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Milano, è morto Luciano Lutring:
lo chiamavano 'il solista del mitra'

Era l'ultimo uomo della mala milanese che non uccideva. Nascondeva le armi in una custodia di violino. Graziato da due presidenti della Repubblica, era diventato un pittore e amava dipingere la sua città

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MILANO - L'ultimo uomo della 'ligera', la mala milanese che non uccideva, si è spento nella notte alle 3.30. Luciano Lutring, 76 anni, era conosciuto dal grande pubblico come 'il solista del mitra', perché conservava le armi nella custodia di un violino. Durante una rapina a Parigi, in cui era morto un famoso flic, colpito da altri agenti, Lutring venne ferito gravemente, restò due mesi tra la vita e la morte, poi il suo fisicaccio - era alto, con le spalle larghe, e la sua caratteristica erano lunghi capelli alla nazarena - riuscì a sopravvivere. I ministeri francese e italiano si misero d'accordo per far scontare la pena in Italia e Lutring visse a lungo nel carcere di Brescia, sino a che - unico bandito nella storia - ottenne due grazie da due presidenti della Repubblica, il francese Georges Pompidou e Giovanni Leone.

Totalmente cambiato, viveva dipingendo quadri, molti dedicati a Milano, città che amava con tutte le sue forze e che sapeva raccontare con nostalgica ironia, a cominciare dalle prime rapine nel dopoguerra. Spiegava cosi il primo furto, che non di scorda mai, come cantava Enzo Jannacci: entrò in un ufficio postale e per cercare il bollettino da pagare mise sul banco una pistola. "Le dò tutto, stia tranquillo che le dò i soldi", disse l'impiegato e lui intascò sorpreso, questa era la versione, una montagna di banconote, iniziando una lunga 'carriera' nel crimine.

Lutring passa la sua infanzia nel Milanese, sotto la guida dei genitori che volevano fare di lui un violinista. Ma ben presto mostra la sua natura ribelle e il suo amore per le donne e per la bella vita. Attratto dal mondo della malavita, acquista da un conoscente la sua prima pistola, una Smith & Wesson della polizia canadese e da quel momento in poi il giovane acquisterà il soprannome de 'l'Americano'.

La sua attitudine da ladro gentiluomo, unita alle celebri frasi in dialetto milanese pronunciate sui luoghi dei misfatti, contribuisce a rendere Lutring un personaggio popolare. Definito, sia in Italia che in Francia, nemico pubblico numero uno, riesce per anni a eludere le polizie europee. Il 1 settembre 1965 viene ferito ed arrestato a Parigi; sconta 12 anni di carcere (la condanna iniziale era a 22 anni), durante i quali inizia a scrivere e dipingere; tiene persino una corrispondenza con l'allora presidente della Camera, Sandro Pertini.

In Francia Lutring pubblica Lo Zingaro, la sua autobiografia, dalla quale sarà liberamente tratto un film, nel quale Lutring viene interpretato da Alain Delon. Nel 1966, con la regia di Carlo Lizzani, esce un film basato sulla sua storia, dal titolo Svegliati e uccidi, interpretato da Robert Hoffmann, Lisa Gastoni e Gian Maria Volontè. Nel 1977, da una relazione con Dora Internicola, nasce il figlio Mirko, che morirà in un tragico incidente il 17 gennaio 1991. Nel frattempo, nel 1985, si sposa con Flora D'Amato, dalla quale avrà due figlie gemelle, Natasha e Katiusha, e dalla quale si separerà nel 1997. Tra le sue opere: Il solista del mitra e L'assassino non sciopera (editi da Longanesi), Una storia da dimenticare, Catene spezzate, Come due gocce d'acqua e L'amore che uccide, tutti editi da Acar.