e cooperare al loro rinnovamento”[Del Vecchio].